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Full text of "Nuova geografia di Ant. Federico Busching consigliere de Consistoro supremo del Re di Prussia ... tradotta in lingua toscana dall'ab. Gaudioso Jagemann. Tomo primo trentesimoquarto ed ultimo Tomo vigesimosettimo, che comprende la continuazione della Palestina, l'Arabia, e parte del Regno di Persia. 27"

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5.L2U 








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I 




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NUOVA. 

GEOGRAFIA 

D I 

A NT. FEDERICO BUSCHINO 

CONSIGLIERE DEL CONCISTORO SUPREMO DEL RE DI PRUSSIA , 

E DIRETTORE DEL COLLEGIO ILLUSTRE DI BERLINO , 

T RUD 0 T r A IN LINGUA TOSC^Nui 

DALL' AB. GAUDIOSO JAGEMANN. 

I 

EDIZIONE PRIMA VENETA 

* * * ’ * \ * " • J 

Cernita , iliuflrata , accre/ciut a , e d' alcuni Rami adornata . 

' TOMO TTOESIMOSETTIMO , 

Che comprende 

La Continuatione della Palatina , l’ Arabia , e parte 
del Regno di Periia . 




IN VENEZIA' MDCCLXXIX. 

P A ESSH> A «N T ONIO Z *■ T T A 

Con UctnKa de' Super . , e Privi/. dell’ Eccellenti/!. Senati • 



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Cavalierato del Santo Sepolcro 
Gerufalemme . 



•*** *.• tr^n é 



* t 




di 

Pag. 30. 



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in 

TAVOLA 

' ' • • • 

Delie materie ((Ritenute nel pre/ente Volume . 

. ; -> ^ . J| - . 

Continuazione della Palestina . 



L fiume Giordano- Pag, j 

Mormorto ■ • 4 

Figura , lunghezza , qualità del- 
le fue acque . 6 . e ftg. 

Alberi , piante , e produzioni . » 6 
Adonti - / »o 

Be piarne domejìtco , e felvatico . m 
Abitanti. -• *5 

I. Il PHlretto di E1 



Kods . 

La Città di Gerufalemme . 


il 


Il monte Oltvero . 


3 S 


Il Borgo di Berania . 


ìS 


La Valle di Jofafar . 


ivi 


Il Deferto di Gerico. 


37 


l^a Città dì Gerico . 


zt 


La Valle di Crum . 


19 


Il Villaggio di Samuele. 


ivi 


Il Villaggio di E 1 Bir. 


40 



Le Valli di Vadi Aly , e Letca, 
col Villaggio di Lamini . 4* 

Il Monajìero di Elia , il Sepol- 
cro di Rachele , ed il Villaggio 
di Betlem.. ivi 

Il Atonaflero diS. Giovanni- i; 
Il Villaggio di Bcit Giala. 4? 
La fonte fai Ilat a di Salomone • ivi 



Il Capello di Betulia . 4 6 

Il MonaPero di S. Saba . * 47 

' II. Il Diftretto El- 
chalil . 

La Città di Hebrou. <1 

La Valle di Mambre. 4 y 

Il Capello di S. Samuelle. ivi 

III. Il Piftrettó di 
Gazza . 

Jjt Città di Gana j * 



Il Villaggio di Lebhero . 

La Città di Afcalona. 54 

li Villaggio di' Atzud . tì 

Il Borgo di Yebna . ivi 

La Città di I affa . s g 

La Città di Bomila. 

Il Villaggio di Chubeib, Emani , 

0 Nicopoli . ; So 

La Città di Arfuf, col Villaggio 
di Aly Ben Aalam . ivi 

Il Villaggio di Loido. S* 

IV. Il Diflretto di Na - 
. bolos . 

La Città di Nabolos. gg 

Il Monte Garizim . . ■ sì 

I Villaggi , Borghi , 0 Capelli di 

Arrabai, Ennon, Zefet, Doch, 
e Terfa . ~ ss 

V. Il Di ft retto di 

Areta . 

II Borgo di Gelboa. 

Il Caftello di E 1 Beyfan . 70 

Le Città di Aphck , e Subebe . ivi 

Il Villaggio di Nain . 7» 

Il Villaggio di Dabtiri , 0 Monte 

Tabor . 2 » 

La Città di Caifaria , o Cefa- 

«a^ ju 

Il Borgo di Tartura . 7 s 

Il Capello di Atlith , 0 Caftello 
Pellegrino, e la Città di Hai fa, 

o Caifa . ivi 

Il Monte Carmelo. 7K 

I Villaggi di Rufmla , Karach , 
CafTìr Saadi , Haffas , Bclad- 
fchek , Jajur , HawafH , Hafciu- 
murie , Scelok , Karubbi , Elia- 
jur, Saade , Tclamu, Manfura, 
Montai r , Tyrus , ec. t 9 

• * VL 



/ 



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-'IV 



VI. II Diftrètto ;di ; 
Saphet .. 

la Città di Adi ■' 8 » 



1 Borghi e Villaggi di Mahrcqueb, 
Biàtloit* . tofaòu , Tcrytbuari, 
Tebnin , Cumin , Aialeb , Ya- 

run, Air iel.Z3ftum. 

La_ città ài Sapftu. , , ..j - ,<4 

I Luoghi di <uiro Jacub , Gian 
Kupwli» Tettoia*. fttf 

La Città di Tiberude, oTabcy- 



— tr. — il 

Jl Villaggio di Nazareth. $» 
Il Villaggio di Saphory , o Dio- 
cefarta • sj 

Il Villaggio ài Cana a .»* -, ivi 

Il Villaggio di Sa ila.' 



VIIw' La Provincia Ai 
Scikipf. 

La Città ài Boriò , oBelka , 
. Edranta , Caucab-, Zar , Sor- 



Il Calìe Ho. di iìvluii , il Paejit di 


Salth . ‘ 


9 » 


Le Città, di Amman , 0 Chosban , 


r .Moab . 


IOO 


Le Città di Carach , e Bakim . 


SOI 


La Città di Maan . 


IO* 


La Città di Al Shanbekb. 




L'ARABIA.': 


> V 


Carte Geograf.cht . 


104 


Sua eflenfione. 


IOS 


Origine degli «. Arabi . 


1*6 


Livi /ione dei medef.mi . 


108 


Co/lumi • 


I LO 


Lingua Arabica . 


> M 


Storia delia Sena Maomettana. 


JJ6 




p'ivijìorte dell' Arabia . 


1*1 


L’ARABIA DESERTA. 




P, . , r? 


Quitta dei terreno , e produr-io - 


\ tìf • 


1»» 


Clima , ammali dcmcflici , e 


Jet- 


t arici . 


1*1 



I. jt DefcitO della 
- — » Sorta. 



Jl g mio di Methuah- ' «>» 

I Borghi, Villaggi , e Capelli di 
Achia., Acl«, Huae. fiatar Ibn 
Wordan . Andrene , Siria , Efnl 
Aatìire. „ . < ■ *» 

La Città di Palmyra. ' ivi 
1 Borghi di T arecca , e Suchna .13 j 
Le Città e Luoghi di E1 Her, TaT - 
ba, 4rfo&.~ , v l " 



II. 



II. Deferto 
Gefira . 



di 



I CaJltUi dÀGiaW, Olebi .lac- 
car, Tapafah , Rahaba. ijs 
Le CAttà di Shara , ed Anna • n<S 
La Città di Haddiih. 1*7 

IIlT e IV. Il Deferto ~d* 
Irak , ed H, Paefe di 
Hediecr - ..v; 

I 

La Città di Catema . '■ » fi 

Le Città di E1 Ki\i(y Tarut ? Al 
Ahfa , Chabi . . 1 k? 

LaCittà Hadihar, rDaden.' 140 

V. I Deferti circondati dall’ 
Eufrate e dal Golfo 
di Perfia. 1 - . 

1 Borghi e Luoghi di .^IThoalabiyah, 
Tangia, Saniman , Morali . n» 

VI. La Provincia di 

Naged . _ ’ 

Le Città di Duma , Thoriroa , 
Faid , Kaibar." * ut 

Le Città di Dui mora , 0 Marat! . 
Rahaba , Rahet , Adab , X«ha«! , 
Rima . ; Mi 

VII. La Provincia d-’ 
Immarta . 

La Città di Al_Immana . ivi 

«- -r ■ 



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te Carrai/ BaaratySalttmij., AlJJi- 
fareca , V*bara 4 Carla , Altra , 
>. Baanla , Sai , Artieria , Nii'au , 
” Tandch, Moera , Megiara . a 4 s 

:’:mJ «V. » 1 

L’ ARABIA PETREA . 



Penimi nazione , confini . ’ i\i 

Realità dei terreno fecondo !e re - 
lazioni ;4tf. Viaggiatori . 148. 
Produzioni » pianti ,\,rd anima - 
li . 1 g i . e • feg. 

i4i?iunt) , tlire epitemi. .t hi* 

I Monti Sinai . e Horeb - -rA±6 7 

La Città di Al Tur , 0 Tot. *$p 
La Città di Fa rari ; . » » » 

II Porto di. Sdar me. . iX:s 

Il Porta lir 'M iliaci Dsahah . 1 3 g 
La Citte- ett Aia ha . t. a 87 



L_k 

, CoMtkzionefhitMrale dei paeft. 10 j 
Prodotti, animali «t . j . ivi 
rotiti tanti, loro costumi, e traffico. 
, *01 • •> . 
II Borgo di Talamlam . .il,* 107 

Le Città , e Cafieiii di Serrain 
k. Aridan ,, Ohelfeni 1 ■ Bais, Aa« , 

• Sancan Dìtea , Oiaib , Saha 
<H*ly, Canada. 

! Borghi di Magma , i Territori 
di Chaulan , Abu Arish , col 
v, < 'Luogo di ■ Aatu Nicb « Dlìe' 
, •< fall Città ’< *09 

Le Città di Sabbea , Abu Arish , 
Ratws , e Gholob Gajteih ■. no 
La Città di Haus . . * 1 ivi 

il Territorio di Sahan volli Cit- 
tà dì Saade . >11 

,11 deferto d’ Ama (ia . ivi 



Le Città, di Jitiurcb, Tabua; e 


rLa Citta Mi Genita n . 


ivi 


Al Nager. 11. * ,v ''■t/jSy 


Ad Città di Anafeth ■ 


tu 


Le Città di Haura , e Madian. 190 


li Borgo di Scianiah , col paefe di 



La Citta di Jambo. 191 

Le Città di Ai Giatj Badr , Sa- 
chia\ Al Abna, AsTati » Batu 
Ma r , Mocka . 191 

La Città della Mecka ■ 194 

I laioghi rimarcabili del Tempio 
d'Àbramo, Arafach , Valle di 
Mina, Chyf, Bar», Mobalfer, 
Genecrctel , Aachc, Aba Ciio - 
bais , Caaicaan , Harrah , Al 
Mohafleb, Al Hcxlaibigia .,197 
Le Città Pitfoif » Luoghi , ir Cu- 
(itili di Badid Al Mortale, 
Cara Al Manalfel , Al Radsfa_, 
N'achla , iojet . Solar , Chezi*, 
Rouaitha . iy< 



Le Città piccole di Tabala , Bai* 
fat , Jaftan , Niab , Sadura Ra- 
ch , Giorash , Ncgeran , Mahge- 
ra Villaggio. >99 

I Luoghi di Al Far Wadi Akik , 
e la Città di Medina. ioo 

II Borgo di Coba . *or 

L’ARABIA FELICE. 

Denominazione , efi enfiane , e con - 
fini . io» 



Hafcid , ed il Di/iretto di Chei - 
wan , con varie Città e Borghi 

e Villaggi . ivi 

li Difirettodi Beni Meroan e Be- 
ni NalTan ■ *T 7 

La Città di Chamlr . ivi 

Le Città di Luheia , Sadie, Al 
Mahgiam Hodeiu , con alcuni 
Borghi . 1 1 1 

Le Città di Btitli el Fakib con 
alami Borghi e Cafieiii . j i s 
La Città di Zebid ed t Luoghi d’ 
Al Gerdah, e Scerege. 117 
Le Città di Has e Mocka. n» 
La Città di Mofa . *>9 

La Regione detta Giabal , con va - 
rie Città Luoghi e Villaggi . 
no 



La Città di Telia . ivi 

La Città di Kabda e Sana . m 
I Villaggi e Luoghi di Ocfer Re- 
ma , Sei-jan , Motrene , Hagiar 
Saud , con la Città piccola di 
Orr . » 1 * 

1 Borghi e Città di Mcnacha 
Meilian , Doran , Sepr , Gebi , 
Ha gir , Qthuma , Sakeroba , Lio - 
ba sb , Denn , Rodda , Ofab , 
Machfa , Udden. nj 

! 1 Bor- 



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VI 



J Borghi e Città di Dorcbad , A'jit , 



Mi’cabera > Galla , Maofora » 


Dimluh, Iffros , Taas. 


»*« 


La Città di Oddene , Gennad , 


Catala , Gioblah , Abb 


, Me- 


chùder, con vari Borghi. 


*»s 


La Città di Senim , con 


alcuni 


Villaggi e Luoghi . 




La Città di Damar . 




Le Città di Rodda . e Surads-hie . 


La Città di Adden . 


220 


J Borghi , Città e Villaggi di Abin , 



Ornerà , Lati , Calla HumadT, 
Kancheban , Torr , Makadra , 
Kalla , Toba , Kancheban Città , 
Sciboin j Touile, Regium , Der- 
ra - ijr 

1 Diflretti di Dchan , Nehm . 
Chaulan , Bcllad el Giof, colla 
Città di Marib ■ m 



Le C///<5 drScibam ,e Tariti». f 

La Citta di Kachran i ìtÌ 

Le Città di Laafa e Sciarma . *jf 
La Città di Scheg. 

Le Città di Chufcen . fartach . 

Palar. LI2 

Il Peno di Peker . 

V Ifola Socotora . »n 

La Città di Tamarln , e /’ Ifole le 
due Sorelle r Abdal Curia . a 
Le Città di Hafech . Cabar Hud • 

MS 

Le Città di Spot , Carte , Mef- 

fciet ■ - 

1 Borgi ài Sib , Burka , Sohar , 
r Souadi. - 2i9 

Le Città Borghi e Villaggi di Da- 
mar , Chorfacan , Ah , Lemmeri , 
Roftak , Nahhel , Sikki . Bahbo- 
la, Gabrin, Dsjau , Dahhra , 
Niffuwa, Satini!. m 








'LA- 



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I 



VII 



' f fM r * r 

T A V O LA 



Pelle materie contenute nel preferite Volume . 

LA PERSIA. 



e jjrtt Geografiche, denominazio - 
ne , tflenfione divifione . jsì 
Fiumi, Laghi, qualità del terreno 
prod otti ed animali . 154 e jeg~. 
traffico marittimo , e terreflrt. *( s 
«. Arti , pefi , mifure , e faenze-* io 
Abitanti, e loro coftumi • a 7 ? 
Religione. » 74 

Governo Mini Uri , rendite . «77 
**> 



I. Il Chirvaq . 

Città di Baku . >»> 

La Città dt Scirrani , eoi Borghi 
Jarat, Maroza , Absheran, el’ 

lfole » Brat . * 9 a 

La Città di Dcrbent. >9» 

La Fortezza di Niafabarh , coi 
Borghi dì Kuba , Dedaluh , Mu- 
lufi, Thegni Saabran ec- 19 » 



g. Il Daghiftan. • 



La Città di Tarku . 




Le Fonema di Kilbaki , Endery , 


Grebenrshuk . 


ivi 


Il Borgo di Karabulkì , con varie 


Popolazioni e Villaggi . 


*s 5 



3. La Giorgia Orientale. 
AV/ Vfcgffg di Kaketi. 



1 

I. Le Città di Shamaki. Berdaa. 


Kania , con altri Borghi e 


Vii- 


lassi • 


» 97 


Ktl Regno di Cardasi 


0 


la Citta di TiHis . 


*9t 


Città di letti con vari 


Bor- 


gbi e Villaggi . 


3«* 




NOI 

x 

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Vili 



NOI RIFORMATORI 

Dello Studio di Padova . 

A Vcndo veduto ]Kr la Fede di devinone, ed Ap- 
provazione del P. Fr. Filippo Rofa Lanzi Inquifitor 
Generai del Santo Offizio di Venezia nel Libro in- 
titolato. 1 Nuova Geografia di Antonio Federico Biifchmg ? 
tradotta dalla iìhgm Tedefch ^ 'et. non vi effer cola 
alcuna contro la Santa Fede Cattolica, e parimen- 
- te per Atteftato del Segretario Noftro , niente con- 
tro Principi , é Buoni Coftumi , concediamo Lfeeh- 
• za a Antonio Zaffa Stampator di Venezia , che poffi 
efTere ftampato, oflervàndo gli ordini in materia di 
Stampé , e prefentando le Lolite Copie alle Pubbli- 
che Librerie di Venezia, e di Padova . 

Data li Maggio 177Ì. 



(Sebaftian Zuftinian Riform. 

( Alvife Vallareflò Sfibriti. 

, \ 

( Francefco Morofini i* KaV. Proc. Rif, • 

Regiftrato in Libro a Carte 96. al Num, 794. 

Davidde Marchefini Segretario . 

CON- 



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CONTINUAZION E 

' DEL GOVERNO 

DI PALESTINA* 



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3 

il GOVÈRNO 

Di PALESTINA , 

» * , . 

S Econdo la relazione del Signor Korte , il fiume 
Giordano fcorle molto adagio tra li Jago di Ti- 
be ridde ; ed ii Mare morto; ma.quéfto Viaggia- 
tore non vide il Giordano fé non di lontano da’ con- 
torni di Tibcriadfe. Può edere, che il Giordano dopo 
edere ufcito dal lago di Tiberiade; fui principio fcor- 
ra adagiò; imperocché Rogero non lo trovò più pro- 
fondo di 7 , piedi in tempo d’ èftdte nella lontananza 
Idi , &oo paffi dal lago dalla parte di Mezzogiórno , 
colla ifital cofa s’ accorda la relazione di fopra ac- 
cennata del Signor Mjller . E Felicd Fabfi ne* io 
Luglio trovò profonda ,, cheta; e tórbida la parte 
inferiore del Giordano , Jacopd ^ortnfer, che ne’ 7 
di Settembre fi irtìvò prefso il Giordano ; dice thè 
non è largo ; ,e che fcorre àdagió ; che però tion è 
atto a bagnàrvifi . Tifiti gli. altli Viaggiatori , che alla 
fine di Mafto e fui, prihcipiò d’ Aprile 10 hanno védii* 
to nc* cdtìtornidi Gerico ; ove il. Aio alveo s’incur- 
va, avvifàno efler il fuo corfó veìociffimo , e le fiie 
acque torbide affai; la qfial cofa alcuni ripetono dalla 
terra pingiié e lihiacciofa ; onde è comporto il letto 
del fiume. Nòn fi pdò nègare; che quella fia una dèl- 
ie ragioni del fuddetto effetto; non n’è però la caufa 
adeguata . La Aia larghezza ordinària bella fua parte 
inferiore, ed iti lontananza alcune ore dal Mare mòr- 
to, è ftiriiata circa 30 braccia o fia 60 piedi dà Rad- 
zivil , Màuridtel , Nati ; P. Ighàzio di Réinfèldén , e 
Schaw . Myller la crede di 60 partì * Tholtipfon di 
75 piedi j Mariti di braccia ^5 . Il filime in quella 
parte è molto prófondd, e rion fi pùò varcare a pie- 
de . Là profondità fecondò il parere del Signor Mari- 
ti è per lo piu tra 5 e 6 braccià , e come il Signor 
Shcaw affittirà eziandio predò il lido Occidentale ove 

A 2 l' acqua 



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4 IL GOVIRNO 

l’acqua è piu alta, arriva a 3 braccia ; perchè in al- 
tri luoghi alquanto più in fu, ove prelfo il lido l’ac- 
qua è più bafla , vanno a bagnarli i Pellegrini (per 
quanto fredda vi fia l’acqua in tempo d’ Aprile, nel 
qual mele efli vi arrivano); i quali però vi debbon 
tenerli colle mani a’ cefpugli e rami degli alberi , che 
cuoprono la (piaggia per non elTer portati via dall’im- 
peto del fiume. Ciò non oliarne, come riferifce il Si- 
gnor Troilo, vi rimangono ogni anno molti Pellegrini 
annegati . Chi è bravo nuotatore può attraverfare il 
Giordano a nuoto, come hanno fatto alcuni viaggia- 
tori , per cfcmpio Egmond Van-der Nyenburg il gior- 
no di Pafqua di Refurrezione , ed alcuni compagni de x 
Viaggi di Felice Fabri ne’ 20 di Luglio , ma contro* 
M Torrente neffuno vi può nuotare. Anche il Signore’ 
Fabri attelia perirvi talora de’ Pellegrini. In tempo d’ 
Eftntc nel colmo del caldo , le fue acque fon molto 
più balTe, che ne’ mefi d’ Aprile e Maggio in tempo 
della raccolta ; elfo però allora non trabocca le fue 
fponde. Del rimanente convengono tutti i Viaggiatori' 
nei dire, eh’ c il Giordano ricchiflimo di pefee, quan- 
tunque, come riferifce il Signor Arvieux , neffuno fi 
dà la pei 1 . 3 di pdcarvi . Dee notarfi ancora, che dal- 
la fila forbente, fino a! lago di Tiberiade il Giordano 
chiamali Giordano il piccolo ,' e dal detto lago fino al 
Mar morto ha il nome di Giordano il grande . 

Queflo fiume finalmente entra e fi perde in quel la-’ 
go grande, che nella Bibbia chiamafi lago della Pianu- 
ra , lago Salfa , lago Orientale , Mare morto , Incus slfpba- 
lites , detto da'- Turchi Via degnìzi (cioè Mare mor- 
to), dagli Arabi Babar Lotb o Lutb , cioè lago di 
Loth, lago di Zogar , e Mare del Deferto , dal geografa 
Nubefe Mare di Sadum , e Jtmur , cioè Sodoma c Go- 
mora. E' in quel luogo, ove ne* tempi antichiflimi fu 
la valle bellilfima e fertijilìima di Siddim , ove eran 
fituate le 5 Città di Sodoma , Gomorra , Adama, 
Zeboim c Bela - o fia Zoàr, e die come l’Egitto ( 1 
Mof. 13, 10) era travverfata da canali e folli innu- 
pierabili, in cui il fiume Giprdano lì perdeva nel’.’iltef- 



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ft I. > A L B S T I N A. f 

fa tno do che fi perde il Reno ne’ canali d’ Olanda j 
con quella differenza però, che l’acqua nella valle di 
Siddim a cagione del gran caldo , che vi regna in 
tempo d’eftate, molto più {"vaporava , ed una gran par- 
te probabilmente penetrava lotto terra, ove fecondo 1' 
opinione di Michaelis vi era un lago . Il fuolo della 
valle era pregno d’ asfalto ( bitume ) , le cui miniere 
fon rammentate ( i Mof. 34, io.) Iddio con fulmini 
accefc le miniere di asfalto, e tutte le materie combu- 
flibili di quella valle, le Città furono fubiffate, ed in 
luogo della valle, ove come il Signor Korte s’affatica 
di dimoftrare , e come ha creduto il Dottor Lutero 
effervi fiato il Paradifo Tcrreftre, nacque il lago, che 
efiffe ancora. Sidifputa fe delle Città fubiffate ne efillano 
ancora degli avanzi nel lago . Che dtturo nel lago ci fiano 
degli avanzi di fabbriche, ciò può provarli con teli imo- 
nianze incontraftabili ; non è però decilò fe nano avanzi 
di Sodoma, come volgarmente fi crede. Il P. Guardiano 
cd il Procuratore del Monaftero latino di Gerufalem- 
me raccontarono al Signor Maurtdrel di aver veduto 
vicino alla lpiaggia de’ Pilaftri e altri avanzi di fabbri- 
che, i quali in un tempo, che l’acqua era baffa vera- 
no vifibiji. Anche Arvieux li vide, quando vi era nel 
mele di Aprile del 1660. Egli pregava gli Arabi, che 
l’accompagnavano, d'innoltrarfi alquanto nel lago co' 
loro afini per efaniinare colle loro lance la profondità 
del Iago. Gondefcefero cffi alle fue preghiere, egli gli 
feguitò co’ fuoi compagni i L'acqua arrivando foltanto 
fino alla pancia degli a fini effi s’ innoltrarono fino a un 
gran mucchio di rovine , che allora erano inalzate a 3 
piedi fopra il livello dell’ acque , ed aveano più di 200. 
paffi di circuito . Il Signor Arvieux vi Cali fopra , e 
trovò le rovine compofie di pietre , fomiglianti alla 
pómice bruciata, leggiere, e da potei fi ridurre in pol- 
vere . Gli fdmbrò accorgerli d’ una ferie di colonne 
fprofondate a perpendicolo. Ficcando il fuo coltello in 
ima delle colonne , e non trovandovi refifienza , nc 
fiaccò un pezzo , e lo portò feco . Quello pezzo al di 
fno:a era bianco, cd al di deutro era nero, e piùfra- 

A 3 S ile 



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(6 l'L GOVERNO 

gilè d’ un carbone. Egli vi trovò anche delle pietre ne- 
re , e rifplendenti che puzzavano ftropicciando l’ una 
contro l’altra . Al Signor Nau parve di vedervi degli 
avanzi delle Città antiche : certo è dice egli, che neh- 
la contrada ove nelle Carte geografiche fi trova Segor 
(dalla parte Settentrionale dell’imboccatura del fiume 
Kidron) in poca diflanza dal lido , egli vide un Mo- 
ietta, ove coloro, che vi fono flati hanno trovate mol- 
te pietre tagliate , e delle cofe , che parevano avanzi 
di Cafe . E' verifimile che quefla Moietta fu 1’ iflefTa 
come quella , (opra la quale fall il Signor Arvicux. 
Di qqeft’ Moietta parla anche Trailo, quando racconta 
vederfi nel lago un tiro di faffo lontano dal lido, un 
pezzo di muraglia, lunga circa ij. refe, nera, ed ab- 
bruciata . Egli vi aggiunge, che non efiendovi acqua 
troppo profopda , egli vi entrò a cavallo , e ne portò 
via alcune pietre che mede nel fuoco ardevano come 
il carbone , e poi efalavano un fumo e fetore affai in- 
grato , che in minor grado fe ne lentiva anche fenza 
infuocarle . Di quello pezzo di muraglia ne fa menzió- 
ne anche ih Signor Myller , il quale gli dà parimente 
ij. tefe , feguitando la mifura di Trailo. Egmond- 
Van der Nyenburg che vi fu nel giorno dopo Pafqua 
di Rcfurrezione, non folamehte vi vide il fopra men- 
tovato mucchio di pietre, che parevano portatee adu- 
nate dall’acqua , ma vide ancora un piano afciutto, 
creduto elTeré un avanzo d’una Città , e fui lido egli 
trovò de' pezzi d’ alberi graffi gettativi dal lago , che 
fembravano antichiffimi . 

La figura del Lago trovali meglio difegneta in alcu- 
ne Carte geografiche antiche maffime in quella dpi De 
la Rite, cfie nelle moderne. Eflo non fi flende in di- 
rittura da Settentrione verfo mezzogiorno, nò termina 
in una punta nella eflremità meridionale ; ma quan- 
tunque la (ita direzione fia da Settentrione verfo mez- 
zogiorno , pure s’incurva talmente , ohe forma qua fi 
un mezzo circolo , la cui incurvatura è rivolta verfó 
Ponente » In quefla figura lo vide flando nel Monte 
Olivete G. C. di Neitzfchitz : come pure il Geluita 

Nau , 



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DI I A L 1 ! T I N A. . 7 

Nau , efaminandolo ne’ Monti fituati dalla parte di 
Ponente, e Daniello Abate del Monaftero di S. Sa- 
ba, che molti anni s' è trattenuto in quella contrada, 
e che in compagnia d’ Arabi ha fatto il giro del La- 
- go, difapprovò la figura del Lago, moftratagli da Nau 
in una Carta Geografica , e dille che nella lua eftre- 
mità Meridionale il Lago è di imboccatura molto più 
grande, ed è quali fpartito in quella parte per mezzo 
d'un fondo inalzato che l’ attravverfa , ove l’acqua in 
tempo d’ ellatp è tanto fcarfa, che non palla la polpa 
della gamba a chi lo varca a piede ; che quello fon- 
do inalzato è il confine d’un altro piccol Lago di figu- 
ra più tollo ovale cinto di pianure, e monti di Saie. 
Di quello fondo inalzato, die attravverfa il Lago, ne 
fa menzione anche Egmond Van-der Nyenburg , il 
quale racconta, che gli Arabi vi padano co’ loro Ca- 
valli e Cammelli ; ma la fua relazione, che mi fem- 
bra meno probabile, differifee da quella dell’ Abate in 
ciò, che fecondo lui il detto fondo inalzato pafla per 
la metà del Lago ; ove perciò il Signor Bachiere lo 
fegna nella fua Carta. - 

La lunghezza del Lago da Qiufeppe Flavio è filma- 
ta 580 ftadj, e la larghezza maggiore 150, Plinio Io 
fa più grande, e Diodoro Siculo non gli dà più di 500. 
ftadj di lunghezza, c 60 di larghezza. Nei viaggiatori 
moderni oflèrvafi 1* iftelfa varietà d’opinioni nei deter- 
minar la grandezza del Lago . Per citarne uno folo, 
la lunghezza , fecondo l’opinione di Pocock è 60. e 
la larghezza 10. miglia Romane , cioè la lunghezza è 
480. , e la larghezza di 80. e ficcome 600. ftadj , o 
lia 15. miglia Tedefche fanno un grado celcfte , fe- 
condo Pocock la lunghezza del Lago farebbe di J 2. , 
e la maggior larghezza di 2. miglia di Germania. Se- 
condo il calcolo di Diodoro , il Lago farebbe un mez- 
zo miglio Tedefco più lungo, e la fua larghezza non 
farebbe maggiore di un miglio e mezzo . Giufeppe Fla- 
vio potrebbe conciliarfi con Diodoro, e cogli Scritto- 
ri moderni fe fi fupponefle , che il primo mifura la 
lunghezza per la curva eftenfionc della Spiaggia da 

A 4 una 



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& „ IL GOVERNO.’ 

una efircmità all’altra, e che gli altri la prendono pcf 
linea diritta » Alcuni Viaggiatori, per efempio Troilo, 
e Mylier danno miglia Tedelche alla lunghezza, 
e 4. alla larghezza . Troilo crede di confermarli così 
al calcolo di Giufeppe Flavio , e può edere che l’ al- 
tro lo abbia copiato < 

Oltre al Giordano in quello lago entrano ancora 
degli altri filimi, cioè dalla parte diPonente il Kidron y 
c 2. altri dalla parte di Mezzogiorno il fiume Sapbia ì 
che è più tofto grodb , a cui il Signor Mariti dà il 
nome Safirta , che viene dal deferto d’Arabia, borren- 
do da Sud Oli verlò Nord, come il Signor Nau intc- 
Ijc dire all’ Abate Greco del Monaftero di S. Saba ; e 
dalla parte di Levante verfo la metà del Jago vi sboc- 
ca lo Zared e Jared, e più verfo Nord il fiume Arnon. 
E' verifimile che da’ Monti vicini bendano, e entrino 
altri influenti. 

Riguardo all’ acque di quello Lago , ne raccon- 
tano Troilo , Von-der Gròben , e CotW'vk, che 
però fi rapporta fulla tellimonianza d’ altri , eficr efia 
molto torbida, e di colore ofcuro, o fia nero. Ma 
quello color ofcuro, che può ripeterli da principi ot- 
tici, non è il fuo color naturale, edendo l’acqua or- 
dinariamente affai chiara e trafparente, come attcllano 
i Signori Arvieuz , Thevenot , Nau , Maundrel , Thom- 
pfon , Egmond , Van-der Nyenburg , e Pocock , il 
quale vi aggiunge aver quell’acqua il color dell’acqua 
Marina,, e fembrar pregna di una foltanza oleofa , 
quando è nel lago. Tutti i Viaggiatori fon d’accordo 
nell’ aderire , che l’acqua è fopra modo falfa. Troilo 
in fpccie dice, che non v’è mare, la cui acqua fia 
. tanto pregna di fiale. Stocbove è di fentimento, che 
fc fi irìcttelìc una certa quantità di quell’acqua in una 
botte, e vi fi mefcolafle dell’acqua dolce in quantità 
dieci volte maggiore, ella pure uguaglierebbe nella lal- 
fiedine i’ acqua marina ; ma però non è egualmente 
falla da per tutto. /Pocock nota, che la fitta ialledine 
flendefi lino all’imboccatura del Giordano, clic tra ’l 
Ino pelò, e quella dell’ acqua dolce è la proporzione di 

5 a 4 > 



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DI IfAtÉStlHÀ. $ 

$ a 4 , e che avendola prefa -in bocca , effa gliela con- 
trade , come fc folle fiata acqua d’ Allume . Arvieux 
alìicura , eh’ è tanto (alfa -c mordente quell’ acqua 
die non fi può mettere nella bocca fenza fentirne do- 
lore feguitato da un tumore, aggiungendovi offervarvifi 
anco dell’ amarezza . Anche i Signori Nati, Maundrel , 
e Thompfon la caratterizzano per affai amara , e nau- 
feante. Pare però, che il fai da cucina, che fi forma 
dell’ acqua di quello lago , non fia niente amaro , poi- 
ché nefftino de’ Viaggiatori c’è, che l’afferifca , eccet- 
tuato il Principe Radzivii il quale dice, che il fa!e , 
che ritrovali fui lido del Lago è amaro come il fie- 
le , aggiungendovi , che l’ acqua morde la lingua , e 
puzza come la pelle. Secondo la relazione di Pocock 
gli Arabi fanno de’ foffi accanto al lago , che quando 
il lago trabocca , vengono ripieni d’ acqua , la quale 
effendoG (vaporata vi Jafcia una crolla di fa le , della 
groffezza d’ un dito. Cioè verifimile; e può cflervero 
anche quel che riferilcono Arvieux, Von-der Groebcn, 
e Myller, ritrovarfi lenza altra fatica degli Arabi dei 
(ale tra gli (cogli e lui lido, e raccoglicrvifi da elfi . 
11 Signor Mariti trovò de’celpuglj fui lido, riveftiti ti' 
una crolla di fale, e quafi petrificati . Portandone al- 
cuni (eco, offervò , che il (ale fi fcioglieva in pochi 
giorni . Elio vi aggiunge però, che la crolla in altri 
cclpugli era molto più fiabile, forfè per effere più tem- 
po fiati bagnati dall’acqua dei Lago. Tutti i Viaggia- 
tori atteftano, che il lale è bianchiffimo, e fe fi cre- 
de Arvieux e Thevenor , elio è chiaro, e tralparente 
come il Crifialio. Del Sale vi fi fa in abbondanza, e 
gli Arabi lo portano in vendita per tutta la Paleftina . 
Se fi eccettuano Iacopo de Vitriacopo, e Fulcheno , 
«effuno dei Viaggiatori ha efaminata la cagione di 
quella falfedine i Fttlcherio afferifee ritrovarfi preffo il 
Lago un monte pregno di fale Crjfiailino, le cui ra- 
dici di continuo fon bagnate dal Lago. Da quella fal- 
fedine , e dal gran pelo dell’ acqua dee ripeter lì la gran 
facilità di nuotarvi ; imperocché chi vi nuota ne vien 
talmente foilevato, che vi può giacer immobile nella 

- fupcr- 



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IO IL GOVERNO 

fuperficfe , c fe volcfle nuotare fecondo le regole ddP 
arte appena vi potrebbe metter piedi full' acqua pec 
fpinger fi innanzi . Ne fu /eftimonio occularc il Signor 
Nau, bagnando vili alcuni de’ fuoi compagni; cEgmopd 
Van-der Nyenburg e Pocock lo fperirqcntarono perfo- 
nalmente. Pocock ufeito dall’acqua s’ accorfe, che il 
fuo corpo era rivedilo d* una eroda fgttile di Sale .. 
Non farà cofa fuperflua l’indicare, come EgmondVan 
der Nyenburg trovò l’acqua del Mare morto nell’at- 
to, ch’eflo vi fi bagnava. Fu talmente fodenuto dall’ 
acqua, che non poteva nè penetrarvi molto in dentro 
col corpo intero, nè immergervi il capo. L’acqua lo 
avrebbe follevato e sbalzato fulla pancia, fe non avef- 
fe fatti tutti i fuoi sforzi per tenerli diritto. Egli cab. 
pedava I" acqua , come fe lode terra foda, e nopavea. 
infogna di far que’ movimenti , che ordinariamente bi- 
fogna fare, volendo calpedare l'acqua dolce. Volendo 
nuotare fulla pancia , i piedi gli rimafero quafi del tut- 
to fuori dell’ acqua. Il fuo compagno fi maravigliava, 
di potervi nuotare , fenzaaver imparato. Ciò nonodan- 
te il Signor Mariti aderire di aver intefo dire agli 
Arabi, che ehi non sà nuotare finalmente anderebbe a 
fondo. Per quanto fono certe e indubitate quefte re- 
lazioni, altrettanto favolofo è il racconto di Giovanni 
di Montevilla , che gettandovi del ferro, effo vi redi 
galleggiando nella fuperficie del Lago, mentre una piu- 
ma gettatavi va a fondo; quantunque quello viaggia- 
tore alferifea d’ averlo veduto unitamente ad altre fimi- 
li cole alfurde, onde è ripiena la deferizione de’ fuoi 
viaggi. Dal fondo del Lago s’inalza l'asfalto o fia bi- 
tume, donde il Lago prende la fua denominazione «• 
Danielle Abate del Monadero di S. Saba raccontò al 
Signor Nau Gefiiita non ritrovarvifi fempre il bitume, 
e non venirvi a galla fe non in certi tempi , ed adu- 
narvifi talora in pezzi della gtandezza d’un Vafcello, 
che fcacciati dal vento verfoxla fpiaggia fi rompono 
in molti pezzi . Arvieux riferifee alzarli dal fondo il 
bitume, ed accodarfi alla fpiaggia, nel tempo che 1' 
acqua è meda in moto da venti . Eller nero il mede* 

fimo , 



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D | é A L E S T I N A. || l 

/imo, fragile, e fpmigliante alla pece nera, e pregno 
di Zolfo , accenderli facilmente, ed efalare un odor 
gagliardo. La perfuafiva comune è che il bitume vien 
dal fondo del Lago . La notizia , che ne dà il Signor 
Schaw è più efatta; gli fu raccontato, che I* alfajto 
in certi tempi s’alza dal fondo del Lago in figura di 
mezzo globo dj grandezza confiderabile , che arrivando 
lui pelo dell’acqua, ed efTendo efpofto all’aria 5 Scop- 
pia con gran fumo e fracaflo , come la polvere fulmi- 
nante de’ Chimici. Egli nota , che quello fenomeno ac- 
cade foltanto nella vicinanza del lido, e che la Pece 
è mefcolata con Zolfo, del thtto fienile allo Zolfo or- 
dinario ; che però la pece facilmente fi riduce ih pol- 
vere, e più pefante dejl’ acqua, c bruna e rifplendente 
come 1* Agata > e puzza qualora 1? llropiccia , o fi getta 
fui fuoco . I ragguagli che ne danno Maundrel « 
Thorapfon fon meno dettagliati . Il Signor Myller af* 
ferifee e fiere quella Pece morbida , e oliofa da princi- 
pio , e diventar rolfigna , indurita , e chiamarli 
Lamar dagli Arabi . Abulfeda gli dà il nome di Al 
Chommar : Egmond Vaq-der Nyenburg, che vide quella 
fpecie di Pece a Gerufalemme, dice aver intefq dire, 
che in tmg8 ,or copia fe ne trovi fui lido meridionale 
del Lago. Gli Arabi la raccolgono , ne confegnano una 
parte al Governator Torco di Gerufalemme, e ne ven- 
dono il rimanente , fecondo la relazione del Signor 
Nau. Il Signor Mariti all’incontro dice dover darfene 
la maggior parte al Pafcià di Damafco, venderfeneal 
medelimo il rimanente , e farfi da erto il Monopolio 
della Pece . Gli Arabi ne impeciano le loro Barche e 
Vafcelli; lo che non deve intenderli de’ navigli, di cut 
li faccia ufo in quello Lago; imperocché fecondo la 
relazione di Pocock e Haffelquift , in quello Lago non 
fi naviga, Haflèlquift ha trovato fomigliare quello as- - 
falto a quella m a t er i* > colla quale s’ imbalsamano le 
mumie . Altri viaggiatori, per efempio Villamont e 
Myller, dicono efpreflamcnre elTerfi adoperata antica- 
mente la pece di quello Lago nell’ imbalfamare i ca- 
daveri; ed Arvieux riporta percofa certa, re filiere que- - 



Ha 



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I» IL •GOVERNO- « 

ila pece alla putredine ed a vermi. Abulfeda raccoil* 
ta, che gli abitami del paefe ufano flrofinarne le viti 
ed i fichi , per rendergli fertili . Secondo la relazione 
del Signor Mariti, gli Arabi mefcolano la pece con 
olio, e ne firofinano gli Alberi, per allontanarne gl’ 
Inferri . Il Signor HalTdquill riporta , che quella pece 
fi raccoglie in tempo d’ Autunno , che fi vende a Da- 
mafco, e che fc ne fa ufo nella tinta delle Lane ; 
Io che non intendo . Secondo la relazione di Pocock 
fe ne fa. ufo nell’ incerar la tela, e ne' medicamenti . 
All’ifteffo viaggiatore pare verifimile , che da un fuoco 
fotterraneo quella pece venga fpinta fino al fondo del 
Lago, e che elfendo l’acqua meffainmoto dalla veemen- 
za de’ venti , ella fi difciolga . Sonovi ancora degli altri 
argomenti, che provano effcrvi del fuoco fotterraneo . 
Strabone infegna ritrovarfi in mezzo al Lago un gor- 
go , onde elee del fuoco e asfalto . Il Geografo Nu- 
befe vuole, che l’acqua del Lago fia calda, e Pocock 
crede elfer vera la comune perfuafione , che chi s’ az- 
zardale di palfar il Lago a nuoto, brucierebbe il cor- 
po. Riguardo alle pietre nere, che dal Lago vengon 

D ettate fui lido, compolle di bitume, a cui il Signor. 

lalfelquiit dà il nome di Quarzo , riferifeono i Viag- 
giatori , che gli Arabi fe ne fervono per far il fuoco , 
che cagionano un gran fetore, come racconta Von-der 
Groeben ed altri , e che , quantunque nel fuoco perda- 
no il pefo, rimangono però dell’ illelfa grandezza, co- 
me 1’ allicurano i Signori Maundrel e Thompfon . Il 
Gefuita Nezet vi aggiunge efiere quelle pietre tanto 
calde, che non pofTono toccarfi col dito fenza bruciar- 
lo . Quello può elfer vero per rapporto a certi tempi , 
e relativamente alle pietre recentemente gettate fuori 
da! Mare . Anche Rodoiph,Radzivil,Sandys, eEgmond 
Van-der Nyenburg fanno menzione delle pietre nere, 
che trovanti fui lido del Lago. Il primo de’ mentovati 
Viaggiatori dice, che fon belle a vederle, ma toccan- 
dole colle mani , vi li conferva per alcuni giorni un 
fa por ingrato . Il fecondo alferifce ardere le pietre , 
come legno , cd il terzo le paragona co’ Carboni da 

fuci- 



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DI P A' CESTINA. t? 

fucina , e nota , che dal fuoco non (cernano di groff- 
fezza , e che ne divengono più lucide, c bianche. If 
quarto de’ detti viaggiatori le chiama Idei neri, che 
dal fuoco diventalo più leggiere, c rimangono dell’ 
ifleffo volume, ed in tempo della pelle fe ne fa ufod* 
inccnfo, quantunque puzzino orribilmente, L’iftclfo au- 
tore fa ancor menzione d’un altra forte di pietra ne- 
ra . che ritrovali ne’ monti vicini al Lago, ed è fomi- 
gliante'alla pietra di paragone, potendotene fari’ irteli 
io ufo , e fe fi accende', elala l’ iddìo fetore , che le 
pietre gettate fui lido dall’ acqua del Lago morto . Di 
quelle pietre, come riferifee l’ iddio Aurore, è laftri- 
cata la Chiefa del S. Sepolcro aGerufalcmme, ed una 
parte del Monaftero di S. Giovanni nel Deferto. Cer- 
io è che un fimil pavimento è affai pericolofo . Il 
Signor Pocock congettura , che peffa ritrovarli uno 
Arato di quelle pietre di lotto al Mare morto, da cui 
venendo Iciolto dal fuoco forterraneo, la pece fe ne 
diftacca , c nella veemenza del bollore vien fpinta in 
f» la fuperficie del Lago . Nell’ iftelfo modo poflono 
fpiegarfi le colonne di fumo , che fecondo la relazione 
di Schaw s’alzano dal Lago, efiendo vendutile, che 
fono eruzioni del fuoco fotterranco. Varj autori met- 
tono in dubbio il fumo , di cui ora fi è parlato ; ma 1 
fenza fondamento; imperocché quantunque non fia fia- 
to veduto da alcuni viaggiatori , pure da altri è fiato 
offervato . Il Signor Nau rammenta trovarti fcritro in 
certi autori , che il Lago è fempre coperto' di grollì 
vapori ; quantunque ne’ fuoi viaggi due volte fatti in 
Paleftina non gli abbia mai offervati . Sanutus e altri 
viaggiatori, per efempio Villamont, Troiilo, Von-der 
Groben ,' e Myller parlano d’ un vapor di fumo , o neb- 
bia groffa e bruna, che di continuo efee dal Lago ; 
c quantunque fiafalfo, che il vapore è continuo ; niente- 
dimeno è - cofa certa ufeirue un fimil fumo; poiché al- 
cuni de’ detti viaggiatori , ( per efempio Troilo in 
Bethleem) lo hanno veduto. Anche il Signor Kortc 
lo vide a GerufaFemme nel dì ultimo d’ Aprile, l’alito 
fili tetto del Monafiero Romano Cattolico. Efio nota-’ 



irci 



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*4 il ÒOVBRNO 

inoltre* che quello vapore forge a una grand'altezza, 
quando il tempo è fereno. Il Signor Mariti vide l’aria 
Copra il Lago affai chiara in un tempo; ed in ua. al- 
tro tempo, maifime di mattina; vide il Lago coperto 
di nebbie . 11 Patriarca di Gerufalerhme .raccontò a 
Brocardt , che ufciva Tempre Un fumo dal Lago. Mei* 
chiorrc di Seidlitz ne’ Cuoi Viaggi lo conferma , e vi 
aggiunge per quello motivo non poterli abitare le vi- 
cinanze del Lago nè dagli uomini; nè dalle bdlic ; 
Anch’egli vide ulcir dal Lago un limi! fumò; quando 
vi gettò lo fguardo da un mónte vicino a Bethlem . 
L’iffeffa cofa vien riferita da Schwallart; il quale no- 
ta , che da qiielto fumo diventa nero il bronzo, e 1’ 
argento. Felice Fàbri nelld defcrizione de' viaggi della 
Paleftina; fatti da Werli di Zimber c da’ Cuoi com- 
pagni ; attribuifce a’ vapori del Lago un fetore 1 ; che fu 
la cagione, perchè effo con i fuoi compagni ne’ di ji. 
Agofto vi fi trattenne poco. Effo vi aggiunge, che tut- 
ti i vegetabili ove arriva quello vapore, fi leccano . 
Anche Breintefìbach è Stochove ripetono la fterilità 
della Valle; ove è il Lago; e de' monti vicini / dall’ 
«falazioni del Lago. Qpefli vapori llimanfi generalmen- 
te malfani , e credo quel che dice il Signor Trailo ,* 
che ne’ luoghi vicini talora ne nafcono delle gran ma- 
lattie. Il Signor Vòrt-der GrÒbcn è di fentimento de- 
rivarne la peflé, che tanto regna né’Paefi Orientali . 
Da Plinio colla, che anche a' tempi fuoi 1’ ària de' 
contorni di quello Lago fu creduta malfaira , e Pocock 
racconta effer deH’iileffa opinione gli Arabi, ed i Mo- 
nadi di Gerùfalemme ; ed aver efli il collùme di met- 
ter un fazzoletto alla bocca e di prender fiato a trav- 
verfódel fazzoletto, trovandoli vicino al Lago. Anche 
Pócock, i giorni dopo effervifi bagnato, fentì de’ do- 
lori acerbi di ftomaco,- è delle vertigini cagionate 
come ttuti convennero, da’ vapori t del Lago. Quirtdi 
è, che il racconto' d’ alcuni Viaggiatori, i quali affe- 
rifcono, che gli uccelli; paltando di Copra al Lago ,• 
muoiono dall’ efalazioni perniciofe , non è del tutto 
falfo; imperocché; quantunque i Signori Maundrel ® 

Thom* 



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bl PALESTINA. ^ ì$ 

Thompfon abbiano veduto paffare gli uccelli fopra ii 
Lago, e per j Tuoi contorni fenza pregiudizio alcuno J 
quantunque ancora Egmond Van-der Nyenburg abbia 
fatta l’ efperienza di far volare fui Lago due paifere , 
alle quali avea tolte alcune penne, acciocché non po- 
tclTero volar lontano , quelle dopo aver fvolazzato al- 
quanto fui Lago» vi caddero dentro, e dall' acque fu* 
rono gettate vive fui lido; pure può eflere , che altri 
in un tempo , che l’ efalazioni eran più copiofe , vi ab- 
biano veduto cader giù morti gli uccelli * 

La natura del Lago finora deferii ta moflra chiara* 
ménte la ragione, perche non vi polTano vivere i pe- 
fei j i quali muoiono rollo che vi entrano dal Fiume 
Giordano * Ciò vien confermato da Cot^yk , Von-dcr 
Grò’ben, Nau ,• Troilo, e Myller. Il Signor TVoilo ha 
toccati con mano de’ pefei morti , che ii Lago avea 
gettati fulla fpiaggià. E’ vefifimile , che non per altra 
ragione il Lago abbia avuto il nome di Mare morto , 
che per non rkrovarfi iti elfo alcun animai vivente ;lo 
che confermano Abulfeda , ed il Geografo Nubefe « 
Non devo però tacere , che A Pocock e Halfelquift 
fembri cofa probabile ritrovarli de’ pelei vivi nel La- 
go , perchè, come il fecondo Autore a {fiotta , fulla 
{piaggia li trovano delle chiocciole) e conchiglie in 
abbondala , lo che vien confermato dal Signor Maun- 
drei « Dò piena fede alle teflimonianze , per rapporto 
alle Chiocciole e Conchiglie, perchè la gravità fpecifi* 
cà di quelle è maggiore di quella dell’acqua quantun- 
que affai falfa di quello Lago; quantunque però j pe- 
fei non è cola credibile, che vi polfano vivere, come 
lo dimoftra il Signor Mìchaelis nel fuo Trattato de 
Mari Mortuó. 

E vero , che quello Lago riceve gran quantità di 
acqua dal Giordano, e da altri fiumi fenza aver feo- 
lo alcuno ; ma dall' altro canto elfertdo il fuo fondo 
ardente, come di fopra lì è refo probabile, e regnan- 
dovi un gran caldo in tempo d'eflate, onde l’acqua 
vien rifcaldata , come atfefta Danielle Ecklirt , che fi 
bagnò ne’ 4. Luglio jyjf, Infogna che la fua efaa- 



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•\6 IL GOVERNO 

zionefia grandiflìma . Accade però, che quando Tacque 
del Giordano fi fono accrefciute dalla neve difciolta , 
e che l’accrefcimento dell’ acque è maggiore dell’efa- 
lazione, il Lago trabocca le fponde, come atteftano 
Saturnia , e Brocard, e Pocock, che ne’ quattro Aprile 
vi vide le tracce evidenti d’ un inondazione pallata . 
E' però egualmente notabile la relazione di Arvieux , 
che racconta aver veduto ne ’ 5 Aprile ì66o ì che 1’ 
acqua del Lago s’era molto ritirata dal Lido; onde 
avvenne , che come fu detto di fopra, vide le rovine 
di fabbriche non vedute da Pocock. Egmond Van-der 
Nyenburg è di fentimento effer il Lago finora fempre 
andato crefcendo , dimodoché col tempo farà per al- 
lagare tutta la pianura di Gerico. Ma ficcome fonda 
la fua congettura nella gran quantità dell’ acque , che 
dal Giordano giornalmente vi entrano, fenza riflettere 
fulla grand’ efalazione , che ne impedifcc il maggior 
ingrandimento, ci vorrebbero argomenti più valevoli 
per provare la fua aflcrzione. Secondo la Relazione 
del Geografo Nubefe, nel Lago fi ufa navigare con 
piccole barche. 

I contorni più vicini del Lago, almeno dalla parte 
occidentale di effo; ove fól tanto fon arrivati i noflri 
viaggiatori , e di cui ne hanno veduto un piccol trat- 
to non producono piante, lo che vien confermato àm 
CotWyk, che lo intefe dir a altri, e da Haffelqutft > 
che lo feppe per propria efperienza. Secondo la rela- 
zione d’Abulfeda ne’fuoi contorni non fi irovano ne* 
campi , nè pafcoli , nè furraggi ; e fecondo quel che 
aflferifce il Signor Haflelquift, non vi fi trovano nc 
anco canne alcune . Ma i meno moderni viaggiatori 
Troilo, e Myller infegnano l’oppoflo , afficurando , 
che dalla parte orientale del Lago crefce in gran co- 
pia la canna di varj colori , la quale trafportafi a Co- 
ilantinopoli , fervendofene i Turchi per far lunghe pi- 
pe da fumar tabacco , come il Signor Myller dice aver 
veduto iuCandia ed in Egitto. L'efiflenza de’ Pomi dì 
Sodoma è foflenuta da Autori antichi e moderni, e da' 
altri è mefla in dubbio. Sono del fentimento de’ pri-. 

mi, 



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DI PALESTINA. 17 

mi , effondo perlualò d’ aver elfi ritrovata ne’ contorni 
del Lago una certa fpecie di pomo , defcritta da’me- 
defimi ; credo però, che quello pomo tra altre frutta 
della fiia fpecie lì trovi qua e là negli alberi , e che 
non abbiano cofa alcuna di maravigliolo , nè di pro- 
prio a quello paefe folo. Quello frutto vien caratteriz- 
zato come rodò e bello di fuora, che toccato o com- 
preifo fi riduce in una polvere nera. Le tellimonian- 
ze degli antichi fcrittori , per provar 1* e fi (lenza di que- 
llo frutto, fi fanno .Tra’moderni citerò il Signor Troilo, 
il quale alferilce di averlo avuto nelle mani , ed alla 
pianta dà il nome di melo; il Signor Nau, che fi rap- 
porta a quel che gli fu detto dall’Abate del Monalle- 
ro di S. Saba , e che ha copiata la fua relazione da 
quella di Neret ; il Signor Pocock non rigetta le te- 
llimonianze luddette; crede però che i viaggiatori ab- 
biano veduto delle molegranatc di corteccia tenace e 
dura, che dopo ellère rimafte full' albero per alcuni 
anni , di dentro lì fono profeiugate , e ridotte in pol- 
vere , quantunque di fuori il color ne fia rimalto bel- 
lo. 11 Signor Nau fcrive, che gli alberi, che portano 
quella fpecie di frutto, lon della grandezza del fico, . 
e le loro foglie fomiglianti a quelle di Noce. In ma- 
niera del tutto differente, ma lenza conformità de’ pa- 
reri , ne parlano Giovanni Jacopo Amman, e Haflei- 
quift. Il primo aflerifee farli quello frutto in arbolcel- .1 
li forniti di molti rami , Somiglianti allo fpino . Edere 
il frutto una piccola mela di vago colore, cogli acini 
bianchi , fimili a quelli d’ una mela immatura ( proba- 
bilmente il frutto non era peranche maturo , quando 
Amman lo vide). Tra quelle mele ritrovarli alcune 
af. iutte di color nericcio, che da lui furono trovate 
di dentro ripiene di cenere . Il Signor HalTelquift cre- 
de , che i pomi di Sodoma non fiano un frutto d‘ un 
albero, o d’ un frutice, ma d’ una pianta, detta So- 
Unum Melangena . Egli la trovò in abbondanza prelfo 
Gerico nelle Valli in poca lontananza dal Giordano , 
o dal Mare morto. Talora, dice egli, di dentro il 
frutto è ripieno di polvere , quando è flato raorfo da 
4fia . B un 



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•1$ IL COVSÌKO 

.Un certo vefpone detto in Latino Tentbredo , il qual 
rnorfo riduce tutta la loflanza interiore in polvere , la- 
Iciando per altro illelo l’efieriorc del frutto, eh’ è di 
bel colore . Quelle lono le varie relazioni , che fi han- 
no intorno al Pomo di Sodoma . Il Lettore potrà fcc- 
gliere quella, che gli fembra la piu probabile, finò a 
tantoché nuovi Viaggiatori ce ne diand piena certez- 
za < Per averla, bifogna che ne’ contorni del Lago rie- 
ica tuttora codelta fpecie di frutto j e che i Viaggiato- 
ci depobendo la paura dell’ invafione degli Arabi * fac- 
ciano tutto il giro della Spiaggia del Lago, che fo- 
raneo non fi è fatto^ 

Dal ; a parte di' Levante, c Ponente il Lago è cinto 
di rocche alte, c ette, che fono affatto Aerili. Avvi- 
cinandovili dalla parte di Gerico, il terreno della pia- 
nura che confina col Giordano, da per tutto è coper- 
to di Sale, e produce l’erba Kali , che dagli Arabi ri- 
dotta in cenere, della quale ne fanno ufo nelle ve-- 
rriere e Saponate* Sull’ettremità fcttentrionale , il lido 
del Lago è coperto d’arena bianca , folto la quale al- 
la profondità d’un quarto di braccio fi trova una ma- 
teria nera come il Carbone, tenace * puzzolente, e 
Amile alla pece ; per ciò vi è di bifogno di guida per 
evitare codette contrade ove certamente uno farebbe 
femmerfo . Dalla parte Occidentale in faccia alle ro- 
vine di fopra deferitte, il lido è coperto di cenere , 
che arriva alle ginocchia de’ Cavalli < Cosi deferive 
Troilo quella contrada, e Myiler, che come è facile 
d’ accorgerli vi fi trovò in perfona , lo accorda inte- 
ramente ; però effer quella materia fomigl ialite 
alla pece di color rofliccio Senite , e dalli Arabi chia- 
mata Latnar , ed efferne flato fatto ufo nel imballa* 
mare i corpi . Effere molle da prima e oleofa , fatta 
poi fecca c dura differire in niente dal bitume < Anche 
Arvieux vi paisò per un terreno abbruciato e lcoppia- 
to in molti luoghi , fomigliante a’ carboni fminuzzati « 
Haffelquift non dice altro, che d’efler pattato a ca- 
vallo per un terreno compoflo di limaccio grigio e are-, 
oofo, tanto morbido, che fpeffo il cavallo vi cadde 

den- 



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D f PALESTINA. I9 

dentro fino alle ginocchia. Non ne fece altra ricerca 
più efatra. Egraónd Van-der Nyenburg pacando a ca- 
vallo da Gerico verfo il Lago, trovò in molti luoghi 
il terreno tanto morbido, che appena i cavalli poteva- 
no tirar fuora i piedi; e non ne dice altro. 

Darò fine alla diifertazione fopra il Mare morto i 
con aggiungervi alcune annotazioni filila così dettato- 
jonna di Sale. Il Signor Profcrtore Hermanno Vonder 
Hardt tu del fentimento affai probabile, che la ritoglie 
di Loih non fu convertita in una Colonna di Sale , 
rha bensì, die in fua memoria fu eretta una colonna; 
Quella fentenza è fiata confermata da Giuft ; Enrico 
Fenifch, c maggiormente fchiarita dal Signor Micliac- 
Jis . I figliuoli , o fia i difeendenti di Lot eretfero 
in memoria della lor madre periti ; un ixionu- 
mento comporto di pezzi di Sale , forfè in figura 
degli amichi tumuli, confervato nel fuccetfò de’ tempi ; 
eziandio fino al prefente come par probabile ; poiché 
gli Arabi lo dicono a tutti i Viaggiatori j e fi prefen- 
tano di condurvegli . I Viaggiatori non fon dell’ iftef- 
fo fornimento per rapporto al luogo ; ove fi trova co- 
defio monumento; e può efieré; che il luogo più vol- 
te fia fiato mutato . Ciò che di più notabile è fiato 
raccontato per rapporto a quello monumento , trovati 
nella deferizione de viaggi di ArvieuX , che nferifee , 
che un Arabo gli fi fia offerto di condurlo a una Co- 
lonna maravigliofa di Sale, porta fui Mare morto, nel- 
la quale di notte tempo vien rifarcito, ciò che di gior- 
no ne porta via il beftiame leccandola colia lingua; la 
quale (per antica tradizione degli Arabi) fu una per- 
lòna convertita in Sale per la fua incredulità. Al Si- 
gnor Mariti, che penfava di ritrovare una colonna di 
Sale , tu moftrato un mucchio informe di farti . Egli 
né anco dovea affettartene . Alla ftoria naturale del 
Mare morto appartiene ancora di dire, che fecondo la 
relazione di Rudolph e Breitcnbach , Viaggiatori me- 
no moderni, nel Lago fi trova, e fi pefea quella fpe- 
cie di lerpe , che .chiamati TirtiS, onde dicono derivarti 
il nome del Teriaco , nella cui compofizioue vi entra 

B t qual- 



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20 IL GOVERNO 

qualche cofa di cotefio lerpc . L’ ifteflò riportano Sui- 
da , e lo Scoliaftc citato da Reland nella fua Palefii- 
na pag. 830 (614), il quale nota, che il maggior in- 
grediente del Teriaco fia d’un certo ferpe, che fi tro- 
va in maggior frequenza ne’ contorni di Gerico . An- 
che Giufeppc Flavio aflcrifce ritrovarfi molti Serpi in- 
velenati nelle vicinanze di Gerico • 

I Monti della Paleftina fono di altezza mediocre , 
afpri, e non della migliore fpecie, e principalmente ne’ 
contorni di Gerufalemme, e tra quella Città e quella 
di Sichcm fi prefentano all’occhio come derupi Iterili 
« ignudi. Ciò r.011 oliarne vi fono delle tracce da ac- 
corgertene con evidenza, che anticamente furono col- 
tivati , e che le rocche ormai ignude eran rivellite di 
terra . Quei Monti , che non producevano le biade , 
fornivano della paltura , oppure fervivano di palcolo 
alle Api, ovvero eran piantati d’Olivi c vigne, e quel 
che mancava in una contrada fu compenfato dalla 
maggior fertilità dell’altra. Alcune Vaili e Pianure fo- 
no lopra modo fertili e amene, quantunque fian poco 
coltivate , e meno abitate delle colline , c de’ monti . 
Generalmente parlando , il terreno di quello paefe è 
migliore di quello della Fenicia, e Sorta; lo che yien 
confermato da Abulfeda nella fua Tabula Syriae pag. 
,9. 10 dell’edizione diKohler. La reputazione della fua 
fertilità fi trova celebrata in medaglie antiche, che 
^fillono ancora, e ne rapprefentano i {imboli. La fua 
ricchezza di grani vien dimollrata in una medaglia di 
C. Agrippa , ove fi veggono 3 fpighe grolle . L’ abbon- 
danza di vino è indicata in due medaglie adorne di 
uva; l’una delle quali fi attribuifee al Principe Simo- 
ne, e l’altra al Re Erode. La fertilità delle Palme è 
accennata in alcune medaglie di Vcfpaiiano -, Tito , 
Domiziano, c Trajano, in cui fi veggono figurati que- 
lli alberi . Dacché però quello paefe più volte- è fiato 
guaftato, fpogliato de’fuoi abitanti, e foggiogato dal 
Turco , e che gli Arabi malandrini Io rendono mal- 
ficuro non folamente per rapporto a foreftieri , ma an- 
che per i nazionali, e che elfi eziandio tra loro efer- 

cita- 



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DI PALESTINA. 21 

citano delle nemicizie, la coltivazione del Paefe è an- 
data fcemando, ed il Paefe ha prefa quella trilla fac- 
cia , che ha prefentemente , malfime nelle fìradc 
maeflre . 

Fra tanto fono confiderabili tuttora i prodotti del 
Paefe, che non folamente fervono per il bifogno de- 
gli abitanti, ma le ne mandano eziandio in Paefi fo- 
reftieri . Le Biade ed i Legumi fono di buona qualità . 
Da Jaffa fi mandarlo de’ grani a Corta nt inopol i . Vi fi 
coltiva il Tabacco, e gran copia di cotone, che par- 
te rozzo , e parte filato trafportafi altrove mediante 
la Città di Saida . Si fa gran quantità di cenere dell’ 
erba Kali , che cfce parimente dal Paefe , mediante la 
detta piazza di traffico . Vi fono delle frutta eccellen- 
ti , come Pere, Mele, Pefche, Albicocchi, Sufine , 
Nefpole , Fichi , Cedri , Melarance, Datteri, cc. ec. 
Noterò alcune cole per rapporto ad alcuni alberi frut- 
tiferi in fpecie. Evvi abbondanza d’ Olivi. Tra Iaffa , 
e Rama s’incontrano alcuni Bofcbetti d’Olivi eccel- 
lenti, come riferirono Rauwolf, Monconys , Pocock , 
e Haficlquift . Quello ne vide anche un buon numero 
tra Tiberiade e Cana, e Cotwyk ne incontrò altri in 
una valle predo il Lago di Galilea, e tra l’antica Se» 
bade e Chilin. Che le Valli, ed i monti, che s’in- 
contrano nella Brada per andare da Gerufalemme a 
Sichem, fiano in molte contrade coperti d’Olivi, 1* 
allertano Cotwyk, Monconys, Maundrcl , e Thevc- 
not. Ne’ contorni di Berhleem vi fono delle Valli con 
molti Olivi, come riferifee il Signor Rauwolf. Anche 
Shaw vi ha incontrato degli Olivi, (limati da elfo ef- 
fer avanzi di piantaggini maggiori , c Adelquift afle- 
rifee , che l' Olive di quello Paefe furono le migliori , 
che avede mangiato in tutto il Levante. D’olio d’ 
Olivo , e di cenere vi fi fa gran copia di Sapone , che 
per Mare è trafporrato altrove . Le Palme vi fono 
in oggi meno frequenti , di quel che furono anticamen- 
te . Se nc trovano a Gerico , e Gerufalemme , come 
riferifee il Signor Shaw , nel Monte Oliveto , e per la 
Brada che da Gerufalemme conduce a Iaffa, come ri- 

B 3 feri- 



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*2 • I V COVI R N O 

ferifcc i! Signor Rauwolf, da Settentrione di Sebafle 
come dice Thevenot , e fecondo la relazione di Cot^pyk 
in alcuni luoghi vicini al Lago di Galilea , e probabil- 
mente ancora in altri luoghi , benché in poco nume- 
ro . De’ fichi fe ne trovano nel Monte Oliveto , nella 
Valle vicina , predo la fonte d’ Elifeo nelle ftrade di 
Gcrufalammc a Gerico , ne’ contorni di Bcthleem , di 
Jaffa, da Settentrione di Sebafte, fui Lago di Gali- 
lea, e altrove, come aflòriicono R.au'Vtf'olf , HafTekjuill T 
Thevenot, e Cotwyk. Anche il Sycomorus , fecondo la 
relazione di Cotwyk, e Halfelquift , trovali in abbon- 
danza nella parte Meridionale della Palcllina . Il Si- 
gnor Haflclquift niega , che riefea il Moro ; ma Rau- 
\Polf e Cotwyk atteftano di aver riveduto quantità di 
Mori bianchi nella firada , che da Gcrufalemme con- 
duce a Jaffa , ed in Sichem . Siccome i Maomettani a 
motivo di Religione non coltivano il Vino., durante il 
loro dominio la vite è (lata molto trafeurata nella Pa- 
lefiina , e non coltivali fuorché in alcuni luoghi , maf- 
lìme a Gerufalemme, e Hebron, ove è confiderabile 
1’ abbondanza di uva frefea , e paffa , che li vende t 
Neitzlchitz aflìcura di avervi veduti de’ Grappoli d’uva 
• alla fine d’ Agofto , lunghi un mezzo braccio , i cui 
grani avevano la lunghezza di due articoli d’ un dito . 
P. Ignazio di Rheinfclden racconta , di avervi veduti 
nel 1656 «l’Ottobre de’ grappoli lunghi un braccio . 
Shaw racconta farvifi d’uva un Sciroppo detto Dibfe, 
creduto da liti eficr il *£>3*1 della Bibbia. Anche aSa- 
fet gli Ebrei coltivano il vino. Le uva fono di fapore 
fquifito , ed il vino è rodo, come riferifee il Signor 
*• Egmond Van der Nyenburg . Ohe anche fui monte 
. Carmelo fi faccia alquanto vino , ciò fu detto nella 
definizione del Monte. Il detto Autore riferifee, chei 
foli contorni di Hebron nc mandano annualmente in 
Egitto un carico di 300 Cammelli, cioè 2poooo libbre. 
Nella vicinanza del Monte Quarantania crel'ce 1 ’ albe- 
ro detto Zacum , che produce l ’ Olio detto di Zacheo . 
Haflelquift lo caratterizza nel modo che fiegue : Arhor 
magna fpinofa , ramis reflis , tener infettile , [olii e parvi r , 

ava - 



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J 



D I PALESTINA. 

ov.it it , canis. Maundrcl vi aggiunge produrre l’albero 
una piccola noce, il cui nocchio diacciato nel mor- 
taio, e gettato in acqua bollente, fa un olio, eh’ è un 
buon medicamento,. Degli alberi, che foraminiltrano 
Maftice , e Storace ne iono Itati veduti da Rauwolf 
tra Jaffa e Rama. Il Carrubo crefce nella Paleltina in 
tanta copia, che del frutto fe ne dà a mangiare alle 
bettie, come rilerilcc il Signor Rauwolf, La Mandra- 
gora, il cui frutto da alcuni non fi dittingue da' Du- 
daim della S. Scrittura, riefee in abbondanza nella par- 
te Settentrionale della Paleltina, cioè nella Galilea an- 
tica, ed il Signor Hattelquilt la trovò matura fui prin- 
cipio di Maggio , Io credei , che il fuo frutto non do- 
vette diftinguerfi dalle Tupbàcb lblies (Mele Diaboli- 
che), fomiglianti alle Mele ordinarie, e che crclcono 
in un frutice, denominate nel modo fuddetto , perchè 
incitano moitiflimo alla libidine. Stefano 1 Sdutte , che 
circa la metà di Maggio le trovò tra Acca, e Narra, 
c che le caratterizza nel modo fuddetto , in apprettò 
non fa menzione veruna delle Mandragore , come d’un 
frutto diftinto. Le Rofe di Gerico cercanti in vano ne’ 
contorni di Gerico ; onde non io perchè a quello fio- 
re molto differente dalla Rola , fi dia quella denomi- 
nazione , Crefce nell’ Arabia deferta , e fui Golfo 4’ 
Arabia . . ; ■ 

Il Bejìiame nella Paleltina c un oggetto di confide- 
razione. Secondo la relazione di Hattelquilt il bejìiame 
Bovino nella Galilea antica forma la maggior ricchez- 
za degli abitanti. E’ però di una fpecic piccola. Rau- 
■woif racconta , che da’ monti fi conduce a Gerufalem- 
me un numero grandilfimo di Pecore, e di Carne molto t 
faporjta a cagion dell’ erbe folhnziofc, che mangiano,- 
che la loro coda è pinguittima, grotta un mezzo pal- 
mo , larga , e lunga un palmo e mezzo , Egli raccon- 
ta inoltre trovarvi!! anco delle Capre, le cui orecchie 
pendenti fono lunghe quafi un braccio. Sonovi ani he 
de’ Cavalli , Jìfinì , e Cammelli . In genere di bellieial- 
vatiche , le più notabili fono quelle che chiamanfi 
, T (doluti , eflendo probabile, che fiano le Volpi, così 

B 4 . dec- 



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24 UiCOVBRUO 

dertc, di cui la S. Scrittura racconta , che Sanfone- 
ne fece prendere alcune centinaia. Quelli animali, co- 
me notai altrove , trovanfi generalmente nell’ Afia in 
in abbondanza, e fpecialmente nella Paleftina, come 
attellano Troilo , e Haflelquift , il quale vi aggiunge 
la , particolarità ritrovacene gran copia predo jaftà , 
Gaza, e nella Galilea antica, e cagionano gran pre- 
giudizio alle mandre degli Arabi , onde lì fa la caccia 
a eflì , e ara mazzandofene talora gran numero fi gettano 
nel Mare . Egli dà a quello animale il nome di Lupo 
orientale , contandolo per altro nel genere Canino . 
Troilo , che di notte lenti gli ululati lamentevoli di 
quelli animali , quando da Rama palfava alia Pianura 
di Eldrelon , racconta, che i Turchi fuoi compagni li 
chiamavano Vahu, cioè cani Salvatici ; che nella figu- 
ra del corpo fon fomiglianti a' Lupi , e nella figura del 
capo a’Taflì ; che ne’piedi hanno Pungine grandi e acu- 
te , e del relto fon della grandezza d’ un Can Ingldè . 
Hafielquift fa menzione d’ un’ altra fpecie di Cani fal- 
catici , a' quali ordinariamente vien datò il nome di 
Volpi, e che fecondo la di lui relazione r itrov a nfi fre- 
quentemente nella Paleftina, quantunque in minor nu- 
mero degli Tfciakal . Egli riferifee annidarfi fpecial- 
mente quelli animali tra i dirupi de' contorni di Bcthleem , 
e fanno talora gran ftrage nelle mandre di capre , c 
portan gran pregiudizio alle vigne vicine al Monaficro 
di S. Giovanni . De’ Leoni fe ne trovino non fo- 
Jamente nella Paleftina, ma anche nella Soria, come 
attellano Haflelquift, e Mariti. Ma di fopra ho di- 
moi! rato colle teftimonianze di Breirenbach , Sandys e 
de la Roque, che nelle bofcaglie , c fra le canne, che 
circondano il Lago di Samochonitis fi trovano de’ Leo- 
ni, Leopardi, Tigri, e Orfi in quantità, che feendo- 
no giù da’ monti vicini. Felice Fabbri racconta, che 
con i fuoi compagni in una fera incontrò nella con- 
trada di Gerico alcuni Afint falcatici , che eran venu- 
ti giù da’ monti, evi aggiunge inoltre, che anche de’ 
Leoni ^ Orfi , Daini , Caprioli , e Cervi di notte tempo 
calano giù da’ monti per andare verfo il Giordano. . 

Evvi 



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DI PALESTINA. 2f 

Evvf gran numero di Gazelie o fia Antiope , a cui gli 
Arabi fanno la caccia co’ falchi. La coltivazione dell' 
dpi vi forma un oggetto importante , e v’è ancor gran 
numero di Sciami d’ Api Selvagge, che depongono il 
miele nelle cavita degli alberi , e nelle fefl’ure delle roc- 
che. Siccome le Locujìe , che in gran truppe dall’Ara- 
bia deferta» e Petrea da Mezzogiorno palTando verfo 
Settentrione, prendono la ftrada della Paleftina, que- 
llo Pacfc vicn danneggiato ora piu ed ora meno, co- 
me attefta il Signor Halfelquift. 

Dell’ Asfalto e Saie , che fi ricava dal Mare morto, 
fe n’ è parlato di fopra, ed i Bagni caldi di Tiberia- 
de , e Calliros faranno deferitti in appreso. 

Gii abitanti del paefe fon Turchi, Arabi, Ebrei, Sa- 
maritani, e Criftiani. I Turchi fomentano di continuo 
la difeordia e inimicizia tra le varie Tribù degli Ara- 
bi, per impedire la lor unione ; perchè elfendo nume- 
rofiflimi potrebbero renderli padroni affoluti del paefe. 
Gli Arabi per le loro feorrerie e ladrocini rendon mal 
ficure le Brade . I Latini , o fta i ReligioG Cattolici 
Romani , Greci , e Armeni hanno de’ Monafteri a Ge- 
rufalemmc , ed in alcuni altri luoghi . 

Iddio avea promelTo il paele di Canaan ( Gtuato 
tra ’l Giordano ed il Mar Mediterraneo) a' 1 2 figliuoli 
di Giacobbe , ed alla lor dipendenza . I detti figli per 
ordine di nafeita erano Ruben , Simeon , Levi , Giu- 
da, Dan, Nettali, Gad, Afer, Ifachar, Zàbulon , 
Giufeppe, e Beniamin . La loro dipendenza confitte 
nelle il Tribù d’Ifrae! così dette. Nella divifione del- 
la terra prometta non fu dato paefe alcuno alla Tribùi 
di Levi, ma dall’altro canto i dipendenti d'Ephraim e 
Maoafle figliuoli di Giufeppe vi ebbero parte. Gli or- 
dini Divini da offervarfi nella divifione dèi paefe, 4. 
Monf. 26 , 52, 56, non furono oflervati. Imperocché 
da un cantale Tribù di Ruben e Gad con grand' impe- 
gni induflero Mosè ad accordare loro il paefe d* Gi- 
lead fintato fuori de’confini di Canaan , cioè dalla parte 
Orientale del Giordano , del quale ne diede anco una 
porzione alla metà della Tribù di Manaffe, di modo 

che 



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t6 GOVERNO 

che il paefe proprio di Canaan fu divifo tra le Tribù 
9, e mezzo; c dall’altro canto gli Ifraeliti per loro 
colpa procederono molto adagio e fenza regola nella 
conquida , e diviftone di Canaan . Quando però que- 
lla era arrivata al fuo intero compimento, furono fif- 
fati i confini tra le 12. Tribù. Tutto il paefe era fot- 
topofto al Regno di Saulie . David e Salomone, ed i 
due ultimi di quelli Regi aveano anche il dominio fu- 
premo di parecchi Regni e Paefi confinanti. Ma que- 
lla potenza finì in Salomone. Al fuo figlio e fucceffo- 
re Roboamo refiarono fottopolìe le 2 Tribù di Giuda 
e Beniamin, ma le altre 10 Tribù lìaccaronli dal fuo 
domìnio , e formarono un Regno didimo . Il Regno 
d' Ifdraelle fu foggiogato dagli Adiri , ed il Regno di 
. Giuda da’ Babiloncfi , egli e gli altri menando f eco in 
prigionia la maggior parte degli abitanti . Il Re Ciro 
.fondatore della vada Monarchia Perfiana accordò a’ 
Giudei, c probabilmente anco a molti Ifraeliti prigio-. 
nieri , la pcrmilfione di ritornare nella Palellina, men- 
tre il paefe rimaneva fotto il Dominio Perdano. I 
.Giudei redaurarono il loro Governo Civile, ed il cul- 
to di Dio , e da principio furono governati da’ loro 
proprj Principi, ed in appred'o da’ Sommi Sacerdoti . 
Dopo da rovina dell’ Impero Perdano edì furono iot- 
topodi a* Regi . Greci , ora a quelli di Egitto , ora a 
quelli di Soria. Quando però Antioco Epifanio fi ri- 
folvè 4 ’cdirpare la loro Religione, egli diede motivo , 
.che fi difendettero con edremo impegno; la qual di- 
fefa promotta dallo zelo religiofo , e dal coraggio eroi- 
co della Famiglia Afmonea , fu la cagione, che riac- 
quidaffero anche la libertà civile. La bravura fpecial- 
mente del loro Principe Giovanni Ircaoo gli rimife in 
uno dato libero , indipendente , e rifpettabile. Fecero 
alleanza col Senato Romano , ed Aridobulo figlio e 
fuccettore di Ircano prefe il titolo di Re . Alcttandro 
.0 fia lamico fuo fratello ingrandì maggiormente lo 
dato con nuove conquide . Ma per la difcordia de* 
fuoi figliuoli Ircano e Aridobulo, il Regno Giudaico 
cadde fotto l’alto Dominio de’Romapi, i quali dalla 

Ca- 



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DI PALESTINA. 

Cafa Afmonea trasferirono il governo in Erode eh' 
era d’una famiglia profelita. In quel tempo la Palejìin a 
era divifa in Giudea , Samaria , Galilea , cd in Perca , 
cioè nel Paefe di là dal Giordano , ove nacque il Reden- 
tore del Mondo , eh’ è la maggior gloria del Paefe. 7Q 
anqi dopo la nafeira di Grillo feguì la conquida c la 
diffrazione di Gerufalemme , ed il paefe fu interamen- 
te fottopodo all’ immediato dominio de’ Romani . Sef- 
fantafei anni in appretto, a cagione di una rivoluzio- 
ne degli Ebrei la Città fu affatto {pianata per ordine 
dell’Imperatore Elio Adriano, ed in luogo fuo fu co- 
ftruita un’ altra di Elia Capitolina , e folto pena di 
morte fu proibito agli Ebr^i l’accodarvi fi. Nell’ ideila 
guerra affai fiera furono didrutti 50 Cadelli e Piazze, 
da poter far renitenza, e 985 altri luoghi. 11 viaggio 
di Paledina intraprefo nel 326 da Elena Madre diCo- 
llantino primo Imperator Cridiano , diede motivo che 
ne’ tempi fuccedìvi circa dugento Templi Cridiani e 
Monaderj vi fi credeffero fondati da ella. Fin dal quin- 
to fecolo Ja Palejlina fu divifa nella Prima , Seconda , e 
Terza. La Prima comprendeva la parte di mezzo all* 
incirca, la Seconda la parte fettentrionale , e Palejlina 
Terza , 0 Salutari. r , cioè la parte più Meridionale , 
quale s’inoltrava anche nell’ Arabia Petrea fino al Gol- 
fo d’Arabia. Nel 637 i Saraceni fotto la condottadel 
loro Calif Omar I s’impadronirono di GerufaJemmce 
di tutta Ja Paledina. Nel fecolo 11 incominciarono le 
Crociate intraprefe dagli Europei per conquidare la Pa- 
ledina , maffime da’ Tedcfchi , Francefi , Inglefi , dagli 
abitanti de’paefi badi, e dagl’ Italiani . La prima Cro- 
ciata fu conclufa nel 1095 alle perfualìoni del Papa 
nel Concilio di Clermonr , e nell’ anno feguente fu ese- 
guirà . I Cridiani conquidarono Gerukjemme nel 1099, 
e fecero gran -drage ,de’ Maomettani. Eleffcro Re di 
Gerufalemme il loro Capitano Comandante di tutta 1’ 
Armata Goffredo di Buglione Duca della bada Lo- 
rena . Ottetto Regno durò fino al 1187, nel qual an- 
no, fotta l’ultimo Re Guido di Lufignano , Saladino 
(Salahaddin) Sultano d’Egitto s’impadronì di Gerii- 

fa lem - 



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ì8 1 L G O V fi II N O 

faicmme. I Griftiani Europei intraprefero in appretto 
dell’ altre Crociate per riacquiftare la Palcftina (con- 
tandoti dall'anno 1096 fino al 1254 cinque Crociate ) ; 
ma furono fenza frutto. Finalmente nel 1517 la Pa- 
lcftina pafsò lotto il Dominio de' Turchi, che ne fono 
tuttora in portello, e permettono ai Criftiani di farvi 
de’ pellegrinaggi . 

Secondo la Relazione del P. Gcfuita Nau, la Pale- 
ftina inoggi è comporta de’diftretti, che feguono: 

I. Il Diftretto El Kods da Settentrione confina col 
Giordano, da Mezzogiorno col Diftretto El Chalil , 
da Ponente termina colla valle di Ali (Quadi Ali) ed 
a Settentrione confina col Diftretto di Naplus. Com- 
prende la Città di Gerufalemme , e circa 200. Villag- 
gi, la metà de’ quali giace diftrutta e deferta. 

Gerufalemme , Jerufalem , detta da Soriani Ut e slem , 
dagli Arabi Uraslim , Beit al Mokaddas , o Baìt al 
Makdes , (luogo del Santuario in Ebraico Wlponn’3,) 
El Kods o El Kuds (Santuario) El Sceri f (la Nobile,) 
o Kods Scerif (la Santa e Nobile) Kods Mobarek , (la 
Santa e Benedetta ) , e llia ( in Lat. Aidia ) , Scialata , 
e Salem , eh’ è il più antico de’ fuoi nomi , che fi tro- 
va nella Bibbia , la Città Capitale della Palcftina , in 
un Monte dirupato detto nella Bibbia Sion, e compo- 
rto di 4 colli , detti anticamente Zion , Morijah , Akra , 
9 Bezetha . Il Monte, in cui pofa la Città, è alquan- 
to declive da Settentrione verfo Mezzogiorno ; quindi 
è che l'acqua piovana vi prende il fuo fedo per la 
porta detta del Concio alla volta di Mezzogiorno , ove 
'nel fucceflo del tempo l’acqua ha incavato il Monte. 
Da quella parte probabilmente furono gli orti de’ Re- 
gi Ebrei, che confiftevano in terrazze, delle quali l’una 
era più alta dell’altra , che comodamente potevano 
inaffiarfi coll’ acque piovane . La Città pofa in mezzo 
alla più bella contrada della Città antica -, che fu di- 
ffama da Tito , e da Elio Adriano ; erta però non 
occupa tutto il recinto di erta , eflendo da Settentrio- 
ne e Mezzogiorno fuori delle mura uno fpazio vuoto, 
cioè da Mezzogiorno il colle di Sion , e da Settentrio-, 

• nc 



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DI PALESTINA. 29 

ile uno Ipazio molto maggiore , e folto di eflfo una 
porzione del colle di Bezetba . Ma dalla parte di Le- 
vante e Ponente la muraglia ritrovai! nel luogo di 
quella della Città antica, non potendoli far ciò in al- 
tro modo a cagion della Valle , che da quelle parti, 
come pure dalla parte di Mezzogiorno la circonda. 
Dalla parte di Settentrione il Monte a poco a poco 
va in declive , e da quella parte fu fempre attaccata 
da fuoi conquiftatori . Il giro della Città fi fa como- 
damente in un’ ora. La comune opinione degli Auto- 
ri , non trovarli Ja Città moderna di Gerufalemme nel 
luogo ove fu l’ antica , farebbe vera, fe intendeflero 
dire, che la Città moderna non occupa tutto lo fpa» 
zio della Città antica . Ma quelli Autori intendono 
un’ intera mutazione del luogo , poiché il luogo detto 
Golgota o lia Calvario , che lenza dubbio fu fuori di 
Città, molìrafi quafi nel centro della Città moderna. 
Ma il Signor Kort refe evidente quello errore,, o piut- 
tofto inganno . La muraglia della Città moderna è 
cattiva, ed a tenore dell’ Infcrizioni , che vi fi trova- 
no, fu collrutta nel 1554. Dalla parte di Settentrione 
là Città è cinta d’un follo mal fatto ; e dalla parte 
di Ponente è fiancheggiata da un Cartello mefehino e 
rovinato , che addimandali Torre di Davidde, e dicefi 
fabbricata da’ Pifani . Le fuc ftrade fon ftrette , ine- 
guali, fudice, c non da per tutto laftricate . Le cafe 
fon malfatte di pietra , o di limo . Vi fono molte 
Piazze vuote, e pochi abitanti. Non v’è acqua, fuor- 
ché quella di cifterna , che nella ftagione piovofa rac- 
cogliefi per tutto Tanno; e non ertendovi traffico, la 
Città è povera . La maggior parte degli abitanti fon 
Turchi, Arabi, e Ebrei; ed i Criftiani , che vi fi tro- 
vano, fon Francefi, Greci, Armeni, Maroniti, Geor- 
giani , Copti , Abiflinj , Giacobiti e Soriani. La co- 
fa più olfervabile della Città è la Chiefa del Santo 
Sepolcro, frequentata da’ Pellegrini Cattolici Romani, 
e Orientali . La porta di quella Chielà, è cuftodita 
da due Giannizzeri . Ogni giorno feftivo erta fi apre 
gratis, ed allora ognuno vi può entrare . Ma in altri 

gior- 



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30 IL GOVERNO 

giorni non fi apre fenza pagar qualche cofa. I Turchi 
propriamente parlando hanno data in appalto la Chie- 
fa a Criftiani * I Latini (Cattolici Romani), Greci 
Armeni , é Copti , ciafcheduno per la lor parte debbon 
pagare un gróllo tributo ; onde è, che i Giacobiti , 
Soriani ed i Georgiani hanno rinunziato alla loro par- 
te i Ciàfcun partito ha i fuoi Religiofi , che vi fon rin- 
ferrati * ricevendo i viveri per un’ apertura , che vi è 
fceìla porta ; e per due altre buche più piccole della 
£orta fi può difcorrerc con dii . I Religiofi Latini vi 
fono in maggior numero; imperocché nel loro Mona- 
fiero, ove s’entra folamente per la Chiefa, ne abba- 
ilo circa 20 ; ineiyre degli altri Religiofi ve n’ è uri 
piccol numero; Il fìnto S. Sepolcro è (otto la cupola, 
o fia fotto la Torre, eh* è a Volta rotonda; e fopra 
di elfo v’ è una Cappella . I Latini fono in pofleflò del 
Sepolcro , e effi foli hanno il diritto di dirvi la Mef- 
fa y mentre tutti gli altri Criftiani vi poflòn far là lo- 
ro privata devozione. I Criftiani Orientali , cioè i Gre- 
ci , Armeni * e Copti nella vigilia della Pafqua di Re- 
furrezione vi accendono il fuoco Santo , che credefi 
Venir giù dal Cielo . In quello Santo Sepolcro il P. 
Guardiano del Convento Latino conferifce l’ Ordine ca- 
vai Jerefco del Santo Sepolcro . I Greci pofteggono il 
Coro della Chiefa, e vi inoltrano , cofa degna di ri- 
f ri, il centro della fuperficie della terra. Efli fono an- 
che in poflèffo d’ un luogo , ove pretendono c!ie vi fi à 
fiata eretta la Croce di Crifto ; e perciò vi è un Al- 
tare, in cui i foli Greci dicono la Mefia . Il Monte 
Calvario, cosi detto ; che fi f3le per gradini zi ,• ed 
in cui vi è il detto Altare, è una rocca cava di den- 
tro, che fembra appoggiata a piJaftri , e fenza dubbio 
fatta a arte . Nella Chiefa rrovanfi i monumenti Se- 
polcrali de’ due primi Regi Criftiani , Goffredo, e Bai- 
duino. I Latini confervano un gran teforo nella Chie- 
fa i clic non inoltrano mai , c che fi guaita per 1’ unti i- 
dità del luogo. Il Monaftero Latino detto di S. Sal- 
vatore, e fiutato tra le Porte di Damafco ; e di B e- 
thlcm* è una fabbrica grande divifa in 3 Cortili,' nel- 



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//e . 






V 




» t PALESTINA; 

le cui Terrazze fi può vedere la maggior parte delk 
Città . E' abitalo da’ Minori Oflervanti di S. France- 
ico di varie nazioni. Il P. Guardiano è Tempre Italia- 
no, il Tuo Vicàrio è Francefe , ed il Procuratore , che 
«mminidra tutta l’economìa del Convento c del San- 
to Sepolcro , per le cui mani , come aflicttra il Signor 
Hafielquift, palla di certo unmillione di lire Francefi* 
è Tempre della nazione Spagnuola , perchè la Spagna 
vi manda la maggior parte delle limofine : II Guardia- 
no è Commifiario del Sommo Pontefice in tutto 1’ 
Oriente ; e amminiftra l’autorità Pontificia nelle coTè 
Tpirituali , e temporali • Chiamali Reverendidimo , e 
come gh Abati mitrati gode il privilegio di Pontifica- 
re . Vien mutato ogni 3 anni . Al Tuo ingrdTo che Ta 
nella Città , egli dee pagare al Governatore o fia MuT- 
lelim 6000 piatire iti contanti, e altri regali di confi- 
derazione . I Pellegrini Europei di qualunque ChieTa 
che fiano , vengono ben nutriti in quello Monafiero, 
ed alla loro partenza vi laTciano un dono: Per como- 
do di edi v’è nel Convènto un edifizio particolare* 
Trattengonfi anche in GeruTalemme molti Criftiani 
Orientali uniti alla ChieTa Romana ^ come Maroniti, 
Copti , Greci , e Armeni , i quali parimente Tono ali- 
mentati gratis in una caTa preTa per loro comodo a 
pigione . La Spezicria del Monallèro è (limata dal Si^ 
gnor HalTdquill per la piu prezioTa j che vi fia in tut- 
to il Mondo , riguardo a (empiici e preparati , che Te- 
condó il calcolo del detto viaggiatore Ton valutati 
100000 piaftre . Vi fi prepara il TamoTo balTamo di 
GeruTalemme compollo d’ogni Torte di balTami , e di 
molte droghe Tciolte nello Tpirito di vino * che quan- 
tunque fia troppo gagliardo per i mali interni , pure 
per le piaghe efterne è un rimedio eccellente. Il Mo- 
nailcro Armeno è più grande del Latino , contenendo 
più di looo danze per i Pellegrini * noti compreTe le 
Celle de’ Rcligiofi . La ChieTa di quello Convento de- 
dicata a S. Jacopo è la più bella della Città, elTcndo 
abbellita di ricche tappezzerie, vaghe pitture, e d’un 
gran numero di lampade d’ Argento, c d’Oro. fenza , 

iar 




32 IL GOVIRNO 

far menzione del preziolo e magnifico ornato, I Gre- 
ci vi hanno circa 20 Conventi, de' quali il migliore è 
quello, eh’ è contiguo alla Chiefa dei Santo Sepolcro, 
ove rifiede il Patriarca. Quelli quanrunque abbia il ti- 
tolo della Santa Città di Gerufalerame, e di tutta la 
Paleftina , di Soria , Arabia, Perea, ec. pure moggi 
la fua Diocefi è piccola . Gli fon fubordinati i Velco- 
vi di Betleem , e Nazaret. Gli Armeni , Copti, Gia- 
cobiti Soriani , e altri Crilliani vi hanno parimente 
Monallerj, c Chiefe. Il Patriarca Armeno ha foltanto 
quello titolo , e del rimanente non è che Arcivefco- 
vo . Il Metropolitano de’ Giacobiti Soriani di Diarbe- 
kir anch’ elTo fi denomina di Gerufa lemme . L’Arci- 
diacono de’ Soriani, che vi è, fa le veci di Vefcovo, 
come riferifee Stefano Schulz . Nel luogo del Tempio 
degli Ebrei già fituato nel Monte Morijeh , v’ è pre- 
fentemente la principale Mofchea de’ Turchi , che fe- 
condo la relazione di lon ol Wardi , e del Geografo 
Nubefe , chiamali al Aklza , è di figura ottangolare, 
e dopo quelle di Mecca e Medina è reputata la più 
Tanta, credendoft , che in elfa fi ritrovi la pietra di 
Giacobbe, molto, venerata da Maomettani, che perciò 
vi vengono in Pellegrinaggio . Il Signor Wilde , che 
fu in quella Mofchea , dice che di dentro è rivdlita 
di Alaballro bello, in cui veggonfi dell’ Infcrizioni Ara- 
biche in caratteri d’ oro , e che il pavimento di elfa 
è coperto di bei tappeti di feta , che oltre due cande- 
le grolTe di cera bianca polle in candeglicri d’argento, 
vi cran accefc alcune centinaia di Lampade , ed in pul- 
piti vedeva polli libri Arabici beili e grandi ; e che 
l’atrio della Mofchea è lallricato di pezzi quadrango- 
lari di marmo ; Che accanto alla Mofchea v’è una 
Cappella piccola , nella quale vide una pietra alta , 
limile ad un Altare , con una bella coperta , e delle 
candele di cera accefc : Che v’è una fonte d’acqua 
refrigerante, detta da’ Turchi Sebi], e che ognuno di 
effi ne prende un forfo . Dalla l’avola della Sorìa di 
Abuifeda colla , che alla fuddetta famofa pietra i Mao- 
mettani danno il nome Ar Sacbrat , e ciò che quello 

Au- 



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DI PALESTINA. 33 

Autore ne racconta nell’ Edizione Kohleriana pag. 
io, viene alquanto fchiarito dal racconto di Wilde. 
Quando Omar Ibn al Chathab ebbe fatta la conquida 
di quella Città , commoiTo dalla venerazione inverfo 
cotefta pietra , egli fabbricò la Mofchea , e da Abl al 
Malech fu colimi ta la cappella , detta Kubhat af òzae- 
brat , ove riirovafi la pietra , come Abulfeda racconta . 
Sonovi ancora altre Mofchec . Gli Ebrei vi hanno 7 
Sinagoghe malfatte. E Ili in parte fono Canuti, ed in 
parte Rabbaniti. Quantunque il numero degli Ebrei vi 
fia grande , pure fe ne vedono pochi per le llrade. Il 
Palazzo detto di Pilato è abitato dal Sandfciacco, eh’ 
è il Governatore di Gerufalemme , e del fuo Dillret- 
to. Il Colle di Sion, come di fopra fu notato, èfuo- 
ri della Città moderna. Nell’eftremità di quello Colle 
dalla parte di Siid-Ovtft fono i Sepolcri de’ Criftiani . 
Nel Colle di Sion v’ è una Mofchea cóllruita fopra il 
pretefo Sepolcro di David, che fu Chicfa Criftiana ove 
non può eutrar Crifliano . Nell’ ideilo Colle veggonlt 
alcune calette mal fatte , predò Je quali v’ è un Cam- 
po, ove fi coltiva tormento, orzo, e vena , come at- 
teftano i Signori Rauwolf, Nau, e Kortc , e fi vede 
adempita la Profezia di Michea 3, 12 Gerem. 2 < 5 , 18 
Quella Città a tempo di Abramo ebbe il nome di 
Salem , dipoi Jebas , c finalmente fu chiamata Jerufa- 
lem-k Tito la diltrulfe 70 anni dopo la nalcita di Gri- 
dio : e quel che n’ era llato rellaurato , e rimafto , fu 
fpianato affatto nel 136 dall’ Imperator Elio Adriano, 
il quale fece piantar una nuova Città nel luogo deir 
antica, efcludendo però il monte Sion dal recinto del- 
la muraglia , il quale è flato coltivato a fementa , co- 
me attellano Eufebio e Cirillo di Gerufalemme, che 
perfonalmente vi li fono trovati . La nuova Città ot- 
tenne il nome d'Elia Capitolina , e fu data in fog- 
giorno a’ Cittadini e foldati Romani ; ed agli Ebrei 
-non folamente fu proibito fotto pena di morte l’in- 
greffo , ma anche 1’ accollarvi fin dove da chi è in 
Gerufalemme poteffero eflcr veduti. In codcllo modo 
il nome di Gerufalemme pafsò talmente in obblÌo,chc 
*- Afia . C quan* 



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34 IL GOVERNO : 

quando un giorno un Martire condotto a Cefarea davan- 
ti il Giudice dille eflèr Gcrulalemme la fua Patria, 
nefluno (apeva di qual Città intendere di pacare . In 
nome di xJElia fi ufava ancora non fidamente a tem- 
po di Griloftomo» ma eziandio gran tempo in appref- 
fo in tutti i Documenti e Regiftri pubblici, e non fu 
ignoto agli Arabi , come ho detto di fopra . Ma i 
Criftiani continuarono a chiamarla col nome di Geru- 
falemme , maflìme dopo i tempi di Cofiantino ilGran r 
de. L’ Impera tor Giuliano per l’odio che portava a’ 
Criftiani , perniile agli Ebrei di rifabbricar il Tempio 
di Gcrulalemme , lo che però fu impedito da Dio . 
Gl’Imperatori fucccllivi rinnovarono la fuddetta proi- 
bizione di Adriano. Nel 6 15 CorfoeParviz Re di Per- 
ita prefe Gcrulalemme ; ma nel 629 la Città ritornò 
folto l’Impero di Eraclio. Nel 637 fu conquiftata dar- 
gli Arabi , ovvero Saraceni . Agli Arabi fu tolta la 
Città da’ Turchi Selfciuchi, e quelli nei 1098 ne fu- 
rono sloggiati dagli Egiziani . Nell’ ideilo anno fe n’ im- 
padronirono nella loro prima Crociata gli Europei, $ 
vi fecero un bottino fopra modo grande, pacando a 
fil di fpada i Maomettani e Ebrei . Abulfeda deferive 
la grand’ afflizione c lo fpavento , che ne fentirono i 
Maomettani . La Città allora fu fatta Relìdenza de’ 
Regi Crifiiani, e già nel 1099 vi ebbe principio T Or- 
dine Cavalltrefco di S. Giovanni nell’Ofpedale di S. Gio- 
vanni , e nel in 8 vi nacque l’Ordine de’ Templarj . 
Nel 1187 fe n’impadronì Saldino Sultano d’Egitto 
e di Sorta , e pofe fine al Regno de* Criftiani . Nel 
2 22S fu ceduta all’Imperaror Federigo I; ma nel 
1239 la Città cadde nelle mani del Sultano Ifmael. 
Indi a vicenda fe n’impadronirono i Sultani di Da- 
mafeo, di Bagdad, e di Egitto fino al 1527, nel qual 
anno fu preia da Selim I, Sultano de’ Turchi. I luoi 
fucceffòri non chiamanfi Signori o fia Padroni , ma 
Hami , cioè Difenfori deila Città Santa di Gcrufalcmmc , 
come vogliono Herbelot e Arvieux : certo è che nel ti-* 
tolo Imperiale il Gran Signore chiamali , Servitore 
Signore della Città Santa di Gerufalemme . .. 

Il 



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DI P Al i S T I N Ai gtf 

Il Monte Oliveta , che ha quello nome dagli Olivi 
Che lo cuoprivano , e che in parte lo cuoprono anco* 
ra, è un quarto d'ora dillante dalla Città verfo Le- 
vante , ed è il più alto de’ monti , che circondano 
Gerulalemme , ed è il doppio più alto del Monte 
Sion, ove pofa la Città. Nell’ (Uliveto fi vede noni fo- 
lamente tutta la Città, ma anche dalla parte di Set- 
tentrione i monti Garizzim, e Ebal , e là Galilea. Dà 
Ponente le corte del Mare Mediterràneo, e da Levan- 
te il Giordano, il Mar morto, i monti , e piani fitua- 
ti di là dal Giordano, e dal Mare morto, come rife- 
rifeono Vilfamont , Rauwolf , Sch\reigger , Neitzfchitz, 
Von-der Groben, Maundrel , Nau, Pocock, Korte , e 
FfalTelquift ; ed il Signor Ladoire atficura, che dallà 
parte di mezzogiorno vi fi vede anche Betleem e He- 
bron . Quello monte da mezzogiorno ftetidefi verfo Set- 
tentrione , e fecondo la definizione , che ne fa il Si- 
gnor Pocock, ha 4 vertici , quantùnque tutti gli altri 
viaggiatori non gliene diano più che tre . La cimà 
più lettentrionale è la più alta , ove anticamente fu 
una torre , 0 fià un edilizio detto di Galilei y fòrfe per- 
chè anticamente i Galilei andando a Gerùfalemme 
nelle Felle maggiori dell’anno , vi ebbero il loro Al- 
bergo, o vi pofero i loro padiglioni. Quella opinione 
fembra verifimile a Sch^allart , Benard, CotWyk, 
Rauwolf, Troilo, Nau, e Pocock. Che quello mon- 
te fia coperto d’Olivi, Citroni, Limoni, Melaranci, 
Fichi, Palme, Terebinti , e Carobbe, che il fuo ter- 
. reno fia fertile di grano , e che per quelle ragioni il 
monte fia deliziofo , ciò corta da’ viaggiatori citati 
pàg. 52 , e ne fanno teftimonianza Breuning , Ignazio 
di Rheinfeldcn , Myrike , e Ladoire nella deferizione 
de’ loro Viàggi. Sopra la cima , ove fi dice che Cri- 
fto afcendelìè in Cielo , trovafi una piccola Cappella 
di ftruttura Gotica , che quanmmùe fia un anneflò 
d’un Monaftero Turco , pures. 4 f®terta a’ CriftianL 
Tutti i Viaggiatori , eccettuato il Signor Korte , pre- 
flano fede all’ opinion vblgàr#y ; che l’ Afcenfione di 
Grillo fia accaduta m quello luogo , non oli ante 

C 2 che 




%6 IL GOVERNO 

che dal Vangelo di Luca 24, 50 corti di certo , che 
fia accaduta pretto Betania . Del luogo, già detto 
Bethphage amicamente Situato dalla parte Orientale 
del Monte Oliveto trai vertice del monte, ed il Bor- 
go di Betania, onon nc efifte più traccia alcuna, op- 
pure le veftigia lafciate ne fon ofcure. 

Betbania , che fu Borgo porto da Levante del mon- 
te Oliveto , ed a piè di erto in diftanza di 15 ftadj, 
o fia di 3 quarti d’ora da Gerusalemme vedefi nc! 
monte Oliveto, ora è un luogo mefchino di poche ca- 
fe abitate da Arabi. ! , 

Trai monte Oliveto, e quello in cui pofa Gerufa- 
iemme, v’è una valle profonda e ftretta , detta anti- 
camente Valle di Jofapbat , bagnata dal Fiume Kidron , 
che è fenz’ acqua , fuorché ne’ tempi piovofi, Scolan- 
dovi allora le acque giù da’ monti vicini . Avanti la 
diftruzione del Tempio , il Sangue delle vittime, e 1* 
acque Sudice pattavano dal Tempio in un canale, che 
fi Scaricava in quefta valle, e generalmente tutte firn- 
mondezze del Tempio , e probabilmenre anche di tutta 
!a Città furono gettate in quefta valle, e portate via 
dall’ acque . Il letto del -Fiume è ftretto, ma profon- 
do, e pretto la Porta di S. Stefano vi fi parta per un 
ponte che confitte in un Solo arco . Il Fiume sbocca 
nel Mare morto , e Se non sbaglio Scorre per quella 
valle , che Secondo la relazione di Felice Fabbri da 
Gerusalemme ftendefi fino a! Monaftero di S. Saba, 
e di li alla volta del Mare morto è afpra , fiancheg- 
giata da alti dirupi , in cui ritrovafi gran numero di 
caverne . In poca diftanza da Gerusalemme verSo Set- 
tentrione fi veggono i Sepolcri detti de' Regi , dei qua- 
li non Se ne Sa l’origine, nè l’ufo, che Se ne facerte 
anticamente . Erti confiftono in ftanze , e Celle grandi 
e piccole fatte in una rocca bianca collo Scalpello in 
maniera affai elegante , ove tuttora fi trovano delle 
carte rotte di pietra . Etti non Solamente Sono i Sepol- 
cri più belli e più notabili, che vi fieno ne’ contorni 
di Gerufalemme , ma eziandio Sono degli artefatti di 
Palertina i più degni d'dfer veduti, — J 

Vo* 



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DI PALESTINA. 37 

Volendo andare da Gerufalemme a Gerico fi paff» 
per la porta di S. Stefano , e per il ponte che prelTo 
Befania conduce di là dal Fiume, Kidron, che dopo 
una ftrada di 5 ore fi incontra . 

Il Deferto di Gerico o fi a di Quarantania , in cui i Si- 
gnori Rauv/olf , e Felice Fabbri, danno il nome di 
Deferto Monftatt , col qual nome fembrano di voler 
efprimere il fignificato del Deferto di Gerico , ingan- 
nati da una falfa idea del nome Gerico , è verifimi- 
le, che fia quel Deferto , ove il noflro Salvatore fu 
tentato. Maundrel, Nau, Arvieux e Thompfon danno 
un’ idea trilla , e fpavcntevole di quella contrada di- 
rupata , afpra e fterile . Vi fi cammina 2,0 3 ore per 
una firada aliai più incomoda , e pericolosa a cagion 
de malandrini Arabi, che vi fi trattengono . La bra- 
da in un luogo attraverfa un monte forato a forza di 
Scarpello , che confina con un altro monte alto e ap- 
puntato di nome. 

Quarantania , alla quale i Criltiani hanno dato que- 
llo nome, credendo che Grillo vi abbia digiunato 40 
giorni in una grotta, è verifimile, che fia quel mon- 
te, nella cui cima il Diavolo mollrò a Crifto i Re- 
gni della terra vicina . Il monte è una rocca ignuda . 
Troilo, Neitzfchitz, e Thompfon lo fanno affai alto; 
e Von-der Groben, e Pocock dicono , che fia il più 
alto della Palellina; e fecondo la relazione di Arvieux , 
Nau, e Shaw fi vede fin di là dal Giordano ; ma il 
Signor Mariti afferifce effer quella veduta poco defide- 
rabile; imperocché la Salita del monte è tanto erta, 
pericolofa, e Spaventevole, che pochi viaggiatori ardi- 
lcono di farla . Felice Fabbri , Von-der Groben , Ar- 
vieux, P. della Valle, Nau , Thevenot, Haffelquift , 
e Mariti vi fon Saliti; ma i tre primi foli fon paffati 
fino alla cima più alta , ed all’ ultimo fu detto effer 
il più alto vertice in quel tempo inacceffibile ," e que- 
llo Viaggiatore fi lufingava di poterne far la falita per 
un’ altra parte. Il primo aggiunge inoltre vedervifi an- 
cora il monte Libano, lo che può effere. E’ però co- 
fa affurda , che voglia farci credere di avervi veduto 

C 3 quel 



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3$ IL GOVERNO 

quel monte dell’ Armenia, ove lì posò 1’ Arca di Noè, 
Ègmond Van-der Nyenburg racconta pagarli annual- 
mente io piaftre dal Convento de’ Francefcani di Ge- 
rufalemme agli Arabi , per non moleilare coloro , che 
vi vengono per falire il monte Quarantania . Alla me* 
tà della (alita in una cima v’è una Cappella rovina- 
ta , e nella fommirà del monte ritrovanfi molte grot- 
te abitate anticamente da Romiti ; in oggi però vi fi 
trattengono più volte degli Arabi , per (premere del 
denaro da' Pellegrini curiofi , che falgono il monte; 

0 per fpogliarli del tutto. A piè di quello monte v’è 
la fonte d’ Eli sto , d’acqua eccellente, cinta di alberi. 
Ella manda le fue acque al Giordano , a cui in que- 
lla contrada s’unifcono le acque d’un’ altra fonte, le 
quali in altri tempi , come fembra , furon condotte a 
.Gerico per un acquedotto , di cui ne efiftono ancora 
alcuni avanzi . Il rivo che nafce dalla fonte d' Eliseo 
ferve a metter in moto alcuni mulini , ed a bagnare 

1 contorni di Gerico. 

Gerico fu Città 6 ore di ftrada dittante da Gerusa- 
lemme , e Z ore dal Giordano , nella contrada detta al 
Gaur . Fu detta anticamente Citta delle Palme; per- 
chè ne’ Suoi contorni v’era gran copia di Palme frut- 
tifere, che vi fi trovano ancora di prefente in minor 
numero. Quella Città è (lata talmente diftrutta, che 
ora non vj fi vede altro, che alcune capanne mefchi- 
Òe abitate da Arabi, ed una torre quadt angolare. L’ 
albero derto Zacum , del cui frutto ii fa l’olio detto 
di Zaccheo , vi fi trova in gran frequenza , ma le Ro - 
fe dette volgarmente di Gerico non \i fi trovano. Se- 
cóndo la relazione dj Abulfeda, ne’ contorni di Geri- 
co Rincontrano delle miniere di Zolfo , che fono le 
fole , che vi fiano nella Palcftina. Egli vi aggiunge 
coltivarvi!» ancora il guado . Ma al prefente ngn vi 
tiQvano più nè le dette miniere, nè il guado. , 




Pa 



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D I P A L E S X I N A. 39 

Da Settentrione t Nord - It'ejl di Gerusalemme ritrovanfi i 
. i. luoghi Seguenti', 

\ • ... • * h' * 

In poca diftanza da Gerufalemme dalla parte di 
Nord-Wcft v’ è la Valle diCVww, adorna di be’ Cam- 
pi , e Giardini , Olivi , Fichi , Albicocchi , e Mandor- 
li . .E' ia più bella contrada de’ contorni di Gerufa- 
lemme , molto frequentata dagli Ebrei che vi vanno a 
divertirli ne’ giorni di Sabbato,. 

Samuele , è un nome , che fecondo la relazione di 
Pocock, gli Arabi danno a un villaggio, che credei! 
efler l’antica Città di Rama . E' 2 ore di ftrada di- 
ttante da Gerufalemme verfo Settentrione in un mon- 
te ftimato dal Padre Nau per il più alto , che vi fia 
ne’ contorni di Gerufalemme . Sanutus riferifee , che 
vi fi vedono al monte Seir in Arabia tutti i contorni 
del Mar morto fino al monte Abarim , e tutta la 
fpiaggia Marittima fino a Berfabe , ed al Deferto di 
Sur, dalla parte di Ponente . Il Villaggio abitato da 
Arabi è piccolo , circondato da molti avanzi di Fab- 
briche. In una Mofchca , che vi è, e che fu Chiefa 
Criftiana , v’è un Sepolcro , che credefi del Profeta 
Samuelle. Della Città di Rama fi fa menzione Matt. 
2, 18, e nel vecchio Teftamento più frequentemente. 
Quello nome fi trova anche pofio nel numero duale 
Ramati a)im , forfè perchè fu comporta della Città al- 
ta, e batta, e leggefi anche Ramathajim Zophim . Sa- 
muelle vi nacque , e vi morì . Giuleppe Flavio le dà 
il nome di Ramatha , e Ramai hem . In lingua Caldai- 
ca , che fi ufava a tempi di Gesù Criflo nella Giu- 
dea , erta ebbe il nome di Armatba , onde lèmbra de- 
rivare il nome Greco Anmatbea , che nel Teftamento 
nuovo leggefi ctter la Patria di Giufeppe . Nella cima 
del monte vedefi un bacino d’acqua in una rocca, 
ove è anco una fonte in una grotta fatta nella rocca 
a forza di fcarpello , che rende dell’ acqua limpida in 
abbondanza . 

Dalla parte Settentrionale , e Orientale del luogo 

C 4 f Md- 



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40 IL GOVERNO 

fuddetto v’è una gran Valle , che in vago modo fi 
prefcnta a chi ila nel monte ; Pocock dice, che da 
Levante a Ponente la Valle è lunga circa jo miglia 
Inglefi (più di x miglia Geografiche), e larga 5 in 
circa . I Viaggiatori afferifeono crederli , che fia la 
Valle d‘ djalon , della quale fi fa menzione nella Bib- 
bia ; lo che è verifimile. A tempo di Benjamin Tudc- 
la dagli abitanti Criftiani fu nominata Val de la Luna. 
Nel fuo recinto v’è il Villaggio Gib in un Monte abi- 
tato dagli Arabi . Il Villaggio credefi ettere la Città 
di Gibeon (Gabon), di cui fi fa menzione nella Bib- 
bia; ma avendo rifletto fulla Umazione , mi pare che 
fia Geba , oppure Gibea . 

Bìr 0 El Bir , Elbir, piccolo villaggio abitato da Ali- 
bi, detto per errore Lebire d aStochove, e da Breiter- 
bach Barra , ove fi veggono le rovine d’ una Città. La 
Bibbia dà a' quello luogo il nome Beer , cioè forben- 
te ; ed in effetto fecondo la relazione di Cot wyk 
Maundrel, e Thompfon, a piè del Colle vi è una for- 

f ente ricca d’ottima acqua, cdaccanto vi fono igran 
'efchierc murate di pietra quadra. La Chiefa, che vi 
è fulla cima del Colle , per Ja maggior parte è rovi- 
nata. Evvi inoltre nel luogo un grand’albergo di pie- 
tra ( Kierwanfcrai ) , cinto d’ una muraglia . Sultan Sa- 
ladino tolfe quello luogo a’ Franchi , e lo dillrufle . Se- 
condo che ne riferifee il Signor Stochovc, è 3 ore di 
cammino dittante da Gerufalemme . Dalla delcrizione 
de’ Viaggi di Breitembach cotta , che nel 1483 in 
quello luogo fia un Borgo grande ; Ma a tempo di 
Brocard cioè nel 1183, i Templari n’eran in poffef- 
fo* ed allora il luogo avea il nome di Bir a. 

Alcuni fon di fentimento , che quello luogo non 
debba diftinguerfi dall’antica Città di Mkhmasb 0 Ma- 
chmas r di cui fi fa menzione nella Bibbia ; lo che pe- 
rò non è verifimile : poiché quello luogo fu fituato- 
pretto Rama, circa 3 ore dittante da Gerufalemme. 



Dal - 



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bi t ALHt 1 K A. 



4 l 



balla patte Occidentale di Gerufalemme . 

* ' '* * « i « 

J Vadi olii, cioè la Valle di Ali , 4 miglia Geografiche 
«urtante da Gerufalemme, fui confine del Diftretto di 
quella Città .• • 

Latrun, Villaggio in un Monte erto, che fecondo 
l’opinione di alcuni fu Città piccola . Il fuo nome 
Arabico ha dato motivo alla favola , che uno de’ La- 
droni crocifitti con Gesù fotte oriundo di quello luogo . 

Lefca , Villaggio in un Monte, che comunica il fuo 
nome a una Valle. 

* • ’ • • '• - / 

Dalla parte di Mezzogiorno, Siid-IPeft, e Sud-Ofi per 
rapporto a Gerufalemme. - * ■ ‘ 

Due fono le ftrade, che da Gerufalemme conduco- 
no a Betleem . La più battuta è la più breve ; mentre 
la llrada vecchia fi volge più verfo Ponente . Ambedue 
fi riunifeono pretto una fonte. Di lì in poca lonta- 
nanza alla metà della llrada incontrali 

Il Monaflero d’Elia abitato da Monaci Greci, il qua- 
le è pollo a piè d’un Colle, ove fi gode il profpettó 
de’ contorni di Gerufalemme e Betleem. 

Il Sepolcro di Racbelle è una Volta appoggiata a 4 Pi- 
lallri , e altrettanti archi . Attorno vi fono parecchi Sepol- 
cri de’ Turchi , che hanno defiderio di effervi fotterrati. 

Betleem è un Villaggio ben popolato, 2 ore, o fia 
un miglio Tedefco dittante da Gerufalemme , in Mon- 
te dirupato, cintodi Valli eColline, alcune dellequali 
producono biade , vino , olio , fichi , e altri alberi frut- 
tiferi , e alcune non fon coltivate, di modo che que- 
lla varietà di terreni cagiona un grato fpettacolo all’ 
occhio. V’è una delle Valli, che fi rivolge verfo Ge- 
rico , ed il Giordano . Nella più alta cima del Monte , 
nel quale pofa Betleem veggonfi i contorni di Geri- 
co , il Mare morto , ed i Monti dell’ Arabia • Quefto 
luogo è famofo per ettervi nato il Salvatore del Mon. 
io, nel qual tempo etto fu Borgo. Secondo la relazio- 
ne 



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4» Il GOVERNO 

ne di Troilo, il Villaggio è comporto di 100 cafette 
di pietra: fecondo quella di Groben di circa 50. Ma 
il Signor Ladoire, che vi fu nel 1719, aflerifce arri-, 
varvi il numero delle Cafe a 300. Gli abitanti fono 
Crirtiani , e Maomettani , e fecondo il calcolo del Si- 
gnor Korte formano circa zoo famiglie. Gli abitanti 
dell’ una e dell’altra Religione fanno Rofarj , Crocifiilì , 
Immagini della Chiefa del S. Sepolcro di Gerufalem- 
tne j del S. Sepolcro, della Chiefa di Betleem, ideila 
Santa Grotta, le quali in quello luogo vengono bene- 
dette ; c quantunque quelli lavori di legno fi facciano 
col coltello , puic ricfcouu iu modo sì vago, che fi 
crederebbero fatti a tornio. (Quelle cofe Sante man- 
danti in gran copia a’ Paefi Cattolici Romani d’ Euro- 
pa, fpecialmente in Portogallo, e Spagna, ed i Tur- 
chi eziandio ne fanno traffico). Nau riferifee d'aver 
fentito dire a Betleem venderfene ogni anno per il va- 
lore dì 3000, o 4000 Talleri; e Haflelquift racconta 
di aver intefo dire al P. Procuratore del Convento 
Latino di Gerufalemme, che nel magazzino di quello 
Convento fe ne ritrovi una provvifione per il valore 
-di 15000 Piatire . ,1 BetJeetniti da Nau, Pocock e 
Haffelquift vengon caratterizzati per gente inquieta , li- 
tigiofa, tanto i Criftiani, che i Maomettani . Secondo 
Ja relazione di HalTelquirt quello luogo è un Legato 
fatto alla Città di Mecca, e per confeguenza non è 
fotioporta al Sandfciacco di Gerufalemme , ma bensì 
al Governatore di Iaffa, il qual luogo parimente è del- 
la Mecca. Il detto Autore è l’unico, che ciò alferifca; 
onde fe ne dcfidera maggior certezza . 

- Fu ri del Villaggio, all’ ellremità Orientale di eflò 
—v’è la Chiefa fabbricata fopra la grotta, ove diceli na- 
to Gesù Grillo. La Nave della Chiefa è adorna di 50 , 
oppure fecondo la relazione di Schulz , di 48 colonne 
alte «belle di marmo, ognuna d’un fol pezzo,. Il Co- 
ro è divifo dalla Nave per mezzo d’un muro, e fotto 
il Coro v’ è la Grotta lùddetta. La Chielà , come 
nota il Signor Nau , fu edificata dall’ Imperator Giu- 
ltiniano, ed il lavoro Molaico, onde la Chiefa diden- 
. tro 



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DI FALBSTINA. 43 

fro è abbellita, fu terminato nel 1178 da un artefice 
di nome Ephrem , come corta da un’ infcrizione che 
vi è nella Chiefa de Greci, i quali circa il 1670 ot- 
tennero la permirtione di migliorarla, come riferjfce il 
Signor Nau, e che nell’anno fuddetto vi fpefero circa 
100000 Tartari regalati da un folo Macellaro ricco di 
Cortantinopoli . Ciò non ortante i Cattolici Romani 
trovarono il modo di ottenerne il pofleflo , fpecialmeo* 
te del Coro e della Grotta che vi è di fotto, come 
atteftano Pocock, Kort, Haffelquift e Egmundo Van- 
der Nyenburg nelle deferizioni de' loro Viaggi. Predo 
la Chiefa v’è un gran Monaftero, cinto d’una grofla 
muraglia , divifo in 3 Conventi abitati da Religiofi 
Francefcani, e da Monaci Greci, e Armeni, Sul tet- 
to del Monaftero l’occhio parta di fopra a’ Monti e 
Valli verlo il Giordano ed il Mare morto, il quale 
qui fi vede meglio, che nel Monte Oliveto , effendo 
quello luogo due ore di rtrada più vicino. Quando 
Schweigger nel 1581 negli 8 di Maggio arrivò a Bet- 
Ieem, la raccolta del Grano già vi fu terminata. 

Venendo da Gerufalemme, ed alla delira declinan- 
do dalla rtrada che conduce a Betleem , fi trova il 
Monaftero della S, Croce , detta nel linguaggio del Pae- 
fe Maf aliale , eh’ è una fabbrica valla e foda , cinta 
d’alte muraglie, che fecondo la relazione della mag- 
gior parte de’ Viaggiatori appartiene a Monaci Gre- 
ci, e come riferifcono Cotwyk, Neitzfchitz, Nau, a’ 
Georgiani , lo che vien confermato da Sandys e Be- 
nard , il quale vi aggiunge , che quelli Georgiani dico- 
no la Mefla in lingua Greca (giacché fono della Chie- 
fa Greca ) 5 c Sandys nota inoltre , che in quello Mo- 
naflero rifiede un Vefcovo Georgiano. I Contorni del 
Monaftero lon piantati d’Olivi, e fon fertili di biade 
e legumi. Andanco più inoltre s’entra nella Valle de’ 
Terebinti , e fi trova il Villaggio Coloni ; indi s’arriva 
all’altro Villaggio Zula ì che erroneamente credefi ef- 
fere Modin de’ Maccabei. Dipoi incontrali 

Il Monajìero di S. Giovanni , 2 ore diftante da Betleem 
pollo in una Collina di fotto a Monti, e abitato da 

Fran- 



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'44 II COVERTO 

Francefcatìi. Fu fabbricato di pianta circa l’ anno 1673 , 
cd ha una bella Chiefa . Il Signor Nau , che vi fu nei 
2675 fentì dire che le fpefe della fabbrica già allora 
importavano 20000 Tallari. Vogliono, che S. Gian- 
battifla nafcefTe nel luogo della Chiefa . 11 Villag- 
gio vicino, che fecondo la relazione del P. della Val- 
le , e di Egmond Van-der Nyenburg in lingua Araba 
chiamafi Ainciareb , o come vuole il P. Nau Ain Ha- 
rem , ripete il fuo nome dalla copiola forgente, che 
indi fi diffonde nella Valle, per innaffiarvi i Giardini. 
E’ verifimile , che queflo luogo fia quello , che nella 
Bibbia chiamafi Ajm 0 Atnon , nella cui vicinanza fu- 
rono le piccole Città di Salim e Iuda. Ladoire dà a 
quello Villaggio il nome Ain ì e dice, che queflo Ha 
anche il luo nome antico. Il Deferto di S. Giovanni, 
in cui giace il detto Monaflero è una delle più vaghe 
contrade della Giudea. Tutti i Campi, che cingonoi! 
Deferto fon coltivati , e fecondo la relazione del Pa- 
dre Nau producono delle biade buone . Sonovi anche 
molte vigne. Il Signor Schulz vuole, che il vino de’ 
contorni del Monaflero fia fqtiifito, ed il migliore di 
tutta la Paleftina. La Grotta ove dicefi, che S. Gio- 
vanni viveffe in folitudine, è 3 quarti d’ora dillante 
dal luogo della di lui nafcita, ed è in mezzo a una 
rocca fcofcefa , come il Signor Ladoi're riferifce . Quan- 
tunque non fia fiata abitata dà S. Giovanni, pure me- 
riterebbe effer un Eremitorio per la bella veduta , che 
vi fi gode. A' piè della rocca vedefi una Valle profon- 
da, e dirimpetto vi fono de’ Monti; in uno de’ quali 
fituato a mano manca v’è un Villaggio di nome Seba , 
ed alla metà dell’ifleflo Monte un altro Villaggio ben 
provviflo d’acqua. Ne’ contorni della Grotta ritrovanfi 
de’Carnubi, molto frequenti in quello Paefe . 

Dopo un cammino d’ un’ ora alla volta di Mezzo- 
giorno, paffando per Monti alti e fertili, fi incontra 

S uel Rivo, che nella Bibbia chiamafi Soreck. Queflo 
urne nafce e bagna la Valle, che ne porta il nome , 
e che credefi eflcre la Valle d’ Eskpl , ove nacque quel 
grofitffimo grappolo d’uva riportato dagli efploratori di 

* Mo- 



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DI PAL E S TINA. 4J 

Mese. Certo è, che i monti che vi fono a mano 
iìniflra di chi vien da Gerufalemme, fon ben coltiva- 
ti, e fon fenili di Biade, Olivi, e Vino. Secondo la 
relazione di Arvieux e Nau vi fi fanno de’ grappoli di 
io in il libbre di pefo ; e Neitzfchitz aflìcura d’ aver- 
vi mangiato ne’zó Agofto dell’uva della lunghezza di 
z articoli d’ un dito , di grappoli lunghi un mezzo 
braccio. Nell’ ifielfa Valle anche da Ignazio di Rhein- 
felden nel mefe di Ottobre furono veduti de’ grappoli 
d’ uva di color d’oro , lunghi un braccio , e fapori- 
titttmi . 

Dalla parte Meridionale della Fiumara Soreck , e vi- 
cino a un Villaggio v’è una fonte , che credctì eflére 
quella, ove Filippo battezzò il Camarlingo della Regi- 
na Candacc . Accanto vi fu un Monallero con una 
Chiefa. La fonte c riveftita di pietra tagliata, e lefue 
acque, dopo eflerfi raccolte in un bacino, pattano in 
un Canale, che le conduce in un altro Confervatorio , 
e finalmente entrano nel Soreck. La ftra^a maeftra 
non conduce a quella fonte, ma patta però per l’iftef- 
fa Valle, ove fi trova la fonte. 

Il Villaggio Btit Gì al a un mezzo miglio Tedefco 
lontano da Betleem , abitato da Greci , è rammentato 
da tutti (Viaggiatori. I Contorni lon fertili, e fono col- 
tivati da’ Greci. . 

La fonte Jigillata di Salomone ( Cantic. Salom. 3 1 1 ) 
che trovafi in un luogo eminente, in diftanza dimezz* 
Ora da Betleem , è una fonte ficca d’acqua, nella 
quale fi feende con fatica per una ftretta apertura , e 
con un lume acccfo. Si arriva a 2 cantine a volta , 
ove da alcune buche efee un acqua eccellente in tal 
copia , che non fidamente riempie tre Pelchiere grandi 
e profonde intagliate collo fcarpello nella rocca in figu- 
ra quadra , dimodoché l’ una è polla fopra l’ altra ; 
ma ancora dalla pefchiera più batta efee tanta acqua , 
che per mezzo d’ un acquedotto di tubi di terra ne 
vien fornita la Città di Gerufalemme, e per un altro 
condotto ne patta anche a Betleem , mentre l’ altre 

acque 



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4 6 li GOVERNÒ" 

acque (colano per altre vie . L’ acquedotto , che pafla 
la Gerusalemme fu rifatto nel 1484 quando vi era Fe- 
lice Fabbri, e nel lavoro eran occupate 800 perfone . 
Si dice, che l' Autorè della fonte delle’ Pefchiere, e 
dell’ acquedotto fofle il Re Salomone Ecclef 2,4,5 
6, e che egli vi averte un Giardino di diporto, che 
forfè fu dalla parte Settentrionale delle Pefchiere folla 
pendice d’un Colle, ed in una Valle piccola cinta di 
Colline . Nel Colle godefi la vaga veduta delle Pefchie- 
re di Betlecm, e di tutto il paefe vicino. La detta 
Valle piccola probabilmente è l’ ideila con quella, che 
fecondo la relazione del P. Nau Confirte in un buon 
terreno bagnato dall' acqua di fonte più bada della Pe- 
fchiera delle tre Pefchiere deferì tte. Secondo la deferi- 
tone del Signor Cotwyk la Valle e lunga circa t 
Stadj , e larga circa 500 palli (ordinari), con unfuo- 
lo fertile di color nero, adorna d’alberi fruttiferi delle" 
fpeeie più nobili, e molto deliziofa. Anche il Signor 
Trailo la celebra per le fue frutte eccellenti . 

Pattando per vari Monti, e Valli in diftanza di 1 
ore dalle Pefchiere, lì trova quel Monte, ove antica- 
mente fu Tekaa , e vi fi veggono tuttora molte rovi- 
ne. Nella fua cima da Sud O velili vede ilMaremor- 
td, da Nord-weft Betlemme, e da Weft-Nord-VPeft if 
Monte, a cui i Monaci di quelli contorni danno il 
nóme di Bitnlia . Dalla parte Settentrionale del Mon- 
te vi fono delle Valli fertili, e vaghe Colline, e dal- 
la parte di Mezzogiorno , e Levante v’ è una valla 
campagna. La fama vnole, che il Deferto di Tekoa fia 
(lato dalla patte di Levante. In poca lontananza dal- 
la fommità del Monte detto di Betulia , per andare 
alla fua eftremità di Nord-well, v’è una Grotta con 
una fonte d’acqua perenne. 

In diftanza d’ una lega e mezzo Francefe dalfuddet- 
to Monte, ed alquanto più d’ una lega lontano da 
Betlemme v’ è un Monte alto, feofeefo , e ifolato , 
detto nella lingua del Paele Ferdayr 0 Ferdaus , cioè 
Parodi fo y e da’ Franchi Betulia , detto anche Monte de' 

Fra»- 



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D ( PALESTINA. 47 

Franchi, óve fi trovano le rovine d’un Cartello , che 
fi dice edere fiato difefo per 40 anni da’ Cavalieri d$ 
S. Giovanni di Gerufalemme. > , \ t 

Circa 2 Leghe Francefi lontano da Betleem alle 
volta di Levante, v’c un alto monte, ove fi veggono 
le rovine d'un Cartello antico, che fecondo la relazio- 
ne di Pocock chiamanfi Crcightun , fìtuate fopra una val- 
le, e accompagnate da una Cifterna tagliata nella roc- 
ca. Accanto v'è una Grotta, che fecondo la definizio- 
ne di Pocock, è molto grande, ed acceflibile per uno 
flretto paflaggio , e per due ingrefli. Entrandovi il det- 
to viaggiatore per l’ingrcffo, eh’ è più addietro, egli 
incontrò una caverna del tutto afeiutu , ove vide la 
rocca appoggiata a grorti pilaftri fatti dalla natura ; in- 
di s‘ inoltrò in uno flretto paflaggio, fenza poterne ar- 
rivare alla fine . Egli riferifee inoltre raccontarli in 
quello Paefe, che una volta vi fi rifùgiafle un nume- 
ro di 30000 perfone per falvarfi da un'aria maligna, 
fotto la quale il Signor Pocock vuole, che s’intenda 
il vento ardente che in quella contrada talora è mol- 
to pericolofo . Credefi quella Grotta efler quella , ove 
fi nafeofe Davidde per tagliar un pezzo del manto di 
Saulle. Arvieux deferive quella grotta come grande e 
ofeura , e le Bruyn , fenza altra aggiunta la chiama 
ofeuriflima. Nau la chiama batta, ofeura, e piccola , 
non più lunga di 52 palmi o piedi, nè più larga di 
24 , capace di 30 uomini al più . Racconta inoltre , 
ritrovarli ancora un’altra grotta di fimil grandezza.il 
Signor Troilo s’accorda perfettamente col detto viag- 
giatore . Paragonando quelli racconti infieme, vi fi 
trova tanta diverfità per rapporto alla grandezza di 
quella grotta , che per conciliarli, bifogna credere , 
che Troilo e Nau non abbiano veduto altro che una 
parte della Grotta deferittada Pocock. Ciò non ottan- 
te il P. Nau s’affatica di feiogliere le difficolti di co- 
loro che dubitano , fe quella fia la grotta, ove fi 
nafeofe Davidde, 1 Sant. 24, I. 

Il Monafìero di S. Saba è 3 leghe Francefi dittante 
da Betleem, e 4, o j da Gerufalemme, in un monte 

al- 






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48 IX.COVERJJO *. 

alto , fcòfcefo e dirupato , in cui vi fono molte Grot- 
te , ed a piè del quale fcorre il . Fiume Kidron , cioè 
quando il tempo è piovofo, offendo fenz’ acqua in al- 
tri tempi. Scendendo il monte fi trova una fonte in 
una caverna . Dal Monaftero per una via fot terranea 
e a gran fatica fi fale in una Torre, ove un Romi- 
to Monaco fa la guardia per offervar tutti coloro > 
die s’ avvicinano al Monaftero , e darne l’ indizio agli 
altri Monaci. A’ Maomettani fotto pena di pagar una 
groffa fomma di danaro n’ è proibito l’ingreffo. E! 
abitato da Monaci Greci, che fecondo la relazione di 
Troilo non fon più di io, fubordinati al Patriarca 
Greco di Gerufalemme . Anticamente il numero de' 
Monaci fu grande, e nelle grotte vicine viffero più di 
10000 Romiti. . - • . , 

II. Il Diftretto El C balìl , o Hebron , dalla parte di 
Settentrione ftendefi fino alla Fonte figillata , e per 
confeguenza confina col Diftretto El Kods ; da Levan- 
te confina col Mar morto , da Mezzogiorno col De- 
ferto del monte Sinai , da Ponente col Diftretto di 
Gaza. Comprende una fola Città, o 15 o 16 Villag- 
gi. Da Betleem andando a Hebron, fi paffa preffo le 
Pefchiere di Salomone di fopra deferir te , indi fi fale 
un monte, e fi paffa per un Bofco, e dopo aver at- 
traverfato una Valle, ed una pianura, s’ incontra un 
villaggio di nome Ain Halkil ; e inoltrandofi fino a He- 
bron, non fi trova altro che Vigne, e Orti di vario 
genere di frutti . .. 

Hebron , detta da Abulfeda Bait Cbabrun , da nazio- 
nali Arabi El Cbalil, per elfervi fotterrato Abramo, a 
cui danno il nome Cbalil Allah (amico di Dio), è 
Città 5 miglia Tedefche dittante da. Gerufalemme, quali 
dell’ ifteffa grandezza di quella Città , ma fenza mura , 
e molto rovinata. Una parte dieffa è polla in un pic- 
colo monte , e 1 ’ altra pofa piano. Gli abitanti fon 
Maomettani, che vi tollerano alcune famiglie Ebree . 
In mezzo a unà Mofchea grande e bella, fabbricata di 
pietre quadre di Imifurata grandezza, che fu Chiefa 
Criftiana, fi moftrano i finti Sepolcri di Abramo e 

Sa- 



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' DI PALESTINA. 49 

Sara, visitati con devozione non Solamente da’ Pelle- 
grini Crittiani, ma anche da’ Maomettani . Evvi anche 
un Cartello. In diftanza di qualche centinaio di palli 
dalia Città alla volta di Ponente v’è un piccoi mon- 
te , in cui vedefi una Mofchea rovThata , che porta il 
nome di 40 Martiri, LI Arèain Scehid , fatto la quale 
v’è una caverna fotterranca , ove lotto terra , dicefi, 

’ «{Ter un partaggio , che conduce fino a Hebron . I con- 
torni della Città fon montuofi come quelli di Gerufa- . 
lemme , ma più bofchivi . Dalla parte di Levante e 
Mezzogiorno i confinanti fon Arabi, che a cagione 
del traffico vanno a Hebrpn, e oltre varie altre cole, 
vi portano una terra ripiena di ghjaia, che fcavano 
nella diftanza di 7 , o 8 leghe Francefi , e che a He- 
bron fi adopra nelle Vetriere. Ho detto altrove, che 
Hebron manda annualmente in Egitto 300 Cammelli 
carichi di Sciroppo d’ uva, detto Dibse , cioè 200000 
libbre. Gli abitanti vendono anche gran quantità d’uva 
a Gerusalemme , ove le ne fa del vino. Di là dalla 
Città nella valle v’è una pefchiera grande, ove s’adu- 
nano le acque piovane de' monti vicini, e della quale 
fi fervono gli abitanti della Città , .giacche non v’ è 
altra acqua. 

La Valle o fia la Pianura Mamre , poco diftante da 
Hebron è fertile edeliziofa. L’uva, che vi fi fa , è ec- 
cellente . Vi fi incontrano de’ muramenti di pietra qua- 
dra , che fon avanzi della Chiela fabbricatavi per or- 
dine dell’ Irapcrator Cullammo. Quelli muramenti fon 
lunghi 3 tefe, e larghi una tela, e le pietre fon com- 
inelle fenza calcina, come riferifee il Signor Troilo , 
Quella pianura fu abitata per qualche tempo da Àbra- 
mo, e vi fu fotterrato con Sara fua moglie, 1. Mof. 
25, 9. io. Anche Giacobbe vi fu fotterrato,! Mof. 50, 
jj. In poca lontananza da Hebron, fulla ftrada che 
conduce a Gazza v’è il C alitilo di S. S am m Ile , con un 
luogo vicino, chiamato C afelio di S. Abramo , che quan- 
tunque venga nominato Città , piuttollo merita il no- 
me di Borgo, ove fi trova un ricco Spedale; che dà 
ogni giorno del Pane, Olio e Legumi a chi li chie- 

. Afta . D de , 




✓ 



50 IL GOVERNO 

de ; la qual liberalità , come aflerifce Felice Fabbri ,* 
fuppone un cantale di 24000 Zecchini. L’ ifieflò rac-* 
conta, che il C alitilo di S. Satnutlle annualmente paga 
a quello Olpedale 2000 Zecchini . Quella relazione è 
del 14S4.. * 

III. Il Dijlretto , o fià il Paefe di Gazza ,■ da Portene 
te confina col Mar Mediterraneo fino all’ Albergo pub- 
blico di nome Cban lunus 0 Jonas , pollo nella flrada 
maellra del Cairo, che infieme col Cartello vicino' è 1* 
Ultimo luogo, che da quella parte appartenga all’Egit- 
to , 6 ore dittante da Gazza . Quello Albergo per sba- 
glio è flato nominato Cauniones nella defcrizioné de’ 
Viaggi idi Thevenoth ; onde il Prepoflo Harenberg ha • 
prelo motivo di formare un popolo norato nella di lui 
Carta della Paleftina. Il Signor Harenberg poteva dar 
anche il nome Cannunis a quello popolo finto, giacché 
anche quello nome fi trova dato al fuddetto Albergo 
lunus nella deferitone de’ Viaggi di Helfrich. Sandys 
lo chiama Haniones . Da Mezzogiorno il Paefe di Gaz- 
za confina col Deferto d’ Arabia , per dove fi palfa an- 
dando verfo' il Monte Sinai : da Levante Wadi Efftrar 
(Valle de’ Miflerj),- e col Cartello Gebriri, e da Set- 
tentrione col Callello Kas e l stiri, pollo pretto la fon- 
. te d’ un piccol fiume di nome Elauge , e colla Città 
di RamJa , e col fuo Territorio. Il P. della Valle , 
Troilo , e Nati riferiscono efleré quello Dill retto fotta- 
pollo a un Emir ereditario col titola di Pafcià ; ma fe- 
condo la relazione di Egmond Van-der Nyenburg quello 
Governo, che fu ereditario, ora fi conferifce ad arbi- 
trio del gran Signore . Non v’ è quafi neffun Monte , 
ettendo compollo di Pianure valle e fèrtili? e Colline 
piccole.' Contiene 2 Città, c circa' 300 Villaggi.' La 
Pianura tra’ l'altra ferie de’ Monti, ove pofa la Città 
di Hebron, ed il Mar Mediterraneo , è ferì ili ifnna e 
deliziofa,' adornata di Colline fiorite, che in fertilità 
fupcrano le Valli , e producon' Olivi, e altri alberi 
fruttiferi. Ciò non ottante quella pianura non è abita- 
ta fe non da’ Mauri (Arabi), che non coltivano piu 
font-no di quel, che hanno bifogno per il loro matite-' 

ni- 



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ò K'P'À i e s tinà. fi- 

nimento; come riferifce il Signor Sandys , che vi fii 
nella ftagioné del mefe di Marzo;. 

Gazza, o Gazza t , detta dagli Ebrei Azza , e Gaza- 
la o Gazerà dà parecchi viaggiatori* per efempio da. 
Felice Fabbri, Breitènbach, Cónte Alberto diTò'O/en-. 
ftein , Giovanni Lucher di Norimberga , e dal -Signor 
Thevet; da Greci Latini Gazza, Jone , e Mino a. Citta 
non murata , cinta però d’ un terrapieno . Una parfe di 
e Ha pòfa in un luogo eminente, e cdnfifte iti un Ca-- 
Hello mal fatto; è ne’ quartieri de’ Criftiani 0 Ebrei/ 

I Criftiahi fon Greci e Armeni * gli uni e gli altri vi 
hanno Chiefa , ed i Greci hanno anche un tfefcovo ; 

II rimanente della Città, che fecondo il P. Nau ha il 
nome proprio Haret el Segiaii, paia nel piano ,• e con- 
tiene 3,04 Mofchee: Il Signor Beauvau riferifce ; 
che nel 1605 a Gazza travaronfi 15 famiglie Samari- 
tane. Qual folle l’antico luftro di quella Città ,• lo di- 
moftraoo i molti avanzi di marmo, che vi fi/ veggo- 
no. La Città non ha altra acqua fuorché quella de’ 
pozzi affisi profondi » Il Palazzo del Pafcià. è grande * 
alto, e di. pietra foda , adorno d’uri bei Giardino. V* 
è un continuo palfaggio di Caravane,' che dalia Sonai 
vanno in Egitto , e che indi ritornano ; e per confo- 
guenza v’è un buon traffico. Queflo luogo è celebra- 
to da’ Maomettani per elfer là patria dell’ Jmam Scia- 
fei, e per «(fervi feppellito Halcem Bifavolo di Mao- 
metto ,- onde i defeendenti di Maometto prendon la 
denominazione di Hafcomiti.' Ini dillanza di mezza le- 
ga fecondo Arvieux, e fecondo! Thiévenot d' una lega 
intiera Francefé ; da Gazza verfo Levante v’è un pie- 
col Monte, che crede fi effer quello dove Sanfone por/ 
tò le Porte dalla Città li Signor Nau,- che lo fall ,* 
vi vide Ja Città alta. e baffi». L’ifteflo Autore raccón- 
ta , che da Àfcalon fino a Gazza la ftrada è . coperta 
d’ arena , come pure da Gazza fino al Mar Mediter- 
raneo. Arvieux riferifce,- che alcune contrade vrcinedi 
Gazza, benché compofte d’ arena , pure producono dell* 
Crhe buone per le Pecore e Capre, e che il rimanente 
della campagna è bello e deliziofo . Secondo la relaizio- 

D % no 



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5» IL COVE RH 0 

iie di Troilo, i contorni di Gazza producono variò 
forti di biade, fon adornati di Vigne beile, (celebra- 
te anco da Abulfeda), di Cedri, Melaranci , Palme, 
e altri alberi fruttiferi in abbondanza, Helfrich dice , 
che la Città non è più di mezzo miglio Tedefco di- 
ttante dal Mare , che dalla parte del Mare il terreno 
è comporto d’ arena, ed è incolto, e che del rima- 
nente è cinta di Giardini deliziofi, e di campi lavo- 
rati . 

• L,a lontananza della Città dal Mare Mediterraneo 
in vario modo trovali determinata da’ Viaggiatori . 
Troilo la [£a troppo piccola, (limandola l'ottava par- 
te d' un miglio Tedefco , e Thevenot la fa groppo 
grande , volendo che fia di 2 leghe Francelì . Il Pafcià 
di Gazza ha un Giardino pretto il Mare, che fecondo 
la relazione di Nau è una mezza Lega Francefe dittan- 
te da Gazza , e fecondo Arvieux una lega intera . 

Il Porto del Mare è aperto da ogni parte, ed è 
lenza difefa . Ebbe anticamente il nome Macina , e 1 " 
Imperator Coftantino lochiamo Conjìaniia , accordan- 
dogli i privilegi e le prerogative di Città perdute fol- 
to l’ Imperatore Giuliano . 

Gazza è Citttà anrichittima , di cui fi fa menzione 
1 Mof. io, j 9. Fu la migliore Città , e la più famo- 
fa de* Filittei , i quali vi adorarono un Idolo di nome 
Marnas. Diftrutia da Aleflandro Re di Macedonia , 
per gran tempo rimale deferta Lue. 8, 2(5, fu reftau- 
rata dipoi lotto il Dominio de’ Romani; di modo che 
fotto il Governo di Gabinio era Città popolata . Bai- 
duino III Re di Gerufalemme trovandola in uno fla- 
to deferto , ne fece rifabbricare la parte più alta . 

Andando alla, volta di Levante verfo i Monti , per 
la ftrada che conduce a Hebron , quali per una gior- 
nata intera , s’ incontrane parecchi Gattelli , Villaggi , 
C Città rovinate. 

Prendendo la ftrada di Mezzogiorno , che conduce a’ 
Monti Horeb e Sinai’, fi patta per una Piamira gran- 
de comporta d’arena, e fi trova il piceol Villaggio 
Lebbem, la cui vicinanza non produce altro che erba 

. ■ * mi- 



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t)i Palestina. 

thftlUta è fenza fugo ; ove fi trova una Cifterha , clic 
tie’di io Settembre fu ritrovata fenz* acqua. Il Signor 
di Breintenbach fcrive> che quello Villaggio è un mi* 

' glio lontano da Gazza } ma Felice Fabbri fuo compa- 
gno dà 8 ore a quella lontananza. Bifogna che ne* 
Viaggi del primo vi fia un error di (lampa , perchè 
8 ore fanno più d' un miglio Tedefco. Certo è che il 
detto Villaggio è poco lontano dalla llrada maefira , 
che conduce In Egitto y e relativamente al Villaggio è 
a mano dritta . Da Lebhem per lo fpazio di 8 ore fi 
traverfa un Deferto arenofo fino a un Colle comporto 
d’arena, che è nella Contrada detta Càwatba dagli Ara- 
bi , ed in Latino Cadet , come i fuddetti Viaggiatori 
Ciferifcono . Suppongo che parlino di Kadesb Barnea 5 
■Mof. 1 . 2. 10. 43 , Deferto, che vi fu fénz’ altro , 0 
che formò il confine Meridionale della Paleftina » Pref- 
fo il Colle fuddetto d’arena, Felice Fabbri trovò 12 
Cifterne grandi, l’uria accanto all’ altra, muraglie an- • 
ìiche* e ne’ vicini campi molti pezzi di tegoli, e vafi 
di terra . Secondo la relazione di Breitenbach l’ anti- 
ca Città di Betrfceba ha ora il nome di Gallin , ed è 
4 miglia dittante da Gazza. Giacomo di Vitriaco le 
dà il nome di Gibelliru 

Da Sud-Weft di Gazza delia (tradà maeftraj che 
feorrendo in poca lontananza dal Mar Mediterraneo, 
conduce iti Egitto , all’ albergo pubblico di nome Chàn 
lumts o lonasj ove finifee il territorio di Gazza, e eh' 
è edmprefo nel Governò d’ Egitto * noti s’incontrano 
luoghi abitati t Vi fi trovano loltanto nella diftanzadi 
2 ore da Gazza tur Ponte , cori una fonte d’acqua 
buona j alcune Cifterne C forgenti d’acqua, ora ama* 
ra , ora alquanto migliore. 4 

La llrada diritta , che dà Gazza conduce a Atzud 6 
Ramla , parta, fecondo la relazione del Fùrer de Haimdn- 
dorff, jier una campagna piana, coltivata, fiorita, e 
abbondante di Mandorli e Olivi. A mano delira vi fi 
veggono alcuni Villaggi , ed alla finiftra v’ e un Vil- 
laggio denominato Santa Barbara. Per riderti llrada 
l’ incontra il Villaggio Mtnfel , piuttofto grande, ed ai 

D } t ma- 



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$4 | J, GOVERNO- 

fqano finiftra il piccol Villaggio Amami , fornito $ 
Orti adorni di Mandorli e altri alberi fruttiferi, di 
campi fertiji , p contrade belle; jnentre la parte del 
Mare, ov’è un picciolo villaggio detto Farani fituato 
ne’ contorni deli’ antica Città di Afdod , è coperta da 
Monticelli d’ arena . 

Da Gazza fino a Afcalan vi vuole 6 ore di cammi- 
no , pafiàndo lungo la coffa marittima . 

Afcalan è un luogo , che da Abul feda è caratterizza- 
to come Città quafi diftrutta, e da Beniamin di Tude- 
la , come grande , ben fatta , e popolata . Ora quello 
nome conviene a un villaggio yicino alle rovine della 
Città di Afcolon già fituata jn un luogo eminente fuj 
Mare, e che fu fenza Porto. Gli avanzi delle fue mu- 
ra fono affai grotti; e fecondo l’opinione di IbnolWar- 
di la Città era cinta di due muraglie. La cofa piùof- 
fervabile che vi fia , è un pozzo affai grande e prpfon- 
do , (ora però fino alia metà ripieno di terra), ove 
s’adunavano le acque piovane per il bifogno della Citr 
tà . Per un patteggio fatto a volta , largo 3 patti , c 
che va in giro , vi fi può fcendere a cavallo fino al 
fondo del pozzo. Evvj però un’altra fonte, onde gli 
abitanti cavano l’acqua bifoghevole. 

Afcalon fu Città famofa de’Filiftei, e la Patria di 
Semiramide Regina degli Aflirj. Da quefta Città de- 
piva il nome d’una fpecie di cipolle , detta in latino 
Afcalonia , in Francefe Ecbalotc , in Inglele Schalot , ed 
in Tedefco Schalot ten f La Città fu anche celebre per 
i Tuoi vini, per il gran numero di Piccioni, eCiprefli. 
A tempo delle Crociate fu prefa alternativamente da’ 
Franchi, e Maomettani, da’ quali, e da’ Terremoti fu 
diftrutta. Mentre era una delle piazze più forti della 
Soria fotto jl dominio degli Arabi, fu chiamata Spofa 
falla Sona . 

Da Afcalone a Atzud conduce una strada di 3 ore, 
ed a n\pno delira , in diftanza di circa 3 quarti di una 
J-ega Francefe, vedefi un Villaggio grande e popolato 
adorno di alberi fruttiferi e Giardini; ove ogni letti- 
piana fi tiene un mercato grande . Se non erro , que- 
llo 



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PI PALESTINA. 5J 

fÌQ farà quel Villaggio, a cui Arvieux dà il nome di 
Magici , e Thevenot quello di Magici . 

o Efiudy detto da Benjamin di Tudela Pal- 
mi , da Fiirer di Haimendorf P baroni , anticamente 
Afcbdo^y da Greci Azotos , da’ Latini Azotus , Villag- 
gio di poco rilievo, vicino alle royine dell’ antica Cit- 
tà, le quali non hanno cofa alcuna che lia degna d’ 
etter veduta. Il luogo , ove fu il Gattello , è ora un 
campo coltivato, Vicino al Villaggio v’è un Albergo 
pubblico per corooJo de’ Viandanti. Anticamente que- 
llo luogo fu una Città ragguardevole de’Filiftei, ove 
era un Tempio , in cui s’ adorava l’ Idolo Dagon , 
Erodoto racconta , che Sammetico Re d’ Egitto 1 ' af- 
fediò per lo fpazio di zg anni. 

Da Atzud pattando per una pianura attai bella, fi 
.arriva a Yebna, edall’una edall’altra parte dellattra- 
da s’ incontranode’ Villaggi . Nau,e Fiirer di Hairaen- 
(iorf fon di lentimeoio , che fu quella firada vi iìa fia- 
ta l’antica Città di Ekron p Accoro» e BetbScbemes , e 
che preflo le royine di quefta Città vi fia ora un Vil- 
laggio piccolo fituato in una pianura fertile e bella . 
L’ttltimo de’ due viaggiatori crede, che in quelli con- 
torni debba cercarli anche la Città di Betbfcemesh . 

Te Ima , o lebna , detto da Fiirer di Hairnendorf Jbdi- 
rnc , villaggio, o Borgo per la maggior part£-rovinato , 
in un colle 3 leghe Francefi dittante da Ramla, detto 
Ibelin a tempo delle Crociate (da Benjamin di Tude- 
la Ebalin ) , che in quel tempo era Piazza forte , fu 
anticamente una delle Città dc’Filiftei di nome Jabne , 
detta Jamnia dagli Scrittori Grecite Latini, Giace nei 
lido Meridionale d’ una fiumara dell’ ifictto nome, che 
fi patta per un ponte , Quando il Signor Nau vi pafsò 
circa la Fella di Pentccofie,il Fannie era fema acqua. 
Quello luogo comunica il ftjo nome a un feno di Ma- 
re, che fi denomina anche da Cafirp Ferendo ,e Ca/lrodi 
Beroaldo. 11 Signor di Breitenbach dà a Jamnia il nome 
di Porto, due miglia Teddche dittante da Jaffa, ed è del 
parere di Jacopo de Vitriaco, che il villaggio Ibelin fià 
nel luogo dell* antica, Città Geth . 

D 4 ’ In 



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5 6 IL GOVERNO 

In lontananza di circa una lega Francefe da lebnàf 
fulla drada che conduce a Ramla , paflando per una 
campagna vada e bella, s’incontrano de’marazzi gran- 
di, in mezzo ai quali v'è una Pefchiera. Nella con- 
trada , ove in alcune carte geografiche fon notate i’ 
acque di Yercon , defcriverò in primo luogo laffa , e 
poi Ramla . v. 

laffa o la fa , anticamente Japbo e loppe, fti Città,' 
ora è un Borgo poco ragguardevole, pollo in un Col- 
le , ove da una parte lì vede il Mare , e dall’ altra 
patte una campagna vada e fertile, con avanzi di 
muraglie e torri intorno al fuddetto Colle. Il luogo 
c cornpodo di cafette malfatte abitate da Turchi, Ara- 
bi , pochi Greci , Maroniti , e Armeni . Sulla fpiaggia 
del Mare vi fono parecchie cafe di pietra, e Magazzi- 
ni , ed in una rocca un Cadello in difefa della Rada . 
Nel 1759 quedo luogo indeme con altri della Palcdi- 
na e Sorìa fu molto danneggiato da un Terremoto . 
Tutta la Spiaggia Marittima è compoda di fcogli . II 
Porto ebbe amicamente un molo in fua difefa, che da 
edo è andato in rovina ; quindi è che le navi gettano 
1* ancora nella Rada, in lontananza di mezz’ ora dal 
Porto , come aflerifee il Signor Scbulz . L’ acqua più 
vicina alla fpiaggia è tanto fcarfa, che neppur le Bar- 
che alquanto grofle vi polfono accodai fi , e coloro che 
voglion sbarcare fi devon far portare fino a un certo 
ponte di pietra. I Franchi, Greci, e Armeni vi ten- 
gono delle cale piccole, ove i Monaci accolgono i Pel- 
legrini di loro nazione. Nella deferizione di Rama fo- 
no dati accennati i generi di mercanzia , che io que- 
do luogo efeono dal Paefe. Quivi aggiungerò foltanto 
i grani. Tra i generi, che vi vengono altronde, con- 
ta?! il Rifo d’Egitto. Secondo le relazioni di Troilo , 
Arvieux , Nau, c Myller, quedo luogo è fubordinato 
al Pafcià di Gazza, a cui appartiene la gabella, che 
qui fi paga. Pocock però aflerifee efler quedo luogo 
del Kislar Agafi di Coftantinopoli, e fecondo Haflèi- 
quid è un appartenenza della Mecca; e ferobra, che i 
due ultimi Viaggiatori nel loro parlare abbiano in mi- 
ra 



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,tì ! P A L É S T ! W A. $7 

ra il danaro , che i Pellegrini debbono pagare ai loro 
ingreflò della Paleftina, per la permiflione di vifitare i 
Luoghi Santi, che forfè fi fpartifce tra Mecca, ed il 
Kislar Agafi, mentre la Gabella delle Mercanzie che 
ri vengono altronde * o che indi vanno altrove , ap- 

J artiene al Palcià di Gazza , fotto la cui giurifdizione 
il Luògo. Fu anticamente piazza mercantile e forti- 
ficata, fu però dillrutta a tempo delle Crociate. La 
Storia del Profeta Giona, che nella fua fuga vi s’im- 
barcò , ha dato motivo alla favola , che Perlèo in que- 
lla contrada abbia falvara Andromeda < Monconys af- 
fittirà , Che vi è gran numero di forgenti d’ acqua buo- 
na, tra le quali le ne trovano due pochi palli diftan- 
ti dal Mare. 

Le ftrade che conducono a Iaffa fon larghe e pia- 
tte, ma incomode per la molta arena. Gli orti di que- 
lli contorni producono de’ fichi eccellenti * e de’ ficomo- 
ri i Gli Sciakal vi fi trovano in abbondanza , come rac- 
conta il Signor Haflelquiit. 

Secondo la relazione del P. Lucas, da Iaffa a Ge- 
rufalemme fono 15 ore di ftrada, oppure 8 miglia Te- 
desche , come vuole Ignazio di Rheinfelden . Per arri- 
vare a Ramìa vi vogliono 4 ore di cammino, come 
riferifeono Rauvolf , le Bruyn , Groben , P. Lucas , 
Troiló, Nati, Thevenot , Myller , Ignazio di Rheiu- 
feldetl, e Korte. Per confegtienza è troppo piccola la 
didanza che ne afTegna il Signor Relatid . Abulfeda 
conta z giornate da Iaffa a Maan, palfando per Ra- 
mla, Gertifalemme , Gerico, Zoghar, ed asSciarar,'tì 
giornate . Tra Iaffa e Ramla v’è una campagna vada 
e bella , che fecondo la relazione di Haffelquift , è 
comporta di terra arenofa, roffigrfa e morbida. Vi fo- 
no fparfe qua e là delle Colline; produce naturalmen- 
te varie forti di piante , Tulipani , e Meloni di più di 
iò libbre, e fulla ftrada niaeitra inòontranfi alcuni Bo- 
fchetti di Olivi eccellenti, tra' quali il Signor Mariti nd 
ha trovati alcuni tanto gròffì da non poter abbracciarli 
da due uomini. Ma la campagna in parte giace in- 
colta, e fcarfeggfa d’acqua, ed è còthprda Sella Pi** 

n.'t* 



! 



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5? I JL G 0 V*ji H N O 

mtra di Sa ron , conofciura per la Sacra Scrittura, JsJeJ- 
la llrada per andare a Ramla fi trova anche il Villag- 
gio grande di nome Ujar, detto da Villamont lazor , 
ed in vicinanza di effp nn altro luogo frequentato da’ 
Pellegrini Maomettani, pve trovali del.’ acqua fretta , 
e fecondo la relazione di CotW'yk fi coltiva la canna 
da Zucchero. In quella vicinanza v’è un Villaggio , 

« ove fecondo il parerp d’alcuni , fu vomicamente la Cit- 
tà di Gath o Getbfpà fiutata, come riférjfce il Signor 
Haimendorf, in un luogò eminente dalla parte di Le- 
gante , in faccia al quale in una rocca v’è una fonte 
.affai profonda la cui acqua è buona. Egli riferifee 
inoltre che preffo il Villaggio feorre una fiumara, che 
fi paffa per un ponte di pietra a 3 archi, e che a’ 3 
Febbraio era quafi fenz’ acqua. In poca didanza dal 
.Mare, alla delira della llrada verfo Leyanre, gli fu 
mollrato il luogo, ove fu l’antica Città di Bctbfccmesb , 
_A mano Anidra in un Colle egli vide un Borgo, di 
nome Cimbe , ed in un luogo alquanto elevato, una 
. fabbrica fomigliante a una torre , con una piccola Mo- 
. fchca, e da quella parte della llrada gran numero di 
.muramenti rovinati. Finalmente egli arrivò a Ramla . 
Nella didanza di mezz’ora da Ramla v’è il Villaggio 
Serfend . 

Ramla, q Ramkb , Città è detta Rama da’ Viaggia- 
tori e da Franchi , quantunque quedo nome ora non 
le convenga, ma bensì quello di Ramla, che fignifica 
Veder firuato il luogo in una contrada arenola, la 
quale effettivamente fu tale , avanti che foffe meglio 
coltivata, e rela fertile. I Turchi le danno il nome 
Remle , e Jacppo de Vibriaco la chiama Ramala. Ella 
è didante 5 miglia Tedelchc andando a cavallo da 
Gerufalemme lulla drada maeflra , che da Jaffa con- 
duce a Gerufalemme , e dall’Egitto a Damafco . Il 
Luogo è piuttodo grande, e popolato, ma è però len- 
za mura. Gli abitanti per la maggior parte fono Tur- 
chi e Arabi, e vi hanno 5 Mofchee grandi, due del- 
le quali furono Chiefe Cridiane . Sonovi anche degli 
Ebrei , un piccai numero di Cridiani , Franchi , Ma- 
io- 



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D ! PALESTINA- 

foniti Cattolici, Greci , c Armeni. Nella Chieia de' 
Greci come riferifce il Signor Fiirer di Haimendrof fi 
predica ogni Domenica jn lingua Arabica , giacché i 
' Greci non vi parlano altro linguaggio , come attefta 
Egmondo Van-derNyenburg. I PP. Francefcani vi han- 
no un Ofpizioi comodo (detto da elfi Cafa di Sion, 
come riferifce il Signor Motraye), con una Cappella; 
td i Greci vi hanno una Chiela pubblica . Le mercan- 
zìe, che di qua pattano a Jaffa , e indi s’imbarcano, 
lòno fapone fatto d’olio d’olivo, e di cenere, cene- 
ri da far fapone c vetro , cotone rozzo e filato, tela 
di lino bianca, e turchina di loddo, foglie di Sena di 
Mecca , Calle , e del Coton filato di Gerufa lemme . 
Fuori di Città v’è una Cillerna grande fatta a volta, 
e appoggiata a 24 archi , ove re’ tempi piovofi fi rac- 
colgono le acque. Dall’altra parte della Città in fac- 
cia a quella «ilterna, v’è un altro Confervatorio ■ d’ ac- 
qua , ove s‘ adunano i Pellegrini per unirfi alla Cara- 
vana , che va alla Mecca . Non c colp certa l’ aflcri- 
re, che quello luogo fia l’antica Arimatea , ove Giu- 
feppe fu Senatore. Ramla è Città moderna fabbricata 
ne’ tempi del dominio degli Arabi ; imperocché Abul- 
feda, rapportandofi a quel che nefcrive Mofchtarechi , 
riferifce aver ella avuta la fua prima fondazione da 
Solaiman, figlio di Abdolmelcchi degli Ommajadi ; lo 
che yien confermato da Willermo Arcivelcovo di Ti- 
ro 1 . io, e 17. e da Sanuro 1. 3. parte 6. cap. 4. Ne’ 
tempi delle Crociate la Città fu prefa ora da’ Fran- 
chi , ora da’ Saraceni . Secondo la relazione di Heibe- 
lot, i Muslemim (Mufelmannr) nella vicinanza di que- 
llo luogo vifitano il Sepolcro di Locman , detto da 
etti Al Hakim , pioè il Savio , ed i Sepolcri d* 70 Pro- 
feti , che vi fi dicono fotterrati . Le Bruyn riferifce , 
che alcune fettimane prima , che egli folle arrivato a 
Ranfia (eflendo fiato il fuo arrivo ne’ 9 d’Ottobre), 
per alcuni giorni vi loffio un vento ardente di Sud- 
Ovefi , ed è di fentimento , che da quello vento in 
certi anni yi venga portato il numero indicibile di 
lj)cujle y che confumano tutte l’erhc, e vi depongono 

l’ ova , 



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66 , IL COVERTO 

I’ova i onde nello fpazio di 15 o 16 giorni nafeon# 
dell* altre Locufte . L’ifteflo Autore nota, che ne’ con- 
torni di Ramla v’è abbondanza di quelle fiere, chd 
chiamanti Tfciaìytl , alle quali vi fi fa la caccia eoa 
Leopardi ammaeftrati . 

Cubeib j o Cubeiby , oppure Amoas , .anticamente Am- 
mani , Emmaus , e Kicopohs , 3 Leghe Francefi dittan- 
te da Ramla verfo Levante, un Villaggio porto in un 
monte , fu anticamente Città , di cui fe ne veggono 
ancora degli avanzi di pietre, che in parte fono fiate 
trafportate a Gerafalemme . II primo de’ fuddetti no- 
mi tfovafi ne’ viaggi dei P. della Valle , le Bruyn, 
Egmondo Van-der Nycnburg , e di Pocock, ed il fe- 
condo nella deferizione de’ viaggi del P. Nau. Quefld 
luogo per lo più fi confonde col Borgo di Emmaus 
già fituato 60 ftadj lontano da GerufaJemme . Nella 
fila vicinanza v’è un gran Confervatorio d’acqua fca- 
vato in una rocca , e nella fua parte più alta rivettito 
di pietra » 

drftif, Orfuf , Urfuf > Città piccola diftrHtta fui Ma- 
re Mediterraneo , 2 ore di ftrada dittante da Jaffa ver- 
fo Settentrione, 4 da Ramla, e 6 da Gattaria, è for- 
fè l'iftefl'a colla Città d ’ A polloni a . Abulfeda fa men- 
zione d’un Cartello, che vi fu, e delle fue mura , già 
a tempi di etto era dirtrutra e difabitata. In vari Au- 
tori la trovo nominata per errore Arzuf , drfutb, Ar- 
fur t e djfur -, e creduta erter l’antica dntipatris < • - 

Ali Ben Aalam , o fia Ali Ebn Aeulajm , Villaggio 
nel cui luogo, fecondo l’opinione di Arvieux, e Nau 
fu la Città d ’ Antipatris . Secondo la relazione del P. 
Nau fi veggono ancora degli avanzi. Il luogo è fre- 
quentato da’ Pellegrini Maomettani. 

Arvieux fcrive, che andando dal fuddetto Villaggio 
a Ramla , egli incontrò, il Lago de' Coccodrilli (Muyet 
al tamfah). Anche Sanuto afferifee , ritrovarti quello 
Lago a Levante di Caifaria. Non deve confonderti col 
Fiume de ’ Coccodrilli di cui fi parlerà in apprettò. 

In diftanza di mezzo miglio Tedefco da Aly Ben 
Aalam, (non fo fe verfo Mezzogiorno, o verfo Set- 

ten- 



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Dt PALESTINA. 6 1 

tentrione) credo verfo Settentrione che {'corra il fiume 
Nabar Elangcab con 2 mulini a acqua , che fon rarj io 
quello paefe a cagion della fcarfezza delle acque cor» 
renti. Predo la fonte del detto fiume v’è il Caflello 
Ras el JÌin , fin dove fi eftende il territorio di Gazza*. 
Sandys dà a quefto Gattello il nome Augia , che figni- 
fica rifletto che Elaugeah , ed afferifee, che il Gattel- 
lo è 8. miglia Inglefi lontano da Ramla. 1 

IV. Lodilo, detta da Abulfeda Ludd, da Benjamin di 
Tudela Segara (di S. Giorgio) anticamente Lod, Lyd- 
da, Diofpolis , è un villaggio di poco rilievo, una lega 
Francefe, o fecondo la relazione del Signor Myrike, 
un’ ora dittante da Ramla verfo Settentrione. Fu an» 
ticamenteCittà. Evvi unaChiefa conflagrata a S.Gior, 
gio , che quantunque fia mezza rovinata, pure nella 
fua parte Orientale i Greci dicono la Metta, mentre 
la parte Occidentale ferve di Mofchea a’ Maomettani ; 
i quali non venerano meno S. Giorgio, che i Criftia- 
ni. I Francelcani vi hanno un Convento, e nel 1719. 
quando vi fu il Signor Ladoire, vi dimoravano alcuni 
Mercanti Francefi per comprare del cotone, efapone, 
I Maomettani hanno per tradizione, che Gesù Figlio 
di Maria in quefto luogo ammazzerà 1’ Anticrifto . Vi 
fi fa ogni fettimana una fiera grande. Le rendite di 
quello luogo e diftretto fon deflinate parte per il man- 
tenimento dell’ Ofpcdale di Gerufalemme, parte perfo» 
ftenere le fpefe della Cara vana , che patta alla Mec- 
ca . Alla metà della ftrada tra Loddo e Ramla v’ è 
una fonte con un piccolo edilizio per comodo de’ vian- 
danti . 

I Monti, coi quali confina la pianura, ove giace, 
Loddo , fon abitati da un popolo detto jlvabed , che non 
vuol pagar tributo a’ Turchi, come racconta il Signor 
Nau , il quale vi aggiunge , che deriva il nome del 
popolo da jibud , luogo capitale del loro paefe . 

V. H Diftretto , o fia il paefe di Nabolos , da Mezzo- 
giorno a Settentrione, cioè da El Bir del Diftretto EI 
Kodf ftendefi fino al Villaggio grande Arraba. Da Le. 

■ . van- 



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6Ì' I.L / GOVERNÒ - ,, 

vanto Confina col Giordano, $ da Ponente col Villag- 
gio Cacun, 3. leghe francefi dittante dal Mar Medi- 
terraneo. Comprende una Città con i.oo: Villaggi in* 
circa i . . 

Da Bir andando alla volta di Settentrione dopo un 
ora di ftrada fi arriva a un monte dirupato , per do- 
ve patta la ftrada fatta a forza di fcarpello . Secondo 
la relazione di Fiirer di Haimendorf, in quefto monte 
pofa il Villaggio Arura . Credo, che queftofìa il luogo 
Apovpn di cui Giofeffo Flavio, e Aruir, e San Giro- 
lamo fanno menzione . Pattando più oltre i Villaggi 
Arabi Dfcbib e Silmd fi lafciano a mano manca; Al 
Villaggio Selwid Fiirer di Haimendorf dà il nome di 
Solpbit . Quello Viaggiatore continuando il fuo viaggio* 
per f ifteffà firada vide à mano finiftra in un monte 
tra altri Villaggi uno di nome Ephraim ,- che forfè è 
nel luogo dell’antica Città dcll’itìetto nome . Pattato 
il Villaggio Selwid s’ incontrano parecchi piani pian- 
tati d’ Olivi , ed una (fretta valle tra 2. alti dirupi, e 
lafciando a mano dritta l’alto monte , ove fu antica- 
mente' Silob , ed al prefente una Chiefa Criftiana é 
che da Cokwyk , e Sandys è creduto ettere il più alto 
di Paleftina,- pattato un monte erto e afpfo, fi trova 
un albergo pubblico di nome Clan Leban , 3 miglia 
Tedefche dittante da Bir come vuole il Signor Trailo* 
e i da Nabolos , è porto nella parte orientale d’ una 
valle piccola e amena, dalla cui parte occidentale v'è 
un villaggio di nome Leban che forfè è nel luogo dell’ 
antica Città di Lebonà Giudèe. 25 19. li Signor Bro- 
cardt dà a quefto Villaggio il nome Lerma , Breiten- 
bach lo chiama Lepna , e Furer di Haimendorf Lebna „■ 

I due primi afleriicono effer bello il Villaggio, ed il 
terzo lo chiama Borgo grande, ove nel dì jf di Mar- 
io egli incontrò gran popolo in occafione della fiera. 
Andando più oltre fi (ale un monte, donde fi feende 
in una valle fertile e bella , lunga da Mezzogiorno a 
Settentrione 4. ore di cammino, e da Levante a Po- 
nente larga 2 ore, e cinta di monti poco alti,- fertili 

é de* 



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D I ' P A L B S T I N A . 6$ 

c delizio/! . AH'eftremiià Settentrionale della Valle/ 
ed ali’ ingreflo d’ un altra valle ftretta , in cui giace 
Nabolos , fi trova. 

La Fonie di Giacobbe , che probabilmente è l’ iflefia i 
della quale , fe ne fa intenzione Gio. 4 , 5 . E' cavata 
in una rocca, e coperta d’una k volta di pietra. In al- 
tri tempi /opra di ella fu una Chiefa , della quale fi 
veggono tuttora alcuni muramenti. CotWyk aflkuradi 
non aver trovata acqua nella fonte ch’era ripiena di 
pietre; lo che vieri confermato' dal P. della Valle, e 
da Ncitzfcbitz. Ma quelli J Viaggiatóri hanno sbaglia- 
to ; imperocché fecondo le relazioni di Troilo", The- 
venot , Arvìeux y Maundrel e Thonipfon la fonte fi 
tien coperta di pietre grolle, e per vederla bilogna le- 
var le pietre, 1 fcendere per una ftretta apertura, e to- 
gliere ancori un’ altra pietra grotta e larga , che tura 
la bocca della fonte. Arvìeux e Tlievenot raccontano 
edere ftretta la parte fuperioré della fonte , e la parte 
inferiore larga ed effervi la diflanza di li. in 16. 
pertiche fin dove fi trova l’acqua. Secondo la relazio- 
ne di Maundrel la fonie ha circa 9 piedi in diametro, 
J05 di profondità, e le fue acque arrivano all’altézza 
di piedi 5; lo che « confermato da Thómpfon, il 
quale con qualche differenza alla profondità del pozzo? 
dà piedi io 3 , e all’altezza dell’acqua più di 2 per- 
tiche .• 

In poca diftanza dal pozzo,' come riferifcono Maun- 
drel, eThompfon, fi veggono degli avanzi d’una mu- 
raglia larga , che fecondo la loro congettura dimoftra- 
no, che le mura di Sichem arrivaffero' fino a quefto 
luogo? . Ma i Viaggiatori meno modèrni,- Brocardt 
Breitenbach , t Fiirer di Haimendorf ,• c’ infegnano il 
contrario. Il primo fcriveyche nel 12833 mano man- 
ca delia Fonte di Giacobbe efifteva un antica Muraglia 
d’uri Borgo grande djftrutto, con marmi y colonne in- 
tere , come argomenti dell’ antico luflro di quello Bor- 
go, un miglio diftantc da Neapolis. Egli crede efiervi 
fiato l’antico Borgo di Tebe ( proprianfjente Thebtz ) y 
di crii fi trova fatta menzione Giudic. 50. Brcitert- 

bach 



» 



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64 IL GOVERNO 

bach aflerifce, effervi a mano delira del pozzo le rovi- 
ne di un amico Borgo , il quale a lui pare l’amica 
Città diSichem; Nabolos incontra, che da alcuni ven- 
ga (limato per l'antico Tbebez , cflervi lontano di due 
tiri di baleftrc- Fiirer di Haimendorf fcrive , erter vi-» 
cino al pozzo un Villaggio , ch’egli crede l’antico Si- 
chem porto in faccia a Nabolos , entrando nella valle 
per la parte di mano fmirtra , del quale però è anco- 
ra lontano un buon tratto di rtrada- Secondo la rela- 
zione del Signor Myrike zoo parti lontano dalla fonte 
di Giacobbe, fecondo Arvieux 500, fecondo Cotwyk , 
circa 1000, fecondo Thevenot un mezzo quarto d’una 
Lega Francefe, fecondo Troilo un mezzo quarto d’un 
miglio Tedefco , fecondo Maundrel e Neitzlchitz una 
mezz’ora di rtrada , e fecondo Thompfon un migliq 
Inglefe, fi trova ' 

Naboias, Nabalos , o Naplufa , detta da Benyamin di 
Tudela NebiUs , anticamente Neapolis, flavi* \eapo- 
lis , e Mabarfba , Città fituata nel luoco , o almeno 
nella vicinanza di quel luogo , ove fu l’ amichiflima 
Città di Sichent o S ce berti detta Sicbar a tempo di Ge- 
sii, e fino al giorno d’oggi fi dice Sichent da Samari- 
tani di quella contrada . E 4 6 miglia Geografiche di- 
dante da Gerufa lemme, in una Valle riftretta tra mon- 
ti Garizim e Ebal , porta a piè del primo , il quale re- 
lativamente alla Città è dalla parte di Mezzogiorno, 
mentre l’altro monte è dalla parte di Settentrione. I 
fuoi contorni fon fertili di grani buoni , abbondanti d' 
ogni genere di piante da giardino, noci , gelfi, olivi, 
fichi, aranci, cedri, e altri alberi fruttiferi. La Valr 
le, ove è porta la Città , ftendefi da Levante a Po- 
nente per la lunghezza di circa 3000 parti, e per la 
larghezza di 500 in 1000 fecondo la relazione di Cot- 
Wyk . La fua maggiore larghezza è in quella linea , 
che tirata da un monte all’altro palla per la Città, 
La Valle è bagnata da un piccol fiume, e da parecchi 
altri rivi . La Città è lunga e ftretta ; e fecondo la 
relazione del Signor Myrike confifte in una fola ftra- 
da affai lunga , alla metà della quale v’ è la Piazza del 

v Mcr- 



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! D I t A L E $ T I N A . <?5 

'Mercato. Secondo il calcolo diG twyk ha circa 2000 
palli di circonferenza. Tutte lecafc lon di pietra, po- 
che di due piani, e generalmente parlando lòn mefclir- 
ne e malandate. La Città abbonda d’acqua buona di 
forgente; è ben popolata da Arabi , Turchi, Samari- 
tani (che vi hanno un piccol Tempio) e da Criftia- 
ni Giacobiti . Il Baron di Beauvau facendo il calcolo 1 
delle famiglie Samaritane che nel 1605 fi trovavano 
nell’Oriente, dice che a Gazza ve n’ erano 15, a 
Damafco 4, nei Gran -Cairo io, ed il rimanente a 
Nabolos o fia Sichem . Alcune centinaia di parti lon- 
tano dalla Città verl'o Levante trovafi una forgente 
d’acqua, che fcaturilce folto una volta haturale , le 
cui acque partano in un abbeveratojo grande di mar- 
mo bianco. 

Jl Monte Garizim , a piè di cui , ed in parte an- 
che folla fua pendice, pofa in Città di Nabolos, è fer- 
tile , e piantato ci’ Olivi e Vigne, ricco di fonti , e 
per confeguenza di belliflimo proipetto , come nota- 
no i Signori Cotv/yk , Arvieux e Maundrel , il qua- 
le ne ripete la ragion naturale, dall’eflcre rivolto que- 
llo monte a Settentrione , e meflo a coperto del So- 
le, mediante la fua propria ombra . Ma I’ EbaI è at 
prò , fecco , Iterile , ed un dirupo ignudo , elfendo , 
come dice il Signor Maundrel, rivolto a Mezzogior- 
no , e arfo dal Sole . Quello monte contien gran 
numero di Caverne o-fia Grotte, martlme da quella 
parte, ove guarda la Città. Gli abitami fi fervono di 
quelle caverne per feppellirvi i Morti, come è probabi- 
le, che ufaflero anche gli antichi. 

Indi fi parta per una valle llretta , lunga 2 miglia 
Tedefche, che flendefi da Levante a Ponente, b «na- 
ta da una fiumara ; di poi pallate alcune Colline e 
Valli, e lafciando la llrada maellra , e rivolgendoli a 
ipano diritta, fi fale un alto Colle circondato per ogni 
dove da una Valle fertile , che è fiancheggiata da per 
tutto da m nti . In quello Colle, che abbonda difor- 
genti d* acqua , fi trova 

Scbajiìa , o Sctmrin , Sccmrun , amicamente Scbomron , 

rfjì.i . E iS eba- 



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1 . 



66 IL GOVERNO 

Scbamarajin , Samaria ì Sebafle , e Sebafle Syriee , Cit- 
tà diftrutta, le cui rovine fanno argomento della ftia 
antica grandezza , e magnificenza . In cale mefchine 
vi dimorano ancora de’ Maomettani , e de' Crirtiani 
Greci , che ufano la lingua Arabica . Gli uni e gli al- 
tri hanno divifi t tra loro gli avanzi d’ una Chiefa per 
efercitar la loro Religione . Sotto la Chiefa credonfi 
efier i Sepolcri di S. Giovan Battifta , e de’ Profeti 
Elifeo e Abdia . 

La contrada , che di poi s’ incontra , comporta di 
Monti , Colline , c Valli, è fertile , ma affai difabi- 
tata . L’ ultimo de* luoghi comprefi in quello diftrct- 
to, è 

Arraba , Villaggio grande abitato da Arabi , e 
I’ irteffo o con Arab , oppure con Capbar Arab , due 
luoghi di cui i Signori Maundrcl , e Nau fanno men- 
zione. 

Più accorti al Giordano fono i luoghi feguenti.* 
Ennon o Emon , Borgo , 4 miglia Tedefche dittante da 
Nabolos verfo Mezzogiorno alla volta del Giorda- 
no in una contrada amena . Il primo nome di 
quello luogo trovali nc’ Viaggi di Brocard , ed il 
fecondo in quelli di Breitenbach; credo però che ne' 
viaggi del fecondo fi fia commetto un errore. Nella 
Carta di De’ la Ru^ , de Regno Judetorum , fi trova 
ferino UEnnot . 

Zepbet ì Villaggio piccolo, 4 miglia dittante da En- 
non, 2 dal Giordano, ove la fiumara Kritb feende da/ 
un monte. 

Dock , Cartello , un miglio dittante da Zephet nella 
pendice d’ un monte. Indi l'occhio porta fino al di là 
dal Giordano, e vi s’entra in quella pianura fu! Gior- 
dano, che conduce a Gerico. Può eflere, che quello 
Cartello, a cui il Signor Breitenbach dà il fuddetto no- 
me, non debba diftinguerfi daquellq, di cui fi fa men- 
zione I Maccab. 16, 1 5. Brocard crede , che fia l’anti- 
ca Città di Pbafalis fabbricata dal Re Erode , Io che 
però non è probabile; può eflere però, che quelli due 
luoghi fodero fituati l'uno vicino all’altro. 

li 



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DI PALESTINA. $7 

Il Paefe di Tafne , o Taphne trovafi mentovato da 
Brocard , e Brcitenbach , il quale riferifce, eh’ è di- 
ttante 6 miglia da Sebaftia verfo Levante , che confi- 
na con Algaur, o fia colla Pianura fui Giordano, e 
che ha de’ monti alti, tra’ quali ve n’è uno più alto 
degli altri. 

Ter fa. , in un alto monte , 6 miglia Tedefche di- 
ttante dal paefe di Tafne verfo Ponenti, e 3, 04 
miglia lontano da Sebaftia verfo Levante , 3 cui i 
Signori Brocard, e Breitenbach danno il nome di 
Città. 

VI. Il Diftretto d' Areta , da Levante confina con 
un piceol fiume di -iome El Bife , che nafee dal mon- 
te Daai , oppure Hermon , riceve il rufcello Jìfreel , c 
s’unifce col fiume Giordano : da Settentrione confina 
col monte Tabor, da Ponente col Mare mediterraneo, 
e da Mezzogiorno col Diftretto di Nabolos . Vi ècom- 
prefa la pianura fertile , che inoggi, fecondo la rela- 
zione di Arvieux , chiamali Mardfce Ebn Aamer , cioè 
la Paftura del figlio Aamer, fecondo Filippo a S.Tri- 
nirate Jamin , e anticamente fu nominata Pianura d‘ 
Jifreel o Efdrelon , la cui lunghezza da Stocltow è fil- 
mata 7 , e la larghezza 3 leghe Francefi . Quello Di- 
ttretto è governato da Emiri o fia Principi Arabi del- 
la cafa di Turabeya . Ve n’ erano diciotto nel 1564, 
quindi vi fu il Signor Arvieux. La loro dignità è ere- 
ditaria in tutti i Rami di quella cafa, con quella dif- 
ferenza , che il principio del Ramo più anziano dagli 
altri Principi dell’iftefl'a cafa è rìconolciuto Capo del- 
la nazione. Diamogli il nome di Emiro maggiore . II 
gran Signore gli ha dato il titolo di Sandfciak Begi . 
Egli ha la fua refidenza in un accampamento nel Mon- 
te Carmelo, mentre gli altri Emiri della fua Cafa io- 
110 accampati intorno a lui , in lontananza d 1 uno , <? 
di due miglia. L’Emiro maggiore ritrae le fue rendi- 
te da’ Villaggi della fua giurifdizione, i cui abitanti 
Mauri (Arabi) e Criftiani gli pagano la decima di tut- 
ti i loro prodotti j o dalla gabella per le Mercanzie , 
che efeono da porti del fuo Diftretto, e che vi entra- 

E 2 nd 



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68 - IL GOVERNO 

no altronde . Quelle rendite imporrano annualmente 
circa iooooo. Talleri. Ma l’Emiro maggiore, fecon- 
do la relazione di Stochove , doveva in quel tempo pa- 
gare al Gran Signore un Tributo annuo di 10000. 
piatire . Arvieux però riferilce , che l’Emiro non dà 
altro al Gran Signore che regali in certe occafioni, 
che per lo più confiltono in bei Cavalli , o in Cam- 
melli grandi . Che però è obbligato a preftar focrorfo 
contro qualfifia ribelle , alla richiefta del Gran Sulta- 
no, oppure del Governator diDamafco. Così nel 1664. 
il Pafcià di Damafco mandò 1’ Ordine all’ Emiro mag- 
giore , di ridurre fotto l’obbedienza i Mauri o Arabi 
ribelli abitanti de’ Villaggi del Diftretto di Nabolos, 
i quali non vollero, nè poterono pagare i dazj ordina- 
ri, perchè le Locuftcaveano confumato tutti li prodot- 
ti. L’obbligo dell’Emiro maggiore richiede ancora di 
render ficure le ftrade maeftre , e di far accompagna- 
re le Cara vane de’ Mercanti , ed i Corrieri del Gran 
Signore. Qualora lo richiede ilbifogno, l’Emiro mag- 
giore convoca gli altri Emiri della l'uà cafa, che fon 
padroni illimitati ne’ loro accampamenti , e adunate 
di ognuno le Truppe formano un efercito di 5000 uo- 
mini a Cavallo, come riferilce il Signor Arvieux. Ma 
il Signor Schulz, che vi fu nel 1750, intefe dire, che 
l’accampamento degli Arabi nella pianura d’Efdrelon 
forma un’ armata di 12000. uomini. L’Emiro decide 
da Sovrano tutte le controverfie , che inforgono tra 
gli Emiri dell’ iftefla cafa , e. tra’ ludditi . Gli Arabi 
di quella Contrada campano fotto padiglioni bianchi, 
come afferifee il Signor Schulz. Per far cortesìa a que- 
llo Viaggiatore, ed a’ fuoi Compagni , le donne can- 
tavano , e facevan ftrepito colla lingua . I Pallori col- 
le lor mandre pattavano per le capanne, c le pecore, 
e gli agnelli fallavano e ballavano al fuon de’ flauti. 
Salm. 11 4. 

Nella Defcrizione de’ luoghi più oflervabili, com- 
prcfi in quello Diftretto , comincierò da quella contra- 
da , ove mi fermai nella Defctiziooc del Diftretto di 
Nabolos. ** 

Ci - 



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DI PALESTINA. 69 

Ginin , Geniti , Ginum , Ginim , Gianin , leniti , Lenin , 
Scenan , Gelim , Cbilin , Gynin , e Gemmi , nomi 

<i’ un medelimo Borgo , diverfamente ferini da varj 
Viaggiatori , polli a piè de’ Monti , che anticamente 
ebbero il nome di Gilboa ; è abitato da Arabi , pochi 
Criftiani , c pochiflimi Turchi . E* circa 4 miglia Tc- 
deiche lontano da Sebaftia, e 2 ore da dove principia 
la pianura di Efdrelon . Brocard ftima la lua lonta- 
nanza dal Giordano 7 miglia . Evvi un Albergo pub- 
blico cinto di una muraglia per comodo delle Carava- 
ne . I contorni fono aliai fertili , c producono molte 
palme, e fichi. I Monti Gilboa e Herman flendonfi da 
Levante a Ponente , e l’ uno dall' altro è diflante 2 
miglia : il primo fituato verfo Mezzogiorno, ed il fe- 
condo verfo Settentrione , e l’uno, e l'altro termina 
fui Giordano, come riferifeono Brocard c Breitenba- 
ch. I Monti Gilboa fecondo la relazione di Cotwyk 
in alcuni luoghi fon compolli di rocche afeiutte , e 
Aerili, ed in altri luoghi fon coperti di erba, e fom- 
miniftrano pallina buona . Brocard è contrario all’opi- 
nione , che ne’ Monti Gilboa non cade nè rugiada , nè 
pioggia, e aflìcura di aver trovata I’una e l’altra nel 
1283. Anche Rudolph s’oppone allafarna comune, ed 
in prova del contrario parere afferifee , che in altri 
tempi vi furono de’ Monafterj magnifici de’Ciflercienfi 
e Benedettini. Le parole di Davidde 2 Sam. 21 non 
debbon riguardati come profezia, ma bensì come im- 
precazioni . Quelli Monti ripetono la loro denomina- 
zione da una fonte ( Gelboa ftgnifica Polla d’acqua), 
eh’ è alla radice d’effi, e che nella S. Scrittura chia- 
maft Fonte d’ Jefreeì , e da Guglielmo Tirio è detta 
Tubania. In un Colle vicino a quella forgente v’è un 
luogo di poco rilievo , che vedefi effer l’antica Città 
d ’/frael, detto da Guglielmo Tirio Gerin piccolo , da 
Brocarda Zaraein , da Breitenbach Sanacbim , e da Fii- 
rer di Haimendorf Caretbii . Npnfo, come pollano ac- 
cordarli nomi cotanto differenti. In dillanza di 2. ore 
di Brada dalla Fonte d’Jefreel verfo Levante, cd un 

E 3 mez- 



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70 IL GOVERNO 

mezzo miglio dal Giordano, fecondo il parere di Broi- 
tenbach , v’ e 

El Bey fan , Baifan , Cartello coftrutto fulle rovine d’ 
una Città, che probabilmente fu l’antica Città di Be - 
' tbfcean o Betbfean, detta dipoi Scytbopolis . Abulfeda dà 
a Baifan il nome di Città piccola e aperta, porta dal- 
la parte occidentale di AI Gaur , in un terreno graf- 
fo, ed a piè d’un monte, eh’ è a Mezzogiorno e Po- 
nente di erta. Egli afferifee inoltre ertère quello luogo 
fornito di giardini , rivi, e fonti , e lcorrere per la 
Città uno de’ rivi, che vi nafee. Suppongo, che que- 
llo rivo Ita El Bife . Dal Cartello fino al Giordano 
ilendefi una bella Valle di nome Styfeban , larga circa 
2 leghe Francefi, e fertile di Rito, ogni forte di Bia- 
de, Tabacco, e Guado. Gli Arabi di quella contrada 
partano l’inverno in quella Valle. 

Apbel , Otta rovinata , 1 Sani. ìg , Nella deferizio- 
ne de’ Viaggi di Brocard il nome del luogo fi trova 
ben ferino, maBreitenbach sbaglia , chiamandolo Jffetb. 
L’ uno e l’ altro ne ha veduto le rovine . In lontananza 
di 3 tiri di fallo, come racconta Brei tenbach, v’è il Ca- 
rtello di Saba , detto così da Brocard , e per errore 
Faba da Breitenbach . L’uno c l’altro viaggiatore rife- 
rifcoi.o , che la pianura di Efdrelon prende la denomi- 
nazione da quello Cartello. 

Sabsbe , che fecondo il parere di Breitenbach è il no- 
me moderno dell’ antica Città di Megiddo . Brocard 
la chiama Subimbre. 

Fiirer di Haimendorf racconta, che da Carethiì , an- 
ticamente Jefreel, entrando nella pianura, al primo in- 
grerto s’ incontra un Cartello coftruttovi da’ Turchi 
poco prima dell’ anno 15 66 , che indi egli arrivò al 
Villaggio Sereni , e dipoi al monte Hermon . Secondo 
la relazione di- Sanuto Caretbi , anticamente Jefreel , 
è pollo in. un luogo alquanto elevato, c preflò quella 
Città v’ è una fonte , e nella lontananza d’ un ti- 
ro di dardo fi gode la bella e vada veduta di Gai- 
lilea . ' 

Al 



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ni PALESTINA. „ 71 

Al monte Daati da Viaggiatori vien dato il nome 
di Hermon , e fembra , che fe ne faccia menzione Salm. 
$9, 13. Maundrel alficura, che ne' contorni di quello 
monte nel mele di Marzo la fua renda fu tanto ba- 
gnata dalla rugiada, come fe forte caduta la pioggia . 
Sbaglia però , volendo applicare quella efperienza al 
Salmo 133, 3, perchè in quello luogo lì parla del mota» 
te Hermon defcritto di iopra . Il monte , del quale 
ora fi parla, è a Levante della pianura d’Efdrelon , 
ed è molto più ballo del monte Tabor, Tra’ monti 
Hermon 0 Tbabor , l’uno dall’ altro dillante un miglio 
Tedefco, v’ è un piccol monte detto da’ Viaggiatori 
Hermonim , e Hermon il piccolo , il quale fa sì , che gli 
altri due monti fembrano efler uniti nelle loro radici . 
Quello monte di mezzo cagiona, che l’acqua piova- 
na , la quale vien giù da’ due monti , e che forma la 
fiumara Kifon , fi fpartifee in due alvei. Anche il Si- 
gnor Brcitenbach quindi ripete la cagione, perchè il 
Kifon per metà vada a sboccare nel Mediterraneo, e 
per l’altra metà nel lago di Tiberiade. Il primo brac- 
cio del fiume riceve molti influenti , e perciò è più 
grolfo dell’ altro. A' piè del monte Hermonim giace 
Endur , Villaggio piccolo e mefeh ino, così chiamato da- 
^ gli Arabi, che 1’ abitano , come riferifee EgmondoVan- 
der Neienburg. Il Villaggio, fecondo la relazione di 
Cotvyk, è pollo lìdia fiumara Kifon. Il monte Hcr- 
mon flendefi per lo fpazio di 4 miglia Tcdefche, fin 
dove il Giordano efee dal Lago di Trberiade. 

Nain, fu Città , ed ora è villaggio mefehino abita- 
to da Arabi , un mezzo miglio Tedefco lontano dal 
momc Thabor . Nel 1754 Stefano Schulz fcriffe, che 
da quello luogo furono sloggiati gli abitanti dagli Ara- 
bi, i quali ne fon rimarti padroni per qualche tempo; 
che però ora il Góvernator di Acca paga agli Arabi 
annualmente 500 piallre, per tenerli lontani da que- 
llo luogo, che in quella guifa fi fpera,che gli abitan- 
ti vi ritorneranno . Egli vi aggiunge vedervi!! ancora 
degli avanzi dell’antica Città. 

Daburij anticamente Tbabor, 1 Cbor. 6, 77 e Da- 

E 4 lira , 



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7* IL GOVERNO 

biro. , Villaggio , porto alle radici meridionali del mon- 
te Thabor , c abitato dagli Arabi . Di folto al Villag- 
gio in una grotta v’è una fonte con una Chiefa rovi- 
nata accanto. Egmondo Van-der Nycnburgdà a quello 
Villaggio il nomp Debuta, o Tabur , e vi aggiunge , 
che a piè del monte Thabor, nella pianura di Efdre- 
Jon, fcorre un fiume dr nome Serrar , il quale nalce 
nèll’ifteffa pianura, e da Sud-Oli va vcrfo Levante , 
per sboccare nel lago di Tiberiade. I paefani gli dif- 
iero, che quefto fiume arriva all’altezza d’un uomo . 
Può eflère , che quefto fi a il braccio Orientale del fiu- 
me Kifon . 

Il monte Tbabor, detto dagli Autori Greci Ataby . 
rion o Jtabyrion , dagli Arabi moderni Gebel Tur , giace 
ifolato nella pianura d’Efdrelon, e fecondo la relazio- 
ne di Nau, vi vuol 3 ore di tempo, per farne il giro 
a piedi.' La fua figura è molto regolare, dalla parte 
di Levante e Ponente fomigliaute a un pan di zucche- 
ro , e da Mezzogiorno a Settentrione ha la figura ova- 
le . Vi vu^l un’ ora di tempo per farne la lalita . II 
Signor Schulz , che Io fiali in un’ ora , e che fcefe dall’ 
altra parte, dalla fommirà fin dove le radici del Mon- 
te s’unificono a quelle d’altri Monti contò partì 2783. 
Bìfogna , che il Signor Stochovc, che nel falire il 
Monte, fipefe 2 ore di tempo, fia andato molto ada- 
gio. Il Monte non può fialirfi dalla parte di Setten- 
trione, ma bensì da tutte e tre le altre parti. Si può 
far anche la falita a cavallo. Le ftradeperò, che con- 
ducono fulla cima, fon molto ftrctte e fartofe, e mol- 
to incomode, maftime dalla metà della falita fino alla 
cima. Qiiando fi fiale a cavallo, bilogna fcendere dal 
cavallo in alcuni luoghi erti , e coperti di farti. Da 
piè fino alla cima il monte è rivcftito di alberò , parti- 
colarmente di quercie. Il Signor Mariti hel mefe di 
Gennajo lo trovò adorno di fiori, ed erbe odorifere. 
Vi fi trova gran numero di Cignali, delle fiere del ge- 
nere di Cervi, e dei Volatili falvatici. La fua cimaè 
una piccola pianura fertile, e cinta d’alberi, e bolca- 
glie, e fecondo la relazione del Signor Schulz coper- 
ta 



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Df PALESTINA. 73 

ta di grano falvatico , di figura ovale , con delle bu- 
che , e eminenze in alcuni luoghi, maflime dalle par- 
ti di Mezzogiorno e Ponente. In una di quefte emi- 
nenze vi fu una volta un gran Monaftero , già cinto 
di mura, e folli per refiftere a qualche attacco, ove 
furono 3 Chiefe. Di quefte fabbriche fe ne veggono 
ancora de’ muramenti di pietre aflài grolle, già porta- 
tevi con fatica indicibile, con 3 piccole cappelle , o 
piuttofto grotte fotterranee. Preftò quefte rovine v’ è 
ancora una profonda Ci fterna fcavata nella rocca a for- 
za di fcarpello , che non c fenz’ acqua . Nella parte 
Settentrionale del Monte vi fu anche una Chiefa,del. 
la quale fe ne veggono ancora degli avanzi. Il Sultan 
Saladino nel 1 1 S7 s’impadronì del Monaftero biadet- 
to , e diftrufle\ tutte le Chiefe. Nel 1114 i Maometta- 
ni vi coftrulTero un Cartello. Il monte è abitato da 
alcune famiglie melchine, che vi coltivano alquanto 
grano, che il P. della Valle vi trovò maturo a’ 26 
d’ Aprile . Nella fua cima fi gode la veduta della pianu- 
ra d’Efdrelon, che lo circonda da ogni parte; daSud- 
Oft fi vedono il vicino Monte Hermon , ed il Mare 
Morto, da Mezzogiorno i Monti di Gilboa, da Le- 
vante il Lago di Galilea, il Giordano, edipaefi fìtua- 
ti di là dal detto Lago, da Settentrione tutto quel 
tratto, che va fino all’ Antilibano, da Ponente il Mon- 
te Carmelo, ed il Mar Mediterraneo . La comune opi- 
nione, che quefto fia quel Monte ove Gesù Crifto fu 
trasfigurato, non è folamente improbabile, ma vi fo- 
no anche degli argomenti, che ne fanno dubitare . Il 
fiume Kifon ripete la fua origine da quefto monte, e 
dal vicino monte Hermon, e prende il corfo deferitto 
di fopra . . . 

Nella parte Occidentale della pianura d’Efdrelon v’è 

Ladfchun , detto da Abulfeda Legane, Villaggio fo- 
pra una fiumara , eon un Albergo pubblico . Fu anti- 
camente Città libera di nome Legio . Evvi una veduta 
libera della pianura d’ Eldrelon. Secondo la relazione 
d’ Abulfeda quefto luogo è una mezza ttazione lontano 
da El Beyfan . 

Cai- 



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74 -IL GOVERNO 

Caifaria, a tempo di Benjamin di Tudela detta da- 
El' abitanti Sifer'ta , da Abulfeda Kaifaria della Sorta, in 
latino C afarea Paleftina , o C afarea Paleftina , e nei tem- 
pi più remoti Stratonis Turrts , Città del tutto rovina- 
ta fui Mar Mediterraneo, abitabile foltanto nele can- 
tine d* alcune cafe crollate, ove dimorano de’pefcato- 
ri poveri come Arvieux racconta. Il R.e Erode i fpc- 
fe 12 anni nel fabbricar e abbellir quella Città, e con 
fatiche e fpefe immenfe vi coftrulle anco un porto , 
inaugurò la Città novella, ed in onore dell’ Imperator 
Auguftole diede il nome di Cafarea. Egli ordinò inol- 
tre, che ogni 5 anni con gran folennità vi fi faceflc- 
ro degli fpettacoli . A cagion della fua bellezza , della 
Umazione vaga , c del buon Porto, l’eleflero in loro 
refidenza i Prefetti della Paleftina . Di poi diventò 
Città capitale della Paleftina prima . Si veggono anco- 
na degli avanzi d’ un Cartello fortificato, che vi fu . 
In quelli contorni ritrovafi gran numero di cignali , 
come pure nella pianura vicina, come racconta il Si- 
gnor Pocock. Nau riferifee trovarfi un Bofco preflo 
Ca’ifaria con molte fiere, particolarmente Gazelle, e 
Afini falvatici , ed eflervi de marazzi detti Bajfet Abu 
Anlag per rapporto al gran numero di mignatte, che 
in elfi fi trovano, ove però vi fono anche delle pra- 
terie e pallore buone . 

Tra Cai’faria e Tartura, luoghi diftanti l’uno dall’ 
altro 4 leghe Franccfi , feorrono 2 fiumi piccoli , detti 
da Pocock Zirca e Coradfce . Il primo di quelli due 
fiumi, fecondo l’opinione di Pocock, è il Kerfeos di 
Tolommeo, e l’altro il Crocodilonài Plinio, ove ritro- 
vano tutt* ora de’ Coccodrilli lunghi tra y e 6 piedi , 
come Pocock alficura , appoggiato a ficure teftimonian- 
ze . Il Signor Nau riferifee, che quel fiume, in cui 
trovanfi de Coccodrilli , (corre in diftanza di circa z 
leghe Francefi da Tartura dalla parte di Mezzogiorno , 
e che ha il nome Nabar el Tamafieh , cióè fiume de’ 
Coccodrilli . Quello fiume non deve confonderli col la- 
go de’ Coccodrilli, del quale s’è parlato di fopra. 

Tartura, anticamente Por , Dora , Adora, fu Città, 

ori 



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T> l PALESTINA» 7J 

era c un piccol Borgo fui mare, che dalla parte di 
Mezzogiorno ha un Porto. Da Settentrione del feno 
di mare, che vi è, v'è un piccol promontorio con un 
Cartello, che non efifte più. L’Emiro maggiore ritrae 
da quello luogo la gabella, e altri dazj. Vi tiene un 
mercato , ove gli Arabi vendono le loro prede , ed i 
Contadini delle vicinanze i loro beftiami , ed i loro 
prodotti , barattandoli con Rifo d’Egitto, e con tela 
di Lino. I contorni Tono poco fertili, e fenza s alberi . 

Aililh , Cantilo Pellegrino , Caftrum peregrinornm , pe- 
tra incifa , 3 leghe Francefi diftante da Tur tura , Ca- 
ftello rovinato, e Città piccola nella pendice d’ un Pro- 
montorio piccolo dirupato, ove dalla parte di Ponet> 
te v' è un piccol feno di mare , ripieno d’ arena . Vi 
fon rimarte alcune famiglie di Contadini , che coltiva- 
no la campagna vicina . I Templari per qualche tem- 
po furono in pofleflò di quefto Cartello , i quali eran 
foliti d’accompagnare i Pellegrini approdati in quefto 
feno di Mare. 

Hai fa , 0 Caipba , detto da’ Franchi Cai fa , da Benya- 
min di Tudela forfè per sbaglio Nipbas , in vec« 

di Caipbas , dal Geografo Nubefe Hifa, e anti- 

camente Porphyreon dalle conchiglie di porpora , che fi 
trovavano in quella colta; e fecondo la congettura df 
Reland Gaba a tempo di Giofeffo Flavio, fecondo 1 » 
congettura di Pocock, anticamente Calatnon , e fecon- 
do il parere di Mariti Sicarninón Ptolomat , è un Borgo 
aperto fotto il Monte Carmelo , e dalla parte meri- 
dionale di quel feno di Mare , ove dalia parte di Nord» 
Weft giace la Città di Acre. Quantunque non vi lì* 
porto, pure il fondo vi è più adatto a gettarvi T anco- 
ra, che predo Acre; quindi è che le Navi logliono 
ancorarfi in quella parte del Seno. Il luogo fu Città 
con un Cartello, di cui fi veggono ancora degli avan- 
zi , con degli altri di 2 Chiefe . Un' altra Chiefa , che 
efifte ancora , ferve di Magazzino , e d’ Albergo . Nel 
fuolo circonvicino compollo di rocche, veggonfi cava-, 
ti molti Sepolcri . L’ Emiro maggiore vi tiene un G <*» 
vcrnatorc . 



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7 6 IL GOVÈRNO 

Il fiume dettò Caifa , che divide 'il dominio dell’ 
Emiro maggiore dal Territorio di Sapbet , chiamali an- 
che Mocataa . Secondo la relazione di Filippo a S. Tri- 
nitate, il qual nome conviene anco a un famofo Pro- 
montorio, che è una parte del Monte Carmelo, ed è 
il Kifon o Kisbon , che vien dalla pianura d’ Esdrelon , 
e nella lontananza di Leghe Franceli i e mezzo dalla 
cima del Monte Carmelo, ove trovali il Monaftcrodi 
S. Elia , e di i leghe da Acca , sbocca nel leno di 
Mare . Riceve la maggior parte delle lue acque da 
molti influenti, che vengono dal Monte Carmelo , mal- 
fune da una fonte ricca d’acqua, che featurifee dalle 
radici Settentrionali del Monte , e da un’ altra fon- 
te che nafee folto il promontorio di Mocataa . Que- 
llo fiume però varcali a piedi prello la lua imboccatu- 
ra, ov’è largo circa 20 palli , a cagione dell'arena 

portatavi dall’ onde del Mare, che ne inalza il letto . 
In tempo d’ellate la fua bocca è talmente turata dall’ 
arena, che il Fiume vi fi slarga in forma d’un piccol 
Lago , e ricuopre i contorni di Acca ; allora gli abi- 
tami ne aprono I’ imboccatura , per dar fcolo all’ 

«eque . 

Il Monte Carmelo , che fecondo la relazione diNau, 
ora chiamali Carmain , è fiato dcfcritto colla maggior 
, efattezza da Filippo a S. Trinitate Religiofo Catmeli- 
tano, ri quale aflicura d’ averlo daminato colla mag- 
gior attenzione . Perciò metterò per baie la di lui de- 
finizione , paragonandola però con quel che è fiato 
detto da altri viaggiatori. Il Monte è circa 15 Leghe 
Francefi dittante da Gerufalemme, 7 dal Giordano e 
dal Mar di Galilea, 4 da’ Monti Hetmon e Thabor, 
2 da Nazareth, e 2 da Acca e Celarea di Paleftina . 
Il Mare s’ è ritirato dalle radici del promontorio di 
modo, che vi ha lafciato una valla pianura, che pro- 
duce Oli, Biade, e altre cofe utili. Il Carmelo ècom- 
pofto di molte Colline unite, che circondano una Val- 
le . La parte Settentrionale e Orientale del monte è 
alquanto più alta della parte Occidentale e Meridiona- 
le. La parte di Ponente, che guarda iJ Mare, ften- 

deG 



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DI PALESTINA.'. 77 

de fi per 5 Leghe Francefi, non da per tutto in linea 
diritta; poiché alla Tua metà va inarcandoli. Il Cir- 
cuito del Monte è di circa 13 Leghe Francefi, e non 
arriva nè a 20, nè a 22 miglia, come afferifce il Si- 
gnor Arvieux . L’ aria vi è temperata , ed è in tempo 
d’ diate e quafi Tempre ventilata . I Mori , o Arabi , 
che vi abitano, non coltivano altro che grano; ma i 
Criftiani s’ applicano anche alla coltura degli Orti , i 
quali tra l’ altri frutti producono anche de’ Meloni fa- 
poritiflimi . Non hanno però gran premura di coltivare 
j,li alberi fruttiferi ; e del vino e dell’uva patta non fe 
ne fa di più di quella , che richiede il bifogno . Evvi 
gran copia di beftiame vaccino, Pecore, Lepri, Capre, 
Conigli, Gazelle, Pernici, ec. ec. Il Monte è tutto ver- 
deggiante; la fua cima è coperta di pini e quercie, eia 
parte più batta d’Olivi e Allori. Evvi abbondanza di 
acque , e tra’ Villaggi Buftan e Dali v’ è una bella con- 
trada di Colline e Valli, bagnate da un gran numero 
di rivi e fonti, ove fi trovano 24 caverne, l’una ac- 
canto dell’ altra, difpottein maniera, che s’affomiglia- 
no a una Chiefa. Nell’ angolo , che il Monte forma 
dalla parte di Ponente, e che volgefi verfo Mezzogior- 
no , featurifee gran copia d’ acqua , che dà il moto a 
mulini, e anticamente fu condotta a Celarea di Pale- 
fiina. Dalla parte di Levante, a piè del Monte efot- 
to Raaf al Mocataa ( cioè Promontorio della firage , 
volendofi, che Elia vi abbia fatto uccidere i Sacerdoti 
di Baal), v’ c una fonte copiofa, che manda le fue 
acque nel fiume Kiiòn, il quale riceve la maggior par- 
re delle fue acque da rivi , che vengon giù dal Car- 
melo , e da un’ altra fonte affai ricca d’ acqua , che fca- 
rurifee dalla radice Settentrionale del monte . Nel 
fianco Occidentale del monte , circa una lega Francefe 
dittante dal Promontorio, v’è la Fonte d‘ Elia , che nel 
3626 mandava le fue acque nella valle in 2 canali; ma 
in antico il numero de’canali fu maggiore. Le acque 
dolci e limpide featurifeono da quella fonte nella grof- 
fezza d’un braccio, ed in diftanza di 6 patti fi raccol- 
gono in un bacino , cavato nell’ itteffa rocca . In quella 

par- 



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78 tt'COVIRNO 

parte del monte trovanfi più di jooo caverne, abitate 
già da Carmelitani ; i quali però non ne furono gli 
autori; poiché le caverne fon antiehiflime , faccndofene • 
menzione nella Bibbia /fww 9, Stefano Schulz rac- 
conta, che le bocche delle dette Caverne, delle quali 
talora 3, o 4 fono le une accanto all’ altrej, fono tanto 
piccole , che un fol uomo vi può pallate , e che le Ca- 
verne fon tanto tortuofe , che in un momento può fot- 
trarfi alla veduta d’altri, chi vi entrano. La contrada* 
ove fi trova maggior numero di caverne più vicine tra 
loro, è quella, che dagli abitanti chiamali Scif el Rh* 
ban , cioè Caverna de’ Monaci . Quella contrada compo- 
fla di rocche è intorno a una Valle, e contiene circa 
400 Caverne. Nelle rocche veggonfi fatte fincftre, c 
lettiere, e vi fi trovano delle fonti ripiene d’acqua , 
che ne elee a gocciole. Prima d’arrivare a quello luo- 
go, entrando nella Votile, a mano delira in una roc- 
ca v’è una Caverna grande , che attraverfa tutto il col- 
le, ed è circondata di tante altre Caverne piccole, che 
vi potrebbero abitare 100 Monaci. L’ Angolo ©cemen- 
tale del Monte, che volgeliverlò Settentrione, li chia- 
ma Promontorio del Monte Carmelo , ed è molto alto . 

A piè di elfo v’è una caverna che credefi già abitata 
da Elia, lunga circa 20 palli, alta e larga 10. I Pae- 
fani danno a quella Caverna il nome Arabico El Cre- 
der , giacche a Elia danno il nome di Cheder Elias , 
cioè Elia verdeggiante . Non lòlamentc i Crilliani , ma 
eziandio i Maomettani , e Ebrei portano gran venera- 
zione di quella Caverna abitala da alcuni Romiti Mao- 
mettani . Nella cima del Promontorio veggonfi .le ro- 
vine del Monallero già abitato da’ Carmelitani , ed m 
vicinanza di effe v’è un Villaggio di nome Mar Elias , 
cioè Sant Elia . Vi fi veggono anche delle Celle e Ca- 
mere fatte di piètra ragliata. Il Monallero de' Carme- 
litani , che tuttora efifte , è una Caverna detta della 
Madonna Terefa, abitata comodamente da 4 Religiofi. 

Vi fi arriva, falcndo dalla parte di Haifa, una delle 
cime principali del Monte , che molto s’inoltra nel 
Mare. Per falirvi fi palla per una viottola erta e Urei* 

ta , 



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r DI PALESTINA. 7^ 

ta , tagliata in alcuni luoghi nella rocca , ed in termi- 
ne d’un’ ora fi arriva al Monadero, pollo nella pen- 
dice del monte, c confidente in una caverna, come 
s’è detto di lopra. All’ingrelfo della Caverna v’è un • 
muro in difefa contro gli Arabi . Sonovi 4 Celle pic- 
cole , in mezzo fono un Oratorio , refettorio , una cu- 
cina, ed un forno. Di fuori v’è un piccol Giardino, 
una dalla , ed un confervatorio d’ acqua . Nella cima 
del Monte , dalla parte di Levante, v’è un luogo, 
detto dagli Arabi El Korban t cioè il Sacrifizio, dima- 
to Santo dagli Ebrei. Vi fi veggono 12 pietre, con 
lettere ebree. 

t 

Nella fammi tà del monte ritrovanti Villaggi fegaenti , 

1 Ove incomincia il Promontorio, f'c Mar Elìae. 

2 Dalla parte di Levante 

j) Rufmia , villaggio grande in un luogo ricco dc$ 
Bofco. 

2) Karak , poco didante da El Corban. 

3 Dalla parte di Mezzogiorno, in mezzo al Bofcoi 
tra le Colline, e Valli v’è 4 in Hbnd y cioè fonte del 
Bofco, e Jiin Gazai , cioè fonte de’ Caprioli. 

• 4 In mezzo al Monte predò il Parco così detto del 
Carmelo , v’ è Bitfìan , cioè Orto , tra due Colline e al- 
trettante Valli in mezzo a un Bofco , Dubel dalla par- 
te di Levante, Dall in mezzo alle dette Colline c Val- 
li , ove trovanfi anche Novabi con un Tempio didrut- 
to. Nel'a fommità del monte v’è anco Currituria , • 
nel medefimo colle veggonfi le rovine della Città di 
Damon , ove in tempi di guerra più yolte s’è rifugiata 
la gente. 

Mie radici del monte ritrovanfi molti Villaggi e Bor- 
ghi , cominciando dalla parte Orientale del Promonto- 
rio s’incontrano lùcceffivamente , Cajfor , Saadi , tìaf- 
fas , Beladfcek , Ja]nr , HaWaffi ì Hafciumurìe , Scelok , 
Karmbi , Eliajxr , Saade , Telamu, Manfura , Predo la 
fonte di Mocataa v’è Montaar . Accanto alla Valle , 
ove giace Scif el Rubati v’è il Borgo di Tjyhs , ove il 

, Prin- 



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8o IL GOVERNÒ . t 

Principe Arabo del Carmelo ha un Palazzo. A’ piè del 
monte v’è inoltre la Città diftrutta di Caferfames. In 
diltanza d’ un quarto d’ora da R.aaf al Mocataa verfo 
mezzogiorno incontrali in un colle i! Villaggio grande 
di nome Miitzenat , che fecondo la relazione di Ar- 
vieux, nel 1660 ebbe circa 500 abitanti Mauri, eCri- 
ftiani Greci, i quali vi avevano una Chiefa. Ma Filip* 
po a S. Trinitate non fa niente di quello luogo. Del 
rimanente fi fa , che l' Ordine Carmelitano della Madon- 
na del Monte Carmelo , abbia la fua origine ed il fuo 
nome da quello monte . 

VI. Il Paefe e Di/lretto di Safet (Saphct), da Po- 
nente confina col mar Mediterraneo , da Mezzo- 
giorno col Dillretto d’ Areta , da Levante col Gior- 
dano , da Settentrione co’ Dillretti Wadeltein , e 
Saida . Già di fopra accennai in qual tempo, e con 
quale occafione quello Dillretto fia flato unito con 
quello di Saida fotto un ideilo Governatore , che por- 
ta il titolo di Palcià. Fu detto inoltre , che il fiume 
Kifon nella fua parte inferiore divide il territorio dell’ 
Emiro maggiore dal Dillretto di Safet. In quello Di- 
llretto è comprela tutta la Galilea, detta da naziona- • 
li Bdad el Berciar a , cioè Paefe del Vangelo. Il Signor 
Nati , che in tutto il rimanente io mi fon propollo 
come d’ efempio nella divifione della Palellina , poneuna 
porzione della Galilea in un Dillretto, che in altri tem- 
pi ebbe la denominazione di Cana, e che fecondo lui 
ora porta il nome di Nazareth, e da Settentrione con- 
fina col dillretto di Safet, da Levante col lago di Ti- 
bei iade , e da Ponente con Acca , e che comprende la 
maggior parte dela fu Tribù di Zàbulon, con 20 o 
25 Villaggi: ma io mi veggo collretto a difeoftarrai 
dal di lui fentimento per i leguenti motivi . Imperoc- • 
che colla dalla detenzione de’ viaggi di Arvieux e Po- 
cock , che i luoghi fiutati dalla parte Settentrionale 
del lago di Tiberiade, ed eziandio il Villaggio Ain 
Et'ujir, poco dittante dal monte Thabor, funo com- 
prefi nel dillretto di Safet; c ne' Viaggi di Haffelquift 
li vede, che il Monaltero Latino di Nazaret., il detto 

Vii- 

• ' ' \ /’ • . 

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DI PALESTINA. 8l 

Villaggio", e z altri Villaggi vicini l’uno all’ altro dal 
Palcià di Salda, fono dati in appalto. Per confeguen- 
za non riman cola alcuna , che porta formare un di- 
serto dipinto , che abbia la denominazione di Nafca- 
ret. L’antica Galilea è comporta di monti e valli , 
che tra loro fuccedono a vicenda , e d’ un terreno per 
la maggior parte buono , quantunque fia poco coltivato. 

Ritorno alla contrada, ove mi fono fermato nella 
Defcrizione del Dirtretto precedente. 

Da Haifa , e dal monte Carmelo fi fa il giro del 
feno di mare, eh’ è fotto il monte Carmelo, e pri- 
mieramente fi parta il fiume Kifon, e dipoi un altro 
fiume minore, detto anticamente Belai, a cui trovo 
dati i tre altri nomi moderni Haanim o Nabame ( il 
voluttuofo), Maebattan , e Kerdane . Quarto fiume p re fi- 
fo la fu£ bocca talmente fcarfeggia d’ acqua , che può 
varcarfi a piedi . Erto ha la fua origine da un lago 
pollo in dirtanza di z ore di cammino dalla bocca del 
fiume, che da Plinio è chiamato Palai Cendcvia. Di- 
cono, che il primo vetro fia flato fatto dell’arena di 
quefto fiume; ed il Signor Mariti artìcura , che tutto- 
fa è cofa (olita , che alcune navi , particolarmente di 
Venezia e Ragufi , in vece della Suborra , fi caricano 
d’arena, per farne del vetro; e vi aggiunge trovarli 
l’ifterta fpecie d’arena in tutta la codierà , che da Sur 
fi (tende a Jafifa. Di là dalla bocca del detto fiume fi 
trova il luogo, ove è la Città di 

deca, detta nella Bibbia dcco, da’ Greci dke , da 
Beqiamin di Tudeia didì (forfè Akri), dagli Scritto- 
ri Romani Potolemaii , nelle medaglie Colonia Potale - 
mais, in tempo delle Crociate dcre o Aera, e da’ Ca- 
valieri di S. Giovanni di GerufiJemme San Giovanni di 
Aera. Pofa nella pianura grande e fertile, benché non 
coltivata , che ne porta la denominazione , e che da 
Settentrione confina co’ monti, i quali fi (tendono fino 
a Safet, e da Levante co’ monti piccoli belli e fertili 
di Galilea , di modo che la lunghezza della Pianura è 
di 6 miglia Geogr. e la larghezza di 2 , e mediante 
una ftretra valle comunica colla pianura di Safet . La 
dfia . ' ¥ Cìr- 



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Si IL GOVERNO 

Città ficco dalla parte Settentrionale del feno che iri 
quella contrada è formato dal mar Mediterraneo , dal- 
la cui parte meridionale vi fono il monte Carmelo , 
ed il Borgo Haifa. Ella ha un Porto quafi interamen- 
te turato dall’arena, per ordine, come dice Mariti , 
di Fachreddin già Emiro dc’Drulì, a motivo di tener 
ca quella parte lontani i Turchi. Abulfeda fa men- 
zione d’ una famola fonte , ehe vi fu di nome Ain al 
Baiki. A tempo delle Crociate nel 1104 la Città fu 
pietà da’ Franchi, nel u88 dal Sultano Saladino ,• 
nel 119 1 nuovamente da’ Franchi, che vi pofero la 
Sede dell’Ordine Gerofolimitano , nel 1290 da Alma- 
lich Alashraf Sultano d’Egitto, che la diflrufle, e nel 
j 5 1 7 da’Turchi. La Citta non è altro clic un muc- 
chio grande e magnifico di fallì, in qualche parte abi- 
tata, e in una torre fui Poito rifiede un’ Agà con 
alcuni pochi Giannizzeri, ed il Pafcià di Saida vi ha 
un l'otto Governatore , che in cafe mcl’chine dimora 
con un piccol numero di Maomettani, Greci, Arme- 
ni , e Maroniti ; ed a cagion del traffico vi fono al- 
cuni Mercanti Franccfi , dimoranti nell'Albergo pub- 
blico, con un Confole Inglefe. L’aria d’Elìatc vi è 
fommamenre pregiudicievolc ; imperocché riempiendofi 
d’ acqua piovana le volte, che fono fotto gli edilìzi 
ìovinati, la quale in tempo d’Elìate imputridifee , ne 
cleono dell* datazioni puzzolenti ,■ che cagionano febbri 
pcricolofe. Nel 1751 di quello luogo s’ impadronì Ca- 
po Dahcr Principe (Sheik) Arabo di Tiberiade, il qua- 
le avendo prelo in appalto la Città con un gran trat- 
to di paefe dal Pafcià di Saida , circondò Acca d’ima 
muraglia alta 4 tefe, la fornì di 1 porte ben fode, e 
fuori della muraglia fece coftrùire un baftionc in un 
angolo. Nel 1759 la Città fu feommoflfa e danneggia- 
ta da un terremoto , e fecondo, gli avviò pubblici dai 
un altro terremoto nel 1762 fu interamente l’ubilTata , 
di modo che il fuo luogo ora è coperto di Ma razzi 
fulfurei c puzzolenti . Ma lìccome il Signor Mariti y 
che vi fu nel 176$ non parla d’un fimil lubiflamento , 
io credo che tali avvifi fcr.t’ altro fian fallì. 

Il 



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fj! PALESTINA. 8j 

Il feno di mare, tra Acca ed il monte Carmelo 
iungo circa 4 leghe Francelì , e largo 3 , è pericolo- 
fo si’ naviganti , per l’ impetuol a corrente che vi patta , 
fc per eflere il fonHo coperto di fallì , onde è , che non 
l’ ancora non vi s’ attacca . 

Azzyb , Azzaib ó , Dfib ,■ nella Bibbia Acbizib , dipoi 
Ecdippa , 3 ore dittante da Acca veri'o Nord , Villag- 
gio , o Borgo fui Marc in un luogo eminente . I mi- 
gliori meloni in lingua Arabica Batiach che fi man- 
gino in Acca vengono da quello luogo, e di un al- 
tro Villaggio di nóme Scenier. 

Cai Blanc , o Capo bianco j Promonlorium albani , 3 
miglia Tedefché lontano da Acca verfo Settentrione ,» 
è uri promontorio alto , comporto di pietra da calcina; 

Indi fi arriva a un luogo di nome Naàfa^yr ,• il nu- 
mero plurale di NaKyra j doride la rtrada palla lungo’ 
il mare per una rocca alta cd erta, accomodata a for- 
za di fcarpello, larga tra 6, e 13 piedi ; e lunga una 
mezza lega Francefe : dicefi fatta da Aldfandro il Grande ,■ 
a cui s’ attribuire anche itn Cartello di quella vicinanza 
Ormai dirtrutto, che ebbe il nome Cajìram Sbanda li am . 

Alquanto più verfo Settentrione incontrarti il luogo 
detto Kana , e la fonte di Salomorie^ di Cui s’è par- 
lato di fopraj ; ' ,• 

Il Signor Nau dall’ imboccatura del fiume Kafe- 
rniesh , c dall’ albergo pubblico che vi è pattando a Sa- 
fet , per la rtrada trovò i feguenti Borghi e Villaggi: 

. Malj/jreqaeb , 3 leghe Francefi dittante dalla bocca del. 
fiume Caiemiesh , Bcitblutb , Sciala , Teryebnan ,Tebnin, 
C arnia ì Aialeh. Quelli luoghi trovanfi nello lpazio di 
9 leghe Francefi ; 

Taran , Borgo grande, c abitato da Criftiani Greci, 
òVe veggonfi molte rovine di fabbriche. Nau raccon- 
ta d’ avervi trovato una colonna con una ifcrizione d’ 
- òri linguaggio da lui non intefo, quantunque fotte iti 
Caratteri. Greci . 

Ain cl Saitan (cioè fonte d’Olio) Villaggio gran- 
de, il cui nome lignifica trovarvi!! una fonte, e degli 
Olivi. Pofa a piè del Monte, in cui fiede Safet . Gii 

F 3 Ebrei 



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§4 lt GOVERNO 

Ebrei di Safet vi ebbero una Stamperia, i cui caratteri 
furono fatti venire da Franefort : la quale però, fecon- 
do la relazione del Signor SchuJz non v’è piu. 

Sapkit , Snpbet , o Sepbtt , c la capitale del Dift ret- 
ro , ed il miglior che vi ha nella Galilea, porto in un 
monte alto e fartbfo, nella cui cima più alta v’è un 
Cartello già fortificato, ora rovinato, la cui ftrutiura , 
fecondo 1’ opinione di Schulz, fu Romana. Il luogo 
porta il nome di Città, benché fia del tutto fomiglian- 
te a un Villaggio, maggiore però di quel che fi tro- 
vi fognato nelle Carte Geografiche, come afficura il 
Signore Schulz. Gli Abitanti per la maggior parte fon 
Ebrei circa 200, i quali vi hanno 6 Sinagoghe, ed 
una fpecie d’ Accademia detta Medraff, ove nel J754 
s’ irtruivano circa 20 giovani ; e quantunque debbano 
pagare de’dazzi gravofi , e che vivano melchinamentc , 
pur fono fuperftiziofamente affezionati a quello luogo , 
iacendovifi il Sohar , e la Mishna . Elfi fon per lo più 
dùcendomi da Ebrei Spagnuoli, come a (fenice Egmon- 
do Van-der Nienburg . La loro Accademia fembra ef- 
fcre fondata nel 12 Secolo, e fin dal Secolo 13 pa- 
recchi rr.aertri vi fi fon refi celebri. Gli Ebrei vi col- 
tivano il vin rolfo in abbondanza. Il rimanente degli 
abitanti fono Mori, o Arabi. In altri tempi vi riledò 
il Governatore del Diftretto di Safijt , che ora rifiede 
n Saida. Nel 1754, quando vi fu il Signor Schulz , il 
Principe Daher, vi falciò rifedere in vece fua uno de' 
Tuoi figli , e fi ritirò a Acca ; ciò non ortantc il Pa- 
le ià di Saida ferivendogli gli dice il titolo, SbeiK el 
irufcÌAÌc!* Saft t , cioè Capitar* Provinciale di Sefet , Nel 
Cartello rovinato da ogni parte fi prefenta una vaila 
veduta, e quello è l’unico pregio del luogo. L’aria 
Inoltre vi c mal fana , e nel J759 il luogo fu molto 
danneggiato da tin terremoto. Alcuni fon di fornimen- 
to efler quello luogo la Betulia di Giuditta, Io che 
peto è fallo. Può cfllre che il monte, in cui pofa la 
Città, Ila quello ove Gesù fu trasfigurato. Sulla pen- 
dice oppofta del monte v’è un vallo Borgo, che rtcn- 
defi quali fino arte radici del Cartello, quantunque fia 



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V 



5 1 PALESTINA. 

luogo dipinto da Safet . Il fuo nome non fi trova no- 
tato ne’ viaggi di Nau . Abulfcda, che alla Città di 
Safet dà il nome 5’z.i/d, afierilce pofar erta di là dal 
lago di Tiberiade , e altri la pongono nella fniaggia 
occidentale di erto* Sbagliano però quelli Autori, e 
forfè lo sbaglio deriva , che il lago , guardandolo dal 
monte , in cui pofa Safct , fembra non eflere più lon- 
tano che alcuni tiri di fallo , quantunque vi voglia ta- 
lora 4 ore , per palTare a cavallo da Safet 2I Lago . Il 
tnonte col luogo, che pofa in effoj è dirimpetto all' 
ellremità meridionale del Lago Samochonitis Il P* 
Nau fcefo il monte entrò nella Valle fituata dalla par- 
te di Levante, e vi continuò il fuo viaggio alla vol- 
ta di Mezzogiorno fino a Tclhum, ed all’ 'Albergo pub- 
blico di nome Elmenieh . Il Signor Pocock dice , che 
dalle Pianure , che da Ponente fiancheggiano il lago 
Samochonitis, per una ftrada ripida fi fale il Monte , 
in cui è Safet * Scendendo poi per la parte di Nord- 
Oli , egli pafsò nel paefe , ^oilo a Ponente del Lago 
Samochonitis . Secondo la relazione di Thevenot, , per 
arrivare da Ain Ettujar all’ Albergo pubblico di Elme- 
nich vi vuole una giornata, e cominovando il viaggio 
fino al Ponte di Giacobbe, che di là dal Lago Samo- 
chonitis parta il Giordani , in un monte li vede la 
Città di Safet . Quelle teftimonianze fon fuificienti , 
per giulliticare ciò che ho detto intorno alla Umazio- 
ne delia Città di Safet. I contorni dà quella Città foni 
ferulirtimi * 



I Signori Brocard e Breitenbach r/ferifeono, che in 
diftanza di 2 miglia Tedefche da Safet verio Setten- 
trione, e nell’ ideila lontananza dal Lago Samochoni- 



tis v’ è il paele detto Gabul oSabnl , dagli Arabi Zabul . 
Breitenbach fa anche menzione d’ una Città di nome 



Syn'n , credendo che fia lotapata di Giofeffo , un miglio 
di (lame da Safct. 



Da Safet andando jlungo il Lago Samochonitis , tra’l 
lago ed il ponte di Giacobbe incontranfi in un colle 
alcuni avanzi di mura , ove fembra che fia flato il 
luogo , che nella S. Scrittura Cindic. 4, 2 chiama/» 

f j Cari- 



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86 IL GOVERNO 

farofcetb H&ggoim , e dipoi iì trova uoa fonte di acqui 
minerali , che fecondo il parere di Pocock, fon pregne 
di ferro e rame. 

Gisr Jacub (Ponte di Giacobbe), oppure Gifr Benaf 
Jacub, cioè il Ponte de’ figli di Giacobbe, fu accenna- 
tole deferitto fecondo la relazione del Signor Wilde, 
Accanto al Ponte v’è un Albergo pubblico . A Mez- 
zogiorno di eflb v’è un colle, ove fi veggono le rovi- 
ne d’un Cartello. Pocock dà al luogo, ov'èil Ponte , 
il nome Gifr ater ab . 

Cban di Giufeppe , volgarmente Chan fCuperli come ri- 
ferifee Egmondo Van-der Nyenburg, 2 ore di ftrada 
lontano dal Ponte di Giufeppe, è un albergo pubblico 
pielfo il Pozzo di Giufeppe (detto dagli Arabi Giubbe f 
Jtifupb ) , accennato anche da Abulfeda, ove fu meflò 
Giufeppe da’ fuoi fratelli, fe fi crede alla fama volga- 
re aliai incerta . Stefano Schulz riferifee , efler il poz- 
zo fenz’ acqua, qualora non piove. E' coperto d’un 
tetto rotondo appoggiato a 4 arcate piccole . In vici- 
nanza v’è una piccola Mofchea de’ Maomettani, che 
fu Chiefa de’ Criftiani come riferifee Stefano Schulz , 
c che nel 1 754 era abbandonata e deferta . In quella 
contrada fi cerca in vano il luogo detto Dothan , ove 
in la cirterna ove fu meflò Giuleppe da fuoi fratelli : 
è più verifimile doverli cercare quello luogo ne’contorT 
ni de’ monti Gilboa . 

La ove il Giordano entra nel Lago di Tiberiade, 
un acquedotto pafla il Fiume , che nell’ ifteflb tempo 
icrve di Ponte, come racconta Egmondo Van-der Nyen-* 
burg . 

Tclhum , detto così dal Signore Nau, Tel/mr da Po- 
cock, fui Lago di Tiberiade, è una lega Francefe dL 
dante da dove il Giordano entra nel lago , ed è cre- 
duto edere il luogo dell’antica Città di Capbarnaum . 
Vi li vedono varj avanzi di fabbriche di pietra, fpe- 
ciaimente d’una Chiefa. Pocock è di fentimento, che 
vi foflc 1 ’ antica Taricbeea . Continovando il cammino 
lungo il lago alla volta di Sud-welt s’incontrano dell’ 
acque , che comunicano col lago , c che fembrano aver 



f 



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I 



DI PALESTINA. S7 

formato amicamente un Porto. In vicinanza v’è l'Al- 
bergo pubblico di nome 

Chan El Menielt , detto da Stefano Schuiz Almuny ; 
è circa 4 ore di ttrada lontano da quell’ altro albergo , 
eie fi chiama di Giuleppe , e pretTo un luogo diftrut- 
O , di cui fi veggono ancora degli avanzi . Il Signor 
Vilde fa menzione di molti piccoli Villaggi polli in- 
terno al lago nella contrada di Elminie . (Jn quarto di 
miglio dittante dal detto albergo, andando più oltre 
vtrfo Mezzogiorno fui lago , fi patta una fiumara , che 
fecondo la relazione di Nau sbocca nel lago . Sembra 
edere rifletto influente, che come riferifee Pocock, 
véne dalla così detta fonte rotonda cinta d'una mura- 
glia alta 6 piedi, e che ha circa 100 piedi di diame- 
tro, creduta da Pocock, che fia Cefaina Jofepbi , folla 
evi bocca, fecondo il fuo parere, fu Cafarnao. Dipoi 
li patta un altro influente , o piuttofto due influenti , 
l’uno accanto all’altro , che parimente sboccano nel 
lago di Tiberiade . Sopra l’ ultimo de’ due influenti, 
ed a piè d’ un monte veggonfi le rovine d’ un luogo , 
creduto edere l’antica Betbfaida . Tra quelle rovine li 
diftinguono quelle d’una Chiefa . Ewi ora un piccol 
Villaggio. Indi volgendoli verfo Tiberiade fi patta per 
una ftrada in una pendice d’un alto monte , ove fi 
vede tutto il lago di Tiberiade . Circa un quarto di 
miglio lontano da Betfaida veggonfi nella ttretta valle 
acanto al lago gli avanzi d’un Gattello detto Magdol 
Mijlel , o come vuole il Signor Nau], Barge Flaajcek 
cioè la torre degli innamorati . Quello luogo erronea- 
mente è creduto dal volgo d’elfere Magdala , di cui fi 
trova fatta menzione dagli Evangclifti , ctTendo certo, 

. che Magdala fu dalla parte Orientale ilei lago . In al- 
cune tarte geografiche trovali difegnato un’influente 
pretto Magdol -, che però fecondo la tettimonianza di 
Nau noa efifte. 

Tra ’. luogo, pve probabilmente fu l’antica Città 
di Bttfaiut ì e Taberya , lungo il lago feorre una Pia- 
nura , bagtata da parecchie fiumare , produce gran nu- 
mero d’ alteri di quella fpegie , che fi chiamano &a- 

F 4 ( cuoi , 



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SS tL COVBRflO 

cum, ed ove fi coltiva molto rilò. I Francolini ditjié* 
fta Pianura fondi fquifito lapore. Cosi racconta Egm on- 
do Van dcr Nyenburg. 

All' ifteffo viaggiatore fu detto dagli abitanti di 74- 
herya che nè in quella Città , nè nella fua vicinama 
non cade mai la rugiada . Per quanto ciò mi femlri 
inverilìmile , pure Egmondo Van-der Nyenburg aflen- 
fcc non avervi veduta la rugiada per tutto il tempo, 
ch’egli vi fi trattenne. 

Taberya, anticamente T iberiaj ( Tiberiade ) Città piccck 
polla nell’ eftremità della gran Pianura , detta Al Gaur . è 
bagnata dal Giordano filila (piaggia occidentale del la’o, 
che ne prende la denominazione. Dalla parte di Poneste 
della Città v’è un monte alto, efcofcefo. E' cima di 
mura da per tutto, fuorché dalla parte del lago. Se- 
condo la relazione di Stochow , che vi fu nel ìóp , 
le mura , So anni fa , furono coftruite da un priva» , 
che avea ottenuta la permillione di rifabbricar la Cit- 
ta lo che però non ebbe effetto per l’invafioni degli 
Arabi . Fuori di Città verfo Settentrione in un colle 
v’è un Cartello fabbricato circa l’anno 1737 dal Prin- 
cipe (Sheik) Arabo, che riffede nella Città . Effa si 
di dentro del tutto s’aflomiglia a un Villaggio . Le p- 
che cafe , che vi fono , non fon unire , ma dilpcrte 
qua e là. Evvi una Chiefa fatta a volta , e dedica# a 
S. Pietro , ove i PP. Francefcani di Nazaret dicono 
Melfa nella fella di S. Pietro . Gli abitanti fon drabi 
e Ebrei. Gli Arabi fon padroni del luogo ,x e gli Ebrei 
debbon pagare tributo . Il Ginnafto ( Medraff) degli 
Ebrei, che vi è dopo quello di Safet, è il magarne, 
che vi lìa in Oriente. Il Signor Schulz nel 1754 tro- 
vò una ventina di fcolari, che ftudiavano il Talmud* 
L’ antica Cirtà di Tiberiade era molto più grtnde , e 
s’inoltrava molto più nel lago alla volta di Mezzo- 
giorno, come dimoflrano i gran mucchi di pietra , che 
vi efiftono ancora . La Otta fu fabbricata da Erode 
Antipa in un luogo, ove per lo innanzi non fu Città, 
ed era ripieno di Sepolcri, e da principio abitata par- 
te da foreflteri, e parte da Galilei, e nominata Tibt* 

! riai 

i 
i 



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t> I MLB5T1NÀ. 

tini in onore di Tiberio . Egli medefimo vi rifedè in 
un l'uo Palazzo. La Città fu la capitale di Galilea , fino 
a tanto che quello onore fu dato alla Città di Seffa- 
ris . Gran tempo dopo la diftruzione di Gerusalemme 
gli Ebrei vi trasferirono la fede del loro Patriarca 
(Rosh Abbath) e della lóro dottrina - Il loro Ginnà- 
sio fu refo celebre per li uomini letterati , malli me per 
gli Autori della Milha. In poca diftanza dall’eftremifà 
Meridionale dall’antica Città, e 30, o 40 palli lonta- 
no dal lago, a piè di un monte, ove fi Scavano delle 
pietre quadre nere, fragili alquanlo e pregne di Zol- 
fo, trovanfi bagni caldi. Dalle rovine, che vi fi veg- 
gono , Stefano Schulz conclude , che i Bagni furono 
nel recinto della Città. Il luogo de’ Bagni dagli Scrit- 
tori Arabi è detto Huftinia 0 Huftibia , e da Giofeffo 
Amrrtaus e Ernmaas . Quelli due ultimi termini hanno 
T ifteffo Significato della parola Arabica Cbamma 0 Ani- 
ma , che lignifica Bagno caldo < Secondo la relazione 
di Ibn ol Wardi , uno de’ Bagni, detto Chaman ad 
Domakir , è tanto caldo, che un covo tnefib dentro 
fubito vi è cotto, e che vi pofibno cuocerfi anche de’ 
capretti , « delle galline . Secondo la relazione di Haf- 
fe quift ,■ vi fi può mettere dentro la mano , che però 
deve eftrarfi per non fcot tarla . Per confequcnza l’acqua 
non è bollente. Stefano Schulz vi aggiunge, che i Ba- 
gni di Wisbaden , e di Baàden degli Svizzeri fon più 
caldi di quelli. L’acqua de’ Bagni ha l’odordi zolfo, 
ed un fàpor amaro ,;e depone una materia nera e 
grolla come una pappa , clic puzza come zolfo . Ibn òl 
Wardi vuole che l’ acqua della fonte Chamam ad Do- 
makir fia pregna di Sale. Korte afferifee, che Tacque 
calde fcolano nel lago. 

Già notai, che il Giordano ufeifo dal Iago di Ti- 
beriade toflo fi rivolge verfo Mezzogiorno, e poi pren- 
de la direzione alla volta di Ponente . Nello fpazio rin- 
chiufo da’ raggiri del fiume v’è un terreno elevato, 
in cui fi veggono le tracce di fabbriche, ove probabil- 
mente fu Stnnabris , Enabtìs 0 Gamabrit . 

Circa un’ ora di il rad a dittante da Tiberiade , fui 

la- 



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IL GOVÈRNO /• 

Jago, a mano manca verlo i monti come riferifceSte» 
fano Schulz, v’è uno tiretto paflaggio già fortificato, 
che ha il nome Gw&irctb . Secondo la congettura di 
Stefano Schulz , quello nome feriva daireflère quello 
luogo da quella parte il termine della val/e ( Gei ) , 
ove nella parte oppofta giace Nazaret . L’ illeflb Auto- 
re aflerifee , che quello palleggio comunica il nome 
Genezaret al Jago di Tiberiade » 

Andandq da Tiberiade verlq il monte Tabor , per 
Ja ftrada raaellra , che da Gerulalemmc conduce a Da- 
mafeo, s'incontra il raontp, detto da’ Crilliani Monte 
delle Beatitudini , volendofi che Grillo vi abbia fatto 
il difeorfo, che lì jegge in Matteo 5, 6, e 7, Quan- 
tunque quello mpme non fia alto, pure eflfendo isola- 
to , i contorni vi fi prefentano in vaga maniera all’occhio 
di chi fi trova nella cima» La veduta però non vi è tanto 
valla , che nel monte Tabor, Nel vertice del monte fi 
veggono degli avanzi d’ una Chiefa Crilliana fecondo 
la relazione di Stochove. Egmondo Van-der Nyenburg 
intefe dire a Maomettani , che nel monte fu una Cit- 
tà di nome Eika . Vedendolo dalla parte di Mezzogior- 
no nella Pianura , il monte fi prefeuta all’ occhio in 
figura bislunga , fornito dalla parte di Ponente c Le- 
vante d’un vertice elevato. Può elfere, che quella fia 
!a ragione, perchè trovandoli alle radici Occidentali un 
Villaggio detro Hutin y gli Arabi abbiano dato al mon- 
te il nome di Keren el Hntin , cioè 

Corna d* Hutin , come rifai ifee il Signor Pocock. 
Il Villaggio, detto Huttin da Egmondo Van-der Nyen- 
burg, è fornito di Orti adorni di Cedri, e Aranci, v’c 
una Mofchea molto venerata da’ Maomettani , per ef- 
tervi fottqrrato un famofo Sheik. 

Circa 5 ore di ftrada dillante da Tiberiade , qual- 
che migliaio di palli lontano dal Monte Tabor, v’ è 
un Cartello di nome 

Ain Ettujar , cioè fonte de’ Mercanti, detto dal P. 
della Valle Ain Ettori ar da CotVPyk A in el Tufbiar , 
Thevcnot h Ain Ettitdgiar , le Bruyn Eynetterjaaf , Schulz 
Ajun al Tibar , da Arvicux e Egmondo Van-der Nyen- 

barg 



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DJ PALESTINA. 01 

fjurg Ain Ettujar. Quefto Cartello è flato coftruito-per 
la licurczza delle Caravane , ed è prefidiato da Gian- 
nizzeri . Forfè querto Cartello è l’ ifteflo , che a piè de} 
monte Tabor, fecondo la relazione di Rudolf, fu fab- 
bricato da’ Criftiani per la ficurezza di coloro , cht; 
falgono e feendono il monte , che a tempo di quefto 
Viaggiatore (tra '1 1336 e 1350) era abitato da mol- 
ti Criftiani , foliti chiamar}! di Blanfgarten , ai quali 
apparteneva il Cartello r In poca dili^nza dal Cartello 
y’ è un Albergo pubblico frequentato da' viandanti con 
due torri in Ina dififa . Arvieux vuole , che Ai Q Et- 
tujar fia la fonte del fiume Kifon . 

Già dilli , che la Pianura d’ Efdrclon chiamaft ora 
Mardfce Ebn Warner , 0 J unirti , ove è il monte Tabor, 
c che la Pianura da Levante ftendcfi a Ponente fino 
al Monte Carmelo. Quella Pianura conduce in un’al- 
tra, detta di Sebii’.on , eli' è bella e fertile di grano e 
cotone . Quella pianura comunica da Ponente con un 
altra egualmente fertile , detta il Paefe di Safet , ove 
Haflclquift e Pocock a 2 e 8 di Maggio trovarono del 
grano . Da quefta terza pianura , mediante una Val- 
le ftretta , o fia per una ftrada fiancheggiata da 2 
monti coperti di bofeaglie li parta nella Pianura di 
Acca . 

Due miglia Tedefche lontano dal Monte Tabor ver-s 
fo Nord-Weft , 2 leghe Francefi diftanre da Safuri, 
8 ore di ftrada da Acca, e 3 giorpate da Gerufalem- 
me, trovafi 

Nazaret , Nafrat , Nofrat , KaQuriah , 0 Na&ara , Vil- 
laggio grande, e maliatto nella pendice d’un monte, 
ove erto li eflende giù in una valle rotonda e piccola, 
cinta di monti per ogni dove. Si veggono degli avan- 
zi dell’antica Città di quefto nome . I Francefcani vi 
hanno un Convento grande, ben fatto , e cimo d’un 
muro fodo e alto , rifabbricato di pianta fui principio 
del corrente fecolo , con una bella Chiefa , e con 20 
Frati nell’anno 1738, quando vi fu il Signor Korte : 
Haflclquift , che vi fu nel 1751, dice ritrovarvifi fem- 
prc tra 15 c 22 Rcligioli . Circa 200 palli lontano dal 

Corr- 



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9* Il govèrni 

Convento v’ è una fonte d’ acqua buona , che feconda 
ia relazione di Stochove, è l’unica di quelli contorni. 
Il Convento pofa in un luogo , che fecondo ia rela- 
zione di Korte , è elevato abbaflanza per aderire , che 
fia quello da dove i Nazareni vollero precipitare Ge- 
sù ; potendo edere, che anticamente fede più erto; 
ciò non oliarne gli abitanti lenza verifimiglianza vo- 
gliono , e lo fanno credere a’ viaggiatori , che il luo- 
go ove gli antichi Nazareni vollero gettar giù il Sal- 
vatore, lìa quel monte dirupato, che quafi un’ ora è 
dillante dal Villaggio e Convento ; quantunque il Si- 
gnor Mariti adicuri, eder quello monte una continova- 
zione di quello, in cui pofa Nazaret. In una rocca di 
'quell’ altro monte fu una volta un altro Monaftero, 
ove in vaga veduta li prefentano , la Pianura d’Etdre- 
Ion, ed i monti Tabor, Hermon , e Gilboa. Gli abi- 
tanti del Villaggio fono parte Arabi , parte Criftiani 
Cattolici Romani , e Greci , i quali per lo più ft fon 
uniti alla Chiefn Romana . Secondo la relazion di Kor- 
te, effi formano circa 150 famiglia. Hadelquilt aderi- 
fee trovarvifi 100 uomini capaci di portar l’armi. L’ 
iftelfo Autore vi aggiunge, che il Pafcià di Saida ab^ 
bia prefo in appalto il Monaftero Latino di quello luo- 
go, e due altri Villaggi per la fomma di 4000 Pia- 
lire, e che collui per conleguenza vi abbia il diritto 
d’ impor dazi , e di decider le caufe , lo che vfen con- 
fermato da Korte. Schuiz dice inoltre , che i. France- 
fcani non (blamente devono pagare una fomma confi- 
derabile al Gran Signore (forfè voleva dire al Pafcià 
di Saida), ma anche 30000 Piatire annualmente all0 
Sceik Daher di Acca , per proteggerli contro gli Ara- 
bi nella Piauura d’Eldrelon, e jooo altre Piatire ogni 
qual volta prende un altra moglie . Secondo la rela- 
zione di Mariti , lo Sccik Daher ha fatto ben coltiva-' 
re i contorni di quello luogo per mezzo de’ Criftiani 
Uno degli altri 2 Villaggi chiamafi Jajfa , un’ ora di 
cammino diftanrc da Nazaret , ove c’è un Bofchetto 
di Meligranati, e Fichi , ed in una Valle vicina , fa 
Mandragora in abbondanza . Nel 1631 , 21. Agofto * 



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D! PALESTINA. 

Il Signor Siochow trovò i contorni di Nazaret copcr- 
ri di farti Aerili, fenza alberi e piante, e molto rillre{- 
ti da' monti . 

Alcune centinaje di patti lontano da Nazaret , verfo 
Settentrione, v'è una fonte ricca d’acqua, che richia- 
ma Fonte di Maria . 

Safari , Sapbory , detto da Benjamin di Tudela Sepba- 
ria , da’ Crifliani Sant Anna , anticamente Sepboris , e 
Diocjefarca , Villaggio porto dalla parte Occidentale del- 
la Pianura u’Efdrelon , 3 ore lontano da Nazaret, 
abitato da Crifliani Greci , e Mauri o fia Arabi . Fu 
Città affai fortificata , e per qualche tempo la capita- 
le della Galilea. Nel vertice d’un alto Colle vicino vi 
fu un Cartello fortificato . Il Profeflbre Kohler è di 
fentimento, che quefto luogo fia ridetto con quello, 
cui Abulfeda dà il nome SzafJ , Io che però non ève- 
’rifimile . 

Cana, Villaggio piccolo , che fecondo la relazione 
di Breitenbach è 4 miglia Tedelche dittante da Acca 
verfo Mezzogiorno , fecondo Stochow una giornata 
dall' irtelTo luogo, fecondo Nau leghe Franccfi I, e 
mezzo, e fecondo Kcrte ore 2 -c mezzo da Nazaret, 
e fecondo Breitenbach 2 miglia Tedefche da Safuri 
verfo Mezzogiorno. Il Signor Kortc dice, che andan- 
do da Nazaret a Cana , egli abbia prefa la rtrada di 
Levante; e Pocock aflcrifce di aver prefa la rtrada di 
Settentrione. Veggonfi ancora degli avanzi dell’ antica 
Città di Cana . Erta fu nella pendice d’un colle , e 
arrivò fino alla valle , che a Mezzogiorno e Ponente 
è cinta d’alte montagne, e dalla parte di Settentrio- 
ne comunica con una bella Pianura . Secondo la rela- 
zione di Myrike all’ ingreflò del Villaggio v'è una fon- 
te copiofa , al di dentro riveftita di pietre, ove per 
cavarne l’acqua fi feende; e donde efee un rivo, che 
feorre accanto al Villaggio , e ferve per abbeverare i 
beftiami . Le lue acque fon affai frefche e buone, ed 
accanto la fonte v’è una Mofchca Turca. 

VII. La parte Settentrionale del Paefe , dalla 
parte Orientale del Giordano comprende le Provincie 

di 



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$4- IL GOVERNO 

di Belai Scikipf (cioè provincia falfofa e afpra), an- 
ticamente Tracboni tis Belai Hauran , o Havran , ami- 
camente in lingua Ebraica Chavran , Ezecb. 47 , 1 6 
18 , in Greco Auranitis 0 Sturata , e Belai llaret , an- 
ticamente Balanxa 0 Bafan , come Affeman infegna , il 
quale però tralafcia di dire che ne’ Geografi Àrabi , il 
liome Al Batfcianat trovai! tifato in luogo di Batanxa . 
Secondo la relazione di NaUj quelle provinciè fon abi- 1 
late da Arabi * detti Guayr . 

La ftradà maeftra , che dà Damafco conduce a Ge- 
rufalemme palla per una parte della provincia il Sci- 
kipf, cioè fino al ponte di Giacobbe . Per connettere 
il difcorlo già accennai quella ftrada maèftra, ed orai 
ite darò maggior ragguaglio . Il Signor Pocock , come 
dilli allerifce, che da Damafco andando a Gerufaiem» 
me , nella prima giornata fi arriva all’ Albergo pùbbli- 
co prelfo Safla , e che dopo la feconda giornata li 
alberga nel Chan predò il Ponte’ di Giacobbe . Ma 
il P. della Valle , Cotwyk , e Thcvenot riferi- 
fcono , die coloro , ì quali da Gerufàlemme van- 
no a Damafco , nella prima giornata dal Ponte 
di Giacobbe arrivano a Coneitra , nella feconda a 
SalTa i e nella terza giornata nel tempo di 7 ore a 
Damafco . Da Damafco andando a Sajfa , da prin- 
cipio fi palla per una bella campagna , e dipoi per 
una còntrada fafiofa , e per un fiume . Il Villaggio 
Sajfa , detto anche Saajfa , Safa e Zaza , è polio {'opra 
un fiume , che fi dirama in più alvei , c le cafe o 
piutlofto capanne fatte di limaccio del Villaggio fon 
polle intorno all’ albergo pubblico . Dalla parte orien- 
tale del Villaggio , a piè d’un alto monte, veggonfi 
degli acanzi d’una fabbrica,- alla quale danno il nome 
di Sepolcro ii Nimroi , ed in un altro Villaggio vicino 
trovanfi gli avanzi d’un’ altra fabbrica, detti Caflelloii 
Nimroi , di Cui anche Pocock e Nau fanno menzione . 
La llrada , che conduce a Coneitra è coperta di fafls , 
ed è incomoda . Vi fi incontra l’albergo pubblico di 
«(•me Raitnbe . L'albergo pubblico di Coneitra raflbmi- 



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Di PALESTINA. gj 

gira a un Calte! lo , c vicino v’è un piccol Villàggio .* 
Indi lì attraverlano de’ Bofchi folti di querce, e d’al- 
tri alberi, ed alla metà della giornata fi fate un alto 
Colle, ove dalla parte di Levante vedcfi la gran pia- 
nura , della quale fi parlerà in appfeffo . Poi s' incon- 
tra il Villaggio Lemie , pofto in un luogo eminente , e 
continòvando il viaggio per una ftrada fafl'ofa , s’ arri-» 
va al Ponte di Giacobbe i per cui fi palla il Giorda- 
no t Ho dettò i luoghi fiutati filila mentovata ftradà 
tnaeftra . 

Debbono però notarli alcuni altri luoghi della Pro- 
vincia di Scikij'f o fia Travbonitis . 

Non fidamente Eugefippo , Sanuto * e Guglielmo di 
Tiro, ma eziandio l’altro antico viaggiatore Brocard y 
fanno menzione d’una contrada,- Città, e Caverna af- 
ficurata, di nome Sueta o Suite , meglio Sovaida ó Sh- 
vraida. Brocafd afferifee* che la Città di qitefto no- - 
me è 4 miglia (tìppiuttofto ore) dittante, dove il fiu- 
me Giordano sbocca nel lago di Tiberiadc dàlia parte 
di Settentrione , e qtiefta lontananza vedefi oflervata 
nella carta della Paklfina di Adrichomia s Ivi fi mo- 
ftra un Sepólcro , creduto eflere quello di Giobbe ; che 
però da altri cercali nella piccola Città di biava egual- 
mente fiutata in quella contrada . Di là da Sowaida , 
verfo Kcdar come dice Sanino y o fia dàlia parte Me- 
ridionale e Orientale dei fopra mentovato Villaggio 
Saflà , come aflerifeono alcuni Viaggiatori,- v’è una 
pianura grande e bella * ove in tempo d’efiate, e da 
lontano e dà vicino gli Arabi ogni anno vengono, per 
tenervi una fiera, orni’ è, che quella Pianura ha il no- 
me di Meidariy cioè Piazza di Mercato. Sanuto, Bro- 
card , e altri fanno anche menzione della Città di 
KeJa >*. Reland la confonde colla Città diGadarà, ma 
sbaglia : perchè Brocard riferifre , che la Città di 
Kedar è dittante 4 Ore verl'o Levante da quel luogo' 
ove il Giordano entra nel lago di Tiberiade, preflò la 
radice Orientale della Montagna S~nir , in un monte y 
che s’ affomiglia a un Cammello v 

tfc- 



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' f 6 IL GOVERNO 

Negli Scrittori Arabi, come fi vede nell’ Indice Geo- 
grafico di Schuitcns , trovanti inoltre notati i feguenti 
luoghi della Provine ia di Hauran . 

Borfo , Bofor oppure Boflra , detta da Greci e Latini 
Boftra, Città capitale di quella Provincia, è 4 giorna- 
te dittante da Damatco , e 24 miglia Romane da 
Ldraata . E - verifimile il fentimento di Reland , che 
la confonde con Beejitra Jof. 21 , 17. AlTeman le dà il 
nome di Città Cepitale dell’ Arabia Petrea . Anticamen- 
te fu la Sede d’un Metropolitano de’ Criftiani, i’ubor- 
dinato al Patriarca di Antiochia . Quello luogo non 
dee confonderti con altri deU’itletfo nome. 

Edraata , Città probabilmente 1 ’ ideila di Edrei , 
della quale fi parla Jof. 13, 31 detta da Greci 
Adraa . 

Cane ab , Cocbaba , Cocabe , fii Città, donde gli Ara- 
bi detti Cavachetili , prefero la denominazione. Qneflp 
luogo non dee confonderfi con un cartello già fiutato 
in un monte di là da Tiberiade , 

Zar, è Città, ed in ditlanza d’una giornata s’ in- 
contra 

Sarcbad , Città piccola, con un Cartello antico (pro- 
babilmente rovinato ) in un luogo affai elevato . Abiti- 
feda la mette nella Provincia di Hauran, e 1 ’ Autor 
Arabo nel Dizionario citato da Schuitcns la mette ne* 
contorni di quella Provincia, e vi aggiunge, eh’ è il 
luogo capitale d' un gran diftretto. 

Fick , Bprgo ne* monti è dirimpetto a Tiberiade , 
Egmondo Van-der Nyenburg , facendo menzione di 
quello juogo, che di lontano fi vede a Tiberiade, dir 
ce , eh’ è comprefo nella Provincia di Hauran , Boha- 
din nella Vita di Saladino fa menzione d’ un montq 
Pbyk , ed il Lelficografo Arabo , citato da Schultens* 
afferifee, che Pbyk è Città polla tra Damafco e Tibe- 
riade , e ?he ha anche il nome ApbyK . Egli vi aggiun- 
ge effervi un monte , per dove palTa una llrada affai 
afpra , che conduce in Algaur; ed effervi quello mon- 
te dirimpetto a Tiberiade , e fui lago dcll’illeffo no- 
me . Sembra , che il Borgo di Fick , o fi a Pbik fia 1 ’ 

ifieflo 



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DI PALESTINA. gj 

iftclTo coi Borgo di Apheck prelfo Hippos , di cui il 
trova fatta menzione in Eufebio. 

Non fo , le efiftano degli avanzi delle Città di Gau 
lan o Golan , e di Bctfiida olia J alias, già limatane! 
eltremità Settentrionale del lago di Tiberiade . La Pro. 
vincia Gaalanitis ripete la fua denominazione dalla pii 
ma; e probabilmente quella Provincia li ellendeva d~ 
Perea, lungo la fpiaggia Orientale del lago di Tibe c 
riade e del Giordano fino all’ Antilibano. A Levant* 1 
di quella Provincia fu la Provincia di Baiarne* o fi ; 
Bafan , detta al prefente Belai Ilaret . Abulfeda ( nell’ 
edizione di Kohler pag. 15) fa menzione d’una Città 
di ’ L nome Al Batfciania (Batanea), della quale però 
non fi fa altro. 

Vili. La Provincia abitata dagli Arabi detti Beni 
Keniane , il cui Principe paga il tributo al Pafcià di 
Damafco , e quell’ altra che chiamali Salth , fon com- 
prefe nella parte orientale della pianura Al gaar , eh’ è 
di quà e di là dal Giordano. La prima di quelle due 
Provincie quafi nel fuo contorno è bagnata da un pic- 
col fiume di nome Sceriabt Mandar, il quale dopo un 
corfo di circa 3 leghe Franccfi sbocca nel Giordano. 
Al Signor Nau pare , che quello fiume abbia la fua 
origine dal lago Jaczcr o Jazer , che in alcune Carte 
trovafi dilegnato , quantunque propriamente non fia 
lago alcuno , ma bensì un gran numero di lorgenti 
d’acqua calda. Egli riferisce diente una tanto arden- 
te, che non vi fi può mettere la mano, e chiamarli 
Hammct el Sceih , cfoè Bagno dello Scei’k. Quello pae- 
le è una parte 'dell’antica Perla , che fecondo la de- 
fcrizione di Gioiellò, in lunghezza fi ellendeva da Pel- 
la fino a Macherus, ed in larghezza da Filadelfia fino 
al Giordano . Giofelfo prende la Perca nel lento più 
riftretto, di quel che facciano i Vangelifii , i quali vi 
fottintendono tutto il Paefc di là dal Giordano. La 
Città capitale di Perea fu Gadara, ove furono de’ Ba- 
gni caldi . Divenne però non meno che Fella (ove 
probabilmente nel 66 di Crilio li ritirarono i Criftia- 
nl di Gcrufalemme , quando in quella Città, a tempo 
Afta. G del* 



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98 IL GOVERNO 

della guerra Romana , andavano vieppiù crefcendo i di- 
fturbi ) e Hippos una parte di Dtcapolis ,0 fia delle die- 
ci Città. Non fo, fé di quelle Città Tene veggano an- 
cora degli avanzi. 

Edsblun , Eglun , Adsblun , fu Cartello fortificato nel- 
la pendice d’ un monte , dirimpetto a E 1 Bcyfan , con 
un Borgo o piuttofto Villaggio di nome Bautfciat , di 
cui fi trova fatta menzione da Abulfeda. 

Il Paefe di Stilb è fituato nella contrada inferiore 
del fiume Giordano , e fui Mare morto, cioè dalla 
parte di Levante . Il Paefe trae il fuo nome dal- 
la già Città di Saltli, ed è abitato dagli Arabi, che 
fi chiamano Beni Aubayd . 11 loro Principe paga tri- 
buto al Pafcià di Damafco , come riferilce il Signor 
Nau. 

Salth e As Salti , donde s’è fatto il nome Afftlt , 
a tempi del Sultano Saladino , e di Abulfeda , fu il 
nome d’ un monte , e d’ una Città popolata in faccia 
a Gerico, con un Cartello, fotto il quale fcaturivano 
molte fonti , che mandavano le acque alla Città . Le 
melegrane di quello luogo erano ricercate .Ora quello 
luogo è un gran Villaggio abitato da Criftiani , come 
riferifce il Signor Nau. Anche Herbelot fa menzio- 
ne di quello luogo , rapportandoli a quel che ne di- 
ce il Geografo Peritano. 

L’alto monte Neh, eh’ è una parte della montagna 
Abarim , ed il cui vertice più alto chiamali Pifga , 
è dirimpetto a Gerico. Non fo, fe quelli nomi della 
Bibbia fieno egualmente ufati dagl’ Arabi , che da’ 
Viaggiatori . 

IX. Anche le feguenti Contrade e Luoghi , che 
eftendonfi fino a Hedshas da Abulfeda fon porte nella 
Sorta , cioè nella Paleftina ( Giund Falafthin ) , non 
oliarne che il Profeflòr Rcisk, nell’appendice alla Ta- 
bula Abulfeda Syria p. 223 Edit. Kobleriana , voglia fo- 
ftenere , che fian limate nel Governo di Damafco 
(Giund Damashk). Imperocché Abulfeda nella fua 
Tabula Syria pag. 8 della fuddetta edizione dice, com- 
prenderli ancora nella Paleftina il Mare morto (Zo- 

gliar). 



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di Palestina. 99 

ghar), il Diftretto della pofterità di Lot , detto al 
Balkaa, e quelli altri, che chiamatili Al Giabal , e As 
Sborat , e che ftendefi il Territorio di Paleltina fino a 
Aila. Dall’ ifteflà Tavola pag. 8 e 9 colla inoltre, 
che la parte di Al Gaur y eh’ è limata dalla parte Oc- 
cidentale del Giordano e del Mar morto, l'corre dal 
lago di Gennefaret perEl Beyfan, Gerico, e la {piag- 
gia Occidentale del Mare morto fino a Aila, porta 
fuU’eftremità del braccio Orientale del Golfo d’Ara- 
bia . I Geografi Greci metton quelle Contrade nell’ 
Arabia Petrea . Quel che ho detto finora l’ ho cavato 
per la maggior parte dalla Tabula Syrix di Abulfeda 
dell’Edizione di Kòhler, e dall’ annotazioni fatte l’opra 
di erta, e dall’Indice Geografico fatto daSchultens lo- 
pra la vita di Saladino. 

Tre giornate lontano da Damafco, fulla ftrada la 
quale conduce alla Mecca, pallando per Benin, in- 
contraft una piccola Città, che fecondo la relazione di 
Blani chiamali Masbaraib , Masbarib , 0 Maferib . Bar- 
tema le dà il nome Mtferibe , e racconta, che il Prin- 
cipe Arabo, a cui allora apparteneva la Città , quan- 
do egli vi paflàva, ebbe fotto il fuo comando 40000 
uomini a cavallo , e altrettanti Cammelli . Se non sba- 
glio, quella Città è l’ ifteflà che quella, che Abulfeda 
nella fua deferizion generale d’ Arabia , riportandoli a 
quel che ne difle Ibn Haukal, (fecondo la traduzione 
di la .Roquc ) chiama Masbarik , ponendola nel Paefe 
di Hauran , e diftinguendola da un altro luogo dell’ 
irteflb nome , fituato nella Guta di Damafco . 

As Sborat , 0 As Sbafai , è un tratto montuofo di 
paefe, che feorre da Hedshas alla volta di Settentrio- 
ne, per la fpiaggia Orientale del Mare morto, e del 
Giordano, ove partano i Pellegrini, che da Damafcj 
vanno alla Mecca, divifo in più Contrade ovvero Pro- 
vincie. Nella traduzione fatta da la P«.oque della de- 
fcrizione d’Arabia di Abulfeda, pag. 279, quella ferie 
di monti per error chiamafi Harab. Che quello tratto 
montuofo fia fertile , ciò colla da Abulfeda, il qua- 
le racconta , che a tempi fuoi era abitato da agri- 

G 2 col- 



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300 IL GOVERNO 

coltori. La parte Settentrionale di quefto tratto chia- 
ma fi 

Al Balkaa , o Al Belkaa ; quantunque tutt’ all' oppo- 
fto fi trovi talora As Shorat confiderato come parte 
di Al Baikaa. Al Balkaa, fecondo la relazione di Abul- 
feda , è una giornata dittante da Gerico verfo Levan- 
te, c comprende il Paefie degli Ammoniti , e Moabiti , 
e per conleguenza è di maggiore eilenfione dell’antica 
Provincia di Petrea . 

Amman , a Ammon, Città antichiffima , già fituata 
in quello Diftretto , diftrutta gran tempo avanti che 
nafeefle Maometto, quantunque a tempo di Abulfeda 
fe ne vedeflero ancora degli avanzi . Era fiiuata fui li- 
do Occidentale del fiume ZerKa , una giornata dittan- 
te dal lago Ziza verfo Settentrione , il qual lago da 
Scintiteli* (quantunque feguiti il fuo Lexicografo Ara- 
bo) probabilmente per sbaglio è fiato mutato in Zaira . 
Tolommeo fa anche menzione d’ una Città di nome 
Ziza. I contorni di Amman fon campi adattati all’ 
agricoltura. Il Profefibr ivòhler congettura, che la Cit- 
tà di Amman abbia avuto un ftibborgo di nome Al 
Balkaa . I Greci a quella Città dettero il nome di 
Rabbatb Ammana , e Tolommeo Filadelfo Re d’ Egit- 
to la chiamò Philadelpbia . Fu la Sede d’un Vefcovo, 
ed i contorni della Città ottennero il nome di Pbila~ 
delpbine , ove era comprefa una Città di nome Bacatbd , 
che parimente fu Sede Velcovile. Abulfeda dice, che 
a' tempi fuoi 

Cbosban , o Hosban ( Cbesbbon o Hesbon nella Bibbia ) , 
detta Esbuta da Tolommeo, fu la Città capitale di AL 
Balkaa. Egli la caratterizza come Città piccola polla 
in una valle fertile, che fi ellende fino in 41 Gaur . 
-Qi quefto luogo fi trova anche fatta menzione nella 
Dèfcrùipnc de Bohadin della vita del Sultano Sala- 
dino . 

E’ cofa incerta, Se Mah e Caracb fian luoghi com- 
pre fi in AI Balkaa, oppure in As Shorat. 

Mah, 0 Mob , fu Città capitale de’ Moabiti, detta 
anche Ar (cioè Qmà) Ai" Rabbatb , AreopoJis , Rbabm 



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DI PALESTINA. IO 1 

thom , e Rabbatb Moba , il qual nome deriva dall’ Ebraico 
rOVI, ed in maniera corrotta fu fcritto ancora 
Rabbat Monta (Fu la Sede d’iìn Vcfcovo . ) A tempo 
di Abulfeda quello luogo era Borgo, detto Ar Rab- 
batb , comprcfo nel territorio di Carach . In poca di- 
ilanza, in un alto colle, vi fu una fabbrica di nome 
Shaicban , detta da Sclnlltens Sicbon . Una mezza gior- 
nata lontano da Mab verfo Mezzogiorno, v’è 

Carach , ó Al Kracb , Al Karak, detto da Tolommeo 
Cbxracmóba , e, Mobacbarax , da Guglielmo di Tiro , 
Bfeitenbac ,e ad altri Autori Occidentali Cracb ì che an- 
ticamente fu Sede Velcovile. Ancora a tempi di Abul- 
feda era Città piccola murata, polla fotto un Calmilo 
affai fortificato, e nella valle vicina v’ erano de’ Bagni 
caldi, e Orti ricchi d’alberi fruttiferi. Sembra, che i 
Bagni caldi di Carach fiano gl’ ilìetfi con quelli, che 
a tempo di S. Girolamo ebbero il nome di Callirrhoe . 

Dalla parte Meridionale di Carach v’è, oppure vi 
fu il luogo detto Mutala , ove nell’ anno ottavo dell' 
Hedshra , o fia nel 6 zg , accadde la prima battaglia tra 
Mulfumanni ( Moslemim ) e Romani . 

In poca dillanza da Carach , cioè come dice Abul- 
feda ne' confini di Al Balkaa , v’ è 

Ar Rakim , o Er Rakim , detta da Gioiello Apéxs/z , 
da Origene Rokom , nella Gemara di Gerufalemme Re- 
kam\ Città piccola , le cui cafefon tagliate nella Roc- 
ca, come attelìa Abulfeda. Sembra effere l’antica, e 
farnofa Città di Petra , donde deriva il nome d' Ara- 
bia Pctréa. Ella n’è la capitale, e fu Sede Vefcovile. 
E'„ verifimile , che quello luogo non fi debba diftihgue- 
re da Seia della Bibbia 2 Regurn 14 , 7. Jos. 16 , 1, 
la quale ebbe anco il nome Hadriana dall’ Imperator ‘ 
Adriano . Giofeffo sbaglia ripetendo il fuo nome Ar 
Rakim da un certo Principe Rekem , derivando quello 
nome da un altro, che fignifica tagliare , incidere , per- 
chè tutte le fue cafe fono incife nella Rocca . , 
Annotazione . Gli Arabi danno alla gente, che abita 
in caverne cavate nelle Rocche, il nome di compagni 
della Rocca , come fi legge nel Coran . Gli Ebrei gli 

G 3 chia- 



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301 IL GOVERNO 

chiamano Q’")’H cioè C borei, e 0113D , °. Sucbéi , ed 

f 

i Greci, T payoJumf t ° Tp7ryhoSum<r ’ , o Epififitsi; . 

Eufebio nel fuo Leffico all’articolo Idumea dice , 
che i contorni della Città di Petrea chiamanfi Gebale- 
ne , o Gabalene ; eh’ è l’ iitelTo diftretto, cui Abulfeda 
nella fua Tabula Syrict pag. 8 dà il nome 41 Giabal, 
quantunque non ne dia la defe rizione . Quefto Diftret- 
to ripete il Tuo nome da monti, che vi fono, ed è 
comprefo nel Paefe degli antichi Edomiti. Sembra an- 
che, che quefto Diftretto Ila l’iftelTo colla Syria Sobal 
di Guglielmo di Tiro, e di Jacopo de Vitriaco, che 
ebbe il nome del Caftello Sobola , detto anche Mani 
Regali s dal Re Balduino, che Io fece fabbricare . 

11 Diftretto 4s Sborat , fecondo la relazione d' Abul- 
feda nella fua deferizione dell’ Arabia , che fi rapporta 
fu quel che ne dice Ibn Haukal , è 3 giornate lonta- 
no da Aila verfo Settentrione. Quefto Autore nella 
fua Tabula Syrite riferifee i luoghi , che feguono: 

41 Cbomaimab , 0 Homaimab , Città piccola famofa , 
una giornata dittante da Saubekh , di cui' fanno anche 
menzione Jakut, e Ibn Aabd al Chak, come dice il 
Signor Kohlcr, i quali con Abulfeda notano effervi Ha- 
ta la Sede principale degli Abaflidi, prima che otte- 
ncflcro la carica di Califfi . Vedi Abulfedas Annales 
Molesmicos , pag. 139, dell’edizione di Reiske. Il Si- 
gnor KÒhler oflerva ottimamente, che Heibelot pag. 
J58 all’Articolo Marwaul II sbaglia, chiamandoque- 
fto luogo col nome di Hunain, e ponendolo in Irak 
Arabe . 

Maan, Città piccola, che già a tempo di Abulfeda 
era diftru'ta, con un Caftello, una gbrnata diltante 
da Shaubeck, ne’ confini dell’ Arabia deferta, fembra 
edere il luogo detto Maon , di cui fi fa menzione Jnd. 
c. J o , il, c 1 Sam. 25 , 2 , donde ebbero il loro no- 
me i Meunim o Maoniti ; 1 Cbron. 4, 41. Harenberg c 
Bachier.e sbagliano mettendolo nelle loro carte di Pa- 
leftina nd'a lpiaygia Occidentale del mare morto . Fu 
la Sede degli Ommajadi. 

.Ir 



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\ 



DI PALESTINA. 103 

As Shaubekb , Città piccola e Cartello predo Carach, 
è vicina a confini di Hedshas. A piè della Rocca bian- 
ca, in cui pofa il Cartello, fonóvi due fonti, che man- 
dan le loro acque alla Città , e bagnano gli orti della 
valle, porta dalla parte Occidentale della Città. A tem- 
pi di Abulfeda la maggior parte degli abitanti eran Cri- 
rtiani. Schuhens è di fentimento, d’effer quefto luogo 
l’ifteflb con Sobal 0 Mons Regalìs di Guglielmo Arci- 
vefcovo di Tiro, porto da me in Al Giabal , e dal Si- 
gnor Michaelis creduto, edere l’E V/xa/po? di Tolom- 
meo . 







G 4 



L'ARA- 



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IL GOVERNO 



ic 4 



L’ ARABIA- 

$. I. 

U NA Carta particolare, e efatta dell’ Arabia è 
una di quelle cofe, che fino: a fi fon defidera- 
te in vano. La Carta inferita da Sale nella 
fua Traduzione del Corano, e che fi trova anche nel- 
la parte nona della Storia Univerfale del Mondo, tra- 
dotta in Tedefco, non foddisfa i noftri defiderj , quan- 
tunque per addio dobbiamo contentarcene, come pure 
di quei difegni dell’Arabia, che fi trovano nella Car- 
ta dell’ Impero Turco nell’ Afta di Gio: Mieli. Franz , 
pubblicata dall’officina Homanniana di Norimberga nel 
1377, e di quella, che da D’Anville ne fu data alla 
luce a Parigi nel 1751. La Carta d’Anviile, a cagione 
delle forgenti, donde è fiata cavata, ha molte prero- 
gative :iè però molto lontana dalla perfezione .w Della 
maggior parte del paefe di lemen n’è fiata fatta una 
Carta nuova dal Capitano Kiebuhr , fondata fulle di 
lui proprie ricerche e mifure, fatte con gran fatica e 
pericolo, e incife a Coppenaghen nel 1776. L’Autore 
vi determina la latitudine di 20 luoghi, e d’un luo- 
go anche la longitudine. Per confeguenza la di lui 
Carta è la prima di quello genere ; e non oliarne le 
mancanze che vi poffòno edere, è fommamente prege- 
vole. Dall’ ideilo Geografo è fiata pubblicata anche la 
Carta della Provincia di Oman. Anche la di lui pic- 
cola Tabula Itineraria à Suer ttfque el Djjdbbel el Mo- 
katteb èX Montem Sinai , che rapprefenta anche una por- 
zione del Golfo d’Arabia, merita eflcr applaudita dal 
pubblico . 

§. II. Gefirat al Arah , la Penifola degli Arabi , è 
propriamente quel paefe , eh’ è circondato dall’Ocea- 
no , dal Golfo d’ Arabia , e di Perfia , e che dalla par- 
te di Settentrione termina nell’ eftremità orientale del 
Golfo d’Arabia , coll’ eftremità del Golfo di Perfia , 

ed 



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D : ARABIA. I0f 

fcd in Una linea , immaginata tra le due fuddctte eitre-» 
jnità de’ Golfi. I primi Abitatori di quello paefe fono- 
Itati gli Arabi. Ma in quella penifola degli Arabi fu- 
rono cómprefi anche i valli Deferti, che fono dalla 
parte Settentrionale fino a Balis full’ Eufrate , come co- 
lta dalla deferitane de’ confini che ne fa Abulfeda * 
Secondo la deferitane di quello Autore, la Penifola 
di Settentrione confina colla Paleilina , Soria , e coll' 
Eufrate, da Levante parimente coll’ Eufrate, con Al 
Bafrah , e col Golfo di Perita fino a Ofman , da Mez- 
zogiorno con una parte dell’Oceano, che ivi prende 
la denominazione d’Arabia , da Ponente col Golfo d’Ara- 
bia. L’ iltefio Autore aflerifee, che volendo fare il giro 
de’ confini, principiando da Ailahall’eftremità del Golfo 
d’ Arabia , indi andando lungo il Golfo , fi palfa per Ma- 
dian , Sanbaah , Barbali , Girdda , ove incomincia Al Ja- 
man , per Zabid , e Aden ; e che poi fi fa il giro del De- 
ferto di Al Jaman, di modo che l’Oceano redi ama- 
no dritta, e fi palli per Dhafaz, e Mahra . Che aven- 
do così fatto il giro del deferto, rivolgendoli verfo 
Settentrione, e lafciando a mano delira il Mare, ed il 
golfo Pcrfiano , fi arriva a Ofman , Awal , Al Kabif , 
Kedamah , e al Bafrah . Che abbandonando la colliera 
del Mare, e andando lungo i’ Eufrate, di modo che 
elfo rimanga a mano dritta , fi palTa per Al Sarb, 
Kufa, Ana, Rahaba, e fialis. Che indi continovando 
il giro , ed il Governo di Ateppo rimanendo a mano 
dritta, fi palla per Salemya o Salamya lungo il go- . 
verno di Damafco , e per Al Balkah , e indi fi ritor- 
na finalmente a Ailah , ove fu principiato il giro de’ 
confini . 

Efaminando quelli confini , fi trova , che nel loro 
recinto non è comprefo quel tratto di paefe, il quale 
è tra’ due feni, formati dal Golfo d’Arabia nella fua 
cftremità Settentrionale , tra 1’ Egitto, e l’ellremità 
Meridionale della Pafellina ; imperocché i Geografi 
Orientali pongono quello tratto di paefe parte in Egit- 
to , e parte nella Soria . Ciò non ollante lo riguardia- 
mo come una parte dell’ Arabia prefa nel fenfo piò 



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io 6 IL GOVERNO 

largo, e feguitando l’efcrapio de’ Geografi Greci, lo 
consideriamo come una parte dell* Arabia Petréa. E' 
vero che le abitazioni degli Arabi fi (tendono molto 
più oltre i confini di (opra riferiti, girando elfi per i 
Governi Turchi di Bafra, Bagdadi, IJrfaj, Diarbekir, 
Aleppo , Tarabliis , c Damalco , e inoltrandofi anche 
nell’ Affrica; ciò non oftante s’intende foltanto com- 
prefo in Arabia il (òpra defcritto complefTo di paefi, 
di cui gli Arabi ne hanno il pieno dominio. 

La Superficie di tutto quello recinto importa circa 
500 miglia Geogr. quadre. 

$. 111 . La S. Scrittura dà il nome di 

(Terra Orientale), Mof. 2y, 6 a tutto quel tratto di 
paefe , che dall’ Egitto e dal Golfo d’ Arabia fi eften- 
de fino al Golfo di Perda ed all’ Eufrate, cioè all’ 
Arabia, di cui ora fi tratta, ed agli abitanti dell’ Ara- 
bia dà il nome d’ Orientali, o fia gente, che abitano 
verfo Oriente (OTjPttS ) Judic. 6, 3. Job. 1 , 3 , 1. Reg. 

4, 30. Ifaiat 11, i4.Jerem. 49 28. E’ verifimile, che 
gli Ifdraeliti abbiano imparato quelli nomi mentre era- 
no in Egitto , e che dipoi ne abbiano conservato 1* 
ufo ; Senza aver riguardo al paefe di Chanaan , talmen- 
te Situato , che per rapporto a elfo una parte dell’ Ara- 
bia foltanto è polla vcrfo Levante, elfendone Situatoti 
rimanente dalla parte di Mezzogiorno. La Suddetta de- 
nominazione dell* Arabia è la più antica; imperocché 
gli altri nomi Ebraici c *°® e 

Ereb fon meno antichi , e non fi trovano , che 2 Chron. 
9,14. Ifaia 21, 13. Jerem. 25, 24. Ezech. 27, 21 1. 
Reg. io, jy. Da due primi nomi Ebraici derivano 
quelli d’arabi, o Arbi . Invece della parola Ebraica 
Arbim ( gli Arabi ) Nehom. 4 , 7,2 Chron. 22 , 1 , z6 , 
7 , i Soriani dicono Arbafe , e gli Arabi nel loro lin- 
guaggio chiamanfi Arab , ed al loro paefe danno il no- 
me di Gefirat al Arab. Intorno all’Etimologia del no- 
me di quello paefe, vi fono varie Sentenze. Alcuni vo- 
gliono che Significhi paefe Occidentale : altri un paefe 

pia - 



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D’ ARABIA. 107 

piano o fia un Deferto; altri, un paefe abitato da gen- 
te compojìa di più nazioni , un paefe di Traffico , un pae- 
fe piacevole. Altri vogliono, che il nome derivi da una 
Città , già fituata nella vicinanza di Mecca; altri lo 
ripetono da un piccol tratto della Provincia di Taha- 
ma, e altri da laarab, o Arab, figlio di Cahban o 
Ioktan, o Nipote di Heber. Non vale la pena di efa- 
minare in diftefo tutte quelle fentenze; ballerà, di far 
un breve dame di alcune. Non può dimoftrarfi dalla 
S. Scrittura, che laarab, come vogliono gli Arabi, fia 
tiglio di Ioktan ; farebbe più probabile il dire , che di- 
fcende d’Ifmael. E' verifimile, che un dillretto di no- 
me Arabab (cioè Pianura, o Deferto) della provincia 
Tahama, abitato da principio da’ difendenti di Ioktan , 

■ e dipoi da Ifmaelle , abbia dato motivo di dar un fimil 
nome a tutto il paefe. Può anco elTere, che a quella 
parte d’ Arabia, che prdfo i Greci fu celebre per i 
tuoi Aromi odoriferi , abbia perciò ottenuto il nome 
A’ Arab, cioè piacevole, e che quello nome fi fia final- 
mente comunicato a tutto il paele. I Turchi e Per- 
fiani la chiamano Arabifan , cioè il paefe degli Arabi, 
Sono varie anche le opinioni fopra l’origine del no- 
me di Saraceni , primieramente Sbarakijuna , adottato 
da una parte degli Arabi, e che frequentemente fi tro- 
va dato a’raedefimi. Non merita attenzione il fenti- 
mento di coloro, che lo ripetono da Sara moglie d’ 
Abramo, non avendola mai gli Arabi riconofciuta per 
la loro Madre ; e fe ciò folle vero i Saraceni dovreb- 
bero piuttollo chiamarfi Sarei. Non può nè anco de- 
rivarti dalla parola Saraca , che lignifica rubare; elfen- 
^io cofa allinda il credere , che gli Arabi a loro llelfi 
fi fian dato il nome di Ladri . Che poi debba ripeterli 
quello nome da un luogo, o da una Provincia di no- 
me Saraca , o che gli Arraceni (nome che deriva dal- 
la Città di Arra), e Saraceni fiano fiati un iftelfo po- 
polo; è molto meno verifimile , che il dire, che il 
nome Sbarakijuna o Saraceni abbia riflefiò fignificato 
col luddetto nome , cioè Orientali. L’oppofto 



y 



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lo8 !' L COVER hf O 

di quello nome è Magrebin , cioè Occidentali , perchè r 
Saraceni danno il nome di Magreb , o fia Occidentale , 
a tutti que’paefi, conquidati da loro in Affrica, non 
efcludendo neppure la Spagna . 

§. IV. I primi ed i più antichi Arabi , dopo il di- 
luvio univerfale, difcefero parte da Ioktan (detto vol- 
garmente Cahran dagli Arabi) e della cui pollerità fi 
fa menzione i Mof. io, 26,30 , parte da Cush, la 
cui dipendenza trovafi parimente notata luog. cit. v. 7 ,•* ' 
quindi è* che dovunque nella S. Scrittura fi parla de’' 
Eushiti , poflòn fotttintenderfi comodamente gli Arabi’. 
Dalle dipendenze di Ioktan e Cush fu abitata X Ara- 
bia, felice o fia Jaman , a cui è fiato dato anche il no- 
me d’india, e ne’ tempi meno antichi la pofterità di 
Cush , paflaro il golfo d’ Arabia , è andata a ftabilirfi 
in Etiopia , fituata dirimpetto . Quel che finora ho det- 
tò, trovafi dimoftrato con grand’erudizione nella Geo- 
grafia Sacra di Becart. Gli Arabi, che da’ fuddetti ca- 
pi dipendono, fono gli Arabi originar/. Il mimero di 
quefii ne’ tempi f uccellivi è fiato accrePiuro di Fore- 
flieri, cioè dalla pofterità de’ figliuoli, che Abramo eb- 
be da Agar, e Cetura, da quella di Lotlr, di Efau , 
o Edom , i quali fi fon uniti cogli antichi Arabi per 
mezzo di fpofalizi e alleanze. Jfmaelie , figlio di Àbra- 
mo e di Agar, diventò ceppo degli Jfmaelliti , detti 
anche Hagareni , e pigliando i nomide’varj fuoi figliuoli , 
Nabatei , Cedareni (o Cedréi e Cedraniti), J furti , Afa- 
fani , Mefomani , e Tbémi . Da’ figli di Abramo, avuti 
da Cetura, difcefero i Madianiti , Z amari , Zamareni e 
Suiti. Da’ figlj di Lot, Moab, e Ammon difcefero i 
Moabiti e Ammoniti .-jda Efau gli Edomiti o Jditmei e 
altri popoli, per efimpio i Themaniti , o Thimanei , 
Nocheti, Zurachi, Sammci, Mizi , Suellcni o Sbelle- 
ni, Azarei , Hemuati , Aelìti o Auliti , Monichiati, c 
Helmodeni , i quali nomi fon andati in difufo, e quel- 
li che hanno fuffìftiro per maggior tempo, fono gl’ 
Llumei , Nabatei e Hagareni . Quello è quel poco , che 
la S. Scrittura c’infigna per rapporto agli Arabi. Quei 
che fcrivono gli Storiografi Arabi , concernente gli an- 
tichi 



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D’ ARABIA. log 

ticlii abitatori dell' Arabia, eie Tribù principali dieili, 
che fono Ad, Tbamted , Tafcm , Hodeis , e Gerham par- 
te è favoloso, c parte è vero, in quanto .fpecialmen- 
te per rapporto a’ Thamudeni , ciò vien confermato da 
altre teftimqnianze dell’ antichità , è però cofa che paffa 
i limiti del mio propofito. Efli fanno difcendere gli 
Arabi d'ora da due Ceppi, cioè da loktan, o Cahtan , 
e da Jfmaelle . A’ difendenti di Iojctan efli danno il 
nome d’ Arab , o Arebab , cioè Arabi originari , Arabes 
indigena ; agli altri danno il nome di Arai al Motaara- 
beb , o Moflaarabeb, cioè Arabi inneità» o naturaliz- 
zati , Arabes Adven #, e Adfdtii . Alcuni però confon- 
dono Ioktan figlio di Heber con un altro deU’ifleffo 
nome, creduto di elfer nipote d'Ifmaelle, il cui pro- 
nipote Saba oppure Abdfciams ( Miniflro del Sole ) , 
ebbe 5 figlj, Hamyar o Hgmair , Cabla a, Amo, Afaar 
e Amela , donde difendono altrettante famiglie, che 
ne portano la denominazione, e delle quali le 3 pri- 
me fi fon fuddivife in rami, i cui nomi tralafc io. No- 
terò fedamente, che la ftirpe degli tìamy ariti o Home* 
riti regnò in Imam fino all’ anno 502 dopo la nafti- 
ta di Crifto, e che i R.e di quelta cafa , al cui domi- 
nio era fottopofla tutta 1 ’ Arabia felice , ebbero il fo- 
prannome Tubate o Tobba oppure Attbobo . Da Ifmael- 
le (nella cui dilcendenza gli Arabi comprendono anche 
i figli d’Àbramo avuti da Cetura, e la di loro dipen- 
denza ) lenza probabilità alcuna gli Arabi fanno di- 
fcendere Adnan , da cui con maggior probabilità di- 
fende non lolamente Maometto, ma anche la maggior 
parte delle famiglie Arabe. Deve notarfi ancora, che 
la difendenza di Phahcr, imo de’ poderi di Adnan; 
nell’ undecima generazione , ottenne il foprannome di 
Cor ai ih, e che in quello modo fu padre d eCoraisbiti. 
Di quella ftirpe fe ne trovano ancora alcune Cafe a 
Mecca, come riferife il Signor Niebuhr, le quali am- 
miniltrano certe cariche ereditarie . Non fo, fe gli 
Arabi moderni tuttora facciano differenza tra Arab al 
Arebab , e Arab al Motaarabeb , e fe la diverfità de’ 
Dialetti nell’ Arabia lia un argomento della varia di- 

lccn- 



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HO IL GOVERNO 

fcendenza . Alla prima queftione non fa «è anco ri- 
fpondere il Signor Niebuhr; egli crede però di sì, per 
efliere i Principi liberi affai vanagloriofi della loro na> 
- fcita . 

§. V. Per rapporto al genere di vita, che menano 
gli Arabi , elfi fon divifi in 4 dalli , che fono i Bede- 
•vi, Maedi , Haihefiy c Fellah. 

Bedevi o Badavi , o Be'dauwija , detti dagli Scrittori 
Greci Scenità , e Nomades , da Soriani Bnaj Baro o Bar 
Broje (donde i Greci e Latini ripetono la parola Bar- 
bami ) cioè figliuoli del Deferto , dagli Europei ordina- 
riamente Beduini , fono quelli Arabi, che di continuo 
dimorano nel Deferto fotto tende, o in capanne . L’ 
unica loro occupazione confitte, nell’ andar a cavallo, 
nell' andar a caccia , coltivare il bertiame, e nelle (cor- 
rerie che fanno contro i loro nemici , fotto il qual 
nome s’ intendono tutti coloro , che non fono loro 
amici, nè fottoporti alla loro protezione. Etti glifpo- 
gliano fenza uccidergli, purché non fi difendano ofti- 
natamente, nè gli ferifeano. Ma verfo coloro che fi 
fon porti fotto la loro protezione, erti dimoftranouna 
perfetta ofpitalità, fede, e umanità. Elfi fi lufingano, 
ci’ effere il popolo più nobile del Mondo , e di tutti 
gli Arabi, fprezzano gli altri Arabi, che abitano le 
Città, e coltivano la Campagna, come gente degene- 
rata. Elfi ufano l’arco, e la freccia, andando a cac- 
cia; ma per fare guerra fi fervono della fciabola , del 
pugnale, e di lance di canna, credute da loro erte- 
re Tarmi più antiche , o le più decorofe per un bra- 
vo guerriero. Ciò non ottante fon molto timidi T maf- 
fime .quando hanno da fare cogli Europei, forniti d’ 
armi a fuoco; i quali benché in poco numero porto- 
no mettere in fuga una gran truppa d’ Arabi . La mag- 
gior parte va a cavallo , altrimenti non hanno corag- 
gio. I poveri però fi fervono delle lance a piedi. Al- 
cuni fi fervono foltanto della frombola. Sono di co- 
lor fofeo, più e meno feuro, eccettuate le donne di 
rango, che fecondo la relazione di Arvieux non han- 
no meno vivacità di ciera, che le Donne Francefi, c 

In- 



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d’ ARABIA. Ili 

Inglefi. Tanto le Donne che gli uomini fi dipingono 
le braccia, le labbra, e 1* altri parti citeriori del cor- 
po d’un colore di viola, detto Vfciam , che fi fa del 
fiele d’ un certo pefce , e che penetra la pelle punta 
inoltre con un ago, acciocché il colore vi penetri mag- 
giormente . Le Donne di rango fi fanno fare delle 
macchie nere in ambedue le eftremità della bocca, nel 
mento, e nelle guance, e fi fanno fegnare con puntu- 
re d’ago le braccia e le mani di varie figure. Tingo- 
no di rolfo le onghie delle dita, e l’ eftremità delle 
palpebre di nero . Tirano una linea di color nero da 
un angolo dell'occhio all’ altro, acciocché gli occhi 
pajano più grandi, e ben divifi per lo lungo; impe- 
rocché fecondo il gufto degli Arabi la maggior bellez- 
za d’una donna confitte negli occhj neri, grandi, ben 
divifi, fpaccati per lo lungo, limili a quegli delle Ga- 
zelle. Gli uomini fanno un colore ralligno e rifplen- 
ùente di certi materiali detti Al Hanna e al Catam 1 
col quale tingono la barba ed i capelli . Il tinge- 
re la barba col detto colore , è una ufanza intra, 
dotta da Maometto ; ma 1* ufo di tingere i capel- 
li è più antico . Gli uomini hanno la tetta rafa, 
fino al vertice , ove lafciano , un ciuffo lungo, che 
pende per di dietro. Radono anche o tofano il firn- 
ilaccio, e la barba del mento fi lafcia crefcere, ef* 
léndo quella in gran venerazione come cofa facrofan- 
ta . Ne’ falliti reciproci l’uno bacia la barba all’altro. 
Il vettito degli uomini confitte in una camicia lunga 
(che tra’ plebei per lo più è di color turchino, e con 
maniche aliai larghe, che nelle pedone di rango van- 
no fino in rcrra ) , in calzoni di tela di lino , ed Ito 
una fottovefte fenza maniche, che va fino alla metà 
de’ lombi , ed in una cintura di cuojo; oppure porta- 
no fopra la camicia una giubba , detta Aba , aperta 
davanti, che come un ferrajuolo pende dalle fpalle, e 
dall’ una c l’altra parte ha un'apertura, per mettervi 
fuora le braccia. Molti Badavi non ufano la giubba, 
inviluppandofi in un pezzo grande di fargia bianca , c 
molti altri vanno ignudi. Molti di rango ufano calzo- 
ni 



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Ili IL GOVERNO 

ni di panno o di color rollò , oppure di viola , a cui 
fon attaccate le calze e gli ftivaletti leggieri di mar- 
rocchino giallo . Come fono in fottocalzoni , allora 
camminano a piedi ignudi in piannelle, che nelle ca- 
mere fi levano . I poveri calzano i piedi di pelle roz- 
za, che nella gamba è allacciata. Il Turbante de’ più 
nobili confitte in un pezzo di tela ortichina, rivolta 
intorno a un berretto divelluto rotto c ricamata di co- 
tone . Dalla cima del Berretto pende fuora una punta 
di panno . Le donne di rango ufano calzoni , e cami- 
ce di tela ortichina , con maniche affai lunghe, che 
vanno fino a terra , camiciole corte e Terraiuoli ( Aba ) 
come gli uomini , ed in tempo d’inverno anche fot- 
tovetti larghe, e lunghe fino a terra, una correggia , 
pianelle a’ piedi ignudi, ed un berretto, la cui figura 
raffomiglia a quella d’un calice. Quando cleono, etto 
fi calzano di ttivaletti di marrocchino , e fi cuoprono 
fino alla cintura d’ un velo di tela ortichina . Le don- 
ne di batta effrazione veftono fopra i calzoni una ca- 
micia Turchina o di color di viola , con maniche lar- 
ghe e lunghe , con una cintura di cuojo , e le fa fred- 
do , fi mettono la giubba di roba grotta e fenza ma- 
niche , detta Aba. Il velo, che cuopre la tetta, fi ri- 
volge intorno al collo ed alla parte inferiore della fac- 
cia fino alla bocca; ma le fanciulle ne cuoprono tutta 
la faccia, quando :cfcono. Oltre gli orecchini, e gli 
anelli delle dita, le donne portano anche degli anelli 
grotti intorno alle braccia , ed a’ piedi fopra la noce , 
che nelle perfone di rango fon d’oro , nelle perfone 
civili d’argento, e nella più batta plebe d’avorio, e di- 
urno , oppure di metallo . Mettono eziandio anelli al- 
le dita de’ piedi, e molte portano anche un anello 
grande, che palla quella parte del nafo, che divide le 
narici ; codefto anello nelle perfone più riguardevoii è 
d’ oro e d’ argento , e talora tempeftato di gioje , e nel- 
le perfone ordinarie è di metallo , e pendendo giù. 
tocca la bocca. 

In tempo d’eftate abitano molti Arabi in capanne, 
fatte di pertiche, e coperte di ramofceili, e fogliami, 

Iun- 



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D' ARABIA. 11} 

lunghe e larghe circa 12 braccia. Ma le loro abitazio- 
ni più ufate, fono padiglioni di figura rotonda , appog- 
giati in mezzo a un’ alta pertica, oppure di figura 
bislunga come le tende delle Galere, coperti di panno 
groflo fatto di pelo di capra. I Padiglioni degli Emi- 
ri fono dell’ ideilo panno, e non fi diftinguono dagli 
altri, che per la grandezza e altezza, e per eflere nel 
centro dell’ accampamento de' loro fudditi . L’ accam- 
pamento è fempre di figura rotonda, purché il ter- 
reno lo permetta ; e di notte tempo è cuftodito 
da un gran numero di Cani. I Badavi fi cibano di 
latte , cacio , miele , pefci , e carne di cammel- 
li , pecore, capre, bovi , galline, e permutano que- 
lli generi con grano , rifo , e legumi , oppure fe 
ne provveggono per via della compra. Mangiano an- 
che fior di latte , burro , e miele , mefcolati l’uno 
coll’ altro . La loro bevanda confitte nell’ acqua , e 
caffè. Coloro, che hanno del grano , lo macinano 
nelle loro capanne co’ Mulini a mano, il qual lavoro, 
benché incomodo , fi fa dalle donne anche da quelle 
di rango , come tutti gli altri negozj domeftici . Il 
pane confitte in focacce lottili, che lenza fermento, e 
per un fol giorno fon buone a mangiare. Si cuocono 
al fuoco, fatto collo fterco fecco di vacca, potendole 
fiopra una gran bocca, ripiena di fuoco, riefcendo al- 
lora fottili, come un’oftia, oppure fotto le ceneri, ar- 
rivando allora alla groflezza d’un dito. In quello cafo 
la patta fi mette fopra un piano rifcaldato dal fuoco, 
e fi cuopre di carboni, e cenere, fi rivolta bene fpef- 
fo fino a tanto che fia cotta. Molti cuocono le fo- 
cacce in piaftre di pietra , o di rame , la qual manie- 
ra è la più pulita, 

Maediy cioè vagabondi, chiamanfi quelli Arabi, che 
formano una dalle di mezzo fra Badavi e Hhaedefi , 
Quelli co’ loro beftiami dimorano ora ne’ Deferti, ora 
nelle Città, e fono Pallori, che vendono il latte. 

Fellah , cioè Agricoltori , fono quelli Arabi , che col- 
tivano la campagna; e Hhaedeji fon quelli che abitano le 
Città ed i Villaggi , Gli Arabi , che llabiliti nelle Cit- 
dfta . H tà , 



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114 IL GO'VÉR&O 

tà elercitano farti, ed i meftieri, per difpreZzo Co- 
gliono chiamarfi Mauri ; poiché i Bedevi credono, ef* 
iere la loro razza, ed i loro coftumi foltanto proprj 
della nazione Araba. Gli Arabi abitanti delle Città 
fono più bianchi , e fecondo la maniera di penfare de- 
gli Europei meglio coftumati de’ Bedevi .Stefano Schulz * 
trovandofi in Acca della Paleftina, intefe dire, che gli 
Arabi, abitanti delle Città o de’ Villaggi, ufano la de- 
nominazione del loro figlio maggiore, e che colorò , 
che vivono fotto tende ed in capanne, ufano il no- 
me della loro figlia maggiore : dimodoché l' uno de’ 
primi direbbe per efempio io fono Padre ( Abu ) di Gia- 
cobbe o Ibraim, ed un altro de’ fecondi, io fono Pa- 
dre di Sara, di Mirjam ec. 

$. VI. La Lingua Arabica ha Una grande affinità colf 
Èbraica, o per meglio dire, l’una dall’altra è tanto 
differente , quanto poffòno ’efferlo due Dialetti d'uri 
ifleffa Lingua ; effondo cola probabile , che neflùna del- 
le due lingue fia la lingua principale, e l’una, c 1’ 
altra fia un dialetto d’una terza lingua Anonima. Tra 
gli antichi Dialetti della lingua Arabica , quello de’ 
Coraishiti fu preferito a quello degli Hamyariti , per 
fua maggior purità , e chiarezza de’ termini .* Nel 
primo di quelli Dialetti * il cui autore dicefi eficre 
Ifmaelle, è fcritto 1 ’ Alcorano. Gli Arabi foftengo- 
no , efforfi perfa la maggior parte della loro lin- 
gua ; ciò non ottante è tuttora tanto ricca di ter- 
mini, che fi crede non poter paragonarvi in qUcfto 
genere alcun’ altra lingua» Ne’ Dizionari di due Arabi 
fi fon trovati 500 nomi, per fighificare Un leonesco 
nomi che lignificavano Un ferpe, 80 il miele, e jooo 
una fpada. E‘ però verifimile, che la maggior parte 
de’ nomi fu metaforica. I Caratteri più antichi erano 
quelli degli Hamyariti , a’ quali nell’antichità per or- 
dine fuccedevano le lettere <T«/e, dipoi quelle, che fu- 
rono ritrovate da Moramer Ebn Morra, colle quali da 
principio fu fcritto il Corano, e finalmente le lettere 
più belle di cui ora gli Arabi fi fervono, che credonlì 
inventate da Ebn Moklah, circa jco anni dopo Mao 

metto 



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t>‘ ARABIA. 115 

W«tto, quantunque altri l’ attribuilcano a altri inven- 
tori. E però certo, che i caratteri Morameriani con 
qualche mutazione fieno flati formati de' Gufi, e che 
quelli derivino dalle lettere della lingua amica Cal- 
daica . Colle lettere di cui al prefente fi fervono gli 
Arabi , convengono della lingua Porfiana , Indiana , 
Tartara , e Mulaefe . Quantunque la lingua Arabica 
moderna fia tanto differente dall’ antica , che quella , 
nella quale 1 ’ Alcorano è fcritto , fi lludia nelle fcuole 
della Mecca , come la lingua de’ letterati ; pure in fo- 
flanza è l’ iftelfa , la quale in Arabia fi parla in varj 
Dialetti, non peranco ben conofciuti. Il Dialetto, che 
fi ufa nelle contrade montuofe ne’ confini ora Iemen e 
Hedshar, dicefi elfer più conforme al linguaggio dell* 
Alcorano, come riferifee il Signor Niebuhr. 

§. VII. Gli Arabi antichi, come altri popoli, tal- 
mente trafeurarono la vera cognizione di Dio, e del 
culto dovutogli, e imparato da’ loro antenati, che a 
poco a poco caddero in una grolla ignoranza, e ido- 
latria ; quindi è , che gli Autori Arabi a cotelli tem- 
pi , i quali durarono fino a Maometto , danno il no- 
me d’ ignoranza. Le loro Divinità erano il Sole, la 
Luna, e le Stelle, certi Eroi, alcuni de’ loro antena- 
ti , ed alcuni Angeli e Demonj. La Dottriaa di Ge- 
sù Crillo ben prello vi trovò degli aderenti; e vi fu- 
rono parecchi Velcovi, ed un Metropolitano, che da 
principio fu in Bofro , ed in appreifo in Petra . Fin 
dal terzo fecolo varj partiti della Religione Crilliana , 
opprelfi e perfeguitati in altre parti dell’ Alla, rifugia- 
ronfi in Arabia, come in un paefe di libertà. Tra gli 
altri vi fi fon maggiormente ellefi i Monufifitt , e Ne- 
lloriani. Anche gli Ebrei vi furono numerofi, i quali 
in gran numero vi fi ritirarono dopo la diftruzione di 
Gerufalemme, e vi fecero molti profeliti, mailime tra 
gli Hamyariti; dimodoché eziandio l’ultimo Re degli 
Hamyariti di nome Dhu Inaovas fu Ebreo, a cui co- 
me perfecutorc de’Crilliani il Re d’Etiopia fece guer- 
ra, e lo detronizzò: Io che fu il motivo, perchè Egli 
fteflò fi gettaHe nel mare . Quello fatto accade 70 an- 

H a ai 



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lltf IL GOVERNO 

ni avanti la nafcita di Maometto , oppure 501 anni 
dopo la nafcita di Crillo. 

$. Vili. L’Idolatria degli Arabi, la fuperftizione 
de’Criftiani e degli Ebrei in Arabia, e le dottrine in 
parte idolatriche d’ alcune Sette Criftiane , l’ aborri- 
mento dello (lato mefchino, in cui fi trovava la Re- 
ligione de’ fuoi Nazionali, e la perfuafione d’efler il 
Riformatore dellinato da Dio,fembrano efiere i moti- 
vi, perchè il famolo Maometto , figlio di Abdollah , e 
pronipote di Hafcem , nato a Mecca della ftirpe de’ 
Coraifciti (§. 4), introduceflè una nuova Religione, 
fiotto prerefto di riftabilir l’antica e vera Religione, e 
d’inculcare la dottrina d’ un fol Dio. Ma alle lue de- 
bolezze umane, dimollrate fin dal principio, s’accom- 
pagnò ancora il dolo e l’ alluzia , quando delia fua im- 
pela vide i progredì più fortunati, di quel che fi era 
figurato fui principio; dipoi vi s’aggiunfe un orgoglio 
ambiziofo di regnare, quando la fortuna dell' armi , 
prefe per necelfità di difenderli, e la debolezza del Ro- 
mano Impero tanto in Occidente che in Oriente, eia 
decadenza del Regno Perdano , e la fperanza lufin- 
ghiera lo refero padrone di valli .Dominj. La Reli- 
gione da elfo fondata infegna mólti principi , la cui 
bontà è incontraftabile , e merita la preferenza fo- 
pra 1 ’ Idolatria de’ gentili . Non manca però di dot- 
trine molto difettofe e erronee , che fembrano de- 
rivare dalla di lui ignoranza della vera fede Crilliana , 
e dall’oftinata propcnlione, che gli Arabi hanno per 
la credenza , e le ufanze de’ loro Antenati , alle quali 
egli fi vide coftretto di conformarvifi . Varj giudizi di- 
fcreti fopra la pedona, e dottrina di Maometto leg- 
gonfi nell’ opera di Reland de Religione Mabomedica , 
maftime nel lib. 2, nel Dizionario Ijiorico di Bayle Tom. 
3 all’ articolo Mabomet , fpecialmente nelle annotazioni 
K. L. M. O. , nella Differtazione preliminare di Sale fo- 
pra il Corano , al paragrafo 2 , in Inflitutionibus Hiftorix 
Ecclefiafic* di Mosheim , pag. 261 262, e nella prefa- 
zione di Semler al Tom. 19. della Storia univerlale 
tradotta in Teoefco pag. .10, 18, 22, . 

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t>’ ARABIA. lìi 

§. IX. Maometto ignorante , ma di datura fua al- 
trettanto ingegnolo , perfpicace, facondo e affabile , 
nell’ età giovanile fi diede alla mercatura, ed arrivato 
che fu a 15 anni, una ricca mercanterà di Mecca di 
nome Cadigia, fe ne fervi, per trafportar le fue mer- 
canzie a Dartiafco . Egli amminiftrò gl’ interdir della 
mercantcflfa con tanto vantaggio, che effa gli offrì la 
mano. Egli la fposò, benché fofTe donna di 40 anni, 
ed in quefto modo ad im tratto divenne ricco Mercan- 
te . Arrivato all’ età di anni 40 , nel 608 dopo la na- 
fcita di Crifto, egli finte d’ edere fiato deputato Appo-, 
ftolo da Dio per mezzo dell' Angielo Gabriello . La pri- 
ma a eflerne perfuafa, fu la fua moglie Cadigia , la 
quale fece credere l’iftèflb al fuo Parente di nome 
Waraca, che avea lettole Sacre Scritture degli Ebrei , 
e de’Criftiani, ed era fiato uditore de* maeftri d’ ambe- 
due le Religioni. In breve tempo egli fi procacciò no- 
vi aderenti , de’ quali i più riguardevoli furono il* fuo 
parente, e fcolare Ali t il quale.fi fpacciava per il pri- 
mo de’ Fedeli , e che da Maometto fu chiamato fuO 
Vazir o Pezir , Facchino, ajuto* primo minifiro , Cali- 
fa , cioè luogotenente , e Abdollah loprannominato Abu 
Bccr , uomo di gran credito tra’ Coraifciti . Nel 612 
egli pubblicò la fua pretefa mifiione divina , e la fua 
dottrina, alla quale diede il nome d 'Islam (cioè fede 
Ortodofià), onde deriva il nome di Moslemim di colo- 
ro, che profetano la di lui dottrina, cangiato dagli 
Europei in quello di Mufelman . Accrefcendofi il nu- 
mero de' fuoi aderenti, quefii furono perfeguitati da* 
Coraifciti , e per la maggior parte fuggirono in Etio- 
pia. Nell’anno 12 dell’ Appoftolatodi Maometto, det- 
to da’ Mufelmanni anno di piacere, 12 uomini di Ia- 
thshreb, detta dipoi Medina, arrivarono a Mecca, e giu* 
rarono fede a Maometto, che nell’anno feguentc furo- 
no feguitati da altri dell’ ifteffo luogo, i quali con giu- 
ramento s’ obbligarono alla di lui difefa . Quindi i Co- 
raifciti idolatri furono maggiormente inferociti contro 
la perfona di Maometto, e fi rifolfero d’ ucciderlo . 
Maometto , che già avea perfuafi i fuoi aderenti d.’ 

H $ ab- 



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XlS IL GOVERNO 

abbandonare la Mecca, e di llabilirfi a Iatfcreb, vi 
andò anche elio, e nel dì 1 6 del primo Rabi dell’ an- 
no 6 n vi fece il folenne ingreflo. Quello fatto fi è 
refo tanto memorabile tra’ Mtifelmanni , o Maometta- 
ni, che i 3 anni dopo, fotto il Califato di Omar, di- 
venne l’Epoca (Tarick), donde effi cominciano a cal- 
colare gli anni . Ma ficcome il primo Rabi è il terzo 
mele del loro anno , e che il primo de’ loro mefi è AI 
Moharram, il quale principia ne’ 16 di Luglio del no- 
ftro Almanacco , ne feguì , che il Califa Omar inco- 
minciò il calcolo dell’ tìeis bera ( predo gli Europei He- 
gira), che fignifica la fuga di Maometto, dal primo 
giorno del mele Moharrem, o fia da'16 di Luglio ; c 
fino al prefente i Maomettani ufano quella manieradi 
contare gli anni dell’ Hegira . La prima cofa imprefa 
da Maometto dopo il fuo arrivo a Satshreb o Medi- 
na fu la fabbrica d’un tempio, e d’una cafa per fua 
abitazione. 

§. X. Nel fecondo anno dell’ Hegira Maometto mutò 
la Keblab , o fia la contrada, ove i Maomettani rivol- 
gono la loro faccia quando fanno le loro preghiere . 
Imperocché quantunque al fuo arrivo di Medina , for- 
fè per compiacere agli Ebrei , avelie ordinato di vol- 
tar la faccia verfo Gerufalemme, facendo le’prcghiere ; 
ciò non oliarne dopo il decorfo di 17, o j 8 anni egli 
(limò meglio di ordinare , che per 1' avvenire la faccia 
fi volti verfo la Caba di Mecca , o fia verfo Levan- 
te, perchè il Tempio di Mecca era in gran venerazio- 
ne preffogli Arabi gentili. Maometto fi trovò allora in 
illato non folamenre di difenderfi , ma eziandio di af- 
falire i Coraishiti fuoi nemici, i quali da lui furono 
battuti nella celebre Battaglia di Badr o Bedr , nel- 
la quale in gran numero reftarono morti e prigio* 
ni . Nel 7 anno dell’ Hegira , cioè nell’anno di Cri- 
fto 618 Maometto per mezzo d’inviati, e di lettere in- 
vitò varj Monarchi , e Principi ad accettare 1 * IsIam , 
cioè Eraclio Imperator Romano nell’ Oriente , ed il Re 
di Perfia Chofru Patwitz, il Re d’Etiopia di nome 
Ashama, ed il Luogotenente d’Egitto di nome Mo- 
- cavkas , 



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D’ ARABIA. 119 

cavkas, ed i Principi Arabi di Gartan, d’Iamama, c 
di Bahreim. Qiiefto invito non fu del tutto fenza ef- 
fetto, imperocché il Principe Arabo di Bahrein, e o 
altro Principe Arabo Badzan di lemen abbracciarono 1 ‘ 
Islajn. Nell’ anno 8 dell’Hegira, accettando alcuni Co- 
raishiti di rango aneh’ elfi l’IsIam: e Maometto ren- 
dendofi padrone di Mecca , eflò fi fece ftrada, per 
conquiftare tutta la Petjifola degli Arabi. Egli morì 
nell’ 11 anno dell’Hegira, cioè nel 631 diCrifto, e fu 
fotterrato a Medina, ove il fuo fepolcro fin da quel 
tempo è frequentato da Pellegrini , 

§. XI. Dopo la morte di Maometto, il fuo Suoce- 
ro Abdallab , detto comunemente Abu Beor ì fu eletto 
fuo fuccelfore, tanto nella autorità fpirituale, che tem- 
porale , oppure dicono i Maomettani Culi fa e Imam ; 
quantunque il fuo fratei cugino , genero , e difcepolo 
Ali avelTe maggior diritto alla fucceflione , eziandio 
accordatogli allora da una gran parte de’ Mulelman- 
ni ; del qual fentimento fono tuttora i Perfiani che 
foftengono , che Ali fu il primo legittimo Califah e 
Imam, e doverli quella carica alla di lui dipendenza, 
I Perfiani perciò fon odiati da’ Turchi, i quali cre- 
dono , che i primi 3 legittimi Calili e Imam furono 
Abu Becr , Omar, e Qtshman , Sotto il Governo di 
Abu Becr , gli Arabi conquiftarono Irak , Boftra , e 
Pamafco. L/iftcflo Calif compilò il Corano , che alla 
morte di Maometto non ebbe ancora quella forma, e 
ordine, in cui ora fi ritrova. Sotto il governo del fe- 
condo Califa gli Arabi fi refero padroni nel 639 di 
Grillo di tutta la Sona e Paleltina , e nel 640 della 
maggior parte della Perfia , e di tutto l’ Egitto . Sot- 
to Otsbman , terzo Califa, conquillarono il rimanente 
della Perfia , l’ Ifole di Cipro e Rodi , e penetrarono 
in Ifauria e Nubia, Nel 655. il fuddettq Ali fu elet- 
to Califa; ma un partito numerofo rivoltandofi con- 
tro eflò , nel 656 dettero Califa il governator di Sa# 
ri a di Moavrijah , il padre degli Ommaijadi , il quale 
nel 661 confeguì finalmente l’intero portello del Do- 
minio, c refe ereditario nella fua caf* il Califato fin 

H 4 ora 



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120 il governo 

ora elettivo. Egli rifedè a Damafco, la qual Città fu 
anche la refidenza de’ Tuoi Succeffori. Gli fucceffe nel 
679 il fuo figlio Jazid , il cui lucceffore fu nel 683 il 
Ilio figlio Moavijab II : ma il primo ebbe a fare cogli 
Anti-Califi Ol llefain , c Abdollah figlio di Zabair ,ctfe ri- 1 
nunzio ben prefto alla fua dignità . Onde leguì , che 
Marvan della cala degli Omaijadi , fu eletto Calif nel- 
la Sorta , e Abdollah figlio di Zobair a Mecca , il cui 
partito fu abbracciato dagli Egiziani . A Marvan fuc- 
celle il fuo figlio Abd ol Malek , che vinfe il partito 
contrario, e nel 705 ebbe per fucceffore il fuo figlio 
Ol Walid , che accrebbe le conquide degli Arabi nell’ 
Afta minore , Spagna , Sardegna , e nell' Afta . Il luo 
fratello Soleiman , che gli fuccefle nel 715, continuò 
le conqttifte nell' Afta. 

Nell’ 749 Marvan II, il 14 e ultimo Califa della 
ftirpe di Ómmaija perfe il Califato, ai cui poflefTo in 
Cufa arrivò Avul Abbas Abdollah , foprannominato Sasfah 
(il crudele), della difeendenza dello zio paterno di 
Maometto di nome al Abbas . Il fuo fratello e fuccef- 
fore Aba Giafas al Manfur fondò la Città di Bagdad , 
che effendofi termf.nata nell’anno 146 dell’ Hegira, o 
fia nel 763 di Crillo , la fece capitale del Regno, e 
di poi fu la Sede de’ Calili quali per 100 anni fino 
all’anno 656 dell’ Hegira. Gorello Califa fu gran pro- 
motore delle feienze . Si refe padrone di varj paefi nell’ 
Alia; ma dall’altro canto perfe la Spagna . Il quinto' 
Califa della cafa degli Abaflidi , di nome Harun or Ra- 
feidy divife nell’ 802 il fuo vallo impero tra’ fuoi figli , 
nel modo che fiegue. Al maggiore di nome Al Amin 
diede il governo di Sorta , Palellina , Irak , l’ Arabia 
intera, Mefopotamia, Affrica, Media, Egitto, e Etio- 
pia , e di quella parte dell’ Affrica, che dall’Egitto, e 
dall’Etiopia fi llende fino allo Stretto di Gibilterra, e 
gli conferì inoltre la dignità di Califa. Il fecondoge- 
aito Al Mamun fu fatto Governatore di Perfia , Ker- 
man, India, Chorafan / Tabreflan , Cableftan, Zabla- 
ilan, e Mavar alNahr. Al terzogenito fottopofe l’Ar- 
menia, NafoJia, ed i paefi fituati dalla parte Orienta- 
le 



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D 'A ft A B I A. I2t 

le dei Mar Nero, e quelli tra il Mar Nero, ed ilMaf 
Cafpio . Indi corta quanto vado fia dato allora l’ Im- 
pero degli Arabi . Quello Califa fu l’ ultimo a fare in 
perfona il pellegrinaggio della Mecca • Sotto il gover- 
no di Al Mamun , 7 Califa degli Abaifidi , le Icienze 
tra gli Arabi erano arrivate al colmo della perfezione * 
Il Califa Giafat , foprannominato Al Motav achei , fu‘ 
trucidato per ordine del Aio figlio nell’ 8 61 da’ Tur- 
chi , che allora fervivano a’ Caìifi di guardia di corpo, 
ed in gran numero trovavanfi anco tra le truppe Mi- 
litari . I Turchi però a poco a poco fi refero tanto 
potenti , che nelle loro mani era di creare , e di de- 
porre i Califi , e che alcuni Governatori di quella na- 
zione fi fottraflero al dominio de’ Califi. La Potenza 
de’ Calili, generalmente parlando, allora andò in de- 
cadenza , e non confervarono quafi altra autorità , che 
quella della Religione. Le Provincie dell’ Impero furo- 
no talmente governate dagli Emiri ovvero Principi , 
che a’ Califi vi rimafe appena l’ombra d’autorità , le 
cale fuffiftertero in quello flato fino all’ anno 655 
dell’Egira, ofia l’anno diCrifto 1258; quando i Tar- 
tari s’impadronirono di Bagdad, e trucidando al Mo- 
{Ixfcm Billach , 37 e ultimo de’ Califi della cafa di Al 
Abbas , pofero fine al Califato . Nel decorfo di anni 
616 regnarono 57 Califi o SuccefTori di Maometto. 
Fin dal fecondo Califa Omar , elfi ufarono il titolo di 
Arnir , o Emir la Mumenine , Principe de' Fedeli . Secon- 
do la Potenza de’ Califi andò declinando ; non fola- 
mente i popoli foreftieri , ma anche gli Arabi fi fot- 
tratterò al loro dominio, e obbedirono a’ loro Principi 
( Scherifi Emiri ) in una maniera ufata avanti i tempi 
di Maometto, nei quale flato elfi fon rimalli fino al prc- 
fente < 

§. XII. Da’ Geografi Greci Eratorthene , Strabone 
e Tolommeo è fiata inventata la divifione dell’ Arabia 
in Petrta, deferta, c felice , la quale s’è talmente refa 
familiare tra gli Europei , che non pollo far a meno 
di fervamene, quantunque i Geografi Orientali diano 
propriamente il nome d’Arabia foltanto all’Arabia de- 
ferta 



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122 ILGOVERN0 

ferra, elfi danno il nome di Deferto delia Sorla, e 
pongono l'Arabia Petrea parte nell’Egitto, e parte 
nella Sorta ($. 2.) Tolommeo incomincia la defcri- 
zione dell’Arabia dall’Arabia Petrea ; ma ficcome è 
arbitrario l’ordine da offervarfi nella delcrizione del- 
le Provincie particolari, io comincierò dall’Arabia de- 
ferta . 



i L'Arabia deferta. 



L Arabia deferta , detta da Strabone c rx«v/r/f Ap a/ 2 /t* 
da Tolommeo ’E'puftog A'p a/S/a, dagli Arabi Badiacb , 
cioè Deferto , e da Perfiani Berri Arabijlan, confina 
coll’Arabia felice e Petrea , colla Scrìa , coll’ Eufrate, 
che la divide da Gefira , e con Irak Arabe . Per rap- 
porto a’ 3 ultimi paefi confinanti , eflà è divifa ne! 
Deferto di Sorta ; nel Deferto di Gefira , e nel Deferto 
di Irak. La coftitijzione naturale de’ 2 primi Deferti 
è più conofciuta , che quella dell’ ultimo , ed il più 
conofciuto de’ 3 Deferti è il fecondo, perchè vi paf- 
fano le Caravane che da Bagdad vanno a Bafra , e 
che indi ritornano , ed i paflfeggieri ne veggono la fpiag- 
gia facendo il viaggio full’ Eufrate . Anche de’ Deferti 
conofciuti ne tappiamo foltamo que’ tratti , per dove 
paffano le Caravane. Qpel che fono per dire della co- 
ftruzione naturale dell’Arabia deferta 1 ’ ho cavato da* 
Viaggi del P. della Valle, diR.auw'olf, Texeira, eFs 
lippo a S. Trinità. 

Le contrade più vicine all’ Eufrate fono le migliori, 
potendo bagnarli comodamente in varj luoghi , o per 
mezzo di Ruote colle quali li cava l’acqua dal fiume, 
e per trafportarla fu’ terreni ; o per mezzo di Manzi , 
che tirano gli otri ripieni d’ acqua dal fiume in terra , 
come attefta il Signor Rauwolf pag. 197, In varj luo- 
ghi della lpiaggia dell’ Eufrate crefcono molti Tamari- 
gj, Ciriegi Salvatici, e CiprefiTi , ed una fpecie di Sal- 
ci, detta in lingua Arabica Garb , da’ Permani Fer ì di 
cui fi fa ufo, nel far la polvere da Schioppo . In al- 
cuni 



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D* ARABIA. 125 

cuni luoghi del lido trovanti anche Palme , Cedri , 
Aranci, Melagrane, Fichi, e Olivi, e nelle vicinanze 
di Raca crefce 1 ’ Acacia , la qual pianta produce bac- 
celli di figura rotonda, e di color fofco, e dagli Ara- 
bi è detta Sbok , e Sbamut , e la fpecie di Spino di no- 
me Aigai , che fornifce della Manna . Bifogna però , 
che quella fpecie di Spino fi ritrovi in altre contrade 
del Deferto ; imperocché Filippo a S. Trinità raccon- 
ta, trovarli abbondanza di Manna in quello Deferto, 
che dagli Arabi è raccolta , e portata alla vendita a 
Bafra . Abbonda il Deferto dell’ Èrba Kali . Alcuni luo* 
ghi producono anche grano , miglio Indiano , detto 
Dora dagli Arabi , che le ne fervono per far un pane 
faporito più ricercato dagli Arabi, che il pane di gra- 
no o di orzo; ortaggi, e cotone . Ma quella fertilità 
non fi trova egual da per tutto nelle vicinanze deli* 
Eufrate: e più che uno fi difcolla dall’ Eufrate , più 
iterile trovafi il terreno, quantunque talora vi s’incon- 
tri qualche tratto di fuolo fertile, maxime per rappor- 
to alla pallura . Il P. della Valle, in diltanza d’una 
giornata e mezzo da Mefcehed Hufl'eim (vedi pag. 199) 
incontrò un Villaggio , i cui Abitanti nel dì 2 di 
Luglio gli inoltrarono dell’ uve fimili a quelle , che 
pochi giorni avanti egli avea mangiato in compagnia 
d’un Principe (Sheik). Ma fimili fpecie vi padano per 
cofe rare. La maggior parte del terreno confifte o in 
arena , che in vari luoghi vien ammucchiata dal ven- 
to, ove talora i Viandanti trovauo il lor fepolcro, e 
per confeguenza il terreno è affatto afciutto, oppure 
il terreno, vi è pregno di fiale, c nitro (che rende il 
terreno rivendente ) , o è falfofo , o coperto di Ma- 
razzi. Le contrade del tutto afciutte fono fenza erbe, 
e altre meno afciutte non producono altro, che pian, 
te piccole e fecche, oppure dell’ erbe verdi o pungen- 
ti, che mangiano i Cammelli, e degli Spini in abbon- 
danza. Degli Spini ne vien defcritto dal P. della Val- 
le una fpecie, che ha le foglie della figura d’ un cuore, 
produce un frutto rotondo e rolfod’un lapor dolce pic- 
cante , cd un’ altra fpecie più piccola , che fembra ef- 



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,124 I L GOVERNO 

/ere il giunipero, o fia la pianta, detta Gbiez da’Per- 
fiani. La Colloquimi da , cui gli Arabi danno l'antico 
nome Hbandel , vi crelce in abbondanza. Rauwolf ne 
trovò gran copia di là da Ana Itili’ Eufrate nel mele 
d’Ottobre: e Sexeira nel mefe di Settembre nella di- 
ftanza di una giornata da Bafra , ne trovò coperto un 
tratto confiderabile di terreno . Egli vi aggiunge , che 
iìBedevi mettono la Colloquintida nel latte delle Cam- 
melle, per farne un medicamento. Filippo a S. Trini- 
tà arterilce, piovere Ipefle volte della Manna in quello 
Deferto, ed edere dell'illefla fpecie di quella, che Id- 
dio fece provare agli Ifdraeliti nel Deferto . Si fareb- 
be fpiegatò meglio, fe avelie detto, che in quello De- 
ferto C trova l’ ideila fpecie di Manna, che mangiaro- 
no gli Ifdraeliti, i quali però non fono partati per que- 
llo Deferto . Gli Arabi la raccolgono , e la trafporta- 
no a Bafra , da dove fi manda in altri paefi . In man- 
canza delle legna, vi fi brucia lo llerco fecco di Cam- 
mello, e di Bovi. Il Deferto per la maggior parte è 
piano, ed alcune contrade fono coperte di rocche, « 
di menti dirupati . Da Sceleby fino alla vicinanza di 
Raca , lungo l’ Eufrate ftendclì una ferie di monti , 
fino al Giordano, al Mare morto, ed alGolfo d’Ara- 
bia fecondo la relazione di Rauwolf . Quelli monti l’o- 
_ no alpri e ignudi . 

Il cablo vi parve foffribile al P. della Valle ne’ mefi 
di Giugno e Luglio *, imperocché quantunque il Sole 
vi forte cuocente , pure un vento continuo e gagliardo 
vi rinfrefeava l’aria , e più volte la riempiva di pol- 
vere. Le notti vi erano freddiflime, e per non infred- 
dare, bifognava tenerli ben coperto, dormendovifi all’ 
aria /coperta, e fotto un cielo vagamente (Iellato. Te- 
ateira racconta , che nella dillanza di 3 giornate da 
Ana vedo Nord-VPell, nella notte tra’ 23, e 24 Gen- 
naio, l’acqua fi gelava negli otri. Non v’è alcuno de’ 
Viaggiatori , che abbia fentito fo filare in quello De- 
ferto il famofo vento detto Samum (pag. 206), per 
confeguenza non portò dire , qual effetto vi produca . 
E' però vcrifimile, che in certi tempi cotello vento vi 

loffi , 



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t>' A R A B r A'. 125 

foffi, effendo certo, che foffia in quella parte del go- 
verno di Balra , che è fituata dalla parte Occidentale 
dell’ Eufrate , ed è comprefa nell’ Arabia deferta , ove 
Texeira ne’ fette e dieci di Settembre tra Balra , e al 
Kaiifar fentì un vento ardente, ed uncalor tanto gran- 
de , che egli co’ luoi compagni di viaggio appena po- 
tevano rclpirare-, e che alcuni Cammelli morivano per 
il gran caldo, e di fame. Dell ’ acqua fe ne trova po- 
ca , e dell’ acqua buona fe nc trova pochiffima in que- 
ito Deferto . E’ cofa rara , il ritrovarvi un Fiume o 
Rivo , e quelli che vi fono , fuori del tempo di Inver- 
no non hanno acqua . Texeira nel mefe di Gennajo, 
tra Ana e Sultana paisò 4 fiumi , che eccettuato un 
folo, erano lènz’ acqua. Non fo , fe in quello deferto 
le pioggie incomincino nell’ ideilo tempo, c fe durino 
egualmente , che nella Soria . Ne’ Viaggi di Texeira 
trovò fidamente, che ne’ 17 c iS Decembre cadde la 
pioggia tra Bagdad e Ana, e ne’ io Febbrajo tra Su- 
ltana e Aleppo. Molti Fonti , e Pozzi fono dati turati 
dagli Arabi, per render difficile il paffaggio de’ nemi- 
ci che potrebbero entrarvi . Ne’ pozzi , ove l’ acqua 
non fcaturifce, e ne’ folli fatti appolla s’aduna l’acqua 
piovana , la quale però ben predo fvanifce o lì guada . 
In varj luoghi ritrovanti de’ pantani coperti di canna . 
Le fiumare, che fcorrono per terreni fallì, nitrofi , e 
fulfurei, ed i pozzi , che fi trovano in fimili luoghi, 
fono amari, lulfurei, e puzzolenti, della quale fpecicfe 
ne trovano molti. In genere Defelie , Texeira in quefio 
Deferto incontrò molte Lepri, Caprioli , (propriamen- 
te Gazelle ) e Jfini Salvatici; e intefe dire ancora, che 
vi fono de’ : Leoni , Lupi e Cervi . Filippo a S. 
Trinità fanno pure menzione degli yìfinì Salvatici, c 
delle Gazelle , che vi.fono in gran numero, come anche 
de’ Leoni , e Tigri , d’ un’ altra belila feroce, rafiomf- 
gliante al gatto, detta dagli Arabi la guida del Leo- 
ne; e d’un altro animale, detto Diib , chefenza altro 
è il più mentovato Tfeiakal : gli Arabi mangiano i Lu- 
pi e gli Afini falvatici. Texeira trovò anche qna fpe- 

cie 



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12 6 IL GOVERNO 

eie di Ratti nella ftrada maeilra era Bafra e Al 
KailTar. 

Secondo !a relazione di quello Viaggiatore , quelli 
animali fono più grandi de* nefìri Ratti ordinar), la 
pelle è di color grigio chiaro , nell’orecchio e nella 
coda raffomigliano al Ratto ordinario, nel capo e ne- 
gli occhi al Coniglio , e nelle gambe a un Capriuolo . 
Etti fi muovono a falci , e fanno delle buche in terra . 
Gli Arabi gli mangiano con gullo . Quella definizio- 
ne è imperfetta; ma io credo per certo, che Texeira 
parli del Toppo montagnuolo d’Egitto, detto larbo » 
che cammina lu’ piedi di dietro . Vedi la Storia natu- 
rale di Hallen degli animali quadrupedi , pag. 595 , e 
le Quellioni di Michaeiis indirizzate a una Società di 
uomini letterati , pag. 260. Che in quello Deferto fi 
trovino Struzzi, ciò fi dimollra dalle penne di Struz- 
zo, che Texeira ed i fuoi compagni trovarono in di- 
ilanza di 2 giornate da Al Kailfar verfo Bafra. In al- 
cuni luoghi v'è abbondanza di Serpi e Lucertole. 

Da quello benché imperfetto ragguaglio colla , di 
quanti incomodi fian accompagnati i Viaggi , che fi 
fanno per quello Deferto. Non vi fi può viaggiare fen- 
za guide ben pratiche . V’è gente , che quantunque 
non fi veggano le llrade nel Deferto , ciò non ottan- 
te conofcono le llrade più corte , e più lunghe , e fan- 
no per l’appunto i luoghi , ove fi trovano le poche 
fonti o rivi d’acqua buona . I Viaggiatori vi fi fervo- 
no della BulToJa, come i naviganti per mare. Elfi deb- 
bono provvederli di viveri, e d’acqua ( non ritrovandoli 
dell’acqua buona più volte per 2 giornate), c fe ne 
carica quali la terza parte de' Cammelli , che la ca- 
ravana conduce feco . Indi fi vede ancora, quanto 
mefehina fia la vita, che menano gli Arabi e Bedevi , 
che vivono girando qua e là nel Deferto. Elfi s’ac- 
campano fotto le loro tende , ove trovano quel poco 
che v’ è di foglie , e erbe per i loro Cammelli , Ca- 
valli , Pecore, Capre, e Vacche, e vi rimangono fin 
che tutto è confumato , e che la neceflità gli obbliga 



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b* ARABIA. II? 

a pattare altrove . Per la maggior parte fono ignudi, 
e tanto affamati , che chiedono del pane a’ Viandan- 
ti; c fe veggono pattare un naviglio full’ Eufrate, van- 
no a dietro nuotando , per ottener dalla gente della 
nave qualche poco di pane . Non tralafciano veruna 
occafione di fpogliare i parteggieri . Nella defcrizione 
generale degli Arabi data di iopra, fi trovano alcune 
altre notizie, che concernono i Beievi . Etti fon divifi 
in Tribù , che fon fuddivife in famiglie. Ogni famiglia 
ha il fuo Sceik. (anziano) ed ogni Tribù ha il fuo 
Sceik el Kebir , cioè Sceik maggiore, al cui comando 
fon fottopofti gli Sceik delle famiglie. I loro Principi 
tifano il titolo di Amir o Emir , ufato in altri tempi 
da' foli Calili , e attribuito in appretto a coloro , che 
difendono da Falima, figlia di Maometto . L’Emiro 
maggiore padrone del teforo , che più volte fi trova 
nomato Re dai Viaggiatori Europei quantunque quetto 
titolo non gli convenga , ha una cala nella fua Città 
capitale di Ana/ ma è cofa rara , ch’egli vi fia, gi- 
rando quafi fempreper il Deferto; di modo però che 
in tempo d’eftate , per evitare in qualche maniera il 
gran caldó, egli fi trattiene fotto padiglioni nella parte 
Settentrionale, e in tempo d'inverno nella parte Me- 
ridionale. La fua abitazione, compotta di molti padi- 
glioni, è vallittima, e fempre nel centro dell’ accampa- 
mento (al quale danno il nome di Città), e da etta fi 
diramano molte ftrade, che hanno ognuna il fuo no- 
me , coftumandofi , che le tende , quantunque fpefle' 
volte trafportaté altrove con li Cammelli, fempre fono 
rimette nell’Hletto modo; Le Caravane e altri viandan- 
ti, che pattano per il Deferto, gli pagano la gabella, 
e le Città, i Borghi, e Villaggi del Deferto gli dan- 
no la contribuzione » A Pietro della Valle fu detto, 
preftarfi dall’Emiro maggiore una fpecie di fommif- 
fione al Gran Signore in certi cafi i e Texeira intefe 
dire, riconòfcerfi da etto il fupremo Dominio del Mo- 
narca de’ Turchi . Ma a Rauw'olf fu detto, eh’ è un 
alleato del gran Sultano , e che quelli, per ottener 
il fuo foccorfo in tempo di Guerra , gli dà annual- 

mcn- 



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n8 IL GOVERNO 

mente una fomma confiderabile di denaro , con altri 
regali . 

Vivono anche de’ Tnrcomanni in quello Deferto, al- 
meno nella parte Settentrionale , ed in tempo d’in- 
verno . Texeira gli caratterizza per gente ben fatta , 
robufta , fpiritofa e coraggiofa , che abitano in cale 
qua c là difpcrfe , o piutrofto capanne di figura ro- 
tonda, fatte di tavoloni , e di dentro riveftite di can- 
ne , ed in parte efi tappezzerie , c al di fuora coperte 
di feltro , c di tetti di figura ovate . Elli hanno greg- 
gi numeroft di Cammelli , Mule , e Callrati , menati 
al pafcolo dalle donne . Le Donne vertono gonnelle 
corte, ftivali , e nel capo portano una cuffia di tela 
fina , che in forma piramidale termina in una punta . 
L’ ifteflo Viaggiatore riferifee, che quelli Turcomanni 
non riconofcono l’Emiro del Deferto d’Arabia per lo- 
ro Principe , effondo abbaftanza numerofi e potenti , 
per mantenere la loro indipendenza. 

Siccome l’Arabia deferta confina colla Caldea o Ba- 
bilonia, Mefopotamia , Sorta, e Paleflina , e fi ftende 
fino alle Città fituate fui Golfo di Perfia, gli Scritto- 
ri Orientali l’unifcono infieme con alcune Città porte 
da altri nell’ Arabia Petrea alle provincie d’ Arak , 
'Badia , c liabat ; ma non fapendo io determinare efar- 
tamentc i confini di quefte Provincie , (limo meglio 
di fare dell’Arabia deferta la feguente divifione. 

I. Jl Deferto della Sorta , fecondo la relazione di Ibn 
Haudal , in Abulfeda , ftendefi da Balis full’ Eufrate 
fino a Ailah fui Golfo d’Arabia. Le Provincie accen- 
nate pofiono intenderfi come comprefe in quello De- 
ferto, e riguardarfi come fituate fu’ confini di Sorta, 
Paleflina, e dell’Arabia Petréa; e dall’ altro canto non 
farà mal fatto il. metterle nella Paleflina , intefa nd 
fenfo più largo, come ho fatto di fopra, oppure rlfe- 
guitare l’elempio d’altri, che le pongono nell’Arabia 
Petréa ; poiché le opinioni circa quello punto variano 
moltiflimo . Nel Deferto della Sona fon compreft i 
luoghi feguenti . 

i Melbuab , Melino a , Borgo , che fecondo, la. rela- 

2;o 



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D’ ARABIA. Jlp 

zione del P. 'della Valle è 12,0 13 miglia Italiane di- 
ttante da Aleppo, ed è i'ottopollo all’Emiro dell’Ara- / 
bia deferta. Volendo feguitare la carta di Pocock del- >, 
la Palettina e Soda , la diftanza di Aleppo farebbe di 
circa 24 miglia Italiane . A tempo di Texeira , il luo- 
go confittela circa in ioo cafe , e gli pareva coftruito 
l'opra le rovine d'un altro luogo. 

2 Achia Ade , Borgo di circa 100 cafe piccole, a 
piè d’una rocca , in una prateria deliziofa , o lulla 
fpiaggia del gran lago di Sale , e nel quale , fecondo 
la relazione di Texeira , il caldo del fole forma una crolla 
tanto fonda di fale, che vi fi può pattare lenza pericolo . 

3 Huite , Villaggio di poco rilievo, frequentato da 
Pellegrini . 

4 Gafar Ibn Mordati , Cartello . 

5 Andrene , amicamente Androna , Città diftrutta , di 
cui fe ne veggono ancora molti avanzi . 

6 Siria , Seria , Sedane , Città diftrutta, le cui rovi- 
ni fi veggono ancora. Il P. della Valle vi ha trovate del- 
le colonne di marmo, c delle fabbriche intere di pietra . 

7 Efri , Città diftrutta in un colle. 

8 Antnre , Cartello . 

Tutti quelli luoghi trovanft notati parte ne’ Viaggi 
del P. della Valle, e Texeira , e parte nelle Philoio- 
phical Tranfaclions del 1695. 

9 Tad/nor , Tattnor y detta da’ Greci e Romani Pal- 
myra, Città diftrutta , circa 35 ore, o fia tre 5 e 6 
giornate dittante da Aleppo verlo Sud-Sud-Oll , 3 gior- 
nate da Hims, e altrettanto lontana da Salamya , ed 
una giornata dall’ Eufrate . Da 3 lati è cinta di lun- 
ghe Montagne, e da Mezzogiorno vi s’apre una valla 
pianura, ove in diftanza d’un miglio Inglcfe vi fono 
delle Saline, che fomminiftrano attualmente del fale. 

L'aria vi è buona, ma il terreno è affai afeiutto . Bi- 
fogna, che in amico la Citta lìa Hata d’ im gran re- 
cinto, e di gran magnificenza, come lo dimoili ano lo 
lpazio, che occupano le rovine, e la quantità delle me- 
defime. Il numero de’Pilallri bellilhmi di marmo (ca- 
vato probabilmente da monti vicini) è grande, gli 

A fia . I avan- 



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Jjó IL GOVERNO 

avanzi de*’ Tempj fon magnifici , ed i fepolcri di mar-* 
mo, che fono torri quadrangolari di 4, o 5 piani lon 
molto olTervabili . Ma la cola più degna d'olTervazio* 
ne fono l’ifcrizioni in caratteri Greci ePalmireni, del- 
le quali fi parlerà in appreffo . Delle mura di Città 
non ne è rimarta traccia veruna ; cd il luogo non è 
abitato, fe non in quanto un piccol numero di fami- 
glie mefehine vive in capanne, polle in un cortile ipa- 
ziofo, nel cui recinto anticamente fu un tempio ma- 
gnifico de’ Gentili . In lontananza di circa mezz’ ora 
dalla Città in un monte da Settentrione , veggonfi gli 
avanzi d’un Cartello di cattiva architettura . Nel mon- 
te fi gode una valla veduta, e nella fua cima v’è un 
pozzo profondilfimo * 

Il nome più antico delia Città, che leggefi 2Chroiv 
S, 15 e 1 Reg. 9, 1 S , s’è confettato fino al pre- 
fente tra gli Arabi . Co' telli della S. Scrittura dimo- 
ftrano, che quella Città fu fabbricata dal Re Salomo- 
ne. Ma non fi fa, fe Salemone l’abbia fabbricata di 
pianta, oppure fe l’abbia rellaurata , nè ft conofeono 
Je lue avventure feguite in appreffo. A tempo di Pli- 
nio fu Repubblica libera , e indipendente ; ma a tem- 
po dell’ Imperator Trajano erta fi trovò in uno flato 
rovinato , e dal di lui fucccrtòre Adriano fu reftaura* 
ta, e denominata Madri anopali , come riferifee Stefano 
Bizantino. L’ Imperator Ballano, foprannominato Cara- 
calla, le diede i privilegi di Colonia Romana Iuris Ita- 
lici, che da alcuni fi credono già conferiti dall’ Impe- 
rator Adriano . Nel terzo fecolo - dopo la nafeita di 
Crillo vi fi dillinfe un certo Odenato, che con feiictr 
fucceffò fece guerra a' Perfiani, e nel 260 prole il ti- 
tolo di Re di Palmyra, comunicaro poi anche al fuo 
figlio maggiore di nome Erode , ed alla fua cordone 
Zcnobia . Quella Dama dotata di virtù eccellenti , e 
celeberrima, che ebbe abbracciata la Religione Giudai- 
ca, dopo la morte del fuo Conforte, e durante la mi- 
norità de’ fuoi figli col titolo di Regina degli Orien- 
tali, regnò da Sovrana nella maggior parte delle Pro- 
vincie Romane Orientali . L’Iniocrator Amelio le mol- 
le 




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fi* ARABIA. Ijf 

fe k guerra , c la vinfe nel 272 nella vicinanza di 
Hims; dipoi fu fatta prigioniera , e la Città di Pai- 
mira fu prefa . Indi in breve tempo rivoltandofi nuo- 
vamente la Città fu dall’Impcrator riprcfa, e tutti gli 
abitanti d’ ogni fedo, età, e rango furono uccifi * Or- 
dinò però, che il Tempio del Sole che fu faccheggiàto , 
folle rellaurato prefidiò la Città, e vi coftiruì unGo- 
vernatore della Città , e del fuo territorio . L' Impera- 
tor Diocleziano abbellì la Città d’ alcuni edifizj } ed in 
tempo deli’ Imperator Onorio vi era ancor un Prefidio 
Militare , ed un Vefcovo * L’ Imperator Giulliniano la 
fece fortificare maggiormente , e collruir un preziofo 
acquedotto, che eòlie ancora in parte* Sul nafcerc dell' 
Impero Arabo la Città pafsò fotto il Dominio degli 
Arabi: e nell’anno 39 dell’Egira, cioè nell’anno di 
Crillo 6 59, nella vicinanza della Città accade una bat- 
taglia tra le truppe di Califa Ali , e quelle di Moa- 
wijah , nella quale vinfero le prime. Nell’anno iz"f 
dell’ Egira , o Ila nel 744., la Città diede ricetto al 
ribelle Solaiman, e perciò fu attediata dal Califa Mar- 
vin, che fe n’impadronì dopo un attedio di 7 meli* 
Benjamin di Tudele nel 1172 vi trovò 4000 Ebrei ag- 
guerriti , che facevano guerra co’ fudditi del Sultano 
Nurcdin tanto Criftiani , che Arabi » 

Le antichità, ovvero le rovine di quella Città, noti 
erano conofciute dagli Europei , che Roberto Huntington » 
predicante della fattoria lnglefe di Aleppe , perfuafd 
quelli Mercanti Inglefi d’andare a veder la Città* II- 
primo viaggio, fatto nel 1678. fu inutile per i catti- 
vi incontri , che i Mercanti provarono dal Principe 
Arabo Milhem, accampato pretto le rovine di Palmy- 
ra. Ma il fecondo viaggio farro nel 169 i, ebbe mag- 
gior fuccetto* Guglielmo Halifax ha fatta là definizione 
delle rovine, e Edmondo Halley vi ha fatto delle anno- 
tazioni . Quella notizia trovali inferita nelle Pbibfopbi- 
c.il T ranfaBiont del 1 695, e fi legge anco ne’ Viaggi 
di Le liruyn T. 2. pag. 381 , e feg. dell’edizione fatta 
in quarto. Indi Àbramo Sellers prefe motivo di pubbli- 
care nel 169 5 un Hijlory of Palmyra a Londra, riftanv 

I 2 pa- 



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13* II. GOVERNO 

pata nel 170J, e nel 17.16 tradotta in Tedefco da P. 
G. flubnez lotto il titolo Antiquitaten von Palmyra , 
oder Tadmor . L’ Ilcrizioni Greche , che li fuddetti In- 
glefi riportarono dalle rovine di Palmyra furono date 
alla luce da Tommafo Smith nel 169S colle fue proprie 
annotazioni, e con quelle d’ Eduardo Bernard. Nel 1698 
copiarono ancora gl’ Inglefi alcune di quelle Ifcrizioni , 
che vi fi trovano in un linguaggio foreltiero , detto 
Palmyreno; ma le copie erano molto più difettofe in 
quella lifigua , che nella lingua greca , e non erano in- 
telligibili . Anche Gruferò ha pubblicata un’ Ifcrizione 
Palmyrena, e<S/w», e Rtland un’altra. Giacobbe Rhen- 
ferd s’affaticò in vano a rintracciare l’Alfabeto Pal- 
myreno. L’Accademia dell’ Ifcrizioni, e Belle Lettere 
di Parigi commiie quella imprefa nel 1076 all’ Abate 
Renandoti e poi a Galland , uomo di molta abilità; ma 
nefiuno de’ due effettuò quel che fi defiderava. Final- 
mente nel J750 inrraprelero gl’ Inglefi Beuverie , Daw- 
kins ,c Roberto V'ood un nuovo viaggio in Afta, l'pecial- 
xr.ente per Vadmor, ove con elatezza comprarono 26 
Ifcrizioni Greche, una Latina, e 43 Palmyrene,Ie qua- 
li nel 1753 furono a Londra nell’opera magnifica , che 
porta il titolo The Rmns oj Palmyra. La più antica di 
quelle Ilcrizioni cade ne’ tempi d’ Augullo , cioè nei 
terzo anno dopo la nalcita di Crilto, c la più moder- 
na nel governo di Diocleziano . Pubblicate , che furo- 
no quelle Ifcrizioni , quali in un illeflo tempo fu ri- 
trovato l’ Alfabeto Palmireno in maniera uniforme da- 
gl’ Inglefi Godwyn e Swinton , e dal Francefe Barthelemy. 
Swinton, pubblicò il fuo alfabeto, nella parte 2 del 
Tom. 48 delle Phtlojoyhtcal 1 ranfaclions , e l’ Abate 
Barthelemy pubblicò il fuo, nel fuo libro intitolato Re- 
ftexions far /’ Alyhabet , e far la lanette , doni on fe fer - 
l'oit antrejois a Palmyre. Secondo il parere del Signor 
Configlicre aulico Michaclis l’alfabeto di Swinton de- 
ve preferirli a quello del Francete , perchè elprime le 
Lettere in più maniere, e contiene anco le figure con- 
neflfe , e le cifre . Ora lappiamo , che la lingua Pal- 
mirena in follanza fu l’ i Ile Ita colla Siriaca ; quantun- 
que 



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t>‘ ARABIA. 133) 

que le lettere per varie ragioni frano più fomiglianti 
alle lettere Ebraiche, che alle Siriache antiche. I nu- 
meri Palmyreni contifterono in fole 4 cifre , che per 
voler efprimere un maggior numero , fi ripetevano più 
volte, e fi univano . Nelle più antiche Iscrizioni non 
fi trovano altri nomi, fuorché quelli che erano foltan- 
to in ufanza a Palmyra; ma nelle meno antiche fi tro- 
vano anche de’ nomi Greci e Romani . 

Alla fine del fecolo 17 vi fi trovavano ancora delle 
Palme , ma nel 1750 non ne fu trovata alcuna da 
Wood, e da’ tuoi compagni, i quali però vi trovaro- 
no degli ulivi . Dalla parte Occidentale delle Rovine 
v'è una fonte d’acqua calda, che lèrve di Bagno. Il 
Rivo, cheneefce, riceve un influente, che vi fcorre,ed 
eflendofi fcaricato in un follo largo piedi 3, e profondo piedi 
i,l’ acqua dopo un breve corto perdeti nell’ arena . I 
pochi abitami del luogo fono Arabi di color folco l'eu- 
ro, il quale però non fa, che non abbiano de’ be’ li- 
neamenti nel vifo . Dal fopra detto libro , intitola- 
to The Rtiins 0/ Palmyra , fi vede , che Tadmor è 
luogo fottopofto all’ Aga , che rifiede in Hafleiah a 
Halfia . 

Da Palmyra deriva il nóme della Provincia Palmy- 
rene , ed Una porzione del Deferto d’ Arabia nc ripete- 
va anche la denominazione . 

Nella firada per andare a Hafleiah , s’ incontrano i 
Villaggi Carietin , Hovrarin , che come dimoftrano le 
rovine, che vi fono, fu un luogo di rilievo, ove fi ve- 
de tra l’ altre cole una torre con delle buche a tirare, 
e Sudati , abitato da Crifiiani Maroniti, che coltivano 
alquanto grano, e vin rotto. 

10 Tarecca , luogo cinque ore e mezzo dittante da 
Tadmor verlò Nord-Oft , ove trovafi una fonte ; il luo- 
go ripete la fua denominazione da urta vittoria ri- 
portata da’ Turchi fopra i Mamalucchi (Memalik), 
e ti trova foltanto notato nelle Tranfazioni Filofo- 
fiche . 

1 1 Sucbna , Sultana , Sukney , Borgo mefehino abitato 

1 3 da 




Ì 34 IL GOVERNO 

«la Arabi, eTurcomanni. E’ 7 ore dittante da! Jnog» 
precedente , e pofa tra 2 monti . Il Borgo ripete il 
J'uo nome da una fortezza rovinata , che altra volta 
ferviva in difcfa delle Caratane . In vicinanza , v' è un 
rivo d'acqua calda, pregna di zolfo , che venendo da 
un pantano vicino, bagna gli orti, cd in un altro luo- 
go ritorna nel pantano. Quell’ acqua fi beve , e ferve 
anche di bagno. Texeira vi aggiunge, che fi fa anche 
del fale di quefl’ acqua. L’aria vi è mal fana . 

12 El Her , Città, e Borgo , in una buona contra- 
da, con unCaftello rovinato, che era compotto di pie- 
tre grolle di marmo, 

13 Taiba , Teiba , luogo murato in una gran vallea 
piè d’una rocca, con un fortino. Il fuo nome lignifi- 
ca luogo falubre, I fuoi abitanti fono Arabi , i quali 
nella Mofchea che vi è, venerano un'antica pietra qua- 
dra. In quella Mofchea fu trovata un Ifcrizione Gre- 
ca, ed un' altra Palmirena da Pietro della Valle, e 
dagl’Inglefi, che vi furono nel i 6 gi. Tavernier vi tro- 
vò avanti la Porta una fonte, che forma una pefchie- 
ra , e da Filippo a S. Trinità vi furono trovate parec- 
chie forgenti d’acqua dolce. L’ultimo di quelli Viag- 
giatori dà a quello luogo il nome di Città piccola; e 
Texeira, che vi fu pochi anni innanzi, quello di Bor- 
go compotto di 250 cafe. Il primo de’ detti Viaggia- 
tori dice, che vi fu anticamente una bella Città; del 
qual fornimento è anco il Signor Carré , cd il fecon- 
do vuole, che quello luogo c fabbricato fulle rovine 
d’un luogo, già abitato daCrilliani Europei. Secondo 
la relazione di Tavernier, Taiba c 3 giornate dittante 
da Aleppo . 

14 jìrfcffa , ore otto e mezzo dittante da Taiba, e 
4 dall’ Eufrate., luogo di cui Halifax fa menzione nel- 
le lue Tranfazioni Filofofiche ; Il qual autore è difen- 
timento , che polla edere l'antica Città di Refapba t 
già funata in Palmyrene fecondo la relazione di To- 
lommeo, fi trova nella Carta d’ Afta d’Auville, fatto 
il nome Refafa , 

II. Il 



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D' ARABIA. 135 

II. Il Deferto di Gefira , fecondo la relazione di Ibn 
Haucal , fi donde da Balis fino a Anbar lungo 1 ’ Eu- 
frate , a Tayraa e Waldicora : comprende 

1 Giabar , o Calato Gì ab. tri in Abulfeda , e Coieyem* 
bar in Geltis Dei per Francos, detto Cbala Giabar da 
Balby, Gabbar da Ne’W'berie, anticamente, e da prin- 
cipio Daufarijab , Caitello didrutto in un monte , tra 
Balis e Raca dalla parte orientale dell’ Eufrate, e per 
confeguenza ne’ confini di Gefira; quantunque, fecon- 
do la relazione di RauWolf, Ila fottopodo all’Emiro 
dell’Arabia Deferta. Più volte fu attediato, e fpette 
volte fc ne trova fatta menzione nell’ Hidoria Dyna- 
fliarum di Abu’l Pharai . Newberie dà a quello luogo 
il nome di Borgo. 

Z Sceleby , detto da Balby Celebi , Cadclfo rovinato , 
che fu affai fortificato, in una pendice full’ Eufrate . 
Pretto il Cadello v’ è una Città. Nella dillanza d’un 
mezzo miglio , fui lido dell’ Eufrate, andando colla 
corrente del fiume , in Gefira s' incontra un’ altra for- 
tezza, a cui il S gnor Balbis dà il nome di Zelebe , 
clic parimente è rovinata. 

3 Saccar el Prellij , nome d’una Città, che fecondo 
la relazione di Rauwolf c nell’Arabia Deferta , circa 
3 miglia di qua da Deir; la quale fi vede di lontano 
da chi fi trova full’ Eufrate . 

4 Tapzfah , nella Bibbia Tbiphfacb , dagli autori Gre* 
ci e Latini Tbapfacu. f, fu Città full’ Eufrate , la cui 
Umazione è un oggetto di difputa tra’ Geografi. Può 
efferc , che full' Eufrate vi fiano date più Città dell’ 
idetto nome . Hale nella fua Carta la mette in qnedi 
contorni, e dice, che anticamente ebbe anco il nome 
di Ampbipolis . Ajfeman nella lira Biblioth. Orientai 
Tom. III. par. II. pag. 560 la mette di là da Bir , 
e dice, che elìde ancora. 

5 Rababa , detta da Rauwolf Erracbaby, da Taver* 
nier A fached-Raba, e da Filippo a S. Trinità Reiba , 
Città un mezzo miglio didante dall’ Eufrate, e 5 gior- 
nate da Taiba, in un luogo elevato, in una contrada 
fertile in faccia al Villaggio Rahaba , podi in Gefi- 

I 4 « > 



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1 36 IL GOVÈRNO 

ra , da dove è un’ora dittante. Evvi un Cafielld . La 
Città riceve le lue acque da un fiume di nome Said 
diramato dall’ Eufrate per mezzo d’ un canale. In que- 
lla Città fi trattengono le Caravane , che vengono 
dall’Iark, e della Soria per ripofarvi . E' 5 giornate 
lontana da Taiba , c altrettanto da Ana . 

6 Sbara , o fecondo la maniera di fcriverc di Carré 
Jlfcera ; oppure fecondo quella di Balby Stara , Città 
piccola in un luogo elevato un mezzo miglio dittante 
dall’ Eufrate, e circa a due ore da Rahaba. Secondo la 
relazione di Rauwolf, ett'a appartiene all’Emiro dell’ 
Arabia Deierta , c fe fi crede a Balby , vi rificde un 
Sandfciacco Turco. 

7 Cabem , luogo detto così dagli Arabi , come af- 
ferifce il Signor Texeira, fiutato full’ Eufrate, che vi 
frotte adagio . Il luogo ripete il fuo nome da una 
perfona , la cui fepoltura vi fi trova in figura d’ una 
piccola Torre. Porle il fuo vero nome è Cajem , no- 
me d’ alcuni Cali fi, e di due Letterati Arabi. Gli Ara- 
bi di quefti contorni credono , che full’ una e l’al- 
tra fpiaggia dell’ Eufrate vi fia fiata una Città grande, 
della quale però non fi vede traccia alcuna. 

8 Atta o Anna, Città full’ Eufrate. In quello luo- 
go fi parla di quella parte della Città, che palla nel 
terreno dell’ Arabia. Ettà è grande, fiendefi lungo il 
fiume , ed in altri tempi era murata . E' confiderai.! 
come Città capitale dell’ Arabia Deferta , il cui Emi- 
ro maggiore vi ha una cafa , ove elfo fi trattiene di 
rado, e per breve tempo. Le cafe fon di piefra, di 
figura quadrangolare, piccole, e coperte di legno. Gli 
abitanti fono Arabi e Ebrei. Gli Orti, che vi fonoin 
gran numero abbondano di Peri , Palme , Cedri , 
Aranci, Melagrane, e d’altri alberi fruttiferi. Tavcr- 
nier dice , che a vederla , non fi crederebbe mai , che 
fotte fftuata in mezzo a’ Deferti . Nella vicinanza del- 
la Città fono Monti. Filippo a S. Trinità nel rrefe 
di Giugno vi provò un caldo infoffribile, c Texeira in 
tempo d’ inverno un freddo affai incomodo . Secondo 
la relazione di Rauwolf, la Città col fuo dittrctto 

chia- 



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D l ARABIA. I37 

chiamali Girmi . E’ vcrifimile , che Ana fia la Città di 
tìena , della quale fi parla Ifaia: 37,13. 

9 tìaditb o Radice , oppure tìadicel iil Nar , detta da 
Abulfeda Hadilciat on barati) da RauWolf Hadids , da 
Balby dditii , Città , la cui maggior parte è porta di 
quà dall’ Eufrate , e fecondo la relazione di Rauwolf e 
Balby appartiene all’Emiro dell’ Arabia Deferta. Può 
«fiere , che quello luogo fia l’ ilteflò con Audoitba o 
Mittb.i di Tolommco. 

Afieman pone ancor nell’Arabia Deferta le Città 
di Hit è dribar , deferitte di fopra , e inoltre fa men- 
zione di Cofr e Sara , come Città dell’Arabia Defer- 
ta , funate full’ Eulrate. Può efierc, che Sara fia I* 
ideila con quella Città col medefimo nome, che fu 
deferitta » 

III. Il Deferto d’ Iraì ^ , fecondo la definizione di Ibn 
Haucal , ftendefi da Anbar a Abadan , ed al paefe, di 
Nedged e Hedfcias. Nella Carta d’Arabia, che trovali 
inferita nella Traduzione del Corano di Sale , vederti 
una Montagna anonima , che da Abadan ftendefi fino 
alle vicinanze di Anbar. Nella Carta Homanniana , 
intitolata Imperiarti Tarcicam , ritrovali l’ ifteffa Mon- 
tagna ricavata dalla fuddetta Carta , coll’ aggiunto no- 
me Sinan. Ma da un canto quello nome dovrebbe ert- 
fiere fcritto Sinant o Senam j e dall’altro canto, fecon- 
do la relazione di Texeira, la Montagna di cotefto 
nome , circa a due giornate diftante da Bafra verfo 
Ponente, non dovrebbe eflèr più lunga di due leghe co- 
muni di Francia , come fi trova dileguata nella Carta 
di D’ Anville dell’ Afta , e nella Carta piccola inierita 
ne’ Viaggi di Otter t In quello Deferto fon comprefi 
i luoghi feguenti , che già furono deferitti di fopra . 

Hilla o Hella . 

Kiafa , L'afa . 

Hira , in lingua Siriaca Rirta . 

Kadtefio , o Cadeffia . > 

Wafil. 

lì afra . 

Oh, Ila . 

dbadan* W. Il 



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J3$ IL GOVERNO 

IV. Il Paefe di Hedfcer , detto Baharain da Abulfc- 
da j fituato dalla parte Orientale del Golfo di Perda, 
Confina da Settentrione col governo di Bafra , da Po- 
nente col paefe di Nedfced , e da Mezzogiorno col pae- 
ic di Oman. Il nome Baharain lignifica due Mari, ed 
c fiato dato a quefto Paefe , perchè è limato tra due 
Mari, cioè tra il Mare Orientale, c tra il lago vici- 
no di Ahfa . Cosi dice Abulfeda , fecondo la Traduzio- 
ne Francefc di La Roque. Ma Herbelot c di parere , 
che quefto nome derivi dallo {tenderli quefto paefe 
lungo le corte di due Mari , cioè del Golfo di Perda , 
e del Mare d’Arabia, o da Mare d'Oman. Quantun- 
que i Turchi pretendono d’ elfere padroni di quefto 
paefe , pure fecondo la relazione di Otter , non vi han- 
no da comandar niente; mentre gli Arabi, detti Beni 
Chalid , ebbedifeono foltanto al loro Sceik . In più Car- 
te Geografiche quefto paefe trovali comprefo nell’ Impe- 
ro Perdano; il qual errore nafee dall’ aver confufo que- 
fto paefe coll’ Ilola di Baharain. Il paefe è fornito di 
forgenti d’ acqua, e di rivi, e fcavando la terra alla 
profondità di jo piedi quad da per tutto d trova dell* 
acqua buona. Il terreno produce Cotone , al Hanna , 
Rifo , c varie forte di frutte Alberi , (pedalateti tc 
Datteri tanto eccellenti, che il proverbio Arabico, por- 
tar datteri in Hcdger , vuol dire far cofa inutile . Il 
caldo vi c tanto grande, che non vi d può lavorare, 
fe non la mattina di buon ora e la fera. Il vento in 
varj luoghi ammucchia l’ arena , e di li a poco la dif- 
perge. Di quella arena volante è ftata talmente coper- 
ta la ftrada maeftra, che dal Paefe di Hodfcer che 
conduce a Oman non eflendo piu praticabile , vi d de- 
ve andare per acqua , come Olter provò in perdona nel 
j 739. Nel Golfo di Perda in quella colla fi fa la pc- 
fca delle perle. Quella Provincia fu anticamente la Se- 
de principale della Setta dc’Carametani , il cui anfora 
fu Carmath , che vifle verfo - la fine del nono lecolo , 
Comprende i luoghi fegu^nti 

1 Catema o Kadsmab , Città fui Golfo di Perda , 
due giornate diftantc da Bafra. 

-2. Al 



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D* ARABIA. 1 39 

z A l Catipf , o al Katif, Città cinta di mura c folli 
fui Golfo di Pcrfia , fei giornate dittante da Batta , 
quattro da Kademah , e due da Laida . In tempo 
della Marea aha , poffono pattare anche le navi più . 
cariche per il canale, che fa la comunicazione della 
Città co! Mare; e fe il Mare è molto gonfio , le lite 
OiiJe arrivano alle mura della Città . Filippo a S. Tri- 
nità dice , che l’aria di quello luogo c mal lana. Nel 
Dittretto della Città vi è grandittìma copia di palme. 
Nella vicinanza v’è una pelea di perle, che appartie- 
ne alio Sceik del paefe di Hedfcer. Quella Città co- 
munica il fuo nome al Gotto di Perfia, detto Babral 
Katif , cioè Mare di Catif , ed al velluto, che nell’ 
Oriente chiamali Katief. 

3 Tarut , Città piccola , una mezza giornata dittan- 
te da Catipf, in tempo della Marea alta del tutto 
cinta dal Mare, che allora forma un’ Ilola . I l'uoi 
contorni producono molto vino. 

4 Al Abfa , o Labfa , detta nel numero di più Al 
Abfa, come pure Abajfa, e JLabaJfa, Città, che pofa 
in una contrada ricca di datteri, e melagrane . Vi ri- 
fiede Io Sceik de’ Beni Chalid, come rifeiifee Otter . 
Secondo la relazione di Filippo a S. Trinità, quella 
Città dopo quella di Batta è la più riguardevole di 
quella parte, e vi rittede un Pafcià particolare, che 
ritira delle rendite confidcrabili dalia pefea di per- 
le, eh’ è pretto Catif, e dalla Mecca; fembra però , 
che quello Viaggiatore parli dello Sceik, di cui ho 
fatta menzione di l'opra . Secondo quel che dice Abul- 
feda , vi farebbero due Città di quello nome, Abfa 
nel Baharain , 4 giornate dittante da Icmama, luogo 
aperto ; e Al Abfa , due giornate lontano da al Cahf 
nella Provincia di Hedfcer, appartenente alla Tribù 
Arabica Saod . Ma non fo come Àbulfeda diftingua 
Hedfcer da Baharain, poiché l’ uno q l’altro nome ligni- 
fica l’ iftettà Provincia . 

5 Cbabì o Chat , Città donde i Cbateni prendono la 
loro denominazione. 

é Hai- 



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240 It GOVERNO 

6 Hadfbar , o Hadfcer , Città , che comunica il fu 6 
nome alla Provincia. Nahar Eddin , t Ulug Beg nel- 
le loro tabelle Geografiche la mettono nella Provin- 
cia di Baharain o Hedfcerjil Geografo Nubefe eAbul- 
feda inficine con Al Moftharh la caratterizzano per la 
Principal Città d' Imama ; e Herbelor è parimente di 
fentimento, che quella Città dipende da Imama, che è 
dittante ventiquattro ore di cammino dalla Città d’ 
Imama. Il detto Autore ha cavata quella lontananza 
da Abulfeda , il quale all’ ifteflo articolo dice , che 
quella Città è due fiagioni lontana da Imama ,• verte» 
Nord-Weft. Il Geografo Nubefe la caratterizza, come 
luogo a’ tempi Tuoi Deferto. E’ celebre prefiò i Mufel- 
manni , come luogo di fcpoltura di coloro, che mori- 
rono nella Battaglia avuta con Mofeilemah falfo Pro- 
feta. Da quella Città, il cui nome ferivefi anche Ha v- 
giar , fi denominano gli Agrei . 

7 Daden , Dadiana , Dir in , nome d’un’Ifola degli 
Arabi Catarri , comprefi nella Provincia di Hedfcer , 
ove fu una Città dell’ ifteflo nome, già Sede di Ve- 
feovi Nefioriani , come dalla Biblioteca Orientale Ale- 
manni Tom. 3. Par. I. pag. iti , 146, J53 Par. II. 
pag. 184,5(50, 564,604 e 744. Anch» il Portoghefe 
Odoardo Barbofa nel luo Sommario dell’ Indie Orientali , 
fcritto nel 1516, che ritrovali inlcrito nelle Navigazio- 
ni e piaggi raccolte da Ramufto Voi. I. pag. 288, po- 
ne in quelli contorni tra Corfacan , e Dabba ( Dob- 
ba) nel continente d’ Arabia un luogo di nome Da- 
dena; ma coll’ ajuto di ciò, che fi trova raccolto in 
Aflcman, può efler corretto. Frattanto il detto Bar- 
bofa è fiato feguitato da Ortelio, Guglielmo e Gio- 
vanni Blacu, Sanfon, d’Anville, e da altri, i quali 
nelle loro Carte Geografiche nella colla dei Golfo d’ 
Arabia di quelle vicinanze hanno pollo non fidamente 
una Città, ma eziandio una Provincia di nome Dade- 
na , tralafciata nelle Carte Homanniane , e nella Car- 
ta di Niebuhr del Pacfe di Oman, onde fembra eficre 
più probabile, che non efifie. E’verifimile il fentimen- 
to 



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D’ ARABIA. 14 r 

•io di Bochart , che Baden non debba diftinguerfi dalla 
Città di Dedan , Ezechielis 27, 15, già denominata da 
un certo Dedan, Mof. 10,7. 

ANNOTAZIONI. 

1 II (addetto Barbofa pone tra Dadena e Bafra fui 

Golfo di Perfia i leguenti luoghi : Daba (Dobba) Iulfar 
(Giulfar) la qual Città fa buon traffico , e nelle 
cui vicinanze v’ è una pefea di perle; Rakollima , Me- 
keboan , Calba , Piazza forte, Baha , Dexat , Paban , 
Iguir , Elguadin , habam , Quameda , Lefete , Quefibi , 
Tabla , Bcrohu , Puza , Mobi , Macini , Limaborbaz , Al- 
guefa , Carmon , Coboma , Bar , , Guez , Hangran , 

Bacido , Gofìaque , Cortes, Conga , Ebraemì , Penaz , A/e- 
nahaon , P amile , Lei t am , Batam , Doam, l.orom . Gu- 
glielmo Blaeu ha inferito quelli luoghi nelle fue Car- 
te della Perfia e dell’Impero Turco, e ne ha riempi- 
to tutto lo fpazio fino a Bafra . Dubito, che tutti i 
fuddetti nomi fiano fcritti com 3 fi deve , e non ne 
pollò nè anco dar maggior ragguaglio. A tempo di 
Barbofa erano comprefi nel Regno di Ormus. 

Aveano abbondanza di carne, biade, vino, datteri, 
e d’altre cofc utili, e faceano buon traffico. Gli Abi- 
tanti erano di color bianco, e portavano vefiiti lunghi 
di feta , cotone , o di cammellotto . 

2 LI Jj ola di Babarain , e Babrein nel Golfo di Per- 
fia da Levante di Katif, era in altri tempi comprefa 
nella Provincia di Hedfccr, e fecondo la relazione di 
Ottcr non (blamente ella, ma anche l’ifola di Kit e 
Karek , dipendono tuttora dalla detta Provincia ; fem- 
bra però, che in quello punto commetta uno sbaglio. 
Secondo la relazione di Texeira , il Re di Perfia nel 
j6c2 s’ impadronì di quella Ifola . HanWay racconta 
che nel J720 l’Imam di Mofcat , o Meskiet fe ne fia 
impadronito, e che nel 1711 fia ritornata folto il Do- 
minio Perfiano per mezzo di negoziazioni , ove farà de- 
scritta inficme con Kis e Karek. 

V. 1 Paefi circondati dall * Eufrate , dal Golfo di Perfia , 

dalli 



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14 i IL COVERNO 

dal r Arabia Pel rea , e dalle Provincie di Kodfced e lem 4 » 
ma. Cosi gli delinea Afl'eman; fembrà però che egli 
ciò taccia arbitrariamente , e che non voglia dir al- 
tro , fe non che , non lo in qual parte o iia Provin- 
cia debban metterli i legucnti luoghi . Io gli nu- 
mererò . 

1 Al T hoalabiyab , e T ha alali a , Borgo grande mu- 
rato, nel terzo della ftrada, che fanno i Pellegrini, I 
quali da Irak Arabe pattano alla Mecca. Indi prendo- 
no i Thaalabeni il loro nome. Abulfeda ne fa men- 
zione, fenza determinare la Provincia, in cui è com- 
prefo . 

2 Tangia , di cui fi trova fatta menzione nel Geo- 
grafo Nubefe , che pone quello luogo in diftanza d’ 
una llagione da Samman , e vi aggiunge confinare il 
filo territorio con Baharain. 

3 Samman , luogo già accennato . 

4 Merab luogo clic fecondo il Geografo Nubefe è 
feparato da Salamia mediante un deferto, di cui fi fa 
il patteggio in 3 ftagioni , dopo le quali bifogna farne 
tre altre per arrivare a Samman . 

Afl'eman mette ancora in quelli contorni Salamia , 
Sai e Hadrama , i quali luoghi dal Geografo Nubefe 
fon porti efpreflamenre nella Provincia d’ Imama . 

In quella Contrada debbon cercarli non fidamente i 
Sabei , che difeendono da Seba, nipote d’Àbramo t. 
Moli 25, 3, ma anche gli ^P.Jìti o Enfiti. Bochart è 
di fentimento efprimerlì da Tolommeo il nome di que- 
llo popolo per Aiific'r, quantunque nell’Edizione di To- 
lommeo leggali JEf.ti . Se forte vero la congettura di 
Bochart, quello popolo potrebbe anche ripeter la fua 
origine da Uz , figlio di Naher. Certo è, che nella 
Traduzione Greca della Bibbia al paefe di Uz , ove vil- 
le Giobbe, vien dato il nome d‘ Aitjitis, e che i Sa- 
bei, e Caldei tiano flati confinanti cogli Aufiti. 

VT. La Provincia di Nafd o Nageìl , Nagid meglio 
Nagei , ripete la fua denominazione dalla fua luna- 
zione elevata , e potrebbe chiamarfi Arabia Montato fa , 
Abulfeda otterrà, etter affai diverfi i pareri intorno a 

que- 



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li’ ARABIA. 143 

quello paefe, ed accollarli piu alla verità l’opinione di 
coloro che vogliono, intenderfi fono il nome Negtm 
qi»el tratto di paefe alto, che divide la Provincia di 
laman da quella di Tahamah (Arabia batta), e i* Irak 
Arabe dalla Soria. Dalla parte di Hedicias il Paefe è 
coperto di Marazzi. De' Monti che vi fono,i piùco- 
nofeiuti fono il Salamy e 1 ‘ Asham , abitati dagli Ara- 
bi della Tribù di Tay , detti Tatti o Taji e Tavtni . 

E' però da offervarfi, che quello nome è comune, an- 
che a tutti gli Arabi ; onde è che nella Bibl. Orienta- 
le di Affeman Tom. I. pag. 364 un certo Monde? 
chiamafi Ile de' T aiti, cioè degli Arabi. Nella lingua 
Caldea la parola NU’O fignifica Mercanti Araba, co- 

ine colla dal Lelìico Caldaico di' Buxtorfio . Alternati 
pone i luoghi feguenti in quella Provincia , i quali fe- 
condo il Geografo Nubele fon Cailelli appartenenti a 
Medina . 

1 Duma , o Damati . ; al Cerniti, detta da Tolommeo 
Dumstha , Città, di cui fe n’impadronì Maometto nell’ 
anno quinto dell' Egira . Ripete il fuo nome da Du- 
ma figlio di Ifmaelle 1. Mof. 25, 14, 1. Chron. 1 , 30. 

2 Taima, Thima , detto da ToJomineo Tbemrnà , 
Cartello fortificato , che ha anche il tìome Al Ablak . 
Deriva il fuo nome da Thema figlio d’ Ifmaelle, co- 
me pure il popolo detto Thaemi . Al Azizi afferifee , 
appartener quello luogo alla Tribù di Tay . I contor- 
ni producono gran copia di datteri. 

3 Faìd, Phaid , Teid , in Plinio Pboda f Città circa 
alla metà della llrada , che fanno i Pellegrini, che da 
Irak Arabe, efpeciaimentc da Kiufa partano alla Mec- 
ca . La fua lontananza da Kiufa importa 109 para- 
fanghe. Il Geografo Nubefe dice, ch’è fituata a mez- 
za ftrada tra Bagdad e la Mecca . 

4 Kaibar o Cbaibar , in Tolommeo Gabara , Città 
piccola fortificata, in una contrada ricca di datteri e 
altri alberi fruttiferi, circa 4 giornate da Medina, e 
6 da Mecca . Secondo Abulfeda , il nome della Città 
nel linguaggio degli Ebrei fignifica Fortezza, e quella 

Spiag- 



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144 IL governo 

Spiaggia è migliore di quella , che vi vuol fottlntefa 
un' alleanza . La Città è fituata nel Diftretto della 
Tribù Araba di Anfah. Nell’anno 7 dell’ Egira non fo- 
lamente quella Piazza , allora forte, fu aflalira da Mao- 
metto , mentre era difefa dagli Ebrei della llirpe Co- 
reidha ; ma anche il rimanente de’ Callelli vicini, che 
fervivano di difefa della Città, ed Ali le n’ impadroni. 
In virtù della Capitolazione gli Ebrei rimafero allora 
nel portello della Piazza, e del luo territorio: mafot- 
to il Califato di Omar furono efpulfi non iolamente 
dalla Città , ma da tutta l’ Arabia . 

5 Dalmara , e Marath , Città. 

6 Rahaba , in Tolommeo Rababana , Città donde i 
Rabinati prendono la denominazione . 

7 Rahet , in Tolommeo Rhatta , Città donde i Rba- 
teni hanno il nome. 

8 Adab , Città. 

9 Acbaal , Città detta Cbaala da Strabone . 

10 Rima , Ba-Raman , da’ Soriani Roman e BethRa- 
man , Città , che fembra comunicar il fuo nome al 
paefe de Rbammei o Rbamaniti , di cui lì trova fatta 
menzione in Strabone . 

VII. La Provincia d' lmama , detta così da Nicbuhr , 
e da altri ordinariamentq lamamah o lemama , fecon- 
do il parere d’ alcuni ripete la fua denominazione da 
un fiume o da una fonte , e fecondo 1’ opinione d’ al- 
tri, dalla Città capitale. Il fiume (Aardh) Afta u V 
attraverfa tutra. Nella Valle d 'Akik al Ared , che con- 
fina con Akik al Medinah, feon-e una fiumara fino a 
Tahamah , come riferifee Abulfeda . Quella Provincia 
fu la Sede della Tribù Araba di Honifah . Comprende 
i luoghi feguenti , notati nel Geografo Nubeie . 

1 Al lmama , detta anche Al lamamah o lemama , 
anticamente Ciati , Citta capitale di quella Provincia 
in una contrada montuofa , e ricca di datteri . Secon- 
do la relazione di Golius, quella Città ripete il tuo 
nome dalla nipote di Tafmo, la quale per i fuoi oc- 
chi brillanti , e penetranti fu tanto celebre tra gli Ara- 
bi, che quelli hanno per proverbio più perfpicace di le- 
nta- 



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D’ ARABIA. 745 

marni . In quella Città foggiornava Mojdilemab Ariti- 
Profeta di Maometto , vinto da Chaled, conduttore 
delle truppe di Abu Beer nella Battaglia di Acreda nell' 
n anno dell’Egira; nella qual Battaglia l’ Ami- Profe- 
ta riroafe trafitto . Secondo la relazione di Abulfeda , 
predo quefta Città v’è una Valle, detta al Carge , 
nella quale ritrovali gran numero di Borghi, ed una 
fonte molto copiofa . Forfè quella Valle è l' ideila con 
quella di 

IPadi Apbtan , che egualmente diceli comprendere 
gran numero di Villaggi. 

2 Barca , o BarKac-Dbabek , Città fui fiume Aftan , 

3 Salami a , Città lui fiume Aftan , una llagione di- 

flante da Sai , detta da Tolommeo Salma. E’ molto 
lontana dal fuddetto Monte Salamy, e non deve .con- 
fonderli con elfo. * 

4 Hadrama una dazione dittante da Sai, c altret- 
tanto lontana da Salamia. Il Geografo Nubelè elpref- 
lamente la mette nella Provincia di Iemama. 

5 I Borghi e le Città piccole , fituate fui fiume 
Aftan; Manfano a , Sahara, Carfa , Abra , Baanfa , Sai , 
rimeria , Ni fan , T audeh , Mecra , Megiara . 

I pattati ry luoghi dal Geografo Nubefe fon podi 
^prettamente in Iemama , I luoghi che feguono dal 
numero 6 fino a 12 trovanfi nominati da Afleman ; 
ma non lo, dove egli gli abbia cavati. 

6 Artide in Tolommeo Arrad. 

7 Maifcia , o Mafa , donde i Mafaneti hanno la de- 
nominazione 1. Mof. *5 , 14. 

8 Cbifcia in Tolommeo Choce, 

g Giors da altri Gcrafa. 

10 Lia , donde i Leaniti hanno il nome. " 

II Tarba . 

12 Al Sorai in Tolommeo Sora. 

I luoghi che feguono dal num. 13 fino a’ 21 da 
Afleman fon podi ancora nella Provincia d’Iemama . 
Etti inficme con quelli che feguono dal num. 22 fino 
al 24 ritrovanfi nel Geografo Nubefe in quantità di 
dazioni, che s’incontrano nella drada per pattare dal* 

Afta K la 

• . > 

' \ 



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146 IL GOVERNO 

la Città di Iemama alla Mecca . Non cofta péro dal 
Geografo Nubele, fe fiano compre fi nella Provincia d’ 
Iemama. D’ Anville gli mette nella Provincia di Ne- 
ged al Ared . 

Ij C badia , o Kodaia. /' 

1 4 T b ani a , in Tolommeo T barra o Tboana , donde 
i T banditi o Tonai hanno il nome. 

1 5 Sopir* 4 

1 6 Soda i 

17 Carjatbain , nella Bibbia Kirjat-baim , in Pli- 
nio Carriata , donde i Carrei portano il nome. 

18 Dama , in Tolommeo Dapba. 

ìg T angia , il qual luogo non deve confonderli col- 
la (opra mentovata Città deH’MtelTo nome. 

ao Sarpba 4 

ZI Gradila . 

22 Piala a , o Falba. 

23 Rocaiba. 

24 Coba . 

25 Maran . 

15 Vagera. 

27 Aatar. 

i L'Arabia Petrea. 

L’Arabia Petrea fu detta da’ Greci Ilsrpa/a k'pctQla .*’ 
da’ Latini Arabia Petrea , le quali denominazioni deri- 
vano dalla Città di Petra . Siccome il nome Pe/r.» 
lignifica una Pietra grolla, oppure una Rocca, molti 
Cotto il nome d 'Arabia Petrea intendono un paefe co- 
perto di Rocche e dirupi, ed in prova di ciò afleri- 
feono eflerc il paefe coperto di Mónti dirupati .Quan- 
tunque quella alTcrzione Ha vera, pure è falfo che il 
paele ne ripeta la fua denominazione. 

L’ Arabia Petrea è circondata dall’ Arabia Felice e 
Deferta, dalla Paleftina , dall’Egitto , e dal Golfo d" 
Arabia, col quale da Ponente confina la parte princi- 
pale del paele, detta Hedfcias. Un’ altra parte dell' 
Arabia Petrea è rinchiufa tra le due braccia, che il 

Gol- 



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ìy A H A B ì A . ttf 

Golfo d'Arabia ftende alla lua eftremità Settentriona- 
le 4 la qual parte da Ponente confina coll’Egitto; pur- 
ché quella parte ad éfempio degli antichi Geografi 
Greci vogliali Cortlprertdere nell’ Arabia Petrea . Dall’ 
Arabia Petrea padando in Egitto* e ulcendo da’ Mon- 
ti, che alcune miglia Geografiche fon diftdnti dal brac- 
cio Occidentale del Golfo d’Arabia vcrfo Levante, s’ 
entra in Egitto; perchè qtiefti Monti formano il con- 
fine tra l’Arabia Petrea, e l’Egitto, come notano 
Pietro della Valle e Pocock. Sono varie l’ opinioni nel 
tifolvcre la queftione* fe quel tratto di paefe , che da 
Levante confina colla Paleftina , Ila comprefo nell’Ara- 
bia Petrea . 

Quella parte dell’ Arabia Petrea , eh’ è circondata dal- 
le due braccia del Golfo d’ Arabia * dall’Egitto, e dal- 
la Paleftina merita particolar attenzione , per edèrvifi 
trattenuti gran tempo gl* Ifraeliti nel viaggio che fece- 
ro dall’Egitto alla Paleftina , e per eftervi fiutati i Mon- 
ti Sinai j e Horcb frequentati da’ Pellegrini - 

La naturai cdftruzione del paefe non può edere de- 
fcritta da me, fe non per rapporto alle notizie avute 
da’ Viaggiatori , che dalla Paleftina e dall’Egitto vi fo- 
no andati per vedere i Monti Sinai e Oreb* Eftrarrò 
da’ Giornali d’ alcuni Viaggiatori le odervazioni fatte 
da elfi fopra le ftrade , e la Datura! coftruzione del 
Paefe » 

Giovanni Tucher nel 1475! da Gazza andò a vede- 
re i Monti Sinai e Horcb, e lo ftedo fecero in com- 
pagnia nel 1483 , Bernardo di Breitenbach, e Felice 
Fabri. 

I giornali de 1 due ultimi Viaggiatori s* accordano per- 
fettamente ; è però diffìcile d’ accordargli con quello del 
primo - Secondo la|relazione del Fabri , da Gazza fino 
a Lebhem vi fono 8 ore di cammino : e da Lebhem 
a un certo colle compodo d’arena nella Provincia di 
Cav/arha altre 8 ore . Felice Fabri non perdeva di vi- 
lla il Mare Mediterraneo fino al fuddetto colle , e di 
notte terrtpò ne fentiva ftrepito . Indi fi conclude , che 
H coJJe fia limato filila ftrada , che da Gazza conduca 

K 2 ia 



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148 IL GOVERNO 

in Egitto ; e ficcome il Signor Tucher anch’effo fece 
la prima nottata in quella ftrada, cioè a Rappa (o 
Raphia); indi ne colla che dopo eflerfi partito da 
Gazza, nelle duè prime giornate non fi elica dalla lìra- 
da , che conduce in Egitto. E' verilimile che nella 
terza giornata fi laici la detta llrada , e che fi vada 
a dirittura verfo Mezzogiorno. Nella terza giornata 
Tucher per ben due volte pafsò per un tratto arenofo 
di nome Larisb , e nella prima volta non fu più lon- 
tano dal Mare Mediterraneo, che 5,0 6 miglia Ita- 
liane. Quello tratto di terreno arenofo ha anche il 
nome Wadalaiar , ed in tempi piovofiè bagnato da una 
fiumara , che feorre verfo il Mare . Io trovo una gran 
confinità tra i nomi di Larisb , e quello di Larifla , 
proprio a un luogo, che fi trova fegnato nelle Carte 
antiche di Blaeu nel recinto dell’ Egitto , ed in poca 
lontananza da’ confini della Palellina, pollo fopra un 
fiume piccolo , che ivi sbocca in un piccolo feno del 
Mare Mediterraneo . In quelle Carte fi fa differenza 
tra il detto fiume c quell' altro, che fi chiama Rhi- 
nocorura, effendovi fegnato più verfo Ponente ; ciò 
non oliarne è verifimile, che non fia dillinto dal Rhi- 
nocorpa, la cui efillenza da molti è Hata follenuta , 
e da molti negata . La Valle di Larish o Wadalair 
dall’ una e dall’altra parte e fiancheggiata da monti d’ 
arena , c produce arbofcelli e erbe , fpecialmente gran 
copia di coloquintide . Continovando il cammino alla 
volta di Mezzogiorno fi fale un alto monte d’ arena , 
e fcefo il monte s’entra in un’altra Valle coperta di 
faffi , dalla cui parte Orientale ne’ tempi piovoii feorre 
una fiumara, che va a sboccare nel Mare Morto, la 
quale è cima di monti bianchi di ct;eta. Nella terza 
giornata incominciando dal fuddetto monte d’ arena in 
Cawatba , li palla una pianura arenofa , e da ambe- 
due le parti , cioè da Levante e Ponente , fi veggono 
de’ monti d’arena alti e afeiutti ; ma i^ neffuna parte 
vi s’ incontra nè foglie, nè erba. Nella quarta giorna- 
ta s’ incontrano due alvei afeiutti , ove fuori de’ tempi 
piovofi non feorre l’acqua, de’ quali l’uno è fiancheg- 



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t>‘ A H A B f A. 1 40 

giato da monti di creta. Nella quinta giornata, dalli 
parte di Levante incomincia un prato tanto lungo , 
che gii Arabi aflerif'cono e (Ter cola rara , che un uo- 
mo arrivi alla fine di cflo, e non trovarvi nè uo- 
mo, nè una goccia d’acqua, quantunque per due meli, 
ogni giorno vi fi faceffero io miglia di Germania . 
Quella defcrizione è fpaventevole fuori d’ ogni mffura , 
e lenza dubbio falla; imperocché di qua fino a Bafra 
la lunghezza del Deferto non può elfere molto maggio- 
re di 200 miglia . Quello Deferto fi Iafcia a mano 
manca, ed a mano dritta i monti di creta. Tucher 
vide il Monte Sinai nella lontananza di s, o 6 gior- 
nate. Nella feda giornata s’incontrano Monti e Valli 
bianche come il fiale , ( forfè perchè fon coperti di ni- 
tro ) , due fiumare afeiutte , e monti di creta : in uno 
de’ quali , i Signori Brcitenbah e Fabri credettero di 
vedere delle tracce di Miniere giàufate. I Monti, nel- 
la cui catena il detto monte fi trovava, talmente fi 
ftendono da Ponente a Levante, che non fe ne può 
vedere la fine. Nella fetrima giornata s’entra in una 
Valle, bagnata da 'una fiumara in tempi piovofi , la 
cui parte delira è fiancheggiata da Monti di color rof- 
fo , e la parte finillra da Monti bianchi . Dalla Valle 
fi palla in una vada campagna, che produce erbe , 
arbofcelli , e alberi , e dipoi li palla una fiumara afciut- 
ta, e finalmente un tratto di terreno eminente. Nell’ 
ottava giornata s’incontra una ferie di monti , che 
lenza dubbio è la montagna Te , la quale nella Carta 
di Pocock d’Egitto, dendefi da Ponente a Levante , 
e nella Carta di Nieburh chiamafi Etti. Alle radici 
Occidentali di queda montagna parta la drada ordina- 
ria di Gazza , la quale poi fi dirama in due drade , 
una delle quali conduce a Al Calura in Egitto , e 1 ’ 
altra a Tor. Si può anche prendere un’ altra llrada 
aitraverfo della montagna, la quale però è molto io- 
Ccmoda . Nel vertice più alto di quella montagna, ft 
mano dritta , fi vede il braccio Occidentale del Golfo 
d’ Arabia ; . ed a mano manca s’ inalza a poco a poco 
la montagna , e tra vertici altilfimi il più alto è il 

K 3 SU 



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IJO IL GOVERNO 

Sinai. La parte erta, dirupata, e pericolofa, di que» 
(la montagna , fecondo la relazione di Breitenbach , e 
Fabri chiamai! Racani\ e volendo credere a Tucher , 
Roak.it . Pocock crede, non dover diilinguerfi la mon» 
tagna Te da quella a cui Mose dà il nome di Hor . 
In faccia, ofta dalla parte di Mezzogiorno, vi è un* 
altra montagna, che da Lavante ftendefi a Ponente , 
c tra quelle due moutagne v’è una campagna coperta 
di (affi piccoli trafparenti di ogni forte di colore , e 
adorna di alberij, che a mano delira fi ilende fino al 
Golfo d'Arabia. Fatta la falita dell’ultima montagna, 
$' entra in un deferto arenofo di nome Ramla (cioè 
arena), e dipoi incominciano i monti di Granito , litui- 
ti tra le due braccia del Golfo d’Arabia, fra’ quali co- 
me nel centro, v’è il monte Sinai , come afferifee Po- 
cock. Tra i monti di Granito vi fono delle Valli 
(Irette , e delle Pianure arenofe . Le Valli afpre e Bor- 
ie , che fi partano nella nona giornata , fon coperte di 
fpini e erbaggio ; quindi è che vi fi trattengono gli 
Àrabi co’ loro beftiami . Gli altri dirupi dall’ una c 
dall’altra parte fon di colore rodo , nero, e fofeo in 
varj luoghi; fon lifei e rifplendenti qualora vi cado- 
no i raggi del Sole. Nella decima giornata fi parta 
una Valle piana, valla e verdeggiante tra monti alti, 
e orridi; poi s’entra in un altra Valle, polla tramon- 
ti più alti, che talmente va incurvandoli , che il Si- 
oai, più alto di tutti gli altri monti, ora vi fem- 
tra pollo innanzi , ora lafciato indietro . Quella condu- 
ce in un’ altra pianura valla e circondata da monti 
alti, afpri e dirupati, detta dagli Arabi Abalbarok , 
che in tempo d’ inverno fomminillra una buona paftu- 
ra. Nell’ undecima giornata ufeendo da quella pianu- 
ra, e pattando una llrada riftretta tra aiti dirupi , 
s’ incontra" un’ altra pianura larga e lunga , che con- 
duce alle radici de’ Monti Sinai e Horeb, ed è coper- 
ta d’ arena grolla e rolla , del qual colore vi fono an- 
che i monti. Secondo il calcolo di Monconys la lun- 
ghezza di quella pianura arriva a leghe francefi una e 
.mezzo, e la larghezza a un quarto di lega. E' verifimi- 

le 



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D’ ARABIA. jyi. 

|c che fiala pianura di Repbidim , 2 Mof. 17,1 : giacché 
gelandovi 1 ’ occhio a traverfo d’ una Valle ilretta, 
profonda , e molto faflofa , fi vede il Monartero di S. 
Caterina, pollo a piè del monte Horeb, ove i nollri 
Viaggiatori arrivarono nell* undecima giornata. Tucher 
fece il viaggio da Gazza al Monte Sinai in circa 150 
óre di tempo . Secondo la relazione di Montagu , ef- 
l'ervi due ftrade, che dal Monte Sinai a dirittura con- 
ducono a Gerusalemme, l’una parta per Pharan, e 1’ 
altra per Pl'ahab: volervi undici giornate, fcegliendo la 
prima , cioè due per arrivare a Pharan , tre per arri- 
vare a quella flazione, ove fi fermano anche i Pellegrini , 
che da Al Cahira partano alla Mecca , detto Sheik 
Ali ; giornate una e mezzo fino a certe rovine , c 4 
ancora fino a Gerufalemme , pattando per Hebron . 
Ertèr alquanto più lunga l’altra ftrads a cagione de’ 
molti monti, partarvifi ancora per Sheik Ali, e ieiudr 
dette rovine , Sceglierfi per lo più quella llrada da* 
Maomettani, che da Gerufalemme partano alla Mecca, 
per unirfi fp Sheik Ali colla Caravana di Al Cahira. 

Dopo la definizione fatta nel pattato Volume pen- 
fo che fia qecertario per compimento dell’Opera dider 
feri vere ancora la llrada , che da Sues conduce al Mon- 
te Sinai, ed a Tor. Da Sues arrivando alla fpiaggia 
Orientale del Braccio Occidentale del Golfo d’ Ara- 
bia , detto Bahbr el Kolfum , o tìabbr es Sues , fi trova 
la corta marittima balla e arcnofa fino a Gorandal , 
ove incomincia ertère per lo più montuofa e dirupa- 
ta. Una mezza giornata o fia 7 ore lontano da Sues, 
fecondo la relazione di Helfrich, Breuning e Monco»- 
nys, fi arriva a Ain el Mufe , nelia carta di Ntebuhr 
Ai jonn Afoffa , cioè Fonte di Mosè, che fecondo il 
parere di Monconys fono una lega Francefe dittanti 
dal braccio Occidentale del Golfo d’Arabia, in col- 
lina d’ una pianura arenofa , ove fcavandp da per tut- 
to fi trova I’ acqua , come ha notato il Signor Pq- 
cock. Dicono ettervi iz forgenti d’acqua; quantun- 
que Brening non ne abbia trovato più di fei ricche 
é’ acqua, l’ altre 0 e/ano fcarfe d’acqua „ oppure quaft 

K 4 afeiut- 



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15* It (JOVIRNO 

afciutte , e circondate di giunchi . A tempo di Pocock 
non ve n’ erano piu di 4,0 5 aperte; vi contava però 
una dozzina di luoghi, ov' erano fiate delle fonti. L’ 
acqua, che efee da quelle forgenti, forma alcuni rivi, 
che ben preilo perdonfi nell’arena. L’acqua è alquan- 
to falla, amara, lulfurea, e calda. Così la caratte- 
rizzano Mpnconys , Thompfon , Pocock , e Shaw , de’ 
quali il fecondo c terzo notano inoltre, che tra le 
fonti ve n’è una d’acqua buona: ed il Superiore del 
Convento de’ Francefcani afierì , che l’acqua di tutte 
quelle fonti farebbe migliore , e più copiofa , fe folle 
purgata dal fango. Shaw vi aggiunge, che il bollore 
inalza 1 ’ acqua di quelle forgenti a alcuni pollici l’o- 
pra il fuo livello . Se nc trafporta a Sues : Breuning e 
Pocock vi trovarono alcune palme accanto. Alquanto 
più di fopra , fu trovata da Egmondo Van-der Nyen- 
burg , e da Hcyman una forgente di fapor minerale , 
e di color nericcio. Ne’ contorni di Ain el Mùfe, fe* 
condo la relazione di Pocock , inohrafi nel Golfo una 
punta di terra, che ferve a rompere la marea, quan- 
do loffia il vento di Sud-Oft, eie navi vi gettan l’an- 
cora. Quella puma di terra non fi diftingue nellaCar- 
ja di Niebuhr. In faccia alle fonti pocoanzi deferitre, 
dall’altra parte del Golfo verfo l’Egitto, e fecondo 1’ 
oflcrvazicne del Superiore del Convento de’ Francefca- 
ni di AI Cahira , verfo Weft-Sud- Weft , e per confc- 
guenza non a dirittura dirimpetto alle fuddette fonti ,• 
vedefi tra le rocche de’ Monti un apertura, o per dir 
meglio la rocca della Valle di Badiah, formata dalle 
punte Orientali de’ Monti A ttakah , e Gewubi, oGho- 
beibe, de’ quali il primo è fituato dalla parte Setten- 
trionale della Valle, e l’altro dalla parte di Mezzogior- 
no. E’fenrimento comune, che gli Iiraeliti fianoentra- 
ti nel Golfo d’ Arabia dalla detta apertura , c che ne 
fian ufeiti dalla parte oppofia ne’ contorni di Ain ci 
Mufe . Cercano di render verifimile quell’ opinione , per 
efiere il Golfo molto firetto e arenofo tra Badiah, e 
Ain cl Mule . La larghezza del Golfo in quella con- 
trada, fecondo la determinazione di Inan de Cadrò , 

Am- 



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' D* A K ’ A B ! A. 153 

Ariuhiraglio Portoghefe , e di Sliaw, importa una le- 
ga Francefè di Mare ; ed al parere di Monconys non 
più di tre quarti d’ima lega. 

Sbaglia il Superiore del Convento di Al Cahira, ‘ 
dando 4, o 5 ore di larghezza al Golfo. E' tanto po- 
co profondo, che Helfrich e Wormbfer vi s'inoltraro- 
no per bagnarvifi. Fttrer di Haimendorf in tempo del- 
la marca bafla vi s’inoltrò per lo fpazio di mezzo mi- 
glio ( piobabilmeritc Italiani), per bagnarvifi . L’iftefio 
Viaggiatore un’altra volta fi arrifchiò alquanto avanti 
che entrate là marea alta di paflard a piedi per il , 
Golfo da A in el Mite a Sues ( ove fi fuol patere in 
barca), e^Vi arrivò felicemente , benché fulia fine 1* 
acqua gli andate fotto le fpalle. Secondo la relazione 
di Montagu, l’acqua pretto Sues non pate i piedi 3. 
Quelle circoftanzc indutero il Signor Shaw a dubita- 
re, fe il Golfo in quella contrada fia (lato abbaftanza 
largo e profondo, per capirei cuoprire tutto l’efcr- 
cito del Re d’Egitto. Ma tutto ail’oppofto, il Signor 
Niebuhr ftima la larghezza del Mare dalla parte Me- 
ridionale di Sues troppo grande per il pateggio degli 
Ilraeliti. Oltre di ciò, è cola difficile a crederli, che 
Mose ne fuoi libri abbia paliate fotto .fiìenzio quelle 
fonti, che óra portano il iuo nome, fe gl’Ifraeliti 1’ 
avetero incontrate; ed è contrario al racconto diMo- 
sè il dire d’ alcuni fcrittori, che le 1 addette fonti non 
debbano diftinguerfi dalle 12 fonti di Elim, 2 Mof. 
jy, 27, ed il pretendere d’altri, che fian da confon- 
dete con Marah . Pocock trovò in quella contrada 
nel piano gran quantità di Talco , e nel profeguire 
il fuo cammino vide delle colline che n’ erano co- 
perte . 

Da Ain el Mùfe patendo una pianura arenofa do- 
po un cammino di 4,0 5 ore fi trova Sedar oScedar , 
collina coperta di bolcaglia lui Golfo d’Arabia, ove 
dicefi incominciare il deferto di Sur o Sciar. Al pare- 
re di Sha\J? , e d’ alcuni altri, gli Ifraeliii ufcironodal 
Golfo in Sedar; e ShaW vi aggiunge, ritrovate Sedur 
dirimpetto alla Valle di Badrah, Ove gl’ Ifraeliti entra- 
rono 



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154 il governo 

rono nel Golfo; la qual cola però rendei! molto im- 
probabile da Niebuhr . Cip non oliarne al parere di 
elfo è molto conforme 1' oflèrvaztone del Superiore de 1 
Convento dei Francefcani di Al Calura , che dice, e£ 
fer. polla la Valle di Badiah verfo Well-Sud-Well re- 
lativamente a Ain el Mufe ; e vi fi può accordare an- 
che la deferizione di Pocock , che dice rirrovarfi ij 
Monte Gewubi o Ghobeibe , accennato di lopra , in 
faccia al Colle (Sedur), fituato verfo Ponente. Il Gol- 
fo tra Badiah e Sedur, fecondo la relazione di Sha W', 
è largo circa £ leghe di Francia , Egmondo Van-der 
Nyenburg, ed i luoi compagni, nel mefe d’Àgofto li 
bagnarono nel Golfo dalla parte Settentrionale di Se- 
dur , e trovarono, che per lo fpazio di mezz’ora vi fi 
poteva p affare avanti a piedi. Ciò non oliarne rimane 
cofa dubbia, che in quella contrada gl’Ifracliti fan 
partati il Golfo; ed in confronto di quello fentimcnt© 
merita la preferenza l'opinione di Nycbuhr , che que- 
llo paffaggio fia accaduto nelle vicinanze di Sues. Po- 
cock fa menzione d’ un Cartello di qome Sedur , di cui 
però non ho da dir altro. 

Profeguendo il Viaggio per lo fpazio d’ alcune ore , 
s’ incontrano delle bolcaglie, e poi l’alveo d’una fiu- 
mara di nome ff'ardan , che follante d’inverno è ripie- 
no d’acque, e dentro il quale v’è una lòrgente d’ ae- 
qua . Paflando |»oi per una pianura arcnofa , fi arriva 
a una collina, quaft del tutto comporta di talco. Paf- 
fata la collina , e la valle che ftegue, nel qual paf- 
faggio fi fpende 4 ore di tempo, e indi facendo la fa- 
ina d’ un’ altra eminenza, dalla parte di Levante s’in- 
contra un .monte di nome hujjdn , e da Ponente un 
altro di nome Mwab. Da Ponente di quello monte, 
in una Vaile v’è una fonte d’acqua falfa e amara , 
creduta da Thomplon e Pocock, elfere quella forgeme 
di cui fifa menzione i.Mof. 15, 2$. Tra quella fonte 
c Gorondal s’è trovata addi 9 di Novembre una fiuma- 
ra d’ acqua buona dal Signor Fiifer , fiancheggiata da 
Tamarigi, e Accacie. In diftanza di ore io di War- 
dan, v’è una valle bagnata da una fiumara rapida, 

' ‘ ' detta ' 



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. D* ARABIA. lyy 

detja da Abulfieda Gorondal , e da Viaggiatori ordina* 
riamente Corondel, e nella Carta di Niebuhr Girondel . 
In quelli contorni crefcono molti arbofcelli , c Tama- 
rigi. Pocock non vi trovava acqua ne’ 4 d’ Aprile, nè 
Fufer ne’ 9 di Novembre ; ma Thevcnor , che vi era 
alla fine di Gennajo , Egmondo Van-der Nyenburg, e 
Heyman, che vi erano nel mefe di Luglio, vi trova- 
rono dell'acqua affai buona. Shaw vuole , che l’acqua 
vi iia pregna di fiale . Il Superiore dei Convento de’ 
Francete ani di Al Cahira , che ne’ meli di Settembre 
C Ottobre vide (correr l’acqua in quella fiumara, dice 
che l’acqua è chiarilfima , ma alquanto amara e fal- 
la, e per confeguenza d’ingrato lapore; lo che vien 
confermato da Montagli, che vi aggiunge, elfer già 1 ’ 
acqua pregna di fiale alla fua forgente , e pattando per 
un terreno nitrofo divenir tanto falla , che finalmente 
jion può più beverfi . Quindi è che alcuni non la di- 
/linguono da quell’ acque , che nella Sacra Scrittura 
chiaraanfi Marah. La fiumara feorre per Ja Valle alla 
volta di Ponente per io fpazi.o di alcune ore , c va a 
sboccare in un vallo fieno del Golfo d’Arabia, che por- 
la il nome Berkab ( e Birkah ) Gorandal , cioè il lago 
<di Gorandal. Secondo la relazione di Sha\P, una ra- 
pida corrente nel Golfo d’ Arabia feorre da Settentrip- 
jne alla volta del lago di Gorandal, molto lenfibile in 
tempo della marea balla . Secondo l’olfiervazione di 
Montagu, quella corrente da Badiali fi volge alla par- 
ie di Sud-Oli verfio la Colla oppolla , c per Ja fua ra- 
pidità forma un vortice che rapifee feco Jp navi , q*à- 
iora non follìa vento , e ammucchia quella panca d' 
arena, che frvede lotto il promontorio di Gorondal, 
la cui lunghezza da Levante a Ponente arriva quafi a 
una lega Francefe di Mare . Niebuhr ofièrva , che quan- 
do in tempo del rifluflo l’acqua fi ritira dal lido del 
Golfo , dall’ ellrcmità Settentrionale del Golfo, fino 
di Girondal il fondo del Mare apparifee come terreno 
d’ arena alfodata . 

Da Ponente della Valle Gorondal fui Gólfo v’è u» 

mon- 



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155 IL C O V E R N O 

hiontc detto Gcbcl Hamam el Ftraun , cioè un litofite 
del Bagno di Faraone . Ripete là fua denominaziBhe 
da una fonte d' acqua bollente , che vi è accanto nel 
Fondo di una grotta dirupata fui Mare, le cui acque 
fanno di fale; e fecondo l’efperienza fatta da Pocock 
fon pregne di fai medio , zolfo, allume , e d’ un tan- 
tino di vetriolo . ShaW contraddice a Pocock , aflficu- 
rando, che da quella fonte efce gran copia d’ efalazio* 
ni amare e vetrioliche . Gli Arabi , che gli moftrava- 
no la ftrada , gli ditterò , che mettendovi dentro uti 
uovo, nel primo minuto fi cuoce , e nel fecondo mi* 
mito fi macera. L’acqua bollente feorre verfo il Gol- 
fo d’ Arabia ( che vi forma una Baja detta Bcrlat al 
Ftraun , cioè lago di Faraone) in rufcelli , che feor* 
rono a traverfo del dirupo , e delle panche d‘ arena , 
lie’ quali uno fi può bagnare. Dalla detta Baja fino a 
Tor, fecondo la relazione di Niebuhr, il lido del Gol- 
fo è comporto di panche di corallo, dette Schcbb da- 
gli Arabi. 

In diftanza di tre ore da Berkat al Fcraun , nella 
ftrada per andare a Tor, a Wafet , luogo detto Vfaitti 
nella Carta di Niebuhr , trovali una fonte d’ acqua fal- 
fa, e dopo un cammino di altre 3 ore fe ne trova un 
altra a Taldi , luogo detto Tal nella Carta fuddetta. 
E 1 verifimile che quella fonte ripeta la lua origine d» 
un monte , pollo a Levante di efla , in cui fi trova 
l'ale di Pietra , e che vedefi fegnaro nella Carta di 
Niebuhr. In Ufaitu e Tal crcfcono delle Palme. Una 
giornata lontano da Gorondal , a’ 1 3 Novembre da 
Fiirer fu incontrata una Valle adorna di Palme, e Ta- 
mar igi , bagnata da un rufcello , la cui Acqua fcaturivi 
dà un dirupo. Sccundo Pocock , v’ è una fiumara piut- 
tofto larga, di nome IFadi Faran y che trovali fegnara 
anche nella Carta di Niebuhr; il quale però la trovò 
fenz’ acqua nel mefe di Settembre, la quale non vi feor- 
re mai, fuorché dopo lunghe pioggie, crefeendo allora 
a tale altezza , che gli Arabi dal a Valle debbono ri- 
tirarfi fu* monti colle loro tende. In diftanza di circa 

. 3 ° 



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D’ . A R A B I A . I57 

30 miglia Inglefi di Mare da Gorandal , 2 miglia da 
Tor verfo Settentrione incontranfi parecchie fonti, che 
fi credono elTere 

Elim, 2 Mof. 15, 27. Effe featurifeono dalle radi- 
ci d’un piccol Monte. Le loro acque fanno di nitro, 
e fono calde . Evvi ancora un Bagno caldo d’acqua 
fulfurea , che porta la denominazione di Mosè , con 
nna fonte d’ acqua da bere . ShaW delle 12 fonti 
mentovate da Mosè non ne trovò più di 9 , e l’ al- 
tre erano ripiene d’ arena . Stochove fondandofi filila 
propria fperienza afficura , aver quelle fonti la virtù 
petrificante . La maggior parte delle Fonti fon rinchiu- 
de nel recinto dell’orto, che appartiene .al Monaftero 
Greco di Tor, e che abbonda di palme dattilifere . I 
Monaci ritraggono annualmente circa 2500 lire fter- 
line da’ Dattili , e da altre frutta , come riferifee 
Montagu . / 

Da Levante delle Fonti , c di Tor fino a’ Monti 
che conducono al Monte Sinai , fiendefi una pianura 
arenofa , creduta effere il Deferto di Sin , ove c’ è gran 
numero d’Accaccie. Si paffa ne’ Monti per una Val- 
le amena, adorna di Palme e bagnata da due rivi, e 
nelle rocche fi veggono alcune Iscrizioni . Avanti d’ 
arrivare al Sinai fi paffa per alcune altre Valli amene. 
L’ altre fìrade, che conducono al Monte Sinai, fi raf- 
fomigliano a quelle , che Un’ora fono fiate deferitte, 
cioè , o fono arenofe e fierili , oppure producono pian- 
te, arbofcelli, e alberi. 

Nell’Arabia Petrea il Cielo per lo più è fereno. E' 
cola rariffima , che in tempo d’ efiate piova ; e gene- 
ralmente parlando , non vi piove nè fpeffo , nè molto . 
ShaW nel mefe d’Ottobre ne’ Monti incontrò tuoni, 
lampi , e pioggia . Harant nell’ ifieffo mefe trovò una 
pioggia minuta nel Monte Horeb : c Wormbfcr trovò 
ne’ Monti una pioggia copiofifftma ne’ 27 Novembre. 
Quando piove , l’acqua feorre con grand’ impeto da’ 
Monti e per le Valli, e porta feco molti fafli , c gran 
quantità d’arena groffa . La neve vi è copiofa, maf- 
fime fu’ Monti in tempo d’inverno , come atteftano 

Ncitz- 



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i5®' iL CÒVERNO 

Neitzshitz, Monconys , ed il Superiore del Con ventò 
de* Francefcani di ÀI Cahira * ^Pietro della Valle in- 
contrò molta neve nel Monte Sinai e Horeb nel me- 
fe di Dicembre, e Thevenot nel principio di Febbraio . 
Il ghiaccio ritrovato nel gran bacino d'acqua che v’è 
nel Monte Sinai era tanto grolTò e fodo, che Theve- 
not nt>n lo poteva rompere con un grullo battone* 
Ne’ 30 Aprile Monconys provò nel Monte Sinai un 
vento tanto freddo , che ne gelava il l'udore * Ma il 
Signore Stochove nella metà d’ Ottobre provò un gran 
caldo nel Monte Sinai , fofferto anche da Fùrer nell’ 
attraverfar i Monti nel mefe di Novembre, e da Pie<; 
tro della Valle a Tor alla fine di Dicembre, e full’ 
entrare di Gennaio. Quetto caldo però rte’ mefi d’ dia- 
te vi è molto più grande . Neitzshitz provò un caldo 
quafi infoffribile nel mefe di Luglio tra gli alti dirupi , 
che fiancheggiano le Valli . Dal Sole era talmente in- 
fuocata 1’ arena , che quantunque le fue fcarpe fottèro 
grotte e ben fatte, pure non potevano refittere al caldo. 
Ciò non ottante gli Arabi pattavano per l’ arena infuo- 
cata a piedi ignudi, che dal collurne avevano fatto il 
callo* Nelle pianure arcnofe l’arena infuocata ha l’ ap- 
parenza d’un lago, che in una certa lontananza fem- 
bra andar avanti; e l’ intervallo, eh’ è tra il lago appa- 
rente, e l’occhio abbagliato, è ripieno d’aria infuoca- 
ta, dal moto tremulo e ondeggiante de’ vapori, che 
in gran celerità gli uni agli altri (accedono . In quella 
atmosfera tanto infuocata Ogni cofa fembra maggiore 
del naturale, un arbofccllo , come un albero, una trup- 
pa d’uccelli come una Caravana di Cammelli, come 
riferifee il Signor Shaw. Non fo, fe quello Viaggia- 
tore Io abbia fper intentato in perfona ne’ mefi di Set- 
tembre e Ottobre , oppure fe nel fuo racconto abbia 
detto ciò, che altri gli dittero, e chefe ne trova fcrir- 
to in altri Autori. Di quelle acque apparenti fenetro. 
va fatta menzione nei Corano Cap. XXIV. , 39, c Me- 
raccius ne ha fatta la fpiegazione, cavata dall’Opera 
di Gielaloddin . Ne parla anche Golius nel fuo Leflico 
Arabico pag. 1163 > e nelle & c appendici alla Gram- 
olati-.. 



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I 

b* , r A k A B I A . I 

malica Arabica d’Erpenio pag. 93 , c 223 ; c Ifaiagtf# 
l’ebbe di mira . Il gran calore ramo pretto confuma 
le parti umide de’ Cammelli morti , e d’ altri animali , 
che reftano interi per molti anni . II caldo farebbe in- 
foffribile, fe non fotte temperato da venti rinfrcfcanti , 
provati ne’ meli di Giugno e Luglio da Neitzshitz, 
Egmondo Van*der Nienburg ; è Fleymann . Ma negl’ 
idei fi , e negli altri mefi le notti fon frefche , come t 
detti Viaggiatori hanno ottervato . Shaw ne’ mefi di 
Settembre, e Ottobre di notte tempo, e Pocock ne’ 9 
d’ Aprile la mattina di buon ora vi videro lina nebbia 
folta. La rugiada vi è tanto copiofa , che penetra i 
vediti de’ Viaggiatori , come Neitzshitz e Shaw prova- 
rono in perfona. Secondo la relazione diHclfrich, una 
tela diftefa di mattina fi trova tanto umida dalla ru- 
giada, che fembra tuffata nell’acqua. I Venti più vol- 
te vi fon tanto gagliardi , che danno da temere della 
vita a' Patteggieri , e recano grand’ incomodo , poiché 
mettono l’arena, egualmente come il Mare, in moto. 

( Aufter arenas, quafi maria, agens, ficcis faevit flu- 
àibus Mela.) I venti follevano l’arena lottile ^ e ne 
formano o delle folte nubi, che di lontano fi rattomi- 
gliano al fumo , oppure l’adunano in colline , che da 
etti poi vengono appianate. Quelli mucchi d’ arena deb- 
bon evitarli folleciramente da' viandanti , eflendovi pe- 
ricolo d’affogare. Qualora i viandanti hanno if vento 
in faccia, etti non pottono profeguire il viaggio, ettco- 
do allóra coperte le ftrade , e da non poter diftinguerfi . 
Siccome allora non fi pottono pattare l’ arene , nè aprirfi 
gli occhi, i Viaggiatori per non perire, debbono an- 
dare a fecónda del vento. Tutto è conforme alla pro- 
pria fperienza di Breitenbach , Felice Fabri, Neitzshitz,. 
Harant, Egmondo Van-der Nyenburg, e Heymann, c 
confermato da Shaw. Nella maggior parte delle con- 
trade è cofa rara di trovare acqua buona , ed è mol- 
to apprezzato il dono , che fe ne facefle . Ciò deriva 
dalla fcarfezza della pioggia , e delle fonti d’ acqua 
buona. Le poche forgenti che vi fono, tutte fon pre- 
gne o df fale, o di zolfo , e fon {allibri. Siccome Is " 

. fiw- 



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1 6o IL GOVERNO . 

fiumare ripiene d’ acqua piovana fcorrono ordinaria* 
jnente per un terreno nitrofo, l’acqua ne prende ilfa- 
pore. In varj luoghi incontranfi delie Cifterne tagliate 
nelle rocche, ove confervafi l'acqua piovana. Le acque 
bollenti dette Hamam el Feraun, e quelle di Tor, lo- 
no fiate deferitte di fopra. Montagu s’ immagina d’ 
aver veduto delle tracce d’ un fuoco fotterraneo fpen- 
to in poca lontananza da Gebel el Mocarab. Le valli 
profonde che s’incontrano tra’ dirupi, da ShaW fon 
credute eflere l’effetto di terremoti , poiché le rocche 
dall’ima, e dall’altra parte Oppofte hanno tra loro un 
rapporto , che fe fodero mobili , l' una potrebbe perfet- 
tamente riunirfi coll’ altra. 

Nell’Arabia Petrea non v’è terra comune o fia pol- 
vere . Le poche piante che vi fono nell’ arena , oppure nel- 
le rocche ignude. Ciò non oftante in quelle contrade, 
ove non mancono del tutto Tacque, il terreno potreb- 
be coltivarli , e adattarfi a produrre varie forte di pian- 
te; lo che dimoftrano gli orti de Monaci Greci ne’ 
Monti Sinai e Horeb. Il Granito, onde fon comprefi 
i Monti tra le due braccia del Golfo d'Arabia, erro- 
neamente contafi tra le fpecie di marmo. Breuning, 
Egmondo Van-der Nyenburg, e Herman hanno ofler- 
vato , che queflo Granito è T iftefia pietra di rocca , 
che in Egitto chiamafi Lapis Syenites , e Lapis The - 
baiati , di cui fon fatti gli Obelischi. I fuoi colori fon' 
talmente mefcolati , che farebbe cofa difficile di tro- 
varne un pezzo fufficiente per formarne una colonna - 
d’un ifteffo colore. E’ però altrettanto più facile di 
trovare de’ pezzi groffi di varj colori , mefcolati di ver- 
de, bianco , rodo, giallo , feuro, e nero. Eflendo ì 
Dirupi in molti luoghi di color nero, e fofeo , come 
abbruciato, indi n’ è venuto, che Tolommeo gli chia- 
ma Monti neri. Della coftituzione naturale del Monte 
Sinai, e de’ Dendriti , che vi fi trovano, fi darà un 
maggior ragguaglio in appreffo . De’ Monti di Creta , 
che vi fi trovano in gran numero , e delle trac- 
ce di Miniere già abbandonate , fe n’ è parlato 
nella defcrizlone della ftrada , che da Gazza con- 

du- 4 



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D’ ARABIA. \6l 

duce al Monte Sinai . Il Talco vi è molto frequente. 

Le poche Piante che vi iòno , hanno il lor mag- 
gior nutrimento dalla rugiada. I Viaggiatori fpede vol- 
te vi trovano la Coloquintide . Gli Arabi fe ne fervono 
contro il mal venereo , vuotandone il frutto , e riem- 
piendolo la fera di latte, che fi beve la mattina fe- 
guente, come riferifee il Signor Breuning. Tucher ha 
incontrato le Rofe di Gerico 5,0 6 giornate lontano 
dal Monte Sinai verfo Settentrione in una pianura d’ 
arena grolla , e come tutti gli altri Viaggiatori fe n’è 
fervito per far fuoco. Egmondo Van-der Nienburg, e 
Heymann nella Montagna fiutata da Levante di Ha- 
mama el Feraun ritrovò tra’ dirupi una fpecie di So- 
lanttm , il cui frutto rollo è della grandezza d’ una pe- 
ra , ed ha il faporc di Senapa. Breuning vide fa' Cap- 
peri grolfi nelle falde elevate de’ dirupi , e Sita»/ 1 * 
Oleandro , e nelle Valli vicine al Monte Sinai 1 ' ApocjC 
num arelhtm , Nelle Valli, bagnate talvolta da fiuma- 
re d’acqua piovana, crefcono i Tamarigi . Delle Pal- 
me dattilifere fe ne trova in varj luoghi un buon nu- 
mero, Degli Alberi fruttiferi , e delle Vigne , che vi 
fi coltivano da Monaci predo il Monte Sinai , fe ne 
darà un ragguaglio in appreflò , Il Supcriore del Mo- 
naftero de’ Francefeani di Al Cahira vi trovò dell’ 
uva matura nel mefe di Settembre , Breuning vi vide 
degli alberi Laniferi , della qual lana gli Arabi fi fer- 
vono per federe una tela bellidima , A Hadelquip fi» 
detto da gente degna di fede , che il Balfamìno che 
fomminillra il preziofo balfamo di Mecca { Opobalfa- 
mum ), non fi trovi nelle vicinanze di Mecca, ma 
bensì nel fondo dell’ Arabia Petrea in contrade mon- 
luole , e che appartengono come un teforo preziofo a 
«erte famiglie Arabe . Gli fu detto inoltre , che 
le foglie di quello Albero fi fomigliano alle foglie 
del Mirro, quantunque liano alquanto più grandi ; c 
crede edere verifimLe , che il Balfamino fia una fpe- 
eie di Pijlacia , e per confeguenza abbia una ftretta af- 
finità colla Mafiica, e col Terebinto . Gli Arabi por, 
tano il Balfamo all» Mecca sjn quel tempo, che vi fi 
alfa , L trat- 




lóz 1 L GOVERNO 

trattengono le Caravane dell'Egitto, e della Turchia* 
le quali lo trafportano in paefi più lontani , e m cigo- 
landolo con altri ingredienti lo falliscano . Degli al- 
beri Spinoli, detti Cbafern dagli Arabi, ne fa menzio- 
ne il Superiore del Monaftero di Al Cahira . L’albero 
più connine , ed* il più frequente nell’ Arab : a Petrea è 
la Spina ^Egyptias, Acacia , in lingua Ebraica ' Shit t a , 
in lingua Arabica Sant , e Cbaradi, e nel a lingua vol- 
gare dell’Arabia Petrea Cjale , (ove forfè s’ è corn- 
ili effb un errore nell’ ortografia de’ nomi Arabici , ca- 
vati dalia deferizione de’ Viaggi di Rauwolf) onde fu 
fatta l’arca dell’ alleanza , la menta de’ pani delle pro- 
pofizioni , è le ffanghé , colle quali l’ una e l’altra lì 
portavano, z Mol. 25, 10, 13, zy. Thcvenot parago- 
na l’altezza e grofTezza di quell’albero con quella del 
Salce: eNeitzshitz con quella del Pero, o Melo. Que- 
llo Viaggiatore vi aggiunge, denderfi molto i fuoi ra- 
mi . L’ albero ha le fpine lunghe un mezzo diro ; le 
lite foglie fono piccolillìme e affai tenere, i fuoi frut- 
ti fon formati come le fave; fono il doppia più gran- 
di d 1 una lenticchia , ed è un cibo ricercato da Cam- 
melli e Caftraù . Ne feda naturalmente una ragia, 
dura e dolce, c detta Akakia dagli Arabi, conofcima 
in Europa lotto il nome di Gammi Arabi cani . Gli 
Arabi la raccolgono in tempo d’ Autunno come afferi- 
fce Thevenot , e la mangiano volentieri, come attefta 
Ncitrshitz 5l a cui un Arabo ne regalò un pezzo graf- 
fo per mangiarlo. Siccome quella gomma s’ accolla 
alla natura d’ una gelatina , perciò ha la virtù di nu- 
trire. Haffelquift racconta, che nel 1750 una Carava- 
na d’Abiffinia di più di icoo perfone in mancanza d’ 
altri viveri, fé ne follentò per due meli. Son proper- 
fo a credere, che quella Gomma (ìa quella Manna, 
che feconda la relazione di Breitènbach , Felice Fabri r 
Ttichcr, Wormbler , Nciizshitz, e Harant ne’ ni e fi d’ 
Agofìo , e Settembre Trovali nelle Valli , limine he* 
contorni de’ Monti Sinai e Horeb, e che vico raccolta 
in forma di grancllini bianchi , i quali riuniti in una 
staffa maggiore, Somigliano alla ragia. Harant raccon- 
ta 

\ ■ 



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ti' A R A tì i A. 16} 

tà d’ averne mangiato inficine co’ luoi compagni , e <i’ 
averla trovata dolce e laporita ; Se quella Manna nori 



fi raccogliere dall’Acacia, ciò dovrebbe farfi o dalTa- 
marigio, clic non vi è meno frequente , oppure dall’ 
altro albero fpinofo detto Algul; che però non fi tro- 
va nominato da defilino de’ Viaggiatori nell’Arabia 
Petrea . L’albero detto Berti chefenza dubbio è l’iltef- 
fo col Ban (vedi Ctlfii Hierobotanicort Par. If;‘pàg< i) 
fecondo la relazione di Egmondo Vati-der Nyenburg , 
e Heymann , crefce in gran copia nel Monte Horeb . 
Efiì lo paragonano col Balaniti Myrepfica , e col Ben 
parvum Monarci ì , e da’ Monaci del Convento di S. Ca- 
terina del Monte Horeb è detto Pharagon. Il frutto 
di quell’ Albero è della figura d’un triangolo acuto, 
e della grandezza d’una nocciuola , ed è divertita à* una 
feorza fonile di color grigio chiaro, nella quale v’è 
un nocchio bianco oleofo. Quello alberetto ha molta 
fomiglianza col Tamarigio. Dal nocchio fi fprenie un 
olio , detto Oleum Balamnum , che noti fi guallà per 
molti anni ; Il frutto fi prende come medicamento 
per purgare il corpo , e l’olio s’applica al di fuor* 
per ripulire e correggere le carni $ Breunitig parla d’ 
un Albero, il cui ceppo è bianco, colle foglie larghe, 
e col frutto verde , che è fomiglrante a teflicoli , nel 
quale fi trova un cono fquammofo di color rodò / 6 
d’oro ; Non fo indovinare di quale fpecie fia quell’ 
Albero ; 

In genere di Befliamt domeflico , gli Arabi hanno del- 
le Capre piccole di color nero , Cafirati , Afini , Cam- 
melli , ed Oche , le quali probabilmente vi fi trovano in 
pochi luoghi i II latte delle Capre , e Cantinelle è uno 
de’ loro principali cibi ; Elfi ne fanno anche del ca- 
cio. Si dà però pocd a mangiare a quelle bellie. In 
genere d’ Animali falv.it ici quadrùpedi , fecondo la re- 
lazione di Breitenbach, Felice Fabri, Breuning, The- 
venot, Pocock, e Shaw , vi fi trovano A finì falvati-. 
ti , molte Gazzelle, che vi fi veggono a truppe, Le- 
pri , tra le quali ve ne fono delle bianche , Cignali , 
Orli, Volpi, Lupi, Ciacali , e Leopardi. Breitenbach, 

L 2 . F«* 



\ 



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164 IL GOVERNO 

Felice Fabri , ed i loro Compagni, 2 giornate lonta- 
no dal Sinai videro nella cima d’un Monte un ani- 
male che pareva maggiore d' un Cammello; e mentre 
etti credevano, che fofi'e un Cammello, gli Arabi l’af- 
ficuravano, che lolle un Liocorno. Harant lo tiene per 
indubitato , ma io non lo, qual animale fotte. Hel- 
frich racconta , che gli Arabi mangiano i. Topi; ma 
non dice di quale fpecie quelli Topi fiano. In gene- 
re d’uccelli , che fi trovano in quello paele , i Viag- 
giatori vi hanno veduto lo Struzzo , la Pernice in gran 
numero, i Piccioni , varie lorti d’ Uccelli di Marc, Cal- 
der ini, Rigogoli , Rofignoii, Corvi , e Cicogne coll’ ale 
nere, che vi fi veggono a truppe come attellano Breu- 
ning, e Pocock. in genere d’Amfibj , vi fono le Lu- 
certole , talora più lunghe d’un palmo, cui danno il 
nome Dab , Serpi, e Pipere, molto pcricolole . Tra gli 
altri Infetti vi fi trova una fpecie, che fi chiama Pi- 
docbio di Faraone , grotto e tondo come una nocchio- 
la , che danno dei rcorfi aliai l’enfibili ; il Calabrone 
d’una lpecic affai incomoda eperjcolofa, e Locufce grof- 
fe , che vi furono vedute da Harant e Sha^ nel nsefe 
d’ Ottobre in truppe piccole e grandi. 

Gli Arabi dell’Arabia Petrea fono incielimi , ignudi , 
t affamali . Il loro vedilo confitte in una Camicia 
bianca , l'opra la quale molti le ne mettono un’ altra 
di color azzurro , e le maniche della Camicia fono aliai 
larghe . Alcuni ulano un drappo di fargia bianca , che 
fi rivolge intorno al ventre , e per di fotto e di fo- 
pra le fpalle. Altri portano fottocalzoni , con un giu- 
llacuore di pelo , ftriiciato di nero e bianco , oppure 
fi euoprono di pelli di pecora, voltandone la parte la- 
nofa in dentro quando fa freddo, ed in fuora quan- 
do fa caldo . Cingono la camicia di cuojo , e nella 
cintura portano davanti un pugnale curvo, detto Sef, 
cd un pic.col coltello , detto Sechino , c dietro vi ler- 
mano alcuni dardi per il bilogno, che potette occorre- 
re. In capo portano un turbante bianco, onde ne pen- 
de un pezzo per didietro. Moki vanno co’ piedi ignu- 
di, altri legano del cuojo fono la pianta del piede , al- 
tri 



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D’ ARABIA. I 

ìrì ufano fcarpe alfe di color rotTo , o g allo, o tur- 
chino, fatte di pelle di pefee. Le donne non vertono 
altro, che la camicia larga di color turchino, e cito- 
prono il volto d'una pezza di tela, che ha due buche 
per vedere. I loro capelli per di dietro fono tagliati, 
'e nella parte davanti fono legati in ciuffi piccoli , che 
cuoprono alquanto la parte anteriore del capo. Dagli 
orecchi pendono anelli grandi di ottone -, ed intorno 
al collo e alle braccia portano un filo di corallo . I 
Bambini fono affatto ignudi . Gli Atabi vivono o in 
caverne di rocche , oppure forto tende fatte di drappo 
di pelo bianco o nero di capra , polle nella Campa- 7 
gna arenofa . Quando manca il nutrimento per ,i loro 
Cammelli, Caftrati , e Capre, allora fe ne vanno in 
un’ altra contrada . Si foftentano col latte Cammelli- 
no , o Caprino , e ne fanno anche del cacio. , e. 
burro. Mangiano la carne de’ Cammelli, Cpme quella 
degli altri loro animali , e quella de 1 . Topi di l’opra 
accennati . Hanno poca provifione di datteri . I più 
Iquiliti cibi che abbiano, chiamanti Beta, c Marfi&n. 
ca , fatti di quella farina di grano , che elfi ricevono 
da’ Monaci del Convento di S. Caterina, oppure da 
Al Cahira in Egitto. In un piatto di legno fanno la 
parta di farina e acqua, ed avendole data 'la forma di 
focaccia tonda e lottile per cuocerla , la mettono in 
un piano arenofo , rifcaldaro dal fuoco, e la Cuopro- 
no di brace . Quelle focacce mezze cotte , o fi man- 
giano fubito, oppure fi rompono in piccoli pezzetti, e 
rimettendovi dell’ acqua gl’ impattano nuovamente , 
mefcolandovi del burro , e talora anche del miele, t 
rotta eh’ è la palla in pezzi , gli mangiano come Un 
Cibo prcziofo e raro . Talora mettono anche del ca- 
cio filila parta , còtta fótto la brace per renderla più 
faporita. Ma ficcome i Foro cibi battano foltanto per 
fodrsfare il bifogno diremo , indi ne viene , thè han- 
no lempre fame , c che da’ 'parteggieri chiedono da 
mangiare, e talora lo prendono per forza. Haranc di 
Po’lshitz fpogliato da erti vide, che prima di efami- 
narc e di diflribuire il bottino fatto, fi raifero a cdrt- 

L 3 1 fu- ’ 



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ì66 IL GOVERNO 

fumare i viveri . Del rimanente cfcrcitano tra loro t* 
ofpiralità ; di modo che coloro i quali conducono i 
fqreftieri , qualora fi mettono a mangiare, invitano 
ognuno , e danno qualche cofa a chi fi prefenta. I 
Condottieri fono gente da fidarvifi : e per frallornare 
» malandrini di loro conofeenza dalle ruberie , bafta 
che dican0 , aver data parola , a’ barellieri di condurr 
gli falvi e ficuri. Del rimanente non tralafciano oc-a- 
lione veruna di andare all’ accatto o foli , o atrrup- 
pati . Non logliono uccidere coloro , che fono inferior 
ri di forza, p die non refiflouo, ccnteruandofi di fpo.- 
gliargji affatto , Le loro armi ordinarie fono lance, 
fpiabole, P pugnali curvi, arphi , e dardi, e talora an- 
che feudi fatti di pelle di pefee. Molti fono anche ar- 
mati di fucili; è però cofa rara, che fiano provvedu- 
ti di polvere o piombo . A chi manca le dette armi, 
porja un baffon groffo , ferrato di fono. Secondo la 
relazione di Fiirer , pochi fono gli Arabi , che abbia- 
no cavalli, e fuori di lui neflùn altro Viaggiatore vi 
vide un Arabo a cavallo. Ciò che dice Thevenot con- 
cernente i Cavalli degli Arabi, pare di dover intenderli, 
di coloro, che vivono in Egitto. 

Gli 4r^i. fon divifi in più Tribù, ognuna delle 
quali è fottopofta a uno Sceik el Kebir, o fia Sceik 
maggiore ^ Ogni accampamento ha il fuq Sceik . Tutti 
fono uniti tra loro per alleanza, e l'uno difende 1’ 
altro. Coloro che vivono in Città, fon chiamati Ma- 
ri. y come s’ufa nell* altre parti d’Arabia. Ne’ contorni 
del Monajlero di S. Caterina , fi fono accampate 3 Tri- 
bù, i cui capi le proteggono, ed in ricompenfa i Mona- 
ci lomminillrano loro del pane , o della farina . I più nu- 
merofi e di miglior indole fono gli Alecadi o Elecati , 
a’ quali npl numero, e nel carattere d’anima fuccedò- 
no i S tulli o Scinalli ; e gl’ inferiori di numero , ed i 
più maligni for.o della Tribù di Là, Said , detti anche 
f/ecelcadifaidi , che fembrano derivare da Said , <o Ila 
dall’Egitto Alto. Quantunque anche le Tribù di Me- 
ùfiàisj e Carasy non molto s’allontanino dal fuddetto 
Convento ; pure i loro capi non ne fono i protettori 

Qiian- 



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D’ ARABIA., 167 
QuanJo nc partano alcuni pretto il Convento, i Mo- 
n a ci fogliono dar loro qualche cola da mangiare !; 
quantunque non ne Gan obbligati. De“ Beni Soltman , 
che dimorano a Sùes, fe ne trovano anche a Yor,. 
Nc’ Contorni di Àccabàh o Ailah dimorano gli Allea- . 
ni, popolo rapace, che non ha alleanza cogli altri Ara- 
bi . Anticamente T Arabia Petreà fu abitata da Naba- 
tei, Idtmei , o E domiti , Far ani ti , Elamiti , Municbiati , 
Saraceni , Rat beni , Cagnlati , Arficodani , Vadei , Dara- 
fei , Licheni , T amudeni , e da altri popoli. Avendo par- 
lato dell’Arabia Petrea in genere, coriyien notarne al- 
cune ofiervazioni particolari , 

De’ Monti Sinai e Horeb ne fono flati pubblicati de’ 
difegni da Breuniug, Harant, Neitzshitz , Pocock , e 
Niebuhr. La diverfità però, che fi trova jn quelli di- 
fegni , conferma la Temenza di Pietro della Valle, non 
eiier potàbile di rapprefentar in un fol dtfegnó , nè i 
detti due Monti atàerhe, nè il lolo Monte Horeb . 
Quindi è che quello Viaggiatore dif approva tutti i di- 
fegni che ne avea veduti, a motivo che il Monte 
Horeb è comporto di 5, o 6 Monti, l’uno addoffuto 
all’altro, a piè de’ quali non fe ne vede altro, che ‘il 
più baffo . Monconys divide il Monte Horeb i a 3 Mon- 
ti ; cd i Greci lo dividono in 4. Ordinariamente p.erò ' 
i Viaggiatori lo dividono in 2 Monti , come fi. vctlrà 
in apprettò. Mose lib. l. cap. .19, jo. cap. 24, 1 5 
24, 32 lib. 3 cap. 7 , 3$, 1 6, 4 6, 27 , 24 lib. 4 , cap. 
3, 1, fcrive , effere fcefò Iddio lui Monte Sinai , èder- 
vifi refa vifibile la gloria di elfo: avervi* parlato Iddio 
con Mosè, che da effo ricevè la Legge. Ma nel lib. 

5 , cap. 1 , 6, 4 , 10,15, 5 2 , 1 S , 1 £ , 29 , il’ irteffe 
cofe raccorttanfi rtuceedute nel Monte Horeb, matàmefe 
vi fi paragona Mal. 4, 4. Ciò mi fervè di motivo a 
credere che Sinai , e Horeb fiano i nomi d’ un ifteffo 
Monte, il qual fentimenro può verificarfi in due ma- 
niere. In quel paefe montuofò , eh’ è rfnctyjufo tra ^le 
due braccia del Golfo d’ Arabia , tra’ gradi 27 , e zS del- 
la latitudine, v’ e un Monte, che in un’ altezza con- 
fidcrabile , dividerti in z Monti , che inatzano il loro 

L 4 <ra- 



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T, 



168 IL COVER.NO 

capo fopra tutti gli altri Monti circonvicini . Il piu 
alto di quelli due Monti chiamali di S. Caterina, e 
l’altro Sinai e Horeb . Che a quello Monte, a piè di 
citi è pollo il Monallero di S Caterina , convenga V 
uno e l’altro nome, ciò rendeft intelligibile nel modo 
che lìegue. Avendo fatta la {'alita della maggior parte 
del Monte, e che fi fono pallate l’ una dopo l’altra 
due porte à traverfo di rocche traforate a forza di {car- 
pello, s’ incontra una pianura lunga , e poco larga, ove 
Con altte due Cappelle v’è anco quella di Elia . Ivi il 
Monte diramafi in due vertici, funo de’ quali guàrda 
il Settentrione , o fta quel fianco, ove fi è falito il 
Monte fin dal Convento di' S. Caterina, e l’altro il 
Mezzogiorno. Il vertice Settentrionale, eh’ è menoal- 
to,. chiamali Monte Hoteb , ed il Meridionale, eh’ è il 
più alto, e che fin dalla Cappella d’Élia fi Tale in un 
ora di tempo, ha il nome Sinai , e dagli Arabie detto 
Monte di More ( Ce'oeì Mufa) . Tra quelli due Monti 
v’è la piccola Pianura , ove fi trovano le fuddette 
Cappelle, con un piccolo Giardino. Il vertice, che ri- 
chiama Sinai , non fi vede prima d’arrivar nel piano 
mentovato perchè quell’ altro vertice detto Horeb ne 
impedifee là veduta. Così fcrivonoHarant diPolshitz, 
Egmondo Van-der Nienburg, e Heymann 1 ed il Su- 
periore anonimo def Convento de’ Francescani di Al 
Calura , e Pocock. Felice Fabri,e Neitzshitz tutto all’ 
Oppofio riferifeono, chiamarfi Horeb il più alto verti- 
ce, cd il meno alto Sinai , e vi aggiungono, effere >1 
Sinai qnalT il piede del Monte Horeb . Breuning , Fti- 
• rer di Haimendorf, Hcifrich , Von-der Gròben , Mon- 
conys e Shaw danno al Monte il nome Sinai , fenza 
dare il nome Horeb a unar parte dr elfo, il quale a’’ 
rempi loro veniva piutrofto da’ Monaci attribuito a un 
piccolo Monte, pollo da Settentrione del Convento di 
S. Caterina, come riferifeono Breuning e GrÒben, op- 
pure come vuol Fiirer a’ piccoli Monti, fituan da- 
vanti al Monte Sinai. Rudolph non s’accorda a nef- 
fnn altro de’Viaggiatori , perchè dopo aver dato il no- 
me Sinai al Mente, che s’inalza l'opra il Convento di 
' . S. Ca- 



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D’ ARABIA. 16 $ 

Caterina, dell'altro vertice più alto dice, che per> 
de il home di Sinai , e prende quello di Horeb. The- 
venot à tutto il Monte dà il nome di Mosè, e Welsh 
dice , che Sihai e Horeb fiano 1* i lidia cofa . Con un 
linguaggio del tutto differente ne parlano i Viaggiato- 
ri Breintenbach , Giovanni Tucher, Belon , Wormbfer, 
Padre delia Valle, Stochove, e Troilo , i quali al 
Monte finora deferitto non danno ambedue i nomi di 
Horeb , e Sinai , ma il fol nome di Horeb , e vogliono 
che il Monte altiffimo di S. Caterina fra propriamen- 
te il Sinai', la qual Temenza fembra la più verifimile 
anche al fuddetto Viaggiatore Breuning ; e fe mal non 
mi appongo , Giovanni de Monte Villa, uno de’ più 
antichi Viaggiatori, è dell’ifteffo fentimento quando 
fcrive , effere Ipartitò il Monte Sinai mediante una 
Valle, è chiamali Horeb quel luogo, ove è porta la 
Cappella di Elia. Alberto Conte di LoWenfteiri , e 
Felice Fabri fon di parere , che tutti i Monti di que- 
lli contorni abbiado il nome Sinai , che fi ripete dal 
Deferto Sin ; quindi è, che quelli Viaggiatori ufino i 
nomi Sinai Horeb , e Sinai di S. Caterina . Se ciò forte 
vero, non contribuirebbe niente per feiogliere la que- 
llione, nel quale de’ 1 vertici del Monte fia Hata da- 
ta da Dio la Legge, fe nel Monte di S. Caterina , 
oppure rell'altro meno alto . E quantunque la piùco- 
Itiun opinione fia per il fecondo , pure vi fon degli ar- 
gomenti , che la rèndono incerta . Giofeffo lo Storio- 
grafo Ebreo aflèrifee, effer il Sinai il più alto Monte 
di quella contrada; lo che non può affermarli , fenon 
del Monte di S. Caterina. Ma potendo effere, che 
Giofeffo abbia parlato di tuito il compleffo de’ Monti 
Sinai e Horeb, Uniti nelle loro radici, per feioglier 
ogni dubbio mi rapporterò a ciò, che ne dice S. Gi- 
rolamo . Querti nel fuo Lcrtico Ebraico dice , che il 
Monte di Dio Horeb è accanto al Monte Sinai . Que- 
lle parole dimortrano, che a tempo di S. Girolamo 
ad uno de’ due Monti, che nella radice formano un 
fol Monte, fu dato il nome Sinai , e al altro quello di 
Horeb. Or che il Sinai non fia differente dai Monte di 

S. Ca~ 



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170 IL GOVERNO? 

S. Caterina, come (ottengono alcuni Viaggiatori ami- 
chi e moderni , ciò fi rende vieppiù probabile per gli 
argomenti che feguono , Dal lib. 2 di Mosè cap. 19, 
16, 20, 5 Mof. 4, io, 12 pare che cotti, e dal 2 lib. 
Mof. 19, 11, 14, 17 cotta con maggior chiarezza y 
che gli Ifraeliti, polli a piè del Monte, ne abbiano 
veduta quella cima più alta , ove Iddio parlava con 
Mosè , e gli dava la Legge, c che abbiano Tentila la 
t oce di Dio . E' però certo , fecondo la relazione di 
Pietro della Valle, che a piè del Monte Horeb fi pof- 
fa veder foltarrto il vertice più batto. Harant c- altri 
Viaggiatori atticurano ,-che il vertice più alto del Men- 
te non può vederfi prima d’ averne fatta per la mag-. 
gior parte la falita , c d’eflere arrivato al piano dila- 
nia accennato . Pocock tjice di più , che il vertice del 
Monte , cui inoggi fi dà il nome di Sinai , non può 
vederfi in nettùno de’ luoghi , fituati dalla parte Set- 
tentrionale di etto, e da Nord-Wett, e neppure nella 
Valle di Melgah , fituata da Ponente, che fenz’ altro 
è quel Deferto, di cui parla Mosè Jib. 2 , 19 , 2- Ma 
il vertice del Monte di S, Caterina vede fi non lolam e ir- 
te alle radici del Monte, ma eziandio in lontananza 
di 4, o 6 giornate; onde è mollo più verifimile, che 
fià il Monte Sinai ove fu data la Legge. 

E' verifimile, che al più alto vertice del Monte Ho- 
reb fi fia dato il nome Sinai , per aver creduto -di 
poter feiogliere più facilmente con quello mezzo l’ ap- 
parente contraddizione di que’ tetti di Mosè , ove l’ idei- 
le cole fi dicono ora accadute nel Sinai, ora nell’ 
Horeb . Ma quella permutazione de’ nomi poteva farfi , 
per ettere ambedue i Monti uniti nelle radici . Per 
confeguenza tutto il compietti) del Monte può bcnil- 
firp.o chiamarli ora col nome di Sinai , ora con quel- 
lo di Horeb , lo che è conforme al fentimento di S. 
Girolamo- Volendo però parlare con maggior precifio- 
ne , il nome Sinai deve darfi al più alto vertice,’ ed 
;il meno aho il nome Horeb,, L’ Appottolo S. Paolo 
feri ve Gal. 4^ 24, verfo il Monte Sinai anche il no- 
me Hagar , e Harant attetta eller quello nome anco* 

ra 






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d’ a r a b i A ', 1 7 ; 

Ta in ufo prefio gli Arabi. Efio lignifica Dirujo nella 
lingua Arabica (nella quale li pronuncia Hagiar ) , ed 
in Siriaco. Gli Arabi chiamano l'Horeb anche Tur , 
come oficrvaoo il Geografo Nubel'e , Abulfcda , e 1’ 
Autore del Lefiico Arabico citato da Simltens : la 
qual olTcrvazipne c confermata da Harant nella deferi- 
tone de’ luoi viaggi. Quantunque tra gli Arabi, So- 
riani , e Caldei la voce Tur lia nome appellativo , che 
fignifica Monte in genere ; pure s J adopra fpcfiè volte 
per denotare un Monte particolare. Sembra però, che 
gli Arabi per rapporto al Sinai li fervano anche del 
vocabolo Tur , come di notile appellativo , perchè di- 
cono , al Tur Sinein, cioè il; Mónte Sinai-, , 

Conviene che io aggiunga altre , notule , che colla 
maggior evidenza mettano m chiaro la natura de’ due 
Monti . H»rth dalla parte dii Nord-Oli, in una profón- 
da Valle >; tra 2 rocche di granito, dette S. Giovanni , 
e S. Epijìomio (Pocock. dice S. Epijiemc ) ; e fi preten- 
de nel luogo del U.ubo ardente , che Mose vide , v’ è 
il Monafiero di S. Caterina j detto anche Monafiero del 
Monte Sinai. Fa fabbricato dallTmpeiator Giufiiniano ; 
ed è vcrifimile, che l’Imperatrice Elcr.a già abbia fat- 
to cofiruirc la torre, che v’è in mezzo alMonaileto. 
Si dice, che Maometto abbia dato un Diploma di li*- 
berta non fidamente a quello Monaftero , ma anche % 
Criftiani generalmente; il qual pretefo Diploma, lup- 
pollo vero e gtnuingda Stiitan Selim , ne fpecfiun altro 
{otto il luo nome, e dcll’ifieflb tenore . Il Monallero 
è abitalo da’ Monaci Greci, liberi da qualfifia tribuna- 
le. politico, e fottopofto a un Arcivefcovo, che vi ri* 
iìede, fletto da’ Monaci, e da quelli di Al Cahira , c 
confacrato dal Patriarca ci Gerufalemme ♦ il Mona- 
fiero è circondato di mura fede, c la porta per lo più 
è ferrata, e talora murata, a cagione degli Arabi, e 
non fi apre , fuorché quando vi fi deve introdurre utl 
nuovo Arcivefcovo . Ciò non oliarne a’ Signori Ha- 
ranf, e il Padre della Valle fu aperta , che v’entra- 
rono . Ordinariamente vi s’entra, c fi efee per una 
fincftra in una certa tirala fu * o laicista andar giù 



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)?i IL GOVERNO 

mediante un’altalena.' Là firieftrà è all'altezza di ciV- 
ca 30 piedi ^ e per ella fi lafcia anche andar giù il 
grano , e la farina , oppure il pane , che li dà agli 
Arabi che lo chiedono. Nel recinto del Monaftero v' 
è ancora una Molchea Maomettana* A’ Monaci vicn 
fomminiftrato da Al Calura il grano * la farina, cd i 
legumi » e da Tor i pelei lecchi ) «d' elfi mandano in 
regalo al Pashà di Al Calura , e ad altri perlonaggi 
riguardevoli alcune frutta de’ loro otti» Erti fon efen- . 
tati dal teftatico , nè pagano la gabella per il grano t 
che loro è mandato altronde* Il Mortallero è padro- 
ne proprietario d’ alcune centinaja di perfone , i cui 
antenati, dicefi, furono prigionieri di guerra, dati al 
Monaftero in dono dall’ Imperatore Giuftiniatio* Que- 
lla gente che ha abbracciata la Kcligion Maometta- 
na , ha Un capo dell’ illelTà Schiatta ; è occupato ne’’ 
lavori degli òrti del Monaftero a vantaggio di elfo .* 
vi trafporta il grano e vi conduce de* foreftieri da Al 
Calura ; e godono una maggior libertà , che i Mona- 
ci , come è parfo a Egmortdo Van-der Nyenburg, ed 
a Haymann . Accanto al Monaftero , dalla parte di 
Nord-Weft, v’ è un orto abbondante di erbaggi da cu- 
cina, e di frutta d’ alberi , il cui terreno arenolo èlia- 
to ammiglioraro da’ Monaci mediante i concimi, e le 
fpazzature del Monaftero . Dal Monaftero fi parta nell’ 
orto per una via fottcrranea, il qual paftaggio è chiu- 
fo con porte di ferro. 

Dal Monaftero di S. Caterina fino alla cima del 
Monte Horeb vi vuol 3 ore di cammino. La falita 
per Io più fi fa per gradini di pietra, alti per Io più 
un piede, c molti anche i piedi, fatti collo fcarpello 
ifteflo di' granito, onde è comporto tutto il Monte . 
Secondo la relazione della maggior parte de’ Viaggia- 
tori de’ gradini ve ne fono più di 7000 , cd in vari 
luoghi non Ve n’è alcuno. Sull’ incominciare della fa- 
ina incomrafi una fonte d’acqua buòna, che fcatuii- 
fce di fotto a una rocca, c manda le fue acque giù nel 
Convento di S. Caterina ; che indi fe ne vanno, a rac- 
coglici fi in un gran bacile, e ftravaiando formano un 

r ' R.U- 



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D’ ARABIA. 17$ 

Rufcello . Continovando la Salita trovali una profonda 
cifterna, donde fi cava l’acqua buona con unafecchia 
e fune; e nella cima del Monte vi fi no 2 altre ci- 
flerne, la cui acqua però non è della migliore. Del 
piano che vi s incontra , dopo aver paffato 1' una do- 
po l’altra due Porte , fen’è fatta menzione di fopra\ 
Il vertice Settentrionale del Monte detto ormai Horeb y 
fecondo l’ olTcrvazione di Pocock , è coperto di bosca- 
glie minute, di erbe oJorofe, e di fpinalba . Nel ver- 
tice meridionale, eh’ è affai erto, e che dalla Cappel- 
la di Elia fi fale in un’ora, v’ò una Chiefina divi- 
fa in 2 Cappelle, l’ una delle quali ferve a’ Crilliani Gre- 
ci , e l’altra a’ Latini; preffo quella Chiefa in una gran 
rocca v’è una Caverna. Preilo un’altra Caverna, den- 
tro la quale fi vede un iscrizione Greca e corrotta , 
vi fi trova una Mofchea . In quello vertice altiffjmo 
del Monte fi prefentano all’ occhio due braccia del 
Golfo di Arabia , delle quali quello che fi volge verfo 
Levante s’avvicina più al Mar Mediterraneo, che 
quello, il quale guardati Ponente, come offervaMon- 
conys: mentre Pocock dice d’ effer geometricamente 
certo, che il braccio occidentale del. Golfo quafi d’un 
grado fi llende più verfo Settentrione, che l’Orienta- 
le. Tutto il Monte Horcb è un granito roffo, e gial- 
lo con macchie nere. Produce erbe di un gambo du- 
ro, come oficrva Neitzshitz. Monconys vi ha trovato 
de’ pezzi groffi di crifiallo . Abbonda il Monte di Den- 
driti, che figurano ramofcelli . Egmondo Van-der Nyen- 1 
burg e Heymann notano, che la pianta, detta Ben , 
crelce in gran quantità in quello Monte. Tra le roc- 
che vi s’ annidano molte pernici , per il comodo dell* 
acqua che vi è. Vi è anche un gran numero di Gaz- 
zelle. 

Scendendo il Monte dalla parte di Ponente ove non 
fono gradini, dopo un cammino di 2 ore s’incontra il 
Monajiero de’ 40 Martìri 0 fiano fratelli , Situato dalla 
parte di Sud- Well della Valle di Dio , che Separa i 
Monti Horeb e Sinai (o fia Monte di S. Caterina) . 
Relativamente al Monailero il Monte Horeb è pollo 

vor- 



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174 ILCover.no 

Verlo Levante , ed il Sinai verfo Mezzogiorno , o p : § 
tollo verta Sud-Wefi . Il Monallero è abitato da gen- 
te , che appartiene al Monallero di S. Caterina. Pref- 
fo il Monallero, alia volta della Valle, v’é un orto 
grande, abbondante di Olivi, Meli, Pere, Melagrani , 
Cibcbi , e Viti, che fornifee gran copia di frutti , ptir- 
’ ehè non fia danneggiato dalle loculle , che nella not- 
te de’ 18. Ottobre 'giravano attorno alia tefia di Ha- 
rant di Po.’shitz , e cuoprivano una fonte nella quale 
s’eran annegate* L’Orto e attraverfato da molti ca- 
nali, ove licoQducc l’acqua d’una fonte che fccndeg'ù 
dal Monte di S. Caterina * 

Volendo m termine di 3 ore falirè il Monte di 
Caterina , o fia il vero Monte Sinai dalla parte "del 
Monallero de’ 40 Martiri , bifogna camminar predo , co- 
me qtiafi tutti i Viaggiatori riferifeono. In tempo d’ 
un’ora fi arriva alla fonte delle Pernici ; indi in 3 quar- 
ti d’ora s’incontra un piano, che fi attraverfa nello 
lpazio di mezz’ora, e dipoi "a gran fatica fi fale l’er- 
to vertice del Monte , efiendovi alcuni luoghi, ove una 
perfona deve ajutar l’altra per venir avanti* La fom- 
mità del vertice è una pietra piana, ove non più di 
40 perfone trovano luogo ; e fecondo la mifura prefa 
da Stochove è lunga piedi 22, e larga 12. Vi è una 
Cappellina, ove in terra è efprelfa la figura della San- 
ta Martire Caterina, come vuole la favola. Tutti i 
Viaggiatori fon d’accordo in ciò, che il Monte Sinai 
è molto più alto dcIJ’Oeb, e di tutti gli altri Monti 
vicini , la quale altezza da alcuni è filmata il doppio 
maggiore, e più di quella del Monte Horeb. Il Pre- 
dicante Stefano Schulz pretende d’aver veduto nei 1754 
il Monte Horeb nel Monte Sion , nella Torre di Da- 
vidde, forfè voleva dire il Monte Sinai « Credo p£rò , 
che abbia sbagliato. Quello Monte da Gerufalemme è 
1 1 giornate lontano , o fia 40 miglia di Germania , 
Vni furando l’ intervallo per linea diritta, e relativamen- 
te a’ Monti più alti , non è che di mediocre altezza . 
Riflettendo inoltre, che la veduta del Monte Sion(che 
della metà è mero aho delf’Oliveto) è impedita da’ 

' Mon- 



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A R A B t vA. * Ìl$ 
Monti , che. lì trovano nella parte Meridionale delU 
'Palellinv ; il dire del Predicante che il Monte Sinai 
polla vederli nel Monte Sion diventa del tutto impro- 
babile. Che però il Sinai ha flato veduto nella lon- 
tananza di 4, o 5 giornate, ciò fi è detto di fopra • 
Tutto il Monte è comporto di granito dùrilTinqo di 
color rodo , feuro, e nericcio; e da per tutto vi s’ 
incontrano delle petrificazioni che figurano frafebe • 
alberi. I dendriti Angolari , che in abbondanza vi fi 
incontrano , Cono figure nere e belle , che lomigliano 
-Sfoglie, erbe, e alberi, e che da banda a banda fo- 
no impietrite.. Ma non fon capici, di ripulimento , 
come Monconys articura . Oltre la Fonte Copra acccn* 
nata, che le" Cuc acque manda giù dal monte, ve n’è 
un’ altra. Predo Cuna e l’altra Curono trovate molte 
erbe odoroCe. nel meCe di Luglio da Neitzshitz , e per 
tutto il Monte molti arboCcelli da Harant. Nel ver- 
tice del Monte Sinai preCentafi una veduta molto più 
vafta, che nella cima più alta deH’Orebi Vi fi vede 
ambedue le braccia del GolCo d’Arabia, ed i luoghi 
Tor e Sues, fituati Cui braccio occidentale del Golfo, 
e l’Egitto . Dalla parte di Nord-Weft fi veggono i 
due vertici del Monte Oreb. Da Settentrione prefen- 
tali una ferie di Monti afpri , che fteodefi verfó Le- 
vante, e la fcefa incomoda e pericolofa di nome Ra- 
cani, e la maggior parte degli . altri 'Monti , per i qua- 
li fi pafla , venendovi da xìazza . Dalla parte di Le- 
vante , fin dove arriva l'occhio , non fi vede altro 
che Monti alti , e dirupati , e tra gli altri anche quel- 
lo, che fi chiama Pifga . 1 Monaci volevano far cre- 
dere a Breuning, potervifi vedere dalla parte di Nord- 
Wert il Mar Mediterraneo ; ma Breuning non lo vi- 
de punto, e l'ifterto accatle al Padre della Valle; il 
quale però non poteva articurarCenc per propria efpe- 
rienza , impedito dalle nevi , e dalla nebbia . Supponen- 
do erter cola verjfimi/e, che la Montagna Te di cui è 
la fcefa Racani di fopra accennata, non debba dillin- 
guerfi dalla Montagna Seir , di cui fi parlerà in appref- 
fo; ne feguirebbe, che la Montagna Scir fi porta vede- 
...... ' ' ! re 



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ì 76 1 L G O V B'R N O 

re nella cima del Sinai. Non eflèndo lontana una gior- 
nata intera la Montagna Faran dal Sinai verfo Nord- 
Weft, ne fegue , che nel Sinai quella Montagna fi 
pofla vedere didimamente . Per confegucnza nella ci- 
ma del Monte Sinai poteva vederli, come le nubi tuo- 
nanti (lo che era un legno della p re lenza di Dio) da 
Seir e Faran fi tiravano verfo il Monre Sinai ; lo che 
ferve per fpiegarc i tedi della S. Scrittura , 5. Mof. 
33,2. Habacuc 3,3. 

Scendendo dal Monadero de’ 40 Martiri, c attraver* 
fando la Valle, eh’ è tra Monti Horeb, e SinaifMon- 
te di S. Caterina) alla volta di Sud-Wed, a piè del 
Monte Oreb, cioè di quella porzione che chramafi Se- , 
rìcb , s’incontra una rocca ifolata che creiefi ej]er quella , 
che toccata dalla verga di Mose mandò fuori dell ’ acqua , 

2 Mof. 17, 7. Secondo la relazione del Conte Alber- 
to di LoWendcfn, di Helfrich , e Monconys , quella 
rocca c poda fulla drada , ed ha 1’ apparenza d‘ effer 
caduta giù dal Monte. Shaw vi è d’accordo, quan- 
do dice, che queda pietra fecondo l’apparenza fu una 
'parte del Monte Sinai ( Horeb ), donde molte altre roc- 
che fi fpargono in fuora , che pendono in fulla pia- 
nura . Secondo la relazione di Breintenhach , Felice 
Fabri , Harant , è Breuning , queda rocca non comu- 
nica col Monte, ed è del tutto ifolata. Thevenot , 
Egmondo Van-der Nyenburg, e Hcymann, ed il Su- 
periore del Monadero de’ Francefcani di AI Calura 
dicono, che queda rocca s’inalza dal terreno come fe 
avelie un’ interna comunicazione con edo . La rocca c 
duridima macchiata di rodo e bianco , e lifeia come 
un felce. Shaw e Pocock le dànno il nome di grani- 
to rodo , La Ina altezza dimafr di 12,0 13 piedi , e 
la grolfezza di 8,0 io piedi. Altri vogliono, che da- 
alta piedi 15, altri danno alla fua circonferenza piedi 
48, altri 41 c mezzo, altri 52. Bclon tace adatto le 
fedine di queda pietra; ma tutti gli altri Viaggiatori 
ne parlano. Chi le chiama fedine bislunghe, chi li- 
nee, fregi, rime, citi macchie come le cicatrici d’ un 
corpo , chi buche , aperture limili alle labbra , alarmi 

del- 



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D’ ARABIA. '177 
delie quali s’ alìomigliano alle bocche di Leone , di cui 
iògliono abbellirli i condotti d’acqua come dice Po- 
code . Secondo la relazione di Breintenbach , Helfrich , 
Tucher, Harant , c Ncitzshitz, di fimili aperture ve 
ne fono 12 i’una fopra all’altra, e dal loro direfem- 
bra , che quelle aperture vi fi trovino foltamo da una 
parte ; quantunque Thevenot e Pocock aflerii'cano cfprcf- 
famente, ritrovarfi molte buche dall’ una, e dall’altra 
parte della pietra. Secondo la dclcrizione del Supcrio- 
re del Monaftero de’ Francefcani di Al Calura nell’ uno 
e nell’ altro lato fi trovano 6 buche, fecondo Breu- 
ning, 8 buche nell’ uno, e 4 nell’altro, fecondo Troilo. 
da una parte 7, e dall’altra 5, fecondo Stochow 10 
nell’ uno , e 2 nell’ altro lato , fecondo Lowenlicin , 
Wormbfer , Sicard , Egmondo Van-der Nyenburg c 
Heyman 12 dall’ una, e dall’altra parte. 1 due ulti- 
mi afficurano, trovarli anco 2 buche nella liiperficic 
fuperiore della pietra. Il Padre delia Valle dice, che fi 
veggono delle incavature in ambedue i lati della pie- 
tra , e nella fuperficie fuperiore . Monconys parla ge- 
neralmente d’un gran numero di buche. Secondo la 
deferizione di Sicard un’apertura dall’altra è diltante 
la larghezza di alcune dita, e lebuchAd’un lato non 
fono polle nell’ifteffa linea con quc’Ie Sell’ altro lato, 
e non ve n’è alcuna, che palli per tutta la pietra ; 
ognuna è della larghezza d’un piede, c della lunghez- 
za d’ un pollice. Harant alle aperture accorda la lar- 
ghezza di due dita, e Sitava dà la profondità di 4, o 
5 pollici ad alcune, cd al diametro accorda 1,02 
pollici . Brcuning , Thevenot , e Monconys aflìcu. 
rano , vedervifi con evidenza , che la pietra fia 
fiata l'cavata dall’ acqua: lo che vien maggiormente 
{chiarito da Harant, che dice ritrovarfi le buche in 
uno ftretto canalino, e Shaw vi aggiunge di più, che 
l’acqua la quale altre volte n’è ufeita , vi li fia fatta 
ftrada attraverfo d’ una cantonata della pietra , e vi 
abbia formato un canale profondo pollici 2, e largo 20 
coperto in alcuni luoghi di mofeo, e quali da per tut- 
to d’ una crolla fimilc a quella, che fi a-ttacca, al 
Jfia . M fon- 




17S IL COVBRNO 

fondo ti’ un calderone ufato da Tè . Di quella mate- 
ria fono anche certi pezzetti di figura conica, che 
formati dallo fgocciolare delle acque pendono nell’ 
apertura -, come racconta Srochove . A Hclfrich pare- 
va , che pochi anni prima di quel tempo, quando egli 
vi fu, (cioè l’anno 1565 ) fia «(cita dell’acqua dall' 
aperture, perchè egli vide qualche cola nelle bocche 
dell’ aperture, ch’era limile all’acqua profeiugata . Tu 
cher e Stochovc inoltrano per loro dire, che talora ne 
ulciva dell' acqua ancora a’ tempi loro ; lo che vien 
confermato da Felice Fabri , il quale fi rapporta alle 
tcltimonianze d’un Monaco. A Fiirer pareva, che poco 
tempo prima ne folTe ufeita dell’acqua. EgmondoVan- 
der Nyenburg e Heymann alTerifcono, che fecondo 
tutte le apparenze nel giorno avanti il loro arrivo , 
l’acqua ne Ila ufeita. Troilo finalmente racconta, che 
„ 1’ acqua, la quale elee dall’apertura di quella pie- 
55 tra è iquifira efrefea; che lui ne ha bevuta, e che 
„ è un divertimento il vedere, come l'acqua da ogni 
„ apertura efee con impeto, lenza che i vari getti s’ 
„ unifeano nell’ufcire; e che di lì a un tiro di fallò 
„ le acque riunite s’ incamminano per paffare giù nella 
,, Valle Jc/in verità fon perpleffo fui fenfo di que- 
lle parole. Sff a egli vero* che Troilo co’fuoi occhi vi- 
de ul’cir dell' acque da quelle aperture ? Io per me non 
lo credo . E nè anco l’ autore lo dice chiaramente , allc- 
rendo foltanto eflere un divertimento il vederle ufcire; 
può effere , che fi rapporti fu quel che ne aveva in telò 
dire. L’acqua fquifitaj ch’egli bevè, non efee dalla pie- 
tra, ma bensì feorre in vicinanza della pietra, fecondo 
la relazione del P. della Valle , Breuning, Egmondo 
Van-der Nyenburg e Heymann. Quello rulcello, che 
non ha alcuna comunicazione colla pietra, vied giù 
dal Monte Horeb per un terreno più alto del luogo , 
ove pòfa la pietra . Elfo non è mai fenz’ acqua; im- 
perocché i fudtietri Viaggiatori, che vi furono ne’ meli 
di Dicembre , Agollo, e Luglio vi videro feorrer 1 ’ 
acqua . Gli ultimi de’ detti Viaggiatori vi videro abbon- 
danza d* acqua : lo che fu attribuito alle piogge cadu- 

• te 



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/ ■ \ 

D’ ARABIA. 179 

te nell’ inverno pattato in maggior copia del (olito . 

Bclon fofpetta, che il luogo ove quello rufcello ficatu- 
rifce dal Monte dirupato Horeb , polTa eflfer quello , 
ove accadde il miracolo per mezzo di Mosè . L’ apertu- 
re j che fi veggono nella famofa pietra fon fofpette , 
maffime quelle, che fecondo 1 * oflervazione di Pocock 
raflomigliano alle bocche di Leone , lolite a vedcrfi 
nelle fontane . Gli Ingltfi, Thompfon, Shaw, Po- 
cock ; Montagu, Clayton, ed alcuni altri Autori che 
negano, che vi fia fiato adoprato lo fcarpello, foften- 
gono una cofa affatto improbabile. Ariche a Harant 
Poizshitz le aperture parevano fofpette, caratterizzan- 
dole per linee intagliate; e afferendo, che anche il ca- 
nalino in etri fi trovano le buche, fia fiato indio. Il P. 
della Valle è l'unico de’ Viaggiatori , che efpreflamen- 
re mette in dubbio, fe quella pietra fia quella , ove 
Mosè fece il miracolo. Sembra molto probabile , che 
le aperture, e le tracce dell’acqua, tanto, nella pietra* 
che preffo di effa , fiano un artifizio dell’ ideila natu- 
ra di quello , col quale s’è impreifa la pedata, che 
pretendefi eflere del Cammello di Maometto (non nC - 
. gando i Monaci Greci d‘ averla fatta ad arte , come 
riferifce il Supcriore del Convento de’ Francefcani di 
Al Cahira), fimiJe a quell’ altra import tira , colla qua- 
le fi 'dice , che Mosè abbia imprefla nell’ iftefla rocca 
la figura del fuo Corpo, e che Santa Caterina abbia 
lafciata la figura de! fuo corpo in quél luogo del ver- 
tice del Monte Sinai, ove fi crede, che già foffe po- 
llo. Che la pietra famofa già vi fia fiata avanti i tem- 
pi di Maometto * rendefi verifimile dal tetto del Co- 
rano , ove nella feconda Sura com. 60. fi legge : che 
dalla pietra pernotta da Mosè ufcirono 12 bolle d’acqua . 

Nel punto di voler dar fine a quella materia , trovo un' 
ottervazione da non poterli pattar lotto filenzio , po- 
tendo dare qualche fchiarimento relativo all’ aperture 
della pietra. Breuning nella feconda giornata, andan- 
do da Ain e! Mule verfo il Monte Sinai, fcoftandofi 
dal Golfo d’ Arabia per inoltrarli ne’ Monti , incontrò 
delle roccha ripiene di buche , fintili a quelle , che \ 

M 2 (0- 



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l8o , IL GOVERNO 
fogliono fai fi per lo fcolo dell’ acque . E chi fa , fc le. 
buche della pietra, polle a piè del Monte Horeb , non 
debbano ripeterfi dall’ iftefle ragioni fifiche ? Ma dall’ 
altro canto non voglio tacere , che Egmondo Van-der 
Nyenburg, c Heymann anch’elti in alcune Valli, una 
giornata lontana dal Sinai , videro molti graniti , che 
dal gran caldo del Sole s’ eran bucati; i quali però 
erano tanto morbidi, che a gettargli in terra, fi rup- 
pero in moltilììmi -pezzetti . Ma la famofa pietra, che 
fi dice percoiTa da Mosè, è tanto dura, che Harant 
fi affaticò invano a portarne via un pezzo a forza di 
percoffe. Niebuhr , che non vide la pietra, intefedire 
a mercanti Greci , i quali l’ aveano veduti più volte , 
che gli Arabi mettono dell’ erbaggio nelle buche, il 
quale, dopo effervi rimallo per alcuni giorni, fi dà a 
mangiare a’ Cammelli come un prefervativo contro 
tutte le malattie. Quello racconto fi trova anteriore 
mente fatto anche da Thompfòn. 

Palla parte Occidentale del Monte • 
Sinai , v* è 

sii Tur , o T or , detta da’ Greci Rat ho , Città pic- 
cola di pochiilìmo rilievo , polla dalla parte di Levan- 
te del braccio occidentale del (ìolfo d’ Arabia . Le ca- 
fe quafi tutte fon lenza regola fatte di limaccio, e di 
corallo bianco , che il Golfo d’ Arabia fornifee in ab- 
bondanza , come hanno oflervatoHelfrich , Fùrer , Breu- 
ning , e Shaw . Gli abitanti per la maggior parte fon 
Arabi, tra' quali, fecondo la relazione di Pocock, tro- 
vali una Setta particolare di Religione Maomettana , 
che ha il nome di Seleminiti, -e polfiede ìa Mofchea 
principale . Credo però, che quelli Arabi fiano della' 
razza de’ Beni Soliman, di cui li è fatta menzione di 
fopra. Vi dimorano anche Crilliani Greci, ed i, Mo- 
naci del Monte Sinai vi hanno un piccol Mon alierò , 
In poca lontananza dalla Città, dalla parte di Mez- 
zogiorno , vedefi un Coltello diilrutto di pietra quadra ,, 



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, t)’ A ft A B I A. iBl 

che a tempo di Thompfon e Pocock era lotto il do- 
minio degli Arabi, da’ quali era anebe abitato. Secon- 
do la relazione de’ Viaggiatori più antichi in tempi an- 
teriori fu prefidiato da Turchi. Se non sbaglio que- 
llo Cartello fi trova fegnato nella Carta di Niebuhr 
ne’ contorni di Tor, fotto il nome di Kaila & Tor . 
l! Golfo d’ Arabia fomminillra varia forte di pefei , 
ortriche, e conchiglie. Nella deferizione generale del 
Golfo d’Arabia, che fi darà in appretto', darò un rag- 
guaglio maggióre di quelpefcc graffo, cheli pelea prcl- 
io le Ifolette poco dittanti da Tor, la cui pelle gran- 
de quanto quella d’un Bue adoprafi a farne frarpe e 
{cuti impenetrabili, il qual pefee pare che (la WTacasb 
della Bibbia Ebraica. Gli abitanti di Tor prendono 1’ 
acqua dolce da una fonte , più di mezzo miglio tede- 
feo dittante dal Cartello . Il porto di quello. luogo, 
che da Stochove è caratterizzato per grande e lìcuro , 
e affai buono da Thompfon, è frequentato da navigli 
carichi di Spezierie, e altre mercanzie Iudiane. Ma le 
navi, che vengono cariche dall’India , non poffono ac- 
codarli al lido, nè in quello luogo, nè a Sucs, e fi 
fermano pretto Gedda , ove le mercanzie fi mettono in 
barche piccole, fatte di tavole, unite con funi impe- 
ciate , mancandovi il ferro ; e le buche , per le quali 
pattano le funi , fon turate con pioli di legno , cd al di 
dentro tutto è turato con canapa coperta di pece, per 
impedire che l’acqua vi entri. Le vele fono o di grafi- 
co o canna , oppure di foglie di palma intrecciate , e ' 
l’ancora c una pietra grolla e pefantc legata a una 
fune. 

Dal Greco nome di quello luogo Raitbi , deriva la 
denominazione d’un popolo detto Rat ben i , di cui fi tro- 
va fatta menzione da Tolommeo. x 

ù 'ebely Villaggio pollo a Mezzogiorno di Tor; dalla 
cui parte meridionale vi è il feno di Raje , ed alquan- 
to più verfo Mezzogiorno il promontorio di Maometto 
(Ras Mohammed),ch’è l’ultima punta del paefe, rin- 
chinfo dalle due braccia del Golfo d’Arabia. 

Dal Monte Sinai volgendofi alla volta di Settentrió- 

M 3 ne 




jSi IL o o y 1 K M o 

ne, e paflando per Sheik Selim, di continovo fi (ten- 
de , e quafi per tutia la ftrada fi vede l’alveo d’ una 
fiumara , che ripete le lue acque dalla pioggia . Que- 
llo alveo volgefi verfo Ponente poco prima di arrivare 
ad un’ apertura larga piedi 40 d' un dirupo , che per- 
pendicolarmente s’ inalza a’ piedi 80. Ivi a mano drit- 
ta in un Monte veggonfi le rovine di fabbriche anti- 
che, una deile quali a Montagu pareva un Cartello 
rovinato. Paflando per l’ apertura della Rocca, ed in- 
campainandofi alla volta di Settentrione , nella ftrada 
che conduce a Faran s’incontrano parecchie forgenti 
d’ acqua , ed in un alveo d’una fiumara d’una valle* 
in diilanza di 7 , o S ore dal Monte Sinai , vicino a 
un Monte fi vede una grofla pietra , chiamata dagli 
Arabi 

’ La pietra di Mose , creduta edere quella Rocca , che 
2 volte fu percofla da Mosè 4 Mof. 20. In quella 
pietra dalla iommità fino a bado fi veggono dell’ aper- 
ture , donde fi dice , che fia ulcita l’ acqua . Il Supe- 
riore del Convento di Al Cahira c Montagu videro 
quella pietra, alla quale può applicarli ciò, che fi c 
detto di fopra relativamente della pietra porta a piè 
del Monte Horeb . Il iuddetto alveo da quella pietra 
volgefi verfo Oft- Nord-Oli lino a Sheik Ali , e indi 
feorre verlb il Mar Mediterraneo’. 

Da quella pietra continovando il cammino fi arriva 
in una pianura. Indi volgendofi verfo Nord- Weft, fi 
pada per una gran valle fiancheggiata da Monti alti , 
appuntati, e afpri detti 

. ‘ Gebtl Faran. La valle è declive, e adorna d'alberi, 
fpecialmente di palme dattilifere, ove dopo un cammi- 
no di 5,06 ore s’incontrano le rovine del Monafte- 
ro di 

Faran o Pbaran , che dicefi già porto nel luogo, q 
almeno nella vicinanza della diftrutta Città d i Pbaran y 
che fu la SedeVd’ un Yefcovo; lo che è verifimiie . 
Tanto la Otta , che il Deferto di Faran ( Peran ) , di 
cui fi fa menzione 1. Mof. 21 , 21. 4- Mof. ic>, 12 
ripetono la denominazione daJ Monte Pbaran o Par.™, 

che 



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^ARABIA. l8j 

(he vi fi j trova 5 Mof. 33,2. Habacuc 3,3; don- 
de anco deriva il nomedi Wadi Farcn , come pure quel- 
lo de' faraniti . 

Dal Monaftero rovinato di Faran fi cammina anco- 
ra per alcune ore di lirada prima di ufcire dalla fimi- 
furata montagna, di Faran , e d'entrare ih una larga pia- 
nura, circondata da monti dirupati di nome 

Gebel tl Mocatab , cioè Montagna deferiti a ; la cui 
Situazione fi vede nella Carta del viaggio di Niebuhr 
da Sues a Sina. Prima d'arrivare in quella pianura o 
fia valle, fi parta accanto a un monte, ove Montagli 
pretende d’ aver trovate le tracce d’ un fuoco fottcr- 
raneo Spento . Nel tratto di paele rinchiufo tra le due 
braccia del Golfo d’Arabia in varj luoghi fi veggono 
dell* Ifcrizioni incife in rocche , oflcrvate già da Colma 
Indico Pleulles nelfecolo 16 nella fina Topografia Ciri- 
fliant * e dipoi da parecchi altri Viaggiatori , come da 
Neitzshitz. in quattro luoghi , e da Monconys in due . 
La maggior parte lene trova nella Suddetta valle, che 
da Mezzogiorno flendefi a Settentrione, ove per Io 
Spazio maggiore d' un’ ora, in tutte le rocche polle 
dalla parte di Ponente veggonfi dell' iscrizioni , che in 
alcuni luoghi fon polle all altezza di 12, o 14 piedi, 
ed in altri luoghi fon più baflc , come alficurano il 
Superiore del Monaltero de’ Francescani di Al Cahira, 
e Montagu. In qualunque maniera l’intaglio delle let- 
tere vi fia fatto, o a forza di Scarpello, o coll'acqua 
forte, come Monconys crede, o per un altro mezzo 
non conosciuto, in ogni modo non fi farà fatto fenza 
gran fatica. Neitzshitz vi vide delle lettere più lunghe 
d’ un dito • Kitchero ha fatto incidere in rame un’ deri- 
sone nel tuo prodromo Copto, che vedefi a piè del 
Monte Horeb. Egmondo Van-der Nyenburg nel ifH 
copiò alcune ifcrizioni comunicare da elio al Samolo 
La Crozc, il quale le diede al celebre profeffcr Bayer 
di Pietroburgo, come qyeflo autore aflèrifcu ne Com- 
ment. Acad. feient, Imp. Pctrop. T. 2. ptg. 477 - Al- 
tre Ifcrizioni , che fi veggono nel Mone binai , io- 
no Hate malamente , copiate^ da Pa-ock, e 




/ 



184 IL GOVERNO 

nella fui deferizione de' paefi Orientali . Niebuhr aflicu- 
r ?. , che quelle ifcrizioni fi frano intagliate rozzamente , 
et! in maniera , che potrebbe cavartene un alfabeto . 
Roberto Clayton , Vcfcovo di Cloyher d’ Irlanda , nel 
1705 s’ è offerto di contribuire con lire flerline 50O 
alle fpefe di un viaggio d’Arabia che fi facefle per co. 
piare le Ifcrizioni, che fi trovano ne’ monti Gebel el 
Afocatab. Ciayton è di fentimento , che quelle Ifcrizio- 
ni lìano fiate fatte dagl’ Ifraeliti ne! tempo della loro 
dimora in quelle contrade, e che fian compofte delle 
lettere più amiche della lingua Ebraica . Quella è V 
opinione comune degli Arabi, c de’ Viaggiatori , come 
colla dalla deferirione de' viaggi di Neitzshitz. Ma non 
è verifimile; perchè Egmondo Van-der Nycnburg , Mon- 
tagli, e Niebuhr hanno olfervato, che tra quelli carat- 
teri li trovano figure di uomini , e bellic . Indi colla , 
che non derivino da Maomettani. Il Cancelliere di 
Mosheim fu avvifato da un letterato di Parigi , che 
quelle Ifcrizioni per la maggior parte fian fatte in ca- 
ratteri Arabi, altre in lettere Arabe, e Copte, come 
il fuddeuo autore nota nella fua prefazione alla fecon- 
da parte della deferizione de’ paefi orientali di Pocock . 

Il Configgere aulico Michaelis, negli Avvifi di Gottin- 
ga, è di fentimento, eflere i caratteri dell’antica lin- 
gua Cufa, oppure dover ripeterfi dagli Ebrei, che avan- 
ti i tempi di Maometto furono potenti nell’Arabia . 

Ma alla prima congettura è contraria la tefiimooianza 
di Montagli, che afiìcura , non aver quelli caratteri 
■ alcuna fcmiglianza co’ Culi: ed alla feconda s’oppone 
J’olTervazfono fatta, che vi fi trovano mefcolate delle 
figure di uomini c beftie. Il fentimento di Bayer, fpie- 
gato ne’ Commentari di Pietroburgo , che folliene ef- 
iere i fuddetti caratteri di lingua Fenicia, è il piùve- 
rifimile . Imperocché egli ha trovata una gran fomi- 
glianza tra’ caratteri Fenici, che fi trovano nelle me- 
daglie, e quelli che da Egmondo Van-der Nyenburg, 
e da Kircher fono fiati difegnati. Quella congettura 
fembra viepiù accofiarfi al vero, qualora fi voglia ri- 
mettere, che » Fenici furono i primi ad abitare quefi a 
\ / " ^ co* 

\ ' 

[ 

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D* ARABIA. 185 

contrada fui Golfo d’Arabia. Il fignificato delle Iicri- 
zioni non è per anco conofciuto. Si fa però che oltre 
le Ifcrizioni di caratteri non conofeiuti nelle fuddette 
Rocche, fe ne trovino dell’ Ifcrizioni Greche , Ebraiche , 
Arabiche, c Saracene, le quali non lignificano altro, 
che in tale o in tal altro tempo fu qui N. N. Que- 
lla feoperta è dovuta a Montagu; e Niebuhr crede , 
che tutte l’ Ifcrizioni nonfiano altro , che nomi di per- 
fone . L’ ifteflo Viaggiatore in un monte alto e feofee- 
fo di quello deferto trovò un Ciraiterio con molte la- 
pidi fepolcrali, legnate di figure Ieroglifiche Egiziane; 
donde li può concludere , che in quelli contorni fia 
Hata una Città, già abitata da Egiziani. Quello mon- 
te nella carta di Niebuhr dillinguefi colle parole mo- 
numenta Sepulcbralii . Gli Ieroglifi di due delle lapidi 
fepolcrali , fono flati dileguati in due tavole dal Si- 
gnor Niebuhr . 

Dalla parte di Oft-Nord-Oft del Monte- 
S inai , fui braccio orientale del Golfo 
d' Arabia , vi è 

Sciarmi , nella Carta di Niebuhr Dficrm , Porto vallo 
circondato da dirupi alti e ripidi , il cui ingrelfo c 
molto llretto. Nel porto non fi fente vento alcuno, 
non vi fi getta l’ancora, e le navi fi legano con una 
fune alle pietre digli fcogli . Là ove fono i dirupi 1' 
acqua è profonda . Non vi manca l’acqua buona da 
bere . Sul fianco del Monte che circonda il Porto tro- 
vatili alcune abitazioni, e nella cima v’ è un groflò 
Villaggio, come riferifee Montagu, che fembra eflervi 
fiato in perfona . Anche Pocock ne fa menzione. Gli 
fu detto, che quello luogo è fuuato da Levante del 
Monte Sinai; egli però era di fentimento , eh’ è pollo 
da Sud-Oll relativamente al Sinai, nell’ ellremità dell’ 
Arabia Petrea , ed in dittanza di giornate una e mez- 
zo dal Sinai . L’ illeffo Viaggiatore vi aggiunge , che il 
Convento di S, Caterina riceve per Io più i pefei da 

que- 



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j8 6 |L GOVERNO 

quello Porto. Il Vefcovo Clayton folpetta , che letro 
Suòcero di Mosè foggiornalTe in quello luogo , com- 
pre lo nel paefe di Madian. Imperocché quando Mosè, 
partendofene dalla cala del fuo Suocero per ritornar 
in Egitto, fu arrivato alla prima fermata, accaddero 
le cofe defcritte 2 Mof. 4 , 24,26; ed ivi rimandò al 
fuo Suocero la fua moglie, e figliuoli 2 Mof. 182; e 
profeguendo Mosè il luo viaggio , ( nella feconda gior- 
nata) fu inconoato dal fuo fratello Aronne prelto il 
Monte Horeb 2 Mof. 4, 27; dal che pare edere verifi- 
mile che letro foggiornaflc in quelli contorni . Impe- 
rocché le Mosè nel ritorno, che dalla cafa di letro fe- 
ce in Egitto, incontrò il tuo fratello Aronne predo il 
Monte Horeb, bifogna che letro foggiornalTe , o dalla 
parte di Levante, o da Sud-Oli del Monte Horeb; lo 
che perfettamente s* accorda con ciò , che li legge 2 
Mof. 3 , 1. A’ tempi di Mosè quella contrada non era 
peranco degli Edomiti , ma bensì de’ Madianiti. Del ri- 
manente credo , che Sciarme non debba dilìinguerfi da 
Etzion Geber , ove arrivarono gl’Ifraeliti 4 Mof. 33, 
35,36, 5. Mof. 2 , 8, e donde la Flotta di Salomone 
fece vela per Ophir 1 Reg. 9 , 26 ,2. Chron. 8,12,18. 
Imperocché nel primo de’ tedi diati fi dice, che Etzion 
Geber, infieme con Eloth, pola fui Gollo d’Arabia 
nel paefe degli Edomiti (ove quella contrada in que’ 
tempi era comprefa), e lecondo la fpiegazione di Bo- 
chart , ove tratta di Chanaan pag. 764 , Etzion Geber 
lignifica una Rocca, che. in forma di un dolio s’ inol- 
tra ne! Mare. E realmente tiovafi qui una Rocca filmi- 
le, contro la quale ( probabilmente fuori del Porto ) 
naufragarono i navigli , che Giolafat ebbe allellito per 
il viaggio d’Ofir i.Reg. 27,49,2. Cron. 20, 36,37, 
Profeguendo il cammino alla volta di Settentrione 
del braccio orientale del Golfo d’Arabia, detto Babhs 
el Acakfl , e come fu detto a Poccck e Shaw 3 gior- 
nate lontano dal Monte Sinai incontrali 

Minah el Dfahab (cioè il Porto d’oro), che nel 5 
lib. Mof. I, 1 è detto Difahab (cioè luogo ove tro- 
ufi dell’ orQ ) , Pojto ficuro e buono , e maggiore del 

pre- 



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P’ A n A B 1 A. 18.7 

precedente , quantunque non fia colme erto circondato 
da dirupi. Vi è una fonte antichiffima d' acqua buo- 
na , ed un accampamento d’ Arabi . Secondo quel che 
Montagu intefe dire, oin quello luogo, oppine a mez- 
za ftrada tra elio ed il Monte Sinai , trovanlì le rovi- 
ne d’ una Città . Da quello Porto incomincia una llra- 
da , che conduce per Sheik Ali a Gerulalemme , molr 
to frequentata anticamente. Montagu , Clayton , Sha'»/, 
e altri fon di fentimento, che in quello luogo debba 
cercarli Etzion Geber . Ma dalla S. Scrittura non può 
dimollrarli , che Difab, e Etzion Geber liano nomi d’ 
un ifteflo luogo. E neppure ritrovarli in quello luogo 
i dirupi , Cgnificati per il nome Etzion Geber . Quindi 
è , che ho creduto elfere più probabile , che quello luo- 
go debba cercarfi in Sciarme . Come riferifee Shav : i 
Monaci del Monaftera di S. Caterina ricevono talora 
le Conchiglie , ed i Gamberi di mare da Minah el 
Dfahab . 

Jcaba, anticamente siila (il qual nome era ancop in 
ulo a’ tempi di Abulfeda ) Elana , o JEhna , e nella 
Bibbia Elotb , luogo pollo all’ellremirà del braccio orien- - 
tale del Golfo d’Arabia, che ne porta la denominazio- 
ne, 70 ore di ftrada lontano da! Cartello d’Agerute , 
eh’ è fituato ne’ confini dell’Egitto. Il luogo fu antica- 
mente Città , difefa da una fortezza polla nel Golfo , 
probabilmente in un’ Ifoletta . A’ tempi di Abulfeda non 
fi fu altro, che una torre fulla (piaggia, con unprefi- 
dio militare . In oggi v’ è un prefidio Turco, s’è ve- 
ro quel che fu detto a Shaw, Quello preftdio proba- 
bilmente ferve di difefa alla Caravana , che vi arriva 
da Al Cahira d’Egitto per andar alla Mecca. Evvi 1 ’ 
8,09 Fermata della detta Caravana , efìendo dilcor- 
danti tra loro i Cataloghi delle Fermate o Stazioni » 
che furono dati a Pocock, e Sha>jz. La Caravana vi 
fi ferma due giorni , eflendovi abbondanza d’ acqua buo- 
na. Ma ficcome le ftrade di quella contrada fon cat- 
tive, ed i paffaggi fon. erti e afpri, la Caravana vi per- 
de molti Cammelli. - 

sit.iba comunica il fuo nome alla ferie de’ Monti po- 
rtivi , 



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l88 IL GOVERNO 

Rivi a Settentrione, che fecondo la congettura diShaW 
non dcbbon didinguerfi da’ Monti di Hor mentovati 
nella Bibbia. Ma Pocock crede, che i Monti di Hor. 
fumo piuttofto quelli , che tra le due eftremità delle 
due braccia del Golfo d’ Arabia Aendonfi da Ponente 
a Levante, a’ quali gli Arabi danno il nome di Tè . 
Egli vi aggiunge la congettura, che quella ferie di 
Monti abbia ancora avuto il nome di Seir. Io per me 
credo, che non folamente la Montagna TV, ma anche 
quella di Acaba fiano Rate porzioni della Montagna di 
Seir , e che quella lì elìendelTc lino in Palelliua. Può 
edere, che la Montagna Tè formafl'e l’ellremità della 
Montagna Se ir, e che quella di Hor , benché fcparata 
da elfa , pure fode contata nella carena di eda , o al- 
meno vi confinale dalla parte di Levante . 

Sbcik Ali, è il nome d’una Fognata della Carava- 
na, che da Al Chaira d’Egitto palla alla Mecca . A 
tenore del Catalogo delle Fermate de’ Pellegrini pub- 
blicato da Shaw, quello luogo dalla parte di Ponen- 
te da Acaba c lontano ore 14, minuti 40. Quivi s’ 
incontrano le Cara vane , che da Gerufalemme, e da 
Al Cahira d’Egitto padano alla Mecca - Da SheikAli 
a Gerufalemme fono Fermate 5 e mezzo , cioè 1 e 
mezzo per arrivare alle Rovine di lopra accennate , e 
di lì altre 4 fino a Gerufalemme , paflando per la ftra- 

da di Hebron, come aderifee Montagli. 

•'*/.. . 

La Provincia dì He gì a s . 

Nome che ordinariamente fi fcrive Hegjaz , non c 
còmprefa nell’Arabia felice , ma bensì nella Petrea; 
anzi fecondo l’idea degli Arabi , in elfa loia con fide 
l ’ Arabia Petrea. Confina da Settentrione col Dillretto 
As Sciorat, da Ponente col Golfo d’Arabia, da Mez- 
zogiorno colla Provincia d’ Iaman o Icmen , da Le- 
vante con Neged c lamamah. Il terreno per lo più è 
compollo di rocche, o d’arena lecca, la quale in al- 
cune contrade forma de’ laghi interi d’arena volante, 

ove 



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D 4 ARABIA. l8^ 

«ve bifogna fervirfi della bullola per non perderli . La 
maggior parte degli Arabi di quella Provincia , tanto 
quelli che abitano le Citta ed i. Villaggi, che quelli 
i quali vivono lotto tende, fon fottopolli a' Principi 
( Scechr ) indipendenti ; e dallo Sceriffo di Mecca di» 
pendono circa 20 Gttà e Villaggi . 

Il primo luogo , di cui ne voglio dare ragguaglio , 
e che fenz’ altro è comprelò in quella Provincia , 
chiamali 

luforeb Città piccola, di cui le Blanc fa menzione, 
in un monte, che ha circa 3 miglia di Germania di 
circuito , abitata da óoco Ebrei in circa, fecondo la 
relazione di Barthema . A piè del monte v’è una Ci» 
Berna d’acqua piovana buona a bere. I Viaggiatori in- 
gegnano, che quello monte è pollo folla Brada, che da 
Damalco conduce a Medina in lontananza di 15 o 
16 giornate da Damalco. Gli Ebrei vi fon piccoli di 
datura , di color nero , di voce femminile , e ignudi 
fino alle vergogne . Oltre gli Ebrei vi dimora an- 
che altra gente in molto minor numero . In queBa 
contrada pare di dover cercarli il Deferto di Cbabor 
o Chebar , di cui fanno menzione i due Ebrei Perithol 
cap. io, 14, e Benjamin di Tudela cap. 14. Quantun- 
que il Sig. Hyde creda elfer favola il Deferto colla 
Città abitata da Ebrei; pure non pollò acconlentirgli , 
perchè nella contrada , ove bilogna che fta il mento- 
vato Deferto , veramente trovo la Città abitata da- 
gli Ebrei . 

Tabnc, Ttbuc , Città e CaBello tra As Sciorat eHe- 
ger, ove trovanli dell’ acque e palme . Afleman afleri- 
ìce , che queBo luogo li chiama tìeiboc . E’ Batata nel- 
la Brada che da Dama feo conduce a Medina, come 
nota il Geografo Nubefe , da Levante delia Città di 
Madian , di cui fi parlerà in appreflò . 

Al Hager o Higer , nella Carta d’ Anville Hajar , 
forfè Egra di Plinio ; Città e Piazza forte tra Monti 
dirupati , in cui fon intagliate le abitazioni; ond’ è, 
che i detti Monti hanno il nome Ahtbaleb o Ehitba - 
jib . Quelli Monti da lontano fembrano uniti. La Cit- 
tà 



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190 1 L GOVERNO 

là non deve confonderli nè con Arrakim o fia Petra ,1 
nè con Carah ; quantunque io fteflo fedotto da Aflfe- 
man e Bochart abbia sbagliato per rapporto a Arra- 
kim. Quello luogo gran tempo avanti Maometto fu la 
Sede delia Razza Araba di Tftamud (Tfciamud) ofia ' 
de' T/jamudeni 6 Tbemudcti, de’ quali fpeflc volte fi fa 
menzione nel Corano, ove fi racconta , che fiano pe- 
riti per un terremoto. Quella Temenza vien difefa af- 
fai bene dal Configliere aulico Michaelis nel Tuo Comment. 
de Trogloditi ! , Seiritis , cTbcmudenis-, ove però non no- 
ta , thè Hager fu la Sede . principale de’ Thamudeni ; 
anzi da Diodoro Siculo egli cerca di dimoftrare , che 
ì Thamudeni abballerò in caverne intagliate ne’ dirupi 
lungo il Golfo d’Arabia. Può efiere, che il Diftretto 
da elfi già abitato fi flendelfe fino al Golfo d’Arabia; 
ciò non oliarne fecondo le relazioni del Geografo Nu- 
befe , d’ Abulfeda , e del Lelììcografo , citati da Shui- 
tens all’articolo Errakim , la Città di Hager (Hadfcer) 
fu la Sede capitale dei Thamudeni, alTai lontana dal- 
la Spiaggia del Golfo d’ Arabia . Shultens fa difende- 
re da Thembditi gli Amaleiti . Abulfeda ed il Geogra- 
fo Nubefe vi aggiungono, che la Caravana , la quale 
da Damafco palla a Medina , vi fi ferma . 

Wadilkora ; fecondo la relazione di Ibn Haukal, e 
del Geografo Nubefe, una giornata diftante, e lècòn-- 
do Abulfeda più di 5 giornate (dalla parte di Ponen- 
te) lontana da Hager. Quella valle è ripiena di Vil- 
laggi ; Si trova nominata anche una Citta di fimil no- 
me , la quale già era fortificata , come colla dall’ alfe- 
dio, e dalla conquida di quello luogo, fatta da Mao- 
metto nell’anno 7 dell’Egira, o fia nel 628. 

Tra Aila e Haura , fecondo la relazione del Geogra- 
fo Nubefe * trovanfi 3 Porti del Golfo d’ Arabia , detti 
Aumed , Temas e Atitf < 

Haura , in Tolommeo Avara , e Aiuxiì Kufoi > 
cioè Albm Pagai , luogo cui il Geografo Nubefe dà il 
nome di Città piccola popolata ; è fituata fui braccio 
orientale del Golfo d’ Arabia . 

v Madian , jq Tolommeo Modi aria , Cinz , che già er» 

Hata 



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b’ ARABIA. I9Ì 

fiata dillrutta a’ tempi di Abulfeda, fui Golfo d’Ara- 
bia, circa 6 giornate dittante da Tabuc verfo Ponen- 
te, e 5 giornate da Aila, la quale fu più grande di 
Tabuc. Gli Arabi fenza verifimiglianza la credono effe- 
re il luogo della Fonte, ove Mosè abbeverò le pecora 
di Ietro . Vi fi ferma la Caravana , che dall’Egitto 
patta alla Mecca , e v’è un’acqua corrente . Abul- 
feda nota^ c ^ e Iòn Said ftimò la larghezza del Golgo 
d’ Arabia in quella contrada tooooo patti in circa. 

lanbo o lanbu , oppure lamia , detta da Wilde lam- 
io j da Tolommeo lambia , Città piccola , e Gattello 
nella ftrada ove patta la Caravana d’Egitto per anda- 
re alla Mecca, 8 giornate dittante da Medina, ed una 
giornata dal Golfo d’Arabia, ove è un Porto appar- 
tenente alla Città j frequentato da Pellegrini Affricani, 
che vi approdano per unirli in Iambo alla Caravan». 
Il luogo ripete là fua denominazione da una fonte. 
Vi fi veggono delle praterie , de’ campi lavorati , e pal- 
me dattilifere. Vi abitò il famofo Ali, prima che fof- 
fe fatto Califa, come racconta Abulfeda . Quello luo- 
go viene accennato, come pure dal Geografo Nubele 
pag. no, quando della traduzione latina fcrive , che 
nell’intervallo, eh’ è tra Medina, Diar-Giohaina , e la 
Spiaggia marittima, indittanza di 6000 patti daAbua, 
fi trovano delle abitazioni di gente che dilcende da 
Ali . Barbofa in Raraufio par. 1 pag. 29 1 sbaglia , dan- 
do a quello luogo il nom t Eliobon (E 1 Iobon). Ilpre- 
fidio militare di quello luogo in parte è compollo di 
Turchi, come Niebuhr riferifee, il rimanente del pr«- 
fidio vi vien ordinato dallo Sheritfo di Mecca. Il por- 
to di quello luogo è flato rapprefentato in una tavola 
di rame da Niebuhr. 

In poca lontananza dal luogo fumetto verfo Le- 
vante v’ è il monte Rcdwai , ove fi fcavano delle ma- 
cine , 7 dazioni lontane da Medina , come afferiice 
Abulfeda . Ma il Geografo Nubefe dice , che quello 
monte, cui egli dà il nome Radlaa , è vicino a Hau- 
ra dalla parte di Mezzogiorno, ed è molto diramato, 
cd accompagnato da valli profonde. 



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,02 'IL GOVERNO 

; Al Giar , Città piccola fui Golfo d’Arabia, riguar- 
data come Porto di Medina, da dove e lontana 3 fa- 
zioni come infegnano il Geografo Nubefe e Abulte- 
da . Bochart crede che lia l'Egra Stephani, e Arga 

Ptolomaei . . , , r r 

Badr > o Beder , oppure Chalts Badr , luogo famolo 

per la battaglia , accaduta nel fecondo anno dell’ Egi- 
ra tra il partito di Maometto , ed i Coiaifciti, colla 
peggio degli ultimi, (vedi pag. 470). In quello Ino- 
po s’ incontrano le Caravane di Cahira , e Damafco , 
e vi fi fermano , per farvi varie ceremonic di Re- 

licione • * - , 

Sacbia , in Tolomraeo Sacacta , fopra un nume, luo- 
go abitato da Arabi della Razza di Tay . 

AlAbua , dazione de’ Pellegrini, che vanno alla Mec- 
ca. Alcuni credono , che vi fia morto Abdalla padre 



di Maometto . , . „ , . 

Tra Abua e Giofa è la Valle di nome Rabig. 
Codaid, 5000 palli lontano dal Mare, uno de’ luoghi 
più rinomati dell’ Arabia , che avanti di eflcr diftrutto 
da un’ inondazione ebbe il nome Mahtaa . Per aue vol- 



te è flato rovinato. . 

Tra Codaid e Medina trovanfi Cbuar , T hem.it b al 
Mara , Batn-Madbag o Medhcg , Batn-C befeed , Adfcerad , 
Aina , e Tbeniatb al Ajar , luogo abitato dagli Aman- 
ti o fia dalla difeendenza di Amri . 

Asfan , o Osfan , 10000 palli dittante dal Mare, e 
una ftazione de’ Pellegrini , come fono anche i due ul- 
timi luoghi precedenti . 11 luogo è abitato da Arabi 
della Tribù Giobaina o Gebina. 

Batn-Marr , Batn-Marri , Batn-Mor , oppure Modar- 
redsb Otsbman , è una «azione de’ Pellegrini , 1 gior- 
nata dittante da Mecca. Abulfeda dice , che quella con- 
trada è piena di Villaggi , bagnata da un’acqua cor- 
rente , e fornita di palme , e che da quelli contorni 
vengono trafportati de’ viveri , e talora anche dell’ ac- 
qua a Mecca. 

Giodda, Giudda , Gedda , Gidda , Città, e porto buo- 
no fui Golfo d’Arabia, 2 giornate dittante dalla Gt- 
y ' tà 



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D’ , A R A B I A. lgj 

tà di Mecca, che Ja riguarda come Porto Tuo. La Cit- 
tà tu fabbricata dal Califa Obshman . Secondo la re- 
lazione di Barthema Je cafe vi fon coftruite di pietra 
all’ Italiana, e ve ne fono 500 in circa , e l’aria vi è 
mal fana. Vi approdano ogni anno molte navi che ven- 
gono dall* Indie e da altre parti; e fe ne partono del- 
le navi per Tor e Sues cariche di caffè , incenfo, ed 
alcuni generi di mercanzia Indiana e Perfiana, che in- 
di riportano grano e rifo. Ma lé mercanzie più ricche 
indi vengon mandate via collaCaravana per terra, co- 
me Pocock aflicura. Vi ar predano que’ Pellegrini , che 
in Aidfab d'Egitto fi fon imbarcati per andare alla 
Mecca . Del Pasha ( a 3 code ) che vi rifiede, fi fa 
menzione e da Pocock, e da’ Viaggiatori più antichi. 
Nel Voyxge de V Arabie beureufe di la Roque fi nota, 
che il potere di quello Pasha X urco è molto riftrctto , 
Otter dice , che oltre il Pasha Turco , v’è un altro 
Governatore dalla parte dello Sceriffo di Mecca, i qua- 
li tra loro dividono le gabelle . Secondo la relazione 
di Niebuhr quefto Pasha non comanda a verun Villag- 
gio della Provincia di Hegias. L’ifteffo Viaggiatore ha 
pubblicato il piano della Città , detta da lui Dftd~da , col 
quale moftra, che la Città è murata. Nella defcrizione 
del viaggio di Soliman Pasha, e di Barbofa in Ramu- 
fio , ed in quella v di Barthema e le Blauc , a quella 
luogo fi dà il nome di Zidert , o Sidtn , i quali nomi 
lalfi ritrovanfi nelle Carte antiche , ed in alcune mo- 
derne di quefto luogo fe ne fon fatti due, nominati 
Jodda , e Giada. Wilde nejla defcrizione de’ fuoi viag- 
gi la chiama Zitta. Thevenot racconta, che il Porto 
ci Giodda è difefo da 2 Cartelli . Quella Città ebbe 
mancanza d’acqua buona fino al id?2, o 83, nel qual 
anno Muftafa Pasha ve ne fece venire attraverfo de’ 
Monti fatti fcavare a quefto oggetto . E’ notabile la 
favola creduta da Mufelmanni , che quando Adamo e 
Èva furono fcacciati dal Paradifo, Èva andò a Giod- 
da , e rimafe feparata da Adamo fino a tanto che 
dopo 120, c come altri vogliono 200 anni s’incon- 
trarono nel Monte Arafat preflò Mecca . Niebuhr vide 
Jffia . N ' prefib 



1^4. GOVÈRNO 

' pretto quella Città de' grotti mucchi di' coralli, e di 
conchiglie impietrite , che fi trovano vive nel Golfo 
d’Arabia. >■ 

Mecca , o Macca , Città fa mo fi (Tinta , porta da alcuni 
Scrittori Arabi nella Provincia di Tahamah, c dalla 
maggior parte di altri nella Provincia di Hegias . Tc r 
. lontmeo la chiama Macoraba , il qual nome al parere 
di Bochart è l’ ideilo che Mecca rabba , cioè la Mec- 
ca grande, e fecondo l’opinione di Atteman deriva da 
Macbrab , tempio. I Mufelmanni la chiamano Moadbe- 
mab , cioè la grande c l’ eccellente , oppure Qmm di 
Cora, cioè la madre della Città , riguardandola come 
centro e fede principale della lor Religione . Il nome 
di Mecca probabilmente deriva da Becca. Gli Arabi e 
Turchi denominano il Golfo d’ Arabia dalla Città di 
Mecca, quantunque il Mare ne fia 3 giornate lonta- 
no. I monti ftcrili , che in figura di circolo circondà- 
ino la Città, le fervono di muraglia. Secondo la rela- 
zione di Barthema la Città contiene circa 6000 fuo- 
chi, ed è molto popolata; e fecondo quel che ne riferì* 
fee Wi/de, le cafe fono alte , e per lo più di matto- 
ne . Non è fidamente la patria di Maometto , ma con- 

• tiene 'anco la famofa Ciba , o Caaba. Per darne una 
•giuda idea bifogna fapere, che dagli Arabi già gen- 
tili vi fu fabbricata una torre quadra, a cui diedero il 
nome Sorah , cioè tempió , in onore di Bacchus (Bar 
Chus, o Ben Chus, cioè figlio di Chus , che fu Sa * 
ha). Dal culto di Bacco la Città ottenne il nome dt 
Baccba , o Becca , cangiato dipoi in Mecca. Nell’ ifte(Ta - 
torre fu anco adorata Venere, detta dagli Arabi Ozza x 
Allat , e Zohara , fotto la figura d’una pietra quadra, 
nera , e groffa , a cui gli Arabi dettero il nome Caaba , 
o Cariata , oppure tiaper al Afaad ( cioè pietra nera ) , 

- e Borea o Barcata . Quello tempio fu frequentato da’ 

* Pellegrini . Maometto ed i fuoi aderenti finfero , che 
quello edifizio fia (lato coftruito da Abramo, e che 
Àbramo fi fia pollo a (lare fopra la pietra nera men- 
tre fi faceva la fabbrica, « varie altre favole. In ap- 
preso gli Arabi confondendo la Caaba colla Pietra ne- 
ra* 



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D’ A R A 6 1 A. 1Q$ 

ra , all’ Edifizio quadrangolare di; pietra o fia al tem- 
pio diedero il nome Caaba . Lo chiamano anche Beit 
Allah , cioè cafa di Dio . 

Fini dal fecondo anno dell’Egira, quefta Caaba è la 
Chebla de’ Mufelmanni, cioè nel far le loro preghie- 
re voltano la faccia verfo quello Tempio . L’Edilìzio 
è piccolo ; e fecondo la relazione di Wild», è fatto 
di pietra grolla e quadra , ed ogni anno l’Imperator 
de’ Turchi la riveliti di drappo preziofo di feta al di 
fuóia. L’iftelfo Viaggiatore dice eflervi una porta d’ 
argento, inalzata all’altezza maggiore d’un uomo fo- 
pra al terreno , di modo che non elfendovi gradini 
per entrarvi , bifogna falire arrampicandovi!! * Egli vi 
aggiunge trovarvifi dentro 3 colonne di marmo * ed 
un caldo affannofo , perchè tre fole volte l’ anno fi 
apre . Le Blanc e Barthema riferirono , che la Caaba , 
c la piazza ove pofa, è circondata da un edifizio ro- 
tondo, fatto a volta di mattoni, e folfcnuto da pila- 
fin, ove s’ent^a per 100, e fecondo la relazione di 
Wilde per 40 porte, che ha il nome Mafcald al Ha- 
ram , cioè Tempio Santo . Al di fuora di quefta fab- 
brica vi fono Botteghe di Mercanti. La pietra nera di 
fopra accennata , che fi bacia da’ Pellegrini , è vicina 
alla porta della Caaba* Wilde , che vi è fiato, dice* 
che la pietra è murata nella parete, e che non è più 
grotta d’un pugno ; lo che è contrario alla relazione 
dell’iftelfo autore riportata poc’anzi; può effere, cho 
fia uno sbaglio di memoria . Nella piazza interiore in 
diftanzà di io, o li palli dalla Caaba vi è un’altra 
fabbrica , che fecondo la relazione di Barthcmma e 
Wilde è fomigliante alle noftre Cappelle, in cui tro- 
vafi il pozzo di nome Ztmzem , profondo 70 braccia , 
che vedefi effe re la fonte inoltrata da Dio a Agar , 
.quando il di lei figlio IfmaelJc era vicino a morir di 
fete. I Pellegrini ne bevono di queit' acqua, eh’ è me- 
diocremente buona, e fe ne lavano il vifo. Se ne man- 
da anche via in fiafehi in lontani paefi; e molti fono, 
che ne lavano il corpo da capo a piedi. 4 * piazza, d’ 

H * 



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\g6 IL GOVERNO 

Àbramo è un luogo particolare di divozione, nello fpa- 
zio rinchiufo dall’edifizio detto Haram. In tempo del- 
la fella di Bairara, quando vi fi trovano leCaravane, 
fi fa ancora un gran traffico , che non è meno l’og- 
getto de’ Pellegrinaggi che la Religione . Quindi è, 
che vi arrivano de’ Mufelmanni d’Europa , Afia, e 
Affrica. V’è ffarffzza d'acqua buona; onde è, che gli 
abitanti raccolgono l’acqua piovana in cifterna; quan- 
tunque anche dell’ acqua di forgente vi venga dal mon- 
te Arafa in condotti . Siccome i contorni di Mecca 
fono Aerili. , il grano , la farina , l’orzo , le fave, 
lenticchie , ccci , rifo , e altri viveri vi vengono 
trafportati da Cahira, come afficurano Wilde e Bar- 
thema .. 

Il Territorio appartenente a Mecca , chiamali an- 
che Haram o fia il Santo , ed infieme colla Città è 
fot_topollo a un Emiro ovvero Principe , intitolato Scerif 
di Mecca, da cui dipendono tra 16 e 20 Città e Vil- 
laggi, come afferifee Niebuhr. La parola Scerif figni- 
fica generalmente un nobile di nalcita e condizione. 
E' però fpecialmente il titolo e nome de’ diffondenti 
di Fatiraah figliuola , e di Ali genero di Maometto , 
i quali per difiinguerfi dagli altri Mulclmanni porta- 
no un turbante verde . Gli Scerifi regnanti di Mecca 
diffendono da Cotadah , figlio di Edris della (iirpe di 
Ali del ramo di Hoffain . L’Imperator de’ Turchi por- 
ta il titolo di Hami al Ilaramain, cioè difenfore delle 
due Città fante di Mecca e Mcdinah. L’Imperatore 
per mezzo del fuo Pasha , che accompagna le Carava- 
ne, toglie ogni anno il governo allo Sceriffo regnan- 
te, e lo conferiffe a un’ altra perlòna dell’ ifteffa fa- 
miglia . il prcfidio militare in parte è compofto di 
Turchi . 

Nella vicinanza di Mecca trovanfi i feguenti luoghi, 
frequentati per divozione da’ Pellegrini. 

Marvah , e Safa a Scfa , fin dove dicefi che arri- 
vale Agar , cercando dell’acqua per il fuo figlio If- 
raaelle. 

•. li 



\ 



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D’ ARABIA. 197 

Il Tempio di Abramo , vicino alle mura di IbnAmar, 
ove l’Imam di Mecca aduna i Pellegrini nel giorno, 
che vanno a falire il Monte Arafat. 

Arafab , o Arafat ,' un monte tra la valle di Gafnah, 
e la muraglia d’ Ibn Amar, ove Adamo ed Èva dopo 
«na feparazione , fecondo la favola de’ Maomettani , fi 
fon incontrati, e da dove fi conduce l’acqua alla Cit- 
tà di Mecca . 

Iji Valle di Mina (detta da altri Mena , Mona , Mu- 
y na, Mony c Minette ) ove fi ammazza gran numero di 
pecore in facrifizio , e fi fanno altre cerimonie Re* 
figiofe . 

Cbyf, tempio . 

Batn Mobajfer , villa. 

Thabir , monte alto. 

Gemerei tl Aacbé , luoghi ove dicono , che il Dia- 
volo fia comparfo ad Abramo, Agar, e Ifmaelle, per 
fraftornargli dal facrifizio , che Abramo col fuo figlio 
vi voleva fare ; quindi è, che i Pellegrini gettandovi 
delle pietre maledicono al Diavolo. 

Ne’ contorni di Mecca debbono offervarfi ancora i 
monti e le valli, che feguono: ' ^ — 

4 btt Cobaii , dalla parte orientale della Cittì. - 

Caaicaan, dalla parte di ponente. 

Hurrah . ...... 

Tfciur , ove Maometto fuggendo a Medina fi 
nafcofe in una caverna , dalla parte meridionale di 
Mecca . < 

Al Mohaffeb , tra Mecca e Mina , detta la valle di 
Mecca . 

Al Hodaibigia , monte ne’ confini di Haram . Per la 
ftrada, che da Mecca conduce in Iamamah, fi trova* 
no Amrab , Datirac , o Dfat Erk , luogo della Pro- 
vincia di Tahamah , Autas , ove gli Haw.tzaniti eb- 
bero il loro accampamento vinti da Maometto nell’ 
anno 8 dell’Egira , mentre quelli avea il fuo accam- 
pamento nella valle di Honain 3 miglia d’ Arabia di- 
ttante da Mecca , Vegera , c Maran . Indi s’ incontra 

N ì v Co- 






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J9$ IL GOVERNO 

Coba, eh’ è il primo luogo, che fi trovi nella provin- 
cia d’Iamamah. 

Dalla parte orientale di Mecca dimorano Arabi del- 
la razza di Helal : c da Ponente altri della ftirpe di 
Medleg , c di quella di Madar. 

Per la ftrada , che da Mecca conduce aTajef, tro- 
vanfi Badili al Mortaft , Citta piccola , che a’ tempi 
del Geografo Nubefe era popolata . 

Carn al Manafel , fu Cartello a’ tempi del fuddetto 
Geografo . 

Al Radsb , luogo ove Maometto nell’anno 4 dell’ 
Egira per inganno delle famiglie di Adel o fìaOdhal , 
e al Carah , perfe alcuni de iuoi aderenti , come rife- 
rifee Abulfeda nella deferizione d’ Arabia . L’ ifleflo au- 
tore ne’ fuoi Annali de’ Mufelmanni ( in Annaiibus 
Muslemicis) dà il nome al Radsh a una fonte, 14 
miglia d'Arabia dillante da Asfan o Osfan . 

Nacbla, luogo ove gli aderenti di Maometto tolte- v 
ro il primo bottino a’ Coraifciti* 

Tajefy o Taif , Città piccola nel monte Gbafuan , 
nella cui cima regna un freddo tale , che talora vi fi 
trova del ghiaccio, come riferifee il Geografo Nubefe. 
Gli ftefli Scrittori aflìcurano, che la Città di Tajd è 
fornita d’aria falubre , d’acqua buona , e di moka 
uva . Lo Sceriffo Ài Mecca vi tiene un prefidio mili- 
tare . Gli Arabi, che quivi e ne’ monti dimorano, 
fono delle Tribù di Tacbipf, Saad , e Hbsdail o Hod - 
fati. A’ tempi di Maometto quefta contrada era abi- 
tata da' Giacafiti , come corta dagli Annali Moslnnici 
di Abulfeda pag. 15. E 1 verifimi.c, che in quelli con- 
torni fi trovi anche 

Beltd H.igt (Provincia de’ Pellegrini), e in erta il 
Borgo di Sofar , ove fecondo il Geografo Nubefe, fo- 
no z fonti abbondanti d’ acqua buona . 

L’iftcffo autore porta due altri Borghi fintati nella 
rtrada , che da Mecca conduce a Sana , e fono l’aze o 
Cbtziy e Rouaitha, ambedue forniti di molte palme de- 
liziose, e d’acqua buona; c la Città piccola di Taba- 
. • • h , 



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D‘ ARABIA. 199 

la o Toltala , porta a piè di uu colle, è fornita di fon- 
ti d’acqua buona, di palme, e campi lavorati, che ap- 
partiene a Mecca- Secondo didelfo Geografo vi s’in- 
contra inoltre 

Baifat-Jattan , Città piccola popolata , provvida di 
campi buoni e di tonti , una dazione didante da San- 
can . lattan , o lottati , uon fi diliingue da Cacbtan o 
Catban , luogo , che pare edere fintato nella piccola 
provincia di Cacbtan , la quale fecondo la relazione 
trovaft dalla parte Settentrionale di Negeran, ed è go- 
vernata da un Principe (Sceik) libero . Elia conferva 
la memoria di Iaétan , lo ceppo degli Arabi. Dagl’ 
lattanti i non didinguonli i Cataniti di Tolommeo . 

Ni ab , e S aduni- Rab , caratterizzati come Borgi grotTi 
e popolati dal Geografo Nubefe , forniti di fonti d’ 
acqua; l’ultimo è anco provvido di vigne, fecondo 1’ 
ideflò amore . .- ' * 

Ocadb , fecondo il Geografo Nubefe, Villaggio gran- 
de, ove ogni fettimaqa ti fa una fiera. E' 3 dazioni 
didante da Tabala, e 5 da Negeran. 

Giorasb , Gttà Sooo palli didante da Sadum-Rah: 
è ben fornita di palme dattilifere . Secondo le relazio- 
ni del Geografo Nubefe e di Afify predo Abulfeda , 
quedo terreno produce gran copia di Caradii . Ond’ è 
che a tempi de’ detti Amori vi H conciava gran copia 
di pelli. 

Negeran o Nadfran , detta da Soriani Nagran , Città 
piccola , e luogo capitale d’ una Signoria , che fecon- 
do la relazione di Niebuhr è governata da un Prin- 
cipe libero. Secondo il Geografo Nubefe è 6 dazioni 
didante da Gionuan , 6 da Giorjsh, e 5 da Ocadh. 
Abulfeda sbaglia ponendola tra Aden , c Hadhramant 
ne’ monti. A tempo dell’ Imperaror Cydanzio , il Re 
degli Hemeriti, fattoti Criftiano , vi erede un Vesco- 
vado, didrutto nel 514 dagli Ebrei , che vi trac itero 
alcune centinaia di Cridiani. La manifattura di cuoio, 
che vi fu a tempo del Geografo Nubefe , allora non 
era meno famofa di quella di Gibrash . 

Mabgera , 0 Mabagera , grolle villaggio, ove confina- 

N 4 no 



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200 I L GOVERNO 

no i Territori di Mecca , o Icmen, come riferifce il 
Geografo Nubefe . 

La llrada più breve, che da Mecca conduce a Me- 
dina, parta per al Far , o Faraa y luogo circa 4 giornan- 
te lontano da Medina dalia parte di Mezzogiorno. 

Batn-haaman , valle e luogo per dove fi può pattare 
da Mecca andando a Tajef, nella ftrada che conduce 
alla valle Wadi Akik . Indi i Naamaniti e Naamathiti 
prendono la denominazione. 

Wadi Akik , cioè fiume di Saffiro , che fecondo la 
reflazione del Geografo Nubefe fcorre in diftanza di 
400 parti da Medina dalla parte di Mezzogiorno. To- 
lommeo lo chiama B<etius . La valle dell’ ifteflo nome 
è divifa nell’ aita e batta . Indi i Wadéi hanno la de- 
nominazione . 

Afe dina b , o Madinab , cioè Città per eccellenza , det- 
ta volgarmente Afedinat al Naby , ciò* Otta del Profe- 
ta , oppure Manaowtrab , cioè l’ iiluftre , anticamente 
latshreb , in Tolommeo JLathrippa , ed in Stefano /<*- 
tbrippa , Città famofa in urta pianura d’un terreno 
fallo e Aerile ; ond’ è , che tutti i viveri vij ven- 
gano trafporrati da Cahira d'Egitto; quantunque fe- 
condo la relazione di Wilde fuori della Città vi 
fia un orto adorno di molte palme dattilifere . Dal- 
la parte di Mezzogiorno v’ è il monte Air , da Set- 
tentrione il monte Obod ì nella cui vicinanza nel ter- 
zo anno dell’Egira Maometto fu battutò da’ Cora ifci- 
ti. Le fue cafe fon di pietra, 300 di numero come 
Barthema riferifce; e non ha altra acqua fuorché quel- 
la d’ alcune polle, delle quali la più nominata è quel- 
la , che chiamali Bedbaat , la cui acqua dalla parte 
Orientale della Città è circondata alla parte Settentrio- 
nale: accanto a quello canale lon piantate delle pal- 
me. La maggior gloria della Città confifte in ciò, che 
Maometto nel 622 vi fi fia rifugiato da Mecca, e che 
da elfo fia Hata elètta per fuo loggiorno , e che vi fia 
morto e fotterrato. Vi rifederono anche i primi Ca- 
lili. Maometto, da che vi era arrivato, vi colimi una 
Mofchea , ov’ è il- fuo fepolcro . Erta c polla nel cen- 
tro 



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b’ Arabia. ioi 
tiro della Città, ed è una fabbrica grande, che nella 
fua cima è aperta , e adorna d’ alcune centinaia di 
lampade. Sull’entrare della Mofchea vedefi in terra il 
lepolcro di Maometto fatto di marmo bianco, e cir- 
condato d'una fabbrica piccola di figura rotonda con 
un coperchio a volta, e al di fuora coperta di drap- 
po di féta ; Wilde lo deferi ve circondato da cancelli 
dorati, e lo chiama col nome di ftanza rinchiufa fra 
cancelli , guardata da Eunuchi neri , i quali vi fanno 
varie cerimonie Religiofe. Egli ri aggiunge, eflcre co- 
perto il fepolcro di drappi belli e odorofi, ed al dì 
fopra vedefi pollo un gran Turbante. Vi fono ancora 
le fepolture d'altre perfone celebri, che fono i Caiifi 
Abubecr , Omar , Otshman , Abbas , e HalTan , . come 
pure Giafer Efladik, Ibrahim, e Malek . Quelli fcpol- 
cri, malfime quello di Maometto, fon vifitati con di- 
vozione da’ Pellegrini . Abulfeda in Annalibus Mosle- 
micis pag. 1 6 racconta, che a tempo di Maometto gli 
abitanti diquefta Città furono difeendenti di Chasradsh , 
e Jhs oriundi della provincia d’Iaman. 

. Il Principe Arabo, da cui dipende quella Città col 
fuo diftretto , o fia lo Sceriffo di Medina , difeende da 
All poftpro di Hafcem . Alcune annotazioni , che qui- 
vi avrebbero luogo, fi fon dette nella deferizione di 
Mecca. Il prefidio militare in parte « comporto di Tur- 
chi, ed il rimanente vi è pollo dallo Sceriffo di Mec- 
ca, come riferifee Niebnhr. 

Il Territorio di Medinah comprende i luoghi Fa- 
dech , Cora , Arine , Vahida , Si ara, Hefeb , Orati , Siala , 
e Siada, - ■ 

Coba , o al Cafar , Borgo con una Mofchea famofa , 
1 miglia d’Arabia (ognuno di pòllici 96000) dillan- 
te da Medina verfo Levante. In quello luogo alber- 
gò Maometto fuggendo da Mecca a Medina , e vi 
fondò il fuddetto Tempio famofo , detto Mafciat ot 
Tacwa , cioè tempio del Timor di Dio , di cui fi fa 
menzione nel Corano nella 9 Sura, com. rio. Ilpro- 
feffore Reiske in Prodidagmatibus pag. 222. sbaglia , 
confondendo quello tempio colla Cajjba di Mecca. 

Su - 



! 



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202 IL GOVERNO 

Suvaida , luogo , che fecondo la relazione di Iakut 
in Moshtareck è z giornate lontano da Medina dal- 
la parte di Settentrione, pollo ne’ confini della Soria 
(prefa nell’idea, che gli Arabi formano della fua eden- 
fione). Il Geografo Nubefe vi è d’accordo, il quale 
dice, che la Soria termina prefTo SuWaida, e ad un 
altro luogo dell’ iddio nome detto Suda dagli Scritto- 
ri occidentali. 

III. L'Arabia Felice. 

L.' Arabia Felice , detta da’Greci A’pa.S/a « EÙ^au'fxear % 
da’ Latini Arabia ftlix , ripete il luo nome meno dalla, 
profpera coftituzione , che dal paragone coll’Arabia De- 
ferta, e Petrea, e dalla ricchezza de’ luoi aromi, e 
incenfo. I Greci fono gli Autori di cottila denomina- » 
zione ignota agli Arabi. Gli antichi gli diedero anche 
il nome à' Etiopia , e India , {penalmente al paefe già' 
abitato dagli Hamyariti o Homeriti\ o per meglio di- 
re gli Homeriti ebbero il nome d ’ Etiopi ( Cbufei , C bu- 
fiti ) , e d’ Indiani , come colla da’ luoghi cavati da’ Li- 
bri Greci , Latini , Siriaci , e inferiti da Alternati nel- 
la fua Biblioth. orient. Tom. III. pag. 2. pag. 56S 
569 453 . Vedi fopra pag. 455. Nell' Lidia di quella 
parte, fecondo la relazione di Eufebio e d’altri Auto- 
ri, fu T Apoltolo S. Bartolommeo , che vi portò il Van- 
gelo di S. Matteo in lingua Ebraica, ritrovatovi dopo* 
300 anni da Panteno. 

A quella principal parte dell’Arabia gli Arabi dan- 
no il nome lama n, hmtn , .0 Yemen , perchè voltando 
la faccia verfo Levante elfa è polla a inano dritta, op- 
pure dalla parte Meridionale della Casba di Mecca ; 
nell' iftefTo modo elfi chiamano la Soria col nome 
Sciam , perchè la Soria è polla a mauo manca della 
Caaba . Ibn Haukal in Abulfeda dice, clic Iemcn com- 
prende le Provincie di Tabamab , Negei , al Iaman nel 
lenfo piu rillretto, Oman Mabrab -, e Hadrbanmut , cd 
i di 11 retti di Sana e Aden, con alcuni altri paefi. La 

. '• pro- 



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/ 



• D’ ARABIA. a oj 

provincia di Neged, intorno alla quale varie fono le 
opinioni degli Scrittori Arabi, è ftata deferirla pag. 498 
500. Elclufa la provincia di Neged , Sèmen nel Ino ligni- 
ficato più dirtelo confina da Settentrione colle pro- 
vincie di Hegias , Neged , Icmamah , o Arud , Heger , 
o Baharain , da Levante col Golfo di Perfta , da Mez- 
zogiorno coll’ Oceano, detto Mar torto dagli antichi 
.Geografi Greci , e da Ponente col Golfo d’Arabia . 
Ottcr efclude da Iemen la provincia di Oman, e per 
confeguenza riftringe i confini di Iemen ; dimodoché fe- 
condo lui, da Levante confina colla Provincia di Oman , 
da Mezzogiorno coll’Oceano, da Ponente col Golfo d’ 
Arabia , e da ^Jettentrione colle provincie di Hegias c 
Heger. Egli vi aggiunge, che Iemen innoggi lì divide 
in due gran provincie , cioè in Iemen nel ienfo più ri- 
rtretto, la cui capitale è Sana, ed in Tihame (Taha- 
ma), di cui la Città capitale è Zebid. Quella divi- 
fione non è giufta, perchè fi può applicare fidamente 
alla Provincia di Iemen nel fenfo meno diftefo, il cui 
Principe rifiede a Sana. 

La coflit azione naturale del paefe è varia. Le contra- 
de più accorte al Mare fon piane, arenole, e fterili , 
e fon efpofte a un caldo affai incomodo , e di rado vi 
♦piove . La parte di mezzo è momuofa; c quantunque 
vi fiaao parecchi tratti ignudi e fterili , pure compren- 
de anco monti fertili; è fornita d’acqua buona d’aria 
falubre, di contrade amene, e di buoni prodotti . Simi- 
li contrade fono quelle di Zabid , Rhàda , Irame , 
Mauwahib > Sana, e altre. Elle producono canne di 
Zucchero , lì i/o , Biade , Cipolle , algli , Cocomeri , Poponi , 
Limoni , mele Cotogne , Melarance , Cedri , Melagrane , Fi- 
chi , albicocchi , Pefche , Sufine , Mele , Datteri , Mandor- 
le , Zibibbo , Uva eccellente , donde fi fa l’uva parta, c 
Caffè. La parola arabica Cabuab, che da’ Turchi fi pro- 
nunzia Cahveb , fignifica generalmente bevanda , cd m 
fpccie quella , che fi fa della fave , dette huun , e chia- 
ml fi Cahuat al Bmmiat . L’ albero da Caffè crefee in 
Arabia foltanto nella provincia di Iemen , prefa nel 
l'enfo più riftrettc , ed in maggior frequenza nc’ Diftrci- 
. . ti ni 



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204 il'govéRno 

tì di Beit al Fakih, Sana, e Galbany, come cotta dal 
Voyage de l' Arabie heureufe, e fecondo. la nuova Ro- 
tazione di Nicbùhr , nelle Giudicature dì Udden , Go- 
bi , Cufma , e Cataba .X.’ albero da Caffè non puòfcv- 
portare il gran calor del Sole , e vuol 1’ ombra ed il 
frefco . Perciò fi pianta ne’ luoghi efpofti al Mezzogior- 
no folto l’ombra di certi alberi grandi, che fono una 
fpecie di pioppo. Il Caffè, che viene da Iemen, chia- 
mali di Levante. Gli Arabi pretendono, che l’albero 
da Caffè di Habesh fia fiato trafporrato in Iemen , co- 
me riferifce Nicbuhr. Da Iemen n’è fiato trasferitoli 
lente a Batavia dagli Olandefi , e di lì a Surinam in 
America . L' albero Seleni , la cui fcorzae le foglie chia- 
mane Caradb,e s’ adoprano nel conciar le pelli, è tan- 
to frequente in quello paefe , che elio ne prende il no- 
me Belai al Caradb , il paefe abbondante di Caradh . 
Gli dromi, che il paefe produce, lo rendono famofo . 
L’ Aloe , detta dagli Arabi Sabr , è un prodotto di 
Hadhramaut , Sclagiar, e Socotora , onde vengono i 
nomi Sabr al Hadbri , o Haihramuchi . Sabr. al Scege » 
ri, e Sabr al Socotori . L’ultima di quelle denomina- 
zioni è la migliore. Secondo la relazione del Geogra- 
fo Nubefe le foglie dell’ albero, o più torto dell’ar- 
bofcello, fi colgono nel mefe di Luglio , il fugo fi fpre» 
me , e fi cuòce, fi mette in otri , e nel mefe di Ago- 
fio fi fecca al Sole . L‘ Agallochum , o JLignum Aloes , 
eh’ c d’ un buon odore , non è un prodotto di Iemen , 
ma bensì fecondo le relazioni de’ Geografi orientali 
della fola India ; gli Arabi ne conofcono però le due 
fpecie , dette (Jd al Senfi , e Ud al Comari , denomi- 
nate dall’Ifole Senf e Cornar. La Mirra , è la ragia / 
di un certo arbofcello, che crefce in Hadhramaut. L* 
•iftefla provincia ne’contorni di Sciarma e Mareb, la 
provincia di Sciagiar, e più d’ogni altro la provincia 
di Mahrah ne’ monti pretto Merbath producono l’ ar- 
bofcello , che fornifee 1’ Jncenfo , detto dagli Arabi le- 
• ban, e Coniar . Efce anco da quella pianta una ragia 
inferiore all’ incenfo , che fecondo la relazione di Nie- 
buhr nelle navi Indiane trafportafi ne'Golfi d’Arabia e 

Pcr- 



t 



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D* 1 A R A B ! A . 20J 

Perfia . II Sangue di Dracone , eh’ è un prodotto di que- 
llo paefe , è una fpecie di ragia , che vi fi raccoglie 
anco della Manna , e ciò lo attella Giorgio Anderfen . 
La provincia di Sciagiar, fecondo la relazione diAbuI- 
fìeda, produce Noce Mofcada, Nargil , o Coco , e Inda- 
co. Nel monte prello Scibam in Hadhramaut fi trova- 
no la Corniola , 1 ’ rigata, e l’Onice, c fecondo la rela- 
zione di Giorgio Annerfen quella parte dell’ Arabia c 
prowifta anche di Diafpro , Cri/ìallo , e di buoni Rubi- 
ni . L’ifteflfo Viaggiatore fa anche menzione di tre Mi- 
niere d’oro appartenenti al Principe di Sangiar. Que- 
lla relazione è importante, l’unica nel fuo genere, e 
troppo breve . Niebuhr alficura , che nella provincia di 
Iemen, prefa nel fuo fignificato più rillretto, non fi 
cava oro , nè da’fiumi , nè da miniere ; e che fe l’ Imam 
fa coniare moneta picciola d’ oro , fi fondono i Zec- 
chini Veneziani, che dalla Soria , e dall’Egitto vi ven- 
gono in quantità. Egli però vi aggiunge, che uno Be’ 
Principi gli abbia detto, efierdi fua notizia alcuni luo- 
ghi , ove anticamente fu fcavato dell’ oro . Secondo la 
relazione dell’ illeflò Capitano Niebuhr, nel Territorio 
di Saade lavorali in Miniere di Ferro ; ma il Ferro è 
meno buono , e più caro di quello che vi vien trafpor- 
tato dalla Danimarea. Nella Provincia diHadhramaut 
W è un Bagno falutevole . I Cavalli di quello paefe fon 
celebri . Preffo Irame o fia Reame dal Signor Barthe- 
ma furono vedute delle pecore, la cui coda pefavapiù 
di 44 libre . Generalmente parlando non vi è fcarfez- 
za di beltie domelliche . L’ animale più frequente e 
più utile è il Cammello , particolarmente quella fpecie, 
che fi chiama Dromedario , cheriefce meglio in Mahrah . 
Nel centro del paefe il freddo dell’ Inverno non è pic- 
colo. Middleton ne’ primi giorni di Gennajo j6ii paf- 
fando da Mecca a Sana provò un freddo aliai fenfi- 
bile. La terra era gelata ogni mattina , ed una mat- 
tina egli trovò a Sana del ghiaccio della grolTczza di 
un dito . 

Gli Arabi di quello paefe in parte abitano le Città, 
ed in parte fon Sedevi . Barthema olfervò , che gli uo- 

/ mi- 



J 



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I 



ic6 ' ? L GOVERNÒ 

mini vi portano delle corna fatte de’ loro capeili. An- 
che in quella parte dell’ Arabia le donile vedono brac- 
che aliai larghe, e nel n:*fo partano un anello grande 
d’oro. Ulano anche cinger d’anelli d’argento c d’oro 
le braccia , gli articoli della mano, e ia caviglia del 
piede. Tingono gli occhi di nero, e i’onghie delle di- 
ta di rodò. Tutto ciò trovaft oflervato nel Voyagede 
I’ Arabie heureuie . In genere delle Sette che trovanti 
tra’Maomettani ho trovato, che tra gli Arabi di que- 
llo paefe, oltre la Setta de’ Sormiti , trovali anco quel- 
la de’ Sciiti , o aderenti di Ali in Àjaz, o al Gianad ? 
quella de’ Btjafi o Bejadi, oppure Abadi in Oman, la 
Setta di Gegial in Mecran , e quella degli Zc-idt nel ter- 
ritorio dell’ Imam di Icmcn . 

Tutto il traffico per terra vi fi fa da* Baniani idola- 
tri, che vi vengono dall’ India, e tra’ quali fi trovano» 
de’ Mercanti aliai ricchi. Ma gli Arabi non permetto- 
no, che eflì vi lì fpofino, avendogli in abominazione. 
Quindi è, clic quelli Mercanti ritornano alla loro pa- 
tria dopo aver fatta la loro fortuna in Arabia . El’er- 
citano però liberalmente l’idolatria. Niebtthr ha fatto 
in Mecca *il dileguo in rame d’ un Baniano. 

In Iemen , cioè in Mecca, dimorano anche de’ TV- 
chi , ma degli Ebrei ve n’è maggior numero, in Mec- 
ca, Aden, MahVahid , e probabilmente anche in al- 
tri luoghi . In Aden fi fono ftabiliti degli Armeni , e 
Abiffini , che vi hanno libero cfercizio di Religione; ed 
a Socotora dimorano anche de’ Criftiani Giacobbiti , e 
Nejìoriani . ■ • 

Prima di defcriverc le provinole particolari dell’Ara^ 
bia felice, bifogna fpiegare il lignificato di 

T abamnb , o T ebnryid 

Horbelot è difentimento, fignificarvifi una parte del- 
la provincia di Hegias, lo che è fallo. Abulfeda cita, 
un autor Arabo, che fodiene edere Tchama la parte 
meridionale delia provincia di Hegias.* ma altrove egli 



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L>' ARABIA. ÌO? 

diiìingue Tahamah da Hegias , e la pone nel paefe di 
ìemeu, prelo nel lignificato più largo, del qual fenti- 
mento è anche il Geografo Nubcfe . Qiielti dice, che 
Tahamah da Ponente confina col Golfo d’ Arabia , e 
da Levante con una ferie di monti, la quale da Mez- 
zogiorno fi ftende a Settentrione ; che perciò quella 
provincia da Settentrione verfo Mezzogiorno , cioè da 
Sokija ( fecondo la traduzione, latina Sòrgia ) fino a 
Aden , llendefi per la lunghezza di i ^ giornate , e da 
Ponente a Levante per 4 giornate. Il nome, che fi 
trova anche ferino T ehatjm , fignifica la parte batfa ,e 
marittima di Iemen . Secondo la relazione del Geogra- 
fo Nubcfe quella provincia è abitata da Bedevi d'ognt 
razza , che fecondo il rappòrto di Barthema vanno 
ignudi, e non fon armati fuorché di frombole. Nel- 
le Carte d’ Arabia , pubblicate da Blaeu , Ianffon , San- 
fon, Tirion e da altri, lungo il Golfo d‘ Arabia tro- 
vanti molti nomi di luoghi , cavati dalla dcfcrizionedel 
viaggio per mare fatto dall’anno 1537 al 1539 da un 
Veneziano anonimo co! Pasha Soliman. Gli tralascio, 
perchè i nomi fono mal icritti, c non vi è notato, le 
lignifichino Città e Borghi, o Villaggi, o Cartelli . 
Tehamah è divifa in varj Territori. 

1 . La parte Settentrionale tra Hegias, ed il territo- 
rio di Abu Arish, abitano fotto tende gli Arabi, fot- 
topolli a’ loro Sciechi (Principi) indipendenti, come 
Niebithr riferifee . Trovo in quella parte i luoghi fe- 
guenti . 

1 I luoghi, che fecondo il Geografo Nubefe fon del 
territorio di Mecca. 

1 ) Sockia , 3 fiazioni lontano daGiodda verlo Mez- 
zogiorno, e 3 fiazioni da Serrain dalla parte di Set- 
tentrione . Borgo con un porto fui Golfo d’Arabia . 
Quello luogo non deve confonderfi con un Albergo di 
fimil nome, fituato nella Brada che da Mecca con- 
duce a Medina . Quella Relazione è del Geografo 
Nubefe . 

a ) Jalamlam , o felmtltm , Borgo , e luogo d’ adu- 
nanza e di divozione de’ Pellegrini di Iemen, che vanno 
< al- 



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2oS IL COTURNO 

alla Mecca . Il Borgo è pollo fui monte dell' iftcffo no- 
me, che da Levante ftendefi a Ponente, una ftazione 
lontano da Mecca. 

3 ) Serrain , Serriti , Città piccola fui Golfo d’ Ara- 
bia, g (fazioni diHante da Sockia, 5 da Haly, e 4 (fa 
Mecca . A tempo del Geografo Nubefe vi fu un Ca- 
mello fortificato. 

4 ) Arida » , luogo fui Golfo d’ Arabia , cui le Blane 
dà il nome di Città. Nella relazione dell’lmprefe del 
Pasha Soliman gli vien dato il nome d’ Ariadan , abi- 
tato da contadini, e comprefo nel territorio di Mec- 
ca ; ed al fuo Porto vi vien attribuito il nome Maza- 
iraitìy che fenza dubbio è mal fcritto, e forfè vuol 
dire Mazza (porto) Ebrahtm . 

5 ) Gbafm , o Gbeffem , Bau , e Aas , o Acb, tro- 
J Tanfi nel Geografo' Nubefe caratterizzati come Ca- 
melli . 

6 ) Sanean , Città 2 ftazioni diftante da Altu, co- 
me riferifce il Geografo Nubefe, che fa anche men- 
zione d’un fiume, che vi fcorre. E' fiutata in mezzo 
al Territorio di Abu Arish. 

2 Altri luoghi fituatj nella parte Settentrionale di 
Tehamah . , 

1) Darea , e Olaib , o Alib , due luoghi, detti Bor- 
ghi popolati dal Geografo Nubefe. 

2) Salta , luogo fui Golfo d’Arabia, di cui fi fa 
menzione nella Relazione deJl’Imprefe del Pasha Soli- 
man , detto Città da le Blanc . 

3 ) Haly , Htly , Cbely , Città piccola fui Golfo d’ 
Arabia 5 giornate diftante da Serrain fecondo il Geo- 
grafo Nubefe , e. 6 ftazioni in circa fecondo la rela- 
zione di Abulfeda , ed una ftazione dal fiume Sanean , 
che fcorre alla volta della- Città di Sanean. 

4 ) Comfida nella Carta d’ Alia di D’ Anville , Gomji- 
da nella Carta Homanniana dell’Impero Turco, Cbo- 
fodan nella Relazione del viaggio del Pasha Soliman , 
e Cofonda nelle Carte antiche , Città pofta fui Golfo 
d’ Arabia , e prefidiata da Turchi . Il prefidio Turco è 
cofa improbabile, perchè Otter ci aflicura , che i Tor- 
cili 



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' d’ a r a fi I a . 209 

rhi non comandano niente nella provincia di Iemen , 
c che Giodda è l’ultimo luogo del dominio Turco. 

5 ) Malora , o Mugora , fu! Golfo d’ Arabia , Porto 
buono, che non fcarfeggia nè di 'legne, nè d’acqua 
buona , come colla dalla relazione del viaggio di So- 
liman Paslxa. Le Siane dà a quello luogo il nome di 
Città. 

3 11 piccolo Territorio di Chini. in , fccondoii Geogra- 
fo Nubele , è combreto nella provincia di Tehania ; e 
fecondo quel che riferifee Niebuhr, è fiutato da Po- 
nente del Territorio di Sahan, che comprende Saade. 
Il Geografo Nubele a’ tempi iuoi vantava il Callello 
fortificato di Dbi-Sob.ùm : è abitato da gente robuifa . 
Pare che in quello Territorio ila comprefo ancora il 
Borgo Haran ai Carin o Corain ì una dazione lontano 
da Dhi-Sohaim , di cui fi fa menzione Ezech. 27, 23. 
Quello Borgo è fornito d’ acqua corrente, e ne pren- 
dono la denominazione i Corainiti , o C ir. miti di Pli- 
nio. Chaulan lembra edere una delle due provinole , 
cui Mosè da il nome C barila 1 Mof. 10, 7, 29. 

II. La parte Meridionale di Tehama comprende 

1 11 Territorio di Abn Ansh , che trovali notato nel- 
la Carta di Iemen fatta da Niebuhr, il quale in un 
altro luogo efferva , eh’ è fottopof.o a un Sceriffo . Vi 
fi trovano 

1 ) Aatu o Attu, detto Al tuie nella Carta fuddettA 
di Niebuhr , Calteilo , che fecondo il Geografo Nube- 
fe è 2 llazioni diiìantc da Sancan , c j da Haly verfo 
Mezzogiorno. Quetto luogo lembra edere l’iltcflò con 
quello cui Ottcr dà il nome Outor , il quale olferva 
non efifer quello luogo tanto vicino al Golfo d’Ara- 
bia , come alcuni vogliono; quantunque nè anco fia 
molto lontano da elfo , lo che vien confermato dalla 
Carta di Niebuhr. • 

2) Mai, è caratterizzata come Città nella Carta 

di Niebhur. • * . 

3 ) Ofjefan (Gefan) nella Carta di Niebuhr, Gefan- 
da Barthema, Gaza da le Blanc , Città fui Golfo d' 
Arabia con un porto affai buono . I contorni fono 

•» A fu . O fer- - 



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Zio IL G 0 VE R N O 

fertili di uva, pelche, fichi, limoni, cedri, e d’altre 
frutte, come pure di poponi, cocomeri, agli , cipolle , 
e biade in abbondanza, e v’è gran quantità di beftia- 
ini, come riferìce Barthema. Se non erro, quello luo- 
go conferva la memoria de’ Cajjuniti , o Gafandi , op- 
pure Caf univi , di cui fi trova fatta menzione da To- 
lommeo, Diodoro, e Agatarchide. Bochart crede, de- 
rivar il nome di quello popolo da' telori e dalle ric- 
chezze ( Chafan ) che pofledeva , dimollrando , che tal- 
mente fu ricco di, oro mafliccio (di cui i pezzi più 
piccoli erano della groflezza del npcchio d’una noce, 
ed i più grolfi della grandezza d’ una noce col gufeio), 
che a’ Mitici, Gehaniti , e Sabei loro confinanti, nc 
diedero in baratto il doppio per il ferro, il tre doppio 
per il rame , ed un pelo dieci volte maggiore per 1' 
argento. In confi guenza di ciò il Signor Bochart cre- 
de, che vi fia l’antico paefe d’ Oyhiv , tanto celebre per 
la ricchezza dell’oro. Iob. 22,24, 28, i6,i.Chron. 
zp, 4', 1. Mof. 10, 29, 30. 

4 ) Sabbia , Città piccola notata nella Carta di 
Niebuhr. Nella Carta di D’ Anville quivi leggefi il no- 
v me Subii. 

5) Abu Aris!}, Città capitale del territorio, che ne 
porta il nome, chiaramente efprelTa nella Carta di Nie- 
buhr. La Carta d’ Anville la dà per Caflello. 

6) Gbolób , Cartello efpreffo nella Carta di Niebuhr, 
ove vede fi anche 

7) Bahus , Città piccola fui Golfo d’Arabia. 

2 II rimanente della parte meridionale di Tehama 
farà deferitto nella Provincia di Iemen, prefa nel fen- 
fo riftretto . 

Seguono gli altri paefi, e luoghi di Iemen. 

• * 

1 Hcius . 

Hans, nome d’un luogo detto Città dal Geografo 
Nubefe che ne fa menzione, tra Negeran e Saadajove 
giunge che Haus infieme colle due Otta accennate 
trovafi a Lavante della provincia di Tehama. 

2 11 



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' D* A R À B • 1 A. lì! 

i 11 Territorio di Sabati . 

Lo conofco per nome dalle relazioni di Niebuhr * 
ove fi dice ancora, che nella Città di Sàade , la qua- 
le vi fi trova, regna Un Sej- id della defeendenza dell' 
Imam Hadi, e che nel rimanente del territorio domi- 
nano varj Scechi ( Principi ) dipendenti . 

Saade , o Sadda , Città piccola , 60 parafanghe da 
Sana, e 4S000 palli diftante da Gionuàn . Vogliono , 
che il fuo nome derivi dalla fila balla lunazione . La 
fiia manifattura di cuojo è celebrata dal Geografo Nu- 
befe, da Afify , e da Abulfeda . I Tuoi contorni fon 
fertili. Da Saade volendo andare a Mahgera , villaggio ' 
accennato nel territorio di Mecca, fi parta per il Vil- 
laggio Adbia ; 

$ Amafta * 

Amafia , ò Amerfcia è il nome d’un Deferto, fe- 
condo la Carta di Niebuhr . Nel Geografo Nubelc tro- 
vali fatta menzione d’ un albergo pùbblico dell’ifteffò 
nome , ove è una fonte d’acqua, fituato, come egli 
dice , tra Saada e Gionuan , cioè in quello deferto . 

4 Gionuan . 

Oppure Gemati , Città, ove a tempo del Geografo 
Nubefe fu un Cartello fortificato . Gli abitanti fono del- 
la razza di Omar , cioè fon Attiriti . Erti cavano il lo- 
ro bifognevole da due pefchicre.il terreno produce uva 
affiti grolla, onde fi fa uva parta. Nella vicinanza del 
luogo dimorano anche degli Arabi della ftirpe di Gha - 
fan: e dalla parte di Ponente v’è il paefe degli Aba- 
dbiti , ben coltivato, e ricco d’ abitanti . Genuan è 
48000 partì dirtante da Saada. 



O i 5 Ana - 



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112 IL GOVERNO 

5 Annfctb , 

Città, ricca di vigne. Gli abitanti cavano la loro 
acqua bifogncvole da una peschiera , fomentata da mol- 
te forgenti , che vi fon dentro . 

6 Afe i ami j ab , 

Nome d’ un bel Borgo , di cui Abulfeda fa menzio- 
ne , palli 25000 dittante da Saade. Trovali anche nel- 
la Carta d’Anville. 

7 Hafcidy e Bcfci. 

Secondo la Carta, e la relazione di Niebuhr, è un 
paefe di popoli alleati, che comprende molte Città c 
luoghi governati da Principi indipendenti. La Carta di 
Niebuhr contiene i luoghi feguenti : 

1 11 Dijlretto di Chetw.m , o Chaifan, oppure Cha- 
youan , che fecondo la relazione di Abulfeda compren- 
de molti Villaggi c campagne lavorate; è fornito d* 
acqua, ed ha molti abitanti di varia razza. Abulfeda 
rapportandoli a quel che dice Afily afferilcc, che que- 
llo diti retto forma il confine del paefe, abitato da’ di- 
feendenti di Sciodak , Jafar , e Tebabaab. Chaiwan è 16 
parafanglie dittante da Saada. 

2 Chiirasb , borgo. 

3 Medukki t y borgo . 

4 Barrad, Città piccola. 

5 Sak f l barf , borgo. 

6 Haod y borgo , 

7 Beit Abujarra , cafiello . 

8 I borghi Beit lbn Meri , jY yea , Ekayrie , Mqcboì , 
1 f'adeij Sabbia , Aram . 

9 I borghi Ghula tl Ayaib , El'^affartn , Butteri , De- 
biti , Sciutttba y Doffar , Zobera , Dei fan . 

10 Megena , cadetto. 

Ili borghi Gìob el Ala , Dobber , Beit el Adham . 

12 C parrei , Città piccala , S Va' 



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rf A R ' A R I A . 



^3 



8 Un Diftrctto montuofo 

Abitato dagli Arabi detti Beni Meroan , e da’ Beni 
Hnjfan . Trovaft difegnato nella Carta di Nicbuhr. 

9 C burnir, • 

Città in un monte nel recinto del paefe degli al^ 
Icari di Hafcid Bekicl, ove però non è comprefa fe" 
ccndo la Carta di Niebuhr. 

io lernen , nel fenfo più ìriflretto : 

O fia il territorio del Principe , elle rifiedc à Sana . 
Quella provincia da Bab el Mandcbllendefi per Iofpa- 
zìó di circa 48 miglia tedefche verfo Settentrione , e 
nella Aia parte di mezzo c alquanto più larga di 20 
miglia. La parte Occidentale limata All Golto d’Ara- 
bia , è comprefa nella Provincia di Tehama, c la par- 
te Orientale è coperta di monti; e perciò ha il no- 
me ai Giàbbal, ove quafi ogni giorno piove. Quindi c 
che è bagnata da molti fiumi, alcuni de’ quali non ar- 
rivano fino al Mare/ e altri talmente ingrandirono dal- 
le piogge copiofc , che feorrono per una gran parte di 
Tehama, ove di rado piove, c vanno a sboccare nel 
Mare, quali fono Wadi el Kbir , Wadi Suradsb , Wadi 
Zeb'td . , Wadi Elmabad , Wadi Ab affi , Wadi Seban ec. De* 
fiumi però, che tutto l’anno sbocchino nel mare, non 
ve n’è alcuno. In Tehama fi coltiva una fpeciedi mi- 
glio minuto in abbondanza, che agli Arabi di condizio- 
ne ordinaria ferve per farne del pane ; ed in alcune 
contrade fui Golfo d’Arabia, fi raccoglie anche mol- v 
to iale . Nelle Giufdicenze di Icmen , Ala , Rodda , c 
Taas v’ è abbondanza di grano. Nelle Giufdicenze di 
Mechareb cl Ancs trovanfi de’ Cavalli eccellenti. Nella 
Giufdicenza di Olab el Ala coitivafi del Tabacco ec- 
cellente . Nelle Giufdicenze di Sanhan , Harras c Hei- 
me el Alfal, gli alberi fruttiferi fono delle fpecie più 

O 3 per- 



I 



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*14 I|, POVERNO 

perfette, che fi trovino nell’ India e Europa, maffima 
le viti abbondanti d’uva, che fi fanno appaflire, e li 
mandano in gran quantità in altri paefi. Il famofo 
Caffè d’ Arabia è un prodotto de’Diffretti di CJdden , 
Gebi, Cufma, e CÌataba. Le notizie finora date fo- 
no di Niebuhr. I Francefi, che nel 1712 viaggiarono 
da Mecca a Mahwahib, ofler\ arono, che per quello 
paefe pattano molte ftrade Regie, delle quali alcune 
fon laftricatc, e fon più lunghe di 100 leghe Francefi . 
L’ Imam , con una gran parte de' fuoi Sudditi della 
parte montuofa del paefe, aderifcono a una Setta di 
nome Ze-idi. I foli abitami della parte batta, e de* 
contorni di Taàs, fon Sunniti, per lo più del partito 
di Siafli, come Niebuhr riferifce . 

Il Regno di Jemen è uno de’ più antichi della terra . 

I Difcendenti di Ioèlan vi hanno regnato più di 2300 
anni fenza interruzione , cioè fino all’anno 70 avanti 
la nafcita di Maometto, cioè fino al 502 di Crifto . 
Di quello così grand’ intervallo di tempo 2000 anni di 
governo ne fon toccati alla ftirpe degli Hamy ariti , di- 
scendenti di Harayar figlio di Abgiam . Nel 502 di 
(Grillo il Regno' di Icmen fu conquidato dagli Etiopi ^ 
i quali facevano guerra a Dhn’lnaovas , ultimo Re del- 
la llirpe di Hamyar, a cagione delle pcrlccuzioni fatte 
a’Cridiani. Il Re difgraziato fi precipitò nel Mare per 
difperazione , e gli Etiopi dominarono il paefe di le- 
men per mezzo di Governatori. Non fi fa, fe i Re 
regnanti di Iemen difeendano da Aly , oppure daAfciub. 
Nel Voyage de 1 * Arabie hepreulc quella feptenza è 
creduta più probabile, che fodiene dilcendere i Re di 
Iemen da Afciub, perchè fi fa di certo, che nel feco- 
lo j 3 jl regno di Iemen era governato da un ramo 
degli Afciubiti , e che il Re d’ allora ufava il titolo dj 
Califa ì e Imam. -'Del titolo d’imam fe ne ferve an- 
cora inoggi il Re di Iemen , o come Imam o fia fom- 
mo Sacerdote della Religion Maomettana: Egli fa le 
preghiere pubbliche ogni venerdì, come fi racconta nel 
Voyage de l’ Arabie. Il Re non dipende nèdall’Impe- 
rator de’ Turchi, pè fa qualfifia altro Principe; quan- 

fUfl- 



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tunque la fua autorità in cole di governo fia limitata 
per il Tribunal Supremo di bava, e per le leggi e 
ufanze del paefe, comeNiebubr afferifce. Il Regno non 
è ereditario da padre in figlio, fucccdendovi colui del- 
la famiglia Reale, che con forze o dellrezza maggio- 
re fi fa la firada per occupare il trono. Il vecchio 
Re, che regnava nel 1712, echcrifedeva a Malleabili, 
era fucceduto al fuo frarello, ed avea fatto Governa- 
tore di Tis il figlio di elfo . Il fuo proprio figlio era 
Governatore di Gioblah , ed egli faceva ogni sforzo 
per averlo luccelfore. 

j La parte di Tebama , unita alla provincia di Ic- 
men, prefa nel fenfo riftretto , comprende le Giufdi- 
cenze di Lohtia , Ilodeìda , Bcit el Fakìb , Zc 'boA , Ojab el 
Asfai, e Mocca , amminiftrate da Governatori, detti 
Dolas , come Niebuhr riferifee , nella cui Carta trovanfi 
i luoghi fegueoti : 

1 ) Lobeia , nella Carta d’ Anville Lobi a , Città fui 
Golfo d' Arabia . 

2) Moor , Gfnvie , B nife di } Giulie, Sabe* , e Menejre , 
borghi . 

3 Sadie , Città piccola. 

4) Ai Mahgiam , Città piccola, S finzioni diftante 
da Aden , 7 da Sana , e 4 da Habran . Sonovi i con- 
fini tra Tahamah, e Iemen, come nota il Geografo 
Nubefe, nella cui . traduzione latina il nome delta Cit- 
tà è fcritto Mabgem , e nella traduzione della deferi- 
zione generale d’ Arabia di Àbulfeda fatta da la Ro- 
que, è detta Maghian. Secondo quel che dice Abul- 
feda, effa è 3 ftàzioni diftante da Zabid verfo Nord-’ 
Ofi, polla in una pianura, 6 ftàzioni da Sana, e Aden. 
Nella lontananza da Aden egli fiegue la relazione del 
Sceriffo Edrifo, detto il Geografo Nubefe. Bifpgna pe- 
rò , che fia pattato un trafeorfo di ftampa per rappor- 
to a’ numeri o dell’uno, o dell’ altro Scrittore . 

5) Wulleisb , e Dubbi fon borghi. 

6 ) Medauer , Gannemie , Cctaja , e Murati * , borghi . 

7) Hodeida , Città piccola lui Golfo d’Arabia. La 
Giufdicenza che vi ribebe, non fi (tende olire Ja òtti. 

O 4 S) Mun- 



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21 6 IL GOVERNO 

y ) Man] uria , M'óttabben , c Sai iti, borghi. Nella 
Carta d’ AnviJle l’ultimo fi trova nominato Z«d/>. 

9) Beit el Fakib , o Bctclfagitts , come fi legge nel 
Voyagc de l’ Arabie heureufe , Città io leghe fraft- 
cefi dittante dal Golfo d’Arabia, e circa 35 da Moc- 
ca . Non è murata , è però difetti da un Cartello lon- 
tano un tiro di fchioppo. Non ha altr’ acqua, che quel- 
la che cavafi da un pozzo affai profondo, che venuta 
, fuori del medefimo fuma come fe bollile . Erta per- 
ciò non può beverfi , nè è buona fuorché quando una 
notte intera s’è conservata in un vaio. Le cale fono 
fatte di mattone, di uno o di due piani. Da’ monti, 
3 leghe francefi dittanti, vien trafportato in quella Cit- 
tà del Caffè, che vi fi vende a’ Mercanti Egiziani e 
Turchi , i quali Io portano in Cammelli a un porto 
del Golfo d’ Arabia , io leghelontano dalla Città , ove 
le ne caricano le barche , che partano a Giodda , da 
dove il Caffè è mandato in altri paefi. Quelle noti- 
zie fon cavate dal Voyage de 1 ' Arabie heurenfe . An- 
che Otter fa menzione di quella Città relativamente al 
traffico di Cafte, che vi fi fa; dirtinguc però due luo- 
ghi di nome Beil el Fakih , dando all’uno l’aggiunto 

*. di piccolo, e all’altro quello di grande. Da'la prima 
di quelle due Città, fecondo la relazione di erto, viene 
il Carte; e l’altra è s giornate dittante da Sana, ed 
una giornata dal Mare. Credo, che Beil el Fakih la 
piccola fia il porto di Alafakah . Beit lignifica cafa , c 
tutto il complerto del nome della Città fignifica cafa 
de" legali . Non fatti menzione di quella Città nè dal 
.Geografo Nubefe, nè da Abulfeda : è probabile, che 
fia più moderna de’ detti Autori. 

10) Dr ebani , Jlrbaein , EUnahad , c Murra , Borghi , 
de’ quali i tre ultimi fon fiutati lui Wadi Elmahad. 

1 1 ) Ghalefcca , Gbalafeca , Alafacab , Cartello fui Gol- 
fo d’ Arabia , 4 flazioni lontano da Gerdah . Serve di 
difela all’ingrertò del porto, che appartiene alla Città 
di Zabid , quantunque quella dal Gattello fia dittante 
patti 50000. 

12) Tabaie , e Roba a , borghi. 

13 ) 



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ET’ ARABIA. 117 

IJ) Zebid, Zabid , Zibit , a tempo de! Geografo Nu- 
bile era Città grande, ricca e di traffico, e fecondo 
Ja relazione di Abulfeda e Otter è la capitale di tutta 
la provincia di Tehajim, cioè della parte marittima di 
lemen . Anche Barthema la caratterizza per Città gran- 
. de, di buon traffico, e dal Voyage de l’ Arabie hereufe 
corta, che i Francefi, i quali vi furono nel 1709, vi 
abbiano trovato delle tracce della fua partala grandez- 
za . Secondo tutte le apparenze erta è fottoporta al go- 
verno di Mocca . A tempo di Barthema vi fi coltiva- 
va gran copia di canna da zucchero: 1 ’ Autore anoni- 
mo de’ viaggi e della navigazione di Soliman Pashade- 
Jcrive quella Città ed i fuoi contorni con be’ colori , 
facendo menzione dei vaghi Giardini, e l’abbondanza 
che vi è di zibibbo, datteri, e d’altre frutta eccel- 
lenti, la carne, e moire altre cofe migli ->ri , che in 
quallifia altra parte dell’Arabia. Ma quel che il detto 
Autore dice dell’abbondanza d’acqua corrente, è con- 
trario alla teltimonianza di Abulfeda e de’ Francefi , 
che vi fono flati nel 1709; imperocché Abulfeda di- 
ce, che la Città non ha altra acqua, fuorché quella 
di pozzi , ed i Francefi arterifeono , non feorrervi fiume 
alcuno. Non può però negarli , farli menzione dal Geo- 
grafo Nubefe d’nn fiumicello , che feorreprertò Zabid. 
Nel 1539 la Città fu prefa, e prefidiata da’ Turchi . 
Del fuo porto, che dal Cartello, il quale è in fua di- 
le là , è denominato Alafac.ib , fe n’ è parlato di fo- 
llia . Secondo il Geografo Nubefe il porto di quella 
Città e lontano 50000 palli, fecondo Abulfeda alquan- 
to meno lontano d’una giornata» fecondo Barthema 
una mezza giornata , e fecondo le Blanc 5 leghe 
iVancefi . 

14 } Al Gerdab , detto anche Herdah , cartello piccolo 
fui Golfo d’ Arabia , tralalciato nella Carta di Nie- 
fcuhr . 

15 ) Scercgc , Sciargli , in Abulfeda tradotto da la 
Roque Hargiab , porto fui Golfo d’Arabia, con alcune 
cafe , una giornata lontano da Gerdah , lèmbra efler 
comprefo nel Governo di Ofab el Asfai . 

16) Uh 



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ai8 IL GOVERNO 

16) Has , Città piccola nel governo di Ofab el As- 
fai, fecondo la relazione di Niebuhr. Sembra che fìa 
l’ iltefla Città , che li trova nel Geografo Nubefe fono 
nome di Hjhs . 

17) M*nfidsb , borgo fui Golfo d’Arabia. 

18 ) Ruus , borgo . 

' 19) Mocca ì M\ba , nrila Carta di Niebuhr Mocbba , 
Città, e porto famulo lui Golfo d’Arabia, 200 leghe 
francefi di mare lontano da Bab al Mandab. Il porto 
è formato da due lingue di terra, che s’incurvano co- 
me un arco . Sulla punta di ciafcuna pota un forte in 
difefa dell’ ingrefio del porto , che non c profondo , ed 
è foltanto capace di navi d’una moie mediocre . La 
Città è cinta d’una muraglia, mezzo di pietra , c mez- 
zo di terra mefcolata di paglia , e di molte torri pre- 
ndiate , ed alcune munite di cannoni . Giorgio Ander- 
(en fece il giro della Città in 7 ore. Trovò le Brade 
fatte fenza regola , e le cale malfatte . Ella è meno 
bella di Aden ; ma il luo traffico è maggiore . Mid- 
dleton la caratterizza per luogo aperto , un terzo me- 
no grande diTaas, ma egualmente popolata . Nel 1709 
il numero de’ fuoi abitanti fu ilimato di 10000, che 
per la maggior parte erano Arabi e Turchi, ed in par- 
te Armeni , Abbimi , e Ebrei poveri , i quali abitano 
in una contrada particolare della Città . Secondo la 
relazione di Giorgio Anderfen gli Armeni vi hanno 
nna Chiefa , e gli Abitimi due , I Contorni in un re- 
cinto di 15 leghe Francefi in circa fono molto al'ciut- 
ti, e l’acqua che vi è, è fulfurea e falla. Il caldo 
vi è tanto nel mele di Gennajo , quanto è a Parigi 
nel mele di Luglio; il quale crefce al fommo ne’ meli 
di Giugno e Luglio, quando foffia il vento di Mezzo- 
giorno . Di rado vi piove ; di modo che quando n el 
1609 vi fu il Capitano Sharpey , gli abitanti gli rac- 
contarono, che era 7 anni, che non era piovuto. Enel 
1709 che i Francefi viaggiatori vi .erano , era due an- 
ni , che non era caduta pioggia alcuna; e nel detto 
anno piovè due volte nel mele di Gennajo . I Francefi 
olfervarono, che verfo le ore 9 e io della mattina vi 
\ ■ foffiò 



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D’ A R A B I . A , 21 9 

foffiò dal Mare un vento rinfrefcante . Dopo la piog- 
gia il terreno fi cuopre d’una crolla di fale , di cui 
fe ne fa ufo dagli abitanti . Vi fi fcavano anche de' 
folli poco profondi , ove fi fa entrare !’ acqua marina 
in tempo della marea alta , che dal Sole ii converte 
in fale tanto duro, che appena fi può rompere. Fuo- 
ri di Città in un fuolo arenolb vi fono delle palme 
dattilifere, che s‘ jnaffiano coll’acqua di pozzo. Alcu- 
ni luoghi vi producono del miglio . L’ abbondanza di 
frutta d’alberi , biade , beftiami , e volatili trovatavi 
nel 1609 j fenza dubbio vi era venuta altronde, come 
collera dàl feguente articolo Mofa . Al Governatore di 
Mocca lon fubordinati i Governatori di 7 altri luoghi . 

I Francefi , che vi furono nel 1709, intefero dire , 
che il Governatore di Mocca paga ogni anno 30000 
piaftre al R.e di Iemen , cavate dal popolo per mezzo 
di contribuzione. Il porto è frequentato da diverfe na- 
zioni commerciami .d’Europa, malfime da’ Francefi , 
Inglcfi, OJandefi. La Compagnia dell’ Indie orientali * 
d’Olanda vi ha un banco. 

In quelli contorni , alla volta di Bad al Mandeb , v’ è 
la Città ed il porto d'Ocelis o Odia , oppure A dia. 
Del primo di quelli nomi fi fervono Tolommeo e Aria- 
no , del fecondo Plinio , e del terzo Strabone » Era 
comprcfa nel pacfc de' Gelami i , che fi ilendeva da que- 
lli contorni fino a Thumna. 

20 ) Mofa , fecondo Niebuhr Mttfa , Città piccola 
nella pianura , 10 leghe Francefi dillante da Mecca. 
Efia provvede la Città di Mocca d'uccellami, e di pro- 
dotti naturali , che vi vengono portati per la via de’ 

Monti , come colla dal Voyage de 1 ’ Arabie heureu- 
fe . Secondo la relazione di Middleton , la pianu- 
ra , ove pofa la Città , è Aerile , e la Città è aper- 
ta , e popolata . Se fi crede alla relazione di Nie- 

buhr , il luogo non è che Villaggio con un Caflel- 
lo. La Città mi fa ricordare di Mufa Ptolomsei , At- 
ti ani , e Plinij , e di Mefa (Mefcia) j Mof. Jo, 30, 
ove fi legge , che gì’It&aniti abitarono ira Mefa, e 
Saphar (inoggi Dhftjar.) So benilfmo, che fecondo i 

detti 



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220 IL GOVERNO 

detti Scrittori antichi , Mufa tu porto e piazza di traf- 
fico fui Golfo d’Arabia: è però probabile, che la Cit- 
tà di Mofa abbia avuta la denominazione dell' antica 
Mufa: o che, come crede Niebtihr , il Mare fi fia ri- 
tirato da quello luogo, oppure che il porto, che la 
Città ebbe fui Golfo , anch’ellò abb a avuto l’ifleflb 
nome nel!’ ideilo modo , che Abulfeda da il nome del- 
la Città di Zabid ad Alafacah porto di e(Ta, dicen- 
do edere Zabid un porto de Icmen . Alcuni Lettera- 
ti confondono Mela con Mecca. Al Configlier aulico 
Michaelis fembra cola probabile, che Mela o Mefcia 
Mofis non debba dillingucrfi da Mefcne , paefe cono- 
feiuto nella Geografia antica, che fu nel luogo ove ora 
trovafi Bafra oBaffora. Quello fentimcnto non mi pia- 
ce ; e fe anco mi parefie probabile , non avrei avuto 
l’ardire dd Signor Michaelis di porre il nome di Baf- 
fora in vece di Mela nella traduziozione tedelca del 
primo lib. di Moie cap. io, 30: 

2 Gi abbai , cioè montagna o fia la parte montuofa 
di Iemcn nel fenfo rillretto , cui nel lib. 1 Mof. io, 
30 vien dato i! nome di Montagna da Levante . Nelle 
Relazioni di Niebuhr trovo i governi feguenti com- 
prefi in quella parte, amminiftrati da Governatori det- 
ti Dolai , e fono Bellad Anes , fistiai Ibn , Aklan , Ce- 
bi , Htime el Ala , Heimc ri A sfai , llógerie , Hófa sb , 
Icmen Ala , lerim , Cataba , Cui ma , Mecbader , Mecbared 
el Anes , Ofab el Ala , Olbttma , RodJa , Sanban , T aas , 
T olla , Vdden . Avviando dell’ altre Giufdicenzc. Noterò 
i luoghi più olfervabili , che trovo nella Caria di 
Niebuhr . 

1 ) Znda t Città, a piè del monte Sciahara. 

2 ) Habun , Città . 

3 ) Doffir , Città . 

4 ) Affar , Città . 

5 ) Cahblan , borgo . 

- 6 ) Telia , Città piccola, che comunica il fuo nome 
a un Governo , che comprende i Dillrctti ferrili di 
Amran , e Hamdan , i quali una volta eran governati 
da Principi indipendenti , ora però fono fottopolli all’ 

Imam 



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D’ a R A B I A . 2,2,1 

Imam di Sana. Il Dittretto di Amran porta il nome 
della Città d’ Amran , come riferifce Niebuhr . 

7) lrbail , c Muakcb , borghi del governo di Ham- 
dan. 

S) Rabda , Città piccola , una llazione dittante da 
Sana. E cinta di vigne, e campi fertili , come rileri- 
fee il Geografo Nubefe . Sembra ellerc l’ illetìa Città , 
che nella Carta di Niebuhr chiamali RodJa, la quale 
non deve confonderà con un altra dell' ifteflò nome , 
fituata più verfo Mezzogiorno . 

9 ) . Sana , o Saana , detta anche Scena , c Zenan da 
Viaggiatori , e Uzal dagli Ebrei di Iemen , Città del 
Governo diSanhan, polla in tuia valle, 15 leghe Fran- 
ceii dittante da Mah^ahib ; 48000 palli da Damar , 
j 04000 palli da Aden , e 3 giornate da Irame , 9 
R carne . Secondo Al Atily pretto Abulteda, ella e una 
Città bella e fannia, la capitale di tutto il Regno di 
Ienicrt . Il Geografo Nubefe la caratterizza per la più 
antica Città di Iemen, e loda la fua aria aitai tempe- 
rata, la fua grandezza e ricchezza. Abulfcda la conta 
tra le Città più grandi di Iemen , e la paragona con 
Damafco per rapporto all’abbondanza d’acqua, ed a 
molti orti fruttiferi, che vi lono . Barthema dice, che 
è d’ un gran circuito, che comprende però vigne, orti 
d’alberi fruttiferi, e piazze vuote d’abitazioni, Egli le 
da 4000 fuochi, e loda le cale fatte all Italiana. Nie* 
buhr confetta , ritrovarvifi maggior numero di belle fab- 
briche , che in altre Città; aflicura però, che l’archi- 
tettura Araba non merita d’ eflcr imitata dagli Euro- 
pei. Barthema riferirne , efler le lue mura alte io brac- 
cia c grotte 20 , di modo che lopra di ette potrebbero 
pattare S cavalli L’ uno accanto all’ altro , Egli loda 
anche la fertilità de’ fuoi contorni , che producono 
gran quantità di frutti buoni , e varia forte di aromi 
del genere più minuto, e le fue fonti. Middleton oi- 
icrva ettervi molto cari i legnami, dovendo quelli iaitt 
venire di lontano . Egli fa anche menzione d’ttn Ca- 
rtello, pollo dalla parte di Levante. Anticamente fu 
la Rtttdcnza de’ Re di Iemen , e tuttora vi rifiede un 

Imam , 



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Ili il GOVERNÒ 

Imam, che regna Copra una parte confiderabile dell’ 
Arabia felice . Nel recinto della Città v’è un luogo 
elevato , di nome Gamdam j ove ancora a’ tempi di 
Abulfeda vCdevanfi le rovine del palazzo de’ Re, e d’ 
un tempio famofo . Nel Voyage de l’ Arabie heureufe 
-fi dice, che vi fia dell’apparenza , che col tempo fa- 
ranno {coperti in queftò luogo de’ belli avanzi dell’ an- 
tichità. L’Accademia dell’ Iscrizioni c delle belle let- 
tere di Parigi ha sbagliato , concludendo da quelle pa- 
role, che vi fi veggano tuttora alcune belle fabbriche 
antiche . Vedi le quellioni del Signor Michaelis . Nie- 
buhr aflicura , non trovarfi a Sana veruni avanzi di 
fabbriche antiche , ed effervi un Cartello nel colle Gam- 
dam. Che gli Ebrei diano tuttora - alla Città 1’ antico 
iuo nome Vzal , ciò corta dal libro detto Iuchaim , 
dello Scrittore Ebreo Abramo Zachut. Gli Arabi pro- 
nunziano il fuddetto nome per stufai ,’ ed i Greci fe- 
condo 1' ofiefvazione di Bochart 1' hanno cangiato in 
rfufaray onde la Myrrba Slufaritis ha prefo il nome . 
11 paefe de’ Gebaniti di Plinio fi ftefe fino a quello 
luogo . 

10) Oefer , Villaggio grande predò Sana, ove gli 
Ebrei ebbero 14 Sinagoghe, dodici delle quali tutte in 
un tempo furono atterrare per ordine dell’ Imam nel 
37 6i , di modo che due fole nc fono rimafte come 
Niebuhr riferifee. 

11) Rema + Villaggio pòrto dalla parte Meridionale 
di Sana. 

il) Sti-jan nella Carta di Niebuhr, Siam ne’ Viag- 
gi di Middleton , Città piccola , o fia Borgo con un 
Cartello porto accanto in un colle. 

13) Matterie , Borgo , che fembra edere comprefo 
nel Governo di Hadur . 

14) Hagiaf Saud, cartello. 

15) Orr nella Carta di Niebuhr, Città piccola,- che 
fembra edere il luogo, detto al Orf dal Geografo Nu- 
befe. E' comprefa nel Governo diHieme el Ala, e vi 
rifiede un Dola, o fia Governatore. 

i£) Mdfbac , Borgo . 

* 7 ) 



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" D’ ARABIA. 223 

. 17) Menacha , Borgo nel Governo di Heimc ef 
Asfai, ove rifiedc un Dola. 

18) Melban , e Sefykin , Borghi nel governo di 
Hòfash . ' 

ìg) Samfur , Borgo. 

20) Seban, Borgo, che fernbra erter comprefo nel 
Governo di Marra} , nel cui recinto trovafi il monte 
Harras . 

21) Dorati , Città nel governo di Bellad Anes. 

22) Sept , Villaggio , che femb/a effere il Cartello 
di Saltati, di cui il Geografo Nubefe fa menzione, la 
cui lontananza da Damar è {limata 24000 parti. 11 
nome ha molta fomiglianza con Sabtba di Mosè, lib. 
I, io, 7. 

23) Gebi e Cufma , due Città ne’ Governi degF 
ifterti nomi , fertili di varia forte di prodotti naturali , 
maflime di carte, che formano il Territorio di Rama . ' 
Può eflere , che quello Territorio non fia diverfo da 
Reema , o Raama di Mosè, lib. I. cap. io., e Ezecb. 
cap. 27, 22; purché non fi voglia fupporre , che Reema 
forte fiutata in Ierim o fia Irame . Nella parte Meri- 
dionale del Governo di Cufma v’è il Diftretto di Beni 
Giobub , in cui è comprefo il piccolo Diftretto di Beni 
Cbufiy che efprimc il nome Chat 1 Mof. io, 7. 

24) Hagir , detto dal Geografo Nubefe Hagiar , 
Abui , Alluce , e Madie , Borghi , Dìmne , Cartello . Se- 
condo il Geografo Nubefe nella vicinanza di Hagiar 
v’ è il Borgo di K*àar , che non trovo nella Carta di 
Niebuhr . 

25) Otbuma , Governo, che prende la denominazio- 
ne da un luogo in cui rifiede un Dola . 

2 6 ) Suherroba , Borgo . 

27 ) Hobasb , Città piccola * 

28) Denn> Città piccola dei Governo di Ofab el 
Ala. 

29) R'ódda Ofab , Cartello. 

30) Mach fa , Borgo. 

31) Udden , Città , il cui Principe (Sccik) in altri 
tempi fu indipendente. 

* 3 ) 



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22.4 IL GOVERNO 

32) Dorebad , Borgo nel Governo di Bellad Ibn 
Aclan . Lo Sceik di quello luogo fu indipendente . 

33) Aias , o Hias , Città una giornata dittante da 
Jjihaifi , di cui Bar tèma fa menzione • E' verifunile 
che fia quel luogo , che nella Carta di Nicbuhr fi no- 
mina Afas . Secondo la relazione di Barthema la Cit- 
tà è limata tra 2 monti poco alti in una bella valle, 
fornita d’ una fonte, ove gli abitami dell' uno e dell’ 
altro monte tengono mercato. Quelli abitanti fono di 
due Sette, cioè coloro che abitano il monte pollo da 
Mezzogiorno, lon Sunniti: e gli altri, che abitano il 
Monte, che vi è da Settentrione , lon Sciiti. Nell’uno 
e nell’ altro monte v’è un Cadetto. 

34) Mtcabera, Galla, Man fora , Borghi , che come 
femora fono comprefi nel valto governò vi tìngerle, 
di cui ci viene data notizia nello Relazioni di Nic- 
buhr. 

35) DimUb , o DemlaWab , detto Hifn ni D armila o 
al Dem.ua' nella traduzione della deferizione generale 
d'Arabia, fatta da la Roque , Borgo, il cui Callello 
talmente fu giudicato inarrivabile e fortificato , che 
era pattato in proverb O : forte quanto Io è Dimlhh ; 
onde fu , che i Re di Iemen vi conlervarono antica- 
mente i loro Teior? . 

36) Iffros , da MiJdleton Eufras , Borgo fui fianco 
d’ un monte . 

37) Ta-ds netta Carta di Niebuhr , Dabes dal Geo. 
grafo Nubefe, Tis da Abulfeda , T afa da Barthema e 
le Blanc , raits ne’ Viaggi di Middleton , Tage nel 
Voyage de 1’ Arabie heureutè. Città funata ne! gover- 
no deU'illeflb nome, ben fatta, grande, popolata, e 
murata. Polà a piè d’ un alto monte, in dillanza di 
leghe 33 Franceli da Mofa , 3 giornate da Sana , 4 
da Mucca; ed in un eminenza vicina v’ è il Calletto 
di Cdbbre . A’ tempi di Abulfeda vi ritedevano i Re 
di Iemen, che di qua da la Città ebbero un Palazzo 
con giardini di diporto , ove fu condotta l’acqua da’ 
monti. De’ giardini fi fa menzione nel Voyage de 1 ' 
Arabie heureuiè , ove il dice, che lon fu nati nella perN 

di- 



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D 1 ARABIA. 21J - 

• dice del monte , in cui fu il Caflello, che prefentafi 
in una beila veduta. In faccia al Cartello di Cahhre, 
m un altro monte , vi è un Villaggio abitato dagli 
Ebrei. Il Signor Niebuhr ha fatto il piano della Cit. 
tà , e de’ fuoi contorni , incifo in rame . Dalla parte 
di Mezzogiorno v’è l'alto monte Sabtr o Sabber , e 
nella fua cima v’è 

38) Oddene nel fuddetto piano di Niebuhr, Aden 
Laab in Abulfcda , Città piccola rovinata , che fembra 
effere YAdana di Stefano . Abulfeda ne fa menzione, eia 
fua filiazione è fiata meglio determinata da Shultens, 
che fi è regolato fecondo un Lelfico Geografico d’ un 
autore Arabo . Il fuo foprannome Laab la diflinguc da 
Aden Abyan . 

39) Gennad , o Giannad , una mezza flazione dittante 
da Taas verfo Settentrione, Città fornita d’accfua cat- 
tiva . A tempo di Abulfeda gli abitanti erano per la 
maggior parte del partito di Ali . Vicino alla Città v’è 
la Valle di Sab»l , che conduce a un deferto, di dove 
fi viene a un monte , largo 20 parafanghe in circa, 
in cui erano mille Villaggi a tempo di Abulfeda . In- 
di pattando per un terreno arenofo e ftcrile fi arriva a 
Zabid . 

40 ) Guade , D 'ùihruck , Cbeivan , borghi . 

41 ) Cataba , Città nel governo dell’ filetto nome, la 
fede d’ un Dola . 

42 ) Gioblab , nel Voyage de l’ Arabie heureufe Ga- 

bala , Città piccola nel governo di Iemen Afa , che 
per ettere limata pretto due fiumare, chiamafi anche 
Medinat al Kahrain , o Medinat on Nabreine , cioè Cit- 
tà di due fiumi . Vi rifiede un Dola o fia Gover- 
natore . ' ■ 

43) Abb , Città piccola nel governo di Iemen Ala. 
Nella fua vicinanza featurifee il Wadi (fiume) Mei- 
dam , che dalla parte occidentale di Aden sbocca nel 
Mare . 

44 ) Fhbbo el hauti , Caflello . 

45 > Mechader , Città piccola in un monte, nel go- 
verno dell’ filetto nome. •’ 

x AJia . P In 



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Xl6 IL COVÉRNd. 

In poca (Manza dalla Città fuddetta nel fianco ofien* 
tale del monte Sumara, veggonfi fecondo la relazione 
di Niebuhr le rovine della Città di Dbafar , detta 
T dbafar , nella traduzione latina del Geografo Nubefe. 
Secondo il Geografo Nubefe , Dhafar è dittante 36000 
palli da Damar, J4000 dai Cartello Alac, e 3 ftazioni 
da Mareb. Secondo rifletto autore , cffa fu la capita- 
le Jacbfeb , una delle Città grandi e famofc . Egli fa 
anche menzione di Oh 4 (alto) lacbfeb , c di Sofl~ (baf- 
fo ) lacbfeb , e dice che il primo luogo è 36000 patii 
dittante dal Cartello di Nagiab , ed il fecondo (Ca- 
rtello abbondante di palme dattilifere, di fonti d’acqua 
buona, o di rufcelli , che indi nafcono) 16000 palli 
lontano da Alac . E' probabile , che Dbafar fia l’ iftel- 
fo, che Sapbar Plinii, Sappbar Pt domai , e Aplaar Ax~ 
riani, onde i SMppboriti di Tolommeo hanno la deno- 
minazione . 

46 ) Robat tl Calla , Cartello nel monte Sumara * 
Sembra, che fia rifteffo luogo, detto Naket Samar da 
Middleton, che lo chiama Albergo pubblico in unmon- 
- te, dominato da un Cartello più alto. 

47) MenJU , Villaggio: fecondo la Carta di Niebuhr 
fembra non dover diftinguerfi da Manfael , che trovati 
nel Voyagc de l’ Arabie beureufe , ove i Francefi in- 
contrarono due Cartelli amicbilfimi. 

48) lenim , nella Carta di Niebuhr, lramt nel Vo- 
yage de 1’ Arabie heureufc, Città grande caperla , nel 
governo dell’ ifteflo nome, ove rifiede il Governatore. 
Sembra, che fia l’ifteffa con quella Città, cui Barthe- 
ma dà il nome Reame , e la diftanza di una giornata 
da al Macarana ; il qual Autore vi aggiunge, efier i 
tuoi abitanti neri , e mercanti ricchi; trovarvifi circa 
2000 fuochi, e pofare un Cartello fortificato accanto 
alla Città in un monte . I contorni fono fertiliflìmi , 
fcarfeggiano però di fegne. Barthema vi trovò delle pe- 
core , la cui coda pelava libbre 44, e che per efier 
troppo grotte appena potevano camminare. Jftgli vivi- 
de anco dell’ uve grotte , e bianche lènza acini . Etter- 
vi l’aria falubre, dimoflrafi d^.lla gran vecchiaia, alla 

qua- 



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D’ ARABIA. ìlf 

■ quale arrivano gli abitami ; imperacene Bartema «il* 
Teorie con perfone , che avevano tra J25, e 136 an- 
ni, e ciò non ottante erano ancora inè iioci cruente ro- 
bulle . Il nome del luogo mi fa venire il pernierò del 
Giardino d’ Ir am , o Ha del Parodilo tanto celebrato da’ 
Poeti Arabi, che forfè vi fu. Qpefio bel Giardino di- 
cefi piantato da Scedad Ben Ad , uno de’ Re di Iemen, 
che vide gran tempo avanti Maometto . Vedi Herbe- 
lot agli articoli Iram, e Scedad. Mi pare anco, che 
Racma , di cui fi fa menzione da Mosè lib. 1 cap. 10 
verli 7, e da Ezechiele cap. 27 , 22, non debba di- 
Itinguerfi da quello luogo, quantunque mi fianoto, che 
Bòchart Confonde Raerria con Rhegma Srephani , luo- 
go pofto fui Golfo di Perda i Tra quella congettura , 
e quella, che fi fa al num. 22, fi può far quella idei- 
la , che più aggrada . 

Indi paffando a Damar, altro non vi s’incontra che 
monti alti e Aerili * ed un fuolo afeiutto ; Ma a Da- 
mar fi prelentano delle pianure deliziofe* 

49) Damar, Dbamar , Dferriar , Dfimar , Città, rj 
leghe Franceli didante dalla precedènte, come infegna 
il Voyage de 1 ’ Arabie heureuid , e 16 parafanghc fe- 
condo Abulfeda , o 48000 paffi , fecóndo il Geografo 
Nubefe, dà Sana, ed una giornata da Zabid, fecondo 
la relazione di Barthema . Middleron aflerifee, confi- 
flere la Città in 5 parti, notabilmente feparate l'un» 
dall’altra, e polare in una pianura fertile, in lonta- 
nanza di lo miglia Inglefi da Surage . E famofa per 
elfere la patria di parecchi uomini rinomati , promul- 
gatoci della dottrina di Maometto , e de’ fuoi fcolari ; 
Secondo le Relazioni di Niebuhr , la Città è del go- 
verno di Machereb cl Anes. Barthema artella , che i 
fuoi contorni fon fertili . Se non erro, le Blanc ne fa 
menzione fatto il nome Adimar , il quald la conta tra 
le migliori Città dell’Arabia. 

50) Mauab-beb nella Carta di Niebuhr , detta àn*he 
Mibvrabib, e nel Voyage de 1’ Arabie heureufe Mou»b % 
Città polla in uu piccol monte , un quarto di kg* 

P a Fraa- * 



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21$ ff. GOVERNO 

Francefe dinante da Damar. Il vecchio Re dilemen, 
che vide ancora nel 1712, l’avea fabbricata , e vi ebbe 
la fna refidenza . Egli fu anche fondatore di un Ca- 
fle.llo dell’ ideilo nome , un quarto di lega Francefe- 
lontano dalla Città, pollo in un alto monte. Damar, 
la Città , ed il Cartello di Mau-ah-heb fon talmente 
finiate , che formano un triangolo equilatero. Dall’ 
iftcfTo Re è dato conftruito nella diftanza di leghe 
Francefi 2 e mezzo da Mahwahib in un piccol mon- 
te un Cartello fortificato, ove foleva ritirarli, quando 
faceva guerra co’ Principi confinanti . La Città di 
Mahwahib non c grande : le lue mura fon fatte di 
terra , come lo è anche la maggior parte delle cafe ; 
ma la fua aria è ortima . Il Palazzo del Re è molto 
grande , ma non è nè bello , nè magnifico. Uno de’ 
fobborghi è abitato dagli Ebrei , che di notte tempo 
non poflòno trattenerli in Città. Il terreno de’ con- 
torni è ottimo : le pianure producono il Rifo, e le 
Biade , e le colline c valli fon piantate di alberi da 
Caffè, d’altri alberi fruttiferi, e di vigne. 

51 ) Rodda nella Carta di Niebuhr , detta anche Ra- 
hada , Redia , Città piccola a piè d’un monte, 8 gior- 
nate didante da Aden, 3 da Sana, e 12 leghe Fran- 
cefi da Beit al Fakih , come eorta da Viaggi di Bar- 
thema, edalVoyage de l' Arabie heureufe. Querti con- 
torni fono de’ migliori del paefe ; imperocché oltre i 
migliori alberi da Caffè v’è ancora abbondanza d’altri 
àlberi fruttiferi, di biade ottime, di poponi, cocome- 
ri, e d’altri prodotti naturali. 

52) Surad-sje nella Carta di Niebuhr, Surage ne* 
viaggi di Middleton, Città piccola o fia Borgo. 

53 ) Jl governo di lahbran. 

* * * • 

« » 1. ANNOTAZIONI. 

I luoghi feguenti non fi trovano nella Carta di Nie- 
buhr di Iemen , e non fo dove mettergli . Ciò non 
urtante d’Anvjlle gli ha inferiti nella fua Carta d’Ara- 

\ r bia 



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D’ A R A B I :A. ìig 

bìa ; quantunque non abbia avuto altre notizie, che quel* 
le di cui io mi fon fervilo. . 

Barthema andando da Aiaz (num. 31) a Dante, vi 
arrivò in 2 giorni . Dante è una Città , porta in un 
monte alto e grande, circondata da una contrada Ae- 
rile. Indi nello fpazio di 2 giorni pervenne alla Città 
di al Macarana , porta nella cima d’ un monte affai alto' , 
di falita diffìcile, fortificata , d’aria buona,' e fornita 
d’una cifterna , che fi conferva tempre ripiena d'ac- 
qua. Gli abitanti fono alquanto meno neri di quelli 
de’ luoghi vicini . Di lì in una giornata egli arrivò a 
Reame. La fuddetta Città trovati anche nominata da 
le Blànc . Egli la chiama al Maacrama , e S am ac ara , 
fortificata, fituata in un luogo alto, e grande; e rac- 
conta , che a’ tempi fuoi il Re di Iemen vi conferva- 
va il fuo teforo, e la fua conforte, e che il Re me- 
defimo vi fi tratteneva per lo più , perchè allora al- 
cune delle fue provincie erano nelle mani de’ Turchi, 
e Perfiani . Le Blanc dillingue quella Città da un al- 
tra di nome al Macara , fituata parimente in un' mon- 
te , ove ogni fettimana fi fa la fiera di notte tempo 
a cagion del gran caldo , a Levante della quale giace 
Gafa , Città grande e popolata. Ma non lo la Umazió- 
ne , nè di quella Città, hè di quell’ altra. . 

. . . * • • J 

ii Bellad Meri * c 

; Quella Provincia incomincia dalla parte di Poieutc 
in poca dirtanza da Bab el Mandeb , e- lòlle colle ma- 
rittime meridionali dell* Arabia ftendefi verfo Levante 
fino a Hadramaut . Erta è governata da uno Sceik. 
Comprende il Promontorio di S, Antonio , ed i luoghi 
feguenti : 

1 La Città di Aden , foprannominata Abyan , per di- 
ftinguerla da Aden Laab , o OJtien: , è detta Eden nel- 
la Bibbia Ezcch. 27 , 1 $ , da Tolommeo Arabia Em- 
por inni , da Philoftorgio. Adane » Secondo la relazione 
di le Blanc i iuoi abitanti la chiamano Adedun . E‘ 
porta full’ Oceano in una punta di' terra, comporta d’ 

P j un 



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tyo IL GOVERNO 

un dirupo divifo in moire rocche , che la circondano 
da ogni parte. II dirupo forma un promontorio, mol- 
to erto, che da'Ia parie del Mare fi vede tra 15 e 20 
leghe Francefi di lontano . Nel promontorio ritrovatili 
parecchi Cartelli fortficati. La Città è cinta di mura, 
e. baluardi ,/ forniti di cannoni. Lo (fieno paffaggio, 
che conduce dalla parte di terra , è difefo da 3 forti ; 
ed il Porto grande, profondo e ficuro, eh’ è una par- 
te del leno di Mare che vi è, ha un altro fortalizio 
in Ina difefa . Nella contrada più accorta alla Città, 
alle radici del Monte vedefi qualche verdura ; ma il 
rimanente de’ contorni o è arenolò e afciutto , oppu- 
re dove è cinto da monti, che molto s’inoltrano in 
terra ferma, è marazzolo, e Aerile affatto. Qiiindi è, 
che i viveri , i legnami , e tutte le cofe bilognevoli, 
vi debbon venire altronde . A tempo di Abulfeda la 
Città cavava l’acqua bifogncvole da una fonte , quali 
una giornata diflante, onde la porta, per dove l’acqua 
fu introdotta, avea il nenie di Bah al Sakyne , cioè la 
porta di coloro, che portano l’acqua. Dipoi vi fu co- 
liamo un acquedotto , nel quale l'acqua piovana dal 
monte fi conduce in un gran Confervatorio , poco di- 
flante dalla Città, ove vien confervata per l’ufo biso- 
gnevole. La Città è grande * di modo che Barthema 
flima il numero de’ fuoi fuochi 6000 . I Francefi , che 
vi furono nel 1709» vi trovarono molte cafe ben fat- 
te di due piani , e molte altre rovinate. Gli abitanti 
fon di color bruno, macilenti, e piccoli , ed in gran 
parte fono Ebrei . La Città fu la più bella , la più 
riguardevole , e di maggior traffico , che vi forte nel Re- 
gno di Ietnen . Nel 15 13 fu artàlita invano da’ Porto* 
ghefi, i quali nel 1530 ne obbligarono il Governatore 
a un tributo annuo. Nel 1538 per ftrattagemma fe n’ im- 
padronirono i Turchi, cheinappreffo l’abbandonarono. 
È'diftante da Sana ó8 paralanghe, come Abulfeda ri- 
ferilce. A tempo dell’Imperator Cortanzio, iJ Re de- 
gli Homeriti , che s’ era fatto Criftiano , vi erede 
un Vefcovado , ceduto dipoi a uri Vefcovo Nefto- 
riano, 

« 2 Abiti 



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D’ ARABIA. 231 

2 Abin, fecondo il Geografo Nubefe , Cartello c Bor- 
go limato fui mare , 12000 parti dittante da Aden 
verfo Levante. 

3 Ornerà , Borgo a Settentrione di Aden . 

4 Lavi , detta così da Barthema , Lahadfi nella Car- 
ta di Niebuhr , Città 15 miglia Italiane dittante da 
Aden , che fecondo la teftimontanza di Barthema po- 
fa in una pianura , ricca di datteri e biade , e fcarfa 
di legnami . Tirion la pone fui Mare, d’Anville in 
qualche dittanza dal Mare, e Niebuhr la ritira più ver- 
fo Settentrione. 

5 Calla Humadi , Cartello . 

12 ........ 

Nella Carta di Niebuhr , dalla parte di Levante di 
Loheia, trovafi difegnato un Territorio indipendente e 
lenza certo nome , che comprende i Dittretti Bellad 
Ha d/i ( Hadsb ) che in parte vi è comprefo, Bellad Laa t 
Beni Keis, Beni Turciba , ed i luoghi feguenti : 

1 Kaukeban , Cartello , da non confonderli con un 
altro luogo dell’itteflò nome. 

2 Torr , Borgo. 

3 Macbadra , Borgo . 

4 Kalla e Boba, Cartello, 

iì II Dominio di Kaukeban , 

Secondo le Relazioni di Niebuhr è dominato da un 
Sejid , o fia difendente di Maometto , e comprende i 
luoghi feguenti ; 

J Kaukeban , Città in un monte . 

2 Sci barn , Borgo fotto la Città precedente , credu- 
to da Niebuhr eflere Sciaba di Mosè , lib. 1. cap, 

10., v. 7. 

3 Tarile, Borgo. 

4 Regium , Borgo , nella cui vicinanza v’ è il Diftret* 
to di Beni Cbeiat . 

5 Verrà, Cartello. 

P 4 14 De- 

, I 

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.. -, i4 Deban. 

Borgo dalla parte Settentrionale di Tulla , e dile- 
gnato nella Carta di Niebuhr in qualità d’ un domi* 
nio particolare. \ 

ij Nebbm., 

Provincia piccola confinante con Bellad ed Giof, 
dominata da un Sceik, e comprende i Borghi Cbarit r 
e Scìrra . 



iG Cbaulan. 

Provincia piccola , alcune miglia dittante da Sana 
dalla parte di Levante , la quale potrebbe edere Cba- 
viia di Mosè lib. i cap. io, v. 7. E' dominata da un 
Sceik, e comprende i Borghi di Tenaim e Beit Roge . 



17 Bellad ed Giof. 

Provincia valla , defcritta foltanto nella Carta Nie* 
buhriana di Iemen , ciré le dà il nome DJìof , c vi po- 
ne la Città di Mareb , polla dal Geografo Nubefe 
nella Provincia di Hadramaut . La Città è dominata 
da un Sceik; mentre gli altri abitanti della Provincia , 
molti de’ quali vivono fotto tende , fon (ottopodi a’ 
loro Scechi (Principi) indipendenti. 

La Città di Mareb , o Marib , già fituata nell’eftre- 
mità de’ monti di Hadramaut , in dillanza di 3 , o 4 
dazioni da Sana , a tempo del Geografo Nubefe era 
rovinata. Così dice egli efprefia mente alla pag. 16. nel- 
la traduzione latina ; quantunque alla pagina 52. fac- 
cia menzione d’ un Borgo Mareb , ove veggonfi le ro- 
vine di Seruab , Cadetto del Re Salomone, e di Cafcib , 
altro Cartello della Regina Balkis . Anche Niebuhr s’ è 
abboccato con un uomo di Mareb , che gli diife, tro- 
varfi Mareb nella dittanza di 1 6 miglia Tedefche da' 

Sa- 



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d‘ a r a B f A. 

Sarta, dalla parte di Olt-Nord-Oft , cd e (Ter vi le rovi- 
ne d’antiche fabbriche , che però non hanno niente 
di offervabiie , nè Menzioni . Dalla filtrazione di Sitte 
Mareb , da delcriverfi in appretto, concludo, che Ma* 
reb porti il nome dell'antica Città ; quantunque non 
fi trovi pollo nell'ifteflò luogo. Tutti i Geografi Orien- 
tali fon di fentimcnto , che o in quello luogo , o in 
quella vicinanza era fituata l’antica Città di Saba, fab- 
bricata, e denominata da Saba figlio di Iaktan, che 
fu la fede degli antichi Regi di lemen , detti' Tabd* 
beab , o Tabbaiab . Vogliono inoltre , che vi rifedefle 
Balkis , la Regina di Saba di fopra accennata , che 
fecondo la Bibbia venne a far vifita al Re Salomone . 
Notai di fopra , che fecondo la relazione di Abulfeda , 
la Città di Mareb fu fituata nell’eftremità de’ Monti 
di Hadramaut . Ivi ne’ tempi antichilfrmi fu un argi- 
ne di grandezza e fodezza fmifurata , di nome Aarem , 
che troncava il corfo all’ acque d’una fiumara, che ve- 
nuta giù da’ monti vi s’ ingroffava all’ altezza di 20 
uomini, o fieno tefe . L'argine s’inalzava fopra il li-* 
vello della Città come un monte alto. I lidi del va- 
llo confervatorio ( in lingua Araba Sitte Mareb ) da 
ogni parte erano ben muniti contro l’ impeto dell’ ac- 
que per l’ induftria degli abitanti , i quali vi aveano 
fabbricato cafe. L’acqua fu condotta in egual porzio- 
ne nella cafa di cialcuna famiglia per mezzo cu tubi ; 
e non folamente ferviva per il bifogno degli abitanti, 
ma etti la vendevano ancora , c ne inaiavano i cam- 
pi . Ma Iddio , gaftigando l’orgoglio , e la petulanza 
degli abitanti , vi mandò l’ acqua con tanto impeto , 
che mentre gli abitanti dormivano fu rotto l’argine, 
e tutta la Città , co’ Borghi , e Villaggi vicini fu 
fommerfa. Così racconta il Geografo Nubefe. Quello 
racconto trovafi fatto da altri , con quella differenza , 
che la rovina dell’argine derivava da Topi monragnuo- 
li , che i' aveano forato . Secondo la deferitone del fud- 
detto Arabo di Mareb , col quale il Signor Niebuhr 
s’ è abboccato, Sitte Mareb è un’ ora di cammino di* 

tlazi- 



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*34 IL GOVERNO 

(Urne da! Borgo di Mareb , ed è una valle della lun> 
ghezza di quali una giornata, riftretra tra 2 monti, i 
quali dalla parte di Levante talmente s’ accollano, che 
dall’ uno ali’ altro fì parta comodamente in 5 , o 6 mi- 
mai . Quello ftretto paflaggio anticamente era 'ferrato 
con muro grolle , per far argine all’ acque di 6 , o 7 
fiumare piccole, che dalla parte di Ponente e Mezzo- 
giorno , e dal Territorio dell’Imam vanno ad adu- 
narli nella Valle . La muraglia al parere dell’ Arabo 
iuddetto era alta 40, o 50 piedi, ed era comporta di 
pietre grolle tagliate . Se ne veggono degli avanzi 
dall’ una e dall'altra parte ; che però non fon bafte- 
voli a far riparo alle acque . Dalla luddetta rottura 
dell’ argine gii Arabi contarono gli anni : e di quella 
Epoca fi fa menzione nel Corano Sura 34, com. 15 
16. Ne dà un ampio ragguaglio il Signor Profeflore 
Reiske nel fuo Trattato de Arabum Epocba vetuftijffima, 
rnptur a Catarrhacle Marebenfis , da me non letto. 
Vegganli le quertioni diMichaelis pag. z 6 g> 277, 372, 
il qual Autore , conformandoli forte a quei che ne 
dice il Signor Reisk , pone la Città di Mareb nella 
provincia di Scichr ( meglio Sciagiar) , ove non è coro* 
prefa . Gli Autori Arabi credono , che l’ argine fia fia- 
to colimi to dalla Regina Balkis : fe ciò forte vero , e 
fe forte certo , che la rottura dell’argine forte acca- 
duta fatto il Regno del Re Dhuhablcian , ne fegui- 
rebhe, che 1’ argine per poco tempo abbia furtiftito; 
imperocché la Regina Balkis credefi aver regnato 980 , 
e Dhuhabfcian 850 anni avanti la nalcita di Crifto. 
Ne feguirebbe inoltre, che alla fommerfione non foc- 
combelfe la Città di Mareb , ma bensì Saba . Ciò 
non oliarne il Geografo Nubefe e Abulfeda vogliono, 
che la Città di Mareb vi fia Hata fommerfa. Al Pro- 
feflbre Reiske fembra verifimile , che la rottura dell’ 
argine fia accaduta nel primo fecolo dopo la nalcita dì 
Crifto. il gran confervatojo dell’ acque mi fembra aver 
avuta gran fomiglianza con quello , che s’ è fatto nel- 
la Provincia di Linguadoca prefto Saint Ferreol, per 



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l>’ ARABI A'. *35 

comodo del Canale Regio . Vedi la mia Geografia par* 
te II. Num. XV. pag. 94. •" 

A bui feda , tradotto da la Roque , pagina 28S , fa 
menzione d’un luogo di nome EimaJ'ab , ove l’acqua 
di, varie fiumare , trattenuta per mezzo d' un argi- 
ne , dalla conferva efee in varj canali , per inaffiare i 
campi . 

Scibam , nella traduzione latina del Geografo Nn» 
befe Scìabam , e Scebam , che la chiama Città e for- 
tezza . Pofa in un Monte fcolcefo dell’ ideflo nome 
(non a piè del Monte come dice Herbe’ot), coper- 
to di molti Villaggi , fornito di campi lavorati, e d* 
acqua corrente , Secondo la relazione di Abulfeda , 
e del Geografo Perfiano citato da Herbelot , in que- 
llo Monte trovanfi la Corniola , l’Agata, e l’Oni- 
ce . A tempo di Abulfeda la Città di Scebam era 
riguardata còme capitale della Provincia di Hadhra- 
maut . Secondo Abulfeda c dittante 11 dazioni da 
Sana , ed una dazione da Damas . L’ultima oflerva- 
zione è falla . Alcuni le danno anche il nome di Had- 
bramaut. Bochart crede, che fia Sabota Plinij, Sabba- 
tba Arriani , e Saubatba Ptolomaei . 

Tarim Città , una dazione didante dalla - prece* 
dente. 




» 



Provincia , di cui [fidamente Niebuhr fa menzione 
nella fua Carta di Iemcn , e nelle die Relazioni , on- 
de colla, eh’ è fiutata tra il Territorio dellTmam di 
Iemen, e la Provincia di Hadramaut, e che vi regna- 
no tre Scechi. Comprende 

Kacbtan , Città, che conferva la memoria d’ Iktan o 
Kahtan che fi legge l Mof. io, 25, 2 6. 



Hai- 



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2.3 0 IL GOVERNO* '*£ -v' 

. ì • ’ . • ’• 

Hadbramaut . 

«r «» *' * * 

La provincia di tìadbramaut , o Hadramutb ì è fitua- 
ta a Levante della Città di Aden, e confina co’ Di- 
firetti di Aden, Tis, e Sana , colla provincia propria dì 
Iemen, c coll’ Oceano. Il Tuo nome derivada Cbatzar- 
mavetb figlio di Iaktan i. Mof. io, 2<5, il qual no- 
me dagli Arabi è pronunciato come Cbadramauth , o 
Hadramaat . Gli antichi Geografi Greci la chiamano 
Adramut <r , Cbatramis ,Cbatramitis ; e gli abitanti chia- 
manfi Atr amatiti , Cbatramotiti , Chatramoti , Cbatrim- 
miti , o Cbatrimmititi , come pure Atramiti , o ^dr<r- 
La provincia fu già abitata dalla llirpe Araba di 
Ad , di cui fi fa menzione nel Corano . Il paefe è fa* 
molo pretto gli antichi Scrittori , per aver prodotto la 
Mirra, l’ Incenfo , 1’ Aloe (Sabr al'Hadiiri) la Calila, 
e la Cannella . Abnlfeda la chiama provincia fiorita , 
e dice, che è abitata dalla dipendenza di Namttd . Il 
Signor Niebuhr imefe dire, che la provincia contiene 
gran numero di Città, e villaggi, che Je contrade mon- 
tuofc non fono meno fertili di quelle di Iemen, e che 
da quella provincia vien trafportata gran copia di col- 
telli larghi nel territorio dell’ Imam di Iemen.* Com- 
prende i luoghi feguenti: 

Lafaa , o Luffa , Città piccola full* Oceano . Venen- 
do dalla parte del mare non è più di 24 ore dittante 
dal borgo di Albin ; accennato di fopra dopo la Città 
di Aden . Quantunque andando per terra vi vogliano 
y giorni, a cagione del monte che giace in quello in- 
tervallo . 

Tra quella Città e quella che ficgue , fecondo la re- 
lazione del Geografo Nubefe , v’ è un borgo grotto , 
ove trovali un bagno falutevole d’acqua calda. 

Sciarma , oppure Sciorama , detta così dal Geografo 
Nubefe, e Sciarmab da Herbelot , Città full’ Oceano 
quafi 2 giornate lontana da Lafaa. 

Sembra , che il Porto buono di Makalla , o Makui- 

U, 



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t>’ ARABIA. 237 

la, troviti ancora fulla colla di Hadramaut, di cui fi 
fa menzione da varj Viaggiatori, ed in parecchie Car- 
te Geografiche. 

Nell’ iftefla coda , bifogna che fi trovi anco la Cit- 
tà di Caria, accennata da Tolommeo, Ariano, e Pli- 
nio, ed in Ezech. 27, 23. Quantunque ne’ viaggi di le 
Blanc fi faccia menzione d’ una Città di Cana , che 
fembra, che fia fituata fui mare; pure non vi fi tro- 
va determinata efattamcnte la filiazione di effa . 

I luoghi finora ^deferirti fono marittimi. Nella con- 
trada orientale dell’ interno del paefe incomincia il trat- 
to arenofo detto Ah\af, che flendefi fino a Oman , 
ove quando il vento follìa , le arene vengono melfe in 
moto con fommo periglio di chi viaggia . 

La Provincia di Sciagar. 

E' cofa certa , che quella Provincia fia fituata a Po- 
nente di Hadramaut ; poiché il Geografo Nubefe Io 
dice efprelTamente : ma il nome della Provincia è fog- 
getto a molte difficoltà. Nelle Relazioni dell’ India e 
China di due Maomettani, tradotte dall’ Arabo da Re- 
naudot, il nome della Provincia è Sibar . Nella tra- 
duzione Latina del Geografo Nubefe le vien dato il 
nome Seger ; il qual nome, quantunque faffo , trovali 
nella maggior parte delle Carte Geografiche, maflime 
nelle meno moderne . Nella traduzione di Abulfeda , 
fatta da la Roque , all’articolo Dafar il nome s’ cfpri- 
me per Sbagiar. D’Herbelot fcrive Scbagìar , che per 
accomodarlo alla pronunzia Tcdefca, mi pare dovere 
fcriverlì Schadfchar ( che in Italiano fi pronunzia Scìa- 
giar). Afleman fcrivendo il nome con lettere latine , 
dice Sagiar , e con lettere Arabiche Sadfchar . Certo 
è, che il Geografo Nubefe, e Abulfeda nell’ ultima 
fillaba del nome fi fervono della lettera Gim . E fic- 
come per lo più fogliono efprimere quella lettera in 
altre lingue per G ; quindi è, che per lo più il nome 
Arabico della provincia fi legge come Sagar , oStgher, 
come fa anche il Signor Bochart ; il quale però fi pren- 
de 



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Ì 3 & IL.fcOVÈRfcÒ 

de udle libertà maggiori del dovere ; imperocché àr- 
difee di togliere il punto dalla lettera, e di Gim for- 
ma un Cba, dimodoché il nóme fi cangia in Sacrar . 
IndK pafiaodo più oltre * egli fi fa lecito di dire Sa- 
(bai, e colla fiui folita arte di torcere le parole ar- 
riva a dire, che il feno di Sachalitcs, ed i Sachaliti 
ne ripetono la denominazione. Nell’ iddio modo, ché 
per efprimere la pronunzia di quello nonne s’adopera 
ora il Gim (G) ed ora il Cha ; così da diverfi autori 
efprimonfi anco diverfamente le vocali del nome, vo- 
lendo alcuni , che debba pronunziarfi come Sceg’r , al- 
tri, come Scicb’r o Scibr. In parecchie Relazioni di 
Viaggiatori a quella provincia è dato il nome di Re- 
gno di Parta s t o Fartach , o Fartak , Fartaque , Farfa- 
ra , come fi vede nelle Relazioni di Barbofa j le Blanc , 
e Iuan de Cadrò, è nd Voyage de l’ Arabie heu reufe , 
c nelle Carte Geografiche . Quedo nome deriva da 
quello d’una Città, ed è proprio ancora ad un pro- 
montorio. Secondo la relazione di je Blanc queda pro- 
vincia è fottopoda al Re di Iemen; ma fecondo lé 
relazioni di Middleton,. DountOn , Saris, Roe, e del 
Voyage dell' Arabie heureufe, negli anni 1610, 1611 , 
1612, 1624 e 1709* era un Regrìo didimo, che avea 
il fuo proprio Re. Il Regnante del 1624 ebbe il no- 
me Seid Ben Seid, che fotto il Regno di fuo Padre 
fu governatore dell'Ifola Socotora, il qtial governo fu 
dipoi amminidrato dal fuo Figlio , quando egli fu fa- 
lbo lui trono . Nd Voyage dell’ Arabie hereufe fi of- 
ferva , che quedo paefe produce l’ ine enfo , c altri aro- 
mati di maggior prezzo* U Aloe , che vi fi fi, è detta 
dagli Arabi Sabr al Scekeri. Secondo la relazione di 
Abulfeda il paefe è fenile di molti di quei prodotti 
naturali , che fogliono edere propri dell' Indie, per 
eièmpio Noce mofeada, Nargil o Coco , Indaco , ec. 
Vi trovo i fitguenti luoghi: 

1. Cheer , nel Voyage dell’ Arabie heureufe, nella 
pronunzia Italiana Sceer , nella Carta del Mar Orien- 
tale , pubblicata in Francia nd J740 per ordine dei 
Come di Mautcpas, Stbabr , o Scbobr , nelle Carte me* 

no 



1 



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b' Arabia. 230 
no moderne fecondo Ja pronunzia Portoghefe tìael o 
Haer , lteondo il Voyage del' Arabie beureufe cilprin- 
cipal Porto del Regno di Fartacb , e Città vicina a 
elio . Ma tutto all’oppofto leggefi ne’ Viaggi di Keeling , 
che quello luògo non ha nè porto , nè rada; vi fi 
vende del ferro , e piombo portatovi da CaylTem o 
Cufcen, Città dillante una giornata da Sceer, verfo 
Ponente; quantunque in tutte le carte meno moderne 
Cufcen fia polla a Levante della Città di Sceer . Nel- 
la Storia dell’Imprefe del Governator Portoghefe Soa- 
rez lì fa menzione d’ un Re di Hael o Sciael , che nel 
1530 fi refe tributario a’ Portoglieli i e nella Storia* 
delle gelìa del Comandante de Canna lodali la corte- 
fia , colla quale quello Re accolle i Portoglieli , che 
avendogli corrifpolto con ingratitudine, nel « 5 3S fu- 
rono ammazzati tutti quanti. Sorto quello Re o s’in- 
tende il Redi Fartach , oppure il Governatore di Sceer t 

2. Cufcen , detta Cayxem , Cayxim , e Cufcin da’ Viag- 
giatori Inglefi Keeling e Saris, da altri Cufcem , Cay- 
feem , Cafcm , Cafleon , o C ajjin , Catacim , Carafeni , 
Karefen , nella Cat ta d’ Anville dell' Afia Ktfem , e da’ 
Portoghefi Caxtn , Città con un buoni porto fui mare . 
Neljdio* ei<Si2* e probabilmente anche già ne! 1508 
era la fede del Re di Fartach , come colla da’ viaggi 
di Middleton , e Saris. Nella Carta di Tirion deli’ 
Arabia è fegnato ancora un Regno di Karefen, il qual 
sbaglio fembra derivare dalla floria delle gella di Al- 
meyda , dalle Relazioni di Saris, è da altri libri , ove 
al Re di Sciagiar o Fartach è dato il nome delta lua 
refidenza Cufcin o Karafem . 

Fartach , nella Carta dell’ Alia d’ Anville Fartath i 
Città , collruita dopo i tempi del Geografo Nubefe * 
e. Abulfcda , perchè neffuno di elfi ne fa menzione . 
Nel Voyage de l’ Arabie heureufe le vien dato il no- 
me di Città Capitale del Regno di Fartach , che fen- 
Za dubbio ne prende la denominaziorie . 

4. Dafar , Dhafar , Thapb.tr , Tapbar , Città polla 
nella parte più interna d’un feno valiilfimo di mare , 
che inoltrali per un gran fpazio dentro terra alla vol- 
ta 



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140 IL GOVERNO 

ta di Settentrione, con un porto, fecondo la relazio* 
ne di Abulfeda . Da’ viaggi di Barbofa , che alla Cit- 
tà dà il nome di Diufar , corta , che fia porta a Le- 
vante del promontorio Fartach . Abulfeda la chiamala 
capitale della Provincia di Sciagiar: Phiioftorgio , e 
Ammiano la chiamano Tapharon , Stefano Tarphara 
nel numero di più ; e nelld carte antiche il fuo nome 
è Dolfar . Fu diftrutta nel 1516 da’ Portoglieli . A Set- 
tentrione della Città trovanti de’ monti d’ arena , abita- 
ti da’ Beni Aad. Può eflere, che quelli monti fiano 
comprert nella montagna , che lib. 1. Mof. io, 30. 
chiamafi Saphar , da Tolommeo Climax ; e che o la 
Città di Datar abbia avuto il fuo nome da quefta 
montagna , oppure la montagna il fuo dalla Città . 
Quelle congetture fon di Bochart , le quali fon piùve- 
rilimili dei fentimento di Mi.chaelis, il quale nella fua 
traduzione del primo libro di Mosè cangia Saphar in 
Tehama; imperocché Mosè dice, fin dove s’incontra 
Saphar , montagna fituata a Levante . Per confeguenza 
Saphar è il nome d‘ una montagna, fituata a Levante 
di Mefa . A tempo di Cortanzio Imperatore vi fu eret- 
to un Vefcovado dal Re degli Homeritt, fattoli Cri- 
lliano, che dipoi divenne Arcivefcovado . 

5. Pecbtr , luogo con un vallo porto, che fecondo 
la Relazione di Barbofa , e di le Blanc , è comprefo 
nella Provincia di Farlach . Il traffico, che fi fa per 
mare all’ Indie , è importante. Gli abitanti mandai! 
fuori cavalli ed incenfo. Il luogo è abitato da Ebrei . 
I contorni producono biade, animali da macello, dat- 
teri, uva, e altre cole in gran copia. Il luogo è po- 
llo a Levante della Città di Dafar. 

Il tratto di paefe, detto Gbobbo , clic fecondo la re- 
lazione del Geografo Nubelè flendefi tra la Città di 
Sciarma e Merbat, fecondo tutte le apparenze è com- 
prefo in quella Provincia . Il fuo nome fignifica rerra 
ferma . Nella fua parte più baffa v’ è una contrada di 
nome Cbalfat ; e nella parte alta v’è un Monte, detto 
della Luna , a cagione della fua figura curva , e del co- 
lor bianco . 

6. L’ 



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D’ ARABIA. 141 

6 . L’ Ifola di Socotora , detta Soknthra da Abulfe- 
da, Catara da’ Soriani, Diofcoridis Infitta dagli antichi , 
è una parte della Provincia di Iemen , come aflicura 
il Geografo Nubefe , e particolarmente nel Regno 
fmembraro di Sciagiar,o Fartach come atteftano i Viag- 
giatori Middleton all’anno iójo, Douton e Sarisall’ 
anno 1612, Roe all’anno 1624 , ed il Voyage de 1* 
Arabie heureufe all’ anno 170S. A tempo de’ fuddetti 
viaggiatori Inglefi-, il Governatore deli’ Ifola era un 
figlio del Re di Fartach , ed avea il nome Amar Ben 
Seid . Non mi è noto l’ anno , quando l’ Ifola è palla- 
ta fotto il dominio del Re di Fartach . Trovo ne' 
Viaggi di Don Iuan de Cadrò, che nel 1541 gl’Ifo- 
Jani non ebbero nè Re alcuno, nè verun altro legisla- 
tore, e che furono del tutto fenza governo; ma da’ 
viaggi anteriori fattivi da’ Portoglieli fin dal tyoj co- 
lla, che già nel 1508 quella Jfola era fottopoila al 
Re di Fartach o Kulcen . Secondo il Geografo Nube- 
fe , 1’ Ifola giace dirimpetto alla Città di Merbat e 
Halec , ftendefi in lunghezza da Levante a Ponente , 
fecondo il parere di Abulfeda per lo fpazio di para- 
fatigli 80 , fecondo le Relazioni de’ Portoghefi per 20 
miglia, ed in. larghezza per 9 miglia di Portogallo . 

Se fi crede al Geografo Nubele vi fi arriva in 2 gior- 
ni dalla Colla d’Arabia , quando il vento è favorevo- 
le. E' dittante dal promontorio Guardafili d’Abiifinia 
3 miglia Portoghefi, o come altri vogliono 34 miglia 
Inglefi. Le colte marittime fon fiancheggiate da mon- 
ti alti e afpri. Il centro dell’ Ifola è attraverfato da 
una ferie di monti alti, alla cui cima, non ottante 1’ 
altezza, è portata l’arena della fpiaggia marittima dal 
vento Boreale . Quell’ arena fparl’a dal vento per ogni \ 
dove fa sì, che il terreno è fenza piante c fenza albe- 
ri, eccettuate alcune piccole valli, ove il vento non 
può arrivare, le quali producono la migliore fpccie d’ 
aloe, detta Sabr al Socotori , che fi prepara nel mefè 
d’Agollo, pomi, e palme dattilifere. Così è deferitta 
la naturai codiamone dell’ Ifola nella ttoria delle ge- 
tta di Almeyda. Vi fi conforma Iuan de Cadrò; con 
ytjìa . Q. que- 



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24 * IL GOVERNO 

quella differenza però , che quello Autpre ripete la fte* 
rilità dell’ Itola dall’ infingardaggine , e ignoranza degli 
abitanti , ove fi trovano molte valli coltivabili . Egli 
afficura inoltre, che le montagne fon coperte di bafi- 
Iico, ed altre erbe aromatiche; e che vi è ogni forta 
di befliame domeftico in gran quantità. Tra’ prodotti 
dell’ Ifola egli conta ancora il fangue di Drago , di cut 
però ve n’è poco, come offerva Douton, che vi vien 
portato da Lahor, le ben intendo le parole di Roe , 
che fono: Il Re (governatore) è provvido di fangue 
di drago e d’ indaco di Lahor . L’ ifleflo viaggiatore 
vide, che il Governatore mantiene gran numero di 
zibetti, per averne gli eferemerrti . Secondo la relazio- 
ne di le Blanc vi fi trova anche l’ambra. Che la fic- 
cità dell’ Iiola fia grande, coda dal racconto che fu 
fatto a Douton, il quale vi era nel 1612 , che in 2 
anni non vi s’ era villo piovere . Coda parimente dal- 
le relazioni dell’ ideilo viaggiatore, e da quelle di Roe, 
che l’ lidia è provvida di bediame bovino, capre, pe- 
core, e galline; che però le bedrc fono affai magre .• 
Giorgio Anderfen, fa menzione di Daini , Tartarughe 
tanto terredri , che marine , e nel genere d’ uccelli 
delle Cafuare. Roe racconta, che della lana d’Aloc 
vi fi fa una tela grolla per vdlire gli (chiavi . L’ Ifola 
.non ha porto, ove un buon numero di navi poteffero 
paffar l’inverno. I due Viaggiatori Maomettani , le cui 
relazioni Arabe dell' India e China fono date tradotte 
da Renaudot , ed il Geografo Nubefe oflèrvano, che la 
maggior parte degl’ Ifolani fon cridiani , difendenti d’ 
lina Colonia , mandatavi da Aleffandro il Grande , 
che cogli altri Greci abbracciò la Religion Cridiana ; 
lo che vien confcimato dal Geografo Perfiano, citato 
da Herbelot. Ma fe fi crede a Filollorgio, aurore più 
antico, la colonia, che da Aleffandro vi fu mandata , 
non era com polla di Greci, ma bensì di Sonani,che 
a tempo di F.Iodorgio pai lavano ancora la lingua Si- 
riaca . Abult'eda portando le parole di Afify dice , che 
l’ Ifolani fon Cridiani Nedoriani, e Marco Paolo Ve- 
neziano lìo. 3. cap. 3S, al qual libro avrebbe dovuto 



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D k A R ’A B t A. 145 

dar fi il titolo de Infila Socotora , non quello de Scoir a 
o Scoria , riferifce aver gl’ Ifolani un Arcivefcovo ; e 
Renaudor nelle Tue note Copra i viaggi de’ due Mao- 
mettani dell’India c China vi aggiunge, leggerli nel 
citato libro di M. Paolo, che quello Arcivefcovo è 
Cubordinato alla Zatolia (Zatolic) cioè Cattolico , o fia 
Patriarca de’Neftoriani di Bagdad. Non Co onde abbia’ 
cavata quella aggiunta , che non fi trova nè nella tra- 
duzione Latina , nè nella Francéfe del libro di M. 
Paolo. Nella fiori* delle gella di Almcyda fi dice , 
che gli abitanti dell’ Itola, non meno che gli Abilfinr 
fon Criftiani Monofifiti o fia Giacobiti ; ove fi nota 
ancora quel che allerifce anche Iuan de Caftro, efiòre 
le loro preghiere compofte in lingua Caldea. Alcuni 
Scrittori Portoglieli citati nel luogo fuddetto da Re- 
naudotafferifcono, che i Criftiani di Socotora fon Gia- 
cobiti, lo che trovafi confermato nelI’Hilloire des In- 
des Orientale* & Occidentale* di Mafie, nel racconto 
che vi fi fa dell’Imprefe di Trillano Actinia Ammira- 
glio Portoghefe, ove fi raccontano varie cofe apparte- 
nenti alla loro Religione. Nella Bibliot. Orient. di Af- 
feman Tom. II. pag. 456, all’anno 1593 fecondo il 
calcolo de’ Greci, li fa menzione d’un Vefcovo Gia- 
cobina di Socotora , c dalla pag. 460 colla , che quc'- 
fto Vefcovado è comprefo nella Provincia Candefe . E' 
però anche vero il rapporto di Abulfeda , che vi fi tro- 
va de’ Criftiani Nelloriani, i quali hanno un Vefcovo, 
già fubordinato al Metropolitano di Perfia, e dipoi a 
quello di Malabar, come colla dalla Biblioth. Orient. 
di AlTeman Tom. III. P. II. pag. 602,603,780, e da 
la Croze Hiftoire de Chriftianifme des Indes pag. 39. 
Un ragguaglio più efatto degli abitami di quell’ Ifola 
ci vien dato da Tommafo Roe, che dice, ellere gl* 
Ifolani di quattro forti , cioè Arabi , che fon padroni 
del Paefe. I fudditi degli Arabi, che fi trattano come 
Schiavi. Gli antichi abitanti, detti Bedioynes , che fon 
Criftiani Giacobiti, abitano i monti, efuggono il com- 
mercio con gli Arabi; e finalmente un akro popolo 
lelvaggio, ignudo e mefchino, che abita nelle bofca- 

Q. a glie , 




144 ,L governo- 

glie, fenz’ aver cafe, ed è il più antico popolo dell' 
Ifola. L’ Ifola fu conquiftata nel J508 da’ Portoghefi . 

Secondo le relazioni di Middleton, Dounton , Roe , 
e del Voyage de l’ Arabie heureufe, nella parte dell' 
Ifola che guarda 1 ’ Arabia , in poca diftanza dalla Ra- 
da , v’ è una Città di nome 

Tamarin o Tamar a, pofta nella pendice di monti 
alti e fcolcefi , ove rifiede un Governatóre . In diftan, 
za d’un miglio Inglefe v’ è in un monte un cartella 
quadrangolare. 

Le due Sorelle fon 1 Ifolette, dittanti miglia fette e 
mezzo Ingleft dalla punta orientale di Socotora} le 
quali lon dette forelie per la fomiglianza , che l’una 
ha coli’ altra ; c <- 

biadai Curia , detta anche Abba del Curiamo Ahi* 
del Curia , e Abdalacora da Viaggiatori , è un Ifola lun- 
ga, ftretta, c deferta, 14 miglia Ingleft dittante dalla, 
punta occidentale di Socotora , come Dounton riferi- 
sce . La poca gente, ed il bettiame domeftico, che vi 

fi trova, appartiene al Governatore di Socotora. 

• » | • 

Mabrah* 



Quetta Provincia è marittima, e confina da Levam 
te colla provincia di S/iagiar , da Settentrione con 
Oman . Secondo la traduzion latina del Geografo Nu- . 
bele, offa lembra edere comprefa in Sciagar . Abul fe- 
ti a fiferifee, non trovarvifi nè campi coltivati , nè pai- 
in^ dattilifere ; vi è però de' Cammelli eccellenti , maf-, 
lime di quella fpeeie, che chiamanti Dromedary Il 
àefe produce anco dell’ Incenfo . Il linguaggio degli 
'ibitanti è rozzo, e difficile a elfere intefo . Credo, che 
nei feguenti vi fieno comprefi 

Merbatb o Mirbatb , detta anchp Berbat dal Geogra- 
fo Nubefe, Città piccola fui mare , 6 giornate dittante 
da Sciarma venendo dalla parte del mare fui golfo di 
Dafar a Sud-Oft di quetta Città in faccia a Socotora , 
Cosi è determinata 1 * fua fituazione dal Geografo Nu- 
befe, da Jbn Said in Abulfeda , e da Abulfcrda . Nel 'a 
. - ■ Car, 



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b* A Jl » A B I : A . Ì45 

Carta d’Arabia, inferita da Saie nella fua traduzioni 
del Corano, la Attuazione della Città è mal fegnata , ed 
erroneamente è porta infieme con Hafec , e Cabar Hud 
nella provincia di Hadramaut / rt qual errore deriva da 
ciò, che il Geografo Nubefe non dirtingue chiaramen* 
te quelli luoghi dalla Provincia di Hadramaut» Imon* 
ti vicini a Merbath producono arbofceili da incenlo » 

Hafec o Aftcb, Città piccola, 2 giornate diftante dà 
Merbath- andando per mare, e 4 andando per tèrra* 
limata fui golfo di al Hafctsb.ln vicinanza della Città 
liil mare v’ è un alto monte di nome Lus * in faccia 
al quale dalla parte di Settentrione, v’è il paefedi Adi* 
ten , in Tolommeo Oaditen , ed in Plinio Cbadaeet » 

Cabar Hud, Città piccola, denominata dal pretefoSe* 
polcro del Patriarca Hud, cioè Heber. E' 2000 palli 
dirtante da Hafec, ed è luogo frequentato da’ Pelle- 
grini. 

Il mentovato Gì un ( porto ) al Hafcisb ripète là fua 
denominazione dalle piante , che ivi lì trovano . Il por* 
to ha la figura d’ un facco , è molto profondo , e pe* 
ricolofo . In erto fono le Itole di Cbartan t Martan , » 

accennate dal Geografo Nubefe, i cui abitanti Arabi 
parlano un linguaggio antico , non intefo dagli altri 
Arabi, e fanno traffico di ambra, gettatavi filila fpiag- 
gia dal mare, come Herbelot racconta* Ma il Geogra- 
fo Nubefe, dove egli ha cavato quella relazione, di- 
ce, che l'ambra viene trafportatà dalla parte del ma- 
re , e che gli abitanti la comprano* Le antiche Catte 
Geografiche a quell’ Ifola danno i nomi di Curian e 
Murian , de’ quali nomi fi fervono anche Bochart, e 
d’ Anville » Nelle Carte vedeli. difegnato un fiume più 
torto grande, che va a sboccare nel golfo al Hafcish, 

• ed ha il nome Prim , cavato da Tolommeo, che do- 
vrebbe fcriverfi Prion. Nel 1503 i Portoglieli pattaro- 
no l’inverno nel golfo, in cui fon fituate le due Ifo- 
le» e Alila corta marittima della terraferma trovarono 
i Badavi , come gente umana e trattabile , che vive del 
beftiame . 

Sarebbe cofa defiderabile il fapere , ove Aa flato il 

3 feno 

/ » 

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I L 0 Q V È R N <9 

feno di mare, di nome Sachalitet , di cui parlano To- 
soni meo , ed Arriano. Se fi vuol credere al primo, il 
feno fu dal lato Orientale , e le fi crede al lecondo , 
dal lato Meridionale dell’Arabia. Se Arriano non sba- 
glia, è cofa probabile, che Ginn al Hafcisb fia il feno 
Sachalitet’, imperocché fecondo la relazione del Geo- 
grafo Nubeie , il primo è affai profondo; lo che fi ve- 
rifica anche del fecondo, come afferifee Arriano . La 
fertilità d’ incenfo , che Arriano attribuifee alle vici- 
nanze del feno Sachalites , può convenire a* monti pref- 
fo Merbath. Tralafcio d’ indagare l'etimologia di Sa- 
' chalites; ficcome peròAffeman fa menzione d’ una Cit- 
tà di nome Sacbalia , detta 

Sahalah da Reiske, defidererei di faperne efattamen- 
ie la fituazione . Affeman l’ accenna tra Haly e San- 
can e l'altro tra Hcfn Tees, e Hefn Demluwah . 
Quindi è verifimile , che fia fnuata dalla parte del gol- 
fo d’ Arabia ; e non comparile ragione alcuna , perche 
il nome del feno Sachalites debba derivarfi. 

♦ - - * ^ • • 

Oman. 

Della Provincia di Oman, n’è fiata pubblicata una 
Carta dal Signor Niebuhr, la quale è affatto nuova, 
e molto pregevole . In efla la Provincia è rapprefenta- 
ta meno grande di quel che fi e fatto finora in aljrc 
carie ; imperocché la Provincia dalla parte di Ponen- 
te non fi {fende fino al fiume Pbaleg o Falg , che pref- 
fo Giulfar sbocca nel golfo di Perfia. Dalla parte di 
Levante effa fi ftende alla volta dell’Oceano , che in 
, quanto bagna quella coffa dagli Arabi è detto Babr 
Oman, ed è molto ricco d’ambra. Secondo la relazio- 
ne di Herbelot , tutta la parte meridionale di Iemen , 
che da Meskiet ftendefi fino a Aden, o fia dal golfo 
di Perfia a quello d’Arabia, è detta Oman dagli Ara- 
bi . Non fo onde egli abbia cavata quella notizia , che 
è f a Ifa , fe fi' vuoi credere a quel che ne dicono il 
Geografo Nubefe, e Abulfeda. L’ultimo afferifee, che 
il caldo della Provincia è ecceffìvo . Secondo la Carta 

di 



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D’ ARABIA. 247 

di Niebuhr la provincia' è comporta di monti e valli j 
e fecondo le relazioni dell’ ideilo viaggiatore /compren- 
de tante e cosi ricche miniere di piombo, che, daMa- 
fcat vien mandata gran copia di piombo in altri paefi. 
Vi è ancora abbondanza di datteri , e altri frutti ; fof- 
fre però gran danno dal gran numero di feimie , co- 
me è deferitto nelle relazioni di Otter. Ora mi fov- 
vengo d’aver letto ne’ viaggi di Barthema una notizia, 
che già dovrei aver detta. Quelli racconta , che nel 
ritorno che faceva dalla Città di Damar, deferitta di 
fopra, a Aden, dopo 5 giorni di viaggio pafsò tra 
certi monti, che recavano fpavento, ove co’ fuoi com- 
pagni vide più di 10000 Scimie , Babbuini , c altri ani- 
mali bizzarri 1 Egli aggiunge , che il viaggio fi rende 
difficile , e pericolofo da quelle bertie, le quali affal- 
gono i viaggiatori; che perciò è necelfario il viaggia- 
re in compagnia di joo pedone . Egli nota inoltre , 
che il paefe è molto popolato; e fecondo il Geografo 
Nubefe , la maggior parte degli abitanti è della fetta 
degli Sciiti . Vi contradice però il Signor Niebuhr , 
che dice, aderire erti al partito de Bejafi , Bejadi ì op- 
pure Ab adì . 

Trovafi nella Provincia un promontorio alto, detto 
ordinariamente . nelle Carte Geografiche Ras aLGat , 
in quelle di Niebuhr e d’ Anville Ras al Had , e dal 
Geografo Nubele , fe non sbaglio al Mabgiame . Mi 
fembra verifimils, che fra il promontorio Syagram , di 
cui Tolommeo , e Ardano fanno menzione. J 1 primo 
dice , trovarfi quello promontorio all’ eftremità della 
corta meridionale dell’Arabia; e Ardano crede, che ila 
il più gran profnontorio del mondo. 

Da’ viaggi di Otter corta, chela Provincia di Oman 
è dominata da un Imam , che fembra efler indipenden- 
te dal Re di Iemen. Colui, che regnava nel 1720, fi 
refe allora padrone dell’ Ifola di Baharain , polla nel 
golfo di Perfia; la quale però ritornò fotto il dominio 
Perfiano per mezzo di trattati. L’ Imam, cd i fuoi 
Arabi nel 1739 s’unirono con gli Httli , per difendere 
la loro libertà contro i Pcrlìani, e nel 1740 ebbero 

Q. 4 una 



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IL GOV8RHO ; ' 

una flotta di 12 navi. Nel 1742 il Re fu detronizza- 
to da* Tuoi fudditi, e il rifugiò da’Perfiani. Nel 1745 
fi nuovo Imam fi fervi d’uno ftrattagemma contro i 
Perfiani . Egli abbandonò colle fue Truppe la Città di 
Meskiet, e Con effe fi ritirò verfo Matra, luogo poco 
dittante. Frattanto la Città fu prefid'ata da 2000 Per- 
mani , i quali dall* Imam furono talmente forprefi , e 
maltrattati, che non ne rimafero più di 4, o 5 vivi. 
La fua flotta nell’ iftefio retnpo ottenne una vittoria 
fopra la flotra Perfiana nelle vicinanze di Sewadi.Que- 
fte notizie trovanfi notate anco da HnnW'ay , che le 
ha cavate da’ viaggi di Otter, fenza nominarne l’au- 
tore . 

De’ luoghi comprefi nella Provincia di Oman, quel- 
li che leguono fon fituati nella fpiaggia del mare. 

1 ) Soor , ònr , Tfnr Città , una giornata dittanteda 
Calhat, come il Geografo Nubele aflerifcc. Il fuono- 
me in greco addimandnfi Tynts , avendo erta avuta la 
fua origine da una Colonia comporta di Tiri,Sidoni, 
e Arabi, come at tetta Strabone. Da quello luogo an- 
dando per mare, fi arriva in 2 giorni al Promontorio 
al Mahgiame,*o Ras al Had . 

2 ) Calhat , Càlahat Città marittima . La relazione 
delle getta de’ Portoghefi fotto il comando di Almeyda , 
le da il nome Calafata , e la chiama Città bella c 
grande. Nel 1508 t Portoghefi fecero con ella un ac- 
comodamento . 

3) Curia t Città marittima , conquirtata ed incene- 
rita da’ Portoghefi nel 1508. Il fiume Mafora sbocca 
nel mare pretto la Cirta. 

4) Metkiet , ordinariamente Mafcat , o Mafcate , e 
da Barthema Mefcet , Città capitale della Provincia di 
Oman, che ne prende anco la denominazione. E' funa- 
ta fui mare, e lo nitad’un buon Cartello. I fuoi con- 
torni producono datteri, coro, pepe, e tamarigi.Nel 
1508 la Cura fu prela, e facvhcggiata da’ Portoghefi ; 
a’ quali fu tolta nel 1659 dagli Arabi. Gli "abitanti vi 
portano ne’ loro vafcelli del cafiè da Beit al Fakih, e 
de’ Negri da Scwahil dell’ Affrica, c tràfportano am- 
bedue 



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D’ ARABIA. 249 

bedue i generi alla vendita a Bafr-a . I loro va fedii fo- 
no fenza ferro, legando le tavole colla corteccia d’ un 
albero detta Cair , come Otter riferifcc. Nella vicinan- 
za della Città v’ è una pefea copiofa , fecondo la rela- 
zione di Barbofa . Dirimpetto alla Città v'è un’ Ifola 
di figura quadra, detta Kis , lunga palli 12000, e al- 
trettanto larga, fecondo il Geografo Nubefc . Ma que- 
lla Ifola non dee confonderai con un’altra dell’ ideilo 
nome. Filippo a S. Trinitate dice, che il porto di 
Mafcat è molto vallo, comodo, e ficuro, eflendo rin- 
chiufo da alte montagne. 

5 ) Sib , borgo . 

6) Burba Città, predo la quale un fiume sboccane! 
maje . 

7) Sobar , Sacbar , Sir , detta da Filippo a S. Tri- 
nitate Suar , la più antica Città del Paefe di Oman , 
che fu la capitale di elTo, già era diflrutta a tempo 
di Abulfeda , eccettuatone quella parte , che chiamali 
Oman. Afify in Abulfeda dà alla Città il nome d’ 
Oman , ed al Callello quello di Sobar. Qùefto nome fi 
ufa ancora nelle deferizioni di viaggi, e nelle Carte 
geografiche ; mentre il porto buono c famofo dagli 
Arabi è detto Caffabat al Oman . La Città è il luogo 
capitale del diftretto, abitato da’ difendenti di -< 4 /d,o. 
fia dagli affidi . Predo la Città sbocca un fiume nel 
mare. Quando nel 1508 i Portoghefi s' avvicin|pano 
alla Citta di Sachar, tutti gli abitanti prefero 

ga, eccettuato il Governatore, ed alcuni primari t^ra-' 
bi , che fi obbligarono a pagare un annuo tributo al 
Re di Portogallo. 

Dirti di lopra , che Bochart con arte (ingoiare can- 
gia il nome di Sciagar in Sachar e Sachal, per deri- 
varne il nome del golfo Sachahtes. Se fi folle ricor- 
dato di quelta Città, con meno ftorcimenti avrebbe 
ottenuto il fuo intento , malfime perchè fecondo la re- 
lazione di Tolommeo, il golfo Sachalites dovrebbe cer- 
carli in quelle vicinanze. 

8 ) Souadi ,. S evadi , e Svada nella Carta del Mar 
Orientale, pubblicata a Parigi per ordine del Contedi 

Mau- 



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2JO IL COVER.NO 

Maurepas, Ifoletta, nella cui vicinanza la flotta Per* 
fiana nel 1743 fu vinta da quella di Meskiet . 

9 ) Damar , in Plinio Tbamar , borgo fui mare poco 
diftante da Sachar , come il Geografo Nubefe rjferi- 
fce ; il quale però non fi trova nella Carta di Nie- 
buhr . 

10) Cborf acan nella carta di Niebuhr , e Kurfekian 
in quella d’Anville, Orfukam nella ftoria delle gefta di 
Almeyda, Orfacan e Orjacano in altre Carte Geografi- 
che , Corfucan in Ramufio Tom. I, Città 15 miglia 
Portoghefi diftante da Meskiet» faccneggiata nel 1508 
da' Portoghefi per 3 giorni, mentre gli abitanti l’eb- 
bero abbandonata 

A’ monti neri degli Jfabi fuccede , come Tolommeo 
riferifce , il Promontorio degli Jlfabi , detto nella Carta 
di Niebuhr Ras Muflendon , in altre Carte Mcqandon , 
Mafaldon , Mosledm , Moflandun , Mofandon ec. ove inco- 
mincia il golfo di Perfia . Il promontorio confitte in 
un monte alto e dirupato. Secondo la relazione del 
Geografo Nubefe, e di Abulfeda , in quefta contrada!! 
vede al Dordur , cioè i 3 monti, due de* quali da’fiid- 
detti Geografi fon chiamati Cofa’t'r , e Oaair > oppine 
Caftr , e jtwir. Nella vicinanza di quelli monti il mare 
forma de' vortici pericolofi alle navi. 

Ci è ancora un luogo di nome Daba ì nella Carta 
di hjjebuhr Dobba , fituato di qua dal promontorio, ove 
^mi voglio fermare nella deferizione de’ luoghi marini- 
"mi di quefta Piovincia . 

1 Nell’inrerno della Provincia. 

j) Menacb Città, che fembra elfere la Città di Ma- 
neg , o fia Mang , accennata dal Geografo Nubele, il 
quale la pone lui fiume Fa!g , ed a’ piè della monta- 
gna di Sciorm ; lo che è contrario alla Carta di Nie- 
buhr . 

2) jifi cartello - 

3) Semmed borgo. 

4) Roflak Città. 

5 ) Kab- 



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b* ARABIA. 2JI 

5 ) Kalbel borgo fui fiume , che preflb Burca sbocca 

nel mare. v 

6 ) Sikki Città fopra l' ifiefib fiume . 

7 ) Bubbola Città , nella cui vicinanza il Addetto 
fiume fcaturifce. 

8 ) Gabrin villaggio . 

9) Dsjati ( Gian ) Città. 

10) Dabbra Città. , 

il ) Niffava Città. 

11) Samatil Città.. 

Volendo regolarli fecondo la Carta di Niebuhr , non 
pare che i luoghi feguenti , che dal Geografo Nubefe 
fon polli nella Provincia di Oman, vi ftan veramente 
comprefi. Ciò non oliarne non gli voglio tralafciare. 

Sul Fiume Pbaleg o'Falg , v’ è il paefe di Tarua ì nel 
cui recinto l’una vicina all’altra trovanfi fui mentova» 
to fiume le piccole Città di Sobal o Sabal , e Ofor , in 
una contrada fertile. In dillanza di 2 Razioni da Ma* 
neg , Città accennata di fopra , dalla parte di Ponen- 
te, e nell’interno delia montagna di Sciorm , v’è la 
piccola Città di Saro Oman . 




La 



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*5» I L K K G N O 

LA 

PERSIA. 

fi. I. * 

D el regno di Perfia, come di molte altre re* 
gioni dell 1 Alia, non fi anno carte efatte, cfi 
tendo tutte fondate Alile relazioni de’ viaggia- 
tori; ma a riferva della pofizione di alcune Città prin- 
cipali determinate da qualche otTervazionc in latitudi- 
ne, e taluna in longitudine, tutto il rimanente non 
ha fondamento di pofitiva certezza. Con tutto Ciò di 
quello regno fi trovano varie carte pubblicate da di- 
verti autori , niuna delle quali corrifponde a quanto fi 
defidera. Nel tomo primo dell’ Atlante maggiore di Hom- 
tnan y effa occupa il 119 luogo. Riguardo poi a que’ 
pregi che le offervazioni aflronomiche , e matematiche 
poffono dare ad una carta , quella che fi trova nell’ 
Atlante moderno , o Raccolta di carte di molti autori 
pretfo Latre in Parigi 1771, difegnata da M r . Bonne , 
fembra una delle migliori . . 

$. 2. La Perfia detta dai Tartari Iran , o laraun da 
Turchi ed Arabi Agem-Slam , e dai nazionali Perfiani 
chiamata Kraky confina ad Occidente colla Turchia 
Afiatica , per mezzo delle Provincie Ottomane dell’ 
Irak-Arabi, Kurdiftan , ed Armenia occidentale. La 
Giorgia occidentale a Ponente, ed il Governo Ruffo 
di Aftracan a Settentrione confinano colla Perfia. A 
Levante la Tartaria (Jsbeka, e le Provincie Orientali 
del Mogol le fervono di confini. Secondo le miglio! i 
carte dagli eflremi confini dell’ Irak- Agemi , fino a quelli 
del Sigiltan , la Perfia da Ponente in Oriente fi ften- v 
de per 24 gradi di longitudine, c dall’Oceano fino all' 
eftremità della Giorgia orientale, e nel Daghiftan ful- 
la fpiaggia del Mar Cafpio, da Mezzodì a Settentrio- 
ne 

. ■ • • / 

/ 



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DI P B R S I A. 753 

He fi dilata per circa 1 8 gradi . Secondo una tal di- 
menfione 1’ eftenfione di quello regno da Ponente in 
Oriente è di miglia 1200 geografiche, e circa 1080 di 
dette miglia formano la fua eflenfione da Mezzodì a 
Settentrione . 

§. 3 . Il moderno regno di Perfia contiene parte dell* 
antica Media , e dell’ Iberia , l’ Albania , T Ircania , la Par- 
tia, la Perfide, la Sufiana , la Carmania , la Gedrofia , P 
Aracofia , il Paropamiio, la Bactriana, Sagdiana , Mar- 
giana, ed Afta. Il nome di Perfiani in Ebraico Q’tGHjj 
( Piarafcim ) , efprime uomini che ulano andar a cavallo ; 
ma nella S. Scrittura il nome proprio della nazion Per- 
fiana è tempre qSh (Elam). Sembra che il nome di Pa* 
rafeim , come fcrive il Calmet nel fuo Dizionario , venif- 
fe attribuito a quefta’nazione , a motivoappunto dell’ ufi* 
abituato di Tempre andar a cavallo; ma ne Moisè, negli ' 
autori fiacri non parlano mai dei Perfiani che verlo il 
tempo di Ciro. Ezechiele Cap. 27 t. jo. Fra le trup. 
pe del Re di Tiro annovera anche i Perfiani , e li fa 
entrare altresì nelle armate di Gog Principe di Ma- 
gog Gap. 38 t. 5. Nel libro di Giuditta fi legge Cap, 

16 t. 1 1 che i Perfiani ammirarono il fino coraggio . Quel- 
lo però che parla più fipeflo , e più efiplicitamente de* 
Perfiani , fi è il libro di Daniele, predicendo che i 

defi mi dovevano dillruggere, ed impadronirli della * 
monarchia de’ Caldei . 

Tra gli autori profani Erodoto (lib. 7) racconta, che 
l’ Ambalciatore che Xerfie Re di Perfia fpedì ai Greci 
voleva far credere, che la fua nazione traefle origine 
da Perfide figlio di Perleo e d’ Andromeda . Secondo 
poi Ammiano Marcellino i Perfiani erano Sciti di ori- 
gine; e al dir di Plinio i Sciti chiamavano i Perfiani 
in loro lingua Chorfari . La più probabile opinione pe- 
lò fi è, che il nome di Perfide, o di Perfepoli , antica 
•capitale di quella provincia , ora tuttavia detta Fars , 
o Farfifìan ,' abbia fatto nafeerc il come di Perfia, con 
cui gli Europei fono foliti chiamare generalmente tut- 
ta quell’ eftenfiqne di paefe,chc llendefi' dalle vicinan- 
ze 



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4J4 f L R E C N O" 

zc dell’ Eufrate fino a quelle dell' Indo , tra i gradi 44 
e 68 di longitudine, e 15 e 43 di latitudine. 

‘ §. 4. La Perfia è affai fcarfa di fiumi , ed i paeft 
più mediterranei ne fono affatto privi. Fra i maggio- 
ri fi contano il Knr, e Arar anticamente detti Cirus 
e Araxes-, il primo de’ quali feende per la Giorgia, e 
l’altro feorre nell’Armenia. Etti anno la loro origine 
non già dal famofo Monte Ararat ( il più alto dell* 
Armenia, e fu di cui fi fermò l’arca di Noè, come 
è fcritto nella Genefi), ma bensì dal monte Kafi Kart 
nell’ Armenia occidentale, dittante dall’ Ararat più di 
100 miglia geografiche , cioè più di 2 gradi in longi- 
tudine, verfo il 40*. di latitudine, finché uniti fi fra- 
ncano nel Mar Cafpio con più bocche, dette oggidì 
bocche del fiume Kufi . II Kizilozen fi fcarica anch’ 
elfo nel Cafpio fotto la Città di Resht, o Hafum . 
Nello ftefTo mare mette foce anche il fiume di Tedzeit 
riunito a quello di Tbns. dalla parte di Levante dello 
ttefiò mare. 

Le Provincie marittime vicine all’ Oceano fono le 
più abbondanti di fiumi. Nel Mekran , Provincia Ja più 
orientale di tutta la Perfia, fi trovano il Mebenk e Ma- 
keslnd , che riuniti a Mend , fui confini della Perfia e 
del Mogol , fi gettano nell’Oceano . I due fiumi Kurcn- 
ne, e Knrk.es fono parimenti de’ più confiderabili , e fi 
riunifeono vicino alla Città di 77/2, ove sboccano in 
mare . Nel Chufittan fono rimarcabili li fiumi Job , an- 
ticamente Paji-T igris , il Karun anticamente Etileni , 
che fi getta nell’ Eufrate a tìafar, cd il famofo Coafpe , 
che fi unifee parimenti all’ Eufrate, e tutti mettono fo- 
ce nd Golfo Perfico . In tutta la Perfia tre foli laghi 
confiderabili fi ritrovano. II lago di Zeri fituato fui 
confini delle due Provincie di Kohiflan e Sigiftan,edè 
nominato nella Geografia antica col titolo di Aria Pa- 
ini , perchè comprefo nell’antica Provincia di Aria . 
Viene etto formato da parecchi fiumi , che feendono 
dalle montagne del Sigiftan . Fra quefti il principale è 
Hinàmtnà anticamente Etymar.der , al quale fi unifeono 



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D I PERSIA. I55 

il Sambara , ed il Belefe . Quelli riuniti {correndo verfo 
Occidente, indi verfo Mezzodì sboccano nel Lago verfo 
la fua eftremità occidentale. Il fiume Ferah ì che feor- 
re parimenti da Levante a Ponente , sbocca nel Lago 
fletto filila fua punta orientale . Secondo le migliori 
carte 1 - eftenficne di quello Lago fembra giungere a 
circa 100 miglia Italiane , e a 20 fole arriva la fua 
larghezza . Quantunque però riceva le acque riunite di 
tanti fiumi non ha alcuno aparente ufeita per fcarri- 
carie, quando ciò non facefle per mezzo di fotterra- 
nei meati . Il Lago di Baktegbtan trovali nella Provin- 
cia del Farfillan ( l’antica Perfide), e vicn formato 
principalmente dal fiume Bend-Emir, a cui fi unifeono 
varj altri influenti confiderabili . La fua eftenfione ap- 
pena eguaglia la* metà del primo in larghezza, e lun- 
ghezza; ma le fue acque fono del tutto fatte. Il ter- 
zo detto Lago d’ Urrnia , anticamente Mantana ovvero 
Spanta Palm , è il maggiore di tutti . Trovafi verfo i 
confini occidentali della Perda nella Provincia di Ader- 
bigian, e riceve alimento da molti influenti, chefcor- 
rono dalle vicine montagne che lo circondano. 

Tre fono parimenti i mari che bagnano la Perda,- 
l’ Oceano , che dalla foce del fiume MaKeslud fino ai Ca- 
po di Iask la tocca a Mezzodì: il Golfo di Battora, 
detto altresì Golfo Perfico,che la divide dall’Arabia ; 
ed il Mar Cafpio, che s’interna nelle Provincie fetten- 
rrionali . Il Cafpio oggidì è dominato interamente dai 
Mofcoviti , ed è pochittìmo navigato dai Perfiani , che 
tengono tutte le loro navi nel Gólfo di Battora, da 
loro molto (limato per la pelea delle perle. L’imboc- 
catura di quell’ ultimo Mare è molto angufta, forma- 
ta dal Capo Iask, e dalla punta fettentrionale della Pe- 
ndola di Arabia ; e tale vien rifa maggiormente da 
varie ifole che fi trovano nella parte più riftretta del 
medefimo. La fua elìenfione in lunghezza è di circa 
500 miglia, e circa 180 in larghezza. 

§. 5. Il Regno di Perfia è in gran parte tnontuofo, 
ed i monti che in etto fi trovano iono dei più attiche 
s’inalzino fopra la terra. Tra quetti contali il f? r mofo 

mon- 




15 * IL REGNO 

monte Tauro , che coi fuoi rami dilatai! dalle Proviti- 
eie Peritane in quelle della 'Turchia Afiatica , feorre 
tutto il regno, dal Golfo Perfico fino al MarCalpio. 
La catena di monti, che divide l’ Armenia Perfianadall’ 
Ottomana, è una diramazione del iamofo Caucafo , 
uno de’ più alti monti dell’ Alia. Altillìmi fono pari- 
menti quelli del Laurilian , che dividono quella Pro- 
vincia dal li ak- Agemi , come pure i monti Aleder de! 
Kcrman , e quelli che dal Capo lask fino ai confini 
della Provincia del Sigiftan dividono il Mecran, dal 
Kerman fuddetto .• ma per lo più tutte le montagne 
della Perfia lono Iterili, e affatto nude di alberi. Vi fi 
trovano però alcuue miniere di piombo di ferro di ac- 
ciaio, e di rame. L’ Ir; k-Agemi, il Malanderan, il 
Karafan, e Kohiltan contengono quelle del ferro e dell* 
acciaio; il quale però c troppo pregno di zolfo, e fra- 
gile poco meno del vetro . Le montagne del Malan- 
deram producono il rame; ma è di qualità taAto in- 
feriore, che non fi può lavorare, fe non unito a quel- 
lo d’Europa, o del Giappone. Le miniere di piombo 
fono quali tutte nelle vicinanze di ì'efd , e contengono 
anche un’ sbendante vena d’argento. Si trovano anche 
delle miniere di zolfo e di ialuitro nelle montagne di 
Demanend , che leparano il Malanderan dal Irak- Agemi ; 
e nella Karmania, o Kerman fi cava anche deh’ Anti- 
monio, ma di tanto petùnia qualità , che fi ufa di 
chiamarlo bafiardo. .Fino al prclente non li la che nel- 
la Perfia trovinfi miniere ne’ di llagno, ne’ d’ Argento 
vivo. Vi fi trova però il lai minerale, e lopra tutto nel- 
la Karmania, o Kerman, ove lcavali dalle montagne , 
ed in altre provincie trovanfi delle valle pianure tutte 
ricoperte di fiale, e talvolta ancora di alume e di zol- 
fo. Alcuni aflicurano , che in molti luoghi della Perfia 
fi adoprano comunemente pezzi di fiale in vece di pie- 
tre per fabbricare le cafe, tanta è la ia iua . aumndau- 
za e durezza . 

Dalle montagne in varie Provincie della Per fi* fi 
f cavano parimenti de’ marmi, e delie pietre? da fabbri- 
ca.. Si trovano delle cave di pietra a har/u^riy etri- 

la- 



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DI PERSIA. 
fonie nell’ Irak-Agemi , ma Ja migliore è quella di Tau- 
ris , capitale dell’ Adcrbigian . Ne’ contorni di quella 
Città cavali anche il Lapislazzuli , quantunque non così 
bello, quanto quello della Tartaria, poiché col tempo 
fi altera il fuo colore . Nel Schirvan Provincia la più 
Settentrionale di tutte , e nel Farfiftan fi *trova il Bol- 
lo Armeno , e certa miniera di terra bianca, di cui 
gli abitanti fi fervono in vece del lapone. 

Le più preziofe miniere di tutta la Perfia fono quel- 
le delle Turchine. Una di quelle fe ne trova a Uefa 
Città del Korafan , e 1 ’ altra in un monte fui confini 
dell’ Irak , e del Mafanderan . Ne fu feoperta un’ altra 
fili principio di quello fecolo ; ma quefta non fommi- 
niftra altro che pietre di gran lunga in vivacità di co- 
lore molto inferiori a quelle che fi cavano dalle al- 
tre due. 

Oltre le montagne, che occupano buona parte del 
Regno di Perfia , vi fono anche dei vaftilfimi deferti . 
Il più rimarcabile di tutti fi è il così detto Gran De- 
ferta falato , che occupa la parte più Orientale della 
Provincia- d’ Irak-Agemi, e la divide dal Kohiftan. La 
ina eftenfione è di circa 200 miglia in lunghezza, e 
poco meno in larghezza , nè in mezzo al medefimo trovali 
il minimo rufcello d’acqua. Un altro confiderabile de- 
ferto fi trova nella parte fettentrionale della Provincia 
di Kerman, oltre varj alrri di minor eftenfione, che 
s’incontrano nelle altre Provincie. 

§. 6 . Parlando in generale la decima parte di que- 
llo Regno non è ridotta a coltura; ma quello è un 
effetto della dappocaggine degli ah tanti , e della man- 
canza d’agricoltori. Il terreno della Perfia, quantun- 
que in varj luoghi fia arenofa , ed in altri fi fcuopra 
una certa fpezie di creta bianca dura poco meno del- 
le pietre, pure è quafi da per tutto fertile moltiftimo, 
quando venga adacquato. La fertilità fommade’ terre- 
ni Perfiani vi viene atteftata da tutti i Scrittori delle 
antiche cofe di Perfia. Gli antichi abitatori di quello 
regno adoratori del fuoco erano deditiftìmi all’agricol- 
tura per principi di religione , per cui credevano noo 
sljta , R effer- 



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Ì$S I ; L*. REGNO 

eflervi applicazione più lodevole di quella dell' agricol- 
tura i Gli odierni abitatori anno inclinazioni ben di- 
verte dagli antichi; ed in vece di praticare e conferva- 
re ciò che con Tomaia induftria fu efeguito dai loro 
antenati, lafciano andare tutto in precipizio . Si vedo- 
no al dì d’oggi molte valli ne’ tempi lcorfi fertiliffime , 
ed irrigate abondantemente di acque giacere incolte , 
anzi incapaci di produrre il minimo frutto; In molte 
Provincie fi feoprono ancora gl' indizi di moltilfimi ca- 
nali, per mezzo de’ quali erano condotte le acque ad 
irrigare valìiflime campagne , ora affatto ripieni di fab- 
bia e di fango.- 

In quelle contrade ove i terreni fono coltivati e 
nelle vicinanze della Città , lì ufa ingraffarli con del 
Iettarne raccolto nelle ftrade ; ma in quelli che fono 
più lontani dalle Città lì colluma dividere i campi in 
piccole pianure quadrate, e circondarli di un recinto, 
acciò l’ acqua che vi piove , o che v’ introducono , vi 
fi fermi per alquante ore finché la terra fia baftante- 
mente irrigata * Ne’ terreni più docili crefce ogni Tor- 
ta di grano, di erba, e di piante. Ove la - terra è leg- 
gera fi ara con due o tre bovi , o anche buffali; ma 
dove è cretofa c dura, eflendo gli aratri de’ Perfiani 
molto pelatiti,' conviene adoperarne molti più. 

I prodotti della Perfia più comuni fono il frumen- 
to, il rifo, e l’orzo. Il tempo però delle raccolte in 
molte Provincie è diveffo . Nelle Provincie più meri- 
dionali, che foli pochi gradi fonò difcolte dal Tropi- 
co del Cancro, cioè tra if ijf, t jy grado di latitu- 
dine, fi raccoglie affai prima, che nelle Provincie ter- 
tcnfrionali , che fi eftendóno fino al di là del 42 gra- 
dò di latitudine * Quafi nello fteffo tempo che fi Te- 
miti* in una Provincia, fi miete nell'altra ; ed in al- 
cune non paffano tre mefr tra ilfetninare ed il racco- 
gliere. Una volta all’anno almeno fi feminano le cam- 
pagne ; e dove fi ha modo di farlo fi innondano iti 
modo che il fole non ha la forza di afciugarle del tut- 
to . 11 rrfo come in Europa , e nell’ Indie vien man- 
tenuto continuamente fot l’acqua, ma riguardò agli al- 
tri 



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D I PÈRSIA. if4 

tri grani le campagne non vengono adacquate fé 
hon nel tempo della femina per renderle fertili . 

I meloni che riafcortò nelle ProVincie Perdane fono di 
ottima qualità , e vi crefcond quafi tutte le Torta di 
quella fpezié di frutto. I migliori fono riputati quelli del 
Khoràfam Provincia Vicirià alla Tartaria . Di quelli fené 
trafportano fino in Hifpààm ver ufo della Corte * e dei 
Grandi del Regno * 1 Perdani fanho la maniera d» 
tonfervarli da un arino all’altro * fénza che nulla pcr- 
dino del loto fapore e dolcezza che quafi eguaglia il 
zucchero. Il popolo fi ciba àvidamente anche di citrl- 
Uolij e cocoriieri ; e riguardò ai primi iPerfiarti fc li 
mangiano colla corteccia j fenza temere di efferne in,» 
comodati. Non mancano alla Petfià anche varie Torta 
di uve, delle quali fe né fa del vino. Quello che fi fa 
Hifpaam , e Kifmifck è d'uva che ha 1 grani tanto 
piccoli i che appena vi fi trovarlo àccini ; ma comune- 
mente in Perda l’uva ha i grani molto grófli , cofic- 
chè unoi o al più due ballano per empirfi la bocca. 

II miglior vino della Peffia fi fa a Schiras nel FarGllan , 
ed il modo di farlo è molto differente daìl’ulo Euro- 
peo. Si gettano le uve in un vafo di pietfa* che tie- 
ne un pertuggio in urto de' iati vérfo il fondo j ed ili 
effo entra uno o più uomini * che le calcano, e né 
fanno fortire il fugo, che và a raccdglierfi in una fpc- 
zie di cifierna , dalla quale fi cava il mollo , e fi ripo- 
ne in vali grandi acCiò fermenti , ihefcolandovi però 
anche le fecce. Si iafeia bollire per Tedici, 6 diciòrto 
giorni , ma fempre di tratto in tratto fi vanno rime* 
(colando le feede, facendo poi paffare il vino per una 
tela per depurarlo. Si ripone in appretto in vafi puli- 
ti {dai quali fi càva dopo trenta, o quaranta giorni* 
e riponendolo in fiafehi viene fpedito fuori del Regno. 
La Compagnia Olandefe delle Indie O dentali (oleva man- 
tenere alcune perfette a 5 bit ai , che per Tuo conto fa- 
cevano tétto quel vino che le abbifognava ; ma noi! 
fo fe al giorno d'oggi ciò fia ancora praticato. Lé 
frutta piu comuni della Perda fono i Dàtteri * che 
tiefeono di ottimo fapore . Non vi mancano p^rò lé 



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l6o IL R S G- N O 

altre frutta conofciute in Europa. Vi fi trovano delle 
• albicocche e delle peiche ; e nelle Provincie fettentrio- 
nali crefcono ir. abbondanza, le mele, le pere, le me- 
lagrane di varie Corta, i melangoli, le fufine, ed altre 
frutta . Oltre di quelli lì trovano in abbondanza nella 
Perfia de' Piftacchi , anzi crcdefi che quello fia un 
frutto particolare di quello paefe . L’ albero che li pro- 
duce ha le foglie quafi Cimili a quelle del Lauro, ma 
alquanto maggiori, incrcfpate, ruffe, e gialle. Il frutto 
che produce limile ad una piccola mandorla vien po- 
llo ancora acerbo dentro l’aceto, per cibarfenc poi in 
compagnia delle vivande, c le corteccie fi conducono 
col zucchero. Si trovano inoltre due Corta di pillacchi 
falvaticij de’ quali abbonda fpezialmente il Laurillan , 
e Lavillan. Una di quelle chiamafi dai Nazionali Di- 
racbt-Ben , e l’altra vien detta Kafndan, 

Fra gli alberi particolari della Perfia contafi il Te- 
rebinto , dal quale fi trae la trementina. Quella foezie 
di ragia viene tramandata in abbondanza a gran pezzi 
della groflezza di un pugno da piccoli rami pendenti 
dalla fua cima , i quali quando fono fpezzati traman- 
dano un odore fortiifimjo. Sui cominciare della Prima- 
vera fi fanno anche diverfe incifioni ad un altr’ albe- 
ro y ed a quelle fi adattano certi piccoli vafi di creta , 
ne’ quali ftilla un liquore non molto diflimile dalla 
trementina . L’albero celfa di tramandar umore nel 
mefe d’Agollo, ed allora vien raccolta, e fatta lique- 
fare a fuoco lento , vien ripolla in vafi, ne’ qual] fi 
raffredda, e prende il colore di quella pece che Cogliono 
adoperare i calzolai . Quelli che la raccolgono la por- 
tano al mercato , e la vendono tal quale la ritragono 
dall* albero ; e vien comprata, e riputata per cofa me- 
dicinale. 

Nella Perfia fi trovano tre Corta di Manna. La pri- 
ma, che llimafi la migliore, ha il color giallo col gra- 
no roflo, e quella fi trova nella Provincia del Khora- 
lan la feconda detta Tamar tfck dall’albero dal quale 
llilla trovafi nella Provincia del Chufillan ; la terza fi 
raccoglie^ nelle vicinanze d’ Ifpaham . L’albero che la 
. . pro- 



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15 i Persia. a 6i 

produce raflomiglia al tamarifco, macrefce a maggió- 
re altezza, e dalle fue foglie efcequel fugo che da na- 
zionali chiamafi manna . Gli abitanti del paefc prefe- 
rirono a tutte l’ altre la manna che fi conderifa fopra 
Je foglie; quantunque in fatti non Ha di qualità infe- 
riore quella che la mattina trovali fopra l’erbe che fo- 
no d’intorno all’albero,. 

Nel Mafanderari ed àltfe Provincie Settentrionali al- 
lignano anche noci , nociuole, mandorle , ed olive, 
dalle quali però non fanno i Perfiani fprerher l’olio, 
come fi fa in Europa . Vi crelcono parimenti 1’ erba 
regina , e le canne a zucchero . In tutta la Perfia gli 
alberi più frequenti fono i ciprefli e le palme $ come 
pure i gelfi , le di cui foglie fervono a nutrire i bachi 
da feta . I Perfiani credono che la foglia di quell' al- 
bero fia tanto migliore quanto l’albero iftevTo è baffo, 
e la pianta tenera . Perciò quando invecchiano li ta- 
gliano , e fradicano come inutili . Fra gli àlberi più 
comuni ancora fono gli abeti, i platani ed i cornioli. 
Il Zenna è un albero de’ più (limati In tutta la Per- 
Yia . Il fuo tronco crefee comunemente all’altezza di 
quaranta in cinquanta piedi; non ha tortuofirà , nè 
getta rami, fe non neH’eftremità fuperiore ; ed il fuo 
legno ferve con buona riufeita nelle fabbriche < Abbon- 
da altresì la Perfia di alberi di cotone, corde pure di 
quelli che producono la galla , e la gomma , ed il ma- 
ilice . Oltre di quelli trovafi anche ceri’ albero che prò*- 
duce una lanugine limile nella delicatezza alla letà, di 
cui i Perfiani fi fogliono fervire in varj ufi . Il Han.tb 
è una pianta particolare della Perlìa , dà cui fi racco- 
glie una femenza , che ridotta in polvere viene ufata 
da’ Perfiani per iftropicciarfi la pelle * con opinione 
che fia valevole a mantenerla morbida , e conservare 
il colorito . Tal volta però vengono adoperate anche 
le foglie, che credonfi avere la medefima attività. 

Il Golbai Samour (Fiore che avvelena il vento) è 
una pianta della fpezie de’ Spini , il di cui fiore e frut- 
to i anzi l' albero fteflo contiene tanta quantità di par- 
ticole vclenofe , che dai medefimi credefi contrarrà i 

' R 3 ven- , 



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t6t l t R t ' G w * O 

venti che fpirano ne' paefi ove abbondano quelle ve* 
pefiche qualità che contengono. Il Kcrzerbe e un altr* 
Albero che fa il fiore limile a quello dello fpino ; ma 
il fuo tronco è groffò quanto la gamba d’un uomo, 
alto 6 piedi circa , ed ha le foglie quali rotonde . Am- 
bidup quelli alberi fi trovano pei defèrti della Provin- 
cia del Kerman. 

Le Provincie fetteptriopali della Perfia abbondano di 
fiori; ma le Meridionali ne anno pochi a motivo dell’ 
tropo calore , Nel Mafanderan vi lòno balchi intieri 
di gelfomini , di melaranci , e di altri limili piante co- 
nofeiute ip Europa , Nel Irak-Agemi crefcono affai 
tulipani e ranoncoli , e in tutta la Perfia comuni fono 
le viole tutto l’anno; ma più ancora i giglj e le ro- 
te di ogni colore . I Perfiani efiraggono dalle rofe 
confiderabiliflima quantità d’ acqua che forma un ca- 
po notabile di commercio , in quali tutta 1‘ Alia cir- 
convicina , 

Produce la Perfia varie Torta di erbe medicinali c 
di droghe, cioè caflia , fenna, legno dolce, antimonio, 
gomma, fale armoniaco , fien greco, galbano, rabar- 
baro della miglior qualità, oppio, zafferano , affafeti- 
da , cofe tutte abbaffanza conofciute in Europa . L’ af- 
fa fetida tanto agli Europei ingrata è un odore gra- 
dito ai Perfiani , che talora l' adoperano per condi- 
mento delle vivande . Nafee quella dalla pianta detta 
dai Perfiani tìiltot , ed è un umore che fubito ulcito 
dalla pianta s’indura, come una gomma. L’albero ha 
i rami c le foglie finali alla peonia, e la Temenza e 
la radice che fi raflomjglia alla paftinaca , Si trova 
fpezialmeme nelle Provincie di Lariftan, e Kborafan 
in vicinanza della Città di Herat . Ve ne fono però di 
due, forte l’ una bianca e migliore, e l’altra nera. 
La più firmata fra tutte le droghe della Perfia è ij 
mummia, gomma che ftilla per quanto dicefi da una 
rupe fituata nelle vicinanze di Darab-gberd , nel Farft- 
ftan. Di efla raccontano i Perfiani cofe mcravigliofe , 
attribuendole moltiffima virtù in medicina; coficchè if 
Re foto è quello che la vuol poflèdere , ed i Cover, 

aa- 



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DI P B K S I A. 26 $ 

natoti della Provincia fono obbligati di mandarla tut- 
ta quanta alla Corte. Altra Amile gomma dicefi ufcire 
da un' altra rupe fiutata fui confini del Lariftan. Que- 
lla vico riputata inferiore alla prima ; ma con tutto 
ciò è rara, e fi vende a carirtimo prezzo . Nel Kho- 
rafao, e Lariftan fi raccoglie il Jlezuar , che fi eftrae 
da certa fpezie di Capro-Cervo detta da Perfiani Pa~ 
zen. Nei deferti del Khorafan fi trovano anche delle 
mummie, o cadaveri inariditi nella fabbia. 

Si trovano nella Pcrfia varia forta di animali do- 
meftici, buoi, afini, muli, cavalli, e cameli. I caval- 
li Perfiani fono affai belli ; anno la tefta piccola, le 
gambe fottili , fono ben fatti, veloci , e docili , ma non 
fervono ad altr’ ufo che a cavalcare . Il loro alimento 
più comune è l’orzo, e paglia minutamente tagliata, 
ed il loro fterco leccato ferve loro di letto, come fi 
coftuma in Arabia , e nell' Egitto ancora , Anno co- 
munemente l’unghia più dura de’ npftri cavalli d’Eu- 
ropa , e fono a nc fie ferrati di ferri più leggieri . Quan- 
tunque però la Pcrfia abbondi di cavalli, il loro prezzo 
non è mai minore di 100 zecchini. ( cameli fono an- 
cora più comuni de’ cavalli, c vene fono di due fpe- 
zie, cameli cioè, e dromedari . I cameli anno fopra lq 
fchiena una fol gobba , e i dromedari due . D.a un 
dromedario ed una camela nafee una terza razza con 
una- fola gobba, e quelli fono confiderati migliori de- 
gli altri. Di fatti erti fono così robufti, che qua fi mai 
lì fiancano , e portano fino a 900 in 1000 libbre di 
pefo. Ve ne fono anche di più grandi e più piccoli, 
come quelli che fogliono adoprarli ne’ viaggi dal Gol-, 
fo Perfico ad Ifpahan ; e quelli non portano più di 
cinque in feicento libbre di pelo; ma pel contrario fo- 
no tanto veloci , che camminano quanto un cavallo di 
galoppo. Tanto i cameli quanto i dromedari fono ani- 
mali dociliffimi , e tanto ubbidienti, alle voci de* loro 
conduttori, che ad ogni loro cenno piegano le ginoc- 
chia folto il ventre, e fi abbalfano a terra per riceve- 
re il carico, o per elfernefolievati . Quando fono cosi 
fituati |c veniffe loro fopraporto un carico maggiore 

R 4 dell’ 



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264 t L R E. Ó N! O 

dell’ ordinai io, non fi levano più in piedi, nemmeno a 
forza di sferzate . Quelli animali a proporzione della 
loro grandezza mangiano meno d’ogni altro . Dicefi 
che pollano vivere due e tre giorni fenza bere, è per- 
ciò fono utililfimi per viaggiare ne’ luoghi delèrti ed 
aridi, che fpeffo s’incontrano. Per la ftrada fi lancia- 
no pascolare col carico adoflo , cercando elfi la ziza- 
nia ed i cardi; e talora quelli che li guidano portano 
feco, e danno loro da mangiare certa miftura di fari- 
na d’orzo, di pagliare di temenza di cottone. Nella 
Primavera cambiano il pelo, del quale fi fanno varie 
grollolane e ruvide manifatture per ufo de’ nazionali . 
Le capre e le pecore fi trovano in abbondanza nel- 
la Perfia , cibandoli i Perfiani foltanto delle carni 
di quelle due fpezie d’animali . Le pecore anno la 
coda aliai larga e lunga , che pefa talora da otto 
fino vinti libbre , e le loro lane tono finilfirae , a 
preziofe. La fpezie più rara fra le domelliche è quel- 
la dei Porci , animali abominevoli predo i Maomet- 
tani . 

Si trovano parimenti in Perfia quali tutti gli uccel- 
li felvatici e domeftici foliti vederli in Europa ; e le 
Provincie fettentrionali abbondano più delle meridiona- 
li di ocche, anitre r pernici , beccacce, galline, e co- 
lombi. I galli d’india trafportati nella Perfia non vi 
anno fatto buona riufeita . Riguardo poi agli animali 
Idvatici , si volatili, che quadrupedi ve n’è una quan- 
tità forprendente, fopra tutto nelle Provincie fettentrio- 
nali . Nel Mafanderao , Gilan , Aderbigian , e Kurdi- 
(lan le felve abbondano di cervi , capri-eervi , leoni , 
tigri, leopardi, pantere , e d’ogni altra fpezie d’ani- 
mali feroci. 

Nell’ Irack-Agemi , e nell’ Armenia Perfiana fi tro- 
vano nelle campagne delle capre felvatiche , delle le- 
pri, e de’ conigli. La parte di quello regno più vici- 
na al mar Cafpio è infeftata di ferpenri, di rofpi y 
di feorpioni , e d’ altri animali velenofi , che in tempo- 
d’eftate per mancanza d’acqua mucjonoyjc s’infracidi- 
feono, dal che l’aria ne diviene mal fana, ed infet- 
ta . 



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Bt’’ PERSIA. tèf 
Ì& • Gli {corpiani Tono di si enorme grandezza , e tan- 
to veleno!}, che le loro punture fono irreparabilmente 
mortali , fe non vi fi rimedia fui punto con qualche 
potente con tra veléno . Velenofe parimenti fonò le putì* 
ture di certo altro infetto detto da Pérfiani Hezatpai , 
che noi diciamo mille piedi. Vi è pure in Perfia grand’ 
abbondanza di uccelli di rapina, aquile, falconi, fpar- 
vieri* corvi, ed altri di quello genere. Le paffere poi 
fono tanto numerofe che riefcono più dannofe d’ogni 
altro volatile felvatico , diftrtiggendo in gran parte i 
ierainati ; coficchè gli agricoltori fono coftretti fcorrere 
per tutto il giorno pe’ feminati per ifpaventarle , ed 
impedire il danno. 

Il Pellicano, detto da Pérfiani Takob ì éioè pòrtaao- 
re di acqua , è un uccello particolare della Perfia . Ha 
elfo il corpo grande quanto una pecora , il capo pie* 
Colo, il roftro lungo 16 , o 18 pollici, e grofio quan- 
to il braccio d’un uomo * Fra il roflro , ed il petto 
tiene una fpezie di facco aitai grande , di Cui fi ferve 
per portar acqua, mafiimc allora quando deve abbeve- 
rare i tuoi parti, che fempre va a depofitare nelle foli 
tudini , e ne’ deferti , ove non fi troVa la minima 
Itilla d’acqua. * • 

§. 7. Ad onta di tante produzioni di cui abbonda 
la Perfia il fuo traffico è riftrettofra limiti molto an- 
gulli. Le ftrade principali per cui fi fa il commercio 
della Perfia fono il Golfo Perfico , ed il mar Cafpio . 
Riguardo all’ ultimo i Mofcoviti fono i foli che lo fac- 
ciano fioreggiando efli foli quello mare ; ma del pri- 
mo fono a parte gl’ Inglefi , e Olandefi , ed altre na- 
zioni commercianti d’Europa. Il commercio ihterno di 
quello regnò è qUafi tutto nelle mani degli Armeni 
Criftrarti, e de’ Baniani dell’India. Le mercanzie' che 
fortonù dalla Perfia fono il pelo di camelo, la lana 
di capra, pifìachi, noci, datteri, cuoja conciate, cot- 
tone, vino, acquavite, e più di tutti la feta greggia, 
e lavorata, di cui la Perfia abbonda più d'ogn' altro 
paefe del Mondo. La feta di Perfia fi trafporta nelle 
- , : ' ' ' ' In- ' •• 



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\ L REGNO 

Indi»» nella Turchia , nella Mofcovia , ed in tutta |P 
Europa; , e viene fiimata la più perfetta di tutte. La 
feta greggia fi trova (pezi al mente nelle Provincie cf 
QiJan , Mafanderan , Ader^igian , e IChorafan . 

II commercio che fi fa dagli Eurppei nel Golfo Per- 
sico fu incominciato la prima volta dai Portoghefi do- 
po eh' ebbero fuperato il Capo di Buona Speranza. 
Albuquerque ammiraglio di una fquadra fiortoghefe fu 
il primo tra gli Europei a riconofeere quello golfo, 
ed a ftabilirvi la fua nazione; ma cercando quella di 
conquifiare piuttofto che di commerciare ne fu ben pre- 
fio sloggiata . QT Inglefi e gli Olandefi contenti del 
traffico vi fecero in apprettò de' ftabilimenti , e vi fon- 
darono dei banchi (fi commercio che tuttodì fi man- 
tengono. Gl'Inglefi furoqo i primi a ftabilirfi ip Ben- 
d?rrAbaffi, da dove poi pattarono in Batto™ Città dell* 
Irak-Arabi fituata quindici leghe fono il luogo dove fi 
Tigri e T Eufrate fi riunifeono , Dppo l’arrivo e Iolta- 
finimento degli Europei fi porto di BafTora divenne ur\ 
famofo emporio, a cui per J’ Enfiate fi trafportano ; le 
, mercanzie della Turchia Afiafica, e quelle delle Indie 
? dell' Europa per mare ; ma ? una difgra?ia grande , 
che quello infelice paefe fia perpetuamente il teatro 
della guerra fra gli Arabi, Perfiani, e Turchi . Coi\ 
tuttociò prefèntemente , quantunque la Città fia fiata 
prefa Tanno 177? dai Perfiani, mantiene non pertan- 
to il fiia credito , e gli Europei vi fi trovano egual- 
ìnente ficuri , Quando s’ incominciò a ftabiiire il com- 
mercio degli Europei in BafTora , i nazionali non vo- 
levano ricevere i navigatori che nel fiume, prevedendo 
che fe gli firanieri avellerò la libertà di ftabilirfi nel- 
la Città non fi farebbe potuto ad etti prelcriyer leg- 
ge, e che avrebbero confervato ne’ magazzini ciò che 
non ayettero venduto in una ftagione , per venderlo 
con più profitto nell’altra. Pretendevano anche che la 
religione Maomettana non. permettefle che gj‘ infedeli 
abbatterò in una Città da loro creduta confacrata dal 
fangue di tanti fanti uomini mnfulmani ; ed il gover* . 
no fletto fembrava inclinato a dar pefo a quello pre- 
gi»' 



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DI PERSIA. *6y 

giudizio. Ma con del danaro ebbero poi il permeila 
di formarvi de' banchi , e d’ inalzarvi le loro rifpetti- 
ve bandiere . 

Le rivoluzioni tanto frequenti nell’ Alia impedifeo» 
no , che li proleguilca il commercio , come fi fa nell* 
Europa , Quelli avvenimenti, congiunti alia Icarfezza 
della comunicazione che f» ha per terra e per mare 
tra i differenti Stati, cagionano delle gran variazioni, 
còsi nell’abbondanza , come nel valore delle deratte, 
Battora lontaniffìma per il fuo fito dal centro degli 
affari ù foggetta più di ogni altra piazza a quell' in* 
conveniente. Con tutto ciò calcolando i tempi, fi pof- 
fono fenza timore di troppo allontanarli dalla più efat- 
ta verità valutare per dodici milioni di lire di Fran- 
cia le mercanzie che vi giungono annualmente per il 
Golfo . Gl’ Inglefi entrano in quella fomma per quat- 
tro milioni , gl» Olandefi per due , gli Arabi , i Bania- 
ni, e gli Armeni per il rello. I carichi di quelle na- 
zioni fono comporti di rifo , zucchero , molfeline uni- 
te, vergate, o ricamate di Bengala ; di droghe diCejr- 
lan e delle Molucche : di cardamomo , pepe , c legno 
fandalo del Malabar ; di tele gregge bianche e turchine 
del Coromandel:dirtOifFe d’ oro e d’argento , di turbanti 
di Sciali t o cinture, e d’indaco di Suratte, di perle diBa- 
harem , di caffè di Moclta ; e di ferro , piombo, c 
drappi dell’Europa . Altri generi meno rilevanti ven- 
gono da differenti luoghi . Alcuni di quelli generi vi fi 
rrafportano fopra piccoli navigli Arabi ; ma la maggior 
parte fopra navi- Europee , che trovano nel noleggio 
un confiderabile vantaggio. 

Le mercanzie fi vendono tutte a contanti , e patta- 
no per le mani degli Armeni, Baniani, Greci, e Giu- 
dei . I Baniani s’impiegano nel cambiar le monete 
correnti in Battora in altre fpezie più ftimate nell’ 
Indie, 

Tre fono ! canali per efirarre i diverfi prodotti 
riuniti in Battora . La metà de’ medefimi patta nella 
Perfia trafportatà nelle Caravanc , non ettendovi in 
tutto vp così vallo impero an fiume navigabile, e fi 

con- 



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163 ì L R E C N 0 

confuma principalmente nelle Provincie fettentrionali j 
alquanto meno (popolate dalle meridionali . Le une 
c le altre pagarono per qualche tempo con gioje, refe 
tra loro comuniffcme per il Taccheggio delle Indie ; 
Coll’ andar del tempo ricorfcro agli utenfili di rame 
dall’abbondanza delle loro miniere moltiplicati ftraor- 
dinariamente . Diedero finalmente di mano all’oro ed 
all’ argento, che initempo di calamità , e di tirannia 
avevano naicofto , c che efeono continuamente di fot- 
terra é Ma fe, come riflette un giudiziofo Scrittore, 
non fi lafcia agli alberi che producono la gomma , e che 
fono fiati troncati il tempo di ripullulare : fe le capre 
che producono le così belle lane non fi moltiplicano; 
fe le fete che battano appena alle poche manifatture 
che rimangono in Perfia continuano ad cfler rare ; fc 
quefto Regno non rinafee dalle fue ceneri , i metalli 
fi efauriranno , e bifognerà rinunziare a tal forgente 
di commercio. 

La feconda flrada è più ficura, e fi fa per Bagdad 
per Aleppo j c per tutte le Città intermedie, dalle 
quali i negoziami vengono a fare le loro compre in 
BafTora. Il caffè, le tele, le droghe, e le altre mer- 
canzie che s* incamminano per quella parte fono paga- 
te con oro, drappi di Francia, noci di galla, ed or- 
pimento, eh' è adoprato ne’ colori , c di cui gli orien- 
tali fanno un grand’ufo per levarfi i peli dal corpo. 

La terza ftrada affai meno confiderabile , fi è quel* 
la del deferto. Gli Arzbi vicini a BafTora vanno ogni 
anno in tempo di Primavera ad Aleppo per vendervi 
dei cameli. Sono fidati comunemente a cofloro cinque 
in feicento mille Franchi in moflolir.e, colle quali for- 
mano il loro carico ad un diferetiffimo prezzo . Vi 
tornano nell' Autunno , e riportano drappi , coralli , 
piccole mercanzie, ed alcune manifatture di vetro e 
di criftallo di Venezia . Le caravane Arabe non fono 
mai indettate nel loro cammino ; ed i foreftieri fiefit 
non correrebbero verun rifehio, fe avelfero la precatr. 
zionc di farfi accompagnare da una perfona di cia- 
feuna delle Tribù , che devono incontrare . Quefta 

fìcu- 



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» i p s r s I A . r6g 
Scurezza unita alla celerità ed al prezzo vantaggiofo, 
farebbe univerfalmente anteporre la lfrada del deferto a 
<juel!a di Bagdad, fe il Bafsà della Provincia, che ha 
itabiliti in diverfi luoghi del fuo Governo i pedag- 
gi , prendefle le fue mifure per impedire quella comu- 
nicazione. Non fi può mai, fenza forprendere la vigi- 
lanza de’ fuoi uffiziali , caricare gli Arabi di qualche 
mercanzia di piccol volume. 

Il commercio degli Olandefi nel Golfo Perfico foffrì 
una mcmorabil crifi nel 1748. frutto dell’odiofa gelo- 
sa fra le nazioni Europee ; Il Barone di Knyphaufen 
regolava il banco Olandefe con grande profperità , ed 
irritò in tal guifa .gl’ Inglef» , che p.er mezzo di 
calunnie , e d’ altre baffezze fuccitarono agli Olandefi 
una forte perfecuzione per parte del Governo Otto- 
mano , al quale allora ubbidiva la Città di Baffora; 
coGcchè furono confifcate tutte le ricchezze , e le mer- 
canzie degli Olandefi . L’agente della Compagnia fi 
ritirò colle fue genti , e coll’avanzo delle fue fortune 
nell’ ifoletta di Kareck quindici leghe circa lontana 
dall’ imboccatura del fiume Tob . Ivi fi fortificò in 
maniera , che arredando i navigli Arabi, e Perfiani 
sforzò il governo a rifarcirlo delle perdite che aveva 
fofferte • Qiteft’ ifoletta fembrava , che fofle per dive- 
nire una ricca colonia Olandefe , finche fu governata 
dal fuo primo fondatore Knyphaufen; ma avendola elfo 
abbandonata , il fuo fucceflòre fi vide coftretto ad eva- 
cuarla nel 1765 lafciandola in potere del famofo cor- 
faro Arabo Mirmahana ; e la Compagnia Olandefe in 
tal guifa perdette più di due milioni in artiglierie , 
viveri , e mercanzie . 

Tale avvenimento ha liberato Balfora da una rivali- 
tà dannola a fuoi intereffi ; ma a quella n’è foprave- 
nuta un’altra ancor più dannofa , cioè quella della 
Città di Mafcata fiutata fulla coda occidentale del Gol- 
fo Perfico . Tutte le nazioni commercianti incomincia- 
no a preferirla aBaflora; perocché abbrevia di tremefi 
il loro viaggio, l’efenta da ogni venazione , e non vi 

pa- 



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; ÌJO . (lL- k B C N Ò 
pagano più dell' uno e mezzo per cento , mentri fri 
Baflora fi efigge il cinque per cento. 

Le perle che fi pcicano nel Golfo Pcrfico fono uri 
capo di commercio affai ricco, e forfi il più corifide- 
rabile di tutti. Le perle anticamente fi pefeavano in va- 
*' rj luoghi nell' ilòle di Kareck * di Kclmithe * di Ormus 
ed in altri luòghi j ma prefentelhente non fi pefcanó 
fe non ntll’ilola di Bafoirem fituata luffa colla occi- 
dentale del Golfo vicinò all’ Arabia ; 

Le perle di Baharem fonò meno bianche di quelle 
di Ceylan, e del Giappone; ma molto più grafie del* 
le prime , e di una forma più Regolare delle altre; 
tirano uri poco al giallo , ri.a conlefvahó fenipre la 
loro acqua dorata , nè perdóno mai il vivo del loro 
fplendore j come le altre ; Là conchiglia dell' una e 
. dell’ alerà* detta madreperla ferve nell’ Alia a molti ufi * 
Il prodotto annuale della pefea che fi fa nell’ itola 
di Baharem è Valutata circa un milione di Ducati Ve- 
neziani . Le perle ineguali pafiano la maggior parte iti 
Coftantinopoli ; e negli altri paefi della Turchia : le 
grandi fervono per adornamento della rafia ^ e le pic- 
cole impieganti ne’ ricami < Le perle perfette fi rifer- 
vano per l’ Indoftan * ove quella fpezie di luflb è la 
pafiione più forte delle dorine . Noti vi è geritile thd 
non fi creda obbligato per dovere di religione di tra- 
forare almentì uria perla nell’ ammogliarli . Quelle che 
fton fono Ilare recentemente forate entrano negli or- 
namenti , ima non pofiòno fervire alla cerimonia del 
matrimoniò, per la quale fi richiede una perla alme- 
no del tutto nuova ; e perciò quelle valutanfi Tempre 
venticinque ód Uri trenta percento meno di quelle che 
giungono intatte dal Golfo . 

Le arti nella Perfia fono in ottimo fiato in Confrón- 



to del rimanente dell’ Alia circonvicina . Si diftinguc- 
no fopratutto i lavori Pcrfiani di ricamo, I tapcti, e 
varie manifatture di feta affai pregiabili, non foio per 
il lavoro , ma molto più per la vivacità , e durabilità 
dei colori che fuperano quelli d'Europa . Nel lavoro 

del* 



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b i > s R S i A. iff 

Selle armi da taglio rietcono aitai meglio i PeHìani» 
che in quelle delle armi da fuoco Sanno fabbricare 
de’ fjlécchj di acciaio» che A motivò dell’ aridità del 
clima mai irtugiriilcono Fabbricano parimenti de’ vati 
di terra quafi limili alla porcellana» e quandò fifpez- 
ZariO failuo così bene riunirli, Che appena fi diftirigUe 
il legno dellà fpeizacura . Il fimile fanno fare delle 
. manifatture di vetro, delle quali a v Vene anche in Pef- 
fia alcune fabbriche » introdottevi dà ud Europeo, che 
per la tenue ficompenfa di 50 feudi, infegnò ai Per- 
fiani la manierà di fard il vetro . Là prima fabbricò 
fu (labilità a Sebirati Capitàle del Varfillàn » là quale 
ha tuttora il credito di fard il miglior vetro di Perfia* 
di gran lunga però inferiore à quello d* Europa « Il ve- 
tro di Perfia generalmente è pagliefeo' » pieno di vef- 
fiche, d di sfogliature, e di color cenerino, quantun- 
que nella Perfia abbondi l’ erba dalla cui cenere è Conti- 
.porto il vetro. 

I pefi che fi ufano in Perfia fonò generalmente chia- 
mati Mand dagli abitanti; ma come in ogni altro Sta- 
to anche d’ Europa vi fono differenze affai incomode frà 
una fpecie di pefò , e V àltra. Un Mand Scbatr equiva- 
le a due Manu Tabriei y che corrifponde a 6 libre e 
\ pefo d’Inghilterra ; ed un Bazar Mand Tabries ne 
vale foltanto 6 ed j uri Mand Rapar a 7 libre, e | ed 
-Un Bazar Mand Kapara 7 libre ed ~ fino A 7 i, 
Le monete reali fono le Shahies , che fi valutano tren- 
ta folcii Circa di moneta Veneziana , mà dori ve ri’ è 
. molta quantità . Il Coz è una moneta di rame che 
« equivale à 3 foldi Veneziani» e io di quelle fanno un 
Shahies . Due Shahiés fanno una Mamoeda » e mezza 
Sbabie fa un Larie . Due Mamoede fànno un Àbaffit t 
. e quattro Mdmotde vagliond Ruppi a di Surattc . 
Un Sbekien , o Zecchino' vale quafi trentadue Shahies . 
Nel numero de’ Sbekien , che anno cotfo in Perfia fo- 
no anche li Zecchini Veneziani detti Butdukii o Ve- 
neziani, per dirtiriguerli dagli altri, a cui danno il no- 
me di Gttbber , quantunque sì gli uni quanto gli al- 
tri abbiano 1’ ideilo valore quando fiano framiichia- 

rii 



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17 1 .IL R 1 G N O . 

ti; ma ferratamente i Veneziani anno maggior prez- 
zo degl’ altri . 

^ Il Toman è una moneta con cui fi apprezzano in 
Perfia le ricchezze, ed è una moneta ideale che vale 
circa fei zecchini e mezzo, ed i Perfiani dicono per 
efempio che uno è ricco di cento mille Tornarti , co- 
me a Londra direbbefi che uno e ricco di cento mi- 
la lire Aeriine . Il metodo di contrattare de’ Perfiani 
non è differente da quello degli altri Orientali, Ara- 
bi , Turchi , e Indiani , facendo anch’ cflì i loro con- 
tratti con le mani nalcoAc fotto il mantello, edcfpri- 
mendo i loro fentimenti , ed i varj prezzi con dive/fe 
piegature delle dita, epolizioni delle mani; coficchène’ 
mercati non fi òde il minimo difeorfo di contratto fra 
quelli che comprano e vendono . 

Le feienze de’ Perfiani fi eftendono a poco più che 
a fa per leggere e fcrivere. Non anno che una debo- 
liflìma cognizione d’ Aftronomia tratta dagli Arabi an- 
tichi , e poco fanno di Aritmetica, e meno di Geome- 
tria; Lo Audio della morale viene da cflì coltivato 
nell’ Alcorano , che forma tutta la bafe della lorofciea- 
za , e delle loro leggi . Vi fono però molti che fi ap- 
plicano alla medicina, molto imperfetta nella Perfia , 
ed alla poefia di cui generalmente tutti i Perfiani fo- 
no amanti. La mufica è riputata cola vile fra Perfia- 
ni; ma realmente intolerabili fono i flrumenti unifica- 
li cfi’eflì adoperano, ed ingratiflìmo il fuono de’me- 
defimi; e fc fi eccettua la mufica che fuol farfi alla 
prelenza del Re , tutte le altre non meritano d’efler 
udite, non effendo altro che uno ftrepito di confufio- 
ne, e di fconccrto. 

L’ AAroIogia che dall’Oriente ebbe origine fi confer- 
va tuttora in gran credito in Perfia. I Re fleflì Hi pen- 
dano qualche numero di Affrologi, i più aereditati de T 
quali fono nativi del Khorafan. E faci! cola il capire 
che tutta la pretela feienza di coftoro fi riduce a loia 
impoffura, imitatori in ciò degli amichi Maghi tanto 
celebri nella Perfia. 

Ciò non olVante dicefi che fappiano qualche poco 

d’ AAro- 



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D IP E' R S I A. 2JI 

d’ Aftronomia fino a predire con qualche predilo 1* 
EcHiH del Sole e della Luna, e coltruire delle Effe- 
meridi, o Almanachi detti Takumi, ne’ quali notano 
le longitudini, e latitudini, le congiunzioni, e oppofi- 
zioni, e i nodi de’ Pianeti per tutto l’anno. Sono pe- 
rò pieni di errori, e tutte Ir loro predizioni dirette all’ 
impoftura , e frammifchiate di mille pronollici , come 
A uia tuttavia ne' Lunari, ed Almanachi d’Europa . 
Primachè dagli Europei follerò fiati portati in Perfia 
Globi, Carte Afironomiche, e Canocchiali, facevano le 
loro offervazioni ad occhio nudo, ed avevano foltanto 
li fegni celefti defcritti rozzamente a penna in un li- 
bro detto, le delineazioni di Abdal Rxbmen autor Ata- 
bo , dai quali , come dilli , i Per fin ni anno cavati que’ 
pochi lumi che hanno di Afironomta . 

Un’altra forta d’ indovini fi trovano in Perfia , i 
quali anch’elfi predicono l’ avvenire , ma non dall’ affet- 
to degli aftri , nè da altro fenomeno cdefte , o imma- 
ginario . Quelli fono que' religiol! maomettani di buo- 
ni coftumi, e riputati fanti , i quali fondano lalorofcien- 
za full’ Alcorano . A quelli ricorrono quelli che voglio- 
no faper 1* avvenire , lufingandofi , che Iddio fi degni 
di (velare a que* luoi fervi le cole future. Tutto il lo- 
ro incantefimo confilie in alcune cerimonie luperltr- 
ziofe , dopo le quali aprono a lortc 1’ Alcorano, e a 
norma di quello che leggono predicono ciò che loro 
fembra più ragionevole a coloro, che gli anno con- 
fittati. Quelli lldfi Indovini fi credono capaci d’ inter- 
pretare con frutto i iogni, attribuendoli elfi tutte quel- 
le virtù che anticamente fi attribuirono i Maghi Per- 
fiani , tanto famofi nelle Morie. Alcuni viaggiatori ri- 
ferilcono che fra Perfiani trovanfi ancora molti che fi 
applicano allo fiudio della loro Filofofia , nella quale 
A« ifiotile tradotto in Arabo ferve loro di maefito.La 
dottrina di Pittapora ha tuttora i luoi feguaci nella 
Perfia, come' pure nell’ indie è coinunilliina . I Mao- 
mettani feguaci di quella dottrina fono chiamati Sefiis . 
Qyefti benché efteriormente pratichino tutte le cerimo- 
nie della religione Maomettana, fpiegano non oliarne 
Sfa. S 1’ Al : 



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1JZ I . L REGNO 

l’Alcorano, e l' intendono fpirituaimente , non attac- 
candoli alla lettera, ma folo al Senio . Confideranogli 
uomini come difendenti da un folo padre, e lediver- 
fe nazioni, come ferve di un folo padrone, che ognu- 
na onora alla lua foggia . Il loro filtema è la toleran- 
za , fondato full’ accordo della ragione colla religione. 
Gli altri Maomettani però li riguardano, come perfo- 
ne (ciocche, eretiche, e indegne di vivere fulla terra, 
per un effetto invariabile della fuperflizione infeparabi- 
Ie dall’ignoranza. Quattro fono i linguaggi che fi ufa- 
no in Perfia, l’Arabo linguaggio delle feienze, e della 
religione: il Turchelco che fi parla alla Corte, e nel- 
le Provincie confinanti alla Turchia: il Perdano ufato 
comunemente in tutta la Perfia , che altro non è che 
un dialetto compollo di Turchefco, Arabo ed antico 
Perdano ; ed il linguaggio de’ Giaouri , offia Idolatri an- 
tichi abitatori della Perfia, e adoratori del fuoco detti 
Guebri , o Gauri , ma più propriamente Giaouri . Ognu- 
na di quelle lingue ha il proprio alfabetto . Di quel- 
lo delle lingue Turchcfca ed Araba non fa meflieri il 
parlare; ed il Perfiano è poco differente dal Turche- 
fco. I Giaouri moderni anno un alfabetto, che col con- 
fronto fi e trovato affatto diffimile dall’antico alfa- 
betto Perfiano, col quale fono ferine varie iscrizioni 
trovate nelle ruine della Città di Perfepoli. Potrebbe 
eflere che quelle ifcrizioni foffero in carattere ufato da- 
gli antichi Maghi, c che quello de’ moderni Giaouri fia 
quello che volgarmente era ufato dagli antichi Perfia- 
ni ; effendo cola certa che gli antichi popoli tutti ave- 
vano un alfabetto per ifpiegare, anzi per tener nafeo- 
fli i miflcrj della loro religione, diverfo da quello che 
comunemente ufavano i profani . 

Nella Perita, come in tutti i paefi Maomettani , non 
fi è per anco introdotta la (lampa; e la carta che ivi 
fi ufa fatta di feta, o di cotone è riputata cofa Sacra, 
o almeno tanto (limabile da non farne qualunque ufo 
vile , o abietto . Perciò tutti i libri , che a pochi fi ri- 
ducono, fono manoferitti, e tutti per lo più in linguag- 
gio Arabo . Il motivo per cui i Perfiani non anno in- 

tro- 



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Di PERSIA. 275 

tradotta la (lampa fra loro è un riguardo di fcrupolo- 
fa religione, per la quale non fi fanno lecito di. appli- 
care a certe fcienze coltivate dagl’infedeli. Etti riguar- 
dano la (lampa come la forgente di molti errori , e 
perciò non vogliono farne ufo* Così pure fi aftengono 
dall’cfercitarfi nella pittura e fcultura , per non incor- 
rere il pericolo d’ introdurre novamente l’ idolatria . Del 
redo i Perfiani anno per lo più gran talento , fpirito 
vivace e pronto, e riufcircbbero in ogni fetenza, fe lo- 
ro folle potàbile 1’ aplicarvifi . 

Xenofonte accuratitàmo fra tutti gli Stòrici antichi 
della Grecia r ifer ifee , che al fuo tempo i Perfiani era- 
no per lo più gratà e gradi ; ed Ammi.mo Marcellino 
al contrario fcrifle che a fuoi giorni erano magri, e 
fecchi, come di fatti fono tuttavia . Sono però di bella 
datura , finofomia dolce , proporzionati di membra , e di 
buon colorito , eccettuatine quegli che abitano nelle 
Provincie marittime più meridionali, che fono di co- 
lor fofeo, od olivaftro . Il lorovedito è a un di predo 
fimile a quello degli altri Orientali i Turchi ed Ara- 
bi. La fciabola ed il gtmgìaro , o fiocco fono le arme 
che tutti portano comunemente . I loro ufi , i cibi , le 
bevande, i trattenimenti, e le inclinazioni loro fono 

f arimenti uniformi a quelle de’ Turchi e degli Arabi . 

1 Caffè è la loro più ordinaria bevanda , il rifo c la 
carne di montone il loro cibo, il bagno ed il fumar 
tabacco il loro trattenimento, e l’oppio le loro deli- 
zie. Sono però più de’ Turchi umani e civili, e più 
degli Arabi (inceri, e valorofi. 

In Peffia non vi fono Oftarie, ne Locande pubbli- 
che, ma è fiato rimediato a quell’ inconveniente fab- 
bricando li Caravanferas , fabbriche magnifiche e gran- 
di, ove i viaggiatori puono ritirarli per alloggiarvi, e 
paffarvi la notte. Se ne trovano di diftanza in diftan- 
za per tutto il regno, anche nelle pianure incolte e de- 
ferte . Nelle Città poi avvi ancora un’altra forta di 
pubbliche fabbriche, e quelle fono i così detti Nazari 
ove fi radunano e dimorano i mercanti. Quelle fono 
ordinariamente coftruite con magnificenza, e formano 

S z i mi- 



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274 ! L R E G N O 

i migliori adornamenti delle Città , nelle quali tutte le 
cafe fono coftruite fenza fimetria , batte, e coperte di 
terrazze . 

$. 8 . La Religione de’Perfiani è quella da’Maomet- 
to infegnata, c fpiegata da Aly fuo genero e fuo fuc- 
ceflòre nel regno. Dopo la morte di Maometto fegui- 
ta fulla fine del VII. fecolo i fuoi feguaci fi trovaro- 
no divifi in due fazioni, una delle quali voleva Aly 
per fucceffore del Profeta, l'altra fofteneva Abubeker, e 
così formaronfi due partiti , d' uno de’ quali fu capo Aly, 
e dell’altro il fuddetto Abubeker , indi Ornarle poi Of 
mano, o Ottomano ; finché finalmente Aly dopo la mor- 
te di queft’ ultimo fu eletto legittimo fucceffore di Mao- 
metto, e fu il quarto fra gl’ lmani . Morto Aly, fuo 
figlio primogenito Hujjein foftenne che tal fucceflìone 
doveva efferc ereditaria; ma vi fi oppofe l’efercito e 
la volle elettiva . I Perfiani fono feguaci di Aly , e non 
fi accordano coi Turchi non folo nella fucceflìone di 
Maometto ; ma ancora nella fpiegazione dell’ Alcora- 
no. I Perfiani credono che la vera fpiegazione dell* 
Alcorano fia quella di Aly, e degli 1 mani fuoi fuccef- 
fori .• ed i Turchi fottengouo , che non fi deve far con- 
to le non che di quella di Abubeker, Omar, edOfma- 
no , le quali in varj punti difeordano dalla prima . I 
Perfiani diconfi perciò da Turchi Chia , e nominano fe 
fteflì Sunni; e le due fette fi odiano con quel livore 
-che fuole infpirare agl’ignoranti tallora l’equivoco d’ 
una parola: quantunque effcnzialmente ambi i popoli 
fiano feguaci della fatta miflìone di Maometto . La 
venerazione de’ Perfiani per Aly è tanto grande, quan- 
to il lor difprezzo per i tre primi lmani , Abubeker , 
Omar ed OJ'mano , da loro tenuti per invafori, e tita- 
ni . I Turchi però non odiano nè deteftano Aly ; ma 
lo pregiano come il quarto fucceffore legittimo di 
Maometto . Secondo i Perfiani i dodici lmani fucceffo- 
ri di Maometto fono i. Aly 2 °. Hufliin y>. flutfein II. 
4 °. Aly 11. J°. Mohamed Beker , 6 °. lafer , 7 *. JUoufe 8 *. 
Aly Uh 9 ** Mobamcd IL 1‘ A/iemio , io 0 . Aly IV. jj°. 
Huljein 111. il°. Mohamed Meebdy , che dovrà venire 

al- 



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DI ff B R $ ' I ■ A . 175 

alla fine del mondo a predicare la religione maomet- 
tana, non eflendo nella loro credenza morto, ma tra- 
fportato in un luogo di laidezza , ove vive al fine fud- 
detto . Sembra che i K ali fi Arabi non fi ftimaflero 
ficuri finché luflifteva la ftirpe di Aly , e perciò li cac- 
ciarono dall’Arabia nelle parti fettentrionali diPerfia; 1 

nè di ciò contenti feguirarono a perfeguitarli fino a 
quel tempo in cui furono privati delle forze, e degli 
itati dai Turchi e Tartari . Dopo che l’ultimo degl’ 

Intani fparì dal mondo i Re di Perfia fi attribuirono 
il titolo di Servi e Luogotenenti dei dodici Intani. Ol- 
tre la Maomettana avvi nella Perfia un’altra pasco- 
lar religione, che meritarebbe qualche maggior atten- 
zione , qualora fe ne poteflero pienamente rilevare i dog- 
mi ed i mifterj . Quella è feguita da Giaouri , odia ido- 
latri o infedeli , nome con cui i Musulmani fogliono 
chiamare tutte le nazioni che non credono in Mao- 
metto. Tuttociò che fi fa di certo fi è, che i fegua- 
ci di quella religione, difpcrfi nel vado Regno diPer- 
fia , adorano per lo più il fuoco , come facevano gli an- 
tichi Perfiani . Il loro esercizio è l’ agricoltura ; e per- 
ciò non anno il bel colorito degli altri Perfiani Mao- 
mettani abitatori delle Città . 

Gli uomini portano lunga la barba ed i capelli, ve- 
ftono fuccinto, ed sin no un linguaggio e caratteri lo- 
ro particolari , che non fono intefi da alcuno . I Giaouri 
Perfiani fono femplici ed innocenti , non poffòno per 
obbligo di religione bever vino , nè cibarli di carne bo- 
vina . Ufano un’ efterna pulizia ancor maggiore de’ 
Maomettani, coi quali vivono, e converfano amiche» 
volmente , e non poflono prendere fe non che una fol 
moglie, e quefta della loro religione, che non poflano 
ripudiare fe non dopo nove anni di matrimonio fenza 
prole. Del refto fono, tanto ignoranti che non fanno 
rendere il minimo conto della loro religione, c della 
loro ftoria . Dicono di credere un Ente omnipotente 
principio di ogni cofa; ma fofpettano alcuni che que- 
llo fia un pretelfo per renderfi tolerabili ai Maomet- 
tani loro padroni ; mentre d’altra parte confeflano i 

S 3 due 



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17 6 I L REGNO 

due principi del bene e del male, da effi raffigurati 
nella luce e nelle tenebre , ed in ciò iembrano Ma- 
nichei. Vogliono che i corpi celefii fiano animati da 
enti intelligenti, il maggior de’ quali è quejlo che pre- 
cede al Sole , il fecondo alla Luna , Non fi fa però 
con precifione fe effi adorino il fuoco come una Deità , 
o come un fimbolo della medefima ; ma fòno perfuafi 
certamente che il fuoco è cofa facra , e che il loro 
fuoco facro fi fia conferva to fempre vivo ed ardente 
dal tempo del Re Keyomerfa , il quale fecondo la cro- 
nologia de’Perfiani viffe tremila e fettecent’ anni circa 
prima del prefente fecolo. Anno parimenti particolar at- 
tenzione che il loro fuoco ordinario non fia melcola- 
to con materie che diano fumo , o cattivo odore , per- 
chè ad elfo volger devono la faccia quando fanno ora- 
zione , quando non poffono rivolgerla al Sole medefi- 
mo. Il piò riguardevole de’ loro Tempj trovafi fopra 
una montagna nelle vicinanze di Tczdkaji nel Fa'ffifian, 
ove trovafi una fpecie di Monaftero , in cui abita il capo 
della religione con altri facerdoti minori tutti occupa- 
ti nell’ importante impiego di vegliare fulla perpetua 
confervazione del fuoco facro , accefò già 4000 fono dal 
loro gran madiro Zoroafiroy il quale fecondo effi do- 
vrà tornare un dì al mondo, e riftabilire nella Perfia 
jl culto del fuoco inlieme, e l’impero nelle mani dei 
pronipoti degli adoratori del fuoco; tanto è vero che 
ogni nazione per quanto fi a depreffa ed avvilita fi nu- 
tre lerapre della fpcranza di vederfi un giorno r inabili- 
ta in quel fplendore e nel dominio, che affai più fa- 
cile farebbe fiato il confèrvare , di quello che ricupe- 
rarlo perduro. 

Anche gli Armeni in Perfia fono tolerati , ed efer- 
citano liberamente la loro religione , che tanto dalla 
Greca , quanto dalla Latina c in alcune cofe differen- 
te. Ho parlato di effa nel Tomo antecedente (Intro- 
duzione §. II. n. 4, ), nè qui altro mi refta da ag- 
giungere fé non che nell’ imporrantiffimo articolo delle 
due nature in Crifto, fi dice comunemente che gli Ar- 
meni feguano la fetta d’ Eutyche, Vogliono però che 

le 



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D‘ I " P E R S ! A- 1?7. 

le due nature fiano unite nella lua pedona, cóme fo- 
no nell’ uomo l’ anima ed il corpo , e che così faccia- 
no una natura fola, dottrina contraria a quella della 
Chiefa Cattolica che infegna due nature in Crifto,che 
non vengono identificate dall'unione ipoftatica del Ver- 
bo Dicefi però che buona parte d’ Armeni lìall riuni- 
ta colla Chieta Cattolica Romana , ritenendo però i 

loro antichi riti. , • 

§. 9. Il governo della Perfia e difpotico piu tolto 

che monarchico, ed è ereditario. Le arme, o l' in- 
terne del Re fono un Leone giacente , che volgendo il 
capo dietro le lpalle riguarda il Sole. Il titolo ordi- 
nario del Monarca , è quello di Siah , o Fatifciah , il 
più onorevole fra tutti quelli che fonoufitati neli’AJia, 
e che corrifponde a quello d’ Imperatore in Europa ; 
quantunque il fuo vero fignificato fia quello di Cura- 
tore di Regni . Al titolo di Sci ah aggiungono 1 Pcr- 
liani anche quello di Han , nome tratto dalla lingua 
Tartara . Negli editti piu folenni s’ intitolano parimen- 
ti ad ufo degli altri Monarchi Orientali : il Vittorio fa 
fwnore del Mondo , il potentiffimo principe , a cui tutto i’ 
univerfa ubbidifee , Re di Perfia fai Media , Partia , Irca- 
nia Battr-a , Re de Re , ed altre limili efprellioni; co- 
me * pure da quelli che ad elTi lcrivono logliono nomi- 
narlo • Il più famofa tra ciucili che vìvono , il forte per 
potenti, fama, ed autorità, eguale al Sole., fojlituto del 
Cielo oggetto di tutti i de/iderj degli uomini , il padrone 
di tutte le unioni , il capo della più eccellente religione , il 
principe de fedeli , l’ombra dell' Omnipotente , il padre del- 
le vittorie, il Signore delle rivoluzioni del mondo , il pro- 
tettore delle corone ec. I Monarchi della Perfia elfendo 
allevati nel feraglio , ed educati nell’ effeminatezza e 
ne’ piaceri, come tutti gli altri Principi deH’Afia,fono 
poco atti al governo, del quale lafciano il penfiero ai 
loro miniftrì , chiamati perciò Bokna Dolvet , olfia colon- 
ne dell’Impero. 11 primo miniflro dicefi Vifir Azxm , 
e i decreti reali non anno forza fe non fono firmati 
col di lui figlilo. Egli chiamafi per eccellenza Etma- 
donlet , olfia ? appoggio della Potenza. La feconda dignità 

S 4 e S ucJ ' 




.2J$ I L R B G N Q 

è quella di Divari Bega, o fie? , che Tigni fica Gran Can- 
celliere preffo di noi; e a quella dignità è annetta la 
fuprema autorità civile e criminale. Le altre cariche 
fupreme fono il Cortcbi Bafci Generalittìmo degli efer- 
citi ; il Tetanktcbi -dgafi Generale d’ Infanteria ; il 
Xouler Agafi Comandante fupremo de’ Koulari o degli 
Schiavi del Re; e Topcbi Bafci Generale dell’ Arti- 
glieria . Dopo i capi della milizia feguono in linea di 
dignità il Vakanarifcb , o Segretario di flato, il Mimo 
odia l’infpcttor generale delle acque. 

. I Miniflri di Corte lono il à'jz/V , Teforiere , o Mag^ 
giordomo del Re, il lebik-agafi Bafci Maettro di ceri- 
monie ; il" Mifakor Bafci Cavalarizzo maggiore ; il Chetar 
Bafci Gran Cacciatore; il tìakim Bafci Protomedico, 
e il Monagden Basa primo Aftrologo del Re : e prima di 
tutti quelli, e più coi? fiderato fi è il Mebter otta Gran 
Ciambellano , che Tempre è un Eunuco bianco che ac- 
compagna il Monarca in ogni luogo , ed è il Tuo ca- 
meriere intimo da cui dipendono tutti i fervitori di 
Corte . Oltre di che vi fono altre alte dignità della 
Corte , che non fa duopo farne qui fingolar menzione . 
Le dignità che godono le perfone di religione fono il- 
Zender o Sommo Sacerdote, che s’intitola k Principe 
delle leggi della religione , Capo della vera credenza , Vi- 
cario di Maometto , Luogotenente delli dodici Imani , o 
Kaliffì ficcediiti al loro Patriarca Aly . Il fecondo luogo 
è occupato da Sciecb Islam il vecchio della Legge: Te- 
glie poicia il Cadì , e finalmente il Muftì , il quale ha 
ben minore autorità di quello de’ Turchi. 

Ogni Provincia è governata da un Han , e da un 
Vifire . Quello ha il governo di quelle Città e luoghi 
che appartengono al Re , come beni allodiali , e l’ al- 
tro ha il governo gene; ale della Provincia, oppure fe- 
condo il Kempfer i Vifiri fono governatori delli paefi 
de! Regno, che ricevono le rendite dandone conto all’ 
erario regio, ed anno blamente un fti pendio congruen- 
te al loro mantenimento . Li Han delle Provincie fono 
come altre tanti Viceré, ed anno autorità aflbluta ne’- 
loro governi tanto vafti , che ben pottono paragonarli ai 

re- 



* 



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DI P B R. S . ! A . 2J0 

regni. I principali Governatori , e quelli fopra tutto 
che governano le Provincie limitrofe , diconfi Beylerbty , 
cioè Signore dei Signori , ed altri fi chiamano Koulem- 
bey Signore dei Schiavi . Altri governatori di minori 
Provincie fi dicono Vali odia Regoli , quali fono quel- 
li dell' Curdiftan, Churiftan , Lareflan , e Daghiftan ; 
e quelli fono quei Principi che difeendono in linea ret- 
ta da que’ Re che in altri tempi erano fignori di que’ 
paefi . 

Oltre il Han ed il Vifir la Corte fpedifee in ogni 
Provincia un Pakanevii , o fegretario, che ha debito 
di riferire al Monarca gli andamenti dei Governatori. 
Il Daroga è una carica che difpenl'a parimenti la Cor- 
te , e quelli ai quali è conferita hanno l’ incombenza 
di governare qualche Città , o fortezza particolare . Gli 
altri minillri inferiori delle Città fono il Kalentar , of- 
fia Tribuni che difendono le ragioni del popolo , o al- 
meno dovrebbero difenderle ; ed oltre quelli in ognf 
Città avvi un Cadì , olfia un giudice erciefiaftico . In 
un paefe ove il fovrano è difpotico la giuftizia è bar- 
baramente amminillrata . Se uno cade in fofpetto di 
qualche delitto deve confelTarlo a forza di baftonate , 
che gli applicano fotto le piante de' piedi. Guai fe n’ 
è convinto;à in arbitrio del giudice il genere di morte 
che deve fubire . Ad alcuni delitti capitali fi dà per 
pena Telìere fventrati e llrafcinati a coda dì camelo, 
ad altri il palo , ad altri elTer lepolto vivo , ad altri aver 
le mani e le braccia tronche. Felice chi può con del 
danaro mitigare la lua forte. In Perfia ed in tutta 1* 
Alta non fi gode, come in Europa, del benefizio delle 
leggi , ne v’è perfona che fia ficura nel pcrlTedimento 
delie follarne e della vita. Tutto è un giuoco del ca- 
praio del Monarca e de’fuoi Minillri . Con tuttociò la 
nazione è tanto barbara, avvilita, e pregiudicata che 
non lente il pefo delPoppreflione del difpocilmo , e ado- 
ra per così dire il loro Sovrano e trema al folo nome 
de’ fuoi minillri. Sono però anche quelli loggetti ad 
una facile mutazione di fortuna ; il minimo manca- 
mento può loro collare la vita, o almeno la perdita 

di 



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IL REGNO 

di quanto poffedono. Gli Udii Principi del fangue Rea- 
le fono (oggetti ad un infcliciflimo deftino, poiché o 
perdono la vita appena nati, o a! giungere che fa al 
Trono un nuovo Monarca , fono tutti o acceca- 
ti, o decapitati di fuo ordine per uno fpirito di bar- 
bara politica orientale. 

§. io. Il regno di Perda quantunque molto eftefo , 
non è in proporzione della tua ampiezza popolato ad 
onta della moltiplicità delle moglie permeile agli abi- 
tanti dalla loro religione. Effa non ha nè molte for- 
tezze, nè molte Città ben diffefe. E‘ bensì vero che i 
Perdani fono di loro natura bravi , e coraggiod ; ma i 
maggiori eferciti di quella potenza mai non loglio»© 
oltrepaflare li cento mille foldati, la maggior parte a 
cavallo. Si dividono le milizie Perdane in due Corpi, 
l’uno diced dello dato, e l’altro del Re. Quelle del- 
lo Stato ubbidirono ai Governatori delie Piovincie,e 
vengono pagate da certi paed a quello dellinati , e fo- 
no compolle di gente di campagna , e di così detti 
JCourtcbis , gente originaria della Turcomania , o della 
Tartaria, coraggiofa e ardita , che abita fempre in cam- 
pagna fotro le tende . 

Le truppe della Corona fono due corpi influititi 
dal Re Abbas il Grande ; 1’ uno è compollo di dodici 
mille uomini mofchcttieri che combattono a cavallo ed 
a piedi, l’altro condite in foldati divid in fchiere di 
mille cavalli ognuna detti Kaulars , o fchiavi, titolo 
onoridco predo gli orientali . Oltre di quelli lonovi al- 
tri due piccoli corpi , detti dei Sefi , che fono ducento 
guardie, e dei Zieziari che fono feicento. Il Re iom- 
miniftra il cavallo a tutti i foldati, ma elfi devono 
vellird a loro fpefe , dal che nafce che non fono ve- 
iliti uniformi . Sotto il regno di Sci ab Abbas 1. dodi- 
ci mille uomini s’occupavano a maneggiare le artiglie- 
rie; nr.a da fuoi fucceflòri furono licenziati; di modo 
«he in oggi non anno i Perdani altra artiglieria che al- 
cuni cannoni collocati avanti il palazzo Reale d'Jfpaam , 
ed in altre poche fortezze, e Città grandi del regno , 
i quali fervono più d 1 ornamento che d’ ufo . I due viag- 



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D I PERSIA. l8l 

già tori Towrnefort , e Brm lono d’accordo nell’ affé* 
rire , che le forze del Regno di Perfia erano in una totale 
decadenza. In quelli ultimi anni però i Perlìani annofa- 
puto tentare, ed effettuare 1' acquilo di Baffora che 
tuttora è in loro potere , e fembra che il preiente Reg- 
gente di Perfia penfi a porre le forze del regno fopra 
un piede più rifpettabile . 

Seia Perfia foffe governata da Monarchi più abili, o 
da miniftri illuminati potrebbe renderli una potenza ter- 
ribile a fuoi vicini. In vece d’effer privi di forze ma- 
rittime come fono, potrebbero facilmente fignoreggiare 
nell’ Oceano lleffo , non che nel Golfo Perfico e nel 
Mar Rollò, e dividere almeno coi Mofcoviti il domi- 
nio del Mar Cafpio. Ma j Perfiani non amano la na- 
vigazione, anzi 1’ aborrirono , e danno il nome di Na~ 
coda olfia Atei a quelli che fanno profeflìone di vive- 
re fopra un elemento , che fecondo elfi Iddio ha de- 
ftinato per folo albergo dei pelei. 

Le rendite parimenti dell’ impero corrifpondono alla 
debolezza delle fue forze. Il maggior provento è quel- 
lo delle terre che appartengono alla Corona. Si può 
dire che quali tutta la Perfia è di dominio reale; poi- 
ché fe i Grandi del Regno pofleggono delle terre, ciò 
dipende dal beneplacito regio, che ad ogni momento 
può loro toglierle e riunirle al fuo dominio , quando i 
Grandi ftelfi incorrano la fua indignazione, I figlj flelfi 
di quelli che fono fempre fiati fedeli non poflono ere- 
ditare quelle terre fe non coll’approvazione del Re. 
Le altre terre coltivate pagano 30 foldi di Venezia 
ogni jugero ; ma )a Perfia è per la maggior parte in- 
colta. Si appropria altresì la lettima parte di tutte le 
lane, e di tutti gli animali, che nafeono anche nelle 
terre che non fono fue, come pure la terza parte di 
tutta la feta, e cotone del regno. Al Re folo appar- 
tengono tutti i minerali, eie pietre preziofe, ed il due 
per cento fopra la fabbrica di tutte le monete. Ognu- 
no che non fia Maomettano è taflato un Zecchino per 
tefla . 

Ma le rendite delle Dogane fono fcarfiflime . Le due 

• • prin- 



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lSz . M L • R H G N O 
principali fono quella del Golfo Perfico, e quella del 
Ghilan. Sul principio di quello fecolo la prima affit- 
tavafi 75 mille Tomani , che rivengono a poco meno di 
un milione di ducati correnti Veneziani . Il Dazio del 
tabacco rendeva circa 5 milioni di lire Veneziane , e 
quello dell’ oglio di Nafta a circa due milioni . Non fi 
fi la quanto potette rendere la pelea delle perle dell’ / 
ifola di Bahrem ; ma già quella , come ho accennato , 
appartiene al prefente ad un Principe Arabo. Alcuni 
Scrittori vogliono ciò non ottante che le rendite del re- 
gno di Periia fodero tante fui principio di quello fe- 
colo, che ad onta delle immenfe fpefe per pagare imi- 
niftri, e mantenere l’ incredibile fililo della Corte, e del 
Seragiio , e pagare le truppe, fopravanzattero annual- 
mente al regio erario circa 2 milioni di ducati d’ar- 
gento Veneziani ; ma io non fio vedere come fi polla 
ciò aderire con fondamento , e credo che quella fia piut- 
tofto una (lima che un computo fondato- Al contrario 
i Viaggiatori atficurano, che le rendite accidentali fu- 
perano di gran lunga le permanenti, e quelle dipendo- 
no dall’arbitrio, e dalla crudeltà de’ Sovrani. Quantun- 
que però le regie entrate poflano eflere confiderabili , 
le fpefe che leco portano , il lutto c la magnificenza del- 
la Corte le aflòrbono quafi intieramente , e le tolgono* 
ad altri ufi più utili alla ficurezza, ed allo fplendore 
dello Stato . 

§. 11. Lalloria del Regno di Perfia in fuccinto è la 
feguente . Ciro vien riguardato come il primo fondato- 
re della monarchia Pcrfiana : Stabilì etto in Perfepoli 
la fua refidenza, che dallorainpoi fu Tempre la Capi- 
tale di tutto l’impero, come attefta Strabone(lib. 15 ) 
Quella monarchia durò zo 6 anni fotto J 2 Re, de’ qua- 
li Ciro fu il primo , e Dario Codomano l’ ultimo . La 
ferie cronologica di quelli primi dodici Monarchi Per- 
ltani è la feguente. 

. I. Ciro regnò dopo la prefa di Babilonia anni 9 , 
cioè dall’anno del Mondo 34 66 fino al 3475» avanti 
Gesù Crillo 525, e avauti l’Era volgare 522 

II. Cambife detto Attuerò regnò fette anni e cinque meli . 

III. 



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I 



DI' P B R S . . I ! A . 383 

III. Smerdis altro figlio di Ciro ebbe il governo di 
Armenia e Media . Il Mago Oropafle ufurpò l’ impero 
fiotto il nome fallo di Smerdis , ma fu ammazzato cin- 
que meli dopo da fette Signori congiurati contro di lui. 

IV. Dario figlio d’Iltafpe detto donerò nel tetto Ebraico 
del Libro d’ Ejier ì e Artaferfe nel tetto Greco dello 
fletto libro, regnò 36 anni. 

V. Serfe che fece guerra ai Greci regnò 12 anni , 

VI. Artaferfe Longtmano regnò 48 anni. 

VII. Serfe II. regnò un anno fido. 

VIII. Sogdiano fuo fratello e fuo affaffmo regnò fet- 
te foli meft. 

IX. Occbo , o Dario Noto , obaftardo regnò 19 anni. 

X. Artaferfe II. Mnemont regnò 23 anni. , 

XI. ArJ'ace , o Arces regnò due anni e qualche mefe . 

XII. Dario detto Codomano fu vinto dal Grand’ AleL 
fandro nel 3674 del Mondo, dopo fei anni di regno. 

La Perfia reftò loggetta per qualche poco di tempo 
ai Macedoni , fino a tanto che i Parti fi follevarono 
contro Teodoro governatore della Batriana , ed Arface 
fu riconofciuto Re de’ Parti e de' Perii. In appretto 
l’impero de’ Parti pafsò novamente ai Perii per mez- 
zo di Artaferfe, che uccii’e Artabano IV. ultimo Re dei 
Parti . Gli autori Arabi chiamano quello fletto Arta* 
•bano Ardfcbir Babekan . Egli morì circa l’anno 243 
dell’Era volgare. Quella Dinaftia ebbe i feguenti Mo- 
narchi . 

I. Artaferfe I. fondatore del regno nella fua fami- 
glia . 

II. Sapore fuo figlio, che regnò 31 anno. 

III. Ormifda fuo figlio non regnò più d’un anno. 

IV. Varane I. fuo fratello regnò 3 anni . 

V. Varane II. figlio del primo , foprannominato Nar- 
fete regnò io anni. • 

VI. Varane III. figlio del fecondo, foprannominato 
Sagauefme , non regnò che tre meli . 

VII. Narfete figlio diOrfmida, che regnò circa 8 an- 
ni , morì fui principio del IV. fecolo , cd ebbe per l’uc- 
ccttore 

Vili. 



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284 IL REGNO 

Vili. Mi f date, o Ormifda fuo figlio, a cui fuccefte 

IX. Sapore II. crudelitfimo perfecutore de’Criftiani, 
che guereggiò lungamente cogl’imperatori Coftanzo , 
Giuliano, e Gioviniano. Mori nel 379 dopo un regno 
di 70 anni. 

X. Artaferfe II. fuo fratelli regnò 4 anni . 

XI. Sapore III. fuo figlio ne regnò cinque* 

• XII. Varane IV. figlio di Sapore III. regnò n< 
anni . 

XIII. lsdegerde fuo figlio regnò'21 anno con famadi 
tanta giullizia, e faviezfca, che 1* Imperator Arcadio 
morendo lo fcielfe per tutore di fuo figlio Teodoro:. 
Sotto di lui fiori nella Perfia la religione Criftiana . 

XIV. Varane V. fuo figlio ebbe per fucceffore 

XV. Ìsdegerde II. detto anche Vacane VI. che mori 
nel 458 dopo un regno di 17 anni, ed in lui finì la 
feconda Dinaftia de’ Monarchi Perfiani. 

A Isdegardo II. fuccelfe Perofo gran Capitano, che 
morì in guerra contro gli Unni. E gli fu capo della 
terza Dinaftia de’ regnanti di Perfia . A lui fucceflero 
i feguenti Re : 

I. Valente fuo fratello. 

II. Cabade fuo nipote figlio di Perofo ; ma le fue 
crudeltà avendolo refo òdioio, gli fu foftittiito 

III. Zambar fuo fratello, dopo del quale regnarono 
fecondo alcuni 

IV. Saha, ed 

V. Adana ; Cabade però avendo trovata la ftrada di 
rifaiire fui trono regnò fino all’ aDno 532. 

VI. Cojroe I. fucceflè a fuo padre Cabade , e fu vin- 
to da Giujliniano generale d’armata dell’ Imperator Ti- 
berio, ed elfendo flato cacciato dal regno morì d’ af- 
flizione nel 580. 

VII. Ormifda II. fuo figlio fu deporto per la fu à 
tirannia , e meffo in prigione dopo eflere flato ac- 
ciecato . 

Vili. Cofroe II. fuo figlio fece morir il padre nel 
5 88 : fece la pace coll’ Imperatore Maurizio { dopo la 
cui morte guerreggiò fempre contro gl’ Imperatóri Pbo~ 

ca 



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DI P E R S I, A. 
ca ed Eraclio , invale la Siria, e Palcftina con altre 
Provincie Romane, ed avendo prefo Gerufalemme tra- 
fportò la Santa Croce di Grido in Perda . Perfeguitò 
tempre crudelmente i Criftiani, e fu alla fine mafla- 
crato con Medarfo fuo figlio minore, dichiarato prin- 
cipe ereditario delia corona, per mano di Siroe figlio 
primogenito « 

IX. Siroé nato da Maria figlia dell’ Imperator Mau- 
rizio reltituì ai Romani la Croce, « ad iilanza d’ Era- 
elio fi fece battezzare. 

X. Adsfir fuo figlio fu ammazzato nel primo anno 
del fuo regno da 

XI. Sarbarras ufurpatore del regno, dopo del quale 
regnarono 

XII. SciabRiar che poco dopo fu ammazzato, ed in 
feguito 

XIII. Cofroe figlio di Kobad , che ebbe poco dopo lo 
fteffo dettino . 

XIV. Baraina figlia di Cofroe regnò con fuo figlio 
Bornaim . Ella ebbe per fu cceffore 

XV. Ormifda III. a cui fucceflero 

XVI. Azurmi , figlia di Cofroe, con fuo fratello Te- 
rocbzad , che perirono dopo due anni di regno. 

XVII. Jedafgird ultimo Re fu debellato dagli Arabi 
pochi anni dopo la morte di Maometto, condotti dal 
loro fecondo Califo Omar nel 651. 

I Calili , odia i fucceffori di Maometto , eftefero il 
loro impero in tutta la Perfia ; ma la loro autorità ed 
il loro potere fi andò in appreflò infenfibilmeme fee- 
mando; e nacquero perciò delle altre nuove Monarchie, 
fra le quali la più potente fu quella de’ Turchi Stlimti- 
dj y che pofiedevano oltre la Perfia altre circonyicine 
Provincie. GengbisKan Tartaro di nazione, o Mogollo 
s’ impadronì della Provincia Perfiana del Khorafan , c 
quindi di altra buona parte di Perfia. 

I. Holakon , Haalon , o Hainon fu propriamente quel- 
lo che ricuperò coll’ armi alla mano il regno di Per- 
fia , ediftrufle Babilonia. Egl’ incominciò a regnare nel 
1258. Sposò elio una donna Crifljana chiamata Don- 

- . cofea- 



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l8 6 IL REGNO 

cofcaro , difendente per quanto favolofamente raccontali 
dal langue de’ Magi , che andarono all’ adorazione di 
Cullo. Ebbe per fuccefiore 

li. Abaga fuo figlio, che vinfe il Soldano d’Egitto, 
e lo (acciò dall’ Armenia; ed allorché fi difponeva a 
conquiftare la Siria fu ammazzato nel 1285. 

III . Tangador fuo figlio fall al trono dopo di lui e 
fu chiamato Niccola nel battefimo; ma prefeil nòmedi 
Mobamct nell’ abbracciare che fece la religione Mao- 
mettana . 

IV. Argon fuo nipote gli fuccefle dopo averlo am- 
mazzato nel 1287. 

V. Rtgdyro luo fratello e fuo fuccefiore fuftrangola- 
to da’fuoi domellici nel 1295. 

Vi. Bay dm fuo parente elevato al trono fu uccifo. 

VII. Cajfan figlio di Argonc, che divenuto Re fot- 
tbmife la Città di Damafco, e lcacciò il Soldano d’ 
Egitto da tutta la Soria . Mori nel 1304. Dopo di lui 
regnarono 

Vili. Cambaga , e 

IX. Corbandcs fratello di Cafian, figlio di una donna 
Criftiana che lo battezzò e lo nominò hiccola ; ma do- 
po la .morte di fu a madre fi fece Maomettano, e la- 
ido morendo un figlio anonimo nella Storia, a cui 
fuccefle Cempfa Parto di nazione. 

Tamtrlano , o Timur-Beg Principe Tartaro, o Mo- 
gollo conquido novamente la Perfia, e molte altre 
Provincie ctelJ’Afia, circa l’anno 1369. I Re di que- 
lla Dinaftia Tartara fono i feguenti . 

I. Izacbiy o Trochi regno 22 anni. 

II. T zocbt II. regnò 18 anni. 

III. favire fui’ ultimo Re della linea Tartara. Do- 
po la fua morte Uflun Cafian fortito dalla Turcoma- 
nia s’ impadronì del regno di Perfia, ed ebbe i legueu- 
ti fucceflori della fua ftirpe 

I. Lucuppt foprannominato Chiotta bai . 

II. hdanete , 

III. Bayjingir , 

IV. Rftltan , 

V. 



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DI » fi R S I A. 287 

' V. Agniat , 

VI. Carabi , 

VII. Acuante . 

Tutti quelli però o regnarono nello lleffo tempo o 
breviflimo fu il loro regno , poiché finirono di regna- 
re nel 1514; anzi io crederei più tofto che tanto AJ- 
fam~Caffan , quanto i fopra nominati Principi di fua 
rtirpe , devano confiderarfi come ufurpatori , e tiranni 
che travagliaffero colle loro fcorrerie la Perfia. Alcu- 
ni fcrittori pongono di più in dubbio i regni de* tre 
fopra nominati Monarchi della difcendenza di Tamer- 
lanó, e vogliono che ritornato in Perfia quel famofo 
conquiftatore dopo aver fatto prigione Bajazette Sultano 
de’ Turchi, e lafciato quel regno per ripagare ne’fuoi 
Stati, un certo ScitchAider uomo accreditato nella leg- 
ge Maomettana aflèttaffe l’autorità fuprema col farli 
credere difendente del Califo >#7. Vogliono però che 
foffe ammazzato da Farrocb Tazzar Re del Scbirvan ; ma 
dalla fua difcendenza fono foniti i moderni Monarchi 
della Perfia, de’ quali il primo fu 

I. Ifmatl Soft, debellò Farrocb Tazzar Re del Schir- 
van , prefe Tauri ed altre Città di Perfia, s’impadro- 
nì di Bagdet o Babilonia , di Sufa, e di tutto il re- 
gno del Chufìflan , conquiftò la Tartaria Usbeca, ed il 
Khorafan . 

• II. Sciab Tamas , afcefe al trono nel 1524, e morì 
nel 157 6. 

III. Ifmatl II. non regnò più di un anno e due meli. 

IV. Mobamtd Cbadabende quantunque cieco regno 7 
anni, ed ebbe per fucceffore nei 1585 

V. Sciab Abbas il Grande che conquido il regno di 
Babilonia, e di Kandahar. Morì nel 1628. 

VI. Sciab Stfi fuo nipote e fucceffore regnò 12 an- 
ni , ed il fuo regno fu pieno di crudeltà. 

VII. Sciab Abbas II. in età di 13 anni fu fuo fuc- 
ceffore nel 1642. 

- Vili. Sciab Sefi II. che cambiò il fuo nome in quel- 
lo di Solimano morì nel 1Ó94. 

IX. Sȓab Vfftin fuo figlio fu fuo fucceffore . Sotto 
Afta. T di 



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2$S I L R E G N o 

di lui fi ribellarono gli Agwani abitanti della Provin- 
cia del Kandahar fotto la condotta di certo Mirweis 
e di Maclmud Tuo figlio , per la rivolta de’ quali 
Sciah Uflein iu privato del trono dopo molte moleffif- 
lime vicende. 

Sciab Tamas fuo figlio fu l’ultimo Monarca della 
fiirpe dei Sefi . Sotto di lui la Perfia fu lacerata da 
molti nemici, Turchi, Mofcoviti, eRibelli. Finalmen- 
te mentre le cole del regno prendevano buona piega, 
c la fortuna fembrava farfi propizia a Tamas , egli fu 
inferamente privato del trono e della vita dal famofo 
fuo generale Koulikan nel 17 36, che falito all’ impero 
della Perfia, benché nato da vile effrazione cambiò il 
fuo nome in quello di Sciai Nadir. Il fuo regno però 
fu di corra durata, poiché fu affalfinato npl 1747, e 
dopo quel tempo la Perfia c fiata continuamente la- 
cerata da guerre inteftine , ed i prefenti Reggenti di 
queffo sì vallo regno fono ben decaduti dallo fplen- 
dore, c dal potere de’ Monarchi Perfiani loro ante- 
ceffori . 

§. 12. Anticamente i limiti della Perfia erano ben 
differenti da quelli d’oggidì. Il nome di Perfia davafi 
foltanto alla Provincia che tuttora ritiene il nome co- 
rotto di Farfiflan; ma i confini dell’impero Perfiano 
fi eftefero un tempo all’ Armenia , Mefopotamia , Me- 
dia , Babilonia , Sufiana , Jberia , Albania , Hircania , 
Partita , Carmania , Gedrojia , AJia , Margia , Eactria- 
n* , Sogdiana , Aracojia , Paropamifus , molte delle quali 
Provincie, o in tutto o in parte oggidì più non entra- 
no fottò la denominazione del Regno della Perfia. Le . 
Provincie, che formano il moderno regno della Perfia 
fono le feguenti. 

1 . Il Cbirvan . ! » , . 

La Provincia del Cbirvan , S cbirvan , o Serva* com- 
prende la parte meridionale dell’antica Albania. Sten- 
defi lungo il Mar Cafpio fra il trentèlimo nono , e 
quaratefimo fecondo grado di latitudine . Confina a 

fer- 



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D I ' PER'S I A . 189 

fettentrionc col Daghiftan; a Ponente, e Mezzodì coll’ 
Armenia e Giorgia Orientale , e coll’ Aderbigìan . Il 
clima di quefta Provincia è temperato , ed il paefe 
quantunque montuofo ed affai alto è tuttavia ferti- 
le , ed è bagnato dai due più gran fiumi della Perfia 
il Cur e l ’ Arraffe , che fi riuntfcono fui confini della 
Provincia * e con varie bocche * dette Bocche del Kura , 
entrano nel MarCafpio. Le piante confervano ivi per- 
petuamente la loro verdura , e le vigne vi allignano 
mirabilmente . Le parti più baffe di quefta Provincia 
fono infeftate dagl’infetti velenofi, fcorpioni e ragni. 
Il Chirvan anticamente ebbe i proprj Re; e fino nel 
1500 vi regnava un certo Agafapat , ma pagava tribu- 
to ai Re di Perfia * L’anno 1492 Mehemec Sultano 
de' Turchi tentò d’ impadronirli della Provincia , ma’ 
non vi riufcì a motivo delle gran montagne, che non 
permettevano alla fua cavalleria di potervi!! internare. 
Filanfcbab regnava nel Chirvan al tempo dei Califo 
Watbek l’ Ahb affida , che riduffe in Provincia Mufulmana 
quefto regno. 

I Mofcoviti fi erano impadroniti di quefta Provincia 
nel 1722 in tempo delle turbolenze fulcitate in Perfia 
dalla ribellione degli AgWani, ma la reftituirono nel 
J732. Nella parte meridionale fi notino. 

1. Baku detta da Mofcoviti Gorod Baka , e nella 
Carra di de l'Isle Zalif Bakinskaia, Città fituata alla 
1 piaggia del Mar Cafpio fopra un piccol golfo forma- 
to da una lingua di terra , che per alquante miglia s’ 
inoltra nel mare . La Città è ancor cinta di antiche 
muraglie, ed ha qualche cattiva fortificazione. La rada 
! di quefta Città non è del tutto cattiva, ma non è per 
altro totalmente' ficura . Baku in altri tempi fu Città 
molto confiderabile, avendo effa comunicato per lungo 
tempo il nome a tutto il Mar Cafpio , detto altre voi- 
f tc Mare del Baku , e prefentemente ancora è una delle 
migliori deila Provincia , e forfi la più ricca , e là più 
mercantile. I Mofcoviti fc ne refero padroni in tem- 
po delle turbolenze della Perfia verfo l’anno 1723» ma 

T 2 la 




ZQO IL REGNO 

la rcftituirono alla Perfia nella pace conclufa dal Prin- 
cipe Galitzin. Dalla parte di terra è circondata d’ogni 
intorno di montagne. Circa 20 miglia a fettentrione di 
Baku a piedi delle montagne di Barmacb trovanfi del- 
le forgenti di Nafta , fpecie di bitume che gli abitanti 
Cogliono bruciare nelle lampade invece d’ oglio , e di 
cui fpedifconO a tal’ effetto una gran quantità per tut* 
ta la Perfia. 

1. Sbirvani , Città difièfa da qualche fortificazione, 
e fituata in un paefe montuofo poche miglia dittante 
dal fiume Arfu, che fi unifce poco Cotto al Kur. In 
una pianura, o valle all’Eft di Sbirvani Cogliono pian- 
tare i loro padiglioni gli abitanti che vivono in trup- 
pa campagna. 

Jarat , Borgo fituato Cui confini della Provincia 
nel luogo ove fi riuniCcono i due gran fiumi Arraffi e 
Kur. Poco lontano da quefto borgo in un gran cam- 
po porto Culle Cponde meridionali dell’ Arraffi , il Prin- 
cipe Galitzin conchiufc la pace coi Perfiani . 

4. Eski Shamaki , Borgo circa 16 miglia dittante da 
Shirvani verCo fettentrione, e fabbricato in fito mon- 
tuofo . 

f . Maroza, Borgo porto in una valle , ove comincia 
un follo fatto Ccavare da Stanco Razin nel 1700, il 
quale Cerve anche di confine alla Provincia , e giunge 
fino al mare . 

6. Absbtron , Borgo fituato Copra la lingua di terra 
che forma il Golfo di Baku Culla fpiaggia del Mare 
dirimpetto all'IColetta di Tbemir . In vicinanza di que- 
Ito luogo fortono dalla terra delle efalazioni fulfurec 
infuocate , e formano una fpecie di piccolo vulcano . 

7. Le Ifole o fcogli di % Brat , o due fratelli, di 
Tbemir , l' ifola abitata, quelle di Davanti, Lar, càci 
Torci appartengono a quefta Provincia. - 

8. Wizir Bar un , odia Capo Wifir, e la punta di Baku 
che formano una fpecie di golfo , Cono i due promon- 
tori più confiderabili della fpiaggia occidentale del Mar 
CaCpio . 



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DI P fi R S 1 19I 

La parte fettentrionale che dal folfo di Stanko Razin 
ftendefi fino al fiume Bujuk Ufenka , è molto più po- 
polata della meridionale . Si notino 

1. Derbeat , detta dai Turchi Demir Capi , otti a la 
porta di ferro , in latino Derbentium , Alexandria Al- 
bania , Porta Ferrea , e dagli Arabi vien detta Babel 
abouab. La Città è limata fulla riva del mare, e da una 
parte e dall’altra tocca il piede delle feofeefe monta- 
gne che la circondano . Si ftende in lunghezza dal Ma- 
re al monte circa due miglia, ma in larghezza appena 
arriva a mezzo miglio. Credefi che AlefTand.-'o il gran- 
de fia il fondatore di quefta Città , e tale è anche 
1’ opinione degli abitanti , i quali però credono che 
jskander ( Alejfandro ) abbia foltanto fabbricato il cartel- 
lo e le mura che racchiudono la Città dalla parte di 
Mezzodì , ma che un loro Re Naufcbirvan fabbricò poi 
dopo la Città, come vedefi oggidì. Le fuddette mura 
^ono molto alte, e larghe almeno cinque in fei piedi, 
e al vederle da lontano fembrano fatte di belle pietre 
quadrate; ma avvicinandovi diftinguefi, che fono fat- 
re di calce e di rotami di conchiglie, che il tempo ha 
talmente raflodatc , che formano una compofizione 
dura al pari delle pietre» 

Nella Città ft vede ancora qualche avanzo per quan- 
to crcdefi delle fabbriche d’ Aleflandro Magno; ed un 
Europeo viaggiatore riferifeedi avervi veduto fopra una 
porta certa infcrizione in caratteri Siriachi, ed altra in 
caratteri Arabi, ma talmente corofi che non erano più 
intelligibili . La Città è difefa da un Cartello , ove di- 
mòra il Han Governatore della Provincia . Erto è fab- 
bricato fopra il monte, e contiene ordinariamente una 
guarnigione di 500 foldati . Il fecondo quartiere della 
Città che rerta a piè del monte, è il più popolato, 
ma nella parte più barta è molto rovinato dopo che 
Emir Stenife ritolfe la Città al dominio dei Turchi, 
ai quali volontariamente erafli foggettata * La parte 
baffa che tocca il mare ha due mille parti comuni di 
circuito , ma è totalmente deferta , e non racchiude 
nel fuo recinto fe non giardini, e terre fruttifere. In 

T 3 altri 




291. . IL REGNO 
altri tempi era abitata dai Greci , e perciò i PerGani 
la chiamano tuttavia Scbaber Jnnan , odia la Città de’ 
Greci. Tutta la ('piaggia del mare vicina non è che 
un continuo fcoglio, e perciò molto pericolosa ai ba- 
ttimenti . Le montagne che circondano la Città Sono 
tutte coperte di bofchi, e vi St vedono le mine di un’ 
antica grolla muraglia, che gli abitanti favoloSamente 
pretendono che Si ftendefle dal Mar Nero al CaSpio. 
Sulle altre colline circonvicine vi Si Scoprono ancorale 
vciligia di antichi cattelli quadrati , e ve ne Sono an- 
cora due intieri in cui avvi una piccola guarnigione. 
Fuori della Città fi trovano moltiflimi cimiteri con 
inscrizioni Arabe ; e gli abitanti credono che fiano i 
Sepolcri degli Officiali , e Soldati di HaJJan , o Cattano 
Re di Media, che vicino a Derbent perdette una bat- 
taglia contro i Tartari del Daghiftan . Verfo il mare 
ve ne Sono altresì molti altri di religiosi Mululmani, 
verfo de’ quali i Maomettani anno gran divozione. 
Gli abitanti della Città Sono tutù Maomettani t a ri- 
serva di alcuni pochi Ebrei, che dicono d’ eflère di- 
scendenti dalla Tribù di Beniamino. Tutto il commer- 
cio della Città vien fatto dai Tartari, che vi conduco- 
no , e vi rendono i fanciulli da etti nibati ai MoSco- 
viti, ed ai Turchi, o Giorgiani . La Mofcovia fi era 
jmpoflettata di quella Città nel 17x3, ma la rettimi 
alla PerSia nel 1732. 

2. Nidfabath , Fortezza Situata Sul picciol fiume di 
queflo nome 25 miglia circa al Sud di Derbent , Situa- 
ta parimenti Sulla Spiaggia del mare. 

3. Ruba , Borgo Situato fra due influenti, che for- 
mano il fiume Niafabatb circa 6 miglia lontano dalla 
Fortezza di Niafabath . 

4. Pedalub , Borgo Situato Sulla foce meridionale del 
fiume Sarrmra, 

5. MhIuJì . , Borgo alla foce del fiumicello Rupas.- 

6. T'g,™ Sbabran , Borgo vicino alia foce del fiume 

Battala . • * 

7. Hiveshtdi , Tigni , Efebi Sbabran , Cbuzavi Eski , 
Kurga, Girliari , Kabir, Lebet , Cbudat , Zcbar Kablarvar 

Mh- 



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DI P B R S I x A . 1 gl 

Magar eni , C ionia , Aglabi Gemali , Sirdak. , Tsbarak , 
Mttrahha , Tvepì Sbattati, Maga tir Katn.ik , Kara-Cai- 
fab , MedsbiUis , Basila , e Vasbli fono borghi e vil- 
laggi . 

• ” 1 

i. // Dagbifl au. 

Il Daghiftan comprende la parte fettentrionale dell* 
antica Albania , e confina a fettcntrione col governo 
Ruffo di Aftracan; a Levante è bagnato dal MarCaf- 
pio, dalla foce meridionale delKoifa , fino a quella del 
Bujnk.-Ufenka : a Ponente confina colla Giorgia Perfia- 
na , c a Mezzodì col Schirvan . Gli abitanti di quella 
Provincia fono Tartari Maomettani , la gente più fe- 
roce e barbara di tutta la Perita , e forfè fono gl’ avan- 
zi degli antichi Parti . I Perfiani chiamano quelli Po- 
poli Lt fgi, ed efft mcdeiìmi fi danno il titolo di Da- 
geflban Tatars, cioè Tatari , o Tartari delle montagne , 
dalla parola Tag o Dag , che in loro linciaggio ligni- 
fica montagna , poiché difatti non v’è Provincia più 
montuola in tutto il Regno. Le montagne non fi al- 
lontanano in qualche luogo ie non una mezza lega 
dal Mar Cafpio , ed in altri fiti fc ne allontanano due 
o tre leghe foltanto. Gli abitanti abitano nelle valli, 
e a piedi delle montagne , ove fi trovano delle belle 
pratarie, e delle campagne fertili, eccettuata la parte 
vicina al mare , ove non fi trovano che bofcaglie , e 
deferti. I Tartari del Daghiftan anno il colorito gial- 
laftro e fofco , che fi approffima al nero , le membra 
robufte, ed il vilo bruttiffimo . Veftono certi abiti lun- 
ghi di panno affai groffolano, fopra de* quali portano 
una fopravelta di pelle di montone, o di cavallo tut- 
ta d’un pezzo; portano in tefta una beretta quadrata 
fatta di molti pezzi di panno, e le fcarpe di pelle di 
montone cucite fui collo del piede . Efft profeffano la 
reiigioh Maomettana , ma fuori dall’ effere circondi» 
fono affai mal inftruiti nelle cerimonie della loro reli- 
gione. Vivono per lo più del prodotto delle loromàn- 
dre, di cui lafciano la cura alle loro donne. Gli uo- 

T 4 mini 



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294 1 L REGNO 

mini attendono a fcaramucciare e rubare continuamen- 
te quel che poffono; nè i Perfiani de' quali ricono- 
fcono il dominio , nè i Mofcoviti , che più volte gli 
anno battuti e rifpinti , gli anno mai intieramente do- 
mati a cagione delle loro montagne , ove fi ritirano, 
e non poffono effe re feguitati . La Provincia vien con- 
fiderata foggetta alla Perfia , ma gli ordini del Sofi vi 
fono poco Itimati. Ogni popolazione ha il proprio prin- 
cipe o Han , fra quali avvi un capo di tutti eh’ 
elfi chiamano Scherniti , mentre gli altri anno fo- 
lo il titolo di Myrfas . Sono rimarcabili i feguenti 
luoghi. 

1. Tariu i Città fortificata fituata filila fpiaggia del 
Marc verfo l’eftrcmità Settentrionale della Provincia. 
Effa è fabbricata fui monte in mezzo a dirupi , dai 
quali fcolano nella Città molte fonti d’acqua dolce. 
La Città contiene circa tooo cafe fabbricate alla Per- 
fiana , ma ancora peggiori di quelle delle altre Pro- 
vincie. Ivi fa la fua refidenza il capo dei popoli che 
abitano fulle fponde del fiume Terek. Tarku fu prefa 
da Rulli nel J722; e lontano cinque o fei miglia dal- 
la Città verfo Mezzodì trovafi una piramide, o cu- 
mulo di pietre , fattovi alzare dal Czar Pietro I. per 
indicare fin dove quello conquifiatore, e legislatore fia 
arrivato. 

2. Killaki , Fortezza fituata circa 25 miglia a Po- 
nente di Tarku fuiJa fponda occidentale del fiume 
Koifa . Poche miglia lontano da quello luogo dal- 
la parte di Mezzodì trovanfi dei pozzi di acqua bol- 
lente. 

3. Endery , o Stndria , Fortezza fui confine del Da- . 
ghillan fabbricata fulla fponda orientale del fiume Bol- 
zoi j 4 ì*ì . Dopo Tarku è il luogo più confiderabile > 
della Provincia . 

4. Grebentshuk , Borgo fituato (òpra le montagne 
fra il Kara-Stt ed il Dsbalki influenti che uniti sboc- 
cano nel fiume Zunsia , che mette foce nel Terek lòt- 
to le Fortezze di Szedrin t e B argani nel Governo Ruf- 
fo di Allracan . 

5. Ka- 



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DI persia; 10$ 

y. Earabulki , Borgo full’ influente Martan fui mon- 
te verfo i confini della Provincia. 

6 . Vfmi, Glisbvi , DidoEti , Bafejani , Etimi erti fonti 
nomi di popolazioni Tartare, che vivono fotto padi- 
glioni alla campagna. 

7. Tur tufi li , e lono due Villaggi poco diflan- 
tì dalla riva del mare. Tuttofili è a Mezzodì del fiu- 
me Oftn: c Tarfi n'è diftante qualche 6. miglia. Que- 
lli due luoghi fono memorabili per la battaglia , che 
a mezza ftrada dell’uno e dell’altro fuccefTe fra iMo- 
feoviti, e Tauliftani, nella quale il Principe di Haffia- 
Homburgo redo vincitore de’ Tartari . Oltre quelli 
Luoghi che fono i principali , gli altri villaggi della 
Provincia fono 

8. V/mi, vicino alla forgente del fiume Mona[s i o 
Bogdan . 

9. Uternisb fui monte, vicino al Buju^.Vfenka . 

10. Kopasb fui Bojnak. 

* 11. hbas , fui mare 6 miglia dillante da Tarli. 

12. Isberhaffi, leki , lagnihcnti a Ponente del fiume 

Eoi fa. , 

13. Temir , e Eski Endery , il primo a Ponente, l r ‘ 
altro a Levante del fuddetto fiume due miglia l’uno 
dall’ altro dillanti, fra la Fortezza di Kilbaki, e la Città 
Ruffa di Gorodifcza. 

14. Tuli Cariali fopra un piccol fiume , che fi fca- 
rìca nel Mare cinque o fei miglia a Mezzogiorno di 
Tarkù . 

15. Brad Baragnon fra Temir ed Eudery , qtiafi 
egualmente dillante dai fiumi Bolzoi, biffai, e Eoi fa fui 
confini della Provincia. 

1 6 . Eoskedi , Nufs , Ali lari , Moiberdi e Rosi Ih - 
gar , fono ftabilimenti Tartari 1’ uno dall’ altro 
poco dillanti fulla fponda orientale del fiume Con- 
tamts . 

17. Eert , fra i due influenti Bai e Argan in luogo 

montuofo . J • 

18. Zefni , poco difcollo da Keit verfo il Nord. 

19. Na~ 



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JQ 6 .il regno 

ip. Kazjtnm , in una valle vicino all’influente Alda 
full’eftremità della Provincia. 

3 . La Giorgia Orientali, 

Intorno a quella Provincia , è da leggerli l’intro- 
duaione alla Giorgia in genere nel Tomo anteceden- 
te (p. 121. t feg.) La parte orientale della Giorgia 
comprende li due piccoli Regni di C ardui , e Ka- 

^(Vedi Tom. XXVI. ,p. m.) La Giorgia Perfiana 
confina al Nord colla Provincia di Kabarda abitata 
dai Tartari confinanti a Ponente del Governo proprio 
di Aftracan ; all’Oveft colta Giorgia Ottomana; all* 
EH col Daghellan , e Schirvan: al Sud coll’Armenia 
Orientale . Il paefe è tutto ripieno di monti , e ba- 
gnato da moltiffimi fiumi , fra quali i più rimarcabi- 
li fono il Kur, o Mekuari , il Jori , e Aia fi che a 
quello fi unifeono . Il fiume Kur è il folo che fia na- 
vigabile in tutta la Perfia; ma non porta che piccoli 
battetti , ed in effo fi fanno altresì abbonda™ iflime 
pefeaggioni . La temperatura deli' aria di quefta Pro- 
vincia è ottima. L’aria vi è fecCa e fredda in Inver- 
no , ed affai calda nella State . I terreni purché fiano 
adacquati vi fono fertili di grani , di frutta , e vi ab- 
bondano altresì il fclvaggiume, ed ogni fpecic di am- 
mali domeftici conofciuti in Europa , e fopra tu tu 1 
porci , che quafi è l’unico cibo degli abitanti. Vi fi 
fa del vino eccellente , c vi fi raccoglie copia grande 
di feta , che ‘.formano due principali oggetti di com- 
mercio colle circonvicine Provincie ed Ottomane. Gli 
abitanti non fapendo ben lavorare la feta la porta- 
no ad Erzrum, e nelle Città circonvicine ove £e ne fa 

gran traffico. , 

La nazione de’ Giorgiam in generale e la pm bel- 
la di tutto l’ Oriente , e fopra tutto le femmine fono 
le più belle donne di tutta l’Afia . Riguardo però ai 

loro 



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D I '• F E R S I A. ap7 

loro coftumi erti fono barbari, ed ignoranti più d ogni 
altra nazione dell’ Afta . Elfi fono Criftiani di nome ; 
ma realmente fono tanto ignoranti nelle cofe della 
religione , che anno perduto Io fpirito del Criftiane- 
fimo, e non conofcono, nè offervano quafi verun pre- 
cetto della legge di Gesù Grido ; Ciò non ottante 
vi fono molti Velcovi della Giorgia , oltre un Ar- 
civefcovo , ed un Patriarca che porta il titolo di Ca- 
ttolico*. Tutti però fono ignorantiflìmi , viziofi , aman- 
ti dei vino , e concubinarj più ancora del rimanente 
del popolo. 

I luoghi più confidcrabili della Giorgia Orientale 
Perfiana long 



Nel Pregno di Kacbeti , 

1. Shuntati , da altri Geografi comprefa nel Schir- 
van , ma nelle Carte Ruffe , e nella Carta dell’ Impe- 
ro Ottomano del Sig. Zannimi comprefa nella Giorgia 
Perfiana, Città cinta di murafopra un monte fui con- 
fini della Giorgia a Levante del fiume Arfu. Sopra di 
un altro monte verfo il Nord di Shamaki trovali 
Kuskala cartello e Borgo confiderai le . 

2. Bcrdaa , da altri Geografi e dalle Tavole Arabe 

di NaJJìradìn comprefa nell’ Aran , o Armenia , piccola 
Città murata fituata non già fui fiume Kur come al- 
cuni fcrilfero, ma circa 12 miglia a Mezzodì del rae- 
defimo fra due influenti, che iccndono dal gran mon- 
te di Sagnak. • 

3. Kanja , 0 Kandja da alcuni Geografi comprefa 
nell' Armenia Perfiana , piccola Città murata circa 10 
miglia a lettemi ione del fiume Kur ; è fabbricata a 
piè del monte fopra un influente , che feende da- 
gli alti monti che feparano la Giorgia dall’ Ar- 
menia . 

4. Mafifi , Dzavanshiri , Karabagi , di quà dal fiume 
Kur , Kabalah Agdasb Dzakuri al Nord del mente 

Elbnrz 



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a$8 i t r é g n ò 

Elburz fra il fiume Kur , Samum , e Alax , come pure 
Kazi-Kumnuki fra le forgenti' de’ fiumi Gir gerì , e ^ 
mura , Nagnitas fui confini del Daghiftan verfo il Mar 
Calpio, e Tusheti vicino alle forbenti del fiume Alak 
nel Caucafo, fono diftretti c popolazioni di Maome- 
tani Tartari, che abitano alla campagna Cotto de’ pa- 
diglioni . 

5. Burnus bali, e Gambe, fono due Villaggi fopra 
un influente fra il Kur, 'e l’Arrafle, in mezzo ai Di- 
ftretti di Mafifi , e Dzavanshiri, al Sud di Berdaa. 
Gulijiani alle falde del monte Sagnak, Kainari vicino 
al Diftretto di Karabagi al Sud di Kanja, Sbankori , 
e Kilkila fra i monti a Ponente di Kanja fono villag- 
gi Giorgiani di qua dal Kur. Di là da quello fiume 
nel Regno di Kacheti trovanfi 

6 . Arfu fui Kur , Dfubakanta , Tfandari fui Kur, 
Artsbi Kachnezi full’ influente Eldigani , Nye full’ in- 
fluente Zeldiziltani , Gisb , Kurmuki , Tzati , Makbei , 
Targa, Smid , Stipane nell’ interno del Regno di Ka- 
cheti di là dal fiume Alax ,' Gremì , e Lepatì fui 
monti Targa full’ Alax , ldvolsb fra le forgenti del- 
lo fteflò fiume , Rumbecb , Stimi , Arca nel Cau- 
cafo. 

Fra i fiumi Alax e Jori fi trovano i feguenti 
luoghi . 

7. Karagadzi , Koranbudzj , Bodbeli , Cbirfa , Ved- 
ici* i , Tsberemi , Manari , Ninofmida , Sameba , Su- 
bamta, Erzi , Diftrerto, Tetavi, Bachtriani , Cbuler , e 
T ianeti . 

8. C banali nel Diftretto di Kazi Kumunkj , TabaJJa- 
ran fui confini del Schirvan , Gattunkal alle forgenti 
del fiume Girgeri , Misbgeni , Altipara , e Rutbal fui 
fiume Samura, Dsbek , Krifck , Budub , Hablyk fra il 
monte Elburz, e Kaladar , il fiume Samura , ed il 
follò di Stanco Razin , Kaput alle forgenti dell’influen- 
te Arfu. 



Net 



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Di PERSIA. 



190 

Nel R^egno di Carduel. 

I. Tibia , o Teflis , Città capitale della Giorgia Per- 
mana. E(Ta è fituata nel centro del Regno di Carduel 
a piè delle montagne fui fiume Kor , o Mehtari . La 
Città in parte è aperta, in parte c circondata di bel- 
le e aite mura, che cingono tutto l'interno della 
Città eccetto la porzione bagnata dal fiume . Dalla par- 
te del Sud è difefa da una fortezza confiderabile fabbri- 
cata dai Turchi nel 1576 dopo d’eflerfi refi padroni del 
Regno di Carduel fotto il comando del Samolo Ba- 
ici» Muftafà , al quale Simon Han che allora era Re 
del Carduel non potè refiftere. La Città di Teflis è 
grande e fabbricata paflabilmcnte bene . Contiene 14 
Chiefe, delle quali 6 Georgiane, e 8 Armene, con un 
abitazione di Miflionarj Cappuccini . La Cattedrale 
chiamata Sian è una bella fabbrica di pietre quadre , 
edificio antico che fembra un’ antica Chiefa dell’Orien- 
te. A quella è contigua l’abitazione del Vefcovo del- 
la Città detto T ibilelt . Il Catolicos Patriarca di tutta 
la Giorgia rifiede anch’eflò in Teflis, e la fua abita- 
zione è vicina ad un’altra Chiefa detta Tetracben ove 
vogliono i Giorgiani che per lungo tempo fiafi conser- 
vata la pretefa immagine o ritratto di Gesù Crifto 
mandato al Re Ahagaro. Gli Armeni fono nemici irre- 
conciliabili de’ Giorgiani , ed anno anch’ elfi il proprio 
Vefcovo , che rifiede in un monaftero con Chiefa , detto 
Vacba-Vanc cioè il monaftero del Bafcià. In Teflis non 
vi fono mofchee , nè i Perfiani anno mai potuto fab- 
bricacene , fe non che nella fortezza , in cui il prefi- 
dio è comporto di foli Perfiani. Vi fono molti edifizj 
pubblici ben conftruiti cioè Bazari , e Caravanferas ■> 
Nella Fortezza trovafi un buon bagno d’ acqua cal- 
da , fulfurea c minerale . Il palazzo del Vice-Re 
forma uno de’ più belli ornamenti della Città. Avanti 
del medefimo vi è una bella piazza quadrata capace di 

con- 



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30 6 IL REGNO 

contenere mille cavalli . Erta è circondata da botteghe , 
e conduce in un longo Bazaro dirimpetto la porta del 
palazzo. Il Viceré del Kacheti ha in fondo della Città 
un palazzo rimarcabile. Credeli che la Città contenga 
quali 20000 abitanti fra Maomettani, Georgiani , ed 
Armeni, fra quali ve ne fono alquanti uniti alla Chie- 
fa Cattolica. La fondazione di Teflis è incerta. Al- 
cuni Geografi vogliono che fia l ' Artakate degli anti- 
chi, ma con poco fondamento. Circa l'anno 850 tro- 
vali fatta menzione di quella Città nella Storia di Per- 
fia , ove raccontali che Un certo Principe Tartaro chia- 
mato Boga il Grande s’impadronì di Teflis e l’ abbrac- 
ciò . 350 dopo un altro Principe Tartaro Usbeko Fi- 
glio di Maometto Re di Clareklem fe ne refe padro- 
ne e la tiranneggiò. Pofteriormente fu prefa dai Tur- 
chi due volte: la prima fotto il Regno dTsmaello II. 
Re di Perfia, e l’altra fotto il fuo fucceflore . Solima- 
no Sultano de’ Turchi fe ne refe padrone nello fteflb 
tempo che conquillò la Città di Tauris. 

Teflis è Città ricca c di traffico, principalmente di 
pellicie che vengono mandate in Perfia ed a Erzram 
per Coftantinopoli , e di feta di cui abbonda tutta la 
Giorgia . Nelle vicinanze di Teflis a Ponente trovanfl 
Xojori , Betanid , Cumifi , futakevi , Ak-Calafi Kerkni , 
Thlè , e A t beni tutti Borghi, e Villaggi. 

2. Lorè Città piccola aperta verfo i confini dell'Ar- 
menia fopra un influente che fcende dai monti chele-- 
parano l’Armenia dalla Giorgia. Efla è fiutata in una 
valle, nella quale trovafi anche 

3. Banbaki Borgo confiderabile fabbricato a piè de* 
monti fuddetti . Nella valle in cui lcorre eflo fiume 
trovanfi parimenti, Sanami , Albati eAktala, e Kofaki- 
P alatila villaggi fulle fponde del fiume. Ifopa e Schu- 
laveri fono altri due villaggi in altra piccola valle ove 
fcorre un piccolo rufcello. 

4. Kofaki Diftretto vicino al fiume Kur, bagnato da 
un influente, verfo le forgenti del quale trovafi anche 
il villaggio di Oikipara. 

5. Na- 



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DI PERSIA. Sol 

5. Na\idum , Borgo o Città piccola aperta, refidenza 
di un Vefcovo, poco lontana d'un fiume che fcende 
dalle montagne nel Kur. Circonvicini a Nakidum tro- 
vanfì i villaggi di Samsbvilde , Ak- Aurli , Bolnifi Pit- 
t areti , Tfinskar , Marniteli , Biflrtfi , e Kuman fui fiu- 
me Kur * Quell' ultimo luogo è forfi la Cumania de- 
gli antichi Geografi. 

6 . Demurtsb-Afalvi , e Karaja due diftretti compre!! 
fra il fiume Jori ed il Kur , che fi unifcono poche 
miglia lontani dal villaggio di Dausbizil . Fra i fud- 
derti due fiumi trovanfi anche i Villaggi e Borghi di 
Bcrtbubani , Naxebi , Davidgaredja , Doda , Udjarma , e 
Rudva , 

Nella parte più «fettentrionaie del Regno dr Cardaci 
trovanfi 

7. Lomifa , refidenza di un Vefcovo Giorgiano a 
piedi del Caucafo. 

8. lkorta , refidenza di un altro Vefcovo della jlef- 
la comunione. 

9. Cori , S am favi fi Tsbaba , Acbalgori , Chiojuban , 
Msketa Djvari , Zetadzeni , Tslktni Duzeti , vicino ad 
un piccolo lago , Anamuri , Dibtisdl e Piglioti nel Cau- 
cafo fono borghi, e villaggi. 

Annotazione. 

Il Diftrctto di Sonkvriti y che nella defcrizione della 
Giorgia in genere fu fcritto effere una parte del re- 
gno di Cardud , confufa fotto il nome di Somketiy 
lembra appartenere più toflo all’Armenia Orientale, 
ove farà defcritto, offervando però che limili equivoci 
fono indifferenti ed inevitabili , a motivo che non fo- 
no ben noti , e flabiliti i confini di quelle Provincie 
limitrofe. 



FINE DSL TOMO XXV11. 



0 fuddetto Tomo fu corretto dal Sig. Abate Don Domenico 
Martelli» Pubblico Con errore,- 




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ooSÉsSI^Qfo 



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