A T T I
DELL' I. R.
ISTITUTO VENETO
DI
SCIENZE, LETTERE ED ARTI
TOMO QUARTO. SERIE TERZA
A V V E R T 1 M E N T O
111 csecuzione dull' aiticolii 154 flos^li statiiti iiilorui si dieliiura rhc
ogni aiitoi'O e particolarniuute rispouaabiiu clcllo npinioiii c doi falli
espiibti no'prupiii scritti.
<^. ///£)• A. 10
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A T T I
DELL I. R.
ISTITUTO VFJET
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SCIENZE, LETTERE ED AUT[
DAL \OVF.MnRn 18r>8 all' OTTOItHP 1839
VE^EZIA
PRESSO LA SEGRETERIA DELL ISTITITO
N L L PALAZZO n 11 C A r. F
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IVEL PRIV. STAIUL, AINTONELLI ED.
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ISSS'S9 DISPEIISAPRIIIt
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suite ombre colorate ottenute col solo concorto di luci bianche
DEL M. E. DOTT. NARDO
jiiii lii'i: ;'.ii; i.i, '!
MuL argomento tlelle ombre colorate^ sul quale c'intrat-
tenne nella passata adunanza il nostro onorevole collega
dott, Bizio, quanto per se stesso curioso altrettanto 6
interessante per la scienza. Fa quindi meraviglia, come,
quantunque si occupassero di esso piu o meno estesamen-
te, da Leonardo da Vinci a'giorni nostri, piu diquaranta (I)
autori di lutte le nazioni, non siasi ancora portato a quel
grado di scientifica evidenza e di popolare chiarezza, che
pure raggiunsero le spiegazioni di altri fenomeni ottici.
Deve essere per tale eagione che ne' moderni trattati di
fisica, dice ne' moderni, giacche Nollet, Moratelli, Traversi
ne fanno cenno, il fenomeno delle ombre colorate o si tace
od avvertesi appena^ e chi ne parla lo colloca fra i colori
fisiologici accidentali ossia di origine subbiettiva.
(1) Tali osservazioni, comunicate in parte a varii amici, m'impegnai
fino d' allora col mio carissimo collega dott. Bizio, di fade conoscere
in un lavoro ad esso diretto, dope roccolto cjuanto da oltri veune finora os-
servato.
Cominciai fino dal \ 855 a lorniarmi sii oosi intoressan-
tc siiggctto, coirintcnzionc di richianiarlo a qiiella vita clio
mcrita c di rinnovarc su di esso una seric di osscrvazio-
ni (I), dopo messomi a cognizione di qiianto vennc da aitri
osseriato, per lo clie raccoisi con fatica e dispendio buona
parte delle memoric fino ad ora pubblicatc.
II mio lavoro slorico sperimentalc, die ollre al Leonar-
do (2), citava d' italiani sollanto il Veuturi (3), il Petri-
ni (4) cd il Gherardi (5), potrili ora farsi ricco anche del
fatti dal dolt. Bizio manifestalici, alciini dei quali vcngono
a conforina dcllc mic osservazioni, quantunquc la slrada da
esso batluta sia in parte differcnte dalla mia, esscndomi io
di prefcrcnza occupato nclla riccrca dolle cause del feuo-
meno ingenerato da luci bianche od assai llcvemente colo-
rate.
E su tal punto che versa la presentc Nota.
Entrando con candela accesa in una camera riscbiara-
la da poca luce bianca, oppure introducendo in questa da
punto lontano viva luce riflessa, appariscono due ombre di
un corpo intromesso fra detlc luci ed un parcle bianco,
r una delle quali e azzurra e 1' allra giallastra.
Un talc fenomeno si pone fra i colori accideulali sub-
(1) Leonardo da Vinci; Ottone de Guerike; Ab. Millot; Buffon;
Scherfer ; Meseas, Beguelin ; Wiikens; de Gieichen ; H. J. T. Flaguer-
gues; Bergman; Bouguer; Melville; Priestley; Mongez; Opoix ; de Car-
valho e Sampago; le Gentil; Rumphord; Hassenfratz; Goethe; Schrank ;
Venturi; Petrini ; Grottluis ; Muncke; Zschokke ; Trcchsel figlio; Cho-
vreul ; Prieur ; Wunsch ; Lehot ; Brewster ; Polilmann ; Tortual ; Plateau ;
Arago ; Gherardi ; Muachow ; Gorgonne ; Flcchner. ,
(2) Trattato della pittura, 1651.
(3) Mem. della Soc. Ital. T. Vlll, P. 2, p. 699, 1799.
('i) Mem. Soc. Ital. T. Xlll, p. 11, 1803, c Do'colori accidental!, oc
Lucca, 181o, 4.°
(r>) Comm. Acad. Bon. 5854 I, p. oi9.
— 7 —
bioltivi 0 viene confiiso comunomcnlo colic ombre coioratc
otteniitc con luci cromaliche. L' azzuiTO credcsi aver en-
gine dal colore azzurro della luce celeste, la quale rischiara
I'orabra cbc ha relazione colla luce della candela, ed il giallo
dell'altra ombra che ha relazione colla luce celeste, dal gial-
lo della luce della candela (I).
Relativamente all'origine subbieltiva di tali ombre co-
lorate, Pohlmann fu il primo a confutaria, in una memoria
stampata negli annali di Poggendorf {2),e J. Muller nclla sua
fisiologia accolse il principio della obbieltivilii di tale feno-
meno dislinguendo le ombre colorate in obbietiive c sub-
biettive.
Le mie osservazioni stanno d'accordo coll'opinione dei
due accennati fisici Alemanni, relativamente all' essere ob-
bicttivc le ombre colorate di cui tcnni pdrola. Sembrami
anzi che sicno della stcssa natura anche altre fra quelle cre-
dute di originc subbiettiva ed altribuite ad un contrasto
lisiologico, come fare) conoscere altrove, come Munchovv
lento di provare e come anche apparisce da alcune osser-
vazioni fatte dal Pctrini e da altre notate nella memoria
del dott. Bizio. Fra tali osservazioni sembrami indubitata
quella, tante volte da me ripetuta, che contraddice all'osser-
vazione di Rumphord, rclativa al dileguarsi affatto le ap-
parenze di coloramento delle ombre, quando si guardano
separatamente dal campo contiguo altraverso di un tubo
jnternamente annerito.
In quanto alia causa del fenomcno gii indicata, sembra
doversi mettere in dubbio. Se fosse vero quanto viene asse-
rito, non apparirebbe esso sotto condizioni differenti dalle
(I) Veggasi Moigno, Bepcrloire cV opliqueV. II, p. 580 e Miillur,
Manuel (le p/n/siologie, Paris 184u, p. 303.,
Ci) T. XXVIllj p, 310 • '- "' ''
— 8 —
aeconnate, cioe quando noii c' cnlia P azzurro del oielo n6
il colore giallaslro altribuito al lurao artifiziale, quando in-
fine non entrano luci colorate di soita alcuna e si fa I'espe-
rimento con sole luci bianclie.
A me basla per ora avvertirenella presentenota un fallo
su cui aUri, per quanto mi e noto, non si fermarono colla
dovuta altenzionc, e cbe se non presi inganno nel rilevarlo,
se e veramenle quale apparve anclie a qualche allro os-
servatore, aprirebbe forse alio studio delle ombre colorate
strada diversa da quella flno ad ora tenuta, ondc tentarne
la dichiarazione.
II risuUato delle moltc mie osservazioni su tale argo-
mento e di quelle di altri, cbe i)ure non si accordano ncl-
r ammeltcre laccennata causa, puo ridursi ai brevi termini
seguenli :
Le ombre colorate si manifestauo ancbe indipendcn-
temente dal concorso di luci cromatiche, tutte le volte
cbe due fonti di luce bianca, Tuna diretta, e I'allra in-
diretta, ovvero indiretta diffusa c dirella riflessa, riscbia-
ranti conlemporaneamentc un dato spazio, trovansi rc-
lalivamente ad intensitu e ad angolo d" incidonza, in un
rapporto speciale. E in tal caso cbe interponendo fra esse
luci ed un paretc bianco alcun corpo opaco, produconsi
a data distanza due ombre del corpto slesso, T una delle
quali, causata dalfostacolo poslo al passaggio della luce in-
cidcntc o dirella piu inlensa, riscbiarata da luce diffusa me-
no inlensa, moslrasl di colore azzurro, e I'allra causala dal-
r ostacolo poslo al passaggio della luce diffusa, riscbiarata
dalla luce diretta, moslrasi di colore gialliccio. II fenome-
no apparisce ancbe con luci direlte di diffcrente inlensil;\
come ad esempio colla luce elellrica di confronto a quella
del gas, e con due luci di candele ccrogene d' intcnsita dif-
— 9 —
fereiite, o posle a diffcrcnto distanza dal punto sul quale
devono progettare le ombrn di un corpo opaco. Lo stes-
so avvienc aiiche raddoppiaiido un sol lunie con uuo spec-
chio G metlendo nel voluto rapporto d' intensita le due luci.
liioltre, quando tre o qualtro fonli lumioose sono mes-
so fra loro in ispcciule relazioue d" intensili e di dirczione,
queste influiscono I' una sull' altra in manieia da dare so-
pra un bianco parele alUeUante ombre di un corpo opaco,
di differonte colore. In tal caso, oltre I'azzurro ed il giallo,
possono apparire il violelto, il verde ed il rosso piii o rae-
no intensi. Se poi il parele die rieeve I'ombra azzurra, in-
vece clie bianco, sia colorato p. e. in giallo, allora 1' omt)ra..
si vede verde, se il parete sia rosso, 1' ombra si vede \io-
letta, ec. Si aggiunga, che facendo ancbe cadere sopra I'om-
bra gialla aUra ombra azzurra ottcnuta con allro corpo
opaco, alia stessa maniera, avvicne da tale sovrapposizioue
un colore verdastro, e lo stesso dieasi facoiulo cadere
I'ombra gialla suU' azzurra.
Per quanlo spelta alle ombre colorate prodoUe usando
luci cromatiche ed ai colori complenieulari che ne appari-
scono, secondo la varia combinazionc di tali luci ed il diffe-
rcnte loro grado d' intensita ed angolo d'incidenza, I'argo-
mento diventapiii complicato; sicche il fenomeno, il quale
da principio comparisce all' occhio obbiettivamenle, c pos-
sibile che durante il corso deU'esperimonto si trasformi, od
almeuo si compliciii colla sopraggiunta di subbietlive ap-
parenze.
Tralascio nella presente Nota di cntrare in maggiori
dcttagli e di esporre i varii modi di spiegazione, che offri-
rebbero le different! teorie linora proposte su tale argo-
mento delicatissimo dai varii autori che se ne occuparono,
e cosi pure di aualizzare le diflicolti che polrebbero opporsi
Scric III, T. IV. 2
- 10 —
a fiascuna, cssendo intenzionalo di oio fare in separata
memoria.
IntaDto mi limito ad accennare, colla dovuta riserva,
chc alcune osservazioni flnora raccollc mi farebhero sospet-
tare I' esistenza di alcuui rapporti fra le ombre colorate e
qualche fenomeno di diffrazione, di polarizzazione e d'inter-
ferenza, ed una qualcbe loro refazione con altre luci azzur-
re finora osservatc, fra cui con qnella della famosa grotta
di Capri illustrata dal Molloni, dal Belli e da altri, bcch^
pure sarti per me soggetto d' indagine, onde rilevare con
ispeziali sperienze quando ci6 possa cssere conforme alia
verita.
SULL' ANALISl DELLA LUCE.
N 0 T A
DEL M. E. PROF. BERNARDIIXO ZAMBRA
— °>ss^ —
Nc
leir ultima adunanza si lesse una Memoria d'un no-
stro collega, nella quale 6 detto: « Esservi nello spettro so-
lare due rossi, uno il meno rifrangibile di tutti gli altri rag-
gi luminosi, c Taltro piu rifrangibile certamenle del giallo,
del verde, delf azzurro; , . . , esservi un giallo di rifrangi-
bilitii vicinissiraa a quella del violetto. »
In un altro luogo della Memoria pare die spunti un
qualche dubbio circa la verita di queste proposizioni, tanto
diverse dalle dotlrinc accolte da tutti, e pare altresi die
I' Aulore desideri di sapere quel die ne pensino i colleghi.
Se cosi e, io sono lieto di andare a'versi di un desiderio
col dire il mio avviso in questo proposito.
I modi principali, noti fin qui, di fare I'analisi della luce
sono Ire .
-1 ." La rifrazioue col prisma ;
2.° r assorbimento coi mezzi colorati;
5." la diffiazione coi reticoli di Fraunhofer.
Lo spettro che si oltiene per rifrazione col prisma di-
mostra die i raggi di luce, come sono diversamente rifran-
gibili, cosi sono anche diversamente colorati, e cbe la dif-
— i-2 —
fercnza cli ihtrangibilit;^ c (|nolla jijipimto clic, dipgregando
i raggi divorsi, ne iiielle in cvidenzn \o linte diverse. I co-
lor! dello spotiro solarc sono nn niinicro indcfinibilo, e si
trovano sempre disposli nel raedcsimo ordiiie. Newton li
dislinse in 7 principal!, die si appollano prismatic! . Ciascii-
no dei raggi conserva roslantonionl<' il grado suo di rifran-
gibililt'i; qucsto grado vuoisi diintpie riguardare come una
[iropriett'i caratterislica incrente al raggio. K per la oostan-
za di rifrangihililt'i die i raggi di un colore prisniatico fjua-
luiiqne non si lasciano piii sconi[)orre col mezzo della
rifrazione in raggi d'altri color! divers!. I color! prismatic!,
non essendo piii ollre decomponibili per rifrazione, venne-
ro considorali come scmplici.
Non fn di questo parere Brewster. Egli avvcrti, non po-
ters! affermare che il grado di rifrangibilita sia necessaria-
mente connesso al colore do! raggi, in guisa che ! raggi d!
una certa rifrangibilita abbiano un certo colore semplice c
non possano avernc altri . Potrebbe pur essere che ciascu-
na minima parte dello spcttro fosse composla di color! di-
vers!, die i raggi component! fosscro tullavia rifrangibil! in
egual grado^ e allora non si potrebbe disgiungcrii con la
rifrazione nel prisma. II prisma dun([uc non puo razional-
menle avers! per un mezzo definitivo di analisi dei color!;
ma e da vcdere se ! raggi non i)iu decomponibili al prisma
si possano dccomporre con qualdie altro mezzo . L'assor-
bimento di raggi per parte dei corpi c il secondo mezzo di
analisi ddia luce che abbiaino ricordato d! sopra, e di (jue-
sto appunlo si valse Brewster per tcniare una ulteriore de-
coniposizione de! color! prismatic! . Guardando lo spettro
solare attraverso di un vetro azzurro, di (ludli che si usa-
no per gli occhial! dcstinati a tempcraro la luce troppo vi-
va, e! vide una certa osrurila coprire il mezzo del rosso,
— rs —
scomparso tuUo il raiicio, scomparFo (jiuisi luUo il vcrdo, v
rimanerc buona parte del turcliino, un pod'indaco, epoco
violetto; al contrario, il giallo, presa niaggior oslensione ad
ambo i lali, occnpare insieme anche la scdc dcllaranciato e
del verde. Drcwster argoracnto clie il velro avesse assorbi-
ta la kicc rossa die niista con la gialla forma 11 raiicio, e la
luce turchina cite mista con la gialla fornin il verde, d'onde
inferi chc nei luoglii dello spcttro solare, ove si vide I' aran-
ciato e il verde c' e del giallo . Osservo io spetlro con allri
vetri di facolla assorbente diversa e gli venne veduto del
giallo, del rosso, e delTazzurro lungo tulto lo spettro . Egli,
riguardando il colore come una qualitti inercnic alia luce,
pronuncio che siccomc i trc colori suddelli esislono commi-
sli nolle varie parti dello spettro, cosi la luce in esse i)arli
non e omogenea . Qucsta sentcnza lo indusse a ristorare
un'antica opinione del P. Castel, di Mayer, e di altri, die la
luce dello spettro consti di tre soli colori, rosso, giallo, az-
zurro, ciascuno dei quali occupi, in proporzionc svariata
con gli altri, tutta quanta la lunghezza dello spettro. Ed an-
die immagin6 una cotale distribuzione dei tre colori dalla
quale risultino ai loro luoghi i sette colori dello spettro.
L' opinione di Brewster ebbe molti partigiani,Wollaston,
Roung, i due Ilerschel, Mossolti. Ma sapeva male ad altri 11-
sici che fosse rolta cosi quell' alleanza die da Newton in poi
si e abituati a riconoscere tra la rifrangibilita dei raggi e il
colore di essi, e die pare anche sancita dalla teoria che
regge con maravigliosa unita di governo il complesso dei
fenomeni ottici ; si propcndeva a credere, malgrado il no-
mc celebre di Brewster, che nelle osservazioni dell' acuto
Inglese vi avesse un qualche abbaglio; ed era voto cho
le osservazioni fossero con diligenza rivedule. Risposero al
voto Airy, Draper, Melloni, e da ultimo, scnza sapeieTunc*
_i4 —
tk'iraitro, Bernaicl e«l Ilclinlioltz . Le osscrvazioni ili tutti
suno coiicorcU a dimoslrare^ die nellc espericnzc cli Brew-
ster, quando si ahbia cura die non entri nell'occhio, insie-
me alia luce ddlo spoliro, nessuna luce diffusa cheproven-
ga o dalle iinpeifezioni del prisma, o dalle rillcssioni multiple
alia superficie di questo dal vctro stesso con cui si osserva
tntto lo speltro, e quando si stia in guardia contro le illu-
sioni della visla nel contraslo dei oolori, ma si osscrvi cia-
scun colore prisniatieo ben isolalo, e si abbiano li vicini al
paragone il colore inodificato dall' assorbimentoe il colore
primitivt), allora lo cose vedule da Brewster non si vedono
pill. Cosi alia opinione di Brewster venne a mancare I'ap-
poggio dei futli, e rimase meglio accreditata I'opinione del-
la semplicila dei color! prismatic!.
Se daU'analisi qualitativa, diro cosi, della luce solare vo-
gliamo fare un passo verso la quantilaliva, c da notare che
ndlo speltro per rifrazione non si trovano giustamcnte di-
slribuili i raggi di luce secondo il grado di rifrangibililii .
Per la costituzione del prisma avviene die due raggi molto
prossim! nellordine della rifrangibilila,altraversando il pris-
ma, vengono a disgiungersi, ed a divergere tanlo piu quauto,
pill rifrangibiio e il gruppo a cui appartengono, cosicclie le
parti piu rifrangibili della luce rioscono piii rard'alle nello
spettro die non lo mono rifrangibili, e quindi I" azzurro,
I'indaco, il violello, in confronto del rosso, dell' aranciato,
del giallo, vi pigliano piu di sjtazio che non sarcbbc voluto
dal solo aumento di rifrangibilita.
II modo pill acconcio di riconoscere la coniposizione
della luce, e reslcnsione ddle sedi die spettano ai divers!
raggi ndlo spettro, c qudio per diffrazioiie coi reticoli di
Frauidiofcr. Negli spdtr! cbe oltengonsi in questo modo la
.sola condizione da cui dipeiule la cosfiluzione ddlo speltro
— 15 —
(J la lunghozza delle diverse ondulazioni dei raggi compo-
nent! la luce. L' analisi della luce e fatla qui ncila maniera
pill dirctta, ed e salva dalle altcrazioni die vi produce il
passaggio dei raggi per un mezzo rifrangente. Lo spettro
per diffrazione e lo spettro normale; in csso I'ordine dei co-
lon e il medesimo die nello spettro per rifrazioflo . 11 no-
stro Mossotti fece la bclla osservazioue, che nello spettro
normale la iutensiti di luce e massima nel mezzo della lun-
ghezza e va diminuendo con la medesima legge tanto da una
parte verso il rosso quanto dall' altra verso il violetto. Que-
sto fenomcno probabilmente e subbiettivo; forse esistc in
ogni parte dello sjiettro una quantita egualc di raggi; ma i
raggi di mezzo,clie son queili lecui ondulazioni lianno la lun-
ghezza di 555, 5 milionesimi di millimetro, sono i meglio at-
ti a produrre in noi la scnsaiione della luce, e talc attitudi-
ne va diminuendo alio stesso modo, tanto col cresccre quan-
to col diminuire della lungliezza delle ondulazioni, fino a
diventare nulla.
Per questi cenni si vede che negli spettri, c di rifrazio-
ne e di diffrazione, I'ordine dei colori segue sempre I'ordine
della rifrangibiliti o della lungliezza di ondulazione. Se, co-
me dice r autore della memoria citata da principio, c'e quc-
sto rosso molto rifrangibile coperto da altri colori egual-
mente rifrangibili^ come non occorse mai in tanti esperi-
menti di trarnelo fuori? I colori che diciarao dei corpi so-
no sempre composti . Ora nella indefinita varieta di com-
posizione di quel colori non si ebbe mai alio scoperto un
rosso pill rifrangibile di qualche allra tinta . Lo spettro
della luce rimandata da un corpo, si Irova piii o men difet-
livo in confronto dello spettro solare, ma non mai alterato
neir ordine dei colori; non vi si vede mai un rosso piu ri-
fratto clio un altro colore. : ' >
— k; —
Ma per clie motlo raulorc arriva a qiiclla sua conclusio-
nc, contrarja alia doUrina goncralo? Vi arriva movendo da
iin siipposto gratuito, it quale prcso nel conccUo di Ini o an-
clie assurdo,appoggiandosi ad una iuduzionc evidentementc
infranla.
II suppdsto gratuito t; die due striscc colorate, che nei
suoi csporinienli fianchcggiauo T umbra di uii cilindretto il-
luminalo da una luce bianca e da una luce di colore, nasca-
no dalla divisione di questo colore. E II supposto, consi-
derato nel concetlo dell' autore, c anche assurdo, perclie
ammette die questo colore il quale si divide o, com' egli
dice, ricsce sdoppiato, sia un colore eleraenlare.
L' iiuluzioncpoi evidenteuiente infranta eccola: « Dic-
Iro qualclie espcrimento si erige in falto generalissimo, o
legge, die nell' ombra il colore che spetta ai raggi meno ri-
frangibili si trova sompre a fronte della luce piu diretta, c
queilo die apparliene ai raggi piu rifrangibili si rinviene al-
ia volta della luce piu obbliqua. » Poi si dice: che niesso a
cimento il color vordf, i risultati riuscirono conlrarii al
fatto occorso dianzi, e si soggiunge che riuscirono conlra-
rii anche per altri colori. Dunque respcrionza nega ripetu-
tamente die il falto suddetto sia generale. Lo sludioso non
ha allro parlilo che di rinunciare a qudla idea della genera-
lita del falto. II noslro autoreal conlrario non pensa neppu-
re che questo parlilo ci sia, escrivc: « Allro parlito non ri-
maneva a' niiei deducimcnli che solo di concludere, esserci
nello spcltro dd Newton due rossi, uno il meno rifrangibile
di tulli gli altri raggi luminosi, c 1' allro pii!i rifrangibile
certamente dd giallo, dd verde, dell' azzurro . »
La conclusione e assai coraggiosa, ma supposlo die il
fallo fosse propriamcnle couforme alia condusioue, I' auto-
re avcva il mezzo di faria Irionlare, e di [trodamare una sco-
— 17 —
perta delle piu iiuispettate, e non si capisce perch6 non ab-
bia adoperato qnesto mezzo die 6 facilissimo . Basta mo-
strare col prisma alia raano die quel rosso che riesce isola-
te nelle esperienze dell'autore, e piu rifrangibile o ddgial-
lo, o del vcrde, o deU'azzurro.
Serie ///, T. IV.
Sullc teorie di Lagrange e di Vandermonde spcttand alia
risoluzioiie gcncralc delle equazioni algebriche, e sulla
risoluzione delle erjuazioni di quarto grado per radici
esleriori quarle.
NOTA
DEL M. E. PROF. S. R. MINICFI
L
iJe osservazioni die si contengono in questo breve
scritto iatoino alle teoriche del Lagrange e del Vandermon-
de, riguardanti la generale risoluzione delle equazioni alge-
briclie, hanno lo scopo di rilevare e reltificare alcuni piinli
storici di si vasta c Iravagliata qiiestione. Un piu liingo e
compiuto lavoro, the offre alcuni mezzi analitici onde agc-
volare la formazione delle equazioni risolvcnti indicate
dalla teorica lagrangiana, verra da me prcsentato in una
delle prossime Adunanze. Frattanto non lasciero di notare
d' aver risoUo col metodo gia raentovalo nella Sessiouc 27
Giugno p. p. lo equazioni di 4." grado per sole radici esle-
riori quarle, ottenendone due soluzioni diverse, Tuna delle
quali esprime ogni radicc cercala mediante !e radici quarle
di Ire quantib'i, clie sono le radici d' una equazlone di 3,°
grado, i cui coefficienti dipendono da un' altra equazione
pure di grado terzo. La seconda di delle soluzioni assegna
le richieslc radici per mezzo d' una equazione di grado
secondo, i cui coefficienti dipendono da una risolvente del
— 2U —
fcrzo grado. Alia fine di qucslo scrilto soggiungcr6 la co-
miinicazione de'risultati di ambodiio quelle soliizioni.
Dopo Ic scoperle (atte nel sccolo decimoscsto daglt
analisti italiani della risoliizione dello cquazioni di 3." e di
4." grado, 11 piii niomorabile tcntativo onde risolvere le
cquazioni di grado supcriore fu i! melodo proposto dal
Tschirnhaus {Atli di Lipsia, 1083), clic serve a privare
una cquazionc algebrica da qualsivoglia numero de' suoi
termini inlermedii. Indi nel secolo sussegucnte I'Eulero
(Commcntarii dcW Accadcmia di I'ielrobiirgo, t. VI) espone-
va la primordiale congettura confermata <lalle posteriori e
pill recenti dotlrinc degli analisti sulla forma dell" espres-
sionc d' ogni radicc d'una cquazione algebrica, e suggeriva
altresi il i)cnsiero, non avveratosi, cbe ogni cquazione al-
gebrica potesse cosi ridursi a dipendcrc da una cquazione
di grado prossimo inferiore, i cui coeflicienti fossero espres-
si razionalmente per qiielli della proposta. E notevole cbc
quest' ultima riduzione sia stabilila dal Maluisten qual
condizione nccessaria della risoiubilila d' una cquazione
algebrica nella Memoria, in cui quel valentc analista (Ginr-
nale di fiiaiemaliche del Crclle^ vol. oi.°) si propose di
conipiere il principale oggetto dell' iniportante lavoro po-
slumo lasciato inconipleto dal cclcbrc Abel sulla teorica
delle cquazioni algebricbe. Risultercbbe dalla Proposizionc
del Malmsten, cbe qualora csistano fra i coefGcicnti d'una
cquazione del 5." grado le tre relazioni cbe fanno sparire i
coefficienti de' termini di grado dispari nell' cquazione ri-
solvenlc di 6.° grado, quest' ultima cquazione debba avere
le sue radici tutte razionali. Se non cbc la seconda con-
gettura immaginata dall' Eulcro, ma non avveratasi, ben
lunge dair csscrc ammcssa c propugnala dal Bczout, come
vienc acccnnato dal Malmsten [Memoria citata, pag. 40,47),
^i
fu apertamente avversata dallo slesso Bezout nella scconda
delle due Mcmoi'ie sulla risoluzionc dcllc cquazioni di luUi
i gradi publjlicale fra quelle delT Accadeniia dclle Scienzc
di Parigi per gli anni 1762, Mdly (Mem. .dc Varis-amice
-1705^ pag. 533) ; e oio venne rieonosciulo aneo da La-
grange nella sezione III della classica sua IMemoria intilola-
ta : Reflexions stir la rcsoiuHon algebriquc dcs cqualions
(Nuove Memorie dell' Accademia di Berlino, anno 1771,
pag. -139). Era invece opinioue del F.ezout ehc la risolvenlo
dcH'equazione di 5.° grado fosse dun grado suociiorc, cioe
del 24.", nia clie qiiesta non raccliiiidesse die le difficolla
de' gradi iuferioii al 3.°, c gli argonienli onde qucll'Autorc
confoitava la sua senlenza furono poi conlraddeUi da La-
grange nella cilata Memoria, pag. 140. Le ricerclie del Be-
zout furono contemporanec ad analoghe indagini dell'Eu-
lero inserite nel T. 9." dei nuovi Commentarii dell' Aeca-
deinia di Pietroburgo. hi qucslo sommo geomelra csibi le
espressioni delle radici sotto un nuovo aspetto vcrificato
dalle teorie dcgli odierni analisli, ed espose un melodo di
soluzione simile a quello del Bezoul, e corrispondenle al
mezzo suggerito dal Tscliirnhaus per toglierc piii termini
da una data equazione.
La comunc origine de'metodi delT Eulero e de! Bezout
da quello del Tscliirnhaus, c ii paragone de'metodi anleriori
di soluzione delle equazioni di 3.° c di 4." grado vennero
profondamentc discussi cd illustrati nella cifata Memoria
di Lagrange colla perspicuita ed ampiezza di teorie, ciic
caratterizzano le sue i)roduzioni. Valcndosi d'una speeiale
funzione delle radici dell' equazione da risolversi, e con-
fermando la prima congettura dell' Eulero - sulla forma
delle espressioni di delte radici, egli dedusse i principii ge-
ncrali intorno alia composizione cd a' gradi del'e Ojuazioni
— 22 —
risolvcnli dn lui po?cia riprodolli cd anipliiili ndle Nolo
XIII o XIV del Tratlalo sulla risoliizioiic niimci-ioa dcllo
(Mjiiazioni. Trovansi puic in qnella Alenioria le nozioni
fondaniontali circa alia ridu/ione dolle funzioni razionali
d'una radice a forma iiitera di grado inferioro alia data
oquaziono, e Ic teorle primordiali sidle funzioni simili, c
sid niuncro di valori clie piio assumere una funzionc alio
allornarsi dcllo quantila principal! in cssa comprcse. Monlrc
Lagrange comunicava la cclcbre sua IMemoria all' Accado-
mia di Bcrlino un iniportante lavoro sullo slesso soggctlo
era presenialo del Vandcrmonde alTAccadeniia delle Seien-
ze di Parigi. Ambedue qucste produzioni sono da riferirsi
al 1771, sebbono le due prime Sezioni della Mcmoria di
Lagrange si trovino inscrite fra le Nuove Mcmorie dell'Ac-
cademia di Derlino per V anno 1770. Ora nel T. IV degli
Alii dcir Accadcmia de'Fisiocritici di Siena pubblicalo nel
1770 Icggesi a pag. 129 una Disserlaziono di Gian France-
sco JMalfalti siille cquazioni di 5." grado, in cui' con un
metodo acccnnalo da Gal)ri('lc Manfredi nel T. Ill de'Com-
nientarit dclf Isliliilo di IJulogna si dimostra, clie ogni
( qua/.ione di i>.° grado dipende da una risolvenle del gra-
do scslo, e si assegna 1' espressione di questa risolvenle
delerminandonc razionnlmenle i coefficienli per mezzo di
qnelii dclh proposla. Delia risolvenle di G." grado Lagrange
non lia dato nella sua iMemoria clie il coefiicienle del se-
condo termine, ch'e il piu facile a calcolarsi, e lornerebbe
sonimanienle laliorioso T a|>plicare il molodo da lui addila-
lo al calcolo degli allri 5 eneflicienli. Conviene pertanto
renderc al ^lulfalli quella lode, die gli e Irihulata d;d Uuf-
fmi negli Alii della Sociela Ilaliana dolle Scionzo (Vol XII),
duianlo li! conlroveisia insorla fra lui o il i\IaliaUi sulla
inipi)ssil)ilila di risolverc in goiioi'alo leoquazioni algcbriclie
23
supci-iori al 4." ::^i'ado, dell avoie now solo rilev.Uo clic la
risolvcnlc d'lina eqiiazione di o." grado non supera il grado
seslo, lua dato iuoltrc i valori raziouali dc' cocflicieoti di
simile risolvente.
Pai'teado da una espressione d' ogiii radice dcH' equa-
ziouo da risolvei'si, cbe si pu6 facihnentc desumere dalla
fuiizioue Lagrangiana, le ricerclie del Vandermondo giiida-
no ad aiKiloglie consegueiize rispello a'gradi dcllc eqiia-
zioni aiisiliarie. Nel liiuaiieiite il uietodo di quell' Aulore
si distingue dagli altri pel uiodo oiid' egli intranreude il
cak'olo di quelle parli di luu/ioui siinmelriehe da liii cliia-
luate li[»i parziali, die rimangono invaiiabili pel' deternii-
nale sosutuzioni eireolari, e di cui si eouiiiongouo le quan-
lila solloposle a' segni delle radiei esleriori nell espressione
d'ogniradiee dell' equazione da risolversi. A quest' uopo
egli si vale d' un algoritmo che ag(!Vola le riduzioui dei
tipi parziali in altri aggregati consimili, ncll' intealo d'in-
dagaresepossano alline dipeudere da espressioni raziouali
de'coefQcienti della data equazione. Se non che, malgrado
reiterate prove, non giunge a seuoprire o presagire la uie-
ta, ne alcuna teoria gli offre una guarentigia di successo
nell'ordine ascendente di siinili riduzioui. Nondimeno quel-
I'algoritmo merita molta altenzione pe' vantaggi che pu6
presentare in siffatti ealcoli, e souo altresi notevoli alcune
formule esibite dallo stesso Autore pel calcolo delle funzioni
simmetriche contemporaneamente alle dotte indagini pub-
blicate dal Waring su questo soggotto nolle Meditadones
algebrnicac. Ma sembrano rimasti inosservali od obbliati
alcuni tratti della Momoria del Vandermonde non tanto aslru-
sa per I'indole della quistione, quanto faticosa alia leltura per
qualche oscuritu di dettato c non infrequenti mcnde tipo-
grufiebe. Nell' uno di que' passi (Art. XXXIV, n Z" 2) l' An-
^2\
(oro avvoilc (li iioii nver iiiai Irovato c d' cssep convinlo
rhc non csisfoiio (ipi parziali di ciiiquo quanliiri dolali di
trc o di qiiattro valori, ossorva/ioiic ch' ('' quasi il prcludio
od il germo del I)oi Tcoiciiia linvomilo o diiiioslrato dal
UiifOni. In allri kioghi cgli alTerma, e comprova con un
oseinpio, di pokn' I'isolvero algcbricamentc V c(iiiaziono
])inomia, di clio gli era iiK^sliori preoccuparsi nella risolu-
ziono alg(d)rica dello cijiiazioni, onde cvitaro lo cspressioni
trascondcnli delle i-adici dcliiiiuta per quaiilila trigonomc-
Iriclie. Ed infalti allarticolo VI delia sua Meiuoria dichiara
die r oqnazionc convei'libilo di grado m, a ciii si riduce
I'cqiiazione blnoniia di grado 2m -f-l prinio, e scm])rc facile
a risolrcrsi, come si avrehhc vnduto (ai't. XXXV) medianle
il calcolo per un caso parlicolare. Iiidi deduce le radici del-
rcquazione *'• — i =r 0, clie, emcndato un ciToro tipo-
grafioo, furono poscia verificale da Lagrange. Ed infine
ripcle (art. XXXVI) clie gli e facile la soluzione della
suddctla equazionc coiworiihWc, atlcsoche non e d'nopo tullo
al pill die delerminare la quanUtd die rapprcscnla qual-
sivof/lia delle sue radici, c non oUencre die sia indif-
ferenlr In scamOio delle radici fra loro : lo clie significa
ridui-si in lal caso funzioni simnieh'iclie, espriinil)ili pei
coefricienti dell' equazione medesinia, le qnanlita soggelle
a'segni radicali ncH' espressione generale d'ogni radice.
Solo dopo un inlervallo di ventotlo anni il celebre Gauss
nclle sue Disquisiliones arillmciicac scoperse i bei Teo-
reini sulla risoliizione dell' equazione l)inomia,e sulla cou-
scguenle divisione della circonferenza in parli eguali, e
pill iardi Lagrange nella Nola \1V del Trattalo delle equa-
zioni dedusse da'prineipii della sua luminosa tcoria una
elegante soluzione inimediata dell' equazione binoniia, e
rainiiieinoraiid<» eon encoinio il lavoro del Vandennonde
— 25 —
gli retribuiva I oiiorc della risoluziono doU'eqiiazione bino-
mia dcir iiiulecimo grado. L' illustre Poinsot nell' anali-
si di qu(!l Ti-altalo approvafa dallo stessso Lagrauge cbbe
a notare, cbe il Vandermonde non parea diibitare del siic-
cesso del suo melodo per la rlsoluzione dell' equazioni
biiiomie. Ma le dicliiarazioni espresse dal Vandermonde
negli articoli sovraceitali mostrano ch'egli fu ii primo a
riconoscere la lisolubililii algebrica di siffatte equazioni.
Sebbenc non sia argoraenlo del presente scritto lenere
discorso delle ricerche sulla teorica delle equazioni alge-
briohc e della loro risoluzione dovute a'gcometd odierni,
e mentovate nella no!a preccdente 27 Giugno p. p., mi e
d' uopo pero osservare clie il sig. Berndtson nel Vol. XI
degli Aunali di Matematiclio del Gergonne La esibito la
soluzione d'un'cquazione triiiomia del 5." grado priva del
2." 3." e -i." termine e coll' ultimo termine reale negalivo,
e in generale dell' equazione trinomia di grado dispari
La foi'niula del Berndtson comunicata al Gergonne dal
Bcrzclius in data 17 Marzo 1821 porge I'cspressione alge-
brica finita doir unica radice reale positiva della predet-
ta equazione, e viene proposla come esatta, ma si do-
vrebbe giudicare soltanto approssimativa per la condizione
imposla cbe sia k quantita reale positiva. Ecco del resto la
seinpliee e singolare soluzione da lui offerla,
Sia r equa/iono
iu cui a inlero positivo, e k reale positiva.
Facciasi
2«-f-I 2.11 /, zn 7.
a=z\/{\^k), h=^{\^t), c=^J^i-hl),
Sciie III.T IV. ^ 4
— 2G —
I uiiioa railicc rcnilo posiUva pnra
Se qiK'lla foniuila fosse esatla, o potcsse osicndcrsi del
parial caso di /. qualiinqiio, nvre])bede(iso affermalivamente
la qneslione dolla risolubilila algebrica dclle equazioni di
5." grade. Iniperocclie da una consimilc cquazione Iriiio-
mia ilchiarissimo Eisenstein (Giornale del Crelle, VoI.XXVIF,
p. 82), annuncio dipcndcro la risoliizione d'ogni equazionc
di ri." grado : e ad una equazione trinomia di simil forma
ancoichiar. sig. J(>rrard ed HamMton hanno trovaloridursi
I'cquazione del ;3." grado compieta, al quale oggelto Tillu-
strc Ilcrmite^ dopo di aver risolto T equazione oosi ri-
dolla per mezzo di (rascendenti elliUiche (Comples rcndus
de I' Academic dcs Sciences de Paris \'6 ilars 1838), propo-
se un prooedimento analilico onde agevolare i'applicazione
del inetodo del Tschirnhaus, e giungero per una via meno
laboriosa ad eseguire simile riduzione (Comples rendus 24
Mai 1858).
Quantunque nel metodo Lagrangiano sieno additati
alcuni espedienti per facilitare la formazione dello equa-
zioni risolvenli, nondimeno il procedimenlo ivi indicato
sarebbc assai laborioso aneo per comporre la risolvenle
di 0." grado d'nna cquazione di grado 5." Imperocclic la
sola deduzione del eoefficiente del 2.° terraine di questa
risolvenle ricliiede non breve lavoro, e il calcolo degli altri
cin<jiic coefficienli si renderebbe sempre piu grave ed in-
Iratlabile, cosicoIkj non fu mai compiuto ( Veggasi una
Memoria dellilluslre sig. Barono G. Plana fra quelle della
R. Accademia delle Soienze di Torino T. XVI. Serie II), ni-
si possedova finora allra risolvenle dell" cquazione di 5."
grado die (juella dedolla dal Malfalli eon un mclodo clic
— 27 —
lion s' allompra alio li-accie segnate dallu teorica Lngraii-
giana. II procediniento cli' io mi propongo di csporre a
quest' uopo nella Meuioria annuaciata puo guidaic in mu-
do meno I'aticoso alia fonnaziuue della risolvonlc coH'uso
di una niiova funzioae, per mezzo della quale si espriniono
icoeffloienti deU'equazionc ridotta, di grado inferioro d'una
unili a quello della proposta, senza desistere dalle traccie
della Icorico Lagrangiana, e da'suoi luminosi principii.
E da notarsi inollrc die in quella teorica non si fa che
un cenuo della possibJiita di trattare le cquazioni di grado
non primo al modo stesso delle equazioni di grado priiiio,
cioe per mezzo di radici esleriori d'un grado n eguale a quello
deir equazionc proposta. Ma allora T equazione ausiliaria
binomia del grado n avendo uu uuraero di radici primitive
inferiore ad n — I, uc sorge una riduzione nel valore del
suo grado. Analizzando questo soggetlo pervenni col mio
metodo a due diverse soluzioni dell' equazionc di quar-
to grado per radici estcriori quarte. Siffatta manicra di
soluzione non e stata tinora, ch'io sappia, intrapresa dagli
analisti e, se ben mi sovvengo, era riguardata impossi-
bile dal Wronsky. Bensi vennc invcce offerta dal Vander-
monde una soluzione mista non poco complessa, medianle
due radici esteriori quarte ed una radice seconda, col far
dipendere I' equazionc proposta dalla solita ridotta del
lerzo grado, c da un'altra equazione di grado secondo.
Che se si volesse immaginare neH'oi'dinaria risoluzionc del-
I'cquazione di 4.° grado mutate Ic radici esteriori seconde in
radici quarte, e siraultaneamente le quantita soltoposte nei
loro quadrati, trasforniando la nota equazione ridotta in
quella clie ha per radici i quadrati delle radici della medesi-
ma, non si avrebbe evidentemente che una soluzione per
radici quarte affatto illusoria.
— 28 —
Per rondcrc meno compless^i i riHultali di iiml)C(liic le
risoliizioni siippongo requazionc priva del socoiido toniiino
cioc' :
( 1 ) x^-\- px--\- qx-h r =^ 0.
II priino di quosU modi di soluzione si odiene sosti-
liicodo una quaiunquc dcllo radici dell' eqiiazione risol-
ventc
(2) u'— 3 (/i'-t- 12 r) A-~2i,^-~27 7'-f-72/)r — 0
ncir equazioiic ridotta
(3) e'—S{a~—32r)S'
4-^1 (19/)^— 28r)a=-f-(50/>'-h ITlr/"— 8/?r ) a
— 10 (2p^-|-27p7^_8/rr) J ^= 0.
—'^Upct'-hiir-h 12r)a— \0p'-\-^(r—24pry
Dcnominale 0^, 0,, 9.^ Ic trc radici dcirequazionc (3) corri-
spondciUi ad uno quolunque do' Ire valori di ct, si dctcrmi-
nano le quatlro radici x^, x^, x^^ x^ dell' eqiiazione (1)
medianle le formule
-1 i 4 4 4 i
ii 4 4 4 i
i i 4 4 4 i
■1 1 4 4 4 i
^-3=4 h'\/ 00-1/0.-^^04'
in cui V rappresenta una radice priiniliva doU'equa/ione
v* — I = 0, vale a dire si ha vzz= + i/^ — ^ .
4 4 4
E manifesto elie il prodotto \/0^- \/0,. \/0.^ dcvc
— 29 —
cquivalero alia radicc quarla tlcll'iillinio torminc della (3)
DUitato di segno, e quindi alia radice quadrata di
^ \ 2 p ct'-^ {jr-h- \2r)ct — \0 1)^-{-9 (r~2A p r^^ .
Ponendo 0 = ^6^ si avrebbe daHa (3)
(5) ^3_1 (^._32,)^.
-f-^|.]^( 1 0/>^ - 28r)a^ _i-i,(oOy>^4- 1 7 1 r-Spr)cti^,
^^|2/;a^4 (/rH- \2r) ct—i0p'~^9f~24p?-l'
e detle ^„, i^,, ^^ le radicl di qucsta equazione per iino
qualsivoglia dc' tre valori di a (2), si ritrac dalle (5)
1(4 4 4 J
d i 4 4 4 ^
'1 i 4 4 4 J . . , . •
Data a cagion d' esempio 1' cqiiazione numerica
x^ — 5a;- — i Ox — G=:0,
si avri (2) - ■'- ■"- '.■'.. \ ■■
a? -f- 1 4 I a — 200 — 0, .... .y\
e (inindi
a = 2, a — — 4d-'l2 ^/ITi .
-30 —
Trovasi poseia (">) I' eguaglianza
la quale per a = 2 diviene
^J _ 98^-^ _i- 1 393^ — \ 20G =: 0,
0 soniininistra
indi
ed inflno (0)
X^——i, X,=:\ — \/--\, X=:3, a.-3==— 1-f- \/=J,
che sono appunio le radici dell' eqiiazione propusta.
Adoprando invece ct=~ 1 +12i/irr si riiivione
r equazione
j=- 1( ',9+2.1 i/n)j-
che ha per radici
C. = ^^ + 30^=1,
e quindi deducendosi
'v/^„:=-y(3+ v/=I). V'C.--2+v/i:f,
— 31 —
si ollengono ancora, ponondo ncllc (G) t;=rfcy/z:i_, le
stosse radici richieste con ordinc diverso cioc
a;„ — — 1=1- V/^, .f,=: — 1^ \/I:T, x^=3, 0^3=:— i.
Pcrtanto il sistenia delle equazioni (2) (5), oppurc (2) (3),
offrc cffettivamenle iin triplice modo di soluzione delle
equazioni di quarto grado.
Questa conclusione trovasi del pari avverala ncl se-
guonte csempio.
Abbiasi 1' equazione
.r^— i^x' — 4 Go; -f- 24 — 0 ,
troviamo (2) ct^ — 1539^ — 21870,
e quindi a = — 18, ct= Ao, a=z — 27.
Avendosi poi dalla (3)
se nc ritrac per cts= — \S 1' eguaglianza
^3 _|_ 222^= — 24753^— 45G976 = 0,
clic lia per radici
ed offre
^C-2, t^C -3-1-2 /=], 1/^-3-2^-1.
Ponendo invece ai=45 si ottiene
16^^-. 1 0056^^-1- 35025^—390625 = 0,
=0,
_ ;}2 —
doiiik'
c consegiicntemcnle
In fine assunicndo a,^= — 27 si Irova
I G^^-f 3 1 2(^^ -4- 70095:5^—707280= 0,
c si raccoglie
indi
Ora <]iialiinqiio di qiicsti Ire sistenii di valori \lolle radici
(liuu'lo di (^g , ^, , (^, si sosliluisca nolle (0), risultanj
con ordino mutato le stcsse radici della dala cquazione cioc
5, I, — 2, — 3 .
NoH'allro niodo di soluzione la riccrca dello radici
deircquazione (i) diponde da una risolvente di terzo grado
(7) a^-H 8y> a--\-'^ (o/r— -5 r) a-h 8 (2/>''-i-7-'— 8;> r)''--rO'
0 da una ridolla del grado seconda
(8) 0^-— 2 ; 7 ^^-f- 32y; a i- 32 (/> ' — -i r)\d 'I a'* = 0,
die sonuiiinistra due sistenii di valori di Q tali die i pro-
doUi delle radici ([uarle de' valori conjugali
— :j3 —
dcbbono equivalore a' trc rispellivi valori di a. Col Joro
mezzo si piio giungere in varie guise alia dctcrminazione
dello radici richieste. INIa non e di lieve momenlo \ asse-
gnare i crilerii die scrvono a stal)ilirc le coiiveniciiU po-
tenze di i\ da oui debboiio esserc affelli i valori di quelle
radici quarle, onde dediirne i valori delle radici della data
equazione. S" aggiuiige 1' ambiguita comunc allordinaria
soluzione delle cquazioiii di 4." grado priva del secondo
termine, cioeclie larisolvente (7) rimane la stessa, comun-
que (\ sia positivo o negalivo : pero quesla ambiguita non
avrebbe Iiiogo qiialora esista il secondo termine nell'equa-
zione proposta. Nel seguenle escmpio nuraerico ottenni le
radici della data equazione, anziclie col prenderc i valori
^o'^p'^a *'' i^'n niedesimo sistema, cioe desunti da una delle
due radici deU'eijuazione (8) combinata co'tre valori di a.^
assumendo invece due de' suddetli valori 0,, 0^ insieme al
conjugato 0"> del lerzo. ;
Infattisia lequazione dianzi trattala
X' — 5 X-' — 1 0 a; — C :rr 0,
si avra pi'r risolveale (7)
ct' — 40 a^-l- oOG a ~ 3 1 20 =: 0,
le cui i'adici so;io
^^^12, «,--=2(7-|-4^-l), ^,=2(7-4 V^ — I).
La ridolta (8) diviene
0'^~2 ( 7 a^— i GO :i H- i r3G8 ) 0 -j- a^= 0,
e dal doppio valore di 0 si deduce
0^:^l2OG,0,-4(ll9-4-12O/ — I),0,=4(I19— -120/— 4)'
0'^''=IG, 0^"=4(7^24\/ — I), t'^'-iir^-lhsl — X).
Ser.e ///. 7'. IV. ^
— 31 —
Ora scoglitMulo i segiienli valori dolle loro I'udici (juarto
si Irova cbc col mezzo dcllc forniule
''o=\\h'''-+- vo.-^ ve.\^
ii^t,, 4 4 )
•^-.= 4^^ -(-^-H«)\/9,-f-(2t'^l)/04'
ill cui si suppoiie i'lr^ ^ — I, risultaiio i valori delle radici
ricliieslc, cioc :
a;^=3, ^-^^—l, x== — I — / — I, .r3= — ^•i-\/ — \.
Qucstc radici si avrebbero dalle stesse forniule iiitro-
duceiidovi in liiogo di 0 9,,9.^ le rispcttive quanlila con-
jugate 9^, 9^'\ 9^'^\ e ponendovi v=z — y/ — I.
Nclla prossima ■Memoria di sopra annunciata offriro
le diniostrazioni delle predette eguaglianze (2) (3) (5) (7)
(8), c in quell' occasione od in un successivo lavoro faro
conoscere gli uiteriori tentativi, e le conclusion! fmali delle
prescnti mie indagini.
Non sara inopportuiio I'esporre nella presenle Nota la
menlovata sokizione dovuta al Vandcriuonde, die poco
meiio coinplessa delle due prccedcnti.
Data lecjuazioiie coinplola
— 35 —
0(1 assiinfa i ordinaiia risolvcntc
(10) w^— (3ff.^— Sajw^
si I'isolva poscia leqiuizione
(II) ^--j^w^— 3(3a.^— SajM-h
H-S ''grt,'— 50a/«^-4-32<7/-I-6.'<a,fl3— 23Ga4 |
e detti 0,,, 9, i due valori di 9 corrispondenti ad una qua-
lunque radice m„ dell" cquazione (9), posto come dianzi
v=zz:t \/ — I , si avra
02) a:^--\\^a,-^\/,^^^e„~^Vd.\^
II 4 4 <>
^\=\\~(i,^\/,^-i^9~V0.l^
ii 4 ^> )
'''^-l(-'^~V%-^^'V0~v\/9,l- ■
Sc ad M si sostituisca una nuova incognita 7», cosic-
clu' sia
n ^(3 0,- — 8 aj = A
per cui nclla (10) vicne a mancare il 2." Icnnine, risolta
Tequazione (II), si ha il nuovo modo di soluzione esibito
da! Vandcrnionde. Giova esporrc lequazione (10) sotto la
forma dianzi indicala, poiche serve di guida nella scclta dei
valori delle radici quarlc di 9^, 0,, essendo
4 4 4 ( )
— 3() —
Allorclic la lUila O(|iiazione manclii del sci'ondo lermino,
cioo proposta la (I) .v'-j-px--\-(ix-^ r^=(i, ponoiulopor
brevita di calcolo M=r.J^, 0=IOr la sua risokizionc
dipciidc dalle due cqiiazioni
( I 3) ^*-^ 2y> ^''-^ {[r— 'i r) fj, — 7 — 0,
oil' e la risolvenlo consiiela, e poseia
Ti'ovosi inline
( • J>) '*■<>— "2"! ^ '^-"^ ^ ''•■"+" V/ ^' J '
-1 r 4 4 i
\c 4 ,
Sia a cagion d' csciupio la slessa equaziono numoric-a
|ii risolla x'— 5 x^ — ^Ox — (j= 0,
si avra (1 3) ^^~ 10 ^^-|-i9^— 100 = 0,
una dclle cui radici e |W„'=4, e Taltrc duo sarchbcro
Per /M^=-i la (I 5) divienc ;^^-— S2;/-i- 81 — 0,
ed offre ;'^3=8i, '',= 1,
4 4
donde \/i'^-=:3, \/if^::=zi ;
e conscgucntcmente (15)
a:,.= -^-(2-t-3-i-4) = 3,
i.,= i-(~2-3v/-14-\/-l)=r-I^V/_l,
— 37 —
:jc~^^(2-:i^ 1)=--!,
Paniiic'iiti iissiiiueiuli) ^,:i=:3+4 [/~i si avrcbbc (I i)
da eui
''^■- 2 ^' + ^ V-O^'-^-^c^^" "^ - ' ^~'^' ^ ^''
7 _ 119
e qiiiiuli ^=2+ \/— '
V>'o = 2 ' \/^'.= 2 '
cosicclio, posto I' =: + ^—1, si I'ilrae dalle (15)
cc,=z3, a-.=— I, a==-~\±.\/~i, 0^3=^— iqp y'3i.
Offrirenio inline iin allro cseiiipio Delia cquazione gia
proposla . , V '■-
x^— 1 3a- — 1 Ox-\- 2A = 0,
per cui si ricava dalla (1 3)
^^— 30^r -j- 1 29^ — \ 00=0,
e quindl fx^:=i, /u^^='i, [x^=2o, cosicch6 avcndosi (14)
si Irova per |M^,=:I, \/y■'o'^=^^^
41 707281
— 38 —
Jonde
41 Ai
i'=--^-h2\0^-i, ,..r=_^- 210^-1,
4 7+3p/"Z' 4 7— Si/Z^
G consegiientomeiilG (I ) a'^=:4, .r,= l, .r^= — 3, .T3=r2.
Assunto invoce fxz=A, \//w^2, si deduce
;'^-f-238;;H-2H5Gl =0
da ciii ;'^=— M9-J-I20 V^-l, r,=— 119 — 120 ^ZTi,
^.,^=3^-2 V/-1, J/r. = 3-2 S/-U
e quindi si ha pure (15) .Y„=r4, .r,= l , x^-= — 2, 3-3 z= — 3.
Prendendo inflne |a=r25, \//u=:5 si trova
7 , 625
dondc
4 Sfl/z:, 4 3— i/IT,
e successivamcnte (15) .t^='(, a;,= — 2, a-^z^ 1 , 3:3==: — 3,
come si 6 altrovc oUcnuto.
DELLE SOCIETA GEOGRIFICHE
E PARTlC(lLARat:STii
DEL LA F. R. SOCIETA GEOGRAFICA DI VIENNA
M E M 0 R I A
DEL SOCIO COHR. NOBILE EUGENIO CAV. BALBl
Di
'inanzi a questo corpo accademico in cui sono tanto
dcgnamentc rappresentali i niultifoniii aspelti dello scibile,
mi senibra, piu clic soverchia inutile cosa il traltcnormi
snir importanza dei^li sludj geogialici. Mi sia pero conces-
so il notare, che se la goografia volentieri s'accompagna ad
allre scienze cbc io dirci sorelle, anziclie aiisiliarie, alle
medosime ella rende il servigio oUeniito con altri e cerlo
non meno efflcaci sussidj ; pero non vorremo averla per
una poverella clic si regge cogli accatti, ma sibbene per una
disciplina strettamente unita alle scienze di osservazione
colle quali progredisce, in bella concordia alternando i rau-
lui soccorsi.
Percio la geografla nella eslcnsionc delle sue contempla-
zioni e una scienza grandemenle sociale ed associante; on-
dc facilmenle avveniva clie un mcdesimo pensiero racco-
gliosse in diverse regioni cd in tempi diveisi alcuni sapien-
li, nello scopo d'incoraggirc o divulgare colali studj, cd
— iO —
niiiro in iin fasoio lo siiigolo o sparse fotiche, cosi doi viag-
gialori come di coloro clio fra le (lomcsticlie pareli raccol-
gono c giudicano i falli scienlilici.
II priiiio di oosi faili sodalizj ncli'ordiiic cionologico
apparlicnc ainialia, aiizi a Vonozia, sc voglianio loner conlo
della Socicld def/li. Arf/onaiili, fondala dal Coronelli, geome-
Ira e cosmografo della Ucpiibblica nei giorni in cni splen-
deva glorioso ii nome del Peloponnesiaco !M(>rosini,malgra-
do I' ingeniiila aieadioa del siio tiloio, volla al progrcsso
doll" aslrononiia e deiia geograHa.
In Francia, verso la niela del passalo secolo, veniva for-
malo il progelto di una soeiela grografica ; nia (lueiridea ri-
maneva senza eifello e solo ncl 1821 iondavasi a Parigi
iiicrce le praticlic di Joniard, Eyries, Malie-Brun, Adriano
I^albi ed allri ciillori di (juesli sUidj la soeiela elie possia-
nio avere in conlo della piii anlica Ira le esislenli oggidi;
nel 1825 Firenze avcva pure un sodalizio dedicalo a quesli
.'dudj, sciollo dopo breve nia non inoperosa vila; nel 1828
lierlino ebbe il suo per 1' influenza del principe dei vlvenli
geografi Carlo Rillei", auspice lunico Iliunboldt; la realc
soeiela geograllea di Londra, nel ^850, doveva la sua ori-
gine idle cure di Ifamillon Greenougli, Bari"ow od allri valo-
rosi sapienli.
Coslikiivnnsi poscia quelle di Bond)ay, di Francoforle
sul Meno, di DarmstadI, di Pielroburgo, colle ausiliarie nel-
la regione d(d Caucaso e nella Siberia, di Rio-Janciro, Mes-
5ico,Nuova-York, (aeendo di allreclie senza esserepuramen-
Ic gcografielie IianUi) pero colla geograDa slrelle relazioni.
In lanio ferxore di sUidj jioleva \'inianersene negliillosa
speKalrice la popolosa indropoli di uno slalo esleso per
qua^^i 200,0(M> niigiia quadi'ale enlro ai conlini di eui vivo-
n<> '(0,000, Odd di suddi(i,la nielropoli die si fregia di cosi
_4i _
nunitM'osi e divci'si islituti, stanza di una elctta e foKa scliic-
ra di sapienli? Cosi avveniva che si costituisse in Vienna
la Sociclu imp. reale googralica, ultima nellordine cronolu-
gico, ma clio nun appcna nala si coilocava degnamcnte ac-
canfo alle sue sorclle maggiori; societa intorno la quale
mi stimo onoralo di poter ragionare, lasciando per altri
successi\i cenni le uotizie sulle geograficlic Societa di l>er-
lino, di Parigi, di Londra, di Pictroburgo, c cosi pure la
pi'oposla di una simile istituzione fra noi.
Fino dal i852 I'egregio geografo prof. Sinaony cslerna-
va il voto clic la fondazione di una societa geografica in
Vienna non putesse essere lungamente un solo desiderio,
considerando quanto a pro di colali studj si adoperassc la
societa geogralica di Berlino; 1' illustrc e benemerito diret-
lore deir Islituto geologico dell' irapero, nel 1855, in una
adunanza di esso islituto rinnovava quel voto, che Irovava
caldo appoggio nei present], pure solo nel l855poteva i'esi-
mio Haidinger raccogliere alcuni cultori di quesli studj in
una adunanza che possiamo avere per la prima delta inip.
e reale Societa geografica di Vienna. Esporre le cure, Ic
pratiche di questo doUo c quelle dei suoi valorosi colleghi
nel promuovere ed assicurare la vagheggiala societa, mi con-
durrebbc ollre ilimiti di questo discorso;basti accennare che
il disegno delta medesiraa trovava caldi fautori nei pii!i illu-
stri dotti dell' impero e delle altre contradc d' Europa^ era
grandeniente incoraggito dal regnante Monarca e dal prin-
cipi delta sua casa, dalle primarie autorita dello stato, tan-
toche la Societa onorata dalla sovrana sanzione lino dal
scttembre del 185G poteva fregiarsi del titolo d'imperiale e
reale, e col maggio del 1857 cominciare la regolare pubbli-
cazione delle sue transazioni.
La riconosceuza e la stima ne facevano cleggere presi-
Surie HI. T. IV. 6
— 42 —
cleiilc (jurij;!! clii- ii' rrn t^lalo il caldo pioiuolorc, il cav. (iu-
glit'lmo llaidiiigoi', (lirellore (Icil' Isliliilo ii,co!o,iJiico ik-Uim-
pei'o; i nomi ilei sci vice-pi-osidonli, dci due segrclaiii o
del Consii;liu della Sixiela sono liiKi Ira ([uelli elie I'amorc
delle piuardue disciidiue I'aeeva noli e aliniali; egualmente
tra i nioUi soej onoraij, ordinarj e slraordiiiarj liiiveu-
goiisi altri cbc il ciilloi'e delle geogralielie cose da gran tem-
po onoi'a.
Due dispense pel prinio volume del 1857, una del volu-
me del 1858 vennero fino ad oggi divulgate eol titolo di
Mithcilmujen der A. K. Geoijraphischen GeseUschoft, conte-
nenti 1' origine e la costituzit)ne della Societa, gli atti delle
sue adunanzc del I." dicembro 1855 al 9 febbrajo 1858, e
le eomunicazioni c le memorie cbe vi furon lelte: cosi nel-
Ic une come nelle altre abbondano notizie spetlanti quali
air impei-o, ([uali a paesi diversi dell' Europa, quali ad al-
tre pai-li della Terra ; ovvero important! sehiarimenti di
geografia lisica, cartogralia, c finalmente elaboratissimi ap-
punti per la circumnavigazionc scientifica della Novara.
Non potendo aecennare particolarmentc le molte e di-
verse pcrtrattazioni trascrivo il titolo eTautore, ad alcunc
delle medesimc Irattenendo la vostra attenzione.
II primo volume per I' anno 1 857, oltre le eomunicazio-
ni negli atti della Societa, contiene le mejnorie seguenti:
Sulle (jhiacciaje deW Oelzlhal del maggiore K. Sonklar
d' Innstiidten; Del lavori della statlslica uffizUilc nclla Sve-
zla del baroae di lleden ; Supplcmenlo alle istnizloni della
sezione scientifica della spedizione della fre(jala Novara,
in cui, secondo la diveisa eontem])laziunc degli api)unti
leggonsi i nomi di lleden, Ilcufler, Zigno e Scbiner; Relazio-
ne sill tu(jlio deli isliiiu di Suez del segretario V. Foetterie;
Sckizzi iopofjrafiei del Btilfjhar Da<jh, ncl lauro di Cilicia,
— 43 —
ili Toodoro Kolsdiy, Drlle min/me atlczzc haromctr'uhc e
<lrllc proccllc, di Chniipe!sniilh ; DcUc occvpazioni nclla sla-
fjionr csllva (livna parte (leffli ahilanli del Wicncr-Wald
(Aiislria Inferiorc), (Vi Giorgio Fraiienfeld ; PeUegrinazinni
ncl nodo alpino del Glocl.ner, del dott. Antonio di Uulhnor ;
Appnnii per la idrografta dclle vic'manze di Bnda, del doU.
A. Kernel"; Le isolc S. Paolo c Nuova-Amslcrdam, del prof.
Zhisiimnn: Colpo d'oechio ffenerale dclla regione del ISiln c
dclla sua flora, di Teodoro Kolscliy .
La prima dispcnsa del volume secondo pel I.S58, oKrc
gli atti annovcra: Una escursione nci Karpazj di Marma-
rosch, del dott. Lodovico d'All; Sulla vita e svlle opcre del
gcografo Mallco Vischcr, dei signoriG.Feil c prof. Simony;
La regione idrografica del rivo [T7<?«, del Guggenbergcr;
Appnnii suit' origine e lo sviluppo delle carle di livello, co-
si marine come lerrcstri, di Anlonio Steinhauscr; Appunli
sulle riviere del Nilo Bianco, di Teodoro Kolscliy; Visita
alle due isole di S. Paolo e di Atnslerdam, del doit. Schcrzcr
( spedizione della Novara).
Enumerate Ic diverse materie mi e grato csporvi alcuni
appunli della memoria sulle ghiacciaje della Oetzthal (Val-
le d' Oetz) in quel nodo delle Alpi Rctiche sollcvato fra Ic
prime acqne dell' Inn, dell" Adige c dellEisack ; frutto delle
pazienti indagini del maggiore Sonklar di Innsladten, in cui
abboudano nolizie di gran momento, e chiusa da un confron-
to fra le ghiacciaje di questo gruppo monlano e quelle del
Monte Bianco, del Monte Iloja c del Finslcr-Aarl'.orn, da
cui emergono i seguenli dali aritmetici:
_ 44 —
LocaliUl ghiacciaje primarie ftecondarie lolale
Oetztbal .... 14 .... 215 . . 229
INIoQte Rosa ... 15 ... . 120 . . 155
Finsleraai-lioin . . 12 .... . 107 . . 119
Monle Bianco . . S . . . . 5 5.. «j2
Sta bene ricoi-dare in qiicslo liiogo lepellcgrinazioni nel
gruppo alpino del Gloekner, del dolt. Antonio di Ruilnier,
i! quale movendo dal pitloreseo villaggio di Ileiiigenl>lutt,
ovG concorrono numerosi pellegrini a venerare nella sua
bclla cbiesa di stile arcbiaculo del secolo deoiraolerzo la
reliquia ondc prende il nome portata da Coslanlinopuli dal
santo Brigido, visitava parte delle Alpi Noricbe ove ben
rade furon le orme dell' uonio, ed anebe i)iu quelle del cul-
iore delle scienze nalurali. E una sapienle monografia in
cui sono minulamente descritte le forme loeali di questa
sezionc delta giogana alpina, le diverse elevazioni, le gbiac-
ciaje e ([uanlo puu darne un esatlo concetto, giovandosi dei
precedenti stud] dello stato maggiore austriaco e di quclli
faniosi dei fi-atelli Scblagintweit, anzi rcttiDeandone alcuni
dali.
11 defunto vice presidenle barone di Beden, da poco ra-
pito alle scienze stalisticbc cd economicbe di cui era 1' or-
namento, faceva una comunicazione, sui lavori slatistioi
d'ufGzio delta Svezia, ove dal 1775 in qua vien falto un
ccnsimenlo ogni quinquennio. Fino dal secolo deeimose-
slo aveva la Svezia registri della proprieta fondiaria, pero
imperfetti, cosiccbe era nel IG28 ordinata un generate ca-
taslo dal valoroso Gustavo Adolfo. II cancelliere Oxenstier-
na ordinava la compilazionc di tavole statisticbe del ino-
\imcnto mercantile, poi intcrrotlamcntc conlinuate lino
al 1772,
— 45 —
lIReden vienopoi acocnnando lo diverse iimministrazio-
ni per ciira delle qiiali escono regolaii picspctli stalistici, e
trova di potcr concliiudeic clie la Svezia c' imo degli slati eu-
ropei ove piii fervo qiiesU* geiiere di lavori ; pine egli nola
come sieno coiidolti senza iin iiielodo iinifoinie, cosicihe
gi-andemenle ne vieae diminuila I'ulilila; acconna pero a
recenti niisuro per risliliizione di iiii iiffizio cenlrale di sla-
lislica.
Mi place poi di aggiungeie die 11 suddelto Reden in al-
tra occasione leiicva inforniala la imp. reale Soeieta geo-
grafica di Vienna dci lavori di slalistica condolti per ciira
del goveruo ponlilicio, di cui egll lodava raltivila, lamen-
tando che cosiflalii sliulj non fossero conosciuti come ii lue-
rilcrcbbcro.
Uscendo dai termini della Europa dobbiamo Irallencr-
ci agli scbizzi topografiei del Bnlgiiar-Dagb, nel Taiiro di
C.ilicia, gia visitalo dal Russegger come capo della spedizio-
ne per la ricerca delle miniere, e percorso per la seconda
volta come botanico del sig. Teodoro Koiscby, die in qiie-
stl Scbizzi cspone copia di parlicolari sidla geognosia, le
forme locali, le altiliulinije aequo Huenti, la vegctazione, Ic
meglio notabili localilti, cliiiidendo con un ccnno sulle forc-
ste di cedri sparse per quelle pendloi, onde passa a ragiona-
re di quelli del Libano, e partioolarmenle del bosco dello
Uadi Dscennam, ove s'innalzano ancora alcunialberi anli-
diissimi die pel loro sviluppo si posfono credere conlem-
poranei a quelli die servirono alia cosUuzionc del tempio
di Salomone: mutl teslimonj delle vicende umane per lun-
ge volgere di secoli,
I gruppi di lerre insulari, o le isole solitarieemerseso-
pra le onde deli" Oceano, dice acutamenle ii prof. Zbishman,
pel progresso ddlc sdcnze naiurali e lo sviluppo i]i\ com-
— \i\ —
incrcio moiulialo, fiirono campo di ripclule o muUilorini
invcsligazioni. La loro jroognosia, la llora, la fanna nicri-
lano r aUonzione del nadiralisla ; sono slazioni di ossoi'va-
zioiii nauliclio c niclcoroiogiclio, sono piinii per cni passa-
no curve lermiche e magncliclio; T iioino iioi siioi \iaggi
oceanici so no avvaiilaggia por jirorisarola propria posizio-
ne astrononiioa ; colcslo lorrc iiistdari oflVoiio proziosi sor-
gilori ove conoori-ono le iiavi clio I'anno la posca dolla balo-
na, oppurc sorvono al navigantc per rinnovarc le provvi-
gioni, ovvero dopoclie le vaporiere noii temoUero di avven-
larsi ncir ampio oceano sono opporliini dopositi di car-
bone, dopoyiti di morci, slazioni iinporlanUssimc del com-
mercio ocoanico.
QuGsle parole premoUc lo Zliishmau alia sua monogra-
fia dclle isole Gemclle, S. Paolo e JNuova Amsterdam, sollc-
vate neir Occcano Indiano fra V eslremila auslrale dell' A-
fi'ica e la punta a libeccio del Conlinente Ausfrale, milk -
qualtroconLo e quaranlasci miglia inglesi a sciroccodeirisola
Maurizio, di cui sono una dipcndenza . Aecenna egli il dub-
bio sul voro scoprilore, poscia i naviganli che le visitarono
lo forme locali, la flora e la fauna, la dimalologia, la po-
sizionc aslronomiea, la doclinaziono magnelica, lo numerose
torme di foclio (phoca ursina,plioca Iconina) elie slanziano
su quelle marine i di cui ululali misli al fragorc doi rom-
ponli si odono a qualcbe miglio in marc ; lo rnollo bale-
nc clie ncl vcrno frcquontano quci paiaggi.
Questc isole, dice ancora lo Zliislunaii, sono Ira le ven-
licinque dipendenze amministralive del govcrno brilannico
di Maurizio; e radc voile sono visitate, eccetlo cbc dai ba-
lenieri ; conforla il pensare che la loro esatla c scionlifica
cognizione fosse riservata ai noslri uavigalori.
Ed invero leggesi nol sogucnto Mdume dellc; j1/<///(c/7//?j-
— 47 —
(jen una relazionc della visita a quelle isole della Js'ovara,
tleltala claH'csimio Sclierzer, in cui vienc ad essere confer-
niota ed illustrala la monografia dello Zhisliiuan, facendoci
conoscei'c in Antonio Van Diemen lo scopritore del giuppo
di S. Paolo e Nuova Amsterdam, il quale \eleggiava tra Tu-
na e I'altra isola ai 17 giugno IC53; entrando poi nci par-
tieolari della soientifica esplonizione di esse isole per opera
dello stesso dott. Sclierzer in un ai dotti suoi oonipagni,
particolari di gran n)omenlo, ai (juali nulla potrei togliere,
0 che percio vanno letti nella corrigpondenza originale.
II progetto di un canale maritlimo a traverso I'islmo
di Suez, non poleva efserc trasandato da una socictii geo-
gralica die ha sede nella nietropoli deiriuipero Austriaco,
il quale e per la sua posizione fra I' Europa Centrale ed
Orientale, e per le sue piazze mercanlili sulTAdriatico, non
potreblie essere indifferenlo all' andamento di talc quesito,
da questo I. R. Islituto medesimo tenuto per iniportantis-
simo c proposto al eoneorso.
Leggesi perlanlo nel primo volume il rapporto della
comniissione elelta ne! seno della Societa geografica di Vien-
na, coniposla dai signori Andiian, Czoernig, Gliega, Ilai-
dinger, Kotscliy,Negrelli,Pieden, Richtliofen, e Stein, rappoi-
lo esteso dal uienibro della slessa e segretario della Socie-
t;i Fotterle, nel quale raceolli in lurainosa sintesi 1 falti
primarii dell' argomento, accennate le vie principali per cui
i paesi declinanti ali'Oceano Indiano lino dai tempi anticlii e
neU'evo medio comunicavano eon quelli bagnati dal Medi-
lerraneo, mostrati gli effetti del reggimento di IMohanimed-
Ali neir Egitto, e delle immense conquiste degli Inglesi nel-
r Asia meridionale e nella Oceania centrale, ricorda come
ripeluli tentativi fossero fatti per abbreviare la via dall' Eu-
ropa alle Indie, ed il reoeutc progetto del Lcsseps che tanto
— 48 —
lavoic trovitva in ogiii cojitrada, mono in quella vu\ mci^lio
sarobbc oonvonuli) V osscrnc faufi'ice. llifcrisco i tlati divul-
ge, ti dal Lesscps sni progello, c la lelazione (.lella Commis-
sione inlernazionale, ontrando nei iiarlieolari tecnici deirini-
prcsa, e concliiude rammenlando (juanlo rinodall842 e
1845 il govorno Ansli'iaco si fosse cl'licaccmcnto adopci'alo
per agc\c)lare le conuinieazioni ( non csclnsa T id<;a di un
canalo ) I'la il Mcdilerranco ed il INhu' Rosso.
]•], a niio credere, evidcnle clic qualora fosso apcrlo il
desiderate) eanalo, ne \en'el)l)ero grandi vaulaggi alie piaz-
ze del Mediterraneo, ma non a lutle in niisura cguale. Tra
le pill favorite e permcsso di eollocas'e Maisiglia, Genova,
Venezia c Trieste, le quali per la diversa sfera delle loro
I'olazioni mercantili potrebbero prosperare seuza nuocersi
avicenda: Marsiglia essendo 1' emporio delta Francia e
ginngendo, merce le vie ferrate, ai porti della Maniea e del-
r Oceano; Genova quando fosscro snperate le Alpi dell' El-
vczia venendo ad essere lo scalo non che dcllo stato Sardo
della valle del Reno e della Germania occidentale; Venezia,
compiuie le vie del Tirolo formando lo sbocco della valle
superiorc del Danubio e della Germania centrale; Trieste
accennando alia valle media ed inferiore di csso fiume, a
qnelle dell'Oder e della Vistola, voglio dire alia Germania o-
rientalc, alle provincie polacelie dell'Austria e della Russia.
Nelle due mcmorio intltolate Visla yoncrale della regio-
iie del SSilo e Schizzi del Nilo Bianco, 11 dott.Teodoro Kot-
siby versava a piene mani i pin aciurati e piu recenli da-
li quali polcvali esi)oi're I' illustre viaggialore e naturalista,
sulle forme locali, la llora, la fauna, la ctnogralia di qnelle
c'ontrade, non Iralaseiando di ricordare le fatielie di allri
pellegrini della scienza e (jnelle del venerabili e non mai
abbastanza encomiati niembri della missione oaltolica di
— 49 —
Kbartun, intorno a oiii il harone di Rctlen ncll' adimanza
dei 2 giugno I 8o7 leggeva una cstesa ed crudita relazionc.
Nessiin fiiimc dclla lerra o come il Kilo fino dai tem-
pi vctusti argomenlo degli studii e di perseveranti faticlie.
Ricordato nella gcograOa biblica, figurato nei gerogliiici, I'E-
gyplos potamos di Omero, il Neilos di Esiodo, quando I'E-
gitto fioriva sotlo i Tolommei scopo alle indagini dei sa-
pienti, il Nilo, nella parte superiore del siio ramo occiden-
tale, offre tiillavia lo stesso mistero, e niiin occliio d'euvo-
peo no ha fiiio ad oggi vediite lo sorgenti. Eppure breve
distanza corre fra le sue foci e 1' Europa colta e indagatri-
ce, e noil pochi furono coloro clie un generoso pensiero
eonduceva su quelle rive .
Bruce verso la mela, Browne circa la flne del passalo sc-
colo, poi Elirenberg, Riippcl ed Iledenborg, Caillaud e la
esplorazione montanistiea dirella dal Russegger non anda-
rono perdute pel progresso delta geografla ; e cosi neppure
le tre spedizioni ordinate dal pascia jMohammed-Ali che da
Khartini risaiirono pel Nilo-Bianco e pel Tiibiri sino at 4°
di latitudine boreale. L'attivo commercio di scambio cbe
in quelle spedizioni procacciava una vistosa quantita
di avorio, induceva alcuni negozianti europei di Khar-
tun a tentarc la navigazione del Bah' har-el-Abiad verso
Tequatore, e tra questi Brun-Rollet, vice-console Sardo che
divulgava le sue osservazioni in un recente scritto. II Kot-
schy pero opina che niuno pervenisse a cosi bassa latitudi-
ne quanto il pro-vicario apostolico Knobleclier ed i valoro-
si suoi compagni IMosgan, Vinco, Hansal nelle due peregri-
uazioni che li conducevano fino al 5." di latitudine boreale.
Le relazioni di quei pii e benemeriti uomini, tra i qua-
li con giusto orgoglio troviamo non pochi membri dei cle-
ro italiano, degnamente associali alia missionecaltolica sot-
Serie HI. T. JV. 7
— 5U —
to la proloziono clolIAustria; esse rela/ioiii oltic allospone
la vita di sagrifizii o di abnogazione chc trova iiella rcli-
gionc e 1' eccilamcnto etl il componso dcllo diirale faticlie,
oflVono ancora preziosissimi dati intonio alia geogralia del-
le contrade per cui trapassa il Nilo Bianco, dal piinto oui
giungono le esplorazioni verso mezzodi fine al coniluente
del Nilo Azzurro ove sorge la importanle citla di Kliarlun.
La Congi'cgazione de Propaganda Fide^ fondala in Roma
nel 1 022, e il centro dell' allivita dello missioni oaltoliclu;
di cui si annovorano 55 ncll' Asia, 15 nell' Africa, 15 ncllo
Due Ainericlie, 8 nclla Oceania.
Le qnindici provincie della Propaganda nell'Africa sono
quelle dell' Africa Cenlrale, AcWAfrica pei Gallas, de\Wil/is-
sinia, dell' Egilio pei Latinl e pei Copli, di Tripoli^ di Tu-
nesi, della Guinea, del Senegal, del Congo, del Capo di Buo-
na Spcranza, di Natal, del Dislrello occidcniale ed orienlale,
di Nossibc, di 5. Maria e Mayolte, delle isole Seychelles.
Ai trc aprile del 1 840, ad istanza del padre llyllo, crea-
vasi dal pontelice Gregorio XVI il vicariato apostolico per
r Africa cenlrale, con la sede nclla cilia di liasel-KhWrlun,
sulia sinistra ripa del Hume Azzurro brcvidistanle dal con-
fluento del flume Bianco, alia latiludine di 15° 54' boreale,
ed alia longitudine di 50° ^0' 45'' all'orienle del meridia-
no dcll'isola Ferro. Nel 1821 fondala da Mobamnicd-Ali,
la vanlaggiosa posizione per le comunicazioni coif inler-
110 deir Africa Orienlale e le assidue cure del governo face-
vano in breve fiorente e popolosa Kharlun, lalclie slima il
barone di Reden a non meno di 40,000 il nurnero dei suoi
abilanti. Emporio del commercio fra le conlrade a mezzo-
di e la Nubia e I'Egitto, e perlanlo anche fra quesle e I'Eu-
ropa, dimora di commercianti europei e Ira quesli ancho
noQ pocbi auslriaci, sembrava opportuno il porvi la sc-
— 51 —
(le iklla missione caltolica, ne Uirdava il governo imperia-
le aiistriaco a stabilirvi nel 1851 un Consolato genoralo.
Nel giugno del 18 50 il padre Ryllo e moiti altri niis-
sionarii cadiili vittimc dal clima e dalle dure faliclie, forse
la missione di Khartim sarebbe perita nel siio germe, se
uon fosse slata la valida protezione delle autoritii consolari
austriacho, se non avesse avuto nel nuovo provicario Igna-
zio Knoblecber un uorao in cui erano pari la energia e la
fede.
Un prime viaggio faceva 11 provicario risalendo il
Bab'-har-el-Abiad fino al 4.° Iilitudine boreale nel setteni-
bre del 1849; altro faccvasi dal padre Vinco nel gennajo del
^83l, di cui era conscguenza la fondazione della missione di
Gondokoro.
Ncllo slesso anno 1851, dopo un breve soggiorno a
Vienna ed a Roma, Knoblecber era in grado di salparo da
Bulak sulla « stella mattutina •> su cui era issata la bandie-
ra austriaca, armala di due cannoni e provvedufa di ogni
cosa opportuna, e risalendo con lunga e faticosa naviga-
zione giugncre nel maggio 1852 a Khartun . Sul chiudere
di quell'anno intraprendeva Knoblecber eon la stella mallu-
iina e due minori barche il viaggio fnio ad Ubbari, nel
paese del Negri Bari, ove sulla deslra del fiume risiede la
stazione di Nostra Donna a Gondokoro alia lalitudine di
4." bor. onde nell'anno segueiile risaliva i! fiume parte sul-
la slella maUuluia, parte con un minore schifo sino all'iso-
la Lamutat circa alia lalitudine di 5°; e quivi salito sopra
una prossima altura, il suo sguardo spaziava ampiamente
per la circostanle contrada, scorgendo lino all' orizzoiite
il lucido serpeggiare del iiunie clie scorreva fra dense pian-
tagioni. ,
L'uUima spedizione del beuemerlio ed instancabile Kno-
— 52 —
l)leplicr era da liii comlotla nol inaizo 1858 in eompagnia
del padre llansal, nella quale dopo To gionii di navigazio-
ne partendo da Kharlun pcrveiii\a colla slella maUulina a
Goodokoro, per ora la ])\\\ inlcrna slazione delle niissio-
ni essendovi fra quosla e Ivliarliin quclla di Sanla Croee,
sul margino d' im lago propiiiquo alia sinistra sponda del
Bali'har-cl-Abiad, fondala dal padre Mosgan.
Oia Kiiobleclicr : molti dei siioieonipagni caddern soUo
r influenza del clima e dclle fatiehe ; ma non niancano altri
coraggiosi clie ne prendono il posto, c le missioni cattoli-
ehe del Niio Bianco promedono per Y avvenire di esserc
per gli abitatori di quelle contr;idc missioni di vera civilta,
diversa molto da quella rapace voglia di dominio clic ne
assume il uome, e clic le genii europee amano di bandirc
con la voce del cannonc.
La geograPia intanlo si avvantaggia di quei generosi co-
nati; e considerando quanlo succede nella valle supcriore
del Bah' har-el-Al)iad, Ic csplorazioni franccsi al mezzodi
deir Algeria, le spcdizioni pure IVaneesi sui liumi della Se-
aegambia, quelle degli Inglesi sul Niger e sul poderoso af-
fluenlc Benue, per cui riescc facile il pcnetrarc nclle inter-
ne regioni clie furono la scena degli studj e dei Iravagli del-
la spedizione cui appartiene il supcrstife Barth, clie io di-
rei il Marco-P(do doIT Africa inleriore; considerando il pro-
digioso viaggio di Livinslone dclT uno all' allio lilo (leH" A-
frica Anslrale, e lecila la speranza clie in un lempo per av-
ventura non lontano parte almeno dcIT iaterno dell' Africa
ci sara suflicientemente nola.
Forse allora gl' ingegnosi sislcmi di sapienii preclarissi-
mi sulle forme locali di (luelle conlradc cadranno dinanzi
alia evidenza dei falti; pei'o non vuolsi dimcnlicare die
(luanlo fniora vcnnc diMilgato confcrina le iiuluzioni del-
— 53 —
r illiislre Sir Uoilorik Impcy-iMiircliison, presidcnte ilella
reale Sociota gcografica di Lontlra,
Racrogliendo 1ft moUe parole in poclic io credo, ono-
randi signori^ di potcr coiicliiiidere die Ic cose sin qua cs-
poslc liastano a dinioslrare qiianto sicno l)eneiiicrili quegli
egicgi clie iin noliile pensiero univa in una comune falica,
nclla sua Itrcvc csislenza procacciando gia alia in)pci"ialc c
reale Societa gcografica di Vienna V affeltuosa stinia di o-
gni uomo sinccraiuentc devoto al prospcrare dellc geogra-
ficlie discipline.
Qui iinisce il mio assunlo; concedetemi pcro anclic un
lamento ed un veto perclie la Italia^ clie tanlo fu benemcri-
la dclla geografia, non alibia un sodalizio in cui sieiio rac-
collc Ic sparse faliche dei cultori di qucsta scienza, clic dai
nostri viaggiatori, dai nostri navigatori, dai noslri cosmo-
grafi avcva cosi grande incrcmento.
SULLA
RISOL^ZIOM AlifJEBillCi DELLE EOl'AZIOM
NOTA
DEL M. E. GIUSTO BELLAVITIS
p.
er Irovare le radici di iin' equazioue algebrica pus-
sono ammettersi i segiienti poslulali.
Poslulato l." Eseguire sui numeri le operazioni arit-
meliche: soraraa, soltra, moUiplica, divisiono od clevaziono
a potenza.
Postulato 2° Estrarre le radici dei numeri.
Poslulato 5." Trovare ciascuna radice reale d' ogiii
equazione algebrica a coefficienli reali. Questa opcrazione
giti presentita dal Vieta noa b piii difficile del postulato 2.",
tranne il caso cbe si adoperino i logaritmi.
Postulato 4.° Estrarre le radici degl' iniDiaginarii, Per
gli esponenti superiori al clue questa operazione non puo
eseguirsi se non cbe col postulato 3.° oppure col mezzo
delle tavole trigonometricbe.
Risolvere un' equazione numerica col mezzo dei po-
tulati 1.° e 2° puo esser vantaggioso in quanto cbe si ado-
perino i logaritmi, altrimenti e piu comodo attenersi al
postulates." — In quel modo non si poterono risolvere
cbe le equazioni del 2.° grado, e qualcbe volta quelle del 3."
e del 4." grado.
— 56 —
Risolvoro un' oquazioiie (lualuiKiiio a coofficiciili reali
oil immaginarii nictliaiitc i postiilati I." 2.° o i° ti un pro-
l)Ienui di cui facilmente si prevedc 1' impossibilita ; ma la
compiuta risoliizionc dclle cquazioni dei qualtro prinii
gradi fecc nasccro una spcranza fondata sopra una fallace
analogia: T esserc indccomponibilo rcsponcntc 5 puo far
suppoiTe cIiG col -i° gi'ado siasi toccato il confine del pos-
sibile; poicbo sc non si possono risolvcre le equazioni del
5." grado non si polranno per certo risolvere quelle di
gi'ado superiore.
II problenia puo prescnlarsi sodo questa foruia :
Dale (jiianle i>i voyliaiw funzioiii razionaU intere c simme-
triche delle incocinitercali od immagiiiarie .^•, y, z, u,
V ... , col loro mezzo e mediaiite i postulali X." 2.°
e A." csprimcre ciascuna delle x , y , . . . «
Discgnianio con J una funzione simmetrica, e con K
una non-simmelrica, c poniamo
(I) K— ^T
se in ambedue Ic /, K cseguiamo un' aUcrnazione tra le
leltere x , y , cioe la soslituzione binomia indicata con
({x y)) ( Veggasi la Nota alia mia Sposizione della teo-
ria dcidelerniinanti. Memorie deli Isliluio^ Vol. VII, p. 157)
Ja J non cangia e la A diventera
{{xy))K~E,
cbe dovra essoi' data cssa pure dalla (1), percio indican-
do con \ una dclle radici deirunita dovra cssere
i
— 57 —
Ripetendo sull.i A', la stcssa sostiluzione binoniia si lia
{{.ry)) K^-=.K e riloi'na la A^ , ci6 richiede die sia
i i
\\\~=\ ;
diinque r = 2 e {{xy))K^=i — ^;perci6:
La sola funzione non-simmelrica^ die possa oitcnersi col-
/' eslrazione di radicc di una funzione simmelrica e la fun-
zione ulterna, cioe quella che per ogni alternazione cangia
di segno conservando lo stesso valore.
Ogiii funzione suscettibile di due soli valori nascc dalla
funzione alterna
U= I x'y'zUiK.. \==h{x—y){x-z)...{y-z)...
Quindi la prima operazione da farsi per la risoluzionc di
qualsiasi equazione geuerale e V estrazione di radice-
seeonda della funzione simmelrica IT- , che e V ultimo ter-
mine della trasformata ai quadrati delle differeuze. Posto
s,^-=zx -\-y -h- -f-..-
per le due sole x, y si ha (Sposizione ecc. § 43)
s. s.
=z n- =: 2 s^ — s ^- =z x' — 2xy -^y"-
di cui la I'adice e Il^ra; — y
Per le tre incognite x ,y ,z 6
n- =r 3 S.S^ — S,'S, — S^^ i>S.'-^2s,S„S,
che ha la raclice
!«
1
y
1
\x
?/'
-■
n-
Serie III,T. lY.
y z' — y- z — xz' -\~ xy- -\- .r^z — x'y .
8
— 58 —
Sia A una funzione suscetlibile di due \\Tlori, i quali
si otlengono successivamenle racdianlc una qualsivoglia
allernazione Ira le incognite .r, ?/, :,...., cioe sia
A" = J -\- J' n ossendo J J' due funzioni sini-
raetriche; e uiediante I'equaziono
(2) L={/r
si voglia Irovare una funzione razionaie L suscettibile di
piii di due valori. Una qualsivoglia soslituzione Irinoraia
(( xy z)) deve mutare la L in un'allra i, == {(x y z)) L;
ripetendo ia modesima soslituzione si avra la
L^=z (( X y z )) L, poi di nuovo (( x y z )) L^ — L ;
questi Ire valori deggiono esser dali dalla (2) percio
r ( ^ ) ^
(ixyz))L=\' L , ((.^■J/:)) \l ^> ^ == « ^
{{xyz))^ l)^\" L = L
dunque r = 5 ; percio: Le funzioni susceilibiU di sei
valori (giacche la /. ha tre valori per ciascheduno della K)
possono oilenersi soltanto extraendo la radice terza di vna
funzione h susceltibile di due valori.
Ncl caso delle tre x y z una funzione a due valoii,
di cui puo eslrarsi la radice terza e la
3
=: .r^ -{- y' -^- z ' ( x-y -h :>y- -f- ec. ) "h
— 59 —
— Y (1/-3 -^ I ) (y'- -+- .^-' H- ^''y)
e la sua radioe
^ o — ?/H -^. — - •
e suscettibile di sei valori differenti, che si ottengoao niG-
diante il complesso di sostiluzioni
{{xij)) , {{xyz)).
Quando Ic incognite sono cinque e impossibile otlenere
una funzione suscciUbilc di piit di due valori.
Iiil'alti posto
(5) L=z\/k ,
se supponiamo in primo liiogo che la sostituzione qiiin-
qiiiuomia {{xyzuv)) cangi la L nella II, ripe-
tendo altre quattro volte questa sostituzione si avrebbero
cinque valori differenti, e secondo il soiito si vedrebbe che
dev' essere r=o ( giacche {{xy zuv)) K :=: K) \ ma
in tal case eseguendo sopra L la sostituzione trinomia
(( X y z)) sarebbe
{{xyz))L=\' L ,{{xyz))\\' l)=^\
L e finalmente
\^))\\^ l) ■'
{{xyz))\\ Z/ = I L:=.L , il che esige
che sia i=zo , duuque
i(xyz)) L = L
— 60 —
oioe la L rimarrobhe invariabile per ogni sostiluzioue
trinomia (( x y : )) ; v.ile a dire so nclla L facciamo pri-
ma rallernazione (()/-)), poscia rallernazione {{xy))
essa ritorna al priniilivo valorc, pevcio cssa e una fun-
zione a due soli valori oonie la K\ e qiiindi riniane inva-
riata anelie per una soslituzionc quinquinomia, oontro
quanlo avovamo supposlo. — So supponiamo in secondo
luogo clie la soslitiizione trinomia cangi la L nella I L
vedrenio al solilo die dcvessei-e ri=5; ed in tal caso
eseguendo *ulla L una qualimque sostiUizione quinquino-
mia (( X y z u v)) no concliiuderemo come sopra
I'rrr:! , i r=z O , G {{x y ^ Uv)) L = L ,
ci0(' la L riniane invariabile per ogni sostituzione qiruKjui-
nomia. Ora se snila disposizione .r, f/, ;r, ti, v eseguia-
mo successivamenle le due sostiluzioni quinquinoniie
{{x y z uv)) , {(y z XV u )) otteniamo le disposizioni
y ^ z jU ^v , X ^ z y X ^y ,u ^v
r ultima delle quali differisee dalla prima per !a sostituzione
trinomia {{x^t)), dunque
{(xzy)) Lz={(yzxvu)) [({xy zuv)) L\ = L ,
cioe la L rimane invariabile anche per ogni sostituzione
ti'inumia, c cosi ricadiamo nella slessa conclusione del
pi'imo caso.
1/ equazione generale di 5.° grado, che non puo quindi
risolversi eol mezzo dell' cslrazione di radice, si risolve
raediante I'operazione espressa da
ly
ft-i-\/h~hCj:~ .'.
— 61 —
ossia nietiianle la risoliizione della x^ -\- x = h . Qucsto
tcorema annunciato dall' Eisensteira nel /. Crelle 18-54,
T. XXVIH, pag. 81 , appartiene forse al Jcrrard. Veggansi gli
Annali di Matemalica di Roma i858, N.° 4, pag. 258, 259.
L'eqnazione binomia .r" — A=rO i' immediatanienlc
risolta medianle il postulato 4." ; chc se si voglia ado-
perare soltanlo i due primi poslulati. I' equazione e riso-
lubile nel solo caso di n [)rimo e rrr 2' + i .
ADl'MNZA DEIi OfOJINO U MIFJIBRE 1858.
*l m. e. professor Tiirazza presenta una memo-
ria intorno alia leoria dinamica del calorico. Obbiclto
di questa memoria si e di porgere una completa espo-
sizione della delta teoria, al quale scope dopo averc
nel prime capitolo partitamente analizzati i varii fatti
tendenti a moslrare la conversione del calorico in la-
voro dinamico c inYersainente, ed csposte le idee
fondanientali sopra delle quali si basa la nuova nia-
niera di considerare 1' azione calorifica, passa nel se-
condo capitolo alia dimoslrazione dei teorenii secondo
cui si regola la conversione del calorico in lavoro di-
namico e inversamente, e che tendono a dimostrare
che una lal conversione ha luogo sempre con un rap-
porto costanie, che la quantita di calorico convertita
in lavoro dinamico esterno e sempre indipendente
dalla natura della sostanza che serve ad operare la
del (a conversione, e che dipende solo dalle tempera-
ture sot to la cui influenza avviene la conversione e
— Gi-
la trasmissionc del calorico, damlo infinc la leai^e di
una tale dipendenza. In un lerzo capitolo passa alia
ricerea dell' equazlone gencrale dell' azionc toimodi-
namica, cd alia discussione delle varie formole aige-
bn'che die nc discendono -, mostrando in un succes-
sivo capitolo die le delte formole sussislono qualun-
que sia la soslanza operanle; doe lanto se essa sia
di quelle die si dicono omogenee, quanto se invece
sia un aggregato di varii iiigredienti occupanli cia-
scuno uno spazio finifco, e di dilVerente natura. Tro-
vaLe COS! le lormole fondamentali, in un quinto capo
se ne fa T applicazione al cuso dei gas e dei vapori,
disculendo le formole die. per queste sostanze, ser-
vono a calcolare il lavoro dinamico ottenuto e il ca-
lorico dispendiato, dal cui rapporto dipende 1' effetto
utile Finalmente in un sesto ed idtinio capitolo si
discute il modo di valutare numericamente la cosi
delta funzione di Carnot, cercandone i valori, e il
sue valor medio il piu probablle per usarsi nelle pra-
ticlic applicazioni. Queslo capo si diiude coll' esame
delle varie esperienze di Joule intorno al valore del-
r equivalente calorifico, e col calcolo del valore il piu
probabile del delto equivalente, anche in base delle
esperienze note intorno ai vapori dell' acqua.
II m. e. Giusto Bellavilis legge i seguenti
(lElI EliElENTAm
SUI DISCRIMINAINTl INVARIAMl E COVARIANTI
— °<$8^ —
^. Delerminanle o discriminanle. Se da una funzione
algcbrica-razionale-inlera altre se lie dediicono medianle
sostiluzioni tineari (vale a dire sostituendo alle indetermi-
nate X, y, ecc. alti'ettante funzioni a,^ -\- (B y\ -\- . . . , ecc.
delle nuove indeterminate, ^ , w , ecc. ) , tulte queste fun-
zioni hanno alcuni caratteri comuni di famiglia, ciie le di-
stinguono dalle funzioni, clie in simil modo possono de-
dursi da altra funzione^ che sia essenzialmente da loro dif-
ferente: lo studio di quest! caretteri e il principal oggetto
della presente Nota. — Prendiamo da prima a considerare
r equazione
(1) u^—ax^ + nbx"-' -I- -i'-^i^ cx''~\..--\~'ngx->r h-0
le differenze tra le sue radici sono evidentemente uguali a
quelle della sua trasiormata in ^ ottenuta ponendo
x:=^ -{- (2 ; percio la funzione simmetrica n" (Veggansi
i §§ 7, 46 della Sposizione della teorica dei determinanti
nel Vol. VII delle Meraorie dell' I. R. Istituto ) che 6 il
prodotto dei quadrati delle differenze delle radici, e che e
Serie IJJ^ T. IV. 9
— CI) —
espriniibile razionalmoiilc col inozzodei coonicionli della (I),
(con allic parole cssa c T ullimo Icrmiiie tiella famosa
trasformata ai quadiali dclle diffcrenzc delle radici), con-
scrva lo stesso valore sea tall coefficienli dell' e([uaziouG
in X si sostituiscono quelli della Irasfonuata in ^ . Sic-
come la 11' si annulla ogiii qnalvolta la (l)abl)ia radici
oguali, cosi essa si olleria climinando la x tra la (!) c la
sua derivata
(2) ax"~'-h{n—\)Ox"
ossia Ira la (2) e la
(5) bx"~'-h{n—\)cx"-'...
...-^g^O ,
{ii—\)gx-hh=zO,
clie nasce sottraendo dalla (1) la (2) moUiplicata per x.
La funzione risullante da tale eliminazione pu6 calcolarsi
in differenti maniere, ed e cspressa molto seniplicemente
da un dcterminante, i cui termini sono i coefncienti delle
(2) (3) ( Veggasi il § 88 della citata Sposizione ) ; percio
la rr non differira se non che per un molliplicatore co-
stanle dalle funzioni cbc per n=2, 3, 4 sono
« , lf\
/> . c
z=ac — /»-
-a'd'-^Gabcd — Ab'd — A ac'-{-o(>'c-
\a , 21) , c ,
n ___ ,".,2A,C
^^'-- \0,2c,d,
I ,/s2c,(/
D 1^=^(1' e- — 1 2 cebde^- — \ 8ac=e^ H- VtAab'ce — 21b''e^--\~
-}- 54 a'cd'c — Oab'd e — 1 80 abc'de -{- I OSO'cdc +■ 8 1 ac'e—
—oWc^e'—27a'd'-'r \ 08 abcd^^—&'ibhl'—o-iac^d'-^oU^c''d^'
— ()7 —
Nei §§ 5, 9, 17 tlaremo espressioni piu comodecli qne-
stiD3, D^.
A queste funzioni /)„ fii dato dal Gauss il iiome iVideler-
minanti, die ben esprimeva il loro ufficio di deterrainare
la faraiglia a cui appartiene la (I) e tutle lo sue trasfor-
mate: poscia alia parola dcterminante fii data maggior
estensione di significalo, e la D,^ si disse il discriminante
della (I). — Per detcrminare il rapporto clie passa tra la
TT" e la I),^ ci bastera considerare 1' equazione binomia
a x^ -f- /i = 0 , nella quale le somiiie delle polenze delle
radici sono
h
a
siccli^ risulta dal citato § 40 che
Viene da cio che nei predetti casi di » — ^ 2 , ?i rrr 5 , 11^= A
4 4
si lia n^ = — c-f-ec.r= „Z)^
a a-
^. 256 5 2oG
2. Invarianli. Si dice itivariante della (I) ogni funzio-
ne inlera-omogenea dei suoi coefficienti a, b, . . . . g, h ,
la quale non cangi quando essi si mutano nei loro corri-
spondenti A, ^, . . . . b, a, 0 che accresca nei rapporto di
\ ad a''' quando ad essi si sostituiscono i cocflicienii delle
potenze di ^ nello sviluppo di
a(a^-l-/Sr-l-n/^(a?H-/S)""'4-...H-/i ;
— 68 —
pop la priniu pioprieli diremo die 1' invarianle 6 dotato
di eiirilmia^ e per la seconda chiameremo indue dell'inva-
rioule I'esponenle fx . Gli invarianti possono essere di dif-
feienli gradi rispetto ai coefdcienti a, h, . . . h . Noi se-
gneremo con 3^^^^(m„) o piii serapliccmente con Jjf^
V invariante della (I) che ^ del grado p. . . Anche il discri-
minanle si segnerci con ^(uj o con D^ . Non e dif-
ficile riconosoei'e che il discriminante D,j e Tinvarianle
del grado 2 (n — I) ; giacchd a motivo deireuritinia del cotn-
plesso delle (2) (3) 6 eiiritniico anche il determinaiile (§ I),
che 6 r espressione del discriminante : miitando a, b . . . k
nei aa", bci'^~' ,... h il discriminante divieue a"'^"~"'^ /)„ ,
diuKjue 7i(n — I) 6 il suo indice.
5. L'indice jx di un invariante 3'^^'''(«„) e la inetd del
prodotlo del grado p dell' invariante pel grado n della «„ .
( Si noti die questo grado ^^, die forse meglio direbbesi
ordine, 6 relativo all'indeterminata x non giS ai coefti-
cienli a, b . . .). Infatti, se un termine dell' invariante sia
il prodotlo di p fra le quantili a, b, . . . le qiiali nella
u^ sieno coefficienti di x' , x'\ .. . savh f/,^i'\-i'-}~ecc. ;
per iVuritmia I' invariante conlerra inoltre un termine coi
coefficienti di x "~~' , a-"~", ec. , percio dev' essere
anche
fx^=:n — i-\-n — i'-}-ec.=:np — i — i' — ec. ,
qiiindi /w=»-f- t'-f- ec. = -^ .
L' osservazione ora fatta permelte di scrivere tutli i
termini di un' invariante. Prendiamo per esempio il caso
di Ji := 5 ; il grado dell' invariante non potra esser dispari,
perche fx riuscirebbe fraziouario; poniamo p=i, sara
^ = 6 ; la partizione del numero 6 =s: t-f-t'-j- ... in
— 69 —
quattro niimeri die non siiperino n z=z5 si pu6 fare nei
cijiqiie modi
5f5-f-0^0, 5-^2^1+0, 5-^l-|-^-^-l ,
2f2-H2-hO, 2-|-2-f-t-M,
quindi finvariante j/'''^ conlerrii i termini
aadd, abed., accc^ bbbd, bbcc
formati dai coefficienti delle poteoze deila x, i cui espo-
nenli sono i numei'i predelli, sicche a corrisponde al nu-
raero 5 , b nl 2, c all" I , erf alio 0 .
4. il/orfo di calcolare i coefficienH degli invarianli.
Rimane da deterrainare i coefficienti numerici dei termini
trovati come ora si disse ; nel caso presente scriveremo
J^^'^ — A ad"" H- Babcd -f- C [ac'^ -f- b^d) -h D b'c'-
avendo, in grazia dtU'enritmia, dato lo stesso coefficiente
C ai due termini ac^ b^'d , perch6 i'uno si cangia
nell'altro permutando tra loro i coefficienti prime ed ulti-
mo, ed il secondo e penultimo. Ora se nella
«3 z= ax^-\-5bx--h5cx-\-d
che diremo la forma cubica poniamo x:=^-^/3 , dove
possiamo supporre die /3 sia infinilesima, la /"orma diventa
af-f 3(«/S+/')^^4-5(2 6^H-c)^-h{5c/5-hrf)
sicche i coefficienti b , c , d ricevono gli accrescimenti
infinitesimi a/5 , 2bf3 , 5c/S , e quindi J^^^^ riceverJi
r accrescimeiito
/2 (6 Aa-cd -\-Baacd-i- 2Babbd -f- oBabcc -)- 6 Cabc- -f-
-\~5Cabd-\-oCb'c-j~2Dabc^~\-4Db'bc)
— 70 —
clie (lovoudo essei'e idenlieamcnto iiiillo, dnra
B—— GA , C= 4 .1 , Dz= -oA, o.d infalli
— ad' -+- GaOcd — 4 {ac' -f //(/) + 7^b^-c' = D^
ii invarianle essendo il discriminaiite gii tiovalo al § I.
Cercliiaiiio per stvondo esenipio se la forma oubica
aminetta un invariante di 2." grade ; il siio iiidice sarebbe
3 2
f/,= ~—-z= 5 e le sparlizioni 3-f-0,2-+-l darebbero
duo soli (ermini, ciot; TinvariaiUo dovrebbe essere
Aad-j-B(>c , il quale rilerito alia forma in ^ ricevo I'ac-
crescimciilo /S (3.1«c -f- -/'«<^ 4- - i>l>/>) , ^I'c nou si puo
rendei'e idcnliiamcnlo luillo; dunquc la forma cubica non
lia alcun invariante di grado inferiore al diseriminanle D^.
V operazione colla quale dalla formula assunta per inva-
riante si passa alia foi'uuila, die dee porsi == 0 , puo dirsi
derivazionc rispeilo aijli indie i, inlendendo die gli indici di
a , 1/ , c . . . sieno rispettivameiile 0,1,2... : tale de-
rivazione la scgneremo con A , vale a dire ,amniettcremo
die Aa:=0 , Ab ^= c , Ac=:2/; , oc. , sicche per Irovare
i cocfficienti numerici deir invariante jj''^ si avrii
A Jj''^ == (aDi + 2b D, .+- oc }),, . . . . ) jj^'^ = 0 ,
dove Id earatlerislica D indica al solilo la derivata rispetto
alia variabile posfa abbasso, e s'intcndc che a ciasouna ca-
ralterisLica sia posposta la Jj''^ . A motivo dell' euritmia
polrebbe egualmenle servire la derivazione rispetto agli in-
dici indioata da ^^ri^nbl)^ -j- {n—\)cDo • • • H- /'D,,
eonsiderando come indiee di ciasoun cocflicicnte I'cspo-
nente della .r ; ma ci riuscirii piii comodo anmietterc
ormai che gli indici di a , ^ , c , . .. A sieno sempre 0, I , ...n.
— 71 —
5. Passiomo alia forma fnquadralica
?/ - -_ir ax^ -f- '^ b x"" -|- 6ca;- -\- A dx -\~ e ;
finvarianle tli 1." grado c di indire ^=2 non potrebbe
con[onere the il termine c , cLe non 6 invariabile.
42
Tel grado p = 2 ed indice f^=: 'c, =^ abbiamo le
spartizioni 4-1-0, 5-f-l , 2-]-2, ciii corrispondono i
termini ae , Ld , c- e la derivazione rispetto ar/li indict
AJ^^'^=A{Aae-\-Bljd-j-Cc')=-i Bad-^ nad-\- oBOc-t -iCbcz^zO
dh B = — 4i, 4C=: — 32? avrenio quindi linvariante
jM^=ae — 40d-j~oc' = l
che pel frequente use suol disegnarsi colla sempllce let-
tera / , noi lo dircnio il primo invariante della forma bi-
quadratica; il secondo invariante e di 5." grado e di indice
fxz=z6 , ed e
y^(^) r= ace — {be H- ad) -f- '^bcd — c"" =J,
giacche A T^='2abe-\- ■^acd — 2abe — Ab'd- — (>acd-\-
-f- 2 acd-ir Ubd-j- Ucc — G />c' = 0 ;
questo invariante pu6 esprimersi col determinante simnie-
trico
a b c
J z=i bed
c d e
t I
La forma biquadratica ammette anche im Invariante di
4." ed uno di 5° grado , ma cssi non sono altro che
— 72 —
ed anche ildiscrirainante 6 fiinzione inters dei duo predetli
invarianti fondumentali ^ > J ■> essendo
/). = /'
^'J
C. La forma di 5.° grado «5 -=-. a x" -^- '^Sbx'* -\- ecc.
non animette invariante di 2." grado, il quale dovrebbe
avere rindice |W=:5, e dovrebbe essere Aaf-\-Bbe-\-Ccd
la cui derivala rispetto agli indici d
b Aae-{- Bac -h 4 Bbd '-\- 2 C6d-h^Cc^
che non pu6 annullarsi. Vi 6 poi 1' invariante di 4° grado
y^'^) — fl7' — 1 0 abef -f- Aacdf -h\()b'df— 12 bcf-^-
-^\^ace'-^W-e^ — \2ad^-e—lUcde^ASc^e^4Ud^—o2ed\
Per gli altri veggasi una Nota di F. Ydk di Bruno negli
Annali 1856, pag. 86.
7. La forma di 6." grado ha I' invariante
4'-' z=ag — Uf-\-\'oce — \ Od' ;
e Taltro espresso da un determinante simmetrico
= aceg — b^'eg — ad-g -\-2bcdg — c'^g —
— acf'-j-bf'~t-2adef— 2bcef— 2bd'f~\-
-h 2c^df— ae^ -f- 26rfe' -f-c V — ^cd'e -+- d'\
J (^) —
•'6 ■ —
abed
b c d e
c d e f
defg
8. A verificazione dei trovati coefficienti giova osser-
vare che: In ogni invariante la soinma dei coefficienti nu-
merici e nulla ; infalti se sicno uguali lulli i a , b , . . . h
della data forma ;<„ , poslo x=^^ — ^ si avr& la tras-
formata a ?" , per la quale 6 evidenle che ogni invariante
— io —
e nullo. Dara una maggior verificazione I'osservare cho so
a = b = . . .==g la trasformata e a ^" -(- h — a , e
die percio ogni invarianle prende due valori cguali ponen-
dovi a—d = . . . ■=.g , oppure d =r. c := . . . r=c/rr:0 c mu-
tando h in h — a. Cosi, per esempio^ il discrirainanle D^
dti i due valori eguali — a d'-\-2a'd—a^=^ — a'{d — a)\
9. Fiinzioni invarianli noii eunlmickc. Peninvarianli.
Mf'ritaiio osser osservate anche le funzioni dei coefficienti
della forma u^^ di un grado qual si voglia, le quali riuiangono
invariale da essa alia trasformala iii ^=x — /S, quantunque
cessino d' essere euriliniche, vale a dire nou contengano
nello stesso modo il priuio e 1' ultimo terinine della forma
«„; il secondo ed il peiiultimo, ecc. Con tali funzioni e for-
raata I'equazione ai quadrat! delle differenze ed ogui altra
equazioae, die nou oaiigia quando nella proposta si eseguisce
la trasformazione x=:^-}-/3. Queste formule si calcolano
ricordando the le loro derivate rispetto agli indici ( § 4 )
devono essere nulle ; sussistono pure le relazioni notate al
§ 8: noi le abbiamo in parte giii trovate, e continueremo
ad indicarle cogli slessi segui, quantunque ora poniamo
a = I ; giacch6 si potrebbero moUiplicare per qualunque
potenzi della a, quindi nulla si bada al loro grado. Per
r iiidice ,M = 2 abbiamo il discriminan'.e ( § I )
il signifii-ato delle v lo spieghererao al § 15. Per I'indice 3
abbiamo la nuova formula
(.-) d — 5l>c-h20'= r3'^'-'' =r V3 ''') = p.. .
Quando I'indice 6 4 si lia il primo invarianle della forma
biquadratica ( § 5 ) ed il quadrato della predetta (2), cioe
( e — 'ibd-\-5c- z= I , . j,.
(') <
f c= — 2(r'e -^hi = r^'*'") =r F\
Scrie III. T. IV. ' '' 10
— 74 —
ed inoltre qualunque formula die risiilti linearmenle da
queste duo, qual sarebbe per esempio
e — -5 bd^U^-c — ob^ = L— 3 P\ = /^,
Anche per rindice 5 si hanno due sole formule essenzial-
mente diverse, l' una nasce dalprodollo della (2) per la (3),
I'altra e nuova e la scgneremo con P^ .
{ f~ 56# -}- I Ob'd — 1 0 ^'c -I- 4 b' = Pr
(5) ) '
( cd—b'd — Uc'-h^b'c — 2b^ = PJK .
Per r indice 6 oltre ie formula che risultano dal prodotto
delle predette si ha la nuova P^
(J — 6/;/ -f- 1 5 6^ e — 20bh{-\- \bb^c — '^b'^ = P^
ce — b^'C — 4bcd-h -i b''d-\-eb'c^- ~%k-h-ob^=PPi,
(6) / ^
d' — Gbcd-hU\l-h 9b'c'—\2b^c-h4b'^=±P's
c^— 56 V- -h ob^c — b^ ^P\
ogni altra funzione dell' indice 6 risulteri linearmente dalle
predette, cosi si trova che il secondo invariante J", I' allro
invarianle trovato al § 7, ed il discrirainante Z)' sono
espressi da
-Z)3=P3-h4P\
rimettendo la a e <
-~Di=^lad — obc-\-2 — ) -h'layc j
gicche il discriminanle D^ , non meno del Z)^ ( § 5 ) , 6 la
somma di un cubo e di un quadralo. — Le funzioni P^ ,
— 75 —
P^ , P,^ , ecc. (i ciii coefficienti sono quelli del binoniLo new-
toniano ) meritano particolare osservazione, esse sono i
aoefficienli dell' eqiiazione
che e la proposta a-" -h n()x"~' . . . .-\- fi = 0 liberata
dal secondo termine: io proporrei di dirlc peninvarianti
fondamentali, cliiamando peninvarianti tiiUe le loro funzioni
inlere. I peninvarianti d' indice 7 sono i quattro
(7) P,, P.P., /^3^4./*^3
e lulti quelli che da essi dipcndono linearmente.
Cos! pure (8) P, , P,P^ , P,P, , P\ , P\P^ , P,P\ , P\ .
Per I' indice ^ = 9 si hanno 8 di questi peninvarianti,
per ^=10 sono 12, per fA-=:M sono ii,\)cv /u=^2
sono 21, ecc. E facilissimo esprimere un qualunquepenin-
variante col mezzo del peninvarianti fondamentali, bastando
ricordare che questi sono i coefQcienti della trasformata
liberata dal secondo termine; cosi si ha il discriminante
Z)4=:P'4-^8P ,Pv,-t-54P,F-3P4-^8^ P^^P^—27P^, -lyAP\P\
qual risulla ponendo ^==0 nella formula del § 4 .
4 0. Invarianti nelie irasformate e nelle ridotle. Gli
invariant! sono caralteri distintivi delle varie forme e pos-
sono servire a riconoscerle per quanto sieno state trasfor-
mate mediante la sostituzione x =: ^-\- /3 oppure la
I
x=z — ; sicc4i6 se, per esempio, si formino le successive
trasformate, che servono a sviluppare una radice in frazione
— 71)—-
conliuuii, gli iiivaritiiili di iin" oiiiiuzione potriiniio si-rvire
di conferma di avere ben calcolali): por le eqiiazioni (.111)10116
abbiamo il solo disrriniinanto /'j , c per le bhjuadiatiche
abbiamo i due invarianli I , J ■ Qiiaiulo la risoluzione di
iin' cquazione i,'enerale si ridiice, mediante le estrazioni di
radice, ad iiii'altra eqiiazione, i ooelficienti di qnesta ridotla
o risotvenie possono esprimersi col mezzo degli invarianli
dell" equazione primiliva, e se si giunga ad iin' equazione
di secondo grado, il diserimiiiante di questa non differira
(ecocltocbe per ua molliplicalore numerioo ) da qiiello
della primiliva, giaeche per qiianio riporlai nella Nola sulla
risoluzione algebrica delle e(iuazioni,la sola funzione sinime-
Irica, di cui si possa eslrarre una radice (clie non sia fun-
zione simmolrica) e la Tl\ cioe il discriminanle. Paileremo
al § 17 della risoluzione delle equazioni di 5." grado.
II. L' equazione biquadralica
rt.r^ -h AOx^' -j~ i\c.v^ -J- A dx -f- ^ = 0
die Iia gli invarianli I, J ed il discriminanle
T),^=^P — 21 J puo risolversi mediante pareccbie equa-
zioni cubicbe, le quali tulle si riducono alia
%i' — IiU-{-2j=0 ,
4
il cui discriminanle —^J^'^oY ^^ """ differisce dal pre-
cedente che per un molliplicalore nuraerico positivo ; la
ridoita della equazione cubica e la
— 77 —
dice lia il medesimo discrirainante — i^ — J^ . Siipposlo
clie tuUi i coefficientisieno reali, se ii discrminanle e posi-
iivo le radici deW cguazione biquadraiica sono tutte rcali
0 lulle immaginarie, quelle della cubica sono iulte reali,
e quelle della quadralica immayinarie ; se il discriminante
e negativo due radici della biquadraiica e due della cubica
sono immaginarie e le altre sono reali. Una radice della
risolvente cubica servo a decomporre la biquadraiica in due
fattori quadratici, giaccbe il suo prirao membro si riduce a
— {ax'' -{- 2b X -{- c -]- iv)- meno un altro quadra to per-
fetto ( Veggasi il § 87 della mia Menioria inserita nel
Vol. Ill dcir Istituto Venelo). I tre valori di ?/; possono
espriraersi niediante le radici della primitiva, essendo
G
a
lu' = (x' — x" ) (x'" — • x"') -^- {x' — X"') {x" — X") ;
gli allri due valori si otlengono soslituendo alia x' cia-
cuna delle x" , x'" e lasciando fissa la x" . Se po-
16 ,,, , 8
niamo v=.-- (b — ac) -j w avremo un altra equa-
a^ a ^
zione ridolla in v , le cui radici saranno espresse da
V' t:=(x' -+- if" — x" — x'")- , ec. ; dal cbe poi risulta che
eiascuna x e data mcdiante la formula
Un'allra ridotta si trova ponendo w = x' x'^-j-x" x'" , ed
2c-4-2w
cssa pure dipcnde da quella in tv col mezzo di u=: — — .
-78 —
Ciascuna dello w , v , u non cangia valore pel complesso
di sostUnzioni {{x' x'')) , ({x\x"){x"' x"')) . (Veggasi il
§ X (lella Nola alia precitata Sposizione) ; e questa la ra-
gione per la (luale ciascuna di esse ammette tre soli va-
lori. — Sc reqiiazione biquadratica abbia il primo inva-
riantc / nullo, la sua ridotla tv' -f- 2 J=z 0 sara bino-
inia,cd il loro diserimioanle sai'a lui qnadfalo ncgati vo — J •
Siccoiiie niediiinte Cf|uazioiii di 2." grado ogni equazione
cubica puu ridursi binoniia , cosl potcva prevedersi die
collo stesso mezzo ogni equazione biquadratica possa ridursi
ad un'aUra avcnte il prirao invariante nullo, la quale libe-
rata dal secondo termiuc ba la forma
3c^
ax*
-f- Oc.r^^ -f- Ux'^ ■ = 0
1/ argomento ora accennato pu6 vodersi trallato det-
iagliatamente nella memoria del prof. Torlolini inserila
ncl fascicolo 5° 1858 dcgli Annali di Malernatica.
12. Forme hinarie. Le forme sogliono il piii spesso farsi
omogenee rispetto alle indeterminate ;r, j/, cioe si scrive
(I) ax' -+- nhx"-' y . . . -h hy" ;
per la stabililo euritmia degli invarianti 6 evidente che quan
to diceinnio rispetto alia x puo ripotcrsi pei* la ?/;cosi
rispetto alia trasformata cbe si otiione ponendo
aT=: a' ^ -h /S'v gli invarianti, die hanno I'indice /j, cre-
sceranno ncl rapporto di I a a,"'' ; e rispetto alia nuova
trasformata, die si ba ponendo ?/=— }^^-|— ^m gli invarianti
cresceranno ancora nel rapporto di I a ^'^ . Ora 1' ef-
fetfo di qucstc due successive sostituzioni l^ lo stesso come
quello delle due sostituzioni simullanee
— 79 —
piirche sia «=: a'-f-/S'^ , /5 — /S o , da ciii /S = y ,
a=ci — ~ c a' '^= el's — /Sy . Qiiindi possiamo defi-
0
nire ogoi invarianle d'indice (X per una funzione omogenea
inleradei coefficienli dclla (I), la fjuale cresce nel rapporlo
(// I a '^''^= {aS—/2y)'-' quando vi si sostituiscono i coef-
ficienti delta trasformata in ^,vj ottemita medianle le so-
slituzioni
13. Per calcolare quesle trasformatc credo utile adope-
rare un algorilmo conforme a qiiello che serve per la riso-
luzione dello equazioni. Si debbano eseguire le sostituzioni
io le riduco come sopra alle due successive
a;=r ^ J = g , y r= 5,^ -}- ^>, ^ 2^-}-0)f
per facilitare la prima sostituzioDe pongo da prima
x=z '^ ^ ^ =^ e ad evitare le frazioni moltiplico
la formula per S" = 5" , poscia eseguisco nel solito
modo la sostituzione P-\ — ^^ — --=:^ — 2; dopo ci6
^ cto — [iy
rovescio T ordine dei termini e vi eseguisco la sostituzione
y = y' -f- > = »/' -h 2 , finalmente muto y' in Sy^=-oY{
e nello stesso tempo divido la formula per §" =:z 5" .
Eccone 1' applicazione alia forma biquadratica
x'^-\- Ax'y— \ 2x'y' -j- Sxy' — 4y*
ponendo x = -
cienli diveDSono
— 80 —
-^ e nioltiplicando per 5' i coefli-
1 — ^2— 108 — 2IG-
-324
2
l — 14— 80— 56-
1 — 1 G — 48 -t- 40
1—18- 12
1 —20
-212
e quclli della Irasformata in — ^-I~2 sono
1 — 20 — I2-T-40 — 212, che si rovesciano, poi si calcola
la Irasfoimala in 2/-H2
— 212-1-40— 12-
- 20-h I
— 212- 584— 780-
-1580—5159
— .212- 808 — 2396-
-6572
— 212 -J252— 4860
— 2I2-IG56
212- 552— 540— 256
39
dividendo per 3^ e mutando w in 3k si hanno in fine i
coefficienti della trasformala
— 39 ^^ — 236 P M — 540 ^' v^- — 552 ^ w' — 2 I 2 w' .
Se invece si fosse da prima eseguita la sostituzione
y z= — vf -1- 2.r, poscia la x = ^H-2w, i calcoii sareb-
bero riuscili alquanto piu brevi
— 4— 8—^2— 4 H- I
—4 0-I2H-20— 39 2
— 4-h 8-28-f-76
— 4 -hi 6-60
— 4-h24
— 59-1-76- CO-I- 24 —4
—59- 2- 64—104 — 212
—59- 80-224 — 552
— 59-158-540
—59 256
(Conlinua.)
— 81
T A B E L L A
d( i (jiiirni in cui si lerranao Ic aJununze deW i. r. Islilnh
■nt'U'anno 18o8-u9.
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n
ANNO 1858-59 DlSl'ENSA SECONDA
'; •- CFM FJiEffiWl .'..,^. , •
SUI DISCRIMINANTI, INVARIANTI E COVARIANTI
N 0 T A
1
DEL M. E. PROF. GIUSTO BELLAVITIS
(CoDtinuazione della pag. Su del presciile v<iliiine.)
o<8>o
^4. Covarianti. Oltre gli invariaiUi vi sono allre fuii-
zioni omogenee tanto rispetlo ai cocflicienli quaiilo rispcllo
alle indeterminate x y , le quaii crescono ncl rapporto di
a 3
I a V quando le indeterminate si cangiano nellc
^ w , ed ai coefficienti della lorma aa;'^-\-nOx"~'y-j- cc.
si sostituiscono quelli della trasformata ottenuta colla so-
slituzione lineare a; =: a^-|-/Sw , y=y'^-{-dii : a tali fim-
zioni fu dato il nome di covarianti, e ^a ne e 1' inclicc.
Conlinueremo a segnare con ;; il gvado del covariante ri-
spetto ai coefficienti a. 0, ecc. della forma, ed m sara il
grado rlspetto alle indeterminate, il quale dicesi 1' online
del covariante. Un terminc di qucsto sara per conseguenza
O/a,/ . . . x"'"Jyl gli a-, aii . . . essendo p Ira i rocf-
Serie III, T. IV. i'2
— 84--
ficienti « , ^ , . . . . e propriaraenle qiielli cIiq iiella dala
forma moltiplicano x"~'y' , x"~" y" , . . . . ;
ponendo x=a^^ 2/^=W) il prcdetto
terminc diventcii c/ a"~' «,> ct"~" .... ^"'~J>i> ,
e dovra esserc = a'^ a,a/^ . . . (ct^)"'~JiiJ ; dunque
fx={n-—i)-j-{n—i) . . . —{m~j)—i)n— i—i' ... — (w— ;).
Se invece poniamo a :=r ^ , y = ^w vediamo nello stesso
modo che dcv' essere
dunque ^u =: t -4- t' -f- . . . — ; ; paragonando questi due
valori si vedri che I'indice fx di un covariante dipende dai
tuoi grado p ed ordine m , non che dai grado n delta forma
col mezzo delta /u = i-j-i ... — j =. - ~- — .
1 Ty. Catcoto del covarianti. Noi segnercmo con
^^f''"''{uj o piii scnipliccniente con V,/^'''"^ il cova-
riante di grado y e di ordine m della forma ?i,^, e porremo
rr^ =z Ax"'-{-m Bx"-''y-h "'^"^'^ Cx'''-^ • • • "f" Fy'" ■
Vedemmo al § 4 die posto x=:^-h/Sy i coefficienti b,c ,...
della M„ ricevono gli accrescimcnli infinitcsiiiii a/3 ,2I>0 . . . ,
menlre a; divenendo ^ diminuisce di /3y , quindi 1' inva-
riability del covariante csige die sia
(al), -h 2^D. . . . -h ny D, — y DJ V'!','"'^ — 0
cioCi, coUa caratteristica A allora usata, sara
A A.x"" -h m A B. x""^'y -\- cc. = mAx"'~'y -}-
H- m (hi— 1 ) Bx'"~'y^^ -+- ec.
perci6 A.1=0 , M—A , AC=z2B .... Af— «?£ .
— 85 —
La prima di queste equazioni c' insegna die A , che noi
segoererao con v'p^"') , 6 un peninvariante (§ 9) (reso
omogeneo mediante rintrocluzione della o) d' indice u e
di grado p . I Z? , C , . . . potrebbero calcolarsi mediante la
derivazione rispetto agli indici (§ 4) segnata con v ; giac-
che per I'euritmia si ha anclie mB=:\jA, {m — l)Cz=z^B , ec.
Ma riusciri piu comodo dedurre mediante reuritmia da
tutti i termini contenuti in Ax"' tutti quelli contenuti in
Fy"\ poscia calcolare E,...C,B col mezzo delle relazioni
precedent!. Si noti peraltro che i termini di Fy'" potranno
avere segni opposti a quelli di Ax"", in tal caso il covariante
potri dirsi semicurUmico. — II covariante di \° grado e
dell'ordine n e sempre la slessa forma, cioe
4 6. Esempii. Pel covariante di secondo grado e di se-
condo ordine V[^^-) = Ax'-^2Bxy -j- Cy' della forma cu-
bica j/3 6 11=5, p—m=z2, ^=2, nell' indice 2 abbia-
mo (§ 9) un solo peninvariante, che reso omogeneo 6
oppunto di 2." grado, noi lo segneremo con i;<^.^) ed avre-
mo A—v^-^-) = ac~b^- ; nella forma cubica I'euritmia per-
muta aeon d, e b con c , percio dal precedente A dedur-
remo
C~bd-~c\ poscia ^B^iAC-ad-^Uc—Abc^zad—bc,
ed /i ~ A/? = I (5ac—ac~2b^-)=ac—b^' 6 il peninvariante
da cui siamo partiti, quindi
]\-^-) — {ac~-b')x-^ {ad~Oc)xy-\- {bd~c')y^'
a cui pu6 darsi la forma
i
ax-^by , bx-\-cy
bx -j- cy , cx-\~dy
— 86 —
eporcio (vcggasiil §79 clella mia memoria siii deterniiiianU)
csso d r Ilcssiano formato colle dcrivale parziali secondc
della forma M3 = ax^ -\-obx-y -{-ocxy--^dy^ . — RispcUo
alia medesiraa forma sc per prime coefflcicnle A di un
allro covarianlc noi prendiamo il peninvariante
r^ = a'il — 'oak-{-2b''
(rcso oraogoneo mcdiante Tinlroduzione della a) abbiamo
r indicc f/,=.o ed il grado p:=o , pcrcio la 2fx^=i\p — m
ci du w-r5 per I'ordinc del covariante-, il sue cocfliciente
D fatto euritmico al precedente
v(3>3) = a'd— oabc -+-2l)^ 0 D =: rtfP — 5acd -f- 2c^ ,
ma calcolando Ic formiile Ai)=:5C, AC=2B , AB=A si
perviene ad A col segno cangialo, siech6 avremo il cova-
rianle semieurilmico
p(3,3)-- „ {a''d — oa(}C-\-2b^)x^—'^{alHl-2ac^-+-b^c)xy-t-
-i-5 {acd—2bhl-\-br)xy^- -h {ad'~obcd-h2c')y^ .
— La forma cubica ammette altri covarianti, ci bastora
indicarne il peninvariante v^/''"') che ne e il coefficicntc
del I .° lermine, giaccht; mediante la derivazione A rispclto
agli indici del suo euritmico si deducono tiilti gli allri. Pel
covariante di ^.''ordine soddisfaremo alia 2^=r5/) — 5 po-
nendo ^=4 , f/.=:'i ; fra i due peninvarianti di indicc i (§ {))
non possiamo adoperare che qucllo senza e, ed infalli
r'/t,4) = a'c- — 2aO'c-j- b' — P\
ci iVd un covarianlc euritmico. In simil niodo si trova il co-
variante euritmico da to da
^(^3,5) -— (i^^ — ab'z=:al'^
— 87 —
ed il semieuritmico dato da
vOI,6) _ _ (a^d—5a'bc'\-2ab') =z — aP^.
17. Applicazione alia risohizione deWeqiiazione cubica.
Sc median te le sostitiizioni x^^ ol^-^^y) ^ y =z y^-^^y]
la forma cubica n-^ = ax^-\- ec. dee ridursi alia binomia
a P H- (/' m' j il suo covariaole llessiaiio F^J''^'), essendo
O'=:c'=0 , diventeri
VM+M'-
a b
cd
{Ct'^^(3^){y^^ly,)
\b C
J\{y^^M" = a d'
a.l3\^ .
y
^«;
ponendo >frrrO si vede che il covariante !'<> '^) dec an-
nullarsi quando \i si pone a- = a , y ^=z y^ cosi pure
esso si anauUerii se ^ = 0, x=^0 , r/r=:5. Dunque per
ridurre v^ a quella che dicesi la sua forma canonica
a' P -1- (/' M^ bisogna risolvere la
a b
be
\ab\
'c d.
b c
c d
=zO
che percio fii delta I'equazione canonisanle. Quesla canoni-
sunle ossia equazione risolvcnle (§ 10) ha lo slesso discri-
miaante della primiliva, giacche
\b c
\b c\
\c d\
a b
c d
18. Allri covarianli. Per la forma biquadralica la rela-
zioiie 2fj(,=^4i> — m si pu6 soddisfarc coq
m=2 , ;)=2, fx:=o , ma il pcninvariante P. (§ 9) e di
grado superiore a p=2. Nemmcno puo esf^cre p^=o, ^^Fi,
— 88 —
perelie il poninvariante ^5 contiene il coefliciente /, cho
apparlieiie alia forma V'^ , od il peniavariantc P^P^ c' di
grade) suporiore a /):=:5 . Abbiamo poi il covariaote eurit-
niico dato da
v^^ -A) = ac — l>' =^ P^ , . .
che c r Ilessiano dolla forma biquadralica. — AUri cova-
rianli sono dali da ^''f ''^''= ac—b''
tt(^ ,3) :— - Qf^c — ^ '^ — (Up- -f_ 2l,cd — c^ =r J
t,(3,i)_— (i(.g_(,'(j — oadf-\-oOif -{~2ae'' — l/de — oc-e~{-2cd^
v[^A)=zae — ■ ■'4(>d-j-<5c- = I.
^9. Teoremi che danno del covarianli. Sono covarianli
od invarianti non solamente gli Ilessiani (§ IC), ossia i dc-
terminanti i cui 2- termini sono Ic dcrivate parziali-sccon-
do (tali sono il discriminanlc D^ cd i covarianli J'^ '""K
^V'*' ' ^'*''") ; '^1^1 ancora i delerminanti, i cui 3'' termini
sono le derivate parziali-quarte (tali sono Tinvariante
y^^>=J, ed il covarianle Fi^'^') ; ed ancora i delermi-
nanti con V termini clie sono le derivate sesfe (tale e I'in-
variante /(.'i> ), ecc. — Dali due covarianli di una medesi-
nia forma si puo ottenerne un lerzo mediante il determi-
nanle formato colle loro dei'ivale-parziali-prime. Cosi per
la forma cubica ^3 , cbe e covariante di se slessa, e cbe ha
il covariante V^^--"^ , si ha
5j-,3,3) _ 1)^ pa'". D, u ■ - D,. r(/'->. D^ u .
20. Come da una forma si deduce un invarianle, cosi
viceversa da un invarianle si deduce una nuova forma
dello stosso grado dclla primiliva, e che ha una grande
rassoiniglianza con un covariante, diffcrcndone soUanto
— 89 —
per la permutazione delle x , y nelle y , — x \ qiiesta
nuova forma fu delta evettaiUe , e per 1' invarianle J^/"^ 6
data da
(x" D« -4- a;"-' yJ)b-h x"-^ f- D, . . . -|- y" D, ) rf .
Noi considereremo invece la forma
e /(/^) = ( -t a;" D;. + a;"-' ?/ D. . . . — a-i/"~' D^ -h (/" D J J[t'^^
la quale corrisponde col covariante 58*^""'' "^ m,j ; la ca-
ratteristica S iodica I'operazione espressa dalle ordiiiarie
derivate D ; cosi per esemplo i discrimiiianti Dj rrr 7*^4) ,
D^ r:^ If e gli altri invariaDli / = J^^^ , J=Jf , ee. gii
considerati danno
e 2)3=: — 2 F(f .-3) ^ (5 /(.) _„^ ^ g y(^3) _ y{. .4) , e /),, — \X- .4 ) ,
e ;<4) — 2 If --S) , (? ;</) = «(- , g ;;4) = v^^ '<^> , ecc.
Questi covarianti quasi identici agli evettanti danno origi-
ne ad altre relazioni, come per csempio
essendoehe ogni invarianle di uno di quosti covarianti 6
invariantc anclie della forma primiliva. Si ha pure
58'^-) (iw') = 7)3. r',^'^)
e siccome al § 17 vcdemrao clic
2) M3z=r 4 3) (2J(»'*>?/3) , cosi mutando 7/3 in r',^'^) sara
S)( V[^ .3) ) r= 4 2) ( 58(=' ==') r(/ ,3)) z= 42) (Z)3 . Ffj^ '^) ) =
z=4Z^V-2>{H-^') = />\
— 90 —
il che 0 iin tcorcma dato dall'Eisonstcin ; vcggansi le me-
morie del Brioschi nci volumi 185 5, 4 856 e 4 858 degli
Annali di mateniatioa.
I N D I C E
Algoritmo per le trasformazioni § -13. — Brioschi § 20. —
Canonica, Canonisante § 17. — Covarianll § -14, 45. — Deter-
minant! § 4, 7, -16, -19. — Derivazione rispetto agli indlci § 4,
-15. — Discriinlnanti § 4, 5, 9, 47. — Eisenstein § 20. — Equa-
zioni di V grado § 41. — Euritniia § 2. — Evettante § 20. —
Faa § 6. — Forme § 4, 42. — Hessiani § 46, <19. — Indice
§ 2, 3, U. — Invarianti § 2, 4, 5, 8, -10. — Peninvarianti § 9.—
Ridotta, 0 Risolvente, siio discriminante § 4!0, dl, 47. — Se-
mieuritmia § 45, 46. — Tortolini § 11. — Trusformate § 40.
RAPPORTO
del m. e. e vicesegretario dott. Paolo sul Panteon
Yeneto, secondo I'art. 8 delle discipline determinate
dair i. r, Islituto il 28 giugno 1847.
Quando iid 18 57 V I. R. Istitiito, a perpeiuare in
mode solenne la memoria degli uoiiiini illuslri che nei
divorsi tempi fiorirono nelle Venezie, proclamava il nobile
divisaiucnto d' innalzar lore im Panteon sotto le \oIte
uiedesime di questo palazzo, che a far piu splendide le
tante nionumentali sue glorie ne dovcsse accoglier le im-
niagini, non fu ne ingeneroso ne tardo I'amor cittadino a
risponder degnamenle airinvilo, facendosi nell' opera ono-
ratissiraa eniuio alT Islituto medesinio.
Da queir epoca ul 1857 si videro mano niano ornarsi
le logge dei Inisli di:
PIETRO REMBO GALILEO GALILEI ,
PAOLO PAKUTA PAOLO SARPI
APOSTOLO ZENO GASPARE GOZZI
MARCO FOSCARINl BERNARDINO ZENDRINI
ENRICO DANDOLO GIOVANNI POLENI
CARLO GOLDOM ANTONIO CANOVA
VINCENZO SCAMOZZI FRANCESCO MOROSINI
BENEDETTO MARCELLO
e si videro pur decorate di due medaglioni, quello di
Giovanni Arduini e Lazzaro Moro.
Dal 1857 ad oggi il Panteon, non senza merito aibuoni
lifGci della nostra Coramissione, crebbe d' altri sei busti,
(he dobbiamo ad egregi concittadini o pronipoti o stima-
Serie 11I,T. IV. 15
— 92 —
lori (li quegli iiomini oiiorandi, di cni al noino aggituigonsi
le iscrizioni.
Vittore Pisani
VITTORE PISANI
DI CCl K DIUBIO
SE PHI INSIGNE FOSSE H, VALORE NELI.' ABMl
0 LO AMORE DI rAXRU
AL SEMPRE DESIDERATO EROE
IL PRO^^IPOTE
VITTORE PISANI.
P.
N. ^324. — M. 1580.
Carlo Zeno
A
CARLO ZENO
ILLUSTRE CAPITANO
DELLA VENETA REPl'CBLICA
IL PUONIPOTE PIEl'RO ZENO
ANNO 1857
N. 1534 — M. 1418.
Giovanni licllini
GIOVANNI BELLINI
CUE LA riTTUKA YENEZIANA
fatta per ltji adulta e fiorente
preparo alla gloria di tiziano e di cioroione
p. jacopo treves de bonfili
nell' anno 4 858.
K. 1424. — M. 1514.
-93 —
INIclchiorc Cesai'olti
MELCIIIORE CESAROTTI
rniJIO SEGRETAUIO
hell' ACCADEMIA INSTITLITA 15 PADOVA
DAL VENETO SENATO
EBCE CRAN FAMA Dl FILOLOCO E POETA
N. 1750 — M. ^808.
pall' ACCADEMIA STESSA.
Fr;iiicesoo Pajula
FRANCESCO PAJOLA
CELEBRE LITOTOMISTA
DEL SECOLO DECIMO OTTAVO
N. 1741 — M. 1816
AL MAESTRO DEL DEFBNTO SUO CEKITOKE
BARTOLAMMEO CAMPANA.
QCI POSTO KEL 4 838.
Giasubatlista GallucioIIi
GIAMBATTISTA GALLICCIOLLI
SACERDOTE TEUETO
NELLE LINGUE ORIENTALI
E NELLA STORIA PATRIA
DOTTISSIMO
^. 1755 — M. 1806.
IL rRONU'OTE PIETRO OALLICCIOELl
r. 1858.
— 94 —
Tiziano Vccellio
TIZIANO VECELLIO
PRI?iClPE
DELLA PITITRA VENEZUNA
N. 1477 — M. 157G.
giuseppe de reali pose
l' anno -18o8.
Con queste notizie Y I. R. Istituto si pregia d' attestare
il grato animo ai benemerili chc posero i busti, adem-
piendo contemporaneamente aile discipline stabilite a lul
uopo nel giugno 1847.
81IL CLIM DI ilZlil
STUDII
DEL DOTT. ANTONIO BERTI
1 ThATTI
DALLE OSSERVAZIONI METEOROLOGICHE DEL VENTEXMO l83G-55
EL) ACXOVPAGNATI
DA TAVOLE M MEBICHE E GR,iFlCHE
co.j)oo-
N,
'eir nttiiale fervore dclle fih^iche iliscipline o di uiczi^o
ai Icntativi non iiifelici, die aiciini illiistri iidiiiini vuiiiio fa-
cendo per sollcvare la metoorologia air allczza dollesrienze
sorelle e per darlu piu sdlide basi, uon repiiiaioperaiuiilile
o mal gradita 1' occiiparnii intorno al clinia di quosta cilia
suir esempio di molli niedici niiei predecessuii, i quali, non
immemori dei precetli ippocratici, vollero innanzi tullo co-
uoscere le particolari fisiche ed atiuosferiche condizioni dei
paese da essi abitato. Mi conforlava poi a cio ilsapere non
essersi eseguito veriin recenle, od ainieno complcto lavoro,
sulla cliraatologia veneziana, avvegnache non difetlassero i
materiali^ e qucsti anzi, per cresciuta diligenza epiu acconci
stromenti, si fossero ncgli ultirai anni resi di gran lunga
raigliori. A persuaderseue non e d'uopo che di gitlare iin
rapido sguardo sul passato e vedere quali opere si abbiano
su tale argomcnto, e a qua I tempo apparteugano.
— 90 —
lnf;il(i noil soiio coi-to reccnti i liivori dell' Oi'losolii (I)
<1<>I V;il;ilclli (2), del Filiasi (5), del Thoiivencl (5), che ;ippar-
fengoiu) ail" iilliiiui meU'i del secolo seorso ; noii lo equello,
die leggesi nelle opere del Tonldo edilc al priiieipio di
queslo secolo (S) ; noil (lucllo del eaii. Ti"a\crsi piibblicalo
iicl Vol. I iMlnEsercila'inni scirnlifuhc c Icilerarit' dcll'Ale-
iieo ((»), clie va dal iSII al I S2(), abbraocia soli IOanni,cd
0 aiieho rislrcUo a poelii prospelli di medic o di doniiiianti
annuc e meiisiji ; non (jiiello del Federigo (7), cIk; rieco di
erudizioiio meleorologiea anlica, sla pei gionii suoi alia Ui-
(1) Lti. ensfiluziiinc. correnic brevcmcnic esposfa dal dollar Piclro
OrlescliL Veiieziii 1762, appres.'^o Dnitieiiico l)eiei;iii. — L' autoie, per
rsffiirzare alcuiie stie considerazidni sopra iiii' epidemia di morbillo,
ripnrta in fine al vcijiiiiie le osservazioni meteorologiclie fatie dail'sr-
chitetto Temaiiza d^l p;-i:iio gennaio \1Q[ a tiitto aprile 1862; osser-
vazioni, cli'egii appella una gioiella : lantn aliora parevano cosa rara!
npllii stesso : Gionude medico pubblicato in Venezia. nel quale,
dal 1762 in poi, si irovano le tabelie nieteorologicbe nieusili del Te-
inanza.
(!') Di.tscr/nzidnc kuW oo'figrafta di Venezia del dnlt. Vnlafelli.
— Vniiezia I78S. — Dello stesso: Topografia /isico-medica di Venezia.
Venezia, press" Andreola 1803.
(■')) Memoria delle proeelle, che annuahnente sogliono regnare
nelle mareimne vencziane, del conic Giacoino Filiasi. — Venezia, pres-
so A. Zatl.i.
(4) T/rii/e sju- le clii/taf rf" Ilalie cnnsiderc' sous ses rappoiis
physiques ivelcnrologiques et 7n'Jdicinaux, etc. eic.^par Tlwuvcnel. —
Vei-OMP. rliez Giuliitfi 1797.
(V>) C'omplefa rficrolla di opiiscoli, osservaziovi e no/izie diverse
conlenule nei giornali aslro-melcorologici dell' abate Giuseppe Toal-
do, ecc. ecc. — Venezi.i. piesso Andreola 1803, torn. IV, pag. 150.,
(6) Veggansi i (}nattii> prospetti nieleorologioi posli in calee del
Volume.
(7) Topografia /isiro-niedira delhi cilia di Vcneziit . delle sue i.'mle,
csluarii e lagune, dci cangiamenli nali c dei mezzi profihillii-i d' i-
giene, del prof. Gaspare Federigo. — Padova, coi tipi deila Minerva
1851.
— 97 —
vole del Traversi ; non qnollo dello Schouw, cho, scrivendo
intorno il ^830 sul oliina d'llalia (I), loglieva per Venezia
i dati dalle ricordate tavole del Traversi, e per gli nitimi Ire
anni, cioe lino al 1829, dai nianoscritti di liii.
E bensi vero elie in tempi a noipiii \ieini allri lavori si
sono inlrapresi di simil genere, lua, o non uscireno dagli
anticbi dati, o poco vi aggiunsero, oproeedeltero disoidina-
tamente e uon senza gravissinii errori. Accenno prime le
tavole del marase. Marmont (2) esistenti }iaile ncgli Arclii-
\'ii deir I. R. Istituto Veneto, parte puiddieaie nel Vol. II
de' siioi Atti, le quali pero n ^n abbraeeiano die due brevi
period], cioe dal l.° novembre 1841 a tulto in.arzo 1842, e
dal 1." gennaio al 3 giugno 1843, e risguardano piii <lie
allro r igrometria osservala col psicrometro, nuovo allora
per questi paesi, e calcolata colle tavole dell' August. Ven-
gono poscia i brevi, ma succosi, cenni inseriti dal Namias
neir opera : Venezia e le sue lagnne (3), pubblicata in oc-
casione del nono ed ultimo Congresso degli scienziati : in
essi, a vero dire, le quistioni meteorologicbe sono diflusa-
mente trattate ; si passanoinrassegna lutti glielementi delta
cotidiana osservazione ; si riportano i risullamenti offerti
dalle quantila medie ed estreme; s' instituiscono opportuni
confronti colle altre citta dell' Italia; ma quel lavoro e^em-
pre fondato alle veccliie tavole del Traversi e aicalcoli dello
Schouw, e solo vi si aggiunsero, come dato comparativo, le
osservazioni degli anni 1845 e 1846, fatte dal prof. Wiil-
lerstorf nell' I. R. Collegio della Marina.
(t) Tableau du cliniut de I' Italie par Sc/iovw. — Copentiagne.
Vol. I, 1859.
(2) At/i dell' I. II. htitulo Yencto di Scicnzc, Leilerc ed Aiii.
Vu!. 11, paj;. 29 e 584.
CO Venezia e le sue layune. — Veuezia 1847, eoi lipi dell'Aiito-
nelli. Vol. II, p:)!^. 265.
— 1)8 —
In quel torno dettava un" operelta su Vonczia anclie il
Taussig (I), in cui t; parlalo del suo clima, ma lo nolizie,
cb'ei dS,sono[)escalenolFiliasi, nelTliouvcnel, nelloSchouw
e nel Brera, ne altro vi aggiunse clic i prospetti meteorolo-
gici del 1850-40-51-42-43, cioe d' un quinquennio, toUi
dagli Arcliivii municipali e per la maggior parte inconipleli
od eri'onci. A questa succcdette il lavoro del Carriere (2)
sul elima d' Ualia pul)i)lical() nel 1849, lavoro diligenlo o
pregevole.elio approlilta pcro degli scritii edelletavole ante-
riori, e in ispecial modo di qnellidelloSchouwedelNauiias,
e s' arrcsta ad unepoca lontana da noi dieci anni. Poi v'ha
un' opera di certo Gustavo Joseph di Breslavia (5), clie
alia elimatologia veneziana consacra un lungo capitolo, ed e
la sola, clie si potrebbe dire recente, siccome quella, che
conduce le osservazioni fino a tulto il 1854. Ala d' altra
parte quest' opera, fornita a suflicienza di osservazioni e di
prospetti meteorologici, porta senz'ordine alcuno lo studio
quando sopra undici e quando sopra cinque anni, e spesso
non seguiti o diversi ; s' appoggia a calcoli quasi sempre
erronei, ed e fatta con tale trascurataggine da obbliarc, ad
esempio, tutte le niedie lerraonielricbe mensili del 1852 e
ripelere in loro vece quelle del 1850. Qualche altro scrit-
to, che pur v' eollregli acccnnati, come quello del Brera (4)
(1) Venedifi als Rnrnrf. ein fiihrcr fiir Kranlc und Lciclende
von doct. G. Tiiussif/. — Veiiedii; l8o5 ( Zwvile Aiis:.;;ibe ) piii.'. o'2 e seg.
(2) Le cUmat de V Ilnlie suns le rapport /nyicnique et viedical,
par le duel. Ed. Carriere. — Ouvrnge coiironiieL' par I' Instilut de
Fr.iice. — Phi-Is 18'i9.
(•i) Venedlff als WinteraufcnthaU fiir Bruslleidcnde von docf. G.
Joseph. — Breshui -18y6, dalla pa^. 59 alia 71.
(4) Isclil C Vcnezia. Memuria sulla fclii-e influenza del cliitta
delta cilia di Venez-ia, eec. ccc, del pnif. Valcriuno Brera. — Ve-
il ezia 1838.
— 99 —
e del Tassiuari (1), o sono opera piii luedica che meteoro-
logica, o non meritano ne meno il raagro onore di essere
ricordali.
Dalle narrate cose apparisce dunqiie manifesto che i
lavori climatologici sopra Venezia, o sono conslderazioni
general! di fisica medica pinttosto che vere indagini meteo-
rologiche, o portano veochie date, o si restriugono a brevi
periodi, o danno calcoli errati. Anzi siccome tali errori ri-
boccano in tiitti gli scritti, che non presero a fondamento
le tavole del Traversi, ma, o le trassero dal Municipio, o si
affidarono a quelle stampate annuahnente nella Gazzclta
Uffiziale, ne consegue che le nolizie da noi possedule sul
clima della nostra citti si compendiali^ tulte in pochi pro-
spelti di medie annue e mensili, e non oltrepassano il 1829.
Da cio, come dice va, la necessity d' uno studio conipleto
sovra un periodo piii largo e recente. .
Ad attuare questa idea incominciai dunque dal formare
pel venlennio 1850-55 le medie mensili ed annue e dal cer-
care le dominanti dei sei elementi meteorologici, cio<i a
dire
della pressione barometrica,
della temperatura,
dell'umiditi,
della quantiti"! della pioggia,
della direzione e forza dei venti,
deir aspetto del cielo;
medie e dominanti, che, dal 1847 in avanti, non si erano
mai calcolate ; poi le divisi in due decennii, e le disposi per
mesi, e le divisi e disposi per istagioni, e le raggruppai per
(4) Dh climat de Yenise et des ressourees salutaires qu' il offre
par le doct. Alexandre Tassinari. — Veoise 1845.
Serie III^ T. IV. 14
— 100 —
(|iiiii(jiu'!!iiii divisi per mesi c per istagioiii. Di l;ili prospclti
cercai S('i:![)ro la media o la doininaiitc totalc, o dclenuinai
reslcnsione degli spazii percoisi in que' vaiii period! da-
2,11 stromeiiti. Lo stesso lavoro cseguii poscia siille quaiitila
eslreme, nolando le (lifiefeiizc e cereando le oseillaziosii
eosi del iiiese eome dell' anno, e posi a eonlVonlo le medie
massinio c le miniuie colic totali, c liovai le propoi'zioni
relalive esprimendolo, (juando polevasi, in cenlcsimi, od al-
Irinieiili in niillesinu della ([uantita totale, c infine, corri-
spondendo a eiascuno de' niiei {[viinquennii un maximum ed
iin minimum delle niacchie solari, le qiiali, comeognuno sa,
obbediscono ad un di-eennalc periodo, inslituii fi'a questo e
queili un esanic di paragone. Tutti quest! materiali li Irassi
poi dai diai'ii dell' Osservatorio meleorologico annesso al
Seminario [)atnarcale della nostra citta, di cui nelle uozioni
prcliininari troverassi uno slorieo cenno. Essi, quali docu-
menti deila precisione dei calcoli e della verita delle conclii-
sioni, vengono uniti alia pr(>sente opera sotto forma di ta-
vole numericlie c graliche.
— 101 —
ISOZIOM PRELIMINARI.
TopoGRAFiA DELLA citta'. — Giace Veoezia a 2f?", '■?.)' di
longiiadine (lallisola del Ferro, e a ^o", 2G' di laliliiditie bu-
rcale su gnippo d'isolettc sporgenti dal seno dampia iagunu,
alquanto a seltentrion? del centro di qiiesta, e (|uasi ad
eguale dislanza dal rontinente e dal mare. Di figiira iin po-
co alliingata cd irregolare ha il circuito di metri lineari
•10,700 compi'cse Je due isole di S. Giorgio e delia Giudef-
ca, e la superfieie di metri qnadrali 13, 123,2 10. La inier-
secano per ogni dove nioili ristretti canali atlravei'sati da
ponti, cd imo maggiore la bipartisee, il Canale gi-ande, hm-
go metri 5,900, largo mediamcnle ;30. La lagiina, entro ciii
sorge, e iin bacino di bassi fondi variamG..'3 intcrroUo da
caaali e sparse d' isuletle, la cui maggiore lunghezza in di-
rezione di grciHi-libeccio e di miglia geograliche 21, la lar-
ghezza di 7. Una sti'eila lingua di terra sabbiosa conliaua-
la da dighe artiiii-iali, appellate murazti, la divide dal ma-
re, clie spinge entro, e rilira pei" quatiro grandi boeehe le
acque sue, le quali vengono cosi due volte ad ogni 24 ore
a rinovellare ([iselle della laguna, e vi mantengono un' atti-
va eircolazione. II I'ondo del bacino consiste in un banco
di rreta piij o meno copcrto da anticiie deposizioui fiuviaii,
da sabbie marine, c da resti di esseri organic! vegetabili cd
animali. Esso non e cbc la continuazione subacquea della
grande pianura, che corre fra gli Apcnnini e ic Alpi, ne
raccoglie le acque, e le porta al mare Adriatico. L'orizzon-
te suo aperto ad orienie e a meriggio, tinelie roccbiovi
giunge, tormina ad occidente nell' iimilo linea dei colli Eu-
gaaei, e a seltentrione nclla \)\\\ elevata dell" Alpi, da cui la
distanza minima e di 50 miglia. La citta mama di i'onti
— 102 —
ualiirali; i pozzi, oiid'e fornita, salvo i pochi artesiani, rac-
colgono r acqua pluviale, c la scrbano. I fiuini, die altra
volta metlovano foce ncila laguna, furono, lino tlal sceolo
decimoscttimo, condolli fuori di essa, ed imraessi nel mare:
il solo Bienta veiine in quesli ultimi anni ricondotto nclle
acque di Chioggia.
OssERVAToRio. — L' Ossei'vatorio meteorologieo e nel
Semiiiario patriarcale prcsso la chiesa di S. IMaria della
Salute al civico N. \ del Seslierc di Dorsoduro. Esso con-
sistc in una camera d'osservazione e in una specola. La pri-
ma e ua paralellopipcdo abase quadrata di metri lin. 2,81
e coir allezza di metri 5,50 : ha tre linestre, una al Nord,
una u'lEst, la terza al Sud: all'Ovest sta la porta, la di cui
altezza e di metri 1,73,1a larghezza metri 1,19. La specola
ba la declinazione oricntale di 8° : il suo pavinicnlo e un
rettaugolo coi lati di metri 2,79 e 2,90, ed t fornita allEst
d' un parafulmine alto metri 4,00 dal suo parapetto. L'oc-
chio da essa gira liberamente sull' orizzonte, salvo da oc-
cidente, dove si slancia a ben maggiore altezza I'ardita cu-
pola del prossimo tempio. II pavimenlo della stanza di os-
servazione si eleva dal livello medio della laguna di metri
-15,48; il parapetto della specola di metri 20,21.
Cenni storici. — Innanzi il 1855 le osservazioni me-
teorologiclie si facevano per cura del prof. can. Traversi
neiri. 11. Liceo Convitto di Santa Calerina, in sito alto me-
tri 7,40 sopra il livello medio della laguna. Nell' agosto di
queir anno gli stromeuti furono Irasportali nell' Usservato-
rio attuale, ed ivi, il 4 scttembre, si ripresero le osservazio-
ni, che continuarono senza interruzione sino oggidi, c im-
mulale (ino al luglio -1855. A quell' epoca 1' I. R. Isliluto
— 103 —
centrale di meteorologia e magnetismo terrestre residento
in Vienna propose che anche qui, come in altri siti della
monarchia, lericerche meteorologiche si conducessero sovra
iin piano comune, e se ne registrassero i risullamenti in
foggia uniforrae. Accettata la proposta 1' Osservatorio fii
provvcduto di nuovi slromenti, ebbe norme per la nuova
registratura, ed aumcnto, come si vedra in seguito, gli de-
menti delle cotidiane osservazioui. Queste \engono con
molta accuratezza eseguite dal Rev. Vice Rettore D. Piclro
SoLiaolin, coadiuvato da uno de'chierici piu altenti e capa-
ci, il quale da tre anni c Tab. Giuseppe Menoguzzi. E qui mi
sia concesso di confessarmi ad essi, e agli altri preposti del
Seminario, debitore d' assai, e di renderne loro sentite e
pubbliche grazic. Imperciocche io trovai in chi regge quel
luogo ogni fatta guisa di gentile condiscendenza e di squi-
sita ospitalita, e nulla mancommi di cio, che poteva giova-
re questi miei studi, ai quali posi termine presto appunto
pcrclie, ed essi si mi compiacquero, ed il Meneguzzi mi
fu si destro e sagace e infaticabile aiutatore.
Strojiemi. — Dal 4 seltembre i 853 al I ." gennaio 1 85G
si adoperarono :
I . Un barometro a sifone con iscala segnata dai 27 pol-
lici, ai 29, divisi ciascuno in 12 linee, di cui ad occliio si
prendono i decimi. La scala e mobile, e comincia inferior-
mente da sottile laminetla d' ottone, che dee essere, da chi
vuol sapere 1' altezza, condotta per opera d' una vile a li-
vello della superficie convessa del mercurio nel braccio cor-
to del sifone. Alio stromento sla unito un termomelro rea-
muriano : esso pende dalla parete orientale della stanza di
osservazione all' altezza di metri 16,53 sopra il livello me-
dio della laguna.
— 104 —
2. Uii lernioiuotro cosliiiilo dal DolN^ml ooii duplice
sealo, qnelhi del llonmur, da gradi — 20 a -|--S0, v qiiclla del
Falircniicil da I S a H— i20. Ksso stava liiori della fiiieslra,
a! Nord apucso ail' im|v()sla, cho senijji'o ciiiusa, il dircndeva
dal solo, ciirondalo pero Idx'ramcnic dalT aria oslcni;'., hi
quale vl eiilrav;. altravci-so una larga porsiana.
5. Un igi'onieiro del Saussui'e a capello col limite della
massima secchezza (0") noirestreiiiila inferioie dellarco di
cercliio, su oui c segnala la scala; con qiiello della inassima
umidita (iOO") neiresli'omiia superiorc. Anch" csso, come il
tormonieli'o, stava appeso aH'iniposIa della lineslra scUen-
irionalo iicila slanza di ossorva/ione.
4. \'i\ an.'uiosi'opio eonsislenle in una bandcruola so-
slenula da verga di ferro ail' allezza di melri 21,01 sopra
il iivello niodio della liguna. La verga entra per il soflitto
in una cainorctia aiUgua a (juclia d osservazione, e r«iette
in niovimenlo un indire orizzrmtale sopra un quadi'anLe,
(•lie ha sedici divisioni. La handcruola soprasia i prossimi
edifizii, salvo la cu[)oIa dcila chiesa, eh:' pero s'eleva a non
ionue distanza.
o. Un pluvioraeLro compo:^lo d'Uii vaso paralellopipedo
lungo 0 slrcllo, e d' un iinbuU) ctdl apeiiura d' un jiollice
parigino quadralo. II vaso porta in uiio de'suoi lali esterni
UR cannclli) di vclro graduaio, ciie comunica con csso per
un forellino poslo nci foado. La pioggia dunqne, raecolla
dairimhulo, seende iiol vaso, e di la enlra e sinnal/a nel
eannello, dov' e uiisurata.
Ne! luglio poi del 1853 T Osservatorlo venne fornito
L d' un bai'ouielro a pozzelto del Kappcller;
2. d" un terniometro reanuu'iano dello stcsso ;
3. d' UII [isicromeU'o dell' August ;
'(. d un pinvionieti'o;
— 105 —
ma qiiesti slronienli, clie si oominciaiono ad adoporai'c il
di G di quel mese, sorvirono fuio al 1.° gennaiu IHIJG per le
sole osservazioni, clie si spedivano a Vienna: per quelle di
Venezia si continuo a fare uso dc'vecclii stromenti. Quin-
di reputo inutile il deseriverli. Finalmente il 13 aprile 1855
rOsservatorio fu provveduU) dun ozonomelro dello Schoen-
bein, e lino dal di seguenio si diecle principio con esse a
questa nuova serie di ossei'vazioni meteorologiche.
01 Ire agli indicati slromenti esislono nell' Osservalorio
parecehi altri teimomelri, un termometrogral'o di Six e Del-
lani, con cui si notano ad ogni 2 } ore dal 1." gennaio '1 850
le niassime e minime temperature; ed un barometro anc-
roide del Vidie genlilmenle dunato dal nob. co. Giovanni
Qulrini Stampalia, che lia le graduazioni in centimeUi ed
in millimetri, e serve ad instiluire confronti col barometro
del Kappeller.
Ore dell'osseuvizione. — Le osservazioni col Itaro-
melro, col termometro, coll' igrometro e colT anemoscopio,
sifecero sempre tre volte in 2 5 ore; quelle eoU'ozonometro,
due; quelle col pluviometro e col termometrografo, una. La
seguente tabella indica le ore, e le mutazioni avveuuie.
Alia determinazione delle ore serve un oriuolo a pen-
dolo, cbe ogni di al mezzogioruo si regislra con una meri-
diana segnata in piano verlicale e senza veruua declina-
zione.
— lUG —
Metodo 1)1 REGisTRATiiiu NEi DiARH. — I diai'ii posseduti
dal Seminario patriarcalc cominciano col l."gennaio ^855.
Da queH'cpoca lino al 1." agosto dcllo stesso anno furono
tenuti nell'I. R. Liceo Convillo di S. Calerina; dal 4 set-
tembi'c in poi nell' Ossei-vatorio aUiiale. Mancano pei'cio
in cssi le osservazioni dell' agosto 1835, mese in cui venue
eseguito il Irasporto. Nei diarii sono uotati
r elk della lima,
le lunazioni,
le altezze barometricbe,
i gradi teimometrici ed igrometrici,
la direzione del venlo,
la quanliU"! della pioggia
e I'aspeUo del cielo.
Le altezze barometriclio, lino al 6 luglio 1833, si sono
registrate in pollici pai'igini,linee e deciini di linea; da quel
giorno in linee parigine e centcsimi di linea; le tempera-
ture in gradi e dccimi del tormonietro ottantigrado: le
umiditii in gradi deH'igrometro del Saussure ; le (piantilA
della pioggia in pollici parigini, lince c docimi di linea. Dal
— 107 —
-J." maggio 1854 Ic altezze baroiiielriclie vengono correlle,
dall'effetto del calore sulla colonno delmerourio riferendole
costanteinente a zero ; i gradi dell' uaiidila dalla stessa
epoca si calcolano col psicrometro. Qiianto ai venli, Ono
al i." gennaio 1854, non si regislrarono che le direzioni;
in quell' anno fupreso pai'iitodi esprimerne numericamente
anclie la foiza, e venne imaginata una scala di quattro
gradi.
1 . Vento leggiero ;
2. Vento piuttosto forte;
5. Vento forte ;
4. Vento fortissimo,
i di fui numeri si mettevano in cima alle lettcre indicanti
la dirczione. Nel 1855 la scala fu divisa in 10 gradi, che
si conlinuarono a scrivere nel modo sovra indicalo. Quest!
gradi sono i seguenli:
1. Auretta appena sonsibile;
2. Aura sensibile ;
5. Ventieello, che muove le foglie e i piu sottili ra-
moscelli degli alberi;
4. Vento, che muove i rami di raezzana grossezza;
5. Vento, che scuote i rami maggiori;
0. Vento, che rompe i sottili ; >-.
7. Vento, che rompe i piu forti ;
8. Vento, che scuote fortemente gli alberi stessi, e
ne sradica alcuni di piccolo dimensiono;
9. Vento, che disvelle gli alberi piu forti e danneggia
1 tclli dello case ;
4 0. Vento, che solleva tetti, precipita fumaiuoli e
srauove grandi masse.
In questi tre ultirai anni si osservo altresi,e si registro
la dirczione dellc nubi. A queste indicazioni seguono quelle
Scrie III, T. IV. 15
— 108 —
sull" aspelto del cieio, il quale in esse e sereno, sereno fo-
sco, scmisereno, con nubi sparse, nuvoloso, piovigginoso,
piovoso e burrascoso. Alia qualit;'i particolarc della gior-
nata sono poi aggiunle brevi nolerelle ricordanti le neb-
bie, la forza del vento, chc distinguevasiin venticello, vento,
vento forte, e vento fortissimo, la pioggia dirotta, la neve,
la grandine, i lanipi, i tuonl, i fulniini, le niaree straordi-
narie, i terremoti e qualche rara volta i bolidi, gli aloui e
gli areobaleni.
Finalmente neH'aprile 1853, essendosi coniinciate, come
dissi, le osservazioni suH'oz^no, se ne notarono le variabili
qua'iitit;\ in apposito appartato diario servendosi dcH'ozo-
nometro dcllo Schoenboin, che ha dieci gradi di colo-
razionc.
AvvERTEXZA. — Nol comporre le tavole numeriche di
quest'opera bo avuto cura di collocare in calce a ciaseuna
i dati fliiali, sieno essi la media, la sorama o la dominanie
totale, o delerminino i limiti entro cui si mossero gli sl.ro-
menti. Cosi inlendo di avcre sparmiato a me in gran parte
la fatica dei prolegomeni, e a'miei lettori la noiadiricorrere
ad ogiii pie' sospinto alle tavole per riscontrare la veritadi
qnanto io fossi per esporrc. Qui dunque non faro cli' enu-
merare le tavole, ed enunciare alciuic leggi piii manifesle e
costanti.
— 109 —
B A R 0 M E T R 0
Le tavole baroraotriche sono le seguenti :
I. Elevazioni medie mensili ed annue del -ventennio
^ 85 6-55 ;
II. A. B. Elevazioni medie di ciascun mese nel 1." e nel
2." decennio ;
III. Elevazioni medie delle stagioni nel I ." e nel 2.° de-
cennio;
IV. Elevazione media di ciascheduna stagione nel ^ ." e
nel 2." decennio ;
V. Elevazioni nicdie dei quinquenniidivisi per raesi e per
istagioni ;
VI. Massime e mininie elevazioni mensili del ventennio
>t 856-55 ;
VII. Massime e minime elevazioni annuo del ventennio
-l'856-55 ;
VIII. Massime c minime elevazioni disposte per mese;
IX. Massima e minima elevazione di ciascun mese ;
X. Massime e minime elevazioni disposte per istagioni ;
XI. Massima e minima elevazione di ciascuna stagione
nel I.° e nel 2.° decennio;
XII. A.B. Massime e minime elevazioni dei quinquennii
divisi per mesi e per istagioni ;
XIII. A. B. Confronto fra le medie delle massime e delle
minime elevazioni e la media totale nel ^ ." e nel 2." de-
cennio ;
— dIU —
\IV. Confronto fra le elevazioni c Ic oscillazioni baro-
raetriche e lo oscillazioni dcllc nuicoliio solari.
In (iiiestc tabolle le raetlie sono il risiillato della somnia
(li tuUe Ic osservazioni divise pel loio numei'o ; le massiiue
e le miuime sono tolte costantenienle dalle Ire osservazioni;
e le raedie delle massiuie c delle niinime si sono Iralte alio
slesso modo elie le medie lotali. Le stagioni poi si sonofor-
niale nel modo, ehe segue:
Inverno Primavera Estate Autiinno
Diceinbre Marzo Giugno SeUenibre
Gennaio Aprile Lnglio Otlobre ^
Febbraio Maggio Agosto Novembrc
metodo di divisione, che taluni, per distinguere daW'aslrono-
mico e dal civile, dissero fisico, e che io direi meteorologico,
appellando eollo stesso vocabolo anche I' anno intalefoggia
costitiiito.
Ora dalle tavole sovraccennate risulta che la media
pressione atmosferica del ventcnnio fu di . . . 338"', 100.
Questa media diffcriscc alquanlo da quella del dodicen-
nio 4 81 1-22, di cui il Traversi pubblicava i linali risulta-
menti, la quale non ascenderebbe che a . . . . o56''',827.
Una differenza di r'',273 ti-a le medie toiali di duo serie
abbaslanza numerose di anni non e presumibile ; salvo che
non esislesse fra i due luoghi di osservazione qualche di-
versita nell' altezza, o non si fossero ncll' uno o ncll' allro
luogo eseguite le osservazioni con soverchiatrascurataggine
o con islroiiienti incsalti. INel caso noslro la differenza del-
r altezza non puo cssere, perclie (|uesta e maggiore nel
Seminai-io patriarcale, c fra runaelaUra non v'ha di-
\ario che di nietr. 8,95; non gli stromenli, perche quel
— Ill —
medesirai in tutti e due i luogbi. Non rcsta dunqiie che ri-
correre a qualche ahiluale negligenzaiielleosservazioni. Ma
dove r eiTore? lo per me crederei incsalte quelle del Tra-
versi ; imperciocche voggo, che questi ultimi qualtr'anni
(in cui le osservazioni si fecero con eccellente baroinetro
e da osservatore abile e diiigente) ci danno per media com-
plessiva 558'", 13 la quale s' accosta d' assai a quella del
ventennio da me sludiato. Una sola ipotesi polrebbe conci-
liare tale diversity, ed e die la media del Travorsi fosse
corretta colla riduzione della lemperatura alio zero. Ma
questo non e ; prima, perche a quel tempo poclii procedevano
negli studi. metcorologici con si squisite avvertenze; poi,
perche chi faceva cosi, avvertiva ; da ultimo, perche visitale
da me le tavole manoscritte del Traversi non trovai notate
in esse le indicazioni del tcrmometro unito al barometro in-
dispensabili a chi voglia fare la correzione sovraccennata.
Detto questo dclla media generale osscrvero che la me-
dia totale del I. " decennio fu. . . di 558 '',00 1
quella del 2." decennio .... » 558,199
la differenza 0'",I98
la media massima dei quinquennii . » 558,268
1) I) minima » » . . » 557,775
la differenza 0,495
la media annua massima del ventenn. » 558,76
» '» » minima » » » 557,17
la differenza 1,59
la media massima d'una stagione. » 559,95
la << minima » » . . . » 556,25 ' '
la differenza 5,70
la media massima mensile ... » 552,50
» " minima » . . . . » 555,50
la differenza 0^00
— U'2 —
la modia massima diunia . . . di 340,00
I) I) minima » ... » 525, 1>0
la diffei-onza 20,10
Se poi si dispongano Ic medie per islagioni c per mosi
si trova essere
laraediamassimaperleprimeneirostalo in558'",655
» » minima » » » nella pri-
mavera » 537,456
la differcnza \"\i{)9
la media massima pei secondi nclfago-
slo » 538 ,80
» » minima » » « aprile » 357 ,li
la differonza 1,69.
A chi volesse conoscere la sorie decrescentedelle medie
pressioni nelle stagioni e nei mesi del ventennio e le diffe-
renze loro, offro qui le due seguenli tavole ( Ved. Tav. 11
A. B. c Tav. IV ).
Stagioni
Media
delle
Media
Differenza
totale
in
in
stagioni
pui
meno
Estate
338"',65
338 ,22 1
338., 06 j
0",B32
Autunno ....
Iiiverno
,338 ",098
0 ,122
0"',048
Primavera ....
337 ,47 )
1
0 ,628
113
Mesi
Medie
dei
niesi
Media
totale
Diderenza
in
pill
in
meno
Agosto
Luglio
Settenibre ....
Dicenibre ....
Giiigno
Ottobre
Gennaio
Novembre ....
Maggio
Marzo
Febbraio ....
Aprile
338 ,79
338 ,67
338 ,56
338 ,50
338 ,48
338 ,17
338 ,46
337 ,93
337 ,76
337 ,55
337 ,49
337 ,il
^338"',098
0 ',692
0 ,572
0 ,462
0 ,402
0 ,382
0 ,072
0 ,062
0"',168
0 ,338
0 ,548
0 ,608
0 ,988
Da questo tavole si scorge cho le differenze fra le me-
die parziali sono maggiori in quelle, che stanno sotto la
media totale, miiiori in quelle, che le stanno sopra ; che
de' due estremi T inferiore dista piii dalla media totale che
il superiore; che il numero delle medie mcnsili sopra la
totale e inaggiore di quelle sotto ; che inline delle stagioni,
I'inverno, e dei mesi, il gennaio, hanno le medie loro piii
prossirae, che qualsiasi altra, alia media totale. Questi fatti,
tranne 1' ultimo, significano che da noi // baromelro di-
scende piu die non ascenda sopra la media, ma vi disccnde
piu rado.
Tali differenze pero si fanno quasi nulle se si accop-
piano le stagioni e i mesi nelT ordine, in cui si trovano
nelle due tavole, ma incominciando dal centro e movendo
opposlamentc verso i capi delle due seric.
__ 114 —
Medie
Media
DilTerenza
Stagioni
dcUe
stagioni
totale
in
pili
in
meno
Inverno :
Autunno . . . . i
1
338"',d4 /
\338",098
0'",0.i2
Priinavera . . . . i (
Estate ) ' /
0",098
1 '
Medie
dei
Media
DilTerenza
Me s I
mesi
lot ale
m
piu
in
meno
Gennaio.
Ottobre
\
338",i65^
0"',007
Novcnibip
Giiigno .
f338 ,205
0 ,107
Maggio .
Dicembre
Marzo .
Settembrc
' J338 ,130
\338'',(I9S
' \ 338 ,055
0 ,032
0 ,043
Febbraio
Luglio .
338 ,080
0 ,018
Aprile . .
Agoslo . .
I337 ,950/
0, US
— il5 —
Si pongano invcce i mesi nel loro ordine nalnrale.
Me SI
Gennaio.
Febbraio .
Marzo . .
Aprile . .
Maggio . .
Giiigiio . .
Luglio , .
Agoslo . .
Selli'iiibre .
Oltobre .
Novtnibre .
Dieombre. .
Media
Differenza
mcnsile totale
in
pill
in
meno
338"',16 ^
337 ,49
337 ,35
337 ,dl
337 ,76
338 J^Bl^gg^-j^gg
338 ,671
338 ,79
338 ,36
338 ,n
337 ,93
338 ,50
0
,062
0'
,608
0
,348
0
,988
0
,338
0
,382
0
,572
0
,692
0
,462
0
,072
0
,>I68
0
,402
Aiiora si ossorva die, riguardo alio niedie pressioni,
r anno puo considerarsi diviso in trc epocbe, di cui la
priani, dal maggio ali'agosto inclusi, ha luoto ascendente ;
la secunda, dallagosto a! novcinjjro, lia uioto discendeute;
la lerza, dal dicembre all' aprile, oseiilante od allernoto.
Venoado ora ai massimi e minimi movimenti assoluti
del barometro, abbiamo ( dalla Tav. VI alia XH):
La massiina assuliita del vonlcnnio. . di 540,"00
B minima -i 524,60
Differenza 2 1 '",40
Serie IILT.IV. 16
— ilG —
La massima assoluta del 1." docennio . » 3-50,00
» minima » 52//, 00
Dilferenza 21,40
La massima assoluta del 2." decennio . » 540,00
» minima » 520,17
Differcnza 19,85
La massima assoluta del I." quinquennio « 540,00
» minima » 524,00
Differenzn . 21,40
La mnssima assoluta del 2.° quinquennio » 540,00
)i minima » 520,20
Differcnza 19,80
La massima assoluta del 5." quinquennio » 540,00
» minima . . . n 320,20
Differenza 19,80
La massima assoluta del 4." quinquennio » 544, iO
» minima » 520,17
Differenza 18,23
11 movimento massimo annuo ... da 544.80
a 523,00
Differenza 19,80
H movimento massimo d" una stagione . da 540,00
a 527,00
Differenza 1 9,00
II movimento massimo d' un mese . . da 54 5,00
a 527,00
Differenza 17,00
II movimento massimo d' un giorno. . da 54 5,80
a 555,00
Differenza M,80 (I).
(!) Qnesto giorno fu il 9 novembre 18'io.
— dd7 —
Cosi le medie oscillazioni ci daniio
Pei decennii un arco di .... 20", G I
Pei quinqiiennii 19, 21
Per I'anno • . . ^6, 46
Per la stagione II, 7-4
Pel mese 8, 74
Quosfo prospetto ci fa dun que conoscere, die da iioi il
movimento massimo diurno pu6 essere quasi dun pollice,
mentre quello d' un ventennio non giunge clie a poll. I s/^j,
e che dal movimento massimo d' un anno a quello di ven-
ti, non havvi altra differenza che di I '",60. Peraltro le tenui
differenze del movimento, che si osservano fra un brevissi-
mo ed un lungo spazio di tempo, si fanno molto maggiori
quando si paragonino fra loro, non i movimenti massimi
assoluti, ma le medie oscillazioni dei movimenti parziali.
Cosi, ad esempio, mentre il movimento assoluto d' un anno
difl'erisce di V,60 da quello di dieci, veggiamo la media
oscillazione annua differire dalla decennale di 4", ^3,
Cio significa, che le grandi oscillazioni, qui da noi non
sono frequenli. Si nota eziandio nell' oscillazione dei quat-
tro quinquennii un tenue decremento, che segue il loro
ordine naturale.
Consideriamo adesso quest' ampiezza delle oscillazioni
nei diversi mesi dell'anno per un ventennio (Vedi Tav. IX).
H8 —
fMESI
Geniiaio . .
Febbraio .
Marzo . .
Aprilo . .
Mag-gio . .
Giiiguo . .
Lug'.io . .
Agoslo . .
Settombre .
Ottobre . .
Novcinbre .
Dicembre .
3Iassiiiie
oscilla-
zioni
naensili
19'",00
\7 ,90
i8 ,80
15 ,57
40 ,00
40 ,50
40 ,00
44 ' ,32
42 ,58
44 ,06
47 ,80
24 ,40
Media
oscil-
lazionc
Diflereiiza
14' ,96
pui
in
IllC'llt)
4"
,05
2
,04
3
,84
0
,64
0
,<)0
2
,84
6
,44
",30
,'*()
,90
,64
.38
Qui si scorge manifcstamenlc chc Ic oscillnzioiii dinu-
nuiscono d'anipiezza dalgennaio al lugIio,crosc(MiO(lal Iiiglio
al diciMiibro. Qiiesto falto, dove mi piacessc ninlliplicarc Ic
tavolc, si vcdrcbbe riprodullo ncl!e niassime e ncllo nicdie
oseiilazioni dcceiinaii, quinqiiennali, c, con pocbc cccczioni,
ancho nolle annuo; quindi pno avcrsi come legge coslar.lo.
Esso lu gia osscrvato in moiU allri sili, e scmbra, non sub)
costanlo, ma universale. Riducendo i'anno in istagioni avrom-
mo quindi 1' oscillazione massinia ncH'invorno; la minima
nella state; Ic medio nolla priniavora e nell' antunno. Da
cio un'altra legge, chc nclla slate si avra la massima allczza
— 119 —
della colonna barometrica c il miniuio arco d'oscillazione;
e neirinverno ud' altezza, se non minima, moUo minore,
accompagnata da una massima oscillazione, o in allri ter-
mini, che le pressioni medie magfjiori si eoniporranno da
una serie quasi uniforme di altezze mezzanc ; le minori da
due scrie uUernate di altezze massimc e minime (I).
La riprova di quesla leggc 1' abbiamo nelle due segucn-
ti tavole, dove gli eslrcrai baromctrici annui del ventennio
sono disposli nei mesi c nelle stagioni, in cui caddcro :
(1) Qui giova ricordare che se le osFeivazioni baromelricho si
fossero corretle col riferirle alio zero, probabilmcnte questa legge non
esisterebbe, iniperciocche ne' iiiesi caldi ia correzione e piuUosto forte,
e trile die, soUratta dalla media delle stati, non la lascieiebbe maggiore
a quella delle altie stagiuui. Ma come si disse da principio tale ridu-
zione delle cifre barometjiclie noa si comincio a fare che col primo
maggio i854.
— 120
Massime
Me SI
elevazio-
ui
(lepres-
sioni
Gennaio. . .
Febbraio .
Marzo . .
Aprile . .
Waggio . .
Giugno . .
Luglio . .
Agosto . .
Settembre .
Ottobre. .
Novenibre .
Dicembre .
9
6
iO
»
»
»
»
»
»
2
2
7
i
9
3
»
»
»
»
»
»
2
4
4
1
Stagioni
Massime
elevazio-
ni
depres-
sion!
Inverno
Primavera ....
Estate
Autunno ....
22
•10
»
4
14
3
))
G
— i21 —
Le massime elevazioni sono 5G, [lerche s' ebbcro i 6
lerraini ripetuti ; lo minime 23, perche vi furono Ire ripeti-
zioni: cosi le prime che le seconde oadono dall' ottobre a
tiilto marzo; e qiiindi i mesi, die hanno minore temperatti-
ra, hanno oscillazioni Oaromeiriche maggiori.
Anche dal confronlo fra le media delle massime e delle
minime elevazioni e le medie totali, escono nuovi fatti, o la
conferma di quelli per lo innanzi avvertiti. La media tota-
le, ad esempio, tanto del primo che del secondo decennio
savvieina piii a quella delle massime cbe delle minime ele-
vazioni : quindi anche dall'esame dell'estreme pressioni e
coufermaSa losservazione fatta a pi'oposito delle medie, che
cioe il barometro scenda sotlo la media, piii che non sai-
ga sopra di essa, ma vi scenda piu rado.
Tale avvicinamento della media totale a quella delle
massime elevazioni riesce poi comparativamente maggiore
neir inverno che nella stale, quantunque guardando alia
Tav. graf. n." !.«,«, fosse da tenersi T opposto. Ivi in
fatto si scorge la curva mcdiana molto piu vicina alia supe-
riore nella state che neirinverno ; ma se si paragonino per
tutto il ventennio i tralti compresi fra la curva mediana e
la superiore in conispondeuza alia state e all' inverno con
quelli compresi fra la mediana e 1" inferiore^ si trova toslo
che il rapporto fra i due numeri e maggiore per V inverno
die per la state, cio che significa essersi la curva delle me-
dic totali avvicinata alquanto a quella delle massime duran-
te la prima slagioue. E, a vero dire,
la media delle massime eslive e di . .- o40,708
» » minime 055,091
» » totale 3o8,IOO
La diffcrenza in piu ....... 2,008
» » in meno 5,009
— 1-22 —
La media delle massirae inveniali 6 di . 5i2,G85
» 1) niiiiimc 55!,I5S
»• totalo 338,100
La dilTcrcnza in pii'i 4,583
» » in meno (5,962
Ora Ic due dilTerenze ostive slaniio fra loro como 1 ad
-1,15; le invernali corae i ad 1,52 ; dunque nel verno la
differenza suporioro e ooraparalivamente alia stale niinore
assai della inferiore.
Un allro fatlo nolabile risulta dalT ispezioae di qucsla
medesinia Tav. num. XIII A, B, o, cio ch'e lo slesso,
da qiieila della Tav. graf. n." I , cho n' e la traduzione
fedele. Si osserva in ambediie clie la minima delle minime
elevazioni cade in febbraio, c clie generalmonte in quel
mese anche le curve delle medie totali c quelle delle mas-
sime s' abbassano alquanto. ^la e del pari anlica osserva-
zione che in febbraio si lianno nolle nostre laguno le maree
minori dell' anna. Ora tale corrispoadenza Ira le piii basse
maree oceaniclie e le piu basse atmosfm-iehe proviene, si o
no, da causa nola e comune? E piii facile die salt! in mente
di fare un simile quisilo che non il rispondervi. La cagionc
principale per cui si lianno da noi di frequenle in febbraio
le basse maree sembra essere ii piedominio in quel mese dei
venti maestrali, i quali, spirando in direzioiie opposla a
quella per cui le aequo entrano nel golfo, ritardano, se un
po' gagliardi, il loro difiicile corso, e fanno si che in quests
cstreraa parte di esso le acque difettino, e quindi Taltezza
della maroa sia molto sotlo il comune. Gio e diraoslrato
dalle tavolc dei venti, cd 6 anche asscrito dal Toaldo (i), il
(I) Delia vera injluenza ilcgli asiri xiille .sto'/ioiii <■ su'lc /iin/ti-
zioni di tempo. — Sar/gio vielcorulogieo di (iinseppe Tualdn. — l',i-
dova, Tipo|^i-iil"ia del Sominario 1781. — I'jrto I, Art. VII. pcv.; 4j.
— i23 —
quale parla di una bassissima marea durata quasi costan-
temente tulto i) gennaio, il febbraio ed il raarzo del 1779
per lo spirar insislento dei venti niaestrali. Detto questo
non saprei affermare che tale cagione iufluisca sulle raa-
ree atmosferiche per guisa che il barouietro ne senta il
lurbaraento, e lo avverta; questo solo diro, che 1' influenza
di cause eomuni sulle due mareefu riconosciuta quasi uni-
versalraente, eziandio dall' Arago (^), che pur combatte
quella dei punti lunari sostenuta dal nostro Toaldo, e che
quindi T accennare nuove corrispondenze;, che raettano in
via di scoprire cagioni finora non sospeltate, non e cosa
dannosa ne inutile.
Finalmenie, dall' esame della Tav. XIV;, in cui stanno
raccolte le medie elevazioni e le medie oscillazioni dei quat-
tro quinquennii. risulla che tanto le prime quanto le secon-
de s'alternano nella grandezza coraparativa da uno aH'altro
quinquennio, corrispondendo cost ad una simile alternativa
gici dimostrata nel numero delle macchie solari, per cui si
potrelibe asserire stare probabilmente il numero di queste
macchie in ragionc direlta della pressione barometrica e del-
le sue oscillazioni. II Toaldo osservava anch'egli una tale
\icenda nolle ci|frebaroractriche con un periodo di quattro a
cinque anni^, e, faltone conno nel suo Saggio meteorologi-
co (2), amava attribuiria al sito dell' apogeo lunare, che di
quattro a quattro in cinque anni passa da un equinozio
air allro, dair uno aH'altro solstizio. Ma egU si conlidava
di avcre dimoslrato irrecusabilmenle 1' azione dei punti
lunari sulle maree atmosferiche, quindi poteva logicamenle
credere in cotesta cagione. Oggi, a rinconlro, trovatisi quei
calcoli mal fermi nella loro base e coulraddetti da allri cal-
(1) Astronomie populaire. — Tome III, Chap. XXXVU, pag.[ol7.
(2) Saggio meteorolngico di Giuseppe Toaldo, ecc. ecc. — Part. 11.
Serie Ili,T.IV. 17
coli fatti in altro sito del globo (I), qiiclla spiegaziorie non
d pill acceltabile. Non resta adunquo che serbare nota del
I'alto. Del rcsto (jucsla legge rispondc ad altro, che in se-
guilo si vedranno.
Non ho potulo occuparmi, siccome desiderava, del nio-
viinenfo orario diurno, perche le annotazioni nei diarii non
erano disposle in modo acconcio al calcolo delle medio par-
ziali, e il ricopiare i diarii mi parve falica non sopportabi-
le. D' allra parte tre osservazioni diurne sono scarsa ma-
teria ad una proficua invesligazione su tale proposito.
(Continna.J
(I) AstruHoniie pupnhnre par F. Arago. — Tom. III. Livr. XXI,
CIi,M). XXXV 1, p. 516.
mmu DEL CIORNO \'o MMBPiE 1858.
.1 ni. e. cav. Emnianiiele A. Cicomia lei^j^o una
Memoria intorno a Giovanni Muslero da Ottinga,
gia professore di Civili Istituzioni nello Studio di
Padova nel secolo XVi^ premette un ragguaglio
dello state in cui trovavasi allora la Scuola INicoiai-
tana di Lipsia, della quale il Muslero fu il ristaura-
tore. Per prowedere alia sua salute, e per erudirsi
inaggiormente venne nel 1530 in Padova, ove avealo
preceduto la fama della sua dottrina ; e quivi, se
trov^ molti estiniatori e protettori, trovo eziandio
non pochi die il perseguitarono, niassimamente per
il suo carattere torbido, e per la lingua^ e per la
penna, non molto moderate. Insegno in Padova fino
al i543j nel quale ritornato in Lipsia, progredi nello
insegnamento, e venne a morte 1' anno 4555. II
Cicogna enumera i dlscepoli eh'ebbe si in Lipsia che
in Padova, e i molti illustri che il protessero, o coi
quali ebbe corrispondenza, aggiungendo un ragionato
elenco delle operette del Muslero rarissime a tro-
varsi in istampa.
mmu DEL mm i2 dicehbre 1858
Jl m. e. prof. Minich presenta la Parte I d'lina
sua Memoria: Sulla determinazione e sul culcolo
delle risolventi delk equazioni algehrichc; e ne legge
il sunto seguente.
Le indagini gia accennate nelle due Note 27 giugno e
23 agoslo di quest' anuo m'impongono il debilo di pre-
seiitare ali'Istituto unaestesa Memoria sulla determinazione
e sul calcolo delle risolventi dette equazioni ahjebrichc.
Questo lavoro, di cui diedi rannuncio od un primo risultato
nella Sessione 25 agosto prossimo decorso, e diviso in Ire
parti, ovvero in tre speciali Meraorie, la prima delle quali
tralta del modo di dedurre e calcolare le ordinarie risolventi
delle equazioni algebriche di uu grade primo, la seconda ha
per oggetto la determinazione ed il calcolo di analoghe risol-
venti per le equazioni di grado non primo, inline sai'a
argomonto delta terza il riconoscere se la via divisata
nella Sessione 27 giugno p. p. valga a guidare ad un posi-
— 128 —
livo risuUato, od invece a confermare die le condizioni
stabilite recentcmcnte da alcuni Analisti per la risolubilila
delle equazioni algebriolie sicno non solo suflioienti^ ma
oltresi necessarie.
V esibizioiic delta seconda e della Icrza parte della
intera Memoria non polrebb' essere clie proseguita nella
Sessione prossiina ventura, eeompita in altra tornata. Pro-
duco fratlanto la prima parte che riguarda un procedimenlo
pill spedito per calcolare le ordiiiarie risolveuti Lagraii-
giane d' uii grado priiiio, e iie porgo in un breve siinlo i
mezzi analilici e i principali risultali.
Distinguereuio nella teoriea Lagrangiana col nome di
ridotta quella equazioae (di grade n — 1) che ha per radici
le quantitii sottoposte a'radicali di grado n nelTespressione
d'ogni radice della data equazione di grado n primo, e col
nome dirisolvente I'eqnazione (del grado I. 2. 5. ... {n — 2))
da cui dipende la deterrainazione di qualsiasi coeffieiente
dcir equazione ridotta. Ora e da notarsi che il conseguire
r equazione ridotta, e piu ancora la risolvente, come pure
r espressionc razionalo de' coefficienti della ridotta in fun-
zione d' uno de' medesimi e de'coeflicienti, della data equa-
zione, sono tre ricerche diverse le quali trattate col metodo
indicate da Lagrange, malgrado alcune semplificazioni da
lui suggerile, esigono calcoli sommamente lunghi e labo-
riosi^ anco pel caso d'una equazione del 5.° grado, per lo
che i prinii abbozzi del calcolo relative segnati da Lagrange
non furono condotti a termine, e solo recentemente un
infaticabile e peritissimo calcolatore, I'illustie sig. Comm. G.
Plana ( Memorie deW Accademia di Torino, Tome XVI,
Seric 11), si accinse a proseguire quella ricerca, ma piut-
loste per arguire da' suei eiemenli che ne sarebbe impra-
ticabde il pieno sviluppo e lesaurimenlo. Vero e per6 che
— 129 —
1' illiistre sig. Hermite ne! Giornale di Dublino, e di Cam-
bridge^ ed il cliiar. prof. Brioschi negli Annati di Matema-
tiche di Roma, hanno dato rannuncio di averne conipiuto
il calcolo, almeno in quanto riguarda la formazioDe della
risolvente. Ma fin dal 1770, cio6 uii anno prima die uscisse
complelaraente in luce la teorica Lagrangiana, Gian Fran-
cesco Malfatti pubblicava ncl Tomo IV degli Atti dell'Ac-
caderaia di Siena la forma csplicita d'lina risolvente di 6."
grado d' ogni equazione di grado quinlo, ed esibiva cost la
prova die almeno per queste equazioni era trattabile la ri-
cerca indicata dipoi daila teoria Lagrangiana, purche si ri-
corra a parlicolari spedienti analitici che ne accorcino i
lungliissimi calcoli. Nessuno invero vorra proporsi,sebbene
co' pill riposli artiGzii di calcolo, 1' effettiva forniazione
della risolvente Lagrangiana d' una equazione del scltimo
grado, giaccb^ questa risolvente ascenderebbe al grado
centovigesimo. Debbo ora brevemente indicare in qual
modo ho trattato per una data equazione di 5." grado la
triplice fase della presente quistione, cioe la formazione
della ridotta, lo sviluppo della risolvente, e il calcolo del
coefficienti della ridotta in funzione razionale d'una radice
della risolvente e de' coefficienti della data equazione di 5."
grado.
Invece di conseguire la ridotta col metodo Lagran-
giano, inerce lo sviluppo di replicate potenze di polinomii,
onde caleolare le somme delle pofenze delle sue radici e
quindi i coefficienti dell' equazione raedesima, ho trovato
opportuno il formare dapprima I' equazione di quarto gra-
do che ha per incognita la radice quinta della precedente^
e poscia intrapiendere leliminazione dell' incognita ausi-
liai'ia tra la suddella equazione ed una equazione di
quinto grudo binoniia. Questa eliminazione vienc eseguita
— i30 —
con sufficiente prontezza, raecliantc una propriela del do-
terminante, clie oc rappresonla la cquazione Onalc, e di
cui si effoUua per siinil giiisa niolto agevoltncnlc lo sviluppo.
Quanlo alia risolvenle, anziche prcnderDe per inco-
gnita il primo de' cocfficienti dell' eqiiazione ridoUa, clie
sebbcno il piii soinplice e una qnantiti'i di cinque diniensio-
ni, assnnsi una nuova funzione doUita del medesimo
numero di vaioii, nia snllanlo di quatiro dimensioni, ed e
quella qunnlila di cui T ultimo coefiiciente dclla ridotta e
la potenza (juinta. In quosto modo e resa possibile la for-
niazione d'una risolvenle, die quantunque risulti non poco
complessa, tuttavia per la delta ragione e molto piii sem-
plice di quella additata dal metodo Lagrangiano. Di piu,
non e mestieri di cercare I'espressione razionale deirultimo
coefiiciente della ridotta, il quale in paragone degli altri
avendo il massimo grado sarebbe altrimenti il piu laborio-
so a calcolarsi.
Per conscguii-e le esprcssioni razionali degli altri
quattio coefficienti di grado niinore, lanalisi adoprata nella
]n'esente Memoi'ia offre un modo ai)l)astanza spedito di
svolgere le esprcssioni ricbiestc secondo Ic potenze ascen-
denli d" una radice della data equazione di 5.° grado.
Cond)inando siffatta espressione d' ogni coefficicnle colla
equazione proposta si trova eliminata quella radice che
dee sparirne secondo i principii teoriei, e si ottengono i
valori di que' coeflicienti in funzione I'azionale de' coeffl-
cienti della data ecjuazione e dell' incognita della sua risol-
vente. Simile procedimento puo servirc utilmente al calcolo
della funzione considerata dal Vandermonde, cioe a calco-
lare il prodotto de' quadrati delle differenze fra le radici
dell'equazione proposta, e quindi la cosi delta discriuunante
d' una forma binaria del quinto grado ; ed allora prescnta
— 131 —
qiKilche analogia cul inelodo del Caucliy pel calcolo delle
funzioiii simmetrichf. Un altro modo di rieavare il valore
della predelta funzionc di Vaadermonde si desiime dalla
riduzione a foi'iua intera della funzionc frazionaria, chc lia
per numeratore ruaila e per deiiomioatore la derivata del
I ." membro della data equazione. L'espressione intera equi-
valente a quella frazioneper qualuaquo radice deU'equazioue
proposta ha per divisore la funzione del Vandermonde, e
i suoi cocfflcienti sono esprimibili per altrettanti determi-
nanti, i ciii elementi corrispondono a date sonime delle
potenze deile radici di quell' equazione.
II metodo esposto per la soluzione della qucstione
Lagrangiana rispetlo alle equazioni di 5." grado si estende
in simil guisa alle equazioni d' un grado primo superiore,
e se ne porge un saggio di applicazione anco alle equazioni
del scllimo grado, senza protrarneil calcolo oltre allequa-
zione ridotta, ed alia considerazione della funzione assunta
quale incognita nella equazione che tiene le veci della
risolvente Lagrangiana, attesoche il grado elevato ( cen-
lovigesimo) di quella risolvente assolve da ogni indagine
quanluiique la piii spedita, ossia la meno laboriosa, per
conseguirne esplicitaraenle 1' espressione.
Cosi sarebbe compiuta questa prima Memoria, che
presento al giudizio dell' Istituto. Se non che T analisi in
essa adottata accenna la possibility di deeomporrc in due
faltori di secondo grado la ridotta di grado quarto, e
quindi non solo un abbassamento di grado della ridotta,
ma una niaggiore speditezza nell' assegnarne i coefficient!
in funzione razionale dell" incognita della equazione risol-
vente. La verificazione di questo falto analitico, die da-
rebbe un nuovo e piii seraplicc aspetto a simile ricerca sara
argomento d' una Appendice, che mi propongo di comuni-
Serie III, T. IV. 18
— i32 —
care colla sceoiida Menioria, coiicorneiite le oquazioni di
lirado non primo, a cui sara per suooedere dopo noii kingo
intorvallo 1" iillima pai'to del mio lavoro, e le finali conclii-
sioni die mi vorrii dato di raccoglierc sopra si vasta ed
elaborata queslione.
II 111. c. prof. Dc Yisiani presciila la segueiile Ue-
nioria scritta in lingua latina:
PLANTAllUM MINUS COGNITARUM
QUAS HORTUS PATAVmUS COLIT
AUCTORE
ROBERTO DE V I S I A N I
HORTI EJUSDEM PRAEFECTO
H-n alter pugilliis stirpiiim minus cognitanim,
qui ex baud intermissa rcvisione ortus plantarum,
quae in Horto nostro colunlur, botanicorum disquisi-
tioni submit titur.
iEqui, bonique faciant clarissiiiii Hortorum Aca-
demicorum Praetecti nostras hasce de piantis vel
solo nomine hactenus notis, vel sub falsis aut ineptis
appellationibus a mercatoribus venditatis commenta-
tiones, easque majori qua pollent peritia, ac viven-
tium speciminum observatione perficere non dedi-
gnentur.
Patavii Kal. Decembris MDCCCLYIII.
— 134 —
15. Veronica linariacfolia Vis.
V. fruticosa, raniulis glabris tcretilnis ; foliis decussatis se-
miamplexicaulibus, lineari-lanccoUilis linearibiisvc acii-
tiusculis inlegerrimis glabris, basi trincrvibus, subtus
minutissirac punclatis coslatis vcnosis; racemis axillari-
biis pcdunculatis oppositis laxiuscule miiltiiloris foUo
dupio longioribus patulis; braclcis linearibus pedicdlis-
que brevissime pubesccnlibus;calycis glabriusouli 5-par-
titi segnienlis lancoolatisobtusis,niaigincmcnibranacois,
corollae lubo adprcssis triploqiie brevioribus ; lorolla
bypocrateriraorpba, tube cyUndracco, limbi lobo siipe-
riore niajorc, infmio minimo; capsula ovali oblusa
compressa, calyce vix dupIo longiore, stylo persislente
loiigissimo superala, scmiiiibiis cliipticis, planis, mem-
branaceis.
Obs. Culta sub falso nomine V. saUcifoliac verae, quae
admodum diffeit foliis multo lalioribus, racemis donsi-
floris , capsula ovato-globosa , aliisquo. rertincl ad
Sect. I, § II Speciosariim Benlh. in BC. prodr. X, p. '(59.
Fl. Junio. Flores albi vix violacco suffusi.
-14. Veronica versicolor Vis.
V. fruticosa, ramis tetetibus glabris; foliis decussatis se-
miaraplexicaulibus lanceolatis, apice attenuato obtusiu-
sculis, inlegerrimis glabris^ subtus cosfatis enervibus;
racemis axillaribus pcdunculatis oppositis densilloris
thyrsoideis, pcdunculis folio tripio brevioribus; bracteis
lanreolatis pedicello calycem subaequante subbrevio-
ribus; calycis 4-partiti segmentis ovato-lanccolatis con-
vexis acutiusculis; corolla hypocraterimorpha , tubo
subinflalo, linibi lobis supcrioiibus subaequalibus, infi-
ino niininio ; capsula elliptico-lanceolata compressa ,
— i35 —
ealyoc diiplo longiurc, slylo persislcnte longissimo su-
perata.
')bs. Culta sub nomine V. varieyulae llort. Flores speciosi
iinicolores purpurei, demum decoiorati albidi. FI. Ju-
nio. Affinis V. salicifoUae Forst. quae differt ramis
siipernc compressis, foHis fere dii[)lo latioribns, racemis
longioribuslinearibus dense glanduloso-puberulls, brac-
ti'is pedicello florifero diipio brevioribus, st\lisque bre-
vioribus. An hybrida?
15. Tecoraa Tagliabuana Vis.
T. scandens, radicans; foliis impari-pinnatis, D-7-jugis,
foliolis ovatis incisu-serratis longo ouspidatis, sublus ad
nervos puberulis; panioula tenninali laxa, pedicellis
cernuis ])igIaiuluIos!S ; calycis angulati dentibus lanoeo-
lalis cuspidatis tubo subbrcvioribus; corollac tiibo co-
nieo-campanulato ealyce vix diiplo longiore, lobis oibi-
culatis.
Olfs. Inter T. radicantem Juss. et T. grandifloram Delaun,
media, forsan bybrida, Differt ab ilia, inflorescentia laxa,
calycibus angulatis nee terctibus; dentibus ianceolatis
longioribus, nee ovato-triangularibus, tubo vix nee tri-
ple brevioribus : ab hoe, corolla conica nee campanu-
lato-patente, tubo nnilto longiore, intus atro-coecineo.
Linnaeo ct Carolo fratribus Tagliabue de borticultura
italica optime raeritis, et a quibus novam ignotaeque
originis plantam aeceplam refcro, species dicata.
4 6. Dictyanthus stapeliaeflorus.
D. pedunculis unifloris petiolo brevioribus ; calyce corollae
tubum intus reticulatum subsuperante; laciniis sinu-
busque corollinis planiusculis; corpusculis slamineis
— 130 —
late spathulatis crassis convexis ; mammillao stigma ticae
conieo-subulalae apice discolore subhitido.
OI)s. Colitur sub dicto nomine ab 11. Tnricensi acceptus.
Florcs extus sordide ;dl)i, intiis dilute fusco-purpurei,
limbo confertissimeretioulato. Corpuseula linguacformia
atropurpurea huida, tubi faucem cjusdemquc cavitates
superantia. Mummilla atropui-purea, apice subulate,
albo, obscure bilobo. Alia species jam primum dcscripta
sequens est
Dictyanlhus Pavonii Decne in DC.prodr. VIII, p. COo.
D. peduuiulis pluriiloris petiole longioribus; calyce corol-
lae tubo lincato breviore; laeiniis sinubusque corollinis
margine revolutis; corpusculis stamineis lineari-spatliu-
latis canaliculatis; mammilla stigmatica ovato-conica
concolore.
Obs. Flores viriduli, oorollae tubo intus obscure lineato
striissubsimplicibus, limbo intertexle retioulato. Corpu-
seula angusta linearia vix apice latiora, longitudinaliter
unisuica, tubi quinque-saccati cavitatibus alterna iisque
breviora.
\~. Jasminum Bidwillii.
J. suffruticosum minutissirae velutinum,caule volubilL ra-
misque teretibus; foliis peliolatis trifoliolatis integris,
foliolis petiolulatis reilexe mucronulatis oblusis glabriu-
sculis costatis, obsolete nervosis, margine revolutis,
lateralibus elliptico-rotundalis tcrminali oblongo-lan-
ceolalo tripio brevioribus ; raeeniis axillaribus laxe
o-8-tloris solitariis pedunculatis, folio raulto longiori-
bus; pedieellis alternis, infra apicem arliculatis, erecto-
patulis ; bracteoHs lanceolato-oblongis minutis ; calyci-
bus carapanulatis brcviter acutequeS-dentatis; oorollae
— 137 —
tiibo calyce pliiries longiore, limbi o-8-fidi laciniis laii-
ceolalis acuminatis; slylo lineari apice bificlo.
Obs. Cultum sub diclo nomine. Flores aibi, minus grate
oleoles. Folia disticha.
18. Jasminura diaiilhifolinui.
J.suffruticosum snbscandc:is,ramis graciiibus subteretibus
vix velutinis ; fobis brevissime petiolalis unifoUolatis
articulatis Hncari-acurainatis uninerviis, margine revo-
lutis inlt'grisque, oppositis altcrnisve, glabris; cymis
lerminalibus subtiifloris ( J-5-5-floris) basi lineari-bi-
biaoteolaiis; ca!yci> campanulati ad medium o-G-lidi
lobis Hneari-subulatis, erecto-palulis, fubo conico sub-
acqualibus; corollae G-9-fidae lobis oblongo-liuearibus
apiculalis tubum cylindricura subaoquantibus; stigmate
spathulato emarginato.
Ohs. Cultum sub dicto nomine. Flores albi ad vesperas fre-
queotissimi. Fl. Junio.
ID. Ligustiura parviflorum Vis.
L. ramis subteretibus, piloso-pubescentibus, sparse lenti-
cellatis, ereeto patulis; t'oliis petiolatis raembranaceis
ovalibus, basi obtusis, apice acuminatis, subtus nervosis
glabris, petiolo costaquo puberulis; panieulae terniinalis
conferiae ramis patulis axique pubei'ulis quadrangulari-
bus; bracteis braclco!i^que lineari-lanceolatis caducis:
lloribus pedicellatis socus ramulos fasciculatim denseque
spieatis.
OOs. Colitur sub nomine L. grandiflori. Flores L. vulgaris
minores, acute eitrum redolentes, candidi. Folia opaca
epun( lata, subtus pallidiora. Foiiis et lloribus L. nepa-
lensi Wall, simile, quod vero differl foiiis subtus villosis.
— i38 —
paniculae axi raniisque mollilcr villosis terclibus, Ilori-
biisque majoribus.
Ligustrtim nepnlense /S foliis paniculis(jue glabris Wall, in
Hook. bot. mag. 2021 videlur ex icoDC a vero L. nepa-
lense Wall. divei'Siim pedicellis duplici ordine l)raoteo-
lariim praodilis, bracteolis hisce iinbricalis ovalis aculis
parvulis, in illo omiiino deficienlibus; paniculae ramis
tetragonis, in illo tcrcUbus; lobis calycinis juxla Og. 2,5
iconis dtate lale ovalis acuUsqiie, in illo subrolundis
brevissimis vixque nee semper apieulalis: hine probabi-
liler species propria L. Wallickii nomine designanda.
20. Begonia macrolis Vis.
B. caule frulicoso erecto; foliis longissime petiolatis, gla-
bris, magnis. petiole sparsim piloso, lamina oblique
ovata, vix infra cenlrum umbilieato-peltata, basi rolun-
data, margine eroso-denliculata ciliala, apice breviter
acuminata, nervis subtus hirsutiusculis; braeteis oblon-
gis niarcescentibus; cyrais longissime pedunculatis di-
cliotomis monoicis, pedicellis terminalibus trilloris, se-
palis binis ellipticis, starainibus bi'evissime monadelphis,
stylo tripartito, stigraatibus divaricatis bilidis, capsulae
alis duabus fructum diniidium latis obtusis, tertia maxi-
Dja subacuta petala superante.
Obs. Colitur buc illuc sub falso nomine B. hernandiaefo-
Uae. Fl. albi.
21. Cistus quinquevulnerus Vis.
C, suffruticosus, ereclus, viridis, viscidus ; foliis ovato-lan-
ceolatis sessilibus trinerviis i-ugosis, margine rcvolutis,
subtus ramulisque pilosulis, pedunculis terminalibus
subsolilariis calyce vix iongioribus; sepalis convexis,
2-5-exteri()ribus subcordafo-ovatis acuminatis piloso
— d39 —
ciiiatis inajoribus; pefalis obovatis; staminibus nume-
rosis fertilibus ; stigniate scssili hemisphaerico magno
deiisissime piloso-papilloso, ovario pentagoao piibescea-
to, 5-IO-loculan, loculis polyspermis.
Obs. ColiUir sub nomine C. liisitanici, sed patria ignota.
Flores albi, petalorum ungiie macula aurea, supra un-
gucm sanguinoa, picti. Similis C. monspeliensi latifolio
. lu\urianli; differt foliis basi ovatis, floribus subsolitariis
nee unq\iam racemosiS;, ovario vix pubescen(c nee vil-
loso; pelalis sanguineo-maculatis. Flores magnitudine et
maeulis quales in C. formoso. Curt. bot. mag. 264 Kern.
hort-sempei'N . VIII, tab. 90, sed albi nee flaviut in isto,
qui insuper differt foliis subtus glaucis, nee utrinque
viridibus, lanceolatis acutis, nee oblongis obtusiusculis,
et, teste CandoUeo aliisque, potius Ilelianthemi quam
Cisti species.
22. Amarantbus biericbuntinus Vis.
A. caiile ereclo, obsolete quadrangulo, glabro; foliis petio-
lalis elliptico-lanceolalis mucronatis glabris; glomerulis
florum subsessilibus, petiolo brevioribus, geminatis^
oblongis, distinctis, densifloris, floribus polygamo-mo-
noicis; calyce bracteas subaequante, utriculis demum
cireumscissis calycem superantibus laeviusculis, stigma-
tibus persistentibus, seminibus margine obtusis.
Obs. Hab. in herbidis circa Hiericho. Flores viriduli. Si-
milis A. polygonoidi W. amarantb., t. VI, f. a. b., p. II,
sed uti'iculus in isto certe indehiscens, flores monoici,
calyx faemineus 5-fidus, utriculus calyce inclusus.
25. Pbyllanthus bicolor Vis.
Pb. ramiilis teretiusculis, foliis alternis disticbis lineari-
Sehc J 11. T. IV. 19
— 14U —
ellipticis, basi obliqiiis, brevissiinc peliolatis, apice ro-
tuiidatis subtniKTOnatis, a basi ad medium glaiico-cino-
reis, subtus glauois, lloribus axiilaribus pcdunculalis,
inferioi'ibus subgerainis masculis, filamcnlis liberis; su-
perioribus solilariis loeminois; capsula ovalo-subrolun-
da laevi sominibus ochinulalis.
Ol)S. Colitur jam a deccniiio, ex Ilorto olim lloreulissimo
ad Uilzing prope ViDdol)onam ill. Car. bar. de Iliif/el
acccplus sub nomine ]'h. sj)ecla()ilis\ nee ullibi quod
sciam descriptus. Similis Ph. canloniensi lIoiixX. ct Ph.
Niriiri L.: ab utroque, praeler alia, diversus lilamcnlis
liberis nee monadel[diis, foliisque dimidio oinereis, di-
midio viridibus. Planta annua, lloribus flavo-viridulis,
pedunoulis foemineorum ramo parallele adpressis, cla-
vatis, rccUs, coccineis , niarium recurvis liliformibus
viridulis brevioribus. Semiiia Irigona, latere exteriore
convexa.
24. Evonymus Schottii EUingsh. Ueb d. nerv. d. Celastr.,
p. 57, tab. IX, f. b.
E. glaber, erectus, ramis leretibus laevibus glaucis; foliis
oppositis coriaceis nitidis, lanceolatis, acuminaiis, den-
tibus parallelis spinvdosis ciliato-serratis,sublus coslatis,
supra nervosis, pctiolis plano-convexis ; cymarum axil-
iarium subsessiliura ramis dicbotomis tetragonis, ranui-
lis unifloris; lloribus pentameris, calycis lobis suborbi-
culatis, petalis obovato-ellipticis, diseo integerrimo,
capsula laevi late obovala 4-5-ptera erecla, alis Iiori-
zontalibus ovatis apice rotundalis-
Obs. Colitur sub falso nomine E. fmbriali Wall, quod vero
differ! foliis ellipticis, floribus letrameris, peduiiculis
longis liliformibus, capsulae alis longis vcrticalibus atle
— iU —
nualis. Petala albo-luteola. Arilliis naviculans cocci-
neiis; serainaovali-subrotuoda coccinea nitida, liilo albo.
Noraen a cl. Eltingshausenio huic plantae imposifura,
cum ageret de nervatione Celastrinearum, eo lubenlius
servo, quod viium elarissimura Hern. Scholt. Ilorti
Schocnbrunonsis praefertum, deque scientia amabili
optinic meritum, debito prosequatur houore.
25. Evonymus effusus Vis.
E. glaber, effusus, ramis laeviusculis subtetragonis ; foliis
opposilis subeoriaceis nervosis elliptico-lanceolatis ,
utrinque acutis, obtuse glanduloso-serrulatis; stipulis
lanceolatis marcescentibus deciduis; pedunculis axilla-
ribus petiolo longioribus angulatis biiidis ; cymis mulli-
floris, lloribus letrameris, calycis lobis seraiorbiculatis
laevibus, petalis orbiculatis integriusculis, disco iule-
gerrimo^ capsula subrolunda quadriloba aptera lacu-
noso-veiTUcosa.
Obs. Colitur sub nomine erroneo E. nani Bieb. quod dif^^
fert foliis lanceolatis integerrimis, pedunculis 4-3-floris,
ramis subherbaceis et habitu omnino alieno. Flores
luteo viriduli. . • •'
25. Evonymus rosmarinifolius Vis.
E. glaber, erectus, ramis scabriusculis angulatis; foliis
sparsis alternis aut subverticillatis coriaceis linearibus,
glandula niucronatis, subserrulatis integrisve, margine
revolutis petiolulatis; pedunculis axillaribus fdiformibus
sublrifloris; lloribus telrameris, calycis lobis orbiculatis,
petalis ovato-lanceolatis integris, disco integerrimo,
capsula obovata laevi acute telraptera, reluso-emargi-
nata, pendula.
— 142 —
Colilur sub nomine prorsns incpto E. rcpentis. Flores
nibrofiisci, podunculis IVueUferis pendulis, monocarpis,
infcrne articulatis. Capsula rosea, arillo seminibusque
aurantio-coccineis nitidissimis.
Si le^i^e la semiente
RELAZIONE
del m. e. co. Agostino Sagredo intorno all' opera, ve-
nuta ill doiio all'Istituto veneto iiititolata: Snllupuh-
hlka Esposizione dei Prodotti iSatumli cd Indastriali
della Toscana fatta in Firenze nel 4854.
La Toscana ha un terriiorio di cliilomelri quadrali
22,082.70, minore di quoUo della Venezia per cbilomeiri
quadrati 4708.85; e come nella anipiezza del terrilorio,
COS! noi Veneli supcriamo la Toscana in falto di popolazione,
perche non giunge a 1,800,000 abilanli, e noi sorpassiamo
i 2,300,000. Noi fummo vantaggiali di maggiore fertilila di
suolo; la Toscana d aspra di monlagnc, e la pianura non
s allai'ga in vasta proporzione cbe in quelle marennne pros-
sicne al Mediterraneo, nelle quali e seeolarc la lolta della
perseveranza umana e degli sludiiper combatterela malsania
delTaria. Pure, e'bisogna dirlo, lo sviluppo deiragricollu! a,
il fervore delle moltiplicate ed ulili induslrie e tale in To-
scana, cbe noi dobbiamo cedere il priraato a quei nuslri
fratelli, appo i quali, se non si noveia gran copia di ricebez-
zc in poebe mani, come da noi, Tagiatezza e in tutle le
classi. E raenlre cresco lo svolgersi della vita inlellellualc,
— J43 —
la Vila inateriale di tulte le classi non e tanto pcrco^sa dal
flagello della miseria, come lo e nella Venczia.
La Toscana ebbe dalla Pruvvideuza il dono di rimanore
autoaoma sempre, e I" autonoraia delle sue repubbiiclie, del
principato Mediceo, del prineipalo Lorenese, del breve prin-
ejpalo Borbonico non ebbe altra inlerruzioiic die qiiella del
goveiiio di Napoleone I, il quale ha commesso (juella gravis-
sima colpa, e non meno gravissimo sproposilo ( forse non
ulliraa causa della sua rovina, perche lo rese esoso ai sud-
diti)del voler araalgamai'c una vasta parte d'llalia collaFran-
eia, imponendole leggi, magistrati e fino la lingua francese.
La Toscana avendo avuto sempre leggi proprie, la sua
prosperita rcpubblicana, che visse c Oori anche fra i tram-
busti d'una deraocrazia irrequieta sempre, caduta solto al
ferreo giogo di Cosimo I ando sempre sminuendo soUo ai
suoi suecessori e languiva quaado si cstinse qiiella scliialla
di popolani che sera levata a! principato, schiacciando ogni
liberta della patria.
Era serbata al Granduca Pielro Leopoldo la grande
opera della restaurazione in Toscana. Quantunque alcuiic
minute parti del suo governare non siano scevre di cen-
sure, pure per gli immensi benefizii che largi alia suanuova
patria, della quale seppe farsi veramente concittadino^ egii
merita la gralitudine nazionale.
Conscio che senza liberta, vera e onesta, e senza che sia
ugualila di diritto in tutti i cittadini e fra loro e al cospetlo
della legge, non e soda nessuna istituzione di governi civili,
Pietro Leopoldo comincio dal francare di ogni vincolo le
proprieta fondiarie, a proclamare e manlenere tutta la pos-
sibile liberta al commercio e alle industrie. La morte del
IVatello, che lo chiamo al seggio imperiale^ i procellosi avve-
nimcnli di Francia gli tolsero fondare in Toscana le fran-
— 144 —
chigie cosliluzionali , delle quuli avea dulo iin saggio,
ossciulo stalo il prime in Euroiia, fra i principati assoluli,
C'hc soUopoucssc al sindacalo del pubblioo lo slalo c I' am-
ministrazione dclie sue (inanze.
II luioii some friiUilito c pieslo. La Toscana presto si
toisc dalla proslrazioae nella (jiiale Tavoa eondolla la fiac-
c'liezza degli iillinu iMediei. Le Icggi ferree, o noii addalte o
male addalle ail" indole italiana, in)pos(e da Napoleone I ri-
dussero di nnovo a mal partilo (luelia rcgione italica. E
sopralluUo le leggi proihilivo c il l)iucco conlineiilale, eho
pare iinpossil)il(! sia stalo crediilo da uomo d'inlelletto cosi
poteiile (jiKile egli era, potesse cssergli robuslo allealo con-
lio la livalo liighiUeiTa. Non fii die come 1' ira impotente
di un fanciullo ebe crede i suoi baloccbi validi per atterrare
uu gigaiite.
Dopo la ricaduta di Napoleone, la Toscana godette di
nuovo un goveriio proprio e indepcndente. Le leggi Leupol-
dine, per quello spelta alia libertti del suolo, furono mante-
nute con due eccczioni, il restiluire beni stabili a frati
e monacbe ristabilili, e il permesso dello istituire dei fede-
coramessi famiiiai-i sotto ai iilolo di priorati e commende
dell'ordine di santo Stefano. Le leggi sull'assoluta liborta
del commercio e delle Industrie rimasero intalte. Da ci6
viene la prosperila pi-esente delta Toscana, prosperila gran-
de se si badi alia qualiti di paese naturalmenle povero.
Le industrie fervono : si penetra nelle viscere degli Ap-
penini per iseavare le grandi riochezze uietallicbe ivi riposte,
trarne le acque minerali ebe spicciano e danno salute ainia-
lati. La societa, i privati usufruttuano i prodotti del regno
inorgaiiico; il governo Toscano ool far lavorare per conto
proprio le riccbe mioierc dell' Elba nun ne ti'aeva quel tor-
na conlo,oper se, e per il paese, che gli IVutta lo averle date
— 145 —
a una societa di privati. Locchc e novella prova della verilii
di queJ detto, chc pel bene dei popoli e pel bene loro proprio
bisogna cbe i governi governino il meno che sia possibile.
Dove la natura e povcra, Tarte s'ajuta a siipplire. Chi
non sa i beni all' agricoltura recati dall' Accademia dei
Georgofili, alia quale mi e sommo onore I' anpartcnere, i
beni cbe porlo alia Toscana propugnandosonipre ogni one-
sta liberta ? E, per tacere di altri, chi non sa di quanto van-
taggiarono le arti agricole i miei illiistri aniici Cosimo Ri-
dolfi, e Raffaello Lanibruschini, uon con la sola sapienza
nelle teoricbe e la doltrina pratica, ma coITaver voluto rim-
piccolirsi, perche la generazione crescente degli agricoltori
crescesse? L'agricoltura fiorisce in Toscana : la natura re-
caleitrante, a cbi sa accarezzarla e anche saviamente sfor-
zarla, finisce coU'obbedire volonterosa, edare largo premio
a chi spcse danari e fatiche. Percio in Toscana le velte dei
monli si rinselvano, ogni prodolto agricolo vi e cccellcnte,
gli slrumenli rurali, gli animali d'ogn: specie, sono degni
di ammirazione. E a noi, Veneti, che appena adesso co-
nosciamo la nostra ingratitudine verso la Provvidenza, chc
ci largi tante nalurali ricchezze che Irascuriamo queslo
esempio deve servire come incentive a emularlo.
Libero il commercio, libere le Industrie, senza le catene
di nessuna protezione interna, senza leggi proibitive che le
tutelino al di fuori fioriscono nei lavori metallici , in
tutte le applicazioni della scienza all' industria, in tutli gli
usi domestici che hanno fondamento dai prodotti dell' agri-
coltura. Noi siamo al di sotto dei Toscaui, bisogna pur dirlo,
nelle industrie. E solo mi contento opsei-vare che in Venezia
vi era altre volte una fabbrica di porcellane, coeva a quella
dei Ginori a Doccia, e ne uscirono tali lavori che al presen-
te si conipcrano a prezzi favolosi. Si spensc; quella di Doc-
— fifi —
ciii c llorithi, c ndopcra aiichc il kaoliiio del nostri folli vi
cenliui. La manifalUira dei cappclli di paglia, forse coeva a
qiiclla di Toseana, riinasc stazioiiaria nello rogioni pede-
inoiitanc dol Bassanese, e iion puo loltare colla iiidustria
toseana. In Toseana la scriioltura reca grande ulilila non
soiamente pel prodolto dei hozzoli, nia per la tessitura dellc
sele, clie toscani uomini insegnarouo a noi, i Luecliesi. Noi
ehe nella sola Venezia averamo fino a qiiallroniiia lelai,
quanli nc ctnilianio in Uille Ic provineie cbe diedero il nonie
alia cilia die sorge dalle acqiie?
E Inlta qisesla prospei'ita, tulto qiieslo onore di Toseana
\iene prineipalmenle dalla liberta applicata a! I'omuiercio e
alle indnslrie, quelfapplieazione deila liberti che il Toscano
Bandini divino nel seeolo XVII, chc Pietro Leopoldo ha
messo in alto con gagliarda volonUi in sullo scorcio del
secolo Will. E til tolta ogni disuguaglianza, talche 1 nomi
storici dei Ridolfi, dei Ginori, dei Ricasoli, il nome dello
stesso Granduca Leopoldo II, gli officii del siio governo
lion isdegnano comparire nniti a qiielli di onorati e valenti
artigiani nelle esposizioni pubbliche, come ne fa prova il
libro cbo mi fii dato da esaminare. II quale mostra lo stato
delle induslrie toscanc, operose cd iitili, percbt' sorretle, e
lion dominate, da leggi che si adattano alia natura degli
uomini e dei luoghi.
Qnando nel 4 850 ebbe luogo la grande esposizionc
mondiale di Londra, il Governo Toscano toslo avvis6 di
quanta importanza fosse pel paese il far bella moslra di se,
non [)er seaiplice e inulile vaniU'i, ma per linleresse del paese
medcsimo. Voile prima far saggio delle sue forze, per vedere
se la parte d'ltalia die regge poteva misurarsi colle princi-
pal! nazioni del mondo. Ter questo ordino una csposizione
centra ie in Firenze che unissc lutto quello che la Toseana
— 147 —
produce per natura o per arte. Fece come la buona madre,
la quale prima di mandare i suoi figliuoletti ad una festa
nella quale si aduna la prole de'riccbi, li guarda por bene
accio non compariscano da meno che gli altri. E cosi fu, e
Ja Toscana fu guidcrdonaia in Londra con nolabile iiumero
di premii.
Ma non fu questo solo lo scopo della esposizione cen-
trale Toscana ; fu ancbe il voler mostrare premura per io
incremento delle Industrie. Per queslo nella esposizione di
Firenze il govcrno largi premii, enon a sole invenzioni e in-
troduzioni di abene industrie, come sogliamonoi,ma a tutte
le industrie esistenti. E deve essere stato argomento di esul-
tanza per i Toscani il vedere unita tanta copia di prodotti
natural!, di opere d'industria, figlie della soienza. AUe quali
andavano unite quelle opere d'industria ebe sono enianazio-
ne delle belle arti, e nelle quali il primato e tutlo dei Toscani,
la btotarsia, la xilotarsia, lo incidere sulle pietre dure, il
fondere in bronzo, il cesellare in metalli preziosi, i lavori
di niarmo, di alabastro, di scagliola. Applicazioni tutte
delle belle arti alia industria, le quali non possono esservi,
se air arligiano-artista non siano aperti largbi sussidii d'in-
segnameato artistico pubblico e graluito.
11 Governo Toscano ordino la stampa del Rappotio ge-
nerate della sua esposizione del 1 850. II volume del quale
ho fatto studio forma il seguilo di quel Rapporto generate.
II valoroso professore cavaliere Filippo Corridi, direttore
dcir I. R. Istituto Tecnico Toscano apre il volume colla
prima parte, che c tutta sua, e cpntiene una notizia storica,
nella quale, per iilo e per segno, egli narra tutto quello
spetta alia esposizione di Londra, e in parlicolar modo
quello spetta al contribulo che vi reco la Toscana. Nella
esposizione di Londra T Italia era rapprescntala da tie sole
Sc-rie III, T. IV. 20
— US —
delle sue regioni, Regno Sardo^ Toscana, Statu I'ontilido,
II reame delle Due Sicilie, Parma e Modena si astennero
dal partecipnre a quesla spleodida festa delle Industrie mon-
diali; noi Lonibardo-Veneti fummo amalgamati colle altre
nazioni, dalle quali e coniposti) I' impero Austriaco. Quan-
tunque da noi si spedissero lavori industrial!, e taluni ab-
biano ottenuto preniio, a quanto rii'erisce il Hiiro di cui
tengo parola, nessuno de' meml)ri del gran Giui-i interna-
zionale, designato dal Governo Austriaco, era Italia no,
Poiclie il Corridi descrisse quello era avvenuto in Lon-
dra, dopo la esposizione toscana, con somma dottrina eco-
nomica prosegue la sua notizia storica narrando la solen-
nita nazionale del porgere i preniii a coloro die li aveano
conseguiti in Londra. Solenniti vera, che ebbe luogo pre-
senti i maggiori officiali del governo, nella gran sala dei
Cinquecento di Palazzo veccbio.
Statuito dair imperatore Napoleone III che nel IS55
avrebbe luogo una seconda esposizione mondiale in Parigi,
il Corridi narra le cure che il Governo s'e prese percite
nuovi trionli conseguisse la industria toscana. E, come
precedentemente, ordino una esposizione toscana con pre-
mii, che precedesse a quella di Parigi.
Alia prima parte del librosuccede la seconda, e contie-
ne dodici rapporti delle dodici commissioni allc quali fu
dato 11 giudicare sulle dodici sezioni nolle quali t'u partita
la esposizione toscana del 1854. E souo le seguenti:
1. Prodotti del regno inorganico. — Relatore il cav. Ubal-
dino Peruzzi.
2. Prodotti orgaiiici e strunienti agrarii. — Relatore il
dott. Antonio Salvagnoli Marchetti.
5. Macchine e strumenti. — Piclatori il prof. Luigi Paci-
natto, il dott. Tommaso del Beccar^t.
— 149—'
4. Lavori di motallo, di vetro, di porcellana, di majoli-
ca, ec. — Relatore il prof. Tito Puliti.
5. Lavori di paglia, corde, store, ec. — Relatore il sig.
Pasquale Benini.
6. Seta tratta, filati e tessuli di seta. — Relatore il sig.
Francesco Scoti.
7. Concia, coloritura, verniciatura delle pelli, cappelli di
feltro e di felpa, carte e bianche e colorate. — Rela-
tore il prof. Pietro Puccelti.
8. Lavori di cartoleria, valigeria, selleria e di carrozze. —
Relatore il sig. Antonio Cioci.
9. Fiori e friitti artificiali, lavori di calzoleria, di orna-
inento a uso domeslico. — Relatore il sig. Antonio
Cioci .
^ 0. Prodotti chiniici. — Relatore il prof. Daniiano Casante.
I 1. Lavori di tipografia, lilografia e calcografia, e sui dise-
gni e modeili tecnologici e architettonici. — Relatore
il dott. dei iMarcbesi Liiigi Ridolti.
\2. Lavori di litotarsia, xilotarsia, d' intaglio, di scagliola,
di doratura e di verniciatura. — Relatore il prof.
Vincenzo Manteri.
Segue un' appendice nella quale si fa cenno delle opere
d' arte inviate a Parigi.
Ogni rapporlo e suddiviso giusta le diverse parti che
sono contonute nelle singole sezioni, e il coraplesso di que-
st! rapporti presenta un quadro particolareggiato dello
stato delle industrie in Toscana.
lo vorrei poter parlare partitaraente di questi rapporti,
che sono di grandissinia iraportanza e porgono utili ammae-
strainenli. Qaali siano le origini dello splendore al quale
giunse la industria toscana ho detto sopra: al manteni-
mento c al cresccre della industria giova mirabilraente I'lsti-
— 45(» —
tiito Tocnioo di Fironzo, diretfo diillo cgrcgio Corridi, man-
lomilo a sposo dol governo. I danari che i goveniali pagaiio,
e i govenianti speiulono per la istruzione tccnica del popolo,
frultano, e con usura, agli uni e agli altri. Poclii volenti die
uscissero dalle scuole piibl)liche baslerebbcro a ricaltarc la
spesa ; molti islriilti, aiichc so ricscoiio mcdiocri, cessano
dallo essere prolclarii. E la ignoranza e rovina degli stati,
perche causa del proletariate delle ultisno clas^i.
Ouaudo ebbe luogo la esposizione di Parigi, anclie in
Venezia, per opera e merito della Camera di Commercio, si
fece una inostra, semplice, delle opere che la indiislria ve-
neta niandava alia esposizione mondiale, ma povera mostra,
seiiza solennita, senza apparati. E cosi senza solennita ne
apparali si distribiiirono le medaglie ottenule dai Veneli in
Tarigi. Queste occasioni sono rare, e il Governo Toscano ha
porto due voUe il nobile esempio del come si dcva fare per-
che quoste occasioni ridondino in oiiore e vantuggio del
paese.
Lo splendore delle due esposizioni mondial!, lo amoro
che si scorge anche nelle niostre di un territorio, piii o
men grande, di un niunicipio, vicne dal bisogno che ha
Tela nostra di pubblicitti soleune. Al ccrto non 6 facile che
riescano bene se non vi si adopcrino molte cure; la notizia
del Corridi attesta (pag, 14'j), che vi furono dei magislrati
raunicipali sordi agli inviti del Governo di porgere notizie
sulle industrie locali, che raisero in campo oslacoli e dubbii.
Ma col gridare ai sordi si fa capire quello si dice, e quando
si opera pel bene vero del paese, e non pel proprio vanto, si
opera alia luce del sole, non nei cancclli degli officiali pub-
blici, non nel gabinelto dello studioso, si paria, si predica,
si prega, si ringrazia, il ben pub])lico s'arrlva a raggiun-
gerlo. Le due esposizioni toscane prcstano ammaestranicnli
— 151 —
per olii ordina e ppr coloro che eseguiscono le esposizioni.
Dcvono, le esposizioni, nioslrare col falto la condizione
naturale del paese, devouo essere specchio di liitle le iiuki-
strie. U volere, solamente, meltere in luce qiiello ch'c' bello
agli ocelli degli oziosi, e uno spreco di tempo e di spesa.
Vi deve essere, ma dcve esservi quello che e utile. Cerlo
che le tavole di marmo intarsiate di pietre dure del Bian-
chini, gli slupeudi intagli del Barbetti sono fatture mira-
bili, nia rame, ferro, acido borico, cappelli di paglio, paste
da minestra, olio, gaggiolo, robbia recano piii quattrini alia
Toscana che quelle mirabili fatture. E se chi ordina, clii
eseguisce le esposizioni intendono cosi, facile e farlo iuten-
dere agh espositori. '
Le esposizioni non ponno essere frequenti; devono es-
sere coronali da piemio gli espositori, anche se nulla in-
\entino, se nulla inlroducano di nuovo da aitri pacsi.
Basla che le Industrie utili serbino vive, e il Governo To-
scano non trovo superfluo reiterare i premii a chi li aveva
conseguiti. L' Altezza del Granduca voile istituire una deco-
razione apposita, data unicamente alle Industrie, e lo stato
mantiene e allarga 1' Isliluto Tecnico. E perche le esposi-
zioni riescano per bene bisogna che gU espositori, oUre alio
allettamento del premio, non siano costretti a incontrarc
spese per inviare e ricevere le cose esposte, bisogna che
non incontrino ostacoli di dogane, facilmente evilabili, scn-
za lesione del pubblico erario. E devono essere fatte so-
pra una vasta scala, cioe devono mostrare un lerritorio
vasto. Le mostre provinciali, municipali hanno al certo del
bene, se non altro soddisfano 1' amor proprio di taluni,
fanno conoscere il merito di qualche timido o povero. Ma
il campo delle Industrie vuole essere lato, e non ristretto, e
le industrie di muuicipio o di provincia, non conosciute che
— 152 —
Jalla provincia o dal iminicipio, o poco ollro, non rccano
vantaggi grand! no al paose no alle sue parli.
lo vi ho parlato allrc voile, o signori, su (jnoslo argo-
menlo, c fu soggelto di nioUe discussioni, e le discussioni
furono aggiornate^ 0 largomeulo posto da un- canto. Ma
ora, franclieggialo die sono dal volume da me esaminalo,
tosto che le mie forze il consentano, vi chiedero liecnza
del far riviverc la disciissione per presentare al Governo il
permesso di ril'ormare le nostre esposizioni e premiazioni.
Le quali, s:'guendo le norme die Napoleone I prescrisse
quando ordino T IsliUUo Ilaliano, sono divenule anlichissi-
me in un leni[io come e il nosli'o, nel quale gli anni corro-
no come giorni_, e sono falle diseordi dal molo rapido c
pi'opotenle di tutto, e spezialmente dal muoversi ed allar-
garsi del commereio e della industria.
I m. e. CO. Miniscalchi e ingegn. Cnppclletlo di-
coiio die neila grande esposizioiie di Londra orano
nel giuri tre membri ilaliani, uno per Venezia die fu
il Cappelletto modesimo. uno per Verona il sig. Ila-
dice, uno per Milano il sig. De-Cristoforis.
Si legge Sopra un imetto pprforatorc (hlpiomho
Berti.
la seaucnte conumieazione dal s. c. dott. Antonio
Nella scorsa state due fatlorini della lipogralia, ove si
stampa la Gazzelta Ufticiale, venivano a me con due locdu
di que'tubi di piombo, die servono a condurre entro alle
case il gaz illuminanle, e I'un d'essi nan avami, in aria Iri
riscntila e dolenle, come i compagni suoi, accoriisi di qua!-
— '153 —
che giiasto nei tiibi dal puzzo, che cliffondevasi per I" offi-
cinn, ed irritava lo nari, ne facessero avvertita la Societa
del gazs()praddetto,c questa inviasse alcuni operai,i quali^
esaniinati atlentamente qiie^tubi e trovatili bucherali in piu
parti, gli andavaiio aecusando di avere per malizia, o per
istorditaggine giovauile, essi medesirai commesso con deli-
berato aoimo i! danno. Essi dal canto loro protestavano
d'essere affatto innocenti, ed anzi mi dicevano di avere
tentato di dimostrare Tassiirdita dell'accnsa coITosservare
che que'forellini orano senza orlo veriino, mcntre clii vo-
glia con un ferro appuntito qualsiasi pcrforare 11 piombo,
produce tutto all" inforno del foro un orlo assai rilevato.
Alia teoria avevano anche aggiunto lo sperimonto, ma in-
darno. Venivano dunque da me, acciocche cercassi raodo
di scolparii ed acquetassi la collera del padrone.
L' osservazione era giusta, e quale suol suggcrirla,
eziandio agl' ignari delle fisirhe discipline, la necessita ur-
gente della difesa. Infatti que'forellini avevano I'orlo liscio,
piano, ed erano evidente efl'etto non di uno spostamento
delle molecole metalliche, ma della loro dislruzione. Oilrc
a cio non camminavano in direzione piii o nieno verticale
all'asse del tubo, in linea diritia, con diametro sempre
eguale o con regolarita decreseente, come sarebbe acca-
duto se fossero stati opera d'un ferro appuntito, ma ave-
vano direzione varia ; alcuni prano sinuosi, e molti comin-
ciavano quasi a foggia d'imbuto, che andava stringendosi
tino ad un certo tratto dopo cui 11 forellino conservava
sempre una eguale larghczza. Qucsti forellini erano sette ;
cinque penetravano con larga aperturu nel lumc del tubo;
UQO pareva abbandonato non appena un bucherello aveva
consentito r uscita al gaz racchiuso; uno tinalmente, che
ancora conserva il lucicore del melallo non ossidalo, non
— 154 —
trapassava 1' intcra parctc del tuho. Talc parele niolto iiie-
guale aveva, socondo i siti, da urio a tre inillime'.ri di spes-
sore; il diametro dn fori variava da iino a due raillimctri;
nei pill era d'uno o mezzo, se ne traevi I' imbuto, di cui
parlai, cir e di varia largliezza. Anclie la profondila loro
era dilTerenle; stava pcro fra i tre e i qualtro luillitnetri.
Da ultimo T aspetlo della parte scavata appariva scabro,
granuloso, e sguardato colla leote moslravasi tullo segnato
a piocoli solelii vcrticali all' asse del foro , e succedentisi
come se la i'orza operante avesse agito intaccando a poco
a poco e all'ingiro e regolarmente 11 metallo.
Ora al vedere ootesli forellini cost siraili ai tarli, clie
certi insetti fanno nel legno, iion poteva non sorgere tosto
r idea ohe fossero lavoro di qualche insetto, e 1' animo si
scntiva tratto ad assolvere gli incolpati operai. Ma cbe in-
setto ? — Difisi a que' giovani, cbe se vedessero per T of(i-
cina qualche strana bestiuola se ne mettessero a caccia e,
colta, me la recassero. Non ando guari cbe ritornarono a
me, e mi portarono vivi e chiusi in iscalola di cartone al-
cuni insetti, die dicevano di non avere raai veduti per gli
scorsi anni, e cbe avevano colto, non nel flagrante delitto
di perforare i tuhi di piombo, ma nella innocente opera di
bucherare il telajo delle invetriate, come la natura loro It
spinge.
Avuti in mano i supposli delinquenti, avvegnacbe mi
tornasse facile il riconoscerii, pure non volli fidarmi alle
mie scarse cognizioni, e mi rivolsi a persona arnica e dot-
tissiraa, la quale mi conferraava spettare quegrinsetlini al
genere Apale del Fabricius, e precisamente all'.l. hiimaralis
del Dejean. Questo genere, come sapete, sinonimo per alcuni
del gen. Boslrichus, appartieneai co/eof/<?n, tetrameri, xylo-
plwf/i, di cui tanto le larve cbe gl' insetti perfetti vivono nel
— iDi) —
Iegno,nutrendosi di csso e scavaudovi tortuosi meandri, die
rieuipiono dei loro cscreiuenti simili alle sogaturc del legno
sti'sso. Sono essi e i loro congeueri, clie producono tanto
danno nelle selve, spocialmcnle della Geimania, c che il
Ratzeboiirg ed il Bernstein descrissero cou niolta esattezza.
E^si vivono anche nelle nostre provincie con altri del me-
desimo genere, fra oui nota e grossissima e 1' A. copucina.
Ma erano poi questi gli autori del danno ? La prima
«osa che osservai, si fu se il diaraetro del corpicciuulo loro
corrispondesse a quello dei fori, e trovai infatti che si cor-
rispondevano a capelio. I minori di essi erano grossi un
millimetro, i maggiori uuo e mezzo ; dunque avevano gros-
sezza pari o di poco minore al diametro gi^ niisurato dei
fori. D' altra parte cbe le larve loro, fattesi adulte, sieno ca-
paci di traforare il piombo non e nuovo ; lo sanno gli ento-
mologhi, che trovano talvoUa perforate le scatolette di
piombo, in cui per maggiore cuslodia racchiudono tali in-
setti viventi.
Aggiungele a cio il caso recente delle palle di piombo,
che si rinvennero nella Crimea perforate entro a casse di
legno, e che il maresciallo Vaillant, nell' adunanza del 7
settembre 1857, preseutava alio sguardo indagatore degli
Accademici delle Scienze. Questi, come vi e uoto, inearica-
rono anzi I' illustre naturalista Dumeril di studiare 1' argo-
mento, e dirifeiireilrisuitatodeproprii studii. Eil Dumeril
aon tardo moUo a compiaeerH. ]\eir adunanza suceessiva
del ^ 4 settembre 1857 quel dolto entomologo lesse una
breve e succosa relaziono, in cui, premesse alcune ricerche
sloriche sulla specie degl" insetti, die intaccano e perforano
il piombo (I), viene a favellare di quello particolare, che
i\) Rcclierches hisloriques snr hs espece-t d' in.iecten. qui rnngevt
el iierforcnt le plumb par M. Dumeril.— Camples rendus des seances de
I' Acadc'mie Francnise — Tom. XL V, pcig. 561 .
Serie III, T. IV. 21
— 150 —
traforava lo palle in Crimea. lo ropulo inulilo oflVirvi un
sommario di quella Menioria, che avreie lello o potote leg-
gore negli A(ti dell' Aceadeinia franecse ; vi rieordo solo
ch'egli cita pareeclii esempii di lamiue pliinibec (e proprio
di quelle onde soiio ricoperti alcimi letti ) perforate dall' A.
cnpvcina, di vignette tipografiche composte d' una lege piii
dura del piombo egualniente eorrose dallo stesso insetto,
e di altre laniine, elie furonotraforate dal Callidlum bajulus
c dal sanguineum. Quanto all' insetto, elie aveva dato en-
gine co' proprii guasti a tale rieerca,maIgrado 1' iniperfetto
esemplare, che avea sott'occliio, iion credeva punto d' in-
gannarsi nel i-iconosccre iin urocero, e propriamenle 1' iiro-
cerns jtivencus. E questo lo maravigliava di piii,impereioc-
cli(^ VA. capHcina alia fin fine e un insetto piuttosto grosso
e dotato di i'orti mandibole, mentre V iirocerus jnvencusb
niolle e fornito di niascelle assai deboli.
Lo stesso maresciallo Vaillant scriveva poi conlempo-
raneamente una lettera al eonte di Kisseleff, ainbasciatore
di S. M. r Iniperatore di tutle le Russie a Parigi, incuies-
postogli il caso assez cM?'t>M.r, eom' egli lochiama, lo prega
a volerlo informare se un fatto simile si fosse osservato
iielle cartatucce dell' armala russa in Crimea, c a eompia-
cersi d' interrogare su tale argomento gli entomologi russi
invitandoli a eomunicaie quelle osservazioni eJie avessero
a caso raccolto sulla natura e i costumi di un simile insetto.
A questa lettera diede risposta il signor Vittore di Mo-
sebulsky eon uno scritto lelto nell' adunanza del 21 giugno
1838 (0? nel quale avvertiva cbe il fatto nonerasi osservato
neir armata russa ; confermava quanto aveva delto il Du-
(l) Sur un iusecAe qui <i pcrfon^es bulles I'.n ploiiib de V A mice
yranraisc en Crinirc pur Virfnr dc MolschuUsky.—Cottipics rendus des
se'aticcs de I' Acudcinie Frum^uise. — Turn. XLVl, pur/. 1211.
— 457 —
meril intnrno alia specie dell'insetto ; dicevache talcinsetto,
laro in Crimea, era frequente all' invece nella Germania,
iiolla Svezia c aeli' Inghilterra ; die doveva esscre slato
trasportato col legno delle casse, in cui erano racchiiise le
cartatucce ; die i costumi di esso ei'ano stati esattaniente
descritti dall" Hartig ; die le perforazioni delle palle erano
opera delle sue mandibole; che tali perforazioni Don accen-
navano ad un particolare gusto dell' animalucoio pel piombo,
ma provenivano da necessita, trovandosi il metallo sulla via,
che r insetto per islinto era forzato di prendere ; che il
piombo non era mangiato da esso, e che anzi un attento
esanie ne avrebbe falto scorgere le particelle rosicchiate
in fondo alle ca^se; che finalmenle le galleriecostantenicnte
aperte ai due capi mostravano come I' insetto facesse nel
piombo cio che fa nel legno, obbedendo all" istinto, che lo
trae a compiere in qualsiasi modo il cicio delta propria esi-
stenza.
Con tali autorita, e piu coll" eserapiorecente, non parmi
lecito duiiqne ildubitare che andie nel caso noslro sia slato
un insetto, e proprio 1'^. humeralis raccollo sul sito, 1' au-
tore dei fori nel piombo. Ne puo essere di ostacolo il pen-
sare che 1' J. humeralis e piu picciolo e debole dell'i. ca-
puciiia ; imperciocchc d" aUra parte quello e alia vulta sua
piu robuslo AaXXurocerus jnvencus^ che riusciva a forare le
palle franccsi. E poi io credo che la maggiore o la minore
forza delio mandibole non sia per 1 insetto quistionedi pos-
sibilit;\ ma di tempo. Un allro quesito piultostosorgespon-
taneo dalla narrazione del noslro fatto. rsei casi ricordati
dal Dumeril le lamine di piombo erano sovrapposte al legno,
in cui lavorava I' insetto, ed esso, bisognevole d' uscita,
trovavasi costretto a forarle ; ne'pacdii delle \ignette ti-
pograflche, nelle casse delle cartatucce, nelle scatole dei
— 458 —
raccdglitoi'i d'insolli, il boslrico so nc slnvi\ r.iccliiuso, e
percio, sia clio il facosso per uscifo od obl)('(Iisse all'arcaoo
istinto, chc lo mena, dovova forarc il mclallo ; non cosi
nel caso di cui vi paiiava. Qui I' insetto e lihcro, in arapia
stanza, dovo ii logno abbonda nogli iisci, ncili' invclriale, nei
travicelli, nellc suppt'lleUili, o piircosso nol ccrca,eva spon-
taneo a coiupiere la meravigliosa sua opera in un lubo di
piombo a niez/.o nascoso suiraggello d' una cornice, ove
sperde la falica sua scnza traire il nulrimcnlo, clie trova
nel Icgno, nc s' arresta liucln!! non pcnetra iiel kuno del lubo,
donde un gaz aslissianlc lo dc^c cacciarc, so pur non lo to-
glie di Vila. Qui parmi clie non si possa assoiii-o coll' en-
tomologo russo che rinsctio non abbia predileziono voruna
pel piombo : V insclto lo corco profcrendolo al leguo. Ora
un tale fatto o degno di nola, e credo che invilcra i nalu-
ralisti a studiare con niiglioro proposito i oosluiui o i biso-
gni del singolare insello ; per me mi basta avorc enunciato
il quisilo ; non mi senlo 1 aulorila e la scienza necessarie
a risolverlo. . '.■■'■
II m. c. dott. Nardo sogj:^iunge che a lui pure
accadde di vedere una lamina di pioaiho. di cui era
foderata una cassa di legno, qua c la forata da un in-
setto ie cui reliquio trovate ncila cassa gli fcccro
appunlo supporre che dovcssc appartenere al gcnere
Apate.
11 presidcntc apro un piego soUo suggcllo dcposi-
talo fino dal 20 gennaio 1847 dal lu nienibro cfiettivo
ingegnere Jappelli, avendone avuto ibrnial conces-
sione per lettera dell' erede vedova Jappelli. Avuto
riguardo all' argomento e al tempo in cui fu deposi-
— 169 —
lalo quel piogo^ I'i. r. Istituto delibcra di pubblicare
uegli Atli quella scrittura. ch' e la segucnte:
Rin(Mt('ii(lo clie iin corpo cune;ilo collocalo in un fosso
soffre un nltrilo niollo maggiore di (jiiello vhe aviehbo se
prcmesse sopi'a di un piano orizzonlalo, e rifleltendo che i
rapporti fra T allrilo di seconda o terza specie rimangono
fia loro gli stcssi in aml)educ i casi, mi 6 sembrato die
agevol eosa fosse 11 far raontare un piano ascendente ad
un looomolore, qualora le sue ruote niotrici e quelle del
cai'i'o fossero nella periferia <lei!e due faccie cuneate c die
si facessero entrare in rails della slessa coniciti.
II mezzo peio sembrandomi Iroppo semplice per po-
terlo credere sfuggito a lanli alti ingegni cbe da Steplien-
son in poi sonosi di quel meraviglioso congegno occupali,
non fu se non per togliermi un tiechio die m" inquielava
die feci coslruire in piecole dimensioni due ruole di legno
cuneate simili alle due molrici di un locomolore inGsse
in un asse avente nel mezzo una gola entro cui si potessc
avvolgere una feluccia,ed un piano iiiclinato per osservare
se quando I'aiigolo d'indinazione non perraetteva piii alle
ruole di monlare sopra i rails comuni, avessero polulo
ascender*' roleando sopra i rails fessi, e resperimeiilo mo-
stro cbe le ruote die sdrucdolavano sopra una debole in-
clinazione poste sui rails comuni, roleavano ed ascende-
vano poste sopra i rails fessi sopra una inclinazione molto
maggiore: e che lo stesso succedeva quando si faceva il
fesso nella ruola ed il cuneo nel rail.
E fu allora die da tale esperimento parveiiii cbe si po-
tesse infeiire: ' ' ' " ' "' '
1." Che medianle i rails fessi e le ruote cuneate, o le
ruote fesse c i rails cuneati, lasciaudo i convoijli sulle ro-
— 160 —
t;)je coimini, si possono superare dcllo asceso magi^iori di
quelle clic ora si moniano siilla postale co^li ordinarii vci-
coli, lo (iiiali ascese in liigliilton-a noii sono die di ^V
II." Che I'angolo d'inclinazione del disco delle ruote
motrici e del rails dev'essere propor/ionato all' angolo che
misura rineliiiazione della strada clie si vuole percorrcre.
, III." Che la forza occorrente per innalzare locomotore
c convoglio airaltczza cui si vuol giugnerc la si i)ii6 Irarre,
ccoH'uso del loeoiuotoi'i ad cspaiisione variabilo mar-
ciando in piano colla iiiassinia espansione ed in asccsa a
tutlo vapore, e diminuendo il rap|>orto fra il raggio della
manivella e (ludlo delle ruote molriii formando la periferia
cuneala in maggior vioinanza del centro di i-otazione, op-
pure nclle ruote fesse e nci rails euneali auinenlando la
sezione dei cilindri, giacche quando ie ruote fossero fesse
e i rails cuneati e probabile che ci volesse un parlicolare
locomotore per Ie salite e particolari rails per nso loro, \i\-
sciando in Ganco i rails ordinarii sui (|u;di rimarrebhero i
waggons. ,.;. Ing. Gii;sepi'E Jappelli. .m
II ni. e. Jiellavilis dice queslo modo cssore slato
piu tardi pi'oposto e lodato anchc dal Minotto, e il
m, e. Cappclletto soggiuiige che iiella pralica appli-
cazione olTre molte dil'ficolta.
i\clla giunla delle raccoUc nalurali, venendo a
maneare un membro per la noiiiina del ni. e. Fario
a vicesegrelario, 1' i. r. Istituto con unanimita sosti-
tuiva il m. c. Massalongo.
II presidenle annunzia lamancanza del cav. Ne-
grelli, membro onorario di questo i, r. Istilulo. e del
socio corrispondente Sunle Linari.
— 161 —
Elenco dei doiii presenlati all'i. r. Isliluto dopo le
adunanze 22 e 23 agosto d868.
// Crepuscolo. N. 54-55.
Manuale delle norme e discipline relative al conmcrcio, al-
/' industria ed alia navigazione, vigcnti net Regno Lom-
hardo Yeneto, corupilalo per cura di Giulio Alberti. —
Venezia 1858.
I.a Civilld catlolica. 'N. 202 a 207.
Cazzelta di far mac ia e di thimica. IN. 5 5-55. ' ' '^ ■
V'enozia 1858.
Bnlletiino delle leggi ed alti vfficiali per le provincie ve-
nete. Parte I e II, Disp. V e VI.
Comptes rendus hebdomadaires de I' Academe des sciences.
T. 47, N. 7 a 18. —Paris 1858.
Gazzetla di Verona. N. 98.
// muluo soccorso. N. 54 a 45. — Milano.
Reichsgesel'Mntt etc. Bulletlino delle Leggi dell' Impero
Austriaco! Disp. 50 a 47.
Osservatore Triesiino.l<i. \ti\ ^2^6^. ■ '
Compendio storico della scuola analomica di Bologna scrit-
to da Michiele Medici. — Bologna 1 857.
Annolatore friulano. N. 54 a 44. — Udine.
Kritische Bldter etc. Fogli di critica letterario-artistica di
Praga. — N. 54 a 59.
Alcune note di G. Mainardi. — Milano 1858. ' ' ' • :
Memorie deWi.r. Istituto Lombardo. Vol.' VII, Fasc. V
VI. — Milano 1858.
L'Etd presente. Pcriodico di Venezia. N. 9 a 20. " '^
VAvvisatore mercantile di Venezia. N. 55 a 45. " ' •
La Ciarla. Periodico di Trieste. N. 25 a 25. ' '•
— 102 —
J/ Ecnnntnia rurale. Periodico di Torino. N. 10 a I {.
// Panoramn. N. 20 a 50. — Milano.
La Cronaca. Ciiornalo di .scien/o, IcUcreoc Disp. 10 a 20.
— "Milano.
Lo Sprllitlnri'. llasscgna Icttcraria, arlislica, e;-. M. 35 a -'lO
18")8 ; cd anno I." Scrie niiova, n. 2, 5, 5.
Causa di'lla rahlnn. Lellci'a al dofl. G. 15. ^Medici Pislojesc,
di \a\\'j(\ Toffoli. — Padi>va ISIiS.
Illiixlri !\Iurnnrsi\ dol cav. Cicogna.— Vonezia 1858.
Ver/Kindlinu/en, etc. Mcmoric doll" Accadeniia fisico-niedioa
di Wiiizburgo. Vol. IX, punlata I. — 1858.
JSorme gencrali per le puliOliche cassc cd iifficii, e per le
oulorild contalnli e di coniroUo hirclazinne uUanuova
Icfffje monelaria. — ■ Venezia 1858. ., _ . ^ ,
llullellino dull' Islmo di Suez. N, 1 0 a 20. — Torino.
Sulla ca(/i(ine del vedcrc le stelle e i pxmli luminosi affelti
da rat/f/i. Memoria del prof. Gio. ^I. Cavalieri Barnabi-
ta. — Milano 1858.
Bollcllino dclle scienze mcdlrhe dclla socield medico-chirur-
yica. Agoslo, scllembre, oUobro 1858. — Bologna. ,_
Giovnulc dctle seienzc mcdichc delta R. Accadcmia medico-
cltirurfiica di Torino. N. 10 a 50. — 1858.
Alii deli i. r. Ginnasio superiore di Porta Nuova. Anno sco-
laslico 1 857-58. — Milano.
Suite induzioni etettrostaliclie. Nota del prof. G. Belli prof.
di fisica dcir i. r. Universita di Pavia. — 1858.
Guide pralif/uc du mcdecin el du malade aux eav.v mine-
rates dc la Fiance et dc I' clrant/er el aux bains de mer,
par Ic dolt. Constanlin James. — Paris 1858.
// Giardinicrc. Annali d' orlicoltura. Disp. VlII, I\, X. —
Milano 1858.
— 4G3 —
Bulletin de la sociele Bolanii/ue de France. T. 5, N. 5, 5, 6.
— Paris 1858.
Siir /' enseiynement de la Dotanu/ue. Note de C. Jaubert
membre de 1' Inslitut. — Paris 1858.
U Tccnico. Pei-iodico di Torino. Fascieoli di setterabre e
ottobro 1 858.
Lichcmyrajia Bassanese di Francesco Beltramini de' Casati
dottore in chiniica. — Bassaiio 1858.
Memorie della Socieid italiana delle scienzc residcnle in
Modena. T." XXI a XXIII, parte matematica.
» XXI a XXIII, parte fisica.
» XXIV, parte I e II.— Modena 1837 a 1848.
Sitzttnge protocolle etc. Protocollo deJIe sedute delfi. r.
Comraissione centrale per lo scavo e conservazione dei
monumcnti (Eslratto ufticiale). Anni 1855-57.— Vien-
na 1858.
Proyramma dcir i. r. Ginnasio svperiore di Cremona alia fine
deli' anno scolastico ^858. — Cremona 1858.
Ilapporto di Tito Gio. Ricordi editore di musica al Congres-
so di Brusseltes. — mWano 1858.
Vnlcrsuctmnyen etc. Inda-ini sul terremoto del 1 5 gennaio
1858 di J. F. Giulio Schmit. — Vienna 1858.
Transaclion etc. Trattazioui deirAccaderaia delle scienze
in S. Luigi (Missouri). Vol. I, N. 2. — S. Luigi 1858.
) erhandlungen etc. Memorie della societa i. r. zoologico-
botanica di Vienna (aprile, muggio egiugno ^858).^
V Educalorc i.^raelila. Piinlaie 9 e 10. — Vercelli 1858.
// Baco/ilo itaiiano. Anno I, semestre II, settembre e olto-
bre 1858 — Milano.
Delle probabili condizioni fmco-chimiche-dinamiclie eke
possono aver accompaynato nelle epoc/ie qcoloqiikc la
SeneJH.T.lV. c^
— 164 —
solidificazionc dclle soslanze organichc. Momoria del
dott. G. Bait. Ronconi. — Padova 1858.
L' Echo medical^ Journal suisse et eiramjer des sciences
medicalf's etc. N. 0, 10, II, sctlembre, otlobre^ novcin-
bre 1858.
Atli delC i. r. Islilulo tombardo di science ecc. Vol. I, Fa-
scicolo X.
Delia Vila e delle opere di Luigi Sacco medico milanese.
Rclazione delta a nome dell' accademia fisico-mcdico-
slulislica da! dolt. Francesco Ferrari il 20 aprile 1858.
— Milano.
Berichtilbcr die Verhandlungen etc. Rendiconto siiHc tiat-
tazioni delta r. Accademia dclle scicuzc di Lipsia.
Classe filologica istorica ^850, N. 5-4
1857, » 4-2
' 1858, « 1
Classe matematica fisica 4 857, » 2-3
1858, » I.
P. A. Hansen, iiierabro deirAccademia r. dclle scieiize di
Lipsia. Tcoria dell' eclissi solare. — Lipsia 1858,
IF. 6'. Ilankel^ ineinbroecc. Ricercke elellriche. Meinoria tl[
sopra r emozione dell' elcttricitii fra i metalli ed i sali
riscaldati. — Lipsia 4 858.
Corrispondenza scienii/ica di Rorna. N. 21 a 25.
Storia della medicina c delle dollriue d' Ippocrate. Discoisi
tre di Sulvalore De Reiizi. — Napoli 1858.
Rivista conlemporanea di Torino. N. 58 c 59, agosto, sct-
lembre c ollobre 1 858.
Orazione lella ncl lempio di I'ossagno nei funcrali dcW il-
iusir. c revercndiss. monsignor G. Ball. Sarlori Canova
da monsig. Domenico Cav. Villn arciprete ab. inilrato
di Bassano. — Bassuiio I85S.
— 165 —
Nelle esequie di mons. G. Ball. Canova vescovo di Mindo
celebrate in Crespano il 3 agoslo 1858. Orazione del-
I' ab. Jacopo prof. Ferrazzi. — Bassano 1858.
Letiure di famigiia ecc. Opera clie si pubblica dalla Sezio-
ne lefterario-artistica del Lloyd austriaco in Trieste.
Vol. VII, punt. I a 10. — 1858.
Alii delta r. Accademia de' Georgofili di Firenze. N. IS.
L' Economisla. Periodico di Milano. N. 8, 9, 4 0.
Archivio storico italiano. Nuova serie^ N. \4. — Firen-
ze 1858.
Dialogo sui paragrandini. Lettera del cav. prof. Stefano
Marianini. — Modena 1 858.
At rapporto sugli studii e sidle opere del dolt. Angela Mae-
stri die per mandalo dell' accademia dei georgofili, dal
prof. Studiati di Pisa veniva redalto ; alcune osserva-
zioni del dott. Angelo Maestri. — Pavia 1858.
Ire giorni a Trieste, per cura di S. Formiggini, P. Kandler
P. Revottella e G. B. Scrinzi.— Trieste 1858.
Bulletin delta societe botanique de France. T. V, N. 5. —
Paris.
Monalsbericlit etc. Rapporti mensili della r. Accademia
prussiana delle scienze in Berlino. Settembre 4 857 a
giiigno \ 858.
Abhandkingen etc. Memorie della r. Accademia prussiana
delle scienze in Berlino, per 1' anno 4 857.
Giornate veneto delle scienze mediclie. T. XI, Serie II, giu-
gno 4 858. — Venezia.
Voiiisiore. Giornalc di scienze fdosofico-morali (in armeno).
N. 6 a 40. —Venezia 4 858.
Mittheilnngen etc. Comunicazioni dell' i. r. Society geogra-
fica di Vienna 4 858. Disp. 2.
-■ if)(; —
Jalirhuch etc. Aniitiario dell" i. r. riahincKo gcologico di
Vienna, IH'iS. Disp. 2.
Dc M. Guerin-Meiievide cl des trois eumorphidcs par M.
James Thomson. — Paris 1858. »
Considerazioni sidla scella di (/ucUo (ru i canali del Danu-
bio die conviene prcferire per regolarne la face ii el Mar
Nero, c suite opere nccessarie per conseyuire I' intenlo,
con due appendici, del cav. Pielro Paleocapa. — - Tori-
no I808.
Annall di maiemaiica piira ed applieata pubblicati dal prof.
Barnaba Tortolini in Iloma. N. 5, seltembre cd ollo-
brc 1858.
Giornale agrario toscano. N. 10, disp. 3 del 1858. — Fi-
ronze.
Del Konyelige Danske etc. Memorie della reale Accadcmia
danose delle scienze. Quinta serie, sezione di storia e
filosoQa. Vol. 2, disp. 2. — Copcnaghen 1858.
Oversigl etc. Prospelto dogli Alti deila r. Accaderaia da-
ncse delle scienze c dei membri collaboratori ncll' anno
\ 857, del secretario deH'Accademia prof. G. Forclibam-
mer. — Copenaglien 1 858.
Archiv. etc. Arcbivio degli aniici della storia naturalc in
Meklemburgo, pubblicato da Ernesto Boll. Puntate I a
\2. — Neubrandeburg, 1847 a 58.
Vila di Barlolommeo d' Alviano per Lorenzo Leonij. —
Todi \ 858.
EsercUazioni scicniifichec letlerarie dell'Ateneo di Venezia.
Vol. VII, fasc. I. —Venezia 1855.
Revue agricole industrielle cl tilleraire de Valenciennes. X.°"
anncc, N. 2,3.
Degli uccelli veronesi. Notizie raccolte da Gaetauo Perini
— 1(37 —
socio corrispondcnlc dellAccademia di Verona. Vero
na 1 858.
Di idcune prcparazioni del (jnaco (juale mezzo di preserva-
zione e dicura delle malatlie vcncrce. Lettera priaia del
Cav. G. B. Massone dotl. in medicina ecliiriirgia. —
Gcnova 1858.
liivista periodica dei lavori dell'i. r. Accademia di scicnze,
lettere ed arti in Padova. Disp. 15, 14. Vol. VI. Trime-
stri I a 4, -1857-58, — Padova 1858.
Nuovi saggi dell' i. r. Accademia suddctla. Vol. VII, Par-
te I. — Padova 1857.
Manuale delle malatlie cntance di PietroGamberini. — Bo-
logna 1858.
Causa dclla rabbia ; iin altro passo da vincere onde poler
merjlio toccarenelsuo veroposto la novella dottrina. Let-
tera al dott. Giuseppe Storti raantovano, di Luigi Tof-
foli. — Padova 1858.
Sulla organizzazione dc! regime sanitario nei comuni fore-
si. Progetto del dolt. Pietro Beroaldi prcsenlato all' i.
r. Istituto veneto nell' adunauza 25 febbraio 1855. —
Venezia ^ 858.
Verliandlungen etc. Rapporti e comunicazioni della Lega
artistica della bassa Austria con la cooperazione della
Commissione per letecnicheconferenze redatti dal prof.
E. Ilornigc. Annata del 1858, 7.« cd 8.« punlala pubbli-
cata il 24 ollobre con tre iucisioni in legno. — Vien-
na 1858.
Paolo V e la Repubblica veneta. Giornale dal 22 otlobrc
i605, Ogiugno iG07, corredata di note e docuuienti
tratti dairi. r. Biblioteca di Vienna, dalla Marciana,
dal Museo Correr e dall" Archivio ai Frari, in Venezia,
per Enrico Cornet. -- Vienna 4 859.
— IG8 —
Inlnrno ad iin l«'nr<:ma dl Abel. Nola del sig. Lnigi Cremona
osli-;iUa (lagli Annali di scioiize nialematiclu' lisiche pub-
I'licale in Uonia ; marzo IS.iH.
Sull' lincc del Irrzn ordine a doppia curvalnra. Nota del
sig. Cremona |)i'()r. di nialeraaliclic in Cremona estratla
dagli Annali di maleraalica pura ed applieata. Tom. I,
niaggio, gitigno, seltembrc oUobre I 808. — Roma.
iYofrt inlorno ad alcinii lenrcmi di f/eomelria scgmcnlaria del
dott. Lnigi Cremona prof, nell' i. r. Ginnasio Liceale
— Cremona 1 857.
Bulletin dc la Socicle Liiip. dcs natvralistes de Moscou. An-
nee 1 8aS, N. 11. — Moscou 1 858.
Bidletiii de la classe physico-malhcmatique de I'Academie
imp.des sciences de S. Pelersbourg.'lom. XV[. — 1858
Alii dcWAccadcmia ponlificia de'Nuovi Lincci diRoma. Ses-
sione 7.'' del 15 gingno 1858.
Breve rivisla su do die fa delta cd nperato intorno all' in-
ncslo delta polmonea Oovina di Giiilio Sandri. — Ve-
I'oiia 1850.
Per Ic aiispicatissime nozze Marccllo-Zon. Letlera di Dome-
iiico Lampsonio poela c pittore da Bruggia a Tiziano
Vecellio in dala 12 marzo 1507. — Venezia -1858.
Genealofjia ddlla nubile (amiglia veneziana Zon pnbblicata
da Emmanuele A. Cigogna per festeggiare le nozze
Mareello-Zou. — Venezia 1858.
ASJiO 1858-59 • CISPENSA TOZA
m cm Di lEiziA ■
STUDII
DEL DOTT. ANTONIO BERTI
, ThATTI
DALLE OSSEBVAZIOSl WLTLOROLOGlCUt DEL VENTEKNIO l83()-55
ED ACCOMPAGNATl
DA TAVOLE NUmtRICHE E GRAFICIIE ' -. »
(Contiouaziout Jtlla pag. 124 Jt^l i>itsiiitf Tolume.)
■ c^)o " ■
TERMO METRO.
iJe tavolc tcrmometridic sono fatte a legge perfeltadelle
barometriche ; reputo adunque inutile di farnc renumera-
zionc, ed entro a diritlura nella riceica dei fatti, che da esse
provengono.
La media termometrica del ventennio e di . 4 0 ,4655
(Tav. I) ;
quella calcolata dal Travcrsi sopra sedici anni
di osservazione era invecc di 4 0",6890;
dunque la superava di 0'',2255.
Ditalcdifforcnza non edifficilc Irovarc la spicgazione. II
Travcrsi osservava airullozza di oiotri 7,40 ; nel Soniinario
Seric III, T. IV. 23
~d70 —
patriarcale I'altezza, cul e collocalo il terraomclio, d di
raciri iC,.")!); il primo Osscrvalorio c fra terra; il sccondo
c'ircondato per Iro parli dalfaequa. Questc due circostanzc
bastano a diminuire la media annua di qualche ccutesimo:
la prima infalli sollrao maggiormcnte il tcrmometro ai ri-
flessi calorilrci dci corpi circoslanti ; la scconda vale a tem-
perare gli ardori della state.
La stessa media del ventennio siripcle quasi nci due de-
ccnnii. In falli il primo deceunio ha . -\- -10'\464
il secondo » » . . 40 ,407
La differenza ..... 0,003
Talc differenza cresce per<") nei quiuqucnnii.
La massima media di essi e. . di -f- 4 0'',602
» minima » » » » . » 10,525
Differenza 0,277
E cosl di seguito
La media annua mass." del ventennio o di -f- I \ ,S2
» » I) minima » » n « 9,71
Differenza 1,81
La media massima d'una stagionc di -f- 19,27
» 0 minima u » . « 1,37
Differenza 17,70
La media massima d'un mese . . di -}- 20,40
» I) minima n » . . u — 0,40
Differenza ...... 20,80
La media massima d'un giorno . « -H 25,90
» i> minima o » . » — 0,50
Differenza 30,20
Disposte le medio mensili del ventennio per istagioni c
per mcsi in modo d'aveie la media tolah^ di quelle c di
qucsli (Tav. H, A, B, e Tav. IV), abbiamu allora:
— ill —
La media massima dellc prime ncllo stati
di ^-^8^0^
» » minima » negl'inverni » 2,88
Diffcrcnza ,. ^5,i5
La media massima dci secondi nci mesi
di luglio ,,-1-18,58
» » minima » » gennaio »> I /Jo
Diffeienza 16,G5
Le differenze nel secondo caso si fanno dunquc minori;
percho infatti Ic mcdie massimc e minimo non sono piii
d' un mese e d' una stagione, ma di veiiti mesi c di venti
slagioni ; e minori ancora si faranno se le differenze ver-
ranno ricercate entro ciascuna delie dodici serie dei mesi
o delle quattro delic stagiuni.
Qucsto appariscc dalle seguenti tavole tratte dalla
Tav. II, A, D e Tav. IV.
472 —
Media
Differenze
M E S I
massime
minime
Gcnnaio .
Febbraio
Marzo .
Aprile .
Maggio .
Giugno .
Luglio .
Agosto . .
Settembre
Ottobre .
IVovembre
Dicembre
4-4,2
6,4
8,9
44,4
46,6
49,4
20,4
20,4
40,7
43,8
9,2
0,0
-0,4
-f 4,3
3,7
7,5
44,9
45,3
40,9
40,7
43,0
9,8
5,0
0,5
4,6
4,8
5,2
3,6
4,6
8,8
3,5
3,4
3,7
4,0
4,2
6,5
Stagioni
Media
Differenze
massime
minime
Inverno
Primavera ....
Estate
Autunno ....
-f 4,83
44,37
49,27
42,90
-f-4,67
8,47
46,73
40,23
3,26
2,90
2,54
2,67
— 173 —
Dallo tavole qui riporlate, o specialmonte dalla soconda,
rjsuita eziandio cho lo oscillazioni delle medio sono niag-
giori nell' inverno , minori nella state, e vanno diminuendo
dall'invcrno alia state crescendo da questa stagione al-
r autunno.
Quanto alle variazioni dclle medie mensili non c pos-
sibilo trovarc ripetute nella tempcratura quelle dolla pres-
sione. La temperalura e soggetta all' apparente moto an-
nuo del sole, e quindi dee crescere e decrescere regolar-
niente dal principio al mezzo e dal mezzo alia fine del-
r anno. Ecco la tavola, die offre le medie mensili di lutlo
il ventennio disposte nel loro ordine naturale.
Media
DiiTei
enza
M E SI
inensile
annua
m
pill
m
ineno
Gennaio
4-d,93 >^
8,53
Febbraio .
3,47
6,99
Marzo .
6,07
4,39
Aprile . .
9,56
0,90
Maggio .
>I3,45
2,99
Giugno .
^^'28 \ ,0,46
6,82
Luglio .
^8,59
8,13
Agosto .
48,17
7,71
Settenibre
<14,92
4,46
Ottobre .
11,98
4,52
Novembre
6,94
3,52
Dicembre.
3,21
7,25
174 —
Ecco qiiclla dellc slagioni.
Stagioni
Media
delle
stagioni
Media
annua
Differenza
in
pill
in
meno
Inverno
Primavera ....
Estate
Autunno ....
....
2,88
9,08
18,01
<H,28
1
^ 10,iG
1
7,55
0,82
7,58
0,78
In qiicstc due tavolo infatti si vcde la media Icinpera-
tura del mcsi percorrere un arco, che ha Tapicc in luglio,
c dellc slagioni in estate; od csscrc fra i primi I' aprilc, e
fra le sceonde la primavera, quelli la di ciii media s' avvi-
cina piii alia totale.
Vcdiamo adesso sc I' aumcnto c la diminiizionc pro-
grediscano regolaraicntc di mcsc in mcsc c di stagione in
islagionc.
— 175 —
Mes I
Medie
mensili
Differen-
ze
fra loro
Gennaio. .
Febbraio
Marzo .
Aprile .
Waggio .
Giugno .
Luglio .
Agosto .
Settembre
Ottobre.
Noveinbre
Dicenibre
Gennaio.
-f ^,^^
3,47
6,07
9,50
43,45
47,28
48,59
48,47
44,92
44,98
6,94
3,24
4,93
4,64
2,C0
3,49
3,89
3,83
4,34
0,42
3,25
2,94
5,04
3,73
4,28
Stagiom
Medle lore
Differenze
Inverno . .
Priraavera .
Estate . .
Autunno
Inverno . .
2,88
9,68
48,04
41,28
2,88
(5,80
8,33
6,73
8,40
— 470 —
Le diffcrenzc non sono tUinquc costanti, ma crescono
con un ccrto ordinc, clie giova notaro. Intanlo esse pre-
seutauo due maxima e due minima ; i due priiui fra aprile
c niaggio e fra oUobre e novembrc:, i due secondi fra lu-
glio cd agosto e fra dicembre e gennaio ; poi crescono
dal gcnnaio air aprile, e diininuiscono daH'ottubre al di-
cembre pill regolarniente che non diminuiscano dalTaprile
al luglio, e non crescano da questo mese all' ottobre. Fi-
nalmente nel niassimo freddo e ncl massimo caldo la diffe-
renza sta per due niesi di seguito prcsso che stazionaria.
Anche fra i niesi della priniavera la differenza serbasi quasi
costante. Nelle differenze poi delle stagioni havvi un' ar-
monia singolare. La stessa eifra, che troviamo fra Tinver-
no e la primavera, si ripete fra Testate e I'autunno ; e cost
quella fra la priniavera e 1' estate corrisponde quasi a ca-
pello air allra fra I'autunno e I'inverno. Delle due la prima
0 minore. Tutti quest! falti siguilicauo che le differenze
delta tempcratura da mese a mese sono maggiori nelle sta-
gioni temperate., minori nelle eslreme, e che nei mesi piii
freddi dell' anno, cioe dal novemOre aW aprile, tali diffe-
renze crescono e diminuiscano piic regolarmente di quello
che nei piii caldi.
Pero quesle differenze spariscoao quasi allorche s ac-
coppiano i mesi, incominciando dal gennaio col luglio, c le
slagio ni dull' invorno colla state :
— 177
M e d i e
Media
DifTei
•enza
Me SI
loro
totale
in
pill
m
nicno
Gennaio — Luglio
10,26
0,20
Febbraio — Agosto
40,82
0,30
Marzo — Settembrc
40,44
^ . ^ . .
0,02
Aprile — Ottobre
40,77
< 40,40
0,34
Maggio — Noveinbre
40,20
1
0,26
Giugno — Diceinbre
40,25
'
0,24
Stagioni
Media
Differenza
loro totale
in pill inmeno
Inverno — Estate
Primav, — Autuono
1
40,44 i
> 40,46
40,48 S
0,02
0,02
Nelle raedie del mesi accoppiati, che, come si puo vcdo-
re, si alloutanaao di pochi centesimi dalla media totale, so
no nota una, la quale nou differisce da questa che di due
soli centesimi. Que' due mesi sono il marzo ed il settcm-
bre, ciot; i mesi degli Equlnozii. Tale risultamento, che si
sarebbe gii potuto dimostrare a priori, trova per quesle
tavole una conferma nel falto (V, dalla Tav. VI alia XII).
Passiamo alle quaulita cstreme.
Serie J I J, T. IV. ^34
— 478 —
llmassimogradoassolutodclvcntCDnio o (11-^-25,0
» niinimo » » » » » » — - 8,8
la differcnza 53,8
II raassimo assoliito del I. dccennio » » -}-25,0
» minimo » » » » » » — J>,8
la differcnza 50^8
II massimo assoluto del II. decennio » ii-f-25,0
I) minimo » » » » » » — 8,8
la differcnza 35,8
II massimo assoluto del I. quinqucnnio -f-2 i,5
» minimo » » » » » » —5,8
la differcnza 50,3
II massimo assoluto del II.quinquGnnio« » -f-25,0
» minimo » » » >> » » — -'^T
la differcnza 29,7
II massimo assoluto dclIII. quinqucnnio » » -^-21,0
» minimo » » » _ » » » — 7,9
la differcnza 52,5
II massimo assoluto delIV.quinquennio» » H-25,0
» minimo » » » » » » — 8,8
la differcnza 55,8
11 movimento massimo d'un anno, d . da+2o,0
a —8,8
la differcnza 55,8
II movimento massimo dcllo stesso anno
ridotlo ad istagioni o da-f-25,0
a — 5,5
la differcnza . . « ... 50,5
II movimento raassimo dun mcsc . da-{- 0,4
a — 8,5
la differcnza 17,7
— 179 —
II movimento massimo d'un giorno e ila-j-2o,0
a -J- 1 4,0
la differenza ( I ) ^ 1 ,0
Siccomc poi la teraperalura varia raolto da slagionc a
stagiono, c la differenza ccrcata nolle qiiattro stagioni d'lni
anno non darebbe veriin indizio del parlicolare loro movi-
mento, cosi si aggiungc la ricerca di tale movimento entro
ie quattro serie delle stagioni nel ventennio (Tav. XI).
Massimo movimento dellinverno . da-|-H,i
a — 8,5
Differenza -19,7
Massimo movimento della priraavera. da -h23,0
a — 5,0
■ " Differenza 26,6
Massimo movimento della state . . da-1-25,0
a-f- 8,2
Differenza i(i,8
Massimo movimento dell'autunno . da-!-22,9
a —2,5
Differenza 25,4
Dunque il massimo movimento del ventennio fu di gra-
di 55,8, ed esso avvenne in un solo anno, il ^855; dei due
deccnnii il secondo ebbe oscillazione piii ampia che il pri-
moj e fra la minore dei quinquennii e la maggiore v' ha la
differenza di 4", 10. II minimo movimento fu nel secondo
quinqucnnio. La massiuia oscillazione mensile caddo in
gonnaio; la massima diurna in agosto; Ie maggiori invecc
dclle stagioni in priniavera cd autunno. Dunque i maxima
rislretli al giorno od al mese cadono nolle stagioni estrcme;
allargati alle stagioni si trovano nolle temperate. Infatti una
(I) Qiiesto giorno fu il b agosto 18oo,ela discesa avvence dalle llYi
anliiii. alle 1'//, pom.
— d80 —
rapida o grandc disccsa diui-na non puo accadwo chc per
cffello di un teniporalo siillc oro piii cocentl d' una estiva
giornata: una forto osiillazionc mensilc e piii piobabile in
invcrno, cssendo che in quel tempo il tcrraomclro puo per
qualclic era disceudere di luolti gradi sotto lo zero c satire
poco slante ad una temperalura primaverile, se lo scilocco
squaglia le novi, e Toria quieta sia riscaldata da un sole
sereno; al contrario le grandi oscillazioni delle stagioni de-
vono ncccssariaraente appartenere alia primavera e all' nu-
lunno, siceome quelle chc nel principio loro e nclla line
paiiecipano delle stagioni estrerae, entro cui stanno cliiuse.
Le nicdie oscillazioni dunno,
Pei decennii un arco di 52", 30
Tei quinquennii
1)
»
51, 57
Per r anno »
1)
1)
27, 90
Per la stagione
»
n
4 5, 48
Pel mese »
n
1)
40, H
In questo breve prospelto abbiamo la media oscillazio-
ncannua ridotta di 5",90 sopra Tassoluta, ed e indizio che
i grandi movimcnli annui sono infrequenie occezione. Chi
voglia sapere poi entro quale spazio di tempo possano ca-
dere i maxima e i minima di un anno non ha che a geltare
uno sguardo sulla seguente tabella (Tav. VII).
18i
Temperature
Mesi
massime
minime
GtMinaio ....
»
iO
Febbralo .
»
3
Marzo . .
»
»
Aprile . .
»
»
Mapi^io .
1
»
Giiigno .
3
»
Luglio . .
U
<•
Agosto. .
B
»
Settenibrc
1
1
j»
Ottobre .
»
»)
Novembre.
It
»
Dicenibre.
»
9
23
22
1
Essa nioslra cbe Ic minimo temperature si trovano nei
tre mesi trinvcrno, c piii in diccmbre c gcnnajo ; le mas-
simc dal maggio alioltobre; nia per lo raaggior niiraero in
luglio. E bene pero avvertire che il maximiim del setterabre
fu la ripetizione di allro avvenuto nel luglio.
Vediamo ora quali differenze corrano fra le medie tolte
dal nuraero totale delle osservazioni, e le semi somme degli
cstremi medii mcnsili (Tav. VIII).
— i82
Semi somme
degli estremi
medii niensili
IVI e d i e
mensili
DifTorenz a
M E S I
in
piu
in
nieno
Gonnaio
4,B8
4,93
0,33
Fcbbraio
3,47
3,47
0,30
Miirzo .
5,89
0,07
0,48
Aprile .
9,07
9,50
0,11
Maggio .
43,57
43,45
0,12
Giugno .
^0,53*
47,28
0,75*
Luglio .
48,00
48,59
0,53
Agosto .
47,04
48,47
0,53
Settembre
45,02
14,92
0,40
Ottobre .
44,58
41,98
0,40
Novembre
0,80
0,94
0,44
Dicembre
2,09
3,21
0,52
Qui si nolano trc falti, chc la differcnza fra le medic
mensili c la semi somma degli estremi medii e semprc le-
niic; chc le semi somme stanno semprc sotto le medic, sal-
vo chc in aprile, maggio e scltembro, vale a dire, in alcuni
mesi di primavera e di autunno; chc in fine la maggiorc
differen/a in meno si trova nei mesi della slafe^ la massi-
ma in giiigao. Questi falli dimoslrano chc in Imigo Iralto
di tempo la media s'avvicina piii alia minima che alia mas-
sima nei mesi di aprile, di maggio e di seltcmbrc, e chc il
contrario accadc in fiuclli di giugno, ossia cite nei Ire pri-
. /<f>^
C(IZ\<-jC — L>
/^
— 183 —
mi mesi le discese lermometrkke sono piii fre(iuenli o piii
profonde; net secondo piii rade o men basse.
Di qiiesti fatti abbiarao conferraa neU'esame di parago-
ne fra le medie dello massimo e dello minimo qiuniUlii collo
niedie IoImII (Tav. Xill A, B). La media totalo del venteiinio
di 10,iG5 difl'erisce ■ • > ' '
dalla media delle massimo di 4,735 '•' !
I) I) » minime » 5,316;
iiivcce la media complessiva dell' aprile, del maggio e del
seltembro, cirC' di 12, 645, differisce , .
da quella delle massime degli stcssi mesi di 5,438
1) )) » minime » » » » 5,220;
quella poi di giuguo, cli't; di 17,280, differisce
da quella delle massime . di 4,000 ...
I) » 1) minime . >• 5,585 ;
Tale confronto palcsa inollre che le due curve rappresen-
tanli le medie delle icmpenUure massime e minime sallon-
tanano piii che in ogni ultra slagione fra loro nclta prima-
vera ; s avvicinano nella stale e nelf aulunno ( Vedi Tav.
grafiea N. I).
Compiuto questo esame intorao la lemperalura e le sue
variazioni neirullimo ventennio importerebbe sapero, se
havvi molivo a credere, come taluni sostengono, cli' essa
lenlamente diminuisca. lo credo che a sciogliere lale pro-
bleraa occorra piii lunga cpoca e maggior numero di
cotidianc osservazioni e minore trascuranza delle frazioni
nelle medie diurnc e mensili. Se pero vogliamo restringere
Tinvcstigazione a' fatti da me raccolti, la risposta, che n'e-
sce, c negaliva. Le medic dci due dcccnaii uou diflcriscono
fra loro che di trc millcsimi, c quelle dei quioqueunii hanno
— d84 —
bonsi (liffercnzc alqiianlo inaggiori, ma pur somprc tenui ;
n(i qucsto difforenzc vaiino regolarmentc croscondo o di-
miDuendo, ma s' alternano ; altrimenti non potrebbeio i
qiiiiiquennii accoppiali dare le sommo prcsso chc cgiiali
dei due dcccnnii. Diuique negli nUimi vent' aiini la media
annua temperalura non crcbbc e non dimimti, cd il colore
solarc dislribuito incgualmenlc da un anno all'aUro ammon-
ia ad cguali (juantUd in un tempo piii liingo.
Per queste ragioni non troviamo ni; pure corrispon-
dcnza tra Ic variazioni quinquonnali dclla lompcratura c
quelle delle maccliie solari. Le differenze nelle medic quin-
qucnuali non si alternano regolarmentc: il primo ed il quar-
to quinqueunio hanno le medie minori ; maggiori il secon-
do ed il terzo. Cosi delle oscillazioni; inlorno alle quali ^
soltanto da osservare, chc sono maggiori nc fjuinqiiennii, i
quali hanno medie minori c viceversa.
Notiamo da ultimo non csscrvi state in tulto il venten-
nio chc un mese, il quale avesse la media sotto lo zero, e
qucsto fu il gcnnaio del 1830.
485 —
IGROMETRO.
U Vencrio morentc vietava la pubblicaziono delle ossor-
vazioni igromclriclie, come incerte, e il prof. Bassi, ordina-
torc c pubblicalorc degli studii meteorologici di quell' illu-
stre scienziato, ne assccondava il desiderio scrupoloso e sa-
piente. lo, che mi sono giovato dell'opera loro scegliendola
a guida, avrei dovuto imitarne I' esempio, tanto piu die le
osservazioni igrometriohe fatte nel Seminario patriarcale,
sia per la cattiva qualiti dello stroraeiito, sia per la poca
cura di ripararne prontamente i facili guasti, serbano in
molli luoghi 1' evidenle impronta dell' crrore. Ma d' altra
parte bo pensalo cbe sc qiiesti crrori hanno grande im-
portanza cntro breve spazio di tempo, questa diminuisce
quanto piu il tempo s'allarga, e che I'umidita per un paese
marittimo, siccome Venezia, e unelemento troppo impor-
tanie percli6 lo potessipostergarlo del tulto. Quindi ho ripe-
tuto anche iutorno all' igrometro lo stesso lavoro fatto gii
pel baromelro e pel termoraetro, e qui vi espongo le poche
men dubbic deduzioni, senza enuuierare in precedenza le
tavole, che sono eguali per numero e costruzioue alle baro-
metriche.
La media gencrale del venlennio (V. Tav. I) e di 84,075:
essa 6 alquanto minore di quella, che Traversi trasse dal
sedicennio 'I8I[-2G, la quale ammonta ad 87", 184. Que-
ste medie, a dir vero, sono molto elevate ; e non e meraviglia ,
sechi scrisse sul clima veneziano lo giudicasse sommamente
Serie III, T. IV. 25
— 18G —
uiiiiilo piu flic qiiello di qualsi;isi cilia maritlima, ccrcdcs-
se noi, suoi abilanii, pcrpcluainciitc in iiiollc quasi una va-
rietci degli amfibii. lo pcro tcngo per esagcrata la media del
Travcrsi od anclio la luia ; e credo chc inigliori ossci'vazio-
ni la ridiirraniio a tenninc mollo piu basso. Vcggo, ad
esempio, negli anni 1 843-44-43- '(6 la media igromelrica
ascenderc dai 91° ai 94" mentre in luUa 1' epoca, in cui lo
osscrvazioni si feocro coll' igromclro a capello, vale a dire
dal 1 85G al I S'j'I indusivi, la media oscilla fra i 77° c gli 89°.
E forse giustilicabile quoir asccsa ? II 1845 fu anno stra-
bocclicvolmenle piovoso ; gli allri Ire piovosi, ma non piu
del l8o(> e del 1851, o nieiio poi del 1855, i quali lulli eb-
bci'o medic piu basse.
D' allra parle si dee ammellere cbe I' igromclro resli
immobile sui 1 00° per giorni e giorni a lultec Ire le osser-
vazioni, come nel gennaio, nel sellembre e ncl novembre
del 1845 i e vi resli menli'c 11 vento passa daH'umido S. E.
o S.S.E. alPasciullo N.E. o N.N.E.; mentre anzi il predo-
minio del mese non apparliene nc meuo ai venti mcridio-
nali, ma all'O. c all' O.N.O., c solo in setlcmbre, e per una
sola parte, al S.E. (!)? So queslo fosse converrebbe supporrc
mutala la natura dei venti, la quale, dcrivando le quabti
proprie dall' allezza dei conlinenti e dalla relativa posizione
di questi e dei mari, non so come potcsse cost repenlina-
menle mularsi. E poi ncssuno ignora l' igromclro a ca-
pello non arrivare mai ai 100", salvo qualche rara e
breve cccezione (2). lo rcputo piu probabile clie il capello
deir igromclro o sovcrchiameulc alhmgato, o diveuulome-
(I) Negli iiniii l8'io-44-4S e 46 il 100" trovasi ripeliito 785 voile ; al
coiitiiirio lie! IBri'i una ; nei rimaiipnli ue pure una fiata.
('J) I priiicipii e gli fleinentl rtella fi^ica esposti da Bernardino Zam-
bia. — Miluiui. coi lipi del VuUardi 18o'i. Vol. 1." pag. i!!28.
— 187 —
no clastico percorrossc in qiici quattro anni un piu bi-eve
ai'co nclla parte siipcriorc della scali dello stromonlo. So
dunque si tolgano dal ventcnnio i quattro anni, che danno
le osservazioni sospctte d' errore, la media si ridiicc tosto
ad 82°, 7 1 2.
Ma non basta. 1/ iimidit;'i dell' aria, calcolata negli nl'i-
mi tre anni l85o-o-5-o3 col psicronietro, offre una media
di 76", 30 molto inferiore a queila tratta dalle osservazio-
ni igrometriclio. lo iion voglio affermare che il psicrometro
sia infallibile : anzi tengo per fermo che qui da noi quella
media sia alquanto inferiore del vero. Nelia state, quando
il sole infocando il vicino continente fa ascendere Taria, che
vi soprasta,muove ogni di dal mare men riscaldato, e dopo
il meriggio, una forte brez-ca, che va ad occupare il luogo
dell'aria elevata. Quel venticello periodico sulle due pome-
ridiane si fa piu gagliardo, e non cessa che verso sera. Ora
deve accadere che quel venticello, benclie non asciutto, pro-
muova ana rapida evaporazionenel termometro umido del
psicrometro, e lo faccia discendere piu che nol farebbe la
reale lemperatura di esso, e lo faccia piu discendere sulle
due pomeridiane, in cui si fa la seconda delle tre cotidiane
osservazioni. Ma le formule, su cui si calcola I'umiditi col
psicrometro, dauno cifra tantopiu bassaquanto 6 maggiore
la differenza fra i due termometri, percio 1' osservazione
delle due pomeridiane dee apparire minore che in fatto nol
sia. Lo stesso pu6 dirsi per quella delle sei antimeridiane;
imperocch^ inquell'ora (Ialcontinenle,piii presto raffreddato
durante la notte, spira un'arietta, che portasl al mare. Ad
ogni modo non credo che la media tratta dal psicrometro
stia di tanto sotto il ver-o di quanto vi sta sopra quella da-
taci dall'igrometro. Se dunque si prenderaono le tre medie
annue psicrometriche, c due delle igrometriche piu prossi-
— d88 —
me alia totalc del vcntennio, c so ne ccrchi la media corau-
ne, io dico che quella media, avvegnaclic! razionale, sarft
molto pill vicina alia reale che quelle piu sopra indicate,
Eccovi ii calcolo :
Anni Medie
,,, . , 41839 82,9
colligrometro|^3^^ Si! 8
n 855 75, 7
col psici'ometro] 4 854 70,1
(1855 77,1
Media totalc 79, 32
Da quanto dissi risiiUa quindi :
Che la media d' im sediccnnio caloolata dal
Traversi 6 di 87°,I84
Quella d' uii ventennio calcolata da me . » 84 ,075
La slessa corretta da un probabile errore. » 82 ,71 2
La media razionale della stessa o di pari
epoca » 79 ,520
o se piu vi aggrada di 80°.
Alia media generale del ventennio cosi determinata ag-
giunger6 ora che
La media del primo deccnnio 6 di . . 85*',56
» I) I) secoudo » I) » . . 85 ,99
La differenza 1,57;
La media raassima dei quin(iuennii e di 90 ,23
)) )) minima u d » » 79 ,95
La differenza 1 0,28 ;
La media massima d'un anno . » » 04 , 0
» n minima » » » » 75 , 7
La differenza 1 8,3 ;
— 189 —
La media massima d' una stagione 6 di 95,5
H » minima • » » o 69,5
La differenza 20,0 ;
La media massima d' un raese . » » 98,0
» )) minima » » . » » 60,0
La differenza 52,0 ;
La media massima d' un giorno . n o \ 00,0
'• n minima » » . » n 45,4
La differenza 54,6 ;
Disposte le medie per istagioni e per mesi si ha ( Tav.
II A, B ; T. IV).
La media massima delle prime nell'inver. di 86,12
» » minima » » » estate » 82,77
La differenza 5,55 ^
La media massima dei secondi in ottobre » 86,50
M n minima » » » agosto » 82, '(5
La differenza 4,05.
Dunque Tumidity e maggiore neH'inveino e ncll' an-
tunno, che nella state.
Quanlo ail'ordine, con cui essa cresce o diminuisoe cia-
scuno potra vederio nelle seguenti tabelle, che abbracciano
tutto il ventennio. (V. le stesse due tavole).
— 190
Stagioni
Media
parziale
Media
generale
DilTerenze
in
pill
in
inCno
Inverno
Priniavera ....
Estate
Autunno
86,42
84,43
82,77
85,34
1
) 84,67
)
1,45
0,67
0,24
4,90
Media
Media
Diffe
■enza
Me SI
mensile
annua
in
pill
in
nieno
Gennaio
86,33 ,
86,25
4,08
Febbraio
4,58
Marzo .
86,25
0,58
Aprile .
83,30
4,37
Maggio .
84,75
0,08
Giugno .
83,20
) 84,07
4,47
Luglio .
82,60 /
2,07
Agosto .
82,45
2 22
Setleinbre
83,70
0,97
Otlolne .
80,50
4,83
Novembre
85,80
4,43
Dicembre
85,95 '
4,28
— 191 —
L' uiuidita nolle slagioni segno T ordiiie invorso della
lomperatura •, non cosi nei racsi. In qucsli v' ha bensi un
progressivo decremonto dal gennaio all' agosto inclusi, cd
un aiiniento da queslo al dicenibre, ma si osserva pero die
due inesi vi faniio et-^'ezione, e sono il magglo e I'ottobre.
Essi superano uel grado dell' uniidita cosi il mese clie li
precede, come quel che li segue. Queslo f.iUo trova eon-
feima nel pluviomelro, che ei avverle il niaggio e i'ollobrc
ossere i due mesi piu piovosi deH'anno. Si null allresi che
la media del niaggio non differisce che di 0,08 dalla media
totale.
Quella occedenza dell' umidita nel moggio e nell' otto-
bre non e compeusala del tutto, ne pure se si accoppiano
i luesi.
MESI
Medio
parziidi
Media
totale
DilTe
•enze
in
piii
in
meno
Gennaio — Luglio
84,45
\
0,22
Febbraio — Agosto
84,35
0,32
Marzo — Settenibie
84,47
f
0,20
Aprile — Ottobre
84,90
( 84,G7
0,23
Maggio — Novembre
85,27
0,G0
Giiigno — Dicenibre
84,57
)
I
0,10
Infalti le medie accoppiate s'accoslano bensi alia totale,
ma lutte vi stanno sotto, salvo quelle, che comprendono il
maggio e I' ottobre.
— 492 —
Che so ora volgiamo lo sguardo ai massimi movimenti
IroviaiDO (V. dalla Tuv. VI alia Tav. Xll) :
La massima umiditi assoluta del venten-
nio di 100"
» Luinima »»)>)) » 55
La differciiza 05 ;
La massima uniiditii del I deccnnio , » ^00
» miiiiraa » » » » . » 48
La differenza 32 ;
La massima umidila del 11 decennio . » 100
» minima » » « » . » 55
La differenza 05 ;
La massima umiditil del I quinqiiennio. » 98
» minima » « » » n 48
La differenza 50 ;
La massima umidili del II ([uinquennio » 100
» minima •> » » » n 51
La differenza 49 ;
La massima umidili del III quinquennio « ^00"
» minima » » » » » G2
La differenza 58 ;
La massima umidiU\ del IV quinqiiennio » 4 00
» minima » » » u » 55
La differenza 65 ;
II masslmo movimento annuo ... da \ 00
a 55
La differenza 65 ;
II massimo movimento d' una stagione da 96
a 55
La differenza 61 ;
-^1- c^-r r''l «—' -^/
* (^^^J*^ 'J f ffr ^.-y ,.")
^193 —
n massirao raovimento d' un mese . da 95
a 55
La diffcrenza 00 ;
II massimo movimento diuroo ... da 89,9
a 37,5
La diffel•eaza(^) . . ■ .,; , •; . 52.6.
Come gia notai nel termometro, anche nell' igroraetro
la massima escursione del ventennio fu eziandio quella d'uQ
anno, n6 essa si stringe gran fattoconsidorata nella stagione
e nel niese. II massimo movimento in vent' anni e di 65";
in un mese di 60"; differenza di soli 5". E infatli I'igrome-
tro u quello, fra gli siromenti meteorologici, che compie
da noi i salti pid larghi e rapidi e subitanei. Abbiamo giii
veduto come in tre ore si avesse un salto di 52 gradi, che
supera, ad esempio, la massima oscillazione del I decennio.
Queste oscillazioni ridotte alia media dauno ( V. Ta-
vole VII, X, XII): '.--Jt'/r-'^;: Ml;, .^ : .:■
Pei decennii un arco di" };;.;(, .,, . 58,50 ,
u quinquennii » « » :..•.>;!•, ■ • 50,75
Perl' anno » » » . .,;•!>:.,. . 39,50 , ,i
» la stagione » » »> •. ii-uu . 31,65 ;
Pel mese » « » > . .' . 25,83. '
Ed ecco che le medie oscillazioni accennano anch' esse
evidenlemente a questa rapida e continua variazione nel
grado deU'umiditi atmosferica ; imperciocche, mentre nel-
I'anno I'oscillazione media 6 di 39°, 50, nella stagione, cli'6
quattro volte minore, essa ii di 31", 65. Nel barometro in-
vece la prima e di 16'",46, la seconda di \ i"\ 74 ; nel ter-
(1) Questo giorno fu il 5 agosto 1855, e la iiuitazione avveniie in sole
3 ore.
Serie HI, T. IV. 26
-~ 194 —
inoracUo (iiiella c di 27",90, questa di I5^48. Oia di quesli
nuruoii
i primi stanno fra loro come I : 1,2 5 ;
' :' i socoiidi n » i : 1,40;
i terzi » » « \ : 1,80 ;
cioe a dire, la lulnore difforenza 6 nei primi. Vero t" clie
anche il rappoito fra le oscillazioni mcdie baromctriche
deiranno e delle slagioni non d gran falto maggiore, ma e
da considerarsi clie le grandi oscillazioni, non effeltuando-
si che ncHinverno e neli'autunno, gii e come so Tanno, in
luogo di dodici mesi, no avcsso sei.
Di qiiesta mutabilita perpetua delPumiditi nella nostra
atmosfora non o difGcile del reslo trovare la vera eagione
nel prcdominio dei vonti. I venti, die dominano a Venczia
o s'avvicendano rapidaraente e continuamenfe, sono quelli
da N. a N.E. e da S.E.a S.; i primi asciuUi, i secondi urai-
di; quindi non e meraviglia se anche I' igroraetro sale e
scende collo spirare degli uni o degli altri. Percio un gra-
de alto o basso di umiditi 6 qui possibile in ogni stagione,
perche in ogni stagione spirano i vonti di que' due gruppi,
fatto che si osserva eziandio nelle medio oscillazioni delle
stagioni nelle quali, avvegnachS quella della state e dell'au-
luimo sieno alquanto minori, la differcnza o assai piccola
(V. Tav. X). ■■ ■• ■ - • .
Eccole :
Media oscillazione deH'inverna 55°,55; *
• -' -v ■ n » della primavcra 55,05;
-■'■'■ '■■'' '■■■ .. n deirestolc . 29, 65; *
"' » I) delTautunno . 29,80.
Cosi del pari i massimi e i minimi annui dell' umidila
possono caderc in tutti i mesi dcH'anuo (Tav. VII),
— 195 —
Umidita
Me s 1
massime
niinime
Gennaio . .
Febbraio
Marzo .
Aprile . .
3Iaggio .
Giugno .
Luglio .
Agosto .
Settembre
Ottobre .
Novembre
Dicenibre
79
82
U
46
39
42
41
63
83
92
405
7
0
5
6
4
4
2
4
2
4
4
3
NB. II numero delle massime e delle rainime umiditi
siiperanli 11 20 ( die tanti sono gli anni compresi nel pro-
spetto ) dipendono dalle frequenti ripetizioni.
Per le stesse ragioni gli eccessi e i difetli di umidita
non serbano aloun ordine rispetto ai iiiesi. La niassima
oscillazionediquesti differisce, ora in piu ora in meno, dal-
la media totale, ma senza cbe vi si scopra una legge rego-
latrice. Chi vuole convineerseae gctti uno sguardo sulla se-
guenle tabella (V. Tay. iX).
196 —
> :'■■',."
M E S I
Massiine
oscilla-
Media
oscilla-
Diffci
•enze
zioni
zione
in
piu
in
me no
Gennaio
50,00 .
5,91
Febbraio
62,00
3,91
Marzo .
49,00
6,91
Aprile . .
65,00
9,09
Maggio .
53,00
2,91
Giugno .
60,00
4,09
Lugiio .
59,00
> 55,91
3,09
Agosto .
63,00
8,94
Settenibre
55,00
0,91
Ottobre
57,00
4,09
Novembre .
60,00
5,91
Dicembre .
68,00 '
2,09
Migliore frutto si Irae dalla tavola di confronto fra la
media delle massime c delle miniiue quanliti e la media
lotale ( Tav. XIII A, B ). Abbiamo gia dctto le medio umi-
dila diminuire regolarmente dal gennaio all'agosto, cresce-
re da qiiesto mese al dicembre. Tale vicenda osservasi me-
no spiccata eziandio nelle medic delle massime e delle mi-
nime. Si osserva inoUre, che la media totale, collocata fra
la massima e la minima, s'accosta pin a quella che a quc-
sta, e tale accostamento si fa poi maggic^'e ne' mesi freddi
o temperati, che noa ne' caldi. Quindi 6 a dirsi che in quel
— 197 —
primi niesi le grandi umidili sovrubbondano; nei secondi
non inancano, ma soiio piii rado.
Le uiedie uraidilu quinqueniiali infino c le medie oscil-
lazioDi igrometricbe non mostrano alcuna relaziono col
movimeiito delle niacchie solari (Tuv. XIV). Solo e a no-
tarsi che anche per 1' igrometro, come pel terraomelro,
le medie umidild quinqueunali e le medie oscillazioni hanno
un rapporto di ragione inversa fra loro. y;,. :,J
M\i J. .!
■An v'\ r?;.wipib u;v:xuV\ i/iiw* i^ii\\^\'^ .i-W
.«:;•■•■ '/'-'■> i i>i,"!'t.:
' ■■;{ IfH.jj;' . b!> wiJiiriy^^.Vi
A-i\X\.r. ".uii'/;!;!.! .1^?' ■ !!■<><> 'i; -;
'\ n.ilijq ,^'70, «:<;>?; .')t^-(f ViHil iji i;>'"» '/icKi;?:'; I'l-ji;
,.,U)-v:'S /Ji. !;...;•••. ;": !-(>-j r-i^o /;! .(0,/;. ' '
— i98 —
'.•!,iT
PLUVIOMETRO.
(A
Le tavolo pluvlometriche sono Ic geguenti :
I. A. Quanlitii della pioggia oadiila nel deccQiiio
4836-45.
B. Quantitii della pioggia cadula nel decennio
4846-55.
II. A. Qiiantilii della pioggia disposta per mese nel de-
cennio 1856-45.
B. Qiianliti della pioggia disposta per mese nel de-
cennio 1846-55.
III. Quantity della pioggia divisa per islagioni nel I e
nel II decennio.
IV. Quantity della pioggia disposta per istagioni nel I e
nel II decennio.
V. Somme qiiinquennali per istagioni e per mesi.
VI. Quantita media della pioggia nel ventennio 1836-55
per mesi e per islagioni.
VII. QuantilA di pioggia a termiae medio per giorno.
VIII. Confronto tra le quanlila assolute e medie della
pioggia e le oscillazioni delle maccliie solari.
E per cominciare dalla media generale del ventennio
diro risnltare essa di linee par. 568,058, pari a poll. 30,67
(Tav. I.^ A, B). In essa non e calcolata I' acqua, die ca-
de sotto forma di neve o di grandine, salvo quella che,
rtttfancndo neirimbuto del pluviometro, si liquefi da se
lino all'ora della successiva osservaziono. La stessa me-
^ i99 —
dia tralfa dal sedicennio studiato dal Traversi 6 di linee
582,5G3. Anche in quosto caso le due medie diffcrisco-
no fra loro, pert) d'una qiianliti poco notevole se si ba-
di alia varial)iliti raassima deU'eleraento cui si riferisco-
no. In seguilo vedremo die anche di tale non grave dif-
ferenza e facile Irovare ia spiegazione.
II I decennio poi ebbe a termine *>'!"'> <.^ut<— ■
medio lin. di 50 1 '',079
,, II 0 . « » 574 ,157
La differenza 1 2", 1 78;
c dei quinquennii
La media massima fu . di il I '",18
B 0 minima • . » 557, ^2
Si •; La differenza .... 74'", 06;
Quiccssano le medie quantity, imperciocch^ nei diarii e
nelle lavole si regislrano le somme, e non le medie, dell'an-
no, della stagione, del mese e del giorno (Vedi Tav. I, II.IH)-
Di quelle
La quantity massima annua fu 556'" ,70
B » minima » « 247, 29
Differenza 509'",4t;
La quantity massima d'una sta-
. ~ gione 257"', 67
■ » minima » 0, 50
Differenza 251 "',17;
La quanlila massima d'unmcse|i25'",65
• » minima » 0, 00 ^^,
Differenza < 25'",65;
— 2(»0 —
^ '* La quantity raassiraa dun giorno 40'",50 (I)
» » minima » » 0 ,00
Diffei-onza 40'",50.
Tali cifrc mostrano appunlo, come diceva piii sopra,
esscre graodi le diffcrenzc in tempo pari nclla quantita
della pioggia. Infatti la media annua, che dal primo al
secondo decennio uon ha altro divario die di I2"',i78,
differisce gii di sei tauti presa entro a' quinquenuii. Cosi
nolle somme. La quantit{i unnna massima e la minima
stanno fra loro come I a 2, 292, cioe gli anni piovosi su-
perano gli asciulti d'una quantilii piii cho doppia di piog-
gia; una stagione piovosa parcggia quasi Tahno piii asciut-
to, e mentre un mese pu6 correre senza darvi una sola
goccia di pioggia, un altro (I'agosto del ^845) ne ha la
meli'i di quanta ne cadde in tutto il 4 840. La massima
quantity caduta in ventiquattr' ore e anch'essa ragguar-
devole, quanlunque non aggiunga (juclla notata in altre
celobri piovilure. Vevf) le massime e le minime annuo quan-
titii non difforiscono egualmenle dalla media tolale. Questa
s'avvicina piu nlla quanlita minima che alia massima. Ec-
cooe la prova :
Quantity massima annua . 556'",700
» media » . . 568 ,058
Diffcrcnza 488,642;
Quantitii minima annua . 247 ,290
» media » . . 568 ,058
Differonza 420,768
Sorama delle difforenze . 509,44 0
(1) Li uotUj del 17 al 18 febbiaio 1851, caddero in i3 ore 45",50
di pioggia; nia parte ne caddero iiel 17 parte nel 18, quiudi non possoDO
rappresentare la quantild niassiuia d' un solo giorno.
— 201 —
Dalle tavole meteorologiche del Venerio risulta il fatto coii-
trarioperUdiue (i) : ivi la media s'avvicina piu alia massiraa
chealla luioima; quindisedanoi glianniasciutli superanoi
piovosi, a Udine questi sono pi£i numerosi di quelli. E gii anti-
oa osservazione die ne'paesi subalpini le pioggie sono piu ab-
bondanti the ne' maritlimi. Da cio ne viene che cosi a Ve-
nezia, siccome ad Udine, la semisomina delle quantity estre-
me uon da iin numero eguale o prossimo alia media totale;
ma v'ha questo, cho ivi la semisomma delle quantitu estreme
6 inferiore alia media, e qui a Venezia la supera. Infalti
da noi
la prima e lJ56"',70-f-2-{7'",29 =: 40r'^,495
la seconda e 568 ,058
Differenza in piii . 55,"'557.
Dunque relativamente alia media quantila le estreme si al-
lontanano piii a Venezia che a Udine, ossia qui sono pro-
porzionalmente maggiori le oscillazioni.
Cerchiamo adesso le medie di ciascuna stagione e di
ciascun mese in tutto il ventennio, e determiniamo le oscil-
lazioni avvenute entro que' due spazii di tempo { Tav. II,
A,B;Tav. IV).
(l)Osservazioni meteorologiche falte in Udine nelFriuIi pel quaran-
teiiDio 1803-42 daGirolanio Vunerio. Udine Tip. Vendrame 1831, pag. 72.
Serie III. T. IV. 27
— 202 —
Staoioivi
Inverno .
Pritnavera
Estate .
Autvinno.
Media
parziale
57,702
89,438
92,233
428,723
totale
92,024
Differenza
in
in
piu
meno
34,322
2,586
0,209
36,699
Qui iutanto le medie crescono Dcil'ordine naturale delle
stagioni ; per6 la differenza loro, ch'e grande dali' invcrna
alia priniavera e daH'cstatc aU'autunno, riesce tenue dalla
primavera alia state. Anzi Ic medie di quelle due ultime sta-
gioni stanno entrambe intorno alia totale: quella poi della
stale le si avvicina piii che ogni altra.
— 203 —
M E S I
Me
dia
Differenza
parziale
totale
in
piu
in
meno
Gennaio ....
45,21
15,46
Febbraio
22,47
8,20
Marzo .
20,i5 i
40,62
Aprile .
29,45
1,22
Maggio .
Giugno .
Luglio .
39,84
32,08
27,07 ,
) 30,67
9,47
4,41
3,60
Agosto .
33,48
2,51
Settembre .
44,91
14,24
Ottobre .
49,61
48,94
Noveinbre .
36,70
6,03
Dicembre . . .
20,38 /
10,29
Nei mesi invece le quantita raedie della pioggia non
crescouo regolarmentc dagl' invernali a quelli d'autunno,
ma crescono invece dal genuaio al raaggio inclusive, se si
eccettui il marzo, poi calano dal maggio al luglio, e cresco-
no nuovamente dalP agosto all' ottobre per dirainuire da
questo mese al dicembre; quindi lacurva, che rappresenta
la quantita media mensile della pioggia in un ventennio, ha
due culmini, cbc corrispondono al maggio e all' ottobre
( V. Tav. graf. II ). In ottobre poi cade la massima media ;
in gennaio la minima; e quella dell' aprile si scosta meno
che ogni allra dalla totale. Del resto la distribuzione della
— 204 —
pioggia no' difforcnli nicsi doH'anno c ammirabilo por Vc-
iiezia, 0 giova ad accresccrc hi salubrita del suo cliiiia.
Qui le pioggie scarsoggiaiio no' mesi invcrnali, quando a
noij vivoiili in mezzo le aequo, la sovereliia umidita appor-
terebbo nocunionlo graxissinio; sono allopposlo abbastan-
za larghe nella state, quasi opportune) refrigerio a tempo-
rarne gli ardori. Le prime rappresentano 0,1 08 della quan-
lita totalc ealcolala siccomo unita, Ic seconde 0,250. A
Roma ad esempio accade il contrario : le invcrnali sono
0,509, restive 0,101 (I).
Passianio alle oscillazioni :
Stagiom
P
I 0 G G I E
Differen- j
ZP
M
assime
IV
lininie
anni
anni
Inverno . .
J 855
120"
,77
1849
6"
,50
444'
',27
Priinavera . .
i863
492
,32
4852
26
,46
406
,46
Estate . . .
-1845
20J
,78
1842
31
,88
469
,90
Autunno . .
4851
237
,07
4843
44
,79
495
,88
(I) Memnrie rlel miovo OssPrvatnrio rlul Collefiin Komnno del P.
Secclii. Uoino, Tip. dolie Belle Aiti, IS.-iG, paii- !4'i.
205
■T-'-'Tr"' "
P I 0 G G I E
Differen-
M E S I
Massime
Minim e
1
zc 1
anni
anni
Gennaio. , .
1845
49",83
1836
0",50
49"',33
Febbraio . .
1836
65 ,48
1846
0 ,00
05 ,48
Marzo . . .
<I833
66 ,66
1850
0 ,00
66 ,66
Aprile . . .
<I850
68 ,16
1844
1 ,82
06 ,34
Maggio . . .
1844
91 ,98
1841
15 ,25
76 ,73
Giiigno . . .
4853
69 ,75
1851
1 ,00
68 ,75
Luglio . . .
1851
56 ,90
1853
9 ,66
46 ,24,
Agosto . . .
1845
123 ,65
1837
2 ,33
121 .32
Settembre . .
1851
96 ,84
1843
2 ,66
94 ,18
Ottobre. . .
1846
116 ,95
1838
7 ,66
109 ,29
IVovembre . ,
1844
74 ,58
1841
6 ,40
68 ,18
Dicenibre . .
1854
45 ,63
1818
0 ,00
45 ,53
]Nelle stagioni (Unique lo massinie c Ic minirao pioggie
soguono lo stesso ordino delle raeJie ; non cosi no' mcsi,
no' quali troviamo I'agosto fare tale eccezione da essere la
sua massima quella cziandio di Intto il ventennio. Quanto
alle miniiuc esse non seguono ordine alciino : soltanto e a
notarsi, che sono niinori, e sposso nuile, nei mesi frcddi,
maggiori nei leiuperali e nei ealdi. La massima delle mini-
me e in maggio, rae-e chc non e mai asciullo. Le oscilla-
zioni neH'arapiezza loro rispondono esattamenle alle mas-
sime pioggie, e (juesto provieno da cio ehe le massime piog-
— 2UG —
gie clifferiseono mollo I'lina dall'aUra, poco le mininio. In
fatti, raenlre nello massinie si va dalle io''',:>r> alle I25"',65,
nelle minime si ascende soltanto dallo 0 alle I5'",23.
Trovale qiiestc qiiantila raassimec minime, confrontia-
molc colle medie.
Stagioki
Q u a nt i t a
Differenza
massime
medie
minime
in piu
in
mono
Inverno .
-120",77
57'",70
6"',50
63" ,07
54 ",20
Piimavera
492 ,32
89 ,44
26 ,40
402 ,88
63 ,28
Estate. .
201 ,78
92 ,23
34 ,88
409 ,45
60 ,35
Autunno .
237 ,77
428 ,72
44 ,79
409 ,05
86 ,93
Medie
<188 ,46
92 ,02
26 ,58
96 ,44 65 ,44
— 207 —
Mesi
Quantita
Dififerenza
niassinie
me die
minime
in piu in meno
Gennajo . .
49"',83
15",21
0"',50
34",62
14 ,71
Febbrajo .
65 ,48
22 ,47
0 ,00
43 ,01
22 ,47
Marzo. . .
66 ,66
20 ,15
0 ,00
46 ,51
20 ,15
Aprile . . .
68 ,16
29 ,45
1 ,82
38 ,71
27 ,63
Maggio . .
91 ,98
39 ,84
16 ,25
52 ,14
24 ,59
Giugno . .
69 ,76
32 ,08
1 ,00
37 ,67
31 ,08
Luglio. . ,
56 ,90
27 ,07
9 ,66
29 ,83
17 ,41
Agosto. . .
123 ,65
33 ,18
2 ,33
90 ,47
30 ,85
Settenibre.
96 ,84
41 ,91
2 ,66
54 ,93
39 ,25
Ottobre . .
116 ,95
49 ,61
7 ,66
67 ,34
41 ,95
Novembre .
74 ,68
36 ,70
6 ,40
37 ,88
30 ,30
Dicembre .
45 ,53
20 ,38
0 ,00
25 ,15
20 ,38
Me die
76 ,834
30 ,670
3 ,107
46 ,164
27 ,563
Queste tabelle confermano per le stagioni e pel mesi cio
ehe pill sopra si disse per 1' anno ; vale a dire che la media
s'avvicina piu alia quantitct minima della pioggia che non
alia massima. La prima poi di queste tabelle ci mostra che
tale avvicinamcnto della Diedia alia minima e maggiore nel-
1' inverno e nella state, che nella primavera e nell'autunno ;
la seconda ci addita che la media mensile sempre piii pros-
sima alia minima, lo e pero meiio nei mesi di seltembre c di
— 208 —
oltobrc. Anche la media gcnerale dei mcsi dista piu dalla
media deile massime, clie da qucila dcllc minimc, e Ic due
dilTcrciizG serbano fra loro quasi lo stesso rapporto che
quelle provcnienti dalle quanlita medie ed estrem(! doll' an-
no. Infatli la media annua differiscc dalla somma massima
di 188, G-i ; dalla minima di ^20, 77; la media mensile
s' allonlana dalla media massima di iO, 404 ; dalla media
minima di 27, 55. Ora i duo primi numeri stanno fra loro
come I : 1,56, i secondi 1 : 1,07. Quindi anche le semi-
somme delle quantilii massime c minime mensili saranno
supcriori allc medie, e non pulranno ne meno approssima-
livamente rappresentarle. — Infatli
Semi somma
delle qiianti-
Medie
Diffe
renze
M E S E
~
ta estreme
in
piii
in
meno
Gennaio . . .
25,17
45,21
9,96
Febbiaio . . .
32,74
22,47
10,27
Marzo ....
33,33
20,15
13,18
Aprile ....
34,95
29,45
5,50
Maggio. . . •
53,01
39,84
13,77
Gingno. . . .
35,75
32,08
3,67
Lugllo ....
33,28
27,07
6,21
Agosto ....
62,99
33,18
29,81
Settembre . . .
49,75
41,91
7,84
Otlobre . , .
62,30
49,61
12,69
Novcinbre . . .
40,49
36,70
3,79
Dicembre . . .
22,76
20,38
2,38
— 209 —
Le semisommc diinque sono sempre inojigiori delk'
medie mensili e pin nc'mesi mollo piovosi ; e solo vi si av-
vicinano nei mesi di giiigno, novembre e dicembre. Notisi
die la grande differenza fra gli elementi dellagosto dipoiule
da una anonialia, cioe dalla strabocciievole qunnlitii di
pioggia caduta nell' agosto 1845, quanlilti, die fa crcsoore
moUo la semisomma, ma non puo, perche iinica, altcrare
gran falto la media d'lin niese non piu abbondanto di piog-
gia che non sicno il giugno ed il luglio.
Passando ora a considerare il rapporto fra il nnmero
del giorni piovosi e la quanlitii della pioggia, come ce lo di
la tavola VII, troviarao :
I. Che non sempre rauraenlo della pioggia sta in ragio-
ne diretta a quello dei giorni piovosi. Ottobre con 195 gior-
ni piovosi ha 992'", 20 di pioggia ; novembre con 1 97 ne
ha 734'", 1 8.
II. Che il rapporto fra il massimo e il minimo ninnero
mensile dei giorni piovosi e minore che quello fra la nias-
sima e la minima quantity della pioggia. I giorni 109 del
gennaio e i 206 del raaggio stanno fra loro come \ : 1 ,89 ;
le 304'", 29 invece del gennaio, e le 992'", 20 dell' oUobre
stanno fra loro come -I : 5^25. '
III. Che il massimo nuraero dei giorni piovosi I' ha il
maggio (206), la massima pioggia 1' ottobre (992"',20).
IV. Che le 7361'", 40 di pioggia caduta nel ventennio,
divise pei ^819 giorni piovosi notati nello stesso, danno, a
termine medio, 4'", 04 per giorno.
V. Che questo rapporto varia nei diversi mesi, essendo
minimo nel gennaio (2'", 79) massimo nell'otlobrc {o"\ -14).
VI. Che i mesi ne'quali le pioggie sogliono essere piii
lunghe o piii intense sono gli cstivi, il setlembre e 1' ot-
tobre. •
Scrie HI, T. IV. 28
— 210 —
INon ii forse fuori di liiogo csporre in una labclla le
niaggiori piuggie del ventcMinio eoU" indicazione dell" anno,
del mcse e del giorno in cui eaddcro. Pongo a liniite della
ricerca la quanlili di linee 22''', 22 chc e a pari a 50 niil-
iiuietri.
Quantita
zz <u
Termi-
o
c
c
Mese
Gior-
Ora
della
2l
ne me-
dio per
1843
pioggia
£ ?i S
ora
Luglio
9—40
4<lpom.
23",50
6
3,75
1844
Maggio
26
44 ant.
40 ,50
8
5 ,62
»
»
27
4 ont.
28 ,47
44
2 ,42
u
Giugno
2
3 pom.
ii8 ,75
6
4 ,79
1845
Agosto
28
7 ant.
22 ,66
44
4 ,72
»
»
30
9 ant.
25 ,83
42
2 ,45
»
Settembre
. 27
5 ant.
25 ,66
46
4 ,60
4846
Agosto
22
2 pom.
33 ,33
7
4 ,76
4854
Settembre
48
9 ant.
33 ,33
44
3 ,03
»
Ottobre
47—48
9 pom.
46 ,50
43
3 ,50
Dunqiie Ic maggiori pioggie caddero a Venczia dal mag-
gio air ottobre inclusi, cioe ne' mesi terapcrati e ne' caldi ;
ii massimo acquazzooe fii in ottobre, la raassima quantita
di pioggia a lermine medio per ora, in raaggio. Percio an-
che nelle massimo piogge, siccome nelle mcdie, il maggio c
r ottobre conservano ia preminenza.
— 2il —
Esaurite queste indagini, si potrol)l)e corcjiro so nel von-
tcnnio da me studiato siavi progrcssivo aumcnto o diminu-
zionc nella quantiU'i della pioggia. Veraraenle io credo clie
im ventennio sia Iroppo breve tempo per tale ricerca ; noii
pertanto dir6 esservi nel secondo decennio un aiimento sul
primo di sole 121'", 88, differcnza cost poco notevole da
darei diritto a risguardarne come pari le cifre, e quanto
ai quinqiiennii, Iiiiige dailo scorgersi in essi un aumento
od una diminuzione progressiva, si osserva un regolare ai-
ternarsi di quaniitu or maggiori or minori. Lo quantity
decennali dunque, die sono quasi pari, si dividono inegual-
meute nei quiiiqucnnii, e qiieila del primo e scmpre minore
di quella del secondo. Nel secondo decennio poi la divisio-
ne 6 falta ancora piii inegualmente, motivo per cui 1' ulti-
mo quinquennio offre una quantity di pioggia, clie in con-
fronlo a qnella degli altri, si puo dire straordinaria.
Aggiungasi linalmente come in questa alternativa delle
quantita quinquennali si trovi una relazione colle oscilla-
zioni delle macchie solari, le quyli stanno in rapporto di ra-
gione inversa con esse. (Veggasi la Tav. VIII.)
Questo falto ci mette anclie in via di scoprire la segre-
ta cagione della differenza notata fra la nostra media ge-
nerale del ventennio e quella di un sedicennio dataci dal
Traversi. A quel tempo, siccome adesso, la quantilti della
pioggia cresceva e diminuiva alternativamente dall' uno al-
I'altro quinquennio. Ora accadde che il sedicennio daliSI i
al 1820 compreudesse duequinquennii piovosi, uno asciut-
lo (1)^ ed ecco, che la media generate doveva superare
(l)Eccoli: 1812-16 lin. 2217,81
1817-21 » 1629,00 . . :
1822-26 o 2001,89
— 212 —
qiiella dell' iillimo veiitennio, clie ha due quinquennii pio-
vosi e due asciulti. Infalti se si piglino i due second! quin-
quennii del Travcrsi^unode'quali 6piiicdunoraeno piovo-
80, si ba toslo una media dccennale di 3G5'",089, quasi pa-
ri a quella del noslio primo deceuuio, eh' e di 56 1 '",979.
J- ' .ti ,.■ ,.(
— 213 —
ANEMOSCOn 0.
Le tavole deiraneraoscopio si compongono di due serie;
la prima di I'enumerazione delle fiate, in cui i venti spira-
rono iu questa o in quella direzione nei mesi, nelle slagioni
e negli anni ; la seconda acceuna soltanto al predominio di
questo o di quel vento sugli altri.
Le tavole della prima serie sono le seguenti :
I. Numero delle voile, in cui, ne" mesi del ventennio
^ 836-55, spirarono i venti uelluna o nell' altra delle sedi-
ci direzioni ;
II. Numero delle volte, in cui, negli anni del ventennio
^ 856-35, spirarono i venti nell' una o nellaltra delle sedi-
ci direzioni ;
III. Numero totale mensile delle volte, in cui, durante
il ventennio 1856-55, spirarono i venti nell' una o nell' al-
tra delle sedici direzioni ;
IV. Numero medio mensile delle volte, in cui, durante il
ventennio, i venti spirarono nell' una o nellaltra delle sedi
ci direzioni ;
V. Numero delle volte, espresso in millesimi della quan-
tita totale, in cui spirarono, nel ventennio, i venti nell' una
o neir altra delle sedici direzioni ;
VI. Numero totale mensile delle volte, in cui, durante
il decennio 1856-45, spirarono i venti nell'una o nellaltra
delle sedici direzioni ;
VII. Numero delle volte, espresso in millesimi della
— 214 —
qnantilA totalc, in ciii, durante' il doconnio -JH^O-iS, spi-
rarono i venti noil' una o noiralUa dello scdici direzioni ;
Vin. Numero tolale niensile delle volte in ciii, durante
ii decennio ISiO-55, spirarono i vonli nell' una o nell' ul-
tra delle sedici direzioni ;
IX. Numero delle volte, espresso in niillesimi della
quanliti totale, in eui durante il decennio l8iG-55, spira-
rono i venti nell' una o nelT allra delle sedici direzioni ;
X. A. B. Numero delle volte, espresso in millesimi
(iella quantita mensile, in eui dui-ante il primo e il secondo
deeennio, spirarono i venti nell' una o nell' altra delle sedi-
ci direzioni ;
XI. Numero totale e medio delle volte, in eui, durante
il primo decennio diviso per istagioni, spirarono i venti
nell'una o nellaltra delle sedici direzioni;
XII. Numero totale e medio delle volte, in eui, durante
il secondo deeennio diviso per istagioni, spirarono i venti
nell'una o nellaltra delle sedici direzioni;
XIl[. iNumero delle volte, espresso in millesimi della
quantita totale, in eui, in ciascuna serie delle stagioni, cosi
del primo die del secondo decennio, spirarono i venli nel-
l'una o nell'altra delle sedici direzioni;
XIV. Numero delle volte, in eui, nei mesi del ventennio
diviso in quinquennii, spirarono i venti nell'una o nellaltra
delle sedici direzioni;
XV. Confronto tra la vicenda quini[uennalc dei venti e
quella delle raa(;cliie solari.
Le tavole della seconda serie sono le seguenti :
I. Predominio meosiie cd annuo dei venti nel ventennio
1 856-55;
H. A. B. Predominio dei venti, disposti secondo i mesi
ncl primo e nel secondo decennio ;
— 245 —
in. A. B. Predominio dei venti nel primo e no! secondo
decennio divisi per istagioni;
IV. Predominio dei venti disposti per istagioni nol pri-
mo e nel secondo decennio;
V. Predominio qiiinquennale dei venti noi mesi e nelle
stagioni.
Premessa questa enumeraziono, diro che il vento prc-
dominanle del vcnlennio ^ 856-33, fu 11 N. E. (V. Tav. HI,
ser. I ).
Lo stesso predominio e acccnnato eziandio nellc Tavo-
le del Traversi, e con preponderanza mollo maggiore. In
fatti nel dodicennio i8M-22, quel vento spiro a terininc
medio 290 volte Tanno, e, siccome si facevano anclie alio-
ra, come adesso, tre osscrvazioni il giorno, o 1093 I'anno,
cosi il N. E. rappresenta da solo quasi il quarto della som-
ma totale. Nel ventennio da me studiato invece il N. E.
non soffi6, a termine medio, che 151 volta, e non rappre-
senta quindi che circa I'ottavo. Di tale differenza non sa-
prei rcndere ragione, tanto piii cho la distribuzione dei
venti di N. E. nei due decennii, onde si c<mipone il venten-
nio, non conferma I'idea piu ovvia che dall'cpoca del Tra
versi in poi la frequcnza di questo vento si fosse progres-
sivamente diminuita. Nel decennio 1830-43 il N. E. soffu'),
a termine medio, H7,7 volte I'anno, nel decennio ^8i0-33,
le volte furono ^44,G, dunque piu numerose.
Ma Don c solo il N. E. che predomini nolla nostra atmo-
sfera: questo dominio esso il divide coi venti affini di N.
eN. N. E., dc'quali il primo soffia, a termine medio, vol-
te 411,1; il secondo 125/3 (V. Tav. IV, ser. I). Si rac-
colgano quindi i venti in qualtio principali giuppi, di cui
il nordico comprenda,
. - 2i() —
i veiiti . . . . di N. N. 0.— N.— N. N. E.— N.E.
rorientalc qiielli . di E. N. E.— E.— E. S. E.— S. E.
il raeridionale quelli di S. S. E. — S. — S. S. O. — S.O.
loccidontcile quelli . di O. S. O.— 0.— 0 N. O.— N. 0.
o si avi'i
V ENTI
1
Frequenza me-
dia di essi
Freqnenza es-
pressa in mil-
lesimi della
quantity totale
Nordici ....
Orientali ....
Meridionali . . .
Occidentali . .
426,9
304,3
234,3
429,7
0,389
0,278
0,245
0,418
4095,2
4,000
cioc il gruppo nordico compronderti quasi un lerzo della
somma totale, e sarii quasi doppio del meridionale, e piii
die triplo dell'occidentale. La tavola sovra csposta dinio-
stra eziandio die la fre(iucnza media dei venli in un ven-
tconio, massitua nel gi'uppo nordico, diminuisce regolar-
uiente secondo la nalurale posizione dei gruppi stessi.
La maggiore frequenza dei venli, dopo i nordiei, ap-
partiene agli orientali. Quesla edovuta (oltre cbe all'E.N.E.
ed alfE., ahbastonza fivquenti) alia presenza in quel grup-
po del S. E., di'e lo sciloceo. 11 S. E. nel gruppo orien-
talc tiene la preminenza, contrastata pero assai da vicino
dall'E. N. E. e dalf E, Infatti il primo spira a loriiiine me-
— 217 —
tlio in un anno voKe 82,2; i due altri 81,7 ed 80,5. II
rapporto, in cui questo vento prlncipe degli oricntnli, sta
al N. E. principc de' settcntrionali, e come I ad 1,59.
. Queste ciffre dovrcbbero, a vero dire, modlficare alquan-
to Terronea opinione intorno a I tirannico doininio cser-
citato dallo scilocco su noi Venczlani. II povero principe
e pill calunniato che reo : esso annoia si quando viene, ma
viene di rado. Gli abitatori delia citti pero, e piu gli stra-
nieri, die ma! nc soffrono gl'int'omodi effetti, confondono
sotto i! suo nome anche il S. S. E. ed il S., die appavlen-
gono al gruppo raeridionale, e non soni) raeno iimidi e
meno caldi e meno affannosi dello scilocco. E in fatti,
sommate che sieno insicine le volte, in cui que' tre vcnti
sofliano a termine medio in un anno, si ha una cilfra ,
di 222,9 die e poco meno che un quinto della somma
totale.
Del resto Ira i raeridionali la superioriU spetta al S.S.E,
Degli occidentali e piu frequente il S, O., ch'e il Garbino, ii
quale suol soffiare pero brevi ore, cedendo presto ai venti
nordici e a' raeridionali, che hanno neiratmosfera nostra
piu sicuro dominio. Le proporzioni si niodiQcano alquan-
to se i venti si dispongono non secondo i quattro punti
cardiuaU, ma secondo qucsti e i quattro intermedii. InCatli
Serie HI. T. IV 29
— 218
V K N T I
Frequenza
media annua
di essi
Frequenza
loro espressa
in miliesimi
della quantita
totale
IV. — K.rv.E.
]\.E.— E.N.E.
E. — E.S.E.
S.E. — S.S.E.
S. — S.S.O.
S.O. — o.s.o.
0. — o.rv.o.
NO. — N.N.O.
234,6
212,8
140,4
156,5
114,0
73,0
56,8
107,1
0,216
0,195
0,128
0,143
0,404
0,067
0,051
0,097
1095,2
1,000
Allora il predominio assoluto spetta ai venti di N., anzicbe
aquelli dlN.E., e i sciroccaii la vincono su quei di levante.
Anzi se non vi fossero questi, i quali crescono d'alcun po-
co sugli antecedeati e sui susseguenti, la serie dei venti,
quauto alia frequenza, decrcscerebbe regolarmente dai bo-
reali agli occidentali inclusive, e non torncrebbe a sallre
die pei raacstrali.
Eccoli poi disposti secondo la loro rolativa frequenza:
Vento di tramontana
» H greco
» » scilocco
» » levante .
» » austro
— 219 —
Vento di maestro
•> » garbino
» » ponente (I).
Questa relativa freqiienza non e pero la stcssa nol 1
e nel II dcocnnio (V. Tav. VI e VIII della Scr. I).
Loro media annua
frequenza
Difierenza
Ven ti
nel I de-
cennio
nel II
decennio
in piu
in meno
N.
97,3
424,7
27,4
N-IV.E.
<li5,4
434,9
46,5
N£.
417,7
444,6
26,9
E.IV.E.
88,2
76,3
42,9
E.
98,6
64,8
36,8
E.S.E.
66,4
53,5
42,6
S.E.
86,3
78,4
7,9
«.S.E.
C9,7
76,8
7,i
S.
63,8
74,9
44,4
S.S.O.
49,3
39,7
9,6
s.o.
54,3
37,7
6,6
o.s.o.
32,9
24,7
44,2
0.
44,0
24,7
46,3
O.N.O.
27,0
24,4
5,6
IV.O.
34,4
00,3
26,2
NN.O.
54,2
68,2
44,0
(1) Comprendo nei venti di tramontona quelli di N. o di N.N.E. ;
in qnelli di green ii N.E. e I' E.N.E. ; in quelli di levante I'E. e I' E.S.E.,
e cosi di seguito.
— 220 —
La Tavola moslra clie dal I al II dccennio ciebbcro
mollo i venti scllcntrionali e alquanto i mcridionali; dimi-
nuiroiio invecc gli oricnlali c gli occidentali, ma quclli in
proporzione maggioie clie quesli. Pero divisi i venti dei
duo deccnnii in quatlro gruppi piincipali, come si e fatto
pel vciileuiiio, la preminenza, cosi nel primo die nel secon-
do di essi deccnnii, spelta sempre con proporzioni diverse
al N. E. pel gi'uppo nordico
al S. E. per I'orientale
al S. S. E. pel meridionale |
al S. O. per Toccidentale.
Una diffcrenza notiamo invecc Ira le frcquenze relative dei
venti nel ventennio e nei due deccnnii, quando essi vcnli
si raccolgono in otto gi'uppi, anzi clie in (itialtro, cd e clie
cosi disposli nel ventennio i mcridionali superano gli orien-
tali, nei deccnnii invecc tale snpreraazia si nota nel sccon-
do, ma non nel primo. Qucsto provicne certamcnte dal-
r cssere state il secondo dccennio alquanto piii piovo-
so del primo, come si ha dalle Tavole del pluviomctro. Ed
t; forse da tale cagione, chc [)roviene il notato aumento nel
secondo dccennio dei venti seltciitrionali c dei mcridionali
sugli orientali c sugli occidentali, perclic in fatli nel secon-
do dccennio fu maggiorc la quantita delta pioggia c mag-
giore il numci'o delle giornalc piovose, quindi piufrcquen-
te lo spirare dc' vcnli sciroccali cd australi, e per opposi-
zionc pill I'requenle eziandio lo spirare de' iiordici, chc so-
gliono nel nostro cielo alternarsi coi primi riconducendo,
dopo la pioggia, il sereno.
Le accennate differenzc fra Tuno c I' altro dccennio,
e quelle di quesli col ventennio portano una qualche
diffcrenza anclic Ira le oscillazioni dclla frequcnza : pero
nelle quautiti relative, non nella dirczione. lu fatti, cosi
— 221 —
nel ventennio come nei due decennii la froquenza mas-
sima appai'lieoe al N. E., la minima all' O. N. 0.; ma ael
ventennio la frequenza espressa in millesirai deila qiino-
tita totale e (Tav. V, V[I e IX della sorie I ).
pel N. E. di . . . 0,119
peiro. N. 0. di . . 0,022
differenza di . . . . 0,097;
nel I decennio
pel N. E. di . . . 0,107
pell'O. N. 0. di . , 0,029
differenza di . . . . 0,076 ;
nel II decennio
pel N. E. di . . . 0,132
peiro.N.O. di . . 0,019
differenza di . . . . 0,11 5;
cioe si ha maggiore oscillazione nel secondo decennio
che nel prirao, o se viiolsi piu equabile in questo la di-
stribuzionc dci venti.
Vediamo adesso se e di quanto si nmtino gl'indicali
rapporti nei mesi e nelle stagioni. I'ei primi ci offrono le
relative froquenze le Tav. Ill e IV della Serie I. Ivi noi os-
serviaino intanto che il vento di N. in un ventennio, sia
nella somma che nella media mensile, diminuisce regolar-
mente da gennaio a maggio inclusive; crcsce con pari re-
golarita da questo mese a dicembre. Simile disposizione si os-
serva nei venti di N.N.E., di N.E., di E.N.E., di N.O., s. e di
N.N.O.^'ioe in lutti i settentrionali, igrecali e i maestrali ;
solo che in questi la diminuzione ed il successivo aumento
non procedono con regolarila pari a quella dei venti di N. I!
N.N.E., ad esempio offre un salto nel settembre ; il N.E. nel
febbraio e nel novembre; I'E.N.E. nel febbraio, neH'oltobre
e nel novembre ; cioe le ir regolarila vanno moltiplicandosi
— 222 —
quanlo piii ci alloiUanianio dal N. Tutli pero lianno un solo
minimum, clie cade ora in inaggio ora in giugno. I raaestra-
li invece hanno due minima, die corrispondono pel N.O. al
marzo e all' agosto, e pel N.N.O. al marzo cd al luglio, e tre
maxima nel gennaio nel maggio, e nel dicembre. Del resto,
in generale segiiono il tenore dei noi'dici. Inversamente di
questi i meridionali, e con loro gli sciroccali, crescono dal
principio dell' anno al mezzo, calano da questo alia fine. I
piuregolai'iinquesta vicenda sonoi venti di S.E.e di S.S.E.
che hanno il sommo in luglio, ed un solo salto in giugno ;
poi il S. che ha il maximum in giugno, e due salli in maggio
e in novembre, e il S.S.O., che ha il maximum in maggio, e
due saiti in luglio e in settembre ; da ultimo 1' E.S.E., clic
raggiunge il suo maximum in luglio, ed offre tre eccezioni
in aprile, in maggio ed in giugno.
Quanto ai venti orientaii, agli occidentali e a quelli di
garbino, che sono di mezzo ai duegruppi piii sopra esami-
nati, essi non appalesano veruna regolarita nelle variazioni
della fiequenza raensile ; tengonopero nel loro insieme piu
della natura scttentrionale che dolla met'idionale. Dunque e
a concludersi che il predominio regolare dei venti nordici
ne' mesi frcddi, e dei meridionaU ne' caldi, s' allerna con
disordinala vicenda ne' temperati.
Cerchiamo la conferma di questo fatto nelle oscillazioni
fra il maximum ed il minimum di ciascun vento.
.'f:/vy
— 223
Venti
Mesi in cui accadde la
frequenza
inassima
minima
N.
Gennaio
Maggio
K1S.E.
Gennaio
1 Maggio
Giugno
N.E.
Dicembre
Giugno
E.]\.E.
Febbraio
Giugno
E.
Marzo
Dicembre
E.S.E.
Luglio
IVovembre
1 Dicembre
Gennaio
S.E.
Luglio
Dicembre
S.S.E.
Luglio
Dicembre
S.
Giugno
Gennaio
s.s.o.
Maggio
Dicembre
s.o.
Ottobre
Agosto
o.s.o.
Gennaio
Aprile
Agosto
0.
O.IV.O.
IVovembre
Dicembre
Luglio
Luglio
N.O.
Dicembre
Marzo
,
iv.iv.o.
Gennaio
Marzo
Ed ecco infatti clie i piimi quuttro
mum nei uiosi freddi, il minimum nd
veiiti banno 11 maxi-
caldi ; il ([uinto, I'E.,
— 224 —
sta pel meso del maximum coi preeeclcnti,pcr quello del mi-
nimum coi seguenli ; quesli, e sono cinque, luinno il ;»rt-
ximum nei mesi caldi, il minimum no' freddi; gli ultimi,
che sono sei, hanno di nuovo il maximum nei mesi freddi,
lua il Hu/umH/H quando nc'lemperati e qnnndo nc'caldi. II
molivo di quest'ultima apparente anomalia si e, die 1 ven-
ti maeslrali, comedicemmo, offrono due minima, uno ne'me-
si lemperati, uno ne' caldi, ma queslo essendo minore di
quello non figura nella tavola precedenle.
La seguente tavola ci dii invcce quesle osoillazioni e-
spresse dalla differenza fra la maggiore e miiiore delle me-
die frequenze mensili (V. Tav. IV).
225 —
Media frequenza mensile
Venti
Differenza
massima
minima
N.
48,2
4,4
44,8
1V.N.E.
d6,9
6,3
40,6
1V.E.
d7,i
6,4
44,0
E.N.E.
9,9
4,2
5,7
E.
40,4
2,9
7,5
E.S.E.
8,2
4,9
6,3
S.E.
42,5
4,0
44,5
S.S.E.
44,6
0,6
44,4
S.
44,4
0,3
44,8
s.s.o.
6,9
4,0
5,9
s.o.
6,3
2 2
4,1
o.s.o.
3,3
4,5
4,8
0.
5,6
4,2
4,4
O.N.O.
4,8
0,6
4,2
N.O.
7,4
2,0
5,4
N.N.O.
44,4
4,8
9,6
Da questa Tavola si scorge manifesto che le maggio-
ri ampiezze apparenli delle oscillazioni appartengono al
gruppo nordico e al raeridionale ; cio6 ai due gruppi predo-
minanti; ma le reali, eiie provengono dal rapporto fra la
massima e la minima frequenza di un vento quaisiasi, non
ispetta no a quelli, che spirano piii o meno frequenti in
Serie 111, T. IV. 50
— 226 —
lulti i mosi, come i borenli e i gi-(3C'ali, nc a qiiclli, chc sof-
liano in tulti i mcsi di rado, come quelli di gaibino, di po-
nente, e di maestro, ma agli sciroccali ed agli australi, clie
spirano assai spesso ne'mesi cnUli, assai di rado nei freddi.
Infatli la minima frequenza dei venli
di N. sta alia massima come 1 : 5,G8
quella » NE. r ... . ,.. . A : 2,80
.) E. . ■ . •'>: . \ :5,39
I) »S.E. . . , A : ^2,30
.. S. ,. .. ... i : 57,00
» dS.O. . ,;, . . \ :2.87
» » 0. . . . '' . \ : 4,GG
.) »N.O. . . . I : 5,70
dimquc la differenza maggiorc nella frequenza mensile 6
del S.E del S.
Questi fatti non si modificano gran die se si prenda ad
esame la disposizione dei venti nei due deoennii, onde si
compone il ventennio ; ne credo che giovi, per mettere in
mostra si picciole differcnze, ripetere intorno ad essi il la-
voro fafto sopra il ventennio (Vedi Tav. VI, VII, VIII, IX
della Serie I).
Cosi nclle slagioni. Anclie in esse trovianio la frequen-
za de' venti occidenlali, maestrali, nordici e grecali dirai-
nuire dall'inverno alia primavera^ o alia state, indi crescc-
re da queste stagioni all' autunno ; viceversa gli sciroc-
cali c gli australi crescere dalf inverno alia primavera o
alia state, diminuire da queste stagioni all'aulunno; dei due
di levante infine e di quei di garbino il primo d' entrambi
starsene coi venti, die lo precedono, il secondo con quei,
cbelo seguono ; cio6 I'E.comportarsi alia foggia dei nordi-
ci, I'E.S.E. degli sciroccali; il S.O. al modo degli australi ;
i'O.S.O. a quel degli occidenlali. Le scguenti Tavole mostrano
— !227 —
in quali stagioni del ventennio cadesscro il maximum cd il
minimum nella frequeiiza dei voiiti ; nun clie le oscillazioni
espresse dalla differcnza fra la niaggiore e la minore delle
medie frequenze mensili (Vedi Tav. XI e XH).
Stagioni in cui caddero le
frequenze
Vewti
E
massinie
minime
N.
Inverno
Priniavera
N.N.E.
Inverno
Estate
N.E.
Inverno
Priniavera
E.IX.E.
Inverno
Estate
E.
Prima vera
Inverno
E.S.E.
Estate
Inverno
S.E.
Estate
Inverno
S.S.E.
Estate
Inverno
S.
Estate
Inverno
S.S.O.
Primaveru
Inverno
s.o.
Priniavera
Inverno
o.s.o.
Autunno
Priniavera
0.
Inverno
Priniavera
O.N.O.
Inverno
Priniavera
N.O.
Inverno
Priniavera
IV.N.O.
Inverno
Estate
228
Vewti
Media frequenza delle
stagioni
Differenza
massiraa
minima
N.
42,3
16,8
25,5
N.N.E.
43,0
22,2
20,8
N.E.
42,0
24,8
17,8
E.N.E.
23,8
14,0
9,8
E.
27,0
13,4
13,6
E.SE.
21,6
6,5
15,1
S.E.
33,9
B,5
28,4
S.S.E.
32,6
3,3
29,3
S.
29,2
3,1
26,1
s.s.o.
17,3
4,2
13,1
s.o.
12,4
8,1
4,3
o.s.o.
7.9
5,6
2,3
0.
11,4
5,2
6,2
O.N.O.
9,9
3,2
6,7
I\.0.
19,9
7,8
12,1
IV.N.O.
26,5
1
8,2
18,3
Una sola differenza si nota fra qucsle tabclle e le pre-
cedenti, ed 6 che se nelle oscillazioni mensili la massima
appariva essere quasi in pari proporzioni pei venti nordici
c pei meridionali, ma apparteneva realmente a qiiesti ulli-
mi, quiinvece questi banno non solo la massima oscillazio-
ne reale, ma eziandio I' appareote.
— 229 —
Le maggiori oscillazioni per6 cadono neH'inverno ; !e
luinori nell'autunno, come diinostra il scguenle opilogo.
Massime Mininie
Inverno 8 7
Piimavora 5 6
Estate 4 3 *
Autunno \ » *
^6 ^6 *
Considei'iamo adesso la distribuzione e la relativa fre-
quenza nella direzione dci venti entro ciascuna delle dodici
serie dei iDesi, e dellequatlio delle stagioni, oosi pel priiuo
che pel secondo dccennlo ( V. Tav. X. A. C, e XIII della
I Serie).
— 230 —
M E S I
I Decennio
II Decennio
Direzione del venti
Direzione del venti
pill
frequente
nieno
frequente
piu
frequente
ineno
frequente
Gennaio
N.N.E.
S.
N.
E.S.E.
Febbraio
N.N.E.
S.
N.
0.
Marzo
E.
O.N.O.
N.E.
O.N.O.
Aprile
S.E.
o.rv.o.
S.
O.N.O.
Maggio
S.E.
0.
S.S.E.
O.S.O.
Giugno
S.
0.
S.S.E.
O.S.O.
Luglio
S.E.
O.N.O.
S.S.E.
O.N.O.
Agosto
S.E.
ON.O.
S.
O.N.O.
Settembre
1\.E.
O.N.O.
N.E,
O.N.O.
Ottobre
N.
s.
N.E.
O.N.O.
Novembre
IV.
S.S.E.
N.
S.E.
Dicembre
IV.E.
S.S.E.
N.
S.E.
— 231 —
Stagioni
I Decennio
II Decennio
Direzione dei venli
Direzione dei venti
piu
frequente
meno
frequente
piu
frequente
meno
frequente
Invcrno
Primavera
Estate
Autunno
N.E.
E.
S.E.
iA.E.
S.S.E.
O.N.O.
O.iV.O.
N.O.
IV.
N.E.
S.S.E.
N.E.
S.
O.N.O.
O.N.O.
O.N.O.
A queste sifacciano seguire due tavole, die raisurino I'ara-
piezza delle sovraiodicate oscillazioni ( V. Tavole VI, VIII,
XI e XII della I Serie).
— 232 —
M ESI
I Dt'cennio
c
1
II Decennio
«
s
Frequenza me-
dia dei venti
Frequenza me-
dia dei venti
massi-
mini-
massi-
mini-
ma
ma
ma
ma
Gennaio
45,2
0,4
44,8
24,5
0,4
21,4
Febbraio
42,8
4,5
41,3
43,2
0,9
42,3
Marzo
42,7
4,4
44,0
44,3
0,6
43,7
Aprile
40,8
4,4
9>7
40,4
4,6
8,8
Maggio
40,4
2,4
8,0
44,5
4,6
9,9
Giugiio
44,4
4,3
40,4
4i,8
9,3
Luglio
44,9
0,8
44,4
43,2
0,4
42,8
Agosto
44,0
0,0
44,0
44,2
4,5
9,7
Settembre
40,2
0,9
9,3
40,7
4.5
9,2
Ottobre
42,0
4,5
41,4
40,3
4,8
44,5
IVovembre
40,5
4,5
9,0
49,9
0,4
49,5
Dicembre
40,4
0,4
40,0
20,4
0,4
49,7
— 233 —
Stagioni
I Decennio
03
a
a
11 Decennio
Differenza
Frequenza me-
dia dei venti
Frequenza me-
dia dei venti
massi-
ma
mini-
ma
massi-
ma
mini-
ma
Inverno
Primav.
Estate
Autunno
42,3
31,8
33,7
32,8
3,i
3,5
3,3
8,0
39,2
28,3
32,4
24,8
54,8
3d,3
36,0
43,5
2,7
3,2
5,0
4,2
62,1
28,4
31,0
39,3
Da qiiestc tabelle si Irae dunque:
1. Che nei due deeennii insieme presi le maggiori fre-
quenze appartengono prima ai venti di tramontanae digre-
co, e fra questi al N. e al N.E.; poi a quelli di scilocco e di
auslro.
2. Clie le maggiori frequenza dei venti di tramontana e
di greeo appartengono ai raesi freddi ; le maggiori di sci-
locco e di austro ai caldi.
5. Che le minori di scilocco c di austro spettano ai me-
si freddi, quelle di ponenteai caldi ed ai temperati e alcuna
volla anche ai freddi.
4. Che ai venti di tramontana e di greco non ispella in
iiessun mese la minore frequenza, n6 niai la massima a quei
di garbino, di ponente e di maestro.
5. Che una sola volta la massima frequenza si nota nei
venti di levantc, e qucsta nei mesi di marzo del primo de-
cennio ; una sola fiata la minima nei mesi di gennaio del
secondo decennio.
Serie III, T. IV. 51
— 234 —
0. Clic I'ampiezza delle oscillazioni fra la massima e la
juiiiima fi'cqiienza nella direzione dei venli diminuisoe dal
goiinaio all' api'ile od al inaggio inclusive, salvo una lie\e
eccczione pel marzo ; cresce di nuovoda questi mesi al lu-
glio ; cala dal luglio al sclterabre ; aumonta iuline dal setleni-
bre al dicerabro. Ila qiilndi due maxima, uno nei mesi fred-
di, uno nei caldi, due minima nei teniporati.
7. Che le maggiori oscillazioni cadono nei verno; le mi-
nori neir autunuo^ o nella primavei'a, come gii si era di-
mostrato piii sopra.
8. Che dette oscillazioni poi sono piii strolte nei primo
decennio, piii larghe Del sccoudo.
9. Che le frequenze massime, le quali costituiscono il
predominio dei venti, sono tutte chiuse pel noslro clima
nella prima meta del rombo dei venli.
10. Che infine tale predominio avanza regolarraente
dal N. al S. nei primi sei mesi dell' anno, retrocede con pari
regolarita da S. a N. nei sei uitimi.
Questa siogolare risultanza si fa ancora piu manifesta
e regolare se il predominio si cerchi non nei due decennii,
ma nei ventennio. Allora si ha (V. Tav. Ill della I Scrie ) :
per Gennaio il predominio di N.N.E.
» Febbraio » » » N.E.
» Marzo " ■• » N.N.E. o ,;,,
» Aprile » » » S.E. 'i ,
Maggio » » " S.S.E.
I) (liUgllO » » n S.
'" Luglio » » )) S.E.
» Agoslo •> » » S.E.
» Seltembre » » N.E.
» Ottobre » » » NE.
» Novembi'e » » N.
» Dicerabre » » N.E.
— 235 —
II predominio dei venti duiiqne rngrjiunrjc la sua mas-
sima esciirsionc meridionale net giiigno, ed incomincia a
relrocedere dopo il solslizio estivo, fjuando cioe anche il sole
net suo moto annuo snW ecclitica reirocede verso /' oppo-
slo cmisfero. Si nota eziandio che neirautunno il predomi-
nio teodc piu presto al N. di qiiello clie tenda al S. nei me-
si di primavera o, in allri lerniini, che il predominio dei ven-
ti nordici e pill hiiifjo die qucllo dei meridionali. Qucsti
fatti sono rcsi con tulla evidenza dalla Tav.grafica IH.
Finalmenie le Tavole XIV e XV dal!a I serie, in cui so-
no registrate la frequenza totale e media dei venti nei quat-
tro quinquennii, e le relazioni loro colle maccliie del sole, ci
mostraoo i venti raaestrali c i nordici alternarsi con rego-
lare vicenda da quinquennio a quinquennio, e stai'sene in
ragione diretta della quantita di dette maccliie ; uno degli
sciroccali, i due australi e il garbino alternarsi con eguale
regolariti, ma starsene in ragione inversa di qucste ; gli
altri venti non avere con esse nessuna sicura corrispon
denza. Da cio si deduce eziandio non esservi stata in nes-
sun vento la tendenza a renders! nei ventennio sempre piu
o meno frequento.
Non ho potuto occuparmi della diversa direzione dei
venti nelle diverse oredelgiornopergli ostacoligiaaccennati
a proposito del movimento orario diurno del barometro,
come non potei trattare intorno alia varia forza di essi,
perche non si comincio a fame regolare annotazione che
dal \." gennaio 1854. Delia forza dunque non parlero che
per incidenza nei segucnte esame sulla qualita diversa dei
giorni.
(Continua.)
M=' I
mum DEL (IIOMO \^ DICEWE 1858
!5i fa lettura della mcmoria del m. e. Sandri
Sidhi natiira e orifjine dci conlcKji. Esposti alcuni
prolegomeui fisiologici a guida e a schiarimento della
patologia generale, adduce una serie di varii argo-
menti per sostenere che la iiatura dei coniagi febbrili
e quella degli esseri vivi non aventi spontanea origi-
ne, ma derivanti da geirni preesistenli. Nana e con-
futa le ragioni dei propugnalori 1' opposta doltrina,
quali sarebbero il tiamuiarsi i contagi 1' uno nell' al-
tro, il mitigarsi col tempo nella lore natura, 1' aver
nulla di comune coi contagi febbrili, tranne la co-
municabilita, anche quei pochi che pur si concedono
di natura vegetabile ed ajiimale, quali sono la tigna
0 la scabbia.
iVon ammettendo la generazione spontanea, non
concede la derivazione delle pestilenze dalle febbri
maligne, e all'obbiezione che si fa alia natura vivente
pel lore riapparire a lontane distanze, rispoude non
— 238 —
esscr pochi gli animali dcllc infime classi atti a ridc-
starsi e a rivivere anche dopo lunghi spazii di tcnipOj
susceltibili dello fasi di comparsa, di crescimento o
di cessazione. Crede che lo stesso velcno della mal
aria non sia altrimenli una soslanza chimica, ma iin
aggregate di minimi gernii organici sollevantisi col-
1' evaporazione dali' aeque, pcnetranti nel corpo vi-
ventc, stanziarsi in esso come parassiti, o noccnti col
molliplicnrsi c rigcnerarsi.
Quanto alie dubl)iezzc sparse da alcuni sul luogo
e sul tempo delF origins de' contagi, invoca Tautorita
della storia e la notorieta dei fatti anche recentissi-
mi del colera, del bianco delia vile, dell' atrofia del-
le farfalle, e sostiene che una maiattia specifiea non
nasce da cause comuni, ma da una causa specifiea,
e I'accordar troppa influenza alle vicissitudini meteo-
riche o toj)ografiche non e che allontanarsi vieppiu
daila realta.
Si legge una lettera del Municipio di Trieste,
che ringraziando 1' Istituto del giudizio gia dalo per
un concorso stato aperto da quel Municipio, rinnova
air Istituto la preghiera per simile ufficio quando in
un nuovo concorso, che ora apre, e di cui manda ii
seguenle avviso. verra Toccasione.
— 239 —
A V VISU
concernente il premio V j\lunicijialc
Continuando ravviso 24 apiile 1857 concernente llsti-
tuto dei premii municipaii, si rende nolo, clie nel di 29 no-
vembre I8G0 verrii aggiudicato il V premio municipale
con fiorini G30 val. aiistr. per Opera di belle arli.
Le discipline da osscrvarsi all' uopo sono le scguenti :
-1 ." Sono ammessi alia concorrenza soUaiilo arlisti di
famiglia e nascita li-iestina.
2° Oggetto di premio sono opcre di gia eseguile, di
architettiira, di scoUura, di pittura, di poesia e di musica,
cotro il decennio die precede I' anno di premio.
5.° Le o^eve architettoniche dovranno prodursi me-
diante esatte iconografie ; quelle di scoUura, possono pro-
dursi con impronte fedeli in gesso ; di ambidue dovrii in-
dicarsi ove esista T opera. Le altre dovranno prodursi in
copie.
4." L' insinuazione dovra farsi entro il 29 settembre
deir anno ^800.
3." II giudizio sul raerito delle opere di arcbitettura,
scoUura, pittura, verra pronunciato dall'i. r. Accademia
di belle arti di Venezia.
6." II giudizio sulle opere di poesia verra date dall' i. r.
Istituto di scienze e lelterc di Venezia ; e su quelle di mu-
sica, verrii dato mediante esperli nominati dalla Commis-
sione alia quale e anilie rimessa T aggiudicazione del pre-
mio.
7.° Concorrendo insieme opcre di lulte siffatte catego-
ric e nou risultando prevalente giudizio di una piultosto-
— 240 ~
die deir altra specie, si proccdcri'i noil' ordine della chia-
niata, cioe prima arcliikUtura, in difetto di qucsta pitlura,
poi scollura, indi poesio, per ullimo musica ; avvertendo
(he opere di tal natura non potranno porsi in concorrenza
dagli erodi, quaiid'' anche ne avessero la proprieta artistica
o letloraria.
8." La prociamazione c la consegaa del premio avranno
luogo solcnneinentc e pubblicamente.
Dal M.igistrnto Civico, Trieste li 29 Noveinbre i858,
// Podestd
Cav. De Tommasini.
Dom. Bonifacio Relalore.
A r'lher Segrelario.
mmU DEL GlORI^'O 16 GElilO 1859.
Approvata la relazione dell' adunanza privata
13 dicembre scorso, il m. e. Sagredo dice che tro-
vandosi asseiite quaiido si lesse la sua relazione suUa
Esposizioiie Toscana, non pote rispoudere alle osser-
vazioni dei eoileghi Cappclletto e Minisealchi che ac-
cennano esservi stati dei commissarii lombardo-veneti
alia esposizione di Londra. Egli legge il rapporto della
Esposizioiie Toscana ec, dove a pag. 43 vi sono nonii
di giurati destinati dall' Austria, Baumgartner, De
Burg, De Harrach, Tunner, Roesner. Di questi nes-
suno e lombardo o veneto, ed il Sagredo crede aver
dovuto far conoscere la Ibnte da cui trasse I'asserzione
sua precedente, per niostrare che se per caso alcuno
di quelli fosse stato compreso in qualche commissione
inferiore, nessuno lo fu nel giuri internazionale, e per
far conoscere avere studiato il libro sul quale dovctte
fare le proprie osservazioni. -^
Serie HI, f. IV. ' 32
242
II prof. G. Rcllavitis legge alcuno parti di una
Mcnioria inlilolal.a : Delia materia e dcUc forze. Egii
accenna i cangianienti avvcnuti nclla leoria del calo-
rico dopo die cgli lessc (27 diccinbre 1840) alcune
considerazioni sulla dottriiia del calorico raggianle
[Annali di Roina, agosto 1850), c erode che sia op-
portiino ])rendcre in esame i fondamenti della scienza
fisica, sui qnali piihl)lic6 alcune sue opinioni negli
Aiuiali di Uoma (oltobrc 1850) e negli Alti dcH'i. r.
Islilulo (1856, 1. I, p. 107, 22K325). Stabiliti i
pn'ncipii filosofici che egli crede base necessaria dei
ragionanicnti fisici, accenna il procedinienlo dellc
ipotcsi inlorno al calorico, e trova che lu opportunis-
sinio considerarlo come corpo sui cjeneris, quanlun-
que aUra ipotesi potesse poi venir preferita. Prima
d' andare innanzi cgli dcfinisce le varie manicre di
forze e le loro uniia. ed accenna alcune di quelle clic
apparlcngono alia materia, e siccome quesla presenta
azioni che non si saprebbero attribuire a forze, cosi
a togliere gli equivoci dice fucolid le cause di tali
azioni senza asserire ne negare che le facolta siano
riducibili a forza. Egli si dichiara scguace della leoria
dinamica, che fa consistere la materia in un comples-
so di forze (nel senso piii lato della parola) e trova
contrario ai principii filosofici Famniettere I'esistenza
degli alomi.
Prende in esame la teoria, secondo la quale il
calorico c una semi-forza-viva, ne esamina le difficol-
ta, per cui hisogna confessare che essa non rende
pill semplice la scienza, ne la libera da supposizioni
— 243 —
ininiagiiiarie. L' aiilore esamina poscia alciine parli
del Grove sulia conelazione delle f'orze, di cui egli
Icova inesatto ed ambiguo il linguaggio, il quale pren-
de quasi seuipre per base quelle stesse idee, die si
vorrebbcro combattere conic ininiagiiiarie e nocive
alia scienza.
II prof. Bellavitis espone la teoria meceanica del
calorico dei Carnot c Ciapeyron, c Ic essenziali nio-
dificazioni portatevi dnlle sperienzc di Mayer, Joule,
Clausius, ecc Egli non si mostra disposto ad amnict-
tcre il principio che ,il Icworo mcceanico non possa
distruggersi^ nia sollanlo converlirsi in calorico per
poscia riprodurre io stesso lavoro.
L' autore Irova ancora pin indeterminate ed in-
sostenibili le idee del Grove suHa natura deirdeltri-
cita, del magnetismo, della luce e delle affinita chi-
iniche.
11 m. e. cav. Cicogna coniunica un saggio del sig.
Angelo Dal Medico deilo spoglio di parole e frasi che
dovrebboro arricchire il Dizionario del dialetto vene-
ziano. Questo saggio si rimetle alia giunta per la
lingua.
L' Istiluto dclibera che il quesito scientifico da
pubblicarsi in maggio di quest' anno debba vcrsare
sopra la chimica e la fisica applicata ai bisogni del-
I'uonio, ed clegge i niemhri Bizio, Bucchia e Turazza
per la scelta del progranima confornie I'arlicolo 103
degli statuti interni.
A coniporre la giunta per la scelta dei soci cor-
rispondenti vengono elelti i nienibri Bucchia, Bella-
— 244 —
vitis, Zanardini, Minich, Santini^ Sagredo, Miniscal-
chi c Bianchelli.
Per la giunia della biblioteca, i membri Sagrcdo,
Cicogna, Minicb, Zanardini e Bcllavitis.
Si legge il dccreto n."27, 10 gennaiodi qucst'anno
deir i. r. Liio^olenenza risiiiiardantc la elezione del
prof. Raffaele Molin a socio corrispondentedcl Vcneto
Istiluto.
[1 Seeretario annuncia esscre stato dislribuito il
Vol. VII parte II delle Memorie in 4.° cbe conlicne
Ic seguenti materie :
Lntorno nlla icoria delle macchine a vapore. Considc-
razioni del iii. e. prof. Donicnico Turazza, con una lavola.
Plantarum in Mart Rubra hucusijue collectarum eniime-
raiio (juvanle A. Figari). Auclore J. Zanardini, con 12
tavole miniate.
Posizioni mcdie di 270G slcllc pel primo gennaio I8G0
dislriOuite nclla zona comprcsa fra 10" e 12" 30' di dccli-
nazione uuslralc, dcdolle dalle osservazioni fattc negli
mini l8r3G-57-58 ncUi.r. Osscrvalorio di Padova. Mc-
moria del m. c. Giovanni Santini.
Aggiuiige cbe coila 3." parlo prossima a piibbli-
carsi si cbiudera ii Vol. Ml, ed iiicominciera rotlavo
colla Meiuoria gia approvata del mcnibro eflellivo
prof. Turazza sdllu teuria (Unainica del calorico.
II socio corrispondcule dotL Pietro Ziliolto legge
la seguente .
— 245 —
RELAzioNE •.;: r
sul Manuale delle makdlie cutanec del dolt. Pietro
Gambeiini di Bologna.
La biblioteca medica ilaliana maocava di un'opera sulle
malaltie cutanee scrilta da un italiano in lingua italiana.
Tale lacuna fii, non ha guari, colraata dal chiarissimo dott.
Pietro Gamberini di Bologna col libro intitolato Manuale
delle makdlie cutanee.
Questo manuale e diviso in tre parti : la prima 6 un
discorso di dcrmatologia generate, tratla la seconda d'ogni
singola derniopalia ; la terza ed ultima parla di quelle der-
matosi, a cosi dire speciflche, le quali non potrebbero es-
sere ordinate in una elassificazione qualunque.
La elassificazione adottata dal dott. Gamberini e quel-
la medesima, tranne poolie variazioni, cui propose Tillusfre
dermalologo inglese Willan e che ha il suo fondaraento
nellc forme primitive anatomiche, o nella fisionomia origi-
naria dci morbi cutanei, onde le dermatosi esantematichey
le bollose, le puslolose^ le papulose, ece.
II discorso comincia da una succinta istoria dclla scien-
za dermatologica, poi passa alia anatomia e alia fisiologia
della cute, prosegue alle cause, ai segni e al pronostico
delle dermatosi, e finisce coll' enumerare i mezzi e i modi
a curarle.
In questo discorso sono svolli gli argomenti piu im-
portanti e piii controversi di dcrmatologia : cosi la parte
che ha 1' infiammazione nclla genesi delle malattie cutanee
e ridotta entro ai limiti corapatiti dalla ragione, — la reci-
proca aziono fra gli organi interni e la cute, onde I'origine,
— 240 —
la n'pcrciissionc e il trapasso tli certc dermatosi 6 sottoposta
a critica rigorosa — cosi c dimoslrato clic ccrti inscUi e
corle crittogamcorasieno cause, ora effclto e quaiido com-
plicazione di alcune dorraopatie — e posto jl dubbio, che
la Icgge del pcriodo alia quale spesso sono subordinate le
malattie dcgli Drgani inlcrni,rogoli le infei'niitadclla cute —
cosi, iullne, o risoluta affermalivamente la questione, se
v' abbiano febbri eruttive senz'eruzione, inquantocbe, sic-
come dice r autore, la forma noii coslitnisce V essenza del
moi'bo, ma ne rappresenta soltaiito un caialtero dislinti-
vo; racntre il foiulameulo assoluto e immutabile delle feb-
bri eruttive sla nel cumulo di quelle azioni e di quelle
reazioni dinamiche, chiraiche, organiclie cbe per esse son
suscitate.
D'ogni singola dcrmopatia discorsa iiella seconda parte
del manuale sono indicate le diverse denominazioni, i fe-
uomeni, le variety, i segni cbe la dislinguono dalle afllni, le
cause, la terrainazione, la cura. Se le derraopatie acute,
quali il vaiuolo, il morbilo, la scarlaltina ed altre sono
traltale brevemente, le croniclie, quali 1' erpete, 1' eczema,
r ectima ed altre lo sono, in cambio, diffusamente. E bene
a ragione ; imperciocclK' delle prime ogni libro di patologia
generale ne paria dislcsamente, dclle scconde assai poclii.
Fra le monogralie delle varic dermatosi specificlie com-
prese nella terza parte del manuale si distiiiguono, per una
larga e pregevole trattazione, quella dclla tigna, cbe e la
dermopatia piu lenace e schifosa, e della scabbia che e piii
comune e molesla.
E stato delto cbe il medico impara piii da un solo am-
malato, che da dieci libri. Se cio e vero per le malattie in
gencro, e verissimo per le cutanco in ispecic : a dicifrar
quelle pu6 molte volte soccorrere il raziocinio: a conoscer
— 247 —
queste basta quasi semprc la sola vista. II medico che Icgge
il libro,pcr qiianto accuratamente vi sia descrilta una der-
matosi principalmentc cronica, non pu6 mai coraprenderia
COS! bene, da discernerla fra le tante simili che I'ammalalo gli
potra mettere davanti agli occhi. Nella dermatosi descrilta
uianca scmpre quella forma e quel color proprio che la na-
tura sola sa iraprimere, e che verun' arte, per quanto fini-
ta, puo imitare. « Ogni malattia della pelle, dice lo stesso
» dutt. Gamberini, lia caratteri generici e specifici, ha s(>gni
» costanti e variabili ; tutta la sapienza disegnaliva e lera-
)) peutica sta nel conoscere e nell'indovinare queste cose. »
Delle tavole in cui fossero ritralte le diverse malatlie
culanee, siccome si vedono in alcune opere simili, avreb-
bero poliito scemare il difetto clie il libro del dott. Gam-
berini ha comune con tutti i libri di dermalologia, e con
cio il suo Manuale sarebbe riuscito piii utile ai giovanime-
dici che non lianno opporlunita di osservare le dermatosi
in uno spcdale.
Cio non ostante, il dott. Gamberini col proprio iMa-
nuale ha conseguito il doppio fine al quale ei mirava, di
emnncipare cioe il nostro paese dalla lettura di libri fore-
stieri sulle malattie cutanee, e di darne uno ordinato, facile,
succinto, ed io aggiungero, ricco d'insegnamenti, ai giovani
raedici della penisola.
Elenco dei doiii prcsentati all' i. r. Istituto dopo le
adunanze del novembre e dicembre 4858.
BtiUeltino deWlstmo di Suez. Vol. Ill, N. 21 al 24. — To-
rino \ 858.
// Creimscoh. N. 40 al 52. — Milano 1859.
Gaz^elia di Verona. N. 4 00 a -190, 1858^ ed \ a 9, -1859.
— 248 —
Beschreibung cc. (Doscrizione (lelfi. r. Gabinelto niinii-
smalico-archeologioo ) del sig. Giuseppe Anietb. —
Vienna 1858.
Sloria della collivazione del ricino nella Provincia Veronese
c dei snoi prodolli industriaii. Memoria del sig. Stefano
de Slefani. — Verona 1838.
Osservutore Trleslino. N. 269 a 29G, 1858; 1 a 9. — Trie-
ste 1859.
Comptes rendus liebdnmadaires dcs Seances de I'Acadcmie
des sciences de Paris. T. 47, N. 19 a 26, 1858, e T. 48,
N. 1, 4 859.
11 Muluo soccorso. N. 46 a 52. — Milano 4 858.
L Economia rurale. IN. 45 a 48. — Torino 4 838.
Reichsgesetzblalt ec. (Boileltino delle Leggi dell' Impero
Austriaco) Punt. N. 48 a 56. — Vienna 1858.
Giornale veneto delle scienze mediche. Luglio, agosto e
settembre. — Venczia 4 858.
Gazzelta di farmacia c di chimica. N. 46 a 32, 1838; N. 4
a 2, 4 859. — Venezia.
Cronaca di seienze e leliere. N. 21 a 24. — Milano 4 858.
// Tecnico. N. 5 e 6. — Torino 4 859.
Annotatore friulano. N. 30 a 32, 4 858 e N. 42, 4 859. —
Udine.
Piivisla conlemporanea. N. 60, novembre. — Torino 4 838.
L'Etdpresente. N. 21 a 26, 1858, e N. 1, 1859. — Vene-
zia 4 838.
Avvisatore mercantile. N. 46 a 55, e N. 4, 2, 4 859. — Ve-
nezia 4 858.
Corrispondenza scientifica. Anno V, N. 26 a 50. — Roma
4 858.
Annaii di maiemalica del prof. Tortolini. N. 6 (novembre e
dieembre). — Roma 4838.
— 249 —
L' Educatore israeiila. Puntale II e 12 — Vercelli 1858.
// Bacofiio italiano. INovembre c dkembre.^ — Milano 1858.
Ricerche per I' istoria dei popoli arceusi^ anteriori aUe co-
lonic elleniche, del dott. Gaelano Italia-Nicastro da Pa-
lazzolo. — Messina 1836.
Primo quadrimestre dei pronoftici giornalieri delle stagioni
dcW anno 1859 da osscrvarsi dalla sponda deslra del
Po, etc. di Antonio Bernardi. — Modena 1858.
Dcnkschriflen etc. (Memorie dell' imp. Accadeniia dellc
scienze di Vienna). Classe di scienze malemaliche e na-
turali, vol. XV. — Vienna 1858.
Silzungbericlile etc. ( Atti dell'i. r. Accademia siiddetta ).
Classe di fliosofla e storia.
Vol. XXV, disp.' ni. Dicenibre 1857.
» XXVII, .) II e III. Aprile e maggio 1858.
.) XXVIII, .) I e II. Giugnoe luglio 1838.
Silznngberichte etc. (Atti della stessa).
Classe delle scienze matematichc e naturali.
Vol. XXVII, dispensa 2.« Dicembre 1857.
» XXIX, XXX, XXXI, XXXII, dispense I I a 23,
1838.
Archivio etc. (Archivio per la cogoizione delle parti storiche
austriache, dall' Accadeniia suddetla).
Vol. XIX, dispensa 2.' 1858. ,. .,\
II XX, I) I ." »
Anleitung etc. (Guida alle osservazioni magnetiche di Carlo
Kreil). 2.' edizione aiiiTicntata. — Vienna 4 858.
BuUettino delle scienze mediche. Novembre e dicembre. —
Bologna 1 858.
Lo Spetlatore italiano. N. G a -14. — Firenze 1858-59.
la Civilld caltolica. N. 208 a 211. — Roma 1858-39.
Reminiscence di fatli e di principii medico-poiitici sul cho-
Serie III, T. IV. 53
— 250 —
lera-morl/iiSj del dott. Giuseppe Luigi Gianelli (Milano).
— Padova 1838.
V Eco medical. N. 12, dicembre. Neuchatel 1858.
Letiure di famiglia. Vol. VII, puntate H c 12. — Trieste
J 858.
Kongtiga sveuskaeic. (Esercitazioni della r. Accadeinia sve-
dcse dclle sciciizc). Nuova serie, vol. IV, disp. 11^ 1836.
Oevcmigt etc. (Prospello delle traltazioni della r. Accadem.
suddetta, anno 4 837.) — Stockholm 1838. : * -,•.
Kongliga sveuska etc. (Viaggio intorno al mondo della Fre-
gata svedese {Eugenia). Dispensa 1 a 3. — Stocolma
1837-58.
// Giardiniere. Novcmbre e dicembre. ■ — Milano 1838.
Traltalo suUa mnsica poelica o versione deW Eneide di An-
tonio Buccelleni bresciano. Vol. I. — Brescia 1858.
Giornale delle scienze mediche.^.2\ a 23.^ — Torino 1858.
Alcune parole dette dal Rabb. prof. Lelio della Toitc cele-
brandosi la cbiiisa e Tapertura degli studii negli anui
1837-38 e 58-39. — Padova 1858.
V Economista. N. H e 12. — Milano 1858.
Proceedings etc. ( Atti della reale Society di Edimburgo ).
Adunanze del 1857-58.
Papers etc. (Lctturc fatto alia Society botanica di Edimbur-
go) dal dott. Giorgio Lawson. — Edimburgo 1858.
La Rondinella. Giornale letterario-artistico-teatrale di Na-
poli, N. 55 del 7 dicembre 1 858, con una Biografia del
comm. Salvatore Fenicia.
Intorno gli effetti della corrente elettrica conlimia sulle fun-
zioni del gran simpaUco. Nuovc esperienze del co. cav.
Fra Filippo Linati e del dott. Primo Caggiati di Par-
ma (Estratlo dal Giornale il Tempo). — Fircnzc 1858.
— 251 —
Memoires de la SoeUle de physique et r/' hist. nat. de Gene-
ve. Tom. XIV, 2.'^ partie. — 1859. - r ; ; ;
Alti deU'i. r. Istituto lombardo etc. Vol. I, fasc. XI. — Mi-
lano \ 858.
Sul colera asiatico. Considerazioni del dott. Giuseppe Ba-
ruffi di Rovigo. — Este 1858,
Smithsonian report etc. (Rapporto annualc dell' Istituto
Smithsoniano) (anno ^856). — Wasingtoo 1857.
Proceedings etc. (Atti dell' Accademia delle scienze naturali
di Filadelfia). — i 858.
Proceedings etc. ( Atti della Societii fllosofica americana).
Gennaio c diccnibrc ^858. — Filadelfia.
Meteorology etc. ( La meteorologia in connessione con
r agricoltura) del prof. Giuseppe Henry. — Wasinglon
^858.
Notice etc. (Ragguaglio di recenti osservazioni geologiche)
diUgo Muller. — Filadelfla ^857.
Memoires etc. (Memorie dell' Accademia americana di arti e
scienze). Nuova serie, vol. I, parte I e II, con Mappa del
Tornado. — Cambridge e Boston 1855-55.
Transactions eic. ( Trattati dell' Accademia di S.' Louis)
(Missouri in America). Vol. I, N. 2. — S." Louis ^858.
Intorno ad nna disquisizione storica circa la prima appli-
cazione delpendolo deW orologin. Lettcra di E. Alberi
al prof. Vincenzo Flauti, etc.
Giornale agrario toscano. N. 20, dispensa IV del 1 858.
Orazione funebre lella neir oratorio maggiore israelitico di
Verona il di 1 1 luglio 1858 nello solenni escquic del-
rcccellentissimo David Samuel Pardo dal sig. Lelio Del-
la Torre. — Padova \ 858.
Cazzetta privilegiata di Venezia. N. 2G^ a 299.
— 252 —
Mcmoric delV i. r. Islititto lombardo discicnzc, ec. Vol. VII,
fascic. 7. — Milano 1858.
Inclice delle materie.
Frisiani. Niiovi nppararati fotonietrici.— Appendice(.4)sulla visione bi-
noculare. — App. {B) Klioscopii e Fotografia celeste.
Archivio storico italiano. T. VIH, dispensa I, N. 15. — Fi-
renze 1858.
Indice delle malerie.
Lettere di Giovanni dei Medici, detto delle Bande nere (continiiazione)
(di Curio MilancsiJ.
Stoiia di Heggio di Calabria dai tempi primitivi fiooal 1797 di Domenico
Spano Bnjani (G. GenielliJ.
Storia dt^iie livoluzioni d'ltalia, o Guelfi e Ghibelliiii, di Giuseppe Fer-
rari (G. Rosa).
Delia Biiilioteca Vaticaua, a proposito del libro : la Biblioleca Vaticana
dalla sua origine fino al presenle, per Dijniei»ici> Zaiielli (A. Reu-
mont).
Del ntionin di Firenze e della sua facciata, a proposito delle Memorie
dell'architetto Giaiigiorgio Miiller, di S. Gallo, tradoUa dal tedesco
per ctira del D. Barlol iiumeo Malfalti (E. RubichJ. — Rassegna bi-
bliografica.
BoUetlino delle Leggi ed alii ufficiali per te Provincie vcnelc.
Parte I, puutata VH ed VIII. J
» II, » VII. — Vienna 1858.
Archivio meteorologico cenlrale italiano. I.' pubblicazione.
— Firenze ^ 858.
Atli dell' Accademia fisico-medico-statisiica di Milano. Vo-
lume III, anno XIII, dispensa 5. — 1858.
• ' ■' " Indira delle materie. • ■ :l
\.' F.stratto d-i Prdccsso Verbale della XVll Seduta del 12 agnsto I8;i8.
— 2." Rusconi Pielro. Opiiiicni intorno al sisteiiiatico icisegiianiento ele-
nieulare dello scrivere, cioe Kagionamento suUa cusi delta calligral'ia.
i'uut. II. — 5.° Francin aw. Giuseppe. Kappoi-to presentato all'Acca-
— 623 —
demiafisicn-medico-statistica in Milano snlla Memoria pnbblicata nel-
I'aprile 1857 fiall'avv. cav. Consnlo di Venezia. in punto se convenga
o menu abolire le leggi esisteiiti contro I'usura. — Progi-amrua per
due premii d'istiluzion« Ravizza.
Osservazioni zoologico-analomiche sopra un nuovo genere
di crostacei isopodi sedentarii (Gyae brunchialis) del
prof. Emilio Cornalia e del dott. Paolo Panceri. — To-
rino 1838.
Alti delta r. Accademia de' Gcorgofdi di Firenze. N. 1 9, nuo-
va serie, dispensa 5, T. V. — 1858.
PoUislore, giornale di scienze morali (in Armeno). N. I I o
\2.~ Venezia 1858.
Le piante fiossili deW Oolite descritte ed illuslrate dal bar.
Achille de Zigno. Piinlata II. — Padova 1858.
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AJiW 1858-59 DISPENSA (IIARTA
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STUDII
DEL DOTT. ANTONIO BERTI
TRATTI ' H
DALLE OSSERVAZIO.M MhTEOROLOGICHE DLL VK.ME.NMO i8jG-53
Kl> ACCOMPAGNAll
DA TAVOLL >L.>IKBICHE E liRAHCHE ' ' -',^Zc I
(Contliiuazioae dell.i pag. aSS del preseole Toltime.)
DELLO STATO ATMOSFERICO.
MJe tavole, che si riferiscono alio stato atmosferico, o
alie qualita diverse dei giorni, sono le segucnti :
I. Stato atmosferico inensile ed annuo durante ii vcn-
tennio -1 856-55.
II. Souime annuo delle diverse quality dei giorni nel
ventennio 4 856-55.
HI. Quantity dei diversi giorni distribuite per mesi nel
ventennio 4 856-55.
f>»ii IV, Media quantita mensile ed annua dei diversi giorni
nel ventennio 1856-55.
V. Stato atmosferico del ventennio 4 856-55 espresso
in oentesimi della quantita totale dei diversi giorni.
VI. Quantity dei diversi giorni distribuite per mesi nel
decennio 4 856-45.
Serie III, T. IV. -4
— 250 —
VII. Stato atmosferico del docennio 1856-55 espresso
in cenltsimi della quanlita totale dei divcrsi giorni.
VIII. Quantiti dei divcrsi giorni dislribnite per mesi
nel deccnnio 18 50-55.
IX. Stato atmosferico del docennio 18 56-55 espresso
in centesimi della quanliti totale dei divcrsi giorni.
X. A. Slato atmosferico del docennio 1836-45 espres-
so in millesimi della quantita mensilc doi divcrsi giorni ;
B. Stato atmosferico del decennio 4 8 56-55 espresso in
millesimi della quantita monsile dei divcrsi giorni.
XI. Stato atmosferico delle stagioui nel decennio
4 856-45.
XII. Stato atmosferico dolle stagioni nel docennio
1846-55.
XIII. Stato atmosferico dellc stagioni nel I e nel II de-
cennio espresso in millesimi della quantita totale dei giorni.
XIV. Epilogo quinquennale dello stato atmosferico per
sonmic e per medic delle diverse giornate.
XV. Coufronto delle oscillazioni quinquennali dello sta-
to atmosferico con quelle delle macchie solari.
A questa enuraerazione aggiungo le definizioni, che ser-
virono di guida a determinare la qualitii diversa dei giorni;
Si sono chiamati Ae//j,.non solamente que' giorni, nei
quali non apparve nube nel cielo, ma quclli eziandio, ch'eb-
bero un cielo non affatto trasparente in tutte le ore, o
con qualcbe nube picciola e passeggiera. Quindi la rubrica
dei belli abbraccia quelli, die ne' diarii sono indicati come
hellissimi, belli, sereni, quasi sercni o semisereni.
Per varii s intendono quelli, ne'quali I'aspetto del cielo
non si mantcnne costantemente sercno, ma fu in qualcbe
ora coperto o piovoso, o nebbioso, o sparso di molti am-
massi di nubi e con aria quando quieta c (juando agitata.
— 257 —
I varii (hinquo coniprendono molti giorni, clie nel comnne
liiiguaggio si denominaDO huoni se non belli, e molti clie
si dicono caltivi, ma che non furono sempre coperti.
Si collocarono nei nuvolosi que' giorni, ne'qiiali a tutte
e tre le osservazioni il cielo si mostr6 coperto, o quasi,
di nubi. Tutti i gioini, che hanno una delle Ire summenlo-
vate qualiti'i, sommati insiemo, formano piesso a poco il
numei'o totale de' gioini dellanno: non pero esatto, essen-
dosi preso partito di collocare nei piovosi, nei nevosi o nei
nebbiosi, quelli in cui uno di tali acoidonli meteorologici
si trova indicato in tutte o ire le osservazioni diui-ne.
Tale metodo di enuiuerazione non 6 forse quello se-
guito dai piii ; ma pai've a me che I' avere nella soniina dei
Humeri disposti nelle tre prime rubriche il numero com-
plelo doi giorni d' y\n anno a null' altro giovasse che a gua-
rentigia della esattozza dei caicoli, mentre nel raodo da
me prescelto la differenza tra quella slessa somnia e il nu-
mero annuo dei giorni mi fa tosto conoscere quanli di tali
giorni fossero tutti piovosi, nevosi o nebbiosi, i quali alia
fin fine sono i pegglori dell' anno. E infatti io so in questa
guisa che i giorni forniti di tali incoraode qualita oscillauo
fra ri e il 18, e sono 8, 2 a termine medio per anno (Ve-
di Tav. IV).
Queste tre rubriche poi, oltre ai pochi giorni sovrac-
cennatij contengoiio (|U(Mli che, avendo partecipato per
breve ora soltanto ad alcuna di tali qualilii, figurano nei
varii o nei nuvolosi. Del pari le seguenti rubriche con lam-
pi, con lemporale, con minaccia di lemporale, con gran-
dine, contengono giorni gia enumerati nei varii e nei nuvo-
losi ; le due ultimo invece con venlo forte, con venlo me-
diocre abbracciano molti giorni appartenenti, non solo
ai varii ed ai nuvolosi, ma anche ai belli.
— 258 —
In questc iiltime I'ubricho si e dovulo acconciarsi alle
indicazioni esistenli nei diarii raeteoroIogU'i per falsare
mono ehe si fosse possibile 1' idea entrata in mente all' os-
servatore nell' atto stesso in cui osservava. P. e. e difficile
il dire astrattameiite, {he cosa s' iiitonda per viiaaccia di
temporale, al contrario e facile intendersi quando laic mi-
naccia e presente. Ora qneste minacce di lemporali sono
alcuna volla indicate ne' diarii, e per lo piu coll' indicazione
circostanziata, quindi io riteiini qiiella deiiominazioue, e mi
giovai delle indicazioni per colloi-are in tale rubrica quei
giorni,ch'ebberocoiulizionimeteorologicliesiniiliopari. An-
che i temporali sono quasi sempreindicati ne' diarii col no-
me loro, ed osservai in generale essersi attribuito tal noine
a que' fenomeni atraosferici, in cui si riunivano almeno Ire
elenienti meteorologici, vale a dire, i lampi e i Itioni ed //
vento forte con pioggia o con grandlne. Percio io dovelli
seguire lo stesso melodo, e fare allrettanto, quantuiique
non ignori esservi parecchi ed illuslri tisici, ehe danno alia
voce temporale un piii aiupio significato, comprendendo in
essa qualsiasi nianifestazione di elettricita atinosierica,
ehe acconipagni la pioggia. E infalti, cliianiando temporale
ogni pioggia acconipagnata da lampi e da tuoni si facilita
cerlo I'enumerazione, e si segnano giusti conlini alia voce,
ma d" altra parte la si lt)glie dal suo prinio e popolare
significalo, e la si adopera ad (isprimere un ordine di fatti
ai quali nel linguaggio comune non si allribuisce un tal
nome.Dunque, malgrado chc il dislinguere i temporali dalle
pioggie comuni torni difticile qualora si prescinda dai segni
eleltrici, o si cerchi la dislinzione, non nclla presenza loro
o neir assenza, ma in una gagliardia maggiore o minore,
io non credo di andarraene errato seguendo il metodo dei
diarii, e collocando nella rubrica dei temporali que' feno-
— 259 —
nipni, die come tali sarol)l)ero stati da ogiuino ricono-
sciiiti (1).
La rubrica della grandine percio abbraocia giorni gu\
eriiimerati nei leinporali; quella di'i lamp! inveee raccoglie
tiitte \e pioggie noii teniporalesclie acconipagnate da lampi
e da tuoni, e di piu i lainpi, che vengono da ammassi di
nubi accumulate sull' orizzonte e qiielli noltiirni a cielo
sereno. Avveito che questi ultiini soiu) in pitciolissiino nu-
mero, non essendosi annotato nei dlarii clie i vivi lampeg-
giamenti, per ciii ne viene che i giorni con lampi, tranne
poche eccezioni, rappresentano quelle pioggie eslive con
segni elettrici, ma cui non si giudico daH'osservatore ap-
partenersi il nome di temporali.
Da queste necessarie dilucidazioni soeiido all' esanie
dello stalo atmosferico, che sari breve, avendo gia in calce
alle tavole raeteorologiche, che lo risguardano, abbondato
nelle aniiotazioni piu di quello die il facessi per gli altri
elemenli.
GiouM BELLI. II lore lemiine medio annuo in un ven-
tennio e di 09, 85 (Vedi Tav. I.V) ; cioe un quinto circa
del numero totale dei giorni. Questa media diversitica al-
quanto nei due decennii essendo (Vedi Tav. VI ed VIII)
nei I di . . . . 70,90
•'■'*> nei I[ » . . . . G8,80
differenza 2, 1 0
e piii ancora nei quin([ueiinii, nei quali, tra il piu e il meno
bdio la differenza e di 15,60 (V. Tav. XIV). Per le sta-
(1) Pel rt'sto che iutorno alia deOnizidiie dei temponili i metod-
rolo}ii sieni) poco cuiieordi, io dirnnstra il fatto che il Rfemtz aiuiu-
vera per Padova a ierniiue nit'dio annuo temporali 17,8; il Fu«(iue-
ville 41,9.
— 2(jO -
gioni invoce la media 6 di 17,20; pel mosi c di 5,82, e
quanto alio oscillazioni di queste medic abbiamo (V. Ta-
vola IV e Tav. XI e XII)
'"■ la state con giorni belli. . . . 21,90 •■"''*
la pi'imavera con giorni belli . . i 5,75
differenza 6,25
'■■ r agosto con giorni belli .• . . 8,85 "'■'"
^''' 11 maggio •» » 0 ... 3,70
diffcrenza 5,15.
Da ci() si deduce che tanto per le prime, come pei se-
condi, la semisomma degli estremi mcdii supera la relaliva
media totale ; perche infalti
, . ,, 21,90 -f 15,75
la prima sarebbe . — - — = 18,82 ;
" 8,85+ 3,70 _
la seconda » . — ^ — ■ o,^7.
nun(iuc quella supera la media totale relativa di 1,02;
questa di 0,45.
Queste medie nellestagioni calano dairinverno alia pri-
mavera; crescono dalla primavera alia state; calano nuova-
menle dalla slate all'autunno ; nei mesi crescono rcgolarmen-
te dal gennaio al marzo inclusive ; caiano da questo niese al
maggio; crescono dal maggio all' agosto; scemanodi nuo-
vo dairago-;to aH'oltobre, e si rifauno piCi grosse dall'ottobre
al dicembrL'. SI che nelle stagioiiile belle giornate hanno due
maxima in inverno e in estate, due minima in primavera e
in autimno ; nei mesi tre maxima in marzo, in agosto ejn
diceinbre; due minima in maggio e in ottobre. Questo rao-
vimento 6 un cffetto composto di molte cause, fra cui pri-
meggiano il picdominio e la frequenza dei venti.
— 26i ~
GioRNi vARii. II termiue medio annuo dei giorni varii
e di 192,35; ci6 oltre alia mcla dei giorni dell' anno.
II primo decennio ne Iia 'I8!),20 • ../
» secondo » » » ^ 95,50
differenza 0,30
dei quinqueiinii
il pill vario ne ha ^ 95,80
»i meno » «• » 187,00
differenza ,.. <rf;i,r. ..; *.i!;. 8,80
(V. Tav. VI, VIII e XIV).
Dunque in eonfrooto ai giorni belli i varii funno piii
differenza dal I al II decennio ; meno dall' uno all' ultro
quinquennio.
La media delle stagioni poi e di 48,09 ; quella dei mesi
di 4 6,05 (V. Tav. IV, VI e VIII). Delle prime a lermine
medio
la state ha giorni varii j -l i . 57,45
I'inverno » b n iijuj,.; 37,55
differenza . .-;..,. . . 19,90;
dei secondi
il giugno ne ha 20,00
il dieembre » • ^ 2,00
differenza 8,00
In queslo caso per6 le semisomme degli estremi me-
dii non superano, come quelle dei giorni belli, la media
totale, ma vi stan sotto.
• . , 57,45-1-37,55
r, , ., La prima 6 — ^ — 1 — ^ — 45 ,,vn..,
a I —
/';;V'^ 20,004-42,00 ''''''
: .:r ! ; » SGCOUda 0 ~ ^ ~ Z=i6; •;■.! .i
dunque quella riesce inferiore alia media totale di 3,09,
— 2G2 —
quesla di 0,03. Da ci6 si puo arguire die i giorni varii so-
no pill cquabilmente dislribuiti iielle slagioni e nei mesi.
Anclie il movimeuio di dette modle nelle slagioni e
nei mesi riesee piii rogolare di quello giu nolalo per le
medie dei gionii belli. Infalti nelle slagioni i vaiii cfe-
scono dali'inverno alia state; calano dalla slate all' au-
Uinno; e nei mesi (traniie una eccezione inoalcolabile pel
febbraio) tale qualita di giorni va regolarmeate crescendo
dal gennaio al giugno inclusive; decresce da queslo mese
al diceinbrc. Qnesto niovimento pare subordinato al pie-
dominio dei veiiti, il quale, come vederamo, did gennaio al
giugno di nordico si fa australe, e di auslrale si fa nor-
dico dal giugno al diceinbre. I giorni quindi sarebbero
tanto pill varii quanto piii il predominio dei venti si va
facendo meridionale.
;<
(•:••'■
Giorni mvolosi. II lerminc medio annuo dei niivolosi 6
di 94,95, cioe poco piii die il quarto dei giorni di un anno.
Qucsto tenniiie medio (V. le solile tavole)
nei I decennio e di . 96,90 '• ' *''^
' ■ ' » II .) ,, » . 92,80
■ '' differenza 4,10;
... .. . : . ;.-i*^.r- iiO
e del qumquennu
^ ' • ■ ifip ij;
,.;..(,. ,< il pill nuvoloso ha . . . 102,40 . ;;.i+ ;
ii meno » » ... 91,40
differenza ^1,00 ;
differenze, die, rispelto a quelle dei giorni belli, si com-
portano ncl modo nolato a proposito dei varii.
II termine medio delle slagioni e di 25,71 ; quello dei
mesi di 7,58.
Tali termini medii nelle slagioni oscillano '
— 263 —
fra quello del vcrno, che 6 di . . . 29,45
e quello della state » » » . , . 12,45
differenza 4 7,00
e nei mesi
fra quello del novembre, che 6 di . . II ,30
e quello del luglio » » » . . 3,75
differenza 7,55.
Aache pei nuvolosi, come pei varii, le semisoiiirae degli
estremi mcdii slanno sotto le media totali.
Infatti
, . . 29,45-}-^2,45 ,,„ „^
la prima e -^ — ' — -- =: 20,95
, , 11,304- 3,75 _ ,,_
la seconda e — - — -^ — — = 7,52;
cio6 quella inferiore di 2,76, questa di 0,06.
Quanto a! movimento delle medie nei mesi e nelle sta-
gioni esso apparisce men regolare, che per le medic dei
giorni belli e dei varii. Per6 un qualehe ordine c' 6, e spe-
cialmente nelle stagioni, nelle quali le medie calano dall' in-
verno alia state inclusive ; crescono da questa stagione
air autunno. Nei mesi invece la diminuzione 6 regolare e
continua dal marzo a lutto luglio, e cosi I' aumento dal
luglio al novembre : da questo mese al febbraio T aumento
e la diminuzione s' alternano. In generale si osserva che
nei mesi freddi i giorni sono piii di frequente o belli o
nuvolosi ; nei caldi, o belli o varii.
Giorni novosi. II termine medio annuo dei giorni pio-
vosi 6 pel ventennio di 90,95 minore di poco a quello
dei nuvolosi e un quarto quasi preciso del numero annuo
dei giorni. 11 Traversi di per media annua del dodicen-
Serie III^ T. IV. 55
— 264 —
7
uio da lui studiato 46 77. ; media a dir veio cosi diffe-
42
rente dalla nostra da non sapersi persuadeie, die ambe-
diie siono esatte. E questo dubbio tanto piu si radica
iieH'animo mio quando veggo lo stesso Traversi nelle tavoie
meteorologiche di uii quadriennio posteriore al dodicen-
Dio, darci per media 81 molto prossima alia nostra, e il
Toaldo in un suo scrilto sulla Coslitnzione meteorologica
del cielo di Venezia (I) additarci 88 per media di ua
ottennio appartenente all' ultima raeta del secolo scorso,
media anoora piii prossima alia nostra, ed anzi la stessa
del nostro primo decennio. Quale sia la cagione di tale
differenza 6 impossibile oggi il saperlo : quanto a me gua-
rentisco 1' esattezza della mia enumerazione. Del resto ho
instituito questo confronto pei giorni piovosi, non per gli
altri, perehe le differenze per questi potevano derivare
da una diversa valutazione dei vocaboli Oello, vario, nuvo-
loso ; por qnolli, lali differenze non eran possibili. II ter-
mine medio annuo • • '
per il I decennio e di . . 88,90
» M II I) >) )) . . 93,00
differenza 4,10
c dei quinquennii
il piu piovoso ha . . . . 09,80
1) meno » » . . . . 86,40
differenza 13,40.
Delle stagioni il termine medio d 22,74 ; dei mesi 7,58;
e queste raedie oscillano nellc stagioni
(1) Conipleta raccolta di opuscoli, osservazioni ec contenuti nei
giornali astro-meteorologici del fu ab. prof. Giuseppe Toaldo ec. Veue-
zia 1803, tonio IV, pag. 159.
- 265 —
fra quella della primavera, ch'6 . . 27,95
e » dell'inverno » » . . 17,50
differenza ^0,45;
nei mesi
fra quella del maggio ch' 6 . . . . 1 0,50
e 0 del gennaio » » . . . . 5,45
differenza 4,85.
Dai quali numeri, se si traggono le semisomme degli estre-
mi medii, si ha pei giorni piovosi una relazione di que-
ste colle medie totali diversa affatto dalle preredenti, vale
a dire, tali semisomme sono minori delle medie per le sta-
gioni; maggiori pei mesi. Infatti
27,95-h47,o0^^^^^^^ .h
:.-:,■ ^io^^^ .„,.^ ,
. , ., ,;.. 2 .... ^... . r ..
cio6 le prime calano di 0,52, le seconde crescono di 0,20.
Le medie mensili infine crescono regolarraente dal gen-
naio al maggio inclusive; calano da questo mese al luglio;
crescono di bel nuovo a tutto novembre, poi calano a tutto
gennaio: lianno insomnia due waxima, uno in maggio,
lallro in novembre; due minima, uno in gennaio, Tallro in
luglio. Questo moto si ripete nclle stagioni : anclie in esse
le medie sono minori nolle stagioni eslreme, maggiori nelle
temperate. Osscrvo che le medie mensili dei giorni pio-
vosi seguono in generale il raovimento osservafo nolle quan-
tita della pioggia, con qucsta differenza che per la pioggia
uno dei due maxima cade in ottobre, pei giorni piovosi
in novembre. Dunque in questo mese le pioggie sono piu
frequenti, ma piu scarse. E degno anche di osservazione
che il minimum invcrnale e minore dell' estivo ; e che quin-
di da noi le pioggie sono non solo piii abbondevoli, come
— 26« —
si disse nel lapitolo del pluviomelro, ma eziandio piii fre-
qucnti quando se ne ha piu di bisogno. ., .
GioRNi CON NEVE. II loro tci'miQe medio annuo nel ven-
tcDDio e di 7, 1 0; piccolo numero a vero dire, che dimostra
con tutta eloqucnzu la mitezza de' nostri inverni.
Questo termine medio e poi
nel I deeennio 8,50
» n u 5,70
differonza 2,80
e dei qiiinquennii
il piu nevoso ha . , . . 0,00
il meno » » . , . . 5,00
differenza .^,00.
I giorni nevosi sono da noi chiusi entro sei mesi,
cio6 dal novembre a tutto I'aprile; e toccano quindi tre
stagioni, T autunno, I' inverno c la primavera. La media
loro ristretta alle tre stagioni e di 2, 47 ^ la stessa pei sei
mesi 6 di ^,I8.
Di queste medie
la maggiore dclP inverno e di . . 5,35
la minore dell' autunno an. . 0,25
differenza 5,10
la maggiore del gennaio e di . . 2,65
la minore del novembre » » . . 0,25
differenza 2,40.
Qui le differenze riescono assai grandi, c percio le se-
misorarae degli estremi medii sono ben lungi dal rap-
prcsentare le medie totali. Esse anzi devono superarle,
potendosi ammettere in generate, che tali semisoramc supe-
rino le medie ogni qualvolta le quantity, donde queste fu-
— 267 —
rono tratte, sono inegualmeote disposte nelle stagioni o
nei niesi. Infatti
2,654-0,26
^—z=\,^b I
cio6 la prima supera la media delle stagioni di 0,40 ; la
seconda siipera quella dei mcsi di 0,27.
Del resto queste medie crescono da I novembre al gen-
naio inclusive ; calano di queslo mesc all' aprile : seguendo
cosl un ordine inverso a quello della teraperalura, la quale
da noi offre la media minore in gennaio.
GioRNi REBBiosi. II loro tcrmine medio annuo pel ven-
tennio e di 53,45, eh' e quanto dire riindecima parte circa
dei giorni di un anno. .• , ,,
Questi giorni sono, a termine medio, >; vi .:
nel I decennio .... 29,90
•> II » .... 37,00
differenza 7,10
c dei quinquennii
il pill nebbioso ha . . . 42,20 • . <
il meno » «... 28,40
differenza 13,80.
Per le stagioni il termine medio 6 di 8,50 ; pei mesi
di 2,79.
Fra il massimo poi del vcrno, che 6 . 20,00
e il minimo della state « » . \ ,55
corre la differenza di 1 8 65 ;
e fra il massimo del gennaio, che e . 7,70
c il minimo del giugno a n . ^,30
la differenza di 6,40.
— 2()8 —
Dimqiie pci gioini ncbbiosi, conic pei nevosi, il ter-
niino medio noii piK^ cssero rappi'osentalo dalle semisoni-
nic degli oslremi mcdii, ma quesle devono superare (luelli.
Infatti
, . , 20,004-1,35 .^^^
la pnma d -^- J-^ = 10,67
_.,.., , , . 7,70-fi,30
' < .' la scconda e — - — ^ =: 4,50;
cio6 qiiella supera la media delle stagioni di 2,31, questa
supera quella dei mesi di 1,71.
Qucste modie si muovoiio con ordine precisamente
inverso a quello delle medie dei varii, cioe diminuendo
dal gennaio al giugno inclusive ; aumentando da qneslo
mese al dicembre. ft degno di annotazione che tale ordine
t; opposto altresi a quello della tompcratura, nia con que-
sta differenza che la temperalura raggiunge il suo maxi-
mum in luglio ; le nebbie hanno il loro minimum in giu-
gno. Dunqne non e la sola temperalura, che influisca col
suo elevamento a tenere scioUi ncll' aria i vapori , che
altrimenti appariscono sotto forma di nubi o di nebbie :
havvi ad essere uii' altra causa (e forse celata nel pre-
dominio dei venli) die rende il giugno meno nebbioso del
luglio.
GlORNl COIN 14MPI, CON TEMPORALE, CON MINACCIA Dt TF.M-
poKALE B CON GRAADixE. Racchiudo qucstc quality di gioriii
in una trattazione comune parendomi ne utile ne possi-
bile il separarli.
I giorni con lampi a terraine medio, sono 15,i0per
anno ; quelli con teraporale 8,53 ; quelli con minaccia di
teraporale 5,35; quelli con grandine 2,55.
— 209 —
I pi'iiiu
nel I deceiinio sono , . . 12,00
» II ■) ..... 44,80
differenza ...... 2,80;
i second!
nel I decennio sono . . . 9,40
» II n I) ... 7,70
differenza *>70;
i terzi
oel I decennio sono . . . 2,40 ■
» II » » ... 4,50
«''> differenza 1,90;
i quart!
nel I decennio sono . . . 2,70
.. II » ..... 2,60 '
differenza 0,10.
Dei quinquennii poi fra quello, cii' ebbe piu giorni con
lanipi, e quello che n' ebbe mono, la differenza e di 5,40 ;
fra quello, ch'ebbe piii temporal! e quello, che n'ebbe mo-
no, la differenza e di 6,20 ; fra quello, ch' ebbe piu rai-
nacce di temporal! e quel, che n'ebbe meno, la differenza
e di 4,80; fra quello inflne, ch'ebbe piu grandinate e quello,
che n' ebbe meno, la differenza e di 4 ,60.
Dei primi la media per le stagioni 6 3,35, pei mesi
4,22 ; de! second! la media per le stagioni e di 2,14, p,ei
mesi 0,74 ; de! terzi la media per le stagioni 6 0,84, pei
mesi 0,30 ; de! quart! per le stagioni 0,66, pei mesi 0,23.
Le oscillazioni di queste medie sono nelle stagioni
pei primi da . ^ . . . 8,45 ^^'ji^; i
a ..... 0,40
differenza 8,5S
~27U —
pel secondi da 4,1 0
a 0,23
differeoza 5,85;
pci lerzi da 1 ,85
a 0,10
differenza ^,75;
pei quarli da -1,45
a 0,10
differenza ^>33;
nei mesi invecc
pei priini da 5,50
a 0,00
differenza 5,50;
pei secondi da 4 ,00
a 0,05
differenza 1,55;
pei terzi da 0,80
■ a 0,00
differenza 0,80;
pei quarti da 0,90
a 0,00 "'
differenza 0,90.
Da questi confronli risulta intanto che, ricondotta la
voce temporale al suo popolare significato, 11 uumcro loro
dmiinuisce d' assai su quello datoci dagli scrittori di me-
leorologia per Venezia e per le citta adiacenti, non essendo
ne meno di nove giorni per anno. Le tavolc dello slato
almosferico poi ci mostrano potervi essere un anno, ill 848,
senza temporali ; come ci mostrano che nell'anno piii ricco
di essi, il \ 853 non so ne annoveravano che 23, numero lut-
tavia inferiore ajla media assegnata aPadova da Pouqueville.
— 271 —
Questa differenza non rauta gran fatto ii6 meiio se si
uniscono in un numero comune i tcmporali e le minacce di
temporale, imperciocch(> si avrebbero sempre, a termine
medio annuo, giorni J 1,90, e per I'anno piu temporalc-
sco giorni 27. Piu vicina alia nostra media pare quella del
Kaemtz, clie probabiimente comprende tutte le pioggie con
lampi e con tuoni. InfatU, secondo questo insigne meteo-
rologo, i temporali a Padova e sulle coste orientali dell'A-
driatico sarebbero, a termine medio, 17,3 per anno. Ora
se si sottraggano dai giorni con lamp! quelli, in cui il 1am-
peggio era a cielo sereno o sull'orizzonte, i quali, per quan-
to mi da il replicato ed attento esame dei diarii meteoro-
logicj, sono circa un quarto della somma totale, e a que-
sta somina cosi ridotta si aggiungii quella dei temporali e
delle minacce di temporale, si ha tosto
l!i^-|_ 8,53-^3,35 = 21,90, '
numero molto prossimo a quello del Kaemtz. Questi con-
fronti ci fanno anche conoscere che temporali ve ne sono
in tutli i mesi dell' anno ; non cos! giorni con lampi e con
grandine e con minaccia di temporale, i quali mancano nel
gennaiOj il che vorrebbe dire chc se in questo mese vi
sono manifestazloni elettriche esse hanno sempre tal ga-
gliardia da procacciare alia pioggia^ cui s' accompagnano,
il uome di temporali.
Del resto le medie dei giorni con lampi e con minac-
cia di temporale crescono dal febbraio al luglio inclusive ;
calano da questo mese al dicembre : quelle con temporale
crescono pure dal gennaio al luglio ; ma fanno eccezioue pel
maggio, il quale ha una media, che supera 1' antecedente
e la susseguente. Quelle dei giorni con gragnuola invece
raggiungono il loro maximum in raaggio, e calano da que-
Serie III, T. IV. 56
272
sto mesc al diccmbre. Dnnquc il maggio e non solo mcsc
teniporalesco, ma quello in cui cado da noi con piu fre-
qucnza la grandino. Anclic la proporzionc fra i giorni con
grandine e quelli con tcmporalo c raaggiorc pel maggio clic
per gli altri racsi: nel maggio i primi slanno ai socondi co-
me I ad 1,50 cioe dne terzi dci tomporali danno gra-
gniiola ; nel luglio quelli slanno a qucsti come I a 5,55,
ossia di cinque temporali appena uno da grandine. II rap-
porto annuo dolle grandinate coi temporali e di I a 5,5G ;
sommati insierae i giorni con lampi, con lemporale e con
minaccia di temporale allora il rapporto delle grandinatc
con essi e di 9,92, cioe per circa dieci giorni con lampi e
tuoni, uno con grandine.
GlOUKI CON VENTO FORTE E C07J VENTO MEniOnUE. Ilo giu
altrove avvertito come ne'diariinon si cominciasse a tene-
rc nota quotidiana sulla forza dei venti clie dal l."gen-
naio 1854 : innanzi quell' epoca si notavano solamente le
piu sensii)ili agitazioni dell' aria colic indicazioni di venti-
cello^ vcnlo, vento forte e venlo forlissimo ; e queste nella
rubrica dcllo slalo atmosferico. Percio si fa qui inlorno la
forza del venlo quel breve cenno, che non pole Irovar luogo
a proposilo delle tavole anemoscopiche e se ne Iraggono
que' pocbi corollarii, che sono consentiti <la cosi incerlo
niodo di registrazionc. E innanzi tutlo m' e d'uopo dichia-
rare essersi raccolle nella rubrica dei venti forli le due
indicazioni Al forte o fortissimo j in quella dei mediocri, le
due allro di venliceUo e di vento. Tei due anni 1854 e
4855, in cui le note sono quotidiane e su scale diverse,
le indicazioni si ridussero approssimalivamenle alle qual-
tro sovraindicate. Cosi si coliocarono nella rubrica dei
giorni con vento forte quelli, die nello stato almosferico
— 273 —
sono appcllati burrascosi quantunque la nota di venio forte
non esista, forse perch6 inchiusa nella parola Ourrasca.
Ora, sommati prima insieme i venti forti c i mediocri,
si ha per termine medio annuo de' giorui vontosi in im ven-
tennio 104,10.
Del I decennio .... 97,30
» II » 110,90
differcnza -13,00;
e dci quinquennii
il pill ventoso ha . . . ^13,80
n meno » » . . . 92,00
differcnza . . ' , . . . 25,80.
II termine medio delle stagioni per detti giorni c poi 20,02;
e dei mesi 8,08. Queste medie oscillano per le stagioni
fra quella della primavera, ch't;. 29,00
e quella della state » » . 23,63
differcnza 3,33 ;
e pel mesi
fra qucllo del marzo, ch'6' . . . 9,73
e quello dell' agosto » » . . . 6,30
differcnza 5,23;
differenze, come si vede, piuttosto tcnui, c dalle quali si
puo dcdurrc che le semisomme dogli eslremi medii daran-
no numcri raolto prossimi alle relative medie dellc stagioni
e dci mesi. Infatti
29,00-1-23,65
,.. -^—^=26,33;
9,75-}- 6,50 _
cioe la prima supcriorc alia media delle stagioni di soli
0,53, la seconda infcriore a quella dci mesi di soli 0,36.
Separando invcce i vcnti forti dai mediocri si ha per
— 274 —
terminc modio aniiiio dei primi ia tiitto il ventenaio 45,03,
e dci second! Gl,05.
Questi termini medii sono pei venli forti
nel I decennio .... 57,70
» II » .... 48,40
differeuza . ... . . -10,70;
e pei vcnti mediocri
nel I decennio .... 39,60
w II » .... 62,50
differeuza 2,90.
Nei quinquennii pei venti forti
il terraine medio maggiorc e . 55,00
» » » niinorc » . 54,40
differenza 20,60;
pei vcnti mediocri
il termine medio maggiore e . 64,20
» » » minore » . 57,60
differenza 6,60,
Cosi il termine medio delle stagioni pei venti forti e
-10^76^ pei mediocri 15,26; dci mcsi, pei primi e 3,59, pei
sccondi 5,09.
E tali termini medii osciliano nclle stagioni
pei primi da ^2,00
a 9,83
differenza . 2,15;
pei secondi da ... . 47,00
a . . . . -13,43
differenza 5,83;
nei mcsi
pei primi da 3,25
a 4,03
differenza 1,20;
— 275 —
pei second! da .... 5,85
a . . . . 5,45
■ • ■ differenza . . . . . . 2,40
Aggiungo a cio die le medie unite dei venti forti e dci
mediocri vanno crescendo dal gennaio al marzo, raese in
cui raggiungono il loro sommo; calano dal marzo all'ago-
slo, mese in cui giungono al minimo, salva la media del
maggio superiore ail' anlecedenle e alia seguente ; si riscl-
levano infine dall'agosto al diccmbre salva del pari la media
dell'ottobre, inferiure a quella, che precede, coroeaquelia,
che segue.
Quanto alle medie separate dei venti, quelle dei forti
non serbano certo ordine, ma hanno pero il maximum in
marzo, il minimum in agosto ; quelle dei mediocri tengono
un andamento simile a quello delle medie unite, con que-
sta differenza, che il maximum d nell'aprile, e sparisce I'ec-
cezione del maggio. Nelle stagioni invece i venti forti cre-
scono dairinverno alia primavera, calano da questa all'au-
tunno; i mediocri aumentano dall' inverno alia primavera,
calano da questa alia slate; si fanno di nuovo piu numerosi
dalia state all' autunno.
Da questi fatti e da quelli registrati nelle tavole nume-
riche, die si riferiscono alia qualita diversa dei giorni, si
deduce :
^ ." Che il rapporto tra la quantila media dei giorni
ventosi e 1' intero numero dei giorni dell' anno 6 come
-i : 5,50 o, ci6 che e lo stesso, sopra sette giorni, due sono
ventosi ;
2." Che questa quality di giorni e men numerosa nel
primo decennio che nel secondo ; esscndo che il rapporto
pel I decennio sia come \ : 5,76 ; pel II come \ : 5,29;
— 27G —
5." Che la piu ventosa dcllo stagioni c la primavcra; la
mono ventosa la state ;
4° Che il rapporto fra i giorni vcntosi doll'una c (|ueili
dcir altra e come I : 1 ,33 ;
5.° Che (lei mcsi il piu ventoso c il raarzo, il meno veii-
ioso r agoslo ;
0.° Che il rapporto fra i giorni ventosi del priino c quelli
del scoondo e come i : UiO ;
7° Clic r oscillazione cj maggiore da mese a mcso clic
da stagionc a stagione ;
8." Che il rapporto fra i vcnti forti e i mediocri 6 co-
me 1 : 1,42, cioc all'incirca, sopra tre giorni ventosi, uno
e con vento forte ;
9." Che queslo rapporto nel [ decennio e come \ : 1,29;
ncl II decennio come 1 : 1 ,03, cioc in questo, non solo v'cb-
])ero piu giorni ventosi, ma il vento fu, a lerminc medio,
piu forte ;
-10.° Che tale rapporto varia eziandio da stagione a sta-
gione e da mese a mese.
Rispelto alle prime troviarao i venti forti stare ai
mediocri
neir invcrno come. 1:1,57
» primavcra » . 1:1 ,42
» estate I) . 1 : 1 ,25
» autunno » . I : 1,34
cio6 comparativamcnte ai venti mediocri i forti abbondare
piu nella state, scarseggiare piii nelf autunno.
Rispetto ai mesi tali rapporti essero
ncl gcnnaio come . 1 : 1,33
» febbraio » . 1 : 1,37
» marzo » . I : 1,29
» aprilc « 1:1 ,3H
— 277
ncl maggip »
. \
: 1,59
1) giugno 1
1
: 1,50
» luglio n
4,30
t> agosto »
:\,\(y
» settcrabrc »
: 1,56
» otlobi'O 1)
: 1,51
» novembrc »
: 1 ,56
1) dicembrc »
. \
: 1,55,
cioe r aprile a\erc comparativamente ai forti il niaggior
numero di venti mcdiocri ; 1' agosto comparativamente a
quesli il niimero maggiore di quelii;
\ I ." Che il maximum assoluto dei forti e nel marzo e
del mcdiocri iieir aprile ; il minimtim d' ambedue neH'a-
gosto.
A tutti i falti e le deduzioni riferibili alia stato atmo-
sferico aggiungo, come dalla comparazione delle diverse
quanlita medie quinquennali colle oscillazioni delle mac-
chie solari risuiti starsene in ragione diretta di quesle le
medie dei giorni belli, in ragione inversa quelle dei varii,
dei piovosi e dei giorni con vento forte. Pero le medie dei
giorni varii se si alternano nel modo indicato da quinquennio
a quinquennio, qualora si piglino questi a due a due e nel
loro rispellivo decenuio, altretlanlo non accade se si con-
siderino nel ventennio ; che allora tali giorni si veggono
crescere di quinquennio in quinquennio siiio alia fine. Da
cio si potrebbe argomentare una tendenza dello stato almo
sferico a rendersi sempre piu incostante.
278 —
CONSIDERAZIONI GENERALI.
DlFFERENZE FR.A I DATI METEOUOLOGICI DEI DUE PECENINlt.
11 priiiio (leconiiio diffcrisce dal secoiulo in qucsto :
che la media altezza barometrica, e la raassima oscil-
lazione soiio in csso maggiori ;
la media temperatura e minure, e la massima osciila-
zione di essa maggiore;
la media umidiU'i maggiore, e la massima oscillazione di
essa minore ;
la quantiti della pioggia minore ;
la freqiienza de' venli nordici e de' meridionali mi-
nore ; quclla degli oricQtali e degli occidentali mag-
giore.
Esso inoltre ha im numero maggiore di giorni belli,
di nuvolosi, di nevosi e di (eiuporalescUi ; uno mi-
nore di varii, di piovosi, di nebbiosi, di ventosi, c
questi con forza di vcnlo minore.
CaRATTEUI METEOROLOGICI DIFFER ENZIALI TULLE STAOIONI.
L'invcrno ha Ic osL-illazioni barometriclie maggiori ; le
medie di'lla temperatura minori; le medie uniiditfi e !e me-
dic loro osciliazioni maggiori ; le minori quanlila della
pioggia e le minori osciliazioni di esse ; la freqnenza mag-
giore de'venti nordici, e la minore de' meridionali; il nu-
mero maggiore di giorni nuvolosi, nevosi, ncl)l)iosi, il mi-
nore di varii, di piovosi e di leniporalesehi.
— 279 —
La primavera lia le minori medio barometriche e lo
maggiori oscillazioni dclla temperatiira ; la maggioro fre-
quenza de' vcnti orientali c di qiielli di garhino ; la minore
do' nordic'i, degli occidenlali e de'maestrali ; il numero mi-
nore di giorni belli ; il maggioro doi ventosi, e la maggiore
forza dei venti.
L'estate ha lo medio baromelricho maggiori collo oscil-
lazioni minori ; le maggiori medio temporature ; le medio
innidita o le oscillazioni loro minori ; la maggiore froqnen-
za do' venli sciroccali od australi ; la minore di quelli di
N.N.E., di E.N.E. 0 di N.N.O. ; la maggiore quantiti doi
giorni belli, doi varii e dei temporaleschi, la minore doi
nuvolosi, dei nebbiosi o dei ventosi. Questa stagione man-
ca dei giorni novosi.
L' antnnno Iia le oscillazioni deila temperatura minori;
la maggiore quantita della pioggia e lo piu largho sue oscil-
lazioni ; la maggiore frequenza dei venli di O.S.O.; il mag-
gior nnmero dei giorni piovosi, il minore dei oevosi e di
quelli con vento forte. ;
CARATTEr.I METEOROLOGICI DIFFEllENZlALI DEI MESI.
II gonnaio ha la media barometriea piu prossimaa quella
dell" anno ; la media temperatura minore; la minore quan-
tita della pioggia; la massiraa frc(iuenza nei venli di N.,
N.N.E., O.S.O., e N.N.O. col prcdominio di N.N.E. ; la mi-
nore fr'^quenza in quelli di S. ; il numero maggiore dei
giorni nevosi e nebbiosi ; il minore de' piovosi e dei tem-
poraleschi.
II febbraio ha la minore media delle minime altezze
barometriche; la media oscillazione igrometrica maggiore;
la maggiore frequenza nel vento di E.N.E. col prcdominio
di N. E.
Senc III, T. IV. 57
— 280 —
II marzo Iia la media osciliaziono dolla tcmperatura
maggiore ; la minima uscillazione assolula doll' umiditi ;
la maggioro frcquenza nel vento di E. col prctlomiaio di
N.N.e! ; la minore in quelli di N.O. o di N.N.O ; il mag-
gior numero dd giorni vontosi e la maggiore lorza dci vcnti.
L' apriic ha la media baromelrica minore, la lermomc-
trica e la pkiviomeliica piii prossime a quelle dell' anno ;
la massima osiillazione igi'ometrica ; il pi-edominio del S.E. ;
la minima IVeqneuza nei venti di O.S.O. ; il maggiore nu-
mero dei giorni con venlo mediocre.
II raaggio ha la media igrometrica, che piiis'appros-
sima air annua ; la maggiore frcquenza del S.S.O. col pre-
dominio del S.S.E. ; la minore del N. o del IX.N.E. ; la mi-
nore oscillazione nella frequcnza meilia dei venti; il numero
Uiaggiore dei giorni piovosi e delle grandinaie ; il minore
dei belli.
II giugno ha la media oscillazione igrometrica minore;
la maggiore frequenza e il predominio dd S. ; la miaore
del N.N.N., N.E. ed E.N.E ; il niaggior numero dei giorui
varii, il minore dei nebbioi-i.
!l luglio ha la media e 1' assoluta oscillazione baro-
melrica minore ; la maggiore media lermometrica ; la mag-
giore frequenza dell' E.S.E. , S.E. e S.S E. col predomi-
nio del secondo ; la minore dell' 0. e dell' O.N. 0. ; il mag-
gior numero dei giorni lemporaleschi ; il minore dei nu-
volosi.
L' agoslo ha la media baromelrica non correUa mag-
giore ; la igrometrica minore ; la massima oscillazione
nella quanlila dclla pioggia ; il predominio del S. E. e
la rainoi'c IVeqrienza del S. 0.; il numero maggiore dei
giorni belli ; il minore dei venlosi colla minore forza dei
venti.
— 281 —
II settembre ha il predominio di N.E. e nessun estrerao
meleorologico, che lo distingua.
L'ottobre ha la media e I'assoluta oscillazione termome-
trica minori ; la media igrometrica maggiore ; la maggiore
quantita della pioggia ; la frcquenza maggiore del S.O. col
predominio del N.E.
II novembre ha il predominio del N. ; il maggiore nu-
mero dei giorni nuvolosi, il minore dei ncvosi.
II dicembre ha la media e 1' assoluta oscillazione baro-
metrica maggiori; la massima oscillazione nella frequenza
media dei venti; la maggiore frequenza del N.E. , dell' O.N.O
e del N.O. col predominio del N.E. ; la minore dell' E.,
E.S.E., S.E., S.S.E. e S.S.O. ; il minor numero dei giorni
varii.
•
ReLAZIONI DELLE MEDIE TOTAL! BAROMETEICHE, TERMOME-
TRICHE^ ICROMETRICHE E PLCVIOMETRICHE COGLl ESTREMl MEDII
RELATIVI.
Le medie totali stanno piu presso alle medie massime
che alle minime pel barometro, pel termometro e per I'igro-
metro; sono piu presso alle minime pella quantity della
pioggia. Quindi da noi il barometro e.piu di frequente alto
che basso ; la temperatura piu spesso calda che fredda ;
r umidita piu spesso abbondante che scarsa ; la pioggia piu
spesso moderata che trabocchevole.
ReLAZIONI DELIE MEDIE BAROMETRICHE, TERMOMETRICHE ED
IGROMETRICHE QUINQrENNALI COLLE MEDIE OSCILLAZIONI DEGLI
STROMENTI.
Nel barometro le medie altozze quinquennaU stanno
in ragione dirctta dello medie oscillazioni ; nel termome-
tro e neir igromctro le medie temperature e le medie umi-
_ 282 —
dila (|niiiquenu;ili slaiino in ragiono invcrsa allc medic osiif-
lazioni degli stroinonti. Di lalo corrispondcnza non c scni-'
pre facile inleudore le caii,!Oui. Osscrvo cio nulla nicno,
qiianlo al baronielro, clie il movinienlo delle niodic qiiin-
quennali corrispDiide a quello dei giorni varii ; anclie il
nnmero loro, come la media baronielrica, e minore nel
I decennlo, niaggiore nel II ; ercsce dal raeno al piu nei
quinqucnnii, ed 6 massiraa nel quarto di essi, Ora, sieco-
conie le maggiori oscillnzioni sogliono osservarsi nei gior-
ni varii, stante clie nei belli o ne' nuvolosi il baronielro
si scrbi alto o basso, ma poco o nulla si muova, cosi ra-
gion vuole chc ne' quinquenni ineno varii, i quali vcdem-
mo essere forniti di media baronielrica minore, anclie le
oscillazioni sicno minori, nei piii varii, niaggiore. Gosi
tornasse iiieno duro I'intendere, comi3 i quinquennii prinii
abbiano la media baronietrica minore, avendo maggioi-e if
numcro dei giorni Itelli, ne' quali il barometro suole con-
servarsi piuttosto alto. Quest' anomalia dec provenire in
parte dalle osservazioni non ridotte alio zero, c dalia cir-
costanza clie, durante la state, collo spirare do' venti sci-
roccali ed australi e con elcvazione barometriea oscillante
intorno alia media si lia pure una successionc di giorni
perfettamenle seicui.
Piii facile c comprendere il perclie di quella ragionc
inversa, clie si nota fra le medie ternionietriche ed igro-
iiietriclie c le oscillazioni degli stronicnti. Infalti la Ta-
vola VI del termoiuetro ci mostra aunientarsi la media
quinquennale specialraente per 1' aunicnto dcUa tenipcra-
lura primaverile, auinenlo, cbe provieno dal serbarsi que-
sta alquanlo elevata e oscillare meno cIkmiou soglia nei
nostri climi e in quella stagione. Ora le maggiori oscilla-
zioni IcrniDniotricUc si nolano appuoto nella priiiiavci a, ed
- 283 —
ecco che nei quinquennii, in ciii tale stagione obhe tempo-
ratiira piu cqUabile, si Irovera non solo, come dicevasi,
la media piii eicvata, ma eziandio Ic osciilazioni piu strelle.
Anclie per 1' igromelro la ragione parmi evidente. Le gran-
di osciilazioni di qiiello stroraento non a\'vengono da noi
per iin aumenlo dell' umidita, la quale abbonda ncl nostro
clima, ma per frequent! o forti dirainuzioni di essa ; in
una parola sono le sopravvegnenti siccita e non gli straor-
diiiarii umidori,che allargano le osciilazioni di qucllo slro-
mento. Dunque se la stessa causa, che dilala le osciilazioni,
concorre a sminuire la media igromelrica, non e nieraviglia
die quesia sia in ragione inversa di quelle.
ReLAZIONI DEI DUE VE?<TI rREDOMIXANTI DI N.E. E Dl S. E.
COLLO STATO ATMOSFERICO.
A scoprire tali relazioni nolai ad ogni osservazione,
in cui spirasse il primo od il secondo di questi due vcnti,
quale fosse lo stato del cielo, e tali indicazioni le distri-
buii in quattro rubriclie intitolate sereno, semisereno^ mi-
volo e pioggia. La prima rubrica comprende i giorni l>el-
lissimi, i sereni, i qnasl sereni; la seconda i sereni foschi,
i semisereni, quelli con nubi sparse o voganii ; la terza i
mivolosi, 1 nebbiosi^ i burrascosi ; la quarta i pioviggiiiosi
e i piovosi. Quindi riducendo tali indicazioni alia nota
scala della serenita del cielo, die va dallo 0,00 all' 1,00,
la prima rubrica andrebbe dallo 0,00 alio 0,30; la secon-
da dallo 0,31 alio 0,80; la terza e la quarla unite dallo
0,81 air 1,00. Ecco le tavole :
284 —
Mesi
N.E.
S.E.
o
u
£
3
«
To
fco
"a.
o
semiser.
nuvolo
a
To
o
Geniiaio .
03
25
99
30
0
4
40
4
Febbraio.
85
22
112
36
30
9
27
3
Marzo . .
70
46
85
37
71
46
58
7
Aprile . .
41
27
60
39
89
29
70
49
Ma-gio. .
32
21
52
49
76
34
75
20
Giiigno .
31
22
62
48
402
45
43
9
Luglio . .
59
35
63
23
450
62
37
42
Agosto . .
82
43
66
49
440
34
44
9
Settembre
G3
34
87
25
97
32
45
0
Ottobre .
81
42
426
36
35
40
27
9
Novembre
05
40
415
49
8
4
46
4
Dieembre
133
49
420
35
5
3
40
2
835
376
1042
370
809
266
402
440
— 285 —
Stagiom
N.E.
S.E.
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3
5
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96
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Inverno .
337
407
41
43
47
9
Priinavera
143
64
496
94
236
79
203
52
Estate . .
172
-100
481
59
390
434
424
30
Aiitiinno .
209
416
328
440
440
43
88
49
835
376
4042
370
809
266
462
440
Se badiarao ialanto alio somine totali de' giorni se-
reni e de' nuvolosi noi troviarao piii freqiienti qiiesti
die quelli col N.E. ; piii quelli cbe qiiesli col S.E. lufatti
col pt'imo vento i belli stanno ai coperti come I : 1,24;
col secondo invece come 1 ,75 : 1 , cio6 su nove osserva-
zioni, in cui spiii il N.E., qualtro danno cielo sereno, cin-
que iiuvoloso ; sopra undici, in cui soffli il S.E., sette
fiate il oielo 6 sereno, qualtro e coperto.
Vediarao adesso quali modificazioni patiscano i due
rapporti aggiungendo i giorni piovosi ai coperti. In tal
caso col N.E. i giorni sereni sono ai nuvolosi e piovosi
come I : 1,69; col S.E. come 1,41 : I, cioe su otto osser-
vazioni fatie col vento di greco, tro banno cielo sereno,
cinque nuvoloso e piovoso ; viceversa, di dodici osserva-
zioni collo sciloeco, sette trovano la prima qualita di cielo,
cinque Ic seconJc. In tutti i.modi dunque il greco da noi
— 280 —
lende piii a vnnnuvolavc il cielo c a farlo piovoso, che a
ra^scrcnarlo ; to scilocco favorUce pinllosto la serenitd
die 1(1 pi.o(f(/ia. Qucslo falto Irova amphi coiifenna nol rap-
porto IVa il niiinero tolale delie oss(n-vazioni falte coU'iino
c r altro voiito c ([uello delle osservazioni a cielo piovoso.
Pel N.E. qiiosic slanno a quelle corao I : 7,00 ; pel S.E.
eome I : I 5,07.
Cotesle rclazioni variano cosi nei mcsi, come nello
sla?:;ioni. Per allro pel N.E. i niimei-i niinori siiettaiio sein-
prc ai giorui sereni ; pel S.E. ai mivolosi, traniie pei mesi,
il diceuibre ed il gennaio, c per le stagioiii, il verno. In
qucsli soli il S.E. e piii fi'equeiUcinente apportalore di
niibi 0 di pioggia.La legge poi con oni il numero dei giorni
sercni procedc, allorelie soffia scilocco, cioe con aumento
quasi costante fino a liiglio inclusive c con costante dimi-
nnzione fmo a dicerabre, svela la cagione per cui la sei'c-
niti e favorita dallo scilocco. Essa consiste nel movimento
dclla teraperalura. Lo scilocco giunge da noi umido e caldo,
quanlo pill dunque trovi qui nelle regioni medic deH'atrao-
sfera una elcvata tempera tura tanio piii facilmenle pu6
mantenere la propria umidila alio stato elaslico e traspa-
i-enle; ecco perchc la maggiore proporzionc dci giorni sere-
ni stia per la state, e sia il voriio la sola slagione in cui
questi sieno superati dai nuvolosi.
Per la stessa ragione II N.E., die ci viene dalla Russia
centrals attravcrso le montagne dell' Unglieria e della Sli-
ria, e di poco si raddolcisce nel breve transito del golfo
Adriatico, se trova, come giunge, nioUa acqua atmosferica
alio stato elaslico tosto la condensa e la miila in vapori
vescicolari, die si raggomicdlano in diverse nuvolo o si
risolvono in pioggia. Percio e grosso errore qudio di gri-
dare alio scilocco ogni qual volta il cielo di scrcno si fac-
— 287 —
cia nuvoloso o piovoso ; cotesta e opera qualclie fiata dello
scilocco, raa lo e piu spesso del greco.
ReLAZIONI DI ALCL'iM DATI METEOKOLOCICI COLLE OSCILLA-
ZIONI PELLE MACCniE SOLARI.
Essendumi occorso, coinc dissi gia nella prefazione,
clie nei due dccennii da me studiati le macchie solari
compiessero due fiate circa il periodo Joro di auinento
e di diminuzioiic, mi venue in pensiero di osservare se que-
sti loro movimenti, i quali con lievi differenze abbracciano
cinque anai, avessero qualche relazione coi dati meteoro-
logiei, di modo die i numcri clie li rappresentano o cre-
scessero o seemassero col crescere o scemare di quelle, o
viceversa aumentassero quando le macchie diminuiscono,
e diminuissero quando il numero loro si accresce. Ora dai
conlVonli iustiluiti apparisce appunto, cbe detle macchie
stanno in ragione inversa delle medic barometriche e
delle oscillazioni dello stromento ; in ragione del pari in-
versa della quautila della pioggia ; in ragione diretta dei
venti raaestrali e dc' nordici, inversa degli sciroccali, degli
australi e di quel di garbino ; in ragione diretta delle belle
giornatC;, inversa delle varic, delle piovose e di quelle con
vento forte. Esse non hanno poi relazioni di sorta colla
temperalura e coH'uraidita atmosferica, almeno le nostre
tavole non lo inanifeslano. Queste corrispondcnze accen-
nano con tulta evidenza, come le molle macchie, non diro
favoriscano, ma si osservino durante i quinquennii piii
belli; Ic pocbc nel corso dei meno sereni. Infatli colle molte
macchie le altezze baromi'lriche medic quinquenuali sono
meno elevate e le oscillazioni nien larghe, cio che si dimo-
stro accadeie quando i quinquennii sono men varii ; i
venti nordici c maestrali, che da noi conducono c manten-
iiuiiii III, T. IV. 58
— 288 —
§0110 il soreno, sono piii frcquonti, c i giorni belli piii nu-
merosi ; al conlrario colic poche maccliie le pioggie sono
pill abbondanti, piu frequcnle o piii gagliardo lo spiiare
(lello scilocco, doH' auslro e del g^i'l^ino, piii numerosi i
giorni varii o i piovosi.
Pero dclto qucsto m' e d' iiopo dicliiarare come tale
crapirica dimoslrazionc sia affatlo opposta a cio, che asse-
liva lo Schwabo, coliii die moglio d'ogni altro, e con niag-
giore porscveranza studiava coleste maccliie c le influen-
ze loro sill clima. Ecco lo parole sue toUe alia tradiizione
francese del Cosmos di Humboldt : « Si reellement il y
» avail lieu d'atlribuer au\ taclies du Soleil la moindre in-
» lluence sur Total dc noire almospboie, il faudrait tout
n au plus oonelure de nies tables que les annees, ou les ta-
I. clios abondont, oomplont moins de jours sereins que les
» annoes oil elles sont lares » (i).
Dunque se per la siessa via si giunge a contraria meta
lion e mestieri conchiudere che tali corrispondenze non
sono reali od almeno clie le epoclie fin qui sludiate sono
brevi troppo per offerirc dati sicuri ?
(Conlimia.J
(1) CosJHOS eco. par Alexandre de Iliuiibuldl Irudid/ par Cli. lia-
luski. — Troisiemc par/le, 2 livraison, pag. oo8 deU'ertizioiie uulanese.
LAVORI
)er I' illustrazione topografica, idraulica, fisica, statistica,
agraria e medica delle provincie vencle die si puObllcano
secondo I' art. 127 degli staltiti interni.
(Continuazione della pag. 36o del precedeute volume.)
— =<8)o —
D,
otti Collcglii. Quando volestc a me affldato I'inoarico
di raccoj^Uere niateriali per la statistica della popolazione
delle venete provincie, io ebbi V onore di sottomettervi le
seguenti osservazioni e proposte.
Non v'ha ohi igiiori che la popolazione, siccome il pri-
rao fondo dolla robustezza degli stati, deve essere la cura
principale dd governo civile.
La popolazione e uno di qiiegli oggelti statistici i quali
soffrono variazioni; variazioni cbe soao biiiiomi della de-
cadenza o della prosperity nazionale
La statistica deve render conto assai diligente di tali
vieissitudini; ma, per cio fare, 6 necessario precisare prima
un punto di partenza, il dato di confronto, giacch6 altri-
raenti le alterazioni mancherebbero di dimostrazione.
Percio avvisava che il lavoro slatistico sulla popola-
zione dovesse dividersi in due parti : la prima delle quali
dovesse descrivere il vero stato della popolazione in una
epoca delerminata ; e I' altra portassc d' anno in anno le
vicende che vannoavvenendo nella popolazione dope quel
termine primitivo.
— 21KI —
Esiccome i duli slalislicilornanotantopiii iililicdoppor-
luni (juantopiLi sono frcsclii c lecenti, opinava clu' il tem-
po (la fissarsi alia parlc I.' fosse I'anno 1855 (appena al-
lora spiralo) o cIio la parte 2.' avesse a prendcr lo mosse
(lal seguonte anno 1850 per continuaro poi ad ogni anno
avvenire.
Per cio che concerne la forma del trc raelodi di cspo-
sizione, I'analitipo, il descriitivo, il labcllare, orcd(>va quo-
sto ultimo il meglio adattato alia popniazioiie, avvoguaelie
le riccrelie che la rignardano possono liitlc esprimersi
numericaaiente, e le (alx'Ile rendono lo compr.razioiii piu
agevoli, c piii pi-onlamente ne dimoslrano i risullamenti.
lo opinava die la parte \.' constasse di tre pros})clti.
II primo espoaente I' es'ensionc territoiiale, il reddito cen-
siiario, il numero dello ease, qiiello delle famiglie e la po-
polazione deir anno 1855 distinta per sesso, condi/ione
doraestica e religione ; il seeondo presentante la popola-
zione divlsa seeondo le varie eli ; il lerzo classilicante la
popolazione a norma della condizione ecouomica.
La parte 2.' deslinata a scguire annualmente i raovi-
nienti della popolazione io la componeva di cinque labelle:
la I/ per notare le nascite dclT anno 1850 sparlile a te-
nore dellorigine dei natali, del sesso, della religione, del
raesi in cui ebbcro luogo ; la 2/ per conoscere le raorli
deir anno 1850 spartite anclie qucste seeondo il "sesso,
lo stalo, la religione, I' eta, il genere di niorte c i niesi
neiquali aceaddero; la 5.' per dimostrare i matrimonii clas-
silicati giusta la religione, lo stato. Tela; la i.' per in-
dicarc gli aumenti per sopravvenienze, o le diminiizioni a
causa di migrazioni ; la 5." per offrirc i rapporti in cui i
nali, i morti, i matrimonii, le sopravvenienze ele migrazioni
slanno colla popolazione.
QtJI
Venendo alia ricerca tlclla peiifcria da abbracciarsi
in cadauna dolle labelle coiDponenli la parte 1." e la par-
te 2." di qiiesto iavoro statistico io rispondeva con una
distinzione. 0 si tratta dei prospetti nei quali pubblicare
ordinati i dati statistici deila popolazione, ed allora, per
non dar Iroppo nel miiuilo, proponeva che cadaun pro-
spetto comprendesse le otto provincie venete distinte pei
distrolti die le compongono. Invece, parlando dei prospctii
da diransarsi per avere i dati relativi, opinava die si nian-
dasse un prospetlo per ogni singolo comune, essendo aperto
die le indagini riescono tanto piii facili ed esatte quanto
mono esteso e lo spazio da esaminarsi.
Osservavadie fortunataraentele fonti da cui attingere le
nozioni richieste da questi otto prospetti potevano essere
iLitle ufficiali: il censo eioc, le anagrafi, i registri parroc-
diiali, i ruoli del mercimonio e delle tasse.
Per do die risgnarda il modo di raceogliere siffatti
dati statistici proponeva si pregasse T I. R. Luogotenenza
onde volesse ordinaie agli iiflizii die le sono dipendenli di
curare e sorvegliare le risposte ai quesiti, e di mandare
a cadauno degli 815 cotnuni delle provincie venete copia
slampata di questi otto prospetti onde ne fossero rieuipite
le casellc.
Queste mie proposizioni ottennero I'onore ddla vostra
approvazione. L' eccelsa Luogotenenza accordo il cbiesto
decreto: e le coiuuni rimandaroao quanto coiuernc alia par-
te \.' di questo Iavoro.
A norma del piano come sopra slabililo io doveva
riepilogare le nozioni avule dai comuni in Ire prospetti,
comprcndenti cadauno di essi le otto provincie venete
distinte pei distretti clie le compongono ; ma i dati tras-
messi dai comuni risguardanli il prospetto tcrzo, qucllo
-- 292 —
cio6 dclla popolaziono dislinta a norma della condizionc
economica, prosentano lalispropositi, coutraddizioniodine-
satlezzc ohe c forza rinuneiare alia loro pubblicazione, cd
io dovo liinilarmi a soUoporvi gli altri due prospetti.
Dal pi'imo di (luesti prospetti apparisce che ncl domi-
nio venelo oomplossivamente considerato havvi im abitaalc
per ogiii i> : 87 perticlie ceiisuarie.
Ma se si riguardano le singole provincie vencte la delta
proporzionc varia iiol modo seguente :
P. C.
Tadova aL
tita
nte
pe
I'
ogni
6
50.
Venezia
))
1)
7
:33
Treviso
1)
»
7
06
Viccnza
))
II
8
16
Rovigo
n
..
8
45
Verona
II
..
9
08
Udine
tt
h
13
09
Boliuno
II
1)
10
67.
Onde la provincia di Padova e la piu, qnella di Belluno
la meno popolata.
Nel veneto doniinio la popolazione sta alia rendita
fonsiiaria come I a 23 : 88, cioe a dire evvi un abitante
per ogni L. 23 : 88 di rendita censuaria. Ma anche qiiesto
rapporto cangia qiiando si prcndano le provincie separa-
lamentc monlre allora si hanno i seguonti risullati :
Belluno I per ogni L. 0:16 di rendita cens.
Udine
\
II
L.
n
:57
Venezia
\
II
L.
20
:82
Treviso
It
21
SO
Vicenza
I)
27
18
Rovigo
1)
28
54
Verona
»
20 :
59
Padova
»
37
07,
— 293 —
L' anagrafl deH780 mostrava che nello Stato veneto
vi erano 40668 maschi piu delle feminine: nel 1855 in-
vece apparirebbero o8l7 femmine piu dei mascbi : ma e
da nolare che i coscritti durante il servigio militare non
sono contati no! ruolo delia popolazione,
Dal secondo prospetto, che presenta la popolazione
distinta secondo gh anni vedesi, che al di softo degli anni
-10 e al di sopra dei 70 il numero delle femmine e miuore
di quello dei maschi.
Nel dominio veneto, preso cumulativamente, ogni mille
abitanti, 179 superano il cinquantcsimo anno, e 32 passano
11 settantesimo. Nelle singole provincie poi si ha il raggua-
glio seguente :
Ogivi mille
Ogm mille
Provincu
superano
superano
50 anni
70 anni
Venezia
188
31
Verona
-160
28
Udine
diST
37
Padova
^89
36
Vicenza
475
29
Treviso
184
31
Rovigo
469
26
Belluno
472
31
Ma lasciando queste ed altre osservazioni che ciasche-
duno pno fare da so credo prezzo deil' opera il confron-
— 294 —
laro qucsli (liti rolativi al is:)?> con qnelU clio, rissnardanli
r anno 1 823, il sig. Antonio Quadri pubblicava ncl suo
Prospello slnlistico delle provhicic venele.
Da qucslo confronto apparisce clie dall' anno !82;5.:1
4 833 la popolazione ncl Venelo crebbe di N. '<IO,3liO,
essendo in qucsli Uenladue anni saUla da 1,89 '.,'.37 a
2,300,997.
Questeprovinciccontavano nel 1823 N. 3G283 5 case e
ncl 1 833 N. 376 115, quindi le case aumenlarono di 1 3260.
Le faniiglio, cbe nel 1 823 erano di N. 397098, ncl 1 833
monlarono a N. 449338, onde crcbbero di N. 32460.
Cosi il rapporlo dell' anno 1823 di abilanti N. 3-^"^-^
per casa c di N. 4 ^ per faiuisUa, nell'anno 1833 risullo
di abitanii N. G ~ per casa e di N. 3 j,". per famiBba.
. Anche nel 1 823 il numero delle femmine nel Venelo
superava qnello dei masclii : ma la differenza si e diminuila
perche allora era di N. 21409 e nel 1833 solamenle di
N. 3817.
Nel 1823 le Provincie nelle qnali il numero dei aiaschi
superava (lueilo ddle lemmine erano Vicenza e Treviso, nel
i833 invece Treviso e Verona.
Eceo, illuslri colleghi, le pocbe cose che aveva a dire
nel presenlarvi i due prospotli della parte prima delta sla-
tistica della popolazione delle provincie venete. Appena
arri\eranno dagli 813 corauni veneti i dati ricbiesti per le
3 tabelle cbe devono eomporre la parte seconda, io non
mancbero (b(>ncbe sia lavoro lungo e tedioso) di recapito-
Uuli c coordinarli colla maggiore diligenza, non avendo
cbe questa per corrispondere alia vostra benevolenza.
F. Cavalli.
LUG GO
PROVINCU
BELLUNO
DISTRETTO
Belluno
Longarone. , . .
Pieve di Cadore
Auronzo
Agordo
Feltre
Fonzazo
SUPERFICIE
in
Pertiche
Censiiarie
Rendit
Censuai
in
L. Ausi
<1,486,255.— 5,014,J
648,322.09
269,838.02
470.874.79
672.087.79
487,826.05
429'278.56
508.(
83,
129,
172,
116,
347,
189,442.18 418.
3,168,269.48 4,475,
\EINEZIA
VERONA
UDLAE
PADOVA
VICEINZA
TREYISO
ROVIGO
BELLUNO
Totale
2,168,024.05
6,156
2,749,431.48
8,918
6,097,475.47
6,345
2,053,990.92
H,81-^
2,652,608.39
8,83.-
2,327,396.59
6,39
1,486,255.—
5,01
3,168,269.48
4,47
22,703.454.38
54,95
Tavohi
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1. 1; 0 G o
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60978! ,1440 91863 7869
W19; 5150 3-.19 632
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494558 449759'383l
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4,65 5334 4063 371
33438' 40164 11188 1189
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35851 36860
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317688 417810 81404 48868] 911996
154496, 81300 60839' 16393] 167464
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58187 68140 80013' 03141
1016C
101930 89376 69141 13630' 16,051
334971, ,94936
t,StT,306.5
30*71 38634 706591 50074
859
148160 74m 59974 11101' 445181
39U44' 39,181 1
I.488.JW.-
5.0H^>.43
1,4H;»««1
54.»1,«»»-™
30355 37160 48963 30975
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1.1 111. e. prof. Minich leggc supra una maniera
di conse()uire progressivamente lo sviluppo delVequa-
zione ai (piadmti delle difference, e poscia il vice-
presidente co. Cavalli, esposto il desiderio del co.
Filippo Linati di Parma, die sia richiamata 1' atten-
zione dell' Islituto veneto sopra un opuscolo da liii e
dal dott. Primo Caggiati pubblicato intorno gJi ef-
fetti delta corrente elettrica continua snlle funzioni
del gran simpatico, invita il m. e. e seeretario dott.
Namias a renderne conto.
II seeretario dice le segucnti cose :
Da parecchi aiini, inolti e importanli fatli si rac-
colsero di eletlrofisiologia , pure questa parte di
scienza e ancora fra tenebre e incertezze ravvolta,
colpa il mistero della vita, cbe rende variabili i feno-
meni, e malagevoli pertanto le deduzioni. Cercarne
di niiovi, e riprodurrc i gia conosciuli, e sempre
lodevole imprendinieuto ; perche rispetto agli animali
Serie III, T. IV. 59
— 29G —
corpi, i principii dcvono stabiiirsi su larga scaki di
ossorvazioni. Nou e possibilc allrinicnti scpararc le
forluite circostanze, dalle necessarie alia gcnerazionc
dci f'alti. Siiicci'O cncomio io quindi Irlbuto ai cbiar.
sig. Linati e Caggiati, che, ncl preacceiuialoopuscolo,
riferiscono IG loro cspcrimenti. Qucsli vcngono, in
gran parte, alle stesse risullanzc pubblicate circa il
niedcsinio argomento nel 1857. Allora per altro i
Icnlalivi si facevano sopra un uonio, applicando
r eletlrodo positivo all' cpigastrio, c il negativo alia
cute della regione dorsalc, c quelli esposti nell' opu-
scolo ora presentato al nostro Istituto vennero pra-
ticali sopra animali.
Si dedusse la correntc elettrica continua rendcre
pill pronle ed cnergiche tuttc le funzioni della vita
vegetativa, sotto 1' influenza di un insolito e piu ga-
gliardopotere acquistato dai centri nervosi gangliona-
I'i. Si aggiunse: I'elettricita, direttamente applicata sui
tessuti. alterarne e sospendernc le funzioni ; la con-
seguente affluenza di sangue arrecandovi niutazioni
analoghe a quelle proccdenti da infiammazione. Os-
servoj rispetto a quest' ultimo corollario, I' altera-
nicnto c la sospensione delle funzioni procedere dalla
sovercbia forza dell azionc elettrica, sia essa diretta-
mente 0 indirettamente portata sui tessuti. Le de-
l)oli correnti, applicate anche diretlamente, possono
rendere piu pronta ed energica la funzione organica;
me ne assicurai pareccbie volte io stesso ; le fortis-
simejancbe indirettamente applicate, possono sospen-
derla. Non e lapplicazione diretta o indirctta, ma la
— 297 —
maggiore o minor forza d'azionc, derivaiite. oltreche
dai modi di quella, dall' energia degli apparecchi,
che accresce o sospende i'attivita delle limzioni. Cosi
vediamo la mucosa membrana delle nariei, per im
mediocre irritamento, dare copiosa secrezione, che
cessa interamcnte per un irritamento piii forte.
Quanlo al primo coiollario, essendosi i reofori
posti a contatlo del dorso e deli' addome, non pare
pienamente esclusa 1' influenza della midolla spinale,
e si desiderano altre indagini, al fine di poterla attri-
buire ai soli centri ganglionari.
II m. e. Zantedeschi avverte che il secretario
non accenno al permanente accrescimento di nutri-
zione, provocato dalle correnti elettrichc nelle spe-
rienze del f.inati, il quale cbbe il merito di cssere il
primo a dimostrarlo.
Risponde il secretario : aver aviito 1' incarico di
occuparsi del lavoro annunciate, non del precedente
piibblicato nel 1857 ; nel lavoro in questione sarebbe
stato necessario pesare gli animali prima e dopo le
applicazioni elettriche a trarnc deduzioni rispelto
alia mitrizione.
II s. c. dott. Berti soggiunge : che gli sperimen-
tatori parmigiani avranno creduto di esaurire I'argo-
mento col primo lavoro, e che qiiindi non reputeranno
probabilmente necessarii i tentativi indicati dal Na-
mias dopo che videro accresciula la nutrizione in un
uomo, che fu per lungo tempo sottoposto alia corrente
eletlrica.
Uisponde il dott. Namias : che quelluomo era infer-
— 208 —
1110 : chc la ciira elotlrica giovo conlro la malattia ; c
die la dimiiiuzione o ii loglimento di questa (i) avreb-
be potuto dar Inogo ad accroscimento di nutrizione,
iiidipcndcntomonto da una speziale efficacia della
elellricita, die fosse propria a rendcre direltamente
pill cnei'gici gli atli nutritivi.
II m. e. vicc-segretario dolt. Fario, apprezzando
anch'egli, col dott. Namias, gli stiidi spcrinicntali dei
sig. Liiiati e Caggiati, ne dubitaiido dellazione gran-
demente eflicace dell' elcttrico in geiierale siille fibre
nervose, c quiiidi siii iicrvi e siii muscoli iiivolontarii,
aggiiinge cho sarcbbe. c vcro, grande acquisto se av-
venisse di diniostrare, conic spcrano i lodcvoli speri-
nientalori, die nci nervi e nei muscoli involontarii
rdetlricita potcsse essere surrofjuta air agente ner-
vosa riniasto finora fuori dei nostri niezzi d'azione.
Ma dubita assai chc sia niai per esser possibile di
siirrogar rdcllrico aU'agente ncrvoso^ perche I'uno
elemenlo materialc^ I'altro elemento della vita, i cui
attribnti incomprensibili vanno oltre alia sfera delle
leggi pill sublimi della materia. Pcrcio gli sembra non
facile die si possa aver mai nell' clettricita un mezzo
di cosi docile ed utile potenza da equivaJere a padro-
negrjiaie il fjrado e la forza defjli atti spcriali dei
proccssi nutritivi dcfjii orgnni iiiterni, poiche, ripete,
codesti atli sono dipcndcnti in modo tutto area no e
(I) Una eredilaria disposizione gottosa erasi fatta nianifesla con
ripetuli assalti di coliche iiilostiiiali. Lento i! processo dii^estivo ed assi-
niilalivo ecc. Linali; S/udii elctiro ftsiolugici. Parma 1859, p. q.
— 299 —
profondo da quelle forze della vita che niuna foi'za
pote aiicora surrogare.
Dal che gli par conseguire che se I'acldo libero
e la pepsina del succo gastrico si mostrano piu effica-
cemente atlivi sulle sostanze aibuminoidi quando il
loro contatto ha luogo sotto 1' influenza della cor-
rente elcUiica continua in reeipienti di nietallo o
d'altra materia, fuori della sl'era della potenza vitale_,
ondc Ic fibre carnce sottoposte a questo processo
arlificiale di digcslione, che puo chiamarsi disagrjre-
ijazione fisico-meccanica, arrivino a scomporsi ed a
fondersi, non si dovesse da quesli fatti dedur grande
analogia con cio che 1' eleltrico possa operare nelle
funzioni del ventricolo vivo, nel quale, sopra alle mec-
caniche deli'elettrico, sono arcanamente operanti le
forze della vita, ond'e che nei crogiuoli nessuna de-
composizione, nessuna fusione arrivcra mai, coll'elet-
trico, per quanto vi si aggiunga d'acido e di pepsina,
ad iniilare compiutanicnte ia digestione viva, a formare
un atonio vcro di chinio.
Finila questa discussione e presentato dal m. e.
Massalongo il catalogo dei rettili delle provincie ve-
uete, in cui sono segnate con asterisco le specie di
cui si conservano saggi nel nuiseo dell'lstitulo donate
dallo stesso m. e. l\Jassalongo.
L' Istituto lo accoglic con gradiniento ad inse-
rirJo ne' proprii Atli.
(mim DEI RETTILI DELLE PROV. VEi\ETE
C.O:\IPILATO t
DAL M. K. PROF. A. MaSSALONGO
.-1'
Nome
generico
del rettile
Nome spe-
cifico e
vaiielA
Luogo ove
Alcuni
siiiuiiiiiii e
nonii vol- Ivenne Irovato
gari I
Osservazioni
ORDINE I. — CHELOMANl
1 TESTUDO,
Broni
GRAECA, I An.
Tartariii^a, ]
Galaiia, Ga-
jaudra.
EMYS, Wagl.
l.t TARIA.
Merreiu. (*)
Tartaruga,
Gaiaudia ,
Zaba, Bissa
Scudelara ,
(Jopasse.
Non e indi-
geiia del Ve-
iieto , ma si
tieiie dovun-
que doiiiestica
iielle cast', iie-
gli orti e nei
giardiiii. (La
sua patria na-
turals elaGre-
cia, la Dalma-
zia , i' Italia
meiidion.,ec.)
Nelle paludi
prossime al
mare del Fiiu-
ii, nei boschi
presso Ulestre
(Cliiiigiiago),
uel Veronese
lungo il Tar-
taro e nelle
paludi del Pa-
dovano.
Ouiin.i L
rarjic, e siiiiivilu
il Ih,mIo (lie Si-
ne olliene, biioiu'
1.- ....va, ma lias^
<-urale j»er la lo-
]ci |)i(;ciili'//!a no
iiiau^iure di i[iiel-
la ili un piiiiune,
Utiljsshno e lar-
-aincnleailiipe
to per lavori <li
intar>iatnra e lui-
ndtrria e il pia-
slrone e it car
pare .11 qnes
(,ome 1.1 prere-
flfiitd, pure la
rariif e assai mv-
iHi iiradita, c
no fstr>i «li u>i
dfl carapace.
|irol.
enc ilisiini.. .1..
Mi»ssHlorii:...
— 301 —
Nome
generico
del rettile
Nome spe-
ciGco e
varieta
Aliuni
sinonimi e
numi vul-
gari
Luogo ove
venue trovato
Osservazioni
CHELONIA,
Broils'.
CAREITA,
(jray. *
Tartariiga La sua patria
de mar, Ga- ordiiiaria e il
lana, Magna Mefiiterianeo
Copasse de e I'OceauoAt-
mar. lantico , ma
.nondi ladoos-
sei vasi anehe
nell' Adriatico
(Venezia).
ORDINE II. — SAURIANl.
LACERTA,
Cuv.
viBinis,
Liuador,
Daud. *
Ligaor, 0-
soitoloii ,
Sborf.Sbors
Liguro, Lu-
seipa vei-
de, Laiigu-
ro.
a) I', vulga-
concolor,
ris, Mass. *
De Betta.
b) ('. I'arie-
versicolor^
gata, !>hs.*
De Bb'tta.
c) f. macu-
/afa.buiiap.
• 1) mento
caeriilea.
Buiiaj). '
Per tiilto il
Veiieto.
Per tiitto il
Yen. special-
mentenei pra-
ti e nei luoghi
uhertosi.
Per tutto il
Veil, ma spe-
cialmeiite sui
colli piico ele-
vati.
Per tutto il
Yen., ma me-
no frequente
della prece-
deute.
Per tutto il
Veneto abba-
stanza cunui
lie.
ija sua came t
mangiala ed Ik
i>tljmu sjpore(c<i-
si le nova), pero
abttsandoiie po-
trrljlm rerare liei
inalanni, e perliiio
la ilissenteria. II
carapace serve pe
iiinlli (isi, ma nonj
e adatlo come
f|iiello della Tc-
studo grtieca per
inariiifatti delicali
c aeulili.
Innocenle.
lessnno.
3U2 —
W)
Nome
Nome spc-
cifico e
Alciini
Luogo ove
^
generico
del rettile
sinoiiimi e
venne trovato
Osservazioni
o
variela
noini vol-
■Z
gari
e) i'.biliiiea-
Abbondaspe-
ta, D,.ii.l. '
cialmei). iielle
piaiiure delie
Fidv. Veiiete,
nia non 6 lara
onchesuicdlli.
f) i>. c'lne-
Frov. Vero-
reo-nigrt-
nese (Tregiia-
scens . 1)l-
g").
Bella.
b
ZOOTOCA,
VIVIl'ARA,
Osertola ,
Nftlle valli
liiM..c,-nt,-. Ne.s-
Wag!.
Wh;,!.'
Lusertula ,
ec.
Veronesi (Ze-
vio, Legnago.
San Bonifacio,
Soave, ef.) e
Fadovane.Se-
coiido De Bet-
ta aiicbe nel
Belliinese.
G
PODARCIS,
Ml BU.IS,
Luseita ,
Per tutio il
ln,„„rMtr. Nrs-
Wagl.
Wagl.-
a) I', nigri-
ventris,
Bon. '
Lu?ertola .
Oseita, 0-
sertola, Bis-
sarddla, Li-
serta , Le-
sarda (La-
certa agilis
di miilti ali-
tor!).
Veneto diffu-
sissinia.
Per tutto il
Veneto.
■
b) v. albi-
(v. cuinpe-
Piiiraradella
i>eniriSy
stris , De
precedent., ma
Bon. •
Bettap./;.?;
diffusa per tut-
to i! Veneto.
c) I', iiigr/-
Per tutto il
i'e!itrii\
Veneto.
K.,n.
il) I', riiiri-
Per tutto il
i'encris.
Veneto.
Bun.
'
— 303 —
5;
Nome
Nome spe-
Alcuni
Luogo ove
p^
sinotiimi e
Osservazioni
3.
j^eneiico
del retlile
cifico e
varietil
uomi vol-
venne trovato
2
gari
e) I', cuprni-
Per tntto il
i^e arris.
Veil. (E co-
Mass. *
muue nel Ve-
ronese).
f) f. Jla^'i-
Vercn.(rara).
f'
venlris.
Mass.
g) V. rosei-
(v. campe-
Veron.(rara).
vcntris.
siris , De
Mass.*
Betta/'.p.^
Faiu. 4iiigui<li. 1
7
Ai\GUis,Linu.
FRAGILIS,
Orbarolo ,
Per tutto il
Iniiiicente. Uso
Lill. *
Orbesiu ,
Bisso deve-
ro , Orbisi-
gola , Bis-
sorhola ,
Sguibissol 5
Uarbit ,
Uarbitol.
Veueto.
nesMUiu.
a)i'. alLu'en-
(vulgaris.
Per tutto 11
tris\ Boi). *
De Betta).
Veueto.
b) I', ii/'gri-
Nonrara,ma
veiitris.
meiio comune
liun.*
deila preced.
i) lirieata ,
l)f liella.
•1) griseu ,
Df UelU
ORDINE III. — OFIDIANI. [
8
CORONELLA,
AISI'lU.iCA,
Vipareta ,
Non rare nel
l.ii,.,;enle. U,<.„
Sclileg.
Lau..'
Viparela ,
Vipara de
suto, Bisso,
Bissa, Bis-
sorbiila.
(Cohibcr
uuslriacus
Gmel.Daud.
ecc.)
Ver. (Tregna-
i?o, Oaprino .
Garda . Bol-
cu).Nel Vicen.
(Bass., Arzig.,
Setteconiuni).
Nel Triv., Pa-
dov.. Friuli e
Belluuese, ec.
nessm\ci.
SericllI, T. IV.
40
— 304 —
rxamwm
Nome
generico
V , « Aleiini
^"'.y.'^ ^I'^- sinonimi e
CIIICO K
Luogo ove
Osservazloni i
C
nunu vui- venne irovaioi
\o
del reltile
vuriela
H
z
1
gai-i
1
l"^'
\\
9
iORONELLA
RiccioLi, Me-
Angiela ,
Veron. (Tie- i...i.".-Mir. i-,.|
laxii
\ngia, Aii-
^nago, Funia-
lt-s:i:il.l.
zt'lta. f Co-
iGjMarcelise).
fiiber Jiic-
ciuli, Bon.
et Auct.)
10
COLUBERjLin.
Fl.AM'SCF.NS,
Anaio.An-
Difl'nso per
l„n,„r„U-. Us,,
1
Giiil/ gia, Aiiza , |
tulto il Vtr.iet.
l.sMi.lO.
a) I', nigre-
Anda.Iiise=o.
Bisson, Jla-
gne,Scurzo,
Scorzon.
VerGn.(Bolca).
11
COIABEK
\1P,1III[-1,AVI"S
Scorzo,
Abbonda per
Inn.M.nU.. I'm, |
J.ac. ■"
Scurzou,
Augia, An-
za , Anda .
Bisso, Bis-
son.
tiitto il Veuet.
a) var. car-
(Coluber
I'er tulto il
In n.U'. V,o\
boiiarius.
rurbnnit-
Veneto.
„r-M,Jl.>. 1
i
i'ilz. *
rius.
Schreib.)
Carbonaz-
zo. Carbon,
Carbonaz,
ecc.
-
l\2
TROPIDONO-
N.vrnix,
(Coluber
Abbonda per
1„„.„T.,I,-. I'M.
TUS, Kulil
Wagl.'
nntrix. FJn.
i\a/ri.r lor-
quafuFiiz.)
Bissaacqna-
rola, Bisso
d' acqua ,
Bissa rane-
ra. Bissa
Modroce.
tulto il Venet.
1
305 —
5;
Nome
Nome spe-
Alciini
Liiogo ove
.^
cifJCci ti
vorieta
siiumiaii e
S.
generico
del reltile
iioiiii vul-
venne Irovato
Osservazioni
Z
i^ari
.)) I', iiniro-
(Coluber
Per tiitto i!
riii/i^ I'ili.*
murorum.
Vest.)
Veueto.
15
TKOI'IDUNO-
ij.sia.rAT; s.
(Coluber
Abboiidaspe-
iiiiioc-nte. Usu
TtJS
Dc Fil.*
lesselliilus.
cialmeiile iu
Gme!. Na-
tiitte le parti
Irix tef:el-
basse del Ven.
l/ita el Gu-
bina. Mass.
Sagg. 20,
■
1^2). Vipara
d' acqna.
Bissa t'iaau'i.
Marassettu,
Viperetta,
Bissa.
1-1
Pi.LlAS. Mer-
r.i.as, Mr,-
(Cuhibc/-
In tutte le
A-flrnoso. Lhu
leni.
rem. "
bcrus, L.
valli Veronesi
n<-ssiini).E pliipc-
Vipcru Bc-
rus, Dauit.
(Tion, Tarta-
ro, Molinelio.
liculoso e mici-
iliaie ilella specie
seuueiile. Col sud
Yipera
Legiiago, Ze-
iiiotso iiou appor-
cliersea.
vio.ec). Rovi-
ta pero la niorle
Angel.)
go, Padovauo,
aixV iiuliviiUii sa-
Marasso.
nei bassoFriu-
ni, forli e bene
Vipara, Ma-
li, Bellunese
eomplessi. La cai-
ra sso de pc-
(Anlole).
ne e htioiia, uia
lii, Vipara
meno saporila fli
qi.ella della spe-
de pah'i. Vi-
cie seguellte.
para rossa.
15
virEUAsLaur.
ASi'is , Mer-
Vipara,
Nella parte
Telenosa.Usava-
rein. *
Asi)ese
montnosa di
■^i ed usa-si ancora,
(Coluber
(ixpis, Li 11.
tiitto il Venet.
Abbonda spe-
sebliene raramen-
te,iniiieiliciua.La
Mia came e otti-
Yipera Re-
cialniente nel
iiia, e ricorila nel
dij, Letr.)
Tievigiano.
( Bosco Mon-
tello) e nel-
i'AltoVerones.
>.aporc quclla del-
le anguille, sebbe-
iie niolto pill lu-
sla. 11 broilo clie
se ne nllicne e
iea,i;er<) e nulriti-
ziij. 11 niorso di
ipiesto reltile si
"■I'ida men,, peri-
30G
Nome
geiierico
del rettile
IVomespe-
cifici) e
varieta
Alcuni
sinoniiui e
noini vol-
gari
16
VIPER A
a) r. nigra.
l$0,K,p.
il) ('. OC7l/-
lata, lii.ii.
c) rubrh^en-
fris, Bon.
il) ('. ruja.
B..n.*
e) I'. Jiiscu,
l>OI). *
I ) <•. vulga-
ris, !Mass.'
i:) /ilurn/jea.
JIhss. '
AMMdPIITS,
V'pern
as pis t>.
sea pit
beivenh
\)e Betta
Vipera
Coi-Qu.
Luogo ove
venue trovatu
Osservazioni
Vicentino
(Settecomuni)
Treviso (liu-
sco Montell(i)
rura.
Trevigiano e
Veronese.
Tftivigiano e
Veronese.
Per tutto il
Veneto.
La pill cnnni-
ne per tutto il
\'eneto.
Coniune per
tutto ii Veiiet.
Nnn si ^ an-
cur vistoalcuu
esenipl. preso
nel Veneto. II
prof. Giro Pol-
lini erronea-
ni'Mite crede
e.«isia questo
reitiie nel Ve-
ronese e nel
Padiiv;ino. II
prot. Catullo
dice trovarsi
nel Btllunese
(Mss) ed e
sulla sua fede
clie qui si re-
gistra questa
specie.
<ol„M, .li qutllo
(III Marnsso, t
11(111 apporla la
iiiortf" clieiipcrin-
(lividui del.()li ,.
male oompli-ssi, e
HL-^li aniiiiali d
miile jiiciula .
mediocTf.
Veleniisa. Servr
JUT gli sU-ssi us
rinne la prece-
ili-iile, ma le sue
f.ifiilU veneficli
JdiKi pill poU-nli (
piu lerribili ,
quasi sempre (si
crcde) accompa-
i;nale da cunse
aticnzeletali, per
lino negli animal
di craii mole.
— 307
Koine
?eiieri('o
del rettile
17
HYLA, Laur.
RANA, Lin.
19
RANA
Nome spe-
cifico e
variela
Alciiui
sinonimi e
uomi vol-
gari
Luogo ove
venue tiovato Osservazioni
ORDINE IV. - BATRACIANI.
vmiDis,
ESClr.r.NTA,
Lin. *
a) ('. linea-
ta. Mass.
b) i-iilgaris
I\Iass
c) rosea vi-
rescens
Mass
1) mar mo
rata. Mass
U.PI.NA, Ri
So ?
' Racnla,
Racoletta,
Ranela. Jia-
cula, Bara-
cule. Bara-
arhorea.h.)
Rana
Rana
Diffusa per
tutto il Venet
Comnni?si-
ma per tutto il
Veneto.
Abbastanza
'nmni, men(
jla Var. c. per
itutto 11 Tenet
Innnrente. I,a
sua rariir !■ bno-
na.Essendomolto
seiKsibile .ille va-
naziimi atiiii>.<fe-
rirlie, serve di ira-
iUilId per preve-
'ere i camhia-
iienl]' del tempo.
Innorcnle. Sum-
niiiilslra un olli-'l
iiioeleggeruriljojl
Vernnes.(Ba-
gnrno) e neile
fosse di tulle
ie alte innnta-
gne del Venet.
Innorenle. Non
possi) soslcnere
lie qiiesta specie
la la vera iiana\
alpina del KIsso,
perrlie Don iio glj
<irii;inali di qi,V
sto aiilore, pnre a
me sembra beiii
di versa dalla Ha
na Icwpnrnri
per lutli i rar,
leri esleriori iion
solo, ma eziandio
per la sua vore e
per le sue abilu-
dini: perciij no
s.irelibe improba
Inle olie losse un
.-perie non anror
■lescrilla. La
earne e squisita
il al palato d
niolli, prefcribil
a quella della R,i-
I rin csculinta
— 308 —
Ml Nome
^ generico
= . del reltile
Z
Nume spe-
cifico e
varieta
Ali'iini
siiuminii e
uniiii vul-
gar!
Lnogo ove
veune trovato
Osservazioni
[if I BOMJJINATOH.
Wagi;
TI„lIP(lli.\lUA,
J.. '
IG.NHIS, i\It'I -
rem. '
Raiin, Salta
I'ossi. Sallu-
rela, Kniia
pissota. Sal-
tan, I'issjar-
i^ot, Crott.
Rusco..Ki)-
S:po , K(i-
si-hetto,
Crotiiia.Bu-
dulo, Miipu,
Miiculu,Cu-
co, ■Mucc.
Commie pei
tutto il Venet
Comnnissi-
Mio per tutto il
Veiieto.
lMnu,rnl,-.L-,Mn
sc.-„ii<l„ .ilrm.i
nilplinn-il,ll,,/i!,j-
riii c.culrnt.i.
Inn„c,„l,.. IVn>
r,„n,„v ,1,. t,..
P-llf, n>..u-r 1
l'-w.i..n,ll„airiMa-
■■i lull.- 1,. spcri.-
M-^Mr„l,\ ,„.„,„■„-
1'. pacliy-
CBoinbin'i-
lor pachij-
pus , Pitz.
Massal.,ec.-)
Veronese.
..^.• ^li l,.r,hi, ,
.!.... r.,,-,l,,l,„-| s,.
•.'■Mi;., lulnMl„LI„
iirll,,. 1, „„.„„. S,-
c.hhI,, ,,ln„il r,,-
uunci-i;- lr..-,„l,,
arllap,ll,-,li,|,„.-
^U, «■ <lel M-n,-iili
l.alr.,(l.>nl, luassl-
111.- .(.a £ufo ri^
n<i;, ,• ,-u/u'<:ns,
S„lnm:,inlr, „,„
ru/sn, Trit.n
CI-i.stlltUS,v>-.i>y^
.-ia inn, 'M. ,1.1 «•
nwssc, nA Unn-n-
l.; .Iilla nrc.aa-
zlinie, |ini'i avcri-
a,.|l,.r„ns,.^n„.nz,-
p.-n,,,I,,.,- ,. p,T^
.ni„l,-l.,ll. Ncv-inil
pi' BUFO, Laur.
VI I.I, A 11 IS.
Laur. "
Riispn,Cro-
ta , Ci-oton,
Per tutto il
Venoto.
Inn,,,,' Tnl-
In il i-,^l„ ,„„„■
1 p,vc.-a>-nl,-. Um,
pnain (In- ai.vsi-,-
■.,1,. r [>,,lviTiz/.l-
Znvatiii),
Rospaz, Sa-
ve, Sav, ec.
„„„,■ r,.,!,- p.,
Ii,,'l„' ln,'l„;.,nli
„ll,..p,„l,.-p,-,.n-
,..|iln/.i(nn- ,MU-
Cuccole tU li'vanlc
— 309
ji Sh
Nome
Nome spe-
ciflco e
varieta
Alctini
sinonimi e
Luogo ove
Osservazioni 1
1 ^
generico
del rettile
nunii vol-
venue trovato
.^
gari
1
N
BUFO . . .
VIRIDIS, L. *
Crota.Cro-
Per tutto il
lnn„.™lf. Um,
tonzelo,Ro-
sco, Ruspo,
Veccia, Fa-
solara, Sa-
Veneto.
jiesMino.
ve, Sav,
Rosp.
24
SALAMANDRA
!\/ACri.OSA,
Salaman-
Per tiiUo il
Innorcnle. U.-f,
1
Laur.
L.*
dra, Sur-
Veueto.
iH-.Mm„. 11 latle
ni;indula,
Saraniando-
la. Mara-
saiigula.
od uniore die lr.-\-
siida ilalla pelle
e venefiro, n.lii.-
si e (Jctto pill su-
pra.
2o
PETRAPOMA,
Alassal.
MGHA, Mass.
Padovauo.
Queslo rcllile
aiiil)is;iio, non e
( (inosciiilo aiicora
clic per un solo
inflividuo, esislen-
Ifnellarcllezione
He Urtta in Ve-
n.ua. liiiio.enie.
26
TRITON, Laur.
CBISTATl S,
Sfirman-
Per tutto ii
livuucfnle. Usu
Laur. *
dula. Mora-
pandola,
Morasaiigo-
la d'acqua o
di fosso.
\eneto.
nessiino.
27
TRITOW . .
I'L'.NCTA'ICS.
Sarmando-
Nel bassoVe-
Innorcnte. Uso
1
Lair. *
la, Sarman-
dolptta. ec.
(Triion
iieto dovuu-
que.
ni-ssiino.
!
palmafus,
Massal.)
28
TRITON . .
ALI'tSTRlS,
Come il
Nelle fosse
Innonenle. Uso
Jjaur. *
precedeiite.
alpine di tutto
IIUSSIWIII.
il Veneto.
Tiitalc '2)5 speck', divisc in I'J gcucri c 'ii varicia.
31U
A U T 0 R I
nci quuli si possono Irovarc nolizie sopra i retlili
dellc Provincie Venelc.
ANGELIM iiKRN\RT)0. — Del Mai'dsso 0 Fipero chersea rinvenu
to ncl Tcrritorio Veronese (Bibliol. ital. Vol. VII, -1817).
BETTA (de) euoardo. — E rpelolocjid deJIe Piovincie Ventle.
(Memoria dell' Jccad. di Verona. Vol. XXXV, 4857).
CVTULLO ovv. T0M1IAS0. — Anlinall del caiuile di Santa Croce, ec.
(Geo(juosi(t delle Provincie Fenele, iS\4).
MASSALO.NGo uoTT. AisRAHiu. — Sopru uu iiuovo ijenere di retlili
della Prov. Ptidnvaiia (Jnnali di Bolo(jna, 4853).
S(i(](jio di an' Erpeloiogia popolare vcrotiese, (1854).
ciRO POLLiM. — (Fiiiqgio ol Icujo di Garda, 4810).
SETTE DOTT. viNCE^fZO. — (Nulizia sopra una mtova oipcra del
Pudooano. Bibl. iinivers. di Ginevrn, Vol. XVI, ^821).
TREvisAN CAV. viTTuRE — (Streniui padovanOj i Colli Euxjanei,
4845).
T'enczia e Ic sue LiKjiine (Guida puhblicula in occasione
del IX Cungresso, Vol. II, 4847).
mmu Dii mm is fibbruo 1859
*1 m. e. e vice-segretario dott. L. Paolo Fario
legge le seguenti :
mm\l BIOGMFICO-SCIEMIFICHE V',
DEL PROF. BERNARDINO ZAMBRA
Meste parole vengo a pronunciarc, o Signori, vengo
a piangere un chiaro collega a noi mancato per sempre, a
divider con vol un dolore che sento piu grave quanto
piu immaturi furono i giorni che spensero in lui tante belle
speranze.
Nel ricordarne la vita c i meriti scienti6ci mi preme
il cuore una profonda tristezza, e appena mi conforta il
penslero dell' oraaggio che reco alia sua memoria, e della
certezza che le mie dimesse parole scenderanno all' animo
vostro come un tributo d'affetto ch' io gli consacro; io
che pel vostro voto indulgente siedo, bench6 irameritevole,
a quel posto medesimo a cui egli degnamente sedeva.
Educato alia severity delle mediche discipline, io non
potro sparger di fiori eloquenli il sepolcro dell' amico per-
duto,nc' aggiunger corone di splendidi encomii al compagno
benemeri(o de'nostri studii ; ma sc la facoodia non potri
Serie III, T. IV. 41
— 342 —
vcnirmiiiisocioiso, mi sovverri alineno la riverenza clic ho
somprc scrbalo agli eslinti, il oultu siaccro die ho scmpre
offerlo air ingegno.
Sullc sponde di quel lago medesimo che diedc la vita
airiinniorlale scoprilor della pila, iiasceva in Como, \\\ no-
vonibre 1812, Bernardino Zanibradaldolt.' Giovanni Batli-
sta, ingegnere, e da Francesca Cossa, ontranibi di qiiella cilia.
Compiula nel paese nalivo la prima islruziono, secon-
dando quelle naturali tendenze, che in un individuo come
in un popolo,svelano le particolari altiludini fislche e inlel-
leUuali, accorse a sludiar matemalica nellUniversilci di Pa-
via, dove ne conseguiva la laurea (1).
Per alcuni anni coadjuvo il padre nelT esercizio della
sua professione,che gli fu poi mcstieri abbandonare quando
la gravezza delle faliche non fu piu comporlabilc alia sua
gracile cosliluzione.
Fattasi vacante nel patrio Liceo la ealtedra di Matema-
lica, la Direzione di quegli sludii non dubito (2) d'invitarvi
lo Zambra,ehe gia maUiro di senno, quantunque immaluro
degli anni, non falli all' aspeltazione, poiche lo svegliato
ingegno e 1' ardenle desiderio del sapere lo posero addentro
rapidamenle in quelle dottrine, che lo condussero in breve
aH'altezza delle piii arduc speculazioni. Scelto nel vegnente
anno a supplire in quel medesimo Liceo la ealtedra di
Fisica sperimentale e Storia nalurale, c losto venuto in
fama di facile spositore come di chiaro maestro, fu poco
dopo eon molta sua lode chiamato a quel medesimo insc-
gnamento provvisorio in Pavia (3).
Ma egli che nc'suoi sludii non soleva preGggersi limili,
(t)L'll settcnibre 1832.
(!2) II oo gingno 1857. .
(.",) II l/'diccmbrt' 1810. "( •
— 3d3 —
sortito come aveva dalla nalura quel fervore speculativo,
che libero e sicuro lo Irasse ad espandersi in cerca del vero,
non pote confinare in quel celebre archiginnasio le sue mc-
dltazioiii alle raatematiche, raa diede opera conteraporanea,
oltrcche alle fisiclie discipline, agli esereizii di Geodesia e
d'Idrometria, sicclie dopo due anni di belle prove che ne
aveva date, si vide aperta larganienle la carl'iera della pub-
blica istruzione, destinato, come fu, nell' aprile del 1842 a
stabile pmfcssore di Fisica sperimentale e Storia naturale
generale nel Licco d'Udine.
E ben meritata era la fiduria che affldavagh quell' in-
carico in tempi, nei quali le senipre crescenti applicazioni
delle grandi scoperte della Fisica e della Chiniica consorella
progredivano insieme a gran passi, fecondando in modo
cosi utile e quasi insperato learli, le industrie, i commerci,
e diffondendo nei popoli,coiragialezza,la potenza indistrut-
tibile della civiltii.
E lo Zambra ben mostrava di misurar d' uno sguardo
sicuro quel vasto orizzonte su cui era posto, scrivendo,
che se I'uonio non ha potenza di modificare i rapporti im-
mutabili delle cose, deve metlere ogni studio per dirigerli
sulla via dell' utile proprio, poiche non e vera gloria se non
abbia a raeta il vantaggio. Fu questa 1' idea die gli ordi le
fila della sua pregevolissima: Introduzione alio studio della
Fisica. In questo lavoro, destinato a proemio d'un trattato
di Fisica, di cui diro in appresso,sc()rrc con rapidae quasi
vittoriosa aramirazione sui moltiplici trovati della scienza,
e sui modi ancor piu moltiplici con cui ella ulilmenle li
applica ai lanti bisogni dell' uomo.
E la scienza, egU dice, die accompagna Tuomo nei vasti
penetrali delle rainiere,che dalle viscerc profonde dei monti
s'innabissano fin solto al lelto dei mari; die vigile discende
— 314 —
ill quelle latebrc a sostiluirc all' aria sepolcrale e vonefica
r aria pura del cielo ; a togliere colla polenza del vapore
r aequo in quelle cavernc iirompenti o dai fiumi o dai uiari
soprapposti ; a illuininar quelle tcnebre, minaociose d' ae-
cendersi o di scoppiare, colla preziosa lanterna di Davy. E
la scienza che lo protegge colle spraughe di Franklin dalla
forza fulminea ; colla maschera di fdo ferreo calamitato lo
difende dalle mortifere inspirazioni degli aculei sottilissimi
di cui e semiuata I'aria nelle fabbriche degli aghi d'aeciajo.
E la scienza cbe gli fa dono del telescopio e del raicroscopio
scopritori di recondite meraviglie ; del tubo di Torricelli
presago delle vicende atmosferichc ; della bilancia di Ca-
vendish clie pesa il nostro pianeta e tutlo inlero il sistema
del mondo. E la scienza che siedo con Romer e Cassini a
diffinire la velocittj della luce, e con Wheastonea calcolare
quella deU'eleltrico. fi la scienza che gli schiera dinanzi le
inflnite benefiche applicazioni della pila e della luce del gas,
le avvenlurose formazioni della galvanoplastica e della
dagherolipia, c il portenlo non mai celebrato abbastanza
del lelegrafo elettrico, ,i «
Quale trionfo per I' nomo, egli esclama, qiiando scoperte
le leggi che regyono V universo^ e coordinalele a comporre
nuovi prodigii,si rende coll' opera glorificatore dell' inielli-
genza che le dello?
Altre memorie venne in seguito pubblicando secondo-
ch(^ dalla sua operositi nol distoglievano i tempi o la salute.
Scrisse poco dopo la Relazione degli Alti della Accademia
di I dine durante I' anno accademico \S\'i-Ao, di cui era
vicesegretario. S'ammira in essa, eleganza e semplicita di
stile quanto singolarc imparzialiti : lo non posso appro-
priarmi nessun auiorild di giudizio, egli scrive, devo aste-
nermi dai meltere una mia tinta nei quadri altrui. .,;.: >
— 315 —
In quella relazione analizza una slessa sua lettura Det-
f importanza delle leggi delta FUica, csponendo diffusainen-
te gli argomenli coi quali confulava la senlenza tli Vico,
cbo nega alia Fisica la potenza di provare i feoomeni per
le loro cause. A diraostrare il conlrario, fatte moite inge-
gnose e logiche coiisiderazioni, conchiude additando qual
debba essere il criterio della verila della Fisica. Code forze
■puramente necessarie, egli dice, rinvenidc colmelodo indut-
tivo, si fa idealmente, per malemalico processo, tutta una
serie di fenomeni, e si dimostra cite (juesta serie non si pud
fare die con quelle forze, onde si verified die il fat to ideale
e identico al reale. Questo criterio e la conferma della dot-
trina di Leibnitz, che paragona 1' arte di scoprire i feno-
meiii coH'arte di dccifrare. Non v'lia dubbio che una eon-
getlura ingegnosa accorcia niolto ii cammino^ e che le ipo-
lesi conducano alle scoperte per la via delle verificazioni.
Alle cure doirinsegnameulo lo Zambra accoppiava i
lavori accademici, coltivava le lettere, e ogni maniera di
buoni studii ; perfezionava quel metodo d' istruzione tiloso-
fico insienie cd ameno_, che direi qualche cosa di suo pro-
prio, sommaniente alto ad attrarre la gioventu; studiava le
vie del vero e del bello, ne disgiungeva dai fortii sentiment!
gentili, ne dalla severila della vila filosofica Pintimita delle
calde ed elevate aniicizie, ond' era veiuilo in onore di colto
ingegno, di dotlo maestro e di cittadino desiderato; quaiido
le commozioni politiche,a cui fu in preda I'ltalia dieci anni
sono, lo tolsero alia cattedra.
Lasciato il Friuli, benche slrelto da scarse fortune,
muoveva pcllcgrinando inconiro alia scienza attraverso ai
monti ospitali della Svizzera fino a Ginevra, per visitarvi il
celebrc Augusto De la Rive, nell'amichevole accoglienza del
quale c nclle dullc conversazioni, diceva d' aver rilempralc
— 31(5 —
lo forzo (lollo intcIloUo, d' aver riacccso il pcnsioro in qucl-
J' auie, in quol cielo die avovano inspiralo Gibbon, e T im-
mortal canlore di Parisina e d'Aroldo.
Fratlanto i tempi eransi faltl men fortunosi, e nel 1851
richiamato (I) professore alia scuola di (isica nci Liceo di
Venezia, vi ricominciava lo lezioni coll' iisala alaorilii, non
tenutagli meno pel sopraccarico della Dirczione (2) chc vi
Icnno per alcun tempo. In queili iiflizi fu zelantesenza pc-
danteria, indulgente senza dcl)oiezza, riverito ed amato dai
molti discepoii, dei qiiali non manea mai I'amoro ai maestri
se lo sappianofar germogliar dal rispetto. Queste parecchic
ocoupazioni non vincevano alli'imenli la natiirale sua ope-
rosila, clie non potesse contemporaneamcnic volgere in
italiano gli Elemcnli di Fisica del prof. ^ A. Baimgartnei\ al
clic quantniKjne gli fosse mcstiei'i dar opera solleeitissima,
poicbe il libro dovcva giungere in tempo da servir di testo
alle scuole, non perlanto quella traduzione comparve nella
solita nitidezza di stile di cui van lodati tutti i suoi scritti.
Poco piu di due anni aveva insegnato in Venezia, che
gii erasi pienamente confermata ed cstesa la fama onore-
vole a hii preeeduta, qnando il nostro Istilnto fu lieto di
vederlo nel 4 oltobre 185 4 dalla Sovrana Maesti nominato
a sue Membro effettivo, e nel 10 agosto 1 85G a suo Vice-
segretario.
Quantunquc voi non abbialc diraenticalo Ic parccchie
memorie piene di dottrina e di crilica, cbe Tudiste a leg-
gere al noslro coipo accademico, pure non vi spiacera se
io vi rammento con ordinc quelle letture, cbe furono :
■ Suite apparenli variazioni di grandezza del Sole, della
n Luna e delle costeUazioni. — Sulla filosofia delta Fisica.
(1)11 17 fel.braio ISril.
(2) II 16oUMbie185I. ■ , .
— :J17 —
» — SulC influenza degli stuilii scientifici nella IcHera-
I) lura. — Snll' analisi dcUa luce. «
A qiiesti lavori devo aggiungore parccchic discnssioni
scicntificlie die, colle sopraccitale iiiemurie, si trovano tuUe
publilicale nei volumi dei nostri Alti, e un diseorso relativo
al riordinamenlo della pubblka islruzione dato in luce a
Miiano ncl 1 80 1 col Utulo « Proposla di un ajulo alio slu-
u dio della Flsica e dell' Indushia, » e la molto lodala Pro-
lusione al coma di Fisica neW I. R. iviversild di Padova
per Vanno scolasiico 1857-58, nclla quale in elcUo modo
compendia cio die foima il soggetlo del suo Tratlato.
Olti-e a qucstc imporlanti scritture si liaiino di lui parecdii
ailicoli sparsi nei varii giornali. Ma il precipuo lavoro
dettato con abbondanza di doltrina, con vivezza d' idee,
con eloquenza di locuzione e il suo trattato : / Principii e
gli Ulcmcnli della Fisica, al quale e proemio quel nervoso
diseorso gi^ sopra acccnnalo: L' Inlroduzione alio studio
della Fisica. In esso metle gran ciira a tracciare i melodi
della scienza onde gli sludiosi della medesima, e vieppiu i
giovani, possano facilmente discernere per quali vie e per
quali studii ell' abbia adunato e ordinalo innanzi airuomo,
e a suo pro, tanli tcsori.
Nei due volumi di quel Iraltato, uscito alia luce in Mi-
iano negli anni che corsero dal 1851 al 1854, traspare ad
ogni pagina Talacrc natura d' un lucido ingegno a buoni
studii educato, e quel fervente amor della scienza che ne
celebra le scoperle e i trionfi. L'ordine delle matorie e
piultosto nuovo che particolare ; diiara ed amena e la spo-
sizione,perspicace la crilica nella scella delle teorie sempie
indinanti a quell' ipotcsi dclla correlazione delle forze, che
meglio vorrci dire coll' onorevole nostro collega, il prof.""
Bizio, merilo e gloria prima degP Ilaliani^ intuizione di
— 318 —
Galileo, pcnsamento di Fusinieri, di Zantedeschi e del prof.
Bizio modesimo, anziche vanlo o scoperta delf loglese
Grove.
Ncl libro dcllo Zanibra si scorge ad ogni Iratto la co-
scicnza di clii sentivasi atto a raggiunger la mela, di cbi
intendeva al nobilissimo scopo di condurre (a gioveQlu a
pensare e sentire, perche non voleva die il rnetodo, da lui
cbiamalo la coscienza delta filosofia sostitiiisse ai libcri
stand delta spirito un andar compassato, o recidesse inervi
deWingrgno per sosliluirvi Ic slringhc del precelti.
Ncllo studio delle ragioni e dcllo nornie cbe nei suoi
atti la scienza consiglia, nelie iiidagini dellc accortezze e
delle previdenze cbe la rendono ilhistrc, nella dcscrizione
delle conquiste di cui nei varii suoi stadii 6 bencraerita,
nella storia delle diligenze con cui aunienta e depura i con-
quistati lesori, nell' osservazione della solerzia con cui ii
ammannisce alf arte in vanlaggio della vita civile sta I'ordine
eh'egli avvisa il piu acconcio non solamente a descrivere
gli elemenli cbe compongono la scienza, nia ancbe a far
palesi i principii cbe la govornano.
Con questa ampiezza di concetto e ordito ii suo libro,
diviso in cinque parti, cioc:
I.° Dei fenomcni e dellc loro leggi. '''"•■ ''
II. " Delle spiegazioni^ ossia delle cause. ■■ ' " .'' ■ 'n 5
III." Delle tcorie. ;t-.:>
IV." Delia vita e dell' incremcnto delta scienza. ''•'"'
V." Delle npplicazioni. ■! i i •' i •' ;
€odesla distrihuzinne^ cgli dice, e la piii cfficaee a met-
ier soil' occhio la tendenza progressiva, anzi c la forma
del progresso medesimo; ed era con questo metodo cbe nelle
sue lezioiii, poncndo quasi a contcmplazione dcgli studios!
discepoli la grandezza c ia costaotc opcrosita delle potenze
— 319 —
natural!, la sapienza e I'amore che le informano, sollevava,
con tanto profitto, aH'ammirazione della scienza V intclletto
ed il cuore dc'suoi giovani ascoltatori.
Quesle cgregic doti, le piii fruttuose neirarringo della
pubblica istruzione, giS lo additavano al posto piu emineote
a cui possano indirizzarsi i voti e le mire di un professore.
L'illustre e sventurato nostro coilega, il prof. Zantedeschi,
doveva per grave infermiti della vista abbandonare la cat-
tedra di Fisica, ch'egli onorava da parecehi anni nell' I. R.
Universit.'i di Padova, e T eccelsa Autorita, che non poteva
a nieno di lissar lo sguardo nello Zarabra, lo destinava sup-
plente in quella vacanza.
S' cgli abbia degnamonte esordilo e piii degnamente
continuato nella nuova carriera,s' abbia mcritato d'occupai*
quel seggio per tante rinoniaoze glorioso, e che un uomo
di si chiara fama lasciava ailora deserto, i molti professor!
che qui siedono onore di questo Istituto, e che I' ebbero
coilega neir University, la folia accorrente degli scolari, il
pubblico desiderio lasciato di se sono le piu onorevoli te-
stiraonianze che meltono suggello alle mie parole, se non
dovessi anche aggiungere, che dopo si luminose prove, die-
tro regolare concorso, fu stabilmente nominato a profes-
6ore ordinario in quella cattedra, il 25 giugno 1838.
Gosi pareva la fortuna essergli divenuta giusta dispen-
giera d' onori e di premio, di cui si spesso 6 al nierito in-
grata ; e cosi cogli amic! n'avevano esuUanza i discepoli, nei
quaU cresceva la riverenza e 1' affetto al maestro, quanlo
piii li accendeva alio studio, scopreiido loro scmpre nuove
e peregrine bellezze della scienza, i campi forlunati deile
sue conquiste, le vie non ancor tentate, per le qual! la
luce dcirintelligenza, rinvigorita dal tesoro di lanlc dottrine,
rauove assidua in cerca d! verita aucora ignotc, che rende-
Serie HI, T. IV. A'2
— 320 —
ran no un giorno piii splendidi i beneficii clio fccondano c
vhificano la civilkV • ....
Se non die troppi scogli insidiano quest' umana fragi-
lissima navicella nell' arcaiio mar della vila. Infalli menlre
lo Zambra intcodeva la mentc a compiere il suo trattato, di
cui lanienlianio di non avere oho le prime due parti, dando
alia materia ordine e forma per mandaria il piii presto alle
stampc ; mentre cercando negli ozii autunnali la pace chc
favoreggia gli sludii poneva stanza in Treviso presso quella
famiglia ospitale clie doveva, pur troppo, raccoglierne I' ul-
timo sospiro, sopraffatto da insulto violento di emottisi,
infermo cosi gravomente che subito ne eorscro voci assai
minacciose, ed era un dolore di tulti il sapere che il male
incalzava sempre piii fiero,siccheil tramontar d' ogni gior-
no portava seco un raggio delle noslre speranze.
La natura die lo aveva formato di una compage cosi
gracile e sensitiva, in cui appiattavasi il gerrae che lenta-
mente ne appareediiava la distruzione, quasi a compenso
gli aveva donato unaforza d'animo quale a podii privilegiati
concede, sicche le vicende della malattia potevano dirsi una
lotta della materia collo spirito,nella quale i pochi intervalli
di calma li consacrava ai consueti esercizii dell'intelletto,
stendeva rapporli all' Universita, annotava le sue lezioni,
scriveva agli amici; e colla serenity d' un forte volere, colla
placidezza di raiti discorsi blandiva le ansiose inccrtezze di
coloro che nci suoi mali spiavano le piu lontane lusinghe, e
studiavansi con ogni maniera d' affeltuose sollccitudini di
alleviarne le ambascie.
Ma intantoqud male,che mai per sua natura non sosta,
piii non imperversava a gran tratti,ma ilkulendo colla spe-
ranza che la natura pictosa fa rinascer tantopiu viva in quclli
iufelidquanto piu declinano al lino della loro mortalc gior-
— 324 —
nata, logorava insidioso a rilento quell' estrema csistenza,
della quale, senza alcim indizio presago, ncl conforto della
religionc, nel corapianto di tulti,recideva lo slame nella sera
del 7 gennaio 1859.
Cosi venne meno alfonor della scienza, aU'ornamento
del nostro Istituto, al decoro deirUniversitii, aH'istruzione
dei discepoli, all' amor dci parent! e degli amici una vita
operosa, un intelletto robusto, una raente vasta e corapren-
siva, un animo gentile e di forte sentire ; cosi la morte
spcnse immaluramente quell' uomo che era dcgno della pa-
tria di Volta. •
11 m. G. prof. Gustavo Buccliia comunica le sue :
Uicerche sul inoto delT acqua nel turbine iclroforo
dello Schlefjel, e sugli effetti di qiiesta inacchina ap-
plicata al proscimjamento dei teneni palustri delle
provincie venete.
II m. e. coinnicnd. Giovanni Santini leggc una
sua nota : Intorno alia cometa periodica di Biela, di
cni attendesi il ritorno al perielio nel prossimo mese
di magrjio iSh^. ^ . ; .* .oti!>.
La storia di questa oclebre Cometa ( dei cui movi-
menti mi sono a piii riprese occupato negli Atti della i. r.
Accademia di Padova, come anche del noslro Istituto) b a
voi, dotti e cortesi Accademici, troppo bene conosciuta,
perch e io debba qui dispensarmi dal ritesservcla. Giovera
tuttavia rammenlare, che nel prime volume delle vostre
Memorie vi esposi diffusamente le ricerche da me fattc per
determinarne gli elementi, e calcolarne la effemeride atta
a fame riccrca nel sue ritorno al perielio per I'anno 1846,
— 322 —
la (]uale si Irovo corrispoiulcnU' con suificienlc esaltezza
allc osscrvazioni insliluile in quella sua riapparizionc di-
venuta memorabile per la sua soparazione in due nuclei
dislinli eclie nel V volume continuai dietro le slcsse tracoe
il oalcolo delle pcrturbazioni, die avrebbero dovuto al-
terarne il raovinicnlo cllilUro per I' azionc di Ciove, di
Saturno, di Vcnero, e dclla Tena nell' intcrvallo oomproso
fra il passaggio al perielio nel 1846, e quello chc attcnde-
vasi pel 1852, producendo ivi pure una cffemeridc pel
mesi di luglio, agosto c scttembrc di quest' uUiino anno,
Questa volta per6^ con mia grave sorpresa, 1 calcoli non
corrisposei'o all' osservazionc, e sarebbe passata inosser-
vala per la sua grande debolczza, c la difGcolta di vcderia
nel crepuscolo niallutino senza la pei'severanza del chiar.
prof. Seccbi, il quale ritrov6 in Roma nella nolle 25 ago-
sto lontana dal luogo assegnalole dall' cffemeride di circa
6° in AR, e 2° in declinazione la sua parte piu splendente,
c continuandone diligcutemenle le osservazioni nei giorni
successivi pervenne nel \ 5 di settembre a scuoprire eziandio
r allro Ducleo del precedente raolto piii debole e molto
piu difficile ad osservarsi.
Una deviazione si forte dell' effemeride dalle osserva-
zioni fece sorgere in me il sospetto, che in una si lunga
serie di noiosi calcoli numerici potessi avere commesso
ua qualcbe grave errore nell' assegnare le pcrturbazioni
prodotte nei suoi movimenti dair azione del pianeli ; ma
potei con una diligentc revisione di tutte le operazioni con-
vincermi della loro esatlezza ; e piii tai'di ho appreso, es-
serc stati questi cpnfermali egregiamente dul sig. Ilabbard,
chiarissimo astronomo di Wasington negli Stati Unili, il
quale si e pure occupato della teoria di questa stessa co-
raeta nel riaomatissimo giornale astronomico colii pubbli-
— 323 —
cato dal sig. Gould, la cui serie completa non e a mia no-
lizia per le difficoUi'i dci transiti e delle spedizioni di opere
ivi pubblicate a fogli periodici. Quisle coiisidcrazioni e la
circostanza singolare della divisione deila conieta nel 1846
in due nuclei, i quali si andavano ientamente allontanando,
ed alleiMiandosi nelio splendore, indussero la oelebre Ac-
cademia delle scicnze di Pielroburgo a pubblicare un pro-
gramma di concorso per premio da dislribuirsi uella sua
pubblica seduta per I' anno 1857, che io vi presentai nella
seduta del 26 novembre 1834 accompagnato da una mia
nota intorno alT oi-igine dell' errore commesso nel oalcolo
del suoi niovimenli, da cui dovette dipendere la differenza
fra le posizioni osservatc e le calcolate nel 1852 die qui
trovo opporluno di riehiamare a neeessaria illustrazione
della presente nola.
Siccome sopra aecennai, gli element! dell' orbita da rae
calcoiali con riguardo alle perlurbazloni planetaric pei due
periodi corapresi fra il 1832 ed il 1846 corrisposero per
modo, che al principio della sua riapparizione il luogo asse-
gnato dair effemerido differiva dall' osservato di soli 6 mi-
nuti di arco ; nia questa tenue differenza ando successiva-
menle aumentando, ed, avvenuta la sua separazione in due
nuclei pervenne verso la fine di niarzo a circa un grado,
come pu6 rilevarsi dalla mia memoria inserila nel VI volu-
me del Nuovi suggi dcH'Accaderaia di Padova, ove ho rife-
rite le mie osservazioni intorno a questa coraeta con la slo-
ria relativa a quclla sua enigmatica divisione. In quclla
occasione il sig. Plantaraour di Ginevra pubblicu una teo-
ria molto elaborata intorno ai separati movinienli del due
nuclei, ed avendo riguardo alle atlrazioni planetarie sopra
di essi esercitatc nei loro movimenti elliltici intorno al
sole, pervenne a rappresentarii con sonuna folicila me-
— 324 —
(liante due orbitc separate fia loro molto vicino, gli de-
menti dellc qiiali pochissinio differivano da quclli da me
dedotti dalle anterioii apparizioiii della cometa, siccorae
puo vedersi nella cilala mcmoria.
Nel gennaio doll' anno 1830, attendendosi il siio succes-
sive ritorno al perielio per il 1832, intrapresi di nuovo a
calcolarne gli dementi dell'orbita avendo riguardoaile per-
lurbazioni planetarie col penoso metodo delle quadrature
meccaniclie, e pouendo mente alia bella coincidenza degli
eleraenti del sig. Plantamour con le osservazioni, mi la-
sciai disgraziatamente domlnare dall' opinione, che la mi-
sieriosa separazione della cometa in due separati nuclei
avcsse avuto origine da una estranea collisione, che non
rendesse del tutto paragonabili gli dementi della sua orbita
anteriore al 18 ^G a quelli della posteriore, e partendo dal-
r asse da esso assegnato al nucleo piimario, stabilii il suo
ritorno al perielio pel \ 852, nel modo esposto nella me-
moria letta a qnesto Islituto nella seduta del 19 gennaio
-1851, ed inserita nel volume V delle sue memorie da bel
principio accennata, del cui cattivo esito vi ho sopra fatto
parola. Ritornata la cometa cffettivamente al perielio, ritro-
vati esistenti i due separati nuclei, compresi la fallacia del-
r assunta ipotesi, e come la discordanza della cffemeride
dair osservazione traesse origine dall' avere abbandonalo
r asse maggiore dell'orbita anteriore, siccome vi esposi
gii nella nota superiormente citata, dalla quale trascrivo
i seguenli dati numerici :
Logaritmo del semiasse maggiore ddl'or
bita da me detcminata pel 18-;c. log. a =r 0,5 563360
log. a per il nu<;leo primario del signor
Plantamour i= 0,5571002
log. a per il nucleo sccondario . . . . ::= 0,5454251
— 325 —
La variazione totalc dell' anomalia media determinata iiel
V volume (pag. 2 1 ) dipendente dall' attrazione di Giove, di
Saturno, della Terra, e di Venerc fu = — 2G00",044 (I).
Questa introduce per ordine delle tre orbite le segueali
correzioni al periodo ellittico :; -, ..p ,1 .
g s s
^7=-f-4,8359; 4-4,83; 4,82,
lo che avrebbe dato per le vere rivoluzioni riconducenti
la cometa al perielio i numeri
24 1 5 ,3 1 04 ; 242 1 ,70 ; 2405 ,25,
dai quali appariscc, come le piccole differenze negli assi
maggiori introducano notabiii differenze nel tempo della
rivoluzione periodica, e quanto importi che quelli siano
esattaraente determiiiati mediante il confronto d' interi pe-
riodi, ne convenga troppo affidarsi a pochi giorni di osser-
vazione in questo delicato argomento. Nel caso presente,
se fosse stata assunta la rivoluzione corrispondente all'asse
maggiore risultante dall' osservazione dei periodi anteriori
da me precedontcmenle determinato, partendo dal perielio
osservato nel 1852 sarebbe caduto ai 22,33 di seltembrc
in luogo di 28,72 assegnato dall' asse di Planfamour, e
dimostrasi nella nota citata, come in allora la posizione
calcolata avrebbe corrisposto abbastanza prossimamente
alle osservazioni fatte in Roma, in Berlino e Pulkova.
Dopo la publicazione del programma dell' Accademia
Petropolitana si poteva attendere una completa teoria in-
torno ai movimcnti di questa cometa, che ne abbraceiasse
tulte le sue apparizioni conosciute, come veniva richiesto.
Fino al presente pero non mi e noto, che sia stato accor-
(1) Questo numero negli atti del processo verbale della seduta
26 uoveiubre 18j4 e per erroro tipografico rifeiito — — 5<300",044.
- 326 —
tlalo il premio ad alciin lavoro, n6 che slano sla(e instiloite
lii'crchGilirctte a detorminare un sistcma di elcmenti, die-
tio cui si possa calcolnro una cffemoride per tentarne la
ricerca nd prossimo siio ritoi'no al periclio, cIio avra hiogo
iiel futiiro mese di niaggio. Vero e chc con molta felicitii
furono dal sig. D' Arrest [Mr. Nachr. B. 39, pag. 323)
rappi'csentale tiitte le osservazioni, die si polerono otle-
nere per la debolezza deila luce dei due nuclei nel 1 852,
mediante due orbite ellittiche calcolate isolatamente dietro
le separate osservazioni di cadauno, gli eleinenti delle quali
molto si avvioinano a ([iielli dedotti dalle osservazioni insti-
tuito nelle precedenti apparizioni. Ma senza far concorrere
nella detcrminazione dell' asse maggiore le osservazioni
iiistituite nei periodi precedenti, e senza avere riguardo
alle pertuibazioni prodotte da Giove, a cui dovelte avvi-
cinarsi a poco piu delia distanza media della terra dal
sole nel gciinaio del I85i, si correivbbe pericolo di andare
lungi dal vero stabilendo, dietro i soli elcmenti ellittici, il
suo prossimo ritorno al periclio. Sebbcne si potesse pre-
vedcre, che in questo suo ravvicinamento al sole riusciru
difficilissimo il poteria osservare, trovandosi troppo pros-
si ma alia coiigiunzione superiore, e quindi troppo lontana
e sempre immersa nella luce crepuscolare, pure ho stimato
opportuno il tentarne la ricerca coi potenti mczzi posti
oggi dai progressi della meccanica e dall' ottica a disposi-
zione degli astronomi ; e d' altronde le sue osservazioni,
ove si giungesse a scoprirla, riuseirebbero del raassimo
interessG per risolvere raolti dubbii intorno alia sua teo-
ria ed alia posizione reciproca dei due nuclei. Riesce pero
di grande difficolti la determinazione della vera sua orbita
per la imperfetta cognizionc del suo asse maggiore, e pel
dubbio in cui versano tuttavia gli astronomi intorno al mo-
— 327 —
do di corabinare lo osservazioni dei due nuclei nelle due
epoehe del 1846 e del 1832, non constando i caratteri per
distingucrii I'uno daH'altro. Nelle ricerche segueiiti ho rite-
nuto, die il nuclco piii risplendente del 18o2 a[ipellato C
dal sig. d' AiTest di poco seguente 1' altro piii debole D
fosse da oorabinarsi con 1' orbita da me assunla nel 1 846,
ritenuto per le ragioni superiormeiiie esposte, 1' asse mag-
giore I'isullante dai calcoli precedenti, e gli altri elementi,
come erano stall determinali dal sig. Plantamour dietro le
osservazioni in quell' aimo iustituilc, die con tale modifi-
cazione risultano i seguenti :
Passo al perielio . . . t= 42 ,02487 T.M. di Ber-
liDO del 1846
longitudine del perielio . 7r=\ 00°.2'.20'\ 1
longitudine del nodo . (ly =r 245 .34,39 ,8
inclinazione air eclittica j = 12.34.33,5
angolo di ccoentricilti . (p = 49.12. 2,3
log. seraiasse magg. log. a= 0,3463360
moto diurao siderale m. n=z 3,37'',6336.
Rilenendo ora per T il risultato superiormente assegnato
= 2415,3104, od applicando agli allrimenti le loro va-
riazioni risultanti dall' azione dei pianeti, come sono rife-
rite nella citata memoria (Vol. V), cio6
§;r = -l-6'.l",i; ^&> = — 2'.9",5 ; Si =: — l'.36",9 ;
S(p = — 3'.56",i ; hi = — r',4224.
si forma il seguente sislema di elementi pel 1852, ove
ritengonsi sollanto i decimi di rainuto, avendo in vista di
procedere scmplicemente ad una riccrca approssimata de-
gli elementi dell' orbita con tavole a cinque cifre per il
suo ritorno al perielio ueH' anno presente.
Serie IIJ.T. IV. 45
— 328 —
Passaggio al perieliu . . .r =z t852 a giohii 266,3353
T.iM. di Berlino :
ovvcro . . . J 852 settembre 22,3353. T.M.di Berlino
^T-^rlOO". 8',3
CO = 245 .52 ,5
«=r 12 .33,3
(p= 49 . 8,1
« = 536^,23 12; log. a = 0,5471030
a cni corrisponde la rivoluzione T r=:24i0,8(;83.
Qnesticlemcnli neila loro forma attuale si aiiontananodi
circa mezzo grado dalle ossorvazioni del niicloo C, siccomc
ho anchc dimostrato neila nota piii volte citata. Prima di
procedere al calcolo dcllo pcrturbazioni per Irasportarli al
-1859, conveniva stabilire con maggiore prccisione il pas-
saggio al perielio nel 1852 ; a talc oggelto ho assunlo le
tre segiienti ossorvazioni dal quadro riferilo dal sig. D"Ar-
rest nel liiogo sopraccitalo, le quali si estendono ai limiti
eslremi dclla serie.
T. Med.
rti Berliiui
A. R.
osservuta
Declin.
osservata
in
I852agosto 27
scUenih. 16
25
15./i9.ol.8
16.30. 8,9
VS. 7. 9.4
1 13". 5.55 ',8
140.51. 8,9
151.21. 2,7
+ 20".59'.46';8
+ 11 . 8. 0 ,6
+ 6.11.50 ,0
Rtmia
Cambridge
Pnlkova
Riferendo queste osservazioni al piano deU'ecliUica, e
desuraendo le posizioni della terra dalle eflVnicridi di Ber-
lino, si ottcngoni) con tavole a cinque cifre i risujtali
seguenti .-
329
T. M.
di Berliuo
Lonijitud.
Latitiidiiie
di.d^
Lou-. T.
di 6
Lug. R.
Ag..sto
Settenibro
Settembre
27,6o96
I6.70o7
25.6500
115".17,9o
159 .43 ,07
151 .10,20
—0.27 ,55
-5.58,78
-5.12,30
55-'t".57',75
554 .25 .61
5 . 8 ,04
0.00412
0,00190
0,00078
Queste posizioui vcDgono suflicieiitemente rappresentate
g
aiimentando il passaggio al pcrielio di 0 ,8785 , con che
viene ad essere stabilito ai 23 ,1 138 di settem])re, rileuuU
gli alU'i elemenli siiperiormoutc assegnati. Si trovano ia
qiiesta ipotcsi le seguetiti differenzo fra i luoglii ossei'vati
ed i luoghi caleolati :
27
Agosto
^6 Sett.
25
Sett.
0
in longit. = — I ',6
=4-0,3
=r— 1,3
in latit. =+ 1',6
— 0 ,5
— 0 ,G;
dal che apparisce, che si possono ritenere. (posto invece
r =23,1 138 sett.) gh ottenuti dementi elUttici per inda-
gare dietro di loro V epoca del suo prossimo ritorno al
perieho, avendo opportunamente riguardo alle attrazioni
dei pianeti.
A questa ricerca mi accinsi nello scorso mese di gen-
naio ; ma la brevity del tempo, ed una indisposizionc di
salute non mi permisero di avere riguardo alle correzioni
dipendenti da Saturno, da Venere e dalia Terra, le quail
invero per la loro piccolezza hanno poca influenza nel-
r allerare la durata della rivoluzione periodica. Quelle di-
— 330 —
poiidcnfi da Giove fiirono calcolate col metodo dcllc qua-
drature di (»° iu 0" di anonialia media, adottando i precelU
staliiliti nolle niic Iczioni di astronouiia e nclle inic anle-
riori riceiche.
OKeiini in lal guisa per T azionc di Giove i seguenti
risullali :
l(lp= — 205", 5 I G i ; fdq = -j- 539",2900.
Da queste due qnantili ausiliarie si formano Ic variazioni
del nodo e dcirinclinazione, le quali risultano
li=i — :;- 5",(j2 =:— 9',58; ^m=-~ 8 11 ", 1 5= — 1 3 ',52.
In scguilo si formano •
Jd(p — d(p=:—Sr)[ ",G37 — — I .'/, 194;
Jd7r = -h- l209",500=rH-20',l(); /(/*/ = — 1 43",^ H ;
Jdu = hi— — .5",3G08. fdr fdn =—8(iC)S'\2S ;
§Z = rd(/ 4- Ml rd)i = — 88 i I ',3 5 ;
oltenuto ^Z, si avi-u tosto
aT — _ -—-f- IG ,43198.
It
Pielro cio si avra . . . T -j- oTi:= 2433,3003 dopo il
passaggio al perielio sopra staMIito pel 1852, lo clie I'i-
conduco al nuovo passaggio al perielio ne! 23,4141 mag-
gio 1859, T.M. di Berlino.
Si otterrii poi pel moto diurno siderale ... '
Ti'=r»-|-c)u = 53l",8704 . '..
da cui si dedurra. . . . log. a =. 0,5494072.
Si formeranno per ultimo le variazioni relative al no-
do, cd al [)erielio avendo inoltre riguardo alia prcccssione
dcgli equinozii, che si Irovera =r 334'ViO= -{- 5'^57 :
— 33i —
si ottorranno cosi i valori di 7r\ co ^ i', ^' al raodo
segiionlc :
HT =I09°.8',30; co =24rr.o2',50; i =I2".33',30
/ilTT = +20,10 ^co = — 13,52 li = — 9,58
precess. = -f- 5 ,57 prec.=: -f- 5 ,57 rid.all'Ec.mob— 0 ,01
2d&)sea-i=~ 0,32
nj'— I09°.33',7I ^'=245".4y,55 i' =:l2^23',7l;
finaImcnte (p'=(p-{-^ = 4S''.^S\9\.
Kiiincndo ora, rd ordinando gli olteiuiti risultati, si
avranno i seguenti elementi dell' orbita della conieta per
I'anno 1859.
Pass, al perielio . . . r = a giorni 143,4141 T.M. di
Berlino,
ovvero 1859. Maggio 23,4141.
Longit. del pei-ielio jr = I09".33',7I -
del nodo <y ;= 245 .44 .45
Inclinazione air eclittica . . i' ^=: 12 .23 ,71 •
Angolo di cecentricita . . . (p.=: 48.53,91
Motu diurno siderale medio n = 53 1 '',8704 = 8',8G45I
Long. scQiiasse magg. . log. a = 0,5494672.
g
Tempo della nuova rivoiuzione ellittica . , . T=^2436 ,683.
Dietro questi elementi ho calcolato la seguente piccola
cffemeride di quattro in qiiattro giorni per la mezzanotte
media di Berlino ad oggetto di tentarne la rioerca nel suo
nuovo approssimarsi alia terra. Siccome pero 11 tempo del
nuovo passaggio al perielio rimane incerto si per le azioni
planetarie trasciirate, si per qualcbe incertezza negli stessi
elementi, dai quali fu dedotlo, cosi ho aggiunto nelle co-
lonne Au, Ah le variazioni chc subiscono le AR, c le
— 332 —
declinazioni calcolato per 1' iocremento di 7m giorno nel
tempo (lello stal)ilito passaggio al pcrielio.
Disgrazialamentc pero, a cagioae della sua vicinanza
alia congiunzione col sole, c della grande debolezza della
sua luce, riniaue poca probabilitu di potcrla osservare e
di potere risolvere le importanli questioni, alle quali dan-
no occasione le singolari circoslaiize, nelle quali versa il
moviuiciito dei suoi due nuclei^ la soluzione delle quali
dovra probabihncntc csscrc riservata con speranza di mi-
gliore suceesso agli osservatori pel successivo suo periodo
da complcrsi verso il principio del 1 866,
La colonna relativa al suo grado di luce nclla rivolii-
zione attualo suppone per unita di uiisura il grado di luce
die avcva ai 25 settembre del 1852, chc era d' altrondc
moUo debole e ne rendeva difiicili le osservazioni nella luce
crepuscolarc mattutina, in cui trovavasi allora immersa.
Nelle coloune log. r, log. r\ sono riferiti i logaritmi
della distanza r della comcta dal sole e della sua distaa-
za / dalla terra.
4t
— 333 —
k;
-§1
T< O ■ . CO
O^ O^ ■ CO
cT o" . . cT
tb
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OCOOCi— ^■*b-0'*t-'— HJOOO
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■«!'-* ©1 "*©» ©ISO -H'^-T'SO
fOCOsOOOt-OOOOCOOOiCSOCO
+ +
—22,0
—28,5
—33,7
— 4i,2
—44,9
-3
-«3
O^C0^O^-^^-«r< -T< CO^t-^cO^©1 sO^OO CO CO
©ll^COOO— '■^©ICOS^CSCOCOb-
CO . -* CO ~* SO -<T* «* ©! -"T^ . "^ ®'. ^.
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©»00-^00©100-«3'00©100«*
-r<-r<-^©«©ic0 -"rH-T^e^©!
.2
"u i bo
O- « - .
— 334-.
II ni. c. dolt. Gio. Domcnico Nardo lean,^: Brevi
cenni suUp ahitudini, suUe occKpazioni, siilla coUura,
e sui rapporti coniuierciali de(jli ahilanti di Chiogfjia,
considerati in relazione al dialetlo da essi parlato.
NcI dialetto die parlasi anche oggidi dai pescatori di
Chioggia o dagli ortolani, che no coltivano le terre,
si trova appoggio alia coiighiettura, che la Chioggia
attuale avesse la medesima origine che le altre isole
della Yenezia, e le popolazioni, rifiigiatcsi in quelle
nel 452, provenissero spezialniente da Esle, da
Monselice e da Padova. Sei sorta di abitanti, pesca-
tori, custod! dcllc pcschierc, dette volgarnientc valli,
oi'tolani, arlieri, mercatanti e altro pcrsone civili,
marinai, distingue il nostro autorc e nota le loro
ahitudini in relazione al dialetlo da essi parlato.
L' Istiluto delihera di rinicttere qucsto lavoro alia
giunla per la lingua.
II m. e. prof. Bellavitis presenta la seguenlc A(j-
cjiunta alia nota pahhlicata a pag. 623^ del Yol. Ill
di questi Alti pel 1858.
La niciiioria, che il distinto nialcraatico E. Fergola
pubblico iK'l n. (> dcgli Annali di malemaUca dol Tortolini
(llouia 1858, I, pag. 378), mi fa avverlito cho i tcrniini
dcllo sviluppo del differeiizialc d" F{h) lianno una forma
molto piu scmplicc di quella, die io avessi sapulo darvi
nel luogo succilato. Queslo dilTeronzialo c la soinma di
Uitli i lermini
— 335 —
t'sseodo « -4- 2a -H 3a -f-. . .. r= n ;
dove D indica le derivate rispetto alia u, ed
II Fergola attribuisce tal formula al ch. Faa di Bruno
{Annali del Tortolini I85d,VI, pag. 479), ma essa era state
data precedentemeute da T. A. (iV. iwn. par Terquem, 1850,
IX, pag. 1 19), che estese un suo secondo metodo anche a
F (/•(«)), ccc.
Se la F sia funzione di due o piii u, v.... si ha sim-
bolicameute
d«^(d,-^d,-h. ...)"; " ; :.
dal che risulta ' ' •
--=2D„ D„...fn-,(-)np(^-,)....
11 S estendendosi a tutte le soluzioni della
nz= 2aa -f- X/2b ■+-....
questa 6 la formula generale data dal Fergola.
Su questo argomento potranno vedersi le mcmorie
Schomlieh, J. Crelle ^846, XXXII, pag. I, e 18S2, XLIV,
pag. 344. — Hoppe, J. Crelle, XXXIII, pag. 78. — Gudermann
1 4
pei casi di Fu = — , Fu = J. Crelle, 1830,
pag. 26, § 23 e pag. 314 § 68. — Grunert, J. Crelle 1831,
XIII, pag. 146.— Lobatto, J. Crelle 1833, XI, pag. 169.—
Liouville Journ. 1841, VI, pag. 69. — Colombier,N. Anno,
Terquem 1850, IX, pag. 29 e XI, pag. 47. — Bianchi, A.
Tortolini 1852, III, pag. 346.
Serie UIj T. JV. 44
— 336 —
II Fcrgola da eziaiidio V espressione di D |/ cssendo
£1 {x, y) =z 0. Nel J. Crelle 1830, VI, pag. 212, si doman-
dava di trovaro Tospressione di D y osscndo
II secretai'io porge notizia all' Istiluto dei nuovi
libri acquisUiti, fa conoscere come sionsi prescelti
generalmente quelli di inolto valore, chc iion potreb-
bero con facilita avcrsi nelle biblioteche private, c
come la stampa periodica del paese e straniera lodi
questi mezzi d'istruzione che I'lstituto gratuitamenle
porge agli studiosi. Aggiunge che si vendono molti
esemplari delle Memorie pel pregio che e trovato in
questi lavori c pel lavoro artistico applauditissimo
delle tavole che li accompagnano. e invita i membri
deir Istituto a proporre, secondo gli statuti, nuovi
acquisti, fatti possibili daliutile spaccio delle pubbli-
cazioni di esso.
Elenco dei doni presentati all' i. r. Istituto dope Ic
adunanze di gennaio 1859.
// Crepuscolo. N. -I e 2. — Milano ^859.
Gazzetla di Verona. N. 10 a 37. — 1850.
Revue agricole indnstricUe etf. N. 4 (ottobre). — Valen-
ciennes 1858.
— 337 —
If Economia rurale. Vol. 11, N. ^. — Torino 1859.
Lo Spetlatore. N. 15 e ^6. — Firenze 1858.
Corrispondenza scientifica. N, 31 a 33. — Rooia 4 858.
Cronaca di science, lettere elc. Anno V, dispensa 1 e 2.
— Milano 1 859.
Avvisatore mercantile. N. 3 e 4. — Venezia 4 859.
Giornale delle scienze mediche. N. 24 del 1858, e N. I e 2
del 1859. — Torino.
L' Eta presenle. N. 1 a 4. — Venezia 1859.
Difesa deW I. Memoria di Ginlio Sandri. — Verona 1858.
Reichs-gesetz-blatl { Bullettino dcHe Leggi delf Impero
Austriaco). Disp.' 59 e GO, e 1." Repertorio del 1858,
disp. I a 3 — 1859.
V Echo medical di Neuchatel. N. i . — Svizzera \ 859.
V Educalore israeiila. Punt. 1. — Vereelli 1859.
Gazzella di farmacia e di chimica. N. 3 a 6. — Venezia
4 839. •
// Tecnico. Vol. 11, fase. 7. — Milano 1859.
L' Eco dei tribunali. N. 881, 20 gennaio 1859.
Comptus rendus liebdomadaires de I' Academic des scien-
ces de France. T. 48, N. 2, a 5.
// Bacofdo ilatiano. Anno II (gennaio). — Milano 1859.
Giornale venelo delle scienze mediche. Oltobre, novembre,
dicembre. — Venezia 1 858.
V Economista. N. I (gennaio). — Milano 1859.
La civilld callolica. N. 212 e 2! 3. — Roma 1859.
Annolalore f'riulano. N. 4 a 0. — Udine 1859.
Elenco dei f/iornali^ delle op ere periodiche, etc., esistenti
presso pubblici slabillmcnli in iMilano, compilalo da
Luciano dall' Aequa. — Milano 1859.
Lellvre di fdiniylia. Vol. 8, punt.'' 1/ - — Trieste 1859.
— 338 —
BuUeltino dell' Islmo di Suez. Vol. IV, N. 1 e 2. — Torino
1859.
V union medicak dc la Gironde. 4.' annee N. \, Janvier.
— Bordeaux 1859.
Jahrhucli etc. (Annuario dell' i. r. Commissione cenlrale
per la riceroa e conservazionc dei Monumenli. Vol. III.
— Vienna -1859.
Inclice (Idle malerie.
I. I'aite. — Verandfiuni^eii in deni SUnde der Conservatoren, uud Cor-
respondenten. Bericht liher die "W'irksanikeit der k. k. Central-Coni-
niissiun in der Periode vmii \ Jul! 1857 bis Knde September 1858.
II. Parte. — Memorie. — Die Entwickelung des Pfeiler-und Gewolbe-
systemes in dei' kirchlichen Baiikunst von Beginne des Mitlelal-
ters bis zuni Scbiusse des lo Jahrhuiulerts vcm A. Essenweiii (niit
79 Holzschnitten). — Der Schatz der Metrupulitankirche zu Gran
in Ungarn, von F. Bock. Aufgenumnien uud gezeichnet von W.'^hn-
merniann (niit III Tafein und 18 Hnlzsclinitten). — Die kirchiiche
BaukuMst des romanischen Styles in Siebenbiirgen, von F. Midler. —
Mit Zeichnungen des Rarlslinrger Domes voni Architekten Sillc
(mil III Tafein, 25 Holsrbnitten und 2 Facsimiles). — Die milteialter-
lichen Siegel der Abtcien und Regularstifte im Erzherzogthume
Oesterreich ob und unter der Eiins, von Karl v. Suva. IVlit Zeich-
nungen von Laufberger und Schoenbrumier (mit 26 Holzschnitten).
Die Rirehe des ehenialigen Cistercienser Nonnenkloster Porta cfeli
zu Tisnovic, von Johann Erasnms Wocel. — Aufgennmmen und
gezeichnet von Architekten F. Kierschner (mit IV Tafein und 28
Holzschnitten). — Glasgemalde aus dem 12 Jahrhunderte ini Ivreuz-
g.inge des Cistercienserstiftes Heiligenkreuz ini Wienerwalde. Text
und Zeichnungen von Albert Camesina ( mit XXXII Tafein und
1 H(dzschnittr).
Mdtheilnngen etc. (Comunienzionc dell' i. r. Societa Geo-
grafica di Vienna). Dispcnsa 3.' — 1858.
Jahrlmch etc. (Annuario dcll'i. r. Istiluto Geologico). N. 3.
— Vienna 1858.
BulU'tin de la Sociele Boianiqne dc France). Tomo V, di-
spcnsa 7. — Paris. 1858.
— 339 —
Bulletin de la Societe imp. des naturalistes de Moscou. Di-
spensa III del 1858.
Su i terremoli avvennti in Roma iieW anno 1858 relaliva-
menle allc fasi lunari. Letlera della signora Calerina
Scarpellini. — Roma 1839.
Archivio storico italiano. T. 8.", disp.' 2." N. 16. — Firenze
4 859.
Indice delle materie. ■ •
G. Gori. — Lettera suH'eccidio di Cesena del 1577, atlo recitabile, d'au-
tore anoninio. — E. Poggi. Sulla sloiia della legislazione italiana di
Federico Sclopis. — G. Rosa. Sulla storia delle rivoluzioni d' Italia
di G. Ferrari. — A. Vannucci. Sulle pubblicazioni dell' Istituto di
corrispondenza geologica. — Rassegna bibliografica. — Nuttzie
varie. — Giornale istorico degii archivi toscani. — Aneddoti letterari
scieiitifici ed artistici, ecc.
Verhandeligen etc. (Memorie della Reale Accademia delle
scienze di Amsterdam). Tomo IV, V, VI. — Amster-
dam 1857-58.
Indice delle materie. ■ . ' •'
Tomo IV. 1858. Tables d' integrales definies par D. Bierens de Huan.
(di pag. XXXI e P72).
Tomo V. 1837. C. M. van der Sande Lacoste. Synopsis Hepaticaruiu
Javanicai'um, adjectis quibusdani hepaticarum uuvis extia-javauicis.
(Con 22 tavole) (di pag. 112).
D. Bierens de Haan. Reduction des integrales definies generales
I V{x) — '^ — , f ^ F(a) — ^
el application de ces furmules au cas, que F(j7) a un facteur de la
forme sin^x ou cosoo; (di pag. 117).
W. Vrolik. Ontleedkundige nasporingen onitrent Dendrolagus Inustus.
(Con 0 tavole) (di pag. 06).
G. F. W. Baelir. Over de draaijende beweging van een Ligcbaam oin
een vast punt, en de bewehing der Aarde oni baar rwaariepunt.
F. Kaiser. Eerste onderzoekingen met den niikrumeler van Airy, vol-
bragt op bet Observatoriuni der bongeschoo) te leiden. — /. //. C
— 340 —
Sehroeder vnn der Kolk. Over het fijiu>re zamenstel en de werking
van het verlen^^de Kiiggeniliorg on over de naaste oorzaak van Epi-
lepsie en hsro ratumelc behandeling. — P. Hurling. Description
d' un dianiant reniarquabie enutcnant des cristaux.
Verslagen en Mcdedc.cligen etc. (Rapporti c comunicazioni
della stessa).
Sezione di LetteraUira. Torao Ill^disp.' I, 2, 3.
Sessione di Storia nat. » VII, » 1,2,3.
— Anistcrdam 1857-58.
Jaarboek etc. (Annuario della stessa). Aprilc 1857 e 1858.
Calalogus van de Uockery etc. (Calalogo della Biblioteca
della stessa). Tomo 1.", parte I." — Amsterdam 4 857.
Das Gcselz des mcnscldichcn Wachslhumes o\c. (Loggi del-
lo svilupju) umano e delle imperfezioni del torace ca-
gionata dalle rachitidi, dalle scrofole e dalle tuberculo-
se del dott. Francesco Liliarzik. — Vienna 1859.
// sogno del Pellegriiio, i)uemetto del Co. Cav. Filippo Li-
nati. — Torino 1 859.
Relazione sulV Istitulo venelo di scienze, leilerc ed arli
del dotl. Migerka (estral. dal Viener Zeiiung).
BoUetlino delle leggi ed alii ufficiali per le provincie venele.
Parte \.' punt. 8. ^
Parle 2.' punl. 8 e 9. ] '^^^'
Relazione pc premii della fondaziniie Cav. L. Sfincnlini
per gli anni 1857-58, del do;t. V. I'lauti. — Napoli
1859.
Manifestazionc del Concnrso a' premii Scmenlini pel cor-
rente anno 1859. — Napoli 1859.
Ricerehe inlorno la preparazione dclt ossido verdc di cro-
mo. Meinoria prcmiala. — Napoli 1859.
Nnovo reagenle per dislinguere Cacido larlarico dalV acido
citrico. Mcmoria prcmiala. — Napoli 1859.
— 341 —
Sloria documenlala di Venezia di S. Romanin. Fnsc. 20
c 21. — Venezia 1859.
Staiuto inedilo delta Comimitd di Murano del 1502 prece-
duto da cenni storici del dolt. Nicol6 Erizzo. Ve-
nezia 1859.
Dctle istituzioni di beneficenza nella cittd e provincia di
Venezia. Studii storico-econoraico-statistici del Co. Pier
Luigi Beinbo. — Venezia 1859.
Sulla corrente litorale dell' Adriatico. Memoria del profes.
cav. Maurizio Brighenti. — Bologna 1850.
ERRATA CORRIGE
deU'elenco dei modelli di piante fossili mseriln nel vol. precedente.
Pag. 814, lin. 26 Sassafras Terettianum Sassafras Ferettianuni Mas
Mas.
— 815, » 16 Fracastoria megasse- Fracastcria megapepo Mass.
po Massal.
— — » 18 Rambusiumsepultum Bambusium sepultum Ung.
Aug.
» 19 Rambusium palmaci- Bambusium palmacites Mas-
tes Visian. sal.
» 54 Paleospate elliptica Palaeospathe elliplica Mas
Mas.
» o3 CaiilinitesCatuIliMas. Caulinites Catuli Mass.
— 816, » 8, 9, 10 Phyiocialides. Phyllocladites.
AfiSO 18b8-59 DISPENSA ftl'lSTA
Sopra un modo di dedurre il progressiva sviluppo
deW equazione a quadrati delle differenze.
Memoria letta neiradiinanza 17 gennaio 4 859 dal m. e-
prof. S. 11. MmcB.
R
lella prima Parte della Memoria siil calcolo delle risol-
venti Lagrangiane letta a questo Istituto nella sessione 12
dicembre p. deeorso ho fatto cenno d'un metodo, che serve
ad esprimere razionalmente i coefflcienli d' una risolvente
in funzione d'uno de'medesimi ed offre qualche analogia col
luetodo del Caucliy, pel calcolo delle funzioni simmetriche.
Introducendovi un' ovvia modificazione esso divieue con-
forme al mezzo proposto nella nota III del Corso d'algebra
superiore del Serret (edlzione seconda) per assegnare I'es-
pressione del quadralo della funzione di Vandermonde,
cioe il prodotto de' quadrati delle differenze fi'a Je radici
d' una equazione algebrica. Ma 6 facile rilevare che un si-
mile procedimento pu6 servire al progressivo sviluppo di
tutta I'equuzione a' quadrati delle differenze, partendo dalla
forma di siffalta equazione spettante ad una primitiva di
dato grado, per dedurne quella che corrisponde ad una
equazione del grado prossimo successivo. Questo metodo
Hon esige che la replicata derivazione di funzioni intere e
razionali, e non incontra diflicolta che nella stessa compli-
cazione del tinale risultato, cosicchc puo applicarsi nel mo-
Serie ///, T. IV. 4fi
— 344 —
do pill spedito o souza soverchio travaglio anco al caso in cui
la (lata equazione complcta sia del 4." grado. Per una eqiia-
zione primitiva del 5.° grado il nietodo Lagrangiano sa-
rebbe ostremaniente falicoso bcnchc I'equazione fosse priva
del secondo terniine, e percio lo stesso Lagrange si astenne
dair intraprcndere siffatla ricerca riportando nella nota III
del siio Tratlato (Idle cquazioni numeriche^ la corrispon-
dente equazione a' quadrati delle differcnze, indicata dul
Waring nelle Med'Uationes algeOraicae (edizione terza, c. 11^
probl. MI, pag. 85). Se lo sviluppo dell' equazione a' qua-
drati delle dil'fercnze non fosse oggimai un oggctto di mera
ouriosila, si potrebbe applicare il presente metodo anco
al caso d' una primitiva equazione di grado quinto. Ma il
ealcolo ne diviene molto complesso pel gran nuraero di ter-
mini clie si contengono nella richiesta equazione del deci-
mo grado, giacche sebbene il maggior nuniero di que' ter-
mini si dilegui allorche manchi il secondo termine nell' e-
quazione primitiva, tuttavia ne rimangono 95, come si scor-
ge dalla sua forma esposta dal Waring nelPopcra citata. Fra
Ic ricercbe degli odierni analisti sulia espressione de'eoeffi-
cienti dell'equazione a'quadrati delle differenze non scmbra
ch(» sia stato fmora esibito per lo svolgiraento di siffatta
cvjuazione un mezzo analogo a qucllo onde assegnare il pro-
dotto d(!lle differenze fra lesue radici che leggesi nell' opera
dianzi citata del sig. Serret, poiebe altrluienti il dotlo auto-
re non avrebbe tralasciato di avverlirc cbe simile procedi-
mento poteva estendersi alio sviluppo dell'intera equazione.
Reputo pertanio opportune, innanzi di preseiitare il rima-
nente della sopraddetta Memoria,resporre in questo scritto
I'estensione dello stesso nietodo alia progressiva deduzione
de' varii termini doll' equazione a'quadrati delle differenze,
porgcndone 1' applicazione a' casi meuo complessi, ed ag-
— 345 —
giungendo infine I' espressione del prodotto de' quadrati
delle diffei'onze fra lo radici d' una equazione completa del
5.° grado, e qiiindi la relativa discriininante d' una forma
binaria del grado medesirao, nella cui deduzione recberaii-
no qualche giovamento e un uli'e mezzo di verificazionc
deir esattezza del calcolo le avvertenze che si avia cura di
premettere airapplicazione del metodo.
i° Sia r equazione
A(x) =^x"-ha, x"~' -h a^ .-c"-^ -h • . . -f- a„_^x + a„ ,
e si denoti con E,^ (z) z= 0 la rispettiva equazione a'qua-
drati delle differenze. E certo che assumendo
■ ••..■ . • ^ = y-+-ii.
sari pure E,^ (z) =: 0 1' equazione a' quadrati delle diffe-
renze della trasformata
(1) ^"-h«y-'-hay-^-h. ..H-a._J + a„ = 0,
i cui coefficienti per la formula di Taylor hanno i valori
ct„ =■
2.3...(n— 1)
ed offrono le relazioni
Al"-'1(*),
Si avrS pertanto identieamente
e siccome ct, , a^, , . . . «„ sono quanliti dc' gradi con-
_34G —
trassegnuli da loro imlici rispetto allc radici dell' cquazio-
ne (I), e Icquaziono E,^=rO ascendc al grado -'- —
rapporto a % ch' t; del secondo grado ; il maggiore espo-
ncQte di ci„ nella cspi'cssiono di E„ non potrii occedere
n — I. Per lo cho iramaginando sviliippata E,^ secondo
a,; si avra la formula
(,^) E„ = A*"^ -hA'"^ ct,,-\-.^'\ ct^.... ,
on
e sara il valorc di A" una quantity numerica. Conse-
giicntcmente derivando qucsta fimzionc rapporio a /.; si
trova (2) I'identila
:0,
^-S A^"^ 4- 2A"'\ «„-+-... -t-(n- 1) A<'V-j ,
donde cguagllando a zero il moitiplicatorc di ciascuna po-
tenza di «„ , attesocht; A " A " ... A " e Ic loro de-
rivatc rapporto a h non contengono lO,^ , si racoolgono
Ic equazioni
(^)^„-.a;1-^(%)=«,2«„_.a-3+(-;;.)=o,
che si potrebbero ulteriormcute dcrivare rapporto a A, od
— 347 —
offrono di mano in raano i valori di Aj'_^ A ''_^ , . . .
A^"^ quando sia noto A^"^ . E poich6 (3) per a„ ~ 0
E„ riducesi ad A^ , sari a'" il primo membro del-
I'equazione a' quadrati delle differenze spettante all'equa-
zione (I) ove si ponga a^ =: 0 : cosicche denotando coQ
E„_, (2) = 0 r equazione a' quadrati delle differenze di
e con F„_, {z) =z 0 quella che si deduce dalla (3) ponea-
do z=:y-, si avri\
(6) a;;:^, = f„_. . E„_.. :^ ^ ■:-
2." Per forraare F,^_, basta moltiplicare il primo mem-
bro della (3) per quello dell' equazione che ha le stesse ra-
dici mutate di segno. Ordinando questo prodotto rapporto
ad a„_, si ottiene dapprima
F„_. (z) = r (2/"-^-f- <^.. 2/"-^ -1- ... -4- «,_J X
iy"—-o^y'-' -^ . . . 4- (- 1 )"-v,,_j
e denotata del pari con F,^_2 {^) = 0 1' equazione che ha
per radiei i quadrati delle radici di
e posta per breviti ...
(7) /«_^(^)=ct„_3-^-a„_5S-f-a„_jZ^ -F ecc,
intendendo che in questa espressione 1' ultimo termine ab-
— 348 —
bia per cocfficientc a, oppiue ci^ r= I, sccondochr n sin
pari o dispai'i, si rinvione
(8) F„_, =. ^F,_, -f- ( - I )"-■ 2;r/,_, «„_.
Portanlo o,c sia nota I'cquazioiie a' quaJrati dclle dif-
ferenzc
(9) E_(.):=A';-''-;-/J;->_-f-....
-I- A a = 0 ,
O « 1
d'lina priiniliva (5) del grado n — I, si avra (G) (7) (8)
il \aIore di A '^ , e colla replicata dcrivazione rapporlo
a A si oUerranao (4) i valori di A " , A " , . . . A " e
verra assegaata (3) T espressiooe E„ = 0 dclT equazione
a'quadrati delle differenze d'ogai piiinitiva (I) del grado n.
3." Nel ricavare la derivata rapporto a A di qualsiasi
fuDzione (p, relativaraente ad una primitiva equazione (J)
del grado n, si polri adoperare la formula
-t-2''"-(d«r,)-^''"-'(S)'
che si deduce daila
/d?\_/jd?\/d^\ /d?\/dz^\ , /_di\/<l^"\
Kdk) ~Vd., / 1 d^ ;"+~l d^^j }\dk)~^'- ~*~vd^ Jl dkl '
mediante le relazioni (2). Siccome poi per una data equa-
zione (5) del grado n — I si avrebbe (10)
— 349
dE„_< ,("~'> , ,,/dE„_i\ ,, -. /dE„_,
/dE„_i\
ne verra relativamcnte ad una primitiva (I) del grado n
/dE„_, \("' /flE„_,\ , , ,. /dE„_i\
(ITT
e quindi eliminando / ^ ,— ) fra questa e la precedente
eguaglianza si tavvh
,,,^ ^ , /dE„_,\(") /dE„_,\ , _ /dE._i\
^"> ("-'K-d^) ^<-d.7)-^'^^rd;r)"^-'-
cosi pure si dedurrebbe sottraendo I' una dall' altra
Giova soggiungere a questo luogo 1' ovvia diraostrazione
d' un teorema riguardante le funzioni omogenee in indice,
eioe siinultaneamente rapporto agl' indici ed agli esponenti
delle quantity principali che vi si contengono. Sia -^ una
funzione di a.^ , ct^, . . . a.^ omogenea di grado m ove
le quanlila da cui dipende si cousiderino dotale d'un grado
equivaleiite all' indice rispettivo. Ponendo
— 350 —
si avra ovidciitomonlo
4 — a'";^(/7,(/, ...<),
c derivando rapporto ad ce,
INIa si ha pure
M=(S)+(i)0+--^c-~)(:-^)
quindi dal paragonc delio duo cspressioiii di Da, ^ molti-
plicale per a, risulta
-^""'ih)-
Se nella funzione -^ oltre a.^ , ct^ . . . a.^ si contenga
una quantiti z di secondo grado rispetto ad a, , e I'omo-
geneita abbia luogo tenendo conto anco dclla z come di
quanliti dolata deirindicc 2, converri aggiungere alia for-
mula (12) il Icrmine 2z ( —j . Cosi si avrebbe
4° Nell' applicazione del inelodo si pu6 proccdere in
varie guise, c primieramente eseguirc il prodotto dclle due
— 351 —
fiinzioni F„_, , E„_, (8) (9) ordinato rapporto ad ct,^__^
onde avere (G) 1' espressionc
(13) A;^l=B,-hB„^. «„_, -hB,_,«%_,-f- ...
il cui coefficieote generale ha per valore
(14) B, := ;.F,_, A^;-" -j- ( - I ) «-' 2 ./,_ A<'17'
intendendosichevi siannulliogniquantita A*'^~') affetta da
un indice negativo o superiore ad «— 2. Poscia ordinaudo
la (13) rispetlo a % sotto la forma
( ' '^ ^:L = -" -^ /5. -"~' -^ (^^ -""= -+-••■
n{n — 1) , , ,
in cui TO^-'-— — , dediirne
<-) (V) = ('§)^"'--^(S)='
-(t).
ed osservando (4) die per «„__, = 0 si ha I ~Tk / ^^ ^
e f]iiindi ( '. ) = 0 , inferirne che dato
/S, — M 4-M, a„__. -]- M^ fit" -h ecc.
dev" ossore idciilicamcnte
Sfiii' III. T IV W
— 352 —
(^')-«.(^)=»^ ■
ili nianiera die ncl derivarc /5,. rapporto a A; si potra ri-
guardarc M^ e la prima potenza di c«,j_, come due quaii-
tila costaiili C, c. In simil guisa oUcnulo (4)
e siipposto
yr = Pu-^ P, ^-„— .-h r. <,_, -+- ecc. ,
si potrri nel derivarc quosta formula ritcncre costanti P^ e
la prima potciiza di ce„ ., , c cosi di scguito fiiio alia de-
Icrmiiiazione dell" ultima qiiantiU'i a'' .
3." Si piio iiivecc derivando la (13) rapporto a k osser-
vare chc, atteso raiinullarsi di \^ — .,-} per a„ , =0,
dcv' esscre
/dB„v „ /d<,_.\ /dB„.
0 (|iiindi ponendo
(>I5„ fit , „ := C,
/dB„_,\
I dV/
(IB
(^g-^-2.B., «„_.:.€„,
- _ 353 —
(20) -- A^';;^^ = c„_,-f- c,_3 ^,,_, + c,^,, r/_^ -{-...
SuccGssivaraontc derivaado qiiesta espressione rapporta
a k ed assiiniendo
^^'> (^) -^ ^^"-'^ «„_.= 2G„_3 ,
dC,
\ dA-
si otterrebbe
(22) a;;;^3 = g,_3 -h g,„4^„_. -i- . . . -h g, «;; j .
Parimenti stabilendo
/dG„_5; ,
/dG„_5\ ,
/dGj
(^)H-2(n-3)G,a„_,= 3II. ,
(t) = -..
si avr5
(2-^) - K:U = ""-^' + "«-5«„_.-i- ■ . . H- H„«;; J
— 354 —
e cosi progrossivameiik' fmclio si giiinga ad avoro
e col porre
si oltonga il valore numcrico
G.° Si puo asscgnare in terzo luogo I' esprcssionc di
— a'"^ senza esuguirc prcventivaraente il prodotlo
;; — 2.
F E , , = a'"^ , nia derivando invcce qucsto prodot-
to rapporto a h e valendosi della (11) per calcolare la deri-
vata di E„_, . Avendosi infatti
E, .=rA'"->-f-A^"-■*«„_.-^A^"-V -h...
(„_,) K— 2
-h A a ,
ed assumendo
(25) o„, = .,(%-)^2.X^)^...
-t- (»-3)a,_3 V^;-3-;-l-(n-m-^)(n-2)A^_;' ct„_, ,
si raccoglic dalla (II)
'dE„_A(")
-^ ;355 —
c poicbe (8) '• . ... ■ . : ^
/dF„_.\ /(]F._i\ „_, ,
.,.., (-l)"-'2|^(%-^)-4-2«,_ !«„_.,
sostituiti i valori di E„^, , F„_, e delle lor derivate nella
formula
di' d lo dcrivata dolla (6), e sviluppati i prodotti, annullan-
do r aggregato de" termini non conlenenti «„_, , e divi-
deudo poscia 1' eguaglianza per ci„_, si avri un' espres-
sione delia forma (20), i cut coefficienti verranno deter-
miiiati dalla formula
(27) c,_,=|.(^)+(-.r-M./_«„_.| A<r-;'
coir avvertenza di raandare a zero ogni quantita A*"~''
dotata d' un indice superiore ad n — 2 ovvero negativo,
ed ogni quantita Q affelta da un indice superiore ad n — 2
od inferiore ad I. Ottenuto cosi il valore di A'_ (20), si
potrS procederc del rimanente come venne dianzi indicate
(num. 5), oppure ordinando I'espressione di A"^ secondo
le potenze di z (1 8) proseguire il caleolo nel raodo dap-
prima accennato (num. 4).
— 356 —
Questa deduzionc del valorc di A " , scnza nromct-
terc lo sviluppo del prodolto F„__, E,^_, , torna oppor-
tuna nel caso iu cui nella (I) si supponga at, = 0. Impe-
rocche bastcri allora nella espressione di A*"* annullare
le poteuze dl a, di grado superiore al nuraero n — 2 dello
derivazioni die occorrono per formare i valori di A'"' , ,
II — i
A " , . . . aJ' , e porre nella (G) a, = 0 per ottene-
re A .
n — I
7.° E da notarsi che assumendo per variabile indipen-
dente a,, in luogo di k abbiamo (2)
\d^) T- yjk/y^J ^ ~~v~ """'-' '
e quindi, ritenulo a^^:^ \ ,
.dVnx _ (n— m-}-d) (n— m-f-2)....(n— m4/;)
cosiccbc denotando con a,„ il valorc di ct,,, per «, =rz 0 si
deduce dal teorema di Taylor
~ . /d<o\ i /i'^oco^ o - A.n — 1\ Q
(28) .=..+(-^) .,-i--(^^_^^)^„;=«,+^i- _).; ,
«-2 - i («— 2)(n— 1)
^i=^i-^-:r ^-'^' ~^v^
.3
^', — '^', + --^ CC3 a, -h _ „ ct^ a
2 /»'
A (n— 3)(n— 2)(n— <1) ^
2.3.4 )t^ "^^
— 357 —
n—i i („_4)(n-3) - ,
1 (n-4)(«-3)(«-2) - 3
■+"2.3 «^ '"^^
4 (,,_4)(«-3)(n-2)(n-d) .
^^ 2.3.4.5 M* *
ecc.
E siccome (num. ^)
/dE
' d
EA /dEA /d/t \
si troverii die i valori (28) di ot^ a^ , ecc. sosfitiiiti nel-
r equazionc E„ = 0 ne fauno sparire. ct, , cd offrono una
equaziune conforme a quclla cbe si avrebbe dal porre
0,^ = 0 nelia E^^ = 0. Viceversa se nella equazioue cosi
ottenuta si sostituiscono ad ct^ , ot.^ ecc. i loro valori de-
sunti dalla formula di liei'noulli^ cioc
(29)
/d5f^.\ 4 /ii^^i\ i
«"=«'-(i«7)«'-^.(7:')^.
i / n — 1 V 2
/d:<3\ 4/d^^3\ o i /d^«3\ 3
'^< = ^=-(d-.>'+.(,,;)»;-i.3(,,,;)'^:
n-2 , 4 («-2)(/i— 1) 3
H — o
4 (H— 3)(»i-2)
«4 ^ ^4— — % «. -f-^ -^ -' a. a
_ 1 (»-3)(H-2)(»-l) i .
2.4 ,r^ 1
— 358 —
H— 4 1 (/«— 4)(/i— 3)
i (n-4)(H-3)(n-2)
"2:3 n^ ''^^
1_ (/I— 4)(/t— 3)(»— 2)(n— 1) 5
~^ 2.3.5 n^ "-i '
ecc.
si riprodurra roquazione E,^=0. Quest' ultiina deduzione
servirebbe a passare daU'equazione a' quadrati delle diffe-
renze d' una priraitiva spoglia del secondo termine a quella
che corrisponde ad una cquazione completa. Ma simile
operazione tornerebbe molto prolissa e quasi intrattabile
appena sia n=::5. Giova pertanto soggiuiigere il modo se-
guenle di ottenere lo sviiuppo di E^^ secondo lo potenze di
a, quando sia no(o il primo termine dello sviiuppo, cio6
r equazione a' quadrati delle dilferenze d' una primitiva di
grado 11 priva del secondo termine.
8." Assumiamo a tal fine
(30) E„!z=R„-i-R.a.-i-R^«*-hIl3a^'-i-ecc. —0,
essendo R^ il nolo v;dore di E^^ eon'ispondente ad a, = 0.
Denoliamo con |— ,.") 1« derivata di R,„ rapporto a A
ne!la supposi/ione di a^ costante, ed avremo
/dR„, \ /dR„, \/d«2\ /^R^\
\~Ak / ~ I d';/7 / ' dA- / "^ \ AJT)
Quindi lo svili4)pu deir cguaglianzu (~tt")-~^^ (num. i)
sar^
— 359
-fw j R^ -t- 2R^ a, -h 3R3 a^ -{- 4R4 a^ -f- ccc. | *
ed essendo quosta una equazione identica , poiclie deve
avverarsi per qualsivoglia valore di a, , sari nullo il mol-
tiplicatore d'ogni potenza di a, , ciot; si avra I' eguagliaiiza
_ , , ,. /dR„-2\ , /5R.._,\
<-' >'».=-;^l(^r)-<'-')(^)|- ■•'
e percio
ecc.
In simil guisa si potrebbe svolgere E^ secondo a^ ,
ed assegnare la stcssa E,, allorch^ sia nolo il suo valore
corrispondente ad a,p-=^0 , semprcche non siasi annullato
altro coefficiente della (I). Imperocclie supponendo
(32) E„:=T„-{-T.ct/,-hT,^;,-M34-t-ecc.,
e signiflcando con / — j la derivata di T,„ rapporto a k
Heric IIJ,T. IV. 47
— 360 —
nella considerazione di ce^^, costante, si lia del pari
\df( /\ dv^i /V dA- / \ i\k f
<'^-^^Kd'^)^/'^-(^S')' .
c in oonsogucnza I'idontila
+'«-")|(.^ )«.^(.,^) -+(^,) «? + -^-1 1 = ••
-|_(,i_/;-l-i)|T,4-2T,a^,+3T3a;+4T^a;,-f-ecc.|rt^,_,
per GUI SI raccoglie
c si ottiene in particolare la (31), posto p= I.
9." Venendo a (lualclie applicazione (num. 4) comincie-
remo dal Irovare per n=:2 cioe per una equazioiie del 2."
grado
y' -t- a,// -h «^= 0
la formula (3)
1- K^^> . a'^^
in cui
A r=r ; — a ;
> 4
(juindi (2) (4)
\ dk J
= — -ia, , A^ =
— 36i —
0 percio - ..v ^ /:> ;;. .,: : ;; :'
(34) ,vv . E^ = z — a^"^- 4c6^ = 0 .
Si avrebbe iiioltre (8)
Assunto poscia 7i=:3 , cioe data I' equazione
per cui (3)
p3_ i(3) I .(3) . .(3) s
si avi-a (6) (15) '^ '"i '' •'
in(li(l7) (2) (IG) (4)
edinOne (17) (2) (4) ' ' ' ' ;
, .(3)
(-^1^'-) ^- « 8«.I>.a. = - 54a, , Af = 27 =3 3^ .
Pertanto
(25) £3.1=^5— 2(<x; — 3:fJ-^-h(a*_6a*«,-f-9a') ;::
— (a^— 4aja*+ 2(2a;-9«Ja.a,-h27a*=rO ,
— 362 —
inoltrc (8) a cagionc (9) di y^=:a,
Pongasi ora n = -i , e si riccrclii i' cqiiazioiie a' qua-
drati dollc difforenze (3)
(30) E,=Af-+-A;^'«;H-A;^>.t;^A;?'<,:' .^/
dclla priniitiva
Moltiplicando (27) E3 per F3 nell' ordine dclle potcnze di
^3 , e poscia scliierando i termini neH'ordtne delle poteuze
di z si trova (G) (U) (15) lo sviliippo
(37) Af=r.z^-^/S,:.^H-/3,.^-h/53^^^/S/r=4-/S5--h/?6
—z'—{Sa—SotJz'-^{Sot.'^ — \(jrtlct,-h22al—2ct,a^)zi
—\ a^— 8a* £4^-4-24^- a' — 2Sul—2{'ix]—r6a,a^)ct^
-^U2ct\—\2oi.]a,-\-\7ctl)ctl
— 2(3a^ — lOit^a^ -i~21 a,otl)a^~ (2'6a.'' — ASotJal z'
— 1(^'-''^J< — 2(3^;— 13«,«Ja^a3 .. .-.
i
-i-(9a* — 42a2a^ — 1 8a') a^-|-54a,a^ ;2
i ^ 2 3 3j
H-(a;-4aJa;a^-2(2a;-9a,aJa'- 27a*^ ,
— 3(J3 —
ed avendosi (17) (2) ;i^ ^^„ - '. ;--•<.;(■ ^^ .:, , ■'r^ii;*^; vi
(-dAJ=-2«A(3^;-19«;«.+27«.«;) '-^V
I * 3
=- 2(3^; — 16a' «,^-^2a-)<:^3-56a.a'' ,
(^) = 2a3D,(3«;- I3^,aja^ ■ "' " ' - • '-U <
~2{Zct] — ICa,)aJ<X3— 2(0a; - mct,u,)ct'-2\&c^ ,
3 3
("df )=^^('='i~'*^-)^^3-- 2(9^; - AOct,ct.^)A,ct]
sioUerra (4) (16)
(38) Af =8=i-2(3«;-8«j2^ .
-+-2(3^; - 16a; a,H- l2a^V28a.«3)2=
— 2|(3a;_.|6aJa^'-(9a;-C0a.aJa3-l08a^J2
--2^2(a'-4aja^-(9a;-40a.aja,a3-f 3(a"- — 24aja'} .
— 364 —
Rappresenlata quesln osprossione (IS) con ■- ' •' ' ' ^'^
si avri'i ultoriornicnte v - ")
(^^^ )=2:e3D;,(0.;-C0«.aJ -h2 I GD,«;
=— 48(3a'— 8ieja3 ,
(-'^'f)= 2.,D/,(0a^— ;0..aj.,— GD;,(aJ — 2 4aja^
= 2J(27a)— lMa'a.-+-l28a')a3-}-^92:e.a',( ,
e in conscgucnza
(39) A'_''=-ll2z^-h2;(3a^— 8ajs
— (27a*-n.i«V,-hl28a;;-f- I022t,a3) .
Designato infine queslo valore colla formula
avi'cmo
c qtiindi
(;0) A|^':r=25«> = 4* . •- -■■
— 3G5 —
Sostilucndo i valori (37) (38) (39) (40) nclla formula (36)
si ha la cercata equazione a'quadrati delle differenze d'ogni
primitiva del 4.° grado. Essa venne gii espressa por inva-
I'ianlieper primi coefficicnti di covarianti in una Memoria
del eh. prof. Brioschi (Torlolini, Annali di malcmatiche. —
Roma — Gennajo I85G. — Nov. 1858).
^0." Le trovate equazioni a' qiiadrali delle differenze
coincidono con quelle esibite da Waring ( Medilationes
algehraicae, Cambridge 1782, capo II, p. 84) c da Lagran-
ge (Memorie delta R.Accademia di Dcrlino^ anno 1708^ pag.
\ 17) nella supposizionc di a, '-^ 0. Partendo dalle espres-
sioni di quelle equazioni corrispondenti ad a, =r: 0 si pos-
sono dcdurre le equazioni ai quadrati delle differenze per
qualunquc valorc di a, nel modo gia additato (num. 8).
Infatti per » = 3 abbiamo (30) (35)
R^=::;5-|- 65e^:=~h 9a's -f- 4a' -{-21 a"
3
e deduccndosi dalla (31) ,'"'•. ,,.^ *'
Irovasi riprodotla la (30).
— 3G() —
Cosi pure per 71=5 assumondo (30) ; '
e coiioscenJo il valore di E.^ corrispondeiite ad a=0 eioe
'' S' -'3 S^ 4' (S 23
si ottiene (31) ' '^^
— (26a^ H- 54a^'-|-l20a^a,,)a32
— (24aJ-^Ga,)3'-(l2a^-h2J>aJ-h32a,a4)r
— (a — 42a^a'-f-Ga «/ — 72a ) ::
^ 1 -^ i 2 4 4
■4- aj a ^ — (■5a^H-6a*)a44-l44a^a* ,
-h (Ga^'+JSa',)^,:— (4a;--l8a,a4)a3 ,
— 367 —
-i-{2a ~\-Gci,)z'' — Oct' z— 27a .
e quiQdi si raccoglic la stessa equazionc die sorge dalla
sostituzione de' valori (37) (38) (39) (40) nella formula (36).
\ I .° Diverrebbe assai falicosa la ricerca deHcquazioQe
a' quadrati delle diffcrenze d' ima eqiiazioiie completa del
5." grado, non per difficolta inereote all' esposto metodo,
ma pel gran numero de' termini che si coutengono nella
equazionc richiesta. Imperoeche si avrebbe per ?i =: 5 (7)
fz=ot.j_ -h-z , e quindi (8)
F^ = zF, -+- 2z{z -f- ctjrr.,^ H- ct]
= z\z[z^-{o^]-2a,)z-^ al]-2zct^ct,- ct"^ ,
~^2z(z~^-u.Jctf^ ^ a^ ;
cosicche assunta (3)
£5 = A, -1- A iZr -H A a 4- A a -f- A a = 0 ,
4 J 25 '5 tJS
si trova clic il solo gruppo A =: F/jE/^ conterrebbe 184
termini divcrsi. E sebbene nella supposizione di a,=0 spa-
risca da qucsta equazione il maggior numero di termini, ne
rimangono tutlavia 95, come si rileva dalla relativa espres-
sione addoUa da Waring nel luogo citato delle sue l\ledi~
Scric in, T. IV. 48
— 308 —
tazioni algebrichc (Capo H, piH)l)l. XIF, pag. 85). Potreb-
besi da quest' ultima espressione consegiiire la forma com-
plola (Icll'equazione a' qiuulrati dolle diffuicnzc d'ogni equa-
zione di 5.° grado col nietodo indicalo al num. 8 ; ma poi-
che I'esposizione de' risultati si dell' uno ehe dcH'altro cal-
colo occupcrebbe alcune pagine di stampa, e cio ehc v' lia
di piu utile ed importanle a delcnninarsi in quella cqua-
zione e 1' aggregalo de' termini ohe non contengono T in-
cognita :, ossia il prodotlo de' quadrali delle differenze
tra le radiei della equazione primitiva, ehe mediantele som-
me s delle potenze di grado p delle radiei delta data equa-
zione (I) si trova espresso dal nolo determinantc
*o
5, .
• -'u-
i'
S
a
dedurrcmo dalle anteriori indagini il proccdimento gia ad-
ditato dal Serret (opera citata) per caleolare questa fun-
zione, introducendovi le abbreviazioni ed avvcrtenze gia
accennate (num. 4, 5, 0).
Denotiamo il ricliiesto prodotlo de" quadrali delle diffe-
renze fra le radiei della (I) con V,^ , e rappresenliamo il
suo sviluppo rapporto ad ct„ colla formula
i* ' ) V„ = U , -f- IJ a„ -\- U „ ctn-h-. . .-hU a
^ ' II It— I n — 2 " ri — 0 " 11 n
K manifesto cbe per ;;:==: 0 si ha 1' eguaglianza
E„(0)=:(-l) ' V„,
— 369 —
come pure
•• ■,. •. , , ■■
(„_1) („_o,
E„_
,(0) = (-l) '■ v„
e quindi (0) (41)
ti(n—{)
A^"*=(_|) ' U"'>
di pill (8) F„_, (0)= (— ^)"— al_^ , c percio dalla (G)
(^2) ' ' U'"^ =ct' V„_. .
n — I „ — , "
Avvcrtendo poi die colla derivata rapporto a k di
E,^(0) si anuuiia idenlicameiile anco qiiella di V _ , si
otteiTi derivando rapporto a /.■ la (41)
•J -h^y .,ct,,~i-... (?i— 1)U a. lu ,
e poiche qucsta e una identita per qualunque valore di a ,
si avra in generale 1' eauaslianza
n)
clie rappresenta n equazioni corrispondenti aValori n I,
« — 2 , . . I , di p e determinanti U^"* , U^"^ u'"'
/; — 2. It — 3 ' ■ ' u
Queste equazioni si desumono ad evidenza dalle (4) ponen-
pet
dovi z=0 e sostiUiendo ad ogni quanliti a'"^ il rispet-
Uvo valore u'"\ falla aslrazione dal secno.
— 370
Conoscondosi T cspressiono di
^"-. = U_ H- U_3 ct„_,-h . . . +U_^ a__ ,
si trova (43) (42)
oppure
si potrii poi analogamentc alia (11) conseguire la derivala
di Vj,_, rapporlo a k per ihia data oqiiazione (I) di gra-
do w, mediantc la formula
(«) (..-<)( ,„-) =«,(-„^J+2.,(-^)h-....
/dV„_,\
OtlfMiulo il valore di u'"' , si procederii del lima-
nentc per la dclcrminazionc dogli allri coefficienli della cer-
cata espressione ( i I) valendosi dell' avvertenza notata al
num. 4 oppure nclTallro modo indicato al num. 5.
12." Per esibire un escmpio di applicazione riferiremo
i valori di V^ , V3 , V^ clie risultano dalle trovale cspres-
sioni di E^ , E;^ , E^ (:ium. 0) cioe
— 371 —
{AG) V^=-E,(0)^ctl—Aci,
V3— — E3{0)=(a'— 4aja'~ 2{2aJ— 9ajc/,a3— 27a'
y,,^E,{0)z^\{ctl-4y,.Jctl — 2{2^l— detect u.-'I-aja'^
— 2|2{a — 4:;,)^;— (9a'— iOjdJci.^a-l- 3(a' — 24ajfltja/,
—J 27 a*— I '*-ia'ct,-l-l28a' -f- in2a.a35 a' + 25Ga^ ,
e cercheremo il valore di V5 cioe il prodotto do' quadrali
delle differenze fra le radici d' un' equazione completa del
5° grado.
Posto n=o abbiamo (41) . . ~
J o 2.5 '5 05
poscia (4 a) (46) (2) . '
= — 2(r«' — 4aj5t'oJ3+ (8a^ — 3Ca,aJc«^a^-i-542?^a'
-i~\{6a — 24ct,«Ja]— (3Ga*— 'l70aJie^-{-48a«)a3
— 252a,a^j(X/, -f- 36a^— I GOa^ct^ + '^'' Osi^s ^' '
quindi (44) (46) -
— 372 —
]l8(a^-4a,,)a'ct3-(80a*-35Ga,aJa^a""-j-(2.ia'--630aJa'7i«.
J 1 - « -^ ' 1 3 1 35 '
r 1 - i ' 1 1 ^ ' a' •^ 3i 4
— I 3G a^ — I GOc«,a^-|- I GOOa^j \ a\
c successivamcnlc (43)
=— 27(a'— irtjaj H- (144a^— GSO^^.aJcfVs
— (128a*— 5G0aV^— 825a') a'~ 900a,a'
— 1(1 92aJ— 1 020 aa^-h^OOal) a^ — ( I GOa^— 2050a,aja^
— 22o0 ct-\a, — jO(a' — '.Oaja' ,
,5, -1 /»IU?\
U'^^'^r— --(-—- )=2oGa-' — IG0Oa^a,-i-22:>0a a'-
■ 3«i \ (l/i- / I 1 ' .^
-f-(2000a'— 3700^^^3—2500^,^4 ,
o 4^4 \ (lA- /
E noiclie (42) si ha U ;= a' V, , sostitulti nolla formula
4 4 '
('(7) i trovali valori dc' suoi coorficiciili risulta
— 373— '
4 j (a^— 4aja^— (4aJ— 18:e.«Ja3-h27a^ja^
—J I8(a'— 4ceja'— (SOa^'— 356fl«,aja,«3
-j-(24a^— 630«Ja'|a3ce4
-|-S(Ga'— 24<:«,ctja'_(144a*— 74G£i'a,^-560a')a,
— I020ie.a'ia'
' 3) 4
4_J36ct^— I GOa, ^^-^ 1 COOidsJ a^
'^5
27(a^— 4aja''— (I44a^— G30a,ciji«'c«3
- (I28«^— 5G0a"-c«^— 82oa-) a^-t-900a,a^
{ 1 92£j^- 1 020a''c«,H-900a^a,.-( I G0a'-2030£(;,aJ«3) a^
-2250a'|c«4l
50(a* — 40aja*
236a' — \(yOOoi'a^-\-22oOa,a
(2000a'— 3750aja3— 2300^,^4
,a'-f- 3125a*
- 374 —
Questa osprcssiono c in consegueuza il (liscrimiiiante d'uiia
forma binaria del 5." grudo si corapone di 59 termini,
Percit') siflatto discriminanle, (luanlo al iiiimcro de'terraini,
eostituisce uu' invariante di ollavo grado meao complesso
deir invariaate dcllo stesso grado calcolato almeno con 6G
termini dal cli. sig. cav. Faa di Bruno (Tortolini, Annati di
scioize malcmatiche e fisiche, marzo I85G, pag. 8G).
Supponendo nella (48) a, = 0 si ha im' espressione
(•he s' accorda coif aggregato do' termini non conlenenti
r incognita dell' equazione a' quadrali delle differenze esi-
jjita da Waring (Medilationcs algcbraicae, c. II, p. 85), e
si compone di 19 termini come la formula analoga ri-
cavata dal Caucliy a pag. 49G della Meuioria sulla deter mi-
nazione del numero delle radici reati nelle equazioni alge-
hriche (Journal de I' Ecole polylcchnUjue, t. X, c. XVII,
Paris 1815).
Conosciuto il valore di V5 offerto da Waring per
a, = 0 , si puo dedurre la sua espressione per qualunque
valore di ct, , mediante il procedimento indicato al num. 8.
Imperocche assunto
i valori di R, , R^ , . . . R5 vengono in simil guisa asse-
gnali dalla (31) parteudo dal nolo valore di R„ , e si tro-
vano espressi dai rispettivi aggregati di lermini affelti dalle
successive polenzo di :z, nello sviluppo (58) dapprima
oUcnulo.
muwii DEL mm u mum \m
— 0
I^i leiige la seguente Memoria del m. e. prof. B.
Bizio intitolata , -. ,
■-r.. OSSERVAZIOIM /-■ "•^^;:^'
ALLA NOTA
SULL' ANALISI BELLA LUCE
Si discorre della forma delta censura.
Nel quaderno de'nostri Atti (\) teste uscito in luce io
trovava cosa, die troppo strettamonte mi appartiene per
passarmene in silenzio, ond' 6 cbe mi trovo in debito di
dichiarare francamente di essere sempre per ritenere opera
caritativa quella dello scienziato, die accorre sollecilo a
toglier di mezzo I'errore anche quando solamente dia cenno
di spuntare nel campo ddia scienza. Tuttavia pare a me
cbe, nello stender la mano a svellere la mala pianta, non
si dcbba raai farlo per guisa da mettere altresi a pericolo
(I) W'it'j,. qiiesto volume, pag. II.
Serle 111, T. IV. 49
— 37() —
ly buoaa messo crcsciulavi a canto. Auzi croderoi non do-
vcrci essere raai cagionc di odoperare iin colnl tiiodo, dove
si faccia di guardare al buon volere di clii si e affaticato
per r incrciiiento dclla scienza ; e in qucllo stosso die ci
sembra ossere doniandata la censura, Irovaisi allre parti
che per debito di giustizia c'invitano aU'encomio. Clie se
poi ci facciamo al caso particolare di quegli spcrimenti, che
diedoro argomenlo alia scriltura contenula nogli J///,credo
eirivi fosse da ricordarsi la senlenza dell' immortale Ba-
cone, il quale dice: Nei/iie qtiisqiiam ila slvpidus esse debet.,
ul credat, quod nunquitm faeinm est adhue, id fieri jam non
posse, nisi per modos edamnunfiuam tenlatos (Bac. de augni.
sciont., lib. IV, cap. 11). Egli e percio che', dopo averc de-
scritto qiianto mi fu dato innanzi duirespcrienzii, io sog-
giiigneva : « Sarebbe forse, io dico iinalmcnie, che questo
I) nuovo modo di analizzare la luce solare vantaggiasse il
» prisma? Sarebbe che ci fossero raggi di una rifrangibi-
» liti ianto fra se propinqui che, valicando il prisma, non
I) dessero uu sensibile dilimgarsi dalla perpendicolaie,onde
I) sfuggissero al poterii preoisare; e che questa via ( ma-
I) lamentc delta delle ombre ) ci avesse dalo modo di co-
» stringerii a svelarsi (1)? » E dopo avere mandate innanzi
queste mie interrogazioni aggiungo: « Dico tutte questecosc
» qiiali presupposti die domandano di essere o certiticali,
» o sraentiti dalla sperienza degli oltici(2), » e non ostante
queste raie dichiarazioni leggo negli Atti queste parole:
« Neir ultima adunanza si lesse una INIemoria di un nostro
» ollega nella quale e detto: « Esservi nello spettro solare
»' due rossi, uno il meno rifrangibile di tutti gli altri raggi
>' luminosi, e I'altro piu rifrangibile certamente del giallo,
(I) Vegg. Memorie dclV i. r. Islilu/u Vcnclo, lom. VII. png '114.
(y) Yegg. Tom. e pag- cit.
— 377 —
» (lol verde, delTazzurro esservi un giallo di ri-
>. franijibilitS vicinissima a quello del violetto. »
» fn un idtro luogo della Moinoria pore chc spiinli im
» qiialche diibbio circa la vei'ilu di quesle proposizioni,
» lanto diverse dalle doltrineaccolte da tiitti,e pare altresi
1) die I'Autore desideri di sapere quo! die ne pensino i
w colleghi. Se cosi 6, io sono lieto di andare a'vorsi di un
1) desiderio col dire 11 mio avviso in questo proposito (I). »
Con queste parole senza piii furono quivi gittati i fonda-
menti della mentovata censura; e si entra senza piu ad accen-
nareainiodi diversicon cliee analizzata la luce. Ci paria pri-
ma, com'era debito, del prisma, siccome quello, cbe prime ci
dischiuse quel miracolo dibellezza, ch'6 nella luce, enedivisa
tulli i particolari. Scende poscia all'altra via segulta dell'as-
sorbimento de' raggi col mezzo de'coipi a cio accomodati, e
qui si particolareggia con minuta descrizione gli speriraenti
del Brewster, e il risultato a che venne, di avere cio6, con
grande semplificazione, ridotto Io spettro solare a soli tre
colnri. Sono poscia ricordati partitamenle que'celebri uo-
mini che si fecero al partite del fisice inglese, e quindi sono
posti ad opposizione allri sapienti,clie indi appresse ncbia-
marone ad accurate esame sperimentale le ricerche del
Brewster, mostrande non rispondere agP intendiuienti di
lui; e quindi ricondussero Io spettro solare a quella vergine
integrity, in che eel diede il prisma del Newton. Finalmente
ci divisa un altro mode di analisi preferibile ai mentevati,
od entra a parlare dei relicoli del Fraunhofer, e quindi di
quello spettro per diffrazione, intitolato normals. Qui a noi
non serabra troppo chiai'o, perch6 una allegazione cosi
ampia di dottrina senza che si vegga a che diritto finemiri
(I) Ves^g. qnestn vdliimo.'paf!. H.
— 378 —
per la risoluziono del tonia; conciossiaclio, sc fosse slato
per significarc clie quelle sole erano le vie per condurci
aU'analisi della luce, noi avromnio scmpre crcdulo altre
poternc essere, come ci assicura Bacone.
Ora posata T accusa di aver io manifesla'o il pensiero
esserci nello spcllro solare due rossi, uno il mono rifran-
(jibile di tuiti gli allri raggi luminosi, e /' allro piii rifran-
gibile ccrlamenle del giallo, del verde e deW azzurrn : ed
esservi aliresl tin giallo di rifrangihilild vicinissima a (juel-
la del violetlo; noii trovo quivi negli Alii un cenno degli
argomenti onde fui tratto Delia mentovata coiulusione ; e
inlanto il discorso continua in queslo tenore: In allro Itio-
(10 della Mcmoria pare cite spunli un qualche dubbio circa
la verild di quesle proposizioni. E quiiuli in queslo luogo,
le niie piu cbiare e signiOcauU paiole noii valgono che di
un velo a mala pena baslevole a lasoiar Irasparire il gcr-
moglio di un qualche dubbio, e si elle suonano a queslo
uiodo : dico tulle quesle cose quali presupposli, che do-
mandano di essere a ccrlificali^ o smcnliti dalla sperienza
degli ollici, che mi pajono voci di chiara signiGcazione.
Senza che indi aggiungo: « Tutlavia la rilevanza di questi
1) falti mi melle nelTanimo una grande Irepidazione sopra
» i miei deducimeoti, e quindi mi accende il desiderio, che
» uomini perili nelC oUica piglino a rivedere il gravissimo
» subbiello (I). » E di qual niudo puu mai avvenire, che
quesle mie parole si evidenti non bastino a dare che I' in-
dizio incorlo che stia per ispnnlare un qualche dubbio ?
Dicono chiaramente ch' io non riposo quielo sopra le mie
deduzioni, e che chiamo quindi a decidere il gravissimo
subbiello la sperienza degli otlici; perocche ceria cosa e
(I) Vegg. Monorie delV i. r. Islilulo Venelu, torn. VIl. pas}. 413.
— 379 —
flic i fatti sperimentali non possono esscro svclati ciTonei
c'bo (la'risultali contracltluenli di altre spcrienze.
^^:. r." ':,:.f~:- § 2." vM, ,!.:• ■ ^;^ o. ■: .
■Si paiia del merito. i f, : ^; ^.:., . ; ■ -
Continuandosi indi le intraprese osservazioni, e quivi
soggiunto : Se, come dice I' aiilore, c'e qticslo rosso moUo
rifrangiOile coperto da allri colori egualmenle rifrangibili,
come non occorse mat in tanti sperimenii di Irarnelo fuori ?
Sai'cbbe stato buono altresi aver dotto: In lanti sperimenii,
fatli poro sempie al modo slesso; e qui tornerebbe ancora
in acconoio allogare la sentenza di Bacone. Ma non e forse
vcro (be da qiiando in qua ci fu luce al mondo, ci fu sem-
pre con laltra luie la luce/Jo/or/vZrtfrt.- eppure nondimeno
in (and sperimenii non fu Iralla fuori cbo in quest'uUima
mela di secolo dal oclobre Malus, c quindi poi'tala a cosli-
tuire una parte si rilevante dell'oltica? La luce aggiunla
a luce, o la soprapposizione delle onde, non produsse som-
preoscuriti? eppur tultavia prima degli esperinienti del
nostro Grhnaldi non fu sapulo esserci le inlerferenze ? Le
linec oscurc rigarono scmpre lo spettro solaro, e nondi-
meno prima degli sperimenii del Fraunbofer non fu mai
saputo esserci quelle striscie nericce, venute pur tuttavia a
renderc oggidi un servigio utile alia scienza. lo non dice
queste cose a sostegno del mio rosso piii rifrangibilo, cbe
per esso ho gia invocato il sicuro lume riscliiaratore del-
I'esperienza; ma discorro di questo modo a fidanza di con-
vincere in opposto di cbe vorrebbe lo scrilto degli Mti.
Prosiegue indi : « Ma percbe modo 1' A. arriva a quella
» sua conclusione contrai'ia alia doUrina generale ? Vi m-
— :]m —
» rlva muovendo da un supposlo gratuilo, il quale preso
» nel concotlo di lui e audio assurdo^ appoicgiandosi ad
» una indiizione evidcntcmcnte infranta. II supposlo gra-
» tuito e cIk', due striscie colorate die no' suoi sperimeiiU
D fiandieggiaiio I' ombra di un cilindreUo, illiiniinalo da
» una luce bianoa e da una luce di colore, nascano dalla
» divisione di questo colore. E il supposlo considerato nd
» concetto dalT autore 6 anche assnrdo, perche amiuotle
n die questo colore, il quale si divide, o, com' egli dice,
» riesce sdnppialo, sia un colore deiiu'ntare (I)- »
La considerazione che innanzi tratio a questo luogo mi
sembra doversi fare e, che prima di accingersi a por mano
alia censura bisogna avere ac<'uratamente sludiato e olti-
mamente intcso gli argomenti di coiui, che ci proponiamo
di censurare ; e massime, ove il negozio si aggiri intorno
a' fatti, dati innanzi dall' esperienza, occorre prima avere
lucidamenle compreso in die consistano ; perocche altri-
menti ci mettiamo a pericolo di aggravare il censurato di
un peso die non gli compete. Cos! avvenne, forse per
troppa fretta, in questo luogo. Infatti quivi e detto, ch' io
arrivo a quella mia conclusione di un rosso piii rifiangi-
bile, muovendo da un supposlo (/ratuito, il (juale preso nel
mio concetto snrehbe anche assurdo ; peroccbe il supposlo
gratuito sfa che, due striscie colorate ne'miei speriinenti,
le qiiali fianchecjgiano T ombra di un cilindrctto, illuminalo
da una luce bianca e da una luce di colore nascano dalla
divisione di questo colore. Veramente, il cilindrcllo, o
qualunque altro schermo opaco adoperato in queste mie
sperienze, e totalmente immerso ndia luce del riverbero,
che (di qualunque sperienza si parii di quest' ordine ) e
(I) Vpi;i;. qnpslo v>iliiiiip, patr. 16. " '
— 381 —
sempre luce coloiala : ma qui si pare Iroppo cliiaramente
non essersi inteso il risullato delle ^mie sperionze, die mi
sembra sin da principio cliiaramente significalo in queste
parole: Non die aW affrontare dello schermo contro ii pia-
no bianco^ o conlro la parele, mi fosse dala innnnzi I' om-
bra verdc, mi venne , con apparita inattesa, dipinta una iista
lunga quanlo era I' allezza del piano^ formata da due slri-
scie conligtie tinte dei piii eleganli colori prismatici, nna
rerde, rossa /' allra ; con (jtiesto che, teniilo fermo il piano
in quella sitnazione, la verde sla sempre a sinistra di chi
osscrva^ e a dirilla la rossa (I). Dunque io dico, che mi
venne dipinla ima Iista lunga quanto era /' allezza del pia-
no, e queslo e tutto il sustanziale, o la quidditi"! deH'ombra,
formata da due slriscie coniigue, le quali non punto fian-
cheggiavano allra, o diversa ombra del cilindretto, faccenda
die, come non mai avvenuta ne'miei sperimenti, non 6 mai
dello die avvenisse in nessun Inogo della Memoria, e quindi
da non sapere per qual modo si arrivasse ad una idea cosi
slravolta del fatto sperimentale. Due striscie contigue vo-
gliono dire per Io meno die si toccano, die si rasenfano, e
non mai die sieno messe a fiancheggiare altra ombra del
cilindrelto, ma si portale a coslituire elleno stesse tulto il
corpo, e la quiddita dell' ombra : e posciache la cosa fosse
per egiial modo ripeluta, con sola la diversity de' colori,
in lulte le altre sperieoze, non sappiamo indovinare per
qual sinistro entrasse a guaslare il fatto quel giudizio erro-
neo. E qui ci bisogna anclie nolaie, die c' era altra Jincora
salda e forlissima, bastevole a far si cbe non batlesse in
qudlo scoglio. L' ancora era la strisciuola mediana di so-
prapposizione ricordaia in queste parole: « Fin qui, dico
(I) Veg'i. Memoric dell' i. r. Jslilu/u Vonc/o. torn. Vll, pay. 407.
— 382 —
» io iiolla Memoria, giiardava in silenzio, affinche riiiscisse
» pill iiella la esposiziono, uii minuto itaiticolare, clio pur
» si accompagna coslanlemenlo a qiiesto ombre, etl e una
» lista longiliulinalo in colore diverso, die partisce ic due
» lisle vagamenle colorale, quali furono divisate nellepar-
" lieolari sporienze gii\ descritte. Qiiesta lista niediana de-
» I'iva dalla soprapposizione de'colori, die soiio neile due
» liste colorale, esprimenli il colore nicsso al cimento e il
» suo compleinentario. Nel fatto della soprapposizione dei
» due colori, in queste parlicolari sperieiize, non avviene
» mai die ne torni il bianco, n6 la rieomposizionc del co-
» lore cimentato, o niolto raramente, come vedremo indi
» innanzi la risurrezione di quest' ullirao ; ma sempre un
tt coloi'e diverso poco fornito di vaghezza lustranle
» Quesla strisciuola di soprapposizione, dividente i due
» colori della immagine, puo rendersi piii ampia od esigua,
a secondoclie piu o meiio si avvicina Io scbermo opaco al
» piano, e talvolta si puo cziandio dissipare al tutto ma-
tt diante un congruo allontanamenio, come mi avvenne
» seuza sconcio del violelto teste menlovato eoc. (I). » Se
adunque si fosse badalo, cb'io ricordo questa strisciuola
mcdiana; die accenno al modo di toglierla, c die nc diviso
r origine, dicendo procedere dalla soprapposizione de' due
colori che sono nelle due liste colorale, esprimenli il colore
messo al civienlo e il suo compleinentario, era impossibile
cadere nellerrore di vedere le due liste colorale partite dal
non piccolo inlervallo delC ombra del cilindretlo; concios-
siache di tal maniera non cbe potersi conciliare il correre
contifjue, era fuori di ogni possibilila cbe pervcnissero in
parte a soprapporsipcrfornirci la strisciuola mediana dian-
zi ricordata.
(I) Vegg. op. cit., torn, cit., pag. 415 o 416.
— 3«3 —
Ora il fallo di quelle ombre, costituilc da due slriscie
contiffue diversamente colorate, e ii fatto nuovo cd origi-
nalissimo ch'io ho porlato nel campo dcH'oltica in rispelto
alle otnltre colorale; perocche nessuno prima di me (per
quanto io ne sappia ) lia dato mai a vedere quelle ombre
bicolori: tak-he non avendo io collo mie mani compaginate
quelle ombre, ma osseiido proprio venule dal seno vergine
della nalura; posciaclie per esse mi sia dato pel capo del-
V assurdo, bisogna qui diveassurda la natura: che non sa-
premo rinvenire chi ci creda.
Ma sara forse che I' assiirdo mi slia meglio in capo per
aver detto, che quelle due slriscie colorate, lucenti, che co-
stiluiscono I'ombra bicolore, nascono dalla divisione diqttel
colore? 11 fatto t; adunque di questo modo che, quakinque
sia il colore della scala prismatica nella luce del riverbero,
che da nel piano bianco, I'ombra che ne esce allaffrontare
dello schermo, e sempre e coslantemente costituita dal co
lore che ha la luce incidenle del riverbero, e dal colore che
apparliene al complemenlario di quella luce stessa; sicche
parrebbe Uillo proprio il dire, che la immagine bicolore sia
venuta dalla divisione di quel colore nel suo complemenla-
rio; ond' e ch' ivi abbiamo ad un tempo e il colore della
luce propria del riverbero e quella spettante al suo comple-
menlario. Qui adunque io non ho precisamente fatlo altro^
che divisare esattamente quello che mi ha messo dinanzi
agli ocelli la natura: onde non io avrei dato in un assurdo,
ma anche qui sarebbe assurda la natura, avendomi dessa
messo innanzi quel colore, con tulle le visle e particolariti
di essersi diviso nel suo complemenlario. Non si dimenti-
chi che que' colori, quanto alia bellezza loro lustranle, han-
no tutte le specie de' colori, che abbelliscono Io spettro
solare.
Serk ni.T.lV. 80
— 384 —
Trovo approsso die lo scritto coiiloiuilo negli Alii ug-
giiigno, the il siipposlo consideralo ncl mlo conccllo c un-
clic assvnh in doppio, perche ammclle cheijueslo colore^ it
f/tiale fii divise, riesca sdoppialo in im colore clemenlare.
lo veramonlo, comcclie al leggcrc quosle paiole sapessi di
corlo ili noil avere nel niio lavoro manleuiUo il parlilo, olio
que' colori fosscro eleinenlarl, ne avuti sperimenti clio mi
ti'aessero in quel giudizio, ne niemoria ehivi fosse diseusso
quel subbietto, pur nondimeno mi diedi a rileggere lo sci'it-
lo dopo uscito da' toreiii per rilevare almeno onde mi fosse
veiiula quesia spei'iale impulazione ; e nienle in fatti mi
venne inconlralo. Ora, quanlunque questo elie son per dire
nol domandi necessila di difesa, olie, non essendoci colpa
noa bo mestieri di sdebilarmene; tuUavia nella grande
ignoranza in (be siamo, massime circa I'astruso fenomeno
deSle ombre colorale, non potrebbc esser vero cbe i raggi
elci'ogenei aecompagnanti la luee colorata del riverbero
nello incidere sopra il piano e nell' affronlo dello scbermo,
fossero realmente assorbiti da que' eorpi opacbi, onde soli
raggi elemenlari rimanessei'o a pingerci le vagbe immagini?
Ouesto successo, obe ora mi si affaccia al pensiero, e non
potrebbc avere altro appoggio o indizio die la venuslii di
quelle luci gareggianli colic liui prismaticbe, non puo cer-
lamcnte essere indovinato, ma si dalo a conoscerc accerta-
tamente dalla spcrienza.
Indi Icggo inoUre ncl quaderno: <• L'induzionc poi
» cvidentemenlc infi-anta eccola: Dietro qualdicspcriinento
1) (potcva andic dirsi con piu \erita,dopo uiolli speiimenli
»> continuati per due anni successivi ) si crige in fallo ge-
n neralissimo, o legge, die nell' ombra il colore die spelta
» ai raggi meno rifrangibdi si Irova scmprc a fronte ddla
» luce pill dirctta. c qudio die appai'ticnc ai piii lifrangi-
— 385 —
•) l)ili si rinviene alia volla della luce piii ohhiiqua. Poi si
I) dice die, messo al cimeoto il color veide, i risultati riu-
» scirono contrarii, ed anche per altri colori : dunque 1' e-
» pperienza nega ripetutamcnle die il fatto suddetto sia
» gen era le (I). ■>
La allegazione del testo qui e un podiino manclievole,
perclie niente dice in che stia la conlrarield del risultati,
quando fu cimenlata la luce verde del riverbcro verde. E
detto adunque nel mio lavoro sperimentale, die le due listc
colorate, componenti Tonibra bicolore, una si mette costan-
lenjenle a diritla di clii ossena e I' altra a sinistra. Ora
posciadie ogni effetlo costante debba prooedere dulla sua
cagione c quindi anch' essa costante ; cosi ho ritenuto chc
non a caso quelle due striscie colorate andassero a niettersi
a'loro posti, ma die ci dovesse essere una causa die ivi le
sospignesse ; e quesla causa mi e sembrata essere la diffe-
rente direzione de' raggi incidenti sopra il piano bianco. Mi
e paruto anche die li dove ferivano conlro il piano i raggi
pill diretli, ivi andasse costanteraente a mettersi la lista del
colore speltante a' raggi meno rifrangibili, e dove davano i
raggi piii obbliqui si allogasse quella appartenente al colore
ddla luce piii rifrangibile. In questo assegnamento della
cagione determinante il posto delle due liste, cioe della
differente dirczione de' raggi, io polrei avere errato ed es-
ser altra ; ma c' e di piii, che faceiulomi di trasportare il
piano in posizione opposia, vale a due sopra I'altro cate-
to (2), vidi le due liste vagamente colorate, come in vista
passassero una sotto all' altra, andarsi a porre^ quella che
prima rispondeva a diritta di chi osserva a sinistra^ e quella
ch' era a sinistra mutarsi a diritta. In questo caso non av-
(1) Vegg. questo volume, pag. 16.
(2) Vegg. Memorie dcIV i. r. hfiliilo Venelo, loni. VII, pog. 409
— 38() —
\nmc nliro canginmciilo ncl fullo siu'riniontalp, cfio solo
iiolla (lirczione lUfforenlc de'raggi; chiiKjiic qucsia diffc-
ronte dirozione e la causa vera do! collocamenlo spciiale
dolle duo lislo colorato. E posciaclio por me fosse vcduto,
che in questa iuiniulabile poslura delle duo listc, W colore
della luce piii rifrangibile si tiene cosfanlemenle alia volla
de' raggi pill obbliqui, eosl il sito proprio occupato dalla
lista il tenni argomento certo per infcriie la niiuorc o niag-
giore rifrangibilila di quelle luci. Ora venuto alia luce verdc
del river])ero verde, ed avuta una iuimagine bicolore, for-
iiiata da una strisoia verde e da allra in bellissimo color
purpureo, uia con queslo tutlo nuovo especiale, cbe la lista
verde giaeeva a diritla di clii oss-orva ed a sinistra la pur-
purea, o rossa, cioe tutlo in opposto di quello cbe avvonne
quandofu sperimentata dapprima la luce rossa del riverboro
rosso; a questo luogo la scritlura degli Alii vorrobbe cbe
io ripudiassi la cagione assunta per dinotaro la ragione del
posto, (be tengono le lisle colorato. Ma io porlo il piano
sopra I'altro caleto,e qui eziandio le due striscie componenli
quest" ond)ra bicoloroj venutaci dalla luce verde, simutano
di luogo, e it purpureo o roseo rispondc a dirilta di cbi
osserva, e il vorde a sinistra (1) : dunquo la differenle di-
rozione de'raggi fu anclie in questo caso la causa delernii-
nanle il posto diverso die andarono ad occupare quelle
due lisle : ma il purpureo, o rosso, o roseo si tcnnesempro
iiel luogo do' pill rifrangibih; dunquc c e un rosso pii'i ri-
frangibile del rosso nolo ; che mi pare conseguenza volula
dalla piii legittima investigazione sperimentale, tenuta rigo-
rosamento alia relazionc di causa ad effelto.
Non ostante tutlo il delto, sin qui gli Alti concludono,
che I' esperienza adunque nega che il folio suddello sia gc-
(i) Vegg. op. cit., torn, cit., pag. 411.
— 387 —
nerale, cioe cbe alia volta dclla luce piu obbliqua sticno i
raggi pill rifrangibili ; o quindi con ciosolo voglionocbe il
mio roseo, o purpureo sia escluso da' raggi piu rifrangibili.
lo in opposto non consento, cbe quosto mio rosso sia cac-
ciato da' raggi piu rifrangibili, se non in opera, come ho
detto pill sopra, delta gperienza, e non mai per una mera
deduzione a priori, cbe si fa ad abbattere il principio gene-
rale per nie posato. Noi cousenio, percht; la naUira non
s'indovina a parole, ma ci si svela al coslringimcnto di
ben condolti ed iterali sperimenli. Nol conscnlo, pcrcbe
venulomi quell' elegante color roseo colla specie di un rosso
pill rifraiigibile, e quindi avendo io detto nclla Memoria
allro essere il rosso cbe pigne la soave e delicalissima rosa,
e il fragrante garofano incarnalo da quello cbe accende i!
rosolaccio, o papavero de' campi, e il tiore del melagrano,
faceva indi, come far dee ogni lemente indagatore degli
arcani dclla natura, a me medesimo questa interrogazione:
Sara poi vero che il colore delta rosa sia altro da quetlo
del papavero de' campi F Quando cio sia realmente, se io
sottoporro all' esperienza la luce di un riverbero roseo, o
in color di rosa, io dovro avere una immagine bicolore
esattamente conforme a quella venutami dalla luce verde
del riverbero verde. Diedi quindi mano alia verificazionedi
questo fatto, e il risultato corono la previsione dataci dal
lume della menle. Non voglio cbe per questo sia dinio-
strato it mio rosso piii rifranyihite il quale per mio avviso
domanda insistentemente il lume dell' esperienza ; ma non
6 abbaltuta la gagliardia delle ragioni, cbe mi ebbero con-
dotto in quella crcdenza ; ne mostrata la ragione contraria
al mio presupposto, onde io aveva la stessa immagine bico-
lore e dal riverbero roseo e dal verde, cbe a prima giunta
parrebbono fra se tanto lontani.
— 388 —
Non sapi'ci qui antivedere por (iiial iiiolivo Ic pagino
cli'io leggo non facciano nv aiiclie nn nieiiomo cenno di
qiiogli altii niioi sporinienti al liiUo nuovi, inslilniti colla
hire Irasniossa da' velri piani colorali. Quella o iin' alli'a
mano di falli oi'iginali, fir io pel [trimo dicdi a conosi'orc
airotticain rispctio aWcoviOrc cotorale.'SVi pareva c ho fosse
da mcttcrci qiialclic adenzioiie, conoiossiaclu"' in qiiogli
sperimenli sia voduta la niirabiic potonza della liico obhli-
qua artifu'ialo in isdoppiare I' onil)i'a com[)I(Miienlai'ia nel-
I'aKra oinbra del colore della bice Irasincssa da quel eotal
\ctro colorato; si die le due ombre colnrale slanno pinte
sul piano bianco a' fiaiiclii Tuna dellallra, eel stanno a
volonta della niia luce obbli(iua, clie inuovo a (aleiito. Anzi
se adesso dianio ch' io adoperi la luce Irasiiiessa da un ve-
tro in color rosso, onde ne ho I' onibra complementaria in
l)eIlissimo color \erde azzurreggiante, e che io invii a sini-
stra di elii osserva la inia luce obbliqua artiiiciale, veggo
dalla predetta mia ombra verde azzurreggiante staccarsi
con luirabile apparila T ombra rossa che dispiegata va a
posare a diritla di clii osserva. Ora posso a volontii que-
st' ombra che sta a diritta far si che si traduea a sinistra,
passando in vista di sotto all' ombra complementaria, e per
cio fare non bo bisogno di ailro die di portare la luce ob-
bliqua a dirilla, e I' ombra rossa va a metlersi obbedien-
tenienle a sinistra. Come potro io adunque, divenuto pa-
drone di questo magislero della luce obbliqua, onde a mio
beneplacito muovo le luci delle ombie e le obbligo a met-
tersi dove meglio mi talenia, rinunziare di primo tratto al
mio rosso die sta alia voUa de' raggi pin rifrangibili, per-
chc mi venga delto che il fatto,ch'io allege, non e generale?
Io non sono nicnle ostinato ne' niiei pai'tili, ma per rinnn-
ziarvi voglio che altra maniera di sperienz(> sicnre e irrc-
— 389 —
pugnabili dicliiarino evidenlemente T errore dello mio de-
duzioni ; o qiiesto sara un vero progredirc, una vera iitilih'i
[lortala dalla critica.
Ora prnscgiiono gli Alii: « Lo studioso non lia altro
» partito clie di riniinziare a qiiclla idea dolla generalila
') del fatto. II nostro aiitore al cuiitrario non peusa nep-
'» pure clie questo partilo ci sia e sci'ive: Allra via non ri-
» maneva a' miei deducimenli die solo di concluderc esserci
» nello speltvo del Newlon due rossi, una il meno rifrangi-
» bile di iulli gli allri raggi luminosi, e /' altro piii rifran-
» gibile ccrtamente del giallo, del verde c dell' azzurro. >•
Ma qiiand' anclie io fossi eosi docile da picgarmi siibi-
lamenle a' desiderii manifeslali in qiiello scrillo, come fa-
remo indi a spicgare 11 muoversi e mntar di liiogo delle li-
sle colorate al cangiarsi di dirczione dei raggi incidenti sul
piano bianco ? Avremmo degli effetti senzo cagione. cir 6
im impossibile flsico. Ma qnando la cagione sia quale noi
Tabbiaino divisata^ cioe il fcrire de' raggi piii obbliqui, per-
cliead essi risponde senipre il colore piii rifrangibile, io tal
caso quel mio rosso, ch' e mosso a qnclla voita,sarcbbe un
rosso pill rifrangibile dell' altro rosso universalmeute co-
nosciiito.
Si di in fine compimcnlo alia critica con quest' ultime
parole: « La conclusione e assai coraggiosa ; ma supposto
» clie il falto fosse propriamcnle conforme alia conclusio-
» ne, r autore aveva il mezzo di farla trionfare, e di pro-
» clamai-e una scoperta delle piu inaspeltate ; e non si ca-
rt pisce percbe non abbia adoperalo quel mezzo ch' e faci-
I) lissimo. Basta moslrare col prisma alia mano clie quel
» rosso, che riesce isolalo nelle sperienze dell'aulore e piu
B rifrangibile del giallo, o del verde, o dell' azzurro. »
Qui veramentc non comprendo d' onde muova questo
— 390 —
(liscoi'so, e mi si faccia rimprovoro di non avere adoperalo
/■/ mezzo facilissimo del prisma sopra quel rosso, chc rie-
sce isolalo ncllc mic spericnze, e si lamenti di non capirne
il perclte. E non sono forso io medesinio die, nel cliiudere
la csposizione di quelle niie prime sperienze, discorro a
qiieslo niodo aecennando a qucllo, ohe rimane a fare: « Io
» soiio veechio e forte indebolito della persona, e qnindi
» non arconcio a sostenere il peso dello sperimentare,
» qiumdo hisogna avore iin po'alla lunga la mano allopera.
» Terrci, esempigrazia, clie fosse da bucare il piano no' siti
» in cui cadono le ombre ( t qiiali fori polrebbono a vo-
» lonla esserc acceeali ) e di qua derivarc la luce da solto-
» porsi al cimento de' prismi ed a lulte quelle altre soUili
» indagini che fossero per essere suggerite alia perspicaee
» menle dell" oUico. Io a questo uuovo ordine d' invesli-
» gazioni non mi possa coadurre, c saro quindi lieto ove
» le mie tenui faticlie possano aver data lamossa, si che
» altri pervengano a chiarire quanlo sin qui bo mostrato,
» o quindi, colla speeialila di ben siciu'i e provalissimi ri-
» sullati, a mcglio formare la quiddita dollo spettro del
» Newton (I). «
!Mi pare cbe con (juestc parole sia predusa la via al
poler dire non si capisce pcrchc non abbia, die per capire
non bisognava altro die leggere, per intendero cb' io anzi
invoco K opera de'pm/Hi e di ogni alLra indagine oecor-
rente, die addilo il modo onde procederc sopra le mie
luci, cbe molto esplicitamente signilico il perche io non mi
trovassi in islalo di sostenere quell' opera.
E per ultimo non avrei mai creduto che fosse da le-
varsi tanto rumore, per('b(i io venni nclla condusione, cs-
serci un rosso piii rifranyibilc del ffiallo, del verde e dell'az-
(I) Vegg. Op. cit., torn. cit.. pai;. 415. . .
— 391 —
znrro, ed un giullo che nella rifrangibilUd si tiene vicinis-
simo al violetlo. Ho detto anche fa ragione perche io fossi
condotlo in quclla sentenza, la quale sc dti in coiitroversia,
allontanandosi assai dal ritenulo sin qui, aspella tuttavia
un facile e slcuro componimento dalla face dell'esperienza.
A me parrebbe cbe oggidl non fosse da levare tanta mera-
viglia per questa poca novila, che verra, se uno "S'oglia,
prestamente dissipata come nebbia al sole ; conciossiach(i
mi sembri essere vicini a sorgere gli alb5ri di un giorno
novello circa gli studii sopra la luce. Non sappiumo dal
signer de la Rue, e da altri ancora, che la luce di Giove
relativamente al suo potero illuminante, ha una virtu foto-
grafioa maggiore di quella della luiia ; e che la luce di Sa-
turno e dodici volte meno energica chimicamehte che quel-
la di Giove? Come cio, se la luce illurainanle tutto quanto
il sistema e da per tutto quella stessa, cio6 quelia che si
slancia sovra que'corpi da quell' unico mare sterminato
ch' (> il sole? Per qual ragione dei' venirci trovata diffe-
i-ente, perclie ci e riverberala dalla luna piuttostocbe da
Giove, e da Giove piuttostochc da Salurno? Quali condi-
zioni sono occorse a modiflcarla di quel modo ? E forse so-
pra ii detto sin qui non e ancora piii mirabile, che Ic por-
zioni della superftcie lunare, le quali sono illuminate mollo
obbliquamente dal sole, possedano pochissimo potere foto-
gcnico, quantunque all'occhio paji^no brillanti pressoche
tanto, quanto le pdrzioni sopra le (juali i raggi solari ca-
dono meglio a piombo? Questi sono fatti che relativamente
alia luce ci mettono nell'aspetto di una nuova lisica e di
una nuova chimica, che stiamo per ricevere dagli studii lo-
datissiaii degli astronomi (i). E in allro giornale leggiamo
alli'esi queste precise parole. ' . ^
(I) Yegg, il Cosmos, torn. Xll, 26 niarzo 1856, pag. 342.
Seric IIL T. IV. .'11
— 392 —
" A compenso di qucste forsc irreparabili difficoltiL,
)i sorgono pero a conforto altre belle speran/e; e sono che
» forse potreuio un giorno ritrovare una relazione fra la
» varia forza fotogenica degli oggetti illurainati e la loro
» fisica e chimica natura : ond' e che a questo elcvalissimo
» scopo sono gici rivolte le osservazioni di aleuni piu pene-
» Iranti intelletti. Non sarebbe slrano che da una imma-
» gine fotogrullca potessimo un giorno argoraentare la na-
M tiira fisica e chimica di quel corpi che produssero la
« stossa imraagine fotografica Egli 6 per lal modo che le
» difflcolti che s' inconti-ano in alcune flsichc operazioui
» sonosempre fecondediutili edinsperati ritrovamenli (1).-
Con qucsti ridenti preludii circa quanto stimiamo doverci
aspettare dolla luce, non mi scmbra che sia da slupirc di
qualche cenno di noviti per me messo innanzi agli occhi
de" sapienti, ch' e c sara sempre in nostra mano adeguata-
menle chiarire.
Dopotalelettura dice il m. c. prof Bellavitis sem-
brargli che rargomcnto opposto al Bizio, il quale ap-
])arisce anche dal precedentc lavoro, sia queslo : In
parecchi sperimenti il liizio trovo che nclie ombre
da lui osservate i raggi piu obbliqui erano i pin ri-
fiangibili, in altri sperimenti vide che i raggi piu ob-
bliqui erano i rossi, da cio conchiuse che vi sia un
rosso piu rif'rangii)ile del verde. Ora la conseguenza
piu iiaturale degli sperimenti si era che non sempre
i raggi veduti piu obbliquamente fossero i piu rifran-
gibili. Si riconosce giustissima la meraviglia che al-
cuno creda ^stere un rosso piu rifrangibile del
(I) Vetlg. 1/3 Cronacit. Uispensa 12/. uO i^^'ij^no ISfiS, [wi;. 742.
— 393 —
vei'de, quando si considera che di tutte le parti della
fisica quella (dopo la meccanica e rastronomia) che
sembra poter aspirare alia certezza si e l' ottica e^
secondo le piii avverate teorie di questa, il rosso e il
nieno rifrangibile dei colori.
II s. c. dott. Antonio Berti le^^e la sesuente nota
Sill terremoto di Venezia del 20 gennajo d859.
Un moto sotterranco, pid violcnto che quelli del 1857
(la me gia descritli, si fece sentire in questa citt^ la matlina
del 20 gennajo alle ore 8,55', secondo gli orologi del silo.
Le scosse furono due, ma vicine cosi che le divise un solo
istanle di quiete. Ambedue ondulatorie, piuttosto forti, e
pill la seconda della prima, durarono unite da circa 10
secondi, e parvero a taluno accompagnate da romho leg-
gero. La direzione dalT una all' altra mulavasi ; la prima
fii da N. a S., la seconda da E.N.E. ad O.S.O., interciden-
dosi sotto un aiigolo di circa 70 gradi. In molte case suo-
nai'ono i campanelli ; in tutte oscillarono gli oggetti appesi
alle pareli, ed il moto fu abbastanza gagliardo da comuni-
carsi al grandc quadro del Tintoretto le Nozze di Cana die
peiide inclinato dalla parete della Sagrestia maggiore nella
chiesa della Salute. Kessun danno, ch' io sappia, alle mura
degli editizii.
Le osservazioni meteorologiche fatte, secondo consue-
tudine, alle 6 antimeridiane diedero un' altezza baromelri-
ca di lin. par. 342,25 ed una Icmperaturadi 0'',7 reaumu-,
riani sotto Io zero. L'igrometro segno 77°; I'indice dell'a-
nemoscopio guardava a N., ma I'aria era calraa, il cielo
sereno, salvo un picciol tratio all' E. sull'orizzonte. Un'ora
dopo la scossa il barometro era salito a 3 J2"', 40 e il ler-
~ 394 —
luomclro a -f- I', I ; I' igfomelro invorc segnava YG"; I' a-
ria era calma del pari ; il ciclo sereno. Sulo qualchc cirri
loggeri lo Iraversavano in foi-ma raggiala da N. a S., ed
una nohbiorclia roffuscuva presto rorizzonlc
Qucsle scosse non cbboro il loro ccnlro a Venezia :
anclic quosta volta vennero da altro sito, da qiiolio donde
v'l sarcl)be vcniita la tcrza e loggerissima del 10 niarzo
-1857, cioe da quel tralto subalpino dclla provincia Irivi-
giana appellalo Quartiere di IHavc. Ivi ad occideiite di Co-
iiegliano, e a Ire niiglia dal principesco castello di S. Sal-
vator(\ sorge siilla vella d' un picciol colle quelle di Col-
lalto oggi diroccato, ma cui fa corona un paescllo, clie
porta il medcsimo nome. II colle di origine alluviale consta
in gran parte di ciottoli quando disgregali e quando con-
glomerati, e mostra la poca cocrenza della roccia, end' e
composto, nel pendio in niolti siti franato. A'piedi vicorre
11 Soligo, e tutt'aH'intorno la pianura vedesi intersocata da
numerosi torrenlelli, per cui scendono abbondanti le aequo
dalle circostanti colline e dalle non remote montagne.
Ora fii appunto cola donde parti il sotterraneo molo,
che si diffuse per !e provincic nostre, e fu scntilo cosi ga-
gliardo a Venezia.Ne per quel sito il trcmuoSo e fenonieno
insolito: al dire degli abitanli, esso vi si farebbe sentire,
innocuo sempre, da due a Ire voile per anno. Questa Oata
pero Turto riusci inipeluoso oUre ogni usalo : le scosse
prenunziate cd accompagnate da spavenlevole I'onibo fu-
rono ire e consecutive; la prima ondnhitoria, Ic aliresus-
suUoric, e durarono unite da circa 10 sccondi. C'le poi le
due ullinie fosscro violenti lo addilano a tulla evitlenza i
daiuii gravissimi degli edifici. Le niura dell' autico caslcll;)
non patirono gran danno, a merito forse della grosst^zza
loro, e di quelia durezza, clie il tempo impartisce ai ce-
— 395 —
inenti. Ci6 nulla meno quel lalo del muro, che guarda oc-
cidente, ed 6 piu alto e isolate, fu aperto orizzontalmente
a due picdi da! suolo, e la parte sui>eriore un po'sobbalzata
ne rimase, ritta si, ma spostata. I. a torre, antica essa pure
e che oggl serve da campanile, si fendetledall' alto al basso
e caddero alcune pietre della sua cella.
Ma i danni raaggiori se li ebbero la parte moderna o
riaccomodata del eastello, ove abita V agente procuratore
dei conti Collalto, non che il fdatoio, la casa parrocchiale,
la chiesa di reeente costrulta, e quasi tulte le altre casucce
del villaggio. Fu osservato i piii gravi guasli essere sul lato
occidentale del pacse e degli edifizii danneggiati, il guasto
maggiore guardare occidente. Nella casa dell' agente Ic
staoze del piano superiore hanno le mura, specialmente
negli angoli, fesse cosi da concedere passaggio alia luce :
anzi di tali fessure, quasi tutte verticali, taluna e larga da
sei ad otto centimetri.
I nuiri invece del pianterreno, grossi circa mezzo me-
tro, mostrano fenditiu'e strette ma orizzontali, il che appa-
lesa con tutta certezza la natura sussultoria del moto. Al-
cuoi gradini della scala, che metto da questo al piano su-
periore, si spezzarono, aitri vennero schiaatati dalle mura-
glie. in generate gli stipiti degli usci e delle finestre, e i
davanzali di quesle e le pareti tutl/i e le travi sono fesse o
sconnesse per modo da minacciare in molli siti rovina. La
facciata del filatoio rivoKa a ^era, avvegnache sostenuta
da arehi poggiati a grossi pilastri, di circa un metro qua-
drato acccnna anch' essa di cadere; di tre lunghi camini,
uno ruino, gli altri due soslenuti a mezzo da spranghc ob-
blique di ferro si ruppero orizzontalmente, dove le spranghe
niettono capo, e la parte superiore balzata in ai-ia ricadde
sul mozzicone, c vi stette non senza sporgere al([uanto da
— 396 —
esso. Poche le stoviglic, i vetri, lo porcellane, die andassero
salve. Di altre rovinc non parlo, noii avcnido altro scopo
neir annoverarvi cotestc clio di farvi comiirondere la dirc-
zione dell'urto e la gravitili del disaslro, e credo die basti.
Quanto a' paesi viclni, tutli sofferscro danni, ma noii
cosi gravi come a Collallo, e n' ebbero piii qiicili posli ad
occidente del malconcio villaggio, anche se pin Ionian! degli
orientali. Su quel lato la scossa fu sentita violenta a Falze,
a Pieve di Soiigo, a Sernaglia, a Moiiago.a Col S. Martino,
a Guja, a Combai, a Miane, a S. Pielro, efino a Valdobbia-
dene e a Vidor presso il Piavc. In tiUti qucsli paeselli si
staccarono gli intonachi dellepareli; qualche muro sere-
polo; cadde il coniignolo di qualche fumaiuol(», e a S. Pie-
tro, poco lunge da Valdobbiadene, ruino il fasligio del cam-
panile. Chi mi scrive da Valdobbiadene mi dice che anche
cola la superiore parte del campanile lentenno visibilmenle,
cd oscillarono le alte cime dei pioppi, che flancheggiano la
pubblica via, come fossero agitate dal vento. A Segusino,
invece, distanle Ire miglia da Valdobbiadene, e suH'orlo del
Piave, la scossa fu appena sensibile.
Che so ora passiamo ad oriente troviamo cssere stala
questa molto violenta fine a Serravalle, a Ceneda e a Cone-
gliano, e ncll' ultima citla minore che mile precedent!. Un
attento osservatore di Ceneda mi scrive : una spranga di
ferro lunga metr. 0,49 appesa per 1' un dei capi al soffitto
ed oscillante libera in piano verticale aver segnalo coll' c-
stremit;'* inferiorc^ angoli di circa 15 centimetri. Ivi pure
precipit6 qualche furaaiuolo; si fessero i muri di parecchie
case, e si staccarono larghi Iratli d" inlonaco dalle pareli.
Poc' oltre I'u b'nsi forte la scossa, ma non come dal lato
opposto ad oguali distanze. Sedunque il tratto di paesepiii
violentementc scrollato lo immaginiamo chiuso in ima do-
— 397 —
terrainata oerchia, questa avrci forma press' a poco clliltica
coll'asse maggiore da E.N.E. ad O.S.O.,e il centro dcllurto
sarji prcsso uno dei fochi.
Da quel tratio in poi il moto diminuiva; serbavasi pero
gagliardo piii a lungo verso la bassa pianura ed il raare,
chc verso Taitipiano del Friuli e le Alpi. Infatti lo troviarao
vivo molto a Sacile, dove fece suonare i campanelli delle
case e cadere gli oggetti collocati sopra gli arniadi, ma
poco pill in li scemava si chc a Udine fu appena avvertito.
Degli allri paesi del Friuli alcuni lo sentirono, altri no, an-
che se posti a brevi distanze. Cosi verso il Bellunese : la
prima catena dell'Alpi non lo Irattcnne, e scosse per raodo
la vallata, in cui sta Belluno, die ivi dal 4811 nonsiricor-
dano Teguale; ma procedendo per le due valli del Piave e
del Cordevole il movimento presto diminuiva. A Cadoree
ad Agordo fu poco notato^ e meno ancora a Canalee verso
il Tirolo. Anche sul lato occidentale 1' ondulazione giudi-
cossi piuttosto forte lungo i colli di Asolo, ma incominci6
intorno a Bassano a farsi leggera. Al contrario verso il
marc I'urto si conservo forte fino a Venezia: a Treviso fu
tuttavia cosl vivo, die fece cadere il comignolo di qualche
cammino. Si die lo spazio eziandio, dove la circumpulsio-
nc, senza essere violenta, fu pero forte, e rappresentato da
una supoi'licic cllitlica, nella quale il centro del terremoto
occuperebbe uno dei fochi. Solo d a notarsi che il grande
asse sarebbe volto da N.N.E. a S.S 0.,e farebbe col primo
un angolo di circa 45 gradi. Non cosi le piii lievi ondula-
zioni, le quail si propagarono piu uniformemente intorno
al centro giungendo a settentrione presso Auronzo, ad oc-
cidente ollre Trento c Verona, a mezzogiorno sulla sinistra
sponda del Po, a mattina fino a Trieste. La curva per al-
tro,cUe le comprendc, estendcndosi alquaoto piu da oriente
— 398 —
ad occidenle, ritrae alcun poco deU'ellissi in cui sta cliiuso
lo spazio deir urto maggiore.
Parliamo adesso della direzionc. lo dissi clio la dire-
zione mutavasi dalla prima alia secoiida scossa , e chc
quella fu da N. a S., quosla da E. N. E. ad 0. S. 0.
E bene tali osservazioni conformansi a pieno, se ne volele
trarrc quelle lievi differenzc provenienti piu ehe altro da
giudizii basali sovra una sensazione, anzi che siille indica-
zioiii d'lino stronienlo. Intanto I'osservatore di Ceneda
nolo le due direzioni : egli mi scrive essere stala la prima
da N. a S., la seconda da E.S.E.ad O.IN.O.; quello di Agor-
do la giudico per sensazione propria da N.N.O. a S.S.E,
cioe in direzione quasi polare, ma nel tempo stesso osservo
ehe lo specehio appoggiato ad una parete da E. ad 0. eon-
tinuava ad oscillare Gnito il Iremuoto. Coneluse quindi che
le direzioni fossero due, e incrociate.
Delle altre osservazioni eecovi un breve prospetto :
Belluno
da
N.E. a S.O.
Vaklobhiadene.
»
E.
»
0.
Sacile . .
1)
N.E.
1)
S.O.
Udine . . .
»
E.
»
0
Treviso . .
»
N.
11
s.
Padova . .
»
N.N.O.
»
S.S.E.
Rovigo
I)
N.
1)
s.
Vieenza .
II
E.
11
0.
Trento. . .
M
E.
11
0.
A cerziorare la osservazione di Padova concorre il fat-
to, che si arrestarono tre pendoli dell' Osservatorio, i cui
piaoi dioscillazioni sono da levante a ponente.
Ora,comee focile a scorgere, alcunc delle indicate dire-
_ 399 —
zioni coincidono press'a poco colla mia dclla prima scossa;
altre con quella dclla scconda ; due, quelle di Bclluno e di
Sacile danno la coiuponente. Non e dunque difficile clie gli
osservatori notassero delle due quella, su cui arrestavasi
I' attenzione, non esscado moiti coloro, die sappiano du-
rante un Ireniuoto serbarsi abbastanza tranquilli per cse-
guire osservazioni piultosto sotlili. Quelli die la indicano
da greco a garbino spostarono alquanto una delle due, od
ebbero d'entrambe una sensazione confusa.
Del tempo poco e da dirsi, colpa le irregolaritti locali
degli orologi. Accennero solo che all'Osservatorio astro-
nouiico di Padova il preciso istante della prima scossa fu
in tempo vero alle 8\ 58', 38".
II rombo sotterraneo, che precedelte di due o tre se-
condi, e accorapagno le due scosse, fu sentito assai forte
ne'paesi circonvicini a Collalto, e si ando affievolendo nel-
Tallontanarsi; pure, come dissi, fu sentito da taluno a Ve-
nezia. Quelli di Collalto lo dicono spaventevole, e persona,
che abita in un paese poche niiglia discosto, lo paragonava
alio strcpito di due o tre convogli, che passassero simulta-
neauiente sopra una strada ferrata.
II cielo fu sereno da per lutto ; 1' aria calma, e nessun
visibile fenomeno atmosferico precedeva o seguiva il tre-
muolo. Esso capilo, come al solito, inaspettafo.
Gli animali soli n' ebbero anticipato sentore.Narravami
il prof. Paccanoni di Col S. Marlino, die i buoi della sua
stcilla, mezzo minuto innanzi la scossa, si fecero inquieti o
muggirono, obbligando il boaro a levare la voce pcrche
s'acchctassero, e die due gatti, i quali se ne stavanosul fo-
colare intenti al servo, che levava la schiuma al bollito,
dalo un subito salto verso 1' aperta linestra, si slanciarono
nel giardino. La scieiiza parlo frcquciitc di tale raisterioso
Serie m,T. IV. X>1>
— 4U0 —
(' inviiliabile privilogio, io ricordo {|ucsli fatti, percho nar-
lalimi da persona di cui non saproi inetlcre in dubbio la
Iterspicacia e la buona fcdo.
Del reslo il commovimenlo del siiolo non cessava cosi
losto a Collallo. Dal 20 gennaio in poi non passa giorno
senza qualcbc scosscreila, la quale, benclie lieve, seguila a
sconncUcrc e a rovinare quelle poveie case. Ne lulle sono
lievi ; una piuUoslo forte e sussultoria se ne sentiva il 28
a sera; una il 30 sul meriggio; una alle 7 a. ui. del prinio
febbraio; una brevissima, nia violcnta, alle 6,30' pom. dcllo
slesso giorno;una raeno gagliarda la niattina del due. Quasi
tutte sono accoinpagnale da sotterranei romori non sempre
proporzionali all'intensili dclla scossa.
Da quel giorno non ebbi allra novella ; c; da sperarsi
(juindi die in que' travagliati sili il terribile llagello sia ces-
-sato o stia per ccssare.
12 febbraio 1859. . . r
H s. c. prof. RafTacle Molin riiigrazia 1' Istiluto
per la sua reccnte aggregazione e presenta alcune
riccrche anatomiche sullo schcletro degli squali con
J 1 tavolo da ridursi a 10. Dice die 1' iminagini e le
descrizioni sono desunle da preparazioni fresclic ese-
guite di sua inano o sol to la ispczionc di lui, da'suoi
assistculi, c chc v da quelle dinioslrato la natura
avcro crcati alcuni gruppi di animali secondo un lipo
identico, e nondimciio iiclla unita aver costantemeiiie
osservata la piii meravigliosa variela, Lo stesso s. c.
fecc dono all' fslituto di una collezionc di vcrmi in-
lesUnali da lui Irovati nolle provincie vcncle ed ag-
giimge un calalogo eolla indicazione del genere; della
— 401 —
specie, dell'autore, degli animalij dell' organo e del
tempo in cui furono trovati.
II presidente con benigne parole accoglie il riii-
grazianiento del nuovo socio e il dono da lui presen-
tato in uno al seguenle catalogo.
~ 402 —
o o
G E N E R E
SPECIE
AUT
1
mPLOSTOMUM
auriflavum
Moil
2
HEMISTOMl'IM
aid turn
Dies
3
»
tSpciluhi
>
6
i 7
HOIinSTOMLM
»
»
Luyena
Sp/iiierula
(la tins
Curnucvpia
iWc!i
Diijffi
IVici
>
8
CODONOCEPIIALi:S
mulabUis
Dies|
9
MONOSTOMUra
fnliaceum
lli.shix
IVluii
H
niSTOMUM
Pol on a
»
12
14
15
n
»
obovaluin
hiffonocep/mlum
Soccus
urniulum
1,
KiuldU
Mci
1
10
17
18
19
20
21
22
»
»
»
»
»
senuannaluiH
Galceolus
hctcroclilum
cchinalum
Cesticillus
ferux
matrix
1
)
Zei
Mm)
Zeir
Dujaic
23
24
»
»
nifoviride
excisum
Rudoh
23
26
»
bilobum
Atomon
— 403 —
EPOCA
A N I M A L I
0 R G A N I
nei qiiali
uei quaji
OSSERVAZIONI
el ritrovanieiuo
vivono parassiti
si rinveiigono
irili 1858
Ardea Nyclicorax
in inti:'ftino tenui
irtio 1837
Canis Vulpes
» " »
Ordine dei
Myzelmin-
tha, tribii
degli Aco-
tilea
ibruario »
Falco Nisns
in intestinis
■
■cenibii 1857
Strix passerina
in inteslino tenui
bruario »
Corvus giandarius
in intestinis
• luarid 1856
Gadiis IVierlucius
in intestine crasso
.lio 1858
Strix flammea?
in iutestino tenui
Ijo 1857
Peli'phylax esculentus
ad cor, inter musco-
los torhacis
C -
hruaiio 1856
Acipenser Nnsiia
in cavo abdominis
Ijo 18o7
Pt^lophylax esculentiis
in intestinis
f ■.
J 10 1858
Caianx tiachurus
» »
Ordine dei
Myzelmin-
tha, tribii
dei Muno-
colilea
»
Chrysnphris aorata
» »
t^enibri 1857
Mustela putorius
in intestine tenui
^/enlbI•^ a
Musteliis plebejus
in venfrieulo
» »
Phasianus Gailus
in intestino recto et
coecis
Frnaiio »
Acipenser Naccari
in intestinis
,■ ■.
D embri »
Cnn£;er Conger
in intestino tenui
J'io 1858
I'eidix Cotnrnix
in intestinis coecis
Alii »
Ardea Nycticorax
in intestino tenui
Fniario »
Lophius piscatorius
» » »
A Hi »>
Ciconia alba
in intestinis
F'ruaiio »
Rbonibus maximus
ad euiem cavitatis
branohialis
,,
Oombi-i 1858
Conger Conger
in ventriculo
In 1858
Scomber Scomber
in ventriculo et in-
testinis
>''
^lli «
Ibis Falciuellus
in intestino tenui
■ ■
ho »
Platossa Passer
in intestinis
— 404 —
2 ?
o..—
. to
•z. <"
G E N E R E
SPECIE
AUTORI
I
- .
27
DISTOMUM
globiporum
Rodolphi
28
SPARGAKUM
elliplicutn
M
29
SCOLEX (Gymuoscolex)
polijmorphus
»
30
» »
t liquet cr
Molin
51
CARYOPHYLLAEUS
punclulalus
»
52
55
DIBOTHKIUM
»
longicolle - ■
punclatum
RiululpI
54
TRIAENOPHORUS
nodidosus
)i
55
TETRABOTHRllTM
longicolle
Molii
56
>i
uuriculutuin
Rudolf
57
»
orispum
Moli*
58
ONCHOBOTIIRIUM
verticillatum
Rudolp
59
»
coronalmn
» i
--405 —
EPOCA
ANIMALI
0 R G A N I
nei quali
nei quali
OSSERVAZIONI
lei ritrovamenio
vivoDO parassiti
si riuvengono
3rtio 1857
Leuciscus Scardapha
ad branchiae, vesicu-
lis inclusa vel li-
bere vagantia
nuario !8o7
Mustela Futorius
sub cute in regione
Ordine dei
••• •
axillari et iliaca
Cepbaloco-
tylea, sotto
ordiuo de-
gii Aprocta
e tribii de-
gli Aga-
moarhyn-
chobothria
ibruario »
Rhombus maximus
in inteslino tenui et
crasso
I jo 18c8
Beloiie Acus
in intestino
> »
Conger Conger
in Intestino tenui
Ordine Ce-
phalocoty-
lea, tribii
dei Ga-
moarhyn-
chobolhria
(mi aiiiii tenipure !
I'hasianus gnllus
Rhombus maximus
n a »
B n »
Brtio 1857
Leuciscus Scardapha
wo »
P/en>bri I806
Scyllium steilare
in intestino crasso
( Eutetrabo-
thrium)
1\ 0 I808
Tiirpedo marmorata
» » w
(Anlhobo-
thrium)
^/enlbl•i 1857
Mustelus plebejus
» » w
(Anthobo-
thrium)
DiCnibri »
Rhjj Batis
» » w
(Calliobo-
thriuni)
K eiiibri »
Scyllium steilare
») n ))
( Acanlho-
bothrium)
— 40(j —
o
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G E N E R E
40
41
42
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44
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46
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49
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52
53
54
55
56
n7
:;8
59
60
RHYNCHOBOTHRIUM
EGUINORHYNCUS
OXYURIS
S F E C 1 E
coroUatum
cuciimerma
disfxir
tetragona
infldia
iind(tln/(i
Cc's/icillus
ghihifera
Malleus
cra/criformis
soUlarius
lateralis
annulalus
siria/us
lu'paticus
conlorlus
Pruteus
Frassonii
circumflcxus
Anlhuris
scmilanceolala
— 407
EPOCA
el litrovanienlo
A iV I M A L 1
nei quali
vivono parassiti
0 R G A N I
nei (juali
si liuveugono
ijo 18c8
luaiio »
rtio »
^enibri ISo'
uario 1858
io »
;enibri »
Mustelus eciuestiis in iutesiino crasso
Caiiis faniiliaris
Bul'o vulgaris
Phasiaiius Gallus
Fuiica aha
Corviis frii^iilegus
Phasiaiius Gbllus
Falci) rufus
FhasiHUiis Gallus
Piciis viridis
anui tempore Conger Conger
0 18o8
i'en)bri 1837
'enibri »
*io 1858
"■"ario 1857
enibri »
liu „
■embri »
Beione Aeiis
Gadus IVIerlucius
Ardea ciiierea
Girriilus Pica
Strix flamniea ?
l-eueiscus cavedauus
^'^nllenius artjuatus
Talpa europaea
Triton puiictatus
Mils niusculus
in iotestino tenui
in intestino crasso
in intestino tenui
in intestino
in iutestinis
in ver.iriculo et in-
testino
in intestinis
in cavo abdominis
in intestinis
in Cavo abdominis ad
liepar
in inlesiino tenui
in ventrieulo et in-
testino
in intestino tenui
in intestinis
in intestino
in intestino crasso
Scric 111. T. 1 V.
OSSERVAZIONI
Ordine dei
Cephaioco-
tylea,;tribu
dei Gamo-
ibynchobo-
lliriaj^
Oidine dei
Cephaloco-
tylea,tribu
dei Gamo-
cyclocoly-
lea
Ordine dei i
Rliyngodea,
tribii degli j
Acanlhoce-
phala
Ordine dei j
Nemaloidea,
tribudeiGa-
moneuiutoi-
dea I
S5
408
AUTORE
O o
. CO
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G E N E R E
SPECIE
61
ASCx^BlS
dcpressa
Rudolphi
62
05
64
6o
66
»
»
biunchiata
coinmutala
nigrovcnnsa
niicrocep/iala
mcrescens
M..lin
Uiesing
Riidolpiii
»
Molin
67
68
69
70
71
»
n
»
n
»
inflexa
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rugosa
eruudala
seviilcrcs
Rudolph
»
M-lin
Diijardii
Rudolph
72
»
circumflexa
Molin
73
»
triquelra
Schraoi
74
HETERACIS
ui'sciculan's
Dujaidi
75
SPIROPTERA
slntniosa
Riid.dph
76
DISPHARXGUS
conlortus
Molin
77
CVCLLLAISUS
imcroccphohis
Dujardi
78
STELMUS
praecinclus
»
79
H\STRICHIS
orisphms
Molin
80
81
82
83
84
FILARU
»
TRlCnOSOMUM
n
allcnudia
perfornns
curonaia
gracile
rcsectum
Rndolp'
Molin
Riidolp
Molir
Iliij^rd
83
86
CALODIUM
DOCHWIUS
uUil'.un
tngonocipliulus
Mollt
Dujan
87
STRONGYLUS
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^^■B^
4(19
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A N I ai A L I
nei quali
vivono parassiti
0 R G A N I
uei quali
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OSSERVAZIONI
I
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I'bruario 1858
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auianni tempore
Icenibri 1857
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jo 1858
ti:embri J 857
'jo n
t'embri »
»-tio
to
FaKo rufiis
Zeus Faber
Bulii vulLjaiis
Feli'philux esculentus
Aidea purpurea
Ldphius piscatorins
Fhasiarius Gallus
Testuild giaeca
Stryx Bubo
Cdiij^er Conger
Vanellus ciistatus
Felis Pardus
Canis Vulpes
Fbasianus pictus
Talpa europaea
Ibis Falciuellus
Emys lutraiia
Conger Conger
Ibis Falcinelius
Corvus Cornix
Mustela Foina
Coracias Garrula
Gadus Merlucius
Corvus frugilegus
Mustela Putorius
Canis Vulpes
Pelophyiaxesculentus
in inlestino tenui et
vent] ieulu
in ventrifub)
in inlestino recto
in pnlniduibus
in voiilripiilo
in aesDphago et ven-
trioulo
in inlestino tenui
ni intestino tenui et
ventriculo
in ventriculo et duo-
deno
in ventriculo et inle-
stino tenui
in intestinis coecis
in ventriculo
in ventriculo nmscoli-
risubepiderniide
in intestlno
in inlestino et cavo
abdominis
inter tunicas echini,
in ducto proprio
in cavo abdominis
sub cute
sub cute colli
in intestinis
in iutestino
in ventriculo
in intestine tenui
ia ventriculo
(Thoniinx)
■■■■X- . ;: /l'.:<.-.— w( . \.vy.f, ;., ■ .'•, ■■■
ll m. e. presidente cav. Menin legge una Memo-
ria sulle cagioni che resero inefficaci i tentativi rivolU
ad abolire la tratta dei ISe^ri e sui mezzi di rauiiiiiii-
gere qiiesto filanlropico inleiito. Mostrala 1' inulilita
del dirilto di visita e della proposta libera immigra-
zione, niette in evidenza essere la tratta conseguenza
delta vendita dei ISegri, it cui iniquo traffico prose-
guira finche i commcrcii dell' antico e nuovo conti-
nente richicderanno le loro braccia. Cambiarc lo stato
di qiielli non e bisogna di breve tempo, pure il no-
stro coUega ha fede che si ricsca snidando dalle loro
dimore gli autori e niinistri dello scandaloso mercato,
risarcendo i capi delle interne tribu per la perdita
fatta loro provare coll' abolizionc di quelle, risarccn-
doli, ciocj mediante erezione di un istituto commer-
ciale sulla costa della Guinea. Yuole che si approfilli
del JNiger a stringere relazioni di traffico con Tim-
bouctor e che portando in quelle regioui le nostra
_4I2-
macchine c i nostri struinenli si ediicliino gH AlVicani
a conservare ii^li schiavi, facondoli lavorarc per loro
conto, e che si estenda la rcpuhblica l/iberiana, afUn-
che i Negri sieno maestri ai Negri nella morale, ncl-
r agricollura c ncil' iiidiistria. E siccome il cotonCj
che alimenla le labbriehe iiiglesi viene collivato col
sudore dei Negri, i qiiali possono reggcre alle alte
Icmperalure favorevoli alia vegotazione di questa
pianla, il nostro collega, osservando che la tralla di
qiici miscri frutla principalmente air Inghilterra, Iti
voli che questa posseditrice in Asia di vasto paese
acconcio alia coltivazione del colonc vi adoperi hi
qiiello gl'Indiani, o se grindiani noii sono pazicnti di
lavori campestri, vi mandi quelle migliaia d' Irlandesi
che per oppressione o per fame fuggono ogni anno in
America, alia quale in tal guisa cessera 1' highilterra
di pagare 1 umilianlc tributo di enormi ricchezze,
comperando la materia cui si appoggia una princi-
pale sua industria. « I malivecchicosi fisici, come mo-
rali, conchiude il nostro presidente, non si guarisco-
no in un istante e si per gli uni come per gli altri i
trattamenli piu lunghi sono i pin sicuri. »
> • i ",'
II ni. e. prof. Bellavitis legge la seguente '
— 4^3 —
RE LA ZI ONE
SiiUe iavole iV intefjraU defmiti compiUite da D. Bic-
rens de Haan e puhhlkate nel T. IF (1858) delle
Memorie dell'Accademia d' Amsterdam.
Sono oosi rapidi ed incessanli i progress! della Mate-
inalica che, nelf impossibilitii di prender conoscenza delle
meraorie pubblicate negli Alii delle Accademie e nei Glor-
nali apposili, si fa ognoi* piu senlire il bisogno che alcuno
si accinga a compilarc opere general!, le qual! raccolgano
quanto di veramente nuovo si va discoprendo. Ma pur trop-
po non presenla sufficienle allellamento F improba fulica
di studiare ed allentamenle discutere ciu che fa fallo da
lant! aiilori, sceverare il nuovo, c queslo esporlo in luodo
acconcio, e clic bene si coileglii colle allre leorie. Quanlo
piu scarso e 1' esenipio, lanto piu dee lodarsi chi eseguisce
ulcuna parle del difficile ed ulilissimo lavoro,
Tra le varie formulc, a eui per molte, e spesso indirette,
slrade giunsero i Malemaliei, si distinguono in ispecial
niodo quelle conosoiute sollo il nome d' integrali definili :
quando un calcolalore s' inibatte in uno di questi inlegrali
gli e diflicilissimo conoscere se esso sia giti nolo, sicche ne
possa aver subilo il valore, oppure debba ricercarlo nie-
dianlc il lungo processo delle quadralure, clie vale sollanto
nei easi del lullo parlicolari, cioe puraraente nunierici.
Mollissinie memorie furono pubblicale su tal argomenlo,
ma non ancora furono trovali melodi a])baslanza generali
e diielli per la dclerminazione degli integrali definili ; era
dunque importantissimo raccogliere almeno i finali risul-
— 414 —
lamenti degli iiltrui Invori, e quest' opera laboriosa I'li ese-
guila (lal Miiloinatico Olandcse sig. D. Biercns de Ilaan riii-
neado in un voliiine, chc e il IV delle Momorie doll' Acca-
demia di Amsterdam di circa GOO pagine, piu di tre migliaia
d'inlegrali deliiiili. Egli dovelle spogliare un gran numero
di opei-e e di niemorie, ed accompagnu le forniule da lui
portate coll' indicazione del luogo in cui le trovo ; cura
ollima, perclie serve a veriQcare le formule slesse e vedere
il modt) con cui si possono diniostrare. L'aulore aggiunse
agli integrali da lui raccolli altri clie so ne deducono coi
noti melodi di trasformazione, c cio onde facililare le ri-
cerche e render piu complete le sue lavole.
Quantunque eslesissinio sia il lavoro, pure altra messe
rimarrt'i cerlamente da aggiungervi ; esso fu stampato nel
1858, ma si riferisce soltanto a cio clie era pubblicato
prima del l853;inoltre I' autore dichiara die molto gli
rimaneva da cercare nei Giornali Inglesi ed Araericani.
Di autori Italian! sono citati Bonconipagni, Cisa de Gresy,
Libri, Plana, Tortolini ed anclie Lagrange e Mascheroni,
quantunque nella prefazione non sieno indicate le loro opere
o memorie die furono spogliate (sarebbe slato opportuno
che tal nota fosse compiuta, onde si sapesse di quali me-
morie rimanga da fare I' esame), non credo che I'Autore
conoscesse nd le memorie del Frullani , nd I' opera del
Piola. lo scorsi rapidamenle il trattato sugli integrali
definili inserito da quest'ultimo nei due volunii d' Opuscoli
Matemalici, che si pul)blicavano nel ^832-34 a Milano, e
riseontrando che gli integrali dinioslrati dal Piola erano
quasi tutti contenuti nelle tavole del Matemalico Olan-
dcse, riconobbi col fatto la facilila di adoperare queste
tavole. La I'icerca piu ardua era quella di una dassilica-
zione possibilmente razionale, e che riuscisse facile nella
— 41^ —
prallcu. Ecco in qual modo si doe procedore per scrvirsi
di quesle tavole : si osserva se il proposlo integrale definilo
coDlenga funzioni algebriche, — esponcnziali, — logarit-
micLe, — oiiculari dirette, — circolari inverse, — od altre
funzioni, c secondo che vi entrano una o due o piu di quc-
ste sei specie diverse di funzioni, si riconosce dalia pag. 3
deir opera in quale delle he parti ed in quale delle 35
sezioni si debba ricercare quell' integrale; dopo di che
n€lle pagine cLe stanno di seguito si scorge come, a sc-
conda delle diverse forme delle funzioni e dei differcnti
limiti dell'inlegrale, si debba cercarlo nell' una o neli'altra
delle 4 i7 tavule, che formano 1' intera opera. Ciascuna
lavola contiene di solito circa una venlina d' integrali di-
stribuili secondo il grado della loro semplicita. Dopo Iro-
vato r integrale ed il suo valorc bisogna rammentare di dar
un' occhiala alio osservazioni e corrczioni aggiunte nellu
Prefazione {xvij ... xxxj) ed occasionate da un nuovo esa-
me del lavoro. La prima di qneste aggiunte eonlieno le
indicazioni dei Malematici cJie calcolarono il rapporto della
circonfci-enza al diamelro da Arcbimede con 2 decimali
fino a Shanks con 530 decimali ; prova quesla non solo
della facilita di calcolare, ma anehc della priq)ensione a
perdere il suo tempo.
L'Autore aveva chiesto ai materaatici indicazioni e
consigli pel lavoro da lui progettato, ma niuuo rispose al
suo appello.
Per integrale delinito s' inlende quello, i cui due limiti
sono detcrminati ; se non si voglia che la distinzione sia
di solo nome, bisogna soggiuugere che i limiti sieno ambe-
due numerici, allrimenti se uno di essi fosse espresso du
una lettcra differcnte da quelle che entrano neil' integrale,
esse sarebbe un vcro integrale iudeiinito ; giacche niuno
Serie III, T. IV. .54
— 446 —
per certo diri die la formula cangi quanilo invece della
lettera x si scrivc per cscmpio la p. Pcrcio in una raccolta
d' intcgrali definili sarebbcro da escludersi quclli, cbe sono
veri integrali indefiniti e gii notissimi ; voggansi per esem-
pio tavola 3 (9), tav. 4 (H), tag. 12 (25),tav. 15 (10) e ta-
vole 5i, 41, 130, 234, 3G2, 3G4, ccc. Anche un integrale
definito tra limiti numeriei puo essere una sempUce tias-
formazione di un integrale indeliuito ; cosi per cserapio
r integrate fl'/e""«dtt preso tra i limiti w=0, w:=l non
differisce da y^'^a-'da; tra i limiti a;=0, a--rra, cio(i dalfin-
tegrale indefinite. Potrebbero ancbe ommettersi gli inte-
grali presi tra limiti numeric!, che sono casi particolari di
notissimi intcgrali indefiniti; perallro cssi sono \eri inte-
grali definiti ; c lo possono pur essere quelli, i cui limili
letterali entrano gia nella funzione da integrarsi ; ma que-
sti possono, e per I' iinlformila di calcolo deggiono, ridiu'si
ad integrali a limiti numeriei apponeudo alia variabile una
costante o come moltiplicatore o come quantita aggiunta.
Per tal maniera io crederei opporluno die tutti gli inte-
grali definili si riducessero a due sole specie, secondo che
sono presi da w=:0 ad n=\, o da v=:o a v-=cc , poi-
clie troYO opporluno di consideraregli integrali da ?(;=r — oo
a w=i-y:! come la somma di due integi'ali da 0 ax . Un'altra
avvertenza die sarel)be stala utilissima ad abbreviare le
tavole si e quella di clevare le variabili n,v,iu a quelle po-
tenze, e mollipiicare le i\tv per ([uei coefficienti, die I'ossero
opportuni a ridurre 1' integrale sollo la forma piii seuipliee.
Cosi per esemjiio la (4) della tav. AO non e niente piu gene-
rale della (3), die e una conseguenza immediata della (7) (8)
della tav. 30. In quanio alia classificazione degli integrali
io avrei bramato cbe si badasse soltanto alia forma delle
funzioni, riunendo insicmc gli integrali definili presi tra
— 417 —
liinili diffcrenti, i qiiali si sarobbero scorli adoperando due
variabili w, v, alle qiiali potrcbbe aggiungersi per comodiU\
tipograflca !a t, che s' intendosse seinpre presa da tz=zO a
Ora che fu fatta una si laborlosa raccolta si potri mi-
gliorare la disposizione, e rendere 1' opera mollo meno
voluminosa e piii espressiva. Dallo studio dcllo 35 tavole
contenute neiia I. sezione reiativa aile funzioni puramente
algebriche mi pare poco opportuna la distinzione dclle fuo-
zioni in inlere o fratte, raziouali o irrazionali ; ed infalti
r Autore stesso nolo che tale distinzione era spesso piut-
tosto apparentc cLc reale. Ecco Ic riduzioni, che senza to-
glicre alia generalita delleformule mi sembrcrebbe doversi
portare a questa sezione. S' intenda sempre che o, ^, ... sie-
no numeri inleri positivl, e p, q ... quantitii positive^ esclu-
so in arabidue i casi lo zero. La variabile u o v si elevi a
tale potenza positiva da dare alia formula la maggior sem-
plicila, ed alia v si aggiunga pure quel coefficiente che val-
ga a semplifioare le formule.
Tavola I. La funzione sia una potenza qualunque del
binomio r^pu oppure \z^v moltiplicata per una potenza
qualunque della variabile e pel suo differcnziale. Dopo al-
cuni casi particolari di noti infegrali, porrei il {E)
{\—uf-'iLi~\\u = l./'-'l.^-' : 1/+'/-' , che e il primo
Euleriano; segnando con \f~' il fattoriale l,2,3...(/; — \),
e, se p non 6 intero, il gamma T (p). Questa formula c
ripetuta un gran numero di volte, cioe tavola j. 8, 10, 12,
47, 23, ij. 2., iv. 9, x. \ .... 22, xij 4, 13, 16, 18,
23, 24, xiv, G ; c con tulti gli esponenti interi si trova
tav. j. 4,6,9, 13, 14, xxxv, 23. Ne e un caso partico-
lare la
— 418 —
ridotta a due fadoriali quantunquo responontc p sia fra-
zionario; cssa e data lav. /. 5, 10, ix, 6, II, 13, a-, 4, xij, 2,
n, 13, 19, xxxiij, 2, 5, G, 8, 9, I 1, xxxiv 7, 9. Cosi
juire la
{E(>) Jii—vf-P-'uP-'du—TrU-p]"^' : i"~'- sen p7r
purclie a>/?, tav.;. 7, 15, IG, ij 3, 4,5, G, /j',G, 7, 8, 9, 10,
i\ 7, Jx, 4 , 2, 3, X, 5, 23 . . . 27, xj\ 1 ,2, 3, 4, .r//', 3, 5, G, 7,
8, 17, a'/a^ I ... 5, 2 1 ... 24, xv, 17. Ed il caso parlicolare
di quest' ultima
{E(>ct)J(\—v)'"-iu^--i(\v=7r\a^\]" \h-h\\'': //'+'M.«+^
ia\'.ix,'i, 5, 7, 8,9, 4 0,^^,1,10, 12, ,9?//, 5, xv, G,
7, 8, 9, ai'/, 3, a\r.r»>", 1 , 3, 4, 7, 10, a-,r.r/>, G, 8, 10, 15,
a i\TJ', 2, G. Uispelto ai liuiiti 0, oo si conosce la formula
ineno gcneraie {E'aa) / (I — v)~'v'^~^(\v=:7r clgy; 77-,i)urche
P<^1; essa comprcnde hxviij S^xix, 9, 12, .r.r, 4 3 ... 4 7,
xxij, 5, G, 7,4 3, 4 5, 20, xxviij, 2, 24, .rA-«>, G, 4 5, 16.
Potrebbc aggiungersi la xxj, 7, ma essa mi pare falsa a
motivo del passaggio per Tinlinito. Rispclto al binomio
col segno -{— si ha la
{Fa) /il-f «)- «^-d. = { ^'(^+^) - 1 Z' (|-)
tav. iij 1, 4 3, 4 8, xxxv, 3. Dove Z' e la derivala del log T:
sarebbemolto opportuna una tavola che da .c=4 ad x=2
contencsse, ollre il logaritmo tubulare del gamma, le sue
derivale, che servircbbero anolie ncH' interpolazione della
tavola slessa. Se no ha un caso parlicolare iiclla (Fau)
y(l_^,,)— '^f— Td»t =— lav. I// 12, r, 23. AHre formule
— 419 —
sono la •■
tax.iv, 18; la iv, 3;t',2i, e la iv, I ed il suo caso particolore
iv, II. Poscia abbiamo T iiifegrale Euleriano
(F) /{l~hv)-P-T vf'-\\v=\''~' . |-/' :l.P^•7-■ lav. xviij
\2 ... ^0 xxj 9, x.vvij, 8 ... 13, 15 ... 19, 21, 22, 23, xxvij,
1,21, 22, 23, xxviij, 8, od il siio caso particolare ad espo-
nente intero xviij, 27, 28, xxxj 10, II, ed il caso in cui si
riduce al rappoi'lo di un arco al suo seno xviij, 2, 3, A, 5, 7,
4 1, 17... 27, xix, 5, G, 8, .x-j;, i , 3, 4, 5, G, 9, 1 2, .ray i 0 ...
-1 5, xxij, 1 , 2, 4, 8 .... 4 2, 14, xxvij, 2 7, 20, xxviij, 3,
4,3, G, ar^'/A', I [ ., a;.rjy, 1 , 2, 3 . . . 9, 20 . . . 23, xxxij I , ...
4 7, XXXV, IG, 17, e quello in cui conticne la sola trascen-
dente tt xix, 1, 10, i I, 13 ... 17, xxj, I . . . G, xxviij, I.
lo porrci in una Aggiunta a ciascuna tavola le formule
contenenti la somma o differenza di due fra gli integrali
precedent!, i quali non si conoscan separatamente ; cosi
I'Aggiunta alia tav. I contcrrebbe la
{E—E) f(\ -i,)-^{uP~^~u^-')du=Z' {(i)—Z' ip] lav. iij,
4, 7, 8, 20, 21, y, 3, 4, 8. Ed i suoi casi particolari tav. iij^
4, 9,23, V, 2, 3, G, 4 2, 13, 14, 18,20,21, xv 18,— av, 5;
— iij, 3, — iij, 6, — vj, 12, 1 3, 4 G, xvj, 9, 1 3. Poscia ab-
biamo la XV, I , — La iv, 4, 3, 23, v, 23, 2G. —La vj, \ I , col
suo caso particolare iij, 17, 24, v, I, 4 I, I G^ 17, 19, 22,
XV, 2. —La xviij, 28, xxiij, IG. — La xxij, 3, 4 7, 4 8. —
La xxiij, 8. — La xxiij, 13. — La xxiij, 4 4. — La xxiv^
4 8. — La xxvij, 14. — La xxix, 4 3, 4 7. — E la .r,*;/.r,
44,18.
— 420 —
Per lal niodo in 30 fornuilo nc pono conipiTso piii di
300. Credo clic si l\irel)bc lavoro vantaggioso compen-
diando in simil nianiera tutta lopera, e discntendonc le
fonnulc per assicurarsi dclla loro esattezza ; noil' esame da
Die falto rioonobbi parecohi errori, ma ii trovai tulti notali
hgW errata. Torse riprendcro aitra volta (jucslo sliulio, in-
tanto fu mio scope di richiamare la vostra altenzione sopra
I'opera del cliiar. IMateraatico Olandeso, il qiiilenclT. V
(1837) delie medesimc Meraorie ba un cstcso lavoro sulla
riduziono di ak-une forme gencrali d'integrali definili.
Lo stcsso m. e. prot". Bellavitis conuinica la se-
gucntc nota Sui vantarjfji di una maniera di niime-
razione nelle cittd.
I nostri padri se ne stavano nclla propria ciUi'i, che
conoscevano palmo a palmo, c se talvolta andavano per
alquanti giorui ad a])itare allrove, appareccbiavano buon
Iralto innanzi tutto cio die potcva giovare alia sfraordi-
naria circostanza ; facevano precori'ere leltere commen-
dalizie per trovarvi qiialobe persona fidata, cbe loro fosse
di guida nelle ignotc contrade. Ora le cose son ben mutate;
avviene non di rado die aUuno giunga al meriggio in una
cilti, a cui avcva pensato soltonto nclla maltina del giorno
stesso : egli smonta dai carrozzoni della strada fcrrata, e
per andare nel centro della citt^ dee cbiedere la via a pa-
recchi borgbigiani : vnol recarsi da un amico, la contrada
dove qncsti abita e poco conosciuta, gli conviene ripetere
le dimande, a cui si risponde in modo dubbioso ; trovata la
contrada ; Ic case gli si presentano distinlc con due o ire
nnmeri per cisdieduna, egli non sa a quale altenersi, tinal-
mente, dopo mollo cercaro, giungc alia casa deiramico ; a
— 421 —
quoslo dice che (Icsidcrava vcdere altre porsono, e viene a
conoscere che era passalo prcsso alio loro ease, cd avi'ebl)c
polulo visilarle da prima, mentre oia gli tncchera rifaro
la strada gia percorsa. Se egli ha parccchi indh'lzzi, per
qiianto voglia contare sulla gcntilezza degli abilanti, c iin-
possibile che sappia da loro 1' ordinc con cui piio giungervi
sollecitamente, onde abbreviare la strada coniplessiva ; cosi
ill disperazione di causa, prende un scrvitore di piazza^ il
quale nol falto dlvieno ilsuo padrone; cgli ha perduta quclla
carissima liborti di camminare in paese poco nolo come e
per dove meglio gh accomoda ; vedra una contrada magni-
fica, ma non potrii andarvi che la sua gnida gli dira che
per quclla parte non giungerebbe mai al suo scope, e che
invece per una accorciatoia vi sara subito ; e come questo
sul/ito gli serabrera hingo, percorrendo raisere straduzze, e
ad ogni momento vedendo delusa la speranza infusagli dalla
fraucliezza della guida : e forse che la contrada preferita
dal suo gusto lo avrebbe condoito a mutare di poco 1' ordi-
ne dei luoghi che ei bramava visitarc ; ne sara impossibile
che la guida o per ignoranza o per accrescere il prezzo
dei suoi servigi gli faccia percorrere una strada molto piii
lunga del dovere. — L' iinbarazzo di chi si trova in una
citla nulla o poco nola si fa molto maggiore se sia di notte,
se il forcsliere non ben conosca la lingua parlala dal po-
polo, e se queslo non abbia la gcntilezza del Veneziano.
Le circostanze ora acoennale mi pare che largamente
giuslifichino il desiderio di trovare un qualche modo pel
quale chi giunge per la prima volta in una citta possa an-
dare per una delle vie pid brevi nella piazza principale
senza chiederne a chicchessia; vegga quanlo abitano dislanti
Tuno daH'altro gli amici, di cui ha i recapiti, e mcdianle
un foglietlo di guida conosca pure le posizioni delle cose
422
principal!, e scorga con qual ordiiic gli lorni opporluno an-
darvi succcssivaniciitc ; iin niodo pel (jiiaie il foresliere
sappia semprc in qual parte deila cilia si li'ova, e possa
nolai'o il luog;o, in cui vedc aUiin chc d' osservabile, in
j^uisa di polcrvi poi rilornarc a suo piaccro, e sia piena-
mcnle iuleso so ad allri parii di quel iuogo, senza l)i^oa;no di
quelle lanle deseriziuni die coniunenienleoccorrono; c dopo
Ic quali limane il duhbio di non inlendersi ; un modo infino
mcdianle il quale il foresliere sappia diseernere la slrada
pill breve da un Iuogo airaliro, meglio diquellocbe soveule
lo sap[)ia cbi vi fcce lungliissimo soggiorno.
La non dubbia iililila di soddisfarc a qucsti desiderii
e lo scorgcre, ebe tra le riforme in cui gareggiano lo cilia,
niuna accenni ad ollenere quello scopo, polrebbe far na-
scere il pensiero cbe la cosa sia difiicilissiiua, clie forse
bisogncrebbe scrivere sui canli dellc conlrade tanlcindica-
zioni da ridurrc le facciale delle case simili alle pagine di
un libro. Inveco la cosa e tanlo facile, e si fonda sopra un
principio cosi nolo, die non ardirei parlarne se non mi
servisse di seusa il credere cbe essa non sia ancora in al-
cun Iuogo adoUala. II principio t^ quello delle coordinate
parallele, cui in parte si rassomigliano la longiludine e la
latitudine geografica. — ■ Presso il centro di ciascuna cilia
si scelga un monumenlo osservabile e luollo elevalo, cbe
per esempio a INIilano sarebbe la cupola del Duomo, a Pa-
dova il campanile presso il palazzo municipale, e qui sareb-
be il campanile moggiore, quanluii([ue esso sia presso piul-
tosto al cenlro morale cbe al centro Osico; per queslo punto
s'imraaginino condoilc due retle, I'una da occidenle verso
oriente, c 1' altra da mezzogiorno a setlenlrione, e a quesle
retle allrc sieno parallele tra loro distanti di decametroiii
decametro; dove queste retle taglianoleparcti dellc conlrade
— 423 —
odelle piazze, si ponga u\\ numero neroper lo seconde relte
e rosso per le prime, il quale inoslri qiianti decainctri quel
punto sia discosto dal punio centfale, sia nel senso da oc-
cidcnte ad orrienle (nuraero nero) sia verso mezzogiorno,
o verso settentrione (numero rosso). Acciocchenon si debba
cercare sul muro da qual parte i nuoieri procedano dimi-
nuendo, giover^ die ciascun numero sia accorapagnato da
una freccia rivolta verso il punto centrale ; e per togliere
ogni equivoco questa freccia sara posta dopo del numero
nero se questo indica un sito piii orientale del centre delta
citli, ed invece lo precedertj se il numero sia nella parte
occidentale : cosi pure un numero rosso seguito da una
freccia indicbi cbe quel luogo e piii setientrionale del cen-
tre delta citti di lanti decametri quanti sono espressi dal
numero, ed il nuraero rosso preceduto dalla freccia (die
viene a tener luogo del segno meno dei matematici) espri-
meri una distanza prcsa verso mezzogiorno.
La scriitura di tutti questi numeri non porterii un
gran lavoro, poiche per certo saranno molto meno fre-
quenti di quei numeri coi quali si sogliono indicare to
case. I moiti cangiamenti di questi numeri, mentre sono
cagione di confusione provano che essi male corrispondono
al loro scopo ; ed infatti e palese che un numero progres-
sive non 6 per niun modo opportune ad indicare case dis-
tese su un piano. Nei registri censuarii sara pel facile
porre per ciascuna casa un numero nero ed une rosso, i
quali in decametri ed in metri indichine la posiziene delta
porta, ed anche, se si voglia, i conlini delta casa. E (|uesti
numeri, percbe fondati sopra un principle razienale e non
arbitrario, rimarranno a perpetua notizia dei posteri, men-
tre i numeri altuali sono fonte di dubbiczze. S' intcnde di
per se die quando le contrade non sono largbissiiiie c inu-
Serie III. T. lY. 55
_ 424 —
tile scrivere ciascuii numcro sii ambedue le pareti, e si
possono alternarc da un punto all' altro, cd anclie ommot-
toriio alcuno, poiclic la distanza di venli meti-i o abbaslan-
za piccola per iscorgere la progressione dei nuineii.
Con facili considcrazioni ognuno pu6 intendci-e come i
progeltati numeri corrispondano del tiitto ai desiderii siH
perioniientc csposti ; e se venga fatta la nuova numerazio-
ne io mi tengo certo che anolie il popolo ne scorgcri di per
se ilvantaggio, e sapri'i usarne sia giungendo in una nuova
cilt5, sia anohe porcorrendo qualche parte meno conusciula
della propria, notando la posizioue di qualche luogO;, in cui
si propone di ritornare o che vuole allrui indicare.
La citti di Venezia 6 tra le piii difficili da percorrersi
senza guida, e quiudi quella che piu abbisogncrcbbe del
proposto sussidio ; vodiamo come si comporterebbe chi per
la prima volta vi giungcsse colla strada ferrata ; falti pochi
passi fuori della stazione egli vedrebbe il numero — 1 09 nero
ed il 112 rosso, si accorgerebbe con ci6 che egU e ^ 090
metri all'ovest, o \ 120 al nord della piazza principale, e
calcolando che la strada non pu6 csser niinoi-e di 1500
metri saprii in preeedenza quanto tempo gli occorreri a
percorrerla. Camniinando lungo quella fondamenta vedra
che il numero nero diminuisce, non giii il rosso ;o cosi sari
tratto a passare il ponte di ferro che gli si offre alio sguar-
do. Passato il ponle, i numeri sono ben presto — 100 nero
e 105 rosso e prescntano al forestiere la catle iunga come
la piu opporluna a diminuire il rosso che si riduce a lOi,
poi per diminuire anche il nero (ridotto a — 9 '<) egli volge
a sinistra e passa il ponte delta Bergama ; dopo di che la
fondamcnta di rio Marin gli si offre come la piii opportuna,
l)crche i numeri — 00 e 102 si diminuiscono a — 80 e
82 ; allcstremo di quella fondamcnta si passa il ponte del
— 425 —
Ciislo, poicli6 la calle clie gli sla di fnccia sarcbhc in dire-
zione di accrescere il numcro rosso ; dopo egli (rova una
calle opportuna a diminuire ambodiie i numeri, e cosi, se
egli sappia scliivarc le calli senza uscita, giungcra per una
dclle strade piii brcvi al canalo maggiore, che egli do-
\rji attraversare. Per poco che il forestiere abbia nolizia
della cittii egli sapia essere tagliata da un canale, il quale
ha soltanto tre ponti, uno a — 9 nero e 50 rosso, ed uno
a — 83 nero e 2 rosso ; sicche quando era a — 109 e
\ \2 avra scoria ropporluiiilii di dirigersi al ponle di
Rialto prescegliendo quelle vie che piii diminuiscono il nu-
mero nero anziche il rosso ; dopo il ponte della Bergama
avra progredito verso S. Sinieone, e rainmentando che
deve rivolgersi piuUoslo all' est che al sud giungera al pon-
le di Rialto, passalo il quale, lo slrade verso il nord lo
condurranno alia piazza.
La progeltala numerazione, oltre che dirigere ogni pas-
seggero al suo soopo, ed insegnargli I'ordine con cui dee
successivamenle passare da un luogo ad un altro, avra il
vanlaggio di presentare le distanze e la vera orienlazione
di ciaseheduna contrada : se essa venga qui adotlala, Ve-
nezia sari niodello presto imilato dalle altre cilia, e saran-
no tolle quelle multiplioi nunierazioni delle case che si male
servono al loro ufticio.
II ni. e. prof. Domeiiico Turazza legge la scgucn-
te relazione della meinoria del cav. Maurizio Bri-
(jhenti sidla corrente litoraJe deW Adriatico.
II cav. Maurizio Brigiienti presento queslo nosti'o Jsli-
lulo d' una sua niemoria sulla corrcnle litorale dell'Adria-
lico, tendenle ad esaminare I' influenza di questa corrente
— 4^J0 —
sulla (lirczione (Idle i'oei dei (iiimi c dollc torronli qualun-
fjue, »' sul pi'oloiulimeiUo dolle spiagij;i(' ; del (juale scrilto,
clio, 0 per r iiuportanza dcU' argomento c pel magislcro
della lialtaziouc, racrita certamcntc il piii altenlo csamc,
credo ulile, adempiendo anchc ad iiiio degli ohbliglii di
questo islilulo, di farvene oggi, o cliiarissimi colleghi, una
lirevo reiazione, la quale vavra almeno ad invogliarvi alia
leltin a di (juella niemoria, e ad allellarvi alia disoussioiic
di uiio dei prineipali problemi dell' idraulica pralica.
La dove le eorrenti deU'aequa dolec o salsa, per varchi
aperli ncllc dune o nel lito fanno foee nel mare, dispongono
la focc slessa secondo particolar direzione, Dssa o mutabile
dipendenle dalle spcciali circoslanzc locali e dalla nalura
delle ac(iue medesiine. Asscgnare quale inllucnza abbiano
nello stabilire I'accennata direzione della focc le circoslan-
zc della varia uatura delle aequo correnli, della qualila e
del vario avvicendarsi delle torbide, delle correnli marine,
e linalmenle dei vcnti e delle burrasche doniinanli, cosli-
luisce lo scopo del problema idraulico die passa solto il
nome della direzion delle foci. Problema importantissimo,
sia chc si guardi alia navigazione, sia alio siabilimento doi
porti, sia linaliuente per I' iniliienza della foee sul regime
degli uUimi Ironcbi dei fiumi. Ed e appunlo per questa
iiuportanza clic lia il dello problema c!ie molli c de' prin-
cipal! fra gll idraulici noslrali e stranieri lo fecero scopo
dei lore sludii, e cbc viene ora riprodollo e discusso nel
presenlc scrillo dal cav. Brigbcnli, cui T opporluniti di nu-
iiierose c alleate osscrvazioni locali lungo i lili della R,o-
magna, la nola maeslria in lulti i varii rami deH'idraulica,
specialmenle pralica, rendevano piu d' ogni altro idoneo al
diflicilc assunto. Ed bo a bello studio, Tra le esimie qualita
del cluarissimo scritlore, acccnnalo iu priiuo luogo alio
— 427 —
sue praliclie osservazioni locali, iiiiperoccli(' i! problcma di
cLii (i parola 6 problenia essciizialnienle [iratico die noii
pu6 essere sciollo die in base a luimerosi I'aUi speciali, c
ad un altento confroiilo dellc circoslanze pailicoUiri solto
alia ciii induenza awcngono i falli medesimi. V o gii nolo
die in queslo prol)lema slelte lungamenle, e sta almeno
in parte lutlora^ iin'ingegnosa ipolesi del IMonlanari, il
quale altribnendo il falto per inteio all' influenza della cor-
rentelitorale, votle la slessa generaro i bancbi a deslra nelle
•foci di aoqua dolce, a sinistra in quelle delT acqua marina,
per cui la fossa aliravcrsanle lo scanno o il banco dovreb-
be, seeondo il suo parere, volgere a sinistra nelle correnti di
aequa dolce, a destra nelle all re ; e perclie in faito cio in
jiarte si avvera, cosi si repulo inleraniente vera 1' ipotesi, e
a cio die non e die un elemenlo del fatio, e forse non il
principale, si atlribui e si altribuisce da alcuno tutto il falto
raedesimo. Quesla leoria fu primierauiente coiiibaltula dal
Tadini, il qu.de reco in campo allra ipolesi, die cioe la
salsezza dellc acque del mare sia atta a sciogliere i depo-
sit! terrosi die nascono alia foce dell' acque dolci, donde la
spiegazione del volgere a destra delle acque marine. A mo-
strare r insussistenza cosi dell' una come dell' altra spie-
gazione, od almeno ad attenuarne notabilmenle Tinfluenza,
reca in campo il nosfro autore nclla presente mqmoria
moltissimi fatli, dei (juali io mi accontentero di ricliiamar-
vene qui akuni dei principal!. Questi sono :
La direzione delle foci tuttc ddle acque dolci o salate,
chiare o torbide dalla punta di Sdobba a Sinigaglia,le quali
uon tuttc si accomodano a quelle spiegazioni, e che anzi
prcsenlano effetti esseuzialmente diversi : per e. ; 1' antico
ramo del Po di Venezia e il Yolano, anibedue ricettacoli
d' aequo chiare e dei quali 1' uno volge a destra, e 1' altro
— 428 —
nnn appena onlra in mare I'ivolgc la focc subilamente alia
sinistra, con piegalura assai risenlita.
Lc foci pontinde lultc, so armate di moli hanno la
spiaggia adcrenlc alia deslra piu prolratla ddla sinistra,
sien cbiare o torbido le acqnc ; laddove so sono invece dis-
armate lianno i deposit! ghiarosi seinpre piii estesi alia
sinistra c le foci piegatc a quella parte. E cosi avvicnc dei
moli o gnardiani die si pongono isolati alia destra, i quali
niostrano le aggestioni sempre piu protratteda qiiesta parte,
dalla qual parte appunto si pongono per arrestare i mate-
riali trascinali lungo il lito non gia dalla corrcnte litorale,
cbe gli volgerebbc in senso opposto, ma bensi dalle burra-
scbe prevalcnti.
La differenza cbe vi ba nclla distribuzione delle minute
arene a ridosso dei gnardiani cbe inlersecano nornialmente
il raoto litorale, le quali si accumnlano alia loro sinistra
lungo le scoglicre delle lagnne venetc, e invece alia loro
deslra sulla cosia pontificia, laddove il moto litorale pro-
cede e per Ic une e per Tallra sempre dalla sinistra alia
destra.
Dei quali fatti, e di altri moiti cb' io bo lasciati per
brevita Irova la conipiuta spicgazione ammettendo I'influen-
za del moto ondoso del mare prodotto dalle burrascbe e
traversie dominanti, le quali cause fanno si cbe le dette
foci, come pare consono al falto, piegbino sempre so-
pravvento, e cbe nelle spiaggie sottili mutino spesso, ap-
punto pel mutarc delle detU; cause, la direzione ed il slto.
Dei quali I'alli quello die si preslcrebbe magglormente a
dilucidare la quostione e ad appoggiare I'ipotesi eper certo
quello ddla distribuzione delle gbiaie alio sbocco dei tor-
renti, e per cio appunto si potrebbe forse desiderare cbe
per la sua importanza fosse con qualcbe maggiore dettaglio
— 429 —
esaminato e discusso. E questo fanto piu clie gli sarebbe
stata con cio p6rta occasione di enlrare in iin piii nilniito
esame del nioto ondoso e del suo vero modo di agii-e, sia
iiel piegare il torso dei fluml e delle correnli alle loro foci,
sia lie! dislribuire liingo le spiaggie i nialeriali sollevati dai
flutti, o convogliali dalle acque niediterranee ; al die fare
sembra essere stalo trallenuto da una modestia, che in lui,
cosi esperto nelie idrauliche cose, puo ragionevolmente pa-
rere soverchia.
Alia medesima cagione lega pure 11 fatto del protend i-
mento delle spiaggie, conchiudendo che anche se avesse a
mancare del lutto la corrente lilorale in un golfo posto in
condizioni pari a (juelle dell' Adriatico, seguirebbero cio
nulla meno gli stessi accidenti, che si rimarcano in fatti av-
venir nel medesimo. Ad una (ale sentgnza polrebbe pero al-
cuno non cosi facilmenle soscrivere ; die dal dare alia cor-
rente litoruie tulla I' influenza al non darne nessuna forse
6 ipotesi e passo troppo arriscliiato, e forse anche non in-
lierainente vero. Non sarebbe difflcile che un piu atfento
esame, e alcune distinzioni fra I'azione continuata della
corrente e la lemporaria del moto ondoso, fra I' azione a
tempo delle piene dei Gumi e la perennc del mare ne por-
lassc a modificare alcun poco 1' opinione cosi assoluta del
chiarissimo autore, certo in ogni evento potrebbe gottarc
una luce niaggiore nel difficile argomento. Le quali cose
se io ho qui azzardato di dire, egli e solo per desiderio di
potermi interamente cerliDcare, perche se infineio dissento
alcun poco da lui cio non e che col massimo riguardo, e
pel solo interesse della scienza, che potrebbe riputare un
tale fenomeno non chiarito aiicora abbastanza. Locch6 de-
vesi intendere non gia rapporto ai fatti rocati in campo che
sembrano veramente decisivi, ma solo in quanto ^lla spic-
— 43U —
gazionc dei dolU falti, la (jualo polrebhc forsc ricbiodere
una niaggiorc eslonsioiic ; so pure cio non provienc invcco
da dit'elto niio, o da idei> pi'tHioncette, le qiiali rai I'cndesse-
ro men cliiaro (juello die potrebbe essere ad allri iiivece
chiai'issinio.
L' opuscolo si cbiude eon un breve cenno di cio che av-
vieno sul blorale dell'Egilto fra la foce di Damiata c Pelusio,
accennando alia cagione dell'ingfossamento del lido, clie e
qiiivi leiilissimo, e moslrando come tiillo induce a credere
die r aceumulaniento delle sabbie a ridosso del molo sini-
stro del nuovo canale debba essei'e ancora piu lenlo di
queilo sia a IMalamocco ; alia quale sentenza ci accomodia-
mo ben volentieri, lietamentc augurando con lui ad una
opera alia (juale si lega lanla speranza di pubblica ulilita,
c tanla gloria d' Europa.
Si legge la scguente lettera indirizzata ai presi-
dcnte dell' Istituto venelo dal meinbro onorario di
esso e presidente dell' Istituto lombardo bar. Camillo
Vaccani.
Egregio presidente cav. Menin. " ' -■'-■■ . ] [• ?
II nuovo presidente delli. r. Isliluto lombardo delle
scienze, letlere ed arti, si fa un pregio distinto di presen-
larsi all'i. r. Isliluto venelo nella vieina sua unione del
13 correnle in Venezia porgendogli col mezzo dell' esimio
suo presidente nolizia dell' assunto suo carico, il 24 dello
scorso mese di febbraio dopo letlura del Dispaccio Luogo-
lenenziale e il qui unito Discorso sulle traccie di quell'esem-
pio nobilissimo, che fu dalo il 15 febbraio del 1857 al
venelo Isliluto dal suo presidente.
— 431 —
E pur duopo rammentare, cbe i due Istituti fratelli deb-
bono insieme concorrerc al graiide scopo, per cui furono
simultaneamente isliluiti^ e di centri anchc divisi, ma di
modi io lutto conformi sotto due special! presidenze iudi-
pendenti si r una dall' altra, pur sempre unisone « all'iii-
» tento di promuovere gli studii elie banno immediata c
« priQcipale influenza sulla prosperila e sulla coltura scien-
•) tifica generale delie seienze nelie provincie componcali
» il regno Lombardo-Veneto. » E se mi e permesso spie-
garle un voto e cbe si scambino fra noi con piu frequenza
le reciprocbe comunicazioni, atte a togUere quel pensiero
in takini pur sorto e propagato cbe i due Islituti sieno
ora cosi dlsgiunti come se apparlenessero a due diverse
nazioni, cosa certamenle non vera e cbe a ciascuno dei
due ripugnerebbe, essendo cbiare Ic tendenze di amendue,
scambievob le importanti partecipazioni, fratellevoli le con-
cordie dei membri dislinli di entrambe e soprattutto delle
due presidenze.
Quel si degno anlico presidente conte Andrea Cilta-
della Vigodarzere faceva pur eco luminoso ai voti miei,
quando I' anno scorso rintuzzando straniere innovazioni e
tanto senno versando ne'consigli di Gran Principe, portato
ad elevare sempre piu il credito e la fama degli Istituti nei
dominii da Lui amministrati, a raescriveva: « lo reputando
1) non solo men cbe opportuna e men cbe giusta, ma ancbe
1) impossibile la unificazione dei due Istituti, credo ferma-
I) raente molto giovevole il collegarli insieme quauto piii si
)) possa a comunicazionc di notizie, a comunanza di sludii,
» a rautua cooperazione in un medesimo scopo, amaggiore
» esteosione d' opera, ad aumento di credito, pur sempre
» rimanendo a Milaiio e a Venezia le adunanze, le presi-
1) den/e, le canoellerie, Ic raccolte scientiGchc. »
Scric 111, T. IV. 56
— 432 —
Altanienle persuaso d' inconlrarmi co' siioi voti , con
(liiclli del dogno vice-prcsidcnlo o dei duo lanlo cliiaii se-
grctarii del vcncto [slitulo, porgo a tuUi il mio omaggio di
collega onorario e di
Prcsidenle deW IslUulo lombardo
Vaccani • .
iVIiliiiio 11 marzo 4839.
La prcsidcnza per conimissionc deli' Istituto vc-
ncto gli ha indirizzala la scguenlc risposta.
Neiradiinanza del 13 di questo mese, udita la Ict-
tura dcir onorevole foglio dell' 1 1 da Lei indirizzalo
ul soltoscritto presidcnte, V i. r. Istituto vcncto si di-
cliiaro coneorde a tulto le idee spicgatc in esso, c voile
die di questa sua picnissima confonnita di pensicri
c di dcsiderii Ella sia rcsa partecipe. Si aggiungono i
ringraziamenti dello stcsso Istituto, ceo.
Elenco dei doni proscntati all' i. r. Istituto dopo Ic
adunanze 43 e 44 febbraio 4859.
L' Eld prcsente. N. G a 10. — Venezia 4 859.
V Avvisatore mercantile. N. 6 a 40. — Venezia 1859.
V Economia riirale. N. 3 e \. — Torino 1859.
V Echo medicate, di Nenclidtel. N. 2 e 3. — 4 859.
n Tecnico. Febbraio, Vol. II, fasc. VII. — Torino 1859.
Aiti detC Accadcmia de' Georgofili di Fircnze (Continuazio-
ne). Vol. V, Disp." 4. " — 1858.
Butletiino deltc scienze mediche di Botogna.Gcnmuo. — 1859.
Btiltcttino dett' Islmo di Suez. Vol. IV, N. 3 e 5. — Torino
1859.
— 433 ~
Mcmorie dell'i.r. fsUluto Lombardodi scienze ccc. Vol. VII,
fasc. VIII cd ultimo. — Milano 1859.
Indice deUe niaterie.
Ferrario padre Otfavio, Anylisi dpll' nnqua salsojodica di Sales nel
Pienionte. — Guida alle analisi delle acqne niiiiciali ecc.
Gazzetta di Verona. IN. 34 a 58.
Comptes rendns licbdomadaires des seances de I'Acad. des
Sciences de Paris. T. 48, N. 6 a 9. — ^859.
Cronaca di scienze, letlere ecc. Anno V, disp." 3.' 4.'
— ^859.
// Crepuscolo. N. 3 e 4. — Milano 1859.
Protusione al corso di fisica neW i. r. Iniversild di Padova
per I' anno scolastico 1857-58, del prof, Bernardino
Zambra.— Padova 1 859.
Report etc. Rapporlo dei Commissarii siille Patenti diagri-
coltura. Vol. 2. — 1 855-50.
» arli e mestieri. Vol. I e II.
.) Id. Vol. I, II e III — I85G.
Wasington 1 856-57.
Osservalore Triestino. N. 33 a 58. — Trieste 1859.
Annotatorc Friulano. N. 7 e 10. — Udine 1859.
Gazzetta di farmacia e di chimica. N. 7 a 9. — Vcnezia
1859.
Reichs-gesetz-blatt etc. (Bulleltiuo delle leggi dell' Impero
Austria CO). Dispensa 4." a 8."
Prospeclus helminlltum quae in parte secunda prodromi
faunae lielmintliologicae veneiae contineniur. Auctore
Raphaele Molin, prof. ecc. — Wien 1 859.
V Educalore israclita. Puntala 2. — Vercelli 1859.
Beiirage ccc. (Supplimento alia Orammatica latina) di L.
C. M. Aubert, — Cristiania 1856.
— 434 —
Physikalskc Meildelelscr. (Comunicazioiie fisiclio) di Adnnio
Arndtson. — Cristiania 18^0.
Bidray I'd knndskaben olo. (Siipplomenlo illuslralivo dolla
Fauna lilorale del Mcdilerranco) di M. Sars. Parle 1.'
e 2.' — Crisliania.
Invcrsio vcscicae orinaric ct hixationes femorum congcni-
tae, di Lektoi' Voss. ■ — Cristiania 1857.
QueUjucs observations de morpholoyie vdgelale failes an
jardin botanujue de Clirisliaiiia^ par I. M. jNornian. —
Cristiania 1857.
Observaiions stir Ics phcnomcnes d' erosion en Norvege
recueillies, par I. C. Ilorbye. — Cristiania 1857,
ForlsaUe Jagllagelser etc. (Ossorvazioni eonlinue sopra i
fcnomeni erratici) di I. C. Ilorbye. — Cristiania 1857.
Alti dell' i. r. Istituto Lombardo di scienze ecc. Vol. I,
fasc. XII. — Milano 1859.
Indice delle materie.
Lnvori dell'i. r. Istituto nelle tornate 9 e 2o decembre 1858, io e 27
geiuiaio 1859. — Brioschi. Sul metodo di Kroiiecker per la riso-
luzioue delle eqnazioni di 5." grado. — CavciUeri, Di due elioscopj
polarizzaiitij applicabili a qiialunqne caniKuchiHle. — Cossa, liitor-
no alia collezione MonuDienta graphiea nicdii uevi ecc.
Brevet d invention a Frangois Durand. Notivelle broche de
filature. Dalla Societa d' incoraggiamento di Parigi.
— i858.
Sulla elettroslaliea induzione. Quinta comunicazione del
prof. Paolo Volpicelli. — Roma 1858.
Corrispondenza scientifica di Roma..^. 34 a 30. — -1858.
// Bacofilo Itatiano. Anno 2.° febbraio. — Milano 1859.
Lo Spcltatore Italiano. N. 20 e 21. — Firenze.
La Civilld callolica. N. 214 e 215. — Roma 1859.
- 435 —
Revue a(jricoU\ industrielle et lillcraire de Valenciennes.
INovembrc et dctenibre 1859.
Hivisla conlemporanea di Torino. Fuse. G\. — Dicembre
1830. '' '--■'■ • " • '
Bulletin de la Socicte boianirjue de France. Frontispizio cd
Indiee del T. IV. — Parigi.
Annali di malematica pnra ed applicata, pubblicati da Bar-
nnba Tortolini. N. I ^ gennaioe febbraio. — Roma 1839.
Ciornale veneto delle scienze mediclie. T. XIII, Serie II.
— Gennajo 1859.
Ciornale delle scienze mediclie di Torino. N. 3 e 4. — 1859.
T/ie Journal etc. (Giornale della reale Societa di Dublino)
N. XI, oltobre. — Dublino 1858.
Relazione inlorno alia f/enerale livellazione del fiume Reno
escguila negli anni 1854-55, del prof. cav. Maiii'izio
Biigbeuli. Fasc. \.° — Roma 1857.
Letiure di famiglia, delta Sezionc Letterario-Artisliea del
Loyd Aiistriaco. Vol. VIII, Punt.' 2.' — Trieste 4 859.
L I'nion medicale de la Gironde de Bordeaux. N. 2, fevrier
4 859.
II Mutuo soccorso. Giornale di agricoltura pratica.N. la 10.
— Milano 1859.
Suite pianle fossili di Zovencedo e dei Vegroni. Leltera del
dott. A. B. prof. Massalongo al prof. Rob. de Visiani.
— Verona 1858.
Notices of the procedings etc. (Ragguagli degli Atti delle
adunanze dei membri del Reale Istitiito della Gran
Brettagna). T. VIII, novembre 1857, luglio 1858. —
Londra 1858.
Inclice delle n'aterie.
Austen, Robert Godwin-Esq., On the conditions which determine the
probability of Coal beneath the Soceth-Eastern parts of England. —
— 430 —
Barlow, Reu. John, On Minnml Candles antl other Products ma-
luifactuied at Heliiiont and Sliervood. — Bradbunj, Henri/, Esq.,
PiintinL;-its Dawn, Day, and Destiny (No Abstract). — Buckle,
Henry Thomas, Esq., On the Influence of Women on the Progress
of Knowledge. — Carpenter, D.r William B., On the Lowest
(Rhizopod) Type of Animal Life, considered in its relations to
Physiology, Zoology, and Geology. — Denison, Edmund Beekell,
Esq., On some of the Improvements in Locks since the Gieat
Exhibition of I80I. — Faraday, Professor, Remarks on Static
Induction. — On Mr. Wliealslone's Electric, Telegraph in Rela-
tion to Science. — Frinikland, Professor Edward, On the produ-
ction of Organic Bodies without the ageiiey of Vitality. — Grove,
W. R. Esq., On Molecular Impressions by Light and Electricity. —
Hukley, Professor T. II., On the Phenomena of Genmiation. —
James, Col. Heney, On the Geodetic. Operations of the Ordnance
Sarvey. — Lacaila, James Philip, Esq., On the late Earthquakes,
in Southern Italy. — Lankesler, D.r E., On the Drinking Waters
of the Metropolis. — • Powell, Professor Baden, On Rotatory Sta-
bility and its Applicalions to Astronomical Observations on board
Ships. — Ramsay, Professor A. C. — On the Geological Causes
that have influenced the Scenery of Canada and the North-Eastern
Provinces of the United States. — Smyth, Professor C. Piazzi,
Account of the Astronomical Experiment of 185(3 on the Peak of
Teneriffe. — Tijndali Professor, On some Physical Properties of
Ice. — On the Mer-de-Glace. — Annual Meeting, May I. — Gene-
ral Monthly Meetings-Index.
The Royal Insliiution of Great Britain etc. (Isliluto roalo
dclla Gran Bfcltagna). Eleiico dei membri, cariclic,
statuti ccc. per Taiino 1857. — Loiulra 1858.
ACCADEMIA REALE DELLE SCIENZE Dl TORINO.
CLASSE DEILE SCIENZE MORALl, STORICHE E FILOLOCICUE-
PROGRAMMA.
t->ionsiderando la Classe che I'importanza degli studi sto-
ricl cresce con quella degli avvenimenti che ne formano il
soggetto, e che tali stiidi si risentono della qualitii de' tempi
in cui sono coltivati, crede ntlle il riehiamare 1' attenzione
degli studiosi sulla coudizione di coteste scientifiche discipline
in Italia negli ultimi cento anni.
E intenzione della Classe che nelle proposte investigazioni
s' abbiano a comprendere i lavori di critica storica, non altri-
menti che le narrazioni dei fatti contemporanei.
La Classe apre quindi un concorso sopra il segente tema:
« Descrivere la condizione degli studi storici in Italia
» dalla pace d'Aquisgrana del 1748 al 4848, segnando il carat-
» tere letterario dei varii principali scrittori.
» Determinare 1' influenza die gli avvenimenti politici
» ebbei'o siilla indole, e sul corso di questi studi. »
II premio sara di una medaglia d'oro del valore di lire
mille.
Lo scritto premiato si stampera, se cosi place aU'Autore,
negli Atti della Reale Accadeniia delle seienze, e se ne da-
ranno cento copie all'Adtore medesimo, riservato a suo favore
il diiitto di proprieta per le successive ristanipe.
I lavori dovranno essere presentati per tutto il mese di
dicembre 1859, in lingua italiana, latina, o francese, mano-
scrilti, e senza nonie d'Autore.
Essi porteranno un' epigrafe, cd avranno unita una polizza
sigillata con dentro il uome e T indirizzo dell'Autore, e di
fuori la stessa epigrafe posta suUo scritto. Se da questo non
sara vinlo il premio, la pulizza non aprirassi, e sara bruciata.
— 438 —
Sono esclusi dal concorso i soli Accademici residenti,
II giudizio sara pronuiiziato nel priino triine.-jtre dell' an-
uo -1800.
I pieghi dovranno essere dirpttl per la posta od altiimenti,
inasigillati, efranclu diporto, alia Jteale Jccademia delle scien-
ze di Torino. Quando non vengano per la posta, dovranno
essere consegnati all' Ulfizio dell' Accademia niedesinia, dove
(tl portatore se ne dara ricevuta. f ■
Torino, il 24 di giugno i858. . •> • ■ -,.■
II Piesidenle , ; ,
PLAIVA GlOVANiM. , ,
L' Accadtmico Serjrelnrio
COSTAINZO GazZEBA.
AMO lSa8-o9 . DISPESSA SESTA
m mm di mzii
STLDII ""
DEL DOTT. ANTONIO BERTI
TRATTI
DALLE OSStRVAZlOM JIETEOROLOGICUL DLL YtNTEKMO l83G-55
ED ACCOMPAGXATI
DA TAYOLE NLMEBICHE E GRAFICHE
(ContinuazioDe della pag- 288 del presente volume.)
^®)°
TA\OJiE ilETEOROIiOGICIlE PER YElZIi
dall'ainjno i836 al 4855
BAROMETRO
Serie III. T.IV. 57
440 —
Tatola I.
GeuiKiio
Febbraio
Marzo
Aprilrt
Maggio
Giiigiii'
Liiglii)
Ai^nsto
Settembi-e
Oltobre
Novembre
Dicembre
Ekvazioni medic mensi
183G
339 ,60
356,00
358, 40
357 ,0o
558,72
539 .or
1S37
1838
1839 i 18 iO
48il
1842
1843
338'J60 557 ,70
559,80 335,60
556,50 356,00
553 ,50 555 ,70
556 .90
357,10
558. oO 558,50
559 ,50 558 ,20 558 ,40
559 ,80 559 ,20 558 ,00
559,10 558,00 558.70
359 ,0o 340 ,50 558 ,90
557,00 557,701557,80
556,10 539 ,00 '539 ,40
535 ,30
559 ,20
557 ,00
557 ,60
556 ,70
358 ,70
359,10
559 ,40
556 ,80
338 ,50
556 ,80
336 ,80
358 ,50 336 ,50
357,50 357,70
557,90 559,00
555,80 557,00
555.50 359,40
558,00 537 "70
340,60 555,50
557 ,50
556 ,40
556 ,80
337 ,20
358,10
556 ,50
358 ,30
558 ,50 358 ,20
537 ,70 338 ,50
558 ,20 '537 ,60
357,50 339,40 337,70
558,50 558,80 558,01)
558,70 540,00 540,00 »
559,20 537,60 540 ,20 ill
554,90 358,.'i0 558,301
338 ,30
537 .00
556 .80
341 ,40
358.'27i55S,18 557',63 557'^6o|557!l7io57.84:558,76
558 ,70 ]
542 ,50 1
558 ,621
5.' 8'
557
Media aiuuia masfiiua del 1 cteceuniii uel 1842
» n minima » n x I81O
Difierenza *
Media mensiie massima del 1 deceniiiu ii> 1 I8'i5 o'd^
n » minima » » » 1841 <3'^
Differenza '
558!)
Media totale del 1
Media lotale del I deceniiio
— 441
el venlennio 1836-1855.
;4846
4847
1848
1840
4850
1851
4852
4853
4854
4856
1559,40
|33'8 ,20
(337 ,60
1536 ,70
1558,50
1559 ,60
1338 ,80
[337 ,S0
337 ,70
336 ,90
359 ,60
535,20
358 ,70
556 ,50
558 ,20
555 .60
559 ,90
557 .80
558 ,80
558 ,60
558,50
558 .60
540,10
558 ,40
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556 ,60
537 ,10
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558 .70
559 ,10
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358 ,80
538 ,60
537 ,80
338 ,20
540 ,70
558 ,50
540 ,60
558,10
555,60
358 ,50
557,10
358 ,80
558 ,50
558 ,70
558 ,90
339,10
356 .90
557 ,50
559 ,00
338 ,50
359 ,20
338,10 559,90
558,00 536,30
558.90 538,40
557 .50
539 .60
539 ,70
358,90
357 ,40
557 ,50
538,10
559 ,90
338,10
359 ,00
559 ,40
558 ,80
535 ,60
340 ,90
539 ,60
337,00
338 ,50
357 ,80
358 ,40
557 ,90
358 ,60
358 ,30
558 ,60
558 .40
557 ,40
559,50
337,96 538'.20 538,50 358^61 358,33 3o7','78
537 ,40
355 ,50
536 ,50
337 ,20
557 ,60
537 ,50
539 ,40
359 ,90
358 .50
358 ,20
559,10
556 ,80
358,50
558,80
541 ,20
559 ,50
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» minima » » » 1855 .,.'.... 557 ^77
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» minima » » » 1848 553, 50
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Elevazioni medie dei qiiinqtiennii divisi per mai
e per islagioni.
Mesi
1836-40
184i-45
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185i-B5
Gennaio .
357';',94
357"',72
358"',58
558"',68
Febbraio.
357 ,62
556 ,96
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557 ,16
Marzo. .
357 ,12
358 ,02
557 ,26
557 ,98
Aprile. .
556 ,32
557 ,76
556 ,46
337 ,99
Maggio .
556 ,98
337 ,92
558 ,54
357 ,96
Giugno .
558 ,40
358 ,50
558 ,52
558 ,50
Luglio. .
338 ,26
538 ,72
558 ,80
338 ,90
Agosto .'
338 ,64
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538 ,52
559 ,12
Settembre
337 ,96
558 ,94
558 ,58
558 ,76
Ottobre .
359 ,00
557 ,68
557 ,68
558 ,32
Novembre
557 ,16
558 ,24
559 ,00
557 ,50
Dicenibre
557 ,92
559 50
558 ,24
358"',183
358 ,54
357"',773
338"',223
558"',268
Media massima mensile nel dicembre 1841-45 .... 559",30
» minima » neil' aprile 1856-40 .... 556 ,32
Diffeienza 2 ,98
Media massima dei quinquemiii nel 1851-55 358,268
» minima » » » 1856-40 337,773
Differenza 0,495
SerieJn,T.IV. 88
— 44(S _
(Continuaz. della Tuv. \ .)
. / / !.)fi.',
Stagioni
1830-40
4841-45
4846-50
4854-56
Inverno ....
Primavera . . .
Estate
Autunno ....
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006 ,81
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008 ,04
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558 ,29
558"',247
558"',07
557 ,56
558 ,61
558 ,45
558"',25
557 ,76
558 ,85
558 ,11
558"',242
o57"',782
558"',122
Media massima delle stagioni nelP estate del ISol-KH. . 538"',85
» minima » » neila primavera del 1836-40. 536 ,81
Differeoza -^ 2 ,04
— 449 —
Tavola YI.
Massitne e mi»tiine elevazioni mensili ntl venlennio 1836-65.
Mesi
-1836
Massiniy
Minima
Diffe-
renza
-1837
Massima
Minima
Diffe-
renza
Gennaio .
Febbraio .
Marzo . .
Aprile . .
Maggio. .
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Luglio . .
Agosto . .
Settembre
Ottobre. .
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Mesi
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Massima
Minima
Uiffe-
icnza
i839
Massima
Minima
Diffe-
renza
Gennaio .
Febbraio.
Maizo . .
Aprile. . .
Maggio. .
Giiigno . .
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Agosto . .
Settembre
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Novembre
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341 .50
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Media mensile oscillazione 7"',98 ........ 7".39
— 450 —
(Conliimaz. dolla Tav. VI.)
Mesi
i840
Massima
Mini
Diffe-
lenza
ASM
IVhissiiiia
Minima
Diffe-
renza
Gennaio .
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Luglio . .
Agosto . .
Settembre
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Novembre
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,50, 8 ^70
Media mensile oscillazione 8"V16 8'". 17
Mesi
^842
Massima
Minima
Diffe
1843
Massima
Minima
Diffe-
renza
Gennaio .
Febbraio.
Marzo . .
Aprile . .
Maggio. .
Giuguo. .
Luglio . .
Agosto . .
Settembre
Ottobre. .
Novembre
Dicembie
345 .00
544 ;20
543 '.00
540 ;20
540 ,40
541 .10
541 ,00
543 .00
541
545
541 ,90
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550 .20
552 ;00
552 ,00
555 :70
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555 ,80
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552 :00
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540
540
541
541
543
542
544
344
Media mensile oscillazione 8",79
528 .50
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527 ,20
551 .00
552 :90
554 .20
352 ,50
556 .00
354 .00
552 ,80
333 .00
358 .20
14 .00
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5 .60
9 ,'00
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6 ,60
. 9 ',95
451
(Continuaz. della Tav. YI.)
Mesi
d844
Massima
Minima
Diffe-
renza
d845
Massima
Minima
Diffe-
renza
Gennaio
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Marzo .
Aprile .
Maggio.
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Novembre
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544
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541
541
541
545
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550
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555
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554
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Media mensile oscillazioue 8"'.69 10"',10
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4846
Massima
Minima
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renza
1847
Massima
Minima
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renza
Geniiaio
Febbraio
Marzo .
Aprile .
Maggio.
Giugno.
Luglio .
Agosto .
Settembre
Ottobre .
Novembre
Dicembre
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16
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Media mensile oscillazione 9'",08
545 .20
541 '.20
542 :90
558 .70
540 .50
540 ^90
540 .70
540 ,70
540 .50
542 .20
543 '00
542 ^90
529"'.80
550 .80
552 ^80
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555 .80
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554 .20
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555 ,00
555 .40
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556 ,00
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AgnstO . . .
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553 ,50
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Ottobre. . .
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Novfiiubre .
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Dicembre .
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1851
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Febbraio. .
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Marzo . . .
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545 ,00
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554 ,50
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540 ,90
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552 ,00
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Dicembre .
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544 ,00
357 ,90
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8"',98
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— 453 —
(Continuaz. della Tar. VI.)
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4853
Massima Minima
Diffe-
renza
4853
Massima
Minima
Uiffe-
renza
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Marzo .
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Maggio.
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Luglio .
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542 .00
558 ,40
541 ,50
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540 .00
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359 ,56
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540 ,06
538 .85
Media mensile osciliazione 7'".85
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,40
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7 ,10
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7 .50
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11 ,17
9 ,68
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Mesi
4854
Masaima
Minima
Dil'le-
reuza
4855
Massima
Minima
Diffe-
renza
Gennaio
Febbraio
Marzo .
Aprile .
Maggio.
Giugiio.
Luglio .
Agosto .
Settembre
Ottobre. .
Novembre
Dicembre
542 ,36
541 .67
543 .84
542 ,56
337 .98
358 .'96
338 ,80
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541 ,57
545 ,00
341 ,10
543 ,31
528
527
555
550
552
531
353
534
353
329
529
351
,24
14
,12
,75
15
.92
,55
10
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12
,50
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,78
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558 ,82
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539 ,76
342 ,03
341 ,16
340 ,14
342 ,75
330 ,56
326 .17
527 ^29
328 ,43
551 ,54
534 ,02
332 ,97
534 .56
333 J99
329 ,31
335 ,19
350 ,55
15 ,76
15 .38
11 :96
11 :59
7 ;48
5 .62
6 ,81
5 .40
8 .04
U .85
6 .95
12 ;22
Media mensile osciliazione 9"',97 ^ . . 9"'.57
— 454 —
(Continuaz. della Tav. VI.) ■
Massima oscillaz. ineiisile del ventennio in novembre del 1849. 17 ",00
Minima » » » » >' giui^no » 18,77. 1 ,80
Differenza 15 ,20
Massima media oscillazione mensile nel 1845 10 ,10
Minima » » » » 1859 ^ ,39
Differenza 2 ,71
Media oscillazione mensile del ventennio 8 ,74
— 455 —
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Massima oseillazione primaverile del 1 decennio nel 1843 . . 15 .90
Minima » » » » » 1840 . . 9 ,20
Differenza 6 ,70
Massima oseillazione estiva del 1 decennio nel 1844 .... 10 ,50
Minima » » » » » 1857 .... 2 ,00
Differenza 8 ,50
Massima oseillazione autuniiale del I decennio nel 1841. . . 15 ,00
Minima » » » » » 1859. . . 8 ,50
Differenza. 6 ,50
Massima oseillazione invernale del II decennio nel 1855 . . 18 ,15
Minima » » » ») » 1831 . . 9 ,30
Differenza 8 ,65
Massima oseillazione primaverile del II decennio nel 1849 . . 14 ,20
Minima » » » » » 1852. . 10 ,90
Differenza • . 5 .50
Massima oseillazione estiva del II decennio nel 1848 .... 9 ,10
Minima » » » » » 1830. ... 6 ,10
Differenza 5 ,00
Massima oseillazione autunnale del II decennio nel 1849 . . 17 ,00
Minima » n » n » 184G . . 9 ,90
Differenza 7 ,10
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Tavola XllI A.
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e la media lotale net I decennio 483G-45.
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542 ,57
542 ,41
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340 ,49
340 ,95
340 ,57
340 ,85
341 ,20
341 ,55
542 ,46
542 ,80
34 1" ,65
350" ,66
529 ,71
351 ,60
554 ,80
554 ,18
535 ,40
555 ,24
335 ,57
555 ,04
333 ,17
551 ,56
552 ,97
555 ,52
337 ,83
557 ,29
557, 57
557 ,04
537 ,45
358 .45
558 ,49
358 ,76
558 ,45
558 ,54
537 ,70
358 ,61
557", 99
4"',75
5 ,28
4 ,84
4 ,10
3 ,04
2 ,50
2 ,08
2 ,07
2 ,75
3 ,19
4 ,46
4 ,19
5",64
7",17
7 ,58
5 ,97
2 ,24
5 ,27
3 ,05
3 ,25
5 ,19
3 ,41
5 ,17
6 ,14
5 ,64
4"',67
465
Tavola XIII B.
Confronto tra le medie delle massime e delle miniine eleoaziont
e la media lolale nel II decennio 1846-55.
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minime
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358"' ,49
4"',95
6"',90
Febbraio
342 ,00
550 ,50
557 ,69
4 ,31
7 ,39
Maizo
542 ,56
551 ,51
557 ,5'i
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6 ,25
Aprile
341 ,65
551 ,49
557 ,18
4 ,45
3 ,69
Maggio
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551 ,11
558 ,07
2 .25
6 ,96
Giiigno
540 ,56
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558 ,51
2 ,05
5 ,48
Luglio
540 ,77
554 ,68
558 ,85
1 .92
4 ,17
Agosto
540 ,53
354 ,65
558 ,82
1 ,C5
4 ,19
Settenibre ....
340 ,65
552 ,19
558 ,67
1 ,96
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Oltobie
542 ,26
551 ,42
558 ,00
4 ,26
6 ,58
Novembre .....
542 ,28
551 ,00
558 ,17
4 ,11
7 ,17
Dicembre
342 ,71
551 ,86
558 ,59
4 ,52
6 ,43
541'", 71
552" ,19
558" ,20
5' ",51
6",01
— 406
Tavola XIV.
Confronto Ira It elevazioni e le oscillazioni haromelriclie
e le oscillazioni delle macchie solari.
OSr.lLLAZlOIVl
MEDIE
MEDIE
DECKNiVn
gT'lNQHENNII
(lelle
oscilla-
niiicchie solari
elevazioni
zicini
18.16 — 43
1
^ 1836 — 40
Maximum
o57"'.773
11 ",77
' 1841 - 4,'i
Minimum
oo8 ,225
13 ,63
1846 — Ji?j '
1846 — 50
Maximum
538 ,185
12 ,83
1
. 18ol - 55
Minimum
538 ,268
13 ,04
358"',098
12'",82
(Coniimia.)
L A V OR I
per I' illuslrazione lopof/rafica, idraidica, fisica, stalisHca,
agraria e medica (telle provincie venete die si pnbblicano
secondo I' art. 127 degli staiuli interni.
(Coiitlniiai'ione tlella pag. iii del volume preceilente). . '
CmLOGO DELLE PlINTE FANEROGiME
INDICENE DELLE PROVINCIE VENETE
aggiuntevi h esoliclie piii generahnen/e coUivate per u/ili/a o pet
onuunenlo, c disposte in famiglic od ordininalurali.
Nome
generico
delia piaiito
Nome spenifico
della pianla
Lnogo
ove nasce spontanea
ORDINE V. — ASFOUELEE.
279
^80
281
282
283
284
HEMERO-
CALLIS
ANTHERI-
CL'M
fulvu L.
flavu L.
Liliasfruni Bertol.
rri))insuf/i L.
Liliayu \i.
seriilinvm L.
Nell'agroMantovanOjj
Inngo la Brenta, e nel
Veneziano e Friuli.
Ne'prati di Monfalco-
ne, e sul monte Ania-
riana del Friuli, nonche
!!ul Veronese e Vieen-
tino.
Ne'sHionti del Vero-
nese, del Bassanese e
del Friuli.
Ne' colli e nionli del
Mantovanol, Veronese .
Vicentino , I'iidovano ,
Bassanese, nonche nel
Friuli.
Ne' colli veronesi ,
i)assanesi e'del Friuli.
Nelle vette di Fell re
dolBellunese(!Vluntini),
U s i
— 408
i
A'liiiie
Nome spocifico
Liiogo
gonericii
IJsi
3
dell;i piantrt
(lella pianta
ove nasce sponlauea
•
285
ASPHODE-
LIS
fis/ulosus L.
Nelle nuira del Foife
di Caiiipo Maizo a Ve-
rona (Toiiini), e presso
Grezzaiia (IMassalongo).
286
albus L.
Ne' pruti dei iiioiiti
veronesi , vicentini ,
bassaiiesi o feltrini
287
ALLIUM
sphaeroccphalon
L.
Ne' colli e nionti di
liitto il Veneto.
288
rotundum L.
Ne' prati del Fiiiili
(Pinina).
289
vineale L.
» /3. bulbiUife-
runi.
Ne' colli , vit^neti e
sii'pi di Mantova e Ve—
nezia, e uhI Friuli.
Nel Bassanese.
1
1
i
290
olcruceuni L.
Ne'piati del Fiiuli.
291
pollens L.
Ne' luoL;hi incolli dei
Basi^aiiese.
292
monlanum Siblh.
Ne' nioiUi del Vero-
nese, Viceiitiiio, Bassa-
i
» /3. carinalum.
nese, Veufziano.
Nel Veronese, Bassa-
nese, Padovano, Vene-
1
ziano.
295
Schoenoprasumh.
Nella penisola di Ser-
S. Coltiv.T
miniie (Sternberg).
294
siiuiieolens W.
Ne' colli e niontl ve-
ronesi, hassanesi, ne'li-
di veneti e ne' luoglii
palustri del Frinli.
295
i
fdllax Schiilt.
Ne' prati del Manto-
vano, di Venezia, di
Chioggia, di Treviso e
del Friuli.
1
296
neapolitamim
Cyr.
Ne' Inoghi boschi-
vi presso Verona, e nei
canipi a Bardolino.
297
roscuin L.
Ne' viiineti del basso
Frinli.
298
nigrum L.
Ne' colli del Vicenli-
no e nel litorale del
1
Friuli.
1
4()9 —
Nome
genericii
della pianta
Nome specific!.:
della DJanta'
Liiugo
ove iinsce spontanea
Usi
299
300
oOl
502
oOo
504
503
506
507
508
509
510
511
512
513
514
515
516
317
ALLIUM
HYACIN-
THUS
BELLEVA-
LIA
rvIUSGARI
Viclon'alis L.
ursinum L.
Porrwn L.
Cepu L.
Sativum L.
ascalonicum L.
niuriiima L.
hi folia L.
patula L.
amoena L.
autumncdis L.
orientalis L.
romana Rchb.
comosum Mill.
racemosum Mil
botryoides Mill.
ORNITHO- umbellatian L.
GALUM
\collinum Giiss.
pyrenaicum L.
Ne' papcoli alpini del
Fiiiili e del Bellnnese.
Ne' luoghi boschivi
del Mantovano, Verone-
se, Vicentinn, Bassme-
se, Friulano.
Non sono indigeni del
Veneziano, nia vi si coi-
tivano comunemente
per lis! dnniestici.
Nell'isola di S. Gior-
gio a Venezia.
Ne' luoghi boschivi
del .Mantovano, Verone-
se. Bassiiiiese, Frinlano.
Nel castello di Maro-
stira nel Vicenlino.
Ne' colli veronesi ed
engiuiei.
Nel Mantovano, Ve-
ronese, Vicentino, e nel
Padovano e Friuli
Non indigeno del Ve-
neto, ma comnnenien-
te coltivato per orna-
niento.
Nel Mantovano.
Freqnente ne'colli del
Veueto.
Ne' canipi comune.
Nel Mantovano^ Ve-
ronese, Bassanese, ve-
neziano e Friuli.
Ne' luoghi erbosi co-
innne.
Ne' prati pres.so Mon-
falcone (Pirona).
Ne' luoghi boschivi
del Friuli. e de' monti
veronesi e vicentini.
Julbo USa'
Tiedicin.i c
470 —
Nome
generico
della pianta
Nome specifico
flella piuiita
Luogo
ove nasoe spontanea
U 8 i
518
o2S
526
527
528
N^O
OKNITHO-
(lAM'M
FBITlIiIi\-
RIA
LILIlM
TULIPA
EKYTHRO-
IVIUM
narbonense L.
lutea Schult.
arvensis Schult.
si'enopetala Rchb.
monlana Hopp.
eandidum L.
bulbosum L.
carnioUcuni
Bernh.
Marl agon L.
syJucslris L.
Dens Canis L.
Ne' luoghi erbnsi e
pascoli del Veronese,
Vicentinn, Trivigiano.
Nel monte Baldo e
ne' nionli bassanesi e
vicontini.
Ne' seminati dei colli
e canipi veronesi. vi-
centiui , bassanesi e
fiiulani.
Ne'eolli ombrosi pres-
so Fagagna nel Friuli
(I'irona).
Ne'prati di Munfal-
cone.
Non indigeno. ma col-
tivatocomunemeuteper
urnainento.
Ne' boschi e prali del
monti veronesi, bassa-
nesi, friiilani.
Nel mmite Sunmia-
no e nel Friuli.
Ne'prati de'monti ve-
ronesi, vicentini , bas-
sanesi e frinlani.
Ne' campi intorno a
Vioenza.
Ne' bosclii dei colli e
monti del Veneto.
ORDINE VI. — DIOSCOREACEE.
529
nTT
communis L.
Vdlgaro neilesiepi di
lutle le piovincie.
— 471
-J_l!_
p
Nunie
Nome specif ico
Luogo
g
tienerico
Usi
5
delta pianta
della pianta
uve nasce spontanea
ORDINE VII. -
Si\lIL4CEK.
uoO CONVALLA.-
7)iajulis L.
Ne' luoghi oaibrosi ,
Le foglie
RIA
selvatici de'monti e col-
li del Vicentiiio, Bassa-
iiese, Veronese. Vene-
ziauo e Friuli.
ra.iceral(; nella
cilce daniio un
belculorvmU.
1
551
verticilla/u h
Nei luoglii stessi del
Veronese , Vicentino ,
Bassanese, Friulano e
della Carnia.
532
Pohjcjonalum L.
Ne' luoghi stessi del
Veneziano, Padovano.
Trivigiano, Vicentino^
Bassanese, Veronese, e
nel Fiiiili.
000
tituUiflora L.
Ne' luoghi stessi del
Maotovano, Veronese,
Vicentino, Bassanese,
Veneziano e Friuli.
554
MAJANTHE-
IVIL'M
bifoUuni DC.
Ne' luoglii stessi dei
nionti veronesi, vicen-
tini, e della Carnia, nei
boschi di Fagagna nel
Friuli.
o5a
STREPTO-
PUS
itmplexifolhis
Ne' luoghi boschivi
de' monti veronesi e
bassanesi.
556
ASPARAGUS
ofjicinulis L.
Nelle siepi e ne' pa-
scoli umidi e luoghi
boschivi dei Veneziano,
Padovano, Bassanese,
Vicentino. Veronese e
Friuli.
Ld iMili'ce Ji
(Ulli gliAspa-
laoi e diui«ti-
ca.-Dique-
sla prima spe-
cie si raan§ia-
no le lenere
mosse, e si col-
557
scab'er Brign.
Nei lidi veneti e nel
Friuli.
llv. .1 Ml UbO.
558
leiiui/hlius Lam.
A lie rive dei I'lssi, e
nei iiiouti e boschi del
Veronese, Vicentino,
Bassanese. negli Euga-
nci e nel Friuli.
1
1
i>enc III. T. IV.
61
— 472
.
' ^^
'
p
Nome
Nome ppecifico
Luogo
£
'j^eneiico
Usi
2
della pianto
della pianta
ove uasce spontanea
559
ASPARAGUS
albiis L.
Ne'lidiVenetipresso
BuiHno.
540
aculifoUus L.
Frequenle nei boschi
e spineti del Yeneziano.
Padovano, Vicentino,
Bassanese, Veronese,
e nel Fiiuli.
341
amunis DC.
Ne' luoghi saisi del
Veneziano.
542
RllSt:if>
aculcafu.1 L.
Ne' boschi e luoghi
silvestri specialinente
de'monli e colli di tutto
il Voneto.
,i;ur,lira.lsu,.i'
slovani lalli si
m:*ngiano come
gli Aspar.igi.
545
Hi/poglossum L.
Ne' hioghi sassosi
del monte HoUlo e nel
Friuli.
Se ne famio
sran.ite grosso-
lane o robuste.
544
SMILAX
(ispcra L.
Ne' luoghi sassosi e
La radice .■
siidoritera e si
Si.slilusc.. a'
nelle siepi del Verone-
se, del Veneziano e nel
c|UellaJellaS,.l-!
basso Friuli presso
sapariglia ncll.J
cuia Je'morbi'
Monfalcone e Duino.
545
PARI?
quadrifolia L.
Nei luoghi alpestri e
selvalici del Veronese.
lici I. sifllllici.
N.16
Vicentino. del Friuli e
Carnia.
ORDINE VIII. —
I
AM\RILLIDEE.
546
GALAIN-
THl'S
niiKtlis L.
Ne' luoghi ombrosl e
boschivi del Mantova-
no, Veronese, Vicenti-
no, Bassanese, Pado-
vano. Tpivlgiano e nel
Friufi.
547
LElCOHTvI
vernuin L.
Ne' boschi del Man-
tovano, Veronese, Vi-
centino. Bassanese e
Friuli.
— 473
p
Nome
Nome specifico
Luogo
s
generico
Usi
3
della pianta
della pianta
eve nasce spontanea
348
LEUCOJUM
acsiimini L.
Ne' luoghi paUistri e
ne'prati del Mantovano,
Veronese, Padovano,
Veneziano, Trivigiano
e nelFriuli.
349
STERNBER-
GIA
liilca Spr.
Ne' pascoli del Ca-
stello di Marostica ed a
Brendola nel Vicentino.
ooO
AGAVE
americuna L.
Fia le rupidelle rive
del Benaco.
551
NARCISSUS
poeiicus L.
Nei prati e monti di
tutte le Proviccie Ve-
uete.
•
352
hiflorus Gurt.
Ne' luoghi stessi del
Mantovano, e ne' lidi
veneti.
OOO
Pseudo-Narcissus
L.
NelFriuli,ecoltivato
per ornamento.
3o4
incomparabilis L.
' Ne' prati del Manto-
vano e del Bassanese.
» 0. plenus
N. 9
ORDINE IX.
- IRIDEE. i
555
CROCUS
venius L.
» /3. albifloriis
Ne' colli e monti ve-
ronesi e vicentini, nei
prati del Friuli, e pres-
so Chioggia.
La varieta nei paseoli
del Monte Baldo.
356
variegalus Hopp.
Ne' prati del Friuli.
557
6//Z0/-MS Mill.
Ne' prati del Manto-
vano e del Veronese.
558
GLADIOLUS
Irip/njllus Sibth.
Nel Summano del
Vicentino.
559
segetum Gawl.
Comune ne' pascoli
del Veneto.
560
IRIS
germanicu L.
Ne' muri e luoghi
rupestri del Veneto.
La rjiiicepol-
verizzata serve
a Drofumare i
561
sainbiicina L.
Ne' monti del Vero-
nese e del Friuli.
pannilioi.
362
Pseudo-dcorus L.
Volgare nei fos.=!i e
luoghi aquosi.
474 —
o
1-
Nome
Nome specificu
Liiogo
E
i;enerico
11 s i
p
2
della pianta
della pianta
ove nasce spontanea
565
IRTS
foetidisfimn {,.
Presso Chioggia e
nel Veronese.
364
sibirica L.
Ne' prati del Friuli.
mn
gra7ninea L.
Ne' nionti e colli
veronesi, vicenlini, e
|N.ll
frinlani.
OKDINE X. -
ORCHIDEE.
566
GdODYERA
re pens R. Rr.
Ne'bocchi del Vicen-
lino e Bassanese.
367
1
SPIRAN-
THES
(tnlmnnaJh Rioii.
Fiequente nei pascoli
secclii del Veronese,
Bassanese, Vicentino,
Padovano. Veneziano e
Friuli.
568
ncx/ivalis Ricli.
Ne'Iuoglii palnstri e
pratensi del Veronese,
del Bassanese, de'lidi
veneti e del Friuli.
569
1
LISTERA
ovnfa R. Br.
)-
Ne' liioghi ombrosi
de' boschi montani del
Veronese, Mantovano,
Vicentino, Veneziano,
Bassanese e nel Friuli.
570
NEOTTIA
IS'idiis mris L.
iVe' luoghi stessi del
Mantovano, Vicentino,
Bassanese e nel Friuli.
571
EPIPACTIS
pahistris Sw.
Ne' luoghi palustri
del Mantovano, Vero-
nese, Vicentino, Pado-
vano, Veneziano e del
Friuli.
572
7nicrophylla Sw. ,
Ne' pasc(ili ombrosi
del Padovano.
575
UtiifdUn .'iw.
Ne' luogbi boschivi
del Mantovano, del Ve-
ronese, Vicentino, Bas-
sanese, del Veneziano,
del Bcllunese e nella
Carnia.
i
475 —
p
Nome
Nome specifico
Luogo
1
c
generico
Us i
o
S
della pianta
della pianta
ove nasce spontanea
574
CEPHALAN-
THERA
grandiflora Bab.
Ne' boschi del Vero-
nese, del Bassanese,del
Vicentino, del Veneto
e del Fiiuli.
573
ensi folia Rich.
Ne' bosclii del Vero-
nese, Vicentino, Bas-
sanese , Veneziano e
Friuli.
576
rubra Kicli.
Ne' boschi del Man-
tovanOj Veronese, Vi-
centino, Bassanese, Ve-
neziano e del Friuli.
577
LIWODO-
Rl'M
aborlivum Sw.
Ne' boschi del Man-
to vano, Veronese, Vi-
centino, Bassanese, I'a-
dovano, Trivigiano e
Frinlano.
578
ORCHIS
rubra Jacq.
Ne' colli epascoli del
Veronese, Vicentino,
Bassanese e Padovano.
579
pyramidalis L.
Ne'prati del Verone-
se, del Vicentino, del
Bassanese, del Padova-
no, del Veneziano, del
Trivigiano e del Friuli.
■
580
globosd L.
Ne'boschi subalpini e
prati del Veronese, Bas-
sanese , Vicentino e
Friuli.
581
coriophora L.
» /3. frog runs
■ I'oll.
Ne'pascoli del Vero-
nese, del Bassanese, del
Trivigiano, del Vene-
ziano e del Friuli.
Questa predilige i pa-
scoli secchi de' luoghi
stessi.
582
y^/fj/vV* L.
Copiosa nei prati e
luoghi erbosi di tutto il
Veneto.
I suoi liiberi
scoll.ili nell'a-
cqua bollpnte
ed asciuui gio-
vano come nii-
Iricnli n^lle
mjlallie Jicon-
stmztone.
— 47G —
Nome
generico
della piauta
Nome spocificu
dcUa pianta
Luogo
ove nasce spontanea
585
58 4
58S
586
587
588
589
590
591
592
595
mftscula L.
uslidala L.
vciricgald W.
tcphrosanlhosWW.
mililaris L.
fuscn Jacq.
pallens L.
la.viflora Lam.
paluslris Jacq.
I(i/ifulia L.
n 0. angusli-
fuUa.
lacnldlu L.
Ne' colli del Verone-
se, del Viceutino, nei
prati del Bassanese, del
Veneziano, del Friiili.
Ne' prati moiituosi e
del piano uel Veronese,
Viceutino, Bassanese e
uel Friuli.
Ne' colli erbosi e nei
bosL'hi del Mantovano,
Bassanese , Vicentino,
Trivigiano, Veneziano e
nei Friuli.
Ne'boschide'coUi del
Veron. e negli Euganei.
Ne' boschi del Vero-
nese, del Bassanese e
nei Friuli.
Ne'luoghi erbosi del
Mantovano, del Padova-
no e del Friuli, ne' colli
veronesi e bassanesi.
Ne' boschi niontani
del Veronese, Vicentino
e Bassanese.
Ne' luoghi umidi del
Veronese, Mantovano,
Vicentino , Bassanese,
Veneziano e Friuli.
Ne'luoghi palustri in-
torno a Venezia (Ru-
chingher).
Ne' boschi e luoghi
umidi del Mantovano,
Veronese , Vicentino ,
Bassanese, Veneziano e
nei Friuli.
Ne' prati paludosi di
Monfalcone nei Friuli.
Ne' pascoli e boschi
de'monti veronesi e vi-
ceutini, nei Bassanese e
nei Friuli.
— 477
p
Nome
Nome specifico
Luogo
s
generico
Us I
z
della pianta
della pianta
ove nasce spontanea
594
ORCHIS
sambucma L.
" fi.incaniala.
Ne'hioghi stessi del
Veronese , Vicentino ,
Bassanese, Friuli.
595
GYMNADE-
NIA
conopsea R. Br.
Ke'luoghi ombrosi ed
erbosi del Veronese, Vi-
centino, Bassanese, del
Veneziano e del Friuli.
596
odoratissimaR.Er.
Ne' monti del Vero-
nese, del Vicentino, del
Bassanese, e ne' prati
palustri del Friuli.
597
PERISTV-
Ll'S
viridis Liudi.
Ne'pascoli alpini e nei
colli del Veronese, Vi-
centino , Bassanese e
Friuli.
598
albidus Lindl.
Ne'luoghi stessi del
Veronese , Vicentino ,
Bassanese e Friuli.
599
INIGRITEL-
LA
rniffus/ifulid Rich.
)j /3. rosea.
Ne'luoghi stessi del
Veronese, Vicentino,
Bassanese e nel Friuli.
Nel Bassanese.
400
PLATAN-
THERA
hi folia Rich.
Ne'luoghi sopraddetti
del Mantovami, Vero-
nese, Vicentino, Vene-
ziano e nel Friuli.
401
HERMI-
NIUIM
Mo7iorchis R. Br.
Ne' pascoli alpini del
Veronese , Vicentino ,
Bassanese e nel Friuli.
402
HIMAINTO-
GLOSSUftl
hircinum Spr.
Ne' colli veronesi,
bassanesi, vicentini ed
euganei. nel Veneziano
e nel Friuli.
405
SERAPIAS
Lingua L.
» (i.longiplala.
Ne' boschi e prati
montani di Mantuva .
Verona, Vicenza, Bassa-
no, Padova, Treviso e
Friuli.
Ne'luoghi stessi e nel
Veneziano.
404
OPHRYS
ntijodes W.
Ne' luoghi boschivi
del Mantovano, Verone-
se, Bassanese e Friuli.
1
— 478
Nome
jeneiic'o
j^ |della piauta
Nome specifico
(lella pianta
Liiogo
ove nasce spontanea
40o
406
407
408
409
410
411
N.46
412
413
414
41o
Usi
CORALLOR-
RHIZA
CYPRIPE-
Dll'M
ACORUS
N. 4
416 TVPIIA
apifera W.
arachiutes W.
a rani [era Sni.
alraia Lindl.
Berlolonii Moret.
innata R. Br.
CalcL'olus L.
ORDINE XI.
Ne' prati e colli del
Mantovano, Veronese,
Vlcentino,Bassjnese.
Ne' luoghi niefiesimi
enel VenezianoeFriuii.
Ne' luoi;hi stessi del
Mantovano, Veronese,
Bassanese, Veneziauo,
Trivigiano o Frinli.
Ne' colli Eluganei.
Ne' colli del Verone-
se e ne'prati del Bassa-
uese.
Ne\boschi montani
del Veronese, de' Selte
Connuni Viceiitiui e nel
Frio 11.
Ne'boschi montani dei
Sette Coniuni Vicentini.
del Monte BaldoeFriuli.
AKOIDEE.
Calamus L.
tnaciilahim L.
ilalicuin Lam.
Dracuncidus L.
Ne'Uioghiacquosi dei
Mantovano, Veronese,
Bassanese, Veneziano.
Ne'iuoghi montani ed
ombrosi del Mantovano,
Veronese, Vicentino e
nel ])asso Frinli.
Volgare nel Veneto
liingo le siepi e alle ra-
dici de'monti.
Nel basso Frinli.
Se lie t
tnbero
col., e
rante.
ORDINE Xll. — TIFACEE
\luti/'olia L.
\'olg<ire in Ui'li i Uiu-
ghi palustri.
l)tll-l.,^liesi
— 479
p
Nome
Nome specifico
LlK)gO
1
•generico
Usi
3
2
del la pianta
della piaiita
ove nasce spontanea
417
TYPHA
angustifolia L.
Ne' luoghi stessi del
Maiitovaiio, Veronese,
Byssanese e Veneziano.
418
minor Siiu
Ne' luoghi acquosi e
fossi del IViantovano, del
Veronese , Bassanese,
Padovano e Veneziano.
419
minima Hopp.
Ne'luoghi palustridel
Veronese, Veneziano e
Friuli.
A'lO
SPAKGA-
NILM
ramosuin L.
Volgare nelle paludi
e fossi delle I'rovincie
Venete.
421
simplex Huds.
Ne'luoghi acquosi del
Mantovauo, Bassanese,
N. 6
Padovano e Veneziano.
ORDINE XIU. -
- LEMNACEE.
422 LEMNA
trisulca L .
Nelle paludi manto-
vane e ne'luoghi acquo-
si del Veronese, Viceu-
tinn, Padovano, Trevi-
giano e Friuli.
423
minor L.
Comnne ne' luoghi
acquosi.
424
gibba L.
Ne' luoghi acquosi
piii rara, nel Friuli.
425
pohjrrhiza L.
Nelle acquestaguanti
del Veneziano
N. 4
ORDINE XIV. -
- NAJADEE.
426
NAJAS
marina L.
Nelle paludi ed acque
del Mantovano, Vero-
nese, Padovano e Friuli.
1
427
7ninor L.
Ne'Juoghi slessi del
IViantovano, Veronese,
ne' fossi del Bassanese,
Trivigiano e Friuli.
'
Seric III. T /I".
62
— 480
o
u
Nome
Nume speeifico
Luogo
£
generico
Usi
2
(leiia piania
delb piaiita
live iiasce eponliinca
428
NAJAS
alagncnsis I'oll.
Nelle paludi dul Mao-
tuvano.
429
ZOSTERA
serrahiia Tar^.
Copiosissiiiia iie' lidi
vuneti e nel Friiili.
450
nonu Ruth.
Iiitonio iille isole di
Venezia.
451
POSIDONIA
oceanicii Spr.
mar.; sui lid>
452
ZAISNI-
CHELLIA
ycilastrish.
Nelle acqiie de' fiunii
iiel Veronese e Manto-
vano, ue' fossi del Bas-
pi.nese, del Padovano,
del Veneziano e del
Friuli.
433
RLiPPiA
inarilimu L.
n /3. 7-ccla.
Ne' luoghi acquosi
SHJsi iiitoriio a Venezia,
Chioggia e nel Fiiuli.
Inlorno a Chidggia
nei fossi.
4.-4
POTAMOGE-
NATON
natans L.
» (3. fluilana.
Nel lego di Mantova
colia vaneta fi e nelle
acque di Uitto il Veneto.
45.'
perfoliata L.
Ne' luoghi stessi.
436
densa L.
Nelle paludi inanto-
vane, nel Veronese, nel
Padovano.
437
lucens L.
Ne' luoghi stessi del
Mantovano, Veronese,
Padovano, Veneziano e
Friuli.
458
rufescens Schr.
Nelle acque de'liioghl
alpini del Belluiiese.
459
crispa L.
Ne'fiumi, fossi, e pa-
ludi del Mantovano, Ve-
ronese. Vicentino, Pa-
dovano _, Veneziano e
nel Friuli.
440
zosleraefolia
Schuii).
Ne'luoghi palustri in-
torno Mantova e Chiog-
441
pusilla L.
gia.
Nelle acque stagnanti
del Mantovano, Vero-
481 —
p
Nome
Nome specifico
Luogo
£
genenco
Usi
3
2
della pianta
de55s pianla
ove iiasce P|)i)iilui)ea
,. , .
nesp, Vicentino, Pado-
vauo e Friiili.
/i4i'
POTAMOGE-
TOIV
pectinatu L.
Ne' luoglii stessi del
Mantovaiio , Veronese
fid intoino a Veuezia e
Chioggia.
44i)
marina L.
Nelle acque salse del
Veneto e nel Friuli.
N.18
ORDINE XV. -
- BUTOMEE.
444
BUTOMUS
umbellalus \,.
Ne'liioghi acquosi ed
inigati del Mantovano,
Veronese , Vicentino,
N. 1
„ -
Padovanu e Friuli.
ORDINE XVI. — ALISMAOEE
445
TRIGLO-
palustre L.
Ne' luoghi iiinidi del
CHIN
Mantovano, Veronese,
Vicentino, Bas.<anese ,
Veneziano e Friuli.
446
niarilimutn L.
Ne' lidi del mare in-
torno a Venezia e nel
Friuli.
447
SAGITT.4-
sagitlifoUa L-
Ne'fossi del Manto-
Ri.\
vano, Veronese, Pado-
vano, Veneziano, Rodi-
^ino. Friuli.
448
ALISMA
Planlugo L.
Volgare in tutti i luo-
v((r. ^, 7. J.
glii acquosi.
449
7-amincidoides L.
Ne'hinghi acquosi del
Mantovann edel Friuli.
N. 5
ORDINE XVII. — IDROCARIDEE.
450 HYDROCHA-
RIS
Mursiis ranae L.
Nelle paludi e luoglii
acquosi di tulto il Ve-
neto.
— 482 —
o
u
3
Nome
generico
ilella pinnta
Nome speoifico
(lella piania
Luogo
ove aascp spontanet*
IJ s V
451
STRATIO-
TES
uloicleslj.
Nel lago di Mantovn.
452
N. 3
VALLINE-
RI\
spirnlis L.
Ne'luoghi palustri ed
acquosi del Mantovano,
Veronese,l'adovano,Ve-
neziano, Tiivigiano e
Friuli.
ORDINE XVm — ARISTOLOCHIACEE.
453
454
455
ARISTOLO-
CHIA
rotunda L.
pallida W.
Clematitis L.
Ne'pifiti 8 boschi dt
Uitto il Veneto.
Ne' hiughi stibalpiiii
del Veronese, ViL'entitui,
Bassaiiese, Veneziaao,
Trivigiano e. nel Friuli.
Ne' liioghi incolli e
nelle siepi comune.
\.> ...lice gic-
V.,.,.|Ucl.„..si.,
•
456
ASARUM
europacum L
Ne' liioghi ombiMsi
del Veronese, Vicenti-
no, Bassanese e nel
Friuli.
I.n .SM.1 ra.lice]
, cuslir,, Jlu-
relica e ,lra-
stlo.i.
N. 4
ORDINE XIX. — CITINEE.
4a7
N. 1
C\TINllS
Hijpocislis I>.
Sdlle raijiri d'el Ci-
stus saluiaejiilius L.,
ne" colli Eugniiei.
II ».icco ^ a-
'.n\nlv»T\^.
ORUINE XX — NINFE4CEE.
458
459
INVftlPHAEA
MIPHAK
alba L.
luleum L.
CniDune in tiitte le
acque dolri del Veneto.
Colla precedente.
N. 2;
(Continvfil
mmn del mm u iirzo \m.
11 m. e. dott. Girolamo Venanzio presenta il se-
guente Rapporto :
■ Vengo oggi, o Signori, ad aderapiere un onorevole
iocarico che mi fu dato dalla Prosidcnza nostra, ed a ren-
dervi conlo delT Opera che fu teste pubblicala e presen-
tala in dono all' i. r. istiluto dal patrizio co. Pierluigi
Berabo sulle Istiluzioni di Beneficcnza della cilia e provin-
cia di Venezia. La qual opera reputo che sia in singolar
modo degna dell' atlenzione vostra ; o perche 1' argomento
di essa e gravissimo in se stesso, e lo e ancor piii per la
grandezza degli oggetti che coraprende, il complesso dei
quail, o si guardi alia economia interna della citta od ai
bisogni della umanila indigente, parra certo a tutti essere
di erainente importanza ; e perche la traltazione di questo
argomento alia qualila di esso si adegua, ed e avvalorata
da quel sapere che di ogni retto discorso t; principio o
fonte, e spira sempre caldo affelto c sincera sollecitudine
per la causa dei poveri, ed e opportunamente condita da
quella modesta e ben temperata elegauza di stile che con-
cilia la pcrsuasione ad ogni scrittura e giova a tutte, e non
disdic(i ad alcuna; e perche in fine qucsta opera precede
— 484 -
ail una grando rilorma, die, se non I'alliscono gli aimunzi
rpcali ilallii Gazzotta Ufficialo, sara in breve operala nel-
r amminisli'azionc do' Luoglii Pii di Venezia e spianera ad
essa la via, e col foroire uotizieed osservazioni agevoleri
ai rifonnatori il modo di raggiungere la nieta prcfissa.
Qiiesla opera perlanto consta di iin volume di circa
500 paginc in grande oUavo, e conliene una ricerca slo-
I'ica, morale, economica e oritica sulle origini, sui pro-
grcssi e sulle condizioni alluali delle pie Istitnzioni di Ve-
nezia. Essa si divide in Ire parti. La prima tralla degli
Istituti prevenlivi di Venezia, owero di quelli die sono
direlti a prevcnire la poverlilj ; la seconda degl' Istituti
sovventori pur di Venezia, owero di quelli deslinali a soc-
correrla ; la terza degli Istituti sparsi nolle varie comuni
dolla Provincia. Alle due prime parti si aggiungono qual-
tro appendici, la prima delle quali parla degP istituti na-
scent!, e le altre trc della Benelicenza presso le comunioni
greca, evangelica ed israelitica. La prima parte compren-
dc 18 Isliluli, allrcttanli la seconda, 5 le quattro appen-
dici e 33 linalmente ne comprende la terza parte. Riguardo
a tutli questi 74 istituti 1' autore procede con egual metodo
e colla stessa diligenza ; e, salve le differenze die la loro
storia e la loro economia rendono necessarie, egli rimonta
air epoca della loro fondazione e narra le successive loro
vicende, e mostra le condizioni loro atluali, ed accenna le
cause per le quali ebbero incremeulo od inclinarono a de-
cadenza ; ed espone i loro regolamenti e iiidica i presidi e
le assistenze di cui sono rauni.i e presenla i bilanci delle
loro rendite e delle loro spese, e talvolla fa conosccre i
iniglioramenti die introdurre si polrebbero in quelle Istitn-
zioni e i difetti die sarebbe d' uopo emendare.
Sarebbc opera del pari inulile ed inlempesliva seguir
— 485 —
r aulore in quesle sue svariate ricerebe e rifeiirvi le noli-
zie e le particolarilii che per cadauna Istituzione egli rac-
colse diligeiiteinente ; ed il noverarie in fila, anziche uno
estratto, sarebbe una ripetizione del testo. Piultosto ado-
prero ad esporvi sinteticamente quanlo di piii riievante, a
parer mio, trovasi nel Hbro, e quanto puo valer megUo a
significare gl' intendimenli che ebbe il co. Bembo nel det-
tarlo e a mostrarvi la utilitS die se ne puo ritrarre ; bene
inteso che per ora il mio studio si riferisce soltanto alia
prima e seoonda parte del libro stesso , cioe agl' Istituti
della citta di Venezia che 1' autore chiama preventivi e
sovventori.
Oltre a siffatta divisione, le notizie fornite dal co. Bem-
bo danno a divcdere che egli e d' uopo distinguere gli
Istituti di Beneflcenza che provvedono colle proprie ren-
dite alia loro sussistenza da quelli che da pubbliche o pri-
vate sovvenzioni la ritraggono ; poiche gli uni hanno in s6
stessi una valida guarentigia di durata, e possono essere
migliorati e renduti sempre piu profiltevoli con una vigi-
lante tutela e con una retta amministrazione, e possono
quindi essere considerati una parte preziosa della ricchez-
za di una citti o di uno Stato ; laddove gli allri hanno una
esistenza precaria e il germe della loro vita pud essere ad
ogni istante soffocato da quelle fortunose vicende che fla-
gellano talvolta le famiglie ed i popoli e che del pari pro-
strano gli anirai e distruggono le sostanze; e peggiore an-
cora sarebbe la condizione di tali Istituti, e maggiore il
loro pericolo, se fosse vero cio die affermano due reputati
economisti, che le istituzioni sostenute esdusivamente dalla
pubblica beneflcenza non possono piu di 25 anni duraro.
— 480 —
Allc due dassi poi cbe abbiamo formato una lerza classc
intercede cosUtuila da quegU Islituli cho hanno nel tempo
stesso e renditc proprie e pubbliche o privalo sovvenzioni.
Ore secondo i dati somministrati dal co. Benibo, alia I clas-
se, a quella cioe degli Istitiiti die si mantengono coi loro
averi apparlengono le Zitelle, la Ca' di Dio, la Casa di Ri-
covoi'o, r Istituto Manin, le Canossiane, le Penitenti e i
Calecumoni ; alia II classe, cho comprcnde gl' Istiluti non
provveduti di alcun proprio patrimonio appartengono le
Pericolanti e gl'Istituti Canal, Ciliota e Cabmiotto, e nellalll
classe, in quella cio6 degli Istituti che hanno bensi renditc
proprie, ma non suflicienti ai loro bisogni, ai quali suppli-
scono percio le pubbliche o private largizioni od altri pro-
veiiti, devesi collocare la casa degli Esposti, gli Asili della
infanzia, gli Orfanotrofi dei Gesuati e delle Terese , le
scuole di Caritii, il pio Monte, I'Ospitale civico, I'Ospitale
di san Servolo, e finalmente la Commissione gcnerale di
pubblica BeneDcenza. I singoli patrimoni di tutti questi
luoghi pii, costituiti generalraente da beni stabili, da livelli
e censi e da frutli di obbligazioni dello Stato formano in
complesso il ragguardevole capitale di L. 20,969,869,34,
nel quale pero sono compresi i valori di alcuni dei rispet-
tivi locali. Da questo capitale si ritrae una rendita che
nell'anno 1836 fu di L. 816,246:38. Oltre a questa rendita
i Pii Istituti in quell' anno ebbero dal Tesoro o dai Comuni
sovvenzioni per L. 684,303:31, n' ebbero dai privati per
L. 130,212:42, ed ebbero eziandio pareechi particolari pro-
venti per L. 439,782:74 ; cosicch^, secondo i dati offerli
dal sig. CO. Bembo, I' esercizio della pubblica benelicenza
in Venezia costd nell'anno 1836 la complessiva somma di
L. 2,090,747:23. Gl' individui d' ambi i sessi accolti nei
summenzionati Istituti cd ai quali con tal rendita si prov-
— 487 —
vede ascesero ncl 1850 a 525*). La Conimissiouc poi di
pubblica beneficenza, seiuprc colla rendita stessa, presto
inqiicll'anno il giornaliero maiitciiimeiito a 307o povcri
c a 190 poveri vergogriosi ; ed oltro a cio teiiiio uii cala-
logo di 34824 individui, chepotevaiio esser soggelli ad una
cvenliiale momentanca poverta cagionala o da inlei'mila o
da sciopri o da comuni calamita, ed ai quali percio la Com-
luissione stessa non presto clie uii eventuale c momentaneo
soceorso nei singoli casi. Ai siiaccennati Islituli dovesi i)oi
aggiungci'e la fondazione Treves costituita da una somma
capitale di L. 60,000, die i nobili signori Treves di Bonlil
diedero in done affinclie si coliocasse per anni cinque nella
Cassa di risparmio, o coll' interesse ilel 4 per 100 si di-
stribuissero qualtro grazie annuali a quattro onesli e bi-
sogQosi opcrai ; c trascorsi i cinque anni, e polcndosi in-
vcstire la soninia con niiglioi-e intercsse, una quinta grazia
si distribuisse. E devonsi pure aggiungerc la societa di
san Vincenzo di Paola cliedivisa in cinque conferenzc, ado-
pcra con parlicolari intendimcnti e disci[)lJne al sullievo
de'miseri, e le assoriozioni di mutuo soccorso dei calafati,
dei sacerdoli secolari, dei suonatori del toatro deila Fenice,
dei medici cliirurghi c farraaeisti, delle arli edilicatorie e
linalmente degl' invalidi di Marina. Le quali Isliluzioni,
avendo una diversa nalura e divcrsi intendimenti e nieto-
di divcrsi, parve clie si dovessero disgiungere dalle allre,
e far sc no dovesse in qucsta rolazione una sepai'ala nion-
zione.
-••■'•■■ -H. ■* ■■ '
Bella oitre ogni dire e dilettosa e la via per la quale ci
guida il CO. Benibo col suo libro. Dopo lanlo aggirarsi Ira
oggetti ben diversi, I animo si ricrea niirabiluiente risaleu-
Saic III, r. IV. (]-,
— 488 —
(fo a ic'inulissiiiK; rpix lie c scorgcndo i;li aiiliclii pailri vc-
nt'ziiini, bene I'oiulala eon sagge Icggi e cuii provvide isli-
tiizioni la loro I'cpuljhlica, adoperarc viiilinenle luuri di
casa a viiicoi'e i iicniici dclla crislianita o ad iiitraprcndorc
lunglii c pericolosi viaggi c rivclare nuove Icrre c niiovo
meraviglio <• additarc iiuovi adili al oommercio c niiovo e
feconde surgeiili di ritclic/za ; e dopo gloriose iraprcse c
ardiic pci'ogi-iiuizioni ritornati a casa cariclii delle dovizic
d'Urieiilo, offeriro il liore delle spoglic opinio a Dio OUimo
Massimo ed alia patria, clie e senipre cosa venei'abilccsauta
ad ogni cuor gciieroso, c qiiindi in cinia ad ogni altra cuia
por la (lira della unianita, e sciiz'apparali di teoriche sot-
tili o d' ingegnose ulopie, ma per iiii semplicc c spontaneo
impulso Tarsi promovilori di qiieila vera civilla clie prin-
c'i[)al(nente eonsiste nel ditTomlero il bene e nel fare elie \i
sia il minor niimcro possil)ilc di mali e di miserie nel mon-
do. Ed il eo. Bcmbo di frequcntc ci rapprcsenta questo
lieto affaccendarsi a pro' della indigenza, qnesta pressa di
o|iere buone, questa fervida gara cbc avevano i'ra loro i
piii preslanti palrizi e Ic malrone piu illustri di fondar
ospilaii, di aprir ricovcri, di apprestare ad ogni svenlura
nil sollievo, ad ogni pcrieolo un I'iparo, ad ogni moibo lui
rimedio: mollipliec c svariata manifestazione del pensiero
eristiano, speltacolo di grandezza e di l)ont;i eli(^ ispira in
clii r osserva una cara giocondila, e tale desla un tcnero e
soave comniovimento, <lic a noi iVa le aridila del lempo
noslro Inlto dedito a' suoi maleriuli intcrcssi di rado e
dato sperinienlarc. Di (juesli magnanimi alii e slorieo csat-
lissimo il Bembo ; e uiolle eloqnenli pagine del siio lihro
lanno fede clie lo spirito, gl' inlendinienli, le Iradizioni dci
progenitor! si conscrvaiio vivi e parlaiili neil animo del
pronipole.
— 489
Afa qjiogli antielii podri iion poiisavaiio torso die soc-
oorrcndo con lanla munificenza alia indigenlc cd infcrma
iimanila procuravano in pari tempo una gloria iniinortatc
alia loro |)ati'ia col fondare Isliluli di wn carallerc speciale
ed eniinenlemente provvido, libei*ale c religioso e col pre-
cedere a moiti nol fondarli. II co. Benibo fu sollccilo a rac-
coglierc od a registrare nel suo libro i titoli di questa glo-
ria, clic e certo da poi'si tVa Ic piii belle e piii splendide di
cui possa una citlti adornarsi. Ed istrulti da lui scorgiamo
la prima fondazionc della Ca' di Dio, asilo paeifico delta
derelitta ed inconlaminala vecchiaia, rimontare all' anno
1272, e quella dell' ospizio de' trovatetli at 1546, e quella
delle Penitonti at 1 557, e quella dell" Orfanolrofio at 1392.
E noi a buon dirillo ci esalliamo in noi stessi veggendo
nelle menti veneziane formarsi il primo concetto e quasi
spuntai'e ii primo germe di alcuno istituzioni, clie altrc na-
zioni si usurparono e die il seeolo nostro considera come
un mirabile risullamento della sua spei-ienza, de'suoi sludi,
del suo progresso. Gli asili dell'infanzia crebbcro e si mol-
tiplicarono in Venezia negli ultimi tempi, merce le private
largizioni e le disposizioni testamenlarie di qualcbe illuslre
e benemerilo jpitladino : ma il pio doge ^larino Zorzi mo-
rendo nd i5l2 iasciava un ricco legato « ad nulriendnm
et conservandum infantes et pueros indigentes minoris
aclatis utriusque sexus pauperes et indigentes (juibus pro-
videatur annuatim bene et sufflcienter, ec. » parole che di-
mostrano la povera infanzia tindal principio dd seeolo XIV
presa in singolar cura dal primo magistrato della repub-
blica e da hii provveduta con larghezza e con amore rac-
— 40U —
ioniaiul;il;i. In siiuil ij;uisa il bnndo dolla nicndicila fii suleii-
nenienlc proclamalo in Vcno/ia ncll' anno 1812 c lo si
rcpiilo iin pi'ovvcdimento saiulare c degno doi tempi. Ma
lin dali' anno 1300 col dccrelo del 26 aprile avcvano in
Venozia suonalo lo parole: « I'aupcres non vadant per civi-
taleni sed ponanliir liospilalibns, » c per raggiungere questo
seopo la icpubblica nei secoli XVI, XVII e XVlll non eesso
d" insislere c di provvedere con leggi e con lerniinazioni
adegiiale all' nopo efrequentissimc. Cosi il senno c la pieli'i
dei Vcneziani si collegavano per avere la priorita in cio
die liavvi di |mii nohile e di piii generoso, nelle opere di
benelieen/.a ; e cosi il co. Cembo raccoglie con gran dili-
gen/.a (inesli talli \v\ suo libro e aperlamenle li nianifesla
per rendere leslimonianza del vero c per rivendicare alia
sua palria le glorie die le appartengono e cbe forse crano
si ale dinienlieale o da allri rapile.
IV.
Ne si crcda die qiieslo zelo di beneficenza die si svol-
se con tanla enei'gia nei primordi della repubblica, collo
scorrer dei secoli si rallenlassc, ed in line collo sfarsi della
repubblica slessa si spegnesse. Parve anzi die si riaccen-
desso un maggior colore fra le agonie del governo e fra le
incertezze e lo agitazioni delle nuove signoric die soprav-
venivano e cessavano e si mnlavano con br<'vi intcrvalli.
Vedemnio noi stessi in questo secolo inoiti pii Istituli crcar-
si propriamcnte dal nulla c viver poscia una vila feconda
di oltinii effdii c sostenuta con quel soccorsi die la divina
Trovvidcnza, quando trovi dii sappia degnanienle secon-
darla e bene no intenda il sublime magistero, la giungcrc
per \\c- (Id pari miralnli e mislci'iose. ]/ ultimo doge fiOdo-
— 491 —
vioo Maniii, per soslitiiire iin' allra graiulezza alia gran-
dezza perduta c per confortare la mcslizia dei siioi giorni
solitarii c deserli, col teslamento 1." ottobre 1802 costi-
liiiva iin legato di cento iiiila diicati, aflliiclic glintoressi
da tal somma derivanli fossero impiegati parte nel maiite-
nlmento di pazzi, parte in qiiello di tanciiilli poveri ed ab-
bandonati, e poneva in tal niodo la prima pietra doll' Islitiito
die porta tuttavia il suo nome e che cbbe poscia si utile
ordinamento e si felici incremenli Ed il nosli'o autore ci
mostra sorgere nell' anno 1802 le Scuole di carita, e nel
4 807 la casa di IVieovero e I' islituto delle Oblate di san
Filippo e le Canossiane nel 1812 e I' islituto Ciliolta nel
-1822, e le Dorolee nel 1858, e I' islituto Canal ordinarsi
ed acquistar stabile sede nel 18 51, e finabnente il primo
ricovero pei bambini laltanti I'ondarsi nel 185 5. Ed anclie
al presiMite, come vedremo, oitre alle moltipliei pic asso-
ciazioni, vanno formandosi nuove utilissime istituzioni e si
vanno a mano a mano fornendo di regole, di presidii e di
dotazioni. Tanlo sono pronti ed animosi i Veneziani nel
senlire e nell'opiM'are a pro' dei iorosimili, e tanla c la loro
perseveranza nell amor del bene.
Egli e d' uopo confessarc, e cio dall' opera stessa del-
I'autor nostro apparisce cbiaramente, clie impulso prima-
rio alia benelicenza dei Veneziani e possente promovitrice
dei loro sentimenti pietosi fu in ogni tempo la religione.
La quale tin dalle epoebe piu remote era pi'ofondamenle
radicata nci loro cuori ed era la regola delle loro azioni,
il presidio delle loro famiglie, il firmamento del loro gover-
no ; e quando que' prodi antielii litornavaiio dall Oi'ienle,
49*2
insionio cdIIc conquisUilci dovizic, poi'lavaiio con aiiiim)
ooiiipiiiilo 0 giulivo meim)i'i(>, roliqiiic, ini)nii;:;ini tli sanli, o
qiu'ste spoglic prrzioso c/aiio ad essi inolivo cd o.'casiono
di origcr leuipli, di fal)l)riear monasleri, sovcmiIc di foiidai-e
ospilali c ricovcii. dli ordiiii i-cIi,:j,iosi divcnivano allora
naUiralinentG gli aiisili;irii delle iniprcse die si faccvaiio a
pro' dell" umanita; o la milizia di Cristo con pari ardoro
prcgava nellc cltiesc, comltallcva siii pulpili e nclle piazze,
ed opcrava, assisteva o confoiiava ncgli ospilali. Quoslo
pio e prolillcvol eosUinic si niantcnne coslanlemenlc, e
r opera di cui rcndianio conto c'inl'orma die auclie al pre-
senle nei principali IsliUiti di Venezia persone di anibi i
sessi appartcnenli ad ordini religiosi soslengono gli uffizi
di direltori spirituali, d' ispettori, di assislenti cd anclio
lalvolla d'iiirermieri e di servenli. L' Orfanolrofio dei Ge-
suali e affidalo ai PP. Somaschi, TOspizio dellc Zilelle
alle snore di S. Dorotea, qiiello degli Esposti alle suore
dclla Carila, T Islituto Maniii pure ai Somaschi, V Ospitale
civico degli infermi alle suore della Carila; quello di San
Servoio ai PP. Fale-benc-fratelli, la Casa di Ricovcro alle
snore del terz' Ordine di S. Francesco di Paola, e final-
nienle nell' Islilulo Canal si prestano alia edneazione o alia
islrnzione delle donzelle ({nivi raccolle le suore del Sacro
Cuore. U conic IJcnibo rende amplissinie lestimonianze
alia virtu di quesli bencmerili assislenli, e con calde cd
clo(pienli parole ne doscrive la inconsuinabile pazienza, lu
dure annegazioni, gl'incredibili patimcnti e sopratlulto la
invitla longanimila con cui sopporlano quanlo nelle suf
infermilti o nel suo docadinienlo la povcra umanita pre-
scnta di piii doloroso, di piu immondo e di piii ributtanlc.
K cosi dcvc essere; perclie Dio, Potenza suprema, e supre-
nia Virli'i, da mirabili forze a quolli cIk; iiiiziano le loro
— 493 —
o[)evii dii liii 0 samio condurlc con qiicHaiiiorc die la iia-
liira ispira, die la soL-ieta alimciUa c die la rdigionc
sautllica.
VI.
La rivisla doi liioglii pii di Venezia, c T esamo dello
particolari loro condizioni da iVequente occasioiie al conte
Beinbo di faro qualdie crilica osservazione siil loro stalo,
sulle fiforme die in cssi potrebbcTO essei'e inli'odottc, sui
difetli cbe polrebbero osser lolli. Di qiieste osservazioni
prcscntcremo uii brevissimo sunto. Egli in piii kioglii la-
nicnta il secrclo con cui sono trallali gli affari degli Istitiili
di beneficenza, ed il mislero in cui si vogliono tenere av-
volte le loro operazioni ; poiclie cgli erode cbe la pubbli-
cita sia indizio di buona fede, e salda guareutigia coiitro
gli altaccbi ingiusli ed inipertinenti. Parlando del Monlc
di Piela rcputa cbe sia sovercbio il carico imposto ai ricor-
rcnti, il quale fra interessi e tasse ammonia all' otto per
cento, c se il pegno si vende, ancbe all' oUo e mezzo ed in
certi casi sino al novo : nola cbe il ristringere a giorni de-
terniinati e ad un solo luogo T aceltazione dei pegni rende
maggiore la folia de' ricorrenti e piii dilTidli e luiigbe Ic
relative operazioni, e cbe quindi il lavoratore obbligato a
portarsi ad un silo lontano dalla sua oflicina dove talvolta
pcrderc una giornala di lavoro per fare il sue pegno ed
un' altra per redimerlo ; per la qual cosa a suo avviso
sarebbe mostieri fondare alcuni uflizi Qliali nelle parti piu
popolose della cittii per dividere il coiicorso e far cbe fos-
sero piu pronte e piu agcvoli le accettazioni e le liliera-
zioni dei pogni. Osservazioni alio incirca di egual tenoro
cspone I'aiitore riguardo alia (]assa di Ilisparmio ; la quale
— 494 —
islitti/iono oi^li voiTohbc clic si rondossc in priino liiogo
pill utile e pill iiccessibile nicdianle cassc liliali, dove si po-
Icsscro a piacinionlo Tare i dopositi anziche versarli lutli
0 colic prclist^c discipline nella iinica cassa congiunta al
JMonle di piela, c die si rendcssc in secondo luogo piu
nola e piii popolai'c niediante Ic islriizioni, Ic esortazioni,
gli eccitaiuenli dei padroni, dei maestri, dei saeerdoli e
della stampa. E vorrcbbc eziandio clie i depositi clic si fan-
no da uno stesso individuo in varii tempi si regislrassero
lutli in un solo libretto, afline di oltcnorc a favor della
cassa un risparmio di tempo e di opera. NeH'Ospitale civi-
co osserva clic sono troppo ampie le sale c die in cadau-
na di esse si aduna con reciproco danno e disgusto un
sovcrcliio numero di malati chc sono colpili da malaltio
diverse e die Irovansi in diversi stadi di esse ; e desidera
che i parroehi non abbiano tanta facility a rilasciare quei
certificati di poverlii, nicdianle cui alcnni individni olten-
gono indcbilamentc die le dozzine loro nelT ospilale siano
pagalc dai comuni. Nell' Ospizio di S. Servolo, I' autorc
fa voti cbc siano introdolti que' miglioramcnli die tro-
vansi acccnnati in una scrittura del p. Prosdocimo Salerio
e chc noi furono ancora. Nclla Casa d' Industiia nola
csscrvi una sproporzione enormc fra la spesa e i prolitti ;
potersi dire die cssa appena corrispondc al line per cui
sono aperte le case di lavoro ; tulle le cure dei preposli
essere rivollc al secondo riparto cd abbandonarsi il primo
ad una brnzzaglia indisciplinata ed intingarda, non d'altro
braniosa die di [lassare i giorni nel disordine e nella igna-
via. Parlando poi in gcnerale, egli muove querela die non
bene siano determinate lo incumbenze dei diretlori e degli
aniniiuistratori e non bene indicati i diriiti di quelli e i do-
veri di questi, e che Ira gli uni e gh allri non siavi una
~ 495 —
positiva relazione di superiorita o di dipendenza ; lamenta
che non sompre si osservi una giusta proporzione fra le
spese e le rendile, per cui qiiesle iilUme noil baslino e vi
debba supplirc il Comune; repula che T amministrazione
esercilata dalla Commissione generalo di beneficenza sia
inceppata dalle forme nioUiplici e sovenle complicate, dai
vilnppi burocralici e dal troppo assidiio intervento delle
auloriti locali, e che tali vincoli rendendo men pronti e
mono efficaci i soccorsi reohino grande nocumento alia
causa del povero; e soprattutto deplora che menti'e alcuni
Isliluti si trovauo in gravi strcttezze, in altri invece il da-
nai'o sopi'avvanzi e si accumuli e giaccia inutile ed infe-
condo negli scrigni. Ond'egii e indolto a preferire il prin-
cipio deir unione che sotto il governo italiano fomiava
la base del sistema amministrativo della beneQoenza e ad
esser largo di elogi alia soppressa Congregazionc di carita
che qualiflca come « una delle piu sagge istituzioni che
regolassero mai la beneficenza. » Sebbene in alcuna di que-
ste opinioni io non possa in alcun modo convenire, parmi
peru che la uiaggior parte delle proposte fatte dal conte
Bembo abbiano buon fondamento di verita e di rd^ione, e
credo che se fossero adottate e ne seguisse I" effetto cor-
rispondente, molto onore ne deriverebbe all" amministra-
zione e maggior benefizio ai poveri.
AUe due parti finora esaminate dell' opera del conte
Bembo si aggiungono, come si e da principio accennato,
quattro appendici ed una III parte. La prima riguarda i
cinque istituti che stanno formandosi in questa citta, che
sono gia approvati, ma che non furono peranco definitiva-
mente organizzati : essi sono cinque, e si denominano la
Society di mutuo soccorso pei maestri e per le raaestre
€lementari, il fondo di soccorso a favore dei barcaiuoli
SerieIIl,T. IV. 6't
— 40() —
del tragheUi, la casa centralc cli lavoro poi ragazzi abbaii-
donati, il patronato dei ragazzi vagabondi e la Socielii di
mutuo soceorso pcgl' iiitcrpreti. Nella seconda appcndice
si tratta dclla beneficenza presso la Comunione gfcca, che
si cscrcila iiicdiante un islituto ed im ospizio, il primo dei
qiiali accoglio cd cduca sei povcre dorizelle greche, il se-
condo da ricovoro e soceorso a dieci poveri di ainbi i sessi,
e medianle Tospitalo fondato da Tommaso Flangini che
conticne Ui.ttavia 18 letti e posscde 100,000 lire. Nella
terza appendice si fa menzione della Comunione evangelica
che celebra i suoi rili in un oratorio ai SS. Apostoli e ai
suoi distribuiscc rcgolari elemosine, le quali peronel 1837
non superarono I' iraporto di lire 715. Finalmcntc la bene-
ficenza presso la Comunione israelitica, di cui si discorre
nella quarta appendice, con'^iste nei due anticlii sovvegni
chiaraati Spagnuolo e Tedeschi, che si unirono nei I8i4 e
che hanno un lenuissimo patrimonio, nelTa fraterna gene-
rale die ha lire 12,000 di rendita ed altre 10,000 ne ri-
ceve da conlribuenti volontarii e le applica alle spese del
culto ed al manfenimenlo dei proprii poveri, che sopra
2200 israeliti dimoranti in Venczia sono circa 800 ; e per
ultimo alia Commissione fdotecnica, il cui precipuo scopo
quello si e di far prestili gratniti agli esercenti arti c
mestieri.
La III parte dell' opera tratta delle islituzioni di bene-
ficenza della provincia. Le quali sono 33 ; quindici si tro-
vano nelle cilta di Chioggia, di Portogruaro e le altre 18
sono sparse nelle varie borgale e nei villaggi ; e consistono
in due monti di piela, in cinque ospitali, in ihu) case di
ricovero, in cinque pic asso;'iazioni, in cinque ospizii, ed in
quattordici istituti di elemosinieri. Possedono cumulativa-
mente una rendita di lire 6j,G 1 3 provcnienti da beni sla-
- 49^ -
bill e da capilali frullifori, e rilraggono ogni anno pur
cumulativamenle circa lire 3500 di elemosine e circa
lire 2200 di proventi diversi.
Diro flnalinente che I' autore dopo aver preiuesso alia
sua opera T elenco dei libri cbe furono da lui consultali
ecitali« cbe ammontano a J26, la concbiude con uu som-
mario, ovvero indice ragionato ed esaltissimo. Egli poi
aggiunge alle varie parti dell' opera stessa gran copia di
note storicbe, di prospetti scientifici e di document! di non
lieve importanza.
Talo pcrtanto c T opera del conte Pier Luigi Benibo,
di cui per quanlo per me si poteva bo adoperato, o signo-
ri, a farvi conoscere le parti, i fini ed i pregi. I quali
pregi eonsistoQo principalmente nell' aver con somma dili-
genza esposto le origini e le viccnde dei singoli Istituti e
speciQcato le loro condizioni organiche ed econoraiche e
bene analizzate le riposte cagioni per cui talvolta i suc-
cessi agl'intendimenti non rispondono; nella qual ardua
disumina dir non sapremmo so nell' autoremaggiore appa-
risca 1' acutezza della mente o la pratica conoscenza degli
affari di tal genere. E certo, alia storia che narra le forli
geste e i'eroiche prove del valor de' veneziani, alia legisla-
zione cbe mostra quanta fosse la sapienza e la efflcacia
dei loro civili ordinamenti, ai monumenti cbe fanno fede
della splendida muniflcenza del governo e dei privali, for-
ma seguito, e volentieri diremmo compimento, la gravissi-
ma opera del Bembo cbe pone in cbiara luce quella ve-
nela carita cbe fu coeva alia repubblica e ad essa super-
stite e cbe vanta per suoi campion i e rappresentanti gli
Jacopi Salomon!, i Pietri Acotanti, i Girolami Emiliani,
uomini santissirai in ciolo ed in terra. , .
— 4^8 —
Dopo (jUesto Rapporlo si legge quello del m,
e. prof. Canal intorno aW Eneide di Vmjilio recata
in vcrsi italiani dall" avvocato Antonio Rncelleni.
Chi d^ lelazione di qualche scritto scientiGco, "quanto
piii t' di dotlrina nelic pcrsone a cui paila, tanlo piu lui
debilo e conioditii d' esser breve, bastando metier loro il
filo in mano, die ciascuno il saprci segiiire da se. .Ma in
materia di lettere parmi avvenire tulto il contrario ; per-
c'he quant' altrie piii dotto, piu anche desidera di giudi-
care maturamentc e da se ; ne un breve sunto gli puo dare
il modo di fnrlo. Che se dd vale per un' opera letleraria
qual ch' cssa sia; die diremo poi d' una versione poelica,
che, a volerne ben giudicare, domanda niolli e niinuli
riscontri, non solo col proprio testo, ma anebe con le
allre version!, caso che n' abbia ; perch6 se non vantag-
giasi punto sopra di (jueste, la lettei'atura non ha guada-
gnato nulla? Ho fallo queslo preambolo, avendo a darvi
notizia d' una nuova versione dell' Eneide, non per dis-
porvi a pazienza volendo esser lungo ; ma perche non mi
diate carico di negligenza o di fretta, se non vedendo mo-
do di poter csscre convenientemente breve, pinttosto che
lungo, ho volulo esser brevissimo ; e se occorrendo trop-
pe parole a giustificare la lode o il biasimo che mi pares-
sero meritate le varie parti , mi ristringero a dire del
tutlo.
La versione, di cui mi fu ordinato il darvi ragguaglio,
e r Eneide recata in vcrsi italiani dal bresciano Antonio
Buccellcni ; lavoro che, compiuto gia , come dicliiarava
r autore, da dicibtt' anni, e desiderato assai per la grande
aspcttazione, in cui ce ne avevano messo le lodi rendule-
— 499 —
gli da (lolti amici e i premii irapartitigli dal bresciano
Ateneo, usci ora in parte alia luce (vol. I, Brescia i858,
8.°). « La dileziooe, die' egli, ad uq lavoro tessuto collo
spendio di ben sedici anni, rese prevalente il pensiero di
divulgarlo nell'estremo declinare della mia vita; col con-
viocimento che la poesia non contaminata da venale licen-
za sia il piii vitale nutrimento per avvalorare I' intelletto
al conquisto d' ogni scibile ; che Virgilio sarS pei venturi
il tipo della perfezione poetica, come lo fu per diciotto
secoli trascorsi ; e che ove nella lingua figlia, ma tra le
figlie la piu bella, avessi trasfuso senza scapito ci6 che
r altissimo poeta scrisse nella lingua madre , recherei
non lieve decoro e vantaggio alia perenne civil la italiana. »>
lo non diro se al Bucelleni sia riuscito di rendere italiano
Virgilio senza scapito, dichiaro anco francamente ch' io il
credo per s6 impossibile, non di Virgilio soltanto, ma di
qualunque o poeta od oratore che sia, per quella diver-
sity che 6 fra lingua e lingua, fra tempi e tempi, fra na-
zione e nazione ; ne penso che sia neanche ufficio del tra-
duttore il far rivivere e conservare in mezzo a noi un an-
tico, quasi uno de' nostri : ma aiutar noi (che questo solo
e possibile) a tasportarci nell' antico e conversare con gli
uomini di quella et^, valendoci pure della nostra lingua,
che pel lungo abito ond' 6 quasi immedesimata col nostro
pensare, ci permette facilissimamente 1' astrarci, come da
infinite altre particolarit^^ cost anche da quella del tempo.
Ci6 ch' io non temo affermare, e sembrami lode sufficiente,
e che la versione del Bucelleni ci trasporta appunto non
poche volte, con la maesta del dettato e del verso, in mez-
zo alia grandezza romana ; e con quelle doti che fanno lo
stile specchio dell' uomo, riesce altresi non poche volte a
presentarci Virgilio, non nudo scheletro o vana ombra, ma
— 500 —
poola vivo e parlante. Del resto, so ho detlo non poche
volte, e'non ho crcdulo che si potessc dir sempre, io non
intendo per6 che la colpa sia del Iraduttore, salvo che in
parte. L' anioro di quesla favclla per raolte parti bellissi-
uia, non ci dee far ciechi per modo che, posta a la to delta
lalina, non la veggiamo di tanto cederle in grandezza e
maesta, di qiianto la vince in grazia e snellezza. Sforzarla
a pareggiare i passi giganteschi di quelT antica matrona,
e toglierle ogni grazia seuza donarle decoro. L' aver ci6
veduto, massime in im secolo che tirava tanto al latino,
non che si debba recare a biasimo al Caro, come mostra
fare il Bucelleni, fu anzi merito tale che Io fa ancora te-
nere il campo nell' arte del volgarizzare, e dovrebbe oniai
togliere il coraggio a chicchcssia di venire al paragone con
lui. Spiacemi di dover essere in questo diverse dall' opi-
nionc del nuovo iraduttore bresciano:, perche a questo
modo cio ch' ei s' impromette ch' abbia ad jessere uno dei
principali pregi del suo lavoro, e invece, a mio credere,
uno de' principali difetti. Ma certo e che V accaltare mae-
sta alio stile ed al verso, rincalcandolo con paroloni, con
latinismi, con ravvolgimenti di costruzione, e un solle-
varsi sui trampoli, piu alto a procacciar riso che riveren-
za. Ne puo baslare a discolpa 1' escmpio datone da qual-
che classico autore, perche qucsti il fecero assai parca-
mente ; e perche quella crudezza di sapor latino puo com-
portarsi in tutto, prima che in un' opera che si dice ver-
sioue dal latino. Chi cosi fa, smentisce il titolo della sua
opera : rinega 1 ufficio di traduttore : disturba e rompe
queir astrazione che e necessaria per imaginarsi di sen-
lir parlare un Latino italianamente, e non notare con-
Iraddizione.
Mollo pill felice riusci al Bucelleni la prova di conser-
— 501 —
vaie nella versione quell' arnionia piltrice delle cose e
delle affezioni, con ciii Virgilio seppe aiutare mirabilmente
refficacia della pai'ola, e signoreggiare ad iin tempo tutte
le nostre facolti. Questo magistero, per cut il suono stes-
so materiale delle parole (permetteleuii di usare la frase
raedesima di Cicerone, che mi par dire assaissirao) suos sen-
sns et dolores liabet ; ed il nostro verso, anzicli6 iniitar
sempre il rumor del tuono e della campana, si fa a vicenda
. . . . lento col bue lento, ,-.■..
Mormora col ruscel, fischia col veaio ; . *,
questo magistero, io diceva, e cosi eccellente in Virgilio
che il Pontano non ne piglio altronde gli esempi in quel
dottissirao dialogo che dal nonie del suo illustre disce-
polo, intitolo Azzio Sincero, e diresse appunto ad aprire
questo segreto de' suoni e delle raovenze. Io non so come
il Bucelleni potesse dire senza eccezioni « che gli autori di
estetica lasciarono quasi intatta questa parte del bello, e
che i traduttori dell' Eneide mostrarono di non averia av-
vertita. Pei traduttori dell' Eneide, dicasi pure dei piu*,
ma si rispetti almeno quel Caro, che a tacere d'infiniti luo-
ghi in cui si mostro supremo maestro di quest' arte, giunse
a dipingere (e questo esetiipio basla per mille) il volo della
colomba che con ali aperte e ferme passa e dileguasi, con
quel mirabile verso, superiore d' assai al latino, che e pur
bellissimo,
Fende il liquido aere e non batte ala.
Se i versi simili a questo, al Bucelleni per avventura paio-
no prosa, tal sia di lui ; ch' io per me da' poeti ne vorrei
spesso di questa prosa. iMa al Bucelleni e impossibile che
non paia raanifesta 1' arte pittrice di questo e la passiona-
— 502 —
tezza di molti altri versi del Caro ; perocche qiiella ch' ei
cbiama giustamente miisica del verso, il Bucelleni la inlen-
de senza dubhio o la scnle ; ed e aozi il maggior pregio
della sua versione, e propriamente quello per cui non ho
teoiuto di dire chc gli successe non poclic volte di pre-
sentarci Virgilio vivo e paiiante. Cbsi lo studio di questa
armonia assimilativa non si mostrasse anzi in lui troppo
ansioso e conlinuo ! Rispctto poi agli estetici cli'ei dice
aver lasciato quasi inlatta questa parte del bello ; ondeche
credette di dover mandare innanzi alia sua versione un
Iraltato intorno alia musica poetica, e riempir questo vuo-
to ; penso ch' ei pigli il norae di estetici in istrettissimo
senso ; percb6 delle tre specie di armonia assimilativa
ch' egli distingue e dichiara con esempii dell' Allighieri,
nessuna certo era stata o ignorata o dimentica flno dagli
antichissirai retori ; ed Aristotele aveva gia attribuito, nei
suoi Problemi, anche alle nude raovenze la facoltS imita-
trice del costume ; e con questa persuasione gli Spartani
aveano scelto I' anapesto per regolare le marce, e Quinti-
liano vietava a' giovanetti la leltura de' versi sotadei e
raccomandava quella degli esametri. Fra' nostri poi eccel-
lenti cose ne scrissero Giambattista Doni, e I' Osio e il
Lenzoni e Giovenale Sacchi e molti altri, anche ne' secoli
passati.
lo aveva promesso da principio che sarei stato bre-
vissimo ; sicche per poco ch' io abbia detto, vi saro forse
sembrato lungo. Ma questo poco era necessario per non
esagerare ne i difetti nc; le bellezze, e moslrare che la ver-
sione del Bucelleni ha tali qualita, per cui doveva amma-
liare anche i piu esperti udendola recitare una voUa ; ma
non puo non perdore assai allorche s' abbia sott' occhio e
leggasi riposatamcntc.
— 508 —
II prof. Zantedeschi inanifesta il dcsiderio che al
paragone fatto con Annibal Caro si avesse ancora ad
aggiungere qiiello della traduzione dell'Arici, perche
COS! spiccherebbero piu manifesti i pregi e i difetti
della traduzione del Bucelleni.
II m. e. dott. G. Zanardini legge la seguente le-
lazione Sopra alcime osservazioni di morfologia ve-
getale del sig. J. M. Norman. ,,..-■ ,
Noil saprei coa quanto seiino, od almeno con quanta
aggiuslatezza abbia taluno potuto definire la botanica quale
una scienza di nomi. Essa, al pari dellc altre scienze natu-
raii, cui fu spesso maestra, nomiua gli esseri dci quaii si
occupa per poterii distinguere, descriverc e coordinare,
ma darebbe prova solenne di non conoscere la scienza e
meno di comprenderia ne' suoi piu alii propositi, nelle sue
pill ulili sollecitudini colui che credesse a cio solo limitarsi
lo scopo delle sue spcculazioni. Fra i tanti argomeuti di
organografia e lisiologia che elevano questa scienza al gra-
do massirao di subliraitt'i, nessuno piu della morfologia vale
a farla salire lino al seggiooccupato dalle scienze piii iiloso-
liche. La morfologia non e che la organogenia applieala alle
indagini delle trasforraazioni cui soggiacciono le parti com-
ponenti i vegetabili; ed ^ per essa che viene adessere svelata
una grandeverila gia da molti ripetuta;esistere cioe in na-
tural '( magnificenza c semplicita neirinsieme,varieta infinita
nei parlilicolari.i) Lo studio della morfologia gii'i presentito
dal sommo Linneo venne creato dal genio di Goethe, che
traltando della scienza, fu grave come lu scienza stessa, e
pianto le basi di una teoria che conduce a discoprire nel-
rorgano piu perleito o composto una moditicazione sol-
Scric 111. T l\: &5
— 504 —
l;mto (It'ir orgaiio pii'i scniplicc quale tipo dell' inlioru or-
giiiiizzazionc. Gli ;ilU coiioopinionli del (loothe rimasero
per liiiigo tempo inlrulUiosi, perclie la poleiiza del gcnio
oho crea al)bisogna di altra potcnza chc lo conipronda, ed
ove (|Uosta I'allisca, il leuipo soltanto grado a grado inalura
lo inlolligenzo, e le dispone a far lesoro e dilalare i conliui
dello pill graiuli scoperte. Egli o appunlo nell' epoca a noi
vicina die qiiesli studii siiblimi ollennei-(» iino svlluppo
veramenle niaraviglioso^ talcli-o non polrel)bosi lacciare di
osagorazione chi dicesse non esservi libro di organografla
od ancbo di bolanioa descrittiva pubblicato in quesli ullirai
anni,che piii o mono non conlenga niorfologiohe disquisizio-
ni. Lo stesso opuscolo trasniessomi per esame e rapporto
versa sopra questi studii intitolandosi : Quelques obscrva-
lions de morphologic vegclale failcs au jardin botanitiue
de ChrisUania par J. M. Norman. Christiania, 1857.
Una famiglia di piante abbastanza vasta quale e quella
delle Cfucifere non presenta visibili no stipule n6 bratlee.
Ora queslo autorc nel prirao capitolo del suo trallato tenta
di i-inlracciaro questi organi nelle piante componenli que-
sla I'aniiglia dello Crucifere. Egli riebiama T atlenzione dei
botanioi sopva certe piccolo ghiandole chc frcquenlemcnte
sirlsconlrano appunto nelle Crucilcro. Ledescrivo eleconsi-
dera successivamenle nei loro rapporti di posizione, nuraero^
grandezza c iornia. Le distingue in quattro gruppi differenti
denominandolo, secondo i gcneri cui appartengono, ghian-
dole ti'iangolari, ristrette alia base, picciuolate, pelifornii.
Dopo cio passa ad invesligaro la loro significazionc raorfo-
logica. Sono esse semplicemonlo loiniazioni cpidenniche,
(> meglio sogmenti di organi ridotti ad uno stato rudimen-
talo? La loro forma, ben divorsa da <iuolla [iropria dello
ghiandole coniuni, lo scarso numoro. per lo piii ridotlo ad
— 505 —
im solo paio, lo posizione fissata alia has,' della foglia, la
loro coniparsa nelle piante fornite di formazioni epidorrai-
che le pill svariate, sono altrettanti caralteri, che nel com-
plesso indiicono I'autore a considerare questc ghiandolc
alcun che di piu importanle che non sono Ic prodiizioni
cpidermiche ordinarie. Cio ammesso, ne vieiie che non
possono essere considerate altrimenti, che come stipule
alio stato rudimentale. Per convalidare il siio avviso non
ommette I' A. di passare in rivista tutli gli argomenti che
appoggiano od avversano la di lui opinione : e da questo
esame comparativo ne trae sempre piu la convinzione, che
le ghiandole fogliari delle Crucifere sono effettivamente
vere stipule. Con un processo non del tutlo dissimile ha po-
tulo convincersi eziandio della esistenza delle brattee ri-
dotte alio stato di stipule ghiandoliformi in un gran nu-
•mero di Crucifere. L' autore sembra inclinato ad abbrac-
ciare una opinione che avrebbe molto valoro morfologico,
da molti pero confutata, qual <■ quelia di amniettere che
una foglia possa in condizioni normali unirsi originaria-
menle all' assc da cui dcriva, appoggiando il siio asserto
sulle brattee delle crucifere che spariscono in raolti casi
unendosi al peduncolo in uno stato rudimentale. Da fine
I'A. a questo lungo capitolo colla enumerazione dei r>9 ge-
neri nei quali ha potuto osservarc delle stipule in una o
pin specie dei medesimi.
II secondo capitolo tralta delle stipule dei generi Lohit
Dorficniiim, c Ronjeania delle Leguminose, ed esistendo, fra
generi aflini di questa famiglia naturale, differenza nella
forraazione fogliare, intraprende I'A. un esame piu accurato
delle foglie di queste piante.
Li capitoli tcrzo c quarto si riferiseono alle indagini
delle stipule nello dui' famiglie delle Epilobiacee e delle Li-
— 5()() --
Irariee genoi-iilinonh^ coiisidoi-alocoino sprovvedule di que-
st! organi.
li capitolo (juinlo ed ultimo o dedieali) alle osserva-
zioni sulle oloranzie die lalvolta risconli-ansi nel Chelido-
nitini majiis, nelT Anchusa ochroleuca^ in una specie di Lu-
pinus, nol Trifolium pratense e nella Aquileja vulgaris.
Si denominano oloranzie quelle metamorfosi per le
quali avviene la eonversione in foglie degli organi fiorali,
e siccorae uno degli scopi piii rile\anti della morfologia
quello si e di poier riconoscere negli organi del fiore le
parti degli organi fondamenlali della pianla chc essi rap-
presentano ; cosi e ben cliiaro clie in modo pin diretto ed
evidentenon possono ottenere soddisfacenle soluzione que-
sti quesiti se non dalla teralologia, dappoiclie in tal caso,
come riflette I'A., c la stessa natura clie si presta alia ri-
cercata spiegaziono pcrmettendoci nelle oloranzie di se-
guire passo a passo la trasformazione degli organi fiorali in
organi fondaraentali.
L' interessante lavoro del sig. Norman e accompagnato
da due tavole litograficlie contenenti le imagini microscopi-
clie disegnate alia camera lucida degli oggetti clie formano
il soggctto delle sue illustrazioni, le (juali non potrebbero
esscre compiulamcnte riferite enlro i limiti di un breve
rapporto. Meglio sara quindi ridursi ad esporre le conelu-
sioni che derivano dalla somma delle osservazioni fatte
dair autoro, oom'egli stesso ebbe a riportarle in tine del
suo lavoro.
«Lc foglie della massima parte delle Crucifere sono ac-
compagnale da stipule rudimcntali ghiandoliformi. Le sti-
pule sono piii frequenlemente in nuniero di due, una a de-
stra, r altra a sinistra dell' ascclla. Talvolta una serie di
gliiandole nsoellari rappresenla una stipula. In generale le
— 507 —
stipule sono situate sul liniite segnato fj-a il Ironco e la
faccia superiore della foglia, ma ravvicinalc al margine di
esse, ed anche collocate un poco al di fuori dell' ascella in
modo che sembrano essere laterali. Talvolta sono inserilo
sulla stessa foglia presso la base, e sono sessili piii o meno
piane, coi lati piu di sovente ineguali nel lopo contorno, od
equilatere e non di rado attenuate verso la base in un pic-
ciuolo, od intieramcnte lineari e pelifornii.
Nelle Crucileie riscontransi spesso Iraccic di brattee
rudimentali ; quando scoiupaiono cio avviene per seraplice
aborto, o per cio che il rudimento abortito si e origina-
riamente saldato col peduncolo sorto dalla sua ascella. In
molfe Crucifere il lerabo della bratlea e affatto sconiparso,
o non lo si riscontra die in via di eccezione e in uno stato
assai rudimentale, mentre le stipule persistono sotto forma
di due ghiandole, una perciascun lafo di tulti o della mag-
gior parte dei peduncoli delia infiorescenza.
I generi Lotus, Dorycnium e Bonjeania non lianno le fo-
glie ternate con slipide libere, ma le loro foglie sono impa-
ripennate a due paia di foglioline, di cui 1' inferiore nascon-
de deile stipule gliiandoliformi minutissime.
Nella massima parte della tribu delle Epilobiacee le fo-
glie sono provvedute di stipule laterali, che sono ora con-
tinue ora un poco moniliformi, ossia divise in piu arlicoli.
Nelle Epilobiacee sprovvedutedi stipule leslremita superiore
della foglia 6 spesso fornita di una piccola appendice papil-
losa che si dissecca avanti lo svolgimento corapleto del-
la foglia.
Le foglie delle Litrariee sono accompagnale da stipule,
ciascuna delle quali si decompone in una serie di due a
cinque ghiandole ascellari.
Una unione primitiva fra la base di una foglia e I' asse
— 508 —
li pill vii'ino lia liiogo alio stale normale di sviliippo nelia
infioresceiiza tli iiiollc |)ianto, nolle quali il fatto v diino-
slrabile per qnanlo lo pcniiellc la sua nalura.
Le cloranzie provano che un organo cavo il (jiiale nasce
perfetlainenle continuo puo esscre composto di un vcrti-
lillo di foglie. Una unione primiliva, ossia una saldalura
congenila anclie completa di foglie che non sono mai state
separate e quindi un fatto suscettibilo di esscre dimostrato.
La capsula siliquosa net Chelidonium e eonie la siliqua
composta di lembi di due foglie opposte che, ad eccezione
dclle estreniita superiori, sono primitivaniente unite pei loro
margini. Lc placonto non sono die un lussureggiamento
commessuralc di quesli margini uniti. II disco di ciascun
ienibo si separa dal suo marginc persistente per una solu-
zione di continuita e in qtiesto modo si forma una valva.
Le cloranzie c' inscgnano a considerare nelle Legumi-
nose, nellc Rosacee, e nolle Ranoiicolacee I' ovario formato
dal lembo di una foglia unica i di cui margini ovuliferi sono
secondariamentc iinili. Lo stilo o la estremita superiore
del lembo allungala e assottigliata.
Da ultimo le trasforniazioni fogliacee dimostrano che
il ginecio delle Borraginee e dolle Labiate non o composto
che di lembi di due foglie opposlo, una anterioio, I' altra
posterioi'o, nolle quali i margini sonosi uniti fino dair ori-
gine. In ciascuna raeta di queste due foglie si forma T in-
volucre di un'achona. Le parti superior! delle foglie unite e
lo parti situate fra le quattro borse ovariane compongono
lo stilo e il ginobasio ossia il ricettacolo apparente. »
Tali sono i corollarii che fluiscono dagli studii del
sig. Norman, i quali sttidii se non hanno il carattoro di una
assokita novita, non lasciano per(') di recarc molla luce a
quostioni di non poca importanza. Le cloranzie gia cono-
— 501) —
sc'iiitc dulla massima parte dei bolanici Irovansi piu o meno
illiislrale in varii Irallati di organogenia del fiore_, fra i
(jiiali priincggiano queili di Ducliartre, Giiillard, Paycn,
Scljaclit e Schleideu. Nelle stcssc considerazioni sulle sti-
pule dellc Cruoifere T autore, com' egli stesso avverte, era
gi& stato prevenuto da Kraiiss c Diiehartrc, i quali dieci
uniii prima pervennero coi loro studii ai medesimi risultati.
Senonche iin osservatore profondo di molta rinomanza
(]iial e il sig. Payen sorgendo da ultimo a porre in dubbio
I' esistenza delle stipule nelle Crueifere, le elucubrazioni del
botanico norvegese riescono tanlo piu utili ed important!,
inquantoche avvalorano quelle pubblicate dai sopra lodati
autoi'i. Ailorche abbiavi dissonaiiza nelle question! piii dif-
cili, uopo e si accresca il uumero degli osservatori, affinche
dal numero aecresciuto di essi acquisti preponderanza una
o r altra delle opposte opinion!. Da questa preponderanza
soltanto possono guadagnare appoggio e consolidamento le
pill astruse teorie della scienza.
Una giunta composta dei ni. e. Bizio, Turazza e
Bucchia, per la scelta del qucsito scientilico da pre-
miarsi nel 1801, soUopone all'lstituto tre programmi:
I.
Descrivere uii processo mediante il quale la scrit-
tura e alcuni non ti'oppo delicali disegni si traspor-
lino in una forma di facile conservazione, dalla quale
si possano trarre, quando meglio accomodi, almeno
duecento buone copie. La descrizione dettagliata del
processo e di lutti gli ordigni sara acconipagnata da
sufficienli saggi della scrittura, della forma e delle
copie otlenulc; aggiungendo lutle le avvertenze che
— 510 —
metlano in istato di solloporie a sicura prova il pro-
cesso suggerito dalla scienza.
II.
Esposta I'istoria di qiianto si e fatto, per ridurre
potabilc r acqua di mare, dimostrare coll' appoggio
deli' csperienza a qual grado possa condursi la solu-
zione del problema della potabilita deU'acqiia marina.
111.
Ouesto lerzo programma concernente la tintura
delle sele, essendo stato prescello dall' Istituto, ver-
ra pubblicato in uno ai giudizii risguardanti i concorsi
pei quesiti scientifici.
mum DEL mm lo ifkile \m
11 m. €. dott. Giuseppe Biaiichetti legge tin quar-
to cermo intorno a cose di lingua.
fe avveniito infinite volte, avviene ed avverrii sino al
termine del mondo, che gU iiomini in ogni tempo e in ogni
luogo manchino alle parole; ma fu raro sempre ed 6 e sar&,
che le parole invece manchino mai agli uomini. Quelle a
cui, se vi ricordate, io mandai a dire col mezzo del sig.
participio Conveniente ad avere la compiacenza di tornar-
sene un allro giorno che le avrei ascollate (I), se ne torna-
rono appunto ieri. E la prima ad entrare fu una parola
bellissima ; tanto bellissima^ che mi sarebbe impossibile a
far di sua bellezza pur un cenno ; poich'essa non era di
questo o di quel genere, di questo o di quel modo, ma sem-
brava un corapiesso di tutti i generi e di tutti i modi di
bellezza possibili. — Kon aspelto che la inlerrogassi ; ma
con un suo graziosissimo alto salutandomi : io sono, mi
disse, la sciagurata Estetica.
— Come sciagurata ! risposi, come, vol che dovreste
avere anzi ogni raaggior possibile felicity, per essere cosi
Serie III. T. IV. 66
— 512 —
straordinariameiilc bella! Voi sciaguiaUi, die tanlo vi va-
gheggiarono, tanlo vi aniarona da ])ri!iia quo' genlili inge
giii dc' Greci! Voi soiagurala, die dalla Grccia partisle per
venire in Italia, e non gii'i captiva, avvinta al carro del
Irionfatori, ma Irionfante voi stessa sul carro di cssi nie-
desimi ! Voi sciagurata, die quando furono getlate a terra
0 spenle da' nordici aquiloni tulte Ic piii belle, le piii forti,
le piii magnaniinc parole rappresonlaoti le italiclie gloi-ie,
voi, tra le poclic die poterono quindi sli^nlamente risorgerc
aveste privilegio di csserc la prima a farlo ! e tra le podiis-
sime, die ac({uislarono poscia vigorosa vita, voi quella fo-
ste, a cui tanto vigorosissima fu quasi subilo concediita,
onde valeste ad assumere quasi subilo grado ed aulorita
di maestra a tutto il mondo ! Voi sciagurata, die avele
sempre potulo qui vantarvi di una schiera eletta d' amici,
e ad un tempo si numerosa, da raetterla in opera in ognu-
na delle varie guise con cui abbiate voluto introdurre le
idee, le immagini, i sentimenti delle vostre creazioni nel-
r intelletto, nella fantasia o nd cuore di noi uomini ! Avete
dunque, con tauti e tanti altri, dimenticati fin anco i ser-
vigi che resero p. e. un Raffaello, un Palladio, un Canova,
e quelli che oggi stesso pur vi rendono alcuni lor degni
seguaci ?
— Ah, no, no, signoro, non li ho dimenticati ; ed e ap-
punto per troppo ricordarmeli, c specialmente qudli dei
tre, i quali mi nominaste, die sono tanto afllitta quanto mi
vedete. Senibra voi ignoriate come oggi alcuni pur in Italia
traendo esenipio da ccrli stranieri, o datisi in preda a non
so quali astruserie^ o piuttosto sccondando una specie di
moda, ed anche una carta smania di singolarizzarsi ; sem-
bra, dico, voi ignoriate, come alcuni pur qui in Italia si
adoperino oggi a sconvolgere intorno al fatto mio lo opi-
— 513 —
nioiii (li vol allri Ualiani, ciie fosto come siele e spero sa-
retc senipre i miei piu iidi, i niiei carissimi. Figuralevi !
un Rafiaello, tanto mio intimo e piirjssimo aniico, vorreb-
bono far credere che freqiientasse in casa niia, e fosse lan-
to ligio a'niiei voleri, non per allro che per corrompermi :
e di aver data si longa ospitalita ad un Paliadio, e d' es-
sermi lanto valsa dell' opera sua mi danno carico ; e mi
accusano, perelie alia leggiadra sveltezza delle linee non
gli feci preferire i ghirigori, al niarrao, la crela ; alia pielra
viva, la cotla. I piu grandi clamori poi li fanno per 1' in-
trinsichezza che m' ebbi col Canova. Quando accade loro
di mostrarmi o nominarmi a proposito di lui, non manca-
no mai di metlermi in compagnla di cerli aggitinli, a cui
altribuiscono non so quali signiiicazioni avvilitive ; soprat-
tutto, la compagnia mi danno di quello al quale sembra che
altribuiscanolamaggiore; voglio dire, dell'aggiunto pagana.
Udendo il norae di questo aggiiinio, non potei Iratle-
nermi dal sorridere alquanto. - - ..
— Voi sorridete ! diss' ella.
■ — Si^ sorrido, soggiunsi ; e se non fosse per certi ri-
spetli, anclie riderei. Sappiale, mia cara, che oggi 6 un co-
stume di piu che alcuni il chiamar fuori I'aggiunto pagano,
per accoppiarlo ai nomi i quali s' incaricano di rappresen-
tare idee, immagini o sentimenti di noi altri uomini che,
per un motivo o per V allro, non vanuo loro a grado. Un
Francese della seconda raeta del secolo trascorso, stanco di
udire nelle scuole, e di trovare sui libri parlato sempre e
poi sempre e poi sempre di Greci e di Romani, esclamava :
Chi ci liberera dai Greci e dai Romani ? Ebbene ; s' ei so-
pravvisse alquanto, sara rimasto contento di vedere sorti
molli ad avversare appunto Greci e Romani ; e indovinate
perche ? perchi''. nella sapiente loro erudizione^ imraagina-
^514 —
vano (he lo lingue, i lihri, gli rsempii di que' popoli iion
polcssoro clio generaro ed inspirarc sentinicnti di oppres-
sione da im lato c di scrvilu dall' altro. E, sogii or vivessc
ancora, potrel)l)e tutlavia essere contento ; mentre anclie
adesso piii che ak-uni si adopraiio a proclaraare per qiianlo
possono il bando coiilro tiiUo ci6 die ci deriva, o piii o
iiieno soniiglia a ci6 clie ci deriva da qiiei popoli ; non iii-
vero ( onie maestri di servitu e d" oppressione, che forse per
queslo rispetto h lascierebbero aiiciic andare; raa, nella sa-
piente erudizione pur di ioro, come potenli insegnatori di
immoraUta, di sensuahla e sopralliitlo d'ateismo. ■ — Ama-
to con ardore la vostra patria ! vi agita quindi il desiderio
di uno stato per lei piii felice! Avcte un sentimenio pagano.
— La stessa vostra miglior arnica la parola Virtu che, co-
me hen sapete, non e che la parola Forza, trovaron modo
diaccompagnarla da non socho fantastiche distinzioni^onde
n' esea, non qiiesta o quella virtu in particolare, ma in ge-
nerate una viriu pagana, e un' altra non pagana. — Se vi
lia chi vada cercando in Grecia, c si conipiaccia di trovare
qualchecosa che ricordi la potcn/a della mano, della mente
o del sentimento degli antichi Greci ; se in Roma, come pur
fanno e fecero tanti degni preiali, e faccva da ultimo anclie
queir alto ingegno e santo cuorc del cardinale !Mai, vi ha
chi vada cercando e si compiaccia di Irovare qualche cosa
che ricordi la grandezza in ogni guisa degli antichi Romani,
egli L' un archeologo paganizzanlc. — Ad un lempio di
stile puro greco che si fahbrichi oggi, ove sia di tal lun-
ghezza e larghezza quale s" immaginano che debba essere,
perdonano il nome di pagano ; ma, se a cosi fatla eslensio-
ne esso non ha la fortuna di arrivare ; e un tempio /^a^j^ano.
Onde, ignorando io affatto I'lmportanza di tali misure, non
saprei ben dirvi, o mia cara Estelica, se il famoso tempio
— 5i5 —
di Possagno il chiamino o no un teiiipio parjann. Ben so
die il tanfo a voi diletto ed al Canova aniico, ah. Melchior
Misserini, il quale si nobilmenle lo descrisse, ne avrebbe
oggi forse a sentire sul suo conto di belle; egli, che con-
cKidevaj essere stalo conveniente dipingere in parte le sne
mura interne ; adducendone per ragione quest' iinica, che
pur le mura interne degli antichi tenipli greci e roniani si
decoravano di pitture ; e ne allega in esempio quelio di
Teseo dipinto da Micone, che vi rappresento il combatti-
monto degli Ateniesi colle Amazzoni ; quelio dei Dioscuri,
ove Polignoto dipinse il loro niatrimonio colle figlie di
Leucippo ; quelio di Bacco, di Erittea, di Esculapio e piii
altri ancora (2). — Immaginatevi, se alcuni non avranno
dato addosso del par/ano a! vostro bravo cav. Vespagnani,
il quale, ncll' anno scorso, ideo che la girandola incendiata
sul Pincio, nella notte del 28 al 29 giugno, rappresentasse
un ninfeo ! Immaginatevi, se taluuo non dara delta pagana
alia regina di Grecia, che si avviso di ristabilire teste in
Atene, nell' antico Stadio, i giuochi olimpici ! Immaginatevi,
se avendo veduto, nel passato inverno, come dicevasi che
si stava apparecchiando di mettere nelle piii elette stanze
di Parigi, X acrjuario romano ; immaginatevi^ se avra man-
cato chi esclami : cosa pagana ! . . . — Ma, volete un po'piu
del serio ? Chi si diletti d'islruirsi nello studio dei lilosofi
antichi, fossero puranco qiielli tanto rigorosi della Stoa,
come p. e. un Zenone, un Seneca ; fossero puranco quelli
tanto idealisti dell' Accadeniia, come p. e. un Socrate, un
Platone, un M. Tullio; fossero puranco quelli tutti spirito
della scuola d'Alessandria ; sari un miracolo, se non s'in-
fanga nella sensualita, cioe se non diviene wxxpaguno ; sarii
un miracolo, se non toglie ogni fede a quanto non e mate-
ria, se non diviene un raalerialista, cioe un pagano. E que-
— 510 —
sto veleno tlolla seiisualilti, ilclla niatcrialilu, cioe elol paya-
nesimo lo trovano moltopiii cfficace aucoia in liitti gli ora-
tor! e poeti de' Greci e de'Latini. Onde, tra'modenii nostri,
ne predicano ooniemaggiorraente avvelenali rAlficri, il Fo-
scolo, il I.eopai'di ; e noii allro se non perche, a lor dire,
maggiorniente idoleggiarono il simOolo pagano. Anzi, alciini
vanno laiit'oKiv, die dai principii delia nostra letteratura
sino al Nicolini (a cui, lo diro tra parontesi, ptM'doiiano la
Medea e il Mario) sino al Nicolini ed al .Alanzoni ; al qual
ultimo attribniscono per somnia lode, clie redcnse ilmondn
dalle vessazioni mitologiclie ; non trovano neppiire il Tasso
che non sia reo di paganesimo : solo ne assolvono qualche
trecenlista, e sopra tulti Dante; intorno al quale non so
come r aggiusliiio colla sua barca di Cai'onte, col suo Ca-
tone fatio oustode del purgatorio, colla sua Medusa, colic
sue Muse, colle sue Furie, e con tante e (ante altre cose di
simil gencre ch' egli inlrodusse nel suo divino poema. —
Se un governo inlende di escrcitare un certo dominio, co-
me ne ha il diritto ed il dovere, sulla pubblica educazione
ed islruzionc; egli si attrlbuisce (sono le precise parole), si
atlribuisce una prepolcnza pagana, ed il sig. Rouland, mi-
nistro dell" istruzione pubblica a Parigi, ha dovulo lenere,
non c guari, un solenne discorso, per difondere I' univer-
siti!i dair accusa die le era addrizzata, di perpeluare nelle
scuole un insegnamenlo pagano E una moda, crede-
telo, un andazzo .... Volete di piu ? JjUpaganeria Y hanno
pur tornala a tirar fuori anche per certi nomi di noi altri,
e specialmentc di donne, che a non pochi vengono imposti
in tutte le contrade d' Italia, e forse in Roma piu die al-
trove Oh, infatti, o mia cara, datemi fede : queste or
si moltiplicate ripelizioni di cose gia vecchie vecchie non
sono da prendiMsi sul serio, ma da Insciarle sino alia fine
— 517 —
del mondo alia bocca ed alia penna deli'ab. Gaume, de'suoi
seguaci, e da riderne e lirar dritto. Ed ora piu clie mai lo
potete e dovele far voi ; nieiitre a faiio non doe poco va-
lervi la eompiacenza cbe lest6 ricevesle da un nostro del-
r islituto : il ((uale, se, alcuiii anni addietro, vi accolse tanlo
amabilmente nei giardini e nelle sale, dlro cosl, del ?uo
nobile palagio ; da ultimo, quasi a ristorarvi delle strane o
fredde o sconvenienti accoglienze clie fanvi tanli altri, vi
si mostro si coiitento ed intimo ospite, da amraettervi nei
piu riposti ed inlimi luoghi del suo palagio stesso. Ed an-
che vi dee giovare, parnii, I'allro conforto che riceveste
pur teste, dal sig. Ferdinando Ranalli ; il quale, percorren-
do lutta la storia delta vostra vita si continua e gloriosa
in Italia, voile pur mostrare quanta e degna parte abbiate
giii presa voi stessa, e possiate prendere ancbe in quegli
aspelti deir intelligenza, del sentiniento, e quindi delle ope-
ra di noi altri uomini, cbe pur voi direttamente non ri-
guardano (3).
— Sara vero, signore ; anzi tutto t; vero .... ma i se-
minarii dove si dice che vogliano introdurrai ! . . Ma le
accademie , dove si dice , ch" escliidendo me viva, non
vogliano piu lasciare che le memorie della mia vita pas-
sata!..
7 — Rispelto ai seminarii, credo che sia, almeno qui in
Italia, un' idea vostra, senz' altro fondamento che le parole
di qualcheduno di quelli che noi chiamiamo giornalisH.
llispetto poi alle accademie, vi ha chi dice esser bene di
escluderne voi viva ed insegnante ; e vi ha chi dice esser
male; ed anche vi ha chi or dice esser male, ed or bene....
Oh, insomnia, lasciamo \h, o mia cara, questi discorsi che
ci terrebbero qui una settimana senza alcun frutto, e che
souo anche aflatto fuori di luogo. Ditemi una volta in brc^
— 518 —
>L' il molivo per ciii siele or venuta i^ua da me ... . Ma
prima, a scanso di qualiinque siesi oquivoco die pussa os-
scrsi per lo mic parole generate a caso nella vostra mente,
oppurc, se vol mai le ripeteste, che possa generarsi io quelia
di altri ; ma prima ascoltate bene ed imprimetevi bene nel-
r animo quello che ora sono per dirvi : Niiuio, piii di quel
ch' io sia, e o puo essere inlimaraenle couvinlo delle grandi
modificazioni che di necessiU'i devono essersi operate, e
qnindi esistere nei pensieri, nei sentimciili, nelle iinmagini
nostre, e pero anchc in (juanto i-iguai'da voi stessa, o mia
eara Estelica, Ira il mondo cristiaao ed il pagano. Ma infine
vi ha una cosa che inseparabilmente li congiunge, questi
due mondi ; e tal cosa e niente meiio che I' opera stessa di
Dio ; quell* opera che in concrcto si chiaraa 1' iiomo, gli vo-
mini, in astratto, T umanild. E maggior mente U congiunge
per cio che speUa in parlicolare a voi, o Estelica ; poiche
avete per ministra suprema, anzi piuttosto per madre ed
educalrice la Bellezza, figlia della natura, riflesso dell' ante
creatore, diffusa in lutto 1' universo ; e quindi imperante
sulla intiera umaiiita d' ogni tempo, d' ogni credenza, di
ogni luogo. E se altra volta io mi valsi di una sapiente sen-
lenza di s. Agostino, per rendere ahuanco un po' men cor-
rivo nelle sue afferinazioni il suddetlo ab. Gaume (5), or
voglio non ignoriale un del pari sapiente coosiglio del iiic-
desimo gran santo, per rendere tali, se no avrete bisogno,
nello stesso proposito alcuni altri. Il consiglio e questo :
che siccome gli ebrei, per comandamenlo di Dio, i vasella-
menti doro, e d' argento, le gemme, e fin anco gl' idoli seco
portarono dalffigitto, per farseneun ricco patrimonio nella
terra promessa ; cosi i cristiani, le lettere e le arti profane
deggiono tult'allro che disprezzare o trascurare; ma pren-
derne invccc il buono ed il bello, e carichi di esso iucam-
— 519 —
minarsi al possediraento della vera sapienza. — Or dileiui
il inotivo per cui siete venuta da me.
— Ebbene, signore, il moUvo e qiieslo. In uii luogo di
quelle vostra scritturelta, voi, acceiiDando a coili lavori di
conterie, mi uniste ad allre parole, tioo, ch" essi erano tali
da poler appacjarc qualiinfiue esigcnza, anc/ic se fosse piU
che nn poco estetica. Colla compagnia dunqiie di queste
parole uscii di casa vostra : ma in pubblico ne esse ne ma
lasoiarono andare ; e non ne capiseo la ragione. Non la
capisco ; menlre vbi non faeevate die ridiiri'e a pochissinie
di noi parole quelle molte piu, delle quali, perolid rappre-
senlassero lo stesso concetto, se ne valsero quclli die furo-
no incaricati di esaminare i sopraddetti lavori, per fame
quindi rapporto, il quale ottennc la piena approvazione dei
committenti. E doveva olteneria ; menlre, ove al favorevole
giudizio della Meccanica, dell' Economia, o di qnalunque
allr' Arle o Scienza si voglia, un Induslria possa procurarsi
anche quello di me Estelica, che sono pur tanto e deggio
essero si difficile o contenlare, non parmi poter insorgere
dubbio ch' essa industria abbia fatto un guadagno dicui sia
bene a tenerne qualche conto. Onde, se a giudicare del
merito di quel lavori di conterie, voi chiamaste tra' giudici
anche me, e medianle la mia comparsa intendeste quindi
di anaunziare al pubblico il mio favorevol giudizio, non
faceslc, da una parte, die quant' erasi gii fatto da quelli a
cui dovevate obbodire, e intendeste a proclamare, dall'altra,
un motivo di piu, c un bel molivo, al premio che ad essi
lavori fu conccduto.
— Avele ragione, o mia cara e bellissima parola ; ma
sappiate che io promisi, c vero, di essere qui oggi per
udire i lagni che polessero fare alcune delle voslre coni-
pagne mandate fuori di casa mia in quella scritturetta ;
SeriellLTlV. 67
" 5^0 —
ma il promisi iiiiicaniciitc per cio die riguaida lo rolazioni
in ciii si trovano 00:1 nlcniio degli iillizi clie dipenda dal
Ministcro dolla liiif/ufi. I voslii lagiii iinecc si rireriscouo
ad nil argomento, il quale e alTatlo fiiori dalle relazioni
che voi allre pamU- avefe o polelo avere col delto Mini-
slero, c riguardaiio piiiUosti) qiielle elio tonete o polcle
tcnere con alciino degli iiflizi dipendenti dai tanti altri Mi-
nisleri clio regolano, ed anche non di rado imhrogliano, il
grand' impero delle Scilnle. Or, T ocen[)ai'si dell' esame in-
lorno a (pialiin(|ue soggcUo speUi a qiiesle era nel oaso a
ciii acrennate affatio d' allriii conipctenza ; io non polevo
allora, come non potrei adesso enti'arvi. Onde, contenla-
levi della mia individiiale opinione die, rispetto al caso
vostro, vi e picnamenle favorevole : ooni|)iacetevi di nsci-
re; ma prima sentito: Io, o cava Est clica, mi sono a Inngo,
troppo a lungo, sfiatato con \'oi; ed in argomento ch' era
vei'amentc fiiori del molivo per cui ora mi trovo qui. A
iarlo mi e;'cilai'ono e la tanta grazia voslra, e lamorc
grande die sempre vi porlai, c, a parlarvi sdiietlo, andie
pill die Uii poco la casa per se mcdesima. Ma vi confesso
die non mi senlo piii voglia per ora di allri discorsi con
altre parole. Onde, useendo di qua, se mai ne vedeslc di
quelle die aspettassero di enlrare, abbiate la gentilezza di
dir loro che rilorniiio domani; sono parole, ed lianno quin-
di tanto I' abito di and.ir in giro ad ogn' istanle, e la mag-
gior parte delle voile per nulla, die non sara loro nienle
difflcile di compiacermi.
H. 11 giorno appresso la prima di quelle die mi vidi
venire innanzi fu una certa parola, la quale mi paivo non
istesse Iroppo bene sulle sue gambe, menlre aveva di die-
fro un' altra die la sorreggeva.
— Io sono, mi dissc, la parola Medcsimo , e mi lanien-
— 521 —
to, port'lie avondo voi in qiiella vosli'a scritlureKa, I'allo
comparire le parole rappresenlaiiti il regno Lorabardo-
Veneto, e subito dopo quelle cbe aceennavauo a qualcbe
prodolto di uno de' snoi paesi, e quindi quelle che un tai
prodotlo non usciva da altro luor/o del regno medesimo,
non mi si voile laseiare ; e si niando fuori seuza di me la
parola regno. Ma, perelie, s' e mio proprio uffizio quelle
di acerescere talvolfa ibrza alia comparsa di alcune parole,
e molto pill spesso quello di venire eliiamata ad unicmi
ad un nome o ad un pronome, per dinotare deterrainata-
mente la persona o la cosa ciressi indicano? E ncl caso
di cui parlo, non adempievo io appuuto ad un tale iiiipor-
tante secondo uflizio rispetto al regno Lombardo-Veneto
cbe mi branio seco Itii congiunta, affinebe il pensiero di
quanti udivano o vedevanonoi altre parole, fra i multi re-
gni che vi sono, non andasse vagando neppur un istante,
ma fermassesi immedialamente sopra di esso?
— Sembra, o mia oara parola, risposi, cbe voi mi te-
niate per piii cbe un poco intinto di pedanteria. Non me
ne maraviglio : e difetto in cui cadono niolti uomini stu-
diosi di lingua quando giungono ad una certa eta, ai quali
tengono bordone molle donne studiose in lor gioveniii di
galanleria, e cbe poi inveccbiano tra gli scrupidi. Io, alia
pedanteria mi pare, non dico pegli anni, ma per mia pro-
pria natura, di non essere peranco arrivato, e spero di
non arrivarvi mai. Vi parlo cbiaro, credo obe abbiate un
qualcbe motivo di lamentarvi; non per6 di fame i grandi
lamenti cbe ne late ; menire vi banno mandata via da un
luogo dove, a mio avviso, sareste stata bene, (^ vero, ma
dove in fine dei conti non avevate alcuu diritto di trovar-
vi. Piu giusti, anclie se piii forti, sarebbero i vostri lagni,
se andaste invece a fame dinanzi a chi si compete contro
— 522 —
que' tnnU, aiiclie Ira biioiii coiioscitori d\ voi altre parole ;
i quali, menlre voi, o mia povcra ^oro/a Medesimo, non po-
tete, come si vede, reggervi in piedi da voi stessa, ma vi e
nccessario a s()sl<'nervi I'aiuto di una di quelle che si chia-
inano nomi o pronomi ; i quali, dico, pur si ostinano di
di farvi I'omparire, e non solo comparire, raa camminare
tuUa sola, con tanto vostro disagio quasi aveste per soslc-
nervi e per muovervi la forza appunio di un nome o di
un prononic.
— E voro, signoro, pur Iroppo e vero ! Alcuni tra
qnolli clic mono V avrebbero dovuto, eil oggi meno il do-
vrpbbero, mi fecero o mi fanno sopportare questa grave
falica. Oh, se voi volesle assumerc la mia causa ! Se vo-
loste estendere in iiiio favore nn'aliegazioni'clla, come avele
la [to pel mio amico, il pronome rjueslo, a cui sono tanto
obbligato, perclic tanto spcsso si compiace anch'egli di
darmi di braccio, e di aiutarmi a camminare, oh quanlo
ve !ie no sarei tcnuto! e qiianto non ve ne sarebbe anche il
niio fratt'l gemcllo ! perclic lui pure ad un tempo difende-
reste ; menlre anch' cgli, il j)()Vcro slcsso,\\n un pari di-
fetlo al mio, cioc di non poler reggersi e camminare da
se solo.
— Sentile, mio caro, per farvola una allcgazioncella,
io ve la faro ; e la potre'.e venir a prcndere di qui a qual-
che giorno. Ma deggio prevonirvi di due cose che non
sono forse a vostra cognizione. La prima, che quegli il
quale or gode, e merilamente, la supreraazia nella cono-
scenza dclT origine, della natura e delle forze di tulte voi
altre parole italiane, sostiene, che il vostro non potervi
sorreggcie e camminare da per voi, e ({uello del vostro
fratcl gcmcllo, il signor slesso, non c in sostanza che una
pigrizia, la qual vi si e gcacrala in corpo appunto perrhc
— 523 —
di nulo avete voUito starveiie in piecli e caraniidaro da voi
soli ; e lo prova con una seric non brove di casi in cui,
secondo ch' egli dice, alcuni i quali non si sono lasciali
illudere dalla voslra asluzia d' impotenza, vi Jianno ben
foUo muovei'C ambidiie, e andare da \oslra posta (o).
— Sappiate, riprese la parola, che ho lutta la stima
pel filologo, a cui accennate; ma, se mi permeUele, deggio
soggiungere die quei casi, di cui cgii fa menzioiie, ii ri-
cordo molto ])ene ancli' io ; c non e vero, che nella mag-
gior pai'le di essi noi due gemelli fossimo soli. Egli non si
aceoi'se, o per meglio esprimei'mi, il troppo araore al libe-
ralismo, o com' alli'i diria, al libeilinaggio che gli piace-
rebbe d' inti'odune tra noi, nol lascio rendere accorlo,
che nella maggioi- parte, ripeto, di quei casi, noi eravamo
sorretti da alcune di quelle parole le quuli si chiamano
articoli, e che i sigiiori pronomi ebbero la genlilezza din-
viarci, perche facessei'O presso di noi, com' e dato loro di
poter fare, le veei di essi. E quei non moiti casi che ri-
mangono, dove in effetlo alcuni Ira voi ci ban voluto far
reggere in piedi e camminare soli, nienle provano, per-
ch6 il, fei'cro di lor capriccio, ed usando forza contro la
vera natura nostra ; intorno alia quale non ci puo esserc
pill alcun dubbio ; mentre e stata riconosciuta e confer-
mata da tutti quelli che furono incaricati sino ad ora di
fare r anagrafi di tutte noi parole italiane, e si chiamano
i sig. Dizinnarii ; e meglio aucora da tutti quelli che fra
voi furono incaricati di penetrare piu intimamente nella
delta natura nostra ; e si chiamano i sig. Grammatici ; co-
minciando appunto, come dice il sopraccennato filologo,
ma pero deridendoli, cominciando dal Bembo, e venendo
io qua sino al Puoti. E se met permettete, aggiungo, chela
natura nostra non e diversa da quella dei due noslri vecchi
— 524 —
anleiiali, i qiiuli vivevaiio lia' lalini, e clie iioi siamo slali
in c'orla guisa iiu-aricati di rappresontarc (ra voi altri ita-
liaiii ; voglio dire, dclla Ixiona nicmuria del sig. idem, o di
quella del sig. ipxe. II pi'imo de' quali era si fedelineule
aceoinpagnalo dal Vronome is, ciie questo non si disgiun-
gcva niai dalla sua persona ; ed il serondo cannninava, e
vero, Ua le parole lalino, quakdievoUa anrlie da per lui ;
ina in lal caso non vuol essere rapjJresenlaU), Ira noi pa-
role ilaliane,elie da noiui o pronomi, e non tlalsoloniio fra-
lel geniello, p(M'clie sa ])ene die non ha la i'oiza ne di un
name ne di un pronome (6).
— Ben penserete, niia cara parola, ehe queslo cose e
forse pill altre io le esporro nella allegazioncella a voslro
favore. Ma la seconda eosa di oui deggio prevenirvi, essa
e, che quando bene io mi saro affatiealo a scriveria, e
(juando l)ene voi avrele ottenuta una sonlenza favorevole
dai giudici compelenti, voi non dovrele sopporlaf meno il
disagio di essere sforzata da inoili a inuovervi e camnii-
nare tuKa sola. Anzi foi'se da qualilieduno di piii, com' i'-
avvenulo appnnto al povero sig. Queslo ; il quale, dopo la
inia allegazione, e dopo le seatenze oUenule, non vide aie-
no, ma forse maggiormente, essere condoUo il suo eugino
Coteslo ad usurpare il luogo suo. E non solo condolto,
ma quasi direi ehe (ante volte csso vi sia andalo da sua
posla ; poiehe non e piii nella natura di noi allri uomini
di quanto sia nella vostra, o cai'e parole, quella non so
quale malignila che spinge a far maggiormente volenticri,
c piu spesso, una oosa, quando si creda di mostrare, faeen-
dola, una cerla non curanza dellaltrui diritto o desiderio.
Siete anche voi altre naturalmente dispettose. Ne voletc
fra i tanti un solenne osempio e recente ? Vi ricorderete
che no:i e guai-i io toccai della grandc alterigia ed intolle-
- 525 —
rabile burbaiiza die si 6 data a quesli di la sis,." parota Pro-
gresso. Kbbene; credeto voi die nioderassesi alciin poco?
TiiU'altro: la Irovai teste postasi IVancamenle in kiogo do-
ve pareva impossibile die potesse cactiarsi ; cioe, insierae
colia filosofia proprianieiitc delta, colla filosofia come
scienza ; e mi aspetto di vederla Ira poco colla geometria,
coHa teologia, colla giurispi'iideiiza, e con altri studii pu-
ramenle razionali. E volete sapere il molivo da lei adotto!
II molivo e, perdie dice, die sarcbbe inutile a noi iiomini
r occiiparsi intorno ad una materia di studio colla qual
essa non si accompagni. E il tempo, esclama, e il tempo,
in cui deggiono entrare in ogni cosa « le magnifiche sorti
e progressive » (7). Ma lasciando da parte queste petu-
lanze di voi altrc parole, e soprattutto quelle intermina-
bili della sig/'/'rof/r^^sso, vi ripeto che la da voi desiderata
allegazionceila io ve la faro. Intanto vi prego di iiscire,
poiclie Ibrse vi sara di fuori qualche altra parola di quelle
alle quali promisi di dar oggi udienza.
III. Saliitommi, ed usci. Entro quindi una paroiina
graziosetlaj saiteilante, die mi disse cbiamarsi Scarpa.
— Di die avete voi da lagnarvi?
— IMi lagno, perdie, avendomi voi insieme colle pa-
role, Io quali dovevano accompagnarrai, mandata fuori di
casa vostra col mio proprio norae di scarpa ; nella pub-
blica coraparsa me ne privarouo, imponendomi invece
quello di calzatura ; onde mi confusero con le calze, con li
stivali, con le glielle e con tutto cio, in breve, che puo
vestire il piede o la gamba di voi altri uomini. Eppure, non
guari da me distanli comparivano altri individui della mia
stessa famiglia, ai quali fu lasciato il loro proprio nome
di scarpe ; ([uello, con cui voi giustamente, li avevateman-
dati fuori. Ben e vcro cli' essi sono piu grandi e piii grossi
— 52(3 —
di me, e praticaao con persone assai diverse da quelle tra
lo quali io son usa ; ina, ad ogni modo, per essere piii
smiiigliorlina e graziosa, e per usare con persone piu gen-
Uli, noil deggio per questo perdere il mio nomo, e aiidare
ignota tra enli, die possono bene avere con nie qualchc
relazione di parentela, ma cbe infine infme non sono del
mio sangiic, rimaner bene, a cosi dire, nella geaeralila
della stirpe, ma abbandonare il ramo della mia piopria
iamiglia.
— Cara mia, per essere cosi piccina ed elegantiiccia,
voi siele niolto furioselta. Io penso die uon abbiasi inLeso
di farvi torlo aleuno : luUo al contrario. Mi pare anzi die
daiulo a voi quel nonie di calzalnra, fosse avviso di sol-
levare voi slessa alcun poco e tulte le sorelline voslre ;
distinguendovi in cerla guisa dagrinnumerevoli individui,
die sono pure dello stesso vostro ramo ; ma, die pratican-
do specialmenle ne' villaggi, su pei monti c tra' bosdii,
paiono, a dir vero, nati in tutl'altro, tanto sono rozzi, ma-
lagiaziati, sporchi, int-reanti e strepitosi. Deggio pero lo-
darvi se vi fate sdiiva ad acceltare una siffalta gentilezza;
mentre per niun motivo e perniesso di sdegnar il nome
ddia sua propria famiglia ; e mollo meno quando si Iratti,
uon gia di azioni perverse od aiico maioneste, eon cui
venga da qualdieduno di essa disonorala, ma soltanto, co-
me nel caso vostro, di forma e di educazione grossolana.
Si, voi siete scarpa ; apparlenenle alia famiglia deWe scarpe.
Clie siale grande o [ticcola, rozza o gentile, die viviate sul
monle o sul piano, in citta od in villa, die usiale eon le tali
o tali allre persone, che siale aceollala o scollata, affibbiata
osfibbiata, suglierata o no,taciturna oscriccliiolante oscal-
pitante, e se potete avere andie allri distintivi, su di die
uii rimetto a qucllo degli attuali serittori die lu' intend" io ;
— 527 —
noil iniporla ; tale e la faiuiglia ciii appartenete, e tale
pero ii nome che dovete portare. Pcrche, chi vi sostilui-
sca, come si fece, qiiello di catzakira, cire il calzamento
ill pill elassico italiaiio, il calceamenlum de' latini, toglio
ogni modo a dinotar particolarmente voi tra quanto serve
a coprire, e dicasi pure a calzare il piede o la gamba di
noi altri uomiiii; e quindi il modo a sapere sc apparleniate
alia faiuiglia della parola Calzettaio od a quella della pa-
rola Calzolaio, od a quella di qualunque siasi altra, elie si-
gnifichi eio d'oode venga I' una o I' altra parte di quanto
si adopera da uoi uomini a vestire i nostri piedi o le no-
stre gambe. E deggio anclie soggiungervi che T avervi pri-
vata del proprio e particolar nome del ramo di vostra fa-
miglia, per imporveue uno che abbraccia diversi rami
aventi un nome particolare e proprio a ciascuno d' essi,
dovea produrre 1' effetto di rendere tanto piii difficile, od
almeno tanto piu ritardato il bene ravvisarvi, che al grup-
po delle parole, fra di cui voi coinpariste, come si fece
pure a tutti gli altri gruppi, si tolsero quelle lo quali, ad
eserapio de' miei precessori, io aveva mandate innanzi,
perche a guisa di araldi, vi annunziassero, e che si chia-
mano le signore Rubric fie.
IV. Non le avessi mai nominate. Vidi un numero gran-
de di parole affacciarsi tutte in un tempo sulla soglia della
porta in modo, che per quanto fosse piccina e leggera,
impedivano di uscire alia povera Scarpelta, la quale ri-
raase quasi tra esse affogata. Ond' io mi raisi a gridare :
— ^ Abbiale un po' di creanza ; lasciate eh' ella esca.
Non ho bisogno di domandarvi il nome. Ben vi riconosco
l^ev (\\\e\\e RuOriche ch'eravate qualche secolo fa. Non isfog-
giate pill quel poinposo vesliario di rosso, come vi piace-
va allora di portare, e di cui il voslro nome conserva tul-
Serie HI. T tV. 68
— 52.S —
(a via la inomoria ; ma mollo di voi, anclie sotto quelle
vosti norc, duralc pure nclla stcssa pelulanza, nella ciar-
lalaneria slcssa clie la uiassima parte di voi avcvate allo-
ra. Non sicte piii tanlo ghibirizzosc nella persona come
nel socolo decimoseltimo, quando vi vanlavate di mostra-
rc : L anna di fina tempera lolta alle armerie del cielo in
difesa dcW nmanild ; quando ci ponevatc dinanzi : La carta
del navigar pitloresco ; e volcvate condurci nolle notli se-
rene ad animirare: I One hi Incenli del celeste crivello ;
ma molte pero di voi non amano meno ancif oggi un
po' di gliiribizzo nella persona ; molte piu si compiaccio-
no di darsi un' aria non meno prometlente, c non meno
vacuamenle prometlente, di quelle eontro le quali sdegna-
vasi tanto 11 buon Plinio (8) : moltissime poi avete la sma-
nia d'indossare vesti con tali intrecciamenti di linee nolle
pieglie, che tutti quelli i quali ebbero la sfortuna di esserc
nati alquanto prima dell' impero del sig. Progresso pena-
no piu che un poco a risolversi se siate parole o ghi-
rigori. E stupiseo ciie alcune di voi altre o molte non
al)biate ancora preso I' uso di farvi precedere dalla pre-
posizione articolata De, la quale smozzicandosi, si avviso
di tramutarsi in una specie di aggiuiUo, e se no va pora-
posa;, quasi un araldo, ad annunziare 1" arrivo di molti
cognorai di noi altri uomini, che di essere cosi annunziati,
hanno tanto diritto quanto ne avreste voi stessc. Conoscen-
do la vostra gran vanita, ripelo, die me no stupiseo.... Ma
infuie, che cosa voleto ?
— Oh, niente altro, risposo (juella tra esse die avea
sembianza di [trincipale ; nienle altro, in prima, se non
sapero, porcho voi, avendoci mandate fuori di casa vostra
a piecedcro ciascuna ognuno di (juci gruppi, dei quali si
componova Uilta la pi'ocessionc dclle introlr di ((uella vosira
— 529 —
scrilturelta, iioi siamo poi state lutle ([uante osckise dal
comparire in pubblico ; onde ogiii griippo sc ne ando senza
die avcssc dinanzi, ad indicarlo ccondurlo, la sua RuOrica.
— Caliuatevi ; e pensate die anche in Lombardia vol
non siete mai state amraessc ad iin tale uffizio verso quel
gruppi delle sorelle vostre nelle procession! di loro me-
desinie.
— Sar^ vero ; ma qui, a Venezia, siamo sempre state
diversaraente trattate, cioe come meritiamo di essere ,
perche ci fummo sempre ammesse. E dico, die meritiamo,
non tanto in vantaggio o soddisfazione del nostro amor
proprio ; che inline infine il comparire dinanzi a que'miseri
gruppetti di parole, quasi tutti composti di quelle che non
bazzicano che tra artigiani e meccanici, pochissirao c' im-
porta ; ma il dico in vantaggio dei gruppetti medesirai, per-
che, seguendosi essi rapidamente I' uno all' altro, come si
seguono in quella processione, non e dato se non a noi di
poter fare che meglio si distinguano tra di loro ; onde di-
venga tanto celere il trasportarsi dell' attenzione dall' uno
air altro di essi, quanto e celere il succedersi che fanno essi
medesimi 1' uno all' altro.
— Non credo che ragioniate male, soggiunsi ; ma il vo-
stro ragionamento puo essere giusto, anzi il credo tale,
iinch6 quel gruppetti di parole non fanno che passare in
processione dinanzi a voi altri uomini ; ma una volta invece
che vi si fermino, vedete bene ch' essendo dato a noi mede-
simi di osservarii ed esaminarli a tutto nostro agio, li pos
siamo molto bene seguire, distinguere e notare, senza il
minimo bisogno dell' uffizio vostro.
— Non mi oppongo, riprese h\ RuOrica ; ma, ad ogni
modo, non v'hadubbio, che non puo essere in tutto la
slessa, spccialmente nei loro primi moviraenti, la comparsa
— 530 —
(lei ^ruppi (|iiaiul «'ssi sicno procccliili dn noi, ;i (jiicllii ilei
iiiuppi inedcsimi (|iiiiiult) nol sicno. ()r;i, \i so dir io, olio
nlciini (li qnolli i (|nuli voi niandiislo fiiori di casa vosti'a,
per cssero loi'o slala lovala la Uiilirica da oiii ^oi li faocslc
pi'eocdor(\ c (jiiindi non oi'diuali o non bono ordiiuUi, come
avrobbcro dovulo cssere, volendoli far comparirc senza
qiiella di noi oho a ciascuno di loro spettava ; vi so dir io,
ripeto, die non foeero moKo biiona figura.
— ]Me no displace, dissi ; ma soiio ben lungi di dare a
lal falto quoir iiiipoitanza cbe inimaginate. Credo, cbe do-
vondo far oomparire iin' allra volla gli stessi gruppelli clio
voi precedovale^ o da oui vi toisero, oppure altri gruppelli
di somigliante naliira, credo che forse forse vi ammetleran-
no a precederli. Ma intanto vi dico, oho or tengo ben altro
da pensare ; e poro so non aveto di meglio, andaloviin paoo.
V. Quella cbe fino allora mi aveva parlato disse non so
qual cosa ad aicune delie sue compagne ohe le erano piu
vicinc, quindi, vollasi di nuovo a mo :
— Ob, abbiamo molto di meglio, riprese la Ruhrica,
anzi d' importanlissimo abbiamo. E gia doveroso uflizio di
oiascuna di noi, ben il sapole, queilo di essere la deputala
di un numero piii o men grande di parole, ogni qual volla
a tale uffizio voglian esse doslinarla. Ma or voi oi vedote qui
noi allre come depulale di lutle quanle sono le parole ita-
liano ; le quali, poicbo dovovanio oggi recarci da voi, cidie-
dero r incarico di farvi una preghiera ; proghiera, che ci e
mesUeri di farvi allresi a nomo noslro modesimo, ossendo
pnranco noi slesso parole ilaliano.
Capperi! pensavo tra me, son io giunlo a lal gi'ado da
riccvere dcpulazioni! Non me io sarei mai immaginalo ....
Vero e per6 cbe Iratlasi di una dopulazionc di parole.
— Ehbene ; qual o la preghiora oho avolo da fai'ini ?
— 531 —
— Ecco, signorc: giu sapeteche siiio lUi gran tempo acl-
(lielro vi furono di hallo in Iralto di qiiclli die si oompiacque-
ro di metlere in dubbio V onorevolissima oiigine di noi pa-
role ilaliane chc siamo, come ci vanliamo di essere, legilti-
me flgbe di madri laline. E non e mollo cheun sig. Ollavio
Mazzoni Toselli sallo fiiori a voler piibblicamente provare
che le nostre vera madri non furono allro clic celliebe e
gallicbe (9). Si desidererebbe conoscere come intorno a que-
sto la pensiate voi inedesimo.
— Sentilo, o mie care; io vi dico in primo luogo che
un lai desiderio mi niostra troppo chiaro come voi e le vo-
stre mandanli segnitale ad avervene per male di una cosa,
a cui parmi dovreste essere omai piii die avvezze. Vi dico
poi, che se desiderale di sapere in qual modo sopra cio io
la pensi, in quanto son liomo che vi e sommamenle e da
lanti anni affezionalo ; io non ho nienle da soggiungere :
ma se desiderale di saperlo, per Iranquillarvi del tullo in-
torno alia vera origine vostra, e mestieri che vi consigli a
rivolgervi allrove. Vi dico infinc, e polele riporlarlo alle
vostre mandanli, che a me basla di guardare voi cd esse in
viso, per conoscere chesiete Cglie legiltime di madri laline.
Non pretendo gia che qualchc /?aro/a, provenienle da celtica
o gallica, od allra qualunque vogliasi malernila, non siesi
introdolla, anche da anlicbissimi tempi, nell' immenso nn-
inero di voi altre: ma, ripeto, che basla guardarvi tulle in
viso, per iscorgervi i lincamenti delle voslre madri laline ;
ed in moltissime tanlo bene scorgerU, che si potrebbero
prendere in iscambio per le loro madri laline medesime.
— Ma, signore, a negarci questa origine Iraggono an-
che non so (jual argomenlo dal modo con cui i meglio ila-
liani condultori di noi allre parole ilaliane ci ordinarono
nelle pubbliche comparse che ci fecero fare. II (jual modo c
— 532 —
pill die al(|niinl() divorso, diooiio, da qucllo cou eiii fiiroiio
ordinal^ lo coniparso *\i'\\c parole laliuc dai incglio condnl-
loii di osS(! inedosinic.
— ■ Cio noil fa niciile, nientissimo affatlo, o iiiic care, e
ditcio pure alio vosli'o maiulanli : pcrdic rordinarc in iin
niodo <) iioiraltro le parole di (lualiMunie siosi luogo, al (}ual
modo noi diam nome di stile, non dipende che assai poeo
da quosta o quella loro inaternitii ; ma qnasi per intiero
dalla inlelligenza, dal yentiinenlo, dall' immaginazione di
ciascuno di queili die iniprendouo ad ordinarle, cioc di
quolli die noi chiamiamo scritlori, i qiiali traggono poi uii
gran niolivo a diversaincnte faiio, non solo secondo le loro
parlioolari condizioni, nia secondo quelle altresi dei tempi
e dei luoglii; onde, per tal cagione, vi si potrebbero dare per
madri delle parole ebraiclic, delle arabe, delle sanscritte e
die so io (10). Vi aggiungo poseia, che per conlentare Toc-
cliio se vi veggono, o I' orecdiio se vi odono, c con essi la
mente cd il cuore dei veggenli od aiidienti voslri, voi altre
parole italiane non potreste mai esallamente imitare 1' or-
dine con cui si presentavano o potevano presenlarsi al pub-
blico le laline ; pcrche raolte di voi, non so per qual ragio-
ne o capriccio, vi sicte volute imporre, sino dall" infanzia,
a fine di venire prontamente distinte e rioonosciule per cio
che volete essere, il bisogno di farvi accompagnare da certe
altre paroluccie, delT ufiizio delle quali le latine ebbero la
destrezza di non darsi, o la fortuna di non averne bisogno
alcuno. Ma non per cio esse non sono meno le vero e le-
gitlime madri vostre ; ma non per cio e scemala di niente
r utililii grandissima che puo derivar a noi dallo sUuliare
fino dai priini anni e lungamenle la nalura loro a fine di
sempre piii conoscerela voslra c saper (juindi meglio valersi
delle vostre torze. A raggiungcre il quale inteiulimento non
— 533 —
saprei clii piii giusla via si consigliassc prenderc di lui clic
si avviso di condiirre per tempo, e nello stesso tempo, la
gioventu italiana in luogo dove polesse vedere le vosfrc
famiglie, ed insiemc i ritratli di quelle delle madri voslre ;
ragionando delta vita che dovete tenere voi altre, e raccon-
tando qiiella che Iianuo tcniita le madri vostre medesi-
me (I I). Se non che queste sono cose, o mie care, gia delte
e ridettc, c da me stesso, in altri tempi, puhblicamente c
copiosamente ragionate (12). Non parmi quindi che dol)-
biarao adesso ne voi ne io perdervi intorno maggior tem-
po. Onde, se mai tra voi ci fosse una Rubrica che dicessc :
Di parole ne ho (/id per tin pezzo abbaslanza ; io la prego
di mettersi a capo di tutte le altre, affinche le parole, le
quali per avventura tuttavia aspettassero fuori di entrare,
sappiano subito, che, ne per ora ne per molto tempo ap-
presso, io sono disposto ad udirle. Del che non proveran-
no, gii ne son certo, molta dispiacenza ; mentre, qual altro
luogo del mondo abbonda tanto come I' Italia di quelli che
mettono una grande imporlanza nei discorsi deile parole^
i quali non sono bene spesso nienle piu che cicalii ; e che
pero non solo le aspettano, ma le cercano per dar loro
udienza ? -
iN O T E
(1) Nel tcrzo Cenno intorno a cose di linr/un (.\Ui dell'l. K, istitulo,
Vol. Ill, Ser. Ill.VeiiPzia I808).
(2) Dcscrizione del Icinpio di Possayno. Cap XXX (Venezia, Anlo-
nclli 1813).
{Z) Saggio d' cstelica del dutt. Giiolamo Venanzio ( Portogniaro
18u7). — Storia delle belle uiii in Ilulia. del sij;. Ferdinando Ranalli
i.da edizione (Firenze I80G).
(3) Inlorno ad nlcinie cose speUanIi alia lingua ed alio slile. Di-
scorso (Atti dell'l. R. istiUitn, Vol. I, Ser. 111. Venezia 1856)— 2.da
Va\'\7.. Prose c pocsie di aulori vivcnli. Vol. I, Dis^p. I. (Torino 4838).
(u) (liovaiini Gherardini Appejidice allc grammalic/ie ilalia7ie.l)iih-
bii graniniaticali n. 23. (Miiano, Molina ^847).
(6) Fdicfllini, Lexicon lolius lafinilalis, alle parole idem, ipse (Pa-
dova I8:i7).
(7) Verso non so di chi, riportato dal Leopardi, a cui giustaniente
egli i-ascia tuUo 1' onore dell' eleganza {La Gines/ra o il fiore del de-
serlo. Canto XXXIV (Firenze, Le IWoniiier 18S1). Certo quegli il qnal
disse, die tultele reeenti scoperte non ?ono infiue se non ritrovamenti di
cose veechie obbliate, lia esagerato un po' troppo; ma certo non per
questo egli ha detto cio che non sia in gran parte vero. E, a dimostrarlo
tale, e uscila teste in Francia un' opera in due vokinu, intilolata: Le
vieux-neuf{il vecchio-nuovo) del sig. Odoardo Fotirnier, in cui dicono
prqvarsi, con autorita irrefragabili, che niolte e molle delle pretese nio-
derne invenzioni. e tra esse le niacchine a vapore, la pietra artiGziale,
I ponii di ferro, i cunieoli (tunnel), I'eterizzazione, il gas, il parafulmi-
ne ec. sono cose veechie, anzi vecchissinie. E nulladinieno io non du-
bito, che nierce i continni studi, ne' quali or mii. da piii anni quasi non
ad altro intenti, ci occupianio intorno alia materia e i vari movimenli e
le svaiiatissinie applicazioni a cui incessantemente la soltoponianio, io
non dubito, ch' essa in compenso non ci abbia rese note, anche di le-
eeute, alcune sue da prima ignorate proprieta, ad uso 0 diletto nostro, e
non ce ne possa far conoscere tuttavia niolte piii, delle quali si compiac-
ciano gli adoratori del Progresso. Ma volgendo I'animo ad un altro
genere, e ben piii in)portante di cose, potrebbe avvenire che se ne
compiacessero anche un poco quelli che non peraiico ebber cuore di ab-
bandonare affalto il taiito in oggi avvilito Regresso. Onde, devo loro es-
scre andato assai a grado qiiando udiroao, due 0 tre anni addielro. che
il 00b. sig cav. I'odesla di Veuezia fece ricercare e trar fuori dagli ar-
— 535 —
chivi, perch6 fossero stodiati e se ne traesse profitto, gli anlichi Regola-
nienli aiinoiiari della Repubblico. E se il sig. iivvocato Francesco Feiro,
ei diligente ed abile raccoglitore ed illtistratore dei vecchi nostri Statuti,
effettueri ridea di accennare in apposito libro quelle leggi che, intur-
no ad lino o ad altro soggetto, putrebberoessere necessaiie od u'.ili ad
atluarsi auche in presente; son certo che ne veriebbe ai suddetti un al-
tro e non piccolo niotivo di conipiacenza. Ma, in generwle, clii tol^a il
maggiore e niiglior tempo di sua vita al niondo della nuileria, per vi-
vere in quelle del pensiero, della fantasia, dell'affetto, e delle conseguen-
li opere che ne dipendono, coniprendendovi parauco i modi ebe or si
reputano migliori ne! governo dei popoli ; oh, qnal ampio campo nou po-
trebbe aprire di svariatissimi argomenti, perche acquistassero un poco
piu d' animo e di lena e di voce gli aniici che pur conserva tultavia il
Eegresso .'
(8) Inscriptiones propter qnas vacUvioninm deseri possil ; et cum
intraveris, dii deaeque quam nihil in medio invenies ( in pref. hist.
(9) Origine della lingua ilciUana (Bolngna 183I-18o2).
(10) E poteva dire soprattutlo delle greche; perche certo niiin mi-
gliore stile pu6 uscire da penne italiane di qiiello che meglio arieggi le
sponfanee grazie, le semplici eleganze, gli appassionati ed immaginosi
modi che uscivano on tempo dalle penne de'Greci, senza che per queslo
le parole di quegli scriltori possaoo in generate menar vanto di alcuna
maternila sn quelle dei nostri. Cio dipende da tutt'altro; tanto da tutt'altro,
che alcnui tralti delle sembianze dello stile greco le troviamo in certi
scrittori nostri del trecento, ignari affatto di quella lingua ; e. per tacere
di altri, ne troviamo nei nostri Gozzi, che pure anch'eglino la ignoravano:
tanto da lutt' altro, che il Giordani, il qual n' era si profondo conoscitore,
si avvicina collo stile, in molte delle sue prose, piuttosto ai Latini che ai
Greci; ed il Leopardi, che la conosceva forse pii'i di lui, anzi in mndo da
poter dettare in essa scritti che illusero dottissimi grecisti ; il Leopardi,
tanto vivo, tanto greco ne' guoi versi, ci die' poi una prosa fredda fredda,
dove invano si cercherebbe alcuno di que'movimenti di cuore e di fantasia,
de'quali e grand'abbondanza negli scriltori de'Greci stessi. Lo stile e I'uo-
ino; e r uomo e tale quale il vollero la natura sua propria, la patria,
I'educazione, gli sludi, il tempo, il governo, le circnslanze, le inclinazioni
e le vicende di sua vita.
{\i) Grammatica delle due liugue ilaliana e Intinct di Francesco
Soave (Milano, Stamp. R. 1819).
(12) Particolarmente nei Discorsi: Dello Scri/fore itaUnno 4.ta ediz.
(Firenze, Le Monnier 18b5), e uegli ArHcoli di Crilico. 2.da ediz. (Tre-
viso, Andreoia 1857).
Serie If I, T. IV. qq
— 536 —
, , .M ■ .,..^ .:..., - > 6 ■ ■; ' . ,■! . « . : ....
II m. e. prof. Bcllavitis legge la seguente Nota
Di alciine memorie del Jjioiwille intonio alle fun-
zioni numeriche e del Poinsot sulla percossa massi-
ma (J. LiouYilled857c 1858).
L' abbondanza dellc pubblicazioni rende molto difG-
cile di preiidcr conoscenza di tutle ; puo quindi esser utile
qualche rapldo cenno su cio chc sembra piii osservabile.
II Llouville dice fiinzioni numeriche alcuni valori dl-
pendenti dai divisori di im numero dalo, o dai niimeri prl-
mi con esso. Sia ^^wi la somma delle potenze r'""" di
lutli i divisori d del numero m (compresi ^ cd w»),
e sia 0,.«i la simile somma quando si escludono tutti i
divisori d, che non sono primi con d = m:d. Quan-
do r = 0 le predette somme si riducono al numeri dei
rispellivi divisori, e si segnano con ^m, 6m. Sia pure
<pm il numero dei numeri della sorie \,2, 3, . . . (m — i)
che sono primi con m. E facile riconoscere che ciascu-
na di queste funzioni ha la propriety espressa da
- • fm=z= fd. fd , ■•-. - * 'i '.*'"
purche (/, d sieuo prime tra di loro, e sia m ::= (/5. Ne
viene che basta conoscere i valori delle funzioni per le
potenze dei numeri primi, i quali si calcolano mediantc
formulc facili ad immaginare ; per escmpio si trovano i
segucnli :
■A ■.'■■:. .■■r-lt
(p
537
—
2
4
8
3
9
5
7
^1
2
3
4
2
3
2
2
2
3
7
15
4
<3
G
8
12
2
2
2
2
2
2
2
2
3
5
9
4
10
6
8
12
1
2
4
2
0
4
6
40
La predetta proprieta vale anche per 2(p^m =m(pm.
11 Lionville di un gran numero di relazioni tra le prc-
dette fuiizioni, cccone alcune fra le piu semplici, indicau-
do con 2 la souima dei termini corrispondenli a tutti
i divisori d di m ;
XiOd.^d) = i^mr , 2(^f/)^ =z (X^dy- .
Forso che alcuni di questi leoremi si esteadono agli interi
iramaginarii (veggasi Saggio suW algebra degli immagina-
rii. M. Istituto 1851, IV) ; prima bisognerebbe stabilire per
quale unita immaginaria s' intende moltiplicato ciascun di-
visore ; forsc sarebbe da supporsi ehe la parte reale fosse
senipre posiliva, e il coefticiente di / sempre pari, op-
pure che ambedue i termini fossero positivi.
Su questo argomento potrebbero vedersi : Eulero, N.
Gomraent, Petropolit, 1754, V, p. 59, 75; e 1760, VIII, p. 74.
— Libri, M. Accad. Torino, 4 824, XXVIIl, p. 264. -—
Catalan, J. Lionv., 4 839, IV, p. 9. — Arndt, J. Crelle,
4 846, XXXI, p. 246.
II Poinsot tratta colla sua ordinaria chiarezza ed ele-
ganza alcune queslioni relative alia rotazione di un corpo:
qucste considerazioni si collegano coi principil della deri-
— 538 —
vazione delle figure, ilolla cui imporlanza e generality di
applkazioni ho ogiiora miove oecasioni di persuadermi.
Premetto una delinizione. llispelto ad un circolo di cculro
G e proprianieiite al suo diametro Il'H = 2a io dioo
coniugali-armonici due punti P P, posti sul medesimo
raggio GPj HG e !e cui distanze dal ccntro sono iaver-
samente proporzlonali, essendo GP.GP,=a'', e dico
conlrarmonici i punli P P' quando P' 6 sulla pro-
Iiingazione di POP, G ed (i P'G = GP, ; se il dia-
metro K G K' e perpendieolare alia P' G P gli angoli
PKP' PK'P' sono retti, percio il circolo, che ha per dia-
metro la P'P, taglia il circolo KH'K' in due punli dia-
metralmenle opposti.
Un corpo col cenlro di gravila {baricentro) G e gli
assi principali GX G Y GZ abbia la massa m ed i mo-
menti d' inerzia ma" , mb^ , mc"- ; esse sia tolto dalla quie-
ts per r uzione di una forza = mv , la cui dire-
zione sia parallela ail' asse GZ ed incontri il piano XGY
nel punto P. Supponiarao in primo luogo a = 0, per-
loche ogni asse KGK' posto nel piano XGY sari prin-
cipale, ed avra il moniento d' inerzia ma"^. La forza mv
pu6 trasportarsi da P in G , purchc si aggiunga un
giratore (ossia asse di una coppia), die abbia la direzione
GK perpendieolare a GP e la grandezza mv.G? ; il
corpo acquisterft la velocitii v nclla direzione GZ, ed
inoUrc intorno a GK la velocita angolare eo ; la quale
si determina osservando cbe le forze moventi ciascuna me-
lecola trasporlale in G producono il giratore :.•>
mao) . a :=^ mv . (j? . ' "^ *
II punto P' contrarnionico di P rispetto al circolo di
rapgio GK zrr a ha la distanza P'G zn a": GV =z a . co \
— 639 —
qiiindi nel prinio istante il punto P' ha due velocity di
traslazione e di rotazione eguali ed opposte, sicc'h6 esso
riraane immobile; il Poinsot lo dice centra spontaneo. L'as-
se di questa islantanea rotazione e perpsndicolare alia P'G,
cio6 parallelo alia polaie del punlo P. II centre d' im-
pulsionc P ed il centre spontaneo P' sono coniugali,
cio6 possono scambievolmente mutarsi.
Se nel primo istante, o dopo die il corpo comply un'in-
tera rivoiuzione esso venga a percnotere col suo punto P
contro un ostacolo fisso, esso esercitcra la forza mi' , e
ritorneri in quiete ; fii quindi creduto che il centre d' im-
pulsione fosse anche il centre di massima percossa, il die
non e vero. — II corpo si melte in quiete ancbe urlando
centre due punti lissi S S' posti sulla retta IIP'GIIP ; se
questi sieno contrarmenici rispetto ad II H, e si telga uno
S' di essi, la percossa suH'altre S si conserveri la stessa,
perch6 la forza sussistente in S' produce nel corpo una
rotazione, il cui asse istanlaneo passa per S, e quindi
nulla toglie e nulla aggiunge alia percossa in S. Due
punti contrarmenici sono in un circolo passante per K
e per K', se esse ba il centre P la forza mv si de-
corapone in due eguali die rappresentane le percosse in
S S' : che se invece il circolo J'KTK' abbia il centre
P', la percossa in T sara la massima pessibile. Infatti
le forze in T T' devono far equilibrio alia forza d' im-
pulsione in P, la percossa in T sara percio espressa
da mvT'P : T'T, ed a motive di a-=rP'G.GP^T'G.GT
il rapporto delta percossa alia forza d" impulsione sarA
ancbe
(T'GH-GP) : (T'G-hGT)=(a-^-GP.GT) : (a'--t-GT.GT) ;
acciocche la! rapporto sia massimo si trova differenziande
— 540 —
che dev'essere (GT)^ -|-2P'G . GT — a" = 0 , il che
mosti'a che T e uqo dei due punlr contrarmonici T T',
e che — GT -+- T'G — 2P'G , cioe il punto P' 6 alia
met^i della rcUa T' T. ^ - • ■
Suppoiiiamo in setondo luogo che i momenli d' inerzia
wm\ m/r intorno agli assi GX, GY sieno disuguali ;
invece del predelto circolo diraggio Gil = a descrivia-
mo iin' ellisse, che sulla direzione GX abbia i semiassi
B'Gr=:GB=^, e su GY i semiassi A'G=:GA = o,
e sia P il cenlro d'irapulsione, cio6 il punto dove la di-
rezione della forza mv incontra perpendicolarmente il
piano XGY. Si abbassino le PQ, PR perpendicolari
sugli assi GX, GY, e sia Q' contrarmonico di Q
lispetto a B'B, ed R' contrarmonico di R rispetto
ad A'A : la forza pu6 trasportarsi da P in Q, pur-
ch6 si aggiunga un giratore avente la direzione GB', e
la forza in Q produce una rotazione intorno all' asse
GAY, la quale dipende unicamente dal momento ml/"^, e
percio essa combinata col raoto di traslazione produce
un' istantanea rotazione intorno all' asse condolto per O'
parullelamente a GY, ed il punto Q' riraane fermo ;
e non puo muoversi nemmeno in causa del giratore che ha
la direzione GB' ; per simil ragione rimane fcrrao il
punto R'; dunque la retta Q'R' c I'asse dell'istanta-
nea rotazione.
Ora si paragoni questa figura con quella che si form6
nel primo caso, nella quale al circolo HKirK' possono
tirarsi i due diametri Ira lore perpendicolari BB' AA',
e si scorgeri che le due figure sono nffini, cioL' die 1' una
si ccmverte nelTallra quando si mantengono le stesse ordi-
nate parailele a GA e si diminuiscono le ascisse paral-
lele a GB nel rapporlo a : h , sicchc il circolo HKH'
— 541 —
di raggio a si cangia nell'ellisse ; IIAK'B'irA'. Quiodi
cio clie vale per una figura pu6 facilmente trasportarsi
air altra, cosi tirata anehe nella secoada figura la PGGH'
die inconti'i in P' 1' asse d' istantanea rotazione Q'R',
i due punti P^ P' saranno contrarmonici rispetlo al dia-
metro li'll deH'ellisse; Q'R' sara parallela alle tan-
genti deir ellisse nei punti H, H' ; ecc. Nella prima figu-
ra tutu i cenlri d' impulsione P , clie hanno i loro
corrispondenti centri spontanei P' sopra una data retta,
appartengono ad un circolo passante per G, giacclie i
punti contrarmonici sono inversi, ed ogni retta e inversa
di un circolo : dunque nella seconda figura tutti i centri
d' impulsione P, i cui corrispondenti P' sono su una
retta data , appartengono ad ua' ellisse omotetica alia
BAB'A'; ecc.
II socio corr. dott. Francesco Gera legge i se-
guenti Principii costituenti V mie di ammigliorare
le razze di cmimali domestici.
1 fi not! :>■; o5for) iVi
' Won novi seJ noviter.
Pill e piili sempre ovunque si aceresce il bisogno di
erudirsi intorno ai modi di ottenere migliori razze di ani-
raali ; che nota e pur troppo 1' abbiezione in cui trovasi la
nostra economia rurale, o si guardi agli ufficii cui si desti-
nano gli aniraali stessi, ovvero ai prodotti che si ritraggon
da essi. Varii anni sono, I'illustre conte Scopoli inculcava ai
nostri allevatori di seguire Ic norme dagli Inglesi additatc,
affermando, a ragione, che il capitale italiano, cio facendo,
audrebbc a vantaggiaro no' soli animali domestici, dell' in-
— 542 —
genie valorc di 600 c pid miliooi (I). Pcrcio fa lucraviglia
die siasi affatto prelerniesso nei traltati ilaliani piu reccn-
ti (2) cosl importanlo argomento, o toccato per f^uisa da
mostrare patentemente una inscienza del progresso che ei
feceappuntospccialmente in Inghillerra; dove, assoggettato a
principii, oosUluisce iin' arte importantissima e veramente
preziosa. Sentiva ed aveva nell' aninio il proposilo di riem-
piere cosl grave lacuna ; e lo avrei pure esegnilo da lunga
stagione, se acerba una sciagura non mi avesse to!lo On
qui a'prediletti miei studii. Ed ora, die ini vi accingo, vor-
rei I' opera mia testinioniasse sollanto il desiderio che nutro
di giovarc a miei conciltadini ; per cui prego, chi conosce
il soggetto su cui vengo a trattare, di correggermi ove ve-
nissi meno, e, in quella vece, avvalorarmi del suo suffragio
dove toccassi la meta. In pari tempo vorrci lontano il so-
spetto, che il mio dire tornasse a censura del premio non
ha raolto accordato da codesto imp. r. Istitulo ad un lavo-
ro, che trovasi ne' suoi Atti (3), e che sembrarai non sod-
disforc ai bisogni degli agricoltori. Con tale fidanza entro
neir argomento.
Fu detto, e non a torto, che la natura crca la specie e
r uomo le razze. E percio se T uomo puo tanto, cgli c se-
(t) Memoiia lella alia Sezione di atjronomia del IX congresso degli
sceiiziati ilaliani. lo ne tengo una copia favoritami daU'autore stesso ; ma
86 ne legge un estralto nel Giornale ugrario di Milano, fasc. di oUobre
anno 1847.
(2) Alliido specialmente at Traltalo popolare pel buon govcrno,
per la mol/iplicazione e pel miglioramenlo degli animuli, compilato da
G. HaidvogI, e premiato dall' imp. r. Islittito veneto. Ed eziandio alie
Considerazioni suW ullevamenlo del bestiame bovino del dotlor Anto-
nio Keller; Padova 18o8. Devopeio fare annotazione,avervi in proposito
qualche buon arlicolo da giornale, e qnalohe niemorio, fra le quuli cKero
quella del prof. Galanti che sta ne\VAn>uiario deU'Accademia di Spoleto,
(o) S€iie III, Tonio I, Appeudice.
— 543 —
coiido ragioiie il credere, che debba esseivi niodo di assog-
gettare a principii ed a regole i cangiamenti possibili ; le-
nendo fermo, e stabilendo la riproduzioiie delle utili varia-
zioni avvenule, ed opponendosi a quella certa suscettivit^
di perdere di bel niiovo cosiffatte iiiodidcazioni per avvici-
narsi al lipo primiero. Sapevasi da un pezzo, che ogni va-
riazione uelle razze dipende specialmente dalla generaziorie,
o sia dalla scelta e dalla iinione de'maschi con le femmine;
lua ignoravasi che questo mezzo e possente e il piu adalto
a conservare cosi che a migliorare le razze ; e che soltanto
ill via secondaria ed eccezionale vi esercitano una influenza
il clinia, I' alin.iento, rallevamenlo e la educazion de' figli, o
r abbandono in cui si laseian le femmine pregne. E pure
notorio, che i figli somigliano ai genitori, e che qiiesti tras-
mellono ad essinon solo le forme, ma lequalitu morali. Pero
non trovo ne' noslri recenti trallatisti il sommo vero, che
lequalila e i difetti non si trasmeltono soltanto immcdiala-
menle dai genitori, ma derivano spesso dagli antenati, ri-
comparendo quindi aache dopo parecchie generazioni ; ed
anzi che il caraltere dominante nei figli provenienti da due
razze diverse, sara quello della razza piu antica.Laonde se
le qualila piii ricercate riprodursi possonoin modo soventi
volte insperato, sgraziataraente e in conseguenza dello stes-
so principio, i difetti possono eziandio perpetuarsi ; per cui
di frequenlecon accoppiamenti mal diretti si fa un passo
retrogrado, che ci allontana dal perfezionamento a cui si
tende, e riconduce i difetti che dovremmo toglier del tutto.
Saano pure i nostri agricoUori, che devonsi scegliere indivi-
duigiovani,sani e di forme elettissime; ma ignorano tultavia
che la perfezione non risiede soltanto nella robuslezzae nelle
forme esterne, ma che sta sopi'attullo nellinsieme della vita
o come dicesi nel sangae. M saiif/Kc, affermano gf Inglesi,
Serie HI. T. IV. " 70
— 544 —
non si perdo mai. Cioe se akiiiio qualila iiicreiili ad una
razza bene stabilila possoiio niancaic in alcuni individui di
ossa, il germc di laii qualita non cossa mai per ciu di esiste-
re, 6 ricorapariraiino esse nei discendentidegrindividui an-
clie nieno pcrfelli, pnrclie tnllavia la purezza del sangue
sia conservata. Kgli e percio clie non sapi'el)besi anuetter
qiianio basli d'imporlanza al preeelto di eonservar puro il
sangue, la razza, la faniiglia. Sappiano perlanlo oggimai
lutti gli agi'icoUori nosti'ali, ehe piii vale uu niaseliio non
tanto perfelto di forme quanto di buona oiigine, in confronto
di quel maschio di forme perfette ma di una razza irapura.
E conoscano ancora una volla la ragione per cui non di
rado nascono giovani animali piii perfetti ehe i loro autori
immediati, ceheriprodueono in modomirabilei loro aseen-
denti, gli avoli, ibisavolied oltre auLOra. V. per questo ehe
eomunemente veggonsi oei figli dei pregi o dei difetli non
esistenti ne' padri loro ; e gli allevatori clie ignorano tale
inilucnza si studiano invano, e si perdono a rintraceiare
cause iramaginarie, vedono fallile le eoncepile speranze,
(' trovan falso od inutile, per non dire dannoso, I'inscgna-
uiento quale vien dato loro fin qui sulla seelta degfindividui
da aecoppiarsi (i). Aggiungasi a quanto dissi, ehe unendo
razze ehe abbian fra loro grandi differenze e assai difficile
ereare una nuova razza ; ehe in ogni caso i caralteri del
(1) Dice Huiduogl «cheil iiiodo (i'iiiipt'dire la degeiierazioue delle
razze edi migliorarle, consiste nel togliere o nel modificare le quattro
principal! cagioni di deter ioraniento. Cioe: 1." alia possibile perfettibilita
delle forme; 2." alle somiglianze ; 5." all' eta fiesca ; 4." finalmeute al
vigore ed all' indole. Si miglioraiui le razze, coiitinua egli: 1." col pren-
deie sempre gl' individui piii belli ; 2." coll" incrocicchiare le razze, ehe
haiino delle qualila differenli ; o." col nietterli nelle circostanze le piii
frtvorevoli (pag. 139). Tali preeetti deiino certo seguirsi ; ma son limi-
lati di tioppo. e quindi iii^ufficieiiU a fiir raggiuiigere lo scopo.
— 545 —
sanguo pill anlico c piii piiro preclomineraniio senipre nei
prodoUi ; o percio piu clio una razza e aiilica e bene stabi-
lita, pill i pregi si mantengono e i difelli sono difficili a sra-
dicare.
Cio poslo, debbo soggiuugere, chc la uiaggior parte de-
gii allevatori inglesi hanno siccome assionia: ehe le razze si
migliorano co' maschi piu chc eon le feramine. Ritcngono
quindi che tenterebbesi indarno liuscire in proposito, pro-
curandosi feminine, fossero pure di razza per quanto e pos-
sibile eletta, per poi farie coprire da niasehi iudigeni. Alio
invece femmine ordinarie coperte da elelli maschi daranno
sempre vanlaggiosi risuUamenti. Pero diraenticare non de-
vesi, che il maschio suole esercilare maggiore influenza
sulle parti anteriori e la femmina sulie posteriori csterne
e sulle estremitci ; che quello trasmette tutto cio che si ri-
ferisce alle forme, alia vita esterna, e la madre tutto cio
che riguarda la vita interna e lo sviluppo delle parti, cioe
la facolta di apprendere e d'ingrassare, il temperamento e
la statura. Vorrebbesi pure osservare che molte volte i ma-
schi somigliano piu al padre e le femmine alia madre. Laon-
do si deduce : essere poco fondato 1' anzidetto precetto, per
cui, insieme ad uno de'grandi e benemcriti zooteenici il Vil-
leroy (I) non esiterebbesi stabilire, come piusicuro, eserci-
tarsi una influenza eguale ambedue i genitori.
Ma le eccezioni non infermano i fatti general!, ed
io credo all' aggiustatezza della opinione inglese. E di vero
Guenon mise fuori di dubbio che la disposizione a produrre
piu o meno di latte si trasmette dalla madre, non ^\h diretta-
mente alia prole, ma mediante il iiglio alle nipoti ; e per cui
divenne preziosa la discoperta dei segni o dello scudn clio
(t) Manuel de V e'levcur (le Chevcuuv. Paris 1856, pag. ii58. '^ .
— 540 —
lif)\;isi nclla pnrit' dtMclana dci loii a sicnio indizio dellc
tacolla hiltilore die esso sapra Irasniollcic nei ligli. E po-
nondo nicnlo alle cause di lanic anomalio rlie sombrano in-
esplk'al)ili,saia fac'ilissimo liconoscorc: dovcrsi esse appun-
lo alia influenza degli avi ; influenza chc salta dillicilmcnle
agli occhi di coloro che, senza saperlo, accoppiano fra loro
individui chc sono pur essi hastardi o nieticci.
or [nglcsi raigliorarono le razze de'loro cavalli da sella
co'piccoli stalloni arabi ; e quelli da tiro avvantaggiarono
coJle grandi cavallc fiamniinghc ; ed i majali loro col pic-
colo vcrro cinese. Per verilii non e a lusingarsi di nii-
gliorare una I'azza di piccole forme abbracciaudo 11 partito
di accoppiar feramine con masclii di slalura piii grande; ed
abbiasi in quella vece per fernio, die Ic produzioni di una
femmina di grande stalura accoppiata a raaschio di stalura
minore raggiungono piu facilraenle la slalura delle raadri.
Non si dimcntichi pero die la femmina sia relalivaraenfe e
non assolularaente piii grande del maschio ; cioe che la di
lei stalura risuUi superiore all" allczza ordinaria e propria
della razza, confronlala appuiilo con la statura ordinaria
de" maschi. E perehe appunto non tenovasi a regolo queslo
dato, fu sovenli volte mal comprcso e male applicato il pre-
cetto, e si ollennero risuilamenli conlrarii alio scopo.
E della taglia degli animali parlando e mestieri die av-
verla, come I'aumento progressivo di essa non e segno di
miglioramento nelle razze se non e accompagnato dalla
perfezion delle forme ; e, in date circostanze, come nelle
liestie da macello, eziandio dall'abbondanza delle parti molli
in confronlo delle ossee.
A progredirc trovo, chc a perpeluare in sua purezza ed
essenza una razza due sislemi slanno Ira loro di fronte :
a viccnda raccomandali od avversali dagli scrittori e dai
__ 547 —
pratiei. Vogliono gli uni che sia opporlunissimo accoppiare
individui del prossimo grado di consangiiineila, cioe fratelli
e sorelle, padre e figlie e lor discendenti. Alio invecc altri
pensano in guisa del tiitto opposta, e vogliono che si aceop-
pino fra loro individui di famiglie diverse. Esamiuianio bre-
vemenle I" uno e I' altro sistenia, e rileviamo Ic circostanze
in ciii r uno possa venire all' altro preferito.
Ove prestisi fede al professore Lotv, il quale discusse
assai bene in proposito, dalla unione d' individui consan-
guinei si ottengono figli avenli ossa sottili, di una larghis-
sima disposizione al precoce sviluppo ed alio ingrassamcn-
to ; e percio sarebbe utile usaria per le razze da cul si vo-
gliono trarre le carni. Infatti gl' Inglesi ban per indubbio:
che con questo mezzo si giunge assai presto ad otlenere
animali di forme piu perfette, e che posseggano, siccome
diss], al piii alto punto la disposizione ad ingrassare, e so-
prattutto che si pervenga a fissare nei prodotti i caratteri
degli avoli o ascendent!. Con tal mezzo il ce\eh\'e Backewell
e moiti altri allevatori inglesi, ottennero luminosissimi ri-
sultamenti, e specialmente diedero alle lor razze la costanza,
cio6 que' caratteri proprii che si trasmeltono con certezza.
Sappiamo oraai che i lor seguaci dovettero seguire la me-
desima via ; iraperocchc se avessero preferito i tori di altre
famiglie, adoperanclo animali d' inferior qualita, arrischia-
vano di far perdere alle razze una parte delle buone lor
qualita. L' applicazione di questo sislema ha pero i suoi li-
miti : che la natura puo bene prestarsi alcun poco alle no-
stre esigenze, ma non acconsente che di troppo ci allonta-
niamo dalle vie ordinarie. E se vero e quanto riferisce il
professore Loiv, egli e pure un fatto, cerlo e degno di nota,
che dalla unione d' individui prossimi parent!, i prodotti
sonopiii dclicati e piu sottoposti a malattie. E di vero Edoar-
— 548 —
do Bowly allovatoi-e iiii;lese distintissinio, il qualo, son po-
chi niosi, ci ilioile sull' allcvniiienlo del bestiame iin traltalo
eccellento, coi-onalo lialla Socioli realo di agricolUira in
Londra, non consiglia seguire siffatto sistema al di li di
duo generazioiii. Niun dul)bioinfaUi che spingondoci Iroppo
innanzi su qucsla norma, la razza non pcrda la forza e la
energia ; le femmine non producano piii la quantita di latte
suffioiente per nutrire i loro nati, od i niasclii non pcrdano
le qualita prolificlie, e diventino incapaci di perpetuare
la razza.
Da quanlo sopra ne viene quindl 1' importantissimo co-
roUario : che nolle I'azze cavalline non devesi usare queste
alleanze interne o accoppiainenti affini ; e che nolle altre
specie di animali, in ciii per dalo tempo in una famiglia
siano seguite, cercar si dove di cangiare i maschi,procuran-
dosi individui scelli, bensi delta stessa razza ma di famiglia
diversa. E questa una condizione essenziale per assicurarsi
neir avvenire la salute del bestiame : non raai dimenticando
che appunto unendo individui non consanguinei si otten-
gono figli pill robusti e mono sottoposti a malatlio. lo stes-
so rilevai sul luogo, che si pure in Inghilterra, tra i piu
zelanti seguaci di Backeivell, lamentavansi perdite rile-
vantissime, a raotivo di siffatte unioni di famiglia, spinte
troppo a lungo nello scopo di portare una razza al piu alto
grado di sviluppo e d'ingrassamento precoce. Da tali osser-
vazioni risulta quindi patente, che la razza rendesi floscia
o sia die degenera in vigore ed in attivita ; e nasce il so-
spetto che a lungo andare la razza stessa Qnisca col divenire
infeconda. Ed anzi ei si avvalora e si conferma quando si
osservino i risultamenli ottenuti nello allevamento de'peco-
rinie dc'suini: impiegando sempre niaschinati sotto lo stesso
lotto frequentemente si hanno le groggio pin tristi.
— 549 —
E Ira noi, in generale, e uopo essere ancoia piii ciico-
spetti neir usare accoppiamenli affiiii, per la ragione sempli-
cissima e chiara, che ovunque quasi manchianio di razze op-
portune e eostanli;e quindiche i masciii e le femmineiioslre
non possono dare ai loro prodotti quelle otlime qualilii die
non possedono eglino slessi. E perciofra noi, cbe dobbiamo
per cosi dire incominciare, riguardo alio aramigliorainento
delle razze, condanno tali alleanze di famiglia.
Dove pero si abbia una razza pura, costante, cioe da piii
anni stabUita, e la piii opportune alio scopo cui la si alleva,
solo in lal caso non di allro si dovra prendersicura, che di
manteneria tale quant' e possibile, scegliendo ed accoppian-
do fra loro gl'individui migliori per forza, per coraggio,
per dolcezza, per bellezza di forme ecc., impiegando ogni
avvertenza affinchc^ maschio e femmina presentino una
uguaglianza la piii perfetta in ogni riguardo ; e quindi siano
i piu adatti alia generazione di esseii in tutte parti perfelti,
considerata sempre I' indole, la eta, la buona costituzionc
fisica ; e, giusta lo scopo, la opportunita alia corsa, ovvero
al lavoro, o si pure all" ingrassamento o alia produzione
di latte. Ma aache in allora sari vantaggioso cangiare i
maschi ogni qualvolta le famiglie di una stessa razza, per
alcun tempo mantenute in situazioni e con foraggi differenti
ed allevate con molteplici e particolari cure, offrano alcuni
leggeri miglioramenti, modificazioni o varieta e siansi que-
ste fra esse stabilite. In tali congiunlure si riconobbe ezian
dio utile il perrautamento dei maschi, ad oggetto di fortifi-
care le buone qualita, e di rimediare ai difetli di ciascuna
famiglia : inleso sempro la permuta falta con maschi delta
stessa razza.
In alcuni luoghi se le nostre razze non corrispondono ai
bisogni ed ai voleri nostri, non mancano pero dell alliludi-
— 550 —
ne ncrc'ssaria a diveiiir lali. Allora a porlozionailo baslera
usare iiidividiii di una stessa razza di oiii ainieno il maschio
abbia I'atliludine e prerogative richiesle. Guai'disi poro dal
non essere soverchianienle fidiidosi di riuscire, e pongasi
seria attenzionc, e sevcramente si bilanci se si possa rag-
giungi'ie la nieta per qiiesta via; ovveramente se fia d'uopo
trasformarle, diro cosi, o dar loro cioe una o piu quanii
nuove. Quando la strutlura particolare degl' individui da
accoppiarsi, e dicasi pure di tulta la razza o le razze cbe si
possedono o di cui e dalo disporre, e in opposizione con
I'attitudine surrieordala, tornera impossibile la riuscita ,
percht"' la razza stessa riniarra sempre qual e, cosi volen-
doio le imperiose leggi della fisiologia. Quindi ad ammiglio-
rarle sara indispensabile ricorrere all' incrociamento, cioe
alia unione di niaschi spettanli a razza diversa dalle feninii-
ne, e dolati in sommo grado delle ricercate prerogative.
Gli antichi conoscevano ptir essi i buoni effetti dello
incrociamento ; ma sembra clie non lo abbiano costanle-
mente adoperato. E in tempi a noi vicinissimi si trasmodo
siffattaniente era disapprovandolo del tutto, ed ora al)brac-
eiandolo senza freno inconsiderataraente. Pur troppo i ri-
sultamenti di questo sistema ingannarono sovente I'aspelta-
zione del coltivatore,e in piii occasioni se ne ebbero tristis-
simi effetti, fra quali sonosiimbastardite alcune ottime razze
e certo le piu proprie al paese, guastandone il flsico ed il
morale. Non rade volte i prodotti del primo incrociamento
riescono soddisfacenti ; ma poi i loro discendenti sono in-
feriori, e presentano assai spesso difelti che non esistevano
nei ceppi primitivi. Ma quest' inganni provengono dalla
ignoranza dei veri principii che devono presedere alia scella
degl' individui di razza diversa che si devono unire o sia
da incrociamenti mal intesi, da mal consigliali miscugli.
— 551 —
Uii grande propngnalore di tale sistema svenlurala-
monle lo avcmmo iielT insigne Buffon. Vvho qs}[ di suffi-
oiente esperienza, spinse ilprincipio aU'eslrerao : insegnando
accoppidre non solo razze diverse ma di diverso clima ;
volcndo cioc' che si unissero 1 nostri cogli aniiiiali del
riord (I) mentre e uiesticri fare all' opposlo. L' autorita che
\iene da un noiue ilkistre allucino le menti, c fece moUi
seguacl in Italia, in Francia ed in Ispagna ; e i raali che ne
derivarono furono gravi»oltre ogni dii-e. Tali region! ave-
vano tutte razze di cavalli ben superior! alle inglesi ed oggi
son serve; ne si risarciranno delle perdite se non seguendo
i dettanii degli economisti d' Ingliilterra ; dettanii risultati
dalla esperienza e dalle osservazioni accurate e riuscite fe-
licemente.
Laonde generalmente parlando, specialmenle pc" cavalli,
a pari circostanze si adoperino maschi allevaii e cresciuti al
inezzogiorno. Difatli i cavalli del raezzogiorno lianno mag-
gior nuniero di qua.lila naturali e piii duralure in confronlo
di quolli del nord. Un noslro illustrc Italiano, i! professore
Morctti, in un' opera assai divulgata in Italia credette met-
tere in dubbio tale precetto, venuto piii tardi in niaggio-
re evidenza. Vi sono osservazioni, diss' egli (2), coutrarie
a siffatte regole ; poiche in ah'une coutrade oltengonsi dci
prodotti inigliori facendo coprire le cavalle da stalloni in-
trodotti dalle parti del nord, che non da quclli di pacsi com-
parativamente piii raeridionali. Cotesto asserto e pur csso
(1) E gli aiiiinali del uoid con q lelli del niezzngiornn. Questa sola
parte del precetto era veiameute aiteudibile, cuine ce lo coiifermava
una piii lunga esperienza.
(2) Tratlalo de' principali quadruped! domeslici ulili all' agri-
coltura, compilato da G. Morelti e C. Chiolini. Milauo 1852, pag. 163.
(E il volume XIX della Biblioleca ar/raria diretta dallo stesso profes-
sore Morelti.)
SericUl.T.lV. 71
— 552 —
liglio della falsa tooria inaiigurala da Biiffon, ed ora dianzi
ricordata, anzichc' iiii i'attorealc, E pcrcioovo si guardi, ohe
gl" Inglesi fino a die serviroasi dei loro slalloui, o di quelli
importati dalla Danimarca, ebbero senipre cavaMi di poco
pregio; e, per converso, ohe essi devonoil poi'fezionamcnto
attuale c la cclebrila loro a mezzo dcgli slalloui arabi, bar-
beri e turchi accoppiali alio cavalle del pacse ; e qiiindi clie
egliiio stessi devono il miglioramcnlo dolle razze pecorili e
porcili alia introduzioiie di arieli spagmioli c di verri cinesi,
noa si avru certo motivo aleuno di cangiare divisamento.
Tiittavia mi convinsi io pure, die rAllemagiia ammiglioro le
sue razze con slalloui inglesi, c la Svizzcra si vantaggio coi
masclii delT Aunover e della Danimarca unili a feminine in^
digeue. iMa questa eccezione non distrugge Tesposlo divi-
sameulo. Quivi non deesi mellere a calcolo la differeuza
del clima, ma allre circoslanze : e massimamenle quella
della iulroduzione di maschi spellanli a razze pure c co-
stanti, assolulamenlemigliori deirindigene. E non e impro-
babile die 11 risullamcnto oUcnulo nou fosse lo slesso o
migliore, ove si avesse imporlalo maschi ai'abi o barberi :
essendoche il cavallo arabo c il solo sicuro ammigliorato-
re di ogni razza.
Oggimai i vanlaggi di un ben inleso inerociaraenlo sono
iacontraslabili ; e Sinclair slesso, non lanlo amico di talc
sistema, insegna e consiglia appigliarvisi lutte volte non si
possa pi'ocurarsi altrimonli una buona razza di animali.
Abbiasi quindi quale altro impoitanlissimo teorema il se-
guente, cioe : non avervi altro mezzo piu di questo spe-
dilo c sicuro per far iscomparirc la brulla forma c 1' at-
tiludine malvagia, c per sostituii'c qualita chc prima non
crane : per esse ogni razza e susceltibile di miglioramenli
quasi illimilali. E necessario pero possedcrc pcrfctla cono-
— 553 —
scenza di cio che si 6 per fare : appunto perche dagli ac-
coppianicnti diversi risultar possooo, e risultano quindi
grandi differenze individuali, e iin solo errore porta daniii
incalcolabili. Per la inconsideratezza con cui si sceglievano
e si usavaiio gli stalloni erariali stauziati a Crcina, e va-
ganti di provincia in provincia, il governo austriaco finl
col rovinare affatto le razze de' nostri cavalli. Giiai a noi
se intelligenti privati noa si avesscro dato ad arrestare i
tristi effetti ! Coinunque cio sia, conosccndo ora le leggi
fisiologicbe die regolano le generazioni, e ci ammacstrano
fin anco degli effetti lontani, noi abbiamo modo di sfuggire
i pericoli e raggiimgcre sicuri alia nieta. E per veriti se
in Europa si Irovano ora bellissirae ed opportune razze di
animali, cio devesi s|iecialmente alio incrociamento : solo
esso rigenerar fecele razze in origine meschiuissimequante
allre mai. Due grandi osempi stanno su tutfi. La Ingbilterra
possede i primi cavalli di Europa ; e la Sassonia annovera
le pill belle razze di pecore.
I frutti delfincrocianiento falora soltanto in sulle prime
tendono a deleriorare, e talvolta consorvano tendenza sif-
fatta da tornar inutile ogni cura per conservarli. In tali
circostanze e d' uopo ricorrere ai lipo rigenerante, o sia
ricominciar si deve di nuovo ad accoppiare i maschi iniglio-
ri colle feinniine nostre, ancheintroducendo mascbi e fem-
inine pure ; e si pure non accoppiare fra loro i meticci, ne
madre co'flgli. Opportuno ^ pure non fidarsi nello scegliere
individui otlenuti da razze appena inlrodotte e incrociale,
e quindi non istabilite ; dappoicbe frequentemente avviene
che soltanto i primi prodotti si mostrino migliori delle razze
del paese, ma in segulto riescono inferiori di assai.
Chi vuole ottenere nuove razze unisca individui di
razze pure c diverse, aventi sempre 1' attitudine e le prero-
— 554 —
gativc ricliiesto ; cioc accoppii fra loro animali die avendo
variato pcrcii'costanze particolari propagano costantcinente
c (la gran tempo queslo vai-iazioni, essendo die le razze
meliccie mescolatc insicme si allonlanano piii semprc dal
tipo priinilivo. IIo avverlito alia polenzadoi maschi in con-
fronlo dellc fcmminc ; c quivi soggiungo, die convien scm-
pre adopci'are maschi di razza piii pcrfelta c piii antica clic
noa qudladdle remmine. Abbiasi ancora preseiUc die pro-
vengano da luoghi dove l.i razza apprezzabile o pura, e
scelgansi puri non mai liastardi. Doiio I' iiso di un maschio
cosilTatto non si ritorni a masdii di una razza iiifcriore,
perche in tal caso poliia suocedere die la introduzionc di
iin sanguc slraniero non oUi-nga allro risuUaraento, che di
rendcrc aneora mcno buona, che non fosse, la razza cui si
Toleva migliorare : e cio specialmenle in paesi o localili
dove gl' individui dcUa razza stessa degenerano.
Tab sono, onorandi colleghi, i principii fondamentali
di queir arte che valse a migliorare ed a renders verace-
mente utili le razze degli animaii domestici in Inghilterra.
— La sposizione succinta e soverdiiaracnte disadorna che ve
ne feci, non avra, forse, raggiunio il fineproposlomi, quello
cio6 di lumeggiare qiianto convcniva 1' interessante ar-
gomento.
Voi pero die guardate piii al midollo delte cose, che
alia veste con cui si prcsentano, inchinerete la mente e
r anirao, considerando 1' alto valore di do che oggi venni
esponcndo ; ed accoppiandovi in bclla gara ai voli dell' il-
lustre5co/Jo//,vene fareteibandilori ed ipropugnalori, fino
a die giunga a farsi udire ed inlendere nei penclrali del
piu rccondili e modesti casolari. A me rimaria quindi il
conforlo di aver oggi chiamato sulT importuute subbielto
la Yoslra altenzione , c ricordato que' principii fondamen-
— 555 —
tali, die soli pbssono e debbono toglicr dairabbiezione in
cui giace la nostra pastorizia, e quindi ne sorga una vera
ricchezza alia patria nosti-a, alii ! pur (roppo bisognosa, e
della quale, qiianto qualsiasi allro, il bene amo c la gloria.
II m. c. prof, Zantedcschi iiota come aiiche I'Ac-
cademia dei GeorgoJiii proponga premii alio scopo di
niigliorare le razze toscane od aver dei maschi piu
idonei per le carni c buoi da tiro, e il dott. Gera sog-
giunge che in cio insiste anche il Galanti in una mc-
moria pubhiicala negli Atti deirAccademia di Spoleto.
II m. c. CO. Miniscalchi assentondo a quanto
aveva esposto il dott. Gera osserva che la diligonza
deg!i Arabi a conservar le razze neila lore purita e
nei pregi che derivano dall' antichita slessa deir en-
gine e dair alavisnio e lale che perfino daiino sola-
mente ii nome di cavallo a chi e perfetto e di razza
perfetta, chiamando con allro nome gli altri nicuo
perfelti cavalli, e presso gi' inglesi uno Stallone di
puro sangue si paga a prezzi d'sorbitanli.
II socio corrispondente prof, fffoiin annunzia al-
eiine sue osservazioni microscopiche falte sopra \m
verme dell' intestine rctto delle rane, donianda all' I-
stituto una Commissione a constatare queste sue
osservazioni, e depone due plichi suggcllali sul banco
della prcsidenza^ la quale per incarico dell' Istituto,
noinina la commissione richiesia dal prof. iMolin, ed
e composta dei membri efl' Nardo, Zanardini, I\Ias-
saiongo. . , , ^ , .
— 55G —
Si accoglie con molto gradimcnto i niodelli in
gesso (11 frulli ed animal! I'ossili oflerli, c lavorali dal
ni. e. Massalongo.
F'urono indirizzate all' Istitulo, per cspcrimen-
iarne la coltivazione, le senicnti dclla pianta cosi
delta lana. o di allre specie di piante cinosf, prove-
nienli da Sciangai e Aingpo. Quesli semi si dislribui-
scono ai raembri effettivi presenti, ricevendone molta
parte il presidente alio scopo di fame tenlare la
piantagione negii Istituti erariali di Padova.
Si legge il decreto approvante 1' elezione a mem-
bro onorario di questo Islituto del co. Giovanni Que-
rini-Stampalia di \enezia.
Elenco dei doni presentali all'i. r. Istituto dopo ie
adunanze 13 e 14 marzo 1859.
Gazzetla di Verona. N. 39 at 78.
V Economia rurale. N. 5, 6. — Torino 1839.
Comptes rendus kebdomadaires de C Acadcmie des sciences
de Paris. T. 48, N. 10 a 13. — 1839.
11 Giardinicrc : Annali d'OrlicoHura. Vol. II, Disp.' \.' 2.'
e 3.' Serie 3.' — INIilano 1839.
nivista di Firenze. N. 24 a 20. — 1839.
La Cronaca di scienze, lelf. ccc. N. 3 e 6. — Milano 1839.
Gazzella di farmacia e di chimica. N. H a 14. — Vene-
zia 1839.
11 Miituo soccorso ecc. N. 1 1 a 14. — Milano 4 839.
// Crepuscolo. N. 3 e G. — Milano 1839.
Bnlleltino dell' Istmo di Suez. N. 5 e 6. — Torino 1859.
Annolatore Friulano. N. II a 14. — Udine 1839.
— 557 —
L' Eld presenie. N. II a 14. — Venezia 1850.
Osservalore Triestino. jV. 01 a 78. -- Trieste 1850.
Poliisiore etc. Gioriiale di scienzo fisiche c morali (Ar-
meno) N. ^ a 4. — Veuezia 1850.
La Ciarla. Anno II, N. I a 4. — Trieste 1850.
Oeuvres medico-philosophiques el praiii/ues de G. E. Stalil.
T. II. — Paris ^850.
Avvisatore mercantile. N. 1 1 a 14. — Venezia 1850.
r Educatore israelita. Puntata 3.' — Verceili 1850.
Bulletlino delle scienze mediclie di Bologna. Febbraio 1850.
Lo Speltatore Ilaliano. N. 24 e 25. — Firenzc I860.
Prolusione alia prima adunanza dell' Accademia ayraria
in Pesaro, di Francesco Baklassini. — Pesaro ^858.
La Civiltd caUolica. N. 2IG e 217. — Roma 1850.
Bulletin de la Societe botanique de France. Tomo V, di-
spensa 8.' — Paris 1 858. - . ■
Indice delle tiialen'e.
Lettre de M. de Parseval-Granimaison. — Fails d'anatomie et de
physiologie pour servir a 1' histoire de V Aldrovanda par M. Chatin.
— Sur la decouverte de V Aldrovanda, par iM. J. Gay. — Lettre de
M. A. Mougeut sur I'emploi du Qui. — Lettres de M. Miergues sur
quelquesplaiites d'Algerie. — Lettre de M. V. Personnat sur diverses
nionstraosilej. — I3es bourgeons axilldires multiples dans les Uico-
(yledones, par MM. Damaskinos et Bourgeois. — Sur la cause du
mouvement spiral des tiges volubile (suite) par M. Leon. — Lettre
de M. Verlot. — Sur deux Jlieradum nnuveaux des Pyrenees, par
MM. Loretet Timbal-Lagrave. — Lettre de M. I'abbe de Lacroix.
— ObservatioDs de M. Guillard. — Sur la decouverte d" Snujrnium
perfoliatum, par M. A. Janiain. — Sur des grains de fecule observes
dans V Aghionema simplex, par M. Gris. — Rapport de M. Goubert
sur U!ie excursion en Pauphine (!.■•« partie) — Document hisloriqne
pour la botanique medicale. par M. Clos. — Sur uue pluie de sucre,
par M. Dela\aud. — : Revue bibliographique.
// giganlesco traforamento del monlc CenisiOy le macchine
— 558 —
ckc lo opcrano ed il vera aulorc del procjeHo, per G. D.
Piatti. — Milano 1858.
Giornale delle scicnzc mediche. N. 5. — Torino 1850.
// BacofUo italiano. Anno 2." marzo. — Milano 1859.
Bitllctlino dclle ler/gi cd Alii vfficiali per le jirov. vcnele
rartc I." e 2/ Punt. 10.
Revue agiicole indusirielle cto. de Valenciennes. Janvier
et Fovrier— 1859.
Reichs-geseiz-blall etc. (Bullellino dclle leggi per I'Inipero
Aiislriaco). Piintala 9." a 10.' —
Dei denti d' liliosauro e di alcuni ctUri avanzi organici
fossili opparlencnli a retlili sauriani di genere inccrto,
pel prof. 0. G. Costa. — Napoli 1858.
Ricerche cnlomologiche sopra i monli Partenii nel Princi-
pato llleriore, per Acbille Costa. — Napoli 1858.
Sulla Icrminazionc apparcnte delncrvo olfallorio^ del dolt.
E. Oeh!. — Milano 1857.
11 Tecnico di Torino Fasc. 9. — Marzo 1859.
AttidelfAccademia Pontificia de'nuovi Lincei. —Homa 1859.
Indice delle materie.
Sessione I del S die embre 1858. — Secahi, Osservozioni sulla cometa
Donati. — Calandrelli, Appendice alle ricerclie eopra i movimenti
propri di Sirio. — Viule, Sulla Calolhrix Junlipora riuvenuta \a
alcuoe acque idrosolforose. — Tolpicelli, Sulla legge di Maiiotte,
sopra un congegno nuovo per diinostiarla e su varie applieazioui di.
esse. — Sezioue II del 2 geuuaio 1859. CalundrelU e Volpieelli,
come sopra. — Comunicaziuiii, coiiimissioni, cuirispoudenze.
L' Union medicale. N. 3. — IMars 1859.
Giornale Agrario Toscano. \.' dispeasa del 1859. — Firenze.
II ripristinamenlo del porto franco di Venezia nel 1851.
Osscrvazioni del Cav. Luigi Luciano Gaspari. — Ro-
vjgo 1859.
— 559 —
Giornale veneto ili scienze medicke. Febbraio o niarzo
1859.
La cadula della repubOlica di Vcnczia cd i suoi vltimi ;iO
om«';Studii storici di Girolanio Dandula. I Itinia di-
spensa. — 1859.
Corrispondenza scienlifica di Roma. N. 37 a -iO.
Manuale del regno Loinbardo-Vcneiu pel 18.")!). — Milaiut
1859.
AliideU'i. r. IslUulo Lombardo. Vol. !, faso. 1 3 e I -i. — 1 859.
Inclice dclle Jiia/crie.
Lavoii dell'i. r. Istituto iiella tornata iO febbraio 18S9. — Cugiwni
Sul deflnsso dell' aria compressa per lunghi lubi. e sulle relative
appliccizioni, segnatamente al traforo del Cenisio. — Magy-hU liiturua
i risiiUati di p&recchie pspei'ienze poco ricordate suireffliisso del-
I'aria a different! pressioni per diversi orifizj e per lubi piii o nienit
lunghi e di vario diametro.
I Leiture di famiglia. Vol. 8, piinlala 3.' Triosio 1859.
Scrie in. T. IV.
72
ANJiO 1858-59 DiSPENSA SETTIMA
m cm Di mm\
STUDII
DEL DOTT. ANTONIO BERTI
TRATTI
DALLE OSSEBVAIIONI METEOROLOGICHE DEL VENTENNIO 1 836-55
ED ACCOJIPAGNATl
DA TAVOLE NUMEEICUE E GRAFICHE
(Continuazione della pag. 466 del presente Tulume.)
— o<2S>o —
TMOIE ITEOROIOGICHE PER VBlZIl
dall'anno d836 al d855
TERMOMETRO
Serie Illj T. JV. 73
— 562 —
TatolaI Termonieiro.
Media temperature nienji
MESI
4836
d837
4838
4839
4840
4844
4842
4843
Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
Settembre
Ottobre
Novembre
Dicembre
+ 0, 4
+ 2° 4
2, 9
6,1
8, 9
6,7
10, 0
9, 9
M, 9
12, 2
17, o
18, 4
19, 3
17, 8
17, 8
20, 1
14, 1
14, 8
12, o
Id, 1
5,4
5, 3
6,0
5, 4
+ld',52
+10"85
+ 0, 5
1,5
6,7
7,5
13, 9
18, 3
19, 1
17, 5
15, 3
H, 7
5,7
9 9
+• 9,81
1°,
4
2
4
s,
6
«,
5
12,
8
19,
1
19,
2
17,
2
15,
1
12,
7
9,
2
^5
8
-lo"
73
+ 2, 4
4, 0
3,7
9, 3
12, 4
16, 6
16, 9
17, 0
15, 0
9, 8
8, 2
1,2
+ il7
+ i:i
3, 5
2, 9
7,6
7,5
11, 0
9, 2
16., 5
15, 6
16, 5
17, 7
18, 4
18, 8
18, 9
19, 1
16, 7
15, 5
13, 4
10 ,1
8, 6
5,5
5,4
4,1
+ll!52
+10"59
+ o, 01
5, 2 J
6, 7 !
7, 91(
15, 01
15, o I
17, 61
17, 51
15, 2 !
12, 2 I
7, 4
5,2
+lo"53 ;■
Media annua massima del I decennio nel 1841 +11
» » minima » » » 1840 '
Differenza 1
Media mensile massima del I decennio nell' agosto del 1857
» n minima » » nel geuuaio » 1856.
Differenza
Media totaled del I decennio
2(-
II.
Media totale del V'
I
__
563-
— •
el venlennio
1836-1855.
► 1840
1847
1848
1
1849
1850
1851
1852
1853
1854
1855
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4, 1
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2,6
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5, 9
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1,9
3,4
2,1
2, 6
3, 9
1,9
5, 5
1,9
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3, 8
0, 5
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+10"37
+10",81
+10^36
+9°,87
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+10"62
+10"62
+10",53
+10^36
i annua massima del II decennio nel 1846 -f ll°r01
» minima »
)ifferenza
» 1850.
a mensile massima del' II decennio DeFIuglio del 1846.
» minima » » » gennaio » 1850.
Differenza
9
87
1
14
20
, 4
— 0
,4
20
, 8
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— 564
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569 —
Tayola v.
Medie lemperntiire dei quinquennii divisi per mesi
e per istagioni.
Mesi
1836-40
1841-45
1846-50
1851-55
Gennaio ....
+ l" 42
+ 2, 24
+ i'; 28
+ 2. 78
Febbraio. . . .
5. 34
o, 42
5, 72
5,42
Marzo
6, 52
6, 56
6, 00
5, 62
Aprile
9, 00
9, 76
10, 08
9, 42
Maggio ....
12, 64
15, 76
14, 50
15, 10
Giugno . . . . ,
17, 94
16, 94
17, 60
16, 64
Luglio
18, 46
18, 10
18, 72
19, 06
Agosto ....
17, 92
17, 82
18, 56
18, 40
Setteinbre . . .
14, 46
13, 82
14, 92
14, 46
Ottobre ....
11. 92
11, 90
11, 86
12, 24
Noveiiibre . . .
6, 76
7, 48
6, 46
■ 7, 06
Dicenibre . . .
5, 72
5, 62
2, 78
2, 72
+ l(l525
■f 10,602
+ 10,525
+ lOUlO
Media niassiiTia nicnsile iiel liigliu del 1851-b5 -f- ^9°,06
» minima » » geiiiiaiu » 1846-50 1 ,28
Diffeieuza 17,78
Media massinia dei quinqueiiaii uel ISU-4;i -f- 10'',602
n minima » >/ » 18o6-40 10 .52.t
» Differenza 0 ,'277
Serie III, T. IV. 74
— 570 —
(Continuaz. della Tav. V.)
Stagioni
<l836-40
d844-45
4846-50
4864-56
Inveino ....
+ 2, 84
+ 2, 96
+ 2, 54
+ 5, 18
Primavera . . .
9, 52
9, 89
10, 13
9, 58
Estate
18, 11
17, 62
18, 29
18, 03
Autunno ....
11, 04
11, 74
11, 08
11, 25
+ ldJ528
+ l6'.552
+ l6',510
+ 10°,465
Media massima delle stagioni nelP estate del 1846-50
» minima » » » inverno del 1846-50
Diffeienza
4- 18''.29
2,54
15 ,75
— 57i —
Tavola VI.
Massime e minime temperature mensili nel ventennio d836-55.
Mesi
4836
4837
Diffe-
Diffe-
Massinia
Minima
reiiza
Massima
Minima
renza
Gennaio . .
+ -%1
- 5^0
9, 7
+ 6!8
— 5,3
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Febbiaio . .
7.2
0:5
7, 5
7.8
2^0
5, 8
Marzo . . .
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+ 0.5
10, 3
10.4
0.0
10, 4
Aprile ■ . .
16,5
4.0
lii. 5
17.7
+ 3.0
12, 7
ftlagglo. . .
18 0
5.0
13. 0
17'4
5,5
11, 9
Giugiio . . .
21.3
ILo
10, 0
22 4
13.0
9, 4
Luglio . . .
22;o
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8. 5
20",8
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7, 0
Agosto . . .
21,5
14,5
7: 0
24,0
15.0
8. 8
j Settembre .
19,3
9.6
9. 7
19.4
8.8
10. 6
Ottobre. . .
16.6
4:8
12, 8
15.0
8.2
6, 8
Novembre ■
8:?
2^5
6, 2
11^6
0,8
10, 8
Dicembre .
9,0
- 0;7
9,7
6,5
- 1.3
8:0
Media
iiensile osi
illazione
9',74
. 9",33
Mesi
4838
4839
Uiffe-
Diffe-
Massima
Minima
renza
Massima
Minima
renza
Gennaio . .
+ 5!5
- 5!8
id, 5
+ 4.'4
- 2?8
7, 2
Febbraio . .
7;4
1:5
5, 9
8:8
4.9
13;?
Marzo . . .
10.2
+ 3.5
6, 7
12.8
+ 0:2
12. 6
Aprile. . . .
4 0.6
2 2
11, 4
18.8.
3.0
15. 8
Maggio. . .
19^5
7^2
12. 0
20.8
8.4
12; 4
Giitgno . . .
22.0
14.0
s; 0
25:8
10:2
13, 6
Ltiglio . . .
2.3,5
■12,8
10, 7
24.5
ii;o
13, 5
Agosto . . .
21.9
15.8
8, 1
22,5
10.0
12. 5
Settembre ■
1915
12.8
6, 7
20.0
11.0
ii; 0
Ottobre. . ,
14.6
7.0
7, 6
17.0
5:0
12. 0
Novembre .
12.0
1.0
11, 0
14,6
5,0
9: 6
Dicenibre .
7^4
- ^,8
9, ■>
t 10,5
1.5
9, 0
1 Media
mensile os
ciilaziune
8",99
1
'. ir,90
- 572
(Continuaz. della Tav. VI.)
Mesi
4840
4841
Diffe-
Ditfe-
Massima
iMininia
renza
Massima
Minima
renza
Gennaii) . .
+ 8''2
- 3"5
li; 7
+ 6'.'4
- 5','0
9'; 4
Febl.raio. .
9.6
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12, 6
11.2
3,8
15, 0
Murzo . . .
7'.:i
1,0
8, 5
15.0
1:0
16, 0
Aprile . . .
16.8
+ 0.5
15, 3
18.6
+ 5,4
15, 2
Magt^iu. . .
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10,0
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11,4
11, 6
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14, 7
Luglio . . .
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8, 2
Media r
scillazione
niensile
10%93
10".88
Mesi
4842
4843
Diffe-
Diffe-
Massima
Minima
Massima
Minima
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Gennaio . .
+- 5'.'8
- 2'.'4
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+ 7'.'2
+ 2!2
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Marzo . . .
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11, 7
Aprile . . .
i6;4
2.4
14. 0
14.9
4,2
10, 7
Maggio. . .
19,8
8:0
11, 8
16.2
8.8
7, 4
GiuglKI. . .
21,5
13.7
7, 8
18:2
10,4
7, 8
Luglio . . .
21,8
io.l
6, 7
21,5
12.5
9, 0
AgDSto . . .
2-JA
I0.4
9, 0
21.2
12,4
8, 8
Setteiiiliie .
2U,4
10.2
10. 2
LM'2
8.5
12, 7
Ottobre. . .
!4,4
5:8
8; 6
16,4
4,5
11, 9
Novenihi'e .
9.8
1.0
8, 8
12,8
1.2
11, 6
Dicernbre .
8,4
- 0,8
9:2
7,5
-2,0
9, 1
Meilia o
scillazione
monsile
9",4o
9",4o
— 573 —
(Continuaz. della Tav. YI.)
Mesi
4844
4845
Diffe-
Diffe-
Massima
Minima
renza !
Massima
Minima
renza
Genuaio . .
+ 4^9
— 2".8
7", 7
+ 8!8
o!o
8 . 8
Febbraio. .
S.o
L7
10, 0
8^0
- 4,7
12; 7
Marzo . . .
ll,-3
+ 1.0
10, 3
11,7
0,6
12. 5
Aprile . . .
16.1
4,6
11, 5
16.7
+ 4:8
11. 9
Maygio. . .
17.7
8.1
9, 6
17,7
8.0
9, 7
Giugno. . .
2U.6
io;.s
10, 1
21,4
|6) 2
9. 2
Liit;lio . . .
1>1.5
12.0
9, 3
2o.O
lli)
15. 5
Agiisto . . .
a 1.2
1'>.2
9, 0
22,2
12.2
10, 0
Settembre .
19.4
12^7
6, 7
18,4
10,0
8, 4
Ottobre. . .
16;8
8.8
8. 0
17.2
7.3
9. 9
Niivembre .
1^ ->
1.5
10, 7
11,8
2;5
9.' 5
Uicenibre .
7,2
- 3,1
9, 6
6,8
- 1.5
8, 5
!\Iedia o
sciilazidiie
m ensile
9",57'
10°,35
Mesi
1846
4847
Diffe-
Diffe-
Massima
Minima
renza
Massima
Minima
renza
Gennaio . .
+ 6!o
- 1°3
i, 6
+ 7,"2
- i"o
8, 2
Febbraio. .
8:8
1.0
9, 0
7.2
2.4
9, 6
Marzu . . .
12:8
+ o.'9
8, 9
J 2' 2
2:8
15, 0
Aprile . . .
15.0
8.2
6, 8
15^5
+ 4.5
9, 0
Maggio. . .
2o;o
8.7
11, 3
22.0
10.0
12, 0
Giugno. . .
23.0
15,0
8,0
19:2
11.0
8, 2
Luglio . . .
24;6
15.7
8; 9
23.0
14^4
8. 6
Agosto . . .
24.0
13.0
11. 0
22 2
15,5
8; 9
Settembre .
19.0
12,6
6, 4
18^4
9.5
8, 9
Ottobre . .
i6:o
8.2
7. 8
14.6
7.9
6,7
Novenibre.
10.6
2.2
8; 41
12.2
5,6
8. 6
Uicembre .
8,8
- 4^8
15, 6j
8,5
— 3,5
12, 0
Media t
scillazione
iiiensile
8",98 '
• 9 ',64
574
(Continuaz. della Tav. VI.)
Mesi
1848
1849
Diffe-
1
Diffe-
Massima
Minima
reuza
Massima
Minima
renza
Genua io . .
4- C't
- 6°5
id', 9
+ 6.8
- 7^9
14,7
Febbraio . .
7.4
1,5
8, 9
8.5
1,0
9, 5
Marzo . . .
[Oo
+ 2,0
9, 5
10.0
0,5
10, 3
Aprile . . .
14.0
7.7
6, 3
15,1
+ 5.8
11, 3
IVlni;;4io. . .
19,3
9,0
10, 3
20,0
10.0
10, 0
Giui^no. . .
2i^.O
15,2
8. 8
22,5
15,4
8, 9
Liii^lio . . .
25.6
14.0
9, 6
25,8
14.0
9, 8
Aiiosto . . .
22;5
12.9
9, 6
22.5
12.5
10. 0
Sottenihre .
20.8
9,4
11. 4
20.5
9^4
lU 1
Ottobre . .
13,4
9,5
e; 1
17.6
7.0
10, 6
Novembre .
11.4
1.6
9, 8
12.8
- 2.5
15, 3
Dirembre .
7/*
- 5^4
12, 8
8,2
2.9
11, 1
Media c
scillaziune
mensile
10",55
11^05
Mesi
4850
4851
Difle-
Diffe-
Massima
Minima
renza
Massima
Minima
renza
Gennnio . .
+ 8!2
- 6^0
if, 2
+ 6'.'5
o'.'o
6'; 5
P^ebbraio . .
8,0
3,5
11, 5
8.8
- 0.9
9, 7
Marzo . . .
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3.6
14, 9
11.2
1,2
12, 4
Aprile . . .
1.-.8
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15, 8
15.6
+ 5,6
12, 0
Maggio. . .
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+■ 6,1
15, 4
15:2
7,6
7, 6
Giugiio. . .
22:0
11.2
10, 8
20.6
13,3
7! 5
Luglio . . .
2i;6
12.9
8, 7
2 US
12,8
8, 7
Agdsto . . .
21,2
13:0
8, 2
21,6
9.9
11, 5
Setlembre .
17.6
lO.O
7, 6
18,9
9,4
9, 5
Ottobre. . .
14.5
5:0
9, 5
15.2
8.8
6, 4
Novembre.
10.2
5,8
6, 4
15.8
- 1,6
15, 4
Uicenibre .
9^4
- 0,3
9,7
6.0
2.8
8, 8
Media (
Fcillazioiie
meiisile
10".47
. 9",6ri
— 575 —
(Continuaz. della Tav. \'I.)
Mesi
4852
Massima
Minima
Diffe-
renza
4853
Massima
Minima
Diffe-
lenza
Gennaio .
Febbraio.
Marzo . .
Aprile . .
Maggio. .
Giugiio. .
Luglio . .
Agu?to . .
Settembre
Ottobre. .
Novembre
Dicembre
h 5,6
7,4
12,1
15,^
19,8
21,1
22,5
21,5
18.5
15,4
12,6
11,4
- 2,2
+ 0,2
- 2,0
+ 2,2
5.3
11^0
12,2
14,0
10,6
7.8
5,0
0.4
Media oscillazione mensile
7, 8
7,2
14, 1
11, 0
14, 5
10, 1
10, 5
7, 5
7, 9
7, 6'
7, 6:
11, 0|
9-.71
I- 8.2
7.0
9:8
12:6
16.7
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25.8
22,5
22.9
15,6
12,4
6.6
4- 0,5
0,0
0.5
2;7
9,5
10,7
15,4
14,0
11,6
8,5
0,8
- 5,8
Mesi
Gennaio .
Febbraio.
Marzo . .
Aprile . .
Maggio. .
Giuguo. .
Luglio . .
Agosto . .
Settembre
Ottobre. .
Novembre
Dicembre
1864
Massima
e 9,4
7,0
9,9
14,8
18,5
21.2
25;4
2o;o
20,9
17,0
15,4
8,4
Minima
1,7
+■ 1,3
4,0
9,7
11,0
15,6
12,8
8,6
6,2
- 0,8
2.0
Diffe-
renza
4855
Massima
17,
7
8,
7
8,
6
10,
8
8,
8
10,
2
9,
8
10,
2
12,
5
10,
8
14,
1'
10,
4
4 5,5
7 2
11 '6
16.2
22J4
23^8
24,1
25.0
21^6
18.6
12;4
4,5
Minima
- 5,5
^'^
0,0
- 4,0
7,3
10,6
15,2
14,4
7,8
9,4
0,5
- 8,8
7,9
7,0
9, 3
9, 9
7, 2
11, 2
8,4
8, 0
11, 5
7,
11, 6
12, 4
9",27
Diffe-
renza
10, 8
9, 6
11, 6
12, 2
15, 1
15, 2
8, 9
10, 6
15, 8
9, 2
11, 9
15, 3
Media oscillazione mensile U"507 IT 68
— 576 —
(Continuaz. della Tav. VI.)
Massimj oscilkiz. ineusile del vontennio in goniiaio del 18a4 -\- 17", 7
Minima » » » » » febbraia » 1857 5 , 8
Difi'erenzii 11,9
Massinia media oscillazione monsile nel 1859 ..... 11 .90
Minima n » n » 1846 8 ,98
Differenza 2,92
Media oscillazione mensile del veuleniiio 10 ,M
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- 582 —
(Conlinuaz. della Tav. X )
Mas-iima oscillazioiie inveinale del I deceiinio nel 1841 . -j- 15",2
Mininia » » » » » 1843 . . 10 .0
Differenza 5 .2
Massima oseillazioue primaverile del I decennio nel 1841 . . 24 .0
Minima » » » » » 1856 . . 14 ,5
Differenza • 9 ,5
Massima oscillazione estiva del 1 decennio nel 1841 .... 14 ,7
Minima » » » » » 1842 .... 9 ,0
Differenza 5 ,7
Massima oscillazione autunnale del I decennio iiell84o. . . 20,0
Minima » » » » » 1839. . . la ,0
Differenza 5 ,0
Massima oscillazione invernale del II decennio nel 1854 . . 17 ,7
Minima » » » n n 1852 . . 10,2
Differenza 7, 5
Massima oscillazione primaverile del II decennio nel 1847. . 24,8
Minima » » » » » 1846. . 16.1
Differenza • . 8 ,7
Massima oscillazione estiva del II decennio nel 1855. ... 14,4
Minima » » » » n 1848. ... 10,7
Differenza 3 ,7
Massima oscillazione autunnale del II decennio nel 1849 . . 23 ,0
Minima » » » » » 1852 . . 13,5
Diflerenza 9 ,5
583
X
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i-ene ///, T. IV.
76
— 586 —
Tavola XIII A.
Confronto Ira k medie delle tnassime e delle minime temperature
e la media lotah nel I decennio 4836-45.
Me si
Media
delle
mass! me
Media
delle
minime
Media
totale
DIFFERE^ZA
m
piu
Gennaio
Febbraio
Marzo .
Aprile .
Magglo .
Giugno
Luglio . .
Agosto. .
Settenibre
Ottobre .
Novembre
Dicembre .
4 6, 27
16,
18,
21,
22
21,
19,
16,
11,
7,
+15,207
- 2, 64
2, 14
+ 0, 96
0, 91
7, 84
11. oo
12, S8
45, 05
10, 52
6, 44
1, 84
- 1, 5.3
+ 5.' 181
+ 1, 83
3, 58
6, 54
9, 58
15, 20
17, 44
18, 28
17, 87
15, 15
H, 91
7, 12
5, 67
+•10^464
4, 44
5, 16
5, 20
6, 95
5, 61
3, 59
4, 15
4, 01
4, 60
4, 17
4, 81
4, 28
4J743
4, 47
5, 44
7, 50
5, 47
fi, 56
5, 09
5, 70
4, 82
4, 63
5, 47
5, 28
5, 20
5,283
587
Tavola XIII B.
Confronto tra le medie clelle massime e delle minime temperature
e la media lolak nel II decennio -1846-45.
Me si
Media
delle
massime
Media
delle
miuime
Media
to tale
DIFFERENZA
in
piu
ill
nieno
Gennain
+ 6" 51
- o" 82
+ % 03
4° 48
5° 83
Febbraio
7, 75
1, 42
5, 57
4, 16
4, 99
Marzo
11, 29
0, 22
5, 81
5, 48
6, 03
Apri'e
14, 58
+ 4, 07
9, 75
4, 65
5, 68
Maggio . . '. .■ .
19, 54
8, 52
15, 70
5, 64
5, 58
Giugno
21, 71
12, 04
17, 12
4, 59
'5, 08
Luglio
25, 19
14, 02
18, 89
4, 50
4, 87
Agosto
22, CO
15, 05
18, 48
4, 12
5, 45
Settenibre . . • .
19, 91
9, 89
14, 69
5, 22
4, 80
Ottobre
15, 99
7, 81
12, 05
5, 94
4, 24
Novenibre ....
12, 18
1, 26
6, 76
5, 42
5, 50
Dicembre
7, 92
- 5, 59
2, 75
5, 17
6, 54
+15^229
+10°467
5,o49
+ 5°118
4,"762
588
Tavola XIV.
Confronlo delle medte temperature e delle osciUazioni
tcrmoinelriche coUe oscillazioiii delle macchie solaii.
DEGENNU
yulI^lyuE^^'II
OSGILLAZIONJ
delle
iiiacchie solari
MEDIE
teiHptiia-
ture
MEDIE
(iscijla-
zioni
14°,11
15, 95
15 ,64
14,81
1856 — 45 .
18'i6 — 53 <
I
1 1856 — 40
1841 —45
1 1846 - 50
1851 — 55
Maximum
Miiiimum
Maximum
Minimum
4- 10'\525
10 ,602
10 ,525
10,410
4- 10'\465
14 ,12
(ConUnua.)
L A VORI
Ver /' iUustrazione topografica, idraulica, fisica, statistica,
agraria e medica delle provincie venete eke si pubblicano
secondo I' art. 127 degli statuti interni.
(Contiiiuaz. della pag. 4S2 della precedente dispensa.)
CITILOGO DELLE Pli^E FAEROGiME
INDIGENE DELLE PROVINCIE VENETE
aggiuntevi le esotiche piii generalmente colliuatc per utilild 0 per
ornamento, e disposle in fatniglie od ordini naiurali.
Nome
generico
della pianta
460
461
462
463
464
463
466
467
PJNUS
Nome specifico
della pianta
Luogo
ove iiasce spontanea
U s i
ORDINE XXI. — COMFERE.
\sgl vest/is L.
Mughus Scop.
Pinaster L.
nigricans Host
Pinea L.
Ceinbra L.
Larix L.
Abies Uu Roi.
Comnne in tulti i bo-
schi del Veneto.
Ne' boschi montani
del Veronese, Vicenti-
no, Bnssanese e di tutto
il resto del Veneto.
Presso Latisana nel
Frinii (Pirona).
Ne' boschi alia Pon-
(eba nel Friuli.
Si coltiva ne'boschet-
ti e giaidini per orna-
mento e pel seme detto
Pignolo.
Nei boschi del Mon-
talon (Parolini).
Sui monii del Bassa-
nese e Feltrino. l
Ne' monti Veronesi,
Vicentini e nella Carnia.
La resi
diuretic;!.
S'.isa il
nello ope
Tali-
legno
— 590 —
p
Nome
Nome spRi^ificd
Luogo
5
generico
Us i
3
2
della pianta
della pianta
ove nasce spontanea
468
Pi[\rs
Pkcu Uu Koi.
Col precedeiitf.
I)., 1., r«;n,,l
I'abele a colu-
469
THtlJA
occidenl(tUs L.
Si coltiva comune-
mente per fnnie siepi.
Olli.l.
470
CUPRESSl'S
seniperuirens L.
Si coltiva per orna-
nienlo.
471
horizontalis Targ.
Col precedonte.
472
JUIMPERUS
communis L.
Coiiiune iiei bosclii e
luoghi silvestii.
Si usano le
bjrclie in for-
473
7iana W.
Nelle sommita dei
monti elevali del Vero-
nese, Vicentino. Bassa-
nese e della Caruia.
come diiii'uliche
e s' abbriiciano
per prulumu.
474
Oxycedrus L.
Ne' luoghi apiici e
sassosi del Liloiule nel
Friuli.
475
Sabina L.
Ne' boschi alpini del
Veronese , Vicentino .
Bussanese e uella Car-
Pianta emme-
caloria.
476
TAXUS
baceata L.
ina.
Ne' luoghi subaipini
del Veronese, Bassane-
se, Vicentino e nella
Carnia.
Piania di a-
zione cle,,r..
N.17
. • '
ORUINE XXll. -
- AMENT.\CEE.
-
477
BETULA
alba L.
Ne' boschi de' monti
Veronesi,Vicentini, Bas-
sanesi e nel Friuli.
478
pubescens Ehrh.
Necolii del Friuli.
479
ALINUS
viridis DC.
Ne'monti e nelle valli
del Veronese,Vicentino,
Bassanese e nel Friuli.
480
glu/inosa W.
Volgare Inngo le a-
cque nel Veneto.
11 suoleono
;',4fa,''!s'mr"
481
incana W.
Ne' monti e piani del
Veronese e nel Friuli.
per [...lafllte.
482
CARPINUS
Bctulus L.
Ne' boschi montani
del Veneto frequente.
485
duinensis Scop.
Presso Monfalcone nel
Friuli.
— 591 —
p
Nome
Nome specifico
Luogo
i
generico
Usi
5
della piauta
della pianta
ove nasce spontanea
484
OSTRYA
vulgaris W.
Comune ne'boschi del
Veneto.
j
485
CORYLUS
A veil ana L.
Comune ne'boschi del
Venetu.
Se ne mati-
486
FAGUS
sylvaticah.
Ne'mnnti elevati del
Veronese , Vicentino ,
Bassanese e nel Friuli.
487
C AST AN E A
vesca W.
Comune ne'boschi dei
monti.
Se ne man-
se ne ajopeia
i! l.gno duris-
sirao per pali e
lra»i e vasi vi-
488
QUERCUS
Ilexh.
Ne' colli e monti Ve-
ronesi, Padovani e nel
Della querela
n 0 integrifolia.
Friuli.
per alrmento
de' majali le
489
Pseudo-Suber
Ne' colli di Capiino
gtiiande. Qiie-
sle torretatle ed
Santi
nel Veronese, ed a Mal-
cesine sul la go diGarda.
int'iise siovano
nella labe dei
l.inciulli.
490
Cerris L.
Ne' boschi del Vero-
nese e del litorale Friu-
lano.
491
Esculus L.
Comune in lutti i bo-
schi de' colli e monli.
ed anche nel piano.
492
pubescens W.
Ne' colli del Verone-
se, Vii^entino, Bassane-
se. Padovano e Friuli.
493
Robur L.
Comune ne' piani e
monli.
N.17
ORDINE XXllI.
— ULM.\CEE. II
494
ULMUS
campestris L.
» |5. suberosa.
Comune ne' luoghi
campestri e nelle siepi.
Usitalissimo
nella economia
agrlcola. La
rimedio adope-
rato in decutto
nelle purghe di
primavera.
495
GELTIS
aus trails h.
Ne' monti, colli e siepi
Le frulla ma-
N. 2
del Veronese.Bassanese.
Padovano e del Friuli.
lure son dcici
e mansiabili.
— 592
Nome
s^enerico
della pianta
Nome speciGco
della pianta
Lnogo
ove nasce spontanea
Usi
ORDINE XXiV. — ARTOCARPEE.
496
497
498
!N. 3
MORUS
Carica L.
nigra L.
ulba L.
Nasco spontanco nel-
le fessuie delle rupi e
de'niuri, e si coltiva pel
fiiitlo.
Si coltiva pel frntto
mnnginbile.
Si coltiva peralimen-
to de' filut'elli.
ORDINE XXV.
URTICEE.
499 URTiCA. urens L.
500
501
502
505
PARIETA-
RIA
HUMULUS
CANNABIS
N. 5
504 RUMEX
505
506
dioica L.
offieitmlis L
Lupulus L.
saliva L.
Volgarissima nelle vie
e luoghi inculti.
Volgare nel Veronese,
Bassanese, Viceutinoed
altrove nel Veneto.
Comune pei' tutto.
Coniune nelie siepi.
ColtivHta pel filo, che
somministra.
S' usa h o,li-
cazione nnllj
p»r,l,si; iUuc-
tlsi, illerizia ej
emorroidi.
Pisnta ammol-
lieiite Jiuretica.'
bricazlone Jetia
blrra.
ORUINE XXVI. — POLIGONEE.
crisp us L.
acutus L.
obtusifolius L.
Ne'luoghi uniidi. ei-
l).isi lungo i fossi nel
Mantovano , Veronese.
Vicentino , Padnvann .
Voneziiuio e nel Friuli.
Ne'liinghi stessi.
Nel Mantovano, Vero-
nese, Vicentino, Pado-
vanOjVeneziano, Bellu-
nese e nel Friuli.
— 593 —
o
Nome
Nome specifico
Luogo
iienerico
Usi
z
deila piauta
della piaota
ove nasce spuotanea
507
RUMEX
pratensis Mert.
et K.
Ne'prati del Veoezia-
110 e iiel Friiili.
508
pulcher L.
Volgarissimo dovnn-
que.
509
Hydrolapathum L.
Ne'luoghi acqnosi co-
mune.
510
viaritimus L.
Ne' Ino^hi salsi ma-
(B.pnlusiris Sm.?)
rittimi del Veneziano e
Friulano.
511
alpinus L.
Alle case de'pastori
nei iiioDti di Feltre, del
Veronese, del Viceiiti-
11(1, Bassanese e Friuli.
512
seutatus L,
Ne'luoghi sassosi dei
moiiti veniiiesi, \ icen-
tini, bassanesi e friu-
lani.
513
Acetosa L.
Volgare iie' prati e
lungjii erbosi.
Erbj 1. cui fo-
gliaacidelteson
mangiereccie e
514
tuberosus L.
Ne'fossi intorno a Ve-
rona.
crude e colle.
SicotliV3,nian-
515
hortensis Vis.
siandosene le
foglie colle.
516
montanus Desf.
Ne' luoglii erbosi dei
monti veroiiesi.
517
Acetosella L.
Ne'luoghi arid! ed a-
reiiosi del Veneto fre-
queule.
» /3. angustifuUa.
518
multifidus L.
Nella selva del Man-
tico presso Vei'oiia.
519
OXYRIA
digijna Campd.
Ne'luoghi rupestri dei
monti del Fiiuli.
520
POLTGO-
Bistoiia L.
Ne' prati moutani e
La raJlce si
NUM
subalpini del Veronese,
Viceutino, Bassanese,
Padovano e uel Friuli.
adopera come
proLissi e pro-
fluvii.
521
viuipariun L.
Ne' piatl montani ed
i
alpini col precedente.
322
amphibiiirn L.
Ne' fossi e stagni di
tutto il Veueto.
523
lapulhifoUum L.
No' luoghi stessi.
524
Persicuria L.
Coi pi ecedenti.
Serie III, T. IV.
77
— 694 —
p
Nome
Nome specifico
Luogo
s^eneiico
Usi
^
della piauta
della piaiita
ove uasce spontanea
5'25
POLYGO-
Jlydropiper L.
Coi precedent!.
526
NUM
/ninus W.
Nu' liioghi stessi col
piecedente.
527
cwicuhire L.
Comunissinio ne'Iuo-
ghi sterili e nelle vie.
528
BellanU All.
Ne' luoghl slerili del
Veronese e de' lidi ve-
neti.
529
vuirilinmvi L.
Ne'liioghi arenosi del
Litoiale presso Monfal-
cone.
530
Convolvulus L.
Volgare nelle siepi.
551
duineforuin L.
Nelle selve e siepi del
Mantovano, Bassauese
i
e Friuli.
1 552
Fagopijrum L.
Si colliva per
fame farina e
pane col grano.
553
tutariciwi L.
Si colliva per
r uso istesso.
N.50
ORDINE XXVll
— LAURINEE.
1 554
LAURUS
nobilis L.
Ne' colli sul Lago di
Garda e del Friuli e si
coltiva per ornamento.
Le fogli... si
usano per aro-
malizzare le vi-
van,le e le frul-
la secche. Son
anche febbrifu-
sli.-, e 1' olio
Jell- bacche k
anltlminllco.
nTI
OKDINE XXVIII. -
- SANTALACEE.
555
THESIUM
Linop/iyllum L.
Ne' luoghi selvatici
de'monti veronesi, vi-
ceiitini, bassauesi.
556
1
monlaimm Ehrh.
Ne'luoghi stessi e nel
Friuli.
595 —
p
Nome
Nome speeiGco
Luogo
s
generico
Usi
2
della pianta
della pianta
ova nasce spontanea
537
THESIUW
rainoswn Heyii.
Nelle sabbie del Ta-
gliamento presso Igua-
no (Firona).
5o8
aJpinum L.
Ne' pascoli tnontani
ed olpiiii del Veronese,
Viceiitino, Bassanese,
BelluiieseenellaCarnia.
539
OSYRIS
nlba L.
Ne' lidi veneti, nei
luoghl sassosi del Lito-
lale e nel Friuli.
N. I)
ORDINE XXIX. -
- T1MELE.4CEE.
340
DAPHNE
Mezereum fj.
Ne' monti e colli om-
brosi del Veronese, Vi-
centino, Bassanese, Pa-
dovano, e nel Friuli.
Piaiila corro-
teccia e vesci-
rclica.
541
Laureola L.
Ne' luoghi onibrosi
de' monti e colli colla
preeedeote.
Ila U mede-
sime propriela
ddl.i l.rima.
542
alpina L.
Ne' luoghi rupestri
de' monti veronesi, e
nella Carnia.
543
col Una W.
Ne' luoghi pietrosi
presso r Isonzo nel
Friuli.
544
Cneorum L.
» /3. si rial a.
Negli alti monti del
Veronese , Vicentino ,
Bassanese. Feltrino e
nel Friuli.
Nel monte Summano
del Vicentino e nella
Carnia.
543
PASSERINA
annua Wickstr.
l3. brevifolia.
Ne' colli e campi del
Mantovano, Veronese,
Vicentino, Bassanese,
Padovano, Veneziano e
Friuli.
Nel Mantovano.
N. 6
— 696 —
Nome
geiierico
della pianta
Nome specifico
della pianta
Lnogo
ove iiasce t-pont;;iioa
5i6
HIPPOPHAE
517 SALIX
548
5') 9
5H0
551
5b2
555
554
555
556
557
ORDINE XXX.
rhamnoides L.
— ELEAGNEE
Nelle rive, negli alvei
de" fimiii del Vi-mnese,
del Bassancse, del Man-
lovano, Veneziaiin, Tri-
vigiano, Bellunesee nel
Friuli.
ORDINE XXXI. — SALICINEE.
Iriandra L.
fragilis L.
alba L.
vitellina L.
riparia Wild.
babylonica L.
nigricans Fries
retusa L.
herbacea L.
reliculaia L.
myrsiniles L.
Ne' luoghi arqiiosi e
lungo i fitinii nel Ven -
iiese, Vicentino, Ba.*sa-
iiese. Fadiivaiio, Vene-
ziano e Fiiiili.
Ne'tonenti del Friuli
(Piroiiu) e nel Venezia-
110 (Zauardini).
Volgaiissiimi.
Si coltiva.
Lungo le acque nel
Veronese, Bassanese,
Veneziauo e Friuli.
Ne' monti Veronesi,
Bassanesi, Vicentiiii e
nel Friuli.
N(-lle snnmiita alpine
del Veronese, Vicenti-
no, Bassanese, Feltrino.
Bellunese e del Friuli.
Ne' luoghi stessi del
Veronese , Vicentino,
Feltrino e Friulano.
Ne' luoghi stessi del
Veronese, Vicentino,
Feltrino e Friulauo.
Ne'luoghi alpini e sub-
alpini del Veronese. Vi-
cntino, Bassanese e
Feltrino.
— 597 —
tr<
£
Nome
Nome specifico Luogo
- " -',
£
gHiierico
Usi
2
(lella pianta
della pianta
ove nasce spontanea
S\L1X
» /3.Jaequi)ii(/na.
Nel Feltriuo e nel
Friiili.
!
558
rep ens L.
Nelle ghiaje dell' I-
sonzd presso Sagrado
nel Friuli e nel Vene-
ziaiio.
559
rosmarini folia L.
Ne'luoghi Hienosi del
lidi venetl, allefoci del-
la Piave.
fi60
vhninuUs L.
Si coltiva.
561
purpurea L.
» fi. Helix.
» y. carniolica-
Freqiit'iite iie' letti e
margin! de'fiumi e tor-
renii del Venmese. Man-
tovano, ViceutiiRi, Pa-
dovano , Veneziano e
Friuli.
Nella Carnia.
Ne'luoghi alpini del
Friuli.
562
\
grundifalio Ser.
Ne' boschi montani
del Voronese, Vicentino,
Bassanese e nel Friuli.
565
cinerea L.
Ne' monli e colli del
Veronese, del Bassane-
se, del Veneziano e del
Friuli.
564
coyreali.
» fi.sp/iacelata.
Comune lungo i rivi
ed i liirrenti del piano e
de'm-onti veronesi,nian-
tovani, vicentini, bassa-
nesi, venezinni e friu-
lani.
565
POPULUS
alba L.
tremula L.
Volgare per tutto il
Veoeio.
Ne' boschi del Man-
tovano, Veronese, Vi-
centino, Padovano, Ve-
neziano e Friuli.
Se ne mluper,
il legnc
566
«/^/-a L.
Ne' luoghi stessi col
precedente.
Se ne f^ coUe
siienlo populeo
567
pijramiilnlis Roz.
Si coltiva per orna-
ulile nelU A-
, ■ -
niento.
■ i
briici.iture.
N2I
598 —
p
Nome
1
Nome specifico
Lnogo
£
L!enerico
Usi
^
della piauta
della pianta
ove nasce spontanea
AGGiiNTE m mm mmmi
«i
ORDINE I. — GRA.MINACEE.
NARDUS
stricta, L.
OltieaCliioggia,IVIo-
gliano e nei monti ,vi-
ceiitini, veroiiesi.anche
nellci Carnia.
1
AVENA
(lis/ie/iop/njlluWU.
Nelle Alpi del Frinli.
2
umellnjstinaC\ay .
Ne' luoiijhi subalpini
del FriiiJL
DANTHONIA
pruvincialis DC.
A Belvedere pressu
Aqnilegia nei Friuli.
BROMUS
secalinus L.
asper L.
ereclua L.
Ne! Friuli.
Nei Friuli.
Nei Friuli.
FESTUCA
duriuscula L.
Ne'pratisecchi,mon-
tuosi colle sue variela.
e nei Friuli
5
Scheuchzeri Gaud.
spectabilis Jan.
Ne'prati subalpini del
Friuli.
Presso Aniaro in Car-
nia.
4
puniila Vill.
Ne' pHscoli. alpini in
Carnia.
POA
nemoraUs L.
cuinpressa L.
Ne' boschi del Friuli.
Nei Friuli.
5
/«.i'« Henk.
Nelle Alpi della Car-
nia.
Ne' luoghi selvatici
MELIGA
unijlora Retz.
de'culli e monti friu-
laui.
TRIODIA
decuinbcus Beauv.
Nei Friuli.
ARRHENA-
THEHUM
avenaceum Beauv.
Ne'prati del Friulano.
6
ANDROPO-
GON
Iiirtus L.
Nei ba.«so Friuli aJso-
la IVIorosina.
SESIiERIA
sphaerocephala
Aid.
Comune sulle cime
degli alti monti del
Friuli.
Nome
generico
^ |della piauta
Nome specifico
della pianta
SPARTINA
CALAMA-
GWUSTIS
PHLELM
IPHALARIS
strictu Roth
Epigejos Rnth
alpinum L.
arundinacea L.
Liiogo
ove iiasce spontanea
A Belvedere presso
Aqiiilegia(Piiona).
Siii muri e riipi del
Friuli.
I Ne'pascoli alpini deV
la Cainia.
I Nel basso Friuli.
Us
CAKEX
ERIOPHO-
RUM
ORDINE II.
nigral.
atrala L.
ornithopoda W.
pihdifera L.
longifulia Host
gynobasis Viil.
mucronata Ail.
flova L.
fulua Good.
syluatica Hiids.
panicea L.
acuta L.
pendida Huds.
vescicuria L.
/;/r/« L.
pubescens Sm.
alpinum L.
— CIPERACEE.
Nelle Alpi Vicentine.
e Veronesi.
Ne'pasculi elevati del
Friuli.
Nei boschi del Friuli
Ne'pratidel Friuli.
Ne'prati e boschi del
Friuli.
Verso risunzo nel
Friuli.
Ne'pascnii alpini del
Baldo e della Carnia.
Ne'colli del Friuli.
Presso Aniaro nella
Caruia.
Nei pascoli dei colli e
monti del Friuli e Car-
nia.
Nelle paludidelFriuli.
LungoifossidelFriu-
lano.
Nei luoghi stessi del
Friuli.
Nei luoghi acquosi a
S. Daniele uel Friuli.
Ne'luoghi erbosi del
la Carnia.
Ne'colli e monti del
Friuli.
Al nionte del Lauo
nella Carnia.
600 —
o
Nome
Nome speoifico
Luogo
£
geiieiieo
Usi
2
della pianla
della pianta
ove nasce spoutanea
ELEOGUA-
rtc/V)(/«?7.yR.elSch.
Ne'liiojilii umidi del
RIS
basso Friuli. .
RHINGIIO-
alba Vohi
Coiminissimonelle pa-
SPORA
ludi di Faj^agiui iiel
Fiiuli.
SCIRPUS
Iloloschoenus L.
vmcronatus L.
sylva/icus L.
Nt;'liioglii palustridel
F^i mli.
No' hiiiij;hi palustii e
salsi del basso Friuli.
Freqiienie lie' boschi
(If' colli Frinlani.
BLYSMllS
compi-essus Panz.
Ne" luoi^lii palustri e
selvaticidell'alto Friuli.
CLADIUM
Mariscus Schrad.
Ne'luoghi palustri del
Friuli.
SGHOENUS
ni(jricans L.
Nell'alto Friuli e iiel-
la Carnia.
ORDINE III.
JUNCEE.
9
LUZULA
maxima L»C.
w/cea DC.
spa die cu UC.
spicaia DC.
Ne' boschi subalpini
del Friuli e di-lhi Carnia.
Nei boscbi del iiuuiu
della Cariiia.
Ne'pascoli della Car-
ina.
Nel la Carnia sul inon-
te Diniuii.
JUNGUS
conglomeratns L.
Ne' luoghi umidi del
Friuli.
10
ftliforniis L.
Nf lie Alpi presso Pa-
luzza e Ponteba nel
Friuli.
1
1
11
Jacquini L.
Ne' kiughi paludosi
alpiiii della Carnia.
12
//oiV/iTausch
Comunissiino uegli
alt! itionti del Friuli.
15
Gc/-«/-f/2Lois.
Nelle paludidcl basso
Friuli illirico.
VERATRUM
Lobelianuni
Bernh.
Ne'pascoli alpiiii del-
1' alto'e basso Friuli.
!
— (iOI -
OSSERVAZIONI
In questo cataloi^o non soiio comprese che quelle piaiite, di cui
r Autore ha la sicura prova, che crescauo spoutanee, o che sieoo este-
saniente coltivate nel Veiieto. Fuiuiio omesse quelle che a suo avviso
lion sono diverse dalle specie in esso aunoverate, e le altre di cui e
dubbia 1' esaUezza del nome. sotto cui vennero indicate dagli altii mcco-
glitori.
Delle ags^iuute di tredici specie e di vaii luoghi qui ialte agli ordiui
precedenti egli va debitore alia geutilezza dell'egr. prof. G. Pirona, e de-
sidera vivanieute che 1' eseinpio di lui sia seguito con pari aniere dagli
altri biitanici del Veneto, affinche col concoiso di lutti il catalogo delle
provincie abbia a riuscire possibilinente conipleto si pel nunieio delle
piaute. che per la indicazione esatta di tiitli i luoghi in cui crescono. Cou
questi soli dati e non altriiiienU si potianno confuiinare i quadii stati-
stic! degli ordini e delle specie, che dovrebbero acconipagnare e chio-
dere il presente catalogu.
Scrie III, T. JV.
mmn del mm w mm im
^i leggono le seguenti Osservazioni ed aggiunte
al Catalogo del rettili delle provincie venete pubbli-
cato dal prof. Massalongo, nella quarta dispensa del-
I'anno 1859 di questi Atti, del dott. Gio. Domenico
Nardo. . , , >
§ \. Neirultima dispensa degli Atli di qiiesto I. R. Isti-
tuto pubblicavasi, senza preventiva lettiira e discussione,
un catalogo de'retlili delle nostre provincie.
Confrontando un tale lavoro con quello da me prece-
dentemenle compilato sullo stesso argomenlo, per incarico
della nostra Commissione statistica, in unione ad altri ana-
loghi reiativi agli aniraaii delle provincie venete e del ma-
re Adriatico, che stanno per uscire alia luce negli Atti
stessi, ebbi a riconoscere non Irovarmi in piu punti d' ac-
cordo con quanto leggesi nelfindicato catalogo, credo ora
quindi mio debito indicarne i motivi, e questo faccio sol-
tanto per amore della verita e della scienza, e per togliere
Tincertezza a quegli studiosi i quali, leggendo entrarabi i
lavori, trovassero irabarazzo nell'appigliarsi ad una piut-
tosto cbe ad altra opinione. .
— 1)()4 —
i:} 2. 11 calalogo de'retlili delle provincie venole e il
piii l)i<'V(' (li liilli, lion conla rlic sole 20 specie ed alqiian-
te varieta quasi liillc di colorito, alciine cosUiiili di elii, al-
tre accidentali 0 di Inogo, come nolai neniiei calaloghi
ilkistiali ; vedesi duiKiue non tratlai'si di lunga sloi'ia e die
quindi sara breve il niio dire.
t^ 3. La prima din'ci'(Miza die presenfasi dal conironlo
dei due calaloghi sta nella dassiflcazione, aveiido io cre-
dulo, per teuerini maggiorniente a livello della sdenza, pre-
ferire la divisioiie di quosti animali in due classi distinte,
cioc lielliH propriamenie delU, ed AmfiOii, (|ual(! Acnneac-
cdlala dai moderni zoologi piii dislinti, colle relative sud-
divisioni in faiiiiglie, ciica aile (juali non so la ragione per
cui nel catalogo pubblicalo, una sola famiglia vedesi dislin-
ta nel sauriano Anf/uis fragilis, nienire non si feceio distin-
zioni negli alUi ordini, quanlunque lanto naliiralic comune-
mente acccUate, sieno: pci Clieloniani le faniiglie Chelonidi
e Testudinidi ; pei Scmri le faniiglie Lacertidi ed Anffuidi ;
pei Seri)cnti, le lamiglie Colubridi e Viperidi, e pei liatraci
\e iiiUv.^We Ranidi e Salamandridi. Poco pero giova fer-
niarsi su lal punto dovendo enlrare in altie piu rilevanti
parlicolaiila.
§ 4. Trovasi detto, parlando della Testudo graecn, alia
finca osservazioni: itiUssimo e Inrgamcnle adoperato per
lavori d' inlarsiatura e minvleria e il piastrone e il cara-
pace! di f/uesio onimalc: e nelle osservazioni alia seconda
specie £?»«■*• /»/r/>7rt Icggesi scrido: Meno eslesi sono gli
usi del ca^-apace ; e nelle osservazioni relative alia Cliclo-
iiia carclla vien detto: // carapace serve per mollissimi
usi, ma non e adalto, come riuello della Testudo gri\ecaper
maniifiilti (leggi inanilatture) delicali e genlili.
Tralasciando discorrere sull'uso della voce carapace
— 605 —
per indicar(3 \o scudo siiperioreo dorsale, della tesliiggine,
devo confessare iion essermi nolo die siansi raai adoperati
nelle arli, non solo i gusci o coccie delle due prime specie,
ma nemmeno le sottili lamine cornee di cui sono coperti,
che sole ne stirebbero oapaci, quando riiiscissero, alia dc-
stinazione sopra iiidicala.
La tartaruita propnamente delta, colla quale si fanno
intursiature e lavori di piu sorta, traesi, come e nolo, dal
guscio della Carctla imOricata, Bp. specie vivente neH'Ocea-
no indiano e neH'Atlanlico americano, poiche le lamine
che coprono i suoi scudi sono jiiollo grosse e di bellissima
trasparenza, mentre quelle di cui trovasi coperto lo scudo
dorsale della Ckelonia carelta poco si prestano alio stesso
uso, esseiido troppo soltili, quasi sempre tarlate e corrose,
di brutto colore e di ti'asparenza imperfetla, per la qual
cosa si trascurano affallo.
In quanto agli alti-i inolli vsi attribuiti alio scudo di
quesla ullima specie, de'quali non ne conosco che assai
pochi ed accidenlali, debbo soggiungere, che se sono mol-
to limiiati dapperUitto, tanto piu lo sarebbero fra noi per
la scarsezza del numero degl' individui che si pescano nel
noslro Aeiriatico.
§ 5. Parlando della carne della Ckelonia caretta.sino-
ta : Essere di ollimo saporc (cosi le uova); ma eke abusan-
done, polrebbe recare dei malanni e persino la dissenteria.
lo feci ripetute ricerche in proposito e mangiai piu volte
la carne della nostra tesluggine marina, parlai con molli
che ne fanno uso a soprabbondanza, ne raai seppi che ad
alcuno prodticesse moleslie.
La condizione abusandone, non vale soltanto per essa
ma per qualsiasi cibo, giacche T abuso e sempre nocevo-
le. Cerli frali e certe monache usano piii spesso quesla
— t)U6 —
caine, e specialmcntc il suo hrodo squisilo. Fu osservalo
riuscirne piii giistoso il sapore qiiaiulo la testiiggine sia
teinila per piii giorni, come dieono, a purgarsi in un ser-
baloio d' acqua marina. Tutto cio e in contraddizione C(in
([uanto asscrisce il Sig. H. Clocjiiel parlando della 1. ca-
letla del Meditei'raneo, la cui carnc diehiara non mangia-
bile perche coriacea o di un sapore d'olio rancido. Ne
loda soltanto le nova.
OlUensi dal grasso e dal fegato della cheionia caretta
niollissimo olio, il quale serve utilraente a piu usi. Le
sue uova non sono in uso fra noi, dacche non prolifiea
nelle nostre spiaggie.
§ 0. Si dice che la patria ordinaria della Cheionia ca-
retta c il Meditcrraneo e I Oceano Atlaniico, ma che non di
rado osservasi anche neWAdriaiico (Venezia); a me sembra
peio doversi rellificare tale nolizia come trovasi asseritoda
tuUi gli autori,cioe,essere la sua palria I' Oceano Atlantico,
ma visitar essa difrequenteil Meditcrraneo ed il mare Adria-
tico tullo e non il lido venelo soUanlo, come apparisce dal
catalogo, che segna specialmeiite Venezia^ fra parcntesi.
§ 7. Relativamente alia patria della Trstudo graeca, di-
cesi essei'e, oUre alia Grecia, I' Italia mcridionale e la Dal-
mazia. lo devo notare, Irovarsi non comune lale specie in
quest' ultimo paese, come scrive lo slesso Fitzinger nei suo
Catalogo de' Rettili della Daimazia, e sembrare che esso
le sia patria quanto lo sono le nostre provincie, e che la
pure siasi importata dalla prossiiiia Albania dove si pro-
paga, benche meno abbondante che in Grecia.
5 8. Osservo indicato fi'a i nomi volgari deW Emis lula-
ria, il frinlano Copassc, e fra quelli della Cheionia caretta,
il nome friulano Magna copasse de mar.
A chi non conosce il valore di tali nomi potrebbe sem-
— GOT —
brare, trattuiidosi di una specie di estesa misura, die la vo-
ce magna aggiunta a copasse avesse il sigoificato di gran-
de, ed altri potrebbe aache credere che magna corri-
spondesse a mangia, e pei'ci6 si voiesse dire magna copasse.
Sii tale proposito devo avvertire che magne e non ma-
gna dicono i Friulani, che magne equivale in dialetto friu-
lano, a biscia, serpente ; che la voce magne ha forse deriva-
zione dal caledonio mangach, furbo astuto, da cui anche lo
spagiiuolojna^/na, (manaj astuzia,furberia, attributo dei ser-
peDtie siguiflcazioneloro oel dire orientale(i). Aggiungendo
poi che la Emis lularia chiaraasi in Friuli magne copasse e
non copasse soltanto, come si scrisse nel catalogo,e che
magne copasse de mar dicesi la Chelonia caretta per di-
stinguerla dalla prima, e facile concludere che chiaman-
dosi nel Venelo la lestuggine Bissa scvdelera, siavi equi-
valenza perfetta nei nomi volgari. Copasse infatti, dalla
radice celtica Cop., coprire, da cui coppo, tegola, corri-
sponde a tegere, da cui testudo nome latino e testuggine
italiano, di questa specie, il quale corrisponde pure a scu-
telta, scudo, da cui anche la voce vernacola scudellera,
scutellata. Ora se magne signilica biscia e se copasse si-
gnifica 5eM(/o e indubitato equivalere magne copasse a bissa
sciideiera.
Relativaraente ai siti ne' quali nasce \'Emis lularia., ve-
do notate per primo le paludi prossime al mare del Friuli ;
intendendo che abbiasi volulo dire: le paludi del Friuli
prossime al mare, mi e duopo soggiungere^ che non in que-
(1) E da notarsi su tal proposito che magnera, manera, in aleuni
antichi dialetti, equivale a leziosita, vaghezza di fare all" amore, che
magnes latino e greco, vuol dire attraente, che meged, viegedim denota
io ebraico, alcuua cosa che incanta, che ha del prestante, che seduce, che
attrae. . ...
— (m —
ste ck; soiio bugualc sovenle dall' acqiia salsa, ina in quel-
le pill lontane dal maic Irovasi lale specie. Scrisse bene il
prof. Pirona : vive ne' fossi aoquosi e fangosi nel basso
Friuli. Oltrc che nel Veronese e nel Padovano, Irovasi aq-
che nel Polesine, in siti analoghi.
§ 9. Trovo Ira i nomi volgari del Tropidonntus nalrix
la voce madrace^ senza avvertenza in cbe paese si iisa,
cosa tanto necessaria a conosceisi pel rinvenimento della
specie. Stimando die siasl voluto indicarc la voce friulana
madracc, nomo col quale si distingue in quella provincia fa
biscia palustre o ranajuola, e che siasi per inavvertenza
coQvertito I' ultimo dei due cc in e, credo utile fare una
breve digressione lilologica ancbe suH'origino di questa
voce.
Viene usata nel Veneto la voce Marasso per indicare una
specie di vipera, la quale ritrovasi di preferenza nei siti
bassi e palustri, e, come abbiamo veduto, col nome ma-
«frac6' nel Friuli, s'indica la biscia palustre od acquajunla
propriamente delta. Ora 6 ben facile conoscere avere ma-
rasso e madracc una medesima radicc, cioe mm\ che vuol
dire palude; considerando poi che ass in antico signiflcava
animale,vedesi come marasso e maracc, non significhino al-
Iro che aniinalo palustre (i).
Un'eguale derivazione ha T antico nome volgare Mara-
sandola, usato anch' oggi in alcuni siti del Veneto per in-
dicarc lo salamaudrc acquatiche (Triton). II vocabolo
salamandra devesi considerare comeprodotto del trasporto
(I) Altri potrebbe valutar mein) la desinenza in ass, coine antica
significazioiie di animale, qnantiinque apparente nelle voci copasse,
marasso, carbonasso, riteneiido la sola radice e riguardando la desi-
nenza in asso, come destinala ad iniprimere alle delte voci niodo oidi-
nario, nozione aunieutativo-peggioiativa. ■ ■. •
— m) —
ili leltere, della voce marasandola, die talvolta senlesi an-
cho converlire in sarmandola-.
§ 10. Si accenna pure riferibiliuenle alia specie Tropi-
donoUts nalrix, la var. murornm, Fitz. ma dicesi soltanto,
alia finca di alcuni sinonimi e uomi volgari, checorrisponde
iii Coluber muroruin^ Vest.
Era d'uopo aggiiingere altra notizia interessante la
fauna veneta, ed e che il primo ad indicare una tale varieta
di bisoia acquajuola fu ii nostro dott. Sette, che la distiose
col nome di marassello, dandone anohe una descrizioue.
§ 1 1. Alia flnca indicante alcuni sinonimi volgari, rela-
liva al Tropidonotus tesseilalus trovo scritlo : Natrix tes-
sellata et Gabina. Massalongo Sagg., p. 20, 22.
Corsero qui senza dubbio due errori, 1' uno di nome
c r altro di citazione di pagina. E d' uopo correggere,
dicendo invece di Matrix tessellata^ N, Viperina, cd invece
di N. gabina, N. tessellala; in tal modo andra bene anchc
la citata paginatura.
§ 12. Ed essendo le sinonimie meno note quelle che
piu sono da porsi in raostra, percio credo che fra tali
sinonimie sarebbe stalo iraportante indicarne altre d' in-
teresse specialraenle uostrale, come ad esempio quelle che
avrebbero falto conoscere esser /' Amfesibena orbisigola,
osservata in Padova dal Vallisnieri e da esso descritta,
corrispondente all' Anguis fragilis, L., ed esser T Anguis
veronensis Pollini, soltanto un giovane individuo di que-
sta specie, e che il serpente descritto dallo stesso Pollini
col nome di Coluber lliuringicus, Bechstein, eda esso Iro-
vala nel Veneto, anzi per la prima volta in Italia, eqni-
valeva alia Coronella a«s/nflca, Laurenti; nolizie queste
tanto piu interessanti in quanlo che sono sfuggite anche al
diligenlissimo erpetologo Veronese de Bella.
Seric m.T. IV. 70
— 610 —
§ 13. Alia specie Coluber flavcsccns vedesi aggiunta
una Viirielii (Iciioiiiiiuitii nhjresccns, Massalongo, la quale a
me sembro noii acceUiibilc, giacclie, se voglianio ligmirdare
come vaiieli'i noniinali luttc le inutazioiii di oolorilo proprie
di quesla specie, dovressimo aggiungerne molte altre ancora.
E per qiieslo die il principe Bonaparte ed il cav. de Betta
si conleiilarono d' iiulicare per essa gli estremi delle sue
variazionl di culorito, riferoiidoli specialmente al variare
deli' eta.
§ \A. Vedo anchecilate N. 7 variola, della Vii)era aspis,
mentre il de Betta ne cita 12, credendo accennarne soltanto
alcune delle moltissime cbe osservansi nelle nostre provin-
cie in questa specie, detta giustauiente dal Bonaparte,
variabilissimo. lo non ho creduto nei niio catalogo lener
dietro a eosi lunga serie di accidentali differcnze, le quali,
come dice il de Betta stesso, possono crescere all'inGnito
per grado di coloramento e di maccliie clie vnnno fra loro
a toccarsi ed a confoiulersi insieme.
Non mi e sfuggila invece una varieta di dermosclielelro
importantissinia e degna di studio, poicht; minora ilvalore
al carallere degli scudetti pel quale si tiene distinto dalla
Vipera il genere Pelias. E questa la varieti'i capile scutel-
lato, da me segnata nelle mie schede tino dal 1829, ed
avverlita, pero senza distingueria dal dott. Alvera di Vi-
cenza (V. Lanzam I'anlot/rafia J'icenlina I85G, pag. 83)
e dal de Betta in una nota alia p. 1 70 della sua Erpeto-
logia (Idle provincie vencte.
Fu percio che ho preferito lasciare nel genei'e Vipera
il nostro marasso, del quale avendo avulo occasione di
osservare moiti csemplari, ne trovai anche di quelli che
avevano il capo squamoso come la vipera, invece che for-
nito di scudi. Una tale osservazione imporlantissima, die
— (541 —
serve di controprova all' altra accennata relativa alia Vi-
pera aspis dal capo scutellato, vcniva da me registrata
nellanno 1829, come sta scrilto di mio pugno nel cata-
logo degli animali del Gabinetto di storia naturale del-
r I. R. Universita di Padova, classe de'rettili, sp. N. 55,
Vipera Chersea, var. c, ove conservasi nil bell' esemplarH
di ossa.
§ 15. Parlando della Vipera rtmmof/)/^e,9 viene dichiarato
non esscrsl ancor insto alcun esemplare di quesla specie
nel Veneto, ed aggiiingesi, clie il Prof. Giro Pollini erronea-
mente crede eslsla questo rettile nel Veneto e nel Padovano,
e che il Professor CaliiUo dice Irovarsi nel Betlunese, cd
essere sulla sua fede che si registro questa specie.
Anche su tale proposito io devo soggiungere che nel
1821, facendo una peregrinazione eutomologica nel Friiili
col distinto naluralista Goriziano fu Co. Giovanni Coroni-
ni, nci monti di Cividale, verso la parte di Canal, aveiumo
ad incontrare alciini individui della specie in discorso, e
che polemmo prenderne uno, il quale preparai pel Gabi-
netto di stoiia naturale del R. Lieeo di Udine, ove credo
ancora si trovi. Mi assicurava poi il delto sig. conte che
una tale specie, comune nei monti del Carso, trovasi pure
alcune volte in quelli del Friuli e della Carnia.
Non so poi comprendere con quale appoggio il nostro
collega rinfacci al Pollini la credenza, dichiarandola erro-
nea, che questo rettile si trovi uel Veronese e nel Padova-
no. Io conosco quanto venne dal Pollini pubblicato sui
serpenti, ed anche 1' opuscolo sfuggitoalla diligeiiza de'no-
stri erpetologi, qual c la Memoria sopra alcune malaltic
degli ulivi, e sopra di alcuni serpenli del Veronese^ ma
non trovo che il Pollini abbia, in alcuno de' suoi lavori
stampali, fafta mcnzione dell' esistenza della vipera dal
— 012 —
coriu) nellii pioviiicia di Verona. Ku iiiveio la redazione
de\U\ liiUioteca //a//«7i«,clie jJiTsenlando iin sunloncl 1817,
del viaggio al lago di (larda, aggiiingeva alle sei specie di
serpenii indicate dal Pollini il Coluber ammodijtes, sicco-
ujc non raro a tiovar.si nei Colli Eiiganei e nei nionti Bel-
limesi, dove era stato vedulo dal (^aliillo e dal Brocchi.
Cio scrisse cliiaro anche il de Bella nella sua recenle
erpetologia, ed ora chi legge il nuovo calalogo dei rellili
delle nostre provincie, pubblicalo negli alii dell' I. 11. Isti-
tuto, non piio die rcslare mcraviglialo della nnova nolizia,
la quale devesi credere appoggiata sollanto ad un equivo-
co preso. Parlando delle propri(!l;i voneficlic di quesla
specie s' indica clie sono esse piii polcnli c piii lerribili di
(|uella della Vipera coniune. Su talc proposito il do Bella
dichiara non aversi ancora osservazioni coniparalive e non
polersi quindi appoggiarc la vcritii di una lale asserzione.
§ IG. Trovo aggiunta alia specie Boml/inalor ignetis la
varielS pachypns, iMassalongo, la quale varieta viene slabi-
lila sopra un unico individuo ti'ovalo dall' autore del ca-
lalogo, nei paese di Velo, da esso creduto prima il liombi-
nator pacltijpiis di Filzinger, come\edesi pubblicalo neli'al-
tro suo calalogo ragionalo dei rellili del Veronese, e che
ora, in base alle osservazioni del Bonaparle, dei Dumeril e
Bibron, e del Bella, slinia anch'egli piii convenicnle riguar-
dare come semplice variela, pachypus^ contraddislinla dal
proprio nonie.
Mi e d' uopo riflettere su lale proposilo, non aver io
potuto accettare nei mio calalogo tale varieta, poiche non
jtossono indicarsi con lal nome le differenze di sviluppo, e
poiche, (|uand' anche il Cav. de Bella non ci avesse fatlo
conoscere possedere egli nella sua Collezione le varie for^
me di transizione che Jiniscono iili eseniplari del llomlnnator
— GJ3 —
ignevs, colle grandi forme da esso ricevule didla Roma-
giia, le qiiali raggiungono le proporzioni assognale da
Fitzinger alia sua pretesa specie, e polesse credersi adnt-
tabile per esse una varieli pachypus, il nome col quale do-
vrebbe indicarsi tal variela sarebbe var. pachypns Bona-
parte, e non Massalongo, poicbe fu tale autore il primo,
cbe ritrattandosi da un suo anteriore giudizio, pronuncio
doversi la specie Fitzingeriana al piii considerare conic
semplice variazione di sviluppo. E poicbe siamo sul Bombi-
nator igneus non posso lasciar d'indicare, cbe sarebbe stato
per ogni titolo convenionte far conoscere, nella finca sino-
nimi delie specie, essere questa la Botta acquajuola, ossia
r Vhdone, cbe per il primo il celebre Vallisnieri distinse
con tal nome, avendolo trovato vivere abbondante ne' sili
palustri dei contorni di Padova, o^'e ebbe motive diosser-
varne i costumi. ' ■■■:'■'■ •;•"'.''.
§ 17. Alia specie Rana escidenta si vedono assegnate,
come pifi o meno comuni nel Veneto, quattro varieta con-
traddistinte dall' autore col proprio nome, giaccb6 le aveva
descritte e denominate nel suo catalogo ragionato de'ret-
tili della provincia di Verona ; non si fa carico inveco di
alcuna delle cinque variela descritte dal de Delta nclla sua
erpetologia, senza pero dare ad esse speciale denoraina-
zione. — ■ Confrontando i caralleri assegnati dal uoslro au-
tore alie sue quattro varieta, con quelli assegnati alle pre-
dette sue cinque dal de Bella, si e tentato concludere cbe
non in quattro ma in nove maniere varierebbe la Rana co-
mune nelle nostre provincie. Ho vokito confrontare i ca-
ratteri cbe io aveva notati in allri tempi per dislinguere le
variazioni di colorito e di taglia delle rane da me osserva-
te nelle provincie venela, padovana, friulana, e trovai che
alle nove varieh'i sunnotate potrei aggiungerne almeno
— 014 —
allrellanle. Da die cio dipciulo ? DaU'esscrc la rana iin
animale variabilissinio cho subisce modificjizioni nella sua
coloraziono, lo (juali, come scrisse saggiaraento il de Betta,
serabrano dipendere da IT eta e dalla diversila di al)itazione,
circoslanzc che non possono certameiite giusUlicare la
formazione di variela nominali propriamcnte dettc, ma ohe
piiiltosto devono, voleudoac fare distinzione, chiamarsi
ahili ( vestes ).
E per questo che io mi conlentai d' indicai-e nel iniu
catalogo illuslrato, che a cagionc di ela e di abitazione va-
ria moUo la Rana comuoe nel suo colorilo e lalvolta an-
che nolle sue dimensioni.
§ 18. Viene ripfodoUa dal suo autore anclie nel pre-
senle catalngo, come specie distinta, la Rana alpina, Risso,
aggiungendosi la seguente annotazione.
Jnnocente. !\cn posso soslencre die r/uesta specie sia la
vera Rana alpina del Risso^ poiche non ho gli oritjinali di
questo autore^ pero a me seinhra hen diversa dalla Rana
temporaria per luUi i car alter i ester iori non solo, ma
eziandio per la sua voce c per Ic sue al/itudini, percio non
sarebbe iviprohalnle che fosse una specie non ancora de-
scrilla. — In tale proposito mi e d' uopo fare le seguenti
osservazioni :
Devo escludcie prima di tutto anche il sospello che la
rana indicate, quantunque dubitativamente, dal prof. Mas-
salongo, sia la Rana alpina di Risso, giacclie me ne sono
convinto nel 18i0 al Congresso di Torino, cssendo a par-
te di una discussione su di essa e suila Rana maritima,
pure di Risso, seguila iVa tale autore ed il principe Bona-
parte ; dietro alia quale si e concluso Irattarsi di un'iden-
tica specie riferibile alia Rana escnlenla, di cui non pote-
vano considerarsi ontiambi se non variazioni prodotte dal-
— 615 —
la localita da esse abitata. Infatti il piiucipe Bonaparte
aveva gia indicate quelle due specie corae sinonime delta
Rana esculenta, nella sua opera Ami)hUna Europaca, pubbli-
cata a Torino nel 1 839.
Aggiungo .poi die la specie di rana di cui parla il
nostro collega nel suo catalogo, e invece riferibile, come
accenna il de Betta, alia Rana alpina figurala dal principe
Bonaparte nella sua Fauna italica, la quale non e che una
semplice vaiiazione di luogo della Rana temporaria, come
mostro sospettare il Bonaparte slesso nel suo citato lavoro
Amphibia Enropaea. Su tali basi io credetti quindi piii pro-
prio indicarc nel mio catalogo la rana in discorso, come
Rana temporaria, abilo (ves-lis) Alpina.
§ \{\. Vedo ancbe registrato Ira le salamandre nostrali
la Pelroponia nigra, IMassalongo. — Quantuuque il valente
erpetologo sig. de Betta abbia tentato di puntellare un tale
preteso nuovo genere, forniato^ come ora confessa lo stesso
suo autore, sopra un solo individuo non ancora comple-
lameute raetamorfosato, io non bo creduto di registrarlo
fra le buone specie viventi nelle nostre provincie, per ra-
gioni che mi riservo d'iudicare nel mio catalogo illuslrato.
§ 20. II nostro collega ripete nel suo catalogo alia tinea
Osservazioni, con nota speciule a ciascuna di '2o delle 28
specie annoverate, la parola innocente, dal che ne avviene
che tre sole sono nocive, come pure da esso si nota, quali
sono i tre Viperini, da ciascuno conosciuti.
Fra tanti innocenli, cbe io preferisco cbiamare inno-
cui, vien posta la lucertola, la quale non e certamente
qualiflcata con epilelo si benigno dal vignajuolo, guastan-
do essa talvolta con grave danno le uve e le allre frutta
lungo le pergole e le spallicre. Non so poi come dopo aver
dicbiarala innocente la ^alamandra maculosa^ possa sog-
— (M(> —
giiiiigersi : // lalle od umore (inlcndasi / uino)' lalliginoso)
delta pelle e venefico. E lo stesso leggesi reliilivamontc ai
rospi dopo averli dichiarali anchessi innocenli. Ne quanlo
scrive de Bella ralalivamcnle al Coluber viridi-flavus, in-
voglia certo a porre tale specie, clie laiilo s'irrila e motde,
bcnclie non venefica, fra le innocenli.
S 21. Vedo ripelula quasi ad ogni specie ravverlenza
nso ncssuno, e cio andie per alcnne a qualilie uso ado-
perale o che potrebberu adoperaisi. La Testudo graeca, ad
escmpio, e Y Emis lularia si lengono per aulica cosluman/a
ne'giardini e negli opli, perclie distriiggono glinselli no-
civi e le lumacbe. E la Lucerla viridis uliUssima dislriil-
ti-ice d'inselti, ed aleune specie^li serpenli innocui, corae la
Coronella austriaca, il Coluber (lavescens ed il Tropidono-
tus lorqualus, sono giovevoli airagricolluia poiche distrug-
gitoii di topi, rane, ioselti, lumache e vermi, die lanlo
danneggiano gli oiii.
Non so poi perche non s'indiclii I' uso che vien fallo da
alcuni, come accenna anche il de Bella, della carne del
Tropidonolus nalrix , la quale Irovasi niollo saporila.
E poi anche nolo che una lale specie adoperavasi e si ado-
pera ancora in alcuni paesi nella preparazione di brodi
medicinali per la cura della scrofola, di morbi cutanei e
di allre malalUe. Anche la carne del Col. virUli ftavus vien
mangiala da taluno, avendo buon sapore. Non puo quindi
dirsi nenimeno per questa specie, uso nessuno.
R 22. Dove si parla del livfo vuU/aris, Irovo nolalo: usn
nessuno, Iranne queUoche disseccalo e polverhzalo serve a
comporre aleune pasticche incbrianlL colic quaU si prendo-
no i pesci in sostiluzione delle coccolc di Levanlc. — Una
lale propriela inebrianle i pesci, del Rospo disseccalo, me-
rila, se e vera, i riilessi del chimico, giacclic non polrebbc
— 617 -
essere doviita se non alia presenza di ud qualche principio
organico partioolare, nella carne del rospo, fino ad ora
non avverlita. Sta pero a vedersi se di altre materie sono
composte quelle pastiglie, e se le propriety iuebrianti non
sieno piuttosto attribuibili ad altro ingredienle. Sulla qual
cosa, cbe non rilevasi dal calalogo, sara d'uopo cbe il suo
autore si couipiaccia di darci schiarimenti maggiori.
§ 23. La iudicata propriety di segnare i cambiameuti
del tempo, non e solo riferibile aW'Hijla viridis, ma fa al-
treltanto la Ranaescutenta, come e nolo fra noi, ed anzi
con raaggior precisione al dire di Selys. Anclie i Triton
tenuli in uu vaso dacqua, danno iiidizio di sentire le va-
riazioni atmosferiche, come piu volte osservai.
§ 24. Per quello riguarda ai norai vernacoli coi quali
vengono distinte le specie di rettili viventi nelle noslre
l)rovincie, ne trovo ommessi laluni de'piu volgaii nel
Vioentino e nel Veneto, i quali nel mio catalogo illustrato
saranno posti a loro sito (I).
(1) Alcuni fra i piu liniarchevoli di tali noiiii sono i seguenti:
Borigola. Risarria, Risardoln, Podai'cis murulis.
Sesegia ( Vicent.) c!ie i Genoveeii dieono Sagueggia, Seixella, Sei-
guella. Anguis frctgilis.
Mill). .\Iilnido (Veil.) Colub. viridi flavus.
Scorzon (Vic.) Colub. viridi- fllavus, var. Carbonarius.
Tal noMie volgare si applica talvoUa, anche al Colub. pivescens di
C'llore nerastro.
Ranai-nln (Bassan.). Tropidonotus nafrix.
Ranelia delle Signore. Kanella della Madonna (Vic.) Uyla viridis.
Crdte (Vis.) Bombinidor igneus.
Fissacan, Scopisson. Rana scopissona (Vic. e Yen.) Bana temporaiia.
Scaizaron (Vic) Rospa fasolaia (Vic. e Ven.) Bufo vidgoris.
t poi d' uopu correggere alcuui de' nonii volgari che vennero dal
sig. prof, ripurtati nel suo catalogo; far la qual cosa ciedo necessario
poiohe essendo co' uoini volgari ch« si ricercauo le specie nel conlado,
coDvieue sieno quesli bene scritti uude ben pronwnciarli, altrimenti nun
Serie UJ.T. IV. 80
- 618 —
S 25. Do torinine ;il inio dire col larc iin' importaule
aggiunta alia hibliografia de'rettili dellc proviiu'le venete,
notando allii quallro lavori, ollre i nove indicali da! pro-
fessor Massalongo in calce del suo calalogo. Ommettendo
di citare 11 Tiichsio ed il Matlioli, ihe descrivono le sa-
lamandre acquatichc viveuti nei fossali di lldine e di
Vicenza, Ic quali venivano ai loro tempi sovente sostituite
alio Scinco marino nelle farmacie, ed il Laiirenli il quale
fra 1 suoi Triton ne chiama uno ulinensis^ e fra i suoi Na-
Irix ne descrive una specie col Utolo gemonensis (Colub.
viridi-flavus (sec. Bp.), ineoniineio invcee a discorrere
!>oiio iutesi. Convien auche si sappia in quale provincia o paese usasi un
(iato nome e percio deve taisece indicazioiie.
p. f. iiivece di Osortoloti deve dire Osertolon
Sgurbissnj (Friuli)
»
Sgurbisiil
Uarbit »
13
Uarbite
Uarbitoi »
»
Uarbitul
Racula »
n
Racuie . .
ZovatoQ »
»
Savaton (da Save)
Pissargot »
»
Pissargott
» Veccia, Fasolara leggasi Veccia fasolara.
» Morasandola » Marasandola
» Morasangola » Marasaiignla.
Si correggano anche i segnenti errori (alcuni de'cjuali devoiio esse-
re tipograCci) poiche alterano il senso della pamla.
Alia specie 6. fines nome spec, si canceiii la var. c) nigriventris e si
segniDO le altre colle lettere progressive c), d), e), f).
Alia specie 14, finca luogo, ec. invece di Anlole, leggi Antole.
Alia specie 15, tiuca alcuni sinonimi, ove e scritto Letr., leggasi, Latr.
ed alia finca nome specif, e var. ove e seritto b) ocullata leggasi
uceUata, ove e) fuscu, leggasi fusca.
Alia specie 16 ove e scritto ammodites, leggasi ammouytes.
Alia specie 22 ove e seril'.o Save Sav, leggasi 'Save, 'Sav.
Alia pag. olO, apparisce che il lavoro sui reltili del Veneto, inserito
nella Guida Venezin e le sue Lagune, appaiteoga al cav. Trevisan. Si
conegga quindi al modo seguente: Cointarini. Hetlili delta veneta
provincia. V. Venezia e le site Lagune, Vol. II, pag. 159, 1847.
— Giy —
del Vallisniori che fu primo a nominare e descrivere la
Bolla acquajiiola od Ululone, da esso osservato nella
provincia di Padova, come piio vedersi nelle sue opere;
faccio conoscere la lellera del Pollini sopra alcune malat-
tic degli ulivi e sopra di alcuni serpenti del Veronese, pub-
blicala nel 1818, nella Biblioteca Italiana e separatamen-
te ; indico il Martens che per il primo nel suo Reisenacli
Venedig, 1824, ci diede il catalogo di 22 specie di ret-
lili da esso osservati fra noi, meltendovi i nomi volgari di
riscontro; faccio nolo infine altro calalogo dei rettili della
provincia di Vicenza, Iracciato dietro le osservazioni del
dott. Alvei-a, ed inserilo a p. 83 del Saggio di una Pan-
tof/rafia Vicentina puhbticalosi n Venezia nel 1836, dal fu
cav. Lanzani.
II m. e. prof. Massalongo dichiara : che rispon-
dera con ordine allc osservazioni del dott. Nardo
quando saranno pubblicate. Fa impertanto alcune
brevi avvertenze che offrono argomento di relativa
discussione col dott. Nardo medesimo, il quale asse-
risce di non aver fatto quelle osservazioni se non a
scopo puramente seientifico.
II s. corr. dott. M. Asson comunica questa Me-
moria Sidle capsule soprnrenali.
La coincidenza, o rispeltabili accademici, ch'era stata
avvertita dall' Addisson fra la tinta bronzina della pelle e
una qualche alterazione organica delle capsule soprarenali,
i gravi disordini funzionali e la letalitti inevitabile, di cni
parve accompagnata quella tinta negli uomini infermi, e
— 620 —
segnila ik^' bnili nniinali I' ostirpazione dolle capsule anzi-
dello, inosli'iivaiio averiie alliiic disvelalo il disputalo uso,
Irovalolo csscnzialo all' inlcgrita della vila, e staluilolo
eonsistcnto nolla soparazinnc e nella eliminazionc del pim-
mento del sangiie, repulato prinoipid niicidialo ed infeslo
iiir aninialo ecoiioniia. Udiste, in (jiieslo liiogo, ditesa va-
lorosanienle (ale (lotlrina dallo illiistre doll. Benvcnisli :
alia (piale opponevasi, in un" adunanza dello AleneOj I o-
norevole noslro segrelario doll. Naiiiias. S' crano poi
addoUi falli ed esperienze pro e conlro da illuslri osser-
valoi'i.
lo, dal uiio eanlo, essendonii aecorto clie uieglio era
inlerrogare la clinica e 1' anatomia patologica, piuttoslo
clie le speiicnze con le vivi-sezioni, per venire, su tale sub-
bielto, a qualclie ulile conclnsione, nioslrai in nna me-
moria ietla pure all' Aleneo, e ancora inedila, la neces-
sity, per aggiungere tale scopo, clie fossero bene delermi-
nati i caratteri analomici eslerni delle capsule, forma, vo-
lume, peso, colore, consislenza, e gli interni di tessitura;
senza clie non sarebbe possibile valutare la loro devia-
zione dallo stalo nal urate, per poter dedurre dal paragone
fia r alterazione staluitane nel cadavere, e i sintomi offerli
in vila dall'infermo, la I'unzione problematica di taliorgani.
Sposi quindi in quello scritto alcune osservazioni aftine di
riuscire a tale risuUanza.
Ho poscia insislito nelle indagini rivolte a delinire il
vero stato analomico, naturale e morboso delle capsule
soprarenali.
D' ogni cadavere, che m'era concedulo d'ispezionare, io
notava 1' et;'i, la statura, la maiaUia che avcva prodotta la
morte, le lesioni manifestanlisi negli altri visceri. Quindi
io segnava la forma dell' una e dell' allra capsula ; ne de-
— 621 —
lorminava il peso in I'elazione coiretii, colla slatura, ool pe-
so de' f(?ni, die teiigoiio con quelle una corrispondenza
di sede, e dclla niilza, clie si presume a ragione leuerne
una istojogica e funzionale. Quiiuli esaminava, eon qiiella
luaggiore esaltezza che mi era possi])ile, la tessitura di tali
organi in istato nalurale, e le mulazioni indottevi dalla ma-
lattia. E liopertaiguisa raecolte 60 ossei'vazioni da aggiun-
gersi alle 30, che avevano formato il soggetto della prima
memoria.
E scopo del mio presente lavoro I' esporre di questi
nuovi sludi sui reni succenturiati i risultamcnti, per trarne
qualche deduzione intorno la fisiologica loro influenza e ri-
levanza nell' economia della vita. Lasciando dall" un canto
la forma, ch' e poco rilevante, incominciero dalla strutlura
anatomica : essendo necessario partire dal dato d' una sa-
na struttura per rilevare il natural peso degli organi.
La testura delle capsule soprarenali si rileva dall'esa-
me delle superficie risultanti dalle loro sezioni vertieali e
tiasverse. Dolle quali suporiicie ciascuna ordinariamente
preseata, dal di fuori al di denlro, la raembrana propria
deir organo, poi lo strato corticate giallo rosseggianle con
varie modificazioni i)er6 e graduazioni nel colore: segue
una sostanza piumolle e polposa, di color rosso oscuroone-
reggiante : in mezzo alia quale spicca, per la sua tinta opa-
lina o perlacea, una sostanza omogenea e compatta, clie
suole avvolgere un quakdie pateate ramo della vena sopra-
renale ; dalla cui parete ingrossata e opacata sembra, in
qualche caso, interamente cosliluita (I). Talora mostra
anclie avvolgere gran numero di piccoli ramoscelli, perch e,
comprimendo quella sezione dell" organo che viensi disami-
nando, si vede uscire un liquido sanguigno da molte boccuc-
(l)Tav. V, fig. 111.
— G22 ~
ce elio appariscono ap(M-le in mezzo a quella sostanza.
Oiicsta poi si present;! (luaklie volta grigia o gialla piii
ciiiiira deir eslei'na coi-leccia , granellosa anzi die omo-
genea, mollo invece elie conipatia ; o ha disposizione di-
versa daHanzideUa, pei'clie posta tia la sostanza gialla cor-
licaie e la nera, anzi cbe uel contro di questa : lo ehe v
assai raro ( I)
l.a nola cavita della capsula suole aprirsi di mezzo
la polpa oscura : e la sostanza opalina piii umida o molle
suol foimar parte d' una parete di qiiella eaviti contenente
on li(juido viscoso e briino. Spesso pore') la detta sostanza
perlacea e eslranea affatto alia parete della caviti : ne vero
6 che questa sia sempie seavata tra quella e lo strato ros-
so alro. Questa disposizione delle parti formanti la tessitu-
ra di tali organi e suscettibile di aleune non essenziali va-
riazioni,ehe non si possono ridurrea legge. Sempre ehe pero
tale air ineiroa si presenti, e offca quel caratteri microsoo-
pici, che diro piu avanti, si puo lenerue naturale ed Inte-
gra la sostanza. L' aspetto lobuloso o acinoso della super-
ficie della eassula, e la presenza di alcuni corpetti rotondi,
che variano dal volume d' un grano di miglio a un pisello
annessivi, formati di sostanza gialla, con al centro una
sostanza nera, s' accordano perfeltamenle con la sana
loro condizione : fuor della quale sarebbe riuscilo sempre
impossibile il poterne statuire e i'ermare il naturale peso.
Meckel riduceva a una dramma il natural peso de'reni
(1) Qiiejta sostanza, ch' io chiamo perlacea uvvero opalina, fu
desciitta flal Bergmiinn, cnnie una sostanza pallida, del colore del conio
di bue, 0 della parte anferiore dell'unghia iimana, situata nel mezzo della
sostanza midullare, e piii dura. Egli ne vuole la esistenza eccezionale e
(iriginata d;ill' iuduriniento. Invece e un' eccezione il non iscorgerla. G.
Cuvier la descrisse nei rosicchianti quale noccinolo della sostanza nii-
doliare.
— 623 —
succeoturiati nell' adulto. L' illuslre prof. Tigri Jo diceva
oscillare, senza alcuna dislinzione di eti, tra i due danari
e i cinque e mezzo ; cioe tra' grani 38 a peso veneto, e i
104 e % (I).
lo mi feci a determinarlo, di 10 in 10 auni, nolle varie
eth della vita estrauterina ; avvegnache non avessi modo
fin qui di potcr fare la cosa medesima per la vila enibrio-
nale.
locominciando dal primo deeennio ; cioe dalla nascita
fino ai 10 anni ; in un feto niaturo, nato raorto della sla-
tura di 47 centimetri, in ciii non ho potiito pesare la capsu-
la destra che, per fralezza, staccandola, si riippe in minuz-
zoli, la sinistra sola pesava grani 35 ; menlre in altro feto
maturo, pur nato morto, della statura di 43 centimetri, la
capsula destra pesava 23 grani, 24 la sinistra.
Da indi fino a' 4 anni e % le capsule presentano sem-
pre un peso minore. In un bambino uell' eta di 8 niesi,
raorto improvvisamente per ammollimento cerebrale e in-
gorgo a' gangli mesenterici, la capsula destra pesava 9 gra-
ni, 10 la sinistra. In un bambino, in eti d' un anno, le due
capsule pesavano, I'una 9 e I'altra 9 grani e mezzo. Ma piii
tardi, verso il quarto anno, le trovai crescere. Invero, in
una fanciulla in eta d' anni 4, morta di febbre tifoidea, la
destra pesava grani 47, 38 la sinistra, sebbene dopo le os-
servassi decrescere ancora, percbe in un fanciullo sui 7 anni
si presentavano d' un peso eguale all'indicato, e minore
d' assai in uno di 10, nel quale le due cassule avevano il
complessivo peso di grani 38.
Qui m' 6 d' uopo avvertire, che di questa decrescente
proporzione delle cassule occorsami dopo la nascita, po-
(■l)Huskech determiiio il loro peso uell' aduHo da' 4 ai 9 scnipoli:
Krause dagli 80 ai 90 grani. ., ■ • ■ -.^
— (m —
trel)bo esserc fol[>a la mala Ilia consuntiva, per cui soiio vo-
luiti a morle quosti haiubini ; o alracoo iiou saprei coinc
ila mo sgombianie del Uitlo jl sos|)etlo. Iiivcio, iie' due feti
matiiri iiali cslinti, lio poUilo ricoiioscerc Ic due (lescrilte
soslanze, pioprie di tali organi, la gialla o I' oscufa. Inve-
oe, iie'meiizionati Inimbini, le ca|)sitle si soltili sopra la base,
clie Irasparivano tagliate, inoslravano alia supei'licie delle
loio sczioni la sostaoza esterna giallo cliiara, con in mez-
zo una sollile linca nei'a, dovuta a un po' di sanguigno li-
quore eontenulo nella loro cavita. Alia base poi, ove la
capsula appaiiva piii spessa c non trasparente, si aggiuuge-
va alio sti'ato esterno uno inlerno uraido molle d' un gial-
lore divei'so, canciino, o allro, ])ei'6 sempre cliiaro, cor-
rispondente alia cavita. ■,, ; .<. Mir,
Dir6 gli cstrenii pesi uelle et^ successive.
Da' 10 a' 20 anni il minimo peso da me riscontrato in
tali organ i, fu di 34 grani il destro, di 32 il sinistro; il
raassimo di 78 grani il destro, di 57 il sinislro.
Da'20 a' 30 anni il minimo peso delle capsule sopra-
renali parve di 54 la destra, di 50 la sinistra; il massimo
di 00 grani la destra, di 85 la sinistra.
Da' 30 a' 40 il minimo peso si mostro di grani 65 la
destra, di 3 4 la sinistra; il massimo di 90 la destra, di 90 la
sinistra.
Da' 40 a'50 il minimo peso era di grani 40 e '/„ la de-
stra, di 50 la sinistra; il massimo di 120 la destra, di IN
la sinistra.
Da' 50 a' 60 di grani 65 la destra, di 41 la sinistra il
minimo peso II massimo di 156 la destra, di 1 10 la sinistra.
Da' 60 a' 70, di grani 55 il peso minimo la destra, di
56 la sinistra. II massimo di 58 la destra, 68 la sinistra.
Da' 70 agli 80, il minimo peso di iO grani la destra.
— 625 —
di 48 la sinistra; ii massimo di GG grani la dosha, di 72
ia sinistra.
Dagli 80 a' 90, di 60 grani la destra, di 40 grani la si-
nistra il rainimo peso. II massimo si trovo essere di 67 gra-
ni la destra, di 78 la sinistra.
Risulta da tutto qiiesto die dalla prima adolosccnza alia
pill tarda vecchiaja il minimo peso e nell'adolescenza: 66
grani il complessivo peso delle due capsule ; il massimo e
da 40 a oO anni: 23 i il complessivo peso delle due capsule,
cioe 3 danari e */„ il minimo peso nelladulto, 12 danari
e % abbondanli il massimo.
Istituendo poi il paragonc del peso delle cassule ne'due
sessi, risultava ilie sopra individui di eguale ela, o tjuasi,
il peso, in parita di circostanze, pareva minore nella fera-
mina die nel raaschio; pero con varie cccezioni.
Mi fu impossibile lo staluire alcuna legge intorno al
peso delle capsule soprarcnali in comparazione a quello
ddia milza per la dilficolla di riscontraria Integra in ispe-
cie nei cadaveri degl' individui, die rauojono ne' riparti
chirui'gici. Solo mi sonibro notabile la dilTerenza nel pe-
so si delle capsule e si della milza iiedue feti die nacquero
a termine morli.
In quello invero,in cui la sola capsula destra pesava 36
grani, la milza pcsavane 76; neU'altro, in cui una delle capsule
offriva il peso di 23 grani, I'altra di 24, la milza non pe-
sava cbe 33 grani senza spiccata dilTerenza nella tessitura
<lelle due milze: succosa ndl'una e ncllaltra, e di colore
nericcio: solo nell' una tendente piii al bruuo, neiraltra al
rosso, chiarificatesi al conlatto dell' aria in anibedue.
Ne anche il peso de" reni trovava con qudio dello ca-
psule alcuna costantc ragione ne diretta ne inversa. Meckel
« Kolliker dissero die, ne'priniordi dell evoliizionc cmbrio-
Serie III. T. IV. 81
— 620 —
nale la oapsiila soprarenale e pii'i del proprio rcnc volunii-
nosa; cbe la pareggia, al terzo niese, in volume^, die al se-
sto il peso della capsiila sta a qucllo del renc come 2 : 5,
ncl feto a lennine come I : 3, neiradulto come 1:5. A
me non risultano, per la vita estrauterina, csatte qiieste
proporzioni. Ne'due feti nati morli trovai la proporzione
Ira il peso della capsnia e del rene come 1:4; nelT iiifan-
zia da I a' 4 anni, come 4 : 22 ; non senza peio qualche no-
tevole eccezione. In un bambino in sui 4 anni, in cui
era atroflco il rene dcstro, queslo con la sua capsula uni-
ta pcsava di'amme due e grani due. Non gli ho separali per
non guaslare il pezzo (I). Pero allindigrosso la capsula pa-
reva costituire una quarla parte del rene. La sinistra ca-
psula poi stava al rene corrispondente come 1 : 32. In un
bambino in eta d' un anno e mezzo, la proporzione, a
destra, era di i : 3, a sinistra era eguale il peso del rene
a quella della sua capsula, cioe di gr. 19 in ambcduo.
NelTadulto influe tali sono le variela nel peso di cia-
sclieduna capsula in paragone del proprio rene, die il ri-
durle a legge sarebbe disperazione.
Avendo in tal modo potulo fissare a un dipresso il
natural peso delle cassule surrenali, sono in grado og-
gimai di poter valutare quelle d' un negro, della razza
etiopica, di cui mi fu dato ispezionarc il cadavere: ed
averne cosi un rilevamento assai acconcio per la questione
della separazione ed eliminazlone del pimmenlo, atlribuile
a tale organo. Queslo negro, nominato Tomnuiso Butler, in
eli d'anni 41, provenieute d' America, ed esercitante la
professioue di cuoco in una nave mercantile inglese, era
stato accolto lo scorso deccmbre per paralisi allc iule-
(I) V. Tav. V, fig. I.
— 027 —
riori estremilu nol riparlo medico del noslro dottore Ziliot-
to. Essendovi morlo, ottenni dalla geiitilezza di questo
valoroso collega cd amioo di polerne con lui esaminai-e il
cadavere. Trovammo ammollila la parle iuferiore della
midolla spinale, sani gii altri visceri.
Pel subbielto noslro rilcvai la statura di questo ne-
gro, pari a l,G2. La uiilza pesava circa un'oncia e 10 grani:
c prcscalava una chiazza nera nel superficiale parenchinia,
die arrossava all' aria: qiiindi non era pimmento. Del
resto la compagino di questo viscerc appariva sana.
Riguardando ncl luogo occupato da'reni e dalle capsule,
e' pareva a prima giunia die qucste, ingrandile, si esten-
dessero a tutta la periferia di quelli, e li circondassero.
Era una striscia addensala di adipe, die avvolgeudo 1' una
e r allra capsula, attorniava cosi ciascuno degli annessi
reni. Depurando per6, con accurata dissezione, da questo
grasso le capsule, si e potuto disarainarle a nudo e net-
tissime. Aveva la deslra la figura d'un vero caschetto;
la sinistra era qual si presenta ne' piii dc' casi, serailu-
nare. La prima aveva il peso di 1 10 grani e stava al suo
rene come I: 8 alTincirca: la scconda pesava grani i04, e
stava al proprio rene come I: 7 e %. Quindi il comples-
sivo peso dcllc due capsule si levava flno a 214.
Rammcntate clie in un uomo,la cui eta spettava al decen-
nio medesimo a cui corrispondeva Velh del moro, cioe tra
i 40 e i 50 anni, il peso complcssivo delle due capsule era
di grani 231. Erano qucste le capsule piii svikippate cli' io
mi trovassi mai. Seguivano iramediale, nel precitalo nove-
ro, quelle del moro.
Avevano dunquc le costui capsule soprarcnali uno dei
maggiori gradi di sviluppo di cui mi si presentassero tali
organi suscettibili: e la slruttura eranc pur sana ed into-
— G28 —
gra, da non poler siiscitarci il minimo diibbio, che ne
aocrescesse la massa qiiaklie niorbosa coiulizione ; tanto
pill die Iratlavasi tl'un cadavere, in cui^ traiinc la midoUa
spinaie, nessiin' allra parte aveva il minimo senlorc di sen-
sibile lesiono.
Ora, se fosse uflicio delle capsule il separare il pini-
inento per eliminarlo dal corpo, a ciie sarebbe giovato
tanlo sviluppo di capsule in questo Etiope, in cui il pim-
mento era deslinato, anzicbe ad essere eliniinalo per que-
stavia, a intensamenle colorare tutta, quanto e diffusa, la
superficie cutanea?
TVe si sospelti che la grandezza delle capsule in questo
individuo fosse proporzionale a una piii elevata statura
di cui fosse dotato. Le capsule non sono mai proporzionale
alia statura : e in un individuo, dell' eta del raoro, e di
niaggior statura, erano assai meno pesanti le capsule.
Ne si dubiti, che negli Etiopi le capsule possano palesarsi
piu sviluppate per separare, e diffoudere poi verso la su-
perQcie cutanea il pimniento. Vedemmo come offrissero un
maggiore sviluppo in un uorao di razza bianca, che, d'al-
tro canto, non manifesto alcuna traccia di collezione pim-
mentale in nessun' altra parte poriferica ne centrale del
suo corpo.
Possiamo dunque dal solo fatto del moro venire alia
conchiusione, che le capsnle soprarenali non servono a
separare il pimmento, ne per eliminarlo dalV organismo
ne per di f fonder velo (I).
Altri corollari intorno la fisiologia delle capsule posso-
no rilevarsi dalle menzionate valuiazioni del loro peso.
(1) Dissi dal solo fatto del Moio ; perciocche varii scrittori niostra-
rono, con altri argoaienti, che le capsule Udii servono a elimiuare il
piminento: tra'quali, nella sua precituta Memoriii, il noslru dolt. Namias.
— 029 —
Riguardando il loi'o inaggiorc sviluppo neU'enibiione,
fu detto che sono residui della vila enlro-uterina. Le se-
giiate proporzioni per6 dimostrano fiilso un lale asserlo.
Se le Irovammo scemar di peso no'priiiii aiini dopo la
nascita (lo che potrebbe addivenire dall'atrofico raorbo che
spense la vita), le scorgeramo prendere, iielle successive eta,
un iiolevole sviluppo. Cosa oTfre di simile il limo, orgaiio ve-
racemente embrionalc? Che, se vorreaio alquanto interiiarci
nella loro organizzazione, avremo cagione onde persuaderci
ch'essere noQ possono essere ne iiierti, ne vane ancor negli
adulti. Tra le molte loro aitcrie e spiccatissima la soprare-
ixale che proviene dall'emulgente. La principale vena dis-
corre la lioea mediana della superfieie anteriore deH'or-
gano, e aperta disvela un gran nuniero di orifizii scolpiti
nella sua parete, che sono le iraboccaturc de'molti rami
che si profondano nel parenchima, e sono avvolte nella
sostanza opalina o perlacca, che ho gia descriita.
La nobilla poi di qnesti organi e fatta palese da'copio-
sissimi nervi provenienti i piu dal sistema ganglionico. Se
n'lia un saggio uella Tav. IV, ch'e una copia d'una mia
preparazione anatomica stata disegnataeon molta esattezza
dal noslro dottor P. Gradonigo. Vi si scorge una miriade di
filetti nervosi che, provenienti dalgrandenervo splancnico,
dal ganglio semilunare, dal plesso renale e dal solarc, pas-
sano alia capsula soprarenale, che qui e la sinistra. Cir-
condando la vena, 1' artena c le sue piu rainime ramifica-
zioni, questi nervolini formano tra se un intreccio, le cui
propagiui s'aggruppano in piccoli nodi alia superfieie della
capsula, de'quali i tenuissimi iili la penetrano, senza che
sia possibile seguirli sino alia loro estrema destinazione(l).
(1)V. Tav. IV.
— 030 —
Tali iiilrccciamcMiU di vasi o di norvi formano la pai'te
essenziale doir organo. Gli altri dementi aiiatoniici, al par
file il peso e 11 vohinio, furono cliiamati incostanli ; nalu-
I'ale elonionto, non palologico, e tcniilo il grasso, priucipio
idro-earl)onal(), vario in (iiianlil;"i, secondoclie bi'eve o cun-
seciiliva fii la malallia clie prodiisse la ni()ilc(l).
il niicruseopio disvela quesli clemenii, cirio non neglossi
d'indagai'c con I'assistenza del valente giovane medico,
dott. Rict'lieUi, esperto niicrogralb. Vi si Irovano del!e cel-
lelle adipose plu o nicno abhondanli, de'lilanicnli di les-
suto iinllivo, delle cellule a margine spiccalo con iino o piii
noeeioli, rotondo, ovali, caudate. L'elemenlo piii costante
pero e un ammasso granelloso distribuito in cellule piii
o nieno am[)ie, talora riunite in serie paralclle, e distinte,
talora confuse a formare de'cilindri allungati, retti o
curvi, scparati o riuniti no' lore margini. I granelli, clie
compongono questi ammassi, sono tenute per miscele di
ccllette e noeeioli, ovvcro per granellazioni non ridotte
ancora a cellule, o usiite dalle celiule rolte, c disposte nei
Jnodi anzidetti, o in altri ancora. Perciocclie io vidi talor
que' granelli interposti a'fasci o agli intrecci di fdaraenti
di tessuto unitivo, abbastanza spiccati.
Talora in mezzo gli ammassi si scorgono appena segnati
e in istato embrionalc i filamenti unitivi stessi: altra volta
i loro contorni sono disposti ecompresiin aree dclla for-
ma di foglie unite e comunicanii nel mezzo. Questi ammassi
granellosi si scorgono in maggior copia nclla sostanza
(I) Ne anclie i celebri Berj^mann, Pappenheim, e liolliker; che
avvertirono puie la graii copia di nervi in tali oigaiii, hauno potuto
seguire i loro Cletti e' loro intrecciamenti entro la sostanza di essi.
Pappenheim scorse ancb' eyli i descritti uodi, chianiaudoli globelU gan-
glionari.
— 631 —
opaliiia ; iiella corleccia e ne'corpicelli piii abbondano gli
element! adiposo c unilivo. Nella soslanza interna poi
Kolliker scorsealcunecellette angolose spettanti al sistema
de'nervi gangbonici, cbUo non vidi mai, forsc per la rapida
cadaverica alterazione chc suol provarc qtiella sostanza.
II deScritto elemento granelloso sembra coslituire il vero
parencbima di tali organi, ne si puu disconosoci'vi il carat-
tore e linipronta di parti, sii cui si adempie iin lavoro as-
similalivo del sangue cbo vi aflliiisce.
Fu asserito clie tra questi dementi, prevalendo ne'veo-
cbi I'adiposo, Tatroiia dclle capsule aggiunge in essi il
sommo grado, qiiando origini da luogo c consuntivo mor-
bo. Invece noi vedemmo qual peso e sviluppo considerevole
possano offrirc le capsule perfino nell'cstrema vecebiezza.
lo lo trovai infalti, in im veccbio piii cbe ottuagenario,
morto di malattia consunliva, superare quello disimili or-
gani, spettanti a un uomo siii 00 anni, vcnuto a niortc
per cardiaca ipertrofia. Ne avrci [lotnto sospettarc a quel
maggior peso contribuire lo siero diffuso per la corapage
dell' organo stantc la facilita e la frequenza dcgli slrave-
namenti sierosi nelle malattie consuntive. Lo siero snolo
raccogliersi, in siffatti casi, ncl tessuto cellularc cbe este-
riormente raccoglie tali organi, cbe s' incontra ripieno tal-
ora di gelatina disciolta. Ma, sotto la membrana propria
o nella compagine dell' organo, non mi fu dato, almeno
nelle capsule da me esaminato, e ne ancbe quando ci aveva
idropc ascitico o anasarca, di seorgervi dello siero giammai.
A tale atrofia dcgli organi soprarenali ne'vecchi quclli,
cbo gli credono destinati aireliminuzione del pimnjento, re-
putano le collezioni e le el'tlorcscenze pimmentali, cbe si
prcsentano nelle membrane e nei visceri interni nell' ulti-
ma eta della vita. Parinientc ne fu incolpata la degene-
— ():i2 —
riizionc Uil)erc(»lusa di ossi orgaiii, die fit delta assai frc-
qucnle coinpagna de!la liibercolosi polmonare.
Talo pimnionlo scorgcsi alia suporCicie inlcrna dclla
membrana proitria (hj'visccri paroncliimalosi, di'l fcgalo,
dolla milza, do'polmoni; o nello stosso loro parciioliima su-
bilo solto la inonibraiia : nel quale paienchima foimano
dellc chiazze piu o tneiio aiiipie nerissimo, che iion arros-
sano coir esposizione all' aria.
Nelle membrane coslituisce delle efllorescenze in sem-
bianza di strie, di ramilicazioni, di reli, di punleggiaturej di
boUoiii (I). L'acfpia, ia cui si pongaiio a macerare anclie per
scttc od olio gioriii, noii clie Taria, non le ailerano punto.Le
scorsi in 5 casi; in una donna siii 3G anni morla di spleni-
te, in un uomo sui 'til, morlo di tubcrcolosi polmonai'e; in
uno sui 57 morlo di resipola con caratleri edemalosi; in
uno sui 70 anni, morlo di pleuro-pneumonile; in uno sugli
80 morlo di malallia lenla e marasmaliea.
IIo polulo dcsumere da lali osservazioni:
i." die tali efflorescenze non sono proprie solo dell' e-
streraa vecchiezza, ma anche della gioventu e dclla virilit{!» ;
2." che in quesli casi le capsule erano scevere di qual-
siasi vizio nella tessitura, e attingevano quel grado di evo-
juzione, di che sono susceUibili in quella data eta: mentre
ne'casi, in cui, entro i detti limiti, parvcro meno sviluppali,
pur non era sentore di pimmento;
3." ch' erano lesi in quel casi i principal! visceri sangui-
ficalori, in ispezie i polmoni, il fegato, la milza. Solo in un
case avevaci tubercolosi polmonare, in cui erano pur sane
le capsule.
Che assai rade volte alia tubercolosi de" polmoni, o
d' allro organo o lessulo, partecipino le capsule fu gia
(1) V. Tav. V, fig. IF.
— 633 —
da allri dimoslrato. In questo le capsule somigliano la rail-
za. Vidi talora de' gangiii linfatici tubercolosi attorniare
e cignere tali organi, parteciparne il peritoneo die li cuo-
pre: immune esseiido la compagine di quelle.
Di 25 casi di tubercolosi, Iq soli due offerivano qualche
tubercoletto le capsule.
Erano granelli grigi, identic] a' veri tubercoli, end' e-
rano disseniinati i polmoni; disccrnibili da' corpicelli natu-
rali deH'organo per questo, che tagliati non offerivano,
neppure all' occbio armato di lente, le due soslanze gialla
e nera propria degli ultimi.
Pero, senza il microscopio, non si puo aver scmpre
una perfetta sicurezza, che non incorrasi in qualche abba-
glio. In un caso di tubercolosi pohnonare, in cui si pales6 la
tinta cutanea, e gli altri sintomi del morbo dell'Addisson, e
in cui le capsule mentivano, a primo aspetto, una degene-
razione tubercolosa, il sig. Robin non ci trovo che globetti
adiposi e pus. Avendo, or fa pochi giorni, osservato nelle
capsule, tra gli altri corpicelli naturali, un piccolo granello,
in cui non erano evidenti le due sostanze, lo sotloposi in
compagniadelsoprallodato dott. Ricchetti al microscopio per
assicurarmi che non fosse un tubercoletto. Non ci tro-
varamo che del tessulo unitivo, con aleune cellelte adipose,
e aleune granellazioni identiche a quelle che dicemmo co-
stiluire la parte parenchimatosa delle capsule. Era dunque
uno dei corpicelli naturali di queste.
Rilevasi da tulie le detle cose, a che riesca alGne 1' ar-
gomento delle collezioui ed efflo-escenze pimmentali dei
visceri per atrofia e per degenerazione delle cassule surre-
nali. Tornando poi alia precitata osservazione che nei casi,
ove scorsi tali efflorescenze, erano sane le capsule, e am-
niorbati altri visceri assimilatori, puo lenersi che appunto
Serie III, T. IV. 82
— 634 —
a vizio di tali visoeri, piiiltostoclii' delle capsule, dcbba at-
tribuirsi le inollc voile la liiita cutanea addissoniana, e tal-
ora anche a quoila specie di dialcsi pimmenlale, a cui ri-
volse r altcnzioiie rillustre prof. Tigri.
Nelle osservazioni speoiali dell' Addisson non si trova
ben delinita la tinla cutanea del nuovo morbo ch'egli bay
descritlo: la dissc ora bruna, ora brunaslra, bruno oliva,
oliva carica, bruna carica, bruna particolare^ oscura; bruna
o olivo-giallastra, bronzina, quasi nera, ramca oscura. Al-
cune di questc tinte scorgonsi spesso in certi infermi dl
malattia cachetica, anche ne'i'iparti chirurgici, per lesione'
degli organi sanguificatori. Una tinta gialla fortissima vidi
svilupparsi in un'infezionc puiulenta per grave frattura
articolare d' una garaba, che porl6 flemmone, suppurazione,
grave guasto alia parte offesa, morte. Si trovarono alia
necroscopia, ammalati i polmoni,eil fegato sparso di ascessi
inetastatici circondati dal parenchima epatico ammalato
nero e putrefalto. In lui villico, abitatore del prossinio e
paludoso Campalto, entrato nelle niie sale per incipiente!
cangrena scorbutica alle dita del piede sinistro con livido
gonfiore alia ganiba corrispondente, color bruno assai foscO
alia pelle e somma spossalezza delle forze, si trovarono, dope
la morte, ipertrofici e congest! il fegato e la railza ; epatiz-
zato in buona parte uno de'pohnoni, congesti ambcdue. Le
capsule non erano in questi due casi, die un po' brune ej
infralite. Quelle del villico di Carapalto, ch' era in eta di 47i
anni, aveva il peso complessivo di 187 grani; e al micro
scopio non presentarono che i solili elementi, cioe delle ve-
scichette adipose, il lessuto unitivo, P ammasso granelloso
Chi vorrebbe qui incolpare della tinta oscura cutanea le ca-
psule, anziche la cachessiaper lanial'aria, e lo stalomorbos*
degli altri visceri assimilanti ? '
— 635 —
Escliise futte le teoriche immagiDale ad *ispiegare e
statuire 1' azione delle capsule; cioe clie sieno organi se-
cretori, meiitre ohe la pid minuta anatomia non Ti scerne
condotti escretori, e ch' abbiano attinenza colle furizioai
genitali e renali ; mostrata insussislentc Y uUima teorica,
che servano a eliminare dall' economia delia vita il pim-
mento, non sarebbe Iccilo il lentare altra splegazione? In
tali emergenze credo che in ogni scienzapossa essere, non
che lecita, vantaggiosa una conghieltura, un'ipotesi,purche
sia ragionevole, e abbia 1' appoggio de' fatti. Sostenete
adunque che una brevemciite e rimessamente io ne avanzi.
Fu riconosciuto spellare i reni succenturiati al sislema
delle, 'ghiandole sanguigap, in compagnia del limo, delta
milza, della tiroidea. L' influenza di queste, e quindi anche
delle capsule, suHematosi niuno oggimai disconosee.
Che le capsule soprarenali sieno organi esercitanti
un' azione su tale processo, Io desuraeva lo stesso jyeckel
tra le allre cose dalla libera comunicazione di esse ( per
noi confermata) col sistema venoso, tale che al nostro dot-
tissirao Benvenisti piacque considerarncle un'efilorescenza:
Quello pero, che rende tali capsule siugolari dalle altre
ghiandole congeneri, tj I'imnKinsa ricchezza, git! per noi di-
mostrata, de'ncrvi provenienti speciahnente dal ganglionico
sistema. Perche possedera si pochi iiervi la milza, che ha si
slretta corrispondenza colfematosi, cle altre ghiandole san-
guignc, die tra so, colla milza, colle capsule possono vi-
cendevolmente sopperirsi, e ne andranno si copiose esse
capsule?
Una delle due: o questi nervi governano un' impor-
tante funzione delle capsule , o le capsule servono per
r importante funzione dei detti nervi. Poichu la supposta.
essenziaht^ alia vita dell' elinjinazionc del pimraenfo e og-
— 036 —
gidl osclusa, insiemc olla inentovala funzionGdelle capsule,
io mi appiglio alia seconJa spicgazionc, e lengo die lo ca-
psule servcino a'detti nervi (1). Esse provveggono Ic parti
eentrali del sisteraa ganglionico d' un saiiguc elaborato e
sgombero di principi carbonic!, vcro esscndo per legge
fisiologica, che uii sangue dotalo di siuiili qualita sia indis-
pcDsabile alia vita c all' azione do' cenlri nervosi, e dollo
stesso cervello. Le ragioni e' fatti, dai quali pu6 tale ipotesi
essere sostcnuta, tornano a'seguenli:
I. I due gangli semikmari, e il gran picsso celiaco,
che somministrano tanli nervi alle capsule, costituiscono
il piu centrale punto dc' nervi della vita vegetativa, il ce-
rebro addominale, come e cliiamato da qualche fisiologista.
II. La slrutlura delle capsule componesi di un iessuto
unitivo, con cellule adipose, che legano e avvolgono i vasi
e' nervi, e di un parenchima, i cui elementi, palesati dal
microscopio, segnano un organo assimilativo. Gall aveva
scorsa ' un' analogia tra la ghiandola pineale e le capsule
soprarenali. Kollikcr ascriveva alio gliiandole sanguigne
la corteccia, e la sostanza interna, ove scorse coll' occhio
armato di microscopio delle celletle nervose ganglioniche^
come dicemmo, al sistema nervose ganglionare. Se faceva
un solo passo su questa traccia, trovava che la prima serve
a elaborare il sangue per la seconda (2).
(1) Bergmaiin aveva accordato anch'egli alle capsule un' azione
nelle fuiizioni del sislenui ganglinnare. Faceva per6 niuovere tale azione
dalle due sostanze. cdiisideiandole, in qnalche guisa, come piastre gal-
vaniche. Era diinque per lui ogiii capsula un eleniento di pila eccitairte
il sistema gangliare: opeiaute cosi in modo diiianiico, non assimilativo
(2) Le ut!ineiize scoite dallo stesso KoUiker nelle estreme ramiflca-
zinni de' vasi arteriosi e venosi delle capsule, e le due sostanze, trarreb'
boio a ciinfermare la nostra ipotesi (ROlliker, Elementi d' Istologia
Umana, traduzioue fraacese 1856, io ^.", pag. 550). Serve anche ad
— C37 —
III. Con tale ipotesi, senza escludere 1' attuosita di tali
organi nella vita estraulerina, si spiega il perche si pre-
sentino piii sviluppali neirembrione, clic ha d' uopo d' una
maggiore energia di funzioni vegetative.
IV". Tale mia ipotesi si acconcia alia spiegazione delle
varie risnitanze conseguite dalle csperienze islituile affinc
di fermare la funzione delle capsule, e appoggiare le varie
sentenze.
1 ." Confermano le relazioni di esse colle gliiandole san-
guigne, alcune delle ultimo esperienze di Brown-Sequard
Delle quali, estirpate le capsule, vide poi ingorgate negli
animali assoggettali a quelle esperienze il tiiuo e la ghian-
dola tiroidea ; e quelle del sig. Philippeau clic vide, ne' ratti,
seguire a tale estirpazione TipertroDa della milza con en-
trovi molte bianche granellazioni.
2." Nelle estirpazioni delle capsule cseguite ne'bruti dai
raentovati due fisiologisti, dal Gratiolet, da'sigg. professori
Beruti c Perrosino, non e falto cenno di collezioni pim-
meutali : prova chc non servono le capsule a eleminare il
pirn men to.
5." Dopo le esperienze del sig. Philippeau sui ratti, e
le vivisezioni de' prelodati professori lorinesi Beruti e
Perrosino, deve tonersi rilevante alia vita, ma non assolu-
tamente essenziale, la funzione delle capsule, come credeva
il Brown-Sequard che, temperando, dopo le esperienze del
accrescsrle valore un'osservazionediG. Miiller(iS".4rc/(/y. •1840, pag. 552).
Un taglio praticato sulla ghiandoUi, laseiava scurs^ere, nel mezzo, I'iiper-
tura della vena, poi un eerchio trasparente, in apparenza privo di strut-
tura, indi cerchi composU di granellazioni bianeastre, che circondavano
alcuni nodi di vasi (sostaiiza niidollare). Qiiesti vasi divenivano laggiauti
air esterno, e degeneravano in un eerchio giallastro senza struUiira
(sostanza corticale). — Buschke, Splancnologia, nelV Enciclopedia Ana-
lomicu ecc. .... . ^
~ 038 —
sig. riiilippoau, la propria asserziono, ilisso clio la fiiiizione
tlegli organi surcnali ha grande non essenziale rilcvanza,
inaggiorcpci'o elio qiiella do'rcni. La funzione, die a noi scui-
bra di asscgnaroa quogli organi, e taledapotorsi tcncrccoin-
patibile per qiialclie tempo con la vita la loro raancanza o
abolizionc, come acoadde nello sporionze del Pliilippeaiix.
Riiiiaiie pei'6 sempre a decidcre, dieli'o quel!'? espcrieiize,
Clio a qiial terininc la inoiie rapida o lenla seguifane sia
altril)iiii)ilo alia iolta funzionc degli organi, o alia gravezza
della falta losione.
4.° Cerlo e cbc a quosla si dcbbono raoKi de' gravi
sintomi, clie si siiscitarono negli aniinali, in cui fu operata
r eslirpaziouo delle capsule, stante la lacerazione avvenuta,
neir esperienza, di molti nervi, e degli stessi gangii seniiki-
iiari; ad essa aiiehe le allerazioni nclla crasi del sangue, c
qiielle che in tal crasi scorse il Browii-Sequard nell' in-
fiammazione cnzOotica di talc capsula dc'conigli, crano do-
vute a tali nervi.
Le comunicazioni poi di tali nervi colla midolla spinalo
spiegano Tiperemia, die questo tlsiologista vi Irovo dope
il troncamenfo del cordonc nervoso delle vertobre in certe
regioni. TVel moro, in cni trovammo raniniollita la midolla
spinale, le capsule erano sane. Indicai incerie le risuUanze
delle csperienze sui vivi animali, per statnire le funzioni
dei reni succenturiati, dopo aver mostrato come sia pos-
sibile aggiungere lo scopo seguendo i dettati dalla piu
scrupolosa anatomia normale e palologlca. Tale e la sen-
tenza ancora delT Ilarloy, die aggiungendo agl'indizi delle
"vivesezioni quelli dell' istologia e delle diimiche indagini,
venne a condiiusioni non diverse dalle nostre: e disse, tra
-le altre cose, che quando 1' eslirpazionc delle capsule nei
brnli 6 seguita da morte, e per lesiono de'tessuti circo-
— G3i) —
§tauli, e forse piii spesso della nulrizione de ncrvi gan-
(jliari: proposizione ch' avvalora niollo T ipotcsi, cL' ebbi
lonore di assoggetlare lio qui al giiidizio vostro.
SPIEGAZIONE DELLE TAYOLE.
Tav. IV, Fig. I. A,rene sinistro — B, capsiila soprarenale sinistra
rovesciata. C, arteria renale o emiilgente — D, vena re-
nale. E, plesso solare nella sua nicchia cellulosa. F, gan-
glio semilunare. G, plesso renale. II, nervo glande splae-
nico. I, arleria soprarenale. L, vena soprarenale con en-
tro uno stiletto. M, esteso e minute intreccio di filanientr,
provenienti dal glande splaenico, dal ganglio semilunare,
dal plesso solare, dal plesso renale, e formanli sopra la
capsula i nodi ganglionici gia indicati.
Tav.VjFig.I.Unrene alrofico colla sua capsula, veduto in ambedue
le snperficie; alia parte destra della lavola la superficie an-
teriore, alia sinistra la posteriore. C, la capsula: D, il rene.
Fig.II.Porzione della membrana piopria della milza colle de-
posizioni pimmentali nella superficie interna.
Fig. III. Sezione d' una capsula soprarenale, con le tre
sostanze, e la boccuccia venosa nel centro della perlacea.
II s. corr. Giovanni Yeliido Icggo la seguente
Memoria Intorno a Bahria.
Neir anno 1843 il sig. Minoides Minas, nato in Serredi
Macedonia, ritornava a Parigi da un viaggio letterario fatto
in Oriente, dove il sig. Villemain, allora Ministro della pub-
blica Isti'uzione, lo avevainviato. E ne ritornava, seco re-
oando pregevole quanlita di opero antiche, o di fraramenti
di opere, potuto in parte acquistarne i codici, in parte co-
piarli. Giova tra quelle accennarc un brano del ventesimo
— 640 —
libro di Polibio lo storicu ; parecchi di Deiissipo e di Eiise-
Imo ; un trattato di Filostrato sulla giiinaslica ; un altro di
Gregorio Corintio dolla Sintassi ; alcmii scritti di Gemisto
Plotonc, e alquanto di Icggi civili e canonichc. Ma ben piu
che fuggevol ricordo nierita una raccolta delle Favole di
Babria (o altraiiicnlo I^alirio) dal greco iilologo scopcrta
nella cosi delta Laura (cioe uionaslero) di sant' Atanasio
sul inonte Alhos ; la quale raccolta, se non perfetta, carlo
c quanto basta copiosa a far men grave una perdita, gia
crediita presso che irreparabile. Non trattasi d' un seniplice
grammalico, non d' autore vissuto a que' tempi, ne' quali
ogni spirito d'imaginazione parea soffocato, ogni colore di
stile morto, e le idee predominanli, alimentate dai pregiu-
dizii e dalle meschinila, mal concedevano di svolgere e con-
venienteraente condurre un subielto ; ma trattasi di scrit-
tore elegante, grazioso, profieuo (perche anclie la favola 6
parte essenzialissima della morale filosofia) ; trattasi, a dir
breve, del Fedro de' Greci. Priuio infatti a metterlo in luce
fu il celebre ellenista Boissonade ; e, dopo di lui, vennero,
tra gli altri, 1' Orolli, il Lachmann, il Lewis, lo Sclineidevvin,
r Hertzberg, e di quest' anno medesirao il dotto e modesto
corcirese Antonio Polila (I), a nulla dire di quelli che in
piu guise tentarono d' illustrarlo. Tanto che dal t844 insi-
no ad oggi piu che dodici edizioni potrebbono noverarsene
di Francia, Germania e Svizzera. Solo (chio mi sappia) non
dico ristampe, che cio non pretendo, ma neanche una qual-
che ricerca critica se ne videfatta in Italia (2). Onde tanto mi
(1) 'H Kiadiiruoi p/Xsrop/a maq "YXKnvi. Mj'p. A'. T^. A'. Kspxf'fct,
1859, in 8."
(2) Una Memoria del prof. Ab. Modestn Bonato, inforno alleCXXlII
Favole Esopiane quali ce Ic framnndo Babrin. lesjgesi uei Vi)|(inie VI
dei Nuovi Saggi delta I. R. Accademia di Padova. Padova, 1847, iu 4."
ATTI Mir 1. R. JSriTlTO lUNETO
Serie MI.VoI IT.
Tav.ir.
^^. W fRCh¥AYR
>^t^^j"': -■-
Ta\'. V
ATTl DF.ll' 1. R. ISTITI'TO FLATTO
Srrie I//. Vol IV.
C—
J-
Fur J.
; u /
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FifJ//
— 644 —
parve il tenerne parola tra voi, i quali non men di doltri-
na, die di cortesia gareggiate, quanto I' impormi il debito
di alcune particolari osservazioni (quali elle sieno) a qiie-
slo scrittore, e reodere a me cara la buona occasione che
mi ha consigliato dopo tanti anni di dovoilo rileggcrc.
Asserisce Teone ne' suoi Progianasmi (!) essersi dislio-
te le favole in sibariliche, carie, ciprie, egizie, cilicie e libi-
sliche, tali essendo le denominazioni ch' elle pigliarono o
dalle patrie de' trovatori, o da' popoli presso a' quali erano
maggiormenie usate {2).Frigie poi, o,piiicomunementeeso-
piche furono dette, non perch6 Esopo ne fosse I' inventore,
dappoiche in tempi molto da lui remoti Jotam nel libro
de' Giudici (3) racconta per modo di favola a' Sichemiti co-
me gli alberi si eleggessero un re ; e l' apologo dello spar-
viero e della \olpe, che a" potenti insegna giustizia verso i
minor!, e a noi descritto da Esiodo piii che trecento anni
prima di Esopo (4). Altre due favole, dell' aquila e la vol-
pe e della scimia, troviamo ne' frammenti d' Archiloco ; e
dopo di lui Stesicoro, conteraporaneo d'Esopo, diede agl' Irae-
rei quella del cavallo e del cervo (imitata appresso da Ora-
zio) volendo per essa lor consigliare a non farsi servi del
tiranno Falaride. Adunque Esopiche furono dette le favole,
perche il frigio o, pid autorevolmcnte, trace lilosofo seppe
accortamente valerseuc ne' varii casi della umana vita, noij
allramente che i melri e aristofaneo e saffico e alcaico ri-
cevono questa loro appellazione dal solo frequente usarne
che fecero que' poeti. Ma perche le favole, ch' io reputerei
quanto gli uomini antiche, si propongono a vero e princi-
(1) De Fabula.
(2) Mustoxidi, Vifa di Esopo.
(o) Cap. IX, 8.
(4) Op. e Giorn. v. 200.
Serie III, T. IV. 83
— 642 —
palissimo Qne lo passioni e azioni nostre, introducendo, a
velanic il senso, non pur gli aiiimali, ma que' tratli ancora
di somiglianza coll'umana specie che si dlscuoprono nelle abi-
tudini sociali de' bruli ; ie favole, dico, Irapassarono, sollo
il nome di Esopo, di generazione in generazione, alterate
si veraraente iiella esposizione, non quanto alia sostanza,
emendatrici de' costuuii, non disprczzalc dal dcbolc ne dal
potentc, perche la verik'i (e sveli pure h colpa), vestita di
semplici ed innocenti forme in guisa, da esserc indiretla-
mente credula possibiie, pu6 cnlrare animosa non meno il
lugurio de'poveri, che il palagio de' grandi. Non 6 poi ben
certo se Esopo le scrivesse in prosa, od in verso, se pur ve-
ro e che favolo scrivesse, o non piuttosto, famlliarmente
conversando, gli corrcssero sulle labbra, per una sua naiu-
rale attitudine a imaginarle, o per memoria pronta a ripeler-
le, non come sua j)ropria invenzione, ma come attinte in
Lidia, o in altri luoghi, dov' ei dimoro. Certo e bensi, che
il prirao esempio di favole in prosa abbiamo da Erodo-
to (I) ; ed e ragionevole il credere che Socrale a consolar-
si de' dolori del carcere non ne avrebbe voltalo alcune
di Esopo, se in versi a quel tempo fossero state (2).
Comunque cio sia, un secolo circa dopo la morte di
Socrate, primo mitografo, o, per mcglio intenderci, primo
collettore di favole probabihnentc in prosa, comparve De-
metrio Falcreo, insigne discepolo di piu insigno filosofo,
Teofrasto. Ma la sua raccolta, come anche quelle di Teo-
pompo e di Nicoslrato ( T ultimo do' quali viene collocato
nel II secolo dellera cristiana ) andarono per forza di
tempo perdute : ma non cosi tutlavia, che favole intere di
Esopo, o Iraccie di favole, non si rinvengano riferite da
(1) L. 1, c. 141.
(2) I'latooe, nel Fedone. — Diogen. Laerz. L. II, Sez. 42.
— 643 —
greci autori venuli dopo^ e in gran parte da Fedro e da
Aviano o imitate, o tradotte. Sapevasi ancora, per testimo-
nio di Suida, che un poeta di nome Babrlo avea mcsso in
versi coliambi (o scazonti) il piu delle favole esopiane, rac-
chiudendole in dieci libri (I), ovvero in due, se maggior
fede si voglia dare alio parole di Flavio Aviano (2). Ma di
pill non ne lascio seritlo quel Lessicografo. Ben di venti-
nove passi di Babrio andavagli debitrice la poesia, da lui
conservati e sparsi qua e cola nell' opera sua ; e forse alio
stesso Babria appartengono quegli altri non pochi cbe sen-
za norae d' autore vi sono addotti, a volerne trarre argo-
mento e dallo stile e dalla specie del metro. Yedremo poi
come venissero in ajuto alia critica.
Giova intanto accennare esser probabile che Babria pi-
gliasse le favole esopiane dalla raccolta di Demetrio Falcreo.
E la perdita de'suoi coliambi era tanto piu amara a' Greci,
quantomeno la romana letteratura per losplendido esempio
di Fedro, e altre posteriori nazioni per esempi non meno
splendidi avevano a desiderare. In luogo di Babria ci ave-
va il nono secolo traraandata una collezione di cinquanta-
tr6 favole d' Ignazio, Diacono e Magistro, da lui ridotte
eiascuna in quattro jambi e non piu. Avesse egli pure in-
catenato il pensiero, sacrificata la chiarezza alia brevita, sa-
rebbe anche bizzarria comportabile, se da questo meschino
proponimento derivati non fossero e solecisrai e improprie-
ty e barbarismi d' ogui maniera ; e pensare che di quella
stagione non furono prive di qualche celebrity ! Gli strani
effetti di una letteratura fattasi, per corruzione, o per
ismania di novita, ribelle all' autoril^ degli antichi, sono e
saranno simili in tutti i tempi. E nou per tanto Ignazio per
(i) Suid. voc. Bo(<3p/oj.
(2) iDPraefat. Pabular. -
— 644 —
piu indizii di falto ci diniostra come fino all' cti sua dnra-
vano ancora noUa iulcgiila loro le favole di Babria, dellc
quali molte cgli aveva compressc dentro gli angusti conGni
de' suoi quadornarii, non dissirailc da Damasle cbe agli ospi-
li suoi faoca recidcrc il soperchio delle membra spropor-
zionatc alia misura del letto. Stranissima 6 poi la confusione
cbe del nome d' Ignazio si rinconlra ne' codici, ora appella-
to Babria, ora Gabria, e lalvolta Gabria insiemeed Ignazio.
Se non cbe scioglie validamenle ogni dubbio il titolo d'un co-
dicc della Cesarea di Vienna (I), dal quale Babria apparisce
autore delle favole, e loro compendialore Ignazio Magistro.
Ond' e facile dedurre 1' alteruzione per velusta succeduta
del B pformalo in F in alcuno de' codici, c in altri succes-
sivamenle dalla ignoranza de' copisli ripelulo.
Del resto, non pure il secolo d" Ignazio raggiunsero le
favole di Babria, ma quello allresi di Suida e di Tletze cbe
il cilano (2) ; e siamo nol duodecimo secolo. D' allora in
poi i coliarabi Babriani scomparvcro gia stemperati in una
prosa non verameate elegante, ne IVanca, ne succosa, ma
porgente quasi 1' imagine non piu cbe di mere e scolaslicbe
esercitazioni. Egbno furono condannaili a far parle di aS-
quante raccolleprosaslicbe del medio evo, nclle quali passa-
no il mezzo migliajo le favole, cbe non solamente da Afto-
nio, da Libanio e da altri returi o granuuatici e monaci
traggon 1' origine, ma c' insegnano ancora, per la natura
delle voci e delle frasi, non meno cbe per 1' ordine delle
idee e per un mostruoso inlreccio dello spirito cristiano
col gcntilesimo, come sieno fattura di mitografl vissuli dal
nono al quattordicesimo secolo. Non e per altro negabile
(1) Fabric, Biblioth. Graec. 1, p. 398 ed. poster. — Tyiwhilti, Disser-
tat. dp. Babrio, Lond. 1776.
(2) Suida, fiassim. - Ttelze, Chiliad. VIH, V. SIG; XIll, v. 258 et 494,
— 645 —
che in quel brevi componimenli, die costituiscono lo quat-
tro collezioni a noi pervciuUe ( delle qiiali sol una ricorda
il nome del siio compilalore, Massimo Planiide) non si rav-
■visasse qua e I;'i certa finezza di modi e di stile ed ollre a
questa le coperle traccie di antico e buono verseggiameuto.
Ma repiUavasi tuUavia, per la delta oonfnsione del nome
d' Ignazio con qnello di Babria e col false di Gabria, cbe la
greca lettei-atura posscdesse ne' deformi tetrastici di colui
r operetta Babriana.
Era serbato al Benlley e, piu che a questo, alia felicissi-
ma critica del Tyrwhitt il rivendicare la memoria dell'an-
lico favoleggiatore, col soccorso di un codice bodlejano e
de'frararaenti serbatici dall' Imperatore Giiiliano (I), dal
Magno Etiraologico (2), da Suida e da Giovanni Ttetze (3)
(soli con Aviano a fame menzione). Infalti, quel doltissimo
inglese riusci nel passato secolo a redintegrare da quatlro
a cinque apologhi di quelle scritlore; e al suo esempio altri
tennero dietro ne' primi anni di questo, e il Coray e lo
Schneider e il Knoch ; i quali, camminando sulle orme del
loro predecessore, e pazientemente investigando per entro
alia prosa delle favole esopiane, e oltraccio ne' grammatici,
gli elementi de' coliambi di Babria, allre venti ne avevano
ricomposte e pubblicate col nome del loro legiltirao autore, j
a non dire di quelle, che con ardita critica e poco legittima
furono ricostituite dal Berger. E tanto, e non piu, sapevasi
del vero Babrio e delle sue favole insino alia scoperta del
sig. Minoides Minas.
II manoscritto per tanto dell' Athos (per mala ventura
incorapiuto) non compreiidc che centoventun raitiambo, o
(1) Episl. 59 adDionijs.
(2) III VOC. O^lpot^ et VtTTfUuivOV.
(o) Loc. cit. . . • :
— G4G —
favole jambiche, e (liie Proemii; e diciascuna favola i prin-
cipii, ordinali alfaboticameiilo, non trapassano 1' Omicron.
Cerlamenlc qiicst'ordinc non puo essere statodatodal loro
artefice ; ma ben ci ricbiama alia imaginazionc non cosi la
pazienza di qiiah'lie ignorante copista, conic il bisogno di
agevolmcnto trovarvi il ccrcato. Ora piii cose cl si pre-
sentano a domandare : Cbi fii questo Babrio ? quando e
dove visse ? quali iparticolari della sua vila ? — Dai cin-
que mentovati scriUori che ne lanno parola il cavarne al-
cuna notizia 6 cosa impossibile. Giova per aliro inanzi
tulto ossei'vare che le favolc ncl codice erano inlitolatc del
iiome BaXgfSpiov ( Balebrii ) , e che Samuele Musgrave,
medico di Londra, avea del 177G partecipato al Tyrwhitt
come in un nianoscritlo Ilarlejaiio avcsse egli rinvenuta di
Babria, trascrilta di mano recenle, la favola // vnso di Glo-
ve (cinquantesimaselliraa dclla raccolta) colla seguente in-
tilolazione : BaAfp/ou ;^4jp/a///S/;to/ (1) W;^^/ sz rav kt-
(TCOTTH ^v^oov (Valer'u versus coliambici ex Aesopi fabulis).
II vicendevole puntello di qucste affini denominazioni po-
trebbe per un islante indurre il sospelto che Babria portas-
se in origine il prenome di Volerio, poi tralasciato, come
avvenne di parecchi altri consimili, e fosse romano bensidi
stirpe, ma greco di educazione e di lingua, se il silenzio
de' pochi che lo ricordano non ci consigliasse a riflutare
queslo sospelto, almeno Qnchc^ da nuovo lume non sia di-
radata V oscuritu.
Indirizzando egli con fine d' istruzione la sua fatica,
secondo e manifesto dai due Proemii e dall'Apologo LXXIH,
a certo Branco, figlluolo del re Alessandro, s' impara es-
sorne egli stato il maestro ; ciocche parrebbe segno di non
(1) Leggi x'i'^'«("/3<xo/.
— 647 —
lieve repulazione avuta al suo tempo. Ma fa maraviglia co-
me il Boissonade e i critici edilori dl Babria, che gli ven-
uero appresso, abbiano riconosciutonon altro che Alessan-
dro Sevei'O in quel re, e collocbino il nostro favolatore
nel HI secolo dell' era cristiana, senza credere piu che
tanto meritevoli di alcuna considerazione le circostanze^ da
lui introdotte nelle sue favole, e di cameli e di Siri e di
Arabi (de' quali ullimi confessa avere sperimentato la raen-
zogna e la mala fede) (I) ; circostanze che ben volentieri ci
conducono in Siria, dove due Alessandri troviamo avere
regnato tra gli anni 150 e I2i prima di Cristo. E che fosse
un Alessandro di Siria puossi argomenlare dai tre primi
versi del secondo Proemio :
Mo^o; fjsi', ^ TTcCi ^ct<ri\icoc, etc.
cioe, traducendo letteralmente e conservando suo sito ad
ogni parola :
Fabnla (\uidcm, o ptier regis Alexandria
Sijrorum veterum est inventnm hominiim.
Qui jam olim {uerunt sub Nino ct Belo;
dove e da notare che gli editori di Germania, non saprei
per quale motivo, ma certo contro 1' autorita del codice e
con effetlo di evidente superiluila, la sillaba finale del geni-
tivo plurule TraXatuv (velcrum), dipendente da dv^pcoTrojv
(hominum), mutarono (non richiesto dal piede) nel neutro
singolare TroKcfAov (vetus) concordandolo con svpsfxa. { in-
venlumj. Ma se tu in quella vece la virgoja ad 'AAf^aV^pa
(I) Fav. 8, 56, 79. — Proem. II.
— 048 —
posposta nel priino verso, Irasponi nel secondo dopo la vo-
ce Xvpcoi'y nulla piu ti riiuane a diibitai-e cbe quegli noii
sia un Alessandi'O di Siria. Or quale dei due cbe vi domi-
narono ?
Se del prinio (l-iO-l 5G a. C.) cbe va disliiito col so-
prannome di Bala, io mi faccssi un tratto a rammcntare la
vita rolla a ogiii piu lurpe ambizione e lussuria c I' agitato
govorno e Io spirito niilitare, non troppo forse incbinato a
lasciarsi ciicondare da cbi professa sapicnza, il brevissirao
spazio di circa vent' aiini dopo, m'indurrcbbe piultosto a
salular Babria alia coite del secondo Alessandro, volgar-
iiiente detto Zahina (1 28-124) (I), dove forse il vedrei con-
versaro collo stoico dominatorc cbe, affabile edotio, gode-
vasi di bancbettare, come narra Ateneo (2), e Glosoli ed al-
tri uomini de'piu ragguardevoli. Avrebbe per tal guisa Ba-
bria preceduto a Fedro di presso cbe 4 08 anni, e non sa-
rebbe gii stalo a lui posteriore di quasi Ire secoii ; la quale
opinione i pifi tengono, percbe nessuno innanzi a Giuliano
il cita, e non poiigono menle cbe la niedesinia sorle tocco
pure a Fedro, uon mcmorato fra gli anlicbi scritlori cbe dai
soloMarziale, c troppo piii tardi da Aviano. Cio posto, beQ
s' appose Adaraanzio Coray (3), quando dallo stile di pocbi
ed alterati frammenti il congetluro a un di presso contera-
poraneo di Bione e di Mosco. Y. gia siamo in sugli ultimi
sforzi della Lega Acbea ; alia quale Babria medesinio par
voglia accennarc colla favola De Cani c de' Liipi ( i), dove
UQ cane di Acaia, elelto a capitano, non sapea risolversi a
(1) lust in. His tor. L. XXXIX, c. 1. — Annates regum et reriim Sy-
riae nuniis vcleribus iUustrati ctb Erasmo Froelich. Viennae, 1754, 4."
(2) Dcipnosoph. L. XV, sez. 47.
(3) Aia-aivlioiiv fxu^aii' ffU¥ay(ii-j». in PldCfat.
(4) 84.
— 649 —
entrare in guerra co' Iiipi, perch6 una sola era la razza di
quesli, ed egli in cambio vedevasi da' suoi attornialo, varii
di slii'pe e Ira loro discordi, e Cretesi e IMolossi e Acarna-
ni e Dolopi e Ciprii e Traci, Babria per tanto, se mal non
mi avviso, dee aver fatto dimora in Siria, non Siro egli
stesso ; perelie a volerc, come suocede ordinariamenle nel-
le incertezze, tener conto eziandio delle piu minute partico-
larita, 11 parziale epiteto di Tanagrei dato ai Gallctti, che so-
uo titolo alia favola V, e la disputa fra im Ateniese loquace e
un Tebano di Beozia, piu modeslo ciie rozzo, intorno alia
preminenza di Teseo e di Ercole, per poco non mi trarreb-
bono a sospettare che Babria fosse Beoto. Ne altro piu si
conosce della sua vita.
Ora venendo agli apologhi suoi, dichiara egli nel secon-
do Proemio esser nuovo 1' esempio da lui dato di cignere
ad Esopo la gaja veste del mitiambo, ed aitri dopo di lui
essersi posli invano, benebe piu dotti, alia medesima prova.
E in vero questa maniera di metro viene ricevendo dal-
r ingegno del verseggiatore tal garbo e naturalezza, che dif-
ficilmenle polrebbesi desiderare maggiore. Egualmente ma-
lagevole impresa sarebbe il volere determinare il giusto con-
fine della originalita di Babria, dappoiche delle dieci favole
della sua raccoUa (non compresi i due prologhi) le quali nou
erano conosciute prima per veruna pubblicazione fin qui
ne in verso ne in prosa, non puossi con sicurezza afferma-
re se lutte, ovvero quali, sieno creazione sua propria ; e
quella (veracemente sua) graziosissima e, come a dire, pre-
nunziatrice delio spirito lucianesco, la quale ha per titolo
i' AgricoUore che perdelte la scare (1), non porge argomen-
to bastevole a giudicare della sua inventiva potenza. Ben
(I) N. II.
^e,ie III, T. n: 84
— (550 —
diro chc, a petto di cssa favola, !c riirianenti novo disoado-
no ; c che, in gcnorale, noii ne niancano di bizzarre cd an-
che di licenziose ollre a quanlo e richicslo all' innocenle
costume di ua'eti ianciullcsca. llavvi talora in certc dcscri-
zioni alquanlo di liacco ; talultra nun altro vcdrcsti chc uii
concetto epigramraatico ; c cio cbe fa via piii stiipirc si c lo
scorgere in si poca quantity difavolc ripctuta la stessa mo-
rale idea nella rappresentazione di due o Ire fatli divcisi. Ma
sono difetti quesli die scompajono, per comparazione alia
perfctta econoraia di alcuni racconli, alia naturalezza e vi-
vacilti deir azione e alio studio di fuggire il soverchio, non
discompagnando da tuttocio un' applieazionc cosi giusta,
come ingegnosa. Gli uccetU e la Cornacchia, ad esempio,
// Corvo c la Volpe e La Rondinella in casa di ijiudici (!)
sono pitture di grande bellezza e venustt'i; e nei Due Sorci,
il villcreccio c il campcslre, lu vedi Babria rivaloggiare con
Orazio (2) e passare il La Fontaine. Nobilissimo e raro
esempio di sobrieta non offesa per lunghezza fatta necessa-
ria da eerie parlicolari condizioni, dove sottilmcnte accor-
ta ed eloquente apparisce la natura, gia volta agl' inganni,
e la nota favola del Leone malalo (3), la quale per saggio
mi sia conceduto recare, quant' io mi scppi fedolmente,
Iradotta :
Prosteso i lassi mcmbri im Leone
Egro in petroso giacea burrone ;
E a far parole con seco avea
Fida una Yolpc, cui gia dicea:
(l)LXX!,LXXVr, CXVI.
(2) Sermon. L. II, 6.
(5) XCIV.
— 051^
« Ami ch'io viva? Vedi, bramoso
» Di cerva io sono, che in quel selvoso
» Bosco, d' agresti pini tra 'I folto
»> Sta : cii' or piii cerva cacciar m' e tolto.
•> In man verrammi, se cosi \uoi,
» Predata al dolce de' detti tuoi, »
Ita la Volpe, ritrova quella
Che lii suir erba moUe sakella.
Pria la blandisce, poi la saluta,
E a buoni avvisi si fa venuta.
» M'e il Leon, disse, vicino, il sai;
» Tanto e' sta male, ch' a morte e omai,
» Dopo se dunque qual fia signore
» Infra le beive volgeva in core.
.» Stupido e il ciacco ; 1' orso infingardo ;
» Ribalda ed erma la tigre: il pardo
» Air ire pronto ; dond' e eh' ei tegna
» Regnar la cerva, piu ch' altri, degna.
» Superba in vista, lunghi anni dura,
» Ed, a' rettanti grande paura,
» Le spunta un corno, ch'a'rami e uguaie
» D' albero, e i tori non 1' hanno tale.
» Che piu? Reina (sancita or sei)
» Delle montane fere esser dei.
» Nunzia primiera, la Tolpe allora
» Ben per le bocche n' andria, Signora.
» A cio ne venni. Rlia cara, addio ;
» Corro al Leone, non chiami : ch' io
» Consiglio in tutto gli do. Figliuola,
» Te ancor vo'meco, s" odi parola
» Di vecchia testa. Venuta ad esso,
B Ben ti starebbe sedergli appresso,
» E fargli core nel duol che il prerae;
» Place anche il poco nell' ore estreme,
» E r alma e agli occhi de' niorienti. »
Cosi la Volpe. De' falsi accenti
— G52 —
Gia il senno all' altra gonGo. La via,
(IVe r avvenire pur presagia)
Prende del cavo speco; e il Leone
Del nido, incauto, balza, che sprone
Gli e fretta, e a quella con 1' ugne acute
Gli orccchi squarcia. Ma a lei salute
Reco la fuga, che dalla belva
L' impaiirita drilto rinselva.
Onde la Volpe le man percoto,
Che sue fiitiche gia vide ir vote.
Digrigna i denti quell' altro e genie,
Che fame e rabbia 1' occupa insieme.
Chiama la \'olpe, ripete i preghi,
Che inganno a nova preda non nieghi.
Ella, il disegno tratto dal petto;
« Dure atto imponi ; pur mi ci metto. »
E, qual sagace cane segueudo
L' orme, ogni astuzia venia tessendo.
Ciascun pastore via via domanda,
Se cerva fugga che sangue spanda.
Un che la vide, duce si porge,
Finche in ombrosa parte lei scorge,
Che di suo corso si riconforta.
Con impudente faccia 1' accorta
Stassi; e alia cerva tosto im orrore
K orecchi e piedi fatlien ; gia il core
Fervea di bile : ma pur le dice :
a Ovunque i' scappi, persecutrice
» Mi sei : ma ora, vil, non godrai,
» Se mi t' accosti, se gannir sai.
» Lsa a' men destri 1' arte tua rea,
» Altri promuovi tiranni e crea. »
IVon rise quella, ma al ver fe' manto
E disse: « Abietta se' tu cotanto
» E pauro&a ? de'fidi ombrare
» Tanto ? 11 Leone, mosso a giovftre.
— 653 —
» E di tua vecchia lentezza a sciorte,
» Tocco r orecchia, qual padre a niorte.
» Leggi poi darli doveva, intero
» L' alto a serbare commesso inipeio.
» Del liscio d" egra mano non paga
» Tu, a distaccarti, niaggior n' liar piaga.
» Pill irato e quegH, che tu non sia;
» Te Infida e lieve troppo scopria.
» Re il Lupo invece vuole or create.
» Oh fier padrone! che far m' e dato?
» Coniune 11 danno, tua colpa, e adesso.
» 3Ia deh! ne \ieni; sii forte appresso;
» Che paventarne mai non ti veggia,
» Qual pecorella fuor della greggia.
» Per frondi e linfe gluro (cos'io
» Sola te serva!) che il Leon rlo
» Non e, ma amico gia te destina
» Degli animali tutti relna. »
Cosi la cerva lusinga, e assente
Quell'altra all'orco ir novamente ;
E, nell'agguato inio costretta,
N' ebbe il Leone a ivanda eletta.
Le carni ei vora, bee la niidoUa
Dellossa, e in brani viscera ingoUa.
Ma della cerva furtivamente
La guida intanto, di preda ardente
JVIentr'ivi stava, rape 11 cervello
Caduto e il lambe ; preniio fu quello
Di sue faliche. Poi noverando
Gli entragni '1 fiero, venia cercando
Solo il cervello, tra gli altri, e spia
La buca e il covo per ogni via.
La Volpe allora, dal ver lontano,
« Non a' avea, disse ; tu cerchi invano.
» E qual cervello, s' un' altra fiata
» E del Leone nel covo entrata ? »
— 054 —
Parngonnto a Habrin, r;viro non lia mnllo da gnada-
giiai'c. Comoclu'' 1,1 brcvila, la ologaiiza od una soavc scni-
j>licila siono prcgi non da kii soparabili, hillavia I'aro e
die nv\ racconio, pigliato nel sno slrello sensn, lovi la
pitUira a cci-ta altezza , ed csca do' limiti d' una tcrsa
Jiridila c di una parsimonia, quasi non dissi, tonace.
In Babria per contrario il narrarc c piosso cbc sem-
pre animalo e grazioso; appropriala la soclla dei porso-
naggi e dellc circostanze cbe accompagnano un fallo ;
iiianifcsta in somma la natura di un ingogno, ebe bone
aveva oomprosa I'essonza o i'indole dolla fav(da csopiana.
E,qi!anlo alia lingua e alio slile, propricla e finczza di
vocaboli escmplaro, c modi non affollali,nia faciii e spon-
lancamenlo seguaci a! jiensiero. Ogni cosa vi lia suo co-
lore ; nulla d' intralcialo, o d' oscuro ; qualchc ionieismo
qua c cola sparso a donolaro, piii cb'aUro, le reli(}uie di un
dialello, gia spenlo ncl comunc uso dogli scriUori, per
ccdere il canipo a quelle modiflcazioni universalmente uni-
foinii, che gli sconvolgimenli c i nuovi dominatoii veni-
vano recando alia lingua. Non vi scnli vigor mascliio di
Irmpre, ma un fare piano, molle, fiuenlc: conlrassegno
nun dubbio di quel tempo, in cui la Grccia perdeva la
liberla sua, e il saerilego furore di Mummio dircsli avere,
oomo in ombra e per distanza lungliissima, rafligurala
quolla ela postei'iore, la cui barbaric dovca tramandarci
difformata e scomposta 1' operetta di Babria, e occultarnc
le originali bellezze per selte secoli di silcnzio.
II socio corr. prof. Molin chicde alia Commissione
nominala jeri s' abhia fattc le opportune osscrvazioni
niicroscopichc sul vernie ospitante neirintestino retlo
dello rane.
— 055 —
11 prof. Massalongo da una breve descrizione
della forma presenlala da! venue staccato daU' intc-
stino retto di alcune ranocchie, c rigiiardo alia strut-
tura interna accenna in particolarc : 1." un corpo
bilobo situato nella parte snperiore dell' clminto ;
2." due iTiacchie rotonde orizzontalniente poste ver-
so la base ; o.° un canalc cbe dalT alio in basso ad
ambedue i lali del corpo bilobo trascorre ripiegato a
ghirigori ed e inferiormente conlinuo passando in
direzione par&llela alia base dell' animale.
11 dott. Zanardini soggiunge cbe le niaccbie indi-
cate dal collega prof. Massalongo a lui sembravano
piuttosto due corpi di forma esattamenle sferica ,
situati verso la base c in sense trasverso rispcllo
air asse longitudinale dell' animale. In quanto ai due
organi di colore pin oscuro cbe scorrono paralleli e
serpentini ad ambedue i lati dell' animale dichiara
non avcrne rilevata la lore contlnuita mediante il
decorso parallelo alia base. Avverte pero che il tempo
assai breve concessogii per la osservazione microsco-
pica non avcndogli permcsso di conlinuare gli esami
sopra piu esemplari, si astiene da! pronunziare un
giudizio definitive sopra questo proposito.
11 dott, Nardo, die ebbe ad osservare contempo-
raneamente al dott. Zanardini. si attiene alle mede-
sime di lui dicbiarazioni, e il prof. Massalongo^ af-
fermando la strettezza del tempo concessa ai suoi
colleghi, avverte cbe egli ben piu a lungo e a tutto
sue agio avendo potuto ripetere gii esami non gli
rimanc dubbio alcuno sulla continuila di quel canalc.
— 056 —
Depone sul banco della presidcnza iin disegno
di'ir animale clic. quant lUKjue fatlo in fretla, spiega
abl)aslanza bene cio ebc asseriscc d' aver osservalo.
Allora il prof. Molin aprendo i due pliclii suggcl-
lali cbe avcva depositalo il di ])rima. dimostra, me-
dianle una lavola colorala in eui e ralfigurato 1' ani-
male su eui verte !a controversia, cbe Ic opinioni
della Commissione son conlrarie all' auloro (dott.
Waller) cbe pubblicu quella lavola, e conformi alle
proprie ; e legge una sua memoria inlitolala: Sopra
nn vernie intcstinak del rcilo iV una ranocchia, che
verra pubbiicata nellc successive Dispense.
II m. c. dolt. Fario presenta alcune uova d' uu
baco da seta cbe vivc nelF Australia, e si ciba di
foglie carnose, nuicilaginose. Lc uova sono dun terzo
pin grossc di quelle de'nostri bacbi e piu biancbiccie.
II bozzolo unilo a quelle uova e di color cinereo tabac-
chino 'assai compatlo, abbondantc di materia serica,
della forma e grandezza de' nostri bozzoli. Parrebbe
cbe r animale dovessc spcttarc alle sfingi, e la ibglia
cbe accompagna il bozzolo su eui stanno depositate
due rigbe di uova, considerandone la ncvronomia e
i nervi cbilodronii, sembrerebbe una mirtacea e forse
un FAicaliplus o miEiKjcnia. Quelle uova provengo-
no da Melbourne e furono spedite al dott. Fario pcrche
tenti r allevamenlo di quel baco con foglie di piante
possibilmente analogbe.
mmwii m mm is imm \m.
Il presid. cav. Meiiiii da lettura del Dispaccio
Luogotenenziale in cui si annunzia S. M. essersi
degnata prendere a notizia 1' innalzamento alia pre-
sidenza del vicepresidente co. Cavalli, a tenore degli
statuti, e aver nominato a vicepresidente il prof,
cav. Hinich.
Terminata la lettura del Dispaccio, lo stesso
presid, cav. Menin congedavasi dal seggio presiden-
ziale con dignitose e calde parole che 1' Istituto acco-
glieva con unanime applauso.
II nuovo prcsidente co. Cavalli lesse il seguente
discorso.
DolU CoUeghi! E per vostro volere che io vengo in
questo seggio onorevolissimo ; e nel salii'\i sento quanlo
debba averne grazia a voi, che senza veruii luio merito
mi avete degoato di tanto. — La inia gratitudine,ve lo assi-
curo, noil 6 per nulla minorc dell' obbligo mio : ben mi
duoie il non saper come deguamente mostrarvela, peichc
Sc.ric II L T. /y 8a
— 658 —
le parole mi paiono dimostrazione troppo (lel)ole, e rico-
noscervi con gli offelti voggo clio nol polro niai; cosi iioa
mi lesta cite ricofrerc alia benignity e cortesia per le quail
sole mi avete favorilo, oiide mi colriuo presso ciasouno di
voi mallovatrici del scnlimeiili die portcro sempre scolpiti
nel pill (ino del cuore. — Da qiiosta vostra graziosa ele-
zione poro doriva pure im dirilto anclie in me, ed e quelle
di chiedere clie quella medesiina indulgeoza c umanitti che
mi hanno udminalo, mi dcbbano anche sorreggere ed aiii-
tare nel difficile arringo che mi e dato a peroorrere. —
Fra lutti i sodalizi lo stabiiito per amore delia scienza e
fuor di dubbio il precipuo. Anche le potenze intelleltive e
morali dell'uomo sono inerti e come intorpidite iinelie vive
da lui a se, ed alio inveoe pigliano vigore ed energia quando
egli coraunica co'suoi simili. — Appena le mitigate condi-
zioni d' Italia hanno permesso gli sludi, vi sursero Acea-
demie, ed esse promossero le ulili discipline, dilatarono i
confini delle cognizioni umane, e per lunga pezza furono
come il centro onde il sapere moveva per diil'ondersi in
tutto il corpo dclle noslre citta, e dove riiornava eresciuto
dal valore, e dalla perspicacia dcgl' ingegni partieolari. —
Sennonche ancole Accademie soggiacqueroalle vicissitiidini
del grandc scouvolgitore, il tempo: e soprattuKo dal mag-
gior figlio della stampa pubblica furono ridotte quasi a quel
termine di declinazione in cui la coneori-enza libera ridusse
i corpi d' arti e mcstieri — I Ginrnali pero, quesla ridu-
zione delle scienze e delle letiere a una forma inorganica
introdussero (come scrisse lui forte ingegno ) il costume
di correre su tuiti gli oggetti, tolsero il gusto degli sludi
sodi e determinati, insinuarono quello degli enciclopedici
e superficiali, ponno aiutare la scienza, ma non conteneria,
ne coslituirla; sono un accessorio, non il principalc, ser-
— 659 —
vono ad agevolare la dottrina, non a supplirla. — Ond' e
che ad onta del Giornalismo I' ufficio delle Accademie non
e finito, esso c solamente cangiato, resta per loro quella
azione medesima cho alle Associazioni e serbata nel sisteraa
della liberla indelinita del commercio. — Commessione
ampla e sublime ella e questa, e Voi non veniste, e non
verreto iiusi nieno ad essa, perrlie ne siete ed atti e degni.—
Ma per mio conto questa impresa soverchia sempre, lo d
ora ancor pin dal momento che dairinfimo posto cbe solo
mi s'addice in questo iilustre consesso mi voleste levato
alpii'i etcelso e cospicuo. — M'e pero scuola T esempio
singolare del dottissimo mio predecessore, 11 quale tenne
per ben due volte questa Presidenza, o con la prontezza
dello ingegoo, la maturity del consiglio, la soaviti dei modi
seppe fame si utile, si dignitoso, e ad un tempo si caro e
si dolce il leggimento. — lo non bo qui udito lingua cbe a
lui non tributasse parole d' amore e di rispetto, e sono
certo die 1' Istiluio aggradira cbe io facendomi interprete
dei scnlimenli die lo animano, U renda in suo nome i ben
meritati ringraziaoieiiti. - IMi consola il pensare cbe non
sono lasciato a me stesso, meutre mi deste a compagno il
Professore chiaiissimo di cui vencro la mente ed il cuore,
e dalla cui amicizia mi tengo veramente onoralo. — M' e
ancora di conforto il vedere cbe mi sono aggiunti a soste-
gno i due Colleglii valentissimi cbe reggono la Segretaria,
il senno e I'animo dei quali tulto volto all'oaore ed al bene
di questa InstiUizione guarentiscono ogni sussidio alia
pocbezza delle mie forze. — Con tutto questo pero la co-
scienza m'avvisa cbe a me non puo toccare alcuna parte
dei vostri trionfi.— Inelto a far di meglio, io mi riconosco
qui collocato a guanlia delle leggi cbe vi siete statuite ; mi
credo destinato ad usaie ogni diligciiza j)er ispianare gli
— «()0 —
ostaooli e le (liffieolla die lurltassero il migliorc procedi-
meiito del iiostio IsUlulo; ini tcngo clello a conl'ortalore
dolle onorate voslrc falicbe e soddisfero all' incarico, so
altro nan mi lia duto, plaudoiulo con (utto il ciiorc ai vo-
slri iioliili ost-rcizi. — lo lara conio chi iion poleiido salire
il navilio sta snila viva pregando ai suoi dilelti seroadt) il
vonlo (' prospera la navif,^azione. . , ,
Si coniunica la scguente Nota del m. c. prof. B.
Bizio intitolata : Rettificazione dialcune osservazioni
itiak ap])oste.
In fine del lenue lavoro, qui per me ultimamente puli-
hlicato, io m'incontrava di ji'ggere alcune poclie osserva-
zioni del cliiarissimo mio eollega prof. TJellavitis, nelle
qnali dice cosi: " In parecchi sperimenti il Bizio trov6 che,
» nelle ombre da lui osservalo, 1 ragyi piu obbiiqui erano
I) i piii rifrangibUi; in allri sperimenti vide che i raggi
» piii obbliqni crano i rossi ; da cio conehiuse che vi sia
» ?m rosso piii riframjibile drl vcrde. Ora la conseguenza
n pill natiiraje degli sperimenti n' era che non sempre i
)) raggi vedvli piii obbliquamcnte fossero i piii rifrangibili.
» Si riconosce giiistissima la meraviglia, che alcuno creda
'' esisfere un rosso piii rifrangibile del verde, ([uando si
» considera che di tiitlo le parti della tisica, quella ( dopo
I) la meccanica e V asttH)nomia ) che sembra poler aspirarc
» alia certezza, n' e roltica, e secondo le piu avverate teo-
» rie di quesla, il rosso e il meno^ rifrangibile dei co-
B lori (I). » A dire il vero non ho mai detto che, nelle
ombre da me osservale i raggi piii obbligui fossero i piii
(1) Vfgg. ()nesto Volume, pag. o75.
- 6G4 —
rifravf/ilnii; ne conosco spcrinienli ne' quali io avcssi ve-
tliito, clic / raggi piii oblduiui fossero i rossi; conciossiacli6
nelle mie orabre iu non ahhia raai parlato di ragyi, ma
solaraente di Hste, di striscie colorate e di colori. Quei
rafjgi piii obbllfiul non e det(o per nieiito oho spettino aile
ombre, come mi viene apposto dall' onorevole mio colie^a,
ma si alia luce del riverbero incidente siii piano bianco, e
riteniita da me, giiista la differente sua direzione, causa
del fenomeno. Cio e divisalo assai cliiai'amente nella Me-
moria sullo ombre colorate, e quindi lornato a dire con
nitida speeilicazione nel medesimo scritlo colpito daila pre-
sente censura ; perocche qui si legge : « E detto adunque
» nel mio lavoro speriujentale, che le due lisle colorate,
« coniponenti I'ombra bicolore, una si metle costantemente
» a diritta di chi osserva e I'altra a sinistra. Ora posciaclie
» ogni effetto costanle debba procedere dalla sua cagione,
» e quindi anch'essa costante; cosi ho ritenuto die non
» a caso quelle due striscie andassero a mettcrsi a" loro
" posti, ma die ci dovesse essere una causa, che ivi le
» sospignesse, e qucsta causa mi e sembrala essere la dif-
» ferente direzione do' raggi incidenti sopra il piano
» bianco (I) » vale a dire che, dove battono i raggi piii
diretti, a quella volta vada a mettersi la lista del colore
appartenente a' raggi meno rifrangibili; e dove feriseono i
raggi pill obhiiqui, quivi corra a distendersi la striscia del
colore speltante ai raggi piu rifrangibili : questo e il fermo
di cio che mi e paruto doversi dedurre da' risultati delle
mie sperienze, e non altrimenli che nelle mie ombre i raggi
piu obbli(fiii fossero i piii rilrangibili; die io anzi non ho
mai osato affermare che dalle mie ombre muovessero raggi,
(I) Vegg. qiifslu Voluine. pag. 080.
— ()()2 —
e qiiindi non iiuii sogiiato di dire : die (/tielli vednti piu
Qbhlhiuamcnlc fossero i piu rifrangilnli; d" onde parrebbe
clic la ininorc o inaggiore rifraiujiOilild di (|iie' raggi pro-
ceda dairaccidt'iile delP essere vediiti opiii obbliqiianiente,
o mcno obbliqiuimente, cbe la facc'euda non polrebbe cer-
tamente andare di ([ueslo niodo ; ma si tuUo rapportato
alia luce del riverbero in rispcllo al piano ncl quale andava
a feiire.
Ciascuno si accordera volentieri nel ritenere che, dopo
la meccanica e I' aslronomia^ \ oltica sia quella parte della
lisica, che ha meglio aeoertata la ragione dei fatti; tuUavia
noQ credo che per tanto alcuno possa levnrsi a inanlenei'e
preclusa la via ad ulteriori conbscenze, elie fossero per
esserci date dalla mono delT esperienza.
Dopo quosta ietluia il prof. Bellavitis * dice: Che
per quanto si ricordava c si ricurda della memoria
lelta dal prof. Bizio, e delie osservazioni ialte dallo
Zambra, gli pare che esatta fosse la osservazione da
lui ripetiita, ])Oco importando che si dica raggi che
battono menodirilti.o raggi piu o])bliqui, Del reslo, se
dopo che sarii piibblicata la memoria del prof. Bizio,
qiialche allro fisico sosterrii che ci sia un rosso piu
I'ifrangibile del verde, allora il prof. Bellavitis coiifes-
serii il proprio errore, o cerchera di confntare le
altrui argomeiitazioni. Per intanto egli non iscorge
alcun inconveniente che il prof. Bizio creda che vi
sia un rosso piu rifrangibile del veide.
* Avverto qui un errore di stampa corso nel puhblicaie le parole
(ial pr.)f. Bellavitis dette soprn qiiesto argonientu nell' adunanza !4 feb-
liraid I8S9. Dispt-nsa I\', p. -jOS, liiiea aiitipenuitinia ; invece che / raggi
vediifi piu obbliquanien/e, legga.^i i raggi catlcnli ptii obbliquamenle.
n- SECRETABIO.
— (i(i3 —
11 m. e. ing. Cappelletto legge il seguente rap-
porto : Intorno ai concorsi in rispostu al (juesito
scientifico I'isfjuardante i me:^zi per innahar I'acqua
a mediocri altezze.
Cliiarissimi Colic fj hi. .
La vostra Commissione, cui deste il carico dell' esamo
delle memorie presentate al concorso per la soluzione del
quesito risguardante i varii modi con cui puo il piu util-
iiiente innalzarsi I' acqiia a non grand! allczze, non ebbe
questa volta ad esaminare che due sole memorie, e questa
volta ancora e costrelta a presentarvisi innanzi colla mal-
augurata proposizione di non eonferire alcun premio.
Delle due memorie quella che porta per epigrafe : « se
non mi aggiudicheretc la corona accademica diro di non
averla meritata » c lavoro di un giovanc, come egli dice,
appena diciassettenne, e lo mostrano bene come tale e ia
fidueia che si poirehbe dire eccessiva, e la mancanza delia
vera scienza meccanica e di una convcnienle ed abbastanza
estesa istruzione. Lungi dal I'isolvere il quesito proposto
egli porta avanti una sua macchina che descrive con ogni
dettaglio, e che egli credo nuova, non conoscendo forse le
macchine cosi delte a forza centrifugo, cd in ispecialita i
turbini di Apporit e d' allri. Senza togliere ogni merito ad
un giovane che si diraoslra almeno dotato di buona vo-
ionti, e evidente non potersi dare alcun peso alia memoria
da esso presenlata al concorso, e perche non risolve il
quesito come venne proposto; e perche nulla porta in cara-
po di nuovo, che anzi non fa che rilornare bambina un'idea
gi^ fattasi adulta; e perche linalmente si mostra ancora in
— (564 —
sill primo limitarc dolla scienza moccanica, e perfiiio del
suo lingiiaggio.
L'altra memoria ha per epigrafe : « Parte d' imialzar
r acqiia e sempro stala iiithnamoiiic connessa al progresso
della civilizzazioiie ; quindi lo stale in cui quest' arte si
trova presso iin popolo e indizio della sua posizione nella
scala tlel raffinamenlo sociale. » Dividesi in piu capi ; ncl
prinio dh una succinla descrizione del rosario, della noria,
delle vili d' Arehimede e olandese, della rnota a paliuette
o a schiaffo, della ruota a cucchiai, del timpano, delle
macehine a forza centrifuga, delle trombe, e dell' ariete
idraulico. La descrizione dei delti meccanismi 6 in com-
plesso buona; ma, duolc il vedere, iroppo succinta, cost da
poterla assolutamente dire incompleta, quella dei due mezzi
i pill potenti forse ed efilcaci negli asciugamenli, vogliam
dire della ruota a schialTo e dei turbini, i quali ultimiprin-
cipalmente sono e troppo brevemeute, e per quanlo spetta
al loro modo di agire non esattamente considerati. Senza
dubbio la natura del quesito domandava una descrizione
alcun poco piii teorica,eehe avesse porto il mezzo in ogni
easo di formarsi un' idea abbastanza vicina delle varie loro
dimensioni,e dei varii rapporti fra le loro parti, nonche dei
loro effetti, al die fare certamentc non si presla la descri-
zione data dai meccanici medesimi; deserizioue questa che
si puo trovare in qualunque succinti* trattato d' idraulica,
se anche in esso non si trova piii completa epiii utile sotto
il punto di vista pratico, e principalmente guardando al
pun to di mira del (juesito.
Passa net secondo eapo ail' esame degli effetti compa-
lativi delle macchine suddette, ripi'odiiccndo gli ordinari
valori dell' effctlo utile, e le ordinarie avveitenze intorno
alio condizioni sotto alle quali ciascuna lavora col maggiore
— ()66 —
vaiitaggio. Ma il quesilo domandava di « paragonare suUa
base delle piu fondate teorie e deile meglio provate espe-
rienze » i meccanismi medesirai, e in tutto lo scritto in-
darno si cercherebbe iiii indizio di teoria, indarno una
discussione del modo di comportarsi dell' acqua per entro
ai medesirai oosi da poter serviredi guida alia raigliore loro
costruzione, all'esame dell' effetlo che le varie diraensioni e
la differente disposizione delle loro parti possono avere
suH'effetto utile finale. Una tale discussione Irovasi fatta
soltanto nei capi terzo e quarto per la tromba a doppio ef-
fetto come venne ultiuiamentc modificata ed usata in Olan-
da a Dreumel; e per Tariete idraulico, pel quale suggerisce
alcune raodificazioni che non mancano di valido fonda-
mento, e che varrebbero a scemare,se non a togliere, parte
degli inconvenienti che la pratica ha continuamente mo-
slrati in quest' ultima macchina. Pero anche in questa di-
scussione sveste la forma leorica, non separa per la tromba
i' effetto utile dell'organo operatore da quello del motore,
non somministra i dati necessarii a proporzionarenei varii
casi le varie parli; essa e forse piu una deltagliata relazio-
ne di un caso speciale che altro; e per lariete non porta
in campo alcuna prova che \'alga ad accertare I'utilita delle
modilicazioni proposte.
Finalmente nei capo quinto, sotto il titolo di riassunto
6 conclusione, si propone di risolvere la parte essenzialis-
sima del quesito, cioe « dedurre i princlpii che nei diversi
cast di applicazione agli asciur/amenli ed alle irrigazioni
possono detcrminare la scelta del piii oppoiiuno fra i varii
meccanismi discussi, avulo riguardo anche alia nalura del
motore » e questa parte e a vero dire la piii mancanle e la
piu superficiale di lutte, accontentandosi di un brevissimo
ragguaglio come presso a poco lo si farebbein un giornale
Serie III, T. IV. 86
— bt)6 —
di ordiiiaria lettura, o per nulla inlernaudosi cun accurate
lodagini toorico-pratiche nella varia natura delle varie
luacchine cosi da poter arguire I' influenza, sia di loro co-
struzione, sia di loro velocita ecc, in ohe principalinente
si devono fondare i sicuri criteri per la loro scelta e pel
loro iiso.
Risulta da quanto sianio vonuli fino ad ora esponendo
che se alia memoria, di cui ora 6 parola, non si puo to-
gliere il pregio di una disereta corapilazione, pure essa e
cosi mancante dal lato principalmente teorico, ed e cost
incompleta sotto al punto di vista pratico dolla piii oppor-
tuna sccUa da fursi nei varii oasi, che non puo essere me-
nomamente dubbia la conscguenza che essa pure non rag-
giunga lo scopo a oui mirava I' I. R. Istituto nel porre al
concorso il lema proposto,e che quindi non possa neppure
ad essa essere conferito il relativo premio.
E doloroso il dirlo,ma 6 pur troppo vero,che in queslo
nuovo esperimento il quesilo lungi dall' aver otlenuto sb-
hizioni di un valore superiore alle Ire presentate al con-
forso deir anno 1856-57 non ebbe invece che soluzioni
assai inferior! ; e duolc il vedere che dci concorrenti d'al-
lora, che con non grandi aggiunle e modificazioni ai loro
lavori avrebbero forse potulo otlcnere il premio desidoralo,
nessuoo siasi ardito di tentare di nuovo la prova: ma piii
che tutlo e dispiacente ai vostri Commissarii il dovervi pro-
porre che a nessuna delle due memorio presentate al con-
corso venga conferito il premio.
A.M. CAPPiaLETTO.
. G. Buccuu.
D." Ti'RAzzA Rclalore.
— 667 —
L' Istituto approvando pienamenle il rapporlo
delia Giiinta decide che a nessuna delle memorie
attualmente presentate al concorso venga conferito
il premio.
8i la osservare che questo quesito proposto e
riproposto non ebbe mai sufficiente soluzione, e per-
tanto si propone di ritirarlo : lo che viene ammesso
dair Istituto.
Si legge il seguente rapporto sopra una niemoria
I'isguardante le conse(juenze che si possono presaijire
pel commercio in (jenerale, e pel commercio veneto
in particohire. dali apertura di un canale maritlimo
attraverso /' Istino di Suez.
Or sono due anni I' Istituto non credette di decretare
la corona a nessuna delle due meinorie presentate in solu-
zione del programma sul taglio delllstmo di Suez.
L'importanza pero del subbietto che trattava una delle
pill grandi ed utili imprese de'gioini nostri lo indusse a
riproporlo agli sludi de'dotti, e la slessa vostra commis-
sione viene ora nuovamente a rendervi conto dell' unica
memoria presentata al concorso di quest' anno sotto il
N. t36.
L' esserci occupati altra volta di questo fecondo argo-
mento ci dispensa dal ripetere quanlo abbiamo delto gia
nel nostro primo rapporto, e pero nell'esanie della memo-
ria procedcremo brevi e spediti per quanto lo peniiette la
pill scrupolosa esattezza.
L'autore, dopo una bi-eve introduzione^ nella quale
paria della qiiestione tecnica, della pret'erenza da darsi al
canale sulla strada ferintn, deH'ordino della trattazione, di
— 6()8 —
quelle, the cliiiuiiii ulilita nioroli, e liiialmenle dello foiili,
alle quali iittiuse i siioi dali, passu iiella paiie prima a lavel-
Inre del risparmio di tempo e di spesa uel viagi^i(),della na-
vigazione del mar Rosso, deiriililila [)or il movimcnlo della
strada feiTata d'Egillo, dell" oioiioiisia agli cmigranU in
Auslralia , e dell' .mmenlo del capilale prodiiUivo per il
I'ispannio di spesa e per la I'acilila dei lilorni. Ooiisidei-a
poi la dimiiuizione degl' inleressi ne'mului mariilimi, i
vaiitaggi della eoiicorrenza, qiiali I'isrhi si corrano nelle
lunglie e lontane navigazioni, gli ulili inseparabili delle bie-
vi e vieine, la faeilila del credilo e dei presliti sulle polizze
di carico. xNon dubila poi ehe beiielioa debba essere alia
prodiizione una via, clie fornisce piii preslo ed a miglior
merealo le malerie prime ad essa necessarie Viene qiiindi
a bilanciare V esportazione coirimportazione Ira TEuropa
e I'Asia, e Irova essere la prima mollo iiiaggiore della se-
conda, e stima che fosser eagioac di lal daniio i monopolii,
i quali eoi privilegi delle eompaguie paralizzaroiio la po-
tente e libera azione dei capiluli, danno eli'egli vorrebbe
non fosse iuteramente levato di mezzo col cessare di quesle,
poiche, secoiulolaulore, resterebbe un colal luonopolio nel-
le distanze, le quali lolgono a moiti capitali europei di ri-
volgersi alTesporlazione dei nostri prodotli per i liti re-
moli d' Asia, lo clie verrebbe loUo dalFabbreviarsi della
via, clie offre risparmio di capilale, maggiore svolgimento
di credito, ritorni piu solleeili, copia maggiore di inaterie
prime, e piii ampia esportazione de'suoi prodotti.
Stima pure cbe I' apertura del canale varrebbe a di-
minuire I'enorme esportazione per I'Asia, specialmente di
argento, che soffre annualmenle T Europa, ed accrescere le
doraande di cose europee, del die enuraera le cagioni.
Non dimentica di notar Topporlunita degli scali e
— (JG9 —
dellu caleiui decamlii, I' auine.iilo che ne verrebbe ai coii-
siimi europei, la regolarila nolle provvisle, e eonie, a suo
avviso, avi'citbe polenza Tapertura del canale di togliere
la differenza eiiorinc nei consuaii di aicimi prodotli tisia-
tici, che havvi fca gli abilanti delle parli orientali ed oc-
cidenlali d' Euiopa nel tempo slesso clie accrescerebbe la
produzioiie dell' Asia, e Gnalmente il commercio di circolo,
del quale enuinera i danni, si Irasiutiterebbe in quelle di
cons u mo.
Pone line alia prima parte esaminando la proporzione
nella quale preiuleranno parte ai vantaggi nella produ-
zione e nel consumo i varii paesi d' Europa per I' aprirsi
della nuovii via.
Nella seconda parle eomincia a diseorrere dell'antiea
prosperila del eommercio veneto proniossa dalT opporlu-
nita del sito, e sostenula e fatla maggiore da paci e guerre
sapienlemente promosse, e coneluse con privilegi ed allar-
gamenti de' traflici, non inlerrotta dalla eadula dell'lmpero
bizantino, ma aceresciula dagli seali, coi quali si assicura-
va il primato maritlimo nel Mediteiraneo,
A codesli vaulaggi aggiugnevasi quelle pure grandissi-
rao d'aver Venezia in quel tempo sopra gli altri slali di
Europa un governo fermo, ospitale e liberalissimo eogli
stranieri, per eui divenne, al dire del Giogalli e del Verri, la
dogana universale delle ricchezze asiatiehe, ed il punto d'ap-
poggio fra I' Europa e I' Asia.
Se non ehe col crescere delle ricchezze divenne minore
I'attivittj, ed impigrirono i Veneziani, quand' era uopo met-
tersi tutti in opera per paralizzare il danno uiortale che
lore portava la scoperta del Capo, la quale fini a streraar-
li di forze cosi che morirono di sfinimento.
E qui lautore prende ad esame io stale della naviga-
— 070 —
zione venela sotto i siioi diversi rapporli di nazione, tonnel-
laggio,valore dclcarico, di liingo corso e cabollaggio ecc, e
ne Irae aigomenfi tull'altro die lieli siillo sviluppo e pro-
si)erit;'i altualc del commercio venelo. Credo clic il rispar-
mio di tempo e di spesa, cbe no dcriveranno alia prodiizio-
ne ed ai consumi per la via abbreviala locchoranno a noi
in parte maggiore obe a moiti altri stati, se Venezia non
istara pigra c negliittosa lasciando agli aitri di coglierne i
frutli, die allora ad altri piii allivi ed indiisti'i toccbe-
rebbe la parte del leoiic nei tiaflidii indiaui. Lamenta il
inolto die bavvi a fare ncH' industria e iiella navigazione,
e viene consideraiido le consegueii/e iirobabili, die ne sen-
tirebiiei'o le noslre indiislrie di lane, cotone, sete, ouoi,
lini, canape, legname, lerro, fonderio, ramc, carta, conte-
rie e vetri, tabacclii, ralTinerie di zuccberi, eaffe, tbe,
droglie, farniacbi, legni odoriferi e coloranti ed altre in-
dustrie niinori, come oera, sapone, lavori in cocco ed avo-
rio, ecc., teniiina eon uno speccbio ddle produzioni di
Venezia, c coll" insisteie sulla necessiti'i d'istituire corri-
spondenze direlte coll' oriente.
Da qucsto passa a considerare i provvedimenti da mel-
tersi in opera per cogiierc i friitti pin riccbi della nuova
via, cbe potrebbero altrinienti venirci rapiti da altri popoli
pill atlivi ed induslri. Venezia ha in vero speeiali vanlaggi.
Tutta la sua laguna e un bacino ampio e secnro, i tras-
porli si fanno facibiienle per acqiia, raa bisogna prov-
vedere :
I. Alia diffieolta dellentrata coll'allungare la controdiga
quanto qudia di settentrione, coi faii, coU'espui-go dili-
gente della foce, e con tutti quegli altri provvedimenti, che
raeglio condncono al fine desiderate; ai canali, che devono
essere manteniUi profondi, alia calata per lo scai'ico, ai ma-
— 671 —
gazzini, ed alia ferruvia, puiche i porti coiuudi e sicuri
allirano le navi.
U. Ai niagazziiii col raiglioiare gli attuali, custriiirne
di nuovi in varii luoghi, forniti delle macchine per lo sca-
rico e carico, e per il pesare.
III. A quanlo serve a facilitare le costruzioni e rad-
dobbi delle navl.
IV. All'istruzione dei costriittori e dei jiiarinai con
una scuola nautica conforme ai bisogni del tempo, nella
quale non sia dimenticato lo studio delle lingue volgari
d' oriente.
Fra gli ostacoli legisiativi considera esserne grandissiiui
la coscrizione e la patenle.
Viene quindi a discutere se sia da mantenersi o no la
franchigia di Venezia c conclude decisamente voleria man-
tenuta; anzi sciolta dai ritardi, dalle noje e dalle formalita
doganali cosi gravi oggidi. Pero le navi non dovrebbero
essere obbligate di venire alia dogana principalmente per il
dazio consumo, ma bastar dovrebbe la dichiarazioiie del
carico, ed aver facolla di pagarne il dazio, colla riserva di
restituirlo ove le cose non si fossero veramente cousuraate
a Venezia. Allora la dogana della Salute servirebbe sola-
mente per le merca tailzie, che vi fossero deposte sponta-
neamentedal negoziante, ed una volta dichiarato il carico
come di cose non apparlenenti al consumo, avrebbe la
nierce a circolare liberamente.
Le amministrazioni dei magazzini dovrebbero aver fa-
I'olta di emetlere polizze di ricevuta e titoli di pegno (War-
rants) girabili separatamente dalle merci depositate e giu-
gnere cosi a fare ricchissime contraltazioni senza formalili'j
notarili, con facolla alle amministrazioni dei magazzini
d' aprir conti correnti a que' che depositano le loro merci
— 672 —
e farsi intennediarie a scontarc i titoli di pegno. Quanlo
alle leggi dogaiiali ne deplora la moltiplicita o T iiiviluppo,
r antagonisnio loro al iiaturale sviluppo delle industrie no-
stre, c le difficolta nell' iiUrodiizioiie delle maocliino, consi-
glia la seniplilicaziono delle dichiarazioni di transilo, una
procedura piu spedita nelle iiivenzioni di raerci, e la cessa-
zione delle visite periodiciie agli escreizii soggetti a oontrol-
leria, e linaliiiente minorazioni di dazii per le sete ed i filali
di colono e di lana.
Ne minor confusione lainenla nelle leggi marittime^
delle qnali desideriamo non solo un eodice, ma ben anehe
una legge iinica, chiara e conformeaH' andamento sollecito
e libei'o di qiianto vi si atlieiie. Non crede possibile una leg-
ge marittiina eonuine a porti del mar Germanieo e del-
r Adriatieo, per la differenza delle condizioni dei luoghi, e
degli antichi costurai, e per ultimo indica le riforme da por-
tarsi alle leggi mereantili.
Affinche poi liitti qiiesti provvediraenti abbiano il loro
effello pienamente, couviene cbe buone e facili vie riunisca-
no Venezia al reslanle d' Ualia. Colle nostre linee di navi-
gazione interna incomplete e difficili non abbiamo una
romunicazione da uno all' altro lido. Esisterebbe questo
per Venezia al Po ed al Ticino lino a Milano, da dove per
il canale della Martesana e T Adda si giugnerebbe a Cliia-
venna in capo al lago di Como, e per il Naviglio grande al
lago Maggiore, e per T AIpe a Coira.
Questo scopo si olterrebbe ove si togliossero gli oslaco-
li fisici e finanziarii, e si ponosso in atto il progetto del
Lombardini di congiungere la navigazione della Lombardia
orientate coll' ocoidentale in nn solo sistema, faceado die i
quatlro laghi coraunicassero fra loro e col Po e Mdano,
e coi centri precipui del commercio inlerno. Si potrebbero
— 673 —
cosi condurre le ineiri dall' Adriatico con niinimo eosto ai
piedi dei gioghi che dividono 1' Italia dalla Svizzera.
Di niaggior importanza aiicora e il compimento della
strada ferrata che la unisca a Geneva ed un' altra che
metta alle LegazionI, e per ultimo che il tronco ora com-
piiito fino a Bolzano si continui, e valicato il Brenner con-
giiinga la Venezia alia Gennania meridionale.
Suggeriscc in fine alcuui provvediuienti, perche I' emi-
grazione germanica, che si fa oggi pei porti del uord aves-
se a volgersi nei nostri.
Venendo all' ultima [tarte stima necessario, che con un
patto internazionale si provveda e si dia stabilita alia sicu-
rezza ed ai Iraffici nel mar Rosso, e che con altro patto si
mile si assicuri la franchigia e la parity dei pedaggio per le
navi di tutle le nazioni, e sebbene colla piopriela del ca-
uale spetterebbe alia Porta il diritto d' irapero, pure, trat-
tandosi di popoli non cristiani, vorrebbe che la giurisdizione
e polizia sui legoi mercantili, e cosi pure quella sulle fatto-
rie luiigo le rive fosse interamente devoiuta ai govern!
de' quali portano la bandiera. Consiglia I' erezione di case
di rifugio, inveisce contro il cosi detto diritto di naufragio,
che chiama, a ragione, un'offesa alia legge naturale. — • Ne
vuole si dimentichino i piloti ed i fari, libero il servirsi
de' primi a clii piaee, e da pagarsi i secondi coi pedaggi.
Un consiglio di commercio composto dei consoli tutti delle
nazioni europee dovrebbe costituirsi con nonne trac-
ciate dal diritto internazionale a conciliare le questioni
che sorgessero nei porti del mar Rosso o lungo il cana-
le, e definire come arbitro quelle altre che gli venissero
rimesse.
Pon fine aecennando a gran tratti, secondo questi prin-
cipii, le disposizioni invocale a tutela del trdffico internazio-
Si'ric ill. T. IV. 87
— 674 —
uale da stipularsi in uu tratto fra gli stati marittimi d' Eu-
ropa c la Porta.
A pronunciare un giudizio conveniente ed imparziale
su questa menioria, e duopo prendere in esame categorica-
menle distinli punti di essa, e sono:
I. Le generality di scienza economica die I' aulore io-
voca e svolge, come Iroveranno applicazione di fatto nel-
Tapertura della nuova via per T istmo.
II. I vantaggi che a seconda delle diverse condizioni
geografiche potranno ritrarne rispettivameate i diversi Slati
d' Europa, od almeno i prineipali.
III. Le specialitci della Venei'Ja elo studio dei provvedi-
menti econoniici e legislalivi netessari per reuderla parte-
cipe ai benelici della grande irapresa.
IV. U valore dei sussidj storici dall' autore invocati per
porre in rilievo condizioni che furono, condizioni che sono,
accennando alle cause dei lamentati mutamenli.
Sul primo punto I' autore e abbondanle, e vero ; stabi-
lito il principio ineluttabile clic una via rolta produce ri-
sparmio di tempo e di spesa, era spontaneo il dedurre da
questi due scopi economici tulle quelle conseguenze clie in
economia logicamente ne derivano, cioe diminuzione del
capitale di riservo, agevolamenlo di credilo, certezza d'arri-
vi, abbondanza niaggiore e nieno costosa di malene prime
fornite dall" India alTalimento dell' induslno europee, ac-
cresciuti ammassi induslriali curopei destinati alii spaeci o
del raercato interno o dell' esterno indiano, o degli scali
intermedj, Tutti questi punti di vista sono dall' autore lu-
meggiali con principii di scienza soda ; nessuno saprebbe
contestarglieli, pcrchc il fatto del canale, quaodo aperto,
costituirebbe la prova sperimenlale di ciascuno conferman-
do le razionalita della teoria.
— 675 —
Nel secondo punto I' autore si studia d' acquielare le
apprensioni della Gran Bretagna, e se gli argomenti addot-
ti noil sono affatto vittoriosi, servono pero a consigliare di
non volere ostinatamente contrariare un' iiupresa di van-
laggi massimi e piii generali, ai quali I' autore avvisa attri-
buendo, per cosi dire, il quoto rispettivo che oella distribu-
zione potrebbe derivarne ai singoli Stati. — L' argomento
qui e posto al vaglio di statistica dimostrazione, e 1' assolu-
tismo delle cifre dall' autore adoperate accredita I' aulorit^
delle fonti alle quali avri dovuto ricorrere.
Venendo al terzo punto a cui loscrittore consacra tutla
la seconda parte del suo lavoro, 6 a questo luogo ch' egli
doveva invigorire di forze e di ricerclie per Qon cadere
nella censura fatta I'altra volta da questo Istituto, cui gl in-
teressi locali dovevano e devono essere cari, e nello spirito
dei quali propose il grande argomento. Belle le prime pagine
di questa parte, franco il lamento di scaduta attivita, nobi-
lissimo r eccitamento a riconquistaria, lusingliiera per Ve-
nezia 1' indagine storica dello stato delle sue Industrie che
furono, dei mezzi coi quali si mantennero in tiore, delle
cause del loro scadimento, prudenti i dubbii promossi sulla
utility o meno di una consorteria doganale fra tutti gli Sta-
ti Italiani.
L' autore non dimeotica quanto soccorso, per vantag-
giare dal nuovo eanale, dovrebbe Venezia attendersi da
una bene consigliata intervenzione governativa, si in ordi-
ni di leggi doganali e si ancora rispetto a leggi di diritto
raarittimo e di polizia marittima. Censura coraggioso, ma
avvisato, le leggi vigenti, si duole delle molte esorbitanze
loro, ne contrassegna le lacune, istituisce richiami di le-
gislazione coraparata, invoca ajuto di codici stranieri, ma
risolutamente eon verity non accetta una legislazione am-
- ()7« —
biziosa di nnitfi nclhi sua jipplicuzionc a paesi divprsi, chc
jinzi vuole li-allainenio ris|teUiv(), salvando intercssi locali
e consuetudini passale in legge per loinpo lungo di osser-
vaiize liltorali.
Pci' vfrila in (iiiesta nionioiia si riscontriuio alcuno
proposizioni, nclle quali non oonvenebbe I'avviso della
nostra Coiuniissiono. — Tali, a cagioncMl'esenipio, sarebbe-
ro quella che queste provincio possodono malerie prime
in quanlila esuberante da osonerarle dal liibulo verso na-
zioni straniei'c; lallra siii vanlajigi del cabollaggio nel mar
Rosso, I imporUuiza da lui data alia nuova via per riguar-
do della Russia, lasserzione clie il eonsumo del tlie sia
searso ovnnque I'uorehe in Ingliillerra, il desiderio che
r inipoitazione del riso e delle sele aumenli: il non ebia-
niare nella commissione giudi<'alrir»> dell Islnio, che Con-
soli Europei ; ed allre simili.
Pero tali ineidenlnii proposizioni non rigiiardano so-
stanzialmente la soluzioiiedelprogranima. Fnveceogni parte
del medesimo e siata dall'aulore ineontrala adegiialaniente,
sia per cio die I'iguarda Ic eonseguenze da presagirsi dal
laglio deir Islnio pel couimercio generale, e pel veneto in
parlicolare, sia per eio che concerne le provvidenze pei ri-
gnardi delle diverse vie di eomunicazione e delle piii pronte
inflnenze nel noslro poi-to, sia in line per cio che spetta ai
canoni di diritto inlernazionale da applicarsi a! nnovo ca-
nale.
L' autore con nno stile facile e chiaro, con paziente
fatica e non [)oca dottrina svolse assai anipiamenle I'argo-
mento, il quale e per lo schema assimto e per la qualita
del tenia e per le svariale nazioni, alle quali pu6 interessa-
re, I'ichiedeva abbondantissimi soccorsi storici, li scelse
bene, li colloco con opporlnniti'i, ne rilevo le condizioni, le
— 677 —
influeiize talche le [losilivila economiche e le slutisticlie del
leraa stesso, ariile per il coiuune del lettori e menu persua-
denli, si illuminano cull' insegnamento del tempi precorsi
e favoriscono d'assai il kilo che chiaineremo lelterario del-
la memoria stessa.
Cosieclie I'aiUore ha risposto a tutto quelle die era iiel
quesito ed a aeqiiistato il diiitto alia palma promessa.
Tale e rnnanime nostro voto, il quale, ove oltenga I'o-
nore della sanzione deli' I. R. Istilulo, la Coniraissione, on-
de I'edizione della memoria premiala riesea piu cospicua,
desidereiebbe die I" autore all'alto della stampa della me-
desima volesse darsi il merilo :
I. di aggiuHgere a pie di pagina le citazioni delle fonti
da cui altinse le cifre die presenta;
II. di ridurre tulti i pesi io cliilograuimi ed i valori in
frandii ;
in. di suddividere le singole tre parti nei paragrati gia
nel soramario indieali.
F. Cavalli
L. \Iemiv
• " ' B. V. Zambelli
A. Sagredo
Fr. Mi.MscALcei Krizzo Relatoi'e.
L'Istituto approva il rapporto, e poscia, aprendosi
la scheda suggellata spettante alia memoria su cui
verso il rapporto, se ne trova autore il sig. Fedele
Lampertico di Vicenza.
SULLE CONSEGUENZE
t:HE SI POSSOiNO PRESAGIRE
PEL COMERCIO IN fiEMRALE, E PEL COMMERCIO VENETO IM PARTICOLARE
DAIl' \PERTIRA
D' '-^' CA.NAI.li MARITTDIO ATTHAVtRSO l/lSTMc) I>1 SLl-Z
MEJIORIA .."•-'
DI FEDELE LAMPERTICO
,^ premiala dalV hliluto Yeneto neirudunanza
19 maggio 1859. ' •
En presence d' un dessein si \ asle je ne me dissimule
point mon insufflsance : quand les niateriaux sout in-
noiiil)raliles, les questions difficiles, la vie courte et le
temps plein d' orages il faut beaucoup de presomption
pour commence)- un livre destint; 4 I'applaudissement
des hommes. Mais je ne poursuis point la gloire qui
ne se donne qu'au g6nie : je ivmplis un devoir de con-
science.
OzA^AM, La civilisation en cinquieme siecle, d 2
Paris 1855. ' ^' '
INTRODUZIONE.
R
iiel discon-ere oggidi dell' utilita die al commercio
europeo dee venire da una nuova via piu diretfa econlinua
all' Indie pel canale di Suez non parmi opportuno il farsi
da capo a dimostrarc come questo canale sia possibile, e
come la sti-oda ferrata tra Alessandria e Suez e quella del-
1 Eufrate, od anclie un' altra che si coslruisse tra Pelusio
e Suez, non possa punto togliere i vanlaggi di un canale,
che congiunga il Mediterruneo ed il luar Rosso.
Infatli, che un canale diiotto possa farsi tra Suez e Pe-
lusio, il quale sarebbe lungo 120 cliilom. tra il 29''58'37''
di lat. e il 3 TooT", si dimostrd dalla Commissione depu-
tala a tale studio da! Lesseps, promotore di questo stupen-
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do iiuprendiaieato o composta de' piu rinomnti ingegneii
d' Europa (I). I I'atli per cui se no liteiica diibilabile I'ese-
cuzione, sopraltiillo I'cssere il mare Mediterraneo 9,908
piu basso deiraUro, ed il teimilo insabbiamcnto della rada
di Pelusio, fiirono cbiarili falsi. Al goloso sospctlare di
Stephenson rispose iieito, ovidentissirao il Paleocapa : i oui
scritli furono approvali dall" Accadeniia dello seienzc di Pa-
rigi e dalla Societa degl' ingcgneri d" Olanda : come gia
eransi resi accessibiii al scnlimenlo pul)blico con la schict-
tezza dclla biiona fede ecolla chiarezza propria della verila,
ed aveano coiiseguito universale persuasione. II oapitale
necessario ad eseguire il canale si valuta di 162, (►00, 000 di
fr. , ne lale spesa, cui tutli i paesi d' Europa sono chiamali
a conc'orrere coll'associarsi, e un soprappeso all' Europa se
si confronti eolle ingentissime somme spese nelle strade
ferrate, e vieppiii coi milliardi sciupati tultodi nelle spese
uon produUive. Che poi una slrada ferrata non possa bi-
lanciare i vantaggi del canale si fa manifesto a chi consider!
che il commercio preferisce per le cose di niolto peso e di
gran volume la navigazione come nieno dispendiosa : che
la slrada ferrata non puo evitare le perdite di tempo, le
avarie, le spese, le allre incomoditi'i dipendenti dalTinter-
rompimento della via: che eziandio addoppiandosi lo guide
sulla slrada non si puo conseguire in essa un servizio re-
golare, non interrolto, sollooilo per una quanlita di mei'ci
valutata al meno a 2,000,000 di toiin , die linalmente non
facendosi il canale restercbbero escluse dal mar Rosso le •
(I) VHdi partic-olanuente i lapporli del Diipin all'Accademia delle scien-
ze, il lihro: Le cavol de Suez par Eriiesi Des|)laces, il discurso lelto dal
Cuniad il 1." sett. 1857 all' Istituto reale deyii iiigegiieri d'Olanda, gli
scritti del Paleocapa pubblicali nel bulletlino dell' islmo.
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navi d'altra nazione dall' Inglese che sola delle europee
padroneggia oggidi su quelle acqua
Senza diluiigarmi adunque sul paragone delle varie vie
che possono congiungere il mare Mediterraneo al mar
Rosso, scnza enlrare sui particolari dell' arte, onde dirao-
strasi possibile 1' eseguire ed il manteiiere tra questi due
mari un canale, io andro diritto ai vantaggi che da esse si
avrebbero se fosse fatlo. Ne allrimenti preraettero la storia
del commercio tra I'Europa e I'Asia, edegli impreodimenti
eseguiti o vagheggiati in varii tempi per congiungere al-
meno per mezzo del Nilo i due mari : che sarei incolpato
di ritornare con erudizione, che e ormai alia mano di tutti,
su quanto fu gii detlo e ridetto (1). Invece entro tosto a dis-
correre dei vantaggi che dal canale puo aspettarsi il com-
mercio d' Europa; ove sul suo avvenire procuro dedurre
ragionevoli congetture dai priucipii della pubblica econo-
mia, che porro dapprima alquanto astraltamente, ma solo
per aprirmi la via a spiegare i fatti rclativi al consume e
alia produzione degli stati d' Europa : allrimenti poco gio-
verebbe ammontare infiniti particolari spesso non esatti,
mai coinpiuti e difficili a bilanciarsi tra loro attesa la di-
versita delle statistiche. Ne solo ricerchero in via assoluta
gli effetli dclla via diritta e continua all' Indie sulla produ-
zione c sul consumo degli slati europei, ma anche in via
relativa, discorrendo specialmente dell'Inghilterra, la quale
sola sembra adombrarsi del mutamento avvenire nella via
de' traffici. A maggiori particolarila scendcro nel far parola
(1) Devesi ricordare tra tutti Io sciitto del dottor Peschel nel n. 71
Set. 1855 della deutsche vierteljahres Schrift intitolato: die handels-
geschicthe des rolhcn Meeres in Bezug aufdas Problem einer durchs-
techung der Landenge von Suez, e I' opera del Toreili sul commercio
europeo.
Serie. HIT. IV. 88
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del coiiimemo vcneto ; sembrandoini bclla occasione il
consitlerare le oagioni del suo decadimento, il conoscere
quanto ancora potremino, il sollevare 1' animo nostro da
tanlo abhandono. Poniam pure elio per gli arbitrii polili-
ci(l) listino Iciiga sodo ancora molli anni: egli ii certo che
intanlo nou saraiiiio inutili gli sludii di ravvivare i nostri
Iraffici, eiii ancbe una via piu opporluna e piu soilecita
air Indie polrebbe recar poco aiuto,seci Irovasse non pre-
parati ed ineerli. Cliiudero questi miei sludii coll' esporre
le guarcnligie culle quali al diritto inlernazionale appartie-
ne proleggei'c la libei'la deila nuova via, la sieurezza de'ca-
pitali impiegati ad aprirla e i Iraflici ai quali dischiudesi.
Le utilila che io mi propongo considerare eorae messeci
innanzi dal canale di Suez, sono streltaraente economiche :
ma nel restringere ad esse il niio studio io non intendo
punto sconoscere i somnii vantaggi morali die quell' opera
stupenda riprometle all' Europa ed all' Asia. Il dcro dei
varii rili di Siria e di Paleslina e il patriarca di Costanti-
nopoli e quello d'Antiocliia scrissei-o al Lesseps, che il com-
pimento del canale vuolsi non solo per le uliliU'j mercanlili
ma come opera di civilti'i.di morale e percio essenzialraente
cristiana. "Lunire col canale idue niari abbreviando d'una
mela la dislanza die separa I'Europa dall' Asia e un ten-
dere una niano carilalevole a 500 milioni di anime prive
de'benehcii deila civilla, che sola la religione cristiana puo
dare, e la cui mancanza si fece dolorosaraente sentire nella
guerra ddle Indie. » Ferrouck-kan ambasciatore di Persia
e vice-presidenle ddia Societa Orientale di Parigi, disse
che il lanale riannoderebbe la rele ddle simpatie interna-
(I) I'er la volonta fHrmissiina del Lesseps seiiibra oriiiai toitu cigni
riiibbio .siiU'eseiiuziono flnllo Btiipeiidu Invoio.
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zionall, e clie gli Europei harino debito di recare agli Orien-
tali le oognizioni conseguite da una civilta che ebbe dal-
I'Oi'iente il primo impulso, il priino moviraento.FinaUnente
la Socicta di geografia a Parigi osserva in una lettera al
Lesseps, che i viaggi scientifici avranno maggiore como-
dita a raccogliere prodotli, a fare rilievi idrograflci ; in-
rontreranno minori periooli, eviteranno la lunga naviga-
zioiie allantica. Queste Icstlraonianze solenni tolgono alia
ricorca, in cui mi addentro, la gretlezza d'una speculazione
mercanlile, e vieppiu confortano a far manifesU quei van-
laggi clie daranno tanto progrcsso alia civilta, noncho ai
traffici. Per le nolizie del commercio sardo, pontificio, au-
striaco, di Brenia, d'Amburgo, della Svizzeia, andai dirilto
alle statistlclie ufflciali : pel commercio inglesc mi valsero
gli specchi dell' Hiibner tratti dai registri del Board of.
trade: per quello di Francia mi giovai soprattiitlo della
bellissima opera del Bousquet e del Sapet sul commercio di
Marsiglia: del resto, il bolleltino delT istmo di Suez pubbli-
oato dal Calindri, e gli annuarii del Guillaumin, dell' Hiib-
ner, (leilo Schercr, del Correnti, e giornali moltissimi mi for-
nirono, come dicono gl' Inglesi, la materia di falto.
lo procurai di lasciar da pailc tutlo cio die «'• si nolo
da rendere affatlo noioso clii ne torna da capo a discor-
rere: ma se pure non mi riusci di dire cose nuove, se pure
col punto di vedula da me preso non mi riusci rendere bene
accelte anclie cose gia udite piii volte, ma qui esposte in
particolarc atlitienza col mio |)aese, io prego il leltore a
fame la debita parte alio stato della ricerca propostami ;
cbe ormai entro ncl sentimcnto e nella conosccnza univer-
sale. Appunto |icr tale ragioiie lacerai ben piii carte che
non ne misi insieme: e spero una valida scusa alia rapidita,
con cui discorro su molli punti: la quale a me stesso fu
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ben (li niaggiore fiilica die iioii n>i fosse lo scrivere ampio
e dilTiiso. Nelle congetturc i<> mi giiardai dal circoscrivere
e definire con Humeri il fuluro: che appunlo annuncian-
dosi con qucsle apparenze severe c decise inetterebbe in
sospetio il leltore : eonie airinconiro nel venire alle con-
siderazioni do' noslri IralTici presenti e delle leggi cbe \i
governano c delle liforme elie sinvocano stimai mio debito
d'liscire quanto piii fosse possibile dalle imiversalil^.
PARTE PRIMA
. . . CAPO PRIVIO
Abbreviamcnto del viaggio. — Risparmio di tempo e di spesa. —
Delia navlgazione del mar Rosso e del Mediterraneo.
Certo ('■ che dal canale si avia economia grandissima
di tempo e di spesa pei viaggi deH'Indie. Da Londra a Bom-
bay sono pei Capo M280 rail, geogr. per Suez 74-^0; da
Bombay a Venezia 14304 pel Capo; 5GI6 per Suez. Ag-
giungasi ehe pel Capo non pu6 una nave andar diritta ai-
r Indie, ma deve pigliare larga svolta; e il ritardo che spesso
frapponesi alle navi nel passare lo stretto di Gibilterra per
uscirne nelT AUanlico. Fu fatto da moUi giornaii lo spec-
chio ove scorgesi quauto minore sia la distanza de' varii
porti d'Europa dall' Indie pel canale di Suez anzi<die pel (1)
giro del Capo: il Boccardo stimo di 50 giorni il risparmio
del tempo pei porti dell' Oceano, di 10 pel Baltico, di 65
pel Mediterraneo. Fu detlo, e vero, die la navlgazione 6
difficilissima nel mare Rosso : ma primieiamente tali diffi-
colla non si frapporrebbero mai alia navlgazione a vapore,
per cui ad un abbreviamento della via e pur sempre cor-
rispondente un abbreviamento del viaggio : poi anche per
la navlgazione a vela gli studii diligenti di Rogers, di Mo-
resby, di sir Harford Jones e di altri dileguarono i timori:
olirech6 si formo una sooieti di oabottaggio, la quale fari
(i)\eA\ le Mil/fieihtngev de\ ?e\[erm-Mi). gli snritli del Baiide. del
Talabot etc.
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maggiormenle conosccre le noniie valide a renderia piena-
ineiile sicura.Si erode che in media su einque mesi cbe ora
occoiTono al viaggio pel capo, se ne risparmieranno due
pel canale: c menlrc ora una nave di 500 lonn. per fare il
\iaggio del Capo incontra una spesa di ^20 fr. per tonnel-
lata, pel canale di Suez ridurri la spesa a 72 fr. ; tanto sui
noli, tanlo snU'equipaggio e via via. Dal nolo, che pel car-
hone dclla coiupagnia delle Indie pagossi linora caraniente
nel mare Rosso, la rivisla di Edimburgo argomento che
sarebbe carissimo il nolo in quelle i)v([\n^ anche dopo il
canale. Ma fallace 6 quoslo ragionamento : la nave oggidi
e costretta adandaro nel mare Rosso apposilaniente: dopo
il canale potrebbe diniiiiuiie il nolo guadagnando su ope-
razioni di commcrcio iatle ne'varii scali di quclla via. Nel
Mediterraneo poi quanli golfi e seni! come gremilo d'isole
in cui pigliar porlo, fornire la nave, far Iraffico! E i popoli
lungo le sue rive, i piii civili d Europa! E gli scali congiunti
tutti col telegrafo!
CAPO SECONDO
Utilita del canale di Suez pel movimento della strada ferrata
d'Egitto, — Gli emigranti in Australia.
La strada ferrata, dice Stephenson, tra Alessandria e
Suez 6 pill vantaggiosa al servigio postale che non il canale.
Per la posta ci6 e verissimo : anche oggi la posta delle In-
die segue il cammino inlerrolto ma pii'i celere. Da Marsi-
glia a Londra il viaggio, pur comprendendo il tragitlo della
Manica, giunge a 30 ore: da Marsiglia ad Alessandria ba-
stano 6 giorni: invece da Southampton allEgitto voglionsi
per mare 16 giorni : sebbene non si deve dimenticare che
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la Compagiiia peiiinsulare orieiitale fa aiiche due viaggi
direltamenle da Southampton ad Alessandria. E certo del
resto clie il movimento dei traftici sul canale acerescer& in
Egilto il movimento sulla slrada ferrata ; poiclie la facility
delle corrispomienze e dei viaggi sara secondata dall" eco-
nomia dei trasporti delle merci per cui si fauno e le cor-
rispondenze ed i viaggi. Oggidi il viaggio all' Indie per la
strada ferrata d' Egitto sarebbe solamente comodo alle
persone, ma essendo dispendioso ed incomodo per le merci
specialmente di gran volume, non soddisfa nemmeno la
maggior parte delle persone, chc vedonsi costrette di spe-
dire le loro cose per una via affatlo diversa da quella, ed
hanno come inutile la facilita data dalla strada ferrata ad
accrescere la domanda e 1' offerta di merci, die non pos-
sono giungere piu sollecite. Ora il viaggio dogli emigranti
in Australia si compie per la via di Suez o per quella del
Capo? 200,930 emigranti salparono, dal 1847 al 1850,
dair Ingbilterra per 1' Australia, 21,000 nel 1851,88,000
nel 1852,6 tutti prescelsero la via continua marittima,seb-
bene il nolo fosse elevatissimo da I. 10 per capo, salendo
a 17 lire e perfino a 23 lire. II transito dei viaggiatori sulla
strada dell' Egitto fu solo di 4789 nel i 854, di 5029 nel
1855, di 5013 nel 1856. Onde si conosce che sebbene la
strada ferrata sia per le persone piu opportuna, pur deve
rimanere scarsissimo il loro transito sopra di essa, sino a
cbe un canale non prepari in Egitto una via continua alle
merci e non vi richiami il movimento dei traftici. - •
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CAPO TERZO
Aumento del capitale produttivo pel risparmio di spesa
e per la facilita del ritorni.
II risparmio di fr. 48, su 2 000,000 di tonncllate, che
e la ciiVa minore in cui si possa valulare il passaggio delle
merci pel nuovo canale, dara al commercio curopco un
risparmio totale di 90.000,000 di fr. i quali, invoce d'impie-
garsi nelle spese del trasporlo de' prodoUi, possono impie-
garsi a niiova produzione, e perci6 accrescono uon poco
il capitale europeo.
Ne si ha un aecrescimento del capitale pel solo rispar-
mio otienuto nella spesa del viaggio ; ma inoltre per la
facilita dei ritorni, ossia perche il capitale spedito all' Indie
in merci europee veriOcberi!i piii presto il cambio con le
cose dcir India, e quindi potra piii presto ritornare nelle
mani del produttore. Si spedisca oggidi all" Indie da un
porlo del Mediterraneo un capitale in lessuli pel prezzo
di 100,000 fr.; perche si possa produrre nuovi tessuti con-
viene attendere clie i primi giungano all' Indie, die vi si
cangino con materie prime, con altri prodotti, ovvero con
danaro, e che la nave ritorni porlando un capitale d' un
pregio almcno equivalenle a quelio spedito : ed aliora solo
sara rinnovato, per cosi dire, nelle mani del produttore il
mezzo di proseguire la sua produzione : che so dopo fatto
il canale si dovra attendere la mcli\ del tempo atteso oggidi
perche si compiano tuitc queslc opcrazioni, e certo che si
rinnoveri piii presto nelle mani del produttore ii suo capi-
tale: che quindi lo potra piu presto rivolgere a uuova pro-
duzione: cosicclic- ncllo slesso tempo il capitale potra im-
piegarsi nella produzione due volte mvece di una.
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CAPO QUARTO
Diminuzione nell' interesse dei mutui marittimi. — Concor-
renza utile alia navigazione. — Fortune grandi e grandl
rovine delle navigazloni lontaue. — Aumento e regolarita
della navigazione per la minore distanza. ;,
L' aumento del capitale inlluii'i alia sua volta per di-
rainuire 1' interesse dei mutui marittimi che nelle acque
della China sale talvolta a enormissimo prezzo: onde, sem-
pre pill agevolata la navigazione, potri aprirsi anche a tali
fortune che oggidi non potrebbero arrischiarsi per man-
canza di capitale bastante a sostcnerne le spese.
Ill tal raodo, moltiplicandosi i viaggi sia delle navi stesse
che oggidi fanno il viaggio dell' India e lo potranno compire
in un tempo piii breve ; sia d'altre navi che possano soste-
nere la spesa dal piii breve cammino diminuita di tanto,
deriveri alia produzione altro vuntaggioriievantissimo: cioe
il poter di volta in volta acquistare le materic prime, e di-
minuirne il fondo di riserva. Obbligato il negoziante a fare
in grande le sue provviste, deve antecipare una somma,
che solo dopo qualche tempo gli verra restituita dalla sua
iodustria, e su cui in tanto dee pagare lo sconto : oltrech6
verso lui si fa arbitro dei prezzi il navigante, che non teme
vicina coucorrenza di nuovi arrivi, e conosce il bisogno
del manifattore che non vuole lasciare inoperosa la propria
officina. In tal guisa commisurandosi le provvJsle ai biso-
gni reali dell' inchiesta si eviteranno quelle crisi tremende
che provengono dal trovarsi ammontate ne'magazziniraate-
rie prime o manifatture ciii manchi lo spaccio : in tal guisa
la produzione fatla con mezzi piii potenti sara ad un tempo
Sciic III. T. IV. m
— ()i)0 —
e pill siciira c piii rcgolure. IJasta per poco rivolgcro I'uni-
1110 alia stoiia cici commercii europei : c qucsta, cli' io qui
accenno, come conseguenza ceitissiiiia del nuovo canale
11011 apparirii the conic una continuazione, un progrcsso,
uno svolgimenlo di simile benelicio cbe il commercio ebbe
in altri tempi, di mano in mano cbe gU si tolsero gU osta-
coli, gli si abbrcviai'ono le vie. Nci primi viaggi all' Indie,
osscrva Leonardo da Ca Masser spedito dalla repubblica
veneta a Lisbona per darne ragguaglio, s' impiegavano 18
mesi tra I' andare e il ritorno. Vasco di Gauia con 4 cara-
vclle compi il primo viaggio in due anni e porto con se
alcune mostre di spezierie, I Tortogliesi navigavano dal
principio cei-lc caravelie molto piccole, le quali crano di
botli 100, o 150 Ic piu grandi, percbc sapeasi condurlecon
iiiaggior sicurezza. La navigazione alle Indie sUmavasi al-
iorapiulloslo miraculosa eke aUriincnli: (juci marl erano qua-
si innavigabili. Ancbe dopocbe gl' Inglesi accrebbero per la
via del Capo i loro commercii coll' Indie, riniasero hinga-
iiiente incerli gli arrivi, lonlanc le nolizic; ondc il padrone
dclia nave cd il mauifadoic die nc atlendeva la merce, ne
avcano ansicia incslimabili e in un siibilo lorlune immense
0 inuiicnse rovinc. NeH'anlica borsa inglesc sta la ininia-
gine di Toniaso Grcsliam, imo de'primi cbe ncgoziassc c(jl-
1 Indie orienlali: lia in mano una leUer;i aperta; cgli I'ia-
vutosi dal liniore die due navi fossero naufragate, le sa
ormai salve, e col solo arrivo di esse acquista tanla ric-
cliezza da vincere la boria dell' ambascialore spagnuolo.
Come pu6 vigoreggiare ed accrescersi la produzione, come
supplire ai consumi in mezzo a tali incertezze, a tali ini-
provvisi guadagni, a tali perdite imminenti ? La civiltcicbe
accomuiia il consumo degli oggelti ulili ed aggradevoli alia
vita andie ulle iniinic condizioni del popolo, la civilta che
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vuole I'operaio piii agialo deiraiinato feiidatario del medio
evo, dovea porre riniedio a siffatti capricci della fortuna.
Solo nel 1825 una vaporiera, [ Enterprise, fece il tragitto
da Londra a Calcutta i)el Ga|)o: avea la forza dl soli GO
cavallija capacita di sole 100 tonn., ma in tre mesi e mez-
zo giunse a Calcutta, percorse 18000 chilometri. Oggidi le
navi sono dalle 3000 alio 3400 ton., oggidi tarda aU'Euro-
peo il trovare una via meiio lunga die non diiuinuisca i
vanlaggi della vaporiera. Si fece la strada ferrata tra Ales-
sandria e Suez: un' allra so ne divisa lungo 1' Eufrate, ma
(inalmente vuoisi continua, diritta la via maritlima : col
canale tra Suez e Pekisio vuoisi risparmiare le spese della
navigazionc, il tempo del viaggio: lasciare alia produzione
un maggior capitale, sia coldiminuire le spese, sia col dare
i rilorni piu solleciti; darle piu opportune, piii certe le
materie die leabbisognano: soltraria all'arbitrio dei prezzi
c alle perturi)azioni violente.
■ •■.'■■■, 'i-i Vv'
CAPO QUIiNTO
Facilita del crcilito. — I prestiti suUa polizza di carico.
Ognuno puo conoscere quanlo tial nuovo canale sara
agevolato eziandio il credito : sia coll' arrivare piii presto
!e canibiali c le merci per cui son Iratte, sia perdie, abbre-
viaiidosi il viaggio e atlendendosi iiieno i rilorni, il credilo
si facilitii, si svolge, si accresce. II credito mercantile for-
nisce al inanifattore i niozzi di mm interrompere il suo la-
voro attendendo die i suoi prodotli arrivino all' Indie, chc
vi si cambino con profitlo, die gli giunga il prezzo ritrat-
tone. Ora e certo die cssondo piii breve il viaggio, essendo
([uindi piii sollccita la reslituzione del capitale inediante i(
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profillo conscgnito dnlla vondila dollo merci, i higliclti del
credito chiosto dul inanilaltore saranno a piu l)rcve sca-
denza: quindi si otterranno da lui piii faciliucnle c a mi-
gliori oondizioni. Onde il orodilo sicsso ne acquislora nuovo
vigore : poiclic la Iiinglie/za del lompo per ciii si concede,
diminiiisce la facolla di disporrc del capitale clie lo ali-
meiila e rciulc difficile il poler secondare le doniande di
pronto rind)orso. in paiiicohire la forma piii s|)edita con
cui il credilo puo aiutare la navigazione, cioe il prcstito
sopra la sola polizza di carico oggidi possihile a farsi in
grandissinia scala dall' Inghiltorra, potra divenire assai piu
in use nei nostri porti. Come si polra oggidi dare un pre-
slito sopra una polizza di un carico spedita alTIndie, il cui
canibio e lento, i cui profitti sono inccrtissimi ? Kppure se
tale prestito si potesse ottenere a buoni palli uon si do-
vrehbe intanto attendere il rilorno della nave coi guadagni
ritraiti dalla merce e si potrebbe tosto farnc conto impie-
gando nella produzione il piestito ricevulo die poi sarebbe
rimborsato a! ritorno della nave.
CAl'O SESTO
Materie greggie per I' indiistria.
Inoltre essendo ogni di piii numerosi i consumatori, ed
agevolandosi semprepiii dalle maccliine la produzione, e
certo che deve in proporzionc aunientarsi anclie la mate-
ria greggia. Ma le materie greggie di cui abbisognano le
principali Industrie europee non possono forse aspettarsi in
maggior copia dall' Asia e dall' Australia, ove se ue abbre-
vii il viaggio ? Nelle lane, nei cotoni, nelle sele non si avra
cosi un utile rilevantissimo ? Tanto piii se ne deve tener
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conto, die tratlasi di prodolli (Icsliiiali al consumo univer-
sale, anziclie al liisso, e quiiuli lali da rendere molto grave
anche iin minirao aumeiilo nel [)rezzo della materia prima.
Si noti come il consumo del cotone ne' dieci anni or decor-
si aumento del 20 per 100 negli Stati Unili, del 23 per 100
neir Inghilterra, del 13 per 100 nella Francia, altrovedel
10 ed 1 i per 100 : eppure, mentre I' Inghilterra nel 1847
area una piovvista di coloni ba,«tante per 20 seltimane,
cioe un 1.234,000 balle, nel 1856 invece avea una prov-
vista per sole 8 seltimane. L' aumento d' un solo penny
per libbra portava, or son aleuni anni,un aumento di 5 mi-
lioni di slerline pagate dall' Inghilterra agli Stati Unili: ora,
essendo doppio il consumo, e doppia anche la perdila. Ve-
desi da queslo esempio della nazione piii industro d' Euro-
pa i danni immensi che dalla searsezza della materia pri-
ma o del suo prezzo elevalo possono venire : sia per I' au-
mento del costo di produzione, sia (il che e piu) pel clio-
mage, per Tinazione cui rimangono condannati gli opiflcj
cessando di dare il prolitto di (uipilali impiegali in essi, ed
il salario agli operaj. Concludiamo adunque che benelica
dev' essere alia produzione una via la quale le somnrinistri
piu presto e con minoie spesa le materie prime ad essa
necessarie.
CAPO SETTIMO
Esportazione de' prodotti europei per 1' Asia, e come sin mino-
re della corrispondente iinportazione. — Cause da cui di-
pende la differeiiza.
Non minori sono i vantaggi che la produzione devecon-
seguire per lo smaltimento de' suoi prodotti ; poiche lo
spiu'cio rilnrd.ilo fii si clie noii si poss;i soddislare gli ol»-
Idighi oontraUi c coiuliico a inevitahili I'allimenli. Si osser-
vi iili speoclii slalislioi dcllo iniportazioni die si fanao di co-
se asiatielie in Eiiiopa e dell esporlazioiii die vongono
mandate in caiiihio dai porli europei ; e se ne piio rilrarre
die quelle sono sciiza paragono maggiori di ([ueste : onde
r eecedciite dee dalT Europa pagarsi con danaro, anziclie
col eanibio di prodolU europei. Quesio fallo contribuisce
a privare i inereali europei d' una sonima ingente di dana-
ro, c (|uindi d' un polenlissinio mezzo di avvivare e agevo-
lare i ti-afliei : inollre ci ohhliga ad tin siiodo di pagamento
tneno facile e piu dispendio^o di qiidlo die sia il pagare le
coso ricevule con allre cose spedile. !•] vero die sino dal
1830, come diinostra M. Cullodi, dimiiiui lale si)roporzio-
nc tra le cose iniporlalo dalT Asia, c lo cose esportate dal-
r Europa : tuUavia aneora oggidi essa e rilevantissima.
In Francia 1' eccesso di lale importazione sulP esportazio-
ne e di 71G niilioni ; in Belgio di 25; I ; in Olanda di
370 ; in Inghilteira di 430 per 1' Indie sole, dal clie per
quesli paesi risidLa un eccesso di I8G7 mil.' In Russia 1" im-
portazione sullefronliere dell'Asia sale lino a y^ del coramer-
cio lotale, e solo ad '/. 1' esportazionc : 1' importazione spa-
gnuola e maggiore del doppio die non la coirispondenle
csportazione : nci porli del mar Germanico T csporlazioiic
giungc appona al Irentesimo dell' importazione : onde si
conosce quanlo aneora sia scarsa V incliiesla dei prodotti
europei in Asia : laulo piu quaiora si consideri la nuniero-
sa sua popolazione. Adamo Smith osservo ciie i monopolii
concessi alle compagnie delle Indie furono la prindpale ca-
gione per cui s' impcdi lungamenle racciescimenlo dei
traffici coir Asia ; poiclic non lasciandosi liherta a qualsiasi
capitale di cercare il profilto in qwe' traflici, anzi riservan-
— 095 —
dosi lulc proQtlo ai oapilali delle coai|)agiiie foriiitc del
privilegio, si rose impossibile di dar ai traffici quell' esleii-
sione ehe solo poteano trovare neila potenza del capilale o
nella sua lil)era azione. Ma se quei monopolii cessaroDo,
puo dirsi tutlavia clie coolinui un monopolio nalurale per
la grando dislanza itineraria dei porti europei da quelli
dell" Asia, la quale fa si die uiolli dcbbano riiiunziare a ta-
le cominercio : e queslo rimaoga solo per quei paesi iu cui
la distanza stessa sia nnnore, od alti'i vantaggi conlrappe-
sino il danuo. Non (> qui il luogo di considerare quali sca-
pili possoDo temersi dai paesi cbe oggidi haauo tal mono-
polio naturale qualora cessasse : qui non ne considero
r effetto sulla produzione dei varj paesi d' Europa, ma si
suir insieme della loro produzione : qui mi ristringo a di-
moslrare cbe la grande distanza toglie a una gran parte dei
capitali europei il rivolgersi con profltlo all' esporlazione
de' prodolli per i porti dell' Asia. Come si puo da Venezia,
da Genova, da Livorno fare un' esportazione cousiderevo-
le di prodotti nostri per I' Oriente, so essi vi giungerebbe-
ro lanto sopracearicati di spese da non potersi spaeciare
senza perdila se non a prezzi altissimi ? E se pur a prezzi
altissimi si potesse spaceiarii, cbe guadagiio se ne avreb-
be, daccbe il prezzo cosi alto non si attribuisce puuto ad un
profilto del capitale, ma si ad un rimborso delle spese gra-
vissime da loro fatte ? Come e possibile adunque un cora-
mercio di esporlazione da molli paesi d' Europa clie non
lianno in Asia alcun avviamento ai loro traftiei, cbe non
possono conoseere la vera incliiesta de' mercati si lontani e
pigliarne norma nello spedire le cose di spaccio piu pronto
e piu sicuro ? Una nave cbe vi si arriscbiasse da uno dei
porti pill orientali d' Europa coire pericolo (come realmen-
le e accaduto talvolta) cbe al primo suo giungcre nei porti
— ()9() —
ilcir India si spoculasse un forzato cd iiuprovviso ribasso
deile merci da cssa rocate : sii'clie, costrello !'arnialore a
vendere il carieo aiuiic a prezzo vilissiino pcM- rifarsi deilo
spcse deila navigazioiic, pordcrobbe tiitto il suo capitale, c
solo a durissiinc condizioni polra provvcdci'si di qiianto gli
basti per lornare in Europa. Or se si abbrevii la via del-
r Indie, se tulli i porli d' Eui'opa saraiino cosi avvicinati a
quelli dell' Asia, anehe il moiiopolio naUirale, di cbc oggidi
gode poca parte d' Europa, cesseri totaliuente : e si polri
accrcsccre 1' esporlazione lotale. Quindi niun dubbio che la
produzione tanlo avvaiilaggiala dal nuovo canale pel ris-
parmio del eapilali, per lo svolgimenlo del credito, pei ri-
torni pill solleciti, per la quantita delle materie prime nc
avra altrellantc ulilita per T esito de' suoi prodolti ; perche
i capitali d'lina gran parte d'Eiiropa, i quali oggidi non han-
no profitto in tale esporlazione, potranno averlo rilevanlis-
simo per la nuova via piii diretta e continiia.
CAPO OTTAVO .
Grande esporlazione del dauaro e specialmente dell' argento
dair Europa per I' Asia. — Come il canale di Suez deve di-
minuirla.
Oggidi, conic accennava,somme ingenti [)agansi in daua-
ro ogni anno dall" Europa ail' Asia : da Londra ncl 1851 si
esporto per T India e la Cina la soniina di 2.592,800 di li-
re sterline in argento, e di 700,350 in oro. Nel 1 850 (I)
transitaronoper Suez 45568 casse eon 463. i32,500franchi.
lo sono ben lungi dal ripelcre i lagni con ciii osteggiavasi
(I) Gugl. Meumaik., le niwue qwinlila d'aru.
— 697 —
lie' suoi priiuipii la Compagnia delle Indie orieiilali; quasi-
che coiriinportare cose dell'Asia in Inghilterra e coU'estrar-
ne danaro recasse al commercio inglese una vera perdita :
io riconosoo evidentissimo il principio che quest' oro, que-
sto argento iiiandato in caiubio delle cose asiatiche non si
hanno senon da prodoUi smerciati in allri paesi, e che quin-
di tale esportazione di oro e di argento, non meno del-
r esportazione di altrc cose, denola ii fiorire e I' estendersi
de' traffic!. Non allego qui questo fatto se non per osserva-
re che appunto si spedisce oro ed argento nell'Asia, perch6
non vi e inchiesla di lante merci enropee ; e quindi col-
r auraentarsi in seguito di tale esportazione diminuiri in-
vece r esportazione deir oro e dellargento. Si avra allora
possibility di pogare le importazioni dell' Asia con cambiali
corrispondenti alia sorama delle cose iniportate dall' Asia.
E noto come nei porti inglesi le materie prime si paghino
al primo loro arrivo, onde si puo conoscere come un' iiii-
portazione di cose asiatiche sempre crescente secondo le
inchieste dell'industria, possa cagionare una tale esporta-
zione di denaro che nc nasca una violenta alterazione nel
mercato. Tauto piu deve tenersi conto di questo fatto, dac-
che il pagaraento delle merci asiatiche si fa per la maggior
parte in monete d' argento: onde la difficoltii di trovare le
monete pei pagaraenli richiesti dal commercio puo accre-
scersi soramamente. In addietro la Cina dava all' Indie i
suoi canibj in te ed in argento; ma dacche si ando accre-
scendo r esportazione del te, delta seta, del cotone per
r Europa, la Cina paga i cambj dell' Indie con biglietti
tratti su Londra: onde I' Inghilterra deve mandare a Calcut-
ta r argento prima speditovi dalla Cina. Ne altra moneta
che la rupia d' argento e comunemente accettata nell' Asia :
oltreche I" argento e piu opportuno dell oro per le lontane
Serie HI. T IV. 00
- 698 —
navigazioni. Qualora la navigazione divenga piii breve e
piu agovole, e qualora 1' csportazione delle cose d' Europa
si accresca, nou o dubbio, die I' inchicsla dell' argento sari
mioore nell' Asia, che 1' oro vi preaderi parte nei negozj,
chc in tal modo saranno diminuite le subite alterazioni del
mercalo nioiietario in Europa.
CAPO NONO
Auniento delle inchieste di cose europee in Asia. — Cause che
ora la rallentano. — Conoscenza della reale inchiesta di
cose europee in Asia, — Opportunita degli scali e della ca-
tena de' cambj.
La produzione, eonie venni dimostrando, Iroverii uno
sbocco ben piii ampio di quello cbe le sla aperto oggidi,
dacc'be i popoli dell' Asia non potrauno riparare le loro ge-
lose abitudini dietro I'ostacolo nalurale il quale interronape
la navigazione del mare dell' Indie e del Medileiraneo. An-
obe oggidi rincbiesla delle lose d' Europa non e tanto liuii-
tata neirAsia dal grado di civilta (juanto dagl' iiupedimenti
ebe vi si frappongono. Basta lossurvare elie escludonsi nella
Cina i nostri prodoUi non pure col dazio doganale^, ma
con uioUipliei pedaggi, e linalnienle col ridurli in guisa cbe
non possano in verun niodo vineere reiuuiazione de' pro-
doUi cinesi.
Inoltre 1' csportazione accresciuta ed estesa fartj cono-
scere ai produtlori i reali bisogni dei popoli, ed adattare
le loro spedizioni all'incbiesta; il cbe non epossibile nella
niaggior parte degli Stati d' Europa, sino a che T csporta-
zione e cosi niiscra, e per poco si aflida inleramente alia
paccolliglia.
— ()99 —
r/ Aube, nil arniatore di Marsiglia, osserv6 che prin
oipale cagione della pocliezza dei traffic! francesi nell'Asia
dipende dal grave danno di doveisi recare Ic navi francesi
air India sur test, il die dipende in parte dalia quality
delle cose cLe si esportano per I' Asia, poiche essendo ma-
nufa((e oecupano minor volume di quelle ricevute in cam-
bio dail' Asia stessa. Ma andie questo gravissimo danno
del partire sur test, che e eomune alle navi dei nostri porti
d'Euiopa, cessera fuor di dubbio quando possa accrescersi
r esportazione ; perchc, awiandosi il traffico sopra la nuo-
va strada dello Indie, nella quale la nave pu6 fare scala a
tanti paesi, si potr^ parlirecon un carico di csito certo in
qualcuno dei porti in cui si fa scala, e via via far molli-
plici oambj, in guisa cbe la nave non rimanga mai vuota,
ed i noli possano ribassarsi compensandosi coi profitti di
quest! cambj. Anche i diritt! differenziali cesseranno del
lutto, quando si potra navigaie all' Indie per una via breve
e confinua eziandio dai popob che non hanno oggldi ba-
stanti capital! per tale impedimento. Gl! emporj andranno
di manoin mano diminuendo, dacche la navigazione direl-
ta diviene possibile ed agevole: appunto come le strade
ferrate hanno tolto la nccessita de' grand! mercati. II pro-
duttore quind! potra fornirsi delle malerie prime nei porti
vicini alia sua iiianifaltura, ove il naviganle si affreUera di
soddisfare linchicsta.
Tollo in somma un ostacolo naturale, tutti si consegui-
raniio dalla produzione i vanlaggi, per cui e desiderata do-
vunqne la liberla dei comsnercii, non solo sancita dalle leg-
gi, ma possibile in fallo.
7011
CAPO ])KCIMO ■ ':-
Accresciinenti de'consiimi euiopei, regolarita nelle provvl-
ste. — Importiizione del riso. — Come il canale di Suez
tofjliera I' cnonne differenza tra i consumi de" paesi piii
occiilentali e piu orientali d' Eiiropa. — Cotoni, zuccheri,
te. — Aumento della prodiizione nell' Asia. — II commer-
cio di circolo si convertira per moiti paesi d" Europa in
commercio di consumo : daiini del cominercio di circolo.
— Le sete ed il meicato di Londra.
Non nieno Itenefica sara rinfluoiiza dclla ntiova sfrada
deir Indie siiiraccreseinienlo dc'consdmi europei. Come il
consumo s'aumenla al tctgliersi d'una dogana ed'nna proi-
hizione, cosi esso deve crescerc senza pai-agone quando si
schiuda il canale alle navigazione, esia cosi toltoqud grande
ostacolo ai carabj tra I'Europa e lAsia. Accresciuti infatto
i capllali ed accresciiita r offei'ta de'pi'odolti, deve di ne-
ccssita aimienlarsi la soddisfazione do'bisogni ohe son fatti
sentire dalla civilta, ed estendersi a qnanli non poteano
dapprima procurarsi le desiderate agiatezze perche lor co-
stassero caramente. Puo invero avvenire die tanto se nc;
accresca rinehiesta da controbilanciare almeno in parte
qiiella diminiizione di prezzo die sarebbe naturale atte-
nuandosi di tanlo le diffiriiltes nf attainmcnl: ma contiitlo-
ci6 non sarebl)e meno reaie ne meno rapldo I' aumento del
benessei'e e della ricdiezza. Dacehc la produzione acquisle-
ra estesissimo svolgimento, si accrcscera il valore reale
de' salarj ; quindi anclio per un prezzo eguale o minore
il popolo avrc'i miglior cibo e migliore vestito, ed acquisterA
sempre piii la dignita e la ricompensa del suo lavoro.
Quanio minore la necessita di provvedersi pel consumo
— 7UI —
con cnstosa nnlicipazioiie, perclic' lofierla delle coseche lo
soddisfano noii litorria se noii dopo liingo inleivnilo! Quaii-
lo minore il pcMicolo di riiiianere non soddisfallo il consu-
ino (he la nccessita e le al)i(udini eivili ricliicduno ! Quanto
minore la minaccia di sotloslare alle spoculazioni I'lic dalla
lontaiiaiiza dei inercati, dairincei-iezza degli arrivi, dalla
necessila di far le provviste in grande son fade arditissi-
ine e rovinose! Qui non considero i benefii-j del niiovo ea-
nale sid oonsuaio die affatto generalmente : ma ognuno
pu6 toslo accorgcrsi come il eotone, il caffe, lo zuceliero, il
riso, la iana, la seta abbiano tanta parte nd soddisfare i
bisogni eiii-opei, die un riaizo nel loco prezzi), il quale di-
penda da diminuziune reale o temuta delfofforta, sia ca-
gione di altreltanto riaizo in tuUe le cose che servono al-
r alimenlo e al beaessere. Abbiamo provato anclie in questi
ultimi anni la nocessih'i d'un vicino ed ampio mercato che
supplisca al difetlo di sussislenze, per cui le vlcende delle
slagioni facciano temere I'Europa: perche da porli dell' In-
dia, quasi sconosciuti, or son I 0 anni, vennero dopo il j 852
ai porti d'Europa graiulissimi carichi di riso, i quali pote-
rono atlenuare il caio de'grani, menlre nel 1845 Tlughil-
terra non ne importava se non 384,830 quiatali metrici,
e le Havre non ne facea alcuna importazioae ; nel 1854 se
ne importo in Inghiltena G7I,G00 quinlali metrid, a le
Havre 172,100, e simile auniento ebbe luogo negli altri
porti.
l-^l
S T A T I
702 —
Riso imporliito in varii paesi
eiiropei (') negli anni
1846
Rotterdam
Amsterdam
Brema . .
Amburgo .
Stetlino .
Anversa .
Zollverein.
67,000
57,900
39,500
48,600
45,950
H 2,550
100,250
1864
182,600
210,160
83,050
109,360
76,900
270,950
250,900
I
Sc si raffronli il consumo delle cose provenienti dal-
r Asia fatto in IngliilleiTa, e quello falto in allri paesi di
Europa, si conoscerti ancor piii inaiiifestamente quanta
necessita siavi d' una via che avvicini tutli i porti europei
air Indie, e tolga il nionopolio naturale di eui ora godono
i soli porti delT Inghilterra. Non diro del te, che si con-
suma in si grande quantitt'i dagli Inglesi e scarsameule al-
trove; ma si del cotone e dello zucchero che hanno parte
ben maggiore nei consumi del popolo : a niaggiori parti-
colarila verro poscia discorrendo dell" efl'etto del canale di
Suez su ciascun paese d' Europa. Secondo il Banlield il
consurao del cotone fu cosi ripaiiilo in Europa dal 1836
al 1841, e dal 1842 — 1847: e vero che trattasi del co-
(I) Anmiairc de rEnnuomie politique ct de In .slalixliqite par Block
'/ Guillunmin.
— 703 —
lone consiimalo nella produzione, raa ne dipende alia sua
volta la quaiitilA del cotone consumata in tessuli dal popo-
lo inslese.
S T A T I
4836-1844
4842-4847
Inghilterra . . . . q. m.
Francia »
Olanda, Belgio, Alema-
gna, Nord d'Europa »
Paesi suUe sponde del-
I'Adriatico .... »
40.935,284
3.566,502
4.637,344
766,444
44.344,540
4.056,664
2.434,068
979,683
Stando a slatisliche piu recenti, le proporzioni del eon-
sumo dei cotoni sarebbero mutate ben poco (I).
Inghilterra
Francia
Altri Stati d' Europa
270.000,000
72.000,000
80.000,000
Quanto al numero dei fusi si hanno egualmente enormi
differenze tra ringhilterra e gli altri paesi d'Europa.
(i) Slalisliqup de ( Industrie de la France, par Moreuu de Jun-
nts. Paii.<. 1856.
7U4
Inghilterra
J 3.000,000
Francia
3.263,000
Austria
1.500,000
Gerniania
815,000
Svizzera
650,000
Russia
700,000
Belgio
363,000
Spaarna
300,000
300,000
II consumo del cotoni nun esportali, nia realmenle ado-
perati negli usi del popolo inglese non si pu6 ben delermi-
nare, atteso il contrabliando die se ne fa su lutto il litorale
da Ambufgo a Cadice, ma ben si puo dire che sia almeno
11 doppio del consumo fattone in Francia, e tre volte piu
grande che negli alti'i paesi.
Del consumo dello zucchero devesi dire il medesimo,
poiche in Olanda il consumo e di 19 cliil. 377 per capo,
in Inghilterra di circa 13, in Bclgio di 4,632, laddove nella
Spagna e di soli 2,040, negli stati Sardi c di 5 chil.,e scen-
de nello Zollverein a 1,076, nelT Austria a 1,004, nella
Russia a 0,63,3. Quoslo speccliio slatistico del consumo
de' zuccheri in Olanda puo dimoslrare quanto i trafQci piii
diretti coll' India giovino al benessere ed all'induslria degli
Olandesi, e lascino di gran lunga dopo loro i popoli che
abilano lungo I' Adrialico (I).
0) Annimiri' de r Kronomie I'lf. pa/ Block el fjuilhnnin.
— 705 —
-1848 .
1849 .
1850 .
1851
1852 .
1853 .
1854 .
1855 .
ZUCGHERO GREGGIO
importato
raffinato
106.452,000
107.681,000
112.481,000
120.526,000
109.566,000
110.541,000
112.097,000
97.355,000
68.599,000
63.607,000
77.315,000
78.346,000
72.352,000
70. .596,000
74.864,000
75.650000
esportato
36.220,000
51.545,000
25.598,000
30.618,000
40.044,000
55.340,000
33.225,000
33.278.000
ZUCCHERO
raffinato
esportato
40.549,000
44.540.000
56.070,000
59.065,000
59.869,000
49.490:000
55 258.000
53.495,000
IMPORTAZIONE ESPORTAZIONE
greggio
greg-
gio
rafflnato
TRANSITO
greggio
raffinato
Amsterdam
Rotterdam
Schiedam
Dordrecht
Altre citta
Totale
66.192,330
ch.
»
V.990
52.9443,33
50
1.612
4.106,337
»
»
5.460,597
46
»
5.595,405
»
»
112.097,000
76
3.602
47.106,910
6.317,591
»
31,688
1,781,811
55.238,000
ch.
17.145,950
13.403,762
950,616
678,985
1,045,687
33.225,000
ch.
94.280
87.312
181.592
Serie III, T. IV.
91
— TOG —
K cerU) die i paesi dell'Adriatico, e di tutlo il Meditor-
runeo lusciali in dispartc dal viaggio dell' Iodic, clie si fa
ora pel Capo, devono aggiungere tutta la diffcrenza delle
spese di trasporto al valore doi lore consuaii^ e quiiidi de-
vono nei'cssarianienle diminuirli. E certo chc gl' Inglesi
lianno ora ildoppio vanlaggio di tiasportarc i loro prodotti
air Indie per una luinore distanza e di Irarne con una spesa
ininore le cose eouipratevi. I paesi adunquc posli lungo il
Mediterranco sono nella necessity di reslringere i proprii
consumi aggravati d' una spesa ben niinore per gl' Inglesi.
Non si pu6 nei nostri porti aver prolilto da una naviga-
zionc diretla all' Indie : poiche troppa porzione del nostro
capilaledovrebbe convertirsi in mezzi di trasporlo, e quindi
dobbiamo perdere una porzione dei noslri prodotti per farli
trasportare dai uoleggiatori di Londra e di Liverpool, ove
non solo si coucbiudono con faciliti'i le compre, ma trovasi
eziandiu 1' opportunita dei noleggi. Finalmente i! consumo
si acerescerti in via assoluta, perche la materia prima non
solo diniinuira di prezzo,nia si accrescera, potendosi esten-
dere senipre piu nell' Indie la eollura del cotone di raano
in mano cbe,diminuendosi le spese del trasporto ed accre-
scendosi la concorrenza, il proQtto della eollura sara mag-
giore: tanlo cbe potendosi prima coltivare il cotone in
quelle terrc in cui il prezzo della coltura non accede i 26
fr. 37 c." per etlare, si potri poi estendere anche sulle terre
in cui per la coltura ricbiedesi una spesa raaggiore: perchti
il soprappiu speso nella coltura viene compensate dallo
spaccio maggiore e dalle spese minori. Qucsta considera-
zione dedotta solamente da un abbrcviamento del viaggio
acquista maggior valore ove si pensi cbe in addielro non
fu promossa nell' Indie la coltura del cotone con quella ii-
berta che a tutte le tolture e necessaria.
— 707 —
Egli 6 certo eziandio che potendosi avviare da tutti i
poiii europei il commcrcio dirctto coll' Indie, tanto i con-
suini qiianto le produzioni d' una gran parte d' Europa si
scioglieranno dalle inflnite spese di che sono sopraccaricati
i nostri cambii col farsi indirettaraente e coll' avere noces-
sitii di far capo nei soli porti inglesi. Anche piii sopra ac-
cennai questo rilevanlissimo fatto ; ma iraporta tuttavia
considerarlo piu specialmente, e conoscere come il canale
di Snez porteri al commcrcio dell' Europa coll' Asia quel
vantaggio rilovantissimo che vediamo tuttodi conscguito nel
commcrcio interno d' Europa dalle strade ferrate.
E notissimo il fatto chedopo compiule leferrovie si rian-
nodanoi tral'ficitra iproduttorie i consumatori senza neces
sitci di far centroin unafierao inunemporio; tanto che, p es.
le fierc di Lipsia sono di anno in anno assai meno frequen-
late che nel passato. CoH'avYiarsi quindi i traffici diretti
coir Indie si risparraieranno non solo dirilli di commissio-
ne, di piu saremo toiti al pericolo di false speculazioni ed
arrischiate in cui i commissionarii hanno interesse di trarre
i negozianti: oltrechc, awiando un commcrcio piu diretto
potremo meglio provvedere alio spaccio dellc nostre cose.
Si considerino i dazii che molte merci devono subire nel-
r esportazione da paese a paese, 1' imballaggio, la spesa
epistolare, il trasporto a Calais, il rischio stradale, il callo
naturale dclla roba in viaggio, la diversity di ragguaglio di
peso air cstero, le spese da Calais a Londra, la polizza di
assicurazione pel tragitto, le spese di sbarcamento, il ma-
gazzinaggio, la sonscria di vendila, la commissione e del
credere, il tempo consueto pel pagamento : e si conoscerS
come una raerce giunta a Londra e aggravata piij del dop-
pio del suo valore primitivo. quindi devesi venderia a piu
caro prezzo. Sopratlutlo nel commcrcio dclla seta fu sem-
— 708 —
pre deplorato tale disortline: aggiungendosi pei t'abbricanti
iiiglesi un meso di tempo per dichiararsi sul conlciuito delta
spedizione, e quindi dandosi luogo a niiove iiieertezze e
nuovi danni : iuollre il corrispoiidente di Loiidra paga solo
'/j del valore alia conchiuslone del coiilratto di deposito
delle sete,e per gli allri due terzi deve il contraenle correre
il riscliio aiiclie di perderii se intaolo il corrispondeQte fal-
lisce. Onde si vide talvolta i negozianli ilaliani far percor-
rere alia seta la lunga via da Genova a Calais, per la Sa-
voja e la Franoia, o da .^lilano a Rotterdam per la Svizzcra,
facendo tale dispendio per non perdere durante il viaggio
il diritto di sequestrare la seta. Ne devest tacere un altro
vantaggio che dalla nuova direzione del traflico avranno
gli Stati europei ; poiche nel trovare uno sbocoo alle loro
industrie ben piu diretto, e nell' avere per esse la materia
pill a buon mercato,potranao con merci proprie pagare le
derrate o le merci indiane, meiitre ora devono pagarle con
merci inglesi. Quindi il ritorno dei capitali sara piii soile-
cito auche per questo riguardo : quindi il coramercio di
circolo si muteri in vero coramercio di consnmo.
(Contimia).
(1) Vetli 9rr\[[\ varj del Bnischetti. ;
tu,. <.o IMPERLILE REGIO ISTITUTO VFJETO ^ J v-
DI SCIENZE LETTERE ED ARTI. '
■{i->\'A ,•<■ -lUA • vr, '••(;;_.= ''■•• ■"'-■ ^ ^■■ ' ^rHii"! '^ li:;:- . .
.,:-:J;!ui ■.!..• p R 0 GR A M M I. ' ' ' ■ '■ . '"'" '
Non essendo stata offerta alcima soluzione del se-
guente qiiesito, si ripropone per 1' anno 1801 :
«Si conferira un preaiio di austr. lire 1800 airautoredi
quello scritlo, che esporri ineglio il niodo di reiidere piii
lucrose e produttrici le valli salse chiusedapesca del veneto
litorale.
))Ia questo scritto, premessa una breve storia dello stato
della piscicoltura in Italia, comparativainente a eio che si
opera in tale rispetto presso le altre nazioni,ed in relazione
ai progrediraenti fatti finora dalla scienza in siffatto argo-
niento, dovra I'autore:
■> i ." Dedurre da! metodo di vivere e dalla dislribuzione
geografica dei pesci marini, quali potrebbero essere intro-
dotti ed allevati con succe?so nelle valli salse chiiise dell'e-
stuario, seuza danno delle specie che gia vi sono, e con
certa o assai probabile utilita nazionale;
» 2.° lodicare, secondo i principii della scienza e i Innii
della pratica, i modi e tempi piu acconci a Irasportare i
pesciatelli ;
"3." Insegnare la maniera piu facile cd opportuna di ope-
rare la fecondazione arlifizialo dei pesci, e le cure necessaiie
— 710 —
alia loro ediicaziono, dal momento die si sviiuppano sino a
clic divengono aduiti;
» 4." Esporrc i metodi migliori di raoitiplicai'C i pesci ed
allri aniinali inarini iitili all' eeonomia nazioiude, die ora
vivono nelle acqiie del vendo litorale;
1)5." Rilevare le imperfezloni dclla piscicoltura nel Vene-
lo, segiialandone le pratichc piii viziose, e additai'e, dietro i
principii scicnlifici e le cognizioni somminislrale dalP espe-
ricnza, il piu sicuio modo di correggerle e sradicarle.
))II coDcorrenle dovra giovarsi di quanlo fii recentemente
stampato altrove suirargomento, adaltandone rapplicazioue
alle condizioni locali del Vendo. » .■'■■■:■■>■■: *- m:;
iXeiranno stesso 18G1. si conferira pure iin pre-
mio di austr. lire 1800 per lo scioglimento di qucsto
tema.
(I Esposizione dei |)rooessi diimici finora appiicati alia
tiiitiii'a delle sete, e indirizzi lecnico-dottrinali ai loro pos-
sibili miglioramenli ed applicazioni in qiieste provincie. —
La scrittura dovra essere nella parte pratica dettata in mo-
do aeconcio all" istnizione di uoniini anche non doUi, die
volessero oceuparsi di tale industria. »
rSazionali e straiiieri, eccetluati i niembri effettivi
deir i, r. Istitulo veneto, sono ammcssi al concorso.
Le iMemorie potraiino essere seritle in italiano, lati-
no, francese. tedesco ed ini^lese : e dovranno essere
presentate franche di porto. prima dol i^Joino 15 niar-
zo d86l, alia 8egreteria dell' Istituto niedesimo. 8e-
condo Tuso. esse porteranno nn' epigrafe. ripetuta
— 7H —
sopra un viglietlo sigillato, contenente il nome, co-
gnome e I'indicazione del domicilio dell' autore.'
Cosi per 1' uno come per I'altro dei proposti que-
siti verra aperto il solo viglietto delle Memorie pre-
miate, le quali rimarranno in proprieta dell'i. r Isti-
tuto.
// presidenle
CAVALLI
// segretario
NAMIAS.
"';'" iir,:
ANNO 1858-59 ' . . DISPENSA OTTAVA
SULLE CONSEGUENZE
t'.HE SI FOSSONO PRESAGIRE
PEL COMJIERCIO IN GENERALE, E PEL COMMERCIO VENETO IN PARTICOLARE
DAI.l/ APERTIRA
DI IN CANAI.E JlARliyDlO ATTRAVIUSO l'iSTMO Dl SUEZ
JIEMORIA
DI FEDELE LAMPERTICO
premiold daW Istilulo Veneto neU'adunanza 19 niaggio 1859.
(Continuaz. della pag. 708 Jella precedent.! Jispensa.)
— ^3)°
CAPO UNDECIMO.
Del commercio inglese coi paesi di la dal Capo.
L
La qual proporzioiie avranao parte i varii paesi d'Eu-
ropa ai vantaggi che in generale consegiiiranno nella pro-
duzione e nel consumo dalla via piii breve all' Indie ? E
prima di tutto 6 forse vero che I'lnghilterra ne debba per-
dere la precedenza ch'essa gode oggidi nei traffici deil'Asia?
Se pel giro del Capo pote far sua la ricchezza di quesli traf-
fici, e Venezia cess6 d' esserne emporio, puo ora credersi
che I'lnghilterra, lasciuta in disparte dalla via diritta, non
sia pill la provveditrice dei mercati europei e sia costretta
di ricevere le cose dell' Indie dai porti del Mediterraneo ?
Sotto le oscure espressioni de'ministri che si scusarono di
Serielll.T.IV. 92
— 7H --
secondare il nuovo canalc non si iiascoiule i'orse il tiinore
di aprire la via ad emuli niiovi e opcrosi di fortune or po-
tenli e sicure ? Al lavoi-e dei meeliiu/s e di (|ualclie uomo
di slalo non si contrappone il facili- aocomodarsi del Parla-
meuto a non darsene Iroppo pensiero ? II popolo inglesc
avra corlanienli' polenlissimi nioz/;i di (rar prolillo anciie
dalla nuova direziono dei Iraflici : \na pralieo cd avvednto
s' ai'oorge dclla nccessila di raccoglioro Uilte le proprie I'or-
zc, di picpararsi opporlunanienh?, d' addoppiare la sua
perlinacia pel niouienlo in cui nei niari,ove (»ra veieggiano
pressoclie sole le sue nuvj, coinpariranno ([uelle di luUi i
porli d'Europa, ed i carieiii dell' liidio non piii i'aranno
scala a Londra ed a Soutlian3[)lon.
Si puo credere in vero ehe, abbandoniindosi dalla na-
vigazionc la via del Capo, siano [iicssoche perduli i capitali
fissi ora impiegati nelle slazioni di questo viaggio : poiehe
essi non potrebbero trasl'erirsi nelia nuova dii'ezione del
Irafiico. 11 Ca[K) di Buona Spcranza non deve forse la sua
prosperila al sito eollocato a mezza via Ira i porii dell' Eu-
ropa e dell'Asia ondc i naviganti si provvedono di frutta
c di vino? Per eguale ragione i baeini, gli sbarealoi, i nia-
gazzini, ehe ora riccvono neH'IngSullcrra le cose spcdile
dair India air Europa e quelle inviatc in eiimbio dai paesi
europei riniarrebbero inutili, dacche le une e le altre an-
dassero direltanicnte ai porti ovo fossero incliiesle : ondc ,
si perderebbero le sosnuie ora percepile dall' uso di quci I
baeini, di quegli sbarcatoi, di quei magazzini. Dall' Annual,
stalemcnl of the trade ond navigalion prendo il segucnto
speechio delle operazioni ^V cnlrcjiol falle nei porti inglesi
per cose provenienti dai paesi di la dal lapo o ad essi
spedite. ,
— 715 —
Operazioni d' entrepot per cose provenienii da paesi
;/, !, ". , di Id dal Capo. '
i
■— ™~— "-~™
PKOVEIVIEIVZA
NEGLl AIWM
18o't
1855 1856
1 8 5 7
Valine ill fr.iuohi |
liiflie urieii-
1
lal. . . .
.3.104,;264::iO
1.0o7,48±03
1.267,2-,o:0S
636,772 85 j
Filippiae .
QoJ4±[0
258,064:15
5.005.840:55
2.058.552:051
1
ChiiiH . .
5:21,oo4:ju
921,41o:05
403.016:20
256,052:75
j Giav;i . .
I... .
—
—
—
5,407:25
Osservazioni d' entrepot fatte neiporti inglesi per cose spedite
a paesi di Id dal Capo.
PROVEiMENZA
NEGl/i ANNI
185 4
1855
185 6
1857 j
Valore in franchi |
ludie orien-
tali . . .
2.240,1 50::;o
2.475,728:85
2.512.756:30
2.501,242:95
Filii.ipiiie ■
424,456:55
627,492:50
848,509:50
1.015,570:15
Chiua . .
175,584:10
293,054:65
556,172:83
579,562:60
Australia .
8.566,197:80
4.484,697:70
7.794,186:20
10.412,150:50
— 7iG —
Quiiuli ncir ultimo anno si fccero oporazioni di cnlrr-
pol .iffalto propric del coramercio coir Asia por la somma
di lire 7.505,220 e per cose die non aviebbero pin aicuna
necessity di venire nei porli inglesi qiialora fosse falto il
canale. NeH'insieme le operazioni di semplice tranhipmcnt
sommarono,
nel 1854 . . . . IV. 126.915,052:20
.. 1855 . . . . » 90.104,0 59:90
.) ^856 . . . . " 415.103,902:60
.. 4 857 ... - » 113.388,448:05.
Ma per conoscere pienanicnte a qual valore animonlino
le riesportazioni deiringbillerra non baslano quesle cifre
registrale per le operazioni d' enlrepol : bisogna conside-
I'are allenlanicnte la tabeila dclle esportazioni dei prodotli
non inglesi. Chi potrebbe credere, p. es., che nell'Ingbil-
terra continui ad importarsi una tal quantilt'i di lana che
essa se nc vale solo di '/-, e ne esporta il rimanonte per
meti in Francia, per % nel Belgio, poi per le ciUi ansea-
tiche? Per formarsi un concetto di quanto pu6 in simil
guisa perdere 1' Inghilterra per le sue riesportazioni e per
lutle le operazioni mercantili che vi si connettono dopo
(he sia fatto il canale di Suez, giova qui il trarre dall' An-
nual slalcmcnl citato piu sopra lo speochio delle cose che
vengono ora esportale dall' Inghilterra essendovi arrivate
in gran parte dall' Indie anche oggidi, o che pur vcneiidovi
ora in parte daH'America possono in seguito aspetlarsi in
maggior quantity dall' Asia; lo quali Intte cesseranno fuor
di dnbbio di recarsi nei dock inglesi dopo aperla la nuova
strada dell' Indie.
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— 718 —
Quesle soiiime possoiio nituiirostamcnlo diniiiuiire do-
|)uibc sari I'alto il caiiale di Suez, poiclir o sara piu utile
r cseguire siniili opcrazioiii di enlrcpnl e di ricsportazione
da poiii piu vit'iiii all" Kgillo, ovvero ( il die e piii proba-
l)ilo) Ic luerei andi'aniio direllanicnb^ dai luoglii di produ-
zioiio a (juelii ove sono indiiesle. Ne solo le sonnne ora
indiealo jiotraiiiio nolevulmcule diniinuii'si, ma simile di-
iuiuuzione dcve loocarc a luUo il commcM'cio brilaniiico di
riesportaziono, percbc, cessando T opporluiiila dei porti
bi'itannici per la riesportazioiie dei jirodoUi inviali dall'Asia
ill Eiiropa, cossa parimenli pei cambii clie le s inviauo.
Ollrecbe eol eambio iloile merci cbe si fa oggi in gran
parle pei- mezzo degl' Iiiglcsi si collegaiio le operazioni
deleredito: e quiiidi per trnrre una cambiale suli' Indie
deesi di uecessila I'icorrere all'Ingbiilerra iaviandole pur
scmpre nuove rimesse di danaro. Inollre gl'Inglesi lian-
no ora un vantaggio sopra gli altri paesi \m'v le cose
dcll'Asia che si consumaiio in higbilterra, pcrelie cosiano
meno ad essi cbe agli ailri pt)poli d' Eui'opa : ma queslo
vantaggio relativo non lo avranno piu qnando i porii dei
Medilerranco saianno piu vicini airindje ebe non I" Ingliil-
lerra. S' aggiunga clie della stessa via d'EgiUo, la (juale pel
canalc sarcbbe aperta a tulli,oggi usa quasi esclusivamente
r Inglese, clie la vorre])be affatlo sua, I'aeendo del Vicere,
secondo cbe fu delto dal Girardin, il cajio de' guardiani
della gran via Ira Londra e Calculta. E pei noli 1' Ingbil-
Lerra non avra nulla a lemere dal nuovo canale ? Vero e
elic e pur pi'evalenle la sua marina ncl Mediterraneo, ma
puo dubilarsi ebe tal prevalenza sia un eft'etto di quella
or goduia nei mari dell' Indie. Anebe la marina veneziana
provvedeva i paesi oecideniali d'Europa, eppure cesso di
provvederli allorcbe cnlraroao essi in que' uogozii cbe pri-
— 719 —
ma faceansi dai soli Veneziani. Oggidi '-/, del tonnellaggio
ohe fa il giro del Capo sono inglesi : mn per conchiudere
che ai noleggiatori inglesi torna conto V abbreviamenlo del
viaggio couviene provare che, fatto I' abbreviamenlo, si ri-
correri ad essi come per V innanzi. Un tempo I' Ingliilterra
veniva provvista delle mercidellevante per mezzo delle ga-
lee di Fiandra: che, toccati i principali porti del Mediter-
raneo, passavano a Southampton, dove ferraavasi la galera
del capitano, mentre ie altre [)roseguivano a Londra, ad
Anversa e altri porti, raccogiiendosi poi nuovaraente a Sou-
thampton per fare il viaggio di ritorno. Ma dacche il re di
Portogailo tolse il commercio delle droghe ai Veneziani le
galere di Fiandra rare volte recaronsi a Southampton.
Credesl che parimenli cessino le navi inglesi di provvedere
i porti del Mediierraneo? II Times scriveva che il commer-
cio inglese non teme, ma provoca la concorrenza, che fa-
cendosi ricco un alti'o popolo 1' Inglese acquista un altro
consumatore, che non si tralta di una corsa di cavalli ove
la vittoria dell' uno e rovina dell' altro. Ed in vero, si puo
osservare che il commercio inglese nell' Indie si accrebbe
eziandio dopoche in quel mari trovo V ardito navigatore
americano : si accrebbe anche in Europa negli stessi anni
in cui si accrebbe il commercio di altri stati. Ne al capitale
circolaiite^che oggi s' impiega nel commercio del Capo,sara
; tolto il rivolgersi alia navigazione diretta e coiitinua pel ca-
nale di Suez. I Veneziani non poterono fare altrettanto
I nella scoperta del Capo ; che avrebbero dovulo farsi animo
I' alle navigazioni lontaue ed ignote: ma gl' Inglesi non hanno
I ora cguale diilicolta,perche non trattasi di navigazioni nuo-
i ve per loro, ma si notissime e in cui sono anzi anche og-
gidi prevalenti. Di 5i.>6 navi e I 18,1)80 tonnellate che co-
stituirono il luovimento del porto di Suez nel 1836 furouo
— 720 —
iiiglesi 02 vaporiei'C ; lo ailre i'uroiio bardie ai'abe di pic-
colo ciibotaggio: le vaporioro inglcsi furono di 70,000 toii-
nellate, le 502 barcho arabe non vi ebbero piii di 56480
touiiollato. Mentre il conimercio locale di Suez c il transilo
si valsero di allrc bandiere per una soniina non maggiore
di 13.034,937 fran(lii,(iuelIo fu per H .000,000 questo per
503.532,300 fr., fatto con navi inglesi. Nell' importazione
del 1 856 nel porto d'Alessandria, cbc in tuUo fu di 69.093,000
francbi, I'lngbilterra cbbe parte per 32.219,000 V Austria
per soli 4.950,000, la Franeia per 4.803,000. AH' esporta-
zione di J 14.800,334 francbi, I' Ingbilterra ebbe parte per
04.667,730 fr., la Franeia per soli 21.402,000: I' Austria
per 11.333,000. Di 4618 navi entrate ed useile con
i. 08 1, 263 tonneliate, 1 142 furono inglesi; di 313,300 ton-
nellale; Francesi sole 414 navi di 62,129 tonneliate. Senza
le vaporiere destinate al servigio postalc e speltanti a com-
pagnie sussidiate ( il Lloyd austriaco, le messaggerie iinpe-
riali, la compagnia peninsulare orientale) il movimento
delle vaporiere nel porto d' Alessandria si conoscc nel se-
guenle speccbio.
Paesi
EnT RAT A
U SCI T A
di prove-
nienza
e di desti-
nazione
1
—
. a
Tonnel-
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Forza
espressa
in
cavalli
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Tonnel-
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Forza
espressa
in
cavalli
Inghilt.
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44,3899
27,952
429
444,746
34,423
Austria
72
56,000
20,450
72
56,000
20,450
Franeia
67
34,861
13,420
57
34,861
42,420
- 724 —
A Smirne 1' importazione fu 7^ .857,000 fr.; I'lnghil-
terra ne ebbe 25.935,000, I' Austria 12.555,000, la Fran-
cia '1 0.464,000: su 72.221,000 d'esportazione I'lnghil-
terra n' ebbe 27.447,09, l' Austria, 7.908,000, la Fran-
cia 8.442,000. Da queste cifre si pu6 conoscere come
ringbilterra, la quale prende parte al comraercio del
mondo con 19,328 navi, di 4.211,482 tonnellate, e che
negli stati stessi del Mediterraneo e prevalente, potra cer-
to offrire 1 suoi noli al commercio europeo con migliori
condizioni che non possano allri navigatori: eziandio dopo
aperta la nuova slrada delle Indie, Inoltre, anche su questa
via non 6 padrona I'lnghilterra d' Isole stupende, da crear-
ne eniporii ai commerci dell' Europa coM' Asia? Non 6 pa-
drona di vaste e magnifiche possessioni nell' India, ove ha
a suo favore ben avviate e stabilite relazioni, ed ove col
commercio permuta i suoi capitali d' Europa con capitali
non meno spettanti a sudditi ingiesi? Che se I'lnghilterra
quanto al costo delle malerie prime e delle cose ch'essa
consuma, perde il vantaggio relativo or goduto sopra gli
altri popoli ouropei^ essa pure avrii il beneficio coraune a
tutti quanti dipendente da un risparmio di spese e di tem-
po: minore e vero per I' Ingliilterra che pei porti del Me-
diterraneo, ma pur notevole. II consumo del caffe, p. es.,
fu nel 1848 non minore di 37.077,546 lib. ingiesi; non si
accrebbe di poi; ma non e raai disceso solto dei 30 milioni.
Se si confront! col consumo dal 1830 al 1834, I' aumento
avvenuto e notevolissimo; poiche allora il consumo ne
era di 22.973,000 1. (425 grammi per capo), essendo in-
vece di 34.996,000 nel 1856, cioe di 568 grararai per
abitante.
Mel 1848 si consum6 6.142,296 libbre di zucchero
greggio: ed il consumo slette flno al 1857 in quesli tei;-
Serie HI. T. IV 95
— 722 —
mini, cioe di I2«'''i- 68 i per abitante, ineutre nel 1840 era
solo (ii G«^''i'- 705 (nel 1856, 36l.000,000'^''i'- ; nel 1840,
183.000,000'^'>")
Da 30.047,000 libbre di t6, oio6 570 gramrai per ca-
po, die si consumarono nel 1830, il consumo giuiise a
63.278,212 (28.6G5,000'^''") nel 1856, cioe I chil. e 23 gr.
II consumo del tabacco greggio fu (li 26.987,618 lib-
bre ing. nel 1848, di 32.428,006 nel 1857. II consumo del
riso si ha quadruplicato in 9 anni, elevandosi da 390,377
libbre a ^. 490, 457. Da questa tavola rilevasi eziandio il
valore del consumo dclle droghe.
DROGHE NEGLl ANNI
18 5 4
i 855
1856
18 57
Inipoitate
Esportate
Consumate
Ir.
9.046,96513
4.521,844:25
5.023,120:90
7.184,101:10
4.477,580:25
2.704,605:83
10.444,971 05
4.865,292:65
5.579,678:40
6.419,758:70
5.948,599:70
2.471,559:00
Su tutu questi consumi I'lnghilterra avri benelicio
grandissimo dell'accrescersi I'offerla di tali cose dall'Asia
e farsi piu spedita e piii facile. Non minore profitto ne
verri air Ingbil terra (come benissimo osserva la Camera
di Commercio di Genova) per quegli oggetti che innanzi di
essere posti in commercio abbisognano d' una manifaltura
speciale all'Inghilterra, i quali cola s'inoltreranno pur sem-
pre, imperciocch6 ella, ricca di carbone e di ferro e tanto
— 723 -
innanzi nelle macchine, saprS mantenersi le sue manifattu-
re. Per le sue fabbriche avra un vantaggio nel prezzo della
materia prima: il che, giova ridire, sar^ vantaggio rilevan-
tissimo per le industrie piii grossolane e di maggior con-
sumo, nelle quali appunto 11 prezzo della materia prima
non 6 compensato dalla mano d' opera.
— 724 —
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Si osservi qiiaiilo risparaiio di spesa si conseguirebbe
(lali'Inghillerra anclie suila sola (juaiiUla di lana e cotone
adoperatavi oggidi.
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A N N 1
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1856
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1.938,221
9.681,541
2.746,329
5.032,518
4.652,877
6.726.199
6.935,212
174.420,581,80
126.567,827,70
117.019,856,55
169.163,904,85
Cotone
•20.175,395
2.302,197
■20.848,515
2.475,218
26.448,224
3.345,770
29.288,655
3.430,894
Im[iortaz.in lire st.
Esportazione . .
Consumo in lire st.
Val. in fr.
17.873,198
449.510,929,70
18.373,297
23.012,454
25.857,761
462.088,419,55
578.763,218,10
650.322,689,16
— 727 —
Si Doti inoltre qiiaiito fu il consume) della seta.
A iV N I
1854 1855 1856 1857
Importazione
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Esportazione
Consumo in
1. sterline
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771,980
4.584,733
1.511,676
7.289,730 13.143,839
1.420,616 t.855,955
4.549,452
3.073,057
5,869,114 11.287,884
1 1
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114.418,717:80 77.287,383:55; 147.608,217:10' 283.890,282:60
Per conoscere quanto 1' Inghilterra debba trar prolitto
di una via che le accresca I'offerta di queste malerie prime
e le prepari piii agevole io spaccio delle sue manifatture, io
porr6 qui sott'occhio il valore delle manifatture britanni-
che che abbisognano di quelle materie prime: quindi il
valore di quelle che 1' Inghillerra spedisce nell' Asia.
728
Esportazione dei prodolti britunnici pei quali il canuk di Sues
accrescerd /' offerta della materia prima.
PRODOTTI
A N N 1
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21.873,697
23.454,810
23.223,4,
5.927,831
6.704,089
6.383,704
6.634,026
6.654,6
Pelli . . . 1
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501,298
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598,159
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Setiflcio . .
588,117
998,334
1.225,641
1.326,778
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8.588,690
8.377,183
8.730,9
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Sorama totale
in franchi
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1.090,223
1.451,642
1.484,5.14
1.430,1
795.862,872:05
972.618,882:85
1.069.177,780:85
1.121.710,572:70
1.150.779,571:!
PRUDOTTI
A N N I
18o3
1854
18o5
18. no
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6.944,096
3.968,911
5.454,668
6.049,
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25.817,249
6.895,653
25.054,527
6.691,3.30
27.578,746
7.200,395
30.204,166
8.028,575
30.408;
8.704,'
Pelli . . .
1.578,595
1.504,373
1.141,876
1.756,451
2.301,1
SetiDcio . .
2.044,361
1.692,-380
1.524.343
: 2.962,056
2.918,1
Lanificio . .
Sorama totale
in franchi
10.172,182
1.456,786
9.120,759
1.577,612
7.718,374
2.026,095
1 9.500,428
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1.297.364,686:55
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94
— 730 —
Per tanti prodolli raanufatti, che 1' Ingliiltcrra spediscc
air Asia e all' Australia, per taiite raalcrie prime che ne trae
la via diritta e continiia dell' Indie le deve esserc utilissi-
ma, soprattuUo diminuendo i pericoli del clwmage e dello
specularc su mercati lontani. La storia del commercio bri-
tannico fa conoscere i danni stragi-andi cbc minacciarono
piu voile Tindustria inglose per la necessita di provvedersi
delle materie prime sopra un solo c lontano mercato: ov-
vero per la spedizione di cose non adattate ai bisogni ed
airinchiesta dci popoli dell'Asia. Quante volte suUa fine
deil'anno i mercatanti inglesi, scorgendo minore la provvi-
sta del cotonc cbc non ncgli anni antecedenti, e in pari tem-
po tenendone scarsa Timportazione dell' anno avvenire, ne
fecero ollreraodo avvivarc i prezzi, promossero ardite specu-
lazioni, si lasciarono andarc a comprc anticipate c si vide-
ro poscia condolti a perdite immense. II prezzo altissimo
di una cosa in cui fosse realmente probabile una qualcbe
diminuzione deH'offerta ba fatto frequentemente rialzare
i prezzi di tante cose, per cui non avoa luogo cgual timore:
onde si estesero, si moltiplicarono, si fecero piu desolanti
le fallaci ed arriscbiate specnlazioni. Ne derivo cbe ezian-
dio nel consumo de' cotoni nell' Ingbilterra furono enormi
differenze secondo gli anni: nel 1 847, per esempio, il consu-
mo de" cotoni diminui non mono di 252.760, i2o fr., per-
cbe lalto prezzo del pane e lo svilimento generale delle
mercodi dovettc compensarsi da rcstrizioni del consumo
degli altri prodotti. Bene osserva il BanQeUl, cbc se i prezzi
deila materia prima fossero slati preservati dal rialzo con
sufficienti arrivi dall' Indie orientaii, un risparmio di 7o
milioni di fr. sarebbesi conscguito nellc comprc e rivolto
alia fabbricazione. Secondo lo stesso autore il prezzo
delle materie prime ucl cotonificio inglese giungc al 3G per
— 731 —
cento, nel prezzo del prodotto raanufatlo: e sec.ondo Mo^
reau de Jonnes pei prodotti del cotonificio in-lese valutati
-ISSOmilioni di fr. riohiedesi 264 milioni di materia prima
valutati a 395 milioni di fr. Nei prodotti poi di tutta I'ia-
dnstria brifannica valutati 10.125,000,000 fr, le spose, i
profitti, i saiarii non enlrano che del 33 per cento, o qui'n-
di alFacquisto dellc materio prime devesi attribuire non
meno del 67 per cento. Parmi evidente che divenga di gior-
no in giorno piu urgente il procurare una diminuzione
di tale spesa ingentissima, e I'assicurare la provvista am-
pia e non interrotta delle materie prime; onde rovinose vi-
cende saranno risparmiate airindustria brilannica quando
r offerta delle principali materie prime possa divenire piu
pronta e raddoppiarsi per una via continua e diritta. Si
ricordi eziandio che il cotone d' America cresce sempre
pid consumato nelle fabbriclie degli Stati Uniti, ove I' op-
portunity delta materia prima e la facilita dei negozj tra
il manifattore e il colono assicurano un naturale svolgi-
mento e progresso al cotonificio. Nemmeno dee trascu-
rarsi dall'Inglese la concorrenza dell' Americano nella na-
vigazione; poiche oggidi dei dippers partono da S. Fran-
cisco per r Indie, vi carabiano il loro carico con merci da
recarsi in Ingbilterra, quindi a Liverpool ricevono un nuo-
vo carico per New-Jorck, facendo tal viaggio in tempo piu
breve di quello in cui le navi inglesi vanno allMndie e vi
ritornano con soli due noli invece di tre. Gli Stati Uniti
riguardano i loro acquisti lungo il Pacifico come riservati
al cabottaggio americano ; onde una nave inglese, venendo
da Liverpool o da altro porto d'Ingbilterra, puo approdare
ai porti americani quanto una nave americana, ma non ha
eguale liberty di recarsi da New-Jorck alia California.
Quindi e tolto all' Inglese lo stringere nelle acque del
I
— 732 —
Pacifico quella catena ili cambj, die di tanlo utile agli
Americani nel faro scola a porti diversi: quindi I'lnglese
non pu6 corapensaisi dolla pcrdita che ne risente ne'suoi
noli, se noil metleiidosi in una via piii diritla. Da qnanto
venni fin qni discorrcndo ben vedesi qual parte larghissi-
nia tocclii airingiiilterra nei vanlaggi clie il eanale di Suez
fa sperare al conimercio europco. Kssi certaraentc non de-
vono mancare ad uii popolo si at'corto e oporoso, le cui
case niereanlili sona conoseiulc d,i tanlo tempo nell' Indie,
nien!re ignole vi sono quelle d'allri Sluli d' Europa.
La Spagna non credeltc possibile il niaggioreggiare se
non facendo illanguidire il Irallico de' Veneziani: I'Olanda
allargo i snoi commerei dopoche quelli di Spagna vennero
meno: I'lngliilterra si fece poscia padrona di tntti i raercati
del raondo. Orniai i popoli si fanno convinti clie il bene
dell'uno non dipende dal succedere nel luogo deH'altro, ma
si dal concorrerc tutti con valida emulazione a diffondere i
bcneQci della civilta, a render facili e moUiplioi i cambj, a
porre in atlo la grande divisionedel lavoro stabilita dalla
Provvidenza nclie diverse attiludini e nei diversi proventi.
L'Ingliillerra cesserti finalmente d'essere I'unico emporio
delle cose dell' Asia : ma, pur conscrvando i vantaggi natu-
rali del sito pel conimercio d' America, clie in ragione di
navi e di carico e doppio di quello d'Asia, puo alia nuova
strada deli'lndie prepararsi colla potenza del suo senno pra-
tico e de'suoi ccpitali, coi negozi gia avviati ed eslesi, co!
tonnellaggio si grande.
733
CAPO DUODECIMO : •
Consp^nenze della nuitva straila dell' Indie siil consiimo e sul-
la produzlone di altri stati. — DellOlanda — della Fran-
cia, e speciahneiite di illarsiglia — del Belgio e special-
niente di Yerviers e di Anversa — di Bienia — d' Anibur-
go — della Russia, e specialmeiUe di Riga e di Odessa —
della Grecia e specialmente di Sira — deiia Turchia — dei
principati danubiani — dellltalia — 'della Spagna e special-
mente di Cadice — della Svizzeia — della Geraiania. —
Concorrenza di Trieste con Amburgo.
/.
L'OIanda fu rinvidia deli' Inghillerra pe'suoi mercati
aperti ed avviali nelT Asia, allorelie eiilro 10,000 miglia
duila baja di Bengal e dal golfu di Siam non si scorgeva
una prora die proteggesse i traffici inglesi. L'opporlunilii
del sito, la necessila di darsi alia vita del mare, ii governo
libero fiirono cagioni di lanla prosperita: come i merca-
tanti olandesi risposero alio stalolder Guglielmo IV che
ne Ii domaiidava. I trafiiei deH'OIaiida fiirono cosi falli fio-
rire da quelle stesse cagioni die accrdihero Venezia; onde
il Foscarini compiacevasi di consideraile ponendo la storia
dell'Olanda insieme a qiieila di Venezia, come documenU
solenni die i traffici fuggono il ielargo della servitu. Am-
sterdam fu delta la Venezia del Pvord pei suoi canali, pe'suoi
palazzi, per la sua facccnda : i poeli olandesi guardarono
spesso con affelto e riverenza a Venezia ed invocarono per
Venezia I'ajuto del popolo cristiano nella guerra di Candia.
Da ^Oa -12 milioni di lire saliva il commercio olandese
nelle scale del Levante ai tempi di Colbert: da ^0 a 12
milioni nell' Indie orientali: onde al'faccendavasi quel miui-
stro per togljere agli olandesi I'entrare del Mediterraneo,
— 734 —
spogliai'li di qualche scalo, fur loro cmula una conipagiiia
fraiicesc (I). Anclic ogi^uH qucslo paese di soli 5 milioni
c mezzo d' al)itanti ha un commercio rilevanlissiino, di cul
il 73 */„ p. % si fa per mare, solo il 26 % p. % per terra
quanto alle importazioni. Dai paesi di la dal capo importasi
in Olanda un 109 milioni di fr., sc nc esporta 154 peri
paesi stessi. Ollre '^/^ di questa importazione vengono da
Java, '/,„ dcir esportazione si fa appunto per Java: poi il
commercio olandesc e \s\\\. importante coll' India ingiese,
quindi colla Cina, meno colle Filippine, e poco e solo per
r esportazione coll' Australia. Ne reco lo specchio uffiziale,
in cui i valori sono espressi in fiorini olandcsi e per mag-
giore netlezza contrappongo i valori in milioni di fran-
dii (2).
PROVEIMEAZA
e
IMPORTAZIONE
ESPORTAZIOIVE
valore
yalore
valore
valore
destinazione
in fiorini
olandesi
in milioni
di iVanchi
in fiorini
olandesi
in milioni
di franchi
Australia . .
do 4, 482
0,3
Cina . . .
2.172,736
4,6
4.349,865
2,8
Giava . . .
66.810,814
•149,6
62.670,829
436,6
India ingiese
<I0.700,762
22,6
9.348,285
49,7
Filippine . .
343,270
0,7
268,312
0,6
Totale
80.027,582
i77,5
73.664,763
4o9,9
(1) F. Joubleau, Eludes siir Calbcii, 185(3.
(2) hi. cifre (it I cumnifiicio olandese sun tratte AiWAnnuairc de I'econ.
pill, par Block et Guillaumin, e dall'opeia : Congrcs in/crnutioval des,
refunnes douanicres reuni a Bru.velles. Brusselles 18o9.
— 735 —
Quasi lulle le cose importale in Olanda dall' Asia vi so-
no eziandio consumate. Quasi y^ de'prodotti esporlati per
TAsia dair Olanda c di prodotli olandesi; come si pu6 ve-
dere da questo speccliio del commercio speciale.
PROVEINIEINZA
e
IMPORTAZIOIVE
ESPORTAZlOrVE
valore
valore
\a1ore
valore
destinazione
in fiorini
olandesi
in niiiioni
di franchi
in fiorini
olandesi
in milioni
di franchi
Australia .
439,3H
91,940
0,29
0,23
Cina . . .
4.348,8oB
2,8
Giava . . .
62.570,829
<132,6
18.213,614
38,61
India inglese
9.318,280
<19,7
209,959
0,44
Filippine . .
Totale
208,312
73.609,281
0,5
18.064,824
155,6
39,57
Ben si conosce come 1" Olanda, abbreviandosi di circa
0800 miglia il viaggio da'suoi porli alle colonic di Java c
I Madura e a luUo il rimancnte d'Asia e di Australia, parte-
i cipi notevolmentc ai bencficii della via nuova dell' Indie
* non solo neirinsiemc del suo commercio con que' paesi^ ma
I eziandio ne'suoi consumi e ne'suoi prodolti. Per I'Olanda,
oUre TuUlita dei traffici, deesi tener conto dell'enlrata dello
slato, poicliii si lia ogni anno dalle colonic un tesoro di
-160.1 17,604 franchi, del quale -/j si spendono nelle colo-
nic, '/j si riversa in Europa per le spcse generali dello stalo.
11 gdvcrno rilrae ben 113 milioni di franchi dalle dcrrale
— 736 —
coloiiiali: di cui piu (lie */, dul caffe, % dallo zucchero, il
rinuinente con quest" ordine dallo slagno, dalf indigo, dalle
spezie, dal le, dalla coociniglia, dal tabacco. Perci6 il go-
vcrno olandese fii avvoduto net soguire con atlenzione il
progeUo del canalo di Suez,nel proporne a studio gli effetti,
nel dispoi'si ai provvedimenti ehe valgano a iion fargli ca-
dore di mano lanta rieehczza allorche le sue navi dovran-
no corrcre le acque delT India per una via piu breve ed
aperta agli emuli. Intanto senibra fidaie ncll' animo mer-
cantile del suo popolo, e nclle sue navi, su cui si fa circa il
53 per % delle irnportazioni e il 49 //j delle esportazioni :
essendo btMi 2230 con 55 1,834 lonuellate, o solite a navi-
gare le acque della Cina, nclle quali la bandiera olandese
garantisce dal pirateggiarc il cabotlaggio ed i mercatanti.
27 navi olandesi entrai'ono nel 1 857 a Canton, 14 aSliang-
liai, 42 ad Aaiog, G a Ning-Po, G a Fou-Ttcbeou, 64 a
Hong-Kong, coir insienie di 132,090 tonnellate. Nei porti
di Java e Stadura enlrarono nel 1853 dai porli d' Olanda
83, con 48,230 lonnell., e nel 1854, 90 con 454,r374 ton-
nellate. Ne parlirono per i porti olandesi nel 1833, 230,
con 140,104 tonnellate, nel 1834,284 con 103,094 tona.
Airinsiemc pol del movimenlo dei porli di Java e Madura,
cbe fu di 4838 navi con 701,630 tonnellate, la bandiera
olandese prese parte con 4299 navi c 378,872 tonnellate,
il qual moviniento fu quasi tulto tra Java e 1" Arcipelago
indiano o I'Australia. Che so vuoisi considerare piii minu-
tamcnlc gli oggetli di tulta questa faccenda inercanlile, non
vi trovianio le lane di cui fa incella T Ingliiilcrra ne il co-
tone che iniportasi dairAmerica : nia si il caffe, le spezie,
Id stagno, 1' indico, il te. Nell' imporlazione del caffe la
bandiera straniera ba solo y^ per %, nelT importazione
della cannella y^ per %, dell' indigo \ per %, dello spezie
— 737 —
\o per %, (k'ilo stiigno % per %, del riso iO % per %,
dello zuccliero 3 per %; nell' imporlazione del te la ban-
diera straiiiera non avea alcuna parte sino a che un grave
dirillo differenziale pesava su quello di Cina ; ma ora ri-
dollo qiu'sto a (enuissima misura, anche I' imporlazione del
te vieii fatta in qualclie parte da navi straniere. Vedemmo
piu sopra quanto degii oggetti importali si consumasse ia
Olanda ; ora esporro gli oggetti principaii che se ne espor-
lano e non provenienli dail' Asia o almeno sirailari, e in
pai'i tempo particolareggiero il consumo sopra notato. hi
media dal 1851 a! 1855 entraroiio in consumo 57.487,208
cliilogrammi di caffe, 5 1 0, 1 47 d' indigo^ 3 1 .727,796 di riso,
74.361,824 di zucchero greggio, di raffinato S374, di sta-
gno 4.750,775, di tobacco in foglie 9.236,253, grani olea-
ginosi 50.732,000.
Si esportarono 44.!i0,0l9 ciiil. di caffe, 537,454
dmdigo, 753,048 di droglie, 3505 di zucciicro greggio,
34.650,538 di zuccliero raflinato, 6.228,061 di tabacco in
foglie, 4.101,801 di slagno, 6892 di grani oleaginosi,
11.059,507 di riso. InoUre lOlaiula constima 20.84^,354
di cotone, no esporlo in lilo 31 1 ,5 1 6 non tinto, 106,998 tin-
lo, 13.881,518 non filato.
Delia csportazionc si fa pel Reno una gran parte: espor-
landosi 12.770,850 cinlogr. di caffe, 176,100 di droglie,
339,850 di spezie, di riso 9.083,590, di zurchero 287,395,
di tabacco di Java 533,^00; 40,070 di tinture ; in tutto
23.230,255 cbilogramrai, quasi un '/. della esportazione to-
tale, di cui quasi % a Coloaia, poi divisa Ira Manlieim,
Francfort e Co])Ienza, IMagonza, Dusseldorf, Duisbourg,
quindi Ludwigsbafcn e Ileilbreun.
L' Olanda si prepara ad estondere vieppiu questi Iraf-
fici col logliere ogui diritto di transilo, col far quasi libera
Seric III. T. IV. O'.
— 738 —
r cspoi'tazione, col toi^^liei'c pressoche liilli i dirilli della
navigazione fluvialc, col rinunziarc quasi iiiteramente ai
privilegii della bandiera olandesc, col riolucdere poco in-
dennizzo per la spesa dci fari c dei canali, col ridurrc la
tassa di pilotaggio e faila eguale per tutli, col logliere i di-
ritti di tonnellaggio. Sia pure che la Ilandels-Maatschapy
godcsse moUissiiiii privilegi, c cei'to ch' essi furono mollo
diminuiti e die le eoartaguie devono ccdere innanzi alia
concorrenza. ?ilenli'e da Batavia a Rotterdam una nave
pagava di nolo anche 333 franchi per toiitiellala, circa 220
franciii piii di ([uelio cbc pagasse una nave da Londra a
Calcutta; ora paga 222 franchi ogni 2 tonncllate.
Perlanto le vanoriere d' Oliuula si fanno scorgere dai
porti del Giappono coi raodelli delle maccliine europee^ cd
i Giapponesi sc ne invogliano e si lasiiano andare a nuovi
tratlati coll' Olanda, cogli Stati Uaiti, colla Russia, coll' In-
ghiiteri'a, pennettono di risai'cire e riforaire le navi, accol-
gono consoli, aprono dei fondachi ai mercatanti d'Europa,
vanno toglicodo quel vineoli non ospitali e antisociali che,
come disso nel !852 il presideiitc degli Stati Uniti, tennero
lungamonte cliiuso quel paese, onde 1' Europa puo trarre
il rarae, la canfora, Ic lacehe, la porcellana, ascoltano me-
ravigliati rainbascialore d'Olanda che loro insegna, « esser
r applicazione dei prineipii del libero cambio talniente nel
corso uaturale delle cose che e divenuta pei popoli una
necessila. »
Cosi nellaprirsi la via dell' Uriente piu pronta e conti-
nua, I'Olanda spera di conseguire quel vantaggi che va ora
prcparandosi: e qualora cessi il monopolio naturalo ad
una via kinga e solo adatta a pochi e poleuti nel capitale,
qualora la via a tutli aperta porti con se la liberta dei traf-
lici, lOlanda sari\ piii spedita nel suo comuiercio, piu ricca
— 739 —
iiel suo tesoro : qiiello non ancora indipendcnte del tulto
dai privilegii dello coinpagnie, questo avviluppato per la
protezione delle colonic. Si avviera allora dall'Olanda il suo
ti-affico suilo stesso mare ciii gia invia la sua posla dcUln-
dic che or giunge a Trieste onde colle vaporierc del Lloyd
va ad Alessandria. Allora la posta olandese dell' Indie,
giunta che sia ad Alessandria, non sara piu consegnala al-
r amministrazionc dello poste brilanniche : poiche a Suez
polru Irovare le vaporierc olandcsi. Ailora tra Arnhem e
Balavia non s'interporra I'inglese quasi per eseguire il pre-
cetto d'Augusto che senza patente nessun cavalieredi conto
e nessun senalore entrasse in Egitto, la chiave del mare c
del la Icrra.
Ma un'emula per gl'Inglesi piu invidiata e temuta si
dispone alia nuova strada dell' Indie, dacche avviandosi i
troffioi sul Mediterraneo, Marsiglia e invitala dalla natura a
farsi scalo di Londra. Ben disse il Thiers alia Camera dei
Pari il 3 luglio 1840, che la Francia deve la precedenza
coramerciale e la considerazione al suo sito cd alia sua for-
ma per cui incentrasi in essa il movimcnto di tutli gli altri
popoli d'Europa. Quanto possa accrescersi il Iransito per
il bel regno di Francia Ira la Gerraania, I'lnghilterra, I'lta-
lia, la Spagna, chi potrebbc misurare e prcsagire per filo e
per segno? Cerlo e che Marsiglia, promovendo nuova ope-
rosita mercantile, richiamcra in piu vastc prnporzioni quel
transito di cose doriente, che or si hanno dair/ocAsinglesi,
cd allora si avranno di prima mano : ccrto e che per Mar-
siglia il transito delle cose d' Oriente acquistera fanto da
farle concorrcrc con quelle sirailari d'America.in transito
dai porti dellAtlantico : certo e che T emulazione, allora
possibile tra le due provenienze, accrescera il transito dal-
r una e dall' allra, e nel lembo piii settentrionale della
— 740 —
Spagna o nella Svizzcra occidentale e pei confioi tedescbi
gli porri solo il liinitc iintiirale obe dipcnde dall' influenza
pill vioina di alti'i porli. Sc qui di uecessita devo stare sul
vago c buttaniu a congelture non deflnite e come campate
in aria devo farnii a discorrere piii lungamenle e partico-
larmente del profitlo cbe verra alia Francia da! canale di
Suez per i suoi confini, pel suo cominercio, per la sua na-
vigazione (I). - ■
Falore delle cose importate in Francia dai paesi di Id
dal Capo.
Pkovenienza
e
destinazione
Media
dei 5 anni
preceden-
ti
Valori
nel 1850
Indie Inglesi
Indie Olandesi
Possedimenti francesi nell' India. .
Cina, Cocincina ed Oceania . . .
Filippine
Totale
47,4
6,8
7,9
3,3
<l,3
73,0
7,9
7,1
4,6
4,9
CG,7
94,5
(1) La citVe del coniniercio francese sono tratte principalmente
dal cit. Annuairc di Block et Guillaumiij, e da!!' opera di Bousquet e
del Sapet sul commercio di Marsij^lia.
741 —
Cose ora importale in Francia, delle quali I' importazione
sard accresciula dopo /' aperlura del caiuile di Suez.
Cose
Valore
Valore
ilcir iiiiporta-
zione media ucl dfU' iiiiporta-
{1111110110111110 I . , ,o-,-
jo-n IO-" zione nel loab
Sete . . . , .
Cotone ....
Lane
Zucchero . . .
Grani oleaglnosi .
Rlso
Indigo . . . .
Caffe
Tabacco. . . .
Zucchero . . .
Cocciniglia. . .
Te
Gomme . . . . .
J2S,9
<I25,4
53,6
45,3
33,9
11,8
21,4
14,9
35,8
47,0
6,9
^,
2,8
473,5
149,6
77,8
66,8
52,5
27,5
20,5
20,2
48,5
44,9
8,6
4,2
Dalia prima statistica ricavasi clio lien poco e il com-
mercio della Francia coll'Asia : e pochissinio, se si raffronti
ai I MS milioni di tVanclii che IrafQca coirAmerica : e tale
iDsomma da stiniolare vivaraente i Francesi a raggiungere
anche qui il loro giado. Che se gelliamo lo cguardo sulla
— 742 —
seconda slnlislica^ liililila del canalc di Siioz poi consiimi
c per la produziono di Fi'oncia ci risiilla evidonlissimo o
iirgcnlissimo. Quasi tutto il raffe chc vi si consiiinava per
Taddiclro a Parigi era delle eolonie francesi : ed Ilusson
nel sno lihro Dcs consommaiions de Paris, allesla die i Pa-
rigini per liingo tempo presero soloil caffe dclla Marlinica
c di Borl)one,se non fosse anclie quel di Moka, ma pochis-
simo. Coiracorcsccrsi del eonsumo si fa indiiesta sempre
luaggiorc dei caffe dell' Indie ; onde i caffc di Java, Macas-
sar, Padang, Samarang e Ceilan sono importati in Fi-ancia
c vanno acquistando su quclii lanto che a Parigi cntrano
forse per 7 decimi sul eonsumo del caffe e ne lasciano solo
duo decimi ai caffe di S. Domingo c del Brasile, il lima-
nenfe a quelii della iMartinica, di Borbone, della Guadalu-
pa, quasi nulla al caffe di JMoka. A Parigi i prezzi medii
del caffd corronoda220 a 230 franchi per % chilogramrai,
dei cafft! delTlndia, da2G0 a 290 franchi per quelii di Moka,
IMartinica, Borbone. Non e gran tempo che il riso della
Carolina e quello del Piemonte erano i soli in Francia di
cui si facesse uso. Ora in Francia si fa venire il riso da!
golfo del Bcngala, dalla costa del Coromandel, dalla baia
di Moulmeni c dal paesc dei Birmani : lulto a buon mer-
cato c tutto buono, quello di Calcutta principalmente. La
Francia produce 202 milioni di fianchi in lana con 7i ml-
lione di cliilogrammi, che entrano del 05 per % nel prezzo
del manufalto. Morean dc Jonnes eonsidera come urgenlc
che Ic anlichc lane ccltiche sic()nvertano in lana diSpagna,
di Sassonia e d' Inghiltei-ra, attesoche le lane francesi non
possono vincere la concorrenza di quelle d'Australia. Os-
serva che le fabbriche inglesi possono eon queste lane dare
i lore prodotti a prezzi si bassi da non temere alcuna emu-
lazione: poiche sono anihe del 30 per % minori dei prezzi
— 743 —
francosi : e vede tanlo il profitto degli Inglosi da credere
iucoraggito il coiitrabbando. lo per veriti non onlrero qui
nell'esame delle leggi die rcslriiigono T importazione delle
lane in Francia: io, pronto a considerare come un beneficio
del popolo I' accrescersi delle lane clie gli danno il veslito
a miglior mercato^non so comprendere cbe sia ce deborde-
ment dont sont menaces les pap da continent, hw questione
obe.secondo il Morcau de Jonnes, est tin grave siijet de me-
ditation^ sembrami decisa dalla Provvidenza, cbe, aprcndo
sempre niiove le vie del traffici, accoiuunera cziandio ai
Francesi I'uso delle lane d'Aiistralia, cbe potranno giiingere
nei porti francesi ancbe prima cbe a Londra. Eguale van-
taggio si avra dalla Francia ncl sotilicio; oggidi le sole vi
entrano per 225 milioni di francbi nel commercio speciale.
La Francia non importa ora i cotoni cbe ^j di quelli im-
portati in Ingbilterra (72 railioni di cbilogr. su 274), non
produce cbe % del valore del cotouiilcio inglese ( 3 i-i
su 1382), non ne esporta cbeappena '/j (157 su 706), non
ne consuma cbe y. (107), non riesporta cbe 9 milioni di
cbilogrammi. II prezzo ando diminuendo di mano in mano
cbe miglioro la navigazione transallantica : da 6 fr. 38 il
cbil., cbe valea nel 1813, non no vale oggi cbe 1,50 ; I'in-
dustria accresce ancbe cinque voile il valore della materia
prima. Sebbene ora la Francia abbia in media 2 chilog. per
abitante, e sebbene in 35 anni faumento del consume ne sia
accresciulo sei volte, tullavia il po[)olo francese a malin-
cuorc si lascia vincere dagl' luglesi in questa manifattura,
cbe e indizio di agiatezza e di civillLV iMoi'cau de Jonnt's
vorrebbe percio accresciuta la produzioue del cotone in
Algeria, e, purclu"; la produzione vi si svolga libera e natu-
rale, la Francia n ■ avra sommo vaiUaggio : ma non devesi
perci6 trascurare la facilila d' avcrc la materia prima dal-
_- 744 —
riiulio quiilorii il caiiiilc sia falto. E pel ciiiuile i Francesi
(laraiinu esilo alio lor cose no' pacsi di la tlal Capo, inviaii-
do ulla cosia oricishilo d Ali'it-a^ carla, zuccliero raftiiialo,
maccliine, prodolli ciiimici ; all' Indie Olaiidosi, vini e tes-
suli; alia Ciiia acqiiaviLe, vini, pclli lavoi-ale, pesci' luo-
biglic, mode; all Indie iVanoesi, carbon fossile, iiiacchine,
iilonsili, legnanie da oostruzione.Le Havre ncUinsiemo delle
sue ia)|)oi'lazioni di 12,701 niilione di franchi ha oggidi
per principale oggello del siio coniinejrio il cotone, poi
coir ordine seguente le derrate eoloniali, le pelli gregge, le
lane; e Marsiglia, ne'suoi I 1,328 milioni ha sete e cereali
in principalila, e parlecipa anch'cssa airimporlazione delle
pelli e delle lane, nia non piio compelere con Le Havre pel
colone, ed ha le dei'ratc colonial! solo nel seslo grado. Seni-
bra invece die dopo il canale di Suez tali proporzioni deb-
l)ano nuilarsi, come pure che le sele c le lane non piii sa-
ranno la principale imporlazionc a Boulogne, ne ic derrale
eoloniali e T indigo a Bouideaux, nc le lane a Dunkerque ;
ma di luUo cio sara euiporio ?ilarsiglia. Ora il eommercio
franeese con quesli paesi toeca i loO milioni di franchi , e
Marsiglia ha la minima [)arte; come dee dirsi eziandio della
navigazione, poiche girandosi il Capo da 281 navi francesi
di ton. 83,250, sole 80 con -^l^OOO lonnellalc ne fan porto
a Marsiglia. Quosla citla pel caro prezzo dei salarii vede
d'anno in anno scemare le filalure del colone, c dopo com-
piuta )a ferrovia da Le Havre a Slrasbui-go i coloni degli
Stali Unili per le filature dell'Alsazia vauno tutli a Le Ha-
vre. Marsiglia non trae oggidi dagli Stali Unili die 4,300
balle di cotone, quando ne avea piii di 32,000 nel 18-50.
Invece s' accrebbe a Marsiglia V imporlazionc del coione
d'Egitto; ma ndfinsieme quel porto e ben di gran lunga
inferiore a Le Havre quanto a questo eommercio di cotoni.
— 745 —
Quindi sara certo utilissima al porto francese ditl Mediter-
raneo la nuova strada dei traffici che recheri ad esso pid
prontameiite e piii abbondanteraente il cotone dell' Indie ,
del quale mediante la ferrovia da Lione a Ginevra potrS
provvedere i grand! ccnlri del consumo. Anche la seta, che
a Marsiglia viene ora dall' Indie in pochissima quantita,
polra per la nuova strada venirle in maggior copia, sia a
ristabiiire le Iremende sproporzioni tra la produzione e i!
consumo che vedemmo possibili sul mercato europeo, sia
perche la seta d' Italia, per la concorrenza fattale nei porti
mediterranei da quelle dell' Asia, cesseri di fare scala a
Marsiglia per le fabbriche di Lione, di Valchiusa e di Gand,
e in ben maggior quantita sari lavorata in Italia. Nel 1860
vennero a Marsiglia dall" Indie 38,043 quintal! metrici di
sesamo, 49,386 dall' Egitto.
A PS IN t
dair Indie
dair Egitto
nel 4854
» 4852
» 4853
» 4854
» 4855
» 4856
» 4857 ......
402,750
407,990
400,675
473,010
475,050
364,980
563,060
62,260
44,750
64,485
48,950
34,270
60,376
43,730
Serie HI, T. I V.
96
— 746 —
Anche per questa impovtazione Marsiglia conseguirS
notevoli vantaggi dal canale di Suez : laoto piu che il ri-
maneole del sesamo portato a Marsiglia provicnc dalla Si-
ria, onde si puo offiire opportunila di operazioni commer-
ciali, die si riannodiiio a (luolle di Pcliisio e d' altre scale
d'Egitlo, c si (rovera utilissimo fondo di carico alia naviga-
zionc. Le Industrie francesi aspeltano moUa utilila dal pro-
ciirarsi il sesamo a prezzi piu dolci, daoche rimportazionc
se ne accrcbbe non poco negli ullinii anni, c se ne accreb-
bero cziandio i prezzi, cssendo da circa 05 a 72 franchi
per cenlo chil. il prezzo doi Fcmi di Levanle, di 50 a 60 il
prezzo di quelli dell'Iiulia. II valore totale dei semi oleagi-
nosi importati a Marsiglia e da 35 milioni di fr., e se ne ha
50 milioni di franchi nclprodotlo degli olii: ondesiscorge
quanto grande sia I' uso di questi semi, quanta parte ab-
hiasi dal costo della materia prima nel prezzo delprodotto,
quanto una diininuzione in quesfo prezzo della materia pri-
ma giovi all'industria; e ben si conobbe la necessita d'accre-
scerne liraportazione per supplire alio scarse raccolte degli
olivi, ovvero alia mancanza del colza nel nord di Francia,
nel Belgio, neH'Olanda. I cotoni poi c la seta s'importano in
pochissiraa quantita dall'Indie a Marsiglia come dimostrano
le tavole stalistiche ch'io ora allego insieme ad uno spec-
chio dell'imporlazionc di altre cose sulle quali eziaadio po-
trk iafluire notevolmente il canalc di Suez.
Add!
— 747 —
Coloni importati a Marsiglia.
PROVE NIEIVZA
Esitto
Stall
Uniti
Sniirne
Siria
■<, &
Totale
Niiniero
(lelleballe
1840
4841
<1S42
4843
4844
4843
4846
4847
4848
4849
4830
4831
4832
4833
4834
4833
•balle
48,40 i
37,448
43,813
43,629
20,021
37,632
9,439
23,863
4,463
47,026
29,393]
46,999 1
36,679
32,444
18,763
30,733
balle
32,038
34,082
27,642
43,458
47,483
20,769
22,393
9,637,
13,533
19,473
7,931
0,643
41,733
8,431
4,778
4,360
balle
3,421
7,730
4,446
2,213
4,386
732
2,C22
5,893
28
1,833
8,894
4,371
1,320
334
176
772
balle
balle
4,671
3,379
4,878
3,066
3,i44
2,928
1,263
893
8,314
1,261
1,174
1;296
0,31
132
2,209
1,318
36
1,234
287
1
1,678
17,394
8,972
6,802
14,733
3,271
689
1,486
1,833
2,783
2,270
2,449
838
62,513
83,874
31,943
33,456
54,863
61,624
34,959
45,124
19,036
40,319
63,498
38,998
59,339
53,241
29,109
37,432
748
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— 750 —
Da lullc qucsto tavole stalistiolie si fa cviJente che
Marsiglia non Iia oggidi ncl conimorcio deH'Asia quella parte
che gli asscgncrobbo (per usare I'espressione dun valente
scriltore) il valore diposizione.
Ben dissc il Correnli (I), clic il Bclgio, non ostante le
sue l.beralila legislative^ i maravigliosi progress! dells sue
indusli'io, c 1 suoi 1500 chilonictri di slradc ferrate, non
riescc ad allirare a sell flusso coninicrciale del continente,
e clie la gara della Francia al sud, e dell" Olanda a! nord
raiuaccia la sua prosperita economica. Anche il Belgio tut-
tavla avra la sua parte nevantaggi della nuova strada del-
r Indie, esso che appunlo dovctle restringore 1 suoi traflici
da quando, diviso dall'Olanda, non ebbe piu le derrate ne-
eessarie ai suoi consumi dallisola di Java, e dovette, senza
potenzadi capifali, niettersi ad un'emulazionc affatlo nuova
con nitri Stati che aveano larghissiiiio avviamenlo ai loro
traflici. II Belgio vide allora la sua industria costrelta a
mutare d'improvviso !' andamenlo e le consueludini, dalla
Francia, dair Inghilterra, dall'Olanda esclusa la sua ban-
diera, e prolelta unicamonte la bandiera nazionale, inlimi-
dilo della concorrenza attivissima e polentc di privilegii,
puntello il suo traffico ai diritti differenziali. Ma dopoch6
il popolo libero c assennalo del Belgio diede I'esempio d'un
congresso per le riforme doganali, e ando togliendo queste
protezioni, gli arrivi di lungo corso, I'csportazione diretia
de' prodotti nazionali, una via al Iransito della Germania
al marc non aspeltano vita e niovimenlo nel Bclgio se non
che dalle condizioni naturali, c dalla libcrla che svolga in
conformity alle attiludini e al silo I' operosila mercantile e
(1) Annuario sfatislino tlalinno, t, I, iSfS?, 1SS8.
— 751 —
Dianifalluriera (I). Che il Belgio possa anch' egli eraulare
la Francia o I'ltalia uel transito delle cose d' Oriente dai
suoi porli al ciiore deU'Europa, non potrebbesi afferniare
sicuraraente; lanlo piii che alia minore opportunita de'suoi
porti aggiiingonsi irapedimenli non pochi nogli stall tcde-
schi. Nel rapporto delT azienda foderale dell.a Svizzera pel
-1853 ti'ovo beosi che giungono talora da Anversa alia
Svizzera c i cotoni e il calfo del Brasile, ma sulie slrade
bavaresi si fa pagare caramenle il Iransilo proveniente da
Oslenda e da Anversa, per cui si duvctlelasciarela via direlta
di Neissenburg e pigliare la svolla di Mannhoini, ma final-
nienle dope aperlo il canale di Suez le provcnienze asiali-
che facendo scalo a Venczia, a Geneva cd a iMarsiglia, en-
treranno in emulazionevalidissima colle provenienze atlan-
ticLe d' Anversa e d'Ostenda. Nel commercio speciale del
Belgio cntrano anche oggidi circa IG milioni di franchi im-
porlati dair India inglese, da Singapore, dalia Cina, e 2
milioni esportali per quesle conlrade, un milione da Java
e Sumatra; inollre 142,000 franchi importati dalle Filip-
piae, 72,000 diretti all Australia. Ben poco se si paragon!
al commercio tolale del Belgio, che somnia a circa 728 mi-
lioni; ai quali ha principalissima parte la Francia, poi Ilii-
ghilterra, quindi 1' Olanda. Eppure, riguardando la quality
delle cose importale nel Belgio per esservi consumate, ne
troviarao moltissime che in parte vengono, ma in pai'te
ben maggiore potrebbero venire dall'Asia direltaraente, ove
fosse lolta quella necessita di fare scalo a Liverpool, a Rot-
terdam, a La Havre. II Belgio consuma 8.345,000 chilog.
(1) Le DOtizie sul commercio del Belfiio son tratte principalmente
dal libro cit., sul congresso delle riforme doganali, riunito aBrusseiles
nel 1857, e iaW Annuaire sfatistique et historique beige, per Sclieler.
— 752 —
di liinc, 20.180,000 di raffc\ 025,800 cllolitri di grani
oleaginosi,27.27l,000 <li. di ziicohcrogrcggio, 46.365,000
chilogr.di riso, 10.5-'?4,000di cotono, 5. -5-30,000 chilogr. di
tal)accbi, 66,000 cliilogr. di sola, Kj4,000 cliilog. d' indigo,
tutle cose su cui il henclicio del niiovo canale di Suez put)
influiie non pooo, sia col far piii viciiii anche i porli del
Belgio ai raari delT Indie, sia colPai-crescerein via assoluta
1' approvigionameiito di tali cose sui mercati europei, sia
col rcndor'o piii regolaro, sia col dirainuirne il costo. Dei
porti lielgi quello die puo trarre a se gran parte del traf-
IJco avvcnire si e ccriamcnte Anversa, clie anche oggidiha
quasi tulto il movimento marittimo delKelgio, eppure quasi
nessuna rclazione direita coi paesi di la dal Capo. Anche i
'5 0,0i0 eniigi'anti die nel 1 856 parlirono da Anversa si
diressero quasi lutli a New-Toich, poi a Quebec, Buenos-
Ayres, Boston, Nuova-Orleans, Rio-Janeiro ; niuno all' In-
die Oricntali. Ab])reviala la via pei paesi di la dal Capo,
meno incerte e sconosciule le sorli cui si avventurano gli
eraigranli nei paesi di la dal Capo, non c difficile che anche
gli emigranti del portb d'Anversa cercliino nuovi profitli e
nuova forluna nell' Asia. Ma sopratUilto il Belgio avri
grande vantaggio dclla nuova slrada dell" Indie per procu-
rare piii facilniente le lane dAustralia alia fabbrica si cele-
bre di Verviers, per cui era devonsi provvedere le lane
alle vendite pubbliclie di Londra, o allc (iere tedesche. Al-
lorche pariero del nostro laniGcio niostrcro pin parlicolar-
mente lo scapilo che tocca anche a noi del dovei'si in tal
modo provvedere le lane : intaolo notero quanto al con-
sumo delle lane nel Belgio, che solo coll'avviarsi le lane di
Australia pel canale di Suez I' industria del Belgio si po-
trii dispensare dal ricorrere a Londra ovvero alle fiere
tedesche: non sarS piii esposta all' alternare delle asle in-
— 753 —
glesi, non sari costretta a far provviste in grande, ne a far
capo alle Oere tedesche, le quali di giorno ingiorno vanno
diminuendo, non vedru finaliiifinle languire le vendile al-
r incanto Icntate con poco favorevolc sorte nel porto d'An-
versa. Si avveria die no! 1854 le fabbriclie del Ik'igio con-
sumarono 71,332 quinluli metrici di lana, e si conoscera
di leggeri qual vantaggio possa attendersi il Belgioper que-
sta induslria dol canale di Suez.
Ed ora, risalcndo al nord ed alia meli orientale d' Eu-
ropa diro della Russia : colie slatisticbe poi di Breraa e di
Aniburgo registrero in fine di questo capo le cose imporla-
levi dai paesi di !a dal Capo^ nolando particolarmeute quali
esse fossero: poicbe se ne puo dedurre un vantaggio per
la navigazione di quci porti ancb'essi avvicinati all' Indie
dal canale di Suez, sebbene lueno degli allri. Che se oggidi
si fa tale iniportazione dall'Asia a Brema ed Amburgo, pu6
credcrsi che il credilo di quelle piazze poira mantenerla
almeno in parte pei consunii del nord e del centro deila
Germania: anche quando Temulazione di Trieste, di Ge-
nova, di Venezia,di ]Marsig!ia cercbera trarre ad allri porti
le provenienze asiaticlie, c certamente per la parte piu me-
ridionale della Germania riuscira nell'intento.
La Russia va sompre piii acquistando nclla via sicura
e tulta sua cbe s'addentra nellAsia. Pei possediraenti del-
TAmour acquist6 le coste suirOceauo e comodi porti nella
Siberia occidentale ; fa vassalla Chiva, minaccia Bokkara,
allinea i suoi trafficifino ai confini delllndia kingo il Siboui
e 11 Ghihon, accresce le sue flottiglic uei lagiii della Siberia,
d'Aras e nel mar Caspio: si fa alleata la Persia. L' Irtisch
c il Tobol sono ora percorsi da vaporicre cbe riescono al-
rUral siuo ai confini dEuropa, sul prirao fino a Semipola-
tinsk, alle steppe del Kirghisi c alle oiiniere deH'Altai : sul-
Serie III, T. IV. 07
— 754 —
r Ob fino a Mongola e al mare del Noid. Oniiui per I'Je
nizei 0 rAmour, la Siberia cenlrale e orientale si collega
col mai'e del INord e coU'oceano Paciflco : i niercali d' In-
kutsck nella Siberia orientale, di Irbis nella occidenlale
scno freqiieiitati. Finora seguivasi dalla Russia ad Irkutsck
la via iulta fluvialile: poi verso I" est la Lena fino a
Yakoiisck: quiiuli il viaggio si facea a cavallo per Adan,
Okhalosk, Perropolowsky. Iiivece per rAmour, i cui con-
fluenti vanno al lago Baikal, e la cui navigazione e meno
inipcdita dai gbiacci clie iion la Lena, scendesi il fiume fine
air imboccatura. Cost non si ba piu da passare il torrente
Soby, ed abbreviasi la dislanza da Peking (1).
Tultavia non sara oerlanienle privo di utilitu nemmeno
per la Russia il oanale di Suez, tanto piii aiiorclie sara cora-
piuta quclla rele stupenda di stradc ferrate clie venne de-
crelata il 2G gennaio 1837: c devc svolgcrsi da Pietrobur-
go a Varsavia ed afla frontiera Prussiana, da Mosca a Nijni-
IN'ovgorod, da Mosca per Koursk, e la regii»ne del basso
Dnieper a Tecdusia c da Koinsk o da Oral per Dunaborg a
Libau. Saranno alloi'a riuniti 20 governi, avvieinate tre
capitali, aperta la Russia a' suoi porti del mar Nero e del
Boltico: sara allora compiulo ( come disse Timperalore)
una necessita naturale della Russia, un desiderio generate
e vivissimo. Gii o' istitui una eompagnia di navigazione che
avvierii le sue vaporiere tra Odessa e Marsiglia, Ira Odessa
e Trieste, tra Odessa e Alessandria, poi sul mar Nero e
suirAz( f : ed Odessa, ora distante da Ccilan lo,9G0 migiia
Bautiche, ne sara dislanle non piu di 5080 migiia dope
che sara fatto il canale di Suez. Oggidi s'imporlarono ad
Odessa 912,919 cbilogrammi di zuccliero pel valore di
(1) Miltheilungen del PeUerinann " " ■""
— 755 —
2.059,316 franchi e 513,571 chilogr. di tobacco pel valore
di 1.770,958 fr.; sopra queste due somiue pertanto il be-
neficio del nuovo canale non pu6 essere dubbio. In lutlo
r irapero russo prodiuesi (I) un valore di 15.0^7,836 ru-
bli di filo di cotoue e di 14.209,5 50 rubli di lessuti, e
5.672,252 rubli di setorie: anchc in lali induslrie non poco
sara il vaiilaggio d' aver Odessa ben piii vicina ai luoghi
di produzione. Dell" iniportazione die si fa a Riga e va a
-13.078,000 di rubli (4 franchi) un terzo pi'oviene dall' In-
ghiUerra: deile esporlazioni ( che ascendono a 83.338,000
rubli) spelta '/„ all' Inghiltcira: era se si consideri che Ira
le importazioiii enlra il colone per 232,000 fr., il zucchero
gregio per 244,000, iltal)acco 530,000,11 caffe per 043,000,
le raaterie colorant! per 644,000, lutte cose aspettate nel-
ravvenire dai paesi di la dal Capo per la via diritta di Suez,
e probabile clic 1" iniportazione or falla laggiii nelle acque
del Dallico porra ancora nelle acque del mar Nero, c ccrlo
die non giungera ai porli russi sopraccaricala delle spese
dovute ora agllnglesi. Per conseguenza non e fuor di luogo
il credere die il tonnellaggio inglese non conservera tanta
preniinenza nolle acque del Baltico quanta ne mantiene pre-
senlemenlo: poiclie di 204,080 lonn. enlrale a Riga il 1 85G,
ne speltano all' Inghillerra ben 48,298 e di 278,300 tonn.
che uscirono da Riga, non iv.eno di 159,758 furono inglesi.
Si imporlano ora nella Russia un 20.286,900 chilogr.
di zucchero, 4.181,000 chilog. di caffe, 29.918,000 chilog.
di colone: ed anche su quesle importazioni valgano le so-
lite congetture di risparmio di spesa, di miglior mercalo,
di pill regolare andameulo. Menlre il cotone quasi tutto
va ai porti russi dall' Inghilterra o dagli Slati l)Qili,e il ri-
(1) Annuaire di Block el Guillaumin. .■ . ■ . ,...'. .iCIiir.
— 756—
raanente dalla Gerniania,vi arrivera direttamente dall'Indio;
Orienfali, mentre lo zuochoro vi aiimgc quasi tutto daH'O-
landa, dalle cilta anscaluho, poi dalle A\ilille c daH'Ameri-
ca do! Slid, vi afi'i\ora am'he queslo da Suez c Pelusio ;
e dicusi lo slesso del cafl'e ora ir.iportalo dairAnicrica.
La Gi'ecia con lui solo milioiic dahitanli ha 40,000
mai'inai e GOOO baslimculi, c si fa scalo al traflico Ira I'O-
ricnle c lOccidcnte. I Greci ricordano die iiei loro porti
avcano un tempo reniporio di lulto il raondo allora cono-
sciiilo: e die navigavano tudi i mari, trasportando da im
luogo allaltro i provenli di moUi pacsi. Alene cerco nella
marina o nol tralfico la sua ricchezza ricusata dall' arido
SLio torreno; e Corinto sail in grido di opulenza. Non ba-
stu la Grecia alia sua popolazione die si riverso su lotto
il morale del Medilerraneo Cno alle colonne d' Ercoie , e
fondo Marsiglia. Quando le soiti delta patria volsero al
deoadiniento,c i Greei non I'urono piii indipendenti, i traf-
fici illanguidirono, e poi cessarono affatlo quando Coslan-
tinopoli divenno la capitate dell' impero. Gf imperatori vo-
loano Irarre alia loro cilta Ic riediezzc e le faccende di
tutto il mondo: e 1' ineanto del silo le era opportunissimo,
tanlo die la Gi'«cia fu lasciata in dispartc e a Costantino-
poli fe; e capo il trallico tra 1' Europa e I'Asia. Venne man-
col" impero c ia Grecia fu oorsa dai dudii franccsi, dai
voncziani, dai genovesi, dai suceessori degli Osmani, ma
colla marina e col Iraffleo si ando prcparaiulo alia indipen-
(Jenza, nella sua seconda operosi;a fu pronta alia lotta : e
di Sii-a fcce una nuova Malta. Per istinto, per necessilu la
Grecia e traflicanle; il suo silo in mezzo del Medilerraneo
la niette nel cuore del mondo anlico : ne merci, ne \iag-
giatori passano dalT Oriente allOccidenle o ne ritornano
scDza sakitare lo cosle dcJIa Grecia. Frastagiiala da golfi,
~ 757 —
prolungandosi coi suo litorale, che si stende quanlo quello
de' maggiori stati raaritlinii del oontincnte europeo, offre i
suoi porli magnifici per la positura. L' uva di Corinto e ii
principaleprodotto,e nonnecspoiiano iiicno di 50.000,000
di franchi. 1 Greci anehino di far della loro patria il piinto
ciii s" inron'.riiu) e si riannodino lo facceiide doirOceidente
coirOiieiile : anelano di aprirvi la via per I' Oi'ionte che e
loro pill vicino, tie e mcglio compreso, ineglio Ii comprende.
A Sira si avviann di gia i prodolU delT Oecidente per es-
serne poscia spediti ove le domande e i bisogni degti allri
paesi ii invitaiio : i merfalaiUi greci eolla loro parlicolare
industria, colla loro operosit:^, coi modi facili, colla nalura
semi-orientale e semi-occidenlale, s'introdussero in Inghil-
tcrra, in Francia, in Austria, in America, e si fecero cora-
missionarii svegli ed accorli de' traffici d'Orienle. Sperano
i Greci clie avviandofi il Irafiico sul Mediterrar.eo pel ca-
nale di Suez debba tulto passare innanzi alia Morea, per
qiiesta penisola passare al mare Egeo, donde proseguire
alia parte orienlale della Grecia, alia Turchia d' Europa, al
mar Nero, all'Asia minore. I giorni che si spendono a gi-
rare la Morea, i pericoli del passare tra quel capi a quelle
isole, soprattutto i naufragi al Capo IMatapan possono dis-
loruarc le navi da quelle cosle: onde si pensa a cancella-
re il proverbio: fstmum fodere: e intanto il Lloyd Austria-
co vi sbarca le sue cose e i suoi viaggiatori, perche s' im-
barchino dall'aUra parte dell' istmo su nuove vaporie-
re, dopo aver passato T istmo sopra una strada mantenula
a spese del Lloyd. Con una spesa di 70.000,000 fr. i Greci
non pur compicrebbero quel grande lavoro, ma si dispor-
rebbero con buone strade, con dock, con ferrovie, ecc. al-
r avvenire de' traffici (i).
(!) Apergu sur /' avenir de la Grecc par P. Corove'os. Pf.ri», ^857.
_ 758 —
La Tiiivliia aiicli' cssa avrebbe gran parte ai vanlaggi
della nuova slraila doll' Iiulic, siipraltulto nel movimento
niercaiililo, chc lanto s' acorcscerebbo ne" suoi dominii di
Egillo, e nel fai'si piii spodita e piii facile la via a mante-
nerli. Casta uuo sguardo alia carta d'Europa per coiioscere
come non possa cssere aitrinicnti che stentato un commer-
cio per ciii una nave inglcse porta a Costantinopoli da Li-
verpool cose che son tratte dalle acque del mar Rosso o
deir Indie: il caffe, le specie, le frutta, le calzalure orien-
tal!, le stoffc di Persia, di Damasco, dell' Indie. Accanlo al-
I'impero ottomano sempre piu puntellato, eppnr sempre
pill condotto a rovina, rllevasi dalla miseria, I'animo dei
principali danubiani, che dall'indipendenza, dalla liberla del
Danubio, dalla bandiera sarda che frequentemente vi naviga,
aspettano il risorgimento dei traffici e la lor parte al com-
mercio d'Orien'e. Sono orniai riscossi dagli arbitrii insolenti
dei loro vaivoda,cui i niercalanli doveano dare le merci ai
prezzi impost! , senza che, entrando in favore delluno, efano
poiperseguitati dal successore Gli slranieri si allonlanavano
impaurili dal paese loro: il capitale della nazioneera nnllo,
le iiti si faceano nasccre a bclla posta per trar dcnaro dal
litigant!, i Iributi alia Porta li sopraccaricavano. Cosicche
le londrine di Francia, le setc di Lione e di Vonezia e le
spezie ginngcvano solo di quarla niano ne! principal!, c in
minima quantita: T csportazione riducevasi a caltivo lino,
a pochissimo bnrro. Poiche il trattalo di Adrianopoli fu
fatto osservare, s' accrebbe il commercio de'principati, che
ora traggono dall'Inghillerra cotoni filati, ferro, tessuti, ed
esportano i gran! (I). Se oggidi e prevalente il commercio
(I) Etudes (liplomaliques el ficonnmiques sur la Vahichir par Tr'ii-
bault hcfcbure.
— 759 —
inglese nei cambii di quel popolo, forse non <;• lontano ua
avvenire cbe avviandosi dai navigatori itnliani un commer-
oiodiretlo oollliuliene sarti provvcdiito quel popolo latino,
a noi rollegato per comunanza d' origine e di dcstini.
ErUalia dunqiie t' chiainala anch'cssa dalla niiova stra-
da deir Iiidie a rinnovare 1' anlica opcrosila ? Ccrtamente
potremrao noi averne la piii gran parte di qiiesto Iraffico
die s'avvia «u quel mare, sul quale 1' Italia lutia fa porto.
Ma anche troppo si magnifiearono questi vantaggi natural],
anche troppo fummo lusingali da lodi, anche tjoppo siamo
facili ad iinperinalirci die la Uivisfa d'Ediniburgo paragoni
11 mercante italiano a quel borgliese di Londra die compra
le derrate per la sua famiglia nella vicina bottega, anziclie
recarsi a Mincing-Lane, per acquistare una tonnellata di
zucchero o di te. So che le nostre coste marittinic si sten-
dono a 5843 cbilometri: die i nostri marinai sono ben
-130,000 svegli ed attivi, die le Alpi, 1' Apennino, la Cor-
sica, la Sardegna abbondano di Icgname da coslruzione,
cbe r Elba e la Sardegna col ferro, la valle del Po coUa
canapa, le Due Sicilie colla pece danno materia pronta ed
abbondante alia navigazione. Ma so ancora che la media
capacita delle navi italiane e di sole 50 tonncllate : so che
fra paese e paese frappongonsi doganieri avidi e sospettosi,
che non riceviarao it ferro c la canapa e il legnarae senza
gravi dazii all' esportazionc da allri stati italiani, o all'im-
portazione nel lei-ritorio doganale loinbardo-veneto; che la
navigazione del Po non e libera altrimenti die di nome, che
le rdazioni coll' Indie orientali sono oggidl scarsissime o
Dulle. Ove discorrero del commercio venelo io spero di-
nioslrare arapiaiiKMile questi fatti,perche,invecedilusingarci
e di riposare sulfa vvenire, dobbiamo validamenle aiutarci e
preparare sorte migliore alia patria nostra. II governo sar-
— 760 —
do 6 quello solo d'llalia die per la liberla data ai Iraffici ed
al vivcre piibblico puo nelle sue stalistichc dimostrarc uq
quak'he commercio diielto coH" Indie orienluli : come pure
nil niaggior tonncllaggio, poiche una popolazione, die e la
melh di qudia di Napoli, pur ha una raaiina mercantile, la
quale e quasi cguale all' allra, ed ba la media capacita di
60 -/o tonudlate, laddove quelle di Napoli souo solo di
23 y,o.
La annessa stalistica dimostrcru queslo commercio di-
retto del Piemonte coll' Indie Orientali; il rimancnte d'ltalia
fa scalo a Londra ed a Liverpool. Notai piii sopra cbe nei
nostri consumi siamo ben al di sotto degli altri popoli piii
occidentali: pure, anche poslo die rimanesscro gli slessi,
dopo il canale di Suez avrcmmo nolevole vantaggio di po-
terli furnire non ad un solo e lontano mercato e per via
iodiretla, ma hensi direltamente e sopra un mercalo vicino.
— 761 —
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Nello Stato ponliGcio le ilerrale coloiiiali banno gran
parte nelle iniportazioni, giiiiigeinlo forse al dccimo della
somma totale (I). Dal 1850 al I So?) tocoarono aunualmen-
te fr. 5.730,6G:i,2-i, di c li :
Ziicchero . . th. 4.905,938 . fr. 3.107,361
Caffe . . . ). 1.088,583 . » 1.370,292
..' Pepe ...» 312,809 . .. 297,171
• Cannella . . » 12,880 . » 101,807.
La raffineria di Grottamare, la quale lavora oltre
chil. 1.356,640, puo ben aspettarsi niaggior vaataggio dal
canale di Suez cbe dalle disposizioni delle quali il ininistro
compiacevasi per preveniie il contrabbando. T.e colonine
gregge, cbe si fabbricano nello Stato ponliticio in quantila
non bastante al coDsunio, avranno la materia prima diret-
tamente dalT Indie orieatali; e de' panni devesi dire il me-
desimo. Oltre delle passaraanlerie, delle stoffe per mobili e
paramenti, e delle trine, potrauno gli abitauti deilo Stato
pontificio lavorare anclie i tessuti che ora imporlano da al-
tri Stali. I vantaggi della nuova strada dell' Indie si avranno
eziandio pei tabacchi, cbe in media s' importano in foglia
pel valore di fr. 1 .209,280,32 ; e preparali pel valore di
fr. 75,929,76 ; per le pelli gregge, cbe s' importano per
914,614,32; per T indaco cbe importasi per 435,081,92.
11 filo di seta greggio, che ora esportasi per la quantilA
di ch. ^ 18,733 e il valore di fr. 5.029,329,28, non piu
sari il principalc oggetto delle esportazioni; poicbe se og-
gidi il prodotto dei bozzoli ascende ogni anno a 5 milioni
di libbre, cbe vengono convertiti nelle filande ponliflcie ia
circa 500,000 libb. di seta greggia, e sesolamente y4 ne
(I) Stato pontificia. — Prospetto de!!e meici introdnlte ed estraUe
nel 1853, net 1854, e nel i855.
— 7()6 —
6 adoporato nolle niaiiifatturo nazionali, c ccrto die dopo
il canale di Suez, sara ItiUoqiianlo il prodotto dei bozzoli
lavoraloin tossnli nella stato stesso,ue sara incliiosto nelle
fabbriche d(^IIa Svizzora , della Prussia renana e della
Francia.
Amlie ncl Picmonic mnleranno le I'ngioni dei traflici,
poiclu"' vi sono ora provalor.li quciii coll' America per mol-
tissime cose cbe s' avranno inveee piu opportune doll' In-
die. Dissi gi;i quali cose si canibino ora direltaniente dal
Piemonte coll' Indie orientali, ma si consideri che esso
continua ad iraportare dall'Inghilterra 2.o47,000 libb. di
cotone in lana, 1.051,000 di zucchero, ollre le somme ben
maggiori dell' importazionc dei tossuti di cotone e di lana,
cb'esso potrebbe produrre, e tratti non solo dall'Inghil-
terra, ma eziandio dalla Francia e dalla Svizzera. Diretta-
menle dall'America s' importano in Piemonte 7.923,000
lib. di cotone, 1. 747,000 difoglie di tabacco, 210,000 dige-
neri di tinta e concia, I 10,000 di caffe, tutte cose su cui
la concorrenza dei prodotti dell' Indie portera i suoi be-
neficii.
II regno di Napoli importa 8.330,000 franchi di zuc-
cheri, 3.268,000 di caffe, ^. 4 56,000 di tessuti di cotone,
4.892,000 di tessuti di lana, 682,000 di seta : e nel totale
deli'importazione non solo manea di relazioni coll' Indie
orientali e coll' America, ma su 53. 201, 950 di franchi^ ne
ha 18,876,000 dall' Inghilterra, 12.788,000 dalla Francia,
ove non tacero il dolore gravissimo che il commercio di
Napoli cogli altri paesi d' Italia (i solo di circa 23 railioni
di franchi tra iraportazione ed esportazione.
Nel regno di Napoli sono 37 fabbriche di cuoi e pelli,
30 di panni, 15 di tessuti di lana misti a cotone, 8 di tes-
suti di seta, 8 di cotone e filo, 6 di lino, seta e cotone:
- 7«7 —
tutte indusliie che dul canale di Suez avranno la materia
prima e lo spaccio. Ma conviene soprattutto che si tagli
quell'istmo onde Napoli e diviso dal rimanente d' Italia,
conviene che la sua industria lungi dal far capo tuttaquanta
nella capitale o nella Terra di Lavoro e di Salerno, si dif-
fonda nelie altre provincio, che vi si accresca la circola-
zione dei capilali, ora impedita da trislissime leggi, che
buone strade dieno vita al commercio inlerno.
Quosto specchio statistico dimostrera le cose principal!
che ora s'importano in Toscana e sulle quali puo influiro
il canale di Suez.
■ A i\ N I
Cose impur-
TATB
1851
1852
1853
1834
185 3
Cotone . .
15.490,000
13.018.000
12 299,000 10.786,000
12.326,000
Derrate colo-
b.767,000
5.786,000
7.596,000 8.547,000
10.24o,0C0
nialieconsuiiio
Laue . . .
2.883,000
2.269,0G0
2.575,000
2.424.000
2.929,000
Sete. . . .
1.78'i,000
2800,000
2 622,000
2176,000
2.457,000
Tabacco . .
1.225,000
1.027,000
1.628,000 1.197,000
1.037,000
Forse non si continuera ad importare i fdati di cotone
inglesi, quando si potranuo a migiiori condizioni fabbricare
in Toscana; o ccrto cessera quel falto stranissimo che co-
toni deir Indie vengano a Livorno da Liverpool, per essere
riesportati ac
1
1 Alessanc
Iria. Se o
ra r espoi
■tazione d
ella seta
— 7G8 —
grcggia 0 di 2.S-i8,0(>0 lire, c del tossuli (■ di 1.022,000,
foi'se mutoranno lo jiroporzioni di qiiesta csporlazione,
qiiando ki concorreiiza delle S(3le dell'Asia ci obblighera a
corcar luiovi prolilli nolla nianifatlura. Le fabbriche dei
saponi a F.ivorno avranno a miglior mcrcato il sesamo, e
i prodolli nc saranno inaggiormeiitc inchiesli, per 1' accre-
scimenlo dclle allre industrie die ne abbisogiiano. Ancho
qui del rcsto coiivicn lamentarc la divisioiic d' Italia, poi-
cht; la Toscana, pur dando esempio di liberlu economica a!
riuianenle d'Europa, non pote risenlirne i vanlaggi per la
stretta periferia colro cui essa si aggira.
Ed ora faro uii ccnuo sulla Spagna che al pari dell'Italia
8tendosi sul Mediterraoco ad accogliere i traflicideirOrienle
e al pari dclf Ilalia vi e chiamata da anliche consuetudini.
Cadice (I) fu fondato dai Tiri quando stabilirono loro
coloaie lungo le coste di Valenza e della Calalogna, e fab-
liricando IMalaga e Cordova ; piii tardi i Cartaginesi posse-
deltero numerose citla in Andalusia, nell' isole Baleari, sul
litorale di Murcia, di Valenza e della Catalogna, e da essi
cbbe origine Carlagena e Barcellona. Di poi il oommercio
della Spagna coll'Asia fu avvivato dai Moi i, che colle navi
venule dalla Siria e dall'Arabia mantenevano i loro vincoli
coUa patria e ne perrautavano i provenli colle ricchezze
della Spagna in cui avcano fatto fiorire lagricoltura. IXon
e qui il luogo di diseorrere come per popolare un nuovo
mondo gli Spagnuoli navigassero un allro mare lasciando
quel Medilerraneo, in cui la loro patria protendesi quasi
scalo cd eniporeo dei trafGci. Posi solamente quei cenni
che ricordino i vantaggi gia tratli dalla Spagna coi com-
merci dellAsia, e mostrino rlconosciuta dalla sloria 1' uti-
(1) Moreau de Jonnes, Slatislique de V Eapagne.
— 769 —
litik della sua posizione per questi ; ora mi fo debito di
esporre quali sieno oggidi.
Secondo il Quadro general del commercio esterior de
Ispana il commercio spagnuolo coH' Asia non 6 che di
6.981,000 di fr., cosi ripartito:
Isole Fillppine 6.101,000
Possessioni laglesi .... 489,000
Zangibar 331,000.
Nel 1834 era di 6.778,183 franchi,e, sebbene siavi ora
un aumento, luttavia resta ben al disotto del commercio
spagnuolo coH'Araerica, il quale ascende a 4 93.^52,000
francbi. Eppure quante cose ora importate dall' America e
consumate dalla Spagna si potrebbero trarredall'Asia! Cio
si puo dedurre da questo specchio stalistico espresso in
reali da 20 centes. di fr.
Zucchero 143.571,000
Cotone 93.233,000
Cuoio 29.299,000
Seta 27.163,000.
II porto di Cadice prende ora la maggior parte ai traf-
fici spagnuoli; e vi son condotti lessuti d' ogni guisa per
S.823,000 francbi.
f dail'lnghilterra. 831,000
lessuti di cotone fr. 1 .347,000 }
:. : . ( dulla Francia. 316,000
/ dall'lnghilterra. 1.076,000
•> di lana » 2.054,000 )
( dalla Francia. 964,000
{ dairinghiltcrra. 1.153,000
« di seta ;. 1.01 1,000 (
( dalla Francia. 454,000.
Serie III, T. IV. 99
— 770 —
Forsc risvegliandosi 1' industria spagiiuola dal torpore
e dall'abbandono, si accrescera 1' imporlazionc dclla mate-
ria prima c diminuira questa importazione dei lessuti. II
tabacco importalo a Cadice per 5.231,000 di fraiubi, lo
zucchero per 5.917,000, Tindaco per 077,000 fr., e I'orse
iQ avvcnirc quclli dellc Filippinc e dogli altri paesi dell'Asia
faranno maggior concorrenza ai prodoUi di Portoricco c
di Cuba. A buon dirillo adimqiie la regiua di Spagna fcce
conoscere al SuUano il suo desiderio che lislmo di Suez
venga tagliato, e cosi sieno avviciaati i suoi popoli alle ric-
che oolonie dell' Asia.
Fiuora andai dcliQoando il contoriio che sara scgnato
dal traffico d' Oriente sulla carta d'Europa; mi riraane il
porre sott' occbio T effctto die ne devc venire alia Svizzera
cd airiuterno delta Germaiiia. Queila anela divedersi con-
giunta air Italia, e trarne pel valico dclle Alpi i caricbi im-
portati a Gcnova od a Veiiezia : quesla risentire i benelicii
di una piu attiva concorrenza delporto di Trieste con quclli
d'Olanda, d'Amburgo e di Brema,per farla partecipare ai
trafflci d' Oriente. Meglio cbc tornare su ragionaraenti fatti
per gli altri stati, sembranii qui opportuno il rendere evi~
denti le conseguenze del nuovo canale colle sole statistiche.
\° Cose esportate da Brenia, le qiiali provcngono o pos-
sono i»rovenire dai paesi di la dal Capo.
2." Tavola delle importazioni di Brema, distinte secondo
le provcnienze.
3.° Tavola delle csportazioni di Brcnia, distinte secondo
le esporlazioni.
4.° Cose iiuportate ed esportate dalla Svizzera, su cui
puo intluirc il canale di Suez.
5." Minuta indicazione de' principali oggelti iraportati ad
Amburgo dai paesi di li dal Capo.
— 771 —
G.° Totale importazione di Ambiirgo dai paesi di 16 dal
Capo.
7." Importazioiii d'Ainburgo dai paesi di la dal Capo, di-
stinta seeoiulo la qualita dcgli oggcUi.
8.° Importazioiii a Trieste^ dai paesi di la dal Capo.
9." Consunio del cofone iiello Zollverein.
^0." Iinportazioni dcllo Zollvereio, sulle quali pu6 influire
il canale di Siui'.
#
— 772 —
Exportazione da lirema di cose die poxsouo venire dai
jHtesi di Id dal Capo.
Valore in taller! <li Brema valiitati, seoondo 1' Aim. di
(lotha, ''i franchi, a. 1857.
DESTINAZrOIVE
Valore
talleri
franchi
CAFFE
AnnoTer
Oldoniburgo
Lippa-Schauniburg
Brunsvich • . .
Prussia
Lippa-Detmold
Sassonia
Ducati Sassoni
Princ. di Schwarzburg . . .
Assia Elettorale
Assia Darmstadt
Francoforte sul Meno ....
Baviera
Virtemberg
Baden
Altri Stati dello Zollverein. .
Austria
Svizzera
Aniburgo
Russia
Svezia
Norvegia
Olanda
da riportarsi
646,999
482,284
7,032
76,542
986,496
43,285
300,543
40,762
4,633
435,498
2,949
6,042
49,067
4,072
4,875
4.279
46,344
6,395
4,377
403,972
4,859
4,626
44,248
2.587,996
729,436
28,428
306,468
3.945,984
63,440
4.202,052
463,048
6.132
640,792
44,796
24,468
76,278
46,288
49,500
6,446
485,244
25,680
6,608
446,888
7,436
6,604
44,992
2.600,716
40.406,874
— 773
Yalore
Destiinazione
talleri
franchi
Riporto
2.6n0,716
40.406,874
Sardefrna
12,008
48.032
Porti di Brema siil IVeser . .
-129,360
517,440
Per la navigazione
d5,925
63.700
\aiie destinazioni
Totale del -1857
217
868
2.759,226
44,036,904
» 4856
>! .664,408
6,657,632
> » d855
P E P E
2.465,278
9,861,412
Annover
^16,536
62,444
Oldemburgo
2,li8
8,472
Brunsvich
3,421
43,684
60,524
242,096
Lippa-Detniold
4,724
6,884
Sassonia
4,282
47,428
Ducati Sassoni
4,665
6,660
Assia Elettorale
2.864
4 4,456
Altri Stati dello Zollverein . .
4,224
4.896
Austria
4,084
4,336
Amburgo
29.899
449,596
Russia
3,967
43,868
Ulessico
879
3,546
Portoricco
594
2,364
Venezuela
682
2.728
Dintorni di Brema
4,627
6.508
Altra esportaz
Totale del 1837
552
2,208
432.636
530,544
n 183fi
83,857
335,428
» 4853
406,423
423,092
— 774 —
Destinazioae
\ A L 0 R K
talleri
franchi
RISO
Annover
Oldemburgo
Lippa-Schaumburg ....
Bninsvich
Prussia
Lippa-Detmold
Sassonia
Ducati Sassoni
Sclnvarzburg
Assia Elettorale
Assia Darmstadt
Baviera
Baden
Altii Stall dello Zollverein . .
Austria
Aniburgo
Holstein
Danimarca
Lubecca • . .
Mecleniburgo
Russia
IVorvegla
Gran Brctagna
Olanda
Belgio
Francia
Spagna
Sardegna .
Cuba
da riportaisi
2U,U9
42.293
1,529
50,343
428,041
2,883
71,920
20,200
3,490
20,310
2,511
2,877
4,045
1,083
45,882
20,574
21,959
40,190
7,813
44.340
4,780
7,495
40,314
48,559
4,043
4,080
42,684
917
91,473
845,756
409,472
0,440
225.372
4.744,504
44.532
287,704
80,800
13,984
81.240
40,044
44,508
4,480
4,332
03,528
82.296
87.830
64,784
31.252
477,300
49,420
28,780
05.256
494,236
48.572
40,320
50.330
3.068
305^892
4.183,885' 4.735,534
775 —
Desti>azioine
> A L 0 R E
talleri
frail chi
Riporto
Haiti
Portoricco
Venezuela
Brasile
Peru
AlVica
Diiiloini (li Brema
IVavigazione
Altra destinazione
Totale del 1857
» 185G
' . » 1855
T A B A C C 0
(ma.mlla)
Annover
Oldeinburgo
Brunsyich
Russia
Sassonia ..'...
Nassau
Altri Stali dello ZuUverein
Austria ......
Russia
Olanda ......
Totale del
1.183,885
1,485
43,064
1,403
21.811
2,993
2.330
20,917
5.870
107
1.289,925
1.798,800
1.000,011
44,257
2,493
4,222
18.349
8,541
3,708
1 . .
709
0,050
017
109,155
1857
198.221
1856
120,057
1855
1.524
4.735.534
5,940
172.256
5,852
87,244
11,972
9.320
117,068
23.480
^428
5.159,700
7.195,200
4.002,444
477,028
9,972
10.888
73,396
34,104
15,072
3,076
24.200
2,468
436,620
792,884
480.228
0,096
77G —
Destiivazioine
> AL 0 RE
talleri
fraiichi
(akvab)
Annover
Oldeniburgo
Prussia
Sassonia
Assia Elettorale
Altri Stati dello ZoUverein . .
Austria
Danimarca
Russia
AUra esportazione
Totale del <I857
» 1856
» d855
(avaiva)
Annover
Oldemburgo
Lippa-Schaumburg . . . .
Brunsvich
Prussia
Yaldech
Sassonia
Assia Elettorale
Assia Darmstadt
Baden .
Altri Stati dello ZoUverein . .
Austria
da riportarsi
4 597
4,798
•16,372
2,431
4,B10
400
442,900
608
2,273
246
440,435
24,002
7,317
55,723
43,860
4.674
44^957
76,548
4,0i3
27,<>51
6,465
3,778
2,700
3,698
35,732
244,016
6,388
7,492
65,488
9,724
6,040
4,600
45^,600
2,432
9,092
984
660,540
96,248
29,268
222,892
55,400
6,684
59,828
306,492
4,472
440,604
25,860
45,442
40,800
44,792
442,928
965,264
— 777 —
Destiinazioive
Riporto
Amburgo
Schleswig-Holstcin
Danimarca . ■
Russia
Svezia
IVorvegia ....
Olanda. ...
Relgio
Nuova Yorck. ...
Totale del ^857
» 4850
' » 4855
(cuba)
Annover .
Oldemburgo
Briinsvich.
Prussia
Sassonia .
Ducati Sassoni
Assia Elettorale
Assia Darmstadt
Baviera. .
Yirteniberg
Baden . .
Altri Stati dello Zollv
Austria ....
da riportars
V A L 0 R E
tallcri
f ranch!
244,016
83.524
3,659
8.340
50,484
•18.733
3.517
5.514
1.733
42.019
727
432,006
544,102
287,0i9
52,959
9,276
-16,071
435.858
51^871
2.337
9,019
3.274
4.619
2.067
6,781
2,057
446,407
409,796
Scrie III, T. IV.
966,264
334,096
44,636
33,360
204.936
74,932
44^068
22,056
6.932
48,076
2,908
4.728,204
2.470,408
4.450,476
211,836
37,404
66,084
543,432
207,484
9,348
36,076
43,096
6,476
40,668
23,424
8,228
465,628
4.639,480
lUU
778
DESTI^f.VZIOINE
V A L 0 R E
talleri
franchi
Riporto
Svizzera
Ainburgo
ScIilesAvig-Holslein
Daniinarca
Russia
Svczia
Norvegia
Olanda
Belgio
Nuova Yorck
Altra desliiiazione
Totale del <I857
» -1850
» 4835
(domiingo)
Annover
Oldeinburgo
Brunsvicli
Prussia
Ducati Aiialtiui
Sassonia
Ducati Sassoni
Assia Elelloiale
Assia Darmstadt . . . ■ .
Bayiera
Yirleinberg
Baden
da riportarsi
409,790
21,806
>l'iOX)70
4,727
45.983
410,965
48.392
2.520
3'k;389
9. 103
44,070
1,036
822,541
958,413
757>i29
73.043
4,901
41,807
211.913
4,049
G 1.909
0,232
80,493
4,539
2,939
1.037
2,779
389,405
4.039,480
87, '(04
598^080
■18.908
63,940
443,800
493.508
40,080
437,530
30,420
56.280
4^,224
3.290.404
3.833,032
3.030,540
292,480
49,004
47,468
847,000
4,490
247,036
25,008
40,772
0,3 56
41,736
4,448
14,416
4.537,700
— 779 —
\ \ L 0 R E
Destoazioe
talleri
franehi
Riporto
389,405
4.337,700
Altri Stati dello Zollvereiii . .
2,427
9,708
Svizzera
3,893
43,572
Amburgo
2,381
9,324
SchlesAvig-Holstein
851
3,404
Danimarca
7,809
34.236
Russia
80,100
320,424
Svezia
21,740
80,960
IN'orvegia
4,552
0,208
Stato Ponlificio
42,043
48,480
Altre deslinazioni
Totale del 1857
473
4,900
548,684
2.194,736
1856
997,220
3.988,880
j> -1353
(PORTORICCO)
601,633
2.406,642
AnnoAcr
22,287
89,448
Oldembmsro
2,914
44,656
Biunsvieh
8.634
22.536
Prussia
70,252
284,008
Lippa Detmold
4,^21
4,484
Sassonia
2,439
9,836
AssiaElettorale
5,200
20,800
Assia Darmstadt
7,333
29,340
Nassau
4,508
6.024
Francoforte sul Meno ....
4,464
3,844
Baviera
8,263
33,032
Virtemberg •
4,624
0,496
Baden
da riportarsi
4,784
49,436
434,840
539,360
780
Destl\azio>e
Y A L 0 R E
talleri
franchi
Riporto
Allri Slati tlello Zollverein . .
Austria
Svizzera
Amburgo
Schlesvig-Holstein ....
Danimarca
Mecleniburgo ......
Prussia
IVorvegia ........
Olaiida
Belgio . . •
Balilniora
Altre destinazioni
Totale del 1857
» 1850
» 4855
(brasile)
Annover . . .
Oldenibiirgo .
Lippa Scbaumburg
Brunsvich. . .
Prussia.
Ducati Analtini .
Lippa DeUnold .
Yaldecii . . .
Sassonia . . .
Ducati Sassoni .
da riportarsi
-134,810
594
185,608
46,367
46,731
3,942
6,444
4,530
6,367
897
5,053
868
2,251
231
413,423
346.000
380,084
314,933
35,414
2,520
■ 54,260
542,624
4,588
4,70 i
4,767
497,314
7,405
4.459,560
539,360
2,376
742,432
65,468
486,924
46,768
20.576
48,420
25,468
3,588
on "!'>
3,472
9,004
924
4.653,692
4.384,240
4.544,330
-1.247,812
444,656
40,080
217,040
2.470,484
6,352
48,846
7,068
789,256
29,860
4.638,424
781
Destinazioke
V A L 0 R E
talleri franchi
Riporto
Assia Elettorale
Assia Darmstadt
Fnincoforte sul Meno ....
Baviera
Yiitemberg • .
ISaden
Altri Stati dello Zollverein . .
Austria
Svizzera
Aniburgo
SchlesAvig-IIolstein
Danimarca
Russia
Svezia .........
Norvegia
Olanda
Dintorni di Brenia
Altre destinazioiii
Totale del 1857
.) 4856
I » 1855
(cinaster)
Annover
Oldeniburgo
Prussia
Lippa Detmold
Sassonia
• • da riportarsi
4.159,500
29,052
8,587
7,053
44,582
5,576
4.904
4,420
60,200
8.981
5,290
6,973
46.088
48,428
8,892
675
4.061
4,021
343
4.355,032
4.349,793
742,574
3,185
440
26,493
708
554
31,080
4.038,424
449.808
3^,3 58
28,212
46,328
22,304
49,646
4,480
240,800
35,924
21,400
23,892
64.352
72.512
35,568
2,700
4,244
4,084
4,372
5.423,428
5.399.472
2.970,296
42.740
4,760
404,772
2,832
2,246
424,320
782 —
Desti>azio>e
Y A L 0 R E
talleri
IVanchi
Riporto
1 Ducati Sassoni
Assia Eleltorale
iVassau
Francoforte sul Meno. . . .
Baviera
Baden
Altri Stati dello Zollverein . .
Austria
Amburgo
Schles^vig■-IIolstein
Danimarca
1 Meclemburgo
Norvegia
Olanda
Altre destinazioni
Totale del 4857
» 4856
4855
(COLUMBIA)
Annover
Oldemburgo
Brunsvich
Prussia
Ducati Analtini
Lippa Detniold
Sassonia
da riportarsi
31,080
351
499
326
641
4,082
889
466
9,800
4.424
743
4,608
542
983
3,947
502
424,320
4,404
4,996
4.304
2,564
4,328
3,556
1.864
39.200
5.096
2.852
5,432
2.468
3,932
45,788
2,008
64,853
450,943
459,422
219,442
603,772
036,488
429,843
43,493
83.558
786,014
4,981
5.739
2,337
405,455
4.749,372
53,972
334.232
3.444,044
49,924
22,956
9,348
4.624,820
4.731,447
0.925,668
— 783
Destik.vzio^e
> A L 0 R E 1
talleri
franchi
Riporto
<1.73l,417
6.925.608
Ducali Sassoni
19,098
76.392
Assia Elettorale
43,071
472,284
.\ssia Darmstadt
-16,004
64.046
IVassau
5.088
20.352
Francoforte sul 3Ieno ....
d.830
7.320
Baviera
d8.932
76,728
53.728
79.208
Mrteiiiberg
43,432
Baden
-19.802
Altri Stati dello ZoUverein . .
1.516
6.064
Austria
46,000
64,000
Svizzera
2.763
44,032
Ambiirgo ........
33,281
444,424
Sehleswig-IIolsteiu
6,453
25,820
Daniniarca
23,558
94.232
Russia
71.733
286.940
Svezia
47,223
488.900
A'orvefjia
2.347
9.388
Gran Bretagna
-1.003
4,012
Olanda
8,124
32,496
Belgio
9.441
37,764
Aitre destinazioni
Tolale del 1857
4,391
5,564
2.093,513
8.382.052
» -1836
-1.719.579
0.878.346
(keintlcky)
1.329,098
5.346,392
420,128
480,642
Oldenibuigo
43,914
55,644
da rijiortarsi
434,039
536,456
— 784
DEsTI^AZIo^E
A A L 0 R E
talleri
franclii
Riporto
134,039
530,156
Brunsvich
44,337
57,348
Russia
B82.597
2.330.388
Duciili Vnaltiiii
5.221
20.884
Lipjia Detmukl
4.948
7.792
Yaldech
3,315
43,260
Birkcnfeld
1,726
6,904
Lusseniburgo
4.000
4,024
Sassnnia
411,025
444,100
Diicati Sassoiii
5.514
22.056
Assia Elettorale
49.875
499,500
Assia Darnisladt
11,489
45,956
Baviera
11.152
44.008
Virtemberg
3,093
12.372
Baden
4,991
19,904
Altri Stall dello Zollvercin . .
1,001
0,644
Svizzcra
40,205
485,060
Aniburtro
150.304
601.456
Schleswig-IIoIstein
81.219
324,876
Daniinarca
325.242
4.300.968
Lubccca
8.781
35,124
Mecleniburgo
5.948
23,792
Russia
71.780
287.144
Svezia
350.485
4.425,940
Korvegia
307,326
1.469.304
Gran Bretasna
4.035
0.540
Olanda
44.154
66.616
Belgio
47,839
71.356
Nuova York
98,070
392,304
Baltiniora
41,003
44,012
da riporlarsi
2.499,112
9.995,418
785 —
Destiaazioae
Galore
taileri
franchi
Dintorni di Brema . .
Altre tlestinazioni . .
Totale
u
1>
(FLORIDA)
Annover
Riporto
del 4857
4856
4855
2.499,112
4,582
255
9.993,448
49,328
4,020
2.503,949
2.484.718
4.369,941
40.015.796
8.738.872
0,279,764
8,475
2.964
2,574
44,863
43.079
3.770
1.911
38.200
958
6,479
4.790
3.334
49.350
4,44 I
4,403
3,080
'330
33,900
41,844
40.284
479,460
60.346
45,404
7.044
452.800
3,^32
23,910
7.484
43.330
77,400
4 7.644
5.r20
42.344
4,400
Oldembiirgo
Brunsvicli
Prussia. ...
Sassoniu
Assia elettorale
Altii Stali dello ZoUverein . .
Austria
Svizzera
Amburffo ... ...
Schleswig-Hulstein
Danimarca
Russia
Svezia
Norvegia
IVuova York ....
Altre destinazioni . .
Totale
»
de! 4857
4856
4855
459,007
210.010
404,637
•■ ■
636.0: H
840^064
418,548
Strie I II J T. IV.
101
— 786 —
Destiivazioine
Galore
talleri
franchi
(seedleaf)
Annover
4,842
49,368
Oldeinburgo
-1,403
5,012
Brunsvich
2.582
-11,328
Prussiii
d2.G48
50.392
Sassonia
3,704
<I5.056
Assia Elettorale
2,010
8,040
Altii Stall dello Zollvereia . .
-1.487
5,948
Ambui'iro
2.239
8,930
Schleswig-ilolstein
338
1,332
Daniinarca
3.555
44.220
Russia
773
3.092
Svezia
8,571
34,284
Gland?.
534
2,436
IVuova \oik.
57,083
231,932
AUre deslinazioni
Totule del ISr]?
303
2,252
d 03,292
413,408
» -l.sriG
4G,!228
484,942
» -1855
139,127
550,508
(:\i\iiVLA:xD)
Annover
-149,309
597,470
Oldembureo
27,350
409,424
Brunsvich
7,401
29,604
Prussia
380,010
4.520,040
Lippa Detiuold
2.339
9,356
Sassonia
17.843
74,372
Ducali Sassoni
1,523
6,092
da riporlarsi
583,841
2.343,304
787 —
Destinazio^e
V A L 0 R E
Riporto
Assia Elettorale
Assia Darmstadt
IVassau
Francoforte sul 3Ieno . . . .
Baviera
Yirteniberg
Baden
Altri Stati dello Zolherein . .
Austria
Svizzera
Amburgo
Schleswig-Holstein
Danimarca
Lubecca ........
Meclemburgo
Russia
Svezia
Norvegia
Gran Bretagna
Olanda
Belgio
Altre destinazioni
' . Totole del 1857
» <iSoO
» -1833
(oHio)
Annover
Prussia
da riportarsi
talleri
franchi
685,841
87,938
70,107
7.2 J 2
6.994
49.539
40.172
-10.219
'889
33.213
7,583
'12.044
44.636
30,998
40.409
3.865
449,924
47.446
2,015
25.533.
241.347
41.778
949
2.343.364
354,752
280,668
28,848
27.976
78.456
40.688
40,876
3.556
432,860
30,332
48,176
466.544
423^992
41.636
45.4G0
599,684
68.584
8,000
402.220
977.388
47.412
3,796
4.390.432
4.274.085
909,786
3,340
46,989
50.529
5 361.728
5.096.340
3.039,444
44,160
487,956
202.416
788
Galore
Destinaziof.
talleri
franchi
Ripoito
20.529
202.110
Assia Elettornlc
6,959
23.836
Assia Dannslacit
23,435
93,740
IN'iissaii
40,107
40,068
Francoforte siil i\Ieno . . .
4.285
3,440
Bavieia
C,734
26,936
Virteinberg
7.089
30,786
Badeii
1.076
4.304
Altri Slati dello Zollvcroin. .
586
2.344
SNizzcia ........
2.843
41.372
Aiubiir^'o
8.588
34.352
Schlciwig-IIolste^n ....
47,179
68,746
J)animarta
47,844
71.376
Liibccca
2.008
8.032
Russia
200,757
803,028
Svczia
40.303
41,212
iVorvegia
7.225
28,900
Olaiula
4,118
4.472
Altie destinazioni
4,403
4,420
Totale del -1857
376,430
4.503,720
» dSoG
391,746
4.500.864
4835
313,377
4.261,508
(mrgi.ma)
Annover
24,749
98.996
Oldcmbuigo
4.233
47,020
Prussia
84.921
339,684
Sassonia
49,128
76.542
Princ. di Reuss
2,487
8,748
do riportarsi
435,240
540,960
789
Destinaziokb
Galore
■ r .
taller!
franclii
; Riporto
inS.^'iO
540.960
Assia Elettornlc
17,8i4
71.376
Assia Darmstadt
7L.341
283.364
Francoforte siil 3Ieno. . . ,
-14.003
56.012
Baviera
38,429
453.716
Mrteniberg
4.908
19.632
Baden
32,993
431.972
Altii Stati dello Zollverein. .
-1,499
5,996
Austria
-173,020
700,080
Svizzera
39.60 1
438,404
Ambuieo
8,221
32,884
Schleswig-IIoIstein ....
-18.383
74,340
Daniniarca
23.692
94.768
Liibecca
837
3.348
Medeinburgo
-1.090
4,360
Russia
46,621
66,484
S>ezia
42.779
31.110
Nor\ei?ia
99,922
399.688
Gran Bretagna
11.327
43.308
Olanda
3,300
44.ono
Belgio
19,456
77.824
1,139
4,536
Tutale del 18b7
748,0 '.7
2.992,18S
» ^1836
701,124
2.816.496
» dSoa
(olaadese)
418,721
4.674,884
30,478
421,912
Oldemburgo
da riportarsi
5,279
35,757
21,446
443,028
790
Destiinaziomi:
V A L 0 R E
talleri
franchi
Riporto
83.737
-143,028
Prussia
40,089
43,956
Sossonia ........
4,788
7.132
Altri Stall dcllo Zullverein .
4.135
4.020
Svizzera
200
800
Aniburgo
GG6
2,004
Schleswig-Holstein ....
i,?,i\
5,304
Daniniarca
013
2,452
Lubecca
f)32
' 2,008
Russia .........
4,033
4.212
Svezia
3,307
44,208
rVomcgia
794
3,170
IViiova York
4,294
-17,176
Aitre deslinazioni
Totale del 1837
6'i3
2,180
03,414
253,656
» 1836
7,271
29,084
» 4855
TE
827
3,308
Annovor
33,409
433.036
Oklemburgo
6,054
26,016
Prussia
41.008
404.272
Snssonia
>l.965
7,800
Assia Elettorale
4,248
4,992
Baviera
^,145
4,580
Baden
4,003
4,200
Altri Stati dcllo Zollverein . .
2,791
41,164
3,299
43,196
Svizzera
da riportarsi
2,993
41,972
95,637
382,548
— 791 —
Destiaazioive
\ ALO RE
talleri
franchi
Riporto
Amburgo
Danimarca
Gran Bretagaa
Nuova York
lirasile
Dintorni di Brema
Per la navifrazione
Altre deslinazioni
Totale del 1857
» -1830
» 1833
ZUCCHERO
(t>DIE ORIEKTALI)
Annover
Uriiiisvich
Prussia
Amburgo
Schles^vig-IIolstein
Russia
Gran Bretagna
Tolale del 1837
» -1836
» 4833
93,637
10,514
436
46,997
710
530
3,941
4,569
400
433,734
404,213
402,761
77.529
2,590
2,067
2,732
464.203
73,704
85
322.930
343^909
433,664
382,548
42,036
4,744
67,988
2,840
2,120
45,704
48.276
4,600
534.936
416.860
411,044
340.116
1 1 ,360
8,268
41,008
630.812
294,816
340
4.291,720
4.373.876
622,636
— 792
Desti^azione
■> A L 0 R E
talleri
franchi
(AVA?iA E CUBA)
Aiinovrr
40.553
44.804
095
41.850
444,943
210,297
3.228
9.312
4,059
4,434
497
402,212
59,456
2,780
47.400
4.779.772
805.488
12.912
37,248
4,230
5,736
4,988
Prussia
Austria
Aniburgo
SclilesAvig-HuIstein ....
Russia
Svezia
Gran Bictasna
Dinlorni lii iircma . .
Per la navij:azione. .
Allre destinazioiii . .
Totale
»
u
(moscovado)
Annover
deH8S7
-1850
4855
7U,732
582,095
648,444
4,141
34.900
80,727
473.409
92,050
44.305
99
2.978,928
2.328,380
2.193,776
40,504
439.024
340.908
093.876
308.224
57,220
396
4.022,812
4.202,908
201,676
Prussia
Amburso
Schleswig-Holsteln ....
Danimarca ......
Gran Kretagna . . .
Altre deslinazioni . .
Totale
»
del 4857
4856
4855
405,703
315,727
65,394
793 —
Destinazione
V A L 0 R E
talleri
franchi
(brasile)
Annover
Assia Elettorale
Austria
Amburgo
Schleswig-Holstein
Gran Bretagna
Totale del 1857
» 1856
1855
COTONE
Annover
Oldemburgo
Brunsvich
Prussia
Sassonia
3,666
4,601
4,265
7,478
108,108
18,758
14,264
18,404
17,060
29,912
432,432
75,032
146,776
177,782
70,479
587,064
711,128
281,916
305,388
79,794
4,356
918,089
2.382,405
1.221,552
319,176
17,424
3.672,356
9.529,620
31,600
6.617,624
968,480
316,048
6,848
6.119,188
787,644
697,664
66,324
1.412,116
160,940
Assia Elettorale
Baviera
7,875
1 654,381
Virtemberg .......
Baden
Altri Stati dello ZoUverein . .
Austria
242,120
78,762
1,712
1 629,797
Svizzera
Amburgo
Schleswig-Holstein ....
Russia ..."
Svezia
da riportarsi
196,911
174,416
14,081
353,029
40,235
8.003,341
30.933,404
Serie JU.T. lY
102
— 794
V A L 0 R E
Destinazioive
talleri
IVanchi
Riporto
Norvegia
Ohinda
Dintorni tli Brema
- Totale del 1857
» 4856
•; » 4855
COCCirSIGLIA
Annover . v . . . . . .
Prussia
Sa.«s()nia
Ajisia Klellorale
Allri Stati dello Zollvereiii . .
Austria * . . .
Auiburgo
Totale del 1857
» -1856
4855
IIVDACO
Annover
Oldemburgo
Bruns\ich
Prussia
Sassonia
Ducatl Sassoni
da riportarsi
8.003,341
42.278
5^303
49
8.020,944
7.695,707
4.036,934
7.902
22^022
45,009
20.963
7,82
2,086
6,444
74.908
63.018
53,672
90,245
24,370
6,086
70,038
867
4,234
491,837
30.933,404
49,142
24,212
76
.34.004.804
30.382,828
16.447,724
31,608
88.088
00J036
83,852
3.428
8,3i4
24,576
299,632
252,072
244.288
360,980
97,480
20,344
280,462
3,468
4,924
767,348
795
Destiivazione
Valore
talleri
franchi
Riporto
491,837
767,348
Assia Elettorale
443,599
574,396
Altii Stall dello Zollverein . .
2,305
9,220
Gran Bi^tagna
3,271
43,084
Olanda
3,600
44,040
Nuova York
48,850
75,400
1 Altre deslinazioni . . , . .
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3,732
Totale del ^857
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4.457,820
d856
482,270
729.080
>. ^855
OLIO DI NOCI DI COCO
344,747
4.366,988
1 Annover • . .
44,257
477,028
1 Oldemburgo
4,690
G.760
Brunsvich
4,844
49,376
Prussia
454.911
607.644
Sassonia
22,833
91,332
Ducati Sassoni
4,352
47.408
1 Assia Elettorale
22,606
90,424
Altri Stati dello Zollverein . .
4,039
4,156
Austria
33.586
43 5,344
Amburgo
44,598
466,392
Holstein
4 .084
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Olanda
40,694
42,776
1 AUre deslinazioni
Totale del J8o7
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340,733
4.302.932
» -1856
38.008
452,032
4855
45,845
1
483,380
— 796
V A L 0 R E
Destinazione
talleri
franchi
OLIO DI PAL MA
AoDover
Brtinsvich
Russia
Sassonia
Assia Elettorale
Altri Stall dello Zollverein . .
Amburgo
Olatida
Totale del 1857
4856
. 4865
SALNITRO
Annover
Prussia
Sassonia
Altri Stati dello Zollverein . .
Amburgo
Russia
Gran Bretagna
Totale del 4857
» 4856
» 4855
49,425
4,372
4,433
3,903
8,683
773
325
4,248
39,862
51,635
88,937
43,866
6,276
4,895
45
6,544
3,600
33,025
65,494
223,479
440,347
76,500
6,488
47,732
46,642
34,732
3,092
4,300
4,992
469,448
206.440
366,748
65,464
26,404
7,680
60
26,056
44,400
432,400
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892,746
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America
rale. . . .
Indie occ.
America
Sud ....
Africa . .
Ind. orient.
ilia Cina. .
Australia
lanavigaz.
Totale
ledell'Eu-
a e del Lc-
te
le deH'im-
taz. trans-
utica. . . .
Tutale
5; =
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?siiiii'ii
Tota
rop
van
Tola
If 1
799 —
Cose importate ed esportate dalla Svizzera sulle quali
pud infliiire it canale di Suez (i).
TOTALE TOTALE
COSE IMPORTATE
1856
Quintali
485f
Quintali
Riso 77,559.03
Cotone greggio e cascami di co- j
tone 259,822.02
Legni, radici, scorze, erbe e |
bacche da tintura non ma- I
cinati i 33,849.77
Pelli e pelliccerie crude, secche |
e salate, non conciate ... I 4,8G5.72
Bozzoli e cascami di seta, straz-
za, ecc 40,045.52
Lanagreggia oscardassata,bor- |
ra, cascami e jiolvere di Inna. 42,406.65
Legni, radici, scorze, erbe e
bacche da tinta sminuzza-
ti o macinati, cacciu, terra
oriana ed oricello .... 46,690.73
Gomma ordinaria arabica, del
Senegal, gomma di ciliegio o
di prugno 9,684.89
Caffe e suoi surrogati .... 444,774.52
Cotone filato greggio, semplice
0 riiorto 4,466.52
Tela di cotone e tulle greggi . 30,4oo.i4
Ovatta di cotone 86.59
Cocciniglia 242.21
80,675
238,961.69
34,930.08
4,784.59
45,885.34
44,497.95
46,097.86
6,490.03
404,459.10
4,582.98
47,951.08
458.69
339.94
(1) Uebersichts Tabelle der im Jahr 1836 in der schiveizerischen
eidgenossenschaf/ sur ein-au.i- U7id durehfuhr verzolUen Waaren.
800 —
COSE IMPORTATE
TOTALE
4856
Quintali
Indaco
Cuojo ordinario non lavorato,
non tinto, pelli conciate con
iscorza o con allume non tinti.
Filati di luna, greggi non tinti .
Filati di cotone semplici litorti
in refe da cucire, inibianchiti
o tinti
Drogherie e generi di tinta non
specialniente nominati . .
Colori macinati o preparati non
specialniente nominati . . .
Spezierie d' ogni sorta . . .
Cuojo e pelie tinte nere o verni-
ciatCj bulgaro e pergamena .
Caune d'India e Giunchi di Spa-
gna per essere trecciati .
Seta greggia e filatojata, filu-
gello pettinato, filato o torto.
Tabacco in fogliw ed in rotoli .
Filati di lana, tinti o imbianchiti,
Panni di lana greggi, coperte di
lana ordinaria, peluzzo e mus-
solina di lana greggia . . .
Zucchero d' ogni specie e sci-
roppo greggio
Tessuti di cotone e tulle imbian-
chiti, tinti, stampati
Stoffe di niezza seta (di cui la
meta al piu dei fili sono di
seta)
Pellicceria preparata e pelli con-
ciate col pelo
2,864.60 I 2,697.24
40,480.76
4,083.01
9,205.97
684.08
2,348.95
2,267.99
6,964.01
6,233.39
4,95414
3,974.09
4,764.67
3,639.55
2,043.24
4,797.25
266.57
494.76
22,657.91
65,948.08
23,675.31
66,306.59
6,950.25
4,081.42
2,774.44
4,964.61
193,724.6.5
234,442.51
48,782.87
46,844.28
67.10
46.80
499.63
449.71
— 801 —
COSE IMPORTATE
TOTALE
i866
Quintali
ToTALE
-1855
Quintali
Ombrelle di cotone finite . .
Seta e filugello imbianchitiotin-
ti, seta da cucire ....
Tabacco da fumare, da naso, da
maslicare
Scarpa di lana coniuni . . .
Pauni e tessuli di lana, stoffe di
lana stauipate, flanella . . .
Zigarri
Lavori in cuojo fini, come di
cordovano, marrocchinoj ecc.
Passamanteria
Ombrelle, e parasoli di setafiniti.
Stoffe e lavori di seta o di filu-
gello: detti di mezza seta (di
cui la meta o piu dei fili sono
di seta)
COSE ESPORTATE
Cotone
Filati e refe di cotone . . .
3Ierci di cotone
Droghe
Colori d' ogni specie ....
Bacchej erbe, legni, radici da
tintura
Filati di filugello
Spezie
Indaco
Caffe
Cuojo d' ogni specie ....
Lavori di cuojo
Serie lIJ,r. JY.
493.97
36.83
41,593.13
87.84
29,731.73
6,059.85
3,311.25
237.99
487.21
2,567.96
46,420.08
40,386.19
465,03 7. i6
2,287.88
350.02
9,455.88
3,495.93
815.27
251.95
4,814.45
7,624.32
449.73
446.71
43.87
44,972.11
440.06
23^459.39
5,446.70
2,496.32
206.58
439.62
2,082.16
46,434.16
42,695.86
450,575.70
2,424.65
480.83
7,442.34
4,110.25
8-23.52
294.06
4,908.24
8,082.67
447.56
[Or-,
— 802 —
COSE ESPORTATE
ToTALE
4856
ToTALE
4855
Quintali
Quintali
Carta e cartone
Pelliccerie
Riso
Seta
Cascami di seta e filugello . .
Stoffe di seta e di mezza seta .
Sapone
Berretti
Tabacco in foglia
Tabacco fabbricato ....
Filati di lana ,
Stoffe di lana e miste con lana.
Zucchero
508.71
494.50
2,920.49
5,409.06
7,507.37
34,370.52
694
79.84
445.15
4,400.81
60.58
4,472.47
602.08
560.93
498.69
2.013.41
4,350.23
6,223.32
28,505.03
801.97
425.58
408.91
4,445.06
444.08
4,474.25
4,237.74
803
Importazioni ad Amhurgo dai paesi di Id dal Capo
Cose priiicipali iinportate ad Aniburgo nel 1857 (1).
PRODUZIONI
I.TIPORTAZIONI DALLA CINA
Te
Zucchero greggio . .
Cassia lignea
Seterie
Canfora
Rabarbaro
Tabacco
Porcellana
Oggetti diversi di consumo
Zenzero
Manifatture
Cose di legno
» di metallo ....
Cigari
Inchiostro di Cina' . . .
DALL I>DIE ORIENTALI OLANDESI
Zucchero greggio . .
Kiso . •
Pelli di bufalo ed altre
Arrac
Cera ■
Gomma Dainar . . .
» elastica . . .
Noel di macis ....
Pepe
Valori
in marchi
di banco
4.-196,270
449,500
448,810
23,970
45,430
45,060
7,910
B,460
4,070
4,540
4,050
760
760
220
200
883,840
408,380
72,880
63,000
28,370
48,610
47,230
43,380
42,950
(1) Hamburg's Handel unci Schiffahrt 1857. Volte et Rohler.
— 804
PRODUZIONI
"Valori
in marchi
di banco
Tamarindo . . .
Caffe
\ainiglia . . .
Macis
Canfora ....
Cocciniglia . . .
Chiodi di garofolo
Gutta percha . .
Canne
Farina di sago .
Legno di sapan .
Cannella ....
Te
Cose di lana . .
dall' indie orientali britanniche
Cotone
Zucchero greggio .
Riso
Olio di noci di cocco
Indaco
Tabacco
Salnitro
Rum
Seme di sesamo . .
Olio di ricino. . .
Pepe
Curcuma
Schellak
Terra catechu. . .
Galla
Caffe
Zenzero
8,700
8,BiO
6,520
4,BC0
3,700
2,070
-1,5:00
3,390
3,i40
2,940
2,780
2,640
2,430
2,400
2.039,456
656,400
630,520
565,540
298,700
445,600
449,950
89,110
80,050
60,780
45,090
40,980
30,760
36,750
34,320
28,400
27,820
— 805
PRODUZIONI
Cartamo . . . ,
Tamarind! . . .
Filato di cocco .
Corna di bufalo .
Cera
Gomma olibanum
Cassia lignea . ,
Lac dye. . . .
Denti di elefante.
Badiana . , . .
Punte di corna .
Legno rosso . ,
Pelii di pecora .
Canna , . . .
Cardamomo. . .
Pelli
Gomme diverse .
Droffhe . . . .
Valori
in marchi
di banco
27,370
20,370
45,090
44,580
42,920
40,640
40,070
9,460
8,840
8,290
7,950
7,470
6,210
5,020
4,770
3,770
2,850
2,420
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807 —
Importazione totale ad Amburgo dai paesi di Id dal Capo
nel 4857 distinla secondo la qualild delle cose iinportate.
Stati
Oggetti
di eonsumo
Materie jManifattu-
gregge i re
Valore in marchi di banco
Cina . . , . . ,
Indie Orient. Oland.
Birma
Singapore ....
Indie orient. Infflesi .
Totale val, in marchi
di banco ....
Totale in franchi
4.505,920
4.411,180
365,420
492,030
4.640,240
8.444,760
9.748,044
65,440
240,480
35,460
403,390
4.746,200
5.460,040
9.804,076
36,620
42,950
30
4,960
4,930
66,490
407,331
— 808 —
Imporlazioue ad Amburgo dai Paesi di Id dal Capo.
Ann I
ill miirclii (iihiinci)
v;iltilali,
sei'oiulii r Aim. rii
Gi.tha. 1 fr. 90c.i
Valoi'i in Ir.
4846
4817
4848
4849
4850
4854
4852
4853
4854 .......
4835
4856
4857
3.746,830
3.590,530
4.842,520
3.342,790
4.382,640
4.378,240
6.521,390
6.063,820
7.434,920
6.467,700
44.294,060
42.235,520
7.061,977
6.822,007
3.500,788
6.351,301
8.327,046
8.318,656
42.390,644
9.624,258
43.556,348
42.288,630
24.459,854
23.285,488
Importazione ad Ambiirgo nel 4857.
Valori
in marchi di
banco
Valori in fr.
dalla Cina | 4.607,530
» Indie orientali Oland. 1 4.634,340
» Birma 400,620
» Singapore . . . . : 297,380
» Indie orientali Inglesi 6.392,330
» Coste orien. d' Africa 782,990
» Capo 4.440,340
3.054,345
3.403,489
761,478
565,022
42.445,427
4.487,684
2.466,646
809
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30,520
42,930
30
4,960
5,920
650
2,440
O
si
O
423,709
399,342
06,804
490,444
9.047,780
4.426,776
4.827,553
£
65,440
240,480
35,460
403,390
4.740,200
593,040
964,870
o
tn
o
«
P
H
H
c
O
marchi franchi
2.801,248
2.684,242
094,347
304,857
3.440,399
359,670
334,544
4.505,920
4.444,480
305,430
492,030
4.640,210
489,300
476,060
K
u
o
Cina .....
Indie orien. Olan. .
IBirma .....
Singapore. . . .
Indie oricntali Ingl.
Coste or. d' Africa.
Capo ....
Serie Ul, T IV.
lOi
— 810 —
Imporlazione a Trieste.
QUAISTITA
DAI POSSEDIMEiVTI INGLESI
IN ASIA
Colonial].
Caffe
Cassia lignea
Garofani
Pepe
Droghe e spezie diverse . . . ,
Gorame diverse
Legni da tinta diversi ....
Stagno crudo
DA SU3IATRA
Pepe
Cent.
B,090
420
222
4,273
d,800
30
200
800
6,100
— 81i —
Consnmo del colone nello Zollverein,
Stati
C 0 T 0 ?< E
Fusi
AMERICA-
NO
dell' in-
die
Balle
Baviera
Sassonia
Prussia
Baden
Virtemberga ....
Annover
Oldemburgo ....
Totale
316,700
554,646
289,000
485,000
449,000
48,800
20,400
29,800
34,200
22,500
48,600
44,950
3,000
4,200
6.800
34,000
9,000
6,200
3,700
3,000
3,200
4.634,440
421,050
64,000
Aamenlo net 4856.
Stati
C 0 T 0 N E
Fusi
AMERICA-
NO
dell' in-
die
Balle
Baviera
Sassonia
Prussia
Baden
Virtemberga ....
Annover
Oldemburgo ....
Totale
232,000
50,000
435.000
25,000
46,000
7,000
20,000
484,000
20,260
3,500
40,600
4,500
4,650
»
4,000
4,400
2,000
4,000
»
4,000
4,000
38,300
42,400
812 —
linportazioni dello Zol/verein sulle qjtali \nio influirc
il canale di Suez.
Quint, di 50 ch.
Caffe
Zucchero
Tabacco
Sete
Riso . k . .
Spezie
Te
Droghe
i.i6I,661
701,306
624,584
8,929
893,430
223,734
30,402
2.158,440
Per corrispondere ai desideri dellu Giunta chc prese ad
esame questi miei studi, ho diviso la niemoria in capi, apposi
alcune citazioni, e feci le riduzioni de'valori in fianchi per
tulte le soninie in cui importa maggiorniente 1' uniforniita per
rendere possibili i raffronli. Avrei vohito aggiimgere buon cor-
redo di annotazioni ove avrci rcgistrato alcune notizie piu
recenli, e per quanto mi fosse stato possibile avrei fallo meno
inanchevole il niio lavoro come voleva 1' amore del mio paese
che mi fece animo ad esso, e I' onorevole giudizio deli'Islituto,
die lo voile pubblicuto, manul potei, travoUo, come sono, da pe-
nosissimi ufiici.
PARTE SECOiVDA
CAPO PRIMO
Cagioni deU' antica prosperila del conimcrcio vencto
e del suo decadimento.
0.
I^iiando il capilale nella maggior parte tle'noslri Comu-
ni riducevasi al raccollo d' un anno cd alle arnii dci signori
feudatarii, quando la nostra terra era divisa Ira casfelli c
conventi, quando tra villa e villa mancavano strade e inler-
poneansi dogane, Venezia alTincontro apriva al suo com-
raercio la via del niare ed il trafllco dell'-Oriente. Erano
sicuri i Venezlani nella loro citti inespugnabile, vcro mira-
colo di nalura: onde il capitalo pole accumularsi c divenire
potente agl' iniprendimenti mereantili, senza che le vicendo
delle parti o gli slranieri lo distruggessero. L' opportunila
del silo li invito al navigare ed alia faceende mereantili nei
paesi dell'impero d'oriente: scaduto, e vero, ma pur sempro
erede di queilo di Roma, e eustode delle arti di civilti. N6
airimpero abbandonaronsi i Veneziani ciecamenle: che di
mano in mano scemandosi la sua aulorila in Itidia c so-
pravvenendo nuovi dominatori, Venezia seppe con somma
sapienza politica e con pratico avvediraento alternare le paci
e le guerre in guisa, da uscirne sempre con nuovi privilegi,
che ne rassicurassero ed allargassero i trafflci. Nella rovina
deU'impero i Veneziani vollero solo tenerne le isole e le
_814 —
lerre poslo alia niariiia chc alia conifidilii ilclla loro naviga-
zionocrano ridiieste; sicehe prcziose moroan/io passasscro
ili scala in scala per le maiii doi loro nicrcatanli. Cosi ot-
lennero sul ^redilerranco la prominenza che la loga ansea-
tica acqiiislo sui niari del nord, c sulT Allantico la bandiera
olandese. Uii'allra cagionc fece liorire a Venezia il cotn-
mcrcio non meno che nell'Olanda, coaie sapienteraenle os-
scrvo il Foscarini: poiclie Venezia cbbe govcrno fermo ed
cquabile: non conic altrc cilia soggcltc ai lumulti, ora alio
stato di pochi, ora all'arbitrio di un solo, ora ai Cionipi.
L'Olanda parimente, in mezzo alie guerre desolanli di Fian-
dra, di Gormania e di Francia, si luantenne Iranquilla, ma
sempre favorevole alia mercatura cli'e intollerante degli
arbitrii, sospeltosa d'ogni ombra di pericolo, nemica della
\ioIcnza. Come nella guerra di religione I'Olanda ricovero
i rifiiggili, cosi Venezia fu sempre agli slranieri ospilale,
liberalissima. I Veneziani non furono servi della gleba; e i
loro pensamenli educavansi e divenivano operalivi tra i ne-
gozii che abbracciavano il raondo dall'oriente all'occiden-
te. Cosi Giogalli disse Venezia la dogana universale delle
ricchezze asialiche die sono immense: e Verri poi la cliia-
mo il pnnlo W appo(/gio Ira I' Asia e V Eiiropa. Pur troppo
quando ella avea raggiunlo la massima agiatezza, comincio
a scemare I'operosila: invece di raddoppiaria quando non
poleano piu avere il monopolio, i Veneziani miseramente si
abbandonarono ed impigrirono: come un tempo accadde
similmenle delle colonic di Grecia.
Che poi il commercio del Capo fosse considerate come
primissima causa del decadimento del commercio veneto non
si puo dubitare da chi legge le storie di quel tempo. Daniele
Darbarigo nel 4 364 scriveva che I'andar il commercio dei
Veneti ai Portoghesi era a lui cosa lanto spavcnlosa che al
' - —815 —
suo tempo non volea n6 vederia nb udiila. II Beiiibo lo disse
malum inopinatum. La Repubblica invi6 a Lisbona Leonar-
do da Ca Masser solto colore di privali negozii ad infor-
marsi de' nuovi traflici, e, cadiito in sospetto, vi slette al-
quanto tempo in prigionia. Infalti era cerlo cbe i paesi eu-
ropei doveano preferire la niiova via; poicbe per I'Egitto le
merci doveano trafficarsi dall'Europa all'Asia, tramutandosi
per dodici mani, come il mappamondo di Bebaim disegnalo
uel 1492 ne fa fede: ondo esse orano soprappagate. Quindi
non si potea per I'avvenire costringere gli altri Stati d'Eu-
ropa a valersi de' Veneziani, i quali sino allora (secondo lo
parole del Guicciardini) costituivauo i prezzi ad arbitrio
loro. Le relazioni degli ambasciatori veneti di quel tempo,
quelle di Lorenzo Tiepolo soprattutle, i viaggi, le storie, gli
annali del Malipiero attestano quanti fossero grimpediraenli
del commercio nella via deU'Egitto. hi i mercatanli al pri-
mo smontare in Alessandria venivano cercbi minutamente;
dinanzi alTammiraglio della terra il vcgnenle era avvilito
da atti umilissimi. II Turco cbe favoreggiava i corsali, ai
ricbiami della Signoria rispondcva cb'essa vi provvcdesse.
Non libero era lapprodo all' una o aH'altra scala ove cbia-
masse Tulilita dei negozii: e nel 1473 Giovanni Priuli con-
sole a DamascOj per aver fatto condurre a Tripoli de' panni
cbe il Signore volea condolti a Bairulb, fu battuto; nel
^499 furono per eguale cagione fatti prigioni de' mercatanti
veneziani, e per Indennizzo de' dazii fu derubato lo scrigno
dei fattori. Aggiungasi cbe ad ogni mutar di Signore na-
scevano confusioni gravissime: il Malipiero narra cbe nel
4 496 gli Arabi crano alia slracia, ne si potea andare ne
venire dal Cairo. La peste obbligava 1 mercatanti d' Egilto
a rimanere in casa ancbe de' mesi inleri. Doveasi persino
stipulare cbe all' arrivo di una nave non sc ue togliesse
— 810 —
I alboraUiro o il linione per limorc cli' ossa parlisse prima
(li pagarc i tlazii; sicclie furono stabilili dei coltimi da ri-
paiiiic fra i meivanti clic restassero succomhenli per vanie
lore addossalo noi porti turclii. Inultrc la navigazione nel
mare Rosso, or facilissima allc vaporicrc, era Icnla ed in-
rcrla per i vonli die allernano in quel mare: tanto clie Ic
luivi non potcano nommeno andar dirille a Suez, ma do-
\oano fare scala a mezzo il cammino, ondc le merci dovea-
110 poi Irasporlarsi ad Alessandria sui cammelli c pel Nilo
con viaggio lungo e dispendioso. A tali cagioni, che faceano
abhandonare la via dcU'EgiUOj allre s'aggiunsero a far ca-
dere di mano dc' Veneziuni i ricchissimi Iraffici, poichi i
dazii impedirono in allri slali d'Europa Fesilo delle vcnete
manifatlure; e I'odio de'principi avvolse Venezia in eriide-
lissime guerre, Ira le qiiali polea ben conservare per lungp
tempo lo slalo, ma (secondo giudic6 Macchiavello) a poco a
poco consumarc le forze.
CAPO SECOIVDO
Stato della navigazione; tonnellaggio, inarlnai, valore del
carico ecc. — Considerazioni. — Stato della costruzione delle
na\i. — Conseguenza della distanza itinerarla dei niercati
asiatici per la nostra nayigazione. — Conseguenze della stes-
sa sulla nostra industria in generate. .
Ora ristabilita in Egitlo la sicuiczza, migliorate le con-
dizioni igienicbe, date agevolezze ai traflioi, potri in esso
ravvivarsi il commercio veneziano pel nuovo canale? Quan-
lo il nostro commercio abbisogni di una piii diretta coraii-
nicazioDc coU' Oriente, si manifesla dagli spcccbi stalislici
clie si allegano.
Russia (mar d' Azoff)
»
Sardegna ....
» ....
Svezia e Norvegia .
Spagna .
Toscana.
»
Turchia.
TOTiLE
Ixreca
Jonia
Greca
Austriaca
Sarda
Austriaca
Greco-Norvegiana
Anseatica
Danese
Neerlandese
Oldemburghese
Austriaca
n
Toscana
Austriaca
Ottomana
Greca
Con Bandiera.
Austriaca
Vapore
Estera
»
Austriaca
Vela
Estera
»
(*) In questo e nel successivo prospetto i valori vennero pi
(loi Lcgoi mercaoUli a vapore ed a vela arrivati i[i \ t-iirzia di^isi iht Slali, Baiidiero e Calegiirii' dt navigazioni aoll'auno 1857.
C A B I c n I
TrS""
TT> a .^^ as ^ ^a* sar 'ss oa
0 prai/ietio I tuluri uerineru |ioll> >" '" '
tato Poutificio
ortogallo . . .
ussla (mar IN'ero)
arde;.
vezia e JXorvcgia
pagna ....
u- cilia ,
TOTALE
Inglese
Pontificia
Austi'iaca
Iiviiose
Napoletana
Neerliindese
Austriaca
Neerlandese
Iivjiese
Monte di Piaiia
Sarda
SvLno-A'orvegiana
Austriaca
Inglcse
Svevo-Noi'vcgiana
Austriaca
Svevo-iVorvegiana
»
Austriaca
Americana
Austriaca
Pontificia
Oldemburgliese
Inglese
Sarda
Toscana
Svevo-iNorvegiana
Jonia
Ottomana
Neerlandese
Greca
jn Bandieia.
Austriaca
Vapore
Estera
»
Austriaca
Vela
Estera
»)
(Ii'i LcfTiii miTciiiiiili a vopore ed n vela sorlili da Venczia divisi per Slati, Bandiere c Cilegorie di navigazioni noil' anno -1857.
C A R I c n
-,,«.»
tJe I
vT^ a ,i2i. ^ sa ojr asar t» as
— 8il —
E pur troppo facile a taluni I andare magnificando la
prosperity di Venezia : ma io non so come con tali t'atti alia
mano possa purlarsi di estesi negozii, di faccende, di vita
nel commercio, ed in vero si consideri come:
l.° Con baiidiera estera enlrarono nel nostro porto
sole G49 navi con 91,880 lonneliate; con bandiera austria-
ca 4025 con 374,797 lonneliate, e di queste navi con ban-
diera nustriaca 2234 con I 17,917 lonneliate furono di pic-
colo cabottaggio; 1 105 con 103,558 lonneliate di grande
cabollaggio; sole 577 con 137,446 lonneliate furono di lun-
go corso.
2." Di queste 577 di lungo corso, una sola venne dagli
Stati Unili con 510 lounellale; una da altri Stali d'America
con 470 lonneliate; quallro dalla Moldavia con 871 lon-
neliate; una dalla Vaiachia con 240 lonneliate; una dalla
Sicilia con 316 toiiiiellate; quatlro dall' Egitlo con 1205
lonneliate; qualtro dalla Francia con 1203 lonnellale; qua-
rantasette dall' Ingbilterra con 19,939 lonneliate; dieci dal
mar Nero con 3180 lonneliate; una dallAzoff con 147 lon-
neliate; una dalla Toscana con 308 lonnellale; e ben 501
con 108,632 lonneliate dal litorale austro-illirico : dunque
scarsissimo fu il commercio direlto, dunque per la gran
parte il commercio ha falto scala a Trieste.
3." Se si conaidera il lonnellaggio Irovasi assai misero,
poiclie si lia in media sole 238 lonnellale per nave.
4.° II uiaggior numero delle navi che non approdarono
direllamente al litorale austro-illirico fu coH'Ingliilterra: 47
navi con 19,939 lonnellale.
5.° Niuu commercio diretto si ha colle Indie Orienlali.
6.° Dalla cifra recata dell' insienie delle navi enlrate a
Venezia devesi dedurre 42 navi di lungo corso con 10,264
lonnellale enlrate vuole, oltre a 41 di grande cabottaggio
Serie III. T. IV 105
— 81cS —
coil 4)405 toniiellalo, e 41 di piccolo cal)olliiggio con 970
lonncllule parimonli viiole.
7." Allelic iK'lIc iisoitc la bandiera auslriaca obbc pre-
valenza, esscndo austriache 3991 navi con 382,879 lon-
iicllalc, mcnlrc eslcre fiirono sole 054 navi con 100,914
toiinellale.
8." Anclie nolle uscilc con bandiera auslriaca, di Iniigo
corso furono sole 577 navi con 154,554 lonncllatc, di
grandc cabottaggio 843 con 72,518 tonnellale, e di piccolo
caboUaggio 789 navi con 31,177 lonnellalc.
9." Dolle uscilc di luugo corso, 527 navi con I l(>,780
lonnellalc fondarono al lilorale austro-illirico ; 4 a! litorale
venelo con 576 lonnellalc; una sola in Ikuiuiria con 3 18
lonnellalc; 7 in Egillo con 2880 lonnellalc; 15 in Francia,
Mcdilcrrnneo, con 5588 lonnellalc ; 4 in Ingliilterra con
1987 lonnellate; 5 a Malla con 1707 loiin Hale; 2 in Gre-
cia con 581 lonnellale; 2 ik lie isole Jonic con 853 lonnel-
late; una in Porlogallo con 233 lonnellale; 2 in Toscana
con 073 lonnellate; 7 in Turcbia (on 2298 lonnellate.
10." Nolevole fu il nuiuero dellc navi cbe uscirono
vuote, esscndo 222 di bingo corso con 05,075 lonnellale;
012 di grande cabottaggio con 58,577 lonnellalc; !407 di
piccolo caboUaggio con 82,204 lonnellale.
Da lullo cio si deduce die quanlo aNare in grande un
conuncrcio diretto, quanlo a! visilare gli originarii niercati,
quanto al rallargare le noslrc opcrazioni inercanlili, quaiito
al dispensarci da costosa inediazionc, nulla, nulla ancora
abbiam fatto.
Nel 1484 era tanto crcsciuto il numero dei naAilii ragu-
sei, cbe toglicvano rinviamento ai iioslri ; pero la Signoria
li ha banditi cbe iion [lole-scro venire a Vcnczia nein allro
iuogo dcllo slalo se n(»n con buinento. Oggi non invocasi
— 819 —
simili proibizioni; nia aHeimilazione de" Veneziani dovreb-
bero avviare il coraiiiercio diretto e non aggravarsi della
spesa inutile di trarie quasi luHo da Trieste. S> rivevasi
nella Gazzetta di Venezia clie alia fine del 1855 i marinai
sommavano a 34,344, dondc conchiudevasi die il prinio
degli elementi per la naAigazione mercantile non fosse gran
fatto diseoslo da quello del medio evo. Ma bisogna conside-
rare il numero de' marinai rispettivamenle al tonnellaggio,
e se quello e mollo, queslo e poco: la sola eonclusioiie ehe
se ne puo trarre si e clie la marina sia di piccolo cabottaggio,
come ho dimostrato. Ne possiamo ora menar vanto del
noslro tonnellaggio, dacche nella provincia di Venezia nel
1854, le navi erano 513 con 03,898 ionnellate; nel 1855,
510 con CI, 355 tonnellale; ml 1856, 511 con 18,788 Ion-
nellate. Ma Ira quesle, quante di lungo corso? Sole 41 nel
primo anno con 13,691 tonnellale; 38 nel secondo con
12,914 tonnellale; 33 nel terzo con 11,252 tonnellale.
Costruite fuiono nel primo anno 14 navi con 1982tonneI-
late, nel secondo 10 con 16 J 1 tonnellale, nel terzo 14 con
2789 ionnellate, tra le qnali di lungo corso 3; di cui una
con 1143 tonnellale, I' allra con 955, la terza con 1223
tonnellale. Ora, se pur non si badi al Great estern di 24,000
tonnellale, e cerlo die il tonnellaggio medio non puo calco-
larsi meno di 3000 a 3400 Ionnellate : qual miseria adun-
que nei nostri porti! So, e vero, die prima della scoperta
del Capo la mercatanzia era poco Iratlata a Lisbona, paren-
do cosa bassa : e dopodie andarono a quella navigazione
sonosi fatle ricchissime molte case in quel regno, e lutti
con gran desiderio divennero indinali d" andare in quel
viaggio per il guadagno grandissimo, non ostanle che fosse
di moltissimo pericolo, o molli altri sinistri vi si patissero,
€ avessero i Portogliesi, per mancamcnto di legnami, poca
— 820 —
coraodilti di far nuvi e navilii, onde si servivano di navi di
Biscaglia e di Fiandra. Ma i Veneziani polranno ora linno-
vare I'antica gloi'ia morcunlile iiicnlre sono voiiU'Ji a tal
segno di decadenza? Noii si creda olio a rallargare la nostra
navigazionc basti T aprirsi di una via piii breve all' Indie:
certo e tnlUivia che saia possibile ullora rivolgere al com-
raert'io direlto oo!!' Asia im capilale che nella navigazione
non potrebbe oggidi averc iin profitlo. I noli dei varii porli
si equilibrano: nia ribassandosi doi nostri navigalori i noli
al punto ciii li put) ridurre remulazione di altri popoli piu
vicini a! niercoto dell' Asia, non si ba utililu e proliUo della
navigazionc; ecco una cei'tissiuia spiegazione del fatto pur
or lainctitato che nei nostri porti si costi'uisce poco, e non
neparlono navi per un conimercio dirctto ooi paesi dell'A-
sia. Qualora la distanza ilinei-aria sia minore e qualora
percio le spese c il tempo sieno minori, e fuor di dubbio
che le noslre navi non sarebbero sopraccaricate di dispendii
rispetlo a quelle di ullri Slati, che anzi avrebbero sopra
inolti un vantaggio, che Gnahnente potrebbero vincerne la
omulazione. Inoltre, ove puo farsi viva la navigazione, se
non sono molli i negozii, se non sono imijortanli gli affari?
lo rispelto il valore de' nostri marinai svegli ed induslri, io
rispelto la buona fede e la circospezione de' nostri meroa-
tanti, nia compiango che si miseri effetli seguano i lore
sforzi intelligenti e operosi ; poiche la distanza ilineraria
( cui altre cagioni si aggiungono), la distanza itinerarla
rende inipo'.ente la nostra navigazione a farsi eniula dei
vasti impre'ulimenti di altri popoli nei paesi dell' Asia, ft
certo pertanlo die i vantaggi, i quali dicenuno derivare sulla
produzione e sui consumi da un risparinio di tempo e di
spesa nei viaggi dell' Indie, toccheranno pur a noi in parte
ben maggiore che a moiti altri Slati d'Europa, poiche Vene-
- 821 --
ziu c; distaiite cl;i CeiLiii per Suez miglia 5220, cioC- 1080
merio die non sia l.onilrn. Ove dif^correro particolarniente
delle noslre iiuliistiie, si vedra in qiudi malerie | ussa mag-
giorniente consoguice tali vanfaggi; nia si pun fuor di dub-
bio asseriie qui goncrahnenle cbe daila distanza atlualedei
mercali dipcnde nun poco il presente aniniiseriisi deila
produzione. I nostri fabbiicalori suno tenuti oggidl a se-
guire le vicendo dell' alto e del basso su lontani mereati, e
sono fuori deli' opportuiiita di speculare utibuente per le
piovvigioni. i'railandosi di cose che si devono far venire
da lontano o delle quali non si banno vicini i deposit!, esse
dovonsi fare in giande: e intanto nclla materia prima sep-
pellire uu capitaie rilevante, pagarvi sopra lo sconto. Se
Venezia divenisse un porto alle merci d'Oriente, le noslre
Industrie sarcbbero sollevale da tali iuipedimenti cbe oggidi
loro tolgono ogni vigore. II fabbrieatore non dovrebbe
provvedersi se non qiiando la materia printa gli occorresse,
ed intanto rispai'niierebbe e la custodia della merce e V an-
ticipazione di un capitaie. Ollre che, invece di coniprare
tulto un carico di una nave, il manifattoi'e potrebbe com-
perare dalle varie navi quanto piii torna adatto alia sua
fabbricazione. Per talc comodila il fabbrieatore di Manche-
ster, lungi dal farsi venire per r una o r altra delle sirade
ferrate o pel canale da Liverpool la materia prima, non
presceglie di andaria a comprare nei magazzini di quel-
I'eniporio? Altro vantaggio sarebbe il dar le nostre produ-
zioni invece delle inglesi in pagamento ai produttori orien-
tal!. Oggidi questi pagansi speeialmente in merci inglesi,
perche gl' Inglesi sono gl' intermediarii del traffico; si paghe-
rebbero invece con merci nostre, qualora a noi venissero
direttamenle. Inoltre il nostro fabbrieatore, avendo vicino
un riccoemporio, imparer^ viemaggiormente ad informarsi
«S22
ik'l o*)!umoi'ci() di ospoi'lazioiio clio oggidi s,\\ (• affatlo
igiiolo. Pill volte io lulii da qualclie I'ahhriralore, clio lo sue
stoviglie, i siioi drappi di sola si spodiscoiio in Lcvante, ne
mi seppc dire coiiie i'(>dJinenlo a\venisse laic cs[)orlazione.
L'iiuluslria brilannioa sente la iiccessila, die la nostra igno-
ra, di conoscere i giisti dei popoli e appropriaro i prodotli
alia loio deslinazione. Gli arnialoii biilunnici non sono
condoltiori die per un dalo nolo traspoitino meiri, ina
hanno anclie inleiesse allimpresa: ora puo credersi die
lale scanibievole aiulo della produzione e del coiiimeroio
sari possibile quando per Ic ragioni addotle nella parte
generale non sara lolla quasi inleranienle ai porti dell' A-
di'ialico Icsporlazione pei niari dell' Indie.
CAPO TEUZO
Dlfficolta die si frappongono ad esporre lo stalo
delle nostre industrie.
Clii ha soiroediio le stalislidie daUri paesi, anmiirando
queir ampiezza, quella precisione, qiiella uiinuzia di dati e
di cifre viene I'aeilniente in desiderio di fare allreltanto per
le nostre industrie. Ma, privi eome sianio di (juelle inchieste
pubblidie, aperle, liberissime e di quel liberissimo discniere
(he agitano in altri paesi la pubblica opinione e lutla niet-
lono innanzi la materia di falto,o\e al)l)ianio a rivolgerci?
Alle stalistiche delle caniere di conmiercio che uscirono in j
questi ultimi anni confessando aneh' esse sehietlamente di
essere manchevoli? Dovrenio enlrare negli opificii e nelle
fabbridie de' nostri uianilallori per esservi aceolli con oc-
chio sospelloso, quasi die le nolizie si allingano solo per
qualdie nuova lassa da inipoi'si? Dovrenio consultare i
— 823 —
nigguagli delle nostro esposizioni industrifili die pieni di
iodi e d'incoraggiamenti, non lianno il compito di dar nu-
mei'i statistici? E quella magra relazione dcile canieio di
comiiieroio si puo nemmeno avere per Venezia? Pur troppo
nel farmi a discurrcio delle industrie die Ira noi possono
sperare niiova vita ed acciescimcnto dal canale di Suez, io
mi sento seoralo, non polendo esporre dfre ordinate in
serie e eompiute, come disse il Correnti, egli die le sa tanto
raaneggiare le cifre e sa fade tanto signilicaiive!
Mi proven"), come so meglio, ad esporre almeno in uno
I scorcio Io stalo ddle nostre industrie principali: su quelle
I vieppiu ferniaiuloiiii die in allii tempi fornirono materia
I ai nostri traflici, e rapidameule disi-orrendone la sloria. II
! considerare quanto sieno mutate le condizioni, clie fanno
svolgere le industrie e nutrono, per cosi dire, Toperosila
mercantile mi obbliga a dar (juesti cenni storid, ed ai raf-
fronti col presenter bench' io mi vegga riuscire a lavoro
povero e non compiuto. Dagli scritti del Maesln e del Cor-
I renti, dal Fraltini e dal Merlini, dalle slorie dd commercio
I veneto e d'Oriente, soprattutto da quella del Depping, da
I statisliche officiali, da private informazioni, da quanti scritti
I mi vennero tra mano sulle nostre Industrie io vo ddinean-
done laspetto pur troppo languidissimo: con quella brevity
Che colla larghezza del principale proposito di questo scritto
e compalibile, col riguardo speciale alia nuova strada delle
I Indie, e con quell' esattezza die in tanta miseria di vita
Ipubblica puo conseguirsi da scrittore non pratico ddle
I induzioni, non esperto di sorprendere il vero solto il co-
jperto ed avvoHo vdame. E qui ui' e duopo dichiarar sulle
prime, eh' io m.n so torcerc il vero per Irarne fadii spe-
ranze, a cui doi)biamo abbandonarci; ne so credere die
Ibasti una via diritla e continua a farci senz'altro partecipi
— 824 —
largamenle del traffioo coi paesi di \h da Suez: anzi tengo
per ferrno che i vantaggi recalici naluralmente da quella
loccherebbero ad altri ove VcDozia se ne stesse dormendo
e frappoiiesse gl' iiulugi. Tulle le aiii chc si richiedono in
terra popolosa ed agiala alliguano, e vero, assai faciiinente
Ira noi: e lodalissimi soiio i noslri operai in lullo quanto
vuolsj, nonclie alle necessila del vivere, ai eomodi ed.agli
a'^i di una civile eomunanza ; ma dove sono le fabbriche
che abbiano spact'io largo e copioso? Dove sono i capitali
validi ad imprendioienli che possano Irarre lullo il profiUo
delle forze molrici, che la nalura ci diede nelle aoque, del
silo opporluno ai nuovi traffici d'Orienle, inlino di quel
senno prudente raa svegho ed accoiio del noslro popolo?
Tullo, lullo ci rimane da fare: anclie nolle induslrie come
Delia navigazione: e percio sc quesle pagine valessero a
dlmoslrare la necessita di darsi un pensieroedi adoperarsi
pel bene del noslro paese, mi sembrerebbe non perdu lo il
tempo deir andarmene con lena si scarsa ai pronoslici del
canale di Suez; e dove allri ne prediiesse ogni bene per
noi, iosarei contenlo daver dimostralo, come ai mali della
disUmza ilineraria devesi altribuire solo in parle I'avvili-
mento del noslro paese e come ai benelicii della nuova
slrada dell' Indie dobbiamo prepararci con more e direi
quasi con riverenza per T anlica operosila dei Veneziani
ch'ebbero si propizie le sorti, ma seppero valersene a farsi
ricchi di polenza e di sludii. Comineiero dall'arte cui essi
diedero precedenza, sia per I' ulile ddla navigazione, sia
per r ulile del lavoro, dall' arte della lana che ne fu della
matrice.
— 825 —
CAPO QUARTO
Conseguenze probabili del canale di Suez sul
nostro lanificio.
Sino a Che I'arte della lana pote fiorire nella dominan-
te, ogni preferenza della repubblica fu pei panni di Venezia
volendo ass.curarne lo spaccio e togliersi dal pericolo di
ogni eniulazione (I). La liberty di navigare i paoni di Ve-
nez.a in Levante fu data fino dal secolo XIII, riservandosi
solo il restringere lale libertii coi dazii quaiora le necessita
dello Stato lo richiedessero. Le lane traevansi dall' In-hil-
terra, dalla Spagna, dalla Francia ed anzi Venezia se ne
faceva Teuipono cui altri popoli ricorreano a foruirsene
onde il doge Tommaso Mocenigo disse die i Lombard!
traevano al suo tempo da Venezia 4000 migliaia di lana
di Catalogna e altrettanta di Francia, ne i Fiorenlini ne
traevano minor quantita. Tortona e Novara rieeveano da
Venezia 6000 pezze di panno, Pavia 3000, Milano 4000
Cremona 40,000, Como 12,000, Monzo 6000, Brescia'
5000, Bergamo 10,000, Parma 4000. Quando Elisabelta
d' Inghilterra proibi di eslrarre le lane de'suoi Stali e vi
promosse la manifaltura de' panni, I'arte della lana non
solo ebbe mancanza di materia prima, ma si ancora una
viviss.ma concorrenza di panni iuglesi che giunse a dimi-
nuire I esito de' nostri panni nelle scale del mar Nero e del
Levante. Gli Olandesi eziandio si diedoro a smaltire i lore
panni nelle slesse scale del Levante, anch' essi vincendo i
(1) Le notizie ston-che sull'art. rlella l.uo h. princip.lmente tr.tte
.elaz.oni sono i.ianoseritte neiia Biblioteca ^larciann
Serie ///. 7'. IV
106
— 82() —
iiostri col pre/./,() piii dolce. Lc laiio mfnllo noii si avciiiio
pill lacilmente a Vcnozia c per condiirvisi si caricaNano di
sposc c del porlo c dolle gabclle da non polorscno fabbricare
1 pauni al prrz/o dei paesi ove era maggiore 1' opporliiiiilii
di pioourarla. I pai)ni d'OIanda e d'lngliilterra si apriioiio
vieppiu la via al Irallico del Lcvanle, quando ne' paesi
levanlini fii turbalo |)er la gucrra di Candia il negoziare
de' Veneziaiii e si eolse I'oceasione da navigatori slianicri
di dar csito ai panni dei loro paesi. Iiitanto sin dal 1 017
erasi divietata I' entrata dei panni slranieri aVenezia; i
quail fino allora aveanvi fatta concorrenza da Malines, da
Bruges, da Briisselles, ed erano ricevuti in cambio delle
cose speditc dai Veneziani. Ma qua! bene pn6 sperarsi dalla
jiroibizione? Ed inoUi'e conic poleano i lanaiuoli manlener-
si in buono stato se doveano accomodarsi a discipline ne-
miche di ogni miglioramento e di ogni innovazione, e se,
lungi dal lasciar luogo ad una divisione di lavori che nasce
naturalmenle dallo spaccio abbondante, voleasi prescriverla
ad arbitrio e togliere all'arle ogni nervo? Intanto nelle citta
soggelle alia repubblica proibivasi I'inti'odurre le lane d'altri
paesi: con sospelto si sopravvegliava il Iraflico della hina
anche tra terra e terra, siccbe per estiarne poca quantila
da Padova,ove erano lane buone e abbondanti, voleasi un
privilegio cbe dava luogo a lamenti e a stenlo otlenevasi:
per introdurre i panni in Venezia otcorrevano eziandio dei
privilegi: i panni cbe non vi fossero linti non poteano ven-
dersi solto i portici di Rialto. Tntlavia I' arle della lana
crebbe per qualcbe tempo vigorosa in niolte citlii: a Padova
trovo bonla e finezza nel boldi'one dellc pccore e fu gran- '
deniente acci'csciuta per opera di Ubertino da Carrara, e
dal Novello dolata riecaniente di ease e terreni ovc si cri-
gessero le garzcric: a Vicenza ebbe un privilegio di fabbri-
_ 827 —
car panni alii da Francesco Foscari nel 1430, il qual pri-
vilegio fii accoiminato alia terra di Sehio solo dopo il 1701 :
a Bergamo ebbe origine dagli Umiliati c vi fiori sino a che
fu vinta daif eraulazione de' pauni francesi, e le fu tolto
I'esito dai dazii negli alhi Slafi; a Sehio, nel vicentino, ed
alia Follina, nel trivigiano, per la libertti pienissima che
sapientemente fu concediita neN7H dalla Repubblica a lutti
i suoi douiinii di fabbricai- panni ad use dOlanda e d' In-
ghilterra. Quindi I'arte della lana fu larga di doni e d'aiuti
e di utili alia Repubblica: e nel secolo scorso descrivesi
tultora (iorentc dai documenti del magistrato dei cinque
savii alia mercanzia che con partieolare diligenza e solleci-
ludine la sopravvegliava. A Verona fabbricavansi a raezzo
il secolo XVIII 995 pezze di 73 braccia coo 54 telai; a
Sehio con 215 telai, 0000 pezze; a Treviso con G telai; 180
pezze; tra Salzan, Crespano e Santa Maria d'Asolo, 3000
pezze per I'Albania; a Soligo, Follina, Crespan, 2500 pezze
ad uso di Francia, 400 ad uso olandese ed inglese; altrove
4900 pei villici e pci frati; a Padova, con 200 telai, 2600
pezze. Negli ullimi anni della Repubblica I' arte della lana
divenne materia di studio attentissimo ai veneti magistrati;
che via via estendendo i privilegii preparavano la liberty
del traffico interno; onde soprattutlo a Bergamo e Sehio
I'arte s'accrebbe grandemente.
Questi cenni premisi, perche se ne puo dedurre quanto
I'arte della lana, pur inceppata da tanti vincoli, si mantenne
lungamente nella Lombardia e nel Veneto in buono stato,
e sottoposta a varie vicende pur cerco quasi sempre rifarsi
del dauno con nuovi profitti. L' opporlunitii della materia
prima fu certamente cagione di tale prosperita nel niu dei
luoghi; sicche a Padova I'arte fu detta antica quanto la
citt^ per questa condizione naturale a farla nascere, ed a
— 828 —
Schio i monti vicini diedero lana opportiina a ben condurre
i lavori iion soprafOni ma di piii spaccio. II consumo degli
Scotti in Lombardia e de' frati osservanti nel Veneto ebbe
qiialche parte nell" accresceie I' iuchiesla de' panni, soprat-
lulto I'arle dclla lana potc progredire nelle provincie, per-
che nella fabbrica de' panni fii libera di svolgersi e d' ac-
coneiai'si alia nuova incliiesta, perche segui con diligenza
le innovazioni fatle in altri paesi, chianio operai esperli,
pi'Ocui'6 buone niaccliine, e percbe finalmente la Repubblica
si lipromelteva di trovare ne' panni un capo di spaccio
certo die polcsse rawivare i traffici del Levante e dare
alle navi un carico utile pel volume e pei noleggi. Sia pure
che si concedesse con ispeeiali favori un prcmio per ogni
pezza esportala per il Levanle, sia pure die la voglia di
tenere per se quel traffico si palesi di tratto in tratlo col
resTingere i favori all'esito per la scala di Cadice, sia pure
che ora si dasse il privilegio per le scale del basso Levanle,
ed ora per quelle dell' alto Levante, e pur certo die la Re-
pubblica andava logliendo gli ostacoli a quelP arte matrice,
e cedeva di giorno in giorno gli antichi privilegi ddia do-
rainante: quando il sigillo di S. Marco cesso di conlrasse-
gnare i nostri panni.
Ed ora qual 6 lo stato di un' arte cbe in altri tempi ci
fu si ricca di guadagni? A Schio, alia Follina ed a Gandino
vi son tutlavia fabbriche ben conosciute e di qualche rilievo,
sebbene le condizioni di quest' arte sieno affatto cangiate.
La lana raancaci or quasi del tutto, per la mutata agricol-
tura: ed invero, secondo i calcoli del Reden, il Veneto ha
una pecora per 7 abitanti 08, e la Lombardia non ne ha
che una per 24.71, sicche all'insieme della produzione di
lana dell'impero d' Austria la Lombardia non ha parte che
per 0.73, ed il Veneto 2.09: mentre la Moravia ha per se
— 829 —
il 9 per cento. Si valuta die le fabbriche di Gaiulino fal)-
brichino anche oggidi da 7000 ad 8000 pezze del valore di
700,000 lire auslriache, di cui 420,000 valgono le materie
prime; alia Follina si fa ascendere il valore a 900,000 lire
austr.; a Schio sono 7920 fiisi e 430 lelai,de'quali ^20 ser-
vono alia tessitura delle stoffe di lana per i nuovi usi e pei
panni pressoch6 fini, ^70 pei paoni comuni, 40 per gli ordi-
narii. La lana imporlasi nel Lombardo-Veneto per 849,130
chil., di cui piii di tre quarti vengono da Venezia.
Lana importata nel Lombardo-Veneto
nel 1855.
Da Venezia 634,200
Da allri porti dell' Adriatico . . 134,900
Dal Piemonte 56,350
Dalla Svizzera .... 33,700.
La lana importata in tutto I'impero d' Austria giunge a
4 0.122,450 chilogr., e I'esportazione a 1 0.1 99,250; quella
quasi tutta comune, questa fina. I nostri fabbricatori devono
comprare a Marsiglia e a Genova le lane di Buenos-Ayres,
e a Londra quelle d' Australia e del Capo. Le prussiane si
comprano a Breslavia o a Berlino, le austriache a Pest e
Vienna. Siccome le nostre fabbriche sono soprattutto di
calzoni e soprabiti, cosi il consumo principale e delle lane
d' Australia e d' America (Buenos-Ayres e Montevideo).
Le lane tedesche sono piu care perche si adoperano dai
fabbricatori sul luogo. Dal 18 58 al 1851 le lane salirono di
prezzo, poi ristettero per poeo, quindi 1' accrebbero di nuo-
vo fino al 1857 ; dimenticate per nove mesi, tornano oggidi
a ravvivare il prezzo. La loro produzione in Enropn ne
— 830 —
tloorcsce ogiii gloi-no, ezkiiulio nell" Uiiglioriji iiucoe s'iU'-
tToscDiio sempre pin le l;ino d'Auslriilia. A Londrii si fan-
iu> le iisle aiHiuali dolle lane, od eziandio Ic iiosli'o lab-
briche ne dipoiidoiio. Oggidi nun v possil)ile che il fab-
biioaloro di panni nel Vcnelo o nolla L()nd)afdia si lorni-
sca delle sue lane a Venezia; poiilu' la manifallnra e trop-
po rislretta da potervi animare iin'impoiinzione rilevanle
di materio prime. Si specnio di conduivi della lana ; ma
la prova falli, poiche, essendo poeliissima I'lncliiesla dei
fabbriealori, I'importalore della lana non puo venderia se
Don a un prezzo bassissimo, ovvero con una dilazione al
bisogno. Intanlo il fabbricatore ( giova ridire lal falto Qh(\
avvilisce rindusliia ) dee tenere molta lana nel suo magaz-
zino, commetlere lane clie impiegano molto tempo a giun-
gcre, c'orrere inceiiisstme sorti, far notevoli anlicipazioni
di capitali. Coiiie si puo speiare in lali condizioni un csito
pill ampio de' nosli'i panni? Akuni de" noslri I'abbricatoi'i
son lodalissimi per la loro avvedulezza ; il sito delle fabbri-
olie (come ben si disse in un rappoilo della Camera di Com-
mercio a Torino) eollegalo nell'Alia Ilalia al moloreidraulico
offre modici salarii, ed alia condizione dell'operaio salubri-
ty e un non so che d'altamenle umano; i panni vincono sui
vicini mercati ogni emulazione. Non si puo credere conlul-
tocio die i noslri fabbriealori si dieno a speculare un esito
dei loro panni ne" paesi lonlani delTAsia, ove non sia loro
dato abbreviare la via, polervi inlroduri-e una corrispon-
deuza conlinuala e veriliera, concorrervi insomma con
colore che gia dalle praliclie vi ban no avvalorali i loro ne-
gozii. Qualora le anliche tradizioni polessero rinnovarsi,
qualora dall' Asia si facessero carte ed ampie le commissio-
ni, ai noslri fabbriealori non mancherebbe animo ed ope-
rosili ; come oggidi ne sono allonlanali |)er avvedimento
— 83i —
lodevolissimo di noii conere forluna arrischiata e lasciare
per essa uno spaccio prouto e sicuro. Ovo disoorrero dei
dauui clie vengono alia nostra indiislria dagfimpacci della
linanza, si vedra principalmente die delle niaccliine ci 6
difflcultato quautu niai I' uso ; il che vale parlicolarraeote
per quest' arte dei panni. Qui lainentero di tutto ouore che
aspettando un largo sbocco di questa produzione nell'Asia
abbianio vicina la dogana a reslriugerci il mercato popoloso
e ricco degli altri Stati d'ltalia. Sino a che duro la lega do-
gaiiale con Parma e con Modeiia, s'accrebbe mollissimo nei
due duciiti lo spaccio de' nostri panni: ma il commercio ia-
teruo d'ltalia non deve punto dipendere da una lega doga-
nale determinata con riguardo ad industrie divej-se dalle
nostre, eljorentiin condizioni affatto diverse: il commercio
interno d' Italia deve alia One iasciarsi in quello svolgimento
libeio e naturale che e proprio di paesi civilissimi. Che se
pure si vuole abbandonarsi airavvenire e ripromettere alia
arte della lana ricchi prolitti dal canale di Suez, e certo, da
quanto abbiam detto, ch'esso le dovri giovare moltissiiuo
procurandogli piu direttamenle, piii pronlamenle, men care
la lana d' Australia, di che tanto abbisogna : e certo che
Venezia, non lasciata in disparte dalla niiova strada delle
Indie, pofra farseue emporio ; e certo che in tal jnodo la
produzione avrti piu regolarinente la materia prima, il ma-
nifattore potra nell'acquislo farsene buon giudice ne rimet-
tersi a sconosciuti coinmissionarii; e certo infine chepotri
Irovare larghissimo spaccio in paesi oggidi ignoli ai nostri
mercatanti, nella Cina, nel (Jiappone. Nell' Arcipelago In-
diano il Rondot, inviato dal govcrno francese a visitare quel
luoghi, scrisse un libro sui tessuti che potrebbero esservi
esportati: un libro affatto pratico ove si d^ conto rainuto
di tutti gli usi cui possono acconciarsi, di tutte le spese di
— 832 —
che ora si: cnriccino, di tntfi gli otnuli d.i eui si trovatio
prevenuti (i). Anche lu Sclnvarzer altesla die paiini lavo-
rall in Austria ordinarii trovano esito iu Cina e nelle Indie
Orientali (2). La Conipngnia doll' Indie Orienlali dovea da-
re lane e coloni inglesi in canibio dei to e dolle sete della
Cina: ma, sciolti quesli vinooli, si spacciarono in Cina
lessuti di lana per 16.489,700 franclii, otto volte piu che
nel 1776; mentre dalla Russia se no importo nella Cina
per Khiakhta un valore di altri 3.203,000 franchi; i tessuti
di lana ch'ebbero osito a Canton fniono quelli piu oomunali,
talche nelTinchiesla del 1830 Everet trovo il prezzo ininore
del 47 e mezzo e del 50 per cento in paragone di quello
ritratto nel 1821. I nostri fabbricatori dovrebbero quindi
informarsi ben diligontemente sidia qualita dei panni, di cui
nella Cina e nel rimanente dell' Asia si fa incliiesta, ed
imprenderne in grande I'esporlazione. Pertanto non devono
trascurarsi da lore i capi di minor conto che possono com-
pletare i caricbi c possono forse non temere I' emulazione
ingleso, la quale restringesi a pochi oggetti e di gran con-
sumo ; degli altri non si da gran pensiero. Trovasi, peres.,
nelle dette rioerohe del Rondot, che possono spedirsi delle
berrette in lana: induslria che e tutfa propria di Venezia e
che da Venezia si seppe adattare principalmenle ai paesi
dell'Asia; losperarne quindi un accrescimento dopo aperto
il canale di Suez serabru consigliato dalle tradizioni e dalla
inchiesta tuttor viva di queslo capo. Cosi pure Venezia do-
vrebbe praticarc in vaste proporzioni la tintura della lana
quando le materie coloranti ie verranno a miglior mercato,
(1) Etude pratique de.i lissus de laivc conuenables pour la Cliine
etc. pur iV. Natalis Rondol, de'le'gue de I' /rif/M.s'/ ie lainiere. I'.nis 1847.
(2) Geld und (iut in iS'tu-Oesterreich von Ernst von Sohwarzer.
Wien 1857.
— 833 —
e i fabbricatori de' panni nella terra ferma li manderanno
in deposilo nel nostro porto, ove le case mercanlili ne fa-
ranno graadi provvisle ed il credito vi si Iroveri moUeplice
e pronto.
CAPO QUI INTO
Del cotoniQcio.
L'arte del cotone si riproniette dalla nuova strada delle
Indie un avvenire non meiio fiorente di quello fattoci spe-
rare dall'arle della lana. Se quesla, temperundosi alle mutate
oondizioni del traffico, rilevasi da quel riposo cui per poco
si lascio andare e trova aueora credito c valore nel rieliia-
mare antiche consueludini, anliea operosil;i, anlica reputa-
zione, quella le si accosta giovane e vigorosa, poichti pur
trovandosi anch' essa annunciata nolla nostra storia, ora
solamente si fa animosa, c iri-equieta si accorge di non
aver falto ogni sua prova. Dalla Lombardia si spedivano
nel Levante dei cotoni anelie nel secolo XV ; da Monza e
da Cremona particolarmente: giungendo da quesla citta a
Venezia anclie sopra le 40,000 pezze, quasi tutle di fuslagni;
se non die vcnne poi raanco quest' arte solto il dominio
spagnuolo, e nel Veueto eziandio non pote in verun modo
eniulare I" arte della sola e della lana; anzi non s'accrebbe
ne fiori in alcuna parte d'Europa sino a die Spinning Jen-
ny, la figliuolu dd povero fabbricatore di pclliui Tommaso
Highs, non diede il nome alia maccbina cui il suo gcnitore
aveva consacrato le veglie, e per cui avea tanto solTerlo. E
di quest' arte cbe tanto collegasi alle sorii del popolo ndia
sua origine e ne' suoi bendicii, quale si e lo slalo neJ
nostro paese, quale ne e I' avvenire?
Serie III, T. IV. i07
— 834 —
II cotonc iinportnto nel 1855 per ie lcil)l)i'ic'he del Ve-
ncto e della Lombardia non fu sopra ad 1.958,000 cliil.
per le fabbriclie della V^cnezia, e per quelle della Lombardia
giunse a 5.060,950 cliil. S'iniporlo per qualcbe leinpo da
Trieste per il Po colla navigazione del Lloyd; ma ora si
trae quasi tulto da altri Stati italiani. Nella stalistioa del
Movimenlo commcrciaU- del legno di Sardegna pel 1855
osscrvo (be minima fu la quantili del cotone solamonte
Iransitala [)er la Lombardia; e che invece la maggior parte
del cotone spedito dal regno di Sardegna alia Lombardia
diede luogo non solo al transilo, ma si ail allrc opera zioni
commerciali nel regno di Sardegna ; sicche vi appartiene
non solo al Iransilo, ma al commercio speeiale. Qualorn la
via deir Indie fosse piu opportuna a Vene/ia che a Genova,
ben vedcsi come la nostra produzione potrebbe trovarvi
abbondante la matei-ia priuui, mcnlre ora se ne trae in si
deboli proporzioni; e come le operazioni commerciali, ctii
i\h kiogo queslo deposito dei cotoni, danno oggidi intero
profitto al nostro porto del Medilerraneo, lo ripartirebbero
allora col porto dell' Adriatico.
Osservo inoltre nella stessa statistica, die il cotone ve-
nuto dagli Slali sardi per transito alia Lombardia fu tutio
dell" America meridiouale o tralto dall' fngliilterra: e il co-
lone pui- esportato per la Lombardia dagli Stati sardi, dopo
avervi dalo materia al commercio speciale, e proveniente
per una parte minima dall'lndie Orientali, quasi tulto dagli
Stati Uniti, poi dal Rrasile e dagli altri Stati d' America,
ovvero tratto dall' Ingliiltcrra, dalla Francia e dal Belgio.
Quindi non solo ci sara utile la nuova slrada dell'Indie collo
accrescere la materia pi'ima, la quale ne viene oggidi cosl
scarsa^ ma ancora ci sara ulilissima recandola diretlamente
ai nosiri porti, e quindi non sopraggravala da un viaggio
— 835 —
si liingo, dalle operazioni di comniercio ciii ora i^ soggetta
Del fare scala ad altri porti d'Europa; soprattutto dalle
spese delle coiumissioni e dei depositi. Tale coniodita di
avere piii pronta e piu abhondante la materia prima si ap-
palesa faeilmeule a clii consideri quanlo in pocbi anni sia
accresciuto il coiisumo del culone: sicihe una nuova offerta
pill arapia, piii sicura, piu rcgolare e nccossaria a soddisfare
I'incliiesla. Ilo detlo di sopra clio nel 1855 s'iraporlarono
nella Lombardia e nella Venezia 7.018,950 cbil. di colone:
or si ricordi cbe nel 1828 tutto limpero d' Austria non ne
iniporto sopra i 3.250,000 cbil. o cbe ai 7 milioni giunse a
mala pena Timportazione solasnenle nel 1835. Tra il 1841
e il 1851 r aumento delta materia prima crebbe in tutto
rimpero d' Austria noii meno del 96 per cento; e a tale
auraento il Veneto e la Lombardia presero la minor parte
se tolgasi la Stiria, cbe fu vinta per poca quantity dalla
Lombardia: invece in Piemonte da 32,777 quinlali, in cui
si valuta la media importazione del cotone per gli anni
1844-1850 si accrebbe in soli cinque anni a circa 80,000.
Invero Taumento della materia prima importata nel Veneto
non fu cbe 308,900 cbil., e per la Lombardia fu di 347,250
cbil.: ben poca cosa se si raffronti a quello seguito nelle
altre parti dell' impero. Quindi c di necessita di non esser
piu oltre lasciati in disparte dai navigatori del cotone; e
quando noi finora lo ricevenuno di seconda mauo, aggra-
vato di spese e da! solo e lontano mercalo d' America, po-
tremmo invece dopo il nuovo canale di Suez faine emporio
a Venezia. Come potrebbe continuare I'importazione di ben
4 6.892,300 cbil. di cotone dalla Germania, piii della meti
deir importazione totale nell' impero d' Austria, se questa
materia prima arrivasse finalmente in via diritta dall'Indie?
Come potrcbbesi comprare il cotone delle fndie a Londra •
— 836 —
ed a Liverpool, condiirlo a Rotterdam, poi colla vaporiera
a Manheim, qiiindi sulla slrada forrata da Baden al lago di
Costanza? Almono pci fahlirioalori del Tirolo e del Vorarl-
beig lion sarelibe piii opporluno il fai'c scella de" coloni a
Venezin, c nun sarcl)l)e ulili.'simo I avervene pronto iin
ricio deposilo, sicclie i loro 175,1 58 fusi non riinanessero
inai senza nioio? In una fabbru-a del Tirolo si consumano
oggidi 30,000 eliil. Surale, 15,030 Levanle, 150,000 eiiil.
della Luiuiana : ma come si possono trarie da Venezia, ove
ia lonlananza del mercato impodisce di prepararne iin de-
posilo abltondanle.il quale vorreI)be rilevanlissimaanlicipa-
zione di capilali, ed avrebbe poi un esilo lento e slenlalo ?
l^a 87,580 fusi die oontavansi del eolonilleio lombardo
nel 1841, seoondo una slalislica uflieiale, oUrepassarono i
1 00,000 dopo il 1844 e nel 1853, secondo il iMattini, giun-
scro a I 10,879, nel 1854 sacciebbero nuovainenle, essendo
423,046. Anzi lo nolizie pubblieale nel 1855 dalla direzione
amminislral;va della stalislica pongono 129,040. Quanto
poi alia Venezia da soli 800 fusi clic erano nel 18 5 1 sor-
passarono i 10,000 dopo il 1845, e giunsero a 18,492 nel
4 801. La relazione della camera di cotnmercio di Udine
per gli anni 1853-1850 lien fermo queslo numero di fiisi
per la fabbrica di Pordenone, alia quale si riferisce eziandio
il numero indicalo pel 1851. In lutlo il Veneto souo 28,464
fusi; essendone a .Monlorio 9972. I filali delle fabbriclie
lombarde giunsero, secondo il Fratlini, a 3.308,980 cliil.,
ai quali aggiungasi 1.017,658 della fabbrica friulana, e circa
73,000 di (ilati veronesi.
Se si raffronla la quantila filala al numero dei fusi, le
fabbriclie del Veneto e mollo piu le lombarde la vineono su
tutle quelle dell'impero d' Austria: il cbe dipende dall' esilo
sicuro del prodotto, e dallesseie nel nostro paese la pro-
— 837 —
duzione non niai sopra dell' inchiesta, anzi ben inferiore.
Quasi lutli i filati sono dal numero I al 24, tan'o che quesH
nuineri lianno nelle fabbiiclie lombarde il 90 per cenlo
della produzione, nell3 venele I' 80 per cento. Quindi nella
qualili dei fdati noi non possiamo fare concorrenza ai lilati
inglcsi, anzi nemmeno ai filati delle fabbriche aiistriaclie.
Nt'lla quanlita poi dei lilati il Veneto ebbe Tanniento di 1.7
per cenlo e non piii, la Lombardia tocco un aumento del
4 5.0 per cento; nello stesso tempo che le fabbriche dell'Au-
slria sotto I'Enns accrebbero i loro tilati non meno del 33
per cento, e quelle boeme del 23.9 per cento. Certo che lo
avere la materia prima in un emporio vicino, ed inoltre il
trovaria in generate sul mercato d'Europa ad un prezzo
men caro e piii regolarc giovori non pooo all' arte dei
coloni tra noi, e ne proraovera eziandio la tessitura, che
oggidi e poverissinia. Sccondo la relazione della camera di
commercio ad Udine, sono nel Friuli I 10 tclai semplici a
macchina, i quali producono ogni anno da i 5 a ^ 6,000 pez-
ze di te!e greggic da 37 a 38 metrl per ciascuna: in Lombar-
dia, secondo il Merlini, si producono 38,800 quin'ali raetri-
ci di tessutij de' quali quattro decimi in tele e fustagni greg-
gi, quattro decimi in fustagni e tele colorate, due decimi in
drapperie colorate. Per la spcsa della materia prima deve
dedursi dal prodtto totale non meno d'un quarto dal prezzo
dei tessuti e tre quart! dal prezzo dei filati: onde si scorge
quauto danno ci venga dal non darsi alia fabbrica dei tessuti
di colone in projiorzioni meno ristrette. Anche qui, nel ve-
nire alia conclusione si fa manifesto, che I'assicurare la
materia prima piii abbondante non ^ ancor tutto: ed anzi
cio vale specialmente per 1' arte dei cotoni, perche in essa
la manifattura accresce il pregio della materia prima in ra-
gione piu larga che non nell' arte della lana e della seta.
— 838 —
Disconondt) ilegl' impedimenli (in;m/iurii, dimoslrtM-o come
lii protozione dala ai fdali siii iioii lievo oagione per cui
larlc del lessere non pigliti niiiiiia, iion accresoe il suo
spaecio ; ed eziandio devono valoie per ii colonilicio i lagni
die si riferiscoiio ai dazii slille niaceliiiie. Qiialora non vo-
glianio stare indifferenli spetlaloii del Iraflico ehe si avria
sul Mediterranco, conviene lorci dinanzi (luegl' impedimenli
che lo farebbero rifuggire nei porii, ove la comodilc'i del
sito si accompagna alia liberta dei negozii. Non dubiliamo
ehe I'arte del colone non manchera allora del profilto re-
eatole dalla nuova via nelle materie prime, sopraltulto pei
prodolti meno lini c di piii largo spaccio, nei quali la spesa
della materia prima e in maggiore proporzione, che nei
prodotti piu lini. Non dubiliamo ehe anche i Lombardi ed
i Veneti si faranno emuli degli Svizzeri,i quali trovano esito
ai loro tessuti tinli in rosso non solo in Italia, ma eziandio
in Oriente.
CAPO SE S T 0
... ; Del setificio. •;•..*■,. . ■; -^i kv
Nella Repubblica T arte della seta si considero come
matrice non meno che I'arte della lana, ed anzi nei secolo
scorso usci quasi dal suo secondo grado e si mise alia |)ari
con quesla. Sino dal 28 febbraio 1365 il senato, volendo
promuoverla specialmente pei velluti di seta e d'oro, proibi
severaraente non es ne introducessc a Venezia da altri Stati.
Quindi non manco di proteggerla di continuo al modo allora
usato di proibizionie di dazii. Si proibi nei 1370 che i lavo-
ralori di quest'arte si reeassero altrove; nei 1410 si rafforzo
il divieto con allre pene; nei ^490 si proibi i drappi di seta
— 839 —
seoza oro come alari, oimesioi e rasi, poiche cominciavasi
allora a fame in Venezia ; nel 1496 si prese parte che ogiii
anno lo scrivano dell'uflicio dell'arte deila seta fosse spedito
in Lombardia a stridare la parte inibitiva dei panni fore-
stieri. Sempre insomnia fu accarezzata quest'arte della seta
dalla Repubblica, serapre n'ebbe esenzioni ed alleltamenti.
II magislralo de' provvisori di comun a Venezia, e in
terra ferma i pubbiici rappresentanti sopravvedevano I'arte:
i privilegi stavano d'ordinaiio nel concedere che gli operai,
sia dello stato sia esteri, fossero scioiti dalle tanse e dalle
fazioni reale e persunale, e per nnimare la gente a concor-
rervi e per nou togliere poi gli operai da si delicato ed im-
portante lavoro, dopoche fossero islruili, finalmente per la
difficolta d' islruirne altri con slraccio sempre di cosi pre-
zioso effello. Parimenti si esentavano i proprietarii e i fab-
bricatori da ogni gravezza per la fabbrica degli ediflcii e pel
loro lavori: nel qual modo i capitali erano invitati a diri-
gerli e uiantenerli. Le sete gregge provenienti da Stali esteri
e direlle a quesli opificii per esservi lavorate erano esenti
da dazii: dopo lavorate esenti dal dazio d'uscita : alTincon-
tro proibivasi con rigore I'estrazione dei bozzoli.
A Venezia nel secolo scorso erano 1006 telai, cioe 777
per conto dei mercanti, 227 per conto dei teslori, 2 dei
parlicolari.
Le seterie di Vicenza erano si floride e condolte a tanta
perfezione di gusto, di vita, di lavoro, che talune andavano
(isitate anche a Lione: 663 telai vi lavoravano quando la
corte di Vienna proibi alle nianifatture venete I'ingresso
ne'suoi Stati onde oon pur le fabbriche vicentine, ma ezian-
dio quelle di Udine e Venezia scapitarono sommaniente e
rimasero senza nunierose commissioni. Molle rimanenze
non esitate, diniinuito il nuraero dei telai, cessata Tespor-
- 840 —
lazione per le citl^ eletloiali ed ereditariedi Sassonia eper
le Gere franclie di Lipsia, Uiiica speranza offrivasi ai noslri
fabbrioalori nellu scula di Cculice. Le coi-delle dl sela die si
lavoravano a Padova avevano piii piegio di quelle di Na-
poli, Siena, Zui'igo^ Basilea, ed eraiio esitatein Lombardia,
Romagna, Levanle, Genuania, (^adice, Lisbona. Gli ospizii
dei mendicaiili e de'Uovalclli se ne occupavano: come pure
era utile lo smercio della sela convertita in orsoio ad uso
di Bologna; e i docuinenli altesluno come I'arle della do-
minanle lenlasse conservarsi questo esito tutlo per se sino
agli iiltimi anni della Repubblica, ed avesse eziandio gelosia
di eoncedere il Iransito per Venezia direlto al Ponenle pei
prodoUi non suoi.
Nella Lombardia e nella Venezia si produce la met.^ della
sorama prodolla da tulta Ilalia: 14.1 12,000 chil. del valore
di 63.000,000 di fr. ne produce la Lonibardia: il Veneto
-JO.920,000 cbil., menlre il prodolto tolale d'ltalia e di chil.
52.374,662 =r 2 1 7.488, 1 59 franchi. In Lombardia son filati
^ 6.878,400 chil. di bozzoli, nel Venelo 8.430,200: onde si
ha nella Lombardia 1 .406,720 chil. di sela greggia, 703,360
nel Venelo. Nella Lombardia s' impiega nella lorcilura
-1.263,360 chil. di seta greggia, nel Veneto soli 565,000
chil.: in Lombardia si otliene 42,560 chil. di slrazze, nel
Venelo 23,620: i tessuti lombardi importano 16.650,000
franchi, i veneti ISmilioni. I>" esportazione 138,500 chil.
di seta greggia, 1.266,000 di seta fdata o lorla, 63,000 di
seta imbiancala o tinla. Si esporta a Lomlra dal Lombardo
Veneto 209,864 chil. di sela greggia, a Lione 175,813. a
Londra seia lavorata 38,757 chil. e 250,203 franchi per la
seconda, in Russia 46,077 chil. La slrazza inviata alleslero
6 di 216,671. Aperta che sia la nuova strada alle sete del-
r India, converri adoperarsi a lavorare quella seta che ora
— 84d —
esportiumo ; o alrueQo toglierle qualsiasi aggravio che possa
negli allri Stati d'Europa tarla posporre a quella d'Asia, su
che poscia ritonier6 parlando dei dazii.
CAPO SETTIMO
Deir industria dei cuoi. >-
Nelle nostre provincie 1' industria dei cuoi si iiomioa tra
le principali dalle camere di commei'cio: secondo i loro
rapporti si macera 60,000 pelli in Friuli, 100,000 nel Vi-
eentino, a Verona 87,800. Da questi numeri tuttavia non si
pu6 argomenlare lo state dell' industria, cssendo assai in-
certe le notizie che le camere di commercio ne potei'ouo
attingere. Quella di Verona solamente venne a raaggiori
particolarita, vahilando che 23,800 sono acconciate in val-
lonea ed in corteccia di querela e d'abete, 33,000 in allume
ad uso di niascadizzi, soati, semoline; lOOObulgari, 30,000
cordovani. Quanto tutlavia si puo tenere per fermo si c:
1." Che anchc in quesla industria manca quella divisio-
ne di lavoro, la quale solamente pu6 conduria a gareggiare
coi prodotti dell' industria straniera Tanto e vero che la
fabbrica ed il commercio de' prodotti va ({uasi sempre unito
alia vendita minuta de' prodotti importali dalla Francia e
dalla Germania.
2." Che il diboscamento, diminuendo la raccolta di cor-
teccia d'abete e di querela, fa danno anche a quest' arte.
3.° Che lo spaccio e quasi ristretto all' interno della
monarchia austriaca, e la camera di commercio a Vero-
na asseri che la fabbrica ha un gravissimo danno appeoa
che diuiinuisce 1' uso dellc scarpe per essere raeno rigido
r inverno.
Serie III. T. IV. 108
— 842 —
4.° Clu- ill maleiia pi'ima ininicnla scmpro iiel pi-ezzo
per la diminuziono iiell' esporlazione die se no I'acea dal-
1" America.
5." Clie aiicir essa si acqiiisla a Triesle, Anversa e
INIarsigiia, insomnia ad ailri porti meno oppoiiuni di Venezia
per la noslra induslria. Da Uitlo cio si conosce manifesla-
mente come eziandio per le polli deve desiderarsi il eanale
di Suez, il quale ci procuri piii vicine le pclli dell' fndie
orienlaii, ci aceresca lo spaccio dei prodoUi, ci fornisca
luaterie di concia. Di quelle provenicnli dail" Indie se ne fa
acquisto in Pienionle per 74,739 cliil., dei quali solamenle
14,937 vi s'imporlano con bandiera eslera. Lo spaccio di
prodotli nell'Asia non puo mancarei ove prendiamo esempio
dagli altri paesi, specialmenle dall" Ingliilterra, che, come
attesta il Newmark, ricevette eonnnissioni anche di 50,000
paia di scarpe in una volla sola per gli scavalori d' oro in
Australia e per le lor doniie.
CAPO O T T A V O
Dei lini e canapi.
Le slalisliche dell'impero austriaco assegnano alia Loni-
bardia una produzione di 111,200 cenL di lino, 100,500
semenli di lino, 34,800 di canape; al Veneto una produzio-
ne di 12,400 e 3500 quanlo ai due primi prodoUi, 59,600
di canape. La Lombardia irrigua in quel di Crema, Cremo-
na, Lodi e Brescia, sebbene non possa farsi emula de' lini
di Fiandra e d'Irlanda, ne lia tuttavia una bella ricchezza :
pei canapi il Veneto ha la preeedenza, soprattutto per quelli
di Montagnaua. Non devo qui dilungarnii sui miglioramenli
- - 843 —
die sono desiderati in quesle colture; e che per il lino sono
promossi efficiiccMiiento nellu I.ombardia. Qiianlo all' indu-
slria, ciii qiiesla produzioiie da luogo, ricordero cli'essa nel
secolo scorso era iiorentissima nel Venelo, avendo esito in
Italia e S[)agna, e non solo valendosi dei lini di Cresi'ia e di
Crema, bensi eziandio di qiielli di Russia e d'altri paesi. !*el
canape dnr^ a lungo il pregiudizio che qiiello di Alontagna-
na non fosse alio a cordaggi buoni a resislere all' ancore
nelle biin-nscbe e per le gonione ad uso dei bastimenti gross!
e delle iiavi da linea. A Tolmezzo aveano lavoro sotto la
Repubblica per le lelerie 2000 lavoi-anli e oioltissime fdiere,
producendosi 34,608 pezze di lini noslrali e navigati, ed
895 pezze di canape. A Cividale fabbriiavansi telerie da
145 lavoranli e i300 filiere ; ed nn' ailra fabbiica ne era
eziandio a Bovolenla, donde si spaccio qiiakbe anno 3450
pezze, quasi tuUe nella dominante, nella leira fernia e nello
Stato Ponlificio, e dove si consuraarono circa 84 miara di
lino coir inipiego di 2000 operai e 200 telai quasi sempre
baltenti. Aggiungasi le due fabbriche di Piove di Sacco, una
dellc quali diede 813 pezze nel 1765 e 844 nel 1766, ven-
dute quasi lutle nello Stato e per poca parte in Romagna:
nel 1765 consumo circa 35 miara di lino, 19 nel 1766,
dlede lavoro a 140 perst)ne, oltre alle filiere, adopero 120
telai baltenti or piii or meno con lilatoio da torcere il filo
e tintorie. i.'altra fabbrica di Piove di Sacco produsse 4025
pezze di lino con 130 telai battenti, diede lavoro a 160
operai oltre alle liliere, ed eravi unita una tinloria, ed un
filatoio. Nella dominante quest' industria progredi dopoche
fu sciolta dai vincoli dell' arte dei fustagneri e dei bomOaseri,
e aveano lavoro nel secolo scorso I I filiere nella provinciadi
Treviso, 6 nel Friuli, in Conegliano e in Caslelfranco e ne
erano tenuti in molo 94 telai. Dal uiai'zo I765.al novembre
— 844 —
1766 questa fabbrica cousiimo fra drojjlie e coloii 3 miara,
e 13 (li lino; da marzo 1765 a liitlo febbraio I7(>G prodiis-
se 4378 pezze.
Dal passalo facendoci or col pensiei-o all avvoiiiie, pos-
siamo sperare che rincremeiito do' iiostri traflici sara ca-
gioue di prosperitit anche a qiiesta industria doi lini e dei
canapi. Le tele per le noslre navi e le gomone daraniio al)-
bondanlo lavoro: seppiire ancbe qui non sara inipedilo il
coinmereio d' Italia : poich6 non si puo rallargare al di I'uori
i traffici in case frastornati e impediti. Ora il canape e i lini
prodotli nel nostro paese non sono baslanti al oonsunio : e
se ne inijiorta da altri paesi un '«. 307,700 cliil., quasi lulto
dalle Stalo Pontificio. Questa importaziono ci arriva ag-
gravata da! dazio di esportazione dailo Stalo Pontifuio, il
qnale,ristrettoin passato a lObaiocchi, fu neH'ottobre i8;ii
accresciuto a 28 baiocclii per 100 libbre. Eppure i caaapl
dello Stato Pontificio vanno tra i inigliori d'Eui'opa: forse
non cedono che a quelli di Curlandia; i piii lini del bolo-
gnese sono attissimi a farsene tessuti: quelli piii tenai-i delle
altre provincie riescono buonissinii per le gomone e pei cor-
daini tutti della marina. E vero che la fabbi'ica di Polonia e
di Toscana, coH'uniie del cotone alia le?silura, da i suoi pro-
dotli a prezzo piii vile: e vero che il governo auslriaco, per
proteggerc a niodo suo la fabbrica dalmatina delle tele da
vele,pose un grave dazio sullimportazione dei lavorii roma-
gnuoli. Ma non importa in quale porto dJlalia sia lavorato
il canape e ne sien fatti cordanii alle navi; deve allacciarsi
da esso un solo ed unico interesse. Si consideri quanto se
ne trae non ostante i divie'i. Si consider! particolarmente
quello importato in Lombardia e nel Veneto, e non si diibi-
lerA di dichiarare un allro jnale gravissinio dall'essere cosi
slegale le varie parti d' Italia, anche questa diflicolt^ di ac-
— 8/i5 —
poniunaro Ira loro e avventiiraro alio stesso veiilo le cose
altinenti alia navigazione.
Eoco lo spccc'liio del canape esportato negli anni 1849-
1855 dallo Stato Pontilicio, esprimendosi con qiiesli niinie-
ri la media estrazione anniiale.
Canapa greggia. . lib. 37.3 17,583 fr. 10 1 13,879
» graffiata . » 2.583,637 » 980,228
» pcdinata . » 5. 12^,546 » 2.777,500
Sloppa di canapa . » 2.275,516 » 369,947
Totale lib. 47.301,282 fr. 14.24l,b54.
S' aggiunga Tesportazione delle
Corde di canapa . lib. 2.428,986 sc. 842,560
Tele bianche alia plana .. 597,851 .. 810,094
Tele di Cento, di Aqui-
lonia, pagliare ecc. « 747,138 » 809,894.
Qualora sara taglialo rislnio di Suez e i nostri traflici
saranno potenteinente aecresiinti, sperianio che i canapi
tutti di Bologna, di Ferrara, di Cento, di Cesena vengano
lavorati nei canlieri d' Italia. ' ' ' •'
CAPONONO
Del legname.
Secondo le statistiche austriache si porta a Venezia dal
territorio doganale 327,000 piedi cubici di legname, e da
Venezia s' imporla di nnovo in altre parti del territorio
doganale. Questo legname ^ resinoso. Secondo le stesse
statistiche poi si esporta dal territorio doganale a Venezia
e in altri porti austriaci 331,500 piedi cubici di legname.
— 840 —
<Hiasi liiUo (losliiiiito nlla cosliiiziono dollc nnvi. Qiianio
eiw sollecita la Rcpubblica vciicla dolla conservazione dei
bosclii per Tuso dclla inarinu, con quaiila ciira informavasi
<lei legni biioni a farnc lomi, e via via a liitlo il corredo
dclla nave! Non ecompito di queslo scrillo I'andar cercan-
do i rimedii del diboscamento : bciisi devo andie qui lanien-
tare che non possiamo avere il legname degli allri Stati di
llalia senza elic ci giunga caiicalo di dazii all' esli'aziono da
qiielli. Balla miseria dolla nosti'a iiavigazionc e da qiiesli
impedlmenti deriva clie lo Slato Pontilicio fa smercio dei
legnami in Fi'ancia ed in Ingliillerra, anziciie se ne accresca
la nostra marina. iNei 1852 il minislro pontilicio accrebbe
del doppio il dazio siill' estraziono dei legnami; ma non fccc
allora tntte Ic prove di quanio pnoiin ministro dellc finan-
ze, e nel 185i lo raddoppio niiovamenle. Vero e clie egli
era luil)ato pei" il dilioscamento sempre maggiore d' oltre
Appennino, ma non per queslo conveniva 1' aecrescere ii
dazio d' estrazione, bensi conveniva porre opportuni prov-
vedimenli per mantenere i boselii in buono slato e rinno-
varli. Quando la lega doganale d' Italia sara fatla liiialmente
in conl'ormila ai nostri intcressi, allora si accreseera la
nostra navigazione, ed una nave costruita a Venezia coi
legnami dclla Romagna non sari considerata mono italiana
di quelle costruite noi eantieri ponlilicii. Anclie la sega, che
a Mestre lavora non solo legnami del Veneto, ma eziandio
dello Stato Pontificio, sara ben piu atliva col eessare degli
sfregamenti ed altriti.
Le 65 seglie, le quali ora sono nel Friuli, rimangono
talora senza lavoro: tuttavia in un anno si valuta la lore
produzione di n." 500,000 pezzi pel valore di lire '(00,000.
Riducono principalmente I'abete e il larice in tavole, travi
e altrimenti ad uso di costruzione, e i prodolti si esportano
— 847 —
pi-incipalmonte iiei luagazziiii di Venezia e di Trieste, d'onde
si spedisc'ono eziandio in Levantc. Del lesto va ogoi di piii
soemando la quantity de' legnanii nel Veneto; ogiii di piii
sentesi la necessita d'lina biiona legge forestale. Nel Trevi-
giaiio furoiio distruUi quasi iiitieramenle i boscbi di cui i
nionti di qiiella provincia erano ricchi ; nel Vicenlino sono
luttora a hosco 360,000 perticlie censuai'ie del distretlo di
Asiago, donde si Irae anclie del legname, specialmetite di
castagno, per Venezia : ma nel Vicentiuo come in tutto il
Veneto si lamentano le moltissime contravvenzioni forestall,
i danneggiamenti recali ne' boschi dal pascolo delle capre,
la negligenza somma nel porre de' novellami in luogo delle
svelte ceppaie. Anobe nel basso Cadore la necessity dei pro-
prietarii e la pessima araministrazionecomunalecondussero
al diboscamento; e solo falto Cadore conserva tullora nei
beni eomunali una notevole riccbezza di legnami. Valutando
il consunio dei legnami nelle 102 calcare del Cadorino, nella
fornacedi laterizii, nelle earbonaie, nelle miniere d' Auron-
zo, una recentissima ediligente stalistica ci fa credere ehe,
ollre ai legnami dei boschi privati e del bosco crariale di
Sommadida, si abbiano nell'alto Cadore 01,371 metri cubi
di legna da fuoco, e si fa ascendere la tiatta annuale delle
selve cadorine a circ-a I 47, '.70 melri: 3000 zattere luugo
11 Piave s'inviano a Venezia, e se ne stima il valore a 3
niilioni di lire. Sia per lo svolgiraento delle Industrie che
richiedono ognor piu la materia combustibile, sia per la
costruzione delle navi, sia per Tesportazione, necessita lutle
quante che si faranno maggiori dopo il canale di Suez, oc-
corrono urgenti provvedimenti a mantenere questa ric-
cbezza di legnann dove non e perduta, ed a rinnovarla dove
pur Iroppo piii non sussiste.
— 848 —
CAPO DEC I MO
• . ■/..-.
Del ferro. .
Iiu'crtissinic soiio le iiolizie siil I'erro die si ha nella
Loiubiirdia : ontl' io pensu appigliurnii alle statisliche uf-
liciali : poleiuio almeno pigliarle, per cosi dire, in parola,
e cui falti clie esse mi luelloiio iiiiianzi dinioslrare co-
me, |)er r actn'escimenlo di UiUe Ic nostie induslrie, e
per quelloperosilii die eziaiidio pci niiovi tiaflicl dell' la-
die esse possono sperare, del)l)asi .sollecitameute e inte-
ramente togliere allinduslria del ferro la protozione die
la assotUglia. Seeoiulo Ic slalislidie iilficiali del 1851, le
piii receiili die abbiano dalo raggiiaglio miiiulo di tutta
r iiidiislria del ferro iielT Austria, la Lombardia produce
di forro spatico 8.430,450 cIpI., 12.790,000 di ferro e
gliisa di prima fusiono, 1. 073, 550 diil tli lavori in ferro.
Li 12.790,000 soiio 9.978,150 di ferro e nel rimanenle di
ghisa, e danno un valore di 638,807 fior. ; i lavori in ferro
imporlaiio 521,535 liorini. Selle macdiine ad acqua colla
forza di 70 caval'i si aduperano nelle prime manifatture,
ed una a vapore con 12 eavalli; nelle allre si hanno 59
maccliine ad acqua, colla forza di 578 eavalli: nelle prime
si adopeiano 9.011,850 i)iedi cnbici di carboiie di legna,
nelle seconde 1.546,727: in quelle hanno lavoro 47 operai
che forniscono 13,985 opere in luUo T anno per I 10,213
liorini di salaiii; nelle seconde sono 652 operai che con
149,191 opere hanno 79,536 florini. Puo ben dedursi dal
Merlini e dal Fraltini che dopo il 1851 I'industria del ferro
sia progredila; ma giovami il ridire che non si puo registra-
re queslo aumcnlo con luuneri, dai quali sia delerminato e
— 849 —
niesso ill evidenza. Per quanto s' attiene al proposito di
questo scritto, ne ho a sufficienza per trarne qualche utile
conghieltura ; poiclie a dare un' occhiata a quelle cifre, a
ragguagliarle col prodotto di tutto T iiiipero, e por vicini i
dazii sul ferro importato, vedesi ben cliiararaente come noi
faccianio le spese ai proprietarii delle miniere d' oUre alpe.
II ferro delle noslre miniere pagasi piu caro che quello in-
glese: e ben poco se si raffronli a quello d'oUre alpe; quindi
sarebbe utilila dell'industria poterlo avere facilmente e sen-
za dazii da altri paesi che lo dieno abbondante e a buoQ
mercato. Che ci vale il non trovare la dogana tra le miniere
di Stiria, di Carinlia, d'Ungheria e le noslre fabbriche ove
vorrebbesi ferro buono e a prezzi raiti? Perche siamo co-
strotti a valerci del ferro che ci viene con un Irasporto
carissimo, mentre a Veuezia lo potremmo avere dall'Inghil-
terra col Irasporto marittimo che costa si poco? La logica
del finanziere e in vero piii Cna che la risposta alia buona
cui condurrebbero questedomande; poiche sulfarmi a con-
chiudere, che avendo noi poco ferro, giovaci trarne molto
e a buon mercato da altri paesi, e'che avendone noi minor
quantity dei paesi d'oltre alpe soggetti alio stesso dominie,
dovremmo avere piu facilila ad imporlarlo, il Gnanziere mi
sorprende colle sue tariffe, e mi dimostra che appunto
avendo noi poco ferro devesi cercare di non importarneda
altri Stall. In fatto, pel ferro che ci viene dal mare o da altri
Stall italiani, noi paghiamo il dazio di 36 carantani per 50
chil , cioe il doppio del dazio pagato dal ferro che proviene
direttameute dalle miniere tedesche. Ora il ferro che impor-
lasi nel Lombardo-Veneto e per due terzi provenienle da
Vonezia, poi per un terzo da altri Stati italiani, quasi lutto
dal Piemonte; invece dalle miniere dello Zoilverein non ne
abbiamo direttaraente ne un ehilogrammo. Si valuti il costo
Serie. Ill, 7 IV . 109
— 850 ~
d un chilogranimo di ferro a 15 ccntesinii, quindi il costo
di 50 eliil. 7 lire austr. e 50 cent. ; il dazio, come dissi, iu
ragioiie d'uiia lira e 80 ccnlosiini pei* 50 oliilograiiinii ; e
poi apreiido gli spctchi stalistiei del 1855 coiiosceieiiio che
pagaimno siii I'erro 20,090 fioriiii, qiiaiido allri paesi dello
Slato ausliiaco nc pagarono soli 20,022 per una (luanlili
piii (he doppia. Anclie pel ferro batluto paghiamo un dazio
due lerzi maggiore di quello pagalo pel ferro dello Zollve-
rein, quando a noi vieue dal Piemonle ovvero da Veiiezia.
Come e possibile clie si accrescauo le nostre indusine se il
ferro, che e ad esse una necessili, ne viene cosi soprappa-
gato, mentre e il minerale e il ferro in masse e rollami sono
affatto esenti in Pienionte? E non ne abbiamo noi lesempio,
che pur logliendosi nel Piemonte i dazii sull' imporlazione
del ferroj lindustria delle ferriere non ne scapil6, ahneno
di quelle poste in buone condizioiii e pronle a migliorare i
loro mezzi di produzione? E crediam noi che le ferriere
lombarde non accrescerebbero anzi coU'enuilazionc i loro
prodoUi? E non possiamo iu pari tempo ritenere che I'im-
portazione del ferro affalto esenle dai dazii accrescera le
arti le quali di tale materia abbisognano e danno il pane a
ben maggior numero di lavoranli che non sieno nelle mi-
niere? Perelu- farem noi le spese allinduslria tedesca, la
quale segui stentalamenle, e ^empi e lenlamente il progredire
di tal produzione in altri paesi? Non da altre fonti che dalle
stesse slatistiche utiioiali si pu(') dedune quanto 1' arte del
ferro andasse a rilcnlo ncl trar proGI'.o della liccliezza for-
nita dalla natura alia Sliria, alia Carintia, alia Boemia, agli
allri paesi d'oltre alpe. Non grandiose ferriere, ma si molte;
onde maggiori vi sono le spese d'aniininislrazione, minore
il protitto per esserc impotente il capitale diviso tra tante,
minore la stability e il credito dell' impresa. In Boemia ed
- 851 —
in Moravia le ferriere sono quasi geaeralmente de' proprie-
tarii dei len-eni su cui si ha il minerale: per impiegarvi it
legnarae dei loro bosehi, che per le strade malagevoli non
pofrebbe portarsi lontano, in queste foniero I'industria
reslringesi al ferro prodolto d' anno in anno, e per questo
si fanno lutli i lavori senza alcuna divisione; come e possi-
bile che in lal modo la produzione sia conforme ai migliori
raetodi dell' arte e si compia col minor coslo? Aggiungasi
la spesa del mantenere le slrade dalle ferriere ai Uioghi
dello smercio, spesso addossata ai proprietarii, e lo stato
quasi sempre pessinio di queste slrade. La Lombardia, che
non ha certamenle tanto ferro da bastare aH'incliiesla fat-
tane dalTindustrie tntte quante, ed il Veneto che ne difelta,
non devono piu a luago essere soUoposte ad un regime
daziario, il quale !anto contrasta il loro benessere: ed anche
qui son da capo alia solita conclusione, die pu6 benissimo
sperarsi un incremenlo della nostra produzione per il vicino
e largo mercato delf Asia, ma che conviene disporci ad esso
colla liberti delle induslrie, solo espediente valido a farle
fiorire. Dalla Repubhiica Veneta si dava facolti ai mercanli
delle valli Trompia e Sabbia di condurre a vendere le loro
manifatture di ferro per tutlo il dominio veneto senza che
vi si opponesse I' arte dei fabbri. Ncl 1429 la Repubblica
procur6 di agevolare I'iraportazione del ferro tedesco per
Codroipo, San Vito, Portogruaro. Per quel tempi anche la
liberl^i del solo coramercio interno era mollo ; anche la
facolta d'introdurre il ferro, pur pagando un dazio, era un
beneticio. Ora, nello svolgimenlo delle Industrie d'altri paesi
e nella miseria delle nostre, dobbiamo altamenle lamentare
qualunque modo di raisurare la liberty un po' alia volta, e
dobbiamo per il ferro, come per tutte le materie prime,
chiedere sollecita e intera lesenzioue del dazio.
— 852 —
Che so pur viioisi piii speeiale rigiiardo all' esilo dei
prodoiti nei paesi di 1^ dal Capo, ricordero come anche per
r arte del ferro i Veneziaiii vi rivolgessero il loro pensiero,
quanlo alle fabltriohe di chioderie, sopralUitto a qiiella di
Sal6; che traendo il ferro greggio dalla Valcaraonioa lo con-
verliva in 13 specie di cliiodi ; e soprallullo neila dominante
ne avea Tesilo. Tale falibrioa avea capilali d' industria e di
coraggio, onde la llepuhhiica volea accresceria e proniuo-
verne 1' osito per la scala di Cadice, emporio dei consumi
delta Spagna e delle Indie. Un tal capo consideravasi dalla
Repubbliea come utilissimo a promiioversi, perclie manifat-
tura nostra e gran fondo di carico alia navigozione; onde
esento la fabbrica di Salt) dai dazii e dalla tansa, come pure
dal dazio del ferro greggio che dalla Vaieamonica veniva
condotto per Brescia. Inoltre le diede im preaiio per le
manifallure esportato da tal fabbrica a Vcnezia. Quindi la
Repubblica procure") da Genova camnioni di chioderie geno-
vesi, coi prezzi del coslo e del prezzo rilratto nella vendita,
ed in ogni guisa stimolo 1' emulazione del nostro fabbrica-
tore. Non mancheranno alle arli nostre le speranze vagheg-
giute dalla Repubblica ne' suoi ullimi anni, qualoi'a Toppor-
tunita dello smercio non sara impedita dalle difficolla della
produzione. Cosi nella guerra d' indipendenza vederamo
possibile una produzione in grande delle celebri armi di
Brescia, le quali nei pacsi levantini non mamano di spaccio.
Valgap.ii il ricoidarlo, perche quesla industria dimostra la
utdita del conforraarsi anche ai capricci dell' inchicsla, n6
altrimenti le armi di Brescia trovarono spaccio in Levante
cbe secondando le bizzarre forme e le fantasie volute dai
popoli orienlali.
- 853 —
CAPO UNDECIMO
Fonderie.
La grande ofCcina delle strade ferrate a Verona, ove
si da lavoro ad oltre 600 operai, la fouderia di Mesti-e
che fa maccliine per I' indiistria e 1' agricoltura, ponti in
feri'o fiiso, macehine per asciugamento di valli, macchine
di varia forza a vapore; la fonderia di Padova, che fa
in ghisa bellissimi lavori ; quella di Treviso, che nel 4 854
lavoro 275,000 funti di ghisa, nel 1855 320,000 ; nel
-1856 234,000, e 327,000 di ferro malleabile nel primo
anno, poi 180,000, e nel terzo anno 160,000; quelle di
Loinbardia, delle quali da conto il Frattini, ben dimoslrano
quanta atlitudine avrebbesi in secondare il progresso della
nostra industria anche con tali lavori. Non mancano nep-
pure oggidi commissioni per paesi lontani; poich6 la fon-
deria di Treviso spedisce de' suoi prodotli anche nelle
isole Jonie, quella di Mestre anche nell' Egitto : ma io
discorro qui di tale induslria non tanto per lo spaccio
ch' essa potesse sperare a' suoi prodotti per la nuova
slrada dell' Indie, quanto per I'increinento ch' essa avrebbe
dalle allre industrie, ove queste fossero scosse dal loro
torpore. Come possono infatti le fonderie costiUiirsi con
grandi capital!, ove non sono grandiosi opiticii che ne
richiedano le loro macchine ? Nello stato presente della
industria il fabbricante trova spesso piu utile il ritrarre
qualche macchina da Parigi o dal Belgio, piuttosto che
dalle nostre fonderie. 11 lavoro vi sarebbe eseguito egre-
giamente ; ma senza la fabbricazione in grande, senza i
grandi capitali 6 sempre carissirao e lento. Un de' nostri
fnbbricalori cli pamii sa die nolle olTiciiic dol Belgio si fab-
brica qnalclie oongegno clio laddoppia la I'orza produtlrice
(lelle sue inaccliine, dovr;'! ogii procurarscno il niodello e
poi farlo gctlare nolle noslrc foiiderie? L' esilo pii6 es-
serne inoerlo ; n)a poniani pui'o rbe vonga oseguilo ogre-
glamente: 6 oerlo cho fatio apposta per uno, per due
fabbrieatori, si hwh pagare da loro a caro prezzo. Si
svolga la nostra indnstria per la iiiiova slrada dei traffici,
e siara certi che anche le nosire fondorie a quella dili-
genza di lavoro di che vanno lodate aggiungeranno la
fabbrica in grande c a biioni patli.
CAPO DODICESIMO
Del ranie.
11 rame che, nel dislrello di Agordo, si produce per
un valore di 310,848 lire, lo zinco, cho vi si produce
per un valoie di 11,684 lire potrebbero dar luogo alia
industria in grande dell' oltone e dol pakfong : lo scavo
deir uno o dell' altro se no dovrobbe proniuoverc con
raaggiori capilali, come eziandit) di tuUi i minerali, di cui
la nalura forni il Belluneso. Non so darne slatistica mi-
gliore di quella comprosa noil illuslrazione del regno Lom-
bardo-Veneto ; pur troppo sut'liciente pel mio assunlo,
poicho vale per se slessa a diniostrare che tai ricchezza
minerale, buonissima pel consunio del Veneto, o ben lungi
dal fornire materia al commorcio esterno.
— 865 —
Specie minerali
Quintali
Rame
Zinco
Solfato di rame
Piombo ......
Giallaraina. . _.
Solfo
Lignite
2240
364
6832
39
4288
274
2000
CAPO TREDICESOIO
Delia carta.
Nel si'coio XVIII Bassano inviava le sue carte in rame,
derate, niiniale o semplici alia Svizzera, all'lJiiglieria, a
Marsiglia, ed anche a! Messico c al Paraguay. Ne lo spaccio
estesissimo manc6 ad altre nostre corliere, specialmente a
quelle di Brescia e di Treviso sul priucipiu del secolo per
TEgitto e pel Levante. Nella Loinbardla il lino e pronto ed
opportuno per questa produzione che si fa in 9 1 fabbriche,
delle quali -/. sono su quel di Brescia; 5 sole fabbriche
sono a uiacchina: e ne souo notevoli soprattutto quelle di
Vaprio e Varese. Dope Brescia li maggior numero ne e sul
lerrilorio di Como, poi su quello di Bergamo. La produ-
— 866 —
zioiie (lellu caria fii valulata assai vagaineiite dai recenli
scriltori di slatistica delle industrie lombardo; serabrami
tutlavia per la provinria di Brescin potersi attenere al cal-
t'olo dello sorilloro suiresposizione bresciana cbe ne dh
3.105,000 (Iiil., doi qiiab 2.100,000 chil. a Tosoolano e
Maderno di rarla ordiiiaria, 3 12,000 di lina. iNel Friuli so-
00 7 fabbriche di caiUi, con 31 lini: sul Vicentino 12 fab-
briclie con 3 '< lini, a Treviso 23 con 45 lini. Auniento ne-
gli ullimi anni il picz/o degli slracci che si eslraggono per
ajlri Slali: e le nostrc fribbriche ne sono agitate: la camera
di coiumercio di Treviso attesta cbe il prezzo degli stracci
s" accrebbe in l)re\e volger di te;!i|)0 lino al 50 per % e
ch' essi in adtlietro copiosi nel Polesine si lianno V>rniai
a grave slento. Qua! liinedio invocasi come valido uniea-
raente ad irapedire il decadimenlo di quest' arte? Sino a
che le nostre camere di comuiei'cio e i nostri scritlori si
restringessei'O a dimoslrare il grave t'oslo della l'abl)rica a
mano in confronto di quella a niaccliina, sino a clieconsi-
gliassero de' nostri fabbricatori d'acconciarsi ai nuovi nie-
todi pill spediti e piii economici, I'arebbero veraraente ope-
ra ulilissima al nostro paese. Ma pur troppo (juando scor-
gesi un'arte venir uieno, si ricorrc alle proibizioni: quando
alcuno non sa vincere gli emuli, li vuole eselusi; e pero le
camere di commercio cbiedono se non la proibizione al-
meno un dazio gravissimo sull'esportazione degli stracci
e sorama vigilanza ai confini pei'che il dazio noa sia deluso
dal conlrabbando. Col I'iguardo speciale, che 6 dovulo al
proposilo di queslo scritto, discorrero brevemenle come la
nuova via dell' Indie potra portarci naturaimenle anche in
quest'arte beneflcii non lievi, e come allrimenti il luale del-
le nostre industrie non ista punlo ne poco nella loro liber-
ty, anzi nei vincoli che la scemano. In vero, io credo che la
— 857 —
carta saiii prodoUa piii agevolmente e men cara allorch^,
acoresciiito il consumo del cotone, delle lane, della seta per
le cagioni loccate piii sopra, e dipendenli dalla nuova stra-
da deir Indie, si accresceranno anche per conseguenza gli
strac^i, la materia prima di quest' indiistria. Inoltre e for-
se vero clie I'illanguidirsi di quest'arte principalmente a
Treviso dipenda da iin lal difclto di materia prima die le
tolga il proseguire ne'suoi lavori? La camera stessa rispon-
de come il difetto di materia prima non faccia punto cessare
tal produzione: la quale anzi continua, ma con poeo pro-
fitlo, e Irova I'esito tardo ne sicuro nei porti di Trieste e
di Venezia. Ora appunto questa dif6coltii dello spaccio de-
vesi attribuire alia qualiti affalto ordinaria della carta c
quindi confortando i noslri fabbricatori a miglioraria, si
pu6 intanto credere die I'esito di questa carta ordinaria
sara agevolalo non poco, allorche il levante ne rinnovera
I'inchiesta potendo soddisfaria con minore spesa di viag-
gio^ ed allorche nel porto di Venezia sarti maggiore la ne-
cessita di procurare de' cambii die abbiano iitili ritorni, e
diano un nolo alia nave. Sappiamo p. es. che da Voltri si
spediscc neir America meridionale non poca quantita di
carta per fame piccoli invoiti contenenti il tabacco da fu-
mare a guisa di sigari : c se ne riceve in cambio il caffe, lo
zuccliero, I'indaco. Non mancberanno simili espedicnli an-
che per il Levante, allorche la navigazione pei paesi di la
da Suez ci sia resa possibile e I' opportunity dei noli non
possa mancarci. La carta sugante e grossa non e neppur
questa senza un iiso grandissimo per gl' invoiti delle merci.
Anche ora si fa una notevole esportazione di carta dalle no-
stre fabbriche: poiche nel 1855 se ne esportarono dal terri-
torio doganale 2.030,i00 chil., dei quali % conuinc od or-
dinarissima. Sia pure die iprofitti dei produttori sieno di-
Scric III.T. IV IK)
— 858 —
minuiti: o iluopo conccdcre clic faceiidosi tiiltavia qiicsla
espoilazione, rindiistria ilella carta non nianca di condi-
/ioni lali die hasl'mo a farla vivere. Quaiito aU'estrazionc
degli stracci io non so come so ne creda desiderabilc il di-
victo : poiche se i produUori di allri Stall, inlroduccndo Ic
fahbriche nieccaniche, !ian saputo acquistare un tal esito
delle loro carte da richiedere anchca noi la materia prima,
perclie vorremo tultora riservarla ai nostri pi-oduttori, die
non seppcro parimcnti progredire, e die in contraccambio
ci faranno pagare piii cara la carta? Si gctli Io sguardo sulle
statistiche austriache, e si Iroveri die 1' eslrazione degli
stracci nel 1855 fu di 632,900 chil. e rainore di quella del
I854:cbe qnasituttaqucsla cstrazionefu dairUnglieria,dalla
Croazia, dalla Slavonia e dai conlini uiilitari, c quindi tale
da non poler nuocere alia nostra indnstria: del rcsto in
tutta spcciale per una fabbrica di Fiuine^ prima di quelTan-
no compresa nel portofranco.
L'estrazione degli stracci apparisce quasi nulla dal
confine delta Lombardia 0 del Vcneto: quindi in quanto
essa sia reale si fa per contrabbando: cosicche e invero
slranissimo di volere assoggettarii ad un dazio maggiore, se
anche questo, die agli occlii dei produtlori e si tenue, in
fatlo promove il contrabbando. Io credo invece cbe la car-
ta ordinaria sia anche troppo proletta dal dazio cbe s'ag-
grava sullimportazione di questa carta da altri Stati non
riuniti alio Zollverein: io credo che sia non concorrenza
libera e giusta, ma vero privilegio, il mantenere esente la
carta che provienedallo Zollverein e il sopraggravare di da-
zio 28,827 diilogrammi che ci vengono dal Piemonte, e
cosl pure la carta delta Toscana e dello Stato Pontificio.
Non si ricorra pertanto alle proibizioni e se saprcmo a tem-
po prepararci non ci mancher^ Io spaccio delta nostra
— 859 —
rarla aiiclio nelT Finlie, ove con bandicra nazionale so nc
invia dalla Sardogna 4 5,103 cliil.
CAPO QUATTORDICESIMO
Le conterie e i vetri.
Chi non la conosce quest' arte chc nei documenti della
I'cpubblica chiamasi nobilc, gentile, mirabile? c\\q nelle pub-
blicbe pompe sfoggiava la ricchczza de'suoi lavori? che
proleggevasi siccomc cosa santa dalla Repubblica? Dovreb-
bero lutti i nostri fabbricatori pigliar esempio dall'arte
delle coQlerie nel sai)ei' acconciare i loro lavori agli iisi ed
ai bisogni doi popoli del levanle e dell' Asia: perche i fab-
bricatori di Murano, vedendo Tiiso delle corone Ira i devoti
di Budda coininciarouo a farle di vetro, e Irovarono cosi
csito ai loro prodotli in preferenza delle corone di cocco, e
conoscendo la vagbezza de' colori e delle concbiglie affatto
propria degii African!, imparavano le tinle e le paste ne'inu-
saici bizantini e seppero acconciamente iiuitarle, e trovar
cosi grandissimo favore alle loro cose. Ora gli smalli in
cauna per conterie line e comunali si fanno ascenderc in
Murano a 2.320,000 cbil. di smalti, di conterie, di perle
fatte alia lucerna, in tutto un valore di 5 milioni di L. Aus.,
e inoltre 800,000 cbil. d' allrcttanto valore in cristalli, ve-
tri soffiati, lastre, vetri da oriuolo, bottiglie. Ben si osservo
dall'Audiganne (!) che in Europa sono affatto mutate leccn-
dizioni di quest' arte de' vetri da quelle per cui fiori nella
nostra Repubblica : poicbe non lanto si ricerca oggidi vetri
colorati ne'quali fumrao maestri, quanto i vetri trasparen-
(I) L' induiirie conlemporciiiie, sex coraclcres el ses prof/n-s pur
A. Audigcnne. Pari?, 18uG.
— 8(i0 —
tissinii. La loncoironzii lalliui aiKlic in quest" arlc ilaj^li
stranicri dovrcbbc appiTiiileroi a coiidurrc i lavori in giii-
sa da secondare qucslo miitaniento della ricerca : e in pari
tempo dovremiDO stiidiare quesli usi oriental! per cui po-
trebbero divcnirc opporluni i nostri prodotli qualora si
spedissero direltameote per la nuova slrada dell' Indie.
isVbellissinii sludii del llondot (1) sulle esportazioni della
Cina imparo cbe i Cinesi poilano h) perle false da lor fab-
bricate a Bombay ed a Zengibar donde Iraggono in eambio
I'avorio, 11 corno di rinoceronte c via via; coiue pure no
spediscono a Batavia, doude le navi olandesi le portano alia
Nuova Guinea e vi trovarono grandissitno esito ; la quale
esportazionc giunge lalora a soumie rilevanlissirae, e vien
fatta con navi inglesi ed ainericane. Perche non potrebbe-
ro i nostri labbhcatori studiare nelT opera del Rondot il
niodo tenuto dai Cinesi in tale induslria per fame aggra-
dire i prodotti nelT Arcipelago Indiano c nelle coste del
mare Rosso? Perche non potrehbcro coH'aprlrsi della nuo-
va slrada deli' Indie cnlrare ancb' essi in questo trafOco e
trarne quel carichi di ritorno clie or si hanno dalle navi
non noslre? Anclie oggidi si trova esito alle conterie di
Veuezia ne'porti del mare Rosso e dell'ludie^ ma come pu6
paragonarsi il traflico ora fattone con quello clie sperasi
pill esteso e piu rieco di profilti per la nuova slrada del-
r Indie quando non piii sarii duopo portare le nostre con-
terie a Liverpool, e farle poi in nave inglesc e per la lunga
svolta del Capo giungere in Asia sopraccaricate di spese?
L'esporlazione ora fatta delle conterie puo dividersi tra i
vaiii pacsi cui e direlta nelle seguenli proporzioni:
(I) Etude pratique du conitnercc d' eu-portalion de la Chine, par
A". Rondot. Paris, 1848.
— 8GI —
rraiK-ia 380,000 I. a.
Inghillerra S:jO,000
Gei-mania 325,000
Ungheria 0 Polonia 100,000
Spagna 95,000
Russia 190,000
Cairo 375,000
Tripoli (Africa) 2i5,000
Tunisi, Marocco 1 30,000
Senegal 1 10,000
(^osta occidenlale Africana . . . 75,000
Costa Orientale 80,000
i ZuDsiba 00,000
eceelto j ^j^^. j^^^^^,^ 35,000
Calcutta per la via di Suez . . . «75,000
Bombay I 50,000
Singapore (Australia) 120,000
Cina 80,000
Stall Uniti 200,000
Golfo Mcssico (An title) .... 70,000
Brasile • . . I 15,000
Caltao, Cobija, Valparaiso . . 05,000
Diversi 150,000.
Si scorge da questo speccliio statistico come oggidi il
valore delle conlerie esportate neir Asia sia in tenue pro-
porzione: ma ben anebe si puo sperare die si rinnovino le
anticlie utilili di quest'arte quando il commercio di espor-
tazione avra luogo per via dirilta e conlinua, quando sa-
premo emulare gl'Inglesi nella conoscenza delta vera in-
cbiesta c del modo piii spedito ed econoniico di trovare
lo spaccio ai nostri prodotti.
— 802 —
C.Al'O Ul liVniCESlMO
Del tabiicclii.
Anc'lio pel coiisunu) 0 per la fabbfica doi (abacclii sarii
ulilissiina la niiova slracla cleH'liulio, col lorniie piii pronla
e piii abbondanle la materia prima, mciilic ora e scarsis-
sima e (juasi nulla limpoi'lazioiio doi tabacclii dell' Asia in
paragoned! <iuelli d'allre provenienze: infalto per tiiHe |(^
fnbbriche erariali dell'impero s' importano 238,513 cenl.
di labacco da 50 cbil., deViuali:
I2,5G9 provengono da Norimberga.
.'•9,110 n » altri luoglii di fiermania.
(»2,724 » .. Olanda
2,882 » .. Sliito Pontificio
12,850 » " TiU'C'liia
5,370 1) .) Cuba
2,000 » •> Avana
18,502 .. » Torloricco
1,135 n ,) Kenluky, Olio, 0 Maryland
50,205 '• n Virginia
a 0,388 .) » nrasile
10,003 .) '. Java
117 I) I) Indio Orieiilali
Si noli conic affallo minima e T imporlazione dei (a-
bacehi falla dircUamenle da Java e dalflndie Orienlali: e
come in parle Ijen niaggiore Timporlazione di quesli labac-
clii vien faila indiretlamenle per 1' Olanda: si noli dunque
come dopo ii canale di Suez non solo Timporlazione dei
labaccbi dell' Asia poira acciesccrsi, ma ancora quella ehe
ne 6 falta oggidi indireltamente, c quindi soitraecaricaJa di
— 8C3 —
spese polia veiiir dirella a Venczia o Tiiosle. Oia mi faro
a considerarc paiiicolarmenlc nelia Lonibardia o iicl Ve-
nelo le condizioni di questa indusliia die ha una fabbrica
a Milano ed una a Venezia e da lavoro nclla prima a 852
operai, a 613 iiella seconda, ollre agli im|)iegati cd ai dis-
pensieri (I). Nella Lombardia non si compra labacco del
paese e se nc Jia solaraentc un poco preso al conlrabbando
(930 chil.) : ncl Vcnelo si compra 317, GOO cbii. di tabacco
del paese, prendendone inollre al conlrabbando 8400 chil.
Del reslo la maggior quanlita del labacco adoperalo nelle
fabbriclie di .Alilano e di Venezia si Irac da alUi pacsi, cora-
prandosi da quella di Milano 801,750 chil., da quella di
Venezia 659,550 chil. Le spese della fabbrica sommano
a 4.321,210 lior., de' quali 895,359 a Milano, 425,851 a
Venezia, rimane aH'crai-io un reddito nello di 3.401,00 4.
fior. Se si consider! che in tuUo limpero il reddito delle
fabbriche erariali e di 12.873,30 lior., siamo alia solila
conclusione che anche qui si contribuiscc in propoi'zione
ben maggiore dei dominii imporiali. Nella Lombardia per
1000 uomini sono 68 consumatori di tabacco da naso, e
nel Veneto 110, e 76 fumatori in Lombardia, 56 nel Vene-
lo; mentre nel Tirolo e nel V^orarlbcrg sono 295 1 pi-i-
mi, 383 i secondi, in Bocmia 105 i piimi, 376 i secondi.Pel
tabacco da naso il prezzo medio e di I fior. O'/j car. per 0,6
chil. in Lombardia, 57 '^/^^ car. nel Veneto, mentre nell'xVu-
slria sopra I'Enns e di car. 2 %, ncl SalisburgheseS '/i,in
Carinlia di 3 %, in Gorizia di 5 "-f^. Pel tabacco da fuma-
re \ fior. e 44 car. nella Lombardia e \ fior. e -10 y^ car.
nel Veneto, mentre nelle altre provincie dell'impero non
sorpassa 1 car. 58 %, e sta quasi semprc Ira i 20 e i 30.
(I) Ttitte queste nolizic sono tvatti' dalle Tafdn zur fHatiitik der oeiterrei-
'hischen Sionurchie, IN. 1". 1. B. Wien 1857.
^ 864 —
I labaoclii consumali nolla Lonibardia e nol Venclo so-
no di Virginia o di Lovaiilc: ed i prezzi d' acquislo noii
sorpassano i 32 fior. e I>3 oai-. per cenlinajo daziario di
50 iliii. c sccndono anclie a 7 c 16 car. Cerlainenle qiiesti
prezzi sono ben infcriori a quelli dei tal)acclii di Java : clie
si pagano neli' Austria soUo i'Enns a 101 fior. e 30 car.,
ma giova il ridiro clie abbroviata la via dell' Indie, non do-
vranno 1 tabacchi di Ja\a faro il giro del Capo, fare poi sca-
la in Olanda, e pel Reno risalire all' Auslria, rna si verran-
no direllamente a Venozia. II minor viaggio permellera
quindi clie si conchiudano anche pel tabacco i contratti a
termine usali in altri porti, p. es. d'un raccollo di tanti el-
lari nella colUira di labacco a Java: die se ne faccia
grandioso deposito a Venezia senza mai lenere lo sloch
superiore alle ricerclie: cbe ivi se ne possano fare vendite
rilevanli: die la fabbrica ne divenga mono coslosa: che
nuove qualila ne enlrino nel consumo. Cosi parimenli si
faranno a Venezia i cigari che ora si traggono da Brema,
da Aniburgo, da Manheim.
CAPO SEDICESIMO
DeH'iinporlazione dei zuccheri, e delle raflineric.
: Nel ^8o5 s' importo nclla Lonibardia c nel Venelo
2.109,850 diil. di zucdiero non raflinalo ne dirello alle
noslre laflinerie, de" quail vennero
da Venezia .... 836,150 chil.
» Svizzcra .... 3,350
>. Picmonte . . . 1.213,800
» Toscana .... 2,300
.. Slato Poiililido. . I ;,250.
— 865 —
Inoltre s' impotto 84i,600 chil. di zuccbero raffinato,
di cui
du Venezia .... 328,0^0 chil.
>) Svizzera. . . . 3,800 ■ : i ,
.) Pienionle . . . 463,350 i ' '
» Toscana .... 3,630 ' ■ <
.) Stall) PoDtificio. . 37,730
S'imporlo poi 14.674,800 chil.di zuccbero [ler le raffi-
nerie, dei quuli 3.763,400 dal Pienionle, il rimanenle da
Veoezia.
Da quesle nolizie slatit^liche risulla evidenlissirao cbe
liraportazione dello zucchero registrala dalle doganc e assai
poca, ed e quasi esclusiva per le raffinerie. II Fraltini
mosse il dubbio, cbe devasi fare un conlrabbando rilevan-
te di zucchero nella Loiubaidia : e tal sua congellura de-
doUa dal grave dazio d'iniportazione delio zuccbero raffi-
nato, o altrimenti non destinato alle raflinerie, si avvalora
cerlamente dal considerare come in un paese, in cui I'agia-
tezza e si diffusa, non possa il consumo dello zuccbero ve-
nire valutalo iie'limiti si slrelli deirimportazioue accenna-
ta. Un' allra prova mi viene innanzi: perche il libro del
movimento commerciale degli Stati Sardi, cbe bo sott'oc-
cbio, rai dimostra cbe dal solo Pienionle si esporlo ap-
punto nel 1833 per la Lombardia e i Ducali ben 10.628,921
chil., raentre nelle somrae esposte secondo la statistica au-
striaca di quell' anno, 1' importazione dal Piemonte non
entra cbe per 3.763,400 cbilog. deslinati alle raffinerie,
463,330 chil. di zuccbero raffinato, 1.213,800 di non raffi-
nato ne destinato alle raffinerie; ed aggiungasi pure 40 1 ,000
chil. diretti in transito per la Svizzera. Per lo zucchero raf-
finato le statistiche piemontesi registrano un' esportazione
Sine III, T. IV. Ill
— 860 —
(li 4(>9,l<J-l chil. iiiai^giore ciclla corrispondenle iniportazio-
ne registrala dalle statistiche auslriache, e un'esporlazione
di 92,127 chil. maggiore della corrispondenlc importazione
per lo ziicclieto non raffinalo. Ed iin conlrabbando notevo-
lissimo deve cortaniente aver luogo ove per proleggere a
modo suo le raffineiie si fa pagaro un dazio di cent. 75
per cliil. agli zucclieri raffiuali, e di 54 cent, agli zuccheri
non destinati alle raffinerie: niontre quelli destinati alle
raffinerie non pagano all' importazione che 36 centes.
Dicevami un amico, che iia parte in una nostra rafti-
neria, come sia affalto necessni'ia tal produzione a raan-
tenere I' induslria : ed egli medesimo qual fabbricatore di
cotoni lodava a cielo le leggi che ne fanno eseute la mate-
ria prima dai dazii d' importazione. Ecco le conlraddizio-
ni ciii si giunge colle prulezioiii e col rigiiardare solameute
airinleresse dei produtlori! Si guardi invece all'interesse
dei consumatori, che c sempre uiio solo, die c sempre uni-
versale, che influisce alia sua volta sul bene dei produt-
tori stessi ; e sembrertj allora slranissimo che si facoia pa-
gare ad una lira e 7t cent, cio che potremmo avere a 96
cent., che dal consumo si lengano quindi lonlani lutli
coloro i quali possono esborsare i 96 cent, noii lianuo
tanto da pagare piii caramente il consumo.
E certo che colla nuova strada dell' Indie gli zucclieri
di Java giungeranno prima a Venezia che a Rotterdam, ad
Amsterdam, a Schiedam, a Dordrecht: e certo ch'essi faran-
no concorrenza uel nostro porto con quelli del Brasile e del-
I'Avana: ma perche non perdiamoquesti vantaggi messici in-
nanzi dall'opportunila del sito, non conviene ora aecresce-
re il danno della distanza itineraria coi dazi che aggravano
specialmente lo zucchero raffinalo, come qucllo ch'cnlra
maggiorraente ncl eonsumo. Assicuriamo intanto a buon
— 867 —
meivato il consunio al noslro popolo, ne temiaiiio punlo
nt' poco che manclii il lavoro alle raffinerie , il quale
non dipende dai dazi, ma si dall' avere la materia prima
abbondanle e a buon prezzo, e dall' oppoi'tunita dd sito
per I'esito deprodotti. La raffineria di Verona lavoro nel
^855 un milione e 748,095 chil. di zucchero: scemo il suo
prodotto nel ^856, riducendolo ad 1.493,730, appunto per
essersi inoarita la materia prima. Quella di Treviso ne fab-
brica 60,000 funti, oltre quelle di barbabietole: quella di
Udine nel 1 853 ne fabbrico 2. i 60,000, nel \ 856 1 .940,000;
il rimanente fu consumalo nella raffineria di Venezia. Ma
possiam noi paragonare tale industria a quella olandese,
che nel 1835 raffino 75.650,000 chil. di zucchero ?
CAPO DECIMOSETTIMO
Del caffe e di altri consumi.
Col consumo degli iuccheri collegasi quello del caffe,
che ora ci viene o dagli entrepots inglesi, o dall' America
centrale, dal Brasile, dagli Stati Uniti, e dopo il canale di
Suez ci verri con maggiore opportunity dall' Indie Orien-
tali. lo non saprei valutare il consumo reale del caffe nel
nostro paese : poiche non credo che possa venire rap-
presentato dallimportazione registrata dalle dogane, es-
sendo questa assai tenue in proporzione all' universality di
questo consumo : ne potendo io credere die un dazio
di L. 30 per 50 chil. non sia tale da promuovere vivissimo
contrabbando. Poniamo il valore di 1. 1,50 al chilog., e ne
abbiamo un dazio di L. 30 sopra un valore di L. 75, cioe
del 40 per %, mentre i Piemontesi non pagano per questa
derrata che un dazio del 20 per %. La raia congettura si
— 868 —
avvalora anche qui dalle statistiche del moviraento comraer-
ciale degli Stall Sardi, rhc nolano im'esportazione diretta
air Austria ben al disopni della corrispondente importazio-
ne rcgislrata dalio statistiche austriache. Socondo que-
sle non s'importano nclla Lorabardia e nel Veneto clie
3.113,950 chil. di caffe, d(>'qiiaii 1.604,000 per la Lom-
bai'dia, 1 .509,9b0 pel Veneto. Tale iniportazione si fa pel
Veneto da Venezia, per la Lombardia da altri Stati d'Ualia,
eccetto 233,850 chil. che vi s' importanoda Venezia. Ri-
cordisi che nel secolo scorso i Veneziani provvedevano del
calTc non solo il loro dominio, raa eziandio tutti gli altri
Stati d'Ualia ed anche la Gerniania: essendo allora in voga
il consunu) del caffe di Moka che facendo ca|)o al Cairo,
indi in Alessandria, conosceasi in comraercio sotto il nonie
di caffe d' Alessandria. Diminuito il dazio, ed abbreviata la
via, crescera certamentc il consunio del caffe, e particolar-
mente di quello d' Asia: la marina mercantile ue avr^ ma-
teria di noleggi, il commercio veneto, soprattutto pel tran-
sito e per 1' entrepot, ne avri un'altra cagione di accresci-
niento e di utili speculazioni.
Parimenti Timporiazione del l^, quasi nulla oggidi,
potra accrescersi qualora se ne abbia maggiore I' opportu-
nity, ed altre cose ch'entrano molto nei nostri consurai e
nella nostra produzione parteciperanno ai benefici della
nuova strada dell' Indie, come la cannella di Ceilan, le noci
moscate, il pepe, il zafferano, la lacca naturale, la resina di
lacca, il cacciu greggio o terra di Giappone, I' oppio, i ta-
raarindi in bacelli od in polpe, i legni odoriferi, le scorze
di china-china, il nitrato di potassa o salnilro, la coccini-
glia, i legni da tinta, T indaco, la terra oriana, la robbia
in radice, le mandorle. Di tutto cio si fa notevole importa-
zione dair Indie orieiitali in Pienionte; e cerlo ha luogo
— 869 —
anche nel Veneto ed in Lombardia : ma le statistiche au-
striaohe, ponendo tali cose insieme ad altre e di diversa
provenienza, non mi permettono d'indicare precisamente la
quantiti'J assoluta della loro importazione, e la quantity che
ne proviene dair Indie orientali in parlicolare.
CAPO DECmOTTAVO ^
Di altre industrie. .i' i ■ o^r.. : ,
Altre industrie minori avrebbero parte ai vantaggi del-
la nuova strada dell Indie; e ne faro qui accenno rapida-
mente. I petlini si fanno a Milano coiravorio dell' Indie e
con quello d' Africa, traendosi il prime da Londra, I'altro
da Genova, ed hanno esito in Levante: cosicche sari utile
a questa fabbrica il canale di Suez e per la materia prima
e per lo spaccio. Per le corone si hanno dall' Indie le perle
di cocco. La cera, e quella di Venezia e celebrata, si trae
dall'Egitto, e per I' Egitto esportasi lavorata. Un rispar-
raio si avra per le gomme che potranno aversi anche
da Venezia, mentre ora si Iraggono quasi tutte, cioe per
626,000 chil. da altri porti ditalia: e sono per \ 81 ,700 chil.
arabiche ed africane. L'industria del sapone, la quale in
altri porti dh ricchissima produzione, avri sommo accre-
scimento, ricevendo a miglior mercato I'olio di sesarao: e
ne verrh notevole beneficio all'industrie, che si valgono del
sapone, sia per espurgare la lana e feltrarla, sia per lavare
i tessuti e via via, 11 solo setificio lombardo compra sapo-
ni di Marsiglia e di Livorno per un valore di 50,000 fior.,
€ dalla statistica del movimento commerciale sardo attin-
go che senza valutare i saponi medicinali e di profumeria
s' importano neir Austria dal Piemonte 169,553 chil. di
— 870 —
sapoiii. Vorroi qui compire quesla esposizione dollo noslre
Industrie descrivendo lo stalo di quelle particolari di Ve-
ne/ia : ma e neiessili!! ch' io mi ristringa a farlo desumcre
da cifre di valofc sollanlo approssimativo ; lultavia sui-
ficieiili pur troppo a mostrare clie ollre le fabbriehe de'ta-
bacclii c degli zueoheri, (lell<> quali aljbiamo I'alta parola,
nonpossouo dirsi esistenti a Venezia allrc; Industrie in gran-
de. Lavori ingegnosi e pazieuli vi si coiuUicont) colle forme
pill squisite deil'arte: il buon gusto ed lui linissimo senso
del bello son proprj oggidi e i'urono proprj costanlemenle
del popolo veneziano: ma la faceenda mercantile, il gran-
de commercio d' esporlazione, i grandi capitali fanno
certamente difetto alia nostra produzione. E vero che i
Francesi spacciano con vantaggio in Lcvante eziandio
cose di lusso: ma esse possono l)enissimo completare i
carichi, non possono mai fornire materia sufficiente alia
navigazione. Se i lavori fatti a Venezia dai passamanai
e ricamatori in oro ed in argenlo Irovano qualche spaccio
in Lovante, se non mancaci esempio di qualche spedizione
de' nostri arredi sacri in quelle parti delTAsia ove la re-
ligioue cntlolica ba cullo: se ancbe per le mole da raacina
e per le stoviglie non manca qualcbe esempio di spedizio-
ne in Levante, non si pu6 tuttavia su tali spedizioni ripor-
re la speranza di vodere accresciuli i nostri traflici dopo
il canale di Suez, ma solamenle deesi aver fede in quelle In-
dustrie maggiori, di cut dicemmo, soprattutto delle sete, dei
cotoni, delle lane, degli zuccheri. Lo speccliio ch'io qui pon-
go innanzi delle produzioni di Venezia fara conosccre la
loro indole propria ben piu d'un commercio minulo ed in-
terno, che d' un commercio idoneo a dar fondo di carico
alia navigazione e rallargaie i nostri Iraffici col Levante.
Ciiflettieri ....
jCalce, tegole, niattoni ,
Calcografi . . . . ,
Halzette . . . . ,
lalzolai
'.aiidele di sego . .
lanfino
iapi mastri muratori con
giornalieri
lapi mastri muratori senza
giornalieri
errazzai . .
appellai . .
arta ordinaria
232
3
4
i
324
7
2
42
38
46
29
2
B40
30
9
4
4003
24
7
742
38
<i6
UO
8
410,000 paia
75,000 lib. ra.
*) UAutore ehhe questo specchio, come pure (jli altri at
I
ilelk- Indnstiii' dflhi Cilia e Poitofranco ill \ en.-zia I83X f).
"""■' (
(•) l.tiitort M, .|i.e«lij •peccltn ro,m ,,i,rr ,jl,
irbilrghl. In rr.n.M,ta.
.1; /'eilfdii, Aillri corWiii M J.J. Ami' irjWi
— 871 —
E qui prima di scendere ai provvediraeoti, che mi
sembrano richiesli per giovare le nostre induslrie e la na-
vigazioiie, debilo di gratitiidine mi slringe a ricordare
r Algarotli perche nei declinare della lepubblica tento eon
parole nobilissime richiamarc Tabbandonato aninio dei Ve-
neziani, ricordando ioro le anlicbe glorie della nostra ban-
diera in Levante. Egli scriveva ad Alessandro Zeno procu-
ratore di S. Marco, congratulaudosi perche negli irapren-
dimenti di Colbert studiava un esempio utile a ridonare a
Venezia I'antica prosperity : quando ella era I'emporio del
mondo c dispensatrice dei tesori dell' Indie all'Europa.
Lamentavasi che le spole d'ollremonte fabbricassero al
suo tempo lo scarlatto che di color pieno, di filo morbi-
dissimo e denso era I'onore di Venezia; lamentavasi che i
lucidi arnesi, un tempo fattuia della sola Muraiio, si tem-
prassero e cuocessero nelle fornaci straniere. Augurava
che i nosiri vini s' imbarcassero pel Levante, e se ne invo-
gliassero nelle loro delizie i Sultani : le lane degli arinenti
che pascolavano lungo la Brenta, le lucide sele di Ceneda,
1 ferri di Brescia gli davano argoraento a credere che tul-
tora si potessero ravviare i Irafiici coif Oriente. Non gli
mettea limore alcuno I'introduzione delle raacchine; desi-
derava di vedere nuovamenle coperli i nostri monti coi ro-
veri e cogli abeli che preparassero nuove flotle a Venezia:
ancora sembravagli aperto un grande avvenire alia sua
patria, se i nostri navigalori portassero lontani i prodotti
di Venezia, e il foudacchiero non aspettasse il Russo im-
pellicciato per afiidargliene 1u spaccio. -,,., ui ,;. i-
Questi pensieri coloriti dall' Algarotti colla frase poeli-
ca. pur eomprendono il segreto, che fa po'tente I'indu-
stria inglese ; I' intima attinenza, cio6, dell' industria col
commercio. Si ricordi il consigllo dato da Colbert per
— 872 —
promuovere i lialtici della compagnia oriontali' di Francia:
convieiie osservarc, egli dice, les regies d'ime (tonne et
esacte economie marcliandc en Ionics clioses : egli lamenta
i danni di sp(3dizioni troppo abboiulanli, e non dii'elte
colla conosconza della vera inchiesla. Ritorno di nuovo su
quesli iiiali c su questi bisogni deirindiistria per consiglia-
re i noslri negoziaiili ad avviarc veriliere corrispondenze
coi paesi dell' Asia se vogliono entrar eon cssi in ulili ne-
gozj. Cio sarebbe necessario noii solo per fabbricare co-
staiitemeDle con sicure coinraissioni: lua aiicora per acere-
scere nellAsia T inchiesla dei nostri prodolti. Gli orientali
non leggono i nostri giornali, non conosi'ono cio elie la
nostra industria puo produrre e a ehe prezzo : vogliono ve-
dere, toccare con niano; 11 fur conoscere 1' oggelto e il buon
mercato acquisten.'bbe di giorno in gio;'no nuovi aequiren-
ti. Appunto la precedenza degl' Inglesi nel comniercio es-
terno e lutta dovuta a tale aftacccndai'si nel conoscere il
mercato lontano, nel sollecitare I incliiesla, nell'adattarvi
le spedizioui. Mentre neiringhillerra il comniercio interne
si fa con moltissimi intermediarii, il commercio esterno
vien fatto con un dirctlo interesse e con una diretta cono-
scenza dei luoghi e dei bisogni dei popoli : ed alleviandosi
dalle spese degl' intermediai'ii diviene eziandio a miglior
mercato. Finalmente dovrebbesi togliere ogni tassa che
aggrava gli annunzj e i giornali: ctie facilitano il ritrovo
dei trafficanti, dei produttori e dei consumalori. Queste
tasse, come ben dice Stuart Mill, prolungano il tempo in
cui le cose rimangono non vendute, e il capitale sta ozioso;
queste tasse vanno a scapilo della discussione e dell' inte-
resse che tutli devono avere nei pubblici negozj, ed impe-
discono di trasportarsi in regioni d'idee e d'lnteressi al di
1^ dell'orizzonte ristretto delle citta o delle borgate
— 873 —
I3 v:ii:. :;-■,. f,i '> ,.>'.iVi ' uiviV/' -- - -'.l.iUJ *< -!•(■.
CAPO DECIMONONO -^ -i^
Provvediraenli da porsi in atto aVenezia: — 4." Quanto alia
navigazione. — 2." Quanto ai magazzini. — 3." Quanto
alia costruzlone ed all' arredo delle navi. — 4." Quanto
alia istruzione de' costruttori e de' marinai. ■. - .-••:■-
L'awiarsi del commercio europeo pel canale di Suez
toglierS dunque un priocipalissimo impediniento alio svol-
gersi delle arli e de' traffic! non solo di Venezia, ma di tutti
i paesi che \i fan porto ed hanno le stesse sorti : poich6 non
avremo piu lo scoraggiamento dell'esser lasciati in disparte,
ed a procurarci le cose d'Oriente e darvi esito alle nostre
sar^ opportunissimo ii sito. Ma il ripronietterci vantaggi
larghi, raagnifici e, per cosi dire, all'uso antico, sarebbe un
buttar le parole, ove non si rinnovino grimprendimenti e
la pertiuacia degli antichi Veneziani, e non si tolgano gli
altri ostacoli che ora ammiseriscono il nostro corameroio e
nellavvenire potrebbero distornare le utility della nuova
strada dell' Indie. Si e detto piu e piu volte, ed e un fatto
certissimo, cbe senza bacini sicuri alle navi, senza facili
approdi, senza opportune calate, senza spedilezza nel cari-
caree nello scaricare le navi, senza buoni magazzini, senza
la circolazione dei warrants non si richiama in un porto
la vita ed i traffici. In molti porti queste condizioni si tro-
vano riunite nei docks, negli emporei, o sia perch6 la forma
stessa della cilli non le pu6 offrire altrove, o sia perche la
esenzionedai dazii viene rislretta ai loro bacini. A Geneva,
per esempio, il porlare una merce in un magazzino discosto
dal porto non sarebbe possibile se non ai muli, e talora
soltanto a schiena d'uomini. Invece a Venezia raoUi magaz-
Serie 1/1. T. JV. Hi'
— 874 —
litti e niolle cuse hanno riva, e la franchigia dci dazii e ora
estesa a tutta la citta, n6 le potrebbe esser tolta senza gra-
vissimi danni. Devesi tonero gran tunto di questi due fatti
se viioisi prociirare a Venezia, nel niodo piii iiaturale e piii
pieno, quelle ulilita che dissi dcsiderabili in ogni porto, e
che io qui ;indio a parle eonsiderando secondo le altinenze
del ludgo.
E ceiio priuiieraniente ehe non abbisogna a Venezia la
costruzione di bacini ove le navi stieno sicuramente ; poiche
lutto il badno della laguiia e un sicurissimo porto. A Ge-
neva, alleso il difetlo dci nioli, sollanto una terza parte
dello spazio incluso nella perifeiia del porto serve a questo
uso ; e il noct'hiero non vi trova la desiderata sicurezza,
lanto die vi naufragano talora 'dci bastimenti. Invece nella
nostra laguna le navi possono dovunque ormeggiarsi e stare
sicuramente, ne sono costrette ad avviciuarsi tanto le une
alle altre da impedire i loro movimenli. Or sono pochi anni
che tcuieasi di ^ederlo interrato questo slupendo porto della
laguna; quasicbe la natura volesse anch' essa punirci della
nostra inerzia : ed i giornali inglcsi compiacevansi le uiille
volte dei pericoli e dei ritardi nelTentrare la laguna, insoliti
ai loro docks. Or sono pochi anni che i navigatori di grani
dai porti del mar Nero li caricavano colla facoitJi di portarii
a Venezia o Trieste secondo la inchiesta, sicche dalla punta
di Pirano si dovesse dirigersi alluno o allaltro di questi
porti; ma qualora si avesse dovuto prender la via di Vene-
zia, stipulavasi un nolo maggiore, appunlo per le spese e i
ritardi dell' entrata nel porto. Quanti danni ne venissero a
Venezia e noto a tutti: i piloti aveano il lor conto d'ag-
grandire i pericoli: il ritardo era pur troppo reale, dacche
le navi doveano alle cosle dell'Istria attendcie il raomento
opportuno, alleggiare, valersi di bardie d'allibo; ed il )iude
— 875 —
facoasi sempre piu grave colTaccresrersi il tonnellaggio delle
navi europee, e quindi col renilersi necessaria una maggiore
facilitci nell'enti'ata dei porti. Non mi rimane che deplorare
il liingo tempo per cui diirarono qiieste diffieolta della na-
vigazione; poiche ora, perduli i traffici, vieppiii si fatica a
ravvivarli e richiaraarli Del nostro porto; ove Gnalmente
entrano senza ostacolo le navi di maggiore immersione, e
taiito piu le vaporiere, senza aspettare I'alta raarea, e per
una foce riparata dai venti piii burrascosi. Che la contro-
diga si eonipia per la lunghezza eguale della diga setten-
trionale, che si collochino nei luoghi opportuni i fari, che si
raanlenga coi cavafanghi la foce, e necessita generalmente
riconosciuta: poiche quei lavoii che prima della nuova diga
sarebbero stali una spesa gettata, divengono invece va-
lidissimi a manlenere buona la foce, la quale non e piu
ingombrata dalle sabbie portate da sopravvento, ed e na-
turalmente accresciuta dalla stessa corrente che la apri
delerminandosi lungo la diga. L'autoritii del sommo Paleo-
capa, 6 quell'evidenza di ragionamento che sforza a persua-
dersene anche gli uomini non pratici ne oonoscitori dellarte,
allontana ogni timore che la nuova foce non sia sufficienle
per qualsivoglia aumento sperato nella navigazione, purche
non siamo anche qui Irascurati, e secondiamo T opera or
fatla dalla natura, dopo die Parte le diede una volla la
facolt^ di spiegare tutta la sua potenza. Che se tutta la
laguna e un porto sicurissimo, se quindi inutile si e la
costruzione di bacini chiusi, i quali abbiano il monopoiio
di questo vantaggio naturale, rimane la necessity di manle-
nere i nostri canali a tale profondif^i che le navi possano
mettere direttamente a tutte le cahite e le rive, le quali a
Venezia stendonsi per lunghissimi tratti. A molte calate,
che sarebbero eziandio opportune per la vicinanza dei ma-
— 876 —
gazzini, la nave non pud ora approdare, sioche oonvieiie
scaricaria e portare a riva le inerci sulle pialte, onde si
hanno avario, spcse, perdita di tempo : ma tutti quesli
dauni devono cessare coi lavori ohe mantengano profondi
i canali. Soprattutto si deve darsene iiii pensiero per il
caoale della Giudecca, ove le navi devono restarsene e
scaricarvi le loro cose, che vanno poi alia strada ferrata
su piccole barclie. Vedremo pifi iiinanzi che Venezia puo
farsi seala del traffleo dei paesi posti di Ih dal Capo colla
Svizzera orientale, colla Germania meridionale, colla Lom-
bardia : ma e pur certo che la uavigazione sara invitata a
quei porti ove maggiori ne sieiio le comodila, ed ove non
deva soffrire que' disordini e slruscii che aggravano le
mercanzie e pregiudicano il comraercio anchepiu dei dazii,
come un decreto preso in Pregadi nel 4 agoslo 1662 espri-
mevivamente. Chi scrive queste pagine pro('ur6 ogni modo
d'informarsiqual costo sopraccarichi la merce pel tiasbor-
do che e necessario per la poca profondita dei canali ; ma
non si hanno punto spese ferme consuete e accomodate a
un solo regolo, poioh^, non facendosi alcun commercio in
grande, i carichi sono sommamente divisi, e quindi anche
le spese di Irasbordo si regolano di volla in volta secondo
che si accresce o si diminuisce, dall'inchiesta dei raercatanti,
la necessili dei trasbordi stessi, e secondo le varie oppor-
tunitci che stanno innanzi ai contraenti. Si valiiti il carico
e lo scarico anche a soli fiorini 0.015 della nuova moueta--
zione per 50 chilogrammi ; dovendosi fare i Irasbordi dalla
nave ai magazzini della Giudecca, da questi alle pialte, da
queste alle calate della strada ferrata, poi sul carro della
ferrovia, si ha la spesa per tonnellata dun fiorino e venti
soldi ; facendosi due volte, una nei magazzini, una alia fer-
rovia, le spese della pesatura, si ha la spesa di altri 60 soldi.
— 877 —
II nolo da Venezia a' varii porti d" Europa non e maggiore
di questa s|)esa che con buoni e diretti approdi alia strada
ferrata sarebbe niinore di tanto (I).
Del reslo, coi lavori che danno I'approdo diretto delle
navi alle calate acquisteranno utility ben maggiore i ma-
gazzini, i quali sono moiti e opportuni; tanto che vi giiin-
gono talvolta mere! da Trieste per esservi depositate, atteso
il caro fitto del fondachi triestini. E vero che facendosi dei
coloniali e dei cotoni il commercio a rainulo anziche in
grande, non si hanno per tali generi le stesse comoditS
che si hanno pei grani ; ma rimane pur sempre vero che
sarebbe un trascurare le condizioni naturali di Venezia
volendo ridur tutto in un fondaco solo e non valerci dei
magazzini sparsi nella citti. I generi di poco valore, per
esempio i carboni, non andrebbero in un dock, esscndo
troppo grave per essi anche una minima tassa; altre cose,
per esempio gli olii, richiedono deposili speciali per le ma-
nipolazioni cui vengono sottoposli : infine i fondachi privati,
avendo gii un qualche avviamento, potrebbero sostenere la
concorrenza di un dock, ove si volesse concentrare tutto
quanto il movimento mercantile di Venezia. Inoltre devesi
ricordare che il nostro porto si gioveri della via dell' Indie
non solo pel transito, ma pel deposito delle merci e per le
riesportazioni ; di che deriva come, volendosi far capo di
tutto a un solo dock, si pregiudicherebbe Tuno o 1' altro di
questicommerci. Mentre infatli il transito avrebbe il magaz-
zino opportune alia slazione della strada ferrata, il commer-
cio di deposito e di riesportazione lo avrebbe piu opportuno
nel cuore della citl&, ove e piu viva la faccenda^, ove trovasi
(1) La spesa del trasporto d" una tonnellata di merci dai inaj^azziui ^
della Giudecca alia stazione della strada ferrata a S. Lucia puo io via me-
dia valutarsi d' uua I aiistriaca. ■ ■ . •■■■-■._■
— 878 —
la l)anoa,ovesi faraiinoIevcndileall'incanlD.I.iingi admiqiie
dal proporre lisliluzione di un solo dock a Venezia, come
proponosi a Gonovn, io croilo piii conformo o alia configu-
razioiie della cilia, e all' indole del noslr'o commercio, iion
solo p r ese n tern e lite nia anche nell' avveniie, il non lasciarsi
illudore da un progctto iinico di un grandc einporio, ma si
di promuovere la costruzione di magazzini in varii luoghi,
e di migliorare gli attuali, fornendoli tulli delle macchine
valide a pesare le nierci, lirarle su, scaricare e caricare
facilmente le navi. lo concludero quindi :
I." Che non occorre a Venezia il fare de" bacini chiusi
per le navi, perchc tuUa la laguna e un porlo, e perch6
sarebbe conlrario alle condizioni nalurali il Irarre tutto il
niovimento mercantile in un solo punlo.
2." Che devesi manlenere coi cavafanghi la profondili
deir ingresso nel porlo, ed inoUre devesi proseguire ueilo
scavo dei canali. . ■!
3.° Che soprattutlo devesi rendere aocessibile alle riavi
la slazione della strada ferrala e Tapprodo direlto ai ma-
gazzini seoza trasbordi suWe piatte. '■ .-. ■) • ;;.
4.° Che non devesi pensare a un solo fondaco, ma va-
lersi degli esistenti e migliorare principalmenle quelli sul
canale della Giudecca, della dogana e della strada ferrata.
5.° Che i principali magazzini devono migliorarsi e
provvedersi di quanlo occorre a caricare e scaricare solle-
<'ilamente le navi, ed a pesare le nierci.
6." Che, specialmente alia stazione della strada ferrata,
devono slenders! opportune calate.
Ma ben altri provvedimenti richiedonsi alle comodilS
della navigazione. Dovrebbe darsi nelParsenale plena liberie
ai negozianti di costruire, raddobbare, carenare, fornire le
navi: tenorvi pronli depositi di ancore, di canape, di vele,
— 879 —
d'alberi, d'ogiii cusa attinente alia navigazionc; porre le
opportunita di quel sito a pieoo piofitto del cominerciu, il
che sarebbe possibile aiiche rivolgendolo uii'alUa volta alia
potenza marittima di ciii fummo un tempo padroni. Basta
il dai-e uno sguardo alio stato dci nostri canlieri per farci
accorti come siano necessarii de' buoni bacini in cui si
possa introdurre il bastimento in guisa da non obbligaria
a violenti scosse ed indiuazioni, doude riceve sempre scon-
nettilure e guasti non lievi, pur ponendo da parte la perdita
di tempo necessaria a trarlo in modo si penoso fuori dal-
I'acqua.
Del resto a che gioverebbero tutti qiiesti provvedimenti
se mancassero ai nostri tonduttori ed al nostri naviganti
lecognizioni che si richiedono oggidi daU'emulazione degli
altri paesi? Franklin-Pierce, nel 4 decembre 1834, osservo
Del suo Messaggio che i disastii marittimi piii spaventosi e
desolanli erano sopravveuuti nei tempi recenli, ed aveano
a molte famiglie oagionato dolorosissime perdite, in luttoil
paese profonde commozioni di sinipalia e di dolore: e ben
a ragione atti'ibul tali rovine ai pericoii del mare. Gli ar-
matori, i marinai, icoslruttori di navi agli Stati Uniti sono
certamente sopi-a quolli d' ogni allra parte del mondo per
limprese lontane, per T aecorgimento, per T intelligenza,
per il coraggio. Ma essendo cresciuto il tonndlaggio delle
marine mercantili, ed essendo eresciute le dimension! delle
navi, mancavano suflicienti provvedimenti per I'istruzione
e la sicurezza dei viaggi marittimi. Tale necessity d'una
nuova ed eslesa istruzione agli uomini di mare fu anche
riconosciuta in Francia, dove Tamrairagiio Haraehn, nel 26
gennaio 1857,facea rapporto intorno ad essa airimperatore:
perehe la navigazione delle vaporiere richiede altri studii
da quelli che in passato bastavano. Abbiamo, e vero, una
— 880 —
scuola nautica anche ;i Venezia; iiia convcrrebbe ch' essa
si c'onformasso pienamcntc a quel nuovo avviaraento che
devono consegiiire i Iraffici nel Dostro paese; die Don fosse
cosi scarsamente frequentata ; die fosse unita alia pratica
del marc. Quindi dovrebbe essere specialmenle rivolta la
istruzione al modo di costruire le navi col sistema inislo
della vela e del vapoic ad dice; il ijual iiiodo di naviga-
zione diventer^ prevalenle neHavviarsI dei traffici pel Me-
diterraneo, e soprattutto opportuno per evitare i ritardi
cagionati dalla periodicity cui va soggetta la navigazione
nei mari indiani per i monsoni. Iiioltre dovrebbcsi dar co-
moditi agli allievi di far qualchc viaggio marittinio, spe-
cialmenle verso il Levante: dove ricordcro che un tempo
colle nostre galee erano soliti di navigare i giovani della
nobiiti, si per esercitare le mercanzie, si per apprendere
I'arle marineresca e la cognizione delle cose marittime. Un
insegnaraenlo niinutissinio d" idrogralia e di geogralia do-
vrebbe farsi nella soiiola nautica, dandosi conto di tulti i
porli, di tulti i venti, di tutte le correnti che s' incontreran-
no nella nuova navigazione : e indtendosi soil' occhio i
bellissimi studii fatti dal capitano Philigret sulla rada di
Pelusio, come pur quelli di Rogers e Walesby sul mare
Rosso. Finalmente non dovrebbe trascurarsi lo studio delle
lingue d' Oriente, ne una particolareggiata esposizione di
lutti i prodotti che hanno esito nell' Asia, dei varii modi di
completare i carichi per tulti i suoi porli, delle avanie cui
vi vanno soggelti i mercalanti, e via via. Non dimentichia-
moci quanto c'insegna la storia, che solo coll' adoperarsi e
col conoscere a fondo i luoghi, i popoli, i principi, poterono
i nostri padri farsi solenni mercanii per traltare le proprie
p le altrui faccende. - '^
— 88d —
CAPO VEIVTESIIVIO ' ;^
Ostacoli legislativi che si frappongono al comniercio
marittinio. — La leva, le patenti.
Qualora i nostri naviganti saranno degnamente istruiti,
conviene togliere di mezzo tutti quei vincoli che possono
impedire la libera vita de! mare E prima di tutto cessi una
volta la leva che ai nostri marinai toglie i loro figliuoli per
fame soldati di cavalleria: onde avviene che alciini emigri-
no e cerchino ventura sotto aitra bandiera, anzich^ lasciare
la marina : altri non si istruiscono nella nautica se non
quando ban gia raggiunto 1' eta che li tolga dal pericolo di
essere arruolati in un batlaglione croato ; altri, facendosi
soldati, non sanno piu apprezzarla la sveglia e libera vita
del mare, quando intirizziti e compassati rilornano alle loro
case. Poi si canceilino tutte le discipline che, come disse
Giovanni Bart (I), misurano i marinai colla tesa, proibendo
loro di navigare Gnche non toccano una certa et6, quando
egli prima dei 18 anni avea fatto piii viaggi che non il piii
vecchio pilota delta Manica. Si canceilino le arbitrarie di-
stinzioni del cabottaggio piu esteso o piu stretto, mentre
per questo puo richiedersi talora non minore coraggio ed
induslria che nel primo. Con un trattato colla Porta si tolga
la nccessita del firmano gransignorile che accenna ai peri-
coli d'allri tempi, e che deve cedere alia sicurezza garantita
oggidi dal diritto internazionale. Finalmente sieno tolte
tutte lo leggi che limitano il cabottaggio alle navi auslriache,
che obbligano il capitano a valersi di soli sudditi austriaci,
(I) V. Sue. Hisloire de la murine francaise. "
Serielll.T.n 115
-882 —
o di sole navi austriaclie, die rendoiio obbligalorio il ser-
vigio clei piloti ; leggi tuttc clie diminuiscono nella inaiina
la poteiiza dell' eniulazione e la sopraccarieano di spese iion
lievi. ADche qui altoniaiiioci alia sapien/.a dei Veneti, die,
volendo iiel secolo XVll introdurre la iVanchigia a Venezia,
non solo lolsero al porlo i dazii delT entrala da mar, ma si
anoora tolsero alia navigazionc le spese del belleUino della
J5rot'a deir arsenale, quello dell' /lr;H«r, I' altro per causa
de' noOili, quelli eomprovanti di non esser debitori di dazii
o d'impreslili, e iinalinenle quello dei mnzzL
CAPO VENTESIMOPRimO
Delia franchigia di Venezia. — Di tutto il suo movimento
mercantile. — Parte presa in Pregadi nel 24 settembre
-1669. — Formalita e vessazioni doganali da abolirsi.
E qui mi viene innanzi la ricerca, se la franchigia di
Venezia debbasi mantenere anche in seguito, sebbene i porti
franclii, quesli intermediarii del eommereio, non serabrino
oppoi'luni in un tempo in cui il commercio si apre vie di-
retle tra i paesi di piovenienza e di deslinazione e sono di
impediniento al comraereio interiio, die vivillca le relazioni
economiehe fra il porto e le lerre eontigue. Fatto sta ehe ii
porto di Venezia ba sempre tralto un vantaggio non lieve
dalla franchigia: e in fatto, in un paese die, come dimostrai
parlando delle nostre industrie, e soggelto ad un regime
daziario non conforme alio svolgimenlo iiaturale dei nostri
traffici, andie un solo e ristretto asilo della liberla dei trafiici
ii pur sempre da cuslodirsi gelosamente. Cobden diceva, nel
1847 a Trieste, che la prosperiti di (juesto porto ii dovuta
alia franchigia. « Un sovrano, ei disse, d'uno slato grande e
potente voile beneficare Trieste: mezzi d' ogni sorli; a liii
— 883 —
non mancavano : diede forse dell' oro o delle ricchezze ?
Egli francheggio il IrafGco da ognl impediniento. » Tolgasi
la franchigia, ed ailora ii carico, ontrando a Venezia, dovri
pagare i dazii prima di aver nulla veiiduto, sottostando cosi
ad iin' allra antitipazione, ollre quelle molteplici necessarie
ai iiostri mercatanti : culla franchigia invece si pagano i
dazii con maggiore facilita di mano in mano che entrano
nel consumo o s'importano nel paese. Tolgasi la franchigia,
ed ailora Venezia sara privata di quel commercio di ries-
portazione, che dopo il canale di Suez si ripromette ric-
chissirao, e che anclie oggidi e rilevante, come si puo de-
durre dalla tavola delle cose esportate da Venezia nel l8o7,
lequaliin gran parte appartengoiio al traffico d'entrepotH).
Nel porto franco si porteranno piu facilmente le merci, si
troveranno piu facilmente i carichi di ritorno, e quindi la
navigazione avra un impiego ben maggiore e maggiore
opportunili di nolo. Aggiungasi che I' aver vicina una
grande quantilii di derrate e di cose in deposito mantiene
piu regolori e modici i pi'ezzi anche nelle terre circostanti.
Da altra parte, se si togliesse a Venezia il porto franco, 6
certo che il commercio farebbe scalo ad altri porti ove la
franchigia si mantenesse. II Broggia scrisse che il porto
franco e una fattoria ove tulti gli affari sono in mano di
stranieri, e dove son tutte me^'ci straniere ; ma se capitali
d' altri paesi vengono a Venezia e vi trovano circolazione
attiva e ricchi profitti, io in verilS non saprei menarne
alcun lagno. Non sia fuor di luogo Tallegare le saggie pa-
role del decreto 16 gennaio 1661 preso in Pregadi allorche
s'introdusse a Venezia la franchigia per dare vigore ai traf-
(1) Aggiiinsi a qiiesto scritto la tavola delle esportazioni e delle
importazioni maiittime a Venezia, e quella delle importazioni dal ler-
ritorio dogaiiale e delle espnrtazioui dal medesinio perche possa farsi
giusto concetto del moviniento nieri-aiitile di Venezia.
— 884 —
fici, pur troppo raal vivi. « Fu sempre gran fondaniento
della grandezza di qiiesta cill^ la conOucnza delle merci,
onde si ^ godiito ne' tempi scorsi considcrabile il vantaggio
e grande il negozio, a differenza d' ogiii allra piazza, con
r abbondanza del concorso; allreltanlo se ne scopri la di-
miuuzione da moiti anni in qua .... e neoessario pero di
procurar per qualihe via nuovo raddrizzo chc lo costituisca
nel primo segno; n6 potendo do piu facilmente eonseguirsi
ehe eon T alleltameuto, e questo con la facilita di un in-
gresso libero e franco, che inviti I'antico concorso giti quasi
distrulto: mollo piu poiendosi aver il benelicio da una piena
e continua inlluenza, die dal pagamento di un piccolo da-
zio, che poco o nulla rileva. Fu quindi levalo il dazio della
inirada da mar. (\) »
E a dolersi che la Repubblica non abbia data la liberty
intera ai traffici; che non gli abbia inliinamente congiunti
coUa terra fcrma: forse essa non sarebbe caduta. Cosi pure
nel cliiedcrc che si manlcnga a Venezia la franchigia, io la
vorrei sciojla da lulti i rilardi, le noie, leformalila doganali
che oggidi la impacciano; io vorrei, secondo le espressioni
de' nostri padri, si diverta dalla navigazione gli struscii
indchiti c si porga invito alia confliienza con quella facilild
che fosse possibile.
Recheri') qui per disteso la parte 24 settenibre 1669
presa in Pregadi.
n Con intima pontualili e conimendabile applicatione
versando li 5 savj alia Mercantia et deputati alle pubbliche
espedizioni nell' adenipimento delli Decreti di questo Consi-
glio diretli a soilevare li Patroni o Parcenevoli de' Vascelli
da' disturbi incomuiodi e spese soverchie hanno (erminafo
(1) I (iocunieiiti sulla fiiinchigia di Venezia nel sec XVII soiio negli
alti del niBgistrato dei 3 savi alia mercanzia, nell'archivio del Fraii.
— 885 —
prudentemente cio che a questo oggelto conferisce ma rac-
cordano il di piii clie operar si possa al fine raedesimo con
altrellanto ioro nierito quanta soddisfalione del Senate,
pero anderi parte che il proclama hora letlo formato da
sud. 5 savj et esecutori sia per autorita di questo Consiglio
approbate testando inoltre li medesimi incaricati a dispo-
nere tali regole die essendovi molti vascelli quali o mai
hanno caricato cosa di ragione publica o se caricatala ne
hanno una volla resi i proprj conti non soggiacciono a stalie
o altri aggravj per ricever Bollettini di do che mai hebbero
o di che una volta ottennero il Ioro soldo ma siano solleci-
tamente slirigati et perche nell' espedirli si tronchino le
dimore al possibile, il pagamento a che sono tenuti dall'An-
coraso possa esser fatto da essi in mano de' min. ed esecut.
deputati alle pubbliche espedizioni per esser poi da Ioro
constato all Arsenate. Merita compenso il peso eccedente a
che soccombono essi pati'oni e parcenevoli nell' esser con-
dotti dentro e fuori del porto di Malamocco, pero in confor-
mita di questo maturamente suggeriscono li suddetti 5 savj
ed esecutori sia preso che non piu I' Amrairaglio del porto
habbi a pagare le barche di rimburchio ma li stessi capitani
6 parcenevoli de" vascelli senza lasciar passare il danaro nelle
raani delT Ammiraglio .... restando (gli) la disposizione
di ordinare il numero di le barche che conoscesse necessa-
rio col consenso de" capitani d' essi vascelli restando all' i-
stesso ammiraglio proibito 1' andar sollo li vascelli con la
sua pedatta per rimburchio ma solo attendi alia stazione
sua di pedottare e mostrar I' acqua. »
Informandosi a queste vedute pratiche e spedite dei
nostri padri dovrebbesi far si che le navi non fossero piu
obbligate di recarsi alia dogana principale pel dazio consu-
mo qualora hanno un carico sopra le 200 lire austriache:
— 880 —
nia sc nc dovrcbbc nil' ontrala dol porlo (lichiarare il carico
ed averne facolliJ di pagare il dazio, colia risoiva eziaudio
di i-estiluirlo qualoi'a poi le cose non fossero realmento con-
suinate a Vonezia. La dogana della Saliile non riniarrebbe
quindi se non per quelle cose cbe vi t'osseio sponlaneanicnle
portale dal naviganic, roll' iiiceilezza di darvi esilo a Ve-
nezia; e, una volta dicliiaialo il carico, come di cose non
appartenenti a! consumo, la inerce dovrebbesi lasciar cir-
colare iiberamenle. Ora le guardie di finanza possono aiiciie
alia dislanza d' una lega auslriaca recarsi a bordo e ricbie-
dere I'ispezione del manifesto di carico e delle altre carte di
legittimazione; onde evitare inuUli c noiosissinie vessazioui.
Male ben niaggiore deplorasi neile spese di die ora aggra-
vansi le nierci alia dogana pel niagazzinaggio, ch' e di 0.73
centesimi per giorno ogni 30 cbilogrammi, essendo esenli
per solo 10 giorni di deposilo, ed attenuandosi della meta
la spesa per i soli generi coloniali ; quindi per le spese di
facchinaggio, che si proporzionano al peso, e si danno in
retribuzione d' un servigio lenlo e svoglialo, percbe deve
aflidarsi ai basiagi a non e lil)ero a cliiccliessia, inoltre per
gliscandagli che vengono fatti dei caricbi. Limilalo lufficio
della dogana a quelle sole uierci clie, proprie del consumo,
vi vengono importale liberamente per non pagare il dazio
all'eutrata del porto, lasciata libera la circolazione d' ogni
cosa non soggetta al dazio consumo nppena entrata nel
porto, stimolati colia concorrenza i haslagi della dogana,
ben custodilc da qualsivoglia avaria le bardie ivi stazionate,
essa non riraarrebbe del resto cbe nn niagazzino come qual-
siasi altro della citta. Si tuleli pure con parlicolari prescri-
zioni i generi di privativa ; ma in pari tempo si faccia gran
parte alle dichiarazioni dei negozianti, e non si proceda a ^
visile e vessazioni, die valgono solo a promuovere la mala
- 887 ~
fede, le toperte vie, il contrabbando. I'ina linen le il dirilto
di tonnelluggio o si tolga o sia eguale per le navi estere
come per le noslre; ne la differenza sussisla per le lasse di
sanity o per qualsiasi altra caglone. , .• •; ., • 7. n
"*^ • ';: CAPO VENTESIMOSECONUO
.'»(h"'-\ ?■ . ■ " , ■•.,'■
Dei warrants. — Leggi doganali. — Loro nioltiplicita. —
Dazii siille macchine. — Dichiarazioni di transito. — ■
•' Dazii sui filati, ecc.
Ora, avendo accennato ai magazzini, agli entrepots,
faro parola del provvedimenti die vi si dovrebbero pren-
dere, per agevolare ai negozianti il credilo e le contratta-
zioni, e scemare le perdile di tempo, le briglie e le spese.
Alle amministrazioiii dei magazzini generali dovr& darsi
la facolta di emeUere la polizza di rieeviita e il tiloio di
pegno {warrant) delia meree depositatavi; come aft'alto re-
centemenle fu proposto al senate piemontese, ecorae il 1 858
fii sancilo in Francia. La prima cedola deve aver valore di
trasferire la propriela della cosa col solo suo giro; la se-
conda deve aver valore di trasferire il diritto di pegno sulla
cosa depositata ; T una e V altra possono girarsi separata-
mente. Girandosi separalaraenle la ricevuta. T obbligo di
pagare il credito per cui fu emessa la cedola costitutiva del
pegno passa in clii, mediante il giro della ricevuta, diviene
proprietario della merce. L' esecuzioiie piu spedita deve
esser concessa al creditore, qualora, venendo il tempo del
pagamento, non sia fatto puntualmente, e devesi senz' altro
facilitare la vendita della cosa. Non giova il dilungarsi qui
a discorrere le utilita di poter cosi, senza briglie di vedere
la merce, senza spese di misurazione, di pesi, di consegne,
— 888 —
seiiza cure della cuskulia, sonza tinioie di vedcrsi sfuggire
la propria cosa o venir miinfo il [woprio or-odito, senza
formalilc'i nolarili fare rkchissiiiio i-ontraUazioni! Non giova
il diliiDgarsi a disi'onei'e ooinc il crodito iu tal inodo sia
polenlemente aiulato, sopralUitlo noi lompi di crisi in oiii
occorre pronto, facilissinio. Solainente soggiungoro come
una difficoiti sia iiieronle all" omissione del doppio titolo,
qualora la scadenza del oredito non sia la stessa scadenza
del pagamento della meice ; poiclie in tal caso potrebbe il
eompratore non aderiro facilmeute alia coinpra. lo quindi
aecellerei I'opinione del sig. Rev De Foresta, ehe le animini-
strazioni dei niaguzzini abbiano faeolli di aprir del conti
correnti a coloro ehe vi depositano le loro cose, a farsi
intermediarie, a scontare i warrants. ISiiin altro pu6 averne
maggiore opportiinita, daeclie esse rilasciano la ricevuta
della cosa depositata, esse emettono il warranty esse hanno
la cosa in ciistodia. Lo stabiliinento mercantile dovrebbe
poi riescontare i biglietti di qiieste amministrazioni dei
magazzini, e valutare come una firma del bigiietto la stessa
esistenza della cosa nel magazzino. Chi non udi parlare
degli slocks eccedenti nei porti francesi anche siil eadere
dell'anno 1838? Chi allora non udi deploiaie ehe non fosse
posta in atlo la legge sulla eircolazione dei tvarranls ? E
qualora si faranno maggiori i nostri trafliei per la nuova
strada dell' Indie, non sara una necessila qiiesto mezzo di
fare solleciti i cambii, di trovar pronto il credito, di rivol-
gere continuamente il capitate a nuove produzioni ? Ma
intanio non Irascuriamo questo potentissimo sirumento di
credito ehe se neppure non deve per ora porgere materia e
aliuiento ai traffiei dell' Indie, darii tuttavia vigore al nostro
comniercio cosi estenualo ed indebolito, e ehe tanto abbi-
sogna di raddoppiare la forza prodiitfiva del suo rapitalc.
— 889 —
4. Quanto alle leggi tloganali, io gia accennai in variiluo-
gbi como oontiastino il libero e naturale svolgimento delle
noslre induslrie, restringano i nostri consumi, impediscano
il commercio d" Italia. Or qui piu generalmente richiamo
alia considerazione di cliiunque ami il nostro paese 1' ine-
stiinabile moltiplkila di leggi finanziarie chesiacciimiilano,
6i avviluppano, si contraddicono, c, in poco volger d' anni,
giungono a ben ^ 5,000. Come e possibile 1' oUenerne una
applicazione eguale, sicura, almcno sollecita ? Come e pos-
sibile evilare in tanta confusione i liligi, gli arbitrii, i ri-
tardi? In verila non so persuadenni come si speri Tavvia-
mcnto del transilo delle cose dell' Asia nel paese nostro, e
tanto meno il piogredire delle nostre industrie, fiuo a che
si fi'appone, non solo una dogana cosi nemica al benessere
de' consumalori, ma si ancora incerlissima e facile agli
appigli ed agli abusi. Un esempio mi viene innanzi a far evi-
dente com' io non trasmodi puulo ne poco in tali lagni: e
lo traggo dalle leggi clie regolano ora 1' importazione delle
uiacchine: ne credo deviare dal proposito di questo scritto
col fame un ccnno, perclie una via piii breve all' Indie non
fara progredire minimamenlc le nostre arti se mancano ad
esse gli stromenti validi a raddoppiare il lavoro e il sup
valore produttivo. Sla in vero nella legge che un dazio di
favore si concede a quel fabbricatore che trae unamacchi-
na da un altro Stalo per valersene nella sua industria ; ma
come vien poslo in atlo si utile provvedimento ? Non toc-
chero dell" incertezza delle allribuzioni de' varii ufflcii da-
ziarii, sicche non si sa a quale ricorrere e soltoporre la
macchiua che devesi importare. Basti il dire che nell' im-
portare una macchina in qualche luogo delle provincie ve-
nete, ove nascessero contestazioni sull' uso della macchina
, csul dazio da imporle, non bastava la Prefettura di Venezia,
I Serie III.T. lY. Ill
— 890 —
e si dovea invece licorrere alia Comniissione residenle in
Milano per la lega doganale, sinch6 quesla avvinse anche
Parma e Modena alio sorti dell' indiistria tedesca. Anche
cessata la lega, cessarono forse gli struscii de' nosiri fab-
bricatori per T iraportazione delle raacchine ? Le dogane le
pill voile sono nuove alia legge, e non conoscono le mac-
chine: basti il dire che i congegni slaccali se ne dichiara-
Tano siccome chincaglierie: il minor male che se ne pu6
temere si e lo slarsene delle macchine per moUe seltimane
nei magazzini delle dogane mal cuslodile, e intanto privan-
dosi del loro use il fabbricatore. Nell' Austria basla il de^
porre alia dogaaa del capoluogo di provincia rattestatoche
qualifica taluno siccome fabbricatore, e niun rilardo frap-
ponesi perch6 la macchina gli sia consegnata. Nel nostro
paese all'incontro non si pu6 trarre da paese slraniero una
macchina se non si prova dappriina che la macchina slessa
non si pu6 procurare dalle altre parti dell" impero : come
se r assoggettarsi il fabbricatore alia spesa ed alle noie del
dazio non fornisse la prova piii valida e manifesta.
Un'altra riforma, urgentissima anche nello speciale ri-
guardo della nuova strada delllndie, che ci promette anima-
tissimo il transito, starebbe nel renderne piu semplici le di-
chiarazioni. Le facolti delle dogane principali sono rislrettis-
sime; non si pu6 da esse definire ne una piccola contestazio-
ne; devono ricorrere agli ufficii superiori, e intanto le merci
slanno nei magazzini, vi deperiscono; eil negoziante, dan-
neggiato nel suo inleresse, pensa per un' altra volta ad una
via pill libera da tali formalita. E vero che le merci di
transito, o chiuse in casse di lalta saldala, o compresse con
torchi idraulici, o altrimenti imballate con ispecial cura
raediante macchine o appositi apparecchi, sono esenti dalla
yisita daziaria; e vero che tale esenzlone va principalmente
— 891 —
a favore delle cose spedite all'Auslralia, all' India, alia Cina^
poiche appuiito veiigono disposte in tal modo. Ma v'ha;
I'obbligo anche in tal caso di dare garanzia pel massimo
dazio d' iniportazione che e di 250 Gorini ; ma 1' esenzione,
non che dalla visila, eziandio da ogni dazio anche minimo,
dovrebbe concedersi per qualsiasi inerce che transita da
Venezia alia Svizzera e alia Germania raeridionale; ma ogni
formaliti daziaria dovrebbe cedere il luogo alia mitezza
delle leggi ed all' onesti dei mercatanti.
"J' Anche una procedura piii spedita, specialmente nelle
invenzioni di nierci, e la cessazione delle visile periodiche
agli esercizii soggelli a controlleria s' implorano viva-
mente dalle camere di commercio, che ne vedono quasi
sempre dolusa 1' avidita del gabelliere, e lainentano i danni
provenienti all'industria dulla necessity dicrescerein mezzo
ai timori ed ai sospetti, e di essere tanto pid crudelmente
bistrattala quanto piii rare sono le volte ch'egli la sorpren-
de e puo compiacersi di portarne 1 prodotti nei magazzini
delle dogane. ;■ ■
Altri provvedimenli richiedonsi finalmente per le sete e
pei fdati di cotone e di lana ; e volentieri ne fo cenno,
perche trattasi di cose su cui appunto il canale di Suez
puo grandemente influire. Nel trattato tra I' Austria e lo
Zollverein, conchiuso nel 4 aprile 1833, non si tenne couto
dclla seta greggia e filata che esportasi dalla Lombardia e
dal Venelo; cosicch^ le nostre sele diretle alle fabbriche
delle provincie renane non vi possono concorrere coUe
sete piemontesi^ che vi giungono esenti dai dazii, mentre le
nostre ne sono sopraggravate. Tanto piii giova sciogliere
da ogni vincolo I" esportazione delle nostre sete se credasi
fh' esse avranno in seguito ancor piii viva I' eraulazione di
quelle dell' Asia ; e solo lasciando liberissima tale esporta-
— 892 —
zione si pu6 sperare ch'esse non manchino mai deJ profitlo
assegnato dalle rcali condizioni dell' inchicsta : poiche si
rivolgeranno alle nostre fabbriclie sino a die ne hanno
ulilitii, o altrimenli alle fabbriche straniere, senza che dal
dazio ne sia elevalo il prezzo. Pei lilati pol di cotonc e di
lana, il dazio di 18 lire per 50 oliilogianiini e ccrtamente
gravissinio, e tutlo a scapito dclla tessitura: c tanto piii
nocivo che doH' Austria sono difierenti i dazii sui filati da
quelli dclio Zollverein, tanto piii inutile clie la lilalura e
fatta in tali condizioni da non temere concorrenza, sia per
la bonli del lavoro, sia per la mitezza dei salarii.
CAPO VENTESIMOTERZO l.,!, ,, , /r*.-
Leggi marittime. — Impossibilita di fare un codice marit-
timo comune alia Germanla ed all' Italia. — Riforme ne-
cessarie nelle leggi mercanlili.
La slessa confusione lamentasi nelle leggi marittime;
delle quali non abbiamo un codice, non una legge unica,
chiara, conforrae ad un andamento sollecito e libero di
quanto vi si alticne. L' editlo politico di navigazione, il
codice di commeroio, il codice civile, le loggi penali s' in-
contrano insieme a regolare la stessa cosa solto punti di
veduta differenti, con disposizioni falte in varii tempi, da
varii legislatori; sicch6 spesso devesi domandare quale sia
da applicarsi in quesla o quella conlroversia. Ed ora vuolsi
fare una legge marittiriia, comune ai porti dell' Adriatico e
del mar Germanico : ma 6 forse desiderabile e possibile ?
Chi non conoscc come sieno affalto differenti negli uni e
negli altri le discipline per la navigazione, per la nazionalil4
— <S93 -
delle navi, per I'esercizio delle funzioni di citpitano, per gli
arruolamenti dcU'equipaggio, pei piloti? Come si polra fare
una sola legge die non riesca per gli iini o gli altri un vin-
lenlo abbandono di consuetudini die sino dal consolalo del
mare si conosoevano come una tradizione della nostra glo-
ria marilliinji, e nei porti del mar Germanico banno origine
dalle noinie d' OliTon, di Wisby, delle ciila anseatiche? Fo
cenno di ak'une particokiri difforenze delle due legislazioni,
perche vieppiu si manifesli la difGcolla pratica di aceor-
darle. Pel codiee di commercio il bastimento non piio essere
sequeslrato se e pronto alia vela e il capitano abbia pronte
le spedizioni : in Amburgo basla (die sia soUo carica. II
codiee considera le navi siceome moliili, Amburgo come
immobili. Nei prestili a eambio marittimo lungo il viaggio,
il prinio di la preferenza all' ultimo per data, seeondo ii
codiee di commereio; Amburgo segue I" ordine di priorita.
Ad Amburgo i conlratti dassii urazione garantiseono anehe
la baratteria del capitano e i gua«ti dipendenti da colpa
deir equipaggio ; il oodice di commereio non ammetleqne-
sfa assicurazione. Ad Amburgo si permelte di assiourare
anche i cambii mariltimi, il die non puo farsi seeondo il
codiee di commereio. Ogni lite che nasce da iin contralto
d' assicurazione deve per le leggi amburghesi recarsi per
esperiraento di conciliazione agli arbitri, il die non vale pel
codiee, e via via. Ma poniam pure che su queste parficolari
disposizioni possa il legislatore abbandonorsi all' una o
air altra legge: rimane pur sempre non tolta I'impossibili'a
di dare all' insieme della legge I' impronla propria delle
condizioni sociali cui si vuole applicata. Si conoscono le
attinenze strettissime che le leggi commerciali hanno colle
civili ; come sari possibile fare una legge unica per le cose
mercantili e marittimo per i varii paesi che hanno alia lor
— 894 —
voKa ilifforcnti le loggi civjli, <; sono bon Iiingi (l;il dare a
qnostc la slcssa uniroriiiila ? Sino a die, per eseinpio, lii
iiozione del contralto o della capaeila d' ohhiigarsi non e
la stessa nelle leggi noslre e nolle todesche, come si potra
applicarc le slesse disposizioni siii varii eonlialli inei'canlili
c sulla faoolli di concliiiulerii ? Aggiungasi elie le leggi
mercanlili si collogano streltamenle colle condizioni econo-
miche; sicche ncl noslro pacsc invocasi libeila d' associa-
zione^ qiiando altri Stali la guardano con sospello e snia-
niano di protcggere ogni societii ; nel nostro paese le arli,
per diria colla frase de' nostri padri, sono tagliate, c libe-
rissimo e il diritlo del lavoro, qiiando in alli'i Stali le cor-
porazioni continuano a slarsene chiuse nei loro privilegi.
Anclie le leggi giuridiclie sono piii o meno larghe secondo
tali condizioni preparate dalle leggi politiclie; quindi non
possono riunii'si in un codice comiinc a due popoli, come il
ledesco e 1' italiano, clie lianno diverso il grado di svolgi-
mento economico, diversi desiderii, diverso cammino alia
loro operosita. Per Venezia adunquc la Icgge s' informi alle
noslre consueludini, alle nostre tradizioni, aile nostre con-
dizioni sociali ; e non si pcnsi ad una Icgge die rimarri
aslralta c carapatain aria, ove non voglia fard violenza; o
altrimenli, unendosi intimamentc alle leggi politidie e civili,
traendole a se stessa, facendone una sola cosa, sar5 di gra-
vissima offesa ai nostri sentimcnti di famiglia, ed a quella
liberty, die per noi invocasi pienissima, e pu6 aver vita e
incroiuento tra noi, ove si lasci al suo naturale svolgiracDto
e maligni innesli non la guastino e corrompano.
Che se pur vuoisi scendere a piu niinuta considerazione
dei rautamenti che invocansi nelle nostre leggi mariltime e
mercanlili per lo speciale riguardo della nuova slrada delle
Indie, ne tocchero qui alcuni rapidamente ; pcrclK'; non
— 895 —
lunlo abbisognano d' esserc ragionati per disteso, quanto
d' essere posli in alio e sancili.
II nosli'O codice di commercio stabilisce in piu luoghii
termini piu o raeno lunghi secondoche Irattasi di operazioni
luercanlili in paesi piu o meno lonlani, c assegna serapre il
termine piu lungo a quelle che si riftriscono .tIT Indie
orienlali. Or e certo che, abbreviandosi di tanlo il viaggio
air Indie, si dovranno accorciare quesli termini, donde il
commercio lie avri un bene non lieve, essendo meno in-
eerto sulla destinazione de' suoi capilali; per esempio, nel
caso d'abbandono della nave [ter mancanza di nolizie.
Le nozioni del viaggio di lungo corso e di grande cabot-
taggio, saranno mulate di necessilti^ qualora, aprendosi il
canale di Suez, tulto il viaggio del mare Rosso polrii consi-
derarsi come di caboltaggio, e quindi soggello a minori
reslrizioni.
La somma prcstata a cambio marillimo per I' ullimo
viaggio viene preferila ; ma due viaggi da Venezia a! mare
Rosso si polranno tenere come un solo dopo il canale di
Suez.
Facendosi il viaggio in un mare in cui sono opportunis-
Simi gli scab, polranno darsi norme piu facili per gli acoessi
di slivaggio e d' abbordo e per le prove di tulti gli accidenti
di mare.
Devesi provvedere per le vendile all'incanto che avran-
no luogo a Venezia, allorche cssa sara I'emporio de'cotoni,
delle lane ecc, e far si che procedano senza impedimenti,
senza ritardi.
In conformili a quanto dissi di sopra sui warrants, si
devoQO mutare tulte le discipline che vincolano ora il pegno
sopra la merce, e la vendila della merce data in pegno.
I privilegi dipendenli dal pegno dovrebbero pure coq-^
— 896 —
c<.'(l('i-si jnenissiini e facili jil crcilito niariltiiiKt per leanlioi-
piizioiii ai caricalori, lanlo pei cariclii cranivo die per quel-
li d'andata; sicc'lie, avciulo ncl porlafoi^lio la polizza di iiu
carico falto nolTAsia, non so no del)l)a alleiulcrc larrivo per
consogiiii'c il pa;j;amen(o dclle niorci, c non si debha pcrdcre
intunto lo oppurUine siieculazioni ilio possono pi'esentarsi.
Si facililino i cainhii niaritlinii colle anlicipazioni sii
noleggi, coir isliliiiix" i libri di prcsUto niarilUnio ad iiso di
Grcria, i quali facciaiio conosccre rcsistenza di ogiii mutuo,
poiclio uUiinicnli si abiisa del crcdito, ovveio si rendc dif-
ficiiod preslare ad una nave, diciii non si conosce la zavorra,
dei debili. Ouindi io proporro col Boccaido: un arlicolo di
legge imponga ai capilani di avcrefra le loro carle di bordo
un litolo, debihunenic convalidato ed autenlicalo, il quale,
soUo il nonie di Slato dei cambii marillimi, conlenga, ia
ordine di data, Tindicazionc di tulli i picslili conlralti, coa
le particolanta rolalive a ciascuno di essi. Un allro arlicolo
comandi che i dalori, i quali tralasoieranno di fare legal-
menle inscrivere in quello Slalo i loro presliti, decaderanno
di pien diritlo dal privilegio sugii oggelli affelli a! loro
credilo.
Si facilili tulla la procedura raercanlile, specialnicnle
pel riparlo d'avai'ia clic, do|)o esseie fallo dai perili, di or
luogo ad una lite liinga ed avvilupala, per conseguirne o
contrastarne V approvazione del giudice.
Dicasi il medesinio per I' asia dei baslimenli, da cui il
prezzo ritraUo viene classalo c discusso colle liuigaggini di
un processo edit tale.
La giurisdizione civile sui sudditi e protelti auslriaci
neirimpcro ollomano che si esercila ora in seconda islanza
a Trieste, si ricliiarai, per quanto possa aver luogo, a Ve-
nezia; e pongo quesla limitazioue perche, discorrendo del
— 897 —
tliritlo internazionale, dimoslreru utile e desiderabile il
conseguire un dcfinitivo giudizio di quasi tulte le cause
nogli slessi scali dell' Egitto.
CAPO VENTESIMOQUARTO
Delia navigazione del Po.- — Delia strada ferrata da Venezia
a Milano, e da Padova al Po. — Delle strade ferrate del
Tirolo.
Ma perclio Tcnezia conseguisoa lulli i vantaggi del
provvediraenli cbc venni fin qui esponcndo, cuuvicue che
sia riuiiila da buone vie al riiuanente d' Italia. Le nostra
linec di navigazione interne sono incouiplele, difticili e so-
praccaricate di pcdaggi; una barca aspelta talura anche
qiiaKlie giorno alie porle dei nostri fiunii; non se ne vede
ormai clie qualcuna di sj!e, di iegnamc, di pietro. Koi non
abbianio un'arlcria navigabile da una frontiera allaltra;
il nostro porlo non ha canali cbe vi si riuniscano, corae in
Olanda e in Iiighilterra, e scoprano, come dice Carlo Colli-
gnon, le forze latenti del paese. Chi non conosee come in
Inghilterra il canale da Birmingham a Loadra, in Belgio i
canali Mons-Condc, Cliarleroy-Brusselles ed altri, in Fran-
cia quello d' Orleans hanno accreseiuto i loro redditi dopo
conipiula !a strada ferrata? Si vagheggia, e vero, la via del
Po, in gran parte fluvialile, per ciii le barclie, enlrando da
Venezia nel Po, dal Po mellendo poi nel Ticiuo, potrebbero
giungere sino a Milano, doiule, pel canale della Martesana
e r Adda, si rechcrebliero a Chiaveniia in capo al lago di
Como, o pel Naviglio grande andrebbero a Luccrna in capo
al lago Maggiore, quindi per 1' AIpe a Coira ; e tal viaggio,
lolti i dazii, costerebbe soli due franchi al quiatale metiico.
Serie III, T. JV. Ill)
— 808 —
Ma le navi clic giungono dal iiiaro a Vciiczia iion possono
continuarc il loro vinggio su qucsli Guiiii ecanali, e devono
scaricaro piii voile le loro mcrci. So il Po fosse iietlato, so
le svollc c i l)assi fondi dc' canali veneti si logliessero, sc
le vaporiere rimorcLiasscro le l)arclic da Venozia a Bron-
dolo, se i canali fossero idonci a navi di niaggior lun-
gliezza e di maggiore iumiersione, sc fossero lolli i dazii, sc
fosse posto in alio il progetto do! Loinbai'dini di congiiin-
gere la navigazionc della Lonii)ardia oiicnlale ion qiiella
deir occidenlalc in iin solo sisleina ; far si die i quallro j
laghi comunifhino Ira loro, come pure col Po, con IMilano
e coi principali centri del commercio interno, e condurre
cosi le merci dell' Adrialico con niinimo coslo fino ai piedi
degli alti gioglii che dividono la Svizzera ; aiiora solo sa-
rcbbc veranicnle possibile la libera navigazionc del Po.
Ora la via del Po c affalto aiislriaca, come prcdisse il
Foscarini^ quando giudico il concelto di Carlo VI di far
discendere le navi della Gerniania alle spiaggie dcil" Islria,
cola Irasfcrendo i prodoUi d' Ilalia e penelrando in Loni-
bardia per il Po. I Ron)ani, non curaiulo o nun dislingucn-
do qiianto mal fosse T assoggellare i eommorci d" Ilalia
air imperalore, se lo avcano liralo in sono, non ricusando
di metlerc in sua luano la lesoreria di Ferrara, per cui I
egli divcnnc arl)ilro di regolare le gabelle del Po ponlificio j
secondo la propria convcnienza. Nel 3 luglio 1849, tra
r Austria, Modcna e Parma si concliiuse un Iraltalo die
voile libera la uavjgazione del Po; |)i)i vi accedeva lo Stalo
PonliDcio: e fu certo vanlaggio lo slabilire uniforrae la
tassa uei quallro Slali secondo la capacilii dei navigli. Ma
son forse ccssale le formalili doganali per la consegna dei
cariclii in transilo ? I principii die dal Iraltalo di Parigi
vogliono cseguirsi nel Danubio, non devono csser mcno
— 899 —
tipplicali nel Po : invccc oggidi qualunqiie morce cbe, pro-
venendo daH'cstcro, passi in transito per gli Slati Parmensi
afi' Austria o viceversa, sorlendo dai coiiDni anche di acqua,
deve debilamente e regolaimentc presentarsi e dichiararsi
all' ufficio doganalo d' ingrosso nelio Slato cui c diretto il
Iransilo, c da quest' iifficio cssere riconosciuto ed attestato
r arrive ntllo spazio di tempo assegnalovi (valitura) e la
seguilane dicliiarazione in corrispondenza al ricapito di
Roorta, allrimenti non si ammctte a riccvere lo scarico delle
bollette a caiizione. Qiiindi ispczioni per accertare I'inte-
gritu dcila spcdizione : quindi registro del carico, c nota
del giorno e dellora delTinvio, misurato il tempo airarrivo,
fatto il visto per !a presentazione al vicino ufficio d'ingresso
neir altro Stato, e qui nuove pratiche e molestc procedure.
Se anche' si al)ilita qualchc ufficio a dicliiarare di transito
la merce sicche esca senz' altro dello Stato, conviene pui*
sempre all' ufficio eslremo ritirare i recapiti di accompa-
gnamento, riconoscere la regolarita del carico, vigilare il
Irasporto, e via via. Devesi una volta cessare da tali osta-
coli del commercio d' Italia, c le dogane non devono piii
trovarsi se non ai confini naturali ; poicbii senza una lega
doganale affatto ituliana poco giova la libera navigazione
del Po, e poco Coriranno i traffici di Venezia anche dopo il
canale di Suez. Pertanto anche la strada ferrata che collega
Venezia a Milano non prosoguisce piu oltre; eppure sarebbe
necessitc'i che il porto del Meditcrraneo e il porto dell' A-
driatico fossero congiunti ; che dall' uno le cose d'Araerica,
dair altro le cose dell' Asia venissero ad incontrarsi su
quella terra lombarda che il doge Tommaso Mocenigo chia-
mo il giardino della Venezia, e la cagionc che tante navi
veleggiassero in Romania, tante in Fiandra, tante in ogni
parte pel luondo. Vorrcni noi desiderarc il ritorno di quel
— 9U0--
tempo in oui nulla si polea Irarre a Bergamo da Genova se
non a schiena cli mull, sicchc tulto vi si provvedea da Ve-
nezia? Sia pure clie ii minor viaggio da Genova a Milano e
ad una parte diLombardia ne faccia prefcrire le provenienze
in paragonc di quelle di Venezia; ma il bene dell' una non
sar6 mai vero scapilo delTallra, ma un'operosa cnniUizione
darivita ai traffici dl tulle due, ma gliabitalori della Lom-
bardia e della Venezia saranno vieppiii seoondali nella loro
produzione e nello svolgiraenlo del loro benessere. Anche
ora, se si ecccllua il pesce che \iene da Coraacchio e i frulti
meridionali che vengono da Venezia, la provincia di Cre-
mona 6 maggiormente provveduta da Genova che da Vene-
zia^ come apparisce da questa slatistica.
— 901
COSE PROYEAIENTI A
CREMONA
•■■■■■ ■ ■- •
dair Adriutico
dal
Mediterraneo
nel
nel
nel
nel
nel
nel
d854
1835
4836
4834
4855
1856
Caffe . . . . 2 ni.
224
234
455
287
297
341
Zucchero raffinato . .
<175
486
62
286
480
658
i» in farina
436
438
58
207
226
609
Materie medie .
—
—
3
23
21
48
Gonime . . .
24
6
—
—
—
—
Olii
66
407
407
973
4240
1393
Merluzzo . . .
—
—
—
2390
4264
2099
Pesce preparato.
497
240
424
—
42
28
Tonno all' olio .
—
—
—
246
497
452
Sapone ....
290
39
43
46
4
453
440
347
114
279
441
87
Frutti meridionali
Ferro in stanghe
41
36
47
4
3
3
Lamiere ....
—
—
—
404
81
44
Si compia la feirovia che agevolando vieppiu 1 camliii
con Genova dari ad essa e a Venezia 11 loro dominio natu-
rale, come ben dice il Cattaneo: e si creda che Venezia non
teme tanlo la concorrenza di Genova quanto la spossatezza
e I'inerzia. II Verri disse che uo tempo Tindustria lombarda
era animata dal commercio grandiose di Venezia, e che la
— 902 —
loga tli Cambiai, tlando un crollo ai Iraffici voncli, fii pure
cagiono di dccadinuMilo alio arli ilolla I;oml)ar(lia. Si dia
ora ogiii possibilo lihcrla ai canibii, si svolgaiio libci anionte
i noslri inlcrossi, il porlo di Venezia non sia diviso da (lucilo
(1i Ocnova, no giiardi con invidia negliillosa il siio liorire,
ma lulti due cMmdi c ficqucnlali provvodano al bene delle
popoiazioni di questa raiserissima Italia.
Un' allra nccessil;'t per Venezia si e il vcnir congiunla
colla fcrrovia allc Legazioni, die ora sono provvedntc in
gran parte da Genova, sebbene la dislanza di Fcrrara e
Bologna da Venezia sia niinorc. Ma il govcrno piemonlcsc
non mise tempo in mezzo a oondurrc la linea da Alessandria
a Stradella^ che si annoda a quella delT Italia eentrale, ma
la linea da Padova al Po e dal Po a Ferrara 6 tiittora una
speranza. Almeno si ponesse in alto tra breve; le spe-
se d'un ponle sul Po avreld)ero ben larga ricompensa
nella vicenda e nella vita dei traflici che nasccrcbbcro
dalio stringerle insieme queste parti d' Italia, tanto separate
sinora.
Che Venezia poi divenga opporlunissima scaia dei Iraf-
fici del Levante non solo col Tirolo, ma colla Germania
iiieridionale e cf)lla Svizzera sperasi infinitamenle, e fin da
moili anni si annuncio che la valigia dell' Indie avrebbo
toccato al nostro porto, dopoclie la strada fcrrata le avcsse
preparato il valico del Brenner. Eppuie anche qui eollo
starscne del govcrno, abbiani pcrdulo gran parte di quel
vanlaggi die le consuetudini dei traffici sembravano aiutare:
c per allincare le guide sullo vie un tempo frequentate da
animalissinio tiansito, si aspett6 die fossero gii abban-
donate da ogni traftico. Non piii dalla Germania s' inviano
le merci alia Toscana, al Piemonte, all' Italia inferiore pel
Tirolo, ma per la Svizzera ; non piii da Trieste il colone e
— 903 —
jl caffe vnnno alia Svizzera pel Tirolo, ma da Amburgo ;
non pill lo Stato Pontificio invia pel Tirolo il canape alia
Baviera e Baden, ma per Coira. Eppure la storia ricordaci
quanto fossero un tempo frequentati da' niercutanti vene-
ziani i monti del Tirolo; le strade di Vallarsa, della Val d'A-
dige, di Ponlebba, di Valsugana aUestano il vivissimo trafJi-
co che per la diversita dei proventi la natura voile, e Tuomo
per liingo tempo e con gravi dispendii aiuto tra lAlpe tirole-
se e la contrada deila Venezia. Non ritorno inutilmentc su
quesli lagni, coi quali le relazioni delle camere di commerclo
tirolesi compiaiigono omai ilianguiditi i traflici del loro
paese, e venuti al manco quei mereali su ciii, a memoria
nostra, si cercava forluna. Traltasi ora non gia di mante-
nere Tanlico trafiico, bensi di rinnovarlo; e conviene ridirc
una lal verita per non lasciarsi andare alia solita spensie-
ratezza. La strada ferrata sara tra poeo condotta sino al
Crenner, e ne avra vantaggi non lievi il comuiercio interno
tra il Lorabardo-Venelo e il Tirolo. L' Aipe lirolese abbi-
sogna di provvislo di grano; gli abitanli del Tirolo scendono
ogni anno a lavorare nelle pianure ; le cose clie cntrano
dalla linea doganale di Venezia vengono in gran parte da-
ziate pel Tirolo. Pure e amor poro per quello sraercio che
vorremmo riprometterei dai proventi che fossero in enipo-
rio a Venezia; olic il Brenner rimane ancora non supcrato
e i consumalori del Tirolo tedesco e quelli della Baviera e
della Svizzera, ben piu agiali c numerosi, rimarranno a
lungo divisi da noi: avendo altrondc piu pronto e piii a
buon mereato qiianto loro occorre. 1 cambii tra 1' Austria
e la Svizzera nel iSoo giunsero a -5.027,875 fiorini per la
importazione, e a -50.075,703 florini per 1' esportazione, c
vanno diminuendo per raccresciulo (ransito dagli Stall
Sardi. La Svizzera rilrac oggidi il tabacco d'ollrc mare sui
— 904 —
nieroali olanilesi; il caffe e lo zuccliero ilallo raflineric di
ISanles, di Havre, di Marsii^Iia, c da quelle di Olanda e di
Coloiiia; da Genova poi quasi lulto quanlo Iracva iu passato
da Trieste. La Germauia del sud ha ogni anno dall' Havre
800,000 oliil., di cui iiiela in colone. l\ Iransilo clie enlra
nei dominii del Veneto non e, quanto al valore, die il 4.43
per cento del Iransito totale delTinipero, mcntre quello clic
vi pruviene da allri Slati ilaliani e il 13.45 per cento del
totale. Per la quantila poi delle luerci chc transitano, devest
considerare clie di 74.593,350 chil. Iransitati per limpero
d' Austria soli 9.81 1,950 furono direlti alia S\iz/era, soli
3.751,900 provennero dalla Svizzera. A noi deve premere
sommanicnle chc si ravvivino pel nostro paese quesli
transit!, coi quali potrcramo aprire a quel popolo libero ed
operoso la via del mare. Anche ora 4.042,150 ehil. destinati
alia Svizzera, 2.027,000 provenienli dalla Svizzera spettano
al porto di Venezia; menlre ad altri Stati italiani spettano
per la provenienza 2.027,000 chil., e per la destinazione
H 5,950 chil. Porro qui, per le allinenze col proposito di
questo scritto, le cose che ora transitano per limpero d'Au-
stria diretle alia Svizzera e che sono tra quelle per cui il
commercio attende i heneficii del nuovo canalc.
— 9U5 —
Caffe . . .
Droghe. .
Seta . . .
Riso . . .
Zucchero
Tabacco
Colori .
Gomma
Lana . .
Cotoni .
TOTALE
Chil.
94,900
8,dB0
259,000
753,d00
B9i,250
10,750
i 59,200
210,400
I 66,500
1 -1.822,700
de' qiiali provennero . . 72,150
du altri Stati italiani.
soli
da Venezia.
de' quali provennero . .
da altri Stati ituliaui.
da Venezia.
18,950
5,400
2,500
de' quali '^/i da altri Stati ita-
liani
de' quali 396,800 da altri Stati
italiani, senza che del re-
sto Venezia prendesse alcuna
parte a questa importazione.
de' quali 333,600 da altri Stati
italiani.
In queste importazioni Venezia
fu di gran lunga sopra le al-
tre provenienze.
3.876,950
Per la seta, pel riso, per lo zucchero, per le droghe, per
11 caff6 gli altri Stati italiani hanoo prevalenza in questo
transito in confronto di Venezia. Abbiamo un bel millao-
Serie IIJ, T. IV. H6
— 9U6 —
tiiici (he iioi siuiiiu sulle porte dell' Ociente, che Veuezia
enlra nel contiiiente un giado di latitudiiie piii di Geneva
per darci piii I'oiuodila di avere le nierci oi'ienlali, cbe da
Venezia ad Augusta, la maggior piazza ledesca pei- tal traf-
(ico, soiio pel Brenner 609 cliil., clie vale a dire A'iH menu
che ncui sia Genova [lel Moncenisio, e 70 pel Lucnianier.
Inlanto d atlravei-sare il Vorarlberg e andar dritti a Bregenz
dohbiam lasciare ogni pensiero; che aspre niontagne e poi
ancora niontagne ci separano dal lago di Costanza, ove
mettono cinque Stati, e la Gerraania e la Svizzera fan porto.
Inlanto ancbe a toccarvi dopo una svolta in Baviera s' in-
dugiera cbi sa ancora fin qnando : poiche del valicare il
Brenner colla locomotiva lornano spesso in canipo i pro-
getti, ma I' opera non viene eseguita. Non si pensi che basti
I'andarvi ai piedi; poiche il Iraffico gia avviato con altri
porti non li lasciera punto se non \i sara persuaso dai
vantaggi di una via continua, e percio non ritardata dalle
necessitii di niutare piii volte il trasporlo della nierce. Se
pur vuolsi cbe Venezia non rimanga privata del vantaggio
di provvedere alia Svizzera, almeno nella parte piu orien-
tale, ed alia Baviera ed al Tirolo tedesco, se si vuole che
Venezia divenga per le cose d' Oriente I'einporio di questi
paesi, si compia una volta quest" impresa, che certaraente
non richiede piii tempo e piii spesa dell' opera slragrande
che si compie nel Moncenisio.
Non si potrebbe procurare e/iandio che I' emigrazioue
germanica, la quale oggidi si fa pei porti del nord, si faccia
invece neH'avvenire pei porti nostri ? Sono nccessari perci6
opportuni regolamenti, sia sulle provviste dei legni, sul modo
di conservar I'acqua, sulla stagione del viaggio. A Breraa
v' ha un hotel des emigrants, ove si da alloggio e vitto a
mitissimi prezzi ; tale emigrazione sarebbe utilissima per
— 907 —
dai- nolo alle luivi e trasporlo alle strade ferrate, per favo-
rire nei paesi dell' iinniigrazione Tacquisto degli oggelti del
paese da ciii si eraigra, per dare insorama avviamenlo ai
Iraffici. Nella nostra Repubblica eranvi raagistrati coll' in-
carico di sorvegliare i' imbarco dei peilegrini, come pure il
loro soggiorno a Veuezia. I maselti o iolomazzi erano, sotlo
la loro sorveglianza, incaricati di provvedore all'alloggio, al
cambio delle monete e all" imbarco: due di loro, pronli sulla
piazza di san Marco, giuravano di prcstarsi pei peilegrini
con buona fede. Contraria veramente ai buoni principii di
dirillo pubblico e I'ordinanza austriaca del 1852, con cut
oon si permettono in Austria le agenzie per I' emigrazione
in America, perche non compatibili colle leggi vigenli per
I' emigrazione, e perche sia favorifa la colonizzazione in
Ungheria. Quindi limitalo il dirilto de' pubblici agenli ap-
provati e di coloro che trattano affari concernenli all" emi-
grazione a dare ai singoli emigranti le notizie concernenli
{'emigrazione, ma pioibilo loro d avere corrispondenza con
case commcrciali all' estero per favorirle: quindi tolto agli
emigranti la via di sottrarsi agli arbitrii di speculatori, I'op-
portunitc'i di appigliarsi ad un partito utile alia loro fortuna ;
quindi un movimento della popolazione che deve essere libe-
ro, e solamente regolato dolla previdenza morale ed econo-
mica viene malamente impedito e deviato dai naturale suo
svolgimento! II popolano della Baviera e del Baden deve per-
(•t)rrere un iungo viaggio prima di giungere a Brema; riceve
in palria dalle agenzie un biglietto col quale \io\vk poi imbar-
carsi ed emigrare, ma pel viaggio sino a Brema e abbando-
nato a se stesso. Gli si procuri ogni comoditi, non si aggravi
di spese e moleslie, e forse lo vedremo dirigersi a Venezia.
Ma si ricordi che I' emigrazione devi6 in gran parte dal-
r Havre, perche il governo francese richiedeva all'entrare
— 908 —
degli emigranti in Francia la prova che avessero i denari
siifficionii sino al porto e pagalo il biglietlo d'imbareo; si ri-
cordi che i porll olandesi fiirono piufrcquenlali appunto pel
rifuggirsi degli emigranti dai luoghi pieni di brighe e sospet-
ti a quelli o\e alberga la liberty.
PARTE TERZA.
Diritto internazionale. — Principii e provvedliiienti.
KJhe il oanalo possa garantirsi liberissiiiio in ogni
tempo, ad ogni popolo, spetta alia volonla degli Stati, con-
sacrata dal diritlo internazionale, chiarainenle e stabilmente
saucire. Quando cillatiini degli Stati Uniti impresero dalli-
neare una strada ferrala tra il Pacifico e 1' Atlantico nel-
I'istmo di Teluiantepec, ed il governo del Messico diede ad
un ciltadino degli Stati Uniti tale impresa, tosto conchiuse
un Irattato per gnarentigia del eapitale inipiegatosi : ne cre-
dera la civilissima Enropa sciogliersi dall' obbligo di tal
prolezione ni capilali europei nell' Egitto, essa che protegge
tutto, ancho le Isole Jonie. E pjimieramente la navigazione
pel canale e pel mare Rosso dovrebbe assicurarsi dai pirati
e dalle violenze dei barbari ehe corrono le rive di quel mare.
Chi non udi i pietosissimi easi di Gedda? E nelT aprile del
1858 il Teleyraph di Bristol partiva da Aden per le isole
di Kooria-Mooria alia eosla d' Africa; fu sacelieggiato dai
corsali, rimanendo per cinque giorni in abbandono lequi-
paggio, sinche T Elphinstnn gli reco aiuto e salvamenlo.
Prendasi (^sempio dal senuo politico dei Veneziani chc, nel
fai'si signori di Giadra, di Corfu, di Corone, di Modone,
pensarono tosto a logliere dal mare (come dicono antiche
cronaohe) i rohenrs de mer : a Corone anzi provvidero che
ove i trapassanti venivano per I' addietro derubali, trovas-
— 910 —
sero invoce vettovaglia per nn mese. Nr il vincolo die lega
le tribii lungo il mare Rosso alia Porta pu6 dispcnsarci di
considerarle come ti-ibu di ladi-oiii e pirali, qiiando rechino
timore edanno alia navigaziono. Non ignoro i provvodimenti
con cui il vicere d'Egitto da Klicrloum, il 20 gcnnaio 1857,
riehiamava i govcrnatoi-i del Sennaar, del Cordofan , di
Teka, di Berber e di Dongola a promiiovere nc loro paesi
la civiltcV Invitaronsi con rioompense gli seicchi a dare allog-
gio e nutrimenlo ai viandanli ; il seminare i grani, I'indaeo,
il cotone, il sesanio fu raccomandalo ; si con'siglio il modo
di promuovere qiieste prodiizioni; si voile agevolata I'eslra-
zione del legname nel mtidio e nel basso Egilto coile zattere
del Nilo ; s' informo i nomadi ed i selvaggi abitatori della
monlagna, cbe, rinnendosi in civile comunauza^ non sareb-
bero considerali siocome sebiavi, non sopraccaricali d' im-
posie, non sottoposti alle vicissiUulini di un vivere scioUo
da ogni legge e societa: si slabili la posta pel Sennaar, pel
Cordofan e per Toka da Gezire ad Abu-Khamat, mutandosi
i cammelli dopo 10 oic, i droniedarii dopo 5. Ma la civilt^
non dipende dalle ordinanze di un vicere ; essa non si svolge
ne reca i suoi benelioii, se lecondizioni nalurali de'eoslumi
e della terra le formano impediinonto, se una via facile ed
aperta al coinniercio non giunge ad accomunaie glinteressi
de' popoli gia incivilili con (iiiolli abitanti suite rive siuora
non ospitali. Qualora i naviganli d' Europa potranno fare
scala ai porti del mare Rosso; (jualora ne sari^ viva 1' in-
chiesta delle cose cbe da' paesi delle sue coste possono
aversi ; qualora il diritto inlernazionale ne mantenga la
sicurezza pienissiraa, si puo sperare cbe a poco a poco si
iDsiuui la civilti e progredisca anche neil' interno e ne mi-
gliori lo stalo. Come Muscir Mohamed Pascia Bei padrone
di Tunisi, solto la guarentigia di Dio prometteva la sicju-ez;-
— 9il —
za dei diritli ai sudditi mussulmani o cristiani, e la liberty
di commereio doii contiaiia ai principii de' suoi predeces-
sori nii alia iegge ; e com' egli per 1' esecuzioue del suo fir-
mano fidava oella poteuza de'poteatati die gira il mondo,
cosi e neoessitii die con un palto interuazionale si provveda
e si dia slabilila alia sicurezza ed ai traffici nel mare Rosso.
Ricordo anche qui quanto tale necessita della sicurezza nei
traffici fosse rieonosciuta dalla Repubblica veneta ; la quale
■volea nel 1464 dare il guasto a tutta I'isola di Rodi, se, in
men die non dura una candela da un soldo, non fossero
reslituite a Jacopo Loredano capitano generale le galea
prese dal gran maestro a danno dei naviganti veneziani.
Assicurato il mare, conviene che la sua franchigia per le
navi di tutte le nazioni e la parita del pedaggio poste in una
convenzione tra il \icer6 d'Egitto e il Lesseps, sieno consa-
crate da un trattato internazionale. In esso conchiudereb-
besi che ad ognuno fosse libero lo stabilire magazzini, depo-
siti, stazioni per fornire rimorchiatori e fare il commereio;
ad ognuno fosse liberissimo il cabotlaggio ; le navi vi fossero
esenti nel canale, lungo il mare Rosso e un tratto del Me-
diterraneo da detenzione o da blocco: tutte le vie dal Medi-
terraneo al mare Rosso fossero anch' esse liberissime. In
passato il governo egizio voleva che le barche uscissero da
Suez ciascuna alia lor volta ; sicche una di esse non avea
compito il suo carico e non era pronta a ripartire, le altre
dovevano attendere. Quindi si dovea con grave danno star-
sene, owero uscirne con danaro, aggravandosi il nolo di
quanto avevano costato queste angherie. Said Pasci^ .tolse
questo monopolio; ma al diritto internazionale spetta il
provvedere che in verun modo si riproduca.
V ha nelle cose umane (dicea il Villemain nel 1840)
certe necessity di sentimento, d' onore, d' interessi diversi
— 912 —
che possono rassicuiarc oontio le minacie delle ambizioui
pill grandi. Sancilo che fosse quel traUalo iiiteriiazionale,
lo rispetlerebbcro lutli gli Stali. Temesi forsc dell'Ingliilter-
ra, che giii s' irapadronl di Perim alia chiave del mare
Rosso? Ne io penso dovcrsi cei'care un titolo a quella oc-
cupazione ncH'aUra fallane ncl 170!) dal Wak'sby, pokhe fu
solo per la neoessitii della gucrra conlro i Franccsi e d'ac-
cordo colla Porta; c nemmciio in un coutratlo coiichiuso Ira
r Inghillena ed una tribu die non pu6 cedere la sovranita
d' un paese non suo, nia soggello ;illa Porta. Quando lord
Palmerslon disse che il canale pregiudica I' inlcgrita della
Porta, egli non fece che ripetere T opinione nel suo Memo-
randum a Thiers Foreign-Office, 1 3 agosto 1841, denorai-
Data, siccome primiliva, original del governo inglese. Allora
egli credeva che il solo accomodamenlo alto ad assicurare
la pace ncl Levanle slarebbe nel limitare il potere delegate
di Mehemet-Ali al solo Egitto^ e ristabilire lautoriti diretta
del sultano nella Siria, in Candia, nelle Cilta Saute; inler-
ponendo cosi il deserto Ira la polenza direlta del sullano, e
la provincia del pascia. Sotto queste parole mal si nasconde
il timore che I' Inghilterra, coll' aprirsi del canale di Suez,
possa vcder dischiusa una via breve ad altri Stali che pos-
sano conquistare i suoi possedinienti pin presto ch' essa
difenderli. Ammeltasi adunque che Tlnghillerra padroneggi
I'isola di Perim per dirilto di prevenzione: clla che da un
pill sollecilo camraino all' Indie vedrebbe minacciarsi tanle
ricchezze, tanle possessioni, lanti sudditi. Ma la Danimarca
padrona del Sund, ma la Turchia padrona dei Dardanelli,
ma la stessa Inghilteri-a padrona di Malta, delle Isole Jonie,
di Gibilterra recano forse impedimenlo ai commercii? Mi si
opporra che P Inghillerra voglia almeno farsi unica protet-
Irice di tulle le bandiere che veleggiassero pel nuovo canale:
— 913 —
celebre essendo quel niolto che fu detto dalla tribiiua fraa-
cese, volersi l' lughilterra manteneie dovunque la feudality
maritlima. Ma fu necessitt'j che I' lughilterra rinunciasse
anche prima del canale questa sua precedenza nei inari
deir India; dacche il ministro francese Ruuher scriveva nei
30 settenibre 1857 alia camera di couunercio di Bordeaux,
che non dalla bandiera inglese, ma dalla francese sarebbero
difesi gl' interessi francesi in que' mari ; e sottaceva il trat-
tato di Parigi del 1814. Poi nella presa di Canton furono
compagne le armi di Francia a quelle d' Inghilterra. Bensi
6 vero che, colla proprieta del canale, alia Porta spetterebbe
eziandio il dirilto d'impero: invece, trattandosi di popoli
non cristiani, dovrebbesi provvedere perche la giurisdizione
e la polizia sui legni mercantili si riservassero alle autoril^
stesse dei legni; come parimenti la giurisdizione delle fat-
torie lungo le rive fosse interamente solto la loro bandiera.
Rimane die case di rifugio si facciano nelle fattorie: come
ora neir Indie danno ricovero ai naufraghi, istruzioni sui
venti, dal master attendant guida sicurissiraa. Del diritto di
naufragio tacerei, se i messuggi del presidente degli Stafi
Uniti, se le proteste dei consoli europei non fornissero certa
prova, che ancora nei mari dell' Indie dura tale offesa alia
legge natui'ale. I futuri legislatori dei due mari non dimen-
ticheraniio I' assolulo divieto di tal barbara usanza, ed
equamente stabiliranno le norme per indennizzare le spese
di chisalvasse un naufrago, sicche non se ne abbia pretesto
a ladrocinio lurpissimo. Gli antichi Veneziani inseiirono
sin dal pactum Warmundi evidente questo patto, die il com-
raercio e I' umanila altamenie reclamano. Finalmente, ad
un servigio di piloti ricompensalo da chi volesse valersene,
ma libero; ed ai fori distribuiti lungo le coste e fatti nei
modi migliori dovrebbe provvedere la Porta: gli Stali eu-
>(';■//» /ij. T n ill
— 914 —
ropei la risarcirebbero col pedaggio, e forse se ne affraii-
clierebbcro in seguito con una sonima fissata in proporzione
del lonncllaggio die ne passasse pel canale. Un consiglio di
comnieivio, di cui facessero parte i consoli lulli dclle na-
zioni eiiropec, dovrebbe costitiiirsi con norme pure trac-
ciale dal dirillo internazionale a conciliarc le quistioni die
nascessero nei porli del mare Rosso o lungo il canale, e
definire come arbitro quelle cbe gli si rimetlessero. Cosi
loglierebbcsi da un canlo la lunghozza della procedura cui
r appello dai giudizii consolai'i puo dai" luogo, e dall' altro
si evilerebbero (lueslioni sulla corapetenza dei giudizii,
rccandosi tulto a un liibunalc eui'opeo e giudicandosi
colla conosceuza delle consueludini del luogo. Parimenti
un consiglio sanilario europeo, risedcndo in uno de' porti
pill frequenlati, dovrebbe non pur invigilare, d' accordo
col governo egizio, su lutti i provvedinienti acconci a
mantenere I'igiene; nia, come un tempo usavasi dai con-
fidenti degli ambasciatori veneti, informare di continuo
gli Stati europei sullo slato igienico, sui principii, sullo
estendersi, sui rimedii dei mali cbe possono temersi dai
paesi d' Egitlo. II Regolamcnlo sanitaria internazionale,
cbe fu aggiunto alia Cnnvenzione sanitaria di Parigi del
l9decendH'e iSol, provvide cbe un medico centrale fosse
in Coslanlinopoli, Smirne, liairut e Alessandria, c cbe il
nuraero dei medici sanitarii europei dovesse accrescersi
in Oriente: questo utile provvedimento dovrebbe estendersi
e porsi in atlo lungo il mare Rosso.
In conformita agli (^sposli principii, dovrebbesi, Ira
gli Stati marittimi d' Europa e la Porta sovrana dell' E-
gitto, convenire un trattato di cui qui disegner6 a grandi
tratti le disposizioni invocate a tutela del Iraffico inter-
nazionale.
— 915 —
II canale di Suez e il mare Rosso saranno apei-ti a
tutte le nazioni. Qualsiasi rivoluzione, qualsiasi guerra,
qualsiasi mutainento di governo nei paesi lungo il canale
e il marc Rosso non possoDo pregiudicare la liberla del
transito alle navi di tiitti gli Stati.
I regolamenti della uavigazione del canale e del mare
Rosso devono essere uniCormi per tutle le bandiere e favo-
revoli alia liberty del transito e del commercio.
Qualunque privilegio conceduto per la navigazione a
societa o a privati e nullo.
Non si pu6 costringere alcuna nave a fare scalo in im
luogo piuttostoche in un allro.
' E libero a chiunque il costriiire fondachi, bazar ecc.
siille rive sopra un tratto da determinarsi da una commis-
sione europea.
-. La Porta riservasi il diritto del pedaggio, ma non
mai sopra le dieci lire per tonnellata e senza dar kiogo
a visite e vessazioni per la sua esazione.
i; La Porta riservasi di prendere i provvedimenti per la
sicurezza de' suoi Stati, e si obbliga di prenderli tali che
non irapedisoano la navigazione.
Ogni Stato marittimo pu6 tenere nel mare Rosso tre
vaporiere di 800 tonnellate al maximum, e due legni a
vela di 200 tonnellate per praticare la polizia raarittima
della navigazione. — La polizia marittima viene praticala
solidariamente.
La polizia e la giurisdizione sulle stesse navi, quanto
ai delitti de marinai, ecc, spetta alle autorita dei legni
stessi, e in conformitc\ alle leggi del loro Stato.
La giurisdizione sulle fattorie lungo il mare Rosso
spetta alia loro bandiera.
La pirateria si giudira sempre secondo il diritto delle
— 9i() —
ijeuti, noil secoiido norme parlkolaii delT iiiio o dell' al-
Iro Stalo.
II dii'ilto di naiifi'ugio e abolilo. Gli oggelli salvati
dal naufragio si custddiscono per esserc ricoiisegnati al
propiieUirio ad ogni sua inchiesta. Le spesc delta euslodia
di tali oggetii e le spcse per salvare un naulVago vengono
rioompensate dielro una lariffa determinata da una com-
missione di eousoli europci.
Sono ammessi nel mare Rosso i piloli di tutle le na-
zioni; il pilolaggio non e obbligatorio ; le tariffe de' piloli
sono determinate dalla detta commissione.
Questa commissione giudiea delinitivamente tutte le
questioni ehe le siano solloposte, o sieno relative alia
navigozione del canale o del mare Rosso, o agli affari
conchiusi nei porti e sulle rive pel tratto dichiarato neu-
tro. La legge, seoondo eui la commissione deve giudicare, e
quella invocata dai litigant!.
Si istiluisce un consiglio sanitario europeo.
Si di ogni facility alia eolonizzazione dei paesi lungo
il mare Rosso, soprattulto esenzione da retribuzioni e
servigi.
La Porta si obbliga di costruire lungo il mare Rosso
segnali e fari per la sicurezza della navigazione: gli Stati
maritlimi si obbligano ad un correspeltivo in proporzione
del tonnellaggio die ne passa pel canole.
L' affranco del pcdaggio sara solidario Ira tutti gli
Stall cbe ne eonvenissero colla Porta; per T affraoco del
correspeltivo pagato pei fari, ecc, ciascuno Stalo ehe ne
convenisse dovrebbe risponderne per se solo.
Vengono stabiliti dei porti franchi. L' esenzione dai
dazii prolungasi per un tratto da determinarsi dalla Porla.
— 917 —
Prospetlo (telle imporlazioni da Venezia ntl territorio doyanale
e delle esporlazioni dal territorio dogunale per f enezia.
Q U ALIT A
delle merci
Importazione da
Venezia nel ter-
ritorio doganale
Esportaz. per
Venezia dal ter-
ritorio doganale
neir anno 1857 1
Coloniali e frutti me-
ridionali ....
Tabacco greggio e la-
vorato
Prodotti d'ortaglia e
di campagna . . .
Aniniali
Prodotti aniniali . .
Grassi ed olii grassi .
Bevande comniestibili.
Materiali da costiuzio-
ne, da fiioco e dala-
voro
Materie raedicinali ,
profumerie, coloran-
ti e chimiche . . .
Metalli, niinerali greg-
gi e mezzo manufatti
Materie per tessuti e
lavori a maglia . .
Filati
Tessuti e lavori a ma-
glia
Merci di setole, scorza
d'albero, paglia, car-
ta e merci di carta .
du riportarsi
Franchi
63.775,910:17
29.187,645:66
34.760,6481:16
35.370,020:52
18.340,203:78
38.628,245:34
42.440,022:12
49.185,287:85
49.132,041 : 57
108.231,602:67
106.083,019:35
47.519,677:53
41.138,559:00
6.853,044:36
Franchi
172,004:22
872,786:61
62.549,934:12
47.232,308:37
15.242,446:98
6.522,444:58
13.768,120:62
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34.075,854:63
10.296,823:23
37.314,026:82
147.652,632:90
5.321,883:96
91.317,213:18
11.128,570:20
600.646,898:08
452.467,047:42
918
QU ALIT A
delle merci
Importazione da Esportaz. per
V enezia nel ter- Yenezia dal ter-
ritorio doaranale ritorio docranale
neir anno -1867
Riporto
Cuojo e merci di cuojo
pelliccierie e simili
Merci di osso, legno
vetro, argilla . .
Merci di metallo .
Merci da trasporto per
terra e per acqua
Strunienti inoccanici e
chincaglierie
Prodotti ctiimici, mer
ci coloranti, merci
di grasso e fiammi-
feri
Oggetti letterarii
d' arte ....
Cascami ....
TOTALE
Franchi
600.645,898:08
18.636,835:60
47.62d,365:74
44.548,226:43
48.398,986:20
24.529,2d8:48
5.648,886:88
49.855,079:40
490,d34:54
750374,630:62
Franchi
452.467,047:42
20.394,914:34
62.866,780:29
48.654,378:42
7.685,510:40
52.210,354:26
40.005,223:59
7.977,882:60
330,420:78
632,586,509:10
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Introduzione. — Questioni attinenti al canale di Suez,
le quali non entrano nel proposito di questo
scritto. — La questione tecnica, la prefe-
renza del canale alia strada ferrata. — Or-
dine tenuto nella trattazione — Utilita
niorali del canale di Suez. Delle fonti da cui
si ebbe la materia di fatlo pag. 679
PARTE PRIMA
Capo I.
II.
III.
IV.
Abbreviamento del viaggio. — Risparmio
di tempo e di spesa. — Delia navigazione
del mar Rosso e del Mediterraneo . . » 685
lllilita del canale di Suez pel niovimento
della strada ferrata d'Egitto. — Gli enii-
granti in Australia » 686
Aumento del capitale produttivo pel rispar-
mio di spesa e per la facilita dei ritorni. » 688
Diminuzione nell'interesse dei niutui marit-
tinii. — Concorrenza utile alia navigazione,
— Fortune grandi e grandi rovine delle
navigazioni lontaue. — Aumento e regola-
rita della navigazione per la minora di-
stanza . » 699
— 920 —
Capo V. Facilita del credito. — I prestiti sullapoliz-
za di curico pag. 691
» VI. Materie greggie per r indiistria. ...» 692
» VII. Esportazione de'prodotti europei per I'Asia,
c come sia ininore della corrispondente
irnportazione. — Cause da cui dipende la
differeiiza » 693
» VIII. Grande esportazione del danaro e special-
mente dell'argento dall'Europa per 1' Asia.
— Come il canale di Suez deve diminuirla. » 696
» IX. Aumento delle inchieste di cose europee in
Asia. — Cause che ora la rallentano. —
■ ■''' Conoscenza della reale inchiesta di cose
- i europee in Asia. — Opportunita degli scali
e della catena de' cambj » 698
» X. Accrescimenti de'consumi europei, regola-
rita nelle provviste. — Irnportazione del
• ' rise. — Come il canale di Suez togliera
r enorme differenza tra i consumi de' paesi
piij oceidentali e piu orientali d' Europa.
— Cotoni, zucciieri, te. — Aumento della
produzione neil' Asia. — II coinmercio di
circolo si convertira per molti paesi d'Eu-
ropa in commercio di consumo: danni del
commercio di circolo. — Le sete ed il
mercato di Londra »> 700
» XI. Del commercio inglese coi paesi di la dal
Capo » 743
» XII. Conseguenze dellu nuova strada dell' Indie
sul consumo e suUa produzione di altri
Stati. — Deir Ohmda — della Francia,
e specialmente di Marsiglia, — del Belgio
e specialmente di Verviers e di Anversa
— di Brema — d' Amburgo — della Rus-
sia e specialmente di Riga e di Odessa —
della Grecia e specialmente di Sira — della
— 921 —
Turchia — dei principati damibiani — del-
ritalia — della Spagna e specialinente di
Cadice — della Svizzera — della Ger-
mania. ■ — Concorrenza di Trieste con
Amburgo pag. 733
PARTE SECOADV.
Cagioni dell' antica prosperita del commer-
cio veneto e del siio decadinieiito . . » 813
Stato della navigazione: tonnellaggio, inari-
nai, valore del carico ecc. — Considera-
zioni. — Stato della costruzione delle navi.
— Consegiienza della distanza itinerarla
dei mercati asiatici per la nostra naviga-
zione. — Conseguenze della stessa sulla
nostra industria in generale n 816
» III. Diflicolta die si frappongono ad esporre lo
stato delle nostre Industrie . . . . » 822
» IV. Conseguenze probabili del canale di Suez sul
nostro lauilicio » 825
» y. Del cotonifjcio « 833
» \T. Del setificio » 838
» \TI. Deir industria dei cuoi » 841
» \'III. Dei lini e canapi » 842
» IX. Del legname » 845
» X. Del ferro » 848
» XI. Fonderie » 853
» XII. Del rame » 854
» XIII. Delia carta » 855
« \l\. Le conterie e i vetri » 859
» XV. Dei tabacchi » 862
» XYI. Delliniportazione dei zuccheri, e delle raf-
finerie » 864
» XVII. Del caffe e di altri consuini » 807
Scrn' [If. T. jy. 118
— 922 —
Capo XVIII. Di allre induslrie pnij. 809
» XIX. Provvedimeiiti da ])0!'si in otto a Vcnezia:
— 1." Quanto alia navinazione. — 2.' (Jniinl<^^>
ai niagazzini. — 3" Quanto alia costru-
zione ed allarredo delle navi. — 'k° Quan-
to alia istruziont! de' coslrultoii e d'e' ma-
rina! » 87S
» XX. Ostac(di legislativi die .si tVappongono al
coinmerciomarittinio. — La leva, le patent! » 881
» XXI. Delia franchigia di Yenezia. — Di tutto il
suo movimento mercantile. — Parte presa
in Pregadi nel 24 settembie KMiO. — For-
malita e vessazion! doganali da aboliisi. » 882
» XXII. Dei warrants. — Leg-gi doganali. — Loro
moltiplicita. — Dazii sulie macchine. —
Dichiarazioni di tran.sito. — Dazii sui fila-
ti, ecc » 887
» XXIII. Leggi niarittime. — Impossibilita di fare iin
codice niarittimo conume alia Germania ed
air Italia. — Riforme necessarie nelle leg-
gi mercantili » 892
» XXIY. Delia navigazione del Po. — Delia strada
ferrata da Venezia a Milano, e da Padova
al Po. — Delle strado ferrate del Tirolo. » 897
PARTE TERZA.
Diritto internazionale. — Principii e provvedimenti. » 909
ERRATA C 0 R 15 I G E
Pag. 7j.S Qnadr(j 2. O.tserunziojii d' etifrrpof. Operazioni d' enlrrfinl.
» 770 1. 28 le esporlazioiii . . . . le de?tiiiazioni
» S'lS » 2.') es lie se ne
mmu DEL mim u; iiGiiio \m,
^\ legge unu iiota del in. e. Saiidii suUo stato
saniturio degli animali domestivi nelle provincw vene-
le, 0 una comunicazione intorno alle suppurazioui
bleu del menibi-o e scgretario dolt. iNamias^ che sa-
ranno piibblicatc nelle successive dispense.
ADl!MmDEUIOMOI9f.lliG118i^D.
k^i Icggc una iiola del ni. e, prof. Bcllavitis
lisguardante 1 ajijilicazione della cinematica alia
ciirvatum di tidte le trajettorie descritte dai punti di
un sisteina piano mvari(i.hile. poscia iin appeUo acjli
idlinii studii raziouali e sperimeiiUdi intorno alia
purpora de(jli anlichi, del m. e. prof, iiizio.
11 m. e. cav. Emmanuele Antonio Cicogna legge
un rapporto intonw alia visita artistico-aiHii]Haria
fatta da un' apposita Conimissione, di cui egli era
niembro, agli stabiliinenti dipendenli dall' I. R. Di-
rezionc del Genio; il quale rapporto verra inserito
negli Atti.
11 prof. Bellavilis presenia anche una relazione
sni Sifstcin elliptischer inufen liercrhnct von J, G.
Schmidt. Berlin 1844.
1858-59
DISPENSA NONA
STUDII
DEL DOTT. ANTONIO BERTI
TRATTI
»ALLK OSSHRV.„o.. ...ETEOROLOG.CHB D«. VE^TE^MO ,836-55
ED ACCOJIPAGKATl
DA TAVOLE SLMEBICHE E GRAFICHE
(Continiiazioue della na» Ifia j i
aena pag. b88 del presence Tolume.)
— °<s>= —
TiKiI/E ilTEOROLOtlUHE PM ffilzn
dall'anno 4836 al i866
IGROMETRO
Sene 1 11^ T. IV.
Tavola I.
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Aprile
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Maggio
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Media totale del
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minima » n » lugllo » 1855.
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OOCOOOOOOOOOOOOOGOOO
CO ''3 3-1 lO — •
— 935 —
Tatola v.
Vmidita medie dei quinquennii divisi per tnesi
e per istagioni.
Mesi
1836-40
484d-45
1846-50
4861-65
Gennaio ....
82° 6
90,° 4
88° 2
84° 2
Febbraio.
81, 4
91, 0
91, 4
81, 2
Marzo. .
82, 0
90, 4
87, 8
80, 8
Aprile. .
77,4
88, 0
89, 0
79. 0
Maggio .
79, 8
90, 6
87, 4
81, 2
Giugno .
80, 4
89, 6
86, 6
76, 2
Luglio. .
77, 6
88, 2
85, 8
78, 6
Agosto .
78, 0
89, 4
86, 2
76, 2
Settembre
80, 2
90, 6
85, 6
78, 4
Ottobre .
81, 6
91, 0
90, 8
82, 6
Novembre
81, 0
92, 4
88, 8
81, 0
Dicembre
84, 0
91, 2
88, 6
88°02
80, 0
79,'95
80°S0
90,''23
Media massima niensile uel uovembre del 1841-45 92,°4
»J minima » » giugno ed agosto del 1851-55 . . . 76,2
Differenza 16 ,2
Media massima dei quinquennii nel 1841-45 90'',23
» minima » » » 1851-55 79 ,95
Differenza 10 ,28
S«ri» HI, T. IV. 120
936
(Continuaz. della Tav. V.)
■»;\\ ii >«!i <iu
Stagioni
4836-40
4844-45
484C-B0
4854-65
Inverno ....
Primavera . . .
Estate
Autunno ....
82" 1
79, 6
78, 7
80, 9
80".52
90',' 6
89, 7
89, 2
91, 2
89J' o
88, 1
86, 2
88, 4
88"00
82" 4
80, o
77, 0
80, 7
90;'l7
80°i0
Media niassinia delle stagioui nell' autuuno del 18il-4!i . . . 91'',2
») minima » » nella state » 1851-r>5 . . . 77 ,0
Diffeienza 14,2
•i ■■>;
••< .h.:
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■i .H^i
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0 .(■'.
'*V I .kU »n«
937
Massime e minime ibnidiid mensili ?
el ventennio 1836-56.
Mesi
i836
4837
Diffe-
Diffe-
Massima
Minima
Massima
Minima
renza
renza
Gennaio . .
90 "
50"
40"
9l"
68"
23"
Febbraio . .
90
48
42
91
50
41
Marzo . . .
89
70
19
90
54
36
Aprile • . .
89
58
31
90
62
28
Maggio. . .
90
56
34
88
51
57
Giugno . . .
88
58
30
88
55
35
Liiglio . . .
88
60
28
88
55
55
Agosto . . .
86
60
26
88
59
29
Settembre .
90
60
30
86
57
29
Oltobre. . .
90
61
29
88
54
54
Novembre .
92
60
32
88
51
57
Dicembre .
92
71
21
96
60
56
Media c
scillazioiif
> mensile
S0"',20
33" .00
Mesi
4838
1839
Diffe-
Diffe-
Massima
Minima
renza
Massima
Minima
renza
Gennaio . .
95"
71"
24
89"
54"
55"
Febbraio. .
96
71
25
94
62
32
Maizo . . .
94
71
23
91
70
21
Aprile. . . .
85
53
32
91
68
23
Maggio. . .
84
57
27
98
76
22
Giugiio . . .
84
59
25
90 ,
71
19
Liiglio . . .
82
58
24
91
67
24
Agosti) . . .
84
55
29
91
67
24
Settembre .
88
65
23
95
70
23
Ottobre. . .
85
58
27
92
70
22
Novembre .
86
64
22
93
75
18
Dicembre .
85
61
i'4
92
76
16
Media (
)scillazioiu
mensile
25",42
25'',25
— 938 —
(Continuaz. della Tav. VI.)
1840
4844
Mesi
Diffe-
Diffe-
Mass i ma
MiniiDa
renza
Massima
Minima
renza
Gennaio . -
93°
61°
52°
97"
60°
57°
P^ebbraio. .
91
63
28
98
72
26
Marzo . . .
90
60
30
98
76
22
Aprile . . .
95
60
35
97
65
32
Maggio. . .
96
77
19
96
72
24
Giugno. . .
98
69
29
97
76
21
Luglio . . .
99
67
32
96
68
28
Agosto . . .
98
71
27 '
97
70
27
Settembre .
98
71
27
97
76
21
Ottobre. . .
97
70
27
97
68
29
Novembre.
97
75
22
98
70
28
Dicembre .
98
70
28
98
75
23
Media
oscillazione
mensile
27°,83
26",50
Mesi
d842
4843
Diffe-
Diffe-
Massima
Minima
renza
Massima
Minima
renza
Gennaio . .
97"
75°
22°
97°
60°
57°
Febbrnio. .
96
68
28
98
75
23
Marzo . . .
96
51
45
100
74
26
Aprile . . .
Maggio. . .
Giugno. . .
96
61
55
J 00
75
25
96
68
28
100
80
20
99
70
29
100
80
20
Luglio . . .
97
71
26
100
77
23
Agosto . . .
99
70
29
100
80
20
Settembre .
98
75
23
100
73
25
Ottobre. . .
98
73
23
100
77
23
Novembre .
98
70
28
100
74
26
Dicembre .
98
77
21
100
80
20
Media
oscillazioa
3 mensile
28",08
1
. 24",00
— 939
(Continuaz. delia Tav. VI.)
Mesi
4844
4845
Diffe-
Diffe-
Massima
Minima
renza
Massima
Minima
renza
Gennaio . .
100°
73
27"
100°
90°
10°
Fcbbraio. .
100
74
26
100
74
26
Marzo . . .
100
75
25
100
60
40
Aprile . . .
100
78
22
100
88
12
Maggio. . .
100
78
22
100
80
20
Giugno. . .
100
80
20
100
78
22
Luglio . . .
100
81
19
100
82
18
Agosto . . .
100
80
20
100
71
29
Settembre .
100
72
28
100
78
22
Ottobre . .
100
89
11
100
86
14
Novembre .
100
87
13
100
78
22
Dicembre .
100
80
20
100
64
36
Media c
scillazione
mensiie
2r,08
22", 58
)""
Mesi
4846
4847
Diffe-
Diffe-
Massima
Minima
renza
Massima
Minima
renza
Gennaio . .
lOO"
70 "
30"
96°
80°
16'
Febbraio. .
100
75
25
95
72
23
Marzo . . .
100
81
19
94
68
26
Aprile . . .
100
82
18
95
64
31
Maggio. . .
100
77
23
95
76
19
Giuguo. . .
100
85
15
94
65
29
Luglio . . .
100
79
21
97
74
23
Agosto . . .
96
74
22
98
72
26
Settembre .
97
73
24
99
72
27
Ottobre. . .
95
85
10
95
78
17
Novembre .
96
72
24
96
67
29
Dicembre .
96
70
26
97
73
24
Media c
)Scillazione
> mensiie
21 ".42'
24",17
94(1
(Continuaz. della Tav. YI.)
i
Me si
lVlas?inui
4848
Minima
Dilfe-
Massinia
4849
Mininia
Gennaio
96'
Febbiaio
97
Marzo .
95
Aprile .
95
i\laggio.
96
Giuqiio.
91
Liiglio .
96
AgdStO .
95
Settembre
97
Ottobre. .
98
Ni)vembre
96
Diceinbre
97
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77
78
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74
70
68
73
72
79
70
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Media oscillazione iiiensile
2G"
98
20
95
17
95
21
96
22
96
21
95
28
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22
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19
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5S
96
2G",50
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71
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73
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70
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72
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Mesi
1850
Massima
Minin
Diffe-
reiiza
1851
Mass ill) a
Mininia
Gennaio
Febbiaio
Marzo .
Aprile .
Maggio.
Giugno.
Luglio .
Agosto .
Settembre
Ottobre .
Novonibre
Dicembre
96
97
97
96
95
97
96
95
95
97
96
96
72
76
76
72
77
78
71
72
79
71
78
34
25
21
20
25
20
18
24
23
18
25
18
Media oscillazione niensile 22",49
96"
74"
96
69
95
62
96
72
96
76
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69
94
75
95
79
96
72
97
77 1
96
79
94
76
944 —
(Continuaz. della Tav. VI.)
Mesi
1852
4853
Diffe-
Diffe-
Massima
Minima
Massima
Minima
renza
renza
Gennaio . .
96°
74"
^2°
84"
70°
14"
Febbraio. .
95
63
52
84
69
15
Marzo . . .
95
71
24
85
70
15
Aprile . . .
93
72
21
84
65
19
Maggio. . .
94
70
24
83
70
13
Giugno. . .
90
60
30
81
68
13
Luglio . . .
82
64
18
81
61
20
Agusto . . .
82
60
22
83
64
19
Settembre .
84
71
13
82
61
21
Ottobre. . .
83
68
15
87
68
19
Novembre .
83
70
13
83
68
15
Dicembre .
.83
62
21
81
65
16
Media
jscillazione
mensile
2r,25
16",58
Mcsi
1854
4856
Diffe-
Diffe-
Massima
Minima
renza
Massima
Minima
renza
Gennaio . .
81 "
60 "
21"
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57°
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79
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Marzo . . .
79
65
26
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59
37
Aprile . . .
80
60
20
95
55
60
Maggio. . .
96
61
35
94
47
47
Giugno. . .
95
61
34
91
40
51
Luglio . . .
87
49
38
87
41
46
Agosto . . .
90
57
33
1 90
37
53
Settembre
1 95
59
56
97
45
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Ottobre. . ,
1 98
43
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97
65
32
Novembre .
97
50
47
97
54
45
Dicembre .
93
57
56
99
42
57
Media
mensile us
:illazione
55", 66
46", 17
942
(Continuar. della Tav. VI.)
Massima oscillaz. niensile deLventennio in sprile del 1855 . di 60°
Minima » » » » » gennoio » 1845 .
ed oUobie 1846. » 10
Differenza » 50
Massima media oscillazione mensile nel 1855 . . . . » 46"',17
Minima » » » » 1853 .... » 16 ,58
Differenza . » 29 ,59
Media oscillazione mensile del ventennio » 25 ,83
943 —
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I
— 948
(Continuaz. della Tav. X )
MassiniH o.scillazioiie inveruale del I (ieceiinio nel 1836 .... X2"
Minima » » « » » J8io ... . ^6
Differeiiza 2H
Massima ('.s.^llazione priniaverile del I deieimiM nel 18452. . . . 4f)
Minimi) » » » » » 1844. . . . lib
Differeiiza 20
Massima OS illazione estiva del I dofennid nel 18o7 33
Minims. » » » „ » {844 20
Differenza 1,1
^ Massima oscillazioiie aiiliiniiale del i deceiiDJo i;el 1817 .... 37
9 Minima » » » » » iSiS .... 22
■J Differenza 15
Ma.vsima oscillazi.iiie iiivernalu del II dei-enniu nel 18.10 . ... 88
i Minims » » » » » 1833 . . . . S?2
Differenza 36
i'^ Massima oseillazioiie priniaverile del li deopiinio nel I8H.H ... 61
- Minims » » .. » » 1848 . . . i2i'
Differenza 39
{ Massima (isciil.iziuiie estiva del II dec.ennio nel I8'>5 J>4
- Minima » » » » n 18!)3 "J'!
Differenza 52
1 •.
Massima uscill.-iziune autunnale dei II decennii. i.tl 18.yi . . . . liS
Minima » n » » » 1851 .... 16
Differenza 39
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— 952
TAVOI.A XIII A.
Confronto tra le mcdie (Idle massvue e delle mininte temperature
e la media lolale nel I dccennio 483G-45.
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Media
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Media
deiie
minime
Media
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Maggio .
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Agosto. .
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66 ,8
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11 ,7
94 ,8
69 ,5
83 ,2
9 ,6
94 ,4
69 ,6
83 ,0
9,4
94 ,1
68 ,6
83 ,0
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68 ,3
85 ,7
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9b ,0
69 ,3
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71 ,4
87,6
8 ,3
94"84
68"86
85!,'36
9,48
17 .3
20 ,3
19 ,3
13 ,8
13 ,7
13 ,4
14 ,4
15 ,4
16 ,1
13 ,3
16 ,3
16 .2
16"50
— 953
TatolaXHIB.
Confronto tra h medie delle massime e delle minime temperature
e la media ioUde ntl II dtcenniu -1846-43.
Me si
IVlediy
delle
massime
Gennaio .
Febbraio .
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Aprile . .
Maggio
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Luglio . .
Agosto . .
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Ottobre .
Novembre
Dicembre .
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93 ,1
95 ,0
9 'I ,5
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95 .8
9'i .3
95 .6
93 .2
93?26
Media
delle
minime
68 ,7
68 ,9
70 .2
67 ,3
69 ,5
67 ,0
65 ,9
65 ,9
67 ,3
71 .5
67 ,3
6b ,8
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Media
totale
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piu
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86 ,3
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8 .8
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8 .9
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mono
47 :5
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14 A
16 ,5
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14 ,7
15 A
17 :6
18 ,5
I6!i7
954
Tavola XIV.
Confronto delle medie umiditd e delle oscillazioni igro-
metriche colle oscillasioni delle macchie solari.
OSCILLAZIONI
MEDIE
MEDIE
OECENNII
QUINQUENNII
delle
macchie solari
umidita
osciiia-
zioui
1836-
45
1 1836 — 40
' 1841 — 45
Maximum
Minimum
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90 ,23
43",34
34,17
1846-
-55 ^
, 1846 - SO
1851 — 55
Maximum
Miaimum
88,02
79,95
31,25
80,75
39,88
84°,67
PLUVIOMETRO
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Febbraio
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21,55
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IVlarzo
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53,57
11,22
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12,68
1
Aprile
24,49
43,25
37,32
17,41
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36,49
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Maggio
59,50
61 ,04
43,30
26,81
55,57
15,25
58,31
27,68
9
Giugno
13,82
10,58
24,08
21,74
10,57
48,64
10,41
25,57
5
Luglio
55,14
45,17
20,24
11,73
50,51
11,58
15,15
46,49
4
Agosto
23,08
2,33
20,25
58,72
28,85
25,57
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Settembre
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Ottobre
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Novembre
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62,32
65,95
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6,40
44,97
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Dicembre
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Sotnvie quinquennali per islagioni e per mesi.
Mesi
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4841-45
4846-50
1864-56
Gennaio ....
42",'64
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53";91
94"65
Febbraio. .
145,22 -
152,14
29,07
122,97
Maizo. . .
112,68
67,88
83,59
158,92
Aprile. . .
155,80
118,56
187,63
147,15
Maggio . .
204 ,22
256 ,92
125,96
251,84
Giugno . .
80,79
198,31
162 ,58
200 ,21
Luglio. . .
162,59
137,61
92,65
148 ,68
Agosto . .
133 ,2!
228 ,77
175,54
125,98
Settembre .
252 ,28
149,74
164 ,15
272 ,00
Ollobie . .
132,85
180,58
577 ,79
301 ,10
Noveinbre .
238 ,72
184 ,26
125,54
185,66
Dicembre
127,43
1768",'43
83,89
109 ,61
1685 '^64
86.77
2055",'93
185r^36
Massima pioggia dei mesi per quinqxien.
nell' ottobre 1846-50 di 577 '',79 pari a poll. 51,48
Minima pioggia dei mesi ppr quinquen.
in uno de' febb. 1846-50 » 29 ,70 » » 2,48
Differenza » 348 ,09 » » 29,00
Massima quantity di pioggia dei quinquen.
nel 1851-55 di 20S5"',93 pari a poll. 171,33
Minima quantit§i di pioggia dei quinquen.
nel 1846-50 » 1685 ,64 » » 140,47
Differenza » 370 ,29 » » 30,86
— 964 —
(Continuaz. della Tav. "V.)
Stagioni
i836-40 1841-46
1846-00
1851-B5
Inverno ....
Primavera . . .
Estate
Autunno ....
■
297";57
452 .70
376,59
623 ,83
342";40
423,16
564 ,69
514 ,38
195",34
595 ,00
428 ,51
667 ,48
319"^04
517,91
4T4 ,87
758 .76
1750",'81
1844";63
1686';35 -
2070','58
Massima pioggia delle stagioni per quinquon-
nio negliautunni 1851-S5in 758"',76 pari
Minima pidggia delle stagioni per quinquen-
nio negl' inverui 18/^6-80 in 19b ,34 »
1 Differenza di 565 ,42 »
a poll, 63,23
» 16,28
» 46,98
965 —
Tavola VI.
Quantitd medie della pioggia per mesi e per istagioni
net venlennio 4836-55,
QuanlilaLniedie
In cen-
tesinii
Mesi
in pol-
lici
in
iinee
della
quanli-
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nuale
Gennaio. .
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15",'21
0,040
Febbraio .
1,87
22,47
0,061
Marzo. . .
1,68
20,13
0,055
Aprile. . .
2,46
29,45
0,080
Maggio . .
3 ,35
59,84
0,108
Giugno. .
2,67
32,08
0,088
Luglio. . .
2.27
27,07
0,073
Agosto. . .
2,76
33,18
0,090
Setlembre
3,49
41,91
0,114
Ottobre . .
4,13
49,61
0,135
Novembre
3,06
56,70
0,100
Dicembre.
1,68
20,38
0,055
o0'',67
568",'03
1,000
Stagioni
Quautil^ medie
In oen-
tesimi
dellH
quanli-
la an-
uuaie
in pol-
lici
in
Iinee
Inverno . .
Primavera
Estate. . .
Autunno .
4'',82
7,47
7,70
10,68
30'',67
58",'06
89,44
92,33
128,22
568";05
0,158
0,243
0,250
0,349
1,000
Massima media dei mesi Massima media delie sta- „, .
nell' ottobre . . in 49",61 gioni nell'autunno in 128,22
Minima media dei mesi Minima media delie sta-
nei gennaio , . » 15,21 gioni nell' inveruo » 58,06
Differenza. ...» 34,40 Differenza. ...» 70,16
966 —
Tavola VII.
Quantita di piogijia a termine medio per giorno.
Numero
Quautila
Termine
Me si
del
gioini
della
medio
piovosi
pioggia
per giorno
Genuaio
109
304',29
2779
Febbraio
121
449,40
5-,71
Marzo
126
402 ,87
3,20
Aprile
170
588 ,96
3,46
Maggio
206
■ 148
796 ,94
641,69
3,86
Giugno
4,55
Luglio
122
541 .52
4,45
Agosto
158
169
663 ,49
858,16
4,80
4,96
Settembre. ,
Ottobre. . . . .' . . . .
193
992 ,20
5,14
Novembre
197
734,18
3,73
Dicembre
120
1819
407 ,70
736i",40
3,40
4 ',04
967 —
Tavola VIII.
Confronto Ira le qiianlila assolule e medie iltlla piogyia
e le oscillazioni delle inacchie solari.
DEOENiMl
QL'INQUEINNII
OSCILLAZIONI
delle
macchie solari
QUAMITA'
assulute
QUAI\-
tita'
medie
1856 —-45
1846 _ 55 '
^ 1856 — 40
' 1841 — 45
1846 — 50
'. 1851 — 55
Maximum
IMinimum
Maxiuiuiu
Minimum
1768" ,45
1851 ,56
1685 ,64
2055 ,95
355",68
570 ,25
557,12
411,18
7561", 40
568",'03
Dunqae la quuntita dellii piujgia iiei quiiiqiiL-iinii stain ra-
gione inversa alia quantita delle macchie solari.
(Continua.)
Sfiie III. T. IV.
12i
Iflf AJrtflT
>s../;i; .' .:-; ■' -L A V OR I * '''"■^
per I' itlustrazione lopocjrafica, idraulica, fisica, statistica,
agraria e medica delle provincie venete die si puhl'lieano
secondo I' art. 127 degli statuti interni.
I Continunzione J>Un pag. 6if) del prnspntP TotiimcA
PROSPETTI
SISTEMAIICl DEGLI ANIMALI DELLE PEOVINCIE VENETE E DEL
MARE ADBUTICO E DISTINZIONE DELLE SPECIE IN GRUPPI -
RELATITI ALLA LORO GEOGRAFIA FISICA ED ALl' I?(TERESSE.!^
ECONOMICO STATISTICO CHE PUESENTANO
I
presenti Cataloghi dogli animali dellc provincio vo-
nete e del nostro golfo sono destinati soUauto a far couo-
scere nominalmente, con iscopo geogratico-economico-
statistico, le specie alle differenti classi spettanti^ le quali
si trovano nelle nostra regioni.
Ho tenuto per essi quell' ordine sisteiuatico die usui
per quelli da me compilati ed illuslrati con iscopo puramea-
te zoologico, che fanno parte di altro lavoro destinato esse
pure pegli Atti di questo I. 11. Istituto, lavoro da me pre-
sentato nella seduta 17 maggio dell' anno 1857 (I). Come
pero i ragunaraentt agginnti al presenle prospelto nomi-
(1) Cataloghi sisteniutici illustrati degli animali siuo ad ora osser-
vati iielle provincie venete e nel mare Adriatico. precediiti da una estesa
bibliografia cronologica relaliva e da, un Proaroninia per la furma/iione
dolhf Fauna nostralo scienlificn o tecnoloiiicii.
— 970 —
nale, falli a seconda de' tiloli che maggiormenlc interes-
sano la gengrafia lisica e la stalistica econoniioa, stanno
in perfelta relazione coi delti catajoghi illustrati (1), oosi
polrii ricorrere a qiiclli cbi a masse aver ocrte notizie le
quali sono sollanlo di zoologlca speltanza; chi desideras-
se oltre che farsi im'idea slatistico-zoologica dello Stato
veneto, conoscere i nomi volgari (2) coi quali una dala
specie dislinguesi nelle differenti provincie; chi avesse in-
leresse di fare qualche confronto di sinoaimia fra la no-
menclatura in essi usata e quella di qualche altro autore
fra i pill nolj, che illustrarono le specie, presentandone an-
che una buona imagine ; chi volesse infine meltei'si a giorno
sn quanlo spetta alia storia delta Fauna nostrale ed alia
Bibliografia zoologica dello Stato veneto c del mare che
lo bagna.
Percht" possano poj, quelli ebc nc avessero dcsiderio,
meltersi a conoscenza delle specie fossili fino ad era rjnve-
nute dai vari paleonlologi, nei nostri terreni,^ aU'oggetio di
comparare la Fauna veneta anlica coll'attuale, porro in Dae
di quel lavoro non solo I'elenco oorainale sistemalico delle
specie slesse, ma anche la loro unione in que' differenti
gruppi che maggiormonlc inferessano la geologia siatistica.
(1) In quel cataloiihi saranno auche correfte le inende die per caso
avessero a cadere in questi ; mende, nelle quali <• tanto facile incorrerc
in lavori di siniil genere.
(2) Per niatigiore comodo dei letturi del presenter lavoro sara agginn-
to alia fine di esso, un indice alfabetio de'nomi volgari usatl nel veneto
coali italiani e coi scientifici di rinconfro. < i - •'•.■'-
974
d^hlf.
mum mmun
secundum systema Pr. C. L. Bonaparte disposita
Classis I. m A M M A L I A
Divis. T. Educahilia
ORDO II. Ferae
FailL C A « I D A E.
Subf. Canina.
Canis faniiliaris, Lin. cum vest, et variet. multis.
lupus, Lin. fiOBnOiW ?!nt§ci-yu
Vulpes vuljjaris, Br.
melanogastra, Bp.
Fam. F E L ID A E.
Subf. Felina.
Lyncus Linx, Bp. ex Lin.
Felis catus, Zjh.
domestica, Br. cum vest, et variel.
. Fam. MUSTELIDAE.
Sub. Luliina.
Lulra vulgaris, /./u7, iiiJSiVii'i
— 972 —
Sill)). Musteline
Mustela vulgaris, Br.
eroiinea, Lin.
Putorius vulgaris, Cuv. ex Lin
Martes Foina, Bell. ^ i)i,i3i?.v;a »«iii«i
Abietum, Ray.
Subf. Me Una.
Meles taxus, Schreib. ex Lin.
Fani. U ft s I D A E.
Subf. Ursina.
Ursus arclus, Lin. cum vest. var.
ORDO in. Piiinipedla
Fam. P H 0 c I D A E.
Subf. Phocinu.
PPhoca vilulina, Lin.
Pelagius monacus, F. Cuv.
ORDO IV. €etae
Fam. Delphinid At.
Subf. Delphininn.
Delpbinus delphis^ Lin.
Tursio Iruncatus, Or.
riiocaena communis, Cuv. e\ Lin.
Fam. P H y .s E T i: K I D A e.
Subf. Phijselerhut.
Physeter macroceplialus, Lin.
— 973 —
ORDO V. Bellnae
Fam. S u I D A E.
Subf. Siiina.
Su9 scrofa, Lin. cum stirp. var.
Fan}. E Q u ID 1 E,
Subf. Equina.
Equus caballus, Lin. cum vest, et stirp. var.
Asinus onager, L. cum rar. et hybrid.
ORDO VI. Peeora 7"
Fam. C E a T I D A B.
Subf. Ceruiua.
Capreolus caprea, Bp. ex Lin.
Cervus elaphus, Lin.
Fam. B 0 V I D A E.
Subf. Ccipriiia.
Capra ibex, Lin.
hyrcus, Lin.
Ovis musmon. Bp. ex Plin. cum var. et stirp. domest.
Rupicapra capella, Bp. ex Lin.
Subf. Boiunu,
Bos taiirus, Lin. cum vest, et stirp. var.
, Divis. II. Ineducahtiia
ORDO IX. Cheiroptera
Fam. Vespertilionidae.
Siibf. Vespertilionma.
Plecolus auritus, Bp. ex Lin.
JVIyolis murinus, Gr. ex Geoffr.
Daubentoni, Bp. ex Leisl.
Noclula seroliiKi, Bp. ex Gm.
Vespertilio serotinus, Cm. .-•-, rtnjp'
Pipislrellus Kuhli, Bp. ex Natt.
Barbaslellus Daubentoni, Bell.
Rhinoloplms ferruai equinum, Leach, ex Daub.
ORDO X. Bestiae
KiUU. T A L P I D A E,
Subf. Talpina.
Talpa europaea, L. cum vest. var.
Fam. S 0 R I c I D A E.
Subf. Soricina.
Crossopus fodieos, Wagl. ex Pall.
Sorex araneus, Lin.
Crocidura musaranea, Bp.
Fam. E R I N A c I D A E.
Subf. Erinacina.
Erinuccus europaeus, Lin.
? auritus, Pallas.
— 1)75 —
ORDO XI. OBires
Fatn. S c I c E I 0 4 e.
Subf. Sciu?-ina.
Sciurus vulgaris, Lin.
Fam. C A V I D A E.
Subf. Cavina.
Cavia porcellus, Bp. cum vest. var.
Fam. M u R I D A E
Subf. Myoxina.
Mioxus glis, Schreb. ex Lin.
quercinus, Bp. ex Lin.
avellanarius, Desm. ex Lin.
Suli. Murina.
Mici'omys minutus, Selijs. ex Pall.
Mus sylvaticus, Lin. cum vest, var
musculus, Lin. cum vest. var.
decuraanus, Pall.
ratlus, Lin. cum vest. var.
Subf. ArvieoUna.
Ai'vicola pertiuax, Savi.
Musignani, Selys.
Savii, Selys ex Savi.
Fam. Leporidae.
Subf. Leporina.
Lepus timidus, Lin. cum vest. var.
cuniculus, Lin. cum vest. var.
Sene. III. T. IV. t2ii
_ ;)7() —
GRUPPI ECONOmCO-STATISTICI
DELIA CLASSE DEI MAMMIFEItl
Griippi relativi alia geografia delle specie.
J) Specie terreslri die Irovansi in iiilte Ic Provincie
pill 0 meno frcqnenii.
Canis familiaris-
Viilpes vLilgai'is.
\ Felis domestica.
Martes foina.
-\ Lutra vulgaris.
* Sus scrofa.
-\ Equus caballus.
* Bos taurus.
I Vespertilio serotinus.
INoc'tiila scroti na.
ripistrellus Kuhli.
illiinoloplius ferruiii
equinum.
Talpa ("uropaea.
Sorex araneiis.
Crossopus fodiens.
Crocidura miisarauea,
I Erinaccus europaeus.
Mils imisculus.
rattus.
decumanus.
S^lvaticus.
Micromys niinutus.
Arvicola pertinax.
Miisignani.
Savii.
* Lepus tiinidus.
* cuniculus.
— 977 —
2) Specie terreslri die irovansi nei luoghi boscliivi e di
montagnn. Quelle segnate colla r) sono molto rare.
I Ursus arcliis.
Caiiis Lupus.
Felis catus.
Linx. r)
Pulorius vulgaris.
Muslela vulgaris,
erminia.
Martes Foina.
abietura.
* Sus scrofa.
*Capreolus caprea.
* Cervus elaphus.
* Riipioapra capella.
* Capra ibex, r)
Erinaceus auritus. r)
Mioxus avellanarius.
Glis.
quercrnus.
Sciurus vulgaris.
3} Specie marine che frequentano le nostrt coste.
J Delphinus delphis.
4) Specie marine die appariscono accidentalmente alle
nostre cosle ed assai di rado.
-j- Phocaena communis.
-(- Physeter macrocephalus.
Tursio truncatus.
Gruppi delle specie relativi all' utilita o danno che
arrecano.
A) Specie domesliche niili.
Canis familiaris, e sue
variety.
f Felis domestica, e sue
variety.
— 978
* Sus scrofa e sue var.
* Sus Smmensis (I)
f Eqiius caballiis, e sue
I'iizze
Eqnus asinus, e sue va-
r ela cd ibrido.
* Bos laurus, e sue razze.
* Ovis musmon, e sue
razze.
* Capra hyrcus.
* Lepus cuniculus.
* Cavia porcellus.
2) Specie di cui si uUlizzano le pelli.
Tutte mono i cetacei di cui si adopra soUatito il
grasso, e meno le specie a cerli generi spetlanti, ciot; Ve-
sperlilio, Rhinolophits, Sorex, Crociclura, Arvicola, Crosso-
p^ls, Mas, in causa della loro piccolozza, o percUe destano
uel volgo cerlo ribuUamento.
3) Specie commeslibili comunemenle o solo per eerie
classi.
Quelle die nei diffcrenti gruppi sono segnate con
aslerisoo * vengono da lutli mangiate. — Quelle die invece
di asterisco sono segnale con croce f servono di cibo a po-
clii, ed in cerli paesi so'lanlo.
4) Specie dannose ai poUi, al pesce degli stagni, aUe
biadCy ec.
Canis vulpes.
Maries Foina.
\ Lutra vulgaris.
Talpa europaea.
Sorex araneus.
Mus ; le varie specie in-
dicate nelProspello si-
siematico.
(1) Da me introdotto nelle proviqcie nostre 1' anno 1822 e propaga-
to in esse per piii anni. Non m' e nnto se si seguita la di lui utile propa-
gazione.
— 979 —
PROSPETTO RIASSUNTIVO
dimostrante it numero degli ordini, delle famiglie, delle
solto famiglie, dei generi e delle specie del mainmati
finora ossevvati nelle provincie vencte, in relazione al-
/' Index Mammaliuin Euroijeorum piibOlicato dal prin-
cipe C. L. Bonaparte^ negli Atli della sesta riunione de-
gli scienziali ilaliani, pag. 327. Milano 1845.
Fa mi
iae
Subfa
m.
Genera
Species
Ord.
II. Ferae. N."
4
N."
6
N."
10
N.° 4 5
III. Pinnipedia. »
\
))
]
»
2
» 2
IV. Cetae.
2
))
2
»
4
» 4
V. Delluae. »
2
n
2
n
3
.. 3
VI. Pecora. »
2
»
3
n
6
.. 7
IX. Cheiroptera. »
1
»
\
u
7
.. 8
-
X. Besliae.
3
l>
3
I)
5
» 6
XI. Glires. •>
4
»
4
»
7
» 45
N.° 4 9 N.° 22 N." 44 N.° 60
Le specie viventi in Europa sono N. 218.
Di queste vennero finora osservale in Italia N. 92, e
nelle provlncie venete N. 60.
— 980 —
BIBLIOGRAFIA.
fttt^V>
Gli aulori che pubblicarono cataloglii dei mammiferi
nostrali sono, il Martens: Reise nach Vencdig, 182 i, p. 394;
Lanzani, Vant'^grafia vicenlina, 183-i, p. 63 ; Catullo, Gco-
gnosia delk provincie venete, 1838, p. 132; Coatarini, Ve-
nezia e le sue lagune, \HA7, p. 4 37.
lllustrai'ono qualche specie separatauiente: Scortega-
gna, 1802 (D. Phocaena) ; F Cuvier, 1813 (Ph.monactis);
Savi e Selys, 1839 (Arvicota Savii)\ Nardo ed Heckel, 4 833
(Ph. macrocephalus).
- D. Nardo m. e.
(Continua).
eH$«
C E N N O
SrLLO »
STATO SANITARIO DEGLI ANIMALI DOMESTICf
NELLE PROVmCIE VENETE
— -^S)^
A ." xIl formare un Quadro stalistico sanitario degli ani-
mali nelle provincie venete^ sarebbe d' iiopo clie ogiii capo
che ammala fosse curato da persona dell'arle, la quale fa-
cesse nota della qiialita della raalattia, di sua durala e del-
r esito pi'ospero ovvero funesto. Allora si conoscerebbe
quali malattie piii dominassero, per quanto tempo toglies-
sero r animale all' ordiuario sei'vigio, _e quanta fassero in
proporzione su ciascuna le morti. Ma siccome ne tutle le
malattie si curano da veterinarii, ne delle curate da essi te-
ner suolsi il delto registro da rassegnarsi alle autoriti com-
pelenti ; mancano i dati certi, su cui fondare con qualche
precisione questo importante rauio di statislica.
2.° E come 6 inutile di ricordare qualmente eziandio in
queste provincie gli animali soggiacciano alle diverse ma-
lattie solite a dominare per tutlo, sieno esse interne od
eslerne, generalio parziali, infiammazioni, idropisie, verrni-
nazioni, nevrosi, flussi intestinali ec. ec, piu o meuo fre-
quenti nell" una o nell'altra spezie, in quesla o in quella
stagioue, e in questo o quel luogo, secpndo le relative cau-
se o circostanzc atte a produrle ; noi dobbiam lirailarci a
- —982 —
toccai- ci6 che ogni specie d' animale ha qui di particolare
in conto di malattie coinuni, e quali n' ha di proprie a 86
medosima.
3.° II cavallo, oltre la lunga serio delle coinuni malattie
(N. 2), di cui pill degli allri animali ha fiequenlee il letano
e quella gonfiezza edematosa o infianimata, che si slende
solto del ventre delta volgarinente iatarolalnra, e di assai
perigliosa, perche volge in breve a lermin funesto. ha la
peripneumonia : e in comune col buedi piu I'requente ha la
paraplegia, e piii letale la nefritide : di particolari a se slesso
fra i mali esterni ha la talpa o tesiudine in cima alia testa
per botta o forte pressione di fornimenti ; le ulceri dette
gnidalcsclii in fondo al collo dove comincia il dorso, per
offesa di sella male adatlala ; la liipia al gomito per la com-
pressione dell' estremiti de' ferri, quando si corica alia gui-
sa delle vacche ; I' incapeslratura per la cavezza che passi
dietro le gambe anteriori ; le varie fatte di soprossi, ed ar-
resti o induramenli linfatici limgo le membra, dai veteri-
narj distinli eziandip con proprj nomi ; i diversi mali del
piede, tra cui speciulmente lo spurgo di materia corrosiva,
massirae in quelli carichi di mollo polo ; e il rinfondiraento
per inOammazione de' vasi sotto dell' unghia, che si spesso
lascia conseguenze funesle.
Di piu particolari a se stesso il cavallo ha pur non di
rado quegli sforzi d' articolazione o reumi non ben termi-
nati, che si appellano comunemente doglie vecchie ; e quella
flussion d' occhi od oltaimia periodica nomata luna, piii fre-
quente in quelli allevati in siti umidi, che si crede aache
ereditaria : cosi pure quel morbo chiamato caposlorno o
pazzia ; e quell' asma che, sebbene comune eziandio ad al-
lri animali, nel cavallo piu propriamentesi dice bolsaggine.
N^ sconosciuta in queste provincie e quell' infermiti, che
— 983 —
allii dice febbre perniciosa, ed allri tifo, la quale alle volte
coglie moiti individni ad un tempo, e non manco di dare
sospetti di contagione.
Fra 1 contagi poi accertati il cavallo vi ha la sua ftiria-
si, la sua scabbisk, ii farcino o sia raal del verme ; il moccio
con francese vocabolo dello morva^ e con altro italiano ci-
murro ; sebbene questo dinoli piii propriamente il male pur
contagioso, che assai spesso affligge il (nnallo fra il quarto
anno ed il quinto, adenite che volgarmente appellasi stran-
guglioni. Oltre questi contngi suoi, il cavallo ne ha pure in
comune con altri animali (N. 9).
L' asino e il mulo hanno infermita soiniglievoli a quella
del cavallo, ma in generale piu rare, essendo dotati di tem-
peramento piu robuslo. II moccio che nel cavallo e cronico,
in essij, ove gli assalga, si raostra acuto.
4.° La specie bovina de' mali ordinarj (N. 2) Ira gl' in-
flammatorj ha di piu particolave a se stessa quella costipa-
zione insistente delta in alcuni luoghi dal volgo mal dell' an-
r^f/o .• e in comune col cavallo piii frequente che gli altri
animali ha la nefritide o sia infiamraazione de' reni, per lo
pill di esito funeslo. Ne'buoi spesseggia eziandio 1' ematu-
ria, che in certi luoghi e in certe stagioni coglie anche pa-
recchi individui nello stesso tempo : non rara la glossitide
pei corpi aspri e taglienti che si prendono in bocca ; e ne
anche la timpanilide o meteorismo per aria sviluppatasi nel
canale degli alimenli (N. 3).
Fra i mali esterni, piu frequenti che nelle altre specie,
nella bovina sono le natte massime alia testa pei colpi di
coi^na ; e per la stessa cagione anche le ernie. Ne' buoi la-
voratori non sono rare V emorroidi, e non facili a cedere.
Benchd" non ordinaria, mostrasi pero alle liate eziandio in
quesle provincie la cosi detta mania venerea, che nel vivo
Serie 111, T IV. ['I'd
, ~ _ 984 —
sospoltasi duir aumoululo iiieitamento alia copula^ e nel
morto si conosce |)er moiti granelli o biloizoliiii auiiiiuc-
chiali a guisa di grappoli siilia pleura, sui polmoni, Ira il
niodiastiuo, ev. ; la quale vuoisi eredilaria e resislenle fino-
ra ad ugni riiiiedio.
Di atlaccalicc'ie la specie bovina, oltre la sua ftiriasi e la
scabhia, ha la si lerribile uiigarica febbie, per alcuni pur
delta lilo, cbe si eora scoperto niuovere in origiiie dalle
steppe della Russia ; e per buona sorte mediante le sauita-
lie cautele che si osservauo, capita qui assai di rado. La
polinonea gii'i terrazzana anclie di quesle pro\incie, non
luanca di rapire in un luogo o nell' allro, soprattullo al
uionte, prcssoche ogni anno buon nuiiiero di villime. E se
non lante, ne va pur mielendo eziandio quel male o car-
bonehioso o simile a carbonchioso, che uccide in si breve
tempo, e chian)asi milzone o mal di niilza, perche atlacca
di preferenza quest' organo. Anche il bue ha conlagi in co-
mune con allri animali (N. 9).
5.° La pecora lia frequente la state quell' affezione di
capo detta insolazione o colpo di sole, e volgarmente sola-
wa, ne'siti umidi le idropisie ; e quella massimamenle detta
pur cachessia o viarciaja, che suol prcnderne molle insie-
me. Ove mangi in abbondanza erbe leguminose, a paro del
bue (N. 4), facilmente soggiace alia timpanitide. Gli agnelli,
piu che altri animali, soffrono I' idrorachitidc o idropisia di
articolazioni. Qui pero non odesi che meni guasto quel-
r affezion cerebrate chiamala vertigine, che in allri luoghi
regna cotanlo. II vajuolo pecorino per buona venlura vi e
pur molto raro ; sviluppandosi allora sollanto che il raala-
gurato accidente ne porli il germe d' altronde. La pecora
sofh'e talora, segnatamenle ne' sili e tempi aridi, un accar-
tocciamento dell' unghia che la fa zoppicarc, e serabra at-
— 985 —
taccaliccio. Essa di contagiosh, oltre qiiesti due mali, ha la
sua ftiriasi e la sua scabbia, che (anlo danneggiano la laoa,
ove non si usinu le debile cure: e iie ha eziandio in comu-
ne con altri animali (N. 9).
I^a capra soggiace a simili inalattie ; ne viene pero colta
assai piii di i-ado.
6." II porco delle malatlie oi'dinarie (N. 2) suol avere,
beiK'he non fiequenle, piti impetuosa I' angina. Ha di pro-
pria queU'espulsione di maccliie rosse delta vajuolo, e quel-
r altra detla morbillo, che talvoUa e in quaUhe iuogo si
moslrano uell' eta giovanile,sonza recare pero moUodanno.
Ne comuiie si vede negli animali ailevati in queste provin-
cie quel morbo incurabile ehiainato lebbra o grana, che ren-
de poco salubri e poco saporose le carni, e di breve dui-a-
ta il lardo ; e puo essere ereditario. Aj)che il porco ha niali
contagiosi comuni con altre specie di bruti {N. 9).
7." II cane soffre, non meno che altri animali, infermila
di varia specie : noi pero qui ricordiamo soltanto Ja sua
scabbia piultoslo insistente ; e il suo raniolo o moccio, det-
to anche male de cani, che non di rado ne coglie molti nel
tempo inedesinfo, e ne fa tristo governor e i' idrofobia che
da esso vieoe ad ora ad ora col niorso comunic^ta aoche ad
altri animali che ne peiiscono (IN. 9).
8.° Tacendo i mali ordiuarj ad altri animali, i polli, e in
_geoerale tutli i vojalili di corlile, nelle venete provincie
soggiacciono mollo all' incomodo de' loro insetti, che li fa
talor inlristire ; a quello della muda^ che pur e una specie
d' infermiti ; e, massime in tempi caldi e in luoghi scarseg-
gianti d'acqua, eziandio alia pipita. Ed oltracci^ van sotto-
posti a morie non ancora ben conosciute e determinate,
che spesso quinci o quindi ne menano strage ; come quella
delta dal volgo mal del fasol, per 1' apparenza di fagiuolo
^ - _ 986 —
clic in cssa premie locchio, o uii'nllrn die offre raolto in-
laccato ed ammollito il fegato.
9." Ollre i mail conlagiosi pi'oprj delle' singole genera—
zioni d' aniinali, ve n'ha di comuni a parecchie ; e son di
due fatte. Gli uni benche portino il noine slesso, non si co-
niunicano die agli animali della niedesiina specie, !a ftiriasi
e la scabbia, diversando in ognuna il parassito die n' o la
causa. Gli allri poi si trasmettono anche ad animali di spe-
zie diversa, come il cancro volanle, die prende bue, peco-
ra c majale : le afte, cbe prendono bue, pecora e cavailo, e
si ponno coniunicar anche all' uomo : i mali carbonchiosi
atti ad allignare in quasi ogni specie d' aoimali o la rab-
bia, la quale a pressodio tutle le specie d' animali asangue
c'aldo, e all' uomo slesso si puo trasmetlere, specialmeule
dal cane, che ne fa col niorso I' inoculazione (N. 7).
10.° Tali sono in succinto i mali che nelie venete pro-
vincie aftliggono le varie specie dei bruli domestici. [ piii
danuosi de" quaU, i piu distruggitori essendo i contagi ; o
qui gia slabilili come la ftiriasi, la scabbia, il farcino, il
moccio, il cimurro, I' idrofobia, la polmonea, e qualche car-
bouchioso ; o che ad epoche diverse ci fanno irruzione,
come la febbre ungarica dc' bnoi, il vajuolo delle pecore, iJ
cancro volanle, le afte ; che direllamente non dipendono da
circoslanze di suolo o di cielo ; si puo dire che questo pae-
se di sua nalura per gli animali domestici c piultoslo sa-
lubre.
GlULIO Sandki 111. 0.
I N T O R N O
ALLE SIPPITRAZIONI BLEU
N 0 T A
. DEL H. E. E SECRETARIO DOTT. GIACINTO NAMIAS
iieiradunanza 26 luglio dello scorso anno lio indica-
to (I) die il sig. Scliiff nella materia raarciosa blen separata
dalla piaga di iin canchero trovo il fosfato di ferro, e ag-
giuQto essere probabile clie il siero marcioso linto in bleu o
in verde, gemente dalle piaghe dei vescicanti di una idropica
con albuminuria da me curata, dovesse a quel fosfato il suo
colore. Mi si presenl6 recenlemenle il caso di cangiare in
certezza codesla probabilita. Venne porlata nelle sale a me
af6date una ragazza anasarcatica negli ultimi giorni della
sua vita, alia quale ho fatti applicare vescicanti sui piedi alio
scopo di diminuire I' esorbilante loro gonflezza. Staccatasi
I'epidermide e curata la piaga coH'unguento refrigeraute, le
pezze si colorarono in bleu, c conseguiroilo la medesima
tinta applicandole anche senza pomata. Ho mandati questi
pannilini al direttore della farmacia del nostro graode ospe-
dale sig. Cappelletto, raccomandandogli di eseguire speri-
menti di confronto su alcune parti non macchiale del me-
. desimo tessuto. Riporto qui le comunicazioni, che gentil-
' niente egli mi ha fatte, deducendo indKbUabile la presenza
(i) Vul. 3. Ser. 5 di (|uesti Al/i. pag 7ifi.
— 988 —
rnnlcmporanea di ferro e fosforn nrlle macchie siiddcUe.
La faiicinlla in breve niori, n(' si potorono raccogliere ie
urine ih'essa inavvcrlilainenle pertleva da qiiando entro in
ospctlale. Nolla sezione del cadavere vidi i reni alroGci e.
con appareiiza lardacea, come nelle piii avanzate dogene-
razioni del morbo di Bright; rilcngo dunque che vi fosse
anco in questo caso, come ncll' altro aocciinato, I' albumi-
nuria.
Leggo ora un articolo del Nelaton (I) sulla suppu-
I'azione azzurra, il quale atlribuiscc questa e la verde
alia materia coloraute della bile, tingenle pure in ver-
de, a suo avviso, il meconio dei neonali, i Hussi in-
testinali ecc. In una grave ilterizia ho or ora veduta io
pure la marcia separata dalla piaga di un vescicante
aperto all' epigastrio del colore verde porraceo proprio
della bile densa, differente dalla tinta bleu o verde chiara
riscontrata nelle donne idropiche, di che ho fatto parola.
Nella mia ilterica la materia biliare colorava la cute e Ie
membrane sierose (come nella dissezione del cadavere mi
assicurai) per la sua presenza iiel sangue, e doveva quindi-
manifestarsi anche nella marcia i cui principj scaturivano
da quello. Ma cio che in simili congiunture accade, non
meno che nel passaggio della bile a tingere il meconio
o Ie feccie, non puo estendersi alle suppurazioni verdi e
bleu di ammalati in cui mancano Io spargimeuto bilia-
re e il morbo epatico. II fosfato di ferro capace di dare
alia marcia quella tinta fu in essa discoperto colle inda-
gini chimiche.
(i) Annali di chimica applieata alia luedicina del Dott. Gitivanni Polli,
(ebbiaid 1859.
— 989 —
N. I. Reazioni suite maccliie quali si irovano sopra il fes-
sulo.
L'acido tanoico \i produce una macchia nerastra.
Lo solfo-cianuro potassico una maccliia verdastra, ma
clie sopravversatovi un acido diventa rossa.
II cianuro ferroso-potassico nessuna macchia, ma so-
pravversatovi acido diventa azzurra.
Le stesse reazioni eseguite sul medesimo tessuto, ma
fuori del limitedelie macchie, riescono inerli.
N. 2. Reazioni sopra I' acido cloridrico messo a contatlo
delle macchie^ e poi diluito.
Lo solfocianuro potassico arrossa immediatamente il
liquido.
II cianuro ferroso potassico lo rende subito azzurro.
L' ammoniaca versata tino al punto di neutralizzazione
lo intorbida ; feltrato resta limpido anche con T aggiunta di
solfato magnesico, ma nuova aggiunta di ammoniaca vi de-
termina un precipitato bianco cristalUno.
Lo stesso procedimento eseguito sulla tela non mac-
chiala riesce affalto privo di ogni reazione.
N. 3. Reazioni sopra il liscivio dei sali rimasti dopo lustio-
ne delta tela macchiata, uslione complelamente esegui-
ta col mezzo del nitralo potassico.
Lo solfocianuro potassico nesSuna reazione.
Egualraente il cianuro ferroso-potassico.
— 990 —
N. 4. Reazioni sopra lo slcsso liscivio^ ma addizionalo di
acido cloridrico per cui si disciolse in totalitd anche il
deposito esislente.
Precisamenle identiche, ma piu pronunciate di quelle al
N. 2, come pure nessuna reazioiie si oltenne sul liscivio dei
sail rimasti dopo I'ustione del lessuto non mticchiato, ben-
che addizionato di acido cloridrico.
Dal complesso di queste reazioni e indubitabile la pre-
senza conlemporanea di ferro e fosloro nelle maccbie sud-
delte.
CiPrELLETTO.
k
ippiicizioffl DELIA muma
alia curvatura di tutte le trajettorie descritte dai
ptmti di un sistema piano invariabile
N 0 T A
DEL PROF. G. BELLAVITIS
-00O08-
^.E
uolissimo che ogni movinienlo nel proprio piano
di una figura invariabile si pu6 considerare in ciaschedun
istante come una rolazione intorno ad un punto fisso; sic-
clit', conoscendo le (angenti delle trajettorie descrifte da due
punti, si hanno con tiitla facility le tangenti di tutte le altre.
Nulla di pill natnrale di estendere la considerazione a due,
diro cosi, istan(i successivi, e trovare la relazione tra le
curvature delle trajettorie descritte sinuiltaneamenle. Spero
di rendere piu facile questa teoria trattala dal Bresse e da
allri geometri.
2. Velocild e lurOazione del movimenlo. Non e gran
tempo che si cominci6 a dare esatta definizione della velo-
city nel moto vario, e mi ricordo I' opposizione incontrata,
dicendo ch' essa non puo esser altro che la derivata dello
spazio rispetto al tempo; questa idea fu poi generalmenle
adottata: si divida lo spazio, ossia la lunghezza della linea
Seric III.T. IV. 127
— 992 —
percorsii da iiu punlo pel tempo iinpiegatovi, il limile di tal
rappoi'U) corrispondenle al tempo indeliiiilameuto decre-
scenle (iiio alio zero (ciot! Infiiiilesimo) sara la velocilci.
(Sicoome della siicecssione di tempi ugiiali iioi noii |)ossiamo
formai'ci alouua precisa idea, cosi il predetto rappoiio uoo
6 altro che quelio dello spazio ad iin allro spazio percorso
conleraporaneameiUe da un puiito, il cui moto assumiamo
per unifoi me). La tangente di una curva e il liniite della se-
oanle conispondente airaico infinitesimo. La vera e com-
piuta velocitd di un punto non e data dal predetto rapporto
numerico, hensi da una retta uguale a tal rapporto e paral-
lela alia tangente della curva deseritta dal mobile;, cosi la
velociti'j veramente costante e quella del moto rettilineo. Le
velocity di lui punto mobile, che successivamente viene in
M iM' ec. sono dunque espresse dalle rette MT M'T'
ec, il cangiaraento dalla prima alia sceonda di questc velo-
city (tenendo conto, oltre die della grandezza, della direzio-
ne) t^ espresso della retta Mu , purche la diagonale con-
dotta per M del parallelogrammo descritto sopra MT
ed Mu sia equipollente (parallela ed uguale) alia M'T'.
Questa maniera di esprimere la differenza di due rette
MT M'T' , che io immaginai Ono did 1832, e ora quasi
generalraente adottata (Sainl-Venant, Cauchy, Grassmano,
Mobius, ec). II limite del rap[)orto del cangiamento Mu
al tempo impiegato a mutare la velocita MT nella M'T'
( limite corrispondenle a tempo infinitesimo ) io Io ho giii
detto tnrbazione della velociti!i, considcrandolo come un
lalto indipendentemenle dalla forza acccleralrice, ch' e
capace di produrlo ; anche questa idea 6 ora adottata nel-
Tinsegnamento di meccanica alia scuola politecnica sotlo il
iiome di accelerazione. Si ando anche piii innauzi e come
rispetto al tempo la derivata dello spazio dicesi velocity, e
— 993 —
la (lerivata della velocity turbazione, cosi la derivala della
turbazione fii delta virlunUld.
3. Esprimendo con MT la velocitd e con MU la
turbazione del nioviraento, e deconiponendo nel solito modo
la relta MU in una parallela alia MT ed in una MV
perpendicolare, quest' ultima misura la forza centrifuga,
e da essa si deduce tosto la posizione del centro di curva-
Ima R della trajetloria MM'M'' essendo
(I) MR i£^ MT . TM: MV ; il segno :^ di equi-
pollenza sostituito a quello di equazione esprime che la
MR lia la raedesima direzione della MV normale alia
c'urva.
4. Moto nel piano. Se lutti i punli di un piano Ira loro
invariabilmente unili si niuovono senza uscire dal piano
medesimo vi sono infiniti punti il cui moto e in sulle prime
rellilineo (cioe le loro Irajettorie hanno contatlo di 2.* or-
dine colle proprie langenti) ed altri il cui moto e da prin-
€ipio unifoi-me: il luogo georaetrico dei primi punti 6 un
circolo col diametro OB , e quello dei secondi un altro
circolo col diametro OA perpendicolare ad OB ; que-
sti due circoli si tagliano ortogonalmente nel punto O ,
ch' 6 il centro d' istantanea rotaziOne, ed in altro punto U ,
il cui moto e neilo stesso tempo rettilineo ed uniforme.
5. Infatti se 0 e il centro d' istantanea rotazione la
posizione M' del punto M dopo il tempo t sari es-
pressa da OM'^i'^"'''^ OM i- H- ;
il primo terraine del secondo membro di questa equipol-
lenza esprime che il raggio vettore OM gira intorno ad
O dell'angolo ■ t -f- ct- , ommettendosi le potenze supe-
riori di t ; 1' altro termine 6t^ indica uno spostamento,
il quale 6 inflnitesimo di 2." ordine rispelto a ( , perch^ O
6 centro d' istantanea rotazione.
_i)94 —
Le derivate prima e seconda della precedente espres-
sione sono quando t = 0
(2) MT^/OM ,(3) MUi^(2c/ — 1) OIVH-2* .
II ramuno (radice di nieno uno) / della (2) indica
che la velocity MT <■ perpendicolare ed uguale ad MO ,
il che csprime la rotazione inforno ad 0 . Se vogliamo
che la turbazione MU sia parallela alia tangente MT , e
perci6 il raoto sia sensibilraente reltilineo, abbiauio
(2c/— 1 ) OM -\-2b^ />/ OM
da cui I'isulta
OB
"^^ -+-(/) — 2c)>r '
che atlribuendo a /J tutt'i valori reali esprime una curva
inversa di una retta, cioe il circolo di diaraetro 0Bt£^2^ .
Invece i punti M , il cui moto 6 sensibilmenle uoiforme
devono rendere MU perpendicolare ad MT , perci6
i . (2c/ — ^) 0M-f-0Bt^(/.0M ,
da cui
OB
(/-\- \ ~ 2c/
che, a molivo dei valori reali di q , esprime il circolo di
diametro
/
OAt£i — OB .
2c
I due circoli si tagliano nel punto U determinato da
\qU.V.. ^ .|-2c/
al quale corrispondc la turbazione nulla : introducendolo
nella (3) si ha
(4) V MU^(2c/ - i)UM ,
— 995 —
cio6 la lurbaziorio di un punto qiialunque M lia un oostan-
te rapporto ed una coslante inclin^zione colla retta MU ,
clie lo iinisce col piin!o U . Siiiiil cosa lia luogo rispelto
alia virlunlild (§ 2).
6, Quando si tratta di ricerche puramente cinematiehe
possiamo siipporre die il raoto rotalorio sia unilorme, vale
a dire coiisiderare il moto rotatoiio coinc I' espressione
(§ 2) del tempo; in tal caso e c = 0 , e le precedenti
formule divengono piii semplici. I punti che prendono un
raovimenlo sensibilmente uniforme non sono piii situati
sopra un circolo, bensi sulla relta indefinita OB ; ed i
punti di movimento rettilineo appartengono al circolo, il
cui diametro 0B;£^2/> noi ora segnererao con OU ,
giacche la (3) diventa I'equipollenza identica (5) ■'
Ml] t^ — OM-t-OU ; il punto U puo dirsi molto op-
portunamente centra d' istantanea ttirbazione , dunque:
Miiovendosi una figura piana con nn molo rotalorio unifor-
me ed un moto progressiva vario, esistono in ciascun istante
due punti fissi 0 U , tali che la velocild di ogni punto
M e perpendicolare e proporzionale alia sua distanza MO
dal centra d' istantanea rotazione O , e la turbazione del
moto di M e espressa dalla retta MU. Ne viene che lutti
i punti delta retta OU hanno moto uniforme, perche la
turbazione 6 perpendicolare alia velocity, e tutti i punti V
del circolo di diametro OU hanno moto rettilineo, essen-
do la turbazione VU parallela alia velocity. Considerando
soltanto la forma delle trajettorie descritte dai punti M
vediamo che la MO 6 la norraale, e che se questa MO
incontra in V il predetto circolo di diametro OU , ossia
se UV 6 la perpendicolare abbassata da U sopra MO ,
il centro di curvatura R e dato da
(6) MR ^ (MO)" : MV .
— 9;)() —
7. Poi' (Iclenninare i ccnlri islanlauci di roiaziove e dt
tnrlnizione l)asla conoscere i ocntri di curvalui-a R, R,
ilelle trajeltorie ilesrritle da due piinli Mj M,, del sistc-
ina invariabile, giacelie le norniali M,R, MoRo s' incon-
Ireranuo nel primo 0 di tali centri, e poscia delerminali
su di esse i pimti V, V^ col mezzo della predelta rela-
zione (6), il oercato U sara I'inlersezione delle perpen-
dicolari alle M^V^ MoVo ionalzate nei punti Y^ Vo . —
Giova osservare die la retta OU e normale alia linea, die
coutiene i siiccessivi ceiitri dislantanea rolazione; infatti
dopo il primo istante if mobile ha (§ 5) oltre I" uniforrae
rotazione inlorno ad O , un moto di Iraslazione parallelo
alia 0Ut£^2^, e perci6 11 cenh'o d'istanlanea rotazione
dovra mutarsi perpendicolarmcnle a questa OU.
8. Nel caso del movimento epicicloidale, cioe se iiitorno
al cii'colo di centro D ruota ii circolo, die ha il cenlro E,
e che tocca il piinio nel piinto O, questo e il centro istan-
taneo di rotazione ; il piinto E descrive un circolo col
centro D , pereio determineremo V, col mezzo della
(7) EV, ^ (EO)"- : ED
o della
(8) OVjt£i;OD . OE : ED
che ne c immediala conseguenza, ed il punto V, sarti sen-
za piu ii cenlro d'istantauca turbazionc U , essendoche il
moto di E 6 unifornie, propriety che spetla (§ 6) ai soli
punti della retta OU ; d'altronde al § 7 dicemnio che OU
dev' essere perpendicolare alia lineo dei punti O, la quale
e il circolo fisso. Trovati i centri istantanei 0 U 6 faci-
lissima la delerminazione della curvatura di qualunque epi-
cidoide. — Per le cicioidi il cenlro D del circolo fisso e
a distanza finita, perci6 (7) il centro U di lurbazione
— 997 — > '
coincide col ceuUo E del circolo mobile. — Se invece
una rella ruoti su di uu circolo sai'i E a distanzainfinita,
la (8) ci dara OU i£^ — ODt^DO , cioe il raggio DO
del circolo lisso dee prolungarsi d'aitrettanto lino in U ,
in giiisa che DU •£^ 2 . DO .
9. Un circolo di centre E puo ruotare e strisciare su
un circolo di centro D , in guisa che il centro d'istantanea
rolazione 0 sia un punlo della retla DE differente dal
punlo di contatlo dei due circoli ; collo stesso ragionamenlo
del § precedente vedremo che determinato V^ col mezzo
di una delle (7) (8) il centro d'islanlanea turbazione sari
posto sulla VjU perpendicolare alia DOV^ ; questo noo
ci da niente di piu di quanlo dicemmo al § 7, ma c' imports
considerare il case particolare che E sia a distanza infi-
nita, cioe che il circolo mobile divenga una relta allora si
ha OVj£^DO, cioe DV|t£^2D0. Questa deterraina-
zione vale qualunque sia il raggio del circolo su cui slriscia
la relta, e percio anche quando esso si riduca al punlo D.
10. Se forma parte del sislema mobile una relta MjMj
di costante lunghezza, i cui estremi percorrano due circoli
_dali, avenli i cenlri R^ Rj , il processo del § 7 di per
ogni posi/ioue della relta i centri islanlanei 0 U ; col cui
mezzo si trovano poi (§ 6) i circoli osculalori della curva
di Wall, e di ogni allra curva generata da un punlo M
stabilmenle unilo colla retla MjMo. — Se alcuno dei
moli circolari divenla reililineo il centro d' islanlanea tur-
bazione U appariiene alia retla fissa ; cosi nel caso delle
ellissi generate dai punti M uniti stabilmenle alia relta di
costante lunghezza MiM^ che si muove tra le rette fisse
MjU MjU , bastera innalzare a quesle le perpendicolari
MjO IVF^^O , poiche il centro di turbazione sara costan-
lemente I' intersezione delle relte tisse ; dopo di che, ta-
V —91)8 —
gliata la retta MO in V col circolo dl diamelro 01) il
centro di t'urvaluiM R sarii dalo dalla solita
(6) MRt£^(MO)- : MV . — Ad ogni punlo M dell' el-
lisse coirisponde aduiique im osservabile punto 0 , il
quale appartiene al circolo die lia per raggio la semi-
somma o la semidiffercnza dogli assi deH'ellisse ; U e il
coiitro deH'ellisse, ed ossendo MIJ la luibazioue del molo
si vede che un punlo altralto da U in ragionc diretta della
distanza descrive un' ellisse, e tutti i punli del sistema con-
servano le stesse nuitue distanze, giacclic I' intero sistema
ha un moto rotatorio costante comi)inato con un moto pro-
gressive) allernativo, nel quale la velocita procede come i
seni del tempo: singolare movimento, die forse lia qualclie
applicazione nelle vibrazioni molecolari.
11. Consideriamo, per secondo esempio, una relta la
quale passi pel punto tisso D , nel mentre che un suo pun-
to Ms scorre su una retta fissa M^U , sicchc un altro
punto M di tal retta, il quale conscrvi una costante distan-
za da Ma descrivera la nota Concoide. Siccome il jmnto
della retta, ch' e in D, si muove nclia direzione DM2,
cosi il centro d' istantanea rotazione O sura 1" intcrsezione
delle perpendicolari DO M^O innalzale alle DM^ MoU;
poscia pel § 9 prenderemo OV,;£iiDO, cioe DVi;£^2D0,
la VjU perpendicolare alia DV, laglieii'i la rella lissa nel
centro istantaneo di turbazione U . Col mezzo di O e di
U si determineranno nel solito modo i cenlri di curvatura
di tultc le trajettorie descrilte dai punti invariabilmonte
uniti con M,, e colla retta DM, .
12. Pill generalmente se la ligura mobile abbia un punlo
Mo die scorra su una retta fissa M,,U (e potrebbe aiidie
supporsi che fosse una curva),ed una retia LI) , die scor-
ra passando sempi'e per nn puiilo lisso D , s'innalzera da
— 999 —
IVIj perpendicolarmente alia retta fissa la M2O , che si
taglierA in 0 colla DO perpendicolare alia retta mobile
DL ; la DO si raddoppieri in DV, tC^ 2D0 , e la VjU
perpendicolare alia DV^ taglieri la retta fissa in U . —
Sela costante distanza del punto M2 dalla retta DL sia
eguale alia distanza del polo D della retta fissa, il punto
di mezzo di quella prima distanza descriveri una Cissoide,
della quale si troveri quindi nel solito modo (§6) i raggi di
curvatura. Simile costruzione vale se due rette stabilmente
congiunte scorrano passando per due punti, o strisciando
su due curve, ecc.
13. Curvaiura degli inviluppi. Data una retta mobile
MjM^ nasconospontancelericerche del punto di contatto P
col suo inviluppo, e del raggio di curvatura di tale invi-
luppo. La prima questione fu risolta in parecchi casi dal sig.
E. Fergola, ed e facile riconoscere che P dev'essereil
piede della perpendicolare OP abbassata sulla retta dal
centro d'istanlanea rolazione. Col calcolo delle eqtiipol-
lenze trovo la seguente costruzione : II centro di curvatuva
S deW inviluppo della retta mobile IVIjMa, il cui moto e
istantaneamente determinato dal centro di rolazione O e
dal centro di turbazione U, e dato dalla OS t^I^PO-f-UQ ,
essendo OP UQ le perpendicolari abbassate sulla retta
mobile ; avvertendo che nel soramare le rette dee tenersi
conto delle loro dh'ezioni secondo i principii del metodo
delle equipollenze. Nel caso particolare della retta M^M^
di costante lunghezza mobile dentro di un angolo retto
MjUMj si ha M^P ii^ QM^ , e PS^3.UQ.
-14. II precedente teorcma puo ricavarsi come caso par-
ticolare dall'altro per s6 evidente. V inviluppo di iin circolo
mobile ha lo stesso centro di curvatura S della trajelloria
descritta dal suo centro E , e percid esso si determina
Serie III,T. IV. 128
_iOOO —
(§ 6) mediante la ES if:^ (EO)'- : EV , essendo V // piede
delta perpendicolare UV abbassata snilla EO dal centra
di turbazione U . Per (al uiodo si oltiene anche la curva-
tura doll'inviliippo di una cnrva mobile col centro di cur-
vatura E , purcho si noli che il punlo di contatto P ap-
parliene alia normale OPE abbassata dal centro d'istan-
tanea rotazione suila ourva inviliippata. Nel caso che E
sia a dislanza inlinita, sari OS i£i; VO , che il si accorda
col §4 3.
Annolazione. Nel continuo progresso della Matematica
mi sembra die Don si potri sperare di conoscere e coordi-
nare quanto fii trovato in ciaschedun argomento, ove non
si adotti I'uso di citare tutte quelle memorie che, per quan-
to si erode, vi si riferiscono: cosi, dopo aver indicate quelle
citate nei precedenti §§, aggiungo tutte le allre, cui almeno
in parte io conosco.
§ 1. Bresse, Nuovo teoreina sui movimeuti piani. J. Ec. poly-
ieclin. XX, 1853, xxxv, pag. 89 . . . 409.
§ 2. Bellavitis, Sagcjio di un nuovo metodo di Geom. analilica.
Ann. del R. Lomb, Feneto 1835. V, pag. 244 . . . 259.
§ 2. Bellavitis, Iflelodo delle equipollenze §§ id3, 449. Jnn.
del R. Lomb. Venelo 4837. VII, p. 243 .. . 319.
§ 2-8. Bellavitis, Sposizione met. dtlle equipollenze §§ 451, 466,
467. Mem. Soc. lUtliana, 4854. XXY, pag. 225 .. . 309.
§ 2. Transon. J. Liouville 4845, X, pag. 320 .. . 326.
§ 43. Fergola, Mem. Soc. Ilaliana, 4850, XXIX. Ann. Torlo-
lini 4852. Ill, p. 495.
Chasles, Bull. Fcrrusac 1830. XIY. — Apercu, etc. 4837, pa-
gina 548. — J. Liouville 4845. X, pag. 456 e 204.
Magnusj J. Ciellc 4831, YII, pag. 432. — Sammlung von Auf-
(jaben 1833, p. 353.
Olivier, /. Ec. polylecbn. 1834, XIV, xxiii, pag. 85.
— lUOl —
Breton. J. Liouvllle 4838, III, p. 488.
Transon. J. Liouville <I845, X, p. 148 . . . 157.
Vincent. N. Ann. Terquem d848, \II, p. 64.
Gournerie. J. Liouville 1849, XIV, p. 417 . . . 450.
Watelet. N. A. Terquem, i850, IX, p. -143.
Minich. Rio. Acad. Padovu 4852. I, p. 444 e .1857, V, p. 482.
B. J. Crelle 4850, XL, N. 30, pag. 360.
Mannheim. J. Ec. polytecJui. 4858, xxxvii, pag. 479 . . . 490.
Serret P. Melhodes en Geometries pag. 83.
Lamarle. Theorie geom. des rayons et cenlres de courbure.
Prouhet. N. Ann. Terquem, XIII, pag. 280.
Gilbert, 31. Sav. elrangers Ac. Belgique, XXX.
Resal. J. Ec. polylechn. XXI, xxxrii, pag. 227 ... 271.
RELAZIONE
sul System eUiptisclier Bogen berechnet von J. G. Schmidt,
Berlin 1842.
Fra i principali sussidii neile applicazioni del calcolo
deggiono conlarsi le tavole numeriche, iinporta quindi co-
noscere dove si trovano ed aver pronto il modo di adope-
rarle ; credo percio non inutile dir poche parole intorno
alia succitata opera che sta nella biblioteea dell'Istituto.
Essa da il valore della secouda trascendente elliltica delta
anche la funzione epsilon. In un'ellisse col semiasse mag-
giore = 1 , ed il minore =^b , la lungbezza v dell' arco,
che comincia neU'estremo dell'asse minore e termina nel
punto, ha che I'ascissa x (distanza dall'asse minore) 6 la fun-
zione epsilon. Dicesi angolo modutare 1' angolo Q , che ha
il coseno = 6 , e il cui sen 9 = c e I'eccentricita dell' el-
lisse delta il modulo, Targomenlo (p della funzione 6 d'or-
dinarlo T angolo, che ha il seno = x ; ma nelle tavole di
— i(i02 -^ -
ciii si tratta si prese invece per variabile indipendente la x
(la quale ^ segnata colla lettera a), sicche 6
che corrispoude colla eps^ <? = \ 1/ ( * — c-sen^ip) 6(p .
Le tavole di Schmidt danno v in funzione di x (scambia-
ta in a) e di b prese di centesimoin centesimo; nella pri-
ma parte ogni facciata corrisponde ad un solo \alore di x
ed a tutti i valori di 6 { e da notarsi I'errore di porre
V = 0 corrispondentemente a 5 = 0); nella seconda parte
ogni facciata corrisponde ad un solo valore di b ed a tutti
quelli di x , periodic le due parti contengono precisamente
gli stessi valori di v ; ci6 pu6 giudicarsi un' inutile ripeii-
zione, serabrando che in una sola tavola potrebbero porsi
le differcnze dei due prirai ordini corrispondenti agli accre-
scimenti di b e di x . Queste tavole sono comode perch6
danno imniediatamente I'arco d'ellisse in funzione dei due
assi 2 ,2b c dclla projezione x dell'arco sull'asse mag-
giore, nulladimeno mi sembra raolto piu opportuno di rife-
rire la funzione ai due angoli 6 (p . poiche le differenze
seconde si mantengono molto piu piccole; sijeche ritengo
che il meglio sarebbe rendere piu comune la tavola gia
data dalLegendre nei suoiExercices de Calciil, \8\6. T.III,
e nel Traite des fonclions eliiptiques, 1 820. T. II, limitan-
dola a 7 decimali, come sono le ordinarie tavole Irigonome-
tricho, ed aggiungendovi le differenze, senza le quali rimane
il dubbio sugli errori tipografici.Ecco come potrebbe dislri-
buirsi la tavola, adoperando invece di Q il suo complemen-
to /S ( acciocch6 le differenze prime sieno tutte positive )
cosi sen ^z= b e il semiasse rainore dell' ellisse , e
/S = 1 1 °
eps A<p
4 4° 0,24201 09 1691 77
38 — 7 59
-IS" 0,25892 86 1684 18
44 — 8 08
A/3
1 67
14
2 05
17
— 1003 —
sen (p-=^ X 6 la distauza dall'asse rainore deU'estremo del-
r arco, che ha la liingliezza eps (p
eps A?) A/3
1 67 1 0,24202 76 1692 4 6 ^ 80
42 — 7 53 ^3
2 0510,25894 92 1684 63 2 22
48 — 8 02 16
Per ciaschedun valore di /S la prima colonna contiene la
eps corrispondenle a ciascuna <p , e nella seconda riga la
differenza A,p A^ eps presa una volta rispetlo a /5 ed una
rispelto a (p ; la seconda colonna contiene una soUo I' al-
tra le due differenze A<p eps, A^q, eps rispetto a <p, e flnal-
raente la terza colonna contiene le differenze prima e se-
conda A/3 eps A^|3 eps rispetto a /S .
Quel giovine calcolatore che si accingesse aH'utile lavoro
seguirebbe, io credo, opportuno consiglio ampliando alcun
poco la tavola col dividere I'angolo retto in 100 parti eguali
anzich6 in 90,giacch6 la divisione decimale, sempre oppor-
tuna, diviene opportunissima quando si deggiono adope-
rare le differenze seconde ; n6 sarebbe conveniente rende-
re piu volurainosa una tavola a doppia entrata di un use
poco frequente.
La epsilon corrispondente a /2 ■•{- y eda ?)-}-4'
(essendo y -^ due frazioni di grado) si oltiene accreseen-
do quella corrispondente a /2 e (p della seguente quantity
(che contiene anche le differenze terze le quali facilmente si
deducono dalle differenze seconde contenute nella tavola)
^I, I Ap — I A V -h- 1 A^^ -f- 4 (I A V — M'?. H- -11 A^,p -h
^- >. i A'> A/3 ) -h- 5^ ( A^ A^ — 1 A V A/3 — ^ A?>A V -H
, -f-'> ^ A^ A^/3 ) l-i- >^ ( A/3 — I AV -I- I A^/3 H-
-+->(iAV — ^A^^)-i->^iA'/3|.
_i004 —
Cosi per esempio pc ?> = 14°,4775I , /Si-H ",53690
;illa 0,2 5201 00 tlovru iiggiiingersi ( essendo
1 69 1 77 -+- i 759 — \ 49 — 1 69540,
— i 759 -+- i 49 = — 355 , 38 — | 6 — | 4 = 33 ,
1 67 — ^ 4 4 — ^ I = 1 60 , I ^ 4 -+- H = 6 )
0,47751 1 1 69540 4- 0,4775 (—355-0,48x8 4-0,54x3)
4- 0,537 (33-1-0,54x2) 14-0,53696 [ 1604-0,54x71
= 0,00809 73 c si avra 0,25010 82 , die bene si accor-
da col valore dalo dallo Scliiuidt per b = 0,20 ed
X = 0,25 ; sicclie non veggo alciin appoggio alia suppo-
sizione di errore nel valore di eps (14°) quale serabra risul-
tare dal coufronlo che I'autore tedesco fa a pag. 211.
1 N T O R lN O
ALLA VISITA ARTISTICO-ANTIQUARIA
FATTA DA UN'aPPOSITA COMMISSIONE
AGLl STABIIIIJIENTI
DIPENDENTI DALL' I. R. DIREZIONE DEL GENIO
DEL MEMBRO EFF. EMMANUELE A. CICOGNA
I,
Ll Comando di Fortezza di Venezia faceva conoscere
alia Luogotenza delle provincie venete fino dal 20 ottobre
del decorso anno i838, che da questa Direzione del Genio
avrebbe desideralo, cbe gli oggetti d'arle esistenti tultavia
qua e \h in questi stabilimenti rnilitari fossero sottratti
air ulteriore loro rovina, e venissero percio riconosciuti,
esaminati e classiGcati mediante una Commissione compo-
sta di persone dell' arte.
Accolta dalla Luogoteneriza la proposizione, fu iiistitui-
ta la Commissione formata di cinque individui, oioe del
Tenente-Colonnello del Genio barone di Scholl, — di Carlo
Blaas professore di piltura delT Accademia di belle arti^ —
di Luigi Ferrari professore discultura nella stessa Accade-
mia, — di Paolo Fabris socio d'arte e professore di ristau-
ro — e di me come membro effetlivo di questo Istllulo.
_ 10U() —
Vengo ora a dare un breve ragguaglio della visita, die
in varii giorni del uovcinbre e del decembre passati fece la
Commissione a' luoghi spettanti al militare, e degli oggetti
rinvenuti e delle misure proposte circa la loro conserva-
zione.
I. — I primi esami furono sui dipinti a fresco sacri e pro-
fani nel chiostro di sanlo Stefano, gii illustre monastero
degli Ercmitani, ove adesso abita la Direzione del Genio.
Quests pitture, di mano del Pordenone e di altri della sua
scuola, sono in alquanto cattivo stalo. Sono pero degnissi-
me di essere conservate, anzi sottratle a maggiore deperi-
mento ; la,qual cosa consiglierebbe a trasportarne una
parte in tela per opera di qualche abile artista, affinch^ ad
un pubblico stabilimento fossero consegnate. E questa parte
sarebbe tutta la facciata meridionale, che raffigura putlini
ed allegoric, lasciando intatta quella di Danco, che ricorda
soggetti sacri, come sono Adanio ed Eva scacciali dal Pa-
radiso terrestre, 11 fratricidio di Caino, Cristo che apparisce
alia Maddalena, la lapidazione di santo Slefano, ed altri di
mano del Pordenone, gia descritli dallo Zanelti e dal Mo-
schini ; due dei quali affreschi, in copia ad olio, cio6 Ada-
mo ed Eva, e Cristo, e la Maddalena pendevauo gu\ dalle
pareti della sagrestia.
Un grandc quadro a tempera rappresentanle la Croci-
fissione di Gesii Cristo, e molte Ggure, che sembra della
scuola di Giotto, sta in una sala superiore dello stesso mo-
nastero, che forse era ad uso di biblioleca. Esso e per al-
tro mollo deperito, e una nuova foderatura, una inlelaialu-
ra e un ristauro analogo al merito del dipinto sarebbero
necessarii.
Nella medesima sala trovansi otto quadri ad olio di
mlnore grandezza. 11 primo ha san Cristoforo col fanciullo
— 4007 -^
GesCi : e di Leandro Da Ponle, e merita di essere accomo-
dato. II secondo un filosofo d'ignota mano; il terzo la Beala
Vergine col Bambino e due Santi, altribuito al Cignaroli ;
il quarto e quadro di decorazione con un soggetto allego-
rico, vedendovisi Cupido, Ercole, un Centauro ed altro,
tutto a chiaro scuro, tranne il Centauro, die e in colori :
autore ne e Antonio Zanchi. Gli aitri quattro sono in tale
stato, che non e prezzo delT opera il descriverii, raeno il
conservarli. Inotilmente si e rintracciato se alcuno di que-
sti quadri si ranimenti dagli scrittori delle veneziane pit-
ture. Ne 6 da sorprendersi, perche tauto lo Zanetti, quanto
altri oramisei'o per lo piu di visitare le stanze superiori dei
monasteri, i quali [)ur tenevano superbe e rare dipinture,
cbe collo sciogliniento dolle regolari corporazioni uscirono
in luce, e a carissimo prezzo talune furono vendute, senza
ehe se ne conservasse almeno un elenco.
Neir interno del cbiostro poi esaniinaronsi otto sepol-
crali monumenti, che dti' molti, che adornavano ne' tempi
andali le pareti, rimangono tuttora visibili.
\° Grande tirna di stile gotico, bene ornata, contenente
le ossa di Andrea Contarini doge celebre per il riacquisto di
Chioggia, defunlo nel 1382, con la sottoposta epigrafe, scol-
pita pero in caratteri di stile affatto diverso, cio6 delsecolo
XVII,mentre quella contemporanea, la quale in onore del
doge era stata preparata, non vi fu mai posta per ordine
dello stesso doge. Ho gii pubblicata nel 4 852 la scoperta
che io feci dell' epigrafe contemporanea, la quale oggidi ve-
desi nel rauseo archeologico di San Marco.
2." Allra urna racchiudente le ceneri di Domenico Mo-
lino, senatore insigue, e grande protettore de letterati, raor-
to nel 1635. Avvi scolplta la sua effigie sovrapposta e
r epigrafe relativa.
Strif in, T IV. 129
— 1008 —
3.° Viviano Viviani, medico vcneziaiio notissimo del se-
colo decimosctlimo, dclimtoncl 10 48, ha sulla parete stessa
un cenotalio: iinpci'ocche lo cfiioii di liii luiono interrale
ill san Lorenzo, como dalle inscrizioni di quclla cliiesa da
.me raccolle ed illuslralc. Era decorato queslo ccnotaQo
dal buslo di liii; ma circa il 1820 la lrasi)ortalo nellc sale
deir Atenoo, ovo pur oggi si vede. E quinJi Hi sbaglio di
cbi in qucsl'auno 1859 scrisse, vedersi net Senunurio Pa-
triarcale.
4." Vincenzo Gnssnni, senalore^ ligliuolo di Francesco,
chiaroperrcggimeati, e per ambascerie pose a se vivente nel
-1642 r allra urna, cbc sla sopra il volto, che conduce alia
riva. Egli poi mori nel 1G53, come dalla vicina lapide.
3." Ad allro Vincenzo Gussoni, figlio di Andrea cavalie-
re, spetla il poco lonlano monumento, cui soprasta il busto.
Fu senatore, ambascialore e procuralore di San Marco, e
passo air allra vita nel 1054.
6.°L'urna antica di slilc golico sull' aiigolo della mura-
glia stessa ba fragmentala la epigrafe e rolto mezzo ihco-
percliio. Da' manoscritti pcio e dailo stemma cbe porta
sulla fronlc si conosce essere stata eretta nel 1378 pel no-
Lile uonio Giovanni Soranzo del conf:ne di san Geremia.
Era dcUo del Banco, perche, siccome e nolo^ solevano an-
cbe i patrizii lenere bancbi aperti, appellati banchi di scrit-
ia, cioe dove si pogavano c scontavano cambiali, di che
puossi vedere anche il Lessico del chiariss. cavaliere Fabio
Mulinelli. Devo pero notare lo sbaglio di laluno, che disse
essere questa I'urna di Antonio Cornaro profcssore patavino.
Primamente lo stile golico di essa non corrisponde all' epoca,
in cui fioriva il Cornaro, che fu al piincipio del secolo XVI ;
poi lo stemma e Soranzo, non Cornaro. Da ultimo I' urna
bellissima per isculture di Antonio Cornaro, che nell'ingres-
— 1U09 —
so u qiiesto chiostro vedevasi, fii fioo dal raarzo ^82opor-'
tata in santa Maria della Salute, c coilocata sulla parete
neila sacrestia niinore a sinistra del coro.
7.° In una delle celie dello st<,'Sso chiostro e I'urna di
Paolo Molin del secolo XIV^ incassata nei muro.
8.° Nella vicina cella sta affissa nella pai-ete un'altra
urna con epi§rafe a Jacopo Miani defunto uel 1560. Que-
st! fu g\k senatore, del consiglio de' X, elettore di dogi, e
da ultimo procuratore di San Marco.
Questi otto nionumenti saranno conservati ne' loro po-
sti, previo il ristauro di alcuni, e spezialmente di quelle
.al N. 6.
Nello uscire poi dal chiostro e salire il ponte si e os-
servato il basso rilievo in pietra d' fstria, che sta inmezza-
luna sopra il portone d'ingresso, e che rappresenta la ma-
gistrale tlgura di sonto Agostino seduta, aventeil libro della
sua Regola e due monaci agostiniani per parte in ginoc-
chioni. E necessaria la conservazione sul silo di un tale bas-
sorilievo, anche perche corrisponde al rimanente ornamen-
to della porta. Anzi, essendone oggi impedita la libera vista
da una tavola dipinia, su cui si legge /. R. Direzione del
Genio, fu promesso che sari tantoslo levata, e posta o al
dissopra della scultura o a' fianchi di essa.
II. — Vicino alia caserma di santa Maria Maggiore 6 un
luogo isolate, altra volta ad use di eonfraternita, poscia di
oratorio in onore di Maria Assunta, cd oggi ad uso di slal-
ia militare. In questo 6 un quadro nel soflitto, del quale, per
essere di niun valore, non si fece descrizione. lo ho ricor-
dato questo oratorio ncl Vol. Ill, pag. 405 delle Inscrizio-
ni, narrando delle preziose memorie, e de'dipinli, e delle
sculture, che in quella chiesa di santa Maria Maggiore esi-
stevano.
— 10^0 —
III. Grande lavamani in pietra di Verona, con in-
oassaluro di manno bardiglio, avenle nel oentro una status
di tondo in pietra arenaria rappresenlante la Purili, vedesi
nella caserma a san Nicolo da Tolenlino. Ella i^ di buona
forma, nia ne 6 diminuito ii valore da una spezzatura, che
ha nel mezzo la vasca. Sonvi anche due affresclii nel cor-
tile, ma di niuna considerazionf.
IV. —La sala n." IG della casevma a san Salvatore ha
ornati, e bassirilievi di stucco, e pitture a frescp sullo stiie
del secolo XVI. Quanto alia parte arcliitetlonica e orna-
mentale e in istato sufliciente; ma quanto alle pitture sono
esse in molte parti mancanti e deperite. Ad ogni modo,
nierita tutta la sala nn riguardo, e che si procuri, che non
ne avvengano maggiori danni.
La porta, che serve d'ingresso alia sala stessa, ricca
di ornamenti e fogliami, eseguita in pietra d'Istria, e dello
stesso stile del secolo XVI. E probabilmenle arehitettata
da Jacopo Sansovino, ordinatore anche del chiostro inter-
no, siccorae gia notava il Moschini a pag. 55^ della Guida
-1814, vol. I. Deve quindi essere conseVvata, come pure le
valve di noce di essa. le quali pero reclamano in alcune
parti una riparazione.
Di nessun pregio artistico 6 I' affresco del secolo XVI
ritoccato nel secolo XVIII esistente sopra una delle pareti
del chiostro. Ma poiche vi 6 efflgiata la instituzione del-
r ordine de' Canonici regolari di san Salvatore fatta dal
veneziano pontefice Angelo Corraro, ossia Gregorio XII, 6
da conservarsi.
V. — Anche nella caserma a' Gesuiti vedesi nel soppal-
co della scala principale un affresco, che 6 in buonissimo
slato. Rappresenta la Fede, e bench6 sia dell' epoca della
decadenza dell' arte, pure conservasi ove sta.
— iOH —
VI. — Hanoovi nella caserma di S. Cosmo alia Giudecca
due quadi'i ad olio nelle due stanze numerate 71, 72 che
servono pegli ufficiaii, ma sono que'quadri di nessun me-
rito. Avvi pure un soffilto con lavori di stucco a fogliami,
e puttini intrecciali. E queslo e deguo di conseivazione.
Nella c'hiesa, che oggidi serve alia caserma, le pitture
a fresco, che circondano tutta la cupola, e le pareli del-
I'abside, sono in gran parte deperite. Nondimeno non es-
sendo prezzo dell' opera lo Irasportaile in tela, si lascino
come stanno. Pitlori ne furono Paolo Farinato e Girola-
nio Pellegrini, evennero gia descrilte dal Moschini a pag.
67 dell'edizione 1797, vol. II.
VII. — Cinque quadri ad olio sono nel soppaico della
sala della caserma di san Giorgio Maggiore numerala 120,
la quale sala serviva gia per la insigne biblioteca di quel
monaci. Furono quelle pitture eseguile nel 1 604 dai due
artisli lucchesi Giovanni Coli e Filippo Gherardi; e sono
descrilte in un apposito opuscolo a slampa nel 1668. Due
mezze lune si veggono della slessa mano nelle pareti mi-
nor!, etanlo quelli che queste sono in buona condizione.
Di questi dipinti, i quali rappresentano allegoric raorali, ho
data notizia nel Volume IV delle Inscrizioni veneziane,
ova amplamente ho trattato del lempio e del monaster©
di san Giorgio Maggiore, spezialmente alia pag. 387, 389,
398, 615 ed ho osservalo coll'esperto e veramente galan-
tuomo pittore, che fu Pietro Edwards, che quelle opere so-
no di qualcke spirilOj ma scorretle at maggior segno, di sli-
le manierato, e in generate di merito assai mediocre. Ci6
malgrado, la Commissione convenne die si conservino, po-
tendovisi fare un qualche ristauro.
Abbiarao osservato inoltre:
aj nel soppaico della nobilissima scales, opera di Bal-
— iUl2 —
dassare Longhena, un qiiadro ad olio di Valentino Le-Fe-
vre, clie roppresenla la scala di Giacobbe.
b) Nell'alrio dell'anlico refeltorio, un grande quadro
pur ad olio col mailirio di sau Lorenzo, opera di Gregorio
Lazzarini, eseguila nel 1G88, da doversi conservare, previa
foderalura cd acooniodamento. L' Edwards la Irovava di
merito, bencbe gravemenle annerita {Insc. Ven., I. c. pag.
330 e 389).
c) Nellatrio stesso duo grandiosi lavamani di rosso di
Verona benissimo tonuti.
d) Nel releltorio, sala num. 33, un pulpito di niarmo di
Verona, ancbe questo bene condizionalo.
e) In altro luogo slanno quelle due statue di rauie do-
rato sprimenti Tuna Mercurio, Taltra la Nautica gii collo-
cate sul cimierodelle diie torricelle, allorquando nel 4 842
e 4 813 fu costrulto il molo semicircolare di muro^ che
venne sosliluito alio steccato di legno nel porlofranco.
/) Nel primo cortile 6 ammirabile ii triplice ingresso di
stile lonibardesco, con colonne di marmo greco, e pilastri
impellicciati di breccia oolorata. Di questo cbiostro, eretto
nel 1516, continuatane in seguito la fabbrica, ho riportato i
documenli a p. 323 nota 191 del citato volurae.
<7y Nell'atrio numerato 31 grande quadro colla strage
degl'lnnocenti, lavoro di Federico Cervelli, Milanese. Que-
sla opera vastissima era situata a tale altezza, e quasi lutta
ricoperta di niuffa, die ne Edwards ne altri avrebbe potuto
osservarla, se non si staccava dal sito (I. c. pag. 330, 389).
Staccata trovasi in pessimo slato, e tale che la Comraissio-
ne giudicolla di nieschinissimo prezzo.
h) In questo stesso luogo 6 il medaglione, o quadro ro-
tondo con san Pietro in Vincoli liberato dall'angelo, ope-
ra di Giuseppe Patioo da Sieaa, E in iale condizione, per
— 1013 —
cui renderebbesi inutile ogni foderatura e ristaui'o. Fu
gii notata da rae alia pag. 330 del citato volume. j,,,
Fu osservalo di passaggio, clie alcune statue di decora-
zione alia scalea summentovala furono levate per ordine del
fu maresciallo comandante Gorgotzki, e collocate nel giar-
dino del suo palazzo a san Barnnba. Di queste statue in
generate io avea parlato alia pag. 379, note 3H, 313 del
volume predetto, accenuandone gli aulori.
VIII. — Due grandi quadri affresco si sono veduti nella
sala superiore del magazzino dei lelti a Santa Maria della
Miscricordia, la quale in alti'i tempi era una delle sei gran-
di confraternite, archilettata da Jacopo Sansovino: quei
quadri sono dalla Commissioue giudicati di mano di Do-
menico Tintoretfo. Uno csibisce la sacra famiglia con due
santi; altro la Trinila. II primo e in sufliciente stato; ii se-
condo molto guasto nella gloria. Si e conchiuso doversi ri-
portare e I'uno e I' altro in tela per una migliore conser-
vazione.
E uiagnifico poi il portone di marmo di Verona, otto
piedi. largo, e sedici alto, sormontato dal busto in marmo di
Carrara del benefattore di questa confraternita Lodovico
Bruzzoni con la sottoposta epigrafe recanle 1' anno 1679
scolpita in mezzo a ricchi ornamenli dello stesso marmo.
Questo portone serviva d'ingresso ad una minore stanza
vicina, gia detla I'Albergo. La porta poi della scala e osser-
vabile, percLe flancbeggiata da quatlro colonne di greco
con piedistaili relativi. E assai deceute eziandio la lapide al
guardian ^varnle Domenico conte F*o/a poslagli nell' anno
-1788 da' confratelli per le sue benemerenze verso il soda-
lizio. La sala in fine da ogni parte e dipinta con archilet-
ture a chiaroscuro dello stile del secolo XVI, in cui tutta la
fabbrica fu eretta. Tali architetture sono collocate fra gli
— 4014 —
intervalli delle finestre, ed hanno pure a fresco sparsi qua
e li effigiati i dodici profeti maggiori con un motlo sotto-
posto ad ogniino, Iratto dalle sacre scrilturc.
Cinquanta colonne coi lore picdistalli di pietra d'Istria
si veggono nella sala inferiors, gran parte delle quali sor-
reggono rimpalcaluia della superiore. TiiUo e di oUirao
stile, e tutto degno di ogni cui'a per la sua conservazione.
Anzi la Comniissionc mostro desiderio, die un locale cosl
niagnilifo abbia una piu nobile destinazione. Si sa gii, che
gran parte de' murrai del superbo pavimento, onde era co-
perta la sala superiore fu trasportata a decorare la sala
dell'antica biblioleca di San Marco, ora addetta al reals
palazzo.
IX. — Sta sopra la porta esteriore della chiesa, che fu di
santa Maria, oru inagazzino militare, un basso rilievo rap-
presentante santa Maria circondata da monache. E di pie-
tra d'Istria, ad eccezione della testa della santa: scultura
del secolo XIV-XV. Traltossi di levarla dal sito, e deposi-
tarla nella chiesa di san Nicold poco discosta, perch6 la
solennita della santa si celebra oggidi in quella chiesa.
X. — Sparse sono per I'antica chiesa di sant^Eleaa, della
quale ho parlato nel volume III delle Inscrizioni, ora ma-
gazzino militare, alcune pitture a fresco di angioletti e di
stemmi probabilmenle di faniiglie beneraerite di quella
chiesa e del raonaslero, ma non hanno alcun pregio arli-
stico. Bensi e di bello stile golico a pian terreno (giaccht
oggidi il locale 6 diviso da una impalcatura) una porta di
raarmo d'Istria, rettangola, collo slemma della Rehgione
Olivelana, larga all'incirca 4 e alta circa 7 piedi. Potreb-
be altrove trasportarsi. Essa serviva d'ingresso ad una del-
le cappelle iaterali.
XI. " Nel magazzino delle polveri, ossia nella chiesa,
— 4015 —
clie fu dedicata al Santo Spirito, e propriamente nell'atrio
di essa fiancheggiano la porta, clie metteva neH'interno
di quella, due monumenti sepolcrali di ottimo stile del se-
colo XVI con t'olonne, fregi, stemmi, urna sovrapposta ed
epigrafe nel centro. Sono quindi degnissimi di conserva-
zioue, e, se fosse agevole, dovrebbero trasferirsi in altra
chiesa aperta al cuito. Uno e a Filippo Tron giik amba-
sciatore di obbedienza a Giulio III nel ^550, poscia procu-
ratore di San Marco nel 4 551 e ballottato doge nel 4 556 :
moriva nello stesso anno 4 556. L'altro 6 ad Antonio Va-.
Her, il quale dopo avere sostenuti piii ofQcii nella repub-
blica, e specialmente quelli che riguardavano la conserva-
zione della laguna, pose a se vivente nel 4559 quel nionu-
mento. Passo poi all'altra vita nel 1569. Una grande raezza-
luna lavorata a nuisaico, rappresentante 1' Eterno Padre,
con I'epoca in un angolo di essa in numeri arabici 4 547,
abbiamo veduto sovrapposta all-architrave della porta sud-
detla. Pu6 facilraente venire trasportata altrove, essendo
mobile, non aderente alia muraglia. E poi in ottimo stato,
e non richiede alcuna riparazione.
XII. — Sponda di pozzo di bella forma del secolo XV,
ornatisslma d'intrecciati rami di querela, racchiudenti teste
umane in alto rilievo, tutta di pietra d' Istria trovammo
in un luogo terreno del Forte di san Pietro. Esaminata da
me scopersi nella parte inferiore uno stemma diviso da una
banda da sinistra a destra, caricata di tre uccelli, avente
due stelle, I una nella parte superiore e 1' altra nella infe-
riore dello scudo, che e sorniontato da un leone tenente
fra le zampe il sole. Non esitai punlo a conoscere essere
questo lo stemma della famiglia Dardani, della quale ho
gift scrilto in piii sill dell' opera mia. Abitava tale famiglia
nel confine di san .Marziale sulla fondamenta del rivo del-
Serie ni.T. IV. 150
— loio— - .
la Sciisa, e vidi in quclla casa lino dal 1 8 '(3 simigliantissi-
nia sponda di rosso di Verona, e un lavamani bellissimo
neir appartamento superioro con intagli lavorati verso la
line del XV. Usoi gia da qiiesla schialta Lodovico nardani,
eho neN509, nell^occasione della Icga di Cambray eletlo
provveditore in Mirano, Stiano ed Oriago, entroio Padova
con niiglioja di cavalli c guastatori, indi passo a Campo-
sanipiero, ove fu in una mischia gravemenle ferilo, non
avendo mai abbandonato il fianco del prestantissimo ge-
neiale Andrea Gritti. Per quesli cd altri suoi meriti nel
tempo di quella guerra, fu nel 1510 eletto a cancellier
graude della repubblica; niorto essendo neila carica 1' an-
no appresso 151 I . Come la spada, seppe egli maneggiare
Ja penna, ed abbiamo di suo a stampa il libro intilolato: La
bella e dotta difesa delle domic in verso e in prosa di
■missier Lnigi Dardano gran cancelUero deW illuslrissimo
senalo viniliano coniro gli accusatori del sesso loro con
un breve hyiUalo di ammaestrare li figliuoli. Venezia 1554,
8." Opera curiosa e che per le storielle che vi narra delle
donne dell' anticbita e posla dai bibliograQ anche nella
elasse de' novellatori italiani.
Fornita la visila, e I'accurato esame di tutti gl' indica-
ti oggetti, alia maggior parte de'quali si 6 posto un valore
approssimativo, avuto riguardo alio stato loro attuale, alia
spesa pel loro accomodamento, e pel loro eventuale tras-
porlo, il signor Tenente Colonnello barone Scboll, uomo
gentilissimo e inlelligente ancbe di belle arti, e affezioualo
alia nostra citta,osservava cbe paieccbi de'monumenti sono
per tal modo fissi a luogo da non poterne essere rimossi
ed altrovc trasferiti, se non con grande stento e maggiore
dispendio ; e tali altri poi non sarebbei'o araovibili senza il
totale loro deperiraento. Quindi doversi lasciare, e coll' at-
— 1017 —
tenia custodia e col diligente ristauro procurare la piu
liinga loro durata. Quanto poi a quelli che levarsi ponoo
senza grande difficollS, il signor barone e la Commissione
coQ esso, per favoreggiare Tarte e il patriottico zelo della
citta, statuivano di proporre, che vengano collocati in luo-
§0 acconcio si per guarentirii da ulleriori lesioni, e si per-
clio, conccduto dair Autorila militare I'adito al pubblico,
possalesame e lo studio loro tornar utile agli artisti ed
agli amatofi della veaela storia. E questo luogo esser po-
Irebbe I'isola di san Giorgio Maggiore. Imperciocchc^ per
le pitture adattata sarebbe la grande sala dell'antica biblio-
leca, ove gi& stanno i sopraddescritti selte quadri; e quan-
to agli oggetti di scultura, attesa la loro gravita, opportuno
riuscirebbe I'atrio N. VIII. E qui un suo desiderio mani-
festava il signor barooe, clie in quest' isola veaissero ripo-
ste anche quelle arnii storicamente memorabili, che trovaa-
si presentemente nell'Arsenale di terra, e che restano sco-
nosciute per la situazione troppo appartata di quel raemo-
rando slabiliraenlo. Un niuseo militare, che si andasse per
tal guisa atlivando, offrirebbe senza dubbio un nuovo rao-
livo di coraune interesse, « maggior lustro alia citta di
Venezia,
mum DEL fiiom 20 mm \m.
vicesi'gretario continua la lettura della me-
nioria del ni. e. prof. Bartolomineo Bizio intitolata:
Appello agli iiltimi studii razionali e sperimentali
intorno alia porpora degli antichi. — Questa lettura.
che costituisce ia seconda parte dellannunziata me-
moria, verra colla I.' parte pubblicata negli Atti.
11 vicesegrelario legge parimenti : Alcune osser-
vazioni intorno ai bachi da seta e agli altri lepidotteri^
del sig. Gio. Batt. Baseggio di Bassano.
Tali osservazioni hanno per iscopo di mostrare
che I'attuale malattia dei bachi non si puo, ne si deve
credere proveniente da epidemia, non da raancanza
di sufficienti diligenze, non da speciali nietodi ^el-
r allevamento^ perehe nessun metodo valse, come
non valsero i misti, come non valsero nel'isolamente,
ne le sementi venule dai piii lontani paesi.
Percio il sig. Baseggio opina doversi credere
la malattia effetto di parlicolare influenza cosmico-
tellurica.
A provar tale assunto il sig. Baseggio estese le
sue osservazioni nel 4857-58 in campo piu vasto,
cioe alle varie specie dei lepidotteri che popolano i
monti del Bassanese. Per quelle osservazioni gli
_ 11)20 _
misci provala la mancanza, in (piel paeso, dollo spe-
cie coiiuini per lo passalo dollc nirlalle diuine, crepu-
scolari e nolluriie; die viene euumeraiido ; da ciu
conchiudc . iion il solo baco da seta essere stato
colto dalla malattia, ma si bone tuUo 1' ordine del
lepidottei'i, e poiche trattasi d' una malatLia generalc
a qnest'ordine, generata da influenze cosniico-tellu-
riche, opina non sara bastevole a vincerla ne il cam-
bianienlo delle somenti, ne la possibile diligenza del
metodo dell' ailevamento, ma si dovra unicamente
sperar dalla natura e dal tempo^ c non dagli uomini
la cessazione di si gran flagello.
II m. e. dott. Zanardini avverte. che la searsezza
od abbondanza o in oerte annate perfino la scom-
parsa d' alcune specie di lepidotleri venne in ogni
tempo osservata, sieche il fatto accennato dal sig.
Baseggio non sarebbe nuovo ne straordinario. — In
ogni modo non polrebbe avere relazione assoluta
coir attuale malattia del baco da seta, perche avve-
nutO tanto prima come dope. Per cio che riguarda le
alterazioni patologiche descritte dall' autore in due
b«chi da lui anatomizzatij crede il dott. Zanardini
costituire tali osservazioni fatti troppo scarsi e par-
ziali per trarne da essi il coroUario francamente
espresso dal sig. Baseggio, esser cioe attualmente
non solo il baco da seta, ma tutli i lepidotteri in
generale inquinali da malattia.
II segretario propone, e 1' Istituto assente, che
la memoria del sig. Baseggio sia data ad csaminare
alia CiOmniissione pei bachi da seta.
mmU DEL GIORl 24 LIIGLIO 1859.
J^i legge liner relazione del prof. Domenico Tii-
razza : Delia formula projiosta da Raukine per rap-
presentare nmnerkameute la relazione fra la tensione,
il volume e la temperatura nel gas acido carhonico,
che sara pubblicata neile scguenli dispense.
Poi si legge una menioria del m. e. cav. Zante-
deschi intitolata : Pensieri di fdosofm razionale.
Il s. e. dott. Pietro ZilioUo legge il seguente
rapporto suU' opera : Das Gesetz des menschlirhen
Wachsthumes und der, unter der JSorm zuriickfje-
bliebene Brustkorh, als die ersle und wichtigste Ursa-
che der Rhachitis,Scrophulose und Tubercolose, von
Franz hiharzik. Wien d858. — Sulla legge dell'ac-
crescimento del corpo uniano e suU' angustia del to-
race considerate quale causa prima e piii importante
della rachitide, della scrofola e della tubercolosi.
V'haiiiio, anc'lie in niediciiia, dei libri niiuvi di cni bashi
il titolo ad invitaio o a distogliei-e daila lelluia. Cosi il solo
titolo dell" opera teste pubblicata dal dolt. Liharzik di
Vienna lu' avrebbe iuvogliato a leggei'la, (|iiand' anche
— 1U^2:2 —
ristitulo noil me iie avesso dato I'iiicarico. Godrei mollo,
fin d' ora, di poter dire, cliio soiio rimasto tniilo contento
del testo, quanto la inia ciiriosita sarebbe slala giiislifuala
dal frontispizio.
II dolt. Liharzik iiitcso dunque a dimostrare con qiieslo
libio, cbe I'anguslia del lorace c la prima e piu importante
cagione della racbitide, dolla scrofola e della tubercolosi.
L' opera sua, lasciata da parte la prefazionc, comincia
con UQ diffuse discorso sull' accrescimento del corpo umano
dentro e fuoii doirutero: poi Iratla distesamente la noso-
grafia della racbitide, della scrofola e della tubercolosi ; passa
quindi all'anatomia patologica, e da questa ali'eziologia: e
terraina con una serie di tabellc, nelle quali sono indicati i
risultamenti delle misure prese daH'autoi'e stesso o da altri
di teste e di toraci, in diverse eta della vita, in uomini e in
donne, non cbe in soggetti sani e aniinalali o di racbitide,
o di tubercolosi, o di scrofola.
Dalle osservazloni e dai confront! fatti dal dott. Libar-
zik suir accrescimento del corpo umano risulterebbe, cbe
tutti gli uomini, senza divario di sesso, crescono, in ragio-
ne di spazio e di tempo, ad un modo, e cbe non si dislin-
guono gli uni dagli altri se non per differenze originarie e
connate, onde il processo dell' accrescimento starebbe po-
tenzialmente nel germe, conceduto pure, die la madre, il
suolo, il nulrimenlo, I'educazione, ec. conlribuissero, come
cbe fosse, a informai'lo.
Nella nosografia sono additali i segni proprii della ra-
cbitide, della scrofola e della tubercolosi cosi nell'infanzia
come nell'eti successive. Fra i quali segni il nostro autore
distingue I'anguslia del petto, percbc eminente, costante'e
coniune, nelle stesse loro fasi diverse, alle accennate tre
infermilii. *
— i()23 —
Egli allega i falti di anatoinia patologica piti confacenli
alia tesi, che la ristrettezza del petto abbia la prima parte
nella geiiesl dclle ti'e malattie.
E poiche il dott. Liharzik parteggia per la teoria delle
crasi sanguigne, cosi egli accenna, che principalmeate la ra-
chitide, la scrofola e la lubercolosi derivino da una condi-
zione speciale e propria del sangue, a coslituire la quale
concorrebbero la trasmissione ereditaria e le potenze noce-
voli alia respiraziono ed alia nutrizione. Dopo di che egli
conchiudc : la cagione precipua della rachitide potrebbe
ben essere la piccolezza relativa del polmone, onde una
debole nutrizione, ed una superfluila d'acidoe d'acqua; la
scrofola e la tubercolosi del pari potrebbero bene prendere
origine da pohnoni relativamente piccoli, onde una esube-
ranza di malerie plastiche, le quali si arreslano ad un grade
inferiore di metamorfosi, e sono rese piu coagulabili dal-
I'acido prevalente; raa finchu tali singole cause non siano
onninamente aramesse od escluse doversi tenere per cagion
prima e piu importante della rachitide, della scrofola e della
lubercolosi I'angustia del petto, la quale e indivisibile da tali
stati morbosi ed e provata da molte e moUe misMrazioni.
Le quali misurazioni, come piu sopra io diceva, sono
registrale in tabelle dove apparisce, che in quasi tutli gl'in-
dividui nei quali il doit. Liharzik ed altri trovarono I) peri-
feria del torace relativamente minore a quella del capo, ave-
van(> una costituzione rachitica, o scrofolosa, o tubercolosa,
od erano colpiti da quelle malattie che specialmente nell'in-
fanzia sogliono svolgersi in quelle costituzioni, quali I'idro-
cefalo, la meningite tubercolosa, lipertrofia del cervello,
I'asma periodico e I'atrofia.
Se da una parte deve applaudirsi alia paziente diligenza
p alia studiosa industria, con che il dott. Liharzik radun5
Serie III, T. IV. 131
— 1024 -
lanti materiali e li pose in opera, non pu6 tacersi dallaltra,
che I'editicio da lui costrutto ha bisogno, pvv istar saldo,
di nuove forze.
E infatli, quantunque nella rachitidc occorra noa la sola
angiislia, ma lalvolta aiiche una considerevolo deformiti del
lorace, pure essa, oel maggior numero doi casi, s'appiglia
alle ossa cilindriche e vi si arresta. — La ristreltezza del
petto si scorge pifi frequente, 6 veru, nei tubercoiosi, e
c e anzi la deforniita propria dell' abito cosi detto tisico ;
ma e tale deformita cbe non imporla I'angustia assoluta
della cavita toracica, essendoclie il difetto di rotonditi e di
largbezza 6 compensato da un' eccedenza nella lunghezza ;
poi Tesperienza non ha per anco posta la legge, che tutli i
tubercoiosi abbiano, comunque, il petto deforme. L'eccezio-
ne alia regola stabilita dal dolt. Liharzik diverrebbe, sarei
quasi per dire, uu' altra regola, se si volesse estenderia
agl' individui presi da scrofola.
La dottrina del dott. Liharzik, in ultima analisi, consi-
sle in ci6, che I' angustia del petto trae seco la piccolezza
del polmone, onde i'insuffieienza della funzione di questo
viscere, e coaseguentemente una depravazione della crasi
sanguigna. Ma come si polrebbe conciliare ad un unico ele-
mento eziologico tre effetli, apparentemente almeno, diversi,
vale a dire, la rachitide, la tubercoiosi e la scrofola? Sia
pure che la scrofola si consider! da alcuni medici e dallo
stesso dolt. Liharzik identica nella sua essenza alia tuber-
coiosi ; sia pure che altri patologi confondano insieme la
scrofola e la i-achitide, resteri sempre, colla dottrina del
dott. Liharzik da spiegare, come in un caso si produca la
rachitide, in altro la tubercoiosi ed in un terzo la scrofola;
perche la prima abbia sede primitiva nelle ossa, e le altre
due nei tessuti moUi; perche la rachitide sia quasi propria
— 1025 —
deU'et^ infantile, e la tubercolosi non soglia manifestarsi
prima della puberti; perclie la rachitide e la lubercolosi
assai di rado si associno.
D'altra parte quand' anche potesse ammettersi, ohe la
piccolezza dei polraoni induca la scrofula e la rachitide, do-
vrebbe assolutamente eseludersi tale momento causale dalla
genesi della lubercolosi; imperciocche, in generale^ i polmoni
d' un volume rainore dell' ordinario preservano da questo
morbo. Cosi I'aumento di densita di questi organi per I'im-
picciolimenlo della caviti toracica, come si osserva uella
rachitide, esclude la tubercolosi; cosi la stessa densita au-
mentalasi per gravidanza non solo suole arrestare i pro-
gressi della tubercolosi, ma opporsi ben anco alia produzio-
ne d'ogni e qualunque tubercolo, raotivo per cui il feto non
ammala quasi mai di tubercolosi; cosi intine ogni dilatazio-
ne della cavita addominale, pel ristringiinento della toracica
che ne deriva, favoreggia I' immunita delle tubercolosi.
Pol se r accrescimento del corpo umano, siccome dice
Tautore, e gia determinato nel gerrae, e riceve da questo
r impulse e la direzione, e se i successivi momenti atti a
modiQcare tale proccsso di accrescimento sono sempre sub-
ordiuati a quella prima potenza, perch6 asserire che I'an-
gustia del petto 6 la precipua cagione della rachitide, della
scrofola e della tubercolosi, e non dire piuttosto che nei
soggetti, i quali sgraziatamente hanno sortito un abilo rachi-
tico, o scrofoloso, o tubercoloso il petto eresce meno, rag-
guagliata ogni cosa, che negl'individui i quali fortunata-
mente son nati sani? E ridolta la questione a minimi ter-
mini : il tale uomo, per esempio, ha la rachitide per effetto
del torace angusto, od ha egli il torace aogusto per effetto
della rachitide?
lo vorrei dire con cio, che 1' opera del dott. Liharzik,
— i02() —
sebbene sotto diversi aspetli pregevole, non d6 punto la di-
moslrazione d'un leorema ; nia contiene sollanlo dei buoni
dali per la soluzione, so inai possibile, d'un problema.
Secondo 1' articolo 8.° del regolamento interno il
professore suppleute di fisiologia ed anatomia su-
blime nell' Universita di Padova, Massiiniliano cav.
di Yintschaau, e ammesso a comunicare le seguenti
sue osservazioni : Intorno al tempo in cui avviene il
camjianiento dellu fecola in destrina e zucchero per
I' azione della saliva.
Leuchs, come c ben conosciuto, diraoslro pel primo la
saliva agire sulla fecola cangiandola in destrina c ziiccbe-
ro ; era sebbene tutti i fisiologisti sieno al giorno d' oggi
di cio pienaraenie convinti, pure non si trovano essi d'a"-
coi'do quando sapere si desideri se questa azione deb-
l)a attribuirsi alia saliva pura od a quella che, rimasta per
alcun tempo esposta all' aria almosferica, sofferse delle mo-
diflcazioni; ed anche qiielli che asseriscono essere la sa-
liva pura e recente fornita di questa proprieta, non s' ac-
cordano tra loro riguardo al tempo necessarlo a talc can-
giamenio, ed ecco che Giovanni Miiller, Schwaan, Purkine
ed altri, ammeltendo la saliva tolta dal corpo animale a-
gire sulla fecola, negano quest' azione alia saliva introdotta
nello stomaco, affermando gli aliraenli rimanersi troppo
breve tempo in bocca, e giunla la saliva nello stomaco
trovarvi il succo gaslrico che le toglie ogni azione. A
combattere I' ultima parte di questa osservazione si leva-
rono di gia il Frerichs, il Lehmann, il Jambowitsch, lo
Schroeder ed altri, diraostrando: che quand' anche la sa-
liva era resa acida a mezzo d' un acido diluito anorgani-
— i027 —
CO od organico, oppure era commista al sueco gastrico, sia
naturale sia arlificiale, conservava ii potere di cangiare la
fecola in destrina e zucchero, per cui rimaneva ancora a
dimoslrarsi la saliva possedere un' azione pronta siilia me-
desima. Jarabowitscli e Schmidt affermano essere dopo 10
minuti la fecola per I' azione della saliva trasmutata in
zucchero, e Frerichs asserisce chela formazione di zucche-
ro e instantanea unendo fecola', saliva cd alcune goccie di
potassa causlica, e porlando il miscuglio all' ebollizione,
menlre, agendo sulla fecola nella slessa maniera senza far
use di saliva, non si olliene effellodi sorta; e Funke, nella
sua Fisiologia avverle, che introdotta della colla d' amido
nella bocca appena trascorso uu minuto e qualche volta
anche prima si trovano delle traccie di zucchero. Ma ben
si scorge che quantunque gli esperimenti di Jambowitsch e
Schmidt indichino precisamente il tempo necessario alia
formazione dello zucchero, pure essi non s'accordano al
certo gran fatto colle osservuzioni di Funke, e gli esperi-
menti di Frerichs non rappresentano le condizioni normali
dell'animale economia.
Bernard, a cui niuno pu6 negare e talento e destrezza
particolare nello sperimentare, si sforza di provare la sali-
va solo allora avere un' azione sulla fecola ch'essa subi un
qualche cangiamenlo rimanendo esposta per varie ore al-
I'aria, e crede consistere I'importanza della saliva nella so-
la sua azione meccanica, tanio piii che molti altri fluidi
del corpo animale, ollre la saliva, caugiano I' amido in de-
strina e zucchero.
Vedute queste diversity nelle opinioni e ben naturale
d esaminare a quale d'esse convenga tenersi, di piu, aven-
do istituito, tanto nelfanno decorso quanto al principiare
di questo, alcuni esperimenti nelle mie lezioni pubbliche di
— 1028 —
fisiologia sulle proprieU'i fisiologiclie della saliva, fui condot-
ti» a fare una sorie d'esperinienti deslinati a vcdcro se sia
fondala o nieno I'asserzione di Bernard, ed a delerminare
•il tempo nocessaiMO affincho per I'azione della saliva rocen-
te siilla fecola si palesino le prime Iraccie di zuocliero.
Di quesli esperimcnti alciini veiinero istiluili nel marzo
deir anno decorso, nia altri sludii m'impodirono di con-
dnrli ailoi-a a (crn)ine alcuni or sono due niesi.
In questi esperimenli traltavasi principalmente d^assi-
curarsi che tutte le cagioni d'errore, per quanto 6 possi-
biie, fossero rimosse, e die venisse sempVe esperimentato
in circostanze pressoch6 eguali.
Lassaigne e Wright dimoslraronoche una lemperatura
bassa rilarda, mentre una teniperatura mediocre favorisce
Tazione della saliva ; ne venne quindi T avverlenza di far
use d'una teniperatura che s'avvicinasse a quella del cor-
po animale. A questo scopo collocai in un bagno d'acqua,
la cui teniperatura oscillava Ira i 34 e 40 C. i tubi d' as-
saggio conlonenti la saliva e la colla d'amido, ve li lasciai
dai cinque ai dieci minuli, tempo certo sufficiente perch6
il tluido dei tubetti raggiungesse la medesima o pressoche
la medesima teniperatura dell'ambiente.
Una seconda condizione, a cui dovetti soddisfare, si fii
che la saliva fosse recente, ne fosse inquinata di qualche
sostanza eterogenea, quindi negli esperimenti fatli I' anno
decorso la sera prima di coricarmi dopo scialacquata ben
bene la bocca, colla Fempliceimmaginazione di qualche cosa
aggradevole al palato, otteneva una secrezione abbondante
di saliva che, raccolta sopra un filtro, veniva liberata dalle
bolle d'aria e da quelle sostanze che vi potevano essere
sospese. Non essendo la stagione molto avanzata, e la
stanza in cui veniva lenuto il filtro non raggiungendo mai
— 10iJ9 —
una tempeiatura maggiore dei 10° C, lenni per fermo la
saliva, durante le dodici ore che rimaneva sul feltro, noa
potersi deconiporre; pero in quest' anno la raccoisi nella
stessa maniera la mattina appena ulzato, per cui la saliva
non rimaneva sul tiltru giammai un tempo maggiore di
quattro ore, spesso un tempo rainore.
Siccome io feci gli esperimenti colla saliva dell' uomo,
il quale assume solo feoola cotta o modificata, cosi fu mia
c'ura di preparare ogni volta della colla d' amido e d' e-
sperimenlare se essa -da sola produceva la riduzione del
reagente cupro-polassico, o meno, e solo non ottenendo la
riduzione ne faceva uso. Quesla stessa avvertenza I'ebbi
per la saliva estraendone una piccola parte coll' alcool,
evaporaudo I" estralto aUoolico a bagno maria, ed il re-
siduo disciolto nell' acqua veniva Iraltuto col reagente cu-
pro-potassico, altra volta invece tratlava dircttamente la
saliva colio stesso reagente.
La prova pii!i sicura della presenza dello zuccbero si 6
d'ottenerlo in sostanza per riconoscerlo dalla forma dei
cristalli a mezzo del microscopio e senza timore d'errore a
mezzo dei varii reagenti; ma pur troppo la quanliti di zuc-
cbero, cbe in questi esperimenti si ottiene, e si piccola,
che conviene accontentarsi di dimostrarne I'esistenza con
una reazione che non lasci punto a dubitare della sua esal-
tezza, quindi il miscuglio di saliva, colla d' amido, destrina
e zuccbero veniva ogni volta trattato con una grande quan-
tity d' alcool, I'estratto alcoolico liltrato, evaporato a bagno
maria, il residuo nuovamente disciolto nell'acqua, liltrato, e
solo il fluido cosi ottenuto veniva esperimentato col rea-
gente cupro-potassico, non trascurando tulte quelle precau-
zioni a tutti abbastanza conosciute per essere ora laciute.
Frerichs dimostro che la saliva esercita la sua azione
— 1030 —
sulla fecola quand'anciie il miscuglio fosse trattato coll'al-
cool; dovea esser (|uintli iniu oiira di ripetere qnosto esperi-
menlo per voderiie piu dcllnglialainente le coiulizioni. Ag-
giunsi alia saliva della colla d'amido coiravverlenza di non
riscaldaria dapprima, ma di tonoria in quella temporalura
in cui dovea piu tardi riiiianero I'oslralto alcoolico ; una
parte d'esso venne di subilo filtrala, eyaporata ed il residuo
disciolto neirat-qua, fillralo ed espei-iuientato col leagente
cupro-potassico, non produsse riduzionc di sorta ; I' altra
parte la lasciai stare per ben ventiquattro ore in una lem-
peralura mediocre, e sottoponendola in seguito ai medesimi
esperimenti riconobbi a tutla evidenza la presenza dello zuc-
chero. L'esperiraenlo indicava a suificienza di non dover la-
sciare il miscuglio unitamente aU'alcool per vurie ore in una
temperatura mediocre, e il tempo necessario a tulte quelle
operazioni esser troppo breve, perche la saliva cangiasse
I'amido in zucchero. Poteva pero sorgere un dubbio, cioe
che quand'anche il tempo necessario alia filtrazione ed al-
I'evaporazione fosse troppo breve perclie incominciasse il
processo del cangiainento deiramido in destrina e zucchero,
quando questo vcnisse incominciato per lazione d'una
temperatura piu elevata e senza la presenza dell'alcool,
esso continuasse in allora pure che la temperatura s' era
abbassata e che al miscuglio veniva aggiunto deH'alcool. Per
rimuovere questa obbiezione feci alcuni esperimenti, di cui
gli uni erano diretti a mantenere il miscuglio mentrefiltra-
va ed il tluido lillrato in una temperatura vicina alio zero,
gli altri ad abbreviare il tempo della filtrazione ed evapora-
zione, ma pur troppo essi non furono sufflcienti a togliere
ogni dubbio; pero gli esperimenti fatti per determinare il
tempo in cui avviene questo cangiamento dimostrano vana
tale obbiezione. Tutte queste precauzioni varranno a tran-
— 1031 —
qiiillare anche lo spirito piiLi severo e saranno guarentigia
del valoie dei risultati ollenuti.
I primi esperimenti fiuono di versare della coUa d' ami-
do colorata in bleu dall'iodio nella saliva ; essi vennero gii
istituiti da altri fisiologisti come, a raodo d'esempio, dal
Bernard, ma niuno esperiment6 nelle circostanze da me
avvertite, per cui non si trova fatto cenno che il colore bleu
della colla d'amido sparisca nel momenlo stesso che si versa
nella saliva. Questo esperimento esige la precauzione di ver-
sare la colla d'amido goccia a goccia, perch6 essendo so-
verchia la quantila deve trascorrere qualche minuto secon-
do prima che sparisca del tuUo il colore e se oltrepassa un
certo grade la saliva non puo agire su tutta la colla d'amido
aggiunta.
• Questi esperimenti vennero ripetuti parecchie volte, e
sempre col medesimo successo; restava ancora a vedersise
il fatto valeva per 1' amido non cotto, e 1' esperimento ripe-
tiito nelle condizioni sopraddette dimostr6: non succedere
una decolorazione perfetta istantanea, ma una diminuzione
notabile nel colore, e solo dopo qualche tempo il fluido di-
venire perfeltamente incoloro, per cui viene di bel nuovo
provato la saliva degli onnivori agire piu facilmente sulla
fecola cotta che sulla cruda.
Questi esperimenti permettono un'obbiezione sola, cio6
la decolorazione avvenire forse per I'alcalinita della saliva,
ma qu'ando riflettere si voglia, come 1' esperimento il dimo-
stra, che operando alia temperatura ordinaria la decolora-
zione succede lentamente, e che acidificando la saliva con
un poco d' acido acetico, quantunque la decolorazione non
sia istantanea, pure essa succede molto piu rapidamente che
agendo a freddo, e questa piu lenla azione viene spiegata
dalla diluzione sofferta dalla saliva.
Seric in, T. JV ' 132
— i032 —
Affinch6 si possano scorgere le prime Iraccie di zuccliero
per Pazione della saliva sulla colla d'amido fa d'uopo che
trascorrano almeno dodici secondi, dopo il qual tempo si
puo essere cerli che, operando con lutle le prccauzioni indi-
cate, s'avri una manifesta riduzionc dell'ossido di rame,
menlre se il tempo e piu breve non avviene riduzione di
sorta; questo fatto distrugge inleramentc I'obbiezione so-
praccitata, dimostrando a lutta evidenza che durante la fil-
trazione e i'evaporazioncdeirestratto alcoolico non continua
il processo del cangiamento dell' amido in destrina e zuc-
chero qiiando si operi abbastanza rapidamente ed in una
temperatura mediocre.
Gli esperimenti fatti coll' amido non cotto e colorato in
bleu dall'iodio indicavano gia bastanteraente che la forma-
zione dello zucchero non sarebbe molto soUecita, e gli esp*'
rimenti diretti provarono solo dopo trascorsi tre minuti
trovarsi le prime traccie di zucchero.
lo credo d'avere a sufflcienza dimostrato la saliva re-
cente agire sulla fecola si cotta che cruda, ed il tempo in
cui gli aliraenti amilacei rimangono nella bocca essere sufti-
ciente per iucorainciare almeno il cangiamento della fecola
in destrina e zucchero.
La massima parte dei nostri alimenti amilacei subirono
gia almeno un processo di disaggregazione, sia a mezzo d'una
temperatura elcvata, sia a mezzo d'un qualche altro agente,
arrogi che moiti d' essi veogono introdotti nella bocca
avendo una temperatura spesso superiore ai 40"C., e la sa-
liva stessa che nei condotti cscretori possiede, secondo le
osservazioni di Ludvvig e Kupfer, una temperatura di circa
un grado di Celso maggiore di queila del sangue arterioso,
dovra necessariamente nella cavita della bocca possedere
una temperatura per lo mono non inferiore a queila della
— 1033 —
slossa, condizioni tulle (.-lie favoriscono di giii in bocca il
eaiiguiiueuto della I'ocola in deslrina e zucohero.
II in. e. e segretario dott. Naniias soggiunge :
Parecchie esperienzc ho (alio ricercando le prepara-
zioni di jodio nella saliva degl' infermi curati con tali
farmachi, e di alcune ho breveinente parlato nel Vo-
lume IV delle Memorie di questo Istituto. Mescolava
la scialiva colla decozione di amido, e vi otteneva
11 coloraniento bleu, o mediante il cioro svolto dal
cloruro di calce coU'aggiunta dell' acido nitrico^ o, in
qualche raro caso^ mediante quest' ultimo soltanto.
Accadeva che il fluido in breve si scolorasse, lo che
io attribuiva alio svolgimento di cioro, che in parte
si combinava al potassio o al sodio del joduro pre-
§ente nella scialiva^ lasciando jodio libero a colorare
in bleul'amido, e in parte poi univasi alljodio^lesso,
facendo allora dileguare la tinta anzidetta per la
IM'oduzione del cloruro d' iodio. Ora gli esperimenti
del dott. Wintschgau dimostrebbero che in pochi
secondi la saliva toglie all' amido la facolta di tin-
gersi solto 1' azione del jodio, mutandolo in desterina
e glucosio, e sorge naturalmente la domanda se alio
scoloramento, oltre la causa da me accennata, influisca
il cangiamento dell' amido in desterina e glucosio per
r azione della saliva. A determinare cio occorrono
nuove indagini, delle quail si potra poi dare notizia
air Istituto. Se il coloramento prodotto dal solo
acido nitrico non si dileguasse, risulterebbe che lo
scoloramento successive alia tinta bleu per lo svolgi-
- i034 —
inento di molto cloro procederohbe dalla sola produ-
zione del cloruro di jodio.
II dott. Fario domanda se, avuto riguardo alia
efficace azione degli acidi a trasmutare la fecoia in
ziicchero o glucosio, 1' Autore siasi accertato, che
la saliva ne' suoi esperimcnti iioii contenesse acido
alcuno.
II prof. Wintschgau risponde, che quaiitunque
si sappia la saliva non dare che reazioni alcaline o
neutre, pure sarebbe stato bene d' essersi assicurato
con reagenti dell' assoliita mancanza degli acidi nella
saliva delle sue sperienze.
II dott. Nardo narra d' aver esaminato, pochi
giorni sono, la saliva d' un suo coUega che dava rea-
zioni acide, al che il dott. Namias soggiunse dover
esser accaduto quel fatto per ispeciali condizioni
patologiche, come si sa che suol avvenire, e com' era
anche opinione dello stesso dott. Nardo.
11 dott. Berli osservava che, a suo parere, malgrado
eziandio i nuovi sperimenti, restava insoluta la parte
piu importante del quesito^ vale a dire se la indicata
azione delta saliva, di tramutare la fecoia in destrina
ed in zucchero, appartenga alia saliva immutata, e
com' esce dalle glandule che la separano, od alia
saliva piu o meno alterata dal contatto dell'aria atmo-
sferica.
II prof. Wintschgau risponde che nel tempo della
filtrazione non aWi a supporre accadano nella saliva
notevoli mutazioni.
ANNO 1858-59 DISPENSA DECIMA
L A V ORI
per I' illustrazione lopografica^ idraulica, fisica, statistica,
agraria c medica dclle provincie venetc die si pubblicano
secondo I' art. ^27 degli slaluti interni.
(CoDtinuazione della pag. qSo del presente volume.)
PROSPETTI
SISTEMATICI DEGLI ANIMALI DELLE PROVINCIE VENETE E DEL
MARE ADRIATICO E DISTINZIONE DELLE SPECIE IN GRtPPI
BELATIVI ALLA LORO GEOGRAFIA FISICA ED ALl' INTERESSE
ECONOMICO STATISTICO CHE PRESENTANO
0<3.^0
Classis II. AVES (1)
SuBCL. I. ALTRICES
ORD. II. Aeeiiiitrc!i« (Rapaces)
Fan). VULTURID AE.
Siilif. Vul/urinae.
Gyps fulvus, Bp. ex Gm.
(I) La distribuzione delhi presenle classe d'aiiimali e fatta in rela-
zionealle piii recent! opere del Pr. C. L. Bonaparte die soiio: il Conspectus
generum avium ; il Conspectus systeiitafis omitlivlogiac ; il Tableaux
parallelique des ordres Linnccns Anseres, Grallae. Gallinae, ec. ec.
inserite nel Comples rcndus de V Academic des sciences. 18oo-o7; il
Tableau des oiseau.v du proie, ed altii lavori aiialoghi. inseiiti u^iMaga-
zin zoologique e u^W Ateneo Ilaliano, ec. Fi'a le opere anteriori vedusi il
Catalogo mclodico degli uccelli europei, publilicato a Bologna nel 1842.
Chi vole.sse adoltare 1' tillima distribuzione naturale offerta dal Bona-
parte nel 18o7, ne veda il quadro posto in calce del presente catalogo.
Scrie III, T. IV. 135
— i036 —
Fam. Falcoimdae.
Subf. Aijuilinae.
Aquila chrysaotos, Bp. ex Lin.
heliaca, Savy. - -^
naevia, Br. c\ Gm. '
Bonellii, Temm.
Haliaetus albicilla, Bp. ex Lin.
Paiulion baltactus, Bp. ex Lin.
Circaelus gallicus, Bp. ex Gm.
Subf. Bnteoninae.
Archibuleo lagopus, Brehm. ex Bnmn.
Buteo ciuereus, Cuv. ex Gm.
■ Subf. Milvinuc. ''
Milvus rcgalis, Br.
nigcr, Br.
Pernis apivora, Cuv. ex Lin.
Subf. Fakoninac.
Faico coininunis, i//'. ex (/m.
Hypud-iorcliis eleoiiorae, Boie ex tfene.
siil)buleo, Boie ex £?n.
Aesoloii litliopbalco, Gr. ex Lm.
Tinnunculus alaiularius, Vieill. ex Z/r.
Erythropus vespertinus, Brehm. ex Lm.
cencbris, Bp. ex Naum.
Subf. Accipitrhiae.
Astup palumbarius, Bechst. ex im.
Accipiter nisu.s, Pallas.
Subf. Circinae.
Circus acriigiuosus, 5/>. ex Ltn.
— 1037 —
Strigiceps cianeus, Bp. ex Lin.
cineraociis, Bp. ex Montag.
Swaiusonii, Smith.
Fam. Strigidae.
Sul)f. Striginae.
Strix flamraea, Lin.
Nyetale funerea, Bp. ex Lin.
Syrnium aluco, Sang, ex Lin.
Subf. Ululinae.
Otus vulgaris, Fle7n.
Brachyotus palustris, Bp.
Bubo maximus, Sibb.
(B. athenieiisis? Bp. ex Aldrov.)
Subf. Surninae.
Scops zorca, Bp. ex Gw.
Athene noctua, Boie ex jRef;;.
ORD. III. I*a$s^erefi»
Trib. I. (Decinee
Stlrps I, CULTRIROSTRES.
Fam. CoRviDAE.
Subf. Corvinae.
Corvus cor nix. Lin.
corone, Lath.
corax, Lin.
MonecUila turriura, Brehm.
Tripanocorax frugilegus, Kaup. ex Lin.
Subf. Nucifruginne.
Nuciphraga caryocataetes, Br. ex Lin.
— 'loss —
Siibf. FregiUmte.
Pyrrhocorax nipinus, Vicll.
Fregilus giuculus, Cuv. ex Lin.
Fam. Garuulidae.
Siibf. Garndinae.
Pica caiulata, Ray.
Garrulus glandarius, Lin.
Fam. Stirnidae.
Subf. Slurninae.
Slurnus vulgaris, Lin.
Pastor roseus, Temm. ex Lin. '.
Stirps II. CONIROSTRES.
Fam. Fringill iDAE.
Subf. Passerinae.
Passer ilaliae, Bp. ex Vicll.
domestica, Bp. ex Lin.
Pyrgita montana, Cuv. ex Lin,
Clorospiza cliloris, Bp. ex Lin.
incerta, Bp. ex Boux.
Subf. Frmgillinae.
Coccotlipaustes vulgaris, Br.
Fringilla monlifringilla, //m. * "
caelebs, Lin.
canaria, Lin.
Petronia stulta, Slrichel ex Gm.
Chrysomitris spinus, Boii ex Lin.
Carduelis elcgans, Stepli.
Citrinella alpina, Bp. ex Scop. •
— 1039 —
Serinus mcridionalis, Bp.
Pyirhula vulgaris, Ray. ex Br.
eryUirina, Temm. ex Pallas.
Siibf. Loxinae.
Loxia oui'viroslra, Lin.
pytiopsittaciis, Bechsl.
Erythrospiza gilhaginea, Bp.
Montifi'ingilla nivalis, Brehm. ex Lin.
Linota montiiim, Bp. ex Gm.
cannabina, Bp. ex Li/ii.
Acanlhis rufesceus, Viell.
linaria, Bp. ex Lin. . ; ..
Subf. Einberizinae.
Cynchramus miliaria, Bp. ex Lin.
Plectrophaues nivalis, Meyer e\ Lin.
Centrophanes lapponicus, Kaup. ex Lin.
Emberiza citrinella, Lin.
ciiius, Lin.
pithyornus, Pallas.
Durazzi, Bp. ., , . ...
cia, Lin.
Buscarla lesbia, Bp. ex Gm.
Sehaenicola sehaeniclus, Bp. ex Lin. '
pyrrhuloides, Bp. ex Pallas
Hortulanus hortulanus, Bp. ex Lin.
Subf. Spizinae.
Euspiza raelanocephala, Bp. ex Scopoli.
— d()40 —
Stirps III. SlBULIROSTRES.
Fani. T r RD lit A F. .
Subf. Turdinxic.
Turdus pilaiis, Lin.
viscivorus, Lin.
niusicus, Lin.
illiacus, Lin. ,■..,>
Merula vulgaris, 7?a//. • .
torquala, Br. ex Lin. '
Subf. SnxicoUnae.
Monticola saxalilis, Bp. ox Lin.
Petrocossyplius cyaneus, Bp. ex Lin.
Saxicola oenanlhe, Bechst. ex Lin.
saltator,
stapazina, Koch, ex Vicll.
leiiciirus, A", et Bl. ex Gm.
Pralincola riibicola, Kanp. ex Lin.
rubecola, Kanp. ex Lin.
Ruticilla phoenioura, Bp. ex Lin.
Cyanccula svecica, Breli. ex Lin.
cianecula? Meyer.
Rubecola familiaris, jB/i7/f. ' /
Philomela major, Sw.
luscinia, Sw.
Subf. Syluinac.
Adophoneus nisorius, Kuup ex Bech.^l.
Curruca orphea, Boyc.
atricapilla, Br.
hortensis, Pcnn. ■■■•■■ '
Sylvia cinerea, Bp. ex Br.
curruca^ Boie ex Temm.
ji
— 1041 —
Sterparola siibalpioa, Up. ex Jhnel.
Pyropblhalma melanocephala, Bp. ex Grev.
Melizophilus proviucialis, Leach ex Gm.
Phyllopneuste sibilatrix, Bp. ex Bech. .
trochilus, Meyer ex Lin.
rufa, Bp. ex Lath.
reguloides, ISardo ex Lanfossi.
Bonellii, Bp. ex Viell.
Subf. Calainohcrpinae.
Calamoherpe turdoides, Bp. ex Boie.
arundiiiacca, Bp. ex Gm.
palustris, Boie ex Bechsl.
Calamodyta melanopogon, Bp. ex Temin.
aquatica, Bp. ex Xa</«.
phragmitis, Bp. ex Bechst.
Lusciuiopsis Iluviatilis, Bp. ex Jl/cy.
Lusciniola Savii, Bp. ex Fu^//. i
Cettia altisonans, Bp. ^ : ^
sericea, 5/>. ex Natter.
Hypolais salicaria, Bp. ex Lin.
Picterina Bp. ex Wiel.
?italica Bon.
Locuslella lanceolata, Bp. ex Tcmm.
naevia, Bp. ex Bodd.
Cislicola schaenicola, Bp. * :
Subf. Accnlorinuc, '■
Acentor alpinus, Bechst ex Cm.
Prunella modularis, Vicll. ex Ani.
Fam. Trogloditidae.
Subf. Trugloditinae-
Troglodytes curopaeus, Cuv. ,:'?•'!':
— 1042 —
Fam. Certhiidae.
Subf. Ccrthinde.
Ceiibia familiaris, Lin.
Tichodroraa niuraria, lUig. ex Lin.
Siilif. Sillinae.
Silla (Hiropaea, Lin.
Fain. P A R 1 1) A E.
Siibf. Pari7iae.
Loplioplianes cristalus, Kau]). ex Lin.
Parus major, Lin.
Aler, Lin.
Cyanistes caeruleus, kaii}). ex Lin. ' .
Paecila palustris, Bp. ex LJn.
sibiiiciis, Kaitp. ex Lin.
.Mccislura caudala, Grev. ex Lin.
Panurus bianiiicus, Koch, ex Lin.
iEgithalus pcnduliniis, Vi;/. ex Lin.
SuIjI'. Jtcf/hlhi'ie.
Reguliis cristalus, Ray.
igoicapillus, Behin.
Fam. C I N c L I D A E.
Subf. Cinclinae.
Cyiulus aquaticus, Lin.
Fam. M OT ACILLID AE.
Sul>l. Motacillirific.
Motacilla alba, Lin.
melanocephala, Licht.
Yarelb, Bp. ex Gould.
Pallenura bulphurea, Bp. ex Bcchsl.
— d043 —
Budytes flava, Cnv.
var. cinereocapilla, Savi.
Siibf. Anihinae.
Coiydalla Richardii, Siv. ex Viell.
Agrodroiua campestris, Sw. ex Br.
Anthus spinoleltn, Bp. ex Lin.
pratensis, Bechst. et Lin.
cerviiia, Pallas. - -
ruiigularis, Br.
arboreus, Bechsl.
Fam. A I. A u D I D A E.
Subf. Aluudinae.
Calandrella arenaria, Bp.
bi'achidactylla, Temm.
Otocoryx alpestris, Bp. ex Lin.
Melanocorypha calandra, Boie ex Lin.
Alauda arvensis, Lin.
cantarella^ Bp.
Galerida arborea, Boic ex Lin.
cristata, Boic ex Lin. : " '
Stirps V. Dentirostres.
Fail). L A N I I D A E.
Subf. Laninae.
Laniiis excubitor, Lin. ,>
rneridionalis, Temm.
minor, Gm.
Enneoctonus collurio, Bp. ex Lin.
ruins, Br. nee Gm.
Seri« III, T. IV. 134
— 4044 —
Fam. O R I 0 L I D A E.
Subf. Oriolinae.
Oriolus galbiila, Lin.
Fam. A M P E L I D A E.
Subf. Anipdinae.
Ampelis garrulus, Lin.
Fam. MuscicApiDAE.
Subf. Muscicapinuc.
Muscicapa alricapilla, Lin.
collaris, Beckst.
Biitalis grisola, Boic.
Erylhrostorna parva, Bp. ex Bechst.
Stirps \'I. FiSSIROSTRES.
Fam. II I R r N D I N I D A E.
Subf. Hirundininae.
Hiriiiulo nislica, lAn.
Plyonoprogne riipeslris, Cab. ex Scop.
Colylo riparia, Boic ex Lin.
Cholidon iirbica, Boic ex Lin.
TuiB. II. llciluci'ce
Coohors I. £ y £ o «!l u «• j i I I
Stirps VII. Amphiboli.
Fam. € H c u L I D 4 K.
Subf. Cuculinae.
Cuculus canorus, Lin. . ;.,
i
— 4045 —
Stirps VIII. ScANsoREs.
Fam. P I c I D A E.
Subf. Picinae.
Dryocopus martins, Boie ex Lin.
Picus major, Lin.
medius, Lin.
minorj Lin. > ' : ''-'-.•■
Gecinus viridis, i?OiV ex i/M.
canus, Bp. ex Lin.
Subf. }'unginae.
Yuiix torquilla, Lin.
Stirps XIV. Callocoraces.
Fam. CouAciDAE.
' ' Subf. Coracinue.
Coracias garula, Lin.
Stirps XV. Gressores.
Fam. Meropidae.
Subf. Meropinae.
Merops apiaster, Lin.
Fam. Alcedinidae.
Subf. Alcedininae.
Alcedo liyspida, Lin.
Stirps XVI. Tenuirostres (Epopides).
Fam. U p u p I D A E.
Subf. Upupinae
Upiipa epops, Lin. ;■ •• ^^ ; :
— d04G —
Stirps XVIII. HvANTES (Cypseli).
Fain. C Y p s.E I- 1 D A E.
Subf. Cypselinue.
Cypselus apus, UIkj. e\ Lin.
nielba, lUig. ex Lin.
Stirps XIX. IivsiDENTEs (Nocturni).
Fani. C A P B I M I L G I D A E.
Subf. CaprintulgiiKie.
Caprimulgus europacus, Lin.
ORDO V. ColiBiiibae
■ Fam. C 0 L u M B I u A E.
Subf. Coluinbinue. <..
Columba paluiubus, Lin.
aenas, Lin.
livia, Briss. cum varietatibus.
Subf. Tiir/iir/nae.
Tui'lur aurilus, Ray.
risorius, SelOy.
ORDO VI. Heroilioiies. ,
Trie. 1. 6ruc&
Fam. PnoENicoPTEaiDAE.
Subf. Phoenicopterinae.
Phoenicopterus roseus, Pfl//.
— ^047 —
Fam. G R u I D A E.
Siibf. Gruinae-
Grus cinorea, Bechst.
Tum. 2. Cicaniac
Fain. C I c 0 N I D A E. •'
Su!)f. Ciconinae.
Ciconia nigra, Belon.
alba, Belon. i.
Fam. A R D E I D A E.
Siibf. Anleinae.
Ardea cinerea, Lin.
purpurea, Lin.
Egretta alba, Bp. ex Lin.
garzetta, Bp. ex Lin. ^
Bupbus coinalus, Bp. ex Pall.
Ardeola minuta, Bp. ex Lin.
Botaurus stellaris, Boie ex Lin.
Nycticorax griseus, Strickel ox Lin.
Fam. Plataleidae.
Subf. Plaialeinae.
Platalea leucorodla, Lin.
Fain. T A :\ T A L I D A E.
Subf. TaniuHnae.
Falcinellus igneus, Bechsl. ex Imj.
— 1048 —
ORDO VII. C;;i%ia«^
Tfiiit. 1. Jotipalmi
Fam. P E L E C A N I B A E.
Sulif. Pelccayiinue.
Pelecanus crispus, J?r«cA.
onocrotalus, aucl. ,
Subf. Phalucrocoracinae.
Phalacrocoi'ax carbo, Dumonl. e\ Lin.
Ilalieus pygraeiis? Bp. ex Tcmm.
TuiB. :2. Con^ipcnncd
Fam. Procellaridae.
Siibl. ProccUarinae.
Pufrmiis angloium, Ray.
Pi'ocellaria pelagica, Vig. ex Lin.
Fam. L A R I D A E.
Subt. Leslriginae.
Caprolheres pomariua, Reich, ex Lin.
Lestris ceplius, Blasius ex Brnnn.
Subf. Larinne.
Dominicanus marinus, Bruch. ex I/h.
Leucus glaucus, Bp. ex Brnnn.
Laroides argentatus, Brehm ex Brunn.
Clupeilai'iis fuscus, Bp. ox Im.
Gavina Audouini, Bp. ex Payrand.
Larus canus, Lin.
Uissa Iridaclylla, Leach ex Brnnn.
— 1049 —
Atricilla Catesbaei, Dp.
Gavia raelunocophala,, Natter.
afline, Nardo ex Conlarini.
ridibiinda, Br. ex Lin.
cupistrata, Temm.
Hydroooleus minutus, Kaup. ex Pallas.
Subf. S/erninae.
Thalasseiis cantiacus, Boie ex Lin. .: ,;
Gelochelidon aoglica, Montegxi.
arauea, Contarini ex Wils.
Sterna hirundo, Lin.
(arctica, Temm. macroura, Neum.)
Hydrochelidon nrj;ra, Boie ex Lin.
hybrida, Pallas.
Tkib. 5. Uriitrttovfe
Fani. COLYMBIDAE.
Sul)f. CoJijtnbinae.
Colymbus glacialis, Lin.
arcticus, Lin.
septentrionalis, Lin. • i;! .-,
Fain. PoDicipiDAE.
Subf. Podicinae.
Podiceps cristatus, Lath, ox Lin.
subcristatus, Jacquin.
auritus. Lath, ex Lin.
Tachybapliis minor, Reich, ex Lin.
_ i050 —
SuBCLAssis II. PRAECOCES (Grallatores).
ORDO IX. C«alliiiac
Trir. 1, |)rtei$cvaccftc
Fam. N u M I D I 1) A e.
Siihf. Numidi'Hfii'.
Numida nieleagds, Lin. • .
Trir. 2. ©alUuaccac
Fam. M E L E A G R I D I I) A E.
Siihl'. Dlrlcdf/riiKie.
Meleagris Gallo pavo, Liu.
Fam. P A V 0 N 1 1) A E.
Siil>f. Pauoninne.
Pavo cristalus, Lin.
Fam. P H A S I A N I D A E.
l-'inbf. riu(.'>iiininae.
Pliasianus colcbicus, Lin.
Gallus fcrrugineus, Cm. cum plui'ibns variot.
var. princip. palavina.
Fam. T E T R A 0 N I It A E.
Sulif. Telntovinac. . ■
Tetiao ui'ogaliis, Lin. ••
Lyriirus ti'trix, Sw. c\ Lin. ' " ,' ■ '
Bonasia beliiliiia, Scopoli.
Lai^opus albiis, Bp. ex Lin.
_ 1051 —
Fam. Ferdicidae.
Subf. Perdicinae.
Caccabis rubia, Bp. ex Br.
Perdix graeca, Br.
saxatilis? Meyer.
Starna perdix, Bp. ex Lin.
Subf. Colurnicinae.
CoUiinix communis, Bonn.
ORDO IX. Orallae
TrIB. I. Clir!50l'f!5
Fam. 0 T I D A E.
Subf. Otidinac.
Otis tarda, Lin. .
Tetrax campestris, Leach.
Fam. CUAllADRIIDAE.
Subf. Mdicneminae.
Oedicuemiis crepitans, Temni.
Subf. Charudrinae.
Pluvialis apricarius, Bp. ex Lin.
Charadrius hiaticula, Lin.
curonicus, Bescke.
cantianus, Lalh.
Morinellus sybirious, Bp. ex Gm.
Vanelliis cristatus, i/eyer. ..■
melanogaster ? 5^cA*f.
Serie III, T. IV. lo5
— IU52 —
Siibf. Cnmorinne.
Ciifsoiius gMllicus, Bj). ex Gm.
isabellinus, Mcy. An speciei praeceil. status.
Fam. G I, A 11 E 0 L I J) a e.
Subt. Glarcoliniie.
Glareula pratincola, />/>. ex Lin.
Fain. II A E JI A T 0 P 0 1) 1 D A E.
;. I I.;
Siibf. Hue/natopodinae.
Strepsilas interpres, Iltig. ex Im.
Haeniatopns ostralegiis, Lin.
Fail!. R E 0 u a V I R 0 s X R I D A E.
Siibf. Iliman/opodinae.
Iliniantopns candidus, Bonn.
Subf. Recurviroslrinar.
Ret'urvii'Ostra avocetta, Lin.
Fam. ScoLOPAciDAE.
Sul)!'. ScuUipacinue.
Scolopax rusticola, Lin. ^
Gallinago major, Leach, ex Gm.
Brehmi, /)/;. ex A'rt«/>.
scolopacinus, Bp.
Lymnocryptes gallinula, Kaup. ex Lin.
Subt. Tringinue.
iNIacbctes pngnax, Cnv. ex Lin. , ,
Calidris arenaria, //%. ex Lin.
— 405:^,—
Tringa canuUis, Lin.
raaritima, Brun.
Ancylocheilus subarquatus, Giildenst.
Limicola pygmea, k'ocfi. ex Lalli.
Pclidna cinclus, Cuv. ex Lin.
Actodromus miuutiis, Kaup. ex Leisl. ncc Lin.
Teramincki, Leisl.
Glottis canescens, Nilss. ex Gm.
Tolanus stagnatilis, -B^c/j*^ . .'' ,.
Erylhroscelus fuscus, Kaup. ex Lin.
Gambetta calidris, Kaup. ex Lin.
Helodromos ochropus, Koch, ex Lin.
Rbynrhophilus glareola, Kaup. ex Lin.
Actitis macularia, Illiff. ex Lin.
hypoleucos, Lllig. ex Lin. .;.= ;.,
Limosa aegocephala, Br. ex Lin. ,. .-.■>
lapponica, Br. ex Lin. ,,• i.
{7'ufa, Br., Meyeri Leisl.),
Numenius arqiiata, Lath, ex Lin.
pbaeopus, Latli. ex Lin.
lenuiroslris, Vicll.
Iiastatus, Contarini (var. hybr. iV. lenuir cum
N. arquata, sec. Bp.).
Trib. II. 7llci-toribc0
Farn. 11 a l l i d a k.
Snl)!'. Rnllinop.
Rallus aquaticus, Lin.
Porzaiia marnelta, Viell. ex Br.
Zapornia pygmaea, Leach ex Nauvt.
minuta, Leach ex Pall.
— 1054 —
Crex pralensis, Uechst.
Gallinula cbloropus, Br. c\ Lin.
Fulica atra, Lin.
ORDO XI. Auseres
Fam. C Y G N I D A K.
Subf. Ci/yninac.
Cygnus olor, Lin. .
Olor cygnus, Wagl. ex Lin. . ■
Fam. A .^ s E R I D A K. ,
Siibf. Anserinae.
Anser segetum, (;??«.
cinereus, Meyer, cum vai*.
Biuchi, Brehm.
(hybrid, vel stat. juv. Ans.aihif. vol .\. arvcnsis,
jud. de Selys).
albifroDs, Gjn.
Bornicla brenla, Steph. ex Pallas, Br.
Fam. Plectropteridae.
Siibf. Pleclropterhuw.
Cairina moschala, Flemm. ex Lin.
Subf. Ta(lo)-ninne.
Tadorna Belloni, Lcack ex Raif.
Fam. A N A T I D A E.
Subt. AtKt/inae. *
Anas boseas, Lin. cum var.
Chaulelasmus strepera, Gr. ex Lin.
— i055 —
Rliynchaspis elypeata, Leach ex Lin.
Pterocyanea querquedula, Up. ex Lin.
Qiierquedula cret'ca, Sleph. ex Lin.
Dafila acuta, Leach ex Lin.
Mareca penelope, Steph. ex Lin.
Subf. Fnligvlinne.
Melanetta fusca, Boie e\ Lin.
Oidemia nigra, Flem. ex Lin. i .:
Fuligola cristata, Steph. ex Ray.
Nyi'oca leucophtalma, Flem. ex Bechst.
Aythya ferina, Gould, ex Lin.
Marila frenata, Sparrm.
Callichen rufina, Boie ex Pallas.
Harelda glaeialis. Leach ex Lin.
Clangula glaucioo, Flem. ex Lin. nee Pall.
Fam. EUISMATURIDAE.
Subf. Erismalurinae.
Erismalura leucocephala, Bp. ex Scop.
Fam. M E R G I D A E.
Suhf. Mergi7Me. . ■/.
Merganser castor, Bp. ex Lin.
Mergus serrator, Lin.
Mergellus albellus, Bp. ex Lin.
— iU5()
SPECIE DA AGGIUNGERSl.
ORDO III. Fam. fringilmdae. Loxia i-ubrifasciata. Rrehm.
ORDO VII. Fam. larideae. Sternula criiuUa. Roie ex Lin.
Fam. roDicipiDAE. Podicops cornulus. Lalh.
Gavia afflnis. Nardo ; Lams
aflinis. Conlarini.
Di una lale specie prossima alia Gavia Melanocepliala
Nalterer, faccio conoscere i carattori distintivi offerti dal
Contarini perche gli ornitologi possano rilevare la loro ini-
porlanza e porlarc su di esse stud] niaggiori. — Lams lergo
scapiilaribus tetricibusque superioriOiis cinereo-argenleis ;
remigibus duabus primariis nigris, intcrno marginc solu-
modo breviler albo ; rostra flavo nigra maculalo, opicc ru-
bra; letricibns inter ius alarum albis ; pedibus nigris, digilo
posHcn angiilalo ; affinis Lara melanocepliala scd minor.
— 1057 -
NuoiHi distriOuzionc melodica nulurale de<jliucceUi offerla
dcil P. Bonaparte l\inno 1857.
II raetodo naliirale, ricissunto veritiero dalla scienza,
essendo come la sua storia variabile e progressivo, e cosa
utile, anzi necessaria, darne periodicamente delle nuove edi-
/ioni a guisa di bilancio.
SuBCLASsis I. ALTRICES (1) Subclassis II. PRECOCES
(Silislae). (Anlophacjae).
ORDO \. PSITTAGI {Prehensoresj. . t ':.
2. PASSERES {SylvaniJ. ..i
'J'bIBIS 1. ^ OMCRES. '■■ - ■ ..' ,'*''l/, ' i-i.iIiM ' , ;' ! ■ j.
Coliors i. Zygodac/yli.
Slirps 1. Ampliiboli.
2. Scansores.
5. Barbati.
4 Heterodactyli.
Coliors 2. AnisodactyU.
Stirps 0. Frugivori.
6. Foniiicivori.
7. Muscivori.
8. Callocoraces. "
9. Gressorii. - .
iO. TeDuiroslres.
11. Siispeiisi.
12. Hiaiites.
15. Iiisideiites.
1 niBis 2. OsClNhS.
Stirps 14. Cultrirostre?.
16. Coniidstres.
16. Subulinistres.
17. Curviiostres.
18. Dentirostres.
19. Fissirostres.
OKDO o. ACCIPITRES (Raplori'S).
'I. IlVEPTi. - ORDO 9. RATIT.B. {Rudiiiennes).
(!) La disposizioiie degli ordiui nelle due suUuelyssi iiiuslra il
parallelisniu fra essi esistente.
dUSS —
SuBCLAssis I. ALTRICES
(Sitistae).
SUBCLASSIS II. PIIECOCES
fjutoplwyae).
Iribis I. i>ll)\.
2. ORNrTHlCHMTES.
ORDO 5. coLUMB/E {Girulores).
URDO 6. HEROniONKS.
TrIBI S I. CllCONl-E.
2. liYGROISAT*.
Tniri.s I. I'uF.RioM.s
■J. Strithio>i:s.
ORIX) 10. GAMJN/E {RciSOiCS).
1111111 s 1. GA[.Ll^A(;^;E.
Cohors 1. Craoes.
2. Gain.
3. Pei'dices.
Tribis 2. Passrrack*.
ORDO 11. GRALL*.
TrIBUS 1. CUBSORES.
2. AlECTORID/E.
Cohors I. Grues.
2. Macrodactyli.
ORDO 7. G.wi* {Pclagii).
Tribis 1. I otipai.mi.
2. LoNGlPKNXES.
O. I BINATORrS.
ORDO 8. PTILOPTERI (A(////>P/t/;e«) ORDO 12. ANSERES (/'«//«/>e(/e*).
— 1059 —
GRUPPI GEOGRAFICO-ECONOmC 0-STATISTICI
BELATIVI ALLA tLASSE MCU I'tCELll (i)
Gruppi relativi alia geografia delle specie.
\ . Specie slazionarie o semistazionarie che nklificano
tiel maggior numero delle provincie venete. Quelle segnale
d. p. fanno anche doppio passaggio.
Accipitres.
Biiteo cinereus.
Tinnunculus aJaudarius.
Accipiter iiisus.
Circus aeriiginosus. . , -
Strix flaminoa. i .
Nyctale fimerea.
Syrniuiu alaco. ;
Scops zoi'ca.
Athaeiie noctua.
'■ Passer es.
Pica caudata.
Gamilus glandariiis.
Passer Italiae.
Pyrgila monlana.
Clorospiza chloris.
Coccotliraustes vulgaris.
Friiigilla caelebs.
Cardiielis elegans.
Merula vulgaris.
(1) S' interessano i nostii oinilologi, a voleriiotare conesaitezza an-
che per renders maggiormente correttn il presente lavoro, tutto qnanto
riguarda I'arrivo, ia permauenza, la nidificaziine e I'emigrazione periodica
degli uceelli, nelle singuld provincie, giacche soltanto dopo lunga serie di
osservazioni compnrate piiu deterniinarsi con sicurezza tutto quello che
interessa questo importnnle ramo di scienza {isica, che ha rapporto e.sen-
ziale colle coiidizioni topografichee colla climatologia dei varii sit! del
suolo veneto.
Serie III, T. IV. 136
— !0G0 —
Cyanoculaciaiio('ul;)f'l>;Y)j(fly Gaviae.
Cei'lliia fumiliaris. . Gavia ridibunda, d. p.
Silla ciiropea. '* "^ ■' oapistrala, d. p.
Anllius spinolclla. Laroides argentaliis.
Alanda arvensis. '' '■^'■'' Gallinae.
Cantarella. Slarna pcrdix, d. p.
Gak'rida cristata. Coliiniix communis, d. p.
Picus major. Gratlae.
Gecinus viridis. '•'f ( Tf'. i./' Gidlinagoscolopacinus, d. [).
Alcedo liyspida. Erythroscelus fuscus.
Uerodioncs. Gambella calidris.
Ardea cinei'ea, Anseres.
Bollaurus stcllaris. ' '■'■ " Anas boscas.
2. Specie (he arriruno fra noi la primavera e nidificann
emigrando in inverno.
Quelle marcate con * asterisco o non nidificann o lo
fonno solo raramenic in qualclic parte dclle provincie (I).
Accipitres. Hypolais salicarla.
"Erythi'opiis vespei'tinus. Cisticola schaenicola.
Otus vulgaris. * Parus ater. -'" '
*Bi-aciiyolus paluslris. Paocila palustris.
Passeres. /Egilliains pendiiliniis.
Sclieanicola shaeniclus. Motacilla Yarelii. r)
pyrrludoides. Agrodroma campestris. r)
Hortulaniis hortulanus. Lanius escubilor.
Saxicola saltalor. r) meridionalis.
slapazina. r) - minor.
* Phyllopneiisle Bonellii. Enncocloniis riifus.
* Cettia allisonans. Muscicapa atricapilla.
sericea. r) colaris.
(1) Lc specie sctjiuito lollj i) soiin |icr U jiiii nidllo rare.
liulalis grisola.
Ei-ythroslerna parva.
Ilirundo ruslica.
Cotyle riparia.
Chelidon urbioa. ■'■',•
Upupa epops. 'In'-a
Cypselus apus.
Capriniulgus etiropaeus.
Columbue. I ;
Tuitur auritiis,
Herodiones.
Ardea purpurea.
Egretta alba. . -, .
garzetta. . '.
Nycticorax griseus.
Gaviae. r.i.-...
Leucus glaucus. ; 1':
Steruula niinuta.
4061 —
* Hydrocbelidon nigra.
Podiceps subcristalus.
Grallae.
iEdicnemus crepitans.
Charadrius hialicula.
* Vanellus melanogaster.
Ilaematopus oslralegus.
Iliniantopus cantlidus.
Recurvirostra avocetla,
Gallinago major.
Machetes pugnax. v;
Calidris areuaria. r)
*Tringa canutus.
Actitis hypoleucos.
* Liuiosa aegagocepbala.
lapponica.
• ' - Anseres.
Pterocianea circia.
'Nyroca leucophtahna.
3. Specie die [anno doppio passaggio, cioe in primavera
ed in antunno.
Quelle notate con asterisco * ode incerto die nidifichino
o lo fanno di rado e solo in qualche provincia.
Passeres. Mit/'/'i
Corvus comix.
corone.
Tripiinocorax frugilegus.
Sturnus vulgaris. .Ibr; V
Fringilla montifringill&. >,
Serintis mcridionalis. -J
*Linota cannabina.
Cynchramus miUaria.
Eniberizza citrinella.
Turdus pilaris.
* viscivorus.
mlisicxis. ;
'.■V:'- illiaius.
am
* SaxitoKi oenaollie.
Pratincola rubicola.
rubetia,
Kutieilla phoeDiciira.
Cyanecula sveoica. r)
* Rnbecola familiaris.
Philomela luscinia. .
Adoplioncus iiisorius.
Curiik^a atrirapiila.
hortensis.
Sylvia cinerea,
curruca. -
Phyliopneuste sibilatrix.
Irochibis.
riifa.
Chalamohcrpe lurdoidcs.
arundinacoa.
palustris.
Calamodyta aquatica.
pliragmitis.
Prunella modullaris.
Parus major.
Cyanisles caeruleus.
Mecicliira caiidata.
*Panurus biarmicus.
Motacilla alba,
Pallenura sulpburea.
Budytes flava.
var. einereocapilla.
* Anthus cervina.
pratensis.
rufigularis- (Ver.)
Aiilhus arboreus.
Calandrolla brachidaclylFa.r)
* Galerida arborea.
Enneoclonus coUurio,
Oriokis galbtila.
Cuculus canorus.
Yunx torquilla.
Columbae.
Columba palurobus.
aenas.
livia.
Herodiones.
Grus cinerea.
Ardeola minuta.
Oaviae.
Larus camis.
* Gavin melanocephala
ridibunda.
capistrata.
Slerna byrundo.
* Podieeps cristatns.
subcristalos.
a writ us.
"Tachybaplws minor.
Gallinae.
Colurnix communis.
Grallae.
Pluvialis apricarius.
Charadrius cantianus.
Vanellus crislatus.
Scolopax rusticola
Lymuocryples g^llioula
— 4063 —
Anoylocheilus suharqiial
Pelidina cinclup.
Glottis canescens.
Totanus stagnatilis.
'Helodi-omus ocropus. •
Rhynchopbilliis glareola,
Actitis niacularia.
Numenius phoepus.
aicuata.
Rallus acquaticus.
Porzana iiiarnetta.
us. * Zapornia pygmea,
niinuta.
Crex pratensis.
Gallinula cbloropus.
Fulica atra.
Anseres.
* Anser segetura.
cinereus.
Anas boscas.
Querquedula crecea.
* Clangula glaucion.
^ ' Mergus serrator.
•i. Specie die compariscono di passaggio ne west di
estate piu o meno raramente.
Gaviae.
Dorainicanus marinus.
Clupeilarus fuscus.
Gavina Audouini.
Atricilla Catesbaei.
Gavia afflnis.
Thallaseus cantiacus.
Grallae.
Trioga maritiraa.
Limicola pygmea.
Actodromus minutus.
Temminkii,
Numenius tenuirostris.
5. Specie che compariscono in autunno e nell' inverno
raramente od in piii o meno guantitd, di preferenza nelle
provincie piii settentrionali e ne' siti montuosi., ove talvolta
nidificano^ come sono speciatmente quelle segnate con aste-
risco *.
Accipitres. Acquila haeliaca.
*Acquila ehrysaetos, naevia.
Acquila IJonellii.
HaliaeUis albicilki.
Pandiou lialiaetus.
Cii'caetns gallicus. H ,0
Arcliibuteo lagopus/.v;'!' ■]
Milviis regalis.
Fali'o comnuiQis. <:^;f/.
'/Esolon lilhofalco.
HypolrioiTliis subl)ulc'o.
Eleoiiorao.
Pas seres. . : <
Corviis oarax. on/
Petionia slulta. r)
" Euiberiza cia.
Phyllopneuste roguloidos.
(Ver.)
Looustella lanceolata.
'Troglodytes eiiropaeus.
Reguliis cristaUis. );^! I
Regiilus ignicapilbis. .' A
' Cynclus aqualuus.
6. Specie di passaggio
Caviac.
Colymbus glacialis.
airticus.
, septentrionalis.
* Ginllae.
Gallinago Biehemi.
Anseres.
Tadorna Bollonii.
Chalelasmus strepera.
* Rbynoliaspis clypeata. ,;]
* Dafda acuta. ..^ .rvl
* Mareca penelope.
Mejanclta fusca.
Oideiiiia nigra.
Fuligola cristala.
* Alytbia ferina.
*Marila fraenata.
Calioben rulina. . i: rr..?!
Erisinatt'.ra leueocephala,
Mergus castor,
albellus.
incerlo cd irregolare.
',• Passeres. m v.; Loxia pytiopsitacus.
Chrysomitris spinus;:--. > . Acanthis rufeseens.
'Pyrrhula vulgaris, i ,/ i liaaria.
Loxia curvirostra. ^ s^j??p -^dk^^;*;? os^o?. '^ uo:.- ,oi(T<;:
7. Specie accidentali le quali arrivano piii o mcno rara-
mente e senipte til piccola quanlitd in q.nasi iulte le pro-
vincie. • > u r- ; _ . •'
— 1U65 —
Qnelle seynale c'O/t mtmsco * nidificano, secondo ale
osservatori. : -;•,•■,:.
uni
Accipitres.
Tivps fulviis.
Milvus niger. .^ ,;
Peniis apivonis. ! :■
Erylhropus ceachris.
Aslur paliimbariiis.
'Slrigiceps cyaneus ' ■
cioerac^us.
Sweinsonii.
"Syrnium aluco.
Bubo iiiaxiiuus. ;j;-sr?jvj
Passeres. C'-hf:;'''
Mouedula turriiini.: ; ^ 7
Nuciphi-aga caryocalactes.
Pyrrhocorax alpinus.
Fregilus gracuius.
Pastor roseus. .\'_,\ .>,iO
Passer domeslica.
Cblorospiza incerla.
Petronia stulta. /k-(-.:>
Cilrinella Alpina.
Pyrrbiila erylhrina.
Loxia rubrifasciala.
Ei-ylbrospiza githaginea.
'Monlifnngilla nivalis.
Linola niontiimi.
* Plecti'ophanes nivalis.
Ceotrophanes lapponicus.
Eniberiza cirlus.
pithornu§., :
. Diirazzi. • ...Jii
Buscaria lesbia.
Eiispiza melanocephala.
Merula lorqiiata. -
Monticola saxalilis. r
Petrocossipbus cianeus. r
Saxicola leucurus-
Pbilomela major.
*CoiTiica orpbea (I),
Sterparola subalpina.
Pyroplilbalma melanoee-
pbala.
Melizophilus proviocialis. :
Calamodyta melanopogon.
Lusciniopsis fluvialilis.
Lusciniola Savii.
(1) II Contanni dichiaia q.iesta specie accidentale o rarissima. nella
provmce d, Venezia e di Padova; il (^atullo ed ,1 Perini dicono essPr fre-
quente e n.d,f,ca.e nelle provincie di Beliuno e di Verona, cio mostra non
poters, con sicurezza stabilire categorie sulla comparsa, permanenza e
nidificaz.one degi. ucceili, essendovi non di rado eccezione. anche secon-
do le annate, in nna o neil'altra provincia.
— 10(56
Hypolais icteiiija.
iUiiica.
Locustella nae\ia.
Acentor alpinus.
Trichodroma muiaria.
Lephophanes cristatus.
Poeoila sibiricus.
Motacilla melanocepbala.
Corydalla Richardii. ■■■'•
Calandrella arenaria.
Otocorys alpestris.
Melanocorypha calandra.
Ampelis gariulus.
Ptyonoprogne rupestris.
' Driocopus marlius.
Picus medius.
minor. • -
Gecinus canus. - >, '.
Coracias garrula.
Merops apiaster.
Cypselus raelba.
Herodiones.
Phaenicopterus roseus.
Ciconia nigra. • '
alba.
Buphus comatus.
Platalea leucorodia.
Falcinellus igneus
Gaviae.
Pelecanus crispus
onoorolalus.
Phalacrocorax carbo.
*Halieus pygniaeus.
Piiffnius Anglorum.
Procellaria pelagita.
Caprolheres pomarina.
Lesli'is oepbus.
Rissa tridactyla.
Hydrocoleus minutus.
Gelocbelidon anglica.
aranea.
Hydrocbelidoii bybrida.
Podicesps cornutus.
Gallinac.
* Telrao urogallus.
* Lyrurus letrix.
* Bonasia betulina.
* Lagopus albus.
* Caccabis rubra.
* Perdix graeca.
Grallae.
Otis tarda.
Tetrax campestris.
Charadrius curonious.
Cursoriiis gallicus.
isabellinus.
Moriiiellus sybiricus. (Yer.)
Giareola pratincola.
SIrespsilus interpres.
Anseres.
Cygnus olor.
Anser Bruchi.
Bernicia Brenta.
Harelda glaeialis.
— 1U()7 —
'* Gruppi relativi yll'iitilita od al dauno clie arreca-
no le specie all'ecoiiomia domestica, agricola ed
industriale.
1. Specie domesliclic die si propayano per utile o per
dilello. Quelle segnale con aslerisco ' sono iforiglne non
eiiropea.
Passerea. 'iNuiuida meleagris.
* Friugilla canaria. * Meleagris gallopavo.
Columbae. *l*avo ci'iylatus
Coluniba palumbiis. . ; ■ Anseres.
aenas. Olor mansuelus.
Livia ciiiii var. Aiiscr ieriis, var. duiu.
*Tiirlm' risoiius. i .- Bernicia brenta.
(Jaliinae. Anas bosca, vai'. dom.
* Pbasianus colcliicus. * Cairiiui iiioscala.
gallus, cuiu var.
2. Specie principuli canore cite imparuno arielle col-
lorgunello, ovvero ad arlicolarc parole, come sono quelle
scijnale con aslerisco * .
Passeres. *Garrulus glandariiis.
* Corvus comix. * Sturnus vulgaris.
corone. Paslor roseus.
f* (ora\. - Chlorospiza chloris.
*MoaediiIa lurriuiu. Fringilla caelebs.
* Pica caiidala. canaria.
Serie III.T. lY. Jo7
Chrysomitris spinus. CcKia alUsoiuuis.
Carduolis clogans. Pariis major.
Curruca atricapilla. Melanoooiyplia calaiulra.
Pyrrluila vulgaris. Alaiida oanlarella.
Tiirdus musiciis. Ciicnlus canorus.
Merula vulgaris. ' Cmacias garula.
Monticola saxatilis. Gallinae.
Philomela major. Cotiiniix communip.
Iiiscinia.
3. Specie non buone a mangiarsi^ o the si mangiano,
ma sono poco stimate, come quelle scgnalc con * aslerisco,
in causa del caltivo sopore dclla loro cnrne (I).
Accipilres. Pyrihooorax alpiiuis.
Halietiis albicilla. Pica caudata.
Erythropus vesperlinus. Gamilus glandarius.
Tinmmculus cenchris. * Sturiuis vulgaris.
Circus aeruginosus. 'Pyigila moutana.
Strigiccps cineraceus. "Fringilla montilViiigiila.
Scops zorca. 'Seriiuis meridionalis.
Bubo maximus. Pyirluila vulgaris.
SyrniuDi aluco. * Merula vulgaris;.
Slrix Ilammea. lorquala.
Nyctale fimcrca. Cerlliia fainiliaris.
Olus vulgaris. Tichodroiiia inuraria.
Passcres. Silla europaea.
* Corvus corone. Pariss uiajoi'.
corax. Cyaiiistes caeruleus.
Tripanocorax frugilegus. "Paecila paluslris.
(I) TuUe le speeiu uon indicate in ((iiesla calegui iu ^kwo d'otUnio uu-
sto e piii u nieno sliinate neiiu niunse.
— liMil)
Mecistiira caird;iUi.
Panurus biarniiciis.
Galerida orislala.
Cuculus caiiovus.
Picus major.
Geeinus viridis.
Jiinx torquilla.
Alcodo hyspidu.
' Cypseliis apus.
Herodiones.
Ciconia Digra.
alba.
Ardeola ininuta.
Platalea leucorodia.
Gaviae.
Pelecanus onocrotalus.
Phalacrocorax carbo.
Laroides argentalus
Larus canus.
Gavia ridibunda.
Hydrocoleus miiuitus.
Hvdi'ochelidon nigra.
liybrida.
C(dymbiis gliicialis.
arclicus.
sepienti'ionalis.
* Podiceps cristalus.
cornutus. .
Tacbybapliis minor.
Crallae.
' Cbaradriiis cantianiis.
Hemalopus ostralegus.
Himantopus tandidus.
* Glottis canescens.
* Totanus stagnatills.
'Ei'ythroscelus fuscus.
* Gumbetta calidris.
* Rhynchophilus glareola.
Anseres.
* Tadorna Belonii.
* Clangula glaucion.
'Mergellus albellus.
* Mereus .serrator.
4. Specie princlpali cite arrecann clanno ai poilaj^ alle
messi ed at pesce nelle valli.
* Ai poUaj. '■-
Accipitres.
Buteo vulgaris.
Circus aeruginosus.
Accipiter nisus.
'. V; ** Alle messi.
Passer es.
Corvus comix,
corone,
Tripanocorax frugilegus.
— 1070 -
Alautla cristata. Gaviae.
Passer Italiae. Laroides argentaliis.
Oynchramus miliaria. Gavia ridibunda.
Al pescc detle vatli. Pclecaniis onocrolalus.
— Colynibiis arcticus.
Herodiones. septentrionalis.
Ardea cinerea. .. 1,
5. Specie principali iitHi per la dislruzione deyl'insetli.
Passeres.
Pica caudala ..... Didruggenelle caselaBlat-
ta orientate.
Pious major Distrugge te formiche.
... , , . C Distniqqono le zanzare ed
Hiruiido iiibica . . . } i, • • ,f ,■ i
^ , < altri msetti vaqanti nel-
Cvpselus imirarms ■ . > /. •
■"^ (I ana.
Anlhiis arboious .... lUilene'granai di, frumento,
poiche dislruggono te far-
fatte., ingrassando.
Anseres.
. L Vlili in atcxini siti perche
Anser cinereus ...^ ... i i l ■
. , { distruqqono le lumacne i
Anas boscas . . . . i y^, , ... ...
\ vermi e le larve d insetlt.
6. Specie principali te cui plume sono ricercate per
iscrivere, per ornamento o per attri u.<<i domestici.
Pa-fsereft. ' . ■ ;:!.:• ■
Corvus corax Le penne delle all per dise-
gnare.
— ^071 —
Hero (Hones
Ardea cinerea .
Nycticorax griseus
Egretta alba
garzetta .
GalUnae.
Melcagris gallopavo
Pavo cristadis.
Gallus fernigineus
Gaviae.
Podiceps cristatus
Colymbus glacialis
Anseres.
Olor cygnus
Anser ferus
Anas bo3cas
I-e lunghe e soUilipinme del-
I'occipile, del petto e delte
scapolari si adoprano per
fare costosi pennacchi ad
ornamento del bel sesso.
Le penne delte all per iscri-
vere.
Le penne delta codaprinci-
palmente per ornamenti.
Le penne delta coda per far
pennacchi , c te piume
minori per atlestire piu-
mini e per altri usi do-
me stici.
La petle del ventre e del
petto per farmaniccie od
ornamenti ai vestiti.
Le penne delte all per iscri-
vere ed il piumino per
altri usi domestici e per
ornamenti.
La pelle del capo di splen-
dore metallico per orna-
menti.
— 1073
PKOSPETTO RIASSUNTIVO
dimoslrante^ in relazione agli nitimi lavori sislemalici del
principe C. L. Bonaparte, it numero degli onlini, delle
famifflie, delle soltofamiglie^ dei generi c delle specie
di uccclli, fino adora osservati da varii ornilologi nelle
provincie venele.
Fuiiiiliae
Sul,
fain.
Genera
Species
Oi-d.
II.
Accipitres. N.°
3
N."
10
N.*
' 26
N.° 34
III.
Passeres. »
24
»
38
))
107
» 168
V.
Coluinbae. »
1
1)
2
»
2
» 5
VI.
Herodiones. »
6
1)
6
1)
1 1
.. 14
VII.
Gaviae. »
5
»
8
I)
25
» 36
IX.
Galiiaae. »
6
»
(j
II
13
.. 14
\.
Giallao.
7
I)
i 1
'.
37
» 52
XI.
Aiiseres. »
6
"
8
1)
25
1) 29
N." 58 N." 87 N.''243 N.°352
Le .specie fiiiora conosciule in lutlo il globo sono circa
jN." 9000 divise dal Bonaparte lino ul 1857 in generi
iN." 2000.
in Europa sono circa iN." 590
Le (inora conosciule { in Italia ....<< 400
nelle provincie venete. » 352
— IU74 — 1
PROJiPEFTO ridssiintivo nunicr'no dei Gnippi Geografii
* Gruppi relativi al
—
\. Specie stnzionarie o semistazionarie die iiidiricaiio nel maggior num
delle provincie
2. Specie che arrivano in primavera e nidificano emigrando in inveil
3. Specie che fahno doppio passaggio, cioe in primavera ed in autnnno. [
4. Specie che compariscono di passaggio ne' mesi di estate pin o meno \
raniente
3. Specie che compariscono in autnnno e nel verno piii o meno raramei
di preferenza nelie provincie pin settentrionali e ne' siti inontuosi I
6. Specie di passaggio incerto ed irregolare
.7. Specie accidentali le qnali arrivano piii o meno raramente e sempr(|l
piccola (jnantita /
8. Specie rese pin o meno conuini fra noi in istato di domesticita, i
d" origine non europea
Tot;i
** Gruppi relativi all'utilita od al danno che arrecail;
■1. Specie domestiche che si propagano per utile o per diletto ...
2. Specie principali canore, alcune delle quali imparano ariette coll'|
ganetto
3. Specie che imparano ad articolare parole ........
i. Specie non buont' a mangiarsi (iljO chesimangiaiio ma sono poco stimi
5. Specie che arrecano danno ai pollai
(}. Specie che arrecano danno alle messi
7. Specie che arrecano danno alle valli da pesce
8. Specie iitili pei- la dij.lrnzione degl' insetli
9. Specie principali le ciii piuine sono ! icercate per iscrivere, per on
nieiito e per alti i usi domeslici
(1) II luiinero -'t'llo sjiecie budiie a inHiii^iHrsi c fin'lle I'iconoscerlo
soUrasndo quelle della presente categnriii dal tutale. Oneilc the a oio piii
Eervono siaio le strizimiarie e di doppin passaggin.
I
— 1U75 —
imko-stalisiicl relathi all a classe deg/i luceUi
■afia della specie
i- Pas- Cohim- Hero- Ga- Galli- Gi;.!- Aiisc- To-
's siTes bat' didiios
IV. J 9 l\. _ iv.
» 29 » 1 »
» 51 » o »
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N. 469 N. 5 N. 14 i\. 39 lA. 44 rV. 51 FS. ^N. s'ftsjl
cie air economia donicslica, agiicoJa cd induslriale
Pas- Coluin- Hero- Ga- Galli- Gial- Anse- To-
seres bae dioncs n iae nae
N. 4 N. 4 N. — N. — iA". 5
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» 5 » — » — „ — „ — „ __ „ 2 » 7
" f " — » '* » 2 « 3 » — ,. 3 » 13
(1) Lft piccola (liffci-eiiza del totale fra il numero delle specie e quello
delle c;itegorie, e peiclie figiiraiio doppionieute.
Seric IIl.T. IV. i-.s
res
tale
N.
5
rv. 15
»
—
» 23
u
—
7
»
4
» (19
»
—
.. 3
u
—
» 6
»
—
» G
— 4076
BIBLIOGRAFIA
Pegli iiccelli italiani si vedano principalmpnte: La Icono-
grafia dclla Fauna italica del principc Bonaparte; le Or-
nitologie del Savi e del Ranzani; i Cataloghi del Bo-
nelli; del Durazzo; del Benoit; del Lanfossi; del Bal-
samo Crivelli; deU'AItliamer, ce. ollre aicune monogra-
fie e le disputazioni ornitologiche inserite negli Atti
de' congress! italiani ed altrove.
Per quelii delle provincie venete si vedano i Cataloghi del
Baseggio, 1822; del Naecari, 1823 ; del Martens, 4 824;
delCalullo, 1827-38, del Contarini 1843-47 e la re-
centissima ornitologia Veronese di G. Perini, 1858.
APPELLO
AGLI ULTIMI STUDII RAZIONALI E SPERIMENTALI
■ ; I N T 0 R N 0
ALL\ I'ORPORA DEGLl ANTICHI
DEL PROF. BAilTOLOMMEO BIZIO
it
Inlroduzione.
Jjira costumanza assai laudata qnella dello scienzialo,
quando, inlcso al progresso della scienza, si faceva alia trat-
lazione di uq aovello subbietto, di dare per sommi capi e
al tutto brcvcmenlc la storia di quanto prima altri ricer-
catori in qucilo stesso argomento avevano spigolato. Di
questa manicra era pagato un doveroso tribute di ricono-
sceoza e di giustizia verso que' benemeriti, che in cio prima
spesero le lor fatiohc e i loro studii, ed erano mostrati per
giunta i singoli anelli della catena, che con seguito proce-
dimento gli uni agli altri si abbrawiavano per darci 1' ulti-
ma perfezione di lunii a che in un dato particolare quelli
che ci precorsero, crano pervcnuti: talche quel modo debi-
taraenle tenuto dovelte rcndere uno speccbio lucido, sve-
lante la ragione onde le cognizioni inuane le une dalle allre
— 1078 -~
piillularono. Quesla disciplina, a die i cuU(n-i delle scicnze
si assoggettavano, t; pressorhtl! univorsalmente postergala, e
forse con non lieve danno del piii diriUo e rapido progres-
so. lo non saprei bene fermare la cagione di questo sooncio,
die induce assai sovente non poca confiisione nel (iorilo
campo dcgli studii scientifici. Forse die sia la fretta a che
si danno gli studiosi, veggendosi innaiizi il grande movi-
mento onde i rlcercalori delle cose natuiali ovunque inlen-
dono ad accendere nuovi lumi, e qiiiiuli ragionevolmenle
lemano non sia loro da altra raano iiivolato il frutlo delle
faticlie; o non piultosto la non lieve noja che apporta la
ricerca di numerosi indici e di voliimi, die vogliono essere
studiosaracnte corsi. D' onde pero si vcnga il fatlo, certa
cosa e die il successo ci si da innanzi assai sovente, ed
alciine delle povere mie faliche patiiono il danno della men-
tovnta onimissione,()nd'el)l)e piii voile ad accorrere la cor-
tesia de' zdatoii del giusto a vendicare ci6 die in proprio
mi apparliene (I). Non puo stare die, ove lo studioso si
fermi quieto alia prima apparita di uii fatto, die, per Ini
abbia tulle le specie del nuovo e lale il rilenga, non cada
ndl'inconvenienlc soprallegato, e quindi non ne venga alia
scienza quel viluppo intricalo di cogiiizioni staccale die
per mancanza di counessione non rendano intero il lunie
a die per mano di moiti fu levalo quel cotulc argoiuento:
e non di rado anclie avviene die ci sia dato per nuovo
quello chera molto diuanzi saputo, con detrimento di quel
merito, die vuol essere religiosamente guardalo al primo
inventore. Gli esempii di questi successi, scmpre da evitarsi
oculatamenle, li veggiamo a (juando a quando rinnovdlarsi,
(I) Veg^. la Gdzzclla di Famiaciu e di Cliimica del clii;iiis.-;imo fi-
gnor dalld Tdire, al (jiuile mi piace iJiibbiieonniitt! rondoie lestiuiMiiiunzii
del niio Hralo aiiii»ui.
— 1079 —
ed lino forse non lieve por Ic piii sicure cognizioni nostre,
o per qiiolla utililii die ci parrebbe aver diiitlo di aspedaro
iin gionu), ove iiitieramente non si spcgna il falto, venne a
inframinischiaisi recentemcnte in argomenio di alto rilievo,
e ('he pertio entro senza piu a dilucidare.
§ H.
Nocenle dlmenlicanza cadiita sopra i piu recenii sludii
circa la porpora antica.
Condollo dal Viviani, il quale si faceva a risuscitare i
vecchi crrori dell" Amali c del Rosa sopra la porpora degli
anliclii, a por mano nell'anno 1832 in quel gravissiuio ar-
gomenlo, vendicava a quel eelebratissimo drappo il dirillo
del colore proprio, che fu sempre e non puo altro essere
che rosso. Una storla inlerpretazione delle raemorie lascia-
tec.i dagli scritlori anliclii Irasse que' sapienli uomini del-
PAmati e del Rosa a persuadersi, che la porpora antica per
poco abbracciasse tulti 1 colori, e non che esserci sola-
inenle \eporpore misle, ma q piii strano consiglio tin anche
le nere e le bianche^ clie uscivano diriltanienle dal novero
de' colori. Queslo sfornialo travolgimento portato a quelle
idee, che ci erano bene ferniate in capo, oltreche da altri
molli particolari, e dalla porpora delle guance, e da una
mano ricchissima di fiori purpurei, onde vecchi e modern!
naluralisli scesero per fino a significarci le specie vegeta-
bili, mi sembro cosa tanlo disconcia e lontana dalvero^che
fermai di accingermi a combattere un pensiero indiritlo a
manometlere le piu sicure credenze^ c venni al falto (I).
(I) Vegg. Let porpora rivocala eniro i covfini del rosso. Venezin,
lip. gratia (lul Coiiiiuercin. 1832.
— 1080 —
A qiiesto fine adunqiie io muoveva i priini passi verso lo
sludio (lella porpora dogli antichi;e piu forse per fclieiti di
siiccosso, die non per aciinie di mentc, dopo alcuni pochi an-
ni di ricerclie, portai I' argomento a non aver allro a deside-
rare die laitplicazione del materiale tintorio gii rinvenuto,"
la quale doniandava qiie"niezzi,clie non erano in niio potere.
Si puo facilmente credere die un lavoro sirilevanle, e,
per qiianlo io bastava, diligenlemente stiidiato, domando
scrilture iterate, e gli Annali delle scienze del Regno Lorn-
bardo Veneto ne fanno fedc. Qiiesti Annali, finche duro in
vita Tillustre Redaltore, seguirono a spargersi per ogni
dove nella culta Europa, e quindi que' miei lavori sopra ia
porpora conscgiiirono una estesa divulgazione. Pur nondi-
uieno il signor Iloth, trovandosi a Jaffa (cb'egli dice essere
I'anlica Joppe), ridottosi poscia a Gerusalemme, scriveva
di coli una lettera riferita per sunto daW Instilnt, nella
quale iiarra di avcre rinvenuto nel mare di Jaffa una con-
chiglia porporifera in queste parole: « Quando il mare e
» in calraa si vedo il fondo della rada e le sponde gremitc
1) di piante marine, le quali sono popolale di animali, clic
I) quivi vivono. Egli e adunque fra le punte di que' scogli,
» U'tx gli anfrati e le sinuositi, die si rinvengono parecchi
» gasteropodi, i quali diinorano poco approfondati nel-
» I'acqua, e cbe allresi nella bassa marea seguono a viverc
)) per qualcbe poco di tempo a secco, aspettando cbe il ri-
1) llusso riconduea loro il conforto dell'acqua. Questa, sic-
B come 6 noto universalmcnte, e la vita cbe conducono le
)) patelle, le elici litorali, ed altre chiocciole univalvi; ma in
» oltre I'Autore quivi rinvenne il Comes Medilerraneus, ed
» una Porpora, la quale vuol jsssere probabilmente la Pur-
» pura Patitla del Lamark, cbe si trova molto abbondante
» ill quella cosla, la quale, solo a tenerla fra le mani, ne
— 1081 —
I) tigne le palme e colora le ugiic in una linla piirimrca
» turchiniccia.
') Roinpendo con precauzione il nicdiio, cd apiendo
>» I'organo respiratorio dalla parte del doi'so, si trova ini-
H mediatamente accoslo al tiiore una ghiandola oblunga
» aperta al di fuori e di un colore bianco di creta, la quale,
I) in termine di pochi secondi, massime quando si punga, si
» fa di un colore verdastro. Ove si faccia di trarnc da que-
I) sta ghiandola I'umore contenutovi, esso passa presta-
» niente ad un lieve color verdemaie, pigliando la consi-
» stenza di una sanie. Questa ghiandola puo avere alio
w incirca la grossezza di un pisello. II signor Roth, avendo
I) adunalo in poco tempo un gran numero di queste ghian-
0 dole, si adoperi) a fur rivivere la tintura della porpora,
» seguendo le indicazioni date da Plinio i\ vecchio. Egli
» adunque mescolo la detta materia con tre tanti di acqua,
» ed aggiuntivi due pizzichi di sal niaiino, la lascio in ma-
I) cerazione per tre giorni (macerari (riduo). Si sviluppo
» un odore agliaceo molto spiacevole: indi tuffo nel liquido
» alcuni pezzi di drappo in cotone, in lana ed in seta bian-
» chi e purgati al possibile, e, come furono bene imbe-
» vuti, li espose a' raggi del sole. A misura che questi tes-
» suli si asciugavano, I'odore si rendeva piii forte ed acuto,
I) seguendo una mutazione notevole nel colore, ch6 di ver-
» demare passo al verd'erba, poscia al violetto e final-
» mente aH'ametista. Sopra il cotone il coloramcnto ha
I) luogo pill prontamente; ma tuttavia nella lana, come
1) quella che assorbi piu di liquido, la colorazione torno
t) piu intensa. La seta non rispose bene al cimento ... (I);
e di queslo raodo il chiarissimo Roth in breve ora venne a
(I) Vegg. Ins/ilul, Journnl Vnivcrsel des Sciences, t'tc. Luiiefli pii-
nio seUeiiibre 18"-8, n." 1287. pag. ^90.
— 1082 —
tiipo (li (iiiollo, die per la giaiide sua diriicoIU'i ariosto le
iiii(^ investigazioni, cioo venne a capo di ridoiiarci la tinlura
dolla porpora aiUica; iiia io posso accerlatamcnle affcrma-
re, che la sua porpora e tanto lontana dalla porpora degli
antichi, qiianto iin rozzo velro dalla bclla incantevole e
percgrina del piii fulgido diamante e del piu affocato rubi-
no, sicconie daro a vedere piii innanzi.
Ecco adunque, a conferma del lamenlo ch'io niiiovcva
prima, il Redattore deWInstilut darcene qui un esempio
assai sfolgorante. Egli ci allegava le investigazioni del Roth
sopra la porpora antica, come, se dal tempo assai lonlano
del suo smarrimenlo, niente se ne fosse delto, o fatto indi
appresso. Io dl questa grave omissione non faccio colpa al
signor Roth, die mcnando, a quanto sembra, vita di viag-
giatore per le cose naturali, non puo tenersi bene informato
de' progressi delta scienza ; ne vorrei furne rimprovera al
Redattore dcW Institut, ove la pubblicazione de' miei lavori
sulla porpora degli antichi si stringesse al tntto ne' Giornali
e ne' libri degl'Italiani, che non mi pajono a' Frances! trop-
po famigliari ; ma il fatto e che un ampio ed cstesissimo
sunto del suslanziale delta mia scoperla fu dato prima nella
Revue de Zoologie e poscia riprodotto nd Monileitr Univer-
sel ne termini die seguono:
Dopo di avere quivi discorso de' recenti peusamenti
erronei del signor dott. Sacc e del signor de Souley circa
la porpora degli antichi, si enlra a favdlare di questo modo,
voltandone io le parole dal franeese all'italiano: « La qui-
1) stione rclativa allanimale, die forni agli antichi un co-
>) lore si prezioso,einteramente risolta sino dali'anno 1833.
I) Questa scoperta 6 registrata per disteso nella collezione
') degli Annali deltc scienze del Regno Lombardo-Vcnelo, e
u precisameute ne' Volumi 111, VI e XI.
— JOSS —
'( La porpora nmelistina di Plinio ci viene dal Murex
» trunculus e la liiia dal Murex brandaris. Tutte le altre
» eonchiglie, alio quali fu consentita la produzione della
» porpora, come la Janllnna.Varca e i buccmi, ec. luerilano
I) la riprovazione onde le ebbe condannate Plioio, dicendo:
» Biiccinum per se damnaiur quoniam fiicnm remittil.
I) II liqiiore porporigeno 6 incoloro nellaniraale: espo-
» sto air aria c alia luce passa per tutte le gradazioni del
» verde per reiidersi al colore della porpora carico, ameli-
)i sta, qiiando provenga dal M. trunculus, c chiaro e vivace
M quando cc lo fornisca il M. brandaris.
■I Gli effetti che sorgono in questo liquore sono dovuli
w ai raggi luminosi, e niassime ai calorifici; I'ossigeno del-
» r aria si combina allora con esso e produce un vero os-
I) sido. Quest' ossido resiste ai reagenti piii energici ; cioe
» agli alcali caustici, come altrcsi agli acidi forti. Non e
I) punio alleralo dalle solu/ioni concentrate e boilenti di
» soda e di potassa; ne dagli acidi solforico^ cloridrico,
I) acetico, ec. Non v'ha che Tacido nitrico che il distrugga,
» siccomc esso distrugge in generate le sostanze orga-
•> niche. -^ ■ , us >, •^r- ^ . > (j,;,:
" II liquore del M. trunculus disseccato e iraltato col-
» I'alcoole assoluto, si separa in due radical!: I.° una so-
1) stanza azzurra, ossido cianeico, molto analogo al lurchino
» d'indaco; 2." in una sostanza di un rosso ardente, ossido
» purpurico, il quale, per la sua ualura e per le sue proprie-
» ta, non differisce punto dalla materia crislallina, otteuuta
I) dal Berzelius, scaldando nel vuolo il rosso d'indaco.
II II liqiiido del il/. brandaris nou lornisce che un solo
I) principio, un solo radicale, V ossido tirico : tirico, con-
B ciossiachc spelti ad esso quanlo ne dissero gli scrittori
1) anliclii, Aristotele, Vilruvio o I'linio, in lode della cele-
Scne HI. T. JV. 159
— i084 —
)) brata porpora tli Tii'o, avuta por la piu pieziosa a ca-
I) giono del suo splendore.
i> Di till si'isa, nella porpora fornila da due diverse
» chioccioio s'iiicontrano due materie diverse: ^.° i\ M.
)) Iriinculus di la porpora carica, ametista ; il M. brandaris
» la tirica ; 2." nel il/. truncuius v'ha due radicali; nel M.
» brandaris uno solo. Ecco de' risultati scieotiflci prccisi, i
») quali, come io diceva a principio, risalgouo all'anno J 833.
n Essi si doggiono ad un dotlo Veueziano
I) il dolt, liizio
» Si domanda di qua! niodo possa avvenire, che lavori
•) si precisi e si coinpleti sopra una quistione si rilevante
» sieno rimasi per si lungo tempo e si corapletamente igno-
» rati, comeche vedessero la luce nel primo Giornale scien-
» tifico dell" Italia settentrionale. I lavori del signor Bizio
I) sopra la porpora sono la cosa piii completa che aver si
u possa in qunnto concerne la parte cliimica (I). E se era
)» ci iingiamo die I'industria se ne fosse impadronita, quan-
)> do il fatto fu chiarainente dato a conoscere, oggidi sa-
» rebbe un pezzo che la porpora roniana ci sarebbe rido-
» nata, e die quel drappo magnifico fornirebbe al lusso
» odierno di die pomposaniente sfoggiare. I murici in fatti
» si rinvengono in larga copia nell' .\driatico e nel Medi-
)) terraneo, e niente impedirebbeche se ne instituissero dei
» vival come si fanno por le ostriche, sicche ne avessirao
» la loro riproduzione, quando ne fosse mestieri, lungo le
» nostre coste. »
(1) Per debito di ginstizia mi fu d'liopo ciinpgi;ere qiiesta troppo fa-
vorevole sentenza deilo scritlore fraiicese. Ne' iiiiei lavori sopra la porpo-
ra. in rispelto alia parte ohiniica, luaiioa 1' aiialisi elementare; la quale
sarebbe desidnrabile ehe fosse fdlta aiiche per isehiarir nieglio le nostre
idee s^pra qiiello Ire particolai-i soslanze date qui per ossiiii.
— 4085 —
Ora TAutore, in coiiipagnia del signor dott. Gnibes,
passa ad istituire gli studii anatomici sopra questa chioc-
ciola ; e posciache egli avesse di qui portato a Parigi una
certa quantita di liquore porporigeno, apparecchialo col
mele, secondo che insegna Vilruvio, cosi instilui laudevoli e
peregrine osservazioni microscopiche circa la compagine
di qucsto fluido onde termina aggiungendo:
« Trovati bene ed ottiniamente chiarili quesli falli si
» precisi, fornitici dal dolto Veneziano, concernenti i due
» muric'i non fa meslieri ricorrere al
» laboratorio per oltenere la vera porpora. Non resta a far
» altro che determinare con precisione il modo di applicarla
» alia induslria. Per queslo Piinio paria assai chiaranciente
i> (ed e proprio questa chiarezza cIi'Ig non seppi rinve-
» nire). Bisogna quindi conosoere con ispecificala partico-
» larita i processi de' tintori del suo tempo, e quindi non
» avremo, per dir cosi, che ad imitarli per conseguire gli
1) stessi risultati, cioe a dire, un colore splendido in un
» panno dotato di tale morbidezza e tanta celebrity, che
» fece dire a Tibullo:
MoUia caris
Vellera det succis bis made facta tyras (1).
Queste niedesime cose sono esattamenle ripetule neila
Revue de Zoologie (2), e si I'una che 1' aitra di quelle alle-
gazioni si tengono a mala pena nella distanza di un anno e
mezzo da quanto ne scrisse poscia \ Instilui ; sicche pare
iocredibile che il Redatlore di queslo celebrato Giornale,
(1) Vegg. Lc Monilcur Universel, Journal Officiel de l' Empire
Franraix. Luiie'iii 4 febbi-^o IS'iG. ii." o5, pag. 138.
(!d) Vegg. Beuiie de Geolngie. secondo Serie, Ton). VIII, pag. 54,
anno 1856.
— iom —
(limor.inlo nolhi medosima insii,Mie capitalo, non no avesse
la niciioma conlezza; o quindi dovessimo quivi Icggero in-
sogiianioiili oirca la I'isiinozioiK.' dolla porpora anlira, senza
voriin ccnno dol iiiolto cIi' era fatlo prima, mostrando e
animali e proccdimciili, clie non I'urono niai conosoiuti ne
adoporati dagli aniiclii. 11 diea pure chi lia lioro d'intelli-
genza, se I'alteneisi a qiiesta via non sia caeciare in fondo
la scienza, e porro iiisorniontabile inipedimenlo a! progres-
so e alia industiia. II leggilore (\o\\lns(ilut credera la Purpu-
ra Valuta del Lamark (quando sia la Palula) essere la chioc-
ciola adoperala dagli anlichi a produr-re quel miracolo di
drappo rif'ulgente die in il desiderio e la meraviglia dei piu
segnalati e doviziosi personaggi deH'anlica Roma. Crederi
clie a porre la materia eoloi-anle di quelle cliiocciole inma-
cerazione con Ire lanti di acf/ua per Ire f/iorni (macerari
triduo) con ccrta misurnla ijuanlila di sale, sia aver fatto
qnanto oecorrc per avei'ne lane e sete splcndenli qnanto
spicndono di mirabile cangiante le gemme piu vaglie; cioe
per avere la pbrpora degli antichi. Mette ivi travollo e con-
fuso Tinsegnamenlo di Plinio, il quale dice di questo raodo:
Eximitur postca vena, (juam diximns, cut addi salem ne-
cessarium sextarios ferme in libras cenlenas. Macerari Iri-
duo jiislum. Quippe major vis lanto, quanlo rccentior ; e
dope luUo questo rimaneva la colhira pliniana per avere il
iiquore delle porpore accomodate alia tintura ; ch'e la par-
te pill raalagevole ed aidua per cogliere il raagistero degli
antithi ; appunto perrhe Plinio non ci da bene deflnito il
processo tinlorio. Quel sale adunque non era adoperato
punto ne poco per apparecchiarc il prezioso Iiquore delle
porpore alia tintura ; sicdie a mescervi quel sale e un poco
di acqua bastasse a lingcre senza piu; anzi sembra clie non
valesse ad altro die ad inipedire die quel Iiquore, come
— 4087 —
maleria aniiriale, prestamente non si alterasse ; conciossia-
che rinscisse lanlo piii vivace e gaja la liuta, qiianto era piii
fresco il li([Uore: Quippe major vis lanlo, ([uanto receulior.
E X Inslilul iiisegiia che con acqua e sale si tignc, e ci di
speraoza cbe in opera di quella sua chiocciola sla per essere
restiluita la porpora degli antichi, die non potra mai esser-
lo anebe rinvenuto per punto il processo tintorio. I Tirii ed
i Romani, e tutta quanta la sapiente antichita, hanuo sem-
pre tratta la celebratissima porpora da' Murici, bis mtirice
lincta^ e non da altra falta di cliioociole e di conchiglio, ed
a fermarne Tidea nel niollusco deW Inslitut e uiio scon-
volgere tuUo quanto ci bisogna sapere per redimere la
porpora antica. Quella cbiocciola del Rotb e veraracnte
cbiocciola porporifera. ma per avere la vera porpora, cioe
la celebratissima di Tiro, della quale potersi dire: Lous ei
summa color sanguinis concreli nif/ricans aspeclii, idem-
(jue sHspeclu refuhjeiis bisogna ricorrere a' murici^ e pre-
cisamenle al Murex drandaris, siccorae io non bo mica de-
dotto per consegueiiza da' presupposli, ma dimostrato con
iterali e provatissimi sperimcnti. Ed e altresi al lume di
questa infallibile scoria, die posso accertatamente affermare
il mollusco del Rolb appartenere alia porpora amethyslina
di Plinio da me rinvenuta nel Murex trunculus ; onde diedi
per assolutamente provalo cbe gli anticbi possedevano due
porpore: talcjie, ove sorga un giorno, nel quale, per gli
studii gia fatti, ci venga ridonata la perduLa ricdiezza di
Tiro, la chiocciola dell' Instilut ci fornira non altro cbe una
copia pill abbondevole di materiale per la porpora violacea,
cioe per quell a/rHW colorem, come dice Plinio, in amethy-
sto, (jui in viola, et ipsiim purpurenm, (jucmque janlhinnm
appellamus .... Ha fil (imelhisli color cximius ille {\)\
(.1) Vei;;^. il lihrn IX.
— 4088 —
e di questo modo veggiamo come a non legaie gli sUidii
anteccdenti co' succossivi no vciiga danno gravissimo alia
scienza e agli alii fini a" quali inlende.
§ III.
Quali ienebre circondassero la porpora anlica, qtiando io
stendeva la mano per la sua risurrezione.
Poche forse delle cose, che il transito de' popoli daU'aii-
tica civilti alia barbarie precipito nella obbiiviono, corsero
tanto sirane vicissiludini, qiiante n ebbe corse la celebratis-
siraa porpora degli antichi. Forse cagione di tanto danno
fu ia medesima sua altissima rilevanza, bellezza e prczio-
sita. Queste cminenti prerogative bastarono, avvegnache
spenta, a tenerla viva nclla memoria degli noraini, i quali,
ignorando le quaiita sue, e raancando TeserapliU'e a far
loro conoscerc queilo che rcalmenle fosse, ebbero ricorso
al partilo di fingersela per argomenti, i quali, come luce
che sono se dirillamente adoperali, si voigono in incertez-
za, oscurita e tenebre, se piegati, siecome avvenne, a lorta
interpretazione.Di qua ncseguito per primo che, tolta la por-
pora alia eccelsa magnilicenza del suo vago e rilucente colo-
re, abbellito dalla stupenda prerogativa del cangiante, venne
condannata alia Babele degli universi colori, e per fino
torno annichilata nel nero e nel candido. Io noH'anno 1832
dava opera a rilevarla da questo sperdimento di riprove-
vole fallacia (I) collo studiarmi di ricondurla alia schiera
de' rossi in tutte le loro gradazioni, e il silenzio del Vi-
viani, le cui idee io pigliava a combattere, mi parve sin
(1) Vegg. La Porpora rivocata cniro t ronfini del rosso, sopra ci-
tata.
— 1089 —
d'allora buon presagio di avere diriltamenle colpilo nel
segno. Qujvi io chiudeva dicendo: « Non si dimenlichi la
» perduta bellezza della porpora, la quale non verra mai
» ristorata, finch6 la gi& spenta non si rilevi dalla tomba
» che la rinchiude. E rammentiamoci anche essere piu age-
» vole rinvenire una gemma perduta, di quelle che frugarla
» nelle viscere dei monti, dove sia incerto se esista, o se
-> dair opera umana se ne possa discopiire la sede. Dunque
n Io studio nostro dee precipuamente rivolgersi a indagare
)) quella porpora che un tempo visse e fiori: e 1 pochi cen-
» ni che ne abbiamo dato deggiono farci cuore all'impresa.
» Io ho in animo di farmi esempio agli allri ; acciocche, se-
I) guitalo da piu ingegnosi e valenti Io studio aggiunga
» quello scopo, che nelle mani di un solo potrebbe sover-
» chiamente indugiare e perdersi senza frutto (!) » e come
ivi proraelteva cosi attenni. Pigliava concerto co' pescatori
di Chioggia (i quali stanno continui alia pesca e battono
perpetuamente il marc) che lutte quelle chiocciole econchi-
glie che in qualunque manicra di pescagione loro fossero
venule alle reti, non le ributtassero mai come disutili, ma
serbate in viva nell'acqua, me le inviassero. Di questa ma-
niera ogni pochi di io mi trovava ricco di uuovi molluschi
da ricercare. Ne vennc di qua che, fra tanle conchiglie inu-
tili, io avessi a confer to il Buccinum echinophorum e per
ultimo anche I' Helix janthina (2); ma, quello che piu rileva,
(i) Vegg. Opnsc. cil., pag. 55.
(2) il niio chiarissimo cnllega dolt. Nardo, grandeniente speito delle
cose zoologiche, e massime del iidstrn mare, tiovandosi presente alia
letturo. mi fece avveitito che V Helix janthina iidii vive in questo Adria-
tico e che peicit) non fu quivi mai linvenuta. Pur nondimeno essendo per
me provatissimo il fatto, mi rendo ceito (quando essa nun ispetti al no-
stro mare) essere stata quivi violentemente piutata dal contiguo Mediter-
raneo o da una procella. o da una corrente soltoniarina, o da eltro chec-
chessifo5se.
— d090 —
noil lordassc giiari, forse per I'abbondanza iii die sono ncl
iioslro mare, ad essei-mi luessi innanzi i Murici. Se noa clie
dove nelle due |)riinc cliioroiole mi era veiiulo facile farmi
a liete speranze pel vagbissiuio liquor vermiglio in, esse
oonlcnuto, ne' murici, sudava luiigainontc prima di por la
mano, o, meglio, prima di mellej-e gli occlii in quel liguoris
hie minimis est in Candida vena. Pur nondiujeno ci perve-
niva, c credo proprio piiiamei-ito d'insistenza, clie di
consiglio e valore, c cio precisameiile iicl segueule auno
1833. (lonseguilo queslo lideiitc successo, quel rosso del-
la porpora, cli' io aveva fermalo per deducimento, mi ven-
ne accerlatamente provalo per la eelebratissima porporu
tiria dal fatio sperimentale ; se noii clie io errava in ri-
spcUo alia amelliyslina di Pliiiio, non esseiido bastalo alio
scarso lume I'ornitomi dalle memorie degli anlicbi, a indo-
vinare T allra porpora in gentile e vaghissimo color di
viola. Tultavia ancbe qui I' esperienza mi dava evidenle-
menle a vedere quel rilucente e bellissinio viola essere una
mistura di rosso e di azznrro, cb" io facilmenle a mano
deir alcoole assolulo sparliva ; siecbe alia fin fine eziandio
<iuesta porpora pigliava vita e belta dall' ardenle raagiste-
ro del rosso. iii ;,/!;. '-^ ;;.;■;•■:■.: ■;."<• ::■..•• ;/,i;
IMa percbe per venire a questo poco di lume, cbe qui
lievemenle acccnnai, pigliare a scoria la Irepidante incer-
lezza deir indovino ? Percbe era oggimai profondamenle
sepolta (jgni conoscenza degli animali, cbe avevano fornita
alia sapiente aniicbila (juella preziosa ed anmiirala lintura.
Del cbe proponendoini io (jui di dar pruova convincentis-
sima, allegbero le parole della Inlrodtizione, con cbe io mi
faceva a meltere per la prima volla innanzi agli occbi dei
sapienli la mia scopcrla della porpora, le quali suonano in
queslo modo: « K gia un anno e mezzo trascorso dappoi-
I
— 1091 —
» die io ho comincialo i miei lavuri, diretti ad investigare
•) la porpora, e dopo niolti sperimenti iustituili sopra alcu-
■• iii luollusclii e zoofili adriatici, sono test6 venuto al fe-
I) lice risullato di scoprire il principio purpureo ne' due
«' niolluschi, J\]iirex brandaris e irunnUus del Liniieo, nei
» quaii piacquemi tanto piu il Irovamento, quanto che do-
I) po le diligenli cd infrulUiose ricerche dell' Oiivi sopra
» quegii stessi mollusclii era perduta ogni speranza di ve-
» nire'giammai a risullati piu venturosi di quelli conse-
« guiti dal mentovato illuslre iiaturalisla. In fatti, quando
I) egli enlra a parlare delle due celebratissimc opere del-
» r Amali e del cav. Rosa circa la porpora degli antichi,
1) e ricorda le quattro specie di chiocciole che, in via pre-
') suntiva, I' illuslre Cavaliere disegna e descrive, siccome
» quelle dalle quali gli anlicbi trae^ano la porpora ; a quel
'• punto r aliate Olivi fa nota e dice cosi : Due di (luelle
I) ( cioe di quelle quallro cheil cav. Rosa dubitalivamente
» descriveva, e di cui dava la figura), vale a dire il Murex
n brandaris ed il Murcx iriinculus, che vivono net nostro
» mare^ fiirono da me repiicaiamcnle vcdnle vive in tulii
n (jli slaii, e vengono mangiale , ne lio pottilo rimarca-
)) re che somminislrino materia colornnte^ se si eccellui la
I) legf/iera iintura che comunicano all' acqua^ nella quale
M si lasciano infracidire : fenomeno che si verifica in al-
n Iri parecciti animali marini, e che nel caso dei delli due
» murici non saprci se sia prodolio dallo stesso ver)nc ge-
« neralore del nicchio, o da una orlica di mare, la quale
\) frequentemenle gli si Irova adcrcnle (i). Laonde da que-
» sle decise parole delT Olivi era abhatluLo ogni fonda-
II nieiito di speranza di trovare giaiuniai il desideralo co-
(1) VegL'. La Zuolufjia Adriu/ica. pai;. loT.
Sci-ie 111. T. IV. liO
— dOD2 —
I) lore in qiielii' chiocciole. Aiizi ogli era si loiiUino dal
" crock'rc (11(3 in que' niolliisclii fosso per esisterc il prin-
» cipii) piirpuroo, (he laecia tli crrore gli eriulili o i nalii-
» I'lilisti, i ((uali si diedero a cfedere che yli anlicki ado-
•• pcrcusero qucUi eke allualmente sonn delli Mui'ici ,
" Porpore e Buccini, i (juoli sono di multisslme specie «;
1) non danno ves(i<jio alcitno di materia colorantc. Scmhra
» aazi che qiiesli ignorassero che presso i moderai natura-
n lisli moltc specie si comprendono sotto codeslc denomi-
» nazioni (jcncrichc
" (I).«
' Ma a veder nieglio come st(^ssero le cognizioni nostre
intorno qiiesto grave argomenlo, eziandio dopo gli ultiini
sludii del Berini, allegheremo quesl' allio hrano. » Veg-
» gendo 11 Berini, che, quantunque Uiile le note qualifica-
» live assegnale da Plinio alia chiocciola porporifera, cor-
» rispondessei'o al Murex brandaris, tuUavia gii erudili e
» i nalui'alisti conLinuavano a soslenere ch' essa 7ion fos-
" se la chiocciola porporifera der/H anlichi, perche il ver-
» me che vi abila denlro non moslra una Iraccia immagi-
» nabile di materia colorante, sia che si nolomizzi crudo
I) 0 cotto, od anche macerato (2) ; abbandonala anch' egli
» 1' idea che quel Murice avesse niai polulo essere la
■> chiocciola, da cui gli antichi Iraevano la porpora, ah-
H braceiava 1' ailra che il vero animalc poi'porifero fosse
» il zoofito, che quasi sempre si trova altaccato al riicchio
1) di quel mollusco, e 1 lenloni suoi, o nieglio ovaje, quan-
') do candide e quando vermiglie, il condusse a rilenere
» che quelli' fossei'o levencdiPlinio, divisatecisiccome can-
(1) Vegg. 0[). cit.
(2) Vei;t;. Note del Boriui dullo pag 6!) I'iim nlla 71 della sua vei\<ioiie
del noiio libro di I'iinio.
— 1093 —
I) dide e iiisieme produdrici del liquore pni'pureo. Tali
» erano i snoi pensamoiiti iifll' aimo iSIO; e posciache
» neir anno 1824 pubblicasse la sua Versione del nono
» llbro di Plinio, scendeva ad athihuire nuovamenle la
I) qualila poiporilera al Miiricc predello, ed ivi, secondo
» i |)cnsaraenli di liii, lornava niiovo al Intto il niagiste-
•■ ro onde il niollusco produccva la porpora. Essa era una
» tilaUira di liava porporina, a guisa di quelle fila die si
» ti'ae dallo slomaco il fiiugello, od il ragno iiell' oiiliie
I) le sue tele, le quali useivano dallo stouiaco del niollusco,
» e raccolte clie fossero, egli afferuia, col mezzo di nasse,
" siccome soleano gii anlichi, avremmo ridonala senza
" pill la smarrita bellezza di quelle vesli tanto celebrate e
.) fauiose piesso gli anlichi. Se non che a raccorle, giu-
). sla il Berini, faceva grande ostacolo, non solo lo sbatli-
» menlo del mare die le disperde, ma la vorace atlinia,
■1 die pianta sua sede sovra il nicdiio di quel mollusco a
I) posta per mangiarsela di mano in niano eh' ei suda alia
» conocchia lilando ; onde il Berini cliiamo il zoolito
» acliiiia porporifctga (!))> e queste
cose si scrivevano e si pubblicavano nove anni prima
ch' io, in quello stesso Mui'ice dessi a vedere la reale esi-
stenza della porpora degli anlichi ; sicche non erano po-
che le tenebi'e die littamenle cdavano quel gran vero, il
quale ci doveva aprire gli ocdii a conoscere cosa, che,
viva e (iorenle, fu la maraviglia de' popoli, e spenla un de-
siderio si ardenle, che non lascio mai quieli gli sforzi
degli uomini per ritornaria in vila, Per dare una giusta
idea di quello che fosseio le cognizioni noslre quando
io mi faceva alia ricerca della porpora aniica, mi soiio
(I) Vp^g. /1?(/i«// (/f/Zc sricnzc ilal Jieywi IjOnib.-Vi'tii'Jo. Un^w \\\y
pai^. ooi), pcc.
— 109/1 —
liniiliilo ;ul ullciiaic I" Olivi c il Berini, peiolii' a mo vici-
nissimi ed iillinii a sciivcre e a darci per tlisporalo il
siiccesso ; ma a clii meglio piaccsse couoscero la sfonriafa
confiisiono in die si erano condolU i rioorcalori della
porpora anlica, legga la mia Disserlazione sopra la I'or-
pora anlica., occ, scritta per rispondere alle critiche del
Fusinieri ; pcrocclic se fra noi manoano gli inooraggia-
menti agli studii, non mancano pero mai i travagli, Ic
offese, i danni piu ostinati.
Ma lo aveie gia rinvenulo la porpora, non era avere
saldalo il deblto per la restituzione dclla porpora anlica.
Troppo era cerlo die nel comporre la celel)rala lintiira
gli antichi adoperavano non solo il liquorc delle porporo,
uia altresi quello de' buccini ; peroccJK^ Plinio dice : lluc-
cinnm per se damnalur, (juoniam fucum remiltit. Tuttavia:
Velagio admodnm alUrjaiur, nimiacque ejus nigritiae dat
saturilalem illam, nitoremtjue (jui f/uaerilur cocci ; e in al-
tro liiogo, al Tyi'ius Pelagio primum saliatur immatiira,
viridiquc cortina, mox permulaiur in buccino : sicche non
lia dubbio cli' eglino adoperassero ancliei buccini. Laonde
per dare all'eta nostra UUto quello che fosse per abbisognar-
le a redimere la porpora anlica bisognava allrcsi darlc a co-
noscere i buccini ; il die io I'aceva in modo cerlo e preciso
col Bticcinum echinop/iorum, coW Helix janthina, coWa ma-
teria vermiglia dtAWiclinia macnlata, e in modo genera-
lissimo affermando che, ogni qual volla venga incontrala
in una diiocciola o conchiglia una materia rossa o ver-
miglia donataci in quella condi/ione daila vita dell' ani-
male, (|uello e sempi'c e invariabilmenle buccino, dovendo
cssere, porche sia porpora, bianca o Candida cnlro T ani-
mate e rendci'si in color vormiglio a conlallo dell aria o
sottoponondoia all* im|)crio dcgli agcnli inorganici. Quosli
— 1095 —
erano i segni di dislinzione, ch' io divisava per separaro
la porpora da' bucciiii ; e posciache gli aiitklii affermas-
sero, die Io porpove erano per assoluto inalterabili, e i
biiccini con cstrema facility smarrivano ; cosi io dava per
assolutamenle provato al lunie della sperienza, che le por-
pore resistono, non che altro, agli alcali caustici, all' acido
solforico e agli allri acidi forti, dove il vermiglio de' Onc-
cini e sperso, non die dagli acidi piu deboli, dal locco,
per dir cosi, carezzevole della luce ; sicche la quistione
della porpora antica fu per ogni rispctto inleramente
risoluta,
E per mostrare veraraente come fosse smarrita ogni
dirittura sopra quanto si alleneva al celebrato colore della
porpora, udianio come il dottissimo Amati balenasse iiella
incertezza sopra questo negozio de' bnccini. Minim pro-
(eclo, egli diceva, el Plininm, et caeleros omnes, qnos hoc
capite adduciinus scriplores , nniits praeparationis pnr-
pvrarum menlionem fecisse,nullam vero praeparalionis sued
bnccinonnn, e va innanzi con certi suoi indovinelli lontani
al tuUo da ogni realta , die uiai fosse, ne fosse indi per
essere nel fatto delle porpore. Non paria Plinio, nc gli
altri della preparazione del succo de'buccini, perchc il
sueco de' bucoini c falto vei'iniglio dalla ualura, e non bi-
sogna d' arte che Io inflori od accenda ; e queste rilevan-
ti verila non potevano essere dedolte per consegiienti, ma
volcvano essere dimostrale al kime dell' esperienza, sicco-
me io feci.
(Continua.)
mmu DEL mm 2o mm \m
k^i Ici'^c la nola del ni. c. cav. Zantedeschi
intilolata Cenni storici decjli strumenti nmsicali au-
toniatici, die ripetono e stcunpano i pensieri del suo-
natore e decjli orgiuii ad esjrressione variata-
Giuseppe Marzolo nella solenne disliibuzione dci pre-
inii d' indusliia falta iicl 18o7 in ^Milano riporlava la pri-
ma corona per organo clie staiiipa e ripele i pensieri mii-
sicali del sonatore. Neirestrattodelgiiidizio si affernia, die
altri prima del _AIarzolo avevano rivollo 11 peosiero a (jue-
sto mirablle congegno, precipuamenlc il piemonlese Mase-
ra; ma che la pralica non Tadotto. Noi facciamo voll 1 piu
vlvl e sincerl, percbe la pralica adotli quello del Marzolo ;
11 complmenlo c la perfezlone del quale si allende ancora
auslosamente dal pubblico. Noi frallanto crediamo noslro
dovere di eompletare la storla do' primi inventor! di que-
sli apparali, affincbe sia reso loro il dovuto onore e sorga
nuovo slimolo nel Marzolo a far conoscere le differenzo
fra il suo congegno e quello de" forestieri, die lo prece-
dettero in queslo glorioso aringo.
Oa oltre un secolo vcnne altamente lodalo per soUile
iugegno meccauico I' inglcse Creed, il quale penso ad un
— lUi)8 ~
congcgiio aulomalico niusioale, clie avessc a ripclcM'c od a
slanipai'e gl" improvvisi del siionatore. Se no possono vo-
derc le Transazioni filosoficlic di Londra poll' anno MAI.
Appena il pul)l)lico ebbe nolizia dell' invcnzione di
Creed, raloraanno Hunger, che si era da due anni oocupato
di quesli meccanisnii, prcseato una Memoria con luUi i
suoi parlicolari alia R. Accadeniia dello scienze di Bcrli-
no, affinche ella no volesse far coslruire il congegno e
pubblicarne la descrizione con figure ne' suoi Atti accade-
niic'i. N' ebbo I' inventore la piu solenne promessa ; nia
allorquando si voile venire all' atto, manco il promesso
effetto, perche di rado i niczzi accademici corrispondono
ai bisogni sempre piu erescenti delle scienze, dclle arli e
delle lellcre.
K ben raro clie un' invcnzione od una scoperia sia
lulto fruUo di un solo intlividuo. L' istoria ci ammaestra
che i grandi trovali I'urono sempre predisposli da idee, da
sparse nolizie, die dovevano appresso scuotere allri per
I'ecarii a un grado crescente di perfezione e di eonipi-
niento. Quasi conLemporaneo all' Hunger fu il cclebrato
meccanico Holilfeld, il quale applico dapprima un singola-
re congegno ai cembali, affinche gTimprovvisi de'suonatori
polessero essere a piacimento riproduUi e slampali. Tolse
ancora il comunc difetto agli organi della scolorala mo-
notonia, imprimendo loro un carattere luUo proprio al
violino, da aversi i diversi gradi di forza nel suono, colia
variala esprcssione e siumature, quale abbiam noi dalla
inano maeslra che tocca divinamenle le corde di un per-
felto violino. Ma non c frequenle il caso, che il genio
ancora vivenle colga il fruUo e la corona de'sudori. Spes-
so essa e deposta sopra (juella fredda pielra che copre le
sue spoglie morlali. Cosi accadde alio svcniuralo Holilleld,
— 1099 —
clic appoQa compiacevasi udire da suoi apparali automali-
ci ({lie suoiii armoniosi , che sombravano dcttali dallo
spirito animalore, dovette pagare il Iribulo all' umana iia-
lura, lasciaudo a' poster! la ghistizia e la gratiliuline del
merito dellc sue I'atiehe, die forsc gli ebbero innanzi tem-
po a consmnare il nerbo delta vita. Questa giustizia e
qiiesta ricoiioscenza fii resa alia nieinoria di Ilotilfeld dal
re di Svezia allorclie visito I' Accademia delle soioiize di
Berlino. Sulzer ne mostro at re il nobilc magistefo del
tiova'u) di ilotilfeld eda quella mcntesovrana furono tribii-
tatiencomi di amniirazione e proferite parole di lode al geaio
infelice rapito innanzi tempo a quegii allori che i coiiteiii-
poranei gli avevano preparati. Veniite a notizia le rogali
laudi tribiitate dallo Svedose ai meceanismi dcIT Ilotilfeld,
diede alia luce quanto egli aveva immaginato per un rap-
porto musicale stampatore, unitamente al cai'teggio die
tenne con I' Eulero che gli era stato largo di eiicomii noii
comuni. La macdiiaa, quale il sig. Hunger la presento, ha
molta analogia con quella che da per se stessa segna su
una carta la lunghezza dello spazio che si percorre da un
mobile, e la cderitii di queslo. Per formarsi I' idea pii!i
semplice di queslo meccanismo si concepisca dislesa sotto
i tasti del cembalo una carta, che si possa per mezzo di
due cillindretti far andare innanzi ; al di sotto di ogni
lasto vi ha un lapis die accoslasi alia superflcie delta car-
ta. Quando si preme e si abbassa il tasto, allora il lapis
tocca la carta, e siccome cjuesta si va sempre avanzando,
il lapis segna delle linee, che colla loro lunghezza delermi-
nano la durata del suono (non gia del tuano, come disse
il sig. Hunger poco esatto ne' termini musicali ), e con la
loro posizione il suono medcfiaio. Questa e la disposizio-
iie gonerale di questa macchiiia semplice ed utile nel uie-
Serie JIl.T. IV. 141
— iiUO —
(losimo loinpo ; vi si aggiungono allre delerminazioni, die
conipiscono di renilonic 1' uso e coinodo e siciiro.
liC niagiii(iclie hiiuli sparse dalle Accademie c da'Gior-
nali a' viveiili, possano sempro accompagnarsi a quelli ea-
coniii siiiceii, olio gli avi noslri al vero mei'ito de' Irapas-
sali tril)ulaioii() negli Annali dellc si-icnze o dclle arli ! K
possano anooia essere di slimulo elTu-aeissimo a uuovi
ti-ovati !
Poscia si comunica iin siinlo dello stesso m. e.
cav. Zanledesclii risguardanlc iin' opera sul clinia di
Ldiiu', il quale sunto uscira in luce nclle successive
dispense.
mum DEL mm n mm \m,
11 m. e. dottor IXardo legge una niemoria intito-
lata: Piicerche sperimentali suUa vera CAiimi dell irra-
diazione e sid vero modo di manifestarsi dim tale
fenomeno ; par. I, Teoria delle varie opinioni emesse
sopra qiiesto argomento dall'antichita fino ai di no-
sti'i, e segulto del proi^ramma della parte II.
Terminata la lettura, il prof. Minich osserva che
in ottica la parola irradiazionc viene adottata conm-
iieinente dai fisici per significare quci fenomeni sub-
biettivi nei quali la immagine prodotta sulla retina da
un oggetlo dolato di multa luce eccita od invade un
lembo circonvicino alio spazio che le appartiene, e
percio I'oggelto apparisce alquanto dilatato, Inve-
ce parecchi fenomeni acccnnati nella Memoria sem-
brerebbero derivare unicainentc dalla dilTrazione del-
la luce. Cosi il citato passo di Persio : jam clanim
inane fenestras intrat, ecc, nel quale si riprende
un giovane alunno immerso nel sonno mentre il sole
allargava co'suoi raggi le immagini delle fessure
— 1102 —
(h'llo iinposle non piiu rigiiardarc^ lirradiaiiiom; pro-
priameiitc delta, nia si liibriscc sollaiilo ;»,lia diflra-
zionc. Sarc'bbe pcrtaiilo giovovolc alia giusEa ospres-
siono ed inkdligcnza dei llilU e concetti esposli nella
!\Icmoria che la parola irradiazione fosse nstrcila nel
senso precisoe spccialcche le vienealtrihnilo daifisici.'
11 m. ('. dolt. iAardo accoi>;liendo la j)i(Hletla os-
servazione dichiara, che avrcbbe iiolalo ravvertenza
di valersi del torniine irvdduizwne in un senso pin
generale del consueto.
II m. c. e seg. doit. IS'aniias legge nna nota inti-
tolata: Avvertcnzc sopm alcuni inoiU du])plivAire le~
Ictlricitd ai mulali, che si pnbblicheranno iielle suc-
cessive dispense.
Si legge una .^femoria del m. e. Bellavitis intitolata:
1\elazione iV aUinemncnto nei jninti ihlk curve «/f/e-
hriche e il seguente sunlo da kiistessocompilalodi una
sua nota snUa risoluzione umnprica delle e<]uazioni.
Giu [)c!' (I'c voile (.'hbi 1' uiiuro tV inli-iKenci'vi, o dotli
colloglii, iiitoriio a (piesto argoniciilo, che e una delle vie,
per le qiuili (kille aslivizioni dell' olgehra si [uissa idle ap-
plicazioiii arilmeriehe, io ricoiTo aurora idia vostra indul-
gcnza, aeciocehe vediale so per T impurlaiiza dell'oggetto
possa nierilare di vcnir piil)l)licata nei vidiinii delle vostrc
nieniDric un' appendire alle due nienioiie clio voi bcDigna-
mente accogli(>ste nei vol. Ill c V (ISiO, 1857), in cui eer-
cai di espoiTc (juanto occorro ad esse aggiungcre per gio-
vare alia praliea ulilila, e cio piendendo in esame aleune
opere pu])l)lica(e su tale argonienlo, e parlieolarnienle quel-
i
— 4 103 —
I;i (li Scliniise (Braiin^olnveig, 1850) elm s(a nolla nostra hi-
blioteca.
Questo aiitorc coinhifia il siio Iraltalo colla non facile
dimoslrazionc ciic ogni Gqiiazione algcbrica ha tante ra-
tlici quanl' e il siio grado, ed egli a biiona ragione preferi-
scequella del Caudiy poggiala sul principio c!ie i eosi detti
immaginariinonsono altro clie lecspressioni dei punti diun
piano; principio questo che io da molli anni lolsi daila qua-
si dimenticata rappresentazione dellequantita immaginarie,
e che ormai e generalmente adottato. Io credo peraltro che
ad ogni considerazione d' imraaginarii giovi far precedere
la teoria delle quantita (eioe reali), la quale e per le ragio-
ni logiche e per le praliche aj)plicazioni e naturalaiento
staccata dall'altra. Lo studio delle equazioni algebriche u
cosi semplice, che puo far seguito immetliato ai fondanienli
deir algebra: riinarrebbe soltanto da dimostrare che ogni
polinomio intero di grado pari e dcconiponihile in fattori
reali di 2° grado ; ma questo teorema, che e mio di quelii
dimostratifacilraente col snssidio degrinimaginarii,non e di
aicuna importanza per la delcrmiiiazione delle radici reali
delle equazioni.
L'operazione per risolvereogni equazione algebrica a
coefficienti numeiiei gia presentita dal Vieta e una senipli-
cissima conseguenza della divisione algebrica ; se un poli-
nomio si divide pel binomio {x — a) il residuo dara evi-
dentemente il valore del polinomio quando x riceve il va-
lore a ; e se il quoziente si divide ancora per {x a), c
cosi in seguito, si ottengono i coefficienti delle varie po-
tenze di {x — o), doe si ha la trasformata le cui radici
sono diminuite della quantita a; I' osservazione della prima
delle predette divisioni fa presentire come si trovi la piii
piccola radice di una data equazione ; ccco adunque che
— 1 104 —
quclla liMsiorniJizione ci pone siill;i via di avvicinarsi inde-
fiiiilamenle a ciascuna radico. lo credo clie il priino ad
insognai-e qiiesto pvoccsso per caholarc la trasforniala sia
stalo il Riiflini in una sua nicmoria pubhlicala nv\ iSOi, e
qnindi tre anni prima elio il Ikulan dcsse il suo uiclodo di
risoluzione, nel quale egli considera soUanto il caso di
aur: I , sicclu' si altriliuisce ordinarianienteairilorner {Trans,
fhil. i8l9), anzithe al Budan quel processo che il lluffiiii
applic6 poi (Sue. Ital. XVI, 1813) all' eslrazione delle radi-
ci numeriche. Ad un melodo cosi semplice e cosi facile da
dimostrare, c die prohabilmcnte sara statu conosciulo pri-
ma del Ruflini, non si fece abbastanza di attenzione nem-
meno dopo delle pubblicazioni di Budan e di Horner ; co-
si anclie il Fourier suppone die il valor della x sia sosli-
tuito woWcdcrivalc, invece di adoperare i coeffieienti delta
Irasformata ; uso che si vede gencralinente consei'valo, ad
onta della sua inopporlunila.
II processo per caleolare le trasformate non da la com-
piuta risoluzione delle equazioni, ci volevaunqualdiecriterio
die facessc sicuri di non trascurare qualche radice; il teo-
reraa del Cartesio serviva pienainente alio scope quando
r equazione aveva tanle radici (reali) quant' e il suo grado;
ma nel caso opposto era lecito sos[)ettare che tra due tras-
formate aventi nei loro cocflicicnti lo stesso numero di va-
riazioni cadesse nullostante quakhe radice, giacdie il nu-
mero di quesle puo essere inferiore a ([uello delle varia-
zioni di segno ; fu dunque di capitate iiiiportanza il leore-
lua del Fourier, die diede compinicnto a qucllo del Carte-
sio. Questo teorcma viene anche ailribuito al Budan; pare
che Fourier io trovasse nel 1797, e pubblicamente lo inse-
gnasse nel 1801 ; mentre il Budan nei §§ 39, 52 della sua
opera (1807) non fece die sospettarne la verila, e ne era
— 1105 —
si poco convinto die adoperava il crilerio dclle Irasfor-
mate collaterali per mostrare 1" assenza di radici anche in
quegl' iiitervalli, iiei qiiali non vi era alcuna perdita di va-
riazioni ; peraltro, foise nella seconda edizione deila sua
opera (1822), e per certo in una niemoria inserita nel
Buliet. Ferussac (Oct. 1829 XII, pag. 297), il Budan espo-
se il leorema, nonche il metodo generale per calcolare le
successive trasformate; mentre pare die la prima pubbliea-
zione del Fourier sia nell'opera posluma (1831).
Se si traltasso di deterniinare tutti i valori che fanno
sparire qualch<! variazione di segno il teorema del Fourier
ed il processo di calcolo llufiini-Horner, non lascierebbe
nulla a desiderare, ma fra di essi, oltre le radici, vi sono al-
cuni valori cosi detli critici^ die nulla importa di deternii-
nare ; ordinariamente la presenza dei valori critici e facile
da scorgersi, e siccome il loro numero eguaglia la mela
della differenza tra il grado della equazione ed il numero
delle radici (reali), cosi non e grando inconveniente il fer-
iiiarsi a trovarii ; pure e utile un criterio die faccia distin-
guere i valori critici delle paja di radici. Abbianio il cri-
terio del Budan die consiste nel progredire verso il valore
della cercata radice secondo il processo con cui si deter-
mina la frazione continua, fmcbe si giunga ad una trasfor-
niata cbe sia evidentemenle priva di radici superiori al-
r unila. Abbiamo il criterio del Fourier, nel quale, combi-
nando insierae i due ultirai termini di due trasformate si
riconosce in raolti casi cbe in quell' intervallo non puo ca-
dere alcuna radice. Non parlo del criterio pcrfelto dato
dallo Sturm, giacclie in pralica esso riesce troppo laborio-
so, pcrcbe sia opportuno adopcrarlo. Abbiamo parecdii al-
tri crilcrii ; mi pare cbe qiicllo i>roposlo da me sia piutto-
sto pill esteso die meiio degli altri, ed abliia i vanlaggi di
— liOG —
;uK)pei'arc i cool'licieiili di una sola tlello due Irasfoiinalo, c
ili ricliicderc un caliolo facile a ricordarsi, perclie quasi
coiiforme al pioeosso riufliiii-llorner.
Come nielodo d'approssiiiiazione io credeva die que-
st" ullimo Ibsse uiigiiore di ogni allro ; esso conUeiie in se
il uiclodo del .\e\>i()U scnza die occorrano Ic eouiplicale
av\ei"tenze elic aleuno vi aggiuns(> onde cvilure il peiieolo
di sorpassare qualchc radice o di lunx uUeiiere la desidera-
ta approssimazione : esso lia peraltro un difetto ; avviene
non di rado clie T equazione da risolversi sia uianeanle
di molti leiiuini, applieandovi il processo llufflni - Horner
r equazione perde immedialamente la sua semplieita ; da
un Giornale Ilaliano io sapeva clie nell" .l//«6'/i«ei/m (Dee.
1842) il Weddle aveva pubblieato un duovq luetodo die
s' assomiglia a quello delT Ilorucr, ma die lascia alle cqua-
zioni sciiipre Io stesso nuniero di termini ; nell' opera ddio
Sdmuse veiini finalmente a conoscere questometodo,a cui
si spesso aveva pcQsato (giacdie talvoltalecose semplicissi-
mc si ccreano indarno), e die costiluisce,a mio credere, ia
pill importante aggiunta die debba fare al melodogia pub-
liiicato. Per esprimere approssimalameiite le quantita si
lianno tre maniere prineipali : I" una e indipendente dal si-
slema di nuineiazione, ed e per frazioni continue ; la se-
conda e per successive aggiuule di alcuni decimi, poscia di
alcuiii ceutesimi, di alcuni uiillesimi, ecc. ; nella terza ma-
niera si ha inveee una specie di fattori, il primo sara ua
uuinero intero, il secondo I' unitii amnentata da uno o piii
decimi, il tcrzo T unita aumcnlula di uno o piu ceutesimi,
e cost in seguito. Quesli fattori furouo adoperati dal Leo-
neili per calcolarc con facilila e mediantc una breve tavola
i logaritmi dei numeri (sai'ebbc desideiabile die venissero
pubblicalc le lavolc ias(.i;!lc da queslo iugcgnoso malemati-
— 1107 —
CO ilaliuno niorlo a Corfu). — Ora se una radicc di una
equazionc si vuol csprimcre in frazione continua vale il
nolo nielodo del Lagrange, clie e molto opporluno quando
i coefflcienti sono interi ; se la radice vuole esprimersi nel
solito modo di frazione decimale vale il nielodo Ruffini-
Horner, nel quale la radice delle successive trasformata o
quclla della primiliva diminuila successivamente delle varie
parti della i-adice; linalaienle nel metodo del Weddle la ra-
dice si esprime per fatlori, cioe in ogni trasformala la ra-
dice differiscc da quella della precedenle per un falloreche
vi fu lollo ; ed e nolo clie in tal modo lulle le Irasformale
conlengono lo slesso numero di termini della primitiva.
II processo Ruffiui-norner ha uu altro vantaggio di
servire ollimamenle alia teoria delle equazioni ; nelle niie
precedeiiti mcmorie mostrai quanto facilmenle se ne ricavi
il teorema del Fourier, i limiti delle radici, e gli allri teo-
renii ; sicche e orraai inopportune esporli quali un tempo
s' insegnavano, e giova riunire invece lutta la teoria delle
equazioni intorno al processo di calcolo die serve al suo
scopo principale, cioe alia risoluzione delle cquazioiii.
Nulla ho da aggiungere intorno alia delerminazione
delle radici immaginarie delle equazioni a coefflcienti reali,
poiche lo Schnuse da soltanto il metodo di Rutherford, e
siccomc egli stesso dichiara che e utile soltanto tino al 4."
grado, cosi non val la pena di occuparsene, giacche rispet-
to alle equazioni di 4." grado si ha un metodo diretto e
spedilo per la loro decomposizione in due fatlori di 2." gra-
do. Credo che il metodo da me proposto (i846) sia finora
il meuo laborioso, ed ignoro che prima esso fosse conosciu-
to, quantunque in un' opera pubblicata a Padova (1857) lo
vegga riportalo senza cilarmi, il che farebbe supporre che
fosse cosa gia nola.
Serie III, T. IV. 142
— IIOS —
II 111. V. liucchia presonla ainslilulo un piogo
sui^i^ellato del sig. Yalvasori di Padova risguardanle
latrasniissiom'Ciniteuiporanca iki tckfiraintm. il cui
dcposito v'kmu! acccltato.
mmU M (ilOPiNO !i>5 AGOSTO 1859.
-<5f5^-
oi legge la segiiente Rivisld del m. c. prof. Bella-
vitis (U alcuiii articoli dei Comptes rendus deUAc.va-
demki delle scicnze di Franria.
InlcrpoUizionc opprossimala.
L Ilermile sviluppa maggioniiente iin problema d'in-
Icrpolazionc (CoH////c,9, Janv. 1850, XLVIII, p. 62) die il
Tchebiilief (J. Liouvillo, AouL 1858, III, p. 289. Vegg. an-
clie Brioscbi, Annali, Roma 1858, I, p. 182 e IT, pag. 132.
— Rouche, Comptes, Juin 1858, XL VI, p. 1221) aveva gii
trattalo mcdiuiite le irazioni continue. Senza porre in dub-
bio la generalila ed elevatezza delle vedule deirillusti'e geo-
metra, c guardundo sollanlo alia piatica appMcazione parrai
obe i principii piu eknncnlari sieno ancbe i piu oomodi e
conducenti a calcolazioni piu spodit(\ Riguardo alia prima
(jueslione considerata dalT Iletiiiite, di dclerminare doe
una funzione razionale inlera, la quale corrispondenlemenle
ad ()^ -|- 1) valori della x offra altrettanli valorj dati
della y , parnii die piu spedito della fornuila del Lngrange
— diiO —
siu r iiso clclle liiuzioni inlerpolari, di cui leci ccnno iiclla
niemoria sulla risolnzione miiiiccica dcllo cquazioni ( Isii-
hilo Vcncto, 1857, VI, pag. 3G2, § 15). Secondo il Canchy
{Complcs, Nov. 18 ;0, XI, p. 775 c 033. Genu. 18 58, XXVI,
pag. 29 c 57) T Ampere considcro pel primo le liinzioni iu-
terpolari ( 1/ui., Clergonne, 1820): giova |)eiallro nolare
elie lin dal 1800 il Tadiiii si era occupalo di unaioglie fun-
zioni, e no aveva spccialnicnle dedolto in iiiodo rigoroso lo
sviluppo del Taylor, deteniiinando col lore mezzo i limili del
residuo, e cio in una Memoria degna, a mio credere, di
molta considerazione inserita nel Giornale della Socieli
d' Incoraggiamento di Milano (luglio 1800, VII, pag. 03).
Veggasi pero la memoria d' Ampere nel /. Ec.polijt. VI.xiii,
pag. 148.
II modo die mi sembra piu breve per calcolare i valori
delle funzioni inlerpolari e quello esposto qui sotto, dove
alia formula generate accompagno nn esempio niimerieo. Si
Iratla di delerminare la funzione razionale-inlera y in gui-
sa (he ai valori a;„= — I , Xi^= I , x„_^-=r2 , x.-~'^ ,
Xi=G corrispondano y„ = 39 , y^ = \ , y.^ = 0 ,
Vll 2/1231
X-i y, ?/23 4
ogni y . ■ . e il rapporto della diffcrenza fra due y oon-
tenenli un indiccdimeno alia differenza dei corrispondcnli
X , cioe
— 1
1
39
— 10
i
1
0
1
2
— 1
0
1
— 1
0
1
0
5-
6-
- 3
—2!
-24
— '1
-5
— 1114 —
X{ Xq Xfi X\ X'l X{y
X j' 'X [ X^ — Xq
Forniata questa tavola degl' y . . . (clio lion luogo clelle dif-
fcrenze finite, le quali sarebbero opportune se i valori ili x
forraassero una progressione aritmetica) si calcolera la fun-
zione y colla seguente tabella, che io dispongo in modo di
conservare Talgoritrao adoperato nella lisoluzione delle
equazioni algebricbe ; si noti peraltro che qui dee calcolarsi
procedendo dal sotto in su; essendo ^/dio^j = 0 si comin-
eia da ?/,)i«3 e si copiano nella riga obbiiqua ascendcnte i
Humeri die nella precedente tavola formano la riga supe-
riore obbiiqua, cioe nel nostro caso i nunieri
— ^ , G , — 19 , 39
Xq
Xo
-B,
Ai -hBi -hyoi
— 1 H- 8 -
- 18-h
12
1 — 1 -f- 9 -
-27 -f-39
1 _ 1 _4- 8 -
-19
2/ui23H-2/oi2 2| — l-f-6
dopo di che le equazioni y^ioj = A^ = A^^ = A ,
^•i-yoiiz-hBi—yoii , a;,i,-f-5o-^i , ^vJii-\-C,,=ij,,i ,
a^o^o -{-B = B,, , x^,B,, 4- C ~ C„ , rr^C,, -}- D = y^ ,
servono a determinare B^ =z8 , B^^=z^ , C„ = — 27 ,
i?=r8, C := — 18, D = \2 , e la funzione cercata e
y = — x^^ -h Sx' — 1 8a; -}- 12.
Questa funzione y = D -{- Cx -{- Bx'^ ~\- Ax^ = F{x)
corrisponde pienameate coi valori dati ; se si voglia una
funzione piii semplice della precedente si procedera secon-
do la iiota regola del metodo dei minimi quadrati adope-
rando le equazioni
— fH2 —
d -f- r.r,, -I- . . . — ?/o , d-h rx, -\' . . . = y^ , ecc.
(iovo d , c , . . . sono le quanlita iiicognile. CLc se si co-
iiosen la fuiizione l\.v) cd iiiollre requa/ione
/(.r) = X-' — I 3,i-'' -h 5 I .x-2 — -'tl.v" — li'lx -j~ i^0 z= 0 ,
che ha per radici i valori .r,, ,x', ... .r., e si voglia do-
lorminarc la funzionc piii scmplice d-{- (v-\-ei'C. , la
quale meglio di ogni allra dello stesso grado si avvicina
alia F(,r) per liitle le radici dclla f(x) z— 0 , si piio rispar-
miarsi di risolverc questa f=() e di delerminare i valori
corrispondenti della F{x) . A tul line si troveratino dap-
prima le somnie dclle poteoze delle radici della f^=0 ,
11 che imitando la disposizione di calcolo indicata nel T. VII
deirislitiito (pag. 102, § 50) si olticno scrivendo nella pri-
ma riga i coeflicieiiti (oniinesso il primo che dcv'esserc
riinita) della f{x) inoltiplicali per 1,2,3,4,5; i
numeri di ciascuna riga siiccessiva soiio proporzionali ai
cocfiicienti I, —13, 51, —47, —52, 00, ed il
primo numero di ciascuna riga e scelto in modo che la
somraa di ciascuna colonna sia nulla
— 13-1- i 02 — 1 5 1 — 208 -\- 300
15—1 GO + GG3 — G I I — G7G -h 780
G7— 871 4- 3417— 3149— 3 58^ -]-...
3 59 - 4537^ 17799 — IG403 . . .
1959— 25207 -f- . . .
10933 — . . .
qucsli primi numeri 13, 07, 349, 1939, ocx'. sono
appunlo le somme delle potenze delle I'adici della [=0 .
Dopo cio se la funzione
y==D -\- Cx -^ Jlx" -h . . . — 12 — 1 8j,' -f- 8a-"" — x^
voglia ridursi ad una funzione, per esempio, di I." grado,
si delermineranno />' d' col mezzo delle due equazioni
//2«*^" -+- C'-£oc — B^x' + A1.X-' H- . . ,
Ji'^x -}- C'Ex' = B^x-' ■+- A-Ex-' 4- • • .
(■io6 5 Z/ -f- I 3 C = 8. G7 — 1 . 349
13 Z)'-h 67 C' = 8.549— 1.1939 ,
die danno D' = 8,0747 , C — 1 1 ,0482 e la funzionc
Y = {D -h D') -^ {C -h C')x = 20,0747 — 5,95 1 8 . a;
clara corrispondentemenle alle cinque radici della 7 = 0
i valDi'i, le cui differenze dai valori di* y hanno la somma
dei (jiiadrati minima. Se la Y dovesse essere di 2." grada
si formcrebbero in simil raodo le Ire eqiiazioni
D'Xx'^ H- C'-Ex -f- B'Ex' = AEx' -+-..., ecc. , colle
quali si delerminerebbero D' C D' da sommarsi pot
eolle DCS.
II Gauss osservo {Commenlal. Soc. Sc. Ooltingensis rc-
ccntiores, 1815, III, pag. 39, § 1 I), che senza bisogno di
risolvere la /(x) si piio trovare una funzione intcra
F{x) , la quale corrispondentemcnte a ciascuna radice del-
la /'(.r)=0 abbia lo stesso valore della funzione razio-
nalc frazionaria X{x) : (p{x) ; sempreche il douominatore
fp noil abbia alcun fattore comune con f . Prima di
lutto mediante la 7= 0 si potranno abbassarc i gradi di
A (p al di sotto di quello di /'. Dopo cio il Gauss svi-
luppa in frazione continua il rapporto f(x) : (p{x) , cioe
pone le equazioni identiche
f=P(p-j-^ , (p = Q^-j~^ , P^ — ij^_l_^^ ecc.
dove i polinomii /' Q R . . . sono almeno del 1 ." grado,
cd i gradi di (p ^ ^ . . . sono decrescenli; ponendo
/=::: 0 si vedc chc queste equazioni danno per ciascuna
radice della f=0, A = — P^ , l=z { \ -^ rQ)(p ,
M = X ~ ^'i= (— ^' — P^ — ^'Q^')(P > • • ■ " numera-
lore X{x) potra csprimersi con
A — />?)-{- VA-f r|H^ . ..
— 1114 —
tlovc p 7 ... soiu), i;(MicM-alineii(c parljuido, qnanlita co-
stanti, sicolu"' in lino sara
F = /) — (jP -h '• ( 1 -4- PQ) — s (/' -h if -h PQIl) -h ec.
/' , I -\- PQ , ec:'. siuio i iiiiiiioi'atori ilellc IVazifMii ooii-
vcrgenli verso la IVazione continua
/ : (p — /' -t- |/() -h I //{ -4- ore.
Per esempio so A = a' — m x -\- 2 5 ,
(p =z a;^ — 7a;- -}- 3c» -f- 12 la funzioiiG F(x) clio per
ciascuna delle cinque radici — I , I , 2 , 5 , (5 dclla
prccedeiite J':=z 0 egiiaglia il rapporlo X : (p si oller-
ra calcolando la /:= {x" — Gx -|- 0)vp-[- x'^ -\-2x — 12
cioc Pzzzx'- — Ga; -}— G , ^ = x"' -h- 2x — 12 , poi
X AS
276
ty =: — - ; d'alti'ondo A=*-' — \(ix-{-'2-'i=(p'f~7y — 1 ,
■121
quindi F— I— 7P—(i•-hP(>)=—.^•■•-f-8A•-— 18.^-1-12 .
(he eorrispoiulcnlcmenle ai predctti valori di x riccve i
cinque valori 39 , I , 0 , — 3 , — 24 della frazione
X : (p .
Gencrazione spontanea.
Durante fanno prcsento furono discussc ncIT .'slilulo di
Francia due di quelle qucsiioni, su cui sara forsc sempre
impossibile slabilire da qua! lalo sia la verita, e die pur
nulladimeno, od anzi appunto per queslo, formano oggetto
di I'requcnti ricerclie c di decisive opinioui. L'una di lali
questioni e la nalura dei coipi creduti semplici, I'altra la
generazione spontanea. Per quanto si possadire die i falti
sono r unico fondamento delle scieoze^ pure e certo die
sla iin[ieri()so nella nostra nientc il priiicipio deH'aiialogia,
— ili5 —
per osso abbiamu slabililo il legame Ira la causa e reffcUo;
esso e fondamento d' ogni noslra scieoza, come di tutti i
nostri cM'rori ; senza di lui I falti osservati sarebbcro sol-
tanlo cognizioni sloriche sul passalo, noii mai verila scien-
tifiche applicabili al fiUiiro. Se talvolta noi dubitiarao dellc
couclusioni per analogia egli c soltanto porobe ricordiamo
cbe 1' analogia ci lia tratU in errore, c cosi lo stesso prin-
cipio ci fa diflidare della conclusione. Vieno da cio die se
i naturalisli avessei'o sempre ossci'vato cbe alia produzione
di 1111 animale e necessaria runione dei due sessi, e cbe le
piaiitc si pi'opagassero per semi, la cui fecondazione abbi-
sogna del concorso di due organi speciali ; cbiunque si fosse
atlontalo di supporre cbe la generazione di uii essere orga-
iiizzato polesse prodursi aiicbe senza una particolare azio-
ne Ira due distinti organi sessuali, sarebbe state riguardato
dai naturalisli quale stranissimo soslenitorc deH'impossi-
bile, come quelle cbe vorrebbe negare una legge della na-
tura, cbe in nianiera sempre coslante provvide alia conser-
vazione della specie. Pur la cosa precede ben diversamente
da cio cbe dovrebbe presuraere cbi amasse considerare
soltanto la generazione degli animali superiori, e guardasse
alia pill comune e spontanea iuoIti[)Iicazione dei vegetabili.
Lasciando di accennare aleune singolarissime anemalie
nella generazione sessuale, si riconobbe cbe in alcuni ani-
mali e nella inaggior parte dei vegetabili la moltiplicazieue
puo farsi mediante la separazione di una parte qualunque.
Non e pill vere cbe nell'embrione centenuto nell'uove o
nel seme vi sia abbozzato in lutti i suoi organi speciali
r essere cbe poi se ue sviluppera; un pezzo di vegetabile,
talvolta una sola feglia, e capace di formare un essere per-
fetto, cbe si furuira di liori e di frutla quanlo il vegetabile
da cui fu staccato. CAo |)rotlusse singolai-i ipetesi, per le
Serie IIL T. l\. 143
(luali si ollonchi'o I "idea slossa dell'individLio, o qnella parle,
cIk^ poleva divenire uii csserc perfeUo, fii considcrala quasi
ouiiio nil individiio avcnle anche prima d'csserc slaccalo
una \ila sua propria; cd aiicho in niolli aniniali rimaiie
dnbliioso se si Iralli di nn solo individuo o di una sociela
di juollissimi individui.
Qncsta nianitM'a di pi'opagazionc avicbbo dovulo dimi-
nuiro la liducia nrlla necessita della gencfazione per esseri
preesislenti c i'ar naseere il sospello elie in questa circo-
slanza, anelie piu cite in molte allre, la natura presentasse
una nioUi|)lici(a di mozzi che sla in opposizione eon quclla
scmplieiU'i ed uniformila che ei piaec allribuirle. Una forse
dello cagioni, per le qnali i naturalisli non aecolsero I'idea
della generazione incerta si pun trovare neirop[)osizione
ail iin'opinione del volgo ; questo clie non conosce a gran
pezza Ic rassomiglianze c le gradazioni tra gli animali, non
aveva pensato che come si generano gli animali superiori
cosi dovessero generarsi tulli gli altri, e, poco istrutto su
quel mirabile fenomcno ch'e la metamorfosi, aveva credulo
che i vermi ed altri animali o vcgelabili nascessero dalla
pulrefazione. I naturalist!, cominciando dal celebre Italiano,
scoprirono I'errore del volgo e mostrarono in millc casi la
necessita della preesistenza dei genitori ; e cosi pel principio
d'analogia negarono risolutamente ogni ailra maniera di
generazione, e prelesero die fossero necessarie sperienze
positive per dimostrare la falsiti della loro troppo generale
asserziooGj mentre invece ogni asserzione non e provata se
non in quella parte che risulta dalle sperienze gia fatte. —
Infatti nulla slabiliscc a priori la necessita della generazione
per essero preesislenti: se si annnettesse che tutti i germi
i'ossero posti tin dalla creazione gli nni dentro degli altri, e
come si ritiene impossibile la creazione di una molecola di
— 4117 —
maleria l)ruta;, oosi ogualmonte impossibile si reputasse la
creazione d' iin niiovo essere organizzato; ([uesto principio
quantunque clcstiluilo d'ogni prova, e veniito nou si sa di
dove, pure uelia sua generalita sarebbe invulnerabile ad
ogni attacco ; sarebbe uno di quei principii che si credono
come assiomi, e cui sarebbe impossibile combattere. IMa
niun naturalisla orede a questa preesistenza di gernii, che
da ttitii i secob sticno aspettando opportune circostaoze
per isvilupparsi; e dunque nii'slieri ritenere che, date pecu-
Hari circostanze, la nalura sia capace diprodurreun essere
orgauizzalo, che prima non esisteva. Quantunque per la
discussione die ci occupa nulla importi che questa creazio-
ne di csseri sia piii o meno anticipata, giacche la questione
rimane la stcssa, sia che I'embrione venga creato dopo
I'unione dei due sessi, oppure ch'esso sia creato nella fem-
mina e dalla fecondazione riceva I'eccitamento alia vita,
oppure sia creato nel maschio cd entri neH'uovo femmineo;
nulladimeno mi pare che un argomento lolto dalla teralo-
logia faccia propendere per la prima ipotesi. Se due em-
brioni discendessero insieme la dove piantano loro radici
per ricevere nutriinenio, potrebbe avvenirc die per acci-
dentali circostanze si unissero insieme nel loro sviluppo, e
cio avvcrrebbe indifferentemente in tulte le possiliili posi-
zioni rispettive ; invece le leggi coslanti della leralologia
mostrano che I'unione non puo avvenire se non che Ira le
parti similari ; pare adunque die i due esseri vengano
creati sopra biogo, spesso disuniti, talvolla unili secondo
leggi speciali.
I sosteoitori di una sentenza danno allOpiiosta opinionc
il nome di generazione spontanea., quasiciic in uaturavi po-
tcsse essere dislinzione Ira sj)ontaii('0 e siorzato: bisogna
i-ettamenle fissarc il signilicalo d'enframbi le ipotesi. 0 la
— 1 118 —
goncrozione d'ogni essore orgonizzalo ricliicdo hi proesi-
stoiiza ili almeno iino dogli csscri dclla sua stossa specie,
oppure Ira le parcccliie circostanze necossario alia genera-
zionc non e scmpro compi'csa la proesistenza di qualciie iii-
dividiio di ([uolla specie, cd alcuni esscri seuiplicissiini pos-
pono prodursi senza la presenza di alcun essere o)'ganizzato
vivo. Alcuno sembro ammetlei'c die si credesse di poler
gonerare degli esseri organizzati aiiclie scnza residiii di
iiialcria organizzata; il Pouchet risposc die tale non era il
siio assunto: si tralta di prodiirre iin cssci'c organizzato
eon quak'he avanzo di orgaiiizzazione, nia senza alcun
germc proveniente da esscri di eguale specie. — Alle spe-
I'ienzc di Pouchet e di Mantegazza si obbietia die jnfinili
gernii sono disscminali neH'aria; rispondc il Pouchet die
le osservazioni niicroscopiche non palesano tali germi, e
die so i germi iossero neiraria qualciie animaletto dovreb-
be svihipparsi anche ncH'acqua pura, quantunque gli man-
casse poi il niitrimento; mentre per lo conlrario quando vi
e qualciie avanzo di materia organizzata tosto si sviluppano
gl'infusorii. — Qui si cade lacilniente in un circolo vizioso;
per asslcurarsi che I'aria e Tavanzo di materia organizzata
non contengono germi si espongono ad una elevata tempe-
ratura; e per giudicare se questa temperatura sia suflicieale
a distruggere i germi si osserva se si sviluppino infusorii.
Quindi uno stesso sperimento provera agli uni essersi gene-
rati degli infusorii senza germi, ed agli altri die i germi
persistono alia elevata temperatura cui si sottopose la so-
stanza. E quando la sostanza sia carbonizzata, se non
compariscano infusorii, i primi diranno che la cagione
nee I'essersi distrutto ogni resto d'organizzazione, ed i
secondi diranno che ai germi si e tolta la facolta ger-
minativa. — Bisoiiiicrobbe trovare die in sostanze di
— my —
ogual origiiic organica variamcnle modilioata da rcagonli
chimici purissimi si generano infusorii different!, i cui gcni-
tori non possono trovarsi uogli esseri vivcnti, da cui quelle
sostanze proveiigoiio; ma^ancora sarebbe leeito siinporre
ehe gl' infusorii fossero suscettibili di metaniorfosi siniili a
quelle che si risconlrano in alcuni vermi inlestinali, i quali
successivamento ospilano in animali differenti,e che percio
si celasse la provenienza di paternita.
Quantunque gli scienziati dell'Istituto di Franoia sieno
avversi alia generazione spontanea, pure mostrarono di
credere che I'argomento potcsse ricevere sperimcntalniento
qualche decisione od alraeno maggior chiarezza, giacche lo
proposero ad oggetto di premio {Comptes, XLVIH, p. 33o).
Potrcbbe sospettarsi che provenissero da nuove crea-
zioni quelle crittogame che attaccarono cosi crudelmente,
forse per la prima volta, i tuberi, le viti ed i bachi da seta.
Riguardo a questa ultima malattta 6 osservabile che una
commissione dell' Istituto avente Quatrefages per relatore
in un lungo rapporto {Comptes, Mars 1859, pag. 5b2) sulla
pcl/rine dei bachi, che si paragona at cholera, non faccia
alcun cenno, nemmeno ad oggetto di coufufazione, dell'ipo-
tesi e delle osservazioni, per le quali molti naturalisli ten-
gono per probabilissimo che la cagione del male sia una
crittogama.
Corpi sempUci.
La discussionc tra Dumas e Despretz (Comptes, Fevr.
1839, XLVIII, pag. 3C2, 375) ebbe per oggetto la scrapli-
citti dei corpi. La sontenza dei quattro elementi regno per
molti secoli; giacche la stabilita delle opinioni e in ragione
inversa dclla stabilita raeccanica, quanto piu ristretta e de-
— H20 —
l)()lo luiiino la l)aso, tanlo piii liuii^adienio riniangono iiicon-
cusso. Le scopeile nioderne portarono alia sossanlina i
corpi olenicnlari, iiumcro clio male si accorda eon quolla
somplicila, die ad ogni coslo si vorrebbe trovare nella
natura. — Gli oquivalenti ehimici di questi eorpi scmbrano
essere luUi cspriiiiibili eon nunioii intcri qiiando si'assunia
il nimiero 8 per e(iuivaleale deH'ossigeno; qiiesta osserva-
zione fu falla da prima dal Proui, c quanlunque eombat-
kita dal Berzelius seml)i'ava conformala tialle analisi succes-
sive. iNclia .Alemoi'ia inserita nel Vol. Ill dell'i. r. IsUUito
(Venezia 1847) ho anch'io raccolto in iin prospetto i piii
probabili equivalcnti dei corpi seniplici, facendo scorijorc il
gran vantaggio die si lia abbandonando per rcqnivalentc
deir ossigeno I'lisilato 100 ed adoperamlo il numero 8: ho
semprc il desiderio di rifare quel prospeUo a seconda dellc
nuove osservazioni. Jl Dumas ha pubblicalo parlc delle
risultanze dei suoi lavori [Comples, Nov. 1 857, XLV, p. 709;
Mai 1858, XLVI, p. 952); egli e sforzalo ad ammeltere nci
numeri esprimeiiti gli equivalenti non solo i mezzi ma an-
che i quarti ; il die, a dir vero, mollo toglie alia scmpIiciLa
ed alia credibilita della legge del Prout. Sarebbe un lavoro
importanUssimo slabilire \' error probabile di ciascuna dc-
terminazione iiumeriea, allora si polrebbe scorgere quanto
grado di fuUuia ri manga a quella legge. II Dumas reca ai
numeri comprcsi iiel mio prospelto le segueali modilica-
zioni: I porlato da !26 a 127, F da 1 8 - - a 19 , P da
32 a 31, Si da 22 a 2 1 , Cr da 28 a 2G, W da 95 a 92,
Ti da 2'i a 25, Sb da 129 a I 19 c poi 122, 2.P.i da 212
1 3
a 207 c poi 2 1 i , Pb da 1 04 a 1 03 -^ , Zn da 33 a 32 j ,
1 I 3
Ni da M) a 29 — , Mn da 27 — a 20 , Al da lia 13--,
— dl21 —
Zr da 34 a 33 , Mg da 12,7 a 12 e poi I2-| , Sv da -ii
a 43 4- , Ba da 08 a 07 4r , SI da 0 a 7 .
4 2 *
I corpi scmplici, die per le ioro I'assomiglianze sem-
brano appartenere ad una stessa fainigiia, hanno lalvolta gli
equivalenli in progressione arilraetica : siccomc una tal
cosa ba luogo Ira moltisshni radicab provenienli dalla na-
tura orgauizzala, il che trova una evidente spiegazione
nella successiva soslituzione di un coniponcntc ad un altro;
cosi ak'uno e Irallo a credere cbe veraincnte i corpi detti
sempbci risuUino da varie propoi'zioni di altri corpi, il che
spiegherebbe e la rassomiglianza delle proprielu e la pro-
gressione negli equivalenli cliiniici. Mi seinbra die queslo
raziocinio sia una consegucnza del preconcelto principio
della semplicila della iiatura, e di un ben ardilo principio
d'analogia. Aspelliamo di riconoscere sperimentalnienle cbe
p. e. il cloro, il bromo e liodio sono o differcnti combina-
zioui di due coraponeuli, o diflcrenli stali ailotropici di una
stessa sostanza, ed allora ci polra sorgere qualcbe proba-
bilita che simil cosa abbia luogo tra il solfo, il selenio ed il
tciluro, o nei due gruppi del calcio strunzio bario, e del
litio sodio polassio, od in altri gruppi. Inlanto non mi pare
che si ablh'a alcun uioiivo per credere die i corpi ritenuti
quali semplici non sieno tali: non si puo che indicare come
falli osservabili le relazioni tra i pesi degli equivalenli dii-
mici, notando peraltro che il ristretto loio numero o la
non perfelta esatlezza lasciano mulla probabilita che sieno
accidentali incontri resi facili dalla supposizionc che gli
equivalent) sieno nunieri interi.
II Desprelz inlrattenne llstituto con parecchie sperien-
ze (Comi)tes, Dec. I8a8, XLVII, pag. 1020 ; Janv. l8ol),
pag. 130, 302, cc.) sull' inalteraliilila di aUuni gas e me-
— 1122 —
lulli soUoposti a i'ortissimc (eiiiperaliu'e, coircnli eleltri-
clio, cc. li Dumas considoru qucsti lavori come iin' opposi-
zioiic alle sue vedute, c disse »lie le sporienzo iion erano
coiicliidcrili, giaccht' uii corpi) piio rimancrc invarialo soUo
allissime leinporaUirc e nulladinicno cssor cumposlo, dclla
(jiial t'usa I'acqiia sei'vo di esempio. Mi pare clie le coiisi-
dorazioni del Dumas, appunlo perclie poggiale unioamenle
ad ipotesi, noii posi-ano rieevei'e altaceo da sperienze di
I'jsultato solamenle negativo, le quali d'aUroiule conscrvaiiu
la loro iiuporlanza in quaiiio eomprendaiio nuovi I'alli sulla
iiidecomposizione del corpi liiiora riguardali come semplici.
"ypirili picchialori.
L' Accademia delle scienze uoii si occupo mai di quegli
incaiitesimi, die sollo i iiomi di uiagnelismo auimale, di
iavole pailauli, di spiiiti picchialori sorgono di Iralto in
trallo a piovare die la credulila non e di esclusiva appar-
lenenza del volgo. Possiamo soltanlo nolare una conversa-
zione [Cumplcs, Avril 1850, pag. 757 . . . 7G i) inlorno ad
alcuni roniori museolari palulogici, ed a parecchic maniere
eccezionali di piodune volonlariamenie dei suoni e dei
colpi coi lendini e colle ossa ; speciali propriela di alcuni
individui elie spiegaiio henissirao le giunlerie esercilate
ueir America dei Nord, di cni si I'eee onore al Diavolo in
persona.
— 1123 —
Conforme V articolo 8." del regolamento intenio
si fa lettura della segnente comuiiicazione del sig.
Carlo Ponti.
ALL' L R. ISirrUTO VENETO
DI SCIENZE, LETTERE ED AKTI.
I folograli e i fabbi'icalori di stereoscopi stabilirouo
le propoi'zioni del loro meccanismo sul principio, cho la
distanza iateroculare, essendo invariabile, non perraette di
fabbricare stereoscopi di maggiori dimensioni degli iisitali,
c in conseguciiza credettero cbe le vedute fotografiche non
potessero sorpassare quella grandezza clie si rese costantc
e comune in lutli i paesi, e che lesto Onora nei liniiti di HO
centimeli'i quadrali.
Le due leuti negli attuali stereoscopi sono poste ad an-
golo alquanto oltuso, ed hanno una distanza locale assai
corta, di circa 4 pollici, corrispondente a quella delle ordi-
narie lenti da cataratta ; cio che non e senza qualche afla-
licante influenza sulP occhio.
Si erode pure nocessaria condizione a rappreseatare il
solido o ad otlenere la sovrapposizione, che le due vedute
fotografiche sieno collocate ad angolo dcterminato Puna ris-
petto air altra.
Questi sono i priiicipii coraunemente ammessi a regola-
re la fabbricazione degli stereoscopi e delle relative gran-
dezze delle vedute fotograflche ; laonde non v" ebbero mai
ne stereoscopi ne vedute fotografiche di dimensioni mag-
giori di quelle che tutti conoscono.
Posti questi fatti, io pcnsava se quel principio, conunie-
mentc avulo per immulabile, fosse vcramcnle quale lu si
Seric III, T. IV. I'i4
— 1124 —
credeva ; se fosse possibilc, col tiare alio Icnli magii,ior
diauietro, angolo piii aculo, distanza focalo piu liinga, c
alle vedute fotogiafu'lie dimonsioni mnggiori, di supplire
air invariabile dislanza iiilciociilaro, c di oUencro ugual-
nienlo la rappresontazione del solido al uaturale in un cam-
po visuale raaggiorc del i-onsiieto e con ir.aggiore ingrandi-
luento.
Propostomi qiieslo scopo, io coulldo di averlo rag-
giiinto.
Kel lueccanisnio, the ho lonore di prescntare a queslo
i. r. Istilulo, le lenti prismaliihe sono di diaraelro ollre al
doppio luaggiore delle coniuiii, e cosi pure Io sono oltre al
doppio le vediiie fotogialiclie, perclie dui liniite coniune fi-
iiora invariato, di MO centimeiri quadrati, esse arrivano a
quello di 2G0, onde f oggetto v'appare ingrandito, od cste-
so ad un canipo maggiore.
In tal niodo polei ottenere quanlo finora non eras! con-
seguito ; cio clie come frutto modesto de' miei lavori rac-
coiuando a queslo i. r. Istituto, non senza aggiungere la
quasi certezza che potro fra non molto fargli omaggio di
pill cospicui risultamenli.
Elenco dei doni presentati all'i. r. Istituto dopo le
adiinanze 10 e 11 apriie 1859 fiiio dopo le ul-
time deir anno 1858-59.
Memorie (/' idrauUca pralica, delT ingegnere commend. Pa-
Icocapa, volume unico. — V^enezia 1830.
GazzeUa di Verona. N. 79-187.
Giornalc dcUe scienze mediche. N. 6 e 7. — Torino 1859.
llcichs-Gesclz-l/latt, elc (Bollellino dolle Lcggi per I'lmpero
Auslriaco), puntale 11-41.
— H25 —
V Echo medical. N. 4-6. — Neiichatel 1859.
BuUctlhi de la Societc Vaudoise des sciences nalurelles.
N. 43. — Losanna 1850.
Catalogue de la hiblinihcqne de la meme Sociele. — Lo-
sanna 1858.
NolizenMalt etc. (Foglio di notizie in aggiiinta airarcbivio
di nozioni per !e fonti della storia austriaca). — Vien-
na 1858.
Archiv etc. (Arcliivio per le nozioni delle fonti sloriclie
austriache, ecc).
Vol. 20, disponsa 2: — Vienna 1859.
)) 2 1 , » I ." — )) I)
Sitzungsberichte etc. (Atti dell'i. r. Accademia delle scienze
di Vienna).
Classe di Closotia o storia.
Vol. XXVIII, dispensa 3.^ — 1858.
» XXIX, » 'i.^e2.' »
» XXX, .) I." — 1859.
Silznngsbericlile etc. (Atti delP i. r. Accademia suddetta).
Classe di niatematica e scienze naturali.
Vol. XXXIII, disp. 24." alia 29/ — 1858.
» XXXIV, .) 1." alia G.^ — 1859.
0 XXXV, " 7.' alia 9.^ — «
Corrispondenza scienlifica. Anno 5, N. 4 1 -5 1 . — Roma 1 859.
» 6, IN. 3 e 4. .. »
II mvtuo soccorso, ecc. N. 15-22. — Milano 1859.
Camples rendus hebdomadaires de i Acadeinie des scien-
ces. T. 48, N. 15 al 26. — Parigi 1859.
» 49, » 1 al 6. — » »
Atli dcW Accademia fisico-medico-slatistica, T. 4, disp. 1."
— Milano 1859, con Tindice per I'anno 1857-58.
La caduta della Repubblica di Venezia ed i suoi nitimi 50
anni. Sliidii storioi di (lirolamo Dandolo. UKiraa dispcn-
sa. — 1851).
Osservalorc Jriesiino. N. 79 al 180. — 1859.
Annotalore Friulano. N. 4 5 al 33. • — Udine 1859.
Denkschriflcn, etc. ( Memoric dell' imp. Accadcmia delle
Sfionzc di Vienna).
Classe di liiosolia e storia. Vol. IX. — 1859.
Classe di uialem. e scienze nuluiali, Vol. XVI. «
Alti delta r. Accademia del Georgofili^ Vol. VI, disp. I." —
Firenze 1859.
HvUetlino dell' islmn di Suez. N. 7 e 8. — Torino 1859.
Avvisatorc Mercantile. N. 15 al 33. — Venczia 1859.
V Etd presente. N. 15 e IG. — Venezia 1859.
Cazzetta di farmacia e di chimica. N. 15 al 28. — Venc-
zia 4 859. ■
Cronaca di scienze, letlcre edarti. N, 7 al 9. — Milano 1859.
L' Economia rnrale. N. 7. — Torino 1859.
// Bacofilo itatiano. Anno 2. — Milano, aprile 1 859; con un
bullettino.
Arcliivio storico ilatiano.T. 9, dispensa 1.' — Firenze 1859.
Maynciische etc. (Osservazioni magnetiche e nieleorologiche
di Praga, anno XIX; dal I." gennaio lino al 31 diccm-
bre 1 858.
La Civiltd cattotica. N. 218 al 225. — Roma 1859.
Circa le condizioni ed i salarii dei maestri comunali in Lom-
bardia. Disserlazione d' Ignazio Canlii. — ^lilano 1859.
AlUjemeine zeitwig (Giornale universale per la scienza).
N. 1-G del foglio setlimanale, con appcndice bibliogra fl-
ea. - Vienna 1859.
N. \ del foglio mensile. — Vienna 1859.
Opcre scientifiche ed artistiche composle, disegnale ed illii-
slrate da Ignazio Villa. — Firenze 1859.
— 1127 —
Inlorno alle superficie delta 2.' classe inscritte in una stex-
sa superficie sviluppabile dclla 4.' classe, Nola del sig.
prof. Luigi Cremona. — Roma I8a9.
Suite linee del 3." ordinc a doppia curvatura, del siiddello,
— Roma i859.
Novorum actorum Academiae Cesar eae Leopoldino- Caroli-
nae naturae curiosorum. Vol. XXVI, p. II. — Vratislaviae
el Boiinae, 1858.
Bultetlino delle scienze mediche di Bologna. — INIarzo,
aprilc, maggio 1859.
L' Educatore Israelita, Piintata IV, — Vercelli 1859.
De Atropa Belladonna. Dissertatio iuauguralis, del sig. Sa-
verio Walser. — Monaco 1839.
De abscessibus intermuscularibus, qui in parietibus thoracis
inveniuniur. Dissertazione inaugurale del sig. Carlo
Fabian. — Regiomonti 1858.
Relazione informativa sui profjetti intesi a derivare dal
fiume Ledra acque irrigue e polabili a benefizio di un
vaslo territorio inacquoso nella provincia del Friuli,
del prof. sig. Gustavo Bucchia. — Udine 1858.
Die Sclmefelthcrme, etc. (Delle terme solforose di san Ste-
fano in Istria). — Vienna 7 agosto 1858.
Piante utili alt' agricotlura ed alle arli. Calalogo del sig.
Adolfo Sennoner. — Vienna 1858.
La Ciarla. N. 7. — Trieste 1859.
La Spetlatore italiano. N. 29. - — Firenze 1859.
Revue agricole industriette etc. de Valenciennes. — Marzo
e luglio 1859.
Bultetlino delle leggi ed Alti ttfficiati per le prov. venele
Parte I.' , Punt. I a 3. — 1859, con indice del 1858.
» 2." , » i a 3. •) I) n
It Crepuscolo. N. 8 al le. — Milano 1859.
--H28 —
Moninnmli. arlislici e slorUi delte provincie vencle dosci'itli
.. (hilla Commissione iiisliluila da S. A. I. il Seienissinio
Artidiica Fcrdinando Massiiiiiliano. I." fascii'olo. —
Mi la no 1859.
Annali di malemalica piira cd applicata. N. 2. — Roma,
mai'zo cd aprile 1859.
Alihandiunyen, etc. (Trattazioni deirAccademia delle scienzc
di Monaco).
. Classe di malem. e fisica, Vol. VIII, parte 2." , 1857-58.
» di sloi'ia » » » 2," ,' »
1) di filologia e filos., » » » 3' , »
Oclehrlc Anzeigen, etc. (Notizie seientificlie pubblicate dal-
I'i. r. Accadeni. delle soienze di Monaco). Vol. 47.—
^859.
Annalen, etc. (Annali del reale Osscrvatorio di Monaco) Vol.
JO. — 1858.
Lclture di famiglia. Sezione letlerario-ai'tistica del Lloyd
Austriaco in Trieste. Vol. 8, puntate 4 al 6. — 1859.
/.' (Jnion mcdkale de Bordeaux. N. 4 e 5. — Aprile e mag-
gio 1859.
Notice des travaux de la Socielc de mcdccine de Bordeaux,
pour I' annee 1858. — Bordeaux 1859.
nivista di Firenze. N. 27. — 1859.
Bulletin de la Socicte Oolaniijue de France.
T. 5, dispensa 9. — Parigi 1858.
T. 6, » I e 2. — Parigi 1859.
H Giardiniere ; Annali d' Or ticoUura. Vol.11, Disp. 4 e 5,
Serie 3." — Milano 1859.
Gli Stati ponlificii e gli Stati sardi. Risposta del contc Igna-
zio Costa della Torre depulato di Varazze, alia lettera
del cav. marchese Gioachino Pepoli da Bologna. — To-
rino 1859, - i«-..-.^ ■■■■■ ■- • -
— 4129 —
I'rospetlo degli sludii deW i. r. iiiivcrsild di Padova per
I'anno scolastico 1858-39. — Padova 1859.
Vcrhandiungen, etc. (Memorie doiri. r. Sociela zoologico-
botanica di Vienna.) — Anno 1858.
Bulletin de la Sociele imp. des naluralislcs de Moscou. Di-
spensa 4.' 4 858 e disp. 1.'^ 1859.
Miltheiiungen, etc. (Comunicazioni delli.r. Societa geogra-
fica di Vienna). I.'' dispensa. — 1859. ^
Jahrbuch etc. (Annuario dell'i. r. Istituto geologico di Vien-
na) Disp. -5.=^ 1858 e disp. I.'' — 1859.
Poliislore, etc. (Giornale di scienze fisicbe e morali in lingua
arniena). N. 5 al 7. — 1859.
Stdle reliquie f/' un pachyodon, dlssottcrraie a Libdno due
ore nord-est di Belluno in mezzo all' arenaria grigia^
del dott. Raffaele Molin. — Vienna 1859.
Beilrdge, etc. (Aggiiinte alia Paleontogralia dcH'Auslria) del
sig. Franc, cav. de'Haver). — Vienna ed Olraiitz 1858.
Risposta del prof. Giusto Bellavitis all' apologia del prof.
Bartolommeo Bizio sulla doitrina fisioo-chimica ilaliana.
— Padova 1 859.
Sulle risaie del basso Friuli. Meraoiia di Giacomo Collotta.
— Venezia 1859.
Mem,orie delP i. r. Islitiito Lombardo. Vol. VllI, fasc. I. —
Milano 1859.
Atti dell'i. r. Istituto suddetto. — Vol. I, fasc. 15. — Mi-
lano 4 859.
Memorie dell' Accademia d'agrieoltura, commercio ed arti di
Verona. Vol. 33 al 33. — 1857.
» 36 0 37. !838.
// Principio fiiosofico di Antonio Rosmini e sua armonia colla
dottrina caltolica. Lettere di un anonimo con annota-
zioni del P. Sebastiano Casara. — ■ Voiona 1859.
— 1 130 —
Ciornale vcnelo di scicnze mcdiclie. Aprile, maggio c giii-
giio 185'.).
Sludii del sig. doll. Cesare Bernasconi sopra alcmii punli
slorici dclla pilhtra italiana, raccolU e ripubblioali da
Carlo Ferrari pittore Veronese. — Verona, aprilc 1859.
Die FeicrUche etc. (Solenne adunanza doll'i. r. Accademia
delle scienzc in Vienna Icnutasi il 30 maggio 1859).
'AclUzehuter, clc. (Rapporto 18." sul museo Francesco Ca-
rolino). -- Linz 1858.
MonatsOcriclU, etc. (Relazioni nionsili deli i. r. Accademia
delle scienze di Berlino). — 2° semestre 1858.
Vebcrsichl, elc (Prospelto meleoi-ologico dell' Islituto di Ber-
lino, con osservazioni alinosfcriclie.) — 1855.
Vebersicht, etc. (Prospelto almosferico del Nord della Ger-
raaiiia colle osservazioni meleorologiehe dell'Istitiito di
Berlino). — Anni I85G, 1857 e 1858.
Bericlit, etc. (Relazione del 30 gingno 4 859 dell'i. r. Istiluto
geologico di Vienna).
Verliandlungcn, etc. (Trattazioni dclla Societa fisico-medica
di Wiirzburg). T. 9, disp. 2.'^ e 3.=* .
Geschichle^ etc. (Storia dello scleranto uncinato di Vittore
Janska). — Vienna 1859.
llicerche e considerazioni uUeriori suU'alluale inalaltia dei
bachi da sela del dolt. Marco Osimo. — Padova 1859.
Alti dclla pabhlica adunanza (anniversario 19.") dell Isli-
tuto medico di Valenza. — i859.
Statuti dcW Istitulo suddetlo. — 1858.
The Journal. Giornale della reale Societa di Dublino. —
Gennaio e febbraio 1859.
Prospectus lielminllnim, qui in rcplUihus et amphihiis Fau-
nae itaticae continenlur. Auctore Friderico Polonio. —
Palavii, julio 1859. - • ' '•-'
I^DICE DELLE mmu
DELL' ANNO ACCADEMICO 1838-59.
-oo^n
orno
i-i novembre
1858 . .
pag. 63
—
15 novembre
»
. » 125
—
\2 dicembre
»
. » 127
—
\ 3 dicembre
e
. » 237
—
\ 6 (jennajo
1859 . .
. » 241
—
17 ijennajo
D
. » 295
—
1 3 febbrajo
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. « 3 H
—
14 febbrajo
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. » 375
—
1 3 marzo
I)
. .. 411
—
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—
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1 1 aprile
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—
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1) . , .
« 923
—
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» . .
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—
20 giugno
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—
2-i luglio
» . . .
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—
25 luglio
» . . .
»I097
—
2 1 agoslo
"...
» i 1 0 1
22 agoslo
» . . ■
« 1 1 09
Serie IJ/.T. IV.
148
(! '. \>
-K't
IlICE ifiFABETICO
PER M A T E R I E E PER N 0 M I
Jcqnisli. — Opere di molto valo-
recomperalepeilabiblioteca
dalli. r. Islitiito; e proposta
di miovi acquisli, pagj. 336.
Jdunanze, piig. 63, -123, 127,
237, 241, 293,311. 373, 4 H,
483,311,603,657,923,925,
1019, 1021, 4097, 4101,
1109.
^ffari inlerni. — Si distiibui-
scela tabellaperle adunanze
deir iinno accadetn. -1838-59,
p.84. — Apresinn piego depo-
sitato lie! 1847 daldecesso m.
e. ingeg. G. Jappt'Ili, dove si
siiggeriscoiio aicHni spedienti
repuiali iilili per le ferrovie,
p. 138. — Si legge una !et-
tera del iminicipio di Trie-
ste, tbe prega i' Istitiito di
volere incaricarsi del giiidi-
zio dei lavori cbe fos^ero per
essere prodotti in risposta
ad nil siKt programma con-
cernente nn' opera di belle
arli, cni andrebbeannessoun
premio di fior. 630, p. 238.
— Si statnisce che il qiiesito
scientififo da piibbliearsi nel
maggio dell'a. c. debba ver-
sare soprn hi chimica e la fi-
sica applicatn ai bisoqni del-
I'nomo, p. 243. — Si elegge la
ginnta per la scelta dei socii
corrispondenti, composta dei
ni. e.Buechia, Bi'lla\itis, Za-
nardini, iMiiiitb, Sanlini, Sa-
gredo, CO. Miniscalcbi e Bian-
cbelti: nonche iin'ailra ginn-
ta per la biblioleca. di cui fa-
ranno paite i m. e. Sagredo,
Cicogna, Minich , Zanardini
e Beila\itis, p.244.— Si legge
iin decreto deH'i. r. Liiogote-
nenza risguardante I'elezione
del prof. Riiffeiele Molin a s.c.
deir i. r. Islitiito, ivi. — 11 se-
cretario jinniincia esser stata
distribiiita la 11 parte del
Vol. \II dclle Memorie in 4."
pnbblicate dall'Istilnto, ivi.
— Si legge una iettera del
4434
presiilente dell' Istiluto lom-
hiirdo bar. Ciunillo Viu-ani,
con cul parlecipando all'Isti-
tuto veiieto la sua tlozioiic,
a quelia carica, fa un voto
perciie si scambino con pin
di IVeqiienza le reciprocbe
conuinicazionl . come piu
indiibitala dimostrazione <li
fratelle\oIe Concordia, p. 430.
— Risposta j)ienamenle ade-
siva del<a Presidenza \eneta,
pag. 332. — Una giunta, coin-
posta del m. e. Bizio, Tiiiazza
e Bnccliia, soltopono all'Isli-
tuto tie piograninii per la
scflta del quesiloscientifico da
preniiarsi nel ^861 : il primo
conteniplerebbe : dcscrivere
un processo, mediantt it qua-
le la scriUuru e alciuii nan
ifoppo flclicali clisecini si
trasporlasstro in una forniu
(li facile conservazione, dalla
quale si polesseio poi trarre,
quando clit sia, ahneno due-
ctnto buone copie j il seeon-
do: dinioslrare, colt' oppoq-
(jio dell' esperienza, a qual
grado possa conduisi la so-
luzione del prublema sulta
potubitild dell acque mari-
ne j il terzo ; la linliira delle
sete, p. 509. — • Si accolgono
con pieno gfiidiiiiento nio-
delli in gesso di I'rntti ed ani-
niali tossili offeiti e lavorali
dal ni. e. prof. IMassalongo,
p. 556. — Si (iistribniscono
ai ni. e. piesenti alcnne se-
nienti cinesi delle piante cosi
delte /«He,ed altie specie pro-
venienti da Sciangai e IVingpo,
per fame prova nelle noslie
terre, pag. 550. • — ■ II in. e.
prof Biicchia presenta un
piego suggellalo del sig. Val-
vasori di l*alio^a, risguar-
dante la tiitsniissione con-
teniporanea di j)iii telcgrani-
ini, pag. 1108.
Animati domesUci. — Sidl'arte
d' amnnglioiarne le razze,
pag. 541. — Sullo stato sa-
nitario degii aniinali doine-
stici nelle pinvincie venete,
pag. 923,069, 981.
Jnnvnzii, p. 160,238.241,330.
Jrctieotofjia, pa-g. 925, 1005.
AssoN Ulichehmgelo, s. c. Snl-
le capsule so|)rairenaIi. Me-
nioria, pag. 619.
Jslronomia, — • pag. 321.
Bachi d(i seta. — Uova d'nn
baco deir Australia, p. 656.
— Sulla malaltia attuale dei
bachi, pag. 1019, 1020.
BvLBi cav. Eugenio, s. c. —
Delle societa geografiche, e
particolarmente della i.r. So-
cieta geografica di A ienna.
Memoria, pag. 30.
Baseggio Gio. Batt. — Alcune
sue osservazioni intorno i
baclii da seta, ed altri lepi-
dolteri, pag. 1019.
Bellavitis prof Giusto. —
Sulla risoluzione algebrica
dt'lle eqiiazioni. IVota , pag.
55. — Ceniii elementari sui
dijcriniinanti, invariiinti e
covarianli. iVota, pag. 65,
84. — Della materia e del-
le forze. iMemoria, pag. 242.
-M35 —
— Suii elezione a meinbro Bembo co. Pieiiiiigi. — ■ Siille
della giiinta per la sceltii Istitiizioni di beneficenza tle!-
dei Socii coirispondenti, p. la citla e provincia ili Vene-
243. — Idem per- la friiinta zia: opeia pre^enUila in do-
della biblioteca, p. 244. — no dairaiitore all'i. r. I>ti-
Coiminica iin' aggiiinta ad tiito, e rapporto cbe ne fii
una sua Nota piibblicnta lello, pag. 483.
Del 1838 nel III Vol. di qiiesli Berti dott. Antonio, s. c. —
rnedesiini Atti, pag. 344. — Siil clinia di Yenezia. Studii
Fa iin"av\ei'tenza ad una let- tratti dalle osservazioni ine-
tuta del prof. Bizio sull'ana- teorologiehe del venteiinio
lisi della luce, pag. 392. — ■ 4836-35, ed acconipagnati
Snlle tavole d' integriili defi- da tavole niimeriche e grafi-
niti, conipilate da D.Biereiis che, pag. 93. — Sopra iiii
de Haan. Relazione, p. 413. insetlo [lerforatore del piom-
— Sui vantaggi d'una ma- bo. Commiicazinnej p. 452.
niera di numerazioiie nelle — Snl tlima di Venezia, eon-
citta. I\ota, pag. 420. — Di tinnaziime, pag. 469, 253.
alciine memorie del Liou\ ille — Sul terreinoto di Yenezia
intorno alle fiinzioni mime- del 20 gennaio 4839. !\ota,
riche, e delPoinsotsnlla per- pag. 393. — Su! clima di
cossa massima. Nota, p. 536. Yenezia, contiiuiaz., p. 439,
— Sogginnge alcune parole 564,937.
ad nna rettificazione del dull. Bia>chetti cav. Giuseppe, m.
Bizio, pag. 062. — Sull ap- e. — Eletto membro della
plicazione della cinematica giuntii pella scella dei soeii
alia curvatura di tutte le corrispondenti, pag. 243. — ■
Irajetlorie descritte dai pun- Suo quarto cerrno intorno a
li di un sistema piano iiiva- cose di lingua, pag. 544.
riabile. nonclie sul Syslein .Biorinifie e JSecrolocjie, p. ■l'2o,
eUiptischer boijtn berechnet, 460,311, 039.
del sig. J. G. Schmidt di Bizio prof. Bartolommeo, m. e.
Beiliri.., p. 923, 991, 4001. — Osservazioni alia l\ota
— • Allineamentu nei punti sull' analisi della luce, p. 375.
delle curve algebiiche, pag. — ■ Kettilicazione d' alcune
4402. • — ■ Sunto sulla sua osservazioni male apposte,
Nola sulla risoluzione nume- pag. 060. — Appello agli irl-
rica delle equazioni, p. 4 102. timi studii razionali e speii-
— Rivista d' alcimi articoli r imentali intorno alia porpn-
dei Conti-resi dell Accade- ra degli anlicbi, pag. 995,
mia dtlle Scienzc in Fr.uuia, 1019, 1077.
pag. 1109. Bolanica, p. 133,''i07..303,589,
— 113G
l^Rir.HE.M'i Waiirizio. — Aiitore
d' una Menuirifi siilla cor-
reiite litoiale (IcH' Adiialico,
pa;^'. 4125.
BiiccELLEM aw. Antonio. —
Autore d' una traduzione in
scioiti itiiliani dall" Eneide,
pag. 498.
Buci^lUA pi-of. Gustavo. — Sua
eiezione a menibro della giun-
ta per la scelta del socii coi-
rispondenti, pag 243. — Sul
nioto deir acqua nel turbine
idrofoio dello Selilegel, e su-
gli effetti di qiiesta niacchina
applieata al prosciugamento
dei terreni palustii dedle pro-
vincie venete, pag. 321. —
Presenta un piego suggel-
liito del sig. Yalvasori di Pa-
dova risguardante la tras-
missioue conteniporanea dei
telegraniuii, pag. 1108.
Canal prof. Pietro, m. e. — In-
torno air Eneide di Yirgilio
recata in versi italiani dal-
1" avvoL-ato Antonio Buecel-
leni. lielazione, pag. 498.
Cappelletto ingegn. Alinpio,
ni. e. — Accenna per inci-
denza d'aver I'atto parte del
giuri nella grande esposizio-
ne di Londra, come uno dei
Ire aieiiibri italiani eletli a
quello scopo, e come rappre-
sentanti' la citta di Yenezia,
pag. 152. — Legge il Rap-
porto drlla Cominijsiune, di
cni fa parte, intorno ai con-
corsi presentali in ri^posta al
quesito scientifico risguar-
dante i mezzi per iunalzar
r acqua a medioeri altezze,
pag. CG3.
Cavalli CO. Ferdinando, m. e. —
Sulla popolazione delle pro-
vince venete (llappoito, fa-
ciente parte dei lavori per la
illnstrazione topografica, i-
draulica, fisica, statistica,
agraria e niedica, secondo
Tart. 127 degli Statuti in-
terni), pag. 489. — Sua eie-
zione a Presidente, c suoDi-
scorso neli' assumerne 1' in-
caiico, pag. 657.
CicoGNA cav. Euunanuele, m.e.
— Intorno a Giovanni Musle-
ro da Otlinga, professore di
civili istituzioni nello studio
di Fiidova nel secoio XYI.
]\Iemoria, pag. 125. — • Co-
municazione d'un saggio del
.sig. Angelo Dal Medico dello
spoglio (li parole e frasi die
dovrebbero airiccbire il Di-
zionario del diiiletto venezia-
no, pag. 2i3. — Sua eiezione
a menibro della giunta per la
biblioteca, pag. 244. — Re-
lazione d'una visila artistico-
antiquaria agli stabilimeiiti
dipendenti dalla i. r. Dire-
zione del G^nio in Yenezia,
pag. 925, 1005.
Clim(itolo<ii(i, p. 76, 469, 255,
439, 561, 927.
ConltHji. — Loro origine e na-
tura, pag. 237.
Comiinicazioni. — Si partecipa
una iettera del Miinicipio di
Trieste con cni viene inte-
ressato 1" i. r. Istituto di voier
ripetore il suo ollicio di gin-
H37
(lice rispetlo ad uii concorso
per esso aperto ad un premio,
pag. 238.
Dal Medico Angelo. — Autore
d' lino spoglio di parole e
frasi die dovrebbero arric-
chire il Dizionario del dia-
letlo veiieziaiio, pag. 243.
Decretiluogotenenziali — Ele-
zioiie rafTermata in data 40
gennaio a. c. del prof. Raf-
faele Wolin a socio coriispon-
dente dell'i. r. Istituto,p.244.
— Idem del co. Giovanni
Qiiirini-Stanipalia a membro
onorario. pag. 556.
Uelibenizioni dell'i. r. Islilulo.
— Si determinano i giorni
per le adiinanze dell' anno
4858-59, pag. 81. — Si sta-
tuisce che il quesito scienli-
fico da piibblicare in niaggio
debba versare sopra la chi-
inica e la fisica applicata ai
bisogni dell' nonio, pag. 243.
— Si elegge la giunta per la
scelta dei socii corrisponden-
ti, nonche queila per la bi-
blioteca, pag. 243, 244. —
Si trovano imnieritevoli di
premio leMeinorie presentale
in risposta al quesito risguax*-
dante i niezzi per innalzare
I'acquaa mediocri altezze,
e si decide di ritirarlo, p. 667.
Discussioni ed osservazioni in-
cident ulidiir ante le adunan-
^e. — Sopra i ire membri
italiani che facevano parte
del giuri nella grande Espo-
sizione di Londra,p. io2 —
Sopra un rapporto del m. e.
iVatnias relative all opuscolts
intorno agli etfetti delia cor-
rente elettrica continua sul
gran simpatico dei sigg. Li-
nali e Caggiati, pag. 297. —
Sopra una lettura del dott.
Bizio suir analisi della luce,
pag. 394. — Sopra un rap-
porto del m. e. Canal suHa
traduzione dell'Eneide, del-
lavvocato Buecelloni, p. 503,
— Sopra una lettura del s.
c. dott. Gera, accennante al-
r arte di migliorare le razze
degli animali domestic!, pag.
555. — Sopra alcune osser-
vazioni del m. e. dott. JXardo
relative ad un catalogo di
rettilipubblicato dal m.e.prof.
Massalongo, p. 619. — ■ So-
pra alcune osservazioni in-
torno ai bachi da seta, del
sig. Baseggio di Bassano,
pag. 4010. — Sopra alcune
osservazioni del prof.Yintsch-
gau rispetto al tempo in
cui avviene il cangiamento
della fecola in destrina e zuc-
chero per 1' azione della sa-
liva, pag. 4032. — Sopra una
lettura del dott. Nardo suila
vera causa dellirradiazione,
pag. 4401.
Doni. — Libri di cui fu rega-
lato r i. r. Istituto, pag. 464,
247, 336, 432, 556, 4424.
— Coilezione di vermi inte-
stinal! trovati nelle proviucie
venete, pag. 400.
Errata-corrige. ■ — • Mende no-
tate e da correggersi nel-
I'elenco dei modelli di piante
113N
fossili piibbl. nel piecedeiite
viiltiine, |Kig. oil.
Far[o (toll. Piiolo, m. e. — Siio
r;iit|)()rlo siil procediiiiento e
siilli) stiilo iitttiiile del Paii-
teoii venetOj paj. 91. — • No-
lizie bioL^i'itfico scieiitifiche
del prol'. Bernardino ZainhiM,
pag. 311. — Presenta alcune
uova d' nil hacn da seta clie
vive mir Ati^^tialia, e pare
- spetti alle sfingi, e ciba»i di
• foglie carnose e nuicilaggino-
se, affincbe sc ne lenli laccli-
nuUizzazione, pag. 056.
Ferrooie. — Modilicaziuni sug-
gerite didl' iiigegn. Jappt-lli
pei binarii delle fcrroviej pag.
159.
Filolofjia, pag. 243, 511, 639.
Filosofui, pag. 1021.
Fkica, p. 6, '11, 63, 242, 375,
392, 393.
Gamberini dolt. Pietro di Bo-
logna. — Antore d' nn ma-
nuale sulle malatlie cutanee,
pag. 245.
GeograjUi. — Sorleta geogra-
ficbe, pag. 39.
Gerv dott. Francesco, s. c. —
Sui principii costitueniilarte
d'anirnigiiorare le razze de-
gli animali donieslici, p. 541.
Jappelli ingegn. Giuseppe. —
Sua nota postnnia sui loco-
inotori e sui binarii delle fer-
rovie, pag. 159.
Iclraulicaj pag. 321, 425.
InsKlli, pag. 453, 4019.
Istuio di Suez. — Consegnenze
proiioslicale dietru il suo ta-
slio. 679.
Lampertico Fedeie. — Sua
jMeinoria suilc consegnenze
did tajjiii) dfiristnio di Suez,
piemiaia dall' i. r. Islitnlo,
pag. 079, 713.
LiHARZiR Francesco di Vienna.
— Autore dun' opera; Sulla
legge dell accresiinienlo del
corpo uniani) e soil' ani,Mislia
del torace ( ediz. in lingua
tedesca), p. 4024.
Li-fVARi Sante, s. c. — Annun-
zio dfjla sua niorte, p. 160.
UlAssALorvGo prof. Abrauio, m.
e. — Sua eiezione a niembro
delia giunta per le raccolle
naturaii, pag. 400. — Suo
Ciitalogo dei reltili delle pro-
viueie venete, pag. 300. —
Modelli in gesso di frulti ed
animali fossili per lui pre-
sentali in dono alii. r. Isli-
tulo, pag. 556.
Malcmulica, p. 49, 55, 65, 83,
447, 293, 343, 536, 925,
994, 1004, 4024.
iMedicina, 243, 619, 923, 987,
4001, 4021.
iMeinin ab. cav. Lodovico, m. e.
— Sulla tralta dei Negri.
Memoria, pag. 414.
31icroscopia, pag. 555, 055.
Munich cav. prof. St'rafino Baf-
faele. — Sulle teorie di La-
gi-onge e di Yandermonde
spettantialla risoluzione delle
equazioni. Nola, pag 49. —
Sulla detenuiuazione e sui
calcolo delle risidvenli delle
equazioni algebricbe. Memo-
ria, pag. 127. — Siuudezione
a niembro della giunlu pella
H30
biblioteca, pag. 244. -r— So-
pra unn nianiera di conse-
guire progressivamenle lo
svilnppo deir eqiiazione ai
quadralidelledifTercnze. IMe-
inoria, pag. 293, 343. — So-
prauna lettura del dott. Nardo
sulla causa dell' irradiazione.
Osservazioni, pag. <li04.
Mimscalchi-Erizzo CO. Fran-
cesco, m. e. — EIcUo meinbro
della giunta per la scelta dei
socii corrispondenti, p. 243.
— Sua relazione sopia una
Memoiia risguardante il ta-
glio deU'Istmo di Suez, pag.
667.
WouN prof. Raffaele, s. c. —
Sua elezione a socio coni-
spondente dell'i. r. Istituto,
pag. 244, — Stillo scheletro
degli squali. Ricerche, pag.
400. — Dono per esso fatto
air Istituto d' una collezione
divermi intestinal!, ivi. — Os-
servazioni microscopiche so-
pra un verme del retto in-
testino delle rane. Annunzio,
pag. 655. — Lettura sopra
lo stesso argoniento, p. 636.
Morfologia vef/etale, p. 503.
IVamus dott. Giacinto, m. e. e
segr. — ' Sopra un opuscolo
intorno agli effetti della cor-
rente elettrica continua sulle
funzioni del gran simpatico
dei sigg. Linati e Caggiati,
Cenno, pag. 296. — Intorno
alle suppnrazioni bleu. Co-
municazione, pag. 923. —
Sullo stesso argoniento. IVota,
pag. 987. — Sopra alcuni
Seric III, T. IV.
modi d' applicare I'eleltricita
ai nialati, pag. 4402,
Nardo dott. Domenico, m. d
— Sulle ombre colorate ot-
tenute col solo concorso di
luci bianche. Nota, pag. 6.
— Sulle abitudini ecc. degli
abitanti di Chioggia in rela-
zione al dialetto da essi par-
lato. Cenni, pag. 334. — Os-^
servazioni ed aggiunte al
catalogo dei rettili delle pro-
\incie venete, pubblicate dal
ni. e. Massalongo, pag. 603^
— Prospetti degli animali
delle provincie venete, pag.
968, 4036. — Ricerche spe-
rimentali sulla vera causa
deir irradiazione, e sul vero
modo di nianifestarsi di un
tale fenomeno, pag. 4401.
IVegrelli cav.,m. o. — Annun-
zio della sua morte, p. 460,
Panteon Veneto, pag. 94.
Poesia, pag. 498.
Premii. — Premio proposto dal
Municipio di Trieste,p.238. —
Premio conferito dall'Istituto
teneto, pag. 677.
Programmi. — Programma
deir Accademia reale delle
Scienze di Torino pel 4869,
pag. 437. — Idem dell'i. r.
Istituto Veneto pel 1864, p.
610.
Quiriivi-Stampalu CO, Giovan-
ni. — Sua elezione a mem-
bro onorario dell'i. r. Istitu-
to Veneto J pag. 556.
Kapporli. — Sul Panteoil Ve-
neto, pag. 91. — Esposizione
industriale in Firenze nel
146
MAO
185i, pii;. 1 i2. — Sul iiiii-
iiiiale dt'Ue mulattie cutunee
del dott. Pietro Gumberiui
di Bologna , pag. 245. —
Sulla popolazione delle pro-
^iiicie veiiete, pag. 289. —
Sopra im'opera del co.Bem-
bo sulla pubblica beneficen-
za, pag. 483. — Sopra una
liaduzione dell' Eaeide di
Virgilio del Biiccelleni, pag.
498. — Sopra alciine osser-
vazioni di niorfologia vege-
tale del sig. J. M. Norinan,
pag. 503. — IiUorno ai con-
corsi in risposta al quesito
proposto risguardante iiiiez-
zi per innalzar racipia a me-
diocri altezze, pag. 063. —
Idem. Sul taglio dell' Istmo
di Suez, pag. 007. — Sopra
una formula proposta daRau-
kine, pag. 4021. — Sopra
xin'opera dellAccademia del-
le scienze in Francia, pag.
4109.
lieltili delle provincie venele,
pag. 300.
Sagredo CO. Agoslino, m. e.
— Sulla pubblica esposizione
naturalee iiulustriale seguita
in Firenze nel 1854, p. 442.
— Sua avverlenza rispeUo
cii commissarii lombiu'do-ve-
neti nl giuri di Londra, p. 244.
Sua nomina a membro della
giunta per la seelta dei socii
corrispondenli e del'.a biblio-
teca, pag. 243, 244.
Sanuivi sig. Giulio, m. e. —
Sulla natura ed origine dei
contagi, pag. 237. — SuUo
stato sanitario degli animali
domestici nelle provincie ve-
nete. Nota, pag. 923, 984.
SA.^TiiNi commendat. Giovanni,
m. e. — Elelto membro della
giunta per la seelta dei socii
corrispondenli, pag. 243, —
Intorno alia cometa periodi-
ca di Biela, pag. 321.
Slalislica, pag. 289, 420.
Sloria naltirale,\m^. 300, 402,
556,603,004,019,055.
Topografia delle provincie ve-
nele. — • Lavori illustrativi,
pag. 289, 407, 589, 978.
TuRAzzA prof. Domenico, m. e.
— Sulla teoria dinamica del
calorico, pag. 74. — Intorno
la memoria del cav. Maurizio
Brigbenti sulla corrente li-
torale dell' Adriatico, p. 425.
— Sopra una formula pro-
posta dal Raukine, p. 4024.
Vacani bar. Camillo, m, o. —
Sua lettera al presidente del-
r Istituto Veneto.
Veludo dolt. Giovanni, s. c. —
Intorno a Babria. Memoria,
pag. 639.
Venanzio dott. Girolamo, m. e.
— Sul libro del co. Pier Lui-
gi Bembo intitolalo : Sulle
islituzioni dibeneficeuza del-
la cilta e provincia di Vene-
zia, pag. 483.
Vi8iA!M (de) prof. Roberto, m. e.
— Recensio altera planta-
rum minus cognitarum quas
liortuspatavinuscolitauctore,
pag. 433. — Catalogo delle
pianle fanerogiiiae, pag. 589.
Zambra prof. Bernardino, lu.
— 4141 —
e. — Sull' analisi della luce,
pag. U.
Zanardiini dott. Giovanni, m.
e. — Eletto iiiembro della
giiinta per la scelta dei soci
cori'ispondenti e della biblio-
teca, p;ig. 243, 244. — So-
pra alcune osservazioni di
iiioifologia vegetale del sig.
J. M. Norman, pag. 503.
Zantedeschc prof.ab.cav. Fran-
cesco, m, e. — Osserva co-
me alia traduzione dell'Euei-
de di Annibal Caro si dovesse
aggiuiigere anche quella del-
I'Ariei per raffrontare all'ul-
tima del Bucelleni, p. 503.
— Pensieri di filosoiia ra-
zionale, pag, i020. — Cenni
storici degli stromenti musi-
cali automatici, pag. 1097.
— Sunto di un' opera sul cli-
ma di Udine, pag. J 400.
ZiLioTTo dott. Pietro, s. c. —
Uelazione sul manuale delle
nialaltie cutanee del dott.
Pietro Gamberini di Bologna,
pag. 246. — Sopra un'opera
medica del dott. Liharzik^
pag. 4021.
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