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Dl SCI£!>[ZE I\ATURALI
IN
CATANIA
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ATTI
DI S€IEIVZE XATCRALI
7'OMO Xf.
0£7A1TIA
Per PiETao Giu:vtini
TIPOGRAFO DELL" ACCADEMIA GIOENIA
Piazza del Duomo i3
1839
IT
CAT A LOGO
>OCl ELETTI KELl' ANNO XV.
Nome, Cucnome, Patria, .Gu.vdo Accad. Giohno di Elezione
J) Corrisp.
Cap. Cav. D. Rosario'.Soc. Onorar}2i Febb. i83g.
Riccieri. Calania
Conte Porro da Milaiio
Prof. Balsanio da Mi-
lano
Prof. Alessandrini da
Bologna
Passarini da Firenze
Prof. Mazzi da Siena
Prof. Ferrucci. Gi-
nevra
Prof. Kiener. Parigi
Russeau. Parigi
Orbigni. Parigi
Guerin de Meneville.
Parigi
Marten S. Ange. Pa-
rigi
Prof. Semola. Napoh
ArcangeloScacchi.JSa-
poli
Bonaccossa. Torino
Prof. Giac'into Carena.
Torino
1
»
»
))
»
IV
Nome, CogsomEj Pateia,
Grado Accad. Gioeho di Elezionb
Filippo de Jorio. Pa
terno
Prof. Vitlorio della
Casa Padova
Barone Augusto Wal-
ter shausn. Baviera
Prof. Guglielmo JVeber
di Hall. Prussia
Cristiano Enrico Fede-
rico Voters di Blun-
pisburg inDanimarca
Prof. Giacomo Pnmo
di Cassel
Prof. Guglielmo Primo
Cassel
Prof. Jlbr edit di E ti-
ding. Prussia
Prof. Cav. Dahlmann.
Uollstein
Prof. Ewald. Gottinga
Prof. Errnanno Natu-
sius di Flundisburg
Prussia
Giuseppe Mamo. Malta
Isidoro Geofroi Saint
Hilaire. Parigi
Cav. Stefano Geofroi-
Soe. Corris.
2t Febb. t83g.
))
HOUE, C0GNOM£, PATniA, GbABO AcCAD
GioRNo m Eleziome
Sainl-Uilaire . Pari-
Giuseppe Maria Sliion.
Malta
Giovanni Carlo Grech
Delicata. Malta
Lorenzo Morgigni. Na-
poli
Bne Andrea Bivona.
Palermo
Doit. Natale de Jgrb.
Troina
Pad. D. Giuseppe La
Fla Cassinese. Ni-
cosia
Dott. Salvatore Apa.
■ Belpasso
Gaetano De - Gaetani.
Catania.
Dott. Malteo Borrello.
Catania
Dott. Aljio Pappalar-
do. Catania
Dott. Antonino P'inci.
Catania
Dott. Antonino Insin-
ga. Catania.
Soc. Corris.2/ Febb. iS3g.
VI
Nome, Cognome, Patria,
Grado Accad.
GlORNO DI EleZIOHE
Pistro Prevost. Ginevra
Soc.
Oiiorar.
21 Febb. i83q.
Sir Per rid Cons, della
Corie dei Conti Pa-
rigi
»
■%
Pad. Jbate D. Luicji
Basile Basiliano S.
Angela
T)
)
Dotl. Paolo Zanghi.
Messina
t
»
Bne Gaetano Guastel-
la. Chiaramonte
9
(C
S. E. il Marchesino </'
Andrea. Napoli
))
»
Dott. Pasquale Noce.
Catania
»
»
Cav. Antonino Alessi.
-
Catania
»
»
Cav. Giuseppe Cor da-
ro. Catania
»
»
Cav. Tommaso Amato.
Catania
))
\
Cav. Antonino Corvqja.
Catania
))
»
Dott. Salvatore De-Lu-
ca. Paler 7710
))
»
Prof. Gaetano Ursini.
Cata/iia
))
»
vu
NOKB, GOGPiOJIE, PaTRIA
Grado Accad.
GlORNO DI ElEZIORE
Dolt. Lw'gi Lanzirotli.Soc. Collab
Callanissella
Pietro Calcaru. Paler-
mo
Dolt. Calogero La Vac-
cava. Piazza
Gaelano Rizza. Cata-
nia
Domenico Cilalino. Ca-
tania
Rajfaele Alessi. Cata-
nia
Ignnzio Rapisarda. Ca-
tania
Salvatore Find. Ca
t a III a
Igiiazio Landoliiia. Ca
taiiia
Antonio Riccioli. Ca
t a Ilia
Luigi Lo Giudice. Ca
taiiia
Dott. f elpeau. Parigi Soc. Corn's.
Dott. Enquivol. Parigi
Dott. Cloquet. Parigi
Dolt. Cairoii da f it-
lard. Parigi.
21 Febb. i83g.
»
»
»
VIII
NoMf, COGNOME, PATRIA
Grado Accad.
GlORNO Dt ElEZIONE
DoU. Orjila. Parigi
Soc
con\sp.
at Febb. i83g.
Dott. Januaris. Pangi
))
»
Don. J. M. JF. Pielon
di Nuova Orleans.
America
»
»
DoU. J. Sydney Donne
di Nuova larch. \ A-
merica
»
»
Antonio Schejnbri. Mal-
ta
J)
■%
Cav. D. Felice Santan-
gelo Sopra-Intenden-
te Generate dellAl-
bergo dsiPoveri Na-
poll
Soc
onorar.
t
Cav. Don Michele San-
iangelo. Napoli.
»
»
Doit. Francesco Paolo
Scimonelli. Palermo
»
»
Bne Fincenzo Cesadi.
Milano
Soc.
corrisp.
»
Fitlori Ghiliani. To-
rino
»
»
Sig. De Caumont Pre-
sidente del Congres-
so di Clermont Fer-
rand
))
5
IX
Nome, Cognome, Patria
Grado Accad.
GlORNO DI ElezWNE
Pof. Giardini. Napoli Soc. Corn's.
2/ Febd. fSdg.
Siff. Iffii. Echevalleij
de Rivaz. Napoli
))
■»
Luciano Fiorenlino. Ca-
tania
»
»
Dotl. Baldassare Piaz-
za di Palermo Reg.
Proc. del Trib. Civ.
di Catania
5)
»
Cav. D. Giuseppe Pa-
risi Intendenle della
Provincia Catania. 1
Napoli.
Soc. Altivo
»
Prof. Melloni. Napoli. ,
Soc. Corris.
f4 Nov. i83q.
Sig. de Gasper in Pari
di Francia. Partgi.
»
»
^rof. Cav. Luigi de
Ruggiero. Napoli.
»
))
Sig. Antonio Claudio
Falens di Fersuil-
les.
Soc. Onorar.
»
Madama Giulia Cele-
ste Rosa Falery di
Verailles
Soc. Corris.
»
Sig.Federico Cailliaud
di Nantes
»
B
Dotl. Giuseppe Grasso
Nome, Cognome, Patria,
Grado Accad.
GlORNO DI ElEZIONB
Cacopardo. Messina
Sac.
Cor r is.
id Nov. }83g.
Cav. Francesco Cori-
gliano di Rignano.
NapoU
))
i
M. Holt Match ensic
membra della So-
cieta Asiatica di
Londra e Presiden-
ie del Comilalo di
agricoltura e dipr-
iicoltura Jormato nel
seno di questa So-
cietd
)
»
Sig. Filippo Le Bas
membra dell' Istitu-
to di Francia
Soc. Onorar.
)
Membri del Comitato
CARICIIE ACC4DEIIIICIIE
PER h AX.\0 XV. e XVI.
Primo Diretlore Cav. Giuseppe Parisi
Secondo Diretlore Prof. JiUonino Di Giacomo
Segretario Generate Padre D. Gregorio Barnaba
La Fia Priore Cassinese.
Prof. Mario Musumeci
Principe Faldisavoja
Dott. Alfo Bonanno
Dott. Salvatore Leonardi
Dott. Bartolomeo Rapisarda
Dolt. Antonino Del Giudice
Segretario alia Sezione di Sforia Naturale confer-
mato il Dolt. Domenico Orsini
Segretario alia Sezione di scienze fisiche conferma-
lo Dolt. Giuseppe Antonio Galvagni
Cassierc delP Accademia confermato Gaspare Gam-
bino.
Diretlore del Gabinelto di storia naturale confer-
mato il Prof. Carlo Gemmellaro
Bibliolecario confermato il Socio Dott. Salvatore
Leonardi
Diretlore delle stampe confertnalo il Prof. Antonio
Di-Giacomo coll' ajulo dei socii Giuseppe An-
tonio Galvagni., e Prof. Euplio Reina.
A,^^'.
DEIL' ACGADEMIA GIOEi\Li
ei SOEK3S HATUHAII
VOL, XF.—SEJU. I.
RELAZIONE ACCADE^fiCA
PER l'ARNO XIV.
BELLA
ACCADEinA GIOEXIA
90C. StCUTAMO OE5EILU.E I
i
ANTONIITO DI GIACOHO \
Um SELLA TOENATA DEI 3o lOAGGIO l83S.
@#@@#®®@#®@#@@@®®@®#®@®®@#
Est en!m animoram ingenioram^e
paturalc quoddam quasi pabulum
consideratio. conlemplatioque iNa-
lurffi. . . . erigimur, latiores fie-
ri videmur.
M. T. CicER. Accademior:
Quoestionuia lib. 4'
ISi, che lo 'studio dclle cose natiirali e insito alia
nostra slcssa natura. Esseri ponsanfi, abitatori di un
gloho, in cui lullo cio die ci circonda iiileressa in
qualchc parte la nostra csistcnza, noi non possiamo
far di manco di prcslare i nostri sensi e diiiggere
le nostre attcnte ricerclie sopra quclli oggetti, clie nel
vortice generate pin da vicino cialfettano; e ci sem-
Ijra avvivarei, cspandere le nostre aiiime e satoUarci,
se mi e permesso il dirlo, dclle ricercbe e delle con-
Icmplazioni delta natura.
Qiicsto irrefrcnabile pcndio e la. sorgente feconda
<li liitte le umaae cognizioni e scoperte, e la via in-
rallibilo clie al sapere conduce ed alia verita, cbe
per (pianto laboriosi e disastrosi si fossero gli studi
natuiali, per quaato occuUi ixnpenelrabili gli arcani
— 2 —
dcUa natura, altrettanto d'insistenza e di costanza vi
oppone il filosofo naturalisla, clie tutti brava i disa-
slri onde venire a capo dell' intento prediletto. E di
vero rifugge 1' animo al ricordarsi quante gravose fati-
che soslener dovettcro gl' illustri e benemerili cam-
pioni dcllo studio dolla natura nei loro viaggi attor-
no al globo, e sotto dubbio cielo, e sugli inaccessi-
bili eccelsi cacurai di famose niontagne, e per il cu-
po e profondo oceano, e nell' immenso spazio dell'
istabile atmosfcra, se 1' idea non vi si accompagni
di quel naturale instinto a sifatte ricerche, o meglio
di un certo interno compiacimento nello inlraprender-
le. Perlocbc a ben ragione asseriva 1' oratore di Ro-
ma, die le contemplazioni della natura sono quasi
alimento degli animi e degl' ingegni; e che il colti-
vare sifalti sludi arreca all' animo un certo diletto:
tndagatio ipsa reriim turn maximarum^ turn eiiam
occultissimarum habet oblectationem ( ibidem ).
Di cio, voi illustri Sect, esemplo luniinoso ne
foste in questo anno istesso raalaugurato e mcmore-
vole. Mentre le raalconsigliate opinioni di pochi tor-
bidavano da una parte il bel sereno della socievole
tranquillita, ed il pestifero morbo dall' altra mieteva a
gran falce migliaja di vittime d' ogni condizione, op-
pressi da doppio marte, voi si tirati dal naturale pen-
dio i prediletti studi non abbandonaste; e quasi in
quel stessi giorni di trambusto il Rappresentante la
Sovrana Autorita degno visitare le vostre dotte ma
leggittime congreghe, e rilevanti riguardi ebbe per
voi, e lodi profuse alia vostra istituzione.
Quindi le amenita accaderaiche di quest' anno, di
che io v' inter tengo, (che cosi cbianiava il chiaris.
— 3 —
botanico di Upsal le piu inlralciati e sublimi discet-
lazioni sugli oggetti natural! ), vieppiu interessanti ad-
divengono di quelle degli anni pacifici che Y ban
prccedulo. Ne lasciano di eslendcrsi a tutte e Ire le
vaste regioni cbe ii globo terraqueo compongono; la
terra cioe, il mare, l' atmosfera, Perlocbe io, per
esser chiaro nell' csporvele, degli oggetti terreetri pri-
mo terrovvi raggionamento, ed indi di quelli, cbe o
ai mari o all' aere si apparlengono. Pregovi intanto
a volermi conccdere la vostra cortese attenzione, tenen-
domi per iscusato, se nei minuti necessari dettagli,
in cui doM-o imbaltermi pel corso del dire, sembre-
rovvi talora sterile od ozioso.
La natura inorganica precedette di gran lunga la na-
tura organizzata, e fu alia seconda di base e di sos-
lentamento; quindi il gcognosla ricerco in primo luo-
go, avvcgnaclie di varie ipolesi avviluppata presso i
grcci filosofi nonclie presso i modcrni, la fattura del
nostro globo, ossia lo scbeletro, ove un movimento
di congregazione maggiore^ al dir diBacone (motus con-
gregalionis majons)^ c per la via del fuoco, e per quel-
la del sedimento delle acque oceanicbe, le diverse
recce ed i lerreni succcssivi, cbe 1' un sull' altro si
addossano, ci venne organizzando, e quclli pure, cbe
dalla distruzione dci priini in varie epoclie delta na-
liu-a si riformano. Queslo studio ai di nostd basato
sulla esatta osscrv'azione, nicrce le faticlie di gcni
immortab, ba proccdulo dal noto all' incognito, c la
geologia ba saputo mcglio addenlrarsi nell' arcana
formazione del globo Icrrcstre, e diflorenziare le varie
epocbe di formazione del lerreni, slabilcndo dei da-
li pressocbe infaUibili. La bella Sicilia appendice del-
-4-
r Italia non era ancora in tutta la sua coslrutiura:
geogaostica abbastanza conosciuta, e ricercata. Ma
il laborioso soc. C. Gemellaro colle sue piccole pere-
grinazioni attorno 1' isola, ci ba dato delle nuove
contezze della sua coslrutiura; e ci ba letto in questo
anno una memoria sul terreno di Carcaci e di Troi-
na ■ che forma il seguito delle sue antecedenti geo-
gnostico-sicule inserite negli Atti accademici della Gioe-
nia.
Tra il terreno terziario del val di Nolo, ci dice,
e la catena dei monti Erei, ossia tra la formazione
del calcario Ibreo, e quelle del Giura cbe si slende
sopra le anticbe rocce del valle di Messina, un grup-
po di montagne si frappongouo, come quelle di Ju-
dica, i colli di Centorbe, e Regalbulo., quelli di Car-
caci 8 Placa, e le terre di Troina. Dalla parte occi-
denlale dell' Etna e di Carcaci il terreno e coperto
da innuraerevoli correnti di lave vulcaniche erutlale
da altrettanti conici monticelli, fra i quali raonte Minar-
do, cbe sembra essere uno dei piu bassi craleri dell'
Etna. Quesle correnti di fuoco vulcanico confinano in
Carcaci colle formazioni nettunicbe, perlocbe il mae-
stoso Simeto cbe dal lato occidentale del monte di-
scende, ba dovuto alquante volte cedere il loco alio
lave, e ritorcendo il suo corso, e cambiando il suo
letto ba formato delle frane nelle anticbe lave, e
quindi osservasi il rinomato Sallo del pecorajo^ le Fol-
te di calandritto ed in fine la cascata delle intere acque
del Simeto forraantq A Salto di pulicello^ cosi detto
I Sul terrono di Carcaci, e di Troina. Memoria letta nella torna»
ordinaria dei i5 febbr. i838.
(leir altezza di palmi cento circa, che non la cede
alia rinomala cascata di Tivoli. Occupa pure una
grande eslensionc di suolo in quella tenuta la lava
prismatica, clic addimostra csscre la piii antica in
<piel sito, c sopratutto poncndolaa paragone di quel-
la che forma il Sulto del pecorajo, scorsa probabilmenle
nel 1823. Un' argilla plastica, bluaslra dutlile e fi-
na al tullo si giacc sotlo all' antica lava prismatica;
e nella monlagna di Cenlorbi, per Siid e Sud-Est,
rilroA'asi la gran forinazione dell argilla blii di Sici-
lia, con gessi e zolfi. Da Carcaci a Troina continua
il gres, il calcario oolilico; e solto, la niarna bluas-
lra rossa violeila, larenaria, 1 argilla. E qui I'auto-
ic non avoudo poiulo rinveuire per nulla delle con-
ehiglie fossili i , onde assegnare, con sicura guida
geologica; 1' epoca di fnrniazionc ai terreni desoritti,
agli altri non men dubbi caraltcri si appiglia della
reciproca giacitura delle rocce, e con lungo ragiona-
menlo gcologico, sotlo la scoria di Omalius d' Hal-
loy e dei modorni geologi, giudica come segue. Es-
sendosi conosciulo, ei dice, in Sicilia qual lerreno
secondario quello di Judica, di Rammacca, di Torci-
si e di Scalpello, cui c slalo assegnato il posto del-
lajormazione della crela ancbe dal ch. Coslant-Prevost
il quale da monle s. Giuliano di Trapani , monte
Inico. Sferracavallo, Capulo, Mezzojuso, Caslro-Nuovo.
CallauUiro, Sclafani, Golesano, Caltanissella sino a
1 1 1.1 rgii ritrovato in qnalchc piccolo alveo di torrente, ma no!>
gid nella roccia, un' aslrea, delle spine del cilariJes claviqer. due
ummoniti iin peclen qiiinquccostatus. due Ironchus cjirroideil una
luritclla, un cerithium, una cassis, una cassidan'a. ed mia votula.
Nella roccia poi riaTemie in posto la so|a nummulile.
— 5 —
Judica lo fa continuare; ed essendosi osservato anco-
ra, secondo lo stesso Gemmellaro, un tal lerreno nel
val di Noto e precisamente in Boschitello di Vezzini ,
sottoposto al calcareo ILIeo e forse esistente sino al
Capo Pachino, ne conseguila, che a cominciar da Cen-
torbe ed includendo tutto il descritto territorio di Troi-
na, quei terreni debbono riferirsi alle inferiori rocce
della formazione della creta, ed alle superiori del giu-
rassico. Quindi per la giacitura delle rocce della Si-
cilia sembra oramai dimostrato, che lo gneis il micasci-
slo, lo scisto argilloso, la grauvacca, ed il gres antra-
ciiero della provincia di Messina non formino, che
una sene di rocce paralelle a quelle della Cala-
bria; che il terreno giurassico ad essi si appoggia for-
mando una linea da levante a ponente , cominciando
da Tauromma sino a s. Giuliano di Trapani e forman-
do r alto terreno di Sicilia con mandare qualche brac-
cio di continuazione verso Sud; chela formazione del-
la creta e stata la prima ad appoggiarsi alia roccia
guirassica longitudinalmente da Ovest ad Est; che a
questa formazione sono venuti sopra finalraente, per
mezzo giorno e per levante, il calcario terziario Ibleo,
e per mezzo giorno e parte di ponente la gran forma-
zione dell' argilla bin dell' isola.
E pria di por termine alia sua memoria, ama il no-
stro geologo portare apposita spiegazione sulla natura
del calcario di s. Giovanni nella montagna Centorbia-
na, il quale presenta nella massa della calce solfata in
lamine , e della strontiana solfata , come pure
della calce carbonata in cristalli nelle piccole
geodi che contiene. Rarissimi sono gli esempi
nei terreni primitivi delle Alpi di Savoja di si-
— 7 —
fatti minerali, dal Barelli raccolli, ne in tutlo il trat-
lo delle forraazioni calcaree di Sicilia nel val di Nolo
unqnamai rinvenuli. Sono mcglio tai namerali di per-
iinenza di quel terreni, dove lo zolfo si giace, e coni-
inunissimi poi all' argilla blu del Tal di Blazzara ove
scavansi Ic zolfaro. Or comecbe il calcareo terziario
di s. Giovanni c della monlagna Ccntorbiana posa per
mczzogiorno sulla formazione dell' argilla blu ecu lo
zolfo, la quale per ponente fra Ccntorbe e Bruca si
avanza c passa dalla parte opposla circondando quasi
la monlagna di Ccntorbe, e la cava del calcareo di s.
Gio\anni c sita in mezzo a questa formazione, cosi
il nostro geologo coglie il dcstro dclla spiegazione,
die i solfati di calce e di strontiana in lamine, ed
in geodi nel seno del calcaico ncttunico rinvenuti,
possono bene esscre il prodotto dell' accensione dello
zolfo sofloposto, e dello svolgimcnfo, come cgli dice,
deir acido zolforico, noncbe della decomposizione del
carbonalo calcare.
Ma se, come abbiam vcduto, variate ricerche geo-
logicbe abbisognano per class ificare i terreni, che
mancano di concliiolili, non cosi addiviene, dove
questi muli abitatori dell' antico oceano riboccano
anzicbe no; e di mollissirai abbonda la nostra isola.
Quindi la nostra diligente socia corrispondenle Mada-
ma Power sullc conchiglie fossili dei contorni di Mi-
lazzo ci ha tenuto ragionamento ' . Dietro i trava-
gli dei moderni suUe orme del conte Brocchi fCon-
cliiologia fossile subappennina ) si sludiano i fos-
I Cenno sdIIc conchiglie fossili dei CODforni di Rlilazzo. Lctto nef-
la tornata dei 21 dicembrc iS^*].
-. 8 ^
sili aninialf onde studiare le formazioni, e 1' ela ve-
re delle varie rocce. Quindi la zelante Autrice le coo-
chioliti di Milazzo ci novcra per classificare insierae
la natura di quel terreno. E di vero i Soci gioeni,
uon nuovi in sifalle ricerche, e di molte conchiglie
0 di moUi cjtiafrupedi fossili ragionarono sin dal pri-
ino anno dei loro Iravagli; ed io ed i soci Gemmel-
laro, Alessi, Maravigna ec. doni, ne femmo al no-
stro Gabinelto. Rapporta dunque ella come sali(a per
quel valichi verso il centre del Capo di Melazzo,
una sabhia calcare rinvenne formata da minutissimi
frantumi( sono le sue espressioni ), di molte conchi-
glie non detorminabili; dove qualche buccino, qual-
che ivochus: de' turbo microscopici, qualche cerithi-
nm, de' denial/s e dei tritumi di serbule potevan so-
lo riconoscersi. E quosta sabbia mista a frantumi di
gaes, ed a lamine di mica provegenti dal detrito del-
la roecia primitiva. Or in quel sito giacciono fram-
misti alia stessa sabbia le conchioliti determinabili,
intere ed in grappi, e ncllo stato di frescliczza, clie
le diresti quasi viventi, e di quelle esistenti tuttora
nei mare siciliano. Sono queste molte spiecie della
classe de gasteropodi, degli acefali, dei brachiopodi,
dei cirripodi ec. cbe lungo sarebbe 1' enumerare.
Soprasta un tale deposito ad un calcario piu an-
lico a volerlo giudicare dai caratteri orittognostici,
c per la sua giacitura e per le conchiglie fossili che
contieno quasi distrutte e di che spesso la interna
forma solamente ne esiste; calcario compatto a gra-
na grossolana, color grigio, che non conliene vesti-
gio 0 reliquie alcune di testacei, appartenenti ai ter-
reni di altra opoca, menoche alia terziaria. Giace in
— 9 -
fine qiiosla roccia calcarea sullo f^ncis c forte alio
stcsso aderisce da coiuliir scco i iiantumi sc dallo
sfesso la stacchi. Periodic opina la saggia Aulrice,
chc sifatii tosiacei ad mi pcriodo postcriorc al lerzia-
rio appcrtcncr si dovcsscro, cd a^sai piu recenle di
qiicllo.
Sopra qneslo calcareo torziario, in allro site della
Sicilia, non iin nuovo doposilo di ahitalori delle acque^
ma un allro lonomcno di fuoco ad osservar ci gui-
<la il soc. corr. Interlandi c Sinigo ' Al mezzogior-
no di Calania ed alia dislanza di diciolto niiglia circa
lino alio ciglione di roccia calcarea da poueiile a Ic-
vaiile discende, c forma il margine moridionale al
terrene alluviale dclto la plana di Catania^ chiude il
siio golfo, cd innollrasi in mare formando il famo-
so Capo Sifonio (Xiphomian) oggi Capo di s. Croce.
Tel vedi ancora come i greci il dcscrissero, prende-
re la donominazionc dalla sua forma a foggia di
piinia di spada, dcnorainazione chc a null' allro pro-
monlorio nieno clie a quello comp^'ler puossi, Sulla
parlc piu emincnte di qucsla roccia calcarea, oggi
Agnone, do\e era iin tempo l' anfica Miirgaiitium ,
rilrovansi dei basalti globulari con scorza vetrosa
( geodi vulcaniche ), clie ne occiipano il cucuccio,
Jiel mentrc chc una corrcnlc di lava signoreggia
(jueir altura, c franlnmi e tiifi vulcauici stanziano
sino al basso al calcareo framniisti, c varie brecce
calcaree, cd il piperino pirosscnico vi compongono.
I Memoria sopra i Basalti globulari del Morgo Iclta nella tornata
ilei 29 giugno 1837.
2
10
Or dcUa origine di tai basalti globulari, delta sua
giacitiira, e della lenta decoraposizione iraprende a
ragionare il nostro corrispondente. E qui rifrustando
di volo ie note opiuioni suUa genesi del basaltc pri-
sraatico, neltunica, o plotonica, alia seconda si ap-
piglia; e da al basalte primatico la stessa origine dal
fuoco, come al trapp, al porfido, al granito, che ter-
reai piroici a differenza dei vulcanici ama nominare.
Credo dai basalti prisraatici avere suo nascimento
il basalte globulare in discorso , e formalo lo
vuole da un nuovo fuoco vulcanico, il quale agen-
do suir autica roccia basaltica sottostante, e la via
aprendosi attraverso il lerreno calcareo, dalla gola
vulcanica espella fuori e cenere c sabbia dapprima,
indi la lava ed i basalti sferici, cbe sempre conscrva-
no, abbencbe in parte mutati, i caratteri del basalte
piroico. Ripete la forma globulare di queste geodi dal-
la disarticolazione delle colonnette del basalte prisma-
tico, semifuse e ritondate dal fuoco del vulcano; per
cui la superficie esterna vetrosa come all' obsidiana
prescnlauo. Ne difficile all' osservatore riesce il rinve-
nirne fra quelle bombe semifuse di alquante, cbe la
forma primitiva prismatica mantengano, awegnacbe
rifusa e quasi vetrosa si abbiano la superficie. Daf
cbe ne conseguita cbe quel basalti globulari sono poste-
riori al terrcuo terziario. Ragiona in seguito l' Autore
come la miscela dclle diie rocce calcarea e vulcanica
per doppia cagione avvenisse, e per la mescolanza nel-
lo scoppio del vulcano dei frantumi del calcareo colla
lava fluida; e per lo sentimento in seguito e lo in-
filtramenlo delle acque sature di calce carbonata at-
traverso i terreni pirogenici ; per cosi renders! piu
clie chiaro, chc il fuoco c 1' acqua sono i clue gran-
diosi cHicaci agcnli onde i terrcni si fonnano. La dislru-
zionc in fine dei basal li globulari c dagli agenli inelco-
rologici vione ad effeltuarsi. II ferro ossidalo abbon-
devolc nclia coiupagc del basaltc, viemeglio ossidan-
dosi dair agonic atraosfcrico, passa a divenire ossido
rosso sopratullo alia supcrllcic di quei globi; daccbe
la compagc dclla roccia si discioglie, porosa friabile
polverulcnia addivioiic; o la crosta vclrosa e la pri-
ma a soflbrirnc 1' iullucuza distriiggilricc.
Cosi la natura si rinnovclla incessautaraente, dislrug-
ge per riprodurre, anzi la dislnizione stessa non e cbe
riproduziono. I focolari vulcanici rifondono le iiilerne
rocce od anlicbo per vomilarle in lave alia superficie
del giobo; le lave sprsso devaslano lerreni fcrtili anzi-
clie no; ma la disfruzione stessa delle lave non e clic
I'ormazione di noNcUi lerreni clie tuUa presenlano la
forlilila. Impcroccbe nei lerreni vulcanici dislrulti sem-
i)ra die la nalura si riabelll c rinvigorisca; la vegela-
zione di lai luogbi novelli o rigogliusa forle, le piante
si colorano verde carico, spandono vitilila, producono
dei variopinli fiori e dei!e frulla sapidissime; e la ra-
gionc la piii cfllcaco delta fertilila della Sicilia, ( dove
la milologia dogli anlicbi cbe raccbiudos a il vero sollo
la favola, destinava a pascersi i bovi del Sole), sem-
bra di csserc in gran parte quella cbe i lerreni vul-
canici vi soprabbondino. Conciossiacbe se i vecclii
lerreni primilivi e secondarii e le rocce ncKuniche
colic rcccnti vulcaniclie lu confronti. \cdi a prima giun-
la, cbe quolliinveccbiano niciilrc qucsli riugiovanisco-
no. Quindi il soc. C. Gemmcllaro la caggionc ricerca
della ferlilita dell' isola nostra nclla natura geognosti-
— 12 -
ca dci terreni di cui si componc ' Come colui, che
la goognosia dcUa Sicilia percorsa si abbia, mette a
cbiaia luce la nalura dci lerreni nei diversi siti dell'
isola, a comiiiciar della formazione primitiva sino al-
le terziarie cd alio vulcaiiiche. Osserva conae il terre-
no di periodo priiiiilivo c di Iransione poco o nulla
adatto alia vegelazionc, c scarso in Sicilia da Messi-
na a Caslrorcalc, scbbcne abbondi di miniere; come
il secondario piu fertile molli boscbi vi alimcnli; e
com3 il Icrziario, 1' alluviale, il vulcanico, dileUo a
Cerere ed a Pomona, occupi a preferenza quasi di
cinque sesle, la maggior superficie dell' isola la piu
fertile del modilerraneo. Iniporocclie lolto il ])iccolo
hraccio della catena degli Appcninini della Calabria,
cbe passa a forraare il tcrreno elevato del settenttrio-
ne della Sicilia da Blessina lungo la costa del mar
tirreuo sino ai dintorni di Palermo e di Trapani ter-
reno primitivo e secondario, e cbe non forma cbe
il sesto deir isola, tullo il suo rimanente non prescn-
ta cbe terziarie formazioni interrotte a quando a quan-
do da qualcbe crcste cbe si elevano di calcare secon-
dario. (( Cosi ( sono le sue parole ), le vallate del
« Lilibeo, la ridenle Parlinico, la plana dci Greci, le
« campagne di Conlcssa e di CaltabcUotla 1' anlico
« e fertile suolo Agrigenlino, il vasto Iratto irrigato
(( dair Iraera meridionalc, i carapi di Caltanissetta
(c di Enna di Aggira, le lerre Centuripine e di Ni-
ce cosia, e la Puglia della Sicdia la vasta plana di
c( Caltagiroue c di Catania, sono i terreni cbe cele-
I Sulla caCsa geognostica della ferlilita di Sicilia. Memoria lelta
pella tornata ordinaria dei 2 Novembre iSSy.
-^ i3 —
t brc ban reso seniprc e rinoraata la ferlilila dcU'
''. isola nostra)). Arrogi a qucsti campi flcgrei prodol-
lo (legli csliuli vulcani del val di Nolo e di altri pun-
li dclla Trinacria, iionclio dell' ardcntc macsloso e
lerribile Etna, rcccnli formazioni clic sul tcrreno ler-
ziario spcsso Irasconono, c cbc dcstrudcndosi il piii
fertile tcrrcuo dell' isola costiluiscono, c ti avrai sen-
za fallo la dimostrazioiie della slessa. Or si die cbia-
ro riluce pcrclie 1' isola nostra dispulata si vide ncl
volgcr del tempo dai Sicani e dai Sicoli, dai Fcnici
c dai Greci, dalle armi polcnli del Carlagincsi e dci
lloinani, dagli Iinpcralori d' Uricnte e dai Saraceni,
dai (jucsli e dai Norniani ec.
Bla non c T utile sollanto, cbe il naliiralisla ripe-
te dalle piantc nnilliformi, c dalla fertilila della ter-
ra, oiulo adallarlo ai varl hiscigni della vita c della
socielii. YA ciirioso semprc piu, si addciilra ncUo stu-
dio della fitologia, c l' arcano raistero della vegela-
zionc ricerca uellc diverse parli e nelle varie funzio-
ni de' vegclabili, niislcro parinienie nascoslo agli iio^
mini, cbo la vita stessa dcgli atiimali c dell' ucmo;
tanla e in lui la innata curiosila dolle cose nalurali.
Dalle osservazioni passa alle induzioni, dai fatti par-
licolari risalc ai principi general!, dall' eaipirismo al-
ia tcoria, cd ob! fosse egli cosi inteinperanle nell' os-
servare, qiianto lo e nel concbiudcre! II noslro see,
corr. pero Padre Tornanibene casincse disamina con
molto giudizio la motilila dclla Porlieria IJi/groinetra *
I Sulla molilita dolla PorKeria Ilygromelra memoria lella nella
lornata dei ai Diccmbrc iSSy
-a —
in una sua seconda memoria di anatomia e fisiologia
vegetale . Comeche nella organogenia botanica incer-
ia e la sede della motilita della Porlieria Higrometra
di Persoon, obiettandosi 1' autore di confermare le spe-
rienze ed i fatti del Dulrocbet sulla Mimosa Pudica,
mellc a strelta disamina la Porlieria, ed adoperando
all' uopo ora il microscopio ed ora 1' acido nilrico
anco in ebbullizione, ci dcscrivc in prime luogo del-
la pianta le diverse parti interne , e lutti i fatti
fisiologici rassegna. Cosi le clostre legnose aggra--
magliale come quelle del samhicus nigra^ il vcrde
pareucbioa, i vasi corpuscoliferi clie formano il legno-
so della pianta, noncbc il verde chiaro del midollo
dsscrive; ed a minuto ogni esterna parte della pian-
ta va dettagliando, portando il confronto con quelle
della mimosa pudica nelle stipole difendenti il pezio-
lo e nella forma dello stesso. Melte in campo di segui-
to le di lui sperienze sopra i vari rami e pezioli del-
la detta Porlieria tentate, onde condurre a buon po-
s!o la sua opinione cbe la sede cioe della motilita non
risieda uel midollo, nel ramoscello, nel peziolo, ma
piutlosto nel sistema tuboloso e vascolare, cioe a di-
re nel legno della pianta. Applicandovi intanto T
autore la teoria dell' esosmose e dell' endosmose scen-
d9 all' csame degli agenti nervomotori, e col termo-
melro fa vedere in varie temperature di varie sta-
gioni, di giorni, e di ore starsi piu chiusa la pian-
ta nel bujo della nolle cbe all' imbrunir della sera;
p;u aperta nel meriggio cbe sulle ore prime del so-
le c descrivendo il inodo fisiologico del suo chiuder-
si ed aprirsi va tcutando gli sperimenti al diaccio
fondente, al calorc bruciante, noncbe all' istantaneo
♦ _ ,5 —
altcrnarc dalla pioggia ad una slufa; e dopo (ali esa-
mi vienc conchiudendo, che una nolabilc variazione
almosfcrica puo solo allcrarc la motilita dclla pian-
la. Da finalmcnlc dt piglio alio esame del Icmpo in
cui la piania sla cbiusa od aperta; ed inlraprcndc
osservazioni oraric comparalivc Ira la Porlieria, un'
igroinctro ed un tcrmoinelro, da clic vicne a scopri-
ro nella pianta un pcriodo d quale varia dal silo
degli sirumenti; cosi situalo 1' igroinetro ed il ternio-
mc(ro cnlro la stanza la pianta comincia a chiudcr-
si alle due poracridiaiic, cd e lotalmcnlc cliiusa allc
setfc; comincia ad aprirsi allc cinque antimcridianc
cd e (olalmcntc aperta alio novo, tenendo conlo del
sole dclla pioggia o del ciclo sereno. Nelle scconde
osservazioni poi collocando fuori al cielo scoperto la
piania e gli slrunicnli, comincia essa a chiudersi al-
io cinque pomcridiano, ed c totalraente chiusa alle
oUo; comincia ad aprirsi alle novo anlimeridiane cd
0 tolalmenlc aperta allc undcci. Ambedue dctte os-
servazioni fiirono istiluile nel mcse di diccmhre; in-
lanlo r ingroraelro ed il lormomclro non prescnta-
vano in quelle ore periodazionc alcuna. Dal che lo
aulorc concbiudc che V esosme c F endosme nella Por-
leria produce ua periodo, e qucsto periodo non puo,
che da notaljile variazione almosfcrica venirne al-
lerato.
Soguendo il soc. Tornambcne Ic sue ricerchc fitolo-
giche ed in una sua tcrza memoria sullc radici delle
oxalis cernua diThumbery ci ragiona, e sulla formazio-
— i6 -
ne dei suoi bulbi ^ Le radici di quesfa pianfa pi'Gsen-
iano al ciirioso fitologista molti speciosi fatti non ab-
bastanza descritti. L' attcnto autore dal colletto sino
alio stigma descrive in primo la pianta; indi al cau-
_ dice descendenle passando la vede iiascere da ua bul-
betto, ed esaminando di passaggio le varie specie dei
bulbi, colloca quello del oxalis fra i bulbi scagliosi,
poicbe le sue squame a pajo si addossano. Inlanto
le due estreme parti del bulbo mancando di proprio
norae, ama appcUar ecma ( cuspide ) la parte puntata
e llorescente, ed antecma (anticuspide ) la parte op-
posta e radicale per la facilitazione del I'inguaggio.
E qui fisiologicaraente addimostra come le scaglie del
bulbo dissugansi per formare il caudice ascendente,
e come eraetla la radice bianca diafana, e qualclie fia-
ia lungbissima; la descrive indi inturgidata divenir
tubero-fusiforme; esaraina come formi lo bulbo, e co-
me frai le scaglie del bulbo esista quel filo finissimo,
cbe iudefmiti\ amente prolungasi porlante dapprima le
larve, indi gli stcssi bulbi. Percorre tutte le anomalie
sponendone le fisicbe ragioni per cui or granulosa os-
sia con piccolissimi bulbi ritrovasi una radice, ora due
bulbi dar vila ad uno scapo, ora la radice tuberosi-
forme essere una matrice o meglio un bagno ove per
il canale del filo portante le larve bulbiferi T umor
si succbia e tramandasi: Spia coU'ajuto di esatfo micro-
scopio le parti delta radice gia descritte; ed in una
^ezione orizonlalc della fusiforme radice vede gli stim-
I Sulle radici dell' oxsalis Ccrnua di Tumbey. Letta nella torna-
ta dei 21 Marzo i83S.
— 17 —
niali , Ic irrrcgolari gramaglic del Icssuto ccllularc,
il suo foro ccnlralc cndogono ed uscenli da ogni an-
golo fascclli di vasi. Indi gV inlerni vast di questa
radice, la radicc cilindrica, il fdo portanlc i bulbi
csaminando, esscre altrcUanli liibi spiral! ritrova,
composti di Cli lulli a spira ravvolli. Le squarne pu-
re o scaglic dci bulbi composti vcde di vasi mam-
mali , e di tcssuto ccllulare.
Secondo objctto della mcmoria poi si e qucllo di
abbattcrc Ic opinioni dei botanisli i quali giudicano
le squaiuc, Ic tonacbe le scaglic dei bulbi, foglie e
pozioli inkirgidili; o a mcglio dire rctrocessione di umo-
ro dclle foglie. Cosl le ipofesi sull' assunlo rivancando
dei Loolling, DccandoUc, Targioni Gacrlncr, Petit-Tho-
iiars, cbiaro addimoslra in priino luogo, cbe le foglie
del caudice ascendentc nulla o pocbissima somiglianza
si banno con quelle cbe lo bidbo compongono; secon-
do cbe i bulbi si formano nientre 1' umore non e co-
slrctto a retrocedere, come assentano i sopraccennali
bolanici, cbe anzi all' inconlro si cmette fiiore cioe for-
ma cfflorcsccnza; terzo, die molli bulbi sorlono solto
r ombellifero scapo, ed allora al ccrlo nonavvi relro-
pulsione di umore, cbe esca al di fucri; pcrlocbe con-
cbiude il noslro Socio doversi un lal falto riferire al-
ia disposizione piutlosto di alcune vescicole del siste-
ma cellulare, mcnlrecbe le cellule sono il lipo gene-
ratore di ogni organica formazionc, come della ve-
gclale.
E sc dalle ricercbe dei vegelabili passiamo a quel-
le del regno animale, il soc. Galvagni m ima suaquin-
ta memoria sui IMammiferi, cbe forma il seguilo del-
3
— i8 —
r intrapreso lavoro sulla Fauna Etnea, c' intertenne
sui Pachidermi o Crassipell '. E ponendo avanti un
piccolo proemio sull' assunto, ci dimostra quanto mala-
gevole si fosse, per non dirlo impossibile , lo impor-
re delle classificazioni alia natura ed il volerla incep-
pare in anguste barricre sistematiclie, rlparlir volendo
quasi a capriccio le immense ed innuraerevoli opere sue
e spezzaadole cosi di soveute in quei pimti, dove non
sono divisibili dell' intutto. E di vero tuUo il creato
ha una catenazione cosi indivisibile, cosi arcana, che
la mente dell' uomo non puo afFerrare ne capire giam-
mai. Studiamo noi le classificazioni, avviciniamo tra
loro quegli esseri cbe sembrano aversi caratteri comu-
ni Ira di loro, ma cio meglio per il nostro corto ve-
dere facciamo, anziche per dar leggi aUa natura stes-
sa. Osserva il fialvagai, dietro aver presentato i ca-
ratteri generali deir ordine intero, che sull' Etna man-
cano al tut to i Pachidermi a tromba, e che pochi vi si
rinvengono dei Pachidermi ad uno zoccolo solo, &
solipeti. E dopo di aver descritto la tessitura genera-
ledel genere Porco {SusLinn.) discendendo ai partico-
lari, descrive il Cigaale dell' Etna (Sus Scropha)^ ed il
Porco domestico; presenta le dimensioni, i caratteri
particolari che vestono questi animali nei conlorni del
vulcano, e tutte quelle circostanze che li distinguona
da quelli degli altri climi e delle altri regioni.
Passa indi a trattare dei solipedi ed in ispecie del
I Fauna Etnea o maferiale per la compilazione della Zoologia deir
Etna. Memoria quinta snil* ordine dei Mammifcri Pachidermi e Cras-
sipelli .
— 19 —
cavallo (Equus Linn.) Descrive i caralteri del geiie-
re inticro, e le modificazioni die la tessitura el'eser-
cizio funzionale in cssi subisce; c da conlo dci caval-
li (Eqims CapaUus)., ricbiamando al pensicro a quan-
ta celebrila i cavalii di Sicilia salirono nei priscbi
tempi , e come riccrcati vcnisscro da ovunque, ed in
quanta copia si fossero, talchc Dionisio polesse appron-
tarnc dappiu di diecimille 10,000; c come gli ct-
nei agilissimi si fossero spiritosi e fortissimi da costitui-
re xma dellc razze parlicolari prcsso I'antichita; di mo-
do clic la razza siciliana figurato si avesse oltromodo
tra r africana, 1' apuliana, e la tcssalica. Bla ( tanto
variano i tempi e Ic usanzc ) , adesso non ha piu al-
cun nome tra le buonc razze; in poco numero, c nol-
le citta solamente, come in quella di Catania cc. si
alimcntano, ovvero in islormi in alcune campagne
per la moltiplicazione. Ne cavalii sclvatici nei con-
torni deir Etna c per la Sicilia intera vi stazionano:
che solo si dice, die 1' angolo il piii romito e sel-
vaggio fra le montagne di S. Vito ed il monte Eri-
ce, ne alimentino alcuno.
Tiene in seguito 1' autore parola dell' asino ( Equ-
als j4siniis) che dimesticato per I' uso dci contadini
moltiplicasi nelle montagne dell' Etna nonche in al-
tri punti dell' isola; ne descrive i caratleri zoologici,
risale all' originc e ne ammctte due A'arieta nei no-
stri dintorni; F asino morello (che e Y asino hadui-
no degli anticbi); e 1' asino ordinario, che e T asi-
no arabo,
Sccnde poscia a far discorso della ibridila nei mam-
miferi solipcdi, ed alia storia dci muli; c dale le
classi del regno animale si fcrma alia generazione
— 20 —
ibrida ira il cavallo c 1' asina cbe ad aiie si favo
risce nci noslri dinlorni , perocclie il mulo forte e
laborioso e utilissimo all' agricoltura ed al commer-
cio, talclie suU' Etna il piu piccolo Villaggio ne ali-
raenta piu di 3oo; e descrive le due variela di que-
sti bastardi cioe il»ZM/opropriamente detto, cd il bar-
detlo. E cosi cliiude la sua raemoria con particolari
ricerche suU' organizzazione, e sugli esercizi funzio-
nali di questo gruppo di raemmiferi pachiderini, cd
osserva cbe tale famiglia dovette al certo essere nu-
raerosissima nei priscbi tempi, cbe segnano il perio-
do terziario dell' isola, conciossiache gli ossi fossili,
rinvenuti appo noi nei vari tempi, ed in variate re-
gioai, numsrossissimi sono.
E di vero daccbe lo studio delle cose naturali,
abbandonando le specolazioni scoIasticbS* o le sofiste-
rie dello spirito esaltato, si e rivolto con piu di esat-
tezza e di tranquillita alia iatima ricerca dei fatti, le
scienze fisicbe tutle noncbe la scienza dell' uomo {anr
tropologia) sono state poste a piu cbiara luce, e pog-
giano oraraai sopra basi adamantine ed inconcusse.
Quindi e cbe le ricercbe sugli organi e sulle funzio-
ni in tutti gli animali comparativamente , le esatte
osservazioni e gli sperimenli portati suU' ibridismo e
sui muli, c quelle finalmente piu interne e piu di-
ligenziose sui mostri ci banno rivelato deUe verita
inappellabili sulla organogenia degli esseri Tivenli.
Ne la Teratologia dopo 1' implusso felice dell' illu-
stre Gooffroy St. Hilaire si tacque nella nostra Gioe-
nia, cbe anzi delle belle osservazioni sopra vari mo-
stri anoncefalici, anoftalmici, beccfalici, tricefalici,
eterolaxici si leggono nei volumi dei nostri Atti Ac-
— 21 —
cademici, c di molli il soc. Galvagai ci tcnne ap-
posito ragionamento ' Cosi proscguendo egli un ta-
le studio inlraprcnde la dcscrizione di alcunl casi
di moslruosita zoologiclie, ed anlropologiche, che ri-
trovansi conscrvate ncl cclcbre Museo Biscariano, se-
gueudo il mclodo dellc famiglie Icralologichc del chia-
riss. G. Saint-Hylaire. E primo cspone tre falti di
riiicnccfalia avvenuli nei gcncri pacbidermi e rumi-
nanli. Era uno un feto moslruoso del genera Stis
Scropha Linn. E qui Iralasciando io le dimenzioni
dale di quel individuo, mi faccio solo ad osservare
che in questo feto mancavano le due orbite, perclie
riunile in una sita ncl ccufro cbc conleneva un so-
lo occbio, ed una proniinenza spaziosa alia base del-
r osso fronlale, o meglio all' arco della glabella co-
perta da un appcndice cutanea prolungala quasi ua
jiollicc: orano gli ossi nasali abbeirati dal sito natu-
rale. II secondo individuo, cbc la ciclopia ancor pre-
soniava apparteneva all' ordine dei ruminanti edal
{jpucrc Ovis Linn. Blancavagli in inlero gli ossi
imsali; ma le orbite comccbe avvicinate fra di loro,
pure distinguevansi nclla forma rudimentale; i bulbi
per nulla esistevano; 1' osso fronlale sporgeva quasi
un poUicc dalle ossa mascellari, addimostrara a consona
del raoslroantecedenle, una prominenza ossea spongiosa
con un' appendice cutaneo-frontale di due poUici e
mezzo di lungbczza. II terzo caso di rinencefalia era
I Sopra Lilunc famiglie toralologiclie . Memoria prima salla faijH-
glin dci RinonccFali.
Letta nelia tornala dei 21 Dicembre i838.
22
deir ordine dei ruminanti, il genere Capra Ltnn.
Mancavano del futto le ossa nasali, le due orbite per-
fettamente in una coiupenetravansi, ove un solo bul-
bo loggiava muuito di palpebre ornate di peli.
Varie riflessioni di filosofia anatomica, e di ana-
tomia irascendente pone innanti 1' Autore sforzando-
si rintracciare le leggi, sotto le quali si produssero
tali mostruosita, e mette a profitto la tcoria dell' ar-
resto degli sviluppi, il princio delle connessioni il bi-
lancio degli organi, e la legge delle affinita elettive
del Saint-Hj'laire; come quelle di conjugazione e del-
i' associamenlo degli organi del Series. Scende indi
a classificare delti mostri con 1' illustre Brechet, e li
fa appartenere a quelli per mancanza di sviluppo,
ed a quelli per unione o confusione di parti; cioe
a dire all' ordine agenes al genere sinfisia ed alia
specie sinjisopia; e sccondo il Saint-Hilaire, il pone
fra i mostri a testa controregola, o fra quelli a trom-
ba o manopsiy cioe fra la famiglia delle anomoce-
falie^ e nel genere rinencefalia. Passa in fine ad
enumerare in cadaun mostro i caratteri teratologici
generici, e specifici.
Cosi qualcbe volta la maccbina vivente viene ma-
gagnata sin dalla sua prima genesi; ma se intera e
saaa sorte dalle mani della natura non percio non
e dessa costantemente bersagliata e dislrutta dagli
stessi esterni agenti, che la suscitano e I'alimentano;
che 1' uomo piu di tutti gli esseri organizzati e na-
to al dolore. Or una delle cagioni efficaci, cbe la
sahite insidiano, sono le paludi e 1' aere atmosferi-
co pregno delle esalazioni miasmatiche cbe da quel-
le si svolgono, e cbe per poco si sospendono nella
— 23 —
massa dello stesso. Quindi sull' assunlo presentava il
sig. Galvagni i maleriali per la compilazione d' una
geografia fisico-mcdica delle fcbbri intermittenti in
SiciUa e delle acque stagnanti di che prendono mag-
giormeute cagionc; e ci dava leltura dclla storia del-
le periodiclie c delle acque stagnanti del contorni
deir Etna e della piana di Catania. ' Quanto iu-
tercssanle si fosse lo addcnlrarsi ncllo studio delle feb-
bri padulose osserva egli suUe prime, e divide la
materia in due sczioni lisica e patologica. Tratteg-
gia nella prima la storia delle acque stagnanti e
quella dcgli eflluvi tulli, che vi prendon cagione;
descrive le paludi propriaracnte delle, cd il corso del
fiumi che inducon fondure mclmose lungo le rive; le
acque stagnanti artifiziali, e quelle dei laghi e degli
stagni dei campi irrigui per arte; e quelle del mace-
ro invalso di piante ondc indurre vanlaggio alia vi-
ta socievole e ininacciarla insieme di morie, col puz-
zo che vi si svolge; ed i falli parlicolari riranca del-
la storia di questi eflluvi e dcU' azione posscnle sul-
la salute degli individui. Segue indi nella seziore
patologica la sloria coraplela delle febbri a periodo
bcnigne, nonclic delle perniciose e delle larvate, edi
In tic le malattie intermittenti periodicbe le proteifor-
mi imagini riduce in palese, ed il loro dominio en-
demico, coslituzionale ed epidemico. Lavoro in vero,
I I\lateriale per la compilazione d' una Geografia fisico-medica del-
le febbri interniittcnti in Sicilia e delle aoqtio stagnanti daccho pren-
con cagione. Memoria jirima. Storia delic febbri periodicbe e dcUc
acque stagnanti dei cnniorni dell' Etna c della piana di Calania.
Lclta nella toraata dei 25 Gcnnaro i83S.
24 —
per qoanto abbastanza esaurito nella parte patologi-
ca dal Torti, e dai suoi proseliti sino ai francesi o-
dierni, altretanto ulile per la parte topografica del no-
stro suolo Siciliano.
Cosi ua' interno pendio spinge 1' uomo alia riccr-
ca di tutte le parti clie la terra compongono, non
che degli csseri organizzati che crescono alia sua su-
perficie o cbe si muovono sulla stessa, e li converge
a sua maggiore ulilita. Ne solo sulla terra li ricerca,
ma neir innabissamento dei mari, e negli spazi in-
determinabili dell' atmosfera; e portandovi le sue esat-
te osservazioni pasce 1' animo sue, si sublima, e do-
mina quasi tutto il creato: erigimuv latiores fieri m-
demur. In ciascuna di queste due mobili evaste re-
gioni, ci prescntano qualcbe cbe da dire le fatiche
gioenie deli' anno scorso.
Discuopre il soc. corr. Niccolo Prestadrea nei ma-
ri di Blessina due nuovi cruslacei, il primo apparte-
nenle ai Portunidi, ed il secondo al genere Crypto-
phtalmus formato dal Rafinesque ; ed araa quel na-
turalista intitolare il primo al soc. Maravigna prof,
di Cbimica nella nostra Universita ed il secondo al
nostro socio corr. Orouzio Costa prof, di Zoologia
nella Universita di Napoli; cbiamando Portundus Ma-
ravigna ' il primo, cbe si appartiene ai Decapod!
I Portundus Mamvigna,^ Testa grannlata coralliiia macul'is al-
^, bis rariter conspersa; fronte qaatridentafa; dentibus crenulatis iater-
g, inediis angaslioribns , postico deDle anlico-laterali ulrinque latere,
,, yalidissimo, orizontali spiniformi brachiis spinosis,,.
— 25 —
Brachiuri; e Cryptophtalmus Costa '"il secondo ap-
partenente ai Decapodi Macruri. Ci da un esalta dc-
scrizione di ambedue questi crustacei da bravo ua-
turalisla, conosciulo nell' isola ^ . Iraperocche ha cgli
altronde inserito negli Effemeridi scienlifiche e leltc-
raric per k Sicilia ( n. i^, aprile i833), alcuni cro-
slacei da lui scoverti, come il Portundus Macropi-
pus, il Penaeus Cocco, la Squilla Bruno, il Scina
Ensicornis, V Orio Oxyahmgus, il Cielops mari-
nus ec. E ci auguriamo, che non vorra il Prestan-
drca tralcisciare sifalte ricerche, e doviziarne la no-
stra sociela. Tali sludi sembrauo riatlivarsi appo noi;
e molli socl, il Cocco, madama Power, il Maravi-
gna, il Gcinmellaro, il Galvagni, 1' Aradas, il Tor-
narabene sulla Ittiologia, suUa Malacologia, e su va-
rie produzioni marine travagliano inistancabili; e mol-
li allievi ancora si danno a raccogliere e conservare
in classi, e studiare tali viventi.
Ma se da questi muti abilatori dell' oceano a' rae-
lodiosi aligeri, cbe popolano 1' acre, faremmo pas-
saggio non e quindi cbe snervasi e scema la voglia
del naturalisla, che anzi egli la sua attivita raddop-
pia, c la esattezza nella ricerca, quanto piu di osta-
colo vi si contrappone. Abitatori di un medio piu
Icggiero gli ucccUi, sebbenc abbiansi delle cosfuman-
1 Cryptophtalmus. Costa ., Corpore olivacco: anlennis inleriori-
,, bus biCdis. eilcrioribiis simplicibus longissimis, basi appendice spi-
„ niformi istructis, thoracc iilrinqiie latere, ultra frontem globuloso
,. et iu spinani producto, cculosque tegenlc: froiile spina altera longio-
,, re Dianita ,,
2 Sopta due crustacei deimari di Messina. Meraoria Ictta nella se-
duia oroiqaria dci 3i marzo iS38. 4
— 26 —
ze corauni coi pesci sulla natura dei suoi movimenti
e sulle sue emigrazioni, differenziano pero di eran
lunga nella interna organizzazione, cLe tanto medio
SI modifica, quanto piu e necessitata adattarsi ad un
medio piu tenue assai delle acque; percorrono im-
mensi spazi, visitano le vie del tuono e della folgo-
re, e mirano infrepidi piu da vicino quel sole, clie
organ.zza tutta la nalara. L' uomo nato alia imita-
zione ed irrefrcnabile nei suoi desideri, era costrui-
sce le barclie, valica i man ed usurpa il regno dei
niuti abifatori; ora quasi impennando la aU sta per
larsi trascinare negli irrequieti spazi deU' atmosfera
a slidar tuom e tempeste, e sembra aspirare ancora
al possesso del regno degli aligeri: coelum ipmm pe-
tmus stultilia ? . . . .Bla ritorniamo sul nostro assunto
II socio Galvagm continuando i suoi lavori sulla Fau-
na Etnea, una sesta memoria ci legge, che fa qua-
si il procmio alia ornitologia dei contorni dell' Et-
na '. Cominciail suo lavoro con farci rilevare che gli
iiccelh formano la classe la piu naturalein Zooloma
ra gli auimali osteozoari, e che la locomozione vo-
ante e la facolta in essi interessante e primiera, che
Ji distingue oltremodo da tutte le altre specie zoolo-
giche; avvegnache molti aliri animali Tolino ancora
Prende a studiare di poi le modificazioni che la tes-
situra orgamca m essi presenta, e cominciando dal
cellulare tessuto, passa in rivista tulti isistemi, e fa
I Fanna Etnea o materiaU per la eompilazione della Zoologia del-
Letta iiella tornata ordioaria dei 22 aprile i838.
— 27 ^
rilevarc Ic condizioni organiche die il loisiifo osseo,
il lessuto sarcoso, cd il pulraonare in qucsia classe
di animali prcscatano. Volgesi indi a marcare Ic dif-
ferenze che 1' cscrcizio funzionale prcsso gli iiccelli
manifesta, cominciando dalle funzioni di scnsazione,
e tutte passa in esarae persino a quelle di generazio-
ne; c sopratuUo rimarca le finitezze della vista, della re-
spirazione con Ic condizioni del sangue, della locomo-
tilila, della digeslione , c del calore animale. Scen-
de poi alia ornilologia descrittiva, ed alia topografica
<iei contorni dell' Etna; e fa rilevare clie mollissimi
uccelli stanzionano nelle Ire regioni del monte. Mol-
ti uccelli di preda, e quelli della famiglia dei diur-
ni, e dei nolturni, vi si ritrovano; i passeri o uccel-
li silvani, quelli dell' ordine degli arrampicatori, dei
gallinacci o uccelli razzolatori, dei trampolieri o uc-
celli di ripa, e dei palmipedi. Viene a descrivere
oltraccio le ire regioni dell' Etna partitamente, non-
che i sili topogralici in che stanzionano gli uccelli;
e novera i volanti propri al mare, ai fiumi, alle
maremme, agli stagni; quegli particolari ai campi
salivi, ai vigneti, alia ragione nemorosa, alia disco-
perla del monte. Fa indi la distribuzione degli uc-
celli che migrano, e di quelli che no, e che Etnei
possono addimandarsi. Differenzia fra gli uccelli crai-
granti quelli, che fan nido appo noi, da quelli che
il fanno in regioni longinque; quelli che esotici non
veri passaggieri, da quelli che trapassano in climi
lontani senza riposarsi per nulla. Chiude il suo erudi-
to procmio in fine con statuire che 1' ornitologisla
piio nei dintorni dell' Etna cogliere delle belle osser-
vazioni capaci ad accrescerc i matcriali onde ainplia-
— 28 —
re r ambito dclla ornilologia descrittiva, e della zoo-
Jogia topografica generale; come ci auguriamo con
fondamento, ne dira il Galvagni nelle sue susseguen-
li memorie sopra gli abilatori dell' atmosfera.
Questo imraenso occaoo, ove si disperdono le esa-
lazioni tutte ed omnigene del globo, e che presenta
un vasto elaboratorio della natura, ha sempre col-
pito r osservatore, ed attivata la di lui attenzione a
conleraplarne i fenomeni inestricabili. Le osservazio-
ni meteorologiche formano uno studio perenne,e gene-
rale in tutte le colte nazioni. Quelle istituite in que-
st' anno, di cui e parola, nella piccola specula del-
la nostra Universita da' soc. corr. Carmelo Ferlito
Faro e Mario Di-Stefano Caruso ban fatto 1' ogget-
to d' un loro rapporto, cbe ha il Ferlito corapilato.
E senza ridire minutamente le mensili osservazioni,
mi giova pure lo esporvene un generale riassunto.i
E quindi il calore almosferico in tutto 1' anno ha
presentato la media digradi ^^^Mg delT. Far. noi>
dissimile a quella degli anni scorsi; la massima a
gr. 97 neJ mese luglio compagna al vento ovest; e
la menoma a gr. 4-8 in febbraro. II Barometro ha
segnato la massima poll. 3o,3oo ncUo stesso febbra-
ro; la minima poll. 29,33o in marzo e novembre;
6 la media annuale calcolata da tutte le medie men-
sili, come ha praticato Bouward nel riassunto delle
osservazioni meteorologiche fatte all' osservatorio di
Parigi ( Bullettino di scienze materaatiche), si fu pol-
hci 29,817.
- Innoltre i vapori dell' amosfera non sono slati ta-
li da innalzare 1' igrometro. II massimo di esso fu
di gr. ^9 nel mese di marzo; il minimo a gr. 27
— ag-
in giugno; ed il medio fu calcolalo a gr. 1^6. E pu-
re osservabile in rapporlo gli aniii anlecedenti clic
la pioggia e stala niollo scarsa noa sommando die
poll. i4- lin. I, 75. E comcche T almosfcra fu
tempcrata in riguardo al calore, non soffiando quasi
per nulla 1' urcnie ovcst ( clie se qualche volta spi-
rassc, ii calore paragonato a qucUo dell' auno i834.
non si fu eccessivo), cosi poca ancora c slata la
evaporazione, che venne asomraarepoli. 46, lin. 7.
II venlo prcdominante fu l' ENE che domina so-
pra ogni allro nel nostro suolo. Esso signoreggio nei
mesi febbraro, aprile, maggio, luglio, agosto, settem-
drc ed oltobre; fu intcrrolto dall' OSO, nei due me-
si di raarzo e giugno; predomino ONO in novera-
bre e dicembre; e 1' Ovest in gennaro. Ascesero i
giorni lucidi in tutlo 1' anno a yS: i belli a 167:
i nuvolosi misli c composli a 72: i piovosi a 5o; e
due sole fiate il nostro acre raostrossi nebbioso; una
nel mese giugno, e Taltra in agosto sulla sera. E qui
mi faccio a rimarcare come in quell' anno lerribi-
le di slragge per la nostra palria, nonche per 1' iso-
la intera, le variazioni meleorologiche nulla parlaro-
no di nuovo alle nostre osservazioni e riccrche. Non
amo pcro irasandarc un fenomeno raro appo noi e
riraarchevole , osservato dai nostri soci, quello cioe
die il di 1 1 di giugno sulle ore 1 2 delta nolle os-
servando la luna si videro due paraseleni ossia due
altre lune allalo alia vera; e la matlina seguente es-
sendo nebbiosa osscrvavasi un bellissimo alone dop-
pio atlorno al sole. Cos! scgnavano i nostri osserva-
tori nei suoi registri meteorologici. Ma piacevole ol-
Iremodo ci e riuscito il leggere nel supplimenlo al
n. 221 dell' Insliiut Al Parigi giuntoci sulla fine del
— 3o —
passato aprlle, clie M/ Quetelet annuncia all' Ac-
cademia Reale di scienze e belle lettere di Bruxel-
les, nella sessione del i, luglio iSSy, una let-
tera del sig. Humboldt, il quale fa conoscere che
lo stesso giorno ii giugno ultimo (iSSy) il sole
si e mostrato a Breslavia accompagnato da due soli
apparenti [Parelii) situati simultaneamente a dritta ed
a sinistra del vero. Cio cbe poi e soprattutto rimar-
cbevole si e che nello stesso giorno si sono vedute
tre lune a Postdara. Cosi le nostre osservazioni non
debbono riuscire discare alia repubblica delle scienze.
E qui cbiuderei la mia orazione, se un sacro do-
vere non mi spingesse a tributare i doTuti onori,
misti air interno spiacimento per coloro, cbe nostri
compagni nelie faticbe gioenie, ora non sono piu.
Fu grave, illustrissimi Soci, la perdita cbe voi veni-
ste di fare in quest' anno malauguroso; e sopratutto
di colui, cbe vostro primo compagno, ed uno deize-
lanti promotori della nostra Accademia, travaglio in-
defessamente per la stessa, fu sempre forte sosteni-
tore delle leggi cbe ci organizzano, ci promosse del-
le corrispondenze coU'estero, e vi occupo i posti piii
luminosi. lo vi parlo del canonico cav. Giuseppe
Alessi cbe il micidiale cbolera ci ebbe tolto 1' ulti-
mo giorno del passato agosto. Dotato egli di vivace
ingegno, di tenace memoria, e di prontezza ad e-
sprimere i suoi concetti, indefessamente laborioso al-
ia lucerna filosofica, acquistossi gran capedale e vasta
erudizione dei classici greci, latini, e toscani, e ne-
gli ameni studi , e nelle belle arti prevalse. Quin-
di ottimo istoriografo, naturalista, archeologo, cano-
nista, come il contestano le sue dotte carte vergale
— 3i —
ia lali gcncri di saperi. Amoroso per la nostra inslilu-
zionc, voile cgli sinanco neile agonle del lerribile e
sollecilo male, ricordarsi di noi, c lasciare al nostro
gabineUo vari oggelli mineralogici, e la sua raccol-
ta non isprcgcvole di conchioliti, c di ossa fossili di
vari animali in Sicilia clie avcva cgli illuslratc colle
sue memoric, die onorano gli Afli Accadexnici.
Ne deir amabile Direllor Presidente Giuseppe Pa-
terno Alvaro Principe di Spcrlinga Manganelli io mi
taccio. Prendcva egli comraiato dalla nostra assem-
blea sulla fine dello scorso fcbbrarc, oppresso dalle
passate vicende ma non vinlo, fermo in mente di
conservarc il suo posto di socio allivo fra i trenta,
avvegnaccbe al di la dei raari si allonlanasse. E di
vero cgli, a malgrado le inestricabili faccende delta
sua carica {cLe \asfa Provincia reggea), non fu mai
immemore del dovere di soc. atlivo, e varie memorie
scrisse lendenli insieme aH'ulilc patrio, nonche a quel-
le delta provincia intera. Prcmuroso per la nostra
sociela, egli non manco di dcsidcrio, ne mezzi tra-
sando onde voleria in ogui incontro faA'orire. Ma la
parca inesorabile gli avcva teso il colpo fatale; e
posto appcna il piede nella bella Partenope, cadde
vitfima di acute malorc.
Che ducm poi del saggio Rosario Scuderi Bonac-
corsi I Uorao pieno di sludi, cbe pacifico viveva a se
stesso nella pace del Gabinetto e nellc amenita del
villaggio, di pocbi dotti amorevole amico, collivava
a preferenza 1' Archcologia nonche la Storia Natnra-
le, ed oggcUi asscmbrava in ambi quesli rami di
conoscenze; e di dipinture e di carte incisi ornava
le sue stanze. Una raccolla pregevolissima di carle
~ 32 —
a bulino le piu anliche, e dei piu celebri maestri
invogliava i viaggiatori, cbe ne conoscevano il meri-
to, a visilare la di lui casa coa somrao compiaci-
mento. Due erudite memorie una di archeologia,
e r allra di meteorologia facevano conoscere la di
lui erudizione insieme, e la esattezza dei suoi pensa-
menli. Che se la lentezza della sua eta, e la soprav-
veguente cronica malattia glielo avessero perraesso,
avrebbe egli con piu di ceierita posto ad effetto il
suo pensamento di donare 1' Universita, e 1' Accade- -
mia della sua biblioteca e delle sue omnigene col-
lezioni ' ... Ma a che dilungarmi sopra questi tre
illusfri compagni, la di cui memoria sara sempre a
noi cara ! I soci attivi che ne hanno rimpiazzato il
posto, sapranno eglino intessargli il dovuto oraaggio
di lode ^ .
Ma non solo il raorbo asiatico il fior della Gioe-
nia avizzi, che le belle speranze pur quasi precluse
all' Accaderaia nostra nella morle precoce di due
giorvani valorosi, che per grado accademico ci appar-
tenevano. D' Ignazio Zappala dottore in mcdicina io
ri parlo, e di Giovanni Piazza Ciantar. Nato il primo
nella coraune di S. Giovanni la Punta, percorsi gli
sludj penosi ed inesauribili dell' arte salutare .
e postosi al livello delle piu recenti raedichc
discipline, alacre, com' egli era, d' ingegno, ed ar-
1 Mori il 12 gennaro i838.
2 II sig. cav. D. Francesco Logerot Intendente della Provincia di
Catania ha rimpiazzato il posto del soc. Principe di Ulangancili.
II dott. Andrea Aradas qiiello del soc. canojiico cav. Alessi.
II dott. Paolo Di Giacomo Castorina queilo del soc. Rosario Scu-
deri Bonaccorsi.
— 33 —
tliracnloso al pari clie islituito verso Ic piu asfrusc
quistioni di medica teoria, cd al quesito invio rispo-
sta clic I' Accadcmia Rcale di Medicina di Parigi
proponca per ii concorso dcU' anno i834 e ripro-
ducea per il i83tf. ' Gia curagioni felici nella sua
breve clinica coronavano le sue doUe faliche, e ca-
re rendevasi ai genilori, alia socicla, al suo precet-
lore... die ben dalle prime raosse lo conobbi, e la di
cui perdila mi colmo 1' animo di amarczza. II secon-
do nalo in Malla, d' indole dolce e pacifica, inde-
fcsso negli studi di ogni sorta , facile noil' appren-
dere, con parlicolare pcndio la sloria nalurale la
cnloniologia e sopralullo la storia dei molluscbi del
golfo di Catania illustrava, e corrispondenze acqui-
slavasi con cccclsi pcrsonaggi cbe la bclla Sicilia iva-
no perluslrando. E le pocbe mcraorie inserile negli
Alii Accadeinici, ^ non die la di lui coUczione di
oggetli nalurali forraano la sua lode, cd alimenlano
la Irisle rinicmbranza della sua ultima pariKa.
E qui mi gode 1' anirao in rammenfare, cbe amo-
rcvolezza c lode a noi pure retribuiscono le dolle
/Societa, ed i scicnziati europci. Ne mi s(anco di an-
nunciarvi, cbe la societa Geologica di Francia c' in-
iiivia pcriodicamcnte il suo pregevole BuHetfino, cbe
gli Annali di scienze naturali ci pervengono dal re-
gno Lombardo-Ycnelo; cbe 1' Accadcmia Economico
agraria dci Gcorgolib di Fireuze i suoi Alti accademi-
1 Oucsit.i ., Quale e stata I injlucma clolF anatomia palolj'ii-
ca nella medicina da Morf/a;jni sino ai iijsli-i tempi.
2 Drscrizionc <li iin CoIeo|)lcro— Itinoonroiitc. Piii Catalo"-o raflio-
uato dei molluschi del golfg di Catania— liilrudiizione—
— u —
ci ci rimelte, clie rAccaderaia Medico-chirurgica di
Bologaa ci oaora, associando a se molti di nai, co-
me pure queila Aretina del Petrarca.
II dolt. Sigismondo Graf da Lubiana nel regao
Illirico ci regala un opuscoletto della sua Flora, di
unila ad un fascicolo di scelte piante secche della Car-
niola, quale provincia di Germania va egli perlustran-
do Oiide raccogliere e descriverae le piante piu rare:
e molti dotti infiae ci donano dei loro sudati e pre-
gevoli volumi.
Cos! le fatiche Gioenie dell' anno XIV. chiarameH-
te addiraostrano, che le ricerclie e le contemplazioni
degli oggetti che nella terra, nei maid, e nell' aCTe
si ritl'ovAno, per un genio innato nell' uomo vengono
ad istituirsi, e che formano quasi un natm^ate alimen-
4:0, di cui non possiamo in modo alcuno dispensarci.
Che se pure tali attcnie perquisizioni sui fenomeni del-
ta Datura a pura curiosita volessero attribmrsi, io ri-
piglio colle parole dell' illustre Linneo, che tale cfa-
riosita molto [all' uomo si addice, e che anzi deve
aversi un posto non ispreggevele tra i piu sacrosanti
« doveri dello stesso: —^Ast demus tantisper tcurio-
sitatis esse naturam attentius contemplari^ erit pro-
fecto heec curiositas Jwrnird lortge convementissima,
et sanctiora inter qfficia locum abitura.
G. Lina. amsenitates accademicse.
ZOOLOGIA
DEL GOLFO DI CATANIA
II E U O R I A S E € O IV D A
SULIA
DEL SOCIO ATTIVO
PROF. CARLO GEMELLARO
J.SIIA jnUil TOBH^TA DZL 24- ciccno lS3S,
i^j^0/^/^/^/^y^Jyy^vy^iitr/imHmmimi^A'iriv/?iPj(w/w/?F/>v/mj^/^
Jjacclie cbbi proposto meco medesimo di dare im
safjgio sulla Zoologia del golfo di Catania nel Luglio del
i835, io presentai a queslo rispcftabil consesso la prima
mcnioria scrilla a tale scopo , die conteneva la topo-
grafla dei lillorali del golfo. Dallora in poi con mas-
simo mio contento vcdulo avcva come un zelantissirao
nosiro giovane socio inlrapreso avcssc ad assumcre per
se porzionc non infima dcIl' ideato mio lavoro, c della
doscrizione dei mollusclii si fosse con vcro amor scien-
lifico orcupato.
fliolto era d' aspcltarsi dal gcnio osservalore del-
r ogrcgio Giovanni Piazza Cianlar ; ma nell' aprile dei
suoi giorni, nel fior dellc speranzc, morte cnidele, com-
l>asna assidua del dcsolantc cholera, lo rapi alia nostra
— 3o —
accademia ed alle scienze naturali. La perdita di quel-
r ottimo, a me per mille versi amarissima , mi pone ,
direi, nell'obbligo di dar opera nuovaraente ad mi la-
voro che ceduto avea volentieri in cosi buone mani.
Ripigliando dunque il prosposto mio quadro, dopo
la descrizione topografica e geologica del golfo di Ca-
tania , che preceder doveva indispensabilraente ogni al-
iro saggio, io dei viventi che 1' abitano andero mano
raano ragionando; e dovendo seguire una sistemalica
disposizione nel catalogo ragionato di questi viventi,
onde pill facilmente polessero distrihuirsi : ed essendo
indifferente appigliarsi ad un melodo piu tosto che ad
iin altro, mi son determinato seguire quello proposto
dal celehre Cuvicr nella sua opera sul regno animale,
cominciando dagli ultimi anelli della catena. Ma per
<juel die riguarda la descrizione degl' individui, io sa-
pro servirmi di quella che fra tanti aulori, la piu ac-
curala mi sembra, e non tralascero di aggiuugervi quel-
le osservazioni, che dall'esarae dagli stessi individui ,
da me fatto, giovano a viemmeglio caratterizzarli. Sic-
come quindi rullimalrihu dei polipi secondo il Cuvier,
si e quella delle spugiie. Io coraiucero in questa me-
moria da quegli esseri quanlo oscuri altrettanto sor-
prendenti.
Le spugne (eponges) secondo questo illuslre na-
turalista, sono dei corpi marini fihrosi, e che non seni-
brano aver di sensdiile che una sorta di gelatina tenue:
la quale diseccasi e non lascia quasi Iraccia di se,
ed in cui non si sono per anco osservati ne pohpi, ne
altre parti mobili ec. (polyji. a poly piers, eponges).
L' immortale Linneo avea descritto il genere spon-
gia (34.3) nella scguente maniera (( Flores ( foramini-
— Si-
ce bus rospiranl aquam ) slirps radicata filis contcxta,
(( flexilis, bibula.
Pill minulo nella dcscrizionc il Laniark chiaraa
la spup;ua cc Polyparium polyiiiorphum , fixum nioUe ,
(C gclatinosum ct subirrilabile in vivo: exiccalione te-
(( nax, flexile, porosissiinum aquam respirans. — Axis,
« fibriX) innuraera? cornee, flcxiles, reliculalim coiilextae
« et connexac — Crusia, gelatina subviva, fibras vo-
ce stions, fugacissima in polypario e inari emerso, par-
K liin elapsa evanida — (vol. 2. p. 34.6).
Le spugnc infatli guardale nello stato secco non
prcscnlano che delle masse fibrose, sloppose, cellulari,
leggere e di \arialissime forme. Nello stato fresco pero
si riconoscono per corpi raarini coverti in tulte lo si-
nuosita e nei pori, da uua gelatina clie da lutti i
segni di sensihilita, coniraendosi e fremendo al meno-
mo latlo : cd cssa c sbucata da im' indefinilo numero
di forami, dai quali si e supposlo da molti prendessero
alimenlo i polipi abilalori. Questi pero sono ancora
sconosciuli a causa forse della loro picciolezza, 0 dello
stato gelatinoso che svanisce al contatto dell' atmosfcra,
c non da tempo ad istituirvi delle apposite osservazio-
ni. Non v' e fratlanlo al giorno d' oggi cbi dubitar
volcssc appartenere le spugne a quelle produzioni di
|)olipi che tanto difilcili a comprcndere si mostrano a
prima giunta: ma che seguendo gli anelli della catena
dogli csseri vongono in fine a farsi chiarameuie disco-
prirc per quelli die sono in effetto.
L'anaiogia delle spugne cogli alcioni • la forma
varia die esse prendono uellc specie, poco lontana da
quolla di altri polipaj: quel carallcre di vita che si
scorge nelleloro superficie, mentrc non disturbate stanno-
si sollacqua, c quel laic niovimcnlo generale che in loro
— 32 —
si dcsla tosloclie sono strappalc, e chc in una specie
di frcniilo si appalcsa, non ban lasciato piu luogo a
dubbio sid posto cbe occupar debbono nelle scrie de-
gli esscri organizzati.
L'immortale Olivi, nclla preziosa opera dclla Zoo-
logia adriatica, traltando delle spugue, nulla a desi-
derar ci lascia per la sloria di ques!i vivenli. Egli
!'a cODOScere come gli anticlii, Aristotile, Eliaiio e Pli-
nio: e poscia Iinpeiato c Gesner conccdevano allc spu-
gne seiitimenlo c vita animate , avendo osservalo che
esse si conlraggono e si slrbgono piu tcnaccmcnle alle
loro basi sc si loccano in marc. Rondelet egli solo
conlrasto quella opiiiionc, ma non fu seguito da al-
cuno. Clic in seguito Cestoni, Peysonuell, Ellis, Pallas
e Cavolini soslouuerc 1" anunalila delle spiigne. Olivi
Jion si e couteutalo pcro dclla sola autorita di uomini
insigiii. c di equivoci sperimcnti: ma da sagaoe e sper-
lissimo osservatoi'C iui spinlo piu oltre le sue indagini,
e dalla analogia cogli aicioni, dalla coutrazionc delle
boccuzze capillari delle superficie delle spugne ; dalla
tlilalazione e eoiilrazione delle loro masse , osservala
ancbe dal Jlarsigli, dall' Ellis, dal Solander e dal Jussieu:
dalle considevazioni sulla Iriplicc sostanza di cbc s"in-
I'ormano, c dall" analogia, a qucsto rigiiardo, colic Gor-
gonie: dal modo di alimentai-si c siinili miiuitc altre
ricerdic egli sparse la riscliiarantc luce c ncccssaria
alia coila eonclusione, die questi esscri aggregar deb-
bonsi allf scrie dei viveuti.
Ma eime se opera cosi elal:)orata e classica quarc
quella di Obvi, non fosse stata mai pubblicala in Ita-
lia nel 1792; come se quell' insigne naturalista non
avcsse ampiamenle dluslralo la niai-ina zoologia colle
pii!i lumiuose scoperte, colic piu assidue, propric e sin-
— 33 —
cere osservazioni, cscguile con inlmllaLilc pcnosisslmo
sludio...il sig. Lamark, al di la dcIlcAlpincl 1816,
tanlo viiol dire 24 anni dopo, avanza le stessissimc
opinioni : c quasi proprie in due pagine le annun-
zia ; tralasciaudo pcro quanto di essenziale dall'Oli-
vi e slalo rapporlalo sullo assunlo : e dcfraudando
cosi tiitli colore clie deli' opera deirilaliano non san
provvcdorsi , dcUe \ore notizie sopra quesfo infcres-
sanle arlicolo di zoologia. Ei sembra incredihile
cJic neHaiiixno di iiomiiii sommi possa tanto lo spirito
nazionaie e di niunicipio, da giuiigerc a negare la nie-
ritala lode a clii si apparlione, e conlenlarsi di com-
parir piagiarii, piii loslo clie confcssare da qua' veri
fonti si sien Iralle le cognizioiii die per proprie spac-
ciar si vonehbero. L' opera di Olivi non polcva esse-
re ignola al naluralisla francese; se vuole il deslino che
il polciile sollio di nordici venli spingesse scmpre al
di qua dei inoiili, a guisa di foglie leggere, an ncmbo
continue di opuscoli oltramonlani, le opere di peso de-
gli Ilaliani, lonfaniciile e vero, ma superano luia volta
la giogaja deilc .Alpi e san Irovare la via per I'eslerc
conlrade, per mcrilarsi il giusto plauso dei filosofi scien-
ziali. Lamark, doveva rimeUere il lellore all'opere di
Olivi, quajido non volcva riassumcrne 1' arlicolo dellc
spugne.
Crcscono quesli esseri in tuUi i fondi dei raari.
Fra i sili del nostro golfo il piccol seno di Lognina
e ii piu ricco di qucste cd allro marine produzioni, c
Ic specie che ad offrir vengo ai voslri occhi, illuslri
collegbi, sono in massiina parte da quei fondi strap-
pati 0 dal mare 0 dalla mano dell' uoino , e raccolte
dair egrcgio c benemerito nostro socio Ferdinando Co-
sentini. Esse si riducono a quelle da me fin' era os-
Jtli Accad. v. xv. 5.
— 34.—
servate ed esaminale: ma delle altre, ho molivo di
speraro, saro in caso di averne, dietro nuove e reite-
rate ricerche, e non mancliero di aggiungere a cpieste
in separate appendici. Non senza interesse voi rimar-
cherete intanto che delle quindici specie fin ora raccol-
ie, pill d'lma e stata dagli autori dcscritta come abi-
iante di rcmotissime contrade , di littorali e di zone
diverse: cio che attribuir dehbesi o alle poche ricerche
fattene nei varii siti del mare, o alle favorevoli circo-
stanze del nostro golfo che e adatto a mantencre le
produzioni di svariati climi del globo.
Venghiamo alia particolare descrizione delle specie.
I. Spongia officinalis Lin.sp. 8. « foraminulata,
(( subramosa, diflbrmis, tenax, tomentosa » .
(( Massa3 sessilcs subglobosaj ovales vel oblongae
(( indeterminatao figura?, siiblobata;. Substantia mollis
(( ex tomento quodam confecta: panno laneo sen aga-
(( rico molito natura subsimilis, ina^qualiter cavernosis-
(c sima: fulvo grysea. Odor combusta) animalis. Locus,
(( mare mcditerraneiim , rubrum ct forte indicura at-
« quaj americanum,
Questa specie e semiglobolare, aspra alquanto alia
superficie, costiluita dalla estremita delle complicatissime
stoppose ramificazioni : porosissima: a forami subcilin-
drici, ad apertura rotonda. Color giallastro. Soffice.
Abita attaccata agli scogli vulcanici del seno di Lo-
gnina, a profondita di lo a 20 piedi e piu. Qual-
che volta vien riggettala dalle onde nel lido sassoso ,
da Aci-Castello sino a Catania: non molto coraune.
Lamark la confonde coila sua Sp. communis; la
descrizione pero che da di quest' ultima non corrisponde
alia officinalis di Linneo, e le asscgna per luogo na-
tale il mare rosso e 1' oceano indiano. Quella di Lin-
— 3b' - i
)
neo inlanlo e comunissima nel Medilerraneo , e prin- ' j
cipalraente ncU'arcipelago, e se non altro merilava pei
qucsto cssere annoverala sola colle parole an oJJiQina-
hs.L.'i ' ■ '
2. S. cariosa Laraark sp. 5. ((glomerato-cespitosa, J
« sessilis, aspcrata , fibris laxissimis cancellatim con- j
(( nexis, tcnacibus, subraraescentibus s. j
Nel nostro esemplare la cariosa c piu tosto com- \
pressa chc siiblobata, Essa c di color lionato , e le
sue lacunc la fanno rassomigliare ad una soslanza quasi
mcmbranacca, frastagliata nei margin! a guisa di un j
fuco marine contorlo. I pori sono minutissimi, c po- |
CO profondi. Abita sopra gli scogli, iramezzo a fucbi
cd allri zoofili. Kara.
3. S. Lichenijbnms Lam. sp. 6. (( glomcrato-ce- '
a spilosa, sessilis, asperala, fibris laxissimis cancellalim
(( connexis tcnacibus , subramescenlibus )) .
Nei fondi del noslro littoralc e comune attaccata
alio gorgonie ed allc piantc marine; la massa e spon-
giosissima , ma la superficie e coperta come da una
jnembrana dalla quale sollevansi delle squamctle, e
e queslc diseccate divengono aspre c resislenti. L'e-
semplarc di ([uesta coUczione e un pezzo apparlcnenle ^ > \
a massa piu cslesa: ed il suo colore e stato sbiadato i
(lal tempo; siccomc alia Iroppa secchezza si debbc la '
resislenza c la tenacifa chc essa offre. . j
4-. S. byssoides^ Lam. sp. i8. (( sessilis simplex, j
(( prostrala , lumida, pcllucida, fibris nudis laxissimc j
(( cancellalis )). < ^
Con qualchc csitazione bo caratlerizzato quesia |
spugna i)clla specie byssoides, stantc chc essa e incro- ^
stante, o almeno invesle uno slipite di gorgonia no- ^
dosa. manca percio del caraltere di proslrata^ nel ri-
— 36 —
manenle pero convlene. II colore e giallo sbiadiato:
aspretta al tatto; le fibre sono caiicellate, e mai rette.
Essa e comune da noi, abbenclie Lamark le assegni
per luogo natale i inari dclla nuova Olanda.
5. S. incrustans Lam. sp. 22 (( Crustacea, te-
« nuis, fucos, obtegens^ fibrosa, laxe reticulata, fora-
c( minibus sparsis )) .
Poco differisce qucsla spugna dalla panicea nella
sostanza e nella tessitura: copre gli alcioni, i fucbi ed
anche gli scogli del seno di Lognina, in piccoli con-
glomerati; il colore e bianco sporco. Quando e secca
facilmente si disfa frallc dita c le fibbre si rorapono
in una specie di polvere pallida c leggera.
6. S. pala. Lam.sp.34- « pedata, spalulata, maxi-
(c ma; intus fibris densius confertis , longitudinaliter li-
(i: neata. BLirgine foraroinuloso . Fibris nudis laxissimc
(( contextis » .
Delle spugnc peduncolate qucsta specie abbiamo
noi pure, cbc il sig. Lamark asscgna al mare dell' 0-
ceanica presso I'isola Kaogurros. Ella non e pero gran-
dissima: e differisce dalla descritta del naturalista fran-
cese per non avere it margine superiore foraminoso:
ed all' incontro c nella siiperficic superiore che apronsi
i forami: e questi sono riuniti e disposti in gTuppelti
a guisa di fiori, cbe le danno una vaga apparenza.
E slata raccolla dal prof. Cosentini nel seno di Lo-
gnina, ma sombra rarissima attesoccbe in tanti anni
mai piu di un individuo gli e loccato venderne.
7. S . tuvbinata Lam. sp.So « angusto- turbinata,
ft prajionga, ihfundibulifonuis, rigida, incrustato-fibro-
(( sa, porosissima, cavilale monticulis sparsis ecbinala i>.
Auclie (piesla specie, abilalrice dei mari di Ame-
rica jion e rarJsaina fra noi. Nella collczione del ca-
- 37 -
valior Gioeni sc ne Irovano belli esemplari del mare
ili Trapani: qiicllo die iioi dcscriviamo e della ratla
dclla 'I'rezza, alincno e stalo da quel luogo apporlato:
csso iiori e di ^randczza gigantesca come qiielli di
Trapani, ma e simile noUa slrultura c nel fosco colo-
rito. Dei caratlcri del Lamark , manca ((uello delle
piccolo olovazioni sparse nolle cavila la quale e infun-
dibiliforme, con leggerc ineguagliaDZC di superficic.
8. S. inU'slinalis Lam. sp. ^G.ic pluriloba, fibrosa,
« rigidula, iulus cava, lobis iuasqualibus, variis, cjlin-
(C draceis, fislulosis, rimoso-fcnostralis 5).
JIollo si rassomigiia a quolla nolata colla lettera A
noUa lav.Vni.d<'iropora diOiivi,descritta daStrangc nol-
le Iransazioni filosoficbe vol. IX anno 1770 — Curiosissi-
ma ne e la forma: i suoi rami lubulari c cilindrici
clie soguono varie dirozioni , la uniforme conlcstura
p?iilloslo doiisa, le sinuosila lalorali , e la porosissima
superficie, la fanno rimirare con intcresse da cbiccliesia;
provione dal scno di Lognlna, ma e rarissima.
9. S. <5if?.s7rt Lam. sp.82. cc substipitala, IVondoso-
« crislala, fibrosa nigra, oxplaualionibus convolulo cri-
\ spis, confortis, nudis, laxe contoxlis ».
La doscrizione die da Pallas (225) c quolla del
Lamark convengono osallamonle colla nostra specie:
sc noil die la grandczza di qnesia e minore , ed il
colore e rosso, non gia noro: nello stalo di froscliezza
0 anzi dol rosso di orangio. Abila atlaccala agli scogli
vulcanici dol liUoralc: non ov\ia.
10. S. vivr/iillosa (( stipite duro orccto ramose:
« ramis snbtcrclibus, vii-gatis, erectis, acutiscidis, super-
« ficic pannea. Lam. sp. 99 ».
Rara e quosta specie, clio porta lulli i caratleri dc-
scritli dal Lamark: c (pioiti la viiole abitatrice del ma-
— 38 —
re del nord di Europa. II professore Cosenlini non
ha avuto esemplari piu belli di questo clie fa parte
di nostra collezione, e clie dal tempo e stato cangiato
nel colore clie piu rossastro era in principio: e dal mo-
do di conservarlo ha preso una forma appianata.
11. S. dicholoma. Lam. sp. 102 (C (Sp. cervicor-
(( nis Pallas 236") ramose caulescens, subdisticha, te-
« nax: ramis dichotomis erectis, tereti-subulatis tomen-
« tosis. (V. Linn. sp. i4..) ».
Anche rara e questa specie ; la nostra viene dal
seno di Lognina, ma scrostata e divelta forse dagli sco-
gli del litlorale. Degli esemplari piu grandi se no
conservano nel gabinetto del cav. Gioeni, sono pero
del mare di Trapani.
A giudicar per analogia suUa uniformila di strut-
tura e di forma , basterel)bero le tre ultime specie di
spiignc per togliere ogni dubbio sulla di loro anima-
lita. Nel considerare la base lo stipite e la crespa-
tura delle foglie dcUa S. basla^i non puo non richia-
marsi a memoria la forma di quella madrcpora, cui
si e dato in oggi il nome di Pavonia lactuca., o di
quell' altra che Monticularia folium si appella. La
Spongia dichotoma del pari ha le ramificazioni dclla
Distichopora., e AaWaMillepora cervicornis: e per con-
seguenza se indubitabilmcnte sono i polipi i fabri di
quelle madrepore, sarebbe un' andar contro I'evidenza
il negarli a queste spugne,
12. S. semilubulosa Lara.sp. i2!5, ((mollis ra-
ce mosissima: ramulis cilindraceis , tortuoso-divaricalis ,
(( sub-coal escentib us : interdum forato-tubulosis » .
Bellissima specie ma difficile a conservarsi secca,
attesa la fragUita di sua contestura niente fibrosa , o
almeno di fibre cosi minute che facilraente iu polvere
-39-
si possono disfare. II colore c bianco sporco, con leggora
linla rosacea, quando si ha receutc. Comune nei fondi
algosi di Logniiia.
iS. S. .stuposa. Lam. sp. i3i (c ramosa, teres,
« sluposa alqiie villosa, raniis brevibus obtusis » .
Questa e rapporlala come appartenente ai mari
di Europa c principalmoutc alia costa d'Inghilterra: e
stala pcro da me hovata in mezzo ai fiichi ed alle
algbe die il mare rigelta negli scogli di Larmisi e
Yillarascosa. II suo colore e giallo rossaslro.
i4-- S. clathnis. cc glomerala, mollis ramosissima,
« ramis canccllalim coalescentibus, foramlnulatis fibro-
c sis; aplcibus turgidiusculis obfusis. Lam.sp.i33».
La specie che noi possediamo forma una ciocca
glomerata die iniila un cavolo-fiore : e comune fralle
coralline aderenti agli scogli di tutfo il liUorale, ma
difficile a conservarsi secca a causa dclla fragilita di
sua slrultura. Fresca e di color bianco-roseo, e molle
ed elaslica.
1 5. ^./7fl«/cpfl (Pallas sp. 9.V6. p. 388) « amor-
ce pha albida, mollis, tenerrinia , sublilissime porosa .
« Massac informes diffusfc nunujuam digito crassiores,
(( fucis et tubulariis, sertulariiscjue intertextsc ; subsfan-
(( tia albida mollis (consistentia alburui ex scirpo) sub-
(t lilissime cdlulosa )).
Comune e anche questa nei siti stessi della pre-
cedente: di color pallido, die non cambia nei disec-
camcnlo.
Fra tutte le produzioni di polipi sono certamenle
le spugne, quelle di cui 1' uso e cosi universale. Lo
stesso corallo non e impiogalo die a solo oggetto di
oniamcnlo, dopo che T uso medico e caduto di opi-
nioue. Ma le spugne sono a ragione riguardale uti-
— 4o —
lissime nella neltezza dclle persoue, dcgli animali, delle
case, delle macchinc, e dei mobili. La cliirurgia ol-
tre a cio grande ajuto ne riceve nella medicatiua delle
ferite e delle piaghe, e nella dilalazione di seni fisto-
losi ; e sino a pochi anni addietro anche la medicina
sapeva giovarsene usandole brugiate nella cura delle
scrofole e di allri tumori. La scoperlapero del Jodio
die parte cosliluenle di esse, formava la base di loro
virtu mcdica, non lia falto piu adoprarle, essendo in
cffetto increla la dosedelJodio che potrebbero contenere.
Delle spiigne piii fine delta S. officinalis , usansi
nelle toletle: di quesle clie riferisconsi alle specie S. usi-
tatissima^ e S. lacinulosa^ noi non abbianio trovato
ancora nei nostri mari; ma sarebbe da tentarsene una
regolarc pesca, la quale ci renderebbe indipendenti ,
anclie per quest' articolo di commercio, dalle speculazio-
ni deir estero.
SOPRA U ATTITUDINE
DELLE
MATERIE VULCANICHE
A3.LE ART! SLSSIDIARIE DELL" ARCHITETTURA
DISCORSO
nn. SOCIO attito
MARIO MUSUMCCI
LET.'O KElll TOnsiTA ORDn.lRU DEL G lUGtlO lS3S.
y^/ii Accad. vol. \v. 6
/*> 9fP f'> fS'li'/ a^'vjaj^ aj^:tfj
L-a natura non apprcsta alia nosira mcnto una idea
pill prccisa piii grande della It^ge immutabile, intor-
110 alia quale iiicessantcmcnte travagliasi, quanlo nella
mcravigliosa , non meno clie terriLile operazione dei
viilcaiii. Lo slniggimenlo, e la riproduzioue dogli es-
seri organici , a vero dire^ c tuttogiomo a noslri oc-
elli, ma si cffettuiscc essa di un modo cosi lento, cosi
regolare, cosi nicnoraato cbe ci moslra piiittoslo nn
freddo ed abituale spellacolo , anziclie nn oggello ad
alte conteraplazioni, ]\Ia nn elemenlo vivificalore, die
dissolve c ricomponc fondcndo tiitto cio clie avvi nelle
vasle interne concrezioni del globo , e cbe mutate
indi di loro natura per le combustio.'ii subite, Ic re-
spinge con crisi istanfanea, non men clie orrida alia
sua suporficie, a stcrrainare tiitto cio cbe ivi trovasi:
ecco la lelra c longca sccna deiraltivita dei volcani.
- XX ~ ■
Astrazione falta dal calcolo do' secoli, che e nullo
per tali proccdiincnti , decomponcndosi le cnittazioni
volcaniche , si aprono siffattamcnte alia vcgetazione ,
da potcrsi credere avverato quanlo anliclii favoleggia-
. tori dissero di Flora e Pomona, i cui doni sembrano
riimirsi vnelle olcanizzazioni divenute coltive. Ma
allri pill immediati ed efficaci mezzi offrono le mate-
rie volcaniche all' architettura , non nieno che alio
studio delle natural! scienze. La immensa serie delle
formazioni calcarifere dai piii leggeri carbonati ai mar-
mi pill compalti, e le silicee dalle puddinghe e pe-
troselci ai graniti ed ai porfidi, e dubbio se mai pos-
sano esibire tanti mezzi alia cdificatoria di quanti ne
appreslano i volcani. Tranne le moli massive degli
egiziani edificii , destinati a lottarc coi secoli al pari
delle roccie primigcnie da cui furon tratte, 1' arte di
costruiie la piu usuale all' uomo , poco vantaggio ha
ricavafo dalle concrczioni silicee, e piu che pocO' an-
cora dalle calcari , considerate come masse da mu-
razionc.
Cominciandone 1' elenco dalle piu leggiere volcaniz-
zazioni, come le ceneri ed il lapillo, questi producono
la tevmantide cejiientaria de Haiiy, c quanto volte si
combinano cogl' idrati di argille formano i trass , o
tufi volcanici, utilissimi come masse murali, e come
sabbie da ceracnto, quando sono ridotti in frantumi.
La pomice lava velrosa pumicea aderisce tcnacemente
per la via iimida alia calce solfata in istato di cau-
sticita, come pure alia calce carbonata mista alle ter-
mantidi. In questo secondo processo gli antichi usa-
rono le pomici appositamente negl' ipoca-usti per le
volte delle fomaci , addette all' uso dei bagni caldi,
-43 -
come i riulori dcllc nostrc anticliitu lullora dlmoslra-
iio. he scoric hve porose sono assai idoncc alia cc-
montaziono per Ic cavila, non mcno che per la loro
natura, c s' impiegano pcrcio iici coslrutli di voile so-
lidissime. I fraiiUimi di lave di ogni gencre, a so-
Hdi irregolari , o globulari , misli alle malle inser-
vono ai muri formacei: melodo che corrisponde alio
emplecton dei Greci, rammentalo da Vitruvio e da Pli-
nio ('', che iinpropriamcute cliiamasi dai Iradullori ope-
f,) Vithiv. lib. 11. cap. VHf. Plin. hb. XXXVI. cap. XXII.
Qiicsli due aulori convonj^^ono ossore lo emplcclon lal geuero di fab-
liriiacho a\ossc pczzi squadrafi c poiili alle facce estcriori, e nel com-
plojiso interno fosse fuHa infarcila di pieire e eemeiito alia rinfiisa , di
tfiialiinquo naliira. 1 imiri fonuacci dei quali paria il solo Pliuio lib.
XX.\V i-ap. XIV, erano costnilti a guisa di forma tra due lavolati,
p rello iiilonio nempiuli collo stosso melodo. La dilferenza tra lo em-
plecton c<l il inuro forniaeeo consiste che il primo aveva lo esterno rive-
slinionlo di [iczzi la\orati, e che il secondo rimane dope la coslru^
zione collo facce scabro che vi lascia il tavolato, ma il metodo d'in-
farcirnc 1' interno complesso e comune ad entrambi. Non compete a
inio avviso ad nna tale fabbrica il vocabolo di incerta sia che si abbia
ragioiio del me'odo che e anzi certissimo e di precisa forma, sia cha
se ne riguurdi lo elTetto. Per qticsta ultima parte lo stesso Plinio affer-
ina che a siioi tempi csistevano in Spagna ed in Africa torri e costruiioni
forniacee fitle\i da Aunibale , rivestite di luto ed anche di mattoni
crudi. L' interno delle torri balistarie delle nostre antiche mora e for-
niaeeo e di luto , ma il rivcstimcnto di fabbrica in calce ; si vedono
inllji'-a all' impiedi dopn il lasso di pifi di sei secoli. Negli avanzi pero
del nostro aiiliteatro, Icatro cd odou prccisamente si osservano le vere
.'.ostruzioii di ambidue i suddctti metodi; i grossi rauri e le pile sono
alio emplnclon col rivestimento estoriore di pezzi lavorati pseudoisodo-
nii . meriro la struttura delle volte e meramente formacea. Veggansi
i miei Cmni crilici sopra vno rtidere cc. Cat. i8ig e la Illustra-
ziotte dtir Odco ec. Catania 1822, sye si analizzano taliuii costratti;
«" si puo conosccrc come 1' antica sapienza impicga le matfirie viilca-;
niche c«i metodi ceraeutizi possibiliartitc migliori;
— ^ff —
ra i'lcerta. Finalmente Ip. lava compatta che e il
nuclco delle eruttazioni volcaniche , appresta mczzi
di decoraz'one inipicgandosi squadrata a iilari ordina-
ti, isidomi^ o, psPAi doisodomi^ al rivestimento delle
sanimeutovalc murazioni formacee ; cd aucora piu
nc.biliiiente cavar.dono inlere colonnc., come nc osser-
viarao in diverse cliiese iunalzate dopo il railie nclla
settentrionale ed occideritale plaga dcU'Etna, mentrc
le altre due, orientale e meridionale, mostrano mul-
liformi ed importanti tipi di ounigLae coslruzioni mi-
ste (').
In tutti i sopra enunciati metodi ediacatorii noa si
puo fare a meuo di ammirare quanto negii andati
tempi la cliiraica applicata abbia saputo profittare delle
volcanizzazicni in pro delle arti sussidiarie dell' ar-
chitettura. Combinandole gli anticLi non solameule
coUa calce, ma eziandio colle argille ne formarono
le pietre arlificiali, come sono tuUi i lavori Uterizii ,
nei quail adoperavaiio essi sapientissimo magistero, la
cui analisi mi porterebbe oltre lo scope di qucsto ragio-
namento. Osservando i ruderi dei quali ragiono , sola-
(2) Malgrado la decadcnza delle scicnze ed arti nei secoli di mezzo,
i ruderi di antichi cdilicii forraati con prodoUi valcaiiici furono sempre
ira noi scuola viva alio edificare, come ho diinoslrato in una memoria
sullo Slato delle arti in Sicilia dal VIII al XIII secolo Cat. iSSz.
Kondelet Art. de batir. Paris i834. torn. I cap. Ill art. IV porta nnpocr
piu f.vanti qnesta dimostrazione: egli concede che le invasiuni boreali
distrussero il buon gusto dell'architetlura - raais quant anx procedt'S
de r aj-t de batir, qui font constautement I' unique etude de:i ou\Tiers
ordinairos, il faut croire qu' ils se sont trasmis jusqu'a nou5, telsqu'ils
se pratiquaient du tnnips oes anciens Ilomaina.-Ho preferita la seilima
cdizione di Parigi, pe;che piii recente della t'^aduzione del Soresina di
Mantova.
-47-
irionto in /iguanlo ai nudi prodolli volcanici, vi si
trovano Jinpiegalt; a ]jrefcrenza, co:bc raaterie di rau-
razione, le lavo litoidec, o sia di slrulliira omogenca,
e noa le variolitiche, e cio die piii inoula a sapersi
oi (i , chc nialgrado il maggiore peso specifico delie
prime, vi bi trovano conforinate in sorprcndenti masse
di slruttiu-a. Acccnno sollanlo in proposito esistcre nei
rvdori del nostro anfileatro delie volte costrutte tutle
dio einpleclon. Lo qnali dal rigoglio alio cslradosso
baimo uno spessore di piu di due mclri di un co-
slrutfo solidissimo a qiialimque sperimenfo, nelle quali
i matloni si osscrvano solanienlc inipiegati nclle curve
diretlrici a fine di determinarnc con prccisione le
sagomc.
Una siflatta dinbrcnza di lave fu annolata da Vi-
truvio come provcnicnte da divorsita di matcrie fusi-
hili; parlaudo della Ycsuviana da \\n no\mm\[n. purnex
pornpejanus^ la caratlcrizza come non alta alia mura-
zione , pcrclic excoctus ex alio genere lapidis. Egli
visse sotto Augusto, c quindi oltantaiuii prima che il
Vesuvio fosse divenuto uuovamcnte volcano attivo, co-
me lo e a nostri giorni, e che avesse coperto Er-
colano c Pompcja, colla mortc di Plinio il naturalista,
lo die awcnne sotto 1' impcro di Tito, ed in cousc-
guenza 6 da awertirc, die cgli parla di lave pree-
sislcnti. Soggiunge poi ch3 la lava atta alia costru-
zionc sotlo il noino di spugna vulcanica^ non csisteva
in tutti i luoglii: non in omnibus locis nascilur^ nisi
circum AEtnam^ el collilms Mysiae^ i quali erano i
Nolcani piii conosciuti a suoi tempi ^\
(') VitruT. lib. II cap. VI. II Galiani dottissimo traduUore c
— 48 ~
In conformita di quanto un cosl accurato scrittore
asserisce intorno alia sopra indicata differenza di lave,
ii da tener mente a quello ehe osservasi negli avanzi
deir antichissimo anfiteatro Puteolano, e nelle fonda-
zioni del porto di Baja, tanto eruditamente illustrati
dal Paoli W). In essi, tuttoche a piedi del Vesuvio,
stanle la poca consistenza della lava Pompejana avver-
tila da Yitruvio, si vede solamente adoprato il lapillo
\ olcanico nel cemento , ma la raassa di murazione
pcro (i formata tutta di mattoni , come gli artificial!
siirrogali alle pietre di fabbrica , in quei luoghi che
lie crano prii.
La ragione di cosiffatta prefcrenza e fondata sulla
preziosa qualita , che banno i prodolti volcanici di
aderire per la via umida lenacemente alia calce pas-
sata alio slato di causticita, cd in ragione direlta dei
ineati die i prodolti di cui si parla , le apprcstano ;
per lo die la calce si combina piu facilmente coUe
lave porose, che con Ic compalte, piu con le disciol-
tc , die con le conglomerate , e fin' anco colle torre
gloss.ilorc de! latino Ir.itlntista ^ap. 1790 png- 34- nota i «cmbra os-
sorsi ingamialo cii-ca I' iiilerpelrazionc delle \iaTo\c - cxeoclus ex alio
t/friciT /apidis — cveienio ogli non cssore inleramente vera (^uantu dice
tl f'llruvio circa alia prcdctta dificrcaza delle lave Vesuviaiie od Etiiee;
pcrchi; le crcdc piuttosto vomilatc da diffcrcnti vulcani, ariziciie geiic-
ralc con tale differenza. 'i'roppe idee coufonde in proposito nella espo-
sizione del sopra citato capitolo , non cssoiidogli I'orse note le sco-
perte fatte a suoi tempi coll' nnalisi dello lave. Vilruvio annota con
«hiarezza la divorsita delle matorie fusibili generatrici delle due sjiecie
di lave, e non i divcrsi craleri da cui erauo vomilate , come voneb-
Ijc il Galiani.
(4) Jntiq. Puteol. lav. XIII. XIV. XXI. XXII. XXIII. XXIV. XXV
colle corrisjjondeuli esplicazioui.
— ^9 —
ocracee. NcUe indagini fatte sulla medesima si lenne
per fermo da Macquer e Fourcroy, che nel prosciugarsi
im ccmento , la calce, secondo, le diverse influcnze
atmosferiche , ripigliava I'acido carbonico , di cui era
stata spogliata per la via sccca. Ma il diligcnle Beu-
dant pcro lia diinostrato, che gli antichi cementi hanno
lanta maggiore tenacilu, quanlo piu sono spogliati di
acido carbonico, cd a qiiesto fine cgli crede doversi
preferire nellecostruzioni i prodotti vulcanici ^^\ II prin-
cipio di una cosl virhialc adcsione si e, cbe potendo
qiiesli prodolli csscre piu facilmente nella via umida
. attaccati dalla calcc, altesa la grande aflinita che ha
coi metalossidi, qiicsta caiigia in silieali i prodotti vul-
canici, sccondo la maggiore, o minore vctrificazione ,
che liamio subilo, in lorza della quale divengono su-
scettibili di una tale operazione chiniica. In effetto il
modo di otlencre un ottinio ccmento e quello di
trattarne siffattamcnte il niagistcro, che la calce stem-
.prata e raestruala nou perdcsse istantancAinente lo
(5) Traite elem. de mineral. Paris 1824. §■ 4-oo. Gli sperimenti
dpgl' ingegnicri Arcel c John rapportati da nuriias= Traite de cliim. appl.
aux arU: lib. V cap. Mil ^. in3=haii fallo conosiere che gli
antichi cemeuti per quanto fo.«sc stata grai:de ia loro ai tiihita , non
si trovano mai saturali di acido carbonico. L'ullimo di cpsi |iiu di re-
cente dopo diiigentissime -aiialisi conobbe clie 1 acido carbonico con-
teriulo ne\ cemeiUi fresciii, a misnra che e esposlo all aria si atte-
nua a poco a poco , p divieiie poi iiullo in istatu di coi soiidaziore.
Osscrvo pgli nella demolizione di una torre in Deilino di ventisette
jpiedi di diamclro cosirn'ia ollantanni prima, 1' interna murazione cosi
ircsca da parerc fatta alio istanto ; essa conservava ancora il sapore
.-caustico , e forinava idrato di calce. Cio serve a coiifermare quai.to
sia contrario alia igicne lo abitare case di receate struttura, ove abb.'ano
.avuto luogo siguiiii:;anii corpi di murazione.
JUi Accad. vol. xr. n
stalo di iclialo, il quale c il solo mezzo con cui essa
sicombina con gli ossidi melallici, di cui abbondano
Ic lermanlidi, i trass vulcanici, e le lave porose, che^
Eono le piu prossime alia vetrificazione.
Lo sludio sopra gli autichi ccmenli sin dope la.
nieta dello scorso secolo ka occupato i migliori trat-
tatisti. Loriol, La Faye, Vicat, sudarono coll' ajuta
delle nuOAC cbimiche teorie, inlorno a cosi impor-
tanti processi, ma i metodi rinvenuli, per quanto pre-
gevoli dal canlo della solidita, sono per lo piii tal-
mente dispcndiosi, da non rimanere ammessi cbe nella
sola via scienlifica. Da tanli sforzi peio una sola ve-
rita sembra cmergere, ebe i migliori, i piu cconomici,.
i pill durcvoli materiali per la edificaloria scno le-
vulcanizzazioni. Rondelet con replicali espcrimenti ten'6
colla Iriturazione dello gneiss di avcre un sabbione
siliceo , il quale fosse , sccondo lui atlo a formar
colla calcc un cemenlo di niassinia consisionza , cd
intanto non ne ottenne, se non uno di mediocre adc-
sione (''■'; c Vicat clie ne replico gli esperimenti, ne
cbbe i risullati medesinii^'?). Primamenle le parti quar-
zose cbe contiene lo gneiss, altesa la estrcma lor com-
pattczza, non offrono permeabilila alia calce nella via
umida, la quale percio non puo altaccarne cbe la sola
superficie. Dall'altro canto il feldspalo, la mica, e I'or-
niblenda che in gran parte sono nello gneiss quantun-
que si decompongano tanto colla iriturazione cbe col-
r azione almosferica , pure non possono separarsi dallo
parti quarzose a segno di lasciarlc deU' intullo libera,
(6) Art do batir.Tom. I cap. Ill art. IV.
(7> Rechcrc. esper. sur les chaux. Sez, 1 cap.I Sez. III. cap.IV,
— b'l —
anzl vi rlraaDgono altaccale talmente da impcdirc I'adc-
sione del la calce alia stcssa loro superficie,
Qiiantunqiic Vitruvio c Plinio ^^> avessoro dccantate
le arcnc fossili, come il migliore meslruo ferrumina-
torio per la calce, cio non ostante uno de' prirai
■classici doll' arte Bclidor propose di prcfcrirc le flu-
viatili (a). Ma la Yulcanologia , che sola poteva dissi-
(8) Vilr. iib.n cap. VI Plin. lib. XXXV cap. XIII
(9) Scienc. dps Iiii?. lib. Ifl cap. W.
Qucsto insigne autorp pipfprisic la fliiviatile alia sabbia di cava; e
■<]uantiMi(|uc sia di accordo the il coluro nulla infliiisca alia bonta di
una sabb[a, cio iron ostaulc jircfciisco aiicora non so con quanta buona
ragionc la bianca, il cui colore provionc immancabilinento o da rai-
«cec calcarifere, o magresiacbe chc male si conibinano nel ceraenlo.
Ma lo AlbcrlisArchit.lib. II cap. XII = che e il secondo classico
■dopo \'ilriivio, annola al coriti'ario la bianca come la piii cattiva sabbia
per inuralura c del pari la morbida, pcrclie ininiancabilincule per osser
talc dpve contcnpic Iprriccio , forba , 0 argille. I duo carattcri chc
Vilruvio alligp ad uii' otlinia sabbia sono: lo siridorc alio stropicciarsi
fra le inatii; ed il lasciar non inqninato un tessuto qualunque, dopo es-
sersenc sparsa sopra, cd iiidi bultala via. Ma qucsti non bastauo a quali-
ficare una buona sabbia. I franlunii dcllc piu leggcre pomici vulca-
niclie hanno i |)rodGlti duo caratlpri, cd intanlo uon sono atli a for-
mar oltima malta, conic i trass c le Icrinantidi volcanicho. Palladio
lib. 1 cap. IV ri])ctc quaiilo scrisscro Vitruvio ed Albcrti ; Scamoiizi
pcro senibra cssprsi '^accostato piii alle alluali conoscenzc geognostitbe =
Archil, con note dcU'Orsini Perugia i8o3 loni. ill. cap.XMl =ligli thoIc
che la sabbia da nmrazione sia aspia, dura e di mollopeso. Queste
iiilinic parole confermano il merito di un tale classico in arcbilctlura:
la quaiila del niolto ])Pso non avvcrlila dai precedenti scritturi indica
aver lui , ahneno ])raticamcnte , spcrinieiitata 1' aliinita tVgli ossidi
luctalljci colla calce nolla via uniida. Scaniozzi preccsse di an sccolo il
Bellidor, c di due secoli i volcaiiisti piu celeLri , cd inttnto indovino
la ragione per cui le nialcrie vulcanichc sono oggi jxeferibili riclla
edilicaloria; nia non e qucsto il prinio esonq)io di g-aiidi vcrita , di
cui il cicio abbia fatto douo a mcnli italiaue, cd nidi passate sotto
allro cielo.
— ^2 —
pare slmili idee, non era ancor nata quando egii scri-
veva ; doveva ancora soorrere un secolo, affinchs
fosse tratta dal nulla da quel dotti e laboriosi che
alle esatte discipline si addissero, da Bergmann e Do-
lomieu sino a Foujas ed Humboldt , tra i quali noa
ultimi i nosfri Recnpero e Gioeni.
Yiaggi contiuuati, osservazioni indefesse, esperimenti
reiterali ridussero a ragionato sistema le volcanizza-
zioni, mentre dall'altro canto prestantissimi chimici
procuravano di rndagare per tutt' i mezzi la natura
della calce. Cos! rettificati i metodi cementizii , tanlo
necessarii agli usi della vita , venne in chiaro viem*
maggiormente d sapcre dcgli antichi, cbe attenendosi
serapre ai risultati generali delle conoscenze , somma
cura si diedero prccipuameute delle applicazionl;
La calce idraulica adoperata con sommo' vantaggio
nei lavori in acqua per la islanfanea consolidazione,
fu credula per molto tempo una calce di diversa na-
tura dalk comune, ma gli sperimenti mostrano esser
ella una terra calcare inipura , la quale a niefa di
base di carbonato contiene nellaltra raeta alluminati si-
Jicei, ed ossidi metallici al massimo grado, i quali per
Is via umida si trasformano immediate in sUicati; lo
che val quanfo dire che la calce idraulica contiene la
mesJ.ura ferruminatoria medesima, cbe i trass, e le ter-
mantidi volcaniche danno alle malte. In fatto pei la-
vori ijrauhci i lapilli, ed i trass dell' Etna sono infe-
riori ai romani, ed ai puteolani, perche sono di peso
specifico xninori di questi ultimi , in ragione della
minore quiXntita di ossidi che contengono. Yicat per
via di dupUce combustione, combinando la calce con
argdle piritose, o con maltone pesto, o sia trass ar-
— 53 —
fificiale ('"), c Morvoau combinandola eolle argille, ed
essido nero di manganese ("), ban formalc le calcine
fdralidio, colla calcc comune; ma stanle il complicalo
e dispoiidioso magislero nella pralica sono riuscite di
poco vantaggio. Questa calce era assai nola ed in uso
prcsso gli anlichi; Plinio che ne addila le cave e
le contrade diverse ovo esisleva a' suoi tempi, I'aanota
dotlamenle iioii come calce, jua come terra che aveva
una cosi mirabile qiialita, e che percio era impicgala
nci lavori in marc ("'). Finalraente ad oggello di giu-
(lo) Rccherc. sez. i. cap. i'.
(ii Cuylon Morvcau Annal.de China, lorn. XXXVII.
(>') Lib. XXXV cap. XIII.
Le importaiiti costruziori idraulichc, sia in mare, sia in canali na-
Tlgabili, intraprese a nostri tompi in Irijhiltorra in Francia in Russia
in Svezia in America , aprirono un campo vaslissimo ad analisi aceura-
tiisime sopa le matcric da coslruziono, e prccisamento sopra le calci-
ne idraulithe, Ic quali si sono sperinientate piii o meno efficaci, secondo
le maggiori o minori combirazioni di alluminati silicci, e di mctallos-
sidi che contcrgono , e seronJo the piii o racno sono spogliate di
ossigeno. In falti le calci idrauliche nello stato di idrato non cresco-
no di volume, come la calce ordinaria, lO che talvolta fcro credere
rhe la calce magra fosse la stcssa che la calce idraiilica. Questa
nuo csscr tale, come ha sperimenlato Bcrthier = Dumas lib. V. cap.
VHI. parag. i3io = pcr la magnesia che contienc 'a quale ove giu-
gi'eao,20, al certo o,25 in una calce, la rende magra, senza farla
divcnire idrau-lica. Si possouo percio con accnrati mclndi bnsati sulla
esatta conosccnza dellc matcrie da murazione , ottpnorn dnila calce
ordiuaria appositamer.te uiesturata gli ffletti medi'sinii dclla calce
idraulica, purche 1' ecomomia vi possa concorrere. ^'olle escavazioni
per le pile del gran ponte sopra il Simelo al pawo macarone. ap-
jiarvc fuori ogni previdenza una siratilirazione argillosa , che I' inge-
gncrc Lirettorc dcH' opera sig. di Martino chieso ctm lodevole zelo i
parerc di altri profcssori alia impresa, cd il sij?. Soprinlendenle Gene-
rale mi vi associo all' oggetto con ofilciale del 3i agoslo 1829. Fatti
gli esperimeuti sopra la oatora dell' argilla si conobbe non esscre faciL-
<— 54.—
dicare bene circa le pratiche degli andali tempi, sog-
giungo clie non luUe le fabbricbe anticlie di Roma ,
per cui in questi ultimi secoli lanto rumore si e le-
vato, erano costrutte coi principii sopra descritti. Plinio
medesimo attribuisce le rovine di Roma a suoi tempi
alia pcssima condizione, dei cementi ('•*); e le conseguen-
ze di siffatti damii erauo tali che perdm^avano tultora
inenlo fusibile perehe interanrenle piritosa c di uniformestratifieazione;
saggialQ del pari le materie vulcaniche di quei dintorni destinate alia
niurazioro, si propose concordcmonte da anibiduo, applicaryi il proces-
so del ccmento idraulico di Siiieaton, rotlilicandolo al caso dei raateria-
li esislcnti, niesturandoli appositaraente. Con quattro sellirao di terraaii-
tido vulcanica, una di calce viva in polvcre e due di calce stcmpratn,
si foimo la malfa , in eni ven-nero via via iiitrisi frantunii porosi di
lava. Tulla quesia ghiajata jeltee si buUo regolarmenlc sopra il fon-
,do argilloso della cscavazioiie , ove csisteva piii di un piede di a-
cqua, che vcnnea jioco a poco assorbita dalla ghiajata fmo che quesia la
su ] ero di un aliro piede. In cinque" ore un cosilfatlo proccsso di mura-
zione ecquislo tanta coiisolidazione che non tremolava piii sotto i piedi
dei iiumeiosi opcrai che rabballevano con niazzeraiighe, come i rapporli
ofliciali del 3 07 otlobrc dimoslrano. Dopo cinque niesi furono sopra la
prcdclla foiidazione creUe le grandi pilcdelF atluale ponte. Fu ridoKo
co.s'i la calce comune in calce idraulica col [.iu vautaggioso ed ecl-
iiomico eflislto segixo che la Soprintendenza Geiierale la prcscrisse nel-
r ariro appresso come arlicolo di appalto in allra simile o])ora; cJ iu
r adoperai nella fondazione del cosciale sinistro del ponte c/ma/vs)
j:er islraordinario incarieo officialc del di 11 febbraro iS32 a line di
riparare ad una inopporluna palafitta, che vi si era praticata, come
si desmne dal verbale del di 8 aprile i832 redatto dalla oommcssiono
destinala all' oggetto. Dalla conibinazioue dunque delle termantidi e
dei tofi deir Eltna coUa calce conmnc possono con saggezza e perizia
ollencrsi e gli efletti della calce idraulica, ecib che pin monta, gli el-
fetti medesimi dc\le pozzolane di Roma, e dell' antica Campania.
(i3) Lib. XXXVI cap. XXlll =. liumanim itrbis ea maxime cau-
sa, quodfurto calch^ sine Jerrnmine.ccmenta conifoimntur . E degno
di particoiare allenzionc che Plinio, il quale dal cap. LXXXI al LXXXVI
-del lib; U descrive cou tauta veritft i I'uaesti dauni dei tremuoti, di
sino ai tempi <li Ciovcnalc, il quale mezzo secolo
(lopo vedeva Roma in gr&n parte ap]K)ggiata a lenui
pujitclli , c cio non oslanle abilala (''*).
Se le esatte conoscenz£ solamcnte possono opporrc un
argine a pralicho tanlo viziose e falali ad operc di
piil)blico e pii\ato vanlaggio, io fallo organo de'mici
socii, qiial allro piu sincero omaggio posso Iributaro
all'Aiiguslo Ferdi.\ando II che sommetteie all" illuslrc
siio llappresontante , che per la qiiarta \olta onora
quest' Accadcniia , un debole sunto dello sue appli-
cazioni alle iialnrali scienze.
Si , Eecojienlissimo Signore, solto gli anspicii della
so\rana bonta ba oltenulo essa in nieno di trc luslri
non poco compalimenlo da esteri c nazionali scien-
ziali. Nc esislono Ira queste miu-a gli onorandi alle-
stati, clie furono oggelti di compiaciniento alia M. S.
ailorcbe si degno dccorare di sua presenza questo an-
fico Aleneo. Finebe sussisteranno gli annali scicntifici
dopo il risorgimcnto, rccoclso nome de' Borboui ne
cui molti vide egli a suoi tempi, non atlribnisce alio pfTetto di si fer-
ribile fcnomono Ic niiue di Roma , ma ai soli cattivi ccmcnti. Se-
rnndo Rondelct qiicsto passo di I'linio riguardanip la pcssima qualila.
dci comcnti non e slalo iicne inlcrpretato da Loriot: ma con pace di
fanlo insignc auloro la slcssa tradiizione clio rgli ne da ali'art. IV del
lib. Ill e suscettiva di maggiore prccisiono , non mono di qnella
del Loriot = Co qui canse la mine de la pln]iart dos edifices de cclte
villc , c' est que les oiivriers par fraudo eniplnioiit i>onr la constru-
ction dcsnuirs, de la chaux qui a perdu sa qiialilo =:Allro 6 essereilcc-
mento sine fcirumine J'ltrlo ca/c/'s , allro 6 essere' caltivo perchela
calcc aveva perdnta la sua qnaiila. E'la soltr.i/ione fraiidolenla dclla
giusta quantita della calce ncl meslruarc il cenienio, che I'liuio Tuole
annolarc , o non gia la poco buona sna qunliia.
(i4.) Sat. III. Nosurbem coltmu.i teiiuitibicine ftdlam.
Magna parte sui\
— 56 —
fregiera le pagine piu memorabili, perche dopo le
Ire epoche luminose di Alessandro, di Augusto, e del
Medici, quella di Luigi XIY si e estesa fino a noi
con non iaterrottemuQificenze. Sulle sublimi avite tracce
un degno suo discendente Carlo III allorche a seder
enne sul trono delle due Sicilie, fondando 1' Accademia
Ercolanese getto le basi deirArcheologia, tanto a'no-
stri giorni levata ad onore. Bla le fondazioni di sif-
fatti Istituli quali rimembranze conselatrici ridestano!
La Pontoniana che fu la madre di tatte le presenti
Accademie del mondo letterario , fu fondata in Na-
poli dal noslro Antonio Beccadelli solto gli auspicii di
Alfonso: Accademia, ii -cui nome cbiaro ancor suona
per le prestanti -falicbe del Pontano, del Sannazzaro,
del Bembo , del Sadoleto , del Suraraonte , e di altri
di ugual conio. Ma Alfonso per una mirabile corre-
lazione , gettava al tempo mcdosimo i fondamenti di
questa UniAersila, culla deirAccademia ■Gioenia'^'^). Cre-
(>3) Antonio BeccadelH piii conosciuto sotto il nome di Panormita
dal norae della sua patria, foudo verso il i4.36, in sua casa in Na-
poli sotto gli auspicii di Alfonso una istiljizione letteraria, alia quale
per venerazione verso Platone non aveva dato il norae di Accademia,
ma di Porticus Antoniana. Napoli Sign. Vicend. della colt. torn. 3
pag. 274 e segu. corregge 1' errore del Bettinelli =Ris. lom. leap.
Vl che ne vorrebbe la fondazione sin dal i4.33. Pr^se indi assai lardi
ii nome di Accademia Pontoniana, dacdie Giovanni Pontano dopo la
inorte del suo maestro BeccadelH, la riunl in sua casa , dandole piii
esteso ordine. Quella celebre dei Platonici di Firenze ebbe nome sotto
Lorenzo il magnifico tra il 14,60 e 1470: Roscroo Vit. di Lor. torn.
\ pag. 52 e seg. Tiraboschi Stor. della Lett. lorn. jYL ib. I cap.
Ill parag. XXL Sismond. Stoi. delle rep. italian. torn. XI pag. 419
e seg. Quelle due di Bessarione in Roma, e I'altra di Pomponio Leot
perseguitata da Paolo II furono parimeute posteriori a quella eretta da!
iJeccadeUi. Ma due aaai prima della istituzione letteraria del Pauornii-
— D-
dereino, Eccellentissimo Signore, inefficace una si pro-
digiosa corrispondenza di Kegio patrocinio simultanca-
mente impartilo a due doUe istituzioni a vicondevol.
sostegno? No certamente: a grandi spcranze si aprona
gli aaimi bennati e fedeli, in pensando che oggi dat
Trono istesso I'Augusto FKRniiv.\A'DO II protegge unite
in ijucsto anlico Atenco quelle clic Alfonso, son gia
qualtro sccoli , protesse disgiunle. Unione figuraliva,
clic ci inanimisce a Icggere ncUa posterita glorio-
se nicmorie per un Rcgnator si benevolo; e ci muo\e
a spcrar con fiducia, clic forse nello av\'enire a canlo
In, Alfonso aveva getlalo i fondamenti della Universita di Catania
aj)[)rovaiulovi il gener.ilo studio col diploma del 21 ottobre l434. Aini-
co Cat. ill. lib. XII cap. i. Lecj. Cat. Gymn. 1780. png. XJ, quan-
tiinquo piii per lo sci.igiire dciia gucrra, e degli scismi, non siasi
circttuitn prima del i444- i^e questa predilozione di nn fanto Jie
]irovcnnc da aura passcggcra di corte; era Catauia raedesima in quel
tempi ima forbila Actadcmia. Erano tisciti dal sue seiio (juol sommo
limic di sacro e profano sapere Niccolo Tudisco che tanta par-
te preiide della Storia lettcraria di qiicll' cpoca, e che eziandio tlopo
qiialiro socoli nierito le lodi del gran Benedetto XIV ; Giovanni de
I'riniis per snggezza e dottrina^ piii volte apostolico e rcgio visitatore;
Simone Giovanni ed Antonio Pesce, insigni per scienza, e desterita in
somnie cose; Tommaso Herbes rcferendario del Pontefice Bonifacio
IX. Antonio Fazano confessore e teologo dello stcsso Alfonso; Giaii-
Toramaso Moncada assai a lui caro , e che acqnisto dal famoso
Piclro Candido DecemLrio la traduzione di Appiano Alessandrino che
si coiraorva in questa biblioteca Venliun'gliana ; i due Branca cosi
rinoniati nella Storia Chinirgica; Antonio di Alessandro medico di
Alfonso e proloracdico del Regno, le cui coslituirioiii furono indi da-
le ill luce e comenlate dal celebre Gian-Filippo Ingrassia , ed allri
nioltissimi che a brevila si tralasciano.Ul nome ietterario di tanti prestan-
lissimi Catanesi altiro sopra la loro patria le mulliplici bencCcenze di
AHbnso: possa qnesto breve ccuno di storia patria servirc di dimo-
strazione che le vere e soiide fatiche soltanto meritano T attenzionc
sovrana, c I' ammirazione dei postcri.
AUi Accad. vol. xr. 8
— 58 —
ai fasti chiarissimi dell' Accademia Pontoniana qual-
che sigla non indecorosa starawi anche per la Gioe-
nia. Essa, che in questo giorno solenne per il di na-
iale dell'inclita sua Genitrice , trovasi onorata dallo
intervenlo di un si degno Rappresentante della Blae-
sta Sovrana con tutta ragione esterna rispettosamente
segni indelebili d'inlemerala fede e di pura ricono-
scenza.
•
SULL' APPARECCHIO DIGESTIVO
I.N TALU.NI
GASTEROPEDI
DEL GENERE
BOLLA DI LINNBO
CEIVIVO FISIOLOGICO
DEL SOCIO COnmSPONDENTE
I
P. GIACOMO MAGGIORE
CASINESE
LETTA NELLA SEDCTA ORDIiVARIA DEL 23 AGOSTO 1 838.
SIructirram animalculoruni conlcmplantes ilenmi in
> gyrum volvimur , ncc ccrii quidcfuam in his auda-
> ctcr aflirmamus. Iiicredibilem tamcn industriam na-
1 turac scrulatorum quorundain, in examine vermium
J horum, co peircnissa nobis gratulamur, tpiod scia-
j mus (juibus partibus careant; quas aulcm, ciccplis
> nonnuUis paucissimis majoribus visccriljus , possi-
« deanl ; et quo ordinc sinl collocala; , nemo morta-
I lium adluic indagarc potuil.
McnsjT in Fundamentis Teilacol.
praeside Car. Linne fropontis
pag. S. Vpsatiae t'i'ji.
Lio scientifico tesoro di tremila e duecento vo--
lumi di eletlissime opere alia storia naturale spetlanli
per la raorte di chi seppe a proprie spese acquistarlo,
a decoro ad ornamenlo a pabolo del suo intelletto
finchc vissc rivolgerlo, oggi a me la bonta de'^raiei
superiori alfidollo. Tanio onore ad un giovane quale
io mi sono coraparlilo, imperiosamente m' impone che
a siffatlo utile ed aggradevole studio la mente appli-
cassi ; c la collczione di ben millc trecento sicole ed
csotiche conchiglie dfUIo stesso valeatuomo con opera
— 62 —
indtistriosa raccolte ed ingegnosamente classificate mi
appresta la felice occasione di soffermarmi alia branca
zoologica e di trascegliere in questa la Malacologia (■).
Questa scienza eke dalla infanzia sino alia eta
adulia conchUiologia si addimandava, quasi alguscio
alia corteccia della cosa solamente le sue ricerche
soffermasse, poiche al di la della soslanza calcareo-
glutinosa non osava le sue indagini estendere ; que-
sta scienza, che possiam dire creata e cresciuta sotto
I'aurea penna dell' illustre svedese auslerissimo dise-
gnatore della natura, dietro i piu sublimi concetti di
quel sommo fra i naturalisli, e merce le piu accu-
rate osservazioni dcgli Adanson de' Geoffroy, ingegni
piu felici de'MuUcr, sorprese, direi cosi, il molle a-
bitator di quelle cose ambulanti, ue pose a disamina
!e forme le abitudini i movimenti, ed in men di due
secoli videsi a meraviglia ingigantita (''), Uomini ce-
lebri ancbe in questa branca di scienza osservatrice
(i) Qoesta collezione di libri e di conchiglie non che nn' alfra
d' indigene ed osotiche piante si devo al p. abate Emiliano Guftadan-
ro easiness socio corrispondente della Gioenia, nomo insigne e per il-
Jibatezza di costnmj e per aciune d' ingegno. Sorliya egli i natati Inn-
go le incantate rive dell' Anapo cd amava le arti imitatrici del bello
naturale; si era ispiralo alia toraba di Archimcde , e bene innanti
senliva in molte branchc di scienze naluraU. Chiuse a 23 settembre
1 836 i suoi di negli anni yy di sua vita pacifica.
(2) Sebbpne la parola greca -AoyyyiXioy ( conehiglia guscio )
abbia ancora il signilicato di animate abitatore della conehiglia, pure
1' nso ha fatto sempre considerare la conchiliologia per la scienza del
solo guscio. Si deve al sig. IJIainville 1' introduzione del termine Ma-
lacolocjiu abbreviato Malacozoologia dal greco f/i«X«xos ( molle ),
?aov ( animate ) c loyos (discorso), ossia discorso cler/li ainmali
mollis termine molto acconcio ad csprimere 1' oggetto della scienza.
— 63 —
iiluminarona co' loro insigni lavori 1' Europa intera :
e la Sicilia sempre madfre di geni non fti da sezzo
in si fatto ramo di scicnze natural! : obe anzi se la
Francia infatto a prischi naturalist! in su gli albori
della seienza slessa vcggiamo menar vanto de' suoi
Belon Rondclet Geof&oy Adanson , se la Gormania
loda a ciclo i Gesncr ! Major, se I'ltalia di im Al-
drovando di un Colonna di un Fonauni va ognora
supcrba, ranta pure la nostra patria i suoi Bocconi
i suoi Cupani, cbe soli a sorrcggerc la gloria nazio-
nale in que! remoli tempi bastavano. II iamoso Pam-
phylon siculum di quest' ultimo non fu sempre e non
e forsc ancora il noslro lesoro bolanico e zoologico ?
Si ba pi-ogredito la seienza; gli csseri sottoma-
rini non sono piu un mistcro per 1' uomo , il mare
ci ba scbiuso i suoi tesori , e noi classificandoli ab-
biamo falLo una seienza di cio, cbe sollanto il lusso
c la romana curiosila ne' trapassati tempi pasceva (').
Ogn! golfo ogni mare ogn! paese possiede, direi, U
sue tratta'to raalacologico ; ma non si e veduta sor-
gere ancora una Malacologia lopografica imiversale
una geografia zoologica , cbe de' raoUuscbi la vera
giacitura ne' different! fond! additando, pe' confronti
delle fossili coUe marine concbiglie nuov! lum! ve-
nisse al geologo successivamente apprestando. Le par-
ticolari minute e topograficbe descrizion! de' sit! dalle
innumerabili famiglic de' moUuscb! abitat! ancbe po-
trcbbcro a quel grandioso progetto qua! non ispre-
gevol! malcriali coadiuvarc. Appo noi, in queslo suo-
(t) Populatio morim atque luxuria nen aliunde maior quam
e eonc/iorum genere procenil. Ptm. his. nat. lib. g. cap. 34-
— ^4- —
lo ferace di naturalist! , i piu esperti valenluomini ,
fregio ed ornamento di quesla scientitica societa, non
banno omesso di farne replicate volte i piu vistosi
progetti, e d' intraprenderne con eostanza 1' onorato
lavoTo; ma poiche nelle scienze di fatto anche e da-
io coUaborare agl' ingegni mediocri , cosi non mi e
panito strano il farmi avanti con talune zoologiche
osservazioni.
Una indefessa applicazione alle abitudini del mol-
lusco alia peculiare profondita che al suo vivere esso
trasceglie, non Irascm-ando quanto alia conchiglia si
appeirtiene, mi dara campo di prcsentarvi, o signori,
dietro la scoria della zoologia topografica dell'esimio
professore Gemmellaro e della sicola malacologia del-
rillustre professore Maravigna qualche fisiologica os-
servazione sopra la ricca serie de' molluschi , che la
onda dello Jonio dal capo S. Andrea al capo S. Cro-
ce e particolarmente per le spiagge di Riposto Trez-
za r Ognina golfo di Catania ci viene regalando (').
Mi sia pertanto in questo primo scritto permesso
metier fuori alcune brevi riflessioni sopra un fatto fi-
siologico, che V analomia de' molluschi interessa ; mi
sia Iccilo, io dico, proferire alcun che sull' apparec-
chio e sul meccanismo della digestioue in taluni ga-
steropodi del genere Bulla di Linneo, dopo aver toc-
cato della sloria critica di questo genere di mol-
luschi
Nel pelago immense della zoologia immergen--
doci ed elevando le nostre contemplazioni all' altissi-
(i) Atfi deli'Accademia Gioenia vol. XII.
— Gj' —
ma incslrigabilc slrullura (Icinolkisclii, anziclie infio-
rato inconlranic il sciilicro, slorpoiii c tril'oli di dub-
biczza arrcslano da per tutto i noslri passi; lalcbe ri-
luancrc slazioiiari ci e forza c nulla coUa noslra au-
dacia, al dir del Murray, nulla poler di cerlo asseve-
rarc. Se non clic dall' allro canto il volume doUe
scopcrlc malacologicbe in percorrere , uon possiamo
senza compiaciniento ncUa onorata serie di quelli in-
duslriosi scrutatori della nalura incoulrarci , i quali
lant' oltre spinscro di quei molli vivcnti la disaniina,
cbe giunscro ad cnumerarci gli organi e Ic prero-
gative ondc essi niancano, noncbe le viscere princi-
pali onde van foruili. Cio non per tanlo, e d' uopo
confcssarlo col naturalista di Stockliolm , tranue po-
cbissimc conosccnzc aU'oggcllo, foltc tcnebre d'igno-
ranza ingonibrano ancora il cielo dell' anatomia ; c
sebbene a diradarle sia a nostri tempi un astro bril-
lante comparso , la lucidissima mcnlc del Cuvier ;
pure non siamo ancora alia cbiai'czza del giorno :
molto a discoprire molto ad indagare ci rimane in
falto alia interna strutlura alio funzioni fisiologicbe
di quei scmoventi in apparcnza i piili semplici ma i
piu complicali in cffetto , ovc alia picciolezza dcgli
organi cd alia minutezza do Icssuti lore si abbia ri-
guardo. Da cio le inde/inite illusioui de' naturalisli
gli svariati cquivoci le malfondatc congctture nel ma-
lacologico sislema ; ma valga a cliiarire viemmeglio
una sifTatta vcrita il rapido ccnno storico-concbiologi-
00, die io in sul bel principio vi presento; e le mio
ullime parole avran nerbo da consolidarla.
Crcava con sagacc inlcndimento sullo inoKrarsi
del sccolo XVIII il Plinio svcdese un concbiologico
9
— 66 —
sisteina; adoltava una diiarissinia lerminologia di Ic-
slacei, e segnava le prime linee di una precisa par-
lizi'jnc di geueri, cho per l' avvicinaroenlo dellc for-
jnc in pochissime categoric restrigneva. Ma come e
daio a' geiu batterc vie nou tenlale , cosi devono i
lore dettati portare 1' impronta doUa umana imperfe-
zione. Descrivcva Linneo il gancre XXI do' suoi te-
stacei dielro le tracce di un Lister , e coraprendeva
sotlo il nome di Bolla conchiglie svariatissime , le
quali potevano, anzi dovevano ad altri generi ad al-
tre famiglie rapportarsi. Pu forza quindi, clie 1' auto-
re degl' invertebrati , riformatore illustre della zoolo-
gia, a spese del genere linneano formasse le sue
Bolle, le Bullec, le Agatine, le Terebelle, le Pirole,
le AmpoUe. Ora i primi due generi di Lamarck, dan-
no argoraento alia mia breve disamina.
II portentoso Cuvicr , quel vasto ingegno cbe
appo la Senna pianto 1' odifizio della sua fama sul-
ranatomia coraparata, ba quasi prevenuto i miei di-
visamenti nel raccogliere quauto di singolare presen-
ta la storia concbiologica afitica e moderna su questi
due generi di univalvi. Per lo die mi e forza tener-
gli dietro, e nulla trasandare dell' interessante giudi-
zioso quadro all' oggetto uella memoria suUe Acere
tracciatoci (').
Le singolari proprieta nella interna struttura del
mollusco delle Ire Bolle Lignaria Aperta Idalide di
Linneo ban dato luogo a svariati equivoci a grosso-
lani errori sulla vera conoscenza di quello. Iinperoc-
cbe sin dal 1^92 Pabio Colonna descriveva per una
(i) Annal. du Masenra d' tiist. nat. lorn. i6 pag. i56.
-67-
conch iglia lo slomaco dell a Bulla aperla nel suo
trallalo de Purpura ; c Concha naUdilis vefiraori;
minima exotica 1' appellava ; egU la ricovcva tia iin-
porali, c prpiulcva cjucir osso per iin opciculo ('^.
Ncl 1 7^9 Giovanni Bianclii Riininose , cui fu
vaghozza Jano Plarico adJimandarsi, rcca\a in Hgii-
ra male da prima, e poscia in mediocre disegno Ja
slessa Bulla aperta soUo il nome di Mandorla ma-
rina , c veniva di questa e della B. IJydatis lo sto-
maoo descrivcndo (^^.
lo non debbo parimonli Irasandare venir (jnesfa
ultima dallo stosso Planco Juiuba marina e dal Gual-
ticri noce marina appellala. Nel 1702 sulle spiagge
del Senegal una specie alia B. aperta vicinissima
rinvcniva un Adanson, il nome le apponeva di Sor-
met, siccomc Gossan appellava 1' animate della B.
ampidla^ c di cnlrambc il suo geaere Gondola venia
formando (^). Diclro quesli un MuUer dalla carenza
di corna per una picciolissima specie nsl mare del
Nord rinvenufaMl suo genere yc//!'erfl stabiliva. (-5) Nel
1772 il gasleropode della B. aperta per Ascanio i"u
riprodotto col nome di Phijlina quatriloba^ 0 guatri-
parlita ^"'\ e dallo slesso Mailer solto quelle di Lo-
bar ia. Ma quesli non vi lesse i suoi rapporli con
r Akera^ che anzi veniva nel pensiero di aver la
(i) Dc Purp. pag. 28.
(2J Dc Conc/tis minus notis- App. lav. XI. fig. E-T. ibid.
fig. M.N.O.
(3) Hist, nalurcllo dii Senegal p. 3 4--
(4.) Zool. Dan. prodro XX1.\ 0 Zoo!, dan. II tab. 71, f. i--J
(5) Accad. di Slock. 772 lab. X, fig. A, 15.
— 68 —
Loharia la propria concliiglia inghiottito, e de' pezzi
del suo stomaco come di un orgaiio incognilo tenne
discorso. M. Albigaard suo editore osservo ben bene
la rassomiglianza dell' animale colla mandorla marina
di Planco , ed i rapporti della sua concliiglia colla
B. hydatis. Born nel 1780 dielro Adanson e Planco
giudicava csatlamente di quei raoUuschi dover essere
quelli delle vere bolle simili ad un dipresso; ed indi-
cava le separazioni da farsi nell' estesissimo genere
Bulla di Linneo ('). Nel 1789 compariva Gmelin, in
con to di una specie rara provegnente dal Capo tenea
la B. aperta^ riproducea qua! genere distinto la Lo-
baria^ infra le Olouturie e i Tritoni lo allocava, coi
quali non ba il menomo rapporto : ma si e quesla al
dir di Cuvier una delle piu perdonabili peccbe di que-
sto infelice editore di Linneo ; imperoccbe erasi egli
dato a seguire Muller il piu esatto naturalista de'suoi
giorni. Veniva in progresso il Bruguiere le partizioni
indicate dal Born eseguendo , adottava 1' idea sulla
rassomiglianza degli aniniali delle Bolle , 1' estendeva
air Akera mulleriana, nessun cenno sulla Lobaria scri-
veva ('^). Nel 1773 alia fm fine era comparso Dra-
parnaud, cbe arriccbita la scienza di ben trenta me-
raorie e di due classici lavori si parti da questa ter-
ra ne' suoi trent' anni , egli lo stomaco della B.
Lignaria e della hydatis descrisse , e riconobbe la
identita del primo col preteso genere Gioenia 0 Tri-
cla (^). M. Humpbey avea bensi descritto e rappre-
(i) Mus. Caes. p. 196.
{2) Enciclop. method. Diet, des vers. I. p. 368.
(3) Bullet, do la societ. des scieac. de Montpellier n. 6.
-69-
scntalo qiiosto stesso slomaco alcimi anni prima (') ;
ma noa si era avvcduto dcUo abhaglio gioeniano
taccialo di siiperchieria da' Francosi ^-); ma die allo-
ca I'aulorc a fianco dogl' Imperati de' Colonna dei
Midler de' Gmclin; poiclie , siccomc abbiam vedulo ,
rilcvan pure i costoro abbagli sid gcnerc BuUcea \i-
cinissimo cd affme alle Bollo di Lamarck, dalle quali
staccando la B. aperta Linn, nc ha formato queslo
gencre a parte ^^K Cio anclic prova non esscrc rari
ma frcquenli gli crrori conchiologici , ove si giudica
senza 1' infallibile scoria dolia osservazione. Lo slesso
Lamarck Bosc Roissy mal si avvisarouo nel collocare
la B. lignaria fra le loro Bullec , non vedendo ma
supponcndonc la concbiglia nel manlello del raollu-
sco cclala (■^); e, sc poscia riforraarono i loro giudi-
zl, dobbiamo qucsla saggia correzione all' esattissimo
Cuvier W.
In un errore dello stesso gencre sembrami aver
dafo I'accuratissimo autorc della Zoologia Adriatica
nel volerc il giiscio delle Bolle Idalide, e Canalicu-
(i) Soc. Linnoana di Londra.
(2) Draparnaud c C.ivier mem. cil.
(3) Con pcrmcsso u'cl professore 0. G. Costa non bisogna de-
frandarc il Lam. del prime vanio di qiiesia partizionc nel genere
linncano Kiilla pria modificato da Druguicro.
(4) Lam. Hist, dcs aiiim. sans vert. pag. 63 gen. BuUee-Bosc
Hist. n.it. des vers Paris anno x. lorn. 1 pag. 67 e Nout. Diet,
d' hist. nat. art. Bullee — Roissy Hist. nat. des moll. torn. V. pag.
i8g. — Lo stesso Donys-Monlfort non va csento da niiosto neo, dap-
poicho crcdeva la roiicliiglia della lignavia avvolla dalle membrane del
mollusco ; scbbeno nbhia indicalo col nomc Scaphander la sezione
dcllc iJolle non imiliilicalo. Concliyol. system, torn. II p. 336 gen. 84.
(j) Lam. hist. nat. des anitn. sans vert. - Dose hist. nat. des
cotinilles, dove la Lignaria vcdesi reslitiiita a! gonerc Bulla di Linneo
CcviEK Ann. du .Mns. Ioid. iG. .Mem. sur los Aceres.
lata organicamenle coUocalo nell' interno del loro a-
niiiialo, mcnlre esso e del tutto esterno ^'J-
Ora giiinli a qucsto pcriodo della scienza dob-
biamo riconoscerc la naturalc tripartizione delle Ace-
re cuvenianc. Consistono le prime in Accre a con-
cbiglia ampia solida e visibile all' infiiori •, quali so-
no le Bolle di Lam : (-) le seconde inAcere a coii-
chiglia occulta nella carnosa spessezza del mantello;
quali le Buli'Te dello slesso autore: le terze in Acere
senza conchiglia, bencbe ne serbi la forma esterna,
11 mantello ; e quesle sono le Acere propriamente
delle, quale 1' Jcera carnosa di Lamarck unica spe-
cie d' Acere finora sperimentata : la organizzazione
di queslo moUusco fu descritta dal Cuvier , cbe Bul-
la carnosa dapprima 1' appellava (^) . Sulie tracce del
ridetlo naturalista separo ultimamente il Sander Rang
il terzo sotlogenere delle Acere sopra cennate dalle
Bolle e Bullee , e formo del genere Bulla i due so-
li sottogeneri Bolle propriamente detle e Bullee ; in-
torno alle quali si versa la mia presente disamina:
ma non e mio debito interlenermi sull' analoraia di
quel gasteropodi , cbe furono rainutamente e dai
Draparnaud e dai Cuvier e dal sig. Delle-Cbiaie de-
scritti: toccbero una parola della loro preparazione
digestiva.
In fatto a canale alimentare vanno alia medesi-
(i) Ved. Olivi Zool. Adrlatp. i38.
(2) Non di Linneo correzione da farsi alia pag. 29 lorn. vi.p. 11.
della famosa opera di Lara. Hist. nat. des anim. sans vert. Paris 1022.
(3) V. Ann. du mus. torn. xiy.
7'
ma calo2;oria sotlopo.sli i molliirclii dolic Bolle ligna--
ria aminiUa striata idaliue e dolia Bullca apcrta in
(juaiito clio , o!lrc la numorosissinia scrie di dcnti ,
ondc la loro bocca va fornita , e clic ad affcrrare il
cibo loro si prcstano, le membrane del loro stomaco
porlauo un' armatura di pozzi diiri a forma di pia-
stre, i quali fanno in essi 1' ufTicio dei denti nei gran-
cbi, delle sfjaarac nclle cavallellc , degli unciui nel-
I'Aplisic-. Sc non cbe il loro vcntriglio muscoloso va-
ria ne' Ire pczzi ossei, chc ne forniscono 1' armatura.
Conciossiaclie si c qucsla iii/Aa. B. Lignaria la piii
spcciosa di forma, la piii complicala insieme c la piii
voluminosa, giacclie ne bo vedulo di ben undici lines
in lungbczza e novc in largbezza ('). Due gran pia-
stre ossce in siluazione quasi paralella convesse nel-
la faccia interna e concave ncU' estcrna , di figura
cordate e triangolari ma ad angoli rolondali e come
fronclu da archi di ccrchio cosliluiscono il piii grosso
del carro, die cosi vcnnc qnclla ossatura addiman-
data; una prima membrana inviluppa questi due pez-
zi ; un tessuto muscukre densissimo da fibre carnose
e trasversali formato serve a congiungere 1' uuo al-
r allro per tutla la loro poriferia. Una terza membra-
na che velhitato si appclla, vesle I'interno. Nella tu-
nica carnosa 'alia sua parte superiore viene incassala
la terza piaslra ossea di figura compressa oblonga ed
irregolare ^''■\ La slruttura del venlriglio nella Bullea
(i) CoIIczionc c >ncliio!ogioa (IcI Dott. Andrea Aradas in (^afania.
(2) Tiilti 0 Ire (jiici pez/.i sono niinulainenic disegnali nella de-
xcrizioiie (C una nuoca fanw;lia cc. pc. di (iiocni Nap. 1788 fig.
I- II. ce. cc. I'oli torn. '3 tab. XI-VI fig. .\II. c Xlli. Guvicr Ann.
du mus. iab. I. torn. iG.
— 72 —
e nelle allre BoUe e la stessa, ma differenti e piu pic-
cole ne sone le piastre. Quelle della prima sono di
mediocre grandezza, due a triangolo isoscele otlusan-
golo, ed una roraboidale; e poicbe tutte e tre sono
quasi eguali in larghezza, il ventriglio prende di fuo-
ri la forma quasi di un prisma ('). Nella B. ampulla
rassomiglia il ventriglio quello di un uccello; i pezzi
ossei sono di un nero dense irregolarmeote ovali acu-
minati alle due estreraita, la parte clie guarda il dqn-
tro dello stomaco e a tre faccie, una piu simmetrica
delle altre (■^). Nell' idatide il ventriglio e piu picco-
lo, e rappresenta un cilindro meno lungo che largo,
rigonfio alle due basi. I tre pezzi ossei neri piccolis-
simi formano dei triangoli , due lati dei quali sono
formati da due curve convesse simili alia figura di
uno scudo , la loro faccia interna e trasversalmente
solcata (^). Non molto dissimile dai quattro appareccbi
digestivi descrilti si e quello della Bulla striata., i di
cui tre esagoni ossaletti vengono dal sig. delle Cbiaie
cffigiati W. Queslo saggio colla intitolazione di essa
voile tributare un fiore all' orabra del Colonna come
alio scuopritore di quella. La medesima organizzazio-
ne osserviamo nella B. scabra rapportata da Muller,
cbe La lo stomaco guernito di tre ossicini prismatici
e triangolari , organizzazione da Bosc tutta propria e
(a) V, Cuvier loe. cit. Ginanni opere postame tav. XUI.-~Planeo
Append, tab. XI.
f2) V- Cuvier loc. cit.
(3) V. Idem. Cuvier loc, cit.
(4) Poli torn. in. tab. XLYI- %. 2j..
-73-
parlicolarc a qiicsla sola Bolla credula(i). In cjucsle
anafomiclie dcscrizioni Iralte in Luona parle dal Cii-
vicr Iio sostiluito sj)csso osseo alia paiola pet'oso ,
chc ogli ai pezzi duri di cpicijii stomaclii appoue;
poicho non dubilo diclro 1' aualisi chimica , clic iin
valcnle socio vostro sopra uii carro o ventriglio del-
la Lignaria ne lia per mia commissionc instiluito ,
esscre quasi lulta ossea la soslaiiza, onde vcngono
qucgli sloinachi formati, come da fosfato di calcc
nel pill di essa rcsultante (2).
Prcmcsse tali neccssarie nozioiu non ci sara raa-
lagcvolc il comprondoro come dalla provvida iialura
vengono quoi gastoropodi dotali dei descrilli ventri-
gli a forlc armatiira i)er isfriimenlo triluratorio dei ci-
bi duri onde si alimonlano. Couciossiaclie essi ed al-
Iri raolli fanno spcsso la caccia ai raoUuschi a con-
cliiglia di loro piii piccoli; lalclie financo il guscio
ne ingliioltono : non di raro e addivcnuto di fatlo ,
che, secati 0 disgiunli i pezzi componeuti quel ren-
trigli, pioui si sono rinvenuli di frantumi conchiglia-
ri non ancora digerili ina mezzo Iriturali e quasi di-
sposti ad immeltersi pel piloro ncgli intestini. Cio fu
sempre da' zoologi osscrvato, da Planco sino a Cii-
fi) V. storia nat. dollc concliiylie Pi.v. 1S22 lorn. IV. p. 128.
(2) A maggiorc scliiarimoiilo dclla mia assorzionc ecco il melo-
(lo dal coniiDPiidcvolc cliiiiiico Salvatdfo Plalaiiia teniito nell' analisi
del ridello ventriglio — Esijosta al fiioco una piaslra dcllo stomaco
dolla B. lignaria, osalo odorc di rorrio odivcniie annerila; conlinuan-
do r csposizionc dal nero passo al bianco di perla, cd in alcuiii pun-
li vi si scorgevano picculissimc maccbic giallo-rossaslre. Dcssa materia
10
-74-
vier e da questi fino al continaatorc di Poli (i); cio
venne bensl osscrvando il noslio Gioeni, quando ab-
bagliato dalla speciosa forma nel carro della B. li-
gnaria inavveduto ne forraava una nuova faraigUa un
genere uuovo per la conchiologia. Egli disseco uno
di quel ventrigli, e picno lo riiivenne d' infranti gu-
sci concliigliari, siccome le sue figure IX. e XIII.
ne addimostrano; cio ho avuto il bene di osservare
anch' io avendo ritrovalo fra le piastre ossce nel ven-
triglio della stessa B. lignaria aranzi di Dentalium
fasciatum di D. dentalh di Turriiella terebra di
altrc conch igliette e sin anco delle Turritelle intere.
Ora addentriamoci un ' poco nefla maravigliosa
strutlura di quel ventriglio ed ammiriarao di lancio
r imrautabile sapienza della natura somma ed unica
maestra del hello e del perfetto (2). Io prendo di
cos'i calcinata triturata in mortaro di porcellana divenne di nit colore
gialliccio; e gettatane porzione nella tintara dei petali di fior di mal-
va la tinse di verde. — Ridotta un' altra piastra in minutissiraa pol-
vere si disciolse intoramente nell'acido nitrico purissimo con una te-
nue traccia di cffervescenza ; 1' ammoniaca versata in sufiiciente qnan-
lila in delta soluzione feco nascere abbondante precipitato bianco , il
quale lavato disscccato e traltato convenienteinonte or coU' ossalato di
ammoniaca or col succinato della stessa base or col fosfnto di soda
e r ammoniaca, or coi carbonati alcalini, ci presento fosfato calcnre
fosfato mag^nesiaco, carbonato calcare, ferro ed allumina. Laonde si e
conehiuso esser composta quoUa piastra ncUa massima parte di fosfato
di calce, di piccolissiraa dose di carbonato della stessa base, di dose
ancor piii piccola di fosfato magnesiaco e di tracce di allnmiaa e di
ferro.
(i) De Conchis ec. ec. App. c. I. — Cuvier ann. da urns. loc.
cit. — Poli torn. III. p. 21.
(2) Que in mirijica slructura naturae saqacitaiem atque sa-
pientiam satis admirari non dcsiniinus. Delle Cliiaie in Poli torn.
III. p. 21.
-75-
raira la inaggiorc dcUc Bollc la lignaria , c nell' in-
terno del suo raoUusco osservo, che la dove I'csofa-
go va a toccare le valve o piastre ossce , che ne
forniaiio lo stomaco, a foggia di gran sacco si al-
larga, c lo stesse piastre iiilcrnamcntc investe all'in-
i'uori dclla parte cenlralo, dove lascia ignudo il con-
vcsso prominentc e circolare dclle stesse , affinclie
jjuosle scuza dctrimcnlo o incomodo dell' aniraale
polcssero le concLiglietle e tutti gli dementi diiri
triturarc mcrce uno scambievole attrito. Ma quali so-
no di questo attrito le molle? Slanuo d' ogni dove
iaflnili tendini Irasversi contrattili di un lucido ar-
gcntco, larglic due lince quai validissimi legamenti
dellc valve cbe ad avvicinare od aliontanare ledelte
valve cd a promuovcre 1' intcrno attrito contro il ci-
bo ivi condotto per 1' csofago si prestano (i).
Da (juanto mi e toccalo in sorte farvi notare ,
o Signori, cbiaro emerge, non reslar luogo a du-
biczza siille funzioni di quel venlrigli a forte arma-
tura. Eppure un distinto concbiologo, 1' aiitore dclla
storia natiiralc de' mollusclii tcrrestri o fluviatili del-
la Francia, il sig. Draparnaud asscrisce potersi veri-
ficare in siffalti mollusclii la digestionc senza trilura-
zionc di sorta; dappoicbe egli irovo , giusla quanto
ci rapporta Bosc , in uno di quci stomacbi , parlan-
do dclla lignaria un paleo intiero, il di cui aninia-
le ogli crcdeva digcrito(2). lo non ardisco attaccare
(i) Mi u Tcnnfo fatfo di tan to osscrvare dietro la scorta delio
accDrato continuntoro del Poll torn. III. p. 21.
(a) Bosc liisl. nat. dcs vers. Paris anno X. tom. I. p. 67.
~ 76 -
di fronte il pensamento di un insigne osservafore
della natnra : ma fommi lecilo sommettervi alcune
brevi rillessioni all' oggetto, e muovere qualclie dub-
bio fisiologico.
Nella natura in questa gran macchina mondiale
lutto e stabilito dal Sapientissimo Crcatore ad un fi-
ne determinato, tutto e strumento utile alia conser-
vazione della specie e dell' individuo nella mirabi-
lissima strnttura degli esseri organizzati ; per lo cbe
deve infallibilraenle ad uno scopo deciso mirare la
speciosa costruzione del ventriglio nel gasteropoda di
cui c parola. Ma qual'altra fuuzione meglio che la
triturazione de' cibi possianio a quella forte armatu-
ra assegnare ? lo non posso a tal proposito assentire
al Zinanni, altrimcnti detto Ginanni, il quale osservando
il mollusco della Bullcea aperta^ die ei cbiama saiv-
suca marina^ alia Favagine di Aristotile attaccato ne
argomcutava trarre esso da questa credula pianta, lo^
alimento raucilaginoso e reputava quindi i Ire os-
sicini dello stomaco destinati soltanto a difeuderlo
dalle molestie ed ingiurie aliene; giaccbe sono , ei
soggiunge, siffatti aniraali tlqW impotenza di ritirarsi
come gli altri lestacei nella concbiglia a cio disa-
datta (i). II fatto e le replicate osservazioni ci in-
segnano nutrirsi quel mollusco di concbigliette , e
quiadi abbisogoargli un forte strumento di triturazio-
ne. Per oltre non e questo solo l' animate fra i mol-
luscbi cbe vada privo di un ricovero concbigliare ,
ma pressocbe infinita e la serie de' cosi detti mollu-
(i) Dei testae. deH'Adrial. ord. XVI. p. 16.
— 77 —
schi rrndi. Clic anzL lo slcsso fatlo, primo criterio
argomcnto cfficacissimo ncUe scienze di osservazione,
fecc cio al Plaiico persuaderc, siccomc dalle sue pa-
role siilla mandorla marina^ ovvero sulla slcssa bid-
Icea aperla cliiaro apparisce: cgli avea bello convin-
cere il Zinanni inloino al cibo di quel moUusco, as-
screndo alimcntarsi di concliiglicUe come di piccoli
ammouili o nautili, ondc pieno nc avea rinvenulo
lo stomaco; cbe se ipidlo alia Favagine forte aderi-
va, era pcrcbe in silfatta sostanza tenula da Planro
per una specie di Alcionio, le ovale ck-Uu nalicke e
di tilfri testacei ivi annidati iva a rintracciare (i): il pcr-
cbe no traeva vcnirgli dalla natura (juelli trc ossi-
cini donali per la Irilurazione di quel cibo duro e
quasi lapideo (2). Cio venne bensi concludendo Del-
ia memoria sur les aceres il caposcuola degli ana-
toniisti sig. Cuvier diotro T esalta dcscrizione del ven-
triglio ne' niollusclii delle BoUe liguaria idatide am-
polla e della Bullca aperta. (C Si giudica bone, cgli
dice, venir siffalli slomachi dcstinati a triturare dei
)) corpi duri; difalto riavcngonsi ordinariamente pie-
« ni di avauzi di piccole concbiglie (3).))
fi) A dpterminaro questa sostanza animate delta Fa vagine di Ari-
stolilc noi ahbiamo islitiiite laliine osservazioni, die in altra memoria
Tprrcmo esponomlo, e la carallorlzzaremo per un involucro delle no-
va di taltini moliusclii.
(2) Quae ossiciila firtcnsfi aHiuvant ai'nul cihorxnn digestio-
nem cap. XIF. e nella 11. App. Cibiin huitis conchylii non est
nuccits Favajinix. ul arhilrahatur Zinnnnius serl sunt cornua am-
monis seu nautilii illi. >/uos siih fi/. II. lab. I. descripsi; refer-
Itim eniin eortim vrnlrem huju-^modi naulili.i repcri; quare fovlas-
ae Iria ilia oxsi'cula a naliira data sunt huic conclujlio ad fritu-
rulionem hujusmodt cibi duri ac fere lapidei. App. 11. cap. X.
['5)'kaa. Uu nius. torn. 16 cil.
-78-
Ne osta il fatto del paleo intero rinvenuto da
Draparnaud dentro lo slomaco della Bolla, il di cui
moUusco credeva egli digerito; dappoiche potea per
avvenlura quella concliiglja essere stata inghiottita
Tuota , potea per la sua picciolezza essere scappata
alia potente morsa o slrelloio di quello stomaco: ma.
non puossi da cio francamente menare illazione di
veriflcarsi in quclio aiiimale la digestione di quel cl-
bi duri senza triliuamenlo. Auche a me e venuto
fatto di osservare piu volte in un carro della B. li-
gnaria cinque dentali (i) intieri quasi un pollice lun-
ghi , siti parallellamente fra il coiivosso delle due pia-
stre triangolari coverti nella loro base dalla lerza inem-
brana o vellutato e fino alia loro meta dalla tunica
carnosa portante su di quelli incassata la terza pia-
stra ossea dello stomaco. Le due prime intanto te-
nendosi fra di loro divergent! conservavauo in tal
guisa illesi quel dentali , clie io considerava come
riposti in un serbatoio piia di venir triturati e quindi
disposti alia digestione ; siccome qualcbe fiata avvie-
ne trovarsi fra le mole dei poppanti o maramiferi
de' cibi non ancora molestati o triturati. I succhi
gastrici contribuiscono, e vero, alia digestione; con-
ciossiacbe imrautano ed assimilano in parte le sostan-
ze estranee in quel misterioso laboratorio ; ma non
si e ancora dimostrato esercitare essi la loro chimica
attivita nelle sostanze dure di qualunque grandozza
senza venir prima queste ridolte in pezzi per la tri-
turazione, cbe ne facilita lo scioglimento. Cbe anzi si
(i) Dentalmm arietinum Gmelin D. Chva? Lam.
— 79 ~
c pur troppo ordinario 1' osscrvare maleric dure infat-
fe ncgU cscrcmonli di divcrsi animali , come i semi
delle pianlc per gli uccclli , quasi noa venisser da
quest] digeriti. Finalmeutc a die la convessila inter-
Jia di quelle piastre atte a slrigncrc e pestarc se non
alia Iriturazione delle sostanze calcarco-concliigliari ,
clie apprcslano a quci gasteropedi il nutrimcnto? . . .
Clie se ^ol•ra da laluno sostenersi non cssere i gusci
testacei il vero alimento del mollusco , percbe ncn
se nc sono Gnora osservati i fiantumi negli escre-
inenti o negli inleslini , avra Hue cortaraente ogni
dubbio daccbe bo 1' onore di espor\i cbe avcndo sot-
toposlo at coltello analoniico il vivo mollusco di una
/("w/Zc //^//«?7'a pcscata ad Aci-Trezza dove abbonda, eb-
bi il bene di visilarnc la bocca coll' aj)parcccbio den-
tale, r esofago allargato in borsa elaslica , ed il
veniriglio , cbe pieno dei soliti dentali , di qualcbe
turrilella, di altri tmliinati ancora interi e prossimi a
triturarsi rinveuni , polei osservare allora il canale
iutestinalc , cbe minutissimi frauturai concbigliari con-
teneva. Donde mi fu facile argoracntare noa solo il
vero elemcnlo dclla sua nulrizione, ma il lentissimo
molo perislaltico altresi di questo genere di molluscbi.
Appo tali interessanli osscrvazioni se ancor rin-
toppi per taluno al corso del mio divisameulo restas-
scro,io ad uncolal pirronisla cbiederei poscia, cbe face-
van dunque quelle concbiglie triturate donlro lo storaaco
del mio gasteropode ? Polevansi dal medcsimo ingbiot-
tito il loro mollusco rigurgitarc ; ma non si oppone-
va a questa retrograda opcrazionc la nuracrosissima
dcntatiu-a in scnso all' escita contrario rivolta? E non
polrcbbc cgli in queslo caso di scmplici molluscbi nu-
— 8o — ■
di alimentarsi e risparmiare della triturazione il tra-
vaglio ? Ma. perche mi sia lecito alia perfine ripe-
terlo, il Sapientissimo Creafore doveva allora di quello
artifizioso organo trituratorio dolarlo ? . . Mi e forza
adunque da tali ragioni fianclieggiato alia chiara lu-
ce del fatto , chc mai non abbaglia , concludere
cibarsi di concbigliette il raolliisco dellc BoUe e Bul-
lee lamarcbiane , inimizzarle per mezzo della forte
armatiira del suo storaaco bene a tal' uopo acconcia,
e qiiindi non poter verificare la sua digestione senza
il necessario trituramento.
Tanlo mi fu dato osservare, tanto volli, o con-
socj , air acurae del vostro ingegno sommettere, per-
cbe fanto nel libro dei falti rilessi : esso trae d' im-
broglio nelie nafurali quistioni, da esso riconoscono
le verita piii difficili la prova, esso ci convince sem-
pre piu che in fatto a zoologia malacologica princi-
palmente la nostra sola audacia scompagnala dal fat-
to 0 ci frarra in errore gravissimo o nulla ci fara
di certo affermare: nee certi quidqiiam in his au~
dacter ajjirmamus.
DELL' ACCADEMIA GIOEIVIA
DI SOEIVZE IVATHRALI
FOL. ZF—SEM. II.
\
SULL' ULIVO
SEGUITO
DELLA POMOIVA ETrVEA
DEL C1T<
VmCENZO CORDARO CLARENZA
LEIIO NELLA I0BNAT4 0IU>II4iSIl DEI. 1 9 NOVESIBKE lS3S
Salve magna parens fnigum salurma tellm
"ViRGiiiO Georgicon lib, 2, vers. 173.
i
Prima omuiam arbornm est.
. CoLviaELL.i De re rusUva,
Qucsla prima fiala die loggcre tornami ad onore
in (jucsla augusla assemblca, mi (rayagliero industrio-
samcnlc porvi solto gli occlii parlaado, le specie, lal
quale c la cosa, c le proprieta dell' ulivo in Sicilia;
e quello clic vi si c di sopra lungameale scritto iu
breve ricogliero, o le mie osscrvazioni di falto in
lulli i pacsi da me cercLi yi andro divisando.
Di qucslo albero prezioso comunissimo e ad ognu-
no anche menomo idiola pur troppo conto, per quan-
lo e in me e nelle mie dcboli conosccnze mi faro
a scrulinare nclla nolle delcmpi, qual si fosse la spe-
zic primiliva clic allignato abbia ne' sicoli tcrreni,
quanle variela se ne banuo collivalo da' noslri pro-
genilori, qnali di qucslc noi conserviamo, qual ne
sieiio slati 1' uso c la cullura, qual lucro se n e ri-
Irallo, qual melodo nella cstrazione dell' olio vi si
e Icnulo.
— 84. —
Egli e vero, arduo e 1' assunto i confronti con
esattezza diciferare e i varl paragon! , fra le qualita
mentovate nellc elleniche e latine geoponiche, e quel-
le dei nostri di; le quali, ponendo fade a Presta
clie ce ne assiciira, sono piu di 53 sorti ' . Dacche
ne Teofraslo ne Aristofane ne Polluce ne Erraippo ne
Ferecrate fra' Greci, ne Catone ne Varrone ne Columella
ne Plinio ne Curzio ne Macrobio fra i novelli Aborige-
ni, ci ban punto coi propri colori adombrato a tale
i caratteri e 1' abito delle diverse piaute, da poterne
fare convencvole agguaglio. E contuUocbe Trinci
Gandolfi Moscbettiai Tanara Arid Micbeli Picconi
Tavanti fra' nostri Italiaai avessero dottamente e per
buon spazio favellato suU'ulivo, nessuno ha condesce-
so mica a voler con cbiaro discioglimento la sinoni-
raia appianarne ^ . Laonde con certa titidjazione mi
fo ardilo bullarmi colla mia piccola navicella in que-
slo profoudo pelago; e snodandoneil significato dei
nomi , e Irilamenle disaminando gli svariati passi dei
vecchi scrittori, accoppiare cattero alia meglio e nome
con nome e vehisto e modorno.
L' ulivo olea europea Joins lanceolatis subtus in-
canis^ racemulis later alibus e nativo, so mal non mi
appongo, dal Levanle e dalla Sicilia, bencbe Tavanti al-
I'Asia lo aggiudicasse e alle Africane piagge ^\ quan-
1, Prosta Degli ulivi-NapoIi lygi-
2, Gandolfi Sagi^io teorico-pratico sopra 1' ulivo e 1' olio e i sapo-
ni-Roma lygS. Moschettini Delia collivazionc degli alivi e delle ma-
nifaUure dell' olio-Napoli 1797. Tanara. Arici Coltivazione degli ulivi.
Miclieli in Laslri lunario dei conladini n. ix-. Picconi Saggio snlla eco-
nomia olearia - Genova i8o3 e sail' ulivo della Lignria. Tavanti Trat-
tato complelo suil' ulivo.
3, Tavanti loc. cit.
— 83 —
liinqiic Rozicr cJ allri illiislii bolanici lo ascrivcsscro
air Egitto ' , clomle sia poscia porlato ucl ib'ijg,
avanli il Vangclo nella Grccia , sccoiulo Erodolo
Eliano e Giuslino ^ ; e conieche Targioni lo allri-
buissc al solo Orienle ^ . La longevita il vigore la
feracita la riproJuzione spontanea 1' csscre indigeno
costifuiscono della pianla in una data terra. Ogni ora
esscndosi diuiqiie visli in Sicilia degli nlivi clie han-
no lottalo co' secoli, frulta menato a raisiira colnia,
e mutato la robustezza de' rovcri a vcnti, spimlatcne
le pianticinc sullc vcccliie mura, sulle alpestri rocce
e sullc alle torri, da' semi portativi da' corvi c dalle
ghiandaie , par senza dubbio c con foudamento,
che qui si fosse ancbc sua terra natale. Lo stesso Dio-
doro riportando cbc Aristeo in Sicilia ferraossi per
alcun tempo a mettere a ])arte quest' isolani de' be-
neflzi del suo ingegno, ci lascia fuor di sospetto.
che molto innanzi a cotestui vi si coltivasser gli ulivi ■*.
Dalle eta piu rimote a mille migiia da noi, 1' uli-
vo ha seraprc raai a segno cresciuto in questa fertile
isola, dove tutto ha iatlo a larga mano nalura e
nulla I'liomo che parecchi, opinano esser detla Sic/ie-
lia per la ridondanza di siffalto vegetabile e del fico ^.
Tultosi al dir di Tavanti la palria dell' ulivo e ristret-
1, Rozier Conrs complete d" agricolture voc. olim'er , torn. i3,
pag. 2p6.
2, Lrodolo lib. 5, num. Sa. Eliano lib. 3, cap. aS. Giuslino lib.
2, cap. 6.
3, Oltaviano Targioni Tozzeiti, Istitazioni bolaniclie tomo 2, pag.
19, voce oJea.
4, Diodoro siculo Bibl. hist. lib. 4- cap. 3i.
0, Niceoli) Palmcri Sulla coltivazione degli nlivi in Sicilia - Giornale
•di scienie leltcrc ed arti per la Sicilia torn. 28. pag. i5'|..
I I*
— 86 —
fa dal grado 28 al 33 di latitudiue nord, e dal i5
al 35 di longitudine occideutale dal meridiano di
Greenwich; mentre altri comprovano estendersi al 4a
grado della prima, e perire al sesto 0 settimo grado
al disotto del zero del termometro di Reaumur. E
ognun ben sa che la Sicilia e sottoposta al quSrto
clima, cominciando dal grado 36 e mettendo fine al
n. 4-0, e clie vien rinchiusa ne'medesimi segmenti lon-
gitudinaJi. L' ulivo, giusta delto di Plinio, confer-
mato dalla quotidiana maestra la esperienza, non vive
al di la di trenta leghe lungi dal mare ' , non du-
rando gagliardamente al gelo in verun conto. Tal-
che le sole coste raarittime meridionali ne sono arric-
chite, o quelle ben riparate, alzandosi 1' interno dei
cantoni molto spesso dal livello del mare, e spingen-
dosi oltre in un' atmosfera ghiacciata, cbe a nulla lo
arbore ne riduce. Sebbene educatovi vi abitasse che
al grado 4-5 sarebbe, e di uopo che resti difeso e vi-
va al coverto, o per la posizione in una valle, o di co-
sta alia riva di un fiume , si e in mode che il termo-
metro vi segnasse lo stesso punto di ardenza. Ed av-
vegnadioche fra noi le vicissitudini delle stagioni non
attentano unquemai a disordinarne e a distruggeme la
economia, e che le sue funzioni vitali hanno un as-
soluto intero e non interrotto esercizio, puo arguirsi
saldamente che un tal vegelabile vi mette meglio iia-
turalmente, del pari che in Asia e in Africa, della
quale questa isola non mica e tanto rimota,
DagV investigamenti fatti su quanto scrivon Bron-
gniart nella istoria de' vegetabili fossili, Lyell ne' suoi
r, Plinio lib. i5.
- 87 -
principi di gcologia c il Penny Magazine ', si rica-
va che \o ulivo abitante primigcnio sia de' climi caldi,
trovandosi carbonizzato iiel nuovo pliocene, osservafo
e scovcrlo nel nostro val di Nolo dal detto geologo
inglesc, ovvero nel quarto prriodo corso dal princi-
pio della deposizionc del vcccbio strato secondario, a
qucllo del piu reccnte spartimenlo terziario, in una
ad altri lOO dicotcloni fanerogami, naturali della zo-
na temperata calida. 11 clie consalidala positiva varia-
zione de' poli del noslro globe, cagionala da un estra-
neo repcntino urto di qualchc cometa, conforme a
quel che narrano Esiodo Sanconialone Plalone Orazio
Diodoro Plinio PUitarco Luciano Bailly Carli ''. Al-
tresi Scheuchzoro nell' Eibario dduviano, Leibnitz nel-
la dcscrizione di Brunsvich e Mansfeld, e lo stesso
Jussicur ne' gonori ci rapportano a nome le piantc in-
dianc cudcniie un tempo del nostro continente euro-
peo, Ic quali allora germinavano fra' gradi 4o e 60 cir-
ca deir alliial latiludine, a foggia degli elefanti e
di altri animali che yi si propagavan e menavan lor
vita, c die oggi nelle Canarie vi pompcggiano nelle
Indie nella Etiopia nella Nubia. Non scorgiamo noi tut-
tavia in Sicilia alcune pietrc che altrcltanti volumi dir
si polrcbbcro di botanica ? Non riachiudono esse delle
1, Brongniarl Ilistoire dcs TPjjctaux fossilos - Paris 182S. Lyell
Princijiles (if geology vol. 3. 'the Penny magazine num. gj., Septem-
ber 21, iS33, q-j c 98, October a c 12, iS33.
2, Esiodo Iheogon. vers. 2(j. Sanconiatonc in Eusebio. Plalo-
ne Dial, in Tirneo, ed in Crit. torn. 3, pag. ii e 2i3. Orazio. Dio-
doro. Plinio. Pliitarco Vila Marii pag. 3C9. Luciano. Bailly Eciair-
ciss. aslr. ancienn. lib. 3, pag. 323. Carli Opere Iclteraj. torn, li,
— 88 —
crbe nou piii in vita, o che per lo raeiio sol si al-
lendono in lonlanissiini continenli? Molte piante dei
nostri monli stati non sono rinvenutc da Plumier e da
Sloane nelle isole amcricane? Non credon taluni di
vedere in qualclie pietra del nostro valle noccioli di
ulivi pieliificati ?
Da Diodoro si raccoglie di leggieri che il tenere
Intto agrigentino, a cui non cedevano, a delta di
Cluverio, quelli di Geraci eTriocala cSiracusa, gremito
si aveva di uliveti, dal die maggiore opulenza in quel-
Ja citta ne fluiva, Dippiu era si copioso il raccolto dello
olio in Sicilia tutta, che per quanto va ricordato dal
detto storico argirese da Sabellico da Bliiller, una dal-
le prime branca ne costituiva del commercio, e in
Grecia si traghottava cd in Egitto e nelle Maurita-
vee contrade ' . Gerone donando a Tolomeo nella rino-
mala carestiadi Egitto, 1' imnienso e non mai piu vi-
sto vascello ingegnato da Archimede, di grani caricol-
lo di olio ed altre isolaui produzioni ^. Dionigi nel-
la curia de' Tarantini pose un candelabro con tante
lucerne per quanti sono i giorni dell' anno, da accen-
dervisi pcrcnnemente e giorno e sera; c di questo ne
e autore Ateneo al libro i5 ^. Ne creder si deve che
r oho prodotto fosse del calahro suolo; che al 173
di Roma, siccome afiermano Teofrasto e Fenestella, ta-
li alheri non esistevan punto ne in Italia , ne in Ispa-
gna ne in Africa ■*, ed a costoro fa eco il naturalisla Pli-
1, Diodoro lib. i4, cd egloga i, lib. 36, pag. 335, lom. 2. Sa-
bellico Ennead. i, lib. 6. Miiller 1st. univ. lib. 8, cap. 5.
2, Ateneo lib. 5. Hist. uuiv. angl. lib. 7, torn. 5, pag. 327.
3, Ateneo lib. iS.
A, Teofrasto Hist, plant. -Amsterdam i64-4- Feneslella Ue nmg.
sac. Rom.-Parigi I'S^i.
-89-
nio '. Anzi Dutcns vi arrogc clio non mai fu in gran-
dissima co|)ia 1' olio abljondantc, clic al seltirao scco-
lo dcHa forinazionc di quclla mctropoli ^; ii che !o
slesso Tcoiraslo eel fa rilcvarc, dicendolo infruttifcro
sino al Icrzo secoio: cd in fatti ai 5o5 si vendeva do-
dici assi lalibbra; tanlo era raro! Pariracnlc al i64-
di Roma i Foccsi coslrucndo Marsiglia, lal pianlagione
nellc Gallic trasfcriron seco; cd indi fjuo' abilalori lo-
ro colonia inviaiido u fabbiicarc Hcrault, sifi'atta cullura
ncUa bassa Linguadocca irono propagando. Tultosi
Diogcne Lacrzio nclla vita di Diogcne il cinico, narra
chc questo fdosofo, acremcnte riraproverando Plalonc
pel hingo suo inlraltcnorsi prcsso la corlc di Dionigi
in Siracusa, lo sfcrza biicinando hii clie gli convcni-
van al dcsio Ic ulivc siciliolc in Grecia allor non co-
muni ^.
Volgondo r occbio alle sicolc valli, ad ogni an-
golo in ulivi ci scontriamo ne' hioglii incolti c nelle
alpcslri giogaie puUuIativi da semi ivi dcpositali fra
gli cscrementi dci volalili cbc se ne cibano. Onde
lasciala a cura di somiglianli animali la molliplica-
zione di si preziosa pianta, conic costumano gl'indo-
lenti agronomi Corsi, se ne gonerano gli oleaslri fol-
lissimi , cbc riproduccndo nuovc messc alia non di-
radala ccppaia, covile sicurissimo divengono e inipc-
nctrabile ricovero di volpi e di lupi, fra' rogbi e gli
arbiisti sclvatici di ogai modo cbe raddoppiansi via
via in quel suolo aduggialo. In guisacbe csizio di-
1. Plinio Hist. nat. lib. id, cap. i.
2, Dutens Tnnlativo di una transazione fra gli antichi p i uio-
denii pa^. So--NapoIi 17S7.
'i , Diogcne Laerzio Vita Diogcnis pliilos.
— 90 --
vcngono alia pastorizia, invece di qualcHe giovamento
all'uomo recare. Ne credasi mica che quest o F olea-
ster silvesiris si fosse; no mai, io dico con Targio-
ni '; sono i noccioli di ulivi domestici, inselvatichiti
per la mancanza di cuUura e di attenzione. Talche
una trapiantagione reiterata col taglio in ogni volta
del fittone , un opportuno lavoreccio, un mediocre in-
grasso biennalc, dnrano ad amraansirli, a dare ad essi
dimestichezza, e renderii da rozzi e disutili a piacevoli
e fruttuosi ; ma di cio farera verbo in appresso.
11 terreno tufaceo, sabbionoso gbiaioso volcanico
ciottoloso sassoso, anzicbe argilloso umido o paludoso
si confa airulivo; ed in questo anche puo venir pro-
sperando se si fognasse , o misto fosse con selce e
calce carbonata, dovendo per come e di avviso Du-
mont Courset., concorrervi a parti uguali I'allumina
la calce e la silice a rendere un suolo fertilizzante
e fecondo *. Si apprende da Tansillo che ove nasce
il rosmarino e il mirto, vi signoreggia I'ulivo ^. Di
fatti scerniamo che la poltigUa il loto o melma im-
piuguante dellc egiziane contrade , e trascinata dal
Nilo, in allume principalmente consista e carbonato
di magnesia, che mescolandosi colla silice propria di
quelle terre, vi arreca abbondanza di messi, ricchezza
di prodotti, senza stento o travaglio. Ognun sa bene
che di campagne di consimile natura havvene in Si-
cilia a ribocco, che contengono in se stesse i prin^
cipi di vigorosita e di riproduzione.
■j
1 , Targioni loc. cit.
2, Dnmont Courset Giardin. botan. tora. i, pag. 2i.
p, II mirto il rosmarin I'ogliastro e 1' elce.
Mostran terra amicissima all' iilivo.
Tansillo.
— 91 —
Inollro il ciliegio primus cerams cli Linneo,
dctto in lal gnisa da Ceraso o Chirissonda citla del
Ponto sccondo Baudrand, si vuole trapiantato in Ita-
lia nel 680 di Roma da Lucullo vincitor di Mitri-
date principc di quclla rcgione, faccndo di cio fede
Plinio Atenco san Girolarao '. II giuggiolo zizyplms
vulgaris^ le di cui frutla quasi son allrellanle ulive,
menlre son verdi, e lazarolo mespilus azarolus ^ ori-
ginari il prirao dell' Asia ed il sccondo della Siria,
nclla nostra penisola s' iudussero giusla parere di
Plinio da Scslo Papiuio console ncgli ultimi tempi di
Augusto ^. II persico amygdalus persica e I'albicocco
prunus armeniaca c molti generi di fico propri della
Persia dell' Armenia c delle convicine contrade asia-
tiche, prospcrano nell' Italia, e ne faa riraembranza
e Columella c Plinio ^. II platano , platanus orienta-
lise lo affermano lo stesso naturalista e Polidoro Vir-
gilio, venne da la menalo nelle isolc Trcmiti in Sicilia
cd in Italia 4; eve sotto la sua ombra adunavansi i
filosofi per sollazzarsi: cio e dal poeta mantovano ri-
cordato ^ . Ora di tutle le enunciate piante conterra-
nee deU'ulivo, nessun fra noi spontaneamente si vede
1, Plinio lib. i5, Atcnoo lib. 12.
Acecpimxis el canislrum cerasis refertum (nlihtis el tarn vi'i:-
ginali terecundia ruhentibus , ut ea nunc a Lucullo delala existi-
marem. Si quidem hoc genus pomi, Ponto el Armenia subjuga-
tis, de Cerasunle primus Romam perlu lit, unde e pa/ria arbor no-
men accepit. San Girolamo Epist. ad Cuslochium Jlarcell.
2, Plinio lib. i5, cap. i, 4> e i4-
3, Colnmclla lib. 5, num. 10. Plinio lib. i5, cap. 12 e i3.
4., Plinio lib. 12. Polidoro Virgilio Do invent, rer. lib. 3.
5, Aique ministrantem platanum potantlbus umbram.
Tirgilio.
— 92 —
germogliarc; c frutto soltanto sono dell' industria e del
travaglio: raentre clie l' ulivo da se si riproduce negli
abbielli ciracli e nelle fessure dei macigni. Del pari
die lanti e tanti altri arbori frutici ed erbe, corau-
ni sono ad amcnduc regioni, o vuoi per effetlo del
medesirao clima, o Yuoi per un uniforme e conge-
11 ere campo. Si fatlamente da questc preraesse e dal
fin qui detto, argomento cliiaro prender puossi che
r ulivo endemico sia in Trinacria come in Levante.
I Greci , per quanlo riflette PoUuce ' , tenevan
conoscimento di varie sorti di cotinos ulivo; le quali
devono piiittosto >Yariela appellarsi anziche no. Noi
uon solo le abbiamo tutte, altre anzi ne colli viamo,
oltre alle suddelte; di una meramente par che si man-,
casse baccis fere nostralibus^ menzionata da Ermo-
lao; la quale nascendo nel seno arabico , teneva il
soprannome di quella conlrada.
Num. 1. La dry petes ^ a delta di Plinio, lira la
sua etimologica origine da drys querela e peto cade-
re '; da che cominciando la maturazione, le ulive
sono cascaticce, come le ghiande, alia di cui forma
assai somigliando, vengou dette querciuole. Columella
denomina drypete lulte quelle che vanno ad an-
nerirsi, ovvero che per la maturita cangian di colo-
re *; il che ridonda ad un diprcsso alio slesso lipo.
E /' olea minor rotunda ex nigra et rubra va-
riegata di Garidel e di Tournefort, la cir cites di
Columella, dal vocabolo cercias sicilioto, secondo il
Salmasio 4; che significa vcnto violenlissimo , giusla
1 , Polhice Thebaidos.
2, J'linio lib. i5, cap. i e 2.
3, Columella De re rustica lib. 12, num. 52.
4., Salmasio Exercit. Plin. . ■
-93 -
Catonc Plinio e Seneca '; a causa die tale specie di
uliva, quando e iminatiira, non si stacca facilmcnle
dair albero con lutla la vecnienza del turbine. Non
mancan laluni di avverlirc chc qucsla il radio si fosse,
dcrivandola da cercis donolaule spola da lessere o
piullosto una sorlc di olmo col fuslo alluugalo. Non
c di versa Aa.\\ aquilia di Curzio, dalla olea variegata
di Gouan , dalla marbvee o le piyau di Amoreux
e di llozier, dalla olea mazariensis superiori fructu
vnmaluro inlense vin'di, malurescenle vero nUjro di
Cupani, dall' ulivo franco e salvalico di Picconi, dal-
r uliva di Mazzara cli e come 1' oliva nebba^ dalla
mavmurigna di Calania.
11 frutlo passa dal color verde al A'iolcUo; ed al-
lora la sua pcilicola si screzia con punli bianchi: 6
soggelto a' vcrmini e priinaticcio. 11 nocciolo c pic-
colo air avvcnantc del pericarpio, e solcato da ogui
lalo, colic eslremila spcsso rolonde. Ed cssendoche
essa fatla soffrcga , secondo gli enciclopcdisli *, in-
nuinerevoli disconvenienze, saltando da un silo ad un
allro, ancorcbe assai prossimi rcslassero, se ne incon-
Irano col nocciolo piu grosso, rigonfialo alia base,
o pure troncato c punlagulo ncgli eslrcmi, cd era con
foglic largbc c corte, ora con dolle puntulc e slrettc.
Cotalcbe a quesla spezic si legano a inio avviso , la
olea major angulosa amygdali forma di Garidel tli
Tourncforl e di Maguol ; 1' olea amygdalina e sallen-
1. Calone Do ro rnstica. Plinio lib. 2, cap. 4-6 e 47- Seneca
Quaesl. nat. 5, cap. 17.
2, Eiiciclopcdie botaoiqae lom. 4-, part. 2, pag. 5o8, voc. Oli-
vier la marbree.
— 94- —
Una di Calone Plinio e Macrobio ', cosi appellala da
che abita nella provincia di Lecce , ore slanziavano
quci popoli della Messapia , la quale e delta oggidi
oliva cellina ; la calabrica di Columella, ossia \olea-
slello in Napoli; la cayenne in Marsiglia, \ acjlan-
deau in Aix, ii gialletlone rosso di Mieheli, la iner-
lina in Albenga di Picconi, la pignola in Gcnova ,
i crignoli in Corao.
E dei cordiformi di Tavanti , e della specie pri-
mitiva cbe allignato vi abbia nell' agro siciliano. L'o-
Jio clie se ne cava fuori e un poco verde, i Greci
lo addomandarono omphachis. Sul momento serba
un sapore grato di pinoccbio ; ed bavvi delle varieta
che tramandano olio eccellenlissimo. II piu volte
sullodato Plinio significo di potersi incalmare I'ulivo
sulk quercus ruber ^ oggi pero si e viemmeglio ri-
guardato cbe siffatto albero e il minore di ogni al-
tro nel cacciare via 1' innesto.
Num. 2. La */e?«/?/iy/ffofe*, ovvero avviticchiata per
la lungliezza de' piccioli e per la tenerezza de'getti,
e la contia di Plinio , quasicbe si tirassero i ramo-
scelli I'un I'altro; Volea media oblonga fniciii corni
di Garidel di Tournefort e di Magnol, Volea cranio-
morpha di Gouan; la corniau di Amoreux e di Ro-
zier, \ olea saliva parili Jere Jructu cum antedicta
nebba ex rotunda acuminato nigra rubeola debilis
frovenius di Cupani, la bouleilleau della Enciclope-
dia, la radiola pendolina di Picconi, 1' oliva cornuta
o a pizzu di corvu appo noi. Tiene il frutto piccolo
arcuato bislungo nero di colore ; il nocciolo scbiac-
I, Catone loc. cif. Plinio loc. cit. Macrobio Saturnal. lii. 2,
cap. i6, e lib. 3, cap. 20.
— 9^ —
cialo da iin lato, piinlulo ne'marG;ini, irrcgolarnicnie
aggriuzato con uua sutura die passa da uua pimla
all' altra; Ic foglie luiighissime terminanti nella cima
ad acuico rilorto, poclic gracili appannato, ramoscelli
pcndcnli come Ic foglie, onde rasscmhra al salice
piangcnte salix babilonica: apparliene alio turbiualc
di Tavanli.
JVuM. 3. La raphanoides rafaniforrac per la figura
della coccola, e la medesiraa AcW algiana doi Roniani ;
chiamata in lal mode dal verbo algeo^ pcroccbe in-
lirizzisce al troppo freddo e patisce al soinmo caldo.
Si confoiide colla olea media rotunda viridior di
Tournefort e di Dulianiel , colla olea viridu/a di
Gouan, colla oliva saliva oblongo friiclu medio acer-
bo albo.maturienle autem riibesceiile di Ciipani, colla
verdale di Anioioux e di Rozicr, col verdaii dell En-
ciclopcdia, colla vranculidda di Misilmcri, percbc noii
islagiouala da ncl colore bianco , e colla virduiia
coimmc a cagioii cbc resta vcide cd arrossiscc po-
chissimo.
II fruUo e ovale, aculo al lembo superiore, stroz-
zalo alia base ; non sembra mai maluro , ma suole
inlaulo infracidarsi. II nocciolo da neU'ovato allun-
gato come il pericarpio; liene bcnsi gimilure marca-
lissime. Lc foglie soiio limgbe rigonfie nel mezzo ,
alliingale ai due capi, bianclie sotlcsso, verdi cbia-
re di sopra. Forniscc poco olio c di calliva c[iialila:
so no Irova a suflicionza nel conlado di Modica nci
dintorni del nord-est di Calauia e nei bosclii del
val Dcmone.
Num. 4" Quella cbc i Grcci denominavano (jerge-
minos Calonc dicevala colminiana^ Varrone e Macro-
bio colminia^ Columella cu/mi'nea; ma con piu esalta
- 96 -
analogia la mentovarono cominiana o cominia Plinio
e Palladio. Val tutt'uno che V oka minor rotunda
rubronigricans di Garidel di Tournefort e di Magnol,
che \ olea alvo rubens di Gouan, che Yoliva sativa
suppari subsphoerico fructu nigro per medium sul-
caio di Cupani , che la sayerne di Rozier e della
Enciclopcdia, che la oliva siciliana la nuciddara la
missinisa.
II frutto e rotondo aguzzo nell' alio , elargalo
nella hase, alquanto lanuginoso, caduco spesse volte ;
11 nocciolo e piccolo solcato, quasi ellittico , tondeg-
gi'anle in fondo, acutissimo in cima; le foglie aguzze
dai due lemhi; da noi nol danjieggia il freddo come
oltramare; araa al dir di Catone, i terreni ciottolosi;
si coltiva nelle sciare dell' Etna. Varrone lascio scritto
che n' erano popolatissimi i campi venafriauo e il
cassinate; non avanza raai a tanta altezza , e facil-
mente si veste: appartiene alia barralenque de' Fran-
cesi. Eraa prodolli suoi le pityrides o pyrenae degli
antichi, detti cosi dalla concia data al frutto, col cal-
terirlo e coUa eslrazione del nucleo , che non so-
no altro che uliioi scacciati di Sicilia. Sembra che
difformita della medesima si fosse la licinia di Co-
lumella e di Plinio, o laciniana di Catone e di Ma-
crobio.
Num. 5. U archemora nomata in tal guisa per la
figura testicolare e per la grossezza del frutto, e pro-
])rio V orchis di Columella, Y orchites di Catone di
Macrohio e di Virgilio
Nee pingues unam in faciem nascuntur olivae
Or cades el radii ^ el amara pausia bacca.
E la oliva saliva fructu medio subrotundo rubescente
di Cupani, Xorchile o testicolare di Picconi, la /«m-
— 97 —
rina in Provonza, la lavagnma o laidina nell<a ri-
viera di Icvanlc a Gcnova, la J'rasia in Como,ta oliva
barriddara pri fiularisi^ la scaniizzala sen Jiddata
a culuri pauiineddu. la lesliculari la nebba in Sciac-
ca. Rozicr c lo Re divisansi clie Vorchite sia 1' oliva
di Spagna, ma io non saprei a cio iiniformarrai '.
Ed avvcgnacbo ogni ora la drupa ha congruenza
col fruKo, come ben avverle il noslro italiano Pre-
sta °, la sopraddctla specie tiene qr.eslo massimo ovale
di colore rossovinoso, di pcdiuicolo mollo liingo; con
nocciolo acuminato neU'inferioro, lurgido al centro ,
lenue in cima; c le foglie Imiglie lanceolate, con
costola ben pronunziala, orizzontali e lalora ricurve
in alto.
Num. G. La cotinida o phaulia o Ivambello come-
clie Ferecrato Irambelli intcndesse i fattivi iunesli nel-
rolcaslro, corrispondc alia eyiziana di Teofrasto, al-
\ alesmndrina di Macrobio , all' «//7'c'«/iff di Cm-zio,
alia retjia deSabini a detta di Plinio c di Columella,
al radio marjf/wre di Varrone , appcllato cosl dalla
sua lunghezza c simiglianza alia spola radius lex-
ion'us, per quanlo atlestano Virgilio Plinio Blacrobio
Scryio, alia scryia do' Pioraani, giaccbe Sergio il pri-
mo collivolla in Roma , giusla voto di Plinio, alia
conditwa di Catone, all'o/(?fl fvuclu mojori , came
crassa di Garidel di Tourncfort di Duliamcl "\ alle
olivae majorcs el pidposiores di Baubino 4, alle oli-
1, Rozicr ioc. cil. Filippo Re Nuovi cicmenii di a^ricoltura lorn..
3, pag. i5|.
2, Picsia Ossrrvazioni snpr.l i 62 sagi;i dcli'olin.
3, Garidol PiRnl. d' Aii num. 334-. Tonnirrort insl. roi Iiorli.
r.um. 5f)f). Diilinmel Trailo drs arbroMorn. 5, pn^. SS - Pariiji ■/('O.
4, liftuhino Piiiaj llicalri tjotaiiici n. 4-j:2 - Basiipa iHij.
12
-98-
rae rex/iae di Cesalpino ' , alia olea saliva fructu for-
ma ac magniludine a prima Giaraffa non longe di-
stanie omnibus sapidiori di Cupani ^, alle olive roya-
le di Rozier, &\V olivo morchiato di Bliclieli, alia ma^
taia 0 maltera nella riviera di ponentc del Genove-
sato , a' bolgegni in Como , all' infrantoio di Re , al
correggiolo in Toscana, alia oliva saracina o pru-
nara di Sicilia.
II suo frulto e carnucciosissinio polposo e me-
diocremenle grosso; il nocciolo ovale aguzzo nei due
streini , con quello superiore piu sottile. Le foglie
son lanceolate angustc e piu piccole delle altre variela,
verdi nella pagina di sopra, bianclie nella infcriore,
e coriacee talora, per quanlo per Wildenow Persoon
Plenck e gli cnciclopedisti ci fu detto ^.
Si vuole comunemenle cbe sia 1' oleaster di
Ho/Tmansegg. Vive bene nelle piu elevate colline e
nelle basse lande, fronteggiando avanti ogni altro
agli eccessi della temperatura ; e si trova percio in
Francia in Italia alta fino agli Appennini e alle Al-
pi. E una delle prime spezie ancbe cbe radici abbia
messo in quesla isola. Ed attesocbe i Saraceni ne
migliorarono la coltivazione e ne premiarono F in-
cremento, si disse saracena da egiziana o africana
cbe prima nomavasi. In Decapoli nella Siria se di-
parte a forma di capparij e le ulive sono alfretlanlo
piccole quanlo squisite ; e ne fa fede Plinio. Se ne
1, Cesalpino De plantis n. 73-Firenze i583.
2, Cupani Hortas cattiolicus - Napoli 1696 voc. olea.
3, Wildenow Plant, spec, et genera - Berolini 1797-1810. Per-
soon 'Synopsis plant -Parigi 180D. Plenck Jcones plant, medic. -
"Vienna 1788. Eaciclopedia loo. oil.
— 99 —
{•oiilano varic dissomiglianzc di (ale falla fra noi ,
die alquaulo si tlivisan fra esse , lasciando sempre
mai la luce del loro lipo.
Tcofrasto parlaado di siffalto ulivo il dice olea
Acgyplium ubevlala ac murjniludine ex eel li I '. Gli
EUeni lo dognarono dell' cpilcto di ^^■np'jv h iXmuhsi
i Lalini di o/e/fcriim; imperciocche, per qiianto opina-
110 i prisclii georgofili , e Iraricco di olio, quaiilun-
que Columella nol crcda si oleoso: il quale e di un
saporc egregio delicato di buou paslo quando sia
giovine , e clie pcio si corrompe facilnieute invcc-
chiando troppo. Ogni libbra di olive da da rio in
buono once sei di iiquore con murcbia o residenza
in copia.
Nu.M. 7. La iscJiiades per la sua forma reuiforine
o tult' uno con la picena di Plinio. colla olea maxi-
W20 _//7/c/w di Garidel Tournefort Dubamel Magnol ^
e \ olea hispanica foliis lanceolalis J'nictu ovalo di
Miller ^, la oliva crassior circa Ilispalim nascens
di Clusio '*, le olivae maximae hispamcae di Bau-
liino ■' e di Garidel, \a. plant d' eiguieres de la gros- '
se eVyOece di Rozier, X olivo da indulcire di Micbeli ,
r ampoulaii in Liuguadocca , i moraioli 0 morchiai
o aglioli in Corao, i morinelli di Re, X olea saliva
nigns fructibus omnibm innjoribus ac pinguioribus
parfim turbinatis partim rotundis di Cupani, la giav-
I. nVaFMsto Do camis lib. 6, caj). 12, psj;. 24o--Dasilea lyiio.
2.^ iM.iijnol llortus rcgiiis monspnlieiisis - Moutpeliicr 1697
3, Miller Philip's Thu gardincrs dictionary - LonJra iSoS.
4-, Carlo Clusio Historia rariuniui plant -- Aiivcrsa iGoi.
5. Batihiiio Hijl. uiiv. plant. -- .\nl)ru!i iGjo.
100
raffa la spagnola nostrale , la oliva da salavi. Ne
sono pi'ovvenute delle varieta, siccome 1' olea fructu
oblong 0 minor i^ la. fidicina^ o V olive poinlite o pon-
chudo^ Y olea fructu oblongo atro virente di Garidel
di Tournefort di Bauliino , le butarghe le pizzutel-
le le orfane le ghiacciole le randaiole in Toscana,
la' saurine o picholine in Provenza, da clie Picliolini
invento il modo di verde confellarne il frutto ', la
giarrajfedda in Castelbono.
Questo frutto e ovale arcuato tondo alia base ,
appuntato alia cima , tumido al centro ; il nocciolo
liene la medesima figura; le foglie veste eguali nel-
le estremita loro, corte lanceolate amigdaline di un
verde cupo.
E I'albero di questo genere cbe meglio ingigan-
tisce, sedendo in un suolo per csso confacevole, si-
licoso anziche no, misto con poca argilla. Prospera
ollremodo ove la temperatura conserva una certa ele-
vazione e regolarita; talche qua viene innante. La uli-
va e la piu grossa sorle che si ab])ia , ingrossando
nel Peru finquanto un picciolo novo di gallina, e
neir Andalusia come le sugose susine o le polpute
ghiande. In Sicilia in Italia lutta e nelle limitrofe
I , Picholini poneva a moUe par olto o dioci giornale le ulive
in forte capitcllo; di la tolte via Ic infondeva nell' acqua purissitna
anzicbeiio jicr dieei altri d'l , vi cambiando 1' acqua in ogni sera.
Levala poscia qucsta, lo caUeriva Icggermcnte o vi faceva con cn!-
tello alfilato dello iucisioni, o denlro ad un vaso ic iva serbando,
Ti frap|)oncudo nei saoi diversi strati, sale crbe aromaliche e spczie-
ric. Qaelle che osserviamo renate da Fraiicia sodo spogliate dall' osso,
soslifueiidovisi un ca])pero, ed infuse in olio perfeltissinio, anziche
in droghe medicioali.
lOI
province porii, a ilolla cli Bauliino , gonfia dl raeno
volume c pill rolouda, ma }>iii corj)acciula ogiii ora
delJa maiinoiizzala. Divicn dolcissima c buoua a mau-
giarsi sc sia iin p6 appassita. Sla ollimamenlc prcparala
cou salanioia , a quella loggia chc coslamaTaiio i
Grcci, delta da cssi loro la cohjmbadcs hagnaiuola
dal verbo conlrallo cohjmho gallcggiare ir sopr'acqua,
irapcrciocche nuolavano ia cpicl liquido, per quanlo
in Plinio Colimiclla e Palladio si Icggc '. E da sa-
persi inlanlo clic allor avcvasi in iisauza piender le
idivc un poco verdi, immergcrle in mezzo all' onda
in un alberello o bossolo o lino; se uon cbe senza
alfallo movorle o tocearle, da un buco aperlovi nel
fondo, quella mezzo torbida dopo 4-8 ore sperdevasi.
allra limpida e fresca adallalameule sovvenendoveuc.
Corso in simil gui^a il dodicesirao giorno , salamoia
versavasi con poco acelo o agro di limone; c Wimo-
vandosi tale opcrafo solamenle ncl mese pnino di
niarzo, si scrvivano ad odorar soavi c buaie ancbe
per Ire anni. Da quesle originarono le cohnbadi c\\q
dalle Gallic in fiascbi si mandano ovurcjue , c cbe
tuUi noi Ilaliani proseguiamo a lencrle in maniera.
Eziandio le ulive condivan con s?ie e raurcbia al-
ine ; siccbe appcUavansi almades. Nc conscrvavano per
enlro alle coppe con olio c midol'a di pane studiosa-
nicule acconciata in ncro bianco o allro colore cbe
si Toglia, onde per Dulcns ci vien narralo, dare clc-
ganlc mostra alle loro coslose racnse. Ignolo nongli
era pure il curarlo cou capilello , a modo ilalico e
I, Plinio Hist. nat. lil'. ii>, cap. 3 e 4-- Colimiclla lib, i2.
num. 47- Palladio D-- re ruslica lib. t2, cap. 22.
102
franccse di oggi giorno. E sembra infallantcamenle
die la natura a mangiarsene ben conditi i friitti, aves-
se sirail specie dcstinata; iniperocche 1' olio die se ne
tira e iu podiissima quantita, verde, un tantino ama-
10 c disgustoso; onde fra le grosse di polpa soda e car-
nosasi novera, anzidie fra le piccole nioUi ed oliose '.
Num. 8. L' echinus olivo spinoso de' Filelleni, val
quaato la pausia di Columella e di Plinio , la posia
di Catone, Idi possia di Probo, denorainata in tal mo-
do a paviendo scuotere I'albero, secondo Servio; o dal
sedimento o fondata o posatura die depone pavse ^.
E la miliaria di Plinio, \olea media rotunda precox
di Garidcl di Tournefort di Maguol, la olea precox
di Gouan ^,lao/e« corvino pariter fructu paulo majo-
Ti di Cupani, le moureau della Encidopedia,la negret-
ie di Rozier, la moureschalle di Anioreux, la oliva
iiiura ugghiara cu arburu autu^ la murghina niura^
perdie abbondava nelle campagne della distrutta Mor-
ganzio.
Porta ii fruUo ovale corto rolondetto negli eslre-
ini, con peJuncolo brevissimo; il nocciolo piccolo al-
I'avvenante Jel fruUo, turgido da un fianco, piatto
dair altro, tron?ato nella parte inferiore; e coraraet-
titure poco scnsitili. Le foglie aguzze spesse folle nu-
raerose elevate biancastre di sotto, verde cariclie nella
pagina superiore; laonde e prestantissinio a farombra,
^icche si appello ulivo spinoso, quasi che rattenessc o
spingesse i raggi del sole.
1. Dizionario nniv. econ. rnst. tcin. i5, pag. 22().
2. Probo. Servio In Virg'ilium cnnmentaria.
3. Gouan Ilhistrationes el observaliones botanioac -- Ziirigo 1773.
— io3 —
A ({ucslo albcro £;rava il fredJo , eJ e di mestie-
ri difendoilo dal venlo, a non volcr clie si sjjogliasse
ilalle siio frutla, bcnclie fra noi vivcssc tal die nul-
la pill iiciriiivcrno, non conlaiido noi vernale cosl mici-
diali; colalclie diniora a prefcrcnza in Sicilia Italia
Provcnza Liiii^iiadocca. Roiidondo co|)iosainonte gio-
condissimo olio , vion cof^noininala miliaria; e Plinio
fa ricordanza dei miliarii di Libia c de' feracissimi della
Africa bizzancena '.
Avvi di qucsla specie varianze nunicrosissime
anzicbcno, c noi nc possediamo una imnicnsita; fra le
altre ([uclia humilis ramnientata da Cupani, la oliva
niura cu arburu vasciu in 3Iisilmcri; la palladia o
myrlhea de'Romani; slanlccbo tali olive in rosso nero
colorivansi, siccome Ic baccbe dello alloro c del mir-
to; e ne sono aulori Cclso Plinio c Vir^rilio ^
Et lauri baccas^ oleamque cruentaque myrla. 1] la
noevia di Columella, cosi soprannomata dal popolarc
raollissiino il bosco nevio riinembrato da Varrone da
Livio da Seslo ^, ove per Caton ci fu scrilfo gli uo-
mini stanziavan di vita pcrduta ^.
Le olive di tali sorti si perfezionavano in sapore
con sale; c poscia con olio ad accivirscne assiduainen-
tc con delle oltime per tuHo fanno. Nella greca favel-
la dicevansi drypolias demarlies ed alcunc per lo
sue apparecchiamenlo delle bacclie nitrites. Senza
1, Plinio lib. i8, cap. 12, e lib. li, cap. 3.
2, Cclso Scntcntiae - Lcyden 1765. Plinio loc. oil. Virgilic
Geoi^. I, v^rs. 3o6.
3, Tito Livio Hist. Sesto RuroBreviarium.
4, Catonc De re nislica.
— io4 — '
fallo apparticne a queste la variela che coltivasi ia'
Oaslres villaggio accoslo a Montpellier, lanlo cclebra-
la dai Franchi, e quell' altra chiamata in Sicilia o//zja
(III castru^ ossia perche avessero conservato quel voca-
bolo dal tempo de' Normanni o degli Angioini, ovvero
a cagion che fruttifica avanti ogni altro in Castro Reale.
Gli anticlii, per Pietro Vettori ci vien detto, venera-
vauo come sacre le morie tutte ' . Columella ci lascio
imparato che gli anticbi le tuffavano, aspergendole di
sale e seccandole in luogo ventilato ed arioso ma non
soleggiato; e per maggior diirata foglie di serpillo vi
mescolavano; o pure in vasi li slringevano di velro,con
mele, olio di uliva, sugo di limone, pepe e alquanti
aromi ".
Num. 9 La callistephanos I'ulivo delle belle ghir-
lande^ giacclie se ne ornavano i vincitori, non differi-
sce punto dalla termutia di Macrobio, a motivo cbe
vi si slaccavan i rami dell' albero, dall' olea minor
rotunda di Garidel di Tournefort e di Rlagnol; e 1' olea
racemosa di Gouan, la boutiniane di Amoreux e di
Rozier , 1' olea minimo racemato fructu coracino di
Cupani, I' ulivo sativo con forjlia larga di Micbeli ^
la grappolosa maggiore di Picconi, la oliva a rap-
pa in Misilmeri e Palerno, la pidiciiddara in Sciacca,
li ghiandaluni o minutiddi in Mirto.
II frutlo e rotondo tendcnte aircrale un tan-
tino di color scuro-cbano sparso di punti biancbicci
rainutissirai; nocciolo rigoufio in alto, acuminato in
fondo; foglie lungbe anzicbe no, slretle verso il pic-
I,, Pietro Vettori Colliva2ione e lodi dell' ulivo -- Fire nzo 1718.
?, Diz. nniv. econ. rnsf, torn. i3, pag. 262.
— io5 —
ciolo, vcicU hrillanli volgcndosi al giallo nella jia-
gina di sopraccapo.
Talora non genera fruUi a grappoli a cagiou
del freddo c dclle l)ioggc chc cader vi fonno niolli
fiori, siccomc avverle Garidcl; onde la voglioa talimi
disuguaglianza dcU' oliva sphoerica o a initio quasi
Totondo. Ama i rapporti del clima pari allc tuTbinale;
Icrreno ollimo cioe, ! esposizionc soleggiala, lempe-
ratura regolarc.
Num. 10. h' albigera di Columella c di Plinio suo-
na lo slesso clie \ albiceres di Calone, \ albigenis di
Macrobio, 1' olea laliore folio fniclu albo di Garidcl
e di Tourncfort, le blanquet di Amoreux, X olive vier-
ge di Rozicr , la bianculidda in Termini. Rcnde il
frullo poco carnuto con scorza bianca e cbe non mai
aunerisec ; il nocciolo grossissirao all' avvcnanle del
frutto, allungato, punlulo nci due lembi con quello
di cima piu aguzzo; foglic corlc largbissime c pun-
tule ai margini.
L' olio e dolcc bianco ma insipido c in poca
quantita, per quel cbe nana Tcofraslo e giustificano
i fatli '; e quello cbe ci torna dalle Gallic in com-
mcrcio; comecbc da allri ulivi talvolta si pigliassc.
Questa spozie dclle clissoidali di Tavanti nondi-
mcno discerncsi dalle precedenli; in Portogallo il frul-
to c piccolo, ma finissimo, a confession di Clusio ;
in Is])agna piu grosso, per come nc pensa Damiano
Dc Goes; in Genova Vonezia Toscana convcnevolissi-
uio per olio bianco alio eslrerao; in Como verso gli
Appennini magro c senza succo; in Francia se nc
I, Teofiaslo De caasis cap. 4; pag- zSg.
i3
— io6 —
raccoglie 1' olio vergine : in Sioilia rihocca nei ter-
reni imcresi.
Le indefinite varieta delle specie succennale e
di altre simili che forse avvi , oltre alle medesimo
in Sicilia, son da rilrarsi, per quanto ce ne impara
nel suo traltalo leorico pralico dell' ulivo il sig. Ta-
Tanti, dal loro nocciolo, considerando la sua forma
le basi le punle le valve le suture. Nelle circostanze
pero ove siamo di non tener travaglio esatto a peter
paragonare ogni sorte di ulivo dei separati paesi delle
discordanti province , non che dei dissimili cantoni ,
iinpossibile ci si rende slatuire una esatta sinonimia.
Grava 1' animo a Rozier nell' esser privo cfi sifFatli lu-
mi per la Francia, del pari che duole a noi per le
sicole con trade.
Tuttocio che vi si puo dire ricavafo da staccate
ispezioni, una indjcazione approssiraafa anziche rigo-
rosa ci appresla o canoni assoluti ; poiche i ricerca-
menti sperinienlali c' imparano che la slessa varieta
portata in altro suolo, cangiata di sede , confusa di
specie, per un nutrimcnto piu proficuo e piu suecu-
lento, per un agro migliore e ben coltivato , perde
eziandio rabilo, la forma della drupa e delle foglie:
per lo che un occhio anche molto perito, stenta a
polerla per una simile classificare; a meno che il uu-
cleo, secondo il sistema tavanliano non si ricogliesse
attenlissimamente. Essendo altresl costante che nelle
sorti che non sono esse slesse che disparila , il suo
essere si altera talora da un tempo all' altro ', noi
attendiamo nelle sinonimic di Amoreux di Rozier di
I. Viigilio Geor^'. lib. 2, vers, j^" r"
— loy —
3Iiclicli di PicGoni di Tavanli , qiianto e poi (jiianlo
dissoiniglian iii nomc, nclle lande di un can lone, o
una varicla distinla o la stcssa con modificazioni av-
venutcvi dal clima dalla csposizione dal suolo dal col-
livamenlo.
Columolla sottilmcntc ponendo cura all' ulivo ,
diegU il pomposo lilolo prima omnium arborum est;
e san Bernardo iiol 3o° scrmone delle canfichc , per
csscr i'olivo acconcio ad iiso dictelico cconomico nio-
dicinale, il dissc, lux cibiis medicina si vos melius no/i
habelia '. I Groci scorgendo die si a profilto riusciva,
lo rigiiardaron siccome dono del ciclo, un rilrovato
di Minerva, siniholo doUa sapionza c dclla castifa, giu-
slo al pcnsiero di Diodoro, Virgilio, Marziano Capella,
c Scrvio - . E cio vioppiii che essa dca era protet-
trice dello sludio; slanlcclic e di uopo nelle lucuhra-
zioni la lucerna: mentre altri dolti 1' ascrivono a Mer-
curio
Uic nam versicomae frondenl tibi mnnera olivae.
Ars et cura vigil per te quod discat.
Per la sna importanza, la invenzione di soltrarno To-
lio si addice lultosl ad Aristeo, si da Cicerone die da
Diodoro da Plinio da Giusliiio ^ .
A lal venerazionc era dovunque lenuio, clic in
1, S.in Bernardo OjiRra omnia- Liono ij^-fi.
2, Palladi olearttm oleii/iic educendimvenlionfiin Irilmmil, nam
(tntr /itijtis deae orliiin ?rcU luiec arbor cum alii.i silcextribus in)-
mi.r/a. Olei iisiis ahrrat cum cssrt i jnnla. Diodoro lil). 6, cap. i a.
Palladia gaudciU silca vivacis olivae. \ irjifilia Ge;)rg. lib. 2, vers,
iba, pag. G2 — Panonui iyS3. Marziano Capella Saliryc - Losaiina
ijyg. Servio Coinru. in Virgilidin loc. rit.
3, Cicorono De nal. door, c oral, a in Yerreiu. Diodoro lih. 4,
cap, 3i, e lib. 'i. Plinio lib. 8. Giustino lib. i3.
~ io8 —
Auabazzo qual cosa sacra, I'averne cura si aveva a
gloria dai castissimi giovani. Non si bruciava ne usa-
vasi in bisogne profane. Gli Atenicsi, per Plinio ci
vien riferito , imposero una multa di i oo dramme
a cbi ne sradicasse qualche ceppo, riguardandolo qual
gravissimo delitto ; e lo assicura Pietro Vettori. Di-
stinguevasi per emblema di pace di perdono di sup-
plicazioni; allorquando Artaserse Ocbo asscdio Sidone
o Tiro, vi irono i paesani coU' ulivo per segno di
pace, giusta 1' atteslazione di Diodoro: cosi operaro-
no gli Ateniesi , quando Timocrate , a delta di De-
raostene, signoreggiarli catlava. Conducendo un di
Serse sua oste avverso Atenc, incontro a lui affron-
taronsi Timone ed Androbolo con ulivo in mano: un
tal modo i Cartaginesi con Scipione misero in prali-
ca; i regoli di Alessandria nella guerra de' Romani,
al dir di Tito Livio, con Perseo re di Macedonia;
ed in altro punto gli oratori de' Rodiani. Per con-
trassegno di vittoria adopravasi, come ne pensa Dio-
uigi Aiicarnasseo ; un ramo ne portavan seco per
buono augurio i capitaui dei Greci, secondo il tcsti-
ficano Alessandro di Alessandro, Fabrizio Petiliano.
Antonio nel partire contro ad Antioco Comagcne, di
ulivo coronarc si voile , del pari cbe noi scorgiamo
il cardinal De Prato enlrare a Firenze nel i3o3 col-
r ulivo in testa, e finoggi tulte Ic Irionfanti truppe
nelle sommesse cittadi. Gli Ateniesi cbe proporre in-
tendevano cose relative all' amminislrazione ed al go-
verno della repubblica , nella seconda assemblca or-
dinaria della prilania, pria di parlarc deponeano sul-
I'altare un ramo di ulivo ornalo di naslri '.
I, Viaggi di Anacarsi lorn. 3. pag. 102.
— log —
Nel lomj)ia di Minorva Poiladc , cusloJivasi iiii
ulivo sacro, da ciii dcllc libbie froadiite dislaccavaiisi,
ondc fame ghirlando a'viiicilori dci gioclii olimpici,
piti , neinei, istniici ', panataiiei ; un pocolino di olio
giiisla awiso di Pausania, sollanlo ad ossi loro per
pretnio donandosi: cd in tali ullime festo, sccondo la
iegge di Solone recilavansi i vcrsi di Oinero ^ Soione
noil richicse che ua rarnosccilo di olivo iii riconipensa
di sue falighe alia patria rondulc, al pari di Epime-
nidc dopo di aver aflVanchili gli Ateiiiesi da panici ler-
rori •*, c di Teniisloclo c di Eiiribiadc dopo vinia Id
ballaglia di Salainiua ^. Si celebravau eziaudio le fe-
sle lampadophories perla nioltiplicila delle lainpadi
cosi soprannomiiialo; ed eravi di fama qiiclla aurea
di Callimaco, la (jualc darava accesa per uii anno "\
Mose gran lunii inanteneva uei sacrifici, e lo scris-
sero Giuseppe Ebreo ed Eusebio ''. Laonde si riassu-
rac cbe decora va Ic pompe civiclic e religiose, ed ec-
cilava I' ainbizionc dei graadi e la cmulazione dcUa
giovcnlu.
Gli Epidaurl, per Erodolo ci si affcrma, nian-
darono ad Alene ove solo ve ne aveva, a prendere
Ironcbi di ulivo, per scolpirvi sopra le statue delle
loro dec Damia cd Auxesia ". La piii vetusta statua
1 , Pausania lib. i, cap. 26, pag.jfij. Slral'ono lib. 6, pag. C06.
2, Plaloiic In Ippnrco f jiii. 2, pag. 228. Eliano lli.st. var. lib.
o, cap.. 2. Nolo do! IVriz. ivi. Liciirgo In Leocr. pag. 161.
3, Platonp De leg. lib. 1, torn. 2, pag. 642. Pliitarco In So-
lone. Diogeiic l.acrzio lib. i, par. 3.
4, EruJulo lib. 8, cap. 124.
b, \iaggi di .\nacarsi torn, i, pag. 70 0 71.
C, (iiiiscjipe Ant. judaic, lib. 3. Eusebio Praep. cvang. lib. 10.
7, Erodoto lib. 3.
i3*
I 10
di Minerva sotfo la di ciii protezione vivevano le le-
gioni deir Attica era di iilivo , e credevasi discesa
dal cielo '. Avanti, si voleva tal vegetabile dicato a
Vcnere, cotalclie le donne con questi rami presenta-
vansi a voler muovere laninio de' giudici, se il mari-
to cadcsse a loro ucciso, giusta il referlo di Curzio
Virgilio e Stazio ^.
II primo lavoroccio che praticavan i Greci ed
i Romani a render fertile con arte 1' ulivo, si era lo
scalzarne verso il solslizio iemale inlorno le barbe ,
il pedale; sconcarlo in guisa clie le piogge invernali
ivi depositassero una pinguissima belletla, il fior della
terra trascinandovi la piii pregna di carbonic , fino
ad agguagliarne la fogna : il che era detto oblaque-
are oleas. Tenevano in usanza non meno farli lieti
con immondo stabbio, se non che la murchia lezzosa
vi anteponevano con Ictame mescolata con bovina;
e qiiesta non avendo per le mani, coUa pecorina vi
supperivano colla gdlinella o colla colombina. Bada-
van port) non farli con buona cotenna in ogni anno;
cio ivano operando alternatamenle; in raodo die quel-
la forte concozione morle non vi apporterebbe. II
terzo studio che vi si ricerca e la potagione; Colu-
mella cosi si esprime : Qui aval olivetum rogat frii-
ctiirn^ qui stercoral exorat^ qui caedit cogit. I Ro-
mani sentivan bene die potandoli, si sforzassero gli
ulivi a fruttificare ; imperciocche 1' aria raeglio circo-
landovi e godendo dessi liberarnenle i benefici in-
1, Pailsania lib. i, cap. 26, pag. 63. Viaggi di Anacarsi loin.
3, pag. 69.
2, Stazio Theba.
I I I
Uussi del raggi solari direlli o rillessi, devon furzala-
incnle prodiirre ; c ne fan fede e Gandolfi e Palmieri '.
E del massinio rilevo avvcrlire clic il potamenlo
sia da oscgiiirsi, con ripiilirlo dai secciiini, recidere
le branca tiiltc inulili e die minacciauo dcperimeato,
noa die i sucdiioni nascenti abbasso siil tronco , e
rilaglianie i rinicssilicci ncl di denlro , in modoche
vi si forniasse un veulilalo concavo, da non ombreg-
giarsi da se slesso nel di sopra , ma che impedisse
non manco il passaggio dci raggi del sole alle ra-
dici, cssendo la I'orte luce solare alia ccj)paia il nc-
mico niaggiore che talc piaula si avesse. E da inten-
dcnte agronomo il consultare la natura del suolo e la
sortc deir uiivo; giacciic non tulte le falte sono nello
slesso grado aiiiiclu; del I'erro ; ricercando incno ra-
inosila nci luoglii infecondi, e sopporlando la giarraj-
J'a c la spmjnola |)iii laglio che la saracina o la /;;■«-
nara. La polazione csser dcve bicnnale , metlendo i
fiori tal pianla sulle niesse vecchic.
L'ulivo prcudendo radici per tulte le parli che
lo costituiscono, la sua propagazione ha avuto sem-
prc mai hiogo e felice vcntura per sei modi: co' se-
mi, go' rami, coUe radici o ccppaie spczzatc, co' pol-
loni, cogli uovoli, coUe propaggiui curvandone le maz-
zerelle uellc fosse.
II miglioro si e il pii!i naturale quello del seme;
pero inselvaticherebhe alcerto se 1' agricoltore non lo
addimeslicassc a sue mani. E di mcstieri su bel prin-
cipio scegliere le ulive di cjualita migliori, e le piu
mature, affinche Ic cure con maggior lucre si spen-
i, Ganiloin Sap;gio Icorctico pralico sopra gli ulivi scz. i. cip.
7, png. 161. I'almieri Sulla collivazione doi^li iilivi in Siciiia ncl
giornale di seienzc lollere cJ arti [ ei- la Sicilia.
112
desscro e vanlaggio. Le specie da preferirsi, a mio
avviso , si sono la saracinu o la nrunara o pure la
nuciddara o siciliana o missmisa ; per mcnar queste
frulti piu oleosi, ad ogni angolo confacenli e a piu tem-
perature. Se noi in una fossimo regione men dolce ,
anteporre si dovrebbero \a giarraffa e la. pninara; ma
qua la natura ci arride , e largamente ci e cortese ;
sicche tutte avanzano di bene in meglio.
Si purghino gli ossi da loro immondizie con forte
liscivia, a tale che 1' umido possa vicppiu facilmenle
penetrare per le commettiture alle placenta. Ed a
raaggior spedilezza si batteranno diligentemente con
raaglio, acciocche lineandosi la scorza, si minorassero
gl'intoppi al dibucciar deircmbrione.
Quindi seminati nol mese novcmbre in un po-
sticcio o in vivaio , con lerreno nello di buona co-
tenna Icggicro soUilc c ben governalo, tornera a pia-
cere vederii sallar fuori nei primi di niarzo; ed inaf-
fiandoli settimanalmeote nclla calorosa stagione, cre-
sceranno fiuo a due palmi in allezza e forse piu. Nel
gennaro imminente dal semenzaio si caveranno, e vi
si recidera con affilafa roncola o tagliente ferro il fit-
tone, ovvero la principalc radice cbe va drilta verso
al fondo ; quanlunquc Rozicr opinasse ridicolo tal pro-
cedimento e conlrario alle leggi della natura.
Cio fatto , in allra aia ben rascbiata zapponata
€ di convenienle lelanie fornita, vi si affideranno; ove
quel giambilto succiando i suoi principi nutritizi dalle
bocciicce dci pori assorbcnti dclle radicbette trasvcrsali,
addoppiera la niisura del suo fusto nel secondo anno,
gellando delle secondarie barbate.
Pervenuta la opporiuna fredda stagione , via si
leveranno quegli arbusti dalla piantonaia, risecando-
— 11 ;5 —
visi la scconda volla Ic distcsc barbo , prowonicnti
dalle gcmmc die slanno al Iciglio dell' anno scorso;
in guisa clic rimancsscvi \m occhio per ciascuna, a
pullular (li niiovo iicl tempo vegiienle, cssendo pro-
valo assionia chc gianiinai calliva radicc non fece
buon albero.
Si fallamente si porranno nei delerrninali siti ,
discavandovi una fossa e discioglicndovi la terra con
concio, 0 con coficbe gia marcile tolle da un prato.
Tenor cura bensi si deve che la raazza non reslasse
lanfo coperia, dovendo il collctto o nodo vilale ri-
nianere soniprc a fil di terra, come approva del Bene ',
se una rivoluzionc dannosa nella maccliina vegetabilc
non si vuole, collo svariarc il cenlro del nulrimento.
Poscia nei due anni immcdiali avaro non si sara
di partirgli qualcbe adacquamento ne' tempi cstivi. Si
andra smovendo e sconcando il circonvicino terrcno,
estirpando I'erbe nascenli, svellendo i gcrmogli tri-
slanzuoli lalerali e sovrabbondanli cbc vi spuntassero
sul nocchio. La pianta cosl educata non perdera so-
lo la selvaticbczza , ma diircra per secoli senza ulte-
riori provvcdimenli, oltrc a' di sopra enunciati. Si ol-
terranno in siflalla guisa degli ulivi belli e robusli
fra poco, senza bisogno d' inneslo, similissimi al pa-
di-e da cui sonosi staccali.
In Calal)ria tiensi in usanza insitarvi nellc pianli-
cine tricnnali, la marza di altro buono ulivo, accioc-
cbc in esso vi si appigli ; cd indi in Sicilia si ven-
dono ncl quarto auno a circa lari tre per ogui
I, Del Bene. Dei lavori al stiolo dcgli ulivi -- Verona 1795, e
note a Columella lib. !), cap. g.
-i4-
piediciao. Colal gonere di cultura, oUre che e dub-
bio, perendo soveute per lo spazio che scorre dallo
strappamento alia trapiantagione, non torna ad uliie
dello agricollorc. Son da contare parecchi e parecchi
aiini fiuche giunga a frultificare ; mentre 1' ulivo nato
dal seme, meno delicato per essere la natura piu vi-
gorosa deir arte, di ora in ora piu si aggrandisce ,
(3 non delude le speranze del proprietario , renden-
dogli in breve il frutlo dei suoi sudori.
Inoltre come mai polrebbcsi aumontarne cosi il
pianlamento nelle vaste fattorie e nelle estese pianure ?
Qual capitale gvosso non vi si ricbicde, cbe potrebbe
altronde convertirsi in miglior uso? E ne vengono
poi al mercalo si buona mano da accivire tulte le ri-
cerclie dcgl' induslri collivatori ? Ed ancorche siffatla
numerosita vi si porgesse, non si scemcrebbe un monte
di denari dalla sicola agricoltura? Laddove col semi-
narne i noccioli, se ne conseguiran fra tre anni, senza
alcuna spcsa e senza somraa diligenza, niigliaia e
migiiaia all'avvenante del desiderio di ognuno.
la tal niodo la prossima occasione e 'I fatlo cbe
vince ogni ragionamento avvalorano in isperanza di
miglior fortuna, i piu pigri ed iudolenti a popolare
i loro campi di tali frutta a dimora. Si faltamcntc
si promovera questo ncgletto raino di agricoltura, e
si vedranno campagne spaziose e ingombrate da spine
irsi Iramutando, sotto la mano dell'attivo contadino,
in aduggiate e boscose ; conciossiaclie i vapori tra-
mandali dalla terra condensandosi agevolmente, in
pioggia quindi disciolti vi nianlerraano Tumido, die
congiunto al calorico, lo sviluppo vi apporta del ve-
gelabile. II che allro coslrutto sommo ci vicne rae-
nando ; lo allontanamento delta siccita e delle arsure ,
1 IJ
io dico, lo (luali iucliiccndo largiia cropaluro c ppcssi
fciulimonli in talnno siiolo argilloso , lia fatlo queslo
prosupporrc inadafto alia voi^ctazioiic degli arbori ;
mcnlrcclio ])oi dall'altro canio vi troviamo arbiisli e
Inboli c pniiii sclvatici fra \c erbe migliori. E \ie-
incglio quesla indiislria da adoprarsi nei lerrcni raon-
luosi c calcaroi ; csscndo quesli , come Y alberesc di
Toscana, fcrtili c buoni per siffalla coUiira; ove I'al-
bero alto terreno godondo c largo campo da sten-
derc sue barbate, fa piii leggiadra pompa dl se stes-
so, e pill s'iunalza alle slelle.
Sla a parcccbic nialattie gencralmcntc csposto e
a mollc disavvcnturc lulivo; se non che cssendone
fra noi quasi csenle , non vi fissiamo attenzionc : si
consulli Rozier la Enciclopedia il Giovcne il Moshel-
lini il Tavanti , se curioso si fosse considerarne la
patologia '. II solo niorbo chc positivamente fa gua-
sti maggiori alia nosti'a marmwigna e il vermetto
gencratovi dalle nova dclla mosca; cbe puo bensi di-
fendersi con cogliernc precoccmente il fiutto, in mo-
do cbe Ic niadri non abbiano doVc appicare le uova.
Laonde tengo le labbra in silcnzio sid pidoc-
chio de' colli vatori, cbe e la cocciniglia adonide df
Fabricio, la cocciniglia degli stanzoni di Gooffroi, il
chermes di Bernard; il quale e si prolitico cbe una
sola fcmmina genera due millc ovi ; e il sugo suc-
■ciato deir ulivo cd indi rigcttato da tale insctlo c
.lanto da vederne talvolta bagnato il terreno. Se ne
I, Giovcne Avviso ppr la dislruziono dei vormi chc rodonn gli
nlivi-Napoli 1792. iMemoria sulla rogna degli ulivi. Mostlictliiii dcl-
la Brusca - Napoli 17S9. Delia rogna degli ulivi-Nap'oli 1790.
— ii6 —
libera slrofinando i rami con tela grossa o con co-
sa laglienle. Taccio sul psillo il chervies di Fabri-
cio, die colla sua larva va formando una cerla la-
niigiue dclki volgarmcntc cutlimeddu clie non mica
raoUiplicasi troppo dove regna il macstrale. Mi ten-
go a bocca cbiusa suUa tignuola tinea oleela ben
descritfaci da' summcntovati naturaUsti, che rode il
parencbiraa delle foglie, fa mancare il nutriraento al
grappolo deTiori c 1' accrescimcnto alle messe nuove;
e fa cadere eziandio le ulive, inlaccaudone il mallo.
Si leva via con bruciare della paglia sotto 1' albero
affmche reslasse incendiata.
Profitlo ed utile sommo ha in ogni tempo effi-
cacemente cagioualo rulivo. I Saraceni dall'albore
del lor dominaLo vcdondo neglclta per Ic recenti al-
lora incursioni barbaricbe I'agricoUura, e assai deca-
dula dal suo splendore tenulo alle epoche dci Gcroni,
in suo miglioramenlo impiegaron lor pensieri; ed ol-
irecbe diverse pianle inlromisero , la coUivazione di
questa vie piu dilTusero e accalorirono ; ed in cio
iniitali vennero dai Normanni. Siccbe il commer'-
cio di tal produzione altivissirao si tenne coll' Africa
fino alia durala della Sveva dinasiia. Poscia fu de-
clinando talmente per le imposlevi gravczze cd esor-
bitanti balzelli, cbe fu d'uopo accordare un premio
a cbi parte di suo podere in uliveto di uuovo vol-
gerebbe.
Altro terribile cffello venne cio cagionando, la
cattivissima coUivazione; pcrcioccbe soddisfarc doven-
dosi il dazio di tari sei per ogni quintale di olio ,
raesso dal parlamento del 1 638 e del 1 64k! , si fu
tenuto troncare le spese al minimo; e abbandonarne
}\ prodotto, se il pagamento non valcsse della tassa
— 117 —
dovuta. Oiulc nou si raccolscro mica piii por !o iii-
nanzi lo olive a mani , ma il semprc nmlccIeUo sia
uso s' inlroJussc, di llagcllaro gli olivcti con pcrlicho
a fame cadcro il frullo ; nulla curaadosi il proprie-
tario di privarsi del giiadai^iio i'anno avvcnire. Dac-
cho prodiicondo I'ulivo la pipita ch'e U frulto nuovo
in sullc messc vcccliic, qacsle rollo, Ic vernione co-
piosc non polcndo cresccre, c la pipita cadnla, hi-
sogna chc la pianla si rislori del ricevulo danno, an-
ziche mignolarc c danmiorc alia frntlificazione. Laon-
dc quellaano divicnc infruUifero, non mignolando
la pipila solita nasccrc nc rami madornali, chc nel-
r auno apprcsso.
Tulli i georgofdi c i gcoponici si accordano
ncl bandirc si esecranda ])ralica clic fa in un bicn-
nio la nicla perdorc dell' inlcro prodolto ottenibile
scnza siffallo nefando mclodo. Ollreclie Folio ne ri-
donda, del continuo di pessima condizionc; da chc
la oliva prccipitando a furia dall' alio dcU' albero ,
si lacera o patisce nclla pcUe, la quale e la conser-
valrice della polpa; del pari clie la pellc raaulienc
c guarda la carnc ncgli auimali. Talchc marcendo-
si, partecipa al liquorc un non so che di discaro e
disgustevolc. Gamlolfi ci presenta innanzi gli occbi
per escmplare il Gcnovesato, ove le ulivc via via si
raccolgono, come vanno cadendo a terra da scttera-
' brc a dicembre; c slendeudole su un mctalo o sec-
caloio a non inrancidire o fermentare ; siccome in
istilc nclle isole Jonie si ticne. Se a muccluo si te-
nessero o si mcttcro in caldo, allora corrompendosi ,
molta scnlina caccercbbero; e I'olio un gusto mor-
dicanle c di muffa, c odorc disaggradcvole si acqui-
slnsse.
iiS
Accadondo pur non di manco che delle ulive
ancora, all' iiioltrar deila invcrnale stagione , pende-
rebbero su'rami, eda batter lalbero con una canna leg-
gerraente, o sciioterlo da far crollare il frulto, senza pun-
to produrgli nocumcnto o abbacdiiarlo. In fine a scan-
sare siiniglievoli inconvenienti , con particolarita nei
sili raonlagnosi o scoperti, a laudevole accorgimento
e Sana avvedutezza si addirebbe tener gli ulivi bassi
anzicbeno ; venendo fatto cosi di raccoglicrne senza
pena il frutto e di leggieri assai roaturo; ripararli dal
veuto, e permettcrli cbo cosi vieppiii fruissero del ca-
lore dalla terra tramandato, nierce I'azione solare.
L'ulivo e il solo albero finora conosciuto die
dona in copia olio grasso dalla carne del frutto; man-
dandolo ogni altro dal seme. Gli anticbi, secondo Ca-
tone Columella Plinio estraevano Y oiio di esta ; cio
bensi dire non vuole cbe le ulive verdi si spremes-
sero, percioccbe nello slato d' immaturita rendono mu-
cilagine aspra ed araara , anzicbe gocce di olio ; in-
tendersi deve delle ulive precoci ma mature , dette
oggigiorno da uoi e in Fraucia pignole. Pure se que-
ste giunle non sieno al perfetto suo compimento, e
sono accrbctte , un olio rendono scarso amariccio
non presto a depnrarsi.
Ne avevano il vergine e il riscaldato scevcrando
quello che smunge da se al pressoio, dali' altro cbe
secondariamenle si prende coU'aiuto delF acqua bol-
lente, e dalle torte e dalla pasta. Non volevano lo
ulive troppo matura, mandando allora olio copioso si
ma forte scipito rancido e non serbabile a lungo :
onde le coppaie tenevauo ombrate. E per togliere
quel rancidume un po di cera bianca ponevano entro
una porzione di olio caldo,congiungcndovi un lantino
— IKJ —
di sale; il quale misciiglio lo versavano nell' olio. Non
diversamcMile a Icvar \ia la iniilla olio caldo vi get-
lavaiio imprcgnato di sale; se era torbido un sacclielto
vi s'iramcrgeva di corteccia pieno e di Icgno di ulivo
taglialo in mimizzoli e di sale cosperso ; se callivo
saj)ore avesse, un saccoccio con ariice o radice di
cedro, o un pane caldo di orzo ben salalo vi tuffavano.
Non conoscendosi ueir aurora del rilrovamenlo
deir olio, il niodo spedilo di cavarlo dalla polpa, co-
stumossi, come iullavia usano i Corsi , lasciar matu-
rare a segno 1' ulivo, clie divcnisse moUe sostanza ,
su la quale rinchiusa nei sacchi, un baslone Iraversa-
vano alia cslremita, c lorcevano il luUo a spremerne
il succo, il quale oltrechc non pigliavasi tutio, riu-
scire doveva deteslabile. Liniilavansi lalora estrarlo ,
coi piedi calpesfando le ulive ; e della lurpiludine di
un lal modo uopo non e di ragionarne. In vero non
si polrebbe asserire qual sia stafo il primo strettoio
o franloio dai Greci usalo c dai Roniani ; il miglior
dei noslri giorni si e quello di Sieuve, dopo di quello
alia roinana: si riscontri su tal punto, non perlinente
pill al noslro islitulo, niesser Domenico Grimaldi nella
islruzione della nuova manifatUira dell' olio inlrodollo
nella Calabria -Napoli 1777.
STORIA NATURAL E
FISIOLOGICA E MEDIGA
DEL
YILLAGGESE DELL' ETi\A
DEL DOTTORE
GIUSEPPE ANTONIO GALVAGNI
SOCIO ^TIIVO SCCBETIRIO ALLA fEZlOM Dl SCIENZE riSICHI
IIEMORIA SECONDA
STOUIA NATUKALE MEDICA GEJJERALE
LETTl NELLA TOHNATA DEL 27 DICEMBRE 1 838
\^iiando si meltc a paraggio I'uomo della natura e
I' uorao dclla scienza , sotto lo riguardo del numero
della frcquenza dci morbi di clie vien travagliato ed
nfflilto, si rilcva in palesc che sebbene il primo senza
lugurio senza difese senza vesti si slasse, degli elementi
bersaglio,e svilito di tragrande raiseria,d'induslria igna-
ro c dclie sue facolta,coi solo istinlo per guida passare
una Vila tutta fisica e macchinale fra la idiozia o la fero-
cia< spavcnlato e sorprcso al pin comune fenomeno, e
sebbcnc il sccondo splcndenteil lume della ragione i suoi
bisogni conosce, i suoi mezzi il suo destine il sue fine,
gli anlri rimula in palagi , le comate boscaglie in
cilia, obbliga la intera natura servire ai suoi usi, e
agli elcraenti pone dominio, crea le scienze le arli
la conservare ad appiacerolire la vita, e figura a un di-
>— 124- —
presso cosi come il nume visibile di tulto il creato;quan-
do si naette a paraggio io diceva V uorao della natura e
r uorao della scieuza , ben si conosce clie il primo
non ticne clie pochissimi morbi , menlre il secondo
ne vieii bersagliato vicmolto : diceva Stlial, col sapere
la morte e enlrata nel raondo, tostocbe I'uomo assa-
poro il frutto delFalbero della scienza ; e questo ce-
lebratissimo medico giudicava la ragione umana come
il peccato d'origine, dal clie prendon cagione le legioni
de' morbi, cbe I'uomo sociale molestauo tanto; ne al-
trimenli ne pensava Rousseau, quando proclamava con
forza, cbese la nalura ci dcstina a vivere sani, I'uo-
mo cbe mcdita e un animal depravato.
E di vero un organismo sviluppato oUreraodo,
ayvivato d' un sistema nervoso irritabile, in esaltazio-
ne dinamica serapre , e messo in movenza da modi-
ficalori polenti diversi, come quello dcU'uomo assai
incivilito; un organismo ove il sistema gaslrico sof-
fre gli abusi dell' arte culinare, gl'impulsi dell'intem-
peranza, le seguite consuetudini d' un libcro gozzovi-
gliare , ove 1' appareccbio genitale in cccodenza di
stimoli al libertinaggio melte cagione, cd ove gli or-
gani tiitti per le varie scienze le profession! e le arti,
cbe il cilladino assume ed eserce , e per lo genere
di vita cbe arroga, slanno in atlivita sovcrcbiante ;
r organismo dell' uomo incivilito acquisla piu a piii
una testura delicata, irritabile, mobile, e debole Irop-
po, cbe lo cspone ai mali numerosi di cui vien senza
incessanza turbato. Cos! quel grande di Cullen nove-
rava scicento dodici morbi o sintomi promananti dai
norvi, cbe dai selvaggi non soffronsi: ed e osserva-
zione di Rusb che i fanciuUi di essi non ammorba-
— J 2D —
no (li elmiiiliasi o di mali dculari, no vi si vcde la-
luno gobbo o rachitico.
Mellondo al suo poslo il Villaggcse doll'Elna nei
vari gradi diiiciviliinenlo dcll'uoino sociale, e locan-
doio ucl silo dcU'uomo paslore c agricola, dee sof-
frirc pochissimi niorbi, poidie sla vicino piu airuomo
dclla naliira, cho aU'uomo dcUa scienza. Ad asse-
guirc pero ii tollo niio assunto siilla sloria iialurale
fisiologico-racdica del Villaggese dell Etna , tracva al
pensicro di mellere innanti la storia naliirale iiicdica,
dopo di avcrnc vergalo la lisiologica ncUa prima me-
nioria; e a meglio fornire il inio divisanicnlo di dc-
linearc avvisava la sloria gcncralc e reffigie dello
slalo morboso sul moiilc, studiandonc parlilanicute le
cause da clic prende movenza, gli organi ove pone
scde, Ic forme sollocbc manifostasi, il corso la durala
il fine cbc segue, c gli clfelti della mcdicazione cbe
adoprasi.
Ragionando in prima delle cause fisiologicbe e
deir azionc doi vari gradi di calore sul \ivo organi-
srao, 6 da couvoiiirnc cbc gli effelli della bassa tem-
peratura o del frcddo, sono inarcbevoli suU'Etnicola
degli alii villaggi ; c ad individuarc i gradi tulti del-
la sua azionc rilevasi bene, cbe un ficddo lieve, si
come modificalore sensorialc , si come modificalore
dello funzioni nutritive del lessulo cutaneo, dctermi-
nandovi seniprc una palenle aslcnia, il mongibellese
die alia sua azionc sta csposto una pelle aggrinzila
prcsenla, i vasi dcrmici ricevouo meao di sangue e
nolansi rappicciolili di mollo; gli eslremi dcllc dita,
la punla del naso, Ic orcccbic, ])allidc sbiadale si fan-
no, Ic funzioni del senlire e del muovcrsi in esse si
pcrdono quasi , cbe non possono agirc per nulla c
•— 126 —
la secrezione dermica e menomata olfremodo. Impres-
sionamento siffatto turbazioni differenti determina al
tessuto dermoide, in ragione della energia delle forze
deir individao die soffre, e in ragione del differente
grado in che il modificatore vi agisce ; stanteche e
fenomeno di osservazione comune, clie il freddo in-
tense, qualora la cute atlacca dei soggetti di mal-
ferma salute , un' astenia ivi adduce a an dipresso
completa e mollo funesta per i disturbi che agli or-
gani interni cagiona; laddove se a piu lieve grado,
e in individui di salute piu energica impressiona la
cute, dopo una qualcbe sedazione ivi indotta, un
inovimento excentrico ne sorge e forte reazione che
la dermatite produce.
Ma a questo tessuto solamente non limitasi I'a-
zione del freddo, che agisce sugli organi respirator!
per antitesi funzionale, raettendo cagione alle bron-
chitidi di rario grado, alle pleuritidi , alle pulmoni-
tidi, e come stimolante sensoriale sul cerebro agisce ,
e turbazioni v' induce pericolose diverse sino alia sin-
cope e alia completa asfissia.
Ad osservare togliendo i turbamenti funzionali
deir asse cerebro-midollare che arreca il primo grado
di freddo al mongibellese, un malessere generale ri-
levasi, un oppressione nervosa, le sensazioni le pas-
sioni le idee, e le funzioni tutte del morale sono am-
miserite annientate a un dipresso , non si sente non
si park non si ascolta, ne avvertesi altro fuorche il
patire di che si vien travagliato, dei tremori si sof-
frono, somma disagevolezza a muovere gli estremi de-
gli arti, cefalalgia, inclinazione al dormire.
Se il freddo piu intense si fa, e I'individuo vi
si spone a dilungo, ai fenomeni prementoyati la se-
— 127 '—
dazione il lorpore dei ccnlri nervosi succede, sociata
ad insensibilila geacralc. ad adinaraia grande, a mas-
simo bisogno di sonno; e indi a poi per la debilila-
aione eccessiva dell'asse cerebro-midollare I'individuo
s' assonna per non svegliarsi raai piu; un aslcnia per
gl'mflussi ccduli dell' inaervazione coutinua in tutli
gli orgaoi avvicne, e la morle si avvera se il fatale
impressionamento continua.
I malefici cfielti del freddo non sono singolari
negl' invcrni rigorosi, nei campi e ne' boscbi dell'Et-
na, quando le nevi a dilungo seguitc fanno dibassare
il termometro rearauriano sino al grado secondo sot-
to lo zero , e quando dirottissime pioggie vengono
addosso a quci niongibellesi in aperta campagna, senza
alcuna speranza di soUievo di scampo; i villici i pasto-
ri i boscaioli i carbonicri gl' ingrottatori di nevi, vi
sono piu csposti, c i fanciulli i decrepiti piucche gli
individui adulti.
II viaggio alia cima dell' Etna, che fassi in tulte
slagioni e nei mesi piu rigidi della iemale ove il
tcrmomegrafo giunge a marcarc il grado decimo sotto
lo zero, il viaggio per quell' enorme eminenza spone
agli effelli divcrsi del freddo; e il massirao di quella
algenle zona, come il calore.porlalo ad altissimo grado
brucia disorganizza.che Ic parti gelatc come i tessuti bni-
ciati subiscono mortificazione gangrena e la dermide
parzialmenle o gencralmente si scolta, dislrudesi e si
rifa di raaleriale novello; spesso i viaggianli diven-
gono lividi, c talvolla son presi da invincibile sonno
antcsignano dcll'asfissia della raorte.
E qui e da metterc innanz; un caso singolaris-
simo quaulo rovinoso, sinistro, falale, ove lutti com-
prendousi le lurbazioni cagionalc dal freddo a quel ma-
— 128 —
laugurati^iccaduto die csercevano il pericolante mestiere
d'iugroltare nei vcrni le nevi suU'Etna a soUievo de-
gli stemperali calori di esta. Correva il primo anno
del sccolo noslro e la raeta dell'aspro gennaio, mentre
quaranta individui del villaggio di Nicolosi i a com-
plcssione fortissiina e pieni di gran vigoria, stanzia-
vano sui burroni di mongibcllo nella rcgione scoperta,
al livello di oltomila piedi sul mare, nella plaga nor-
tica deir arvarina, sterile monlicello che scarsamente
e nella iraa falda di artemisie solo si veste di gine-
stre di felci , e d' altre piante alpine e arboscelli sil-
vani; quivi irapero ad altezza si insigne e in cosi al-
gente stagione, ove tutto era incappellato di densi strati
di nevi d' ogni maniera, vi stava asprissirao cielo e
ad una continuala diraora inadatto dell' uomo cola.
E non pertanto la congrega dei coraggiosi etnicoli,
irapavidi al tulto, facea breccia a tanto rigore e alia
potenza dei fieri elcmenti, e dava opera cotidiana ai
suoi uffizt, mancggiando e cogliendo le nevi gelale.
Quando sul Iramonlo d'un giorno mezzano, che per-
messo gli avea un lavoro seguilo, d'atrenubi il cielo
ingombravasi e infuriava una tenipestosa bufera con-
I, Antonio Montagna Antonio Bonanno Antonio Rapisarda Antonio
Tascita Antonio Callaccio Actonio Simonelli Antonio Seralica Antonio
Mezzalingua Antonio Pappalardo Andrea lionanno Alfio Simonelli Ago-
stino la Kosa Alfio Pitronio Antonio Tallica Antonio Spoliso Ciriiio Cal-
cagno Carmelo Mezzalingua Carmelo Pappalardo Diego Simonelli Do-
menico Montagna Filippo Mnsolino P'iladelfo Toscano Giuseppe Stiva-
ledda Giuseppe Pappalardo Giuseppe di Grcgorio Gaetano Montagua
Giacomo la Kosa Giovanni Masarello Gii:sep;>c Musolino Giuseppe
Pappalardo Mario Pappalardo JIatteo Pappalardo Giovanni Carvagna
Placido Musolino Pasquale lionainio Scbastiaiio Sambataro Vincenzo
{Jsllaccio Vincenzo Rasa Yiiicenzo Pappalardo Venerando Laudani.
— 120 —
sociala a copiosisslma novo, olio accrcscev.isi come
piu si asscraxa c come piii la noltc si vcsliva di Ic-
ncbre; un lucurictlo hoschivo loro abilacolo e I'ac-
censione di fuoclii Irai^randi fiirono i sou ripari di
quci I'alicalori, chc scbbene mcnomali di spiri[o rcg-
gevano pure alia prova.
Ma la gagliardia la vccmenza dei venli piu in-
furia, c la neve clie a larglic foglic pioveva, som-
mossa da un' aria movevole lanto insiiiiiavasi per lo
fcndiliire dcUe tegolc ncU'abiluro, ed clcvavasi cola
sul suolo air altczza di piu di Ire palmi ; gli accesi
fuoclii smorzavansi , il rigore 1' algenza crcsceva , la
casupola Iraballava per gl'impoli delle correnli vcn-
tose, e scmbrava scliianlarsi dall'imo suolo a momenti;
i meno forli spaurivano , gV invilti volcano ripararo
allc minaccc del ciclo; ma quanto piu crcscea 1' ur-
genza tanto piu 1' auimo il consiglio mailcava.
Toccavi il colrao la noltc e I'uragano imper-
versava e sopracresceva ogni islantc piu forte; piu si
raccendevano piu si sraorzavano i fuocbi, per le nevi
clie incessantemcnte c a rolta piovevan dall' alto , il
freddo era aculo, inlollcrabile , cstremo, lo spavenio
il terrore s insignorivan dei piu, e ondeggiavano ir-
risohiti pcrplcssi in si cstremo frangentc, fra lo stare
c r andare.
Nondimanco piu per mossa d' irragionevole istinto
cbe di saggio consiglio il partirc prevalsc , e la costan-
za c il mascbio volerc dei pocbi , alia pusillani-
mita dei moiti ccdeva. Scuorali partivano piu per in-
contrar morte nell'arduo viaggio, cbe per andar a sal-
vamenlo; ina non appona uscivano all' acre libero clic
la forza delle correnli vcnlosc sbando e disperse la
— i3o —
lurba in piinti diversi longinqui ; dispiacente c fune-
slo era il disordinato scompiglio di chi urta e preci-
pita, di chi trabocca e sorge , di chi trahalza fuor
di via , di chi aggrezza e gela , di chi sviene e sia-
copizza.
Pure s'avviavano nei loro camrnini, e rifulgeva
mai sempre nell'oiTore del micidiale conflillo I'effigie
del maschio coraggio deirimperterrito Etnicola. Caden-
do e ricadendo piu liate in ispazi slretti, si riduccvano
in piedi ed in via; shalzati in una foudura o in una
ripida erta, si rimetteauo al calle Lattuto; impiagati
contusi per le frequenti cadute, illividiti, intorpiditi,
aggrezzati dal freddo s' avvicinavano alio patrie terre.
Chi pria chi poco oltre il sorgere del sole in Ni-
colosi arrivavano. Era adligente speltacolo il vedere una
congrega dei piii robusti mongibellesi ridotti alle ulti-
me agonie , e piu cadaveri che macchine vive ; desti-
tuti di toccare, di senso tattile alia dermide inlera,
vedevasi questa gelaia illividita oltremodo, le funzioni
degl' inlelletti all' ultimo grado di ammiscrimento nota-
vansi , che concepivano e gravavansi appena dell' im-
minenle pericolo di morte che addosso gli stava; ma-
lagevolmeute ascoltavano, non poteano schiudcr vo-
ce ad articolar la parola, che si trovarano in afonia
deir intutto; ed espriraevano il loro stalo pericolante,
e i soccorsi di cui abbisognavano col liguaggio di azio-
ne, ma incomplelamcute, e a maleslenlo, che 1' in-
tero sislema locomolorc e le mani in ispecie, rigi-
dite ad ollranza non prestavansi al moto, e le mem-
bra bensi erano impossibilitate, a piegarsi che per to-
gliersi d' addosso i cappolti e le sottostanti vesti ge-
lafe fu bisogna di scucirle del tutto.
Lo spavenlevole caso del scrilto presenta i va-
— i3i —
ri moUiplici cffelti clio il frcdtio produce sull' orga-
nismo vivcnlc; qualtro di tali individiii iiel rovinoso
viaggio fiirono colli da morle per asiissia • ; due ven-
ncro air clremo punlo per gangrena locale 2, uno
alio inaiii uii' allro iici piedi, dopo due incsi il pri-
ruo, in poco piu di mezz' anno il secoudo; Sci si tra-
vagliarono di violenta pulmonitidc di die due si mo-
rirono, c quallro pervenuti siuo aU'ultimo abbandoua-
mento dc' incdici poi ne guarirouo, e dopo lunga con-
valescenza a salule tornarono 3. Molti si molestarono
di arlrorcumalismi , di mioreunialismi , che sveslen-
dosi della forma d' acuzie dielro guari tempo, per-
pcluaronsi cronicamonte c si nalurarono a' loro orga-
nismi i; Alquanti come se avcssero sofferlo ima gene-
rale bruciura patirono lo scorticamento e la rinuova-
zion della cute 3; Moltissimi raalconci delle cadule rima-
sero incrti piu tempo; Tutti guasti e rotti della vi-
ta che pill giorni slcltero a nou polersi in piede riz-
zare.
II calore elevate ed ingente non e ordinario nel-
la soinma regionc abitata clic a pocbi mesi di esta,
2, Pasquale Bonanno venno il primo aH'cstremo pnnto nella lava
del salto del Caiic; dopo Aiitonino IJimaiiTU) piii in liasso c propria-
inonto alia parte mcridionalo del monip del salto del Cane, indi Viu-
cenzo Rasa e A'enerando I.andani un quarto di migliu piii sotto.
3, Giuseppe di Grefjorio Antonino Gallaccio.
4., Matleo Pappalardo (]aetano iMoiilagna Giasoppc Stivaledda An-
Antoniiio Sjioliso Antonino Dascita Cirino Calcagno.
5, Giuseppe Pappalardo Mario Pappalardo \ iiicenzo Gallaccio Gia-
como La Rosa Carraclo Pappalardo I'llippo Musoliuo I^ladelfo Tosca-
110 Giovanni jMcssercllo.
0, Andrea Ronauno Antonino Rapisarda Alfio SimoncUi Antonio
Pappalardo.
— l32 —
ma come causa di raalori diversi bisogna considera-
re quello che soffrono gli Elnicoli dcgli alii villag-
gi, quando portarsi nei campi sativi di Belpasso di
Paterno di Calania a mietere e a Irebbiare le biade.
Esposli dal mattino alia sera scnza intramessa di quie-
te al dardeggiare del sole, affalto privi della ristoran-
te ombra degli alberi, comecbe la eccedente sudazione
cbe prerae dai lore corpi e vaporizza, li raffrcscasse
in alcua raodo, iufermano spesso di malatlie pireti-
che deir appareccbio di digestione, d' irritazioni me-
ningo-cerebrali , cbe pigliano la forma atasso-a-
diaamica e die alia raoi-te talvolta sinistrano.
E r artificiato calore cbe entro i casamenli si
accende nei rigidi verni, a vincere gli effetti mole-
sti del freddo, e grande e bastevole consurnando I'os-
sigene a prodiirre I'asfissia per aria atmosferica non
rinnovala ; cerebralgia peracula o pesante, capogiri,
verligini , il raolo dello stomaco cbe al vomilo in-
vcrtesi, la perfrigerazione del corpo , cbe tanto cre-
sce quanto piu gli individui s' impegaano a fugarla con
stare addosso alle bragie, sono i precursori della asfis-
sia cbe manifcstasi poco appresso.
Gl' igaari dei nocitivi effetti dei fuocbi ecceden-
ti cbe bruciano in luogbi cbiusi del tutto, sono incorsi
ancbe alia morte in tempi audati ; adesso impero
non appcna apronsi i scgni prodromi di questo state
moi'tifero, cbe discbiuse le finestre le porfe rinnovano
r aere lontanano i fuocbi, e in tal guisa meltono
argine ai maggiori ingrandimenti del morbo, cbe ra-
rissime fiale all' asfissia giunge. E questa iuferraita ne-
gli agiali dei villaggi succede , che abitano casamenti
ben fatti, e non nella gentaglia cbe in casupola sta
ventilate dalle pareti c dall' alto.
1 J J —
Prciidoudo a dire suUe tiirbazioiu prodollc da-
gli squilibil clellrici 6 da dichiarare che la falmiua-
zione Imjucnla nell' alta rcgiono abilala, c noli' am-
pio ag;'0 dell' etnea nionlagiia. ]\Ioiigibello colia sua
vella elcvandosi tanlo sul liveilo del mare^ acconcio
Tiemolto come gli alii gioglii del globo a congrega-
re i vapori, c a melterc iiiiianzi i piii strani fenomcni
mclcorici, spesso in sqiubbraiiienlo 1' eleltrico mostra
col tuono che risona, frcme rirabomba ncllc acclivi
sue baize, e coi volanli Laleni, che a lempcslosa bur-
rasca s' imniischiano , e alia grandinc slerminatrice,
bcrsaglio cosi inoslrandosi dci lulQiiui come lo c alio
ballaglie dei vcnli.
Ed csso invcro noi mcsi di seKcnibre di ollobre
in alcuiii anni in ispccie, come in molli allri sili, e
nel moiilc Brianza Bergamo e nci coiitonii del Lapio
e del Verbauo, sede divienc d' un periodo giornaliero
temporalcsco , che vedesi spesso sull' ore merigiane
dissiparsi il screno d' un allegro maltino, c sorgere
nuvoloni scurissimi che danno scroscio di pioggia di
graiidiue infrainezzale di baleni di luoni, c che sva-
niscono per metlersi innanli il giorno seguente.
Cos! gli alberi silvani del raonle spesso colpiti dal-
le folgorc vengono, c gli uccelli sul suolo cadon la-
volla infiacchiti delle membra e islupidili cd in as-
ilssia, raolto animcili domestici che slanziano a tor-
me ne'boschi ne soffron del male,e i paslori lalvolta che
stanno delle niandrie c delle greggi a cuslodi. E Slel-
r aragona Nicolosi Ma^^sanunziala Mascalucia Pedara
Trccastagni Viagrande Zaffarana iMilo cosi vicine al-
io gole vulcaniclie , c d' ogn" inlorno di monti ac-
ccrchiate, ai guasli pure parlecipano dell' clelricila
atraosferica, che mirasi spesso la nubc teniporalcsea
— 134- ^-
scender via via, e dalla montagna adagiarsi sui va-
cui aeriferi dei predetti villaggi, e lo squilibrio elet-
trico indurre sconciaraento alle gestanti, ritorni con-
vulsivi agl' iadisposli di mali nervosi, e vomiti e spar-
sioni di J)ile, e giallure di cute ai signoreggiati di
idiosiacrasia epatica , e la folgore cadendovi ogni
anno ammorba ed uccide il mongibellese frequente-
mente.
Le inferraita cbe produce 1' elettrico tutte si ri-
ducono a quelle cbe interessano gli organi della vi-
ta di relazione, la pelle, Tappareccbio locomotore, il
sistema nervoso periferico , I'asse cerebro-midollare;
ma presentano sempre forme ed immagini varie, e se-
cond© il grado la sede della lesione cbe induce, e
secondo cbe I individuo nella linea trovassi cbe segue
r elettrico. Pero dietro tali condizioni diverse, questo
imponderabile cagiona ora il solo bruciamento delle
vesti senza molestare 1' individuo nulla, ora 1' arsione
dei capelli dei peli di piu regioni del corpo; quan-
do la bruciura eritematosa vessicolosa bullosa, e la
bruciura cangrenosa talvolta , quando delle iperemie
e dcir emorragie dermicbe parziali o general!, e del-
le distruzioni del tessuto cutaneo in forma di stri-
scia lincare, peculiarmente sul torace il dorso le brac-
cia , quando una sincope di sbalordimeato cbe cede
senza ritorno; dove una paralisia sorge piu o men
generale , piu o meno locale , spesso di senso , piii
spesso di moto , ora alia lingua o alia sua pun-
ta soltanto, ora alia palpcbra superiore, ai rauscoli mo-
tori deU'occbio, alia faccia, al faringe, allesofago, era
all'udito, all'odorato, al gusto, al tatto, in alcuni trat-
ti della superficie dermica; fra tutte le mentovate fre-
quenta pero la paralisia dcgli organi della parola,
— 1 35 —
che (lei colpili lievcmenlc del fulmine molti amuloli-
scono c iiictli si osscrvano a moKcr I'liori la voce per
arlicolar la parola, como sc i lohuli anlcriori del ce-
rcbro da die ripelc Boillaud alterazione siffatta a pre-
dilozionc ammorbassero solto 1" azion della folgore; e
tjualclic fiata il sistema osseo si vide altaccato e va-
rie frallure ne vengono.
Sc r individuo piii da vicino rifrovasi alia cor-
rentc clie segue 1' elelrico, I'iperemia cercbrale ne na-
sce; cbe per I.i violcnza divcrsa cbe assume, e pei
prouti soccorsi cbe ricevon gli egroti, finisce in bene o
in male; laddove quando trovasi iii linea ne vien 1' a-
sfissia per rannieulamcnto dell' innervazione continua
sui^li organi lulti, sul polmone sul cuore a preferi-
rauDto.
E osservazione importante pcro, cbe a misura del-
la quautila ingcnle d' eleltrico, cbe sla in squilibra-
niculo fra l' atmosfera e la terra la via cbe segue per
ridursi al perfcUo equilibrio non e la modesima sem-
pre; se la scarica elettrica non e troppo abbondevole
f'Cgua un invisibile linea e la sua atmosfera e poco esle-
!ia riienle nociva, se la scarica elellrica e copio-
sa (Y alquanto campeggia sopra una superficie grande
ed ba il polcre di uccidere colla violenza medesima
full i gli esseri vivi cbe stanno in quel picciolo spazio;
di molli rifugiali talvolla in una angusta casa paglia-
res 2a nci campi, non ne colpisce 1' elelrico cbe uno
sol'ianto, e gU altri al numero di quallro di olio resla-
no incolumi, laddove allre voile succcde die due o piu
pailori insieine alia lor gregge, cbe ollrepassa i trecen-
to., e cbe occupano quindi vaslissimo piano, pure tulti
sou colpiti da subila niorle per 1' azion dell" eleltrico. E
qui cade in laglio pria di cbiudcre Tarlicolo dclie infer-
— i36 —
mita del mongi])cllese dall' eleltrico indotfe di renire
sponendo la storia d' una iperernia cerebrale cagiona-
ta nel villaggio diiNicolosi del fulmine.
A venlicinqiic settembre deU'aulimno del i834
stagione piu d' ogni altra di pericolosi temporali ri-
piena, dopo aver godiilo d' un maltino sereno e di
lucido sole, declinavasi il giorno ed era al tramonto
vicino, quando il cielo in un atlirao nelle nordiche
plagbe del raonlo d' aire niibi ingombrossi die piu e
piu intenebrandosi minacciavan fiera tempesta, e in
estensione al ineriggio crescendo perclie sospinte da
nordico vento gli spari aeriferi toccavano pure cbe il
villagio di Nicolosi sovrastano; il tuono minaccioso ro-
moreggia a frequenti intervalli, il balcno con ignea
striscia il noro seno della hahe gia slende, e i vapori
si rovesciano in uerabi di procellosa pioggia e di gran-
dine sterminalricc; tutli i villagesi a cansare il pericolo
si ritirano in casa, i reduci dai vigneli e dai campi
metteno rapide orme per adagiarsi al coper [o, e fra
questi Domenico Longo dassi a tulto corso premura
vicinarsi al suo abilacolo, coU' idea di sottrarsi al ma-
lanno ladJove senza saputo correva alia disavventura
cbe gli sovrastaYa.
E raentre cola raggiunto^ dello spavento falto pau-
roso e temente, conlurbato e rappreso ad orare in gi-
nocchio si stava, il temporale piu infuria, e da una
bassa nube fulminante si sprigiona la foigore cbe cor-
reudo alia terra per bilanciare lo squilibrio elettrico,
nella linea cbe segue al suo casamento fassi per en-
tro e riducendo a subita morte dappria due rauli st.al-
lanti in un casolare, cbe vicinava per niiu-aglia comu-
ne la camera abitata da lui, in quesla s' intromette di
poi, e non con inolta foga dandogli addosso, perche
— i37 —
dalla coTrenle discoslo die 1' elellricismo seguiva, a
primo lancio mcnoclie.seiiza vita ridurlo, lo istupidi
lieve lieve soltanlo; ma non si loslo due naiquti si cor-
sero cbe cadde in profondissima letargia, ed eccoci
alia sposizione dclla sua immagine sintomalica.
Giaceva prosleso 1' egroto in posizione supina, e
sospesi al lutlo mirandosi gli esercizi della facolta in-
telleltiva, delle funzioni sensoriali eslerne, e gli atli
della locoinotilila, eccelloche venisse preso soventi di
convulsioni parziali alia faccia, e di treinore leggiere
alle gambe, pure insensivo vedeasi ai piu forli irrila-
menli della cute e dclla piluitaria, I poisi batlevauo
forle, ma i ritmi arleriosi non frequcnlavano dell' or-
dinario piii, die anzi nolavavisi una specie di (ardita,
e sccmamcnto di quella Trcquenza cbe nello slato fisio-
logico mostrano; la fisionoraia in pocbezza rabuffata
sconvoUa e di colore quasiccbe ualurale, discosla non
leneasi troppo dall' espressionc della salute, e gli oc-
chi comecbe mirassersi chiusi, pure esplorandosi non
davano mostra ne di eflbndimento sanguigno, ne di
midriasi.
Le funzioni di nulrizionc manifeslavano ancora una
qualcbe turbazione, e quelle in ispecie cbe partecipa-
no piu gli influssi dell' innervazione continua; le sepa-
razioni urinarie venivan fuori senza avvertimenlo, e
la respirazione miravasi un po' slerlorosa; complesso
di disordini funzionali die faccan cbiaro essere attac-
cato profondamente 1' cncefalo, e ammiserita di trop-
po la sua attitudine alia rcazione.
Si pose raano in allora alle medicazioni le piu
polenti onde ostar gli slermini del lelalissirao morbo,
AuiAccad. V. XF . i6
— i38 —
e la flebotomia a larga vena piit fiate operossi, raet-
tendo in cale dell' egroto la costituzione sanguigna,
e sanguisugi topici e derivativi si fecer dipoi, e tor-
nati vani i revulsivi di lieve .'^rado applicossi 1' acqua
bollente ai piedi, e delle venlase secche in tutti i pun-
ti degli arti, sirofinazioui si fecero stimolantissime lun-
go r asse rachidiamo, e si pose niano per anco in piu
regioni del corpo alia applicazioni della poraala di
Gondret, onde fruirne subila vesicazione, con negli-
gendo di statuire Hussion rivulsiva all' inteslino gros-
so coi lavamenli i piu drastlci.
Ma cotante indicazioni svarievoli non aprivano
speranza di miglioramento, e tuttoche regro'io alle piu
forti irritazioni cutanea mostrasse un qualcbe risenti-
inento, la letargia procedeva sempreppiu forte, e sem-
brava toccar quell' alto livello d' inlensita in die ces-
sano i morbi di poter esscre modificati Vantaggiosa-
mente dagli agenti terapeutici. Pure a mettere alle
prove le medicazioni piu eioicbe a viva forza e con
istento aprendoglisi la bocca diedesi la polvere di
cornaccliina, da clie ebbonsi piu sedute di ventre, co-
meche involute del tutlo, e di poi non piu indugiando
la medicazione sudorifera, si diede di mano alle pol-
veri di James prescrivendone due grani agli spazi stret-
ti d' un ora.
Correva 1' ora vigesima dal morbo e ministrati
si erano sedici grani del farmaco di James quando
il morbo senza spingersi ad ingrandimenti piu
alfi, sembrava nel suo corso esser sostato; cbe anzi
Irasparivane una qualcbe miglioria, coraecne fugace
ed effimera fosse; e dai rilmi arteriosi cbe davano
scgm di minor tardita, e dalla deglutizion men disa-
~ 139 ^-
gcvole, c (Jal riscnlimcnlo quasi raolcsto alle forli
eccilazioni ciilancc, c dall' allitudine dell' infermo nic-
no abbandonata, c dall' csprcssion del serabianle pro-
lasso nicno, si argomenlavano poco piu avvivati gli
influssi dci cenlri nervosi sugli organi, e d un qual-
clie grado risorla la polenza dell' innervazione con-
linua. Fii ailora die insistciulo sulla revnlsione cuta-
nea di ogni grado, c di ogni specie, si crcbbe la
dose del farniaco di James , ad usarnc tre gram
ogni ora, cousociandovisi pure le pozioni piu acconcc
per ravvalorare i vaataggevoli cifelti di sua azione
farraacologica, e ad aprire salutevole diaforesi.
Segnavasi gia 1' ora sessagesima del corso del
morbo, c la cfQmcra raiglioiia apparsa ollreclio fece-
si stabile d' un qualcbc grado pur s'aggrandl. Clxia-
malo di nome con altissima voce sembrava 1 infermo
fcrmar 1' allenzione, e dopo gli occbi schiudeudo con
pena sforzavasi d' indirigcrli d' onde il suono A'eniva,
e cbicslo di metier fuori la lingua facea inipeto di
aprire la bocca, e di mostrarla agli astanli, tultocbe
la tenesse sera pre fra i denti; ma molestavasi troppo
c senza avverlirnc il perche nc geraeva di spesso la-
mcnto delle irrilazioni dolorificbe cbe gli si eran fat-
te alia cute, e della flemmazia risentita, e in piu si-
ti degli arti moliiplice, cbe col topico amnioniacale gli
si era creata. E i polsi piu celeri fatti, e piu coq-
Iratli c men largbi, pure oslcntavano la fausta rau-
lazionc; ma molto piu di tulto il qui detto ne apri-
va cliiaro argomento la propcnsion dell' infermo cbe
dando I'acili oreccbie alle incbiestc cbe gli si dirige-
vano, per accontenlarci si dava lo sforzo di schiuder
la voce, ad arlicolar la parola, sebbcne non vi riu-
' — 14-0 —
scisse per nulla come se palisse e di grave malore
agli organi vocali parlicolarmente.
All' ora sessagesima sesia dopo essersi dali gra-
ni sessanta delle polveri Inglesi, appari lieve caloro-
so traspiro a tutla la dermide, che via via ingran-
dendosi, e piii a piu con uguale sparsione, tramutos-
si in sudore profuso. cbe grondava a grosse gocce dal
fronte, dal tronco, come dagli arti. E non si losto
era trascorsa un' ora della saiutevole ipersecrezione
dermica, che il coma del tiitto svani, si schiuse la
voce, e r infermo da stupefatto e smarrito come se
desto si fosse da profondissimo sonno profferi i suoni
primieri che versavansi solo a manifeslare i dolori di
che da ovunque nella cute si trovava inveslito; e
perche ignaro del pericoloso morbo che avea indos-
sato, ne metteva cogli astanti lamenio accagionando-
li di tanti torraenti che gli si eran senza motivo portati.
L' ipersecrezione derraica di grado elevato piu ore
prolrasse, e fu bisogno di svestirlo piu volte delle
ammoUite tele, e delle coltri, e di poi riducendosi a
lieve traspiro, ore qualtro pure segul con saiutevole
scioglimento di tutte le turbazioni morbose.
Cosi il corso intero del morbo si ridusse ad ore
settantaquattro, o meglio a tre giorni; e dopo aver
toccato r alia eminenza ove i rimedi non si crede-
van da tanto a superarne le posse, venne a fausta
fine, e per i potenti e variati rivulsivi che si pose-
ro in schiera, e per le sopra grandi dosi del farraa-
co di James.
Pero I'imponderabile eleltrico suU'Etna abilato,indu-
ce alcune speciali morbosita, fra cui piii frequentano le
bruciure di vario grado nelle diverse regioni della pel-
. ^ ,4i -
le, le paralisie locali di senso di molo, e qiielia viep-
piu degli organi della parola, 1' iperemia cereLrale, e
1' asfissia la piu frcquciilc di tutle.
Considerando la Luce come causa morbosa suUa
Elna vedesi figurar poco nell' eliogoosia dcgli sturba-
raenti del mongibcllese ; 1' insolazione clie mctle ino-
venza allc meuingocefalili non 6 molto frequcnte ue-
gli agri flegrei, e va a soffrirsi piu spcsso quando- lo
Elnicola rccasi nella piana di Calania iicl giugno nel
luglio, per la racsse e per la trebbia dei grani. Ma al-
lorcbc r enorrac corpo del colossale vulcano rivesti-
to di folli strati di nevi nei verni, rifletle intensa-
raenlc la luce d' un giorno splendonte bello sereno, so-
venle cagiona ai villaggesi e ai viaggianti e alle guide
che saliscono 1' estrema emincnza einca le oflalmiti
complcsse o le semplici di vario grado; e allorache
un forte c lucido sole brilla in qualcbe giorno sul fi-
nire del verno, e nolle primiziedi priraavera, e le ne-
vi di cbe vestesi 1' Elna gelate si Irovano, ne avviene
una concentrazione dei raggi calorifici della luce, che
battonsopra esse,e di lariflettendosi sulla cute dei viag-
gianti edelle guide villagesi, e alia faccia niassiraamen-
te, vi cagiona un senso d'accensione, e le derraiti e-
santeinaliche e le erisipele negl' individui a pelle gen-
tile e nel debole sesso • ; e a sceverare queslo effetto
raorboso da quclli originali dal freddo e da ben rile-
vare,che mai csso si osserva comeche il sole dardeggias-
I, Una gentile donzella arnericana che vi sali in marzo del 1820 in
on bcllisimo giorno soffri I'crisipela, c inolli allri oasi di la] gerere
riferisconsi dall' insigne Mario Gemmcllaro osservatore e raccoglilore
diligeDlissimo di tutli i fatti all' Etna spcttante.
' — i42 —
se e il giorno fosse sercuo, quaiido le nevi tenere Iro-
vansi e nierite gelale.
Toglicndo a dire dell' aria per asseguare la mol-
tiplice genesi delle infermila deU'Elnicola, il peso rao-
dificatore generale cosi intercssante del sano organi-
smo, divieue causa patologica allorquando il villagge-
se va a salire il sommo giogo di qiiolla legione emi-
nente del globo; dal principio del piano delLago alia
altezza di novo iiiila piedi sul mare progredendo sem-
pre piu innaati sino all' altezza di 10198 piedi ove il
barometro discende e marca il grado 18° 1 9° i villagesi i
viaggianli e tutti quelli che vaano a conlemplare il subli-
me vertice, vengono presi spesso da indisposizione di
maccliina, cominciano a patire di stomaco, il cui moto
invertesi alia nausea, e in molti al vomito ancora; e
questo stato morboso vario di grado nei dilTerenti in-
dividui notasi; alcuni soffrono ima lurbazione genera-
le e nulla piu, alcuni si gravan di nausea clie potrae-
si pill 0 meno a dilungo , altri vomilano e cbi per
breve ora, e cbi per tutto il tempo clie cola si dimora-
no, pocbi a ventricolo vuoto, a ventricolo pieno mol-
lissimi; ma non pero osservasi in tutti con generalismo
che tanti ascendono la scoscesa erta e T eslreraa emi-
nenza del eono, senza molestarsi per niente; e tale fe-
nomeno morboso in tutle le stagioni succede nei rigi-
di verni, nell'esta calorose, nelle medie stagioni di pri-
mavcra, d'autunno, per resecare qualunque dubitan-
za di ripetere 1' avvenimento di diversa cagione.
E qui ofTresi il destro di spcrperare 1' erroneo con-
cetto sostenuto da molti, e di Borcb, Sape, Dolo-
mieu, a credere I'aria deU'erainenza di Mongibello tenue
sottile e rarefatla per modo che non bastando alia
— a3 —
rcspirazicno complcla anclifo cagionasse, dispnea or-
lopnca; dappoiclie nega lal fatlo 1' assonlimenlo Con-
corde cU tiitti i viaggiaali liloscri del vecchlo vulcano
chc sarmo di^'lriga^e levero cagioni deilo cojc, c dollo
Inipcratorc Adriano ' del cardinal Bembo 2^ di Faz-
zello ^, Borolli -i di Orville Olaadcso ^ del gerina-
nese Riedesel ^ Hamilton 7 Dcnon 8 Hoiid 9 Spal-
lanzani 10 Rezzonico " di Schouve dancse '2 dei gine-
vriao Moricand'3 c d'altrcttali insigni., i quail nell' i-
dea co^vengouo tutii della facile respirazione cola;
clie se alcuai di anelilo 0 di dispnea si rnolcslarono,
debbono ripctcrsi qaesli dai rapidi passi con clie fe-
ccro quclla disagevol salita, e dalT ccccdcnza di ci-
bi forli e dallabiiso delle bevande incbbrianli, cbe do-
po un temporanco eccilaraento una dcbolczza gene-
rale cagionano.
Ma una piu dimostrante assertiva danno al fallo
prcmenlovato le due lunghe dimore clie fece sul piu
clcvato burronc del raonte 3Iario Geniellaro lo scru-
lalore assiduo, zelante, il fdosofo, il vero araatore della
Etna, per la edificazione della casa in quella plaga
1, Sparl. iu Hadr.
2, IJembo ne! sao Dialojjo de Etna.
3, Fazzello de rebux Siculis. dec. I.
4, liorclli \\ki.demc. Ktnae.
5, \)'Or\\\\cSt.Sicul. vol. r.
f), Riedesel loll, sur la Sicil.
7, Hamilton ou\Tes div. lelt. sur 1' Etna.
S, Ponon Vojag. en Sicil.
9, Houel Voyag. pill.
10, Spallanzani viaggio a/le due Sicilie v. i.
11, iJczzonico opere v. 6.
12, Schouv liiU'. univ. Geneve sep(. 1819.
i3, MoricanJ Uibl. an. Gen. juilliet 1819.
— iM —
eminente. Nella prima dimora avvenuta cola nel lu-
glio del i8o4, a coslruir la Gralissima alquanto in
su della torre del Filosofo appie dell' ultimo cono
air altezza di 9219 piedi francesi sul mare stanzio-
navasi il Gemmellaro con dodici villaggesi sopra quel-
la alia giogaia; per died giorni passavan la nolle in
un anlro maldifcso rislrello, die a male stenlo polea
conlenerli, e die per non cousumarsi 1' ossigene di
cosi angusta dimora non accendevan delle bracie a
scaldarla. Pure a si massima aliura e in aigenza si
grande, die sebhene nel cuor della slate il termo-
metro fareneitiano marcava 38 gradi nel centro del
giorno e si teneva a 32 nelle ore raatlulice serotine,
la congrega nulla sofFriva, e moleslalisi alcuni al lo-
ro arrivo primiero di lieve cerebralgia, di gravezza
di capo di nause e di vomito cbe si prolrasse a lun-
go in taluni, la parte maggiore cibavasi di sustanziali
alimenli, digeriva con] finitezza , faticava con forte
energia , dormiva sonno profondo , e godeva cosi
bella salute, e palese vigoria fisiologica, ne alcuno op-
pressavasi di dispnea di anelito 0 di allra turbazio-
ne respiraloria.
La seconda dimora facevasi in luglio in ago-
to del 181 1 a coslruir la casa inglese. L' imperter-
rito Mario Gemmellaro s' albergava un allra fiata sul
sublime ciglione per lo lasso di mesi due capo di
una colonia d' arlisli; ed era sorprendente e bello
speltacolo in quella regione di eternale inverno er-
ma solinga, quel miscuglio di natura raorla, e di vi-
va natura; murifabbri, picconieri, scarpellini, falegna-
roi, mulattieri, portalori di basti da bagaglie, tulli ope-
rando di vario modo e raessi in moyiraento inces-
- I/w -
sanlc popolavano la sublime plaga dcscrLa ; gli arli-
sti chc crano dci vari villaggi dell' Etna, di Nicolo-
si ncl nuracro inaggiore, c della ciKa di Calania un
qualcuno, lulti a un dipresso scendcvauo allc patrie
loro il sabalo sera, c la domcnica sul nieiiggio, o
il lunedi sul mallino risalivano il nionlc, ma 11 Gem-
inellaro covaggioso sprczzautc non lascio mai il sii-
pcrbo burrone.
Cos! quella linca della Irigida zoaa e quclla
inospita altura, veniva abilata per lo spazio di due
mcsi, da lanli individui esposli a liiUe Ic inlemperic
meteoriche, e a cosl picciola prcssionc almosferica; e
uondimanco la colonia clnicola , due cani , c gli
animali da soma cbe faticavano all' cdificazione della
casa inglese, non molestaronsi mai di anelilo , di
dispnea, di respire turbalo, per cagione di aria rare-
falta sotlile.
E le condizioni di siccita di frcddura di elevafez-
za, cbe tiene Y aria dell' Etna abitato, dispone alia clas-
se delle lesioni di circolazione, alle iperemiealle ilem-
mazie all' emorragie , alia classe delle lesioni d' inner-
vazione, e non alle lesioni di sccrczionc o di nulri-
zione.
II suolo abitato dal Mongibcllese in quel tralti
sollanlo ore si costitiiisce c si fa di materie recenti
pirogene, e di lave fresche c d'arene,scaturigin diviene
d'un effluvioquando coltivasi,cbc da cagione adue forme
morbose dislinte ad un asma o ortopnca, e ad un as-
fissia; la forma ortopnoica e la piii ordinaria cbe que-
stomorbo rivcste, mentre la forma asfissiaca e assai ra-
ra: cd ccco come io li descriveva. AtliAcc. v.vi.
Aui. Accad.F.XF. 17
— a6 ^^
I vignaiuoli irapertanto, recaiulosi ai lavori dclla
terra ia disiiguali spazi ma non troppo longevi, rap-
presi lalfiata senlendosi e stauclii dappria, c scffreii-
do pigrizia di corpo talvolta, e indolcnziiueiilo di mem-
bra, iraprovviso molestansi poi di stringimenlo al to-
racc, di peso grave alio slerno , quasicclie un sasso
cola gravitasse , e di respiro invelocito ed angusto ,
e di travagliosa tosse, clic piii a piu aggrandeiidosi,
li opprcssan di guisa come se stretta fascia li cin-
gbiasse il torace e gli serrassc forteraente la gola; e
quando il morbo soprammodo acuisce, ineltitndine
havvi air articolazione de' siioni e tronehe parole si
profferiscono, si ammiserisce la voce e fioca e bass?,
diviene, e I'afonia manifestasi che a somma difllcilez-
za aggregandosi delle espansioni broachiche, fa cor-
rere iraminente pericolo di Tedernc sincopizzare e di
mirarnc asfissi gli egroti, che per ostar tanta teraen-
za col Iroiico alio si stanno e quasi per meta seduti,
in ortostadia mettonsi, e alle fmestre si fanno nella
notte, vieppiu ia che tali turbazioni intrisliscono molto.
A laate molestie dcU' appareccbio polraonare
lalfiata addoloramenli consociansi, che spesso circo-
scritti air alio dello slerno, nelle appartenenze coslali,
0 alia forcella dello slomaco, assumon senso d' acu-
ta traffigitura o quello di pondo oneroso. E surse
in molti comecbe raramentc arditissima febbre, che
vestiva sembiaaze di augiotenia, alia celerita all' in-
fortimento de' polsi, e al coraplesso di tuUi gli stur-
bi che venivaiio innanzi, e che iuclinava a buon fine
fd quarto o al sesto giorno del suo appariracnto, cal-
ma sera pre recando alia rainacciosa Ortopnea. E tal-
■volta davan congrega alle sofferenze mentovatc piu
— i4.7 —
sconccrti deU' appareccliio gaslrico c la lingua di pa-
nia biaiichiccia si copriva, c lorrciili di viscidiuiie ver-
savansi, c gl' infcrnii si inole;;lavan di nausea o tra-
vagliavansi di pncumatosi gas'.rica.
Era la iminaginc sinlonialica qucsfa clio con ge-
ncralisino campcggiava in tuUi gli egroti a iin di
prcsso, e die prolracvasi secondo la sua intcnsita
varia da uno a soi giorni, nn insigni e special! dif-
fcrenzc nolavansi in ogniin clie ammorbava, e la som-
bianza fcnomenica era proteiforme. Cos! seinpre sor-
geado a fenonieno fondainenlale del morbo il breve
respiro c la somnia inolestia all' iinmissioni bfoncbi-
ca dcir acre, riunivasi quando a lossc secca, o a los-
se cbe torrenli di catarro mandava, e quando a losse
irrilativa e nervosa clie le ricorrenze della convulsiva
indossava; a febbrc acula o a piressia lievc laUiata,
cd era ad affannosa lo((uela con voce fiacca o perdu-
la, cbe salendo piu alii livelli all' asfissia confinava,
e pure a pcrfrigerazioni toracicbe e a leggiere bri-
vidio alle braccia, cbe sceverar si polrebbero molti-
plici manifeslazioni fenomenicbe, ove le turbazioni
rcspiratorie senipre csistendo e gigantoggiando sempre
melleansi con versatile luulanza in congrega a pires-
sia a tosse a gastricila ad infreddamenlo dermico
a sincope ad afonia.
Cbecclie siane pero di tanlo Tariforme andamen-
to dal raalore veslito , i dislurbi cbe davan fondo
nelle apparlencnze broncbicbc e le inoleslie di res-
pirazione di per se soli, il luUo coslituivano del mor-
bo, siaccbe singolarmenlc intristivan 1' egrolo, siac-
cbe con altri in congrega si slavano, cbe sempre erau
di lieve monienlo e in non cale poneansi, diguisa-
— as —
clie fcrmar dovendone la denominazioue sui feno-
meni fondamentali e piu dominanti , mi e pa-
riUo convenevole clie la veuissi sigaificando col
titolo di Asma o raeglio di Ortopaea , segaar vo-
lendo il grado di ambascia clie la respirazione pre-
senla. Ne lo stesso lo spazio era, in che il raalefi-
co ellluvio i villaggesi assaliva, che se i piu di cota-
11 infestavaasi in ottava in sesta e maggiormente in
terza giornata, in seconda molti ne ammorbavano e
in prima, e non pochi si videro travagliarsene nel
breve lasso di ore, e taluni sibbene che non si tosto
davan di raano ai rusticani strumenti che gia carchi
del minaccioso malore riedevan dalla falica; e vi
furono comeche in pochezza pure di quelli che cola
recandosi a sorveglianza de' lavoranti, non appena
propinqui alle glebe vangate in un attiino si gravavan
dal morbo,e riceveano il guasto non meno molesta-
menle che gli altri.
E qui con asseveranza e da dire, che tornaron
frustranei i melodi tulti, a che si diede di mano, a
sviluppare gli egroti dalle morbose molestie di che
travagliavansi; che se immegliavasi in menoma par-
te qualche tristo sintoma, tulti i disturhi ivan nel lo-
ro andamento come ribelli, e quasiche un corso cor-
rer dovessero e necessario e inevitabile.
II morbo infalti non andava tosto a salute, ne
furon argine ai suoi progredimenti i salassi fleboto-
mici pill fiate operati, o i locali sanguisugi che ite-
ravansi a strelti intervalli, la revulsione cutanea di
qualunque grado e di qualsivoglia specie, che coi ba-
gni praticossi agli arti parziali, e coi topici sinapizza-
Xi cantaridati stibiati, o 1' use incessante delle pozia-
— i.i9 —
ni e (lellc medicine pcUorali, dolla digilalc del laltu-
cario, del lauroceraso, che piil dci ridotli a salute
riammalando di ricadie successive, e per spericnza
coii\inli die ogni medicazione toinavagli vana al riap-
parir degli sUirbi mai aiigiirosi il nial vezzo si cbbero
di adagiarsi a soflrirne 1' intero corso, seuza darsi
alia cerca c di medicine e di medico, ne' casi raas-
siinam.enle in che il morbo non inforliva ad im trat-
to, e non si eslolleva gigante a rainacciar 1' esilenza.
La forma asfissiaca piu raramcnfe si moslra c
solo nci casi in clie il vignaiuolo a lungo perdura
sotfo r azion dell' eflluvio, comeche la ortopnea co-
minciasse a soffrire , o allorache i'effluvio viene fuori
in maggiore abbondanza, qiiando dissodasi un suolo
verginc nci lavori di scateno ; in allora provasi in
prima difficoUa di rcspirazionc, sospiri sbadigli peso
alia testa, tintinnio alle oreccbie , vcrtigini scemamen-
to di forze; indi la faccia diviene violacea quasi, come
le labbra, le funzioni di relazione si sospendono e la
azione scnsoriale e le facolta inlcllcttivc e affettive
la locomotilila , e 1' individuo cade sul suolo ; ma
prontaraente lontanandolo dal luogo ovc 1' effluvio
svolgesi, con strofinamcnti semplici della pcUe, con
aspersioni di acqua acelata, tanta turbazione si dissi-
pa, cd il colono si riduce nuovamente al sentire.
E tcnendo conto del vulcano lerribilc su che si
stanziona il Mongibellcse, occupa esso bensi non ulti-
mo poslo nci novero delle cagioni dci morbi di cui
vien travagliato, quando coi suoi orrorosi muggiti c
colic sue fiumane di fuoco spavcnfa, e ittcrizic induce
e sparsioni di bile, c nevrosi del cuorc, e aborli cbc
cagionano pcricolosi uialori c altri disturbi di gra-
— i5o *-
ve andamento, equando coisuoi frerauoti diviene ca-
gione di moUo malaltie ccrusicbe, c di coDtiisioui
di lussazioni , di fralture, e di altre gravi lesion!
deir appareccbio di locomozione.
Yolgeado a tratfare della cibaria die siegue lo
Etnicola come cagionc di morbosita, luculenlemente
SI vede che e scatiirigin per esso di malaltie diverse
moltiplici, non per 1' arte culinare cbe siegue nel pre-
pararla, ma per usarla in ecccdenza c nello state agre-
ste piiittosto, percbe non la depura delle parti noci-
tive, e per iscambiar spesso i buoni coi cibi malefi-
ci. E muovendo del pane -abmento ordinario di cui
usa in abbondanza quel villaggese, negligendo cbe
preparasi spesso col grano cbe ha sofferto la raalat-
lia delta ruggine, cbe nasce secondo Fontana da mi-
nutisirae piante parasite esterne, e da quelle die
preparasi coi grani aramalati dal carbone o goipe
nato, secondo Prevost i, da una' pianta parasita
interna ddla famiglia dei fungbi e cbe ca-
giona delle turbazioni gastricbe,si troyand panetalvolta
del Loglio Lolium temiikntim cbe i campi a semina
di blade e di frumcnto in ispecie ne presentano sem-
pre, e in taluni anni in abbondevole copia.
Appartenendo questa gramigna alia famiglia dd
vdcni narcolico-acri, induce disturbi marcbevoli alio
jntero organismo, c al sistema gastrico , all' asse ce-
rebro midollare, alle raniificazioni nervose periferi-
cbe, e in grado e in violenza diversa, a misura del-
le varie masse in cbe si trova cola combinato. Qiian-
I, Noveau Coiirs complet d' agricoIUiro vol. S pn"- liii
art. Cane. ' °
— IJI —
do il Loglio e in qiiantila niollo parca si riduce a
disordinar lieveincntc gli esercizj di digeslionc , rcn-
deiuloki Iravagliosa niolcsla, a tiirbar gli esercizj dci-
la fiiuzioDc degl' inlellclli e nulla piu ; quando pero
lal larinaceo vi sla in massa niaggiore , si tiadiicon
chiari i caralleri sinlomatici cLc nsanifeslano la sua
prcdilclla azionc al sislcm.i ucrvoso c all' asse midol-
lare spocificanicnte. Cosi alcuni prcsculano cercbral-
gia acuta capogiri cbe mal si reggono nell' orlofta-
dia, c Iremori di vario grado nell' eslensione dcgli
arti; alcuni si moleslano di forle verligine, die dcb-
bono adagiarsi sid Iclto e tener gl' occbi cbiusi, di
malagovolozza ad arlicolar la parola, di trcmolio alia
lingua, di anibascia di rospirazione; alcuni si grava-
no della carebaria, di tinlinnio alle oreccbie, d'infie-
voliracnlo d' audizionc, c di tremor gcnerale: e alcu-
ni fiualmonle precorso un capogiro continue, nn ira-
polenza agli cscrcizi delle funzioni del morale , im
trcraore a tutlo il sislema muscolare di relazione pro-
stcso, cadono in iporemia cerebrale letargica cbe si
protrac vcntiquattro e talvolta piu di Irciit' ore.
I maleGci elfetli del Loglio si manifeslano net
gencralismo due o tre ore dictro la sua ingestione ,
e appunto allora cbe Ic sue costitutive molecole di-
sgrcgatc dair atlivita digestoria, acquistano viemniag-
giore potenza uociva: ma in pareccbi la sua azione
malcfica istantcraentc ed appena ingollato palesasi: e
scmbra cbe l' azion del calore awalorasso c rendes-
se il suo iiso ad oUranza c piu pronlameute venefico,
cbe si osserva da tutti qnelli cbe per siuislro acci-
dcnte v' incorrono , la sua a/ione nociliva esscr tra-
grande qualora il pane mangiasi caldo a confronto
— 1^2
di quello che usasi fresco, e raollo meno di quello
insecchito e adduralo dal tempo. Ailerazioni siffalte
talfiata nei villaggi dell' Etna presenlano un' immagi-
ne epidemica die si estende alia maggior parte del
popolo e alia hassa gentaglia, che usano lutli il j)a-
ne medesimo, ed e bello allora il notare, come io
flo diro in un particolare lavoro, le moltiplici fisio-
nomie morbose che V uso di quesla gramigna cagio-
iia a scconda la disposizione fisiologica degl' indi\ i-
dui, il lemperamento 1' eta, e le attiyita e le pre-
dominanze diverse del sistema nervoso.
L' infermita di che si ragiona non sinistra giam-
mai sino alia morte, e la medicazione che ho tro-
vala giovevole ad ammiserirne la violenza ed il cor-
so, e slato I'uso dei vomitori dei purgativi delle ba-
gnature di ossicrato al capo, e la flebotomia nei casi
d' iperemia cerebrate letargica, e i revulsivi forli po-
ienli. Cotal malattia si osserva vieppiu nelle ville
eampereccie, e presso le persone destinate alia cul-
tura dei campi sativi, che considerando cola come
animate 1' agricola indiistre che sta a sostegno del-
la ricchezza e del sociale rigoglio , gli si prepara
il pane di tutto 1' estraneo di che si mondano i
grani in che il Loglio in quantita vi predomina : e
piu frequcntemcnte succede nell' esteso abitato del-
r Etna, quando la poca raccolta delle biade mette
piu movenza al pensiere di fame 1' adulterazione a
Tenirne il guadagno.
A ravvalorare viemeglio I'azione reale di que-
slo veleno narcotico-acre sul sistema nervoso, e qui
da meltere in chiaro un uso popolesco prevalso di
che molti avvantaggiano nei villaggi del monle mi-
-^ i53 —
nislrando il loglio alia quanlita di un moudello ai
muli indoraili , quaudo voglioiio metterli in vendita
che I'azionc di csso li istiipidisce quasi per oHo gior-
ni c gli sopiscc quoirinquiolczza che li rcnde mala-
dalti al servizio, e cosi il nuovo possessore bulTonalo
sollciincmoiile ne resla ; e i cani e le galline soffro-
no pure i malefici cffetli del loglio, ma per nulla i
conigli doracstici quanlunque se nc cibassero a lun-
go spazio e a tutla gola.
Quesle ossorvazioui pero suirazione morbifica del
loglio leniuleiilo falto negli agri ncUe villc e nei paesi
etnci , ravvalorano quanlo su tale argoinenlo ne dissc
il tcdcsco Secgor, e proslrano al suolo I'opinione iion
vera di quelli, che seuza nietlersi all' osservazione dei
fatti proclamavano per innocivo I'agire di quesla gra-
niigna suU'organi.srno vivenle.
Usasi in abbondanza allresi nell' Etna abitalo la
farina di sogala quasi sola regione della Sicilia ova
s'iinpiega per cibo; ma per quel che ho osservato,
c per quanto ne sanno gli agricoli, par che non sog-
giaccia appo noi alio spronc sia benigno sia maligno,
allcramento che la fa dire segala cornula , la quale
cagiona rcrgolismo convulsivo, e I'ergolismo cangre-
noso, in Bologua in Germania in Svizzera, o se pur
vi stasse non e nieatc pernicioso in SiciUa corae non
lo c affatlo in Ilalia.
L' Elnicola carpofago assai nella slagion d' au-
tunno riscnle pochissimo gli olfelli nocitivi delle frut-
la che usa in eccedenza, e dai quali nou gli viene
die leggiere slurbamento gaslrico, e di lieve momento
che si mettc seniprc in nou cale. Fissano la nostra
atlcnzione pcro due naove malallio cagionate una
J(fi Jcc. /'. .wi. i8.
dair uso delle uve mature e del vino , e 1' altra dal
fruttodel fico indiano, e cbe sonoowie troppone' villag-
gi e neir agro mongibellese perche qui se ne facci
fa veil a.
Originario il fico indiano dall" Indie come il suo
nome lo dice si e indigenato in Sicilia, delia guisa
medesima che altri vegetali delle regioni calde del
globo; la dolcezza e il felice clima dell'isola lo fan-
no vegetare con molto rigoglio in tutti i suoi puati
e nei contorni di Palermo massimamente, e nel cir-
condario dell' Etna in tratti illimitati fra le irte re-
centi lave vulcaniche , mentre sotto 1' italico cielo e
ncir Europa piii nortica vegeta appena nei cali-
dari e nei tiepidaii chiuso; ed e uno delle frutta di
che a tutta gola si ciba la gente villereccia di molti
villaggi deir Etna, di Nicolosi Pedara Stell' Aragona
Belpasso Palerno Licodia a preferimento.
Questo che si costituisce di principt zucche-
rini e mucilaglnosi sciolti in acqua abbondante, e
di numerosissimi semi cbe tengono un pericarpio duro,
giunto alio stomaco cede alia prima azion digestiva
e senzache forse negl'intestini passasse i suoi elementi
e la sua polpa molle, che tosto toslo si assorbono, e
si tragi ttano al vascolare torrcnte, come rilevasi dalle
urine abbondanti cbe colano poco dopo il suo uso,
e i serai cogli avanzi raeno moUi della sostanza del
frutto, sieguono a sofTrire i travagli dell' elaborazion
digestiva.
Come progrediscono e avanzano nella lunga cor-
sia intestinale , si sveston piii a piu della materia
molle cbe avvolgevali uno ad uno e li disseparava
fra loro, e asciuttano insechiscono, e si stringono e
— l53 —
raggrancllansi insiemc da forraar unica solida massa;'
in tal guisa cainminano per i lati diamelri del cieco
del colon, ma al rello arrivali sia perche di lume
pill angusto , sia per i semi sopraggiunti per 1' use
seguilo del fnitlo mcdesirao che formano massa mag-
giorc, congrogandosi ai primi meccanicamente To
iutestino dilalaao , e nulla quasi riducendo la
sua contrazione lolalmentc impediscono la escrezione
fecalc, e cagionau cosi una coslipazion pertinace di
cui eccoci al tutto dolla sua descrizione.
I primordial! fenoraeni dcirimmagine sinlomati-
ca che il raorbo palesa, si riducono ad un stimola-
mcnto conliuuo alia defecazione, e ad un senso di
pondo oneroso che soffresi Ik al retto intestino. Scorso
uno o due giorni vi si consocia un espansione alia
rcgione raeso-gaslrica , e dogli addoloramenti grava-
livi alia corrispondcnza dcgl' intestini ; la sete co-
mincia a molostare 1' ogroto , la lingua insecchisce
talvolla, ma la smania c la inquietudine morale per
lo presente bisogno di defecare che non puole avve-
rarsi e indicibilc mollo.
Al bcslo air oKavo giorno le molestie venlrali
toccano alia cminenza ; stimolo forte incessanle alia
escrezione fccale, ma inane raai senipre; meleorismo
grandc come una specie di pncnmafosi gqslrica, che
inipcdisce linformo quando eccedente diviene di stare
coricato seduto o in ortostadia ; addoloramenti conti-
nui, sete ardonlc, lingua coperta di lieve viscidume,
0 siccata ne' hordi,polsi froquenli piccioli intestinali,
cefalalgia acuta, smania morale die confina al delirio.
Al decuno dell'andamonto del morbo i fenomeni
dclla reltite si aggraudiscono. le simpafie organiche e
— i!)6 —
di relazione si mcttono iiinanzi ne nasce la difficolta
d' urinare, e sempre irradiandosi per tutta la circon-
voluzione inlestiuale la colite e imminente la ileo je-
junite, la duodenite e la gastrile financo, suscitasi la
piressia e la irrilazioa cerebrale che induce il vani-
loquio e talvolta il delirio forte; in tal modo piu la
malatlia sinistrando al duodecimo al quattordicesimo
giorno o poco piu, realizzansi queste moltiplici flogosi
e la morle ne avviene, o per la violenza delle simpa-
tie insorte, o per necrosi delle inlcstine; e la durata
varia mostrasi da cinque quindici a diciolto giorni.
L'infausta fine iu tal morbo non e comune, cbe
sovente a salute si volgc col soccorso d' indicazione
seguita; si mettevano alia prova raedicazioni di vario
argomento , ministravansi le pozioni emoUienti in
gran copia, ministravansi i lassativi i purgauli, e per
la via dello stomaco , e per quella del rctto, opera-
vansi i sauguisugi, operavansi i bagni, a tempi piu
inoltrati dal morbo.
Pero questi raetodi nulla giovavano, e il malo-
re imperversavan tal fiata ingrandendo la pnenma-
tosi gastro-intestinale, eccettocbe delle dosi sopragran-
di degli olcosi, dclI' obo di ricino, dell' olio di lino:
non allrimenti ridussi dalle agonie streme a salute
Giovanni Rapicaoli che correva 1' ottavo giorno di
malattia in cui I'espansione meteoristica era cos\ fuor
di misura, cbe non potendo piu in letto ristare ne
•seduto, ne suUc gambe sorregersi, per I'ambascia cbe
la respirazione soffriva, sfava ritto uell'ortostadia, ma
sostenuto da due corde cbe lo sosteuevano per le
braccia sotlo le ascelle.
Ma de' metodi terapeutici messi in piedi a me-
— i57 —
raviglia giovAvano i mezzi mcccanici d' cstrazione ,
massirae nci primi nioineiili del iiiorbo, quando lir-
rilazionc inlcstinale nou si estollcva colanto a lai-
uacciare la ilogosi.
E la ncgroscopia falla in quelli clie furono colli
da morlc, liiminosamcMitc rileva cho I'ostacolo si trova
all'idlimo cstronio delT inlcsliiio rcUo dallo sfintere
noa mollo discoslo, chc si cosliluisce e si fa de' se-
mi del catlo insecchili raggrancUati commisli forle-
menlo fra loro chc la cslcnsione sua non oltrepassa
giammai qiiaUio poliici, e in alcuui casi ancor per-
tinaci si riduce a pocbissirae linee. II retto a partirc
dal piinlo OTC siede l' oslacolo si vede di color nero,
c dclla consistciiza di pulrilagiue c la mucosa in quel
Jralto; il resto degl' iuteslini il coloa che vi si lega,
il cicco talvolta, e 1' intestino tenue, raostrano una
colorazione in rosso che va ad iufievolirsi come piu
fimonlasi in su , e che presenta le inimagini varie
di rosso punlillalo slriato, di rosso a macchic, a lisle,
o di rosso in lulla Feslcnsionc conlinualo; e ollrecio
gl'inlesliui rachiudono quanlila d'aria piu o mcno
nolevolc da che il raelcorismo vedulo ne sorge.
Incorrono spcsso nell' infermila predescrilta i vil-
lici che uelle campagne dimorando seguitamenle per la
slagion d'aulunno, la loro cibaria riducono solo a tal
vfruUo che lo raangiano scmpre usandone anche quat-
Iro c cinque voile ncl giorno al numero di sessanla
di oUanla frulli ad ogni ripresa ; v'incorrono quelli
vicppiu che dal prime maltino fino alio ore larde di
sera durando in falichc,sprenion dalla cule sudazion
copiosa , come se quesla ipercrinia dormica per la
logge deir cquipondcrazionc orgaaica affie^olissc la
— /38 —
icsalazione intestinale, ne aggrandisse gli assorbimenti,''
e inducesse cosi im insecchimento raaggiore al catto
la negl' intestini esistente; e v'incorrono quelli che lo
mangiano verde pria delle pioggie autunnali, e pria-
che fosse di uraore abbondevole.
Come metodo presers^ativo di questo stato mor-
boso e' usa quella gentaglia d' inframozzare alia ci-
bazione del frutto antedetto dci ficlii (Jicus carica )
o delle cipolle ( allium cepa ) quasicbe questo mezzo
ad impedimento sorgesse del duovo raggranellamento
dei semi cbe fassi nelF inteslino cola.
A preseutare un pensiere sulla condizione palo-
logica della malattia prenarrala pare che situarsi po-
trebbe nel novero dei corpi stranieri dal retlo; e per-
cbe questo morbo non descritto finora appo uoi , e
inconosciuto all'Europa potrebbe aggiungersi al nu-
mero dei corpi stranieri che inlromessi nel retto ca-
gionano turbazioni raorbose ; e scbbene la costipa-
zione non e una malattia agli occhi de' clinici e dei
nosologisti del giorno, e figura sempre come sinto-
raa delle diverse malattie dello storaaco del duodeno
del legato dell' intestino tenue del colon del retto, e
qualcbe volta dall' asse cerebro-midoUare , tultavia la
costipazion di che trattasi considerare si dee come
un raorbo distinto die solo sta e a se, ne si trova
legato ad altra affezione maggiore da cui potrebbe
dipendere.
La forma sintomatica invero ne porge sodo ar-
gomenlo, poiche si fa d'uuoslacolo alia defecazione,
essendo secoudaria anziche primigenia la rettite e la
irritazione intestino-gastrica che appresso ne nasce ,
la quale subito cede come vien fuori I'estraneo. Pero
— 1^9 —
come conclasiva senfcnza potrebbe evulgarsi die la
coslipazion cagionata dagli usi eccedenti del callo
opiinzia, noil o uq sintonia ma un infermita primor-
dialc dislinla, che frcquenta nelle adiaccnze deUEliia
nella stagion d' auhinno, che ncgli anni privi al tiit-
to di pioggia, veste una qualche immagine endeiiiica,
inollissinii in essa incorrendo, clie ad assegnarle una
denorainazione dislinla, pcrche nuova e finor non de-
scritla potrebbe tilolarsi col noine di costipazionepri-
initiva per oslacolo dci semi raggranellati del catlo
opunzia, e volondola noraare con iin raoUo di greca
favella io la cbiamerei Cattispcrmofilosi '.
L'uso molliplicc di frulla diverse o Tuso, difa-
lunc soltanlo consociatc alia beveria vinosa, come
fassi da lutti i mongibcllesi, spesso raelle cagione ad
una turbazione gaslrica non descrilla 'finoggi da' cli-
nici di cui eccone la fenomenologia; sensazione mo-
lesta di fianima che s' eslende lungo 1' csofago, pati-
raenlo inesprimibile all' epigaslrio, che confina ad un
senso di siucope, espansione gaslrica lieve, senza po-
lidipsia , polsi serrali frequenli , inquieludine gene-
rale, che sovenle Iramutasi in israania, ansieta, man-
canza di riposo, in qualsivoglia poslura, che giun-
gono gli egroli a Aoltolarsi sul nudo suolo ; aslenia
cutanea c dcgli organi locomotori calorificazionc, ini-
miserita, ipercrcrinia derraica parziale spasraodica.
La durata di tale morbosila proslcndesi a due a tre
quarli d'ora, c clie rare volte 1' ora intera oltrepas-
sa, c il suo Icrminc qualche volta succedc colla for-
I. Caltispcrinofilosi dal grcco cactos cardo ?pcrma seme p lilo-
sis costipaziuiie.
— i6o -^
tita dal veulricolo d' una parca quanlita di soslanza
gassosa che avviene in una o due erutfazioni.
Le condizjoni etiognosicbe a prodursi la malat-
lia sono 1' uso delle uvc mature, del callo opunzia,
dei fichi, seguito della bevofia vinosa nel lasso d'un
ora; la mischianza di piii fiiitli di pare e di male ,
di uve e di susiue, di uve a sorbe, e per quanto si
dice le uve rugiadose cbe mangiansi innanti la di-
niane comecbe si mangiassero sola; ma la furbazio-
ne pill costante piu inlcnsa succede, qualora si riu-
nisce la cibaria delle uve mature alia bevanda vinosa;
c taluni viilaggesi sempre quesla turbazione presen-
tano laddove molli usano questa mischianza senza a-
verne origine il morbo.
La genesi di questo state morboso scrabra cbe vengbi
da azione cbimicodinamica, che I'azione chimica avve-
nisse fra i principt delle uve in corso di digestione e gli
dementi del vino che cagioua forse dclla fermcnlazione
e un qualche sviliippo di gas acido carbonico; slan-
leche non sorge lale malore quando mangiansi le
uve non perfettamente mature, ove i principi fermen-
tescibili non hanno subito il finito loro lavorio ; ne
quando pria bevesi il vino e poscia mangiasi I'uva
giacche il vino fosto si assorbe almeno i suoi prin-
cipi alcoolici, e pero non possono questi corabinarsi
coir uva ; laddove usando pria 1' uva cbe dimora a
limgo nel sistema gastrico, il vino viene poi a me-
scersi ai suoi principi; a hello confermasi tal pcnsa-
mento, notando cbe quesla iufermita non producesi
quando si piglia il vino posloche un'ora a mollo Ira-
scorsa da che si sono usate le uve quasicclie siffalla azio-
ne chimica nei primiosirai tempi del lavorio chimi-
— i6i —
fero avvicnc c quando appiinto subiscon le uve le
prime rautanzc dcUa zoochiinia.
A sollcvarsi da si Iravaglioso maloro o abito ia-
valso prcsso i raongibollcsi di bcr vino abboiidanle
scnza mescervi acqiia, di bcr acqua fredda in graa
copia, di operare dclle applicazioni frigorificbe alio
epigaslrio e financo la neve topicamente.
Volcndo fissarnc la natura la scdc , e da con-
vcnirne costikiirsi d' iin irritazione nervosa gaslrica
chc perliene all' ordine delle nevralgie ganglionari
ammesse dai moderni dopo Bicbat; piu specie di ner-
vi difalti altivano le azioni fisiologicbe dell'apparec-
chio di digeslione ; vi sta I'inllusso dei nervi cere-
brali, vi sta qiiello dell appareccbio uervoso di asso-
ciaziono, rinlhisso vi sfa dei nervi ganglionari; secon-
do r ordine de' nervi affelli pero la nevralgia vests
un caratlcre proprio. Nel caso su che cadono i no-
Btri ragionari, la mancanza di dolori sfrazianti edacuti,
la non csislenza di cranipi di vomiti di spasmi, e il
coslituirsi la malaltia di quel senso cupo quasi di sfn-
cope, metle bene in palcse cbo 1' afleziouc siede ai
nervi ganglionari ; a porgerne quindi la dcfinizione
cssendo nna gaslralgia non dolorosa, non spasmodica
polrebbe dirsi gaslralgia uervoso-gaglionare.
Ula I'uso di frutta fanlo seguilo variato molti-
plice, per lutta la stagion d" autunno diviene cagione
pofenle della produzione de' verrai, e la elmintiasi in-
test inale spesso si vede nel villaggese del inonte; fre-
quenti sono le storie di verrninazione nei fanciuUi
di primissima eta die assalendoli tosto losto li ridu-
coa talvolta scnza vita e scnza csislenza in brevissi-
Alli Ace. V, xFi. 19
l62 -— ■
mi spazi e piii frequent! bensl sono le slorie d'irri-
tazioni gastro-entericbe pircticlie complicate con ver-
mi. Vi si osservan difatti tulte le varieta dogli en-
tozoari quasi del tubo digeslivo , gli ascaridi lora-
bricoidi , gli ascaridi vermicolari, il tricocefalo la
tenia.
E quest' ultimo entozoario frcquente puo dirsi nel-
I'alta regione abitata doll' Etna, e s'avvicinain qualcbe
mode I'Etnicola solto tale riguardo all'abitante della
Polonia della Russia della Svezia e di alcuna contra-
da della Francia ; di questa occasione avvalendomi
metteva alia prova i metodi piu eroici posti innanzi
per la espulsione di queslo abitatore molcsto delle intesti-
ne e omraetlendo quello di Hufeland, Lagone, Herre-
scbewand , Desault , di quello di Alston di Beck di
Bourdier di Breraser di Cbabert di Nouffer piu van-
taggevol trovava quello di Bucbanan consistcnte nel-
I'uso della radice di granato selvatico, impiegato nelle
indie fin dalla piu alta anlicbita, saggiato da Breton
in Ingbilterra, da molti clinici in Francia, e procla-
malo a tutto ii mondo medico dal portogbese Gomez.
li villaggese di mongibello mcngia scmpre dei
fungbi come I' abitator delle Russie e spesso incorre
nelle malattie cagionate da cSsi. Pullulano nella re-
gione piedemontana e piu nella regione selvosa del-
I'Etna specie moltissimo di fungbi e il f alius ramo-
sissimusLin.f. impiidicusf.escidentus la clavaria co-
ralloides V helvclla mitra il lycoperclon triemale /'
auricularia ferruginea et cariophillea I'hydnum pa-
rasiticum la Jistiilina buglossoides I' agaricus edulis
e delle specie nocive vi si rilrovano il boletus ignia-
— i63 —
rius ^ b. niveus. b. carinlhiacus ; agariciis casla-
neus a. aliolnifus.
La fonomenoloi^ia dcllc morbosita che soffrc I'Et-
nicola quancio usa dei fiinglii cattivi nol gencralismo
si cosliluiscc di due imraa^iui dislinle ; alcuni si tra-
vagliano di gastroenteralgia cspansionc addorainale
sclc ardcnte nauscc vomizione scparazioni enleriche.
eccedenii o costipazion pervicace, ipersccrezione der-
niicba parzialc fredda spasmodica, polsi piccioli con-
ccutrati confiisi, esliemi degli arti pcrfrigcrali, e tuUa
quesla coorte di sialomi si moslra varia di violenza
di grado, e inficrisce a talc sovenfe da cagionare la
morte senza irradiarc 1' asse ccrebro-midollare e le
sue diramazioni perifcricbe, c permanendo inlcgra la
ialelligcnza; alcuni dielro I'uso di allre specie di fua-
gbi si tra vagliano di tiirbazioni positive dei centri
nervosi, vestendo la iramagine era dell' esallazione
mentale, era di dolirio e di tutti i caratleri sin-
lomalici della pcrversiouc intellclliva, e piu sovente
ammorbaao di lefargia di grave stupore, consocialo
a trcraori a convulsioni o ad astenia del sislema mu-
scolarc di rclazioae, da clie si scuoton talvoHa per
le voglie di vomitare e ricadono poi nello stato me-
desimo.
E sccndendo ai parlicolari piu rilevanli ac-
caduli suir Etna d' osscrvare m' avvcnnc in Ni-
colosi un ingcslione di fnngo crudo dctto di paglia
che forsc era un Uelvella in una fanciulia seenne ca-
gionare la miilila quantunqiie libere erano le funzioni
della mente e nulla piu; pure i congiunli allegata co-
me probabilc la vera cagione del morbo , 1' uso di
UQ vomitorio c d' un lasiativo tutto ridusse a buoi^
— 164- —
fine; ebbi il dostro neirautunno del i83o di soccor-
rere una famiglia nicolosana di quatlro persone, av-
velenate daU'uso del fungo di pedale nato sul verde
doUa cjLicrcia, cbe prcsenlava nn delirio forte ed una
loquacila senza pari come il disturbo piu primeggiante;
messe innanzi le medicazioni di piu valcnzia in men
di due giorni iutlo al nieglio si volse^ ma tutti gli
antedetli individui reslarono con una qualcbe disposi-
zione frenetica, e con un imminenza morbosa alia paz-
zia, die realizzossi in una dappoi solto 1' azione di
cause ovvie e di lieve grado; la quale dopo aver du-
rato due mesi, cogli opportuni rimedi cedeva, e riap-
parsa dopo un anno cedeva senza ritorno dopo avere
corso tre mesi; e la forma di letargia piu volte al-
r osservazione mi e corsa, ed e ovvia troppo la im-
magine di peracuta gastro-enteralgia. Nel villaggetto
di Massanunziata due individui venner colti da mor-
le nello spazio breve di una sola nolte per 1' uso
abbondanle d' un fungo nato sotto una ficaia percbe
non soccorsi di medicina e di medico. E nella citta
di Catania al i83i ove spesso le villaggesi etnce por-
tan doi fungbi a venderli con una qualcbe civanza;
avvenne un avvnlenamento a varie persone di cui
tre vennero colte da morte.
L'uso de' vegetali e dell'erbe come cibo nell'a-
bitato dell'Etna fa coofondere spesso le pianle culi-
nari coUe piante velenose nocive, e tocco a me di
assistere un egrota in Nicolosi cbe avea fallo uso
stragrande di cicuta scambiandola coUa cicorea , ma
i prontissimi aiuti cbe gli si apprestarono ridus-
sero la salute completa. E X uso delle carni di ani-
mali morti di epizoozia e di endozoozia non e fro-
— iG5 — • .
qucntc ncllo rcgioni campesiri dellElna; pure rari sono '.
i casi (11 piislola cangroiiosa avvcnuli per I'usodelle
carni d' aiiimali niorli di talc malore; io nc ho ve-
dulo qiialclic iallo in Nicolosi, c 1' illustrc chirurgo j
Giuseppe GemincUaro lia osscrvalo duo casi di pu- i
stola Gangrenosa per quesla cagioue Dcl villaggcUo
di Mascalcia. '•■
Ragionando sui niorbi clie prendon cagionc dal- i
rinlcmpcranza o dalla calliva cjualila dcUa bevanda
vinosa clic iisa il mongibcllcse, c da dire cbe la sua *
vigoria fisiologica la energia vcntricolarc c I'allivo
moslicre cbc segue, lo mcllono al coperlo di varie
(urbazioni die polrobbcro nasccrc da qucslo litjuore; '
Leve l^Etnicola il vino raoslo dopo nou molli giorni i
dolla spromilura delle uve, e senza cssere ancor fer- .
menlato: bevc il vino iiuaslo il vino acidificato e da ■
lullo non gli proviene cbc Icggiere slurbamenlo ga- 'j
slrico, una fuggcvolc gaslrodinia , una pnenmalosi
vcnlricolarc mite, una corrcnzia inteslinale ; beve il ]
vino buono con intempcrauza e Y ubbriacbezza e rafa j
nclla classe faticalrice; ma presso gli artisti e i pos- ^
sidenli cbc meiiano sedenlaria vila puo dirsi froquen- i
te c presonla delle particolarila cbe fissauo 1' atten-
zione dcl clinico. "
Cbe se bevuto in quantila moderala ba per of- |
folio coslanle d' atlivarc la circolazione, di crearc in • .
tutli i tessuli un esallazionc generale, c maggior vi- j
goria nogli csercizi delle funzioni degrintollctti, usalo
con pill d' cccedenza cagiona qnando una loquaciUi ;
esuboranto, cbc fa cvulgargli i piu cbiusi pcnsieri , "
qnando lui alacrila di spirito fuor di misura, quando '
uno sviamenlo patcnlc dcllc funzioni racnlali , dove <
— i66 —
una tumultuoj'a vertigine a tremori legata, dore un
narcotismo cncefalico, c una lelargia gravaliva com-
plela, da scambiare I'ipereinia cerebrale la piu forte
e remencefalo il piu confenualo; dove una balbuzie
grande e una malagevolezza ad articolar la parola,
sebbeue libere fossero le facolta degl' intelletti ; era
una tenebria alia visione e una assoluta cecita finan-
ce, aggregata ad un quaicbe delirio, coUa forza non
solo di reggersi in piedi, ma pur d'occuparsi nel fa-
ticoso mesliere di zappare i vigneti; ora un enteral-
gia peracuta di uuila a lieve turbazione del cerebro;
ma non pero 1' ubbriachezza e stata cagione al-
cuna fiata di morte.
Tutte queste forme diverse e queste iramagini
■varie che 1' ubbriacbezza nella regione alta dell' Etna
mostra, rifonder si debbono e dalle specie diverse e
dalle quantita dei vini cbe usansi, e dalle comples-
sioni fisiologicbe varie degl' individui, appunto come
r ubbriacbezza diversa palesasi presso le nazioni di-
verse di fattura organica , e gaia presso i francesi ,
laciturna meditaliva presso gringlesi, brutale presso
i germani, furibonda presso i traci , e presso i sel-
vaggi di America; die se piii si prolrae quella cbe
la birra produce, segnalata d' Aristotile, aucora piii
pronta piii dure vole come nociva mostrasi quella
cbe deriva" dalla bevanda di piu vini divorsi nel me-
desimo tempo. E 1' ubbriacbezza quaado negl' indivi-
dui beoni diviene un abito scguito e puo dirsi cosi na-
turata, Icntamcnte alterando i tessuti da nascita a
cronicisrai vari, e alcuni si molestano di epalitidi, di
splenitidi di gastro-duodenitidi , cbe melton cagione
air ipercrinia della ceilulare sottodermica all'idrox
— iG-j —
pcritonco e alcuni dcleriorano nclle fiinzione doUasse
ccrebro-midollare c si faiino dementi Iremorosi para-
lilici; ma ii trcmorc che cigiona il vino nclT Etna
abitato e il disordiue cronico chc infcsta con piu ge-
noralismo tulli i beoni di profossiono. Alcuni pero
soli'rono cosi bene Tazione d' una si copiosa bevanda che
prcscniano un iperlrofia fisiologica col solo suo, uso fa-
cendo poco irapiogo di cibi e di cibi non molto nutrienti;
fallo clic favoicggia dalquanlo 1' idea della pofenza
nutriliva del vino, come noi ne dicemmo nclla sloria
naturalc fisiologica del villaggese.
I disturb! die 1' indn-iaccliczza cagiona rascon
non pure della bcveria \inosa, ma del vapori che
queslo liquorc alcoolico spande che nell' organisrao si
addenlrano per la via del polmone , e questo fatio
consentc oltrcmodo a quclla leorica suirubbriacbczza
chc ne fonda la primigeuca sede nell' asse ccrebro-
midollare, quantunquc finoggi volgesi il dubbio an-
cora per gii spcrimcnti di Magendie, se sia il cerc-
bello come sostiene Flourens il cenlro ncrvoso topi-
caraenlc affclto in qucsta raorbosita. E qui rhiudo i
miei ragionari su questo argomcnto in rilcvanza po-
ncndo, che mi e riuscilo profiltevole alquanto Y uso
dcir ammoniaca come medicazionc prcservaliva nella
ubbriachczza conlando sei fatli ovc il suo uso
ha fatIo abborrirc del lutlo la bcveria vinosa agl' in-
Tecchiali beoni.
Le profcssioni di nioto e di csercizt e fravagli
penosi, sono talvolla per 1' Elnicola scalurigine di
malattie varic per la inccssanza con cui vi si da c per e-
sporsi maiscnipre alle inteajpcric almosfcriche e a
^ i68 —
molle allre cagioni clic sinislrano spesso la sua Tale-
tiidine. I coloni clie si portano a faticare nei campi
sativi infraraczzali di fomiti di csalazioni effluviali, si
travagliaa di febbri a ricorrenza periodica d' ogni spe-
cie e di qual si voglia grado, dellc benigne delle per-
niciose deilelarvate, e di quesli a preferimeuto i cara-
perecci die operano il macero dei lini del canape.
E qui sla bene il notare cbe ralmosfera pura salu-
bre dell'aUo abitato dell' Etna stimolando con potenza
potente gli organi tutti di quel raongibellesi reduci
dai campi sativi, meile fuori Ic imniagiui piu implicate
e piu strane delle malattie periodiche come io ne
diceva in' altra memoria. I viilici i carbonieri i cac-
ciatori spesso molestansi di broncbitidi di mioreuma-
iismi di artrorcumatismi di pleuropiilmonitidi; gli agri-
coltori cbe stanno ricurvi e chini sul suolo, per gli
inciampi cbe la circolazione soffre nei suoi torluosi
cammioi,si molestano di malattie del sistema vasco-
lare sanguigno, d' ipertrofie qualcbe volla, spesso di
lesioni dellinnervazione cardiaca, piu spesso di gibbo-
sita cbe raolti nella decrepila si moslrano cosi mal
conformati e asimmetrici. Quelli cbe indossan 1' uf-
fizio di soUevar pcsi o di trasportarii a lungbe dislan-
ze sulla testa sul collo, si travagliano del gozzo del-
I'ernia; 1' ernie difatto non sono rare presso i mongi-
bellesi cbe inducono falvolta rapida morte. E il
gozzo e frequcnte nei villaggi del monte cbe si ori-
gina da cagioni moltiplici ; come ne diro nelle se-
guenti memorie : pure una delle primordiali fra
queste e il trasporlar pesi cnormi , il far degli
sforzi, il sollevar masse ingcnti da terra, e si osserva
i6g
delle donnc in quelle addelte alio rurali faliclie o
ai travagliosi casalinghi lavori. I pigialori di uve
di asfissia piu o mono completa si araraorbano
che dal gas acido carbonico induccsi evaporantcsi
dai luoglii ove preparasi il mosto , c cio viemag-
giormcnlc succcdc ncgli anni in che 1' csta e lo
auliinno assai calorosi di pioggc van privi, e pero
nolle uve mollo prcdomina il principio alcoolico.
I paslori travagliansi d' alcune raalallie non cono-
sciule dai clinici cbe ci facciamo a descrivere; ca-
gionansi qucste da una specie di mosca apparlenen-
te al genere miisca vivipara di Linneo che ha la
graodezza d'una mosca ordinaria e raostra la testa
e le ali biancchicce, la quale nei calori estivali sie-
gue le grcggi di capre di pecore a preferimcnto
e nel mcriggio o sul vespro, quando piu il sole
dardeggia , depone dei vermi della grossezza d' una
testa di spilla al nuracro di venli , di trenta ogni
volla quando ncgli occhi, nelle narici, nella cavi-
ia dclia bocca piu spcsso, (che qucsto malefico
insclto indiriggesi scmpre alia bocca , piucche alle
altre aperture dei sensi eslerni che obbliga nei tem-
pi sospetti a stare i paslori colla bocca chiusa del
tutlo) , e ne vicne la oftalraitide, la rinitide c de-
pouendoli in bocca la laringo bronchite, la sloma-
tile, r ismite. La laringo bronchite pcio fra le pre-
delte c la turbazione piu comune la cui immagine
sinforaatica si cosliluisce di irrilazione alle fauci al
laringc , di tosse scguila secca nei primi stadi del
morbo di cscrczioni bronchiche quando la malat-
iia nel suo progredimcnto s'avanza; e accio conso-
JUi Accad. Vol. xr. 2fi
170
ciasi febbre talvoUa alcuai paliscono di nausea, o
di vomizione e la raaggior parte svogliati si mo-
slrano alia cibazione. La roalattia maaifestasi acuta
siao al sesto, ed all' ottavo giorao, poscia a grado
leggiere e caratterrizzata sempte da losse potraesi
siao al treatesimo, e qiiaraatesimo gioruo dietro che
vieae a fiae. Questa deposizione di vermi che e la
cagioae del raorbo, fa-ssi sempre nella staf'oue di
esta massime negli auai ia che la teraperatura ele-
va'l ad alti livelli, e coa geueralismo presso i pa-
stori dell' ampio contorao dell' Etna. Pure di tal
malore molesto noa. se ne tieu molto conto, poiche
i pastori se la passano ia carapagaa mai sempre ,
ed io avviso clie sarebbe indicazioae potente a gua-
rir questo morbo 1' idrargirosi ia principio come ri-
medio farmacologico che uccide i vermL che soao
il moveate del raorbo.
E a inottere ia palese gli altri morbi che da
cause fisiologiche vengono; delle malattie dell' ap-
parecchio di digestione 1' Etaicola si travaglia sovea-
te di palatitidi seraplici gravi o leggiere, rararaeate
o noa mai di palatiti dipleritiche; la malattie pire-
tiche del sistema di digeslioae che si manifestano
coa fenomeai di gastricita biliosa , mucosa , soao
frequenli ma rarameate siaistraao al peggio, le ga-
stro-eateriti acute croaiche, e le nevrosi del tubo di-
g«storio caratterizzate da lesione di coatrallilita di
sensibilita da lesione delle funzioni chimo-chilifere,
e le alterazioni della secrezioae gassosa si sconosco-
no quasi dal rcurgibellese.
Le malattie dell' apparecchio circolatorio e quel-
le deir apparecchio della circolaziope sarguigaa e
1
71
dello appareccbio linfalico considerate nell' ass^«fte
sono mollo rare; 1' iperemia del cuore si osserva tal-
volta la cndocardifc acuta e la croaica raramenfe, e
delle Icsioni di nutrizione del cuore qualche prirao
grado di ipertroBa; ma le lesioni d' innervazione di
queslo organo e le lesioni della molilila massiraamen-
le sono comun suU' Etna abilalo menlre le malatlie
delie artcrie e dcUe vene sono ccncsciiile pochissimo.
Le malaltie dellapparecchio linfalico sono inos-
servate a un dipresso; rarissima la linfadcnife solto-
dermica, rara la linfadenite viscerale, la linfadenile
mesenterica, e la linfadenite del fanciulli e poco
ovvia quaudo die sia inclina senapre a buon fine
e dair eta pubere curasi.
Le nialallie dell' apparecchio respiratore vi si
ossenano con iiua qualcbe frequenza; la laringite
critemalosa vi campeggia sovenle, la laringite con
secrezione di raucosila nolasi ncgli attempati ncgli
adulti in cbe e innociva; non mai nei fanciulli ove
e scmpre mortifera; la laringite con tuniefazione
della mcmbrana mucosa la laringite cronica con se-
crezione di pus (tisi laringea) la laringite con pr-odu-
zioni di false membrane (Croup) la laringite cde- ,
matosa sono assai rare; la broncbitide acuta e fre-
quente, la cronica rara e a prefcrimcnto nei -.ccchi;
la broncorrea e comune in quesli ultimi, ele lesio-
ni d' innervazione dei broncbi e le tossi nervosa e
la pertosse moleslano il mongibellcse; delle malat-
tie del parcncbima dell' organo respiratore 1' ipere-
mia polmonare spcsso s osserva nei vigorosi elni-
coli la pulmonite ora peracufa' e fulminante oia
lieve e guaiibile si vede nella clinica elnea ?
172
qualclie apoplessia polmonam c piii easi di tubercoli
del polmoae; e delle leaioni d' innervazione di que-
sto orgaao vi si osserv^a endemicamente la orlop-
nea o asma per eflluvii svolti dai terreai recenti
pirogeni.
Le raalattie degli apparecchi dellc secrezioni
le malaltie del tessuto cellulare, delle membraae sie-
rose e le idropisie cberallegale vi stamio, le malat-
tie degli apparecchi di secrezione glanduiare noa
sono comuai suU' Etaa,
Le malattie degli organi della vita di relazio-
ne, quelle dei centri dei cordoai nervosi, degli or-
gani dei cinque sensi; si osservano ma non coniu-
nemente, si vedono pero con frequenza le raalattie
deir apparecchio locomotore e il mioreumatismo e
r artroreumatismo. E delle malaltie dei cenlri ner-
vosi le apoplessie non sono infrequenti.
Dai raorbi geaeralinonsi nolano quelli per alte
razione nella formazione e nella composizione del
sangue; (lesioai del sangue) la clorosi Tauemia I'i-
dremianoa si osseryan per nulla quelle die riconosco-
no per causa una lesione della nutrizione generale
la diatesi ipertrofica la diatesi atrofica la diatesi
atassica noa si notano mai.
Mettendo favella sulle cause patologiche die
stanno sul monte, la nostra attenzione fissaQO ia
prima fra i veleni la classe dei veleni settici o
puh'efacienti e il veleno della vipera dello scorpio-
ne dell'ape della vespa e gli animali che produco-
no accidenti sinistri per la depravazione dei fluidi
lore e la storia della rabbia.
La Vipera coraune ( Vipera berus Columber
Bents Linn. ) c un rcltile quasi comune nei din-
torni deir Etna; gli spiragli Ic fenditure i cavi i
crepacci di chc taalo abboadano le varic correnli
Javose del cavernoso iuoqIc , una latiludine cosi
Lassa, e ua clima dolcc piuttosto fanno bruh"car
questo pcricoloso animale in tuUo 1' agro moogib-
bellese; e delle varie regioni abbonda vieppiu nel-
la piedcmonlana e percbe a terreno pirogenico co-
me per i calori estivali eccedenti.
Vi si osservano lultc le varieta della vipera.
comune, ammesse da' zoologi e da Cuvier e La-
treille; la vipera comune rossaslia a collo soUi-
lissimo, a testa di piu colori, la vipera comune
con macchia bianca circuita da una linea bruna a
foggia d' arco sulla region deli' occipilc, la vipera
aspide cbe ofTre sulla sommita della testa una mac-
chia divisa in varie parti e quella la cui faccia
scrpeggiante e formala da macchio rolonde sul
dorso, da macchie trasvcrsali sulla coda.
I carafteri sintomatici del morso della vipera
sono: dolore acuto lancinantc nella parte ferita ,
clie inacutisce per la pressione, clie fra non guari
in tutlo il membro si spandc, e poscia agli orga-
ni inlerui propagasi^ la parte morsicata si gonfia ,
il lumore ferrao e pallido pria, si fa rossastro livi-
do come cangrenoso, c di durezza tragrande, ara-
pliasi via via, a piu vasfo perimelro e guadagna
le parti vicine appariscono indi le lipotimie i vo-
miti biliosi i movimenti convulsivi , c la giallura
della cute degli occbi apparc talvolta; i polsi pic-
cioli frequenti si osservano concentrati irregolari y
la respirazione difficile la dermide divien sede dl
174-
sudazion fredda,e le funzioni del morale sonotur-
bate; la piaga da in prima sangue nerastro, poi un
umore felido, cede indi d' esalar questo liquido, in
allora la pelle cLe la ricopre si affredda, le forze
s' infievoliscono e la raorte viene appresso.
Ecco la sinlomatologia generale che il raorso
della vipera induce, ma ne differiscoa gli effetti se-
condo i luoglii che questo reltile abita, la stagione
ed il calore deiratmosfera quando effeltuisce i suoi
morsi. I morsi delle vipere inlatti cbe slanzionano
nella regione piedemontana, sono piu malefici di
quclli delle vipere della Eelvosa,e della prima piii
imperversano quelli dei sili piu caldi. I morsi av-
venuti al sorger del sole o al suo tramcnto, sono
per nulla uocivi, laddove quelli lancJati sul merig-
gio sul vespro quando piu il sole dardeggia sono
micidiali ollremodo.
Diversificano gli effelti malefici secondolava-
rieta di vipera cbe morde, il numero dei morsi ac-
caduti, e la quaniita del veleno cbe nella piaga
introduces!, e \arian pure per le complessioni fisio-
logicbe dei ferili, la loro ela, il temper^nenlo, la
preeminenza del sisicma nervoso , lo spavento di
cbe r individuo invadesi, il tempo di atlivila dige-
storia o di vacuita dello stomaco, il grado della
polenza vitale, e la copia di vasi di nervi che
pres nia il tessuto divenuto sede del morso.
In tutti i casi da me osservati di morsi di
tal sorta avvenuli in regioni diverse del corpo, al-
le mani e nei suoi diti , al piede , alle gambe ,
in individui di ela diverse, di testure, di allituf^ini
ojganiche vaxie, saccorsi pero losto tosto, e juan-
175
do costitiiivasi il morbo dai soli fenoraeni locali
senza disordini del sislema nervoso, e sanguigoo ,
sorlii seinpre e(&;tlo felicc della legatura, sul luogo
ferito iadicata da Celso, c riproposla da Boilland e
Piorry ; ravvalorai i rcali vanlaggi della ventosa
scarilicala a|)pUca!a sopra la parte in cui era il
morso avvenulo, rimessa in valore da Barry dietro
gli anlichi ( della quale se ne sono riconfermati i
vanlaggi da una Commissione dcU' Accademia R. di
medicina di Parigi prescella a tal' uopo^; operava
indislintamente la caulerizzazione col ferro rosso y
la potassa concreta, o il cloruro d' antimonio , e
[)ralicava di poi unzioni incessanti coll' olio d'ulivo
(opicamenle ; all' inlerno minislrava seguitamente
raranioniaca dilungata in una tisana sudorifera
dielro i rinsognamenli di Richard Piorry c Jussieu.
II Dr Giuseppe Gemellaio cbirurgo di molla
nominanza, osservo quatUo fatti di morsi di vipcra
e sempre odcimu i'elice successo dall'incisionc, dal-
la cauterizzazione locale, dai calaplasmi di trifoglio
fetido, ( Psoralia bitwminosa ) e dall'uso dell'am-
moniaca per la via dello slomaco. Ma non pero
niaiican quel casi in chn ua raorso che comunica
pill quanlita di veleno, e nello stato di collera di
tfueslo rettile,e non trovandosi pronli soccorsi I'in-
dividuo sen muore, e I'agro dell' Etna piucche I'Et-
na abilato presenta parecchi di questi avvenimenti
sinistri.
Lo Scorpione , genere d*^ aracnidi dell' ordine
dei pulmonari , faraiglia dei pedipalpi di Lalreille,
esiste nella regionc abitala del moffie , e se ne
nolano due specie distinle: lo Scorpione europeo,
176
Scorpio Europeus^ e lo Scorpione Africano Scorpio
AJer meno comune.
I caratteri siutomalici della punlura dello Scorpio-
ne d' Europa appo noi sono , una iriaccbia rossa
che aggrandisce via via, e diviene lievemente ne-
Ta al suo centro , addoloramento iperemia che si
estendono alle parti vicine, e quando la puulura e
avvenuta in un membro la tumefazione qualche vol-
ta si estende a tutt' esso. Ma non pero si osserva-
no r intorpidimento, le convulsioni, il delirio, i vo-
miti, e la morte, cbe sono gli accidenti sinistri de-
gli Scorpioni dei climi piii caldi con generalismo;
e la medicazione posla in piedi nelle mie osserva-
zioni con riuscimento felice e stata seropre la ven-
tosa scarificala.
La Vespa, mspa vulgaris^ V Ape apis melli-
fera sono munite d' uno appareccbio di organi, mer-
ceccbe pungono le nostre parli, ed un liquor vi
depongono cbe mette origine a diverse allerazioni
morbose. Co tali insetti cbe sono numerosi nelle cara-
pagne clnee per le cure solerti dell' agricoltore ,
spesso molestano e 1' uomo e gli animali domestici,
si manifesla la puntura di cbe si favella, con acu-
to dolore, consociato ad esuberante calore, cbe vie-
ne seguito da sviluppo di tumefazione erisipelatosa
assai dura nel suo centro, che imbianca e persiste
finche il pungiglione nella piaga riraane; quando
la puntura avviene sopra qualche ramo nervoso il
dolore e oltremodo molesto, ma non perd si corre
sino al pericolo di cagionare la morte.
Piu casi si sono avvenuti nell' ampio contor-
no mongibellese di cani, di asini , cbe assalili
da un numcro grande di api sono morti in uno
o due giorni per Ic innumerevoli pustole svihippa-
le , c pci fcnomcni ncrvosie dircazione circolaloria
chc quelle cagioiiano; ma tai sinislri accidcnli noa
sono mai accaduti prcsso 1' uomo.
La llabbia sponlauca non e infrequcnle prcsso
gli animali ncll' alia regione abilata e ncUe cam-
pagne deli' Etna , le volpi, i lupi, gli asini , i
porci, i galli, ed i cani a preferimento presenlano
la malaflia di che dicesi, e I'Elnicola quiudi trovasi
spesso al cimenlo di soffrirc 1' idrofoLia comunica-
ta per il morso di quesli animali.
E mi c occorso piu voile nello esercizio clini-
co di assistere vari individui morsicali da cane ar-
rabbialo c con morso forte e profondo da cagio-
nare piaga cslesa decisa ; ma sempre ho avulo il
piaccre di prcvcnirc lo sviluppo dell' idrofobia, e di
vederli ricondolli a perfelta salute colla ventosa sca-
rificala, colla caulcrizzazione topica, e coll' applica-
zione inccssanle sul punlo ove il morso e avvcnulo
di un vcssicalorio perenne (i).
E volgendoci dagli animali ai vegelali veleni
c dalla classe dci scllici ai veleni narcotic!, cademi
qui in laglio descrivere 1' istoria d' un ayvclenamen-
(i) Menlrc scrivpva qiiesla mcraoria Irovandomi a villoggiare nel'o
Oltobre in Mcolosi fii richicsto il mio consiglio medico per dr.e
fratclli Domcn. cd Agalino Laiidani, non ancor puberi, chs furo-
no ill divcrsi piinii del corpo estesaniente morsicati da on asira
arrabiata, a quale era stala inficiata dell' Idrofobia da nna ca-
gna e venne a merle di tal malattia, e forliinataoiente col me-
todo esposto mi riiisci di preveoirDC lo sviluppamenlo.
A Hi Ac cad. Vol. xr 2/
176
to coir iosciamo accadiito ad una nicolosina, e ve-
iiiito a buon fioe per le assidue care che gli offri
r apoUinare scieoza.
An^^ela Moatesaalo poco piu degli anni qua-
raala, di temperamento sangiiigno, di salute Ho-
nda, bella , percbe avea sofferto un aborto , e
mostrava debilitazione e inaltivita funzioiialc di di-
geslione, gli si era prescritto da ua raeJicaate uq
trattaraenlo lonico e 1' egrota cosl iniiaazi la dimane
e priaccbe rosseggiassa I' aurora, pigliava ogni gior-
no un boloUo ove stavano dei farraaci lonici mi-
stionati; trovavasi nello stesso tempo una di lei fi-
glia crucciala da dolorossimo mioreamatismo ai
muscoli dei lombi la quale avcva fatto venire del-
r estratto d' iosciamo diviso in cartoline alia dose
di venti grani per ognuna ad usarlo per lo raeto-
do esterno della latraleltia; la egrota cambiando
nelle tenebre 1' uno con I'altro farmaco da di piglio
al narcotico , e ne degluti una dose di venti gra-
nelli. Non trascorsero due quart! d' ora clie aprissi
r aHligenle scana dell' avvelenamento di cui ec-
cone la forma sintomatica die manifesto quando io
accorsi ad assisterla; delirio furibondo, convulsion!
tremor! riso sardonico azioni pazzc ridicole, pneuma-
tosi nausee inclinazione alia vomizione, estremi
degli art! perfrigcrati, polsi piccioli celerissimi; co-
nosciuta la cagione del morbo da quanto gli astan-
ti dicevano, usa! primamente una pozione con tar-
taro stibialo a provocare il vomito , 11 quale pron-
tamente oltcnuto died! di raano alle pozion! acido-
late con aceto e con succo di limone mininistrati
a vicenda a colme tazze; poscia usavaasi le bevan-
de di infuso di caffe ; soKo ua tanlo soccorso me-
dico proularacnle usalo il raorbo rislette e non si
spinse a piu alii livclli, e Ic^rota via via riduce-
vasi in men di due giorni ad mio sfalo di mcdiocrita,
poiche rcstando irrilala negli crgani gaslro-enlerici
e non incolume al sistcnia nervoso, di piu tempo
fcce mestieri sollo una medicazione ragionata a sve-
stirsi dalle consegiienze morbose e a ridursi comple-
laracnte alio slato fisiologico(i).
Degli avvelcnamenti gassosi 1' EInicoIa incorre
talvolta in qiicllo cagionalo dalle qnalita delelerie del
^as-acido-carbonico, svolgenlesi dalla combuslione
del carbone in liioglii cbiiisi rislrelli , cbe lalvolla
pcrvicne ad indiirre complcia asfissia,e spesso cagio-
na sollanio gli anlcsignani sconcerti di queslo stalo
morboso il quale non progredisce piu innanli per-
cLe si loglie la causa d' onde lanli disturbi proma-
nano; lali sinisiri accadono nei rigidi verni, e quando
r algenlc freddura obbliga a quei villagcsi d' accen-
derc gran fuocbi nei loro casamenfi , ed accade
prcssoccbc sempre negli agiali dei villaggi cbe abi-
(i) L' losciamo bianco e nero erva (jrassttdda eatascia iaSicilia e
indigcno nella zona splvosa e picdcmontana dell' t!lna; quelio
che vegcla nclln prima e piii allivo ndle inediche virUi di quanio
il secondo e di qupllo massimameiite clie vrgeta prossiino a'le
rive del mare Joiiio la d» cui fisionomia per la influenza del
iiiurialico e assai divcrsa di quclia del primo ; 1' eslratlo di che
»i ragiona era stato ben prcparato da quelio che vegeta nella
zona selvosa:
178
tano case non custodite dalle pareti e daH'altafi),
(t)E qai priadi lasciar Vargoraento dei veleni considerati come cause
di malattie del mongibellese offremisi il desfro di far motto
di UQ fatto novello spettaole 1' azione malefica del pericar-
pio dei semi del riciao di che noa tiensi coato nelle opere
di tossicologia.
I semi del ricino ( Ricinus comm. Linn ) pianta originaria
dair India , da\[a Barberia , dall' America, adesso nataralizzata
fra noi; i semi del Ricino per il sno pericarpio appartengono
alia classe dei veleni irritanti e sono velenosi da qaattro a
cinqaanla acini sebbeue per qaanto ne dice Amoreux ne^
gli annali di chimicha di Montpellier gli ungheresi ne sof-
frono impunemente fino a trentasei acini, mala sua azione Te-
neCca avverasi qaando il pericarpio del friilto usasi per la
via della bocca iadacendo una violenta e raortifera gastro en-
tente nsandosi a quanfita sopragrande, ed una irritazione ga-
Btrica caratterizzata da voraiti e da diarrea pigliandone piii
piccola dose.
Jla I'osservazione di che andiamo a f rattare tin caso presen-
ta iaosservato fiiiora , che in an individuo la esalazione del
eeme del pericarpio , diviene sommamente malefica ed eccoci
ai dettagli di questo caso novello.
II Dot. Francesco Loonardi del villaggio di Pedara d' eta
adulta, a temperamenlo sanguigno, benissimo fatto della persona,
no moslraute asimmettria nelle appartenenze toraciche, maneg-
giando il seme predetto di cui ne teneya ua arbusto nel suo
giardino, vien preso da nn travaglioso asma che perdaro oltre
quaranta giorni pervicace ai piii potenti rimedi e sempre co-
si risentito che uon pciteva adagiarsi ai riposi del leUo; ne piii
pensando a tale maleiico influsso indi mondava un qaalche seme
di ricino che area nel suo giardino raccolto , quando per la
seconda volta fu preso immantinente da molesta broncosi che si
protrasse a Irenta giorni ostiaala mai sempre ad ogui argo-
mento di medecina.
Correva 1' anno sua cinqaanlesirao qaando ne fa colto per la
terza volta per essere entrato in una farmaeia, ove mondavasi
il seme del ricino sempre traeadosi I'asma assai per le lunghe; e
ae ammorbo per la qaarta volta beasi passaada da na laogo
179
Gli cffluvl si sconoscono siiU'Etna abilato in
fuori di qucUo che, come noi ne diceramo, si svolge
quando ronipcsi il pirogenico suolo recente, quan-
do i vigneli coilivansi vegctanli su quelle arenc vul-
caniche, e che cagiona una malallia endemica che
vestc due iraraagini segnalate e dislinte, la iorma
asmatica o orlopuoica e la forma asfissiaca .
Le malattie cpidemiche, o contagioso-epidenii-
che, 0 cpidcmico coatagiose, rare fiate vi campeg-
ia cho nno Ragazzo raccoglicva la scorza del seme per toglier-
la via/ e asserisce tale indi\i(liio die se noa se ne discosla lan-
losto cade snbito in asGssia , od e colto da morlo se vi
dimora qiialclio momonto. Arrogi a cio che 1' iiso dell' olio
di riciuo per la via dclla bocca gl' induce inlerno sobollimenfo
voiniti), e una dcriuilc urticala; ms 1' csalazioiii dell' albcro non
gli cagionano male, gli sla da eosta, si adagia solto i suoi ra-
mi, no coglie il seme senza lurbarsi per nulla; la hroucosi io
un allimo nasco (jiiando il seme si scaccia si monda e pure
quando mnneggiasi il i>ericarpio gia staccato dal frutlo.
Volendo presenlaro nn pensiore su questo nuovo falto, seb-
bene in ninllissima parte 1' azioue malelica dell' esalazione del
seme e idiosiucrasica, die sopra im solo individuo cagiona si
Docilivo risiiltamento, tullavia h da ripeterla ancora da un' a-
zione rcalmente maleCca die nel pericarpio del seme riuviensi,
la quale pcrche lieve di grado non induce con generalismo uq
elTetto raorboso, ma in quel soggetti soltanlo che vi stan predis-
posti; dappoiche quest' imprcssionamento veneGco da un corpo
si parte che e on veleno facondone iiso per la via della boccaj
e qui ai cliimici volgomi zelatori delle verita scienlifiche onde
Tiemeglio ne |)erscrulassoro la chiraica composizione a conosce-
rc bene se vi sta in questo pericarpio qualche gassoso princl-
pio comechu in meaoma quaotita che desse moveaza a tale
fenomeao.
i8o (j
I
iano il Tifo europeo denominato, con linguaggio di- i
verso dai clinici,che spesso infierisce in alcuni tratti :
di Siciiia raramente campeggia e non maicosi pe- !
riglioso sinistro negl' alti villaggi del inonle; le epi- ,'
demie di dermatite morbillosa scarlalinacea, di of- i
talmite semplice o complessa, di pertosse, di colitide \
che infeslano e pericolano tanto in allre regioni non ;
giungono niai o qiialche volta, e sempre assai mite i
neil' alia regione dell' Elna. ^
La Colite disscnterica die al i832 imperverso >
in pin siti della regione adiaccnte non atlacco che !
pochissimi, e d' un grado Jeggiere i villagesi degli |
alti bnrroni del monle. II Grippo die nel i833 ,
infesto tuUi gl' imi conlorni del nionte, die i piu j
ne stavano oltre sei giorni assai molestati, die mol- !
ti se ne travagliarono a dilungo e die alquanti
cadcano in pcrlicaci cronicismi e in oslinale bron- |
cbitidi , il Grippo nelle alte plaghe del monle in ■
Sleir Aragona in Pcdara in Trecastagni in Zaffara- -
na e in Nicolosi raassimamente, appena fecevi un i
lieve e benignissimo apparimento; vesli la immagi- j
ne d' una cosi leggiere bronchite, che messa in non ii
curanza non fu mestieri di medicina e di medico »
fuorche duna sola sanguigna, e gli affelti della classe li
yopolcsca in Nicolosi non vacarono raai alle fail- j
che rurali.
A dire dell' andamento che sieguono i morbi J
neir alia regione abitala, presenlano sempre un im- ]
magine di risentimento d' acuzie, e le reazioni or-j*
ganiche sono esaltale di troppo nello slalo morbo-
so. Una vigoria di organisrao e una polenza dina-
mica che possiede I'Etnicola, un complesso di con-
i8r
dizioni fisiche cosi rantaggiosc saluki fanno vesti-
re qiicsla lisiononiia a tiiUi i niorbi cola.
Lc pircssie cuiitimie le malatlie periodiclic e le
fcbbri perniciose in ispecic, indossano aciizie somma,
clic spcsso scirza il soccorso di medico niielon le
vite in brevissimi spazi; le pulmonili souo fiilminan-
U sovenli, 1' ipcremia polmonare si fa cosi gcnera-
le complcta clie la soffocazione ne serge; 1' ipere-
mia e lc apoplcssic cerebrali sono spesso violcnle
lelali , c gli avvclcnamenti di ogni specie tengo-
DO corso acutissimo,
I crotiicisnii non sono molli, e non corrono a
diluDgo come iiei sili bassi e nelie adiaceuze del
nionte , e in gonerale puo con mollo probabi-
lismo assenlirsi cbe la morte sull' E]lna avviene piii
per congeslione e per eccosso di vigoria palologica
che per deholczza e per inaucanle reazione organi-
ca. Ma se il corso dci morbi e si rapido il prono-
slico nc c spesso felice, e le medicazioni sortono
buon line sovcnti.
Peroa deiinearercfilgiecbemanifestano i morbi
nelle varie sfagioni dell' anno, si conosce in palese
. cbe sono essi lievi bcnigni, c poco sinistrano siilla
alia regione abilafa dell' Eina; qiianlunque il verno
vi fosse rigido troppo. tultavia per istabilirvisi il fred-
do con costanza costanle, e non tornar frcquenle quell'
avvicendarsi di lemperatura, le turbazioni morbqse
sono pocbissirae in questa stagione cbe polrebbe se-
gnarsi IVa le piu salubri dell' anno.
Campeggiano con generalismo le riniti mucose
acule le palaliti le broncbitidi a lievissimo grado, che
corrono e vengono a fine col regime igienico solo e
l82
■con picciole raedicazioni. I gravi malori che coIg(^
no gliorgani della respirazione,le pulmonitidi le pleu-
ritidi non sono molto frequenli comeche vi si osservasse
alcuna dcUe pleuro-pulraoniti fulminanli. I verni pero
ai decrcpiti eagU altempati van contro, ed e quesla la
stagione in che essi vengono all' eslremo punto, e
sempre con lievissirai iucomodi come se di morte
naturale finissero. Infieriscono in tale stagione le
ricadie di febbri ad interraeltimenlo con generali-
smo in lutti quegl' individui die ne furo.no affetti
neir autunno nella stagion dei calori, raa beni-
gnamente e sotlo le forme di cronicismo.
La primavera sebbene per temporatura versatile
e di ■vicissiludiui meteoricbe piena,pure e molto sa-
lubre, e il mongibellese di faltura organica forte re-
siste a tanti inilussi climatologicl malefici; turbazio-
ni lievi dell' apparecchio respiratore si vedono nella
classe degli artisti e negli agiati dei viilaggi., anzicbe
nella gente villereccia , notasi una qualclie Colitide
diarreica o disscuterica cbe sporadicaroente eserapre
benigna aifetta qualche individuo di coslitiizion ca-
gionevole. I reuraatismi vi si vedon frequenli
piu cbe nei verni e lutte le specie e i mioreumatismi
e gli artroreumatismi e gli endoreuraatismi.
La stagioQ dei calori piu plena di raorbi di tut-
te le stagioni dell' anno, presenta le febbri periodi-
che d' ogni specie, le benigne le perniciose le larva-
te, e sempre di singolarissime forme, die mai non si
notano nei contorni dei paduli: un anno vi osservai
una piressia remittente costituzionale di curioso an-
dameuto ed un irrilazione periodica meningo cere-
brale che argomenlo ne feci d' un lavoro accade-
i83
niico , r aria cosi pura e salubre del raonte mel-
tcndo in rcazionc tragrande gli organi di quegl'iDdivi-
dui,clie bannoduralo alcun tempo ncllc atmosfere pa-
luslri poco stimolanli e malsane, induce queste im-
plicate e stranissime forme die d' un clinico scgace
bisognano,onde smasclicrarlc e fiigarle coi preparati
di china. Vedonsi talvolta le malattie pirctiche del
lubo digcslorio a forma di gaslricila biliosa mucosa
di gastro-angiolcnia e la entente follicosacbctraduce-
si sollo immagineadinaraico-atassica:manella loro po-
cbezza quasi sempre benigne raramente o non niai di
fine sinistra, e notavisi qualcbe colitc quasi sempre
sporadica.
L' autunno abbonda di febbri pcriodicbe di tul-
fi i lipi e i cronicismi dolle febbri iutermittcnti co-
rninciano a mettersi innanti, osservansile malattie pi-
relicbe del tubo digestorio , i varii renmatismi e co-
liti diarreiclie frcquenti per abuso di frulla. Cosi
le quatlro stagioni riguardo a frequenza di morbi
cosi van disposte state autunno inverno primavera.
La storia medica dell' Etnicola adunque apre
un campo alie ricercbc del clinico laborioso saga-
ce; ove cogliere messc ubertose di fatti rarissimi ,
singoiari novclli, vi si osservano tutli gli effetti del-
lo sccmato calore e del freddo , cominciando dai
disturbi piii lievi sino all' asfissia piu completa , la
morbosita diverse che induce I' elettrico, un effetto
particolar della luce qualcbe turbazione prodotta del
peso almosferico sccmato.
Vi si nofano i disturbi patologici cagionali del
loglio temulento , le varic immagini dell' ubbriac-
cbezza, i disordini prodotti dei fungbi, molte sforie
di velcni settici o putrefacienti, quasi lutte le specia
j41U Acc. V. XV. 22
i84. ^ .
d' asfissie, 1' asfissia per congelazione, per fulmina-
zione, l' asfissia per lo fuoco delle bragie , quella
per la ferraenlazione del mosto , e l' asfissia ende-
mica che dagli ellluvi del suolo pirogenico nasce.
In tempi andati si videro piu casi di corpi e-
stranei nell' orgamsmo addcntrali cagionc di pere-
grine immagini morbose (i) una forma nuova di
febbre comilata cbe io per la prima volla chiama-
va febbre intcrmiltenle comitataFliriasica (2) la qua-
le calendala non Irovavasi nelle classificazioni no-
sologiche deHe intermiltenti rese di pubblica ragio-
ne; falti patologici cbe provano luculentemenle la
azione specifica dei preparati di cliina siigli appa-
recchi delf audizione (3) osservamenti ninuerosi sui
singolari eff.-tti dei preparati di cbinina nelle pires-
sie remiLteuli e alcuue storie delle febbri intermil-
tenti cerebrali primitive (4-) il caso d' una calaratta
(i) Meraoprs su due- infermita cagionalB' da corpi estranei addenlra-
ti neir organismo e venule a buon fine per la loro espulsioae
del DoUur Giuseppe Antonio Galvagni. Alt. ace. v. 6.
Sopra uii estraneo nell' organismo intromesso e sui singolari
fenomeni indutti mem. del Dot. G. A. GaWagiii. alt. ace. v. i3.
(2) Sopra una forma singolare del raorbo fliriasico mem. del soc,
G. A. Galvagni alt. ace. v. 0.
(3) SuU' azione specifica del solfalo di chinina sngli organi dell' n«
dilo osservazioni del Dot. G. A. Galvagni Giornale di Scien-
ze Diediche per la Sicilia.
(4) Sui singolari eCfetli dei preparati di chinina nelle Piressie remit-
tenli e sopra alcune storie delle febbri iutermitlenti cerehrali
primitive mem. del socio G. A. Galvagoi att. ace. v. 10.
1 85
guarila dalla natiira c senza i soccorsi dell' arte (i)
Yi si osscrvano Ire malallie nuove , la
originata dagli effluvi cnianali dclle terre recoiiU
pirogene, la cagiouata dell' uso del callo opun/ja
che tradiiccsi sollo la forma di costipazione c die
io Lo chiariialo calUspcrmaniosi , c qiiclla anco.v
nuova indt)tla dall'iisocoiuLinalo dclle uvc juafurc e'
del vino , o di vari frutti fra loro, die presentasi
sotlo la iiiimac;iiic d' una ncvrosi gastrica.
Cosl r uomo mongibcllcse accoslaiidosi piii al-
r uomo della natura die all' uomo della scienza di
morbi singolari travagliasi, ma di niorbi die poco
detrimcnfo alia salulc cagionano; e pcro la suaef-
figie fisiologica come la cfTigie patologicasi ranno-
dano insicmc a picnamenle coiivinccrci, die 1' Etni-
cola dcir alia rcgione ahitala figura fra i popoli che
s'avvicinano alia finita salule c I'Etna ollrcinodo pora-
peggia fainoso fra Ic elevazioni salubri del globo.
(t) Sopra una Cateralln gnarita dalla natara e senza i soccorsi dd-
TarJe mem, del Dot. G. A. Galvagai alt. ace. v. ii.
BELLE CONCHICLIE VIVENTI E FCSSILI
DI SICILIA
ESISTENTI NELLE COLLEZIONI DEL
DoTTOR ANDREA ARADAS
E dell' estinto \
ABBATE D. EMILIAISO GUTTADAURO ]
LAVORO I
Diretto principalmente a far conoscere le specie,
die vivono nel golfo di Catania^ e nei dintorai j
di essa col confronto alio state fossile i
COMPILATO 1
DAL SOCIO ATTIVO ANDKEA ABADA3 1
I
E DAL 80CIO COBB. P. D. GUCOMO MAGGIORE CASIWESE !
1 \
Diviso in piu memorte !
MEMORIA I.
-Lettanellasedutaordinaria del 3i Gennaro iS3g.
Jlti Ace. V. Fx. 23
INTRODDZIONE (i)
iiiaw
E^li e senza dubbio certissimo, chc lo rapido
avanzamento in quest'ultimi tempi fallo nelle natu-
rali scienze in Sicilia, e pzirticolarraente V alto pro-
gresso della natuxale storia siciliana alia Gioenia
Sociela pressoche dcllo intutto si debbe, scDdo sta-
So primo vostro laudevole proponimenio, meritissimi
Socii, ai primi asserabrameoli un piano progeltare
di utili ed estesi lavori intenti ad illustrare questo
palrio suolo si poco per lo avanti studiato: doraen-
Ire si e per ogni verso interessante, ed ove innal-
zasi uno de' piu faraosi ed imponenti vulcani del
raondo, ricco di molliplici c svariati naturali obbietii,
e che im' immcnsita di argomenti oflre e serapre
nuovi allc delicate profonde ricerche deU'osservatore
caturalisla.
E qui mi e grato ricordare , cho poscia agli
impulsi dati da quesla rispellabile scienlifica corpo-
razione, si sonvisti diquci dediti asseverantemente
alia cogaizione dci sorprcudenti fenomeni , che
prcsenia qucslo vulcano era ncllo s'.ato di cruzione,
ed era in qucllo di calma, e chi a fissare il nume-
(i) Qaosta introdozione fu scritta dal Dotlor Aradas.
I go
ro degli etnei incendii, ed a seguirne con sano cri-
terio la serie,compilandono accuratameate l' istoria;^
e chi si vide inleso a descrivere tniQutaraente le spe-
cie rninerali che vi si contengono, e le piante e gli
alberi che suUe falde di quello ignivomo moiite ger-
raogliano e s' ionalzano, e gli aairaali che vi sog-
giornano ; e vi 6 stalo ancor chi nello iavestigare
la interna slruUura del suolo siciliano coa passi ar-
diti ha precorso la meta, di quello la vera natura
dispiegandone; e delle osservazioni si feccro siii va-
rii climi e sulle varie malattie che vi regnano , e
sui raezzi di curarle, e moltissimi casi rari o nuo-
vi si soao raccolti e posti ia dis.imiaa, dando ad
essi ua posto nelle pagine dei nostri Accademici
voliimi ; e per ultimo chi per un verso e chi per
un altro , viea detto universalmcnte ed a ragione,
che i socii della Gioeuia sospiuti da vero amore
per la scienza ia istudiando le patrie cose, arden-
te hrama haa dato a divedere di pienamente co-
nosGCrle noa solo, raa somma asseveranza nello
investigarle e diligenle accuratezza nel descriverle:
per la qual cosa eccellenti in tal genere di ricer-
che riuscirono, e 1' approvazione generale dei dot-
ti stranieri si guadaguarono.
Ma e forza il dirlo: molto si e detto e fatto,.
e piu di quanto il breve giro di tre lustri com-
piuti appena il coraportasse della sicnla raineralo-
logia, geologia, orittogaosia , hotaaica ec. Eppure
che ne e della Zoologia del triplice mare di Si-
cilia? Ha ella mai forse occiipato le vostre menti
illustri socii? Chi e tra voi di quegli uomini i quali
i9« I
moKo onoraudo sc mcdcsimi qucsla distinta con- ;'
grega la palria, sia surlo a rivolgersi in tali stu-
dii, onde conosccre gl' innumerevoli esseri cbe vi- '■
vono nella profondita delle acque, di cui va cir-
condala ((iicsta bell' isola? Senza clic alciino ne ri-
niasiglii olfe.so, ed ahbi luogo ovuuqiie la verila ,
egli e induhitato cbe poco o nulla su di cio si e .■
fatio; liitloclio di quando a quando la voce di al-
cun socio nieritissinio si e alzala a ricbiamare la J
nostra allcnzionc ad un argoraento di tauta impor- 1
lanza e di si cvidente utilita. E per certo la va- , i
slita del soggelto ci arresta, la impresa non e del- j
le forzedi im solo, ma a molti divisa, sene polrebbc
spcrare la riuscita, e qiiindi ben persuasi di cotan-
lo vero ci siamo voleutieri sottomessi a quesla leg-
ge beaevola; ul cbe ancora conforta 1' animo nosiro j
di bello ardire T idea cbe sovra qiiesta materia son- ]
vi dei progelli e piani cosi utilmente divisati e pro- i
|)osli dai Sig. Alessi, Gemmellaro, Piazza, Maravi- j
gua cbe la cosa c oggi ridotla possibile e beusi di '
una pralicabile facilitii. Dapoicbe di quei cbiari i ]
lavori feccr ineno gl' intoppi, c i princi})ali oslacoli i
sormontarono, e la via nc additarono la piu breve e ^
sicura cbe alia raeta ci adduce. A quest' oggelto
niirando ilcbiarissimo socio Prof. Gcramcllaro si lolse
cpiesle riccrcbe per le qnali stuilio i piu semp.!ici ani- <
mali abilanti nci rcconditi abissi di qucsto aiare, e
cbe risalendo grado a grado giugnera sino a quclli
la cui organizzazione e piu complicala. Giovauni i
Piazza nosiro socio corrispondente e giovaue di som- ]
jna espeltazione impreudeva a scrivere dei moUu- i
192
scii del golfo di Catania, di che ne leisse nella or-
dinaria seduta del 21 del i836: analcga introdu-
zione. Ahi triste ricordanza ! Questi che nuovi allori
preparava a si ben conta Accademia , ora non e
piu; die spento si giacque tra le migliaia confuso
del raalaugurato anno 1837. D' alta considerazione
e omaicennare quelle cose dall' 111. Professore Maravi-
gna esposte nel piano di un' opera, che per quanto
estesa, non pertanto non lascera di condurla al suo
termine: quale verte su i molluschi, che vivono nei
mari di Sicilia siano nudi, o conchiferi, accompagna-
ta d' una descrizione di tutte le conchiglie fossili di
Sicilia, sia di specie perdule, o analoghe alle viven-
ti, ed ove verra fusa la grand'opera del Poll. Che
il lavoro proposto dal Sig. Maravigna sia di ma-
nifesta utilila non e chi possa dubitarne; sol noi
facciamo voti al Cielo che altro socio prendesse a
parlare dei crostacei e dei pesci di questi mari, poi-
che gli studi su questi rami dai naturalisti sicilia-
ni pur troppo si son trascurati.
La malacologia siciliana ha formato sinora I'ob-
bietto delle mie speciali occupazioni. lo vi ho impie-
gato i momenti liberi che dallo esercizio delia mia
professione rimaneanrai, e sin da molti anni mi son
dalo alle ricerche di sicule conchiglie per tutti i
littorali della Sicilia , e precipuamente per quelle
del golfo di Catania, del quale ne conosco minufa-
mente le parti. Siffatta laboriosa cooperazione mi
ha procacciato il piacere di possedermi una coUe-
zione di siciliane conchiglie al numero di cinque-
cento specie all'incirca, e cencinquanta varietal a
parte di moltissime altre ancor di Sicilia ed alio
stato fossile, deUe quah tutte mi stava in meoteil
pcnsicrc forraarne corrispondenle catalogo onde a
voi presenlarlo: quando raortc lolse alia scieuza il
chiaro Abbate Guttadauro. A colestui succcsse il suo
degno nipolc Pr. D. Giacomo Maggiore, noslro so-
cio corrispondente, il quale cliiamalo alia collezio-
ne delle conchiglic nazionali, ed estere, nou men-
clic alia classazioao dei rari e prcziosi libri, che
quell uorao diligealissimo si aveva acquistati, si ro-
se egli cosl caldo amatorc delle Scicnze naturali,
clic non solo adcmpi 1' affidatogli incarico , ma si
pure vassi deliziaado in arriccbire quelle collezioni
<li nuovi ed inlcressanti obbietli, siccomc egli e for-
nito di nialacologiche conoscenze. Meco imbattutosi,
sia per la eguale inclinazionc alio studio delle pa-
trie cose, sia per quel senlimcnlo d' amicizia, cbe i
nostri cuori liene strettamcnte legati , dopolunghe
discussioni c pesati ragionari, alia fine ci siam de-
terminati a formar ragionato cafalogo delle sole con-
chiglic siciliane, che esistono nelle noslre collezioni.
Ed ora che questi brevi momenti ci sono con-
cessi di voslra cortese allenzione, ci gode 1' animo
accennare quale sia U piano da noi adottato nel
corso del promessovi lavoro ; eve sara nostra cura
indicar marcatamenle infra le conchiglie alia intera
Sicilia appartenenti, le specie che vivono in questo
golfo, cio che e della maggiore imporlanza , ed i
vari punti in cui soggiornano, e la stagionc ed il
modo dei loro rinvenimento, e se esistono e si ri-
Irovano alio stato fossile, confronlando queste coa
le prime , e descrivendo eziandio le specie fossili
non ancora conosciute e descritte, o rinvenute per
la prima volla in SiciUa. Era poi noslro desiderio
fare ad un tempo la descrizione dei molluschi nudi
di Sicilia e particolarraenle del golfo di Catania :
ma non avendo sin' ora un numero snfficiente di
specie , ci siamo riserbati in appresso rcadervi o
Signori il detlaglio delle ulteriori ricercbe da noi
falte su tale argomento.
Ed onde nieglio al fine riesca ogni nostr' o-
pra, perche scambiar non si abbia una concbiglia
de' noslri mari con alcuna straniera e viceversa ,
come non rare volte e avvenuto a cbi scrisse ope-
re di concbiologia sicilianai, ove senza sforzo di
mente, scorger si sapranno di questi errori , vi ab-
hiam noi posto tutta la diligenza assumendo soste-
nere delle pcrsonaH faticbe con recarci sulla faccia
dei luogbi. E qui si son ricercate le conchiglie, la
si ban pescale coll' assistenza di diverse persone da
nci adibite. Abbiam fatti dei confionti, delle osser-
vazioni. Ove necessita il ricbiese, si ricorse pur an-
cbe alie inforraazioni, cbe si presero da persone me-
no soggette ad illusioni , e cbe niuno interesse si
avevano ad ingannarci. In somma tutte le possibili
precauzioni da noi si son tenule ad assicurare la
nazionalita delle concbiglie.
Sara nostro dovere, oltre la indicazione dei no-
mi scientifici delle concbiglie, dar quella dei volga-
ri, ov' e possibile: quale cosa agevolera non poco
la ricerca delle medesime. Non lascieremo imper-
fanlo di riscontrare le operee le memoriepiu classiche
di malacologia, delle quali ne abbiamo bonissimo nu-
mero, come potra ognuno conoscere dall' apposlo ca-
talogo, e di quelle parlicolarmente cbe si versano
sulla raalacologia Siciliana come il Bocconi il Cu-
pani il PoU il Bivona il Costa il Filippi per ultimo.
i!, massiina inconcussa, clie nei Irayagli scienlifici
primamenle por si debbe ogni cura a ben coordi
narc e dispcrre la materia afiine, cbc la cbiarczza, Jo
ordine, la dislribuzioDC abbi luogo ncl nicdo piii
utile e vanlaggioso; per la qual cosa ci torua a bene
prcmellcre la classificazione, cbe abbiamo prcscella,
e cbe ci servira di guida nell' opera di cui Irattasi.
Daccbe lo studio dcgli animali dclli Mulhisclu
la prima volta da Arislolilc , scbbcne in nuniero
allora ristrettissimo, P'ermi da Linneo, e da Bru-
guicre , Conchiglie da Adanson, J\lollitschi per la
scconda vol la da Ciivier, Malacozoari da Rlainvil-
le, c per ullimo Maniellali da Lalroille e con lanti
allri nomi cbiamali cb' e vano ripelere; daccbe, noi
dicevamo, lo studio dei molluscbi, cbe con tal voce
place nomarli segiiendo le tracce dell' immorlale
Cuvier c M. De Fenissac, non s' inlrallenne unica-
niente alia scmplicc descrizione del pezzo leslaceo,
che in gran parte difeude questi animali, ma pro-
cedendo con ispirilo filosofico, \' inlrodusse la fiac-
.cola scientifica cbe tulle le lenebre dissipa d" igno-
ranza e penctra sin dove alia ragione e permesjo;
d' allora questo studio ci rese conoscenti della or-
ganica strullura di quelli animali precipuamenlc do-
pe la pubblicazione delle dotle raemorie anatonti-
che dell III. ed inarrivabile Bar. Cuvier. Si e
percio cbe cssendo i caratteri organici dei mollu-
scbi quelli cbe inservono a piu dislinlanienle diffe-
renzlarli , le tante e svariale classificazioni di e^si
cbe si sono cmosse e adoltale son pressocbe lulte
da rifiutarsi, ad eocczzion di quelle, le quali poggia-
no sulla conoscenza analomica e fisiologica dei sud-
detli animali, fra le quali va prima quclla del Ba-
Jlti Jcc. F. XF. 24
1^6
rone Cuvier confermata dall'approvazione universale:
per il che noi T adottiarao con le sennate modifi-
cazioni di dotli malacologisti proraosse in quest' uU
timi tempi, inteadiam dire di quelle aggiunle che
il Sig. Sander-Rang ha fatte alia classificazione
del precitato Cuvier ; quali modificazioni factydo
parte del piano , ragion vuole se ne facci rapido
cenno, a spianamenlo dei nostri divisamenti.
II diligcntissirao Sander-Rang adolta per base
della sua classificazione le divisioni delle classi e
degli ordini del Sig. Cuvier, perche, cosi egli ((so-
ft no le piu naturali, le piu agevoli a comprender-
(( si , le piu accreditate , le sole che io credo
tL possonosussistere infra le differenti classificazioni
I iramaginate inquesl'uUimi tempi ))(i)Per cui qaeslo
valentuomo non trovando dollo intutio sodisfatti i suoi
desideri in quella classificazione, e trasportato dalla
verita, diviso alcune modificazioni, che ragione ed es-
perienza han saputo sostenere. Dapoiche avendo ri-
guardo ai progressi della Scienza penso costui riu-
nire i Brachiopodi agli Acejall testacei e ne ha
falto il primo ordine di quella classe. Nei Gaste-
ropodi ha intromesso 1' ordine dei Niicleobranchi
di cui il nomc e stato imposto da M. Blainville.
Di gia egli aveva proposto questa aggiunla alia clas-
se in nna nota inserita nelle raemorie della Socie-
ta d' Istoria Naturale ed e stata dopo adotlata da
M. Ferussac. Ha rapportato eziandio nella sua o-
pera I' ordine dei Cirrobranchi creato da M. Blain-
ville per il genere Dentate^ e di che la conoscen-
za devest a M. Deshayes.
(i) Matiae! de 1' hist, des raollasq. Paris 1829. Preface.
J 97
' Dice ancora il Sig. Sander-Rang (i) c lo ho
I atlinto nelle opere del Sig. Lamarck varie cora-
«: posizioni di famiglie , e raolli caralteri generici
€ per le conchiglie, ed in quella di M. Feriissac
€ alcune divisioni del secondo ordine, la composizio-
< ne di alcune famiglie, edalquanle divisioni del ge-
or nere iu sotto genere, ed infine ho preso da M.
« de Blainville allre famiglie ed il caratlere di mol-
i li generi. ))
Parru forse ad alcuno, che siano troppo angusti
i lijiiid di questo preliminare discorso tenufa presenle
la pslenzione dell' opera, ma noi la pensiamo allri-
menti e per pii'i riguardi; che poi d allronde nou
si fa buon viso alle offuscalrici ripetizioni che slrac-
cano lo spirito e lo avviluppano da non andar fran-
co negli avanzamenti ; ne noi andiam soggofti a
quclla vana gloria di comparire magnifici e son-
tuosi di faslosa erudizione, sfanteche persuasi dell'
intulto, die in materia di Scienze naturalipiusiap-
prczzano le cose, che non gli adorni e le parole.
ro IWd.
li
J
r,1
^■'^^^•^'"■'■^'•^/iS>w&>''&'<S''&'3>&'&:>'&'W'&''W&^w&'i
MEMORIA PRIMA
TXM^atOJCTBl*^
CLASSE I.
- CEFALOPODI ( Cefjlopodj Cur. )
GENERE 1.
,V: ARGONAUT A ( Argonaut a Lin. )
Qiiesto gcnere de' piu elegant! per la forma
della concbiglia, ma de' meno nuraerosi in ispecie
trae dal greco a,070^•a!j■nJ (argonaulc) ossia ap>5 (argo)
prima navis , ta^ra (naula) , il suo nome famoso
nella mitologia e ne' fasti della greca sloria , ed
occupa 11 primo liiogo nogli OKopodi di Leach
prima famiglia del primo ordinc de criUodibranchi
di Blainville, ovvoro de' cefalopodi ciiveriani e ce-
falopodi monolalami di Lamarck. La lunga serio
dcgli Autori da noi cilali in capo all" nnica nostra
specie da abbaslanza a divedere qiiaulo sin da pn-
mi tempi sia conosciuto il moUusco a questo go-
200
rere spcttante , e da' noslri marinari purpissa ad-
dimandato, perclie vicinissimo al polipo (oclopus);
e le interessanti memorie del Professore Raozani
(i), del CaY. colonnello Poli (2), di Sangiovanni
(3), di Ferussac (4-), di Blainville (5), di Giuseppe
Mainiani (6) , di Madama Power nostra Socia (7)
sopra i costumi di lui e sulle controversie, die han-
110 air uopo la mente de' Zoologi travaglialo noa
lasciano nulla a desiderare per la Storia e \ ana-
toraia del medesimo. Ci sembra probabilissimo appo
le reiterate osservazioni de' suminentovati autori es-
sere qucsto cefalopode il costrutture della conchiglia
da lui abitata , e certa in lui dietro i saggi della
cilata Madama la facolta di rifare i danni alia con-
tliiglia sopravvenuli.
SIPEOE I.
JRGONAUTJ ARGO{Argonavta Amo Linn. )
var: (a), (b) Poli.
A. testa magna involuia^ teniiissima alba., la-
teribus transversim cosiatis , costis creberrimis ,
liinc Jurcatis , carinis approximatis, tuberciilife-
(i) Opiisc. Scient. di Bologna v. 3. p. 189. con (av.
(2) Mem. ielfa alia reale accad. delle scienze nella lornala
del i4' diccmbre 1824.- e torn. 3. Testae, utriusqiia Sic. pag. 5-
(3) Mem. letta alia slessa Ace. nella tornala del 8 marzo i82D-
(4-) Uuliettin des Sciences niai i8e5 Rapport .de' sigg. Cuvier
et Dnmeril
(5) Joornal de Physiq. torn. 86. pag. 336. a fasc. vi luglio
i8i8 pag. il-
(6) Ciiornale di Pavia 4 * 'rimestre pag. 299. 1826, Egli ha
osservato nell'ovaja dell' Argonaula 1' eniDrioiie del moliusco colla
larva della conchiglia, osservazioje ideutica a quella di Poli.
(7) Alti deir Accad. Gioeuia v. 12.
rif partim rufo-nigricantibus'^ tuberculis parvisfre'
quenlissimis . L.
Rondelelii de Piscibus lib: XVII. pag. et fig.
517. — Jldovvand (\eiQS\.ac: lib: III. cap. 3. —
Monanni. Rccrcat: tab: IV. Miis: Kircher, fig: i3
— Lister Sjnops: lab;iJ07. fig: 7. e Coiicb: lab:
86. fig: 7. — Humph, nius: lorn: 18: fig: A
— GuahiQii lest: lab: XI. fig: A, B, et tab;
XII. f: A — Nautilus Sulcalus Klain melh: Oslrac;
lab: 1. fig: 3 — Arcjcnville concli: tab:V. fig:A. —
Giawiiii Adriat: loni: II. lab: 3, fig: 29 — Knon-
Verg: lorn: I. tab: I. f: I. — ///// Hislory of anim:
torn: III. tab: VII. — jl?o/"« leslac: miis: Caes. Vind.
pag: iSg — Bruguiere Encycl: melb:lab: 6'7, f: i5
Base. Hisl: nal: dcs coq: torn: III. I: 27. f: C. —
Denys-MoniJ'ort llisl: nal: des mol: torn: III lab:3y,
36, — Avcjoiiwila Sulcata Lam: iXvixnv. sans vcrl. —
Fevuaac Did. Class: d' hisl; nal: fasc.- V: fig: ij. —
Poll Icslac: torn: III. pag: k'- tab: XL, fig: 1, 2,
3, — 0. G. Costa pag: 61. — Philippi \>n^. 24.0.
Qucsta eleganlissima concbiglia volgarmeolc da
Hoi conosciiila salto il noine di Farcuzza^ perche
inodcUo naliirale dclle uavi, ben a ragione fii da
taluiii Nautilio papiraceo appcllala, dapoicbe il ni-
vco candidissiino colore che la rivesle, e la solli-
gliczza del sue tcslo raollo la rassomigliano alia
carta papirum comunementc dai latini addiinanda-
ta. Coiiliuiscono alia vagliezza di tpiesla nostra spe-
cie le spesse pieglie e solcbi ondali , die solcala
da laluni la faceano appoUarc.
Abila e rinvienesi l're{[iientissima in Messina ,
di rado in Palermo, sulle spiaggie di Trezza e del
golfo nostro ovc 1' irrcijuielo inare or sola, ora Li-
202
sieme al vivo mollusco la spinge: la si Irbva ar-
vikippala nelle reli dei Pescalori , o viene su per
gli scogli appiinlo ncl modo dall' inglese Burrow
accennalo. 11 suo diaraetro piii grande giugne fra
noi a 15 pollici ed 8 linee, il diainelro niinore a
3 pollici e 7 linee. Collez. (A, G).
Le due varieta (a), (b) indicate dall' autore
de teslacei delle due Sicilie pescansi quasi negli
stessi sili ed alia medesinia profondila, essendo ra-
rissimo il caso di poter sorprendere quesio sagacis-
simo raarinaio afiord'acqua. Esse differeaziano fra di
lore per essere la prima piii ventricosa ed a carina
larghissima di colore gialliccio sorciigliante in cid
alia A. nitida di Lam. (che si crede da taluni
varieta dell' A. argo) ; e la seconda pariraente
ventricosa ha dippiuduepiccolepunte pronunziatissime
alfaccatte all' apice delle lunule e molto divergen-
ti. Esse non banno mai la grandezza del loro tipo,
ma per lo piu il diamelro maggiore di 3 pollici,
il minore di un pollice e g linee. La moltitudiue
dei piccoli individui di queste due varieta ci ba
fatto dubitare se mai siano differenze di eta nella
stessa specie, piultosiocbe varieta distinte, ma gli
esempli in conlrario ce nc ban distolto. Collez (A G)
AvVERTIME.NTO
Le ulteriori noslre ricercbe e le osservazioni
da noi cominciate sulla sabbia dell' isola magnisi
appo Agosla,sabbiar:ccadimicroscopicbe concbiglie,
non che i nuovi acquisti clie sempre piu le no-
stre collezionivandoviziando ei appresteranno in pro-
gress© la materia di un appendice al presente lavoro
ed ivi speriamo registrare qualche Nodosaria, Spi-
rolina, DiscorbisLam; e qualcbe Operculina d' Orb.
^o6
gcjicri che lian somministrato cpiaicbc specie al Cu-
talofjo sistemalico e rcujionalode leslacei dclle due
Sicilie dell' cgrogio Prol' O.G.Costa: ogli no lia riu-
Tcniifo i fossili iti sili da' iiostri non dissimili. Ab-
biamo crcduto dovere iusorire qui ui) fale avvcrli-
mcnlo, perclio giusla la ciassificazione da noi se-
guila queslo sarebbe ii poslo a sjffatte concbiglie
spetlaale.
CLASSE II.
PTEROPODI {Pteropodj Cur.)
GENERE II.
J ALE ( Hyaloea Lamarck)
Qiicsto genere non impropriamcnfe Hjaloea
'dal Cnvicr appellalo (i), cbe da Forskacbl si rap-
porlava alle anemic linncaue , e cbe s' iiilil(ila\a
d' Albigaard alio 111. sig. Cavolini, cbe per alloia
ne giudicava un Clio Tanimale , conisponde era
al genere Tricla di Ocken, e non all' Arconia di
Monlfoile, come si voriebbe dal Rang ; cd appo
gli ullcriori avanzi della scienza appiesfa il noj; c-
alia prima famiglia degli Pleropodi di Cuvier, la
quale giiista I'aulore cbe abbiam lollo a giiida
componcsi dc' sellc gencri segucnli: Cimbidia. Li-
Tfiacina, Jale^ Cleodora^ Cuven'a , Euribia e Pt>i-
che. Sinora la SiciUa non puo accoulare che con-
(i) Dal greco laXsa ( vilrum^ velro.
/ilii Ace ad. V. xr.
Jic4
chiglie appartenenti a due soli di questi " geaeii,
Jale e Cleodora; il primo dividesi ia due gruppi
ovvero ?e Ia!e conoscinte possono essere globulose
oi, elongate; le nostre due prime specie al primo
grappo si riferiscono, e la terza al gruppo secoii-
SPECIE I.
JALE TRIDENT JT J (H. Tridentjta Lk.)
H, testa injlata, flavescente , valva minore
gibbosissima antics recurva , mucronibus tribus ,
lateralibus fere angulum rectum formantibus ,
medio longiore cuspidato. — Philip.
Anomiatrideniata Linn, system, nat. p. 334.8.
— Clio volitans Cavolini Moll. ined. crat. Neap.
— Celata Gioeni Desc. tav. I. fig. xiv, xv,xvi —
Hyaloea tridentata Bosc. hist. nat. des coqu.
torn. H. tab. IX, fig. iv. — Diet, class, d'hist. naf.
tom. XV. ari. Hyaloea tab. 35. f. i3. — -Peron kan.
du Mus. de Paris torn. i5. tab. ui. f. i3 — Cu-
■oier Mem. sur 1' hyale tab. i. fig. 1-9. — H. Cornea
Denys Montfort Hist. nat. t. iii. tab. lii, fig. 2.
— Hanomia Hyaloea Ferussac Diet, d' hist. nat.
torn. I. — Caulina natans Polilom. iii. pag. 39. tab.
xuv,f. i2-i5.— ft G. Co*/o pag. 5;. — Blainville
Malac. pag. 48o, pi. 46, f. 2. — Philifipipag. loi.
Questa elegante noa cbe s^eciosa conchiglia
emula la lucidezza la trasparenza e la fragilila del
vetro; un colore giallo verdiccio e qualcbevolta al
succineo carico inchinevole la rende piii bella;
spesso la si osserva spuatata uel dente intermedio
sempre piu lungo de' due laterali , e sono rari gli
esemplari esenti da questo difetlo. Le strie Irasver-
sali sono piu visibili nella valva superiore die nel-
la inferiore, <lovc solamenle le osservava il Payrau-
deau. Quesle stric ia ncssuna figura veggonsi ben
disegnatc.
Non moKo frcqucnte la si rinvicBC sbalzala
sul noslro lillorale , dove la colse il cilato nostro
Gioeiii, e sulle spiagge di Trezza; 1' ill. anatomi-
sla de' nosiri molluschi sig. Poll ne fece pescare
eziandio nel luare di Palermo dove ella non ispes-
seggia, e comunissima per lo conlrario nel F^ro di
Messina, La lungbezza dei nostri esemplari aScende
a 7 lin. e la largbezza a 5 jj2. CoUezione (A,G)
SPEOE II
JALE UNCINkTA ( //. Uncinjta. Hoywc.)
H. testa oblonga , hyalina^ mucronibus la-
ter alibus validis^ divergenlibus^ medio maximo ,
sursum Jlexo reliquam testam aeqiiante . Philippi.
Rang. pag. ii4.. — P/iiiippi Enum. moll. Sici-
liae p. 10 1, lab. vi, f. i8.
Trovando esalta la descrizione del citato na-
turalisla a riguardo di quesla Jale , noi ci siamo
servili delle stcsse parole di lui ;. se non che osia-
moaggiungcre lalunc peculiari osservazioni a viem-
meglio rilovarc le paTticolarila del noslro individuo.
Le coslole della valva maggiore sono rilevantispi-
me e non mai osolctc; quesla valva presenta delle
stfie trasversali c ricurve nel suo margine /erniina-
le ancora ciirvo, le quali ad occhio aimato scuo-
prcnsi solamenle: dippiu ofllre la valva minope Iim-
206
gi (li nna Ironcaliira rettllinea un margine legger-
meale curvo ripiegalo all'infuori e marcato da im
profoado solco trasversale verso Y apertura angusla
della coachiglia, cio che rende in cotal modo gib-
bosa la predcUa valva da faria somigliare in parte
alia ralva piccola delJa tridenlata raolto piu gib-
bosa di qiiella ; particolarita che non accennano
ne la descrizione, ne la figura per altro soraiglie-
vole 4^31 sig. Filippi. Malgrado ia sua fragilila ven-
ue collo queslo esemplare a miicroni inlerissirai e
ben coaservato nella spiaggia del Faro di Messina
dove noQ e era cosi freqiiente, ed ha la lunghez-
za di liuee 2 i\i la larghezza di lin. i. i[2 ed e
alto appeiia i lin. Collezioue (A).
SFEME III.
JJLE AGUZZA {H. Cuspwjta Zff.)Tav.I.f.I.
H. testa postice mucronibus lateralibus cu-
spi'datis, intermedia longioribus. Lk.
Jale cuspidate Bosc. Diet. nat. deDiter. vol.
XV. f. 35. idem stor. nat. delle conehiglie torn. 11.
pag. 160, tav. 9, fig. 5, 6, 7, — Lamk. histoire
des anim, toin. vi, i. part. pag. 286.
Conchiglia Irigona e quasi piramidale, vitrea,
sottile , raollo fragile e trasparente , che alquanto
rassomiglia alia citata figura del Bosc , ma nou
ne e iulerameute simile; dapoiche i due lati piani
della boschiana offrono tre solchi longitudinali , e
gli angoli hanno le due spine terrainali e le due
laterali tulte e quattro arcuate, carattere osservato
pure da Lamarck nell' individuo dell' OceaQO atlan-
207
lico; laddovo la nosira Jalc inoslra iiu solo soke
0 piegalura loiigiliuiinale nei due lali piaui ed lia
Ire spine relic inciio la lerminale dell' apice un po-
co aiT.uala. Sarehbo forse di quella una variola?
Abila nel mare olio divide la Trinacria nostra
dalla bella penisola; e giugne la sua allezza a 3
linee , 1 area della sua base triangolare ne conia
3 ad un di presso: individuoassai piu piccolo dello '
Ocean ico. Collez. (G).
Qui cade in acconcio il rapporlare che
noi abbiamo rinvenulo un individuo fossile di
quosla specie forse per la prima vol la in Si-
cilia nel terziario conchiglifero dei dinforui di Pa-
lermo . frammezzo alle due valve apparlenenli ad
lui individuo dolla P enus rolundala. E sebbene
non inlero lal prezioso esemplare , che nol
comporlava la sua fragilila, pure e tale da
jH'escntare i caratlori si generici , che specifici ^ e
da polersene calcolare le dimonsioni che abbiamo
Irovalo in allezza 8 linee, e 4 I' area della base.
Loche ci porta a credere che 1' individuo accennato
sia quasi uguale all' esemplare oceanico descrilto
da Bosc; grandezza provenienlej dall' eta del mol-
lusco, c che finora non presenlano gli esemplari
vivenli pescati nei mari di Siciiia. Collez. (A).
GENERE lU.
CLEODORA (Cleodorj Peron e Les:J
Dividonsi le Cloodore, onde conoscesl or mai
r animale . in Ire sotto-generi , Cleodore propria-
niente dclle, Creseide di Rang, e . Triptera di Qvoy
208
e Gaimard. Ai primi due solamenle le due nostra
specie appartengono cioe alle Cleodore , e Creseis:
la prima di esse e piramidale angolosa delicatissi-
ma anteriormente, a grande apertura, scanalata di
d' ogni dove e noa fessa. La C. Lanceolata rin-
venula fossile nel Piemonle e da Filippi ne' dintor-
ni di Palermo ne e il lipo e la piii grande specie.
La seconda e conica perfellamente.
Sotto-Genere CLEODORA
CLEODORJ PIRAMIDATA(€. PtramidatjLk)
Tav: I. fig: 2.
C. testa triquetra^ pyramidata^brevi; ore oblique
Iruncato Lk.
Clio pyramidata Lin: — HyaloeapyramidataBosc
stor:natur: delle Concliiglie pag: 160. torn: 11. lav: 9.
fig. I, 2, 3, — Lam: anim: sans: vert: pag. 290.
— Peron Annal: du mus: /5. plan: 2, n.r4 —
Cleodore piramidale Blainv: Diet, des sciences nat:
idem diet, class: d' hist: nat:
Vicinissima alia Jale cuspidata e la Cleodora
piramidale del nostro Jonio corapresa da Bosc nei
confini di quel genere , ma abbastanza da quella
distinta per la carenza delle spine. OfFre come la
Jale ridetta una forma triangolare a piramide, un
colore bianco lucido, una trasparenza e fragilita vi-
rea. Differisce auche queslo guscio dall' esemplare
aruericano figurato da Bosc , percbe piu pic-
colo, ed l\a gli angoii alia base un poco arcuali.
209
Trovasi spesso id Messina iosieme alia citafa
Jale ; 6 alta 5 linee , larrga 3 e l' area della
sua base non oltrepassa le 3 lince e ij2: ColIez.(A,G)
II. SOTTO-GEN. CRESEIS.
SPECIK I.
CRESEIDE SPINOSJ(Cresejs SpinipberaRjn)
Notice sur quelques mollusques nouveaux ec ec
Ann. dcs Sciec. nat. torn. XIII, pag. 3i3,Pl. 17.
C. testa-conica incolova vitrea^ laevis\ apice
acutissimo ; dorso sulco longitudinali paruin obli-
quo^ ultra testae aperluram cuspidatim producto.
La spimphera terza specie di qiiesto sotto-genere
formato di reccnte e un picciolissirno e grazioso
mollusco colle due alette ia forma di ali di uccelli
colle viscere di color gialio e bruno . ben dislinto
dalle allre 8 Creseis finora conosciute. Un carattere
poi della sua concbiglia lo avvicina d' assai alle Cleo-
dorc propriauiente detle ; ha questa in tutta la sua
lungbezza un canale eslerno in direzione obliqua,
clie si prolunga oltre 1' apertura 0 base , e vi
forma dalla parte dorsale una punfa assai lunga a
foggia di spina. II bordo dcU' apertura e fragilis-
simo , csso al dir di Rang contribuisce inolto alia
formazione di quella punta, chc per la sua solidi-
la dura serapre piu del bordo. Si e per noi una
inleressante scoperla 1' annunziare per la prima fia-
ta, che abita questa specie occanica per Rang
nel faro di Messina, dove insieme alle Jale e Cleo-
210
dove si rinviene sulla sabbia. Deve poi veclersi a
fior d'acqua sul Fiicus natans ivi abondanle, corrie
e suo costume.
LuDghezza 3 lin. ijo largbczza o diamelro della
base I linea. Collez. (G).
CILASSE III.
CJSTEROPOni (Gasteropoda) Cuv.
GENERE IV,
CJRINJRIJ (CjRiNAmA Lk.)
Questo genere apparticne al primo ordine di que-
sta classe, ovvero ai Kucleobranchi di Blainville ed
alia prima famiglia di quest" ordine ossia ai Firoli
di Rang. Esso si compone da qualtro sole specie
finora conosciute cioe la Carinaria vilrea la fra-
gilis la medilerranea e la depressa. Linneo re-
gistrava h; cariuarie fra le sue patelle , e Gmeliu
Ira le argonaule, generi allora non bene determi-
nati. Le nostre collczzioni e la Sicilia finora non
possono gloriare che una di quelle specie.
/. CARINARIA MEDITERRANEA ( C.Med i-
terranea) Per , e Lesievr.)
C. testa scutellato-conica, compressa, temis-
sma^ tranversim undulato-sutcata, dorso compres-
sor anoulalo, lamella elevata carinato; apice mi-
21 I
nimo^ iniorto, supra marginem posticum inclinato
Philip.
Carinaria Lamarchii Ann.du inus. torn. XV.
pi. 2, f. 1 5. buona — C. AJedilei laiiea Blainville
Manuel pag. 4.93. pi. 4-7, fig- 3. buona — Philip-
pi pag. 242. — Blain. Diet, tics Scieiic. rialur. lorn.
7. 1 8 17. — Argonaula vilretis Poli Teslac. torn. 3.
p. 26, lab. 44, f- I, 2, — C. FilreaK). G. Costa.
Catal. pag. 62. — idem nola negli Ann. des. scienc.
nat. vol. XVI, 1829, pi. i. — Enciclop. melh. tab.
4.64, f- 7. cilala dal Die. clas. d' hist. nat. arti-
cle C. Fragilis.
Qiiesla specie preziosa avea talmenle illuso la
roente di laluni nosln insigni naluralisti, quali so-
no il Poli, Stefano delle Cbiaje, il Professor Costa.
cLe diremmo quasi era nala la dolce lusinga del
conQpiacimenlo in seno al veechio Mediterraoeo;
conciossiaehe si vedea per essi possessore e padre
d' unfeslaceorarissinao, cheavea oltenuto altre fiate
3ooo libre di prczzo, di cui due soli esemplari iie
possedeano le riccbe collezioni di Parigi, e cbe for-
mava la gloria del Capo; tale si e il pregio delta C.
kvitrea Lk.,con cui quelli per errore confondevano
la nostra, abbastanza daila forma dell apice distin-
ta. I suoi famosi scopritori la intilolarono dappii-
ma al Linnco della Francia, e Blainville 1' ha to-
luto poscia dal sito del rinvenimenlo e dalla sua
abitazione nomenclare. Dietro le accurate osserva.
zioni di Quoy e Guittard , la descrizione del Ca-
volini di Magri di Poli del Sig. delle Cbiaje e !a
nota del Sig. Costa inserila negb Annali delle scien.
Atti Ace. V. XF. 26
2 12
ze naturali di Parigi si conosce appieno il raoUu-
SCO della C. inediterraaea, e noa si dubitadeisuo
costume natatorio aaalogo ai gasteropodi , e coUa
aletta, e la concbiglia ia alto Noa si comprende
perche mai il Poli ahbia citala la figura B. della
XII. tavola del Gualliori, la quale noa rapprcEsnta
che r Argonauta tuberculosa Lk. Questi noa co-
nobbe ne anche la uostra specie, poiche ne scam-
bia la figura degli anaali del Museo da noi cilata
per la Fragilis, specie africana conosciuta raerce la
opera di M. Bory de St-Viaceot.
Abita questa cariuaria non comune nel mare
di Messina Trezza e Catania (i) raramenle sa ne
prende intera la conchiglia sottilissima trasparente
adorna di solchi ondati transversali , e dolata di
un apice ricurvo in dietro. Passano piii anni senza
riavenirsene ua solo iadividuo , e qaaado glunge
il momento, il tempo piii propizio a pescarla e la
prima vera. (2)
Da noi noa arriva che ad otto linee di al-
iezza, e 1' apertura laaceoiata della base ha i pol-
lice e 3 linee di luaghezza, e 7 liaee di larghez-
za.Collez. (A, G).
(i) Pria che fosse reso di pubblica ragione il prcsente lavorp, Del
primo giorno di Aprils iSSg furono presi nel iioslro golfo piii
inleri individui di qiiesto raro mullusco , esso fu comprato
vivo e disegnato dal diligenzioso naturalisla Sarlorius diWalter-
saHsen , che diinora presentemente In Gataoia per eseguire la
lanto desiderata Iriangolazione dell' Etna.
(2) Costa ha osservalo del periodo nella pejca di qaeslo moUasco
in Napoli, e nel golfo di Taranto V. Corrispondenza zoo-
lop'ca iSSg.
2t3
ANCILO (Jncylus Geofroy)
Finclie nuove intcrcssanli scopcrle non esten-
<lcranno l' orizzonle della Zoologia , qiieslo genere
singolare di molluschi sara riniandalo da una ia
im' allra famiglia, come lo e slalo siiio al presen-
le. ]\oi ci conlenliamo di allocarlo in quella dei
scniifillidiani di Lk, dove la disposizione de' suoi
brauclii scmbia chiamarlo,siccome uel suo niauua-
le osserva il Sander-Rang. Corrisponde cosi alia
seconda famiglia dcgl' Int'erobranchi di Cuvier, os-
sia al terzo oidine nella numeiosa classe dei Ga-
steropodi. D' allronde non puo csso venir classifi-
calo cogli allri gcaeri di molluschi , die seco lu,
vivono nelle accjue doici per essere branchit'ero i
laddove quelli sono al conlrario polmonati. Difle-
risce intaato da' Plciirobranchi per avere i' ano e
i suoi branchi a sinistra , anzi e dell' intulfo sini-
slro, siccorae molli molluschi di acqua dolce. Lin-
neo Gmelin Bruguiere Poiret Monlagu Doneran
Dillwen Bosc registrarono questo genere fra le pa-
telle; Montfort lo chiamd Helicon^ Oken Bidimo^
ma Geoffroy non esilo ragionevolmente a formarno
im genere particolare solto il nomc di Ancyius
{ay.:rSKci) uncino, posciariconosciulo da MuUer Dra-
parnaiul lamarcy Millet Brard Blainville Rang
Ferrusrac Charpenter des Moulins Graleloup Studer
Pe?TarPt do Ro'ssj Pfeiffer J^^icbaud Buillet,
si4
SPECIE I.
/. ANCILO FLVFIATILE (Aitcrms Fiaru-
TJLIS DrAp).
var. (b)
A. testa conoidea\ mucrone verlicis excen-
tvico; apertura ovata. Drap.
Patella Fluviatilis Gmelin pi 67 i
1. n. 98 — Lister an. t. f. 32. — idem Sjn.
t. i4i, f- 39 — Guall. testae, t. 4- fig.
AA , BB, — La patelle qui a un capuchon Argen.
Conch. I. t. 27, f. I. — Patella cornea Poiret^-
Ancylus Fluviatilis MullerYevm p. 201. n. 386.
— idem Drap. pag. 48. pi- 2. f. 23, 24, — Idem
Michaud pag. 90 — Lk. hist, des aaim. vol. VI.
2. part. pag. 27. — Brard. pag. 200, PI. VIL, f.
3. — Buillet pag. 73.
CoachigUabianca lucida omata di sottilissime strie
coacentriclie e di accresciraeato,bea disegaata nelle
tavole di Draparnaud , che serveodo di norma ai
rami di Brard, coDCorsero a rappreseatarci bene
questa specie nella settima lavola di queito conchio-
logista. Qui noa possiamo lacere di aver Irovate sen-
satissime le mende apposle dal^Muller alie listeriane
e gualteriane figure; conciossiache troppo grosso e
quasi dalla conchiglia disgiunto ne e 1' apice nella
patella fluviatilis ecc. di Lister, laddove che piii
iungo 8 piu acuto in quella si vede del Gualtieri:
come son visibili allresi ad occhio armato le slrie-
longitudinali che adornano questa conchiglia, e cbe
furon trascurate dai moderni disegnalori di essa.
Rinvienesi questa specie nei dintorni di Catania
attaccata alle pietre che slaaao nelle conserve di
2l5
acqua o negli antichi aquidolli ovvcro,alla superfi-
cie interna de' luogbi suddetli nello stato divita,ela
sola conchiglia senza il moUusco confusa fra la mel-
ma degli ac(iuidolli e gl' innumcrevoli individui del
Pisidio Auslrale Fliil. Noi abbiaino trovalo mollissimi
c belli esemplari della dcttta specie peculiarmeote
neir orto di S. Salvalore a maestro da Catania, sem-
pre pero negli aquidotti aniicbi e scoverti , ed in-
biememente alia varieta (b) , piu piccola piu soltile
6 piu pallida della prima , e chc forse sara efiello
cagionalo dalla ela. La sua piu grande altezza e
2 linee , il niaggior diametro della sua apertura ne
^:onfa 3, e 2 112 il minore (i), Collez. (A, G).
GENERE VI.
OMBRELLA ( Umbrella Lk. )
II genere Ombrella sin era piu ragionevol-
raente cbe 1' Ancilo di GeofTroy nella famiglia dei
Semifillidiani di Lamarck, era per Graelin una pa-
tella, e lo sarebbe stato certamente per Linneo ,
ove questi qualche specie ne avesse conosciuto ;
Megerle supponendolo bivalve lo ripone fra gli
Arcadi genere invenlato dal botanista Commerson
e riunito da Bruguiere agli radialiti, Blainville ne
faceva il suo nuovo genere Gastroplax dopo di ave-
re osservalo ed aualizzato queslo curioso mollusc
(i) QX \T\A!mAa\ AaW Anci/lus TineiVii. comanicatici dal sig.
Bar. Bivona d.i Palermo uel mario del i84o, non presentaao ca-
ratteri divorsi dalla specie or ora descritta: ne saraano forse una
varieta al di dentro piii profoDda.
210
CO (i). Pure rill, autore del primo manualc ma-
lacologico ando fallito ?e' suo divisaruento , dap-
poiche ne descriveva i caralteri sopra un indivi-
duo del musco brittaanico, cui artificiosamenle era
slata accomodata la concbiglia , e quindi con ua
esempio conlraiio all' ordine della nalura la cre-
deva fissala soUo il lalo destro del piede ; ne de-
pose e vero il sig: Raynaud al niuseo di storia
nalurale di Parigi un individuo, ma sfornilo dis-
grazialanienle di concbiglia; finalmcnleil sig. Mat-
tbieu ebbe il bene di osservarne all isola di Pi:an-
cia lino vivcnle, e ci assicura di essere la concbi-
glia realmente dorsale. Blaiaville ba poscia corretto
il suo errore, e Sander-Rang non omette di significar-
lo. Noi abbiam verificala una lale osservazione
sopra un individuo interissimo e adulto avuto in
possesso dalia diligentissima madama Power.
SPECIE I-
OMBRELLJ DEL MEDITERRJNEO ( Um-
brella Mediterrjnea Lk.)
U. testa ovata^ complanata^ entice medio de-
pressa; Animali lul'io-J'ulvo^ laleribus grosse ver-
rucosa Phil.
Peyrodeau pag. 92, plan. 4j f- ^i 65 —
BlcimilleYiicX. Aqs sciecc. cat. toia. 18, f. i ,
( i) Dal grec rXa^, ai^oq, (planities) qnasi dicesse piede o st<>mac<>
piatto, giacche formava secondo lui il piede del mollnsco at-
toroo di se coUa concbiglia aaa specie di piano iaclia^to.
217
A, 1), C, — LkA. 6, pari, i, |)<ag: 34-3 Des-
haijes \)\d. . clas. t. 12, arlicl. Ombrelle de la
medilcrranee Philippi pag. ii3, tab. vii. f . i i .
Sulla considerazioneclie M. Deshayes rcpula la
umhrella medUerranea una \arieta della indica
di Lk. figurala cou molla csalU'zza da Blainvilie
ed appctUala da lui Gaslroplax tuberculosus /'noi
abbiamo volulo cilare con dubbi(>zza la di costui
iigura, lAia la nostra e ordinariamentc piu piccola
j)iii j)iatla e piu delicata die la indica., e la inac-
chia brun'a della faccia infcnore nella sua pe-
riferia non lia slric raggianli, siccomc osserva lo
stesso Dcsbayes. La fi gura e 1" eseinplare di Peyro-
deau c perfe llamcnte alia nostra ombrella rasso-
niiglianle, talcbo Ic particolarila di quella posso-
110 a qucsta irifcrirsi, mono il colore oranrje del
sue apice da noi piu chiaro : essa e ugualmente
rara, depressa bianchiccia, di forma ovale, al diso-
pra ha slrie couccnlricbc poco apparenli in laluni
esenipla.-i, inai;cbiala al di dcnlro cleganlcuiente
di un fuivo verdaslro e di un giallo rosso Del
mezzo; un'cpidcrmide leguosa ricopre il lembo dei
freschi iiidividui , ed un brano semiciroolare del
inuscolo di adorcnza ancora altaccato alia interna
faccia di un uoslro individuo vale semprepiu a
provarci la dorsalila della concbiglia: Filippi ne da
una csalta figura doll' an i male clie non lascia alcua
dubbio aH'oggelto. Pescasi in Messina ed in Palermo
dove non e comune; una sola volla e stata da aoi
rinvenuta nel nostro golfo nel mare di Aci-lrezza ,
e giugne il suo maggior diametro a 2 pollici 'e 2
lin. il minore ad i pollice e 8 linee. Collez. (A, G)
o
FISIOLOGIA DEI MOSTRI
DEL DOTTORE
GIUSEPPE ANTO.MO GALVAGNI
SOCIO ATTIVO SECRETARIO ALLA SEZIONE DELLE SCIEPiZE FISICHK
ME3I011IA SECONDA
TEllATOBIA UEGLI ACEFALl
0
DKl MOSTRI UNITAItll
UTTA NKLLA TORNATA DEL 3 1 GENNAIIO l839
A Hi Accad. V. xy.
Slabililc Ic basi dcUa Tcralobia, le idee madri
fissando e i fondainentali principi di quesla sciea-
za, slalucndo gli organisrai dei raosfri esser suscet-
tivi di cscrcizio fiinzionale coslante, la necessita
dcir orgaiio del niodificatore provando , e della
loro azione e rcazione rcciproca a verificarsi il
meccanismo funzionalc ; delerminando Ic funzioni
esser quelle clie negli esseri auomali differiscono
tanto , perebe legate a forme organ icbe variatissi-
me , mcntrc i fenoraeni fondamentali dei loro or-
ganismi , i fcnomcDi fisici cbimici dinamici , e il
caratlcre della vita di essi non diversificano da
quelli dei regolari individui , slabilite io diceva le
basi della Teratobia ramo novcllo della fisiologia
zoologica (i) c convcnevole adesso venire trattando le
(i) Teratobia o fisiologia dei mostri memoria prima Teratobia ge-
nerate All. accad. vol. 12.
222
funzioni presso i raostri diversi, e in quelli che vi-
ta inlrauterina e in quei che vila aerea vivono.
Pero mano mano passando dalle semplici alle
complicate organizzazioni e mio proposto delineare
in questa memoria la storia delle fimzioni dei mo-
stri unitari ossia dcgli Acefali; essendocbe rivenuti
dair errore di considerar 1' acefalia risultamenlo del-
la distruzione del sistema nervoso per cagion pa-
togenica, come Lemery Lecat Sandiforl Swaramer-
dam Chaussier Beclard fermamonte credevano , o
il prodotto di organisrai difettosi primigeniamente,
secoado Winslow Gall Spiirzheim , e venendo con-
siderati gli Acefali per embrioni normali arrestati
ad epoclie varie delta esistenza felale, la fisiologia di
qiiesli esseri e la piii semplice nel campo delta fi-
siologia generate , sludiando atti funzionali delta
vita vegetativa sollanlo legati a congegni organici
semplici troppo.
E a metlerc ordine a siffatta materia mi oc-
cupero in prima dell'organizzazione, che raostrano e
del nnmero delle funzioni die si passano in essa,
faro poscia la storia d'ogoi fimzione particolarmen-
le ; e avanli tutto sponendo le funzioni spcttanti
air individuate riproduzrone diro delle poche perte-
nenli alia sfcra aniraale; e pcrche i mostri unita-
ri vila ulerina vivono sempre e all' escrcizio di mol-
te funzioni non concorrono esterni modificalori se-
guendo un canimino ascendente e dal semplice al
complicalo passando , prendcro principio da quelle
senza apparecchio distiato che si passano nel se-
no del lessuto parenchimaloso degli organi poiche
223
con coslanza coslanic presso gli Acefali csislono.
E ncl dcttaglio vcrro dicendo dell organo del
modificalore fallori csscoziali dclla fiinzione , del
meccanismo come qiiesia viene ad escrccrsi, e in
gcncralc e ncgli aocfali vari ; da ultimo Iraltero
delle conncssioni fucziouali , e le funzioni saranno
mcsse al paraggio per quanlo 1' occasione il con-
senle, col niodo escrcizio cbc moslrano eel regola-
re embrione. nelle varie fasi dclla vita aerea, negli
csseri inferiori della serie zoologica.
Prendeiido a dire della loro inorfologia e da
convenir priniamonle cbc uon put) determinarscne,
massa voluiuc lungliczza, cbe il termine Acefalia
piu specie raccbiude e diverse e 1' Acefalia sem-
plice r Accfalostomia I'Acefalolona rAccfalogaslria.
Tiilla\ia per la forma generale e da notarsi
la brevita del Ironco, 1' inserzione assai alta del
cordonc ombilicale , la rotondila del conlorni la
gonfiezza c 1' infiltramcnlo del lessiiti sollodcrmici.
Alia parlc supcriorc del corpo ttitli prcsentano
una sorte di cicatrice o capczzolo rossaslro proiui-
nente circiiito di pcli , ove una o piu aperture si
nolano, considerate a ragione da Geoffroy-Saint-lIy-
lairc come gli organi superiori arrestali ad un sla-
lo inferiore di sviluppo.
Dei mcmbri ri!e\ansi i superiori inancare piu
spesso degli inferior!, e sempre non csistendo tora-
ce; i piedi sovcnti sono viziosaniente diretti il loro
bordo peroniero volgcsi in basso la punta all' in-
dcntro, e Ic dita di cssi cbe delle mani anomalie
niarcate prcsentano; e quasi tulii quest esseri sesso
fcraminile dimoslrano.
II tessuto cellulate oraogeneo che trovasi spar-
so dapertutto negli esseri vin^ nei semplici come
nei piu coraplicali, che solo costituisce il corpo del
proforganismi, delle specie cellulose vegelali ani-
mali, e del feto beasi nei period! prirni deU'erabrio-
genia , c die forma 1' elemeuto primordiale di
base d' ogni orgaoismo, il tessuto celiulare molto
rilevasi negl' individui acefali e piu negli acefalo-
tori negli aceralogastri di quanto negli acefali sem-
plici, perche marcano un piu arreslato svolgiraento,
vicino Iroppo ai tempuscoli prirai dell' organogeae-
sia delle parli.
E oltrecche nelle regioni ordinarie nei siti ri-
trovasi ove raaucano gli orgaai, e a quel tessuti
vicino che orditura indetcrmiaata e forme rudi-
meatart preseatano; di tal guisa si vede ir rodinte-
grando i muscoli le cartilagiui gli ossi nou
che gli orgaai interni, come negli acefali da noi
evulgati e nell' acefalotoro raostravasene bello ar-
gomenlo, che anzi vi si notava il principio delle
successive trasformazioni che soffre per rimutarsi
nei tessuti diversi; e bene miravasi il femore coa-
fondersi nei suoi due estremi pure coll' areolare tes-
suto per la consistenza quasi in alcuu modo osser-
vandosi quell' organica trasrautazione (i).
A fissare il suo carattere lestulare assai molle
si vede e di gran quautita di fluido sieroso ba-
(i) Sopra tre feti nmani mostruosi. At(. ace, vol. 7.
gnalo, digiiisache scmbra esserc il Icssulo ccllulare
aninialc piu scniplice, clic mollo vicicasi al Icssuto
ccllulare \egolale, accciDpagDalo di vasi scrosi, e
alia ccllulare propria dci funghi la piu inscnsibile
nci gradi succcssivi d' asccnsione organica dei tes-
suli.
E ponderando Ic condizioni clie qucslo sisle-
ma prescnla nei mostri di che si favella , le varie
forme arrcslalc dclle sue evoluzioni, le Irasforraa-
zioni die \iene assumendo, la gran quanlita ac-
canlo le parti che ancor non esislono, e clic in al-
cun mode rcdiulcgra, coglicsi piu sicura confcrma
a considerarlo come il tessuto primilivo degli es-
seri vivi che dagli clemenli organizzabili dcUo sta-
lo litjuido nasce passati alia formazione lamiuare,
c come r clcmcnlo gcneralore dcU' organismo che
varie I'orrac pigliando e sociandosi ad allri elemen-
ti da ima base ai vari congcgui degli animali or-
ganism!.
11 sistcma vasale elemcnto organizzatore di pri-
me inlcresse esiste mai sempre ncgl' individui ace-
fali, c a luUc le fasi si trova della vita cmbriona-
ria, ma offre varie inimagini d'arrcslalo sviluppo;
(juando si cosliluisce della vena om.belicale cbe di-
videsi a quei pochi tessuti dell' acefalo , e cbe vi
disscmina il sangue ; quando della vena antedella
c dcllti arlerie del lucdcsiroo norae ; era alle pre-
dclle pocbe iRltre arlerie sociansi; era un vaso aor-
tico cd una vena cava si aggiimge; dove un cuo-
re in forma di vaso allungalo, a testura mcnibra-
DOsa 0 nuiscolarc ad una o piu cavila c un cir-
colo sauguiguo cbe Aicina il normale.
226
L' apparecchio polmonare perche segna un e-
poca posteriore nella evoluzione embriogenica raan-
ca sovente , e spe-so una cavita toracica rudinen-
tare presentan gli acefali priva di polrnoni presso-
che sempre , esistendo in lor vece un tessuto ce-
luUare molle icfUtrato di siero.
Gli organi genitali interni piu soventi si os-
servano di quanto gli eslerni, ma spesso raoUo ira-
perfetti per rendere agevole la determinazione dei
sessi, quantunque dai travagli di Meckel Tiedemanii
Ruisch dopo Morgagai si conosce che 1' acefalia
spesso al sesso femminile si unisce.
L' apparecchio urinifero non raanca giaramai,
i reiii si soiio mai sempre osservati comeche in
posture diverse , e la vescica e piu costante pure
dei reni sebbene tal fiata d' uretra priva.
II sistema di digesfioae sempre vi esiste ma
di vario sviluppamanlo , e qiiando la sola parte
ombelicale dell' intestino si nota , e in quel nella
evoluzione meno arrestati 1' intestino superiore pur
vi si osserva ; ma il fegato costantemente raanca
a ua dipresso che quello da taluni osservato si e
scambiato col rene.
Volgendo dagli organi dclla sfera vegelativa
a quelli della sfera animale , il sistema nervoso
presso gli acefali, e di evoluzione diversa; tessuto
di primigenia forraazione nella orditura degli ace-
fali costantemente nel geaeralismo si nota; che se
negli organizzati da meno , nei piu arrestati nelle
evoluzioni naturali questo sistema qualche volla
puo mancare del tutlo come Clarke osservo pochi
827
fill dolle diramazioni periferiche ncl niaggior nu-
mcro vodonsi seuipre, e lalvulla con gjinyii sparsi
del Irisplaucnico; nei meno semplici \iaviaiinsi-
slenia ^anglionarc quasi complelo liknasi cd ua
coMiiiiciameiilo dell' assc midollarc, cho oslciiden-
dosi iiogli organizzali dappiu , ii)irasi lola'e a ua
dipresso in alqianii e con vcsligi lalvolla di lui-
dwlla alliingala ; e I' cnccfalo lalliala ncgli acefali
scni|)lici |)iiic vi esisle , n)a tollo 1' inimagine di
sacco moiiibranoso di fluido organogcne pieno, che
ci j.'orge la priiiiiliva Icinporaria esislcriza di ve-
Duta slazioiiana nelT orgaiiizazione del folo.
Diccndo dcir apparcccbio Iccomolore il tes-
sulo osspo segno gli sviliippi del sislcma nervoso
clie i \ari gradi d' iiiipeirezionc di cjucslo, dan nor-
ma allc evoliizioui di qiicllo ; gli ossi dclla lesla
inancaiio secnpre, quanUinque dice Genflioy Saint-
Hilaire corileiicrvisi liilli a slalo nidimenlare nel
capczzolo clie lennina gli acefali siipeiiormenle ;
Y a.^se racliidiano per liinghczza ticnsi in rapporlo
colla parlo del Ironco esislerile, e dove Irovasi man-
caole come Clarke nolo, c dove variamenic muli-
lalo come Gounaigne Sue Busch osservavano ; e
queslo Irovasi senqiro ciirvalo all' innanzi per con-
formazione all'epoca einbrionaria propria; le vcrte-
bre qiialclie volla non perrellamentc formate si
moslrano, yovenli sulla linca niediana divise, e il
bacino piu raramcnic si Irova mal conforraato e
asiminellrico.
II tessnio muscolare o sarcoso manca in gran
parlo, e qiiello clie esislc poco sviluppalo si nola :
Tedesi ridotio ad alcuni rauscoii puUidi moUi la cui
Jit. Acc. V. XF. 28
quaalita sta in dipendenza dogli sviluppi diversi
deir asse midollare, c do"e mancano i muscoli del-
la cfclliilare si Irova infiUrata di siero.
E degli ordegni sensoriali T apparecchio d.jl
ts.ir) sviluppato cor costanza si scopre ; die l' ap-
pjirecchto visivo iiditivo olfattivo guslalivo mancanj
spesso 0 asitnmetlrici esistono e rudisnenlari.
Sommando adunqiio il qui detto sull' organor
grafia degli acefali coivenir si potrebbe , che nel
gef.eralisrao im sisfema cellular3 e vascoloso pre-
seataiio, e gani^li del graa sirripalieo, e parte del-
r asse midollK-,-e di vario sviluppatnonto , e uq ca-
nale iateslinale esteso variamaale ; il fegato nella
acardia minoa costaatem^nte, e dtdrestensioae del
cordoae rachidiano, come dello sviluppo del sisteinji
vascolare, quello dipende dello acefalo , laatoche
secondo l' apparimento dei nervi dei vasi i tessu-
ti sviliippaasi degl' iadividui acefali.
Pero a fissare il numero delle loro funzioni ,
frovandosi di raolti orgaai privi, e di quelli di ma-
giM-e iateresse, presentando mai sempre poco com-
plicati orgaaismi, e vita iatrauterina vivendo, ie lo-
ro azioai fisiologicbe sono pocbe di numero e sern-
plici di ineccanismo.
Mancaado infatti molti degli organi della sfe-
ra animate nei piu casi , e difformati esistendo e
noa mai completi in tutti, raaQoaado bensl il mo-
dificatore nalurale di loro appartenenza, le funzioni
sensoriali intelletlive locomotrici non esistono affat-
to, non vivendo vita aerea non saravvi esercizio
di funzioni generative, ed iacompleta orditura pre-
sentando, e alquanto arrestata soventi 1' apparecchio
29g
circolanfe rospiralore spgrefore digestorio le fun-
zioni da cssi indcssale nun s' csogDcno con fini-
l€zza , digi isacbe Ic luDzicni foiidfiirfniali coslanti
dfgl' indi\idiii aci'fali agli aid primilivi riduconsi
degli organisnii piu semplici.
Oiidoche dovcndo qui tralleggiare la fisiolo-
gia dpgli accfali, e per tuffo quanlo qiielli di co-
slsntc piosonlano , le fiinzioni prcdotlc in prima
lormeranno srgiio al niio armgo , passando poscia
a discorrere s-opra qiiolie che scblene incomplete
pure si osscnaiio eel niaggior niimero di essi.
Dclle fiiuzioni csislono di tanto intercsse allc
semplici come alle complicate tessiture, ai proloor-
gauismi come agli oslcozoari, die escrcitandosi sera-
pre scLLcnc nei meccanismi diverse, I'essenzial co-
titiili\ 0 londano deile esistenze vivcnti ; le correnti
uraoristicLe son queste la funzione delle assirai-
lazioni e qiiella dell' esalazione.
II gernie difalli ed il seme che attiliidine a
vivcre hanno, ma die pure non vivono fecondan-
dosi dauno mostre d' inizio \itale qiiando tali cor-
renti ncl loio seno coniinciano, e 1' imbibizione e
r assimilazione. Una massa di fibrina cbe anco non
viva ad organizarsi comincia, e diviene produzione
mcrbosa viNcnle qiiando le correnti nel sue se-
no si avvcrano c le assiroilazioni e 1 esalazione:
qualiinqiic scmplice parte degli esseri piologcni
degli agami dei ciiptogami dci psicodiari dei zoo-
fili, come qiialsivoglia organo complicalo degl' in-
<lividui deir alta serie animalc , a viverc una vita
iiopo e cbe tali funzioni gencrali come fondamen-
lal costilulivo presenlano.
Qualunque volta ridnciamo alia inente le for-
me arrestate che il sistema vascoloso presonla pres-
so gli acefali, talvolta not) osscrvaiidosi che la sola
vena ombelicale , le arterie dello slesso nome , o
qualche allro vaso a qiicsle riiuulo o ramificazione
di esse come maggiori Ironclii sangiiigiii , e se
nella cellulai-e ravvisasi la Irama ove tiitle le parli
sviluppansi , qiiella cha liene posto dei mancanti
tessuli , e che circuisce qiielli di rudiinenlare esi-
stenza , e assertiva uon destitiita di prohabilismo
che le correiili umorisliche neirinlimita dei tessuli
meglio avvenir dovrebbero par circolazione paren-
chimatosa piucche per circolo capJIlare , massirae
in quelii, che agli sviluppi priini si arrestano della
embriogenia , e propriamente da quel tempo non
inolto lontano , in che il piccolo corpo che cosli-
tuiscc r embrione si forma d' un fiocco di miico ,
di gelalina dilfluenle, di tessulo cellulare rudimen-
tare, ove mano mano le parli ad effigiar si cooain-
ciano.
E cerfo se i fitobisti aperlamenle assentirono
circolare gli umori nei vegetabili endogeni senza
dei vasi , traversando nei loro cammini i locnla-
menti del lessulo sollanlo: se i zoobiologisti affer-
marono una circolazione intorstiziale avverarsi pei
vaai del pironchima generals , o in canali apa-
reti appena distinte, negli animali amorfi nei zoo-
fiti nelle aclienie nelle mediise e in molte specie
zoologiche nelle epoche prime fetal i; se molti an-
tropologisti del secolo Broussais Fodera Vedemeyer
convennero intorno ima circolazione intersliziale nella
iatimita dei tessuti presso gli umani organisitii cod
23l
probabilismo clie molto s'atliene ai fatli dissentir noa
bisogna sull' esislcDza di circolo simi^lianle negli
acefalogastri clie spesso mosliaiuio seinplice lessilii-
i'a e pochi canali vascolari, i loro organism! si co-
slituisnono d' un Icssuto quasi oinogcMieo , e fonne
d' orditiira presculano piii arreslale di quelle dello
embrione.
I progrcdimcnli perd dci fluidi e i loro cam-
mini nei seno degli organi , debbono esscr quelli
d' una lenla oscillazione, varia, incguale, chc noa
esislendo ccnlro circolaiite ne tronclii vascolosi mag-
giori 0 arlcrie sovenli di qnalsivoglia calibro , ne
avvanlaggiar potcndosi dogi' impulsi cardiaci dclla
niadre , |)erclie mollo iontaiii , ie polonze dei loro
movimeiili ridiiconsi alio conlrazioiii fibriilari assai
dcboli dei lessuli, per enlro i qiiali la circolazione
verificasi.
E negli esseri di cbe ragionasi in plena anaTo-
gia cogli individiii dclla prima serie animalc, piuc-
cbe neir uomo di ordilura completa . applicar si
potrebbc , ove vogliasi mcnar buona la influenza
deir altrazione capillare sui movimenti dei liqiiidi
neU'interno degli organi di Vedemeyer, o meglio la
ipotesi messa in campo di Carus Treviranus Doel-
linger, e invitlamenle sosteniila da Osterreicber in
cbe s' arguisce tcnerc il fluido organico cssenzial-
meule in se slcsso una forza di movimenlo sponfa-
neo , cbe e la precipua causa dei suoi cammini ,
piuccbe r azione del cuore clie riguardar si polreb-
be come la prima delle forze acccssorie di circola-
zione; essendoccbe in qnesla specie di circolo in-
terstiziale , che veruna molla non riceve dalle pa-
232
leti capillari, che o non esisfODo, o esislono appe-
-.Ba, con meno difficiJezza ammetler si deve tale po-
tenza per i cammijQi d' un fluido che riceve solo
spin la leggiere dalla parle dei tessuti ove corre, e
di che lorma coslilulivo elemento.
Volgeodoci dalla circolazione che avviene nel
parenrhima d'ogni tessnlo, a quella che nelle arlerie e
nelle vene venficasi presso gli acefalogaslri, essa e
mollo incompletae rislrella, pochi canali vascolosi esi-
sleiidovi, quasi come quelli che raellono laii organi-
snii ahlozzali in rapporlo soiamenle colia niacchina
delia iiiadre; appunio avveniva neli'acelalo di Gour-
raigne, in che non rilevandosi esistenza di cuore di
aoita di vena cava , il circolo del sangue effetlui-
vasi per i vasi omhiiirali esclusivamenle ; la vena
di tal name difallo penetrala nella cavila deli'ad-
domine , e fornili alciini piccioli vasi in due ra-
mi indi suddivideasi, che alia regione dei lorabi in
altri due parlizioni novellamente si separavano, di
che alcuno alia parle superiore dall' organisiwo si
dirizzava, e nella media il numero maggiore, c nel
bacino ; e qui vasi porgendo alia cavila pehiana ,
ne dava di poi agli arti inferiori ; le arlerie ora-
helicali come la vena disscminavansi, e i rami gran-
di e quelli di delicalo calibro.
JNe allrimenti avveniva nel quarto mostro ace-
falo di Tiedemann, un arleria e la vena ojuhelica-
le solo moslranle, che nell' addome e nei varl or-
gani dislrihuivansi ; e nei due acefali descrilti di
Meckel che privi di cuore di vasi maggiori, la ve-
na ombilical« mostravano raroificarsi ai reni, al cana-
le, intestinale ai membri polviani. Ecco la semplicc e
s33
rislrella circolazione vasale che negli acefalogasiri si
vede; e ad alcuni di essi ovegli organi circolanti
alia vena ombilicale riduconsi,e ad allre Actie sea-
za presonza di arterie, come vide Poiijol, o alle so^
le arterie senza vestigio di vene, come osservo Win-
slow, pure consenle la sola coDdnzione aflcrcnlc dei
iluidi senza il riporlo affercnlc, cosi avverandosi ur.a
specie di sparsione degli umori nelle parti viven-
ti , piucche una circolazione efietliva , del mode
slesso che nei picccioli animali nelle meduse nei
rizostomi , ove dei vasi dallo slomaco partono
<;oine da irradiante vasale, senza che altri ne ri-
enlrasscro a delerrainaryi la riconduzione umori-
slica.
La Nutrizione impertanto quel grande alio vi-
lalc mcrce cui i tessuli d' ogni viveule una parte
di solanza assirailano raedesimamente che un altra
ne ccdono che formava elemenlo coslilutivo di loro,
sempliQcata dalla lunga serie dcUe operazioni e de-
gli alti che mano raano Irasforniano i materiali ali-
mentizi, passar facendoli dall' impero delle affinita
thimiche pure a qucllo delle affinita chimiche rao-
dificate, o delle azioni molecolari viventi, la funzio-
iie di uulrizione negl' individui accfali dell' assimi-
lazioae del fluido organogenc ai tessuli si costitu-
sce che Tatlo essenziale ne forma, e che e comune
agli essen tulli.
Svestiti i loro organistni di qualunque raeno
niarchevole complicanza, e ad una semplice massa
ridolli di tessuti quasi oraogenci a forme deter-
minate appena, inetti del tutto agli csercizi di di-
geslione di respirazione di circolazione complela
234
e moslranli gU elemenli della vita ai primordii del-
1' c-sprcssioue piu seiuplice, ci olirono il movimenlo
Bioieculare de.la nulrizione chc Iralliene aggrandi-
sce e riniiovella i lessuli sotlo la effigie dello stafo
rud.moilarc.
Poiiaiido inlaato disamina suHappareccbio del-
la funz one di clie si favella, non polrebbcsi menar
buono qiiaiito dissero CiivierCbaussier Beclard Ade-
lou SLill' esistenza di quello come altore essenziale
deJrassijnilazione; poicbe qucslo graii fcnomeno vi-
tale esiste fin dai primi momenli d' ogni genesi or-
ganica, e avanli cbe si effigiassero gli organi, di-
gnisacbe esercesi lal azione molecolare sonza ap-
pareccliio dislinto visibile, essendo la trama cellulo-
sa priniitiva sedc piuUosto cbe strumenlo di queslo
arcano lavorio di combinazione organica.
E se volgpsi il pensicre ad indagaie le caraf-
lerislicbe del modificalore nalurale e i marchi del-
la sua coinplessione fisidogica, non e da deuegarsi
<;be £6 il sangne del feto da quelle del neonato
per pii^i caralleri si difierenzia come coDobbero Zini-
mcrniann Scbuiz vieinmaggiormcule ce disia il san-
gue deir acefalo arreslato nei primordi della evo-
Jnzione dogli organi. TuUavia dielro i travagli di
GeofTroy Saint-Hilaire cbe porlano ad arnmeltere
una respirazione culanea net felo come nel acefa-
lo e una sanguificazione pei fluidi , e da credere
cbe il sangue dellc necessarie condizioni godesse
a verificarsi una nulrizione normale.
Per parlare alcuu cbe del mislerioso mecca-
nismo della nulrizione e da aiettere innanzi cho
lal funzione da un dei suoi atti probabilmenle ri-
235
risulla I'assimilazione dei Tnafcriall del sangue e in
nulla forsc o in mcnoma parlc dell' alio decorapo-
nenlc c dclla dcssassiniilazionc.
E di vero ne saila cliiara la dimostraliva alia
inentc ovc vogliasi per poco riflcllere, che se 1' al-
to di composizione mcnoclic rinnovare i lessuli che
pur non esislono a lal fasc primordialo, ba scopo
di fame la matcriaie crcaziono, e poco verisimile
tener crcdonza sull' osislcrc dell' alto dessassiiuilante
o di dcconiposizione, qiialora conviensi clie quesla
riprcnde i lualcriali gia logori dell' organismo tI-
vcnle , che lungo sp.izio parte integraole e cosli-
lutiva formarono dell' ordilura dogli organi.
Che se in nulla dai hiologisti dissenlesi nel
rcputare affatto inallivo il molo di denulrizione
in lutlc r cpochc quasi dell' esislcnza cmbrionaria
normale, a maggiore ragione e da convenirne sulla
nuliczza delT allivila decomponeDle dcgli acefali, e
degli accfalotori , e acefalogasiri a preferimcnlo ,
che nellc evoluzioni leslulari arrcslali colanlo, non
arrivano mai alle forme finite del rcgolare em-
brione.
Ma r allivila assimilanle nella vita inlraulerina
messa a j)araggio della forza composilrice nell' e-
sistenza alraosferica e di gran lunga raaggiore ,
6 r acefalo solto tale riguardo ha piu atlivi-
fa nulrilizia forse dell' embrione normaie che nc
mostra mollissima ; dappoiche quel grade di for-
za forinalrice ( nisus J'oiinaliviis) ad ogni germe
raesso iu molo imparlila, e necessaria alio sviluppo
degli organi tutli, rislrella essendo a pochi tessuli
negl' individui acefali sembra divenire piu atliva c
AUi Accad. Vol. xr 29
236
potente la nutrizione prospera oltre misura, le
parti ben nutrite sviluppate si vedono, e nelle
forme esteriori presentano chiari marchi di fini-
tezza.
Tutti gli acefali infatti florida vegetazione pre-
sentano, e quelli da noi illustrati ne fanno ancora
bella conferuia, e raggrandimenlo marcato delle for-
me della faccia in quello rappresentato dalla figu-
ra seconda, e il rigog'iioso sviluppo di tutto il corpo
neir altro della figura torza , e nel primo lo srai-
suralo sviluppo dei rnembri addominali coincidente
colla mancanza di moUi orgaui.
Noa dissente d' allronde da tutlo il qui delto
anzi porgene viemaggiore conferma 1' inetliludine
funzionale ove giacciono i depuratori dell' organi-
smo in queslo primo tempo, e gli organi urinari
massimamente , che pongono moto ai loro esercizi
comecbe per il sangue arterioso, per quelle stimo-
lazioni esclusivamente che adduconvi i raaleriali
desassimilati, e a dir cosi il detrito degli organi
che vi si trova in mistione e cogli elemenli as-
sirailabili circola insieme. E qui mellendo a pa-
raggio la nutrizione dell' acefalo e dell' acefaloga-
slro coir esercizio di questa funziooe raedesi-
raa nella vecchiaia , ultima fase della vila ae-
rea, vi si rileva antagonismo perfetto essendoche
la prima dell' atto assimilante si costituisce quasi
del tutto, raentre la seconda dell' atto desassimilan-
te nella parte maggiore.
E da ultimo cade in taglio di far rilevare
che stando all' idea di una circolazione interstiziale
in che la massa sanguigna e in immediato contal-
to, e come in combinaziooe colla trama organica
a37
delle parli , potretbe incgllo appagarci lo spirito
qualsivoglia congcUura concepir si vorrebbe sul
meccanisinoinlimo della assirailazione, suirullima di-
Damizazione dcgli eleincnti nulrilivi cbe prelude
il suo alto finale, e su quel moto inlestino rao-
Iccolarc , e la mutua azione di affinita vilale fra
gli elcmcnti dei solidi, e gli eiementi dei liquidi,
che cosliluisce il fenoraeno fondamenlaie di lale
funzione ; poicbe in allora agevola nicglio le spe-
culazioiii Icorelicbe la meno difficilezza con cui i
globuli sanguigni vanno ad imruiscbiarsi coi globuti
dei tessuli, e i globuli orgauici per convcrso dal-
le pacli si slaccano per ricondursi in circolazione ,
ed cliniinarsi slanle gli appareccbi dcpuralori.
Ad investigar susscguendo e per quanto il lo-
loro organismo il conscnle, le azioni funzionali de-
^r individui acefali ., e a dire sull' assorbimento e
suir csalazione, cbe esistono in tulli i tessuli co-
me negli esseri tutli , negli acefali si osservauo
pure scbbene di ordilura scmplici troppo.
Legale nci loro csercizi a condizioni testulari
semplicissirac , preudon raoio negli uffizi loro fin
■dalle effigic prime cbe 1' organismo rivesle , senza
farle meslieri di quelle evoluzioni successive che
segnano gli ultoriori sviluppi del feto, e in tutli
gli organi c in lulli i tessuli si notano.
Con vincoli slrelli rannestate di dipendenza o
di causalita. coUe anledelte fuuzioiii , se scmbrano
mostrare rapporlo colle correnli umorislicbe, slan-
no in conncssione immediala colla nutrizione , un
csalazione inlerstiziale e un assorbimento della sles-
sa natura, sociandosi a quel graude feuomeno or-
igan ico.
238
Di qui e pure che a colali funzioni quando
negli acefali consideransi , ed in lanta semplicila
di teslura bene, applicar si polrebbero le idee di
Fodera suUe Icggi della capillarila agli atti piu ia-
timi applicabili dei movimenti doi liquidi traverso
le parti viventi, e quelle sulT ireibibizione e suUa
transudazione, i principii di Magendie c Blainville
sulla permcabilila dei tessuti viventi , le ricerche
di Soemmering sulla trasraissione eleltiva dei flui-
di per la sostanza delle membrane, e la teorica di
Dutrocbet sui fenomeni dell' endosmosi ed esosraosi
che tutte assommaudosi convcrgono a conside-
rar 1' esalazioce e 1' assorbimenlo come pro-
prieta fisicbe interamente dipendenli dalla materia-
le costruzioue dei tessuti, piuccbe dalla vita, e che
rilevansi istessamente nei bruti, come nei corpi vi-
venti.
A tutte e tre le funzioni antcdelte in assiem
riunite attingc origine nelle esistenze atraosfericbe
lo sviluppo del calore aniraale, bensi concorrendo-
vi gli esercizi di respirazione, e gl' influssi peren-
ni dell'innervazione continua. Che pero se la evo-
zione calorifica nell' essere che vita aerea vive, e
positiva reale, per essere le sue raanifestazioni pa-
lesi , e per calcolarsene il grade dai mezzi che
porge la fisica , bisogna ammetterne pure la esi-
stenza nell' embrione e nell' acefalo , eve vogliasi
considerare che le funzioni a cui per vincoli di
prima causalita si collega in essi si esercilano e
con insigne atti vita.
Che anzi se prendesi in ca!e la forza corapo-
sitrice del feto e dell' acefalo, e che non si con-
trappone dall' atlo di desassimilazione , e se non
*39
omraeltesi di porre a calcolo la polcnza assimila-
trice maggioro di quest' ultimo percbe a pochi or-
gani ristretla e a pochi tessiiti, come ne fa mostra
palcse la vcgctazione aaiinale che i tessuti presen-
tano, coQ pieaa analogia sarcbbe pure da arguirsi
che in csso forse la proJuzioae lermica , e per
quelle pochc parti esistcnti, lo slesso grado o poco
pill, di quello dell' erabrioue toccasse.
Da liido qiianto venae per noi narrafo aper-
tissimone consegue le predelte fuozioni alienersi e di-
pendere piii dalla forza d'imbizione e dalla polenza di
alTinita vilale nci lore esercizi, di quanto dalla con-
trallilila organica dei tessuti; che se la zoochimia
vigoria d' escrcizio mostra la materia mobile e cir-
colante alia materia organica fissa ranncslando e
le evoluzioni teslulari opcrando nell' individuo ace-
falo , la contrattilita in cssi pur non esisteo se-
gnavi appena primordiale sviluppo, perchc in mol-
ta parte legata al sisleina ncrvoso che nientc o po-
co sviluppato rimirasi negli acefalogastri.
Cosi cogliesi bello argomenlo pur dagli ace-
fali e di quei cosi arrestati negli svihippi teslulari,
e tanta sempliciti presentinti nei funzionali esercizi
che dei vari movimenti, delle impressioni diverse,
dclle alterazioni continue, che nei corpi vivi suc-
cedoao quei che dairaffinita vitale promanano so-
no Ic pill interessanli ; e se la contrattilita e il
principale strumento dei fenoracni sccondari della
macchina viva, le affinita raolccolari sono la molla
primiera dei fenoraeni della creazione organica, e
che pero il feaomeno di composizione e anteriore
24-0
a quelle di eccitazione nell' erabriogenia fisiologica
come neir organogenesia degli acefali.
Ecco r essenziale clie polrebbesi dire sulle
funzioni comiini agli acefali tutti, e sul modo come
la vila si fenomenizza presso gli acefalogastri, ai
primordi arrestati delle evoluzioniembrionarie, sen-
za trascorrere alia sfrenala licenza delle fantastica-
zioni teorelicbe , e dei fatli sempre giovandoci e
del lume della fdosofia induttiva ; cosi forse vi-
veano e in tale semplicita funzionale gli osservati da
Isenflamm Procaska Clark ove diedesi assertiva sib-
bene della non esistenza del sistema nervoso peri-
ferico, e dei rami pure piu semplici del gran sira-
palico.
Ma non pero a tanta pocbezza le funzioni
sempre riduconsi , che seguendo il progresso della
organizzazion degli acefali, a misura cbe gli ele-
menli analomici dallo slalo quasi di fusione in
tessuto omogcneo, passano a rappresentare organi
ed apparecclii distinti , le funzioni si separano si
molliplicano si localizzano.
E in prima veggasi dal qui delto conferma
nelle successive complicanze che il circolo sangui-
gno presenla negli acefali meno arreslali piu a piii
dimoslrando una circolazione periferica meno sem-
plice, e vasi numerosi, e 1' aorta la cava, a cui
talvolta si socia il centre cardiaco.
Di fal guisa osservava Lccat la vena ombeli-
cale inserirsi nell' aorta , che inviando rami per
lutto il corpo formava anco le arterie ombelicali.
Klein vide dal bacino arterie grandi partirsi , che
fornivano piccioli rami corrispondenli alle vene ,
r aorta disseparavasi inferiormenle in iliache in-i
24-1
teme ed estcrne, e queste sempreppiu rislringen-
dosi davano genesi a tre lombari tre renali ed un
epalica; ad una gran dislaoza traevano origine ot-
to arterie inlcrcoslali, e le arterie oinbelicali slac-
cavansi nclla solita rcgione.
A fissaro il ineccaiiismo come la circolazione
negli accfali awicne divisava Monro il sangue pla-
cenlarc eulrare nel corpo del feto per la vena om-
belicale, i rami di qiicsfa riri;piazzare le arterie
poiche dislribuiscono il sangue in tulte le sue par-
ti; e le vene capillari coi rami arteriosi abboccan-
dosi il sangue alia placenta tornare per le arterie
orabelicali. Ticdcniann assentiva il sangue nella
placenta ossidato all' embrione condursi per le ar-
terie ombilicali, c pervenir ncll' aorta lungo le ar-
terie pelviane , cbe negli acefali sono i vasi piu
grossi; da questa il sangue dividesi poi,ein tutte
le arterie portasi, indi il lluido circolante lungo i
capillari delle arterie cbe coi venosi si abboccano,
e cbe motion foce nella cava infcriore o in una
vena del bacino, si versa nella vena ambilicale cbe
alia placenta lo ritragitta, ove gli arteriosi coi ca-
pillari venosi anaslomizzansi iosieme. Ma se torna
difficile seguire Blonro e la idea cbe sorrcggc, po-
tere le vene del corpo cbe fanno seguito alle vene
ombelicali condurre il sangue dal centre alia cir-
confercnza colla loro tessitura valvolare, non e piu
verisiraile 1' opinione di Tiedemann cbe in un feto
presenlante nel cordonc e nella placenta , arterie
e vene ad orditura normale, la circolazione si mu-
tasse di guisa da ridurre efferenti i vasi afierenti
e viceversa; e oltraccio in molli dci mostri di cbe
si favella la vena orabelicale non e sempre dispo-
24.2
sla a fare 1' ufficio di efferente per la placenta co-
me Tiedemann avvisa.
Esistendo il cuore pero negl' individui acefali
come videro Vallisnieri e Hatzky, e come rileva-
vasi negli osservati da noi, tutloche non numerosi
i fatli di sua esisteuza si Tossero, non e da dene-
garsi per quel pocbi ovs vi sta, l' esistenza d'una
specie qualsivoglia di circolazione in alcun modo
centralizzata ; e in ailora siaccbe ii ciiore pareli
membranose moslrasse e cavila appena doppie , o
muscolare tessuto e quadruple parlizioni , la circo-
lazione vicinar si dee in alcun modo al circolo
deir embrione normale.
La legge fisiologica a tulte le organizzazioni
comune, cbe ogni essere zoologico prepara da se
il fluido nutritivo da cui i suoi tessuli si edificano
si rinnovellano, pure ammeller dovrebbesi r.egl' in-
dividui acefali, cbe sebbene feli incompleli si fos-
sero , e ncgli sviluppi arreslali, gli organi quasi
sempre vi stanno a cbe si assegna cell' embrione
norraale la ematosi dei fluidi circolanli e 1' arte-
rializzazione del sangue. Pero se ammelter non si
saprebbe 1' opinione di Scbeel d' una respirazione
polmonare cbe realizzasi colle acque dell' amnios ,
e per la inve risimiglianza, e percbe i polmoni ne-
gli acefali non sempre vi stanno, e se mellono po-
ca fidanza quelle di Scbreger di Lobstein di Scbweig-
baeuser , sulla respirazione del feto per applicarle
all'acefalo, con probabilismo cbe lieoe mcgUo ai fal-
ti polrebbesi credere 1' acefalo respirare merce
la placeola, tenendo conto e della coslanza di que-
sfa, e deir analogia del circolo placenlare col pol^
monare, cbe similmenle i due sangui ricevono la
243
cui roerce la nulrizione del corpo e le secrczioni
si operano. PolrcLLesi animellcre allora un rappor-
to di muliia azionc fra quesle due specie di san-
gue, simile a quelle djc liavvi (ra I'aria e il san-
guc dei polnioui per niodo, ciie il sangue arlerio-
so della niadre per 1' ossigcue che conlicne fa gli
uflizi di modillcalore aerilcro , laddove quello del
feto riceve gl' influssi dcU' azione orgauica della
ematosi.
E qui Meckel fa rilevare non polersi contro
essa allegare la non difl'erenza di colore del sangue
delle vena e quello delle arlcrie onibelicali , dap-
poicche il fclo avendo poco bisogno d' ossigene ,
non e in vcrisimile che il suo sangue parva quan-
tila ne assorbissc, e non provassc pero che lie ve al-
lerazione di colore.
Ma un probabilismo maggiore presen!a la opi-
nione di Gcofiroy Saint-Hilaire di avero il sislema
vascolare del driinide luiincrosi ramuscoli e piii ri-
gonfiali presso il felo die nel neonalo, e di consi-
derare il priino come vaslissima hranchia per rcspi-
rare nell' acqua al modo dcgli csseri aqualici, che
essa separa V aria dall' acque circumstanli, e che
r ulero iu lal funzione escrce T ufficio di vcnlri-
colo dcslro, il fluido amniolico sospingendo in (utli
1 puuli legumcnlari della sua dermide.
Favoi-eggiano idea cosiffalla gli spcriaienti di
Edwards suUa aslissia dei balracliiani, e la ?coper{a
di Lassaignc nelle acque dcHamnios d'un gas niul-
lo simile allaere almosferico, e d'un allro analogo
ai prodolli di cspirazione , da polersi asserire nel
flutdo amniolico la prefercnza d'una ria respirabi-
la e di un aria cspirala.
Jilt Jcc. V. xf. 3o
24.4-
Teneudo favella della fuozione di secrezione
degl' individui acefali, se la secrezione semplice os-
sia la esalazione, come noi ne dicemrao e attribu-
te generale d' ogni tessuto , bastacche sia permea-
bile ed igronaetrjco senza supporre un ordine di
vasi distinli i vasi esalanti, delle secrezioni foilico-
lari esistono in parte quelle di spettanza al tubo
digestorio, ed alia cute, e delle secrezioni glandu-
lari si nota sempre la; secrezione urinifera.
Pero a preferimento di tutte le altre azioni se-
cretorie gli esercizi funzionali dei depuratori nello
acefalo esistono, perchc legati all' attivita assiniilan-
te; e sebbene non ponessersi in piedi nei primi
tempHSColi di sua esistenza, poicbe allora la nutri-
zione dall" azione assimilanle solo risulta , pure in
esercizio vcdonsi ncU' ullime cpoclie di gestazione;
varie osserva^oni difatti asserir fecero a Meckel la
secrezione urinaria avvenir presso il feto , e per
r uretra rendersi e ire in miscbiaiiza colle acque
deir amnios, assert! va sopra falti cosi posilivi fon-
data, cbe la vacuita della vescica nel neonate, piu
non dimostra come pensavasi il feto esser venuto
a luce vivente.
E con verisimiglianza maggiore aramettesi la
traspirazione cutanea nell' acefalo , quando la pelle
liene orditiira finita , cbe anzi d' alcuni conviensi
tale secrezione attiva mostrarsi, come daU'intonace
rilevasi glutinose grasse giallastro brillante, di che
questa membrana rivestesi a parlire dal sesto me-
sa al di la.
Cosl cbiara conferma pure rilirasi suU'interesse
deir azion dei depuratori , e sul loro legame con
funzioni di essenzial costitutivo, dal loro apparimen-
to primicro ncgli esseri acefali , cLe poche azioni
organiclie nioslrauo , c qiialcuna di quelle che al-
le secTczioni pcrlcngoiio.
Tutloccbe r apparecchio digeslorio nell' ordine
successive di crcazioiic drgli organi, come spctlan-
te air addominc Ira le parti figura di forniazione
priiniera, pure le funzioni affidategli inerli del tullo
rimiransi , o di pocliissima atlivila , c sebbene de
Graaf Vorebcyen Slalpart Dicnienbroeck Boerbave
llallcr , cpiu roccnlenK'nle Darwin (Jsiauder llcr-
holdt Reclard seguirono 1 idea di Democrito di Epi-
cure il feto niilrirsi per le vie della bocca, e una
specie di digeslione awenirue cbe lavorava sul llui-
do anniolico degliililo, o su quello della vessicola
ombelicalc, luttavia cpplicar cio non polrebbesi al
pill del mostri per diictlo, cbe essendo privi di boc-
ca e dire poleiidosi acefaloslonii dcgUitire non pos-
sono qualsivoglia dci lluidi di che si tralla.
No polrebbesi mcnar buona per F accfale la
congeltura di Gcolfroy Saint-Hilaire , di una dige-
slione neir embrione norraale, ovc fanlq figura la
secrezion biliare , cbe ncgl' int^tini vencndo una
irrilaziot^e fisiologica induce valevole iroppo a far
segregare copioso niuco , cbe vienc di poi digeri-
lo ; slanlecbe il fegalo quasi sempre nei piu de-
g!i acefali manca, e in qnei pocbi cbe slavvi ap-
])ena scgna rndinionlaro sxihippo.
Volgendoci dalle funzioni di nulri/ionc a quel-
le di relazionc, Tinncrvazionc cbe nogli esseri eo-
golari delle classi sujieriori , come dispensalrice fi-
gura di tulli i movimenii vilali , o come la domi-
nanle di qualsivoglia funzione , percbe ad un ap-
parecchio legata die sorgc quasi a cenlro dcllo
24-6
intero organismo, negli acefali bensi per funzione
d' alquanto interesse priineggia, e di appariraento
priruiero, sebbene semplice i siioi atti si fossero, e
t lessuti d'onde promanasi; e se in essi la innerva-
zione intermittenic, cbe pure comprende le funzioni
di rapporlo fra I'animale e i corpi circumstanli noa si
rileva, la innervazione continua sempre vi sta , e
la nulritiva massimamente, mentre la innervazione
seositiva interna e la muscolare talfiata si vedono.
A dire dell'innervazion nulritiva cbe e lo sco-
po fondamentale quasi ove convergono le altre tut-
te, e dessa cbe la sliinolazione propaga nell' orga-
nismo degli individui acefali a tratlenere Tesercizio
delle pocbe funzioni cbe vi si vedono; manifestan-
tesi nel piii dei casi qualora una circolazione pe-
riferioa a segnar si comincia, piuccbe net primor-
dii deir effigiamento degli organ! , ove non banvi
die fenomeni di coraposizione , necessari pure alia
formazione dei nervi, 1' innervazione nulritiva con-
sociasi nei suoi fisiologici influssi a quelli cbe ai
tessuti la circolazione comparte , e in ugual modo
come i sistemi nervosi coi vascolari aggregandosi
nei loro cammini, l' un 1' altro inteslamenlc si se-
guono, e si tragiltano insieme nella compage d'ogni
organo.
E secondo gli sviluppi dell' appareccbio clcita
in grado di verso le funzioni d'ogni tessuto, I'eser-
cizio r attivita ne promuove, alia vegetazione ani-
mal! concorre rigogliosa spesso presso gli acefali ,
e in tal modo la vita di essi sorregge cbe nello
andito anguslo si circoscrive dei movimenli di as-
similazione.
II Irinsplancnico, i gangli di cbe si forma, e
24-7
i rami periferici che Be diparfono, osservali come-
che cli sviluppo vario nei piu degli acefali, da Bu-
sch Ticdctiinnn Blcckcl, cosliliiiscono 1' apparccchio
deir iiinervazion milriliva nci nieno sviluppali degli
esscri di clie si tralla; a misura pero clie effigiasi
qualclic sezionc dell' asse spinale , e alciin trallo
del cordone midollarc che per cniro vi sla, la ia-
nervazione da apparecchio originando piii esleso ,
maggioranza acquisla nei suoi influssi sugli organi,
e agevola le funzioni di giiisa , che come via
via a finilezza corre nella sua esislenza , cosi piu
t' organismo nei suoi sviluppi aggrandises ., e ri-
gogliosa vegelazione presenla.
Pigliando adiuiqiie a mirar la innervazion
nulritiva in liilli gli acefali di vario svilupparaen-
lo , se discrepanza fra i fisiologi havvi sul!a sua
esislenza nc gli acefali piu arreslali e piii sempli-
ci , pcrche degli escmpli si allegano di assolufa
mancauza di sislema nervoso , come videro Isen-
llamm Prochaska Clarke, e per osser le vene come
dalla zoogcnia normale rilevasi 1' eleinenlo orga-
nizzatore primiero anziche i nervi di formazione se-
conda , lal dubiezza pero a pochi casi rislringesi
che come eccezioni considerare si debbono , per
proclamarsi scnza esilanza la innervazione nulriti-
va di qualunque lieve grado essa sia, pure rile-
varsi negli acefali di semplice ordilura, dovecbe il
dominio ampliasi e cresce in polenza come mag-
giormcnle manifeslasi I' asse midollare e come at-
lingc inlcro sviluppo.
Cosl la innervazion di clie tratlasi ora alle tre
funzioni sociala d' irao fondamento agli acefali , e
Gevole influsso moslranle, era ad una circolazioae
24-8
^eriferica centralizzata piu o meno, e a qualche
azione depuralrice, e piu vigoria esternando vedesi
quasicche sempre, nei piu semplici e nei meno
arreslali degl' individui acefali.
E quivi ci corre 1' obbligo di memorare che
rairabilmente consona preslando mente all' attivita
nutriva, e al complete sviluppo del lessuti esistenti
negli acefali, rnessa a paraggio di quella degli es-
seri normali , che in quelli come in questi la ia-
nervazione spinale sollanto, e in nulla la intracra-
niana concorre ad avvalorare gli uffizi dellassirai-
lazione, e delle azioni foudamentali, che negli or-
gani avveransi e in tuUi i tessuti.
Ove si voglia considerare iraperlanlo la inner-
vazion sensiiiva interna, delle sensazioni organiche
costituila, che precorrono gli esercizi di raolte fiin-
zioni nutritive, se aperlamente conviensi sulia non
esislenza delle sensazioni , che scortano la respira-
zione, e di quelle di fame di sele die iegansi agli
ccercizi di digestione , perche tali funziooi inatti-
ve si restaao, il seuso dellescrezionc urinifera che
succcdc nei feto e pero nell' acefalo amuietler sol
si polrebbe qaando esislesse la midolla alhmgala o
grande estensione della spinale , onde sporsi come
idea conclusiva che se gli acefali di piu arreslato
sviluppo non presenlano lal fonzione , quelli che
pill avvicinansi alio slato normale non mosiranoche
un atto dei pill senipiici dell iunervazioij nieulovala.
A ragionar sull' innervazione sensiiiva ester-
na, ommesse le azioni degli organi sensoriali che
allogansi nella testa , perche non esistono o se lo
sono talliata mancano sempre i cenlri nervosi da
che essi dipendono, potrebbe solaraente assenlirsi
24-9
alia scnsaziono di tat(o perche la i^ormide ben or-
ganizzala sovenli presenlasi, e il cordonc di senso
deir asse spinaie a tal funzione prcsiedc.
Ne allrimenli avvionc deirinnorvazion musco-
lare; chc se nel vivere inhaulerino dell'essere nor-
male a poclii alii riducesi involonlari sempre e dal-
r irrilazionc visccrale nasconli, che mcrce le ana-
stoinosi nervose delle raroificazioai trisj)lancniche a
quelle cerebrospioali dei nmscoli si tragillano, uel-
r accfalo clie segna di quello una lessilura piu
semplice, e iion niai nua vila acrca vive, o appcna
tali fenomeni, o non mai si ravvisano , c sarebbe
meslieri d'una fidanza crcdula alquanto per amraet-
lerc con Vocli nel suo i'elo acclalo I'avcr dalo ini-
21 di vila e di nioviinenlo aila nascita, doveche ge-
neralmcnle si ammetle cbe nesstin degli acefali da
nmnifeslazioiii vitali a quel tempo. Riassumer adun-
(jue volcndo le specie lullc dell' innervazione cbe
presso r acofalo esislono e d' affermarsi soltanlo lo
esercizio deUinnervaziooenutritiva laddove lasensiti-
va e la inuscolare qualora \i slasscro appena segna-
no un inizio primordiale.
Di tai guisa enunciar si potrebbe 1' esislenza
di quat'.ro ordiui di funzioni scmpreppiii in cora-
plicanza cresccnii nella fisiologia dcgli acefali , e
se in prima serie rallegarsi polrebbcro la nulrizio-
ne, la esalazione, le corrcnli umorislicbe, come a
funzioni fondamenlali di cssi, c cosliluenti quasi il
tutlo delle funzioni dogli acefalogastri, in scconda
si aggregberebbero alle anlcdelle la circolazioue pc-
riferica, la emalosi , la innervazione ganglionare ,
0 in tcrza rudimenli di circolazione cenlralizzata ,
c r innervazione spinaie. neirullima infine alle an-
1^0
ted.ette le funzioni dei depiiralori si consociassero ,
e 1 tallo e un inizio forse d innervazione muscolare.
Elevala a carallere differenziale di mollo ia-
teressamento negli animali organismi la dipeuden-
za vicendevole delle varie parli di clie si corapon-
gono diguisache esse non possono esistere che le-
gate a lullo r essere a cui apparlengono , essendo
r indivitualita !oro a dilTerenza dei minerali , noa
nolla molecola integranle sola, ma in una massa
di niolecole inlegranti diverse riiinile in un corpo
parlicolare, e da convenirne clie la calenazione de-
gli organi gli uni cogii altri , e la coazione delle
funzioni loro , generalmcnte ravvisasi in tulli gli
individui cbe godono vila , comeche di vario gra-
de, e nelle organizazioni semplici come in quelle
si pure che seguouo elevala coniplicanza di tessi-
tura. Polrebbe ammeltersi quindi qualche primo ele-
raento di mutuo consenso nelle funzioni degli ace-
fali pure come rilcvasi negli esstri vegelanti ed
animali delle specie prologene.
. Perd e d' assentir primamente alia imraediata
ed inlima dipendcnza dei tessuli dell'acefalo dalla pla-
cenli, essendo qucUa che melle comunanza Ira !o
embrione arreslalo e la madre , e primiera riceve
i maleriali nutritizi che scrvono al soo soslegno ,
essendo quella cbe un elaborazione ne verifica for-
se, e quella essendo cbe poi 16 comparle a tulli i
tessuli, diaiodocbe nasce la morle dell' aceialo lo-
slo se per momenti la circolazione iulerronipesi nel-
r organo temporario della placenta.
La dipendenza di cui si tratta non solo negli
acefali d' una qualche coniplicanza rilevasi , ma in
quelli sibbene cbe marcano la piu maggiore semoli-
I5»
e che solo presen(ano le trefunzioni fondamentali anli-
descritte alale da polersi considerare come la connes-
sioncfunzionaledipiiiiutcressccbepresenlanlaiiuoslri.
E dai falti che ncUe esislenze almosferiche
degli esseri regolari rilcvansi, puo Irarsi forte con-
ghiellura , die del legame sla fra le funzioni dei
depuralori e quelle fondameolali presso gli acefali
sebbcne da essi Doa puo ritrarsi convincente asser-
va, e per la pochczza di lore esistenza, e per esse-
re quesla inosscrvabile al tutlo.
Meritano inlanto considerazione dislinfa i con-
sensi fisiologici che dall' inoervazioDe conlinua na-
scono, quanlunque quesli pocbi di Dumero fossero,
e in sirello ambito liniilati, per quanlo permeltelo
la ordilura semplice degli individui acefali. E per-
che in essi il sislenia nervoso il piu coslanle , il
meuo raaochevole, e il trisplancnico, da questo gli
influssi proraanano a sorregere le allivita assimila-
trici ncgli organi , e a ridurre ques' ultimi in co-
mun colloganza.
Tal genere di rapporli pero segna primiera
semplicita, stanlcche riducesi alle simpalie per ana-
slomosi nenosa direila , per originarsi dalle slesse
ramificazioni ganglionari, che niedesiinamenle a piu
organi e a piii tessuli disseminansi ; qualora pero
sorge ad esistenza alcuna sezione dell asse midol-
lare polrebbesi conghiellurare dellc simpatie esser-
vi, che ad un centre si riducono come nell'uorao
adullo.
Dair anlcdello quindi rilevasi , le connessioni
funziouali che gli organi tuHi colla placenta man-
tengono postc con quelle a paraggio dei nervi gan-
glionari essere di gran lunga maggiori, e per I'ap-
Alli Ace. v. XV, 3 1
l52
parimento priraiero, cbe anlevanno d\ moKo e per
essere di interesse, che se tongonsi falti di non esi-
slenza di nervi presso gli acefali laluno non leg-
gesene di raancanza di vasi o della placenta; da
cio ancora meglio confermasi presso gli esseri sem-
plici e nei primordi delle esistenze vivenli tornare
di raaggior iruporlaaza una circolazione ed'un arte-
rializazlone del sangue, da che sorgono i fenorae-
ni di composizione , che quella d' ua innervazioae
destinata ai fenoraeni d' eccitazione.
I rapporti funzionali quindi negl'individui ace-
fali pochi si mostrano percbe le funzioni loro re-
stringonsi a picciolo nurnero, perche ne sono biso-
gnevoli raeno, e perche raauca I'esercizio degli or-
gani del triunvirato vilale.
Se prendesi a considerare infatti che la dipen-
denza la subordinazione con un di fuori, e le con-
nessioni funzionali fra i vari tessuti , s' ingrandi-
scono come 1' animale piu cotnplicanza presenta e
piu miraero di parti, e se d'allronde considerasi la
vita lungi d' essere centralizzata in alcuni orgaai
primordiali , quasi disseminata ugualmente in lutti
irovarsi, non esistere il cerebro ne la raidoUa ob-
longata considerala come il nodo vilale da Plourcns,
ne sempre completo starvi 1' asse midollare tenuto
a cenlro deU'organisrao da Bai!ly,e Blainville, raan-
car molti organi che slabilire dei rapporti potrebbe-
ro, o quelli che soavi non avcre esercizio funzio-
nale , e da convenirne che ogni tessuto ha in se
quasi ragione di sua esistenza e poco dipendeado
degli altri una vita disseminata presenta e non vi-
ta centralizzata.
La fisiologia degli acefali quindi non mostraa-
i53
te funzioni di propagazionc, serbanlc qualcuna delle
funzioni di relazionc rudimenlare sempre, si coslidiisce
soltanlo delle funzioni di nulrizione di esalazioned'una
circolazionc perifeiica d'lin ematosi e dun inncrvazio-
neganglio-spinale. Pcro essa la prima linca di sem-
plicilii sognando nella biologia, meno complessa ino-
slrandosi della fisioiogia einbrionaria, c della fisio-
logia dcir uomo adullo, sembra in molta parle so-
migliarsi alia zoobia degli animali semplici.
E di vero se sotto il riguardo delle forme di
organizazione s' asserisce in aperlo tude le fasi per
cui passa il corpo dell' uomo e lalun dei suoi or-
gani, a delle divisioni corrispondere della scala zoo-
logica , e che 1' organ ismo nei suoi sviluppi arre-
stato, lo state normale riproduce degli altri anima-
li, si ncllc forme csteriori siccome nelle conforma-
rione particolare dei vari tessuli, simiimente sc pren-
doQsi in conto alcune funzioni di essi pure restigi
di analo^ia si rilcvano.
Cos! la circolazionc interstiziale di alcuni ace-
faiogaslri a quella dei zoofiti somiglia e degli ani-
mali prologcni ; la circolazione clie con una sorta
di vasi vcnosi o artcriosi succede , e clie e una
sparsiouG anzicbe una circolazione di umori , esc-
guesi come nelle medusc nei rizostomi , presso i
quali tulli i vasi che couducono i succhi nutrilivi
escono dallo stomaco scnza piu rienlrarvi, c il flui-
do nutritivo inleramenle e impiegato allc nutrizioni
ed alle secrezioni degli organi.
La circolazionc periferica degli individui ace-
fali scnza ceniro cardiaco, la circolazionc degli ane-
lidi somiglia delle sanguisuglie , delle nereidi, dei
radiarii. La circolazione periferica con ua cuore
allungato in forma di vaso corrisponde del tutto al-
ia circolazion degl' insetti , e quella coa un cuore
ad ua sol sacco muscolare e simile molto alia
circolazion dei croslacei. E la respirazion dell ace-
falo branchiale e aqualica come Geoffroj Saint Hilai-
re lo sosliene alia respirazione dei batrachiani so-
miglia.
Ecco il poco che dire ho potuto suUa terato-
bia degli acefali, e a desiderare mentre una ten-
denza filosofica e slata felicemente iulrodoUa nella
scienza teralologica che fisiologi d'ingegno erainen-
te a trattare pigliassero questo rarao di teralobia on-
de attiogere perfezione finita.
DI LOGI\II\A ACI TREZZA E CASTELLO
BIE3I0RIA PRLMA
DEL SOCIO CORRISPONDEMTE
POMPEO INTERLANDI E SIIIUGO
LSTTA NELLA 5EDUTA ORDISAIUA DEL l^ FEBBRiJO iSSg.
y^tli Accad. F. xr. 32
Sin dal mio primo csordire ncl calle della scienza
gcologica mi venne in pcnsicro, illustri socii, di vi-
silare a bcllo sludio Ic contrade di Lognina , Aci
Trczza c Casleilo; e tale divisaraento ogni di di me
donno faccvasi , tosloche mi fu dato a percorrere le
scritte di pareccbi uoslri Gioenii, che i prodotli mi-
nerali e la geognostica fatlura di alcune di quelle
contrade rigogliosamcnle tratfavano. Ma come un' e-
sempio si lumcggiante mi fu state di pungolo a po-
tcr soddisfare mio dcsidcrio; pur tuttavia non mi sal-
to SI I'rancamcnte a ccrvcUo il dirvi alcune cose so-
pra quci luoghi, perche di molto difficolloso cstima-
va, come tullora lo estimo, un lavoro di simil tem-
pra; dappoicho non havvi cosa nclla nostra bcUisola
cbe tanlo ruinorc ba sparse nolle menti dei felici cul-
258
lori della Geologia, siaclie nazionali, siacbe slranieri
si fossero, e laato pcnsicro gliene ha in colto, quan-
to cosiflalti terreni clic danno di che vedere in un
punto alquanle naturali produzioni. Eppero incorag-
gialo da un nostro socio, cui va per 1 animo osser-
vare nel suo luogo nalale la bella madre nalura , e
che molto avanti ha sentilo in fallo di quesla scien-
za, vengo a presentarvi, a quel che mi posso, alciine
idee suli' assunto , fruUo delle mie osservazioni , che
voi avrete a caro per esser 1' opera di un membro
di si orrevol consesso, che non ha guari avviossi alio
studio di questo ranio dcU' umano saperc.
Slassi a due iniglia a un dipresso da Catania
ed alia direzioue di El^E, il piccolo villaggio di Lo-
gniaa. II trallo di tcrreno die ivi da Catania ci me-
na e fiancheggialo dalla parte di N. di alcune cor-
renti di lava che tutte percorrendo alia direzione di
0. ad E. servono direi, quasi di liinile alia piaggia
meridionale dell' Etna. Alia parte di S. si veggono
ancora le stesse lave disposte a correnli che vanno
a limifar con le acque del mare Jonio e ne fanno
spiaggia incgnalraente formala , ripida ed in alcuni
punti impraticahile. Una correnle dell' Etna che a
prima giunla dirobbesi un mucchio di pietre rolon-
date a forma di piccole colline disposte, sorge di Icg-
gieri prcsso al Crocifisso di Lognina e sino al di la
di S. Giovanni li Cuti si eslende , da dove prenden-
do suo corso allra corrente di lava , si fa vedere
presso Lognina ed alia parte seltentriouale del suo
piccolo scalo. Questo luogo cotanio descrillo dal Pli-
nio , e fiancheggialo dal lalo di poncnle da un sab-
bione a grossi elementi e di masse rotolate di lava ;
209
dalla banda meridionale dalle lave di S. Giovanni li
Cuti, c da sellculrione dalla slrada cbe porla ad Aci
Caslello. II suo piccolo scalo a forma di semicercbio
guarda a sirocco , e di una mediocre esleiizione ed
apprcsia ancoraggio a barcbc pescarccce e da raer-
catanzie. II sabbione ove scoverlo si osserva dal lido
del mare rinipelto alia cbicsa ba la largbezza di i3
palmi siciliani , sendo poi la sua lungliezza intonio
intorno al lilloiale di 69 palnii a un dipresso , non
compresa quella parte che viene da un muro spar-
tita.
Da Lognina dirizzando cammino sino ad Aci
Caslello si scorge ben davantaggio gualando verso
mczzogiorno un lillorale sassoso , dove ie lave a co-
piosi ciotloloni ed a pczzi scantonali si Irovan gia-
ccuii ; come ancora nelle allure a corrcnli agevol-
menle si marcano. Qui c Capo Monaco. Le slcsse
lave stauno a sctlentrionp, In <jiiali se non presenla-
no una forma scabra, rugosa, un suolo lulto forma-
to a precipitanza di fuoco, ed un color cupo di quel-
le maleric dianzi incandcscenli ; cio allribuir devcsi
air inJuslria di quei terrazzani cbe filli slando nel
palrio suolo ban raiglioralo la faccia del luogo nel
rcndcilo alio a produrre qualclie cosa di fnillo.
Nel mentre cbe per dirupalo cammino il viag-
gialore vagbeggia alia parle meridionale dell' Etna lo
elfello dcir uniana indushia , scndo dalle coUine di
S. Gregorio sino a poclii passi dclla slrada di Aci
Caslello quel Icrreno ornato dal vcrde ulivo , dal
niandorlo, dal fico ; e dalla vile gli vien fallo tan-
toslo vcderc progredendo piu ollre una rupe di mo-
le non lieve, sopra la qr.alc e un' aulico caslello da
26o
cui ha preso nome tutta quella b(K^ta, e che guar-
da a meriggio.
Da 11 sinQ ad Aci Trezza per lo spazio di im
miglio siciliano si scorge alia parte di mare ua ter-
reno sassoso e sabbionoso forraato in parte di ciotto-
loni e grossi massi rovesciati ; meiilre poi salendo
per quei luoghi che sono a tramontana si trova uoa
serie di poggi e colline che coi loro frantumi ban
dato nascimento ad uu lerreuo di deposito , ove le
frutla di Cerere ondeggiare si veggono. Aci Trezza
che siede solto la coUina delle Cretazze e nella piu
bella situazione locate che si possa omai immaginare
in ua littorale vulcanico : c di fatti il Capo dei Mo-
lini, che sporgendo fuori mare presenta alia vista di
chicchessia una pitloresca veduta, fiancheggia qi»el!a
horgala dalla parte di greco-levanle , il mare Joaio
ne iandie la spiaggia a mezzogiorno , le coll ice di
Aci Castello ed i poggi rli Rose e Catanzaro le slan-
no alia parte di poacnte , e le collme delle Cretazze
e di Mompileri, che vanno a legarsi a quelle di Ni-
zeti, di S. Gregorio , e di Reitana , sono il (ermine
alia parte di settentrione.
Di fronte ad Aci Trezza sta un' isoletta di figu-
ra quasi rotanda e di 4-8o cannc di estensione ; e
da !i a poco in direzioae orizzontale da E. ad 0.
sieguono i cosi detti Faraglioni che dagli antichi per
enormi massi lanciati dai Ciclopi abitatori dell' Etna
tenuti furono. 11 Faraglione grande che termina a
guisa di un cono e presso a 3oo canne di estensio-
ne ; il secondo e piu piccolo di questo e 1' ultimo
non e che a raeta del secondo. Molti pezzi di scogli
siffatti non solo, ma dell' Isola anzidetta se ne giac-
26 I
ciono cadiiti ncl marc , e le acque cLc vi siguoreg-
giano vanno mano niano a sforniarli.
Da qiicstc lopografiche vcdiilc sopra quei luoghi
ei rilicva Lcn bene cbc varii prodolli nalurali lian
dalo originc alia formazione di quei tcrrcni , dove
moKc rocce si sccrnono die Ira loro diffcrcnziano si
per la nalura del loro composlo , come anoom pel
modo ondc si slanno a giaccre ; il percLe io vi ler-
ro con(o alia spicciolata , iiiuslri socii , c di cio che
alia loro composizione ed alia loro svariala giacitura
si addice.
Riandando col pcnsicro Ic conlrade di Lognina,
Aci Trczza e Caslcllo si vicne agevolmente a desu-
merc csscr ivi alquairte rocce e tcrrcni che fra loro
diffcrcnziano. E primamentc la lava cbe xenendo giu
dalle falde doll" Etna passa a canto del Crocifisso di
Lognina e credesi essere slala nna di quelle cbe se-
pclli il porlo Ulisse, offrc quivi dclle cmincnze e de-
gli avvallamcnti non ordinarii nclle corrcnii vulcani-
che. Le scorie di cui si compone, oltre a cio , sodo
rimarchevoli per la figura rotoudala cbe offrono per
lo spcsso e per la grandozza cbe non va ollre a quel-
la di un pugno o al pin di una testa umana. In es-
se scorie , abbencbc tulle di un prodotto vulcanico,
si scorgc raliVoulandolc insicme un tcssulo cellulare
in alcune, od in altre compalto, ed una pasta granii-
lare c Icrrosa nelle prime, menlre nclle scconde e
fusa c dura di mollo : conscrvano taliine il caratlcie
scoriforme , allre rassembrano a scanlonate lave , (d
in isvariato modo congiunle danno opera alle promi-
nenzc in discorso. II loro Iritume compalto dal tem-
po c simile aJ un lufo c composlo di piccolo patlir
262
celle di sostanze silicee per cbimica combinazioae a-
derenti, cd e facile a risolversi in polvere nera, luc-
cicaate, e bibola ; il percbe e a fraltura lerrosa. La
lava a pasta fusa e corapatta e tempestala di cristal-
li di pirossena c felspato c di piccoli grani di peri-
dote, da scintillc allorcbe vien percossa dall'acciarino
e mostrasi ccllulare.
II sabbione di Lognlna cbe ia seguito vien fatto
di scorgere, e un coraposto di grossi granelli di raa-
teiiali silicei e calcarei, i quali alia formazione pri-
mitiva dei terreni di Messina ed a quella secondaria
di Tauromenio si appartengono , occupa la piaggia
dello scalo e non e per punto legato da un cemeo-
to pelroso; sendo i granelli di quel raateriali cbe lo
compougouo alio stato mobile. Qui buona dose risie-
de di concbiglie marine, le quali essendo in lutti i
punti al sabbione frammiste, vengono a badirci in
capo r idea di un deposito concbigliare. II mucchio^
a dir vero, delle concbiglie e notabile , e per la di-
versita degli organici ivi imbattuti e per la loro pic-
eola, dimensione. Questo sabbione cosi sciolto, e co-
s\ alia spaggia vicino, non ha preso quella adesione
cbe da in moslra il Grader cocquiUiei\ quando in-
contrasi a qualche altezza sul livello del mare , ma
essenzialmente ne ha tutti i caralteri, perche corapo-
sto di tritume di concbiglie, di spoglie insieine e di
larve di esse, e di granelli sabbionosi silicei , vulca-
nici e calcarei.
Siegiie non a molta distanza di quel terrene ua
deposito di ciottoloni di lava , detti pietre tonde , di
figura sferica ed ovoide, della polenza di tre a cin-
que piedi e piu oltre di diainetro e di una pasta fu-
263
sa e disseminata di grossi crislalli di mineral!. II pi-
rossiene ed il fclspato con olivina gianuliforme for-
ruano 1' iusieme di quelle rocce c di quel crislalli, c
la forma laminare, il colore luccicantc e la spessezza
del felspalo , il color nero e la forma del pirossene
che gia vcggonsi alio stalo di fusione ridotli, jui fan
considerare quelle masse a pasta porfiroidca Parec-
chi ciottoloni di lava sono foracchiali in mille, guise,
di modo che sembrerebbe cosa sfrana a laluno il ve-
der queste masse in si strana foggia, se non gli sal-
tasse in capo il pensiero che 1' acqua del mare pella
via umida suole attaccare la selce , e che il sodio
sciogliendo grado a grado le parti silicecT va a sccra-
pagginare il tcssuto di quelle rocce , come 1' ha ad
evidenza fatlo moslra in qucsta raguuata un preslan-
tissimo nostro socio Gioenio (i).
Nei vani di queste rocce rolondate scorgesi im
cemento pietroso che lega 1' uno all' altro ciottoioue,
cd i frantumi nella sua pasta comprende. Un lal ce-
mento e stato designate dei Gcognosti col nome di
breccia, perchc una pasta uniforrae lega in varii sen-
si frammcnli angolosi di altre sostanze , onde io a
cagion di quelle materie di cui va composto, breccia
calcare silicea vcngo di addiraandarlo. La pasia che
lega i minnzzoli di lava e un carbonato calcare gial-
liccio di una grana grossicre, avente seco frantumi
(i) Gemmellaro. Memoria sopra nn pezzo dl laTa corroso dalle acqne
marine,- inscrila nel toI. VI dogli Atli Accademici.
Alii Accad. F. xr. 33
264
di conchiglie marine che stanziaaa nei noslri mari ,
ed e tenacissimo. Alquanti puntl di uu color che da
nd nero nella pasta di quel conglornerato s: osser-
vano, il che pare di aver cagionalo i piccoh franlu-
mi delle recce vulcaniche, che nel calcario s' irami-
schiano. Quesla breccia noa e ia quella contrada di
moHa esleasione e spessezza, ma slassi in iimitate
bande ed occupa il vuoto che lascian tra lore le mas-
se rotondc. Le lave disposle a correuti vi signoreg-
giaao e forraano a casi dire il limite dique' deposi-
ti. La lore pasta e tutta uaiforme, fiisa dal fuoco e
luccicante per i cristalli che tiene in serbo. La loro
struttura e va.ria;. or ammassate ed era in prisrai ot-
tusissimi ritrovaadosi , e la foggia onde sen giaccio-
no e a gaisa di correnti, come dianzi I'ho delto, che
in alcuai puati fan marcatameate vedere il segno ia
cni vennero a varie riprese aramonticchiate , non lo
potendo in molte altre, che sono tahnente o ammas-
sate o sformate nei punti ove si legano, da portarsi
credenza di essere di un solo getto e di una sola,
esplosione vulcanica.
Presso a Capo Monaco nella direzione di E. i
ciottoloni di lava che si assimilano a quelli di Lo-
gnina se ne stanno nel basso del littoraie:. le lave ia
raassa vi sono a correnti, ed a man destra, della ra-
pe di Aci Castello le stesse lave forman dei prismi
ad angoli ottusi e rotti negli spigoli; onde si va a
deteggere che le lave tutte da me gia passate a ri-
vista si fan vedera sotta triplice aspstto: i , alterate
dagli agenti meteorologici, e travisate dall' uinana ia-
dustria, 2, dlsposte a correati, 3 , giaceati a prismi
verlicali.
26S
La rupe di Aci Caslello e la plaga al di solto
addimaudaDO allcnzione a tulf uomo che si conosct;
di gcologia. Qui molte roccc stamio in inostra e mar-
calamcnle si veggono. I basalti globiilari in poslo ,
quclli allerali e inescolati a soslanze lenose, il pepe-
rino pirossenico , ed i basalli giii crollali sono cid
che forma 1 obbiclto d«lla geognosi'a di quel luogo.
A dire alcun che sulla facccnda e indispcnsabile co-
sa, ornalissimi socii, che tengbiate per fermo essere
il basallo globulare lo slesso che il prisnialico per
cio che riguarda al suo com poslo, se non che diife-
renzia dallo slesso per avcre una pasta semifusa a
prismi regolari conccnlrici, cd inveslila da una scor-
za vclrosa. Tali sono prcsi neH'insierae i basalli glo-
bulari di Aci Caslello i quali occupano Talturadella
rupe tulla inlera dalla parte che guarda aS.e per mela
quasi in. quella clie al lalo opposlo si sta. Vcnendo
poi alle minute dissamine su quella roccia , 'puossi
nolare che quei basalli globulari solto triplice aspelto
di visla presentansi.
1 . Basalti globulari nella loro forma nalurale , o
a prismi concenlrici.
2. Basalli globulari a prismi divcrgenti.
3. Basalli globulari alio stalo lerroso o allerali.
1. I basalli globulari a' prismi concenlrici che
locati sono alia parte verso niezzogioriio si veggcn
fra so stessi aggruppati e van coperli di scorza vc-
lrosa, 0 della slessa snudali. I primi banno una pa-
sta ccUulare, ncrastra c luccicanle; sono della gran-
dezza di due a Ire piedi di diametro, ban la fogg'a
di una palla ad un di prcsso di figura rolonda , e
mostrano al di fuori della rupe la loro forma con-
266
vessa (i). Quelli poi che mettono in aperto i loro
prismi sono ^;della stessa grandezza dei primi e loro
assimilausi nell' cstorna figura. I prismi di questl ba-
salti sono pentagoni, conceatrici e inloroo intorno in-
vestiti di una scorza vetrosa, ban la lunghezza di ua
piede e mezzo , la spessezza di tre pollici e sporgoa
di molto fuoii della massa basaltica.
2 . Accanto ai basalli globulari nella slessa ban-
da della rupe di Aci Gastello si giacciono i basalli
acciaccati e compressi a prismi divergenli e non a-
venti del tuUo la scorza vetrosa. Questo fatlo si ira-
porlantissirao per darsi spiegaraenlo dell' origine dei
basalli globulari , fara salire sino al midoUo dell' os-
servatore quell' esultanza che in tal rincontro 1' invade
tosto che sapra metier 1' occbio a suo luogo e bene
avvisare il modo di come talc roccia in quella rupe
sla fissa, I prismi dei basalli acciaccati e compressi
sono per cosi dire sviati dal centro comune, e sicco-
me per la loro grandezza non van molto lungi dai
primi, pur tuttavia ne differenziano per lo modo on-
de sono disposti. E di vero la varia direzione cbe
prendono , il differente posto che occupano ed il di-
sordine cbe in quel tutto conservano, ci fanno melter
pensiero a considerarli come slegati fra se stessi dal
peso di quel cbe addosso un di vi piombarono e che
(i) Alle mio osservazioni giova moflo che vadan di coppia qoelle dei
professore Gemmellaro, il quale ha scritto da on Taientuomo che
egli e nella Memoria sul Basalto a pag. 58 del vol. 2 degli
Atti Gioenii.
267
vi stanno di sopra. A ribadirc nell' animo la facen-
da e prczzo dcU' opora die allc inie osscrvazioni ag-
giiinga quanlo iie lia scrilto un noslro prestantissimo
socio. Ecco le sue paroles Nella parte di mezzogior-
no in fatto dolla rupe di Aci Caslello si osservano
moHi piccoli prismi (dei basalli globiilari) acciaccali
in varie direzioni e molti ancbe isoiati iromezzo ad
un namero infinilo di quelle masse sfcroidi » (i).
3. A porre tcriiinc alia niia diciUira sopra i
basalli globulari cbe nel loro nicchio la in Aci Ca-
slello veggon falli di scorgersi, fa d' uopo clie io ve-
ne dica alcun cbe di quclli cbe sformali apprcsen-
tansi. Giaccion essi alia banda opposta della rupe ,
non sono mollo spessi e frammiscbiansi a sostanze
terrose ed a minuzzoli di quei basalli cbe dianzi si
scrcpolarono. II loro Icssulo e cellulare, bruno nera-
slro e nella supcrficie friabile, cbe gia va in piccio-
lissirai frammcnli a risolvcrsi. La diraensione di roc-
ce siffaltc e di raodo svarialo, la forma e quasi sfe-
rica, ma non ben bene marcata, come in quelli del-
r opposlo lalo si scorge, sendo cbe nel punlo di de-
coraporsi rilrovansi. Limilano esse rocce verso il ci-
glion della rupe con un deposilo mobile cbe risulla
di parli terrose e basallicbe, di poca estensione e
spessczza , di color nero e giacente in maniera cbe
occupa in ogni verso quelle spazio cbe lasciano i
basalli in discorso. Alia parte poi cbe da nel basso
(i) Mem. sal Dasalto loc. ci<.
268
quelle masse sferiche con la cosi delta breccia o pe-
perino si legano.
II peperino pirossenico clie Tien dielro ai ba-
salli e in ambi i lali della rupe, se noa cbe da quel
canlo ove i basalli sono piu spessi , e di minor do-
se, Don lo essendo tale in quel punto cbe essi sono
di poco numero e vicini a decomporsi , ivi la meta
deir allura il peperino occupando. Tale roccia a pa-
sta di UQ congloinerato granulare ed a fraltura ter-
rosa risulta di un mista di Yarie soslanze da cui ha
Iratto suo nascimenlo. II basallo globulare rainuzzo-
lato e il primo elemenlo cbe alia vista dell' osserva-
tore s' inconlra ; e di falli i pezzi di quesla roccia
sono in parte a guisa di nodoli di figura piu o me-
no angolosa, sporgeuli alcune linee fiior di quel mi-
sto e dallo slesso avviliccliiali in lal modo cbe fanno
una breccia; ed in parte frantumali del lulto in mo-
do cbe segno non lascian visibile di loro strultura ,
sono coul'usamente fra se slessi mescolali e forman
la parte lerrosa del peperino pirossenico , ove lucci-
cano una soslanza nerastra cbe ossidiana addiraanda-
si e pareccbi cristalli di pirosscne clie per tali a pri-
ma gmnta si marcano a cagion della figura di pic-
coli prismi cbe affellano. II color del peperino e ros-
sastro nella pasta a meno cbe nei nodoli basallici
cbe sono di un color bruno; e quel cbe piu raonta
si e non addimoslrarsi lo stesso colorito in tutta la
massa egualmeule , sendo cbe ce ne ba di quel pezzi
ove il colore e di un rosso sbiadalo e giallogaolo.
La roccia del peperino e daperlutto ed a rarie
direzioni lagliala da una sostanza bianca , lucida ,
granosa nello stesso modo e corapatta cbe sul bel
sSg
principio scamhiar polrcbbcsi per un cakario ivi ia*
(iltralo e mcdcsimalo alia pasta del peperino, il che
da una forma di breccia ; ma dopo 1" csamc messo
ad effcUo da im cgregio professore cbe si cooosce
di quesla scicnza ( i), bisogna lenerla per Philipsile,
come cgli slesso I'altone il saggio ha avulo il bene
di affermarlo. II minerale Philipsite , gia dedicalo al
siguor de Phiiipps dovizia net peperino non solo, ma
nel basallo allrcsi della riipe di Aci Castello. In que-
sta roccia , trasandando di piu parlare di ({uello cbe
sla immezzo al peperino , la Philipsile e disseminata
a guisa di piccioli punli hicidi e di figiira quasi ro-
tonda, se noa che nei vani o foracchini dello slesso
basallo iavesle le pareti e moslrasi brillanle a gui-
sa di gcodi. Qui come la malcria in dissamina noa
forma dei punli rotondi, puo di leggieri scorgersi il
raodo di sua cristallizzazione ; c di vero a quel che
vaglioa mie indagini sembrami di essere i cristalli
del minerale Philipsile dei prismi roraboidali o in fa-
scetti o aggregali ia forma radiata , terminali dalle
rispetlivc piramidi, c'.ic ia alcuue parll pcro si scor-
gono in disunite fibbro dispostc a guisa di raggi e
di molla luce lumeggianli. Le piramidi nitide di que-
sto minerale si fan vedere nel fondo delle cellule ,
menlre le fibbrc raggiauti si stanno nelle pareli che
iDcroslano.
La plaga di Aci Caslello che pose fine alle mie
(i) II Professore Longo. OsserTazioni geognosliche ed orittogQOSticbe
sopra Aci Trezza. luserite nel Gioraale Gioeoio.
270
osservazioni sul subbietto non e di minore iraporlan-
za per chi si conosce di geologla. Essa e a dir vero
di poca estenzione , guarda il mare da cui non si
eleva di molto, e nella sua supeificie scabra e ine-
guale, perche formata da pczzi scanlonati cbe ivi non
ebbero ii site natale. II terrcno cbe vi signoreggia e
il basalto globulare cadulo dalla rupe iirimiDenle; ma
come questo ba dovuto soffrire alterazione dagU a-
genti distruggitori priacbe desse a crollo quindi viene
fatto di avvisare in quella plaga il basalto anzidetto
in varie dimenzioni. Vi si scorge e vero quello a
prismi concenlrici caduto ad una volla dall' altura; ma
per lo pill pezzi di questo e con specialta alquauti
prismi cbe dal basalto in posto vennero slegati, dan-
no opera al lerreno di quella plaga. Ne questo solo
e il materiale cbe in quel basso fondo stassi a disor-
dine, secondoebe oltre ai basalli globulari vi stanzia-
no quelli a figura di prismi arlicolati in modo si
-strano, cbe piii non veggonsi in alfro sito di quella
conirada- I prismi di questi basalti sono a spigoli
acuti e gli articoli cbe ne logavan la massa moslran
nel punto di loro giuntura la convessila da un lato,
€ la concavita dall' altro; e cosi pare cbe la materia
stala sia da si notabile legamento congiunta (j).
(i) 1/ Gemmellaro nella memoria sul basallo a pag. 6 dice sul pro-
posito,, Nella base della rcipe di Aci Caslello i prismi (dei basal-
ti ) sono peutagonali arlicolati a brevissima dislanza, e Ic artico-
lazioni dei prismi superiori sono convesse , mentre quelle delle
infer iori sono concave,,
271
Le masse tulle della plaga di Aci Castello sono
Iq vari modi foracohiali , effcllo cio delle aequo ma-
rine e Icngono in serbo a cagion dcH'incgualta del
suolo le aequo cbc ivi quasi impaludansi. Alcune
di quesle roCce e per i forami di che sono in tulli
i punli di loro pasta comprese c per esserc sformale
nel loro Icssulo c per csscr coperlc di un lichen ma-
rino danno stcnlo sulle prime a credersi per basalti.
La spiaggia di Vasarello cbe viene dopo al Ca-
slello di Aci prcscnla nel lulto un complesso di va-
rie rocce cbc in due classi divider potrebbonsi ; val
quanlo dire in roccc coerenli di figura angolosa e
rolonda cd in un Iritume di rorce silicee ealcaree e
vulcanicbe. Tra i doposili coereuli della piaggia di
Vasarello possono aanoverarsi le lave ed il basalto
cbe stanno lungbesso il lido. Le lave simili appunlo
a quelle dello sealo di Lognina sono di Dgura ro-
tonda cd angolosa. Le prime sono di varia grandez-
za, cellulari nel loro tessufo; e le seconde a me sem-
brarono roUame della stcssa lava scevcrata dalla so-
prastanle coUina di Banbilori; menlre cbe couservan
lull' era la loro forma prismatica, come vien falto di
vederla sul luogo. I crislalli del pirossene disposli a
prismi sono marcatissimi ed banno un color bruno
che da nel nero. I rollami delle rocce basallicbe so-
no lulti di figura angolosa e so ne giacciono alle
lave congiunli; la loro pasta c compatla ed in alcuni
punli cellulare e spongiosa. I rotlami di esse rocce
non cbc delle lave die sono vicino alia spiaggia ven-
gono nella loro superficie coverli di spoglie di ser-
J Hi Jccad. V . at, 34-
272
pule , di polipaj e di oslriclie che la nel raare si
stanziauo.
Si lega a queslo deposito di rocce fraramentarii
un sabbione calcare-siliceo di minute sostanze , alio
slalo mobile e cbe vieu messo via dalle acque che
lo tengono scioUo. Tale deposito fu da me veduto
nel luogo occupare quello spazio cbe fra 1' una e la
altra roccia reslava; cbe anzi tanto di giorno in gior-
no abbonda e si accresce , cbe le masse vulcanicbe
e basalticbe sono in alcuni punti piu della meta di
loro spessozza dcllo stesso sabbione coverte.
Questi dopositi si estendono da parte di levante
sino ad Aci Trezza, dpI di cui litlorale a un dipres-
80 della slcssa guisa si trovano di come nella spiag-
gia di Vasarcllo. Da qucsto punto di mare facendo
alquanfi passi entro terra si veggono 1 basalti pri-
smatici arlicolati e pentagoni in quel mobile terreno
caduti. Sono essi veraraente di smisurata grandezza
e tulti in la loro pasia veuati da commisure ; il cbe
accade per F unione di molti prismi cbe ne fanno la
massa, vanno a finire in punle acuminate e se ne
stanno caduti nel senso di loro lunghezza di modo
che un ccrto paralcllismo tra i loro prismi vertical!
e quel terreno si avvera. Di questi basalti parecchi
sono in ogni verso da molli infra loro aggruppati
prismi composti , cd altri poi risullano di due o tre
grossi prismi che veraraente arrecan diletto in farseli
a vedere con occbio maestro all' osservatore filo-
sofo.
Lasciato a man dcstra il litlorale di Vasarello ,
e facendoci a considerar quelle rocce che stanno a
273
sinistra e qiici terreni che sono dalla nuova slrada
che porta ad Aci Trezza partiti , ci verra cosa noa
lieve il vcdcre in piccol Irallo di suolo un comples-
so di varic fonnazioni che di molto momento addi-
mandansi per quanlo rigiiarda alia gcogiiosia di que-
st' angolo dclla Leila Sicilia.
II lerreno basallico , 1' argilloso cd 11 vulcanico
qui facilraentc iiel poslo naturale si scorgono , e co-
me che di quesli varic roccR cd a diveise soslanze
rivengonsi , pure ad un baiter di ciglio per la lore
iiniforraila di sirullura agevohnente classificare si pos-
sono; ma io amando meglio risconlrare la natura nel
suo sito nalale, credo alia bisogna che parlilamenle,
illustri socii, vc ne facessi consapevoli.
I poggi di Rose e di Catanzaro che siicccdonsi
lungbesso la slrada che un tempo dal villaggio di
Aci Castcllo menava alia Trezza, sono tutti da capo
a fondo di un basalto prismatico regolare appunto
simili a quelli che s' imbatterono alia raia vista nel
terreno mobile di Yasarello. La loio massa siccome
e da varic fissure venuta , segni proprii della sirul-
lura del basalto prismatico , viene facilmente a risol-
versi in pezzi tosfoche se ne dilala il punlo di com-
misura che quelle rocce fra loro tiene aggruppate.
E di fatti avendo messo ad opera un lale divisamcn-
lo, ne ho di risconlro ottenuto dei pezzi scanlonati ,
che mi ban fatto vcder bene sul terreno di cui vi
parlo.
II basalto di Poggio di Rose e di Catanzaro e
in alcuni punti conipatlo cd in allri poroso e pieno
di cellule di figura ovale e rolonda. Nel primo luc-
cicano alcuni cristalli di analcime che appena veder
274.
si possono e nel secondo si sla il mesotipo che per
ogni verso su quella roccia si e disseminato. II ba-
salto a colonne verticali s' ingrossa nella base di quei
poggi e va lievo lieve a raancare sino a cbe ridu-
cesi la nel ciglione a formare una punta acuminata
prendendo cosi la forma di un cono. Abbencbe di
questa roccia altcrala non vada scarco 11 Poggio di
Catanzaro , pur tullavia , a quel che mi credo e piu
notabile e fassi vedere a piu toccbi essa roccia nel
poggio di Rose, dove non discernesi altro nel punlo
cbe si e avverata la scomposizione del basallo , se
non un deposito di color bruuo mescolato al terric-
cio cbe dagli agenli estranei vi fu messo.
Succede in arabi i poggi, e nei loro acclivi fian
chi al basalto decomposto, quello prismatico, com-
patlo, a grana fina ed a fraltura terrosa; indi quel-
lo pieno di Mesotipo e cellulare , cbe come potrassi
discernere di leggieri da un saggio da me sul luogo
staccato, tiene del forro iridato nella sua massa; ma
un tale prezioso accidente , se mal non mi appiglio
da me per tale in quel saggio veduto , non va per
tutti lo stesso; mentre ce ne ba di quelli cbe di cio
sono privi. Una materia biancastra alia fine si e in
alcuni punti immessa nelle fissure delle rocce basal-
ticbe e ne ba fatto quelle masse di sua sostanza si
screziate, cbe sembrano nel loro complesso di un a-
spelto venalo.
A rldosso del poggio di Rose sla la collina ar-
gillosa di Bambileri di figura rolondafa, a strati qua-
si orizzontali e coverta di plante. Sul finir della stes-
sa e nella parte superiore si scorge una corrente di
Java di non poca spessezza e di figura prisraatica ;
275
fallo al certo nolabilc per darci pcnsiero a determi-
nare quel suolo dove 1' ignivomo monle ha scaricato
sopra le rovcnli sue lave, e per ispingerci a creder-
lo di un' cpoca ben lontana da quci prodotti vulca-
nici die ivi a coricnle si eslcsero; i di cui frammcn-
ti cd i cioltoloui di figuia rolonda di lava occupano
via via quclla collina nei suoi lianchi, cbe alia volta
di mczzogiorno si slanno.
Siegue in direzione di levante la forraazione ar-
gillosa cbe a polcnli strati ed a molte allure per quei
luogbi si cslendc. E di falti dal punlo della collina
argillosa di Bambilere per una linea orizzonlale un
ierrcno argilloso s' incontra; e scbbene inlerrolto sia
dalla vcccbia slrada Ira Aci Trczza e Castello , pure
riappare alia parte cbe da a mczzogiorno, e scorge-
si di trallo la collina di Mompilcri e quella cosi del-
ta delle Cretazze cbe per lunga discesa ci conduce
Delia piccola borgala di Trezza.
La collina di ]Monipileri e argillosa simile a quel-
la di Bambileri e di allri punli del trallo terreslre
deir Etna, cbe dalle lave non e sfalo mcsso a covor-
lo. Alia parte cbe guarda mczzogiorno e la coUina
di Mompilcri fiancbeggiata da una corrente vulcanica
cbe forma del prismi Neilicali ollusissimi e ne' suoi
fiancbi si poggiano aiquanli pezzi di lava di forma sfe-
rica ed angolosa ; cd alia parte poi di Iramontana e
rimpctlo la slrada anzidella , e slralificala in seuso
orizzonlale cd uaiforme. L' argilla e sul bel princi-
pio impura e tuKa piena di slerpi e radici diseccate
di piaulc ; ma scavandosi a fondo si mostra spoglia
di quelle clerogenie soslanzc , siccbe puossi ben da
avanlaggio osservare. E di vero il sue tessulo e com-
276
patto , fissile ia alcuni piinti , e facile a sgrefolarsi
tostoche si ha per le raani. II suo colore e giallo
sbiadalo con punti clie daono ncl giallo carico , ef-
fetto al certo dell' ossidazione del ferro , la sua frat-
tura e terrosa e la sua pasta cbe si compone di si-
licate di alumine ed acqua, e disseminata di piccoli
granelli di sabbia , o gres guarzoso che in tulta la
forraazione argillosa dei dintorni di Catania colla stes-
sa e congiuQto. Gli organici fossili vi doviziano ed il
Buccinum strialum del Lamark e la Serpula pro-
tensa del Linneo da me ia poco rotar di tempo rin-
venuti, mi dan per certo cbe se a bello studio se ne
sventasser le viscera , Iroverebbonsi non pocbe con-
cbiglie fossili cbe vi si anniccbiano : quel pero cbe
piu raonta sulla faccenda si e cbe 1' argilla di Mon-
pileri , come deteggesi da un pezzo cbe ne conserve
contiene in tutta la sua pasta delle milioliti ridolte
a fossili e non percettibili ad occbio nudo.
La coUina delle Pietrazze per ultimo, cbe sul
finire delle sue falde sostiene il villaggio di Trezza ,
e scontrafatta del tutlo, percbe mcssa a cultura, lun-
ga pezza durar devesi nel considerare le sue stratifica-
zioni ed il modo di ccrne 1' argilla e deposta; cbe ad
onta di molte difficolla le quaii snl bel principio mi
si pararono iunanti, e come bo rilevato stratificata in
senso orizzontale, e tutta impura nella superficie per
aver fatto impasto con sostanze vegetali e lerrose. E-
normi pezzi di lava salendo su per I' altura si veggo-
no, ed abbencbe si siauo affondali nella roccia argil-
losa e coverti vadano di mobil deposito, pur tuttavia
marcatamente osservare si possono qua e la cammia
facendo per tutto il terrene .
277
A complclare le mio osserv.nzioni sopra quelle
allure da Poggio di Calanzaro sino alio Cretazze, fa
d uopo die io vi dica alcun clie sul Icrrcno inter-
raediario e clie forma il basso fondo di quelle coq-
frade.
Un mislo di Lasalfo e di lava ridolti a minnlis-
simi framnicnli , di argilla e terra vegelale furnia il
lerreno mobile di quel luogo cbe avvicinasi ai poggi
Il suo colore e ncrastro , la sua massa e spessa e
congiunla a cioltoli ovali e sforici di lava e basalto,
come mi vennc il dcslro di vedcre la dove il terrene
« di traverso laglialo per la coslruzione della nuova
slrada che dovra da Aci Rcale condnrre a Calania.
Ivi, io mi dicea, la spessczzi del lerreno mobile j)u6
valutarsi di quallro picdi siciliani compreso il de-
posito dei ciolloli che scnza alcun ordine a quelle sciul-
te e franturaale soslanzc e congiunlo. Non mancano
grossi rotlami di lava e basalto occupare di quel lo-
ghicciuolo la superficie, e vi si vcggon del pari ciot-
loli di figura ovale del basallo decotnposfo. Pcrcorren-
do pill innanzi nel basso delle colline argiliose cessa
in alcun modo il basallo a far parte del lerreno mo-
bile uon csscndovi cbe un coniposlo di argilla , di
lerriccio e di lave cbe sono a minuzzoli ed a pezzi
ben grossi: qui 1" indusire colono da opera all' agre-
sle collura c non cossa merce sue faligbe di farvi sbi;c-
ciare Ic spigbe e quel legurai cbe al viver nostro di
vanlaggio abbisognano.
Seuza pill inlratlenorvi, illuslri socii, in tali nii-
nuziosc riccrcbe sopra il lerreno argilloso , basallicu ,
e vulcanico di quei dinlorni e cbe sla a setlenlrione
di Aci Trezza , seudocbe ollre di csscre maneggialo
278
a piu tocclii da uu nostro infaticabile socio , oltre di
essere slato messo a risconlro coa altri punti di quel
suolo che ci circoiida ( i ) > ^^ oltre dopo di averlo
percorso chi ha sentito bramosia di esaminar quelle
piante clic rigogliose si sbucciano, di notar quel ri-
gagnoli che a tortuosi giri vi scorrono , e di analiz-
zare quel minerali che in bel mode vi baa seggio(2)-,
e alia porlata di ognua di voi che mostrerebbe de-
sio di vetificare sul luogo queste chocchessiano osser-
vazioni da me mandate ad effetto ; vengo a parlarvi
deir Isola e dei Faraglioni che van di fronte a tutta
quella borgata.
Ponendoci di primo Iratto ad osservare quel luo-
go avremo di che chiaraarci al pensiero quanto ne
favoleggiaron gli antichi di misterioso e di strano ;
non essendo perd questo ua che far da Geologo; ma
un sentire da storico lascerem noi a chi pensa essere
quel luogo V Isola dove Ulisse approdo, e quelle mas-
se dette Faraglioni gli scogli da Poliferao lanciati al
prode Acheo che se ne andava per accattarsi la vita;
ci faremo a vederli quali essi sono, e quante cose im-
porlanti in fatto di geognosia ci mostrano , le quali
lutte , a dire di un nostro Socio , malgrado le tante
(i) Gemmellaro. Memoria snt Basalto , snt tratto terrestre dell' Etna
e sul confine maritlimo dell' Etna iuserite nei volami i, 2, e 4,,
degli Atti dell' Accademia Gioenia.
(9) Si allude ai travagli in Botanica , Idrologia , e Mineralogia faiti
dai Socii Professor! Cosentini, Di Giacomo, e Maravigna, ed in-
seriti negli Atti dell' Accademia GioenlS.
279
descrizionl presenfano pur lutfavia sempre nuova ma-
teria di osservazioni e d'indagini, E di vero 1' isola
che in mare si estende per ben 4-8o canne di cir-
conferenza e degna di ogni considerazione per la va-
rieta delle rocce non solo, nia dei miDcrali che liene
in serbo; il perebe si polrcbbc stimare con giuslo (i-
tolo un prczioso gabiDello in mineralogia per cbi va
in cerca di quanlo fa 1' oggello di quesla scienza.
Oocupa la superficie dell' Isola alia parte cbe in-
clina verso levanle una roccia biancastra, terrosa ve-
nata di analcime , rude al laKo e friabile cbe si fu
presa da non pocbi per una specie di marna. II suo
mode di giacere in quesla banda affetla un non so
che di sedimenfario e la sua massa e spessa del tut-
to ed uniforme. Dal lalo opposlo e con ispecialta do-
ve per una fessura si va sino alia spiaggia, quesla
roccia e a piccoli slralicelli verlicali non molto ade-
renli fra loro nelle grunlure , e fcnace ; e di un co-
lor bianco sporco nella massa e giallaccio nella su-
perficie , ed il suo tessuto e piu compatto e non si
facile a sgrelolarsi. L' analcime a crislalli qui occu-
pa in tulli i modi la pasta, ma quel die piu monla
si e cbe nelle faccelte degli strali cosl disposti dovi-
zia , donde io di cio vago mi feci replicate volte
a sperimenlarlo , ed ebbi 1" agio di trovarvi sempre
r analcime. Piu sol'o andando giii verso mare alia
parte di mezzogiorno quesla roccia cambia aspetlo e
figura; menlre cbe la sua pasta addiviene compatta
fra se stcssa e aderente , il suo colore bninaslro , il
suo peso niaggiore di qucllo delle due rocce or con-
nate e nella sua massa di analcime va scarca.
J III Accad. y . XF. 35'
28o
Si lega questa roccia al basalto e lo sforma di
modo che fa svanirc nel punto in cui alio stesso
coDgiungesi la sua struttura ed i raateriali di che va
fonnato; che anzi, come puossi ben di vantaggio ve-
nire a capo di cio da ua pezzo che presi nel Peg-
gio di Catanzaro ; lo stesso basalto e comperto tutto
al di fuori di una sostanza biancastra , e dove fassi
a nudo vedere, e piabile , terroso e nello sfato di
decomposizione. II basalto oltreche serve di base a
questa roccia ne iaglia in varii sensi la massa alia
parte di levante della fessura che divide il lerreno
deir Isola ed a guisa di filoncelli ne partisce la so-
stanza sifFattarnente da non potersi in cid ricorrere
a dubbitanza. Questi filoni sono delicati, di una pa-
sta corapatta, ma che come ivi immessa e facile col
tempo ad essere decomposta.
Una roccia lutla diversa del basalto e die gli
fiancheggia ivi ancora si scerne. La sua pasta a tes-
situra compatta e tulta luccicante per 1' analcime che
vi si stanzia alio stato vetroso, il perche analcimite
e stata giustamente delta. II colore e oscuro o bruno
carico, la massa tutta e pesante tempestafa di piccoli
forami che per lo piu delle volte abbondano di bei-
lissimi cristalU di analcime.
Ecco dunque , o Signori cio che presenta nel
tutto r Isola dei Ciclopi, degna di essere attentamen-
te percorsa da chi nutre brama per lo studio della
geognosia; donde credo essere mio debito sorametter-
vi alcune cose che ebbi 1' aggio di osservare sul luo-
go e che devono, illustri Socii, interessarvi.
II basalto che e la roccia predominanfe ci si
presenta in quel luogo a cagion di sua varia tessitu-
*
28 1
ra e forma di giaccre sotlo Iriplice aspetlo. E pri-
mamcnte il basallo prismatico dcU' Isola chc si com-
ponc di fclspalo e pirosscnc compalti ed olivina gra-
miliformo. A non raolla dislanza passaqucsla roccia ad
csscre f'oracchiala c lutla cellularc, la quale se non
si raoslrassc per (ale dai inatcriali di che .si conipo-
iie , potrebbo cssere scambiala colla lava. Nelle cel-
lule di quel basalto si osserva 1' analcime Irispuntala
e tuUa lumeggiante. Si legano alio slesso le piccole
vene basalliche cbe tagliano la sopraslanle roccia cre-
duta mama, corae poco fa ve ne dissi.
Avvicinandosi il basallo alia cosi crcduta mama
che di era in poi vengo a nominarla basallo dccura-
poslo, raostrasi scontrafatlo al di luori, perdula aven-
do la sua compallczza e quel colore Lmnaslro che i
suoi maleriali non allerali gli davano. E di falli la
sua pasta e gia al <ii fuori alio slalo lerrbso , bian-
caslra. rude al tailo e disseminata di. piccole conchi-
glie univalvi che di lempo in tempo vi si sono loca-
le. Addenlrandosi piu nella massa di quesla rocc'a
si vcde il suo lessuto biancaslro di minore compal-
lczza di quello del basalto non ancora alterato ; ed
in alcune rocce che fanno a cosI dire il passaggio
del basallo lerroso a quello decomposlo vien fatio di
vedere essere la massa di un colore roSsaslro facile
a sgretolarsi e Icmpestalo di analcime a crislalli.
II basallo decomposlo che occupa in mold punii
ed in diverse dirczioui quell' Isola presenla delle va-
riola e di slrullura c del modo onde sen giace. A
dir brevemenle di tulto e di bisogno che vi richiami
al pcnsiero quanlo mi venne a soslo di notare in
quel luogo. 11 basallo decomposlo c di slruUura com-
28s
patta , ma non in tulti i punti dello stesso grado ,
sendocene di quei pezzi die ban no una tale aderen-
za nel loro tessuto da sembrare una roccia coerente
e dura; questa gradazione di tenacila del basal to de-
composto e lo svarialo colorito cbe I'investe possonsi mar-
cataraente vedere tostoche si percorre in tulti i punti
quel suolo dove lo stesso si sta. E di falti il basalto
decoraposlo cbe occupa buona parte della superficie
deir Isola in inodo quasi sediraentario, e facile a ri-
solversi in piccoli frantiimi, come di falti ne ho vi-
sto delle minutissime scbegge di aspetto terroso la
dove gli scalpellini stavano per trovare I' analcirae a
minuli crislalli di figura cubolrapezioidale , meatre
poi quella parte della roccia basaltica cbe sta a stra-
ticelli verlicali lagliala in ogni modo dalle vene del
basalto primilivo e piu aderenle e compatta, e quella
poi cbe in altro luogbicino ritrovasi, mostra una strul-
tura vieppiu solida delle due roccie in dissamina.
Imporlanlissimo si e qui il vedere il posto cbe
r analcime va daperlutio occupando. La roccia ba-
saltica decomposla cbe, a quel cb« dissi sen giace
in modo sedimeutario, e piena in la sua pasta di a-
nalcime cbe in varii modi e congiunta alia stessa ,
di guisa cbe se ne veggono oltre ai bei cristalli del-
le piccolo vene cbe taglian la massa. Ne in cio sta
solo il veder 1' analcime cbe anzi viene acconcio pa-
rimente di scorgerla la dove il basalto decomposlo
mette a nudo , slegato cbe trovasi, il basalto primi-
livo: e vero cbe non e ivi denso il iiostro minerale,
ma scintilla di luce; percbe tra il nero del basalto
ed una ceria sostanza biancaslra riposa. II basalto
composto a slraticelli verlicalmente disposti contiene
i83
copiosa analcirae nei punli di commissura clie I'uno al-
I'allro strafo congiungoiio, di maniera che le faccet-
te della roccia che sono fra se slesse unite tengono
in serbo un tal minerale che in piccoli cubi primi-
tivi e Irapczioidali si osservano: la pasta poi di questo
Lasalto non che queila di essa roccia hrunastra e di
un tulto uniforme ne va scarca, a quel che di rile-
var mi fu dalo.
L' analcime che in questo terreno nel suo posto
natale si osserva, che presenfa doviziose ricerche ed
indagini sul modo di come si sla, e sulle varie for-
me dei suoi crislalli e che alia fin fine da un nostro
Socio Gioenio e nel cubo, e nel cubo oltaedro e nel
trispunlato , e nel trapezoidale e stalo vedulo e de-
scritto (i) ; passa a modificare una roccia che come
piena nella sua massa a dismisura di un tal minera-
le, e stata dall' egregio Professore Gemmellaro detta
Analeimite (2), e dai sommi mineralogi tedcschi per
taleancora adoltalo(3). L'analcime in questa roccia e alio
slato amorfo , e tulla tutia frammista a sostanze ba-
saltiche e pirosscniche, onda addimandar si potrebbe
analcime velroso per essere quasi disposlo a piccole
laminelle di velro. La roccia analeimite e di un tes-
(i) Marayigna. Relazione di alcnne specie ni!n«rali rccentemente os-
servalc nelle rocce dei Vulcaiii eslioti del Val di Nolo a pag.91
del vol. 4 dpgli Alii Gioenii.
(2) Memoria sul bnsalto inscrila nel vol. 2 dcgli Alii Gioenii.
(3) Die Basalt-gebildo X. von K. C. Lconhard. vol. i pag. 228.
Mineralogisctie danreshefle vol. Ernest. Fried. Glocker vol. i ,
pag. J 53.
284-
suto compatlo, luccicante e brunaslro ; ma gli ele-
menU che la corapongono non sono lutli di una di-
meuzione e spessezza, mentre ce nte ha di quelli clie
sono granellosi con punti luccicanti e degli altri che
tale forma non hanno: da cio quindi deduces! che la
roccia analcimite puo esser divisa in due, valquanto
dire , Analcimite a grossi elcmcnti ed a minute so-
slanze, e quest' ultima poi non essendo mollo coeren-
te a paragon della prima e piena di cellule dove
suole aver nicchio 1' analcirae a crislalli che bellissi-
rae geodi ne forma.
A dar compimento alia parte geognostica della
Isola dei Ciclopt mi rimane parlarvi di una concre-
zione calcarea che nel hasso di quel luogo e presso
al inare si forma. Si poggia in fatti sopra il hasalto
scantonato e nel fondo a fior di acqua caduto uno
stralicello non molto potente di materia biancaslra.
La sua pasta e tenace, di grana grossiere e terrosa.
Una soslanza calcarea forma tutto i' invoglio dove di
leggieri si scorge un tritume di raaterie basaltiche e
di organici marini. In un saggio di questa roccia
moderna si veggon giacere confusamente tra i mine-
rali r analcime lucido e piccolissimo , un peperino
rossastro e minuzzoli di hasalto color hruno , e tra
gli organici vi stanno compresi una chela di Gran-
chio di un pollice di lunghczza, un resto di Madre-
pora spugnosa e tubicolata a forma di tuhi ovali e
rotondi , il Conus mediterraneus la Columbella rusti-
ca, il Buccinum maculosum di Lamark, o la Pisania
strialula di Bivona, ollre a delle conchiglie fralfurale
del, tulto. Ma quel che piii monia nolare si e die la
slessa raassa dove si preziosi oggetli del regno orga-
a85
nico ed inorganico dclla natura si trovano; slassi al-
trcsi qualche reslo di argilla da matloni e da pcnlo-
le che yi si e fortementc avvilicchiala.
II Faraglione grande che in direzione di E. ad
0. sicgue r Isola dci Ciclopi , e dcgno di csserc pa-
calameiite vedulo. Egli lennina a giiisa di un cono,
si eslcndc circa a 3oo canne e sporge non poco al
di sopra del marc. La roccia di qucslo scoglio e il
basallo arlicolato a prisrai pentagcni verlicali che in
alcuni punti talmenle si curvaiio che menliscono la
forma di un Tcntaglio. Alia parte siipcriorc del Fa-
raglione ccssa il basalto di farsi vcdere , sepdo ivi
allcralo e decomposlo.
Gli allri due Faraglioni che sieguon lo slesso
nella linea anzideUa, soqo lulli hasaUici, ma la loro
slruUura va di mollo a differenziare da quella del
raaggior Faraglione; dappoiche in vece di vcdersi i
prismi arlicolati dei hasalti regolari, si osserva dalla
parte di S. una scrie di prismi di mole superiore a
quella dcgli ordinarii basalli verlicali , che dai lali
vanno inscnsihilmente inclinando e coverti sono al di
sopra da masse delta stcssa roccia che una specie di
stratificazione mentiscono.
Molte riflessioni cadrcbbero a seslo sopra quesfa
svariala strultura dogli scogli di Trezza c non poche
geologiche indagini sarcbhero convenevoli alia biso-
gna per dare spicgamento dei fenomcni che si eb-
bero origine allorche vennero a giorno Ic masse ci-
clopiche e gli altri terreni delta coutrada che ho im-
preso a descrivere. Tullo cio safo per sommeltervi ,
illusiri Socii , in una delle venture toruate accade-
miche , qualora voi farele buon viso a quauto con
286
qacsto mio primo discorso ho mandafo ad opera; e
dopo che qualcuno di si orrevol consesso imprendera
a descrivere i fossili che in quei dintorni riDvengonsi
lavoro che aveva gia maturato quell' anima sensibile
del Doslro Socio corrispondente Giovanni Piazza, che
morte con sommo raccapriccio dei buoni alia scienza
ha rapito , e di cui il parentado, la palria e gli a-
mici deplorano amararaente la perdita.
su
VIS TSUOVO UEl^IBOTTmRO
LETTER A
DEL PROP.
ORONZIO-GACRIELE COSTA
SOCIO CORRISPONDEiVTE '
ICTTA KEUl SEDDTA ORDINARIA DEL 1 4 PEBBRAJO l83g.
> A -^K/ • } ,A »^ ».» J. » '. ^ !>.
■xr.^am'ms^t'
®^^@«®®t)®®®#@@@®®@®®®®#®@^
SlGNOR PrKSIDENTK
Sento il peso dell' onore compartilomi da cote-
sla illustre Accademia , alia quale e piaciulo nove-
rarmi fra i suoi Sucii Corrispondenti, e cio tanto piii,
per quanto mono rae ne veggo degno , e capace di
corrispondere al lodevolc scopo cui Essa tende, ed al
quale rapidamente si accosta con le dollissime lugu-
brazioni de' suoi componenli.
Mi giunsc l' onorevol foglio porlanle la mia no-
niina, mentrc io prendeva le mosse per gli Apruzzi,
spedito cola da quesla Reale Accademia delle Scien-
ze affin di perluslrare quelle eccelse montagne , per
ago
iutto cio che risguarda la storia naturale. Reduce da
tal viaggio le prime mie cure ho rivolto all' adem-
pimento di uq dovere che mio malgrado e rimasto
trascurato si lungo tempo; siccome intendo fare con
la presente , ringraziando Lei , e tutti gli onorevoli
componcnti di colesla Accademia, cui Ella si degna-
nieute prcsiede.
Avrei desiderate ardentemente darle un contras-
segno di grato anirao , e di aderapimento ai doveri
ingiunti al titolo del quale ha volulo freggiarrai ,
ma Ic forze mal proporzionale mi vietano questo pia-
cere. Pur tultavolla rai fo anirao rassegnarle la de-
scrizione di una Farfalla ch'io credo inedila , e la
quale, comeche appartencnte alle regioni Etnee, puo
meritare 1' indulgenza di essere accolta da cotesta Ac-
cademia teaendola per simbolo di retribuzione , alia
quale ogni membro ascritlo alia slessa e tenuto.
Essa fu da me raccolla insieme alia Geometra
Monogramma e ad una Cincidela, che aricor son dub-
bio se sia o no conosciuta , lorche ebbi il bene visi-
tare cotesle fertili e ridenti regioni nella slate del
1 83 6; e la ho sempre tenula in serbo per assiou-
rarmi sc mai stata fosse da altri pubblicata, special-
mente in Germania, eve il Dahl apporlo moltissime
specie Sicule. Per quanto io mi sappia cio non e fin'
ora avTcnulo , per cui mi lusingo che riuscir possa
nuova la conoscenza di questo clegantissimo lepidot-
tero ai cultori della Entomoloiiia.
Ne accompagno la descrizione con 1' accurata li-
gura, indispensabile per la esatta conoscenza di que-
st! esseri, e con cio pofra coleslo doKo consesso ap-
porlator sopra di essa scrupolosa disaniina, per giu-
29 1
dicare sc realmcntc sia, com' io la credo, specie no-
vcfla. Neir afformativa piacercbLcmi iniporgli lo spe-
cifico noma di Elnca per segiialare la rcgione, alia
quale appartieac, sc allrimeiili non crede colcsla Ac-
cademia.
II lepidoltero , di cui e parola , apparliciie al
grande geuere. Noclita^ e con procisionc al soUo-gc-
nere Eriopus , del quale fin' ora non si couoscono
cbe sole due specie, la Pleridis, e la LaUellii receu-
teuicnfe Irovata da Dapomelles.
DIAGNOSIS
ERIOPUS JETNEA
Er. Alis anticis albo-sericei^ j'ascibus Iransver-
salibus ferriigineis coeruleisqiie , e liiicis angulaiis
conlexlis ; maculis punclmiue in marginc postico ;
Jimbria ex cineieo-J'una(jineoqiie punctis allei nan-
iibus fiiscis : poslicis sericeo-micanlibus , limbo JeT-
rufjineo-, lineis piinctisqne fuscis: thorace griseo ex
fiisco rujescenle: abdomine ciiwreo fusco-griseo ma-
cidalo: pedibus concoloiibus: anleiud-a ruj'escentibiis.
Le ali anlcriori assai inlagliale nell' angolo po-
slcriore liaiino un bordo bianco sudicio , con isplen-
dore di sela o margarilaceo; esse sono Irasvcrsalraen-
le segnale da linee rossaslre disposle a zic-zac, costi-
tuonli una fascia principnie verso i due lerzi dolla
lor base , con le quali ne alleruano allre di color
turcbinn, lalune inlcrroKc ed allre continuale. Verso
la base, dopo (piesla fascia, resta uno spazio cbiaro,
varicgalo pcru svarialanicule da alcune linee curve
color di arancio. Indi succcdono due allre zone mi-
Jtli Jccad. F. xy. 36
292
nori, an ch' esse a zic-zac, coniposte di linee or rosse
or arancine, qua ferriiginec la turchine; specialmenle
verso il raargine iulerno. Queste due zone occupano
poco pill di un terzo della lunghezza delle ali. Pres-
so il margiae es(erno o posteriore , dopo uno spazio
apicale bianco seiiceo ed un allro men chiaro ncllo
angolo inlerno, succede una fascia disuguale di color
ferrugineo con raacchioline piu chiare e puali brunt;
questi disposti in serie parallelamenle al margine, il
quale e anch' esso terminato da una linea fosca ; e
dalla frangia di color cenerognolo misto a ferruggi-
neo con raaccbioline brune allernanti (i).
Le ali inferiori hanno il campo interno bianco
sudicio con isplendore margarifaceo, piu brillaate di
quello che costituisce il fondo delle ali superior!. U-
na larga zona ferrugeaea ne cinge il margine esler-
no, lasciando delle linee piu chiare; e tra queste ed
il campo interno vi scorre una striscia fosca che si
sfuma dair una e dall' altra parte ; e presso la frau-
gia v' ha una fascia anguslissima piii cbiara con pun-
tini turchini nel mezzo.
II capo e anteriormente coverto di peluria color
d'ocra pallido, e di tal colore sono pure le anlenne.
(i) Notisi che costantemente si trova una variazione di colorito e di
disposizione di macchie fra 1' una e l' allra ala ; lo che e stato
fedelnienle trasporlato sii le figure, onde inostrar V oggetto al
uaturale.
Una tal cosa e slata avverlita nella pag. Vllf. Prefazione ai Le-
pidotteri nella Fauna del ilegao di Napoli.
Gli occhi sono bruni, ed un p6 fosco I'occipite:
il torace gcncricaincnle creslalo e di color grigio ce-
nerognolo, danle al rosselto, piu fosco verso I'apice:
il reslo del corpo \a canibiando succcssivamenle di
colore , rilencndo un' aura di fcrnigiDCO su i sem-
menti di quest' ultima parte, danle ancora al ccnero-
gnoio , con niaccbie minute brune disposte in serie
trasvcrsale.
I piedi sono rivcstili d' una peluria moKo liinga
(i), le cui tibie terminate da lungbe e valide spine,
ed i tarsi sono lunghissimi.
Trovasi su le lalde raeridionali dell' Etna , non
pero ne' siti mollo elevati (2).
Dopo alquante altre ricercbe mi faro preggio
spedirle la figura e la descrizione della Cicindela ,
di cui ho fatlo parola superiormente afiinche polesse-
ro colesti dolti Acc.idcmici sommetterla al loro pur-
galo criterio e giudicare se sia o no specie conosciu-
ta, cd ancbe percbe se ne possano procacciare allri
individui. In tal raodo si polranno consultare ancora
gli slranieri cultori di entomologia.
La prcgo signor Presidente, accogliere e far gra-
dire da cotcsla Accademia queslo tenue fribulo di
stima ed attaccamcnlo, assicurandola cbe mi sara sem-
(i) Da cio il carallere cd il nome generico da EpiioSjjs lanagincso
e T8S piodi — Picdi lanuginosi.
(2) Converrebbo ricercaria assiduamonte , per riconosccrne la larva i
costanii e la pianta sd la quale Tire, come per assicurarsi %%
rara o abbooaevole essa sia.
^9^ ., . . .
pre preziosa 1' occasione di poter contribuire ai Inrni-
nosi progress! clie facendo va ogni giorno. Con que-
sta lusingluera speranza bo 1' onore di segnarmi.
Di Lei
Napoli I Noverabre i836.
Dev. Amico e CoIIega
Oronzio - Gabriek Costa,
DEI
DIIVTORNI DI AVOLA
MEMORIA PRIMA
CHE CO^•TIE.NE
I PROLEGOMENI DELL OPERA
DEL SOCIO ONOnABIO
GIUSEPPE BIANCA
LBTTA NBLLA TORSiTA ORDINABIA DEL l4. MAEZO iSSg.
jitii Accad. V. xr. Sy
PREFAZIONE
JIaitre3 de notre maliere , nons I'avons manice d'aprcs
DOS propres sensalions; libres ile toute aolorite nous
n' avoDs consullc que la nature , qui ne nous ogare
jamais lorsque nous 1' interrogeons sans prejuges, et
avec atlcntion.
CiLiBEST, Hist, des pi. d' Europe v. i Inlr. p. xxri.
Dolcvasi Plinio il giovine , ed a ragione dole-
vasi, chc noi di quelle cose stcsse, per Ja conoscen-
za delle quali siamo solili ad intrapreudere ua viag-
gio e a Iragillare il mare , facciamo nessuna slima
standoci posle solto gli occhi. E con piu verila, mol-
ti valeDluomini , caldissimi di amor patrio , hanno
Irovato sconveniente e rincrcscevole , che i dolti fo-
reslieri fosscro moglio inforraati delle domesliche rio
chezze di uq pacse , che non lo sono gli slessi indi-
geni nali ed allevati Ira esse. Voi percio faccsle gran
senno, illuslri accadcmici, nel togliere lo studio del-
298
le cose palrie a principale oggetto , anzi unico , del
vostro istituto. Ed io cosi ad esempio di voi ho cer-
cato non merilarmi i soprannotati rimproveri con que-
slo tenue mio lavoro , che oggi ardisco nielter fuori
al Tostro cospetto, II quale in cbe si versi , e per
quale occasione sia state intrapreso, e come condotlo
breveraente esporrovvi.
L' anno i834-, dope invincibile desiderio, io mi
aveva finalmente per le mani (gia pubblicalo da set-
te anni) il primo volume del Prodromo della Flora
Sicilianadel doltor Giovanni Gussone, opera eccellen-
te, e fornila di belle osscrvazioni, e la piii compiuta
che noi ci avessirao sulla filrografia della Sicilia. Pe-
ro le solenni proteste , che 1' Autore slesso ebbe gia
premesse a quell' opera , e i non pocbi supplimenti
che ben toslo I'hanno seguita, fan chiaro vedere che
egli non la riguardasse siccome un laToro di tutfa
perfezione. E di vpro non parmi possibilc , che ad
un solo osservalore , per quanto sopportalore dello
studio e faticoso uomo egli si fosse , e di giudizio
grande e di exudizione vasta , possa venire il destro
di salire al buon segno in un' impresa di tan to mo-
menlo. Impcroccbe quella semplicita , che 1' umauo
intellelto costanlemente vagheggia , .e che voirebbe
pur riconoscere in tulte le operazioni delta natura, si
irova per Io piu dimenlita dallo state reale e con-
crete delle cose ; donde avviene ( eseraplificando su
la Bolanica), che nelle piante della stessa specie cer-
chi invano medesimezza assoluta , ed invano t' inge-
gni di volcrle ridurre alio individuo, insorgendo in
esse alquante differenze di vario grado, o si riguar-
di la quaUta del terreno in cui crescono, o la varia
299
Icmpcratura del pacsc , o lo slato ingromefrico , o a
dir breve, le diverse influenze del clima ncl piu e-
slcso significalo dclla parola. Le qiiali cagioni , sc
non agiscono tutlc contemporancamen(e c ad un mo-
do, qualcuna per allro havvi scmpre, cbe fa variare
di mollo e la giandczza, e la frcquenza, c il colore,
e gli odori, c il sapoie, e il veslilo eslcrco , e la
durala, e le fasi dclla vegetazione. Eppure di quesle
iiille difiereuzc, ove si tralti dclla Flora d' un regno
inlcro, a obi pretende fare opera che piu si avvicini
a pcrfezione , e d' uopo tener conto e dislinguere
quesli liilti accidenti , cbe or si arrcstano alia super-
ficie degli orgaiii , or vanno piu in la , e cbe per
quanlo variabili si fossero , sogliono pero riprodursi
ciascun' anno con poca o nissuna difformita sotto le
stesse circoslanzc di clima, e die propriamenle cosli-
luiscono la diversila Ira la specie slessa in due luo-
gbi differeuti; doude serapre qiiegrimpedimenli e quel-
le ambiguila doi botanici nel delerminarne i veri ca-
ralteri. Arrogi cbe per si fattc variazioni non e scm-
pre necessario che si cangi di parallelo, giaccbe se-
guono eziandio da un luogo ad un allro a piccoli in-
lervalli, a latiludini uguali o quasi uguali , e trascu-
rando di pigliarne ragione, e regislrando cosi le pian-
te su le semplici osservazioni pralicale in un luogo ,
si ba la dcscrizioue dclla talc specie di quella con-
Irada, e dclla talc di quclT altra, ma uon dclla spe-
cie deir inlcro regno con lutle le variela di essa.
Ne per avvcnlura e a tcraersi , cbe fa
somma di cosl falte disliuzioni sia per cssere sen/ a
effello ; cbe per conlrario io mi pcnso ( ed e puie
pensiero di uomini sommi ) un utile grandissimo po-
3oo
terne venire alia bolanica, e quesfa compararsi per
lale modo alle altre scienze, e conforlarle di aiuto e
di mezzi , anziche ridursi ad uno studio sterile e di
sola nomenclatura. E per dire brevemenlc sopra cia-
scuna, mi gode 1' animo prcndere le mosse dal tem-
po della fioritiira, la quale in ciascun paese avvenen-
do senipre solto un grado determinato di calori (qua-
lunqne si fosse la inflenza che possono avervi le abi-
tudini acquistate) se con precisione e con lulta esat-
tezza venga osservandosi nelle varie coutrade , pu6
bene rappresentare in parita di circoslanze il vario
riscontro delle temperature di quelle. E siccome in
alcuni paesi il calorico medio annuale e lo slesso, e
le temperature raedie dei mesi notabilmente differi-
scono le une dalle altre , e spesso quel clima , cbe
al principio di una stagione e piu precoce di un al-
tro , si conforma ad esso in un daio tempo e poscia
va indietro , cosi qnesle meJesime differenzc si po-
trebbero in certo modo afferrare, prendendo per ter-
mine di paragone uno o piu vegelabili, ed osservan-
do quale di essi concorra nella fioritura in paesi di-
versi , e quale vi arrivi ove piii presto ed ove piu
tardi. E determinare pur si potrebbe di quanli gior-
ni la fioritura delle pianure sia piu primaticcia di
quella dei monti, essendo indubitata osservazione, cbe
nelle piante di questi ultimi luogbi si veggono ap-
pena comparire le prime bocce , quando le specie
stesse delle pianure hanno gia perduto i loro pelali.
In tal modo la bolanica servirebbe utflmenle alia
meteorologia, e la storia delle piante sarebbe ad un
tempo la storia de' clirai,
A questo disegao slesso di poter dedurre dalle
3oi
piante qucsta ripartizione incguale del calorico nei
paesi diversi, non sarcbbe del tudo disulile 1' andar
cotando il vario grado di salurila del colorilo dei
petali ; impcroccbe la csperienza ha provato , cLe ii
predominio del color rosso nei fieri e scmpre indizio
di calorico cccessivo , e le gradazioni di esso per lo
pill non avvengono che secondo una scala termome-
Irica.
Diverse dimensioni ncgli slessi regetabili, in pa-
xila di circostanzc , autorizzano pure a supporre di-
Tcrsi gradi di calorico , e puo condurre alia slessa
conclusione 1' esistenza o 1' incsislenza di uno o piu
Tegetabili in contrade diverse: la quale ultinia circo-
slanza polrebbe ancbe riceversi ad indizio della varia
nalura cLiniica dei terreni, quante voile riguardi quel
dale numero di pianle , che dimoslrano con la fre-
quenza di esse, di quali malerie si componga il suo-
lo, in cui crescono.
Ed iutorno alio sfato igrometrico polremrao ot-
tenere qualcbe indizio dagli odori , che sempre sono
tenui nei climi umidissimi, e forli nei seCx'hi.
Ne le sfazioni dovrebbero trascurarsi, perche or-
mai si fosse in istato di stabilire, quali di esse siano
per alcune specie rigorosaraenle obbligatorie, e quali
quelle pianle che naluralraenle si dislendano passando
da una slazione ad un' altra.
Quesli cd allri di tale qualila esser potrcbbero i
vantaggi, che ci appreslerebbe la filografia d' un re-
gno, compilala nei inodo che si e dctto. Ma non e,
io lo ripelo , nelle forzc di un solo il mandarla ad
effetto, che sarebbe ua mellersi in mare immense. E
302
tornando appunto domle mi sono parlito , moUe la-
gune parve a me , cbe reslassero a riempirsi sollo
questa vediila, in quell' opera di Gussone , per tutti
altri riguardi assai commendevole. Delle quali mi
venne falto di assicuranni al solo paragonc delle spe-
cie ivi descritle con le medesime quali crescono in
queste nostre conlrade, Cos! per quello clie concerne
il tempo del fiorire, oltreccbe il citato aulore noa le
ha dislinto secondo i varii luoghi , neppure sembra
cb' abbia segnato per lo meao i due estrerai di essa
dalle pill elevate alle piii basse temperature; giaccbe
edi fa cominciare iii marzo la fioritura del Mandor-
lo comune, cbe tra noi e in gcnnaio, e rimanda ad
aprile quella della VeronicO, arvensis , cbe qui suc-
cede sin dalla fine di febbraro. Similmente raffron-
tando coUe mie le di lui osservazioni , cbe non co-
nosco in quale luogo fossero slate eseguite , vedesi
cbiaro trovarsi qui pin primaticcia di due mesi la
fioritura della Salvia claiidestina^ dell' Ixia bulbo-
codium^ del Polycarpon telraphyllum , dell' Echino-
phora spinosa e d' un mese quella AaWa. P'eronica
cymbalaria ed essere d' un mese piii tardiva quel-
la del Colchicuin Cupaiii — e raolte prolungarsi piii
in la del limite cbe 1' autore assegua ad esse , come
ad esempio la Saponara officinalis^ cbe dura fiorita
sino ad ottobre raentre Gussone la fa cessare in lu-
glio.
Intorno al colorilo de'petali io trovo designarsi
per violetti quelli dell' Erodium romanum , cbe qui
sempre bo visti porporini , e dirsi dilavataraente ce-
rulee le corolle del Geranium tuberosum , cbe mi
vennero sempre incontrate d' un roseo carico con ve-
3o3
ne cremisi. Nc qui pure i pelali della Clematis Fi-
talba sono perfettamente bianchi come vcngouo de-
scrilli da Giissone , ma sibbene di un bianco lordo
quasi flavesccnle. come PresI li avcva indicati.
Qualcbe piaofa vi si riporta quale annua, ed io
ia trovo pcrcnne , come il Solanum minialum, qual-
cuna air inconlro siccome bienae , cbe qui compisce
il cicio della vcgelazione in un solo anno, ed e tale
la Sinapis incana.
Per le slazioni, a raaniera d'eserapio, si melle
sopra i colli gessosi la Gypsophyla ^rrostii , cbe
qui rinviensi ai basso in terreni argilloso-calcari , e
chc sccondo lo slcsso Autore pur crcsce in Siracusa,
eve non sono colline di gesso. E si fanno citladini
dei luoghi nontani e delle colline dclerminalamenle
1' Erodinm romatmm, V Iledysarum capilalum^ VOno-
nis Schouuni ^ il Ranunculus jlabellantus ^ il Cyno-
ylossum cheirijolium , la Phlomis fruticosa , la
Myosolis collina pei quali quella slazione non e
rigorosamenle obbligatoria , crescendo qui al basso ,
ed alcune cziandio su gli orli dei carapi mariltimi.
Toccando poi doll' abilazione dei vegetabili , io
senlo assai grado all' Autore dell' aver fatfo compa-
rire di quando in quando nel suo libro il nome del-
la mia palria, pero mi duole I'animo, cbe delle pian-
te non pocbe da lui asscgnale come indigene del
noslro suolo, appena sono in istato di pofere assicu-
rare trovarvisi con effetto la Emodea montana , la
Moluccella spinosa^ il Daucus maxmus^ la Ferula
geniculala^ \ yijiiga chamaesylis , e qualcbe altra ;
menlre poi per quanlo diligentissime avessi io usate
Alii Accad. F.xv. 38
3o4.
le mie ricerche , non mi torno mai fatto di rinveai-
re ne il Milium coerulescens , ne 1' Ononis Colum-
nae^ All. ne il Trachelium coeruleum, ne la Sinapis
alba, ne la Salureia micropylla^ ne alcuna in brcvc
di quasi tulte quelle altre, che come nostre si ripor-
tano nei due piimi volurai dell' opera , finora da me
letti. Anzl trovaudovi eziandio registrala la Lavan-
dula Spica come indigena delle colline Ira Nolo ed
Avola, ove non trovasi se non che coUivala , e giu-
dicando che tal nolizia sia pervenuta all' Aulore per
allrui mezzo ( avendo dichiarato ei medesimo , non
tutte le pianLe da lui descritte essere stale da lui
stesso raccolte o dal collega Gasparrlni , ma di pa-
recchie essergli stata fatia comunicazione da alcuni a-
mici ) mi sia buono 1' osservare come incsatle e mal
sicure serapre riescono le relazioui dei viaggiatori ,
che nei limili del tempo , di citi loro e dato dispor-
re, osservando le cose quasi di volo , non possono
giudicarne con quel buono accorgiraento e con quel-
la opportunita , con cui un alfro che stia sopra luo-
go. Imperocche trovandosi quella pianta abbondanie-
mente coltivata nei vicino Eremo dell' anlica Avola ,
io mi appongo al certo , che la maniera poco rego-
lare della piantaggione di essa abbia potuto far gab-
bo air osservatore , facendogU credere d' esservi uata
spontaneamente. Inoltre mi soffre pur 1' aaimo , clie
ad alcuni luoghi siasi fatto un dono quasi esclusivo
di vegetabili non pochi, che la natura nou ci aveva
ricusati; tali sono ad esempio \ Ajuga orienialis b.^
\ Euphorbia pinea., 1' Euphrasia Bocconi , la Briza
minor., V Avena bulbosa^ il Convolvulus lenuissimus
e Soldanella , il Bupleurum fruticosnm , la IJnanor
3oK
ctjmbalaria , la Rollboella monandra cd erecla ^ la
Cancalis plati/carpos , la Ficia spuria e hybrida^
il Geranium tuberosum, la Slevnbergia lutea , e fi-
nanco , 1' Jlypecoum procubens c la Datura ferox ,
chc quell' Aiilore aveva Iciiuli cosi lonlaui da
noi , limilando 1' iiua alia sola Messina , e 1' alho a
Jlilazzo. Cost leggcndo posle a palria de\i'I/e/iant/ie-
mum m'ioiicum, della Linavia neglecta , e dcU' ^l-
thca ojficinalis Nolo e Siracusa, e del TriJ'olium spu-
mosum e della Scutellaria peregrina Spaccaforno
e Siracusa, in mezzo alle quali cilia Avola sorge; e
collocarsi il Cheiiopodnim Jntticosum da Trapani a
'^o{o. cWMesembrianthemum nodijlovum da Trapani a
Capopassero , passaudosi poi d' un sallo sino a Sira-
cusa ; e darsi indigeni di Nolo il Thesium humile ,
la Reseda lutea e di Siracusa la Sapnnaria offici-
nalis, il Deljinium staphysagria , il Polygonum liy-
dropiper, il Slum angustij'olium io mi sarei pur
dolulo di quest; sbalzi curiosi della nalura nella di-
stribuzione delle piante , se d' allra parle non mi a-
vesse confortato il trovare, che anchc presso noi qur-
slc pianlo cd allrc esislcvano, cbc si erano dale sic-
come rare. AH' iuconlro mi sono meraviglialo trovar-
vi di rado alcune specie, come la Campanula dicho-
toma, il Lathyrus aphaca , il Verbascum blattaria^
la Phalaris paradoxa., il Rammcidus urvensis e
non riconosccrvi alfallo alcun-^ allrc , come 1' Illece-
brum Paronychia, 1' Jspliodelus luteus. il Dianthus
prolifer , 1' Ammi Fisnaga e glaucijolium . la Crv-
cianclla maritima , il Buplcurum tenuissivmm . il
Muscari commulatum . e somiglianli , di cui parla
quell' Autore come di piante comuni. Bisognava pur
3o6
dire, ia quanta parte della Sicilia quelle piante fos-
sero comuni.
Se poi ci facciamo addentro nell' esame di quei
caralteri , che sono puramente csterni e liinilali alia
superficie degli organi , ci avvedremo di Don minori
diversita, le quali rai son io assicuralo che la ripro-
duzione non arriva a fare sparire. Ed escmplificando
diro, die le foglioline del Trifolium angustifoUum non
mi vennero inconlrale glabre , siccome le descrive
Gussone, ne glabrissima la Polygala Monspeliaca^ ma
quelli sempre coperli di peli sericei ed appressali ,
quesla col caule giovine cortamente e radamente to-
mentoso, e col raargine delle foglie cigliotato-seghetta-
to. Cosi pure second© Gussone le foglioline del Pi-
sum bijlorum esser dovrebbero o dentate in tutto il
margine o soltanto alia base; ed io con opposla os-
servazione 1' ho mai sempre ritrovato dentate in ambi
i margin! per tutta la melta superiore , e nella va-
rieta a Gore bianco soltanto nell' apice, ma pero sem-
pre intere nella raetla inferiore.
Un' altra omissione io pur credo che avrebbesi
dovuto evitare in quest' opera , della quale facciamo
esame, ed e quella dei nomi volgari o della concor-
danza di questi coi nomi scientifici. Commendabile
mi e sembrato il disegno dell' Autore di riferire a
ciascuna specie la varia nomenclatura degli antichi
nostri botanici , il che non e sempre agevol cosa ,
perche gli antichi nominavano senza dare descrizione,
o dandone alcuna incompiuta. Reputo pero , che ei
fosse stato par bene d' unirvi i nomi vernacoh : la
quale cosa tanto meglio era a desiderarsi, quanto che
con uno stesso nome volgare non si chiama sempre
3o7
una specie medesima nelle varie parti del Regno, e
spesso con molli sinonimi non si appella clie una so-
la. Delia quale verila chi vog'ia aver fcde la pigli
primamenle dalla voce Jspiredda , clie gia signifi-
cando presso Ucria alcune specie dei geiicre Aspe-
t'ula, nou indica presso noi che la Flelminlliia echioi-
des. Per la stessa guisa Iroviamo presso colui chia-
marsi sicdianatnente Pulicara \ Erigeron viscosum ,
e 'Nzinzuli due specie di lihammis^ e Paschuzzi la
Silene amoena ( crcdula da Gussone la S. sen'cea )
mentre da noi col primo norae si denola 1' Ononis
ramosissima^ col secondo la Senebiera coronopus^ e
con r ultimo la Fedia covnucopiae. E per conlrario
il f^ilex j4gnus-castus^ che da noi chiamasi Lacanu
ed in qualcbe paese Lagomu , e dello Lignu-castu
dal Lacusi c da Ucria ; e da quest' ultimo si da no-
rae di Mufulena alia Passer ina hirsuta , che presso
noi viene conosciula sollo quello di Sulfalora. E co-
si pure la Beta cicla , q \a. B. vulgaris , cbe fra
noi si addimandano aiti in Palermo son cliiamate
Girt, in Castrogiovanni Blelti , in Siracusa Sarchi ,
in Catania Sec/ula , e forse di allro nome in altre
contrade. Le quali riflessioni mi porlano a congbiet-
iurare , clie forse non sempre bene abbia potuto ap-
porsi il noslro Gussone nel trasportare ad allre specie
alcune piante che si producono da Ucria, non d allro
a far cio traendo egli argomenfo cbe dal nome ver-
nacolo.
Qucste e somiglianti considcrazioni io m' andava
facendo su quell' opera del Ch. Gussone. Le quali
non vorrci che alcuno sospctlasse aver io ricordale a
ragione d' ingiuria o per derogare al sommo merito
3o8
di colui; e -son corto che quel dotto botanico , savio
com'egli e, non vorra tenersene adontato, giacche se
osservai per lo paragone di lanli luogbi , die quella
opera, avvegnacche dottissiaia, non iscompagnavasi da
difelto , non ho raai detto e neppur giudicato, che
r aulore fosse stalo raal diligente, ed ho gia insieme
protestato che cio provveniva dalla slessa grandezza
del hisogno, che mal puo arrogarsi alle forze di un
solo. E stoltissimo al fermo sarebbe, se nolando una
niancanza , contro cui quell' autore si sarebbe male
adoperato , lasciassi io poi di fargli lode dell' aver
cercato ogni via , percbe ciascuna di lui osservazio-
ne apparisce fatta con fini accorgimenti cd inge-
gDO. Ed io quesle medesimo osservazioni avrei piu:
trasandate di bnooa voglia, se la esposizione di esse
non fosse stata neccssaria a bene intendere le ragio-
ui del discgno e dcUa forma di questo mio qualun-
que lavoro.
Esse infalti mi facevano venire in scntcnza, che
ad aversi un" opera di piu perfezione su le cose bo-
tanicbe della Sicilia, rendevasi indispcnsabilc, che non
un solo, ma molli ad uu tempo, ardenti di genoroso af-
fetto per la scienza, confortati di mezzi , forli dello
ajulo d' una profonda erudizione, cd animati di buoa
zelo per 1' onore palrio , intraprendessero il vasto di-
segno di comporre una Flora del regno , liraitando
ciascuno le proprie osservazioni sopra una contrada
la meno eslesa che fosse possibile , e dove si avesse
r agevolezza di rilornare le mille voile su la specie
medesiraa , e vedere di quali carafteri essa si spogli
con la rigenerazione, e quali conservi coslanfemcnte.
Dalla riunione poi di qiiesti lavori e da! paragone di
3o9
essi lion sarcbbe a sperarsi un' opera di lieve mo-
raento , clie a drilfo ed a ragione polrebbe cs-
serc delta Flora deJla Sicilia. Era in guisa somi-
gliantc , scbbene con vedute piii eslese , cbc quel
somrao ingcgno del Buffou, a fare avanzamcali nella
ornitologia slorica , giudicava solo mezzo « il tesscre
J la storia particolare degli uccelli di ciascun pacse,
» prima di quci d' una sola provincia , indi di quel
)) d' una provincia vicina , poscia di quel d' un' allra
» piu lontana ; unire dopo cio quesle storie partico-
3 lari per comporre qiicUa di lulli gli uccelli del
» raedcsimo clinia : fare lo slesso in lulti i paesi ed
» in tutli i differenti climi ; quindi confronlare que-
a sic storie particolari, combinarle per produrre i fal-
» ti, e forraare un corpo intero di lulte quesle parti
» separate,)) (i) .
.( , Parian lo invagliito di tale conccpimcnlo io gia
Toleva dar opera ad inlraprondcre quella parte del
lavoro, cbc aveva altinenza ai diutorni delta mia pa-
tria, mosso vieppiu dalla riflessione , che quesli luo-
gbi poco 0 nulla s' erano visitali. Svenluralamente
pero io educalo da per me stesso alio studio delle
cose bolaniche , e sfornilo di quel corrcdo di cogni-
zioni che mi parevano, e non a torto, indispensabili
nello slalo atlualc di progresso delta scienza, confor-
tavami dall' improsa ben tosto e quasi mi rimaneva,
avvegnaccbe il Cb. noslro socio Fcrdinando Cosenli-
no , che m' era slalo generoso dei due volumi della
(i) BiiITou St. iiat. degli Uccelli; disegao dell' Opera.
3 10
opera di Gussone , mi vi andasse serapre incifando ,'
offerendosi ad aiularmi di consiglio e di guida. Que-
sti scoramenli erano pure raccresciuti dalla volgare
prevenzione , qui forse maggiore cbe allrove , di ri-
guardarsi chi si applica alio studio delle piante, co-
me un uomo che va cercando medicinali : di quale
prevenzione dolevasi ai suoi tempi Gian-Giacomo
Rousseau, come di cagione che aveva diminuiti i
piaceri della bofanica. Ma i veri alleltamenti delie
scienze naturali , e i multiplici vanlaggi , e le utili
conoscenze sono motivi potentissimi a distruggere o
a far lacere ua pregiudizio, Perd non cosi agevol-
mente puo farsi riraedio alia insufficienza dei mezzi
ed alia scarsila dell' ingegno.
Erano giunfe le cose a questi termini , quaodo
a voi piacque, illustri Accaderaici, piu che dai poco
mio raerito prendendo consiglio dalla molta geuero-
sita deir animo voslro. ascrivermi al vostro coasesso,
quasi a darmi eccitamento a baltere con piu corag-
gio il lenlato sentiero. E qualcuno di voi vennemi
eziandio confortando a por giii le dubbiezze: Che se
finalmente mi vi sono indotlo , io nol feci confiden-
zialmentee senzapaura,e per poco non mi sono ripentilo
d' aver fatlo 1' altrui volere mettendorai a questa im-
presa. Se non che questa sola considerazione mi al-
leggerisce 1' animo, che non essendomivi posto da per
me stesso, il che sarebhe stalo prosunluoso e biasi-
mevole, ma sibbene quasi per vostro comandameuto,
merito di essere non gia laudato , ma per lo meno
scusato come obbediente. Pertanto senza che me ne
vada piu oltre per le lunghezze , piacciavi sofferire
ch' io venga esponendovi il piano del mio lavoro.
3ii
Se I'ordine e la parte fondamentalc d' ogni qiia-
lunquc protluzione dell' ingogno , c senza di esso il
sapere divcrrcbbe lumulluoso e poco iufcrioi'e alia
slessa impcrizia, quest' ordine diviene piu necessario
in una storia delle piante « il nuinero delle qiiali)),
come confessava lo sles;o anlisistematico Conte di
Buffon, « e di fatto Iroppo grande, Ic diversita Irop-
> po picciole , le specie Iroppo poco diirevoli, ed il
» compendio troppo minulo ed indifferente , perche
J noa si abbiaoo a considerare in massa e fame dei
» CDucchi 6 dei generi, meltendo insieme quelle che
» pare che piu si assomigliano)) (i).
Ma qua!' e quest' ordine die io seguiro ? — Nel
proposilo del niio lavoro basfandomi di riguardare o-
gni sistema artifieiato , ogni schioramento melodico ,
corue un comraodo per istudiare, un aiuto per inten-
dersi , o a dir lutlo in poclie parole come segni e
risconlri arbitrarii, dei quali si e convenulo per sor-
reggere la memoria , io mi serviro della classazione
Linneaoa come di quella piu uniforme nella sua co-
ordinazioue, e piu gcneralmenle ricevuta , c dove le
pianlc vanno per cosi dire a situarsi da per se sfesse
nel posto che ad esse conviene. In soinma 1' ordine
che io seguiro, sara quel.'o stesso, di cui Gussone ci
ha gia dato esempio, sebbene noo gli lerro sempre
dietro con cieca e pedantesca imitazioue.
(i) Baffon, St. Nat. dei Qaatrapedi=Di3Corso degli animali comnni ai
due Conlinenti.
All. Ac cad. FoL xr. S9
3l2
Difalii per i generi delle piante mi soffriva lo
animo (e credo non fiiori ragione) che principalmen-
te in rispello ai fiuUi siasi ammessa la vecchia no-
jnenclalura, milla profiLlancIo dcgU avaDzamenli della
scienza su qucs[o parlicolare merce i (ravagli di
Gaerlner, Richard, DecandoUe, Desvaux, Mirbel e Sa-
vi. lo dunque rilenendo per lo piu la frase generica
di Gussone , T ho mai sempre inodificala rispetliva-
menle al nome dei friilli, e qualche Yolta anche ia
allri caralteri , coinparandola alia Scella di generi
di piante . che ci ha dala il citato Ch. Professore
Savi. Alia fiase generica mi giova far seguire le piii
volte il nome volgare del genere slesso in ilaliano
ed in francese, e dove ci "vien fatto anche in lingua
siciiiana. Di segneute a ciasciin genere (che sara da
me disposlo in progressione numerrca) metfero (nu-
Tnerata ^ ;diliingo in allra serie) ogni specie di essi ,
purdiJe j)ero sia slata da me osservata; che non vor-
rei TO riportarne alcuna sollo 1' altriii aiitorita. E
xnellero poi non solo le indigene ^ ma quelle ezian-
dio, cbe introdolte probabilmente dallo slraniero e.col-
livate un tempo, hanno acquistato una specie d'indi-
ffenalo, riproducendosi ora da per se stesse. Per cia-
scuna di queste specie saranno da me seguite, salvo
pochissime cccezioni, le nomenclature di Gussone. II
perche mi conlentcro gia di scrivere il solo nome
degli autori cui si appartengono , senza far cilazione
delle opere , che i lettori potranno consultare presso
Gussone stesso, il di cui nome io pure citero e sotto
ogni specie quasi a ricordo ch' egli 1' ahhia adottato;
ed ove si tratli di quest' ultima di lui opera cilerassi
il nome solo e nulla piii, ove pero s' abhia ragguar-
3i5
do alle allrc prcccdcnli od ai supplimcnll di questa,
ne verro io facendo espressa rncnzionc.
I caralteri specifici saranno descritli per Io piu
secondo die Irovansi in Gussone; cLe qiiando iiomiai
sonmni ci Lanno precediilo la via , (Icbbc un uomo
prudenlc baltere la medesima, affinchc il dipartirsene
non fosse giudicalo prcsiinzione. Solamenlc ne rifor-
mero io alcuna parte di quando in quando, ove la
osservazione mi porli a non potervi consenlire. Im-
mediatamenle dope la diagnosi specilica sara posto il
geroglifico die indica la diirala della pianla.
Siegue la sinonimia, die dopo rosservazionc dei
falli c la mclodic-a disliibiizione di essi, c stata giu-
dicata la parle fondamenlale della Sloria Nalurale ;
giacche per Io diverso niodo di niettere in sistema
gli sleisi oggelli, se no sono moltiplicale le diflercnze
nelle denoniinazioni, e bisogna darsi opera a fare un
esalla concordanza dei comi perche si possa esser si-^
curi di non moltiplicare le specie , o di noa creare
moslri. Se non cbe per somma disavvcntura bo piu
sopra confessalo cbc di mozzi mancava io e di libri,
e quindi non ebbi gia poUilo piendere a queslo ri-
guardo cbe una parte meramente passiva, valendorai
della sinonimia di Gussone senza nulla poter vedere
piu in la. E pure da questa per amore di brevila ho
serapre sccveralo tutte quelle nomenclature, sopratutto
di Cupani, cbe mi parvero troppo huiglie, c le altre
piu brevi bo prodolto col solo nome degli autori, tra-
lasciando la citazione delle opcre cbe serve all' auto-
rila della voce: i lettori piu curiosi mi faraniio cor-
tesia di supplire eglino siessi a questa omissione con-
BuUaado 1' opera cbe mi ba servilo di guida. Gosi
3i4.
Gu?sone sfesso cilando i sinonimi dell' Orto Caltohco
di Cupani , poca o nessuna ragione teone di quelli
degli altri scrillori da Cupani addotli , e ne faceva
espresso avverlimeolo, perche vi supplissero i leggito-
ri. Dove si puo nolerassi alia fine delia siaoaimia
scienlifica il nome siciliano , col quale qui vien co-
nosciula quella specie; e ad esempio di somnai uomioi
melleransi, ove si puo, anche i nomi volgari di Fran-
cia e d' Ilalia. Non posso io dare il nome siciliano pa-
trio che per ispecie pochissime, avvegnacche i conta-
dini di tulti i paesi, cui si apparliene quesia branca
di nomcnclatura, non hanno applicalo i nomi che alle
sole pianle o le piii nocive, o le piii utili, o di raag-
giore frcquenza, o di piu uso, facendo delle allre una
gramle famiglia , o a dir meglio un accozzaraento ,
che chiamano erbe salvaliche. Riguardo ai nomi ita-
liani e francesi non e raro di trovarli in quelle ope-
re delle due lingue, ove non si ami di far pompa di
gergo scienlifico , cd e quindi necessario che sc ne
conoscesse la corrispondenza coi nomi scientific!. E
queslo io voglio or qui delto , perche non me ne
venga rimprovero, come di cosa assolutamenle inuli-
le e male immaginafa.
Dopo la sinonimia melterassi il tempo della fio-
ritura quale per me e stata osservala in varie volte
entro i limili delle mie ricerche indicando le anoma-
iie, che spesso la mancanza delle piogge, o allre so-
miglianti cause Iransitorie sogliono produrre. Poscia
indicheransi le slazioni.
Fin qui, se si eccettui la fioritura, mi si puo ad-
debilare a man salva aver io soslenuto I' ufficio d,i
semplice compilalore traducendo nel raio lavoro le for-
3 lb'
mole nllrni. Or siogiie un' iillima parle die mie del
tullo propria , c clie costiluisce , a dir cosi , la fiso-
Domia del la Flora cli' io scrivo.
Dappoiclic i due sommi ingegni di Svczia e di .
Francia s' ebbcro diviso 1' impcro della Storia IVatii-
rale , i curiosi e gli amalori di essa si sparlirorio in
due fazioni : p'acqiie nd alciini 1' andar sidla traccia
del filosofo di Upsal , coinpiacendosi della procisionc
e del ueologismo delle sue frasi ; altri ]X)i si fecero
a seguire il zoologo di Monlbard , invaghili dell' ab-
bondanza e del colorilo delle sue dcscrizioni. Or non
e dubbio , cli' cntrambe le scuole escano a vizio: Ic
definizioni Linneane slancano finalnienle la incnle , e
si crede vcder\ i appicciolito e diseccato 1' umano sa-
pere; si ama dall' allro canlo di vedere coordinate le
iramagini vaghe di Buflbn. Uomini soinini , slandosi
in mezzo a' due parliti, hanno trovato la via di rap-
pacciare colalc discrepanza, prescrivendo cbe , clas-
sati da prima gli oggetti della nalura , e ridolte ai
minimi lermini le frasi, si conforlassc Taridifa di que-
slo lavoro con una piii cstesa descrizionc degli oggetti
medesinii, e di cio die ad essi conccrne. Ed io mi
sono gia fallo sopra questo divisamcnto; perloccbe sollo
ciascuna specie (salvo pocliissinie cbe non prescnlano
troppa varieiu di clcmenli), dopo la frase spccifica, tor-
nero ben altra volla a descriveria diffusamcnle, secon-
do le nolizie cbe bo da per me slesso altinle nclla os-
servazione della medesiina. II Cb. Giissone molte bel-
le osservazioni c' ebbe dale ncl secondo volume della
sua opera, delle quali bo dolore non esserc stale co-
si largo ncl piinio; cd io nc tirero prolillo Irovando-
le unii'ornii alle mie , dove poi ne discordino , ne
3i6
faro apposlto ricordo; che il paragone e la via tnl-
gliore di tuUe le nostre cogoizioni, e la discrepaaza
essendo cio die v' ha di piu sensibile nel paragone ,
e per qiiesta che noi arriveremo agevolmente a co-
noscere , noa essere dubbio , cli' esistessero differenze
tra le piaate di queste con trade e le specie medesi-
rae d' altri punli del Regno. E da (ale metodo nes-
suna specie eccetluerassi, anche le piu volgari, giac-
che pure in esse possono insorgere delle anomalie ;
e per altro abbiamo gia osservalo, che la frequenza
o la rarita delle piante sono circoslanze relative , e
apesso una specie comunissima si avvicina ad un al-
tra per tanti rigiiardi, raentre per alcuni e dissimile,
che r atlenta osservazione puti somininistrarci la sco-
verta di nuove specie, e sarebbe un molto arriscbia-
re il conl'onderle a prima giunta. Valgano d"e3en)pio
la Linaria Spuria^ e la L. Elaline , che i noa as-
suefatti a confrontare le osservazioni riterranno sem-
pre per una specie, cosi picciole ne sono le differen-
ze. La mia sara dunque una generale rivista di fatti
una somma di osservazioni tiitte proprie, una mani-
feslazione sincera delle domestiche ricchezze : il che
estimo, se non opera soleuue, per lo meno commen-
devole, e sempre migliore che non quella d' alcuni ,
i quali nM' angusUa del loro sludiolo -, isolali da
ogni osservazione ^ e privi anco dei mezzi di Jarne,
solo con I aiuto di opere stampaie da altri infarci-
scono un lungo catalogo di frasi ovunque raccolte,
senza discuterne le autoritd. senza confrontare gli
oggetti e le f^asi stesse. Pero in questo raedesimo
mio lavoro noa ho io sempre dato, come per awen-
tura polrebbe esliraarsi, una compiuta adombrazione
3.7
della pianla, ma scmpre 1' c?prcssione di (ullo quello
che per me su la stessa e slalo osservalo, c piu e piu
volto osservalo, nulla o poco ciirandomi di quci ca-
ralteri anielrici , clic non appartcngono vcraraente
alia specie, o di quelle propriela inomcnlanee, in cui
qnalche circoslanza pure niomenlanea suole non di
rado I'aria Iralignare. E lenacc del mio proponimcn-
to, e raemorc di qnella senlcnza di Buffon , la sola
e vera scienza la co(jmzione essere dei fatti^ I in-
gegno non polendovi siipplire , mi sono pure guar-
dalo d' ingrossar 1' opera a bello sludio d' una super-
flua orudizione che alledii cosiccbe, il soggelfo resli
aflbgalo in una quanlilii di nialerie tulte strane. Tut-
to qiiolln rlio mi snno permesso di aggiungere alle
osservazioni c slalo di nolar qualche volla gli usi e-
conomici di alcunc specie , o le loro qualila nocive
o mcdiciuali sccondo le opinioni del volgo , il cbe
pure era un fallo palrio, e doveva occupare un po-
slo nella sloria dclle noslre cose bolaniclie.
E poiclie la materia pare che il ricerchi , non
voglio lasciarc indielro di ricordarc , che inconlran-
dosi qualche specie, la quale non confronti nei ca-
rallcri con alcuua di quelle riporlale da Gussone, se
polro assicurarrai con la piu scrupolosa osscrvazione,
che la sia precedenlcmcnle conosciula ^ la indichero
<pel nome di essa gia ricevulo e per la corrisponden-
te frase; sc pero non mi sara possihile di Irovarvi
rassoniiglianza con allrc specie gia note , io per bi-
60gno di designaria prcndoro ardire di atlribuire ad
essa un nome a mio senno. Pur non vorrei, che cio
,si)Tepuli presunzionc,' o credasi fallo percbe io m'an-
dassi pcrsuaso , che quella specie fosse nuora effeltL
3i8
vamente. Coaciosiache non io avendo visilalo erbarii,
non falto viaggi, non polulo versar per le rnani raol-
te utilissioie opere di fitografia, che qui appena son
cooosciute per lo solo litolo , in somma non avendo
nozioni sufficient! delle specie tulte finora scoperle ,
e della laboriosa esatlezza dei moderni die le descris-
sero, non ho polulo goyernarmi con altro raiglior con-
siglio, che di dare alia specie dubbia un norae arbitra-
rio procurando di esprimere con grande diligeuza,quan-
lo seppi, i caralleri di essa. Seguira per qiieslo raelo-
do , che i meglio eruditi polranno agevolmente far
paragone dei falli da me osservali ; i quali se non
confronlino con allri avrd io la salisfazione d' una
scoverla; se poi si as^^omigliano, non pntro non otte-
nere quelle scuse che merila la confessione della mia
imperizia, per la quale mi sommettero di buona vo-
glia ad essere correlto. E in tutti i casi non polra
negarmisi il merilo d' aver Iravaglialo per lo progres-
so della scienza, risparmiando tempo e fatica a quelli
che la collivano.
Resla a dire in quale idioma io mi sia proposlo
di scrivere quesle mie osservazioni. Gia e guari di
tempo, che parecchi valorosi Ilaliani, amando la pa-
tria loro , si eraanciparono dal vecchio costume di
dettare la bolanica in latino, ed onorarono cosi la
materna lingua : il che da altri per le altre scienze
erasi pure operato. Ed io non ho voluto partirmi
dair esempio di costoro soprattulto per la ragione che
la mia intrapresa non si addebilasse di ambiziosa ca-
gione; imperocche essendo diretto il detlalo latino a
rendere piu universale la conoscenza delle opera ,
perche quella appuato e la lingua dei dotti, mi sono
3i9
guardafo dall' indiirre sospello , d' esser io veniito in
arrogaiiza di volere esscrc lello dai piu. Ne dal pro-
posito valse a rimuoverrai la maggior precisione del-
1' idioma latino, cssendo oriiiai dirnoslralo dall' esera-
pio di somnii iiomini, che la lingua d' Ilalia puo es-
sere piu concisa noa solo di liiUe le liugue vi-
venli, ma della lalina cziaiidio. La quale proposizio-
ne, per qiianlo apparisse inollraia, non lascia d'esser
vera a lullo prove, quantc voile uon si abbia a schi-
fo di vcder IraduUo in cjsa il nooiogisrao dei voca-
boli tecnici. II die viene consenlilo dalle cosidera-
zioni del Perticari, il tenor delle quali nel scnso e
neir assunto e qiiesl'csso: die le anliclie scrillure con-
tennero quelle cose, cbe baslarono alia sapicnza del
loro secolo e delle persone die allora vissero; die la
favclla debbe scmpre allargarsi con la iiniversita del-
le cose slendondo le sue radici elerne sovia gl' in-
crcmenti delle scienze, delle arti, delle scoverte, dei
costuini e dei tempi ; die tanle voci 1' umano inge-
gno deve iuvcniare quantc puo nuove cose produrre;
che per conscguenza allargati oggi i confini dell' u-
mano inlendimenlo, si ha bene il drillo di allargare
anche quelli delle parole, scnza falsificarci nelle for-
me degli anlicbi , da mostrarc in noi la ignoranza
loro ; cbe finalraente se i nomi delle scienze presso
gli aBticbi italiani eransi divisi tra 1' arabo e il gre-
00, siccome e cbiaro da molti csempii degli stessi
treccnlisti, non e ragione la quale vieli , che dalla
stessa sorgenlc si venissero inlroducendo nella nostra
favella le parole lulte delle scienze c delle arti nuo-
varaente illustrate o Irovate, le quali se a quei tem-
jitt. Jccad. Fol. xy. 4o
320
pi si fossero conosciute, cerlo n' avremmo alraeno x
iiomi, che sarebbero migliori dei presenli, o piii ve-
ramente sarebbero questi medesimi che era usiamo.
la tali seatenze sono usciti col Perticari tutti qaei
sommi, che seppero rispettare ugualmente i dritti del-
la venerabile aiilichita e le ragioni dei filosofi; e son
desse che volli togliere a confer to, e con le quali mi
son io governato nel formare questo mio divisainen-
to. Peraltro se il neologismo delle parole sarebbe una
menda in una lingua viyente, non polrebbe riguar-
darsi che come una sconcezza in una lingua gia mcr-
ta ed insuscettibile di addizioni qual' e la latina.
E questo il disegno dell' opera : ne altro modo
He migliore ho io saputo adoperarvi. Voi vedele ; o
dotli Accademici , se i mezzi siano accomodati col
line, e vedrete da poscia a momenti come valessero
in fatto ad oUeaerlo. Checche ne sia dei risulfaraen-
ii, io riconfesso candidamente, che il carico non era
delle mie forze , c se gia I' intrapresi ad altrui sug-
gestione, volli farlo a mostrare per Io meno che non
fui privo di buon volerc per la illustrazionc delle
cose patrie. E desidcro e voglio sperare , che sorge-
ranno uoraini generosi e veri amatori della scionza ,
i quali faransi diletto di quesla bellissima ed utilissi-
ma falica, e sapranno condurre 1' intrapresa alia bra-
mata perfezione. Inlanto mi giova far precedere alia
descrizione delle piante una corapendiosa esposizione
topografico-bofanica dei luoghi che ho scelto a liiaile
delle mie ricerche.
BREVE SAGGIO
DI
TO^OBRAWIA BOT^niCA
DEI
DINTORNI DI AVOLA
L.a Citta di Avola e situata ncl 36 53 di lati-
ludine settentrionalc, c nel i3 lO di longiludine al-
r orientc del meridiano di Parigi, a 4- miglia Est da
Nolo , cd a i8 0. S. 0. da Siracusa. li picciolo
lenitorio di qucsla , cli e stato limite allc noslre er-
borazioni, ha il perimclro di miglia 26 (comprese le
sinuosila ) , cd una superficie calcolata per approssi-
raazione a saimc legali 3o62. Esso ha la figura dl
un coiio smussalo all' apice , la di cui hase lunga
miglia 6 3/^ pogS'a sul mare Jonio dalla banda del
Sud-iy^-Est. Le coste nella piu parte sono alquanlo
elevale, e poco interrotle di livello per qiialche par-
ziale declivio ; declinando inoltre insensibilmente al-
CUQ poco da IcYantc a poncnte, c neir ultima estre-
mila occidcntale sono poi cosi basse per lo spazio di
circa mezzo miglio, che quasi confondonsi col livello
del mare , e la sabbia della spiaggia vi si Irova al-
zala in picciolc dune, le quali si cacciano avanti uno
stagDO di poca estensione forraalo dalle acque pluvia-
li sul terrcno confinante , irapedendoae la comunica-
i.
322
zione col mare. CI6 del confine mcridiano. Ad 0.-
fX'S. , per vn (rallo di quasi 3 iniglia a parlire del
mare, lo confina naluialmenle il fiurae di Nolo I'an-
tico Asinarus): da quel puoto il lerinine e tiillo coa-
veiizionale, e formasi da una linea a piii curvature,
che si avanza a sgbirnbesci al N.-O., iuternandosi fm
sopra le colline per uno spazio piu in la di 3 miglia.
II silo di Avola e sull' angolo di questi due liraiti
fluviale e marillimo , a 3/4. di miglio dal mare , a
miglia 2. -1/2 dall' Asinaro. Una linea eziandio di
convenzione , malamenle detcrminala chiude il la-
to del N.-1/4.-O. , che rapprcscnla 1' apice sraussalo
del cono ; e questa inlera linea appcna e lunga mi-
glia 2-^fi. Ad eritrambi i suddelli due lati dell' 0.-
S.-O. e del N.-N.-O. gli stanno finitimi i possedi-
menli di Nolo. II confine dalla volta dell' E.-i/4--N,
(che in parte lo divide dal tenere di Siracusa, in parte
ancora da qucllo di Nolo), torna ad essere naturale, e da
due mezzi riuniti e formato , il fuime Cassibili ( il
Cacciparis degli antichi ) e la Cava-grande. Questa
ultima uon e propriamente una valle , ma sibbene
una gran fendilura perpendicolare, un hiatus, e pro-
babilinenle 1' cffotlo di ineguale sedimento nellc has!
dellc rocce in alcuna delle anliche catastrofi, e que-
sta idea risulla chiarissima dall'osservare, che in lutti
quei siti , ove non sonosi avverali posteriori scoscen-
dimenti, ad ogni augolo salienle d' un lato della roc-
cia corrisponde sempre un angolo rienfranle dal fian-
00 opposlo. Larghissima e la sua apertura superiore,
in alcuni siti quasi d' un miglio, ed ismisurata la sua
profondila , cd e oggello di meraviglia non solo al
viaggiatore, ma ben pure all' indigeno, per cui sem-
323
pre le imprcssioni sccmano di forza. E??a corre per
una linoa di bon olio niiglia nia la porzioue cbe si
racchiiide nel noslro torrilorio non ollrcpassa le quat-
Iro. 11 fondo di essa e hagiialo dal liuiiie Manyliisi,
cbe sorlo neH'cxIVudo di liaiili vicino Palazzolo, s'in-
Dollra donlro qiicsl' alvco conscrvandovi senipre la
prima denomiiiazioiie; fincbu verso la foce di tale a-
perlura , diviso da una pescaia iu due gore , poi di
nuovo riunendo le sue acque, rimane iu cerlo modo
assorbilo dalla lerra e poscia ricoinparisce sollo il no-
me di Cassibili. Miuacciosi sono i lorrenli cbe si faa
grossi in qiiesl alveo nolle pioggie inveruali per i
naolli condiiciili deile coUine sin dal luogo d'onde o-
rigiua quel fuinie.
Tiilla la parle boreale del tenimcnio uon e cbe
una calciia di eniiuer.ze, la quale corre obbliquamen-
le da O.-N.-O. al N.-E. cou una Ciirvalura spinla
verso r Esl; cosiccbe dall' ultima base di esse siuo al
mare dalla puola di levanle appena si conia un poco
pill di miglia 2, nionlre nel fianco occidenlale avvi
una dislanza di niiglia l\.-\f2 a un diprcsso. La stcs-
sa pianura nicdilerranoa ( su cui e Avola ) cbe si
slcnde flno alle faldc di qucsta calena , e piii piana
dal lato oricDtalc cbe da quello di occidenle , ove
trovasi sparsa di poggclti di dolce pcndio : a quel
primo lalo la catena si Irova intcrrolta e squarciala
dalla Cava-Grande ; a quell' allro si conliuua con i
colli di Nolo.
Quasi nel mezzo di tale catena, a cavaliere di
una deir emincnze, sul biscanlo dcllorlo d'uiia gran
yalle, slassi il rouiitaggio di Santa 3Iaria-dclle-Grazie.
E in vicinanza di queslo silo cbe sorgcva T aulica
324.
Avola, interamente distrutta dal terremoto dal 1693,
la quale nelle pubblicbe carte degli andati tempi eb-
be sempre il norae di Plybla , e da alcuni fu credu-
to essere stala una delle tre aalicbe, anzi la raag-
giore : quale opinione se si conforli di buoni argo-
menti non e mio assunto il discuture. E da qui la
pubblica via per a Palazzolo ed agli altri paesi di
moatagna. Chi voglia rappreseutarsi ua' immagine
vera del panorama dei nostri contorni ei sta bene
che si faccia a considerarli in tulta la estensione da
questa sommila. Ai due fiancbi ecco una serie di e-
mineaze, che corrono di qua e di la in senso opposto,
non sopravanzandosi 1' una con 1' altra se non che di
poco , e formano come la gradinala d' un maestoso
aufiteatro. Quasi sotto ai piedi a man destra mostra-
si la grande vallata di Pisciarello , ed all' estremo di
essa un immenso scoscendimento della melta d' una
coUina gia divelta e caduta a valle suUa corsia
delle acque di Miranda: monumenlo stupendo del-
la convulsione della natura in quel grande terre-
moto piu in su ricordalo. Dinanzi gli occhi vedi un
piano di qualche estensione, popolato d'alberi gradc-
Yolmente varii, e numerosissimi, e in mezzo di esse
la citta di Avola, e in loulano il mare, che si pre-
sents cosi elevato come trovasi inalzata la visuale
dello spettatore. Verso occldente su la linea delle col-
line appaiono i coraignoli e le cupole di Nolo ; piu
ivi in gill alia volta del S. 0. la spaziosa campagna
della plana di Noto, sgorabra affatto di alberi, dove
puo andare 1' occhio alia lunga quanto ha forza ; in
fine della quale scorgi ancora i vasti paduli dell' ex
I
325
feudo di Vindicari , ed ultimo della scena lo spor-
genle Capopassero.
E pcrclie una qualche cosa fosse pur della su
lo slalo idrografico, mi place ricordare cbe oltre dei
menlovali due fuirai, i quali bagnauo gli eslrcrai con-
fini del noslro terrilorio, varie polle pure si tiovano
scaturienti qua c lu sulla pianura, ora gia deslinate
ad irrigazioni c ad orlaglie cd un fempo alia coltu-
ra della caniia di zuccbero. Le falde slesse dei colli
e i fiancbi dclle valli olfrono in qualcbe silo piii di
una scaturiggino , fra le quali e degna di menzlone
quella dl Miranda (I'anlico Erlneo), cbe scorre dal
dorso d' una monlagna nella valle di Pisciarello, og-
gi ridolla ad una larga fonte, ma cbe nei tempi an-
iicbi avvi tradizione d' esser slala im grosso fiume ,
cbe il divelto d' una collina chiuse poscla ed in par-
te disperse , come piij sopra abbiamo ricordalo. AI-
quanli bulicami pure si osservano nelle arene del
lilloralc.
L' invcrno in queslc conlrade non e ue molto
rigido ne lungo, aprendovisi primavcra con ogni sorla
di fiori in Febbraio : i caldi della state sono ancbe
sofiriblli, Se non cbe sopra 1' una e 1' altra slagione
molto concorre lo slalo aoemometrico , essendo assai
freddi i giorni invernali , qiiando tirino i vcnti di
N. E. o di N. 0. e provandosi in csla un calore
sofrocanlc, se prcdoraini il vcnlo di Ovcsl.
Dalo qucsto rapido ccnno della geografia del
paese , a qualcuno forsc godorebbe 1" anirao cbe per
me si aggiugnesse una minula dcscrizione della co-
stituzione gcognostica dei terrcni. Ula cio facendo fa-
re! gia per cerlo uscilo dai limili del mio divisamen-
326
to. E questo pure e ben vero: avvi chi prima di me
La preso di mira quest' ulile argomenlo (i), e voi ,
doUi Accademici, ne avete appro valo il primo teala-
tivo (2) , ed io fo voti per lo sanlissimo amore di
palria, ch' egli non si slancbi dall' iulrapresa, e spea-
dendovi sopra altre faliclie, e replicando e raffrontan-
do e facendo piii estese le osservazioni , ci compisca
un trattalo , nella maniera che puo migliore, della
parte geognostica dei nostri dintorni. Pure ragioa
Yuole, ch' io mi reslringa a favellarne per quel taoto
che puo avere appartenenza con la vegetazione delle
piante ; e cio stesso io non diro di lutto proposito ,
ma usciro a fame ricordo net distinguere le varie
regioni , e le slazioni che piu si debbano conside-
rare.
In ire regioni io divido questo territorio, ne par-
tizione ho trovato migliore , ne piu esclusiva: i , le
CoUine ; 2, la pianura mediterranea ; 3, la pianura
marilliraa. Dovendo di ciascheduna di queste disoor-
rere metodicamente, e conlemplarne con qualche ac-
curatezza le varie slazioni, non allro miglior ordine
mi k sembralo dover io adoltare se non qnello che
probabilraente dovette tener la vegetazione nelle pri-
me conquiste sulla materia inorganica. E gia sommi
uoraini (Lacepede, Raraond, Humboldt ) sono u-
sciti in questo peosiero , cui la sloria sembra cou-
fi) Osservaz. Geogn. e Geolog. sopra i ferreni d' Arota del Soc.
Corr. Pompeo Interlandi. Aiti Ace. vol. Xlf. pag. 333 e seg.
(z) Relaz. Accad. per 1' aooo X!l del Soc. C. Gemoiellaro pag. Eg.
Say
fermare , clic monlrc i Icrrcni di lerzo ordine usciti
recentcmcntc dalle .ncquc, cd appciia riniasli a secco
luoslravano i primi scliizzi dclla I'orza crcalrice in
qualehe laiiguida piaiila di lichone o di riiusco , la
ycgclazionc aveva gia sicso i siioi primi fiii di vcrde
su le montagne primarie e socoGdarie, le quali biso-
gna rigiiardarsi conic allrcllatili ccnlii, da cui la po-
polazione doi vcgclabili , rlie oggidi copre la terra ,
si fii spaisa , e si propago nei Icrrcni iiiferiori. Se-
condo qiicsle idee 1' ordine della ualiira e iin ordine
discendenle, c a volerc seguirlo mi e d'uopo inco-
minciarc dalle colline.
II Ch. Sig. Broccbi visitando i Colli Iblei di 3Ie-
Jilli faceva osscrvazione, cbe il caraUcre di quesli non
si assomiglia a quelle scene regolari, o a qnella scbiet-
<a eleganza , di ciii la naliira con niodcslo sfarzo e
sludiosa dogli accordi c deli' armonia s;iole abbellire
le rcgioiii lueno mcridionali : e lu vi cercberesti in-
vano doici pendici onibreggiale da ameni boscbetli ,
ralli vcslilo di frcsca c rigogliosa verdura, pralicelli
coronati da liorili ccspugli; e a mirarli dalla piaoura
mariltima non polresti rawisarvi quel gaio aspcllo e
ridcnte, cbe polrebbe affacciarlisi alia immaginazione
per le tante cose genlili cbe ne hanno delto i poeli.
Soggiunge il cilalo aiilore, cbe la naliira sles^sa piii
fantaslica e piu sprczzante nei climi caldi penncleg-
gia a traili francbi cd ardili, c non so cbe di cnido
e di salvalico lascia pnr travedere sulla faccia di
quella terra stcssa, cbe abbcllisce d' crbc e di Cori ■
Alt. Accad. Vol.. xr 4'
b
328
e tale per lo appunlo e il carattere di quel Col-
'i (0-
O si rigiiardi la fila delle nostre erninenze sic-
corae una continiiazione dei Colli Iblei , secondo la
opinione di alciini alia quale il citato Sigaor Brocchi
sembra non aver falto troppo inal vise , o piutloslo
si tenga per una catena non conlinua e segregata ,
quale e con effetlo, nella guisa cbe la slesso autore
si e falto ad avvertire, non e dubbio cbe il caratte-
re di essa poco o nulla si dissomiglia da quello dei
colli Iblei di Melilli. II nocciolo di questa catena e
forraato di quella roccia calcaria, bianchiccia e sono-
ra , di tessitura granulare , di mezzana durezza , di
qualcbe diversita nell' impasto , disposta regolarmenie
a strati orizzontali, e sovenle a bancbi grossissirai, co-
munemente adoperata come pietra da fabbrica , la
quale il Signer Broccbi considcrava quale iiua roccia
di Iransizione intermedia alle secondarie ed alle ter-
ziarie (2) e cbe oggi si e volulo designare sotto la
denominazione di calcario iblco. li pendio di quesle
colline a causa di tali bancbi e per ordinario incli-
nato a scaglioni irregolari, cbe nei loro angusti ri-
piani sono coperti di poca terra vegetabile , e son
nndi e trarupati nella fronte. Alle volte qualcuna di
(i) Dei Golli Iblei ia Sicilia. Mem. del Sig. Brocchi. Giorn. di Se.
Lett, ed Arti per la Sicilia. t. i5. p. i5o.
(2) Brocchi. Mem. snlla Terra d' Otraato-Bibl. ital. t. 18. p. Sa.
Idem sulle diverse formazioni di rocce delta Sic. Mem. 2, Iride
n. 7. p. 26. Idem. Mem. cit. su i Colli Iblei. Gioru.cil.t.iS.
p. 25l.
329
quesfe pondcnzc trovasi per buon Iralto ugiialmente
inclinnla son/n gradi; ma Ic acqiie piovane Ja denu-
dano c no Irasporlano via il jjoco Icrriccio da esse
disciollo. ]\clla Joro sommila slcndesi una piauura a
varie incgiiaglianzc, copcila cziandio di scarso Icrric-
cio, piolrosa e poco I'rullirora. IN'on pcrlanlo iu cosi
apparciilc mcschiiiila su quelle nude rocce, su quella
terra infeconda, la nalura lia sparso a larga rnano il
tesoro delie pianlc aromaliche dai fiori a due labbri,
e di tuUo quelle die amano il tcrrcno calcare, c pa-
re ch' abbia procuralo di rabbellire e di teniperare
qucUa solvalicliczza con una unione di colori, c con
un mislio di odorose IVagranze, cbe si ccrcberebbero
iovano in allri paesi.
A visilare qucsli hioglii sul prime accoslarsi dei
raesi aulunnali, in quel Icnipo di torpcre e di spo-
polazione dclle campagne, in cui seiubra cbe la na-
lura, moribonda per noi , si apparcccbi a trasporlare
la vila in al(ri climi , menlre il suolo della soltopo-
sla piauura incomincia a veslirsi di vcrdi gramigne,
e dei colitedomi delle altre piante nasccnti , e scor-
gesi appena 1' Imi/a viscosa^ la Plumbacjo curopoea\
la Mandragora officinanim , e la Diplolaxis erucoi-
des , cbe iulerrompono con la lore fiorilura quello
iinilorme l.tppelo, la sul piano di queste colline trovi
ingcmniarsi il lerrcno vcrdicanle quasi da primavcrs,
e sorgerc fioriti in lutla la gaiezza dei colori c dclle
forme, e fare incanio alia \isla la Slenbergia lutea^
il Colchicum Ciipani^ il Crocus loiifjiflorus , il Ra-
nunculus buUalus^ il Narcissus serotinus^ la Scilla
autuumalis , c in qualche gre])po dei ])cndii 1' Eu-
phrasia Bocconi.
55o
Neir esia me<^esima , nel caldo Luglio , che la
terra della pianura divienc tcrrihilmfiiilR arida, e noa
altri fiori vi si ossorvano che quelli del Verbascum
sinuatum e dell' Hypericum ciispum anche allora
sopra quelle pendici appariscono in liiUo il bello del-
la fiorilura il Thymus capitalus la Crepis bursifolia
il Sedum allissimum^ V Aspeiula longijlora^ la Cap-
pa^is rupestris, X Ernodea montana — e sin aaco vi
fanno raostra delle ullime bocce 1' Ononis ramosissi-
ma^ \ Antirrhinum siculum^ il Daucus maximus^ la
Satureja graeca.
Ma uno sfarzo di gran lunga maggiore, e una
apparenza piu ridente fa dilelto a conlemplarsi in que-
sto colline nella vaga priinavera , assai diverso da
qiieir altro , che la slagione dispiega all' epoca stessa
nella vegelazione del piano sotloposlo. Chi fassi a
visitarle in niaggio trovera infioralo il cammino ed
irabalsamala 1' aria dalla Salvia triloba , dalla Satu-
reja graeca^ dalla Phlomis fruticosa^ e d' allre cosi
molle , che sarebbe troppo lungo il volcrle enu-
merare alia distesa. E percio a solo disegoo di
non andarcene per le lunghe, saro conlenlo di dire,
che dalla lista, che il mentovato Signor Brocchi ci
ebbe lasciala inlorno alia specie dei Colli di Melilli
eccettuando la Liquirilia officinalis^ la Mentha sylve-
stris e rotundijolia ( forse Macroslachya , Ten.) , il
Neriwn oleander, il Senecio squalidus., e il Punica
granatum , che tra noi si trovano bensi , ma in al-
tre slazioni ; sceverando pure 1' Antirrhinum pur-
pur eum e linifoliwn (iorse Linaria striata Sibth. ) ,
il dehor iiim spinosum ^ il Cytisus supinus , la La-
vandula stoechas ^ la Melittis melissophyllum fforse
33r
Melittis albida Guss.) \' Origanum oniles^ la Cerin-
the major , ii Ruscus aculeatus , il Teucrium Chl-
maedris^ la Phlomis herba veiili^ la f^icia alropur-
purea^ il TJiymus serpiUum^ e la specie innomioala
di quest' ultimo gcncrc, clie cnii non mi venu(? fino-
ra d'aver ossorvali; levando via liualmcnte anclie il
Seseli ammoides , la Vicia sordida^ e U Rula cha-
lepensis , eccelloche iioii si abbia volulo iulondere
con quella nomcnclakira il Meiim piperalum^ la Fi-
cia hirtay e la Rula bracleosa^ Dec. , e per lo con-
Irario facendovi supplimenio di non pocbe allre specie,
come ad esempio la Melissa aUissima il Cislus sal-
vifolius e creticus la Mclilolus ilalica e parvi/lora,
r Alyssum mavilimum , la Gypsophyla permixta., la
j4sperula longijlora , il Cijtisus infestus Guss. , la
Salvia clandeslina , la Fulaeraria helerophylla e
telraphi/lla, il Rosmariims officinalis., il Lotus cyti-
soides, la Coronilla Emen'ts., I' jljuja chainaeptiiis.,
il Gallium lucidum , la P^icia dasycarpa avrassi
un idea del come sia bella e doviziosa la vegetazio-
ne delle uoslre coUine (i). Non e pero, cbe da ra©
(ij Credo an prpgio dell' opera il trascrivcre in nota per esteso quel
citato calalogo di Brorclii , quale si legge nella menioria sui J
Colli Ililei, di cui si 6 detto.
Acanthns mollis.
Achillea cobilis.
Anthemis nobilis.
Antirrhinum linifoliam.
. . . orontium.
. . . parpareuni.
TeDexQtD.
siculimi.
Asparagus aeutifolius.
Cenlaurca sicula.
Cerinihe major.
Cicborium Bpiaosam.
332 •
si pretendea aflbrmare, che i Colli di Melllli man-
chino ad ogni modo delle specie, che ebbi gia sup-
plile alia vis(a, e di quelle molte eziandio che Irala-
sciaronsi a cagione di brevita ; imperocchc il catalo-
go d(^ Signer Brocchi , per confessione di lui stesso
e mollo lungi daJt' esscre corapiuto. Solfaulo mi son
impcgnato ja questo paragone, perche non si moves-
se difficolla , che una stessa c la naliiia delle due
catene di Colli , e gli stessi presso a poco i vegeta-
bili che vi crescono sopra.
Se noa che bisogaa pur dire per amore di ve-
Cytisns snpinus.
Daphne Guidiiim.
Deljjliiniuni ijercgrina.
. . . staphysagria.
Hypericum crispmn.
Lavandula slocchas.
Liqiiirilia olficinalis.
Marrubiiim hispanicum ( M.
sire Biv.)
Melissa nepela,
Melitlis melisso|iIiyIIum.
Meuliia pulcgiiuD.
. • . rutiindifolia.
. . . sylveslris.
Moluccella spinosa.
Myilus communis.
Neriiim Oleander,
Ononis ramossissima.
OrigacHrn Oniles.
. . . smyrneam.
Phlomis frulicosa.
. . . Ilerba-venli.
Tipe-
Poleiiain spinosum.
Prasiura ma jus.
Punica granalnm.
Uuta chalcpensis.
Rnmex aculcatus.
. . . spinosus.
Salvia triloba.
Satureia capilala.
Salurcia graeca.
Senecio sqiialidus.
Seseli ammoides.
Scutellaria peregrina.
Siderilis romana.
Tencrium frnticosum.
. . flavum.
. . folium.
. . chamaedris.
Tyraiis
. . serpillum.
Vicia alropiirpurea.
. . sordida .
335
rita , che 1' uomo , padrone dei vegelabili , cui puo
con la sua industria accrescere, diniinuire , rinnova-
re, snaliirare, distruggere, avendo spianalo e colliva-
lo il pendio di quesle colline, e sospesi su i fiancbi
di esse alberi e vigneli; e pure la paslorizia facondo
guasti per ogni dove, non ia tuUi i luoglii si trova
inalteralo c nella naturaie gaiezza queslo meraviglio-
so complesso delta vegetazione sclvaggia. Ed esso aa-
cora naluralmenle non e cosl ricco e profiiso nello
estrenio della calcna, che si unisce ai Colli di Nolo,
ove pure diversifica la chimica nalara dei tcrreni ,
essendo quel calcario d' una pasta fiiabilissima e me-
no ooliegata. E nella conliada dcllc Due-acque ve-
desi prcdominare in qualche silo 1' argilla; dunde in-
fraviene, clie vi si trovi a crescere KHedijsarum co-
ronarium (slranicro ad ogni allro silo dei noslri ler-
reoi) bens) radamente; menlrc poi nel vicino tenere
di Nolo, in una pcndice dcU' cminenza, su cui Nolo
niedesinia c fabbricala , immcdialamcnle dopo la li-
nca che divide i due terrilorii, viene in lanla copia
queslo Togelabile carallerislico , che quella ne ha ri-
porlalo financo il nome di Costa-della-Sulla.
Ma per awcnlura sam taluno, cui polrcbbe non
andare a sangue quesla pitioresca doscrizione che per
me si e falla dcllc pianle dellenoslre colline, esliniandola
male accoramodala al proposilo, cd alia semplicila e
al rigore della scienza ; c forse dimaiiderassi ua va-
riato prospello , il quale delermini , a dir cosl la fi-
sonomia di ciascuna slazione. Quale desidcrio aman-
do satisfare (che io far vorrei, per quanio mai posso
il desidcrio di tulli) nii viene ben fallo il considera-
re divisamcnte in quesla rcgione dclle Colline qual-
334
tro stazioni principal! : le pianiire superior! , le iiude
rocce , i peiidii e le valli. Pare die la nalura abbia
dalo a ciascuna di qiieste , rispelto ai vegelabili un
carallere fisico poco alterabile.
Nella prima slazione possono considerarsi come
peculiari 1' Iris germanica e pumila ^ il Convolvulus
canlabrica , il Cislus saloij'olius ^ la Ruta bracteosa^
varie specie della famiglia delle Orchidee. fra le qua-
li anche 1' Ophnis luimlala lesle noraiuala dal Dott.
Filippo Parlatore ( i ) , 1' Helianlhemum ericoides «
salicij'olium , la fulneraria heteroplnilla , la Msdi-
cago elegans^ la Ferula geniculala^ la Bartsia visco-
sa .6 Trixago Jlore-luleo , la Poa bulbosa....e Ira le
critlogame la Cenomisce encliria e folia fimbriata^ e
rangij'erina.
Welle biiche e nei crcpacci delle nude rupe, sia
cbe quelle rocce posando sopra 1' argilla , ne lascino
passare per le feiidilure perpcndicolari 1*3 umide esa-
lazioni , sia cbe 1' acqua vi slilli e vi si fillr! a tra-
verse della soslanza calcare, trovi in tulto il riggolio
della vegelazione con ispecialila I' Erica multijlora ,
\a,Cappar'is rupestris^ V Antirrhinum siculum^ X J-
pargia picroides la Silene fruticosa , il Seduin al-
tissimum , la Ernodea montana , e in qualcbe silo
ancbe una specie di Dianthus , cbe si crede il D.
Bisignani ^ ma cbe io trovo ragioui di rilenere per
allra specie.
f'f) Giorn. di Sc. Leli. e arti per U Sicilia. Vol. 6s (aprile i838)
335
La faccia tloi pontlii vicnc (raUcgginfa dalla Sal-
via triloba, dalla Phlomis fmlicosa ^ dalla Euphor-
bia pinea, e dendroidcs, dixW'yJrtindo um/jcdudearnos,
da! Rosmarinus officinalis , dall' Origanum virens e
macroslacliijuin ^ d.'d Marriibiwn hi.spanicum , dallo
Onobrychis caput-yalli, dall' Arlemissia absinthium,
dal Meum piperalurn, dalla Salurela graeca.
Le Valli nclla maggior parle sono stcrilissime ,
ed aliro non prcsealano nci (ianchi di esse , che i
nudi macigni; alcunc di buon Icrreno e con vegela-
zione dcgna di riguardo. A formarsi un' idea vera
di quosic ullime basla considorarne Ire principali: la
Cava-grande che in lispello alia vegelazione rilerremo
pure come una valle, la Cava dell' Amico , e quella
di Pisciarcllo. Nella prima la cosa piii dcgna di con-
siderazione sono gli albcri boscherccci che vi crcsco-
no in fondo alle sponde del fiurae , i di cui pcdali
sono al basso quasi per tullo ricoperti d' una deusa
borra di Leskea sericea, e d llgpnum rulabulum a
strati succcssivi. Le specie dominanti di quosli alberi
sono Frassini, Pioppi neri, Plalani, Alberi di Giu-
da — , c dovunquc nci fianchi delle nude rupi cre-
sce il Ficus carica-sglveslris , e la filis vinifcra.
Ma la difTicolla di potcrc avvicinare e correre a buon
agio il fonJo di quesla valle , ha impedito che si
conoscesscro con tuUa esatlczza e particolarilA le spe-
cie che vi vcgetano. no di conscguenza pno darsenc
un rniTfrunirlio che fosse soddisfaccnte. La f alle di
Pisciarcllo, per le terre di mediocre ferlihta, e per
le acque di Miranda che la bngnano , puo conside-
raisi come ua conlinuato giardiuo, e assai numerosi
Alii Acad. Foluine. xv. 4-2
336
sono gU alberi da frutto , dei qnali e popolata. Cio
sia detto per lo riguardo dell' agricoUura. II Botaai-
co nei pcndii a solallo, e singolarruenle sulla china
del cosi detto Monte Celidbnio {Munli Cirwidddmii)
trova il Blupeurum fruticosum^ e la Coronilla eme-
rus: alle falde di questi pcndii il B/ms coriaria , il
Teiicrhim Jlavuvi: in fondo il Populus tremula , la
Quercus robur , il Rhamnus alaternics , la Psoralea
bituminosa ; e l' Allliea officinalis , e 1' Inula odora
sulle ripe della corrente. Resla ad aversi ragionaraen-
to della Cava-dell'-Amico. Cbiuuque va indagando
costa la nalura abbellita, collivata, eslesa, pulita dal-
la mano deli'uomo, (e impertanto anche su i gruppi
e su le pendici le piu deserte 1' industria campestre
ha posto mano), sperde vanamente e tempo e fatica.
Coperta questa valle ed armata di folli cespiigli, di
piante dure e spinose, inlralciate le une con le altre
appena moslra qua e la un qualche rolto sentiero ,
una qualche comunicazione male aperta dai legna-
iuoli, la quale ti avvisi la presenza dell' uorao. Ep-
pure fa meraviglia , che in mezzo a questa natura
selvaggia , piu estesa, piii intera , piii ricca e 1' ara-
piezza che si prescnta alia curiosita del botanico os-
servatore ; e la circostanza del non pofervi ritrovare
alcun adito ne il minuto bestiaine ne il grosso fa si,
che i vegefabili vi si riuvengano nella loro integrita
naturale , e come custoditi : il che per ordinario fa
dispelfo di non potersi ottenere nel riraanente dellc
contrade , dove o la mano dell' industre agricoltore,
o il dente dei greggi fronca, schianta, dislrugge , e
loglie air aramirazione del filosofo taute belle produ-
zioni del Crealore. I principali alberi, che qui si tro-
337
vano in ambcdiic le braccia; per cui la vallc sccndo
alia piaruiia, soiio la Qucrciis ilex e nobur, spesse
Lcnsi , ma non d' alto fiisto , c la Pislacia terebin-
thus. Tra il riman'^nle delle specie pcrenni, e Ira Ic
crbc annuali si dislinguono per singolarila il Gera-
nium roberlianum , la Lijchnis dioica , il LalhyruH
ciphaca , la Scutellaria pere(jrina^ il Tamus commu-
nis, il Ruscus aculealus Vivono suUe rupe di que-
sta valle a bacio la Grammilis Icplophylla , il Cele-
rach qljicinarum , c 1' Jdiunlhum capillus-P'eneris ,
ire criUogamc cbe crescono allrove da per tullo; pe-
ro nei massi divolli c rololali in fondo alia valle ,
insicrae alia Leskea sericea cd all' Ilypmim riUabu-
lum vcgclano 1" Asplenium trichomanes , e Adian-
thum-ni(jnim, e \ Aspidmm fdix-mas , e in piu ab-
bondanza iin' allra criUogama della famiglia dei niii-
scbi , die il Cb. noslro Socio Ferdinando Cosenlino
ha definilo per \ Orlhothricum (ijjine\ ma cb' io noa
in' cbbi avLilo finora i mczzi di polor comprovare.
Poi fra qiioslc crillogamc nei sili piu bassi vedi cre-
scere le pianle gracilissimc della Linaria ciimbalaria,
cbe di qiici luogbi all' infuori non mi venne vcduta
ia vcrim allro.
L' ordine , cbe mi ebbi proposlo , mi conduce
ora a ragionare della pianura mcdilerranca. Qucsta
regione quasi da per luUo immedialamcnte sollo lo
stralo superficialc della terra vegolabile, presenla una
breccia lerziaria di pielre calcari di varia grossezza ,
roloudale, c collegate ora da gbiaje, or da sabbioni
calcari, or ancbc da iiu ccmenlo di lufo (tiparu) qua-
3i tanlo duro quanto le pielre stosse, con le quali
forma una raassa conlinua e si solida , cbe a slenfo
338
se ne possono s(accare alcuni pezzi. Ordinariamenle si
trovano alternali gli strali orizzoiilali di si fatta brec-
cia coa aliri di semplice tufo o di ghiaia. II grano
di queste pielre e assai piu fino cbe nou quello del
calcario delle coll'ne, meglio compatta la tessitura ,
maggiore la resislenza all' azione del fuoco. Lo stra-
to di lerriccio, che vi sovrasla, in piii luoghi non e
che sottilissimo ed appena d' un piede : pochi sono
quel terreni die 1' abbiano di qualcbe spcssezza. Que-
slo medcsimo lerriccio nel rispelto della vegelazione
varia di condizioni quasi ad ogni passo. In qualche
parte vi soprabbondano le soslaaze organicbe decom-
posle, in qualcbe altra alquauto 1' argilla , in alcune
la sabbia, e tulti i terreni cbe trovansi posti suU'aa-
golo occidenlale ai piedi delle colline son quasi in-
teramente calcari-biancbicci, poco ritenitori della umi-
dila. Pocbe sono dunquo le terre uberlose, alquanto
piu le mediocri , povere di vigore e slerilissiine la
maggior parte , e sopraltutlo male accomrnodale alia
seminagione dei cereali. Arrogi cbe 1' affalicante agri-
coUore, dandosi studio di sopperire per fatiche e per
diligenza a questo naturale difetto , miscbia a quel
poco terriccio i frammeuti delle sterili malerie , che
stacca col vomere dallo strato inferiore, e cosi inve-
ce di prolungare la durata della fecondita , quasi la
spegne , e male poi si adopera a farvi rimedio coi
concimi o con altre bonificazioni geoponicbe, Perlanlo
bisogna dire, cbe se 1' industria contadinesca non eb-
be potuto rendere adatli i nostri terreni alia coltiva-
zione delle biade, ba saputo compensaroeoe a ribocco
con la pianlagione dei vegetabili piu ulili. Principal-
mente olivi, mandorli, carrubbi , vigne, e poi raolli
339
alberi fruUiferi da giardino e di liisso vcslono densa-
mente lutlo il lerrilorio dalla sommilu doUc slcsse pen-
dici sino quasi ad \f!^ di miglio in distanza dal ma-
re , ove le circoslanze cliinalologiclie fanno clie gli
alberi non possano allignarvi. Lc terre di tuUa cjue-
sla pianura , come di lullo il Icnere , per lo mezzo
deir enfitcusi perpelua , Irovansi divisc, anzi sminiiz-
zalc a quasi lulti i ciltadini, o a dir racglio a quan-
ti sono capi di famiglia, e la riccliezza della rciidila
di esse consislendo iuleramcnte ncl frullo degli albe-
ri , il piu povero conladino nclla sua picciolissima
porzionc trova di die soppcrire ai bisogni della sua
faraigliuola, e uno stalo di gencrale agialezza ne ri-
viene, che morlifica 1' opinione di cpiella classe di e-
COQomisli , i qnnli nogann , la diMsioiic dei tcrreui
polere csser causa di augumeulo di sussislenze. Tutte
quesle picciole divisioni, distinte in contrade, vcngo-
no separate da stradc maeslrc, e son cinle c difese
da picciole mura di pielre collocate con ordine Tuna
sopra r allra senza cemcuti , le quali lengouo luogo
di siepc. Ed intanlo non e alcun minimo pczzo di
terra capacc di render frutto , che i noslri conladini
lascino incoUo, o non vi pianlino un albero; e 1' a-
spelto del complesso prcsenta qualche cosa di slraor-
dinario c di unico.
Ma gia scmbrar polrebbc, che intorno a questa
nialeria fossi ilo allargando Iroppo oHre il niio ragio-
namcnlo. Eppurc io giudico di non essemii dilunga-
lo gran falto dal preso assunlo ; imperocche dal fin
qui detlo, chi bene lo guardi, logliera argomcnlo a
poler conchindcre con sicuro animo, che in (aula o-
pera dell' industria carapeslre, la fisonoraia vegelabi-
34o
le dei terreni deve trovarsl solenneraente imrautata ^
e noD puo dedursi a primo aspetto quali piante la
nalura abbiavi sparso a dominarvi. Se non die falta
considerazione della eslremita orientale della pianura
conterminale al Cassibili, ov' e 1' ex feudo di Gallina,
cbe non avendo ancora sperimenlato la benefica dili-
genza dei piccioli livellari, e sgorabro affatlo di al-
beri , e poco o nulla ha perduto della faccia della
natura; osservate le pubbliche vie, dove il contadino
poco si ciira di distruggere una pianta inutile; fru-
gato qua e la ogni avanzaliccio di terreno cbe ha
ricusalo qiialuoque coltivaraento, o nulla ha promes-
so air agricollore ; in ultimo messe a paragone tutte
cosi falte osservazioni , mi sara lecilo di uscire con
francbezza in tale mia opinions, elio it Th[mus ca-
pitatus e nepeta, la Chamaerops Immilis, il Poterium
spinosiim, V Euphorbia characias , 1' Hypericum cri-
spum^ \ Inula v/scosa, Y Ononis ramosissima ^ e se
vuolsi ancbe la Passerina hirsufa, e la Daphne gni-
dium sono le pianlc principalissime cbe rappresentano
come i lineamenli fisonomi del nostro_inlero terrilorio,
trovandovisi uciualmcntc diffuse dall' ultimo confine
della pianura delle Coliine sino all' orlo dei campi ma-
rittimi. Ed e pur questa ragione di ubiquita^ cbe nelle
piaule carattoristicbe delle coUine bo tralascialo di ac-
cennare il piu sopra espresso Tlninms capitaius ben-
cbe sia quello cbe vi faccia la principale comparsa.
.Ritorniamo oggimai a dire qualcbe parola piii
nel proposilo di questa seconda rcgione, raccogliendo
sotto brevita le cose principali. Nella parte cbe guar-
da r orienle dali' ultima base delle coliine fin presso
ad un miglio dal mare (ancbe compresavi una por'
Sv
I
34 r
zione dell' ex fciido di Gallina) qnesla pianura e pie-
trosa in modo, die ha dalo a quella conUada il nome
di Pielrara. Qui si vedono conlinuarc, quasi come
per le pcndici, il Daucus maximus^ la jMelissa allis-
tima , il Gallium luciJum , la Si/deri(is romana , la
Salvia triloba^ il Rosmarinus officinalis^ c la Phlomis
Jriiticosa; qui crcsce in abbondanza I' Ili/rlhus com-
munis; qui nasce 1' y4vena bulbosa; qui sconlransi fre-
quenle la Coniza saxadlis, il Carthamus coenileus^
il Cynoglossum cheirifolium^ 1' Onopordon acanthium^
il Delphium staphysagria , la Calendula siellala , lo
Asparagus albus^ il Convolvulus tcnuissimus^ la Can-
calis plalijcarpos In somma tutla qucsla conlrada,
considerala nel riguardo della vcgelazione , prcsenia
un aspelto alquanto diverse dalle allre parii della in-
tera rcgione. Delle quali tulle, per una certa Ira es-
se uniforniila, confcsso di non poler dare un distinlo
ragguaglio nella guisa clie per ques'.a ebbi gia fallo.
Lungo poi sarcbbe il cliiamare a disamina le pianle
di ciascuna slazione; anzi cio slesso sarebbe inutile
nell'assunto, in cui gia sono, di dare a dilungo una
melodica descrizione di lutle le specie. L' attuale mio
divisamenlo litnilandosi a disegnare come un abbozzo
del complosso e della carattcristica dei noslri lerreni,
mi sara sufTicienle il far raenzione di quelle specie,
che occupano un poslo piu generate, e ricbiamano
maggiormcntc 1" attenzione deirosservalore.
Di tutlo r ampio numcro, che rienlra nella clas-
se delle pratcnsi; non saprci trasccrrc alcuna in com-
pendio , conlenlo solamenlc di ricorJare, che la piu
sparsa per ogni dove e appunlo la Vicia spuria ,
riportata dal Signer Gussone siccomc rara, Tra le
3^2
campestri le specie piu niirncrose non sono gia le
piu iitili, ed io non diro die di quaUro, lutte noci-
ve a!le biade coltivafe. E quest' esse sono la Bartsia
irixago-versicolor , il Thesiwn humile \ Orobanche
pruiiiosa ^ ed una specie di Gladiolus^ che si avvi-
cina al Gladiolus segetum pel semi non marginato-
alati , ma no differisce per laali allri riguardi. La
prima di qucsfe specie fa losto quasi perire i semi-
nali di grano, ove trovisi a crescere in qualche ab-
bondanza: non avvi maggiore indizio della sterilita
del terreno , quanto il vedervela dominare. II l^he-
simn humile fa vedersi principalracnte nell' ex feudo
di Gallina , e nei terreni conterrainali a questo : ia
allre conlrade cd anrhe su i oolli non si Irova die di
rado, e mai nclla slessa abbondanza. Fa ugualmente
male ai setninati, ed al grosso bestiame che ne man-
gi. L' Orobanche pruinosa^ vero flagello della Faba
vulgaris^ trova in quesli terreni cosi favorevoli di-
sposizioni per lo suo germogliamenlo , che ha quasi
inleramente impcdilo la coltivazione di quella legu-
minosa; e se di picciole se ne avventurano, fa sem-
pre mestieri di vendersene i primi frulli in erba ,
che quella parassila non farebbe venirli a maturita ,
e i legami dell' estrema fioritura non allegano giam-
raai. Finalmenle quella specie di Gladiolus pei nu-
raerosissimi sverualoi si e iiiolliplicata in niodo iu
alcune contrade, che afFoga qualunque graminacea vi
si voglia collivare. Si e osservalo , che in quel ter-
reni , ove il proprielario avido , piu sollecito di go-
dere che di conservare , frutta e snerva le lerre co-
slringendole a produrre oKre le forze di esse, e met-
tendovi succcssivaraente per piii anni la biada islessa,
ivi tosto prende dominio quesla pianla, cbe i noslri
conladiui cslimano iudizio della slanchczza del ter-
rene.
Cio sulle pianle campeslri. AUc sponde dei cam-
pi sono frcquenti lo Smymium rotundifolium^ !a Si-
lene Behen'anguslifolia^ il Thymus nepeta^ il Cyno-
gtossum pictum^ la Cerinthe aspera^ il Ranunculus
bulbosus Crescono sii le nuira divisorie delle pic-
ciole chiudcfldc, e spcsso vi fanno siepe la Rosa sem-
pervirens, il Rubiis Jruticosus^ \ Asparagus acutifo-
ii'us e aphyllus^ il Piswn bijlorum^ la Clemalis cyr-
rhosa^ la Pislacia lentiscus^ la Rubia pereyrina^ la
Brionia dioica , il Convolvulus ilalicus , la Smylax
aspera^ \ Arislolochia lonya e sempervirens, il Pra-
sium majiis , il Tcucrhim fiulicans , e rarissimi la
Lonicera iwplexa e il Tainus communis; e nci luo-
ghi umidi aucbe la Clemalis vilalba , e \ Hedera
helix 1 e frequealissirao il Convolvulus sylvestris. Tra
le fontaniere lianno il primo posto la Feronica ana-
gallis^ il Nasturiiwn ojficinale^ e il Lythnim Graef-
Jeri: \i e rara la Cliantransia rivularis. Nascono in
mezzo alle acque dell' Asinaro , principalmente lo
Sparganium ereclum e la Typha latifolia , il Pola-
mogelon jluilans e crispum — ; alle sponde di esso
il Poli/gonum lapatijolium^ c serrulalum-neriifolium .
Y Althaea officinalis^ \' Hypericum hircinum^ il Cy-
-perus teniiijlorus , badiiis , JIavescens e fuscus , la
Ajiiga orientalis b.\ il Ricinus africanus... \ e nei
luoghi cespitosi il Jiincus glaucus e aculiflorus . AI-
Je viciiiaDze poi del Cassibili crcsce il Ci/perus Ion-
■ffus , e la variela del Fitex Aynus-caslus , a fiore
Ail. Accad. Fol. xr. -43
3M
carneo , che in nessim altro sifo mi vefine fatto di
ritrovare, benche per ogui dove sia comunissima I'al-
tra a flora turcbino.
-i ■ Prima di dar fine at breve saggio di questa re-
gione, diro ancora una parola sopra gli orli di essa
dalla parte del mare, la quale servira di tratisito al-
ia terza della Pianura mariltima. Ad una distanza
poco minore di Ire raiglia dal flume Cassibili , e
precisaineole su la picciola punla , cbe si appelladi
Caponero , si trova peculiarmeule il Chempodium
fruticosiim. Nello stesso luogo cresce la Frankenia
intermedia , e pulverulenta: quale ultima specie tor-
na altra volla a farsi vedere a due raiglia d' inter-
vallo viciuo le case della Tonnara. Tutto il rima-
nente della cosfa non presenla ai margini di dssa ,
che Teucrium Jlavescens , Gnaphalium stoechas ,
Buphthalmum mariiimum ^ Iledtisariim capitdtitm .,
j4lractylis gummifera^ Brignolia paslinacaejolia. . .',
oltre la Passerina hirsuia^ il Thpmis capitatus^ '6
la Chamaerops humilis^ che abbiamo detto essere le
domiuanti di tutto il tenitorio. Pero nell' estremita diel
S. 0. trovandovisi il picciolo stagno, ivi si osserva-
no r Erythraea spicata e ramosissima^ il Teucrium
scordioides , varie specie di Giunc/u\ lo Scirpus la-
custris e maritimus Nei luoghi circostanti cresce
segnatamente la Liquiritia officinalis.
Questo stagno lega in modo le due regioni del-
la pianura mediterranea e della marittima , cbe da
esso faro io capo nel dare di quest' ultima un breve
ragguaglio. Agli orli di q^iiel sito dalla banda del
mare cresce la Statice limonium , il Trilicum elon-
gatum^ V Ilordeum secaliiium , e piii infuofi la Ta-
I
9 ; *■'
04J
marix africana. Lc picciole dune , o a dir meglio ,
tullo lo spazio arenoso, cbe sla diniianzi, e sparso di
Gnaphalhim arenarmm (escluso di questa sola loca-
liti'ij, di Ecliinophoi-a spinosa ^ di Eryngiwn inarili-
mum^ di Euphorbia paralias , di Glaucium luteum ,
di Salsola Tragus , di Pancratium marilimurn , di
Seseli torluosum — Procedendo di pochi passi piii
in la alia voUa dell' Est , il Seseli tortuomm si
fa spesso in raodo die vi diviene la pianla prin-
cipalissima. Se non clie non va mollo a dilungo
cosi falla frcqiienza , ma quel la specie in breve
Irallo vi divcnla piu rada , e sparisce quasi del
tulto al silo del Cannilello , a quasi un niiglio dal-
r Asinaro. In lui picciolo lago niariUiino , cbe qui
( ai Cannalello ) si rinvicne , non vedonsi cose
obegae di ricordo , non allro cresccndovi die la
Tlujpha latifolia e anrjuslifolia. c lo Scivpus lacu-
siris, cd ai luargini il Lului decumbens? . e pianle
palostri coniunissimc. Da qiieslo sito cominciano le
cosle ad esscre piu elevate, e corrose a piombo dalla
sferza dellc ondc in alquanli piccioli seui. che negli
anp;oli salicnti , per eui si uniscono 1' uno all' allro,
g©no,bagnali dal marc, c cbiudono in ciascuna cur»
\alura un breve spazio arenoso . in tal giiisa conti-
lUiaiid'o sino alia spiaggia eosl dclla di Fac/a/e. Suite
ghiaie o su i luli caleari di questi lagli della costa
si slaflno avegctare \a..Jk'tn wariiima.y la Slaticc
sfHitchii e ai/iuaia , la Mathiula li icuspidala ; ed
ifllQrno alle fabbricJie della Tonnara il Mesembrian-
iheinuin nodijlorums c la Planlago commutala , che
sin. era non mi corsero all' occhio in verun allro
luogo. Di lulli gli spazi arenosi, e degao di osser-
546
vazione quelle cLe fanCecede la spiaggia denominata
delle Tremole , suU' andare ad orienle. Ivi se vedi
crescere sii i lufi della cosia il Trilicum junceum^ e
la Plantago ceratocarpa , nelle areoe li si para il
bello di osservare 1' Echium arenarium , 1' j^rundo
arenaria^ il TrUicum arenarium e loliaceum^ 1'^^"
pecoum procumbens^ la Cakile maritima^ \ Ambrosia
maritima^ (di rado) , il Convolvulus soldanella , la
Silene m'caensis , la Caucalis maritima , ed altra
specie non poche. Niidi poi sono quasi del tullo gli
altri spazii arenosi anche quello delle Tremole , ca-
mecche fosse piu esleso ; e sin anco in Ire piccioli
ristagni, die riescono a quesle ullime arene, non al-
tro si osserva che lo Sctrpus lacuslris , il Juncus
bujonius , il Lythrum Graefferi , e pochissirae altre
pianle della classe delle inondale. Perlanlo quasi puo
dirsi , cbe qui slia 1' ultimo liniite di questa regio-
ne ; awegnacche dalla prossima spiaggia di Fadale
sino a Gallina le cosle sono piu elevale die allrove,
e il mare le bagna sino al piede, eccello tre o qual-
Iro piccoli varchi (ove trovasi poca arena) e 1' estre-
mita alia foce di Cassibili^ cbe va declinando a po-
ca altezza sul livello del mare : pure in alcuno di
questi siti arenosi non crescono piante di molla con^
siderazione, e quasi nessuna se ne scorge su i riaUi
stessi troppo esposli alia sferza delle onde.
Come un' appendice di quesla terza regione met-
teremo gli scogli e il fondo del mare. In quest' ul-
tima stazione crescono principalraente la Caulinia o-
ceanica , Dec. , e la Ci?nodocea aequorea ? Koinig
e Sims: esse pero non si Irovano assai vicine alia
spiaggia, ma vi sodo gellate dalle maree. la prima.
347
in grossi banchi, la scconda in poca qiiantila. Gli
scogli sono foimati di una breccia di calcario gros-
sierc di pasla durissiina , che invihippa e collega i
gusci di varii Icslacei , piu o rneno rolli o triturati.
Su qiiosti scogli cresce laic un nuraero di Aeleoga-
me marine c di Zoofili , che richicdesi Iroppa osser-
vazioue e la piu lolleraule pazicnza per tulle deler-
miuarle, c moite parole a darue un ragguaglio an-
clie compendioso. II Fucus lamariscijblhis ^ Huds.
( Cisloseira ericoides , Turn. ^ e la specie che piii
vi domina , e pure la Cisloseira barbala , j4g. , e
trovi iu mezzo a quesli varie Couferve ^ varii Cera-
mil , varii Sphoerococcus , varie Ulve., il Gclidium
carneiim^ la Udothea anlhehma., la Falonia intrica-
ta , la Corallina rubens , 1' Acetabulum mediterra-
7ieum, la f^ulubi/aria medilerranea^ ed allre mollis-
sime specie, che io per diligenza e per lempo spero
gia polcrmi aver conosciule, e dame la diagnosi col
mezzo delle mie proprie osservazioui.
In una sola rapida scorsa, che da rae si e data
al noslro lerriiorio mi fa meraviglia 1' aver trovalo
a dir lanlo , e cerlamenle avrci volulo far uso
di maggiore brevila, se di quesla a senno mio fosse
slalo capace il subbiello. Perocche mi soffriva 1' ani-
mo, che nella soverchia precisione, lasciandosi indie-
Iro Ic cose principali, uessuno studio si fosse in me
riconosciulo di aderapiere quelle , a cui mi era gia
dedicalo iscrivendo; e percio non so giammai a ri-
pcntirmene come di difetto. Aspellaudo inlanlo die
per mc s' inlraprcndesse a dilungo la storia partico-
larc di ciascuna specie , non ismenlicale , o benigni
Accademici, che scendo per la prima volla ncll' are-
3j#
na dei dotti , e che avendo dovuto senza quasi una
guida, e tiitto solo osservare, paragonare, istruirmi,
deve tornare un miracolo, che con le sole mie forze
e con una volonta risolula fossi uscito ad eseguire in
un modo qualunque il mio divisamenlo.
: ;"lto3 iai «doooi9'i
1^1 ]■'. 'A onJ
. : -ijacHOah
ada or: •})!! oba^lJaqaA v,
■mihufi r.iaole fil :0§a tj ! ; ! i isq
' i^fd 0 fijJflatlntifnai uou ,. .toit* ib eisl
_ DELLE
COIVCHIGLIE VIVE^TI E FOSSILI
DI SICILIA
ESISTKNTI ISELLE COLLEZIO.M
DiL DoTTOR ANDREA AKADAS
n dell' ESTINTO
ABBATE D. EMILIANO GUTTADAURO
LAVORO
Dirello principalmenle a far conoscere le specie
die vivono nel goljo di Catania^ e nei dinlorm
di essa col confronto alio slalo J'ossile
COMPILATO
nAL SOCIO ATTIVO ANDREA ARADAS
E DAI. SOCIO CORH. P. D. GIACOMO MAGGIORE CASSINESE
E
Diviso in piu memorie
MEMORIA II. »
SEGUITO DEI GASTEROPODI
Letta nella seduta or dinar ia del i4 Marzo i83q.
I
"■ilD 013C
■iorl
GENERE VII.
DOLL A (Bulla Linn, c Bullae A Lk),
II gcnere Bolla , dice un saggio zoologisla , e
stalo per Linnco come uu niagazzino da riporvi lutte
le specie clie noa Irovavano silo in allro gcnere di
conchiglie aUesa la concisissima classificazione dilui;
per il che veggiamo in quello stranameulc comprese
lo Ovule, le Piriile , le Acaline, alcune Fise ec. ec.
Ma nou ci e lecilo estenderci da vanlaggio sulla sto-
ria di queslo gcnere, esscndo stala diffusamenlc Iral-
lata insienie alia costnizione organica e fisiologica
czione dcllo storaaco del suo gastcropodc in una me-
moria sull' apparecchio digeslivo di taluni gaslero-
podi del genere Bolla^ cui ci place rimaudare i raa-
iacologisli (i). Ci conlenliamo in questo luogo ri-
(i) Cenno fisiologico del P. D. Giacomo Haggiore ncl prcseate tpr
lump. , . " ,. .1 '
AU. Accad. Vol. xr. k^
352
cliiamare alia loro raemoria, che si appaytengono le
boUe ai quarlo ordine de Gasleropodi , ovvero alia
seconda famiglia de' Tellibrancbi di Cuvier , e che
vengono parlite in due soUogeneri dal Rang , cioe
ia Bolle propriamenle dcUe, ed in Bollce di Lamarck.
Conciossiache offiono i mollusclii delle prime una coo-
cbiglia eslerna , laddove qiielli delle seconde ia ce»
lano nella spessezza del maatello.
I. SOTTO-GE-N. BOLLE PROPRIAMENTE DETTB.
BOLLA LEGNARU (Bulla Lignjru L J
B. testa oblonga , laxe convohda^ versus spi'
ram altenuala^ traiisversim striata , pallide fulva ,
spuira trwicala, umbilicata. Lk.
Linn. Gml. p. Zl\2^ , n. ii — Lister Conch,
lab. 714, f- 71 — Bonanni ^iiw?:. Kir. clas. Ill, f.
4.06 — Knorr 6, I. Sy , f. 4. 5 — Bruguiere Diet,
n. i3 — Encycl. melh. lab. SSg , f. SAB. — Olivi
zool. p. iSy — O. G. Costa p. LXXV — Poli torn.
Ill, pag. 18, iab. XLVI, f. 3, 4 — Lk. YI , 2 ,
pag. 33 — Philippi pag. 121.
Questa concbiglia conosciuta ^s. Linneo, cbe dis-
se abitare nell'Adrialico e nel mare di Sicilia, e la
piu grands e sbadiglianle delle Bolle; per nulla ra-
ra, e anzi appo noi coinunissima. 11 mare di Riposlo
Aci-Reale Aci-Trezza Aci-Casldlo Ognina ec. ne e
abbondantemente j)rovvedu[o. Pescasi in Icrreni piut-
Sosto fangosi anzi che no profoadi a 4o braccia %
353
piani, cd onllnari.imonfe collo animale; di ogni fem-
po, ma in piii gran copia nell' invcrno, e nella pri-
mavcra. Spesso vieue o la sola conehiglia, o insie-
inemcnle al molhisco rigellala dal furioso movimenlo
delle onde del irarc siil lido, e lalsolla il solo slo-
maco come lo Irovo infalli siilla spiaggia della Plaja
di Catania il Gioeni. Quasi senipre peio vicne fiiori
Iralla la bolla iognaria dal seno del mare racdianle
quella maccliina iiisorvienlc alia pesca clie dicesi rlz-
za o ragno volg.irmcnle dai marinai. Occcrre piu
fipesso riiivcnirla nol marc di Aci-Trczza, Aci-Castel-
lo cd Ognina, cbe allrovc. Non se iie incoolra quasi
mai alcuna nella Phija di Calania, e rarissimameute
in Agosia, Siracusa , dove piccQlissimi ne soiio gU
indivicJui. ' fSi .1 .^:i^5^' --
Arriva nella massima sua grandczza qnesia spe-
cie a 2 poll. 0 2 lin. di lungliczza, ad i poll, c a
lin. di larirliezza. II suo colore e fulvo macchiato
di rosso verso il coionncllo, dcniro non senipre bian-
co. Un !al coloiito presenla spesso alcnne gradazioni,
cioc giallo cbiaro, giallo rossastro , c qualcbe volla
rosso fosco. Alcnne variazioni si scorgono eziaadio
in rignardo alia doppiezzg della couchiglia ; scmpre
fragile c soltilc lo c lalvolla piu o meuo, a seconda
r eta principalmenle. Cliiamansi volgarmenle presso
floi le bollc Icgnaric Jliiili di mari\ la carne del
loro molhisco beuclie dannosa c non crcdula com-
mcslibile da zoologi , nulla di mcno si mangia con
piaccre dai noslri. Colicz (A. G.)
Ts'^oi posscdianio due cscmplari fossili della delt^
specie Irovali ncl lerziario de' dinlorni di Palermo.
In oota alia loro fragilila qucsl' iudividui sodo inle>
354-
rissimi e non presentano nessuna particolarita degna
(li considerazione. CoUez. (A. G.)
SPEWE II.
BOLLA STRIATA (B. Striata Brvg.)
B. testa ovato-oblonga , inferne transversim
striata^ veriice umbilicato. Lk.
Var. (a) coerulea.
» (b) Lactea rubro inaculata.
> (c) pallida fulvo maculata^ strits transver-
r.. sis obsoletissimis vel null is.
Lister, tab. 714., f. 72 — Bonanni Recv. 3, L
3 — Gual. T. 12, t. F. — Le Gosson di Adanson pL
1, f. Q—Bruy. Diet. u. 3— 6>. G. Costa pag. LXXV.
— Encycl. raelh. pi. 878, f. a, A, Yi— Lk. VI,
2 , pag. 33. — Phil. p. 121 — B. Calumnae delle
Chiaie Poll torn. III. tab. XLVI, f. 17, 18.
Mosser quistione alcuni malacologisli ua tempo
se la bolla striata fosse una variela o specie dalla
arapolla distinla. Gmelin stava pella prima opinionc
e Bruguiere con piu di ragione per la seconda. Con-
ciossiacbe oggi non e a diibitare della differcnza di
queste due specie appartenenli al geuere bolla , dif-
ferenza principalmenle cosliluita dalle slrie trasversali
air estremita anteriore della base, carallere esclusivo
delia striata, cbe si voile dal medesimo appellare. E
se alcana fiata tali slrie mancano , il colorito e la
forma della conchiglia e dell' apertura precisamenle
veDgoao. in soccorso nella delerminazione della spe-
3" 1'
00
II mollusco di qiicsta conchiglia e slafo dcscril-
fo dal Profcssore dclle Cliiaje, die la dcdico :\\ suo pri-
me scoprilore. La descrizione e slata da iioi Irovata
esattissiina, la divcrsila del colore nella concLiiglia ne
forma due bcUissime variola; la prima (a) d' un ce-
ruleo chiaro, e la sccoiida (h) di un marmorino pal-
lido, noil clie di una maggiore solidozza, varicla rap-
porlale dall' egrcgio Profcssore 0. Cosla da Napoli,
(Catalog, sislem. pag. jo.)
Comunissima la bolla sfriala appo noi rinviensi
d' ordinario sulla spiaggia ove il marc la spinge con
facilla per la sua forma cilindrica, e la lessilura alta
a resislere agli urli dclle ondc, il pcrclic trovasi sem-
pre inlcra e conscrvala. Si pesca nel marc di Trez-
za, Riposlo, Ognina, Catania, Messina, j^gosta e Si-
racusa. Si lira fuori dalle aequo col ragno , noii a
molta profondita , coll' auimale mcno frc(]iienlcmonto
delta bolla Icgnaria. Si appella volgarmeutc in Ca-
tania e ad Aci-Trezza Cannaledda.
Una tcrza varieta di detla specie (c) da noi rin-
veuula in quest' ultimo silo, e che polrebbe coslituirc
una specie nuova, e degna di cousiderazione. Sorai-
glievole di moUo alia bolla ampolla , ne diffcrisce
pella forma alquanlo alluugata , per il suo bordo
colluramcllare calloso ed esteso dall' apice alia base,
c non di raanco non scmbra la striata per la quasi
assoluta mancanza dellc strie Irasversali , pel colori-
lo ec.
La sua raaggiorc grandezza e di i poll. 2 lia.
c 1/2 di Uiogbczza , c 8 lio. di larghezza. Colcz.
(A. G.)
356
SPECIE MI.
BOLLA JMPOLLA {Bulla Ampvllj L.)
B. testa ovato-suhglobosa^ inflaia^ vari'e pwttt\
vertice umbilicato LK.
Lin. Gmel. p. 34-24-, "• lo — Lister t. 718 ,
f. 69 , c t. i()56, f. 8 — Bumph. Mus. T. 27, f.
G. — Gual. Test. t. 12, f. E, — Knorr , Vergn. 2,
t. 8, f, I, 5; t. 17, f. 6, e 6, t. 21, f. a — En-
cyclop, pi. 338, f. 3, A.B.— Lk. VI, 2,pag. 33.
Di qucsla specie onde per incidenza or ora fa-
cendo rilievare i carallcri speciali della bolla striata,
abbiani noi favellalo, un solo esemplare ci e toccato
in sorle di acquislare pescato nel liltorale di Aci-Trez-
za interissimo , di fresco coloriW e di perfello svi-
luppo.
Qucsla concliiglia assai rara da noi e ovale-
oblunga, solida, e piii venlricosa assai della B. stria-
la, levigalissima con laluneslrie iongiludinali segnan-
ti r accroscimento; ha molle variazioni nel colore di
im fondo bianchiccio sparse di piccole macchie ros-
sastre o di un rosso fosco or punlate ed or disposte
in fascia , a verlice proforidaiucnle ombilicato. Per
quaclo ne sappiamo possiamo annunziare di aver
rinvenuta per la prima volta questa specie nel sici-
Jiano mare.
La lunghezza del noslro esemplare, piu piccolo
deH'oceanico, e i pollice 1 iiaea e 1/2, la la^-ghez-
za 9 linee Collez. (A).
357
SPECIE rv.
BOLLA IDATJDE (Bulla nrnayis L.J
B. ovato-rofundala, temii. pellucida^ longiludi-
ncliler :nibstriata^ comeo Jlavescenle (val ruj'escen-
te) , iineolis iransversis exilissiinis , vertica umb^li'
calo. LK.
L. Gml. pag. 34-24., n. g — B. hyalina Gml.
pag. 34.32, n. "ii—Guall. Ind. lest. lab. XIII, f.
DD — B. navictila Blainville — Eacycl. meth. pi. 3 60
f. I A,C— 6>//r/ p. 137— a G. Cosla p. LXXV-—
Poli delle Chiqje fom. Ill, lab. XLVI , f. 28 —
LK. VI, 2. pag. 315 — Plilippi pag. 121.
Conchiglia clogaoliua e rara nel Mcdlterraneo
come ncir Aclrialico e nel Tirrcno , quasi ovale-ro-
tundata, lucidissima , Irasparculc, d uu bianco gial-
liccio, o rossastro, qiialche volla verdoggiaute; a sirie
longiludinali cbe vcngono iolcrceUale da esilissime
lineelle Irasvcrsali ad occbio nudo appcua pcrcellibi-
li; ad ombolico profondo nel vcrlicc , ad aperlura
piuUoslo larga. I nostri esemplari pcscall nel mare
di Messina e ricevuli da Wad. Power prcsenla-
no una grandczza media; quelii rinvenuli ne' lit-
lorali di Agosta e Siracusa rigcllali dalle onde nella
spiaggia allingouo il niassinio di accresciraenlo da
superare in dimcnsionc quelii rapporlati da Linneo
e da altri, siccorae avenli 1 1 liiiec di liinghczza ed
8 di iarghczza. Essi biondcggiano nella gibbosita del
labbro colummcllarc. Per quarite ricerche avessiuio
noi faltc nel noslro golfo noii ci e riuscilo incon-
trarae, chc picciuUsslmi iadividul rarissimamcale iix-
358
leri, fragilissimi, vitrei, taWolta bianchi e lucidi, piu
spesso di color giallo, verdiccio, violello; all' Ogrnna
ed alia Trezza ; essi vengono considerali come una
variela dal Filippi, variela dislin(a solamente per la
grandezza degli individui e pel colorito, che sempre
dipendoDO dalle condizioni del clima, che ne impe-
disce tal fiata lo sviluppo; ma non presenlano nella
forma e ue' caralteri variazione di sorta , essendone
anclie perfettamente idenlico T animale. II perche
noi non possiamo assenlire al cbiarissimo dotlor
Arcangelo Scacchi , il quale fa idenlica quesla va-
riela alia B. pisiim del signer Delle Chiaie; giacche
non ne moslra affatto i caralteri, nellampoco la for-
ma (i). Di quesla ultima specie non possediamo fi-
nora che un esemplare fossile de' dinlorni di Paler-
mo; forse ci sara date in appresso rinvenirla nel no-
stro Jonio.
Luaghezza della delta variela quasi 5 linee ,
larghezza 3 1/2. Collez, (A. G.)
SPECIE ¥.
BOLL J OTRI CELLO (B. utriculus Brocc.)
B. testa ovata, lurgidula^ solida^ utrinque um-
bilicata^ transversim striata^ striis punc talis in utra-
biie exiremitate profundioribiis , intermediis saepe
obsoletis. Broc.
B. utriculus Broc. p. 633, t. i, f. 6—- Idem
B. Striata pag. 276.
(i)Catalogus Conchyliorum reyni Neapolitani- Neapoti i836 p. 10.
359
Concbiglia, ovale, solids, turgidclla, onibelicala
alia base cd all' apicc, striata trasversalmentc, a slric
puntate niollo imprcssc nolle due cstrcmita e spesso
canccllate nel mezzo. Qiicsta specie rinvenuta vivcnle
second© Broccbi nci uiare Adrialico, e dal Filippi
fossile in Sicilia a Ccfali c nel tiifo basaltico del
diutorni di Mililello , e stala da noi trovala pur vi-
ventc in Sicilia e precisaraente nel mare di Piiiila
secca vicino la toire presso Iliposto in im fondo di
piu di 3o braccia Iratla I'uori col racjno nello scorso
marzo; nnico escmplare e quasi del lulto conscrvato.
Lunghezza lince 3, largbezza 2. CoUcz. (A). •
SPECIE VI.
BOLLA TRJSPJRENTE (B. dijphana N.;
B. testa gibbomla^ diaphana^ hjjalina, albida^
laevissima] apice oblique tvuncalo ac fiubumbilicato ;
basi acuta., columella recta, uniplicala.
B. Monrjii Savig. Egypte torn. II, pi. 5, f. 7.
Crediamo noa dcscritla la prcscnte specie percbe
non la troviamo regislrata ne' molti autori da noi
all' iiopo consultali. Savigny solamentc ne da nna
somigliautissiraa figiira sotlo il nonie di B. Mongii
nella descrizione dcU' Eiritlo. ma non la dcscrive. Ci
place nomarla diaphana dalla sua nolabilissima Ira-
sparenza. Essa prescnta inollrc nna gibbosita in tntfa
la sua forma molto affine a qualcbe varieta della hy-
datis: ma differisce da qucsta per lo colonnello relto
ed uniplicato , cbe oltrepassa il terzo della sua lun-
Jtl. Accad. Vol. xF. 45
36o
gliezza, per la base angolosa ed acuta, come per la
perfella levigatezza ed esenzione di strie. E bianca
anziche no; appartiene alle conchiglie microscopiche
non contando piu di i linea ia lungbezza, e 3/^ di
liuea in largbezza. Tale si e I' unico individuo rin-
venuto nella sabbia di Magnisi, e che sgraziatamen-
le perdemrao per esserci scappato di mano.
BOLLA TRONCATELLA {B. TRumJTULJ'Qiwg.)
B. testa oblonga , subcylindrica , laevissima ,
laetea ; vertice rotundo., nmdi/icato; columella bast
subtruncata Pbilippi.
Broc. p. 257 — Soldam\ Saggio, tav. X, fig. b,
e K — Pht'lippt pa^. 123, t. VII, fig. 21.
La figura del Soldani non ritrae in tutto i ca-
ratteri della nostra specie mostrando la base an-
golosa ed acuta , anzi che darcela a dividere quasi
ironcata. Si consulti raeglio la figura di Filippi per-
fettamente soraigliante.
Specie molto frequente, e la piu comune nel
litlorale di Magnisi. La sua lungbezza e di 3/^ di
linea, e la largbezza una metta. CoUez. (A. G.)
SPECIE ¥111 •
BOLLA AGUZZA (Bulla Acuminata Brug.)
B. testa minima^ laevissima^ subcylindrica utrin-
que rosirata. Pliilippi. Broc. pag. 276— ^St^/c/. Sag-
36i
gio, lav. X, f. 62, U—Philippi \>Si^. 122, t. VII,
f. 18.
Specie pill bella e piu rara della prcccdente nel-
la stessa sabbia magnisiana. II Soldani la fa Iroppo
Ironca ncUa base, menlre e distinto caratlcre di que-
sta specie 1' csserc aguzza in ambc le cslremila , piu
neir apice , che nella base. Del resto si vegga Phi-
lippi.
Lungbezza i lia. e ija largbezza quasi 2/3,
Collez. (A. G.;
SPECIE IX.
BULLA MAMMILLATA (Bulla Mammil-
LATA Pbilip.^
B. testa mimita , cylindrica , longiludinaliler
substriata^ vertice iruncoto., medio papillato^ spira
conspicua. Pbilip. pag. 122, t. VII, f. 20.
Concbiglia minulissima pcrfeltaiiicnte cilindrica
con soltilissime stric longitudinali; il suo vcrlice Iron-
cato moslra una spira a fre giri visibili , 1' ullimo di
quesli sporge in una papilla 0 mammella assai sollile
cbe le ha procaccialo il nome di maramilla'.a. papil-
la che noi abbiamo Irovalo spczzata per la sua fra-
gilila in due escmplari di Magnisi, ma quesli hanno
inoltre 1' apertura superiorc stretla anzi lineare e mol-
lo larga al di soMo, di pi 11 una picga indiscernibile
ad occhio nudo nella base del colonnello , e final-
mente le slrie longiludinali si visibili da farla distin-
guere dalla truncatttla.
36!
BULLA MEZZO-SOLCATA (Bulla semisvl-
CATA Phil.
B. testa cylindrical basi vix dilalata^ superne
longitudinaliler sulcata^ sulcis inferne evanidis; ver-
tice truiicato , concavo ; spiva manijesta. Philippi
pag. 123, t. VII, f. 19.
Bellina, piu lunga e distinlissima dalle precedenli
si e la specie che ora prendiamo a descrivere : ve-
diita ad occliio armato essa presenla una forma quasi
deir intutto cilindrica un p6 allargala alia base. Ha
raolti solchi longitudinali obliqui al verlice, che alter-
nativaraenle soao spiati altri piu oUre della sua me-
ta, ed altri sino alia base, dove si veggono altenua-
li. II sue verlice troncalo e coucavo olTre una spira
interna di tre in qualtro giri assai visibile ; la sua
apertura e al di sopra augusta e lioeare, e dilatata
verso la base , dove il colonnello si mostra un p6
piegato.
Due individui i lin. i/3 lunghi, e 3/4 larghi
ne abbiarao nella sabbia di Magnisi rinvenuto, dove
senabra di essere rara, quantuaque il Filippi la vo-
glia frequente in tulto il littorale Siciliano. CoUez.
(A.G.)
SlPECllE XI.
BOLL A Lisa A (Bulla Laevis N.) T. I, f. 3.
B, testa oblonga^ laxe convohda versus spi-
ram atlenuata^ iniiis et foris laevissiina; alba cras-
sa; spira truncata, umbilicaia.
"
1
363
Bolla di forma perfcllamcnfe simile alia ligna-
ria^ cioc ovalo-oblunga, rotondala alia base, a spira
di due giri c mezzo largamcnle convolula; Ironca
ed ombelicala mediocrcmcDte; ma dislinla da quella
specie per 1' assenza dellc slric la somnia levigatczza
delle due superficic eslonia cd iiUcrna, la diiuensio-
ne assai piii piccola, il colore bianco c lo slalo fos-
sile, in cui solamente 1' abbiamo rinvenulo. Un solo
individiio spczzalo ncl lal)bro dcsiro ce ne offri la
argilla figulina di Calalagironc laic quale la noslra
fig. nella naturalc grandczza lo rapprcsenfa. Essendo
esso mal coservalo. uu tcrzo dclla sua csterna super-
ficic nella regione vculrale sfornilo dell' ulliaio stra-
to calcare biancbissimo , che riveste il restantc e lo
iulerno, lascia scoprime nol pcnultimo stralo alcunc
slrie frasversali appcua visibili ad occbio armalo, di
cui nessuna Iraccia si scorge in quello : esse noa
possoDO dclerminarci a crederia una B. U(jnaria
giovane logora dal tempo , por la naturalc lucidezza
e levigalczza di sua tolale supcrficie. Ulteriori ricer-
che potranno cbiarirci del vero.
Lungbezza "j linee, larcbezza i '6f6 Collez.(G).
AVVERTLMEXTO
■u-
MoIl6 tempo e scrupolosissima attcnzione abbia-
mo noi impiegalo per cercare e trovare uella sabbia
dellc spiaggc del noslro golfo qualcbe individuo del-
la liulla diaphana^ Ivuncalida. acuminata^ 7nommil-
ia e semisulcata gia da noi dcscritte , c precipua-
menle nella sabbih' d' Ognina , dclla Trezza , di Ca-
tania, della Plaja di Catania e deirAgooae; ma le
364
nostre ricerche sono riuscite inutili; e per quanto le
Dostre osservazioni ci ban falto conoscere, noi non
siam tuttora nel caso di poter dire die le dette spe-
cie microscopiche esistono nel nostro Golfo. Le no-
stre ricerche saranno non di manco continuate con
uguale indefessita (i).
II. SOTTO-GEN.— BOLLEA (BVLLAEA Lak).
I.
BOLLEA J PERT J (Bvllea aperta Lk. )
B. testa lata^ siibovata^ laevissima , striis z'n-
crementi tantum conspicuis.
Lk. VI, 2, p. '60— Poll Delle Ch. t. 46, f.
23, %k — Blainv. Mai. t. XLV, f. 2 — Phil. p. 121.
Preziosa ma rara e fragilissirna concbiglia. Ha
essa 11 privilegio di venire ravvolta e celata nel
mantello del mollusco. Del pari che il mollusco del
genere bolla quest' ultimo a uno stomaco costruito
con tre ossicini quantunque diversamenle conformati
come d' altronde si sa. Prima di Drapernaud il Gi-
nanni aveva osservato questi tre ossicini nello stoma-
co della bullaea aperta\ la di loro scoperta d'alcuni
a Jano Planco e stala atlribuita , abbencbe non a
questo, ne al Ginnanni si appartiene, c®me asserisce
r illustre Broccbi, ma forse piuttoslo a Fabio Colon-
na, il quale li vide nell' animale secco della raento-
vata bullaea da lui cbiamata Concha nalatilis.^ che ri-
(i) Pochi giorni innanti la pubblicazione 4i questo lavoro abbiamo
rinvenuto con nostro sommo compiacimfintb nella sabbia dell' 0-
gniiia la Bulla semisulcala, la tnmcatuld, e T diuh/iindta.
<<"
365
cerelle dall' Impevati , e di cut da una figura non
citata da' Conchiologisti (i).
Abila la boUea apcrta ne' fondi faogosi ed are-
nosi, siccorae osscrva Olivi, e quindi di rado vien
Iralta colle rcti da pcsca.
I nostri individui ci sono venuli da Agosla e
Siracusa, csiste in Messina, e ncl uoslro golfo e ra-
rissima , cd un solo individuo e stalo da noi rinve-
nuto nella spiaggia dell' Ognina e non bene inlero.
Trovasi ben' anco nella sabbia dell' isola Magnisi. II
noslro piu grand' individuo giunge alia lungbczza di
7 linee, ed alia larghezza di 5. Collez. (G. A.)
SPECIE II.
BOLLEA ANGUSTA (Bullaea angustata BivJ
B. testa oblong a ^ angustata densissime oblique
striata , striis sub lente cateniformibus , spira di-
stincta. Pbilip. pag. 121, t, YII, f. 17.
Ecco la seconda specie di BoUea finora scoper-
ta , cui diiljbiosaraente il Signor Filippi rassomiglia
alia Catenata dcgl' Inglesi; dappoiche la sua eslerna
superficie vien fornila di molte strie oblique diago-
nali , le quali sono formate da picciolissimi anelli
concatcnati , siccomc a microscopic acutissimo ci e
venulo fallo di osservare.
(i) V. Cenno fisiologieo ciJ. del Maggiore, dove viene cnumerala Is
sioonimia di qucsta DoUca.
366
II nostro eseinplare puranco di Magnisi ba una
forma non tanto oblunga ed angusta quanto quello
di Filippi. E bensi moUo piu piccola e piu stretta
della B. aperta di Lamk., da cui la distinguono le
molle slrie calcniformi ; la sua spira e assai manife-
sfa. LuDgbezza i lin. ed 1^4, largbezza i lin. Col-
lez. (G).
Qui ci viene a taglio porre al confrcnto la vi-
venle alia specie fossile di questa nuova Bolica Bi-
TOniana, ora cbe 1' argilla di Palermo ce n' offre iin
esemplare quasi intero. Noi 1' abbiamo trovato sicco-
me ii Signer Filippi, piu angusto c slrcUo del viven-
te, e del tutto somiglievole alia figura 17 c della YII
tav. del citato naturalisla prussiano ; vi si scorgono
ad occbio arraalo le strie diagonal! cateniformi della
specie viva; e pure fragilissima ed infranla nella sua
base percbe a labbro sotlilissimo ; e finalmente piii
grande della nostra specie vivente percbe lunga 2
lin. 1/2 e larga i lin. ^/S. CoUez. (G).
DESCR12510IS^E
DI ALCUNI
CROSTACEI IVUOVI
DEL
60LF0 DI CATANIA
MEMORIA
DBL SOCIO COLLABORATORK
ALESSANDRO RIZZA
hem BELLA SKDDTA ORDUIARU DE" 25 APRILS 1889.
JUi Jccad. y . xr. k6
'&
X ercoiTondo il lilloralc cli Catania dalla focc
del Simcto agli scogli dci Ciclopi ondc raccogliere
oggelti alia zoologia spellanti , ebbi a conoscere die
i croslacei vi abbondavano, c di piu specie, e tra
queslc forso dellc rare se non dclle nuove ve ne po-
lessi rinvenirc ; iu breve tempo ne trovai tale copia
da polcrsi considcrare una mediocre collczionc topo-
grafica per qucUa classe, c le considerazioni sui cro-
stacei di Desmarcst., raia principale giiida nel comin-
ciamcnto , mi fecero cbiarc le rarita che il golfo di
Catania rincbiiidcva. Ideai allora formare un catalo-
go di cfiielli animali, c sotlomettcudo il mio divisa-
racnto ad alcuni cb. Socii non fu cbc incoraggiato
a dar opera ad un travaglio cbe poteva conlribuire
alia zoologia del mare siciliano. Pervenulami indi la
sloria naturale dci Crostacei del Sig. Milne Edwards
mi confermai cssere nuovc alcune specie che per tali
avcva giudicalo, e vidi cbc tra le rare da me pos-
sedute si potevano con (are Y Anwlhia rissoana^ Pisa
corallina , LatraiUia clegans^ llerbslia comlyliala-t
370
Lissc chiragrc, Lambrus anguMfrons^ Lupea hasfa-
tUy Homola Cumerii^ Squilla eusedia, e tanle altre,
olire di alcuui pilumnus e stenarynchus novelli, ed
un pagurus singolarissimo, che tutli formeranno sog-
gello di altra mia nola; ma il inancarmi molte spe-
cie date da quel ch. naturalisia come siciliane, e la
speranza di poterle rinvenire mi hanno fallo depor-
re il peasiero del calalogo , oode darvi raano a mi-
glior tempo. Non volendo intanlo difierire il far co-
noscere le specie non rapporlate in quelia recenlissi-
ma opera, al voslro esame Socii Illuslri presento que-
sla prima nola che riguarda alcuni decapodi bra-
cliiuri credo da allri prima non conosciull.
GENERE
CLEISTOTOMJ (De-Hjjn).
Carpaccio quadrilalero trapezoidale , piu largo
che lungo, quasi orizonlale trasversalmente , arcuato
poco loDgitudinalmenle , piu largo in avanti che al
margine posleriore misuralo Ira. la base de'piedi del 5."
paio; margine fronlo-orbilalc occupante tullo il lato aa-
teriore. Fronle poco inclinala, cd avenle meta della
lunghezza del delto margine. Orbile slendendosi sinp
agli angoli laterali, col margine superiore poco avan-
zato, sicche lascia a scoverlo una parte dei peduncoli
Del riposo, ed ofirenle una leggiera inlaccatura prea-
so il ierzo inlerno.
Peduncoli oculari lunghi un quarto del margine
anleriore del carpaccio, diretli lalcralinenle, avanti
la base poco piu grossa, ed inserili per quantp e la
loro lunghezza lungi dalla linea mediana. Comee
mediocri.
37«
Antcnne interne posfc orizonlalmcnlc nolle fos-
sette soKoposIc alia froiilc. AnU'iine cslcrnc del!a lun-
gbezza dei pcduncoli oculari, seliformi, con 1' arlico-
lo basilarc inscrilo ncl mezzo dell' angolo orbilalc in-
tcmo^ c deir cslerno della fosscUa aniennaria.
Episloma linearc della largliezza della fronfe.
Qiiadro boceale qiiadrilalero,* piii largo cbc lun-
go, c pill slrcllo in dieiro die in avanli. Picdi ma-
sccllari eslerni cbiudenli perfellamcnle la bocca ed
avenli il loro sccondo arlicolo quasi della slessa
grandezza del tcrzo cbe e siniilnienle quadrilatero
con il lalo eslcrno piu liingo del lato inlerno; quar-
to arlivolo inserito poco piu in fuori della mela del
lalo anleriore del precedenlc; qiiinto arlicolo piu pic-
colo, seslo della lungbczza del quarlo e tcrminato da
un fascello di peli. liranca eslerna di queslo paio e»
sterno slrella allungata e quasi della slessa lunghe2-
za della brauoa iiilerna (i).
Piastrone slernale subovalare isomclrioo.
Addome nei mascbi strello a margini quasi pa-
rallcUi. Coniposlo di sclle arlicoli dei quali i basilari
SODO KioHo piu slrcUi della parlc corrispondcnle del
piaslrone slernale ; il secondo arlicolo e linearc Ira-
sversalmeule ed appcna visibilc , 1' ullimo poco piu
(i) Gi' iDdividni clie descrivo csscndo disccrnii non mi han pormcsro
potere osscrvarc il fusccllo di qucsta branca oslcrna , no la in-
sorzione dpilc vorghe, Ic qiiali allpsa la ristreltczza dcgVi arlicoli
basilari dell' addunic die nulla al di fuori lasuiauo scoprire, do-
vraoQO esser« inserito sollo 1' addome slesso.
372
stretlo dei precedent! e triangolare con 1' angolo li-
bero rotondato.
Piedi del primo paio didatlili isoraetrici , nelle
femmine piu piccoli, gli allri qualtro ambulatori, corn-
pressi inermi. Unghie stiliformi, inerrai, acute^ lunghe
cjuanto r articolo precedente dei piedi corrispoadenli.
SPFCIF
CLEISTOTOMJ GEMMELLARl (Nob.)
Cl. cor pore laeve^ later ibus antic e tridentatis;
verruca membranacea inter digitos chelarum ma-
riiim.
Corpo levigatissimo , glabro lucenle, regioni po-
co raarcate ; fronte poco inclinata , appena sinuosa
nel mezzo e leggerraente crenulata; lali del carpaccio
poco arcuati e convessi, forniti anteriorraente di 3 denli
dei quali il posteriore inserito mollo piu in avanti deila
meta dello stesso lato e il piu piccolo, gli altri due piu
grand! depress!, acuti direlti obbliquamente in fuori
ed in avanti, 1' anleriore forma l' angolo esterno del-
r orbita. Orlo posteriore del carpaccio marginato.
Piedi del primo paio poco piu lunghi della massima
larghezza del carpaccio, braccia prisraatiche inermi ,
non molto al di la del margine fronto-orbilrario a-
vanzate; carpo subcubico inerrae liscio, mano grossa
rigonfia levigalissima , dila poco ianli , regolarmente
dentate , e nel lalo interno della loro articolazione
osservai una verruca o cisU coriacea e molle della
grossezza di un seme di canape, e cbe appassisce
con la diseccazione ; piedi del secondo e terzo paio
ciliati nella loro lunghezza di lunghi e rari peli
373
biondi catlucbi; quelli del quarto c quinlo paio gla-
bri, c gli ullimi ofl'rono sulla raeta del margine po-
steriore della coscia una oscrcsccnza ad angolo oltiiso.
Ungbie solcate longitudinalmcnte, quelle del sccondo
c lerzo paio sono un poco ciliatc al di soUo, e quel-
le del quinto sono le piu piccole. Colore del corpo
corneo, con le membra piu cbiare o color di cera.
Le femmine dili'eriscono dai raascbi per avere i
piedi del primo paio niolto piu corti meno grcssi con
le mani solcate, e per la mancanza di quella verru-
ca cbe cosi bene carattcrizza i mascbi. jll loro ad-
dome mi e ignoto poiclie la sola da me posscduta
ne mancava.
Dimensioni del mascbio
Lungliezza del capaccio linee 5.
Largbezza massinia prcsa tra i denti medii 6.
del margine fronto-orbilale
posteriore tra i pied
del 5. paio 3.
)) della base dell' addome ... i.
» deir arlicoio corrispondente del
piastronc sternale . . . .3.
n della froiile in avanti . . .2.
Lungliezza dei pedimcoli oculari. ... i.
) dei piedi del primo paio. . . 7.
s dei piedi del tcrzo paio . . • 9-
Le dimensioni della femina sono uguali a que
sle tranne ([iielle dei piedi del primo paio cbe, come
superiormente si e detto, sono piu piccoli. Ilo trovafo
quesli crostacci, dei quali ne ignoro i coslunii, nelle
•5. 1/2.
2/3.
374
spiagge di Aci-Trczza c del porto grande di Siracttr
sa, e la sola feniinina mulilala nella praia di Cata-
nia presso il vivaio Biscari. Le inutili ricerche fal'3
da me e da altri nelle citato localita. mi fauoo giu-
dicare che la specie e rara.
Questa specie , che ho inlilolato al Ch. ProFes-
sore Gemmellaro , speltante al genere Cleisiotoma
stabilito come davisione del genere Ocipode dal Sig,
Dehaan nella fauna del Giappone , erl amincsso dal
Millie Edwards rientrerebbe nella sczione dei Bra-
chiuri quadrilaleri di Lalreille , e nella seconda se-
zionc del rnetodo arlificiale dei Signori Leach e De-
snoaret per avere lo addome composlo di sette arti-
coli nei due sessi?
II Signer Edwards pone il genere in discorso
nella facaiglia dei Catamelopi da hii recentoraente sta-
bilita , e nella tribu dei Gonoplaciani ^ e mi piace
raccogliere e riprodurre qui per ogni evento i carat-
leri che assegna alia. delta Iribu ed al genere in di-
scorso. iVll 3'U
Famiglia dei Calametopi\ (i). « Catamelopi a-
venti le verghc nascenti direttamente dal piastrone
sternale carpaccio quadrilatero , o romboidale ; i
suoi margin! anteriori e laterali presso a poco dritli
o debolmente curvati. Secondo articolo dell' addome
del maschio piu stretto della porzione corrispondente
del piastrone sternale. Peduncoli oculari quasi sem-
(i) Milne Edwards Hisf. NaJ. des Crostaces t. 2. p. 7. nella tavola
sinoltica.
pre lunffhissimi. Fronte larghissima occupante quasi
seinpre il ierzo dclla luiicjhezza del margine fronte-
orbilario. Anlennc inlorne (i) orizzonlali , c siliiale
sollo la lioiile. Qiiarlo articolo doi piodi mascollari
eslerni inscrcndosi in generale in una incavalura del-
r augolo anlcriore ed inlerno del (crzo arlicolo ».
Fin qui i caraltcri cbe assegca ai gonoplaciani, indi
quelli del gcncrc cbe sono.
Tribii dd Gonoplaciani (2). Gon. avenli i pe-
duncoli oculari hniglii, margine fronlo-orbilalc occu-
panlc Ki quasi tolaiila. del diamciro trasversale del
carpaccio. Qiiarlo arlicolo dci picdi masccUari esler-
ni inscrcndosi all' angolo cslcrno od alia mela del
margine anleriorc dell' arlicolo precedcnle.
Fronle occupanlc circa il terzo del margine an-
lcriore del carpaccio. Pediincoli oculari grossi e di
mczzana hingbczza. Terzo arlicolo dei picdi mascel-
lari eslerni presso a poco della mcdesima grandezza
del secondo c quasi quadralo (3).
II quadro boccalc almcuo cosi largo in avanli
che in dielro » (4).
Sc per poco si comparano i caraltcri gcnerici
che ho assegnalo alia mia specie con qucsli slabiliti
dal Sig. Edwards, si rileveri cb'essa apparlicne lanlo
(i) Per errore lipograCco nella cilata opera Uggesi eitemes in teco
di t'n/prnes.
(2) iMilnp liidwards. ou. cit. ibid. p. 58 nella tavola sinollica.
(5j Id. ibid. p. 6S.
(4.) Idem. ibid. p. 67.
Jll. Accad. Fol. xr. hq
376
alia tribii che al genere nci quali 1' ho poslo , e se
il precilalo autore tra i caralleri assegnali alia tribu
da quello dell' inserzioae del quarto arlicolo dei pie-
di mascellari suU'angolo inlerno del precedente, non
lo assegna che in generale\ e poi nella tribu espo-
nendo i caralleri di ogni gener3 , scendendo a par-
ticolarizzare stabilisce 1' inserzione del medesimo ar-
ticolo nolle Cleistotome sull' angolo esterno , o alia
meta del margine anteriore del precedente. La lar-
ghezza della fronte poi occupaule com' egli dice it
terzo circa del margine anteriore del carpaccio, e che
nella mia specie ne occupa esallamenle la meta non
mi sembra un caratlere di tal rilievo da dar molivo
alia formazione di un nuovo genere!!! salvo che altri
caralleri di dissomiglianza si polrebbero scoprire pa-
ragonandola con le specie esolicbe.
Credo opporluno non omellere aver io slesso sul
principio dubilato polere la slessa appartenere ad al-
tre tribu dei catametopi come quella degli Ocypo-
diani 0 dei Grapsodiani\ ma 1' avere il secondo ar-
licolo deir addome piu slrcllo della parte corrispon-
dente del torace , i peduncoli oculari lunghi , ed i
piedi mascellari chiudenti perfettaracnte la bocca non
la fanno confondcre con gli ullimi, i quali hanno per
altro nella raaggior parte inverso 1' ultimo dislinlivo
assegnalo. La larghezza della fronte e la disposizione
delle anlenne eslernc sono segni da non farla cqui-
vocare coo gli ocypodiani.
Non mi resla che esaminare le specie dello sles-
so genere delle quali se ne conoscono Ire appena ,
una la CI. Leachii^ Edw. ch'e la meglio conosciu-
ta propria del mare Rosso, ha i lati del corpo in-
-t
377
licri , c solamcnle graniilosl (i); 1' Ocypode ( Clci-
sloforaa) (lilalata di Doliaan, cbe io non conosco die
dallo poclic parole del Signor Edwards diffcrireb-
bc poco dalla specie preccdcntc (2) ; finalmcnle il
Macrojihlhalinus Boscii di Aiiduin (3) quando ancbe
appartcncssc al generc in discorso, Jo die non c a
baslanza provato , diffoiirehbc dalla CI. Gemmellari
per a\ ere il carpaccio granuloso siiperiormcntc , ar-
malo ai lati di due soli dcnli profondamcnle divisi
tra di loro, c cilialo di lunglii peli.
L' analogia del nonie di Gonoplax sexdentaius
Risso f4J con la dcscriUa cleisloloma., die ha Ira gli
allri caratlcri i sci denti, polrcbbe condurre (jnalcuno
a credcrle idcnlidie; ma il Risso dice essere la sua
Gonoplax- simile alia rhomboidcs^ dalla quale non dif-
ferisce cbe per avcrc trc denti ai lati del carpaccio ;
dunquc ja lungbczza ccccssiva dci picdi del prirao
paio, r asscnza della vcscicheKa molle, il terzo arli-
colo e seguenli dell' addorac piii largbi del secondo,
Ic braccia spinosc ( brachiis sphwsis ) cc. cc. sono
caraltcri tanlo cvidenli, c considcrevoli cbe il cilalo
autorc ccrlamcnle non si sarebbe ingannalo ove fos-
sero stall dissimili.
(i) Savigny Descript. de 1' Egypt. Atlas de Hist. Nat. Vol. a. Croat,
pi. 2. num. I.
(2) Milne Edwards op. cit. vol. 2. p. C8.
(3) Savigny op. oil. Atl. hist. nat. vol. 2. crnsl pi. 2. n. ♦.
(4) Risso llist. l\at. dc 1' Europe meridionelle t. 5. p. i3.
378
GENE RE
INJCHUS (Leach).
Al genere Inac/ms speltano le altre specie cbe
ho trovato nel noslro golfo. Queslo geuere stabilito
per la prima volta da Fabricio a spese del Cancer
di Linneo conteneva la paggior parte dei bracbiuri
Iriangolari di Lalreille , meno il genere Parthenope
dello stesso Fabricio; ma dall' epoca di qiiesto enlo-
mologisla in poi, questa sua divisione generica e sta-
ta divisa e suddivisa in modo e ne sono si dilatati i
limiti da salire non solo al grado di Iribu, ma eziaa-
dio a quello di famiglia, ed il nome imposlovi dallo
illustrc discepolo di Linneo non raccbiude oggi gior-
no cbe un piccol numcro di croslacci.
fl signer Leacb restringendo ollrcmodo quel li-
miti stabili per la prima volta i caratteri del genere
iu discorso, come viene presentcmcuie riconosciuto ,
assegnandovi qualtro specie sollanto , e Lalreille nel
Regno Aniraale di Cuvier aramette lo stesso genere
con le quattro specie dello zoologo inglese; ed i Si-
gnori Desmarest ed Edwards riconoscendolo ancora
essi negli stessi confini dei due naturalisli precedenli
restringono a tre il numero delle specie conosciute ;
e r ultimo ne aggiunse una quarta da recenle scover-
ta nel Mediterraneo dal fu Polidoro Rout daMarsiglia.
L' essere conosciulissimo queslo genere, il nu-
mcro delle specie in niaggior parte abboudanti d'in-
dividui , mi dispenseranno dall' entraro nei minuti
ragguagli generici cbe mi e slato d' iiopo adopcrare
nei genere precedonle: purlultavia non posso trasan-
dare a mio credere senza inconvenienle i principal!
caratteri geoerici per cosi diraostrare cbe nessuna dif-
I
379
ferenza ho potufo rilcvare in quesli caraUcri per le
specie clie dcscrivo.
Tcrzo arlicolo dci piedi masccllari esferni subo-
valarc , pii'i largo al lalo anleriorc die alia sua in-
serzione sui sccondo arlicolo. II quarto inscrilo in
una troncatura dell' angolo inlcrno del precedcnte.
Ocelli retrallilli c versalili in dielro. Piedi del secon-
do paio Iripli ahneno della lunghczza del corpaccio
e pill lunglii dci scguenli cbe abbrcviansi gradala-
menle. Carpaccio triangolare, anguslato anleriorraenle
con la base e gli angoli lalerali rofondali. Rostro
corlissimo ; anienne cslerrie sclacee iuserile ai lali
del roslro, die sorpassano in lungbezza, ed avcnli lo
arlicolo basilare cslernamenle scabroso. Episloma qua-
drilatero , poco piu largo cbe hingo. Addome cora-
poslo di sei arlicoli nci duo sessi , piccolissimo nei
mascbi , mollo grandc c coprenle lullo il piaslrone
slcrnale ncllc fcmmine cbe lianno 1' ultimo arlicolo
piu grande dcgli altri. Dila delle tonaglie Iriangolari
prisinaliclic, curvafe in dcniro, dcnticolate, cbiudenli
pcrfcitamente. Tarsi simili iu tulti i piedi, lungbi e
stiliforiTii.
Prima di passare alia dOscrizione delle trc spe-
cie, bo apposlo quesla tavola sinoltica per mostrare
a colpo d' occbio i dislinlivi delle selle specie die
rincbiudonvisi, cssendomi servilo pelle specie cognile
anlecedenlemenle de' caralleri cbe vi assegna il Sig.
Milne Edwards.
Ho dcscritio di seguilo \Inachus scarpio per
mostrare le note cbe dall' Inachits comunissitmis da
mc cbiamato lo dislinguono, ondc non farlo con esse
confonderc, come forse si e awerato per lo innanzi.
38i
JNJCIIUS SCORPIO Fab.
/. Corpore longiore quam lalo^ qiiatuor spinis
validis armalo; regione slomacali luberiiaculis quin-
que; pedibus secundis bis longioribus corporis.
Carpaccio piu lungo clie largo, atlenualo in a-
vanli. Regione sloraacale con cinque punte , quallro
picciole situate in avanli trasvcrsalraenlc in linca rctla
ed una spiniforrae robusta lunga posteriorracnle , re-
gione cordiale armala di una simile spina robusta ,
le brancbiali ne banno una posteriore grande e lun-
ga , ed un piccolo tubercolo otluso in avanti. Mar-
ginc posteriore avcntc una Icggicra protubcranza po-
00 sensibilc sopra 1' inserzione di ciascun piede del
quinlo paio. Regione epalica con delle piccolissirae
punte delle quali una senibra la piu proininenlo, ed
e allonlanala dalla spina dell' angolo orbitario e-
slerno.
Roslro allungalo., incavato, e terminantc ai lali
in due punte cortc, acute; una spina aculeiforme a-
culissima tro Ic fosselte anlennarie dirigesi orizzon-
lalmenle in avanti solto il roslro sino alia lungbczza
delle punte di esse, e conseguentemente apparenlissi-
ma dal di sopra.
Stcrno nei due sessi scnza piastre ne tubcrcoli.
Addorac del raascbio isoniclrico. Qucllo della
femmina grandissimo rigonCo quasi circolare.
Picdi del primo paio moUo grossi nei raascbi
ancorcbc giovani, rigonfi, ispidi di piccole punte chc
li rendono scabrosi , mano rigonfia e mcno scabra
delle braccia c dci carpi. Picdi del sccondo paio a-
Aenli Ire volte e mezza circa la lungbczza del car-
382
paccio; con il farso lungo la quarta parte della lun-
gliezza tolale dcllo slesso picde.
Corpo legermcnle lomcnloso , ineno nelle parti
inferior!, e di colore carnicino; piedi del secondo paio
irsuli; faccia inlcrna del carpo di un bel rosso cre-
misi.
Picdi del primo paio nelle femraine della stessa
grossezza di quelii del secondo.
Lungliczza dci piu grandi individui presa dal
margine poslcriore del corpo, alle spine del roslro
da 10 ad i i linee.
Trovasi nci marl di Sicilia, comune alia Trezza,
meno in Siracusa.
INJCIIUS COMMUNISSIMUS Nob.
/. corpore latiore quam longo vel isometrico ,
qnaluor spiaia nnnalo^ legione stomachali tiibesculis
quinque aculis ; pedibus secundis qiiater fere cor-
pore longioribus.
Carpaccio poco piu largo che lungo o quasi iso-
metrico, deprcsso dilalato alle rcgioni branchiali , la
stomac.de fornila di cinque punte quatlro in avanti
piccole, disposle traversalmcnle in linea retla ed una
spina lunga , acuta , cilindrica posleriorraente ; allra
spina simile sulla rcgione cordiale; la brancbiale ar-
raala di due allre punle dclle quali la posteriore spi-
niforme , cguale alia cordiale ed alia slomacale po-
steriore , r anlcriore bcnche piu piccola e inlanto a-
cuta ed elcvala piu cbe nelia specie precedente. Mar-
gine poslcriore del carpaccio senza prominenze con-
sidcrabili. Rcgioni epalicbe fornite esternacaenle di
383
due niinlc spiniformi quasi cgiiali e piii approssiinatc
alia spina deir angolo orbilario cstcrno nell' /. scov-
pio cd in alciiiii iiulividui non si Irova cLc una sola
di (jiioslc spiiio.
Roslro cortissimo , incavalo , tcrminalo da due
punle coric , appiallilc cd acule; una spina coila na-
scentc Ira lo fussellc anlonnarie dirigcsi perpondicu-
larnienlc in sollo c non 6 visibile dalla perle supe-
riore. Una piccola spina acnla osservasi alia nascila
dcU'arlicolo basilarc delle anlcnne esternc, piu niar-
cata die ncUc allrc specie. Episloma proporzionala-
raenlc piu largo di quanlo nclla specie precedcnle.
Piastronc slernale scnza piastre calcari ne' luhercoli.
Addorae de' niascUi isoiuclrico; qucllo dolla fein-
mina largliissimo subcircolare, convesso.
Picdi del prime paio mollo grossi e rigoufi nei
soli masclii adulli , sparsi di piccolissinic puntc che
li rciidono scabrosi, bcnche raeno che nellinaco dc-
scriUo ionanzi, e con le mani nieno rigonfie c poco
piu allungale. I niascbi giovani che ancbe per le
altre diincnsioui poco dagli adulli differiscono , e Ic
feminine Iianno quesli slcssi piedi relativaaiCDte piu
corli, appena piu grossi di quelli del secondo paio ,
legermcnle scabrosi al lallo e munili di piccolissimc
spine sul lalo superiore del corpo c sull' infcriore ed
cstcrno del braccio. I picdi del secondo paio lianno
piii di quatlro volte c mezza la hingbczza del corpo,
ed un rapporlo prcsso a poco eguale con la loro
uniibia.
Corpo generalincnlc di color carnicino bruaa-
slro, sparso di cortissimi pcli rari cbc sono piu lun-
Jtl. Accad. fol. XF. 4-8
384
ghi e piu folli nei piecli del secendo paio, il colore
dei quali e bruno piirpureo; faccia interna del carpo
e parte degli articoli vicini rossa creraisi in tuUi gli
individui.
Lunghezza del carpaccio dei maggiori
individui
)) dei piedi del i ." paio .
» della raano ....
» dei piedi del 2.° paio .
)) deir ungliia del 2." paio
» deir addome|.
Larghezza deU'addoine.
» del carpaccio .
Trovasi abbondantissima nel a:<
Pollici linee
»
9
I
7
»
9
'6
7
»
1 1
))
4
»
4
))
9
'/2
olfo di Catania ,
comune all' estremo nel naare di Siraciisa e di Ago-
sta ed in altri luogbi della cosia oricnlale della Si-
cilia , ed avviene di raro nell' iuveino a prefereuza
che negli ordegni da pesca nou si prcnda una quan-
tila significante di questi crostacei , che nei cilati
luogbi porlano il nonie di tarantidi di man dalo
dal volgo per certe rassomiglianze cbe vi scopre con
alcuni ragni , e che viene indistinlamcnte applicato
alle altre specie d' Inachus alia Latreilla ed agli
S tenor ynckus .
E questa specie forse 1' Inachus dorsetlensis di
Leach e di Latreille? II non avcrne potulo Irovare
la descrizione mi arresta dal giudicare ; ma conside-
rando cbe questo Inachus dorsellensis dai Signori
Desraarest e Milne Edwands e stalo rapportafo come
variela dcU' /. scorpio e che la mia specie ha lante
differenze confermale sopra uaa pluralila d' individui
285
c cosi coslanli da formarno una dislinlissirna , sono
poilalo a crcdore ch' /. commiinissimus c veramenlo
iiuovo o clio (|iiando fosse idoiilico all'/, dorselteims
qucslo cosliluirebbc una specie divcrsissinia e non
una variola dell'/, scorpio ^ altcso un gran numero
di nolo dislinlive qiiali sono Ic difforenze delle pro-
porzioni del carpaccio coi piedi del secondo paio ,
dcUa spina inlcianlennaria , della brcvila del roslro
dello svilnppo dei lubercoli brancbiali e raancanza
di quclli del marginc posleriore, nella divcrsa gros-
sozza delle lenagUe negli individui delle differcnti ela
nellc diverse specie ec. ec.
INJCHUS COCCO Nob.
/. corpore subisomeln'co , hirsu/o, qualuor spi-
nis validissiinis armafo; rorjionibus pnifunde divisis^
regione slomacali tribus spinis triangulo disposilis.
Lami Ill's lapideis in slerno mariiim.
Carpaccio poco piii lungo che largo, rcgioni elevate
e divisc da profonde incavalure; la stomacalc armala di
tre spine disposle a Iriangolo equilalero, cioo due piii
piccole ed acute anteriori, 1' altra robustissiina, aguz-
za c lunga e posta in dielro, ed e simile a qnelia
cbc s' innalza suUa rogionc cordiale ch' e dirctla un
poco obbliqnamentc verso il lalo postcriorc. Le bran-
cbiali ne banno ancbo due delle qnali la poslerio-
re contasi Ira le valide, c 1" anleriore alquanto elevata
od acuta si confonde tra la folia pelugine del corpo.
Margine poslremo del carpaccio avcnte due spine piii
lungbo delle slomacali anloriori , acute ed inserile
suir origine dcgli ulliini piedi. Regione cpalica avcn-
te una sola cscrcscenza spiniforme oltusa.
386
Roslro avanzato incavato clie finisco con due piiii-
le corlc aculissiinc, spina intcranlcrinaria aciileifornic
robusla, acuta, dircUa obblicjuamente in avanli ed in
sotto, appena visibile dalla parle superiore. Margine
posteriore di ogoi fossella antennaria iniinilo di una
piccola spina un poco adunca. Arlicoio basilare delle
antenne esterne avente Ire o quallro crenulazioni del
le quali la posteriore e piu grande ed ottusa.
Piaslrone sternale coverto ai lali sino air origine
dei piedi di due placcbe calcaree, ovoidi, liscie, car-
nicine finamente puntate , riunite anleiiorracnte sulla
linca mediana da un pezzo ellittico avanzato sino al
lafo posteriore del quadro boccale, e qucsti Ire pezzi
cbc hanno nel loro mezzo , corrispondontemenle in
avanli dell' estremifa libera dell' addome nel riposo ,
lui lubercolo rofondo liscio appiattito , non potreb-
bonsi meglio paragonare cbe ad un occhiale.
Addome quasi isometrico, ad arlicoli vollulati ,
aventi sulla linca mediana un' apoflsi sporgcnle cbe
mauca nel scconda e terzo articolo e cbe forma su-
gli altri una cresla rilevata longiludinale ed inler-
rotta,
Piedi del primo paio lungbi, grossi c rigonfiali
senza punte ne spine marcabili , soltanto scabrosi al
toccare, carpi con dclle creste di piccolissime spine
sugli spigoli interni. RIani grandi robuste , piu lun-
ghe del carpaccio intiero c conseguentcmente piii
della largbezza di questo. Piedi del sccondo paio
lungbi piu di quattro volte del carpaccio , e quasi
tre volte e mezza deir ungbia cb' e piti lunga dello
articolo cbe la precede.
Corpo intieraraeute coverto di folti peli a vel-
387
Pollici
liueo
I
I
2
7 i/^
I
•£
4
8
I
4
I
O l/J
lulo , mono cho ncllc placcbc slcriiali c uci picdi.
Colore goncrale briino rossaslro.
Lo feminine banno picciolissimc le Icnaglic ,
grande e vellutalo l' addome.
LuDgbczza del carpaccio .
dei picdi del i . paio
dclla niano.
del piedi del 2. paio
deir ungbia del 2. paio
Largbczza del caipaccio ....
Abita qucsla specie nel mare della Trczza e
dcir Ognina. Ho trovalo i grandi individui in sel-
icmbrc, cd in febbraio i piccoli cbe non banno me-
DO di quallro linee di lungbczze ma cun liilli i ca-
ralleri dcgli adulli. In Siracusa bo rinvcnulo gli
slcssi in piccolo dimensioni d' unila all' /. dorynclms
ncila slagionc piovosa. Da caralleri cbe il Sig. Ed-
"wards assogna all' /. ihoracicus diclro Roiix si rilcva
molta somiglianza con la sopra descritla; ma la man-
canza di una scconda punia sulla linca mcdiana del-
la regione stomacale, la prescnza del liibercolo nella
parlc anleriore delle regioni brancbiali, e la lungbcz-
za della mano maggiore dclla largbczza del carpaccio
sono moltivi per amraeltere la mia come specie di-
sliala (i).
(i) Dopo aver letto qaesta memoria (*) fiii a conosccnza aver il CIi.
* A 20 agoslo iS38. V. Relazionc Accademica per 1' auno XV
della Giocuica.
388
INJCIIUS JFFINIS Nob.
/. Cor pore longiore quam lalo^ regione stoma-
chali postice unispinosa anlice biluberculala. Roslro
excavate. Clielis brevioribus penidlhni articuli se-
cundi pedis. Tubercido lapideo in sterna marium.
Carpaccio armalo di una sola spina robusta, piu
Jungo clie largo ed alien ualo anleriormenle. Regione
stomacale provvisla di due punle in a\anli piccole
ed olluse, e dcUa spina robusta lunga acuta, in die-
tro. Regioni brancbali con due tubercoli ottusi dei
quali r aulcriore e poco sensibile. Regione cordiale
non tubcrcolo acuto piu elevalo dei precedent! , ma
pon spiuiforme. Due protuberanze poco o punto sen-
sibili al niargine postcriore del carpaccio sopra 1' in-
serzione dei piedi del quinio paio. Regioni epaticbe
rauuile di una sola punla marcabile.
Roslro incavato e lerminalo da due punle corle
acute. Spina Ira le antenne interne aculeifornie po-
co lunga e direlta inferiormenle. Margine postcriore
delle foiselte antenuarie provvisto di una piccolissiina
Professore Costa posleriormenle pnbblieato il croslaceo in discor
so col liome di hiachus thoracicus , ne piu raggnagliata r.e
piii esalta piiol' cssere la descrizione die re da , piirlultavia il
nomc die gli diede non puol' essere conservalo perche molto n-
vaiiti fu da Itous iniposlo ad una specie difTereiife ; per allro
e cosa dulibiosa se lo rlesso noine impiegato da Ijosc apparlenga
alia nostra od a qiiella di Roiix, ond' e per dislingucrlo che col
Dome thiarissiojo del Prof. Cocco \ ho specificato.
389
spina ; arlicolo basilare dellc anlennc cslerne senza
creuulazioni.
Piaslrone sicrnalc porlaiile ncl siio ccnlro in a-
vanli deir apice tloll" addoiiie iicl riposo un Uiljcrcolo
promincnlc roloudo liscio convesso c piinleggiato.
Addoinc isomelrico ad arlicoli vcllutali con pic-
cole proniincnze ncl mezzo di ogni arlicolo.
Picdi del prinio paio liiiiglii, ollrepassanli la mo-
la del penuilirao arlicolo del piede seguenle , cilin-
drici ; braccia mollo piii lunglie proporzionalmenle
clie nolle allrc specie, legernicnlc disseminalc di pic-
cole spine al lato inlerno, c clic sono piu sensibili ,
acute e disposle a liiiea rella lungo lo spigolo infe-
riore di esse; carpi allungali, spinosi agii spigoli in-
terni e ciliati ; mani cilindriclie allungale , lunglie
(jLiaiilo il carpaccio e piii dcUa larglie/za di queslo
con piccolo spine apparerili snlla faccia interna.
Piodi del sccondo paio lunglii poco mono quat-
(ro volte del carpaccio , e Ire voile e mczza della
lunghezza della propria ungliia. Colore carnicino ,
trasparenle. Corpo covcrlo di corli e rari pcli clie
sono piu spessi uelle parti inferiori e nei piedi ma-
scellari.
Fcmmina ignota.
Pollici linee
Lunghezza del Carpaccio .... » 8
» dei piedi del i . paio. . i 7
t) della mano » 8 \f3
s dei piedi del 2. paio. . 2 9
» deir ungliia del 2. paio . )) 9
Larghezza del carpaccio .... )) 7
Trovalo ncl mare della Trczza in febbraio.
390
Air /. leptoryncus tli Leacli si approssirnercb-
Jjc quesla specie per molli caralleii; ma la dislin-
guono il non averc i piedi del primo paio sorpas-
sanli il penullirao ariicolo dei seguenti, la mano non
una volta e mezza piu lunga che il carpaccio, e I'ad-
dorae isomelrico, racnlrc e piu lungo che largo nella
specie di Leach.
E L 0 G I 0
DEL CAVALIEBE
CAIVOIMCO GIISEPPE ALESSI
lEITO >£LLA TOBBTATA DEL 27 LUGLIO l83S.
DAL SOaO ATTITO
DOTT. ANDREA ARAOAS
®®#®®@®®®©®®®®@® ® ®@®@@@@@® ®
,, Copiosnm enim iIJi erat ingenimn
molle, amoennm, ornditio raulliplcx,
mnjorque commendatio ex sapientiaj
sludiis.
BnoTiEit, di Seneca parlando,
stipplemenio a Tacilo delta
perdula eloquenza. Ediz. di
IJassano t. 3. pag. 220.
Uache voi onorandissimi Collcghi, animali da caldo
zelo per il progresso delle naturali scicnze in Sicilia,
vi collcgaste insicmc per iinire Ic voslre forze divise,
cd indirigerle a quest' unico c luminoso scopo, e di-
visastc fondare un' Accademia, la quale ad altro non
mirassc che a melterc in livcUo la nostra patria colle piu
colte nazioni del mondo; tutto arrise ai vostri voli,
lulli sormonlaslc gli ostacoli, anche quclli che piii in-
vincibili apparivano; sempre di concerto operaste, ne
Iff invidia , nc la uniana malizia , nc la falalc discor-
dia unquamai sturbarono la voslra pace, 0 attraversa-
rono i vostri nobili proponimenli, ne ebbero valenzia
ad indebolire il voslro coraggio ; che anzi alia visfa
delle innumcrevoli difficolta che vl si paravano dinanzi,'
*-
il vostro ardire, non solo non venne meno, ma si
accrebbe di molto , e dalle slcsse conlrariela afforzato
si raddoppio, e questo tempio della scienza poggialo
sopra inconcusse basi, ed elevalo sotto i piu favorevoli
auspici dalla forza del genio, e da un' ardente zelo per
il progresso dei lurai, in brieve tanla solidita acquisto
e grandezza, che voi medesimi faceste le vostre mera-
viglie e ne slupiste.
Di gia soddisfatte le vostre gcnerose brame , e
conlenti appieno di aver dato iicl segno , voi tenuli
nella piu alta considerazione dallo slraiiicro, coglievate
i frulti dei vostri onorati travagli, e gustandone in una
perfetta tranquillita, cd assaporandone la squisita dol-
cezza, stavate medilaudo con un cumulo d' interno com-
piacimento piu ardue e nobili iiuprese, allorche un de-
stino nemico della voslra quiete venne a conturbare
il voslro spirito, a travolgere in pianto il vostro gau-
dio, a rienipiere di racstizia i vostri cuori, aspargere
il lutto e la desolazione in questo illuslre congTesso:
si: voi vi delete o signori! voi piangele! Ma a torlo
voi non vi delete, e piangete a ragione. Quell' imma-
ne flagello che ci venne dal Gauge , e percorrendo
un immense spazio sulla superficie del globo, ha por-
tato dovunque lo sterminio c la morte , e su questa
infelice terra ha infierilo cotanto, e venuto a strappare
dal seno di questa Accademia uno dei suoi piu rispet-
labili niembri, il suo piu solido sostegno! Sirqucilo esiraio
scienziato , quel sommo letterato, quel dollo senza or-
goglio, quell' oratore sublime, colui che illustro la sua
patria, che fu il decoro della nostra Societa , 1' uomo
della virlu, I'amico dell'umanita, il can onico Giuseppe
Alessi, cav. dello insigne Real ordine di Francesco I.
di augusta ricordanza , non e piii! 0 perdita grave, o
irrcparabile ed islanlanoa pcrdila! Egli scdeva non ha
piari in mezzo a voi pien di vita e di doltrina, ine^
briato del dolec conlenlo di vederc per quesla doUa
Accadeniia reso Taulico kislro a queslo suolo un Icm-
j)0 sede di scicnza, e per una scrie di avversila oscu-
ralo per liiriglii anni! Edora? Ora cgli c disparso,
c per sempre dal siio poslo, cd in sua vece 1' iinrae-
rilcvole suo succcssorc, iiilcrpelrc dei voti di questa So-
<;ieta, alza la sua dehole voce organo del comune do-
lorc per rendero uu tribulo di pianto, ed offerirc I'o-
niaggio dolla riconosccnza al valonl'uonio, clie non e
pill, ma die vivra immoilale nella mcmoria degli i-cien-
ziali e dci dotli.
Signori ; Giuseppe Alessi fu uno di qucgli uomi-
ni che dolati di un vasto ingcgno, riuniscono i pregi
pill dLsliiili, si mostrano ccccilenii in vari c differcnti ra-
mi dello sciliiie, c si ddungauo quindi dall' ordinario
proc edcre deli' inlendimento umano; sono qiiesli di quc-
gli uoniini clic difficile lorna e rischioso lo iraitarc,
clic la nalura non crca che di rado, o H crea soltan-
to per proporli alia nostra ainmhazione. Qual' clogio
polrebhe diinquc farsi di Alessi, che nc agguagti il
mcrilo? Non c quesla un opra ardiia c nialagcvolc a
lulli, cd in quant o a mc oltrcmodo siiperiorc alio raic
forze? Che si puo dire di Alessi, che non fn detto?
<]lic si puo aggiungerc di rinoraanza al suo nome
clic fu in vila celebralo colanlo?
Pure scusa la mia temcrila. I'orrevole incarico che
dcvo soddisfare, cd anima il mio coraggio il pensare,
die ove di un' uomo quale Alessi si fu, si passino solo
in rassegna , c si dipingano come in un quadro le
produzioui dcU' alia sua mcntc , si potru agevolmcnte
elevare il piu nobile e sublime monumento della eter-
na sua gloria.
VJiusEPPE Alessi nacque in Castrogiovanni da Saverio
e Luisa Maddalena a quindici febbraio 1774: Non aven-
do eredilato deJla fortuna e dalla societa un'iliustre
prosapia, ne dovizie, ne quanto quaggiu beato dal
volgo si appella, riceve pero in dono dalla natura le
piu favorevoli disposizioni di mente , uno spirito va-
sto , profondo , vario , atlivissimo, un' immaginazione
fetvida, una meinoria felice, e le condizioni fisiche ed
orgajiicbe le piii opportune e proprie alio sviluppo
delle sue intellettuali facolta ; cio cbe di scarsa 0 di
niuna uvilita riuscifo sarebbe alio Alessi se una retta
istruzione, cd una saggia e laboriosa educazione non
avesse cavalo dal fondo della sua anima itesori,clie il som-
mo facitor delle cose vi avea deposti, del cbe caldamente
ebbe cura un suo zio materno, il meritissimo Antonino
monsignor Maddalena, cbe uomo giudizioso e di molto
senno qual' egli era si fe accorto di buou' ora, cbe ove
saggiamente ed a tempo al suo nipote fornito di si
ecqelse doti apprestati venisseio quel metodi d'inse-
gnamento cbe la esperienza ci da per spediti e sicuri,
e quelli peculiarmeute cb' egli irovasse propri alle sue
facolta; quest' essere nalo alia scienza pA alia virtu, sa-
rcibbe addivenuto nel progresso dell' eta uomo di al-
tissimo sapere, e dcgno di occupare un posto distinto
nella repubblica delle lettere e delle scienze.
Per la qual cosa Alessi entro di buon' ora nel
santuario del sapere, e provveduto di maestri, e dei
piu abili cbe in quel punto della Sicilia , e a quel di
si ritrovavano, apparo dapprima come comporlavano i
tempi grammatica e la latina specialmente, conciossia-
chc lenevasi allora da tulti per forrao chc principal-
raentc iiclla favella del Lazio abbisognava alquaiilo va-
lere, pcrche verrcbbe apcrla via aniplissiiiia ad ogni
allro genere di saperc; nc si scorgea cbe ove qiiesta
fosse il primario cd esclusivo esercizio morale, a cui
si assoggetlisca un fanciullo, non solo non vcncbbc
assai presto progrcdendo iiollo scicnlifico apprcndiincn-
to , ma cose di raaggior lilievo ignorcrebbc dappoi :
dovelte iinpcrlanto sobbarcarsi il fanciullo agii usi pc-
danteschi cd agli stravolti sislcmi dellc sciiolo di allo-
ra, e non di nianco sin dalla piu icncra riA <lic' a tli-
vedere non cquivoci segni di alto talcnto, dellc stii-
pcnde mostre di prodigiosa memoria, cd ardeule \o-
glia d' istruirsi .
Da quest' epoca si vide lo Alessi rapidamcntc pro-
grediie nt-lla lottcraria camera, e \oIle uon solo coUa
lingua laliua addimcsticarsi, ma ad impararc il greco
e i'ilaliano idioma ancora si accinse, e fu pcrciu cbe
poscia s' egli moltissimo valea ncl discorrer di molli sub-
hielti col linguaggio di Tullio, solea pero mai sempre
in genlUe c i'orbila italiana favella dcttare i suoi scritti.
E quanlunque la metafisica delle lingue non puo
esscr bene intcsa, se non se dopo avcre sludiato la su-
blime econoniia del pcnsicro, pure ad una tale defi-
cienza di metodo nello insognamento in quci tempi
suppli r ingegno elcvatissinio dello Alessi cbe seppe
sormontare tali impcdimenti , c divcnne in breve pa-
drone della mcccanica dellc lingue non solo ma della
metafisica di esse insicmemcnle.
Ma domcnlre lo studio dellc lingue Iravagliava la
raente del nostro grand' uomo, e pareva a lui bello il
rintracciarnc la originc cd il mcccanismo, cd osscrva-
re la lore coslitutiva esscnza e le bellezze di cui sono
8
suscettive, la storia offriva un vasto campo alle sue ri-
cerche ed alle sue applicazioni. E primamente la sloria
religiosa richiarao tutta la sua attenzione, e fu colpito
da quella variefa immensa di opinion! religiose e di
culti figli del timore e della superstizione , e questo
studio gli scopri da una parte la storia delle false re-
ligioni, e delle divinita del piganesimo ossia la Teogo-
nia o la Milologia dei Greci, e dei Romaui, e I'lsma-
lismo ; da un' altro canto la vera Religione, la Storia
del popolo ebreo, quella delle profezie, quella delnuo-
vo tostamento.
Si occupo in seguito della Storia civile e politica
delle nazioni, della Cronologia clie fissa d'una maniera
precisarepoca degli avvenimenti inseparaLile dalla Sloria
religiosa, civile e lelteraria; della Geogiafia, dellArcheo-
logia, storia delle antichita, a lui cotanto gradita, sia
lapidaria, numismatica, iconografica, paleografica, diplo-
matica, bibliografica, e della Sloria letteraria e preci-
samente delle Belle arti , imperciocche la carriera scien-
lifica non era ancora battuta dallo Alessi , ed allora
egli conobbe i capi d' opera di lelteratura e delle arti
d' imitazione, cbe il genio creatore animato dalla piii
squisila passione del bello sia stato capace d'iinmagi-
nare e produrre.
E quanto dallo studio di quesii vari rami dieru-
dizione abbia profittato lo Alessi , lo ha mostrato di
poi cogl' immensi lavori cbe produsse , e cbe arricchi-
rono la ielteratiu-a , e le belle arti graziosamente or-
narono.
E qui e da nolare che il prestantissimo zio sol-
lecito non solo dello sviluppo della sua mente, ma an-
che degli affetti del suo cuore, uni sempre la coltura
dei suoi talenti alia santita dei costumi, lo studio della
filosofia alia pralica clella virlu. Di frcqnonle lo avver-
tiva a nou lasoiarsi aft'ascinare dallo sploiulore clio i
prcgi dcir iiigegno spargoiio sopra coloro che li colliva-
no, e ad csser sontilaiiionlL' pcisiiaso, die la gloria doi co-
slumi e dclla virlii e somprc prelVrihilo a cpiolla dollo spi-
riloche sen7.a la scortadi cssasi romle progiiidizievolc alia
socicta cd alia roligionc. Assoniiavalo adiffidarc di se stcs-
so a moderare 1' impoto delle proprie passioni, a vincerle
con gloria dipingcndo ncUa propria liirpozza alia sua
giovaue nicnte le crudelta d' un Uionisio , i vizi di
un Alcibiade, i delilli di un Ciisia.
DoNondosi iniporlanto lo Alcssi proporre un' o-
norato stadio da percorrerc nol mondo, ed uno sla-
to sccglier dovendo valevolc a soddisfarc le sue ge-
nerosc braiue, e le sanle inclinazioni dol suo cuore,
coutento per naUira del poco, bramoso di consumare
pacificamente la sua lelteraria carriera , non polcva
Irovare che nel seno della Chiesa quel tulto che non
conlrastavasi con le di lui tendenze e con quella ?u-
hlimila d' inlellello che lo spingeva allu niedilazione
delle scienze uniane e divine. Dallaltro canto essen-
dosi fallo accorlo che lo studio delle lettere avvegna-
che solo non sia una vana ponipa , accompagnafo
pero da quello delle scienze abhellisce non solo lo
spirito , ma gli prcpara oziandio quplla somnia di co-
gnizioni, e quella solidita di sapore gli procura . che
a formarc 1' uomo veramcnte dotlo si richicde , ne
polendo a siffatlo desiderio \ivo naturalnicnie nel suo
cuorc dar libero sfogo in patria dove i precellori e le
guide niancavano, da tali motivi sos])into vcnne, co-
rn' era per altro e lo c tutlora laudevolc coslumauza,
in questo vcscovil seminario ad inlraprendere lo stU'
10
dio della filosofia religiosa, morale e civile, e prose-
guire quelle dalle ameao discipline.
y ebbe a maestri il rinomato Benedetto di
Agata leltore di filosofia che ncl 1786, come ci fa
presente il nostra diligente patrio storico cav. Gordara,
molte dispute a voler detlare le sentenze di Locke
e contro il sisteraa Wolfiano soslenne , Raimondo
Platania cruditissimo uorao, e 'I dolto maestro Antonino
Maria Pennisi che dell' eta di trenta anni fa leltore
di Teclogia Dommatioa nel delto seminario.
Sotto la scorta di si abili precettori del quali
seppe Alessi conciliarsene tosto 1' affetto, e colla guida
principalmente del citato di Agata voile apprender filo-
sofia. Ma ognuno di Voi 0 Signori potra agevolmente
richiamarsi alia mente in quale stato era allora questa
branca dell' umano sapere, la quale consistendo in un
ammasso di errori velati da un oscuro linguaggio ed
'Vintelfigibile, travolgeva piuttosto lo intelletto invececlie
metterlo sulla via che conduce alia verita ed al ret-
to pensare ; ma lo spirito intelligente di Alessi non
era fatto per soltostare ad un giogo cosi indegno di
lui, e si rese super iore alle metafisiche investigazioni
gran parte di dottrina di quel tempi , che tanlo strazio
delle menti umane facea, e che serviva di forte osta-
colo al progresso delle scienze ed al perfezionamento
della umana ragione. Rivolse quindi 1' animo a stu-
diar Logica e Geometria, e quest' ultima particolarmen-
te che piu della prima suole mettere dell' ordine e
della giustezza nei nostri pensieri.
Nel tempo stesso imprese a conoscere le scienze
leologiche, sia che risguardino la teoria della Religio-
ne, quale si apprende nei libri del vecchio e nuovo
testaraento, e nelle decisioni dei concili geaeralidalla
It
Chiesa approvafi , o che vcrsino siillo azioni umaue
considerate secoudo i principl ddla suljliine morale del
Yangclo, e la DoUrina invari;d)ile dclla Chiesa univer-
sale, o infinc oho abbiano per obbietto la iulerpelra-
zione della sanla Scrilliira e le regole della cristiana
perfezionc. Non lascio aacora in luriuarsi appioiio della
scienza degli spiriti creali, e deile pruove della verita
della religione rivelala.
Ed oh! con qnaie ardore, con qiianio interno suo
compiaciincnlo non si addculra in queste proionde me-
dilazioni I Con quanta encrgia ed atleuzioiic non inter-
. roga egli, diro cosi, ed ascolta sopra i Doninii cd in-
lorno alia Icgge, i padri dclia Chiesa, e rivolge \ e-
pistole venerate, e i so\rani edilti doi Papi! SernhragU,
al dir di un illnslrc oralore(i), di trovarsi p:esenle ai
Concili . c da' loro goncrali decreti , e da' trattati piii
celehri di ciascuu dotlore e dai loro seriiioui appicude
a forraare, come da molte membra celesli uu divino
corpo di su])liine leologia.
No rendano fedele teslimonianza le molte Icsi tco-
lo^iche che scnza alcuno appoggio di moileratori so-
slenne in quel \esco\il scminario con grandissimo stu-
pore degli astanti c de' suoi maestri mcdesimi.
]\la alcune circoslanze di famiglia lo richiaraano
alia casa paterna. Tornato in patria, diviso dai suoi
aKiati maestri, non egli percio ne dimcnlica le sagge
Iczioni, ma anzi mette lutli i suoi sforzi ad arricchire
di piu il lesoro di sue conoscenze, e le delle positive
applicazioni sni sacri canoni , sul dritto di nalura e
sullo spirito delle leggi.
La morte del di lui padre avvcnula in quel tem-
po, opero il piu grande sconvilUumcnto nella sua fa-
miglia, e fe gravilare su di esso riucariccdeU'amnu-
/2
nistrazione doraestica, e dell' educazione dei suoi fra-
telli. II peso di tali disavventure avrebbe dovuto in-
debolire il suo coraggio , ma la sua anima forle noa
era fatta per esscr viiita dalle avversita. Nel fiorde-
gli anni dovendo far le vecl di capo nella sua fami-
glia, e di padre a' suoi fratelli adempie tutti i doveri
del nuovo suo stato senza perturbare l' ordinario te-
nor di sua vita; amantissimo sempre piu dello studio,
non potendo il giorno consacrava gran parte della notte
alia meditazione. Dessa era il suo gran bene, e da
essatraea il piu vivo diletto.
Onde giovane di anni, ma di sapienza maturo per
la disposizione della sua mente non solo, ma pel suo
continue e profondo raeditare sopra i piu famosi ed
eccellenti scrittori cbe egli sapeasi con tanta accortez-
za trascegliere, cosi die della piu soda pura e lumino-
sa dotlrina arriccliivasi, dopo aver ricevuto gli ordini
sacri, ebbe a sostenere in patria la cattedra di belle
Lettere e poscia qucUa di Filosofia. Ed in tale oc-
correnza lesse un' orazione latina d' inaugurazione ad
una di quelle duo cattedre , nella quale die saggio dei
suoi lurai , e gli procuio in appresso la stima e I'a-
micizia del celebrc de Cosrais valentissimo oratore ed
insigne filologo a quel tempi.
Fu in quel periodo di tempo cbe lo Alessi si die
a coltivare indefessamente le Scienze naturali e Y Ar-
cbeologia , senza pero lasciar di esercitare 1' arte ora-
toria in cui divenne maestro. Ancor diacono recitato
avea un' orazione per professione religiosa ; a ventisei
anni di sua eta predicava nella novena di Natale con
plauso universale , poco dopo diceva 1' elogio funebre
di Pio VII. ed altri sermoni di sacro argomento;
A ventisette anni concorreva al parrocato di S.
^3
Barlolomeo c si aslcnnc per vera modcslia dal soste-
nere la sua elezionc. Vcnulo in voce di valente sa-
cro oralure prcdico in Calasciljctla, in Carlagirone cJ
in palria sovcnle , e la sua lama cstendcvasi e gene-
ralmcnte si divulgava.
Nel i8o4 vcniva in Catania per allcndere al par-
rocalo di S. Cataldo di cui 1' ac(|uislo per concorso
doveasi impartire ; si accinse all' inipresa ; i di hii scritti
sorpresoro gli esaminatori e '1 \ escovo Dcodali ; e la
sua giovane eta, cli' il crederebbe! fu lunico ostacolo
ad ottenerc il raerilalo posfo, ed in com])cnso a tanta
ingiustizia una pensione riceve come catecliista. Indi
concorse al posto di cantore nclla sua patria, ma dei
vili e segreti maueggi lo pri\arono per la seconda
volta del sospirato premio. Pero Alessi non si scuoro,
avvegnachc 1' ultima e forsc 1' unica passione del sag-
gio, I'amor delta vera gloria nel nobde dcsio di ele-
vare il proprio spirito e di sempre con nuovi lumi
perfezionarlo riposta, davan la spinta a quell' uom gene-
roso nella carriera degli onori , ch' egli se mcritarli
ed esserne degno bramava, c se d altronde a ragione
e per prova appartenevangli , non nc era pero della
consecuzione sollecilo e delta ingiustizia sdegnoso; on-
de era questo magnanimo disinteresse che gl' ispirava a
un tempo quella forza di spirilo, quella energia di ca-
rattere, ignota alle anime volgari superbc ed ignoran-
ti, e che lo rendeva siiperiorc a tulte Ic disgrazic cd agli
stessi suoi nemici, se ncmici quell' uomo poteva avcre;
e fu per lal ragione che nelle disavventurc raedesime
Alessi sempre uguale a sc stesso fu pero vendicalo
dalla opinionc universale dei torli ricevuti da taluni
per nulla estimalori del vcro merito , e spesso dalla
u
forza dello inleresse trascinati a cosi indegno e vilo
operare.
La fortuna non e sempre pero neraica della vir-
tu. Yedesi talvolla il vero raerito universalmcnte ve-
nuto in onore. E cio necessariamente addiviene, av-
vegnache non sempre per 1' umaua fralezza e per la
possa di contrasfanli sociali interessi, dove gli uomini
sono pill colli e doviziosi d ingegno. Couciosiache
di sapere forniti non ne sono invidi, ma anzi conosci-
iori ed amanti ; onde il vero dal falso, e i pregi reali
e positivi dagli apparenti e fittiz'i distinguendo , non pos-
sono essere ingiusti col raerito, non aniar la bonta e
non coronar la virlu. E tanto si puo dire francamen-
te clie accadesse ad Alessi il di cui valore nella pa-
tria nostra sede e uido di Lellissimi iugcgui, e di essi
protettrice e madre , fu beu valutato e pusto in chiara
luce allorcbe nel 1817, venne nel duorao di Catania
a recitare le sue tanto celebri orazioni quarcsiraali e
concorse poscia alia cattedra di Drilto canonico allor
vacante nella nostra regia Universita degli studi.
In quella occorrenza Alessi fe niostra del suo som-
mo valore nell' arte oratoria, e precipuaracnte nel niini-
stero della divina parola, conciossiacbe predicava egU
quelle rcgole osservando sempre cbc ad un sacro ora-
lore prescrisse un di Agostino in quest' arte ancbe pe-
ritissimo (2). Predicava Alessi di un modo intelligibi-
le a lutti , sfuggendo quelle oscmita cbe non e colpa
di obi ode, di cbi parla e coipa percbe 0 inviluppa i
sensi, od i sensi sotto il velo di non usate parole cela
ed asconde; per cui predicava in una maniera fruttuosa
a tutti, scegliendo gli argomenti piu acconci ad islrui-
re la gente nei doveri della Religiooe, le idee piu vive
cdinsinuanlialte adcstarc neicuori il piu profondo e le-
nero compiiuciinciito.
Compilo il corso dclle sue prodiche quaresimali , e
spialo a concorrcrc alia cattedra di DriKo canoiiico da
aicuni suoi ainici della sua gloria amantissimi, si sollo-
pose per la tcrza volla al torribile cinicnlo, ma con for-
tiina inigliorc dei primi incontri ; il di lui scriUo ridon-
tlantc di allissimc cognizioni iimano c divine, ricco di e-
rudizione fornila all' iiopo ed opporlunaraenle siiggorila,
fe tale c tanta impressione sopra ranimo dei dotli che
dovean cornparalivainenle giudicarne il merilo, clio a
voli unaninii ad occiiparc quclia linninosa calledra fu
da loro proinosso, e scbbenc uno fra di cosloro dal ve-
to coinunc dipailcndosi ebbc la iinpudenza di accusarlo
di analema, pur non di nianco tre soinmi nomini pre-
scelli dal governo in Palcriiio all' oggollo di discutere
una tal quislione interessanic oltremodo alia riputazio-
ne di Alossi cancollarono cosl ingiuste imputazioni e
dellc quali una inenle falsa c prcgiudicala leineraria-
raenle se non con malizia caricato avea quell' uomo
saggio e soininamontc ortodosso.
Qucslo avvoniincnlo cbe fini di slabUirc la opinio-
ne di Alessi, o 'I quale segna per lui il cominciaincnlo
di un' cpoca piii felice e gloriosa, obbligollo di slabi-
lirsi colla sua I'ainiglia in Calania, cbe lin d' allora ri-
guardo qual sua pallia per adozionc ; c poco tempo do-
pe i capilolari di questa regia CoIIogiala penelraii di
aramirazione \erso (piesf uomo singolare lo aggrega-
rono con pieni sudVagI al loro rispctlabile corpo, verso
il quale serbo egli somprc sinccra gratitudine e vera
eslimazione.
Godcndo pacificamrtifc i frulli dclle suo onorale
i6
fatiche, aderapiendo scrupolosamenle i doveri del suo
stato, vivendo tranquillamente dopo cessate le crudeli
vicende di una vita di fatiche e di speranza, imprese a
dare del saggi luminosi dell' alto suo intendimento e del
suo profondo sapere nella Storia, neirArcheologia, nelle
Scienze naturali ec. ed in quanto a quest' ultime allor-
che si fondo la nostra accademia la quale servi di effi-
cacissimo impulse alle menti di tanti dotti, che si sono
meritati di poi, come ognun sa, la universale appro-
yazione.
Se io volessi seguire I'ordine cronologico nella ras-
segna che e mio dehito fare delle opere di Alessi, e di
quelle che hanno un valore piu significante precipua-
mente, oltre alia confusione che da siffatta condotta ne
verrehhe nascendo, raoltissime ripetizioni non mi sareb-
be agevole di scansare, ne giungerei alio scopo cui il
mio pensiero sla volto, cioe il moslrare che Alessi non
solo come dotto uomo, ma come scicnzialo nel tempo
stesso uop' e venghi considerato , conciosiache le di lui
opere dividendo in scientifiche e letievarie si verra age-
volmente provando che se numerose furon quest' ultime
e degne di eterna laude, non inferiori a queste sono le
prime , e nel valore e nella utilita che se ne puo
Irarre.
E volendo, dimostrare che dotto e scienziafo in-
siememente era Alessi, possiamo addurre in compro-
va prima d' ogni allro di quanto diccramo la storia
critica delle eruzioni dell' Etna, la quale e quella tra
tutte le di lui opere che conferma a chiarczza di sole
la nostra asserzione. « Una tale storia che, come leg-
)) gesi nel Progresso delle scienze, lettere ed arti, com-
)) pilata da non pochi scritlori pur tuttavia addiman-
n
y) dava riccrclic piu cstese cd uno sliidio <>Rpressamen-
)) te falto sulle opcrc dogli scritlori anlicbi, c di qiiei
y) del medio evo , e clie non poteva esser 1' opera chc
)) di un filologo die fosse slalo naUiralisla ncl tempo
)) slcsso » (3) forrao 1' obhicUo dcUe medilazioni di
Alessi il quale (( univa, al dir del professore Leopol-
)) do Pilla qiicslc due cminonti qualita » (4.).
Per la qual cosa un tal la^oro risultava di som-
raa imporlanza c d' immensa utilila , conciossiache e-
rano scorsi raolli secoli, e noi non ci avcvamo , non
chc la storia fisica dcU' eruzioni , ma nc manco una
sloria complela cronologica deilestesse. E che lo Alessi
suppli in parte questo volo, c die ncl segno non c a
dubilarne, c sarcbbc per allro bastevole quel cbe della
storia critica dellc eruzioni dell' Etna si dice nel sopja-
cilato giornale (5) cioe « chc con quest' opera il sig.
)) Alessi ha renduto all' Etna un scrvizio voraiuenfe
)) segnalato, e chc, duolc il dirlo, pel Yesuvio si dcsi-
» dcra tutlavia cosi cstcso )) .
La suddctta opera e divisa in pareccbi discorsi
contcnuli negli atli della nostra accademia, cd i quali
abbracciano la storia di tutle 1' eruzioni avvenute dai
tempi storici sino a' nostri tempi. E cosa degoa di
ammirazione come lo Alessi col la fiaccola della criti-
ca, c con le all della immaginazioue rimonlando sino
air epoca fayolosa , disccnde mano a mano da qucsti
tempi oscuri sino alia venula dei romani in Sicilia, e
tenia di riconosccre attravcrso la densa nolte dei se-
coli c stabilire le prime epocbe recondite dell' eruzio-
ni di questa imponente e maestosa monlagna che ha
in ogni tempo attirala 1' attenzione dei dotti ed ecci-
tala ancbe la curiosita dei volgari, e fa risalire la pri-
3
i8
ma eruzione di cui serbasi appena mcmoria al di la
di smila anni innanli 1' era volgare, a' tempi di Glo-
ve Egiziano figlio di Saturno, e come allre ne incon-
tra nel ratio di Proserpina, nelle guerre di Bacco, in
Polifemo, e nei Monocoli Ciclopi di Omero; nelle bal-
taglie deir Ercole Tebano in Sicilia, e nell' avvenimen-
to famoso dei fratelli Pii.
E da osservarsi ancora con quanta diligenza e
minutezza quell' uomo iufaticabile ricerca e descrive
le eruzioni avvenute nell' epoca delta dominazione dei
romani in Sicilia, quelle cioe di epoca cerla rapporta-
te dagli storici ed altre di data incerla rinvenute nel-
r oceano dei classici scriltori di quel tempi ; e con
quali argomenti e con quanto senno non reltifica egli
molte epoche sccondo la cronologia di Glareano clie
riguardano le prime, e per le seconde quanle non ne
rinviene e con quanta probabilila le epoche non ne
assegna ?
Ma cio piu d'ogni alfro che to na in somma ono-
ranza del nostro grand uomo, si e lo avere egli riem-
pito coi laudevoli sforzi del suo attlvissimo spiiito d'in-
vestigazione ardilamente it vuoto che il secolo quinlo
dal duodecimo separava, rinlracciando in lal periodo
tredeci eruzioni e molle altre di cui gli argomenti ne
addusse.
Una storia cosi completa dell' eruzioni del noslro
Mongibello, che ci presenta come in un quadro la o-
rigine, e la formazione, e gli elementi delle combu-
slioni , e i fenomeni di queslo monle ignivomo non
poteva non riuscire utile alia scienza , e non poteva
non essere universalraente applaudifa ; lo presagi il
cliiarissimo nostro socio De Giacomo (6) quando disse
che « queslo freddo e faticoso lavoro sugli ardenti
^9
) fuochi deir Etna lasccra ccrtamenle poco che desi-
s derare intorao siliallo rairio di storia ti. E ben si
appose al vero, inipt'iocchc la rivisla cnciclopcdica di
Parigi di si erudilo la\oio c doKo ragionando « im-
s porlanlc Iravaglio lo proclamo, e di cui i Gcologisi
J impcgneranno profiltare ».
i\c in qiianio alia parte scieulifica e solo impor-
tanle un siniil la\oro, cho Lcn' anco addiinostra a qual
grado era quell uomo crudito, e qiiesto e quello che
noi vogliamo soslonorc •, cd in app( ggio di tale opi-
nionc, ecco cio clic lro\asi sciillo di quell' opera nel
giornalc lellerario per la Sicilia (7). t( iVel lulto que-
)) sta sloria critica benclie addinioslri iutcso il suo au-
» tore degli sludi di scicnze uatuiali, pure sara tenuta
» in niaggior progio ed cnoro procipuaiiienle dal lalo
)) dolla crudizioiie di che abl.onda seuipre lo Alessi
» non che in qucsia ma in tulle le altre non poche
J sue oj)ere di diverso ai'gouienlo )).
Jloite altre mcmorie inleressantissirae provano, co-
me si leggc Ecl giornalc il Progrcsso K lo zelo appa-
•i Icsalo per an)or di sluria iiaUiralc dal Canonico Ales-
)) si » (8j. Jlemoric le quaU, comecbe universalmenle
conosciule ed estimate , uopo c solo acceunarb? per
ricbiamarle al peusiero di chi mi ascolta 0 di clu sara
per leggerc questo elogio nel progresso del tempo;
meraorie inline die arrccalo banno inlinito avvantag-
giamcnto alia scienza, ed banno non poco contribuito
al progredimcnto dclla storia nalurale siciliana.
Di quesla e dcgna in prime luogo di rammeor
lanza la descrizionc lisico-mincralogica di Enna or delta
Castrogiovanni, in cui Irovausi ricordali c gli scritlori
che ne ban favellato, e gli uomini sorami in ogni ma-
niera di scienze e di leltere di che fu scmpre fcrace,
09
e inoltc topografiche nozioni relative a quel suolo e
un cataloso di raatcriali scieatifici e storici clie vi si
rinvcngoao, e tulto quelle clie la nguarda, ed abben-
cbe leggesi nel citato giornale letterario per la Sicilia
che (9) (( in istile pesante anzi che no , e scritta
)) quella mcmoria, dimodoche nel leggitore il diletto
» non va seinpre del pari cou la utilita clie puo ri-
)) trarsi da tante svariate notizie )) , tuttavia non puo
negarsi di essere utile alle naturali scienze , e ricor-
data onorevolmente nel giornale il Progresso e nel
Bullettino Geologico.
Vengono appresso il di lui opuscolo sugli ossidi
di silicio nel quale diligentemente descrive varie spe-
cie minerali note 0 novellamente da lui scoperte nel-
r isola nostra, tali cbe il quarzo jalino vario-cristalliz-
zato e vario colorato ; la calcedonia, 1' onice, il legno
fossilc semi agatizzato, le agate, i diaspri, i quarzi pi-
romaclii con gradi rimarchevoli e resiniti, la cerite, il
felspato, il peridot, 1' epidote, la mica , la tormalina ,
r anfibola, il pirosscne, 1' asbesto, la varia cristallizzata
zeolite ed altre sostanze con ossido di silicio combinate
che s' incontrano dappertutto e taluni nei vulcani estinti
e nelle lave dell' Etna. Opuscolo clie mira non solo
alia descrizione di tali sostanze mineralogicbe ma al-
r utile che puo ritrarsene, encomiato da vari giornali
e particolarraente commendato dagli annali di storia
naturale di Bologna (10).
L' altra sua memoria suUa origine probabile del
succino in cui si fa a rintracciare la vera origine di
questa sostanza ed espone con assai di erudizione come
si legge nel giornale letterario di Sicilia ( 1 1 ) i pareri
diversi degli scrittori che la materia trattarono , e fe
coQOScere le proprie osgervazioai, dalle quali ne fa de-
2/
rivaro clic il succino Irac la sua ori^ino da qualche
specie di pino, o da allro albcro s()iuii;liaiile rcsinoso;
qiiesla incinoria, diccva io, di cui ovvoiie uu conipiiilo
cstralto nel gionialc di farmacia di Parigi 1834, quan-
tunque noii prescnta a vero diro die poco di novita,
e scmprc lodevole cd utile pcrclie va a convalidare una
opinioiic quasi preccdcnicracnte cuuuciala, e la quale
potrebbc esser Icnuta per vera.
La meraoria sullc ossa fossili rilrovatc in Sicilia
inscrila negli Alii della nostra Accadoinia al pari dclle
altre, c ricca di positive conosceuze zoologiclie e di
notomia comparala.
Polrei anclic nolare qui fra i lavori scientifici di
Alessi c la meraoria sulla magnesia solfata scovcrla ia
Sicilia, letta alia Sociela Ecouomica del valle, quella
sulle Cavallette, ed in fatto di Econoiuia Polilica, che
di talc saperc audi' egli bene s' intcndeva, il discorso
)) sui mezzi di ovviarc alia puhblica miseria negli anni
)) di sterilila c di pcnuria in Sicilia , e precisamentc
)) in Catania )) ed in cui tulto egli scoprc il sacro
fuoco di filanlropia die nel suo cuore avea seggio, cd
altri lavori gencralnienle noli; ma il tempo ne slringc
ed altrc cose di sommo rilicvo ancor ne aspettano ,
periodic io taccio tulto quelle che si e detto di tali
lavori scientifici, che hanno attirato 1' attenzionc dei
naluralisti di primo rango, cd hanno meritato tutla la
lode che si deve a questo gencrc di positivi Iravagli.
Basla il ripelere quello che dice il Biillettino Geologi-
co (12) in rigiiardo alle memorie di Alessi insierae-
mento a quelle doi meritissimi soci ]\Iaravigna, La Via,
De Giacomo, Gcmmellaro. « Io sono addoloralissimo,
)) dice il redattore di quello arlicolo, che il tempo mi
5) raanca per analizzarvi qucsti ulilissimi documenli a .
22
Ma Giuseppe Alessi, ripeliaraolo un' ultima volta,
non fu dedito alia coitura delle scienze solamente; che
se egli fu scieuziato fu letterato nel tempo stesso , ed
erudito somrao, e storico ed oralore chiarissimo. Le
sue opere letterarie, sloriche, le sue meraorie archeo-
logiche, le sue orazioiii ec. ne sono la pruova piu
convincente.
La sloria critica di Sicilia, vasto ed immenso de-
posito di sloriche cognizioni che risgiiardano queslo clas-
sico suolo stupendo toalro in cui si souo rappresentati
i piu segualali e svaiiati avvenuucnli, quest' opera non
ancora a meta per cio che riguarda la sua puhblica-
zione, ma di cui 1' intiero maleriale esiste, e vedra i'ra
non mollo la luce, racstra piu d' ogni altra letteraria
fatica di Alessi lo sp:rito luminoso di sana crilica che
formava il distinlivo di quell' uomo, le sue innumere-
voli conoscenze sloriche, il di lui caldo amor di palria;
che se nell' estralto di quesla graude opera inserito nel
Giornale di Scienze Lellere ed Arti per la Siciha si
sente assai diversamcnle dei ricordi palrii di esso va-
lent' uomo quanto all' epoca favolosa, e se vana si :e-
puta la fatica di Alessi in divisare la origine della
nostra gente, perocche se tulti fanno teslimonianza
della opinione favolosa, non pruovano tut'.avia che nel-
la stessa vi sia verita, e se per lal molivo viene ad
Alessi rimproverato lo aver mollo tempo speso quanto
air epoca delle favole, materia che avesse dovulo ma-
neggiare con meno di franchezza, e piu di precisicne,
locche, poi non mi embra mollo discoslo dal vero, pu-
re e a dire con lo stesso giornale c( che esscndo la
{( storia antica nostra qual donna bellissima cui sieno
K le gambe e le braccia rotte secondo I'espressione di
« un dotto filologo, vale a dire di voti e di difetti
23
( rrplena, e lode e riconosccnza dovcndosi a chi in-
« gloriosa condizione riduccssf»J«, tale a dir mcglioda
« non perdere in fatto ''• compilczza al paragone delle
c greche e roma"c isloric , di cosidallo piegio pare
« appuuto "<i da risultarc la Sloria Critica di Sicilia
« del Canonico Alessi » cd in spguilo si soggiunge k die
« dei soli classici scriltori non tcnoudosi pago lo Alessi,
« e chiamando percio in suo ajulo niedaglie cd iscri-
« zioni cd allri monumenli clic dalla vcncrahilc anti-
(( cliila sopravanzano, ben si vodc come io diceva clie
K in fatto di sloria di Sicilia nidla piu debba lasciar-
(( ci a dcsiderare (i3) ».
Bisogna sitiiare a lato di cjiiesla sloria di Sicilia,
cbe fornio al dir dello slcsso vilessi 1' aliiacnlo dclla
sua gioventu, c '1 dilelto della sua virile eta, due al-
lri iulorossantissinii scrilti di qucslo esiinio lollerato ,
uno chc porta per litolo: Do sicidis Icgilnis cum si-
cula hisloria coniunclis^ el in epilomen redactis^ in-
serito nel giornale letlerario di Sicilia (i4)incui svol-
ge maeslrevolniente le siciliane Icggi , c vari Iralli di
sicula sloria lucidamente pone soil' ocdiio die lianno
con quelle convenicuza e rapporto, c I'allro cbe versa
sul gcnio inventore dei siciliani in lalina favcUa dct-
tafo, intilolalo de siculo iiwenlumis gcnio^ lavoro de-
gno di particolar considerazione e di cui la lellura
mcrita di csser caldainentc raccomandala (i5).
Tra le memorie aicbeologiclio di Alessi chc sono
molte c prcgevolissime , sono dogiie di esser rammen-
tate quella nella quale trovasi un' illuslrazionc dello
ghiande di piombo iscrille c trovate noil' anlica cilta
di Enna, mcmoria insorita nel giornale di Scienze Let-
lere ed Arli per la Sicilia, e riprodolla con encomio
in allri giorDali; ( 1 6) un'allra su di una mcdaglia incdila
4-
24
di Etna da lui valorosamcnte sostenuta contro la cri-
tica di un archeologo napolitano , circostanza che gli
frutto somme laiuli e ronorc\ole tilolo di socio corri-
spondente dello Istituto Archeologico di Roma; I'illu-
slrazione di una niedaglia inedita di Taorinlna, di una
antica di Morganzio, di un altra di Siracusa, Ji. un
cippo sepolcrale rinvenuto in un podere del duca fli
Carcaci ec. ec.
Moltissime orazioni funebri, elogi accademici, ser-
moni ecclesiastici ec. danno a divedere che Alessi co-
nosceva a fondo I'arte oratoria, mentre era poi altron-
de per natura eloquenlissimo.
L'elogio di Lorenzo Rizzo e stato nel Giornale
Letterario per la Sicilia laudatissimo « II dotto signor
« canonico Giuseppe Alessi, cosi vi si legge, (17) da
(C Castrogiovanni ha scrilto lo elogio di Lorenzo Riz-
(( zo eMorelli giovane medico di somma aspettazione;
(( assortita erudizione, ordine lucidissimo , c patetica
(( locuzione so 110 i prcgi che in esso noi sovrattutto vi
(( ravvisiamo » . L' elogio del cavaliere Gioeni quan-
tunque non molto favorevolmcnte giudicalo dall' anto-
logia di Pirenze , e ricordalo tuttavia con lode nel
Giornale il Progresso (18), e qucUo di Girolamo Re-
cupero non e nulla ai precedenti infcriorc.
Ohl come bramerei raiei Signori tutti schierarvi
in vaga mostra gli scritti di quel grand' uomo, e
sur ognuno di essi intrattcnervi quanto comporterebbe
la bisogna onde il pregio valutarne e chiarirne la
importanza! Ma cio oltreache lungo tempo richiedereb-
be, troppo dal proposito mio isvierebbemi , e ad un
breve elogio mal si convenisse. Basta quel poco che
io ne ho detto. Mio debito e aggiungere, che imbe-
vuto Io Alessi di quella santa massima del CancellieTe
d' Ingliilterra clie non fa d' uopo nelle scicnzo irarna-
ginare c pcnsarc solamcnte, ma osservare eziandio, cd
investigare e studiare la nalura sul fallo , raccolse
e riuni, per qiiaulo slava iiclle sue forzc, iiiniimerevoli
obbielti di naliiralc Sloria, tra i quali alciiiii alia zoo-
logia, allri alia gcologia, cd aliri alia inincralogia si
appartengono ; e qui e da nolare una bcllissima rac-
colla di andjre di vario colore, Ira le quali inolte in-
sellifere.
Saggio inlcrpelrc dogli arcani della vonorandaanlichila
e dellc arli belle ammiratorc appassionalo, non tralascio
di fare acquislo di oggelti cbc le rigiiardano, e di moltis-
siiui e taluni infmitamenle rari, conciossiache una
pregevole coUezioae posscdca di sicule mcdaglie ed
eslere e pictrc incise, ed assi, e piorabi, e tossere, e
vasi di argilla, e idolelli di bronze, ed iscn'zioni, e
stampe e dipiuli, e libri iufiuG di rare cdizioni e del
secolo XV.
La faina di iin uomo cbe avca conlribui(o co-
lanto airaumenlo del saperc umano, poleva restar cir-
coscritla in queslo recondite angolo della terra? I\o
certainente, o Signori : il vote concorde dei dotli raar-
c6 la gloria di Alessi coa caraltcri cbe il tempo non
potri unquamai cancellare. II di lui nome sta indele-
bilinenfe scritlo nei registri delle piu illustri c rino-
roale Accaderaie del mondo (19); le sue opere sono
state universalmente lette c commendato, e i dotti dol-
tranionti cbc sonosi porlati a pie dell' Etna per visitarc
questo veccbio maraviglioso vulcano,c questa nostra palria
cbe alio sue falde si sta, da lui accoiti e guidati e
delle di lui eccelse qualita e piacevolissimc maniere
colpili, al loro paese nailo rilornandOj e riportaudo e-
26
raccontando cio clie di Alessi sapevano e sentivano ol-
tre ogni credere la fama di lui eslesero e divulgarono.
Ed un uomo di tal seano e di valore cotanto
poteva sfnggire agli sguardi penetrant! di un Monarca
benigno che ad altro non e intento se non se alia col-
tura, al migUoraraento, al ben' essere dei suoi sudditi?
Mai no; I' auguslo Ferdinando Secondo nostro Padre
e Re dopo aver conosciuto il canonico Alessi nella
memorabile e felice occorrenza in cui venne per la
prima volta fra le nostre mura onde felicitarci colla
sua presenza, e dal quale fu condotto ad osservare i
piij belli monumenti della nostra patria, voile distin-
guerlo coir onorevole titolo di cav. dell' ordine di
Francesco Primo.
A si alto grado di riputazionc asceso, occupando
un posto distinto nella republica letteraria, attiratosi la
universale stiraa, e il rispetlo cbe si sente e si deve
al sapere ed alia virtu, non percio venne meno la sua
naturale modestia, ne orgogUoso divenne, clie non igno-
rava egli che quel che si sa e sempre rainore di quel
che rimane a sapersi , e che il piu saggio degli uo-
mini confessava che tutta la sua scienza si riduceva a
conoscere la propria ignoranza, e sapeva bene che I'er-
rore e la eredita dell'uorao, una disgrazia, come dice
un ottimo scrittore, non un delitto , che non si puo
ne si deve ridere di cio di cui possiamo essere e for-
se siamo noi stessi il bersaglio, che tutto il genere uma-
no non e che una gran famigUa, e che i vineoli di
questa dimestichezza debbono poi maggiormente strin-
gersi tra le persone che ne forraano la porzione piu
eletta e distinta, ed in tal modo era sospinto a scan-
sare I'orgogUo sorgente primitiva degli umani travia-
menti, e manteneva quel carattere di umanita e di
27
modestia che forma il dislinlivo del vcro merao. Per
la qual cosa fu sempre penelralo di una troppo dcbolc
opinione di so stcsso, e si vide compassioncvole ed unia-
no slender la mano soccorrcvole ad alcuuo dei suoi
fralelli immersi neir ignoranza e sviato nell'crrore per
tirarlo all' almosfera dclla luce , o rimeltcrlo nel sen-
tiero dclla verila.
E chc Alessi racchiudcva per altro un cuore uma-
no picloso cd indulgcnto, dilclo voi o giovani che fo-
sle allievi di un si biiono ed oltimo prcccllore, e voi
precipuamente aluniii del Collcgio delle Arli , voi cbe
nella persona di lui un padre ed un amoroso padre
pcrdesfe! Clic non foce per voi quell' anima generosa?
per voi clic prima della di lui reggenza in qiielTinsi-
gne stabilimenio di gnida, di raezzi , e sin' anco del
necessario eravate privil
Ma che si puo dire delle qualila di cuore dcllo
Alessi nol breve giro di quesli miei ragionari? di un
uomo cbe non visse nel fango dei sensuali piaccri, pia-
ceri brevi e raai non soparali dall' amarczza, il quale
quclli si procure all' incontro soavissimi e puri dellin-
Icndimenlo e della ragionc che ban quella vivczza e
quella screnita e coslanza che li avvicina al divino
caraltere cd empiono lo spirilo e lo saloUano soUevan-
dolo invece di opprimcrlo?
Ma infanlo queslo sommo fdosofo , quest' uomo
virtuoso, grato riconoscentc, queslo crisliano per scn-
tiraento, die formava la consolazionc dcgli amici , il
diletto delle scelte sociela, quest" uomo neraico dcU'am-
bizione, bellissinio favellalore, ripulato di oltimogiudi-
zio nelle private consulle e pubbliche, cbe grande au-
torila aveva presso i circostanti, cbe tutli conosciufolo
fedele c dabbenc in ogni cosa gli ave\ano grandissima
28
credenza, quest' uomo avverso ai malvagi senza sdegno,
propenso ai buoni senza adulazione, affabile, cortese ed
alia raano con ognuno, da tulli amato e riverito sen-
za invidia, che islruiva la gioventu, die formava I'or-
namento della nostra patria e di quest' Accademia, che
contribui non poco a far rinascere nel nostro suolo si-
ciliano i tempi di Empedocle, di Corace, di Tisia,
Gorgia, Lisia, Aristocle per I'eloquenza, di Empedocle ,
Epicarmo, Dicearco , Ciuico , Iceta , Archetimo , Ca-
ronda per la filosofia; di Antioco, Atenaide, Dicearco,
Filisto, Timeo, Evemero, Temistogene, Diodoro per la
storia; doppo 63 anni di vita laboricsissima e di pro-
fonde meditazioni, e caduto vittiraa di im morbo che
non ha risparmiato ne buoni ne cattivi, e che ha in-
volalo alia Sicilia degli uomini di cui la perdita non
Sara rimpiazzabile mai.
Egli moriva il giorno ultimo di agosto tormenta-
to dalle pill crudeli sofferenze ; la morale pero e la
religione che nei tristi momenti della sua vita gli ave-
van dato I'animo di lottare contro I'infortunio e 1' av-
versita, lo resero piu che mai forte nell'ora sua estre-
ma, e gli fecero patii-e di licto viso Tultiine sue ango-
scie. Non si sgomenta, si rasscgna al divino volere,
prega, implora perdono per i suoi trascorsi, e serene
e tranquilio da 1' ultimo eterno addio al soggiorno [di
quaggiu.
Ombra onorata dalla sede degli eletti dove tn
certamente ti stai, volgi gli sguardi a questa societa
che tanto amasti, e che lamenta con i sensi del piu
vivo cordoglio la tua perdita, ed accogli questa lagri-
ma che versiamo sulle dlustri tue ceneri, e queslo fiore
di cui onoriamo la tua lomba qual verace e sincera
mostra di nostra comune doglianzal Fa che la memo-
^9
ria dcllc gloriosc luc gcsta nci noslri pclti profonda-
mcnle s' iinprinia e serva a noi di spronc cfficace a rai-
gliorarc scnipreppiii il desliiio di quest' Accademia,
chc lu fondasli c lanlo a caro I'avesti, c possa la
somma dcllc emmcnli qualita del tuo spirito , e dci
uobili c virtuosi seiitimeuti del tuo cuore per quelli
chc vivono nella prcsentc eta, e pei fiituri ser\ir di
niodello a seguirsi nell' aspra e laudovole carriera del
sapere e della virtu! Ho detlo.
ANIVOTAZIOXI
(i) 11 M. R. P. Mapsiro Esprovincialc fra Rosario M. Colonna del-
f ordine dci RR. PP. Prcdicatori.
(2) Coiicionator agot, iit intelligontcr, ut libentcr, ut obedienler an-
diatur-lib. 4.- de doclrt'na C/ir. c. i5.
(3J Artie, del vol. 2 3. e 5. Orittogiiosia e Geognosia in Italia
scritta dal prof. Leopoldo Pilla.
(4.) Luog. cit.
(5) Luog. cit.
f6) Relazione per I'anno IV. delV Accademia Giosnia p. 7.
7) State delle Scienze in Sieilia sul finire del secolo XVLU. p. 70.
^8) Vol. 2. fasc. 3. OriUogiwsia p. 117.
(9) Luog. cit.
(loj Vol. ir. pag. 279.
(11) Luog. oil. pag. 71.
(12) Articolo Resume des progres de la Geologic p. i56.
{ii\ T. 56 pag. 56.
(14.) T. 47 pag. 167, e t. 48 pag. i3i.
(i5) La Riblioteca Italiana n.XXlV. Milano 182-/ trova qnesia Ora-
zione " piena di santo amor di pafria, ricca di squisita erudizione, e
,, scritta con suflicicnte latina cleganza ,,.
(16) La Riblioteca Italiana n. XXJV. Milano z4- dicembre 1817.
die fece un cslratio di questa leltera soggiunge che " I'autore dotta-
„ mcule ne ragiona, e che tutta la disserlaziono e sparsa di raolla e
,, squisita crudizione ,, e nel Giornale Letterario per la Sieilia fasc. ii
pag. 123 e considerata "come nn appcndicc all' opera delle iscrizioni
,, del Torremnzza, e nella quale I'Alessi, autore di piii pregiatissime
,, opere di vario argomento impiega immenza e scelta erudizione,,.
(17) T. 4. pag. n5.
(18) II Rullettino universale di Scienze Natorali di Parigi n. VI,
giugno 1825 cdil Giornale Arcadio Glioma danno un giudizio Taniag-
gioso di qneslo elogio.
(19) II Canonico Alesst oltre di esscre stato promolore di Dritfo Ca-
nonico c Catcchista ncU' Atenco , c fondatore , Srgretario Generale, e
Dircttore dell'Accadcmia Giocnia, era inollre Socio Corrispondente, del-
ristituto Areheologico di Roma, dci Colombarii di Firenze, dell'Accad.
Senkcnbcrgiana di Frackfort , deU'Agraria di Pesaro , della Volfca in
Velletri , dell' Aretina, degl' Infecoudi di Prato , di Valle Tiberina in
S. Sepolcro, e di vorie sicule Acccademic.
DEL
CAIVOiVICO ALESSI
PUBBLICATE PER LE STAMPE
Descrizione Jisico-mmeralogica di Emm or dotla Caslror/iomnni e
del sun lerritorio — Lelta iiclla spdiita ordinaria dell' Ac-
cadcraia Gioenia il dl ii novcmbrc 1824.- Aui dclla stessa
vol. I. pag. 99. , . ..
Slorta Crilica dell'eruziom delF Etna- Discorso i. dai tempi immcmora-
bili e favolosi insino all'epoca dci Roinani in Sicilia - Allli dclla
Gioenia vol. 3. pag. 17 -Discorso 2. dal principio dello
inipcro romano in Sicilia, sino alia intera caduta del me-
desimo-Atli della Gioenia vol. 4- pag- ^3 -Discorso 3.
dal VI. sino al XII. secolo della nostra era -vol. 5.
pag. 43 — Discorso 4- dalla fine del sccoIo XII. sino
alia meta del secolo XV. -vol. 6. pag. Sj- Discor-
so 5. dalla meta del secolo XV. a tiitto il secolo XM.
-vol. 7. pag. 21— Discorso 6. dal principio al termine del
secolo XVII.— vol. 8. pag. gg — Discorso y. dal principio
al Icrniine del secolo XVlU.-vol. 9. pag. 121 -Discorso 8.
dal principio del secolo XIX. insino al 1 833 -vol. 9.
pag. i63.
Memoria mineralogicn sopra gli ossidi di nltcio cd i silicati ap-
partenenti a Sicilia , <? sulF utile die Irar se /le possa —
Letla air Accadeniia Gioenia ildi 21 dicembre, c il dl 22
L gennaio 1829, e pubblicala nel vol. 5. degli .Vtti Accade-
' mici pag. gS.
TUemoria stdla vera oriqine del suceino - Lell.i alia Gioenia il A' 28
gingno 1S29, '^'^ inscrita negli Atti della slessa-val. 6.
pag. 18.
34
Memoria sulk ossa fossili ritrovate in ogni tempo in Sicilia, e re-
centemente in Siracusa, con osservazioni geologiche sto-
riche Jilosoficlte ~heW.& all'Accad. Gioenia il di 21 aprile
e 16 giugiio i83i-Alti della stessa vol. 7. pag. igg.
Memoria sopra alcune ossa fosili recentenunle scoverte in Sicilia,
per seivire di eontinuazione alia memoria precedente —
Lelta nella seduta ordinaria dell' Accademia Gioenia il d'l 24.
novembre i836, ed inserita nel vol. Xlll. degli Atti Ac-
cademici.
Htmoria da servire d" introduzione alia Zoologia del triplice mare
die cimje Sicilia— Lettaalla Gioenia il di 28 dicembre 1 834
--Atti dcUa delta Accademia vol. 11. pag. 89.
Urevc ragionamento sulla scoperta della Tnagnesia solfata in Sicilia —
Letta alia Societa Econoraica il giorno 00 maggio i835
-Catania i835 presso i fratelli Scinto.
Memoria sul melodo di slniggersi le Cavallette — Letta alia Gioenia
il di 7 dicembre i832, ed inserita nel vol. 9. degli Atti.
Sulla ricerca e sullo scavo delle miniere metalliche in Sicilia con-
forme alia legye sovrana dei iS ottobre /Sstf-Uiscorso
letto alia Societa Economica della valle di Catania nell'adn-
uanza generale del 3o maggio 1837 -Catania presso i ff.
Sciuto.
lleksione per l' anno IX. delt Accademia Cfoewa- Nel vol. 10.
degli Atti.
Relazione per F anno X. della Gioenia ,- T3e\ vol. 11. pag. 9.
Sui mezzi di owiare alia pnbblica miseria negli anni di sterilild
e di penuria in Sicilia e precisamenle in Catania-^ .
Belazione dei travagli della Societa Economica della valle
di Catania -Catania i834., presso i ff. Sciuto.
Oratio de siculo invenlimis genio sive de claris siculis scientia-
rum invcntoribus - in Catania dai tipi della Hegia IJniver-
sita degli Studii 1816.
Discorso su Caronda e le di lui leggi-r Recitato nolla gran sala della
Regia Universita degli studii di Catania - Catania 1826 dai
tipi dei Regii Studii.
Sloria Critica di Sicilia -^aX&ma. i834., vol. i. parte j. e 2. vol.
2. parte I. dai torcbi dei If. Sciuto.
Lellera mile gliiande di piombo iscr'uie e trovate nelt antica citta
di Enna— Palermo 181 5 - Abbate.
JLetiera su. di una ghianda di piombo iscritta col name di Acheo
condoUiero degli schiavi rubelli in Sicilia-^dQ'caiO 1829
dalla tipogralia del Giornale Letterario,
3^
lilmtiOiione d! una modajlia ineJita di 7V/</rm/rta - Gioruaio Lol-
terario jjw In Sicilia torn. '6'S \ir'j^. 78.
llltulraztone di una ni/>da;ilia antica di Morijanzio-{^\oYna\c Lctlo-
rario vol. 'df. jinj,'. lo'?.
liisposla alle osserrazioni del cnv. Avellino inloitio ad una me.la-
fjlia Girc,Sic!i/a -{VuirmAa l.cltoraiio t. 89 1 ag. 211.
Ve nummo Sijracusan> — (Vv\T\Mi\(t I.etlorario vol. 4-2 pag. 47-
Trium nummorum lladranilanorum il/uslratio - U\wim\e Lcllerark)
vol. ^fj, pag. 27.
J)e nummo IJieronis sectindi ad Ed. Ger/iurdtim rpislo/a — i^ioTnale
Leltcracio t. 4-5 P- i3i.
liisposla alia letlera di Giacinto liccupero, e contimiazt nfi de/la
detla rj«/)o*/a -Giornalc Lcltorario t. 49 p- sSy e t. Ju
pag. 22.
Letlera su di una lapide Cenltiripina. f:l osscrvaziimi su di unul-
tra iscriua D. M. iw/cz-j'- Gioniale Leilerario torn. 36
pas- 97-
teller a al si<j. terdinatido Malcica sopra un iscrizione latino ri-
trovala in 6V/to«/ff- Giornale del Gabbinetto Lettcrario
fasc. I. gonnaro i834, pig. 26.
Inlorno ad alctine iscrizioui lapidarie — I.tttera al siy.li/nazio Ciuf-
f lida Mosclietii —{j\oTna\c del Gabbiucllo Leilerario fasc.y.
scllembre i834 p- i4-
Lellera al chiariss. el ornaliss.sij. eav. Fiancpsco Palerno-Castell 1
dci duchi di Carcaci sopra wi cippo srpolcrale dixsol-
tenato nei dinlonu di Catunia — ElfeDieiidi per la Sici-
lia lorn. 3. p.ig. i3i).
Da siculo nuvimo uri/is 6(7/i7/7'rt?-E(rcmeridi per la Sicjlia n. 5o gin-
gno 1837 |)ag. i3(j.
De siculis leijibus cum si'ula hisloria conjumtis el in epilomen re-
</ar/is — Gionialc Leilerario t. 47i pag- i('7, e lorn. 4>^
pag. i3i.
Letlera sopra un opuscolo del Conle Or<t'— Giorrale Lcltcrario t. jG
pag. 8j.
Letlera al c/iiariss. Segrelario dclC htiluto Archeologico — Ciorcalc
I-ctlcrario toiu. 42, pag. 220.
Elogio di Geronimo liecupem da Catania - Roeilato nella sodula or-
dinaria dell' .Vciad. Gioeaia il di 28 novenibrc 182G ed
inserilo iiel vol. 3. degll Alti.
Elogio funebre di Lorenzo Jlizz / e Morelli- Rccitato nella gran sala
deir IJnivcrsita di Catania il di 19 uovembre 1S20 - Cala-
nia 1820, dai tipi dei Kegj SUidj.
Elogio del cav. Giuseppe Gioeni dei duchi di Angiii -Va\Qvmo 1824
• Abbate. 5
36
Elogio funebre del cav. Michele Alessi Romeo - Recitato il d'l 29
aprile iSSy -Catania Jai torchi dei ff. Sciato.
Necrologia del canonico Jut niiio Maddalena - Giornale Letterario
per la Sicilia torn. 55 pag. 11 3.
'Argomenti di Storia di Catania divisati in jtitlura ~ Giornale del
Gabbinetto Letterario fasc. 3. marzo i834., pag. 167-
Continuazione fasc. 5. maggio i834., pag. 32.
Ragguaglio di un quadro a mezza Jigttra delta grandezza natu-
rale ec.-dipinto da Giuseppe Rapisardi da Catania —
Lellera ad Agostino Gallo - Giornale del Gabbinetto Let-
terario fasc. 6. e 7. giugno e higlio ,i834. pag. 167.
11 giubilo del giorno natalizio - Quadro ideate ed esegiiilo da Giu-
seppe Rapisardi - Letlera ad Agostino Ga//o ~ Giornale
del Gabbinetto Letterario fasc. 6. e 7. pag. 112.
Sopra il ritratto delta Contessa Agala Grifeo-Moncada - eseguilo
da Giuseppe Rapisardi eC'EHeaienii per la Sicilia n.4.7
marzo 1837 pag. 171.
Elementi di Morale Universale, o Compendia dei doveri dettVomo
considerato in iutli i suoi rapporli- Libera traduzione dal
francese - Catania 1S20, nelle stampe de'Regj Studj.
mH»{iWWtitJ
E L 0 G I 0
DI
ROSABIO SCrDERI BONACGORSI
LETTO
iay ACCADEBOA GIOENIA DI SQENZE NATURALI
NEILA TOBIUTA DEI Q AGOSTO
DAL SOCIO ATTIVO
PAOLO DI-SIiCCKO CASTOaiNA
C" 'iTii C^S-O
■;^■.^1CC r-v--
^m^^^^smm/m^®
Oc vongo quest" oggi, o dotti Gioonl, ad interrompcre
per poco i voslri scriosi scienlifici travagli, dovcndo
consacrarc alquante parole alia mcmoria di uii vostro
benemorilo coUega, non mi ncghcrete al cerlo la vo-
slra allcnzione in adempicndo un sacro dovcre da voi
stcssi imposlomi nello eleggormi a suo successore; do-
verc allroYC ne' nosiri staluti sanzionato. Ecco: gli c
lutluoso soggetto di qucslo ologio un vosiro onorcvolc
socio , il quale , o vivcsso riliralo ncl fondo del suo
gabinello, o ne' recessi dolla soliludine canqioslre, per-
che conlemplasse piu dappresso gli arcani di natura ,
si moslro scmpremai conipreso di vivo zelo pi^ li pro-
grcssi di (piosta scionlifica socicla : arricclu infalti di
scelli libri la biblioteca del gabinello gioenio ; fu cullorc
delle scienzc naluiali , amalor forvido degli amciii sludi,
e nelle aili genlili olliuio arcbeologo. Cio abbaslanza
dimoslrano le coUezioni da lui fallc in lai rami di
umano sapcre.
38
Ora a tali carat tcristiche voi m'intendeste ; vi parlo
del dolt. Rosario Scuderi Bonaccorsi , socio attivo e
vice-direttorc meritissirao, il quale, non ba guari, a voi
da morte fu tollo ; ed a cui si deve 1' oaore di questa
vostra arnica c grata ricordanza.
Nacquelo Scuderi addi5 luglio del 1762 in Viagran-
de, patria di Francesco Maria Scuderi e di Rosario Scu-
deri Quattrocclii, noti dovunque ne' fasti delle scienze
e delle Icttere ; in Viagrande, comune posto al nord
di Catania sulle \icinanze del famoso Etna. La pace
Leata di quel luoglii solinghi ed araeni , 1' acre cam-
peslre e puro, il sileuzio profondo che da per tutlo vi
regna, costituiscono que'luoglu i piu adalti per la con-
templazione del fiiosofo, e per lo studio dell'uomo di
lettero. Ma intanto che questi soggiorni utili riescono
air uomo istruito e colto , di mezzi scarseggiano che
servir potrebbono un giovane delle preliniinari istru-
zioni norainenche di inia sana ed esquisita morale cdu-
cazione. Tale verita dal padre dello Scuderi conosciuta,.
a vedere dotato il figliuolo delle piu belle disposizioni
di spirito, non indugio quegli per nulla a condiscen-
dere alia bramosia di qiiesto per lo sapere; e lui con-
dolto in Catania fece accontare ne} numero dcgli alunni
in questo vescovil seminario, oveiapparo i primi de-
menti mentre reggevalo il ch. monsignor Ventimiglia,,
quell' uomo che ai meriti dello spirito le virtuti univa.
del cuorc, seguitando cosl il precetto di Platone, il
quale voleva che si collocassero i giovani non sccondo
le facolta de' loro genitori, ma secondo le facolta della
loro anima.
Fioriva allora nella nostra patria la bclla lettera-
tura; e le scienze esatte cominciavano a rischiarare
di lor luce il nostro orizzonte, merce le conoscenze
^9
positive (li Giovanni Agoslino Decosmi, cclcbrc filologo
siciliano , di Vilo Aniioo c di Yilo Coco, sloriografi
famosi, di Raimondo Plalania , pocla cd oraloro cclc-
Lrc, del Baiuliora e dello Sciacca, osinii letlerati: iio-
niini luUi scnirai che sognarono iin epoca nienioral)ilc
iici fasti della palria Ictteraliiva. Tii il swlloilalo Deco-
smi clic iiilrodiissc appo Jioi i[ luiovo metodo anali-
tico di studiai'c, onde soinmo ulde provcnne alle scuole
attiiali; c graiidi soccorsi fitron recati ai inetodi dello
uinano apprendirncnlo. E fu solio la direzione di (pie-
sto cliiaro maestro die lo Sciuleri comincio a guslarc
gli sludi aineni della bela lelleratura , ornamenlo c
conforlo alio mcnti occiipale nelle srienze positive c
severe: ed egli assaporaiido le dolcezzo do' padri della
lingua; di Daate che la suhliino , di Petrarca die la
ingcnlili, di iJoccaccio die porfozioiiolla , giiinse egli,
con istudiark profoudamcnle, al posesso della riliorita
lOr favclla.
La do'la lingna del Lazio pur cssa fu post-ia iiii
oggetto di suo parficolare studio , e zdanlissimo di-
venne ,* c , a meglio dire , entusiasta per gli scrillori
felici del secolo di Auguslo. Orazio Tibullo Properzio
Ovidio, die faran scmpre findie il l)uon guslo non sara
spcnlo le delizic degl'ingogni fini, furono a |)referenza
a I'li ben molto a cuore , c li approfondl da scnno ,
dimododie di epic classici c valorosi scrittori , i tratti
piu erguti c le massirac piu pure a mcmoiia ripetea.
l\k tampoco lo Scuderi alieno fu dagli studi della
filosofia 0 delle malemaliche; cbe ne fu anzi amatorc
che no cddissimo.
Fornito silfatlamcntc di bella lelleratura, cono-
sccndo il nostro accademico col Cesarolti , che le lel-
tere ban bisogno dello appoggio dcllc scicnzc, e quc-
2
4o '
ste ullime senza Taiuto ed il soccorso delle prime, quan-
tunque in se stesse sublimi, secche e sterili riescono,
comincio mano mano a colUvare Ic scienze , ed ap-
plico il suo iiitelletlo alio studio della giurisprudenza ,
mentrc questo era appo noi in fiore, merce i lurainosi
esempli di Antonio Palerno-Castello professore di Pan-
delte, di Francesco Pulvirenti professore di sacri Ca-
noni, di Giuseppe Lombardo, di Pietro Maria Ninfo,
di Antonino Gostanzo, di Domenico Puglisi professore
d' Instituzioni canoniche, di Giuseppe Urzi professore di
storia civile, ed infine di Leonardo Gambino che reg-
geva la cattedra di diritto civile e di natura, e che
purancbe nella raetafisica avea rinomanza,
Sotto lascorta di quesfi valent' uomini lo Scuderi,
compiufo il corso triennale, addottorato si vide in legge
in questo antico e fainoso ginnasio. Condottosi quindi
in Palermo ove stanziono per ben tre aani, si pose
sotto la disciplina di que' giureperili che amarono lo
Scuderi, e lo istituirono. Di la portatosi a visitare la
bella Partenope, ed indi a poco nella faniosa Roma se-
de in ogni tempo delle arti belle, lo Scuderi acquisto
le ampie conoscenze archeologiche , nonche della pit-
tura e della scultura. Restituitosi poscia circa 1' anno
1787 nel suolo native, vi occupo molte ed orrevoli
cariche serapre con onore cd impegno , dirigendo le
sue mire al bene comune. E come altramenle poteva
addivenire, vistoche il nostro accademico ben coiosce-
va, gU uomini non essere uscili di mano della natura
dotati come sono di talenti, se noa se per tornarli a
vanlaggio de' loro fratelli?
Trascorsi quivi alquanti anni nei riiiri della soh-
tudine , fra le pacifiche occupazioni di un uomo di
lettere, pensa finalmente fermare la sua residenza in
4f
Calania, c nel lygS vi glungc. Coniincia in qucsl'e-
poca il nostro Sciuleri a jnoslraro la sua ardcuza j)or
lo studio dellc cose ualiirali , cd assenibra tullodi dci
materiali onde progrodirc iicUc sue collozioni di og-
gctti di storia naturale, e libri, iion rispanuiaudo al-
J' iiopo no la maiio no il senno: laond^' possessore ad-
divienc di una raccolla di rocco e di mincrali del no-
slro Etna, alia quale una scconda ne aggiiinge di con-
cluglic scelte e di crustacei, e dovizia di anibrc sici-
lianc raccoglie: v^ basta. Da ogiii dove acquislo fa
di libri, c forma una scelta librcria, clie conticne noii
mono di (re niille volumi, ove la preziosita dci clas-
sici groci e dci latini , e le prcgiale e ricercate cdi-
zioni comraendevoli e nitide clie in essa si rinvcngo-
no, una delle primarie bibliotechc parlicolari la costi-
tiiiscono. Nc lo Sciuleri cotai libri cnslodiva per scm-
plica apparato, dandoli in prcda alia palvore, al tarlo,
od a voler far pompa di Icttcralo , ma Icggcvali stii-
diavali : e fn consuolo di acTOrciare i suoi sonni per
consultare gli scrilfori ncl si'.cnzio della nottc. Si e
cosi cbe quanlo piii c' inoltriamo a delineare la vita
del collcga c deU'amico, del qnalc piangiamo la per-
dita, semprc meglio lo scoprianio araatore delle letlere
e delle scicnze.
Sorgeva intanto in Calania c per opera vostra, cul-
lori bcnemcrili delle scicn^^e nalurali , quosfa socicta
giocnia che oggidi tan to grido leva di so prcsso feslere
nazioni: e lo Scudcri ne fa uno dei coniponeuti non
solo, ma il posto di onorc di secondo direttore vi tcn-
nc. No fu egli ozioso immczzo a voi: imperoccbc ri-
gido osscrvatore de' doveri accademici fu uno dei pri-
mi a Icggcrvi in qucsto stesso locale quella sua dotla
fatica portante per tilolo: Mernoria su i segni ndlu-
42
rail meleorologici dell' Etna. E soffrile per poco che
io in quest' oggi la vi riandi faccndone un rapido cenno.
Id essa il noslro diiigentc accademico parla pri-
mamente della iililila in generale della scienza meleo-
rologica divisando cio con dolla ed antica erudizione,
sicclie ci fa rilevare questa scienza, ora a cuore di
Aristolile di Teofrasto e di Epicnro ; ora su dessa i
travagli di Gemino Tolomoo Dosileo Eucheraone Eu-
dosso, alia nieiuoria ci richiaiija- ed ora finalmente
favorila in tutti i tempi dai dotti doUe piii cospicue
accademie la ci mostra. Ma qui bisogna per poco ri-
flettere eke Io Scuderi intende solamente parlarc della
meteorologia fondata su i fcnomeni della natura , e
non di quella derivata dall' astrologia giiidiziaria , la
quale fa spinia dai romaui siao alia superslizione alia
stravaganza, e ciecamentc adorata. Passa in seguito a
dir qualche cosa della influenza delle meteore sugli
esseri organici, e delle cagioui probabili delle slcsse,
conyalidando cio coUe varie opinioni dc' filosofi natu-
ralisli: finalmente concbiude (c che le meteore (ecca
)) le sue parole) sono gli agenti universali necessari
)) alia economia delle piante c degli animali. » E di
vero senza il concorso d?lle stesse, e senza le lor va-
rie combinazioni , che mettono il tutto in movimento
ed in azione, la natura si rimarrebbe quasi staziona-
ria inoperosa inerte. Inollre fa cbiaramente osservare
come i scgni del cielo e le meteore cambiano secondo
le diverse regioni atmosfericbe, e come le cagioni lo-
cali, modificano le generali: e cio dimostra passando
in disamina i vari fenomeni clie succcdonsi in diverse
regioni, come nel Malabar nell'Indostan nel Cororaan-
del nella costa orientale dellQ Indie, e nei boschi di
Luxa.
48
Sccndc ill soguilo a doscvivcrc la posizionc j2;eo-
grafica in cui I'Elna siipcrbo e domiiialore s" innalza,
c cc lo prcscnia come la spccola nioleoroloi;ica natu-
ralc della intcra Sicdia. Ed ollre i fenoinoiii rbc ([uc-
slo ha di conume ctigli allri inonli igiiivomi del gloljo,
Ic circoslanzc singolaii die iiiiico lo rciidouo, lo Scu-
dcri ci apjialcsa, clie lanlo ])iu oij;goll() di sludio c di
altcnzione lo coslituiseono; ci descrivc iiidi mimiziosa-
mente i scgni da lui osscrvali ncUa plaga mcridionalc
di csso montc, c da ([uolli priiiiamentc la capo i quali
a quaiido a cpiando indicaiio lo licvi pi<>g;;o la neve
la gr.'iiidiiie la siccila Ic lenippslc il diagoiie ; cd in
ultimo passa a quoi sogni precursori c foriori d' impc-
tuosis-simi vonli c di strepilose hufcrc: o cliiiide i suoi
ragioiuiri moslrandoci i sogiii moglio rimaniievoli, cioe
i globi di fiimo denso nero agglomcralo, con forza e
vcemonza oriitfafo dal craloro; segiii die anminziano
i foiiomeni piu s(i'C])i[osi del noslro Eliia, le future
eruzioni, o i tromuoli. ]Mostrandosi cosi in quesla sua
fatica minuzioso osscrvalorc de' cambiamonii succcden-
tisi neU'azziirra volta dei cioli, o sia, olli;iio niolcoro-
logista non solo, ma uom pienaincntc lornito di vasta
erudizione anlica c moderna. Questa mcmoria da voi,
o illiistri accadcrnici, intcrcssante pel suo subbiollo sti-
mala, c prcgcvolissiina crcdula, pcrclic un sislcma di
mctcoroloiiia dell' Elna in so racchiiide inlorno a cui
sono tulte rivolle lo voslre dolte riocrcbo . fu insonta
Dei voslri voluiiii affin di rcnderla di pubblica ragionc
e per mostrarc in pari tempo gli onorati sudori di un
vostro consocio.
L' arcbcoloiria inlanlo c lo belle arli, cbe sin dai
primi tempi de' greci c dc' roinaui lurono sempre og-
44
gelto di studio a primi lelterali; giacche costoro dalle
applicazioni seriose e profondc, che tutte riconcentrano
le facolta mentali, a quelle indi ricorrono ond' essere
loro di pabolo e per dar Iregua alio spirito di gia tra-
vagliato , e che cercano lalmenle soUevarlo con isludi
ameni e ddettevoli , si, furon 1' arclieologia e le belle
arti quelle cbe il nostro Scuderi coltivo con ardore, e
lormarono esse oggelto principale delle sue applicazioni.
Bastava visitare il sue soggiorno, o meglio chia-
inerai il sue gabinelto lutto isloriato di pittuie, ornato
di vasi e di bassi rilievi per Yenu-e appieno informati
del sue gusto per 1' archeologia. Ed in vero cbi non
si adda a siffatti sludi ed alia conoscenza delle nostra
anliche cose? Elle a solo rairarle alletlano, il bello
neir animo dolcemente ci cffigiano: e ricordandoci
finalraente la nostra antica gentilezza, ci fanno acqui-
sfar vanlo, e piacere ci danno di calcare qucsto clas-
sico suolo.
Lo Scuderi viva ed ardente mostro la sua pas-
sione di correr dietro a tutte le cose che alcun vesti-
gio si avessero di bello e di anticc: ed ei a mano a
inano forma il suo piccolo museo di antiquaria.
Or, sebbene non avesse coltivato egli ex-professo
la uumismatica, pure non tralascio di raccogliere nel
fratterapo delle anticbe monetc romane e greco-sicole,
lantocbe conoscendolo versato in siffalte ricercbe leru-
dito nostro socio Giuseppe Alessi molte nionete illu-
strandone , alio Scuderi le intitolava , con cui era in
istretta amicizia legato. Abi dolorose riraembranze ! La
e stata questa un' altra perdita per noi, ed ba lasciato
un vote nella Gioenia e nella republica delle lettere,
che a ripianarlo vi abbisogna di molto; dappoiche a
delta di un illustre scrittore, la natura madre feconda
4^
di luUe Ic cose e clie par le crei sclicrzando , won
produce poi un iiomo graiide se non clic a liflessio-
ne Icnla e profoiida.
Si fu per le belle arti , cd a prefcrcnza per Ja
pillura die il nosfro onidilo anliquario spiego amore
ed impegno: c cio appalesano abbaslaiiza le sue vasle
collczioni di quadri di varie scuole, in che mollissiini
originali dei piii classici pcnnolli si osservaiio. Uuica
forsc in Sicilia era la sua raccolla delle sfampe , c
per la scclla e pel nurneio chc ascende a piu di tre-
millc stampc originali d' incisori classici, come del Rai-
mondi del Salamanca del J\Iorglien; cb' cgli seppe con
avidila raccogliere; con jnetodo ed csallezza classilicarc
e cuslodire, e con giud^io dispone secoudo rcpoche
corrisporidenli.
Quel cbe per aivcnlura rcndcva piu progcvole
quesla sua collezione si era un numero di quasi quat-
Irocenlo abbozzctti triginali in matila ed a pastcllo di
celebratissinii anion de' quali lo Scuderi ne era gelo-
sissimo li conser'ando con quella riccrcala delicalezza
propria solamenfe di quegli uomLni conoscitori del vero
pregio e del vtlore di siffalle cose. E per meglio far
conoscerc la sua versalezza in lali materie, fa mcslieri
far prosenfe di volo la sua pregcvole letlera su la Ga-
latea delinrala da RafTaclIo nella Farnesina , credula
Venere dd marcliese Giacomo Ilaus. Quesla Icllcra fu
inlilolal? al socio Giuseppe Alessi, Scriveva Agoslino
Gallo rti Palermo insoguilo alia meraoria sidla vila e
le oprre del marcliese llaus, e ci rammenlava un as-
sai conlo opuscoletto da quegli coniposto sul tanlo fa-
moso dipinlo in cui avviso rapprcsenlarsi il (rionfo di
Galatea scorlala da niufo marine, e da tritoni. A cio
aggiunse il Gallo, clic il M. Haus non inleiuleva ora-
46
raai riconoscere piu ia quel dipinto Galalea, semplice
ninfa; ma credca piuttoslo quel cortcggio piu convc-
niente alia dea di Gnido e di Erice; e toglie a so-
stenerc qucsta sua opinione con qualche esempio e
con r autorita di pochi scrittori.
Ora il nostro accadcmico fornito di rare cogni-
zioni artisticlie all' uopo , e non dimentico di quel
giusto riguardo che dessi al merito di quel valcntuo-
mo, esamina dapprima le varic opinioni, trascrivendo
i passi originali dogli autori dclla storia pillorica si
antichi che moderni, 11 Yasari il Borgliini il Lanzi
il Wccb il Winckelnian, i quali tutti comprovano es-
sere quel dipinto una Galatei, e non mai una Yenere
Anadiomene (*) come la volen I'Haus: e fra' non pochi
scrittori che asseriscono csser qtclla Galatea del Sanzio,
vi sono tra' primi I'Hubero il Rest il Gaudelini la Yalle
ed il Baglioni: faccndo lo Scudencosi conoscere quanlo
sul proposito si e creduto per lo ?orso di lanti tempi.
Pur di cio non contento, percht le autorita possono
spesso spesso abbagliare trasciuandoci 'aellerrorc, ci ap-
prescntaegli un particolarizzato paralellt di confronto tra
la rappresentanza delta Dea- de' dilctli edegli amori con
quella della Nereide che fu oggctlo I'l derisione a
Luciano nel dialogo dei marini. E qui m«lte in campo
le differenti rappresentanze che in varie epoche ne
hanno fatto i poeti, da cui ricavansi le idee mtloriche,
cioe un Orfeo un Poliziano un Filoslrato e Darwin
negli amori delle piante; come ancora dopo li aver
fatto conoscere quanto vari pittori hanno praticalo a
tale riguardo, conchiiide, che il corteggio di Gaialea
(*) Anadyomene, participio del lerbo medio Anachjomai : significa
cmersa o vero surta dalle onde.
4i-
e slalo scmpro di hitoni c ncrcidi c dt marint; nia
clic air inconlro poi il corlco che si e dai poeli lar-
fijilo a Vencre, lo e stato som[)romai dclle ore, di /,;•-
liro c di una milizia di amori, come ancora quoi dellc
Grazip, Ic qiiali al dire di Lipsio di Foriiiilo c di Apu-
leo soiio compap;iic iiidivisibili dcllji dea dclia bcliezza.
Infatti cosi la canlu Orazio in ((iioi \crsi
Fervidus tecum puer^ et soluiis
Graliae zonis, propcrenlijue mjmphce^
El parwn coniis sine tc juvenlaa^
Mercuriusquc.
Proscgnc lo Scudcri a moslrare clio il carro di
Vencre c slalo scin[)ro tirato da Colombo da passeri e
da bianchi clgni, convalidando qucsto asserlo dell aii-
torila di vari c nou coniuni scrittori: prcnicsso qucsto
va sonnatainciite a dodiirrc die in quel dipiulo del
Sanzio bisogua ricouosccre il trioufo di Galatea, c nou
gia qiiello di Vencre iiolla guisa, die voleva ultiina-
mente 1' Mans, faccndo qiicgli le sue incraviglie, come
questi abbia potulo cadoro in crrorc, versatissimo qual
era in simili licercho. Qnivi lo Scudcri non solo fa
conosccrc il sno gnsto per la i)illiira, c Ic sue durate-
applicazioni all'oggeKo, ma scnipre piu scnsato conosci-
tore di lulti i biioni ]M)eli cd aulori latini rivclasi.
Ammirevolissimo il nnslro socio per 1 assidiiita o
diligcnza ncl coinpierc i doveri accadcmici, se poi dl
molio non conlribul con snoi scrilli c con opcre sue al-
ia rinomanza di questa accadoinia. queslo avveniva
perclie conosceva benissinio (pianio vi abbisogna a far
poco : nulla nieno verso lei un sue attaccamcalo, cd.
'4S
iin suo amore tali erano che lo renderanno sempre
meritevole di lode: ed una prova convincentissima ne
e quella, ch'egli pensava arricchirla di libri, e di og-
getti di sloria naturale: ma forse lo spirito d'interesse
in taluno che al dire di Rochefoucauld, fa parlare tutta
sorta di lingue, fece sparire quelle carte santissime le
quali arrecavano onor sommo al vostro collega Scuderi.
Ne io m' induco punto a credere che fosse stata una
dolce lusinga quella del socio nel promesso dono. Voi
lo conosceste; ed il suo caratlere ed il suo cuore sen-
sibile non erano nati falti a cotal modo di operare.
Pcrcorsa cosi una carricra chiara nelle lettere, od
in diversi rami di uraano sapcre, ascritto egli alia so-
ciela de' curiosi delta natiira di Franckfort sid Meno,
socio deir Accademia agraria di Pesaro, dell'Istiluto Ar-
cheologico di Roma, delta Val-Tiherina in s. Sepolcro,
dell'Arelina del Petrarca in Arezzo , e di molle altre
insigni societa scientifiche, inlantoche si vivea lonfano
da hrighe ed intrigo, di un carattere dolce e tranquil-
lo , hramoso sempre di giovare attrui, tenendo aperto
il cuore alt' amicizia, i pensieri alia gratituduie, adem-
piendo i doveri di ottimo cittadino, giunto all' ela
di anni 76, colto da micidiale raalore rede vicino il
suo trapasso , e hen conoscendosi dal nostro filosofo
la morte far parte del nostro essere , 1' attcnde con
tutto coraggio, con tutta la tranquillita di uno spirito
ortodosso : e la nelle pacifiche mura del villaggio, ove
respiro le prime aure di vita, e fu il campo delle sue
contemplazioni sullo studio delta nalura, il di dodici
gennaio i838 lontano da' suoi piu cari, lira le ultime
recate di morte.
Lascia pero a noi J' esempio delle sue virtuti , e
dellc sue IcUeraiic fatichc , chc vcrranno mai sempre
cncorniate ncl profondo dci noslri cuori; c la sua me-
moria torncra sempre carissiina a ciaschcduno di noi;
imperocclie diceva il Montaigne : il miglior tribulo
che puo rcndersi alia memoria di iin uomo di Ict-
tere , si e il dolore c la ricordanza de' suoi com-
pagni.
I N D I C E
»IH>3{OiC|Cllej
Seimestre Prlmo
\ "3
Relazione Accademica per I anno xir^ del A
socio Segrelario generate Antonino ■
Di-Giucomo .... Pag. t
Delia Zoologia del golfo di Catania. Me-
moria seconda sidle Spugne , del
socio altivo Prqfessore Carlo Ge-
mellaro . . . . . (( 36^
Sopra /' attitudine detle materie rutconi-
cfie alle arti sussidiaric dell archi-
teltura. Disc or so del socio altivo
Prof. Mario Muswneci . i 4'
Still' apparecchio digeslivo in taluni Ga-
steropodi del genere bolla di Lin-
neo. Cenno Jisiologico del socio cor-
rispondente P. D. Giacomo Mag-
giore\Cassinese . . . . i ^^
Semestre Seco.%'do
Snll' Ulivo segiiilo delta Pomona Etnea
del Soc. corrispondente Cav. J in-
cenzo Cordaro Clarenza . . % 8t
Storia Naturate Jisiologica e medica del
vitlagese dell' Etna. Monoria secon-
da Storia naturate medica genera-
ii
/e, del socio aliivq Giuseppe Ant. |
Galvagni . . . . Pag. izi I
Catalogo ragionato delle Conchiglie viventi *
e fossili di Sicilia esislenti nelle j
collezioni del doltor Andrea Ara- \
das^ e deir esiinto Abbq,t2 D. Emi- j
liano Gutladauro. Lavoro diretto \
principalmente a jar coiioscere
le specie che vivono nel golfo di '\
Catania^ e nei dintorni di essa col '•
confronto alio stato fossile^ compi-
lalo dal SOCIO attivo Andrea Ara- \
das\ e dal socio corrispondente P. |
Z?, Giacomo Maggiore Cassinese^ e '
diviso in piii memorie. Memoria i
prima 'i^v" ;.v.-\s\»ns sj'Asb ftiViV.nVsU « /-'J'y ,
Teratobia 6 fistologia dei 'Moslri. Memoria
seconda Teratobia degli Acefali o
dei mostri utiiiari, de[ socio attivo
Giuseppe Ant. Galvagni . . '^ atg
Sopra i terreni di Lognina , Aci Trezza
e Caste lie. Memoria prima del so-
cio corrispondente Pompeo Inter-
landi e Sirugo . . . (C i^o
Su di im nuovo Lepidottero. Letter a del
socio corrispondente Oronzio - Ga-
briele Costa ... . « 28-]
Flora dei dintorni di Avola. Memoria pri-
ma ^ che contiene i Prolegomeni
dell' opera del socio onorario Giu-
seppe Bianca . . . . « Sgd^
Catalogo ragionato delle conchiglie viventi
e fossili di Sicilia esistenti nelle
collezwni del dottor Andrea Aradas '
e dell' estinlo yfbbale D. Emiliano
Gulladauro. Lavoro diretlo princi-
palmcnle a far conoscerc le specie
die vwono nel fjolj'o di Calania^ e
nei dintorni di essa^ col confronlo
alio slalo fossile^ compilalo dal so-
cio attivo Andrea Aradas , e dal
socio corrispondenle P. D, Giaco-
mo Maggiore Cassinese^ e diviso in
pill memorie. Memoria seconda se-
giiilo dei Gasteropodi . . Pag. 34g
Descrizione di alciini Crustacei uiiovi del
golj'o di Calania. Memoria del so-
cio collaboralore Alessandro Eiz-
za . . . < 36^
ELOGI
Elogio del Cav. Can. Giuseppe Alessi del
socio attivo Andrea Aradas . « /
Elogio di Rosario Sciideri Bonaccorsi del
socio attivo Paolo Di- Giacomo Ca-
storina . . . . - f- 3g
v..
"^
C1.T£1TIA
Per PlETRO GlVNTINI
TIPOGRAFO DELL' ACCADEMIA GIOKMA
Piazza del Daomo N- i3
. 1840
!
(■
\
3lKC<C^^Kl€C<iMj^^ - '