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Full text of "Atti dell' Accademia Gioenia di Scienze Naturali in Catania"

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Dl    SCI£!>[ZE   I\ATURALI 

IN 
CATANIA 


/S   Ui^^^A.-^ 


ATTI 

DI  S€IEIVZE  XATCRALI 


7'OMO  Xf. 


0£7A1TIA 

Per  PiETao  Giu:vtini 

TIPOGRAFO  DELL"  ACCADEMIA  GIOENIA 
Piazza  del  Duomo  i3 

1839 


IT 


CAT  A  LOGO 

>OCl    ELETTI    KELl'  ANNO    XV. 


Nome,  Cucnome,  Patria,  .Gu.vdo   Accad.  Giohno  di  Elezione 


J)   Corrisp. 


Cap.   Cav.  D.  Rosario'.Soc.  Onorar}2i  Febb.    i83g. 

Riccieri.    Calania 
Conte  Porro  da  Milaiio 
Prof.  Balsanio  da  Mi- 

lano 
Prof.  Alessandrini  da 

Bologna 
Passarini  da  Firenze 
Prof.   Mazzi  da  Siena 
Prof.     Ferrucci.    Gi- 

nevra 
Prof.  Kiener.  Parigi 
Russeau.  Parigi 
Orbigni.   Parigi 
Guerin  de  Meneville. 

Parigi 
Marten  S.  Ange.  Pa- 
rigi 
Prof.  Semola.  Napoh 
ArcangeloScacchi.JSa- 

poli 
Bonaccossa.   Torino 
Prof.  Giac'into  Carena. 

Torino 


1 


» 
» 
)) 

» 


IV 


Nome,  CogsomEj  Pateia, 


Grado  Accad.  Gioeho  di  Elezionb 


Filippo  de  Jorio.  Pa 

terno 
Prof.     Vitlorio    della 

Casa  Padova 
Barone  Augusto  Wal- 
ter shausn.   Baviera 
Prof.  Guglielmo  JVeber 

di  Hall.   Prussia 

Cristiano  Enrico  Fede- 

rico  Voters  di  Blun- 

pisburg  inDanimarca 

Prof.    Giacomo  Pnmo 

di  Cassel 
Prof.  Guglielmo  Primo 

Cassel 
Prof.  Jlbr edit  di  E ti- 
ding. Prussia 
Prof.  Cav.  Dahlmann. 

Uollstein 
Prof.  Ewald.  Gottinga 
Prof.  Errnanno   Natu- 
sius  di  Flundisburg 
Prussia 
Giuseppe  Mamo. Malta 
Isidoro  Geofroi  Saint 

Hilaire.  Parigi 
Cav.   Stefano  Geofroi- 


Soe.  Corris. 


2t  Febb.  t83g. 


)) 


HOUE,   C0GNOM£,    PATniA,    GbABO  AcCAD 


GioRNo  m  Eleziome 


Sainl-Uilaire .  Pari- 

Giuseppe  Maria  Sliion. 

Malta 
Giovanni  Carlo   Grech 

Delicata.  Malta 
Lorenzo  Morgigni.  Na- 

poli 
Bne    Andrea   Bivona. 

Palermo 
Doit.  Natale  de  Jgrb. 

Troina 
Pad.  D.  Giuseppe  La 

Fla  Cassinese.    Ni- 
cosia 
Dott.    Salvatore   Apa. 
■  Belpasso 
Gaetano   De  -  Gaetani. 

Catania. 
Dott.  Malteo  Borrello. 

Catania 
Dott.  Aljio  Pappalar- 

do.   Catania 
Dott.  Antonino  P'inci. 

Catania 
Dott.    Antonino  Insin- 

ga.  Catania. 


Soc.  Corris.2/  Febb.  iS3g. 


VI 


Nome,  Cognome,  Patria, 

Grado  Accad. 

GlORNO    DI  EleZIOHE 

Pistro  Prevost.  Ginevra 

Soc. 

Oiiorar. 

21  Febb.  i83q. 

Sir  Per  rid  Cons,  della 

Corie  dei  Conti  Pa- 

rigi 

» 

■% 

Pad.    Jbate  D.   Luicji 

Basile  Basiliano  S. 

Angela 

T) 

) 

Dotl.     Paolo    Zanghi. 

Messina 

t 

» 

Bne  Gaetano   Guastel- 

la.    Chiaramonte 

9 

(C 

S.  E.  il  Marchesino  </' 

Andrea.    Napoli 

)) 

» 

Dott.   Pasquale  Noce. 

Catania 

» 

» 

Cav.  Antonino  Alessi. 

- 

Catania 

» 

» 

Cav.  Giuseppe  Cor  da- 

ro.  Catania 

» 

» 

Cav.  Tommaso  Amato. 

Catania 

)) 

\ 

Cav.  Antonino  Corvqja. 

Catania 

)) 

» 

Dott.  Salvatore  De-Lu- 

ca.  Paler 7710 

)) 

» 

Prof.   Gaetano  Ursini. 

Cata/iia 

)) 

» 

vu 


NOKB,    GOGPiOJIE,    PaTRIA 


Grado  Accad. 


GlORNO    DI  ElEZIORE 


Dolt.  Lw'gi  Lanzirotli.Soc.   Collab 
Callanissella 

Pietro  Calcaru.  Paler- 
mo 

Dolt.  Calogero  La  Vac- 
cava.  Piazza 

Gaelano  Rizza.    Cata- 
nia 

Domenico  Cilalino.  Ca- 
tania 

Rajfaele  Alessi.  Cata- 
nia 

Ignnzio  Rapisarda.  Ca- 
tania 

Salvatore    Find.    Ca 
t  a  III  a 

Igiiazio  Landoliiia.  Ca 
taiiia 

Antonio  Riccioli.    Ca 
t  a  Ilia 

Luigi  Lo  Giudice.  Ca 
taiiia 

Dott.  f  elpeau.  Parigi  Soc.   Corn's. 

Dott.  Enquivol.  Parigi 

Dott.   Cloquet.  Parigi 

Dolt.   Cairoii  da   f  it- 
lard.  Parigi. 


21  Febb.  i83g. 


» 
» 

» 


VIII 


NoMf,    COGNOME,    PATRIA 

Grado  Accad. 

GlORNO    Dt  ElEZIONE 

DoU.  Orjila.  Parigi 

Soc 

con\sp. 

at  Febb.  i83g. 

Dott.  Januaris.  Pangi 

)) 

» 

Don.  J.  M.  JF.  Pielon 

di  Nuova    Orleans. 

America 

» 

» 

DoU.  J.  Sydney  Donne 

di  Nuova  larch.  \  A- 

merica 

» 

» 

Antonio  Schejnbri.  Mal- 

ta 

J) 

■% 

Cav.  D.  Felice  Santan- 

gelo  Sopra-Intenden- 

te  Generate  dellAl- 

bergo  dsiPoveri  Na- 

poll 

Soc 

onorar. 

t 

Cav.  Don  Michele  San- 

iangelo.  Napoli. 

» 

» 

Doit.  Francesco  Paolo 

Scimonelli.  Palermo 

» 

» 

Bne  Fincenzo  Cesadi. 

Milano 

Soc. 

corrisp. 

» 

Fitlori   Ghiliani.     To- 

rino 

» 

» 

Sig.  De  Caumont  Pre- 

sidente  del  Congres- 

so  di  Clermont  Fer- 

rand 

)) 

5 

IX 


Nome,  Cognome,  Patria 

Grado  Accad. 

GlORNO    DI  ElezWNE 

Pof.  Giardini.  Napoli  Soc.  Corn's. 

2/  Febd.  fSdg. 

Siff.    Iffii.    Echevalleij 

de  Rivaz.  Napoli 

)) 

■» 

Luciano  Fiorenlino.  Ca- 

tania 

» 

» 

Dotl.  Baldassare  Piaz- 

za di  Palermo  Reg. 

Proc.  del  Trib.  Civ. 

di  Catania 

5) 

» 

Cav.  D.  Giuseppe  Pa- 

risi  Intendenle  della 

Provincia     Catania.  1 

Napoli. 

Soc.  Altivo 

» 

Prof.  Melloni.  Napoli. , 

Soc.  Corris. 

f4  Nov.  i83q. 

Sig.  de  Gasper  in  Pari 

di  Francia.  Partgi. 

» 

» 

^rof.    Cav.    Luigi  de 

Ruggiero.  Napoli. 

» 

)) 

Sig.    Antonio    Claudio 

Falens  di  Fersuil- 

les. 

Soc.  Onorar. 

» 

Madama  Giulia    Cele- 

ste Rosa  Falery  di 

Verailles 

Soc.  Corris. 

» 

Sig.Federico  Cailliaud 

di  Nantes 

» 

B 

Dotl.  Giuseppe  Grasso 

Nome,  Cognome,  Patria, 

Grado  Accad. 

GlORNO    DI  ElEZIONB 

Cacopardo.  Messina 

Sac. 

Cor  r  is. 

id  Nov.   }83g. 

Cav.  Francesco    Cori- 

gliano    di   Rignano. 

NapoU 

)) 

i 

M.    Holt    Match  ensic 

membra    della     So- 

cieta     Asiatica     di 

Londra  e  Presiden- 

ie  del   Comilalo  di 

agricoltura  e  dipr- 

iicoltura  Jormato  nel 

seno  di  questa    So- 

cietd 

) 

» 

Sig.    Filippo  Le  Bas 

membra  dell'  Istitu- 

to  di  Francia 

Soc.  Onorar. 

) 

Membri  del  Comitato 


CARICIIE  ACC4DEIIIICIIE 

PER   h   AX.\0    XV.    e    XVI. 


Primo  Diretlore  Cav.   Giuseppe  Parisi 

Secondo  Diretlore  Prof.  JiUonino  Di  Giacomo 

Segretario    Generate   Padre   D.    Gregorio  Barnaba 
La  Fia  Priore  Cassinese. 

Prof.  Mario  Musumeci 

Principe  Faldisavoja 

Dott.  Alfo  Bonanno 

Dott.  Salvatore  Leonardi 

Dott.  Bartolomeo  Rapisarda 

Dolt.   Antonino  Del  Giudice 

Segretario   alia   Sezione  di  Sforia  Naturale  confer- 
mato  il  Dolt.  Domenico  Orsini 

Segretario  alia  Sezione  di  scienze  fisiche  conferma- 
lo  Dolt.   Giuseppe  Antonio  Galvagni 

Cassierc  delP  Accademia  confermato  Gaspare  Gam- 
bino. 

Diretlore  del  Gabinelto  di  storia  naturale  confer- 
mato il  Prof.   Carlo  Gemmellaro 

Bibliolecario  confermato  il  Socio  Dott.  Salvatore 
Leonardi 

Diretlore  delle  stampe  confertnalo  il  Prof.  Antonio 
Di-Giacomo  coll'  ajulo  dei  socii  Giuseppe  An- 
tonio Galvagni.,  e  Prof.  Euplio  Reina. 


A,^^'. 


DEIL'  ACGADEMIA  GIOEi\Li 

ei  SOEK3S  HATUHAII 
VOL,  XF.—SEJU.  I. 


RELAZIONE   ACCADE^fiCA 

PER    l'ARNO    XIV. 

BELLA 

ACCADEinA  GIOEXIA 


90C.   StCUTAMO   OE5EILU.E  I 

i 

ANTONIITO   DI    GIACOHO  \ 


Um   SELLA   TOENATA   DEI    3o  lOAGGIO    l83S. 


@#@@#®®@#®@#@@@®®@®#®@®®@# 


Est  en!m  animoram  ingenioram^e 
paturalc  quoddam  quasi  pabulum 
consideratio.  conlemplatioque  iNa- 
lurffi.  .   .  .  erigimur,  latiores  fie- 
ri  videmur. 

M.  T.  CicER.  Accademior: 
Quoestionuia  lib.  4' 


ISi,  che  lo  'studio  dclle  cose  natiirali  e  insito  alia 
nostra  slcssa  natura.  Esseri  ponsanfi,  abitatori  di  un 
gloho,  in  cui  lullo  cio  die  ci  circonda  iiileressa  in 
qualchc  parte  la  nostra  csistcnza,  noi  non  possiamo 
far  di  manco  di  prcslare  i  nostri  sensi  e  diiiggere 
le  nostre  attcnte  ricerclie  sopra  quclli  oggetti,  clie  nel 
vortice  generate  pin  da  vicino  cialfettano;  e  ci  sem- 
Ijra  avvivarei,  cspandere  le  nostre  aiiime  e  satoUarci, 
se  mi  e  permesso  il  dirlo,  dclle  ricercbe  e  delle  con- 
Icmplazioni  delta    natura. 

Qiicsto  irrefrcnabile  pcndio  e  la.  sorgente  feconda 
<li  liitte  le  umaae  cognizioni  e  scoperte,  e  la  via  in- 
rallibilo  clie  al  sapere  conduce  ed  alia  verita,  cbe 
per  (pianto  laboriosi  e  disastrosi  si  fossero  gli  studi 
natuiali,  per  quaato  occuUi  ixnpenelrabili  gli  arcani 


—  2  — 

dcUa  natura,  altrettanto  d'insistenza  e  di  costanza  vi 
oppone  il  filosofo  naturalisla,  clie  tutti  brava  i  disa- 
slri  onde  venire  a  capo  dell'  intento  prediletto.  E  di 
vero  rifugge  1'  animo  al  ricordarsi  quante  gravose  fati- 
che  soslener  dovettcro  gl'  illustri  e  benemerili  cam- 
pioni  dcllo  studio  dolla  natura  nei  loro  viaggi  attor- 
no  al  globo,  e  sotto  dubbio  cielo,  e  sugli  inaccessi- 
bili  eccelsi  cacurai  di  famose  niontagne,  e  per  il  cu- 
po  e  profondo  oceano,  e  nell'  immenso  spazio  dell' 
istabile  atmosfcra,  se  1'  idea  non  vi  si  accompagni 
di  quel  naturale  instinto  a  sifatte  ricerche,  o  meglio 
di  un  certo  interno  compiacimento  nello  inlraprender- 
le.  Perlocbc  a  ben  ragione  asseriva  1'  oratore  di  Ro- 
ma, die  le  contemplazioni  della  natura  sono  quasi 
alimento  degli  animi  e  degl'  ingegni;  e  che  il  colti- 
vare  sifalti  sludi  arreca  all'  animo  un  certo  diletto: 
tndagatio  ipsa  reriim  turn  maximarum^  turn  eiiam 
occultissimarum  habet  oblectationem  (  ibidem  ). 

Di  cio,  voi  illustri  Sect,  esemplo  luniinoso  ne 
foste  in  questo  anno  istesso  raalaugurato  e  mcmore- 
vole.  Mentre  le  raalconsigliate  opinioni  di  pochi  tor- 
bidavano  da  una  parte  il  bel  sereno  della  socievole 
tranquillita,  ed  il  pestifero  morbo  dall'  altra  mieteva  a 
gran  falce  migliaja  di  vittime  d'  ogni  condizione,  op- 
pressi  da  doppio  marte,  voi  si  tirati  dal  naturale  pen- 
dio  i  prediletti  studi  non  abbandonaste;  e  quasi  in 
quel  stessi  giorni  di  trambusto  il  Rappresentante  la 
Sovrana  Autorita  degno  visitare  le  vostre  dotte  ma 
leggittime  congreghe,  e  rilevanti  riguardi  ebbe  per 
voi,  e  lodi  profuse  alia  vostra  istituzione. 

Quindi  le  amenita  accaderaiche  di  quest'  anno,  di 
che  io  v'  inter tengo,  (che  cosi  cbianiava  il  chiaris. 


—  3  — 

botanico  di  Upsal  le  piu  inlralciati  e  sublimi  discet- 
lazioni  sugli  oggetti  natural! ),  vieppiu  interessanti  ad- 
divengono  di  quelle  degli  anni  pacifici  che  Y  ban 
prccedulo.  Ne  lasciano  di  eslendcrsi  a  tutte  e  Ire  le 
vaste  regioni  cbe  ii  globo  terraqueo  compongono;  la 
terra  cioe,  il  mare,  l'  atmosfera,  Perlocbe  io,  per 
esser  chiaro  nell'  csporvele,  degli  oggetti  terreetri  pri- 
mo  terrovvi  raggionamento,  ed  indi  di  quelli,  cbe  o 
ai  mari  o  all'  aere  si  apparlengono.  Pregovi  intanto 
a  volermi  conccdere  la  vostra  cortese  attenzione,  tenen- 
domi  per  iscusato,  se  nei  minuti  necessari  dettagli, 
in  cui  doM-o  imbaltermi  pel  corso  del  dire,  sembre- 
rovvi  talora  sterile  od  ozioso. 

La  natura  inorganica  precedette  di  gran  lunga  la  na- 
tura  organizzata,  e  fu  alia  seconda  di  base  e  di  sos- 
lentamento;  quindi  il  gcognosla  ricerco  in  primo  luo- 
go,  avvcgnaclie  di  varie  ipolesi  avviluppata  presso  i 
grcci  filosofi  nonclie  presso  i  modcrni,  la  fattura  del 
nostro  globo,  ossia  lo  scbeletro,  ove  un  movimento 
di  congregazione  maggiore^  al  dir  diBacone  (motus  con- 
gregalionis  majons)^  c  per  la  via  del  fuoco,  e  per  quel- 
la  del  sedimento  delle  acque  oceanicbe,  le  diverse 
recce  ed  i  lerreni  succcssivi,  cbe  1'  un  sull'  altro  si 
addossano,  ci  venne  organizzando,  e  quclli  pure,  cbe 
dalla  distruzione  dci  priini  in  varie  epoclie  delta  na- 
liu-a  si  riformano.  Queslo  studio  ai  di  nostd  basato 
sulla  esatta  osscrv'azione,  nicrce  le  faticlie  di  gcni 
immortab,  ba  proccdulo  dal  noto  all'  incognito,  c  la 
geologia  ba  saputo  mcglio  addenlrarsi  nell'  arcana 
formazione  del  globo  Icrrcstre,  e  diflorenziare  le  varie 
epocbe  di  formazione  del  lerreni,  slabilcndo  dei  da- 
li  pressocbe  infaUibili.  La  bella  Sicilia  appendice  del- 


-4- 

r  Italia  non  era  ancora  in  tutta  la  sua  coslrutiura: 
geogaostica  abbastanza  conosciuta,  e  ricercata.  Ma 
il  laborioso  soc.  C.  Gemellaro  colle  sue  piccole  pere- 
grinazioni  attorno  1'  isola,  ci  ba  dato  delle  nuove 
contezze  della  sua  coslrutiura;  e  ci  ba  letto  in  questo 
anno  una  memoria  sul  terreno  di  Carcaci  e  di  Troi- 
na  ■  che  forma  il  seguito  delle  sue  antecedenti  geo- 
gnostico-sicule  inserite  negli  Atti  accademici  della  Gioe- 
nia. 

Tra  il  terreno  terziario  del  val  di  Nolo,  ci  dice, 
e  la  catena  dei  monti  Erei,  ossia  tra  la  formazione 
del  calcario  Ibreo,  e  quelle  del  Giura  cbe  si  slende 
sopra  le  anticbe  rocce  del  valle  di  Messina,  un  grup- 
po  di  montagne  si  frappongouo,  come  quelle  di  Ju- 
dica,  i  colli  di  Centorbe,  e  Regalbulo.,  quelli  di  Car- 
caci 8  Placa,  e  le  terre  di  Troina.  Dalla  parte  occi- 
denlale  dell'  Etna  e  di  Carcaci  il  terreno  e  coperto 
da  innuraerevoli  correnti  di  lave  vulcaniche  erutlale 
da  altrettanti  conici  monticelli,  fra  i  quali  raonte  Minar- 
do,  cbe  sembra  essere  uno  dei  piu  bassi  craleri  dell' 
Etna.  Quesle  correnti  di  fuoco  vulcanico  confinano  in 
Carcaci  colle  formazioni  nettunicbe,  perlocbe  il  mae- 
stoso Simeto  cbe  dal  lato  occidentale  del  monte  di- 
scende,  ba  dovuto  alquante  volte  cedere  il  loco  alio 
lave,  e  ritorcendo  il  suo  corso,  e  cambiando  il  suo 
letto  ba  formato  delle  frane  nelle  anticbe  lave,  e 
quindi  osservasi  il  rinomato  Sallo  del  pecorajo^  le  Fol- 
te  di  calandritto  ed  in  fine  la  cascata  delle  intere  acque 
del  Simeto  forraantq  A  Salto  di  pulicello^  cosi   detto 


I  Sul  terrono  di  Carcaci,  e  di  Troina.  Memoria  letta  nella  torna» 
ordinaria  dei  i5  febbr.  i838. 


(leir  altezza  di  palmi  cento  circa,  che  non  la  cede 
alia  rinomala  cascata  di  Tivoli.  Occupa  pure  una 
grande  eslensionc  di  suolo  in  quella  tenuta  la  lava 
prismatica,  clic  addimostra  csscre  la  piii  antica  in 
<piel  sito,  c  sopratutto  poncndolaa  paragone  di  quel- 
la che  forma  il  Sulto  del pecorajo,  scorsa  probabilmenle 
nel  1823.  Un' argilla  plastica,  bluaslra  dutlile  e  fi- 
na  al  tullo  si  giacc  sotlo  all' antica  lava  prismatica; 
e  nella  monlagna  di  Cenlorbi,  per  Siid  e  Sud-Est, 
rilroA'asi  la  gran  forinazione  dell  argilla  blii  di  Sici- 
lia,  con  gessi  e  zolfi.  Da  Carcaci  a  Troina  continua 
il  gres,  il  calcario  oolilico;  e  solto,  la  niarna  bluas- 
lra rossa  violeila,  larenaria,  1  argilla.  E  qui  I'auto- 
ic  non  avoudo  poiulo  rinveuire  per  nulla  delle  con- 
ehiglie  fossili  i  ,  onde  assegnare,  con  sicura  guida 
geologica;  1' epoca  di  fnrniazionc  ai  terreni  desoritti, 
agli  altri  non  men  dubbi  caraltcri  si  appiglia  della 
reciproca  giacitura  delle  rocce,  e  con  lungo  ragiona- 
menlo  gcologico,  sotlo  la  scoria  di  Omalius  d'  Hal- 
loy  e  dei  modorni  geologi,  giudica  come  segue.  Es- 
sendosi  conosciulo,  ei  dice,  in  Sicilia  qual  lerreno 
secondario  quello  di  Judica,  di  Rammacca,  di  Torci- 
si  e  di  Scalpello,  cui  c  slalo  assegnato  il  posto  del- 
lajormazione  della  crela  ancbe  dal  ch.  Coslant-Prevost 
il  quale  da  monle  s.  Giuliano  di  Trapani  ,  monte 
Inico.  Sferracavallo,  Capulo,  Mezzojuso,  Caslro-Nuovo. 
CallauUiro,    Sclafani,    Golesano,    Caltanissella   sino  a 

1  1 1.1  rgii  ritrovato  in  qnalchc  piccolo  alveo  di  torrente,  ma  no!> 
gid  nella  roccia,  un'  aslrea,  delle  spine  del  cilariJes  claviqer.  due 
ummoniti  iin  peclen  qiiinquccostatus.  due  Ironchus  cjirroideil  una 
luritclla,  un  cerithium,  una  cassis,  una  cassidan'a.  ed  mia  votula. 
Nella  roccia  poi  riaTemie  in  posto  la  so|a  nummulile. 


—  5  — 


Judica  lo  fa  continuare;  ed  essendosi  osservato  anco- 
ra,  secondo  lo  stesso  Gemmellaro,  un  tal  lerreno  nel 
val  di  Noto  e  precisamente  in  Boschitello  di  Vezzini , 
sottoposto  al    calcareo  ILIeo  e  forse  esistente  sino  al 
Capo  Pachino,  ne  conseguila,  che  a  cominciar  da  Cen- 
torbe  ed  includendo  tutto  il  descritto  territorio  di  Troi- 
na,  quei  terreni  debbono  riferirsi  alle  inferiori  rocce 
della  formazione  della  creta,  ed  alle  superiori  del  giu- 
rassico.  Quindi  per  la  giacitura  delle  rocce  della  Si- 
cilia  sembra  oramai  dimostrato,  che  lo  gneis  il  micasci- 
slo,  lo  scisto  argilloso,  la  grauvacca,  ed  il  gres  antra- 
ciiero    della    provincia  di  Messina  non  formino,  che 
una  sene  di  rocce   paralelle   a     quelle    della    Cala- 
bria; che  il  terreno  giurassico  ad  essi  si  appoggia  for- 
mando  una  linea  da  levante  a  ponente  ,  cominciando 
da  Tauromma  sino  a  s.  Giuliano  di  Trapani  e  forman- 
do  r  alto  terreno  di  Sicilia  con  mandare  qualche  brac- 
cio  di  continuazione  verso  Sud;  chela  formazione  del- 
la creta  e  stata  la  prima  ad  appoggiarsi  alia  roccia 
guirassica  longitudinalmente  da  Ovest  ad  Est;  che  a 
questa  formazione  sono  venuti  sopra  finalraente,  per 
mezzo  giorno  e  per  levante,  il  calcario  terziario  Ibleo, 
e  per  mezzo  giorno  e  parte  di  ponente  la  gran  forma- 
zione dell'  argilla  bin  dell'  isola. 

E  pria  di  por  termine  alia  sua  memoria,  ama  il  no- 
stro  geologo  portare  apposita  spiegazione  sulla  natura 
del  calcario  di  s.  Giovanni  nella  montagna  Centorbia- 
na,  il  quale  presenta  nella  massa  della  calce  solfata  in 
lamine  ,  e  della  strontiana  solfata  ,  come  pure 
della  calce  carbonata  in  cristalli  nelle  piccole 
geodi  che  contiene.  Rarissimi  sono  gli  esempi 
nei    terreni   primitivi    delle  Alpi    di    Savoja    di  si- 


—  7  — 

fatti  minerali,  dal  Barelli  raccolli,  ne  in  tutlo  il  trat- 
lo  delle  forraazioni  calcaree  di  Sicilia  nel  val  di  Nolo 
unqnamai  rinvenuli.  Sono  mcglio  tai  namerali  di  per- 
iinenza  di  quel  terreni,  dove  lo  zolfo  si  giace,  e  coni- 
inunissimi  poi  all'  argilla  blu  del  Tal  di  Blazzara  ove 
scavansi  Ic  zolfaro.  Or  comecbe  il  calcareo  terziario 
di  s.  Giovanni  c  della  monlagna  Ccntorbiana  posa  per 
mczzogiorno  sulla  formazione  dell'  argilla  blu  ecu  lo 
zolfo,  la  quale  per  ponente  fra  Ccntorbe  e  Bruca  si 
avanza  c  passa  dalla  parte  opposla  circondando  quasi 
la  monlagna  di  Ccntorbe,  e  la  cava  del  calcareo  di  s. 
Gio\anni  c  sita  in  mezzo  a  questa  formazione,  cosi 
il  nostro  geologo  coglie  il  dcstro  dclla  spiegazione, 
die  i  solfati  di  calce  e  di  strontiana  in  lamine,  ed 
in  geodi  nel  seno  del  calcaico  ncttunico  rinvenuti, 
possono  bene  esscre  il  prodotto  dell'  accensione  dello 
zolfo  sofloposto,  e  dello  svolgimcnfo,  come  cgli  dice, 
deir  acido  zolforico,  noncbe  della  decomposizione  del 
carbonalo  calcare. 

Ma  se,  come  abbiam  vcduto,  variate  ricerche  geo- 
logicbe  abbisognano  per  class ificare  i  terreni,  che 
mancano  di  concliiolili,  non  cosi  addiviene,  dove 
questi  muli  abitatori  dell'  antico  oceano  riboccano 
anzicbe  no;  e  di  mollissirai  abbonda  la  nostra  isola. 
Quindi  la  nostra  diligente  socia  corrispondenle  Mada- 
ma  Power  sullc  conchiglie  fossili  dei  contorni  di  Mi- 
lazzo  ci  ha  tenuto  ragionamento  '  .  Dietro  i  trava- 
gli  dei  moderni  suUe  orme  del  conte  Brocchi  fCon- 
cliiologia  fossile  subappennina  )  si  sludiano  i  fos- 

I  Cenno  sdIIc  conchiglie  fossili  dei  CODforni  di  Rlilazzo.  Lctto  nef- 
la  tornata  dei  21  dicembrc  iS^*]. 


-.  8  ^ 

sili  aninialf  onde  studiare  le  formazioni,  e  1'  ela  ve- 
re  delle  varie  rocce.   Quindi  la  zelante  Autrice  le  coo- 
chioliti  di  Milazzo  ci  novcra  per  classificare  insierae 
la  natura  di  quel  terreno.  E  di  vero  i  Soci  gioeni, 
uon  nuovi  in  sifalle  ricerche,  e  di  molte  conchiglie 
0  di  moUi  cjtiafrupedi  fossili  ragionarono  sin  dal  pri- 
ino  anno  dei  loro  Iravagli;  ed  io  ed  i  soci  Gemmel- 
laro,  Alessi,  Maravigna  ec.  doni,  ne    femmo  al  no- 
stro  Gabinelto.  Rapporta  dunque  ella  come  sali(a  per 
quel  valichi  verso    il    centre  del    Capo  di    Melazzo, 
una  sabhia  calcare  rinvenne  formata   da   minutissimi 
frantumi(  sono  le  sue  espressioni ),  di  molte  conchi- 
glie non  detorminabili;  dove  qualche  buccino,    qual- 
che  ivochus:  de'  turbo  microscopici,    qualche  cerithi- 
nm,  de'  denial/s  e  dei  tritumi  di  serbule  potevan  so- 
lo riconoscersi.  E  quosta  sabbia  mista  a  frantumi  di 
gaes,  ed  a  lamine  di  mica  provegenti  dal  detrito  del- 
la  roecia  primitiva.  Or  in  quel  sito  giacciono  fram- 
misti  alia  stessa    sabbia  le   conchioliti    determinabili, 
intere  ed  in  grappi,  e  ncllo  stato   di  frescliczza,  clie 
le  diresti   quasi   viventi,  e  di  quelle   esistenti   tuttora 
nei  mare   siciliano.  Sono  queste   molte   spiecie  della 
classe  de  gasteropodi,  degli  acefali,  dei  brachiopodi, 
dei  cirripodi  ec.  cbe  lungo  sarebbe  1'  enumerare. 

Soprasta  un  tale  deposito  ad  un  calcario  piu  an- 
lico  a  volerlo  giudicare  dai  caratteri  orittognostici, 
c  per  la  sua  giacitura  e  per  le  conchiglie  fossili  che 
contieno  quasi  distrutte  e  di  che  spesso  la  interna 
forma  solamente  ne  esiste;  calcario  compatto  a  gra- 
na  grossolana,  color  grigio,  che  non  conliene  vesti- 
gio  0  reliquie  alcune  di  testacei,  appartenenti  ai  ter- 
reni  di  altra  opoca,  menoche  alia  terziaria.  Giace  in 


—  9  - 

fine  qiiosla  roccia  calcarea  sullo  f^ncis  c  forte  alio 
stcsso  aderisce  da  coiuliir  scco  i  iiantumi  sc  dallo 
sfesso  la  stacchi.  Periodic  opina  la  saggia  Aulrice, 
chc  sifatii  tosiacei  ad  mi  pcriodo  postcriorc  al  lerzia- 
rio  appcrtcncr  si  dovcsscro,  cd  a^sai  piu  recenle  di 
qiicllo. 

Sopra  qneslo  calcareo  torziario,  in  allro  site  della 
Sicilia,  non  iin  nuovo  doposilo  di  ahitalori  delle  acque^ 
ma  un  allro  lonomcno  di  fuoco  ad  osservar  ci  gui- 
<la  il  soc.  corr.  Interlandi  c  Sinigo  '  Al  mezzogior- 
no  di  Calania  ed  alia  dislanza  di  diciolto  niiglia  circa 
lino  alio  ciglione  di  roccia  calcarea  da  poueiile  a  Ic- 
vaiile  discende,  c  forma  il  margine  moridionale  al 
terrene  alluviale  dclto  la  plana  di  Catania^  chiude  il 
siio  golfo,  cd  innollrasi  in  mare  formando  il  famo- 
so  Capo  Sifonio  (Xiphomian)  oggi  Capo  di  s.  Croce. 
Tel  vedi  ancora  come  i  greci  il  dcscrissero,  prende- 
re  la  donominazionc  dalla  sua  forma  a  foggia  di 
piinia  di  spada,  dcnorainazione  chc  a  null'  allro  pro- 
monlorio  nieno  clie  a  quello  comp^'ler  puossi,  Sulla 
parlc  piu  emincnte  di  qucsla  roccia  calcarea,  oggi 
Agnone,  do\e  era  iin  tempo  l'  anfica  Miirgaiitium  , 
rilrovansi  dei  basalti  globulari  con  scorza  vetrosa 
(  geodi  vulcaniche  ),  clie  ne  occiipano  il  cucuccio, 
Jiel  mentrc  chc  una  corrcnlc  di  lava  signoreggia 
(jueir  altura,  c  franlnmi  e  tiifi  vulcauici  stanziano 
sino  al  basso  al  calcareo  framniisti,  c  varie  brecce 
calcaree,  cd  il  piperino   pirosscnico  vi  compongono. 

I  Memoria  sopra  i  Basalti  globulari  del  Morgo  Iclta  nella   tornata 
ilei  29  giugno  1837. 

2 


10 


Or  dcUa  origine  di  tai  basalti  globulari,  delta  sua 
giacitiira,  e  della  lenta  decoraposizione  iraprende  a 
ragionare  il  nostro  corrispondente.  E  qui  rifrustando 
di  volo  ie  note  opiuioni  suUa  genesi  del  basaltc  pri- 
sraatico,  neltunica,  o  plotonica,  alia  seconda  si  ap- 
piglia;  e  da  al  basalte  primatico  la  stessa  origine  dal 
fuoco,  come  al  trapp,  al  porfido,  al  granito,  che  ter- 
reai  piroici  a  differenza  dei  vulcanici  ama  nominare. 
Credo  dai  basalti  prisraatici  avere  suo  nascimento 
il  basalte  globulare  in  discorso  ,  e  formalo  lo 
vuole  da  un  nuovo  fuoco  vulcanico,  il  quale  agen- 
do suir  autica  roccia  basaltica  sottostante,  e  la  via 
aprendosi  attraverso  il  lerreno  calcareo,  dalla  gola 
vulcanica  espella  fuori  e  cenere  c  sabbia  dapprima, 
indi  la  lava  ed  i  basalti  sferici,  cbe  sempre  conscrva- 
no,  abbencbe  in  parte  mutati,  i  caratteri  del  basalte 
piroico.  Ripete  la  forma  globulare  di  queste  geodi  dal- 
la disarticolazione  delle  colonnette  del  basalte  prisma- 
tico,  semifuse  e  ritondate  dal  fuoco  del  vulcano;  per 
cui  la  superficie  esterna  vetrosa  come  all'  obsidiana 
prescnlauo.  Ne  difficile  all'  osservatore  riesce  il  rinve- 
nirne  fra  quelle  bombe  semifuse  di  alquante,  cbe  la 
forma  primitiva  prismatica  mantengano,  awegnacbe 
rifusa  e  quasi  vetrosa  si  abbiano  la  superficie.  Daf 
cbe  ne  conseguita  cbe  quel  basalti  globulari  sono  poste- 
riori al  terrcuo  terziario.  Ragiona  in  seguito  l'  Autore 
come  la  miscela  dclle  diie  rocce  calcarea  e  vulcanica 
per  doppia  cagione  avvenisse,  e  per  la  mescolanza  nel- 
lo  scoppio  del  vulcano  dei  frantumi  del  calcareo  colla 
lava  fluida;  e  per  lo  sentimento  in  seguito  e  lo  in- 
filtramenlo  delle  acque  sature  di  calce  carbonata  at- 
traverso i  terreni  pirogenici ;   per  cosi  renders!  piu 


clie  chiaro,  chc  il  fuoco  c  1'  acqua  sono  i  clue  gran- 
diosi  cHicaci  agcnli  onde  i  terrcni  si  fonnano.  La  dislru- 
zionc  in  fine  dei  basal  li  globulari  c  dagli  agenli  inelco- 
rologici  vione  ad  effeltuarsi.  II  ferro  ossidalo  abbon- 
devolc  nclia  coiupagc  del  basaltc,  viemeglio  ossidan- 
dosi  dair  agonic  atraosfcrico,  passa  a  divenire  ossido 
rosso  sopratullo  alia  supcrllcic  di  quei  globi;  daccbe 
la  compagc  dclla  roccia  si  discioglie,  porosa  friabile 
polverulcnia  addivioiic;  o  la  crosta  vclrosa  e  la  pri- 
ma a  soflbrirnc  1'  iullucuza  distriiggilricc. 

Cosi  la  natura  si  rinnovclla  incessautaraente,  dislrug- 
ge  per  riprodurre,  anzi  la  dislnizione  stessa  non  e  cbe 
riproduziono.  I  focolari  vulcanici  rifondono  le  iiilerne 
rocce  od  anlicbo  per  vomilarle  in  lave  alia  superficie 
del  giobo;  le  lave  sprsso  devaslano  lerreni  fcrtili  anzi- 
clie  no;  ma  la  disfruzione  stessa  delle  lave  non  e  clic 
I'ormazione  di  noNcUi  lerreni  clie  tuUa  presenlano  la 
forlilila.  Impcroccbe  nei  lerreni  vulcanici  dislrulti  sem- 
i)ra  die  la  nalura  si  riabelll  c  rinvigorisca;  la  vegela- 
zione  di  lai  luogbi  novelli  o  rigogliusa  forle,  le  piante 
si  colorano  verde  carico,  spandono  vitilila,  producono 
dei  variopinli  fiori  e  dei!e  frulla  sapidissime;  e  la  ra- 
gionc  la  piii  cfllcaco  delta  fertilila  della  Sicilia,  ( dove 
la  milologia  dogli  anlicbi  cbe  raccbiudos  a  il  vero  sollo 
la  favola,  destinava  a  pascersi  i  bovi  del  Sole),  sem- 
bra  di  csserc  in  gran  parte  quella  cbe  i  lerreni  vul- 
canici vi  soprabbondino.  Conciossiacbe  se  i  vecclii 
lerreni  primilivi  e  secondarii  e  le  rocce  ncKuniche 
colic  rcccnti  vulcaniclie  lu  confronti.  \cdi  a  prima  giun- 
la,  cbe  quolliinveccbiano  niciilrc  qucsli  riugiovanisco- 
no.  Quindi  il  soc.  C.  Gemmcllaro  la  caggionc  ricerca 
della  ferlilita  dell'  isola  nostra  nclla  natura  geognosti- 


—    12    - 

ca  dci  terreni  di  cui  si  componc  '  Come  colui,  che 
la  goognosia  dcUa  Sicilia   percorsa  si  abbia,  mette  a 
cbiaia  luce  la  nalura  dci  lerreni  nei  diversi  siti   dell' 
isola,  a  comiiiciar  della  formazione  primitiva  sino  al- 
le  terziarie  cd  alio  vulcaiiiche.  Osserva  conae  il  terre- 
no  di  periodo  priiiiilivo  c  di  Iransione  poco  o  nulla 
adatto  alia  vegelazionc,  c  scarso  in  Sicilia   da  Messi- 
na a  Caslrorcalc,  scbbcne  abbondi  di   miniere;  come 
il  secondario  piu  fertile  molli    boscbi  vi  alimcnli;   e 
com3  il  Icrziario,   1'  alluviale,   il   vulcanico,  dileUo  a 
Cerere   ed  a  Pomona,   occupi  a  preferenza  quasi  di 
cinque  sesle,  la  maggior  superficie  dell'  isola  la  piu 
fertile  del  modilerraneo.   Iniporocclie  lolto  il  ])iccolo 
hraccio  della  catena  degli  Appcninini  della  Calabria, 
cbe  passa  a  forraare  il  tcrreno  elevato  del  settenttrio- 
ne  della   Sicilia  da  Blessina    lungo  la  costa  del  mar 
tirreuo  sino  ai  dintorni  di  Palermo  e  di  Trapani  ter- 
reno   primitivo  e  secondario,  e  cbe   non  forma  cbe 
il  sesto  deir  isola,  tullo  il  suo  rimanente  non  prescn- 
ta  cbe  terziarie  formazioni  interrotte  a  quando  a  quan- 
do  da  qualcbe  crcste  cbe  si  elevano  di  calcare  secon- 
dario.  ((  Cosi   (  sono  le  sue   parole  ),  le  vallate   del 
«  Lilibeo,  la  ridenle  Parlinico,  la  plana  dci  Greci,  le 
«  campagne  di  Conlcssa  e   di  CaltabcUotla  1'   anlico 
«  e  fertile  suolo  Agrigenlino,  il  vasto  Iratto  irrigato 
((  dair  Iraera   meridionalc,  i  carapi   di   Caltanissetta 
(c  di  Enna  di  Aggira,  le  lerre  Centuripine  e  di  Ni- 
ce cosia,  e  la   Puglia  della   Sicdia  la  vasta  plana  di 
c(  Caltagiroue  c  di  Catania,  sono  i  terreni  cbe  cele- 

I  Sulla  caCsa  geognostica  della  ferlilita  di  Sicilia.    Memoria   lelta 
pella  tornata  ordinaria  dei  2  Novembre  iSSy. 


-^  i3  — 

t  brc  ban  reso  seniprc  e  rinoraata  la  ferlilila  dcU' 
''.  isola  nostra)).  Arrogi  a  qucsti  campi  flcgrei  prodol- 
lo  (legli  csliuli  vulcani  del  val  di  Nolo  e  di  altri  pun- 
li  dclla  Trinacria,  iionclio  dell'  ardcntc  macsloso  e 
lerribile  Etna,  rcccnli  formazioni  clic  sul  tcrreno  ler- 
ziario  spcsso  Irasconono,  c  cbc  dcstrudcndosi  il  piii 
fertile  tcrrcuo  dell'  isola  costiluiscono,  c  ti  avrai  sen- 
za  fallo  la  dimostrazioiie  della  slessa.  Or  si  die  cbia- 
ro  riluce  pcrclie  1'  isola  nostra  dispulata  si  vide  ncl 
volgcr  del  tempo  dai  Sicani  e  dai  Sicoli,  dai  Fcnici 
c  dai  Greci,  dalle  armi  polcnli  del  Carlagincsi  e  dci 
lloinani,  dagli  Iinpcralori  d'  Uricnte  e  dai  Saraceni, 
dai  (jucsli  e  dai  Norniani  ec. 

Bla  non  c  T  utile  sollanto,  cbe  il  naliiralisla  ripe- 
te  dalle  piantc  nnilliformi,  c  dalla  fertilila  della  ter- 
ra, oiulo  adallarlo  ai  varl  hiscigni  della  vita  c  della 
socielii.  YA  ciirioso  semprc  piu,  si  addciilra  ncUo  stu- 
dio della  fitologia,  c  l'  arcano  raistero  della  vegela- 
zionc  ricerca  uellc  diverse  parli  e  nelle  varie  funzio- 
ni  de'  vegclabili,  niislcro  parinienie  nascoslo  agli  iio^ 
mini,  cbo  la  vita  stessa  dcgli  atiimali  c  dell'  ucmo; 
tanla  e  in  lui  la  innata  curiosila  dolle  cose  nalurali. 
Dalle  osservazioni  passa  alle  induzioni,  dai  fatti  par- 
licolari  risalc  ai  principi  general!,  dall'  eaipirismo  al- 
ia tcoria,  cd  ob!  fosse  egli  cosi  inteinperanle  nell'  os- 
servare,  qiianto  lo  e  nel  concbiudcre!  II  noslro  see, 
corr.  pero  Padre  Tornanibene  casincse  disamina  con 
molto  giudizio  la  motilila  dclla  Porlieria  IJi/groinetra  * 


I  Sulla   molilita  dolla  PorKeria  Ilygromelra  memoria   lella  nella 
lornata  dei  ai  Diccmbrc  iSSy 


-a  — 

in  una  sua  seconda  memoria  di  anatomia  e  fisiologia 
vegetale  .  Comeche  nella  organogenia  botanica  incer- 
ia  e  la  sede  della  motilita  della  Porlieria  Higrometra 
di  Persoon,  obiettandosi  1'  autore  di  confermare  le  spe- 
rienze  ed  i  fatti  del  Dulrocbet  sulla  Mimosa  Pudica, 
mellc  a  strelta  disamina  la  Porlieria,  ed  adoperando 
all'  uopo  ora  il  microscopio  ed  ora  1'  acido  nilrico 
anco  in  ebbullizione,  ci  dcscrivc  in  prime  luogo  del- 
la pianta  le  diverse  parti  interne  ,  e  lutti  i  fatti 
fisiologici  rassegna.  Cosi  le  clostre  legnose  aggra-- 
magliale  come  quelle  del  samhicus  nigra^  il  vcrde 
pareucbioa,  i  vasi  corpuscoliferi  clie  formano  il  legno- 
so  della  pianta,  noncbc  il  verde  chiaro  del  midollo 
dsscrive;  ed  a  minuto  ogni  esterna  parte  della  pian- 
ta va  dettagliando,  portando  il  confronto  con  quelle 
della  mimosa  pudica  nelle  stipole  difendenti  il  pezio- 
lo  e  nella  forma  dello  stesso.  Melte  in  campo  di  segui- 
to  le  di  lui  sperienze  sopra  i  vari  rami  e  pezioli  del- 
la detta  Porlieria  tentate,  onde  condurre  a  buon  po- 
s!o  la  sua  opinione  cbe  la  sede  cioe  della  motilita  non 
risieda  uel  midollo,  nel  ramoscello,  nel  peziolo,  ma 
piutlosto  nel  sistema  tuboloso  e  vascolare,  cioe  a  di- 
re nel  legno  della  pianta.  Applicandovi  intanto  T 
autore  la  teoria  dell'  esosmose  e  dell'  endosmose  scen- 
d9  all'  csame  degli  agenti  nervomotori,  e  col  termo- 
melro  fa  vedere  in  varie  temperature  di  varie  sta- 
gioni,  di  giorni,  e  di  ore  starsi  piu  chiusa  la  pian- 
ta nel  bujo  della  nolle  cbe  all'  imbrunir  della  sera; 
p;u  aperta  nel  meriggio  cbe  sulle  ore  prime  del  so- 
le c  descrivendo  il  inodo  fisiologico  del  suo  chiuder- 
si  ed  aprirsi  va  tcutando  gli  sperimenti  al  diaccio 
fondente,  al  calorc  bruciante,   noncbe  all'  istantaneo 


♦  _  ,5  — 

altcrnarc  dalla  pioggia  ad  una  slufa;  e  dopo  (ali  esa- 
mi  vienc  conchiudendo,  che  una  nolabilc  variazione 
almosfcrica  puo  solo  allcrarc  la  motilita  dclla  pian- 
la.  Da  finalmcnlc  dt  piglio  alio  esame  del  Icmpo  in 
cui  la  piania  sla  cbiusa  od  aperta;  ed  inlraprcndc 
osservazioni  oraric  comparalivc  Ira  la  Porlieria,  un' 
igroinctro  ed  un  tcrmoinelro,  da  clic  vicne  a  scopri- 
ro  nella  pianta  un  pcriodo  d  quale  varia  dal  silo 
degli  sirumenti;  cosi  situalo  1'  igroinetro  ed  il  ternio- 
mc(ro  cnlro  la  stanza  la  pianta  comincia  a  chiudcr- 
si  alle  due  poracridiaiic,  cd  e  lotalmcnlc  cliiusa  allc 
setfc;  comincia  ad  aprirsi  allc  cinque  antimcridianc 
cd  e  (olalmcntc  aperta  alio  novo,  tenendo  conlo  del 
sole  dclla  pioggia  o  del  ciclo  sereno.  Nelle  scconde 
osservazioni  poi  collocando  fuori  al  cielo  scoperto  la 
piania  e  gli  slrunicnli,  comincia  essa  a  chiudersi  al- 
io cinque  pomcridiano,  ed  c  totalraente  chiusa  alle 
oUo;  comincia  ad  aprirsi  alle  novo  anlimeridiane  cd 
0  tolalmenlc  aperta  allc  undcci.  Ambedue  dctte  os- 
servazioni fiirono  istiluile  nel  mcse  di  diccmhre;  in- 
lanlo  r  ingroraelro  ed  il  lormomclro  non  prescnta- 
vano  in  quelle  ore  periodazionc  alcuna.  Dal  che  lo 
aulorc  concbiudc  che  V  esosme  c  F  endosme  nella  Por- 
leria  produce  ua  periodo,  e  qucsto  periodo  non  puo, 
che  da  notaljile  variazione  almosfcrica  venirne  al- 
lerato. 

Soguendo  il  soc.  Tornambcne  Ic  sue  ricerchc  fitolo- 
giche  ed  in  una  sua  tcrza  memoria  sullc  radici  delle 
oxalis  cernua  diThumbery  ci  ragiona,  e  sulla  formazio- 


—  i6  - 

ne  dei  suoi  bulbi  ^  Le  radici  di  quesfa  pianfa  pi'Gsen- 
iano  al  ciirioso  fitologista  molti  speciosi  fatti  non  ab- 
bastanza  descritti.  L'  attcnto  autore  dal  colletto  sino 
alio  stigma  descrive  in  primo  la  pianta;  indi  al  cau- 
_  dice  descendenle  passando  la  vede  iiascere  da  ua  bul- 
betto,  ed  esaminando  di  passaggio  le  varie  specie  dei 
bulbi,  colloca  quello  del  oxalis  fra  i  bulbi  scagliosi, 
poicbe  le  sue  squame  a  pajo  si  addossano.  Inlanto 
le  due  estreme  parti  del  bulbo  mancando  di  proprio 
norae,  ama  appcUar  ecma  ( cuspide  )  la  parte  puntata 
e  llorescente,  ed  antecma  (anticuspide  )  la  parte  op- 
posta  e  radicale  per  la  facilitazione  del  I'inguaggio. 
E  qui  fisiologicaraente  addimostra  come  le  scaglie  del 
bulbo  dissugansi  per  formare  il  caudice  ascendente, 
e  come  eraetla  la  radice  bianca  diafana,  e  qualclie  fia- 
ia  lungbissima;  la  descrive  indi  inturgidata  divenir 
tubero-fusiforme;  esaraina  come  formi  lo  bulbo,  e  co- 
me frai  le  scaglie  del  bulbo  esista  quel  filo  finissimo, 
cbe  iudefmiti\  amente  prolungasi  porlante  dapprima  le 
larve,  indi  gli  stcssi  bulbi.  Percorre  tutte  le  anomalie 
sponendone  le  fisicbe  ragioni  per  cui  or  granulosa  os- 
sia  con  piccolissimi  bulbi  ritrovasi  una  radice,  ora  due 
bulbi  dar  vila  ad  uno  scapo,  ora  la  radice  tuberosi- 
forme  essere  una  matrice  o  meglio  un  bagno  ove  per 
il  canale  del  filo  portante  le  larve  bulbiferi  T  umor 
si  succbia  e  tramandasi:  Spia  coU'ajuto  di  esatfo  micro- 
scopio  le  parti  delta  radice  gia  descritte;  ed  in  una 
^ezione  orizonlalc  della  fusiforme  radice  vede  gli  stim- 


I   Sulle  radici  dell'  oxsalis  Ccrnua  di  Tumbey.  Letta  nella    torna- 
ta  dei  21  Marzo  i83S. 


—  17  — 

niali ,  Ic  irrrcgolari  gramaglic  del  Icssuto  ccllularc, 
il  suo  foro  ccnlralc  cndogono  ed  uscenli  da  ogni  an- 
golo  fascclli  di  vasi.  Indi  gV  inlerni  vast  di  questa 
radice,  la  radicc  cilindrica,  il  fdo  portanlc  i  bulbi 
csaminando,  esscre  altrcUanli  liibi  spiral!  ritrova, 
composti  di  Cli  lulli  a  spira  ravvolli.  Le  squarne  pu- 
re o  scaglic  dci  bulbi  composti  vcde  di  vasi  mam- 
mali ,    e  di  tcssuto  ccllulare. 

Secondo  objctto  della  mcmoria  poi  si  e  qucllo  di 
abbattcrc  Ic  opinioni  dei  botanisli  i  quali  giudicano 
le  squaiuc,  Ic  tonacbe  le  scaglic  dei  bulbi,  foglie  e 
pozioli  inkirgidili;  o  a  mcglio  dire  rctrocessione  di  umo- 
ro  dclle  foglie.  Cosl  le  ipofesi  sull'  assunlo  rivancando 
dei  Loolling,  DccandoUc,  Targioni  Gacrlncr,  Petit-Tho- 
iiars,  cbiaro  addimoslra  in  priino  luogo,  cbe  le  foglie 
del  caudice  ascendentc  nulla  o  pocbissima  somiglianza 
si  banno  con  quelle  cbe  lo  bidbo  compongono;  secon- 
do cbe  i  bulbi  si  formano  nientre  1'  umore  non  e  co- 
slrctto  a  retrocedere,  come  assentano  i  sopraccennali 
bolanici,  cbe  anzi  all'  inconlro  si  cmette  fiiore  cioe  for- 
ma cfflorcsccnza;  terzo,  die  molli  bulbi  sorlono  solto 
r  ombellifero  scapo,  ed  allora  al  ccrlo  nonavvi  relro- 
pulsione  di  umore,  cbe  esca  al  di  fucri;  pcrlocbe  con- 
cbiude  il  noslro  Socio  doversi  un  lal  falto  riferire  al- 
ia disposizione  piutlosto  di  alcune  vescicole  del  siste- 
ma  cellulare,  mcnlrecbe  le  cellule  sono  il  lipo  gene- 
ratore  di  ogni  organica  formazionc,  come  della  ve- 
gclale. 

E  sc  dalle  ricercbe  dei  vegelabili  passiamo  a  quel- 
le del  regno  animale,  il  soc.  Galvagni  m  ima  suaquin- 
ta  memoria  sui  IMammiferi,  cbe  forma  il  seguilo  del- 

3 


—  i8  — 

r  intrapreso  lavoro  sulla  Fauna  Etnea,  c'  intertenne 
sui  Pachidermi  o  Crassipell  '.  E  ponendo  avanti  un 
piccolo  proemio  sull'  assunto,  ci  dimostra  quanto  mala- 
gevole  si  fosse,  per  non  dirlo  impossibile ,  lo  impor- 
re  delle  classificazioni  alia  natura  ed  il  volerla  incep- 
pare  in  anguste  barricre  sistematiclie,  rlparlir  volendo 
quasi  a  capriccio  le  immense  ed  innuraerevoli  opere  sue 
e  spezzaadole  cosi  di  soveute  in  quei  pimti,  dove  non 
sono  divisibili  dell'  intutto.  E  di  vero  tuUo  il  creato 
ha  una  catenazione  cosi  indivisibile,  cosi  arcana,  che 
la  mente  dell'  uomo  non  puo  afFerrare  ne  capire  giam- 
mai.  Studiamo  noi  le  classificazioni,  avviciniamo  tra 
loro  quegli  esseri  cbe  sembrano  aversi  caratteri  comu- 
ni  Ira  di  loro,  ma  cio  meglio  per  il  nostro  corto  ve- 
dere  facciamo,  anziche  per  dar  leggi  aUa  natura  stes- 
sa.  Osserva  il  fialvagai,  dietro  aver  presentato  i  ca- 
ratteri generali  deir  ordine  intero,  che  sull'  Etna  man- 
cano  al  tut  to  i  Pachidermi  a  tromba,  e  che  pochi  vi  si 
rinvengono  dei  Pachidermi  ad  uno  zoccolo  solo,  & 
solipeti.  E  dopo  di  aver  descritto  la  tessitura  genera- 
ledel  genere  Porco  {SusLinn.)  discendendo  ai  partico- 
lari,  descrive  il  Cigaale  dell'  Etna  (Sus  Scropha)^  ed  il 
Porco  domestico;  presenta  le  dimensioni,  i  caratteri 
particolari  che  vestono  questi  animali  nei  conlorni  del 
vulcano,  e  tutte  quelle  circostanze  che  li  distinguona 
da  quelli  degli  altri  climi  e  delle  altri  regioni. 
Passa  indi  a  trattare  dei  solipedi  ed  in  ispecie  del 


I  Fauna  Etnea  o  maferiale  per  la  compilazione  della  Zoologia  deir 
Etna.  Memoria  quinta  snil*  ordine  dei  Mammifcri  Pachidermi  e  Cras- 
sipelli  . 


—  19  — 

cavallo  (Equus  Linn.)  Descrive  i  caralteri  del  geiie- 
re  inticro,  e  le  modificazioni  die  la  tessitura  el'eser- 
cizio  funzionale  in  cssi  subisce;  c  da  conlo  dci  caval- 
li  (Eqims  CapaUus).,  ricbiamando  al  pensicro  a  quan- 
ta celebrila  i  cavalii  di  Sicilia  salirono  nei  priscbi 
tempi ,  e  come  riccrcati  vcnisscro  da  ovunque,  ed  in 
quanta  copia  si  fossero,  talchc  Dionisio  polesse  appron- 
tarnc  dappiu  di  diecimille  10,000;  c  come  gli  ct- 
nei  agilissimi  si  fossero  spiritosi  e  fortissimi  da  costitui- 
re  xma  dellc  razze  parlicolari  prcsso  I'antichita;  di  mo- 
do  clic  la  razza  siciliana  figurato  si  avesse  oltromodo 
tra  r  africana,  1'  apuliana,  e  la  tcssalica.  Bla  (  tanto 
variano  i  tempi  e  Ic  usanzc  ) ,  adesso  non  ha  piu  al- 
cun  nome  tra  le  buonc  razze;  in  poco  numero,  c  nol- 
le citta  solamente,  come  in  quella  di  Catania  cc.  si 
alimcntano,  ovvero  in  islormi  in  alcune  campagne 
per  la  moltiplicazione.  Ne  cavalii  sclvatici  nei  con- 
torni  deir  Etna  c  per  la  Sicilia  intera  vi  stazionano: 
che  solo  si  dice,  die  1'  angolo  il  piii  romito  e  sel- 
vaggio  fra  le  montagne  di  S.  Vito  ed  il  monte  Eri- 
ce,  ne  alimentino  alcuno. 

Tiene  in  seguito  1'  autore  parola  dell'  asino  (  Equ- 
als j4siniis)  che  dimesticato  per  I'  uso  dci  contadini 
moltiplicasi  nelle  montagne  dell'  Etna  nonche  in  al- 
tri  punti  dell'  isola;  ne  descrive  i  caratleri  zoologici, 
risale  all'  originc  e  ne  ammctte  due  A'arieta  nei  no- 
stri  dintorni;  F  asino  morello  (che  e  Y  asino  hadui- 
no  degli  anticbi);  e  1'  asino  ordinario,  che  e  T  asi- 
no arabo, 

Sccnde  poscia  a  far  discorso  della  ibridila  nei  mam- 
miferi  solipcdi,  ed  alia  storia  dci  muli;  c  dale  le 
classi  del   regno   animale  si  fcrma  alia  generazione 


—    20   — 

ibrida  ira  il  cavallo  c  1'  asina  cbe  ad  aiie  si  favo 
risce  nci  noslri  dinlorni ,  perocclie  il  mulo  forte  e 
laborioso  e  utilissimo  all'  agricoltura  ed  al  commer- 
cio,  talclie  suU'  Etna  il  piu  piccolo  Villaggio  ne  ali- 
raenta  piu  di  3oo;  e  descrive  le  due  variela  di  que- 
sti  bastardi  cioe  il»ZM/opropriamente  detto,  cd  il  bar- 
detlo.  E  cosi  cliiude  la  sua  raemoria  con  particolari 
ricerche  suU'  organizzazione,  e  sugli  esercizi  funzio- 
nali  di  questo  gruppo  di  raemmiferi  pachiderini,  cd 
osserva  cbe  tale  famiglia  dovette  al  certo  essere  nu- 
raerosissima  nei  priscbi  tempi,  cbe  segnano  il  perio- 
do  terziario  dell'  isola,  conciossiache  gli  ossi  fossili, 
rinvenuti  appo  noi  nei  vari  tempi,  ed  in  variate  re- 
gioai,  numsrossissimi  sono. 

E  di  vero  daccbe  lo  studio  delle  cose  naturali, 
abbandonando  le  specolazioni  scoIasticbS*  o  le  sofiste- 
rie  dello  spirito  esaltato,  si  e  rivolto  con  piu  di  esat- 
tezza  e  di  tranquillita  alia  iatima  ricerca  dei  fatti,  le 
scienze  fisicbe  tutle  noncbe  la  scienza  dell'  uomo  {anr 
tropologia)  sono  state  poste  a  piu  cbiara  luce,  e  pog- 
giano  oraraai  sopra  basi  adamantine  ed  inconcusse. 
Quindi  e  cbe  le  ricercbe  sugli  organi  e  sulle  funzio- 
ni  in  tutti  gli  animali  comparativamente  ,  le  esatte 
osservazioni  e  gli  sperimenli  portati  suU'  ibridismo  e 
sui  muli,  c  quelle  finalmente  piu  interne  e  piu  di- 
ligenziose  sui  mostri  ci  banno  rivelato  deUe  verita 
inappellabili  sulla  organogenia  degli  esseri  Tivenli. 
Ne  la  Teratologia  dopo  1'  implusso  felice  dell'  illu- 
stre  Gooffroy  St.  Hilaire  si  tacque  nella  nostra  Gioe- 
nia,  cbe  anzi  delle  belle  osservazioni  sopra  vari  mo- 
stri anoncefalici,  anoftalmici,  beccfalici,  tricefalici, 
eterolaxici  si  leggono  nei  volumi  dei  nostri  Atti  Ac- 


—    21    — 

cademici,  c  di  molli  il  soc.   Galvagai  ci  tcnne  ap- 
posito  ragionamento  '    Cosi  proscguendo  egli   un  ta- 
le studio    inlraprcnde  la    dcscrizione  di  alcunl  casi 
di  moslruosita  zoologiclie,  ed  anlropologiche,  che  ri- 
trovansi  conscrvate  ncl  cclcbre  Museo  Biscariano,  se- 
gueudo  il  mclodo  dellc  famiglie  Icralologichc  del  chia- 
riss.  G.   Saint-Hylaire.  E  primo   cspone    tre  falti  di 
riiicnccfalia  avvenuli  nei  gcncri  pacbidermi  e  rumi- 
nanli.    Era  uno  un  feto    moslruoso   del  genera  Stis 
Scropha  Linn.  E  qui   Iralasciando   io  le  dimenzioni 
dale  di  quel  individuo,  mi  faccio  solo  ad  osservare 
che  in  questo  feto  mancavano  le  due  orbite,  perclie 
riunile  in  una  sita  ncl  ccufro  cbc  conleneva  un  so- 
lo occbio,  ed  una  proniinenza  spaziosa  alia  base  del- 
r  osso  fronlale,  o  meglio  all'  arco  della  glabella  co- 
perta  da  un   appcndice  cutanea  prolungala  quasi   ua 
jiollicc:  orano  gli  ossi  nasali  abbeirati  dal  sito  natu- 
rale.  II  secondo  individuo,  cbc  la  ciclopia  ancor  pre- 
soniava  apparteneva  all'  ordine   dei  ruminanti   edal 
{jpucrc   Ovis   Linn.   Blancavagli    in    inlero  gli    ossi 
imsali;  ma  le  orbite  comccbe  avvicinate  fra  di   loro, 
pure  distinguevansi  nclla  forma  rudimentale;  i  bulbi 
per  nulla  esistevano;  1'  osso  fronlale  sporgeva  quasi 
un  poUicc  dalle  ossa  mascellari,  addimostrara  a  consona 
del  raoslroantecedenle,  una  prominenza  ossea  spongiosa 
con  un'  appendice   cutaneo-frontale    di  due  poUici  e 
mezzo  di  lungbczza.  II  terzo  caso  di  rinencefalia  era 


I  Sopra  Lilunc  famiglie   toralologiclie .    Memoria  prima  salla  faijH- 
glin  dci  RinonccFali. 

Letta  nelia  tornala  dei  21  Dicembre  i838. 


22   

deir  ordine  dei  ruminanti,  il  genere  Capra  Ltnn. 
Mancavano  del  futto  le  ossa  nasali,  le  due  orbite  per- 
fettamente  in  una  coiupenetravansi,  ove  un  solo  bul- 
bo  loggiava  muuito  di  palpebre  ornate  di  peli. 

Varie  riflessioni  di  filosofia  anatomica,  e  di  ana- 
tomia  irascendente  pone  innanti  1'  Autore  sforzando- 
si  rintracciare  le  leggi,  sotto  le  quali  si  produssero 
tali  mostruosita,  e  mette  a  profitto  la  tcoria  dell'  ar- 
resto  degli  sviluppi,  il  princio  delle  connessioni  il  bi- 
lancio  degli  organi,  e  la  legge  delle  affinita  elettive 
del  Saint-Hj'laire;  come  quelle  di  conjugazione  e  del- 
i'  associamenlo  degli  organi  del  Series.  Scende  indi 
a  classificare  delti  mostri  con  1'  illustre  Brechet,  e  li 
fa  appartenere  a  quelli  per  mancanza  di  sviluppo, 
ed  a  quelli  per  unione  o  confusione  di  parti;  cioe 
a  dire  all'  ordine  agenes  al  genere  sinfisia  ed  alia 
specie  sinjisopia;  e  sccondo  il  Saint-Hilaire,  il  pone 
fra  i  mostri  a  testa  controregola,  o  fra  quelli  a  trom- 
ba  o  manopsiy  cioe  fra  la  famiglia  delle  anomoce- 
falie^  e  nel  genere  rinencefalia.  Passa  in  fine  ad 
enumerare  in  cadaun  mostro  i  caratteri  teratologici 
generici,  e  specifici. 

Cosi  qualcbe  volta  la  maccbina  vivente  viene  ma- 
gagnata  sin  dalla  sua  prima  genesi;  ma  se  intera  e 
saaa  sorte  dalle  mani  della  natura  non  percio  non 
e  dessa  costantemente  bersagliata  e  dislrutta  dagli 
stessi  esterni  agenti,  che  la  suscitano  e  I'alimentano; 
che  1'  uomo  piu  di  tutti  gli  esseri  organizzati  e  na- 
to  al  dolore.  Or  una  delle  cagioni  efficaci,  cbe  la 
sahite  insidiano,  sono  le  paludi  e  1'  aere  atmosferi- 
co  pregno  delle  esalazioni  miasmatiche  cbe  da  quel- 
le si  svolgono,  e  cbe  per  poco  si  sospendono  nella 


—   23    — 

massa  dello  stesso.  Quindi  sull'  assunlo  presentava  il 
sig.  Galvagni  i  maleriali  per  la  compilazione  d'  una 
geografia  fisico-mcdica  delle  fcbbri  intermittenti  in 
SiciUa  e  delle  acque  stagnanti  di  che  prendono  mag- 
giormeute  cagionc;  e  ci  dava  leltura  dclla  storia  del- 
le periodiclie  c  delle  acque  stagnanti  del  contorni 
deir  Etna  e  della  piana  di  Catania.  '  Quanto  iu- 
tercssanle  si  fosse  lo  addcnlrarsi  ncllo  studio  delle  feb- 
bri  padulose  osserva  egli  suUe  prime,  e  divide  la 
materia  in  due  sczioni  lisica  e  patologica.  Tratteg- 
gia  nella  prima  la  storia  delle  acque  stagnanti  e 
quella  dcgli  eflluvi  tulli,  che  vi  prendon  cagione; 
descrive  le  paludi  propriaracnte  delle,  cd  il  corso  del 
fiumi  che  inducon  fondure  mclmose  lungo  le  rive;  le 
acque  stagnanti  artifiziali,  e  quelle  dei  laghi  e  degli 
stagni  dei  campi  irrigui  per  arte;  e  quelle  del  mace- 
ro  invalso  di  piante  ondc  indurre  vanlaggio  alia  vi- 
ta socievole  e  ininacciarla  insieme  di  morie,  col  puz- 
zo  che  vi  si  svolge;  ed  i  falli  parlicolari  riranca  del- 
la  storia  di  questi  eflluvi  e  dcU'  azione  posscnle  sul- 
la  salute  degli  individui.  Segue  indi  nella  seziore 
patologica  la  sloria  coraplela  delle  febbri  a  periodo 
bcnigne,  nonclic  delle  perniciose  e  delle  larvate,  edi 
In  tic  le  malattie  intermittenti  periodicbe  le  proteifor- 
mi  imagini  riduce  in  palese,  ed  il  loro  dominio  en- 
demico,  coslituzionale  ed  epidemico.  Lavoro  in  vero, 


I  I\lateriale  per  la  compilazione  d'  una  Geografia  fisico-medica  del- 
le febbri  interniittcnti  in  Sicilia  e  delle  aoqtio  stagnanti    daccho  pren- 
con  cagione.  Memoria  jirima.  Storia    delic    febbri  periodicbe  e  dcUc 
acque  stagnanti  dei  cnniorni  dell'  Etna  c  della  piana  di  Calania. 
Lclta  nella  toraata  dei  25  Gcnnaro  i83S. 


24  — 

per  qoanto  abbastanza  esaurito  nella  parte  patologi- 
ca  dal  Torti,  e  dai  suoi  proseliti  sino  ai  francesi  o- 
dierni,  altretanto  ulile  per  la  parte  topografica  del  no- 
stro  suolo  Siciliano. 

Cosi  ua'  interno  pendio  spinge  1'  uomo  alia  riccr- 
ca  di  tutte  le  parti  clie  la  terra  compongono,  non 
che  degli  csseri  organizzati  che  crescono  alia  sua  su- 
perficie  o  cbe  si  muovono  sulla  stessa,  e  li  converge 
a  sua  maggiore  ulilita.  Ne  solo  sulla  terra  li  ricerca, 
ma  neir  innabissamento  dei  mari,  e  negli  spazi  in- 
determinabili  dell'  atmosfera;  e  portandovi  le  sue  esat- 
te  osservazioni  pasce  1'  animo  sue,  si  sublima,  e  do- 
mina  quasi  tutto  il  creato:  erigimuv  latiores  fieri  m- 
demur.  In  ciascuna  di  queste  due  mobili  evaste  re- 
gioni,  ci  prescntano  qualcbe  cbe  da  dire  le  fatiche 
gioenie  deli'  anno  scorso. 

Discuopre  il  soc.  corr.  Niccolo  Prestadrea  nei  ma- 
ri  di  Blessina  due  nuovi  cruslacei,  il  primo  apparte- 
nenle  ai  Portunidi,  ed  il  secondo  al  genere  Crypto- 
phtalmus  formato  dal  Rafinesque ;  ed  araa  quel  na- 
turalista  intitolare  il  primo  al  soc.  Maravigna  prof, 
di  Cbimica  nella  nostra  Universita  ed  il  secondo  al 
nostro  socio  corr.  Orouzio  Costa  prof,  di  Zoologia 
nella  Universita  di  Napoli;  cbiamando  Portundus  Ma- 
ravigna  '    il  primo,  cbe  si  appartiene  ai  Decapod! 


I  Portundus  Mamvigna,^  Testa  grannlata  coralliiia  macul'is  al- 
^,  bis  rariter  conspersa;  fronte  qaatridentafa;  dentibus  crenulatis  iater- 
g,  inediis  angaslioribns  ,  postico  deDle  anlico-laterali  ulrinque  latere, 
,,  yalidissimo,  orizontali  spiniformi  brachiis  spinosis,,. 


—   25   — 

Brachiuri;  e  Cryptophtalmus  Costa  '"il  secondo  ap- 
partenente  ai  Decapodi  Macruri.  Ci  da  un  esalta  dc- 
scrizione  di  ambedue  questi  crustacei  da  bravo  ua- 
turalisla,  conosciulo  nell'  isola  ^  .  Iraperocche  ha  cgli 
altronde  inserito  negli  Effemeridi  scienlifiche  e  leltc- 
raric  per  k  Sicilia  (  n.  i^,  aprile  i833),  alcuni  cro- 
slacei  da  lui  scoverti,  come  il  Portundus  Macropi- 
pus,  il  Penaeus  Cocco,  la  Squilla  Bruno,  il  Scina 
Ensicornis,  V  Orio  Oxyahmgus,  il  Cielops  mari- 
nus  ec.  E  ci  auguriamo,  che  non  vorra  il  Prestan- 
drca  tralcisciare  sifalte  ricerche,  e  doviziarne  la  no- 
stra sociela.  Tali  sludi  sembrauo  riatlivarsi  appo  noi; 
e  molli  socl,  il  Cocco,  madama  Power,  il  Maravi- 
gna,  il  Gcinmellaro,  il  Galvagni,  1'  Aradas,  il  Tor- 
narabene  sulla  Ittiologia,  suUa  Malacologia,  e  su  va- 
rie  produzioni  marine  travagliano  inistancabili;  e  mol- 
li allievi  ancora  si  danno  a  raccogliere  e  conservare 
in  classi,  e  studiare  tali  viventi. 

Ma  se  da  questi  muti  abilatori  dell'  oceano  a'  rae- 
lodiosi  aligeri,  cbe  popolano  1'  acre,  faremmo  pas- 
saggio  non  e  quindi  cbe  snervasi  e  scema  la  voglia 
del  naturalisla,  che  anzi  egli  la  sua  attivita  raddop- 
pia,  c  la  esattezza  nella  ricerca,  quanto  piu  di  osta- 
colo  vi  si  contrappone.  Abitatori  di  un  medio  piu 
Icggiero  gli  ucccUi,  sebbenc  abbiansi  delle  cosfuman- 

1  Cryptophtalmus.  Costa  .,  Corpore  olivacco:  anlennis  inleriori- 
,,  bus  biCdis.  eilcrioribiis  simplicibus  longissimis,  basi  appendice  spi- 
„  niformi  istructis,  thoracc  iilrinqiie  latere,  ultra  frontem  globuloso 
,.  et  iu  spinani  producto,  cculosque  tegenlc:  froiile  spina  altera  longio- 
,,  re  Dianita  ,, 

2  Sopta  due  crustacei  deimari  di  Messina.  Meraoria  Ictta  nella  se- 
duia  oroiqaria  dci  3i  marzo  iS38.  4 


—    26    — 


ze  corauni  coi  pesci  sulla  natura  dei  suoi  movimenti 
e  sulle  sue   emigrazioni,    differenziano  pero  di  eran 
lunga  nella  interna  organizzazione,  cLe  tanto  medio 
SI  modifica,  quanto  piu  e  necessitata  adattarsi  ad  un 
medio  piu  tenue  assai   delle  acque;   percorrono  im- 
mensi  spazi,  visitano  le  vie  del  tuono  e  della  folgo- 
re,  e  mirano  infrepidi  piu  da  vicino  quel  sole,  clie 
organ.zza  tutta  la  nalara.  L'  uomo  nato    alia  imita- 
zione  ed  irrefrcnabile  nei  suoi  desideri,  era   costrui- 
sce  le  barclie,  valica  i  man  ed  usurpa  il  regno  dei 
niuti  abifatori;  ora  quasi   impennando  la  aU  sta  per 
larsi  trascinare  negli  irrequieti   spazi  deU'  atmosfera 
a  slidar  tuom  e  tempeste,  e  sembra  aspirare  ancora 
al  possesso  del  regno  degli  aligeri:  coelum  ipmm  pe- 
tmus  stultilia  ? . . .  .Bla  ritorniamo  sul  nostro  assunto 
II  socio  Galvagm  continuando  i  suoi  lavori  sulla  Fau- 
na Etnea,  una  sesta  memoria  ci  legge,  che  fa  qua- 
si il  procmio  alia  ornitologia  dei  contorni   dell'   Et- 
na '.  Cominciail  suo  lavoro  con  farci  rilevare  che  gli 
iiccelh  formano  la  classe  la  piu  naturalein  Zooloma 
ra  gli  auimali  osteozoari,  e  che  la  locomozione  vo- 
ante  e  la  facolta  in  essi  interessante  e  primiera,  che 
Ji  distingue  oltremodo  da  tutte  le  altre  specie  zoolo- 
giche;  avvegnache  molti  aliri  animali  Tolino  ancora 
Prende  a  studiare  di  poi  le  modificazioni  che  la  tes- 
situra orgamca  m  essi  presenta,  e  cominciando  dal 
cellulare  tessuto,  passa  in  rivista  tulti  isistemi,  e  fa 

I  Fanna  Etnea  o  materiaU  per  la  eompilazione  della  Zoologia  del- 
Letta  iiella  tornata  ordioaria  dei  22  aprile  i838. 


—    27    ^ 

rilevarc  Ic  condizioni  organiche  die  il  loisiifo  osseo, 
il  lessuto  sarcoso,  cd  il  pulraonare  in  qucsia  classe 
di  animali  prcscatano.  Volgesi  indi  a  marcare  Ic  dif- 
ferenze  che  1'  cscrcizio  funzionale  prcsso  gli  iiccelli 
manifesta,  cominciando  dalle  funzioni  di  scnsazione, 
e  tutte  passa  in  esarae  persino  a  quelle  di  generazio- 
ne;  c  sopratuUo  rimarca  le  finitezze  della  vista,  della  re- 
spirazione  con  Ic  condizioni  del  sangue,  della  locomo- 
tilila,  della  digeslione  ,  c  del  calore  animale.  Scen- 
de  poi  alia  ornilologia  descrittiva,  ed  alia  topografica 
<iei  contorni  dell'  Etna;  e  fa  rilevare  clie  mollissimi 
uccelli  stanzionano  nelle  Ire  regioni  del  monte.  Mol- 
ti  uccelli  di  preda,  e  quelli  della  famiglia  dei  diur- 
ni,  e  dei  nolturni,  vi  si  ritrovano;  i  passeri  o  uccel- 
li silvani,  quelli  dell'  ordine  degli  arrampicatori,  dei 
gallinacci  o  uccelli  razzolatori,  dei  trampolieri  o  uc- 
celli di  ripa,  e  dei  palmipedi.  Viene  a  descrivere 
oltraccio  le  ire  regioni  dell'  Etna  partitamente,  non- 
che  i  sili  topogralici  in  che  stanzionano  gli  uccelli; 
e  novera  i  volanti  propri  al  mare,  ai  fiumi,  alle 
maremme,  agli  stagni;  quegli  particolari  ai  campi 
salivi,  ai  vigneti,  alia  ragione  nemorosa,  alia  disco- 
perla  del  monte.  Fa  indi  la  distribuzione  degli  uc- 
celli che  migrano,  e  di  quelli  che  no,  e  che  Etnei 
possono  addimandarsi.  Differenzia  fra  gli  uccelli  crai- 
granti  quelli,  che  fan  nido  appo  noi,  da  quelli  che 
il  fanno  in  regioni  longinque;  quelli  che  esotici  non 
veri  passaggieri,  da  quelli  che  trapassano  in  climi 
lontani  senza  riposarsi  per  nulla.  Chiude  il  suo  erudi- 
to  procmio  in  fine  con  statuire  che  1'  ornitologisla 
piio  nei  dintorni  dell'  Etna  cogliere  delle  belle  osser- 
vazioni  capaci  ad  accrescerc  i  matcriali  onde  ainplia- 


—    28    — 

re  r  ambito  dclla  ornilologia  descrittiva,  e  della  zoo- 
Jogia  topografica  generale;  come  ci  auguriamo  con 
fondamento,  ne  dira  il  Galvagni  nelle  sue  susseguen- 
li  memorie  sopra  gli  abilatori  dell'  atmosfera. 

Questo  imraenso  occaoo,  ove  si  disperdono  le  esa- 
lazioni  tutte  ed  omnigene  del  globo,  e  che  presenta 
un  vasto  elaboratorio  della  natura,  ha  sempre  col- 
pito  r  osservatore,  ed  attivata  la  di  lui  attenzione  a 
conleraplarne  i  fenomeni  inestricabili.  Le  osservazio- 
ni  meteorologiche  formano  uno  studio  perenne,e  gene- 
rale  in  tutte  le  colte  nazioni.  Quelle  istituite  in  que- 
st' anno,  di  cui  e  parola,  nella  piccola  specula  del- 
la nostra  Universita  da'  soc.  corr.  Carmelo  Ferlito 
Faro  e  Mario  Di-Stefano  Caruso  ban  fatto  1'  ogget- 
to  d'  un  loro  rapporto,  cbe  ha  il  Ferlito  corapilato. 
E  senza  ridire  minutamente  le  mensili  osservazioni, 
mi  giova  pure  lo  esporvene  un  generale  riassunto.i 
E  quindi  il  calore  almosferico  in  tutto  1'  anno  ha 
presentato  la  media  digradi  ^^^Mg  delT.  Far.  noi> 
dissimile  a  quella  degli  anni  scorsi;  la  massima  a 
gr.  97  neJ  mese  luglio  compagna  al  vento  ovest;  e 
la  menoma  a  gr.  4-8  in  febbraro.  II  Barometro  ha 
segnato  la  massima  poll.  3o,3oo  ncUo  stesso  febbra- 
ro; la  minima  poll.  29,33o  in  marzo  e  novembre; 
6  la  media  annuale  calcolata  da  tutte  le  medie  men- 
sili, come  ha  praticato  Bouward  nel  riassunto  delle 
osservazioni  meteorologiche  fatte  all'  osservatorio  di 
Parigi  (  Bullettino  di  scienze  materaatiche),  si  fu  pol- 
hci  29,817. 

-  Innoltre  i  vapori  dell'  amosfera  non  sono  slati  ta- 
li da  innalzare  1'  igrometro.  II  massimo  di  esso  fu 
di  gr.  ^9  nel  mese  di  marzo;  il  minimo  a  gr.  27 


—  ag- 
in giugno;  ed  il  medio  fu  calcolalo  a  gr.  1^6.  E  pu- 
re osservabile  in  rapporlo  gli  aniii  anlecedenti  clic 
la  pioggia  e  stala  niollo  scarsa  noa  sommando  die 
poll.  i4-  lin.  I,  75.  E  comcche  T  almosfcra  fu 
tempcrata  in  riguardo  al  calore,  non  soffiando  quasi 
per  nulla  1'  urcnie  ovcst  ( clie  se  qualche  volta  spi- 
rassc,  ii  calore  paragonato  a  qucUo  dell'  auno  i834. 
non  si  fu  eccessivo),  cosi  poca  ancora  c  slata  la 
evaporazione,  che  venne  asomraarepoli.  46,  lin.  7. 
II  venlo  prcdominante  fu  l'  ENE  che  domina  so- 
pra  ogni  allro  nel  nostro  suolo.  Esso  signoreggio  nei 
mesi  febbraro,  aprile,  maggio,  luglio,  agosto,  settem- 
drc  ed  oltobre;  fu  intcrrolto  dall'  OSO,  nei  due  me- 
si di  raarzo  e  giugno;  predomino  ONO  in  novera- 
bre  e  dicembre;  e  1'  Ovest  in  gennaro.  Ascesero  i 
giorni  lucidi  in  tutlo  1'  anno  a  yS:  i  belli  a  167: 
i  nuvolosi  misli  c  composli  a  72:  i  piovosi  a  5o;  e 
due  sole  fiate  il  nostro  acre  raostrossi  nebbioso;  una 
nel  mese  giugno,  e  Taltra  in  agosto  sulla  sera.  E  qui 
mi  faccio  a  rimarcare  come  in  quell'  anno  lerribi- 
le  di  slragge  per  la  nostra  palria,  nonche  per  1'  iso- 
la  intera,  le  variazioni  meleorologiche  nulla  parlaro- 
no  di  nuovo  alle  nostre  osservazioni  e  riccrche.  Non 
amo  pcro  irasandarc  un  fenomeno  raro  appo  noi  e 
riraarchevole  ,  osservato  dai  nostri  soci,  quello  cioe 
die  il  di  1 1  di  giugno  sulle  ore  1 2  delta  nolle  os- 
servando  la  luna  si  videro  due  paraseleni  ossia  due 
altre  lune  allalo  alia  vera;  e  la  matlina  seguente  es- 
sendo  nebbiosa  osscrvavasi  un  bellissimo  alone  dop- 
pio  atlorno  al  sole.  Cos!  scgnavano  i  nostri  osserva- 
tori  nei  suoi  registri  meteorologici.  Ma  piacevole  ol- 
Iremodo  ci  e  riuscito  il  leggere  nel  supplimenlo  al 
n.    221  dell'  Insliiut  Al  Parigi  giuntoci  sulla  fine  del 


—  3o  — 

passato    aprlle,    clie  M/    Quetelet  annuncia  all'  Ac- 
cademia  Reale  di  scienze  e  belle  lettere  di  Bruxel- 
les,  nella   sessione    del     i,    luglio    iSSy,    una  let- 
tera  del  sig.   Humboldt,   il  quale  fa  conoscere  che 
lo    stesso   giorno   ii  giugno    ultimo  (iSSy)  il  sole 
si  e  mostrato  a  Breslavia  accompagnato  da  due  soli 
apparenti  [Parelii)  situati  simultaneamente  a  dritta  ed 
a  sinistra  del  vero.  Cio  cbe  poi  e  soprattutto  rimar- 
cbevole  si  e  che  nello   stesso  giorno  si  sono  vedute 
tre  lune  a  Postdara.  Cosi  le  nostre  osservazioni  non 
debbono  riuscire  discare  alia  repubblica  delle  scienze. 
E  qui  cbiuderei  la  mia  orazione,  se  un  sacro  do- 
vere   non   mi  spingesse  a   tributare  i   doTuti   onori, 
misti  air  interno   spiacimento  per  coloro,  cbe  nostri 
compagni  nelie  faticbe  gioenie,    ora  non  sono  piu. 
Fu  grave,  illustrissimi  Soci,  la  perdita  cbe  voi  veni- 
ste  di  fare  in  quest'  anno  malauguroso;  e  sopratutto 
di  colui,  cbe  vostro  primo  compagno,  ed  uno  deize- 
lanti  promotori  della  nostra  Accademia,  travaglio  in- 
defessamente  per  la  stessa,  fu   sempre  forte  sosteni- 
tore  delle  leggi  cbe  ci  organizzano,  ci  promosse  del- 
le corrispondenze  coU'estero,  e  vi  occupo  i  posti  piii 
luminosi.  lo   vi   parlo    del   canonico  cav.   Giuseppe 
Alessi  cbe  il  micidiale  cbolera  ci   ebbe  tolto  1'  ulti- 
mo giorno  del  passato  agosto.  Dotato  egli  di  vivace 
ingegno,  di  tenace   memoria,    e  di  prontezza  ad   e- 
sprimere  i  suoi  concetti,  indefessamente  laborioso  al- 
ia lucerna  filosofica,  acquistossi  gran  capedale  e  vasta 
erudizione  dei  classici  greci,  latini,  e  toscani,  e  ne- 
gli  ameni  studi ,    e  nelle  belle    arti   prevalse.    Quin- 
di  ottimo  istoriografo,  naturalista,  archeologo,  cano- 
nista,  come  il  contestano  le  sue  dotte  carte   vergale 


—  3i  — 

ia  lali  gcncri  di  saperi.  Amoroso  per  la  nostra  inslilu- 
zionc,  voile  cgli  sinanco  neile  agonle  del  lerribile  e 
sollecilo  male,  ricordarsi  di  noi,  c  lasciare  al  nostro 
gabineUo  vari  oggelli  mineralogici,  e  la  sua  raccol- 
ta  non  isprcgcvole  di  conchioliti,  c  di  ossa  fossili  di 
vari  animali  in  Sicilia  clie  avcva  cgli  illuslratc  colle 
sue  memoric,  die  onorano  gli  Afli  Accadexnici. 

Ne  deir  amabile  Direllor  Presidente  Giuseppe  Pa- 
terno  Alvaro  Principe  di  Spcrlinga  Manganelli  io  mi 
taccio.  Prendcva  egli  comraiato  dalla  nostra  assem- 
blea  sulla  fine  dello  scorso  fcbbrarc,  oppresso  dalle 
passate  vicende  ma  non  vinlo,  fermo  in  mente  di 
conservarc  il  suo  posto  di  socio  allivo  fra  i  trenta, 
avvegnaccbe  al  di  la  dei  raari  si  allonlanasse.  E  di 
vero  cgli,  a  malgrado  le  inestricabili  faccende  delta 
sua  carica  {cLe  \asfa  Provincia  reggea),  non  fu  mai 
immemore  del  dovere  di  soc.  atlivo,  e  varie  memorie 
scrisse  lendenli  insieme  aH'ulilc  patrio,  nonche  a  quel- 
le delta  provincia  intera.  Prcmuroso  per  la  nostra 
sociela,  egli  non  manco  di  dcsidcrio,  ne  mezzi  tra- 
sando  onde  voleria  in  ogui  incontro  faA'orire.  Ma  la 
parca  inesorabile  gli  avcva  teso  il  colpo  fatale;  e 
posto  appcna  il  piede  nella  bella  Partenope,  cadde 
vitfima  di  acute  malorc. 

Che  ducm  poi  del  saggio  Rosario  Scuderi  Bonac- 
corsi  I  Uorao  pieno  di  sludi,  cbe  pacifico  viveva  a  se 
stesso  nella  pace  del  Gabinetto  e  nellc  amenita  del 
villaggio,  di  pocbi  dotti  amorevole  amico,  collivava 
a  preferenza  1'  Archcologia  nonche  la  Storia  Natnra- 
le,  ed  oggcUi  asscmbrava  in  ambi  quesli  rami  di 
conoscenze;  e  di  dipinture  e  di  carte  incisi  ornava 
le  sue  stanze.  Una  raccolla  pregevolissima  di  carle 


~    32    — 

a  bulino  le  piu  anliche,  e  dei  piu  celebri  maestri 
invogliava  i  viaggiatori,  cbe  ne  conoscevano  il  meri- 
to,  a  visilare  la  di  lui  casa  coa  somrao  compiaci- 
mento.  Due  erudite  memorie  una  di  archeologia, 
e  r  allra  di  meteorologia  facevano  conoscere  la  di 
lui  erudizione  insieme,  e  la  esattezza  dei  suoi  pensa- 
menli.  Che  se  la  lentezza  della  sua  eta,  e  la  soprav- 
veguente  cronica  malattia  glielo  avessero  perraesso, 
avrebbe  egli  con  piu  di  ceierita  posto  ad  effetto  il 
suo  pensamento  di  donare  1'  Universita,  e  1'  Accade-  - 
mia  della  sua  biblioteca  e  delle  sue  omnigene  col- 
lezioni  '  ...  Ma  a  che  dilungarmi  sopra  questi  tre 
illusfri  compagni,  la  di  cui  memoria  sara  sempre  a 
noi  cara !  I  soci  attivi  che  ne  hanno  rimpiazzato  il 
posto,  sapranno  eglino  intessargli  il  dovuto  oraaggio 
di  lode  ^  . 

Ma  non  solo  il  raorbo  asiatico  il  fior  della  Gioe- 
nia  avizzi,  che  le  belle  speranze  pur  quasi  precluse 
all'  Accaderaia  nostra  nella  morle  precoce  di  due 
giorvani  valorosi,  che  per  grado  accademico  ci  appar- 
tenevano.  D'  Ignazio  Zappala  dottore  in  mcdicina  io 
ri  parlo,  e  di  Giovanni  Piazza  Ciantar.  Nato  il  primo 
nella  coraune  di  S.  Giovanni  la  Punta,  percorsi  gli 
sludj  penosi  ed  inesauribili  dell'  arte  salutare  . 
e  postosi  al  livello  delle  piu  recenti  raedichc 
discipline,  alacre,  com'  egli  era,  d'  ingegno,  ed  ar- 

1  Mori  il  12  gennaro  i838. 

2  II  sig.  cav.  D.  Francesco  Logerot  Intendente  della  Provincia  di 
Catania  ha  rimpiazzato  il  posto  del  soc.  Principe  di  Ulangancili. 

II  dott.  Andrea  Aradas  qiiello  del  soc.  canojiico  cav.   Alessi. 
II  dott.  Paolo  Di  Giacomo  Castorina  queilo  del  soc.   Rosario  Scu- 
deri  Bonaccorsi. 


—  33  — 

tliracnloso  al  pari  clie  islituito  verso  Ic  piu  asfrusc 
quistioni  di  medica  teoria,  cd  al  quesito  invio  rispo- 
sta  clic  I'  Accadcmia  Rcale  di  Medicina  di  Parigi 
proponca  per  ii  concorso  dcU'  anno  i834  e  ripro- 
ducea  per  il  i83tf.  '  Gia  curagioni  felici  nella  sua 
breve  clinica  coronavano  le  sue  doUe  faliche,  e  ca- 
re rendevasi  ai  genilori,  alia  socicla,  al  suo  precet- 
lore...  die  ben  dalle  prime  raosse  lo  conobbi,  e  la  di 
cui  perdila  mi  colmo  1'  animo  di  amarczza.  II  secon- 
do  nalo  in  Malla,  d'  indole  dolce  e  pacifica,  inde- 
fcsso  negli  studi  di  ogni  sorta ,  facile  noil'  appren- 
dere,  con  parlicolare  pcndio  la  sloria  nalurale  la 
cnloniologia  e  sopralullo  la  storia  dei  molluscbi  del 
golfo  di  Catania  illustrava,  e  corrispondenze  acqui- 
slavasi  con  cccclsi  pcrsonaggi  cbe  la  bclla  Sicilia  iva- 
no  perluslrando.  E  le  pocbe  mcraorie  inserile  negli 
Alii  Accadeinici,  ^  non  die  la  di  lui  coUczione  di 
oggetli  nalurali  forraano  la  sua  lode,  cd  alimenlano 
la  Irisle  rinicmbranza  della  sua  ultima  pariKa. 

E  qui  mi  gode  1'  anirao  in  rammenfare,  cbe  amo- 
rcvolezza  c  lode  a  noi  pure  retribuiscono  le  dolle 
/Societa,  ed  i  scicnziati  europci.  Ne  mi  s(anco  di  an- 
nunciarvi,  cbe  la  societa  Geologica  di  Francia  c'  in- 
iiivia  pcriodicamcnte  il  suo  pregevole  BuHetfino,  cbe 
gli  Annali  di  scienze  naturali  ci  pervengono  dal  re- 
gno Lombardo-Ycnelo;  cbe  1'  Accadcmia  Economico 
agraria  dci  Gcorgolib  di  Fireuze  i  suoi  Alti  accademi- 

1  Oucsit.i  .,  Quale  e  stata  I  injlucma  clolF  anatomia  palolj'ii- 
ca  nella  medicina  da  Morf/a;jni  sino  ai  iijsli-i  tempi. 

2  Drscrizionc  <li  iin  CoIeo|)lcro— Itinoonroiitc.  Piii  Catalo"-o    raflio- 
uato  dei  molluschi  del  golfg  di  Catania— liilrudiizione— 


—  u  — 

ci  ci  rimelte,  clie  rAccaderaia  Medico-chirurgica  di 
Bologaa  ci  oaora,  associando  a  se  molti  di  nai,  co- 
me pure  queila  Aretina  del  Petrarca. 

II  dolt.  Sigismondo  Graf  da  Lubiana  nel  regao 
Illirico  ci  regala  un  opuscoletto  della  sua  Flora,  di 
unila  ad  un  fascicolo  di  scelte  piante  secche  della  Car- 
niola,  quale  provincia  di  Germania  va  egli  perlustran- 
do  Oiide  raccogliere  e  descriverae  le  piante  piu  rare: 
e  molti  dotti  infiae  ci  donano  dei  loro  sudati  e  pre- 
gevoli  volumi. 

Cos!  le  fatiche  Gioenie  dell'  anno  XIV.  chiarameH- 
te  addiraostrano,  che  le  ricerclie  e  le  contemplazioni 
degli  oggetti  che  nella  terra,  nei  maid,  e  nell'  aCTe 
si  ritl'ovAno,  per  un  genio  innato  nell'  uomo  vengono 
ad  istituirsi,  e  che  formano  quasi  un  natm^ate  alimen- 
4:0,  di  cui  non  possiamo  in  modo  alcuno  dispensarci. 
Che  se  pure  tali  attcnie  perquisizioni  sui  fenomeni  del- 
ta Datura  a  pura  curiosita  volessero  attribmrsi,  io  ri- 
piglio  colle  parole  dell'  illustre  Linneo,  che  tale  cfa- 
riosita  molto  [all'  uomo  si  addice,  e  che  anzi  deve 
aversi  un  posto  non  ispreggevele  tra  i  piu  sacrosanti 
«  doveri  dello  stesso:  —^Ast  demus  tantisper  tcurio- 

sitatis  esse  naturam  attentius  contemplari^  erit  pro- 
fecto  heec  curiositas  Jwrnird  lortge  convementissima, 
et  sanctiora  inter  qfficia  locum  abitura. 

G.  Lina.  amsenitates  accademicse. 


ZOOLOGIA 

DEL  GOLFO  DI  CATANIA 

II  E  U  O  R  I  A    S  E  €  O  IV  D  A 

SULIA 

DEL  SOCIO  ATTIVO 

PROF.  CARLO  GEMELLARO 

J.SIIA  jnUil  TOBH^TA  DZL  24-  ciccno  lS3S, 


i^j^0/^/^/^/^y^Jyy^vy^iitr/imHmmimi^A'iriv/?iPj(w/w/?F/>v/mj^/^ 


Jjacclie  cbbi  proposto  meco  medesimo  di  dare  im 
safjgio  sulla  Zoologia  del  golfo  di  Catania  nel  Luglio  del 
i835,  io  presentai  a  queslo  rispcftabil  consesso  la  prima 
mcnioria  scrilla  a  tale  scopo ,  die  conteneva  la  topo- 
grafla  dei  lillorali  del  golfo.  Dallora  in  poi  con  mas- 
simo  mio  contento  vcdulo  avcva  come  un  zelantissirao 
nosiro  giovane  socio  inlrapreso  avcssc  ad  assumcre  per 
se  porzionc  non  infima  dcIl'  ideato  mio  lavoro,  c  della 
doscrizione  dei  mollusclii  si  fosse  con  vcro  amor  scien- 
lifico  orcupato. 

fliolto  era  d'  aspcltarsi  dal  gcnio  osservalore  del- 
r  ogrcgio  Giovanni  Piazza  Cianlar ;  ma  nell'  aprile  dei 
suoi  giorni,  nel  fior  dellc  speranzc,  morte  cnidele,  com- 
l>asna  assidua  del  dcsolantc  cholera,  lo  rapi  alia  nostra 


—  3o  — 

accademia  ed  alle  scienze  naturali.  La  perdita  di  quel- 
r  ottimo,  a  me  per  mille  versi  amarissima ,  mi  pone , 
direi,  nell'obbligo  di  dar  opera  nuovaraente  ad  mi  la- 
voro  che  ceduto  avea  volentieri  in  cosi   buone  mani. 

Ripigliando  dunque  il  prosposto  mio  quadro,  dopo 
la  descrizione  topografica  e  geologica  del  golfo  di  Ca- 
tania ,  che  preceder  doveva  indispensabilraente  ogni  al- 
iro  saggio,  io  dei  viventi  che  1'  abitano  andero  mano 
raano  ragionando;  e  dovendo  seguire  una  sistemalica 
disposizione  nel  catalogo  ragionato  di  questi  viventi, 
onde  pill  facilmente  polessero  distrihuirsi :  ed  essendo 
indifferente  appigliarsi  ad  un  melodo  piu  tosto  che  ad 
iin  altro,  mi  son  determinato  seguire  quello  proposto 
dal  celehre  Cuvicr  nella  sua  opera  sul  regno  animale, 
cominciando  dagli  ultimi  anelli  della  catena.  Ma  per 
<juel  die  riguarda  la  descrizione  degl'  individui,  io  sa- 
pro  servirmi  di  quella  che  fra  tanti  aulori,  la  piu  ac- 
curala  mi  sembra,  e  non  tralascero  di  aggiuugervi  quel- 
le osservazioni,  che  dall'esarae  dagli  stessi  individui , 
da  me  fatto,  giovano  a  viemmeglio  caratterizzarli.  Sic- 
come  quindi  rullimalrihu  dei  polipi  secondo  il  Cuvier, 
si  e  quella  delle  spugiie.  Io  coraiucero  in  questa  me- 
moria  da  quegli  esseri  quanlo  oscuri  altrettanto  sor- 
prendenti. 

Le  spugne  (eponges)  secondo  questo  illuslre  na- 
turalista,  sono  dei  corpi  marini  fihrosi,  e  che  non  seni- 
brano  aver  di  sensdiile  che  una  sorta  di  gelatina  tenue: 
la  quale  diseccasi  e  non  lascia  quasi  Iraccia  di  se, 
ed  in  cui  non  si  sono  per  anco  osservati  ne  pohpi,  ne 
altre  parti  mobili  ec.  (polyji.  a  poly  piers,  eponges). 

L'  immortale  Linneo  avea  descritto  il  genere  spon- 
gia  (34.3)  nella  scguente  maniera  ((  Flores  (  foramini- 


—  Si- 
ce bus  rospiranl  aquam )  slirps  radicata  filis  contcxta, 
((  flexilis,  bibula. 

Pill  minulo  nella  dcscrizionc  il  Laniark  chiaraa 
la  spup;ua  cc  Polyparium  polyiiiorphum ,  fixum  nioUe , 
(C  gclatinosum  ct  subirrilabile  in  vivo:  exiccalione  te- 
((  nax,  flexile,  porosissiinum  aquam  respirans. — Axis, 
«  fibriX)  innuraera?  cornee,  flcxiles,  reliculalim  coiilextae 
«  et  connexac  —  Crusia,  gelatina  subviva,  fibras  vo- 
ce stions,  fugacissima  in  polypario  e  inari  emerso,  par- 
K  liin  elapsa  evanida — (vol.   2.  p.  34.6). 

Le  spugnc  infatli  guardale  nello  stato  secco  non 
prcscnlano  che  delle  masse  fibrose,  sloppose,  cellulari, 
leggere  e  di  \arialissime  forme.  Nello  stato  fresco  pero 
si  riconoscono  per  corpi  raarini  coverti  in  tulte  lo  si- 
nuosita  e  nei  pori,  da  uua  gelatina  clie  da  lutti  i 
segni  di  sensihilita,  coniraendosi  e  fremendo  al  meno- 
mo  latlo :  cd  cssa  c  sbucata  da  im'  indefinilo  numero 
di  forami,  dai  quali  si  e  supposlo  da  molti  prendessero 
alimenlo  i  polipi  abilalori.  Questi  pero  sono  ancora 
sconosciuli  a  causa  forse  della  loro  picciolezza,  0  dello 
stato  gelatinoso  che  svanisce  al  contatto  dell'  atmosfcra, 
c  non  da  tempo  ad  istituirvi  delle  apposite  osservazio- 
ni.  Non  v'  e  fratlanlo  al  giorno  d'  oggi  cbi  dubitar 
volcssc  appartenere  le  spugne  a  quelle  produzioni  di 
|)olipi  che  tanto  difilcili  a  comprcndere  si  mostrano  a 
prima  giunta:  ma  che  seguendo  gli  anelli  della  catena 
dogli  csseri  vongono  in  fine  a  farsi  chiarameuie  disco- 
prirc  per  quelli  die  sono  in   effetto. 

L'anaiogia  delle  spugne  cogli  alcioni  •  la  forma 
varia  die  esse  prendono  uellc  specie,  poco  lontana  da 
quolla  di  altri  polipaj:  quel  carallcre  di  vita  che  si 
scorge  nelleloro  superficie,  mentrc  non  disturbate  stanno- 
si  sollacqua,  c  quel  laic  niovimcnlo  generale  che  in  loro 


—  32  — 

si  dcsla  tosloclie  sono  strappalc,  e  chc  in  una  specie 
di  frcniilo  si  appalcsa,  non  ban  lasciato  piu  luogo  a 
dubbio  sid  posto  cbe  occupar  debbono  nelle  scrie  de- 
gli  esscri  organizzati. 

L'immortale  Olivi,  nclla  preziosa  opera  dclla  Zoo- 
logia  adriatica,  traltando  delle  spugue,  nulla  a  desi- 
derar  ci  lascia  per  la  sloria  di  ques!i  vivenli.  Egli 
!'a  cODOScere  come  gli  anticlii,  Aristotile,  Eliaiio  e  Pli- 
nio:  e  poscia  Iinpeiato  c  Gesner  conccdevano  allc  spu- 
gne  seiitimenlo  c  vita  animate ,  avendo  osservalo  che 
esse  si  conlraggono  e  si  slrbgono  piu  tcnaccmcnle  alle 
loro  basi  sc  si  loccano  in  marc.  Rondelet  egli  solo 
conlrasto  quella  opiiiionc,  ma  non  fu  seguito  da  al- 
cuno.  Clic  in  seguito  Cestoni,  Peysonuell,  Ellis,  Pallas 
e  Cavolini  soslouuerc  1"  anunalila  delle  spiigne.  Olivi 
Jion  si  e  couteutalo  pcro  dclla  sola  autorita  di  uomini 
insigiii.  c  di  equivoci  sperimcnti:  ma  da  sagaoe  e  sper- 
lissimo  osservatoi'C  iui  spinlo  piu  oltre  le  sue  indagini, 
e  dalla  analogia  cogli  aicioni,  dalla  coutrazionc  delle 
boccuzze  capillari  delle  superficie  delle  spugne ;  dalla 
tlilalazione  e  eoiilrazione  delle  loro  masse ,  osservala 
ancbe  dal  Jlarsigli,  dall' Ellis,  dal  Solander  e  dal  Jussieu: 
dalle  considevazioni  sulla  Iriplicc  sostanza  di  cbc  s"in- 
I'ormano,  c  dall" analogia,  a  qucsto  rigiiardo,  colic  Gor- 
gonie:  dal  modo  di  alimentai-si  c  siinili  miiuitc  altre 
ricerdic  egli  sparse  la  riscliiarantc  luce  c  ncccssaria 
alia  coila  eonclusione,  die  questi  esscri  aggregar  deb- 
bonsi  allf  scrie  dei  viveuti. 

Ma  eime  se  opera  cosi  elal:)orata  e  classica  quarc 
quella  di  Obvi,  non  fosse  stata  mai  pubblicala  in  Ita- 
lia nel  1792;  come  se  quell' insigne  naturalista  non 
avcsse  ampiamenle  dluslralo  la  niai-ina  zoologia  colle 
pii!i  lumiuose  scoperte,  colic  piu  assidue,  propric  e  sin- 


—  33  — 

cere  osservazioni,  cscguile  con  inlmllaLilc  pcnosisslmo 
sludio...il  sig.  Lamark,  al  di  la  dcIlcAlpincl  1816, 
tanlo  viiol  dire  24  anni  dopo,  avanza  le  stessissimc 
opinioni :  c  quasi  proprie  in  due  pagine  le  annun- 
zia  ;  tralasciaudo  pcro  quanto  di  essenziale  dall'Oli- 
vi  e  slalo  rapporlalo  sullo  assunlo :  e  dcfraudando 
cosi  tiitli  colore  clie  deli' opera  deirilaliano  non  san 
provvcdorsi  ,  dcUe  \ore  notizie  sopra  quesfo  infcres- 
sanle  arlicolo  di  zoologia.  Ei  sembra  incredihile 
cJic  neHaiiixno  di  iiomiiii  sommi  possa  tanto  lo  spirito 
nazionaie  e  di  niunicipio,  da  giuiigerc  a  negare  la  nie- 
ritala  lode  a  clii  si  apparlione,  e  conlenlarsi  di  com- 
parir  piagiarii,  piii  loslo  clie  confcssare  da  qua'  veri 
fonti  si  sien  Iralle  le  cognizioiii  die  per  proprie  spac- 
ciar  si  vonehbero.  L' opera  di  Olivi  non  polcva  esse- 
re  ignola  al  naluralisla  francese;  se  vuole  il  deslino  che 
il  polciile  sollio  di  nordici  venli  spingesse  scmpre  al 
di  qua  dei  inoiili,  a  guisa  di  foglie  leggere,  an  ncmbo 
continue  di  opuscoli  oltramonlani,  le  opere  di  peso  de- 
gli  Ilaliani,  lonfaniciile  e  vero,  ma  superano  luia  volta 
la  giogaja  deilc  .Alpi  e  san  Irovare  la  via  per  I'eslerc 
conlrade,  per  mcrilarsi  il  giusto  plauso  dei  filosofi  scien- 
ziali.  Lamark,  doveva  rimeUere  il  lellore  all'opere  di 
Olivi,  quajido  non  volcva  riassumcrne  1' arlicolo  dellc 
spugne. 

Crcscono  quesli  esseri  in  tuUi  i  fondi  dei  raari. 
Fra  i  sili  del  nostro  golfo  il  piccol  seno  di  Lognina 
e  ii  piu  ricco  di  qucste  cd  allro  marine  produzioni,  c 
Ic  specie  che  ad  offrir  vengo  ai  voslri  occhi,  illuslri 
collegbi,  sono  in  massiina  parte  da  quei  fondi  strap- 
pati  0  dal  mare  0  dalla  mano  dell'  uoino ,  e  raccolte 
dair  egrcgio  c  benemerito  nostro  socio  Ferdinando  Co- 
sentini.     Esse  si  riducono  a  quelle  da  me  fin' era  os- 

Jtli  Accad.  v.  xv.  5. 


—  34.— 

servate  ed  esaminale:  ma  delle  altre,  ho  molivo  di 
speraro,  saro  in  caso  di  averne,  dietro  nuove  e  reite- 
rate ricerche,  e  non  mancliero  di  aggiungere  a  cpieste 
in  separate  appendici.  Non  senza  interesse  voi  rimar- 
cherete  intanto  che  delle  quindici  specie  fin  ora  raccol- 
ie,  pill  d'lma  e  stata  dagli  autori  dcscritta  come  abi- 
iante  di  rcmotissime  contrade ,  di  littorali  e  di  zone 
diverse:  cio  che  attribuir  dehbesi  o  alle  poche  ricerche 
fattene  nei  varii  siti  del  mare,  o  alle  favorevoli  circo- 
stanze  del  nostro  golfo  che  e  adatto  a  mantencre  le 
produzioni  di  svariati  climi  del  globo. 

Venghiamo  alia  particolare  descrizione  delle  specie. 
I.   Spongia  officinalis  Lin.sp.  8.   « foraminulata, 
((  subramosa,  diflbrmis,   tenax,  tomentosa  » . 

((  Massa3  sessilcs  subglobosaj  ovales  vel  oblongae 
((  indeterminatao  figura?,  siiblobata;.  Substantia  mollis 
((  ex  tomento  quodam  confecta:  panno  laneo  sen  aga- 
((  rico  molito  natura  subsimilis,  ina^qualiter  cavernosis- 
(c  sima:  fulvo  grysea.  Odor  combusta)  animalis.  Locus, 
((  mare  mcditerraneiim  ,  rubrum  ct  forte  indicura  at- 
«  quaj  americanum, 

Questa  specie  e  semiglobolare,  aspra  alquanto  alia 
superficie,  costiluita  dalla  estremita  delle  complicatissime 
stoppose  ramificazioni :  porosissima:  a  forami  subcilin- 
drici,  ad  apertura  rotonda.  Color  giallastro.  Soffice. 
Abita  attaccata  agli  scogli  vulcanici  del  seno  di  Lo- 
gnina,  a  profondita  di  lo  a  20  piedi  e  piu.  Qual- 
che  volta  vien  riggettala  dalle  onde  nel  lido  sassoso , 
da  Aci-Castello  sino  a  Catania:  non  molto  coraune. 

Lamark  la  confonde  coila  sua  Sp.  communis;  la 
descrizione  pero  che  da  di  quest'  ultima  non  corrisponde 
alia  officinalis  di  Linneo,  e  le  asscgna  per  luogo  na- 
tale  il  mare  rosso  e  1'  oceano   indiano.     Quella  di  Lin- 


—  3b'  -  i 

) 

neo  inlanlo  e  comunissima  nel  Medilerraneo ,   e  prin-  '  j 

cipalraente  ncU'arcipelago,  e  se  non  altro  merilava  pei 

qucsto  cssere  annoverala  sola  colle  parole  an  oJJiQina- 

hs.L.'i  '  ■  ' 

2.  S.  cariosa  Laraark  sp.  5.  ((glomerato-cespitosa,  J 
«  sessilis,  aspcrata  ,  fibris  laxissimis  cancellatim  con-  j 
((  nexis,  tcnacibus,  subraraescentibus  s.  j 

Nel  nostro  esemplare  la  cariosa  c  piu  tosto  com-  \ 

pressa  chc  siiblobata,     Essa   c   di  color   lionato ,  e  le 
sue  lacunc  la  fanno  rassomigliare  ad  una  soslanza  quasi 

mcmbranacca,   frastagliata  nei   margin!  a  guisa  di  un  j 

fuco  marine  contorlo.     I  pori  sono  minutissimi,  c  po-  | 

CO  profondi.    Abita  sopra  gli  scogli,   iramezzo  a  fucbi 
cd  allri  zoofili.    Kara. 

3.  S.  Lichenijbnms  Lam.  sp.  6.  ((  glomcrato-ce-  ' 
a  spilosa,  sessilis,  asperala,  fibris  laxissimis    cancellalim 

((  connexis  tcnacibus  ,  subramescenlibus  )) . 

Nei  fondi  del  noslro  littoralc  e  comune  attaccata 
alio  gorgonie  ed  allc  piantc  marine;  la  massa  e  spon- 
giosissima ,  ma  la  superficie  e  coperta  come  da  una 
jnembrana  dalla  quale  sollevansi  delle  squamctle,  e 
e  queslc  diseccate  divengono  aspre  c  resislenti.     L'e- 

semplarc  di  ([uesta  coUczione  e  un  pezzo  apparlcnenle  ^  >  \ 

a  massa  piu  cslesa:  ed  il   suo  colore   e  stato  sbiadato  i 

(lal   tempo;  siccomc   alia  Iroppa  secchezza   si  debbc  la  ' 

resislenza  c  la  tenacifa  chc  essa  offre.  .    j 

4-.  S.  byssoides^  Lam.  sp.  i8.  ((  sessilis  simplex,  j 

((  prostrala  ,  lumida,     pcllucida,  fibris  nudis  laxissimc  j 

((  cancellalis  )).  <  ^ 

Con    qualchc    csitazione   bo    caratlerizzato   quesia  | 

spugna  i)clla  specie  byssoides,  stantc  chc  essa  e  incro-  ^ 

stante,  o  almeno  invesle  uno  slipite   di    gorgonia    no-  ^ 

dosa.  manca  percio  del  caraltere  di  proslrata^   nel  ri- 


—  36  — 

manenle  pero  convlene.  II  colore  e  giallo  sbiadiato: 
aspretta  al  tatto;  le  fibre  sono  caiicellate,  e  mai  rette. 
Essa  e  comune  da  noi,  abbenclie  Lamark  le  assegni 
per  luogo  natale  i  inari  dclla  nuova  Olanda. 

5.  S.  incrustans  Lam.  sp.  22  ((  Crustacea,  te- 
«  nuis,  fucos,  obtegens^  fibrosa,  laxe  reticulata,  fora- 
c(   minibus  sparsis  )) . 

Poco  differisce  qucsla  spugna  dalla  panicea  nella 
sostanza  e  nella  tessitura:  copre  gli  alcioni,  i  fucbi  ed 
anche  gli  scogli  del  seno  di  Lognina,  in  piccoli  con- 
glomerati;  il  colore  e  bianco  sporco.  Quando  e  secca 
facilmente  si  disfa  frallc  dita  c  le  fibbre  si  rorapono 
in  una  specie  di  polvere  pallida  c  leggera. 

6.  S.  pala.  Lam.sp.34-  «  pedata,  spalulata,  maxi- 
(c  ma;  intus  fibris  densius  confertis ,  longitudinaliter  li- 
(i:  neata.  BLirgine  foraroinuloso .  Fibris  nudis  laxissimc 
((   contextis  » . 

Delle  spugnc  peduncolate  qucsta  specie  abbiamo 
noi  pure,  cbc  il  sig.  Lamark  asscgna  al  mare  dell'  0- 
ceanica  presso  I'isola  Kaogurros.  Ella  non  e  pero  gran- 
dissima:  e  differisce  dalla  descritta  del  naturalista  fran- 
cese  per  non  avere  it  margine  superiore  foraminoso: 
ed  all'  incontro  c  nella  siiperficic  superiore  che  apronsi 
i  forami:  e  questi  sono  riuniti  e  disposti  in  gTuppelti 
a  guisa  di  fiori,  cbe  le  danno  una  vaga  apparenza. 
E  slata  raccolla  dal  prof.  Cosentini  nel  seno  di  Lo- 
gnina, ma  sombra  rarissima  attesoccbe  in  tanti  anni 
mai  piu  di  un  individuo  gli  e  loccato  venderne. 

7.  S .  tuvbinata  Lam.  sp.So  «  angusto- turbinata, 
ft  prajionga,  ihfundibulifonuis,  rigida,  incrustato-fibro- 
((   sa,  porosissima,  cavilale  monticulis  sparsis  ecbinala  i>. 

Auclie  (piesla  specie,  abilalrice  dei  mari  di  Ame- 
rica jion  e  rarJsaina  fra  noi.  Nella  collczione  del  ca- 


-  37  - 

valior  Gioeni  sc  ne  Irovano  belli  esemplari  del  mare 
ili  Trapani:  qiicllo  die  iioi  dcscriviamo  e  della  ratla 
dclla  'I'rezza,  alincno  e  stalo  da  quel  luogo  apporlato: 
csso  iiori  e  di  ^randczza  gigantesca  come  qiielli  di 
Trapani,  ma  e  simile  noUa  slrultura  c  nel  fosco  colo- 
rito.  Dei  caratlcri  del  Lamark ,  manca  ((uello  delle 
piccolo  olovazioni  sparse  nolle  cavila  la  quale  e  infun- 
dibiliforme,  con  leggerc  ineguagliaDZC   di  superficic. 

8.  S.  inU'slinalis  Lam.  sp.  ^G.ic  pluriloba,  fibrosa, 
«  rigidula,  iulus  cava,  lobis  iuasqualibus,  variis,  cjlin- 
(C  draceis,  fislulosis,  rimoso-fcnostralis  5). 

JIollo  si  rassomigiia  a  quolla  nolata  colla  lettera  A 
noUa  lav.Vni.d<'iropora  diOiivi,descritta  daStrangc  nol- 
le Iransazioni  filosoficbe  vol.  IX  anno  1770  —  Curiosissi- 
ma  ne  e  la  forma:  i  suoi  rami  lubulari  c  cilindrici 
clie  soguono  varie  dirozioni ,  la  uniforme  conlcstura 
p?iilloslo  doiisa,  le  sinuosila  lalorali ,  e  la  porosissima 
superficie,  la  fanno  rimirare  con  intcresse  da  cbiccliesia; 
provione  dal  scno  di  Lognlna,    ma   e   rarissima. 

9.  S.  <5if?.s7rt  Lam.  sp.82.  cc  substipitala,  IVondoso- 
«  crislala,  fibrosa  nigra,  oxplaualionibus  convolulo  cri- 
\  spis,  confortis,  nudis,  laxe  contoxlis   ». 

La  doscrizione  die  da  Pallas  (225)  c  quolla  del 
Lamark  convengono  osallamonle  colla  nostra  specie: 
sc  noil  die  la  grandczza  di  qnesia  e  minore ,  ed  il 
colore  e  rosso,  non  gia  noro:  nello  stalo  di  froscliezza 
0  anzi  dol  rosso  di  orangio.  Abila  atlaccala  agli  scogli 
vulcanici  dol  liUoralc:  non  ov\ia. 

10.  S.  vivr/iillosa  ((  stipite  duro  orccto  ramose: 
«  ramis  snbtcrclibus,  vii-gatis,  erectis,  acutiscidis,  super- 
«  ficic  pannea.   Lam.  sp.   99   ». 

Rara  e  quosta  specie,  clio  porta  lulli  i  caratleri  dc- 
scritli  dal  Lamark:  c  (pioiti  la  viiole  abitatrice  del  ma- 


—  38  — 

re  del  nord  di  Europa.  II  professore  Cosenlini  non 
ha  avuto  esemplari  piu  belli  di  questo  clie  fa  parte 
di  nostra  collezione,  e  clie  dal  tempo  e  stato  cangiato 
nel  colore  clie  piu  rossastro  era  in  principio:  e  dal  mo- 
do  di  conservarlo  ha  preso  una  forma  appianata. 

11.  S.  dicholoma.  Lam. sp.  102  (C  (Sp.  cervicor- 
((  nis  Pallas  236")  ramose  caulescens,  subdisticha,  te- 
«  nax:  ramis  dichotomis  erectis,  tereti-subulatis  tomen- 
«  tosis.  (V.  Linn.  sp.    i4..)  ». 

Anche  rara  e  questa  specie ;  la  nostra  viene  dal 
seno  di  Lognina,  ma  scrostata  e  divelta  forse  dagli  sco- 
gli  del  litlorale.  Degli  esemplari  piu  grandi  se  no 
conservano  nel  gabinetto  del  cav.  Gioeni,  sono  pero 
del  mare  di  Trapani. 

A  giudicar  per  analogia  suUa  uniformila  di  strut- 
tura  e  di  forma ,  basterel)bero  le  tre  ultime  specie  di 
spiignc  per  togliere  ogni  dubbio  sulla  di  loro  anima- 
lita.  Nel  considerare  la  base  lo  stipite  e  la  crespa- 
tura  delle  foglie  dcUa  S.  basla^i  non  puo  non  richia- 
marsi  a  memoria  la  forma  di  quella  madrcpora,  cui 
si  e  dato  in  oggi  il  nome  di  Pavonia  lactuca.,  o  di 
quell'  altra  che  Monticularia  folium  si  appella.  La 
Spongia  dichotoma  del  pari  ha  le  ramificazioni  dclla 
Distichopora.,  e  AaWaMillepora  cervicornis:  e  per  con- 
seguenza  se  indubitabilmcnte  sono  i  polipi  i  fabri  di 
quelle  madrepore,  sarebbe  un' andar  contro  I'evidenza 
il  negarli  a  queste  spugne, 

12.  S.  semilubulosa  Lara.sp.  i2!5,  ((mollis  ra- 
ce mosissima:  ramulis  cilindraceis ,  tortuoso-divaricalis  , 
((  sub-coal  escentib us :  interdum  forato-tubulosis  » . 

Bellissima  specie  ma  difficile  a  conservarsi  secca, 
attesa  la  fragUita  di  sua  contestura  niente  fibrosa ,  o 
almeno  di  fibre  cosi  minute  che  facilraente  iu  polvere 


-39- 

si  possono  disfare.  II  colore  c  bianco  sporco,  con  leggora 
linla  rosacea,  quando  si  ha  receutc.  Comune  nei  fondi 
algosi  di  Logniiia. 

iS.  S.  .stuposa.  Lam.  sp.  i3i  (c  ramosa,  teres, 
«  sluposa  alqiie  villosa,  raniis  brevibus  obtusis  » . 

Questa  e  rapporlala  come  appartenente  ai  mari 
di  Europa  c  principalmoutc  alia  costa  d'Inghilterra:  e 
stala  pcro  da  me  hovata  in  mezzo  ai  fiichi  ed  alle 
algbe  die  il  mare  rigelta  negli  scogli  di  Larmisi  e 
Yillarascosa.     II  suo  colore  e  giallo  rossaslro. 

i4--  S.  clathnis.  cc  glomerala,  mollis  ramosissima, 
«  ramis  canccllalim  coalescentibus,  foramlnulatis  fibro- 
c  sis;  aplcibus  turgidiusculis  obfusis.  Lam.sp.i33». 

La  specie  che  noi  possediamo  forma  una  ciocca 
glomerata  die  iniila  un  cavolo-fiore :  e  comune  fralle 
coralline  aderenti  agli  scogli  di  tutfo  il  liUorale,  ma 
difficile  a  conservarsi  secca  a  causa  dclla  fragilita  di 
sua  slrultura.  Fresca  e  di  color  bianco-roseo,  e  molle 
ed  elaslica. 

1 5.  ^./7fl«/cpfl  (Pallas  sp.  9.V6.  p.  388)  «  amor- 
ce pha  albida,  mollis,  tenerrinia  ,  sublilissime  porosa . 
«  Massac  informes  diffusfc  nunujuam  digito  crassiores, 
((  fucis  et  tubulariis,  sertulariiscjue  intertextsc ;  subsfan- 
((  tia  albida  mollis  (consistentia  alburui  ex  scirpo)  sub- 
(t   lilissime  cdlulosa  )). 

Comune  e  anche  questa  nei  siti  stessi  della  pre- 
cedente:  di  color  pallido,  die  non  cambia  nei  disec- 
camcnlo. 

Fra  tutte  le  produzioni  di  polipi  sono  certamenle 
le  spugne,  quelle  di  cui  1'  uso  e  cosi  universale.  Lo 
stesso  corallo  non  e  impiogalo  die  a  solo  oggetto  di 
oniamcnlo,  dopo  che  T  uso  medico  e  caduto  di  opi- 
nioue.     Ma  le  spugne  sono  a  ragione  riguardale  uti- 


—  4o  — 

lissime  nella  neltezza  dclle  persoue,  dcgli  animali,  delle 
case,  delle  macchinc,  e  dei  mobili.  La  cliirurgia  ol- 
tre  a  cio  grande  ajuto  ne  riceve  nella  medicatiua  delle 
ferite  e  delle  piaghe,  e  nella  dilalazione  di  seni  fisto- 
losi ;  e  sino  a  pochi  anni  addietro  anche  la  medicina 
sapeva  giovarsene  usandole  brugiate  nella  cura  delle 
scrofole  e  di  allri  tumori.  La  scoperlapero  del  Jodio 
die  parte  cosliluenle  di  esse,  formava  la  base  di  loro 
virtu  mcdica,  non  lia  falto  piu  adoprarle,  essendo  in 
cffetto  increla  la  dosedelJodio  che  potrebbero  contenere. 
Delle  spiigne  piii  fine  delta  S.  officinalis ,  usansi 
nelle  toletle:  di  quesle  clie  riferisconsi  alle  specie  S.  usi- 
tatissima^  e  S.  lacinulosa^  noi  non  abbianio  trovato 
ancora  nei  nostri  mari;  ma  sarebbe  da  tentarsene  una 
regolarc  pesca,  la  quale  ci  renderebbe  indipendenti , 
anclie  per  quest'  articolo  di  commercio,  dalle  speculazio- 
ni  deir  estero. 


SOPRA  U  ATTITUDINE 

DELLE 

MATERIE   VULCANICHE 

A3.LE    ART!    SLSSIDIARIE     DELL"  ARCHITETTURA 

DISCORSO 

nn.  SOCIO  attito 
MARIO   MUSUMCCI 

LET.'O  KElll  TOnsiTA  ORDn.lRU  DEL  G  lUGtlO   lS3S. 


y^/ii  Accad.  vol.  \v.  6 


/*>  9fP  f'>  fS'li'/ a^'vjaj^ aj^:tfj 


L-a  natura  non  apprcsta  alia  nosira  mcnto  una  idea 
pill  prccisa  piii  grande  della  It^ge  immutabile,  intor- 
110  alia  quale  iiicessantcmcnte  travagliasi,  quanlo  nella 
mcravigliosa ,  non  meno  clie  terriLile  operazione  dei 
viilcaiii.  Lo  slniggimenlo,  e  la  riproduzioue  dogli  es- 
seri  organici ,  a  vero  dire^  c  tuttogiomo  a  noslri  oc- 
elli, ma  si  cffettuiscc  essa  di  un  modo  cosi  lento,  cosi 
regolare,  cosi  nicnoraato  cbe  ci  moslra  piiittoslo  nn 
freddo  ed  abituale  spellacolo ,  anziclie  nn  oggello  ad 
alte  conteraplazioni,  ]\Ia  nn  elemenlo  vivificalore,  die 
dissolve  c  ricomponc  fondcndo  tiitto  cio  clie  avvi  nelle 
vasle  interne  concrezioni  del  globo ,  e  cbe  mutate 
indi  di  loro  natura  per  le  combustio.'ii  subite,  Ic  re- 
spinge  con  crisi  istanfanea,  non  men  clie  orrida  alia 
sua  suporficie,  a  stcrrainare  tiitto  cio  cbe  ivi  trovasi: 
ecco  la  lelra  c  longca  sccna  deiraltivita  dei  volcani. 


-  XX  ~     ■ 

Astrazione  falta  dal  calcolo  do'  secoli,  che  e  nullo 
per  tali  proccdiincnti ,  decomponcndosi  le  cnittazioni 
volcaniche ,  si  aprono  siffattamcnte  alia  vcgetazione  , 
da  potcrsi  credere  avverato  quanlo  anliclii  favoleggia- 
.  tori  dissero  di  Flora  e  Pomona,  i  cui  doni  sembrano 
riimirsi  vnelle  olcanizzazioni  divenute  coltive.  Ma 
allri  pill  immediati  ed  efficaci  mezzi  offrono  le  mate- 
rie  volcaniche  all'  architettura  ,  non  nieno  che  alio 
studio  delle  natural!  scienze.  La  immensa  serie  delle 
formazioni  calcarifere  dai  piii  leggeri  carbonati  ai  mar- 
mi  pill  compalti,  e  le  silicee  dalle  puddinghe  e  pe- 
troselci  ai  graniti  ed  ai  porfidi,  e  dubbio  se  mai  pos- 
sano  esibire  tanti  mezzi  alia  cdificatoria  di  quanti  ne 
appreslano  i  volcani.  Tranne  le  moli  massive  degli 
egiziani  edificii ,  destinati  a  lottarc  coi  secoli  al  pari 
delle  roccie  primigcnie  da  cui  furon  tratte,  1'  arte  di 
costruiie  la  piu  usuale  all'  uomo  ,  poco  vantaggio  ha 
ricavafo  dalle  concrczioni  silicee,  e  piu  che  pocO'  an- 
cora  dalle  calcari ,  considerate  come  masse  da  mu- 
razionc. 

Cominciandone  1'  elenco  dalle  piu  leggiere  volcaniz- 
zazioni,  come  le  ceneri  ed  il  lapillo,  questi  producono 
la  tevmantide  cejiientaria  de  Haiiy,  c  quanto  volte  si 
combinano  cogl'  idrati  di  argille  formano  i  trass ,  o 
tufi  volcanici,  utilissimi  come  masse  murali,  e  come 
sabbie  da  ceracnto,  quando  sono  ridotti  in  frantumi. 
La  pomice  lava  velrosa  pumicea  aderisce  tcnacemente 
per  la  via  iimida  alia  calce  solfata  in  istato  di  cau- 
sticita,  come  pure  alia  calce  carbonata  mista  alle  ter- 
mantidi.  In  questo  secondo  processo  gli  antichi  usa- 
rono  le  pomici  appositamente  negl'  ipoca-usti  per  le 
volte  delle  fomaci ,  addette  all'  uso  dei  bagni  caldi, 


-43  - 

come  i  riulori  dcllc  nostrc  anticliitu  lullora  dlmoslra- 
iio.  he  scoric  hve  porose  sono  assai  idoncc  alia  cc- 
montaziono  per  Ic  cavila,  non  mcno  che  per  la  loro 
natura,  c  s'  impiegano  pcrcio  iici  coslrutli  di  voile  so- 
lidissime.  I  fraiiUimi  di  lave  di  ogni  gencre,  a  so- 
Hdi  irregolari  ,  o  globulari ,  misli  alle  malle  inser- 
vono  ai  muri  formacei:  melodo  che  corrisponde  alio 
emplecton  dei  Greci,  rammentalo  da  Vitruvio  e  da  Pli- 
nio  ('',  che  iinpropriamcute  cliiamasi  dai  Iradullori  ope- 


f,)  Vithiv.  lib.  11.  cap.  VHf.  Plin.  hb.  XXXVI.  cap. XXII. 

Qiicsli  due  aulori  convonj^^ono  ossore  lo  emplcclon  lal  geuero  di  fab- 
liriiacho  a\ossc  pczzi  squadrafi  c  poiili  alle  facce  estcriori,  e  nel  com- 
plojiso  interno  fosse  fuHa  infarcila  di  pieire  e  eemeiito  alia  rinfiisa  ,  di 
tfiialiinquo  naliira.  1  imiri  fonuacci  dei  quali  paria  il  solo  Pliuio  lib. 
XX.\V  i-ap.  XIV,  erano  costnilti  a  guisa  di  forma  tra  due  lavolati, 
p  rello  iiilonio  nempiuli  collo  stosso  melodo.  La  dilferenza  tra  lo  em- 
plecton c<l  il  inuro  forniaeeo  consiste  che  il  primo  aveva  lo  esterno  rive- 
slinionlo  di  [iczzi  la\orati,  e  che  il  secondo  rimane  dope  la  coslru^ 
zione  collo  facce  scabro  che  vi  lascia  il  tavolato,  ma  il  metodo  d'in- 
farcirnc  1' interno  complesso  e  comune  ad  entrambi.  Non  compete  a 
inio  avviso  ad  nna  tale  fabbrica  il  vocabolo  di  incerta  sia  che  si  abbia 
ragioiio  del  me'odo  che  e  anzi  certissimo  e  di  precisa  forma,  sia  cha 
se  ne  riguurdi  lo  elTetto.  Per  qticsta  ultima  parte  lo  stesso  Plinio  affer- 
ina  che  a  siioi  tempi  csistevano  in  Spagna  ed  in  Africa  torri  e  costruiioni 
forniacee  fitle\i  da  Aunibale  ,  rivestite  di  luto  ed  anche  di  mattoni 
crudi.  L' interno  delle  torri  balistarie  delle  nostre  antiche  mora  e  for- 
niaeeo e  di  luto  ,  ma  il  rivcstimcnto  di  fabbrica  in  calce  ;  si  vedono 
inllji'-a  all' impiedi  dopn  il  lasso  di  pifi  di  sei  secoli.  Negli  avanzi  pero 
del  nostro  aiiliteatro,  Icatro  cd  odou  prccisamente  si  osservano  le  vere 
.'.ostruzioii  di  ambidue  i  suddctti  metodi;  i  grossi  rauri  e  le  pile  sono 
alio  emplnclon  col  rivestimento  estoriore  di  pezzi  lavorati  pseudoisodo- 
nii  .  meriro  la  struttura  delle  volte  e  meramente  formacea.  Veggansi 
i  miei  Cmni  crilici  sopra  vno  rtidere  cc.  Cat.  i8ig  e  la  Illustra- 
ziotte  dtir  Odco  ec.  Catania  1822,  sye  si  analizzano  taliuii  costratti; 
«"  si  puo  conosccrc  come  1'  antica  sapienza  impicga  le  matfirie  viilca-; 
niche   c«i  metodi  ceraeutizi  possibiliartitc  migliori; 


—  ^ff  — 

ra  i'lcerta.  Finalmente  Ip.  lava  compatta  che  e  il 
nuclco  delle  eruttazioni  volcaniche ,  appresta  mczzi 
di  decoraz'one  inipicgandosi  squadrata  a  iilari  ordina- 
ti,  isidomi^  o,  psPAi  doisodomi^  al  rivestimento  delle 
sanimeutovalc  murazioni  formacee ;  cd  aucora  piu 
nc.biliiiente  cavar.dono  inlere  colonnc.,  come  nc  osser- 
viarao  in  diverse  cliiese  iunalzate  dopo  il  railie  nclla 
settentrionale  ed  occideritale  plaga  dcU'Etna,  mentrc 
le  altre  due,  orientale  e  meridionale,  mostrano  mul- 
liformi  ed  importanti  tipi  di  ounigLae  coslruzioni  mi- 
ste  ('). 

In  tutti  i  sopra  enunciati  metodi  ediacatorii  noa  si 
puo  fare  a  meuo  di  ammirare  quanto  negii  andati 
tempi  la  cliiraica  applicata  abbia  saputo  profittare  delle 
volcanizzazicni  in  pro  delle  arti  sussidiarie  dell'  ar- 
chitettura.  Combinandole  gli  anticLi  non  solameule 
coUa  calce,  ma  eziandio  colle  argille  ne  formarono 
le  pietre  arlificiali,  come  sono  tuUi  i  lavori  Uterizii , 
nei  quail  adoperavaiio  essi  sapientissimo  magistero,  la 
cui  analisi  mi  porterebbe  oltre  lo  scope  di  qucsto  ragio- 
namento.  Osservando  i  ruderi  dei  quali  ragiono  ,  sola- 


(2)  Malgrado  la  decadcnza  delle  scicnze  ed  arti  nei  secoli  di  mezzo, 
i  ruderi  di  antichi  cdilicii  forraati  con  prodoUi  valcaiiici  furono  sempre 
ira  noi  scuola  viva  alio  edificare,  come  ho  diinoslrato  in  una  memoria 
sullo  Slato  delle  arti  in  Sicilia  dal  VIII  al  XIII  secolo  Cat.  iSSz. 
Kondelet  Art.  de  batir.  Paris  i834.  torn.  I  cap. Ill  art.  IV  porta  nnpocr 
piu  f.vanti  qnesta  dimostrazione:  egli  concede  che  le  invasiuni  boreali 
distrussero  il  buon  gusto  dell'architetlura  -  raais  quant  anx  procedt'S 
de  r  aj-t  de  batir,  qui  font  constautement  I'  unique  etude  de:i  ou\Tiers 
ordinairos,  il  faut  croire  qu' ils  se  sont  trasmis  jusqu'a  nou5,  telsqu'ils 
se  pratiquaient  du  tnnips  oes  anciens  Ilomaina.-Ho  preferita  la  seilima 
cdizione  di  Parigi,  pe;che  piii  recente  della  t'^aduzione  del  Soresina  di 
Mantova. 


-47- 

irionto  in  /iguanlo  ai  nudi  prodolli  volcanici,  vi  si 
trovano  Jinpiegalt;  a  ]jrefcrenza,  co:bc  raaterie  di  rau- 
razione,  le  lavo  litoidec,  o  sia  di  slrulliira  omogenca, 
e  noa  le  variolitiche,  e  cio  die  piii  inoula  a  sapersi 
oi  (i  ,  chc  nialgrado  il  maggiore  peso  specifico  delie 
prime,  vi  bi  trovano  conforinate  in  sorprcndenti  masse 
di  slruttiu-a.  Acccnno  sollanlo  in  proposito  esistcre  nei 
rvdori  del  nostro  anfileatro  delie  volte  costrutte  tutle 
dio  einpleclon.  Lo  qnali  dal  rigoglio  alio  cslradosso 
baimo  uno  spessore  di  piu  di  due  mclri  di  un  co- 
slrutfo  solidissimo  a  qiialimque  sperimenfo,  nelle  quali 
i  matloni  si  osscrvano  solanienlc  inipiegati  nclle  curve 
diretlrici  a  fine  di  determinarnc  con  prccisione  le 
sagomc. 

Una  siflatta  dinbrcnza  di  lave  fu  annolata  da  Vi- 
truvio  come  provcnicnte  da  divorsita  di  matcrie  fusi- 
hili;  parlaudo  della  Ycsuviana  da  \\n  no\mm\[n.  purnex 
pornpejanus^  la  caratlcrizza  come  non  alta  alia  mura- 
zione ,  pcrclic  excoctus  ex  alio  genere  lapidis.  Egli 
visse  sotto  Augusto,  c  quindi  oltantaiuii  prima  che  il 
Vesuvio  fosse  divenuto  uuovamcnte  volcano  attivo,  co- 
me lo  e  a  nostri  giorni,  e  che  avesse  coperto  Er- 
colano  c  Pompcja,  colla  mortc  di  Plinio  il  naturalista, 
lo  die  awcnne  sotto  1'  impcro  di  Tito,  ed  in  cousc- 
guenza  6  da  awertirc,  die  cgli  parla  di  lave  pree- 
sislcnti.  Soggiunge  poi  ch3  la  lava  atta  alia  costru- 
zionc  sotlo  il  noino  di  spugna  vulcanica^  non  csisteva 
in  tutti  i  luoglii:  non  in  omnibus  locis  nascilur^  nisi 
circum  AEtnam^  el  collilms  Mysiae^  i  quali  erano  i 
Nolcani  piii  conosciuti  a  suoi  tempi  ^\ 

(')   VitruT.    lib.    II    cap.  VI.    II  Galiani   dottissimo    traduUore  c 


—  48  ~ 

In  conformita  di  quanto  un  cosl  accurato  scrittore 
asserisce  intorno  alia  sopra  indicata  differenza  di  lave, 
ii  da  tener  mente  a  quello  ehe  osservasi  negli  avanzi 
deir  antichissimo  anfiteatro  Puteolano,  e  nelle  fonda- 
zioni  del  porto  di  Baja,  tanto  eruditamente  illustrati 
dal  Paoli  W).  In  essi,  tuttoche  a  piedi  del  Vesuvio, 
stanle  la  poca  consistenza  della  lava  Pompejana  avver- 
tila  da  Yitruvio,  si  vede  solamente  adoprato  il  lapillo 
\  olcanico  nel  cemento ,  ma  la  raassa  di  murazione 
pcro  (i  formata  tutta  di  mattoni ,  come  gli  artificial! 
siirrogali  alle  pietre  di  fabbrica ,  in  quei  luoghi  che 
lie  crano  prii. 

La  ragione  di  cosiffatta  prefcrenza  e  fondata  sulla 
preziosa  qualita  ,  che  banno  i  prodolti  volcanici  di 
aderire  per  la  via  umida  lenacemente  alia  calce  pas- 
sata  alio  slato  di  causticita,  cd  in  ragione  direlta  dei 
ineati  die  i  prodolti  di  cui  si  parla ,  le  apprcstano ; 
per  lo  die  la  calce  si  combina  piu  facilmente  coUe 
lave  porose,  che  con  Ic  compalte,  piu  con  le  disciol- 
tc ,  die  con  le  conglomerate ,  e  fin'  anco    colle  torre 


gloss.ilorc  de!  latino  Ir.itlntista  ^ap.  1790  png-  34-  nota  i  «cmbra  os- 
sorsi  ingamialo  cii-ca  I' iiilerpelrazionc  delle  \iaTo\c  -  cxeoclus  ex  alio 
t/friciT  /apidis  —  cveienio  ogli  non  cssore  inleramente  vera  (^uantu  dice 
tl  f'llruvio  circa  alia  prcdctta  dificrcaza  delle  lave  Vesuviaiie  od  Etiiee; 
pcrchi;  le  crcdc  piuttosto  vomilatc  da  diffcrcnti  vulcani,  ariziciie  geiic- 
ralc  con  tale  differenza.  'i'roppe  idee  coufonde  in  proposito  nella  espo- 
sizione  del  sopra  citato  capitolo ,  non  cssoiidogli  I'orse  note  le  sco- 
perte  fatte  a  suoi  tempi  coll'  nnalisi  dello  lave.  Vilruvio  annota  con 
«hiarezza  la  divorsita  delle  matorie  fusibili  generatrici  delle  due  sjiecie 
di  lave,  e  non  i  divcrsi  craleri  da  cui  erauo  vomilate  ,  come  voneb- 
Ijc  il  Galiani. 

(4)  Jntiq.  Puteol.  lav.  XIII.  XIV.  XXI.  XXII. XXIII. XXIV.   XXV 
colle  corrisjjondeuli  esplicazioui. 


—  ^9  — 

ocracee.  NcUe  indagini  fatte  sulla  medesima  si  lenne 
per  fermo  da  Macquer  e  Fourcroy,  che  nel  prosciugarsi 
im  ccmento  ,  la  calce,  secondo,  le  diverse  influcnze 
atmosferiche ,  ripigliava  I'acido  carbonico ,  di  cui  era 
stata  spogliata  per  la  via  sccca.  Ma  il  diligcnle  Beu- 
dant  pcro  lia  diinostrato,  che  gli  antichi  cementi  hanno 
lanta  maggiore  tenacilu,  quanlo  piu  sono  spogliati  di 
acido  carbonico,  cd  a  qiiesto  fine  cgli  crede  doversi 
preferire  nellecostruzioni  i  prodotti  vulcanici  ^^\  II  prin- 
cipio  di  una  cosl  virhialc  adcsione  si  e,  cbe  potendo 
qiiesli  prodolli  csscre  piu  facilmente  nella  via  umida 

.  attaccati  dalla  calcc,  altesa  la  grande  aflinita  che  ha 
coi  metalossidi,  qiicsta  caiigia  in  silieali  i  prodotti  vul- 
canici, sccondo  la  maggiore,  o  minore  vctrificazione  , 
che  liamio  subilo,  in  lorza  della  quale  divengono  su- 
scettibili  di  una  tale  operazione  chiniica.  In  effetto  il 
modo  di  otlencre  un  ottinio  ccmento  e  quello  di 
trattarne  siffattamcnte  il  niagistcro,  che  la  calce  stem- 

.prata   e    raestruala   nou    perdcsse   istantancAinente  lo 


(5)  Traite  elem.  de  mineral.  Paris  1824.  §■  4-oo.  Gli  sperimenti 
dpgl'  ingegnicri  Arcel  c  John  rapportati  da  nuriias=  Traite  de  cliim.  appl. 
aux  arU:  lib.  V  cap.  Mil  ^.  in3=haii  fallo  conosiere  che  gli 
antichi  cemeuti  per  quanto  fo.«sc  stata  grai:de  ia  loro  ai  tiihita  ,  non 
si  trovano  mai  saturali  di  acido  carbonico.  L'ullimo  di  cpsi  |iiu  di  re- 
cente  dopo  diiigentissime  -aiialisi  conobbe  clie  1  acido  carbonico  con- 
teriulo  ne\  cemeiUi  fresciii,  a  misnra  che  e  esposlo  all  aria  si  atte- 
nua  a  poco  a  poco  ,  p  divieiie  poi  iiullo  in  istatu  di  coi  soiidaziore. 
Osscrvo  pgli  nella  demolizione  di  una  torre  in  Deilino  di  ventisette 
jpiedi  di  diamclro  cosirn'ia  ollantanni  prima,  1' interna  murazione  cosi 
ircsca  da  parerc  fatta  alio    istanto  ;    essa   conservava  ancora  il  sapore 

.-caustico  ,  e  forinava  idrato  di  calce.  Cio  serve  a  coiifermare  quai.to 
sia  contrario  alia  igicne  lo  abitare  case  di  receate  struttura,  ove  abb.'ano 

.avuto  luogo  siguiiii:;anii  corpi  di  murazione. 

JUi  Accad.  vol.  xr.  n 


stalo  di  iclialo,  il  quale  c  il  solo  mezzo  con  cui  essa 
sicombina  con  gli  ossidi  melallici,  di  cui  abbondano 
Ic  lermanlidi,  i  trass  vulcanici,  e  le  lave  porose,  che^ 
Eono  le  piu  prossime   alia  vetrificazione. 

Lo  sludio  sopra  gli  autichi  ccmenli  sin  dope  la. 
nieta  dello  scorso  secolo  ka  occupato  i  migliori  trat- 
tatisti.  Loriol,  La  Faye,  Vicat,  sudarono  coll'  ajuta 
delle  nuOAC  cbimiche  teorie,  inlorno  a  cosi  impor- 
tanti  processi,  ma  i  metodi  rinvenuli,  per  quanto  pre- 
gevoli  dal  canlo  della  solidita,  sono  per  lo  piii  tal- 
mente  dispcndiosi,  da  non  rimanere  ammessi  cbe  nella 
sola  via  scienlifica.  Da  tanli  sforzi  peio  una  sola  ve- 
rita  sembra  cmergere,  ebe  i  migliori,  i  piu  cconomici,. 
i  pill  durcvoli  materiali  per  la  edificaloria  scno  le- 
vulcanizzazioni.  Rondelet  con  replicali  espcrimenti  ten'6 
colla  Iriturazione  dello  gneiss  di  avcre  un  sabbione 
siliceo ,  il  quale  fosse ,  sccondo  lui  atlo  a  formar 
colla  calcc  un  cemenlo  di  niassinia  consisionza ,  cd 
intanto  non  ne  ottenne,  se  non  uno  di  mediocre  adc- 
sione  (''■';  c  Vicat  clie  ne  replico  gli  esperimenti,  ne 
cbbe  i  risullati  medesinii^'?).  Primamenle  le  parti  quar- 
zose  cbe  contiene  lo  gneiss,  altesa  la  estrcma  lor  com- 
pattczza,  non  offrono  permeabilila  alia  calce  nella  via 
umida,  la  quale  percio  non  puo  altaccarne  cbe  la  sola 
superficie.  Dall'altro  canto  il  feldspalo,  la  mica,  e  I'or- 
niblenda  che  in  gran  parte  sono  nello  gneiss  quantun- 
que  si  decompongano  tanto  colla  iriturazione  cbe  col- 
r  azione  almosferica ,  pure  non  possono  separarsi  dallo 
parti  quarzose  a   segno  di  lasciarlc  deU'  intullo  libera, 

(6)  Art  do  batir.Tom.  I   cap.  Ill  art.  IV. 

(7>  Rechcrc.    esper.  sur  les  chaux.  Sez,  1  cap.I  Sez.  III.   cap.IV, 


—  b'l  — 


anzl  vi  rlraaDgono  altaccale  talmente  da  impcdirc  I'adc- 
sione  del  la  calce  alia  stcssa  loro  superficie, 

Qiiantunqiic  Vitruvio  c  Plinio  ^^>  avessoro  dccantate 
le  arcnc  fossili,  come  il  migliore  meslruo  ferrumina- 
torio  per  la  calce,  cio  non  ostante  uno  de'  prirai 
■classici  doll'  arte  Bclidor  propose  di  prcfcrirc  le  flu- 
viatili  (a).  Ma  la  Yulcanologia ,   che  sola  poteva  dissi- 


(8)  Vilr.  iib.n  cap.  VI  Plin.  lib.  XXXV  cap.  XIII 

(9)  Scienc.  dps  Iiii?.  lib.   Ifl    cap.   W. 

Qucsto  insigne  autorp  pipfprisic  la  fliiviatile  alia  sabbia  di  cava;  e 
■<]uantiMi(|uc  sia  di  accordo  the  il  coluro  nulla  infliiisca  alia  bonta  di 
una  sabb[a,  cio  iron  ostaulc  jircfciisco  aiicora  non  so  con  quanta  buona 
ragionc  la  bianca,  il  cui  colore  provionc  immancabilinento  o  da  rai- 
«cec  calcarifere,  o  magresiacbe  chc  male  si  conibinano  nel  ceraenlo. 
Ma  lo  AlbcrlisArchit.lib.  II  cap.  XII  =  che  e  il  secondo  classico 
■dopo  \'ilriivio,  annola  al  coriti'ario  la  bianca  come  la  piii  cattiva  sabbia 
per  inuralura  c  del  pari  la  morbida,  pcrclie  ininiancabilincule  per  osser 
talc  dpve  contcnpic  Iprriccio  ,  forba  ,  0  argille.  I  duo  carattcri  chc 
Vilruvio  alligp  ad  uii' otlinia  sabbia  sono:  lo  siridorc  alio  stropicciarsi 
fra  le  inatii;  ed  il  lasciar  non  inqninato  un  tessuto  qualunque,  dopo  es- 
sersenc  sparsa  sopra,  cd  iiidi  bultala  via.  Ma  qucsti  non  bastauo  a  quali- 
ficare  una  buona  sabbia.  I  franlunii  dcllc  piu  leggcre  pomici  vulca- 
niclie  hanno  i  |)rodGlti  duo  caratlpri,  cd  intanlo  uon  sono  atli  a  for- 
mar  oltima  malta,  conic  i  trass  c  le  Icrinantidi  volcanicho.  Palladio 
lib.  1  cap.  IV  ri])ctc  quaiilo  scrisscro  Vitruvio  ed  Albcrti ;  Scamoiizi 
pcro  senibra  cssprsi '^accostato  piii  alle  alluali  conoscenzc  geognostitbe  = 
Archil,  con  note  dcU'Orsini  Perugia  i8o3  loni.  ill.  cap.XMl  =ligli  thoIc 
che  la  sabbia  da  nmrazione  sia  aspia,  dura  e  di  mollopeso.  Queste 
iiilinic  parole  confermano  il  merito  di  un  tale  classico  in  arcbilctlura: 
la  quaiila  del  niolto  ])Pso  non  avvcrlila  dai  precedenti  scritturi  indica 
aver  lui  ,  ahneno  ])raticamcnte ,  spcrinieiitata  1'  aliinita  tVgli  ossidi 
luctalljci  colla  calce  nolla  via  uniida.  Scaniozzi  preccsse  di  an  sccolo  il 
Bellidor,  c  di  due  secoli  i  volcaiiisti  piu  celeLri  ,  cd  inttnto  indovino 
la  ragione  per  cui  le  nialcrie  vulcanichc  sono  oggi  jxeferibili  riclla 
edilicaloria;  nia  non  e  qucsto  il  prinio  esonq)io  di  g-aiidi  vcrita  ,  di 
cui  il  cicio  abbia  fatto  douo  a  mcnli  italiaue,  cd  nidi  passate  sotto 
allro  cielo. 


—   ^2   — 

pare  slmili  idee,  non  era  ancor  nata  quando  egii  scri- 
veva  ;  doveva  ancora  soorrere  un  secolo,  affinchs 
fosse  tratta  dal  nulla  da  quel  dotti  e  laboriosi  che 
alle  esatte  discipline  si  addissero,  da  Bergmann  e  Do- 
lomieu  sino  a  Foujas  ed  Humboldt ,  tra  i  quali  noa 
ultimi  i  nosfri  Recnpero  e  Gioeni. 

Yiaggi  contiuuati,  osservazioni  indefesse,  esperimenti 
reiterali  ridussero  a  ragionato  sistema  le  volcanizza- 
zioni,  mentre  dall'altro  canto  prestantissimi  chimici 
procuravano  di  rndagare  per  tutt'  i  mezzi  la  natura 
della  calce.  Cos!  rettificati  i  metodi  cementizii ,  tanlo 
necessarii  agli  usi  della  vita ,  venne  in  chiaro  viem* 
maggiormente  d  sapcre  dcgli  antichi,  cbe  attenendosi 
serapre  ai  risultati  generali  delle  conoscenze ,  somma 
cura  si  diedero  prccipuameute  delle  applicazionl; 

La  calce  idraulica  adoperata  con  sommo'  vantaggio 
nei  lavori  in  acqua  per  la  islanfanea  consolidazione, 
fu  credula  per  molto  tempo  una  calce  di  diversa  na- 
tura dalk  comune,  ma  gli  sperimenti  mostrano  esser 
ella  una  terra  calcare  inipura ,  la  quale  a  niefa  di 
base  di  carbonato  contiene  nellaltra  raeta  alluminati  si- 
Jicei,  ed  ossidi  metallici  al  massimo  grado,  i  quali  per 
Is  via  umida  si  trasformano  immediate  in  sUicati;  lo 
che  val  quanfo  dire  che  la  calce  idraulica  contiene  la 
mesJ.ura  ferruminatoria  medesima,  cbe  i  trass,  e  le  ter- 
mantidi  volcaniche  danno  alle  malte.  In  fatto  pei  la- 
vori ijrauhci  i  lapilli,  ed  i  trass  dell' Etna  sono  infe- 
riori  ai  romani,  ed  ai  puteolani,  perche  sono  di  peso 
specifico  xninori  di  questi  ultimi ,  in  ragione  della 
minore  quiXntita  di  ossidi  che  contengono.  Yicat  per 
via  di  dupUce  combustione,  combinando  la  calce  con 
argdle  piritose,  o  con  maltone  pesto,  o  sia  trass  ar- 


—  53  — 

fificiale  ('"),  c  Morvoau  combinandola  eolle  argille,  ed 
essido  nero  di  manganese  ("),  ban  formalc  le  calcine 
fdralidio,  colla  calcc  comune;  ma  stanle  il  complicalo 
e  dispoiidioso  magislero  nella  pralica  sono  riuscite  di 
poco  vantaggio.  Questa  calce  era  assai  nola  ed  in  uso 
prcsso  gli  anlichi;  Plinio  che  ne  addila  le  cave  e 
le  contrade  diverse  ovo  esisleva  a'  suoi  tempi,  I'aanota 
dotlamenle  iioii  come  calce,  jua  come  terra  che  aveva 
una  cosi  mirabile  qiialita,  e  che  percio  era  impicgala 
nci  lavori  in  marc  ("').  Finalraente  ad  oggello  di  giu- 


(lo)  Rccherc.  sez.   i.  cap.   i'. 

(ii    Cuylon  Morvcau  Annal.de  China,  lorn. XXXVII. 

(>')  Lib.  XXXV  cap.  XIII. 

Le  importaiiti  costruziori  idraulichc,  sia  in  mare,  sia  in  canali  na- 
Tlgabili,  intraprese  a  nostri  tompi  in  Irijhiltorra  in  Francia  in  Russia 
in  Svezia  in  America  ,  aprirono  un  campo  vaslissimo  ad  analisi  aceura- 
tiisime  sopa  le  matcric  da  coslruziono,  e  prccisamento  sopra  le  calci- 
ne idraulithe,  Ic  quali  si  sono  sperinientate  piii  o  meno  efficaci,  secondo 
le  maggiori  o  minori  combirazioni  di  alluminati  silicci,  e  di  mctallos- 
sidi  che  contcrgono ,  e  seronJo  the  piii  o  racno  sono  spogliate  di 
ossigeno.  In  falti  le  calci  idrauliche  nello  stato  di  idrato  non  cresco- 
no  di  volume,  come  la  calce  ordinaria,  lO  che  talvolta  fcro  credere 
rhe  la  calce  magra  fosse  la  stcssa  che  la  calce  idraiilica.  Questa 
nuo  csscr  tale,  come  ha  sperimenlato  Bcrthier  =  Dumas  lib.  V.  cap. 
VHI.  parag.  i3io  =  pcr  la  magnesia  che  contienc  'a  quale  ove  giu- 
gi'eao,20,  al  certo  o,25  in  una  calce,  la  rende  magra,  senza  farla 
divcnire  idrau-lica.  Si  possouo  percio  con  accnrati  mclndi  bnsati  sulla 
esatta  conosccnza  dellc  matcrie  da  murazione  ,  ottpnorn  dnila  calce 
ordiuaria  appositamer.te  uiesturata  gli  ffletti  medi'sinii  dclla  calce 
idraulica,  purche  1'  ecomomia  vi  possa  concorrere.  ^'olle  escavazioni 
per  le  pile  del  gran  ponte  sopra  il  Simelo  al  pawo  macarone.  ap- 
jiarvc  fuori  ogni  previdenza  una  siratilirazione  argillosa  ,  che  I'  inge- 
gncrc  Lirettorc  dcH' opera  sig.  di  Martino  chieso  ctm  lodevole  zelo  i 
parerc  di  altri  profcssori  alia  impresa,  cd  il  sij?.  Soprinlendenle  Gene- 
rale  mi  vi  associo  all' oggetto  con  ofilciale  del  3i  agoslo  1829.  Fatti 
gli  esperimeuti  sopra  la  oatora  dell'  argilla  si  conobbe  non  esscre  faciL- 


<—  54.— 

dicare  bene  circa  le  pratiche  degli  andali  tempi,  sog- 
giungo  clie  non  luUe  le  fabbricbe  anticlie  di  Roma , 
per  cui  in  questi  ultimi  secoli  lanto  rumore  si  e  le- 
vato,  erano  costrutte  coi  principii  sopra  descritti.  Plinio 
medesimo  attribuisce  le  rovine  di  Roma  a  suoi  tempi 
alia  pcssima  condizione,  dei  cementi  ('•*);  e  le  conseguen- 
ze  di  siffatti  damii  erauo  tali  che  perdm^avano  tultora 


inenlo  fusibile  perehe  interanrenle  piritosa  c  di  uniformestratifieazione; 
saggialQ  del  pari  le  materie  vulcaniche  di  quei  dintorni  destinate  alia 
niurazioro,  si  propose  concordcmonte  da  anibiduo,  applicaryi  il  proces- 
so  del  ccmento  idraulico  di  Siiieaton,  rotlilicandolo  al  caso  dei  raateria- 
li  esislcnti,  niesturandoli  appositaraente.  Con  quattro  sellirao  di  terraaii- 
tido  vulcanica,  una  di  calce  viva  in  polvcre  e  due  di  calce  stcmpratn, 
si  foimo  la  malfa  ,  in  eni  ven-nero  via  via  iiitrisi  frantunii  porosi  di 
lava.  Tulla  quesia  ghiajata  jeltee  si  buUo  regolarmenlc  sopra  il  fon- 
,do  argilloso  della  cscavazioiie ,  ove  csisteva  piii  di  un  piede  di  a- 
cqua,  che  vcnnea  jioco  a  poco  assorbita  dalla  ghiajata  fmo  che  quesia  la 
su  ]  ero  di  un  aliro  piede.  In  cinque" ore  un  cosilfatlo  proccsso  di  mura- 
zione  ecquislo  tanta  coiisolidazione  che  non  tremolava  piii  sotto  i  piedi 
dei  iiumeiosi  opcrai  che  rabballevano  con  niazzeraiighe,  come  i  rapporli 
ofliciali  del  3  07  otlobrc  dimoslrano.  Dopo  cinque  niesi  furono  sopra  la 
prcdclla  foiidazione  creUe  le  grandi  pilcdelF  atluale  ponte.  Fu  ridoKo 
co.s'i  la  calce  comune  in  calce  idraulica  col  [.iu  vautaggioso  ed  ecl- 
iiomico  eflislto  segixo  che  la  Soprintendenza  Geiierale  la  prcscrisse  nel- 
r  ariro  appresso  come  arlicolo  di  appalto  in  allra  simile  o])ora;  cJ  iu 
r  adoperai  nella  fondazione  del  cosciale  sinistro  del  ponte  c/ma/vs) 
j:er  islraordinario  incarieo  officialc  del  di  11  febbraro  iS32  a  line  di 
riparare  ad  una  inopporluna  palafitta,  che  vi  si  era  praticata,  come 
si  desmne  dal  verbale  del  di  8  aprile  i832  redatto  dalla  oommcssiono 
destinala  all'  oggetto.  Dalla  conibinazioue  dunque  delle  termantidi  e 
dei  tofi  deir  Eltna  coUa  calce  conmnc  possono  con  saggezza  e  perizia 
ollencrsi  e  gli  efletti  della  calce  idraulica,  ecib  che  pin  monta,  gli  el- 
fetti    medesimi  dc\le  pozzolane  di  Roma,  e  dell'  antica  Campania. 

(i3)  Lib.  XXXVI  cap.  XXlll  =.  liumanim  itrbis  ea  maxime  cau- 
sa, quodfurto  calch^  sine Jerrnmine.ccmenta  conifoimntur .  E  degno 
di  particoiare  allenzionc  che  Plinio,  il  quale  dal  cap.  LXXXI  al  LXXXVI 
-del  lib;  U  descrive  cou  tauta  veritft  i  I'uaesti  dauni  dei  tremuoti,  di 


sino  ai  tempi  <li  Ciovcnalc,  il  quale  mezzo  secolo 
(lopo  vedeva  Roma  in  gr&n  parte  ap]K)ggiata  a  lenui 
pujitclli ,  c  cio  non  oslanle  abilala  (''*). 

Se  le  esatte  conoscenz£  solamcnte  possono  opporrc  un 
argine  a  pralicho  tanlo  viziose  e  falali  ad  operc  di 
piil)blico  e  pii\ato  vanlaggio,  io  fallo  organo  de'mici 
socii,  qiial  allro  piu  sincero  omaggio  posso  Iributaro 
all'Aiiguslo  Ferdi.\ando  II  che  sommetteie  all"  illuslrc 
siio  llappresontante ,  che  per  la  qiiarta  \olta  onora 
quest'  Accadcniia  ,  un  debole  sunto  dello  sue  appli- 
cazioni  alle  iialnrali  scienze. 

Si ,  Eecojienlissimo  Signore,  solto  gli  anspicii  della 
so\rana  bonta  ba  oltenulo  essa  in  nieno  di  trc  luslri 
non  poco  compalimenlo  da  esteri  c  nazionali  scien- 
ziali.  Nc  esislono  Ira  queste  miu-a  gli  onorandi  alle- 
stati,  clie  furono  oggelti  di  compiaciniento  alia  M.  S. 
ailorcbe  si  degno  dccorare  di  sua  presenza  questo  an- 
fico  Aleneo.  Finebe  sussisteranno  gli  annali  scicntifici 
dopo   il  risorgimcnto,  rccoclso   nome  de' Borboui   ne 

cui  molti    vide  egli  a  suoi  tempi,  non  atlribnisce  alio  pfTetto   di  si  fer- 
ribile  fcnomono   Ic  niiue  di    Roma  ,   ma  ai    soli  cattivi  ccmcnti.  Se- 
rnndo    Rondelct    qiicsto   passo  di    I'linio  riguardanip  la  pcssima  qualila. 
dci  comcnti  non  e  slalo  iicne  inlcrpretato  da  Loriot:  ma  con   pace  di 
fanlo  insignc    auloro  la  slcssa  tradiizione  clio  rgli  ne  da  ali'art.  IV    del 
lib.   Ill    e  suscettiva    di    maggiore    prccisiono  ,  non   mono    di     qnella 
del  Loriot    =  Co  qui  canse  la  mine  de  la    pln]iart  dos  edifices  de  cclte 
villc  ,  c'  est  que  les  oiivriers  par    fraudo    eniplnioiit  i>onr   la    constru- 
ction dcsnuirs,  de  la  chaux  qui  a  perdu  sa  qiialilo  =:Allro  6  essereilcc- 
mento    sine  fcirumine  J'ltrlo  ca/c/'s  ,  allro  6  essere' caltivo    perchela 
calcc  aveva    perdnta  la   sua    qnaiila.   E'la  soltr.i/ione  fraiidolenla  dclla 
giusta  quantita  della  calce  ncl  meslruarc  il  cenienio,   che  I'liuio  Tuole 
annolarc  ,    o  non  gia   la  poco  buona  sna  qunliia. 
(i4.)  Sat.  III.  Nosurbem  coltmu.i  teiiuitibicine  ftdlam. 
Magna  parte  sui\ 


—  56  — 

fregiera  le  pagine  piu  memorabili,  perche  dopo  le 
Ire  epoche  luminose  di  Alessandro,  di  Augusto,  e  del 
Medici,  quella  di  Luigi  XIY  si  e  estesa  fino  a  noi 
con  non  iaterrottemuQificenze.  Sulle  sublimi  avite  tracce 
un  degno  suo  discendente  Carlo  III  allorche  a  seder 
enne  sul  trono  delle  due  Sicilie,  fondando  1'  Accademia 
Ercolanese  getto  le  basi  deirArcheologia,  tanto  a'no- 
stri  giorni  levata  ad  onore.  Bla  le  fondazioni  di  sif- 
fatti  Istituli  quali  rimembranze  conselatrici  ridestano! 
La  Pontoniana  che  fu  la  madre  di  tatte  le  presenti 
Accademie  del  mondo  letterario  ,  fu  fondata  in  Na- 
poli  dal  noslro  Antonio  Beccadelli  solto  gli  auspicii  di 
Alfonso:  Accademia,  ii  -cui  nome  cbiaro  ancor  suona 
per  le  prestanti  -falicbe  del  Pontano,  del  Sannazzaro, 
del  Bembo ,  del  Sadoleto ,  del  Suraraonte ,  e  di  altri 
di  ugual  conio.  Ma  Alfonso  per  una  mirabile  corre- 
lazione ,  gettava  al  tempo  mcdosimo  i  fondamenti  di 
questa  UniAersila,  culla  deirAccademia  ■Gioenia'^'^).  Cre- 


(>3)  Antonio  BeccadelH  piii  conosciuto  sotto  il  nome  di  Panormita 
dal  norae  della  sua  patria,  foudo  verso  il  i4.36,  in  sua  casa  in  Na- 
poli  sotto  gli  auspicii  di  Alfonso  una  istiljizione  letteraria,  alia  quale 
per  venerazione  verso  Platone  non  aveva  dato  il  norae  di  Accademia, 
ma  di  Porticus  Antoniana.  Napoli  Sign.  Vicend.  della  colt.  torn.  3 
pag.  274  e  segu.  corregge  1' errore  del  Bettinelli  =Ris.  lom.  leap. 
Vl  che  ne  vorrebbe  la  fondazione  sin  dal  i4.33.  Pr^se  indi  assai  lardi 
ii  nome  di  Accademia  Pontoniana,  dacdie  Giovanni  Pontano  dopo  la 
inorte  del  suo  maestro  BeccadelH,  la  riunl  in  sua  casa  ,  dandole  piii 
esteso  ordine.  Quella  celebre  dei  Platonici  di  Firenze  ebbe  nome  sotto 
Lorenzo  il  magnifico  tra  il  14,60  e  1470:  Roscroo  Vit.  di  Lor.  torn. 
\  pag.  52  e  seg.  Tiraboschi  Stor.  della  Lett.  lorn.  jYL  ib.  I  cap. 
Ill  parag.  XXL  Sismond.  Stoi.  delle  rep.  italian.  torn.  XI  pag.  419 
e  seg.  Quelle  due  di  Bessarione  in  Roma,  e  I'altra  di  Pomponio  Leot 
perseguitata  da  Paolo  II  furono  parimeute  posteriori  a  quella  eretta  da! 
iJeccadeUi.  Ma  due  aaai  prima  della  istituzione  letteraria  del  Pauornii- 


—    D- 


dereino,  Eccellentissimo  Signore,  inefficace  una  si  pro- 
digiosa  corrispondenza  di  Kegio  patrocinio  simultanca- 
mente  impartilo  a  due  doUe  istituzioni  a  vicondevol. 
sostegno?  No  certamente:  a  grandi  spcranze  si  aprona 
gli  aaimi  bennati  e  fedeli,  in  pensando  che  oggi  dat 
Trono  istesso  I'Augusto  FKRniiv.\A'DO  II  protegge  unite 
in  ijucsto  anlico  Atenco  quelle  clic  Alfonso,  son  gia 
qualtro  sccoli ,  protesse  disgiunle.  Unione  figuraliva, 
clic  ci  inanimisce  a  Icggere  ncUa  posterita  glorio- 
se  nicmorie  per  un  Rcgnator  si  benevolo;  e  ci  muo\e 
a  spcrar  con  fiducia,  clic  forse  nello  av\'enire  a  canlo 

In,  Alfonso  aveva  getlalo  i  fondamenti  della  Universita  di  Catania 
aj)[)rovaiulovi  il  gener.ilo  studio  col  diploma  del  21  ottobre  l434.  Aini- 
co  Cat.  ill.  lib.  XII  cap.  i.  Lecj.  Cat.  Gymn.  1780.  png.  XJ,  quan- 
tiinquo  piii  per  lo  sci.igiire  dciia  gucrra,  e  degli  scismi,  non  siasi 
circttuitn  prima  del  i444-  i^e  questa  predilozione  di  nn  fanto  Jie 
]irovcnnc  da  aura  passcggcra  di  corte;  era  Catauia  raedesima  in  quel 
tempi  ima  forbila  Actadcmia.  Erano  tisciti  dal  sue  seiio  (juol  sommo 
limic  di  sacro  e  profano  sapere  Niccolo  Tudisco  che  tanta  par- 
te preiide  della  Storia  lettcraria  di  qiicll'  cpoca,  e  che  eziandio  tlopo 
qiialiro  socoli  nierito  le  lodi  del  gran  Benedetto  XIV  ;  Giovanni  de 
I'riniis  per  snggezza  e  dottrina^  piii  volte  apostolico  e  rcgio  visitatore; 
Simone  Giovanni  ed  Antonio  Pesce,  insigni  per  scienza,  e  desterita  in 
somnie  cose;  Tommaso  Herbes  rcferendario  del  Pontefice  Bonifacio 
IX.  Antonio  Fazano  confessore  e  teologo  dello  stcsso  Alfonso;  Giaii- 
Toramaso  Moncada  assai  a  lui  caro  ,  e  che  acqnisto  dal  famoso 
Piclro  Candido  DecemLrio  la  traduzione  di  Appiano  Alessandrino  che 
si  coiraorva  in  questa  biblioteca  Venliun'gliana ;  i  due  Branca  cosi 
rinoniati  nella  Storia  Chinirgica;  Antonio  di  Alessandro  medico  di 
Alfonso  e  proloracdico  del  Regno,  le  cui  coslituirioiii  furono  indi  da- 
le ill  luce  e  comenlate  dal  celebre  Gian-Filippo  Ingrassia  ,  ed  allri 
nioltissimi  che  a  brevila  si  tralasciano.Ul  nome  ietterario  di  tanti  prestan- 
lissimi  Catanesi  altiro  sopra  la  loro  patria  le  mulliplici  bencCcenze  di 
AHbnso:  possa  qnesto  breve  ccuno  di  storia  patria  servirc  di  dimo- 
strazione  che  le  vere  e  soiide  fatiche  soltanto  meritano  T  attenzionc 
sovrana,  c  I'  ammirazione  dei  postcri. 

AUi  Accad.  vol.  xr.  8 


—  58  — 

ai  fasti  chiarissimi  dell'  Accademia  Pontoniana  qual- 
che  sigla  non  indecorosa  starawi  anche  per  la  Gioe- 
nia.  Essa,  che  in  questo  giorno  solenne  per  il  di  na- 
iale  dell'inclita  sua  Genitrice  ,  trovasi  onorata  dallo 
intervenlo  di  un  si  degno  Rappresentante  della  Blae- 
sta  Sovrana  con  tutta  ragione  esterna  rispettosamente 
segni  indelebili  d'inlemerala  fede  e  di  pura  ricono- 
scenza. 


• 


SULL'  APPARECCHIO    DIGESTIVO 

I.N    TALU.NI 

GASTEROPEDI 

DEL    GENERE 

BOLLA   DI  LINNBO 
CEIVIVO     FISIOLOGICO 

DEL  SOCIO    COnmSPONDENTE 

I 

P.  GIACOMO     MAGGIORE 

CASINESE 
LETTA   NELLA    SEDCTA    ORDIiVARIA   DEL    23    AGOSTO    1 838. 


SIructirram  animalculoruni   conlcmplantes  ilenmi  in 

>  gyrum  volvimur ,  ncc  ccrii  quidcfuam  in  his  auda- 

>  ctcr  aflirmamus.  Iiicredibilem  tamcn  industriam  na- 
1  turac  scrulatorum  quorundain,  in  examine  vermium 
J  horum,  co  peircnissa  nobis  gratulamur,  tpiod  scia- 
j  mus  (juibus  partibus  careant;  quas  aulcm,  ciccplis 

>  nonnuUis  paucissimis  majoribus  visccriljus  ,  possi- 
«  deanl ;  et  quo  ordinc  sinl  collocala; ,  nemo  morta- 
I  lium  adluic  indagarc  potuil. 

McnsjT  in  Fundamentis  Teilacol. 
praeside  Car.  Linne  fropontis 
pag.  S.  Vpsatiae  t'i'ji. 


Lio  scientifico  tesoro  di  tremila  e  duecento  vo-- 
lumi  di  eletlissime  opere  alia  storia  naturale  spetlanli 
per  la  raorte  di  chi  seppe  a  proprie  spese  acquistarlo, 
a  decoro  ad  ornamenlo  a  pabolo  del  suo  intelletto 
finchc  vissc  rivolgerlo,  oggi  a  me  la  bonta  de'^raiei 
superiori  alfidollo.  Tanio  onore  ad  un  giovane  quale 
io  mi  sono  coraparlilo,  imperiosamente  m'  impone  che 
a  siffatlo  utile  ed  aggradevole  studio  la  mente  appli- 
cassi ;  c  la  collczione  di  ben  millc  trecento  sicole  ed 
csotiche  conchiglie  dfUIo  stesso  valeatuomo  con  opera 


—  62  — 

indtistriosa  raccolte  ed  ingegnosamente  classificate  mi 
appresta  la  felice  occasione  di  soffermarmi  alia  branca 
zoologica  e  di  trascegliere  in  questa  la  Malacologia  (■). 
Questa  scienza  eke  dalla  infanzia  sino  alia  eta 
adulia  conchUiologia  si  addimandava,  quasi  alguscio 
alia  corteccia  della  cosa  solamente  le  sue  ricerche 
soffermasse,  poiche  al  di  la  della  soslanza  calcareo- 
glutinosa  non  osava  le  sue  indagini  estendere  ;  que- 
sta scienza,  che  possiam  dire  creata  e  cresciuta  sotto 
I'aurea  penna  dell'  illustre  svedese  auslerissimo  dise- 
gnatore  della  natura,  dietro  i  piu  sublimi  concetti  di 
quel  sommo  fra  i  naturalisli,  e  merce  le  piu  accu- 
rate osservazioni  dcgli  Adanson  de'  Geoffroy,  ingegni 
piu  felici  de'MuUcr,  sorprese,  direi  cosi,  il  molle  a- 
bitator  di  quelle  cose  ambulanti,  ue  pose  a  disamina 
!e  forme  le  abitudini  i  movimenti,  ed  in  men  di  due 
secoli  videsi  a  meraviglia  ingigantita  (''),  Uomini  ce- 
lebri  ancbe  in  questa   branca  di  scienza  osservatrice 


(i)  Qoesta  collezione  di  libri  e  di  conchiglie  non  che  nn'  alfra 
d'  indigene  ed  osotiche  piante  si  devo  al  p.  abate  Emiliano  Guftadan- 
ro  easiness  socio  corrispondente  della  Gioenia,  nomo  insigne  e  per  il- 
Jibatezza  di  costnmj  e  per  aciune  d'  ingegno.  Sorliya  egli  i  natati  Inn- 
go  le  incantate  rive  dell'  Anapo  cd  amava  le  arti  imitatrici  del  bello 
naturale;  si  era  ispiralo  alia  toraba  di  Archimcde ,  e  bene  innanti 
senliva  in  molte  branchc  di  scienze  naluraU.  Chiuse  a  23  settembre 
1 836  i  suoi  di  negli  anni  yy  di  sua  vita  pacifica. 

(2)  Sebbpne  la  parola  greca  -AoyyyiXioy  (  conehiglia  guscio  ) 
abbia  ancora  il  signilicato  di  animate  abitatore  della  conehiglia,  pure 
1'  nso  ha  fatto  sempre  considerare  la  conchiliologia  per  la  scienza  del 
solo  guscio.  Si  deve  al  sig.  IJIainville  1' introduzione  del  termine  Ma- 
lacolocjiu  abbreviato  Malacozoologia  dal  greco  f/i«X«xos  (  molle ), 
?aov  (  animate  )  c  loyos  (discorso),  ossia  discorso  cler/li  ainmali 
mollis  termine  molto  acconcio  ad  csprimere  1'  oggetto  della  scienza. 


—  63  — 

iiluminarona  co'  loro  insigni  lavori  1'  Europa  intera  : 
e  la  Sicilia  sempre   madfre  di  geni  non  fti  da  sezzo 
in  si  fatto  ramo  di  scicnze  natural!  :   obe  anzi  se  la 
Francia  infatto  a  prischi  naturalist!  in  su  gli   albori 
della  seienza  slessa  vcggiamo    menar   vanto  de'  suoi 
Belon  Rondclet  Geof&oy  Adanson  ,   se   la    Gormania 
loda  a  ciclo  i  Gesncr  !  Major,  se  I'ltalia  di  im  Al- 
drovando  di  un  Colonna   di  un    Fonauni  va  ognora 
supcrba,    ranta  pure  la  nostra  patria  i  suoi  Bocconi 
i  suoi  Cupani,  cbe  soli  a  sorrcggerc  la  gloria  nazio- 
nale  in  que!  remoli  tempi  bastavano.  II  iamoso  Pam- 
phylon    siculum  di  quest'  ultimo  non  fu  sempre  e  non 
e  forsc  ancora  il  noslro  lesoro  bolanico  e  zoologico  ? 
Si  ba  pi-ogredito  la  seienza;    gli  csseri  sottoma- 
rini  non  sono  piu  un  mistcro  per  1'  uomo  ,    il   mare 
ci  ba  scbiuso  i  suoi  tesori ,  e  noi  classificandoli  ab- 
biamo  falLo  una  seienza  di  cio,  cbe  sollanto  il  lusso 
c  la  romana  curiosila  ne'  trapassati  tempi  pasceva  ('). 
Ogn!  golfo  ogni  mare  ogn!  paese  possiede,  direi,  U 
sue  tratta'to  raalacologico ;   ma   non  si  e  veduta  sor- 
gere  ancora  una  Malacologia    lopografica  imiversale 
una    geografia   zoologica  ,  cbe  de'  raoUuscbi  la  vera 
giacitura  ne'  different!  fond!  additando,  pe'  confronti 
delle  fossili  coUe  marine  concbiglie  nuov!   lum!  ve- 
nisse  al  geologo  successivamente  apprestando.  Le  par- 
ticolari  minute  e  topograficbe  descrizion!  de'  sit!  dalle 
innumerabili  famiglic  de'  moUuscb!  abitat!  ancbe  po- 
trcbbcro  a  quel  grandioso  progetto  qua!    non   ispre- 
gevol!  malcriali  coadiuvarc.  Appo  noi,  in  queslo  suo- 

(t)  Populatio  morim  atque  luxuria  nen  aliunde  maior  quam 
e  eonc/iorum  genere  procenil.  Ptm.  his.  nat.  lib.  g.  cap.  34- 


—  ^4-  — 

lo  ferace  di  naturalist! ,  i  piu  esperti  valenluomini , 
fregio  ed  ornamento  di  quesla  scientitica  societa,  non 
banno  omesso  di  farne  replicate  volte  i  piu  vistosi 
progetti,  e  d'  intraprenderne  con  eostanza  1'  onorato 
lavoTo;  ma  poiche  nelle  scienze  di  fatto  anche  e  da- 
io  coUaborare  agl'  ingegni  mediocri  ,  cosi  non  mi  e 
panito  strano  il  farmi  avanti  con  talune  zoologiche 
osservazioni. 

Una  indefessa  applicazione  alle  abitudini  del  mol- 
lusco  alia  peculiare  profondita  che  al  suo  vivere  esso 
trasceglie,  non  Irascm-ando  quanto  alia  conchiglia  si 
appeirtiene,  mi  dara  campo  di  prcsentarvi,  o  signori, 
dietro  la  scoria  della  zoologia  topografica  dell'esimio 
professore  Gemmellaro  e  della  sicola  malacologia  del- 
rillustre  professore  Maravigna  qualche  fisiologica  os- 
servazione  sopra  la  ricca  serie  de'  molluschi ,  che  la 
onda  dello  Jonio  dal  capo  S.  Andrea  al  capo  S.  Cro- 
ce  e  particolarmente  per  le  spiagge  di  Riposto  Trez- 
za  r  Ognina  golfo  di  Catania  ci  viene  regalando  ('). 

Mi  sia  pertanto  in  questo  primo  scritto  permesso 
metier  fuori  alcune  brevi  riflessioni  sopra  un  fatto  fi- 
siologico,  che  V  analomia  de'  molluschi  interessa ;  mi 
sia  Iccilo,  io  dico,  proferire  alcun  che  sull'  apparec- 
chio  e  sul  meccanismo  della  digestioue  in  taluni  ga- 
steropodi  del  genere  Bulla  di  Linneo,  dopo  aver  toc- 
cato  della  sloria  critica  di  questo  genere  di  mol- 
luschi 

Nel  pelago  immense  della  zoologia  immergen-- 
doci  ed  elevando  le  nostre  contemplazioni  all'  altissi- 


(i)  Atfi  deli'Accademia  Gioenia  vol.  XII. 


—  Gj'  — 

ma  incslrigabilc  slrullura  (Icinolkisclii,  anziclie  infio- 
rato  inconlranic  il  sciilicro,  slorpoiii  c  tril'oli  di  dub- 
biczza  arrcslano  da  per  tutto  i  noslri  passi;  lalcbe  ri- 
luancrc  slazioiiari  ci  e  forza  c  nulla  coUa  noslra  au- 
dacia,  al  dir  del  Murray,  nulla  poler  di  cerlo  asseve- 
rarc.  Se  non  clic   dall'  allro    canto   il    volume   doUe 
scopcrlc  malacologicbe  in  percorrere  ,   uon  possiamo 
senza  compiaciniento  ncUa  onorata  serie  di  quelli  in- 
duslriosi  scrutatori  della    nalura   incoulrarci  ,  i  quali 
lant'  oltre  spinscro  di  quei  molli  vivcnti  la  disaniina, 
cbe  giunscro  ad  cnumerarci  gli    organi  e  Ic  prero- 
gative ondc  essi  niancano,  noncbe  le  viscere    princi- 
pali  onde  van  foruili.  Cio  non  per  tanlo,  e  d'  uopo 
confcssarlo  col  naturalista  di  Stockliolm  ,    tranue  po- 
cbissimc  conosccnzc  aU'oggcllo,  foltc  tcnebre  d'igno- 
ranza  ingonibrano  ancora  il  cielo   dell'  anatomia  ;    c 
sebbene  a  diradarle  sia  a  nostri  tempi  un  astro  bril- 
lante  comparso  ,    la   lucidissima    mcnlc  del   Cuvier  ; 
pure  non  siamo  ancora    alia    cbiai'czza   del   giorno  : 
molto  a  discoprire  molto  ad   indagare   ci   rimane    in 
falto  alia  interna  strutlura    alio   funzioni    fisiologicbe 
di  quei  scmoventi  in  apparcnza  i  piili  semplici    ma  i 
piu  complicali  in  cffetto  ,    ovc  alia    picciolezza    dcgli 
organi  cd  alia  minutezza  do  Icssuti  lore  si  abbia  ri- 
guardo.    Da   cio   le   inde/inite  illusioui  de'  naturalisli 
gli  svariati  cquivoci  le  malfondatc  congctture  nel  ma- 
lacologico  sislema  ;   ma  valga  a  cliiarire  viemmeglio 
una  sifTatta  vcrita  il  rapido  ccnno  storico-concbiologi- 
00,  die  io  in  sul  bel  principio  vi  presento;  e  le  mio 
ullime  parole  avran  nerbo  da  consolidarla. 

Crcava  con  sagacc  inlcndimento   sullo  inoKrarsi 
del  sccolo  XVIII  il  Plinio  svcdese  un    concbiologico 

9 


—  66  — 

sisteina;  adoltava  una  diiarissinia  lerminologia  di  Ic- 
slacei,  e  segnava  le  prime  linee  di  una  precisa  par- 
lizi'jnc  di  geueri,  cho  per  l'  avvicinaroenlo  dellc  for- 
jnc  in  pochissime  categoric  restrigneva.  Ma  come  e 
daio  a'  geiu  batterc  vie  nou  tenlale  ,  cosi  devono  i 
lore  dettati  portare  1'  impronta  doUa  umana  imperfe- 
zione.  Descrivcva  Linneo  il  gancre  XXI  do'  suoi  te- 
stacei  dielro  le  tracce  di  un  Lister ,  e  coraprendeva 
sotlo  il  nome  di  Bolla  conchiglie  svariatissime  ,  le 
quali  potevano,  anzi  dovevano  ad  altri  generi  ad  al- 
tre  famiglie  rapportarsi.  Pu  forza  quindi,  clie  1'  auto- 
re  degl'  invertebrati  ,  riformatore  illustre  della  zoolo- 
gia,  a  spese  del  genere  linneano  formasse  le  sue 
Bolle,  le  Bullec,  le  Agatine,  le  Terebelle,  le  Pirole, 
le  AmpoUe.  Ora  i  primi  due  generi  di  Lamarck,  dan- 
no  argoraento  alia  mia  breve  disamina. 

II  portentoso  Cuvicr  ,  quel  vasto  ingegno  cbe 
appo  la  Senna  pianto  1'  odifizio  della  sua  fama  sul- 
ranatomia  coraparata,  ba  quasi  prevenuto  i  miei  di- 
visamenti  nel  raccogliere  quauto  di  singolare  presen- 
ta  la  storia  concbiologica  afitica  e  moderna  su  questi 
due  generi  di  univalvi.  Per  lo  die  mi  e  forza  tener- 
gli  dietro,  e  nulla  trasandare  dell'  interessante  giudi- 
zioso  quadro  all'  oggetto  uella  memoria  suUe  Acere 
tracciatoci  ('). 

Le  singolari  proprieta  nella  interna  struttura  del 
mollusco  delle  Ire  Bolle  Lignaria  Aperta  Idalide  di 
Linneo  ban  dato  luogo  a  svariati  equivoci  a  grosso- 
lani  errori  sulla  vera  conoscenza  di  quello.  Iinperoc- 
cbe  sin  dal   1^92  Pabio  Colonna  descriveva  per  una 


(i)  Annal.  du  Masenra  d' tiist.  nat.  lorn.   i6  pag.    i56. 


-67- 

conch  iglia  lo  slomaco  dell  a  Bulla  aperla  nel  suo 
trallalo  de  Purpura ;  c  Concha  naUdilis  vefiraori; 
minima  exotica  1'  appellava ;  egU  la  ricovcva  tia  iin- 
porali,  c  prpiulcva  cjucir  osso  per  iin  opciculo  ('^. 

Ncl  1 7^9  Giovanni  Bianclii  Riininose  ,  cui  fu 
vaghozza  Jano  Plarico  adJimandarsi,  rcca\a  in  Hgii- 
ra  male  da  prima,  e  poscia  in  mediocre  disegno  Ja 
slessa  Bulla  aperta  soUo  il  nome  di  Mandorla  ma- 
rina ,  c  veniva  di  questa  e  della  B.  IJydatis  lo  sto- 
maoo  descrivcndo  (^^. 

lo  non  debbo  parimonli  Irasandare  venir  (jnesfa 
ultima  dallo  stosso  Planco  Juiuba  marina  e  dal  Gual- 
ticri  noce  marina  appellala.  Nel  1702  sulle  spiagge 
del  Senegal  una  specie  alia  B.  aperta  vicinissima 
rinvcniva  un  Adanson,  il  nome  le  apponeva  di  Sor- 
met,  siccomc  Gossan  appellava  1'  animate  della  B. 
ampidla^  c  di  cnlrambc  il  suo  geaere  Gondola  venia 
formando  (^).  Diclro  quesli  un  MuUer  dalla  carenza 
di  corna  per  una  picciolissima  specie  nsl  mare  del 
Nord  rinvenufaMl  suo  genere  yc//!'erfl  stabiliva.  (-5)  Nel 
1772  il  gasleropode  della  B.  aperta  per  Ascanio  i"u 
riprodotto  col  nome  di  Phijlina  quatriloba^  0  guatri- 
parlita  ^"'\  e  dallo  slesso  Mailer  solto  quelle  di  Lo- 
bar ia.  Ma  quesli  non  vi  lesse  i  suoi  rapporli  con 
r  Akera^  che  anzi  veniva    nel    pensiero    di    aver  la 


(i)  Dc  Purp.  pag.  28. 

(2J  Dc   Conc/tis    minus  notis-  App.   lav.   XI.   fig.  E-T.   ibid. 
fig.  M.N.O. 

(3)  Hist,   nalurcllo   dii   Senegal  p.  3  4-- 

(4.)  Zool.  Dan.   prodro  XX1.\  0  Zoo!,   dan.    II  tab.  71,  f.  i--J 

(5)  Accad.  di  Slock.  772  lab.  X,  fig.  A,  15. 


—  68  — 

Loharia  la  propria  concliiglia  inghiottito,  e  de'  pezzi 
del  suo  stomaco  come  di  un  orgaiio  incognilo  tenne 
discorso.  M.  Albigaard  suo  editore  osservo  ben  bene 
la  rassomiglianza  dell'  animale  colla  mandorla  marina 
di  Planco  ,  ed  i  rapporti  della  sua  concliiglia  colla 
B.  hydatis.  Born  nel  1780  dielro  Adanson  e  Planco 
giudicava  csatlamente  di  quei  raoUuschi  dover  essere 
quelli  delle  vere  bolle  simili  ad  un  dipresso;  ed  indi- 
cava  le  separazioni  da  farsi  nell'  estesissimo  genere 
Bulla  di  Linneo  (').  Nel  1789  compariva  Gmelin,  in 
con  to  di  una  specie  rara  provegnente  dal  Capo  tenea 
la  B.  aperta^  riproducea  qua!  genere  distinto  la  Lo- 
baria^  infra  le  Olouturie  e  i  Tritoni  lo  allocava,  coi 
quali  non  ba  il  menomo  rapporto :  ma  si  e  quesla  al 
dir  di  Cuvier  una  delle  piu  perdonabili  peccbe  di  que- 
sto  infelice  editore  di  Linneo ;  imperoccbe  erasi  egli 
dato  a  seguire  Muller  il  piu  esatto  naturalista  de'suoi 
giorni.  Veniva  in  progresso  il  Bruguiere  le  partizioni 
indicate  dal  Born  eseguendo  ,  adottava  1'  idea  sulla 
rassomiglianza  degli  aniniali  delle  Bolle ,  1'  estendeva 
air  Akera  mulleriana,  nessun  cenno  sulla  Lobaria  scri- 
veva  ('^).  Nel  1773  alia  fm  fine  era  comparso  Dra- 
parnaud,  cbe  arriccbita  la  scienza  di  ben  trenta  me- 
raorie  e  di  due  classici  lavori  si  parti  da  questa  ter- 
ra ne'  suoi  trent'  anni  ,  egli  lo  stomaco  della  B. 
Lignaria  e  della  hydatis  descrisse  ,  e  riconobbe  la 
identita  del  primo  col  preteso  genere  Gioenia  0  Tri- 
cla  (^).  M.    Humpbey  avea  bensi    descritto  e  rappre- 


(i)  Mus.  Caes.  p.   196. 

{2)  Enciclop.  method.  Diet,   des  vers.  I.  p.   368. 

(3)  Bullet,  do  la  societ.  des  scieac.  de  Montpellier  n.   6. 


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scntalo  qiiosto  stesso  slomaco  alcimi  anni  prima  (') ; 
ma  noa  si  era  avvcduto  dcUo  abhaglio  gioeniano 
taccialo  di  siiperchieria  da'  Francosi  ^-);  ma  die  allo- 
ca  I'aulorc  a  fianco  dogl' Imperati  de' Colonna  dei 
Midler  de'  Gmclin;  poiclie  ,  siccomc  abbiam  vedulo  , 
rilcvan  pure  i  costoro  abbagli  sid  gcnerc  BuUcea  \i- 
cinissimo  cd  affme  alle  Bollo  di  Lamarck,  dalle  quali 
staccando  la  B.  aperta  Linn,  nc  ha  formato  queslo 
gencre  a  parte  ^^K  Cio  anclic  prova  non  esscrc  rari 
ma  frcquenli  gli  crrori  conchiologici ,  ove  si  giudica 
senza  1'  infallibile  scoria  dolia  osservazione.  Lo  slesso 
Lamarck  Bosc  Roissy  mal  si  avvisarouo  nel  collocare 
la  B.  lignaria  fra  le  loro  Bullec  ,  non  vedendo  ma 
supponcndonc  la  concbiglia  nel  manlello  del  raollu- 
sco  cclala  (■^);  e,  sc  poscia  riforraarono  i  loro  giudi- 
zl,  dobbiamo  qucsla  saggia  correzione  all'  esattissimo 
Cuvier  W. 

In  un  errore  dello  stesso  gencre  sembrami  aver 
dafo  I'accuratissimo  autorc  della  Zoologia  Adriatica 
nel  volerc  il  giiscio  delle  Bolle   Idalide,  e  Canalicu- 

(i)  Soc.  Linnoana  di  Londra. 

(2)  Draparnaud  c  C.ivier  mem.   cil. 

(3)  Con  pcrmcsso  u'cl  professore  0.  G.  Costa  non  bisogna  de- 
frandarc  il  Lam.  del  prime  vanio  di  qiiesia  partizionc  nel  genere 
linncano  Kiilla  pria  modificato  da  Druguicro. 

(4)  Lam.  Hist,  dcs  aiiim.  sans  vert.  pag.  63  gen.  BuUee-Bosc 
Hist.  n.it.  des  vers  Paris  anno  x.  lorn.  1  pag.  67  e  Nout.  Diet, 
d'  hist.  nat.  art.  Bullee — Roissy  Hist.  nat.  des  moll.  torn.  V.  pag. 
i8g.  —  Lo  stesso  Donys-Monlfort  non  va  csento  da  niiosto  neo,  dap- 
poicho  crcdeva  la  roiicliiglia  della  lignavia  avvolla  dalle  membrane  del 
mollusco  ;  scbbeno  nbhia  indicalo  col  nomc  Scaphander  la  sezione 
dcllc  iJolle  non  imiliilicalo.  Concliyol.  system,  torn.  II  p.  336  gen.  84. 

(j)  Lam.  hist.  nat.  des  anitn.  sans    vert.  -  Dose  hist.   nat.   des 
cotinilles,  dove  la  Lignaria  vcdesi  reslitiiita  a!  gonerc  Bulla  di  Linneo 
CcviEK    Ann.  du  .Mns.  Ioid.   iG.  .Mem.  sur  los  Aceres. 


lata  organicamenle  coUocalo  nell'  interno  del  loro  a- 
niiiialo,  mcnlre  esso  e  del  tutto    esterno  ^'J- 

Ora  giiinli  a  qucsto  pcriodo  della  scienza  dob- 
biamo  riconoscerc  la  naturalc  tripartizione  delle  Ace- 
re  cuvenianc.  Consistono  le  prime  in  Accre  a  con- 
cbiglia  ampia  solida  e  visibile  all'  infiiori  •,  quali  so- 
no  le  Bolle  di  Lam  :  (-)  le  seconde  inAcere  a  coii- 
chiglia  occulta  nella  carnosa  spessezza  del  mantello; 
quali  le  Buli'Te  dello  slesso  autore:  le  terze  in  Acere 
senza  conchiglia,  bencbe  ne  serbi  la  forma  esterna, 
11  mantello  ;  e  quesle  sono  le  Acere  propriamente 
delle,  quale  1'  Jcera  carnosa  di  Lamarck  unica  spe- 
cie d'  Acere  finora  sperimentata  :  la  organizzazione 
di  queslo  moUusco  fu  descritta  dal  Cuvier ,  cbe  Bul- 
la carnosa  dapprima  1'  appellava  (^)  .  Sulie  tracce  del 
ridetlo  naturalista  separo  ultimamente  il  Sander  Rang 
il  terzo  sotlogenere  delle  Acere  sopra  cennate  dalle 
Bolle  e  Bullee  ,  e  formo  del  genere  Bulla  i  due  so- 
li sottogeneri  Bolle  propriamente  detle  e  Bullee  ;  in- 
torno  alle  quali  si  versa  la  mia  presente  disamina: 
ma  non  e  mio  debito  interlenermi  sull'  analoraia  di 
quel  gasteropodi  ,  cbe  furono  rainutamente  e  dai 
Draparnaud  e  dai  Cuvier  e  dal  sig.  Delle-Cbiaie  de- 
scritti:  toccbero  una  parola  della  loro  preparazione 
digestiva. 

In  fatto  a  canale  alimentare  vanno  alia  medesi- 


(i)  Ved.  Olivi  Zool.  Adrlatp.  i38. 

(2)  Non  di  Linneo  correzione  da  farsi  alia  pag.  29  lorn.  vi.p.  11. 
della  famosa  opera  di  Lara.  Hist.  nat.  des  anim.  sans  vert.  Paris  1022. 


(3)  V.  Ann.  du  mus.  torn.  xiy. 


7' 


ma  calo2;oria  sotlopo.sli  i  molliirclii  dolic  Bolle  ligna-- 
ria  aminiUa  striata  idaliue  e  dolia  Bullca  apcrta  in 
(juaiito  clio ,  o!lrc  la  numorosissinia  scrie  di  dcnti , 
ondc  la  loro  bocca  va  fornita  ,  e  clic  ad  affcrrare  il 
cibo  loro  si  prcstano,  le  membrane  del  loro  stomaco 
porlauo  un'  armatura  di  pozzi  diiri  a  forma  di  pia- 
stre, i  quali  fanno  in  essi  1'  ufTicio  dei  denti  nei  gran- 
cbi,  delle  sfjaarac  nclle  cavallellc ,  degli  unciui  nel- 
I'Aplisic-.  Sc  non  cbe  il  loro  vcntriglio  muscoloso  va- 
ria  ne'  Ire  pczzi  ossei,  chc  ne  forniscono  1'  armatura. 
Conciossiaclie  si  c  qucsla  iii/Aa.  B.  Lignaria  la  piii 
spcciosa  di  forma,  la  piii  complicala  insieme  c  la  piii 
voluminosa,  giacclie  ne  bo  vedulo  di  ben  undici  lines 
in  lungbczza  e  novc  in  largbezza  (').  Due  gran  pia- 
stre ossce  in  siluazione  quasi  paralella  convesse  nel- 
la  faccia  interna  e  concave  ncU'  estcrna  ,  di  figura 
cordate  e  triangolari  ma  ad  angoli  rolondali  e  come 
fronclu  da  archi  di  ccrchio  cosliluiscono  il  piii  grosso 
del  carro,  die  cosi  vcnnc  qnclla  ossatura  addiman- 
data;  una  prima  membrana  inviluppa  questi  due  pez- 
zi ;  un  tessuto  muscukre  densissimo  da  fibre  carnose 
e  trasversali  formato  serve  a  congiungere  1'  uuo  al- 
r  allro  per  tutla  la  loro  poriferia.  Una  terza  membra- 
na che  velhitato  si  appclla,  vesle  I'interno.  Nella  tu- 
nica carnosa  'alia  sua  parte  superiore  viene  incassala 
la  terza  piaslra  ossea  di  figura  compressa  oblonga  ed 
irregolare  ^''■\  La  slruttura  del  venlriglio  nella  Bullea 


(i)  CoIIczionc  c >ncliio!ogioa  (IcI  Dott.  Andrea  Aradas  in  (^afania. 

(2)  Tiilti  0  Ire  (jiici  pez/.i  sono  niinulainenic  disegnali  nella  de- 
xcrizioiie  (C  una  nuoca  fanw;lia  cc.  pc.  di  (iiocni  Nap.  1788  fig. 
I-  II.  ce.  cc.  I'oli  torn. '3  tab.  XI-VI  fig.  .\II.  c  Xlli.  Guvicr  Ann. 
du  mus.  iab.  I.  torn.   iG. 


—  72  — 

e  nelle  allre  BoUe  e  la  stessa,  ma  differenti  e  piu  pic- 
cole  ne  sone  le  piastre.  Quelle  della  prima  sono  di 
mediocre  grandezza,  due  a  triangolo  isoscele  otlusan- 
golo,  ed  una  roraboidale;  e  poicbe  tutte  e  tre  sono 
quasi  eguali  in  larghezza,  il  ventriglio  prende  di  fuo- 
ri  la  forma  quasi  di  un  prisma  (').  Nella  B.  ampulla 
rassomiglia  il  ventriglio  quello  di  un  uccello;  i  pezzi 
ossei  sono  di  un  nero  dense  irregolarmeote  ovali  acu- 
minati  alle  due  estreraita,  la  parte  clie  guarda  il  dqn- 
tro  dello  stomaco  e  a  tre  faccie,  una  piu  simmetrica 
delle  altre  (■^).  Nell'  idatide  il  ventriglio  e  piu  picco- 
lo, e  rappresenta  un  cilindro  meno  lungo  che  largo, 
rigonfio  alle  due  basi.  I  tre  pezzi  ossei  neri  piccolis- 
simi  formano  dei  triangoli ,  due  lati  dei  quali  sono 
formati  da  due  curve  convesse  simili  alia  figura  di 
uno  scudo  ,  la  loro  faccia  interna  e  trasversalmente 
solcata  (^).  Non  molto  dissimile  dai  quattro  appareccbi 
digestivi  descrilti  si  e  quello  della  Bulla  striata.,  i  di 
cui  tre  esagoni  ossaletti  vengono  dal  sig.  delle  Cbiaie 
cffigiati  W.  Queslo  saggio  colla  intitolazione  di  essa 
voile  tributare  un  fiore  all'  orabra  del  Colonna  come 
alio  scuopritore  di  quella.  La  medesima  organizzazio- 
ne  osserviamo  nella  B.  scabra  rapportata  da  Muller, 
cbe  La  lo  stomaco  guernito  di  tre  ossicini  prismatici 
e  triangolari  ,  organizzazione  da  Bosc  tutta  propria  e 


(a)  V,  Cuvier  loe.  cit.  Ginanni  opere  postame  tav.  XUI.-~Planeo 
Append,  tab.  XI. 

f2)  V-  Cuvier  loc.  cit. 

(3)  V.    Idem.  Cuvier  loc,  cit. 

(4)  Poli  torn.  in.  tab.  XLYI-  %.  2j.. 


-73- 

parlicolarc  a  qiicsla  sola  Bolla  credula(i).  In  cjucsle 
anafomiclie  dcscrizioni  Iralte  in  Luona  parle  dal  Cii- 
vicr  Iio  sostiluito  sj)csso  osseo  alia  paiola  pet'oso  , 
chc  ogli  ai  pezzi  duri  di  cpicijii  stomaclii  appoue; 
poicho  non  dubilo  diclro  1'  aualisi  chimica  ,  clic  iin 
valcnle  socio  vostro  sopra  uii  carro  o  ventriglio  del- 
la  Lignaria  ne  lia  per  mia  commissionc  instiluito , 
esscre  quasi  lulta  ossea  la  soslaiiza,  onde  vcngono 
qucgli  sloinachi  formati,  come  da  fosfato  di  calcc 
nel   pill  di  essa  rcsultante  (2). 

Prcmcsse  tali  neccssarie  nozioiu  non  ci  sara  raa- 
lagcvolc  il  comprondoro  come  dalla  provvida  iialura 
vengono  quoi  gastoropodi  dotali  dei  descrilli  ventri- 
gli  a  forlc  armatiira  i)er  isfriimenlo  triluratorio  dei  ci- 
bi  duri  onde  si  alimonlano.  Couciossiaclie  essi  ed  al- 
Iri  raolli  fanno  spcsso  la  caccia  ai  raoUuschi  a  con- 
cliiglia  di  loro  piii  piccoli;  lalclie  financo  il  guscio 
ne  ingliioltono  :  non  di  raro  e  addivcnuto  di  fatlo  , 
che,  secati  0  disgiunli  i  pezzi  componeuti  quel  ren- 
trigli,  pioui  si  sono  rinvenuli  di  frantumi  conchiglia- 
ri  non  ancora  digerili  ina  mezzo  Iriturali  e  quasi  di- 
sposti  ad  immeltersi  pel  piloro  ncgli  intestini.  Cio  fu 
sempre  da'  zoologi  osscrvato,  da  Planco  sino    a  Cii- 


fi)  V.  storia  nat.  dollc  concliiylie  Pi.v.   1S22  lorn.  IV.  p. 128. 

(2)  A  maggiorc  scliiarimoiilo  dclla  mia  assorzionc  ecco  il  melo- 
(lo  dal  coniiDPiidcvolc  cliiiiiico  Salvatdfo  Plalaiiia  teniito  nell'  analisi 
del  ridello  ventriglio  —  Esijosta  al  fiioco  una  piaslra  dcllo  stomaco 
dolla  B.  lignaria,  osalo  odorc  di  rorrio  odivcniie  annerila;  conlinuan- 
do  r  csposizionc  dal  nero  passo  al  bianco  di  perla,  cd  in  alcuiii  pun- 
li  vi  si  scorgevano  picculissimc  maccbic  giallo-rossaslre.  Dcssa  materia 

10 


-74- 

vier  e  da  questi  fino  al  continaatorc  di  Poli  (i);  cio 
venne  bensl  osscrvando  il  noslio  Gioeni,  quando  ab- 
bagliato  dalla  speciosa  forma  nel  carro  della  B.  li- 
gnaria  inavveduto  ne  forraava  una  nuova  faraigUa  un 
genere  uuovo  per  la  conchiologia.  Egli  disseco  uno 
di  quel  ventrigli,  e  picno  lo  riiivenne  d'  infranti  gu- 
sci  concliigliari,  siccome  le  sue  figure  IX.  e  XIII. 
ne  addimostrano;  cio  ho  avuto  il  bene  di  osservare 
anch'  io  avendo  ritrovalo  fra  le  piastre  ossce  nel  ven- 
triglio  della  stessa  B.  lignaria  aranzi  di  Dentalium 
fasciatum  di  D.  dentalh  di  Turriiella  terebra  di 
altrc  conch  igliette  e  sin  anco  delle  Turritelle  intere. 
Ora  addentriamoci  un '  poco  nefla  maravigliosa 
strutlura  di  quel  ventriglio  ed  ammiriarao  di  lancio 
r  imrautabile  sapienza  della  natura  somma  ed  unica 
maestra  del  hello  e  del  perfetto   (2).    Io    prendo  di 


cos'i  calcinata  triturata  in  mortaro  di  porcellana  divenne  di  nit  colore 
gialliccio;  e  gettatane  porzione  nella  tintara  dei  petali  di  fior  di  mal- 
va  la  tinse  di  verde.  —  Ridotta  un'  altra  piastra  in  minutissiraa  pol- 
vere  si  disciolse  intoramente  nell'acido  nitrico  purissimo  con  una  te- 
nue  traccia  di  cffervescenza  ;  1'  ammoniaca  versata  in  sufiiciente  qnan- 
lila  in  delta  soluzione  feco  nascere  abbondante  precipitato  bianco  ,  il 
quale  lavato  disscccato  e  traltato  convenienteinonte  or  coU'  ossalato  di 
ammoniaca  or  col  succinato  della  stessa  base  or  col  fosfnto  di  soda 
e  r  ammoniaca,  or  coi  carbonati  alcalini,  ci  presento  fosfato  calcnre 
fosfato  mag^nesiaco,  carbonato  calcare,  ferro  ed  allumina.  Laonde  si  e 
conehiuso  esser  composta  quoUa  piastra  ncUa  massima  parte  di  fosfato 
di  calce,  di  piccolissiraa  dose  di  carbonato  della  stessa  base,  di  dose 
ancor  piii  piccola  di  fosfato  magnesiaco  e  di  tracce  di  allnmiaa  e  di 
ferro. 

(i)  De  Conchis  ec.  ec.  App.  c.  I.  — Cuvier  ann.  da  urns.  loc. 
cit.  —  Poli  torn.  III.  p.  21. 

(2)  Que  in  mirijica  slructura  naturae  saqacitaiem  atque  sa- 
pientiam  satis  admirari  non  dcsiniinus.  Delle  Cliiaie  in  Poli  torn. 
III.  p.  21. 


-75- 

raira  la  inaggiorc  dcUc  Bollc  la  lignaria  ,  c  nell'  in- 
terno  del  suo  raoUusco  osservo,  che  la  dove  I'csofa- 
go  va  a  toccare  le  valve  o  piastre  ossce  ,  che  ne 
forniaiio  lo  stomaco,  a  foggia  di  gran  sacco  si  al- 
larga,  c  lo  stesse  piastre  iiilcrnamcntc  investe  all'in- 
i'uori  dclla  parte  cenlralo,  dove  lascia  ignudo  il  con- 
vcsso  prominentc  e  circolare  dclle  stesse  ,  affinclie 
jjuosle  scuza  dctrimcnlo  o  incomodo  dell'  aniraale 
polcssero  le  concLiglietle  e  tutti  gli  dementi  diiri 
triturarc  mcrce  uno  scambievole  attrito.  Ma  quali  so- 
no  di  questo  attrito  le  molle?  Slanuo  d'  ogni  dove 
iaflnili  tendini  Irasversi  contrattili  di  un  lucido  ar- 
gcntco,  larglic  due  lince  quai  validissimi  legamenti 
dellc  valve  cbe  ad  avvicinare  od  aliontanare  ledelte 
valve  cd  a  promuovcre  1'  intcrno  attrito  contro  il  ci- 
bo  ivi  condotto  per  1' csofago  si  prestano  (i). 

Da  (juanto  mi  e  toccalo  in  sorte  farvi  notare  , 
o  Signori,  cbiaro  emerge,  non  reslar  luogo  a  du- 
biczza  siille  funzioni  di  quel  venlrigli  a  forte  arma- 
tura.  Eppure  un  distinto  concbiologo,  1'  aiitore  dclla 
storia  natiiralc  de'  mollusclii  tcrrestri  o  fluviatili  del- 
la  Francia,  il  sig.  Draparnaud  asscrisce  potersi  veri- 
ficare  in  siffalti  mollusclii  la  digestionc  senza  trilura- 
zionc  di  sorta;  dappoicbe  egli  irovo ,  giusla  quanto 
ci  rapporta  Bosc  ,  in  uno  di  quci  stomacbi ,  parlan- 
do  dclla  lignaria  un  paleo  intiero,  il  di  cui  aninia- 
le  ogli  crcdeva  digcrito(2).  lo  non  ardisco  attaccare 


(i)  Mi  u  Tcnnfo  fatfo  di  tan  to  osscrvare   dietro    la    scorta  delio 
accDrato  continuntoro  del  Poll  torn.  III.  p.  21. 

(a)  Bosc  liisl.  nat.  dcs  vers.  Paris  anno  X.  tom.  I.  p.  67. 


~  76  - 

di  fronte  il  pensamento  di  un  insigne  osservafore 
della  natnra  :  ma  fommi  lecilo  sommettervi  alcune 
brevi  rillessioni  all'  oggetto,  e  muovere  qualclie  dub- 
bio  fisiologico. 

Nella  natura  in  questa  gran  macchina  mondiale 
lutto  e  stabilito  dal  Sapientissimo  Crcatore  ad  un  fi- 
ne determinato,  tutto  e  strumento  utile  alia  conser- 
vazione  della  specie  e  dell'  individuo  nella  mirabi- 
lissima  strnttura  degli  esseri  organizzati ;  per  lo  cbe 
deve  infallibilraenle  ad  uno  scopo  deciso  mirare  la 
speciosa  costruzione  del  ventriglio  nel  gasteropoda  di 
cui  c  parola.  Ma  qual'altra  fuuzione  meglio  che  la 
triturazione  de'  cibi  possianio  a  quella  forte  armatu- 
ra  assegnare  ?  lo  non  posso  a  tal  proposito  assentire 
al  Zinanni,  altrimcnti  detto  Ginanni,  il  quale  osservando 
il  mollusco  della  Bullcea  aperta^  die  ei  cbiama  saiv- 
suca  marina^  alia  Favagine  di  Aristotile  attaccato  ne 
argomcutava  trarre  esso  da  questa  credula  pianta,  lo^ 
alimento  raucilaginoso  e  reputava  quindi  i  Ire  os- 
sicini  dello  stomaco  destinati  soltanto  a  difeuderlo 
dalle  molestie  ed  ingiurie  aliene;  giaccbe  sono  ,  ei 
soggiunge,  siffatti  aniraali  tlqW  impotenza  di  ritirarsi 
come  gli  altri  lestacei  nella  concbiglia  a  cio  disa- 
datta  (i).  II  fatto  e  le  replicate  osservazioni  ci  in- 
segnano  nutrirsi  quel  mollusco  di  concbigliette  ,  e 
quiadi  abbisogoargli  un  forte  strumento  di  triturazio- 
ne. Per  oltre  non  e  questo  solo  l' animate  fra  i  mol- 
luscbi  cbe  vada  privo  di  un  ricovero  concbigliare  , 
ma  pressocbe  infinita  e  la  serie  de'  cosi  detti  mollu- 


(i)  Dei  testae.  deH'Adrial.  ord.  XVI.  p.  16. 


—  77  — 

schi  rrndi.  Clic  anzL  lo  slcsso  fatlo,  primo  criterio 
argomcnto  cfficacissimo  ncUe  scienze  di  osservazione, 
fecc  cio  al  Plaiico  persuaderc,  siccomc  dalle  sue  pa- 
role siilla  mandorla  marina^  ovvero  sulla  slcssa  bid- 
Icea  aperla  cliiaro  apparisce:  cgli  avea  bello  convin- 
cere  il  Zinanni  inloino  al  cibo  di  quel  moUusco,  as- 
screndo  alimcntarsi  di  concliiglicUe  come  di  piccoli 
ammouili  o  nautili,  ondc  pieno  nc  avea  rinvenulo 
lo  stomaco;  cbe  se  ipidlo  alia  Favagine  forte  aderi- 
va,  era  pcrcbe  in  silfatta  sostanza  tenula  da  Planro 
per  una  specie  di  Alcionio,  le  ovale  ck-Uu  nalicke  e 
di  tilfri  testacei  ivi  annidati  iva  a  rintracciare  (i):  il  pcr- 
cbe no  traeva  vcnirgli  dalla  natura  (juelli  trc  ossi- 
cini  donali  per  la  Irilurazione  di  quel  cibo  duro  e 
quasi  lapideo  (2).  Cio  venne  bensi  concludendo  Del- 
ia memoria  sur  les  aceres  il  caposcuola  degli  ana- 
toniisti  sig.  Cuvier  diotro  T  esalta  dcscrizione  del  ven- 
triglio  ne'  niollusclii  delle  BoUe  liguaria  idatide  am- 
polla  e  della  Bullca  aperta.  (C  Si  giudica  bone,  cgli 
dice,  venir  siffalli  slomachi  dcstinati  a  triturare  dei 
))  corpi  duri;  difalto  riavcngonsi  ordinariamente  pie- 
«  ni  di  avauzi  di  piccole  concbiglie  (3).)) 

fi)  A  dpterminaro  questa  sostanza  animate  delta  Fa vagine  di  Ari- 
stolilc  noi  ahbiamo  islitiiite  laliine  osservazioni,  die  in  altra  memoria 
Tprrcmo  esponomlo,  e  la  carallorlzzaremo  per  un  involucro  delle  no- 
va di  taltini  moliusclii. 

(2)  Quae  ossiciila  firtcnsfi  aHiuvant  ai'nul  cihorxnn  digestio- 
nem  cap.  XIF.  e  nella  11.  App.  Cibiin  huitis  conchylii  non  est 
nuccits  Favajinix.  ul  arhilrahatur  Zinnnnius  serl  sunt  cornua  am- 
monis  seu  nautilii  illi.  >/uos  siih  fi/.  II.  lab.  I.  descripsi;  refer- 
Itim  eniin  eortim  vrnlrem  huju-^modi  naulili.i  repcri;  quare  fovlas- 
ae  Iria  ilia  oxsi'cula  a  naliira  data  sunt  huic  conclujlio  ad  fritu- 
rulionem  hujusmodt  cibi  duri  ac  fere  lapidei.  App.  11.  cap.  X. 
['5)'kaa.  Uu  nius.  torn.   16  cil. 


-78- 

Ne  osta  il  fatto  del  paleo  intero  rinvenuto  da 
Draparnaud  dentro  lo  slomaco  della  Bolla,  il  di  cui 
moUusco  credeva  egli  digerito;  dappoiche  potea  per 
avvenlura  quella  concliiglja  essere  stata  inghiottita 
Tuota  ,  potea  per  la  sua  picciolezza  essere  scappata 
alia  potente  morsa  o  slrelloio  di  quello  stomaco:  ma. 
non  puossi  da  cio  francamente  menare  illazione  di 
veriflcarsi  in  quclio  aiiimale  la  digestione  di  quel  cl- 
bi  duri  senza  triliuamenlo.  Auche  a  me  e  venuto 
fatto  di  osservare  piu  volte  in  un  carro  della  B.  li- 
gnaria  cinque  dentali  (i)  intieri  quasi  un  pollice  lun- 
ghi ,  siti  parallellamente  fra  il  coiivosso  delle  due  pia- 
stre triangolari  coverti  nella  loro  base  dalla  lerza  inem- 
brana  o  vellutato  e  fino  alia  loro  meta  dalla  tunica 
carnosa  portante  su  di  quelli  incassata  la  terza  pia- 
stra  ossea  dello  stomaco.  Le  due  prime  intanto  te- 
nendosi  fra  di  loro  divergent!  conservavauo  in  tal 
guisa  illesi  quel  dentali  ,  clie  io  considerava  come 
riposti  in  un  serbatoio  piia  di  venir  triturati  e  quindi 
disposti  alia  digestione  ;  siccome  qualcbe  fiata  avvie- 
ne  trovarsi  fra  le  mole  dei  poppanti  o  maramiferi 
de'  cibi  non  ancora  molestati  o  triturati.  I  succhi 
gastrici  contribuiscono,  e  vero,  alia  digestione;  con- 
ciossiacbe  imrautano  ed  assimilano  in  parte  le  sostan- 
ze  estranee  in  quel  misterioso  laboratorio  ;  ma  non 
si  e  ancora  dimostrato  esercitare  essi  la  loro  chimica 
attivita  nelle  sostanze  dure  di  qualunque  grandozza 
senza  venir  prima  queste  ridolte  in  pezzi  per  la  tri- 
turazione,  cbe  ne  facilita  lo  scioglimento.  Cbe  anzi  si 


(i)  Dentalmm  arietinum  Gmelin  D.  Chva?  Lam. 


—  79  ~ 

c  pur  troppo  ordinario  1'  osscrvare  maleric  dure  infat- 
fe  ncgU  cscrcmonli  di  divcrsi  animali ,  come  i  semi 
delle  pianlc  per  gli  uccclli ,  quasi  noa  venisser  da 
quest]  digeriti.  Finalmeutc  a  die  la  convessila  inter- 
Jia  di  quelle  piastre  atte  a  slrigncrc  e  pestarc  se  non 
alia  Iriturazione  delle  sostanze  calcarco-concliigliari  , 
clie  apprcslano  a  quci  gasteropedi  il  nutrimcnto?  . .  . 
Clie  se  ^ol•ra  da  laluno  sostenersi  non  cssere  i  gusci 
testacei  il  vero  alimento  del  mollusco  ,  percbe  ncn 
se  nc  sono  Gnora  osservati  i  fiantumi  negli  escre- 
inenti  o  negli  inleslini ,  avra  Hue  cortaraente  ogni 
dubbio  daccbe  bo  1'  onore  di  espor\i  cbe  avcndo  sot- 
toposlo  at  coltello  analoniico  il  vivo  mollusco  di  una 
/("w/Zc //^//«?7'a  pcscata  ad  Aci-Trezza  dove  abbonda,  eb- 
bi  il  bene  di  visilarnc  la  bocca  coll'  aj)parcccbio  den- 
tale,  r  esofago  allargato  in  borsa  elaslica ,  ed  il 
veniriglio ,  cbe  pieno  dei  soliti  dentali  ,  di  qualcbe 
turrilella,  di  altri  tmliinati  ancora  interi  e  prossimi  a 
triturarsi  rinveuni  ,  polei  osservare  allora  il  canale 
iutestinalc  ,  cbe  minutissimi  frauturai  concbigliari  con- 
teneva.  Donde  mi  fu  facile  argoracntare  noa  solo  il 
vero  elemcnlo  dclla  sua  nulrizione,  ma  il  lentissimo 
molo  perislaltico  altresi  di  questo  genere  di  molluscbi. 

Appo  tali  interessanli  osscrvazioni  se  ancor  rin- 
toppi  per  taluno  al  corso  del  mio  divisameulo  restas- 
scro,io  ad  uncolal  pirronisla  cbiederei  poscia,  cbe  face- 
van  dunque  quelle  concbiglie  triturate  donlro  lo  storaaco 
del  mio  gasteropode  ?  Polevansi  dal  medcsimo  ingbiot- 
tito  il  loro  mollusco  rigurgitarc  ;  ma  non  si  oppone- 
va  a  questa  retrograda  opcrazionc  la  nuracrosissima 
dcntatiu-a  in  scnso  all'  escita  contrario  rivolta?  E  non 
polrcbbc  cgli  in  queslo  caso  di  scmplici  molluscbi  nu- 


—  8o  —  ■ 

di  alimentarsi  e  risparmiare  della  triturazione  il  tra- 
vaglio  ?  Ma.  perche  mi  sia  lecito  alia  perfine  ripe- 
terlo,  il  Sapientissimo  Creafore  doveva  allora  di  quello 
artifizioso  organo  trituratorio  dolarlo  ?  .  .  Mi  e  forza 
adunque  da  tali  ragioni  fianclieggiato  alia  chiara  lu- 
ce del  fatto  ,  chc  mai  non  abbaglia  ,  concludere 
cibarsi  di  concbigliette  il  raolliisco  dellc  BoUe  e  Bul- 
lee  lamarcbiane  ,  inimizzarle  per  mezzo  della  forte 
armatiira  del  suo  storaaco  bene  a  tal'  uopo  acconcia, 
e  qiiindi  non  poter  verificare  la  sua  digestione  senza 
il  necessario  trituramento. 

Tanlo  mi  fu  dato  osservare,  tanto  volli,  o  con- 
socj  ,  air  acurae  del  vostro  ingegno  sommettere,  per- 
cbe  fanto  nel  libro  dei  falti  rilessi :  esso  trae  d' im- 
broglio nelie  nafurali  quistioni,  da  esso  riconoscono 
le  verita  piii  difficili  la  prova,  esso  ci  convince  sem- 
pre  piu  che  in  fatto  a  zoologia  malacologica  princi- 
palmente  la  nostra  sola  audacia  scompagnala  dal  fat- 
to 0  ci  frarra  in  errore  gravissimo  o  nulla  ci  fara 
di  certo  affermare:  nee  certi  quidqiiam  in  his  au~ 
dacter  ajjirmamus. 


DELL' ACCADEMIA  GIOEIVIA 

DI  SOEIVZE  IVATHRALI 

FOL.  ZF—SEM.  II. 


\ 


SULL'  ULIVO 

SEGUITO 
DELLA  POMOIVA  ETrVEA 

DEL   C1T< 

VmCENZO  CORDARO  CLARENZA 

LEIIO  NELLA  I0BNAT4  0IU>II4iSIl  DEI.   1 9  NOVESIBKE    lS3S 


Salve  magna  parens  fnigum  salurma  tellm 
"ViRGiiiO  Georgicon  lib,  2,  vers.  173. 


i 


Prima  omuiam  arbornm  est. 
.    CoLviaELL.i  De  re  rusUva, 


Qucsla  prima  fiala  die  loggcre  tornami  ad  onore 
in  (jucsla  augusla  assemblca,  mi  (rayagliero  industrio- 
samcnlc  porvi  solto  gli  occlii  parlaado,  le  specie,  lal 
quale  c  la  cosa,  c  le  proprieta  dell'  ulivo  in  Sicilia; 
e  quello  clic  vi  si  c  di  sopra  lungameale  scritto  iu 
breve  ricogliero,  o  le  mie  osscrvazioni  di  falto  in 
lulli  i  pacsi  da  me  cercLi  yi  andro  divisando. 

Di  qucslo  albero  prezioso  comunissimo  e  ad  ognu- 
no  anche  menomo  idiola  pur  troppo  conto,  per  quan- 
lo  e  in  me  e  nelle  mie  dcboli  conosccnze  mi  faro 
a  scrulinare  nclla  nolle  delcmpi,  qual  si  fosse  la  spe- 
zic  primiliva  clic  allignato  abbia  ne'  sicoli  tcrreni, 
quanle  variela  se  ne  banuo  collivalo  da'  noslri  pro- 
genilori,  qnali  di  qucslc  noi  conserviamo,  qual  ne 
sieiio  slati  1'  uso  c  la  cullura,  qual  lucro  se  n  e  ri- 
Irallo,  qual  melodo  nella  cstrazione  dell'  olio  vi  si 
e  Icnulo. 


—  84.  — 

Egli  e  vero,  arduo  e  1'  assunto  i  confronti  con 
esattezza  diciferare  e  i  varl  paragon! ,  fra  le  qualita 
mentovate  nellc  elleniche  e  latine  geoponiche,  e  quel- 
le dei  nostri  di;  le  quali,  ponendo  fade  a  Presta 
clie  ce  ne  assiciira,  sono  piu  di  53  sorti  '  .  Dacche 
ne  Teofraslo  ne  Aristofane  ne  Polluce  ne  Erraippo  ne 
Ferecrate  fra'  Greci,  ne  Catone  ne  Varrone  ne  Columella 
ne  Plinio  ne  Curzio  ne  Macrobio  fra  i  novelli  Aborige- 
ni,  ci  ban  punto  coi  propri  colori  adombrato  a  tale 
i  caratteri  e  1'  abito  delle  diverse  piaute,  da  poterne 
fare  convencvole  agguaglio.  E  contuUocbe  Trinci 
Gandolfi  Moscbettiai  Tanara  Arid  Micbeli  Picconi 
Tavanti  fra'  nostri  Italiaai  avessero  dottamente  e  per 
buon  spazio  favellato  suU'ulivo,  nessuno  ha  condesce- 
so  mica  a  voler  con  cbiaro  discioglimento  la  sinoni- 
raia  appianarne  ^  .  Laonde  con  certa  titidjazione  mi 
fo  ardilo  bullarmi  colla  mia  piccola  navicella  in  que- 
slo  profoudo  pelago;  e  snodandoneil  significato  dei 
nomi ,  e  Irilamenle  disaminando  gli  svariati  passi  dei 
vecchi  scrittori,  accoppiare  cattero  alia  meglio  e  nome 
con  nome  e  vehisto  e  modorno. 

L'  ulivo  olea  europea  Joins  lanceolatis  subtus  in- 
canis^  racemulis  later alibus  e  nativo,  so  mal  non  mi 
appongo,  dal  Levanle  e  dalla  Sicilia,  bencbe  Tavanti  al- 
I'Asia  lo  aggiudicasse  e  alle  Africane  piagge  ^\  quan- 


1,  Prosta  Degli  ulivi-NapoIi  lygi- 

2,  Gandolfi  Sagi^io  teorico-pratico  sopra  1'  ulivo  e  1'  olio  e  i  sapo- 
ni-Roma  lygS.  Moschettini  Delia  collivazionc  degli  alivi  e  delle  ma- 
nifaUure  dell'  olio-Napoli  1797.  Tanara.  Arici  Coltivazione  degli  ulivi. 
Miclieli  in  Laslri  lunario  dei  conladini  n.  ix-.  Picconi  Saggio  snlla  eco- 
nomia  olearia  -  Genova  i8o3  e  sail' ulivo  della  Lignria.  Tavanti  Trat- 
tato  complelo   suil'  ulivo. 

3,  Tavanti  loc.  cit. 


—  83  — 

liinqiic  Rozicr  cJ  allri  illiislii  bolanici  lo  ascrivcsscro 
air  Egitto  '  ,  clomle  sia  poscia  porlato  ucl  ib'ijg, 
avanli  il  Vangclo  nella  Grccia  ,  sccoiulo  Erodolo 
Eliano  e  Giuslino  ^  ;  e  conieche  Targioni  lo  allri- 
buissc  al  solo  Orienle  ^  .  La  longevita  il  vigore  la 
feracita  la  riproJuzione  spontanea  1'  csscre  indigeno 
costifuiscono  della  pianla  in  una  data  terra.  Ogni  ora 
esscndosi  diuiqiie  visli  in  Sicilia  degli  nlivi  clie  han- 
no  lottalo  co'  secoli,  frulta  menato  a  raisiira  colnia, 
e  mutato  la  robustezza  de'  rovcri  a  vcnti,  spimlatcne 
le  pianticinc  sullc  vcccliie  mura,  sulle  alpestri  rocce 
e  sullc  alle  torri,  da'  semi  portativi  da'  corvi  c  dalle 
ghiandaie  ,  par  senza  dubbio  c  con  foudamento, 
che  qui  si  fosse  ancbc  sua  terra  natale.  Lo  stesso  Dio- 
doro  riportando  cbc  Aristeo  in  Sicilia  ferraossi  per 
alcun  tempo  a  mettere  a  ])arte  quest'  isolani  de'  be- 
neflzi  del  suo  ingegno,  ci  lascia  fuor  di  sospetto. 
che  molto  innanzi  a  cotestui  vi  si  coltivasser  gli  ulivi  ■*. 
Dalle  eta  piu  rimote  a  mille  migiia  da  noi,  1'  uli- 
vo  ha  seraprc  raai  a  segno  cresciuto  in  questa  fertile 
isola,  dove  tutto  ha  iatlo  a  larga  mano  nalura  e 
nulla  I'liomo  che  parecchi,  opinano  esser  detla  Sic/ie- 
lia  per  la  ridondanza  di  siffalto  vegetabile  e  del  fico  ^. 
Tultosi  al  dir  di  Tavanti  la  palria  dell'  ulivo  e  ristret- 

1,  Rozier  Conrs    complete  d"  agricolture  voc.    olim'er  ,    torn.   i3, 
pag.  2p6. 

2,  Lrodolo  lib.  5,  num.  Sa.  Eliano  lib.  3,  cap.   aS.  Giuslino  lib. 
2,  cap.  6. 

3,  Oltaviano  Targioni  Tozzeiti,  Istitazioni   bolaniclie  tomo  2,  pag. 
19,  voce  oJea. 

4,  Diodoro  siculo  Bibl.  hist.  lib.  4-  cap.  3i. 

0,  Niceoli)  Palmcri  Sulla  coltivazione  degli  nlivi  in  Sicilia  -  Giornale 
•di  scienie  leltcrc  ed  arti  per  la  Sicilia  torn.  28.  pag.   i5'|.. 

I  I* 


—  86  — 

fa  dal  grado  28  al  33  di  latitudiue  nord,  e  dal  i5 
al  35  di  longitudine  occideutale  dal  meridiano  di 
Greenwich;  mentre  altri  comprovano  estendersi  al  4a 
grado  della  prima,  e  perire  al  sesto  0  settimo  grado 
al  disotto  del  zero  del  termometro  di  Reaumur.  E 
ognun  ben  sa  che  la  Sicilia  e  sottoposta  al  quSrto 
clima,  cominciando  dal  grado  36  e  mettendo  fine  al 
n.  4-0,  e  clie  vien  rinchiusa  ne'medesimi  segmenti  lon- 
gitudinaJi.  L' ulivo,  giusta  delto  di  Plinio,  confer- 
mato  dalla  quotidiana  maestra  la  esperienza,  non  vive 
al  di  la  di  trenta  leghe  lungi  dal  mare  '  ,  non  du- 
rando  gagliardamente  al  gelo  in  verun  conto.  Tal- 
che  le  sole  coste  raarittime  meridionali  ne  sono  arric- 
chite,  o  quelle  ben  riparate,  alzandosi  1'  interno  dei 
cantoni  molto  spesso  dal  livello  del  mare,  e  spingen- 
dosi  oltre  in  un'  atmosfera  ghiacciata,  cbe  a  nulla  lo 
arbore  ne  riduce.  Sebbene  educatovi  vi  abitasse  che 
al  grado  4-5  sarebbe,  e  di  uopo  che  resti  difeso  e  vi- 
va al  coverto,  o  per  la  posizione  in  una  valle,  o  di  co- 
sta  alia  riva  di  un  fiume ,  si  e  in  mode  che  il  termo- 
metro vi  segnasse  lo  stesso  punto  di  ardenza.  Ed  av- 
vegnadioche  fra  noi  le  vicissitudini  delle  stagioni  non 
attentano  unquemai  a  disordinarne  e  a  distruggeme  la 
economia,  e  che  le  sue  funzioni  vitali  hanno  un  as- 
soluto  intero  e  non  interrotto  esercizio,  puo  arguirsi 
saldamente  che  un  tal  vegelabile  vi  mette  meglio  iia- 
turalmente,  del  pari  che  in  Asia  e  in  Africa,  della 
quale  questa  isola  non  mica  e  tanto  rimota, 

DagV  investigamenti  fatti  su  quanto  scrivon  Bron- 
gniart  nella  istoria  de'  vegetabili  fossili,  Lyell  ne'  suoi 


r,  Plinio  lib.   i5. 


-  87  - 

principi  di  gcologia  c  il  Penny  Magazine  ',  si  rica- 
va  che  \o  ulivo  abitante  primigcnio  sia  de'  climi  caldi, 
trovandosi  carbonizzato  iiel  nuovo  pliocene,  osservafo 
e  scovcrlo  nel  nostro  val  di  Nolo  dal  detto  geologo 
inglesc,  ovvero  nel  quarto  prriodo  corso  dal  princi- 
pio  della  deposizionc  del  vcccbio  strato  secondario,  a 
qucllo  del  piu  reccnte  spartimenlo  terziario,  in  una 
ad  altri  lOO  dicotcloni  fanerogami,  naturali  della  zo- 
na temperata  calida.  11  clie  consalidala  positiva  varia- 
zione  de'  poli  del  noslro  globe,  cagionala  da  un  estra- 
neo  repcntino  urto  di  qualchc  cometa,  conforme  a 
quel  che  narrano  Esiodo  Sanconialone  Plalone  Orazio 
Diodoro  Plinio  PUitarco  Luciano  Bailly  Carli  ''.  Al- 
tresi  Scheuchzoro  nell'  Eibario  dduviano,  Leibnitz  nel- 
la  dcscrizione  di  Brunsvich  e  Mansfeld,  e  lo  stesso 
Jussicur  ne'  gonori  ci  rapportano  a  nome  le  piantc  in- 
dianc  cudcniie  un  tempo  del  nostro  continente  euro- 
peo,  Ic  quali  allora  germinavano  fra'  gradi  4o  e  60  cir- 
ca deir  alliial  latiludine,  a  foggia  degli  elefanti  e 
di  altri  animali  che  yi  si  propagavan  e  menavan  lor 
vita,  c  die  oggi  nelle  Canarie  vi  pompcggiano  nelle 
Indie  nella  Etiopia  nella  Nubia.  Non  scorgiamo  noi  tut- 
tavia  in  Sicilia  alcune  pietrc  che  altrcltanti  volumi  dir 
si  polrcbbcro  di  botanica  ?  Non  riachiudono  esse  delle 


1,  Brongniarl  Ilistoire  dcs  TPjjctaux  fossilos  -  Paris  182S.  Lyell 
Princijiles  (if  geology  vol.  3.  'the  Penny  magazine  num.  gj.,  Septem- 
ber 21,   iS33,  q-j  c  98,  October    a  c  12,   iS33. 

2,  Esiodo  Iheogon.  vers.  2(j.  Sanconiatonc  in  Eusebio.  Plalo- 
ne Dial,  in  Tirneo,  ed  in  Crit.  torn.  3,  pag.  ii  e  2i3.  Orazio.  Dio- 
doro. Plinio.  Pliitarco  Vila  Marii  pag.  3C9.  Luciano.  Bailly  Eciair- 
ciss.    aslr.  ancienn.  lib.  3,  pag.  323.  Carli  Opere  Iclteraj.  torn,  li, 


—  88  — 

crbe  nou  piii  in  vita,  o  che  per  lo  raeiio  sol  si  al- 
lendono  in  lonlanissiini  continenli?  Molte  piante  dei 
nostri  monli  stati  non  sono  rinvenutc  da  Plumier  e  da 
Sloane  nelle  isole  amcricane?  Non  credon  taluni  di 
vedere  in  qualclie  pietra  del  nostro  valle  noccioli  di 
ulivi  pieliificati  ? 

Da  Diodoro  si  raccoglie  di  leggieri  che  il  tenere 
Intto  agrigentino,  a  cui  non  cedevano,  a  delta  di 
Cluverio,  quelli  di  Geraci  eTriocala  cSiracusa,  gremito 
si  aveva  di  uliveti,  dal  die  maggiore  opulenza  in  quel- 
Ja  citta  ne  fluiva,  Dippiu  era  si  copioso  il  raccolto  dello 
olio  in  Sicilia  tutta,  che  per  quanto  va  ricordato  dal 
detto  storico  argirese  da  Sabellico  da  Bliiller,  una  dal- 
le prime  branca  ne  costituiva  del  commercio,  e  in 
Grecia  si  traghottava  cd  in  Egitto  e  nelle  Maurita- 
vee  contrade  ' .  Gerone  donando  a  Tolomeo  nella  rino- 
mala  carestiadi  Egitto,  1'  imnienso  e  non  mai  piu  vi- 
sto  vascello  ingegnato  da  Archimede,  di  grani  caricol- 
lo  di  olio  ed  altre  isolaui  produzioni  ^.  Dionigi  nel- 
la curia  de'  Tarantini  pose  un  candelabro  con  tante 
lucerne  per  quanti  sono  i  giorni  dell'  anno,  da  accen- 
dervisi  pcrcnnemente  e  giorno  e  sera;  c  di  questo  ne 
e  autore  Ateneo  al  libro  i5  ^.  Ne  creder  si  deve  che 
r  oho  prodotto  fosse  del  calahro  suolo;  che  al  173 
di  Roma,  siccome  afiermano  Teofrasto  e  Fenestella,  ta- 
li alheri  non  esistevan  punto  ne  in  Italia ,  ne  in  Ispa- 
gna  ne  in  Africa  ■*,   ed  a  costoro  fa  eco  il  naturalisla  Pli- 

1,  Diodoro  lib.   i4,  cd  egloga  i,  lib.  36,  pag.  335,  lom. 2.  Sa- 
bellico Ennead.  i,  lib.   6.   Miiller  1st.  univ.  lib.  8,  cap.   5. 

2,  Ateneo  lib.  5.  Hist.  uuiv.  angl.  lib.  7,  torn.  5,  pag.  327. 

3,  Ateneo  lib.    iS. 

A,  Teofrasto  Hist,  plant. -Amsterdam  i64-4-  Feneslella  Ue  nmg. 
sac.  Rom.-Parigi  I'S^i. 


-89- 

nio  '.  Anzi  Dutcns  vi  arrogc  clio  non  mai  fu  in  gran- 
dissima  co|)ia  1'  olio  abljondantc,  clic  al  seltirao  scco- 
lo  dcHa  forinazionc  di  quclla  mctropoli  ^;  ii  che  !o 
slesso  Tcoiraslo  eel  fa  rilcvarc,  dicendolo  infruttifcro 
sino  al  Icrzo  secoio:  cd  in  fatti  ai  5o5  si  vendeva  do- 
dici  assi  lalibbra;  tanlo  era  raro!  Pariracnlc  al  i64- 
di  Roma  i  Foccsi  coslrucndo  Marsiglia,  lal  pianlagione 
nellc  Gallic  trasfcriron  seco;  cd  indi  fjuo'  abilalori  lo- 
ro  colonia  inviaiido  u  fabbiicarc  Hcrault,  sifi'atta  cullura 
ncUa  bassa  Linguadocca  irono  propagando.  Tultosi 
Diogcne  Lacrzio  nclla  vita  di  Diogcne  il  cinico,  narra 
chc  questo  fdosofo,  acremcnte  riraproverando  Plalonc 
pel  hingo  suo  inlraltcnorsi  prcsso  la  corlc  di  Dionigi 
in  Siracusa,  lo  sfcrza  biicinando  hii  clie  gli  convcni- 
van  al  dcsio  Ic  ulivc  siciliolc  in  Grecia  allor  non  co- 
muni  ^. 

Volgondo  r  occbio  alle  sicolc  valli,  ad  ogni  an- 
golo  in  ulivi  ci  scontriamo  ne'  hioglii  incolti  c  nelle 
alpcslri  giogaie  puUuIativi  da  semi  ivi  dcpositali  fra 
gli  cscrementi  dci  volalili  cbc  se  ne  cibano.  Onde 
lasciala  a  cura  di  somiglianli  animali  la  molliplica- 
zione  di  si  preziosa  pianta,  conic  costumano  gl'indo- 
lenti  agronomi  Corsi,  se  ne  gonerano  gli  oleaslri  fol- 
lissimi ,  cbc  riproduccndo  nuovc  messc  alia  non  di- 
radala  ccppaia,  covile  sicurissimo  divengono  e  inipc- 
nctrabile  ricovero  di  volpi  e  di  lupi,  fra'  rogbi  e  gli 
arbiisti  sclvatici  di  ogai  modo  cbe  raddoppiansi  via 
via  in  quel  suolo  aduggialo.    In  guisacbe   csizio   di- 


1.  Plinio   Hist.  nat.  lib.    id,  cap.   i. 

2,  Dutens  Tnnlativo  di  una  transazione   fra  gli  antichi  p   i    uio- 
denii  pa^.  So--NapoIi   17S7. 

'i  ,   Diogcne  Laerzio  Vita  Diogcnis  pliilos. 


—  90  -- 

vcngono  alia  pastorizia,  invece  di  qualcHe  giovamento 
all'uomo  recare.  Ne  credasi  mica  che  quest  o  F  olea- 
ster silvesiris  si  fosse;  no  mai,  io  dico  con  Targio- 
ni  ';  sono  i  noccioli  di  ulivi  domestici,  inselvatichiti 
per  la  mancanza  di  cuUura  e  di  attenzione.  Talche 
una  trapiantagione  reiterata  col  taglio  in  ogni  volta 
del  fittone ,  un  opportuno  lavoreccio,  un  mediocre  in- 
grasso  biennalc,  dnrano  ad  amraansirli,  a  dare  ad  essi 
dimestichezza,  e  renderii  da  rozzi  e  disutili  a  piacevoli 
e  fruttuosi ;  ma  di  cio  farera  verbo  in  appresso. 

11  terreno  tufaceo,  sabbionoso  gbiaioso  volcanico 
ciottoloso  sassoso,  anzicbe  argilloso  umido  o  paludoso 
si  confa  airulivo;  ed  in  questo  anche  puo  venir  pro- 
sperando  se  si  fognasse ,  o  misto  fosse  con  selce  e 
calce  carbonata,  dovendo  per  come  e  di  avviso  Du- 
mont  Courset.,  concorrervi  a  parti  uguali  I'allumina 
la  calce  e  la  silice  a  rendere  un  suolo  fertilizzante 
e  fecondo  *.  Si  apprende  da  Tansillo  che  ove  nasce 
il  rosmarino  e  il  mirto,  vi  signoreggia  I'ulivo  ^.  Di 
fatti  scerniamo  che  la  poltigUa  il  loto  o  melma  im- 
piuguante  dellc  egiziane  contrade ,  e  trascinata  dal 
Nilo,  in  allume  principalmente  consista  e  carbonato 
di  magnesia,  che  mescolandosi  colla  silice  propria  di 
quelle  terre,  vi  arreca  abbondanza  di  messi,  ricchezza 
di  prodotti,  senza  stento  o  travaglio.  Ognun  sa  bene 
che  di  campagne  di  consimile  natura  havvene  in  Si- 
cilia  a  ribocco,  che  contengono  in  se  stesse  i  prin^ 
cipi  di  vigorosita  e  di  riproduzione. 

■j 

1 ,  Targioni  loc.   cit. 

2,  Dnmont  Courset  Giardin.    botan.   tora.    i,  pag.  2i. 
p,  II  mirto  il  rosmarin  I'ogliastro  e  1' elce. 

Mostran  terra  amicissima  all'  iilivo. 
Tansillo. 


—  91  — 

Inollro  il  ciliegio  primus  cerams  cli  Linneo, 
dctto  in  lal  gnisa  da  Ceraso  o  Chirissonda  citla  del 
Ponto  sccondo  Baudrand,  si  vuole  trapiantato  in  Ita- 
lia nel  680  di  Roma  da  Lucullo  vincitor  di  Mitri- 
date  principc  di  quclla  rcgione,  faccndo  di  cio  fede 
Plinio  Atenco  san  Girolarao  '.  II  giuggiolo  zizyplms 
vulgaris^  le  di  cui  frutla  quasi  son  allrellanle  ulive, 
menlre  son  verdi,  e  lazarolo  mespilus  azarolus  ^  ori- 
ginari  il  prirao  dell' Asia  ed  il  sccondo  della  Siria, 
nclla  nostra  penisola  s'  iudussero  giusla  parere  di 
Plinio  da  Scslo  Papiuio  console  ncgli  ultimi  tempi  di 
Augusto  ^.  II  persico  amygdalus  persica  e  I'albicocco 
prunus  armeniaca  c  molti  generi  di  fico  propri  della 
Persia  dell' Armenia  c  delle  convicine  contrade  asia- 
tiche,  prospcrano  nell'  Italia,  e  ne  faa  riraembranza 
e  Columella  c  Plinio  ^.  II  platano ,  platanus  orienta- 
lise lo  affermano  lo  stesso  naturalista  e  Polidoro  Vir- 
gilio,  venne  da  la  menalo  nelle  isolc  Trcmiti  in  Sicilia 
cd  in  Italia  4;  eve  sotto  la  sua  ombra  adunavansi  i 
filosofi  per  sollazzarsi:  cio  e  dal  poeta  mantovano  ri- 
cordato  ^ .  Ora  di  tutle  le  enunciate  piante  conterra- 
nee  deU'ulivo,  nessun  fra  noi  spontaneamente  si  vede 


1,  Plinio  lib.   i5,  Atcnoo  lib.    12. 

Acecpimxis  el  canislrum  cerasis  refertum  (nlihtis  el  tarn  vi'i:- 
ginali  terecundia  ruhentibus ,  ut  ea  nunc  a  Lucullo  delala  existi- 
marem.  Si  quidem  hoc  genus  pomi,  Ponto  el  Armenia  subjuga- 
tis,  de  Cerasunle  primus  Romam  perlu lit,  unde  e  pa/ria  arbor  no- 
men   accepit.  San  Girolamo  Epist.  ad  Cuslochium  Jlarcell. 

2,  Plinio  lib.   i5,  cap.   i,  4>  e  i4- 

3,  Colnmclla  lib.  5,  num.   10.  Plinio  lib.   i5,  cap.  12  e  i3. 
4.,  Plinio  lib.   12.  Polidoro  Virgilio  Do  invent,  rer.  lib.  3. 
5,  Aique  ministrantem  platanum  potantlbus  umbram. 

Tirgilio. 


—  92  — 

germogliarc;  c  frutto  soltanto  sono  dell' industria  e  del 
travaglio:  raentre  clie  l'  ulivo  da  se  si  riproduce  negli 
abbielli  ciracli  e  nelle  fessure  dei  macigni.  Del  pari 
die  lanti  e  tanti  altri  arbori  frutici  ed  erbe,  corau- 
ni  sono  ad  amcnduc  regioni,  o  vuoi  per  effetlo  del 
medesirao  clima,  o  Yuoi  per  un  uniforme  e  conge- 
11  ere  campo.  Si  fatlamente  da  questc  preraesse  e  dal 
fin  qui  detto,  argomento  cliiaro  prender  puossi  che 
r  ulivo  endemico  sia  in  Trinacria   come  in   Levante. 

I  Greci ,  per  quanlo  riflette  PoUuce  ' ,  tenevan 
conoscimento  di  varie  sorti  di  cotinos  ulivo;  le  quali 
devono  piiittosto  >Yariela  appellarsi  anziche  no.  Noi 
uon  solo  le  abbiamo  tutte,  altre  anzi  ne  colli viamo, 
oltre  alle  suddelte;  di  una  meramente  par  che  si  man-, 
casse  baccis  fere  nostralibus^  menzionata  da  Ermo- 
lao;  la  quale  nascendo  nel  seno  arabico ,  teneva  il 
soprannome  di  quella  conlrada. 

Num.  1.  La  dry  petes  ^  a  delta  di  Plinio,  lira  la 
sua  etimologica  origine  da  drys  querela  e  peto  cade- 
re ';  da  che  cominciando  la  maturazione,  le  ulive 
sono  cascaticce,  come  le  ghiande,  alia  di  cui  forma 
assai  somigliando,  vengou  dette  querciuole.  Columella 
denomina  drypete  lulte  quelle  che  vanno  ad  an- 
nerirsi,  ovvero  che  per  la  maturita  cangian  di  colo- 
re *;  il  che  ridonda  ad  un  diprcsso  alio   slesso  lipo. 

E  /'  olea  minor  rotunda  ex  nigra  et  rubra  va- 
riegata  di  Garidel  e  di  Tournefort,  la  cir cites  di 
Columella,  dal  vocabolo  cercias  sicilioto,  secondo  il 
Salmasio  4;  che  significa   vcnto   violenlissimo ,  giusla 

1 ,  Polhice  Thebaidos. 

2,  J'linio  lib.   i5,  cap.    i  e  2. 

3,  Columella  De  re  rustica  lib.   12,  num.   52. 

4.,  Salmasio  Exercit.  Plin.  .    ■ 


-93  - 

Catonc  Plinio  e  Seneca  ';  a  causa  die  tale  specie  di 
uliva,  quando  e  iminatiira,  non  si  stacca  facilmcnle 
dair  albero  con  lutla  la  vecnienza  del  turbine.  Non 
mancan  laluni  di  avverlirc  chc  qucsla  il  radio  si  fosse, 
dcrivandola  da  cercis  donolaule  spola  da  lessere  o 
piullosto  una  sorlc  di  olmo  col  fuslo  alluugalo.  Non 
c  di  versa  Aa.\\  aquilia  di  Curzio,  dalla  olea  variegata 
di  Gouan ,  dalla  marbvee  o  le  piyau  di  Amoreux 
e  di  llozier,  dalla  olea  mazariensis  superiori  fructu 
vnmaluro  inlense  vin'di,  malurescenle  vero  nUjro  di 
Cupani,  dall'  ulivo  franco  e  salvalico  di  Picconi,  dal- 
r  uliva  di  Mazzara  cli  e  come  1'  oliva  nebba^  dalla 
mavmurigna  di  Calania. 

11  frutlo  passa  dal  color  verde  al  A'iolcUo;  ed  al- 
lora  la  sua  pcilicola  si  screzia  con  punli  bianchi:  6 
soggelto  a'  vcrmini  e  priinaticcio.  11  nocciolo  c  pic- 
colo air  avvcnantc  del  pericarpio,  e  solcato  da  ogui 
lalo,  colic  eslremila  spcsso  rolonde.  Ed  cssendoche 
essa  fatla  soffrcga  ,  secondo  gli  enciclopcdisli  *,  in- 
nuinerevoli  disconvenienze,  saltando  da  un  silo  ad  un 
allro,  ancorcbe  assai  prossimi  rcslassero,  se  ne  incon- 
Irano  col  nocciolo  piu  grosso,  rigonfialo  alia  base, 
o  pure  troncato  c  punlagulo  ncgli  eslrcmi,  cd  era  con 
foglic  largbc  c  corte,  ora  con  dolle  puntulc  e  slrettc. 
Cotalcbe  a  quesla  spezic  si  legano  a  inio  avviso ,  la 
olea  major  angulosa  amygdali  forma  di  Garidel  tli 
Tourncforl  e  di  Maguol ;  1'  olea  amygdalina  e  sallen- 


1.  Calone  Do  ro  rnstica.  Plinio  lib.  2,  cap.    4-6    e   47-  Seneca 
Quaesl.  nat.    5,  cap.    17. 

2,  Eiiciclopcdie  botaoiqae  lom.  4-,  part.   2,  pag.   5o8,  voc.  Oli- 
vier  la  marbree. 


—  94-  — 

Una  di  Calone  Plinio  e  Macrobio  ',  cosi  appellala  da 
che  abita  nella  provincia  di  Lecce ,  ore  slanziavano 
quci  popoli  della  Messapia ,  la  quale  e  delta  oggidi 
oliva  cellina ;  la  calabrica  di  Columella,  ossia  \olea- 
slello  in  Napoli;  la  cayenne  in  Marsiglia,  \  acjlan- 
deau  in  Aix,  ii  gialletlone  rosso  di  Mieheli,  la  iner- 
lina  in  Albenga  di  Picconi,  la  pignola  in  Gcnova , 
i  crignoli  in  Corao. 

E  dei  cordiformi  di  Tavanti ,  e  della  specie  pri- 
mitiva  cbe  allignato  vi  abbia  nell'  agro  siciliano.  L'o- 
Jio  clie  se  ne  cava  fuori  e  un  poco  verde,  i  Greci 
lo  addomandarono  omphachis.  Sul  momento  serba 
un  sapore  grato  di  pinoccbio ;  ed  bavvi  delle  varieta 
che  tramandano  olio  eccellenlissimo.  II  piu  volte 
sullodato  Plinio  significo  di  potersi  incalmare  I'ulivo 
sulk  quercus  ruber  ^  oggi  pero  si  e  viemmeglio  ri- 
guardato  cbe  siffatto  albero  e  il  minore  di  ogni  al- 
tro  nel  cacciare  via  1'  innesto. 

Num.  2.  La  */e?«/?/iy/ffofe*,  ovvero  avviticchiata  per 
la  lungliezza  de' piccioli  e  per  la  tenerezza  de'getti, 
e  la  contia  di  Plinio ,  quasicbe  si  tirassero  i  ramo- 
scelli  I'un  I'altro;  Volea  media  oblonga  fniciii  corni 
di  Garidel  di  Tournefort  e  di  Magnol,  Volea  cranio- 
morpha  di  Gouan;  la  corniau  di  Amoreux  e  di  Ro- 
zier,  \  olea  saliva  parili  Jere  Jructu  cum  antedicta 
nebba  ex  rotunda  acuminato  nigra  rubeola  debilis 
frovenius  di  Cupani,  la  bouleilleau  della  Enciclope- 
dia,  la  radiola  pendolina  di  Picconi,  1'  oliva  cornuta 
o  a  pizzu  di  corvu  appo  noi.  Tiene  il  frutto  piccolo 
arcuato  bislungo  nero  di  colore ;   il  nocciolo  scbiac- 


I,  Catone  loc.  cif.    Plinio   loc.  cit.  Macrobio  Saturnal.   lii.   2, 
cap.   i6,  e  lib.  3,  cap.  20. 


—  9^  — 

cialo  da  iin  lato,  piinlulo  ne'marG;ini,  irrcgolarnicnie 
aggriuzato  con  uua  sutura  die  passa  da  uua  pimla 
all'  altra;  Ic  foglie  luiighissime  terminanti  nella  cima 
ad  acuico  rilorto,  poclic  gracili  appannato,  ramoscelli 
pcndcnli  come  Ic  foglie,  onde  rasscmhra  al  salice 
piangcnte  salix  babilonica:  apparliene  alio  turbiualc 
di  Tavanli. 

JVuM.  3.  La  raphanoides  rafaniforrac  per  la  figura 
della  coccola,  e  la  medesiraa  AcW  algiana  doi  Roniani ; 
chiamata  in  lal  mode  dal  verbo  algeo^  pcroccbe  in- 
lirizzisce  al  troppo  freddo  e  patisce  al  soinmo  caldo. 
Si  confoiide  colla  olea  media  rotunda  viridior  di 
Tournefort  e  di  Dulianiel ,  colla  olea  viridu/a  di 
Gouan,  colla  oliva  saliva  oblongo  friiclu  medio  acer- 
bo  albo.maturienle  autem  riibesceiile  di  Ciipani,  colla 
verdale  di  Anioioux  e  di  Rozicr,  col  verdaii  dell En- 
ciclopcdia,  colla  vranculidda  di  Misilmcri,  percbc  noii 
islagiouala  da  ncl  colore  bianco ,  e  colla  virduiia 
coimmc  a  cagioii  cbc  resta  vcide  cd  arrossiscc  po- 
chissimo. 

II  fruUo  e  ovale,  aculo  al  lembo  superiore,  stroz- 
zalo  alia  base ;  non  sembra  mai  maluro ,  ma  suole 
inlaulo  infracidarsi.  II  nocciolo  da  neU'ovato  allun- 
gato  come  il  pericarpio;  liene  bcnsi  gimilure  marca- 
lissime.  Lc  foglie  soiio  limgbe  rigonfie  nel  mezzo , 
alliingale  ai  due  capi,  bianclie  sotlcsso,  verdi  cbia- 
re  di  sopra.  Forniscc  poco  olio  c  di  calliva  c[iialila: 
so  no  Irova  a  suflicionza  nel  conlado  di  Modica  nci 
dintorni  del  nord-est  di  Calauia  e  nei  bosclii  del 
val  Dcmone. 

Num.  4"  Quella  cbc  i  Grcci  denominavano  (jerge- 
minos  Calonc  dicevala  colminiana^  Varrone  e  Macro- 
bio  colminia^  Columella  cu/mi'nea;  ma  con  piu  esalta 


-  96  - 

analogia  la  mentovarono  cominiana  o  cominia  Plinio 
e  Palladio.  Val  tutt'uno  che  V  oka  minor  rotunda 
rubronigricans  di  Garidel  di  Tournefort  e  di  Magnol, 
che  \  olea  alvo  rubens  di  Gouan,  che  Yoliva  sativa 
suppari  subsphoerico  fructu  nigro  per  medium  sul- 
caio  di  Cupani ,  che  la  sayerne  di  Rozier  e  della 
Enciclopcdia,  che  la  oliva  siciliana  la  nuciddara  la 
missinisa. 

II  frutto  e  rotondo  aguzzo  nell'  alio ,  elargalo 
nella  hase,  alquanto  lanuginoso,  caduco  spesse  volte ; 
11  nocciolo  e  piccolo  solcato,  quasi  ellittico ,  tondeg- 
gi'anle  in  fondo,  acutissimo  in  cima;  le  foglie  aguzze 
dai  due  lemhi;  da  noi  nol  danjieggia  il  freddo  come 
oltramare;  araa  al  dir  di  Catone,  i  terreni  ciottolosi; 
si  coltiva  nelle  sciare  dell'  Etna.  Varrone  lascio  scritto 
che  n'  erano  popolatissimi  i  campi  venafriauo  e  il 
cassinate;  non  avanza  raai  a  tanta  altezza ,  e  facil- 
mente  si  veste:  appartiene  alia  barralenque  de'  Fran- 
cesi.  Eraa  prodolli  suoi  le  pityrides  o  pyrenae  degli 
antichi,  detti  cosi  dalla  concia  data  al  frutto,  col  cal- 
terirlo  e  coUa  eslrazione  del  nucleo ,  che  non  so- 
no  altro  che  uliioi  scacciati  di  Sicilia.  Sembra  che 
difformita  della  medesima  si  fosse  la  licinia  di  Co- 
lumella e  di  Plinio,  o  laciniana  di  Catone  e  di  Ma- 
crobio. 

Num.  5.  U  archemora  nomata  in  tal  guisa  per  la 
figura  testicolare  e  per  la  grossezza  del  frutto,  e  pro- 
])rio  V orchis  di  Columella,  Y orchites  di  Catone  di 
Macrohio  e  di  Virgilio 

Nee  pingues  unam  in  faciem  nascuntur  olivae 
Or  cades  el  radii  ^  el  amara  pausia  bacca. 
E  la  oliva  saliva  fructu  medio  subrotundo  rubescente 
di  Cupani,  Xorchile  o  testicolare  di  Picconi,  la /«m- 


—  97  — 

rina  in  Provonza,  la  lavagnma  o  laidina  nell<a  ri- 
viera  di  Icvanlc  a  Gcnova,  la  J'rasia  in  Como,ta  oliva 
barriddara  pri  fiularisi^  la  scaniizzala  sen  Jiddata 
a  culuri  pauiineddu.  la  lesliculari  la  nebba  in  Sciac- 
ca.  Rozicr  c  lo  Re  divisansi  clie  Vorchite  sia  1' oliva 
di  Spagna,  ma  io  non  saprei  a  cio  iiniformarrai  '. 
Ed  avvcgnacbo  ogni  ora  la  drupa  ha  congruenza 
col  fruKo,  come  ben  avverle  il  noslro  italiano  Pre- 
sta  °,  la  sopraddctla  specie  tiene  qr.eslo  massimo  ovale 
di  colore  rossovinoso,  di  pcdiuicolo  mollo  liingo;  con 
nocciolo  acuminato  neU'inferioro,  lurgido  al  centro , 
lenue  in  cima;  c  le  foglie  Imiglie  lanceolate,  con 
costola  ben  pronunziala,  orizzontali  e  lalora  ricurve 
in  alto. 

Num.  G.  La  cotinida  o  phaulia  o  Ivambello  come- 
clie  Ferecrato  Irambelli  intcndesse  i  fattivi  iunesli  nel- 
rolcaslro,  corrispondc  alia  eyiziana  di  Teofrasto,  al- 
\  alesmndrina  di  Macrobio  ,  all' «//7'c'«/iff  di  Cm-zio, 
alia  retjia  deSabini  a  detta  di  Plinio  c  di  Columella, 
al  radio  marjf/wre  di  Varrone ,  appcllato  cosl  dalla 
sua  lunghezza  c  simiglianza  alia  spola  radius  lex- 
ion'us,  per  quanlo  atlestano  Virgilio  Plinio  Blacrobio 
Scryio,  alia  scryia  do'  Pioraani,  giaccbe  Sergio  il  pri- 
mo  collivolla  in  Roma ,  giusla  voto  di  Plinio,  alia 
conditwa  di  Catone,  all'o/(?fl  fvuclu  mojori ,  came 
crassa  di  Garidel  di  Tourncfort  di  Duliamcl  "\  alle 
olivae  majorcs  el  pidposiores  di  Baubino  4,  alle  oli- 

1,  Rozicr  ioc.  cil.  Filippo  Re  Nuovi  cicmenii  di  a^ricoltura  lorn.. 
3,  pag.    i5|. 

2,  Picsia  Ossrrvazioni  snpr.l  i  62   sagi;i  dcli'olin. 

3,  Garidol    PiRnl.  d'  Aii  num.    334-.   Tonnirrort   insl.  roi  Iiorli. 
r.um.    5f)f).  Diilinmel  Trailo  drs  arbroMorn.  5,  pn^.  SS  -  Pariiji  ■/('O. 

4,  liftuhino  Piiiaj  llicalri  tjotaiiici  n.   4-j:2  -  Basiipa   iHij. 

12 


-98- 

rae  rex/iae  di  Cesalpino  ' ,  alia  olea  saliva  fructu  for- 
ma ac  magniludine  a  prima  Giaraffa  non  longe  di- 
stanie  omnibus  sapidiori  di  Cupani  ^,  alle  olive  roya- 
le  di  Rozier,  &\V olivo  morchiato  di  Bliclieli,  alia  ma^ 
taia  0  maltera  nella  riviera  di  ponentc  del  Genove- 
sato  ,  a'  bolgegni  in  Como  ,  all'  infrantoio  di  Re  ,  al 
correggiolo  in  Toscana,  alia  oliva  saracina  o  pru- 
nara  di  Sicilia. 

II  suo  frulto  e  carnucciosissinio  polposo  e  me- 
diocremenle  grosso;  il  nocciolo  ovale  aguzzo  nei  due 
streini ,  con  quello  superiore  piu  sottile.  Le  foglie 
son  lanceolate  angustc  e  piu  piccole  delle  altre  variela, 
verdi  nella  pagina  di  sopra,  bianclie  nella  infcriore, 
e  coriacee  talora,  per  quanlo  per  Wildenow  Persoon 
Plenck  e  gli  cnciclopedisti  ci  fu  detto  ^. 

Si  vuole  comunemenle  cbe  sia  1'  oleaster  di 
Ho/Tmansegg.  Vive  bene  nelle  piu  elevate  colline  e 
nelle  basse  lande,  fronteggiando  avanti  ogni  altro 
agli  eccessi  della  temperatura ;  e  si  trova  percio  in 
Francia  in  Italia  alta  fino  agli  Appennini  e  alle  Al- 
pi.  E  una  delle  prime  spezie  ancbe  cbe  radici  abbia 
messo  in  quesla  isola.  Ed  attesocbe  i  Saraceni  ne 
migliorarono  la  coltivazione  e  ne  premiarono  F  in- 
cremento,  si  disse  saracena  da  egiziana  o  africana 
cbe  prima  nomavasi.  In  Decapoli  nella  Siria  se  di- 
parte  a  forma  di  capparij  e  le  ulive  sono  alfretlanlo 
piccole  quanlo  squisite ;   e  ne  fa  fede  Plinio.  Se  ne 


1,  Cesalpino  De  plantis   n.  73-Firenze    i583. 

2,  Cupani  Hortas  cattiolicus  -  Napoli  1696  voc.  olea. 

3,  Wildenow  Plant,  spec,  et  genera  -  Berolini  1797-1810.  Per- 
soon 'Synopsis  plant -Parigi  180D.  Plenck  Jcones  plant,  medic. - 
"Vienna  1788.  Eaciclopedia  loo.   oil. 


—  99  — 

{•oiilano  varic  dissomiglianzc  di  (ale  falla  fra  noi , 
die  alquaulo  si  tlivisan  fra  esse ,  lasciando  sempre 
mai  la  luce  del  loro   lipo. 

Tcofrasto  parlaado  di  siffalto  ulivo  il  dice  olea 
Acgyplium  ubevlala  ac  murjniludine  ex  eel li I  '.  Gli 
EUeni  lo  dognarono  dell'  cpilcto  di  ^^■np'jv  h  iXmuhsi 
i  Lalini  di  o/e/fcriim;  imperciocche,  per  qiianto  opina- 
110  i  prisclii  georgofili ,  e  Iraricco  di  olio,  quaiilun- 
que  Columella  nol  crcda  si  oleoso:  il  quale  e  di  un 
saporc  egregio  delicato  di  buou  paslo  quando  sia 
giovine ,  e  clie  pcio  si  corrompe  facilnieute  invcc- 
chiando  troppo.  Ogni  libbra  di  olive  da  da  rio  in 
buono  once  sei  di  iiquore  con  murcbia  o  residenza 
in  copia. 

Nu.M.  7.  La  iscJiiades  per  la  sua  forma  reuiforine 
o  tult'  uno  con  la  picena  di  Plinio.  colla  olea  maxi- 
W20  _//7/c/w  di  Garidel  Tournefort  Dubamel  Magnol  ^ 
e  \  olea  hispanica  foliis  lanceolalis  J'nictu  ovalo  di 
Miller  ^,  la  oliva  crassior  circa  Ilispalim  nascens 
di  Clusio  '*,  le  olivae  maximae  hispamcae  di  Bau- 
liino  ■'  e  di  Garidel,  \a.  plant  d'  eiguieres  de  la  gros-  ' 
se  eVyOece  di  Rozier,  X  olivo  da  indulcire  di  Micbeli , 
r  ampoulaii  in  Liuguadocca ,  i  moraioli  0  morchiai 
o  aglioli  in  Corao,  i  morinelli  di  Re,  X olea  saliva 
nigns  fructibus  omnibm  innjoribus  ac  pinguioribus 
parfim  turbinatis  partim  rotundis  di  Cupani,  la  giav- 


I.  nVaFMsto  Do  camis  lib.  6,  caj).  12,   psj;.  24o--Dasilea  lyiio. 
2.^  iM.iijnol  llortus  rcgiiis  monspnlieiisis  -  Moutpeliicr  1697 
3,    Miller   Philip's  Thu  gardincrs  dictionary  -  LonJra    iSoS. 
4-,   Carlo  Clusio   Historia    rariuniui    plant -- Aiivcrsa    iGoi. 
5.   Batihiiio   Hijl.    uiiv.    plant.  --  .\nl)ru!i    iGjo. 


100    

raffa  la  spagnola  nostrale ,  la  oliva  da  salavi.  Ne 
sono  pi'ovvenute  delle  varieta,  siccome  1'  olea  fructu 
oblong 0  minor i^  la.  fidicina^  o  V  olive  poinlite  o  pon- 
chudo^  Y  olea  fructu  oblongo  atro  virente  di  Garidel 
di  Tournefort  di  Bauliino ,  le  butarghe  le  pizzutel- 
le  le  orfane  le  ghiacciole  le  randaiole  in  Toscana, 
la'  saurine  o  picholine  in  Provenza,  da  clie  Picliolini 
invento  il  modo  di  verde  confellarne  il  frutto  ',  la 
giarrajfedda  in  Castelbono. 

Questo  frutto  e  ovale  arcuato  tondo  alia  base , 
appuntato  alia  cima ,  tumido  al  centro ;  il  nocciolo 
liene  la  medesima  figura;  le  foglie  veste  eguali  nel- 
le  estremita  loro,  corte  lanceolate  amigdaline  di  un 
verde  cupo. 

E  I'albero  di  questo  genere  cbe  meglio  ingigan- 
tisce,  sedendo  in  un  suolo  per  csso  confacevole,  si- 
licoso  anziche  no,  misto  con  poca  argilla.  Prospera 
ollremodo  ove  la  temperatura  conserva  una  certa  ele- 
vazione  e  regolarita;  talche  qua  viene  innante.  La  uli- 
va  e  la  piu  grossa  sorle  che  si  ab])ia ,  ingrossando 
nel  Peru  finquanto  un  picciolo  novo  di  gallina,  e 
neir  Andalusia  come  le  sugose  susine  o  le  polpute 
ghiande.  In  Sicilia  in  Italia   lutta   e  nelle   limitrofe 


I ,  Picholini  poneva  a  moUe  par  olto  o  dioci  giornale  le  ulive 
in  forte  capitcllo;  di  la  tolte  via  Ic  infondeva  nell'  acqua  purissitna 
anzicbeiio  jicr  dieei  altri  d'l  ,  vi  cambiando  1' acqua  in  ogni  sera. 
Levala  poscia  qucsta,  lo  caUeriva  Icggermcnte  o  vi  faceva  con  cn!- 
tello  alfilato  dello  iucisioni,  o  denlro  ad  un  vaso  ic  iva  serbando, 
Ti  frap|)oncudo  nei  saoi  diversi  strati,  sale  crbe  aromaliche  e  spczie- 
ric.  Qaelle  che  osserviamo  renate  da  Fraiicia  sodo  spogliate  dall' osso, 
soslifueiidovisi  un  ca])pero,  ed  infuse  in  olio  perfeltissinio,  anziche 
in  droghe  medicioali. 


lOI    

province  porii,  a  ilolla  cli  Bauliino ,  gonfia  dl  raeno 
volume  c  pill  rolouda,  ma  }>iii  corj)acciula  ogiii  ora 
delJa  maiinoiizzala.  Divicn  dolcissima  c  buoua  a  mau- 
giarsi  sc  sia  iin  p6  appassita.  Sla  ollimamenlc  prcparala 
cou  salanioia  ,  a  quella  loggia  chc  coslamaTaiio  i 
Grcci,  delta  da  cssi  loro  la  cohjmbadcs  hagnaiuola 
dal  verbo  conlrallo  cohjmho  gallcggiare  ir  sopr'acqua, 
irapcrciocche  nuolavano  ia  cpicl  liquido,  per  quanlo 
in  Plinio  Colimiclla  e  Palladio  si  Icggc  '.  E  da  sa- 
persi  inlanlo  clic  allor  avcvasi  in  iisauza  piender  le 
idivc  un  poco  verdi,  immergcrle  in  mezzo  all'  onda 
in  un  alberello  o  bossolo  o  lino;  se  uon  cbe  senza 
alfallo  movorle  o  tocearle,  da  un  buco  aperlovi  nel 
fondo,  quella  mezzo  torbida  dopo  4-8  ore  sperdevasi. 
allra  limpida  e  fresca  adallalameule  sovvenendoveuc. 
Corso  in  simil  gui^a  il  dodicesirao  giorno ,  salamoia 
versavasi  con  poco  acelo  o  agro  di  limone;  c  Wimo- 
vandosi  tale  opcrafo  solamenle  ncl  mese  pnino  di 
niarzo,  si  scrvivano  ad  odorar  soavi  c  buaie  ancbe 
per  Ire  anni.  Da  quesle  originarono  le  cohnbadi  c\\q 
dalle  Gallic  in  fiascbi  si  mandano  ovurcjue ,  c  cbe 
tuUi  noi  Ilaliani  proseguiamo  a  lencrle  in  maniera. 
Eziandio  le  ulive  condivan  con  s?ie  e  raurcbia  al- 
ine ;  siccbe  appcUavansi  almades.  Nc  conscrvavano  per 
enlro  alle  coppe  con  olio  c  midol'a  di  pane  studiosa- 
nicule  acconciata  in  ncro  bianco  o  allro  colore  cbe 
si  Toglia,  onde  per  Dulcns  ci  vien  narralo,  dare  clc- 
ganlc  mostra  alle  loro  coslose  racnse.  Ignolo  nongli 
era  pure  il  curarlo  cou  capilello  ,  a  modo  ilalico  e 


I,  Plinio  Hist.    nat.   lil'.    ii>,  cap.    3  e   4--   Colimiclla    lib,    i2. 
num.   47-   Palladio  D--  re  ruslica  lib.    t2,  cap.  22. 


102 


franccse  di  oggi  giorno.  E  sembra  infallantcamenle 
die  la  natura  a  mangiarsene  ben  conditi  i  friitti,  aves- 
se  sirail  specie  dcstinata;  iniperocche  1'  olio  die  se  ne 
tira  e  iu  podiissima  quantita,  verde,  un  tantino  ama- 
10  c  disgustoso;  onde  fra  le  grosse  di  polpa  soda  e  car- 
nosasi  novera,  anzidie  fra  le  piccole  nioUi  ed  oliose  '. 

Num.  8.  L'  echinus  olivo  spinoso  de'  Filelleni,  val 
quaato  la  pausia  di  Columella  e  di  Plinio ,  la  posia 
di  Catone,  Idi  possia  di  Probo,  denorainata  in  tal  mo- 
do  a  paviendo  scuotere  I'albero,  secondo  Servio;  o  dal 
sedimento  o  fondata  o  posatura  die  depone  pavse  ^. 
E  la  miliaria  di  Plinio,  \olea  media  rotunda  precox 
di  Garidcl  di  Tournefort  di  Maguol,  la  olea  precox 
di  Gouan  ^,lao/e«  corvino  pariter  fructu  paulo  majo- 
Ti  di  Cupani,  le  moureau  della  Encidopedia,la  negret- 
ie  di  Rozier,  la  moureschalle  di  Anioreux,  la  oliva 
iiiura  ugghiara  cu  arburu  autu^  la  murghina  niura^ 
perdie  abbondava  nelle  campagne  della  distrutta  Mor- 
ganzio. 

Porta  ii  fruUo  ovale  corto  rolondetto  negli  eslre- 
ini,  con  peJuncolo  brevissimo;  il  nocciolo  piccolo  al- 
I'avvenante  Jel  fruUo,  turgido  da  un  fianco,  piatto 
dair  altro,  tron?ato  nella  parte  inferiore;  e  coraraet- 
titure  poco  scnsitili.  Le  foglie  aguzze  spesse  folle  nu- 
raerose  elevate  biancastre  di  sotto,  verde  cariclie  nella 
pagina  superiore;  laonde  e  prestantissinio  a  farombra, 
^icche  si  appello  ulivo  spinoso,  quasi  che  rattenessc  o 
spingesse  i  raggi  del  sole. 


1.  Dizionario  nniv.  econ.  rnst.  tcin.    i5,  pag.   22(). 

2.  Probo.  Servio  In  Virg'ilium  cnnmentaria. 

3.  Gouan  Ilhistrationes  el  observaliones  botanioac -- Ziirigo  1773. 


—  io3  — 

A  ({ucslo  albcro  £;rava  il  fredJo ,  eJ  e  di  mestie- 
ri  difendoilo  dal  venlo,  a  non  volcr  clie  si  sjjogliasse 
ilalle  siio  frutla,  bcnclie  fra  noi  vivcssc  tal  die  nul- 
la pill  iiciriiivcrno,  non  conlaiido  noi  vernale  cosl  mici- 
diali;  colalclie  diniora  a  prefcrcnza  in  Sicilia  Italia 
Provcnza  Liiii^iiadocca.  Roiidondo  co|)iosainonte  gio- 
condissimo  olio ,  vion  cof^noininala  miliaria;  e  Plinio 
fa  ricordanza  dei  miliarii  di  Libia  c  de'  feracissimi  della 
Africa  bizzancena  '. 

Avvi  di  qucsla  specie  varianze  nunicrosissime 
anzicbcno,  c  noi  nc  possediamo  una  imnicnsita;  fra  le 
altre  ([uclia  humilis  ramnientata  da  Cupani,  la  oliva 
niura  cu  arburu  vasciu  in  3Iisilmcri;  la  palladia  o 
myrlhea  de'Romani;  slanlccbo  tali  olive  in  rosso  nero 
colorivansi,  siccome  Ic  baccbe  dello  alloro  c  del  mir- 
to;  e  ne  sono  aulori  Cclso  Plinio  c  Vir^rilio  ^ 

Et  lauri  baccas^  oleamque  cruentaque  myrla.  1]  la 
noevia  di  Columella,  cosi  soprannomata  dal  popolarc 
raollissiino  il  bosco  nevio  riinembrato  da  Varrone  da 
Livio  da  Seslo  ^,  ove  per  Caton  ci  fu  scrilfo  gli  uo- 
mini  stanziavan  di  vita  pcrduta  ^. 

Le  olive  di  tali  sorti  si  perfezionavano  in  sapore 
con  sale;  c  poscia  con  olio  ad  accivirscne  assiduainen- 
tc  con  delle  oltime  per  tuHo  fanno.  Nella  greca  favel- 
la  dicevansi  drypolias  demarlies  ed  alcunc  per  lo 
sue  apparecchiamenlo    delle  bacclie    nitrites.    Senza 


1,  Plinio  lib.    i8,  cap.    12,  e  lib.   li,  cap.   3. 

2,  Cclso    Scntcntiae  -  Lcyden     1765.    Plinio    loc.    oil.    Virgilic 
Geoi^.    I,  v^rs.  3o6. 

3,  Tito  Livio  Hist.  Sesto  RuroBreviarium. 

4,  Catonc  De  re  nislica. 


—  io4  — ' 

fallo  apparticne  a  queste  la  variela  che  coltivasi  ia' 
Oaslres  villaggio  accoslo  a  Montpellier,  lanlo  cclebra- 
la  dai  Franchi,  e  quell' altra  chiamata  in  Sicilia  o//zja 
(III  castru^  ossia  perche  avessero  conservato  quel  voca- 
bolo  dal  tempo  de'  Normanni  o  degli  Angioini,  ovvero 
a  cagion  che  fruttifica  avanti  ogni  altro  in  Castro  Reale. 
Gli  anticlii,  per  Pietro  Vettori  ci  vien  detto,  venera- 
vauo  come  sacre  le  morie  tutte  ' .  Columella  ci  lascio 
imparato  che  gli  anticbi  le  tuffavano,  aspergendole  di 
sale  e  seccandole  in  luogo  ventilato  ed  arioso  ma  non 
soleggiato;  e  per  maggior  diirata  foglie  di  serpillo  vi 
mescolavano;  o  pure  in  vasi  li  slringevano  di  velro,con 
mele,  olio  di  uliva,  sugo  di  limone,  pepe  e  alquanti 
aromi  ". 

Num.  9  La  callistephanos  I'ulivo  delle  belle  ghir- 
lande^  giacclie  se  ne  ornavano  i  vincitori,  non  differi- 
sce  punto  dalla  termutia  di  Macrobio,  a  motivo  cbe 
vi  si  slaccavan  i  rami  dell'  albero,  dall'  olea  minor 
rotunda  di  Garidel  di  Tournefort  e  di  Rlagnol;  e  1'  olea 
racemosa  di  Gouan,  la  boutiniane  di  Amoreux  e  di 
Rozier ,  1'  olea  minimo  racemato  fructu  coracino  di 
Cupani,  I'  ulivo  sativo  con  forjlia  larga  di  Micbeli  ^ 
la  grappolosa  maggiore  di  Picconi,  la  oliva  a  rap- 
pa  in  Misilmeri  e  Palerno,  la  pidiciiddara  in  Sciacca, 
li  ghiandaluni  o  minutiddi  in  Mirto. 

II  frutlo  e  rotondo  tendcnte  aircrale  un  tan- 
tino  di  color  scuro-cbano  sparso  di  punti  biancbicci 
rainutissirai;  nocciolo  rigoufio  in  alto,  acuminato  in 
fondo;  foglie  lungbe  anzicbe  no,   slretle  verso  il  pic- 


I,,  Pietro  Vettori  Colliva2ione  e  lodi   dell' ulivo -- Fire nzo   1718. 
?,  Diz.  nniv.  econ.  rnsf,  torn.   i3,  pag.  262. 


—  io5  — 


ciolo,   vcicU    hrillanli  volgcndosi  al  giallo  nella  jia- 
gina  di  sopraccapo. 

Talora  non  genera  fruUi  a  grappoli  a  cagiou 
del  freddo  c  dclle  l)ioggc  chc  cader  vi  fonno  niolli 
fiori,  siccomc  avverle  Garidcl;  onde  la  voglioa  talimi 
disuguaglianza  dcU'  oliva  sphoerica  o  a  initio  quasi 
Totondo.  Ama  i  rapporti  del  clima  pari  allc  tuTbinale; 
Icrreno  ollimo  cioe, !  esposizionc  soleggiala,  lempe- 
ratura  regolarc. 

Num.  10.  h' albigera  di  Columella  c  di  Plinio  suo- 
na  lo  slesso  clie  \  albiceres  di  Calone,  \  albigenis  di 
Macrobio,  1'  olea  laliore  folio  fniclu  albo  di  Garidcl 
e  di  Tourncfort,  le  blanquet  di  Amoreux,  X olive  vier- 
ge  di  Rozicr ,  la  bianculidda  in  Termini.  Rcnde  il 
frullo  poco  carnuto  con  scorza  bianca  e  cbe  non  mai 
aunerisec ;  il  nocciolo  grossissirao  all'  avvcnanle  del 
frutto,  allungato,  punlulo  nci  due  lembi  con  quello 
di  cima  piu  aguzzo;  foglic  corlc  largbissime  c  pun- 
tule  ai  margini. 

L'  olio  e  dolcc  bianco  ma  insipido  c  in  poca 
quantita,  per  quel  cbe  nana  Tcofraslo  e  giustificano 
i  fatli ';  e  quello  cbe  ci  torna  dalle  Gallic  in  com- 
mcrcio;  comecbc  da  allri  ulivi  talvolta  si  pigliassc. 

Questa  spozie  dclle  clissoidali  di  Tavanti  nondi- 
mcno  discerncsi  dalle  precedenli;  in  Portogallo  il  frul- 
to  c  piccolo,  ma  finissimo,  a  confession  di  Clusio ; 
in  Is])agna  piu  grosso,  per  come  nc  pensa  Damiano 
Dc  Goes;  in  Genova  Vonezia  Toscana  convcnevolissi- 
uio  per  olio  bianco  alio  eslrerao;  in  Como  verso  gli 
Appennini  magro  c  senza  succo;   in  Francia  se  nc 


I,  Teofiaslo  De  caasis  cap.  4;  pag-  zSg. 


i3 


—  io6  — 

raccoglie   1'  olio  vergine :  in  Sioilia    rihocca    nei  ter- 
reni  imcresi. 

Le  indefinite  varieta  delle  specie  succennale  e 
di  altre  simili  che  forse  avvi ,  oltre  alle  medesimo 
in  Sicilia,  son  da  rilrarsi,  per  quanto  ce  ne  impara 
nel  suo  traltalo  leorico  pralico  dell'  ulivo  il  sig.  Ta- 
Tanti,  dal  loro  nocciolo,  considerando  la  sua  forma 
le  basi  le  punle  le  valve  le  suture.  Nelle  circostanze 
pero  ove  siamo  di  non  tener  travaglio  esatto  a  peter 
paragonare  ogni  sorte  di  ulivo  dei  separati  paesi  delle 
discordanti  province ,  non  che  dei  dissimili  cantoni , 
iinpossibile  ci  si  rende  slatuire  una  esatta  sinonimia. 
Grava  1'  animo  a  Rozier  nell'  esser  privo  cfi  sifFatli  lu- 
mi  per  la  Francia,  del  pari  che  duole  a  noi  per  le 
sicole  con  trade. 

Tuttocio  che  vi  si  puo  dire  ricavafo  da  staccate 
ispezioni,  una  indjcazione  approssiraafa  anziche  rigo- 
rosa  ci  appresla  o  canoni  assoluti ;  poiche  i  ricerca- 
menti  sperinienlali  c'  imparano  che  la  slessa  varieta 
portata  in  altro  suolo,  cangiata  di  sede ,  confusa  di 
specie,  per  un  nutrimcnto  piu  proficuo  e  piu  suecu- 
lento,  per  un  agro  migliore  e  ben  coltivato ,  perde 
eziandio  rabilo,  la  forma  della  drupa  e  delle  foglie: 
per  lo  che  un  occhio  anche  molto  perito,  stenta  a 
polerla  per  una  simile  classificare;  a  meno  che  il  uu- 
cleo,  secondo  il  sistema  tavanliano  non  si  ricogliesse 
attenlissimamente.  Essendo  altresl  costante  che  nelle 
sorti  che  non  sono  esse  slesse  che  disparila ,  il  suo 
essere  si  altera  talora  da  un  tempo  all' altro ',  noi 
attendiamo  nelle  sinonimic  di  Amoreux  di  Rozier  di 


I.   Viigilio  Geor^'.  lib.  2,  vers,   j^"    r" 


—    loy  — 

3Iiclicli  di  PicGoni  di  Tavanli ,  qiianto  e  poi  (jiianlo 
dissoiniglian  iii  nomc,  nclle  lande  di  un  can  lone,  o 
una  varicla  distinla  o  la  stcssa  con  modificazioni  av- 
venutcvi  dal  clima  dalla  csposizione  dal  suolo  dal  col- 
livamenlo. 

Columolla  sottilmcntc  ponendo  cura  all'  ulivo  , 
diegU  il  pomposo  lilolo  prima  omnium  arborum  est; 
e  san  Bernardo  iiol  3o°  scrmone  delle  canfichc ,  per 
csscr  i'olivo  acconcio  ad  iiso  dictelico  cconomico  nio- 
dicinale,  il  dissc,  lux  cibiis  medicina  si  vos  melius  no/i 
habelia  '.  I  Groci  scorgendo  die  si  a  profilto  riusciva, 
lo  rigiiardaron  siccome  dono  del  ciclo,  un  rilrovato 
di  Minerva,  siniholo  doUa  sapionza  c  dclla  castifa,  giu- 
slo  al  pcnsiero  di  Diodoro,  Virgilio,  Marziano  Capella, 
c  Scrvio  - .  E  cio  vioppiii  che  essa  dca  era  protet- 
trice  dello  sludio;  slanlcclic  e  di  uopo  nelle  lucuhra- 
zioni  la  lucerna:  mentre  altri  dolti  1' ascrivono  a  Mer- 
curio 

Uic  nam    versicomae  frondenl  tibi  mnnera  olivae. 
Ars  et  cura  vigil  per  te  quod  discat. 
Per  la  sna  importanza,  la  invenzione  di  soltrarno  To- 
lio  si  addice  lultosl  ad  Aristeo,  si  da  Cicerone  die  da 
Diodoro  da  Plinio  da  Giusliiio  ^ . 

A  lal  venerazionc  era  dovunque  lenuio,  clic  in 


1,  S.in  Bernardo  OjiRra  omnia-  Liono   ij^-fi. 

2,  Palladi  olearttm  oleii/iic  educendimvenlionfiin  Irilmmil,  nam 
(tntr  /itijtis  deae  orliiin  ?rcU  luiec  arbor  cum  alii.i  silcextribus  in)- 
mi.r/a.  Olei  iisiis  ahrrat  cum  cssrt  i jnnla.  Diodoro  lil).  6,  cap.  i  a. 
Palladia  gaudciU  silca  vivacis  olivae.  \  irjifilia  Ge;)rg.  lib.  2,  vers, 
iba,  pag.  G2  — Panonui  iyS3.  Marziano  Capella  Saliryc  -  Losaiina 
ijyg.  Servio  Coinru.  in  Virgilidin  loc.  rit. 

3,  Cicorono  De  nal.  door,  c  oral,  a  in  Yerreiu.  Diodoro  lih.  4, 
cap,  3i,  e  lib.   'i.  Plinio  lib.  8.  Giustino  lib.    i3. 


~  io8  — 

Auabazzo  qual  cosa  sacra,  I'averne  cura  si  aveva  a 
gloria  dai  castissimi  giovani.  Non  si  bruciava  ne  usa- 
vasi  in  bisogne  profane.  Gli  Atenicsi,  per  Plinio  ci 
vien  riferito ,  imposero  una  multa  di  i  oo  dramme 
a  cbi  ne  sradicasse  qualche  ceppo,  riguardandolo  qual 
gravissimo  delitto ;  e  lo  assicura  Pietro  Vettori.  Di- 
stinguevasi  per  emblema  di  pace  di  perdono  di  sup- 
plicazioni;  allorquando  Artaserse  Ocbo  asscdio  Sidone 
o  Tiro,  vi  irono  i  paesani  coU'  ulivo  per  segno  di 
pace,  giusta  1'  atteslazione  di  Diodoro:  cosi  operaro- 
no  gli  Ateniesi ,  quando  Timocrate ,  a  delta  di  De- 
raostene,  signoreggiarli  catlava.  Conducendo  un  di 
Serse  sua  oste  avverso  Atenc,  incontro  a  lui  affron- 
taronsi  Timone  ed  Androbolo  con  ulivo  in  mano:  un 
tal  modo  i  Cartaginesi  con  Scipione  misero  in  prali- 
ca;  i  regoli  di  Alessandria  nella  guerra  de' Romani, 
al  dir  di  Tito  Livio,  con  Perseo  re  di  Macedonia; 
ed  in  altro  punto  gli  oratori  de'  Rodiani.  Per  con- 
trassegno  di  vittoria  adopravasi,  come  ne  pensa  Dio- 
uigi  Aiicarnasseo ;  un  ramo  ne  portavan  seco  per 
buono  augurio  i  capitaui  dei  Greci,  secondo  il  tcsti- 
ficano  Alessandro  di  Alessandro,  Fabrizio  Petiliano. 
Antonio  nel  partire  contro  ad  Antioco  Comagcne,  di 
ulivo  coronarc  si  voile ,  del  pari  cbe  noi  scorgiamo 
il  cardinal  De  Prato  enlrare  a  Firenze  nel  i3o3  col- 
r  ulivo  in  testa,  e  finoggi  tulte  Ic  Irionfanti  truppe 
nelle  sommesse  cittadi.  Gli  Ateniesi  cbe  proporre  in- 
tendevano  cose  relative  all'  amminislrazione  ed  al  go- 
verno  della  repubblica ,  nella  seconda  assemblca  or- 
dinaria  della  prilania,  pria  di  parlarc  deponeano  sul- 
I'altare  un  ramo  di  ulivo  ornalo  di  naslri '. 

I,  Viaggi  di  Anacarsi  lorn.  3.  pag.   102. 


—   log  — 

Nel  lomj)ia  di  Minorva  Poiladc ,  cusloJivasi  iiii 
ulivo  sacro,  da  ciii  dcllc  libbie  froadiite  dislaccavaiisi, 
ondc  fame  ghirlando  a'viiicilori  dci  gioclii  olimpici, 
piti ,  neinei,  istniici ',  panataiiei ;  un  pocolino  di  olio 
giiisla  awiso  di  Pausania,  sollanlo  ad  ossi  loro  per 
pretnio  donandosi:  cd  in  tali  ullime  festo,  sccondo  la 
iegge  di  Solone  recilavansi  i  vcrsi  di  Oinero  ^  Soione 
noil  richicse  che  ua  rarnosccilo  di  olivo  iii  riconipensa 
di  sue  falighe  alia  patria  rondulc,  al  pari  di  Epime- 
nidc  dopo  di  aver  aflVanchili  gli  Ateiiiesi  da  panici  ler- 
rori  •*,  c  di  Teniisloclo  c  di  Eiiribiadc  dopo  vinia  Id 
ballaglia  di  Salainiua  ^.  Si  celebravau  eziaudio  le  fe- 
sle  lampadophories  perla  nioltiplicila  delle  lainpadi 
cosi  soprannomiiialo;  ed  eravi  di  fama  qiiclla  aurea 
di  Callimaco,  la  (jualc  darava  accesa  per  uii  anno  "\ 
Mose  gran  lunii  inanteneva  uei  sacrifici,  e  lo  scris- 
sero  Giuseppe  Ebreo  ed  Eusebio  ''.  Laonde  si  riassu- 
rac  cbe  decora va  Ic  pompe  civiclic  e  religiose,  ed  ec- 
cilava  I'  ainbizionc  dei  graadi  e  la  cmulazione  dcUa 
giovcnlu. 

Gli  Epidaurl,  per  Erodolo  ci  si  affcrma,  nian- 
darono  ad  Alene  ove  solo  ve  ne  aveva,  a  prendere 
Ironcbi  di  ulivo,  per  scolpirvi  sopra  le  statue  delle 
loro  dec  Damia  cd  Auxesia  ".  La  piii  vetusta   statua 

1 ,  Pausania  lib.  i,  cap.  26,  pag.jfij.  Slral'ono  lib.  6,  pag.  C06. 

2,  Plaloiic  In  Ippnrco  f  jiii.   2,  pag.   228.   Eliano  lli.st.  var.  lib. 
o,  cap..  2.   Nolo  do!  IVriz.  ivi.  Liciirgo  In  Leocr.   pag.    161. 

3,  Platonp  De  leg.   lib.    1,  torn.   2,  pag.    642.   Pliitarco  In  So- 
lone. Diogeiic  l.acrzio  lib.    i,  par.   3. 

4,  EruJulo  lib.   8,  cap.    124. 

b,  \iaggi  di  .\nacarsi  torn,   i,  pag.   70  0  71. 

C,  (iiiiscjipe  Ant.  judaic,  lib.   3.  Eusebio  Praep.  cvang.   lib.  10. 

7,  Erodoto  lib.  3. 

i3* 


I  10 


di  Minerva  sotfo  la  di  ciii  protezione  vivevano  le  le- 
gioni  deir  Attica  era  di  iilivo ,  e  credevasi  discesa 
dal  cielo  '.  Avanti,  si  voleva  tal  vegetabile  dicato  a 
Vcnere,  cotalclie  le  donne  con  questi  rami  presenta- 
vansi  a  voler  muovere  laninio  de'  giudici,  se  il  mari- 
to  cadcsse  a  loro  ucciso,  giusta  il  referlo  di  Curzio 
Virgilio  e  Stazio  ^. 

II  primo  lavoroccio  che  praticavan  i  Greci  ed 
i  Romani  a  render  fertile  con  arte  1'  ulivo,  si  era  lo 
scalzarne  verso  il  solslizio  iemale  inlorno  le  barbe , 
il  pedale;  sconcarlo  in  guisa  clie  le  piogge  invernali 
ivi  depositassero  una  pinguissima  belletla,  il  fior  della 
terra  trascinandovi  la  piii  pregna  di  carbonic ,  fino 
ad  agguagliarne  la  fogna :  il  che  era  detto  oblaque- 
are  oleas.  Tenevano  in  usanza  non  meno  farli  lieti 
con  immondo  stabbio,  se  non  che  la  murchia  lezzosa 
vi  anteponevano  con  Ictame  mescolata  con  bovina; 
e  qiiesta  non  avendo  per  le  mani,  coUa  pecorina  vi 
supperivano  colla  gdlinella  o  colla  colombina.  Bada- 
van  port)  non  farli  con  buona  cotenna  in  ogni  anno; 
cio  ivano  operando  alternatamenle;  in  raodo  die  quel- 
la  forte  concozione  morle  non  vi  apporterebbe.  II 
terzo  studio  che  vi  si  ricerca  e  la  potagione;  Colu- 
mella cosi  si  esprime :  Qui  aval  olivetum  rogat  frii- 
ctiirn^  qui  stercoral  exorat^  qui  caedit  cogit.  I  Ro- 
mani sentivan  bene  die  potandoli,  si  sforzassero  gli 
ulivi  a  fruttificare ;  imperciocche  1'  aria  raeglio  circo- 
landovi  e  godendo    dessi  liberarnenle  i  benefici   in- 


1,  Pailsania  lib.   i,  cap.  26,  pag.  63.  Viaggi  di  Anacarsi  loin. 
3,  pag.  69. 

2,  Stazio  Theba. 


I  I  I 


Uussi  del  raggi  solari  direlli  o  rillessi,  devon  furzala- 
incnle  prodiirre  ;  c  ne  fan  fede  e  Gandolfi  e  Palmieri  '. 

E  del  massinio  rilevo  avvcrlire  clic  il  potamenlo 
sia  da  oscgiiirsi,  con  ripiilirlo  dai  secciiini,  recidere 
le  branca  tiiltc  inulili  e  die  minacciauo  dcperimeato, 
noa  die  i  sucdiioni  nascenti  abbasso  siil  tronco ,  e 
rilaglianie  i  rinicssilicci  ncl  di  denlro ,  in  modoche 
vi  si  forniasse  un  veulilalo  concavo,  da  non  ombreg- 
giarsi  da  se  slesso  nel  di  sopra ,  ma  che  impedisse 
non  manco  il  passaggio  dci  raggi  del  sole  alle  ra- 
dici,  cssendo  la  I'orte  luce  solare  alia  ccj)paia  il  nc- 
mico  niaggiore  che  talc  piaula  si  avesse.  E  da  inten- 
dcnte  agronomo  il  consultare  la  natura  del  suolo  e  la 
sortc  deir  uiivo;  giacciic  non  tulte  le  falte  sono  nello 
slesso  grado  aiiiiclu;  del  I'erro ;  ricercando  incno  ra- 
inosila  nci  luoglii  infecondi,  e  sopporlando  la  giarraj- 
J'a  c  la  spmjnola  |)iii  laglio  che  la  saracina  o  la /;;■«- 
nara.  La  polazione  csser  dcve  bicnnale ,  metlendo  i 
fiori  tal  pianla  sulle  niesse  vecchic. 

L'ulivo  prcudendo  radici  per  tulte  le  parli  che 
lo  costituiscono,  la  sua  propagazione  ha  avuto  sem- 
prc  mai  hiogo  e  felice  vcntura  per  sei  modi:  co' se- 
mi, go' rami,  coUe  radici  o  ccppaie  spczzatc,  co' pol- 
loni,  cogli  uovoli,  coUe  propaggiui  curvandone  le  maz- 
zerelle  uellc  fosse. 

II  miglioro  si  e  il  pii!i  naturale  quello  del  seme; 
pero  inselvaticherebhe  alcerto  se  1'  agricoltore  non  lo 
addimeslicassc  a  sue  mani.  E  di  mcstieri  su  bel  prin- 
cipio  scegliere  le  ulive  di  cjualita  migliori,  e  le  piu 
mature,  affinche  Ic  cure  con  maggior  lucre  si  spen- 

i,  Ganiloin  Sap;gio  Icorctico  pralico  sopra  gli  ulivi  scz.  i.  cip. 
7,  png.  161.  I'almieri  Sulla  collivazione  doi^li  iilivi  in  Siciiia  ncl 
giornale  di  seienzc  lollere  cJ  arti  [  ei-  la  Sicilia. 


112    

desscro  e  vanlaggio.  Le  specie  da  preferirsi,  a  mio 
avviso ,  si  sono  la  saracinu  o  la  nrunara  o  pure  la 
nuciddara  o  siciliana  o  missmisa ;  per  mcnar  queste 
frulti  piu  oleosi,  ad  ogni  angolo  confacenli  e  a  piu  tem- 
perature. Se  noi  in  una  fossimo  regione  men  dolce , 
anteporre  si  dovrebbero  \a  giarraffa  e  la. pninara;  ma 
qua  la  natura  ci  arride ,  e  largamente  ci  e  cortese ; 
sicche  tutte  avanzano  di  bene  in  meglio. 

Si  purghino  gli  ossi  da  loro  immondizie  con  forte 
liscivia,  a  tale  che  1'  umido  possa  vicppiu  facilmenle 
penetrare  per  le  commettiture  alle  placenta.  Ed  a 
raaggior  spedilezza  si  batteranno  diligentemente  con 
raaglio,  acciocche  lineandosi  la  scorza,  si  minorassero 
gl'intoppi  al  dibucciar  deircmbrione. 

Quindi  seminati  nol  mese  novcmbre  in  un  po- 
sticcio  o  in  vivaio ,  con  lerreno  nello  di  buona  co- 
tenna  Icggicro  soUilc  c  ben  governalo,  tornera  a  pia- 
cere  vederii  sallar  fuori  nei  primi  di  niarzo;  ed  inaf- 
fiandoli  settimanalmeote  nclla  calorosa  stagione,  cre- 
sceranno  fiuo  a  due  palmi  in  allezza  e  forse  piu.  Nel 
gennaro  imminente  dal  semenzaio  si  caveranno,  e  vi 
si  recidera  con  affilafa  roncola  o  tagliente  ferro  il  fit- 
tone,  ovvero  la  principalc  radice  cbe  va  drilta  verso 
al  fondo  ;  quanlunquc  Rozicr  opinasse  ridicolo  tal  pro- 
cedimento  e  conlrario  alle  leggi  della  natura. 

Cio  fatto ,  in  allra  aia  ben  rascbiata  zapponata 
€  di  convenienle  lelanie  fornita,  vi  si  affideranno;  ove 
quel  giambilto  succiando  i  suoi  principi  nutritizi  dalle 
bocciicce  dci  pori  assorbcnti  dclle  radicbette  trasvcrsali, 
addoppiera  la  niisura  del  suo  fusto  nel  secondo  anno, 
gellando  delle  secondarie  barbate. 

Pervenuta  la  opporiuna  fredda  stagione ,   via  si 
leveranno  quegli  arbusti  dalla  piantonaia,  risecando- 


—  11  ;5  — 

visi  la  scconda  volla  Ic  distcsc  barbo ,  prowonicnti 
dalle  gcmmc  die  slanno  al  Iciglio  dell' anno  scorso; 
in  guisa  clic  rimancsscvi  \m  occhio  per  ciascuna,  a 
pullular  (li  niiovo  iicl  tempo  vegiienle,  cssendo  pro- 
valo  assionia  chc  gianiinai  calliva  radicc  non  fece 
buon  albero. 

Si   fallamente  si   porranno  nei  delerrninali  siti , 
discavandovi  una  fossa  e  discioglicndovi  la  terra  con 
concio,  0  con  coficbe  gia  marcile  tolle  da  un  prato. 
Tenor  cura  bensi  si  deve   che  la  raazza  non  reslasse 
lanfo    coperia,    dovendo  il   collctto  o  nodo   vilale  ri- 
nianere  soniprc  a  fil  di  terra,  come  approva  del  Bene  ', 
se  una  rivoluzionc  dannosa  nella  maccliina  vegetabilc 
non  si  vuole,  collo  svariarc  il  cenlro  del  nulrimento. 
Poscia  nei  due  anni  immcdiali  avaro  non  si  sara 
di  partirgli  qualcbe  adacquamento  ne' tempi  cstivi.  Si 
andra  smovendo   e  sconcando  il  circonvicino  terrcno, 
estirpando  I'erbe   nascenli,   svellendo  i  gcrmogli  tri- 
slanzuoli  lalerali  e  sovrabbondanli  cbc  vi   spuntassero 
sul  nocchio.   La  pianta  cosl  educata  non  perdera  so- 
lo la  selvaticbczza ,  ma  diircra  per  secoli  senza  ulte- 
riori  provvcdimenli,  oltrc  a' di  sopra  enunciati.  Si  ol- 
terranno  in    siflalla  guisa  degli   ulivi  belli  e  robusli 
fra  poco,   senza  bisogno  d'  inneslo,   similissimi  al  pa- 
di-e  da  cui  sonosi  staccali. 

In  Calal)ria  tiensi  in  usanza  insitarvi  nellc  pianli- 
cine  tricnnali,  la  marza  di  altro  buono  ulivo,  accioc- 
cbc  in  esso  vi  si  appigli ;  cd  indi  in  Sicilia  si  ven- 
dono  ncl    quarto   auno    a  circa  lari   tre  per  ogui 


I,  Del  Bene.  Dei  lavori  al  stiolo   dcgli  ulivi -- Verona   1795,  e 
note  a  Columella  lib.  !),  cap.   g. 


-i4- 

piediciao.  Colal  gonere  di  cultura,  oUre  che  e  dub- 
bio,  perendo  soveute  per  lo  spazio  che  scorre  dallo 
strappamento  alia  trapiantagione,  non  torna  ad  uliie 
dello  agricollorc.  Son  da  contare  parecchi  e  parecchi 
aiini  fiuche  giunga  a  frultificare ;  mentre  1'  ulivo  nato 
dal  seme,  meno  delicato  per  essere  la  natura  piu  vi- 
gorosa  deir  arte,  di  ora  in  ora  piu  si  aggrandisce , 
(3  non  delude  le  speranze  del  proprietario ,  renden- 
dogli  in  breve  il  frutlo  dei  suoi  sudori. 

Inoltre  come  mai  polrebbcsi  aumontarne  cosi  il 
pianlamento  nelle  vaste  fattorie  e  nelle  estese  pianure  ? 
Qual  capitale  gvosso  non  vi  si  ricbicde,  cbe  potrebbe 
altronde  convertirsi  in  miglior  uso?  E  ne  vengono 
poi  al  mercalo  si  buona  mano  da  accivire  tulte  le  ri- 
cerclie  dcgl'  induslri  collivatori  ?  Ed  ancorche  siffatla 
numerosita  vi  si  porgesse,  non  si  scemcrebbe  un  monte 
di  denari  dalla  sicola  agricoltura?  Laddove  col  semi- 
narne  i  noccioli,  se  ne  conseguiran  fra  tre  anni,  senza 
alcuna  spcsa  e  senza  somraa  diligenza,  niigliaia  e 
migiiaia  all'avvenante  del  desiderio  di  ognuno. 

la  tal  niodo  la  prossima  occasione  e  'I  fatlo  cbe 
vince  ogni  ragionamento  avvalorano  in  isperanza  di 
miglior  fortuna,  i  piu  pigri  ed  iudolenti  a  popolare 
i  loro  campi  di  tali  frutta  a  dimora.  Si  faltamcntc 
si  promovera  questo  ncgletto  raino  di  agricoltura,  e 
si  vedranno  campagne  spaziose  e  ingombrate  da  spine 
irsi  Iramutando,  sotto  la  mano  dell'attivo  contadino, 
in  aduggiate  e  boscose ;  conciossiaclie  i  vapori  tra- 
mandali  dalla  terra  condensandosi  agevolmente,  in 
pioggia  quindi  disciolti  vi  nianlerraano  Tumido,  die 
congiunto  al  calorico,  lo  sviluppo  vi  apporta  del  ve- 
gelabile.  II  che  allro  coslrutto  sommo  ci  vicne  rae- 
nando ;  lo  allontanamento  delta  siccita  e  delle  arsure , 


1 IJ 


io  dico,  lo  (luali  iucliiccndo  largiia  cropaluro  c  ppcssi 
fciulimonli  in  talnno  siiolo  argilloso ,  lia  fatlo  queslo 
prosupporrc  inadafto  alia  voi^ctazioiic  degli  arbori ; 
mcnlrcclio  ])oi  dall'altro  canio  vi  troviamo  arbiisli  e 
Inboli  c  pniiii  sclvatici  fra  \c  erbe  migliori.  E  \ie- 
incglio  quesla  indiislria  da  adoprarsi  nei  lerrcni  raon- 
luosi  c  calcaroi ;  csscndo  quesli ,  come  Y  alberesc  di 
Toscana,  fcrtili  c  buoni  per  siffalla  coUiira;  ove  I'al- 
bero  alto  terreno  godondo  c  largo  campo  da  sten- 
derc  sue  barbate,  fa  piii  leggiadra  pompa  dl  se  stes- 
so,  e  pill  s'iunalza  alle  slelle. 

Sla  a  parcccbic  nialattie  gencralmcntc  csposto  e 
a  mollc  disavvcnturc  lulivo;  se  non  che  cssendone 
fra  noi  quasi  csenle ,  non  vi  fissiamo  attenzionc :  si 
consulli  Rozier  la  Enciclopedia  il  Giovcne  il  Moshel- 
lini  il  Tavanti ,  se  curioso  si  fosse  considerarne  la 
patologia  '.  II  solo  niorbo  chc  positivamente  fa  gua- 
sti  maggiori  alia  nosti'a  marmwigna  e  il  vermetto 
gencratovi  dalle  nova  dclla  mosca;  cbe  puo  bensi  di- 
fendersi  con  cogliernc  precoccmente  il  fiutto,  in  mo- 
do  cbe  Ic  niadri  non  abbiano  doVc  appicare  le  uova. 

Laonde  tengo  le  labbra  in  silcnzio  sid  pidoc- 
chio  de'  colli vatori,  cbe  e  la  cocciniglia  adonide  df 
Fabricio,  la  cocciniglia  degli  stanzoni  di  Gooffroi,  il 
chermes  di  Bernard;  il  quale  e  si  prolitico  cbe  una 
sola  fcmmina  genera  due  millc  ovi ;  e  il  sugo  suc- 
■ciato  deir  ulivo  cd  indi  rigcttato  da  tale  insctlo  c 
.lanto  da  vederne  talvolta  bagnato  il  terreno.  Se  ne 


I,  Giovcne  Avviso  ppr  la  dislruziono  dei  vormi  chc  rodonn  gli 
nlivi-Napoli  1792.  iMemoria  sulla  rogna  degli  ulivi.  Mostlictliiii  dcl- 
la Brusca  -  Napoli  17S9.  Delia  rogna  degli  ulivi-Nap'oli  1790. 


—  ii6  — 

libera  slrofinando  i  rami  con  tela  grossa  o  con  co- 
sa  laglienle.  Taccio  sul  psillo  il  chervies  di  Fabri- 
cio,  die  colla  sua  larva  va  formando  una  cerla  la- 
niigiue  dclki  volgarmcntc  cutlimeddu  clie  non  mica 
raoUiplicasi  troppo  dove  regna  il  macstrale.  Mi  ten- 
go  a  bocca  cbiusa  suUa  tignuola  tinea  oleela  ben 
descritfaci  da'  summcntovati  naturaUsti,  che  rode  il 
parencbiraa  delle  foglie,  fa  mancare  il  nutriraento  al 
grappolo  deTiori  c  1' accrescimcnto  alle  messe  nuove; 
e  fa  cadere  eziandio  le  ulive,  inlaccaudone  il  mallo. 
Si  leva  via  con  bruciare  della  paglia  sotto  1'  albero 
affmche  reslasse  incendiata. 

Profitlo  ed  utile  sommo  ha  in  ogni  tempo  effi- 
cacemente  cagioualo  rulivo.  I  Saraceni  dall'albore 
del  lor  dominaLo  vcdondo  neglclta  per  Ic  recenti  al- 
lora  incursioni  barbaricbe  I'agricoUura,  e  assai  deca- 
dula  dal  suo  splendore  tenulo  alle  epoche  dci  Gcroni, 
in  suo  miglioramenlo  impiegaron  lor  pensieri;  ed  ol- 
irecbe  diverse  pianle  inlromisero ,  la  coUivazione  di 
questa  vie  piu  dilTusero  e  accalorirono ;  ed  in  cio 
iniitali  vennero  dai  Normanni.  Siccbe  il  commer'- 
cio  di  tal  produzione  altivissirao  si  tenne  coll'  Africa 
fino  alia  durala  della  Sveva  dinasiia.  Poscia  fu  de- 
clinando  talmente  per  le  imposlevi  gravczze  cd  esor- 
bitanti  balzelli,  cbe  fu  d'uopo  accordare  un  premio 
a  cbi  parte  di  suo  podere  in  uliveto  di  uuovo  vol- 
gerebbe. 

Altro  terribile  cffello  venne  cio  cagionando,  la 
cattivissima  coUivazione;  pcrcioccbe  soddisfarc  doven- 
dosi  il  dazio  di  tari  sei  per  ogni  quintale  di  olio , 
raesso  dal  parlamento  del  1 638  e  del  1 64k! ,  si  fu 
tenuto  troncare  le  spese  al  minimo;  e  abbandonarne 
}\  prodotto,  se  il  pagamento  non  valcsse  della  tassa 


—  117  — 

dovuta.  Oiulc  nou  si  raccolscro  mica  piii  por  !o  iii- 
nanzi  lo  olive  a  mani ,  ma  il  semprc  nmlccIeUo  sia 
uso  s'  inlroJussc,  di  llagcllaro  gli  olivcti  con  pcrlicho 
a  fame  cadcro  il  frullo ;  nulla  curaadosi  il  proprie- 
tario  di  privarsi  del  giiadai^iio  i'anno  avvcnire.  Dac- 
cho  prodiicondo  I'ulivo  la  pipita  ch'e  U  frulto  nuovo 
in  sullc  messc  vcccliic,  qacsle  rollo,  Ic  vernione  co- 
piosc  non  polcndo  cresccre,  c  la  pipita  cadnla,  hi- 
sogna  chc  la  pianla  si  rislori  del  ricevulo  danno,  an- 
ziche  mignolarc  c  danmiorc  alia  frntlificazione.  Laon- 
dc  quellaano  divicnc  infruUifero,  non  mignolando 
la  pipila  solita  nasccrc  nc  rami  madornali,  chc  nel- 
r  auno  apprcsso. 

Tulli  i  georgofdi  c  i  gcoponici  si  accordano 
ncl  bandirc  si  esecranda  ])ralica  clic  fa  in  un  bicn- 
nio  la  nicla  perdorc  dell'  inlcro  prodolto  ottenibile 
scnza  siffallo  nefando  mclodo.  Ollreclie  Folio  ne  ri- 
donda,  del  continuo  di  pessima  condizionc;  da  chc 
la  oliva  prccipitando  a  furia  dall'  alio  dcU'  albero , 
si  lacera  o  patisce  nclla  pcUe,  la  quale  e  la  conser- 
valrice  della  polpa;  del  pari  clie  la  pellc  raaulienc 
c  guarda  la  carnc  ncgli  auimali.  Talchc  marcendo- 
si,  partecipa  al  liquorc  un  non  so  che  di  discaro  e 
disgustevolc.  Gamlolfi  ci  presenta  innanzi  gli  occbi 
per  escmplare  il  Gcnovesato,  ove  le  ulivc  via  via  si 
raccolgono,  come  vanno  cadendo  a  terra  da  scttera- 
'  brc  a  dicembre;  c  slendeudole  su  un  mctalo  o  sec- 
caloio  a  non  inrancidire  o  fermentare ;  siccome  in 
istilc  nclle  isole  Jonie  si  ticne.  Se  a  muccluo  si  te- 
nessero  o  si  mcttcro  in  caldo,  allora  corrompendosi , 
molta  scnlina  caccercbbero;  e  I'olio  un  gusto  mor- 
dicanle  c  di  muffa,  c  odorc  disaggradcvole  si  acqui- 
slnsse. 


iiS 


Accadondo  pur  non  di  manco  che  delle  ulive 
ancora,  all'  iiioltrar  deila  invcrnale  stagione ,  pende- 
rebbero  su'rami,  eda  batter  lalbero  con  una  canna leg- 
gerraente,  o  sciioterlo  da  far  crollare  il  frulto,  senza  pun- 
to  produrgli  nocumcnto  o  abbacdiiarlo.  In  fine  a  scan- 
sare  siiniglievoli  inconvenienti ,  con  particolarita  nei 
sili  raonlagnosi  o  scoperti,  a  laudevole  accorgimento 
e  Sana  avvedutezza  si  addirebbe  tener  gli  ulivi  bassi 
anzicbeno ;  venendo  fatto  cosi  di  raccoglicrne  senza 
pena  il  frutto  e  di  leggieri  assai  roaturo;  ripararli  dal 
veuto,  e  permettcrli  cbo  cosi  vieppiii  fruissero  del  ca- 
lore  dalla  terra  tramandato,  nierce  I'azione  solare. 

L'ulivo  e  il  solo  albero  finora  conosciuto  die 
dona  in  copia  olio  grasso  dalla  carne  del  frutto;  man- 
dandolo  ogni  altro  dal  seme.  Gli  anticbi,  secondo  Ca- 
tone  Columella  Plinio  estraevano  Y  oiio  di  esta ;  cio 
bensi  dire  non  vuole  cbe  le  ulive  verdi  si  spremes- 
sero,  percioccbe  nello  slato  d'  immaturita  rendono  mu- 
cilagine  aspra  ed  araara ,  anzicbe  gocce  di  olio ;  in- 
tendersi  deve  delle  ulive  precoci  ma  mature ,  dette 
oggigiorno  da  uoi  e  in  Fraucia  pignole.  Pure  se  que- 
ste  giunle  non  sieno  al  perfetto  suo  compimento,  e 
sono  accrbctte ,  un  olio  rendono  scarso  amariccio 
non  presto   a  depnrarsi. 

Ne  avevano  il  vergine  e  il  riscaldato  scevcrando 
quello  che  smunge  da  se  al  pressoio,  dali' altro  cbe 
secondariamenle  si  prende  coU'aiuto  delF  acqua  bol- 
lente,  e  dalle  torte  e  dalla  pasta.  Non  volevano  lo 
ulive  troppo  matura,  mandando  allora  olio  copioso  si 
ma  forte  scipito  rancido  e  non  serbabile  a  lungo : 
onde  le  coppaie  tenevauo  ombrate.  E  per  togliere 
quel  rancidume  un  po  di  cera  bianca  ponevano  entro 
una  porzione  di  olio  caldo,congiungcndovi  un  lantino 


—     IKJ    — 

di  sale;  il  quale  misciiglio  lo  versavano  nell'  olio.  Non 
diversamcMile  a  Icvar  \ia  la  iniilla  olio  caldo  vi  get- 
lavaiio  imprcgnato  di  sale;  se  era  torbido  un  sacclielto 
vi  s'iramcrgeva  di  corteccia  pieno  e  di  Icgno  di  ulivo 
taglialo  in  mimizzoli  e  di  sale   cosperso ;    se   callivo 
saj)ore  avesse,   un   saccoccio   con   ariice  o   radice  di 
cedro,  o  un  pane  caldo  di  orzo  ben  salalo  vi  tuffavano. 
Non   conoscendosi  ueir  aurora  del  rilrovamenlo 
deir  olio,  il  niodo  spedilo  di  cavarlo  dalla  polpa,    co- 
stumossi,  come  iullavia  usano  i   Corsi ,   lasciar  matu- 
rare  a  segno  1' ulivo,   clie  divcnisse   moUe   sostanza , 
su  la  quale  rinchiusa  nei  sacchi,  un  baslone  Iraversa- 
vano  alia  cslremita,  c  lorcevano  il  luUo  a  spremerne 
il  succo,  il  quale  oltrechc   non  pigliavasi   tutio,   riu- 
scire   doveva  deteslabile.  Liniilavansi  lalora  estrarlo , 
coi  piedi  calpesfando  le  ulive ;  e  della  lurpiludine  di 
un  lal  modo  uopo  non  e  di  ragionarne.  In  vero  non 
si  polrebbe  asserire   qual    sia  stafo  il  primo   strettoio 
o  franloio  dai  Greci  usalo  c  dai   Roniani ;  il   miglior 
dei  noslri  giorni  si  e  quello  di  Sieuve,  dopo  di  quello 
alia  roinana:  si  riscontri  su  tal  punto,  non  perlinente 
pill  al  noslro  islitulo,  niesser  Domenico  Grimaldi  nella 
islruzione  della  nuova  manifatUira  dell'  olio  inlrodollo 
nella  Calabria -Napoli  1777. 


STORIA  NATURAL  E 

FISIOLOGICA   E  MEDIGA 

DEL 

YILLAGGESE   DELL'  ETi\A 

DEL    DOTTORE 

GIUSEPPE  ANTONIO  GALVAGNI 

SOCIO    ^TIIVO    SCCBETIRIO    ALLA    fEZlOM    Dl  SCIENZE    riSICHI 

IIEMORIA  SECONDA 

STOUIA   NATUKALE    MEDICA    GEJJERALE 
LETTl   NELLA   TOHNATA    DEL    27    DICEMBRE    1 838 


\^iiando  si  meltc  a  paraggio  I'uomo  della  natura  e 
I'  uorao  dclla  scienza ,  sotto  lo  riguardo  del  numero 
della  frcquenza  dci  morbi  di  clie  vien  travagliato  ed 
nfflilto,  si  rilcva  in  palesc  che  sebbene  il  primo  senza 
lugurio  senza  difese  senza  vesti  si  slasse,  degli  elementi 
bersaglio,e  svilito  di  tragrande  raiseria,d'induslria  igna- 
ro  c  dclie  sue  facolta,coi  solo  istinlo  per  guida  passare 
una  Vila  tutta  fisica  e  macchinale  fra  la  idiozia  o  la  fero- 
cia<  spavcnlato  e  sorprcso  al  pin  comune  fenomeno,  e 
sebbcnc  il  sccondo  splcndenteil  lume  della  ragione  i  suoi 
bisogni  conosce,  i  suoi  mezzi  il  suo  destine  il  sue  fine, 
gli  anlri  rimula  in  palagi ,  le  comate  boscaglie  in 
cilia,  obbliga  la  intera  natura  servire  ai  suoi  usi,  e 
agli  elcraenti  pone  dominio,  crea  le  scienze  le  arli 
la  conservare  ad  appiacerolire  la  vita,  e  figura  a  un  di- 


>—    124-  — 

presso  cosi  come  il  nume  visibile  di  tulto  il  creato;quan- 
do  si  naette  a  paraggio  io  diceva  V  uorao  della  natura  e 
r  uorao  della  scieuza ,  ben  si  conosce  clie  il  primo 
non  ticne  clie  pochissimi  morbi ,  menlre  il  secondo 
ne  vieii  bersagliato  vicmolto :  diceva  Stlial,  col  sapere 
la  morte  e  enlrata  nel  raondo,  tostocbe  I'uomo  assa- 
poro  il  frutto  delFalbero  della  scienza ;  e  questo  ce- 
lebratissimo  medico  giudicava  la  ragione  umana  come 
il  peccato  d'origine,  dal  clie  prendon  cagione  le  legioni 
de' morbi,  cbe  I'uomo  sociale  molestauo  tanto;  ne  al- 
trimenli  ne  pensava  Rousseau,  quando  proclamava  con 
forza,  cbese  la  nalura  ci  dcstina  a  vivere  sani,  I'uo- 
mo cbe  mcdita  e  un  animal  depravato. 

E  di  vero  un  organismo  sviluppato  oUreraodo, 
ayvivato  d'  un  sistema  nervoso  irritabile,  in  esaltazio- 
ne  dinamica  serapre ,  e  messo  in  movenza  da  modi- 
ficalori  polenti  diversi,  come  quello  dcU'uomo  assai 
incivilito;  un  organismo  ove  il  sistema  gaslrico  sof- 
fre  gli  abusi  dell' arte  culinare,  gl'impulsi  dell'intem- 
peranza,  le  seguite  consuetudini  d'  un  libcro  gozzovi- 
gliare ,  ove  1'  appareccbio  genitale  in  cccodenza  di 
stimoli  al  libertinaggio  melte  cagione,  cd  ove  gli  or- 
gani  tiitti  per  le  varie  scienze  le  profession!  e  le  arti, 
cbe  il  cilladino  assume  ed  eserce ,  e  per  lo  genere 
di  vita  cbe  arroga,  slanno  in  atlivita  sovcrcbiante ; 
r  organismo  dell'  uomo  incivilito  acquisla  piu  a  piii 
una  testura  delicata,  irritabile,  mobile,  e  debole  Irop- 
po,  cbe  lo  cspone  ai  mali  numerosi  di  cui  vien  senza 
incessanza  turbato.  Cos!  quel  grande  di  Cullen  nove- 
rava  scicento  dodici  morbi  o  sintomi  promananti  dai 
norvi,  cbe  dai  selvaggi  non  soffronsi:  ed  e  osserva- 
zione   di  Rusb   che  i  fanciuUi  di  essi  non  ammorba- 


—    J  2D    — 

no  (li  elmiiiliasi  o  di  mali  dculari,  no  vi  si  vcde  la- 
luno  gobbo  o  rachitico. 

Mellondo  al  suo  poslo  il  Villaggcse  doll'Elna  nei 
vari  gradi  diiiciviliinenlo  dcll'uoino  sociale,  e  locan- 
doio  ucl  silo  dcU'uomo  paslore  c  agricola,  dee  sof- 
frirc  pochissimi  niorbi,  poidie  sla  vicino  piu  airuomo 
dclla  naliira,  cho  aU'uomo  dcUa  scienza.  Ad  asse- 
guirc  pero  ii  tollo  niio  assunto  siilla  sloria  iialurale 
fisiologico-racdica  del  Villaggese  dell  Etna  ,  tracva  al 
pensicro  di  mellere  innanti  la  storia  naliirale  iiicdica, 
dopo  di  avcrnc  vergalo  la  lisiologica  ncUa  prima  me- 
nioria;  e  a  meglio  fornire  il  inio  divisanicnlo  di  dc- 
linearc  avvisava  la  sloria  gcncralc  e  reffigie  dello 
slalo  morboso  sul  moiilc,  studiandonc  parlilanicute  le 
cause  da  clic  prende  movenza,  gli  organi  ove  pone 
scde,  Ic  forme  sollocbc  manifostasi,  il  corso  la  durala 
il  fine  cbc  segue,  c  gli  clfelti  della  mcdicazione  cbe 
adoprasi. 

Ragionando  in  prima  delle  cause  fisiologicbe  e 
deir  azionc  doi  vari  gradi  di  calore  sul  \ivo  organi- 
srao,  6  da  couvoiiirnc  cbc  gli  effelli  della  bassa  tem- 
peratura  o  del  frcddo,  sono  inarcbevoli  suU'Etnicola 
degli  alii  villaggi ;  c  ad  individuarc  i  gradi  tulti  del- 
la sua  azionc  rilevasi  bene,  cbe  un  ficddo  lieve,  si 
come  modificalore  sensorialc ,  si  come  modificalore 
dello  funzioni  nutritive  del  lessulo  cutaneo,  dctermi- 
nandovi  seniprc  una  palenle  aslcnia,  il  mongibellese 
die  alia  sua  azionc  sta  csposto  una  pelle  aggrinzila 
prcsenla,  i  vasi  dcrmici  ricevouo  meao  di  sangue  e 
nolansi  rappicciolili  di  mollo;  gli  eslremi  dcllc  dita, 
la  punla  del  naso,  Ic  orcccbic,  ])allidc  sbiadale  si  fan- 
no,  Ic  funzioni  del  senlire  e  del  muovcrsi  in  esse  si 
pcrdono  quasi ,    cbe  non   possono   agirc   per   nulla  c 


•—    126   — 

la  secrezione  dermica  e  menomata  olfremodo.  Impres- 
sionamento  siffatto  turbazioni  differenti  determina  al 
tessuto  dermoide,  in  ragione  della  energia  delle  forze 
deir  individao  die  soffre,  e  in  ragione  del  differente 
grado  in  che  il  modificatore  vi  agisce ;  stanteche  e 
fenomeno  di  osservazione  comune,  clie  il  freddo  in- 
tense, qualora  la  cute  atlacca  dei  soggetti  di  mal- 
ferma  salute ,  un'  astenia  ivi  adduce  a  an  dipresso 
completa  e  mollo  funesta  per  i  disturbi  che  agli  or- 
gani  interni  cagiona;  laddove  se  a  piu  lieve  grado, 
e  in  individui  di  salute  piu  energica  impressiona  la 
cute,  dopo  una  qualcbe  sedazione  ivi  indotta,  un 
inovimento  excentrico  ne  sorge  e  forte  reazione  che 
la  dermatite  produce. 

Ma  a  questo  tessuto  solamente  non  limitasi  I'a- 
zione  del  freddo,  che  agisce  sugli  organi  respirator! 
per  antitesi  funzionale,  raettendo  cagione  alle  bron- 
chitidi  di  rario  grado,  alle  pleuritidi ,  alle  pulmoni- 
tidi,  e  come  stimolante  sensoriale  sul  cerebro  agisce , 
e  turbazioni  v' induce  pericolose  diverse  sino  alia  sin- 
cope   e  alia  completa  asfissia. 

Ad  osservare  togliendo  i  turbamenti  funzionali 
deir  asse  cerebro-midollare  che  arreca  il  primo  grado 
di  freddo  al  mongibellese,  un  malessere  generale  ri- 
levasi,  un  oppressione  nervosa,  le  sensazioni  le  pas- 
sioni  le  idee,  e  le  funzioni  tutte  del  morale  sono  am- 
miserite  annientate  a  un  dipresso ,  non  si  sente  non 
si  park  non  si  ascolta,  ne  avvertesi  altro  fuorche  il 
patire  di  che  si  vien  travagliato,  dei  tremori  si  sof- 
frono,  somma  disagevolezza  a  muovere  gli  estremi  de- 
gli  arti,  cefalalgia,  inclinazione  al  dormire. 

Se  il  freddo  piu  intense  si  fa,  e  I'individuo  vi 
si  spone  a  dilungo,  ai  fenomeni  prementoyati  la  se- 


—     127    '— 

dazione  il  lorpore  dei  ccnlri  nervosi  succede,  sociata 
ad  insensibilila  geacralc.  ad  adinaraia  grande,  a  mas- 
simo  bisogno  di  sonno;  e  indi  a  poi  per  la  debilila- 
aione  eccessiva  dell'asse  cerebro-midollare  I'individuo 
s'  assonna  per  non  svegliarsi  raai  piu;  un  aslcnia  per 
gl'mflussi  ccduli  dell'  inaervazione  coutinua  in  tutli 
gli  orgaoi  avvicne,  e  la  morle  si  avvera  se  il  fatale 
impressionamento  continua. 

I  malefici  cfielti  del  freddo  non  sono  singolari 
negl'  invcrni  rigorosi,  nei  campi  e  ne'  boscbi  dell'Et- 
na,  quando  le  nevi  a  dilungo  seguitc  fanno  dibassare 
il  termometro  rearauriano  sino  al  grado  secondo  sot- 
to  lo  zero ,  e  quando  dirottissime  pioggie  vengono 
addosso  a  quci  niongibellesi  in  aperta  campagna,  senza 
alcuna  speranza  di  soUievo  di  scampo;  i  villici  i  pasto- 
ri  i  boscaioli  i  carbonicri  gl'  ingrottatori  di  nevi,  vi 
sono  piu  csposti,  c  i  fanciulli  i  decrepiti  piucche  gli 
individui  adulti. 

II  viaggio  alia  cima  dell' Etna,  che  fassi  in  tulte 
slagioni  e  nei  mesi  piu  rigidi  della  iemale  ove  il 
tcrmomegrafo  giunge  a  marcarc  il  grado  decimo  sotto 
lo  zero,  il  viaggio  per  quell'  enorme  eminenza  spone 
agli  effelli  divcrsi  del  freddo;  e  il  massirao  di  quella 
algenle  zona,  come  il  calore.porlalo  ad  altissimo  grado 
brucia  disorganizza.che  Ic  parti  gelatc  come  i  tessuti  bni- 
ciati  subiscono  mortificazione  gangrena  e  la  dermide 
parzialmenle  o  gencralmente  si  scolta,  dislrudesi  e  si 
rifa  di  raaleriale  novello;  spesso  i  viaggianli  diven- 
gono  lividi,  c  talvolla  son  presi  da  invincibile  sonno 
antcsignano  dcll'asfissia  della  raorte. 

E  qui  e  da  metterc  innanz;  un  caso  singolaris- 
simo  quaulo  rovinoso,  sinistro,  falale,  ove  lutti  com- 
prendousi  le  lurbazioni  cagionalc  dal  freddo  a  quel  ma- 


—    128   — 

laugurati^iccaduto  die  csercevano  il  pericolante  mestiere 
d'iugroltare  nei  vcrni  le  nevi  suU'Etna  a  soUievo  de- 
gli  stemperali  calori  di  esta.  Correva  il  primo  anno 
del  sccolo  noslro  e  la  raeta  dell'aspro  gennaio,  mentre 
quaranta  individui  del  villaggio  di  Nicolosi  i  a  com- 
plcssione  fortissiina  e  pieni  di  gran  vigoria,  stanzia- 
vano  sui  burroni  di  mongibcllo  nella  rcgione  scoperta, 
al  livello  di  oltomila  piedi  sul  mare,  nella  plaga  nor- 
tica  deir  arvarina,  sterile  monlicello  che  scarsamente 
e  nella  iraa  falda  di  artemisie  solo  si  veste  di  gine- 
stre  di  felci ,  e  d'  altre  piante  alpine  e  arboscelli  sil- 
vani;  quivi  irapero  ad  altezza  si  insigne  e  in  cosi  al- 
gente  stagione,  ove  tutto  era  incappellato  di  densi  strati 
di  nevi  d'  ogni  maniera,  vi  stava  asprissirao  cielo  e 
ad  una  continuala  diraora  inadatto  dell'  uomo  cola. 
E  non  pertanto  la  congrega  dei  coraggiosi  etnicoli, 
irapavidi  al  tulto,  facea  breccia  a  tanto  rigore  e  alia 
potenza  dei  fieri  elcmenti,  e  dava  opera  cotidiana  ai 
suoi  uffizt,  mancggiando  e  cogliendo  le  nevi  gelale. 
Quando  sul  Iramonlo  d'un  giorno  mezzano,  che  per- 
messo  gli  avea  un  lavoro  seguilo,  d'atrenubi  il  cielo 
ingombravasi  e  infuriava  una  tenipestosa  bufera  con- 


I,  Antonio  Montagna  Antonio  Bonanno  Antonio  Rapisarda  Antonio 
Tascita  Antonio  Callaccio  Actonio  Simonelli  Antonio  Seralica  Antonio 
Mezzalingua  Antonio  Pappalardo  Andrea  lionanno  Alfio  Simonelli  Ago- 
stino  la  Kosa  Alfio  Pitronio  Antonio  Tallica  Antonio  Spoliso  Ciriiio  Cal- 
cagno  Carmelo  Mezzalingua  Carmelo  Pappalardo  Diego  Simonelli  Do- 
menico  Montagna  Filippo  Mnsolino  P'iladelfo  Toscano  Giuseppe  Stiva- 
ledda  Giuseppe  Pappalardo  Giuseppe  di  Grcgorio  Gaetano  Montagua 
Giacomo  la  Kosa  Giovanni  Masarello  Gii:sep;>c  Musolino  Giuseppe 
Pappalardo  Mario  Pappalardo  JIatteo  Pappalardo  Giovanni  Carvagna 
Placido  Musolino  Pasquale  lionainio  Scbastiaiio  Sambataro  Vincenzo 
{Jsllaccio  Vincenzo  Rasa  Yiiicenzo  Pappalardo  Venerando  Laudani. 


—    120  — 

sociala  a  copiosisslma  novo,  olio  accrcscev.isi  come 
piu  si  asscraxa  c  come  piii  la  noltc  si  vcsliva  di  Ic- 
ncbre;  un  lucurictlo  hoschivo  loro  abilacolo  e  I'ac- 
censione  di  fuoclii  Irai^randi  fiirono  i  sou  ripari  di 
quci  I'alicalori,  chc  scbbene  mcnomali  di  spiri[o  rcg- 
gevano  pure  alia  prova. 

Ma  la  gagliardia  la  vccmenza  dei  venli  piu  in- 
furia,  c  la  neve  clie  a  larglic  foglic  pioveva,  som- 
mossa  da  un'  aria  movevole  lanto  insiiiiiavasi  per  lo 
fcndiliire  dcUe  tegolc  ncU'abiluro,  ed  clcvavasi  cola 
sul  suolo  air  altczza  di  piu  di  Ire  palmi ;  gli  accesi 
fuoclii  smorzavansi ,  il  rigore  1'  algenza  crcsceva ,  la 
casupola  Iraballava  per  gl'impoli  delle  correnli  vcn- 
tose,  e  scmbrava  scliianlarsi  dall'imo  suolo  a  momenti; 
i  meno  forli  spaurivano ,  gV  invilti  volcano  ripararo 
allc  minaccc  del  ciclo;  ma  quanto  piu  crcscea  1'  ur- 
genza  tanto  piu  1' auimo  il  consiglio  mailcava. 

Toccavi  il  colrao  la  noltc  e  I'uragano  imper- 
versava  e  sopracresceva  ogni  islantc  piu  forte;  piu  si 
raccendevano  piu  si  sraorzavano  i  fuocbi,  per  le  nevi 
clie  incessantemcnte  c  a  rolta  piovevan  dall'  alto ,  il 
freddo  era  aculo,  inlollcrabile ,  cstremo,  lo  spavenio 
il  terrore  s  insignorivan  dei  piu,  e  ondeggiavano  ir- 
risohiti  pcrplcssi  in  si  cstremo  frangentc,  fra  lo  stare 
c  r  andare. 

Nondimanco  piu  per  mossa  d'  irragionevole  istinto 
cbe  di  saggio  consiglio  il  partirc  prevalsc ,  e  la  costan- 
za  c  il  mascbio  volerc  dei  pocbi  ,  alia  pusillani- 
mita  dei  moiti  ccdeva.  Scuorali  partivano  piu  per  in- 
contrar  morte  nell'arduo  viaggio,  cbe  per  andar  a  sal- 
vamenlo;  ina  non  appona  uscivano  all' acre  libero  clic 
la  forza  delle  correnli  vcnlosc    sbando  e    disperse  la 


—  i3o  — 

lurba  in  piinti  diversi  longinqui ;  dispiacente  c  fune- 
slo  era  il  disordinato  scompiglio  di  chi  urta  e  preci- 
pita,  di  chi  trabocca  e  sorge ,  di  chi  trahalza  fuor 
di  via ,  di  chi  aggrezza  e  gela ,  di  chi  sviene  e  sia- 
copizza. 

Pure  s'avviavano  nei  loro  camrnini,  e  rifulgeva 
mai  sempre  nell'oiTore  del  micidiale  conflillo  I'effigie 
del  maschio  coraggio  deirimperterrito  Etnicola.  Caden- 
do  e  ricadendo  piu  liate  in  ispazi  slretti,  si  riduccvano 
in  piedi  ed  in  via;  shalzati  in  una  foudura  o  in  una 
ripida  erta,  si  rimetteauo  al  calle  Lattuto;  impiagati 
contusi  per  le  frequenti  cadute,  illividiti,  intorpiditi, 
aggrezzati  dal  freddo  s' avvicinavano  alio  patrie  terre. 

Chi  pria  chi  poco  oltre  il  sorgere  del  sole  in  Ni- 
colosi  arrivavano.  Era  adligente  speltacolo  il  vedere  una 
congrega  dei  piii  robusti  mongibellesi  ridotti  alle  ulti- 
me  agonie ,  e  piu  cadaveri  che  macchine  vive ;  desti- 
tuti  di  toccare,  di  senso  tattile  alia  dermide  inlera, 
vedevasi  questa  gelaia  illividita  oltremodo,  le  funzioni 
degl' inlelletti  all' ultimo  grado  di  ammiscrimento  nota- 
vansi ,  che  concepivano  e  gravavansi  appena  dell'  im- 
minenle  pericolo  di  morte  che  addosso  gli  stava;  ma- 
lagevolmeute  ascoltavano,  non  poteano  schiudcr  vo- 
ce ad  articolar  la  parola,  che  si  trovarano  in  afonia 
deir  intutto;  ed  espriraevano  il  loro  stalo  pericolante, 
e  i  soccorsi  di  cui  abbisognavano  col  liguaggio  di  azio- 
ne,  ma  incomplelamcute,  e  a  maleslenlo,  che  1'  in- 
tero  sislema  locomolorc  e  le  mani  in  ispecie,  rigi- 
dite  ad  ollranza  non  prestavansi  al  moto,  e  le  mem- 
bra bensi  erano  impossibilitate,  a  piegarsi  che  per  to- 
gliersi  d'  addosso  i  cappolti  e  le  sottostanti  vesti  ge- 
lafe  fu  bisogna  di  scucirle  del  tutto. 

Lo  spavenlevole  caso  del   scrilto    presenta  i  va- 


—  i3i  — 

ri  moUiplici  cffelti  clio  il  frcdtio  produce  sull'  orga- 
nismo  vivcnlc;  qualtro  di  tali  individiii  iiel  rovinoso 
viaggio  fiirono  colli  da  morle  per  asiissia  • ;  due  ven- 
ncro  air  clremo  punlo  per  gangrena  locale  2,  uno 
alio  inaiii  uii'  allro  iici  piedi,  dopo  due  incsi  il  pri- 
ruo,  in  poco  piu  di  mezz'  anno  il  secoudo;  Sci  si  tra- 
vagliarono  di  violenta  pulmonitidc  di  die  due  si  mo- 
rirono,  c  quallro  pervenuti  siuo  aU'ultimo  abbandoua- 
mento  dc'  incdici  poi  ne  guarirouo,  e  dopo  lunga  con- 
valescenza  a  salule  tornarono  3.  Molti  si  molestarono 
di  arlrorcumalismi ,  di  mioreunialismi ,  che  sveslen- 
dosi  della  forma  d'  acuzie  dielro  guari  tempo,  per- 
pcluaronsi  cronicamonte  c  si  nalurarono  a'  loro  orga- 
nismi  i;  Alquanti  come  se  avcssero  sofferlo  ima  gene- 
rale  bruciura  patirono  lo  scorticamento  e  la  rinuova- 
zion  della  cute  3;  Moltissimi  raalconci  delle  cadule  rima- 
sero  incrti  piu  tempo;  Tutti  guasti  e  rotti  della  vi- 
ta che  pill  giorni  slcltero  a  nou  polersi  in  piede  riz- 
zare. 

II  calore  elevate  ed  ingente  non  e  ordinario  nel- 
la  soinma  regionc  abitata  clic  a  pocbi  mesi  di  esta, 


2,  Pasquale  Bonanno  venno  il  primo  aH'cstremo  pnnto  nella  lava 
del  salto  del  Caiic;  dopo  Aiitonino  IJimaiiTU)  piii  in  liasso  c  propria- 
inonto  alia  parte  mcridionalo  del  monip  del  salto  del  Cane,  indi  Viu- 
cenzo  Rasa  e  A'enerando  I.andani  un  quarto  di  migliu  piii  sotto. 

3,  Giuseppe  di  Grefjorio  Antonino  Gallaccio. 

4.,  Matleo  Pappalardo  (]aetano  iMoiilagna  Giasoppc  Stivaledda  An- 
Antoniiio  Sjioliso  Antonino  Dascita  Cirino  Calcagno. 

5,  Giuseppe  Pappalardo  Mario  Pappalardo  \  iiicenzo  Gallaccio  Gia- 
como  La  Rosa  Carraclo  Pappalardo  I'llippo  Musoliuo  I^ladelfo  Tosca- 
110  Giovanni  jMcssercllo. 

0,  Andrea  Ronauno  Antonino  Rapisarda  Alfio  SimoncUi  Antonio 
Pappalardo. 


—     l32    — 

ma  come  causa  di  raalori  diversi  bisogna  considera- 
re  quello  che  soffrono  gli  Elnicoli  dcgli  alii  villag- 
gi,  quando  portarsi  nei  campi  sativi  di  Belpasso  di 
Paterno  di  Calania  a  mietere  e  a  Irebbiare  le  biade. 
Esposli  dal  mattino  alia  sera  scnza  intramessa  di  quie- 
te  al  dardeggiare  del  sole,  affalto  privi  della  ristoran- 
te  ombra  degli  alberi,  comecbe  la  eccedente  sudazione 
cbe  prerae  dai  lore  corpi  e  vaporizza,  li  raffrcscasse 
in  alcua  raodo,  iufermano  spesso  di  malatlie  pireti- 
che  deir  appareccbio  di  digestione,  d'  irritazioni  me- 
ningo-cerebrali ,  cbe  pigliano  la  forma  atasso-a- 
diaamica  e  die  alia  raoi-te  talvolta   sinistrano. 

E  r  artificiato  calore  cbe  entro  i  casamenli  si 
accende  nei  rigidi  verni,  a  vincere  gli  effetti  mole- 
sti  del  freddo,  e  grande  e  bastevole  consurnando  I'os- 
sigene  a  prodiirre  I'asfissia  per  aria  atmosferica  non 
rinnovala  ;  cerebralgia  peracula  o  pesante,  capogiri, 
verligini ,  il  raolo  dello  stomaco  cbe  al  vomilo  in- 
vcrtesi,  la  perfrigerazione  del  corpo  ,  cbe  tanto  cre- 
sce  quanto  piu  gli  individui  s'  impegaano  a  fugarla  con 
stare  addosso  alle  bragie,  sono  i  precursori  della  asfis- 
sia  cbe  manifcstasi  poco  appresso. 

Gl'  igaari  dei  nocitivi  effetti  dei  fuocbi  ecceden- 
ti  cbe  bruciano  in  luogbi  cbiusi  del  tutto,  sono  incorsi 
ancbe  alia  morte  in  tempi  audati ;  adesso  impero 
non  appcna  apronsi  i  scgni  prodromi  di  questo  state 
moi'tifero,  cbe  discbiuse  le  finestre  le  porfe  rinnovano 
r  aere  lontanano  i  fuocbi,  e  in  tal  guisa  meltono 
argine  ai  maggiori  ingrandimenti  del  morbo,  cbe  ra- 
rissime  fiale  all'  asfissia  giunge.  E  questa  iuferraita  ne- 
gli  agiali  dei  villaggi  succede ,  che  abitano  casamenti 
ben  fatti,  e  non  nella  gentaglia  cbe  in  casupola  sta 
ventilate  dalle  pareti  c  dall'  alto. 


1  J  J    — 


Prciidoudo  a  dire  suUe  tiirbazioiu  prodollc  da- 
gli  squilibil  clellrici  6  da  dichiarare  che  la  falmiua- 
zione  Imjucnla  nell'  alta  rcgiono  abilala,  c  noli'  am- 
pio  ag;'0  dell'  etnea  nionlagiia.  ]\Ioiigibello  colia  sua 
vella  elcvandosi  tanlo  sul  liveilo  del  mare^  acconcio 
Tiemolto  come  gli  alii  gioglii  del  globo  a  congrega- 
re  i  vapori,  c  a  melterc  iiiiianzi  i  piii  strani  fenomcni 
mclcorici,  spesso  in  sqiubbraiiienlo  1'  eleltrico  mostra 
col  tuono  che  risona,  frcme  rirabomba  ncllc  acclivi 
sue  baize,  e  coi  volanli  Laleni,  che  a  lempcslosa  bur- 
rasca  s'  imniischiano ,  e  alia  grandinc  slerminatrice, 
bcrsaglio  cosi  inoslrandosi  dci  lulQiiui  come  lo  c  alio 
ballaglie  dei  vcnli. 

Ed  csso  invcro  noi  mcsi  di  seKcnibre  di  ollobre 
in  alcuiii  anni  in  ispccie,  come  in  molli  allri  sili,  e 
nel  moiilc  Brianza  Bergamo  e  nci  coiitonii  del  Lapio 
e  del  Verbauo,  sede  divienc  d'  un  periodo  giornaliero 
temporalcsco ,  che  vedesi  spesso  sull'  ore  merigiane 
dissiparsi  il  screno  d'  un  allegro  maltino,  c  sorgere 
nuvoloni  scurissimi  che  danno  scroscio  di  pioggia  di 
graiidiue  infrainezzale  di  baleni  di  luoni,  c  che  sva- 
niscono  per  metlersi  innanli  il  giorno  seguente. 

Cos!  gli  alberi  silvani  del  raonle  spesso  colpiti  dal- 
le folgorc  vengono,  c  gli  uccelli  sul  suolo  cadon  la- 
volla  infiacchiti  delle  membra  e  islupidili  cd  in  as- 
ilssia,  raolto  animcili  domestici  che  slanziano  a  tor- 
me  ne'boschi  ne  soffron  del  male,e  i  paslori  lalvolta  che 
stanno  delle  niandrie  c  delle  greggi  a  cuslodi.  E  Slel- 
r  aragona  Nicolosi  Ma^^sanunziala  Mascalucia  Pedara 
Trccastagni  Viagrande  Zaffarana  iMilo  cosi  vicine  al- 
io gole  vulcaniclie ,  c  d'  ogn"  inlorno  di  monti  ac- 
ccrchiate,  ai  guasli  pure  parlecipano  dell'  clelricila 
atraosferica,  che  mirasi  spesso  la  nubc   teniporalcsea 


—  134-  ^- 

scender  via  via,  e  dalla  montagna  adagiarsi  sui  va- 
cui  aeriferi  dei  predetti  villaggi,  e  lo  squilibrio  elet- 
trico  indurre  sconciaraento  alle  gestanti,  ritorni  con- 
vulsivi  agl' iadisposli  di  mali  nervosi,  e  vomiti  e  spar- 
sioni  di  J)ile,  e  giallure  di  cute  ai  signoreggiati  di 
idiosiacrasia  epatica ,  e  la  folgore  cadendovi  ogni 
anno  ammorba  ed  uccide  il  mongibellese  frequente- 
mente. 

Le  inferraita  cbe  produce  1'  elettrico  tutte  si  ri- 
ducono  a  quelle  cbe  interessano  gli  organi  della  vi- 
ta di  relazione,  la  pelle,  Tappareccbio  locomotore,  il 
sistema  nervoso  periferico ,  I'asse  cerebro-midollare; 
ma  presentano  sempre  forme  ed  immagini  varie,  e  se- 
cond© il  grado  la  sede  della  lesione  cbe  induce,  e 
secondo  cbe  I  individuo  nella  linea  trovassi  cbe  segue 
r  elettrico.  Pero  dietro  tali  condizioni  diverse,  questo 
imponderabile  cagiona  ora  il  solo  bruciamento  delle 
vesti  senza  molestare  1'  individuo  nulla,  ora  1'  arsione 
dei  capelli  dei  peli  di  piu  regioni  del  corpo;  quan- 
do  la  bruciura  eritematosa  vessicolosa  bullosa,  e  la 
bruciura  cangrenosa  talvolta ,  quando  delle  iperemie 
e  dcir  emorragie  dermicbe  parziali  o  general!,  e  del- 
le distruzioni  del  tessuto  cutaneo  in  forma  di  stri- 
scia  lincare,  peculiarmente  sul  torace  il  dorso  le  brac- 
cia ,  quando  una  sincope  di  sbalordimeato  cbe  cede 
senza  ritorno;  dove  una  paralisia  sorge  piu  o  men 
generale  ,  piu  o  meno  locale ,  spesso  di  senso ,  piii 
spesso  di  moto ,  ora  alia  lingua  o  alia  sua  pun- 
ta  soltanto,  ora  alia  palpcbra  superiore,  ai  rauscoli  mo- 
tori  deU'occbio,  alia  faccia,  al  faringe,  allesofago,  era 
all'udito,  all'odorato,  al  gusto,  al  tatto,  in  alcuni  trat- 
ti  della  superficie  dermica;  fra  tutte  le  mentovate  fre- 
quenta  pero  la  paralisia  dcgli  organi  della  parola, 


—  1 35  — 

che  (lei  colpili  lievcmenlc  del  fulmine  molti  amuloli- 
scono  c  iiictli  si  osscrvano  a  moKcr  I'liori  la  voce  per 
arlicolar  la  parola,  como  sc  i  lohuli  anlcriori  del  ce- 
rcbro  da  die  ripelc  Boillaud  alterazione  siffatta  a  pre- 
dilozionc  ammorbassero  solto  1"  azion  della  folgore;  e 
tjualclic  fiata  il  sistema  osseo  si  vide  altaccato  e  va- 
rie  frallure  ne  vengono. 

Sc  r  individuo  piii  da  vicino  rifrovasi  alia  cor- 
rentc  clie  segue  1'  elelrico,  I'iperemia  cercbrale  ne  na- 
sce;  cbe  per  I.i  violcnza  divcrsa  cbe  assume,  e  pei 
prouti  soccorsi  cbe  ricevon  gli  egroti,  finisce  in  bene  o 
in  male;  laddove  quando  trovasi  iii  linea  ne  vien  1'  a- 
sfissia  per  rannieulamcnto  dell'  innervazione  continua 
sui^li  organi  lulti,  sul  polmone  sul  cuore  a  preferi- 
rauDto. 

E  osservazione  importante  pcro,  cbe  a  misura  del- 
la  quautila  ingcnle  d'  eleltrico,  cbe  sla  in  squilibra- 
niculo  fra  l'  atmosfera  e  la  terra  la  via  cbe  segue  per 
ridursi  al  perfcUo  equilibrio  non  e  la  modesima  sem- 
pre;  se  la  scarica  elettrica  non  e  troppo  abbondevole 
f'Cgua  un  invisibile  linea  e  la  sua  atmosfera  e  poco  esle- 
!ia  riienle  nociva,  se  la  scarica  elellrica  e  copio- 
sa  (Y  alquanto  campeggia  sopra  una  superficie  grande 
ed  ba  il  polcre  di  uccidere  colla  violenza  medesima 
full  i  gli  esseri  vivi  cbe  stanno  in  quel  picciolo  spazio; 
di  molli  rifugiali  talvolla  in  una  angusta  casa  paglia- 
res  2a  nci  campi,  non  ne  colpisce  1'  elelrico  cbe  uno 
sol'ianto,  e  gU  altri  al  numero  di  quallro  di  olio  resla- 
no  incolumi,  laddove  allre  voile  succcde  die  due  o  piu 
pailori  insieine  alia  lor  gregge,  cbe  ollrepassa  i  trecen- 
to., e  cbe  occupano  quindi  vaslissimo  piano,  pure  tulti 
sou  colpiti  da  subila  niorle  per  1' azion  dell" eleltrico.  E 
qui  cade  in  laglio  pria  di  cbiudcre  Tarlicolo  dclie  infer- 


—  i36  — 

mita  del  mongi])cllese  dall'  eleltrico  indotfe  di  renire 
sponendo  la  storia  d'  una  iperernia  cerebrale  cagiona- 
ta  nel  villaggio  diiNicolosi  del  fulmine. 

A  venlicinqiic  settembre  deU'aulimno  del  i834 
stagione  piu  d'  ogni  altra  di  pericolosi  temporali  ri- 
piena,  dopo  aver  godiilo  d'  un  maltino  sereno  e  di 
lucido  sole,  declinavasi  il  giorno  ed  era  al  tramonto 
vicino,  quando  il  cielo  in  un  atlirao  nelle  nordiche 
plagbe  del  raonlo  d'  aire  niibi  ingombrossi  die  piu  e 
piu  intenebrandosi  minacciavan  fiera  tempesta,  e  in 
estensione  al  ineriggio  crescendo  perclie  sospinte  da 
nordico  vento  gli  spari  aeriferi  toccavano  pure  cbe  il 
villagio  di  Nicolosi  sovrastano;  il  tuono  minaccioso  ro- 
moreggia  a  frequenti  intervalli,  il  balcno  con  ignea 
striscia  il  noro  seno  della  hahe  gia  slende,  e  i  vapori 
si  rovesciano  in  uerabi  di  procellosa  pioggia  e  di  gran- 
dine  sterminalricc;  tutli  i  villagesi  a  cansare  il  pericolo 
si  ritirano  in  casa,  i  reduci  dai  vigneli  e  dai  campi 
metteno  rapide  orme  per  adagiarsi  al  coper [o,  e  fra 
questi  Domenico  Longo  dassi  a  tulto  corso  premura 
vicinarsi  al  suo  abilacolo,  coU'  idea  di  sottrarsi  al  ma- 
lanno  ladJove  senza  saputo  correva  alia  disavventura 
cbe  gli  sovrastaYa. 

E  raentre  cola  raggiunto^  dello  spavento  falto  pau- 
roso  e  temente,  conlurbato  e  rappreso  ad  orare  in  gi- 
nocchio  si  stava,  il  temporale  piu  infuria,  e  da  una 
bassa  nube  fulminante  si  sprigiona  la  foigore  cbe  cor- 
reudo  alia  terra  per  bilanciare  lo  squilibrio  elettrico, 
nella  linea  cbe  segue  al  suo  casamento  fassi  per  en- 
tro  e  riducendo  a  subita  morte  dappria  due  rauli  st.al- 
lanti  in  un  casolare,  cbe  vicinava  per  niiu-aglia  comu- 
ne  la  camera  abitata  da  lui,  in  quesla  s'  intromette  di 
poi,  e  non  con  inolta  foga  dandogli  addosso,  perche 


—  i37  — 

dalla  coTrenle  discoslo  die  1'  elellricismo  seguiva,  a 
primo  lancio  mcnoclie.seiiza  vita  ridurlo,  lo  istupidi 
lieve  lieve  soltanlo;  ma  non  si  loslo  due  naiquti  si  cor- 
sero  cbe  cadde  in  profondissima  letargia,  ed  eccoci 
alia  sposizione  dclla  sua  immagine  sintomalica. 

Giaceva  prosleso  1'  egroto  in  posizione  supina,  e 
sospesi  al  lutlo  mirandosi  gli  esercizi  della  facolta  in- 
telleltiva,  delle  funzioni  sensoriali  eslerne,  e  gli  atli 
della  locoinotilila,  eccelloche  venisse  preso  soventi  di 
convulsioni  parziali  alia  faccia,  e  di  treinore  leggiere 
alle  gambe,  pure  insensivo  vedeasi  ai  piu  forli  irrila- 
menli  della  cute  e  dclla  piluitaria,  I  poisi  batlevauo 
forle,  ma  i  ritmi  arleriosi  non  frequcnlavano  dell'  or- 
dinario  piii,  die  anzi  nolavavisi  una  specie  di  (ardita, 
e  sccmamcnto  di  quella  Trcquenza  cbe  nello  slato  fisio- 
logico  mostrano;  la  fisionoraia  in  pocbezza  rabuffata 
sconvoUa  e  di  colore  quasiccbe  ualurale,  discosla  non 
leneasi  troppo  dall'  espressionc  della  salute,  e  gli  oc- 
chi  comecbe  mirassersi  chiusi,  pure  esplorandosi  non 
davano  mostra  ne  di  eflbndimento  sanguigno,  ne  di 
midriasi. 

Le  funzioni  di  nulrizionc  manifeslavano  ancora  una 
qualcbe  turbazione,  e  quelle  in  ispecie  cbe  partecipa- 
no  piu  gli  influssi  dell'  innervazione  continua;  le  sepa- 
razioni  urinarie  venivan  fuori  senza  avvertimenlo,  e 
la  respirazione  miravasi  un  po'  slerlorosa;  complesso 
di  disordini  funzionali  die  faccan  cbiaro  essere  attac- 
cato  profondamente  1'  cncefalo,  e  ammiserita  di  trop- 
po la  sua  attitudine  alia  rcazione. 

Si  pose  raano  in  allora  alle  medicazioni  le  piu 
polenti  onde  ostar  gli  slermini  del  lelalissirao  morbo, 

AuiAccad.  V.  XF .  i6 


—  i38  — 

e  la  flebotomia  a  larga  vena  piit  fiate  operossi,  raet- 
tendo  in  cale  dell'  egroto  la  costituzione  sanguigna, 
e  sanguisugi  topici  e  derivativi  si  fecer  dipoi,  e  tor- 
nati  vani  i  revulsivi  di  lieve  .'^rado  applicossi  1'  acqua 
bollente  ai  piedi,  e  delle  venlase  secche  in  tutti  i  pun- 
ti  degli  arti,  sirofinazioui  si  fecero  stimolantissime  lun- 
go  r  asse  rachidiamo,  e  si  pose  niano  per  anco  in  piu 
regioni  del  corpo  alia  applicazioni  della  poraala  di 
Gondret,  onde  fruirne  subila  vesicazione,  con  negli- 
gendo  di  statuire  Hussion  rivulsiva  all'  inteslino  gros- 
so  coi  lavamenli  i  piu  drastlci. 

Ma  cotante  indicazioni  svarievoli  non  aprivano 
speranza  di  miglioramento,  e  tuttoche  regro'io  alle  piu 
forti  irritazioni  cutanea  mostrasse  un  qualcbe  risenti- 
inento,  la  letargia  procedeva  sempreppiu  forte,  e  sem- 
brava  toccar  quell'  alto  livello  d'  inlensita  in  die  ces- 
sano  i  morbi  di  poter  esscre  modificati  Vantaggiosa- 
mente  dagli  agenti  terapeutici.  Pure  a  mettere  alle 
prove  le  medicazioni  piu  eioicbe  a  viva  forza  e  con 
istento  aprendoglisi  la  bocca  diedesi  la  polvere  di 
cornaccliina,  da  clie  ebbonsi  piu  sedute  di  ventre,  co- 
meche  involute  del  tutlo,  e  di  poi  non  piu  indugiando 
la  medicazione  sudorifera,  si  diede  di  mano  alle  pol- 
veri  di  James  prescrivendone  due  grani  agli  spazi  stret- 
ti  d'  un  ora. 

Correva  1'  ora  vigesima  dal  morbo  e  ministrati 
si  erano  sedici  grani  del  farmaco  di  James  quando 
il  morbo  senza  spingersi  ad  ingrandimenti  piu 
alfi,  sembrava  nel  suo  corso  esser  sostato;  cbe  anzi 
Irasparivane  una  qualcbe  miglioria,  coraecne  fugace 
ed  effimera  fosse;  e  dai  rilmi  arteriosi  cbe  davano 
scgm  di  minor  tardita,  e  dalla  deglutizion  men  disa- 


~  139  ^- 

gcvole,  c  (Jal  riscnlimcnlo  quasi  raolcsto  alle  forli 
eccilazioni  ciilancc,  c  dall'  allitudine  dell'  infermo  nic- 
no  abbandonata,  c  dall'  csprcssion  del  serabianle  pro- 
lasso  nicno,  si  argomenlavano  poco  piu  avvivati  gli 
influssi  dci  cenlri  nervosi  sugli  organi,  e  d  un  qual- 
clie  grado  risorla  la  polenza  dell'  innervazione  con- 
linua.  Fii  ailora  die  insistciulo  sulla  revnlsione  cuta- 
nea di  ogni  grado,  c  di  ogni  specie,  si  crcbbe  la 
dose  del  farniaco  di  James ,  ad  usarnc  tre  gram 
ogni  ora,  cousociandovisi  pure  le  pozioni  piu  acconcc 
per  ravvalorare  i  vaataggevoli  cifelti  di  sua  azione 
farraacologica,  e  ad  aprire  salutevole   diaforesi. 

Segnavasi  gia  1'  ora  sessagesima  del  corso  del 
morbo,  c  la  cfQmcra  raiglioiia  apparsa  ollreclio  fece- 
si  stabile  d' un  qualcbc  grado  pur  s'aggrandl.  Clxia- 
malo  di  nome  con  altissima  voce  sembrava  1  infermo 
fcrmar  1'  allenzione,  e  dopo  gli  occbi  schiudeudo  con 
pena  sforzavasi  d'  indirigcrli  d'  onde  il  suono  A'eniva, 
e  cbicslo  di  metier  fuori  la  lingua  facea  inipeto  di 
aprire  la  bocca,  e  di  mostrarla  agli  astanli,  tultocbe 
la  tenesse  sera  pre  fra  i  denti;  ma  molestavasi  troppo 
c  senza  avverlirnc  il  perche  nc  geraeva  di  spesso  la- 
mcnto  delle  irrilazioni  dolorificbe  cbe  gli  si  eran  fat- 
te  alia  cute,  e  della  flemmazia  risentita,  e  in  piu  si- 
ti  degli  arti  moliiplice,  cbe  col  topico  amnioniacale  gli 
si  era  creata.  E  i  polsi  piu  celeri  fatti,  e  piu  coq- 
Iratli  c  men  largbi,  pure  oslcntavano  la  fausta  rau- 
lazionc;  ma  molto  piu  di  tulto  il  qui  detto  ne  apri- 
va  cliiaro  argomento  la  propcnsion  dell'  infermo  cbe 
dando  I'acili  oreccbie  alle  incbiestc  cbe  gli  si  dirige- 
vano,  per  accontenlarci  si  dava  lo  sforzo  di  schiuder 
la  voce,  ad  arlicolar  la  parola,  sebbcne  non  vi  riu- 


' —  14-0  — 

scisse  per  nulla  come  se   palisse  e  di  grave  malore 
agli  organi  vocali  parlicolarmente. 

All'  ora  sessagesima  sesia  dopo  essersi  dali  gra- 
ni  sessanta  delle  polveri  Inglesi,  appari  lieve  caloro- 
so  traspiro  a  tutla  la  dermide,  che  via  via  ingran- 
dendosi,  e  piii  a  piu  con  uguale  sparsione,  tramutos- 
si  in  sudore  profuso.  cbe  grondava  a  grosse  gocce  dal 
fronte,  dal  tronco,  come  dagli  arti.  E  non  si  losto 
era  trascorsa  un'  ora  della  saiutevole  ipersecrezione 
dermica,  che  il  coma  del  tiitto  svani,  si  schiuse  la 
voce,  e  r  infermo  da  stupefatto  e  smarrito  come  se 
desto  si  fosse  da  profondissimo  sonno  profferi  i  suoni 
primieri  che  versavansi  solo  a  manifeslare  i  dolori  di 
che  da  ovunque  nella  cute  si  trovava  inveslito;  e 
perche  ignaro  del  pericoloso  morbo  che  avea  indos- 
sato,  ne  metteva  cogli  astanti  lamenio  accagionando- 
li  di  tanti  torraenti  che  gli  si  eran  senza  motivo  portati. 
L'  ipersecrezione  derraica  di  grado  elevato  piu  ore 
prolrasse,  e  fu  bisogno  di  svestirlo  piu  volte  delle 
ammoUite  tele,  e  delle  coltri,  e  di  poi  riducendosi  a 
lieve  traspiro,  ore  qualtro  pure  segul  con  saiutevole 
scioglimento  di  tutte  le  turbazioni  morbose. 

Cosi  il  corso  intero  del  morbo  si  ridusse  ad  ore 
settantaquattro,  o  meglio  a  tre  giorni;  e  dopo  aver 
toccato  r  alia  eminenza  ove  i  rimedi  non  si  crede- 
van  da  tanto  a  superarne  le  posse,  venne  a  fausta 
fine,  e  per  i  potenti  e  variati  rivulsivi  che  si  pose- 
ro  in  schiera,  e  per  le  sopra  grandi  dosi  del  farraa- 
co  di  James. 

Pero  I'imponderabile  eleltrico  suU'Etna  abilato,indu- 
ce  alcune  speciali  morbosita,  fra  cui  piii  frequentano  le 
bruciure  di  vario  grado  nelle  diverse  regioni  della  pel- 


.   ^  ,4i  - 

le,  le  paralisie  locali  di  senso  di  molo,  e  qiielia  viep- 
piu  degli  organi  della  parola,  1'  iperemia  cereLrale,  e 
1'  asfissia  la  piu  frcquciilc  di  tutle. 

Considerando  la  Luce  come  causa  morbosa  suUa 
Elna  vedesi  figurar  poco  nell'  eliogoosia  dcgli  sturba- 
raenti  del  mongibcllese ;  1'  insolazione  clie  mctle  ino- 
venza  allc  meuingocefalili  non  6  molto  frequcnte  ue- 
gli  agri  flegrei,  e  va  a  soffrirsi  piu  spcsso  quando- lo 
Elnicola  rccasi  nella  piana  di  Calania  iicl  giugno  nel 
luglio,  per  la  racsse  e  per  la  trebbia  dei  grani.  Ma  al- 
lorcbc  r  enorrac  corpo  del  colossale  vulcano  rivesti- 
to  di  folli  strati  di  nevi  nei  verni,  rifletle  intensa- 
raenlc  la  luce  d'  un  giorno  splendonte  bello  sereno,  so- 
venle  cagiona  ai  villaggesi  e  ai  viaggianti  e  alle  guide 
che  saliscono  1'  estrema  emincnza  einca  le  oflalmiti 
complcsse  o  le  semplici  di  vario  grado;  e  allorache 
un  forte  c  lucido  sole  brilla  in  qualcbe  giorno  sul  fi- 
nire  del  verno,  e  nolle  primiziedi  priraavera,  e  le  ne- 
vi di  cbe  vestesi  1'  Elna  gelate  si  Irovano,  ne  avviene 
una  concentrazione  dei  raggi  calorifici  della  luce,  che 
battonsopra  esse,e  di  lariflettendosi  sulla  cute  dei  viag- 
gianti edelle  guide  villagesi,  e  alia  faccia  niassiraamen- 
te,  vi  cagiona  un  senso  d'accensione,  e  le  derraiti  e- 
santeinaliche  e  le  erisipele  negl'  individui  a  pelle  gen- 
tile e  nel  debole  sesso  • ;  e  a  sceverare  queslo  effetto 
raorboso  da  quclli  originali  dal  freddo  e  da  ben  rile- 
vare,che  mai  csso  si  osserva  comeche  il  sole  dardeggias- 


I,  Una  gentile  donzella  arnericana  che  vi  sali  in  marzo  del  1820  in 
on  bcllisimo  giorno  soffri  I'crisipela,  c  inolli  allri  oasi  di  la]  gerere 
riferisconsi  dall'  insigne  Mario  Gemmcllaro  osservatore  e  raccoglilore 
diligeDlissimo   di  tutli  i  fatti  all'  Etna  spcttante. 


' —    i42    — 

se  e  il  giorno  fosse  sercuo,  quaiido  le  nevi  tenere  Iro- 
vansi  e  nierite  gelale. 

Toglicndo  a  dire  dell'  aria  per  asseguare  la  mol- 
tiplice  genesi  delle  infermila  deU'Elnicola,  il  peso  rao- 
dificatore  generale  cosi  intercssante  del  sano  organi- 
smo,  divieue  causa  patologica  allorquando  il  villagge- 
se  va  a  salire  il  sommo  giogo  di  qiiolla  legione  emi- 
nente  del  globo;  dal  principio  del  piano  delLago  alia 
altezza  di  novo  iiiila  piedi  sul  mare  progredendo  sem- 
pre  piu  innaati  sino  all'  altezza  di  10198  piedi  ove  il 
barometro  discende  e  marca  il  grado  18°  1 9°  i  villagesi  i 
viaggianli  e  tutti  quelli  che  vaano  a  conlemplare  il  subli- 
me vertice,  vengono  presi  spesso  da  indisposizione  di 
maccliina,  cominciano  a  patire  di  stomaco,  il  cui  moto 
invertesi  alia  nausea,  e  in  molti  al  vomito  ancora;  e 
questo  stato  morboso  vario  di  grado  nei  dilTerenti  in- 
dividui  notasi;  alcuni  soffrono  ima  lurbazione  genera- 
le  e  nulla  piu,  alcuni  si  gravan  di  nausea  clie  potrae- 
si  pill  0  meno  a  dilungo  ,  altri  vomilano  e  cbi  per 
breve  ora,  e  cbi  per  tutto  il  tempo  clie  cola  si  dimora- 
no,  pocbi  a  ventricolo  vuoto,  a  ventricolo  pieno  mol- 
lissimi;  ma  non  pero  osservasi  in  tutti  con  generalismo 
che  tanti  ascendono  la  scoscesa  erta  e  T  eslreraa  emi- 
nenza  del  eono,  senza  molestarsi  per  niente;  e  tale  fe- 
nomeno  morboso  in  tutle  le  stagioni  succede  nei  rigi- 
di  verni,  nell'esta  calorose,  nelle  medie  stagioni  di  pri- 
mavcra,  d'autunno,  per  resecare  qualunque  dubitan- 
za  di  ripetere  1'  avvenimento  di  diversa  cagione. 

E  qui  ofTresi  il  destro  di  spcrperare  1'  erroneo  con- 
cetto sostenuto  da  molti,  e  di  Borcb,  Sape,  Dolo- 
mieu,  a  credere  I'aria  deU'erainenza  di  Mongibello  tenue 
sottile  e  rarefatla   per  modo  che  non  bastando  alia 


—  a3  — 

rcspirazicno  complcla  anclifo  cagionasse,  dispnea  or- 
lopnca;  dappoiclie  nega  lal  fatlo  1'  assonlimenlo  Con- 
corde cU  tiitti  i  viaggiaali  liloscri  del  vecchlo  vulcano 
chc  sarmo  di^'lriga^e  levero  cagioni  deilo  cojc,  c  dollo 
Inipcratorc  Adriano  '  del  cardinal  Bembo  2^  di  Faz- 
zello  ^,  Borolli  -i  di  Orville  Olaadcso  ^  del  gerina- 
nese  Riedesel  ^  Hamilton  7  Dcnon  8  Hoiid  9  Spal- 
lanzani  10  Rezzonico  "  di  Schouve  dancse  '2  dei  gine- 
vriao  Moricand'3  c  d'altrcttali  insigni.,  i  quail  nell' i- 
dea  co^vengouo  tutii  della  facile  respirazione  cola; 
clie  se  alcuai  di  anelilo  0  di  dispnea  si  rnolcslarono, 
debbono  ripctcrsi  qaesli  dai  rapidi  passi  con  clie  fe- 
ccro  quclla  disagevol  salita,  e  dalT  ccccdcnza  di  ci- 
bi  forli  e  dallabiiso  delle  bevande  incbbrianli,  cbe  do- 
po  un  temporanco  eccilaraento  una  dcbolczza  gene- 
rale  cagionano. 

Ma  una  piu  dimostrante  assertiva  danno  al  fallo 
prcmenlovato  le  due  lunghe  dimore  clie  fece  sul  piu 
clcvato  burronc  del  raonte  3Iario  Geniellaro  lo  scru- 
lalore  assiduo,  zelante,  il  fdosofo,  il  vero  araatore  della 
Etna,  per  la  edificazione  della  casa  in  quella   plaga 

1,  Sparl.  iu   Hadr. 

2,  IJembo  ne!  sao  Dialojjo  de  Etna. 

3,  Fazzello   de   rebux  Siculis.  dec.  I. 

4,  liorclli  \\ki.demc.   Ktnae. 

5,  \)'Or\\\\cSt.Sicul.  vol.    r. 
f),  Riedesel  loll,    sur  la  Sicil. 

7,    Hamilton  ou\Tes  div.   lelt.  sur  1'  Etna. 
S,  Ponon  Vojag.   en  Sicil. 

9,  Houel    Voyag.   pill. 

10,  Spallanzani  viaggio   a/le   due  Sicilie   v.    i. 

11,  iJczzonico  opere   v.    6. 

12,  Schouv  liiU'.  univ.   Geneve  sep(.     1819. 
i3,  MoricanJ  Uibl.   an.  Gen.  juilliet  1819. 


—  iM  — 

eminente.  Nella  prima  dimora  avvenuta  cola  nel  lu- 
glio  del  i8o4,  a  coslruir  la  Gralissima  alquanto  in 
su  della  torre  del  Filosofo  appie  dell'  ultimo  cono 
air  altezza  di  9219  piedi  francesi  sul  mare  stanzio- 
navasi  il  Gemmellaro  con  dodici  villaggesi  sopra  quel- 
la  alia  giogaia;  per  died  giorni  passavan  la  nolle  in 
un  anlro  maldifcso  rislrello,  die  a  male  stenlo  polea 
conlenerli,  e  die  per  non  cousumarsi  1'  ossigene  di 
cosi  angusta  dimora  non  accendevan  delle  bracie  a 
scaldarla.  Pure  a  si  massima  aliura  e  in  aigenza  si 
grande,  die  sebhene  nel  cuor  della  slate  il  termo- 
metro  fareneitiano  marcava  38  gradi  nel  centro  del 
giorno  e  si  teneva  a  32  nelle  ore  raatlulice  serotine, 
la  congrega  nulla  sofFriva,  e  moleslalisi  alcuni  al  lo- 
ro  arrivo  primiero  di  lieve  cerebralgia,  di  gravezza 
di  capo  di  nause  e  di  vomito  cbe  si  prolrasse  a  lun- 
go  in  taluni,  la  parte  maggiore  cibavasi  di  sustanziali 
alimenli,  digeriva  con]  finitezza ,  faticava  con  forte 
energia ,  dormiva  sonno  profondo ,  e  godeva  cosi 
bella  salute,  e  palese  vigoria  fisiologica,  ne  alcuno  op- 
pressavasi  di  dispnea  di  anelito  0  di  allra  turbazio- 
ne  respiraloria. 

La  seconda  dimora  facevasi  in  luglio  in  ago- 
to  del  181 1  a  coslruir  la  casa  inglese.  L' imperter- 
rito  Mario  Gemmellaro  s'  albergava  un  allra  fiata  sul 
sublime  ciglione  per  lo  lasso  di  mesi  due  capo  di 
una  colonia  d'  arlisli;  ed  era  sorprendente  e  bello 
speltacolo  in  quella  regione  di  eternale  inverno  er- 
ma  solinga,  quel  miscuglio  di  natura  raorla,  e  di  vi- 
va natura;  murifabbri,  picconieri,  scarpellini,  falegna- 
roi,  mulattieri,  portalori  di  basti  da  bagaglie,  tulli  ope- 
rando  di    vario   modo  e   raessi  in  moyiraento  inces- 


-  I/w  - 

sanlc  popolavano  la  sublime  plaga  dcscrLa ;  gli  arli- 
sti  chc  crano  dci  vari  villaggi  dell'  Etna,  di  Nicolo- 
si  ncl  nuracro  inaggiore,  c  della  ciKa  di  Calania  un 
qualcuno,  lulti  a  un  dipresso  scendcvauo  allc  patrie 
loro  il  sabalo  sera,  c  la  domcnica  sul  nieiiggio,  o 
il  lunedi  sul  mallino  risalivano  il  nionlc,  ma  11  Gem- 
inellaro  covaggioso  sprczzautc  non  lascio  mai  il  sii- 
pcrbo  burrone. 

Cos!  quella  linca  della  Irigida  zoaa  e  quclla 
inospita  altura,  veniva  abilata  per  lo  spazio  di  due 
mcsi,  da  lanli  individui  esposli  a  liiUe  Ic  inlemperic 
meteoriche,  e  a  cosl  picciola  prcssionc  almosferica;  e 
uondimanco  la  colonia  clnicola  ,  due  cani  ,  c  gli 
animali  da  soma  cbe  faticavano  all'  cdificazione  della 
casa  inglese,  non  molestaronsi  mai  di  anelilo  ,  di 
dispnea,  di  respire  turbalo,  per  cagione  di  aria  rare- 
falta  sotlile. 

E  le  condizioni  di  siccita  di  frcddura  di  elevafez- 
za,  cbe  tiene  Y  aria  dell'  Etna  abitato,  dispone  alia  clas- 
se  delle  lesioni  di  circolazione,  alle  iperemiealle  ilem- 
mazie  all'  emorragie ,  alia  classe  delle  lesioni  d'  inner- 
vazione,  e  non  alle  lesioni  di  sccrczionc  o  di  nulri- 
zione. 

II  suolo  abitato  dal  Mongibcllese  in  quel  tralti 
sollanlo  ore  si  costitiiisce  c  si  fa  di  materie  recenti 
pirogene,  e  di  lave  fresche  c  d'arene,scaturigin  diviene 
d'un  effluvioquando  coltivasi,cbc  da  cagione  adue forme 
morbose  dislinte  ad  un  asma  o  ortopnca,  e  ad  un  as- 
fissia;  la  forma  ortopnoica  e  la  piii  ordinaria  cbe  que- 
stomorbo  rivcste,  mentre  la  forma  asfissiaca  e  assai  ra- 
ra:  cd  ccco  come  io  li  descriveva.  AtliAcc.  v.vi. 
Aui.  Accad.F.XF.  17 


—  a6  ^^ 

I  vignaiuoli  irapertanto,  recaiulosi  ai  lavori  dclla 
terra  ia  disiiguali  spazi  ma  non  troppo  longevi,  rap- 
presi  lalfiata  senlendosi  e  stauclii  dappria,  c  scffreii- 
do  pigrizia  di  corpo  talvolta,  e  indolcnziiueiilo  di  mem- 
bra, iraprovviso  molestansi  poi  di  stringimenlo  al  to- 
racc,  di  peso  grave  alio  slerno ,  quasicclie  un  sasso 
cola  gravitasse ,  e  di  respiro  invelocito  ed  angusto , 
e  di  travagliosa  tosse,  clic  piii  a  piu  aggrandeiidosi, 
li  opprcssan  di  guisa  come  se  stretta  fascia  li  cin- 
gbiasse  il  torace  e  gli  serrassc  forteraente  la  gola;  e 
quando  il  morbo  soprammodo  acuisce,  ineltitndine 
havvi  air  articolazione  de'  siioni  e  tronehe  parole  si 
profferiscono,  si  ammiserisce  la  voce  e  fioca  e  bass?, 
diviene,  e  I'afonia  manifestasi  che  a  somma  difllcilez- 
za  aggregandosi  delle  espansioni  broachiche,  fa  cor- 
rere  iraminente  pericolo  di  Tedernc  sincopizzare  e  di 
mirarnc  asfissi  gli  egroti,  che  per  ostar  tanta  teraen- 
za  col  Iroiico  alio  si  stanno  e  quasi  per  meta  seduti, 
in  ortostadia  mettonsi,  e  alle  fmestre  si  fanno  nella 
notte,  vieppiu  ia  che  tali  turbazioni  intrisliscono  molto. 

A  laate  molestie  dcU'  appareccbio  polraonare 
lalfiata  addoloramenli  consociansi,  che  spesso  circo- 
scritti  air  alio  dello  slerno,  nelle  appartenenze  coslali, 
0  alia  forcella  dello  slomaco,  assumon  senso  d'  acu- 
ta traffigitura  o  quello  di  pondo  oneroso.  E  surse 
in  molti  comecbe  raramentc  arditissima  febbre,  che 
vestiva  sembiaaze  di  augiotenia,  alia  celerita  all'  in- 
fortimento  de'  polsi,  e  al  coraplesso  di  tuUi  gli  stur- 
bi  che  venivaiio  innanzi,  e  che  iuclinava  a  buon  fine 
fd  quarto  o  al  sesto  giorno  del  suo  appariracnto,  cal- 
ma  sera  pre  recando  alia  rainacciosa  Ortopnea.  E  tal- 
■volta  davan    congrega  alle  sofferenze  mentovatc  piu 


—  i4.7  — 

sconccrti  deU'  appareccliio  gaslrico  c  la  lingua  di  pa- 
nia  biaiichiccia  si  copriva,  c  lorrciili  di  viscidiuiie  ver- 
savansi,  c  gl'  infcrnii  si  inole;;lavan  di  nausea  o  tra- 
vagliavansi  di  pncumatosi  gas'.rica. 

Era  la  iminaginc  sinlonialica  qucsfa  clio  con  ge- 
ncralisino  campcggiava  in  tuUi  gli  egroti  a  iin  di 
prcsso,  e  die  prolracvasi  secondo  la  sua  intcnsita 
varia  da  uno  a  soi  giorni,  nn  insigni  e  special!  dif- 
fcrenzc  nolavansi  in  ogniin  clie  ammorbava,  e  la  som- 
bianza  fcnomenica  era  proteiforme.  Cos!  seinpre  sor- 
geado  a  fenonieno  fondainenlale  del  morbo  il  breve 
respiro  c  la  somnia  inolestia  all'  iinmissioni  bfoncbi- 
ca  dcir  acre,  riunivasi  quando  a  lossc  secca,  o  a  los- 
se  cbe  torrenli  di  catarro  mandava,  e  quando  a  losse 
irrilativa  e  nervosa  clie  le  ricorrenze  della  convulsiva 
indossava;  a  febbrc  acula  o  a  piressia  lievc  laUiata, 
cd  era  ad  affannosa  lo((uela  con  voce  fiacca  o  perdu- 
la,  cbe  salendo  piu  alii  livelli  all'  asfissia  confinava, 
e  pure  a  pcrfrigerazioni  toracicbe  e  a  leggiere  bri- 
vidio  alle  braccia,  cbe  sceverar  si  polrebbero  molti- 
plici  manifeslazioni  fenomenicbe,  ove  le  turbazioni 
rcspiratorie  senipre  csistendo  e  gigantoggiando  sempre 
melleansi  con  versatile  luulanza  in  congrega  a  pires- 
sia a  tosse  a  gastricila  ad  infreddamenlo  dermico 
a  sincope     ad  afonia. 

Cbecclie  siane  pero  di  tanlo  Tariforme  andamen- 
to  dal  raalore  veslito ,  i  dislurbi  cbe  davan  fondo 
nelle  apparlencnze  broncbicbc  e  le  inoleslie  di  res- 
pirazione  di  per  se  soli,  il  luUo  coslituivano  del  mor- 
bo, siaccbe  singolarmenlc  intristivan  1'  egrolo,  siac- 
cbe  con  altri  in  congrega  si  slavano,  cbe  sempre  erau 
di  lieve    monienlo   e  in  non  cale   poneansi,  diguisa- 


—  as  — 

clie  fcrmar  dovendone  la  denominazioue  sui  feno- 
meni  fondamentali  e  piu  dominanti ,  mi  e  pa- 
riUo  convenevole  clie  la  veuissi  sigaificando  col 
titolo  di  Asma  o  raeglio  di  Ortopaea  ,  segaar  vo- 
lendo  il  grado  di  ambascia  clie  la  respirazione  pre- 
senla.  Ne  lo  stesso  lo  spazio  era,  in  che  il  raalefi- 
co  ellluvio  i  villaggesi  assaliva,  che  se  i  piu  di  cota- 
11  infestavaasi  in  ottava  in  sesta  e  maggiormente  in 
terza  giornata,  in  seconda  molti  ne  ammorbavano  e 
in  prima,  e  non  pochi  si  videro  travagliarsene  nel 
breve  lasso  di  ore,  e  taluni  sibbene  che  non  si  tosto 
davan  di  raano  ai  rusticani  strumenti  che  gia  carchi 
del  minaccioso  malore  riedevan  dalla  falica;  e  vi 
furono  comeche  in  pochezza  pure  di  quelli  che  cola 
recandosi  a  sorveglianza  de'  lavoranti,  non  appena 
propinqui  alle  glebe  vangate  in  un  attiino  si  gravavan 
dal  morbo,e  riceveano  il  guasto  non  meno  molesta- 
menle  che  gli  altri. 

E  qui  con  asseveranza  e  da  dire,  che  tornaron 
frustranei  i  melodi  tulti,  a  che  si  diede  di  mano,  a 
sviluppare  gli  egroti  dalle  morbose  molestie  di  che 
travagliavansi;  che  se  immegliavasi  in  menoma  par- 
te qualche  tristo  sintoma,  tulti  i  disturhi  ivan  nel  lo- 
ro  andamento  come  ribelli,  e  quasiche  un  corso  cor- 
rer  dovessero  e  necessario  e  inevitabile. 

II  morbo  infalti  non  andava  tosto  a  salute,  ne 
furon  argine  ai  suoi  progredimenti  i  salassi  fleboto- 
mici  pill  fiate  operati,  o  i  locali  sanguisugi  che  ite- 
ravansi  a  strelti  intervalli,  la  revulsione  cutanea  di 
qualunque  grado  e  di  qualsivoglia  specie,  che  coi  ba- 
gni  praticossi  agli  arti  parziali,  e  coi  topici  sinapizza- 
Xi  cantaridati  stibiati,  o  1'  use  incessante  delle  pozia- 


—  i.i9  — 

ni  e  (lellc  medicine  pcUorali,  dolla  digilalc  del  laltu- 
cario,  del  lauroceraso,  che  piil  dci  ridotli  a  salute 
riammalando  di  ricadie  successive,  e  per  spericnza 
coii\inli  die  ogni  medicazione  toinavagli  vana  al  riap- 
parir  degli  sUirbi  mai  aiigiirosi  il  nial  vezzo  si  cbbero 
di  adagiarsi  a  soflrirne  1'  intero  corso,  seuza  darsi 
alia  cerca  c  di  medicine  e  di  medico,  ne'  casi  raas- 
siinam.enle  in  che  il  morbo  non  inforliva  ad  im  trat- 
to,  e  non  si  eslolleva  gigante  a  rainacciar  1'  esilenza. 

La  forma  asfissiaca  piu  raramcnfe  si  moslra  c 
solo  nci  casi  in  clie  il  vignaiuolo  a  lungo  perdura 
sotfo  r  azion  dell'  eflluvio,  comeche  la  ortopnea  co- 
minciasse  a  soffrire ,  o  allorache  i'effluvio  viene  fuori 
in  maggiore  abbondanza,  qiiando  dissodasi  un  suolo 
verginc  nci  lavori  di  scateno  ;  in  allora  provasi  in 
prima  difficoUa  di  rcspirazionc,  sospiri  sbadigli  peso 
alia  testa,  tintinnio  alle  oreccbie  ,  vcrtigini  scemamen- 
to  di  forze;  indi  la  faccia  diviene  violacea  quasi,  come 
le  labbra,  le  funzioni  di  relazione  si  sospendono  e  la 
azione  scnsoriale  e  le  facolta  inlcllcttivc  e  affettive 
la  locomotilila ,  e  1'  individuo  cade  sul  suolo  ;  ma 
prontaraente  lontanandolo  dal  luogo  ovc  1'  effluvio 
svolgesi,  con  strofinamcnti  semplici  della  pcUe,  con 
aspersioni  di  acqua  acelata,  tanta  turbazione  si  dissi- 
pa,  cd  il  colono  si  riduce  nuovamente  al  sentire. 

E  tcnendo  conto  del  vulcano  lerribilc  su  che  si 
stanziona  il  Mongibellcse,  occupa  esso  bensi  non  ulti- 
mo poslo  nci  novero  delle  cagioni  dci  morbi  di  cui 
vien  travagliato,  quando  coi  suoi  orrorosi  muggiti  c 
colic  sue  fiumane  di  fuoco  spavcnfa,  e  ittcrizic  induce 
e  sparsioni  di  bile,  c  nevrosi  del  cuorc,  e  aborli  cbc 
cagionano   pcricolosi   uialori   c  altri  disturbi  di  gra- 


—  i5o  *- 

ve  andamento,  equando  coisuoi  frerauoti  diviene  ca- 
gione  di  moUo  malaltie   ccrusicbe,  c   di  coDtiisioui 
di    lussazioni  ,  di  fralture,  e  di    altre   gravi   lesion! 
deir  appareccbio  di  locomozione. 

Yolgeado  a  tratfare   della  cibaria  die  siegue  lo 
Etnicola  come   cagionc  di  morbosita,  luculenlemente 
SI  vede  che  e  scatiirigin   per  esso  di  malaltie  diverse 
moltiplici,  non  per  1'  arte  culinare  cbe  siegue  nel  pre- 
pararla,  ma  per  usarla  in  ecccdenza  c  nello  state  agre- 
ste  piiittosto,  percbe   non  la  depura  delle  parti  noci- 
tive,  e  per  iscambiar  spesso  i  buoni  coi  cibi   malefi- 
ci.  E   muovendo  del  pane  -abmento  ordinario  di  cui 
usa  in   abbondanza    quel  villaggese,  negligendo   cbe 
preparasi  spesso  col  grano   cbe  ha  sofferto  la  raalat- 
lia  delta  ruggine,  cbe  nasce  secondo  Fontana  da  mi- 
nutisirae    piante     parasite  esterne,    e  da   quelle   die 
preparasi   coi   grani    aramalati   dal   carbone   o   goipe 
nato,  secondo    Prevost     i,  da    una'  pianta     parasita 
interna     ddla     famiglia     dei     fungbi     e    cbe     ca- 
giona  delle  turbazioni  gastricbe,si  troyand  panetalvolta 
del  Loglio  Lolium  temiikntim  cbe  i  campi  a   semina 
di  blade  e  di  frumcnto  in  ispecie  ne  presentano  sem- 
pre,  e  in  taluni  anni  in  abbondevole  copia. 

Appartenendo  questa  gramigna  alia  famiglia  dd 
vdcni  narcolico-acri,  induce  disturbi  marcbevoli  alio 
jntero  organismo,  c  al  sistema  gastrico  ,  all'  asse  ce- 
rebro  midollare,  alle  raniificazioni  nervose  periferi- 
cbe,  e  in  grado  e  in  violenza  diversa,  a  misura  del- 
le varie  masse  in  cbe  si  trova  cola  combinato.  Qiian- 

I,     Noveau     Coiirs     complet    d' agricoIUiro     vol.     S    pn"-  liii 
art.  Cane.  '   ° 


—  IJI  — 

do  il  Loglio  e  in  qiiantila  niollo  parca  si  riduce  a 
disordinar  lieveincntc  gli  esercizj  di  digeslionc ,  rcn- 
deiuloki  Iravagliosa  niolcsla,  a  tiirbar  gli  esercizj  dci- 
la  fiiuzioDc  degl'  inlellclli  e  nulla  piu ;  quando  pero 
lal  larinaceo  vi  sla  in  massa  niaggiore  ,  si  tiadiicon 
chiari  i  caralleri  sinlomatici  cLc  nsanifeslano  la  sua 
prcdilclla  azionc  al  sislcm.i  ucrvoso  c  all'  asse  midol- 
lare  spocificanicnte.  Cosi  alcuni  prcsculano  cercbral- 
gia  acuta  capogiri  cbe  mal  si  reggono  nell'  orlofta- 
dia,  c  Iremori  di  vario  grado  nell'  eslensione  dcgli 
arti;  alcuni  si  moleslano  di  forle  verligine,  die  dcb- 
bono  adagiarsi  sid  Iclto  e  tener  gl'  occbi  cbiusi,  di 
malagovolozza  ad  arlicolar  la  parola,  di  trcmolio  alia 
lingua,  di  anibascia  di  rospirazione;  alcuni  si  grava- 
no  della  carebaria,  di  tinlinnio  alle  oreccbie,  d'infie- 
voliracnlo  d'  audizionc,  c  di  tremor  gcnerale:  e  alcu- 
ni fiualmonle  precorso  un  capogiro  continue,  nn  ira- 
polenza  agli  cscrcizi  delle  funzioni  del  morale  ,  im 
trcraore  a  tutlo  il  sislema  muscolare  di  relazione  pro- 
stcso,  cadono  in  iporemia  cerebrale  letargica  cbe  si 
protrac  vcntiquattro  e  talvolta  piu  di  Irciit'  ore. 

I  maleGci  elfetli  del  Loglio  si  manifeslano  net 
gencralismo  due  o  tre  ore  dictro  la  sua  ingestione  , 
e  appunto  allora  cbe  Ic  sue  costitutive  molecole  di- 
sgrcgatc  dair  atlivita  digestoria,  acquistano  viemniag- 
giore  potenza  uociva:  ma  in  pareccbi  la  sua  azione 
malcfica  istantcraentc  ed  appena  ingollato  palesasi:  e 
scmbra  cbe  l'  azion  del  calore  awalorasso  c  rendes- 
se  il  suo  iiso  ad  oUranza  c  piu  pronlameute  venefico, 
cbe  si  osserva  da  tutti  qnelli  cbe  per  siuislro  acci- 
dcnte  v'  incorrono  ,  la  sua  a/ione  nociliva  esscr  tra- 
grande  qualora  il  pane  mangiasi  caldo   a    confronto 


—    1^2    

di  quello  che  usasi  fresco,  e  raollo  meno  di  quello 
insecchito  e  adduralo  dal  tempo.  Ailerazioni  siffalte 
talfiata  nei  villaggi  dell'  Etna  presenlano  un'  immagi- 
ne  epidemica  die  si  estende  alia  maggior  parte  del 
popolo  e  alia  hassa  gentaglia,  che  usano  lutli  il  j)a- 
ne  medesimo,  ed  e  bello  allora  il  notare,  come  io 
flo  diro  in  un  particolare  lavoro,  le  moltiplici  fisio- 
nomie  morbose  che  V  uso  di  quesla  gramigna  cagio- 
iia  a  scconda  la  disposizione  fisiologica  degl'  indi\  i- 
dui,  il  lemperamento  1'  eta,  e  le  attiyita  e  le  pre- 
dominanze  diverse  del  sistema  nervoso. 

L'  infermita  di  che  si  ragiona  non  sinistra  giam- 
mai  sino  alia  morte,  e  la  medicazione  che  ho  tro- 
vala  giovevole  ad  ammiserirne  la  violenza  ed  il  cor- 
so,  e  slato  I'uso  dei  vomitori  dei  purgativi  delle  ba- 
gnature  di  ossicrato  al  capo,  e  la  flebotomia  nei  casi 
d'  iperemia  cerebrate  letargica,  e  i  revulsivi  forli  po- 
ienli.  Cotal  malattia  si  osserva  vieppiu  nelle  ville 
eampereccie,  e  presso  le  persone  destinate  alia  cul- 
tura  dei  campi  sativi,  che  considerando  cola  come 
animate  1'  agricola  indiistre  che  sta  a  sostegno  del- 
la  ricchezza  e  del  sociale  rigoglio  ,  gli  si  prepara 
il  pane  di  tutto  1'  estraneo  di  che  si  mondano  i 
grani  in  che  il  Loglio  in  quantita  vi  predomina  :  e 
piu  frequcntemcnte  succede  nell'  esteso  abitato  del- 
r  Etna,  quando  la  poca  raccolta  delle  biade  mette 
piu  movenza  al  pensiere  di  fame  1'  adulterazione  a 
Tenirne  il  guadagno. 

A  ravvalorare  viemeglio  I'azione  reale  di  que- 
slo  veleno  narcotico-acre  sul  sistema  nervoso,  e  qui 
da  meltere  in  chiaro  un  uso  popolesco  prevalso  di 
che  molti  avvantaggiano  nei  villaggi  del    monle  mi- 


-^  i53  — 

nislrando  il  loglio  alia  quanlita  di  un  moudello  ai 
muli  indoraili ,  quaudo  voglioiio  metterli  in  vendita 
che  I'azionc  di  csso  li  istiipidisce  quasi  per  oHo  gior- 
ni  c  gli  sopiscc  quoirinquiolczza  che  li  rcnde  mala- 
dalti  al  servizio,  e  cosi  il  nuovo  possessore  bulTonalo 
sollciincmoiile  ne  resla ;  e  i  cani  e  le  galline  soffro- 
no  pure  i  malefici  cffetli  del  loglio,  ma  per  nulla  i 
conigli  doracstici  quanlunque  se  nc  cibassero  a  lun- 
go  spazio  e  a  tutla  gola. 

Quesle  ossorvazioui  pero  suirazione  morbifica  del 
loglio  leniuleiilo  falto  negli  agri  ncUe  villc  e  nei  paesi 
etnci ,  ravvalorano  quanlo  su  tale  argoinenlo  ne  dissc 
il  tcdcsco  Secgor,  e  proslrano  al  suolo  I'opinione  iion 
vera  di  quelli,  che  seuza  nietlersi  all' osservazione  dei 
fatti  proclamavano  per  innocivo  I'agire  di  quesla  gra- 
niigna  suU'organi.srno  vivenle. 

Usasi  in  abbondanza  allresi  nell'  Etna  abitalo  la 
farina  di  sogala  quasi  sola  regione  della  Sicilia  ova 
s'iinpiega  per  cibo;  ma  per  quel  che  ho  osservato, 
c  per  quanto  ne  sanno  gli  agricoli,  par  che  non  sog- 
giaccia  appo  noi  alio  spronc  sia  benigno  sia  maligno, 
allcramento  che  la  fa  dire  segala  cornula ,  la  quale 
cagiona  rcrgolismo  convulsivo,  e  I'ergolismo  cangre- 
noso,  in  Bologua  in  Germania  in  Svizzera,  o  se  pur 
vi  stasse  non  e  nieatc  pernicioso  in  SiciUa  corae  non 
lo  c  affatlo  in  Ilalia. 

L'  Elnicola  carpofago  assai  nella  slagion  d'  au- 
tunno  riscnle  pochissimo  gli  olfelli  nocitivi  delle  frut- 
la  che  usa  in  eccedenza,  e  dai  quali  nou  gli  viene 
die  leggiere  slurbamento  gaslrico,  e  di  lieve  momento 
che  si  mettc  seniprc  in  nou  cale.  Fissano  la  nostra 
atlcnzione    pcro   due    naove    malallio   cagionate  una 

J(fi  Jcc.  /'.  .wi.  i8. 


dair  uso  delle  uve  mature  e  del  vino  ,  e  1'  altra  dal 
fruttodel  fico  indiano,  e  cbe  sonoowie  troppone'  villag- 
gi  e  neir  agro  mongibellese  perche  qui  se  ne  facci 
fa  veil  a. 

Originario  il  fico  indiano  dall"  Indie  come  il  suo 
nome  lo  dice  si  e  indigenato  in  Sicilia,  delia  guisa 
medesima  che  altri  vegetali  delle  regioni  calde  del 
globo;  la  dolcezza  e  il  felice  clima  dell'isola  lo  fan- 
no  vegetare  con  molto  rigoglio  in  tutti  i  suoi  puati 
e  nei  contorni  di  Palermo  massimamente,  e  nel  cir- 
condario  dell' Etna  in  tratti  illimitati  fra  le  irte  re- 
centi  lave  vulcaniche ,  mentre  sotto  1'  italico  cielo  e 
ncir  Europa  piii  nortica  vegeta  appena  nei  cali- 
dari  e  nei  tiepidaii  chiuso;  ed  e  uno  delle  frutta  di 
che  a  tutta  gola  si  ciba  la  gente  villereccia  di  molti 
villaggi  deir  Etna,  di  Nicolosi  Pedara  Stell'  Aragona 
Belpasso  Palerno  Licodia  a  preferimento. 

Questo  che  si  costituisce  di  principt  zucche- 
rini  e  mucilaglnosi  sciolti  in  acqua  abbondante,  e 
di  numerosissimi  semi  cbe  tengono  un  pericarpio  duro, 
giunto  alio  stomaco  cede  alia  prima  azion  digestiva 
e  senzache  forse  negl'intestini  passasse  i  suoi  elementi 
e  la  sua  polpa  molle,  che  tosto  toslo  si  assorbono,  e 
si  tragi ttano  al  vascolare  torrcnte,  come  rilevasi  dalle 
urine  abbondanti  cbe  colano  poco  dopo  il  suo  uso, 
e  i  serai  cogli  avanzi  raeno  moUi  della  sostanza  del 
frutto,  sieguono  a  sofTrire  i  travagli  dell'  elaborazion 
digestiva. 

Come  progrediscono  e  avanzano  nella  lunga  cor- 
sia  intestinale ,  si  sveston  piii  a  piu  della  materia 
molle  cbe  avvolgevali  uno  ad  uno  e  li  disseparava 
fra  loro,  e  asciuttano  insechiscono,   e  si  stringono  e 


—    l53    — 

raggrancllansi  insiemc  da  forraar  unica  solida  massa;' 
in  tal  guisa  cainminano  per  i  lati  diamelri  del  cieco 
del  colon,  ma  al  rello  arrivali  sia  perche  di  lume 
pill  angusto ,  sia  per  i  semi  sopraggiunti  per  1'  use 
seguilo  del  fnitlo  mcdesirao  che  formano  massa  mag- 
giorc,  congrogandosi  ai  primi  meccanicamente  To 
iutestino  dilalaao  ,  e  nulla  quasi  riducendo  la 
sua  contrazione  lolalmentc  impediscono  la  escrezione 
fecalc,  e  cagionau  cosi  una  coslipazion  pertinace  di 
cui  eccoci  al  tutto  dolla  sua  descrizione. 

I  primordial!  fenoraeni  dcirimmagine  sinlomati- 
ca  che  il  raorbo  palesa,  si  riducono  ad  un  stimola- 
mcnto  conliuuo  alia  defecazione,  e  ad  un  senso  di 
pondo  oneroso  che  soffresi  Ik  al  retto  intestino.  Scorso 
uno  o  due  giorni  vi  si  consocia  un  espansione  alia 
rcgione  raeso-gaslrica ,  e  dogli  addoloramenti  grava- 
livi  alia  corrispondcnza  dcgl'  intestini ;  la  sete  co- 
mincia  a  molostare  1'  ogroto ,  la  lingua  insecchisce 
talvolla,  ma  la  smania  c  la  inquietudine  morale  per 
lo  presente  bisogno  di  defecare  che  non  puole  avve- 
rarsi  e  indicibilc  mollo. 

Al  bcslo  air  oKavo  giorno  le  molestie  venlrali 
toccano  alia  cminenza ;  stimolo  forte  incessanle  alia 
escrezione  fccale,  ma  inane  raai  senipre;  meleorismo 
grandc  come  una  specie  di  pncnmafosi  gqslrica,  che 
inipcdisce  linformo  quando  eccedente  diviene  di  stare 
coricato  seduto  o  in  ortostadia ;  addoloramenti  conti- 
nui,  sete  ardonlc,  lingua  coperta  di  lieve  viscidume, 
0  siccata  ne'  hordi,polsi  froquenli  piccioli  intestinali, 
cefalalgia  acuta,  smania  morale  die  confina  al  delirio. 

Al  decuno  dell'andamonto  del  morbo  i  fenomeni 
dclla  reltite  si  aggraudiscono.  le  simpafie  organiche  e 


—  i!)6  — 

di  relazione  si  mcttono  iiinanzi  ne  nasce  la  difficolta 
d' urinare,  e  sempre  irradiandosi  per  tutta  la  circon- 
voluzione  inlestiuale  la  colite  e  imminente  la  ileo  je- 
junite,  la  duodenite  e  la  gastrile  financo,  suscitasi  la 
piressia  e  la  irrilazioa  cerebrale  che  induce  il  vani- 
loquio  e  talvolta  il  delirio  forte;  in  tal  modo  piu  la 
malatlia  sinistrando  al  duodecimo  al  quattordicesimo 
giorno  o  poco  piu,  realizzansi  queste  moltiplici  flogosi 
e  la  morle  ne  avviene,  o  per  la  violenza  delle  simpa- 
tie  insorte,  o  per  necrosi  delle  inlcstine;  e  la  durata 
varia  mostrasi  da  cinque  quindici  a  diciolto  giorni. 

L'infausta  fine  iu  tal  morbo  non  e  comune,  cbe 
sovente  a  salute  si  volgc  col  soccorso  d' indicazione 
seguita;  si  mettevano  alia  prova  raedicazioni  di  vario 
argomento ,  ministravansi  le  pozioni  emoUienti  in 
gran  copia,  ministravansi  i  lassativi  i  purgauli,  e  per 
la  via  dello  stomaco ,  e  per  quella  del  rctto,  opera- 
vansi  i  sauguisugi,  operavansi  i  bagni,  a  tempi  piu 
inoltrati  dal  morbo. 

Pero  questi  raetodi  nulla  giovavano,  e  il  malo- 
re  imperversavan  tal  fiata  ingrandendo  la  pnenma- 
tosi  gastro-intestinale,  eccettocbe  delle  dosi  sopragran- 
di  degli  olcosi,  dclI' obo  di  ricino,  dell' olio  di  lino: 
non  allrimenti  ridussi  dalle  agonie  streme  a  salute 
Giovanni  Rapicaoli  che  correva  1'  ottavo  giorno  di 
malattia  in  cui  I'espansione  meteoristica  era  cos\  fuor 
di  misura,  cbe  non  potendo  piu  in  letto  ristare  ne 
•seduto,  ne  suUc  gambe  sorregersi,  per  I'ambascia  cbe 
la  respirazione  soffriva,  sfava  ritto  uell'ortostadia,  ma 
sostenuto  da  due  corde  cbe  lo  sosteuevano  per  le 
braccia  sotlo  le  ascelle. 

Ma  de'  metodi  terapeutici  messi  in  piedi  a  me- 


—  i57  — 

raviglia  giovAvano  i  mezzi  mcccanici  d'  cstrazione , 
massirae  nci  primi  nioineiili  del  iiiorbo,  quando  lir- 
rilazionc  inlcstinale  nou  si  estollcva  colanto  a  lai- 
uacciare  la  ilogosi. 

E  la  ncgroscopia  falla  in  quelli  clie  furono  colli 
da  morlc,  liiminosamcMitc  rileva  cho  I'ostacolo  si  trova 
all'idlimo  cstronio  delT  inlcsliiio  rcUo  dallo  sfintere 
noa  mollo  discoslo,  chc  si  cosliluisce  e  si  fa  de' se- 
mi del  catlo  insecchili  raggrancUati  commisli  forle- 
menlo  fra  loro  chc  la  cslcnsione  sua  non  oltrepassa 
giammai  qiiaUio  poliici,  e  in  alcuui  casi  ancor  per- 
tinaci  si  riduce  a  pocbissirae  linee.  II  retto  a  partirc 
dal  piinlo  OTC  siede  l'  oslacolo  si  vede  di  color  nero, 
c  dclla  consistciiza  di  pulrilagiue  c  la  mucosa  in  quel 
Jralto;  il  resto  degl' iuteslini  il  coloa  che  vi  si  lega, 
il  cicco  talvolta,  e  1'  intestino  tenue,  raostrano  una 
colorazione  in  rosso  che  va  ad  iufievolirsi  come  piu 
fimonlasi  in  su ,  e  che  presenta  le  inimagini  varie 
di  rosso  punlillalo  slriato,  di  rosso  a  macchic,  a  lisle, 
o  di  rosso  in  lulla  Feslcnsionc  conlinualo;  e  ollrecio 
gl'inlesliui  rachiudono  quanlila  d'aria  piu  o  mcno 
nolevolc  da  che  il  raelcorismo  vedulo  ne  sorge. 

Incorrono  spcsso  nell'  infermila  predescrilta  i  vil- 
lici  che  uelle  campagne  dimorando  seguitamenle  per  la 
slagion  d'aulunno,  la  loro  cibaria  riducono  solo  a  tal 
vfruUo  che  lo  raangiano  scmpre  usandone  anche  quat- 
Iro  c  cinque  voile  ncl  giorno  al  numero  di  sessanla 
di  oUanla  frulli  ad  ogni  ripresa ;  v'incorrono  quelli 
vicppiu  che  dal  prime  maltino  fino  alio  ore  larde  di 
sera  durando  in  falichc,sprenion  dalla  cule  sudazion 
copiosa ,  come  se  quesla  ipercrinia  dormica  per  la 
logge    deir  cquipondcrazionc    orgaaica   affie^olissc   la 


—  /38  — 

icsalazione  intestinale,  ne  aggrandisse  gli  assorbimenti,'' 
e  inducesse  cosi  im  insecchimento  raaggiore  al  catto 
la  negl'  intestini  esistente;  e  v'incorrono  quelli  che  lo 
mangiano  verde  pria  delle  pioggie  autunnali,  e  pria- 
che  fosse  di  uraore  abbondevole. 

Come  metodo  presers^ativo  di  questo  stato  mor- 
boso  e'  usa  quella  gentaglia  d'  inframozzare  alia  ci- 
bazione  del  frutto  antedetto  dci  ficlii  (Jicus  carica ) 
o  delle  cipolle  (  allium  cepa  )  quasicbe  questo  mezzo 
ad  impedimento  sorgesse  del  duovo  raggranellamento 
dei  semi  cbe  fassi  nelF  inteslino  cola. 

A  preseutare  un  pensiere  sulla  condizione  palo- 
logica  della  malattia  prenarrala  pare  che  situarsi  po- 
trebbe  nel  novero  dei  corpi  stranieri  dal  retlo;  e  per- 
cbe  questo  morbo  non  descritto  finora  appo  uoi ,  e 
inconosciuto  all'Europa  potrebbe  aggiungersi  al  nu- 
mero  dei  corpi  stranieri  che  inlromessi  nel  retto  ca- 
gionano  turbazioni  raorbose ;  e  scbbene  la  costipa- 
zione  non  e  una  malattia  agli  occhi  de'  clinici  e  dei 
nosologisti  del  giorno,  e  figura  sempre  come  sinto- 
raa  delle  diverse  malattie  dello  storaaco  del  duodeno 
del  legato  dell' intestino  tenue  del  colon  del  retto,  e 
qualcbe  volta  dall'  asse  cerebro-midoUare ,  tultavia  la 
costipazion  di  che  trattasi  considerare  si  dee  come 
un  raorbo  distinto  die  solo  sta  e  a  se,  ne  si  trova 
legato  ad  altra  affezione  maggiore  da  cui  potrebbe 
dipendere. 

La  forma  sintomatica  invero  ne  porge  sodo  ar- 
gomenlo,  poiche  si  fa  d'uuoslacolo  alia  defecazione, 
essendo  secoudaria  anziche  primigenia  la  rettite  e  la 
irritazione  intestino-gastrica  che  appresso  ne  nasce , 
la  quale  subito  cede  come  vien  fuori  I'estraneo.  Pero 


—  1^9  — 

come  conclasiva  senfcnza  potrebbe  evulgarsi  die  la 
coslipazion  cagionata  dagli  usi  eccedenti  del  callo 
opiinzia,  noil  o  uq  sintonia  ma  un  infermita  primor- 
dialc  dislinla,  che  frcquenta  nelle  adiaccnze  deUEliia 
nella  stagion  d'  auhinno,  che  ncgli  anni  privi  al  tiit- 
to  di  pioggia,  veste  una  qualche  immagine  endeiiiica, 
inollissinii  in  essa  incorrendo,  clie  ad  assegnarle  una 
denorainazione  dislinla,  pcrche  nuova  e  finor  non  de- 
scritla  potrebbe  tilolarsi  col  noine  di  costipazionepri- 
initiva  per  oslacolo  dci  semi  raggranellati  del  catlo 
opunzia,  e  volondola  noraare  con  iin  raoUo  di  greca 
favella  io  la  cbiamerei  Cattispcrmofilosi  '. 

L'uso  molliplicc  di  frulla  diverse  o  Tuso,  difa- 
lunc  soltanlo  consociatc  alia  beveria  vinosa,  come 
fassi  da  lutti  i  mongibcllesi,  spesso  raelle  cagione  ad 
una  turbazione  gaslrica  non  descrilla 'finoggi  da' cli- 
nici  di  cui  eccone  la  fenomenologia;  sensazione  mo- 
lesta  di  fianima  che  s'  eslende  lungo  1'  csofago,  pati- 
raenlo  inesprimibile  all'  epigaslrio,  che  confina  ad  un 
senso  di  siucope,  espansione  gaslrica  lieve,  senza  po- 
lidipsia ,  polsi  serrali  frequenli ,  inquieludine  gene- 
rale,  che  sovenle  Iramutasi  in  israania,  ansieta,  man- 
canza  di  riposo,  in  qualsivoglia  poslura,  che  giun- 
gono  gli  egroli  a  Aoltolarsi  sul  nudo  suolo ;  aslenia 
cutanea  c  dcgli  organi  locomotori  calorificazionc,  ini- 
miserita,  ipercrcrinia  derraica  parziale  spasraodica. 
La  durata  di  tale  morbosila  proslcndesi  a  due  a  tre 
quarli  d'ora,  c  clie  rare  volte  1'  ora  intera  oltrepas- 
sa,  c  il  suo  Icrminc  qualche  volta  succedc  colla  for- 

I.  Caltispcrinofilosi  dal  grcco  cactos  cardo  ?pcrma  seme  p    lilo- 
sis  costipaziuiie. 


—   i6o  -^ 

tita  dal  veulricolo  d'  una  parca  quanlita   di  soslanza 
gassosa  che  avviene  in  una  o  due  erutfazioni. 

Le  condizjoni  etiognosicbe  a  prodursi  la  malat- 
lia  sono  1'  uso  delle  uvc  mature,  del  callo  opunzia, 
dei  fichi,  seguito  della  bevofia  vinosa  nel  lasso  d'un 
ora;  la  mischianza  di  piii  fiiitli  di  pare  e  di  male , 
di  uve  e  di  susiue,  di  uve  a  sorbe,  e  per  quanto  si 
dice  le  uve  rugiadose  cbe  mangiansi  innanti  la  di- 
niane  comecbe  si  mangiassero  sola;  ma  la  furbazio- 
ne  pill  costante  piu  inlcnsa  succede,  qualora  si  riu- 
nisce  la  cibaria  delle  uve  mature  alia  bevanda  vinosa; 
c  taluni  viilaggesi  sempre  quesla  turbazione  presen- 
tano  laddove  molli  usano  questa  mischianza  senza  a- 
verne  origine  il  morbo. 

La  genesi  di  questo  state  morboso  scrabra  cbe  vengbi 
da  azione  cbimicodinamica,  che  I'azione  chimica  avve- 
nisse  fra  i  principt  delle  uve  in  corso  di  digestione  e  gli 
dementi  del  vino  che  cagioua  forse  dclla  fermcnlazione 
e  un  qualche  sviliippo  di  gas  acido  carbonico;  slan- 
leche  non  sorge  lale  malore  quando  mangiansi  le 
uve  non  perfettamente  mature,  ove  i  principi  fermen- 
tescibili  non  hanno  subito  il  finito  loro  lavorio ;  ne 
quando  pria  bevesi  il  vino  e  poscia  mangiasi  I'uva 
giacche  il  vino  fosto  si  assorbe  almeno  i  suoi  prin- 
cipi alcoolici,  e  pero  non  possono  questi  corabinarsi 
coir  uva ;  laddove  usando  pria  1'  uva  cbe  dimora  a 
limgo  nel  sistema  gastrico,  il  vino  viene  poi  a  me- 
scersi  ai  suoi  principi;  a  hello  confermasi  tal  pcnsa- 
mento,  notando  cbe  quesla  iufermita  non  producesi 
quando  si  piglia  il  vino  posloche  un'ora  a  mollo  Ira- 
scorsa  da  che  si  sono  usate  le  uve  quasicclie  siffalla  azio- 
ne chimica  nei  primiosirai  tempi   del    lavorio   chimi- 


—  i6i  — 

fero  avvicnc  c  quando   appiinto  subiscon    le   uve  le 
prime  rautanzc  dcUa  zoochiinia. 

A  sollcvarsi  da  si  Iravaglioso  maloro  o  abito  ia- 
valso  prcsso  i  raongibollcsi  di  bcr  vino  abboiidanle 
scnza  mescervi  acqiia,  di  bcr  acqua  fredda  in  graa 
copia,  di  operare  dclle  applicazioni  frigorificbe  alio 
epigaslrio  e  financo  la  neve  topicamente. 

Volcndo  fissarnc  la  natura  la  scdc  ,  e  da  con- 
vcnirne  costikiirsi  d'  iin  irritazione  nervosa  gaslrica 
chc  perliene  all'  ordine  delle  nevralgie  ganglionari 
ammesse  dai  moderni  dopo  Bicbat;  piu  specie  di  ner- 
vi  difalti  altivano  le  azioni  fisiologicbe  dell'apparec- 
chio  di  digeslione ;  vi  sta  I'inllusso  dei  nervi  cere- 
brali,  vi  sta  qiiello  dell  appareccbio  uervoso  di  asso- 
ciaziono,  rinlhisso  vi  sfa  dei  nervi  ganglionari;  secon- 
do  r  ordine  de' nervi  affelli  pero  la  nevralgia  vests 
un  caratlcre  proprio.  Nel  caso  su  che  cadono  i  no- 
Btri  ragionari,  la  mancanza  di  dolori  sfrazianti  edacuti, 
la  non  csislenza  di  cranipi  di  vomiti  di  spasmi,  e  il 
coslituirsi  la  malaltia  di  quel  senso  cupo  quasi  di  sfn- 
cope,  metle  bene  in  palcse  cbo  1'  afleziouc  siede  ai 
nervi  ganglionari ;  a  porgerne  quindi  la  dcfinizione 
cssendo  nna  gaslralgia  non  dolorosa,  non  spasmodica 
polrebbe  dirsi  gaslralgia  uervoso-gaglionare. 

Ula  I'uso  di  frutta  fanlo  seguilo  variato  molti- 
plice,  per  lutta  la  stagion  d"  autunno  diviene  cagione 
pofenle  della  produzione  de'  verrai,  e  la  elmintiasi  in- 
test  inale  spesso  si  vede  nel  villaggese  del  inonte;  fre- 
quenti  sono  le  storie  di  verrninazione  nei  fanciuUi 
di  primissima  eta  die  assalendoli  tosto  losto  li  ridu- 
coa  talvolta  scnza  vita   e  scnza  csislenza  in  brevissi- 

Alli  Ace.  V,  xFi.  19 


l62  -—  ■ 

mi  spazi  e  piii  frequent!  bensl  sono  le  slorie  d'irri- 
tazioni  gastro-entericbe  pircticlie  complicate  con  ver- 
mi.  Vi  si  osservan  difatti  tulte  le  varieta  dogli  en- 
tozoari  quasi  del  tubo  digeslivo  ,  gli  ascaridi  lora- 
bricoidi  ,  gli  ascaridi  vermicolari,  il  tricocefalo  la 
tenia. 

E  quest' ultimo  entozoario  frcquente  puo  dirsi  nel- 
I'alta  regione  abitata  doll' Etna,  e  s'avvicinain  qualcbe 
mode  I'Etnicola  solto  tale  riguardo  all'abitante  della 
Polonia  della  Russia  della  Svezia  e  di  alcuna  contra- 
da  della  Francia ;  di  questa  occasione  avvalendomi 
metteva  alia  prova  i  metodi  piu  eroici  posti  innanzi 
per  la  espulsione  di  queslo  abitatore  molcsto  delle  intesti- 
ne e  omraetlendo  quello  di  Hufeland,  Lagone,  Herre- 
scbewand  ,  Desault ,  di  quello  di  Alston  di  Beck  di 
Bourdier  di  Breraser  di  Cbabert  di  Nouffer  piu  van- 
taggevol  trovava  quello  di  Bucbanan  consistcnte  nel- 
I'uso  della  radice  di  granato  selvatico,  impiegato  nelle 
indie  fin  dalla  piu  alta  anlicbita,  saggiato  da  Breton 
in  Ingbilterra,  da  molti  clinici  in  Francia,  e  procla- 
malo  a  tutto  ii  mondo  medico  dal  portogbese  Gomez. 

li  villaggese  di  mongibello  mcngia  scmpre  dei 
fungbi  come  I'  abitator  delle  Russie  e  spesso  incorre 
nelle  malattie  cagionate  da  cSsi.  Pullulano  nella  re- 
gione piedemontana  e  piu  nella  regione  selvosa  del- 
I'Etna  specie  moltissimo  di  fungbi  e  il  f alius  ramo- 
sissimusLin.f.  impiidicusf.escidentus  la  clavaria  co- 
ralloides  V  helvclla  mitra  il  lycoperclon  triemale  /' 
auricularia  ferruginea  et  cariophillea  I'hydnum  pa- 
rasiticum  la  Jistiilina  buglossoides  I'  agaricus  edulis 
e  delle  specie  nocive  vi  si  rilrovano    il  boletus  ignia- 


—  i63  — 

rius  ^  b.  niveus.  b.  carinlhiacus ;  agariciis  casla- 
neus   a.  aliolnifus. 

La  fonomenoloi^ia  dcllc  morbosita  che  soffrc  I'Et- 
nicola  quancio  usa  dei  fiinglii  cattivi  nol  gencralismo 
si  cosliluiscc  di  due  imraa^iui  dislinle ;  alcuni  si  tra- 
vagliano  di  gastroenteralgia  cspansionc  addorainale 
sclc  ardcnte  nauscc  vomizione  scparazioni  enleriche. 
eccedenii  o  costipazion  pervicace,  ipersccrezione  der- 
niicba  parzialc  fredda  spasmodica,  polsi  piccioli  con- 
ccutrati  confiisi,  esliemi  degli  arti  pcrfrigcrali,  e  tuUa 
quesla  coorte  di  sialomi  si  moslra  varia  di  violenza 
di  grado,  e  inficrisce  a  talc  sovenfe  da  cagionare  la 
morte  senza  irradiarc  1'  asse  ccrebro-midollare  e  le 
sue  diramazioni  perifcricbe,  c  permanendo  inlcgra  la 
ialelligcnza;  alcuni  dielro  I'uso  di  allre  specie  di  fua- 
gbi  si  tra  vagliano  di  tiirbazioni  positive  dei  centri 
nervosi,  vestendo  la  iramagine  era  dell' esallazione 
mentale,  era  di  dolirio  e  di  tutti  i  caratleri  sin- 
lomalici  della  pcrversiouc  intellclliva,  e  piu  sovente 
ammorbaao  di  lefargia  di  grave  stupore,  consocialo 
a  trcraori  a  convulsioni  o  ad  astenia  del  sislema  mu- 
scolarc  di  rclazioae,  da  clie  si  scuoton  talvoHa  per 
le  voglie  di  vomitare  e  ricadono  poi  nello  stato  me- 
desimo. 

E  sccndendo  ai  parlicolari  piu  rilevanli  ac- 
caduli  suir  Etna  d'  osscrvare  m'  avvcnnc  in  Ni- 
colosi  un  ingcslione  di  fnngo  crudo  dctto  di  paglia 
che  forsc  era  un  Uelvella  in  una  fanciulia  seenne  ca- 
gionare la  miilila  quantunqiie  libere  erano  le  funzioni 
della  mente  e  nulla  piu;  pure  i  congiunli  allegata  co- 
me probabilc  la  vera  cagione  del  morbo ,  1'  uso  di 
UQ  vomitorio    c  d'  un  lasiativo   tutto  ridusse  a  buoi^ 


—  164-  — 

fine;  ebbi  il  dostro  neirautunno  del  i83o  di  soccor- 
rere  una  famiglia  nicolosana  di  quatlro  persone,  av- 
velenate  daU'uso  del  fungo  di  pedale  nato  sul  verde 
doUa  cjLicrcia,  cbe  prcsenlava  nn  delirio  forte  ed  una 
loquacila  senza  pari  come  il  disturbo  piu  primeggiante; 
messe  innanzi  le  medicazioni  di  piu  valcnzia  in  men 
di  due  giorni  iutlo  al  nieglio  si  volse^  ma  tutti  gli 
antedetli  individui  reslarono  con  una  qualcbe  disposi- 
zione  frenetica,  e  con  un  imminenza  morbosa  alia  paz- 
zia,  die  realizzossi  in  una  dappoi  solto  1'  azione  di 
cause  ovvie  e  di  lieve  grado;  la  quale  dopo  aver  du- 
rato  due  mesi,  cogli  opportuni  rimedi  cedeva,  e  riap- 
parsa  dopo  un  anno  cedeva  senza  ritorno  dopo  avere 
corso  tre  mesi;  e  la  forma  di  letargia  piu  volte  al- 
r  osservazione  mi  e  corsa,  ed  e  ovvia  troppo  la  im- 
magine  di  peracuta  gastro-enteralgia.  Nel  villaggetto 
di  Massanunziata  due  individui  venner  colti  da  mor- 
le  nello  spazio  breve  di  una  sola  nolte  per  1'  uso 
abbondanle  d'  un  fungo  nato  sotto  una  ficaia  percbe 
non  soccorsi  di  medicina  e  di  medico.  E  nella  citta 
di  Catania  al  i83i  ove  spesso  le  villaggesi  etnce  por- 
tan  doi  fungbi  a  venderli  con  una  qualcbe  civanza; 
avvenne  un  avvnlenamento  a  varie  persone  di  cui 
tre  vennero  colte  da  morte. 

L'uso  de'  vegetali  e  dell'erbe  come  cibo  nell'a- 
bitato  dell'Etna  fa  coofondere  spesso  le  pianle  culi- 
nari  coUe  piante  velenose  nocive,  e  tocco  a  me  di 
assistere  un  egrota  in  Nicolosi  cbe  avea  fallo  uso 
stragrande  di  cicuta  scambiandola  coUa  cicorea  ,  ma 
i  prontissimi  aiuti  cbe  gli  si  apprestarono  ridus- 
sero  la  salute  completa.  E  X  uso  delle  carni  di  ani- 
mali  morti  di  epizoozia  e  di   endozoozia  non   e  fro- 


—   iG5  —  •  . 

qucntc  ncllo  rcgioni  campesiri dellElna;  pure  rari  sono  '. 

i  casi  (11  piislola  cangroiiosa  avvcnuli  per  I'usodelle 

carni  d'  aiiimali  niorli  di  talc  malore;  io  nc    ho  ve- 

dulo  qiialclic  iallo   in  Nicolosi,  c  1'  illustrc   chirurgo  j 

Giuseppe  GemincUaro  lia  osscrvalo  duo   casi    di    pu-  i 

stola  Gangrenosa  per  quesla   cagioue    Dcl    villaggcUo 

di  Mascalcia.  '•■ 

Ragionando  sui  niorbi  clie  prendon  cagionc  dal-  i 

rinlcmpcranza  o  dalla  calliva  cjualila   dcUa  bevanda 

vinosa  clic  iisa  il  mongibcllcse,  c  da  dire  cbe  la  sua  * 

vigoria  fisiologica  la  energia    vcntricolarc   c    I'allivo 
moslicre  cbc  segue,  lo  mcllono   al  coperlo   di    varie 

(urbazioni  die  polrobbcro  nasccrc  da  qucslo  litjuore;  ' 

Leve  l^Etnicola  il  vino  raoslo  dopo  nou  molli   giorni  i 

dolla  spromilura  delle  uve,  e  senza  cssere   ancor  fer-  . 

menlato:  bevc  il  vino  iiuaslo  il  vino  acidificato  e  da  ■ 

lullo  non  gli  proviene  cbc  Icggiere  slurbamenlo  ga-  'j 

slrico,  una    fuggcvolc    gaslrodinia ,  una   pnenmalosi 

vcnlricolarc  mite,  una  corrcnzia   inteslinale ;    beve  il  ] 

vino  buono  con  intempcrauza  e  Y  ubbriacbezza  e  rafa  j 

nclla  classe  faticalrice;  ma  presso  gli  artisti  e  i  pos-  ^ 

sidenli  cbc  meiiano  sedenlaria  vila  puo  dirsi  froquen-  i 

te  c  presonla  delle  particolarila   cbe   fissauo   1'  atten- 
zione  dcl  clinico.  " 

Cbe  se  bevuto  in  quantila  moderala  ba  per  of-  | 

folio  coslanle  d'  atlivarc   la  circolazione,  di   crearc  in         •  . 

tutli  i  tessuli  un  esallazionc  generale,  c  maggior   vi-  j 

goria  nogli  csercizi  delle  funzioni  degrintollctti,  usalo 

con  pill  d'  cccedenza   cagiona   qnando   una   loquaciUi  ; 

esuboranto,  cbc  fa   cvulgargli  i  piu   cbiusi   pcnsieri ,  " 

qnando  lui  alacrila  di  spirito  fuor  di  misura,  quando  ' 

uno  sviamenlo  patcnlc  dcllc  funzioni   racnlali ,   dove  < 


—  i66  — 

una  tumultuoj'a  vertigine  a  tremori  legata,  dore  un 
narcotismo  cncefalico,  c  una  lelargia  gravaliva  com- 
plela,  da  scambiare  I'ipereinia  cerebrale  la  piu  forte 
e  remencefalo  il  piu  confenualo;  dove  una  balbuzie 
grande  e  una  malagevolezza  ad  articolar  la  parola, 
sebbeue  libere  fossero  le  facolta  degl'  intelletti ;  era 
una  tenebria  alia  visione  e  una  assoluta  cecita  finan- 
ce, aggregata  ad  un  quaicbe  delirio,  coUa  forza  non 
solo  di  reggersi  in  piedi,  ma  pur  d'occuparsi  nel  fa- 
ticoso  mesliere  di  zappare  i  vigneti;  ora  un  enteral- 
gia  peracuta  di  uuila  a  lieve  turbazione  del  cerebro; 
ma  non  pero  1'  ubbriachezza  e  stata  cagione  al- 
cuna  fiata  di  morte. 

Tutte  queste  forme  diverse  e  queste  iramagini 
■varie  che  1'  ubbriacbezza  nella  regione  alta  dell'  Etna 
mostra,  rifonder  si  debbono  e  dalle  specie  diverse  e 
dalle  quantita  dei  vini  cbe  usansi,  e  dalle  comples- 
sioni  fisiologicbe  varie  degl'  individui,  appunto  come 
r  ubbriacbezza  diversa  palesasi  presso  le  nazioni  di- 
verse di  fattura  organica ,  e  gaia  presso  i  francesi , 
laciturna  meditaliva  presso  gringlesi,  brutale  presso 
i  germani,  furibonda  presso  i  traci  ,  e  presso  i  sel- 
vaggi  di  America;  die  se  piii  si  prolrae  quella  cbe 
la  birra  produce,  segnalata  d'  Aristotile,  aucora  piii 
pronta  piii  dure  vole  come  nociva  mostrasi  quella 
cbe  deriva"  dalla  bevanda  di  piu  vini  divorsi  nel  me- 
desimo  tempo.  E  1' ubbriacbezza  quaado  negl' indivi- 
dui beoni  diviene  un  abito  scguito  e  puo  dirsi  cosi  na- 
turata,  Icntamcnte  alterando  i  tessuti  da  nascita  a 
cronicisrai  vari,  e  alcuni  si  molestano  di  epalitidi,  di 
splenitidi  di  gastro-duodenitidi  ,  cbe  melton  cagione 
air  ipercrinia  della     ceilulare    sottodermica   all'idrox 


—  iG-j  — 

pcritonco  e  alcuni  dcleriorano  nclle  fiinzione  doUasse 
ccrebro-midollare  c  si  faiino  dementi  Iremorosi  para- 
lilici;  ma  ii  trcmorc  che  cigiona  il  vino  nclT  Etna 
abitato  e  il  disordiue  cronico  chc  infcsta  con  piu  ge- 
noralismo  tulli  i  beoni  di  profossiono.  Alcuni  pero 
soli'rono  cosi  bene  Tazione  d'  una  si  copiosa  bevanda  che 
prcscniano  un  iperlrofia  fisiologica  col  solo  suo,  uso  fa- 
cendo  poco  irapiogo  di  cibi  e  di  cibi  non  molto  nutrienti; 
fallo  clic  favoicggia  dalquanlo  1'  idea  della  pofenza 
nutriliva  del  vino,  come  noi  ne  dicemmo  nclla  sloria 
naturalc  fisiologica  del  villaggese. 

I  disturb!  die  1' indn-iaccliczza  cagiona  rascon 
non  pure  della  bcveria  \inosa,  ma  del  vapori  che 
queslo  liquorc  alcoolico  spande  che  nell'  organisrao  si 
addenlrano  per  la  via  del  polmone  ,  e  questo  fatio 
consentc  oltrcmodo  a  quclla  leorica  suirubbriacbczza 
chc  ne  fonda  la  primigeuca  sede  nell'  asse  ccrebro- 
midollare,  quantunquc  finoggi  volgesi  il  dubbio  an- 
cora  per  gii  spcrimcnti  di  Magendie,  se  sia  il  cerc- 
bello  come  sostiene  Flourens  il  cenlro  ncrvoso  topi- 
caraenlc  affclto  in  qucsta  raorbosita.  E  qui  rhiudo  i 
miei  ragionari  su  questo  argomcnto  in  rilcvanza  po- 
ncndo,  che  mi  e  riuscilo  profiltevole  alquanto  Y  uso 
dcir  ammoniaca  come  medicazionc  prcservaliva  nella 
ubbriachczza  conlando  sei  fatli  ovc  il  suo  uso 
ha  fatIo  abborrirc  del  lutlo  la  bcveria  vinosa  agl'  in- 
Tecchiali  beoni. 

Le  profcssioni  di  nioto  e  di  csercizt  e  fravagli 
penosi,  sono  talvolla  per  1'  Elnicola  scalurigine  di 
malattie  varic  per  la  inccssanza  con  cui  vi  si  da  c  per  e- 
sporsi   maiscnipre    alle   inteajpcric    almosfcriche  e  a 


^    i68  — 

molle  allre  cagioni  clic  sinislrano  spesso  la  sua  Tale- 
tiidine.  I  coloni  clie  si  portano  a  faticare  nei  campi 
sativi  infraraczzali  di  fomiti  di  csalazioni  effluviali,  si 
travagliaa  di  febbri  a  ricorrenza  periodica  d'  ogni  spe- 
cie e  di  qual  si  voglia  grado,  dellc  benigne  delle  per- 
niciose  deilelarvate,  e  di  quesli  a  preferimeuto  i  cara- 
perecci  die  operano  il  macero  dei  lini  del  canape. 
E  qui  sla  bene  il  notare  cbe  ralmosfera  pura  salu- 
bre  dell'aUo  abitato  dell' Etna  stimolando  con  potenza 
potente  gli  organi  tutti  di  quel  raongibellesi  reduci 
dai  campi  sativi, meile  fuori  Ic  imniagiui  piu  implicate 
e  piu  strane  delle  malattie  periodiche  come  io  ne 
diceva  in'  altra  memoria.  I  viilici  i  carbonieri  i  cac- 
ciatori  spesso  molestansi  di  broncbitidi  di  mioreuma- 
iismi  di  artrorcumatismi  di  pleuropiilmonitidi;  gli  agri- 
coltori  cbe  stanno  ricurvi  e  chini  sul  suolo,  per  gli 
inciampi  cbe  la  circolazione  soffre  nei  suoi  torluosi 
cammioi,si  molestano  di  malattie  del  sistema  vasco- 
lare  sanguigno,  d'  ipertrofie  qualcbe  volla,  spesso  di 
lesioni  dellinnervazione  cardiaca,  piu  spesso  di  gibbo- 
sita  cbe  raolti  nella  decrepila  si  moslrano  cosi  mal 
conformati  e  asimmetrici.  Quelli  cbe  indossan  1'  uf- 
fizio  di  soUevar  pcsi  o  di  trasportarii  a  lungbe  dislan- 
ze  sulla  testa  sul  collo,  si  travagliano  del  gozzo  del- 
I'ernia;  1' ernie  difatto  non  sono  rare  presso  i  mongi- 
bellesi  cbe  inducono  falvolta  rapida  morte.  E  il 
gozzo  e  frequcnte  nei  villaggi  del  monte  cbe  si  ori- 
gina  da  cagioni  moltiplici ;  come  ne  diro  nelle  se- 
guenti  memorie  :  pure  una  delle  primordiali  fra 
queste  e  il  trasporlar  pesi  cnormi  ,  il  far  degli 
sforzi,  il  sollevar  masse  ingcnti  da  terra,  e  si  osserva 


i6g 

delle  donnc  in  quelle  addelte  alio  rurali  faliclie  o 
ai  travagliosi  casalinghi  lavori.  I  pigialori  di  uve 
di  asfissia  piu  o  mono  completa  si  araraorbano 
che  dal  gas  acido  carbonico  induccsi  evaporantcsi 
dai  luoglii  ove  preparasi  il  mosto  ,  c  cio  viemag- 
giormcnlc  succcdc  ncgli  anni  in  che  1'  csta  e  lo 
auliinno  assai  calorosi  di  pioggc  van  privi,  e  pero 
nolle  uve  mollo  prcdomina  il  principio  alcoolico. 
I  paslori  travagliansi  d'  alcune  raalallie  non  cono- 
sciule  dai  clinici  cbe  ci  facciamo  a  descrivere;  ca- 
gionansi  qucste  da  una  specie  di  mosca  apparlenen- 
te  al  genere  miisca  vivipara  di  Linneo  che  ha  la 
graodezza  d'una  mosca  ordinaria  e  raostra  la  testa 
e  le  ali  biancchicce,  la  quale  nei  calori  estivali  sie- 
gue  le  grcggi  di  capre  di  pecore  a  preferimcnto 
e  nel  mcriggio  o  sul  vespro,  quando  piu  il  sole 
dardeggia  ,  depone  dei  vermi  della  grossezza  d'  una 
testa  di  spilla  al  nuracro  di  venli ,  di  trenta  ogni 
volla  quando  ncgli  occhi,  nelle  narici,  nella  cavi- 
ia  dclia  bocca  piu  spcsso,  (che  qucsto  malefico 
insclto  indiriggesi  scmpre  alia  bocca ,  piucche  alle 
altre  aperture  dei  sensi  eslerni  che  obbliga  nei  tem- 
pi sospetti  a  stare  i  paslori  colla  bocca  chiusa  del 
tutlo) ,  e  ne  vicne  la  oftalraitide,  la  rinitide  c  de- 
pouendoli  in  bocca  la  laringo  bronchite,  la  sloma- 
tile,  r  ismite.  La  laringo  bronchite  pcio  fra  le  pre- 
delte  c  la  turbazione  piu  comune  la  cui  immagine 
sinforaatica  si  cosliluisce  di  irrilazione  alle  fauci  al 
laringc  ,  di  tosse  scguila  secca  nei  primi  stadi  del 
morbo  di  cscrczioni  bronchiche  quando  la  malat- 
iia  nel  suo  progredimcnto  s'avanza;  e  accio  conso- 
JUi  Accad.  Vol.  xr.  2fi 


170 

ciasi  febbre  talvoUa  alcuai  paliscono  di  nausea,  o 

di  vomizione  e  la  raaggior  parte  svogliati  si   mo- 

slrano  alia  cibazione.  La  roalattia  maaifestasi  acuta 

siao  al  sesto,  ed  all'  ottavo  giorao,  poscia  a  grado 

leggiere  e  caratterrizzata  sempte  da  losse    potraesi 

siao  al  treatesimo,  e  qiiaraatesimo  gioruo  dietro  che 

vieae  a  fiae.  Questa  deposizione  di  vermi  che  e  la 

cagioae   del  raorbo,  fa-ssi  sempre  nella   staf'oue  di 

esta  massime  negli  auai  ia  che  la  teraperatura  ele- 

va'l  ad  alti  livelli,  e  coa   geueralismo  presso    i  pa- 

stori    dell'  ampio   contorao  dell'  Etna.    Pure  di   tal 

malore  molesto  noa.  se  ne  tieu  molto  conto,  poiche 

i  pastori  se  la  passano  ia  carapagaa  mai  sempre  , 

ed  io  avviso  clie  sarebbe  indicazioae  potente  a  gua- 

rir  questo  morbo  1'  idrargirosi  ia  principio  come  ri- 

medio  farmacologico   che  uccide  i  vermL  che   soao 

il  moveate  del  raorbo. 

E  a  inottere  ia  palese  gli  altri  morbi  che  da 
cause  fisiologiche  vengono;  delle  malattie  dell'  ap- 
parecchio  di  digestione  1'  Etaicola  si  travaglia  sovea- 
te  di  palatitidi  seraplici  gravi  o  leggiere,  rararaeate 
o  noa  mai  di  palatiti  dipleritiche;  la  malattie  pire- 
tiche  del  sistema  di  digeslioae  che  si  manifestano 
coa  fenomeai  di  gastricita  biliosa  ,  mucosa  ,  soao 
frequenli  ma  rarameate  siaistraao  al  peggio,  le  ga- 
stro-eateriti  acute  croaiche,  e  le  nevrosi  del  tubo  di- 
g«storio  caratterizzate  da  lesione  di  coatrallilita  di 
sensibilita  da  lesione  delle  funzioni  chimo-chilifere, 
e  le  alterazioni  della  secrezioae  gassosa  si  sconosco- 
no  quasi  dal  rcurgibellese. 

Le  malattie  dell'  apparecchio  circolatorio  e  quel- 
le deir  apparecchio  della   circolaziope  sarguigaa  e 


1 


71 


dello  appareccbio  linfalico  considerate  nell'  ass^«fte 
sono  mollo  rare;  1'  iperemia  del  cuore  si  osserva  tal- 
volta  la  cndocardifc  acuta  e  la  croaica  raramenfe,  e 
delle  Icsioni  di  nutrizione  del  cuore  qualche  prirao 
grado  di  ipertroBa;  ma  le  lesioni  d'  innervazione  di 
queslo  organo  e  le  lesioni  della  molilila  massiraamen- 
le  sono  comun  suU'  Etna  abilalo  menlre  le  malatlie 
delie  artcrie  e  dcUe  vene  sono  ccncsciiile  pochissimo. 

Le  malaltie  dellapparecchio  linfalico  sono  inos- 
servate  a  un  dipresso;  rarissima  la  linfadcnife  solto- 
dermica,  rara  la  linfadenite  viscerale,  la  linfadenile 
mesenterica,  e  la  linfadenite  del  fanciulli  e  poco 
ovvia  quaudo  die  sia  inclina  senapre  a  buon  fine 
e  dair  eta  pubere  curasi. 

Le  nialallie  dell'  apparecchio  respiratore  vi  si 
ossenano  con  iiua  qualcbe  frequenza;  la  laringite 
critemalosa  vi  campeggia  sovenle,  la  laringite  con 
secrezione  di  raucosila  nolasi  ncgli  attempati  ncgli 
adulti  in  cbe  e  innociva;  non  mai  nei  fanciulli  ove 
e  scmpre  mortifera;  la  laringite  con  tuniefazione 
della  mcmbrana  mucosa  la  laringite  cronica  con  se- 
crezione di  pus  (tisi  laringea)  la  laringite  con  pr-odu- 
zioni  di  false  membrane  (Croup)  la  laringite  cde-  , 
matosa  sono  assai  rare;  la  broncbitide  acuta  e  fre- 
quente,  la  cronica  rara  e  a  prefcrimcnto  nei  -.ccchi; 
la  broncorrea  e  comune  in  quesli  ultimi,  ele  lesio- 
ni d'  innervazione  dei  broncbi  e  le  tossi  nervosa  e 
la  pertosse  moleslano  il  mongibellcse;  delle  malat- 
tie  del  parcncbima  dell'  organo  respiratore  1'  ipere- 
mia polmonare  spcsso  s  osserva  nei  vigorosi  elni- 
coli  la  pulmonite  ora  peracufa'  e  fulminante  oia 
lieve  e  guaiibile  si   vede  nella  clinica  elnea  ? 


172 

qualclie  apoplessia  polmonam  c  piii  easi  di  tubercoli 
del  polmoae;  e  delle  leaioni  d'  innervazione  di  que- 
sto  orgaao  vi  si  osserv^a  endemicamente  la  orlop- 
nea  o  asma  per  eflluvii  svolti  dai  terreai  recenti 
pirogeni. 

Le  raalattie  degli  apparecchi  dellc  secrezioni 
le  malaltie  del  tessuto  cellulare,  delle  membraae  sie- 
rose  e  le  idropisie  cberallegale  vi  stamio,  le  malat- 
tie  degli  apparecchi  di  secrezione  glanduiare  noa 
sono  comuai  suU'  Etaa, 

Le  malattie  degli  organi  della  vita  di  relazio- 
ne,  quelle  dei  centri  dei  cordoai  nervosi,  degli  or- 
gani dei  cinque  sensi;  si  osservano  ma  non  coniu- 
nemente,  si  vedono  pero  con  frequenza  le  raalattie 
deir  apparecchio  locomotore  e  il  mioreumatismo  e 
r  artroreumatismo.  E  delle  malaltie  dei  cenlri  ner- 
vosi le  apoplessie  non  sono  infrequenti. 

Dai  raorbi  geaeralinonsi  nolano  quelli  per  alte 
razione  nella  formazione  e  nella  composizione  del 
sangue;  (lesioai  del  sangue)  la  clorosi  Tauemia  I'i- 
dremianoa  si  osseryan  per  nulla  quelle  die  riconosco- 
no  per  causa  una  lesione  della  nutrizione  generale 
la  diatesi  ipertrofica  la  diatesi  atrofica  la  diatesi 
atassica  noa  si  notano  mai. 

Mettendo  favella  sulle  cause  patologiche  die 
stanno  sul  monte,  la  nostra  attenzione  fissaQO  ia 
prima  fra  i  veleni  la  classe  dei  veleni  settici  o 
puh'efacienti  e  il  veleno  della  vipera  dello  scorpio- 
ne  dell'ape  della  vespa  e  gli  animali  che  produco- 
no  accidenti  sinistri  per  la  depravazione  dei  fluidi 
lore  e  la  storia  della  rabbia. 

La  Vipera  coraune  (  Vipera  berus  Columber 


Bents  Linn.  )  c  un  rcltile  quasi  comune  nei  din- 
torni  deir  Etna;  gli  spiragli  Ic  fenditure  i  cavi  i 
crepacci  di  chc  taalo  abboadano  le  varic  correnli 
Javose  del  cavernoso  iuoqIc  ,  una  latiludine  cosi 
Lassa,  e  ua  clima  dolcc  piuttosto  fanno  bruh"car 
questo  pcricoloso  animale  in  tuUo  1'  agro  moogib- 
bellese;  e  delle  varie  regioni  abbonda  vieppiu  nel- 
la  piedcmonlana  e  percbe  a  terreno  pirogenico  co- 
me per  i  calori  estivali  eccedenti. 

Vi  si  osservano  lultc  le  varieta  della  vipera. 
comune,  ammesse  da'  zoologi  e  da  Cuvier  e  La- 
treille;  la  vipera  comune  rossaslia  a  collo  soUi- 
lissimo,  a  testa  di  piu  colori,  la  vipera  comune 
con  macchia  bianca  circuita  da  una  linea  bruna  a 
foggia  d'  arco  sulla  region  deli'  occipilc,  la  vipera 
aspide  cbe  ofTre  sulla  sommita  della  testa  una  mac- 
chia divisa  in  varie  parti  e  quella  la  cui  faccia 
scrpeggiante  e  formala  da  macchio  rolonde  sul 
dorso,  da  macchie  trasvcrsali  sulla  coda. 

I  carafteri  sintomatici  del  morso  della  vipera 
sono:  dolore  acuto  lancinantc  nella  parte  ferita  , 
clie  inacutisce  per  la  pressione,  clie  fra  non  guari 
in  tutlo  il  membro  si  spandc,  e  poscia  agli  orga- 
ni  inlerui  propagasi^  la  parte  morsicata  si  gonfia  , 
il  lumore  ferrao  e  pallido  pria,  si  fa  rossastro  livi- 
do  come  cangrenoso,  c  di  durezza  tragrande,  ara- 
pliasi  via  via,  a  piu  vasfo  perimelro  e  guadagna 
le  parti  vicine  appariscono  indi  le  lipotimie  i  vo- 
miti  biliosi  i  movimenti  convulsivi ,  c  la  giallura 
della  cute  degli  occbi  apparc  talvolta;  i  polsi  pic- 
cioli  frequenti  si  osservano  concentrati  irregolari  y 
la  respirazione  difficile  la  dermide  divien  sede  dl 


174- 

sudazion  fredda,e  le  funzioni  del  morale  sonotur- 
bate;  la  piaga  da  in  prima  sangue  nerastro,  poi  un 
umore  felido,  cede  indi  d'  esalar  questo  liquido,  in 
allora  la  pelle  cLe  la  ricopre  si  affredda,  le  forze 
s'  infievoliscono  e  la  raorte  viene  appresso. 

Ecco  la  sinlomatologia  generale  che  il  raorso 
della  vipera  induce,  ma  ne  differiscoa  gli  effetti  se- 
condo  i  luoglii  che  questo  reltile  abita,  la  stagione 
ed  il  calore  deiratmosfera  quando  effeltuisce  i  suoi 
morsi.  I  morsi  delle  vipere  inlatti  cbe  slanzionano 
nella  regione  piedemontana,  sono  piu  malefici  di 
quclli  delle  vipere  della  Eelvosa,e  della  prima  piii 
imperversano  quelli  dei  sili  piu  caldi.  I  morsi  av- 
venuti  al  sorger  del  sole  o  al  suo  tramcnto,  sono 
per  nulla  uocivi,  laddove  quelli  lancJati  sul  merig- 
gio  sul  vespro  quando  piu  il  sole  dardeggia  sono 
micidiali  ollremodo. 

Diversificano  gli  effelti  malefici  secondolava- 
rieta  di  vipera  cbe  morde,  il  numero  dei  morsi  ac- 
caduti,  e  la  quaniita  del  veleno  cbe  nella  piaga 
introduces!,  e  \arian  pure  per  le  complessioni  fisio- 
logicbe  dei  ferili,  la  loro  ela,  il  temper^nenlo,  la 
preeminenza  del  sisicma  nervoso ,  lo  spavento  di 
cbe  r  individuo  invadesi,  il  tempo  di  atlivila  dige- 
storia  o  di  vacuita  dello  stomaco,  il  grado  della 
polenza  vitale,  e  la  copia  di  vasi  di  nervi  che 
pres  nia  il  tessuto  divenuto  sede  del  morso. 

In  tutti  i  casi  da  me  osservati  di  morsi  di 
tal  sorta  avvenuli  in  regioni  diverse  del  corpo,  al- 
le  mani  e  nei  suoi  diti ,  al  piede  ,  alle  gambe  , 
in  individui  di  ela  diverse,  di  testure,  di  allituf^ini 
ojganiche  vaxie,  saccorsi  pero  losto  tosto,  e  juan- 


175 

do  costitiiivasi  il  morbo  dai  soli  fenoraeni  locali 
senza  disordini  del  sislema  nervoso,  e  sanguigoo  , 
sorlii  seinpre  e(&;tlo  felicc  della  legatura,  sul  luogo 
ferito  iadicata  da  Celso,  c  riproposla  da  Boilland  e 
Piorry  ;  ravvalorai  i  rcali  vanlaggi  della  ventosa 
scarilicala  a|)pUca!a  sopra  la  parte  in  cui  era  il 
morso  avvenulo,  rimessa  in  valore  da  Barry  dietro 
gli  anlichi  (  della  quale  se  ne  sono  riconfermati  i 
vanlaggi  da  una  Commissione  dcU'  Accademia  R.  di 
medicina  di  Parigi  prescella  a  tal'  uopo^;  operava 
indislintamente  la  caulerizzazione  col  ferro  rosso  y 
la  potassa  concreta,  o  il  cloruro  d'  antimonio  ,  e 
[)ralicava  di  poi  unzioni  incessanti  coll'  olio  d'ulivo 
(opicamenle  ;  all'  inlerno  minislrava  seguitamente 
raranioniaca  dilungata  in  una  tisana  sudorifera 
dielro  i  rinsognamenli  di  Richard  Piorry  c  Jussieu. 

II  Dr  Giuseppe  Gemellaio  cbirurgo  di  molla 
nominanza,  osservo  quatUo  fatti  di  morsi  di  vipcra 
e  sempre  odcimu  i'elice  successo  dall'incisionc,  dal- 
la  cauterizzazione  locale,  dai  calaplasmi  di  trifoglio 
fetido,  (  Psoralia  bitwminosa  )  e  dall'uso  dell'am- 
moniaca  per  la  via  dello  slomaco.  Ma  non  pero 
niaiican  quel  casi  in  chn  ua  raorso  che  comunica 
pill  quanlita  di  veleno,  e  nello  stato  di  collera  di 
tfueslo  rettile,e  non  trovandosi  pronli  soccorsi  I'in- 
dividuo  sen  muore,  e  I'agro  dell' Etna  piucche  I'Et- 
na  abilato  presenta  parecchi  di  questi  avvenimenti 
sinistri. 

Lo  Scorpione ,  genere  d*^  aracnidi  dell'  ordine 
dei  pulmonari  ,  faraiglia  dei  pedipalpi  di  Lalreille, 
esiste  nella  regionc  abitala  del  moffie  ,  e  se  ne 
nolano  due  specie  distinle:   lo  Scorpione  europeo, 


176 

Scorpio  Europeus^  e  lo  Scorpione  Africano  Scorpio 
AJer  meno  comune. 

I  caratteri  siutomalici  della  punlura  dello  Scorpio- 
ne d'  Europa  appo  noi  sono  ,  una  iriaccbia  rossa 
che  aggrandisce  via  via,  e  diviene  lievemente  ne- 
Ta  al  suo  centro  ,  addoloramento  iperemia  che  si 
estendono  alle  parti  vicine,  e  quando  la  puulura  e 
avvenuta  in  un  membro  la  tumefazione  qualche  vol- 
ta  si  estende  a  tutt'  esso.  Ma  non  pero  si  osserva- 
no  r  intorpidimento,  le  convulsioni,  il  delirio,  i  vo- 
miti,  e  la  morte,  cbe  sono  gli  accidenti  sinistri  de- 
gli  Scorpioni  dei  climi  piii  caldi  con  generalismo; 
e  la  medicazione  posla  in  piedi  nelle  mie  osserva- 
zioni  con  riuscimento  felice  e  stata  seropre  la  ven- 
tosa  scarificala. 

La  Vespa,  mspa  vulgaris^  V  Ape  apis  melli- 
fera  sono  munite  d'  uno  appareccbio  di  organi,  mer- 
ceccbe  pungono  le  nostre  parli,  ed  un  liquor  vi 
depongono  cbe  mette  origine  a  diverse  allerazioni 
morbose.  Co  tali  insetti  cbe  sono  numerosi  nelle  cara- 
pagne  clnee  per  le  cure  solerti  dell'  agricoltore  , 
spesso  molestano  e  1'  uomo  e  gli  animali  domestici, 
si  manifesla  la  puntura  di  cbe  si  favella,  con  acu- 
to  dolore,  consociato  ad  esuberante  calore,  cbe  vie- 
ne  seguito  da  sviluppo  di  tumefazione  erisipelatosa 
assai  dura  nel  suo  centro,  che  imbianca  e  persiste 
finche  il  pungiglione  nella  piaga  riraane;  quando 
la  puntura  avviene  sopra  qualche  ramo  nervoso  il 
dolore  e  oltremodo  molesto,  ma  non  perd  si  corre 
sino  al  pericolo  di  cagionare  la  morte. 

Piu  casi  si  sono  avvenuti    nell'  ampio  contor- 
no  mongibellese   di  cani,  di    asini   ,  cbe  assalili 


da  un  numcro  grande  di  api  sono  morti  in  uno 
o  due  giorni  per  Ic  innumerevoli  pustole  svihippa- 
le  ,  c  pci  fcnomcni  ncrvosie  dircazione  circolaloria 
chc  quelle  cagioiiano;  ma  tai  sinislri  accidcnli  noa 
sono  mai  accaduti  prcsso  1'  uomo. 

La  llabbia  sponlauca  non  e  infrequcnle  prcsso 
gli  animali  ncll'  alia  regione  abilata  e  ncUe  cam- 
pagne  deli'  Etna  ,  le  volpi,  i  lupi,  gli  asini  ,  i 
porci,  i  galli,  ed  i  cani  a  preferimento  presenlano 
la  malaflia  di  che  dicesi,  e  I'Elnicola  quiudi  trovasi 
spesso  al  cimenlo  di  soffrirc  1'  idrofoLia  comunica- 
ta  per  il  morso  di  quesli  animali. 

E  mi  c  occorso  piu  voile  nello  esercizio  clini- 
co  di  assistere  vari  individui  morsicali  da  cane  ar- 
rabbialo  c  con  morso  forte  e  profondo  da  cagio- 
nare  piaga  cslesa  decisa  ;  ma  sempre  ho  avulo  il 
piaccre  di  prcvcnirc  lo  sviluppo  dell'  idrofobia,  e  di 
vederli  ricondolli  a  perfelta  salute  colla  ventosa  sca- 
rificala,  colla  caulcrizzazione  topica,  e  coll'  applica- 
zione  inccssanle  sul  punlo  ove  il  morso  e  avvcnulo 
di  un  vcssicalorio  perenne  (i). 

E  volgendoci  dagli  animali  ai  vegelali  veleni 
c  dalla  classe  dci  scllici  ai  veleni  narcotic!,  cademi 
qui  in  laglio  descrivere  1'  istoria  d'  un  ayvclenamen- 


(i)  Menlrc  scrivpva  qiiesla  mcraoria  Irovandomi  a  villoggiare  nel'o 
Oltobre  in  Mcolosi  fii  richicsto  il  mio  consiglio  medico  per  dr.e 
fratclli  Domcn.  cd  Agalino  Laiidani,  non  ancor  puberi,  chs  furo- 
no  ill  divcrsi  piinii  del  corpo  estesaniente  morsicati  da  on  asira 
arrabiata,  a  quale  era  stala  inficiata  dell'  Idrofobia  da  nna  ca- 
gna  e  venne  a  merle  di  tal  malattia,  e  forliinataoiente  col  me- 
todo  esposto  mi  riiisci  di  preveoirDC  lo  sviluppamenlo. 

A  Hi  Ac  cad.  Vol.  xr  2/ 


176 

to  coir  iosciamo  accadiito  ad  una  nicolosina,  e  ve- 
iiiito  a  buon  fioe  per  le  assidue  care  che  gli  offri 
r  apoUinare  scieoza. 

An^^ela  Moatesaalo  poco  piu  degli  anni  qua- 
raala,  di  temperamento  sangiiigno,  di  salute  Ho- 
nda, bella  ,  percbe  avea  sofferto  un  aborto ,  e 
mostrava  debilitazione  e  inaltivita  funzioiialc  di  di- 
geslione,  gli  si  era  prescritto  da  ua  raeJicaate  uq 
trattaraenlo  lonico  e  1'  egrota  cosl  iniiaazi  la  dimane 
e  priaccbe  rosseggiassa  I'  aurora,  pigliava  ogni  gior- 
no  un  boloUo  ove  stavano  dei  farraaci  lonici  mi- 
stionati;  trovavasi  nello  stesso  tempo  una  di  lei  fi- 
glia  crucciala  da  dolorossimo  mioreamatismo  ai 
muscoli  dei  lombi  la  quale  avcva  fatto  venire  del- 
r  estratto  d'  iosciamo  diviso  in  cartoline  alia  dose 
di  venti  grani  per  ognuna  ad  usarlo  per  lo  raeto- 
do  esterno  della  latraleltia;  la  egrota  cambiando 
nelle  tenebre  1'  uno  con  I'altro  farmaco  da  di  piglio 
al  narcotico  ,  e  ne  degluti  una  dose  di  venti  gra- 
nelli.  Non  trascorsero  due  quart!  d'  ora  clie  aprissi 
r  aHligenle  scana  dell'  avvelenamento  di  cui  ec- 
cone  la  forma  sintomatica  die  manifesto  quando  io 
accorsi  ad  assisterla;  delirio  furibondo,  convulsion! 
tremor!  riso  sardonico  azioni  pazzc  ridicole,  pneuma- 
tosi  nausee  inclinazione  alia  vomizione,  estremi 
degli  art!  perfrigcrati,  polsi  piccioli  celerissimi;  co- 
nosciuta  la  cagione  del  morbo  da  quanto  gli  astan- 
ti  dicevano,  usa!  primamente  una  pozione  con  tar- 
taro  stibialo  a  provocare  il  vomito ,  11  quale  pron- 
tamente  oltcnuto  died!  di  raano  alle  pozion!  acido- 
late  con  aceto  e  con  succo  di  limone  mininistrati 
a  vicenda  a  colme  tazze;  poscia  usavaasi  le  bevan- 


de  di  infuso  di  caffe ;  soKo  ua  tanlo  soccorso  me- 
dico proularacnle  usalo  il  raorbo  rislette  e  non  si 
spinse  a  piu  alii  livclli,  e  Ic^rota  via  via  riduce- 
vasi  in  men  di  due  giorni  ad  mio  sfalo  di  mcdiocrita, 
poiche  rcstando  irrilala  negli  crgani  gaslro-enlerici 
e  non  incolume  al  sistcnia  nervoso,  di  piu  tempo 
fcce  mestieri  sollo  una  medicazione  ragionata  a  sve- 
stirsi  dalle  consegiienze  morbose  e  a  ridursi  comple- 
laracnte  alio  slato  fisiologico(i). 

Degli  avvelcnamenti  gassosi  1'  EInicoIa  incorre 
talvolta  in  qiicllo  cagionalo  dalle  qnalita  delelerie  del 
^as-acido-carbonico,  svolgenlesi  dalla  combuslione 
del  carbone  in  liioglii  cbiiisi  rislrelli  ,  cbe  lalvolla 
pcrvicne  ad  indiirre  complcia  asfissia,e  spesso  cagio- 
na  sollanio  gli  anlcsignani  sconcerti  di  queslo  stalo 
morboso  il  quale  non  progredisce  piu  innanli  per- 
cLe  si  loglie  la  causa  d'  onde  lanli  disturbi  proma- 
nano;  lali  sinisiri  accadono  nei  rigidi  verni,  e  quando 
r  algenlc  freddura  obbliga  a  quei  villagcsi  d'  accen- 
derc  gran  fuocbi  nei  loro  casamenfi  ,  ed  accade 
prcssoccbc  sempre  negli  agiali  dei  villaggi  cbe  abi- 


(i)  L'  losciamo  bianco  e  nero  erva  (jrassttdda  eatascia  iaSicilia  e 
indigcno  nella  zona  splvosa  e  picdcmontana  dell'  t!lna;  quelio 
che  vegcla  nclln  prima  e  piii  allivo  ndle  inediche  virUi  di  quanio 
il  secondo  e  di  qupllo  massimameiite  clie  vrgeta  prossiino  a'le 
rive  del  mare  Joiiio  la  d»  cui  fisionomia  per  la  influenza  del 
iiiurialico  e  assai  divcrsa  di  quclia  del  primo  ;  1' eslratlo  di  che 
»i  ragiona  era  stato  ben  prcparato  da  quelio  che  vegeta  nella 
zona  selvosa: 


178 

tano  case  non  custodite  dalle  pareti  e  daH'altafi), 


(t)E  qai  priadi  lasciar  Vargoraento  dei  veleni  considerati  come  cause 
di  malattie  del  mongibellese  offremisi  il  desfro  di  far  motto 
di  UQ  fatto  novello  spettaole  1'  azione  malefica  del  pericar- 
pio  dei  semi  del  riciao  di  che  noa  tiensi  coato  nelle  opere 
di  tossicologia. 

I  semi  del  ricino  ( Ricinus  comm.  Linn )  pianta  originaria 
dair  India  ,  da\[a  Barberia  ,  dall'  America,  adesso  nataralizzata 
fra  noi;  i  semi  del  Ricino  per  il  sno  pericarpio  appartengono 
alia  classe  dei  veleni  irritanti  e  sono  velenosi  da  qaattro  a 
cinqaanla  acini  sebbeue  per  qaanto  ne  dice  Amoreux  ne^ 
gli  annali  di  chimicha  di  Montpellier  gli  ungheresi  ne  sof- 
frono  impunemente  fino  a  trentasei  acini,  mala  sua  azione Te- 
neCca  avverasi  qaando  il  pericarpio  del  friilto  usasi  per  la 
via  della  bocca  iadacendo  una  violenta  e  raortifera  gastro  en- 
tente nsandosi  a  quanfita  sopragrande,  ed  una  irritazione  ga- 
Btrica  caratterizzata  da  voraiti  e  da  diarrea  pigliandone  piii 
piccola  dose. 

Jla  I'osservazione  di  che  andiamo  a  f rattare  tin  caso  presen- 
ta  iaosservato  fiiiora ,  che  in  an  individuo  la  esalazione  del 
eeme  del  pericarpio  ,  diviene  sommamente  malefica  ed  eccoci 
ai  dettagli  di  questo  caso  novello. 

II  Dot.  Francesco  Loonardi  del  villaggio  di  Pedara  d'  eta 
adulta,  a  temperamenlo  sanguigno,  benissimo  fatto  della  persona, 
no  moslraute  asimmettria  nelle  appartenenze  toraciche,  maneg- 
giando  il  seme  predetto  di  cui  ne  teneya  ua  arbusto  nel  suo 
giardino,  vien  preso  da  nn  travaglioso  asma  che  perdaro  oltre 
quaranta  giorni  pervicace  ai  piii  potenti  rimedi  e  sempre  co- 
si  risentito  che  uon  pciteva  adagiarsi  ai  riposi  del  leUo;  ne  piii 
pensando  a  tale  maleiico  influsso  indi  mondava  un  qaalche  seme 
di  ricino  che  area  nel  suo  giardino  raccolto  ,  quando  per  la 
seconda  volta  fu  preso  immantinente  da  molesta  broncosi  che  si 
protrasse  a  Irenta  giorni  ostiaala  mai  sempre  ad  ogui  argo- 
mento  di  medecina. 

Correva  1'  anno  sua  cinqaanlesirao  qaando  ne  fa  colto  per  la 
terza  volta  per  essere  entrato  in  una  farmaeia,  ove  mondavasi 
il  seme  del  ricino  sempre  traeadosi  I'asma  assai  per  le  lunghe;  e 
ae  ammorbo  per  la  qaarta  volta  beasi   passaada  da  na  laogo 


179 

Gli  cffluvl  si  sconoscono  siiU'Etna  abilato  in 
fuori  di  qucUo  che,  come  noi  ne  diceramo,  si  svolge 
quando  ronipcsi  il  pirogenico  suolo  recente,  quan- 
do  i  vigneli  coilivansi  vegctanli  su  quelle  arenc  vul- 
caniche,  e  che  cagiona  una  malallia  endemica  che 
vestc  due  iraraagini  segnalate  e  dislinte,  la  iorma 
asmatica  o  orlopuoica  e  la  forma  asfissiaca . 

Le  malattie  cpidemiche,  o  contagioso-epidenii- 
che,  0  cpidcmico  coatagiose,  rare  fiate  vi  campeg- 


ia  cho  nno  Ragazzo  raccoglicva  la  scorza  del  seme  per  toglier- 
la  via/  e  asserisce  tale  indi\i(liio  die  se  noa  se  ne  discosla  lan- 
losto  cade  snbito  in  asGssia  ,  od  e  colto  da  morlo  se  vi 
dimora  qiialclio  momonto.  Arrogi  a  cio  che  1'  iiso  dell'  olio 
di  riciuo  per  la  via  dclla  bocca  gl'  induce  inlerno  sobollimenfo 
voiniti),  e  una  dcriuilc  urticala;  ms  1'  csalazioiii  dell'  albcro  non 
gli  cagionano  male,  gli  sla  da  eosta,  si  adagia  solto  i  suoi  ra- 
mi, no  coglie  il  seme  senza  lurbarsi  per  nulla;  la  hroucosi  io 
un  allimo  nasco  (jiiando  il  seme  si  scaccia  si  monda  e  pure 
quando  mnneggiasi  il  i>ericarpio  gia  staccato  dal  frutlo. 

Volendo  presenlaro  nn  pensiore  su  questo  nuovo  falto,  seb- 
bene  in  ninllissima  parte  1'  azioue  malelica  dell'  esalazione  del 
seme  e  idiosiucrasica,  die  sopra  im  solo  individuo  cagiona  si 
Docilivo  risiiltamento,  tullavia  h  da  ripeterla  ancora  da  un'  a- 
zione  rcalmente  maleCca  die  nel  pericarpio  del  seme  riuviensi, 
la  quale  pcrche  lieve  di  grado  non  induce  con  generalismo  uq 
elTetto  raorboso,  ma  in  quel  soggetti  soltanlo  che  vi  stan  predis- 
posti;  dappoiche  quest'  imprcssionamento  veneGco  da  un  corpo 
si  parte  che  e  on  veleno  facondone  iiso  per  la  via  della  boccaj 
e  qui  ai  cliimici  volgomi  zelatori  delle  verita  scienlifiche  onde 
Tiemeglio  ne  |)erscrulassoro  la  chiraica  composizione  a  conosce- 
rc  bene  se  vi  sta  in  questo  pericarpio  qualche  gassoso  princl- 
pio  comechu  in  meaoma  quaotita  che  desse  moveaza  a  tale 
fenomeao. 


i8o  (j 

I 
iano  il  Tifo  europeo  denominato,  con  linguaggio  di-  i 
verso  dai  clinici,che  spesso  infierisce  in  alcuni  tratti  : 
di  Siciiia  raramente  campeggia  e  non  maicosi  pe-  ! 
riglioso  sinistro  negl'  alti  villaggi  del  inonle;  le  epi-  ,' 
demie  di  dermatite  morbillosa  scarlalinacea,  di  of-  i 
talmite  semplice  o  complessa,  di  pertosse,  di  colitide  \ 
che  infeslano  e  pericolano  tanto  in  allre  regioni  non  ; 
giungono  niai  o  qiialche  volta,  e  sempre  assai  mite  i 
neil'  alia  regione  dell'  Elna.  ^ 

La  Colite  disscnterica  die  al  i832  imperverso  > 
in  pin  siti  della  regione  adiaccnte  non  atlacco  che  ! 
pochissimi,  e  d'  un  grado  Jeggiere  i  villagesi  degli  | 
alti  bnrroni  del  monle.  II  Grippo  die  nel  i833  , 
infesto  tuUi  gl'  imi  conlorni  del  nionte,  die  i  piu  j 
ne  stavano  oltre  sei  giorni  assai  molestati,  die  mol-  ! 
ti  se  ne  travagliarono  a  dilungo  e  die  alquanti 
cadcano  in  pcrlicaci  cronicismi  e  in  oslinale  bron-  | 
cbitidi  ,  il  Grippo  nelle  alte  plaghe  del  monle  in  ■ 
Sleir  Aragona  in  Pcdara  in  Trecastagni  in  Zaffara-  - 
na  e  in  Nicolosi  raassimamente,  appena  fecevi  un  i 
lieve  e  benignissimo  apparimento;  vesli  la  immagi-  j 
ne  d'  una  cosi  leggiere  bronchite,  che  messa  in  non  ii 
curanza  non  fu  mestieri  di  medicina  e  di  medico  » 
fuorche  duna  sola  sanguigna,  e  gli  affelti  della  classe  li 
yopolcsca  in  Nicolosi  non  vacarono  raai  alle  fail- j 
che  rurali. 

A  dire  dell'  andamento  che  sieguono  i  morbi  J 
neir  alia  regione  abitala,  presenlano  sempre  un  im-  ] 
magine  di  risentimento  d' acuzie,  e  le  reazioni  or-j* 
ganiche  sono  esaltale  di  troppo  nello  slalo  morbo- 
so.  Una  vigoria  di  organisrao  e  una  polenza  dina- 
mica  che  possiede  I'Etnicola,  un  complesso  di  con- 


i8r 

dizioni  fisiche  cosi  rantaggiosc  saluki  fanno  vesti- 
re  qiicsla  lisiononiia  a  tiiUi  i  niorbi  cola. 

Lc  pircssie  cuiitimie  le  malatlie  periodiclic  e  le 
fcbbri  perniciose  in  ispecic,  indossano  aciizie  somma, 
clic  spcsso  scirza  il  soccorso  di  medico  niielon  le 
vite  in  brevissimi  spazi;  le  pulmonili  souo  fiilminan- 
U  sovenli,  1'  ipcremia  polmonare  si  fa  cosi  gcnera- 
le  complcta  clie  la  soffocazione  ne  serge;  1'  ipere- 
mia  e  lc  apoplcssic  cerebrali  sono  spesso  violcnle 
lelali  ,  c  gli  avvclcnamenti  di  ogni  specie  tengo- 
DO  corso  acutissimo, 

I  crotiicisnii  non  sono  molli,  e  non  corrono  a 
diluDgo  come  iiei  sili  bassi  e  nelie  adiaceuze  del 
nionte  ,  e  in  gonerale  puo  con  mollo  probabi- 
lismo  assenlirsi  cbe  la  morte  sull'  E]lna  avviene  piii 
per  congeslione  e  per  eccosso  di  vigoria  palologica 
che  per  deholczza  e  per  inaucanle  reazione  organi- 
ca.  Ma  se  il  corso  dci  morbi  e  si  rapido  il  prono- 
slico  nc  c  spesso  felice,  e  le  medicazioni  sortono 
buon  line  sovcnti. 

Peroa  deiinearercfilgiecbemanifestano  i  morbi 
nelle  varie  sfagioni  dell'  anno,  si  conosce  in  palese 
.  cbe  sono  essi  lievi  bcnigni,  c  poco  sinistrano  siilla 
alia  regione  abilafa  dell'  Eina;  qiianlunque  il  verno 
vi  fosse  rigido  troppo.  tultavia  per  istabilirvisi  il  fred- 
do  con  costanza  costanle,  e  non  tornar  frcquenle  quell' 
avvicendarsi  di  lemperatura,  le  turbazioni  morbqse 
sono  pocbissirae  in  questa  stagione  cbe  polrebbe  se- 
gnarsi  IVa  le  piu  salubri  dell'  anno. 

Campeggiano  con  generalismo  le  riniti  mucose 
acule  le  palaliti  le  broncbitidi  a  lievissimo  grado,  che 
corrono  e  vengono  a  fine  col  regime  igienico  solo  e 


l82 

■con  picciole  raedicazioni.  I  gravi  malori  che  coIg(^ 
no  gliorgani  della  respirazione,le  pulmonitidi  le  pleu- 
ritidi  non  sono  molto  frequenli  comeche  vi  si  osservasse 
alcuna  dcUe  pleuro-pulraoniti  fulminanli.  I  verni  pero 
ai  decrcpiti  eagU  altempati  van  contro,  ed  e  quesla  la 
stagione  in  che  essi  vengono  all'  eslremo  punto,  e 
sempre  con  lievissirai  iucomodi  come  se  di  morte 
naturale  finissero.  Infieriscono  in  tale  stagione  le 
ricadie  di  febbri  ad  interraeltimenlo  con  generali- 
smo  in  lutti  quegl'  individui  die  ne  furo.no  affetti 
neir  autunno  nella  stagion  dei  calori,  raa  beni- 
gnamente  e  sotlo  le  forme  di  cronicismo. 

La  primavera  sebbene  per  temporatura  versatile 
e  di  ■vicissiludiui  meteoricbe  piena,pure  e  molto  sa- 
lubre,  e  il  mongibellese  di  faltura  organica  forte  re- 
siste  a  tanti  inilussi  climatologicl  malefici;  turbazio- 
ni  lievi  dell'  apparecchio  respiratore  si  vedono  nella 
classe  degli  artisti  e  negli  agiati  dei  viilaggi.,  anzicbe 
nella  gente  villereccia ,  notasi  una  qualclie  Colitide 
diarreica  o  disscuterica  cbe  sporadicaroente  eserapre 
benigna  aifetta  qualche  individuo  di  coslitiizion  ca- 
gionevole.  I  reuraatismi  vi  si  vedon  frequenli 
piu  cbe  nei  verni  e  lutte  le  specie  e  i  mioreumatismi 
e  gli  artroreumatismi  e  gli  endoreuraatismi. 

La  stagioQ  dei  calori  piu  plena  di  raorbi  di  tut- 
te  le  stagioni  dell'  anno,  presenta  le  febbri  periodi- 
che  d'  ogni  specie,  le  benigne  le  perniciose  le  larva- 
te,  e  sempre  di  singolarissime  forme,  die  mai  non  si 
notano  nei  contorni  dei  paduli:  un  anno  vi  osservai 
una  piressia  remittente  costituzionale  di  curioso  an- 
dameuto  ed  un  irrilazione  periodica  meningo  cere- 
brale  che  argomenlo  ne  feci  d'  un  lavoro   accade- 


i83 
niico ,  r  aria  cosi  pura  e  salubre  del  raonte  mel- 
tcndo  in  rcazionc  tragrande  gli  organi  di  quegl'iDdivi- 
dui,clie  bannoduralo  alcun  tempo  ncllc  atmosfere  pa- 
luslri  poco  stimolanli  e  malsane,  induce  queste  im- 
plicate e  stranissime  forme  die  d'  un  clinico  scgace 
bisognano,onde  smasclicrarlc  e  fiigarle  coi  preparati 
di  china.  Vedonsi  talvolta  le  malattie  pirctiche  del 
lubo  digcslorio  a  forma  di  gaslricila  biliosa  mucosa 
di  gastro-angiolcnia  e  la  entente  follicosacbctraduce- 
si  sollo  immagineadinaraico-atassica:manella  loro  po- 
cbezza  quasi  sempre  benigne  raramente  o  non  niai  di 
fine  sinistra,  e  notavisi  qualcbe  colitc  quasi  sempre 
sporadica. 

L'  autunno  abbonda  di  febbri  pcriodicbe  di  tul- 
fi  i  lipi  e  i  cronicismi  dolle  febbri  iutermittcnti  co- 
rninciano  a  mettersi  innanti,  osservansile  malattie  pi- 
relicbe  del  tubo  digestorio ,  i  varii  renmatismi  e  co- 
liti  diarreiclie  frcquenti  per  abuso  di  frulla.  Cosi 
le  quatlro  stagioni  riguardo  a  frequenza  di  morbi 
cosi  van  disposte  state  autunno  inverno  primavera. 

La  storia  medica  dell'  Etnicola  adunque  apre 
un  campo  alie  ricercbc  del  clinico  laborioso  saga- 
ce;  ove  cogliere  messc  ubertose  di  fatti  rarissimi , 
singoiari  novclli,  vi  si  osservano  tutli  gli  effetti  del- 
lo  sccmato  calore  e  del  freddo ,  cominciando  dai 
disturbi  piii  lievi  sino  all'  asfissia  piu  completa ,  la 
morbosita  diverse  che  induce  I'  elettrico,  un  effetto 
particolar  della  luce  qualcbe  turbazione  prodotta  del 
peso  almosferico  sccmato. 

Vi  si  nofano  i  disturbi  patologici  cagionali  del 

loglio    temulento ,  le  varic  immagini  dell'  ubbriac- 

cbezza,  i  disordini  prodotti  dei  fungbi,  molte  sforie 

di  velcni  settici  o  putrefacienti,  quasi  lutte  le  specia 

j41U  Acc.   V.  XV.  22 


i84.  ^  . 
d'  asfissie,  1'  asfissia  per  congelazione,  per  fulmina- 
zione,  l'  asfissia  per  lo  fuoco  delle  bragie  ,  quella 
per  la  ferraenlazione  del  mosto  ,  e  l'  asfissia  ende- 
mica  che  dagli  ellluvi  del  suolo  pirogenico  nasce. 
In  tempi  andati  si  videro  piu  casi  di  corpi  e- 
stranei  nell'  orgamsmo  addcntrali  cagionc  di  pere- 
grine immagini  morbose  (i)  una  forma  nuova  di 
febbre  comilata  cbe  io  per  la  prima  volla  chiama- 
va  febbre  intcrmiltenle  comitataFliriasica  (2)  la  qua- 
le calendala  non  Irovavasi  nelle  classificazioni  no- 
sologiche  deHe  intermiltenti  rese  di  pubblica  ragio- 
ne;  falti  patologici  cbe  provano  luculentemenle  la 
azione  specifica  dei  preparati  di  cliina  siigli  appa- 
recchi  delf  audizione  (3)  osservamenti  ninuerosi  sui 
singolari  eff.-tti  dei  preparati  di  cbinina  nelle  pires- 
sie  remiLteuli  e  alcuue  storie  delle  febbri  intermil- 
tenti cerebrali  primitive  (4-)  il  caso  d'  una  calaratta 


(i)  Meraoprs  su  due-  infermita  cagionalB'  da  corpi  estranei  addenlra- 
ti  neir  organismo  e  venule  a  buon  fine  per  la  loro  espulsioae 
del    DoUur    Giuseppe    Antonio    Galvagni.     Alt.  ace.  v.  6. 
Sopra  uii  estraneo  nell'  organismo    intromesso  e  sui    singolari 
fenomeni  indutti  mem.  del  Dot.  G.  A.  GaWagiii.  alt.  ace.  v.  i3. 

(2)  Sopra  una  forma  singolare  del  raorbo  fliriasico  mem.  del  soc, 

G.  A.  Galvagni     alt.  ace.  v.  0. 

(3)  SuU'  azione  specifica  del  solfalo  di  chinina  sngli  organi  dell'  n« 

dilo  osservazioni  del  Dot.  G.  A.  Galvagni Giornale  di    Scien- 
ze  Diediche  per  la  Sicilia. 

(4)  Sui  singolari  eCfetli  dei  preparati  di  chinina  nelle  Piressie  remit- 

tenli  e  sopra  alcune   storie  delle  febbri  iutermitlenti   cerehrali 
primitive  mem.  del  socio  G.  A.  Galvagoi    att.  ace.  v.  10. 


1 85 
guarila  dalla  natiira  c  senza  i  soccorsi  dell'  arte  (i) 

Yi  si  osscrvano  Ire  malallie  nuove  ,  la 
originata  dagli  effluvi  cnianali  dclle  terre  recoiiU 
pirogene,  la  cagiouata  dell'  uso  del  callo  opun/ja 
che  tradiiccsi  sollo  la  forma  di  costipazione  c  die 
io  Lo  chiariialo  calUspcrmaniosi  ,  c  qiiclla  anco.v 
nuova  indt)tla  dall'iisocoiuLinalo  dclle  uvc  juafurc  e' 
del  vino  ,  o  di  vari  frutti  fra  loro,  die  presentasi 
sotlo  la  iiiimac;iiic  d'  una  ncvrosi   gastrica. 

Cosl  r  uomo  mongibcllcse  accoslaiidosi  piii  al- 
r  uomo  della  natura  die  all'  uomo  della  scienza  di 
morbi  singolari  travagliasi,  ma  di  niorbi  die  poco 
detrimcnfo  alia  salulc  cagionano;  e  pcro  la  suaef- 
figie  fisiologica  come  la  cfTigie  patologicasi  ranno- 
dano  insicmc  a  picnamenle  coiivinccrci,  die  1'  Etni- 
cola  dcir  alia  rcgione  ahitala  figura  fra  i  popoli  che 
s'avvicinano  alia  finita  salule  c  I'Etna  ollrcinodo  pora- 
peggia  fainoso  fra  Ic  elevazioni  salubri  del  globo. 


(t)  Sopra  una  Cateralln  gnarita  dalla  natara  e  senza  i  soccorsi  dd- 
TarJe  mem,  del  Dot.  G.  A.  Galvagai    alt.  ace.  v.   ii. 


BELLE  CONCHICLIE  VIVENTI  E  FCSSILI 
DI  SICILIA 

ESISTENTI    NELLE    COLLEZIONI    DEL 
DoTTOR  ANDREA  ARADAS 

E  dell'  estinto  \ 

ABBATE  D.   EMILIAISO  GUTTADAURO  ] 

LAVORO  I 

Diretto  principalmente  a  far  conoscere  le  specie, 
die  vivono  nel  golfo  di  Catania^  e  nei  dintorai  j 

di  essa  col  confronto  alio  state  fossile  i 

COMPILATO  1 

DAL   SOCIO   ATTIVO   ANDKEA   ABADA3  1 

I 
E  DAL  80CIO  COBB.    P.    D.    GUCOMO   MAGGIORE  CASIWESE  ! 

1  \ 

Diviso  in  piu  memorte  ! 

MEMORIA  I. 
-Lettanellasedutaordinaria  del  3i  Gennaro  iS3g. 


Jlti  Ace.  V.  Fx.  23 


INTRODDZIONE  (i) 


iiiaw 


E^li  e  senza  dubbio  certissimo,  chc  lo  rapido 
avanzamento  in  quest'ultimi  tempi  fallo  nelle  natu- 
rali  scienze  in  Sicilia,  e  pzirticolarraente  V  alto  pro- 
gresso  della  natuxale  storia  siciliana  alia  Gioenia 
Sociela  pressoche  dcllo  intutto  si  debbe,  scDdo  sta- 
So  primo  vostro  laudevole  proponimenio,  meritissimi 
Socii,  ai  primi  asserabrameoli  un  piano  progeltare 
di  utili  ed  estesi  lavori  intenti  ad  illustrare  questo 
palrio  suolo  si  poco  per  lo  avanti  studiato:  doraen- 
Ire  si  e  per  ogni  verso  interessante,  ed  ove  innal- 
zasi  uno  de'  piu  faraosi  ed  imponenti  vulcani  del 
raondo,  ricco  di  molliplici  c  svariati  naturali  obbietii, 
e  che  im'  immcnsita  di  argomenti  oflre  e  serapre 
nuovi  allc  delicate  profonde  ricerche  deU'osservatore 
caturalisla. 

E  qui  mi  e  grato  ricordare  ,  cho  poscia  agli 
impulsi  dati  da  quesla  rispellabile  scienlifica  corpo- 
razione,  si  sonvisti  diquci  dediti  asseverantemente 
alia  cogaizione  dci  sorprcudenti  fenomeni ,  che 
prcsenia  qucslo  vulcano  era  ncllo  s'.ato  di  cruzione, 
ed  era  in  qucllo  di  calma,  e  chi  a  fissare  il  nume- 


(i)  Qaosta  introdozione  fu  scritta  dal  Dotlor  Aradas. 


I  go 

ro  degli  etnei  incendii,  ed  a  seguirne  con  sano  cri- 
terio  la  serie,compilandono  accuratameate  l' istoria;^ 
e  chi  si  vide  inleso  a  descrivere  tniQutaraente  le  spe- 
cie rninerali  che  vi  si  contengono,  e  le  piante  e  gli 
alberi  che  suUe  falde  di  quello  ignivomo  moiite  ger- 
raogliano  e  s'  ionalzano,  e  gli  aairaali  che  vi  sog- 
giornano  ;  e  vi  6  stalo  ancor  chi  nello  iavestigare 
la  interna  slruUura  del  suolo  siciliano  coa  passi  ar- 
diti  ha  precorso  la  meta,  di  quello  la  vera  natura 
dispiegandone;  e  delle  osservazioni  si  feccro  siii  va- 
rii  climi  e  sulle  varie  malattie  che  vi  regnano ,  e 
sui  raezzi  di  curarle,  e  moltissimi  casi  rari  o  nuo- 
vi  si  soao  raccolti  e  posti  ia  dis.imiaa,  dando  ad 
essi  ua  posto  nelle  pagine  dei  nostri  Accademici 
voliimi ;  e  per  ultimo  chi  per  un  verso  e  chi  per 
un  altro  ,  viea  detto  universalmcnte  ed  a  ragione, 
che  i  socii  della  Gioeuia  sospiuti  da  vero  amore 
per  la  scienza  ia  istudiando  le  patrie  cose,  arden- 
te  hrama  haa  dato  a  divedere  di  pienamente  co- 
nosGCrle  noa  solo,  raa  somma  asseveranza  nello 
investigarle  e  diligenle  accuratezza  nel  descriverle: 
per  la  qual  cosa  eccellenti  in  tal  genere  di  ricer- 
che  riuscirono,  e  1'  approvazione  generale  dei  dot- 
ti  stranieri  si  guadaguarono. 

Ma  e  forza  il  dirlo:  molto  si  e  detto  e  fatto,. 
e  piu  di  quanto  il  breve  giro  di  tre  lustri  com- 
piuti  appena  il  coraportasse  della  sicnla  raineralo- 
logia,  geologia,  orittogaosia ,  hotaaica  ec.  Eppure 
che  ne  e  della  Zoologia  del  triplice  mare  di  Si- 
cilia?  Ha  ella  mai  forse  occiipato  le  vostre  menti 
illustri  socii?  Chi  e  tra  voi  di  quegli  uomini  i  quali 


i9«  I 

moKo  onoraudo  sc  mcdcsimi    qucsla    distinta  con-  ;' 

grega    la  palria,  sia  surlo  a  rivolgersi  in  tali  stu- 

dii,   onde  conosccre  gl'  innumerevoli   esseri  cbe  vi-  '■ 

vono   nella   profondita   delle  acque,  di  cui  va  cir- 

condala  ((iicsta  bell'  isola?  Senza  clic  alciino  ne  ri- 

niasiglii  olfe.so,    ed  ahbi  luogo  ovuuqiie  la  verila  , 

egli  e  induhitato  cbe  poco  o  nulla  su  di  cio  si  e  .■ 

fatio;    liitloclio  di  quando  a  quando  la  voce  di  al- 

cun   socio  nieritissinio  si   e  alzala  a    ricbiamare  la  J 

nostra  allcnzionc  ad  un  argoraento  di  tauta  impor-  1 

lanza  e  di  si  cvidente  utilita.    E  per  certo  la   va-       ,  i 

slita  del  soggelto  ci  arresta,  la  impresa  non  e  del-  j 

le  forzedi  im  solo,  ma  a  molti  divisa,  sene  polrebbc 

spcrare  la  riuscita,  e  qiiindi  ben  persuasi  di  cotan- 

lo  vero  ci  siamo  voleutieri  sottomessi  a  quesla  leg- 

ge  beaevola;  ul  cbe  ancora  conforta  1'  animo  nosiro  j 

di  bello  ardire  T  idea  cbe  sovra  qiiesta  materia  son-  ] 

vi  dei  progelli  e  piani  cosi  utilmente  divisati  e  pro-  i 

|)osli  dai  Sig.  Alessi,  Gemmellaro,  Piazza,  Maravi-  j 

gua  cbe  la  cosa  c  oggi  ridotla  possibile  e  beusi  di  ' 

una   pralicabile  facilitii.  Dapoicbe  di  quei  cbiari  i  ] 

lavori  feccr  ineno  gl'  intoppi,  c  i  princi})ali  oslacoli  i 

sormontarono,  e  la  via  nc  additarono  la  piu  breve  e  ^ 

sicura  cbe   alia  raeta   ci  adduce.    A   quest'  oggelto 

niirando  ilcbiarissimo  socio  Prof.  Gcramcllaro  si  lolse 

cpiesle  riccrcbe  per  le  qnali  stuilio  i  piu  semp.!ici  ani-  < 

mali  abilanti  nci  rcconditi  abissi  di  qucsto  aiare,  e 

cbe  risalendo  grado  a  grado  giugnera  sino  a  quclli 

la  cui   organizzazione  e  piu    complicala.    Giovauni  i 

Piazza  nosiro  socio  corrispondente  e  giovaue  di  som-  ] 

jna  espeltazione  impreudeva  a  scrivere  dei  moUu-  i 


192 

scii  del  golfo  di  Catania,  di  che  ne  leisse  nella  or- 
dinaria  seduta  del  21  del  i836:  analcga  introdu- 
zione.  Ahi  triste  ricordanza !  Questi  che  nuovi  allori 
preparava  a  si  ben  conta  Accademia  ,  ora  non  e 
piu;  die  spento  si  giacque  tra  le  migliaia  confuso 
del  raalaugurato  anno  1837.  D' alta  considerazione 
e  omaicennare  quelle  cose  dall'  111.  Professore  Maravi- 
gna  esposte  nel  piano  di  un'  opera,  che  per  quanto 
estesa,  non  pertanto  non  lascera  di  condurla  al  suo 
termine:  quale  verte  su  i  molluschi,  che  vivono  nei 
mari  di  Sicilia  siano  nudi,  o  conchiferi,  accompagna- 
ta  d'  una  descrizione  di  tutte  le  conchiglie  fossili  di 
Sicilia,  sia  di  specie  perdule,  o  analoghe  alle  viven- 
ti,  ed  ove  verra  fusa  la  grand'opera  del  Poll.  Che 
il  lavoro  proposto  dal  Sig.  Maravigna  sia  di  ma- 
nifesta  utilila  non  e  chi  possa  dubitarne;  sol  noi 
facciamo  voti  al  Cielo  che  altro  socio  prendesse  a 
parlare  dei  crostacei  e  dei  pesci  di  questi  mari,  poi- 
che  gli  studi  su  questi  rami  dai  naturalisti  sicilia- 
ni  pur  troppo  si  son  trascurati. 

La  malacologia  siciliana  ha  formato  sinora  I'ob- 
bietto  delle  mie  speciali  occupazioni.  lo  vi  ho  impie- 
gato  i  momenti  liberi  che  dallo  esercizio  delia  mia 
professione  rimaneanrai,  e  sin  da  molti  anni  mi  son 
dalo  alle  ricerche  di  sicule  conchiglie  per  tutti  i 
littorali  della  Sicilia ,  e  precipuamente  per  quelle 
del  golfo  di  Catania,  del  quale  ne  conosco  minufa- 
mente  le  parti.  Siffatta  laboriosa  cooperazione  mi 
ha  procacciato  il  piacere  di  possedermi  una  coUe- 
zione  di  siciliane  conchiglie  al  numero  di  cinque- 
cento  specie  all'incirca,  e  cencinquanta  varietal  a 
parte  di  moltissime  altre  ancor  di  Sicilia  ed  alio 
stato  fossile,  deUe  quah  tutte  mi  stava  in  meoteil 


pcnsicrc   forraarne  corrispondenle  catalogo   onde  a 
voi  presenlarlo:  quando  raortc  lolse  alia    scieuza  il 
chiaro  Abbate  Guttadauro.  A  colestui  succcsse  il  suo 
degno  nipolc  Pr.  D.  Giacomo  Maggiore,  noslro  so- 
cio corrispondente,  il  quale  cliiamalo  alia   collezio- 
ne  delle  conchiglic  nazionali,  ed  estere,  nou  men- 
clic  alia  classazioao  dei  rari  e    prcziosi    libri,  che 
quell  uorao  diligealissimo  si  aveva  acquistati,  si  ro- 
se egli  cosl  caldo   amatorc  delle  Scicnze  naturali, 
clic  non  solo  adcmpi  1'  affidatogli   incarico  ,  ma  si 
pure  vassi  deliziaado  in  arriccbire  quelle  collezioni 
<li  nuovi  ed  inlcressanti  obbietli,  siccomc  egli  e  for- 
nito  di  nialacologiche  conoscenze.  Meco  imbattutosi, 
sia  per  la  eguale  inclinazionc  alio  studio  delle  pa- 
trie  cose,  sia  per  quel  senlimcnlo  d'  amicizia,  cbe  i 
nostri  cuori  liene  strettamcnte  legati  ,  dopolunghe 
discussioni  c  pesati   ragionari,  alia  fine  ci  siam  de- 
terminati  a  formar  ragionato  cafalogo  delle  sole  con- 
chiglic siciliane,  che  esistono  nelle  noslre  collezioni. 
Ed  ora  che  questi  brevi  momenti  ci  sono  con- 
cessi  di  voslra  cortese  allenzione,  ci  gode  1'  animo 
accennare   quale  sia  U   piano  da  noi  adottato  nel 
corso  del  promessovi  lavoro  ;  eve  sara  nostra  cura 
indicar  marcatamenle  infra  le  conchiglie  alia  intera 
Sicilia  appartenenti,  le  specie  che  vivono  in  questo 
golfo,  cio  che  e  della  maggiore  imporlanza  ,  ed  i 
vari  punti  in  cui  soggiornano,  e  la  stagionc  ed  il 
modo  dei  loro  rinvenimento,  e  se  esistono  e  si  ri- 
Irovano  alio  stato  fossile,  confronlando  queste  coa 
le  prime  ,  e  descrivendo  eziandio  le  specie  fossili 
non  ancora  conosciute  e  descritte,  o  rinvenute  per 
la  prima  volla  in  SiciUa.  Era  poi  noslro  desiderio 
fare  ad  un  tempo  la  descrizione  dei  molluschi  nudi 


di  Sicilia  e  particolarraenle  del  golfo  di  Catania : 
ma  non  avendo  sin'  ora  un  numero  snfficiente  di 
specie  ,  ci  siamo  riserbati  in  appresso  rcadervi  o 
Signori  il  detlaglio  delle  ulteriori  ricercbe  da  noi 
falte  su  tale  argomento. 

Ed  onde  nieglio  al  fine  riesca  ogni  nostr'  o- 
pra,  perche  scambiar  non  si  abbia  una  concbiglia 
de'  noslri  mari  con  alcuna  straniera  e  viceversa , 
come  non  rare  volte  e  avvenuto  a  cbi  scrisse  ope- 
re  di  concbiologia  sicilianai,  ove  senza  sforzo  di 
mente,  scorger  si  sapranno  di  questi  errori ,  vi  ab- 
hiam  noi  posto  tutta  la  diligenza  assumendo  soste- 
nere  delle  pcrsonaH  faticbe  con  recarci  sulla  faccia 
dei  luogbi.  E  qui  si  son  ricercate  le  conchiglie,  la 
si  ban  pescale  coll'  assistenza  di  diverse  persone  da 
nci  adibite.  Abbiam  fatti  dei  confionti,  delle  osser- 
vazioni.  Ove  necessita  il  ricbiese,  si  ricorse  pur  an- 
cbe  alie  inforraazioni,  cbe  si  presero  da  persone  me- 
no  soggette  ad  illusioni ,  e  cbe  niuno  interesse  si 
avevano  ad  ingannarci.  In  somma  tutte  le  possibili 
precauzioni  da  noi  si  son  tenule  ad  assicurare  la 
nazionalita  delle  concbiglie. 

Sara  nostro  dovere,  oltre  la  indicazione  dei  no- 
mi  scientifici  delle  concbiglie,  dar  quella  dei  volga- 
ri,  ov'  e  possibile:  quale  cosa  agevolera  non  poco 
la  ricerca  delle  medesime.  Non  lascieremo  imper- 
fanlo  di  riscontrare  le  operee  le  memoriepiu  classiche 
di  malacologia,  delle  quali  ne  abbiamo  bonissimo  nu- 
mero, come  potra  ognuno  conoscere  dall'  apposlo  ca- 
talogo,  e  di  quelle  parlicolarmente  cbe  si  versano 
sulla  raalacologia  Siciliana  come  il  Bocconi  il  Cu- 
pani  il  PoU  il  Bivona  il  Costa  il  Filippi  per  ultimo. 


i!,  massiina  inconcussa,  clie  nei  Irayagli  scienlifici 
primamenle  por  si  debbe  ogni  cura  a  ben  coordi 
narc  e  dispcrre  la  materia  afiine,  cbc  la  cbiarczza,  Jo 
ordine,  la  dislribuzioDC  abbi  luogo   ncl  nicdo   piii 
utile  e  vanlaggioso;  per  la  qual  cosa  ci  torua  a  bene 
prcmellcre  la  classificazione,  cbe  abbiamo  prcscella, 
e  cbe  ci  servira  di  guida  nell'  opera  di  cui  Irattasi. 
Daccbe  lo  studio  dcgli  animali  dclli  Mulhisclu 
la    prima  volta  da   Arislolilc  ,  scbbcne   in   nuniero 
allora  ristrettissimo,  P'ermi  da  Linneo,  e   da    Bru- 
guicre  ,   Conchiglie  da  Adanson,  J\lollitschi  per  la 
scconda  vol  la  da  Ciivier,  Malacozoari  da  Rlainvil- 
le,  c  per  ullimo  Maniellali  da  Lalroille    e  con  lanti 
allri  nomi  cbiamali  cb'  e  vano  ripelere;  daccbe,  noi 
dicevamo,  lo  studio  dei  molluscbi,  cbe  con  tal  voce 
place   nomarli   segiiendo   le   tracce   dell'  immorlale 
Cuvier  c  M.  De  Fenissac,  non  s'  inlrallenne  unica- 
niente   alia  scmplicc  descrizione  del  pezzo  leslaceo, 
che  in  gran  parte  difeude  questi  animali,   ma  pro- 
cedendo con  ispirilo  filosofico,  \'  inlrodusse  la  fiac- 
.cola  scientifica  cbe  tulle  le  lenebre  dissipa  d"  igno- 
ranza  e  penctra  sin  dove  alia  ragione  e  permesjo; 
d'  allora  questo  studio  ci  rese   conoscenti  della   or- 
ganica  strullura  di  quelli  animali  precipuamenlc  do- 
pe la  pubblicazione  delle  dotle  raemorie  anatonti- 
che    dell    III.     ed     inarrivabile   Bar.    Cuvier.    Si  e 
percio  cbe  cssendo  i  caratteri  organici  dei   mollu- 
scbi quelli  cbe  inservono  a  piu  dislinlanienle  diffe- 
renzlarli ,  le  tante  e   svariale  classificazioni  di   e^si 
cbe  si  sono   cmosse  e  adoltale   son  pressocbe   lulte 
da  rifiutarsi,  ad  eocczzion  di  quelle,  le  quali  poggia- 
no  sulla  conoscenza  analomica  e  fisiologica  dei  sud- 
detli  animali,  fra  le  quali  va  prima  quclla  del  Ba- 
Jlti  Jcc.   F.  XF.  24 


1^6 

rone  Cuvier  confermata  dall'approvazione  universale: 
per  il  che  noi  T  adottiarao  con  le  sennate  modifi- 
cazioni  di  dotli  malacologisti  proraosse  in  quest'  uU 
timi  tempi,  inteadiam  dire  di  quelle  aggiunle  che 
il  Sig.  Sander-Rang  ha  fatte  alia  classificazione 
del  precitato  Cuvier  ;  quali  modificazioni  factydo 
parte  del  piano  ,  ragion  vuole  se  ne  facci  rapido 
cenno,  a  spianamenlo  dei  nostri  divisamenti. 

II  diligcntissirao  Sander-Rang  adolta  per  base 
della  sua  classificazione  le  divisioni  delle  classi  e 
degli  ordini  del  Sig.  Cuvier,  perche,  cosi  egli  ((so- 
ft no  le  piu  naturali,  le  piu  agevoli  a  comprender- 
((  si  ,  le  piu  accreditate  ,  le  sole  che  io  credo 
tL  possonosussistere  infra  le  differenti  classificazioni 
I  iramaginate  inquesl'uUimi  tempi ))(i)Per  cui  qaeslo 
valentuomo  non  trovando  dollo  intutio  sodisfatti  i  suoi 
desideri  in  quella  classificazione,  e  trasportato  dalla 
verita,  diviso  alcune  modificazioni,  che  ragione  ed  es- 
perienza  han  saputo  sostenere.  Dapoiche  avendo  ri- 
guardo  ai  progressi  della  Scienza  penso  costui  riu- 
nire  i  Brachiopodi  agli  Acejall  testacei  e  ne  ha 
falto  il  primo  ordine  di  quella  classe.  Nei  Gaste- 
ropodi  ha  intromesso  1'  ordine  dei  Niicleobranchi 
di  cui  il  nomc  e  stato  imposto  da  M.  Blainville. 
Di  gia  egli  aveva  proposto  questa  aggiunla  alia  clas- 
se in  nna  nota  inserita  nelle  raemorie  della  Socie- 
ta  d'  Istoria  Naturale  ed  e  stata  dopo  adotlata  da 
M.  Ferussac.  Ha  rapportato  eziandio  nella  sua  o- 
pera  I'  ordine  dei  Cirrobranchi  creato  da  M.  Blain- 
ville per  il  genere  Dentate^  e  di  che  la  conoscen- 
za  devest  a  M.  Deshayes. 

(i)  Matiae!  de  1' hist,  des    raollasq.    Paris  1829.  Preface. 


J  97 
'  Dice  ancora  il  Sig.  Sander-Rang  (i)  c  lo  ho 
I  atlinto  nelle  opere  del  Sig.  Lamarck  varie  cora- 
«:  posizioni  di  famiglie  ,  e  raolli  caralteri  generici 
€  per  le  conchiglie,  ed  in  quella  di  M.  Feriissac 
€  alcune  divisioni  del  secondo  ordine,  la  composizio- 
<  ne  di  alcune  famiglie,  edalquanle  divisioni  del  ge- 
or  nere  iu  sotto  genere,  ed  infine  ho  preso  da  M. 
«  de  Blainville  allre  famiglie  ed  il  caratlere  di  mol- 
i   li  generi. )) 

Parru  forse  ad  alcuno,  che  siano  troppo  angusti 
i  lijiiid  di  questo  preliminare  discorso  tenufa  presenle 
la  pslenzione  dell'  opera,  ma  noi  la  pensiamo  allri- 
menti  e  per  pii'i  riguardi;  che  poi  d  allronde  nou 
si  fa  buon  viso  alle  offuscalrici  ripetizioni  che  slrac- 
cano  lo  spirito  e  lo  avviluppano  da  non  andar  fran- 
co negli  avanzamenti ;  ne  noi  andiam  soggofti  a 
quclla  vana  gloria  di  comparire  magnifici  e  son- 
tuosi  di  faslosa  erudizione,  sfanteche  persuasi  dell' 
intulto,  die  in  materia  di  Scienze  naturalipiusiap- 
prczzano  le  cose,  che  non  gli  adorni  e  le  parole. 


ro  IWd. 


li 


J 

r,1 


^■'^^^•^'"■'■^'•^/iS>w&>''&'<S''&'3>&'&:>'&'W'&''W&^w&'i 


MEMORIA   PRIMA 


TXM^atOJCTBl*^ 


CLASSE  I. 

-      CEFALOPODI  (  Cefjlopodj  Cur.  ) 

GENERE  1. 
,V:    ARGONAUT  A  (  Argonaut  a  Lin.  ) 


Qiiesto  gcnere  de'  piu  elegant!  per  la  forma 
della  concbiglia,  ma  de'  meno  nuraerosi  in  ispecie 
trae  dal  greco  a,070^•a!j■nJ  (argonaulc)  ossia  ap>5  (argo) 
prima  navis  ,  ta^ra  (naula)  ,  il  suo  nome  famoso 
nella  mitologia  e  ne'  fasti  della  greca  sloria  ,  ed 
occupa  11  primo  liiogo  nogli  OKopodi  di  Leach 
prima  famiglia  del  primo  ordinc  de  criUodibranchi 
di  Blainville,  ovvoro  de'  cefalopodi  ciiveriani  e  ce- 
falopodi  monolalami  di  Lamarck.  La  lunga  serio 
dcgli  Autori  da  noi  cilali  in  capo  all"  nnica  nostra 
specie  da  abbaslanza  a  divedere  qiiaulo  sin  da  pn- 
mi  tempi  sia     conosciuto  il  moUusco  a  questo  go- 


200 

rere  spcttante  ,  e  da'  noslri  marinari  purpissa  ad- 
dimandato,  perclie  vicinissimo  al  polipo  (oclopus); 
e  le  interessanti  memorie  del  Professore  Raozani 
(i),  del  CaY.  colonnello  Poli  (2),  di  Sangiovanni 
(3),  di  Ferussac  (4-),  di  Blainville  (5),  di  Giuseppe 
Mainiani  (6)  ,  di  Madama  Power  nostra  Socia  (7) 
sopra  i  costumi  di  lui  e  sulle  controversie,  die  han- 
110  air  uopo  la  mente  de'  Zoologi  travaglialo  noa 
lasciano  nulla  a  desiderare  per  la  Storia  e  \  ana- 
toraia  del  medesimo.  Ci  sembra  probabilissimo  appo 
le  reiterate  osservazioni  de'  suminentovati  autori  es- 
sere  qucsto  cefalopode  il  costrutture  della  conchiglia 
da  lui  abitata  ,  e  certa  in  lui  dietro  i  saggi  della 
cilata  Madama  la  facolta  di  rifare  i  danni  alia  con- 
tliiglia  sopravvenuli. 

SIPEOE    I. 

JRGONAUTJ  ARGO{Argonavta  Amo  Linn.  ) 

var:   (a),   (b)  Poli. 
A.  testa  magna  involuia^  teniiissima  alba.,  la- 
teribus  transversim  cosiatis  ,  costis  creberrimis  , 
liinc  Jurcatis  ,  carinis  approximatis,  tuberciilife- 

(i)  Opiisc.  Scient.  di  Bologna  v.  3.  p.   189.  con  (av. 

(2)  Mem.  ielfa  alia  reale  accad.  delle  scienze  nella  lornala 
del  i4'  diccmbre  1824.-  e  torn.  3.  Testae,  utriusqiia  Sic.  pag.  5- 

(3)  Mem.  letta  alia  slessa  Ace.  nella  tornala  del  8  marzo  i82D- 
(4-)  Uuliettin  des  Sciences  niai  i8e5  Rapport  .de'  sigg.  Cuvier 

et  Dnmeril 

(5)  Joornal  de  Physiq.  torn.  86.  pag.  336.  a  fasc.  vi  luglio 
i8i8  pag.  il- 

(6)  Ciiornale  di  Pavia  4  * 'rimestre  pag.  299.  1826,  Egli  ha 
osservato  nell'ovaja  dell' Argonaula  1' eniDrioiie  del  moliusco  colla 
larva  della  conchiglia,  osservazioje  ideutica  a  quella  di  Poli. 

(7)  Alti  deir  Accad.  Gioeuia  v.   12. 


rif  partim  rufo-nigricantibus'^  tuberculis  parvisfre' 
quenlissimis .  L. 

Rondelelii  de  Piscibus  lib:  XVII.  pag.  et  fig. 
517. — Jldovvand  (\eiQS\.ac:  lib:  III.  cap.  3.  — 
Monanni.  Rccrcat:  tab:  IV.  Miis:   Kircher,  fig:    i3 

—  Lister  Sjnops:   lab;iJ07.    fig:   7.  e  Coiicb:  lab: 
86.  fig:  7.    —  Humph,     nius:     lorn:     18:  fig:   A 

—  GuahiQii  lest:  lab:  XI.  fig:  A,  B,  et  tab; 
XII.  f:  A — Nautilus  Sulcalus  Klain  melh:  Oslrac; 
lab:  1.  fig:  3 — Arcjcnville  concli:  tab:V.  fig:A. — 
Giawiiii  Adriat:  loni:  II.  lab:  3,  fig:  29 — Knon- 
Verg:  lorn:  I.  tab:  I.  f:  I. — /////  Hislory  of  anim: 
torn:  III.  tab:  VII. — jl?o/"«  leslac:  miis:  Caes.  Vind. 
pag:  iSg — Bruguiere  Encycl:  melb:lab:  6'7,  f:  i5 
Base.  Hisl:  nal:  dcs  coq:  torn:  III.  I:  27.  f:  C. — 
Denys-MoniJ'ort  llisl:  nal:  des  mol:  torn:  III  lab:3y, 
36, — Avcjoiiwila  Sulcata  Lam:  iXvixnv.  sans  vcrl. — 
Fevuaac  Did.  Class:  d' hisl;  nal:  fasc.- V:  fig:  ij. — 
Poll  Icslac:  torn:  III.  pag:  k'-  tab:  XL,  fig:  1,  2, 
3, — 0.   G.   Costa  pag:   61. — Philippi  \>n^.   24.0. 

Qucsta  eleganlissima  concbiglia  volgarmeolc  da 
Hoi  conosciiila  salto  il  noine  di  Farcuzza^  perche 
inodcUo  naliirale  dclle  uavi,  ben  a  ragione  fii  da 
taluiii  Nautilio  papiraceo  appcllala,  dapoicbe  il  ni- 
vco  candidissiino  colore  che  la  rivesle,  e  la  solli- 
gliczza  del  sue  tcslo  raollo  la  rassomigliano  alia 
carta  papirum  comunementc  dai  latini  addiinanda- 
ta.  Coiiliuiscono  alia  vagliezza  di  tpiesla  nostra  spe- 
cie le  spesse  pieglie  e  solcbi  ondali  ,  die  solcala 
da  laluni  la  faceano  appoUarc. 

Abila  e  rinvienesi  l're{[iientissima  in  Messina  , 
di  rado  in  Palermo,  sulle  spiaggie  di  Trezza  e  del 
golfo  nostro  ovc  1'  irrcijuielo  inare  or  sola,  ora  Li- 


202 

sieme  al  vivo  mollusco  la  spinge:  la  si  Irbva  ar- 
vikippala  nelle  reli  dei  Pescalori  ,  o  viene  su  per 
gli  scogli  appiinlo  ncl  modo  dall'  inglese  Burrow 
accennalo.  11  suo  diaraetro  piii  grande  giugne  fra 
noi  a  15  pollici  ed  8  linee,  il  diainelro  niinore  a 
3    pollici  e  7    linee.  Collez.  (A,  G). 

Le  due  varieta  (a),  (b)  indicate  dall'  autore 
de  teslacei  delle  due  Sicilie  pescansi  quasi  negli 
stessi  sili  ed  alia  medesinia  profondila,  essendo  ra- 
rissimo  il  caso  di  poter  sorprendere  quesio  sagacis- 
simo  raarinaio  afiord'acqua.  Esse  differeaziano  fra  di 
lore  per  essere  la  prima  piii  ventricosa  ed  a  carina 
larghissima  di  colore  gialliccio  sorciigliante  in  cid 
alia  A.  nitida  di  Lam.  (che  si  crede  da  taluni 
varieta  dell'  A.  argo)  ;  e  la  seconda  pariraente 
ventricosa  ha  dippiuduepiccolepunte  pronunziatissime 
alfaccatte  all'  apice  delle  lunule  e  molto  divergen- 
ti.  Esse  non  banno  mai  la  grandezza  del  loro  tipo, 
ma  per  lo  piu  il  diamelro  maggiore  di  3  pollici, 
il  minore  di  un  pollice  e  g  linee.  La  moltitudiue 
dei  piccoli  individui  di  queste  due  varieta  ci  ba 
fatto  dubitare  se  mai  siano  differenze  di  eta  nella 
stessa  specie,  piultosiocbe  varieta  distinte,  ma  gli 
esempli  in  conlrario  ce  nc  ban  distolto.  Collez  (A  G) 

AvVERTIME.NTO 

Le  ulteriori  noslre  ricercbe  e  le  osservazioni 
da  noi  cominciate  sulla  sabbia  dell'  isola  magnisi 
appo  Agosla,sabbiar:ccadimicroscopicbe  concbiglie, 
non  che  i  nuovi  acquisti  clie  sempre  piu  le  no- 
stre  collezionivandoviziando  ei  appresteranno  in  pro- 
gress© la  materia  di  un  appendice  al  presente  lavoro 
ed  ivi  speriamo  registrare  qualche  Nodosaria,  Spi- 
rolina,   DiscorbisLam;  e  qualcbe  Operculina  d' Orb. 


^o6 

gcjicri  che  lian  somministrato  cpiaicbc  specie  al  Cu- 
talofjo  sistemalico  e  rcujionalode  leslacei  dclle  due 
Sicilie  dell' cgrogio  Prol' O.G.Costa:  ogli  no  lia  riu- 
Tcniifo  i  fossili  iti  sili  da' iiostri  non  dissimili.  Ab- 
biamo  crcduto  dovere  iusorire  qui  ui)  fale  avvcrli- 
mcnlo,  perclio  giusla  la  ciassificazione  da  noi  se- 
guila  queslo  sarebbe  ii  poslo  a  sjffatte  concbiglie 
spetlaale. 

CLASSE  II. 

PTEROPODI  {Pteropodj  Cur.) 

GENERE  II. 

J  ALE  (  Hyaloea  Lamarck) 

Qiicsto  genere  non    impropriamcnfe    Hjaloea 
'dal  Cnvicr  appellalo  (i),  cbe  da  Forskacbl  si  rap- 
porlava  alle  anemic    linncaue  ,  e  cbe   s' iiilil(ila\a 
d'  Albigaard  alio  111.  sig.  Cavolini,  cbe  per  alloia 
ne  giudicava  un  Clio  Tanimale  ,    conisponde    era 
al  genere  Tricla  di  Ocken,  e  non  all'  Arconia  di 
Monlfoile,  come  si  voriebbe  dal  Rang  ;    cd   appo 
gli  ullcriori  avanzi  della    scienza  appiesfa  il  noj;  c- 
alia  prima  famiglia  degli  Pleropodi  di    Cuvier,  la 
quale  giiista  I'aulore    cbe    abbiam    lollo   a    giiida 
componcsi  dc'  sellc  gencri  segucnli:   Cimbidia.  Li- 
Tfiacina,  Jale^   Cleodora^   Cuven'a ,  Euribia  e  Pt>i- 
che.  Sinora  la  SiciUa  non  puo  accoulare  che  con- 


(i)  Dal   greco  laXsa  (  vilrum^  velro. 

/ilii  Ace  ad.  V.  xr. 


Jic4 

chiglie  appartenenti  a  due  soli  di  questi "  geaeii, 
Jale  e  Cleodora;  il  primo  dividesi  ia  due  gruppi 
ovvero  ?e  Ia!e  conoscinte  possono  essere  globulose 
oi,  elongate;  le  nostre  due  prime  specie  al  primo 
grappo  si  riferiscono,  e  la  terza  al  gruppo  secoii- 

SPECIE  I. 

JALE  TRIDENT JT J  (H.    Tridentjta  Lk.) 

H,  testa  injlata,  flavescente  ,  valva  minore 
gibbosissima  antics  recurva  ,  mucronibus  tribus  , 
lateralibus  fere  angulum  rectum  formantibus  , 
medio  longiore  cuspidato.  — Philip. 

Anomiatrideniata  Linn,  system,  nat.  p.     334.8. 

—  Clio  volitans  Cavolini  Moll.  ined.  crat.  Neap. 

—  Celata  Gioeni  Desc.  tav.  I.  fig.  xiv,  xv,xvi  — 
Hyaloea  tridentata  Bosc.  hist.  nat.  des  coqu. 
torn.  H.  tab.  IX,  fig.  iv. — Diet,  class,  d'hist.  naf. 
tom.  XV. ari. Hyaloea  tab.  35.  f.  i3. — -Peron  kan. 
du  Mus.  de  Paris  torn.  i5.  tab.  ui.  f.  i3  —  Cu- 
■oier  Mem.  sur  1'  hyale  tab.  i.  fig.  1-9.  — H. Cornea 
Denys  Montfort  Hist.  nat.  t.  iii.  tab.  lii,  fig.  2. 
— Hanomia  Hyaloea  Ferussac  Diet,  d'  hist.  nat. 
torn.  I. — Caulina  natans  Polilom.  iii.  pag.  39.  tab. 
xuv,f.  i2-i5.— ft G.  Co*/o  pag.  5;.  — Blainville 
Malac.  pag.  48o,  pi.  46,  f.  2.  — Philifipipag.  loi. 

Questa  elegante  noa  cbe  s^eciosa  conchiglia 
emula  la  lucidezza  la  trasparenza  e  la  fragilila  del 
vetro;  un  colore  giallo  verdiccio  e  qualcbevolta  al 
succineo  carico  inchinevole  la  rende  piii  bella; 
spesso  la  si  osserva  spuatata  uel  dente  intermedio 
sempre  piu  lungo  de'  due  laterali  ,  e  sono  rari  gli 


esemplari  esenti  da  questo  difetlo.  Le  strie  Irasver- 
sali  sono  piu  visibili  nella  valva  superiore  die  nel- 
la  inferiore,  <lovc  solamenle  le  osservava  il  Payrau- 
deau.  Quesle  stric  ia  ncssuna  figura  veggonsi  ben 
disegnatc. 

Non  moKo  frcqucnte  la  si  rinvicBC  sbalzala 
sul  noslro  lillorale  ,  dove  la  colse  il  cilato  nostro 
Gioeiii,  e  sulle  spiagge  di  Trezza;  1'  ill.  anatomi- 
sla  de'  nosiri  molluschi  sig.  Poll  ne  fece  pescare 
eziandio  nel  luare  di  Palermo  dove  ella  non  ispes- 
seggia,  e  comunissima  per  lo  conlrario  nel  F^ro  di 
Messina,  La  lungbezza  dei  nostri  esemplari  aScende 
a  7  lin.  e  la  largbezza  a  5   jj2.  CoUezione  (A,G) 

SPEOE  II 

JALE  UNCINkTA  ( //.   Uncinjta.  Hoywc.) 

H.  testa  oblonga  ,  hyalina^  mucronibus  la- 
ter alibus  validis^  divergenlibus^  medio  maximo  , 
sursum  Jlexo  reliquam  testam  aeqiiante .  Philippi. 

Rang.  pag.  ii4.. —  P/iiiippi  Enum.  moll.  Sici- 
liae  p.  10 1,  lab.  vi,  f.   i8. 

Trovando  esalta  la  descrizione  del  citato  na- 
turalisla  a  riguardo  di  quesla  Jale  ,  noi  ci  siamo 
servili  delle  stcsse  parole  di  lui ;.  se  non  che  osia- 
moaggiungcre  lalunc  peculiari  osservazioni  a  viem- 
meglio  rilovarc  le  paTticolarila  del  noslro  individuo. 
Le  coslole  della  valva  maggiore  sono  rilevantispi- 
me  e  non  mai  osolctc;  quesla  valva  presenta  delle 
stfie  trasversali  c  ricurve  nel  suo  margine  /erniina- 
le  ancora  ciirvo,  le  quali  ad  occhio  aimato  scuo- 
prcnsi  solamenle:  dippiu  ofllre  la  valva  minope  Iim- 


206 

gi  (li  nna  Ironcaliira  rettllinea  un  margine  legger- 
meale  curvo  ripiegalo  all'infuori  e  marcato  da  im 
profoado  solco  trasversale  verso  Y  apertura  angusla 
della  coachiglia,  cio  che  rende  in  cotal  modo  gib- 
bosa  la  predcUa  valva  da  faria  somigliare  in  parte 
alia  ralva  piccola  delJa  tridenlata  raolto  piu  gib- 
bosa  di  qiiella  ;  particolarita  che  non  accennano 
ne  la  descrizione,  ne  la  figura  per  altro  soraiglie- 
vole  4^31  sig.  Filippi.  Malgrado  ia  sua  fragilila  ven- 
ue collo  queslo  esemplare  a  miicroni  inlerissirai  e 
ben  coaservato  nella  spiaggia  del  Faro  di  Messina 
dove  noQ  e  era  cosi  freqiiente,  ed  ha  la  lunghez- 
za  di  liuee  2  i\i  la  larghezza  di  lin.  i.  i[2  ed  e 
alto  appeiia    i  lin.  Collezioue  (A). 

SFEME  III. 
JJLE  AGUZZA  {H.  Cuspwjta  Zff.)Tav.I.f.I. 

H.  testa  postice  mucronibus  lateralibus  cu- 
spi'datis,  intermedia  longioribus.  Lk. 

Jale  cuspidate  Bosc.  Diet.  nat.  deDiter.  vol. 
XV.  f.  35.  idem  stor.  nat.  delle  conehiglie  torn.  11. 
pag.  160,  tav.  9,  fig.  5,  6,  7, —  Lamk.  histoire 
des  anim,  toin.  vi,   i.  part.  pag.  286. 

Conchiglia  Irigona  e  quasi  piramidale,  vitrea, 
sottile  ,  raollo  fragile  e  trasparente  ,  che  alquanto 
rassomiglia  alia  citata  figura  del  Bosc  ,  ma  nou 
ne  e  iulerameute  simile;  dapoiche  i  due  lati  piani 
della  boschiana  offrono  tre  solchi  longitudinali  ,  e 
gli  angoli  hanno  le  due  spine  terrainali  e  le  due 
laterali  tulte  e  quattro  arcuate,  carattere  osservato 
pure  da  Lamarck  nell'  individuo  dell'  OceaQO  atlan- 


207 

lico;  laddovo  la  nosira  Jalc  inoslra  iiu  solo  soke 
0  piegalura  loiigiliuiinale  nei  due  lali  piaui  ed  lia 
Ire  spine  relic  inciio  la  lerminale  dell'  apice  un  po- 
co  aiT.uala.  Sarehbo  forse  di  quella  una  variola? 

Abila  nel  mare  olio  divide  la  Trinacria  nostra 
dalla   bella  penisola;   e  giugne  la  sua   allezza  a  3 
linee  ,  1  area  della  sua  base  triangolare   ne  conia 
3    ad  un  di  presso:  individuoassai  piu  piccolo  dello  ' 
Ocean  ico.  Collez.   (G). 

Qui  cade  in  acconcio  il  rapporlare  che 
noi  abbiamo  rinvenulo  un  individuo  fossile  di 
quosla  specie  forse  per  la  prima  vol  la  in  Si- 
cilia  nel  terziario  conchiglifero  dei  dinforui  di  Pa- 
lermo .  frammezzo  alle  due  valve  apparlenenli  ad 
lui  individuo  dolla  P  enus  rolundala.  E  sebbene 
non  inlero  lal  prezioso  esemplare ,  che  nol 
comporlava  la  sua  fragilila,  pure  e  tale  da 
jH'escntare  i  caratlori  si  generici  ,  che  specifici  ^  e 
da  polersene  calcolare  le  dimonsioni  che  abbiamo 
Irovalo  in  allezza  8  linee,  e  4  I'  area  della  base. 
Loche  ci  porta  a  credere  che  1'  individuo  accennato 
sia  quasi  uguale  all'  esemplare  oceanico  descrilto 
da  Bosc;  grandezza  provenienlej  dall'  eta  del  mol- 
lusco,  c  che  finora  non  presenlano  gli  esemplari 
vivenli  pescati  nei  mari  di  Siciiia.  Collez.  (A). 

GENERE  lU. 

CLEODORA  (Cleodorj  Peron  e  Les:J 

Dividonsi  le  Cloodore,  onde  conoscesl  or  mai 
r  animale  .  in  Ire  sotto-generi  ,  Cleodore  propria- 
niente  dclle,  Creseide  di  Rang,  e .  Triptera  di  Qvoy 


208 

e  Gaimard.  Ai  primi  due  solamenle  le  due  nostra 
specie  appartengono  cioe  alle  Cleodore ,  e  Creseis: 
la  prima  di  esse  e  piramidale  angolosa  delicatissi- 
ma  anteriormente,  a  grande  apertura,  scanalata  di 
d'  ogni  dove  e  noa  fessa.  La  C.  Lanceolata  rin- 
venula  fossile  nel  Piemonle  e  da  Filippi  ne'  dintor- 
ni  di  Palermo  ne  e  il  lipo  e  la  piii  grande  specie. 
La  seconda  e  conica  perfellamente. 

Sotto-Genere  CLEODORA 


CLEODORJ  PIRAMIDATA(€.  PtramidatjLk) 
Tav:   I.  fig:  2. 

C.  testa  triquetra^  pyramidata^brevi;  ore  oblique 
Iruncato  Lk. 

Clio pyramidata  Lin: — HyaloeapyramidataBosc 
stor:natur:  delle  Concliiglie  pag:  160. torn:  11.  lav:  9. 
fig.  I,  2,  3,  —  Lam:  anim:  sans:  vert:  pag.  290. 
—  Peron  Annal:  du  mus:  /5.  plan:  2,  n.r4  — 
Cleodore  piramidale  Blainv:  Diet,  des  sciences  nat: 
idem  diet,  class:  d'  hist:  nat: 

Vicinissima  alia  Jale  cuspidata  e  la  Cleodora 
piramidale  del  nostro  Jonio  corapresa  da  Bosc  nei 
confini  di  quel  genere  ,  ma  abbastanza  da  quella 
distinta  per  la  carenza  delle  spine.  OfFre  come  la 
Jale  ridetta  una  forma  triangolare  a  piramide,  un 
colore  bianco  lucido,  una  trasparenza  e  fragilita  vi- 
rea.  Differisce  auche  queslo  guscio  dall'  esemplare 
aruericano  figurato  da  Bosc  ,  percbe  piu  pic- 
colo, ed  l\a  gli   angoii  alia  base  un  poco   arcuali. 


209 

Trovasi  spesso  id  Messina  iosieme  alia  citafa 
Jale  ;  6  alta  5  linee  ,  larrga  3  e  l'  area  della 
sua  base  non  oltrepassa  le  3  lince  e  ij2:  ColIez.(A,G) 

II.    SOTTO-GEN.   CRESEIS. 

SPECIK  I. 

CRESEIDE  SPINOSJ(Cresejs  SpinipberaRjn) 

Notice  sur  quelques  mollusques   nouveaux    ec  ec 
Ann.  dcs  Sciec.  nat.  torn.  XIII,  pag.  3i3,Pl.  17. 

C.  testa-conica  incolova  vitrea^  laevis\  apice 
acutissimo ;  dorso  sulco  longitudinali  paruin  obli- 
quo^  ultra  testae  aperluram  cuspidatim  producto. 

La  spimphera  terza  specie  di  qiiesto  sotto-genere 
formato  di  reccnte  e  un  picciolissirno  e  grazioso 
mollusco  colle  due  alette  ia  forma  di  ali  di  uccelli 
colle  viscere  di  color  gialio  e  bruno  .  ben  dislinto 
dalle  allre  8  Creseis  finora  conosciute.  Un  carattere 
poi  della  sua  concbiglia  lo  avvicina  d'  assai  alle  Cleo- 
dorc  propriauiente  detle  ;  ha  questa  in  tutta  la  sua 
lungbezza  un  canale  eslerno  in  direzione  obliqua, 
clie  si  prolunga  oltre  1'  apertura  0  base  ,  e  vi 
forma  dalla  parte  dorsale  una  punfa  assai  lunga  a 
foggia  di  spina.  II  bordo  dcU'  apertura  e  fragilis- 
simo  ,  csso  al  dir  di  Rang  contribuisce  inolto  alia 
formazione  di  quella  punta,  chc  per  la  sua  solidi- 
la  dura  serapre  piu  del  bordo.  Si  e  per  noi  una 
inleressante  scoperla  1'  annunziare  per  la  prima  fia- 
ta,  che  abita  questa  specie  occanica  per  Rang 
nel  faro  di  Messina,  dove  insieme  alle  Jale  e  Cleo- 


210 

dove  si  rinviene  sulla  sabbia.  Deve  poi  veclersi  a 
fior  d'acqua  sul  Fiicus  natans  ivi  abondanle,  corrie 
e  suo  costume. 

LuDghezza  3  lin.  ijo  largbczza  o  diamelro  della 
base  I  linea.  Collez.  (G). 

CILASSE  III. 

CJSTEROPOni  (Gasteropoda)  Cuv. 

GENERE  IV, 

CJRINJRIJ  (CjRiNAmA  Lk.) 

Questo  genere  apparticne  al  primo  ordine  di  que- 
sta  classe,  ovvero  ai  Kucleobranchi  di  Blainville  ed 
alia  prima  famiglia  di  quest"  ordine  ossia  ai  Firoli 
di  Rang.  Esso  si  compone  da  qualtro  sole  specie 
finora  conosciute  cioe  la  Carinaria  vilrea  la  fra- 
gilis  la  medilerranea  e  la  depressa.  Linneo  re- 
gistrava  h;  cariuarie  fra  le  sue  patelle  ,  e  Gmeliu 
Ira  le  argonaule,  generi  allora  non  bene  determi- 
nati.  Le  nostre  collczzioni  e  la  Sicilia  finora  non 
possono  gloriare  che  una  di  quelle  specie. 


/.  CARINARIA  MEDITERRANEA  ( C.Med i- 
terranea)  Per  ,  e  Lesievr.) 

C.  testa  scutellato-conica,  compressa,  temis- 
sma^  tranversim  undulato-sutcata,  dorso  compres- 
sor anoulalo,  lamella  elevata  carinato;  apice  mi- 


21  I 


nimo^  iniorto,  supra  marginem  posticum  inclinato 
Philip. 

Carinaria  Lamarchii  Ann.du  inus.  torn.  XV. 
pi.  2,  f.  1 5.  buona — C.  AJedilei laiiea  Blainville 
Manuel  pag.  4.93.  pi.  4-7,  fig-  3.  buona — Philip- 
pi  pag.  242. — Blain.  Diet,  tics  Scieiic.  rialur.  lorn. 
7.  1 8 17. — Argonaula  vilretis  Poli  Teslac.  torn.  3. 
p.  26,  lab. 44,  f-  I,  2, — C.  FilreaK).  G.  Costa. 
Catal.  pag.  62. — idem  nola  negli  Ann.  des.  scienc. 
nat.  vol.  XVI,  1829,  pi.  i. — Enciclop.  melh.  tab. 
4.64,  f-  7.  cilala  dal  Die.  clas.  d'  hist.  nat.  arti- 
cle C.   Fragilis. 

Qiiesla  specie  preziosa  avea  talmenle  illuso  la 
roente  di  laluni  nosln  insigni  naluralisti,  quali  so- 
no  il  Poli,  Stefano  delle  Cbiaje,  il  Professor  Costa. 
cLe  diremmo  quasi  era  nala  la  dolce  lusinga  del 
conQpiacimenlo  in  seno  al  veechio  Mediterraoeo; 
conciossiaehe  si  vedea  per  essi  possessore  e  padre 
d' unfeslaceorarissinao,  cheavea  oltenuto  altre  fiate 
3ooo  libre  di  prczzo,  di  cui  due  soli  esemplari  iie 
possedeano  le  riccbe  collezioni  di  Parigi,  e  cbe  for- 
mava  la  gloria  del  Capo;  tale  si  e  il  pregio  delta  C. 

kvitrea  Lk.,con  cui  quelli  per  errore  confondevano 
la  nostra,  abbastanza  daila  forma  dell  apice  distin- 
ta.  I  suoi  famosi  scopritori  la  intilolarono  dappii- 
ma  al  Linnco  della  Francia,  e  Blainville  1'  ha  to- 
luto  poscia  dal  sito  del  rinvenimenlo  e  dalla  sua 
abitazione  nomenclare.  Dietro  le  accurate  osserva. 
zioni  di  Quoy  e  Guittard  ,  la  descrizione  del  Ca- 
volini  di  Magri  di  Poli  del  Sig.  delle  Cbiaje  e  !a 
nota  del  Sig.  Costa  inserila  negb  Annali  delle  scien. 
Atti  Ace.  V.  XF.  26 


2  12 

ze  naturali  di  Parigi  si  conosce  appieno  il  raoUu- 
SCO  della  C.  inediterraaea,  e  noa  si  dubitadeisuo 
costume  natatorio  aaalogo  ai  gasteropodi ,  e  coUa 
aletta,  e  la  concbiglia  ia  alto  Noa  si  comprende 
perche  mai  il  Poli  ahbia  citala  la  figura  B.  della 
XII.  tavola  del  Gualliori,  la  quale  noa  rapprcEsnta 
che  r  Argonauta  tuberculosa  Lk.  Questi  noa  co- 
nobbe  ne  anche  la  uostra  specie,  poiche  ne  scam- 
bia  la  figura  degli  anaali  del  Museo  da  noi  cilata 
per  la  Fragilis,  specie  africana  conosciuta  raerce  la 
opera  di  M.  Bory  de  St-Viaceot. 

Abita  questa  cariuaria  non  comune  nel  mare 
di  Messina  Trezza  e  Catania  (i)  raramenle  sa  ne 
prende  intera  la  conchiglia  sottilissima  trasparente 
adorna  di  solchi  ondati  transversali ,  e  dolata  di 
un  apice  ricurvo  in  dietro.  Passano  piii  anni  senza 
riavenirsene  ua  solo  iadividuo  ,  e  qaaado  glunge 
il  momento,  il  tempo  piii  propizio  a  pescarla  e  la 
prima  vera.  (2) 

Da  noi  noa  arriva  che  ad  otto  linee  di  al- 
iezza,  e  1'  apertura  laaceoiata  della  base  ha  i  pol- 
lice  e  3  linee  di  luaghezza,  e  7  liaee  di  larghez- 
za.Collez.  (A,  G). 


(i)  Pria  che  fosse  reso  di  pubblica  ragione  il  prcsente  lavorp,  Del 
primo  giorno  di  Aprils  iSSg  furono  presi  nel  iioslro  golfo  piii 
inleri  individui  di  qiiesto  raro  mullusco  ,  esso  fu  comprato 
vivo  e  disegnato  dal  diligenzioso  naturalisla  Sarlorius  diWalter- 
saHsen  ,  che  diinora  presentemente  In  Gataoia  per  eseguire  la 
lanto  desiderata  Iriangolazione  dell'  Etna. 

(2)  Costa  ha  osservalo  del  periodo  nella  pejca  di  qaeslo  moUasco 
in  Napoli,  e  nel  golfo  di  Taranto  V.  Corrispondenza  zoo- 
lop'ca  iSSg. 


2t3 

ANCILO  (Jncylus  Geofroy) 

Finclie  nuove  intcrcssanli  scopcrle  non  esten- 
<lcranno  l'  orizzonle  della  Zoologia  ,  qiieslo  genere 
singolare  di  molluschi  sara  riniandalo  da  una  ia 
im'  allra  famiglia,  come  lo  e  slalo  siiio  al  presen- 
le.  ]\oi  ci  conlenliamo  di  allocarlo  in  quella  dei 
scniifillidiani  di  Lk,  dove  la  disposizione  de'  suoi 
brauclii  scmbia  chiamarlo,siccome  uel  suo  niauua- 
le  osserva  il  Sander-Rang.  Corrisponde  cosi  alia 
seconda  famiglia  dcgl'  Int'erobranchi  di  Cuvier,  os- 
sia  al  terzo  oidine  nella  numeiosa  classe  dei  Ga- 
steropodi.  D'  allronde  non  puo  csso  venir  classifi- 
calo  cogli  allri  gcaeri  di  molluschi ,  die  seco  lu, 
vivono  nelle  accjue  doici  per  essere  branchit'ero  i 
laddove  quelli  sono  al  conlrario  polmonati.  Difle- 
risce  intaato  da'  Plciirobranchi  per  avere  i'  ano  e 
i  suoi  branchi  a  sinistra  ,  anzi  e  dell'  intulfo  sini- 
slro,  siccorae  molli  molluschi  di  acqua  dolce.  Lin- 
neo  Gmelin  Bruguiere  Poiret  Monlagu  Doneran 
Dillwen  Bosc  registrarono  questo  genere  fra  le  pa- 
telle;  Montfort  lo  chiamd  Helicon^  Oken  Bidimo^ 
ma  Geoffroy  non  esilo  ragionevolmente  a  formarno 
im  genere  particolare  solto  il  nomc  di  Ancyius 
{ay.:rSKci)  uncino,  posciariconosciulo  da  MuUer  Dra- 
parnaiul  lamarcy  Millet  Brard  Blainville  Rang 
Ferrusrac  Charpenter  des  Moulins  Graleloup  Studer 
Pe?TarPt  do  Ro'ssj  Pfeiffer    J^^icbaud  Buillet, 


si4 

SPECIE   I. 

/.  ANCILO  FLVFIATILE  (Aitcrms  Fiaru- 

TJLIS   DrAp). 

var.  (b) 
A.    testa  conoidea\  mucrone  verlicis  excen- 
tvico;   apertura  ovata.  Drap. 

Patella  Fluviatilis     Gmelin  pi  67  i 

1.  n.  98  —  Lister  an.  t.  f.  32.  —  idem  Sjn. 
t.  i4i,  f-  39  —  Guall.  testae,  t.  4-  fig. 
AA  ,  BB, — La  patelle  qui  a  un  capuchon  Argen. 
Conch.  I.  t.  27,  f.  I. — Patella  cornea  Poiret^- 
Ancylus  Fluviatilis  MullerYevm  p.  201.  n.  386. 
— idem  Drap.  pag.  48.  pi-  2.  f.  23,  24, — Idem 
Michaud  pag.   90 — Lk.  hist,  des  aaim.  vol.   VI. 

2.  part.  pag.  27. — Brard.  pag.  200,  PI.  VIL,  f. 
3. — Buillet  pag.  73. 

CoachigUabianca  lucida  omata  di  sottilissime  strie 
coacentriclie  e  di  accresciraeato,bea  disegaata  nelle 
tavole  di  Draparnaud  ,  che  serveodo  di  norma  ai 
rami  di  Brard,  coDCorsero  a  rappreseatarci  bene 
questa  specie  nella  settima  lavola  di  queito  conchio- 
logista.  Qui  noa  possiamo  lacere  di  aver  Irovate  sen- 
satissime  le  mende  apposle  dal^Muller  alie  listeriane 
e  gualteriane  figure;  conciossiache  troppo  grosso  e 
quasi  dalla  conchiglia  disgiunto  ne  e  1'  apice  nella 
patella  fluviatilis  ecc.  di  Lister,  laddove  che  piii 
iungo  8  piu  acuto  in  quella  si  vede  del  Gualtieri: 
come  son  visibili  allresi  ad  occhio  armato  le  slrie- 
longitudinali  che  adornano  questa  conchiglia,  e  cbe 
furon  trascurate  dai  moderni  disegnalori  di  essa. 

Rinvienesi  questa  specie  nei  dintorni  di  Catania 
attaccata  alle  pietre  che  slaaao  nelle  conserve  di 


2l5 

acqua  o  negli  antichi  aquidolli  ovvcro,alla  superfi- 
cie  interna  de'  luogbi  suddetli  nello  stato  divita,ela 
sola  conchiglia  senza  il  moUusco  confusa  fra  la  mel- 
ma  degli  ac(iuidolli  e  gl'  innumcrevoli  individui  del 
Pisidio  Auslrale  Fliil.  Noi  abbiaino  trovalo  mollissimi 
c  belli  esemplari  della  dcttta  specie  peculiarmeote 
neir  orto  di  S.  Salvalore  a  maestro  da  Catania,  sem- 
pre  pero  negli  aquidotti  aniicbi  e  scoverti  ,  ed  in- 
biememente  alia  varieta  (b) ,  piu  piccola  piu  soltile 
6  piu  pallida  della  prima  ,  e  chc  forse  sara  efiello 
cagionalo  dalla  ela.  La  sua  piu  grande  altezza  e 
2  linee ,  il  niaggior  diametro  della  sua  apertura  ne 
^:onfa  3,  e  2  112  il  minore  (i),  Collez.  (A,  G). 

GENERE  VI. 

OMBRELLA  (  Umbrella  Lk.  ) 

II  genere  Ombrella  sin  era  piu  ragionevol- 
raente  cbe  1'  Ancilo  di  GeofTroy  nella  famiglia  dei 
Semifillidiani  di  Lamarck,  era  per  Graelin  una  pa- 
tella, e  lo  sarebbe  stato  certamente  per  Linneo  , 
ove  questi  qualche  specie  ne  avesse  conosciuto  ; 
Megerle  supponendolo  bivalve  lo  ripone  fra  gli 
Arcadi  genere  invenlato  dal  botanista  Commerson 
e  riunito  da  Bruguiere  agli  radialiti,  Blainville  ne 
faceva  il  suo  nuovo  genere  Gastroplax  dopo  di  ave- 
re  osservalo   ed  aualizzato  queslo    curioso  mollusc 


(i)  QX  \T\A!mAa\  AaW Anci/lus  TineiVii.  comanicatici  dal  sig. 
Bar.  Bivona  d.i  Palermo  uel  mario  del  i84o,  non  presentaao  ca- 
ratteri  divorsi  dalla  specie  or  ora  descritta:  ne  saraano  forse  una 
varieta  al  di  dentro  piii  profoDda. 


210 

CO  (i).  Pure  rill,  autore  del  primo  manualc  ma- 
lacologico  ando  fallito  ?e'  suo  divisaruento  ,  dap- 
poiche  ne  descriveva  i  caralteri  sopra  un  indivi- 
duo  del  musco  brittaanico,  cui  artificiosamenle  era 
slata  accomodata  la  concbiglia  ,  e  quindi  con  ua 
esempio  conlraiio  all'  ordine  della  nalura  la  cre- 
deva  fissala  soUo  il  lalo  destro  del  piede ;  ne  de- 
pose e  vero  il  sig:  Raynaud  al  niuseo  di  storia 
nalurale  di  Parigi  un  individuo,  ma  sfornilo  dis- 
grazialanienle  di  concbiglia;  finalmcnleil  sig.  Mat- 
tbieu  ebbe  il  bene  di  osservarne  all  isola  di  Pi:an- 
cia  lino  vivcnle,  e  ci  assicura  di  essere  la  concbi- 
glia realmente  dorsale.  Blaiaville  ba  poscia  corretto 
il  suo  errore,  e  Sander-Rang  non  omette  di  significar- 
lo.  Noi  abbiam  verificala  una  lale  osservazione 
sopra  un  individuo  interissimo  e  adulto  avuto  in 
possesso  dalia  diligentissima  madama  Power. 

SPECIE    I- 

OMBRELLJ  DEL  MEDITERRJNEO    (  Um- 
brella Mediterrjnea  Lk.) 

U.  testa  ovata^  complanata^  entice  medio  de- 
pressa;  Animali  lul'io-J'ulvo^  laleribus  grosse  ver- 
rucosa Phil. 

Peyrodeau  pag.  92,  plan.  4j   f-    ^i   65  — 
BlcimilleYiicX.  Aqs  sciecc.  cat.   toia.     18,  f.    i  , 


( i)  Dal  grec  rXa^,  ai^oq,  (planities)  qnasi  dicesse  piede  o  st<>mac<> 
piatto,  giacche  formava  secondo  lui  il  piede  del  mollnsco  at- 
toroo  di  se  coUa  concbiglia  aaa  specie  di   piano  iaclia^to. 


217 

A,  1),  C, — LkA.   6,  pari,  i,  |)<ag:     34-3 Des- 

haijes  \)\d. .  clas.  t.  12,  arlicl.  Ombrelle  de  la 
medilcrranee  Philippi  pag.  ii3,  tab.  vii.  f .  i  i . 
Sulla  considerazioneclie  M.  Deshayes  rcpula  la 
umhrella  medUerranea  una  \arieta  della  indica 
di  Lk.  figurala  cou  molla  csalU'zza  da  Blainvilie 
ed  appctUala  da  lui  Gaslroplax  tuberculosus  /'noi 
abbiamo  volulo  cilare  con  dubbi(>zza  la  di  costui 
iigura,  lAia  la  nostra  e  ordinariamentc  piu  piccola 
j)iii  j)iatla  e  piu  delicata  die  la  indica.,  e  la  inac- 
chia  brun'a  della  faccia  infcnore  nella  sua  pe- 
riferia  non  lia  slric  raggianli,  siccomc  osserva  lo 
stesso  Dcsbayes.  La  fi  gura  e  1"  eseinplare  di  Peyro- 
deau  c  perfe  llamcnte  alia  nostra  ombrella  rasso- 
niiglianle,  talcbo  Ic  particolarila  di  quella  posso- 
110  a  qucsta  irifcrirsi,  mono  il  colore  oranrje  del 
sue  apice  da  noi  piu  chiaro  :  essa  e  ugualmente 
rara,  depressa  bianchiccia,  di  forma  ovale,  al  diso- 
pra  ha  slrie  couccnlricbc  poco  apparenli  in  laluni 
esenipla.-i,  inai;cbiala  al  di  dcnlro  cleganlcuiente 
di  un  fuivo  verdaslro  e  di  un  giallo  rosso  Del 
mezzo;  un'cpidcrmide  leguosa  ricopre  il  lembo  dei 
freschi  iiidividui  ,  ed  un  brano  semiciroolare  del 
inuscolo  di  adorcnza  ancora  altaccato  alia  interna 
faccia  di  un  uoslro  individuo  vale  semprepiu  a 
provarci  la  dorsalila  della  concbiglia:  Filippi  ne  da 
una  csalta  figura  doll' an i  male  clie  non  lascia  alcua 
dubbio  aH'oggelto.  Pescasi  in  Messina  ed  in  Palermo 
dove  non  e  comune;  una  sola  volla  e  stata  da  aoi 
rinvenuta  nel  nostro  golfo  nel  mare  di  Aci-lrezza  , 
e  giugne  il  suo  maggior  diametro  a  2  pollici  'e  2 
lin.  il  minore  ad  i  pollice  e  8  linee.  Collez.  (A,  G) 


o 
FISIOLOGIA  DEI  MOSTRI 

DEL     DOTTORE 
GIUSEPPE  ANTO.MO  GALVAGNI 

SOCIO    ATTIVO   SECRETARIO   ALLA    SEZIONE   DELLE    SCIEPiZE    FISICHK 

ME3I011IA  SECONDA 
TEllATOBIA  UEGLI  ACEFALl 

0 

DKl  MOSTRI  UNITAItll 

UTTA     NKLLA    TORNATA    DEL    3 1       GENNAIIO     l839 


A  Hi  Accad.  V.   xy. 


Slabililc  Ic  basi  dcUa  Tcralobia,  le  idee  madri 
fissando  e  i  fondainentali  principi  di  quesla  sciea- 
za,  slalucndo  gli  organisrai  dei  raosfri  esser  suscet- 
tivi  di  cscrcizio  fiinzionale  coslante,  la  necessita 
dcir  orgaiio  del  niodificatore  provando  ,  e  della 
loro  azione  e  rcazione  rcciproca  a  verificarsi  il 
meccanismo  funzionalc  ;  delerminando  Ic  funzioni 
esser  quelle  clie  negli  esseri  auomali  differiscono 
tanto  ,  perebe  legate  a  forme  organ icbe  variatissi- 
me  ,  mcntrc  i  fenoraeni  fondamentali  dei  loro  or- 
ganismi  ,  i  fcnomcDi  fisici  cbimici  dinamici  ,  e  il 
caratlcre  della  vita  di  essi  non  diversificano  da 
quelli  dei  regolari  individui  ,  slabilite  io  diceva  le 
basi  della  Teratobia  ramo  novcllo  della  fisiologia 
zoologica  (i)  c  convcnevole  adesso  venire  trattando  le 


(i)  Teratobia  o  fisiologia  dei  mostri  memoria  prima  Teratobia  ge- 
nerate All.  accad.  vol.    12. 


222 

funzioni  presso  i  raostri  diversi,  e  in  quelli  che  vi- 
ta inlrauterina  e  in  quei  che  vila  aerea  vivono. 

Pero  mano  mano  passando  dalle  semplici  alle 
complicate  organizzazioni  e  mio  proposto  delineare 
in  questa  memoria  la  storia  delle  fimzioni  dei  mo- 
stri  unitari  ossia  dcgli  Acefali;  essendocbe  rivenuti 
dair  errore  di  considerar  1'  acefalia  risultamenlo  del- 
la  distruzione  del  sistema  nervoso  per  cagion  pa- 
togenica,  come  Lemery  Lecat  Sandiforl  Swaramer- 
dam  Chaussier  Beclard  fermamonte  credevano  ,  o 
il  prodotto  di  organisrai  difettosi  primigeniamente, 
secoado  Winslow  Gall  Spiirzheim  ,  e  venendo  con- 
siderati  gli  Acefali  per  embrioni  normali  arrestati 
ad  epoclie  varie  delta  esistenza  felale,  la  fisiologia  di 
qiiesli  esseri  e  la  piii  semplice  nel  campo  delta  fi- 
siologia generate ,  sludiando  atti  funzionali  delta 
vita  vegetativa  sollanlo  legati  a  congegni  organici 
semplici  troppo. 

E  a  metlerc  ordine  a  siffatta  materia  mi  oc- 
cupero  in  prima  dell'organizzazione,  che  raostrano  e 
del  nnmero  delle  funzioni  die  si  passano  in  essa, 
faro  poscia  la  storia  d'ogoi  fimzione  particolarmen- 
le ;  e  avanli  tutto  sponendo  le  funzioni  spcttanti 
air  individuate  riproduzrone  diro  delle  poche  perte- 
nenli  alia  sfcra  aniraale;  e  pcrche  i  mostri  unita- 
ri vila  ulerina  vivono  sempre  e  all' escrcizio  di  mol- 
te  funzioni  non  concorrono  esterni  modificalori  se- 
guendo  un  canimino  ascendente  e  dal  semplice  al 
complicalo  passando  ,  prendcro  principio  da  quelle 
senza  apparecchio  distiato  che  si  passano  nel  se- 
no   del  lessuto  parenchimaloso  degli  organi  poiche 


223 

con  coslanza  coslanic  presso  gli   Acefali    csislono. 

E  ncl  dcttaglio  vcrro  dicendo  dell  organo  del 
modificalore  fallori  csscoziali  dclla  fiinzione  ,  del 
meccanismo  come  qiiesia  viene  ad  escrccrsi,  e  in 
gcncralc  e  ncgli  aocfali  vari ;  da  ultimo  Iraltero 
delle  conncssioni  fucziouali ,  e  le  funzioni  saranno 
mcsse  al  paraggio  per  quanlo  1'  occasione  il  con- 
senle,  col  niodo  escrcizio  cbc  moslrano  eel  regola- 
re  embrione.  nelle  varie  fasi  dclla  vita  aerea,  negli 
csseri  inferiori  della  serie  zoologica. 

Prendeiido  a  dire  della  loro  inorfologia  e  da 
convenir  priniamonle  cbc  uon  put)  determinarscne, 
massa  voluiuc  lungliczza,  cbe  il  termine  Acefalia 
piu  specie  raccbiude  e  diverse  e  1'  Acefalia  sem- 
plice  r  Accfalostomia  I'Acefalolona  rAccfalogaslria. 

Tiilla\ia  per  la  forma  generale  e  da  notarsi 
la  brevita  del  Ironco,  1'  inserzione  assai  alta  del 
cordonc  ombilicale ,  la  rotondila  del  conlorni  la 
gonfiezza  c  1'  infiltramcnlo  del  lessiiti  sollodcrmici. 

Alia  parlc  supcriorc  del  corpo  ttitli  prcsentano 
una  sorte  di  cicatrice  o  capczzolo  rossaslro  proiui- 
nente  circiiito  di  pcli  ,  ove  una  o  piu  aperture  si 
nolano,  considerate  a  ragione  da  Geoffroy-Saint-lIy- 
lairc  come  gli  organi  superiori  arrestali  ad  un  sla- 
lo  inferiore  di  sviluppo. 

Dei  mcmbri  ri!e\ansi  i  superiori  inancare  piu 
spesso  degli  inferior!,  e  sempre  non  csistendo  tora- 
ce;  i  piedi  sovcnti  sono  viziosaniente  diretti  il  loro 
bordo  peroniero  volgcsi  in  basso  la  punta  all'  in- 
dcntro,  e  Ic  dita  di  cssi  cbe  delle  mani  anomalie 
niarcate  prcsentano;  e  quasi  tulii  quest  esseri  sesso 
fcraminile  dimoslrano. 


II  tessuto  cellulate  oraogeneo  che  trovasi  spar- 
so  dapertutto  negli  esseri  vin^  nei  semplici  come 
nei  piu  coraplicali,  che  solo  costituisce  il  corpo  del 
proforganismi,  delle  specie  cellulose  vegelali  ani- 
mali,  e  del  feto  beasi  nei  period!  prirni  deU'erabrio- 
genia ,  c  die  forma  1'  elemeuto  primordiale  di 
base  d'  ogni  orgaoismo,  il  tessuto  celiulare  molto 
rilevasi  negl'  individui  acefali  e  piu  negli  acefalo- 
tori  negli  aceralogastri  di  quanto  negli  acefali  sem- 
plici, perche  marcano  un  piu  arreslato  svolgiraento, 
vicino  Iroppo  ai  tempuscoli  prirai  dell'  organogeae- 
sia  delle  parli. 

E  oltrecche  nelle  regioni  ordinarie  nei  siti  ri- 
trovasi  ove  raaucano  gli  orgaai,  e  a  quel  tessuti 
vicino  che  orditura  indetcrmiaata  e  forme  rudi- 
meatart  preseatano;  di  tal  guisa  si  vede  ir  rodinte- 
grando  i  muscoli  le  cartilagiui  gli  ossi  nou 
che  gli  orgaai  interni,  come  negli  acefali  da  noi 
evulgati  e  nell'  acefalotoro  raostravasene  bello  ar- 
gomenlo,  che  anzi  vi  si  notava  il  principio  delle 
successive  trasformazioni  che  soffre  per  rimutarsi 
nei  tessuti  diversi;  e  bene  miravasi  il  femore  coa- 
fondersi  nei  suoi  due  estremi  pure  coll'  areolare  tes- 
suto per  la  consistenza  quasi  in  alcuu  modo  osser- 
vandosi  quell'  organica  trasrautazione  (i). 

A  fissare  il  suo  carattere  lestulare  assai  molle 
si  vede  e  di  gran  quautita  di  fluido  sieroso  ba- 


(i)  Sopra  tre  feti  nmani  mostruosi.  At(.  ace,  vol.  7. 


gnalo,  digiiisache  scmbra  esserc  il  Icssulo  ccllulare 
aninialc  piu  scniplice,  clic  mollo  vicicasi  al  Icssuto 
ccllulare  \egolale,  accciDpagDalo  di  vasi  scrosi,  e 
alia  ccllulare  propria  dci  funghi  la  piu  inscnsibile 
nci  gradi  succcssivi  d'  asccnsione  organica  dei  tes- 
suli. 

E  ponderando  Ic  condizioni  clie  qucslo  sisle- 
ma  prescnla  nei  mostri  di  che  si  favella ,  le  varie 
forme  arrcslalc  dclle  sue  evoluzioni,  le  Irasforraa- 
zioni  die  \iene  assumendo,  la  gran  quanlita  ac- 
canlo  le  parti  che  ancor  non  esislono,  e  clic  in  al- 
cun  mode  rcdiulcgra,  coglicsi  piu  sicura  confcrma 
a  considerarlo  come  il  tessuto  primilivo  degli  es- 
seri  vivi  che  dagli  clemenli  organizzabili  dcUo  sta- 
lo  litjuido  nasce  passati  alia  formazione  lamiuare, 
c  come  r  clcmcnlo  gcneralore  dcU'  organismo  che 
varie  I'orrac  pigliando  e  sociandosi  ad  allri  elemen- 
ti  da  ima  base  ai  vari  congcgui  degli  animali  or- 
ganism!. 

11  sistcma  vasale  elemcnto  organizzatore  di  pri- 
me inlcresse  esiste  mai  sempre  ncgl'  individui  ace- 
fali,  c  a  luUc  le  fasi  si  trova  della  vita  cmbriona- 
ria,  ma  offre  varie  inimagini  d'arrcslalo  sviluppo; 
(juando  si  cosliluisce  della  vena  om.belicale  cbe  di- 
videsi  a  quei  pochi  tessuti  dell'  acefalo  ,  e  cbe  vi 
disscmina  il  sangue  ;  quando  della  vena  antedella 
c  dcllti  arlerie  del  lucdcsiroo  norae ;  era  alle  pre- 
dclle  pocbe  iRltre  arlerie  sociansi;  era  un  vaso  aor- 
tico  cd  una  vena  cava  si  aggiimge;  dove  un  cuo- 
re  in  forma  di  vaso  allungalo,  a  testura  mcnibra- 
DOsa  0  nuiscolarc  ad  una  o  piu  cavila  c  un  cir- 
colo  sauguiguo  cbe  Aicina  il  normale. 


226 

L'  apparecchio  polmonare  perche  segna  un  e- 
poca  posteriore  nella  evoluzione  embriogenica  raan- 
ca  sovente  ,  e  spe-so  una  cavita  toracica  rudinen- 
tare  presentan  gli  acefali  priva  di  polrnoni  presso- 
che  sempre  ,  esistendo  in  lor  vece  un  tessuto  ce- 
luUare  molle  icfUtrato  di  siero. 

Gli  organi  genitali  interni  piu  soventi  si  os- 
servano  di  quanto  gli  eslerni,  ma  spesso  raoUo  ira- 
perfetti  per  rendere  agevole  la  determinazione  dei 
sessi,  quantunque  dai  travagli  di  Meckel  Tiedemanii 
Ruisch  dopo  Morgagai  si  conosce  che  1'  acefalia 
spesso  al  sesso  femminile  si  unisce. 

L'  apparecchio  urinifero  non  raanca  giaramai, 
i  reiii  si  soiio  mai  sempre  osservati  comeche  in 
posture  diverse  ,  e  la  vescica  e  piu  costante  pure 
dei  reni  sebbene  tal  fiata  d'  uretra  priva. 

II  sistema  di  digesfioae  sempre  vi  esiste  ma 
di  vario  sviluppamanlo  ,  e  qiiando  la  sola  parte 
ombelicale  dell'  intestino  si  nota  ,  e  in  quel  nella 
evoluzione  meno  arrestati  1'  intestino  superiore  pur 
vi  si  osserva ;  ma  il  fegato  costantemente  raanca 
a  ua  dipresso  che  quello  da  taluni  osservato  si  e 
scambiato  col  rene. 

Volgendo  dagli  organi  dclla  sfera  vegelativa 
a  quelli  della  sfera  animale  ,  il  sistema  nervoso 
presso  gli  acefali,  e  di  evoluzione  diversa;  tessuto 
di  primigenia  forraazione  nella  orditura  degli  ace- 
fali costantemente  nel  geaeralismo  si  nota;  che  se 
negli  organizzati  da  meno  ,  nei  piu  arrestati  nelle 
evoluzioni  naturali  questo  sistema  qualche  volla 
puo  mancare  del  tutlo  come  Clarke  osservo  pochi 


827 

fill  dolle  diramazioni  periferiche  ncl  niaggior  nu- 
mcro  vodonsi  seuipre,  e  lalvulla  con  gjinyii  sparsi 
del  Irisplaucnico;  nei  meno  semplici  \iaviaiinsi- 
slenia  ^anglionarc  quasi  complelo  liknasi  cd  ua 
coMiiiiciameiilo  dell' assc  midollarc,  cho  oslciiden- 
dosi  iiogli  organizzali  dappiu  ,  ii)irasi  lola'e  a  ua 
dipresso  in  alqianii  e  con  vcsligi  lalvolla  di  lui- 
dwlla  alliingala  ;  e  I' cnccfalo  lalliala  ncgli  acefali 
scni|)lici  |)iiic  vi  esisle  ,  n)a  tollo  1'  inimagine  di 
sacco  moiiibranoso  di  fluido  organogcne  pieno,  che 
ci  j.'orge  la  priiiiiliva  Icinporaria  esislcriza  di  ve- 
Duta  slazioiiana  nelT  orgaiiizazione  del  folo. 

Diccndo  dcir  apparcccbio  Iccomolore  il  tes- 
sulo  osspo  segno  gli  sviliippi  del  sislcma  nervoso 
clie  i  \ari  gradi  d' iiiipeirezionc  di  cjucslo,  dan  nor- 
ma allc  evoliizioui  di  qiicllo  ;  gli  ossi  dclla  lesla 
inancaiio  secnpre,  quanUinque  dice  Genflioy  Saint- 
Hilaire  corileiicrvisi  liilli  a  slalo  nidimenlare  nel 
capczzolo  clie  lennina  gli  acefali  siipeiiormenle  ; 
Y  a.^se  racliidiano  per  liinghczza  ticnsi  in  rapporlo 
colla  parlo  del  Ironco  esislerile,  e  dove  Irovasi  man- 
caole  come  Clarke  nolo,  c  dove  variamenic  muli- 
lalo  come  Gounaigne  Sue  Busch  osservavano ;  e 
queslo  Irovasi  senqiro  ciirvalo  all'  innanzi  per  con- 
formazione  all'epoca  einbrionaria  propria;  le  vcrte- 
bre  qiialclie  volla  non  perrellamentc  formate  si 
moslrano,  yovenli  sulla  linca  niediana  divise,  e  il 
bacino  piu  raramcnic  si  Irova  mal  conforraato  e 
asiminellrico. 

II  tessnio  muscolare  o  sarcoso  manca  in  gran 
parlo,  e  qiiello  clie  esislc  poco  sviluppalo  si  nola  : 
Tedesi  ridotio  ad  alcuni  rauscoii  puUidi  moUi  la  cui 

Jit.  Acc.   V.  XF.  28 


quaalita  sta  in  dipendenza  dogli  sviluppi  diversi 
deir  asse  midollare,  c  do"e  mancano  i  muscoli  del- 
la  cfclliilare  si  Irova  infiUrata  di  siero. 

E  degli  ordegni  sensoriali  T  apparecchio  d.jl 
ts.ir)  sviluppato  cor  costanza  si  scopre  ;  die  l'  ap- 
pjirecchto  visivo  iiditivo  olfattivo  guslalivo  mancanj 
spesso  0  asitnmetlrici  esistono  e  rudisnenlari. 

Sommando  adunqiio  il  qui  detto  sull'  organor 
grafia  degli  acefali  coivenir  si  potrebbe ,  che  nel 
gef.eralisrao  im  sisfema  cellular3  e  vascoloso  pre- 
seataiio,  e  gani^li  del  graa  sirripalieo,  e  parte  del- 
r  asse  midollK-,-e  di  vario  sviluppatnonto ,  e  uq  ca- 
nale  iateslinale  esteso  variamaale  ;  il  fegato  nella 
acardia  minoa  costaatem^nte,  e  dtdrestensioae  del 
cordoae  rachidiano,  come  dello  sviluppo  del  sisteinji 
vascolare,  quello  dipende  dello  acefalo  ,  laatoche 
secondo  l'  apparimento  dei  nervi  dei  vasi  i  tessu- 
ti  sviliippaasi  degl'  iadividui  acefali. 

Pero  a  fissare  il  numero  delle  loro  funzioni  , 
frovandosi  di  raolti  orgaai  privi,  e  di  quelli  di  ma- 
giM-e  iateresse,  presentando  mai  sempre  poco  com- 
plicati  orgaaismi,  e  vita  iatrauterina  vivendo,  ie  lo- 
ro azioai  fisiologicbe  sono  pocbe  di  numero  e  sern- 
plici  di  ineccanismo. 

Mancaado  infatti  molti  degli  organi  della  sfe- 
ra  animate  nei  piu  casi  ,  e  difformati  esistendo  e 
noa  mai  completi  in  tutti,  raaQoaado  bensl  il  mo- 
dificatore  nalurale  di  loro  appartenenza,  le  funzioni 
sensoriali  intelletlive  locomotrici  non  esistono  affat- 
to,  non  vivendo  vita  aerea  non  saravvi  esercizio 
di  funzioni  generative,  ed  iacompleta  orditura  pre- 
sentando, e  alquanto  arrestata  soventi  1'  apparecchio 


29g 

circolanfe  rospiralore  spgrefore  digestorio  le  fun- 
zioni  da  cssi  indcssale  nun  s'  csogDcno  con  fini- 
l€zza ,  digi  isacbe  Ic  luDzicni  foiidfiirfniali  coslanti 
dfgl' indi\idiii  aci'fali  agli  aid  primilivi  riduconsi 
degli  organisnii  piu  semplici. 

Oiidoche  dovcndo  qui  tralleggiare  la  fisiolo- 
gia  dpgli  accfali,  e  per  tuffo  quanlo  qiielli  di  co- 
slsntc  piosonlano  ,  le  fiinzioni  prcdotlc  in  prima 
lormeranno  srgiio  al  niio  armgo ,  passando  poscia 
a  discorrere  s-opra  qiiolie  che  scblene  incomplete 
pure  si  osscnaiio  eel  niaggior  niimero  di  essi. 

Dclle  fiiuzioni  csislono  di  tanto  intercsse  allc 
semplici  come  alle  complicate  tessiture,  ai  proloor- 
gauismi  come  agli  oslcozoari,  die  escrcitandosi  sera- 
pre  scLLcnc  nei  meccanismi  diverse,  I'essenzial  co- 
titiili\  0  londano  deile  esistenze  vivcnti ;  le  correnti 
uraoristicLe  son  queste  la  funzione  delle  assirai- 
lazioni  e  qiiella  dell'  esalazione. 

II  gernie  difalli  ed  il  seme  che  attiliidine  a 
vivcre  hanno,  ma  die  pure  non  vivono  fecondan- 
dosi  dauno  mostre  d'  inizio  \itale  qiiando  tali  cor- 
renti ncl  loio  seno  coniinciano,  e  1' imbibizione  e 
r  assimilazione.  Una  massa  di  fibrina  cbe  anco  non 
viva  ad  organizarsi  comincia,  e  diviene  produzione 
mcrbosa  viNcnle  qiiando  le  correnti  nel  sue  se- 
no  si  avvcrano  c  le  assiroilazioni  e  1  esalazione: 
qualiinqiic  scmplice  parte  degli  esseri  piologcni 
degli  agami  dei  ciiptogami  dci  psicodiari  dei  zoo- 
fili,  come  qiialsivoglia  organo  complicalo  degl'  in- 
<lividui  deir alta  serie  animalc  ,  a  viverc  una  vita 
iiopo  e  cbe  tali  funzioni  gencrali  come  fondamen- 
lal  costilulivo  presenlano. 


Qualunque  volta  ridnciamo  alia  inente  le  for- 
me arrestate  che  il  sistema  vascoloso  presonla  pres- 
so  gli  acefali,  talvolta  not)  osscrvaiidosi  che  la  sola 
vena  ombelicale  ,  le  arterie  dello  slesso  nome  ,  o 
qualche  allro  vaso  a  qiicsle  riiuulo  o  ramificazione 
di  esse  come  maggiori  Ironclii  sangiiigiii  ,  e  se 
nella  cellulai-e  ravvisasi  la  Irama  ove  tiitle  le  parli 
sviluppansi  ,  qiiella  cha  liene  posto  dei  mancanti 
tessuli  ,  e  che  circuisce  qiielli  di  rudiinenlare  esi- 
stenza  ,  e  assertiva  uon  destitiita  di  prohabilismo 
che  le  correiili  umorisliche  neirinlimita  dei  tessuli 
meglio  avvenir  dovrebbero  par  circolazione  paren- 
chimatosa  piucche  per  circolo  capJIlare  ,  massirae 
in  quelii,  che  agli  sviluppi  priini  si  arrestano  della 
embriogenia  ,  e  propriamente  da  quel  tempo  non 
inolto  lontano  ,  in  che  il  piccolo  corpo  che  cosli- 
tuiscc  r  embrione  si  forma  d'  un  fiocco  di  miico  , 
di  gelalina  dilfluenle,  di  tessulo  cellulare  rudimen- 
tare,  ove  mano  mano  le  parli  ad  effigiar  si  cooain- 
ciano. 

E  cerfo  se  i  fitobisti  aperlamenle  assentirono 
circolare  gli  umori  nei  vegetabili  endogeni  senza 
dei  vasi  ,  traversando  nei  loro  cammini  i  locnla- 
menti  del  lessulo  sollanlo:  se  i  zoobiologisti  affer- 
marono  una  circolazione  intorstiziale  avverarsi  pei 
vaai  del  pironchima  generals  ,  o  in  canali  apa- 
reti  appena  distinte,  negli  animali  amorfi  nei  zoo- 
fiti  nelle  aclienie  nelle  mediise  e  in  molte  specie 
zoologiche  nelle  epoche  prime  fetal i;  se  molti  an- 
tropologisti  del  secolo  Broussais  Fodera  Vedemeyer 
convennero  intorno  ima  circolazione  intersliziale  nella 
iatimita  dei  tessuti  presso  gli  umani  organisitii  cod 


23l 

probabilismo  clie  molto  s'atliene  ai  fatli  dissentir  noa 
bisogna  sull'  esislcDza  di  circolo  simi^lianle  negli 
acefalogastri  clie  spesso  mosliaiuio  seinplice  lessilii- 
i'a  e  pochi  canali  vascolari,  i  loro  organism!  si  co- 
slituisnono  d'  un  Icssuto  quasi  oinogcMieo  ,  e  fonne 
d'  orditiira  presculano  piii  arreslale  di  quelle  dello 
embrione. 

I  progrcdimcnli  perd  dci  fluidi  e  i  loro  cam- 
mini  nei  seno  degli  organi  ,  debbono  esscr  quelli 
d' una  lenla  oscillazione,  varia,  incguale,  chc  noa 
esislendo  ccnlro  circolaiite  ne  tronclii  vascolosi  mag- 
giori  0  arlcrie  sovenli  di  qnalsivoglia  calibro  ,  ne 
avvanlaggiar  potcndosi  dogi'  impulsi  cardiaci  dclla 
niadre ,  |)erclie  mollo  iontaiii  ,  ie  polonze  dei  loro 
movimeiili  ridiiconsi  alio  conlrazioiii  fibriilari  assai 
dcboli  dei  lessuli,  per  enlro  i  qiiali  la  circolazione 
verificasi. 

E  negli  esseri  di  cbe  ragionasi  in  plena  anaTo- 
gia  cogli  individiii  dclla  prima  serie  animalc,  piuc- 
cbe  neir  uomo  di  ordilura  completa  .  applicar  si 
potrebbc  ,  ove  vogliasi  mcnar  buona  la  influenza 
deir  altrazione  capillare  sui  movimenti  dei  liqiiidi 
neU'interno  degli  organi  di  Vedemeyer,  o  meglio  la 
ipotesi  messa  in  campo  di  Carus  Treviranus  Doel- 
linger,  e  invitlamenle  sosteniila  da  Osterreicber  in 
cbe  s'  arguisce  tcnerc  il  fluido  organico  cssenzial- 
meule  in  se  slcsso  una  forza  di  movimenlo  sponfa- 
neo  ,  cbe  e  la  precipua  causa  dei  suoi  cammini  , 
piuccbe  r  azione  del  cuore  clie  riguardar  si  polreb- 
be  come  la  prima  delle  forze  acccssorie  di  circola- 
zione; essendoccbe  in  qnesla  specie  di  circolo  in- 
terstiziale  ,  che  veruna  molla  non  riceve  dalle  pa- 


232 

leti  capillari,  che  o  non  esisfODo,  o  esislono  appe- 
-.Ba,  con  meno  difficiJezza  ammetler  si  deve  tale  po- 
tenza  per  i  cammijQi  d'  un  fluido  che  riceve  solo 
spin  la  leggiere  dalla  parle  dei  tessuti  ove  corre,  e 
di   che   lorma  coslilulivo   elemento. 

Volgeodoci  dalla  circolazione  che  avviene  nel 
parenrhima  d'ogni  tessnlo,  a  quella  che  nelle  arlerie  e 
nelle  vene  venficasi  presso  gli  acefalogaslri,  essa  e 
mollo  incompletae  rislrella,  pochi  canali  vascolosi  esi- 
sleiidovi,  quasi  come  quelli  che  raellono  laii  organi- 
snii  ahlozzali  in  rapporlo  soiamenle  colia  niacchina 
delia  iiiadre;  appunio  avveniva  neli'acelalo  di  Gour- 
raigne,  in  che  non  rilevandosi  esistenza  di  cuore  di 
aoita  di  vena  cava  ,  il  circolo  del  sangue  effetlui- 
vasi  per  i  vasi  omhiiirali  esclusivamenle ;  la  vena 
di  tal  name  difallo  penetrala  nella  cavila  deli'ad- 
domine  ,  e  fornili  alciini  piccioli  vasi  in  due  ra- 
mi indi  suddivideasi,  che  alia  regione  dei  lorabi  in 
altri  due  parlizioni  novellamente  si  separavano,  di 
che  alcuno  alia  parle  superiore  dall'  organisiwo  si 
dirizzava,  e  nella  media  il  numero  maggiore,  c  nel 
bacino ;  e  qui  vasi  porgendo  alia  cavila  pehiana , 
ne  dava  di  poi  agli  arti  inferiori ;  le  arlerie  ora- 
helicali  come  la  vena  disscminavansi,  e  i  rami  gran- 
di  e  quelli  di  delicalo  calibro. 

JNe  allrimenti  avveniva  nel  quarto  mostro  ace- 
falo  di  Tiedemann,  un  arleria  e  la  vena  ojuhelica- 
le  solo  moslranle,  che  nell'  addome  e  nei  varl  or- 
gani  dislrihuivansi ;  e  nei  due  acefali  descrilti  di 
Meckel  che  privi  di  cuore  di  vasi  maggiori,  la  ve- 
na ombilical«  mostravano  raroificarsi  ai  reni,  al  cana- 
le,  intestinale  ai  membri  polviani.  Ecco  la  semplicc  e 


s33 

rislrella  circolazione  vasale  che  negli  acefalogasiri  si 
vede;  e  ad  alcuni  di  essi  ovegli  organi  circolanti 
alia  vena  ombilicale  riduconsi,e  ad  allre  Actie  sea- 
za  presonza  di  arterie,  come  vide  Poiijol,  o  alle  so^ 
le  arterie  senza  vestigio  di  vene, come  osservo  Win- 
slow,  pure  consenle  la  sola  coDdnzione  aflcrcnlc  dei 
iluidi  senza  il  riporlo  affercnlc,  cosi  avverandosi  ur.a 
specie  di  sparsione  degli  umori  nelle  parti  viven- 
ti  ,  piucche  una  circolazione  efietliva  ,  del  mode 
slesso  che  nei  picccioli  animali  nelle  meduse  nei 
rizostomi  ,  ove  dei  vasi  dallo  slomaco  partono 
<;oine  da  irradiante  vasale,  senza  che  altri  ne  ri- 
enlrasscro  a  delerrainaryi  la  riconduzione  umori- 
slica. 

La  Nutrizione  impertanto  quel  grande  alio  vi- 
lalc  mcrce  cui  i  tessuli  d'  ogni  viveule  una  parte 
di  solanza  assirailano  raedesimamente  che  un  altra 
ne  ccdono  che  formava  elemenlo  coslilutivo  di  loro, 
sempliQcata  dalla  lunga  serie  dcUe  operazioni  e  de- 
gli  alti  che  mano  raano  Irasforniano  i  materiali  ali- 
mentizi,  passar  facendoli  dall'  impero  delle  affinita 
thimiche  pure  a  qucllo  delle  affinita  chimiche  rao- 
dificate,  o  delle  azioni  molecolari  viventi,  la  funzio- 
iie  di  uulrizione  negl'  individui  accfali  dell'  assimi- 
lazioae  del  fluido  organogenc  ai  tessuli  si  costitu- 
sce  che  Tatlo  essenziale  ne  forma,  e  che  e  comune 
agli  essen  tulli. 

Svestiti  i  loro  organistni  di  qualunque  raeno 
niarchevole  complicanza,  e  ad  una  semplice  massa 
ridolli  di  tessuti  quasi  oraogenci  a  forme  deter- 
minate appena,  inetti  del  tutto  agli  csercizi  di  di- 
geslione  di   respirazione   di   circolazione  complela 


234 

e  moslranli  gU  elemenli  della  vita  ai  primordii  del- 
1'  c-sprcssioue  piu  seiuplice,  ci  olirono  il  movimenlo 
Bioieculare  de.la  nulrizione  chc  Iralliene  aggrandi- 
sce  e  riniiovella  i  lessuli  sotlo  la  effigie  dello  stafo 
rud.moilarc. 

Poiiaiido  inlaato  disamina  suHappareccbio  del- 
la  funz  one  di  clie  si  favella,  non  polrebbcsi  menar 
buono  qiiaiito  dissero  CiivierCbaussier  Beclard  Ade- 
lou  SLill'  esistenza  di  quello  come  altore  essenziale 
deJrassijnilazione;  poicbe  qucslo  graii  fcnomeno  vi- 
tale  esiste  fin  dai  primi  momenli  d'  ogni  genesi  or- 
ganica,  e  avanli  cbe  si  effigiassero  gli  organi,  di- 
gnisacbe  esercesi  lal  azione  molecolare  sonza  ap- 
pareccliio  dislinto  visibile,  essendo  la  trama  cellulo- 
sa  priniitiva  sedc  piuUosto  cbe  strumenlo  di  queslo 
arcano  lavorio  di  combinazione  organica. 

E  se  volgpsi  il  pensicre  ad  indagaie  le  caraf- 
lerislicbe  del  modificalore  nalurale  e  i  marchi  del- 
la  sua  coinplessione  fisidogica,  non  e  da  deuegarsi 
<;be  £6  il  sangne  del  feto  da  quelle  del  neonato 
per  pii^i  caralleri  si  difierenzia  come  coDobbero  Zini- 
mcrniann  Scbuiz  vieinmaggiormcule  ce  disia  il  san- 
gue  deir  acefalo  arreslato  nei  primordi  della  evo- 
Jnzione  dogli  organi.  TuUavia  dielro  i  travagli  di 
GeofTroy  Saint-Hilaire  cbe  porlano  ad  arnmeltere 
una  respirazione  culanea  net  felo  come  nel  acefa- 
lo e  una  sanguificazione  pei  fluidi  ,  e  da  credere 
cbe  il  sangue  dellc  necessarie  condizioni  godesse 
a  verificarsi  una  nulrizione  normale. 

Per  parlare  alcuu  cbe  del  mislerioso  mecca- 
nismo  della  nulrizione  e  da  aiettere  innanzi  cho 
lal  funzione  da  un  dei  suoi  atti  probabilmenle  ri- 


235 

risulla  I'assimilazione  dei  Tnafcriall  del  sangue  e  in 
nulla  forsc  o  in  mcnoma  parlc  dell'  alio  decorapo- 
nenlc  c   dclla  dcssassiniilazionc. 

E  di  vero  ne  saila  cliiara  la  dimostraliva  alia 
inentc  ovc  vogliasi  per  poco  riflcllere,  che  se  1'  al- 
to di  composizione  mcnoclic  rinnovare  i  lessuli  che 
pur  non  esislono  a  lal  fasc  primordialo,  ba  scopo 
di  fame  la  matcriaie  crcaziono,  e  poco  verisimile 
tener  crcdonza  sull' osislcrc  dell' alto  dessassiiuilante 
o  di  dcconiposizione,  qiialora  conviensi  clie  quesla 
riprcnde  i  lualcriali  gia  logori  dell'  organismo  tI- 
vcnle  ,  che  lungo  sp.izio  parte  integraole  e  cosli- 
lutiva  formarono  dell'  ordilura  dogli  organi. 

Che  se  in  nulla  dai  hiologisti  dissenlesi  nel 
rcputare  affatto  inallivo  il  molo  di  denulrizione 
in  lutlc  r  cpochc  quasi  dell'  esislcnza  cmbrionaria 
normale,  a  maggiore  ragione  e  da  convenirne  sulla 
nuliczza  delT  allivila  decomponeDle  dcgli  acefali,  e 
degli  accfalotori  ,  e  acefalogasiri  a  preferimcnlo  , 
che  nellc  evoluzioni  leslulari  arrcslali  colanlo,  non 
arrivano  mai  alle  forme  finite  del  rcgolare  em- 
brione. 

Ma  r allivila  assimilanle  nella  vita  inlraulerina 
messa  a  j)araggio  della  forza  composilrice  nell'  e- 
sistenza  alraosferica  e  di  gran  lunga  raaggiore  , 
6  r  acefalo  solto  tale  riguardo  ha  piu  atlivi- 
fa  nulrilizia  forse  dell'  embrione  normaie  che  nc 
mostra  mollissima ;  dappoiche  quel  grade  di  for- 
za forinalrice  ( nisus  J'oiinaliviis)  ad  ogni  germe 
raesso  iu  molo  imparlila,  e  necessaria  alio  sviluppo 
degli  organi  tutli,  rislrella  essendo  a  pochi  tessuli 
negl'  individui  acefali  sembra  divenire  piu  atliva  c 
AUi  Accad.  Vol.  xr  29 


236 

potente  la  nutrizione  prospera  oltre  misura,  le 
parti  ben  nutrite  sviluppate  si  vedono,  e  nelle 
forme  esteriori  presentano  chiari  marchi  di  fini- 
tezza. 

Tutti  gli  acefali  infatti  florida  vegetazione  pre- 
sentano, e  quelli  da  noi  illustrati  ne  fanno  ancora 
bella  conferuia,  e  raggrandimenlo  marcato  delle  for- 
me della  faccia  in  quello  rappresentato  dalla  figu- 
ra  seconda,  e  il  rigog'iioso  sviluppo  di  tutto  il  corpo 
neir  altro  della  figura  torza  ,  e  nel  primo  lo  srai- 
suralo  sviluppo  dei  rnembri  addominali  coincidente 
colla  mancanza  di  moUi  orgaui. 

Noa  dissente  d'  allronde  da  tutlo  il  qui  delto 
anzi  porgene  viemaggiore  conferma  1'  inetliludine 
funzionale  ove  giacciono  i  depuratori  dell'  organi- 
smo  in  queslo  primo  tempo,  e  gli  organi  urinari 
massimamente ,  che  pongono  moto  ai  loro  esercizi 
comecbe  per  il  sangue  arterioso,  per  quelle  stimo- 
lazioni  esclusivamente  che  adduconvi  i  raaleriali 
desassimilati,  e  a  dir  cosi  il  detrito  degli  organi 
che  vi  si  trova  in  mistione  e  cogli  elemenli  as- 
sirailabili  circola  insieme.  E  qui  mellendo  a  pa- 
raggio  la  nutrizione  dell'  acefalo  e  dell'  acefaloga- 
slro  coir  esercizio  di  questa  funziooe  raedesi- 
raa  nella  vecchiaia  ,  ultima  fase  della  vila  ae- 
rea,  vi  si  rileva  antagonismo  perfetto  essendoche 
la  prima  dell'  atto  assimilante  si  costituisce  quasi 
del  tutto,  raentre  la  seconda  dell'  atto  desassimilan- 
te  nella  parte  maggiore. 

E  da  ultimo  cade  in  taglio  di  far  rilevare 
che  stando  all' idea  di  una  circolazione  interstiziale 
in  che  la  massa  sanguigna  e  in  immediato  contal- 
to,  e  come  in  combinaziooe  colla  trama  organica 


a37 

delle  parli  ,  potretbe  incgllo  appagarci  lo  spirito 
qualsivoglia  congcUura  concepir  si  vorrebbe  sul 
meccanisinoinlimo  della  assirailazione,  suirullima  di- 
Damizazione  dcgli  eleincnti  nulrilivi  cbe  prelude 
il  suo  alto  finale,  e  su  quel  moto  inlestino  rao- 
Iccolarc ,  e  la  mutua  azione  di  affinita  vilale  fra 
gli  elcmcnti  dei  solidi,  e  gli  eiementi  dei  liquidi, 
che  cosliluisce  il  fenoraeno  fondamenlaie  di  lale 
funzione  ;  poicbe  in  allora  agevola  nicglio  le  spe- 
culazioiii  Icorelicbe  la  meno  difficilezza  con  cui  i 
globuli  sanguigni  vanno  ad  imruiscbiarsi  coi  globuti 
dei  tessuli,  e  i  globuli  orgauici  per  convcrso  dal- 
le pacli  si  slaccano  per  ricondursi  in  circolazione , 
ed  cliniinarsi  slanle  gli  appareccbi  dcpuralori. 

Ad  investigar  susscguendo  e  per  quanto  il  lo- 
loro  organismo  il  conscnle,  le  azioni  funzionali  de- 
^r  individui  acefali  .,  e  a  dire  sull'  assorbimento  e 
suir  csalazione,  cbe  esistono  in  tulli  i  tessuli  co- 
me negli  esseri  tutli  ,  negli  acefali  si  osservauo 
pure  scbbene    di  ordilura  scmplici  troppo. 

Legale  nci  loro  csercizi  a  condizioni  testulari 
semplicissirac  ,  preudon  raoio  negli  uffizi  loro  fin 
■dalle  effigic  prime  cbe  1'  organismo  rivesle  ,  senza 
farle  meslieri  di  quelle  evoluzioni  successive  che 
segnano  gli  ultoriori  sviluppi  del  feto,  e  in  tutli 
gli  organi  c  in  lulli  i  tessuli  si  notano. 

Con  vincoli  slrelli  rannestate  di  dipendenza  o 
di  causalita.  coUe  anledelte  fuuzioiii  ,  se  scmbrano 
mostrare  rapporlo  colle  correnli  umorislicbe,  slan- 
no  in  conncssione  immediala  colla  nutrizione ,  un 
csalazione  inlerstiziale  e  un  assorbimento  della  sles- 
sa  natura,  sociandosi  a  quel  graude  feuomeno  or- 
igan ico. 


238 

Di  qui  e  pure  che  a  colali  funzioni  quando 
negli  acefali  consideransi ,  ed  in  lanta  semplicila 
di  teslura  bene,  applicar  si  polrebbero  le  idee  di 
Fodera  suUe  Icggi  della  capillarila  agli  atti  piu  ia- 
timi  applicabili  dei  movimenti  doi  liquidi  traverso 
le  parti  viventi,  e  quelle  sulT  ireibibizione  e  suUa 
transudazione,  i  principii  di  Magendie  c  Blainville 
sulla  permcabilila  dei  tessuti  viventi  ,  le  ricerche 
di  Soemmering  sulla  trasraissione  eleltiva  dei  flui- 
di  per  la  sostanza  delle  membrane,  e  la  teorica  di 
Dutrocbet  sui  fenomeni  dell'  endosmosi  ed  esosraosi 
che  tutte  assommaudosi  convcrgono  a  conside- 
rar  1'  esalazioce  e  1'  assorbimenlo  come  pro- 
prieta  fisicbe  interamente  dipendenli  dalla  materia- 
le  costruzioue  dei  tessuti,  piuccbe  dalla  vita,  e  che 
rilevansi  istessamente  nei  bruti,  come  nei  corpi  vi- 
venti. 

A  tutte  e  tre  le  funzioni  antcdelte  in  assiem 
riunite  attingc  origine  nelle  esistenze  atraosfericbe 
lo  sviluppo  del  calore  aniraale,  bensi  concorrendo- 
vi  gli  esercizi  di  respirazione,  e  gl'  influssi  peren- 
ni  dell'innervazione  continua.  Che  pero  se  la  evo- 
zione  calorifica  nell'  essere  che  vita  aerea  vive,  e 
positiva  reale,  per  essere  le  sue  raanifestazioni  pa- 
lesi  ,  e  per  calcolarsene  il  grade  dai  mezzi  che 
porge  la  fisica  ,  bisogna  ammetterne  pure  la  esi- 
stenza  nell'  embrione  e  nell'  acefalo  ,  eve  vogliasi 
considerare  che  le  funzioni  a  cui  per  vincoli  di 
prima  causalita  si  collega  in  essi  si  esercilano  e 
con  insigne  atti  vita. 

Che  anzi  se  prendesi  in  ca!e  la  forza  corapo- 
sitrice  del  feto  e  dell'  acefalo,  e  che  non  si  con- 
trappone  dall'  atlo  di  desassimilazione ,   e  se    non 


*39 

omraeltesi  di  porre  a  calcolo  la  polcnza  assimila- 
trice  maggioro  di  quest'  ultimo  percbe  a  pochi  or- 
gani  ristretla  e  a  pochi  tessiiti,  come  ne  fa  mostra 
palcse  la  vcgctazione  aaiinale  che  i  tessuti  presen- 
tano,  coQ  pieaa  analogia  sarcbbe  pure  da  arguirsi 
che  in  csso  forse  la  proJuzioae  lermica ,  e  per 
quelle  pochc  parti  esistcnti,  lo  slesso  grado  o  poco 
pill,  di  quello  dell'  erabrioue  toccasse. 

Da  liido  qiianto  venae  per  noi  narrafo  aper- 
tissimone  consegue  le  predelte  fuozioni  alienersi  e  di- 
pendere  piii  dalla  forza  d'imbizione  e  dalla  polenza  di 
alTinita  vilale  nci  lore  esercizi,  di  quanto  dalla  con- 
trallilila  organica  dei  tessuti;  che  se  la  zoochimia 
vigoria  d'  escrcizio  mostra  la  materia  mobile  e  cir- 
colante  alia  materia  organica  fissa  ranncslando  e 
le  evoluzioni  teslulari  opcrando  nell'  individuo  ace- 
falo  ,  la  contrattilita  in  cssi  pur  non  esisteo  se- 
gnavi  appena  primordiale  sviluppo,  perchc  in  mol- 
ta  parte  legata  al  sisleina  ncrvoso  che  nientc  o  po- 
co sviluppato  rimirasi  negli  acefalogastri. 

Cosi  cogliesi  bello  argomenlo  pur  dagli  ace- 
fali  e  di  quei  cosi  arrestati  negli  svihippi  teslulari, 
e  tanta  sempliciti  presentinti  nei  funzionali  esercizi 
che  dei  vari  movimenti,  delle  impressioni  diverse, 
dclle  alterazioni  continue,  che  nei  corpi  vivi  suc- 
cedoao  quei  che  dairaffinita  vitale  promanano  so- 
no  Ic  pill  interessanli  ;  e  se  la  contrattilita  e  il 
principale  strumento  dei  fenoracni  sccondari  della 
macchina  viva,  le  affinita  raolccolari  sono  la  molla 
primiera  dei  fenoraeni  della  creazione  organica,  e 
che   pero  il  feaomeno  di  composizione  e  anteriore 


24-0 

a  quelle  di  eccitazione  nell'  erabriogenia  fisiologica 
come  neir  organogenesia  degli  acefali. 

Ecco  r  essenziale  clie  polrebbesi  dire  sulle 
funzioni  comiini  agli  acefali  tutti,  e  sul  modo  come 
la  vila  si  fenomenizza  presso  gli  acefalogastri,  ai 
primordi  arrestati  delle  evoluzioniembrionarie,  sen- 
za  trascorrere  alia  sfrenala  licenza  delle  fantastica- 
zioni  teorelicbe  ,  e  dei  fatli  sempre  giovandoci  e 
del  lume  della  fdosofia  induttiva  ;  cosi  forse  vi- 
veano  e  in  tale  semplicita  funzionale  gli  osservati  da 
Isenflamm  Procaska  Clark  ove  diedesi  assertiva  sib- 
bene  della  non  esistenza  del  sistema  nervoso  peri- 
ferico,  e  dei  rami  pure  piu  semplici  del  gran  sira- 
palico. 

Ma  non  pero  a  tanta  pocbezza  le  funzioni 
sempre  riduconsi ,  che  seguendo  il  progresso  della 
organizzazion  degli  acefali,  a  misura  cbe  gli  ele- 
menli  analomici  dallo  slalo  quasi  di  fusione  in 
tessuto  omogcneo,  passano  a  rappresentare  organi 
ed  apparecclii  distinti  ,  le  funzioni  si  separano  si 
molliplicano  si  localizzano. 

E  in  prima  veggasi  dal  qui  delto  conferma 
nelle  successive  complicanze  che  il  circolo  sangui- 
gno  presenla  negli  acefali  meno  arreslali  piu  a  piii 
dimoslrando  una  circolazione  periferica  meno  sem- 
plice,  e  vasi  numerosi,  e  1' aorta  la  cava,  a  cui 
talvolta  si  socia  il  centre  cardiaco. 

Di  fal  guisa  osservava  Lccat  la  vena  ombeli- 
cale  inserirsi  nell'  aorta  ,  che  inviando  rami  per 
lutto  il  corpo  formava  anco  le  arterie  ombelicali. 
Klein  vide  dal  bacino  arterie  grandi  partirsi ,  che 
fornivano  piccioli  rami  corrispondenli  alle  vene  , 
r  aorta    disseparavasi   inferiormenle   in    iliache  in-i 


24-1 

teme  ed  estcrne,  e  queste  sempreppiu  rislringen- 
dosi  davano  genesi  a  tre  lombari  tre  renali  ed  un 
epalica;  ad  una  gran  dislaoza  traevano  origine  ot- 
to arterie  inlcrcoslali,  e  le  arterie  oinbelicali  slac- 
cavansi  nclla  solita  rcgione. 

A  fissaro  il  ineccaiiismo  come  la  circolazione 
negli  accfali  awicne  divisava  Monro  il  sangue  pla- 
cenlarc  eulrare  nel  corpo  del  feto  per  la  vena  om- 
belicale,  i  rami  di  qiicsfa  riri;piazzare  le  arterie 
poiche  dislribuiscono  il  sangue  in  tulte  le  sue  par- 
ti; e  le  vene  capillari  coi  rami  arteriosi  abboccan- 
dosi  il  sangue  alia  placenta  tornare  per  le  arterie 
orabelicali.  Ticdcniann  assentiva  il  sangue  nella 
placenta  ossidato  all'  embrione  condursi  per  le  ar- 
terie ombilicali,  c  pervenir  ncll'  aorta  lungo  le  ar- 
terie pelviane ,  cbe  negli  acefali  sono  i  vasi  piu 
grossi;  da  questa  il  sangue  dividesi  poi,ein  tutte 
le  arterie  portasi,  indi  il  lluido  circolante  lungo  i 
capillari  delle  arterie  cbe  coi  venosi  si  abboccano, 
e  cbe  motion  foce  nella  cava  infcriore  o  in  una 
vena  del  bacino,  si  versa  nella  vena  ambilicale  cbe 
alia  placenta  lo  ritragitta,  ove  gli  arteriosi  coi  ca- 
pillari venosi  anaslomizzansi  iosieme.  Ma  se  torna 
difficile  seguire  Blonro  e  la  idea  cbe  sorrcggc,  po- 
tere  le  vene  del  corpo  cbe  fanno  seguito  alle  vene 
ombelicali  condurre  il  sangue  dal  centre  alia  cir- 
confercnza  colla  loro  tessitura  valvolare,  non  e  piu 
verisiraile  1'  opinione  di  Tiedemann  cbe  in  un  feto 
presenlante  nel  cordonc  e  nella  placenta  ,  arterie 
e  vene  ad  orditura  normale,  la  circolazione  si  mu- 
tasse  di  guisa  da  ridurre  efferenti  i  vasi  afierenti 
e  viceversa;  e  oltraccio  in  molli  dci  mostri  di  cbe 
si  favella  la  vena  orabelicale  non  e  sempre  dispo- 


24.2 

sla  a  fare  1'  ufficio  di  efferente  per  la  placenta  co- 
me Tiedemann  avvisa. 

Esistendo  il  cuore  pero  negl'  individui  acefali 
come  videro  Vallisnieri  e  Hatzky,  e  come  rileva- 
vasi  negli  osservati  da  noi,  tutloche  non  numerosi 
i  fatli  di  sua  esisteuza  si  Tossero,  non  e  da  dene- 
garsi  per  quel  pocbi  ovs  vi  sta,  l'  esistenza  d'una 
specie  qualsivoglia  di  circolazione  in  alcun  modo 
centralizzata ;  e  in  ailora  siaccbe  ii  ciiore  pareli 
membranose  moslrasse  e  cavila  appena  doppie  ,  o 
muscolare  tessuto  e  quadruple  parlizioni ,  la  circo- 
lazione vicinar  si  dee  in  alcun  modo  al  circolo 
deir  embrione  normale. 

La  legge  fisiologica  a  tulte  le  organizzazioni 
comune,  cbe  ogni  essere  zoologico  prepara  da  se 
il  fluido  nutritivo  da  cui  i  suoi  tessuli  si  edificano 
si  rinnovellano,  pure  ammeller  dovrebbesi  r.egl'  in- 
dividui acefali,  cbe  sebbene  feli  incompleli  si  fos- 
sero  ,  e  ncgli  sviluppi  arreslali,  gli  organi  quasi 
sempre  vi  stanno  a  cbe  si  assegna  cell'  embrione 
norraale  la  ematosi  dei  fluidi  circolanli  e  1' arte- 
rializzazione  del  sangue.  Pero  se  ammelter  non  si 
saprebbe  1'  opinione  di  Scbeel  d'  una  respirazione 
polmonare  cbe  realizzasi  colle  acque  dell'  amnios , 
e  per  la  inve  risimiglianza,  e  percbe  i  polmoni  ne- 
gli  acefali  non  sempre  vi  stanno,  e  se  mellono  po- 
ca  fidanza  quelle  di  Scbreger  di  Lobstein  di  Scbweig- 
baeuser ,  sulla  respirazione  del  feto  per  applicarle 
all'acefalo,  con  probabilismo  cbe  lieoe  mcgUo  ai  fal- 
ti  polrebbesi  credere  1'  acefalo  respirare  merce 
la  placeola,  tenendo  conto  e  della  coslanza  di  que- 
sfa,  e  deir  analogia  del  circolo  placenlare  col  pol^ 
monare,  cbe  similmenle  i  due  sangui  ricevono   la 


243 

cui  roerce  la  nulrizione  del  corpo  e  le  secrczioni 
si  operano.  PolrcLLesi  animellcre  allora  un  rappor- 
to  di  muliia  azionc  fra  quesle  due  specie  di  san- 
gue,  simile  a  quelle  djc  liavvi  (ra  I'aria  e  il  san- 
guc  dei  polnioui  per  niodo,  ciie  il  sangue  arlerio- 
so  della  niadre  per  1'  ossigcue  che  conlicne  fa  gli 
uflizi  di  modillcalore  aerilcro  ,  laddove  quello  del 
feto  riceve  gl'  influssi  dcU'  azione  orgauica  della 
ematosi. 

E  qui  Meckel  fa  rilevare  non  polersi  contro 
essa  allegare  la  non  difl'erenza  di  colore  del  sangue 
delle  vena  e  quello  delle  arlcrie  onibelicali  ,  dap- 
poicche  il  fclo  avendo  poco  bisogno  d'  ossigene  , 
non  e  in  vcrisimile  che  il  suo  sangue  parva  quan- 
tila  ne  assorbissc,  e  non  provassc  pero  che  lie  ve  al- 
lerazione  di  colore. 

Ma  un  probabilismo  maggiore  presen!a  la  opi- 
nione  di  Gcofiroy  Saint-Hilaire  di  avero  il  sislema 
vascolare  del  driinide  luiincrosi  ramuscoli  e  piii  ri- 
gonfiali  presso  il  felo  die  nel  neonalo,  e  di  consi- 
derare  il  priino  come  vaslissima  hranchia  per  rcspi- 
rare  nell'  acqua  al  modo  dcgli  csseri  aqualici,  che 
essa  separa  V  aria  dall'  acque  circumstanli,  e  che 
r  ulero  iu  lal  funzione  escrce  T  ufficio  di  vcnlri- 
colo  dcslro,  il  fluido  amniolico  sospingendo  in  (utli 
1  puuli  legumcnlari   della  sua  dermide. 

Favoi-eggiano  idea  cosiffalla  gli  spcriaienti  di 
Edwards  suUa  aslissia  dei  balracliiani,  e  la  ?coper{a 
di  Lassaignc  nelle  acque  dcHamnios  d'un  gas  niul- 
lo  simile  allaere  almosferico,  e  d'un  allro  analogo 
ai  prodolli  di  cspirazione  ,  da  polersi  asserire  nel 
flutdo  amniolico  la  prefercnza  d'una  ria  respirabi- 
la  e  di  un  aria  cspirala. 

Jilt  Jcc.  V.  xf.  3o 


24.4- 

Teneudo  favella  della  fuozione  di  secrezione 
degl'  individui  acefali,  se  la  secrezione  semplice  os- 
sia  la  esalazione,  come  noi  ne  dicemrao  e  attribu- 
te generale  d'  ogni  tessuto  ,  bastacche  sia  permea- 
bile  ed  igronaetrjco  senza  supporre  un  ordine  di 
vasi  distinli  i  vasi  esalanti,  delle  secrezioni  foilico- 
lari  esistono  in  parte  quelle  di  spettanza  al  tubo 
digestorio,  ed  alia  cute,  e  delle  secrezioni  glandu- 
lari  si  nota  sempre  la;  secrezione  urinifera. 

Pero  a  preferimento  di  tutte  le  altre  azioni  se- 
cretorie  gli  esercizi  funzionali  dei  depuratori  nello 
acefalo  esistono,  perchc  legati  all'  attivita  assiniilan- 
te;  e  sebbene  non  ponessersi  in  piedi  nei  primi 
tempHSColi  di  sua  esistenza,  poicbe  allora  la  nutri- 
zione  dall"  azione  assimilanle  solo  risulta  ,  pure  in 
esercizio  vcdonsi  ncU'  ullime  cpoclie  di  gestazione; 
varie  osserva^oni  difatti  asserir  fecero  a  Meckel  la 
secrezione  urinaria  avvenir  presso  il  feto  ,  e  per 
r  uretra  rendersi  e  ire  in  miscbiaiiza  colle  acque 
deir  amnios,  assert! va  sopra  falti  cosi  posilivi  fon- 
data,  cbe  la  vacuita  della  vescica  nel  neonate,  piu 
non  dimostra  come  pensavasi  il  feto  esser  venuto 
a  luce  vivente. 

E  con  verisimiglianza  maggiore  aramettesi  la 
traspirazione  cutanea  nell'  acefalo ,  quando  la  pelle 
liene  orditiira  finita  ,  cbe  anzi  d'  alcuni  conviensi 
tale  secrezione  attiva  mostrarsi,  come  daU'intonace 
rilevasi  glutinose  grasse  giallastro  brillante,  di  che 
questa  membrana  rivestesi  a  parlire  dal  sesto  me- 
sa al  di  la. 

Cosl  cbiara  conferma  pure  rilirasi  suU'interesse 
deir  azion  dei  depuratori ,  e  sul  loro  legame  con 
funzioni  di  essenzial  costitutivo,  dal  loro  apparimen- 


to  primicro  ncgli  esseri  acefali  ,  cLe  poche  azioni 
organiclie  nioslrauo  ,  c  qiialcuna  di  quelle  che  al- 
le  secTczioni  pcrlcngoiio. 

Tutloccbe  r  apparecchio  digeslorio  nell'  ordine 
successive  di  crcazioiic  drgli  organi,  come  spctlan- 
te  air  addominc  Ira  le  parti  figura  di  forniazione 
priiniera,  pure  le  funzioni  affidategli  inerli  del  tullo 
rimiransi ,  o  di  pocliissima  atlivila  ,  c  sebbene  de 
Graaf  Vorebcyen  Slalpart  Dicnienbroeck  Boerbave 
llallcr  ,  cpiu  roccnlenK'nle  Darwin  (Jsiauder  llcr- 
holdt  Reclard  seguirono  1  idea  di  Democrito  di  Epi- 
cure il  feto  niilrirsi  per  le  vie  della  bocca,  e  una 
specie  di  digeslione  awenirue  cbe  lavorava  sul  llui- 
do  anniolico  degliililo,  o  su  quello  della  vessicola 
ombelicalc,  luttavia  cpplicar  cio  non  polrebbesi  al 
pill  del  mostri  per  diictlo,  cbe  essendo  privi  di  boc- 
ca e  dire  poleiidosi  acefaloslonii  dcgUitire  non  pos- 
sono  qualsivoglia  dci  lluidi  di  che  si  tralla. 

No  polrebbesi  mcnar  buona  per  F  accfale  la 
congeltura  di  Gcolfroy  Saint-Hilaire  ,  di  una  dige- 
slione neir  embrione  norraale,  ovc  fanlq  figura  la 
secrezion  biliare ,  cbe  ncgl'  int^tini  vencndo  una 
irrilaziot^e  fisiologica  induce  valevole  iroppo  a  far 
segregare  copioso  niuco  ,  cbe  vienc  di  poi  digeri- 
lo  ;  slanlecbe  il  fegalo  quasi  sempre  nei  piu  de- 
g!i  acefali  manca,  e  in  qnei  pocbi  cbe  slavvi  ap- 
])ena  scgna  rndinionlaro  sxihippo. 

Volgendoci  dalle  funzioni  di  nulri/ionc  a  quel- 
le di  relazionc,  Tinncrvazionc  cbe  nogli  esseri  eo- 
golari  delle  classi  sujieriori ,  come  dispensalrice  fi- 
gura di  tulli  i  movimenii  vilali ,  o  come  la  domi- 
nanle  di  qualsivoglia  funzione  ,  percbe  ad  un  ap- 
parecchio   legata    die   sorgc   quasi    a  cenlro   dcllo 


24-6 

intero  organismo,  negli  acefali  bensi    per  funzione 
d'  alquanto  interesse  priineggia,    e  di  appariraento 
priruiero,  sebbene  semplice  i  siioi   atti  si  fossero,  e 
t  lessuti  d'onde  promanasi;  e  se  in  essi  la  innerva- 
zione  intermittenic,  cbe  pure  comprende  le  funzioni 
di  rapporlo  fra  I'animale  e  i  corpi  circumstanli  noa  si 
rileva,  la  innervazione  continua  sempre  vi  sta  ,  e 
la  nulritiva  massimamente,  mentre  la  innervazione 
seositiva  interna  e  la  muscolare  talfiata  si  vedono. 
A  dire  dell'innervazion  nulritiva  cbe  e  lo  sco- 
po  fondamentale  quasi  ove  convergono  le  altre  tut- 
te,  e  dessa  cbe  la  sliinolazione  propaga  nell'  orga- 
nismo degli  individui  acefali  a  tratlenere  Tesercizio 
delle  pocbe  funzioni  cbe  vi  si  vedono;  manifestan- 
tesi  nel  piii   dei  casi  qualora  una   circolazione  pe- 
riferioa  a  segnar  si  comincia,  piuccbe  net  primor- 
dii  deir  effigiamento  degli  organ! ,  ove   non  banvi 
die  fenomeni  di  coraposizione ,  necessari  pure  alia 
formazione  dei  nervi,  1' innervazione  nulritiva  con- 
sociasi  nei   suoi  fisiologici    influssi  a  quelli    cbe  ai 
tessuti  la  circolazione  comparte ,  e  in  ugual  modo 
come  i  sistemi  nervosi   coi  vascolari    aggregandosi 
nei  loro  cammini,  l'  un  1'  altro  inteslamenlc  si  se- 
guono,  e  si  tragiltano  insieme  nella  compage  d'ogni 
organo. 

E  secondo  gli  sviluppi  dell'  appareccbio  clcita 
in  grado  di  verso  le  funzioni  d'ogni  tessuto,  I'eser- 
cizio  r  attivita  ne  promuove,  alia  vegetazione  ani- 
mal! concorre  rigogliosa  spesso  presso  gli  acefali , 
e  in  tal  modo  la  vita  di  essi  sorregge  cbe  nello 
andito  anguslo  si  circoscrive  dei  movimenli  di  as- 
similazione. 

II  Irinsplancnico,  i  gangli  di  cbe  si  forma,  e 


24-7 

i  rami  periferici  che  Be  diparfono,  osservali  come- 
che  cli  sviluppo  vario  nei  piu  degli  acefali,  da  Bu- 
sch  Ticdctiinnn  Blcckcl,  cosliliiiscono  1' apparccchio 
deir  iiinervazion  milriliva  nci  nieno  sviluppali  degli 
esscri  di  clie  si  tralla;  a  misura  pero  clie  effigiasi 
qualclic  sezionc  dell'  asse  spinale  ,  e  alciin  trallo 
del  cordone  midollarc  che  per  cniro  vi  sla,  la  ia- 
nervazione  da  apparecchio  originando  piii  esleso  , 
maggioranza  acquisla  nei  suoi  influssi  sugli  organi, 
e  agevola  le  funzioni  di  giiisa  ,  che  come  via 
via  a  finilezza  corre  nella  sua  esislenza  ,  cosi  piu 
t'  organismo  nei  suoi  sviluppi  aggrandises  .,  e  ri- 
gogliosa  vegelazione  presenla. 

Pigliando  adiuiqiie  a  mirar  la  innervazion 
nulritiva  in  liilli  gli  acefali  di  vario  svilupparaen- 
lo  ,  se  discrepanza  fra  i  fisiologi  havvi  sul!a  sua 
esislenza  nc  gli  acefali  piu  arreslali  e  piii  sempli- 
ci  ,  pcrche  degli  escmpli  si  allegano  di  assolufa 
mancauza  di  sislema  nervoso  ,  come  videro  Isen- 
llamm  Prochaska  Clarke,  e  per  osser  le  vene  come 
dalla  zoogcnia  normale  rilevasi  1'  eleinenlo  orga- 
nizzatore  primiero  anziche  i  nervi  di  formazione  se- 
conda  ,  lal  dubiezza  pero  a  pochi  casi  rislringesi 
che  come  eccezioni  considerare  si  debbono  ,  per 
proclamarsi  scnza  esilanza  la  innervazione  nulriti- 
va di  qualunque  lieve  grado  essa  sia,  pure  rile- 
varsi  negli  acefali  di  semplice  ordilura,  dovecbe  il 
dominio  ampliasi  e  cresce  in  polenza  come  mag- 
giormcnle  manifeslasi  I'  asse  midollare  e  come  at- 
lingc  inlcro  sviluppo. 

Cosl  la  innervazion  di  clie  tratlasi  ora  alle  tre 
funzioni  sociala  d'  irao  fondamento  agli  acefali  ,  e 
Gevole  influsso  moslranle,  era  ad  una  circolazioae 


24-8 

^eriferica  centralizzata  piu  o  meno,  e  a  qualche 
azione  depuralrice,  e  piu  vigoria  esternando  vedesi 
quasicche  sempre,  nei  piu  semplici  e  nei  meno 
arreslali  degl'  individui  acefali. 

E  quivi  ci  corre  1'  obbligo  di  memorare  che 
rairabilmente  consona  preslando  mente  all'  attivita 
nutriva,  e  al  complete  sviluppo  del  lessuti  esistenti 
negli  acefali,  rnessa  a  paraggio  di  quella  degli  es- 
seri  normali ,  che  in  quelli  come  in  questi  la  ia- 
nervazione  spinale  sollanto,  e  in  nulla  la  intracra- 
niana  concorre  ad  avvalorare  gli  uffizi  dellassirai- 
lazione,  e  delle  azioni  foudamentali,  che  negli  or- 
gani  avveransi  e  in  tuUi  i  tessuti. 

Ove  si  voglia  considerare  iraperlanlo  la  inner- 
vazion  sensiiiva  interna,  delle  sensazioni  organiche 
costituila,  che  precorrono  gli  esercizi  di  raolte  fiin- 
zioni  nutritive,  se  aperlamente  conviensi  sulia  non 
esislenza  delle  sensazioni  ,  che  scortano  la  respira- 
zione,  e  di  quelle  di  fame  di  sele  die  iegansi  agli 
ccercizi  di  digestione  ,  perche  tali  funziooi  inatti- 
ve  si  restaao,  il  seuso  dellescrezionc  urinifera  che 
succcdc  nei  feto  e  pero  nell'  acefalo  amuietler  sol 
si  polrebbe  qaando  esislesse  la  midolla  alhmgala  o 
grande  estensione  della  spinale  ,  onde  sporsi  come 
idea  conclusiva  che  se  gli  acefali  di  piu  arreslato 
sviluppo  non  presenlano  lal  fonzione  ,  quelli  che 
pill  avvicinansi  alio  slato  normale  non  mosiranoche 
un  atto  dei  pill  senipiici  dell  iunervazioij  nieulovala. 

A  ragionar  sull'  innervazione  sensiiiva  ester- 
na,  ommesse  le  azioni  degli  organi  sensoriali  che 
allogansi  nella  testa ,  perche  non  esistono  o  se  lo 
sono  talliata  mancano  sempre  i  cenlri  nervosi  da 
che    essi    dipendono,  potrebbe  solaraente   assenlirsi 


24-9 

alia  scnsaziono  di  tat(o  perche  la  i^ormide  ben  or- 
ganizzala  sovenli  presenlasi,  e  il  cordonc  di  senso 
deir  asse  spinaie  a  tal  funzione  prcsiedc. 

Ne  allrimenli  avvionc  deirinnorvazion  musco- 
lare;  chc  se  nel  vivere  inhaulerino  dell'essere  nor- 
male  a  poclii  alii  riducesi  involonlari  sempre  e  dal- 
r  irrilazionc   visccrale  nasconli,  che  mcrce  le  ana- 
stoinosi  nervose  delle  raroificazioai  trisj)lancniche  a 
quelle  cerebrospioali  dei  nmscoli  si    tragillano,  uel- 
r  accfalo    clie   segna   di   quello    una   lessilura    piu 
semplice,  e  iion  niai  nua  vila  acrca  vive,  o  appcna 
tali  fenomeni,  o  non  mai  si  ravvisano ,  c  sarebbe 
meslieri  d'una  fidanza  crcdula  alquanto  per  amraet- 
lerc  con  Vocli  nel  suo  i'elo  acclalo  I'avcr  dalo  ini- 
21  di  vila  e  di  nioviinenlo  aila  nascita,  doveche  ge- 
neralmcnle  si  ammetle  cbe  nesstin  degli  acefali  da 
nmnifeslazioiii  vitali  a  quel  tempo.  Riassumer  adun- 
(jue  volcndo  le   specie  lullc  dell'  innervazione    cbe 
presso  r  acofalo  esislono  e  d'  affermarsi  soltanlo  lo 
esercizio  deUinnervaziooenutritiva  laddove  lasensiti- 
va  e  la  inuscolare  qualora  \i  slasscro  appena  segna- 
no  un  inizio    primordiale. 

Di  tai  guisa  enunciar  si  potrebbe  1'  esislenza 
di  quat'.ro  ordiui  di  funzioni  scmpreppiii  in  cora- 
plicanza  cresccnii  nella  fisiologia  dcgli  acefali  ,  e 
se  in  prima  serie  rallegarsi  polrebbcro  la  nulrizio- 
ne,  la  esalazione,  le  corrcnli  umorislicbe,  come  a 
funzioni  fondamenlali  di  cssi,  c  cosliluenti  quasi  il 
tutlo  delle  funzioni  dogli  acefalogastri,  in  scconda 
si  aggregberebbero  alle  anlcdelle  la  circolazioue  pc- 
riferica,  la  emalosi  ,  la  innervazione  ganglionare  , 
0  in  tcrza  rudimenli  di  circolazione  cenlralizzata  , 
c  r  innervazione  spinaie.  neirullima  infine  alle  an- 


1^0 

ted.ette  le  funzioni  dei  depiiralori  si  consociassero , 
e    1  tallo  e  un  inizio  forse  d  innervazione  muscolare. 
Elevala  a  carallere  differenziale   di  mollo  ia- 
teressamento  negli  animali  organismi  la   dipeuden- 
za  vicendevole  delle  varie  parli  di  clie  si  corapon- 
gono  diguisache  esse  non  possono  esistere  che    le- 
gate a  lullo  r  essere  a  cui  apparlengono ,  essendo 
r  indivitualita  !oro  a  dilTerenza   dei  minerali  ,  noa 
nolla   molecola   integranle  sola,   ma  in  una   massa 
di  niolecole  inlegranti  diverse    riiinile  in  un  corpo 
parlicolare,  e  da  convenirne  clie  la  calenazione  de- 
gli  organi  gli  uni  cogii  altri ,  e  la  coazione  delle 
funzioni    loro  ,  generalmcnte   ravvisasi  in  tulli   gli 
individui  cbe  godono  vila ,  comeche  di  vario  gra- 
de, e  nelle  organizazioni  semplici   come  in  quelle 
si  pure  che  seguouo  elevala  coniplicanza    di   tessi- 
tura. Polrebbe  ammeltersi  quindi  qualche  primo  ele- 
raento  di  mutuo  consenso  nelle  funzioni  degli  ace- 
fali    pure  come    rilcvasi  negli    esstri    vegelanti    ed 
animali  delle  specie  prologene. 

.  Perd  e  d'  assentir  primamente  alia  imraediata 
ed  inlima  dipendcnza  dei  tessuli  dell'acefalo  dalla  pla- 
cenli,  essendo  qucUa  che  melle  comunanza  Ira  !o 
embrione  arreslalo  e  la  madre  ,  e  primiera  riceve 
i  maleriali  nutritizi  che  scrvono  al  soo  soslegno , 
essendo  quella  cbe  un  elaborazione  ne  verifica  for- 
se, e  quella  essendo  cbe  poi  16  comparle  a  tulli  i 
tessuli,  diaiodocbe  nasce  la  morle  dell' aceialo  lo- 
slo  se  per  momenti  la  circolazione  iulerronipesi  nel- 
r  organo  temporario  della  placenta. 

La  dipendenza  di  cui  si  tratta  non  solo  negli 
acefali  d'  una  qualche  coniplicanza  rilevasi  ,  ma  in 
quelli  sibbene  cbe  marcano  la  piu  maggiore  semoli- 


I5» 

e  che  solo  presen(ano  le  trefunzioni  fondamentali  anli- 
descritte  alale  da  polersi  considerare  come  la  connes- 
sioncfunzionaledipiiiiutcressccbepresenlanlaiiuoslri. 

E  dai  falti  che  ncUe  esislenze  almosferiche 
degli  esseri  regolari  rilcvansi,  puo  Irarsi  forte  con- 
ghiellura  ,  die  del  legame  sla  fra  le  funzioni  dei 
depuralori  e  quelle  fondameolali  presso  gli  acefali 
sebbcne  da  essi  Doa  puo  ritrarsi  convincente  asser- 
va,  e  per  la  pochczza  di  lore  esistenza,  e  per  esse- 
re  quesla  inosscrvabile  al  tutlo. 

Meritano  inlanto  considerazione  dislinfa  i  con- 
sensi  fisiologici  che  dall'  inoervazioDe  conlinua  na- 
scono,  quanlunque  quesli  pocbi  di  Dumero  fossero, 
e  in  sirello  ambito  liniilati,  per  quanlo  permeltelo 
la  ordilura  semplice  degli  individui  acefali.  E  per- 
che  in  essi  il  sislenia  nervoso  il  piu  coslanle  ,  il 
meuo  raaochevole,  e  il  trisplancnico,  da  questo  gli 
influssi  proraanano  a  sorregere  le  allivita  assimila- 
trici  ncgli  organi ,  e  a  ridurre  ques'  ultimi  in  co- 
mun  colloganza. 

Tal  genere  di  rapporli  pero  segna  primiera 
semplicita,  stanlcche  riducesi  alle  simpalie  per  ana- 
slomosi  nenosa  direila  ,  per  originarsi  dalle  slesse 
ramificazioni  ganglionari,  che  niedesiinamenle  a  piu 
organi  e  a  piii  tessuli  disseminansi ;  qualora  pero 
sorge  ad  esistenza  alcuna  sezione  dell  asse  midol- 
lare  polrebbesi  conghiellurare  dellc  simpatie  esser- 
vi,  che  ad  un  centre  si  riducono  come  nell'uorao 
adullo. 

Dair  anlcdello  quindi  rilevasi ,  le  connessioni 
funziouali  che  gli  organi  tuHi  colla  placenta  man- 
tengono  postc  con  quelle  a  paraggio  dei  nervi  gan- 
glionari essere  di  gran  lunga  maggiori,  e  per  I'ap- 
Alli  Ace.  v.  XV,  3 1 


l52 

parimento  priraiero,  cbe  anlevanno  d\  moKo  e  per 
essere  di  interesse,  che  se  tongonsi  falti  di  non  esi- 
slenza  di  nervi  presso  gli  acefali  laluno  non  leg- 
gesene  di  raancanza  di  vasi  o  della  placenta;  da 
cio  ancora  meglio  confermasi  presso  gli  esseri  sem- 
plici  e  nei  primordi  delle  esistenze  vivenli  tornare 
di  raaggior  iruporlaaza  una  circolazione  ed'un  arte- 
rializazlone  del  sangue,  da  che  sorgono  i  fenorae- 
ni  di  composizione  ,  che  quella  d'  ua  innervazioae 
destinata  ai  fenoraeni  d'  eccitazione. 

I  rapporti  funzionali  quindi  negl'individui  ace- 
fali pochi  si  mostrano  percbe  le  funzioni  loro  re- 
stringonsi  a  picciolo  nurnero,  perche  ne  sono  biso- 
gnevoli  raeno,  e  perche  raauca  I'esercizio  degli  or- 
gani  del  triunvirato  vilale. 

Se  prendesi  a  considerare  infatti  che  la  dipen- 
denza  la  subordinazione  con  un  di  fuori,  e  le  con- 
nessioni  funzionali  fra  i  vari  tessuti  ,  s'  ingrandi- 
scono  come  1'  animale  piu  cotnplicanza  presenta  e 
piu  miraero  di  parti,  e  se  d'allronde  considerasi  la 
vita  lungi  d'  essere  centralizzata  in  alcuni  orgaai 
primordiali  ,  quasi  disseminata  ugualmente  in  lutti 
irovarsi,  non  esistere  il  cerebro  ne  la  raidoUa  ob- 
longata considerala  come  il  nodo  vilale  da  Plourcns, 
ne  sempre  completo  starvi  1'  asse  midollare  tenuto 
a  cenlro  deU'organisrao  da  Bai!ly,e  Blainville,  raan- 
car  molti  organi  che  slabilire  dei  rapporti  potrebbe- 
ro,  o  quelli  che  soavi  non  avcre  esercizio  funzio- 
nale ,  e  da  convenirne  che  ogni  tessuto  ha  in  se 
quasi  ragione  di  sua  esistenza  e  poco  dipendeado 
degli  altri  una  vita  disseminata  presenta  e  non  vi- 
ta centralizzata. 

La  fisiologia  degli  acefali  quindi  non  mostraa- 


i53 

te  funzioni  di  propagazionc,  serbanlc  qualcuna  delle 
funzioni  di  relazionc  rudimenlare  sempre,  si  coslidiisce 
soltanlo  delle  funzioni  di  nulrizione  di  esalazioned'una 
circolazionc  perifeiica  d'lin  ematosi  e  dun  inncrvazio- 
neganglio-spinale.  Pcro  essa  la  prima  linca  di  sem- 
plicilii  sognando  nella  biologia,  meno  complessa  ino- 
slrandosi  della  fisioiogia  einbrionaria,  c  della  fisio- 
logia  dcir  uomo  adullo,  sembra  in  molta  parle  so- 
migliarsi  alia  zoobia  degli  animali  semplici. 

E  di  vero  se  sotto  il  riguardo  delle  forme  di 
organizazione  s'  asserisce  in  aperlo  tude  le  fasi  per 
cui  passa  il  corpo  dell'  uomo  e  lalun  dei  suoi  or- 
gani,  a  delle  divisioni  corrispondere  della  scala  zoo- 
logica  ,  e  che  1' organ  ismo  nei  suoi  sviluppi  arre- 
stato,  lo  state  normale  riproduce  degli  altri  anima- 
li, si  ncllc  forme  csteriori  siccome  nelle  conforma- 
rione  particolare  dei  vari  tessuli,  simiimente  sc  pren- 
doQsi  in  conto  alcune  funzioni  di  essi  pure  restigi 
di  analo^ia  si  rilcvano. 

Cos!  la  circolazionc  interstiziale  di  alcuni  ace- 
faiogaslri  a  quella  dei  zoofiti  somiglia  e  degli  ani- 
mali prologcni ;  la  circolazione  clie  con  una  sorta 
di  vasi  vcnosi  o  artcriosi  succede  ,  e  clie  e  una 
sparsiouG  anzicbe  una  circolazione  di  umori  ,  esc- 
guesi  come  nelle  medusc  nei  rizostomi  ,  presso  i 
quali  tulli  i  vasi  che  couducono  i  succhi  nutrilivi 
escono  dallo  stomaco  scnza  piu  rienlrarvi,  c  il  flui- 
do  nutritivo  inleramenle  e  impiegato  allc  nutrizioni 
ed  alle  secrezioni  degli  organi. 

La  circolazionc  periferica  degli  individui  ace- 
fali  scnza  ceniro  cardiaco,  la  circolazionc  degli  ane- 
lidi  somiglia  delle  sanguisuglie ,  delle  nereidi,  dei 
radiarii.   La  circolazione  periferica  con  ua  cuore 


allungato  in  forma  di  vaso  corrisponde  del  tutto  al- 
ia circolazion  degl'  insetti ,  e  quella  coa  un  cuore 
ad  ua  sol  sacco  muscolare  e  simile  molto  alia 
circolazion  dei  croslacei.  E  la  respirazion  dell  ace- 
falo  branchiale  e  aqualica  come  Geoffroj  Saint  Hilai- 
re  lo  sosliene  alia  respirazione  dei  batrachiani  so- 
miglia. 

Ecco  il  poco  che  dire  ho  potuto  suUa  terato- 
bia  degli  acefali,  e  a  desiderare  mentre  una  ten- 
denza  filosofica  e  slata  felicemente  iulrodoUa  nella 
scienza  teralologica  che  fisiologi  d'ingegno  erainen- 
te  a  trattare  pigliassero  questo  rarao  di  teralobia  on- 
de  attiogere  perfezione  finita. 


DI  LOGI\II\A  ACI   TREZZA  E   CASTELLO 

BIE3I0RIA  PRLMA 

DEL  SOCIO  CORRISPONDEMTE 
POMPEO   INTERLANDI   E   SIIIUGO 

LSTTA    NELLA   5EDUTA   ORDISAIUA    DEL    l^   FEBBRiJO    iSSg. 


y^tli  Accad.  F.  xr.  32 


Sin  dal  mio  primo  csordire  ncl  calle  della  scienza 
gcologica  mi  venne  in  pcnsicro,  illustri  socii,  di  vi- 
silare  a  bcllo  sludio  Ic  contrade  di  Lognina  ,  Aci 
Trczza  c  Casleilo;  e  tale  divisaraento  ogni  di  di  me 
donno  faccvasi  ,  tosloche  mi  fu  dato  a  percorrere  le 
scritte  di  pareccbi  uoslri  Gioenii,  che  i  prodotli  mi- 
nerali  e  la  geognostica  fatlura  di  alcune  di  quelle 
contrade  rigogliosamcnle  tratfavano.  Ma  come  un'  e- 
sempio  si  lumcggiante  mi  fu  state  di  pungolo  a  po- 
tcr  soddisfare  mio  dcsidcrio;  pur  tuttavia  non  mi  sal- 
to  SI  I'rancamcnte  a  ccrvcUo  il  dirvi  alcune  cose  so- 
pra  quci  luoghi,  perche  di  molto  difficolloso  cstima- 
va,  come  tullora  lo  estimo,  un  lavoro  di  simil  tem- 
pra;  dappoicho  non  havvi  cosa  nclla  nostra  bcUisola 
cbe  tanlo  ruinorc  ba  sparse  nolle  menti  dei  felici  cul- 


258 

lori  della  Geologia,  siaclie  nazionali,  siacbe  slranieri 
si  fossero,  e  laato  pcnsicro  gliene  ha  in  colto,  quan- 
to  cosiflalti  terreni  clic  danno  di  che  vedere  in  un 
punto  alquanle  naturali  produzioni.  Eppero  incorag- 
gialo  da  un  nostro  socio,  cui  va  per  1  animo  osser- 
vare  nel  suo  luogo  nalale  la  bella  madre  nalura  ,  e 
che  molto  avanti  ha  sentilo  in  fallo  di  quesla  scien- 
za,  vengo  a  presentarvi,  a  quel  che  mi  posso,  alciine 
idee  suli'  assunto  ,  fruUo  delle  mie  osservazioni  ,  che 
voi  avrete  a  caro  per  esser  1'  opera  di  un  membro 
di  si  orrevol  consesso,  che  non  ha  guari  avviossi  alio 
studio  di  questo  ranio  dcU'  umano  saperc. 

Slassi  a  due  iniglia  a  un  dipresso  da  Catania 
ed  alia  direzioue  di  El^E,  il  piccolo  villaggio  di  Lo- 
gniaa.  II  trallo  di  tcrreno  die  ivi  da  Catania  ci  me- 
na  e  fiancheggialo  dalla  parte  di  N.  di  alcune  cor- 
renti  di  lava  che  tutte  percorrendo  alia  direzione  di 
0.  ad  E.  servono  direi,  quasi  di  liinile  alia  piaggia 
meridionale  dell'  Etna.  Alia  parte  di  S.  si  veggono 
ancora  le  stesse  lave  disposte  a  correnli  che  vanno 
a  limifar  con  le  acque  del  mare  Jonio  e  ne  fanno 
spiaggia  incgnalraente  formala  ,  ripida  ed  in  alcuni 
punti  impraticahile.  Una  correnle  dell'  Etna  che  a 
prima  giunla  dirobbesi  un  mucchio  di  pietre  rolon- 
date  a  forma  di  piccole  colline  disposte,  sorge  di  Icg- 
gieri  prcsso  al  Crocifisso  di  Lognina  e  sino  al  di  la 
di  S.  Giovanni  li  Cuti  si  eslende ,  da  dove  prenden- 
do  suo  corso  allra  corrente  di  lava  ,  si  fa  vedere 
presso  Lognina  ed  alia  parte  seltentriouale  del  suo 
piccolo  scalo.  Questo  luogo  cotanio  descrillo  dal  Pli- 
nio ,  e  fiancheggialo  dal  lalo  di  poncnle  da  un  sab- 
bione  a  grossi  elementi  e  di  masse  rotolate  di  lava ; 


209 

dalla  banda  meridionale  dalle  lave  di  S.  Giovanni  li 
Cuti,  c  da  sellculrione  dalla  slrada  cbe  porla  ad  Aci 
Caslello.  II  suo  piccolo  scalo  a  forma  di  semicercbio 
guarda  a  sirocco  ,  e  di  una  mediocre  esleiizione  ed 
apprcsia  ancoraggio  a  barcbc  pescarccce  e  da  raer- 
catanzie.  II  sabbione  ove  scoverlo  si  osserva  dal  lido 
del  mare  rinipelto  alia  cbicsa  ba  la  largbezza  di  i3 
palmi  siciliani  ,  sendo  poi  la  sua  lungliezza  intonio 
intorno  al  lilloiale  di  69  palnii  a  un  dipresso  ,  non 
compresa  quella  parte  che  viene  da  un  muro  spar- 
tita. 

Da  Lognina  dirizzando  cammino  sino  ad  Aci 
Caslello  si  scorge  ben  davantaggio  gualando  verso 
mczzogiorno  un  lillorale  sassoso ,  dove  ie  lave  a  co- 
piosi  ciotloloni  ed  a  pczzi  scantonali  si  Irovan  gia- 
ccuii  ;  come  ancora  nelle  allure  a  corrcnli  agevol- 
menle  si  marcano.  Qui  c  Capo  Monaco.  Le  slcsse 
lave  stauno  a  sctlentrionp,  In  <jiiali  se  non  presenla- 
no  una  forma  scabra,  rugosa,  un  suolo  lulto  forma- 
to  a  precipitanza  di  fuoco,  ed  un  color  cupo  di  quel- 
le maleric  dianzi  incandcscenli  ;  cio  allribuir  devcsi 
air  inJuslria  di  quei  terrazzani  cbe  filli  slando  nel 
palrio  suolo  ban  raiglioralo  la  faccia  del  luogo  nel 
rcndcilo  alio  a  produrre  qualclie  cosa  di  fnillo. 

Nel  mentre  cbe  per  dirupalo  cammino  il  viag- 
gialore  vagbeggia  alia  parle  meridionale  dell'  Etna  lo 
elfello  dcir  uniana  indushia  ,  scndo  dalle  coUine  di 
S.  Gregorio  sino  a  poclii  passi  dclla  slrada  di  Aci 
Caslello  quel  Icrreno  ornato  dal  vcrde  ulivo  ,  dal 
niandorlo,  dal  fico  ;  e  dalla  vile  gli  vien  fallo  tan- 
toslo  vcderc  progredendo  piu  ollre  una  rupe  di  mo- 
le non  lieve,  sopra  la  qr.alc  e  un'  aulico  caslello  da 


26o 

cui  ha  preso  nome  tutta  quella  b(K^ta,  e  che  guar- 
da  a  meriggio. 

Da  11  sinQ  ad  Aci  Trezza  per  lo  spazio  di  im 
miglio  siciliano  si  scorge  alia  parte  di  mare  ua  ter- 
reno  sassoso  e  sabbionoso  forraato  in  parte  di  ciotto- 
loni  e  grossi  massi  rovesciati  ;  meiilre  poi  salendo 
per  quei  luoghi  che  sono  a  tramontana  si  trova  uoa 
serie  di  poggi  e  colline  che  coi  loro  frantumi  ban 
dato  nascimento  ad  uu  lerreuo  di  deposito  ,  ove  le 
frutla  di  Cerere  ondeggiare  si  veggono.  Aci  Trezza 
che  siede  solto  la  coUina  delle  Cretazze  e  nella  piu 
bella  situazione  locate  che  si  possa  omai  immaginare 
in  ua  littorale  vulcanico  :  c  di  fatti  il  Capo  dei  Mo- 
lini,  che  sporgendo  fuori  mare  presenta  alia  vista  di 
chicchessia  una  pitloresca  veduta,  fiancheggia  qi»el!a 
horgala  dalla  parte  di  greco-levanle  ,  il  mare  Joaio 
ne  iandie  la  spiaggia  a  mezzogiorno  ,  le  coll  ice  di 
Aci  Castello  ed  i  poggi  rli  Rose  e  Catanzaro  le  slan- 
no  alia  parte  di  poacnte ,  e  le  collme  delle  Cretazze 
e  di  Mompileri,  che  vanno  a  legarsi  a  quelle  di  Ni- 
zeti,  di  S.  Gregorio  ,  e  di  Reitana  ,  sono  il  (ermine 
alia  parte  di  settentrione. 

Di  fronte  ad  Aci  Trezza  sta  un'  isoletta  di  figu- 
ra  quasi  rotanda  e  di  4-8o  cannc  di  estensione  ;  e 
da  !i  a  poco  in  direzioae  orizzontale  da  E.  ad  0. 
sieguono  i  cosi  detti  Faraglioni  che  dagli  antichi  per 
enormi  massi  lanciati  dai  Ciclopi  abitatori  dell'  Etna 
tenuti  furono.  11  Faraglione  grande  che  termina  a 
guisa  di  un  cono  e  presso  a  3oo  canne  di  estensio- 
ne ;  il  secondo  e  piu  piccolo  di  questo  e  1'  ultimo 
non  e  che  a  raeta  del  secondo.  Molti  pezzi  di  scogli 
siffatti   non  solo,  ma  dell'  Isola  anzidetta  se  ne  giac- 


26  I 

ciono  cadiiti  ncl  marc  ,  e  le  acque  cLc  vi  siguoreg- 
giano  vanno  mano  niano  a  sforniarli. 

Da  qiicstc  lopografiche  vcdiilc  sopra  quei  luoghi 
ei  rilicva  Lcn  bene  cbc  varii  prodolli  nalurali  lian 
dalo  originc  alia  formazione  di  quei  tcrrcni  ,  dove 
moKc  rocce  si  sccrnono  die  Ira  loro  diffcrcnziano  si 
per  la  nalura  del  loro  composlo  ,  come  anoom  pel 
modo  ondc  si  slanno  a  giaccre ;  il  percLe  io  vi  ler- 
ro  con(o  alia  spicciolata ,  iiiuslri  socii  ,  c  di  cio  che 
alia  loro  composizione  ed  alia  loro  svariala  giacitura 
si  addice. 

Riandando  col  pcnsicro  Ic  conlrade  di  Lognina, 
Aci  Trczza  e  Caslcllo  si  vicne  agevolmente  a  desu- 
merc  csscr  ivi  alquairte  rocce  e  tcrrcni  che  fra  loro 
diffcrcnziano.  E  primamentc  la  lava  cbe  xenendo  giu 
dalle  falde  doll"  Etna  passa  a  canto  del  Crocifisso  di 
Lognina  e  credesi  essere  slala  nna  di  quelle  cbe  se- 
pclli  il  porlo  Ulisse,  offrc  quivi  dclle  cmincnze  e  de- 
gli  avvallamcnti  non  ordinarii  nclle  corrcnii  vulcani- 
che.  Le  scorie  di  cui  si  compone,  oltre  a  cio ,  sodo 
rimarchevoli  per  la  figura  rotoudala  cbe  offrono  per 
lo  spcsso  e  per  la  grandozza  cbe  non  va  ollre  a  quel- 
la  di  un  pugno  o  al  pin  di  una  testa  umana.  In  es- 
se scorie  ,  abbencbc  tulle  di  un  prodotto  vulcanico, 
si  scorgc  raliVoulandolc  insicme  un  tcssulo  cellulare 
in  alcune,  od  in  altre  compalto,  ed  una  pasta  granii- 
lare  c  Icrrosa  nelle  prime,  menlre  nclle  scconde  e 
fusa  c  dura  di  mollo  :  conscrvano  taliine  il  caratlcie 
scoriforme ,  allre  rassembrano  a  scanlonate  lave  ,  (d 
in  isvariato  modo  congiunle  danno  opera  alle  promi- 
nenzc  in  discorso.  II  loro  Iritume  compalto  dal  tem- 
po  c  simile  aJ  un  lufo  c  composlo  di  piccolo  patlir 


262 

celle  di  sostanze  silicee  per  cbimica  combinazioae  a- 
derenti,  cd  e  facile  a  risolversi  in  polvere  nera,  luc- 
cicaate,  e  bibola  ;  il  percbe  e  a  fraltura  lerrosa.  La 
lava  a  pasta  fusa  e  corapatta  e  tempestala  di  cristal- 
li  di  pirossena  c  felspato  c  di  piccoli  grani  di  peri- 
dote,  da  scintillc  allorcbe  vien  percossa  dall'acciarino 
e  mostrasi  ccllulare. 

II  sabbione  di  Lognlna  cbe  ia  seguito  vien  fatto 
di  scorgere,  e  un  coraposto  di  grossi  granelli  di  raa- 
teiiali  silicei  e  calcarei,  i  quali  alia  formazione  pri- 
mitiva  dei  terreni  di  Messina  ed  a  quella  secondaria 
di  Tauromenio  si  appartengono  ,  occupa  la  piaggia 
dello  scalo  e  non  e  per  punto  legato  da  un  cemeo- 
to  pelroso;  sendo  i  granelli  di  quel  raateriali  cbe  lo 
compougouo  alio  stato  mobile.  Qui  buona  dose  risie- 
de  di  concbiglie  marine,  le  quali  essendo  in  lutti  i 
punti  al  sabbione  frammiste,  vengono  a  badirci  in 
capo  r  idea  di  un  deposito  concbigliare.  II  mucchio^ 
a  dir  vero,  delle  concbiglie  e  notabile ,  e  per  la  di- 
versita  degli  organici  ivi  imbattuti  e  per  la  loro  pic- 
eola,  dimensione.  Questo  sabbione  cosi  sciolto,  e  co- 
s\  alia  spaggia  vicino,  non  ha  preso  quella  adesione 
cbe  da  in  moslra  il  Grader  cocquiUiei\  quando  in- 
contrasi  a  qualche  altezza  sul  livello  del  mare  ,  ma 
essenzialmente  ne  ha  tutti  i  caralteri,  perche  corapo- 
sto di  tritume  di  concbiglie,  di  spoglie  insieine  e  di 
larve  di  esse,  e  di  granelli  sabbionosi  silicei  ,  vulca- 
nici  e  calcarei. 

Siegiie  non  a  molta  distanza  di  quel  terrene  ua 
deposito  di  ciottoloni  di  lava ,  detti  pietre  tonde ,  di 
figura  sferica  ed  ovoide,  della  polenza  di  tre  a  cin- 
que piedi  e  piu  oltre  di  diainetro  e  di  una  pasta  fu- 


263 

sa  e  disseminata  di  grossi  crislalli  di  mineral!.  II  pi- 
rossiene  ed  il  fclspato  con  olivina  gianuliforme  for- 
ruano  1'  iusieme  di  quelle  rocce  c  di  quel  crislalli,  c 
la  forma  laminare,  il  colore  luccicantc  e  la  spessezza 
del  felspalo  ,  il  color  nero  e  la  forma  del  pirossene 
che  gia  vcggonsi  alio  stalo  di  fusione  ridotli,  jui  fan 
considerare  quelle  masse  a  pasta  porfiroidca  Parec- 
chi  ciottoloni  di  lava  sono  foracchiali  in  mille,  guise, 
di  modo  che  sembrerebbe  cosa  sfrana  a  laluno  il  ve- 
der  queste  masse  in  si  strana  foggia,  se  non  gli  sal- 
tasse  in  capo  il  pensiero  che  1'  acqua  del  mare  pella 
via  umida  suole  attaccare  la  selce  ,  e  che  il  sodio 
sciogliendo  grado  a  grado  le  parti  silicecT  va  a  sccra- 
pagginare  il  tcssuto  di  quelle  rocce  ,  come  1'  ha  ad 
evidenza  fatlo  moslra  in  qucsta  raguuata  un  preslan- 
tissimo  nostro  socio  Gioenio  (i). 

Nei  vani  di  queste  rocce  rolondate  scorgesi  im 
cemento  pietroso  che  lega  1'  uno  all'  altro  ciottoioue, 
cd  i  frantumi  nella  sua  pasta  comprende.  Un  lal  ce- 
mento e  stato  designate  dei  Gcognosti  col  nome  di 
breccia,  perchc  una  pasta  uniforrae  lega  in  varii  sen- 
si  frammcnli  angolosi  di  altre  sostanze  ,  onde  io  a 
cagion  di  quelle  materie  di  cui  va  composto,  breccia 
calcare  silicea  vcngo  di  addiraandarlo.  La  pasia  che 
lega  i  minnzzoli  di  lava  e  un  carbonato  calcare  gial- 
liccio    di    una  grana  grossicre,  avente  seco  frantumi 


(i)  Gemmellaro.  Memoria  sopra  nn  pezzo  dl  laTa  corroso  dalle  acqne 
marine,-  inscrila  nel  toI.  VI  dogli  Atli  Accademici. 

Alii  Accad.  F.  xr.  33 


264 

di  conchiglie  marine  che  stanziaaa  nei  noslri  mari  , 
ed  e  tenacissimo.  Alquanti  puntl  di  uu  color  che  da 
nd  nero  nella  pasta  di  quel  conglornerato  s:  osser- 
vano,  il  che  pare  di  aver  cagionalo  i  piccoh  franlu- 
mi  delle  recce  vulcaniche,  che  nel  calcario  s'  irami- 
schiano.  Quesla  breccia  noa  e  ia  quella  contrada  di 
moHa  esleasione  e  spessezza,  ma  slassi  in  iimitate 
bande  ed  occupa  il  vuoto  che  lascian  tra  lore  le  mas- 
se rotondc.  Le  lave  disposle  a  correuti  vi  signoreg- 
giaao  e  forraano  a  casi  dire  il  limite  dique'  deposi- 
ti.  La  lore  pasta  e  tutta  uaiforme,  fiisa  dal  fuoco  e 
luccicante  per  i  cristalli  che  tiene  in  serbo.  La  loro 
struttura  e  va.ria;.  or  ammassate  ed  era  in  prisrai  ot- 
tusissimi  ritrovaadosi  ,  e  la  foggia  onde  sen  giaccio- 
no  e  a  gaisa  di  correnti,  come  dianzi  I'ho  delto,  che 
in  alcuai  puati  fan  marcatameate  vedere  il  segno  ia 
cni  vennero  a  varie  riprese  aramonticchiate  ,  non  lo 
potendo  in  molte  altre,  che  sono  tahnente  o  ammas- 
sate o  sformate  nei  punti  ove  si  legano,  da  portarsi 
credenza  di  essere  di  un  solo  getto  e  di  una  sola, 
esplosione  vulcanica. 

Presso  a  Capo  Monaco  nella  direzione  di  E.  i 
ciottoloni  di  lava  che  si  assimilano  a  quelli  di  Lo- 
gnina  se  ne  stanno  nel  basso  del  littoraie:.  le  lave  ia 
raassa  vi  sono  a  correnti,  ed  a  man  destra,  della  ra- 
pe di  Aci  Castello  le  stesse  lave  forman  dei  prismi 
ad  angoli  ottusi  e  rotti  negli  spigoli;  onde  si  va  a 
deteggere  che  le  lave  tutte  da  me  gia  passate  a  ri- 
vista  si  fan  vedera  sotta  triplice  aspstto:  i  ,  alterate 
dagli  agenti  meteorologici,  e  travisate  dall'  uinana  ia- 
dustria,  2,  dlsposte  a  correati,  3  ,  giaceati  a  prismi 
verlicali. 


26S 

La  rupe  di  Aci  Caslello  e  la  plaga  al  di  solto 
addimaudaDO  allcnzione  a  tulf  uomo  che  si  conosct; 
di  gcologia.  Qui  molte  roccc  stamio  in  inostra  e  mar- 
calamcnle  si  veggono.  I  basalti  globiilari  in  poslo  , 
quclli  allerali  e  inescolati  a  soslanze  lenose,  il  pepe- 
rino  pirossenico  ,  ed  i  basalli  giii  crollali  sono  cid 
che  forma  1  obbiclto  d«lla  geognosi'a  di  quel  luogo. 
A  dire  alcun  che  sulla  facccnda  e  indispcnsabile  co- 
sa,  ornalissimi  socii,  che  tengbiate  per  fermo  essere 
il  basallo  globulare  lo  slesso  che  il  prisnialico  per 
cio  che  riguarda  al  suo  com  poslo,  se  non  che  diife- 
renzia  dallo  slesso  per  avcre  una  pasta  semifusa  a 
prismi  regolari  conccnlrici,  cd  inveslila  da  una  scor- 
za  vclrosa.  Tali  sono  prcsi  neH'insierae  i  basalli  glo- 
bulari  di  Aci  Caslello  i  quali  occupano  Talturadella 
rupe  tulla  inlera  dalla  parte  che  guarda  aS.e  per  mela 
quasi  in.  quella  clie  al  lalo  opposlo  si  sta.  Vcnendo 
poi  alle  minute  dissamine  su  quella  roccia  ,  'puossi 
nolare  che  quei  basalli  globulari  solto  triplice  aspelto 
di  visla  presentansi. 

1 .  Basalti  globulari  nella  loro  forma  nalurale  ,    o 
a  prismi  concenlrici. 

2.  Basalli  globulari  a  prismi  divcrgenti. 

3.  Basalli  globulari  alio  stalo  lerroso  o  allerali. 

1.  I  basalli  globulari  a' prismi  concenlrici  che 
locati  sono  alia  parte  verso  niezzogioriio  si  veggcn 
fra  so  stessi  aggruppati  e  van  coperli  di  scorza  vc- 
lrosa, 0  della  slessa  snudali.  I  primi  banno  una  pa- 
sta ccUulare,  ncrastra  c  luccicanle;  sono  della  gran- 
dezza  di  due  a  Ire  piedi  di  diametro,  ban  la  fogg'a 
di  una  palla  ad  un  di  prcsso  di  figura  rolonda  ,  e 
mostrano    al    di  fuori  della  rupe  la  loro  forma  con- 


266 

vessa  (i).  Quelli  poi  che  mettono  in  aperto  i  loro 
prismi  sono  ^;della  stessa  grandezza  dei  primi  e  loro 
assimilausi  nell'  cstorna  figura.  I  prismi  di  questl  ba- 
salti  sono  pentagoni,  conceatrici  e  inloroo  intorno  in- 
vestiti  di  una  scorza  vetrosa,  ban  la  lunghezza  di  ua 
piede  e  mezzo  ,  la  spessezza  di  tre  pollici  e  sporgoa 
di  molto  fuoii  della  massa  basaltica. 

2 .  Accanto  ai  basalli  globulari  nella  slessa  ban- 
da  della  rupe  di  Aci  Gastello  si  giacciono  i  basalli 
acciaccati  e  compressi  a  prismi  divergenli  e  non  a- 
venti  del  tuUo  la  scorza  vetrosa.  Questo  fatlo  si  ira- 
porlantissirao  per  darsi  spiegaraenlo  dell'  origine  dei 
basalli  globulari  ,  fara  salire  sino  al  midoUo  dell'  os- 
servatore  quell'  esultanza  che  in  tal  rincontro  1'  invade 
tosto  che  sapra  metier  1'  occbio  a  suo  luogo  e  bene 
avvisare  il  modo  di  come  talc  roccia  in  quella  rupe 
sla  fissa,  I  prismi  dei  basalli  acciaccati  e  compressi 
sono  per  cosi  dire  sviati  dal  centro  comune,  e  sicco- 
me  per  la  loro  grandezza  non  van  molto  lungi  dai 
primi,  pur  tuttavia  ne  differenziano  per  lo  modo  on- 
de  sono  disposti.  E  di  vero  la  varia  direzione  cbe 
prendono ,  il  differente  posto  che  occupano  ed  il  di- 
sordine  cbe  in  quel  tutto  conservano,  ci  fanno  melter 
pensiero  a  considerarli  come  slegati  fra  se  stessi  dal 
peso  di  quel  cbe  addosso  un  di  vi  piombarono  e  che 


(i)  Alle  mio  osservazioni  giova  moflo  che  vadan  di  coppia  qoelle  dei 
professore  Gemmellaro,  il  quale  ha  scritto  da  on  Taientuomo  che 
egli  e  nella  Memoria  sul  Basalto  a  pag.  58  del  vol.  2  degli 
Atti  Gioenii. 


267 

vi  stanno  di  sopra.  A  ribadirc  nell' animo  la  facen- 
da  e  prczzo  dcU'  opora  die  allc  inie  osscrvazioni  ag- 
giiinga  quanlo  iie  lia  scrilto  un  noslro  prestantissimo 
socio.  Ecco  le  sue  paroles  Nella  parte  di  mezzogior- 
no  in  fatto  dolla  rupe  di  Aci  Caslello  si  osservano 
moHi  piccoli  prismi  (dei  basalli  globiilari)  acciaccali 
in  varie  direzioni  e  molti  ancbe  isoiati  iromezzo  ad 
un  namero  infinilo  di  quelle  masse  sfcroidi  » (i). 

3.  A  porre  tcriiinc  alia  niia  diciUira  sopra  i 
basalli  globulari  cbe  nel  loro  nicchio  la  in  Aci  Ca- 
slello veggon  falli  di  scorgersi,  fa  d'  uopo  clie  io  ve- 
ne  dica  alcun  cbe  di  quclli  cbe  sformali  apprcsen- 
tansi.  Giaccion  essi  alia  banda  opposta  della  rupe  , 
non  sono  mollo  spessi  e  frammiscbiansi  a  sostanze 
terrose  ed  a  minuzzoli  di  quei  basalli  cbe  dianzi  si 
scrcpolarono.  II  loro  Icssulo  e  cellulare,  bruno  nera- 
slro  e  nella  supcrficie  friabile,  cbe  gia  va  in  piccio- 
lissirai  frammcnli  a  risolvcrsi.  La  diraensione  di  roc- 
ce  siffaltc  e  di  raodo  svarialo,  la  forma  e  quasi  sfe- 
rica,  ma  non  ben  bene  marcata,  come  in  quelli  del- 
r  opposlo  lalo  si  scorge,  sendo  cbe  nel  punlo  di  de- 
coraporsi  rilrovansi.  Limilano  esse  rocce  verso  il  ci- 
glion  della  rupe  con  un  deposilo  mobile  cbe  risulla 
di  parli  terrose  e  basallicbe,  di  poca  estensione  e 
spessczza  ,  di  color  nero  e  giacente  in  maniera  cbe 
occupa  in  ogni  verso  quelle  spazio  cbe  lasciano  i 
basalli  in  discorso.    Alia  parte  poi  cbe  da  nel  basso 


(i)  Mem.  sal  Dasalto  loc.  ci<. 


268 

quelle  masse  sferiche  con  la  cosi  delta  breccia  o  pe- 
perino  si  legano. 

II  peperino  pirossenico  clie  Tien  dielro  ai  ba- 
salli  e  in  ambi  i  lali  della  rupe,  se  noa  cbe  da  quel 
canlo  ove  i  basalli  sono  piu  spessi  ,  e  di  minor  do- 
se, Don  lo  essendo  tale  in  quel  punto  cbe  essi  sono 
di  poco  numero  e  vicini  a  decomporsi  ,  ivi  la  meta 
deir  allura  il  peperino  occupando.  Tale  roccia  a  pa- 
sta di  UQ  congloinerato  granulare  ed  a  fraltura  ter- 
rosa  risulta  di  un  mista  di  Yarie  soslanze  da  cui  ha 
Iratto  suo  nascimenlo.  II  basallo  globulare  rainuzzo- 
lato  e  il  primo  elemenlo  cbe  alia  vista  dell'  osserva- 
tore  s'  inconlra ;  e  di  falli  i  pezzi  di  quesla  roccia 
sono  in  parte  a  guisa  di  nodoli  di  figura  piu  o  me- 
no  angolosa,  sporgeuli  alcune  linee  fiior  di  quel  mi- 
sto  e  dallo  slesso  avviliccliiali  in  lal  modo  cbe  fanno 
una  breccia;  ed  in  parte  frantumali  del  lulto  in  mo- 
do cbe  segno  non  lascian  visibile  di  loro  strultura  , 
sono  coul'usamente  fra  se  slessi  mescolali  e  forman 
la  parte  lerrosa  del  peperino  pirossenico  ,  ove  lucci- 
cano  una  soslanza  nerastra  cbe  ossidiana  addiraanda- 
si  e  pareccbi  cristalli  di  pirosscne  clie  per  tali  a  pri- 
ma gmnta  si  marcano  a  cagion  della  figura  di  pic- 
coli  prismi  cbe  affellano.  II  color  del  peperino  e  ros- 
sastro  nella  pasta  a  meno  cbe  nei  nodoli  basallici 
cbe  sono  di  un  color  bruno;  e  quel  cbe  piu  raonta 
si  e  non  addimoslrarsi  lo  stesso  colorito  in  tutta  la 
massa  egualmeule ,  sendo  cbe  ce  ne  ba  di  quel  pezzi 
ove  il  colore  e  di  un  rosso  sbiadalo  e  giallogaolo. 

La  roccia  del  peperino  e  daperlutto  ed  a  rarie 
direzioni  lagliala  da  una  sostanza  bianca  ,  lucida  , 
granosa    nello   stesso    modo   e  corapatta  cbe  sul  bel 


sSg 

principio  scamhiar  polrcbbcsi  per  un  cakario  ivi  ia* 
(iltralo  e  mcdcsimalo  alia  pasta  del  peperino,  il  che 
da  una  forma  di  breccia  ;  ma  dopo  1"  csamc  messo 
ad  effcUo  da  im  cgregio  professore  cbe  si  cooosce 
di  quesla  scicnza  ( i),  bisogna  lenerla  per  Philipsile, 
come  cgli  slesso  I'altone  il  saggio  ha  avulo  il  bene 
di  affermarlo.  II  minerale  Philipsite  ,  gia  dedicalo  al 
siguor  de  Phiiipps  dovizia  net  peperino  non  solo,  ma 
nel  basallo  allrcsi  della  riipe  di  Aci  Castello.  In  que- 
sta  roccia ,  trasandando  di  piu  parlare  di  ({uello  cbe 
sla  immezzo  al  peperino  ,  la  Philipsile  e  disseminata 
a  guisa  di  piccioli  punli  hicidi  e  di  figiira  quasi  ro- 
tonda,  se  noa  che  nei  vani  o  foracchini  dello  slesso 
basallo  iavesle  le  pareti  e  moslrasi  brillanle  a  gui- 
sa di  gcodi.  Qui  come  la  malcria  in  dissamina  noa 
forma  dei  punli  rotondi,  puo  di  leggieri  scorgersi  il 
raodo  di  sua  cristallizzazione  ;  c  di  vero  a  quel  che 
vaglioa  mie  indagini  sembrami  di  essere  i  cristalli 
del  minerale  Philipsile  dei  prismi  roraboidali  o  in  fa- 
scetti  o  aggregali  ia  forma  radiata  ,  terminali  dalle 
rispetlivc  piramidi,  c'.ic  ia  alcuue  parll  pcro  si  scor- 
gono  in  disunite  fibbro  dispostc  a  guisa  di  raggi  e 
di  molla  luce  lumeggianli.  Le  piramidi  nitide  di  que- 
sto  minerale  si  fan  vedere  nel  fondo  delle  cellule  , 
menlre  le  fibbrc  raggiauti  si  stanno  nelle  pareli  che 
iDcroslano. 

La  plaga  di  Aci  Caslello  che  pose  fine  alle  mie 


(i)  II  Professore  Longo.  OsserTazioni  geognosliche  ed   orittogQOSticbe 
sopra  Aci  Trezza.  luserite  nel  Gioraale  Gioeoio. 


270 

osservazioni  sul  subbietto  non  e  di  minore  iraporlan- 
za  per  chi  si  conosce  di  geologla.  Essa  e  a  dir  vero 
di  poca  estenzione  ,  guarda  il  mare  da  cui  non  si 
eleva  di  molto,  e  nella  sua  supeificie  scabra  e  ine- 
guale,  perche  formata  da  pczzi  scanlonati  cbe  ivi  non 
ebbero  ii  site  natale.  II  terrcno  cbe  vi  signoreggia  e 
il  basalto  globulare  cadulo  dalla  rupe  iirimiDenle;  ma 
come  questo  ba  dovuto  soffrire  alterazione  dagU  a- 
genti  distruggitori  priacbe  desse  a  crollo  quindi  viene 
fatto  di  avvisare  in  quella  plaga  il  basalto  anzidetto 
in  varie  dimenzioni.  Vi  si  scorge  e  vero  quello  a 
prismi  concenlrici  caduto  ad  una  volla  dall'  altura;  ma 
per  lo  pill  pezzi  di  questo  e  con  specialta  alquauti 
prismi  cbe  dal  basalto  in  posto  vennero  slegati,  dan- 
no  opera  al  lerreno  di  quella  plaga.  Ne  questo  solo 
e  il  materiale  cbe  in  quel  basso  fondo  stassi  a  disor- 
dine,  secondoebe  oltre  ai  basalli  globulari  vi  stanzia- 
no  quelli  a  figura  di  prismi  arlicolati  in  modo  si 
-strano,  cbe  piii  non  veggonsi  in  alfro  sito  di  quella 
conirada-  I  prismi  di  questi  basalti  sono  a  spigoli 
acuti  e  gli  articoli  cbe  ne  logavan  la  massa  moslran 
nel  punto  di  loro  giuntura  la  convessila  da  un  lato, 
€  la  concavita  dall'  altro;  e  cosi  pare  cbe  la  materia 
stala    sia    da    si  notabile   legamento   congiunta  (j). 


(i)  1/  Gemmellaro  nella  memoria  sul  basallo  a  pag.  6  dice  sul  pro- 
posito,,  Nella  base  della  rcipe  di  Aci  Caslello  i  prismi  (dei  basal- 
ti )  sono  peutagonali  arlicolati  a  brevissima  dislanza,  e  Ic  artico- 
lazioni  dei  prismi  superiori  sono  convesse  ,  mentre  quelle  delle 
infer iori  sono  concave,, 


271 

Le  masse  tulle  della  plaga  di  Aci  Castello  sono 
Iq  vari  modi  foracohiali ,  effcllo  cio  delle  aequo  ma- 
rine e  Icngono  in  serbo  a  cagion  dcH'incgualta  del 
suolo  le  aequo  cbc  ivi  quasi  impaludansi.  Alcune 
di  quesle  roCce  e  per  i  forami  di  che  sono  in  tulli 
i  punli  di  loro  pasta  comprese  c  per  esserc  sformale 
nel  loro  Icssulo  c  per  csscr  coperlc  di  un  lichen  ma- 
rino   danno  stcnlo  sulle  prime  a  credersi  per  basalti. 

La  spiaggia  di  Vasarello  cbe  viene  dopo  al  Ca- 
slello  di  Aci  prcscnla  nel  lulto  un  complesso  di  va- 
rie  rocce  cbc  in  due  classi  divider  potrebbonsi  ;  val 
quanlo  dire  in  roccc  coerenli  di  figura  angolosa  e 
rolonda  cd  in  un  Iritume  di  rorce  silicee  ealcaree  e 
vulcanicbe.  Tra  i  doposili  coereuli  della  piaggia  di 
Vasarello  possono  aanoverarsi  le  lave  ed  il  basalto 
cbe  stanno  lungbesso  il  lido.  Le  lave  simili  appunlo 
a  quelle  dello  sealo  di  Lognina  sono  di  Dgura  ro- 
tonda  cd  angolosa.  Le  prime  sono  di  varia  grandez- 
za,  cellulari  nel  loro  tessufo;  e  le  seconde  a  me  sem- 
brarono  roUame  della  stcssa  lava  scevcrata  dalla  so- 
prastanle  coUina  di  Banbilori;  menlre  cbe  couservan 
lull'  era  la  loro  forma  prismatica,  come  vien  falto  di 
vederla  sul  luogo.  I  crislalli  del  pirossene  disposli  a 
prismi  sono  marcatissimi  ed  banno  un  color  bruno 
che  da  nel  nero.  I  rollami  delle  rocce  basallicbe  so- 
no lulti  di  figura  angolosa  e  so  ne  giacciono  alle 
lave  congiunli;  la  loro  pasta  c  compatla  ed  in  alcuni 
punli  cellulare  e  spongiosa.  I  rotlami  di  esse  rocce 
non  cbc  delle  lave  die  sono  vicino  alia  spiaggia  ven- 
gono  nella  loro  superficie  coverli  di   spoglie    di    ser- 

J  Hi  Jccad.  V .  at,  34- 


272 

pule  ,    di    polipaj    e  di  oslriclie  che  la  nel  raare  si 
stanziauo. 

Si  lega  a  queslo  deposito  di  rocce  fraramentarii 
un  sabbione  calcare-siliceo  di  minute  sostanze  ,  alio 
slalo  mobile  e  cbe  vieu  messo  via  dalle  acque  che 
lo  tengono  scioUo.  Tale  deposito  fu  da  me  veduto 
nel  luogo  occupare  quello  spazio  cbe  fra  1'  una  e  la 
altra  roccia  reslava;  cbe  anzi  tanto  di  giorno  in  gior- 
no  abbonda  e  si  accresce  ,  cbe  le  masse  vulcanicbe 
e  basalticbe  sono  in  alcuni  punti  piu  della  meta  di 
loro  spessozza  dcllo  stesso  sabbione  coverte. 

Questi  dopositi  si  estendono  da  parte  di  levante 
sino  ad  Aci  Trezza,  dpI  di  cui  litlorale  a  un  dipres- 
80  della  slcssa  guisa  si  trovano  di  come  nella  spiag- 
gia  di  Vasarcllo.  Da  qucsto  punto  di  mare  facendo 
alquanfi  passi  entro  terra  si  veggono  1  basalti  pri- 
smatici  arlicolati  e  pentagoni  in  quel  mobile  terreno 
caduti.  Sono  essi  veraraente  di  smisurata  grandezza 
e  tulti  in  la  loro  pasia  veuati  da  commisure  ;  il  cbe 
accade  per  F  unione  di  molti  prismi  cbe  ne  fanno  la 
massa,  vanno  a  finire  in  punle  acuminate  e  se  ne 
stanno  caduti  nel  senso  di  loro  lunghezza  di  modo 
che  un  ccrto  paralcllismo  tra  i  loro  prismi  vertical! 
e  quel  terreno  si  avvera.  Di  questi  basalti  parecchi 
sono  in  ogni  verso  da  molli  infra  loro  aggruppati 
prismi  composti  ,  cd  altri  poi  risullano  di  due  o  tre 
grossi  prismi  che  veraraente  arrecan  diletto  in  farseli 
a  vedere  con  occbio  maestro  all'  osservatore  filo- 
sofo. 

Lasciato  a  man  dcstra  il  litlorale  di  Vasarello  , 
e    facendoci    a  considerar  quelle  rocce  che  stanno  a 


273 

sinistra  e  qiici  terreni  che  sono  dalla  nuova  slrada 
che  porta  ad  Aci  Trezza  partiti ,  ci  verra  cosa  noa 
lieve  il  vcdcre  in  piccol  Irallo  di  suolo  un  comples- 
so  di  varic  fonnazioni  che  di  molto  momento  addi- 
mandansi  per  quanlo  rigiiarda  alia  gcogiiosia  di  que- 
st' angolo  dclla  Leila  Sicilia. 

II  lerreno  basallico  ,  1'  argilloso  cd  11  vulcanico 
qui  facilraentc  iiel  poslo  naturale  si  scorgono ,  e  co- 
me che  di  quesli  varic  roccR  cd  a  diveise  soslanze 
rivengonsi  ,  pure  ad  un  baiter  di  ciglio  per  la  lore 
iiniforraila  di  sirullura  agevohnente  classificare  si  pos- 
sono;  ma  io  amando  meglio  risconlrare  la  natura  nel 
suo  sito  nalale,  credo  alia  bisogna  che  parlilamenle, 
illustri  socii,   vc  ne  facessi  consapevoli. 

I  poggi  di  Rose  e  di  Catanzaro  che  siicccdonsi 
lungbesso  la  slrada  che  un  tempo  dal  villaggio  di 
Aci  Castcllo  menava  alia  Trezza,  sono  tutti  da  capo 
a  fondo  di  un  basalto  prismatico  regolare  appunto 
simili  a  quelli  che  s'  imbatterono  alia  raia  vista  nel 
terreno  mobile  di  Yasarello.  La  loio  massa  siccome 
e  da  varic  fissure  venuta  ,  segni  proprii  della  sirul- 
lura del  basalto  prismatico ,  viene  facilmente  a  risol- 
versi  in  pezzi  tosfoche  se  ne  dilala  il  punlo  di  com- 
misura  che  quelle  rocce  fra  loro  tiene  aggruppate. 
E  di  fatti  avendo  messo  ad  opera  un  lale  divisamcn- 
lo,  ne  ho  di  risconlro  ottenuto  dei  pezzi  scanlonati  , 
che  mi  ban  fatto  vcder  bene  sul  terreno  di  cui  vi 
parlo. 

II  basalto  di  Poggio  di  Rose  e  di  Catanzaro  e 
in  alcuni  punti  conipatlo  cd  in  allri  poroso  e  pieno 
di  cellule  di  figura  ovale  e  rolonda.  Nel  primo  luc- 
cicano   alcuni   cristalli  di  analcime  che  appena  veder 


274. 

si  possono  e  nel  secondo  si  sla  il  mesotipo  che  per 
ogni  verso  su  quella  roccia  si  e  disseminato.  II  ba- 
salto  a  colonne  verticali  s'  ingrossa  nella  base  di  quei 
poggi  e  va  lievo  lieve  a  raancare  sino  a  cbe  ridu- 
cesi  la  nel  ciglione  a  formare  una  punta  acuminata 
prendendo  cosi  la  forma  di  un  cono.  Abbencbe  di 
questa  roccia  altcrala  non  vada  scarco  11  Poggio  di 
Catanzaro ,  pur  tullavia ,  a  quel  che  mi  credo  e  piu 
notabile  e  fassi  vedere  a  piu  toccbi  essa  roccia  nel 
poggio  di  Rose,  dove  non  discernesi  altro  nel  punlo 
cbe  si  e  avverata  la  scomposizione  del  basallo  ,  se 
non  un  deposito  di  color  bruuo  mescolato  al  terric- 
cio  cbe  dagli  agenli  estranei  vi  fu  messo. 

Succede  in  arabi  i  poggi,  e  nei  loro  acclivi  fian 
chi  al  basalto  decomposto,  quello  prismatico,  com- 
patlo,  a  grana  fina  ed  a  fraltura  terrosa;  indi  quel- 
lo pieno  di  Mesotipo  e  cellulare  ,  cbe  come  potrassi 
discernere  di  leggieri  da  un  saggio  da  me  sul  luogo 
staccato,  tiene  del  forro  iridato  nella  sua  massa;  ma 
un  tale  prezioso  accidente ,  se  mal  non  mi  appiglio 
da  me  per  tale  in  quel  saggio  veduto  ,  non  va  per 
tutti  lo  stesso;  mentre  ce  ne  ba  di  quelli  cbe  di  cio 
sono  privi.  Una  materia  biancastra  alia  fine  si  e  in 
alcuni  punti  immessa  nelle  fissure  delle  rocce  basal- 
ticbe  e  ne  ba  fatto  quelle  masse  di  sua  sostanza  si 
screziate,  cbe  sembrano  nel  loro  complesso  di  un  a- 
spelto  venalo. 

A  rldosso  del  poggio  di  Rose  sla  la  collina  ar- 
gillosa  di  Bambileri  di  figura  rolondafa,  a  strati  qua- 
si orizzontali  e  coverta  di  plante.  Sul  finir  della  stes- 
sa  e  nella  parte  superiore  si  scorge  una  corrente  di 
Java  di   non    poca  spessezza  e  di  figura  prisraatica  ; 


275 

fallo  al  certo  nolabilc  per  darci  pcnsiero  a  determi- 
nare  quel  suolo  dove  1'  ignivomo  monle  ha  scaricato 
sopra  le  rovcnli  sue  lave,  e  per  ispingerci  a  creder- 
lo  di  un'  cpoca  ben  lontana  da  quci  prodotti  vulca- 
nici  die  ivi  a  coricnle  si  eslcsero;  i  di  cui  frammcn- 
ti  cd  i  cioltoloui  di  figuia  rolonda  di  lava  occupano 
via  via  quclla  collina  nei  suoi  lianchi,  cbe  alia  volta 
di  mczzogiorno  si  slanno. 

Siegue  in  direzione  di  levante  la  forraazione  ar- 
gillosa  cbe  a  polcnli  strati  ed  a  molte  allure  per  quei 
luogbi  si  cslendc.  E  di  falti  dal  punlo  della  collina 
argillosa  di  Bambilere  per  una  linea  orizzonlale  un 
ierrcno  argilloso  s'  incontra;  e  scbbene  inlerrolto  sia 
dalla  vcccbia  slrada  Ira  Aci  Trczza  e  Castello  ,  pure 
riappare  alia  parte  cbe  da  a  mczzogiorno,  e  scorge- 
si  di  trallo  la  collina  di  Mompilcri  e  quella  cosi  del- 
ta delle  Cretazze  cbe  per  lunga  discesa  ci  conduce 
Delia  piccola  borgala  di  Trezza. 

La  collina  di  ]Monipileri  e  argillosa  simile  a  quel- 
la di  Bambileri  e  di  allri  punli  del  trallo  terreslre 
deir  Etna,  cbe  dalle  lave  non  e  sfalo  mcsso  a  covor- 
lo.  Alia  parte  cbe  guarda  mczzogiorno  e  la  coUina 
di  Mompilcri  fiancbeggiata  da  una  corrente  vulcanica 
cbe  forma  del  prismi  Neilicali  ollusissimi  e  ne'  suoi 
fiancbi  si  poggiano  aiquanli  pezzi  di  lava  di  forma  sfe- 
rica  ed  angolosa ;  cd  alia  parte  poi  di  Iramontana  e 
rimpctlo  la  slrada  anzidella ,  e  slralificala  in  seuso 
orizzonlale  cd  uaiforme.  L' argilla  e  sul  bel  princi- 
pio  impura  e  tuKa  piena  di  slerpi  e  radici  diseccate 
di  piaulc  ;  ma  scavandosi  a  fondo  si  mostra  spoglia 
di  quelle  clerogenie  soslanzc  ,  siccbe  puossi  ben  da 
avanlaggio  osservare.  E  di  vero  il  sue  tessulo  e  com- 


276 

patto  ,  fissile  ia  alcuni  piinti ,  e  facile  a  sgrefolarsi 
tostoche  si  ha  per  le  raani.  II  suo  colore  e  giallo 
sbiadalo  con  punti  clie  daono  ncl  giallo  carico ,  ef- 
fetto  al  certo  dell'  ossidazione  del  ferro  ,  la  sua  frat- 
tura  e  terrosa  e  la  sua  pasta  cbe  si  compone  di  si- 
licate di  alumine  ed  acqua,  e  disseminata  di  piccoli 
granelli  di  sabbia ,  o  gres  guarzoso  che  in  tulta  la 
forraazione  argillosa  dei  dintorni  di  Catania  colla  stes- 
sa  e  congiuQto.  Gli  organici  fossili  vi  doviziano  ed  il 
Buccinum  strialum  del  Lamark  e  la  Serpula  pro- 
tensa  del  Linneo  da  me  ia  poco  rotar  di  tempo  rin- 
venuti,  mi  dan  per  certo  cbe  se  a  bello  studio  se  ne 
sventasser  le  viscera  ,  Iroverebbonsi  non  pocbe  con- 
cbiglie  fossili  cbe  vi  si  anniccbiano  :  quel  pero  cbe 
piu  raonta  sulla  faccenda  si  e  cbe  1'  argilla  di  Mon- 
pileri ,  come  deteggesi  da  un  pezzo  cbe  ne  conserve 
contiene  in  tutta  la  sua  pasta  delle  milioliti  ridolte 
a  fossili  e  non  percettibili  ad  occbio  nudo. 

La  coUina  delle  Pietrazze  per  ultimo,  cbe  sul 
finire  delle  sue  falde  sostiene  il  villaggio  di  Trezza  , 
e  scontrafatta  del  tutlo,  percbe  mcssa  a  cultura,  lun- 
ga  pezza  durar  devesi  nel  considerare  le  sue  stratifica- 
zioni  ed  il  modo  di  ccrne  1'  argilla  e  deposta;  cbe  ad 
onta  di  molte  difficolla  le  quaii  snl  bel  principio  mi 
si  pararono  iunanti,  e  come  bo  rilevato  stratificata  in 
senso  orizzontale,  e  tutta  impura  nella  superficie  per 
aver  fatto  impasto  con  sostanze  vegetali  e  lerrose.  E- 
normi  pezzi  di  lava  salendo  su  per  I'  altura  si  veggo- 
no,  ed  abbencbe  si  siauo  affondali  nella  roccia  argil- 
losa e  coverti  vadano  di  mobil  deposito,  pur  tuttavia 
marcatamente  osservare  si  possono  qua  e  la  cammia 
facendo  per  tutto  il  terrene . 


277 
A  complclare  le  mio  osserv.nzioni  sopra  quelle 
allure  da  Poggio  di  Calanzaro  sino  alio  Cretazze,  fa 
d  uopo  die  io  vi  dica  alcun  clie  sul  Icrrcno  inter- 
raediario  e  clie  forma  il  basso  fondo  di  quelle  coq- 
frade. 

Un  mislo  di  Lasalfo  e  di  lava  ridolti  a  minnlis- 
simi  framnicnli  ,  di  argilla  e  terra  vegelale  furnia  il 
lerreno  mobile  di  quel  luogo  cbe  avvicinasi  ai  poggi 
Il  suo  colore  e  ncrastro  ,  la  sua  massa  e  spessa  e 
congiunla  a  cioltoli  ovali  e  sforici  di  lava  e  basalto, 
come  mi  vennc  il  dcslro  di  vedcre  la  dove  il  terrene 
«  di  traverso  laglialo  per  la  coslruzione  della  nuova 
slrada  che  dovra  da  Aci  Rcale  condnrre  a  Calania. 
Ivi,  io  mi  dicea,  la  spessczzi  del  lerreno  mobile  j)u6 
valutarsi  di  quallro  picdi  siciliani  compreso  il  de- 
posito  dei  ciolloli  che  scnza  alcun  ordine  a  quelle  sciul- 
te  e  franturaale  soslanzc  e  congiunlo.  Non  mancano 
grossi  rotlami  di  lava  e  basalto  occupare  di  quel  lo- 
ghicciuolo  la  superficie,  e  vi  si  vcggon  del  pari  ciot- 
loli  di  figura  ovale  del  basallo  decotnposfo.  Pcrcorren- 
do  pill  innanzi  nel  basso  delle  colline  argiliose  cessa 
in  alcun  modo  il  basallo  a  far  parte  del  lerreno  mo- 
bile uon  csscndovi  cbe  un  coniposlo  di  argilla  ,  di 
lerriccio  e  di  lave  cbe  sono  a  minuzzoli  ed  a  pezzi 
ben  grossi:  qui  1"  indusire  colono  da  opera  all'  agre- 
sle  collura  c  non  cossa  merce  sue  faligbe  di  farvi  sbi;c- 
ciare  Ic  spigbe  e  quel  legurai  cbe  al  viver  nostro  di 
vanlaggio  abbisognano. 

Seuza  pill  inlratlenorvi,  illuslri  socii,  in  tali  nii- 
nuziosc  riccrcbe  sopra  il  lerreno  argilloso  ,  basallicu  , 
e  vulcanico  di  quei  dinlorni  e  cbe  sla  a  setlenlrione 
di  Aci   Trezza  ,  seudocbe  ollre  di    csscre   maneggialo 


278 

a  piu  tocclii  da  uu  nostro  infaticabile  socio ,  oltre  di 
essere  slato  messo  a  risconlro  coa  altri  punti  di  quel 
suolo  che  ci  circoiida  (  i )  >  ^^  oltre  dopo  di  averlo 
percorso  chi  ha  sentito  bramosia  di  esaminar  quelle 
piante  clic  rigogliose  si  sbucciano,  di  notar  quel  ri- 
gagnoli  che  a  tortuosi  giri  vi  scorrono ,  e  di  analiz- 
zare  quel  minerali  che  in  bel  mode  vi  baa  seggio(2)-, 
e  alia  porlata  di  ognua  di  voi  che  mostrerebbe  de- 
sio  di  vetificare  sul  luogo  queste  chocchessiano  osser- 
vazioni  da  me  mandate  ad  effetto  ;  vengo  a  parlarvi 
deir  Isola  e  dei  Faraglioni  che  van  di  fronte  a  tutta 
quella  borgata. 

Ponendoci  di  primo  Iratto  ad  osservare  quel  luo- 
go avremo  di  che  chiaraarci  al  pensiero  quanto  ne 
favoleggiaron  gli  antichi  di  misterioso  e  di  strano  ; 
non  essendo  perd  questo  ua  che  far  da  Geologo;  ma 
un  sentire  da  storico  lascerem  noi  a  chi  pensa  essere 
quel  luogo  V  Isola  dove  Ulisse  approdo,  e  quelle  mas- 
se dette  Faraglioni  gli  scogli  da  Poliferao  lanciati  al 
prode  Acheo  che  se  ne  andava  per  accattarsi  la  vita; 
ci  faremo  a  vederli  quali  essi  sono,  e  quante  cose  im- 
porlanti  in  fatto  di  geognosia  ci  mostrano  ,  le  quali 
lutte ,  a  dire  di  un  nostro  Socio ,  malgrado  le  tante 


(i)  Gemmellaro.  Memoria  snt  Basalto  ,   snt    tratto  terrestre  dell'  Etna 

e  sul  confine  maritlimo  dell' Etna  iuserite  nei  volami  i,  2,  e  4,, 

degli  Atti  dell'  Accademia  Gioenia. 
(9)  Si  allude  ai  travagli  in  Botanica  ,  Idrologia  ,    e  Mineralogia  faiti 

dai  Socii  Professor!  Cosentini,  Di  Giacomo,  e  Maravigna,  ed  in- 

seriti  negli  Atti  dell' Accademia  GioenlS. 


279 

descrizionl  presenfano  pur  lutfavia  sempre  nuova  ma- 
teria di  osservazioni  e  d'indagini,  E  di  vero  1'  isola 
che  in  mare  si  estende  per  ben  4-8o  canne  di  cir- 
conferenza  e  degna  di  ogni  considerazione  per  la  va- 
rieta  delle  rocce  non  solo,  nia  dei  miDcrali  che  liene 
in  serbo;  il  perebe  si  polrcbbc  stimare  con  giuslo  (i- 
tolo  un  prczioso  gabiDello  in  mineralogia  per  cbi  va 
in  cerca  di  quanlo  fa  1'  oggello  di  quesla  scienza. 

Oocupa  la  superficie  dell'  Isola  alia  parte  cbe  in- 
clina  verso  levanle  una  roccia  biancastra,  terrosa  ve- 
nata  di  analcime  ,  rude  al  laKo  e  friabile  cbe  si  fu 
presa  da  non  pocbi  per  una  specie  di  marna.  II  suo 
mode  di  giacere  in  quesla  banda  affetla  un  non  so 
che  di  sedimenfario  e  la  sua  massa  e  spessa  del  tut- 
to  ed  uniforme.  Dal  lalo  opposlo  e  con  ispecialta  do- 
ve per  una  fessura  si  va  sino  alia  spiaggia,  quesla 
roccia  e  a  piccoli  slralicelli  verlicali  non  molto  ade- 
renli  fra  loro  nelle  grunlure ,  e  fcnace ;  e  di  un  co- 
lor bianco  sporco  nella  massa  e  giallaccio  nella  su- 
perficie ,  ed  il  suo  tessuto  e  piu  compatto  e  non  si 
facile  a  sgrelolarsi.  L'  analcime  a  crislalli  qui  occu- 
pa  in  tulli  i  modi  la  pasta,  ma  quel  die  piu  monla 
si  e  cbe  nelle  faccelte  degli  strali  cosl  disposti  dovi- 
zia ,  donde  io  di  cio  vago  mi  feci  replicate  volte 
a  sperimenlarlo  ,  ed  ebbi  1"  agio  di  trovarvi  sempre 
r  analcime.  Piu  sol'o  andando  giii  verso  mare  alia 
parte  di  mezzogiorno  quesla  roccia  cambia  aspetlo  e 
figura;  menlre  cbe  la  sua  pasta  addiviene  compatta 
fra  se  stcssa  e  aderente  ,  il  suo  colore  bninaslro ,  il 
suo  peso  niaggiore  di  qucllo  delle  due  rocce  or  con- 
nate e  nella  sua  massa  di  analcime  va  scarca. 

J  III  Accad.  y .  XF.  35' 


28o 

Si  lega  questa  roccia  al  basalto  e  lo  sforma  di 
modo  che  fa  svanirc  nel  punto  in  cui  alio  stesso 
coDgiungesi  la  sua  struttura  ed  i  raateriali  di  che  va 
fonnato;  che  anzi,  come  puossi  ben  di  vantaggio  ve- 
nire a  capo  di  cio  da  ua  pezzo  che  presi  nel  Peg- 
gio  di  Catanzaro  ;  lo  stesso  basalto  e  comperto  tutto 
al  di  fuori  di  una  sostanza  biancastra  ,  e  dove  fassi 
a  nudo  vedere,  e  piabile  ,  terroso  e  nello  sfato  di 
decomposizione.  II  basalto  oltreche  serve  di  base  a 
questa  roccia  ne  iaglia  in  varii  sensi  la  massa  alia 
parte  di  levante  della  fessura  che  divide  il  lerreno 
deir  Isola  ed  a  guisa  di  filoncelli  ne  partisce  la  so- 
stanza sifFattarnente  da  non  potersi  in  cid  ricorrere 
a  dubbitanza.  Questi  filoni  sono  delicati,  di  una  pa- 
sta corapatta,  ma  che  come  ivi  immessa  e  facile  col 
tempo  ad  essere  decomposta. 

Una  roccia  lutla  diversa  del  basalto  e  die  gli 
fiancheggia  ivi  ancora  si  scerne.  La  sua  pasta  a  tes- 
situra compatta  e  tulta  luccicante  per  1'  analcime  che 
vi  si  stanzia  alio  stato  vetroso,  il  perche  analcimite 
e  stata  giustamente  delta.  II  colore  e  oscuro  o  bruno 
carico,  la  massa  tutta  e  pesante  tempestafa  di  piccoli 
forami  che  per  lo  piu  delle  volte  abbondano  di  bei- 
lissimi  cristalU  di  analcime. 

Ecco  dunque  ,  o  Signori  cio  che  presenta  nel 
tutto  r  Isola  dei  Ciclopi,  degna  di  essere  attentamen- 
te  percorsa  da  chi  nutre  brama  per  lo  studio  della 
geognosia;  donde  credo  essere  mio  debito  sorametter- 
vi  alcune  cose  che  ebbi  1'  aggio  di  osservare  sul  luo- 
go  e  che  devono,  illustri  Socii,  interessarvi. 

II  basalto  che  e  la  roccia  predominanfe  ci  si 
presenta  in  quel  luogo  a  cagion  di  sua  varia  tessitu- 


* 


28 1 

ra  e  forma  di  giaccre  sotlo  Iriplice  aspetlo.  E  pri- 
mamcnte  il  basallo  prismatico  dcU'  Isola  chc  si  com- 
ponc  di  fclspalo  e  pirosscnc  compalti  ed  olivina  gra- 
miliformo.  A  non  raolla  dislanza  passaqucsla  roccia  ad 
csscre  f'oracchiala  c  lutla  cellularc,  la  quale  se  non 
si  raoslrassc  per  (ale  dai  inatcriali  di  che  .si  conipo- 
iie  ,  potrebbo  cssere  scambiala  colla  lava.  Nelle  cel- 
lule di  quel  basalto  si  osserva  1'  analcime  Irispuntala 
e  tuUa  lumeggiante.  Si  legano  alio  slesso  le  piccole 
vene  basalliche  cbe  tagliano  la  sopraslanle  roccia  cre- 
duta  mama,  corae  poco  fa  ve  ne  dissi. 

Avvicinandosi  il  basallo  alia  cosi  crcduta  mama 
che  di  era  in  poi  vengo  a  nominarla  basallo  dccura- 
poslo,  raostrasi  scontrafatlo  al  di  luori,  perdula  aven- 
do  la  sua  compallczza  e  quel  colore  Lmnaslro  che  i 
suoi  maleriali  non  allerali  gli  davano.  E  di  falli  la 
sua  pasta  e  gia  al  <ii  fuori  alio  slalo  lerrbso ,  bian- 
caslra.  rude  al  tailo  e  disseminata  di.  piccole  conchi- 
glie  univalvi  che  di  lempo  in  tempo  vi  si  sono  loca- 
le. Addenlrandosi  piu  nella  massa  di  quesla  rocc'a 
si  vcde  il  suo  lessuto  biancaslro  di  minore  compal- 
lczza di  quello  del  basalto  non  ancora  alterato  ;  ed 
in  alcune  rocce  che  fanno  a  cosI  dire  il  passaggio 
del  basallo  lerroso  a  quello  decomposlo  vien  fatio  di 
vedere  essere  la  massa  di  un  colore  roSsaslro  facile 
a  sgretolarsi  e  Icmpestalo  di  analcime  a  crislalli. 

II  basallo  decomposlo  che  occupa  in  mold  punii 
ed  in  diverse  dirczioui  quell'  Isola  presenla  delle  va- 
riola e  di  slrullura  c  del  modo  onde  sen  giace.  A 
dir  brevemenle  di  tulto  e  di  bisogno  che  vi  richiami 
al  pcnsiero  quanlo  mi  venne  a  soslo  di  notare  in 
quel  luogo.  11  basallo  decomposlo  c  di  slruUura  com- 


28s 

patta  ,  ma  non  in  tulti  i  punti  dello  stesso  grado  , 
sendocene  di  quei  pezzi  die  ban  no  una  tale  aderen- 
za  nel  loro  tessuto  da  sembrare  una  roccia  coerente 
e  dura;  questa  gradazione  di  tenacila  del  basal  to  de- 
composto  e  lo  svarialo  colorito  cbe  I'investe  possonsi  mar- 
cataraente  vedere  tostoche  si  percorre  in  tulti  i  punti 
quel  suolo  dove  lo  stesso  si  sta.  E  di  falti  il  basalto 
decoraposlo  cbe  occupa  buona  parte  della  superficie 
deir  Isola  in  inodo  quasi  sediraentario,  e  facile  a  ri- 
solversi  in  piccoli  frantiimi,  come  di  falti  ne  ho  vi- 
sto  delle  minutissime  scbegge  di  aspetto  terroso  la 
dove  gli  scalpellini  stavano  per  trovare  I'  analcirae  a 
minuli  crislalli  di  figura  cubolrapezioidale  ,  meatre 
poi  quella  parte  della  roccia  basaltica  cbe  sta  a  stra- 
ticelli  verlicali  lagliala  in  ogni  modo  dalle  vene  del 
basalto  primilivo  e  piu  aderenle  e  compatta,  e  quella 
poi  cbe  in  altro  luogbicino  ritrovasi,  mostra  una  strul- 
tura  vieppiu  solida  delle  due  roccie  in  dissamina. 

Imporlanlissimo  si  e  qui  il  vedere  il  posto  cbe 
r  analcime  va  daperlutio  occupando.  La  roccia  ba- 
saltica decomposla  cbe,  a  quel  cb«  dissi  sen  giace 
in  modo  sedimeutario,  e  piena  in  la  sua  pasta  di  a- 
nalcime  cbe  in  varii  modi  e  congiunta  alia  stessa  , 
di  guisa  cbe  se  ne  veggono  oltre  ai  bei  cristalli  del- 
le piccolo  vene  cbe  taglian  la  massa.  Ne  in  cio  sta 
solo  il  veder  1'  analcime  cbe  anzi  viene  acconcio  pa- 
rimente  di  scorgerla  la  dove  il  basalto  decomposlo 
mette  a  nudo  ,  slegato  cbe  trovasi,  il  basalto  primi- 
livo: e  vero  cbe  non  e  ivi  denso  il  iiostro  minerale, 
ma  scintilla  di  luce;  percbe  tra  il  nero  del  basalto 
ed  una  ceria  sostanza  biancaslra  riposa.  II  basalto 
composto  a  slraticelli  verlicalmente  disposti   contiene 


i83 

copiosa  analcirae  nei  punli  di  commissura  clie  I'uno  al- 
I'allro  strafo  congiungoiio,  di  maniera  che  le  faccet- 
te  della  roccia  che  sono  fra  se  slesse  unite  tengono 
in  serbo  un  tal  minerale  che  in  piccoli  cubi  primi- 
tivi  e  Irapczioidali  si  osservano:  la  pasta  poi  di  questo 
Lasalto  non  che  queila  di  essa  roccia  hrunastra  e  di 
un  tulto  uniforme  ne  va  scarca,  a  quel  che  di  rile- 
var  mi  fu  dalo. 

L'  analcime  che  in  questo  terreno  nel  suo  posto 
natale  si  osserva,  che  presenfa  doviziose  ricerche  ed 
indagini  sul  modo  di  come  si  sla,  e  sulle  varie  for- 
me dei  suoi  crislalli  e  che  alia  fin  fine  da  un  nostro 
Socio  Gioenio  e  nel  cubo,  e  nel  cubo  oltaedro  e  nel 
trispunlato  ,  e  nel  trapezoidale  e  stalo  vedulo  e  de- 
scritto  (i)  ;  passa  a  modificare  una  roccia  che  come 
piena  nella  sua  massa  a  dismisura  di  un  tal  minera- 
le, e  stata  dall' egregio  Professore  Gemmellaro  detta 
Analeimite  (2),  e  dai  sommi  mineralogi  tedcschi  per 
taleancora  adoltalo(3).  L'analcime  in  questa  roccia  e  alio 
slato  amorfo  ,  e  tulla  tutia  frammista  a  sostanze  ba- 
saltiche  e  pirosscniche,  onda  addimandar  si  potrebbe 
analcime  velroso  per  essere  quasi  disposlo  a  piccole 
laminelle  di  velro.  La  roccia  analeimite  e  di  un  tes- 


(i)  Marayigna.  Relazione  di  alcnne  specie  ni!n«rali  rccentemente  os- 
servalc  nelle  rocce  dei  Vulcaiii  eslioti  del  Val  di  Nolo  a  pag.91 
del  vol.  4  dpgli  Alii  Gioenii. 

(2)  Memoria  sul  bnsalto  inscrila  nel  vol.  2  dcgli  Alii  Gioenii. 

(3)  Die  Basalt-gebildo  X.  von  K.  C.  Lconhard.   vol.    i   pag.   228. 

Mineralogisctie    danreshefle    vol.  Ernest.  Fried.  Glocker  vol.   i  , 
pag.   J  53. 


284- 

suto  compatlo,  luccicante  e  brunaslro  ;  ma  gli  ele- 
menU  che  la  corapongono  non  sono  lutli  di  una  di- 
meuzione  e  spessezza,  mentre  ce  nte  ha  di  quelli  clie 
sono  granellosi  con  punti  luccicanti  e  degli  altri  che 
tale  forma  non  hanno:  da  cio  quindi  deduces!  che  la 
roccia  analcimite  puo  esser  divisa  in  due,  valquanto 
dire  ,  Analcimite  a  grossi  elcmcnti  ed  a  minute  so- 
slanze,  e  quest'  ultima  poi  non  essendo  mollo  coeren- 
te  a  paragon  della  prima  e  piena  di  cellule  dove 
suole  aver  nicchio  1'  analcirae  a  crislalli  che  bellissi- 
rae  geodi  ne  forma. 

A  dar  compimento  alia  parte  geognostica  della 
Isola  dei  Ciclopt  mi  rimane  parlarvi  di  una  concre- 
zione  calcarea  che  nel  hasso  di  quel  luogo  e  presso 
al  inare  si  forma.  Si  poggia  in  fatti  sopra  il  hasalto 
scantonato  e  nel  fondo  a  fior  di  acqua  caduto  uno 
stralicello  non  molto  potente  di  materia  biancaslra. 
La  sua  pasta  e  tenace,  di  grana  grossiere  e  terrosa. 
Una  soslanza  calcarea  forma  tutto  i'  invoglio  dove  di 
leggieri  si  scorge  un  tritume  di  raaterie  basaltiche  e 
di  organici  marini.  In  un  saggio  di  questa  roccia 
moderna  si  veggon  giacere  confusamente  tra  i  mine- 
rali  r  analcime  lucido  e  piccolissimo  ,  un  peperino 
rossastro  e  minuzzoli  di  hasalto  color  hruno ,  e  tra 
gli  organici  vi  stanno  compresi  una  chela  di  Gran- 
chio  di  un  pollice  di  lunghczza,  un  resto  di  Madre- 
pora  spugnosa  e  tubicolata  a  forma  di  tuhi  ovali  e 
rotondi ,  il  Conus  mediterraneus  la  Columbella  rusti- 
ca,  il  Buccinum  maculosum  di  Lamark,  o  la  Pisania 
strialula  di  Bivona,  ollre  a  delle  conchiglie  fralfurale 
del,  tulto.  Ma  quel  che  piii  monia  nolare  si  e  die  la 
slessa  raassa  dove  si  preziosi  oggetli  del  regno  orga- 


a85 

nico  ed  inorganico  dclla  natura  si  trovano;  slassi  al- 
trcsi  qualche  reslo  di  argilla  da  matloni  e  da  pcnlo- 
le  che  yi  si  e  fortementc  avvilicchiala. 

II  Faraglione  grande  che  in  direzione  di  E.  ad 
0.  sicgue  r  Isola  dci  Ciclopi ,  e  dcgno  di  csserc  pa- 
calameiite  vedulo.  Egli  lennina  a  giiisa  di  un  cono, 
si  eslcndc  circa  a  3oo  canne  e  sporge  non  poco  al 
di  sopra  del  marc.  La  roccia  di  qucslo  scoglio  e  il 
basallo  arlicolato  a  prisrai  pentagcni  verlicali  che  in 
alcuni  punti  talmenle  si  curvaiio  che  menliscono  la 
forma  di  un  Tcntaglio.  Alia  parte  siipcriorc  del  Fa- 
raglione ccssa  il  basalto  di  farsi  vcdere  ,  sepdo  ivi 
allcralo  e  decomposlo. 

Gli  allri  due  Faraglioni  che  sieguon  lo  slesso 
nella  linea  anzideUa,  soqo  lulli  hasaUici,  ma  la  loro 
slruUura  va  di  mollo  a  differenziare  da  quella  del 
raaggior  Faraglione;  dappoiche  in  vece  di  vcdersi  i 
prismi  arlicolati  dei  hasalti  regolari,  si  osserva  dalla 
parte  di  S.  una  scrie  di  prismi  di  mole  superiore  a 
quella  dcgli  ordinarii  basalli  verlicali  ,  che  dai  lali 
vanno  inscnsihilmente  inclinando  e  coverti  sono  al  di 
sopra  da  masse  delta  stcssa  roccia  che  una  specie  di 
stratificazione  mentiscono. 

Molte  riflessioni  cadrcbbero  a  seslo  sopra  quesfa 
svariala  strultura  dogli  scogli  di  Trezza  c  non  poche 
geologiche  indagini  sarcbhero  convenevoli  alia  biso- 
gna  per  dare  spicgamento  dei  fenomcni  che  si  eb- 
bero  origine  allorche  vennero  a  giorno  Ic  masse  ci- 
clopiche  e  gli  altri  terreni  delta  coutrada  che  ho  im- 
preso  a  descrivere.  Tullo  cio  safo  per  sommeltervi  , 
illusiri  Socii  ,  in  una  delle  venture  toruate  accade- 
miche ,   qualora   voi   farele  buon   viso  a  quauto  con 


286 

qacsto  mio  primo  discorso  ho  mandafo  ad  opera;  e 
dopo  che  qualcuno  di  si  orrevol  consesso  imprendera 
a  descrivere  i  fossili  che  in  quei  dintorni  riDvengonsi 
lavoro  che  aveva  gia  maturato  quell'  anima  sensibile 
del  Doslro  Socio  corrispondente  Giovanni  Piazza,  che 
morte  con  sommo  raccapriccio  dei  buoni  alia  scienza 
ha  rapito  ,  e  di  cui  il  parentado,  la  palria  e  gli  a- 
mici  deplorano  amararaente  la  perdita. 


su 

VIS  TSUOVO  UEl^IBOTTmRO 

LETTER  A 

DEL  PROP. 

ORONZIO-GACRIELE  COSTA 
SOCIO  CORRISPONDEiVTE     ' 
ICTTA  KEUl   SEDDTA  ORDINARIA  DEL    1 4  PEBBRAJO    l83g. 


>        A     -^K/  •  }      ,A  »^  ».»   J.    »  '.    ^    !>. 


■xr.^am'ms^t' 


®^^@«®®t)®®®#@@@®®@®®®®#®@^ 


SlGNOR   PrKSIDENTK 


Sento  il  peso  dell'  onore  compartilomi  da  cote- 
sla  illustre  Accademia  ,  alia  quale  e  piaciulo  nove- 
rarmi  fra  i  suoi  Sucii  Corrispondenti,  e  cio  tanto  piii, 
per  quanto  mono  rae  ne  veggo  degno ,  e  capace  di 
corrispondere  al  lodevolc  scopo  cui  Essa  tende,  ed  al 
quale  rapidamente  si  accosta  con  le  dollissime  lugu- 
brazioni  de'  suoi  componenli. 

Mi  giunsc  l'  onorevol  foglio  porlanle  la  mia  no- 
niina,  mentrc  io  prendeva  le  mosse  per  gli  Apruzzi, 
spedito  cola  da  quesla  Reale  Accademia  delle  Scien- 
ze  affin  di  perluslrare  quelle  eccelse  montagne  ,   per 


ago 

iutto  cio  che  risguarda  la  storia  naturale.  Reduce  da 
tal  viaggio  le  prime  mie  cure  ho  rivolto  all'  adem- 
pimento  di  uq  dovere  che  mio  malgrado  e  rimasto 
trascurato  si  lungo  tempo;  siccome  intendo  fare  con 
la  presente ,  ringraziando  Lei ,  e  tutti  gli  onorevoli 
componcnti  di  colesla  Accademia,  cui  Ella  si  degna- 
nieute  prcsiede. 

Avrei  desiderate  ardentemente  darle  un  contras- 
segno  di  grato  anirao ,  e  di  aderapimento  ai  doveri 
ingiunti  al  titolo  del  quale  ha  volulo  freggiarrai  , 
ma  Ic  forze  mal  proporzionale  mi  vietano  questo  pia- 
cere.  Pur  tultavolla  rai  fo  anirao  rassegnarle  la  de- 
scrizione  di  una  Farfalla  ch'io  credo  inedila  ,  e  la 
quale,  comeche  appartencnte  alle  regioni  Etnee,  puo 
meritare  1'  indulgenza  di  essere  accolta  da  cotesta  Ac- 
cademia teaendola  per  simbolo  di  retribuzione  ,  alia 
quale  ogni  membro  ascritlo  alia  slessa  e  tenuto. 

Essa  fu  da  me  raccolla  insieme  alia  Geometra 
Monogramma  e  ad  una  Cincidela,  che  aricor  son  dub- 
bio  se  sia  o  no  conosciuta ,  lorche  ebbi  il  bene  visi- 
tare  cotesle  fertili  e  ridenti  regioni  nella  slate  del 
1 83 6;  e  la  ho  sempre  tenula  in  serbo  per  assiou- 
rarmi  sc  mai  stata  fosse  da  altri  pubblicata,  special- 
mente  in  Germania,  eve  il  Dahl  apporlo  moltissime 
specie  Sicule.  Per  quanto  io  mi  sappia  cio  non  e  fin' 
ora  avTcnulo  ,  per  cui  mi  lusingo  che  riuscir  possa 
nuova  la  conoscenza  di  questo  clegantissimo  lepidot- 
tero  ai  cultori  della  Entomoloiiia. 

Ne  accompagno  la  descrizione  con  1'  accurata  li- 
gura,  indispensabile  per  la  esatta  conoscenza  di  que- 
st! esseri,  e  con  cio  pofra  coleslo  doKo  consesso  ap- 
porlator  sopra  di  essa  scrupolosa  disaniina,  per  giu- 


29 1 

dicare  sc  realmcntc  sia,  com'  io  la  credo,  specie  no- 
vcfla.  Neir  afformativa  piacercbLcmi  iniporgli  lo  spe- 
cifico  noma  di  Elnca  per  segiialare  la  rcgione,  alia 
quale  appartieac,  sc  allrimeiili  non  crede  colcsla  Ac- 
cademia. 

II  lepidoltero ,  di  cui  e  parola ,  apparliciie  al 
grande  geuere.  Noclita^  e  con  procisionc  al  soUo-gc- 
nere  Eriopus  ,  del  quale  fin'  ora  non  si  couoscono 
cbe  sole  due  specie,  la  Pleridis,  e  la  LaUellii  receu- 
teuicnfe  Irovata  da  Dapomelles. 

DIAGNOSIS 

ERIOPUS    JETNEA 

Er.  Alis  anticis  albo-sericei^  j'ascibus  Iransver- 
salibus  ferriigineis  coeruleisqiie  ,  e  liiicis  angulaiis 
conlexlis  ;  maculis  punclmiue  in  marginc  postico  ; 
Jimbria  ex  cineieo-J'una(jineoqiie  punctis  allei nan- 
iibus  fiiscis  :  poslicis  sericeo-micanlibus  ,  limbo  JeT- 
rufjineo-,  lineis  piinctisqne  fuscis:  thorace  griseo  ex 
fiisco  rujescenle:  abdomine  ciiwreo  fusco-griseo  ma- 
cidalo:  pedibus  concoloiibus:  anleiud-a  ruj'escentibiis. 

Le  ali  anlcriori  assai  inlagliale  nell'  angolo  po- 
slcriore  liaiino  un  bordo  bianco  sudicio  ,  con  isplen- 
dore  di  sela  o  margarilaceo;  esse  sono  Irasvcrsalraen- 
le  segnale  da  linee  rossaslre  disposle  a  zic-zac,  costi- 
tuonli  una  fascia  principnie  verso  i  due  lerzi  dolla 
lor  base  ,  con  le  quali  ne  alleruano  allre  di  color 
turcbinn,  lalune  inlcrroKc  ed  allre  continuale.  Verso 
la  base,  dopo  (piesla  fascia,  resta  uno  spazio  cbiaro, 
varicgalo  pcru  svarialanicule  da  alcune  linee  curve 
color  di  arancio.  Indi  succcdono  due  allre  zone  mi- 
Jtli  Jccad.  F.  xy.  36 


292 

nori,  an ch' esse  a  zic-zac,  coniposte  di  linee  or  rosse 
or  arancine,  qua  ferriiginec  la  turchine;  specialmenle 
verso  il  raargine  iulerno.  Queste  due  zone  occupano 
poco  pill  di  un  terzo  della  lunghezza  delle  ali.  Pres- 
so  il  margiae  es(erno  o  posteriore ,  dopo  uno  spazio 
apicale  bianco  seiiceo  ed  un  allro  men  chiaro  ncllo 
angolo  inlerno,  succede  una  fascia  disuguale  di  color 
ferrugineo  con  raacchioline  piu  chiare  e  puali  brunt; 
questi  disposti  in  serie  parallelamenle  al  margine,  il 
quale  e  anch'  esso  terminato  da  una  linea  fosca  ;  e 
dalla  frangia  di  color  cenerognolo  misto  a  ferruggi- 
neo  con  raaccbioline  brune  allernanti  (i). 

Le  ali  inferiori  hanno  il  campo  interno  bianco 
sudicio  con  isplendore  margarifaceo,  piu  brillaate  di 
quello  che  costituisce  il  fondo  delle  ali  superior!.  U- 
na  larga  zona  ferrugeaea  ne  cinge  il  margine  esler- 
no,  lasciando  delle  linee  piu  chiare;  e  tra  queste  ed 
il  campo  interno  vi  scorre  una  striscia  fosca  che  si 
sfuma  dair  una  e  dall'  altra  parte ;  e  presso  la  frau- 
gia  v'  ha  una  fascia  anguslissima  piii  cbiara  con  pun- 
tini  turchini  nel  mezzo. 

II  capo  e  anteriormente  coverto  di  peluria  color 
d'ocra  pallido,  e  di  tal  colore  sono  pure  le  anlenne. 


(i)  Notisi  che  costantemente  si  trova  una  variazione  di  colorito  e  di 
disposizione  di  macchie  fra  1'  una  e  l'  allra  ala  ;  lo  che  e  stato 
fedelnienle  trasporlato  sii  le  figure,  onde  inostrar  V  oggetto  al 
uaturale. 
Una  tal  cosa  e  slata  avverlita  nella  pag.  Vllf.  Prefazione  ai  Le- 
pidotteri  nella  Fauna  del  ilegao  di  Napoli. 


Gli  occhi  sono  bruni,  ed  un  p6  fosco  I'occipite: 
il  torace  gcncricaincnle  creslalo  e  di  color  grigio  ce- 
nerognolo,  danle  al  rosselto,  piu  fosco  verso  I'apice: 
il  reslo  del  corpo  \a  canibiando  succcssivamenle  di 
colore  ,  rilencndo  un'  aura  di  fcrnigiDCO  su  i  sem- 
menti  di  quest'  ultima  parte,  danle  ancora  al  ccnero- 
gnoio  ,  con  niaccbie  minute  brune  disposte  in  serie 
trasvcrsale. 

I  piedi  sono  rivcstili  d'  una  peluria  moKo  liinga 
(i),  le  cui  tibie  terminate  da  lungbe  e  valide  spine, 
ed  i  tarsi  sono  lunghissimi. 

Trovasi  su  le  lalde  raeridionali  dell'  Etna ,  non 
pero  ne'  siti  mollo  elevati  (2). 

Dopo  alquante  altre  ricercbe  mi  faro  preggio 
spedirle  la  figura  e  la  descrizione  della  Cicindela  , 
di  cui  ho  fatlo  parola  superiormente  afiinche  polesse- 
ro  colesti  dolti  Acc.idcmici  sommetterla  al  loro  pur- 
galo  criterio  e  giudicare  se  sia  o  no  specie  conosciu- 
ta,  cd  ancbe  percbe  se  ne  possano  procacciare  allri 
individui.  In  tal  raodo  si  polranno  consultare  ancora 
gli  slranieri  cultori  di  entomologia. 

La  prcgo  signor  Presidente,  accogliere  e  far  gra- 
dire  da  cotcsla  Accademia  queslo  tenue  fribulo  di 
stima  ed  attaccamcnlo,  assicurandola  cbe  mi  sara  sem- 


(i)  Da  cio  il  carallere  cd   il  nome   generico    da    EpiioSjjs  lanagincso 

e    T8S   piodi — Picdi  lanuginosi. 
(2)  Converrebbo    ricercaria   assiduamonte  ,  per  riconosccrne  la  larva  i 

costanii  e  la  pianta  sd  la  quale  Tire,    come    per    assicurarsi    %% 

rara  o  abbooaevole  essa  sia. 


^9^  .,    .       .        . 

pre  preziosa  1'  occasione  di  poter  contribuire  ai  Inrni- 

nosi  progress!  clie  facendo  va  ogni  giorno.  Con  que- 

sta  lusingluera  speranza  bo  1'  onore  di  segnarmi. 

Di  Lei 


Napoli  I  Noverabre  i836. 


Dev.  Amico  e  CoIIega 
Oronzio  -  Gabriek  Costa, 


DEI 

DIIVTORNI    DI    AVOLA 

MEMORIA  PRIMA 

CHE     CO^•TIE.NE 

I  PROLEGOMENI  DELL  OPERA 

DEL   SOCIO   ONOnABIO 

GIUSEPPE   BIANCA 

LBTTA  NBLLA  TORSiTA   ORDINABIA  DEL    l4.  MAEZO    iSSg. 


jitii  Accad.  V.  xr.  Sy 


PREFAZIONE 


JIaitre3  de  notre  maliere  ,  nons  I'avons  manice  d'aprcs 
DOS  propres  sensalions;  libres  ile  toute  aolorite  nous 
n'  avoDs  consullc  que  la  nature  ,  qui  ne  nous  ogare 
jamais  lorsque  nous  1'  interrogeons  sans  prejuges,  et 
avec  atlcntion. 
CiLiBEST,  Hist,  des  pi.  d' Europe  v.  i  Inlr.  p.  xxri. 


Dolcvasi  Plinio  il  giovine  ,  ed  a  ragione  dole- 
vasi,  chc  noi  di  quelle  cose  stcsse,  per  Ja  conoscen- 
za  delle  quali  siamo  solili  ad  intrapreudere  ua  viag- 
gio  e  a  Iragillare  il  mare  ,  facciamo  nessuna  slima 
standoci  posle  solto  gli  occhi.  E  con  piu  verila,  mol- 
ti  valeDluomini ,  caldissimi  di  amor  patrio  ,  hanno 
Irovato  sconveniente  e  rincrcscevole  ,  che  i  dolti  fo- 
reslieri  fosscro  moglio  inforraati  delle  domesliche  rio 
chezze  di  uq  pacse ,  che  non  lo  sono  gli  slessi  indi- 
geni  nali  ed  allevati  Ira  esse.  Voi  percio  faccsle  gran 
senno,  illuslri  accadcmici,  nel  togliere  lo  studio  del- 


298 

le  cose  palrie  a  principale  oggetto  ,  anzi  unico  ,  del 
vostro  istituto.  Ed  io  cosi  ad  esempio  di  voi  ho  cer- 
cato  non  merilarmi  i  soprannotati  rimproveri  con  que- 
slo  tenue  mio  lavoro  ,  che  oggi  ardisco  nielter  fuori 
al  Tostro  cospetto,  II  quale  in  cbe  si  versi  ,  e  per 
quale  occasione  sia  state  intrapreso,  e  come  condotlo 
breveraente  esporrovvi. 

L'  anno  i834-,  dope  invincibile  desiderio,  io  mi 
aveva  finalmente  per  le  mani  (gia  pubblicalo  da  set- 
te  anni)  il  primo  volume  del  Prodromo  della  Flora 
Sicilianadel  doltor  Giovanni  Gussone,  opera  eccellen- 
te,  e  fornila  di  belle  osscrvazioni,  e  la  piii  compiuta 
che  noi  ci  avessirao  sulla  filrografia  della  Sicilia.  Pe- 
ro  le  solenni  proteste ,  che  1'  Autore  slesso  ebbe  gia 
premesse  a  quell'  opera  ,  e  i  non  pocbi  supplimenti 
che  ben  toslo  I'hanno  seguita,  fan  chiaro  vedere  che 
egli  non  la  riguardasse  siccome  un  laToro  di  tutfa 
perfezione.  E  di  vpro  non  parmi  possibilc  ,  che  ad 
un  solo  osservalore  ,  per  quanto  sopportalore  dello 
studio  e  faticoso  uomo  egli  si  fosse  ,  e  di  giudizio 
grande  e  di  exudizione  vasta  ,  possa  venire  il  destro 
di  salire  al  buon  segno  in  un'  impresa  di  tan  to  mo- 
menlo.  Impcroccbe  quella  semplicita  ,  che  1'  umauo 
intellelto  costanlemente  vagheggia  ,  .e  che  voirebbe 
pur  riconoscere  in  tulte  le  operazioni  delta  natura,  si 
irova  per  Io  piu  dimenlita  dallo  state  reale  e  con- 
crete delle  cose  ;  donde  avviene  (  eseraplificando  su 
la  Bolanica),  che  nelle  piante  della  stessa  specie  cer- 
chi  invano  medesimezza  assoluta  ,  ed  invano  t'  inge- 
gni  di  volcrle  ridurre  alio  individuo,  insorgendo  in 
esse  alquante  differenze  di  vario  grado,  o  si  riguar- 
di  la  quaUta  del  terreno  in  cui  crescono,    o  la  varia 


299 

Icmpcratura  del  pacsc ,  o  lo  slato  ingromefrico ,  o  a 
dir  breve,  le  diverse  influenze  del  clima  ncl  piu  e- 
slcso  significalo  dclla  parola.  Le  qiiali  cagioni  ,  sc 
non  agiscono  tutlc  contemporancamen(e  c  ad  un  mo- 
do,  qualcuna  per  allro  havvi  scmpre,  cbe  fa  variare 
di  mollo  e  la  giandczza,  e  la  frcquenza,  c  il  colore, 
e  gli  odori,  c  il  sapoie,  e  il  veslilo  eslcrco  ,  e  la 
durala,  e  le  fasi  dclla  vegetazione.  Eppure  di  quesle 
iiille  difiereuzc,  ove  si  tralti  dclla  Flora  d'  un  regno 
inlcro,  a  obi  pretende  fare  opera  che  piu  si  avvicini 
a  pcrfezione ,  e  d'  uopo  tener  conto  e  dislinguere 
quesli  liilti  accidenti ,  cbe  or  si  arrcstano  alia  super- 
ficie  degli  orgaiii  ,  or  vanno  piu  in  la  ,  e  cbe  per 
quanlo  variabili  si  fossero  ,  sogliono  pero  riprodursi 
ciascun'  anno  con  poca  o  nissuna  difformita  sotto  le 
stesse  circoslanzc  di  clima,  e  die  propriamenle  cosli- 
luiscono  la  diversila  Ira  la  specie  slessa  in  due  luo- 
gbi  differeuti;  doude  serapre  qiiegrimpedimenli  e  quel- 
le ambiguila  doi  botanici  nel  delerminarne  i  veri  ca- 
ralteri.  Arrogi  cbe  per  si  fattc  variazioni  non  e  scm- 
pre necessario  che  si  cangi  di  parallelo,  giaccbe  se- 
guono  eziandio  da  un  luogo  ad  un  allro  a  piccoli  in- 
lervalli,  a  latiludini  uguali  o  quasi  uguali ,  e  trascu- 
rando  di  pigliarne  ragione,  e  regislrando  cosi  le  pian- 
te  su  le  semplici  osservazioni  pralicale  in  un  luogo  , 
si  ba  la  dcscrizioue  dclla  talc  specie  di  quella  con- 
Irada,  e  dclla  talc  di  quclT  altra,  ma  uon  dclla  spe- 
cie deir  inlcro  regno  con  lutle  le  variela  di  essa. 

Ne  per  avvcnlura  e  a  tcraersi  ,  cbe  fa 
somma  di  cosl  falte  disliuzioni  sia  per  cssere  sen/ a 
effello  ;  cbe  per  conlrario  io  mi  pcnso  (  ed  e  puie 
pensiero  di  uomini  sommi )  un  utile  grandissimo  po- 


3oo 

terne  venire  alia  bolanica,  e  quesfa  compararsi  per 
lale  modo  alle  altre  scienze,  e  conforlarle  di  aiuto  e 
di  mezzi ,  anziche  ridursi  ad  uno  studio  sterile  e  di 
sola  nomenclatura.  E  per  dire  brevemenlc  sopra  cia- 
scuna,  mi  gode  1'  animo  prcndere  le  mosse  dal  tem- 
po della  fioritiira,  la  quale  in  ciascun  paese  avvenen- 
do  senipre  solto  un  grado  determinato  di  calori  (qua- 
lunqne  si  fosse  la  inflenza  che  possono  avervi  le  abi- 
tudini  acquistate)  se  con  precisione  e  con  lulta  esat- 
tezza  venga  osservandosi  nelle  varie  coutrade  ,  pu6 
bene  rappresentare  in  parita  di  circoslanze  il  vario 
riscontro  delle  temperature  di  quelle.  E  siccome  in 
alcuni  paesi  il  calorico  medio  annuale  e  lo  slesso,  e 
le  temperature  raedie  dei  mesi  notabilmente  differi- 
scono  le  une  dalle  altre  ,  e  spesso  quel  clima  ,  cbe 
al  principio  di  una  stagione  e  piu  precoce  di  un  al- 
tro ,  si  conforma  ad  esso  in  un  daio  tempo  e  poscia 
va  indietro  ,  cosi  qnesle  meJesime  differenzc  si  po- 
trebbero  in  certo  modo  afferrare,  prendendo  per  ter- 
mine  di  paragone  uno  o  piu  vegelabili,  ed  osservan- 
do  quale  di  essi  concorra  nella  fioritura  in  paesi  di- 
versi  ,  e  quale  vi  arrivi  ove  piii  presto  ed  ove  piu 
tardi.  E  determinare  pur  si  potrebbe  di  quanli  gior- 
ni  la  fioritura  delle  pianure  sia  piu  primaticcia  di 
quella  dei  monti,  essendo  indubitata  osservazione,  cbe 
nelle  piante  di  questi  ultimi  luogbi  si  veggono  ap- 
pena  comparire  le  prime  bocce ,  quando  le  specie 
stesse  delle  pianure  hanno  gia  perduto  i  loro  pelali. 
In  tal  modo  la  bolanica  servirebbe  utflmenle  alia 
meteorologia,  e  la  storia  delle  piante  sarebbe  ad  un 
tempo  la  storia  de'  clirai, 

A    questo  disegao  slesso  di  poter  dedurre  dalle 


3oi 

piante  qucsta  ripartizione  incguale  del  calorico  nei 
paesi  diversi,  non  sarcbbe  del  tudo  disulile  1'  andar 
cotando  il  vario  grado  di  salurila  del  colorilo  dei 
petali  ;  impcroccbe  la  csperienza  ha  provato  ,  cLe  ii 
predominio  del  color  rosso  nei  fieri  e  scmpre  indizio 
di  calorico  cccessivo  ,  e  le  gradazioni  di  esso  per  lo 
pill  non  avvengono  che  secondo  una  scala  termome- 
Irica. 

Diverse  dimensioni  ncgli  slessi  regetabili,  in  pa- 
xila  di  circostanzc  ,  autorizzano  pure  a  supporre  di- 
Tcrsi  gradi  di  calorico  ,  e  puo  condurre  alia  slessa 
conclusione  1'  esistenza  o  1'  incsislenza  di  uno  o  piu 
Tegetabili  in  contrade  diverse:  la  quale  ultinia  circo- 
slanza  polrebbe  ancbe  riceversi  ad  indizio  della  varia 
nalura  cLiniica  dei  terreni,  quante  voile  riguardi  quel 
dale  numero  di  pianle  ,  che  dimoslrano  con  la  fre- 
quenza  di  esse,  di  quali  malerie  si  componga  il  suo- 
lo,  in  cui  crescono. 

Ed  iutorno  alio  sfato  igrometrico  polremrao  ot- 
tenere  qualcbe  indizio  dagli  odori  ,  che  sempre  sono 
tenui  nei  climi  umidissimi,  e  forli  nei  seCx'hi. 

Ne  le  sfazioni  dovrebbero  trascurarsi,  perche  or- 
mai  si  fosse  in  istato  di  stabilire,  quali  di  esse  siano 
per  alcune  specie  rigorosaraenle  obbligatorie,  e  quali 
quelle  pianle  che  naluralraenle  si  dislendano  passando 
da  una  slazione  ad  un'  altra. 

Quesli  cd  allri  di  tale  qualila  esser  potrcbbero  i 
vantaggi,  che  ci  appreslerebbe  la  filografia  d'  un  re- 
gno, compilala  nei  inodo  che  si  e  dctto.  Ma  non  e, 
io  lo  ripelo  ,  nelle  forzc  di  un  solo  il  mandarla  ad 
effetto,  che  sarebbe  ua  mellersi  in  mare  immense.  E 


302 

tornando  appunto  domle  mi  sono  parlito  ,  moUe  la- 
gune  parve  a  me  ,  cbe  reslassero  a  riempirsi  sollo 
questa  vediila,  in  quell'  opera  di  Gussone  ,  per  tutti 
altri  riguardi  assai  commendevole.  Delle  quali  mi 
venne  falto  di  assicuranni  al  solo  paragonc  delle  spe- 
cie ivi  descritle  con  le  medesime  quali  crescono  in 
queste  nostre  conlrade,  Cos!  per  quello  clie  concerne 
il  tempo  del  fiorire,  oltreccbe  il  citato  aulore  noa  le 
ha  dislinto  secondo  i  varii  luoghi ,  neppure  sembra 
cb'  abbia  segnato  per  lo  meao  i  due  estrerai  di  essa 
dalle  pill  elevate  alle  piii  basse  temperature;  giaccbe 
edi  fa  cominciare  iii  marzo  la  fioritura  del  Mandor- 
lo  comune,  cbe  tra  noi  e  in  gcnnaio,  e  rimanda  ad 
aprile  quella  della  VeronicO,  arvensis  ,  cbe  qui  suc- 
cede  sin  dalla  fine  di  febbraro.  Similmente  raffron- 
tando  coUe  mie  le  di  lui  osservazioni ,  cbe  non  co- 
nosco  in  quale  luogo  fossero  slate  eseguite  ,  vedesi 
cbiaro  trovarsi  qui  pin  primaticcia  di  due  mesi  la 
fioritura  della  Salvia  claiidestina^  dell'  Ixia  bulbo- 
codium^  del  Polycarpon  telraphyllum ,    dell'  Echino- 

phora  spinosa e  d' un  mese  quella  AaWa.  P'eronica 

cymbalaria ed  essere  d' un  mese  piii  tardiva  quel- 
la del  Colchicuin  Cupaiii — e  raolte  prolungarsi  piii 
in  la  del  limite  cbe  1'  autore  assegua  ad  esse ,  come 
ad  esempio  la  Saponara  officinalis^  cbe  dura  fiorita 
sino  ad  ottobre  raentre  Gussone  la  fa  cessare  in  lu- 
glio. 

Intorno  al  colorilo  de'petali  io  trovo  designarsi 
per  violetti  quelli  dell'  Erodium  romanum  ,  cbe  qui 
sempre  bo  visti  porporini  ,  e  dirsi  dilavataraente  ce- 
rulee  le  corolle  del  Geranium  tuberosum  ,  cbe  mi 
vennero  sempre  incontrate  d'  un  roseo  carico  con  ve- 


3o3 

ne  cremisi.  Nc  qui  pure  i  pelali  della  Clematis  Fi- 
talba  sono  perfettamente  bianchi  come  vcngouo  de- 
scrilli  da  Giissone ,  ma  sibbene  di  un  bianco  lordo 
quasi  flavesccnle.  come  PresI  li  avcva  indicati. 

Qualcbe  piaofa  vi  si  riporta  quale  annua,  ed  io 
ia  trovo  pcrcnne  ,  come  il  Solanum  minialum,  qual- 
cuna  air  inconlro  siccome  bienae  ,  cbe  qui  compisce 
il  cicio  della  vcgelazione  in  un  solo  anno,  ed  e  tale 
la  Sinapis  incana. 

Per  le  slazioni,  a  raaniera  d'eserapio,  si  melle 
sopra  i  colli  gessosi  la  Gypsophyla  ^rrostii ,  cbe 
qui  rinviensi  ai  basso  in  terreni  argilloso-calcari  ,  e 
chc  sccondo  lo  slcsso  Autore  pur  crcsce  in  Siracusa, 
eve  non  sono  colline  di  gesso.  E  si  fanno  citladini 
dei  luoghi  nontani  e  delle  colline  dclerminalamenle 
1'  Erodinm  romatmm,  V  Iledysarum  capilalum^  VOno- 
nis  Schouuni  ^  il  Ranunculus  jlabellantus ^  il  Cyno- 
ylossum    cheirijolium  ,     la   Phlomis    fruticosa ,     la 

Myosolis  collina pei   quali   quella  slazione  non  e 

rigorosamenle  obbligatoria  ,  crescendo  qui  al  basso  , 
ed  alcune  cziandio  su  gli  orli  dei  carapi  mariltimi. 

Toccando  poi  doll'  abilazione  dei  vegetabili  ,  io 
senlo  assai  grado  all'  Autore  dell'  aver  fatfo  compa- 
rire  di  quando  in  quando  nel  suo  libro  il  nome  del- 
la mia  palria,  pero  mi  duole  I'animo,  cbe  delle  pian- 
te  non  pocbe  da  lui  asscgnale  come  indigene  del 
noslro  suolo,  appena  sono  in  istato  di  pofere  assicu- 
rare  trovarvisi  con  effetto  la  Emodea  montana  ,  la 
Moluccella  spinosa^  il  Daucus  maxmus^  la  Ferula 
geniculala^  \  yijiiga  chamaesylis  ,  e  qualcbe  altra  ; 
menlre    poi   per  quanlo  diligentissime  avessi  io  usate 

Alii  Accad.  F.xv.  38 


3o4. 

le  mie  ricerche ,  non  mi  torno  mai  fatto  di  rinveai- 
re  ne  il  Milium  coerulescens  ,  ne  1'  Ononis  Colum- 
nae^  All.  ne  il  Trachelium  coeruleum,  ne  la  Sinapis 
alba,  ne  la  Salureia  micropylla^  ne  alcuna  in  brcvc 
di  quasi  tulte  quelle  altre,  che  come  nostre  si  ripor- 
tano  nei  due  piimi  volurai  dell'  opera  ,  finora  da  me 
letti.  Anzl  trovaudovi  eziandio  registrala  la  Lavan- 
dula Spica  come  indigena  delle  colline  Ira  Nolo  ed 
Avola,  ove  non  trovasi  se  non  che  coUivala  ,  e  giu- 
dicando  che  tal  nolizia  sia  pervenuta  all'  Aulore  per 
allrui  mezzo  (  avendo  dichiarato  ei  medesimo  ,  non 
tutte  le  pianLe  da  lui  descritte  essere  stale  da  lui 
stesso  raccolte  o  dal  collega  Gasparrlni  ,  ma  di  pa- 
recchie  essergli  stata  fatia  comunicazione  da  alcuni  a- 
mici )  mi  sia  buono  1'  osservare  come  incsatle  e  mal 
sicure  serapre  riescono  le  relazioui  dei  viaggiatori  , 
che  nei  limili  del  tempo ,  di  citi  loro  e  dato  dispor- 
re,  osservando  le  cose  quasi  di  volo ,  non  possono 
giudicarne  con  quel  buono  accorgiraento  e  con  quel- 
la  opportunita  ,  con  cui  un  alfro  che  stia  sopra  luo- 
go.  Imperocche  trovandosi  quella  pianta  abbondanie- 
mente  coltivata  nei  vicino  Eremo  dell'  anlica  Avola  , 
io  mi  appongo  al  certo ,  che  la  maniera  poco  rego- 
lare  della  piantaggione  di  essa  abbia  potuto  far  gab- 
bo  air  osservatore  ,  facendogU  credere  d'  esservi  uata 
spontaneamente.  Inoltre  mi  soffre  pur  1'  aaimo  ,  clie 
ad  alcuni  luoghi  siasi  fatto  un  dono  quasi  esclusivo 
di  vegetabili  non  pochi,  che  la  natura  nou  ci  aveva 
ricusati;  tali  sono  ad  esempio  \  Ajuga  orienialis  b.^ 
\  Euphorbia  pinea.,  1'  Euphrasia  Bocconi  ,  la  Briza 
minor.,  V  Avena  bulbosa^  il  Convolvulus  lenuissimus 
e  Soldanella ,  il  Bupleurum  fruticosnm ,    la  IJnanor 


3oK 

ctjmbalaria ,  la  Rollboella  monandra  cd  erecla  ^  la 
Cancalis  plati/carpos  ,  la  Ficia  spuria  e  hybrida^ 
il  Geranium  tuberosum,  la  Slevnbergia  lutea ,  e  fi- 
nanco  ,  1'  Jlypecoum  procubens  c  la  Datura  ferox  , 
chc  quell'  Aiilore  aveva  Iciiuli  cosi  lonlaui  da 
noi  ,  limilando  1'  iiua  alia  sola  Messina  ,  e  1'  alho  a 
Jlilazzo.  Cost  leggcndo  posle  a  palria  de\i'I/e/iant/ie- 
mum  m'ioiicum,  della  Linavia  neglecta  ,  e  dcU'  ^l- 
thca  ojficinalis  Nolo  e  Siracusa,  e  del  TriJ'olium  spu- 
mosum  e  della  Scutellaria  peregrina  Spaccaforno 
e  Siracusa,  in  mezzo  alle  quali  cilia  Avola  sorge;  e 
collocarsi  il  Cheiiopodnim  Jntticosum  da  Trapani  a 
'^o{o.  cWMesembrianthemum  nodijlovum  da  Trapani  a 
Capopassero ,  passaudosi  poi  d'  un  sallo  sino  a  Sira- 
cusa ;  e  darsi  indigeni  di  Nolo  il  Thesium  humile  , 
la  Reseda  lutea e  di  Siracusa  la  Sapnnaria  offici- 
nalis,  il  Deljinium  staphysagria  ,  il   Polygonum  liy- 

dropiper,   il  Slum     angustij'olium io  mi  sarei  pur 

dolulo  di  quest;  sbalzi  curiosi  della  nalura  nella  di- 
stribuzione  delle  piante  ,  se  d'  allra  parle  non  mi  a- 
vesse  confortato  il  trovare,  che  anchc  presso  noi  qur- 
slc  pianlo  cd  allrc  esislcvano,  cbc  si  erano  dale  sic- 
come  rare.  AH'  iuconlro  mi  sono  meraviglialo  trovar- 
vi  di  rado  alcune  specie,  come  la  Campanula  dicho- 
toma,  il  Lathyrus  aphaca  ,  il  Verbascum  blattaria^ 

la   Phalaris  paradoxa.,  il  Rammcidus  urvensis e 

non  riconosccrvi  alfallo  alcun-^  allrc  ,  come  1'  Illece- 
brum  Paronychia,  1'  Jspliodelus  luteus.  il  Dianthus 
prolifer ,  1'  Ammi  Fisnaga  e  glaucijolium  .  la  Crv- 
cianclla  maritima  ,  il  Buplcurum  tenuissivmm  .  il 
Muscari  commulatum  .  e  somiglianli  ,  di  cui  parla 
quell'  Autore    come  di  piante  comuni.   Bisognava  pur 


3o6 

dire,  ia  quanta  parte  della  Sicilia  quelle  piante  fos- 
sero  comuni. 

Se  poi  ci  facciamo  addentro  nell'  esame  di  quei 
caralteri ,  che  sono  puramente  csterni  e  liinilali  alia 
superficie  degli  organi ,  ci  avvedremo  di  Don  minori 
diversita,  le  quali  rai  son  io  assicuralo  che  la  ripro- 
duzione  non  arriva  a  fare  sparire.  Ed  escmplificando 
diro,  die  le  foglioline  del  Trifolium  angustifoUum  non 
mi  vennero  inconlrale  glabre  ,  siccome  le  descrive 
Gussone,  ne  glabrissima  la  Polygala  Monspeliaca^  ma 
quelli  sempre  coperli  di  peli  sericei  ed  appressali  , 
quesla  col  caule  giovine  cortamente  e  radamente  to- 
mentoso,  e  col  raargine  delle  foglie  cigliotato-seghetta- 
to.  Cosi  pure  second©  Gussone  le  foglioline  del  Pi- 
sum  bijlorum  esser  dovrebbero  o  dentate  in  tutto  il 
margine  o  soltanto  alia  base;  ed  io  con  opposla  os- 
servazione  1'  ho  mai  sempre  ritrovato  dentate  in  ambi 
i  margin!  per  tutta  la  melta  superiore  ,  e  nella  va- 
rieta  a  Gore  bianco  soltanto  nell'  apice,  ma  pero  sem- 
pre intere  nella  raetla  inferiore. 

Un'  altra  omissione  io  pur  credo  che  avrebbesi 
dovuto  evitare  in  quest'  opera  ,  della  quale  facciamo 
esame,  ed  e  quella  dei  nomi  volgari  o  della  concor- 
danza  di  questi  coi  nomi  scientifici.  Commendabile 
mi  e  sembrato  il  disegno  dell'  Autore  di  riferire  a 
ciascuna  specie  la  varia  nomenclatura  degli  antichi 
nostri  botanici  ,  il  che  non  e  sempre  agevol  cosa  , 
perche  gli  antichi  nominavano  senza  dare  descrizione, 
o  dandone  alcuna  incompiuta.  Reputo  pero  ,  che  ei 
fosse  stato  par  bene  d'  unirvi  i  nomi  vernacoh  :  la 
quale  cosa  tanto  meglio  era  a  desiderarsi,  quanto  che 
con    uno   stesso  nome  volgare  non  si  chiama  sempre 


3o7 

una  specie  medesima  nelle  varie  parti  del  Regno,  e 
spesso  con  molli  sinonimi  non  si  appella  clie  una  so- 
la. Delia  quale  verila  chi  vog'ia  aver  fcde  la  pigli 
primamenle  dalla  voce  Jspiredda  ,  clie  gia  signifi- 
cando  presso  Ucria  alcune  specie  dei  geiicre  Aspe- 
t'ula,  nou  indica  presso  noi  che  la  Flelminlliia  echioi- 
des.  Per  la  stessa  guisa  Iroviamo  presso  colui  chia- 
marsi  sicdianatnente  Pulicara  \  Erigeron  viscosum , 
e  'Nzinzuli  due  specie  di  lihammis^  e  Paschuzzi  la 
Silene  amoena  (  crcdula  da  Gussone  la  S.  sen'cea ) 
mentre  da  noi  col  primo  norae  si  denola  1'  Ononis 
ramosissima^  col  secondo  la  Senebiera  coronopus^  e 
con  r  ultimo  la  Fedia  covnucopiae.  E  per  conlrario 
il  f^ilex  j4gnus-castus^  che  da  noi  chiamasi  Lacanu 
ed  in  qualcbe  paese  Lagomu ,  e  dello  Lignu-castu 
dal  Lacusi  c  da  Ucria ;  e  da  quest'  ultimo  si  da  no- 
rae di  Mufulena  alia  Passer ina  hirsuta  ,  che  presso 
noi  viene  conosciula  sollo  quello  di  Sulfalora.  E  co- 
si  pure  la  Beta  cicla  ,  q  \a.  B.  vulgaris  ,  cbe  fra 
noi  si  addimandano  aiti  in  Palermo  son  cliiamate 
Girt,  in  Castrogiovanni  Blelti ,  in  Siracusa  Sarchi  , 
in  Catania  Sec/ula  ,  e  forse  di  allro  nome  in  altre 
contrade.  Le  quali  riflessioni  mi  porlano  a  congbiet- 
iurare  ,  clie  forse  non  sempre  bene  abbia  potuto  ap- 
porsi  il  noslro  Gussone  nel  trasportare  ad  allre  specie 
alcune  piante  che  si  producono  da  Ucria,  non  d  allro 
a  far  cio  traendo  egli  argomenfo  cbe  dal  nome  ver- 
nacolo. 

Qucste  e  somiglianti  considcrazioni  io  m'  andava 
facendo  su  quell'  opera  del  Ch.  Gussone.  Le  quali 
non  vorrci  che  alcuno  sospctlasse  aver  io  ricordale  a 
ragione    d'  ingiuria   o  per  derogare  al  sommo  merito 


3o8 

di  colui;  e -son  corto  che  quel  dotto  botanico ,  savio 
com'egli  e,  non  vorra  tenersene  adontato,  giacche  se 
osservai  per  lo  paragone  di  lanli  luogbi  ,  die  quella 
opera,  avvegnacche  dottissiaia,  non  iscompagnavasi  da 
difelto  ,  non  ho  raai  detto  e  neppur  giudicato,  che 
r  aulore  fosse  stalo  raal  diligente,  ed  ho  gia  insieme 
protestato  che  cio  provveniva  dalla  slessa  grandezza 
del  hisogno,  che  mal  puo  arrogarsi  alle  forze  di  un 
solo.  E  stoltissimo  al  fermo  sarebbe,  se  nolando  una 
niancanza  ,  contro  cui  quell'  autore  si  sarebbe  male 
adoperato  ,  lasciassi  io  poi  di  fargli  lode  dell'  aver 
cercato  ogni  via  ,  percbe  ciascuna  di  lui  osservazio- 
ne  apparisce  fatta  con  fini  accorgimenti  cd  inge- 
gDO.  Ed  io  quesle  medesimo  osservazioni  avrei  piu: 
trasandate  di  bnooa  voglia,  se  la  esposizione  di  esse 
non  fosse  stata  neccssaria  a  bene  intendere  le  ragio- 
ui  del  discgno  e  dcUa  forma  di  questo  mio  qualun- 
que  lavoro. 

Esse  infalti  mi  facevano  venire  in  scntcnza,  che 
ad  aversi  un"  opera  di  piu  perfezione  su  le  cose  bo- 
tanicbe  della  Sicilia,  rendevasi  indispcnsabilc,  che  non 
un  solo,  ma  molli  ad  uu  tempo,  ardenti  di  genoroso  af- 
fetto  per  la  scienza,  confortati  di  mezzi  ,  forli  dello 
ajulo  d' una  profonda  erudizione,  cd  animati  di  buoa 
zelo  per  1'  onore  palrio ,  intraprendessero  il  vasto  di- 
segno  di  comporre  una  Flora  del  regno  ,  liraitando 
ciascuno  le  proprie  osservazioni  sopra  una  contrada 
la  meno  eslesa  che  fosse  possibile ,  e  dove  si  avesse 
r  agevolezza  di  rilornare  le  mille  voile  su  la  specie 
medesiraa ,  e  vedere  di  quali  carafteri  essa  si  spogli 
con  la  rigenerazione,  e  quali  conservi  coslanfemcnte. 
Dalla  riunione  poi  di  qiiesti  lavori  e  da!  paragone  di 


3o9 
essi  lion  sarcbbe  a  sperarsi  un'  opera  di  lieve  mo- 
raento  ,  clie  a  drilfo  ed  a  ragione  polrebbe  cs- 
serc  delta  Flora  deJla  Sicilia.  Era  in  guisa  somi- 
gliantc  ,  scbbene  con  vedute  piii  eslese  ,  cbc  quel 
somrao  ingcgno  del  Buffou,  a  fare  avanzamcali  nella 
ornitologia  slorica ,  giudicava  solo  mezzo  «  il  tesscre 
J  la  storia  particolare  degli  uccelli  di  ciascun  pacse, 
»  prima  di  quci  d'  una  sola  provincia  ,  indi  di  quel 
))  d'  una  provincia  vicina ,  poscia  di  quel  d'  un'  allra 
»  piu  lontana ;  unire  dopo  cio  quesle  storie  partico- 
3  lari  per  comporre  qiicUa  di  lulli  gli  uccelli  del 
»  raedcsimo  clinia :  fare  lo  slesso  in  lulti  i  paesi  ed 
»  in  tutli  i  differenti  climi ;  quindi  confronlare  que- 
a  sic  storie  particolari,  combinarle  per  produrre  i  fal- 
»  ti,  e  forraare  un  corpo  intero  di  lulte  quesle  parti 
»  separate,))  (i)  . 

.(  ,  Parian  lo  invagliito  di  tale  conccpimcnlo  io  gia 
Toleva  dar  opera  ad  inlraprondcre  quella  parte  del 
lavoro,  cbc  aveva  altinenza  ai  diutorni  delta  mia  pa- 
tria,  mosso  vieppiu  dalla  riflessione ,  che  quesli  luo- 
gbi  poco  0  nulla  s'  erano  visitali.  Svenluralamente 
pero  io  educalo  da  per  me  stesso  alio  studio  delle 
cose  bolaniche ,  e  sfornilo  di  quel  corrcdo  di  cogni- 
zioni  che  mi  parevano,  e  non  a  torto,  indispensabili 
nello  slalo  atlualc  di  progresso  delta  scienza,  confor- 
tavami  dall'  improsa  ben  tosto  e  quasi  mi  rimaneva, 
avvegnaccbe  il  Cb.  noslro  socio  Fcrdinando  Cosenli- 
no  ,    che  m'  era  slalo  generoso  dei  due  volumi  della 


(i)  BiiITou  St.  iiat.  degli  Uccelli;  disegao  dell' Opera. 


3 10 

opera  di  Gussone ,  mi  vi  andasse  serapre  incifando  ,' 
offerendosi  ad  aiularmi  di  consiglio  e  di  guida.  Que- 
sti  scoramenli  erano  pure  raccresciuti  dalla  volgare 
prevenzione ,  qui  forse  maggiore  cbe  allrove ,  di  ri- 
guardarsi  chi  si  applica  alio  studio  delle  piante,  co- 
me un  uomo  che  va  cercando  medicinali  :  di  quale 
prevenzione  dolevasi  ai  suoi  tempi  Gian-Giacomo 
Rousseau,  come  di  cagione  che  aveva  diminuiti  i 
piaceri  della  bofanica.  Ma  i  veri  alleltamenti  delie 
scienze  naturali  ,  e  i  multiplici  vanlaggi  ,  e  le  utili 
conoscenze  sono  motivi  potentissimi  a  distruggere  o 
a  far  lacere  ua  pregiudizio,  Perd  non  cosi  agevol- 
mente  puo  farsi  riraedio  alia  insufficienza  dei  mezzi 
ed  alia  scarsila  dell'  ingegno. 

Erano  giunfe  le  cose  a  questi  termini  ,  quaodo 
a  voi  piacque,  illustri  Accaderaici,  piu  che  dai  poco 
mio  raerito  prendendo  consiglio  dalla  molta  geuero- 
sita  deir  animo  voslro.  ascrivermi  al  vostro  coasesso, 
quasi  a  darmi  eccitamento  a  baltere  con  piu  corag- 
gio  il  lenlato  sentiero.  E  qualcuno  di  voi  vennemi 
eziandio  confortando  a  por  giii  le  dubbiezze:  Che  se 
finalmente  mi  vi  sono  indotlo  ,  io  nol  feci  confiden- 
zialmentee  senzapaura,e  per  poco  non  mi  sono  ripentilo 
d'  aver  fatlo  1'  altrui  volere  mettendorai  a  questa  im- 
presa.  Se  non  che  questa  sola  considerazione  mi  al- 
leggerisce  1'  animo,  che  non  essendomivi  posto  da  per 
me  stesso,  il  che  sarebhe  stalo  prosunluoso  e  biasi- 
mevole,  ma  sibbene  quasi  per  vostro  comandameuto, 
merito  di  essere  non  gia  laudato  ,  ma  per  lo  meno 
scusato  come  obbediente.  Pertanto  senza  che  me  ne 
vada  piu  oltre  per  le  lunghezze  ,  piacciavi  sofferire 
ch'  io  venga  esponendovi  il  piano  del  mio  lavoro. 


3ii 

Se  I'ordine  e  la  parte  fondamentalc  d'  ogni  qiia- 
lunquc  protluzione  dell'  ingogno  ,  c  senza  di  esso  il 
sapere  divcrrcbbe  lumulluoso  e  poco  iufcrioi'e  alia 
slessa  impcrizia,  quest' ordine  diviene  piu  necessario 
in  una  storia  delle  piante  «  il  nuinero  delle  qiiali)), 
come  confessava  lo  sles;o  anlisistematico  Conte  di 
Buffon,  «  e  di  fatto  Iroppo  grande,  Ic  diversita  Irop- 
>  po  picciole  ,  le  specie  Iroppo  poco  diirevoli,  ed  il 
»  compendio  troppo  minulo  ed  indifferente  ,  perche 
J  noa  si  abbiaoo  a  considerare  in  massa  e  fame  dei 
»  CDucchi  6  dei  generi,  meltendo  insieme  quelle  che 
»  pare  che  piu  si  assomigliano))  (i). 

Ma  qua!' e  quest' ordine  die  io  seguiro  ? — Nel 
proposilo  del  niio  lavoro  basfandomi  di  riguardare  o- 
gni  sistema  artifieiato  ,  ogni  schioramento  melodico  , 
corue  un  comraodo  per  istudiare,  un  aiuto  per  inten- 
dersi ,  o  a  dir  lutlo  in  poclie  parole  come  segni  e 
risconlri  arbitrarii,  dei  quali  si  e  convenulo  per  sor- 
reggere  la  memoria ,  io  mi  serviro  della  classazione 
Linneaoa  come  di  quella  piu  uniforme  nella  sua  co- 
ordinazioue,  e  piu  gcneralmenle  ricevuta ,  c  dove  le 
pianlc  vanno  per  cosi  dire  a  situarsi  da  per  se  sfesse 
nel  posto  che  ad  esse  conviene.  In  soinma  1'  ordine 
che  io  seguiro,  sara  quel.'o  stesso,  di  cui  Gussone  ci 
ha  gia  dato  esempio,  sebbene  noo  gli  lerro  sempre 
dietro  con  cieca  e  pedantesca  imitazioue. 


(i)  Baffon,  St.   Nat.  dei  Qaatrapedi=Di3Corso  degli  animali  comnni  ai 
due  Conlinenti. 

All.  Ac  cad.  FoL  xr.  S9 


3l2 

Difalii  per  i  generi  delle  piante  mi  soffriva  lo 
animo  (e  credo  non  fiiori  ragione)  che  principalmen- 
te  in  rispello  ai  fiuUi  siasi  ammessa  la  vecchia  no- 
jnenclalura,  milla  profiLlancIo  dcgU  avaDzamenli  della 
scienza  su  qucs[o  parlicolare  merce  i  (ravagli  di 
Gaerlner,  Richard,  DecandoUe,  Desvaux,  Mirbel  e  Sa- 
vi.  lo  dunque  rilenendo  per  lo  piu  la  frase  generica 
di  Gussone  ,  T  ho  mai  sempre  inodificala  rispetliva- 
menle  al  nome  dei  friilli,  e  qualche  Yolta  anche  ia 
allri  caralteri  ,  coinparandola  alia  Scella  di  generi 
di  piante  .  che  ci  ha  dala  il  citato  Ch.  Professore 
Savi.  Alia  fiase  generica  mi  giova  far  seguire  le  piii 
volte  il  nome  volgare  del  genere  slesso  in  ilaliano 
ed  in  francese,  e  dove  ci  "vien  fatto  anche  in  lingua 
siciiiana.  Di  segneute  a  ciasciin  genere  (che  sara  da 
me  disposlo  in  progressione  numerrca)  metfero  (nu- 
Tnerata  ^  ;diliingo  in  allra  serie)  ogni  specie  di  essi  , 
purdiJe  j)ero  sia  slata  da  me  osservata;  che  non  vor- 
rei  TO  riportarne  alcuna  sollo  1'  altriii  aiitorita.  E 
xnellero  poi  non  solo  le  indigene  ^  ma  quelle  ezian- 
dio,  cbe  introdolte  probabilmente  dallo  slraniero  e.col- 
livate  un  tempo,  hanno  acquistato  una  specie  d'indi- 
ffenalo,  riproducendosi  ora  da  per  se  stesse.  Per  cia- 
scuna  di  queste  specie  saranno  da  me  seguite,  salvo 
pochissime  cccezioni,  le  nomenclature  di  Gussone.  II 
perche  mi  conlentcro  gia  di  scrivere  il  solo  nome 
degli  autori  cui  si  appartengono  ,  senza  far  cilazione 
delle  opere ,  che  i  lettori  potranno  consultare  presso 
Gussone  stesso,  il  di  cui  nome  io  pure  citero  e  sotto 
ogni  specie  quasi  a  ricordo  ch'  egli  1'  ahhia  adottato; 
ed  ove  si  tratli  di  quest'  ultima  di  lui  opera  cilerassi 
il  nome  solo  e  nulla  piii,  ove  pero  s'  abhia  ragguar- 


3i5 

do  alle  allrc  prcccdcnli  od  ai  supplimcnll  di  questa, 
ne  verro  io  facendo  espressa  rncnzionc. 

I  caralteri  specifici  saranno  descritli  per  Io  piu 
secondo  die  Irovansi  in  Gussone;  cLe  qiiando  iiomiai 
sonmni  ci  Lanno  precediilo  la  via  ,  (Icbbc  un  uomo 
prudenlc  baltere  la  medesima,  affinchc  il  dipartirsene 
non  fosse  giudicalo  prcsiinzione.  Solamenlc  ne  rifor- 
mero  io  alcuna  parte  di  quando  in  quando,  ove  la 
osservazione  mi  porli  a  non  potervi  consenlire.  Im- 
mediatamenle  dope  la  diagnosi  specilica  sara  posto  il 
geroglifico  die  indica  la  diirala  della  pianla. 

Siegue  la  sinonimia,  die  dopo  rosservazionc  dei 
falli  c  la  mclodic-a  disliibiizione  di  essi,  c  stata  giu- 
dicata  la  parle  fondamenlale  della  Sloria  Nalurale  ; 
giacche  per  Io  diverso  niodo  di  niettere  in  sistema 
gli  sleisi  oggelli,  se  no  sono  moltiplicale  le  diflercnze 
nelle  denoniinazioni,  e  bisogna  darsi  opera  a  fare  un 
esalla  concordanza  dei  comi  perche  si  possa  esser  si-^ 
curi  di  non  moltiplicare  le  specie  ,  o  di  noa  creare 
moslri.  Se  non  cbe  per  somma  disavvcntura  bo  piu 
sopra  confessalo  cbc  di  mozzi  mancava  io  e  di  libri, 
e  quindi  non  ebbi  gia  poUilo  piendere  a  queslo  ri- 
guardo  cbe  una  parte  meramente  passiva,  valendorai 
della  sinonimia  di  Gussone  senza  nulla  poter  vedere 
piu  in  la.  E  pure  da  questa  per  amore  di  brevila  ho 
serapre  sccveralo  tutte  quelle  nomenclature,  sopratutto 
di  Cupani,  cbe  mi  parvero  troppo  huiglie,  c  le  altre 
piu  brevi  bo  prodolto  col  solo  nome  degli  autori,  tra- 
lasciando  la  citazione  delle  opcre  cbe  serve  all'  auto- 
rila  della  voce:  i  lettori  piu  curiosi  mi  faraniio  cor- 
tesia  di  supplire  eglino  siessi  a  questa  omissione  con- 
BuUaado  1'  opera   cbe   mi  ba  servilo   di  guida.   Gosi 


3i4. 

Gu?sone  sfesso  cilando  i  sinonimi  dell'  Orto  Caltohco 
di  Cupani ,  poca  o  nessuna  ragione  teone  di  quelli 
degli  altri  scrillori  da  Cupani  addotli  ,  e  ne  faceva 
espresso  avverlimeolo,  perche  vi  supplissero  i  leggito- 
ri.  Dove  si  puo  nolerassi  alia  fine  delia  siaoaimia 
scienlifica  il  nome  siciliano ,  col  quale  qui  vien  co- 
nosciula  quella  specie;  e  ad  esempio  di  somnai  uomioi 
melleransi,  ove  si  puo,  anche  i  nomi  volgari  di  Fran- 
cia  e  d'  Ilalia.  Non  posso  io  dare  il  nome  siciliano  pa- 
trio  che  per  ispecie  pochissime,  avvegnacche  i  conta- 
dini  di  tulti  i  paesi,  cui  si  apparliene  quesia  branca 
di  nomcnclatura,  non  hanno  applicalo  i  nomi  che  alle 
sole  pianle  o  le  piii  nocive,  o  le  piii  utili,  o  di  raag- 
giore  frcquenza,  o  di  piu  uso,  facendo  delle  allre  una 
gramle  famiglia  ,  o  a  dir  meglio  un  accozzaraento  , 
che  chiamano  erbe  salvaliche.  Riguardo  ai  nomi  ita- 
liani  e  francesi  non  e  raro  di  trovarli  in  quelle  ope- 
re  delle  due  lingue,  ove  non  si  ami  di  far  pompa  di 
gergo  scienlifico ,  cd  e  quindi  necessario  che  sc  ne 
conoscesse  la  corrispondenza  coi  nomi  scientific!.  E 
queslo  io  voglio  or  qui  delto  ,  perche  non  me  ne 
venga  rimprovero,  come  di  cosa  assolutamenle  inuli- 
le  e  male  immaginafa. 

Dopo  la  sinonimia  melterassi  il  tempo  della  fio- 
ritura  quale  per  me  e  stata  osservala  in  varie  volte 
entro  i  limili  delle  mie  ricerche  indicando  le  anoma- 
iie,  che  spesso  la  mancanza  delle  piogge,  o  allre  so- 
miglianti  cause  Iransitorie  sogliono  produrre.  Poscia 
indicheransi  le  slazioni. 

Fin  qui,  se  si  eccettui  la  fioritura,  mi  si  puo  ad- 
debilare  a  man  salva  aver  io  soslenuto  I'  ufficio  d,i 
semplice  compilalore  traducendo  nel  raio  lavoro  le  for- 


3  lb' 

mole  nllrni.  Or  siogiie  un'  iillima  parle  die  mie  del 
tullo  propria  ,  c  clie  costiluisce ,  a  dir  cosi ,  la  fiso- 
Domia  del  la  Flora  cli'  io  scrivo. 

Dappoiclic  i  due  sommi  ingegni  di  Svczia  e  di  . 
Francia  s'  ebbcro  diviso  1'  impcro  della  Storia  IVatii- 
rale ,  i  curiosi  e  gli  amalori  di  essa  si  sparlirorio  in 
due  fazioni  :  p'acqiie  nd  alciini  1'  andar  sidla  traccia 
del  filosofo  di  Upsal ,  coinpiacendosi  della  procisionc 
e  del  ueologismo  delle  sue  frasi  ;  altri  ]X)i  si  fecero 
a  seguire  il  zoologo  di  Monlbard ,  invaghili  dell'  ab- 
bondanza  e  del  colorilo  delle  sue  dcscrizioni.  Or  non 
e  dubbio  ,  cli'  cntrambe  le  scuole  escano  a  vizio:  Ic 
definizioni  Linneane  slancano  finalnienle  la  incnle  ,  e 
si  crede  vcder\  i  appicciolito  e  diseccato  1'  umano  sa- 
pere;  si  ama  dall'  allro  canlo  di  vedere  coordinate  le 
iramagini  vaghe  di  Buflbn.  Uomini  soinini ,  slandosi 
in  mezzo  a'  due  parliti,  hanno  trovato  la  via  di  rap- 
pacciare  colalc  discrepanza,  prescrivendo  cbe  ,  clas- 
sati  da  prima  gli  oggetti  della  nalura ,  e  ridolte  ai 
minimi  lermini  le  frasi,  si  conforlassc  Taridifa  di  que- 
slo  lavoro  con  una  piii  cstesa  descrizionc  degli  oggetti 
medesinii,  e  di  cio  die  ad  essi  conccrne.  Ed  io  mi 
sono  gia  fallo  sopra  questo  divisamcnto;  perloccbe  sollo 
ciascuna  specie  (salvo  pocliissinie  cbe  non  prescnlano 
troppa  varieiu  di  clcmenli),  dopo  la  frase  spccifica,  tor- 
nero  ben  altra  volla  a  descriveria  diffusamcnle,  secon- 
do  le  nolizie  cbe  bo  da  per  me  slesso  altinle  nclla  os- 
servazione  della  medesiina.  II  Cb.  Giissone  molte  bel- 
le osservazioni  c' ebbe  dale  ncl  secondo  volume  della 
sua  opera,  delle  quali  bo  dolore  non  esserc  stale  co- 
si  largo  ncl  piinio;  cd  io  nc  tirero  prolillo  Irovando- 
le  unii'ornii  alle  mie  ,   dove  poi   ne   discordino  ,   ne 


3i6 

faro  apposlto  ricordo;  che  il  paragone  e  la  via  tnl- 
gliore  di  tuUe  le  nostre  cogoizioni,  e  la  discrepaaza 
essendo  cio  die  v'  ha  di  piu  sensibile  nel  paragone  , 
e  per  qiiesta   che   noi    arriveremo   agevolmente  a  co- 
noscere ,  noa  essere  dubbio  ,  cli'  esistessero  differenze 
tra  le    piaate   di  queste  con  trade  e  le  specie  medesi- 
rae  d'  altri  punli  del  Regno.    E  da  (ale  metodo  nes- 
suna  specie  eccetluerassi,  anche  le  piu  volgari,  giac- 
che  pure  in  esse  possono   insorgere   delle  anomalie  ; 
e  per  altro  abbiamo  gia  osservalo,    che  la  frequenza 
o  la  rarita  delle  piante  sono   circoslanze   relative  ,    e 
apesso  una  specie  comunissima  si  avvicina  ad   un  al- 
tra  per  tanti  rigiiardi,  raentre  per  alcuni  e  dissimile, 
che  r  atlenta  osservazione  puti  somininistrarci    la  sco- 
verta  di  nuove  specie,  e  sarebbe  un  molto  arriscbia- 
re  il  conl'onderle  a  prima  giunta.  Valgano  d"e3en)pio 
la  Linaria  Spuria^  e  la  L.   Elaline ,    che  i  noa  as- 
suefatti   a   confrontare   le  osservazioni  riterranno  sem- 
pre  per  una  specie,  cosi  picciole  ne  sono  le  differen- 
ze. La  mia  sara  dunque  una  generale  rivista  di  fatti 
una   somma   di  osservazioni  tiitte  proprie,  una  mani- 
feslazione  sincera  delle  domestiche  ricchezze  :    il   che 
estimo,  se  non  opera  soleuue,  per  lo  meno  commen- 
devole,  e  sempre  migliore  che  non  quella  d'  alcuni  , 
i  quali  nM'  angusUa  del  loro  sludiolo  -,   isolali   da 
ogni  osservazione ^  e  privi  anco  dei  mezzi  di Jarne, 
solo  con  I  aiuto  di  opere  stampaie  da  altri  infarci- 
scono  un  lungo  catalogo  di  frasi  ovunque  raccolte, 
senza  discuterne  le  autoritd.  senza  confrontare  gli 
oggetti  e   le  f^asi  stesse.  Pero  in  questo  raedesimo 
mio  lavoro  noa  ho  io  sempre  dato,  come  per  awen- 
tura  polrebbe  esliraarsi,  una  compiuta  adombrazione 


3.7 

della  pianla,  ma  scmpre  1'  c?prcssione  di  (ullo  quello 
che  per  me  su  la  stessa  e  slalo  osservalo,  c  piu  e  piu 
volto  osservalo,  nulla  o  poco  ciirandomi  di  quci  ca- 
ralteri  anielrici  ,  clic  non  appartcngono  vcraraente 
alia  specie,  o  di  quelle  propriela  inomcnlanee,  in  cui 
qnalche  circoslanza  pure  niomenlanea  suole  non  di 
rado  I'aria  Iralignare.  E  lenacc  del  mio  proponimcn- 
to,  e  raemorc  di  qnella  senlcnza  di  Buffon ,  la  sola 
e  vera  scienza  la  co(jmzione  essere  dei  fatti^  I  in- 
gegno  non  polendovi  siipplire  ,  mi  sono  pure  guar- 
dalo  d'  ingrossar  1'  opera  a  bello  sludio  d'  una  super- 
flua  orudizione  che  alledii  cosiccbe,  il  soggelfo  resli 
aflbgalo  in  una  quanlilii  di  nialerie  tulte  strane.  Tut- 
to  qiiolln  rlio  mi  snno  permesso  di  aggiungere  alle 
osservazioni  c  slalo  di  nolar  qualche  volla  gli  usi  e- 
conomici  di  alcunc  specie  ,  o  le  loro  qualila  nocive 
o  mcdiciuali  sccondo  le  opinioni  del  volgo  ,  il  cbe 
pure  era  un  fallo  palrio,  e  doveva  occupare  un  po- 
slo  nella  sloria  dclle  noslre  cose  bolaniclie. 

E  poiclie  la  materia  pare  che  il  ricerchi  ,  non 
voglio  lasciarc  indielro  di  ricordarc  ,  che  inconlran- 
dosi  qualche  specie,  la  quale  non  confronti  nei  ca- 
rallcri  con  alcuua  di  quelle  riporlale  da  Gussone,  se 
polro  assicurarrai  con  la  piu  scrupolosa  osscrvazione, 
che  la  sia  precedenlcmcnle  conosciula  ^  la  indichero 
<pel  nome  di  essa  gia  ricevulo  e  per  la  corrisponden- 
te  frase;  sc  pero  non  mi  sara  possihile  di  Irovarvi 
rassoniiglianza  con  allrc  specie  gia  note  ,  io  per  bi- 
60gno  di  designaria  prcndoro  ardire  di  atlribuire  ad 
essa  un  nome  a  mio  senno.  Pur  non  vorrei,  che  cio 
,si)Tepuli  presunzionc,'  o  credasi  fallo  percbe  io  m'an- 
dassi  pcrsuaso ,   che  quella  specie  fosse  nuora  effeltL 


3i8 

vamente.  Coaciosiache  non  io  avendo  visilalo  erbarii, 
non  falto  viaggi,  non  polulo  versar  per  le  rnani  raol- 
te  utilissioie  opere  di  fitografia,  che  qui  appena  son 
cooosciute  per  lo  solo  litolo  ,  in  somma  non  avendo 
nozioni  sufficient!  delle  specie  tulte  finora  scoperle  , 
e  della  laboriosa  esatlezza  dei  moderni  die  le  descris- 
sero,  non  ho  polulo  goyernarmi  con  altro  raiglior  con- 
siglio,  che  di  dare  alia  specie  dubbia  un  norae  arbitra- 
rio  procurando  di  esprimere  con  grande  diligeuza,quan- 
lo  seppi,  i  caralleri  di  essa.  Seguira  per  qiieslo  raelo- 
do  ,  che  i  meglio  eruditi  polranno  agevolmente  far 
paragone  dei  falli  da  me  osservali  ;  i  quali  se  non 
confronlino  con  allri  avrd  io  la  salisfazione  d'  una 
scoverla;  se  poi  si  as^^omigliano,  non  pntro  non  otte- 
nere  quelle  scuse  che  merila  la  confessione  della  mia 
imperizia,  per  la  quale  mi  sommettero  di  buona  vo- 
glia  ad  essere  correlto.  E  in  tutti  i  casi  non  polra 
negarmisi  il  merilo  d'  aver  Iravaglialo  per  lo  progres- 
so  della  scienza,  risparmiando  tempo  e  fatica  a  quelli 
che  la  collivano. 

Resla  a  dire  in  quale  idioma  io  mi  sia  proposlo 
di  scrivere  quesle  mie  osservazioni.  Gia  e  guari  di 
tempo,  che  parecchi  valorosi  Ilaliani,  amando  la  pa- 
tria  loro  ,  si  eraanciparono  dal  vecchio  costume  di 
dettare  la  bolanica  in  latino,  ed  onorarono  cosi  la 
materna  lingua  :  il  che  da  altri  per  le  altre  scienze 
erasi  pure  operato.  Ed  io  non  ho  voluto  partirmi 
dair  esempio  di  costoro  soprattulto  per  la  ragione  che 
la  mia  intrapresa  non  si  addebilasse  di  ambiziosa  ca- 
gione;  imperocche  essendo  diretto  il  detlalo  latino  a 
rendere  piu  universale  la  conoscenza  delle  opera  , 
perche  quella  appuato  e  la  lingua  dei  dotti,  mi  sono 


3i9 

guardafo  dall'  indiirre  sospello ,  d'  esser  io  veniito  in 
arrogaiiza  di  volere  esscrc  lello  dai  piu.  Ne  dal  pro- 
posito  valse  a  rimuoverrai  la  maggior  precisione  del- 
1'  idioma  latino,  cssendo  oriiiai  dirnoslralo  dall'  esera- 
pio  di  somnii  iiomini,  che  la  lingua  d'  Ilalia  puo  es- 
sere  piu  concisa  noa  solo  di  liiUe  le  liugue  vi- 
venli,  ma  della  lalina  cziaiidio.  La  quale  proposizio- 
ne,  per  qiianlo  apparisse  inollraia,  non  lascia  d'esser 
vera  a  lullo  prove,  quantc  voile  uon  si  abbia  a  schi- 
fo  di  vcder  IraduUo  in  cjsa  il  nooiogisrao  dei  voca- 
boli  tecnici.  II  die  viene  consenlilo  dalle  cosidera- 
zioni  del  Perticari,  il  tenor  delle  quali  nel  scnso  e 
neir  assunto  e  qiiesl'csso:  die  le  anliclie  scrillure  con- 
tennero  quelle  cose,  cbe  baslarono  alia  sapicnza  del 
loro  secolo  e  delle  persone  die  allora  vissero;  die  la 
favclla  debbe  scmpre  allargarsi  con  la  iiniversita  del- 
le cose  slendondo  le  sue  radici  elerne  sovia  gl'  in- 
crcmenti  delle  scienze,  delle  arti,  delle  scoverte,  dei 
costuini  e  dei  tempi  ;  die  tanle  voci  1'  umano  inge- 
gno  deve  iuvcniare  quantc  puo  nuove  cose  produrre; 
che  per  conscguenza  allargati  oggi  i  confini  dell'  u- 
mano  inlendimenlo,  si  ha  bene  il  drillo  di  allargare 
anche  quelli  delle  parole,  scnza  falsificarci  nelle  for- 
me degli  anlicbi  ,  da  mostrarc  in  noi  la  ignoranza 
loro  ;  cbe  finalraente  se  i  nomi  delle  scienze  presso 
gli  aBticbi  italiani  eransi  divisi  tra  1'  arabo  e  il  gre- 
00,  siccome  e  cbiaro  da  molti  csempii  degli  stessi 
treccnlisti,  non  e  ragione  la  quale  vieli ,  che  dalla 
stessa  sorgenlc  si  venissero  inlroducendo  nella  nostra 
favella  le  parole  lulte  delle  scienze  c  delle  arti  nuo- 
varaente  illustrate  o  Irovate,  le  quali  se  a  quei  tem- 
jitt.  Jccad.  Fol.  xy.  4o 


320 

pi  si  fossero  conosciute,  cerlo  n'  avremmo  alraeno  x 
iiomi,  che  sarebbero  migliori  dei  presenli,  o  piii  ve- 
ramente  sarebbero  questi  medesimi  che  era  usiamo. 
la  tali  seatenze  sono  usciti  col  Perticari  tutti  qaei 
sommi,  che  seppero  rispettare  ugualmente  i  dritti  del- 
la  venerabile  aiilichita  e  le  ragioni  dei  filosofi;  e  son 
desse  che  volli  togliere  a  confer  to,  e  con  le  quali  mi 
son  io  governato  nel  formare  questo  mio  divisainen- 
to.  Peraltro  se  il  neologismo  delle  parole  sarebbe  una 
menda  in  una  lingua  viyente,  non  polrebbe  riguar- 
darsi  che  come  una  sconcezza  in  una  lingua  gia  mcr- 
ta  ed  insuscettibile  di  addizioni  qual'  e  la  latina. 

E  questo  il  disegno  dell'  opera  :  ne  altro  modo 
He  migliore  ho  io  saputo  adoperarvi.  Voi  vedele  ;  o 
dotli  Accademici  ,  se  i  mezzi  siano  accomodati  col 
line,  e  vedrete  da  poscia  a  momenti  come  valessero 
in  fatto  ad  oUeaerlo.  Checche  ne  sia  dei  risulfaraen- 
ii,  io  riconfesso  candidamente,  che  il  carico  non  era 
delle  mie  forze ,  c  se  gia  I'  intrapresi  ad  altrui  sug- 
gestione,  volli  farlo  a  mostrare  per  Io  meno  che  non 
fui  privo  di  buon  volerc  per  la  illustrazionc  delle 
cose  patrie.  E  desidcro  e  voglio  sperare ,  che  sorge- 
ranno  uoraini  generosi  e  veri  amatori  della  scionza  , 
i  quali  faransi  diletto  di  quesla  bellissima  ed  utilissi- 
ma  falica,  e  sapranno  condurre  1'  intrapresa  alia  bra- 
mata  perfezione.  Inlanto  mi  giova  far  precedere  alia 
descrizione  delle  piante  una  corapendiosa  esposizione 
topografico-bofanica  dei  luoghi  che  ho  scelto  a  liiaile 
delle  mie  ricerche. 


BREVE  SAGGIO 


DI 


TO^OBRAWIA  BOT^niCA 


DEI 


DINTORNI  DI  AVOLA 


L.a  Citta  di  Avola  e  situata  ncl  36  53  di  lati- 
ludine  settentrionalc,  c  nel  i3  lO  di  longiludine  al- 
r  orientc  del  meridiano  di  Parigi,  a  4-  miglia  Est  da 
Nolo  ,  cd  a  i8  0.  S.  0.  da  Siracusa.  li  picciolo 
lenitorio  di  qucsla ,  cli  e  stato  limite  allc  noslre  er- 
borazioni,  ha  il  perimclro  di  miglia  26  (comprese  le 
sinuosila  )  ,  cd  una  superficie  calcolata  per  approssi- 
raazione  a  saimc  legali  3o62.  Esso  ha  la  figura  dl 
un  coiio  smussalo  all'  apice  ,  la  di  cui  hase  lunga 
miglia  6  3/^  pogS'a  sul  mare  Jonio  dalla  banda  del 
Sud-iy^-Est.  Le  coste  nella  piu  parte  sono  alquanlo 
elevale,  e  poco  interrotle  di  livello  per  qiialche  par- 
ziale  declivio  ;  declinando  inoltre  insensibilmente  al- 
CUQ  poco  da  IcYantc  a  poncnte,  c  neir  ultima  estre- 
mila  occidcntale  sono  poi  cosi  basse  per  lo  spazio  di 
circa  mezzo  miglio,  che  quasi  confondonsi  col  livello 
del  mare  ,  e  la  sabbia  della  spiaggia  vi  si  Irova  al- 
zala  in  picciolc  dune,  le  quali  si  cacciano  avanti  uno 
stagDO  di  poca  estensione  forraalo  dalle  acque  pluvia- 
li  sul  terrcno  confinante ,  irapedendoae  la  comunica- 


i. 


322 

zione  col  mare.  CI6  del  confine  mcridiano.  Ad  0.- 
fX'S.  ,  per  vn  (rallo  di  quasi  3  iniglia  a  parlire  del 
mare,  lo  confina  naluialmenle  il  fiurae  di  Nolo  I'an- 
tico  Asinarus):  da  quel  puoto  il  lerinine  e  tiillo  coa- 
veiizionale,  e  formasi  da  una  linea  a  piii  curvature, 
che  si  avanza  a  sgbirnbesci  al  N.-O.,  iuternandosi  fm 
sopra  le  colline  per  uno  spazio  piu  in  la  di  3  miglia. 
II  silo  di  Avola  e  sull'  angolo  di  questi  due  liraiti 
fluviale  e  marillimo  ,  a  3/4.  di  miglio  dal  mare  ,  a 
miglia  2. -1/2  dall'  Asinaro.  Una  linea  eziandio  di 
convenzione  ,  malamenle  detcrminala  chiude  il  la- 
to  del  N.-1/4.-O.  ,  che  rapprcscnla  1' apice  sraussalo 
del  cono  ;  e  questa  inlera  linea  appcna  e  lunga  mi- 
glia 2-^fi.  Ad  eritrambi  i  suddelli  due  lati  dell'  0.- 
S.-O.  e  del  N.-N.-O.  gli  stanno  finitimi  i  possedi- 
menli  di  Nolo.  II  confine  dalla  volta  dell' E.-i/4--N, 
(che  in  parte  lo  divide  dal  tenere  di  Siracusa,  in  parte 
ancora  da  qucllo  di  Nolo),  torna  ad  essere  naturale,  e  da 
due  mezzi  riuniti  e  formato  ,  il  fuime  Cassibili  (  il 
Cacciparis  degli  antichi  )  e  la  Cava-grande.  Questa 
ultima  uon  e  propriamente  una  valle  ,  ma  sibbene 
una  gran  fendilura  perpendicolare,  un  hiatus,  e  pro- 
babilinenle  1'  cffotlo  di  ineguale  sedimento  nellc  has! 
dellc  rocce  in  alcuna  delle  anliche  catastrofi,  e  que- 
sta idea  risulla  chiarissima  dall'osservare,  che  in  lutti 
quei  siti ,  ove  non  sonosi  avverali  posteriori  scoscen- 
dimenti,  ad  ogni  augolo  salienle  d'  un  lato  della  roc- 
cia  corrisponde  sempre  un  angolo  rienfranle  dal  fian- 
00  opposlo.  Larghissima  e  la  sua  apertura  superiore, 
in  alcuni  siti  quasi  d'  un  miglio,  ed  ismisurata  la  sua 
profondila  ,  cd  e  oggello  di  meraviglia  non  solo  al 
viaggiatore,  ma  ben  pure  all'  indigeno,  per  cui  sem- 


323 

pre  le  imprcssioni  sccmano  di  forza.  E??a  corre  per 
una  linoa  di  bon  olio  niiglia  nia  la  porzioue  cbe  si 
racchiiide  nel  noslro  torrilorio  non  ollrcpassa  le  quat- 
Iro.  11  fondo  di  essa  e  hagiialo  dal  liuiiie  Manyliisi, 
cbe  sorlo  neH'cxIVudo  di  liaiili  vicino  Palazzolo,  s'in- 
Dollra  donlro  qiicsl'  alvco  conscrvandovi  senipre  la 
prima  denomiiiazioiie;  fincbu  verso  la  foce  di  tale  a- 
perlura ,  diviso  da  una  pescaia  iu  due  gore  ,  poi  di 
nuovo  riunendo  le  sue  acque,  rimane  iu  cerlo  modo 
assorbilo  dalla  lerra  e  poscia  ricoinparisce  sollo  il  no- 
me  di  Cassibili.  Miuacciosi  sono  i  lorrenli  cbe  si  faa 
grossi  in  qiiesl  alveo  nolle  pioggie  inveruali  per  i 
naolli  condiiciili  deile  coUine  sin  dal  luogo  d'onde  o- 
rigiua  quel  fuinie. 

Tiilla  la  parle  boreale  del  tenimcnio  uon  e  cbe 
una  calciia  di  eniiuer.ze,  la  quale  corre  obbliquamen- 
le  da  O.-N.-O.  al  N.-E.  cou  una  Ciirvalura  spinla 
verso  r  Esl;  cosiccbe  dall'  ultima  base  di  esse  siuo  al 
mare  dalla  puola  di  levanle  appena  si  conia  un  poco 
pill  di  miglia  2,  nionlre  nel  fianco  occidenlale  avvi 
una  dislanza  di  niiglia  l\.-\f2  a  un  diprcsso.  La  stcs- 
sa  pianura  nicdilerranoa  ( su  cui  e  Avola  )  cbe  si 
slcnde  flno  alle  faldc  di  qucsta  calena  ,  e  piii  piana 
dal  lato  oricDtalc  cbe  da  quello  di  occidenle  ,  ove 
trovasi  sparsa  di  poggclti  di  dolce  pcndio :  a  quel 
primo  lalo  la  catena  si  Irova  intcrrolta  e  squarciala 
dalla  Cava-Grande  ;  a  quell'  allro  si  conliuua  con  i 
colli  di  Nolo. 

Quasi  nel  mezzo  di  tale  catena,  a  cavaliere  di 
una  deir  emincnze,  sul  biscanlo  dcllorlo  d'uiia  gran 
yalle,  slassi  il  rouiitaggio  di  Santa  3Iaria-dclle-Grazie. 
E    in    vicinanza    di    queslo   silo   cbe    sorgcva  T  aulica 


324. 

Avola,  interamente  distrutta  dal  terremoto  dal  1693, 
la  quale  nelle  pubblicbe  carte  degli  andati  tempi  eb- 
be  sempre  il  norae  di  Plybla ,  e  da  alcuni  fu  credu- 
to  essere  stala  una  delle  tre  aalicbe,  anzi  la  raag- 
giore :  quale  opinione  se  si  conforli  di  buoni  argo- 
menti  non  e  mio  assunto  il  discuture.  E  da  qui  la 
pubblica  via  per  a  Palazzolo  ed  agli  altri  paesi  di 
moatagna.  Chi  voglia  rappreseutarsi  ua'  immagine 
vera  del  panorama  dei  nostri  contorni  ei  sta  bene 
che  si  faccia  a  considerarli  in  tulta  la  estensione  da 
questa  sommila.  Ai  due  fiancbi  ecco  una  serie  di  e- 
mineaze,  che  corrono  di  qua  e  di  la  in  senso  opposto, 
non  sopravanzandosi  1'  una  con  1'  altra  se  non  che  di 
poco  ,  e  formano  come  la  gradinala  d'  un  maestoso 
aufiteatro.  Quasi  sotto  ai  piedi  a  man  destra  mostra- 
si  la  grande  vallata  di  Pisciarello  ,  ed  all'  estremo  di 
essa  un  immenso  scoscendimento  della  melta  d'  una 
coUina  gia  divelta  e  caduta  a  valle  suUa  corsia 
delle  acque  di  Miranda:  monumenlo  stupendo  del- 
la  convulsione  della  natura  in  quel  grande  terre- 
moto piu  in  su  ricordalo.  Dinanzi  gli  occhi  vedi  un 
piano  di  qualche  estensione,  popolato  d'alberi  gradc- 
Yolmente  varii,  e  numerosissimi,  e  in  mezzo  di  esse 
la  citta  di  Avola,  e  in  loulano  il  mare,  che  si  pre- 
sents cosi  elevato  come  trovasi  inalzata  la  visuale 
dello  spettatore.  Verso  occldente  su  la  linea  delle  col- 
line  appaiono  i  coraignoli  e  le  cupole  di  Nolo  ;  piu 
ivi  in  gill  alia  volta  del  S.  0.  la  spaziosa  campagna 
della  plana  di  Noto,  sgorabra  affatto  di  alberi,  dove 
puo  andare  1'  occhio  alia  lunga  quanto  ha  forza ;  in 
fine   della  quale  scorgi  ancora  i  vasti  paduli  dell'  ex 


I 


325 

feudo  di  Vindicari ,  ed  ultimo  della  scena  lo  spor- 
genle  Capopassero. 

E  pcrclie  una  qualche  cosa  fosse  pur  della  su 
lo  slalo  idrografico,  mi  place  ricordare  cbe  oltre  dei 
menlovali  due  fuirai,  i  quali  bagnauo  gli  eslrcrai  con- 
fini  del  noslro  terrilorio,  varie  polle  pure  si  tiovano 
scaturienti  qua  c  lu  sulla  pianura,  ora  gia  deslinate 
ad  irrigazioni  c  ad  orlaglie  cd  un  fempo  alia  coltu- 
ra  della  caniia  di  zuccbero.  Le  falde  slesse  dei  colli 
e  i  fiancbi  dclle  valli  olfrono  in  qualcbe  silo  piii  di 
una  scaturiggino  ,  fra  le  quali  e  degna  di  menzlone 
quella  dl  Miranda  (I'anlico  Erlneo),  cbe  scorre  dal 
dorso  d'  una  monlagna  nella  valle  di  Pisciarello,  og- 
gi  ridolla  ad  una  larga  fonte,  ma  cbe  nei  tempi  an- 
iicbi  avvi  tradizione  d' esser  slala  im  grosso  fiume  , 
cbe  il  divelto  d'  una  collina  chiuse  poscla  ed  in  par- 
te disperse  ,  come  piij  sopra  abbiamo  ricordalo.  AI- 
quanli  bulicami  pure  si  osservano  nelle  arene  del 
lilloralc. 

L'  invcrno  in  queslc  conlrade  non  e  ue  molto 
rigido  ne  lungo,  aprendovisi  primavcra  con  ogni  sorla 
di  fiori  in  Febbraio  :  i  caldi  della  state  sono  ancbe 
sofiriblli,  Se  non  cbe  sopra  1'  una  e  1'  altra  slagione 
molto  concorre  lo  slalo  aoemometrico ,  essendo  assai 
freddi  i  giorni  invernali  ,  qiiando  tirino  i  vcnti  di 
N.  E.  o  di  N.  0.  e  provandosi  in  csla  un  calore 
sofrocanlc,  se  prcdoraini  il  vcnlo  di  Ovcsl. 

Dalo  qucsto  rapido  ccnno  della  geografia  del 
paese ,  a  qualcuno  forsc  godorebbe  1"  anirao  cbe  per 
me  si  aggiugnesse  una  minula  dcscrizione  della  co- 
stituzione  gcognostica  dei  terrcni.  Ula  cio  facendo  fa- 
re! gia  per  cerlo  uscilo  dai  limili  del  mio  divisamen- 


326 

to.  E  questo  pure  e  ben  vero:  avvi  chi  prima  di  me 
La  preso  di  mira  quest'  ulile  argomenlo  (i),  e  voi  , 
doUi  Accademici,  ne  avete  appro valo  il  primo  teala- 
tivo  (2) ,  ed  io  fo  voti  per  lo  sanlissimo  amore  di 
palria,  ch'  egli  non  si  slancbi  dall'  iulrapresa,  e  spea- 
dendovi  sopra  altre  faliclie,  e  replicando  e  raffrontan- 
do  e  facendo  piii  estese  le  osservazioni ,  ci  compisca 
un  trattalo ,  nella  maniera  che  puo  migliore,  della 
parte  geognostica  dei  nostri  dintorni.  Pure  ragioa 
Yuole,  ch'  io  mi  reslringa  a  favellarne  per  quel  taoto 
che  puo  avere  appartenenza  con  la  vegetazione  delle 
piante  ;  e  cio  stesso  io  non  diro  di  lutto  proposito  , 
ma  usciro  a  fame  ricordo  net  distinguere  le  varie 
regioni  ,  e  le  slazioni  che  piu  si  debbano  conside- 
rare. 

In  ire  regioni  io  divido  questo  territorio,  ne  par- 
tizione  ho  trovato  migliore  ,  ne  piu  esclusiva:  i  ,  le 
CoUine ;  2,  la  pianura  mediterranea ;  3,  la  pianura 
marilliraa.  Dovendo  di  ciascheduna  di  queste  disoor- 
rere  metodicamente,  e  conlemplarne  con  qualche  ac- 
curatezza  le  varie  slazioni,  non  allro  miglior  ordine 
mi  k  sembralo  dover  io  adoltare  se  non  qnello  che 
probabilraente  dovette  tener  la  vegetazione  nelle  pri- 
me conquiste  sulla   materia  inorganica.  E  gia  sommi 

uoraini   (Lacepede,    Raraond,   Humboldt )  sono  u- 

sciti   in  questo  peosiero  ,  cui  la  sloria  sembra  cou- 


fi)  Osservaz.    Geogn.    e    Geolog.    sopra    i    ferreni  d'  Arota  del  Soc. 
Corr.   Pompeo  Interlandi.   Aiti  Ace.   vol.   Xlf.   pag.   333  e  seg. 
(z)  Relaz.  Accad.  per  1'  aooo  X!l  del  Soc.  C.  Gemoiellaro  pag.  Eg. 


Say 

fermare ,  clic  monlrc  i  Icrrcni  di  lerzo  ordine  usciti 
recentcmcntc  dalle  .ncquc,  cd  appciia  riniasli  a  secco 
luoslravano  i  primi  scliizzi  dclla  I'orza  crcalrice  in 
qualehe  laiiguida  piaiila  di  lichone  o  di  riiusco  ,  la 
ycgclazionc  aveva  gia  sicso  i  siioi  primi  fiii  di  vcrde 
su  le  montagne  primarie  e  socoGdarie,  le  quali  biso- 
gna  rigiiardarsi  conic  allrcllatili  ccnlii,  da  cui  la  po- 
polazione  doi  vcgclabili  ,  rlie  oggidi  copre  la  terra  , 
si  fii  spaisa ,  e  si  propago  nei  Icrrcni  iiiferiori.  Se- 
condo  qiicsle  idee  1'  ordine  della  ualiira  e  iin  ordine 
discendenle,  c  a  volerc  seguirlo  mi  e  d'uopo  inco- 
minciarc  dalle  colline. 

II  Ch.  Sig.  Broccbi  visitando  i  Colli  Iblei  di  3Ie- 
Jilli  faceva  osscrvazione,  cbe  il  caraUcre  di  quesli  non 
si  assomiglia  a  quelle  scene  regolari,  o  a  qnella  scbiet- 
<a  eleganza  ,  di  ciii  la  naliira  con  niodcslo  sfarzo  e 
sludiosa  dogli  accordi  c  deli'  armonia  s;iole  abbellire 
le  rcgioiii  lueno  mcridionali  :  e  lu  vi  cercberesti  in- 
vano  doici  pendici  onibreggiale  da  ameni  boscbetli  , 
ralli  vcslilo  di  frcsca  c  rigogliosa  verdura,  pralicelli 
coronati  da  liorili  ccspugli;  e  a  mirarli  dalla  piaoura 
mariltima  non  polresti  rawisarvi  quel  gaio  aspcllo  e 
ridcnte,  cbe  polrebbe  affacciarlisi  alia  immaginazione 
per  le  tante  cose  genlili  cbe  ne  hanno  delto  i  poeli. 
Soggiunge  il  cilalo  aiilore,  cbe  la  naliira  sles^sa  piii 
fantaslica  e  piu  sprczzante  nei  climi  caldi  penncleg- 
gia  a  traili  francbi  cd  ardili,  c  non  so  cbe  di  cnido 
e  di  salvalico  lascia  pnr  travedere  sulla  faccia  di 
quella  terra  stcssa,   cbe  abbcllisce  d'  crbc  e  di  Cori  ■ 


Alt.  Accad.   Vol..  xr  4' 


b 


328 
e  tale   per  lo   appunlo  e    il  carattere  di  quel  Col- 

'i  (0- 

O  si  rigiiardi  la  fila  delle  nostre  erninenze  sic- 
corae  una  continiiazione  dei  Colli  Iblei  ,  secondo  la 
opinione  di  alciini  alia  quale  il  citato  Sigaor  Brocchi 
sembra  non  aver  falto  troppo  inal  vise  ,  o  piutloslo 
si  tenga  per  una  catena  non  conlinua  e  segregata  , 
quale  e  con  effetlo,  nella  guisa  cbe  la  slesso  autore 
si  e  falto  ad  avvertire,  non  e  dubbio  cbe  il  caratte- 
re di  essa  poco  o  nulla  si  dissomiglia  da  quello  dei 
colli  Iblei  di  Melilli.  II  nocciolo  di  questa  catena  e 
forraato  di  quella  roccia  calcaria,  bianchiccia  e  sono- 
ra  ,  di  tessitura  granulare  ,  di  mezzana  durezza  ,  di 
qualcbe  diversita  nell'  impasto ,  disposta  regolarmenie 
a  strati  orizzontali,  e  sovenle  a  bancbi  grossissirai,  co- 
munemente  adoperata  come  pietra  da  fabbrica  ,  la 
quale  il  Signer  Broccbi  considcrava  quale  iiua  roccia 
di  Iransizione  intermedia  alle  secondarie  ed  alle  ter- 
ziarie  (2)  e  cbe  oggi  si  e  volulo  designare  sotto  la 
denominazione  di  calcario  iblco.  li  pendio  di  quesle 
colline  a  causa  di  tali  bancbi  e  per  ordinario  incli- 
nato  a  scaglioni  irregolari,  cbe  nei  loro  angusti  ri- 
piani  sono  coperti  di  poca  terra  vegetabile  ,  e  son 
nndi  e  trarupati  nella  fronte.  Alle  volte  qualcuna  di 


(i)  Dei  Golli  Iblei  ia  Sicilia.  Mem.  del  Sig.  Brocchi.  Giorn.  di  Se. 
Lett,  ed  Arti  per  la  Sicilia.  t.   i5.  p.   i5o. 

(2)  Brocchi.  Mem.  snlla  Terra  d' Otraato-Bibl.  ital.  t.  18.  p.  Sa. 
Idem  sulle  diverse  formazioni  di  rocce  delta  Sic.  Mem.  2,  Iride 
n.  7.  p.  26.  Idem.  Mem.  cit.  su  i  Colli  Iblei.  Gioru.cil.t.iS. 

p.    25l. 


329 

quesfe  pondcnzc  trovasi  per  buon  Iralto  ugiialmente 
inclinnla  son/n  gradi;  ma  Ic  acqiie  piovane  Ja  denu- 
dano  c  no  Irasporlano  via  il  jjoco  Icrriccio  da  esse 
disciollo.  ]\clla  Joro  sommila  slcndesi  una  piauura  a 
varie  incgiiaglianzc,  copcila  cziandio  di  scarso  Icrric- 
cio, piolrosa  e  poco  I'rullirora.  IN'on  pcrlanlo  iu  cosi 
apparciilc  mcschiiiila  su  quelle  nude  rocce,  su  quella 
terra  infeconda,  la  nalura  lia  sparso  a  larga  rnano  il 
tesoro  delie  pianlc  aromaliche  dai  fiori  a  due  labbri, 
e  di  tuUo  quelle  die  amano  il  tcrrcno  calcare,  c  pa- 
re ch'  abbia  procuralo  di  rabbellire  e  di  teniperare 
qucUa  solvalicliczza  con  una  unione  di  colori,  c  con 
un  mislio  di  odorose  IVagranze,  cbe  si  ccrcberebbero 
iovano  in  allri  paesi. 

A  visilare  qucsli  hioglii  sul  prime  accoslarsi  dei 
raesi  aulunnali,  in  quel  Icnipo  di  torpcre  e  di  spo- 
polazione  dclle  campagne,  in  cui  seiubra  cbe  la  na- 
lura, moribonda  per  noi ,  si  apparcccbi  a  trasporlare 
la  vila  in  al(ri  climi ,  menlre  il  suolo  della  soltopo- 
sla  piauura  incomincia  a  veslirsi  di  vcrdi  gramigne, 
e  dei  colitedomi  delle  altre  piante  nasccnti  ,  e  scor- 
gesi  appena  1'  Imi/a  viscosa^  la  Plumbacjo  curopoea\ 
la  Mandragora  officinanim ,  e  la  Diplolaxis  erucoi- 
des  ,  cbe  iulerrompono  con  la  lore  fiorilura  quello 
iinilorme  l.tppelo,  la  sul  piano  di  queste  colline  trovi 
ingcmniarsi  il  lerrcno  vcrdicanle  quasi  da  primavcrs, 
e  sorgerc  fioriti  in  lutla  la  gaiezza  dei  colori  c  dclle 
forme,  e  fare  incanio  alia  \isla  la  Slenbergia  lutea^ 
il  Colchicum  Ciipani^  il  Crocus  loiifjiflorus ,  il  Ra- 
nunculus buUalus^  il  Narcissus  serotinus^  la  Scilla 
autuumalis ,  c  in  qualche  gre])po  dei  ])cndii  1'  Eu- 
phrasia Bocconi. 


55o 

Neir  esia  me<^esima  ,  nel  caldo  Luglio ,  che  la 
terra  della  pianura  divienc  tcrrihilmfiiilR  arida,  e  noa 
altri  fiori  vi  si  ossorvano  che  quelli  del  Verbascum 
sinuatum  e  dell'  Hypericum  ciispum  anche  allora 
sopra  quelle  pendici  appariscono  in  liiUo  il  bello  del- 
la  fiorilura  il  Thymus  capitalus  la  Crepis  bursifolia 
il  Sedum  allissimum^  V  Aspeiula  longijlora^  la  Cap- 
pa^is  rupestris,  X  Ernodea  montana — e  sin  aaco  vi 
fanno  raostra  delle  ullime  bocce  1'  Ononis  ramosissi- 
ma^  \  Antirrhinum  siculum^  il  Daucus  maximus^  la 
Satureja  graeca. 

Ma  uno  sfarzo  di  gran  lunga  maggiore,  e  una 
apparenza  piu  ridente  fa  dilelto  a  conlemplarsi  in  que- 
sto  colline  nella  vaga  priinavera ,  assai  diverso  da 
qiieir  altro ,  che  la  slagione  dispiega  all'  epoca  stessa 
nella  vegelazione  del  piano  sotloposlo.  Chi  fassi  a 
visitarle  in  niaggio  trovera  infioralo  il  cammino  ed 
irabalsamala  1'  aria  dalla  Salvia  triloba ,  dalla  Satu- 
reja graeca^  dalla  Phlomis  fruticosa^  e  d' allre  cosi 
molle  ,  che  sarebbe  troppo  lungo  il  volcrle  enu- 
merare  alia  distesa.  E  percio  a  solo  disegoo  di 
non  andarcene  per  le  lunghe,  saro  conlenlo  di  dire, 
che  dalla  lista,  che  il  mentovato  Signor  Brocchi  ci 
ebbe  lasciala  inlorno  alia  specie  dei  Colli  di  Melilli 
eccettuando  la  Liquirilia  officinalis^  la  Mentha  sylve- 
stris  e  rotundijolia  ( forse  Macroslachya  ,  Ten.) ,  il 
Neriwn  oleander,  il  Senecio  squalidus.,  e  il  Punica 
granatum ,  che  tra  noi  si  trovano  bensi ,  ma  in  al- 
tre  slazioni  ;  sceverando  pure  1'  Antirrhinum  pur- 
pur  eum  e  linifoliwn  (iorse  Linaria  striata  Sibth. )  , 
il  dehor iiim  spinosum  ^  il  Cytisus  supinus ,  la  La- 
vandula stoechas  ^  la  Melittis  melissophyllum  fforse 


33r 

Melittis  albida  Guss.)  \'  Origanum  oniles^  la  Cerin- 
the  major ,  ii  Ruscus  aculeatus ,  il  Teucrium  Chl- 
maedris^  la  Phlomis  herba  veiili^  la  f^icia  alropur- 
purea^  il  TJiymus  serpiUum^  e  la  specie  innomioala 
di  quest' ultimo  gcncrc,  clie  cnii  non  mi  venu(?  fino- 
ra  d'aver  ossorvali;  levando  via  liualmcnte  anclie  il 
Seseli  ammoides ,  la  Vicia  sordida^  e  U  Rula  cha- 
lepensis  ,  eccelloche  iioii  si  abbia  volulo  iulondere 
con  quella  nomcnclakira  il  Meiim  piperalum^  la  Fi- 
cia  hirtay  e  la  Rula  bracleosa^  Dec. ,  e  per  lo  con- 
Irario  facendovi  supplimenio  di  non  pocbe  allre  specie, 
come  ad  esempio  la  Melissa  aUissima  il  Cislus  sal- 
vifolius  e  creticus  la  Mclilolus  ilalica  e  parvi/lora, 
r  Alyssum  mavilimum ,  la  Gypsophyla  permixta.,  la 
j4sperula  longijlora  ,  il  Cijtisus  infestus  Guss.  ,  la 
Salvia  clandeslina ,  la  Fulaeraria  helerophylla  e 
telraphi/lla,  il  Rosmariims  officinalis.,  il  Lotus  cyti- 
soides,  la  Coronilla  Emen'ts.,  I'  jljuja  chainaeptiiis., 

il  Gallium  lucidum  ,   la  P^icia  dasycarpa avrassi 

un  idea  del  come  sia  bella  e  doviziosa  la  vegetazio- 
ne  delle  uoslre  coUine  (i).  Non  e  pero,  cbe  da  ra© 


(ij  Credo  an  prpgio  dell' opera  il  trascrivcre  in  nota  per  esteso  quel 
citato  calalogo  di  Brorclii  ,  quale  si  legge  nella  menioria  sui  J 
Colli  Ililei,  di  cui  si  6  detto. 

Acanthns  mollis. 

Achillea  cobilis. 

Anthemis  nobilis. 

Antirrhinum  linifoliam. 

.    .    .  orontium. 

.   .   .  parpareuni. 


TeDexQtD. 
siculimi. 


Asparagus  aeutifolius. 
Cenlaurca  sicula. 
Cerinihe  major. 
Cicborium  Bpiaosam. 


332  • 

si  pretendea  aflbrmare,  che  i  Colli  di  Melllli  man- 
chino  ad  ogni  modo  delle  specie,  che  ebbi  gia  sup- 
plile  alia  vis(a,  e  di  quelle  molte  eziandio  che  Irala- 
sciaronsi  a  cagione  di  brevita ;  imperocchc  il  catalo- 
go  d(^  Signer  Brocchi  ,  per  confessione  di  lui  stesso 
e  mollo  lungi  daJt'  esscre  corapiuto.  Solfaulo  mi  son 
impcgnato  ja  questo  paragone,  perche  non  si  moves- 
se  difficolla  ,  che  una  stessa  c  la  naliiia  delle  due 
catene  di  Colli ,  e  gli  stessi  presso  a  poco  i  vegeta- 
bili  che  vi  crescono  sopra. 

Se  noa  che  bisogaa  pur  dire  per  amore  di  ve- 


Cytisns  snpinus. 
Daphne  Guidiiim. 
Deljjliiniuni   ijercgrina. 
.    .   .  staphysagria. 
Hypericum   crispmn. 
Lavandula  slocchas. 
Liqiiirilia  olficinalis. 
Marrubiiim  hispanicum    (  M. 

sire  Biv.) 
Melissa  nepela, 
Melitlis  melisso|iIiyIIum. 
Meuliia  pulcgiiuD. 
.    •   .   rutiindifolia. 
.    .   .  sylveslris. 
Moluccella  spinosa. 
Myilus  communis. 
Neriiim  Oleander, 
Ononis  ramossissima. 
OrigacHrn  Oniles. 
.    .    .   smyrneam. 
Phlomis  frulicosa. 
.   .   .  Ilerba-venli. 


Tipe- 


Poleiiain  spinosum. 
Prasiura  ma  jus. 
Punica  granalnm. 
Uuta  chalcpensis. 
Rnmex  aculcatus. 
.    .    .  spinosus. 
Salvia  triloba. 
Satureia  capilala. 
Salurcia  graeca. 
Senecio  sqiialidus. 
Seseli  ammoides. 
Scutellaria  peregrina. 
Siderilis  romana. 
Tencrium  frnticosum. 

.    .   flavum. 

.    .   folium. 

.    .  chamaedris. 
Tyraiis 

.    .    serpillum. 
Vicia  alropiirpurea. 

.   .  sordida . 


335 

rita  ,  che  1'  uomo  ,  padrone  dei  vegelabili  ,  cui  puo 
con  la  sua  industria  accrescere,  diniinuire  ,  rinnova- 
re,  snaliirare,  distruggere,  avendo  spianalo  e  colliva- 
lo  il  pendio  di  quesle  colline,  e  sospesi  su  i  fiancbi 
di  esse  alberi  e  vigneli;  e  pure  la  paslorizia  facondo 
guasti  per  ogni  dove,  non  ia  tuUi  i  luoglii  si  trova 
inalteralo  c  nella  naturaie  gaiezza  queslo  meraviglio- 
so  complesso  delta  vegetazione  sclvaggia.  Ed  esso  aa- 
cora  naluralmenle  non  e  cosl  ricco  e  profiiso  nello 
estrenio  della  calcna,  che  si  unisce  ai  Colli  di  Nolo, 
ove  pure  diversifica  la  chimica  nalara  dei  tcrreni  , 
essendo  quel  calcario  d'  una  pasta  fiiabilissima  e  me- 
no  ooliegata.  E  nella  conliada  dcllc  Due-acque  ve- 
desi  prcdominare  in  qualche  silo  1'  argilla;  dunde  in- 
fraviene,  clie  vi  si  trovi  a  crescere  KHedijsarum  co- 
ronarium  (slranicro  ad  ogni  allro  silo  dei  noslri  ler- 
reoi)  bens)  radamente;  menlrc  poi  nel  vicino  tenere 
di  Nolo,  in  una  pcndice  dcU'  cminenza,  su  cui  Nolo 
niedesinia  c  fabbricala  ,  immcdialamcnle  dopo  la  li- 
nca  che  divide  i  due  terrilorii,  viene  in  lanla  copia 
queslo  Togelabile  carallerislico ,  che  quella  ne  ha  ri- 
porlalo  financo  il  nome  di  Costa-della-Sulla. 

Ma  per  awcnlura  sam  taluno,  cui  polrcbbe  non 
andare  a  sangue  quesla  pitioresca  doscrizione  che  per 
me  si  e  falla  dcllc  pianle  dellenoslre colline,  esliniandola 
male  accoramodala  al  proposilo,  cd  alia  semplicila  e 
al  rigore  della  scienza ;  c  forse  dimaiiderassi  ua  va- 
riato  prospello ,  il  quale  delermini ,  a  dir  cosl  la  fi- 
sonomia  di  ciascuna  slazione.  Quale  desidcrio  aman- 
do  satisfare  (che  io  far  vorrei,  per  quanio  mai  posso 
il  desidcrio  di  tulli)  nii  viene  ben  fallo  il  considera- 
re   divisamcnte  in  quesla  rcgione  dclle  Colline  qual- 


334 

tro  stazioni  principal! :  le  pianiire  superior! ,  le  iiude 
rocce  ,  i  peiidii  e  le  valli.  Pare  die  la  nalura  abbia 
dalo  a  ciascuna  di  qiieste  ,  rispelto  ai  vegelabili  un 
carallere  fisico  poco  alterabile. 

Nella  prima  slazione  possono  considerarsi  come 
peculiari  1'  Iris  germanica  e  pumila  ^  il  Convolvulus 
canlabrica ,  il  Cislus  saloij'olius ^  la  Ruta  bracteosa^ 
varie  specie  della  famiglia  delle  Orchidee.  fra  le  qua- 
li  anche  1'  Ophnis  luimlala  lesle  noraiuala  dal  Dott. 
Filippo  Parlatore  (  i ) ,  1'  Helianlhemum  ericoides  « 
salicij'olium  ,  la  fulneraria  heteroplnilla  ,  la  Msdi- 
cago  elegans^  la  Ferula  geniculala^  la  Bartsia  visco- 
sa  .6  Trixago  Jlore-luleo ,  la  Poa  bulbosa....e  Ira  le 
critlogame  la  Cenomisce  encliria  e  folia  fimbriata^  e 
rangij'erina. 

Welle  biiche  e  nei  crcpacci  delle  nude  rupe,  sia 
cbe  quelle  rocce  posando  sopra  1'  argilla ,  ne  lascino 
passare  per  le  feiidilure  perpcndicolari  1*3  umide  esa- 
lazioni  ,  sia  cbe  1'  acqua  vi  slilli  e  vi  si  fillr!  a  tra- 
verse della  soslanza  calcare,  trovi  in  tulto  il  riggolio 
della  vegelazione  con  ispecialila  I'  Erica  multijlora  , 
\a,Cappar'is  rupestris^  V  Antirrhinum  siculum^  X  J- 
pargia  picroides  la  Silene  fruticosa  ,  il  Seduin  al- 
tissimum  ,  la  Ernodea  montana  ,  e  in  qualcbe  silo 
ancbe  una  specie  di  Dianthus  ,  cbe  si  crede  il  D. 
Bisignani  ^  ma  cbe  io  trovo  ragioui  di  rilenere  per 
allra  specie. 


f'f)  Giorn.  di  Sc.  Leli.  e  arti  per  U  Sicilia.  Vol.  6s  (aprile  i838) 


335 

La  faccia  tloi  pontlii  vicnc  (raUcgginfa  dalla  Sal- 
via triloba,  dalla  Phlomis  fmlicosa  ^  dalla  Euphor- 
bia pinea,  e  dendroidcs,  dixW'yJrtindo  um/jcdudearnos, 
da!  Rosmarinus  officinalis  ,  dall'  Origanum  virens  e 
macroslacliijuin  ^  d.'d  Marriibiwn  hi.spanicum  ,  dallo 
Onobrychis  caput-yalli,  dall'  Arlemissia  absinthium, 
dal  Meum  piperalurn,  dalla  Salurela  graeca. 

Le  Valli  nclla  maggior  parle  sono  stcrilissime  , 
ed  aliro  non  prcsealano  nci  (ianchi  di  esse ,  che  i 
nudi  macigni;  alcunc  di  buon  Icrreno  e  con  vegela- 
zione  dcgna  di  riguardo.  A  formarsi  un'  idea  vera 
di  quosic  ullime  basla  considorarne  Ire  principali:  la 
Cava-grande  che  in  lispello  alia  vegelazione  rilerremo 
pure  come  una  valle,  la  Cava  dell'  Amico ,  e  quella 
di  Pisciarcllo.  Nella  prima  la  cosa  piii  dcgna  di  con- 
siderazione  sono  gli  albcri  boscherccci  che  vi  crcsco- 
no  in  fondo  alle  sponde  del  fiurae ,  i  di  cui  pcdali 
sono  al  basso  quasi  per  tullo  ricoperti  d'  una  deusa 
borra  di  Leskea  sericea,  e  d  llgpnum  rulabulum  a 
strati  succcssivi.  Le  specie  dominanti  di  quosli  alberi 
sono  Frassini,  Pioppi  neri,  Plalani,  Alberi  di  Giu- 
da — ,  c  dovunquc  nci  fianchi  delle  nude  rupi  cre- 
sce  il  Ficus  carica-sglveslris ,  e  la  filis  vinifcra. 
Ma  la  difTicolla  di  potcrc  avvicinare  e  correre  a  buon 
agio  il  fonJo  di  quesla  valle  ,  ha  impedito  che  si 
conoscesscro  con  tuUa  esatlczza  e  particolarilA  le  spe- 
cie che  vi  vcgetano.  no  di  conscguenza  pno  darsenc 
un  rniTfrunirlio  che  fosse  soddisfaccnte.  La  f  alle  di 
Pisciarcllo,  per  le  terre  di  mediocre  ferlihta,  e  per 
le  acque  di  Miranda  che  la  bngnano ,  puo  conside- 
raisi  come  ua  conlinuato  giardiuo,  e  assai  numerosi 

Alii  Acad.  Foluine.   xv.  4-2 


336 

sono  gU  alberi  da  frutto  ,  dei  qnali  e  popolata.  Cio 
sia  detto  per  lo  riguardo  dell'  agricoUura.  II  Botaai- 
co  nei  pcndii  a  solallo,  e  singolarruenle  sulla  china 
del  cosi  detto  Monte  Celidbnio  {Munli  Cirwidddmii) 
trova  il  Blupeurum  fruticosum^  e  la  Coronilla  eme- 
rus:  alle  falde  di  questi  pcndii  il  B/ms  coriaria  ,  il 
Teiicrhim  Jlavuvi:  in  fondo  il  Populus  tremula ,  la 
Quercus  robur ,  il  Rhamnus  alaternics ,  la  Psoralea 
bituminosa ;  e  l'  Allliea  officinalis  ,  e  1'  Inula  odora 
sulle  ripe  della  corrente.  Resla  ad  aversi  ragionaraen- 
to  della  Cava-dell'-Amico.  Cbiuuque  va  indagando 
costa  la  nalura  abbellita,  collivata,  eslesa,  pulita  dal- 
la  mano  deli'uomo,  (e  impertanto  anche  su  i  gruppi 
e  su  le  pendici  le  piu  deserte  1'  industria  campestre 
ha  posto  mano),  sperde  vanamente  e  tempo  e  fatica. 
Coperta  questa  valle  ed  armata  di  folli  cespiigli,  di 
piante  dure  e  spinose,  inlralciate  le  une  con  le  altre 
appena  moslra  qua  e  la  un  qualche  rolto  sentiero  , 
una  qualche  comunicazione  male  aperta  dai  legna- 
iuoli,  la  quale  ti  avvisi  la  presenza  dell' uorao.  Ep- 
pure  fa  meraviglia ,  che  in  mezzo  a  questa  natura 
selvaggia ,  piu  estesa,  piii  intera  ,  piii  ricca  e  1'  ara- 
piezza  che  si  prescnta  alia  curiosita  del  botanico  os- 
servatore ;  e  la  circostanza  del  non  pofervi  ritrovare 
alcun  adito  ne  il  minuto  bestiaine  ne  il  grosso  fa  si, 
che  i  vegefabili  vi  si  riuvengano  nella  loro  integrita 
naturale ,  e  come  custoditi :  il  che  per  ordinario  fa 
dispelfo  di  non  potersi  ottenere  nel  riraanente  dellc 
contrade ,  dove  o  la  mano  dell' industre  agricoltore, 
o  il  dente  dei  greggi  fronca,  schianta,  dislrugge ,  e 
loglie  air  aramirazione  del  filosofo  taute  belle  produ- 
zioni  del  Crealore.  I  principali  alberi,  che  qui  si  tro- 


337 

vano  in  ambcdiic  le  braccia;  per  cui  la  vallc  sccndo 
alia  piaruiia,  soiio  la  Qucrciis  ilex  e  nobur,  spesse 
Lcnsi  ,  ma  non  d'  alto  fiisto  ,  c  la  Pislacia  terebin- 
thus.  Tra  il  riman'^nle  delle  specie  pcrenni,  e  Ira  Ic 
crbc  annuali  si  dislinguono  per  singolarila  il  Gera- 
nium roberlianum ,  la  Lijchnis  dioica ,  il  LalhyruH 
ciphaca  ,  la  Scutellaria  pere(jrina^  il  Tamus  commu- 
nis, il  Ruscus  aculealus Vivono  suUe  rupe  di  que- 

sta  valle  a  bacio  la  Grammilis  Icplophylla ,  il  Cele- 
rach  qljicinarum ,  c  1'  Jdiunlhum  capillus-P'eneris  , 
ire  criUogamc  cbe  crescono  allrove  da  per  tullo;  pe- 
ro  nei  massi  divolli  c  rololali  in  fondo  alia  valle  , 
insicrae  alia  Leskea  sericea  cd  all'  Ilypmim  riUabu- 
lum  vcgclano  1"  Asplenium  trichomanes ,  e  Adian- 
thum-ni(jnim,  e  \  Aspidmm  fdix-mas ,  e  in  piu  ab- 
bondanza  iin'  allra  criUogama  della  famiglia  dei  niii- 
scbi ,  die  il  Cb.  noslro  Socio  Ferdinando  Cosenlino 
ha  definilo  per  \  Orlhothricum  (ijjine\  ma  cb' io  noa 
in'  cbbi  avLilo  finora  i  mczzi  di  polor  comprovare. 
Poi  fra  qiioslc  crillogamc  nei  sili  piu  bassi  vedi  cre- 
scere  le  pianle  gracilissimc  della  Linaria  ciimbalaria, 
cbe  di  qiici  luogbi  all'  infuori  non  mi  venne  vcduta 
ia  vcrim  allro. 

L'  ordine  ,  cbe  mi  ebbi  proposlo  ,  mi  conduce 
ora  a  ragionare  della  pianura  mcdilerranca.  Qucsta 
regione  quasi  da  per  luUo  immedialamcnte  sollo  lo 
stralo  superficialc  della  terra  vegolabile,  presenla  una 
breccia  lerziaria  di  pielre  calcari  di  varia  grossezza , 
roloudale,  c  collegate  ora  da  gbiaje,  or  da  sabbioni 
calcari,  or  ancbc  da  iiu  ccmenlo  di  lufo  (tiparu)  qua- 
3i  tanlo  duro  quanto  le  pielre  stosse,  con  le  quali 
forma   una  raassa  conlinua  e  si  solida ,  cbe  a  slenfo 


338 

se  ne  possono  s(accare  alcuni  pezzi.  Ordinariamenle  si 
trovano  alternali  gli  strali  orizzoiilali  di  si  fatta  brec- 
cia coa  aliri  di  semplice  tufo  o  di  ghiaia.    II   grano 
di  queste   pielre  e  assai  piu  fino  cbe  nou  quello  del 
calcario   delle  coll'ne,  meglio   compatta   la   tessitura  , 
maggiore  la  resislenza  all'  azione  del  fuoco.  Lo  stra- 
to  di  lerriccio,  che  vi  sovrasla,  in  piii  luoghi  non  e 
che   sottilissimo   ed   appena   d'  un    piede :  pochi  sono 
quel  terreni  die  1'  abbiano  di  qualcbe  spcssezza.  Que- 
slo   medcsimo   lerriccio  nel  rispelto  della  vegelazione 
varia  di  condizioni  quasi  ad  ogni  passo.   In  qualche 
parte  vi  soprabbondano  le  soslaaze  organicbe  decom- 
posle,  in  qualcbe  altra  alquauto  1'  argilla ,  in  alcune 
la  sabbia,  e  tulti  i  terreni  cbe  trovansi  posti  suU'aa- 
golo   occidenlale   ai   piedi   delle  colline  son  quasi  in- 
teramente  calcari-biancbicci,  poco  ritenitori  della  umi- 
dila.    Pocbe  sono  dunquo  le  terre  uberlose,  alquanto 
piu   le   mediocri ,    povere   di   vigore   e  slerilissiine  la 
maggior  parte  ,  e  sopraltutlo  male  accomrnodale  alia 
seminagione  dei  cereali.  Arrogi  cbe  1' affalicante  agri- 
coUore,  dandosi  studio  di  sopperire  per  fatiche  e  per 
diligenza   a   questo   naturale   difetto ,    miscbia  a  quel 
poco   terriccio  i  frammeuti  delle  sterili  malerie  ,  che 
stacca   col  vomere  dallo  strato  inferiore,  e  cosi  inve- 
ce  di  prolungare  la  durata  della  fecondita  ,  quasi  la 
spegne  ,    e    male   poi  si  adopera  a  farvi  rimedio  coi 
concimi  o  con  altre  bonificazioni  geoponicbe,  Perlanlo 
bisogna  dire,  cbe  se  1'  industria  contadinesca  non  eb- 
be   potuto  rendere  adatli  i  nostri  terreni  alia  coltiva- 
zione  delle  biade,  ba  saputo  compensaroeoe  a  ribocco 
con  la  pianlagione  dei  vegetabili  piu  ulili.  Principal- 
mente  olivi,  mandorli,  carrubbi ,  vigne,  e  poi  raolli 


339 

alberi  fruUiferi  da  giardino  e  di  liisso  vcslono  densa- 
mente  lutlo  il  lerrilorio  dalla  sommilu  doUc  slcsse  pen- 
dici  sino  quasi  ad  \f!^  di  miglio  in  distanza  dal  ma- 
re ,  ove  le  circoslanze  cliinalologiclie  fanno  clie  gli 
alberi  non  possano  allignarvi.  Lc  terre  di  tuUa  cjue- 
sla  pianura  ,  come  di  lullo  il  Icnere  ,  per  lo  mezzo 
deir  enfitcusi  perpelua ,  Irovansi  divisc,  anzi  sminiiz- 
zalc  a  quasi  lulti  i  ciltadini,  o  a  dir  racglio  a  quan- 
ti  sono  capi  di  famiglia,  e  la  riccliezza  della  rciidila 
di  esse  consislendo  iuleramcnte  ncl  frullo  degli  albe- 
ri ,  il  piu  povero  conladino  nclla  sua  picciolissima 
porzionc  trova  di  die  soppcrire  ai  bisogni  della  sua 
faraigliuola,  e  uno  stalo  di  gencrale  agialezza  ne  ri- 
viene,  che  morlifica  1'  opinione  di  cpiella  classe  di  e- 
COQomisli  ,  i  qnnli  nogann  ,  la  diMsioiic  dei  tcrreui 
polere  csser  causa  di  augumeulo  di  sussislenze.  Tutte 
quesle  picciole  divisioni,  distinte  in  contrade,  vcngo- 
no  separate  da  stradc  maeslrc,  e  son  cinle  c  difese 
da  picciole  mura  di  pielre  collocate  con  ordine  Tuna 
sopra  r  allra  senza  cemcuti  ,  le  quali  lengouo  luogo 
di  siepc.  Ed  intanlo  non  e  alcun  minimo  pczzo  di 
terra  capacc  di  render  frutto  ,  che  i  noslri  conladini 
lascino  incoUo,  o  non  vi  pianlino  un  albero;  e  1'  a- 
spelto  del  complesso  prcsenta  qualche  cosa  di  slraor- 
dinario  c  di  unico. 

Ma  gia  scmbrar  polrebbc,  che  intorno  a  questa 
nialeria  fossi  ilo  allargando  Iroppo  oHre  il  niio  ragio- 
namcnlo.  Eppurc  io  giudico  di  non  essemii  dilunga- 
lo  gran  falto  dal  preso  assunlo  ;  imperocche  dal  fin 
qui  detlo,  chi  bene  lo  guardi,  logliera  argomcnlo  a 
poler  conchindcre  con  sicuro  animo,  che  in  (aula  o- 
pera  dell'  industria  carapeslre,  la  fisonoraia  vegelabi- 


34o 

le  dei  terreni  deve  trovarsl  solenneraente  imrautata  ^ 

e  noD  puo  dedursi  a  primo  aspetto  quali    piante    la 

nalura  abbiavi  sparso  a  dominarvi.  Se  non  die  falta 

considerazione  della  eslremita  orientale  della  pianura 

conterminale  al  Cassibili,  ov'  e  1'  ex  feudo  di  Gallina, 

cbe  non  avendo  ancora  sperimenlato  la  benefica  dili- 

genza  dei  piccioli  livellari,  e   sgorabro  affatlo  di  al- 

beri ,    e   poco  o  nulla  ha  perduto  della  faccia  della 

natura;  osservate  le  pubbliche  vie,  dove  il  contadino 

poco  si  ciira  di  distruggere  una  pianta  inutile;   fru- 

gato  qua  e  la   ogni  avanzaliccio  di  terreno  cbe  ha 

ricusalo  qiialuoque  coltivaraento,  o  nulla  ha  promes- 

so  air  agricollore  ;  in  ultimo  messe  a  paragone  tutte 

cosi  falte  osservazioni  ,   mi  sara  lecilo  di   uscire  con 

francbezza  in  tale  mia  opinions,  elio  it  Th[mus  ca- 

pitatus  e  nepeta,  la  Chamaerops  Immilis,  il  Poterium 

spinosiim,  V  Euphorbia  characias  ,  1'  Hypericum  cri- 

spum^  \  Inula  v/scosa,  Y  Ononis  ramosissima  ^  e  se 

vuolsi  ancbe  la  Passerina  hirsufa,  e  la  Daphne  gni- 

dium  sono  le  pianlc  principalissime  cbe  rappresentano 

come  i  lineamenli  fisonomi  del  nostro_inlero  terrilorio, 

trovandovisi    uciualmcntc   diffuse   dall'  ultimo  confine 

della  pianura  delle  Coliine  sino  all'  orlo  dei  campi  ma- 

rittimi.  Ed  e  pur  questa  ragione  di  ubiquita^  cbe  nelle 

piaule  carattoristicbe  delle  coUine  bo  tralascialo  di  ac- 

cennare  il  piu  sopra  espresso  Tlninms  capitaius  ben- 

cbe  sia  quello  cbe  vi  faccia  la  principale   comparsa. 

.Ritorniamo   oggimai   a  dire  qualcbe  parola  piii 

nel  proposilo  di  questa  seconda  rcgione,  raccogliendo 

sotto  brevita  le  cose  principali.  Nella  parte  cbe  guar- 

da  r  orienle  dali'  ultima  base  delle  coliine  fin  presso 

ad  un  miglio  dal  mare  (ancbe  compresavi  una  por' 


Sv 


I 


34  r 

zione  dell'  ex  fciido  di  Gallina)  qnesla  pianura  e  pie- 
trosa  in  modo,  die  ha  dalo  a  quella  conUada  il  nome 
di  Pielrara.  Qui  si  vedono  conlinuarc,  quasi  come 
per  le  pcndici,  il  Daucus  maximus^  la  jMelissa  allis- 
tima ,  il  Gallium  luciJum ,  la  Si/deri(is  romana ,  la 
Salvia  triloba^  il  Rosmarinus  officinalis^  c  la  Phlomis 
Jriiticosa;  qui  crcsce  in  abbondanza  I'  Ili/rlhus  com- 
munis; qui  nasce  1'  y4vena  bulbosa;  qui  sconlransi  fre- 
quenle  la  Coniza  saxadlis,  il  Carthamus  coenileus^ 
il  Cynoglossum  cheirifolium^  1'  Onopordon  acanthium^ 
il  Delphium  staphysagria ,  la  Calendula  siellala  ,  lo 
Asparagus  albus^  il  Convolvulus  tcnuissimus^  la  Can- 

calis plalijcarpos In  somma  tutla  qucsla  conlrada, 

considerala  nel  riguardo  della  vcgelazione ,  prcsenia 
un  aspelto  alquanto  diverse  dalle  allre  parii  della  in- 
tera  rcgione.  Delle  quali  tulle,  per  una  certa  Ira  es- 
se uniforniila,  confcsso  di  non  poler  dare  un  distinlo 
ragguaglio  nella  guisa  clie  per  ques'.a  ebbi  gia  fallo. 
Lungo  poi  sarcbbe  il  cliiamare  a  disamina  le  pianle 
di  ciascuna  slazione;  anzi  cio  slesso  sarebbe  inutile 
nell'assunto,  in  cui  gia  sono,  di  dare  a  dilungo  una 
melodica  descrizione  di  lutle  le  specie.  L'  attuale  mio 
divisamenlo  litnilandosi  a  disegnare  come  un  abbozzo 
del  complosso  e  della  carattcristica  dei  noslri  lerreni, 
mi  sara  sufTicienle  il  far  raenzione  di  quelle  specie, 
che  occupano  un  poslo  piu  generate,  e  ricbiamano 
maggiormcntc  1"  attenzione  deirosservalore. 

Di  tutlo  r  ampio  numcro,  che  rienlra  nella  clas- 
se  delle  pratcnsi;  non  saprci  trasccrrc  alcuna  in  com- 
pendio ,  conlenlo  solamenlc  di  ricorJare,  che  la  piu 
sparsa  per  ogni  dove  e  appunlo  la  Vicia  spuria  , 
riportata  dal  Signer   Gussone    siccomc  rara,    Tra    le 


3^2 

campestri  le  specie  piu  niirncrose  non  sono  gia  le 
piu  iitili,  ed  io  non  diro  die  di  quaUro,  lutte  noci- 
ve  a!le  biade  coltivafe.  E  quest'  esse  sono  la  Bartsia 
irixago-versicolor ,  il  Thesiwn  humile  \  Orobanche 
pruiiiosa  ^  ed  una  specie  di  Gladiolus^  che  si  avvi- 
cina  al  Gladiolus  segetum  pel  semi  non  marginato- 
alati ,  ma  no  differisce  per  laali  allri  riguardi.  La 
prima  di  qucsfe  specie  fa  losto  quasi  perire  i  semi- 
nali  di  grano,  ove  trovisi  a  crescere  in  qualche  ab- 
bondanza:  non  avvi  maggiore  indizio  della  sterilita 
del  terreno ,  quanto  il  vedervela  dominare.  II  l^he- 
simn  humile  fa  vedersi  principalracnte  nell'  ex  feudo 
di  Gallina  ,  e  nei  terreni  conterrainali  a  questo  :  ia 
allre  conlrade  cd  anrhe  su  i  oolli  non  si  Irova  die  di 
rado,  e  mai  nclla  slessa  abbondanza.  Fa  ugualmente 
male  ai  setninati,  ed  al  grosso  bestiame  che  ne  man- 
gi.  L'  Orobanche  pruinosa^  vero  flagello  della  Faba 
vulgaris^  trova  in  quesli  terreni  cosi  favorevoli  di- 
sposizioni  per  lo  suo  germogliamenlo  ,  che  ha  quasi 
inleramente  impcdilo  la  coltivazione  di  quella  legu- 
minosa;  e  se  di  picciole  se  ne  avventurano,  fa  sem- 
pre  mestieri  di  vendersene  i  primi  frulli  in  erba  , 
che  quella  parassila  non  farebbe  venirli  a  maturita  , 
e  i  legami  dell'  estrema  fioritura  non  allegano  giam- 
raai.  Finalmenle  quella  specie  di  Gladiolus  pei  nu- 
raerosissimi  sverualoi  si  e  iiiolliplicata  in  niodo  iu 
alcune  contrade,  che  afFoga  qualunque  graminacea  vi 
si  voglia  collivare.  Si  e  osservalo  ,  che  in  quel  ter- 
reni ,  ove  il  proprielario  avido  ,  piu  sollecito  di  go- 
dere  che  di  conservare  ,  frutta  e  snerva  le  lerre  co- 
slringendole  a  produrre  oKre  le  forze  di  esse,  e  met- 
tendovi  succcssivaraente  per  piii  anni  la  biada  islessa, 


ivi  tosto  prende  dominio  quesla  pianla,  cbe  i  noslri 
conladiui  cslimano  iudizio  della  slanchczza  del  ter- 
rene. 

Cio  sulle  pianle  campeslri.  AUc  sponde  dei  cam- 
pi  sono  frcquenti  lo  Smymium  rotundifolium^  !a  Si- 
lene  Behen'anguslifolia^  il  Thymus  nepeta^  il  Cyno- 
gtossum  pictum^  la  Cerinthe  aspera^  il  Ranunculus 

bulbosus Crescono  sii  le  nuira  divisorie  delle  pic- 

ciole  chiudcfldc,  e  spcsso  vi  fanno  siepe  la  Rosa  sem- 
pervirens,  il  Rubiis  Jruticosus^  \  Asparagus  acutifo- 
ii'us  e  aphyllus^  il  Piswn  bijlorum^  la  Clemalis  cyr- 
rhosa^  la  Pislacia  lentiscus^  la  Rubia  pereyrina^  la 
Brionia  dioica  ,  il  Convolvulus  ilalicus ,  la  Smylax 
aspera^  \ Arislolochia  lonya  e  sempervirens,  il  Pra- 
sium  majiis  ,  il  Tcucrhim  fiulicans ,  e  rarissimi  la 
Lonicera  iwplexa  e  il  Tainus  communis;  e  nci  luo- 
ghi  umidi  aucbe  la  Clemalis  vilalba  ,  e  \  Hedera 
helix  1  e  frequealissirao  il  Convolvulus  sylvestris.  Tra 
le  fontaniere  lianno  il  primo  posto  la  Feronica  ana- 
gallis^  il  Nasturiiwn  ojficinale^  e  il  Lythnim  Graef- 
Jeri:  \i  e  rara  la  Cliantransia  rivularis.  Nascono  in 
mezzo  alle  acque  dell'  Asinaro  ,  principalmente  lo 
Sparganium  ereclum  e  la  Typha  latifolia ,  il  Pola- 
mogelon  jluilans  e  crispum —  ;  alle  sponde  di  esso 
il  Poli/gonum  lapatijolium^  c  serrulalum-neriifolium  . 
Y  Althaea  officinalis^  \'  Hypericum  hircinum^  il  Cy- 
-perus  teniiijlorus  ,  badiiis  ,  JIavescens  e  fuscus  ,  la 
Ajiiga  orientalis  b.\  il  Ricinus  africanus...  \  e  nei 
luoghi  cespitosi  il  Jiincus  glaucus  e  aculiflorus .  AI- 
Je  viciiiaDze  poi  del  Cassibili  crcsce  il  Ci/perus  Ion- 
■ffus  ,   e  la  variela  del  Fitex  Aynus-caslus  ,  a  fiore 

Ail.  Accad.  Fol.  xr.  -43 


3M 

carneo  ,  che  in  nessim  altro  sifo  mi  vefine  fatto  di 
ritrovare,  benche  per  ogui  dove  sia  comunissima  I'al- 
tra  a  flora  turcbino. 

-i  ■  Prima  di  dar  fine  at  breve  saggio  di  questa  re- 
gione,  diro  ancora  una  parola  sopra  gli  orli  di  essa 
dalla  parte  del  mare,  la  quale  servira  di  tratisito  al- 
ia terza  della  Pianura  mariltima.  Ad  una  distanza 
poco  minore  di  Ire  raiglia  dal  flume  Cassibili ,  e 
precisaineole  su  la  picciola  punla ,  cbe  si  appelladi 
Caponero  ,  si  trova  peculiarmeule  il  Chempodium 
fruticosiim.  Nello  stesso  luogo  cresce  la  Frankenia 
intermedia ,  e  pulverulenta:  quale  ultima  specie  tor- 
na  altra  volla  a  farsi  vedere  a  due  raiglia  d'  inter- 
vallo  viciuo  le  case  della  Tonnara.  Tutto  il  rima- 
nente  della  cosfa  non  presenla  ai  margini  di  dssa  , 
che  Teucrium  Jlavescens  ,  Gnaphalium  stoechas  , 
Buphthalmum  mariiimum  ^  Iledtisariim  capitdtitm  ., 
j4lractylis  gummifera^  Brignolia  paslinacaejolia. . .', 
oltre  la  Passerina  hirsuia^  il  Thpmis  capitatus^  '6 
la  Chamaerops  humilis^  che  abbiamo  detto  essere  le 
domiuanti  di  tutto  il  tenitorio.  Pero  nell'  estremita  diel 
S.  0.  trovandovisi  il  picciolo  stagno,  ivi  si  osserva- 
no  r  Erythraea  spicata  e  ramosissima^  il  Teucrium 
scordioides ,   varie  specie  di   Giunc/u\  lo  Scirpus  la- 

custris  e  maritimus Nei   luoghi  circostanti  cresce 

segnatamente  la  Liquiritia  officinalis. 

Questo  stagno  lega  in  modo  le  due  regioni  del- 
la pianura  mediterranea  e  della  marittima ,  cbe  da 
esso  faro  io  capo  nel  dare  di  quest' ultima  un  breve 
ragguaglio.  Agli  orli  di  q^iiel  sito  dalla  banda  del 
mare  cresce  la  Statice  limonium  ,  il  Trilicum  elon- 
gatum^  V  Ilordeum  secaliiium ,  e  piii  infuofi  la  Ta- 


I 


9  ;  *■' 
04J 


marix  africana.  Lc  picciole  dune ,  o  a  dir  meglio  , 
tullo  lo  spazio  arenoso,   cbe  sla  diniianzi,  e  sparso  di 
Gnaphalhim  arenarmm  (escluso  di  questa  sola  loca- 
liti'ij,  di  Ecliinophoi-a  spinosa  ^   di  Eryngiwn  inarili- 
mum^  di  Euphorbia  paralias ,  di   Glaucium  luteum , 
di  Salsola  Tragus  ,    di  Pancratium  marilimurn  ,  di 
Seseli  torluosum —    Procedendo   di   pochi  passi  piii 
in   la  alia   voUa   dell'  Est  ,    il    Seseli    tortuomm    si 
fa   spesso    in    raodo   die   vi   diviene    la   pianla  prin- 
cipalissima.  Se    non    clie    non    va    mollo  a  dilungo 
cosi    falla    frcqiienza  ,    ma    quel  la   specie    in    breve 
Irallo    vi    divcnla    piu   rada  ,    e    sparisce   quasi   del 
tulto   al   silo  del  Cannilello  ,  a  quasi  un  niiglio  dal- 
r  Asinaro.    In   lui   picciolo  lago  niariUiino  ,  cbe  qui 
( ai   Cannalello )    si    rinvicne  ,    non    vedonsi    cose 
obegae   di    ricordo  ,    non    allro    cresccndovi    die    la 
Tlujpha   latifolia  e  anrjuslifolia.  c  lo  Scivpus  lacu- 
siris,  cd  ai  luargini  il  Lului  decumbens? .  e  pianle 
palostri  coniunissimc.   Da   qiieslo   sito    cominciano  le 
cosle  ad  esscre  piu  elevate,  e  corrose  a  piombo  dalla 
sferza  dellc  ondc  in  alquanli  piccioli  seui.   che  negli 
anp;oli  salicnti ,    per  eui  si  uniscono  1'  uno  all'  allro, 
g©no,bagnali  dal  marc,  c  cbiudono  in  ciascuna  cur» 
\alura  un  breve  spazio  arenoso  .    in  tal  giiisa  conti- 
lUiaiid'o  sino  alia  spiaggia  eosl  dclla  di  Fac/a/e.  Suite 
ghiaie    o    su   i  luli  caleari  di  questi  lagli  della  costa 
si  slaflno  avegctare  \a..Jk'tn  wariiima.y    la    Slaticc 

sfHitchii  e  ai/iuaia ,  la  Mathiula  li  icuspidala ;  ed 

ifllQrno  alle  fabbricJie  della  Tonnara  il  Mesembrian- 
iheinuin  nodijlorums  c  la  Planlago  commutala  ,  che 
sin.  era  non  mi  corsero  all'  occhio  in  verun  allro 
luogo.   Di   lulli  gli  spazi  arenosi,  e  degao  di  osser- 


546 

vazione  quelle  cLe  fanCecede  la  spiaggia  denominata 
delle  Tremole ,  suU'  andare  ad  orienle.  Ivi  se  vedi 
crescere  sii  i  lufi  della  cosia  il  Trilicum  junceum^  e 
la  Plantago  ceratocarpa  ,  nelle  areoe  li  si  para  il 
bello  di  osservare  1'  Echium  arenarium  ,  1'  j^rundo 
arenaria^  il  TrUicum  arenarium  e  loliaceum^  1'^^" 
pecoum  procumbens^  la  Cakile  maritima^  \ Ambrosia 
maritima^  (di  rado)  ,  il  Convolvulus  soldanella  ,  la 
Silene  m'caensis  ,  la  Caucalis  maritima  ,  ed  altra 
specie  non  poche.  Niidi  poi  sono  quasi  del  tullo  gli 
altri  spazii  arenosi  anche  quello  delle  Tremole  ,  ca- 
mecche  fosse  piu  esleso  ;  e  sin  anco  in  Ire  piccioli 
ristagni,  die  riescono  a  quesle  ullime  arene,  non  al- 
tro  si  osserva  che  lo  Sctrpus  lacuslris ,  il  Juncus 
bujonius  ,  il  Lythrum  Graefferi ,  e  pochissirae  altre 
pianle  della  classe  delle  inondale.  Perlanlo  quasi  puo 
dirsi  ,  cbe  qui  slia  1'  ultimo  liniite  di  questa  regio- 
ne ;  awegnacche  dalla  prossima  spiaggia  di  Fadale 
sino  a  Gallina  le  cosle  sono  piu  elevale  die  allrove, 
e  il  mare  le  bagna  sino  al  piede,  eccello  tre  o  qual- 
Iro  piccoli  varchi  (ove  trovasi  poca  arena)  e  1'  estre- 
mita  alia  foce  di  Cassibili^  cbe  va  declinando  a  po- 
ca altezza  sul  livello  del  mare  :  pure  in  alcuno  di 
questi  siti  arenosi  non  crescono  piante  di  molla  con^ 
siderazione,  e  quasi  nessuna  se  ne  scorge  su  i  riaUi 
stessi  troppo  esposli  alia  sferza  delle  onde. 

Come  un'  appendice  di  quesla  terza  regione  met- 
teremo  gli  scogli  e  il  fondo  del  mare.  In  quest'  ul- 
tima stazione  crescono  principalraente  la  Caulinia  o- 
ceanica  ,  Dec.  ,  e  la  Ci?nodocea  aequorea  ?  Koinig 
e  Sims:  esse  pero  non  si  Irovano  assai  vicine  alia 
spiaggia,  ma  vi  sodo  gellate  dalle  maree.  la  prima. 


347 

in  grossi  banchi,  la  scconda  in  poca  qiiantila.  Gli 
scogli  sono  foimati  di  una  breccia  di  calcario  gros- 
sierc  di  pasla  durissiina  ,  che  invihippa  e  collega  i 
gusci  di  varii  Icslacei  ,  piu  o  rneno  rolli  o  triturati. 
Su  qiiosti  scogli  cresce  laic  un  nuraero  di  Aeleoga- 
me  marine  c  di  Zoofili ,  che  richicdesi  Iroppa  osser- 
vazioue  e  la  piu  lolleraule  pazicnza  per  tulle  deler- 
miuarle,  c  moite  parole  a  darue  un  ragguaglio  an- 
clie  compendioso.  II  Fucus  lamariscijblhis ^  Huds. 
(  Cisloseira  ericoides  ,  Turn.  ^  e  la  specie  che  piii 
vi  domina  ,  e  pure  la  Cisloseira  barbala  ,  j4g.  ,  e 
trovi  iu  mezzo  a  quesli  varie  Couferve  ^  varii  Cera- 
mil  ,  varii  Sphoerococcus ,  varie  Ulve.,  il  Gclidium 
carneiim^  la  Udothea  anlhehma.,  la  Falonia  intrica- 
ta  ,  la  Corallina  rubens  ,  1'  Acetabulum  mediterra- 
7ieum,  la  f^ulubi/aria  medilerranea^  ed  allre  mollis- 
sime  specie,  che  io  per  diligenza  e  per  lempo  spero 
gia  polcrmi  aver  conosciule,  e  dame  la  diagnosi  col 
mezzo  delle  mie  proprie   osservazioui. 

In  una  sola  rapida  scorsa,  che  da  rae  si  e  data 
al  noslro  lerriiorio  mi  fa  meraviglia  1'  aver  trovalo 
a  dir  lanlo  ,  e  cerlamenle  avrci  volulo  far  uso 
di  maggiore  brevila,  se  di  quesla  a  senno  mio  fosse 
slalo  capace  il  subbiello.  Perocche  mi  soffriva  1'  ani- 
mo,  che  nella  soverchia  precisione,  lasciandosi  indie- 
Iro  Ic  cose  principali,  uessuno  studio  si  fosse  in  me 
riconosciulo  di  aderapiere  quelle  ,  a  cui  mi  era  gia 
dedicalo  iscrivendo;  e  percio  non  so  giammai  a  ri- 
pcntirmene  come  di  difetto.  Aspellaudo  inlanlo  die 
per  mc  s'  inlraprcndesse  a  dilungo  la  storia  partico- 
larc  di  ciascuna  specie  ,  non  ismenlicale ,  o  benigni 
Accademici,  che  scendo  per  la  prima  volla  ncll' are- 


3j# 

na  dei  dotti ,  e  che  avendo  dovuto  senza  quasi  una 
guida,  e  tiitto  solo  osservare,  paragonare,  istruirmi, 
deve  tornare  un  miracolo,  che  con  le  sole  mie  forze 
e  con  una  volonta  risolula  fossi  uscito  ad  eseguire  in 
un  modo  qualunque  il  mio  divisamenlo. 


:  ;"lto3  iai  «doooi9'i 


1^1   ]■'.  'A  onJ 

.     :         -ijacHOah 


ada  or:  •})!!  oba^lJaqaA  v, 

■mihufi   r.iaole  fil  :0§a  tj ! ; !  i  isq 

'  i^fd  0  fijJflatlntifnai  uou   ,.  .toit*  ib  eisl 


_  DELLE 

COIVCHIGLIE    VIVE^TI   E   FOSSILI 

DI  SICILIA 

ESISTKNTI    ISELLE    COLLEZIO.M 
DiL  DoTTOR  ANDREA  AKADAS 

n     dell'  ESTINTO 

ABBATE  D.  EMILIANO  GUTTADAURO 
LAVORO 

Dirello  principalmenle  a  far  conoscere  le  specie 

die  vivono  nel  goljo  di  Catania^  e  nei  dinlorm 

di  essa  col  confronto  alio  slalo  J'ossile 

COMPILATO 

nAL    SOCIO    ATTIVO    ANDREA    ARADAS 

E    DAI.    SOCIO    CORH.    P.    D.    GIACOMO    MAGGIORE   CASSINESE 

E 

Diviso  in  piu  memorie 
MEMORIA  II. » 
SEGUITO  DEI  GASTEROPODI 
Letta  nella  seduta  or  dinar  ia  del  i4  Marzo  i83q. 


I 


"■ilD    013C 


■iorl 


GENERE  VII. 
DOLL  A  (Bulla  Linn,  c  Bullae  A  Lk), 

II  gcnere  Bolla  ,  dice  un  saggio  zoologisla  ,  e 
stalo  per  Linnco  come  uu  niagazzino  da  riporvi  lutte 
le  specie  clie  noa  Irovavano  silo  in  allro  gcnere  di 
conchiglie  aUesa  la  concisissima  classificazione  dilui; 
per  il  che  veggiamo  in  quello  stranameulc  comprese 
lo  Ovule,  le  Piriile ,  le  Acaline,  alcune  Fise  ec.  ec. 
Ma  nou  ci  e  lecilo  estenderci  da  vanlaggio  sulla  sto- 
ria  di  queslo  gcnere,  esscndo  stala  diffusamenlc  Iral- 
lata  insienie  alia  costnizione  organica  e  fisiologica 
czione  dcllo  storaaco  del  suo  gastcropodc  in  una  me- 
moria  sull'  apparecchio  digeslivo  di  taluni  gaslero- 
podi  del  genere  Bolla^  cui  ci  place  rimaudare  i  raa- 
iacologisli  (i).   Ci  conlenliamo   in    questo    luogo    ri- 


(i)  Cenno  fisiologico  del  P.  D.  Giacomo  Haggiore  ncl    prcseate   tpr 
lump.  ,  .  "  ,.  .1  ' 

AU.  Accad.  Vol.  xr.  k^ 


352 

cliiamare  alia  loro  raemoria,  che  si  appaytengono  le 
boUe  ai  quarlo  ordine  de  Gasleropodi  ,  ovvero  alia 
seconda  famiglia  de'  Tellibrancbi  di  Cuvier  ,  e  che 
vengono  parlite  in  due  soUogeneri  dal  Rang ,  cioe 
ia  Bolle  propriamenle  dcUe,  ed  in  Bollce  di  Lamarck. 
Conciossiache  offiono  i  mollusclii  delle  prime  una  coo- 
cbiglia  eslerna  ,  laddove  qiielli  delle  seconde  ia  ce» 
lano  nella  spessezza  del  maatello. 

I.    SOTTO-GE-N.    BOLLE    PROPRIAMENTE   DETTB. 


BOLLA  LEGNARU  (Bulla  Lignjru  L  J 

B.  testa  oblonga  ,  laxe  convohda^  versus  spi' 
ram  altenuala^  traiisversim  striata  ,  pallide  fulva  , 
spuira  trwicala,  umbilicata.  Lk. 

Linn.  Gml.  p.  Zl\2^  ,  n.  ii — Lister  Conch, 
lab.  714,  f-  71 — Bonanni  ^iiw?:.  Kir.  clas.  Ill,  f. 
4.06  —  Knorr  6,  I.  Sy  ,  f.  4.  5 — Bruguiere  Diet, 
n.  i3 — Encycl.  melh.  lab.  SSg  ,  f.  SAB.  —  Olivi 
zool.  p.  iSy — O.  G.  Costa  p.  LXXV — Poli  torn. 
Ill,  pag.  18,  iab.  XLVI,  f.  3,  4  — Lk.  YI ,  2  , 
pag.  33 — Philippi  pag.    121. 

Questa  concbiglia  conosciuta  ^s.  Linneo,  cbe  dis- 
se  abitare  nell'Adrialico  e  nel  mare  di  Sicilia,  e  la 
piu  grands  e  sbadiglianle  delle  Bolle;  per  nulla  ra- 
ra,  e  anzi  appo  noi  coinunissima.  11  mare  di  Riposlo 
Aci-Reale  Aci-Trezza  Aci-Casldlo  Ognina  ec.  ne  e 
abbondantemente  j)rovvedu[o.  Pescasi  in  Icrreni  piut- 
Sosto  fangosi  anzi  che  no   profoadi   a  4o  braccia  % 


353 

piani,  cd  onllnari.imonfe  collo  animale;  di  ogni  fem- 
po,  ma  in  piii  gran  copia  nell'  invcrno,  e  nella  pri- 
mavcra.  Spesso  vieue  o  la  sola  conehiglia,  o  insie- 
inemcnle  al  molhisco  rigellala  dal  furioso  movimenlo 
delle  onde  del  irarc  siil  lido,  e  lalsolla  il  solo  slo- 
maco  come  lo  Irovo  infalli  siilla  spiaggia  della  Plaja 
di  Catania  il  Gioeni.  Quasi  senipre  peio  vicne  fiiori 
Iralla  la  bolla  iognaria  dal  seno  del  mare  racdianle 
quella  maccliina  iiisorvienlc  alia  pesca  clie  dicesi  rlz- 
za  o  ragno  volg.irmcnle  dai  marinai.  Occcrre  piu 
fipesso  riiivcnirla  nol  marc  di  Aci-Trczza,  Aci-Castel- 
lo  cd  Ognina,  cbe  allrovc.  Non  se  iie  incoolra  quasi 
mai  alcuna  nella  Phija  di  Calania,  e  rarissimameute 
in  Agosia,  Siracusa ,  dove  piccQlissimi  ne  soiio  gU 
indivicJui.  '   fSi    .1    .^:i^5^'  -- 

Arriva  nella  massima  sua  grandczza  qnesia  spe- 
cie a  2  poll.  0  2  lin.  di  lungliczza,  ad  i  poll,  c  a 
lin.  di  larirliezza.  II  suo  colore  e  fulvo  macchiato 
di  rosso  verso  il  coionncllo,  dcniro  non  senipre  bian- 
co. Un  !al  coloiito  presenla  spesso  alcnne  gradazioni, 
cioc  giallo  cbiaro,  giallo  rossastro  ,  c  qualcbe  volla 
rosso  fosco.  Alcnne  variazioni  si  scorgono  eziaadio 
in  rignardo  alia  doppiezzg  della  couchiglia  ;  scmpre 
fragile  c  soltilc  lo  c  lalvolla  piu  o  meuo,  a  seconda 
r  eta  principalmenle.  Cliiamansi  volgarmenle  presso 
floi  le  bollc  Icgnaric  Jliiili  di  mari\  la  carne  del 
loro  molhisco  beuclie  dannosa  c  non  crcdula  com- 
mcslibile  da  zoologi ,  nulla  di  mcno  si  mangia  con 
piaccre  dai  noslri.   Colicz    (A.  G.) 

Ts'^oi  posscdianio  due  cscmplari  fossili  della  delt^ 
specie  Irovali  ncl  lerziario  de'  dinlorni  di  Palermo. 
In  oota  alia  loro  fragilila  qucsl'  iudividui  sodo   inle> 


354- 

rissimi  e  non  presentano  nessuna  particolarita  degna 
(li  considerazione.  CoUez.  (A.  G.) 

SPEWE  II. 

BOLLA  STRIATA  (B.  Striata  Brvg.) 

B.    testa    ovato-oblonga  ,   inferne  transversim 
striata^  veriice  umbilicato.  Lk. 

Var.   (a)  coerulea. 

»     (b)  Lactea  rubro  inaculata. 
>     (c)  pallida  fulvo  maculata^  strits  transver- 
r..  sis  obsoletissimis  vel  null  is. 

Lister,  tab.  714.,  f.  72 — Bonanni  Recv.  3,  L 
3 — Gual.  T.  12,  t.  F. — Le  Gosson  di  Adanson  pL 
1,  f.  Q—Bruy.  Diet.  u.  3— 6>.  G.  Costa  pag.  LXXV. 
— Encycl.  raelh.  pi.  878,  f.  a,  A,  Yi— Lk.  VI, 
2  ,  pag.  33. — Phil.  p.  121 — B.  Calumnae  delle 
Chiaie  Poll  torn.  III.  tab.   XLVI,  f.    17,    18. 

Mosser  quistione  alcuni  malacologisli  ua  tempo 
se  la  bolla  striata  fosse  una  variela  o  specie  dalla 
arapolla  distinla.  Gmelin  stava  pella  prima  opinionc 
e  Bruguiere  con  piu  di  ragione  per  la  seconda.  Con- 
ciossiacbe  oggi  non  e  a  diibitare  della  differcnza  di 
queste  due  specie  appartenenli  al  geuere  bolla ,  dif- 
ferenza  principalmenle  cosliluita  dalle  slrie  trasversali 
air  estremita  anteriore  della  base,  carallere  esclusivo 
delia  striata,  cbe  si  voile  dal  medesimo  appellare.  E 
se  alcana  fiata  tali  slrie  mancano  ,  il  colorito  e  la 
forma  della  conchiglia  e  dell'  apertura  precisamenle 
veDgoao.  in  soccorso  nella  delerminazione  della   spe- 


3"  1' 
00 

II  mollusco  di  qiicsta  conchiglia  e  slafo  dcscril- 
fo  dal  Profcssore  dclle  Cliiaje,  die  la  dcdico  :\\  suo  pri- 
me scoprilore.  La  descrizione  e  slata  da  iioi  Irovata 
esattissiina,  la  divcrsila  del  colore  nella  concLiiglia  ne 
forma  due  bcUissime  variola;  la  prima  (a)  d'  un  ce- 
ruleo  chiaro,  e  la  sccoiida  (h)  di  un  marmorino  pal- 
lido,  noil  clie  di  una  maggiore  solidozza,  varicla  rap- 
porlale  dall'  egrcgio  Profcssore  0.  Cosla  da  Napoli, 
(Catalog,  sislem.   pag.  jo.) 

Comunissima  la  bolla  sfriala  appo  noi  rinviensi 
d' ordinario  sulla  spiaggia  ove  il  marc  la  spinge  con 
facilla  per  la  sua  forma  cilindrica,  e  la  lessilura  alta 
a  resislere  agli  urli  dclle  ondc,  il  pcrclic  trovasi  sem- 
pre  inlcra  e  conscrvala.  Si  pesca  nel  marc  di  Trez- 
za,  Riposlo,  Ognina,  Catania,  Messina,  j^gosta  e  Si- 
racusa.  Si  lira  fuori  dalle  aequo  col  ragno ,  noii  a 
molta  profondita  ,  coll' auimale  mcno  frc(]iienlcmonto 
delta  bolla  Icgnaria.  Si  appella  volgarmeutc  in  Ca- 
tania e  ad  Aci-Trezza  Cannaledda. 

Una  tcrza  varieta  di  detla  specie  (c)  da  noi  rin- 
veuula  in  quest'  ultimo  silo,  e  che  polrebbe  coslituirc 
una  specie  nuova,  e  degna  di  cousiderazione.  Sorai- 
glievole  di  moUo  alia  bolla  ampolla  ,  ne  diffcrisce 
pella  forma  alquanlo  alluugata  ,  per  il  suo  bordo 
colluramcllare  calloso  ed  esteso  dall' apice  alia  base, 
c  non  di  raanco  non  scmbra  la  striata  per  la  quasi 
assoluta  mancanza  dellc  strie  Irasversali  ,  pel  colori- 
lo  ec. 

La  sua  raaggiorc  grandezza  e  di  i  poll.  2  lia. 
c  1/2  di  Uiogbczza  ,  c  8  lio.  di  larghezza.  Colcz. 
(A.  G.) 


356 

SPECIE  MI. 

BOLLA  JMPOLLA  {Bulla  Ampvllj  L.) 


B.  testa  ovato-suhglobosa^  inflaia^  vari'e  pwttt\ 
vertice  umbilicato  LK. 

Lin.  Gmel.  p.  34-24-,  "•  lo — Lister  t.  718  , 
f.  69  ,  c  t.  i()56,  f.  8  —  Bumph.  Mus.  T.  27,  f. 
G.  —  Gual.  Test.  t.  12,  f.  E, — Knorr ,  Vergn.  2, 
t.  8,  f,  I,  5;  t.  17,  f.  6,  e  6,  t.  21,  f.  a — En- 
cyclop,  pi.  338,  f.  3,  A.B.— Lk.  VI,  2,pag.  33. 

Di  qucsla  specie  onde  per  incidenza  or  ora  fa- 
cendo  rilievare  i  carallcri  speciali  della  bolla  striata, 
abbiani  noi  favellalo,  un  solo  esemplare  ci  e  toccato 
in  sorle  di  acquislare  pescato  nel  liltorale  di  Aci-Trez- 
za  interissimo  ,  di  fresco  coloriW  e  di  perfello  svi- 
luppo. 

Qucsla  concliiglia  assai  rara  da  noi  e  ovale- 
oblunga,  solida,  e  piii  venlricosa  assai  della  B.  stria- 
la,  levigalissima  con  laluneslrie  iongiludinali  segnan- 
ti  r  accroscimento;  ha  molle  variazioni  nel  colore  di 
im  fondo  bianchiccio  sparse  di  piccole  macchie  ros- 
sastre  o  di  un  rosso  fosco  or  punlate  ed  or  disposte 
in  fascia ,  a  verlice  proforidaiucnle  ombilicato.  Per 
quaclo  ne  sappiamo  possiamo  annunziare  di  aver 
rinvenuta  per  la  prima  volta  questa  specie  nel  sici- 
Jiano  mare. 

La  lunghezza  del  noslro  esemplare,  piu  piccolo 
deH'oceanico,  e  i  pollice  1  iiaea  e  1/2,  la  la^-ghez- 
za  9  linee  Collez.  (A). 


357 

SPECIE  rv. 

BOLLA  IDATJDE  (Bulla  nrnayis  L.J 

B.  ovato-rofundala,  temii.  pellucida^  longiludi- 
ncliler  :nibstriata^  comeo  Jlavescenle  (val  ruj'escen- 
te)  ,  iineolis  iransversis  exilissiinis  ,  vertica  umb^li' 
calo.  LK. 

L.  Gml.  pag.  34-24.,  n.  g — B.  hyalina  Gml. 
pag.  34.32,  n.  "ii—Guall.  Ind.  lest.  lab.  XIII,  f. 
DD — B.  navictila  Blainville — Eacycl.  meth.  pi. 3 60 
f.  I  A,C— 6>//r/  p.  137— a  G.  Cosla  p.  LXXV-— 
Poli  delle  Chiqje  fom.  Ill,  lab.  XLVI  ,  f.  28  — 
LK.  VI,  2.  pag.  315 — Plilippi  pag.   121. 

Conchiglia  clogaoliua  e  rara  nel  Mcdlterraneo 
come  ncir  Aclrialico  e  nel  Tirrcno ,  quasi  ovale-ro- 
tundata,  lucidissima ,  Irasparculc,  d  uu  bianco  gial- 
liccio,  o  rossastro,  qiialche  volla  verdoggiaute;  a  sirie 
longiludinali  cbe  vcngono  iolcrceUale  da  esilissime 
lineelle  Irasvcrsali  ad  occbio  nudo  appcua  pcrcellibi- 
li;  ad  ombolico  profondo  nel  vcrlicc  ,  ad  aperlura 
piuUoslo  larga.  I  nostri  esemplari  pcscall  nel  mare 
di  Messina  e  ricevuli  da  Wad.  Power  prcsenla- 
no  una  grandczza  media;  quelii  rinvenuli  ne'  lit- 
lorali  di  Agosta  e  Siracusa  rigcllali  dalle  onde  nella 
spiaggia  allingouo  il  niassinio  di  accresciraenlo  da 
superare  in  dimcnsionc  quelii  rapporlati  da  Linneo 
e  da  altri,  siccorae  avenli  1 1  liiiec  di  liinghczza  ed 
8  di  iarghczza.  Essi  biondcggiano  nella  gibbosita  del 
labbro  colummcllarc.  Per  quarite  ricerche  avessiuio 
noi  faltc  nel  noslro  golfo  noii  ci  e  riuscilo  incon- 
trarae,  chc  picciuUsslmi  iadividul  rarissimamcale  iix- 


358 

leri,  fragilissimi,  vitrei,  taWolta  bianchi  e  lucidi,  piu 
spesso  di  color  giallo,  verdiccio,  violello;  all'  Ogrnna 
ed  alia  Trezza  ;  essi  vengono  considerali  come  una 
variela  dal  Filippi,  variela  dislin(a  solamente  per  la 
grandezza  degli  individui  e  pel  colorito,  che  sempre 
dipendoDO  dalle  condizioni  del  clima,  che  ne  impe- 
disce  tal  fiata  lo  sviluppo;  ma  non  presenlano  nella 
forma  e  ue'  caralteri  variazione  di  sorta  ,  essendone 
anclie  perfettamente  idenlico  T  animale.  II  perche 
noi  non  possiamo  assenlire  al  cbiarissimo  dotlor 
Arcangelo  Scacchi ,  il  quale  fa  idenlica  quesla  va- 
riela alia  B.  pisiim  del  signer  Delle  Chiaie;  giacche 
non  ne  moslra  affatto  i  caralteri,  nellampoco  la  for- 
ma (i).  Di  quesla  ultima  specie  non  possediamo  fi- 
nora  che  un  esemplare  fossile  de'  dinlorni  di  Paler- 
mo; forse  ci  sara  date  in  appresso  rinvenirla  nel  no- 
stro  Jonio. 

Luaghezza  della  delta  variela  quasi  5  linee  , 
larghezza  3   1/2.  Collez,  (A.  G.) 

SPECIE  ¥. 
BOLL  J  OTRI  CELLO  (B.  utriculus  Brocc.) 

B.  testa  ovata,  lurgidula^  solida^  utrinque  um- 
bilicata^  transversim  striata^  striis  punc talis  in  utra- 
biie  exiremitate  profundioribiis  ,  intermediis  saepe 
obsoletis.  Broc. 

B.  utriculus  Broc.  p.  633,  t.  i,  f.  6—- Idem 
B.  Striata  pag.   276. 

(i)Catalogus  Conchyliorum  reyni  Neapolitani-  Neapoti  i836  p. 10. 


359 

Concbiglia,  ovale,  solids,  turgidclla,  onibelicala 
alia  base  cd  all'  apicc,  striata  trasversalmentc,  a  slric 
puntate  niollo  imprcssc  nolle  due  cstrcmita  e  spesso 
canccllate  nel  mezzo.  Qiicsta  specie  rinvenuta  vivcnle 
second©  Broccbi  nci  uiare  Adrialico,  e  dal  Filippi 
fossile  in  Sicilia  a  Ccfali  c  nel  tiifo  basaltico  del 
diutorni  di  Mililello ,  e  stala  da  noi  trovala  pur  vi- 
ventc  in  Sicilia  e  precisaraente  nel  mare  di  Piiiila 
secca  vicino  la  toire  presso  Iliposto  in  im  fondo  di 
piu  di  3o  braccia  Iratla  I'uori  col  racjno  nello  scorso 
marzo;  nnico  escmplare  e  quasi  del  lulto  conscrvato. 

Lunghezza  lince  3,  largbezza  2.  CoUcz.  (A).    • 

SPECIE  VI. 
BOLLA  TRJSPJRENTE  (B.  dijphana  N.; 

B.  testa  gibbomla^  diaphana^  hjjalina,  albida^ 
laevissima]  apice  oblique  tvuncalo  ac  fiubumbilicato ; 
basi  acuta.,  columella  recta,  uniplicala. 

B.  Monrjii  Savig.  Egypte  torn.  II,  pi.  5,  f.   7. 

Crediamo  noa  dcscritla  la  prcscnte  specie  percbe 
non  la  troviamo  regislrata  ne'  molti  autori  da  noi 
all'  iiopo  consultali.  Savigny  solamentc  ne  da  nna 
somigliautissiraa  figiira  sotlo  il  nonie  di  B.  Mongii 
nella  descrizione  dcU'  Eiritlo.  ma  non  la  dcscrive.  Ci 
place  nomarla  diaphana  dalla  sua  nolabilissima  Ira- 
sparenza.  Essa  prescnta  inollrc  nna  gibbosita  in  tntfa 
la  sua  forma  molto  affine  a  qualcbe  varieta  della  hy- 
datis:  ma  differisce  da  qucsta  per  lo  colonnello  relto 
ed  uniplicato ,   cbe  oltrepassa  il  terzo  della  sua  lun- 

Jtl.  Accad.  Vol.  xF.  45 


36o 

gliezza,  per  la  base  angolosa  ed  acuta,  come  per  la 
perfella  levigatezza  ed  esenzione  di  strie.  E  bianca 
anziche  no;  appartiene  alle  conchiglie  microscopiche 
non  contando  piu  di  i  linea  ia  lungbezza,  e  3/^  di 
liuea  in  largbezza.  Tale  si  e  I'  unico  individuo  rin- 
venuto  nella  sabbia  di  Magnisi,  e  che  sgraziatamen- 
le  perdemrao  per  esserci  scappato  di  mano. 


BOLLA  TRONCATELLA  {B.  TRumJTULJ'Qiwg.) 

B.  testa  oblonga ,  subcylindrica  ,  laevissima  , 
laetea  ;  vertice  rotundo.,  nmdi/icato;  columella  bast 
subtruncata  Pbilippi. 

Broc.  p.  257 — Soldam\  Saggio,  tav.  X,  fig.  b, 
e  K — Pht'lippt  pa^.  123,  t.  VII,   fig.   21. 

La  figura  del  Soldani  non  ritrae  in  tutto  i  ca- 
ratteri  della  nostra  specie  mostrando  la  base  an- 
golosa ed  acuta  ,  anzi  che  darcela  a  dividere  quasi 
ironcata.  Si  consulti  raeglio  la  figura  di  Filippi  per- 
fettamente  soraigliante. 

Specie  molto  frequente,  e  la  piu  comune  nel 
litlorale  di  Magnisi.  La  sua  lungbezza  e  di  3/^  di 
linea,   e  la  largbezza  una  metta.  CoUez.  (A.  G.) 

SPECIE  ¥111  • 

BOLLA  AGUZZA  (Bulla  Acuminata  Brug.) 

B.  testa  minima^  laevissima^  subcylindrica  utrin- 
que  rosirata.  Pliilippi.  Broc.  pag.  276— ^St^/c/.  Sag- 


36i 

gio,  lav.  X,  f.  62,  U—Philippi  \>Si^.  122,  t.  VII, 
f.  18. 

Specie  pill  bella  e  piu  rara  della  prcccdente  nel- 
la  stessa  sabbia  magnisiana.  II  Soldani  la  fa  Iroppo 
Ironca  ncUa  base,  menlre  e  distinto  caratlcre  di  que- 
sta  specie  1'  csserc  aguzza  in  ambc  le  cslremila ,  piu 
neir  apice ,  che  nella  base.  Del  resto  si  vegga  Phi- 
lippi. 

Lungbezza  i  lia.  e  ija  largbezza  quasi  2/3, 
Collez.  (A.  G.; 

SPECIE  IX. 

BULLA  MAMMILLATA  (Bulla  Mammil- 

LATA  Pbilip.^ 

B.  testa  mimita ,  cylindrica ,  longiludinaliler 
substriata^  vertice  iruncoto.,  medio  papillato^  spira 
conspicua.   Pbilip.    pag.    122,  t.  VII,   f.    20. 

Concbiglia  minulissima  pcrfeltaiiicnte  cilindrica 
con  soltilissime  stric  longitudinali;  il  suo  vcrlice  Iron- 
cato  moslra  una  spira  a  fre  giri  visibili ,  1'  ullimo  di 
quesli  sporge  in  una  papilla  0  mammella  assai  sollile 
cbe  le  ha  procaccialo  il  nome  di  maramilla'.a.  papil- 
la che  noi  abbiamo  Irovalo  spczzata  per  la  sua  fra- 
gilila  in  due  escmplari  di  Magnisi,  ma  quesli  hanno 
inoltre  1'  apertura  superiorc  stretla  anzi  lineare  e  mol- 
lo  larga  al  di  soMo,  di  pi  11  una  picga  indiscernibile 
ad  occhio  nudo  nella  base  del  colonnello  ,  e  final- 
mente  le  slrie  longiludinali  si  visibili  da  farla  distin- 
guere  dalla  truncatttla. 


36! 


BULLA  MEZZO-SOLCATA  (Bulla  semisvl- 
CATA  Phil. 

B.  testa  cylindrical  basi  vix  dilalata^  superne 
longitudinaliler  sulcata^  sulcis  inferne  evanidis;  ver- 
tice  truiicato  ,  concavo  ;  spiva  manijesta.  Philippi 
pag.    123,  t.  VII,  f.    19. 

Bellina,  piu  lunga  e  distinlissima  dalle  precedenli 
si  e  la  specie  che  ora  prendiamo  a  descrivere :  ve- 
diita  ad  occliio  armato  essa  presenla  una  forma  quasi 
deir  intutto  cilindrica  un  p6  allargala  alia  base.  Ha 
raolti  solchi  longitudinali  obliqui  al  verlice,  che  alter- 
nativaraenle  soao  spiati  altri  piu  oUre  della  sua  me- 
ta,  ed  altri  sino  alia  base,  dove  si  veggono  altenua- 
li.  II  sue  verlice  troncalo  e  coucavo  olTre  una  spira 
interna  di  tre  in  qualtro  giri  assai  visibile ;  la  sua 
apertura  e  al  di  sopra  augusta  e  lioeare,  e  dilatata 
verso  la  base  ,  dove  il  colonnello  si  mostra  un  p6 
piegato. 

Due  individui  i  lin.  i/3  lunghi,  e  3/4  larghi 
ne  abbiarao  nella  sabbia  di  Magnisi  rinvenuto,  dove 
senabra  di  essere  rara,  quantuaque  il  Filippi  la  vo- 
glia  frequente  in  tulto  il  littorale  Siciliano.  CoUez. 
(A.G.) 

SlPECllE  XI. 

BOLL  A  Lisa  A  (Bulla  Laevis  N.)  T.  I,  f.   3. 

B,  testa  oblonga^  laxe  convohda  versus  spi- 
ram  atlenuata^  iniiis  et foris  laevissiina;  alba  cras- 
sa;  spira  truncata,  umbilicaia. 


" 


1 


363 

Bolla  di  forma  perfcllamcnfe  simile  alia  ligna- 
ria^  cioc  ovalo-oblunga,  rotondala  alia  base,  a  spira 
di  due  giri  c  mezzo  largamcnle  convolula;  Ironca 
ed  ombelicala  mediocrcmcDte;  ma  dislinla  da  quella 
specie  per  1'  assenza  dellc  slric  la  somnia  levigatczza 
delle  due  superficic  eslonia  cd  iiUcrna,  la  diiuensio- 
ne  assai  piii  piccola,  il  colore  bianco  c  lo  slalo  fos- 
sile,  in  cui  solamente  1'  abbiamo  rinvenulo.  Un  solo 
individiio  spczzalo  ncl  lal)bro  dcsiro  ce  ne  offri  la 
argilla  figulina  di  Calalagironc  laic  quale  la  noslra 
fig.  nella  naturalc  grandczza  lo  rapprcsenfa.  Essendo 
esso  mal  coservalo.  uu  tcrzo  dclla  sua  csterna  super- 
ficic nella  regione  vculrale  sfornilo  dell'  ulliaio  stra- 
to  calcare  biancbissimo  ,  che  riveste  il  restantc  e  lo 
iulerno,  lascia  scoprime  nol  pcnultimo  stralo  alcunc 
slrie  frasversali  appcua  visibili  ad  occbio  armalo,  di 
cui  nessuna  Iraccia  si  scorge  in  quello  :  esse  noa 
possoDO  dclerminarci  a  crederia  una  B.  U(jnaria 
giovane  logora  dal  tempo ,  por  la  naturalc  lucidezza 
e  levigalczza  di  sua  tolale  supcrficie.  Ulteriori  ricer- 
che  potranno  cbiarirci  del  vero. 

Lungbezza  "j  linee,  larcbezza  i  '6f6  Collez.(G). 

AVVERTLMEXTO 

■u- 

MoIl6  tempo  e  scrupolosissima  attcnzione  abbia- 
mo noi  impiegalo  per  cercare  e  trovare  uella  sabbia 
dellc  spiaggc  del  noslro  golfo  qualcbe  individuo  del- 
la  liulla  diaphana^  Ivuncalida.  acuminata^  7nommil- 
ia  e  semisulcata  gia  da  noi  dcscritte  ,  c  precipua- 
menle  nella  sabbih'  d'  Ognina ,  dclla  Trezza  ,  di  Ca- 
tania, della  Plaja  di  Catania  e  deirAgooae;  ma  le 


364 

nostre  ricerche  sono  riuscite  inutili;  e  per  quanto  le 
Dostre  osservazioni  ci  ban  falto  conoscere,  noi  non 
siam  tuttora  nel  caso  di  poter  dire  die  le  dette  spe- 
cie microscopiche  esistono  nel  nostro  Golfo.  Le  no- 
stre ricerche  saranno  non  di  manco  continuate  con 
uguale  indefessita  (i). 

II.    SOTTO-GEN.— BOLLEA   (BVLLAEA  Lak). 


I. 
BOLLEA  J  PERT  J  (Bvllea  aperta  Lk. ) 

B.  testa  lata^  siibovata^  laevissima  ,  striis  z'n- 
crementi  tantum  conspicuis. 

Lk.  VI,  2,  p.  '60— Poll  Delle  Ch.  t.  46,  f. 
23,  %k — Blainv.  Mai.  t.  XLV,  f.  2 — Phil.  p.  121. 

Preziosa  ma  rara  e  fragilissirna  concbiglia.  Ha 
essa  11  privilegio  di  venire  ravvolta  e  celata  nel 
mantello  del  mollusco.  Del  pari  che  il  mollusco  del 
genere  bolla  quest' ultimo  a  uno  stomaco  costruito 
con  tre  ossicini  quantunque  diversamenle  conformati 
come  d'  altronde  si  sa.  Prima  di  Drapernaud  il  Gi- 
nanni  aveva  osservato  questi  tre  ossicini  nello  stoma- 
co della  bullaea  aperta\  la  di  loro  scoperta  d'alcuni 
a  Jano  Planco  e  stala  atlribuita  ,  abbencbe  non  a 
questo,  ne  al  Ginnanni  si  appartiene,  c®me  asserisce 
r  illustre  Broccbi,  ma  forse  piuttoslo  a  Fabio  Colon- 
na,  il  quale  li  vide  nell'  animale  secco  della  raento- 
vata  bullaea  da  lui  cbiamata  Concha  nalatilis.^  che  ri- 

(i)  Pochi  giorni  innanti  la  pubblicazione  4i  questo  lavoro  abbiamo 
rinvenuto  con  nostro  sommo  compiacimfintb  nella  sabbia  dell'  0- 
gniiia  la  Bulla  semisulcala,  la  tnmcatuld,  e  T  diuh/iindta. 


<<" 


365 

cerelle  dall'  Impevati ,  e  di  cut  da  una  figura  non 
citata  da'  Conchiologisti  (i). 

Abila  la  boUea  apcrta  ne'  fondi  faogosi  ed  are- 
nosi,  siccorae  osscrva  Olivi,  e  quindi  di  rado  vien 
Iralta  colle  rcti  da  pcsca. 

I  nostri  individui  ci  sono  venuli  da  Agosla  e 
Siracusa,  csiste  in  Messina,  e  ncl  uoslro  golfo  e  ra- 
rissima  ,  cd  un  solo  individuo  e  stalo  da  noi  rinve- 
nuto  nella  spiaggia  dell'  Ognina  e  non  bene  inlero. 
Trovasi  ben'  anco  nella  sabbia  dell'  isola  Magnisi.  II 
noslro  piu  grand'  individuo  giunge  alia  lungbczza  di 
7  linee,  ed  alia  larghezza  di  5.  Collez.  (G.  A.) 

SPECIE  II. 

BOLLEA  ANGUSTA  (Bullaea  angustata  BivJ 

B.  testa  oblong  a  ^  angustata  densissime  oblique 
striata  ,  striis  sub  lente  cateniformibus  ,  spira  di- 
stincta.  Pbilip.  pag.   121,  t,  YII,  f.   17. 

Ecco  la  seconda  specie  di  BoUea  finora  scoper- 
ta  ,  cui  diiljbiosaraente  il  Signor  Filippi  rassomiglia 
alia  Catenata  dcgl'  Inglesi;  dappoiche  la  sua  eslerna 
superficie  vien  fornila  di  molte  strie  oblique  diago- 
nali  ,  le  quali  sono  formate  da  picciolissimi  anelli 
concatcnati  ,  siccomc  a  microscopic  acutissimo  ci  e 
venulo  fallo  di  osservare. 


(i)  V.  Cenno  fisiologieo  ciJ.  del  Maggiore,  dove  viene  cnumerala  Is 
sioonimia  di  qucsta  DoUca. 


366 

II  nostro  eseinplare  puranco  di  Magnisi  ba  una 
forma  non  tanto  oblunga  ed  angusta  quanto  quello 
di  Filippi.  E  bensi  moUo  piu  piccola  e  piu  stretta 
della  B.  aperta  di  Lamk.,  da  cui  la  distinguono  le 
molle  slrie  calcniformi  ;  la  sua  spira  e  assai  manife- 
sfa.  LuDgbezza  i  lin.  ed  1^4,  largbezza  i  lin.  Col- 
lez.  (G). 

Qui  ci  viene  a  taglio  porre  al  confrcnto  la  vi- 
venle  alia  specie  fossile  di  questa  nuova  Bolica  Bi- 
TOniana,  ora  cbe  1'  argilla  di  Palermo  ce  n'  offre  iin 
esemplare  quasi  intero.  Noi  1'  abbiamo  trovato  sicco- 
me  ii  Signer  Filippi,  piu  angusto  c  slrcUo  del  viven- 
te,  e  del  tutto  somiglievole  alia  figura  17  c  della  YII 
tav.  del  citato  naturalisla  prussiano  ;  vi  si  scorgono 
ad  occbio  arraalo  le  strie  diagonal!  cateniformi  della 
specie  viva;  e  pure  fragilissima  ed  infranla  nella  sua 
base  percbe  a  labbro  sotlilissimo  ;  e  finalmente  piii 
grande  della  nostra  specie  vivente  percbe  lunga  2 
lin.    1/2  e  larga  i  lin.  ^/S.  CoUez.  (G). 


DESCR12510IS^E 

DI  ALCUNI 

CROSTACEI    IVUOVI 

DEL 

60LF0  DI  CATANIA 

MEMORIA 

DBL    SOCIO    COLLABORATORK 

ALESSANDRO  RIZZA 

hem    BELLA    SKDDTA    ORDUIARU    DE"  25    APRILS    1889. 


JUi  Jccad.  y .  xr.  k6 


'& 


X  ercoiTondo  il  lilloralc  cli  Catania  dalla  focc 
del  Simcto  agli  scogli  dci  Ciclopi  ondc  raccogliere 
oggelti  alia  zoologia  spellanti ,  ebbi  a  conoscere  die 
i  croslacei  vi  abbondavano,  c  di  piu  specie,  e  tra 
queslc  forso  dellc  rare  se  non  dclle  nuove  ve  ne  po- 
lessi  rinvenirc ;  iu  breve  tempo  ne  trovai  tale  copia 
da  polcrsi  considcrare  una  mediocre  collczionc  topo- 
grafica  per  qucUa  classe,  c  le  considerazioni  sui  cro- 
stacei  di  Desmarcst.,  raia  principale  giiida  nel  comin- 
ciamcnto  ,  mi  fecero  cbiarc  le  rarita  che  il  golfo  di 
Catania  rincbiiidcva.  Ideai  allora  formare  un  catalo- 
go  di  cfiielli  animali,  c  sotlomettcudo  il  mio  divisa- 
racnto  ad  alcuni  cb.  Socii  non  fu  cbc  incoraggiato 
a  dar  opera  ad  un  travaglio  cbe  poteva  conlribuire 
alia  zoologia  del  mare  siciliano.  Pervenulami  indi  la 
sloria  naturale  dci  Crostacei  del  Sig.  Milne  Edwards 
mi  confermai  cssere  nuovc  alcune  specie  che  per  tali 
avcva  giudicalo,  e  vidi  cbc  tra  le  rare  da  me  pos- 
sedute  si  potevano  con  (are  Y  Anwlhia  rissoana^  Pisa 
corallina ,    LatraiUia   clegans^  llerbslia    comlyliala-t 


370 

Lissc  chiragrc,  Lambrus  anguMfrons^  Lupea  hasfa- 
tUy  Homola  Cumerii^  Squilla  eusedia,  e  tanle  altre, 
olire  di  alcuui  pilumnus  e  stenarynchus  novelli,  ed 
un  pagurus  singolarissimo,  che  tutli  formeranno  sog- 
gello  di  altra  mia  nola;  ma  il  inancarmi  molte  spe- 
cie date  da  quel  ch.  naturalisia  come  siciliane,  e  la 
speranza  di  poterle  rinvenire  mi  hanno  fallo  depor- 
re  il  peasiero  del  calalogo ,  oode  darvi  raano  a  mi- 
glior  tempo.  Non  volendo  intanlo  difierire  il  far  co- 
noscere  le  specie  non  rapporlate  in  quelia  recenlissi- 
ma  opera,  al  voslro  esame  Socii  Illuslri  presento  que- 
sla  prima  nola  che  riguarda  alcuni  decapodi  bra- 
cliiuri  credo  da  allri  prima  non  conosciull. 

GENERE 
CLEISTOTOMJ  (De-Hjjn). 

Carpaccio  quadrilalero  trapezoidale ,  piu  largo 
che  lungo,  quasi  orizonlale  trasversalmente ,  arcuato 
poco  loDgitudinalmenle ,  piu  largo  in  avanti  che  al 
margine  posleriore  misuralo  Ira. la  base  de'piedi  del  5." 
paio;  margine  fronlo-orbilalc  occupante  tullo  il  lato  aa- 
teriore.  Fronle  poco  inclinala,  cd  avenle  meta  della 
lunghezza  del  delto  margine.  Orbile  slendendosi  sinp 
agli  angoli  laterali,  col  margine  superiore  poco  avan- 
zato,  sicche  lascia  a  scoverlo  una  parte  dei  peduncoli 
Del  riposo,  ed  ofirenle  una  leggiera  inlaccatura  prea- 
so  il  ierzo  inlerno. 

Peduncoli  oculari  lunghi  un  quarto  del  margine 
anleriore  del  carpaccio,  diretli  lalcralinenle,  avanti 
la  base  poco  piu  grossa,  ed  inserili  per  quantp  e  la 
loro  lunghezza  lungi  dalla  linea  mediana.  Comee 
mediocri. 


37« 

Antcnne  interne  posfc  orizonlalmcnlc  nolle  fos- 
sette  soKoposIc  alia  froiilc.  AnU'iine  cslcrnc  del!a  lun- 
gbezza  dei  pcduncoli  oculari,  seliformi,  con  1' arlico- 
lo  basilarc  inscrilo  ncl  mezzo  dell'  angolo  orbilalc  in- 
tcmo^   c  deir  cslerno  della  fosscUa  aniennaria. 

Episloma  linearc  della  largliezza  della  fronfe. 

Qiiadro  boceale  qiiadrilalero,*  piii  largo  cbc  lun- 
go,  c  pill  slrcllo  in  dieiro  die  in  avanli.  Picdi  ma- 
sccllari  eslerni  cbiudenli  perfellamcnle  la  bocca  ed 
avenli  il  loro  sccondo  arlicolo  quasi  della  slessa 
grandezza  del  tcrzo  cbe  e  siniilnienle  quadrilatero 
con  il  lalo  eslcrno  piu  liingo  del  lato  inlerno;  quar- 
to arlivolo  inserito  poco  piu  in  fuori  della  mela  del 
lalo  anleriore  del  precedenlc;  qiiinto  arlicolo  piu  pic- 
colo, seslo  della  lungbczza  del  quarlo  e  tcrminato  da 
un  fascello  di  peli.  liranca  eslerna  di  queslo  paio  e» 
sterno  slrella  allungata  e  quasi  della  slessa  lunghe2- 
za  della  brauoa  iiilerna  (i). 

Piastrone  slernale  subovalare  isomclrioo. 

Addome  nei  mascbi  strello  a  margini  quasi  pa- 
rallcUi.  Coniposlo  di  sclle  arlicoli  dei  quali  i  basilari 
SODO  KioHo  piu  slrcUi  della  parlc  corrispondcnle  del 
piaslrone  slernale ;  il  secondo  arlicolo  e  linearc  Ira- 
sversalmeule   ed    appcna  visibilc ,    1'  ullimo  poco  piu 


(i)  Gi'  iDdividni  clie  descrivo  csscndo  disccrnii  non  mi  han  pormcsro 
potere  osscrvarc  il  fusccllo  di  qucsta  branca  oslcrna  ,  no  la  in- 
sorzione  dpilc  vorghe,  Ic  qiiali  allpsa  la  ristreltczza  dcgVi  arlicoli 
basilari  dell'  addunic  die  nulla  al  di  fuori  lasuiauo  scoprire,  do- 
vraoQO  esser«  inserito  sollo  1'  addome  slesso. 


372 

stretlo   dei  precedent!   e  triangolare  con  1'  angolo  li- 
bero  rotondato. 

Piedi  del  primo  paio  didatlili  isoraetrici  ,  nelle 
femmine  piu  piccoli,  gli  allri  qualtro  ambulatori,  corn- 
pressi  inermi.  Unghie  stiliformi,  inerrai,  acute^  lunghe 
cjuanto  r  articolo  precedente  dei  piedi  corrispoadenli. 

SPFCIF 
CLEISTOTOMJ  GEMMELLARl  (Nob.) 

Cl.  cor  pore  laeve^  later  ibus  antic  e  tridentatis; 
verruca  membranacea  inter  digitos  chelarum  ma- 
riiim. 

Corpo  levigatissimo ,  glabro  lucenle,  regioni  po- 
co  raarcate ;  fronte  poco  inclinata ,  appena  sinuosa 
nel  mezzo  e  leggerraente  crenulata;  lali  del  carpaccio 
poco  arcuati  e  convessi,  forniti  anteriorraente  di  3  denli 
dei  quali  il  posteriore  inserito  mollo  piu  in  avanti  deila 
meta  dello  stesso  lato  e  il  piu  piccolo,  gli  altri  due  piu 
grand!  depress!,  acuti  direlti  obbliquamente  in  fuori 
ed  in  avanti,  1' anleriore  forma  l' angolo  esterno  del- 
r  orbita.  Orlo  posteriore  del  carpaccio  marginato. 
Piedi  del  primo  paio  poco  piu  lunghi  della  massima 
larghezza  del  carpaccio,  braccia  prisraatiche  inermi  , 
non  molto  al  di  la  del  margine  fronto-orbilrario  a- 
vanzate;  carpo  subcubico  inerrae  liscio,  mano  grossa 
rigonfia  levigalissima  ,  dila  poco  ianli ,  regolarmente 
dentate  ,  e  nel  lalo  interno  della  loro  articolazione 
osservai  una  verruca  o  cisU  coriacea  e  molle  della 
grossezza  di  un  seme  di  canape,  e  cbe  appassisce 
con  la  diseccazione ;  piedi  del  secondo  e  terzo  paio 
ciliati    nella    loro    lunghezza    di  lunghi  e  rari   peli 


373 

biondi  catlucbi;  quelli  del  quarto  c  quinlo  paio  gla- 
bri,  c  gli  ullimi  ofl'rono  sulla  raeta  del  margine  po- 
steriore  della  coscia  una  oscrcsccnza  ad  angolo  oltiiso. 
Ungbie  solcate  longitudinalmcnte,  quelle  del  sccondo 
c  lerzo  paio  sono  un  poco  ciliatc  al  di  soUo,  e  quel- 
le del  quinto  sono  le  piu  piccole.  Colore  del  corpo 
corneo,  con  le  membra  piu  cbiare  o  color  di  cera. 
Le  femmine  dili'eriscono  dai  raascbi  per  avere  i 
piedi  del  primo  paio  niolto  piu  corti  meno  grcssi  con 
le  mani  solcate,  e  per  la  mancanza  di  quella  verru- 
ca cbe  cosi  bene  carattcrizza  i  mascbi.  jll  loro  ad- 
dome  mi  e  ignoto  poiclie  la  sola  da  me  posscduta 
ne  mancava. 

Dimensioni  del  mascbio 


Lungliezza  del  capaccio linee     5. 

Largbezza  massinia  prcsa  tra  i  denti   medii     6. 


del  margine  fronto-orbilale 


posteriore  tra  i  pied 

del  5.   paio 3. 

))         della  base  dell' addome    ...      i. 
»         deir  arlicoio    corrispondente    del 

piastronc  sternale     .      .     .      .3. 

n         della  froiile  in  avanti      .      .      .2. 

Lungliezza  dei  pedimcoli  oculari.     ...      i. 

)         dei  piedi  del  primo  paio.      .      .     7. 

s         dei  piedi  del  tcrzo  paio  .      .      •     9- 

Le  dimensioni  della  femina  sono  uguali  a  que 

sle  tranne  ([iielle  dei  piedi  del  primo  paio  cbe,  come 

superiormente  si  e  detto,  sono  piu  piccoli.  Ilo  trovafo 

quesli  crostacci,  dei  quali  ne  ignoro  i  coslunii,  nelle 


•5.  1/2. 


2/3. 


374 

spiagge  di  Aci-Trczza  c  del  porto  grande  di  Siracttr 
sa,  e  la  sola  feniinina  mulilala  nella  praia  di  Cata- 
nia presso  il  vivaio  Biscari.  Le  inutili  ricerche  fal'3 
da  me  e  da  altri  nelle  citato  localita.  mi  fauoo  giu- 
dicare  che  la  specie  e  rara. 

Questa  specie  ,  che  ho  inlilolato  al  Ch.  ProFes- 
sore  Gemmellaro  ,  speltante  al  genere  Cleisiotoma 
stabilito  come  davisione  del  genere  Ocipode  dal  Sig, 
Dehaan  nella  fauna  del  Giappone ,  erl  amincsso  dal 
Millie  Edwards  rientrerebbe  nella  sczione  dei  Bra- 
chiuri  quadrilaleri  di  Lalreille  ,  e  nella  seconda  se- 
zionc  del  rnetodo  arlificiale  dei  Signori  Leach  e  De- 
snoaret  per  avere  lo  addome  composlo  di  sette  arti- 
coli  nei  due  sessi? 

II  Signer  Edwards  pone  il  genere  in  discorso 
nella  facaiglia  dei  Catamelopi  da  hii  recentoraente  sta- 
bilita  ,  e  nella  tribu  dei  Gonoplaciani  ^  e  mi  piace 
raccogliere  e  riprodurre  qui  per  ogni  evento  i  carat- 
leri  che  assegna  alia. delta  Iribu  ed  al  genere  in  di- 
scorso. iVll  3'U 

Famiglia  dei  Calametopi\  (i).  «  Catamelopi  a- 
venti   le    verghc   nascenti   direttamente  dal  piastrone 

sternale carpaccio  quadrilatero  ,  o  romboidale  ;  i 

suoi  margin!  anteriori  e  laterali  presso  a  poco  dritli 
o  debolmente  curvati.  Secondo  articolo  dell' addome 
del  maschio  piu  stretto  della  porzione  corrispondente 
del  piastrone  sternale.   Peduncoli  oculari  quasi  sem- 


(i)  Milne  Edwards  Hisf.  NaJ.  des  Crostaces  t.  2.  p.  7.  nella  tavola 
sinoltica. 


pre  lunffhissimi.  Fronte  larghissima  occupante  quasi 
seinpre  il  ierzo  dclla  luiicjhezza  del  margine  fronte- 
orbilario.  Anlennc  inlorne  (i)  orizzonlali  ,  c  siliiale 
sollo  la  lioiile.  Qiiarlo  articolo  doi  piodi  mascollari 
eslerni  inscrcndosi  in  generale  in  una  incavalura  del- 
r  augolo  anlcriore  ed  inlerno  del  (crzo  arlicolo  ». 
Fin  qui  i  caraltcri  cbe  assegca  ai  gonoplaciani,  indi 
quelli  del  gcncrc  cbe  sono. 

Tribii  dd  Gonoplaciani  (2).  Gon.  avenli  i  pe- 
duncoli  oculari  hniglii,  margine  fronlo-orbilalc  occu- 
panlc  Ki  quasi  tolaiila.  del  diamciro  trasversale  del 
carpaccio.  Qiiarlo  arlicolo  dci  picdi  masccUari  esler- 
ni inscrcndosi  all'  angolo  cslcrno  od  alia  mela  del 
margine  anleriorc  dell'  arlicolo  precedcnle. 

Fronle  occupanlc  circa  il  terzo  del  margine  an- 
lcriore del  carpaccio.  Pediincoli  oculari  grossi  e  di 
mczzana  hingbczza.  Terzo  arlicolo  dei  picdi  mascel- 
lari  eslerni  presso  a  poco  della  mcdesima  grandezza 
del  secondo  c  quasi  quadralo  (3). 

II  quadro  boccalc  almcuo  cosi  largo  in  avanli 
che  in  dielro »   (4). 

Sc  per  poco  si  comparano  i  caraltcri  gcnerici 
che  ho  assegnalo  alia  mia  specie  con  qucsli  slabiliti 
dal  Sig.  Edwards,  si  rileveri  cb'essa  apparlicne  lanlo 


(i)  Per  errore  lipograCco  nella  cilata  opera  Uggesi  eitemes  in    teco 

di  t'n/prnes. 
(2)  iMilnp  liidwards.  ou.  cit.  ibid.  p.  58  nella  tavola  sinollica. 
(5j  Id.  ibid.  p.  6S. 
(4.)  Idem.  ibid.  p.  67. 

Jll.  Accad.  Fol.  xr.  hq 


376 

alia  tribii  che  al  genere  nci  quali  1'  ho  poslo  ,  e  se 
il  precilalo  autore  tra  i  caralleri  assegnali  alia  tribu 
da  quello  dell'  inserzioae  del  quarto  arlicolo  dei  pie- 
di  mascellari  suU'angolo  inlerno  del  precedente,  non 
lo  assegna  che  in  generale\  e  poi  nella  tribu  espo- 
nendo  i  caralleri  di  ogni  gener3  ,  scendendo  a  par- 
ticolarizzare  stabilisce  1'  inserzione  del  medesimo  ar- 
ticolo  nolle  Cleistotome  sull'  angolo  esterno  ,  o  alia 
meta  del  margine  anteriore  del  precedente.  La  lar- 
ghezza  della  fronte  poi  occupaule  com'  egli  dice  it 
terzo  circa  del  margine  anteriore  del  carpaccio,  e  che 
nella  mia  specie  ne  occupa  esallamenle  la  meta  non 
mi  sembra  un  caratlere  di  tal  rilievo  da  dar  molivo 
alia  formazione  di  un  nuovo  genere!!!  salvo  che  altri 
caralleri  di  dissomiglianza  si  polrebbero  scoprire  pa- 
ragonandola  con  le  specie  esolicbe. 

Credo  opporluno  non  omellere  aver  io  slesso  sul 
principio  dubilato  polere  la  slessa  appartenere  ad  al- 
tre  tribu  dei  catametopi  come  quella  degli  Ocypo- 
diani  0  dei  Grapsodiani\  ma  1'  avere  il  secondo  ar- 
licolo deir  addome  piu  slrcllo  della  parte  corrispon- 
dente  del  torace  ,  i  peduncoli  oculari  lunghi  ,  ed  i 
piedi  mascellari  chiudenti  perfettaracnte  la  bocca  non 
la  fanno  confondcre  con  gli  ullimi,  i  quali  hanno  per 
altro  nella  raaggior  parte  inverso  1'  ultimo  dislinlivo 
assegnalo.  La  larghezza  della  fronte  e  la  disposizione 
delle  anlenne  eslernc  sono  segni  da  non  farla  cqui- 
vocare  coo  gli  ocypodiani. 

Non  mi  resla  che  esaminare  le  specie  dello  sles- 
so genere  delle  quali  se  ne  conoscono  Ire  appena  , 
una  la  CI.  Leachii^  Edw.  ch'e  la  meglio  conosciu- 
ta  propria  del   mare  Rosso,  ha  i  lati  del  corpo  in- 


-t 


377 

licri  ,  c  solamcnle  graniilosl  (i);  1'  Ocypode  ( Clci- 
sloforaa)  (lilalata  di  Doliaan,  cbe  io  non  conosco  die 
dallo  poclic  parole  del  Signor  Edwards  diffcrireb- 
bc  poco  dalla  specie  preccdcntc  (2)  ;  finalmcnle  il 
Macrojihlhalinus  Boscii  di  Aiiduin  (3)  quando  ancbe 
appartcncssc  al  generc  in  discorso,  Jo  die  non  c  a 
baslanza  provato  ,  diffoiirehbc  dalla  CI.  Gemmellari 
per  a\  ere  il  carpaccio  granuloso  siiperiormcntc ,  ar- 
malo  ai  lati  di  due  soli  dcnli  profondamcnle  divisi 
tra  di  loro,  c  cilialo  di  lunglii  peli. 

L'  analogia  del  nonie  di  Gonoplax  sexdentaius 
Risso  f4J  con  la  dcscriUa  cleisloloma.,  die  ha  Ira  gli 
allri  caratlcri  i  sci  denti,  polrcbbe  condurre  (jnalcuno 
a  credcrle  idcnlidie;  ma  il  Risso  dice  essere  la  sua 
Gonoplax-  simile  alia  rhomboidcs^  dalla  quale  non  dif- 
ferisce  cbe  per  avcrc  trc  denti  ai  lati  del  carpaccio ; 
dunquc  ja  lungbczza  ccccssiva  dci  picdi  del  prirao 
paio,  r  asscnza  della  vcscicheKa  molle,  il  terzo  arli- 
colo  e  seguenli  dell'  addorac  piii  largbi  del  secondo, 
Ic  braccia  spinosc  (  brachiis  sphwsis  )  cc.  cc.  sono 
caraltcri  tanlo  cvidenli,  c  considcrevoli  cbe  il  cilalo 
autorc  ccrlamcnle  non  si  sarebbe  ingannalo  ove  fos- 
sero  stall  dissimili. 


(i)  Savigny  Descript.  de  1'  Egypt.  Atlas  de  Hist.  Nat.  Vol.  a.  Croat, 
pi.  2.  num.  I. 

(2)  Milne  Edwards  op.  cit.  vol.  2.  p.  C8. 

(3)  Savigny  op.  oil.  Atl.  hist.  nat.  vol.  2.  crnsl  pi.   2.  n.  ♦. 

(4)  Risso  llist.  l\at.  dc  1' Europe  meridionelle  t.  5.  p.  i3. 


378 

GENE RE 
INJCHUS  (Leach). 

Al  genere  Inac/ms  speltano  le  altre  specie  cbe 
ho  trovato  nel  noslro  golfo.  Queslo  geuere  stabilito 
per  la  prima  volta  da  Fabricio  a  spese  del  Cancer 
di  Linneo  conteneva  la  paggior  parte  dei  bracbiuri 
Iriangolari  di  Lalreille ,  meno  il  genere  Parthenope 
dello  stesso  Fabricio;  ma  dall'  epoca  di  qiiesto  enlo- 
mologisla  in  poi,  questa  sua  divisione  generica  e  sta- 
ta  divisa  e  suddivisa  in  modo  e  ne  sono  si  dilatati  i 
limiti  da  salire  non  solo  al  grado  di  Iribu,  ma  eziaa- 
dio  a  quello  di  famiglia,  ed  il  nome  imposlovi  dallo 
illustrc  discepolo  di  Linneo  non  raccbiude  oggi  gior- 
no  cbe  un  piccol  numcro  di  croslacci. 

fl  signer  Leacb  restringendo  ollrcmodo  quel  li- 
miti stabili  per  la  prima  volta  i  caratteri  del  genere 
iu  discorso,  come  viene  presentcmcuie  riconosciuto  , 
assegnandovi  qualtro  specie  sollanto  ,  e  Lalreille  nel 
Regno  Aniraale  di  Cuvier  aramette  lo  stesso  genere 
con  le  quattro  specie  dello  zoologo  inglese;  ed  i  Si- 
gnori  Desmarest  ed  Edwards  riconoscendolo  ancora 
essi  negli  stessi  confini  dei  due  naturalisli  precedenli 
restringono  a  tre  il  numero  delle  specie  conosciute  ; 
e  r  ultimo  ne  aggiunse  una  quarta  da  recenle  scover- 
ta  nel  Mediterraneo  dal  fu  Polidoro  Rout  daMarsiglia. 

L' essere  conosciulissimo  queslo  genere,  il  nu- 
mcro delle  specie  in  niaggior  parte  abboudanti  d'in- 
dividui  ,  mi  dispenseranno  dall'  entraro  nei  minuti 
ragguagli  generici  cbe  mi  e  slato  d'  iiopo  adopcrare 
nei  genere  precedonle:  purlultavia  non  posso  trasan- 
dare  a  mio  credere  senza  inconvenienle  i  principal! 
caratteri  geoerici  per  cosi  diraostrare  cbe  nessuna  dif- 


I 


379 

ferenza  ho  potufo  rilcvare  in  quesli  caraUcri    per   le 
specie  clie  dcscrivo. 

Tcrzo  arlicolo  dci  piedi  masccllari  esferni  subo- 
valarc  ,  pii'i  largo  al  lalo  anleriorc  die  alia  sua  in- 
serzione  sui  sccondo  arlicolo.  II  quarto  inscrilo  in 
una  troncatura  dell'  angolo  inlcrno  del  precedcnte. 
Ocelli  retrallilli  c  versalili  in  dielro.  Piedi  del  secon- 
do  paio  Iripli  ahneno  della  lunghczza  del  corpaccio 
e  pill  lunglii  dci  scguenli  cbe  abbrcviansi  gradala- 
menle.  Carpaccio  triangolare,  anguslato  anleriorraenle 
con  la  base  e  gli  angoli  lalerali  rofondali.  Rostro 
corlissimo  ;  anienne  cslerrie  sclacee  iuserile  ai  lali 
del  roslro,  die  sorpassano  in  lungbezza,  ed  avcnli  lo 
arlicolo  basilare  cslernamenle  scabroso.  Episloma  qua- 
drilatero  ,  poco  piu  largo  cbe  hingo.  Addome  cora- 
poslo  di  sei  arlicoli  nci  duo  sessi  ,  piccolissimo  nei 
mascbi  ,  mollo  grandc  c  coprenle  lullo  il  piaslrone 
slcrnale  ncllc  fcmmine  cbe  lianno  1'  ultimo  arlicolo 
piu  grande  dcgli  altri.  Dila  delle  tonaglie  Iriangolari 
prisinaliclic,  curvafe  in  dcniro,  dcnticolate,  cbiudenli 
pcrfcitamente.  Tarsi  simili  iu  tulti  i  piedi,  lungbi  e 
stiliforiTii. 

Prima  di  passare  alia  dOscrizione  delle  trc  spe- 
cie, bo  apposlo  quesla  tavola  sinoltica  per  mostrare 
a  colpo  d'  occbio  i  dislinlivi  delle  selle  specie  die 
rincbiudonvisi,  cssendomi  servilo  pelle  specie  cognile 
anlecedenlemenle  de'  caralleri  cbe  vi  assegna  il  Sig. 
Milne  Edwards. 

Ho  dcscritio  di  seguilo  \Inachus  scarpio  per 
mostrare  le  note  cbe  dall'  Inachits  comunissitmis  da 
mc  cbiamato  lo  dislinguono,  ondc  non  farlo  con  esse 
confonderc,  come  forse  si  e  awerato  per  lo  innanzi. 


38i 
JNJCIIUS  SCORPIO  Fab. 

/.  Corpore  longiore  quam  lalo^  qiiatuor  spinis 
validis  armalo;  regione  slomacali  luberiiaculis  quin- 
que;  pedibus  secundis  bis  longioribus  corporis. 

Carpaccio  piu  lungo  clie  largo,  atlenualo  in  a- 
vanli.  Regione  sloraacale  con  cinque  punte  ,  quallro 
picciole  situate  in  avanli  trasvcrsalraenlc  in  linca  rctla 
ed  una  spiniforrae  robusta  lunga  posteriorracnle ,  re- 
gione cordiale  armala  di  una  simile  spina  robusta  , 
le  brancbiali  ne  banno  una  posteriore  grande  e  lun- 
ga ,  ed  un  piccolo  tubercolo  otluso  in  avanti.  Mar- 
ginc  posteriore  avcntc  una  Icggicra  protubcranza  po- 
00  sensibilc  sopra  1'  inserzione  di  ciascun  piede  del 
quinlo  paio.  Regione  epalica  con  delle  piccolissirae 
punte  delle  quali  una  senibra  la  piu  proininenlo,  ed 
e  allonlanala  dalla  spina  dell'  angolo  orbitario  e- 
slerno. 

Roslro  allungalo.,  incavato,  e  terminantc  ai  lali 
in  due  punte  cortc,  acute;  una  spina  aculeiforme  a- 
culissima  tro  Ic  fosselte  anlennarie  dirigesi  orizzon- 
lalmenle  in  avanti  solto  il  roslro  sino  alia  lungbczza 
delle  punte  di  esse,  e  conseguentemente  apparenlissi- 
ma  dal  di  sopra. 

Stcrno   nei   due  sessi  scnza  piastre  ne  tubcrcoli. 

Addorac  del  raascbio  isoniclrico.  Qucllo  della 
femmina  grandissimo  rigonCo  quasi  circolare. 

Picdi  del  primo  paio  moUo  grossi  nei  raascbi 
ancorcbc  giovani,  rigonfi,  ispidi  di  piccole  punte  chc 
li  rendono  scabrosi  ,  mano  rigonfia  e  mcno  scabra 
delle  braccia  c  dci  carpi.  Picdi  del  sccondo  paio  a- 
Aenli   Ire  volte  e  mezza  circa  la  lungbczza  del  car- 


382 

paccio;  con  il  farso  lungo  la  quarta  parte  della  lun- 
gliezza  tolale  dcllo  slesso  picde. 

Corpo  legermcnle  lomcnloso  ,  ineno  nelle  parti 
inferior!,  e  di  colore  carnicino;  piedi  del  secondo  paio 
irsuli;  faccia  inlcrna  del  carpo  di  un  bel  rosso  cre- 
misi. 

Picdi  del  primo  paio  nelle  femraine  della  stessa 
grossezza  di  quelii  del  secondo. 

Lungliczza  dci  piu  grandi  individui  presa  dal 
margine  poslcriore  del  corpo,  alle  spine  del  roslro 
da   10  ad   i  i   linee. 

Trovasi  nci  marl  di  Sicilia,  comune  alia  Trezza, 
meno  in  Siracusa. 

INJCIIUS  COMMUNISSIMUS  Nob. 

/.  corpore  latiore  quam  longo  vel  isometrico  , 
qnaluor  spiaia  nnnalo^  legione  stomachali  tiibesculis 
quinque  aculis  ;  pedibus  secundis  qiiater  fere  cor- 
pore longioribus. 

Carpaccio  poco  piu  largo  che  lungo  o  quasi  iso- 
metrico, deprcsso  dilalato  alle  rcgioni  branchiali  ,  la 
stomac.de  fornila  di  cinque  punte  quatlro  in  avanti 
piccole,  disposle  traversalmcnle  in  linea  retla  ed  una 
spina  lunga  ,  acuta  ,  cilindrica  posleriorraente  ;  allra 
spina  simile  sulla  rcgione  cordiale;  la  brancbiale  ar- 
raala  di  due  allre  punle  dclle  quali  la  posteriore  spi- 
niforme  ,  cguale  alia  cordiale  ed  alia  slomacale  po- 
steriore ,  r  anlcriore  bcnche  piu  piccola  e  inlanto  a- 
cuta  ed  elcvala  piu  cbe  nelia  specie  precedente.  Mar- 
gine poslcriore  del  carpaccio  senza  prominenze  con- 
sidcrabili.    Rcgioni   epalicbe  fornite   esternacaenle  di 


383 

due  niinlc  spiniformi  quasi  cgiiali  e  piii  approssiinatc 
alia  spina  deir  angolo  orbilario  cstcrno  nell'  /.  scov- 
pio  cd  in  alciiiii  iiulividui  non  si  Irova  cLc  una  sola 
di  (jiioslc  spiiio. 

Roslro  cortissimo  ,  incavalo  ,  tcrminalo  da  due 
punle  coric ,  appiallilc  cd  acule;  una  spina  coila  na- 
scentc  Ira  lo  fussellc  anlonnarie  dirigcsi  perpondicu- 
larnienlc  in  sollo  c  non  6  visibile  dalla  perle  supe- 
riore.  Una  piccola  spina  acnla  osservasi  alia  nascila 
dcU'arlicolo  basilarc  delle  anlcnne  esternc,  piu  niar- 
cata  die  ncUc  allrc  specie.  Episloma  proporzionala- 
raenlc  piu  largo  di  quanlo  nclla  specie  precedcnle. 
Piastronc  slernale  scnza  piastre  calcari  ne'  luhercoli. 

Addorae  de'  niascUi  isoiuclrico;  qucllo  dolla  fein- 
mina  largliissimo  subcircolare,  convesso. 

Picdi  del  prime  paio  mollo  grossi  e  rigoufi  nei 
soli  masclii  adulli  ,  sparsi  di  piccolissinic  puntc  che 
li  rciidono  scabrosi,  bcnche  raeno  che  nellinaco  dc- 
scriUo  ionanzi,  e  con  le  mani  nieno  rigonfie  c  poco 
piu  allungale.  I  niascbi  giovani  che  ancbe  per  le 
altre  diincnsioui  poco  dagli  adulli  differiscono  ,  e  Ic 
feminine  Iianno  quesli  slcssi  piedi  relativaaiCDte  piu 
corli,  appena  piu  grossi  di  quelli  del  secondo  paio  , 
legermcnle  scabrosi  al  lallo  e  munili  di  piccolissimc 
spine  sul  lalo  superiore  del  corpo  c  sull'  infcriore  ed 
cstcrno  del  braccio.  I  picdi  del  secondo  paio  lianno 
piii  di  quatlro  volte  c  mezza  la  hingbczza  del  corpo, 
ed  un  rapporlo  prcsso  a  poco  eguale  con  la  loro 
uniibia. 

Corpo  generalincnlc  di  color  carnicino  bruaa- 
slro,  sparso  di  cortissimi  pcli  rari  cbc  sono  piu  lun- 

Jtl.  Accad.  fol.  XF.  4-8 


384 

ghi  e  piu  folli  nei  piecli  del  secendo  paio,  il  colore 
dei  quali  e  bruno  piirpureo;  faccia  interna  del  carpo 
e  parte  degli  articoli  vicini  rossa  creraisi  in  tuUi  gli 
individui. 


Lunghezza  del  carpaccio  dei  maggiori 
individui 

))       dei  piedi  del  i ."  paio    . 

»       della  raano    .... 

»       dei  piedi  del  2.°  paio    . 

))       deir  ungliia  del  2."  paio 

»       deir  addome|. 
Larghezza  deU'addoine. 

»  del  carpaccio     . 

Trovasi    abbondantissima   nel  a:< 


Pollici     linee 


» 

9 

I 

7 

» 

9 

'6 

7 

» 

1 1 

)) 

4 

» 

4 

)) 

9 

'/2 


olfo  di  Catania  , 
comune  all' estremo  nel  naare  di  Siraciisa  e  di  Ago- 
sta  ed  in  altri  luogbi  della  cosia  oricnlale  della  Si- 
cilia  ,  ed  avviene  di  raro  nell'  iuveino  a  prefereuza 
che  negli  ordegni  da  pesca  nou  si  prcnda  una  quan- 
tila  significante  di  questi  crostacei  ,  che  nei  cilati 
luogbi  porlano  il  nonie  di  tarantidi  di  man  dalo 
dal  volgo  per  certe  rassomiglianze  cbe  vi  scopre  con 
alcuni  ragni  ,  e  che  viene  indistinlamcnte  applicato 
alle  altre  specie  d'  Inachus  alia  Latreilla  ed  agli 
S tenor ynckus . 

E  questa  specie  forse  1'  Inachus  dorsetlensis  di 
Leach  e  di  Latreille?  II  non  avcrne  potulo  Irovare 
la  descrizione  mi  arresta  dal  giudicare ;  ma  conside- 
rando  cbe  questo  Inachus  dorsellensis  dai  Signori 
Desraarest  e  Milne  Edwands  e  stalo  rapportafo  come 
variela  dcU'  /.  scorpio  e  che  la  mia  specie  ha  lante 
differenze  confermale  sopra  uaa  pluralila  d'  individui 


285 

c  cosi  coslanli  da  formarno  una  dislinlissirna  ,  sono 
poilalo  a  crcdore  ch'  /.  commiinissimus  c  veramenlo 
iiuovo  o  clio  (|iiando  fosse  idoiilico  all'/,  dorselteims 
qucslo  cosliluirebbc  una  specie  divcrsissinia  e  non 
una  variola  dell'/,  scorpio ^  altcso  un  gran  numero 
di  nolo  dislinlive  qiiali  sono  Ic  difforenze  delle  pro- 
porzioni  del  carpaccio  coi  piedi  del  secondo  paio  , 
dcUa  spina  inlcianlennaria ,  della  brcvila  del  roslro 
dello  svilnppo  dei  lubercoli  brancbiali  e  raancanza 
di  quclli  del  marginc  posleriore,  nella  divcrsa  gros- 
sozza  delle  lenagUe  negli  individui  delle  differcnti  ela 
nellc  diverse  specie  ec.  ec. 

INJCHUS  COCCO  Nob. 

/.  corpore  subisomeln'co ,  hirsu/o,  qualuor  spi- 
nis  validissiinis  armafo;  rorjionibus  pnifunde  divisis^ 
regione  slomacali  tribus  spinis  triangulo  disposilis. 
Lami Ill's  lapideis   in  slerno  mariiim. 

Carpaccio  poco  piii  lungo  che  largo,  rcgioni  elevate 
e  divisc  da  profonde  incavalure;  la  stomacalc  armala  di 
tre  spine  disposle  a  Iriangolo  equilalero,  cioo  due  piii 
piccole  ed  acute  anteriori,  1'  altra  robustissiina,  aguz- 
za  c  lunga  e  posta  in  dielro,  ed  e  simile  a  qnelia 
cbc  s'  innalza  suUa  rogionc  cordiale  ch'  e  dirctla  un 
poco  obbliqnamentc  verso  il  lalo  postcriorc.  Le  bran- 
cbiali ne  banno  ancbo  due  delle  qnali  la  poslerio- 
re contasi  Ira  le  valide,  c  1"  anleriore  alquanto  elevata 
od  acuta  si  confonde  tra  la  folia  pelugine  del  corpo. 
Margine  poslremo  del  carpaccio  avcnte  due  spine  piii 
lungbo  delle  slomacali  anloriori  ,  acute  ed  inserile 
suir  origine  dcgli  ulliini  piedi.  Regione  cpalica  avcn- 
te una  sola  cscrcscenza  spiniforme  oltusa. 


386 

Roslro  avanzato  incavato  clie  finisco  con  due  piiii- 
le  corlc  aculissiinc,  spina  intcranlcrinaria  aciileifornic 
robusla,  acuta,  dircUa  obblicjuamente  in  avanli  ed  in 
sotto,  appena  visibile  dalla  parle  superiore.  Margine 
posteriore  di  ogoi  fossella  antennaria  iniinilo  di  una 
piccola  spina  un  poco  adunca.  Arlicoio  basilare  delle 
antenne  esterne  avente  Ire  o  quallro  crenulazioni  del 
le  quali  la  posteriore  e  piu  grande  ed  ottusa. 

Piaslrone  sternale  coverto  ai  lali  sino  air  origine 
dei  piedi  di  due  placcbe  calcaree,  ovoidi,  liscie,  car- 
nicine  finamente  puntate ,  riunite  anleiiorracnte  sulla 
linca  mediana  da  un  pezzo  ellittico  avanzato  sino  al 
lafo  posteriore  del  quadro  boccale,  e  qucsti  Ire  pezzi 
cbc  hanno  nel  loro  mezzo  ,  corrispondontemenle  in 
avanli  dell'  estremifa  libera  dell'  addome  nel  riposo  , 
lui  lubercolo  rofondo  liscio  appiattito  ,  non  potreb- 
bonsi  meglio  paragonare  cbe  ad  un  occhiale. 

Addome  quasi  isometrico,  ad  arlicoli  vollulati  , 
aventi  sulla  linca  mediana  un'  apoflsi  sporgcnle  cbe 
mauca  nel  scconda  e  terzo  articolo  e  cbe  forma  su- 
gli  altri  una  cresla  rilevata  longiludinale  ed  inler- 
rotta, 

Piedi  del  primo  paio  lungbi,  grossi  c  rigonfiali 
senza  punte  ne  spine  marcabili  ,  soltanto  scabrosi  al 
toccare,  carpi  con  dclle  creste  di  piccolissime  spine 
sugli  spigoli  interni.  RIani  grandi  robuste  ,  piu  lun- 
ghe  del  carpaccio  intiero  c  conseguentcmente  piii 
della  largbezza  di  questo.  Piedi  del  sccondo  paio 
lungbi  piu  di  quattro  volte  del  carpaccio  ,  e  quasi 
tre  volte  e  mezza  deir  ungbia  cb'  e  piti  lunga  dello 
articolo  cbe  la  precede. 

Corpo   intieraraeute   coverto   di   folti  peli  a  vel- 


387 


Pollici 

liueo 

I 

I 

2 

7   i/^ 

I 

•£ 

4 

8 

I 

4 

I 

O     l/J 

lulo  ,    mono  cho  ncllc  placcbc   slcriiali   c  uci   picdi. 

Colore  goncrale  briino  rossaslro. 

Lo   feminine   banno   picciolissimc    le    Icnaglic  , 
grande  e  vellutalo  l'  addome. 

LuDgbczza  del  carpaccio  . 

dei  picdi  del    i .   paio 
dclla  niano. 
del  piedi  del  2.   paio 
deir  ungbia  del  2.  paio 
Largbczza  del  caipaccio    .... 

Abita  qucsla  specie  nel  mare  della  Trczza  e 
dcir  Ognina.  Ho  trovalo  i  grandi  individui  in  sel- 
icmbrc,  cd  in  febbraio  i  piccoli  cbe  non  banno  me- 
DO  di  quallro  linee  di  lungbczze  ma  cun  liilli  i  ca- 
ralleri  dcgli  adulli.  In  Siracusa  bo  rinvcnulo  gli 
slcssi  in  piccolo  dimensioni  d'  unila  all'  /.  dorynclms 
ncila  slagionc  piovosa.  Da  caralleri  cbe  il  Sig.  Ed- 
"wards  assogna  all'  /.  ihoracicus  diclro  Roiix  si  rilcva 
molta  somiglianza  con  la  sopra  descritla;  ma  la  man- 
canza  di  una  scconda  punia  sulla  linca  mcdiana  del- 
la  regione  stomacale,  la  prescnza  del  liibercolo  nella 
parlc  anleriore  delle  regioni  brancbiali,  e  la  lungbcz- 
za  della  mano  maggiore  dclla  largbczza  del  carpaccio 
sono  moltivi  per  amraeltere  la  mia  come  specie  di- 
sliala  (i). 


(i)  Dopo  aver  letto  qaesta  memoria  (*)  fiii  a  conosccnza  aver  il  CIi. 

*  A  20  agoslo  iS38.  V.  Relazionc  Accademica  per  1'  auno  XV 
della  Giocuica. 


388 


INJCIIUS  JFFINIS  Nob. 


/.  Cor  pore  longiore  quam  lalo^  regione  stoma- 
chali  postice  unispinosa  anlice  biluberculala.  Roslro 
excavate.  Clielis  brevioribus  penidlhni  articuli  se- 
cundi  pedis.   Tubercido  lapideo  in  sterna  marium. 

Carpaccio  armalo  di  una  sola  spina  robusta,  piu 
Jungo  clie  largo  ed  alien ualo  anleriormenle.  Regione 
stomacale  provvisla  di  due  punle  in  a\anli  piccole 
ed  olluse,  e  dcUa  spina  robusta  lunga  acuta,  in  die- 
tro.  Regioni  brancbali  con  due  tubercoli  ottusi  dei 
quali  r  aulcriore  e  poco  sensibile.  Regione  cordiale 
non  tubcrcolo  acuto  piu  elevalo  dei  precedent!  ,  ma 
pon  spiuiforme.  Due  protuberanze  poco  o  punto  sen- 
sibili  al  niargine  postcriore  del  carpaccio  sopra  1'  in- 
serzione  dei  piedi  del  quinio  paio.  Regioni  epaticbe 
rauuile  di  una  sola  punla  marcabile. 

Roslro  incavato  e  lerminalo  da  due  punle  corle 
acute.  Spina  Ira  le  antenne  interne  aculeifornie  po- 
co lunga  e  direlta  inferiormenle.  Margine  postcriore 
delle  foiselte  antenuarie  provvisto  di  una  piccolissiina 


Professore  Costa  posleriormenle  pnbblieato  il  croslaceo  in  discor 
so  col  liome  di  hiachus  thoracicus  ,  ne  piu  raggnagliata  r.e 
piii  esalta  piiol' cssere  la  descrizione  die  re  da  ,  piirlultavia  il 
nomc  die  gli  diede  non  puol'  essere  conservalo  perche  molto  n- 
vaiiti  fu  da  Itous  iniposlo  ad  una  specie  difTereiife  ;  per  allro 
e  cosa  dulibiosa  se  lo  rlesso  noine  impiegato  da  Ijosc  apparlenga 
alia  nostra  od  a  qiiella  di  Roiix,  ond'  e  per  dislingucrlo  che  col 
Dome  thiarissiojo  del  Prof.   Cocco  \  ho  specificato. 


389 

spina  ;    arlicolo   basilare   dellc  anlennc  cslerne  senza 
creuulazioni. 

Piaslrone  sicrnalc  porlaiile  ncl  siio  ccnlro  in  a- 
vanli  deir  apice  tloll"  addoiiie  iicl  riposo  un  Uiljcrcolo 
promincnlc  roloudo  liscio  convesso  c  piinleggiato. 

Addoinc  isomelrico  ad  arlicoli  vcllutali  con  pic- 
cole  proniincnze  ncl  mezzo  di  ogni  arlicolo. 

Picdi  del  prinio  paio  liiiiglii,  ollrepassanli  la  mo- 
la  del  penuilirao  arlicolo  del  piede  seguenle  ,  cilin- 
drici  ;  braccia  mollo  piii  lunglie  proporzionalmenle 
clie  nolle  allrc  specie,  legernicnlc  disseminalc  di  pic- 
cole  spine  al  lato  inlerno,  c  clic  sono  piu  sensibili  , 
acute  e  disposle  a  liiiea  rella  lungo  lo  spigolo  infe- 
riore  di  esse;  carpi  allungali,  spinosi  agii  spigoli  in- 
terni  e  ciliati  ;  mani  cilindriclie  allungale  ,  lunglie 
(jLiaiilo  il  carpaccio  e  piii  dcUa  larglie/za  di  queslo 
con  piccolo  spine  apparerili  snlla  faccia  interna. 

Piodi  del  sccondo  paio  lunglii  poco  mono  quat- 
(ro  volte  del  carpaccio  ,  e  Ire  voile  e  mczza  della 
lunghezza  della  propria  ungliia.  Colore  carnicino  , 
trasparenle.  Corpo  covcrlo  di  corli  e  rari  pcli  clie 
sono  piu  spessi  uelle  parti  inferiori  e  nei  piedi  ma- 
scellari. 

Fcmmina  ignota. 

Pollici     linee 
Lunghezza  del  Carpaccio  ....        »  8 

»  dei  piedi  del    i .   paio.      .        i  7 

t)         della  mano »  8    \f3 

s  dei  piedi  del   2.   paio.      .        2  9 

»  deir  ungliia  del  2.   paio  .        ))  9 

Larghezza  del  carpaccio    ....        ))  7 

Trovalo  ncl  mare  della  Trczza  in  febbraio. 


390 

Air  /.  leptoryncus  tli  Leacli  si  approssirnercb- 
Jjc  quesla  specie  per  molli  caralleii;  ma  la  dislin- 
guono  il  non  averc  i  piedi  del  primo  paio  sorpas- 
sanli  il  penullirao  ariicolo  dei  seguenti,  la  mano  non 
una  volta  e  mezza  piu  lunga  che  il  carpaccio,  e  I'ad- 
dorae  isomelrico,  racnlrc  e  piu  lungo  che  largo  nella 
specie  di  Leach. 


E   L   0   G   I   0 

DEL   CAVALIEBE 

CAIVOIMCO  GIISEPPE  ALESSI 

lEITO  >£LLA  TOBBTATA  DEL  27    LUGLIO  l83S. 
DAL  SOaO  ATTITO 

DOTT.  ANDREA  ARAOAS 


®®#®®@®®®©®®®®@®  ®  ®@®@@@@@®  ® 


,,  Copiosnm  enim  iIJi  erat  ingenimn 
molle,  amoennm,  ornditio  raulliplcx, 
mnjorque  commendatio  ex  sapientiaj 
sludiis. 

BnoTiEit,  di  Seneca  parlando, 
stipplemenio  a  Tacilo  delta 
perdula  eloquenza.  Ediz.  di 
IJassano  t.  3.  pag.  220. 


Uache  voi  onorandissimi  Collcghi,  animali  da  caldo 
zelo  per  il  progresso  delle  naturali  scicnze  in  Sicilia, 
vi  collcgaste  insicmc  per  iinire  Ic  voslre  forze  divise, 
cd  indirigerle  a  quest'  unico  c  luminoso  scopo,  e  di- 
visastc  fondare  un'  Accademia,  la  quale  ad  altro  non 
mirassc  che  a  melterc  in  livcUo  la  nostra  patria  colle  piu 
colte  nazioni  del  mondo;  tutto  arrise  ai  vostri  voli, 
lulli  sormonlaslc  gli  ostacoli,  anche  quclli  che  piii  in- 
vincibili  apparivano;  sempre  di  concerto  operaste,  ne 
Iff  invidia ,  nc  la  uniana  malizia ,  nc  la  falalc  discor- 
dia  unquamai  sturbarono  la  voslra  pace,  0  attraversa- 
rono  i  vostri  nobili  proponimenli,  ne  ebbero  valenzia 
ad  indebolire  il  voslro  coraggio ;  che  anzi  alia  visfa 
delle  innumcrevoli  difficolta  che  vl  si  paravano  dinanzi,' 


*- 


il  vostro  ardire,  non  solo  non  venne  meno,  ma  si 
accrebbe  di  molto ,  e  dalle  slcsse  conlrariela  afforzato 
si  raddoppio,  e  questo  tempio  della  scienza  poggialo 
sopra  inconcusse  basi,  ed  elevalo  sotto  i  piu  favorevoli 
auspici  dalla  forza  del  genio,  e  da  un'  ardente  zelo  per 
il  progresso  dei  lurai,  in  brieve  tanla  solidita  acquisto 
e  grandezza,  che  voi  medesimi  faceste  le  vostre  mera- 
viglie  e  ne  slupiste. 

Di  gia  soddisfatte  le  vostre  gcnerose  brame ,  e 
conlenti  appieno  di  aver  dato  iicl  segno ,  voi  tenuli 
nella  piu  alta  considerazione  dallo  slraiiicro,  coglievate 
i  frulti  dei  vostri  onorati  travagli,  e  gustandone  in  una 
perfetta  tranquillita,  cd  assaporandone  la  squisita  dol- 
cezza,  stavate  medilaudo  con  un  cumulo  d'  interno  com- 
piacimento  piu  ardue  e  nobili  iiuprese,  allorche  un  de- 
stino  nemico  della  voslra  quiete  venne  a  conturbare 
il  voslro  spirito,  a  travolgere  in  pianto  il  vostro  gau- 
dio,  a  rienipiere  di  racstizia  i  vostri  cuori,  aspargere 
il  lutto  e  la  desolazione  in  questo  illuslre  congTesso: 
si:  voi  vi  delete  o  signori!  voi  piangele!  Ma  a  torlo 
voi  non  vi  delete,  e  piangete  a  ragione.  Quell' imma- 
ne  flagello  che  ci  venne  dal  Gauge ,  e  percorrendo 
un  immense  spazio  sulla  superficie  del  globo,  ha  por- 
tato  dovunque  lo  sterminio  c  la  morte ,  e  su  questa 
infelice  terra  ha  infierilo  cotanto,  e  venuto  a  strappare 
dal  seno  di  questa  Accademia  uno  dei  suoi  piu  rispet- 
labili  niembri,  il  suo  piu  solido  sostegno!  Sirqucilo  esiraio 
scienziato  ,  quel  sommo  letterato,  quel  dollo  senza  or- 
goglio,  quell'  oratore  sublime,  colui  che  illustro  la  sua 
patria,  che  fu  il  decoro  della  nostra  Societa ,  1'  uomo 
della  virlu,  I'amico  dell'umanita,  il  can onico  Giuseppe 
Alessi,  cav.  dello  insigne  Real  ordine  di  Francesco  I. 
di  augusta  ricordanza  ,  non  e  piii!  0  perdita  grave,  o 


irrcparabile  ed  islanlanoa  pcrdila!  Egli  scdeva  non  ha 
piari  in  mezzo  a  voi  pien  di  vita  e  di  doltrina,  ine^ 
briato  del  dolec  conlenlo  di  vederc  per  quesla  doUa 
Accadeniia  reso  Taulico  kislro  a  queslo  suolo  un  Icm- 
j)0  sede  di  scicnza,  e  per  una  scrie  di  avversila  oscu- 
ralo  per  liiriglii  anni!  Edora?  Ora  cgli  c  disparso, 
c  per  sempre  dal  siio  poslo,  cd  in  sua  vece  1'  iinrae- 
rilcvole  suo  succcssorc,  iiilcrpelrc  dei  voti  di  questa  So- 
<;ieta,  alza  la  sua  dehole  voce  organo  del  comune  do- 
lorc  per  rendero  uu  tribulo  di  pianto,  ed  offerirc  I'o- 
niaggio  dolla  riconosccnza  al  valonl'uonio,  clie  non  e 
pill,  ma  die  vivra  immoilale  nella  mcmoria  degli  i-cien- 
ziali  e  dci  dotli. 

Signori ;  Giuseppe  Alessi  fu  uno  di  qucgli  uomi- 
ni  che  dolati  di  un  vasto  ingcgno,  riuniscono  i  pregi 
pill  dLsliiili,  si  mostrano  ccccilenii  in  vari  c  differcnti  ra- 
mi dello  sciliiie,  c  si  ddungauo  quindi  dall'  ordinario 
proc  edcre  deli'  inlendimento  umano;  sono  qiiesli  di  quc- 
gli uoniini  clic  difficile  lorna  e  rischioso  lo  iraitarc, 
clic  la  nalura  non  crca  che  di  rado,  o  H  crea  soltan- 
to  per  proporli  alia  nostra  ainmhazione.  Qual'  clogio 
polrebhe  diinquc  farsi  di  Alessi,  che  nc  agguagti  il 
mcrilo?  Non  c  quesla  un  opra  ardiia  c  nialagcvolc  a 
lulli,  cd  in  quant o  a  mc  oltrcmodo  siiperiorc  alio  raic 
forze?  Che  si  puo  dire  di  Alessi,  che  non  fn  detto? 
<]lic  si  puo  aggiungerc  di  rinoraanza  al  suo  nome 
clic  fu  in  vila  celebralo  colanlo? 

Pure  scusa  la  mia  temcrila.  I'orrevole  incarico  che 
dcvo  soddisfare,  cd  anima  il  mio  coraggio  il  pensare, 
die  ove  di  un'  uomo  quale  Alessi  si  fu,  si  passino  solo 
in  rassegna ,  c  si  dipingano  come  in  un  quadro  le 
produzioui    dcU'  alia  sua  mcntc ,  si  potru  agevolmcnte 


elevare  il  piu  nobile  e  sublime  monumento  della  eter- 
na  sua  gloria. 

VJiusEPPE  Alessi  nacque  in  Castrogiovanni  da  Saverio 
e  Luisa  Maddalena  a  quindici  febbraio  1774:  Non  aven- 
do  eredilato  deJla  fortuna  e  dalla  societa  un'iliustre 
prosapia,  ne  dovizie,  ne  quanto  quaggiu  beato  dal 
volgo  si  appella,  riceve  pero  in  dono  dalla  natura  le 
piu  favorevoli  disposizioni  di  mente ,  uno  spirito  va- 
sto  ,  profondo  ,  vario ,  atlivissimo,  un'  immaginazione 
fetvida,  una  meinoria  felice,  e  le  condizioni  fisiche  ed 
orgajiicbe  le  piii  opportune  e  proprie  alio  sviluppo 
delle  sue  intellettuali  facolta  ;  cio  cbe  di  scarsa  0  di 
niuna  uvilita  riuscifo  sarebbe  alio  Alessi  se  una  retta 
istruzione,  cd  una  saggia  e  laboriosa  educazione  non 
avesse  cavalo  dal  fondo  della  sua  anima  itesori,clie  il  som- 
mo  facitor  delle  cose  vi  avea  deposti,  del  cbe  caldamente 
ebbe  cura  un  suo  zio  materno,  il  meritissimo  Antonino 
monsignor  Maddalena,  cbe  uomo  giudizioso  e  di  molto 
senno  qual'  egli  era  si  fe  accorto  di  buou'  ora,  cbe  ove 
saggiamente  ed  a  tempo  al  suo  nipote  fornito  di  si 
ecqelse  doti  apprestati  venisseio  quel  metodi  d'inse- 
gnamento  cbe  la  esperienza  ci  da  per  spediti  e  sicuri, 
e  quelli  peculiarmeute  cb'  egli  irovasse  propri  alle  sue 
facolta;  quest' essere  nalo  alia  scienza  pA  alia  virtu,  sa- 
rcibbe  addivenuto  nel  progresso  dell'  eta  uomo  di  al- 
tissimo  sapere,  e  dcgno  di  occupare  un  posto  distinto 
nella  repubblica  delle  lettere  e  delle  scienze. 

Per  la  qual  cosa  Alessi  entro  di  buon'  ora  nel 
santuario  del  sapere,  e  provveduto  di  maestri,  e  dei 
piu  abili  cbe  in  quel  punto  della  Sicilia ,  e  a  quel  di 
si  ritrovavano,  apparo  dapprima  come  comporlavano  i 
tempi  grammatica  e  la  latina  specialmente,  conciossia- 


chc  lenevasi  allora  da  tulti  per  forrao  chc  principal- 
raentc  iiclla  favella  del  Lazio  abbisognava  alquaiilo  va- 
lere,  pcrche  verrcbbe  apcrla  via  aniplissiiiia  ad  ogni 
allro  genere  di  saperc;  nc  si  scorgea  cbe  ove  qiiesta 
fosse  il  primario  cd  esclusivo  esercizio  morale,  a  cui 
si  assoggetlisca  un  fanciullo,  non  solo  non  vcncbbc 
assai  presto  progrcdendo  iiollo  scicnlifico  apprcndiincn- 
to ,  ma  cose  di  raaggior  lilievo  ignorcrebbc  dappoi  : 
dovelte  iinpcrlanto  sobbarcarsi  il  fanciullo  agii  usi  pc- 
danteschi  cd  agli  stravolti  sislcmi  dellc  sciiolo  di  allo- 
ra, e  non  di  nianco  sin  dalla  piu  icncra  riA  <lic'  a  tli- 
vedere  non  cquivoci  segni  di  alto  talcnto,  dellc  stii- 
pcnde  mostre  di  prodigiosa  memoria,  cd  ardeule  \o- 
glia  d' istruirsi . 

Da  quest'  epoca  si  vide  lo  Alessi  rapidamcntc  pro- 
grediie  nt-lla  lottcraria  camera,  e  \oIle  uon  solo  coUa 
lingua  laliua  addimcsticarsi,  ma  ad  impararc  il  greco 
e  i'ilaliano  idioma  ancora  si  accinse,  e  fu  pcrciu  cbe 
poscia  s'  egli  moltissimo  valea  ncl  discorrer  di  molli  sub- 
hielti  col  linguaggio  di  Tullio,  solea  pero  mai  sempre 
in  genlUe  c  i'orbila  italiana  favella  dcttare  i  suoi  scritti. 

E  quanlunque  la  metafisica  delle  lingue  non  puo 
esscr  bene  intcsa,  se  non  se  dopo  avcre  sludiato  la  su- 
blime econoniia  del  pcnsicro,  pure  ad  una  tale  defi- 
cienza  di  metodo  nello  insognamento  in  quci  tempi 
suppli  r  ingegno  elcvatissinio  dello  Alessi  cbe  seppe 
sormontare  tali  impcdimenti ,  c  divcnne  in  breve  pa- 
drone della  mcccanica  dellc  lingue  non  solo  ma  della 
metafisica  di  esse  insicmemcnle. 

Ma  domcnlre  lo  studio  dellc  lingue  Iravagliava  la 
raente  del  nostro  grand'  uomo,  e  pareva  a  lui  bello  il 
rintracciarnc  la  originc  cd  il  mcccanismo,  cd  osscrva- 
re  la  lore  coslitutiva  esscnza  e  le  bellezze  di  cui  sono 


8 

suscettive,  la  storia  offriva  un  vasto  campo  alle  sue  ri- 
cerche  ed  alle  sue  applicazioni.  E  primamente  la  sloria 
religiosa  richiarao  tutta  la  sua  attenzione,  e  fu  colpito 
da  quella  variefa  immensa  di  opinion!  religiose  e  di 
culti  figli  del  timore  e  della  superstizione ,  e  questo 
studio  gli  scopri  da  una  parte  la  storia  delle  false  re- 
ligioni,  e  delle  divinita  del  piganesimo  ossia  la  Teogo- 
nia  o  la  Milologia  dei  Greci,  e  dei  Romaui,  e  I'lsma- 
lismo ;  da  un'  altro  canto  la  vera  Religione,  la  Storia 
del  popolo  ebreo,  quella  delle  profezie,  quella  delnuo- 

vo  tostamento. 

Si  occupo  in  seguito  della  Storia  civile  e  politica 
delle  nazioni,  della  Cronologia  clie  fissa  d'una  maniera 
precisarepoca  degli  avvenimenti  inseparaLile  dalla  Sloria 
religiosa,  civile  e  lelteraria;  della  Geogiafia,  dellArcheo- 
logia,  storia  delle  antichita,  a  lui  cotanto  gradita,  sia 
lapidaria,  numismatica,  iconografica,  paleografica,  diplo- 
matica,  bibliografica,  e  della  Sloria  letteraria  e  preci- 
samente  delle  Belle  arti ,  imperciocche  la  carriera  scien- 
lifica  non  era  ancora  battuta  dallo  Alessi ,  ed  allora 
egli  conobbe  i  capi  d'  opera  di  lelteratura  e  delle  arti 
d'  imitazione,  cbe  il  genio  creatore  animato  dalla  piii 
squisila  passione  del  bello  sia  stato  capace  d'iinmagi- 
nare  e  produrre. 

E  quanto  dallo  studio  di  quesii  vari  rami  dieru- 
dizione  abbia  profittato  lo  Alessi  ,  lo  ha  mostrato  di 
poi  cogl'  immensi  lavori  cbe  produsse  ,  e  cbe  arricchi- 
rono  la  ielteratiu-a ,  e  le  belle  arti  graziosamente  or- 
narono. 

E  qui  e  da  nolare  che  il  prestantissimo  zio  sol- 
lecito  non  solo  dello  sviluppo  della  sua  mente,  ma  an- 
che  degli  affetti  del  suo  cuore,  uni  sempre  la  coltura 
dei  suoi  talenti  alia  santita  dei  costumi,  lo  studio  della 


filosofia  alia  pralica  clella  virlu.  Di  frcqnonle  lo  avver- 
tiva  a  nou  lasoiarsi  aft'ascinare  dallo  sploiulore  clio  i 
prcgi  dcir  iiigegno  spargoiio  sopra  coloro  che  li  colliva- 
no,  e  ad  csser  sontilaiiionlL'  pcisiiaso,  die  la  gloria  doi  co- 
slumi  e  dclla  virlii  e  somprc  prelVrihilo  a  cpiolla  dollo  spi- 
riloche  sen7.a  la  scortadi  cssasi  romle  progiiidizievolc  alia 
socicta  cd  alia  roligionc.  Assoniiavalo  adiffidarc  di  se  stcs- 
so  a  moderare  1'  impoto  delle  proprie  passioni,  a  vincerle 
con  gloria  dipingcndo  ncUa  propria  liirpozza  alia  sua 
giovaue  nicnte  le  crudelta  d'  un  Uionisio ,  i  vizi  di 
un  Alcibiade,  i  delilli  di  un  Ciisia. 

DoNondosi  iniporlanto  lo  Alcssi  proporre  un'  o- 
norato  stadio  da  percorrerc  nol  mondo,  ed  uno  sla- 
to  sccglier  dovendo  valevolc  a  soddisfarc  le  sue  ge- 
nerosc  braiue,  e  le  sanle  inclinazioni  dol  suo  cuore, 
coutento  per  naUira  del  poco,  bramoso  di  consumare 
pacificamente  la  sua  lelteraria  carriera  ,  non  polcva 
Irovare  che  nel  seno  della  Chiesa  quel  tulto  che  non 
conlrastavasi  con  le  di  lui  tendenze  e  con  quella  ?u- 
hlimila  d'  inlellello  che  lo  spingeva  allu  niedilazione 
delle  scienze  uniane  e  divine.  Dallaltro  canto  essen- 
dosi  fallo  accorlo  che  lo  studio  delle  lettere  avvegna- 
che  solo  non  sia  una  vana  ponipa  ,  accompagnafo 
pero  da  quello  delle  scienze  abhellisce  non  solo  lo 
spirito  ,  ma  gli  prcpara  oziandio  quplla  somnia  di  co- 
gnizioni,  e  quella  solidita  di  sapore  gli  procura .  che 
a  formarc  1'  uomo  veramcnte  dotlo  si  richicde  ,  ne 
polendo  a  siffatlo  desiderio  \ivo  naturalnicnie  nel  suo 
cuorc  dar  libero  sfogo  in  patria  dove  i  precellori  e  le 
guide  niancavano,  da  tali  motivi  sos])into  vcnne,  co- 
rn' era  per  altro  e  lo  c  tutlora  laudevolc  coslumauza, 
in  questo   vcscovil  seminario  ad  inlraprendere   lo  stU' 


10 


dio  della  filosofia  religiosa,  morale  e  civile,  e  prose- 
guire  quelle  dalle  ameao  discipline. 

y  ebbe  a  maestri  il  rinomato  Benedetto  di 
Agata  leltore  di  filosofia  che  ncl  1786,  come  ci  fa 
presente  il  nostra  diligente  patrio  storico  cav.  Gordara, 
molte  dispute  a  voler  detlare  le  sentenze  di  Locke 
e  contro  il  sisteraa  Wolfiano  soslenne  ,  Raimondo 
Platania  cruditissimo  uorao,  e  'I  dolto  maestro  Antonino 
Maria  Pennisi  che  dell'  eta  di  trenta  anni  fa  leltore 
di  Teclogia  Dommatioa  nel  delto  seminario. 

Sotto  la  scorta  di  si  abili  precettori  del  quali 
seppe  Alessi  conciliarsene  tosto  1'  affetto,  e  colla  guida 
principalmente  del  citato  di  Agata  voile  apprender  filo- 
sofia. Ma  ognuno  di  Voi  0  Signori  potra  agevolmente 
richiamarsi  alia  mente  in  quale  stato  era  allora  questa 
branca  dell'  umano  sapere,  la  quale  consistendo  in  un 
ammasso  di  errori  velati  da  un  oscuro  linguaggio  ed 
'Vintelfigibile,  travolgeva  piuttosto  lo  intelletto  invececlie 
metterlo  sulla  via  che  conduce  alia  verita  ed  al  ret- 
to  pensare  ;  ma  lo  spirito  intelligente  di  Alessi  non 
era  fatto  per  soltostare  ad  un  giogo  cosi  indegno  di 
lui,  e  si  rese  super iore  alle  metafisiche  investigazioni 
gran  parte  di  dottrina  di  quel  tempi ,  che  tanlo  strazio 
delle  menti  umane  facea,  e  che  serviva  di  forte  osta- 
colo  al  progresso  delle  scienze  ed  al  perfezionamento 
della  umana  ragione.  Rivolse  quindi  1'  animo  a  stu- 
diar  Logica  e  Geometria,  e  quest'  ultima  particolarmen- 
te  che  piu  della  prima  suole  mettere  dell'  ordine  e 
della  giustezza  nei  nostri  pensieri. 

Nel  tempo  stesso  imprese  a  conoscere  le  scienze 
leologiche,  sia  che  risguardino  la  teoria  della  Religio- 
ne,  quale  si  apprende  nei  libri  del  vecchio  e  nuovo 
testaraento,  e  nelle  decisioni  dei  concili  geaeralidalla 


It 

Chiesa  approvafi ,  o  che  vcrsino  siillo  azioni  umaue 
considerate  secoudo  i  principl  ddla  suljliine  morale  del 
Yangclo,  e  la  DoUrina  invari;d)ile  dclla  Chiesa  univer- 
sale, o  infinc  oho  abbiano  per  obbietto  la  iulerpelra- 
zione  della  sanla  Scrilliira  e  le  regole  della  cristiana 
perfezionc.  Non  lascio  aacora  in luriuarsi  appioiio  della 
scienza  degli  spiriti  creali,  e  deile  pruove  della  verita 
della  religione  rivelala. 

Ed  oh!  con  qnaie  ardore,  con  qiianio  interno  suo 
compiaciincnlo  non  si  addculra  in  queste  proionde  me- 
dilazioni  I  Con  quanta  encrgia  ed  atleuzioiic  non  inter- 
.  roga  egli,  diro  cosi,  ed  ascolta  sopra  i  Doninii  cd  in- 
lorno  alia  Icgge,  i  padri  dclia  Chiesa,  e  rivolge  \  e- 
pistole  venerate,  e  i  so\rani  edilti  doi  Papi!  SernhragU, 
al  dir  di  un  illnslrc  oralore(i),  di  trovarsi  p:esenle  ai 
Concili  .  c  da'  loro  goncrali  decreti ,  e  da'  trattati  piii 
celehri  di  ciascuu  dotlore  e  dai  loro  seriiioui  appicude 
a  forraare,  come  da  molte  membra  celesli  uu  divino 
corpo  di  su])liine  leologia. 

No  rendano  fedele  teslimonianza  le  molte  Icsi  tco- 
lo^iche  che  scnza  alcuno  appoggio  di  moileratori  so- 
slenne  in  quel  \esco\il  scminario  con  grandissimo  stu- 
pore  degli  astanti  c  de'  suoi  maestri  mcdesimi. 

]\la  alcune  circoslanze  di  famiglia  lo  richiaraano 
alia  casa  paterna.  Tornato  in  patria,  diviso  dai  suoi 
aKiati  maestri,  non  egli  percio  ne  dimcnlica  le  sagge 
Iczioni,  ma  anzi  mette  lutli  i  suoi  sforzi  ad  arricchire 
di  piu  il  lesoro  di  sue  conoscenze,  e  le  delle  positive 
applicazioni  sni  sacri  canoni  ,  sul  dritto  di  nalura  e 
sullo  spirito  delle  leggi. 

La  morte  del  di  lui  padre  avvcnula  in  quel  tem- 
po, opero  il  piu  grande  sconvilUumcnto  nella  sua  fa- 
miglia, e  fe  gravilare  su  di  esso  riucariccdeU'amnu- 


/2 

nistrazione  doraestica,  e  dell' educazione  dei  suoi  fra- 
telli.  II  peso  di  tali  disavventure  avrebbe  dovuto  in- 
debolire  il  suo  coraggio ,  ma  la  sua  anima  forle  noa 
era  fatta  per  esscr  viiita  dalle  avversita.  Nel  fiorde- 
gli  anni  dovendo  far  le  vecl  di  capo  nella  sua  fami- 
glia,  e  di  padre  a'  suoi  fratelli  adempie  tutti  i  doveri 
del  nuovo  suo  stato  senza  perturbare  l'  ordinario  te- 
nor di  sua  vita;  amantissimo  sempre  piu  dello  studio, 
non  potendo  il  giorno  consacrava  gran  parte  della  notte 
alia  meditazione.  Dessa  era  il  suo  gran  bene,  e  da 
essatraea  il  piu  vivo  diletto. 

Onde  giovane  di  anni,  ma  di  sapienza  maturo  per 
la  disposizione  della  sua  mente  non  solo,  ma  pel  suo 
continue  e  profondo  raeditare  sopra  i  piu  famosi  ed 
eccellenti  scrittori  cbe  egli  sapeasi  con  tanta  accortez- 
za  trascegliere,  cosi  die  della  piu  soda  pura  e  lumino- 
sa  dotlrina  arriccliivasi,  dopo  aver  ricevuto  gli  ordini 
sacri,  ebbe  a  sostenere  in  patria  la  cattedra  di  belle 
Lettere  e  poscia  qucUa  di  Filosofia.  Ed  in  tale  oc- 
correnza  lesse  un'  orazione  latina  d'  inaugurazione  ad 
una  di  quelle  duo  cattedre ,  nella  quale  die  saggio  dei 
suoi  lurai ,  e  gli  procuio  in  appresso  la  stima  e  I'a- 
micizia  del  celebrc  de  Cosrais  valentissimo  oratore  ed 
insigne  filologo  a  quel  tempi. 

Fu  in  quel  periodo  di  tempo  cbe  lo  Alessi  si  die 
a  coltivare  indefessamente  le  Scienze  naturali  e  Y  Ar- 
cbeologia ,  senza  pero  lasciar  di  esercitare  1'  arte  ora- 
toria  in  cui  divenne  maestro.  Ancor  diacono  recitato 
avea  un'  orazione  per  professione  religiosa  ;  a  ventisei 
anni  di  sua  eta  predicava  nella  novena  di  Natale  con 
plauso  universale  ,  poco  dopo  diceva  1'  elogio  funebre 
di  Pio  VII.  ed  altri  sermoni  di  sacro  argomento; 

A  ventisette  anni  concorreva  al  parrocato  di  S. 


^3 

Barlolomeo  c  si  aslcnnc  per  vera  modcslia  dal  soste- 
nere  la  sua  elezionc.  Vcnulo  in  voce  di  valente  sa- 
cro  oralure  prcdico  in  Calasciljctla,  in  Carlagirone  cJ 
in  palria  sovcnle  ,  e  la  sua  lama  cstendcvasi  e  gene- 
ralmcnte  si  divulgava. 

Nel  i8o4  vcniva  in  Catania  per  allcndere  al  par- 
rocalo  di  S.  Cataldo  di  cui  1'  ac(|uislo  per  concorso 
doveasi  impartire ;  si  accinse  all'  inipresa  ;  i  di  hii  scritti 
sorpresoro  gli  esaminatori  e  '1  \  escovo  Dcodali ;  e  la 
sua  giovane  eta,  cli'  il  crederebbe!  fu  lunico  ostacolo 
ad  ottenerc  il  raerilalo  posfo,  ed  in  com])cnso  a  tanta 
ingiustizia  una  pensione  riceve  come  catecliista.  Indi 
concorse  al  posto  di  cantore  nclla  sua  patria,  ma  dei 
vili  e  segreti  maueggi  lo  pri\arono  per  la  seconda 
volta  del  sospirato  premio.  Pero  Alessi  non  si  scuoro, 
avvegnachc  1'  ultima  e  forsc  1'  unica  passione  del  sag- 
gio,  I'amor  delta  vera  gloria  nel  nobde  dcsio  di  ele- 
vare  il  proprio  spirito  e  di  sempre  con  nuovi  lumi 
perfezionarlo  riposta,  davan  la  spinta  a  quell' uom  gene- 
roso  nella  carriera  degli  onori ,  ch'  egli  se  mcritarli 
ed  esserne  degno  bramava,  c  se  d  altronde  a  ragione 
e  per  prova  appartenevangli  ,  non  nc  era  pero  della 
consecuzione  sollecilo  e  delta  ingiustizia  sdegnoso;  on- 
de  era  questo  magnanimo  disinteresse  che  gl'  ispirava  a 
un  tempo  quella  forza  di  spirilo,  quella  energia  di  ca- 
rattere,  ignota  alle  anime  volgari  superbc  ed  ignoran- 
ti,  e  che  lo  rendeva  siiperiorc  a  tulte  Ic  disgrazic  cd  agli 
stessi  suoi  nemici,  se  ncmici  quell'  uomo  poteva  avcre; 
e  fu  per  lal  ragione  che  nelle  disavventurc  raedesime 
Alessi  sempre  uguale  a  sc  stesso  fu  pero  vendicalo 
dalla  opinionc  universale  dei  torli  ricevuti  da  taluni 
per  nulla  estimalori    del   vcro  merito  ,  e  spesso  dalla 


u 

forza  dello  inleresse  trascinati  a  cosi  indegno  e  vilo 
operare. 

La  fortuna  non  e  sempre  pero  neraica  della  vir- 
tu. Yedesi  talvolla  il  vero  raerito  universalmcnte  ve- 
nuto  in  onore.  E  cio  necessariamente  addiviene,  av- 
vegnache  non  sempre  per  1'  umaua  fralezza  e  per  la 
possa  di  contrasfanli  sociali  interessi,  dove  gli  uomini 
sono  pill  colli  e  doviziosi  d  ingegno.  Couciosiache 
di  sapere  forniti  non  ne  sono  invidi,  ma  anzi  conosci- 
iori  ed  amanti ;  onde  il  vero  dal  falso,  e  i  pregi  reali 
e  positivi  dagli  apparenti  e  fittiz'i  distinguendo  ,  non  pos- 
sono  essere  ingiusti  col  raerito,  non  aniar  la  bonta  e 
non  coronar  la  virlu.  E  tanto  si  puo  dire  francamen- 
te  clie  accadesse  ad  Alessi  il  di  cui  valore  nella  pa- 
tria  nostra  sede  e  uido  di  Lellissimi  iugcgui,  e  di  essi 
protettrice  e  madre ,  fu  beu  valutato  e  pusto  in  chiara 
luce  allorcbe  nel  1817,  venne  nel  duorao  di  Catania 
a  recitare  le  sue  tanto  celebri  orazioni  quarcsiraali  e 
concorse  poscia  alia  cattedra  di  Drilto  canonico  allor 
vacante  nella  nostra   regia  Universita  degli  studi. 

In  quella  occorrenza  Alessi  fe  niostra  del  suo  som- 
mo  valore  nell'  arte  oratoria,  e  precipuaracnte  nel  niini- 
stero  della  divina  parola,  conciossiacbe  predicava  egU 
quelle  rcgole  osservando  sempre  cbc  ad  un  sacro  ora- 
lore  prescrisse  un  di  Agostino  in  quest'  arte  ancbe  pe- 
ritissimo  (2).  Predicava  Alessi  di  un  modo  intelligibi- 
le  a  lutti ,  sfuggendo  quelle  oscmita  cbe  non  e  colpa 
di  obi  ode,  di  cbi  parla  e  coipa  percbe  0  inviluppa  i 
sensi,  od  i  sensi  sotto  il  velo  di  non  usate  parole  cela 
ed  asconde;  per  cui  predicava  in  una  maniera  fruttuosa 
a  tutti,  scegliendo  gli  argomenti  piu  acconci  ad  islrui- 
re  la  gente  nei  doveri  della  Religiooe,  le  idee  piu  vive 


cdinsinuanlialte  adcstarc  neicuori  il  piu  profondo  e  le- 
nero  compiiuciinciito. 

Compilo  il  corso  dclle  sue  prodiche  quaresimali ,  e 
spialo  a  concorrcrc  alia  cattedra  di  DriKo  canoiiico  da 
aicuni  suoi  ainici  della  sua  gloria  amantissimi,  si  sollo- 
pose  per  la  tcrza  volla  al  torribile  cinicnlo,  ma  con  for- 
tiina  inigliorc  dei  primi  incontri ;  il  di  lui  scriUo  ridon- 
tlantc  di  allissimc  cognizioni  iimano  c  divine,  ricco  di  e- 
rudizione  fornila  all'  iiopo  ed  opporlunaraenle  siiggorila, 
fe  tale  c  tanta  impressione  sopra  ranimo  dei  dotli  che 
dovean  cornparalivainenle  giudicarne  il  merilo,  clio  a 
voli  unaninii  ad  occiiparc  quclia  linninosa  calledra  fu 
da  loro  proinosso,  e  scbbenc  uno  fra  di  cosloro  dal  ve- 
to coinunc  dipailcndosi  ebbc  la  iinpudenza  di  accusarlo 
di  analema,  pur  non  di  nianco  tre  soinmi  nomini  pre- 
scelli  dal  governo  in  Palcriiio  all'  oggollo  di  discutere 
una  tal  quislione  interessanic  oltremodo  alia  riputazio- 
ne  di  Alossi  cancollarono  cosl  ingiuste  imputazioni  e 
dellc  quali  una  inenle  falsa  c  prcgiudicala  leineraria- 
raenle  se  non  con  malizia  caricato  avea  quell'  uomo 
saggio  e  soininamontc  ortodosso. 

Qucslo  avvoniincnlo  cbe  fini  di  slabUirc  la  opinio- 
ne  di  Alessi,  o  'I  quale  segna  per  lui  il  cominciaincnlo 
di  un'  cpoca  piii  felice  e  gloriosa,  obbligollo  di  slabi- 
lirsi  colla  sua  I'ainiglia  in  Calania,  cbe  lin  d'  allora  ri- 
guardo  qual  sua  pallia  per  adozionc ;  c  poco  tempo  do- 
pe i  capilolari  di  questa  regia  CoIIogiala  penelraii  di 
aramirazione  \erso  (piesf  uomo  singolare  lo  aggrega- 
rono  con  pieni  sudVagI  al  loro  rispctlabile  corpo,  verso 
il  quale  serbo  egli  somprc  sinccra  gratitudine  e  vera 
eslimazione. 

Godcndo  pacificamrtifc  i  frulli  dclle  suo  onorale 


i6 

fatiche,  aderapiendo  scrupolosamenle  i  doveri  del  suo 
stato,  vivendo  tranquillamente  dopo  cessate  le  crudeli 
vicende  di  una  vita  di  fatiche  e  di  speranza,  imprese  a 
dare  del  saggi  luminosi  dell'  alto  suo  intendimento  e  del 
suo  profondo  sapere  nella  Storia,  neirArcheologia,  nelle 
Scienze  naturali  ec.  ed  in  quanto  a  quest'  ultime  allor- 
che  si  fondo  la  nostra  accademia  la  quale  servi  di  effi- 
cacissimo  impulse  alle  menti  di  tanti  dotti,  che  si  sono 
meritati  di  poi,  come  ognun  sa,  la  universale  appro- 
yazione. 

Se  io  volessi  seguire  I'ordine  cronologico  nella  ras- 
segna  che  e  mio  dehito  fare  delle  opere  di  Alessi,  e  di 
quelle  che  hanno  un  valore  piu  significante  precipua- 
mente,  oltre  alia  confusione  che  da  siffatta  condotta  ne 
verrehhe  nascendo,  raoltissime  ripetizioni  non  mi  sareb- 
be  agevole  di  scansare,  ne  giungerei  alio  scopo  cui  il 
mio  pensiero  sla  volto,  cioe  il  moslrare  che  Alessi  non 
solo  come  dotto  uomo,  ma  come  scicnzialo  nel  tempo 
stesso  uop'  e  venghi  considerato ,  conciosiache  le  di  lui 
opere  dividendo  in  scientifiche  e  letievarie  si  verra  age- 
volmente  provando  che  se  numerose  furon  quest' ultime 
e  degne  di  eterna  laude,  non  inferiori  a  queste  sono  le 
prime  ,  e  nel  valore  e  nella  utilita  che  se  ne  puo 
Irarre. 

E  volendo,  dimostrare  che  dotto  e  scienziafo  in- 
siememente  era  Alessi,  possiamo  addurre  in  compro- 
va  prima  d'  ogni  allro  di  quanto  diccramo  la  storia 
critica  delle  eruzioni  dell' Etna,  la  quale  e  quella  tra 
tutte  le  di  lui  opere  che  conferma  a  chiarczza  di  sole 
la  nostra  asserzione.  «  Una  tale  storia  che,  come  leg- 
))  gesi  nel  Progresso  delle  scienze,  lettere  ed  arti,  com- 
))  pilata  da  non  pochi  scritlori  pur  tuttavia  addiman- 


n 

y)  dava  riccrclic  piu  cstese  cd  uno  sliidio  <>Rpressamen- 
))  te  falto  sulle  opcrc  dogli  scritlori  anlicbi,  c  di  qiiei 
y)  del  medio  evo ,  e  clie  non  poteva  esser  1'  opera  chc 
))  di  un  filologo  die  fosse  slalo  naUiralisla  ncl  tempo 
))  slcsso  »  (3)  forrao  1'  obhicUo  dcUe  medilazioni  di 
Alessi  il  quale  ((  univa,  al  dir  del  professore  Leopol- 
))  do  Pilla  qiicslc  due  cminonti  qualita  »  (4.). 

Per  la  qual  cosa  un  tal  la^oro  risultava  di  som- 
raa  imporlanza  c  d'  immensa  utilila ,  conciossiache  e- 
rano  scorsi  raolli  secoli,  e  noi  non  ci  avcvamo ,  non 
chc  la  storia  fisica  dcU'  eruzioni ,  ma  nc  manco  una 
sloria  complela  cronologica  deilestesse.  E  che  lo  Alessi 
suppli  in  parte  questo  volo,  c  die  ncl  segno  non  c  a 
dubilarne,  c  sarcbbc  per  allro  bastevole  quel  cbe  della 
storia  critica  dellc  eruzioni  dell'  Etna  si  dice  nel  sopja- 
cilato  giornale  (5)  cioe  «  chc  con  quest'  opera  il  sig. 
))  Alessi  ha  renduto  all'  Etna  un  scrvizio  voraiuenfe 
))  segnalato,  e  chc,  duolc  il  dirlo,  pel  Yesuvio  si  dcsi- 
»  dcra  tutlavia  cosi  cstcso  )) . 

La  suddctta  opera  e  divisa  in  pareccbi  discorsi 
contcnuli  negli  atli  della  nostra  accademia,  cd  i  quali 
abbracciano  la  storia  di  tutle  1'  eruzioni  avvenute  dai 
tempi  storici  sino  a'  nostri  tempi.  E  cosa  degoa  di 
ammirazione  come  lo  Alessi  col  la  fiaccola  della  criti- 
ca, c  con  le  all  della  immaginazioue  rimonlando  sino 
air  epoca  fayolosa ,  disccnde  mano  a  mano  da  qucsti 
tempi  oscuri  sino  alia  venula  dei  romani  in  Sicilia,  e 
tenia  di  riconosccre  attravcrso  la  densa  nolte  dei  se- 
coli c  stabilire  le  prime  epocbe  recondite  dell'  eruzio- 
ni di  questa  imponente  e  maestosa  monlagna  che  ha 
in  ogni  tempo  attirala  1'  attenzione  dei  dotti  ed  ecci- 
tala  ancbe  la  curiosita  dei  volgari,  e  fa  risalire  la  pri- 

3 


i8 

ma  eruzione  di  cui  serbasi  appena  mcmoria  al  di  la 
di  smila  anni  innanli  1'  era  volgare,  a'  tempi  di  Glo- 
ve Egiziano  figlio  di  Saturno,  e  come  allre  ne  incon- 
tra  nel  ratio  di  Proserpina,  nelle  guerre  di  Bacco,  in 
Polifemo,  e  nei  Monocoli  Ciclopi  di  Omero;  nelle  bal- 
taglie  deir  Ercole  Tebano  in  Sicilia,  e  nell'  avvenimen- 
to  famoso  dei  fratelli  Pii. 

E  da  osservarsi  ancora  con  quanta  diligenza  e 
minutezza  quell'  uomo  iufaticabile  ricerca  e  descrive 
le  eruzioni  avvenute  nell'  epoca  delta  dominazione  dei 
romani  in  Sicilia,  quelle  cioe  di  epoca  cerla  rapporta- 
te  dagli  storici  ed  altre  di  data  incerla  rinvenute  nel- 
r  oceano  dei  classici  scriltori  di  quel  tempi  ;  e  con 
quali  argomenti  e  con  quanto  senno  non  reltifica  egli 
molte  epoche  sccondo  la  cronologia  di  Glareano  clie 
riguardano  le  prime,  e  per  le  seconde  quanle  non  ne 
rinviene  e  con  quanta  probabilila  le  epoche  non  ne 
assegna  ? 

Ma  cio  piu  d'ogni  alfro  che  to  na  in  somma  ono- 
ranza  del  nostro  grand  uomo,  si  e  lo  avere  egli  riem- 
pito  coi  laudevoli  sforzi  del  suo  attlvissimo  spiiito  d'in- 
vestigazione  ardilamente  it  vuoto  che  il  secolo  quinlo 
dal  duodecimo  separava,  rinlracciando  in  lal  periodo 
tredeci  eruzioni  e  molle  altre  di  cui  gli  argomenti  ne 
addusse. 

Una  storia  cosi  completa  dell'  eruzioni  del  noslro 
Mongibello,  che  ci  presenta  come  in  un  quadro  la  o- 
rigine,  e  la  formazione,  e  gli  elementi  delle  combu- 
slioni ,  e  i  fenomeni  di  queslo  monle  ignivomo  non 
poteva  non  riuscire  utile  alia  scienza  ,  e  non  poteva 
non  essere  universalraente  applaudifa ;  lo  presagi  il 
cliiarissimo  nostro  socio  De  Giacomo  (6)  quando  disse 
che   «  queslo   freddo  e  faticoso  lavoro   sugli  ardenti 


^9 

)  fuochi  deir  Etna  lasccra  ccrtamenle  poco  che  desi- 
s  derare  intorao  siliallo  rairio  di  storia  ti.  E  ben  si 
appose  al  vero,  inipt'iocchc  la  rivisla  cnciclopcdica  di 
Parigi  di  si  erudilo  la\oio  c  doKo  ragionando  «  im- 
s  porlanlc  Iravaglio  lo  proclamo,  e  di  cui  i  Gcologisi 
J  impcgneranno  profiltare  ». 

i\c  in  qiianio  alia  parte  scieulifica  e  solo  impor- 
tanle  un  siniil  la\oro,  cho  Lcn' anco  addiinostra  a  qual 
grado  era  quell  uomo  crudito,  e  qiiesto  e  quello  che 
noi  vogliamo  soslonorc  •,  cd  in  app(  ggio  di  tale  opi- 
nionc,  ecco  cio  clic  lro\asi  sciillo  di  quell' opera  nel 
giornalc  lellerario  per  la  Sicilia  (7).  t(  iVel  lulto  que- 
))  sta  sloria  critica  benclie  addinioslri  iutcso  il  suo  au- 
»  tore  degli  sludi  di  scicnze  uatuiali,  pure  sara  tenuta 
»  in  niaggior  progio  ed  cnoro  procipuaiiienle  dal  lalo 
))  dolla  crudizioiie  di  che  abl.onda  seuipre  lo  Alessi 
»  non  che  in  qucsia  ma  in  tulle  le  altre  non  poche 
J   sue  oj)ere  di  diverso  ai'gouienlo  )). 

Jloite  altre  mcmorie  inleressantissirae  provano,  co- 
me si  leggc  Ecl  giornalc  il  Progrcsso  K  lo  zelo  appa- 
•i  Icsalo  per  an)or  di  sluria  iiaUiralc  dal  Canonico  Ales- 
))  si  »  (8j.  Jlemoric  le  quaU,  comecbe  universalmenle 
conosciule  ed  estimate  ,  uopo  c  solo  acceunarb?  per 
ricbiamarle  al  peusiero  di  chi  mi  ascolta  0  di  clu  sara 
per  leggerc  questo  elogio  nel  progresso  del  tempo; 
meraorie  inline  die  arrccalo  banno  inlinito  avvantag- 
giamcnto  alia  scienza,  ed  banno  non  poco  contribuito 
al  progredimcnto  dclla  storia  nalurale  siciliana. 

Di  quesla  e  dcgna  in  prime  luogo  di  rammeor 
lanza  la  descrizionc  lisico-mincralogica  di  Enna  or  delta 
Castrogiovanni,  in  cui  Irovausi  ricordali  c  gli  scritlori 
che  ne  ban  favellato,  e  gli  uomini  sorami  in  ogni  ma- 
niera  di  scienze  e  di  leltere  di  che  fu  scmpre  fcrace, 


09 

e  inoltc  topografiche  nozioni  relative  a  quel  suolo  e 
un  cataloso  di  raatcriali  scieatifici  e  storici  clie  vi  si 
rinvcngoao,  e  tulto  quelle  clie  la  nguarda,  ed  abben- 
cbe  leggesi  nel  citato  giornale  letterario  per  la  Sicilia 
che  (9)  ((  in  istile  pesante  anzi  che  no  ,  e  scritta 
))  quella  mcmoria,  dimodoche  nel  leggitore  il  diletto 
»  non  va  seinpre  del  pari  cou  la  utilita  clie  puo  ri- 
))  trarsi  da  tante  svariate  notizie  ))  ,  tuttavia  non  puo 
negarsi  di  essere  utile  alle  naturali  scienze  ,  e  ricor- 
data  onorevolmente  nel  giornale  il  Progresso  e  nel 
Bullettino  Geologico. 

Vengono  appresso  il  di  lui  opuscolo  sugli  ossidi 
di  silicio  nel  quale  diligentemente  descrive  varie  spe- 
cie minerali  note  0  novellamente  da  lui  scoperte  nel- 
r  isola  nostra,  tali  cbe  il  quarzo  jalino  vario-cristalliz- 
zato  e  vario  colorato ;  la  calcedonia,  1'  onice,  il  legno 
fossilc  semi  agatizzato,  le  agate,  i  diaspri,  i  quarzi  pi- 
romaclii  con  gradi  rimarchevoli  e  resiniti,  la  cerite,  il 
felspato,  il  peridot,  1'  epidote,  la  mica ,  la  tormalina , 
r  anfibola,  il  pirosscne,  1'  asbesto,  la  varia  cristallizzata 
zeolite  ed  altre  sostanze  con  ossido  di  silicio  combinate 
che  s'  incontrano  dappertutto  e  taluni  nei  vulcani  estinti 
e  nelle  lave  dell'  Etna.  Opuscolo  clie  mira  non  solo 
alia  descrizione  di  tali  sostanze  mineralogicbe  ma  al- 
r  utile  che  puo  ritrarsene,  encomiato  da  vari  giornali 
e  particolarraente  commendato  dagli  annali  di  storia 
naturale  di  Bologna  (10). 

L'  altra  sua  memoria  suUa  origine  probabile  del 
succino  in  cui  si  fa  a  rintracciare  la  vera  origine  di 
questa  sostanza  ed  espone  con  assai  di  erudizione  come 
si  legge  nel  giornale  letterario  di  Sicilia  ( 1 1 )  i  pareri 
diversi  degli  scrittori  che  la  materia  trattarono  ,  e  fe 
coQOScere  le  proprie  osgervazioai,  dalle  quali  ne  fa  de- 


2/ 

rivaro  clic  il  succino  Irac  la  sua  ori^ino  da  qualche 
specie  di  pino,  o  da  allro  albcro  s()iuii;liaiile  rcsinoso; 
qiiesla  incinoria,  diccva  io,  di  cui  ovvoiie  uu  conipiiilo 
cstralto  nel  gionialc  di  farmacia  di  Parigi  1834,  quan- 
tunque  noii  prescnta  a  vero  diro  die  poco  di  novita, 
e  scmprc  lodevole  cd  utile  pcrclie  va  a  convalidare  una 
opinioiic  quasi  preccdcnicracnte  cuuuciala,  e  la  quale 
potrebbc  esser  Icnuta  per  vera. 

La  meraoria  sullc  ossa  fossili  rilrovatc  in  Sicilia 
inscrila  negli  Alii  della  nostra  Accadoinia  al  pari  dclle 
altre,  c  ricca  di  positive  conosceuze  zoologiclie  e  di 
notomia  comparala. 

Polrei  anclic  nolare  qui  fra  i  lavori  scientifici  di 
Alessi  c  la  meraoria  sulla  magnesia  solfata  scovcrla  ia 
Sicilia,  letta  alia  Sociela  Ecouomica  del  valle,  quella 
sulle  Cavallette,  ed  in  fatto  di  Econoiuia  Polilica,  che 
di  talc  saperc  audi'  egli  bene  s'  intcndeva,  il  discorso 
))  sui  mezzi  di  ovviarc  alia  puhblica  miseria  negli  anni 
))  di  sterilila  c  di  pcnuria  in  Sicilia  ,  e  precisamentc 
))  in  Catania  ))  ed  in  cui  tulto  egli  scoprc  il  sacro 
fuoco  di  filanlropia  die  nel  suo  cuore  avea  seggio,  cd 
altri  lavori  gencralnienle  noli;  ma  il  tempo  ne  slringc 
ed  altrc  cose  di  sommo  rilicvo  ancor  ne  aspettano  , 
periodic  io  taccio  tulto  quelle  che  si  e  detto  di  tali 
lavori  scientifici,  che  hanno  attirato  1'  attenzionc  dei 
naluralisti  di  primo  rango,  cd  hanno  meritato  tutla  la 
lode  che  si  deve  a  questo  gencrc  di  positivi  Iravagli. 
Basla  il  ripelere  quello  che  dice  il  Biillettino  Geologi- 
co  (12)  in  rigiiardo  alle  memorie  di  Alessi  insierae- 
mento  a  quelle  doi  meritissimi  soci  ]\Iaravigna,  La  Via, 
De  Giacomo,  Gcmmellaro.  «  Io  sono  addoloralissimo, 
))  dice  il  redattore  di  quello  arlicolo,  che  il  tempo  mi 
5)  raanca  per  analizzarvi  qucsti  ulilissimi  documenli  a . 


22 

Ma  Giuseppe  Alessi,  ripeliaraolo  un' ultima  volta, 
non  fu  dedito  alia  coitura  delle  scienze  solamente;  che 
se  egli  fu  scieuziato  fu  letterato  nel  tempo  stesso ,  ed 
erudito  somrao,  e  storico  ed  oralore  chiarissimo.  Le 
sue  opere  letterarie,  sloriche,  le  sue  meraorie  archeo- 
logiche,  le  sue  orazioiii  ec.  ne  sono  la  pruova  piu 
convincente. 

La  sloria  critica  di  Sicilia,  vasto  ed  immenso  de- 
posito  di  sloriche  cognizioni  che  risgiiardano  queslo  clas- 
sico  suolo  stupendo  toalro  in  cui  si  souo  rappresentati 
i  piu  segualali  e  svaiiati  avvenuucnli,  quest'  opera  non 
ancora  a  meta  per  cio  che  riguarda  la  sua  puhblica- 
zione,  ma  di  cui  1'  intiero  maleriale  esiste,  e  vedra  i'ra 
non  mollo  la  luce,  racstra  piu  d' ogni  altra  letteraria 
fatica  di  Alessi  lo  sp:rito  luminoso  di  sana  crilica  che 
formava  il  distinlivo  di  quell'  uomo,  le  sue  innumere- 
voli  conoscenze  sloriche,  il  di  lui  caldo  amor  di  palria; 
che  se  nell'  estralto  di  quesla  graude  opera  inserito  nel 
Giornale  di  Scienze  Lellere  ed  Arti  per  la  Siciha  si 
sente  assai  diversamcnle  dei  ricordi  palrii  di  esso  va- 
lent'  uomo  quanto  all'  epoca  favolosa,  e  se  vana  si  :e- 
puta  la  fatica  di  Alessi  in  divisare  la  origine  della 
nostra  gente,  perocche  se  tulti  fanno  teslimonianza 
della  opinione  favolosa,  non  pruovano  tut'.avia  che  nel- 
la  stessa  vi  sia  verita,  e  se  per  lal  molivo  viene  ad 
Alessi  rimproverato  lo  aver  mollo  tempo  speso  quanto 
air  epoca  delle  favole,  materia  che  avesse  dovulo  ma- 
neggiare  con  meno  di  franchezza,  e  piu  di  precisicne, 
locche,  poi  non  mi  embra  mollo  discoslo  dal  vero,  pu- 
re e  a  dire  con  lo  stesso  giornale  c(  che  esscndo  la 
{(  storia  antica  nostra  qual  donna  bellissima  cui  sieno 
K  le  gambe  e  le  braccia  rotte  secondo  I'espressione  di 
«  un  dotto  filologo,    vale  a  dire  di  voti  e  di  difetti 


23 

(  rrplena,  e  lode  e  riconosccnza  dovcndosi  a  chi  in- 
«  gloriosa  condizione  riduccssf»J«,  tale  a  dir  mcglioda 
«  non  perdere  in  fatto  ''•  compilczza  al  paragone  delle 
c  greche  e  roma"c  isloric ,  di  cosidallo  piegio  pare 
«  appuuto  "<i  da  risultarc  la  Sloria  Critica  di  Sicilia 
«  del  Canonico  Alessi  »  cd  in  spguilo  si  soggiunge  k  die 
«  dei  soli  classici  scriltori  non  tcnoudosi  pago  lo  Alessi, 
«  e  chiamando  percio  in  suo  ajulo  niedaglie  cd  iscri- 
«  zioni  cd  allri  monumenli  clic  dalla  vcncrahilc  anti- 
((  cliila  sopravanzano,  ben  si  vodc  come  io  diceva  clie 
K  in  fatto  di  sloria  di  Sicilia  nidla  piu  debba  lasciar- 
((  ci  a  dcsiderare  (i3)  ». 

Bisogna  sitiiare  a  lato  di  cjiiesla  sloria  di  Sicilia, 
cbe  fornio  al  dir  dello  slcsso  vilessi  1'  aliiacnlo  dclla 
sua  gioventu,  c  '1  dilelto  della  sua  virile  eta,  due  al- 
lri iulorossantissinii  scrilti  di  qucslo  esiinio  lollerato , 
uno  chc  porta  per  litolo:  Do  sicidis  Icgilnis  cum  si- 
cula  hisloria  coniunclis^  el  in  epilomen  redactis^  in- 
serito  nel  giornale  letlerario  di  Sicilia  (i4)incui  svol- 
ge  maeslrevolniente  le  siciliane  Icggi ,  c  vari  Iralli  di 
sicula  sloria  lucidamente  pone  soil'  ocdiio  die  lianno 
con  quelle  convenicuza  e  rapporto,  c  I'allro  cbe  versa 
sul  gcnio  inventore  dei  siciliani  in  lalina  favcUa  dct- 
tafo,  intilolalo  de  siculo  iiwenlumis  gcnio^  lavoro  de- 
gno  di  particolar  considerazione  e  di  cui  la  lellura 
mcrita  di  csser  caldainentc  raccomandala  (i5). 

Tra  le  memorie  aicbeologiclio  di  Alessi  chc  sono 
molte  c  prcgevolissime ,  sono  dogiie  di  esser  rammen- 
tate  quella  nella  quale  trovasi  un'  illuslrazionc  dello 
ghiande  di  piombo  iscrille  c  trovate  noil'  anlica  cilta 
di  Enna,  mcmoria  insorita  nel  giornale  di  Scienze  Let- 
lere  ed  Arli  per  la  Sicilia,  e  riprodolla  con  encomio 
in  allri  giorDali;  ( 1 6)  un'allra  su  di  una  mcdaglia  incdila 

4- 


24 

di  Etna  da  lui  valorosamcnte  sostenuta  contro  la  cri- 
tica  di  un  archeologo  napolitano ,  circostanza  che  gli 
frutto  somme  laiuli  e  ronorc\ole  tilolo  di  socio  corri- 
spondente  dello  Istituto  Archeologico  di  Roma;  I'illu- 
slrazione  di  una  niedaglia  inedita  di  Taorinlna,  di  una 
antica  di  Morganzio,  di  un  altra  di  Siracusa,  Ji.  un 
cippo  sepolcrale  rinvenuto  in  un  podere  del  duca  fli 
Carcaci  ec.  ec. 

Moltissime  orazioni  funebri,  elogi  accademici,  ser- 
moni  ecclesiastici  ec.  danno  a  divedere  che  Alessi  co- 
nosceva  a  fondo  I'arte  oratoria,  mentre  era  poi  altron- 
de  per  natura  eloquenlissimo. 

L'elogio  di  Lorenzo  Rizzo  e  stato  nel  Giornale 
Letterario  per  la  Sicilia  laudatissimo  «  II  dotto  signor 
«  canonico  Giuseppe  Alessi,  cosi  vi  si  legge,  (17)  da 
(C  Castrogiovanni  ha  scrilto  lo  elogio  di  Lorenzo  Riz- 
((  zo  eMorelli  giovane  medico  di  somma  aspettazione; 
((  assortita  erudizione,  ordine  lucidissimo ,  c  patetica 
((  locuzione  so  110  i  prcgi  che  in  esso  noi  sovrattutto  vi 
((  ravvisiamo  » .  L'  elogio  del  cavaliere  Gioeni  quan- 
tunque  non  molto  favorevolmcnte  giudicalo  dall'  anto- 
logia  di  Pirenze  ,  e  ricordalo  tuttavia  con  lode  nel 
Giornale  il  Progresso  (18),  e  qucUo  di  Girolamo  Re- 
cupero  non  e  nulla  ai  precedenti  infcriorc. 

Ohl  come  bramerei  raiei  Signori  tutti  schierarvi 
in  vaga  mostra  gli  scritti  di  quel  grand'  uomo,  e 
sur  ognuno  di  essi  intrattcnervi  quanto  comporterebbe 
la  bisogna  onde  il  pregio  valutarne  e  chiarirne  la 
importanza!  Ma  cio  oltreache  lungo  tempo  richiedereb- 
be,  troppo  dal  proposito  mio  isvierebbemi ,  e  ad  un 
breve  elogio  mal  si  convenisse.  Basta  quel  poco  che 
io  ne  ho  detto.  Mio  debito  e  aggiungere,  che  imbe- 
vuto  Io  Alessi  di  quella  santa  massima  del  CancellieTe 


d'  Ingliilterra  clie  non  fa  d'  uopo  nelle  scicnzo  irarna- 
ginare  c  pcnsarc  solamcnte,  ma  osservare  eziandio,  cd 
investigare  e  studiare  la  nalura  sul  fallo ,  raccolse 
e  riuni,  per  qiiaulo  slava  iiclle  sue  forzc,  iiiniimerevoli 
obbielti  di  naliiralc  Sloria,  tra  i  quali  alciiiii  alia  zoo- 
logia,  allri  alia  gcologia,  cd  aliri  alia  inincralogia  si 
appartengono ;  e  qui  e  da  nolare  una  bcllissima  rac- 
colla  di  andjre  di  vario  colore,  Ira  le  quali  inolte  in- 
sellifere. 

Saggio  inlcrpelrc  dogli  arcani  della  vonorandaanlichila 
e  dellc  arli  belle  ammiratorc  appassionalo,  non  tralascio 
di  fare  acquislo  di  oggelti  cbc  le  rigiiardano,  e  di  moltis- 
siiui  e  taluni  infmitamenle  rari,  conciossiache  una 
pregevole  coUezioae  posscdca  di  sicule  mcdaglie  ed 
eslere  e  pictrc  incise,  ed  assi,  e  piorabi,  e  tossere,  e 
vasi  di  argilla,  e  idolelli  di  bronze,  ed  iscn'zioni,  e 
stampe  e  dipiuli,  e  libri  iufiuG  di  rare  cdizioni  e  del 
secolo  XV. 

La  faina  di  iin  uomo  cbe  avca  conlribui(o  co- 
lanto  airaumenlo  del  saperc  umano,  poleva  restar  cir- 
coscritla  in  queslo  recondite  angolo  della  terra?  I\o 
certainente,  o  Signori :  il  vote  concorde  dei  dotli  raar- 
c6  la  gloria  di  Alessi  coa  caraltcri  cbe  il  tempo  non 
potri  unquamai  cancellare.  II  di  lui  nome  sta  indele- 
bilinenfe  scritlo  nei  registri  delle  piu  illustri  c  rino- 
roale  Accaderaie  del  mondo  (19);  le  sue  opere  sono 
state  universalmente  lette  c  commendato,  e  i  dotti  dol- 
tranionti  cbc  sonosi  porlati  a  pie  dell' Etna  per  visitarc 
questo  veccbio  maraviglioso  vulcano,c  questa  nostra  palria 
cbe  alio  sue  falde  si  sta,  da  lui  accoiti  e  guidati  e 
delle  di  lui  eccelse  qualita  e  piacevolissimc  maniere 
colpili,  al  loro  paese  nailo  rilornandOj  e  riportaudo  e- 


26 

raccontando  cio  clie  di  Alessi  sapevano  e  sentivano  ol- 
tre  ogni  credere  la  fama  di  lui  eslesero  e  divulgarono. 

Ed  un  uomo  di  tal  seano  e  di  valore  cotanto 
poteva  sfnggire  agli  sguardi  penetrant!  di  un  Monarca 
benigno  che  ad  altro  non  e  intento  se  non  se  alia  col- 
tura,  al  migUoraraento,  al  ben' essere  dei  suoi  sudditi? 
Mai  no;  I'  auguslo  Ferdinando  Secondo  nostro  Padre 
e  Re  dopo  aver  conosciuto  il  canonico  Alessi  nella 
memorabile  e  felice  occorrenza  in  cui  venne  per  la 
prima  volta  fra  le  nostre  mura  onde  felicitarci  colla 
sua  presenza,  e  dal  quale  fu  condotto  ad  osservare  i 
piij  belli  monumenti  della  nostra  patria,  voile  distin- 
guerlo  coir  onorevole  titolo  di  cav.  dell'  ordine  di 
Francesco  Primo. 

A  si  alto  grado  di  riputazionc  asceso,  occupando 
un  posto  distinto  nella  republica  letteraria,  attiratosi  la 
universale  stiraa,  e  il  rispetlo  cbe  si  sente  e  si  deve 
al  sapere  ed  alia  virtu,  non  percio  venne  meno  la  sua 
naturale  modestia,  ne  orgogUoso  divenne,  clie  non  igno- 
rava  egli  che  quel  che  si  sa  e  sempre  rainore  di  quel 
che  rimane  a  sapersi ,  e  che  il  piu  saggio  degli  uo- 
mini  confessava  che  tutta  la  sua  scienza  si  riduceva  a 
conoscere  la  propria  ignoranza,  e  sapeva  bene  che  I'er- 
rore  e  la  eredita  dell'uorao,  una  disgrazia,  come  dice 
un  ottimo  scrittore,  non  un  delitto ,  che  non  si  puo 
ne  si  deve  ridere  di  cio  di  cui  possiamo  essere  e  for- 
se  siamo  noi  stessi  il  bersaglio,  che  tutto  il  genere  uma- 
no  non  e  che  una  gran  famigUa,  e  che  i  vineoli  di 
questa  dimestichezza  debbono  poi  maggiormente  strin- 
gersi  tra  le  persone  che  ne  forraano  la  porzione  piu 
eletta  e  distinta,  ed  in  tal  modo  era  sospinto  a  scan- 
sare  I'orgogUo  sorgente  primitiva  degli  umani  travia- 
menti,  e  manteneva  quel  carattere  di   umanita  e  di 


27 

modestia  che  forma  il  dislinlivo  del  vcro  merao.  Per 
la  qual  cosa  fu  sempre  penelralo  di  una  troppo  dcbolc 
opinione  di  so  stcsso,  e  si  vide  compassioncvole  ed  unia- 
no  slender  la  mano  soccorrcvole  ad  alcuuo  dei  suoi 
fralelli  immersi  neir  ignoranza  e  sviato  nell'crrore  per 
tirarlo  all'  almosfera  dclla  luce ,  o  rimeltcrlo  nel  sen- 
tiero  dclla  verila. 

E  chc  Alessi  racchiudcva  per  altro  un  cuore  uma- 
no  picloso  cd  indulgcnto,  dilclo  voi  o  giovani  che  fo- 
sle  allievi  di  un  si  biiono  ed  oltimo  prcccllore,  e  voi 
precipuamente  aluniii  del  Collcgio  delle  Arli ,  voi  cbe 
nella  persona  di  lui  un  padre  ed  un  amoroso  padre 
pcrdesfe!  Clic  non  foce  per  voi  quell' anima  generosa? 
per  voi  clic  prima  della  di  lui  reggenza  in  qiielTinsi- 
gne  stabilimenio  di  gnida,  di  raezzi ,  e  sin' anco  del 
necessario  eravate  privil 

Ma  che  si  puo  dire  delle  qualila  di  cuore  dcllo 
Alessi  nol  breve  giro  di  quesli  miei  ragionari?  di  un 
uomo  cbe  non  visse  nel  fango  dei  sensuali  piaccri,  pia- 
ceri  brevi  e  raai  non  soparali  dall'  amarczza,  il  quale 
quclli  si  procure  all'  incontro  soavissimi  e  puri  dellin- 
Icndimenlo  e  della  ragionc  che  ban  quella  vivczza  e 
quella  screnita  e  coslanza  che  li  avvicina  al  divino 
caraltere  cd  empiono  lo  spirilo  e  lo  saloUano  soUevan- 
dolo  invece  di  opprimcrlo? 

Ma  infanlo  queslo  sommo  fdosofo ,  quest'  uomo 
virtuoso,  grato  riconoscentc,  queslo  crisliano  per  scn- 
tiraento,  die  formava  la  consolazionc  dcgli  amici ,  il 
diletto  delle  scelte  sociela,  quest"  uomo  neraico  dcU'am- 
bizione,  bellissinio  favellalore,  ripulato  di  oltimogiudi- 
zio  nelle  private  consulle  e  pubbliche,  cbe  grande  au- 
torila  aveva  presso  i  circostanti,  cbe  tutli  conosciufolo 
fedele  c  dabbenc  in  ogni  cosa  gli  ave\ano  grandissima 


28 

credenza,  quest'  uomo  avverso  ai  malvagi  senza  sdegno, 
propenso  ai  buoni  senza  adulazione,  affabile,  cortese  ed 
alia  raano  con  ognuno,  da  tulli  amato  e  riverito  sen- 
za invidia,  che  islruiva  la  gioventu,  die  formava  I'or- 
namento  della  nostra  patria  e  di  quest'  Accademia,  che 
contribui  non  poco  a  far  rinascere  nel  nostro  suolo  si- 
ciliano  i  tempi  di  Empedocle,  di  Corace,  di  Tisia, 
Gorgia,  Lisia,  Aristocle  per  I'eloquenza,  di  Empedocle , 
Epicarmo,  Dicearco  ,  Ciuico ,  Iceta  ,  Archetimo ,  Ca- 
ronda  per  la  filosofia;  di  Antioco,  Atenaide,  Dicearco, 
Filisto,  Timeo,  Evemero,  Temistogene,  Diodoro  per  la 
storia;  doppo  63  anni  di  vita  laboricsissima  e  di  pro- 
fonde  meditazioni,  e  caduto  vittiraa  di  im  morbo  che 
non  ha  risparmiato  ne  buoni  ne  cattivi,  e  che  ha  in- 
volalo  alia  Sicilia  degli  uomini  di  cui  la  perdita  non 
Sara  rimpiazzabile  mai. 

Egli  moriva  il  giorno  ultimo  di  agosto  tormenta- 
to  dalle  pill  crudeli  sofferenze ;  la  morale  pero  e  la 
religione  che  nei  tristi  momenti  della  sua  vita  gli  ave- 
van  dato  I'animo  di  lottare  contro  I'infortunio  e  1' av- 
versita,  lo  resero  piu  che  mai  forte  nell'ora  sua  estre- 
ma,  e  gli  fecero  patii-e  di  licto  viso  Tultiine  sue  ango- 
scie.  Non  si  sgomenta,  si  rasscgna  al  divino  volere, 
prega,  implora  perdono  per  i  suoi  trascorsi,  e  serene 
e  tranquilio  da  1' ultimo  eterno  addio  al  soggiorno  [di 
quaggiu. 

Ombra  onorata  dalla  sede  degli  eletti  dove  tn 
certamente  ti  stai,  volgi  gli  sguardi  a  questa  societa 
che  tanto  amasti,  e  che  lamenta  con  i  sensi  del  piu 
vivo  cordoglio  la  tua  perdita,  ed  accogli  questa  lagri- 
ma  che  versiamo  sulle  dlustri  tue  ceneri,  e  queslo  fiore 
di  cui  onoriamo  la  tua  lomba  qual  verace  e  sincera 
mostra  di  nostra  comune  doglianzal  Fa  che  la  memo- 


^9 

ria  dcllc  gloriosc  luc  gcsta  nci  noslri  pclti  profonda- 
mcnle  s'  iinprinia  e  serva  a  noi  di  spronc  cfficace  a  rai- 
gliorarc  scnipreppiii  il  desliiio  di  quest'  Accademia, 
chc  lu  fondasli  c  lanlo  a  caro  I'avesti,  c  possa  la 
somma  dcllc  emmcnli  qualita  del  tuo  spirito ,  e  dci 
uobili  c  virtuosi  seiitimeuti  del  tuo  cuore  per  quelli 
chc  vivono  nella  prcsentc  eta,  e  pei  fiituri  ser\ir  di 
niodello  a  seguirsi  nell'  aspra  e  laudovole  carriera  del 
sapere  e  della  virtu!  Ho  detlo. 


ANIVOTAZIOXI 


(i)  11  M.  R.  P.  Mapsiro  Esprovincialc  fra  Rosario  M.  Colonna  del- 
f  ordine  dci  RR.  PP.  Prcdicatori. 

(2)  Coiicionator  agot,  iit  intelligontcr,  ut  libentcr,  ut  obedienler  an- 
diatur-lib.  4.-  de  doclrt'na  C/ir.  c.   i5. 

(3J  Artie,  del  vol.  2  3.  e  5.  Orittogiiosia  e  Geognosia  in  Italia 
scritta  dal  prof.  Leopoldo  Pilla. 

(4.)  Luog.  cit. 

(5)  Luog.  cit. 

f6)  Relazione  per  I'anno  IV.  delV Accademia  Giosnia  p.  7. 
7)  State  delle  Scienze  in  Sieilia  sul  finire  del  secolo  XVLU.  p.  70. 
^8)  Vol.  2.  fasc.  3.  OriUogiwsia  p.   117. 
(9)  Luog.  cit. 
(loj  Vol.   ir.  pag.  279. 

(11)  Luog.  oil.  pag.  71. 

(12)  Articolo  Resume  des  progres  de  la  Geologic  p.  i56. 
{ii\  T.  56  pag.  56. 

(14.)  T.  47  pag.  167,  e  t.  48  pag.  i3i. 

(i5)  La  Riblioteca  Italiana  n.XXlV.  Milano  182-/  trova  qnesia  Ora- 
zione  "  piena  di  santo  amor  di  pafria,  ricca  di  squisita  erudizione,  e 
,,  scritta  con  suflicicnte  latina  cleganza  ,,. 

(16)  La  Riblioteca  Italiana  n.  XXJV.  Milano  z4-  dicembre  1817. 
die  fece  un  cslratio  di  questa  leltera  soggiunge  che  "  I'autore  dotta- 
„  mcule  ne  ragiona,  e  che  tutta  la  disserlaziono  e  sparsa  di  raolla  e 
,,  squisita  crudizione  ,,  e  nel  Giornale  Letterario  per  la  Sieilia  fasc.  ii 
pag.  123  e  considerata  "come  nn  appcndicc  all' opera  delle  iscrizioni 
,,  del  Torremnzza,  e  nella  quale  I'Alessi,  autore  di  piii  pregiatissime 
,,  opere  di  vario  argomento  impiega  immenza  e  scelta  erudizione,,. 

(17)  T.  4.  pag.   n5. 

(18)  II  Rullettino  universale  di  Scienze  Natorali  di  Parigi  n.  VI, 
giugno  1825  cdil  Giornale  Arcadio  Glioma  danno  un  giudizio  Taniag- 
gioso  di  qneslo  elogio. 

(19)  II  Canonico  Alesst  oltre  di  esscre  stato  promolore  di  Dritfo  Ca- 
nonico  c  Catcchista  ncU'  Atenco  ,  c  fondatore ,  Srgretario  Generale,  e 
Dircttore  dell'Accadcmia  Giocnia,  era  inollre  Socio  Corrispondente,  del- 
ristituto  Areheologico  di  Roma,  dci  Colombarii  di  Firenze,  dell'Accad. 
Senkcnbcrgiana  di  Frackfort ,  deU'Agraria  di  Pesaro  ,  della  Volfca  in 
Velletri ,  dell'  Aretina,  degl'  Infecoudi  di  Prato  ,  di  Valle  Tiberina  in 
S.  Sepolcro,  e  di  vorie  sicule  Acccademic. 


DEL 

CAIVOiVICO  ALESSI 

PUBBLICATE    PER    LE   STAMPE 


Descrizione  Jisico-mmeralogica  di  Emm  or  dotla  Caslror/iomnni  e 
del  sun  lerritorio  —  Lelta  iiclla  spdiita  ordinaria  dell'  Ac- 
cadcraia  Gioenia  il  dl  ii  novcmbrc  1824.- Aui  dclla  stessa 
vol.   I.  pag.  99.  ,  .         .. 

Slorta  Crilica  dell'eruziom  delF Etna-  Discorso  i.  dai  tempi  immcmora- 
bili  e  favolosi  insino  all'epoca  dci  Roinani  in  Sicilia  -  Allli  dclla 
Gioenia  vol.  3.    pag.   17 -Discorso  2.  dal    principio  dello 
inipcro  romano  in  Sicilia,  sino  alia  intera  caduta    del  me- 
desimo-Atli  della   Gioenia    vol.   4-  pag-  ^3  -Discorso  3. 
dal    VI.  sino    al    XII.    secolo  della    nostra    era -vol.    5. 
pag.    43  —  Discorso    4-    dalla    fine    del    sccoIo   XII.    sino 
alia   meta    del    secolo    XV.  -vol.    6.    pag.    Sj- Discor- 
so 5.  dalla    meta    del   secolo  XV.  a  tiitto  il  secolo  XM. 
-vol.   7.  pag.   21— Discorso  6.  dal  principio  al  termine  del 
secolo  XVII.— vol.  8.  pag.   gg  — Discorso  y.  dal  principio 
al  Icrniine  del  secolo  XVlU.-vol.  9.  pag.  121  -Discorso  8. 
dal    principio   del    secolo    XIX.  insino    al    1 833 -vol.    9. 
pag.   i63. 
Memoria  mineralogicn  sopra  gli  ossidi  di   nltcio   cd  i  silicati  ap- 
partenenti  a  Sicilia ,  <?  sulF utile  die  Irar  se  /le  possa  — 
Letla  air  Accadeniia    Gioenia  ildi  21  dicembre,  c  il  dl  22 
L  gennaio  1829,  e  pubblicala  nel   vol.  5.  degli  .Vtti  Accade- 

'  mici  pag.  gS. 

TUemoria  stdla  vera  oriqine  del  suceino  -  Lell.i  alia  Gioenia  il  A'  28 
gingno  1S29,  '^'^  inscrita  negli  Atti  della  slessa-val.  6. 
pag.   18. 


34 

Memoria  sulk  ossa  fossili  ritrovate  in  ogni  tempo  in  Sicilia,  e  re- 
centemente  in  Siracusa,  con  osservazioni  geologiche  sto- 
riche  Jilosoficlte ~heW.&  all'Accad.  Gioenia  il  di  21  aprile 
e  16  giugiio  i83i-Alti  della  stessa  vol.  7.  pag.   igg. 
Memoria  sopra  alcune  ossa  fosili  recentenunle  scoverte  in  Sicilia, 
per  seivire  di  eontinuazione  alia  memoria  precedente  — 
Lelta  nella  seduta  ordinaria  dell'  Accademia  Gioenia  il  d'l  24. 
novembre  i836,  ed    inserita  nel  vol.  Xlll.  degli  Atti  Ac- 
cademici. 
Htmoria  da  servire  d"  introduzione  alia  Zoologia  del  triplice  mare 
die  cimje  Sicilia—  Lettaalla  Gioenia  il  di  28  dicembre  1 834 
--Atti  dcUa  delta  Accademia  vol.    11.  pag.  89. 
Urevc  ragionamento  sulla  scoperta  della  Tnagnesia  solfata  in  Sicilia  — 
Letta   alia  Societa  Econoraica   il   giorno    00  maggio  i835 
-Catania  i835  presso  i  fratelli  Scinto. 
Memoria  sul  melodo  di  slniggersi    le  Cavallette  —  Letta  alia  Gioenia 
il  di  7  dicembre  i832,  ed  inserita  nel  vol.  9.  degli  Atti. 
Sulla  ricerca  e  sullo  scavo  delle  miniere  metalliche  in  Sicilia  con- 
forme  alia  legye  sovrana  dei  iS  ottobre  /Sstf-Uiscorso 
letto  alia  Societa  Economica  della  valle  di  Catania  nell'adn- 
uanza  generale  del  3o  maggio  1837 -Catania  presso  i   ff. 
Sciuto. 
lleksione   per  l' anno    IX.  delt  Accademia  Cfoewa- Nel  vol.  10. 

degli  Atti. 
Relazione  per  F anno  X.  della  Gioenia ,- T3e\  vol.   11.  pag.  9. 
Sui  mezzi  di  owiare  alia  pnbblica  miseria  negli  anni  di  sterilild 
e  di  penuria  in  Sicilia  e  precisamenle  in  Catania-^ . 
Belazione  dei  travagli  della  Societa  Economica    della  valle 
di  Catania -Catania  i834.,  presso  i  ff.  Sciuto. 
Oratio  de  siculo   invenlimis  genio  sive  de   claris  siculis  scientia- 
rum  invcntoribus  -  in  Catania  dai  tipi  della  Hegia  IJniver- 
sita  degli  Studii  1816. 
Discorso  su  Caronda  e  le  di  lui  leggi-r  Recitato  nolla  gran  sala  della 
Regia  Universita  degli  studii  di  Catania  -  Catania  1826  dai 
tipi  dei  Regii  Studii. 
Sloria  Critica  di  Sicilia -^aX&ma.  i834.,  vol.  i.  parte  j.  e  2.  vol. 

2.  parte  I.  dai  torcbi  dei  If.  Sciuto. 
Lellera  mile  gliiande  di  piombo  iscr'uie  e  trovate    nelt  antica  citta 

di  Enna—  Palermo  181 5  -  Abbate. 
JLetiera  su.  di  una  ghianda  di  piombo   iscritta   col  name  di  Acheo 
condoUiero  degli  schiavi rubelli  in  Sicilia-^dQ'caiO  1829 
dalla  tipogralia  del  Giornale  Letterario, 


3^ 

lilmtiOiione  d!  una  modajlia  ineJita   di  7V/</rm/rta  -  Gioruaio  Lol- 

terario  jjw  In  Sicilia  torn.   '6'S  \ir'j^.   78. 
llltulraztone  di  una  ni/>da;ilia  antica  di  Morijanzio-{^\oYna\c  Lctlo- 

rario  vol.   'df.  jinj,'.    lo'?. 
liisposla  alle  osserrazioni  del  cnv.  Avellino  inloitio  ad  una  me.la- 

fjlia   Girc,Sic!i/a -{VuirmAa  l.cltoraiio  t.   89  1  ag.   211. 
Ve  nummo  Sijracusan>  —  (Vv\T\Mi\(t  I.etlorario  vol.  4-2  pag.  47- 
Trium   nummorum    lladranilanorum   il/uslratio  -  U\wim\e   Lcllerark) 

vol.  ^fj,  pag.  27. 
J)e  nummo  IJieronis  sectindi  ad  Ed.  Ger/iurdtim  rpislo/a  —  i^ioTnale 

Leltcracio  t.  4-5  P-   i3i. 
liisposla   alia  letlera  di   Giacinto  liccupero,   e   contimiazt  nfi  de/la 

detla  rj«/)o*/a -Giornalc  Lcltorario  t.  49  p-  sSy  e  t.  Ju 

pag.  22. 
Letlera  su  di  una  lapide   Cenltiripina.  f:l  osscrvaziimi  su  di  unul- 

tra  iscriua    D.  M.  iw/cz-j'- Gioniale    Leilerario    torn.  36 

pas-  97- 
teller  a  al  si<j.  terdinatido  Malcica  sopra  un  iscrizione   latino  ri- 

trovala   in  6V/to«/ff- Giornale    del   Gabbinetto    Lettcrario 

fasc.    I.  gonnaro   i834,  pig.   26. 
Inlorno  ad  alctine  iscrizioui  lapidarie  —  I.tttera  al  siy.li/nazio  Ciuf- 
f lida  Mosclietii  —{j\oTna\c  del  Gabbiucllo  Leilerario  fasc.y. 

scllembre   i834  p-    i4- 
Lellera  al  chiariss.  el  ornaliss.sij.  eav.  Fiancpsco  Palerno-Castell  1 

dci  duchi  di  Carcaci  sopra  wi  cippo  srpolcrale    dixsol- 

tenato  nei  dinlonu    di  Catunia  —  ElfeDieiidi  per  la  Sici- 

lia  lorn.   3.   p.ig.    i3i). 
Da  siculo  nuvimo  uri/is  6(7/i7/7'rt?-E(rcmeridi  per  la  Sicjlia  n.  5o  gin- 

gno    1837   |)ag.    i3(j. 
De  siculis  leijibus  cum  si'ula  hisloria  conjumtis  el  in  epilomen  re- 

</ar/is  —  Gionialc  Leilerario    t.  47i  pag-    i('7,  e  lorn.   4>^ 

pag.    i3i. 
Letlera  sopra  un  opuscolo  del  Conle  Or<t'— Giorrale  Lcltcrario  t.  jG 

pag.  8j. 
Letlera  al  c/iiariss.  Segrelario    dclC  htiluto  Archeologico  —  Ciorcalc 

I-ctlcrario  toiu.  42,  pag.   220. 
Elogio  di  Geronimo  liecupem  da  Catania  -  Roeilato  nella  sodula  or- 

dinaria  dell'  .Vciad.  Gioeaia    il  di  28     novenibrc    182G  ed 

inserilo  iiel  vol.   3.  degll  Alti. 
Elogio  funebre  di  Lorenzo  Jlizz  /  e  Morelli-  Rccitato  nella  gran  sala 
deir  IJnivcrsita  di  Catania  il  di   19  uovembre   1S20  -  Cala- 

nia   1820,  dai  tipi  dei  Kegj    SUidj. 
Elogio  del  cav.  Giuseppe  Gioeni  dei  duchi  di  Angiii  -Va\Qvmo  1824 

•  Abbate.  5 


36 


Elogio  funebre  del  cav.  Michele  Alessi  Romeo  -  Recitato  il  d'l  29 
aprile  iSSy -Catania  Jai  torchi  dei  ff.  Sciato. 

Necrologia  del  canonico  Jut  niiio  Maddalena  -  Giornale  Letterario 
per  la  Sicilia  torn.  55  pag.   11 3. 

'Argomenti  di  Storia  di  Catania  divisati  in  jtitlura  ~  Giornale  del 
Gabbinetto  Letterario  fasc.  3.  marzo  i834.,  pag.  167- 
Continuazione  fasc.  5.  maggio    i834.,  pag.  32. 

Ragguaglio  di  un  quadro  a  mezza  Jigttra  delta  grandezza  natu- 
rale  ec.-dipinto  da  Giuseppe  Rapisardi  da  Catania  — 
Lellera  ad  Agostino  Gallo  -  Giornale  del  Gabbinetto  Let- 
terario fasc.  6.  e  7.  giugno  e  higlio  ,i834.  pag.   167. 

11  giubilo  del  giorno  natalizio  -  Quadro  ideate  ed  esegiiilo  da  Giu- 
seppe Rapisardi  -  Letlera  ad  Agostino  Ga//o  ~  Giornale 
del  Gabbinetto  Letterario  fasc.  6.  e  7.  pag.   112. 

Sopra  il  ritratto  delta  Contessa  Agala  Grifeo-Moncada  -  eseguilo 
da  Giuseppe  Rapisardi  eC'EHeaienii  per  la  Sicilia  n.4.7 
marzo  1837  pag.   171. 

Elementi  di  Morale  Universale,  o  Compendia  dei  doveri  dettVomo 
considerato  in  iutli  i  suoi  rapporli-  Libera  traduzione  dal 
francese  -  Catania  1S20,  nelle  stampe  de'Regj  Studj. 


mH»{iWWtitJ 


E  L  0  G  I  0 

DI 

ROSABIO  SCrDERI  BONACGORSI 

LETTO 

iay  ACCADEBOA  GIOENIA  DI  SQENZE  NATURALI 

NEILA  TOBIUTA  DEI  Q  AGOSTO 
DAL  SOCIO  ATTIVO 

PAOLO  DI-SIiCCKO  CASTOaiNA 


C"  'iTii  C^S-O 


■;^■.^1CC    r-v-- 


^m^^^^smm/m^® 


Oc  vongo  quest" oggi,  o  dotti  Gioonl,  ad  interrompcre 
per  poco  i  voslri  scriosi  scienlifici  travagli,  dovcndo 
consacrarc  alquante  parole  alia  mcmoria  di  uii  vostro 
benemorilo  coUega,  non  mi  ncghcrete  al  cerlo  la  vo- 
slra  allcnzione  in  adempicndo  un  sacro  dovcre  da  voi 
stcssi  imposlomi  nello  eleggormi  a  suo  successore;  do- 
verc  allroYC  ne' nosiri  staluti  sanzionato.  Ecco:  gli  c 
lutluoso  soggetto  di  qucslo  ologio  un  vosiro  onorcvolc 
socio ,  il  quale ,  o  vivcsso  riliralo  ncl  fondo  del  suo 
gabinello,  o  ne'  recessi  dolla  soliludine  canqioslre,  per- 
che  conlemplasse  piu  dappresso  gli  arcani  di  natura , 
si  moslro  scmpremai  conipreso  di  vivo  zelo  pi^  li  pro- 
grcssi  di  (piosta  scionlifica  socicla :  arricclu  infalti  di 
scelli  libri  la  biblioteca  del  gabinello  gioenio ;  fu  cullorc 
delle  scienzc  naluiali ,  amalor  forvido  degli  amciii  sludi, 
e  nelle  aili  genlili  olliuio  arcbeologo.  Cio  abbaslanza 
dimoslrano  le  coUezioni  da  lui  fallc  in  lai  rami  di 
umano  sapcre. 


38 

Ora  a  tali  carat tcristiche  voi  m'intendeste ;  vi  parlo 
del  dolt.  Rosario  Scuderi  Bonaccorsi ,  socio  attivo  e 
vice-direttorc  meritissirao,  il  quale,  non  ba  guari,  a  voi 
da  morte  fu  tollo ;  ed  a  cui  si  deve  1'  oaore  di  questa 
vostra  arnica  c  grata  ricordanza. 

Nacquelo  Scuderi  addi5  luglio  del  1762  in  Viagran- 
de,  patria  di  Francesco  Maria  Scuderi  e  di  Rosario  Scu- 
deri Quattrocclii,  noti  dovunque  ne' fasti  delle  scienze 
e  delle  Icttere ;  in  Viagrande,  comune  posto  al  nord 
di  Catania  sulle  \icinanze  del  famoso  Etna.  La  pace 
Leata  di  quel  luoglii  solinghi  ed  araeni ,  1'  acre  cam- 
peslre  e  puro,  il  sileuzio  profondo  che  da  per  tutlo  vi 
regna,  costituiscono  que'luoglu  i  piu  adalti  per  la  con- 
templazione  del  fiiosofo,  e  per  lo  studio  dell'uomo  di 
lettero.  Ma  intanto  che  questi  soggiorni  utili  riescono 
air  uomo  istruito  e  colto ,  di  mezzi  scarseggiano  che 
servir  potrebbono  un  giovane  delle  preliniinari  istru- 
zioni  norainenche  di  inia  sana  ed  esquisita  morale  cdu- 
cazione.  Tale  verita  dal  padre  dello  Scuderi  conosciuta,. 
a  vedere  dotato  il  figliuolo  delle  piu  belle  disposizioni 
di  spirito,  non  indugio  quegli  per  nulla  a  condiscen- 
dere  alia  bramosia  di  qiiesto  per  lo  sapere;  e  lui  con- 
dolto  in  Catania  fece  accontare  ne}  numero  dcgli  alunni 
in  questo  vescovil  seminario,  oveiapparo  i  primi  de- 
menti mentre  reggevalo  il  ch.  monsignor  Ventimiglia,, 
quell' uomo  che  ai  meriti  dello  spirito  le  virtuti  univa. 
del  cuorc,  seguitando  cosl  il  precetto  di  Platone,  il 
quale  voleva  che  si  collocassero  i  giovani  non  sccondo 
le  facolta  de'  loro  genitori,  ma  secondo  le  facolta  della 
loro  anima. 

Fioriva  allora  nella  nostra  patria  la  bclla  lettera- 
tura;  e  le  scienze  esatte  cominciavano  a  rischiarare 
di  lor  luce  il  nostro  orizzonte,   merce  le  conoscenze 


^9 

positive  (li  Giovanni  Agoslino  Decosmi,  cclcbrc  filologo 
siciliano ,  di  Vilo  Aniioo  c  di  Yilo  Coco,  sloriografi 
famosi,  di  Raimondo  Plalania ,  pocla  cd  oraloro  cclc- 
Lrc,  del  Baiuliora  e  dello  Sciacca,  osinii  letlerati:  iio- 
niini  luUi  scnirai  che  sognarono  iin  epoca  nienioral)ilc 
iici  fasti  della  palria  Ictteraliiva.  Tii  il  swlloilalo  Deco- 
smi clic  iiilrodiissc  appo  Jioi  i[  luiovo  metodo  anali- 
tico  di  studiai'c,  onde  soinmo  ulde  provcnne  alle  scuole 
attiiali;  c  graiidi  soccorsi  fitron  recati  ai  inetodi  dello 
uinano  apprendirncnlo.  E  fu  solio  la  direzione  di  (pie- 
sto  cliiaro  maestro  die  lo  Sciuleri  comincio  a  guslarc 
gli  sludi  aineni  della  bela  lelleratura ,  ornamenlo  c 
conforlo  alio  mcnti  occiipale  nelle  srienze  positive  c 
severe:  ed  egli  assaporaiido  le  dolcezzo  do'  padri  della 
lingua;  di  Daate  che  la  suhliino ,  di  Petrarca  die  la 
ingcnlili,  di  iJoccaccio  die  porfozioiiolla ,  giiinse  egli, 
con  istudiark  profoudamcnle,  al  posesso  della  riliorita 
lOr  favclla. 

La  do'la  lingna  del  Lazio  pur  cssa  fu  post-ia  iiii 
oggetto  di  suo  parficolare  studio ,  e  zdanlissimo  di- 
venne  ,*  c ,  a  meglio  dire ,  entusiasta  per  gli  scrillori 
felici  del  secolo  di  Auguslo.  Orazio  Tibullo  Properzio 
Ovidio,  die  faran  scmpre  findie  il  l)uon  guslo  non  sara 
spcnlo  le  delizic  degl'ingogni  fini,  furono  a  |)referenza 
a  I'li  ben  molto  a  cuore ,  c  li  approfondl  da  scnno , 
dimododie  di  epic  classici  c  valorosi  scrittori ,  i  tratti 
piu  erguti  c  le  massirac  piu  pure  a  mcmoiia  ripetea. 

l\k  tampoco  lo  Scuderi  alieno  fu  dagli  studi  della 
filosofia  0  delle  malemaliche;  cbe  ne  fu  anzi  amatorc 
che  no  cddissimo. 

Fornito  silfatlamcntc  di  bella  lelleratura,  cono- 
sccndo  il  nostro  accademico  col  Cesarolti ,  che  le  lel- 
tere  ban  bisogno  dello  appoggio  dcllc  scicnzc,  e  quc- 

2 


4o     ' 

ste  ullime  senza  Taiuto  ed  il  soccorso  delle  prime,  quan- 
tunque  in  se  stesse  sublimi,  secche  e  sterili  riescono, 
comincio  mano  mano  a  colUvare  Ic  scienze ,  ed  ap- 
plico  il  suo  iiitelletlo  alio  studio  della  giurisprudenza , 
mentrc  questo  era  appo  noi  in  fiore,  merce  i  lurainosi 
esempli  di  Antonio  Palerno-Castello  professore  di  Pan- 
delte,  di  Francesco  Pulvirenti  professore  di  sacri  Ca- 
noni,  di  Giuseppe  Lombardo,  di  Pietro  Maria  Ninfo, 
di  Antonino  Gostanzo,  di  Domenico  Puglisi  professore 
d' Instituzioni  canoniche,  di  Giuseppe  Urzi  professore  di 
storia  civile,  ed  infine  di  Leonardo  Gambino  che  reg- 
geva  la  cattedra  di  diritto  civile  e  di  natura,  e  che 
purancbe  nella  raetafisica  avea  rinomanza, 

Sotto  lascorta  di  quesfi  valent' uomini  lo  Scuderi, 
compiufo  il  corso  triennale,  addottorato  si  vide  in  legge 
in  questo  antico  e  fainoso  ginnasio.  Condottosi  quindi 
in  Palermo  ove  stanziono  per  ben  tre  aani,  si  pose 
sotto  la  disciplina  di  que'  giureperili  che  amarono  lo 
Scuderi,  e  lo  istituirono.  Di  la  portatosi  a  visitare  la 
bella  Partenope,  ed  indi  a  poco  nella  faniosa  Roma  se- 
de  in  ogni  tempo  delle  arti  belle,  lo  Scuderi  acquisto 
le  ampie  conoscenze  archeologiche ,  nonche  della  pit- 
tura  e  della  scultura.  Restituitosi  poscia  circa  1'  anno 
1787  nel  suolo  native,  vi  occupo  molte  ed  orrevoli 
cariche  serapre  con  onore  cd  impegno ,  dirigendo  le 
sue  mire  al  bene  comune.  E  come  altramenle  poteva 
addivenire,  vistoche  il  nostro  accademico  ben  coiosce- 
va,  gU  uomini  non  essere  uscili  di  mano  della  natura 
dotati  come  sono  di  talenti,  se  noa  se  per  tornarli  a 
vanlaggio  de'  loro  fratelli? 

Trascorsi  quivi  alquanti  anni  nei  riiiri  della  soh- 
tudine ,  fra  le  pacifiche  occupazioni  di  un  uomo  di 
lettere,  pensa  finalmente  fermare  la  sua  residenza  in 


4f 

Calania,  c  nel   lygS  vi    glungc.   Coniincia  in    qucsl'e- 
poca  il  nostro  Sciuleri  a  jnoslraro  la  sua    ardcuza  j)or 
lo  studio  dellc  cose  ualiirali ,    cd  assenibra   tullodi  dci 
materiali  onde    progrodirc  iicUc   sue   collozioni   di  og- 
gctti  di  storia  naturale,  e  libri,   iion    rispanuiaudo  al- 
J' iiopo  no  la  maiio  no  il  senno:   laond^'  possessore  ad- 
divienc  di  una  raccolla  di  rocco  e  di  mincrali  del  no- 
slro  Etna,  alia  quale  una  scconda  ne  aggiiinge  di  con- 
cluglic  scelte  e  di  crustacei,   e  dovizia   di    anibrc  sici- 
lianc  raccoglie:  v^   basta.  Da   ogiii    dove   acquislo  fa 
di  libri,  c  forma  una  scelta  librcria,  clie  conticne  noii 
mono  di  (re  niille  volumi,  ove  la   preziosita  dci   clas- 
sici  groci  e  dci  latini ,    e  le   prcgiale   e   ricercate  cdi- 
zioni  comraendevoli  e  nitide  clie  in  essa   si  rinvcngo- 
no,  una  delle  primarie  bibliotechc  parlicolari  la  costi- 
tiiiscono.  Nc  lo  Sciuleri  cotai  libri  cnslodiva  per  scm- 
plica  apparato,  dandoli  in  prcda  alia  palvore,  al  tarlo, 
od  a  voler  far  pompa  di   Icttcralo ,    ma  Icggcvali  stii- 
diavali :  e  fn  consuolo  di  acTOrciare    i  suoi    sonni  per 
consultare   gli   scrilfori    ncl   si'.cnzio    della   nottc.    Si  e 
cosi  cbe  quanlo  piii   c'  inoltriamo  a   delineare   la  vita 
del  collcga  c  deU'amico,  del  qnalc  piangiamo  la  per- 
dita,  semprc  meglio  lo  scoprianio  araatore  delle  letlere 
e  delle  scicnze. 

Sorgeva  intanto  in  Calania  c  per  opera  vostra,  cul- 
lori  bcnemcrili  delle  scicn^^e  nalurali ,  quosfa  socicta 
giocnia  che  oggidi  tan  to  grido  leva  di  so  prcsso  feslere 
nazioni:  e  lo  Scudcri  ne  fa  uno  dei  coniponeuti  non 
solo,  ma  il  posto  di  onorc  di  secondo  direttore  vi  tcn- 
nc.  No  fu  egli  ozioso  immczzo  a  voi:  imperoccbc  ri- 
gido  osscrvatore  de'  doveri  accademici  fu  uno  dei  pri- 
mi  a  Icggcrvi  in  qucsto  stesso  locale  quella  sua  dotla 
fatica  portante  per  tilolo:   Mernoria   su   i   segni  ndlu- 


42 

rail  meleorologici  dell'  Etna.  E  soffrile  per  poco  che 
io  in  quest' oggi  la  vi  riandi  faccndone  un  rapido  cenno. 
Id  essa  il  noslro  diiigentc  accademico  parla  pri- 
mamente  della  iililila  in  generale  della  scienza  meleo- 
rologica  divisando  cio  con  dolla  ed  antica  erudizione, 
sicclie  ci  fa  rilevare  questa  scienza,  ora  a  cuore  di 
Aristolile  di  Teofrasto  e  di  Epicnro ;  ora  su  dessa  i 
travagli  di  Gemino  Tolomoo  Dosileo  Eucheraone  Eu- 
dosso,  alia  nieiuoria  ci  richiaiija-  ed  ora  finalmente 
favorila  in  tutti  i  tempi  dai  dotti  doUe  piii  cospicue 
accademie  la  ci  mostra.  Ma  qui  bisogna  per  poco  ri- 
flettere  eke  Io  Scuderi  intende  solamente  parlarc  della 
meteorologia  fondata  su  i  fcnomeni  della  natura ,  e 
non  di  quella  derivata  dall'  astrologia  giiidiziaria ,  la 
quale  fa  spinia  dai  romaui  siao  alia  superslizione  alia 
stravaganza,  e  ciecamentc  adorata.  Passa  in  seguito  a 
dir  qualche  cosa  della  influenza  delle  meteore  sugli 
esseri  organici,  e  delle  cagioui  probabili  delle  slcsse, 
conyalidando  cio  coUe  varie  opinioni  dc'  filosofi  natu- 
ralisli:  finalmente  concbiude  (c  che  le  meteore  (ecca 
))  le  sue  parole)  sono  gli  agenti  universali  necessari 
))  alia  economia  delle  piante  c  degli  animali.  »  E  di 
vero  senza  il  concorso  d?lle  stesse,  e  senza  le  lor  va- 
rie combinazioni ,  che  mettono  il  tutto  in  movimento 
ed  in  azione,  la  natura  si  rimarrebbe  quasi  staziona- 
ria  inoperosa  inerte.  Inollre  fa  cbiaramente  osservare 
come  i  scgni  del  cielo  e  le  meteore  cambiano  secondo 
le  diverse  regioni  atmosfericbe,  e  come  le  cagioni  lo- 
cali,  modificano  le  generali:  e  cio  dimostra  passando 
in  disamina  i  vari  fenomeni  clie  succcdonsi  in  diverse 
regioni,  come  nel  Malabar  nell'Indostan  nel  Cororaan- 
del  nella  costa  orientale  dellQ  Indie,  e  nei  boschi  di 
Luxa. 


48 

Sccndc  ill  soguilo  a  doscvivcrc  la  posizionc  j2;eo- 
grafica  in  cui  I'Elna  siipcrbo  e  domiiialore  s"  innalza, 
c  cc  lo  prcscnia  come  la  spccola  nioleoroloi;ica  natu- 
ralc  della  intcra  Sicdia.  Ed  ollre  i  fenoinoiii  rbc  ([uc- 
slo  ha  di  conume  ctigli  allri  inonli  igiiivomi  del  gloljo, 
Ic  circoslanzc  singolaii  die  iiiiico  lo  rciidouo,  lo  Scu- 
dcri  ci  apjialcsa,  clie  lanlo  ])iu  oij;goll()  di  sludio  c  di 
altcnzione  lo  coslituiseono;  ci  descrivc  iiidi  mimiziosa- 
mente  i  scgni  da  lui  osscrvali  ncUa  plaga  mcridionalc 
di  csso  montc,  c  da  ([uolli  priiiiamentc  la  capo  i  quali 
a  quaiido  a  cpiando  indicaiio  lo  licvi  pi<>g;;o  la  neve 
la  gr.'iiidiiie  la  siccila  Ic  lenippslc  il  diagoiie ;  cd  in 
ultimo  passa  a  quoi  sogni  precursori  c  foriori  d'  impc- 
tuosis-simi  vonli  c  di  strepilose  hufcrc:  o  cliiiide  i  suoi 
ragioiuiri  moslrandoci  i  sogiii  moglio  rimaniievoli,  cioe 
i  globi  di  fiimo  denso  nero  agglomcralo,  con  forza  e 
vcemonza  oriitfafo  dal  craloro;  segiii  die  anminziano 
i  foiiomeni  piu  s(i'C])i[osi  del  noslro  Eliia,  le  future 
eruzioni,  o  i  tromuoli.  ]Mostrandosi  cosi  in  quesla  sua 
fatica  minuzioso  osscrvalorc  de'  cambiamonii  succcden- 
tisi  neU'azziirra  volta  dei  cioli,  o  sia,  olli;iio  niolcoro- 
logista  non  solo,  ma  uom  pienaincntc  lornito  di  vasta 
erudizione  anlica  c  moderna.  Questa  mcmoria  da  voi, 
o  illiistri  accadcrnici,  intcrcssante  pel  suo  subbiollo  sti- 
mala,  c  prcgcvolissiina  crcdula,  pcrclic  un  sislcma  di 
mctcoroloiiia  dell'  Elna  in  so  racchiiide  inlorno  a  cui 
sono  tulte  rivolle  lo  voslre  dolte  riocrcbo  .  fu  insonta 
Dei  voslri  voluiiii  affin  di  rcnderla  di  pubblica  ragionc 
e  per  mostrarc  in  pari  tempo  gli  onorati  sudori  di  un 
vostro  consocio. 

L' arcbcoloiria  inlanlo  c  lo  belle  arli,  cbe  sin  dai 
primi  tempi  de'  greci  c  dc'  roinaui  lurono  sempre  og- 


44 

gelto  di  studio  a  primi  lelterali;  giacche  costoro  dalle 
applicazioni  seriose  e  profondc,  che  tutte  riconcentrano 
le  facolta  mentali,  a  quelle  indi  ricorrono  ond' essere 
loro  di  pabolo  e  per  dar  Iregua  alio  spirito  di  gia  tra- 
vagliato ,  e  che  cercano  lalmenle  soUevarlo  con  isludi 
ameni  e  ddettevoli ,  si,  furon  1' arclieologia  e  le  belle 
arti  quelle  cbe  il  nostro  Scuderi  coltivo  con  ardore,  e 
lormarono  esse  oggelto  principale  delle  sue  applicazioni. 

Bastava  visitare  il  sue  soggiorno,  o  meglio  chia- 
inerai  il  sue  gabinelto  lutto  isloriato  di  pittuie,  ornato 
di  vasi  e  di  bassi  rilievi  per  Yenu-e  appieno  informati 
del  sue  gusto  per  1'  archeologia.  Ed  in  vero  cbi  non 
si  adda  a  siffatti  sludi  ed  alia  conoscenza  delle  nostra 
anliche  cose?  Elle  a  solo  rairarle  alletlano,  il  bello 
neir  animo  dolcemente  ci  cffigiano:  e  ricordandoci 
finalraente  la  nostra  antica  gentilezza,  ci  fanno  acqui- 
sfar  vanlo,  e  piacere  ci  danno  di  calcare  qucsto  clas- 
sico  suolo. 

Lo  Scuderi  viva  ed  ardente  mostro  la  sua  pas- 
sione  di  correr  dietro  a  tutte  le  cose  che  alcun  vesti- 
gio  si  avessero  di  bello  e  di  anticc:  ed  ei  a  mano  a 
inano  forma  il  suo  piccolo  museo  di  antiquaria. 

Or,  sebbene  non  avesse  coltivato  egli  ex-professo 
la  uumismatica,  pure  non  tralascio  di  raccogliere  nel 
fratterapo  delle  anticbe  monetc  romane  e  greco-sicole, 
lantocbe  conoscendolo  versato  in  siffalte  ricercbe  leru- 
dito  nostro  socio  Giuseppe  Alessi  molte  nionete  illu- 
strandone ,  alio  Scuderi  le  intitolava ,  con  cui  era  in 
istretta  amicizia  legato.  Abi  dolorose  riraembranze !  La 
e  stata  questa  un'  altra  perdita  per  noi,  ed  ba  lasciato 
un  vote  nella  Gioenia  e  nella  republica  delle  lettere, 
che  a  ripianarlo  vi  abbisogna  di  molto;  dappoiche  a 
delta  di  un  illustre  scrittore,  la  natura  madre  feconda 


4^ 

di  luUe  Ic  cose  e  clie  par  le  crei  sclicrzando ,  won 
produce  poi  un  iiomo  graiide  se  non  clic  a  liflessio- 
ne  Icnla  e  profoiida. 

Si  fu  per  le  belle  arti ,  cd  a  prefcrcnza  per  Ja 
pillura  die  il  nosfro  onidilo  anliquario  spiego  amore 
ed  impegno:  c  cio  appalesano  abbaslaiiza  le  sue  vasle 
collczioni  di  quadri  di  varie  scuole,  in  che  mollissiini 
originali  dei  piii  classici  pcnnolli  si  osservaiio.  Uuica 
forsc  in  Sicilia  era  la  sua  raccolla  delle  sfampe ,  c 
per  la  scclla  e  pel  nurneio  chc  ascende  a  piu  di  tre- 
millc  stampc  originali  d'  incisori  classici,  come  del  Rai- 
mondi  del  Salamanca  del  J\Iorglien;  cb' cgli  seppe  con 
avidila  raccogliere;  con  jnetodo  ed  csallezza  classilicarc 
e  cuslodire,  e  con  giud^io  dispone  secoudo  rcpoche 
corrisporidenli. 

Quel   cbe   per   aivcnlura   rcndcva   piu   progcvole 
quesla  sua  collezione  si  era  un  numero  di  quasi  quat- 
Irocenlo  abbozzctti  triginali  in  matila  ed  a  pastcllo  di 
celebratissinii  anion  de'  quali  lo  Scuderi  ne  era  gelo- 
sissimo  li   conser'ando  con  quella  riccrcala  delicalezza 
propria  solamenfe  di  quegli  uomLni  conoscitori  del  vero 
pregio  e  del  vtlore  di  siffalle  cose.  E  per  meglio  far 
conoscerc  la  sua  versalezza  in  lali  materie,  fa  mcslieri 
far  prosenfe  di  volo  la  sua  pregcvole  letlera  su  la  Ga- 
latea delinrala   da   RafTaclIo  nella  Farnesina ,    credula 
Venere  dd  marcliese  Giacomo  Ilaus.  Quesla  Icllcra  fu 
inlilolal?  al   socio  Giuseppe  Alessi,    Scriveva  Agoslino 
Gallo  rti  Palermo  insoguilo  alia  meraoria  sidla  vila  e 
le  oprre  del  marcliese  llaus,  e  ci  rammenlava  un  as- 
sai  conlo  opuscoletto  da  quegli  coniposto  sul  tanlo  fa- 
moso  dipinlo  in  cui  avviso  rapprcsenlarsi  il  (rionfo  di 
Galatea  scorlala  da  niufo  marine,  e  da  tritoni.  A  cio 
aggiunse  il  Gallo,  clic  il  M.  Haus  non  inleiuleva  ora- 


46 

raai  riconoscere  piu  ia  quel  dipinto  Galalea,  semplice 
ninfa;  ma  credca  piuttoslo  quel  cortcggio  piu  convc- 
niente  alia  dea  di  Gnido  e  di  Erice;  e  toglie  a  so- 
stenerc  qucsta  sua  opinione  con  qualche  esempio  e 
con  r  autorita  di  pochi  scrittori. 

Ora  il  nostro  accadcmico  fornito  di  rare  cogni- 
zioni  artisticlie  all'  uopo ,  e  non  dimentico  di  quel 
giusto  riguardo  che  dessi  al  merito  di  quel  valcntuo- 
mo,  esamina  dapprima  le  varic  opinioni,  trascrivendo 
i  passi  originali  dogli  autori  dclla  storia  pillorica  si 
antichi  che  moderni,  11  Yasari  il  Borgliini  il  Lanzi 
il  Wccb  il  Winckelnian,  i  quali  tutti  comprovano  es- 
sere  quel  dipinto  una  Galatei,  e  non  mai  una  Yenere 
Anadiomene  (*)  come  la  volen  I'Haus:  e  fra'  non  pochi 
scrittori  che  asseriscono  csser  qtclla  Galatea  del  Sanzio, 
vi  sono  tra'  primi  I'Hubero  il  Rest  il  Gaudelini  la  Yalle 
ed  il  Baglioni:  faccndo  lo  Scudencosi  conoscere  quanlo 
sul  proposito  si  e  creduto  per  lo  ?orso  di  lanti  tempi. 

Pur  di  cio  non  contento,  percht  le  autorita  possono 
spesso  spesso  abbagliare  trasciuandoci  'aellerrorc,  ci  ap- 
prescntaegli  un  particolarizzato  paralellt  di  confronto  tra 
la  rappresentanza  delta  Dea-  de'  dilctli  edegli  amori  con 
quella  della  Nereide  che  fu  oggctlo  I'l  derisione  a 
Luciano  nel  dialogo  dei  marini.  E  qui  m«lte  in  campo 
le  differenti  rappresentanze  che  in  varie  epoche  ne 
hanno  fatto  i  poeti,  da  cui  ricavansi  le  idee  mtloriche, 
cioe  un  Orfeo  un  Poliziano  un  Filoslrato  e  Darwin 
negli  amori  delle  piante;  come  ancora  dopo  li  aver 
fatto  conoscere  quanto  vari  pittori  hanno  praticalo  a 
tale  riguardo,  conchiiide,   che  il  corteggio  di  Gaialea 

(*)  Anadyomene,    participio  del  lerbo  medio  Anachjomai :  significa 
cmersa  o  vero  surta  dalle  onde. 


4i- 

e  slalo  scmpro  di  hitoni  c  ncrcidi  c  dt  marint;  nia 
clic  air  inconlro  poi  il  corlco  che  si  e  dai  poeli  lar- 
fijilo  a  Vencre,  lo  e  stato  som[)romai  dclle  ore,  di  /,;•- 
liro  c  di  una  milizia  di  amori,  come  ancora  quoi  dellc 
Grazip,  Ic  qiiali  al  dire  di  Lipsio  di  Foriiiilo  c  di  Apu- 
leo  soiio  compap;iic  iiidivisibili  dcllji  dea  dclia  bcliezza. 
Infatti  cosi  la  canlu  Orazio  in  ((iioi  \crsi 

Fervidus  tecum  puer^  et  soluiis 
Graliae  zonis,  propcrenlijue  mjmphce^ 
El  parwn  coniis  sine  tc  juvenlaa^ 
Mercuriusquc. 

Proscgnc  lo  Scudcri  a  moslrare  clio  il  carro  di 
Vencre  c  slalo  scin[)ro  tirato  da  Colombo  da  passeri  e 
da  bianchi  clgni,  convalidando  qucsto  asserlo  dell  aii- 
torila  di  vari  c  nou  coniuni  scrittori:  prcnicsso  qucsto 
va  sonnatainciite  a  dodiirrc  die  in  quel  dipiulo  del 
Sanzio  bisogua  ricouosccre  il  trioufo  di  Galatea,  c  nou 
gia  qiiello  di  Vencre  iiolla  guisa,  die  voleva  ultiina- 
mente  1'  Mans,  faccndo  qiicgli  le  sue  incraviglie,  come 
questi  abbia  potulo  cadoro  in  crrorc,  versatissimo  qual 
era  in  simili  licercho.  Qnivi  lo  Scudcri  non  solo  fa 
conosccrc  il  sno  gnsto  per  la  i)illiira,  c  Ic  sue  durate- 
applicazioni  all'oggeKo,  ma  scnipre  piu  scnsato  conosci- 
tore  di  lulti  i  biioni  ]M)eli  cd  aulori  latini  rivclasi. 

Ammirevolissimo  il  nnslro  socio  per  1  assidiiita  o 
diligcnza  ncl  coinpierc  i  doveri  accadcmici,  se  poi  dl 
molio  non  conlribul  con  snoi  scrilli  c  con  opcre  sue  al- 
ia rinomanza  di  questa  accadoinia.  queslo  avveniva 
perclie  conosceva  benissinio  (pianio  vi  abbisogna  a  far 
poco  :   nulla  nieno  verso  lei  un  sue  attaccamcalo,   cd. 


'4S 

iin  suo  amore  tali  erano  che  lo  renderanno  sempre 
meritevole  di  lode:  ed  una  prova  convincentissima  ne 
e  quella,  ch'egli  pensava  arricchirla  di  libri,  e  di  og- 
getti  di  sloria  naturale:  ma  forse  lo  spirito  d'interesse 
in  taluno  che  al  dire  di  Rochefoucauld,  fa  parlare  tutta 
sorta  di  lingue,  fece  sparire  quelle  carte  santissime  le 
quali  arrecavano  onor  sommo  al  vostro  collega  Scuderi. 
Ne  io  m'  induco  punto  a  credere  che  fosse  stata  una 
dolce  lusinga  quella  del  socio  nel  promesso  dono.  Voi 
lo  conosceste;  ed  il  suo  caratlere  ed  il  suo  cuore  sen- 
sibile  non  erano  nati  falti  a    cotal  modo    di  operare. 

Pcrcorsa  cosi  una  carricra  chiara  nelle  lettere,  od 
in  diversi  rami  di  uraano  sapcre,  ascritto  egli  alia  so- 
ciela  de'  curiosi  delta  natiira  di  Franckfort  sid  Meno, 
socio  deir  Accademia  agraria  di  Pesaro,  dell'Istiluto  Ar- 
cheologico  di  Roma,  delta  Val-Tiherina  in  s.  Sepolcro, 
dell'Arelina  del  Petrarca  in  Arezzo ,  e  di  molle  altre 
insigni  societa  scientifiche,  inlantoche  si  vivea  lonfano 
da  hrighe  ed  intrigo,  di  un  carattere  dolce  e  tranquil- 
lo ,  hramoso  sempre  di  giovare  attrui,  tenendo  aperto 
il  cuore  alt'  amicizia,  i  pensieri  alia  gratituduie,  adem- 
piendo  i  doveri  di  ottimo  cittadino,  giunto  all'  ela 
di  anni  76,  colto  da  micidiale  raalore  rede  vicino  il 
suo  trapasso ,  e  hen  conoscendosi  dal  nostro  filosofo 
la  morte  far  parte  del  nostro  essere ,  1'  attcnde  con 
tutto  coraggio,  con  tutta  la  tranquillita  di  uno  spirito 
ortodosso :  e  la  nelle  pacifiche  mura  del  villaggio,  ove 
respiro  le  prime  aure  di  vita,  e  fu  il  campo  delle  sue 
contemplazioni  sullo  studio  delta  nalura,  il  di  dodici 
gennaio  i838  lontano  da' suoi  piu  cari,  lira  le  ultime 
recate  di  morte. 

Lascia  pero  a  noi  J'  esempio  delle  sue  virtuti ,  e 


dellc  sue  IcUeraiic  fatichc ,  chc  vcrranno  mai  sempre 
cncorniate  ncl  profondo  dci  noslri  cuori;  c  la  sua  me- 
moria  torncra  sempre  carissiina  a  ciaschcduno  di  noi; 
imperocclie  diceva  il  Montaigne :  il  miglior  tribulo 
che  puo  rcndersi  alia  memoria  di  iin  uomo  di  Ict- 
tere  ,  si  e  il  dolore  c  la  ricordanza  de'  suoi  com- 
pagni. 


I    N    D    I     C     E 


»IH>3{OiC|Cllej 


Seimestre  Prlmo 


\     "3 


Relazione  Accademica  per  I  anno  xir^  del  A 
socio  Segrelario  generate  Antonino  ■ 
Di-Giucomo         ....  Pag.       t 

Delia  Zoologia  del  golfo  di  Catania.  Me- 
moria  seconda  sidle  Spugne  ,  del 
socio  altivo  Prqfessore  Carlo  Ge- 
mellaro     .  .  .  .  .  ((      36^ 

Sopra  /'  attitudine  detle  materie  rutconi- 
cfie  alle  arti  sussidiaric  dell  archi- 
teltura.  Disc  or  so  del  socio  altivo 
Prof.  Mario  Muswneci  .        i     4' 

Still'  apparecchio  digeslivo  in  taluni  Ga- 
steropodi  del  genere  bolla  di  Lin- 
neo.  Cenno  Jisiologico  del  socio  cor- 
rispondente  P.  D.  Giacomo  Mag- 
giore\Cassinese  .  .  .  .  i     ^^ 

Semestre  Seco.%'do 

Snll'  Ulivo  segiiilo  delta  Pomona  Etnea 
del  Soc.  corrispondente  Cav.  J  in- 
cenzo  Cordaro  Clarenza       .  .        %      8t 

Storia  Naturate  Jisiologica  e  medica  del 
vitlagese  dell' Etna.  Monoria  secon- 
da Storia  naturate  medica  genera- 


ii 

/e,  del  socio  aliivq  Giuseppe  Ant.  | 

Galvagni  .  .         .         .  Pag.  izi  I 

Catalogo  ragionato  delle  Conchiglie  viventi  * 

e  fossili   di  Sicilia    esislenti    nelle  j 

collezioni  del  doltor  Andrea    Ara-  \ 

das^  e  deir  esiinto  Abbq,t2  D.  Emi-  j 

liano    Gutladauro.    Lavoro    diretto  \ 

principalmente      a    jar     coiioscere 
le  specie  che  vivono    nel  golfo  di  '\ 

Catania^  e  nei  dintorni  di  essa  col  '• 

confronto  alio  stato  fossile^  compi- 
lalo  dal  SOCIO  attivo  Andrea  Ara-  \ 

das\  e  dal  socio  corrispondente  P.  | 

Z?,   Giacomo  Maggiore  Cassinese^  e  ' 

diviso  in   piii    memorie.     Memoria  i 

prima  'i^v"    ;.v.-\s\»ns   sj'Asb   ftiViV.nVsU       «    /-'J'y  , 

Teratobia  6  fistologia  dei  'Moslri.  Memoria 
seconda  Teratobia  degli  Acefali  o 
dei  mostri  utiiiari,  de[  socio  attivo 
Giuseppe  Ant.   Galvagni         .  .     '^  atg 

Sopra  i  terreni  di  Lognina  ,  Aci  Trezza 
e  Caste  lie.  Memoria  prima  del  so- 
cio corrispondente  Pompeo  Inter- 
landi  e  Sirugo  .  .  .  (C   i^o 

Su  di  im  nuovo  Lepidottero.  Letter  a  del 
socio  corrispondente  Oronzio  -  Ga- 
briele  Costa         ...  .        «  28-] 

Flora  dei  dintorni  di  Avola.  Memoria  pri- 
ma ^  che  contiene  i  Prolegomeni 
dell'  opera  del  socio  onorario  Giu- 
seppe Bianca         .  .  .  .      «  Sgd^ 

Catalogo  ragionato  delle  conchiglie  viventi 
e  fossili  di  Sicilia    esistenti    nelle 


collezwni  del  dottor  Andrea  Aradas  ' 

e  dell'  estinlo  yfbbale  D.  Emiliano 
Gulladauro.  Lavoro  diretlo  princi- 
palmcnle  a  far  conoscerc  le  specie 
die  vwono  nel  fjolj'o  di  Calania^  e 
nei  dintorni  di  essa^  col  confronlo 
alio  slalo  fossile^  compilalo  dal  so- 
cio attivo  Andrea  Aradas ,  e  dal 
socio  corrispondenle  P.  D,  Giaco- 
mo  Maggiore  Cassinese^  e  diviso  in 
pill  memorie.  Memoria  seconda  se- 
giiilo  dei  Gasteropodi  .  .  Pag.  34g 

Descrizione  di  alciini  Crustacei  uiiovi  del 
golj'o  di  Calania.  Memoria  del  so- 
cio collaboralore  Alessandro  Eiz- 
za    .         .  .  <  36^ 

ELOGI 

Elogio  del  Cav.  Can.   Giuseppe  Alessi  del 

socio  attivo  Andrea  Aradas  .  «     / 

Elogio  di  Rosario  Sciideri  Bonaccorsi  del 
socio  attivo  Paolo  Di-  Giacomo  Ca- 
storina       .         .         .         .         -         f-     3g 


v.. 


"^ 


C1.T£1TIA 

Per  PlETRO  GlVNTINI 

TIPOGRAFO  DELL'  ACCADEMIA  GIOKMA 
Piazza  del  Daomo  N-   i3 

.     1840 


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