A wfftc* HAaowjS gS
1 Dono CIACCIO
)
VITE DE* PRENCI 'PI
DI V- I N E G I A •
DI P IETUO ,MLA R. C -E L L O,
tradotte in volgare
da Lodouico Domtmchi .
C<?N LE VITE DI Q_VEI PRENCIPI,
'che FVLONO DOPPO IL BAR.BAR.Is
GOj^INALDOGEPRiVLI.
NELLeQVALI S’HA COGNITIONE
di tutte le ljloric V enetianc fino all'anno
m d l v i i i..
Con unacopiofifiima tauola di tfttte le cofe' memorabili,
ibe fi contengono in ejfi .
9
»
• J
tùt , coll por
clicrc ella figliuolo di Ji J rencipe,& degno fi
giiuolo di tal PrencipCjCome per il Tuo na*
lorc, & per la bontà,con laquale fi affretta
di giunger con gli anni al medefimo grado
d’honorc. Onde non mi par di poter efler
notato di prefuntione, hauendoio alMlii
lire V olirà Signoria, dedicate quelle cofe,
che le fono proprie, & debite,poi che alme
no ho moftrato buon giudicio in quello ,
chele hofacrateà Signor cortefe,& ma*
gnifìco,chc gradirà il dono,& per la pron* •
tczza di chi glie l’offerifce , & per la gran*
dezza di quello, rifpetto le cole con tanto
fplendor fatte in pacc,& in guerra da que-
lla eccellentislìma Republica,dellaquale
ella c membro 9 c'l padre capo,& capo il
piu ualorofo, che habbia retto il fuo bei
corpo già molti anni fà; che , doue gli altri
fogliono dire, che lì miri all’animo piu che
al dono, io per Toppolìto dico, che Vollra
Illullre Signoria rifguardi piu al dono,che
alfanimo mio5 perche tante eroiche ope*
rationi, che nel libro fono defcritte,pro*
prii effetti di molti animi , opprimeno la
humiltà, & balTezza di un folo , che folo é
lodato per prontezza di feruire ; e tanto
piu è opprello, quanto quegli huomini,
che fecero quelle opera tioni, furono nera*
mente Eroi, & di quella antica bontà, & ua
lore, di che fentimo gli Eroi ricordare da
gli Scirttori 5 tra i quali ha luogo il padre
di Vollra Signoria Illullre, perche c padre
di lei, che con le fuc uirtù i’illullra piu, che
per nobilita, ò per tanta fortuna, a che l’ha
alzara Dio. Che dar à i fimili le fimili cofc
par, che non s’erri jadonque ualcndomi
della Voltra lllu (Ire Signoria mando fot*
toilfuonomc tra gli huomini quello li*»
bro, non m'imputerà predo di fe,Ia fua
benignità , poi che le ho facrato quel,
che propriamente fe le comi eniua t non
fi allegrerà in legger tanti bei gefli di
Prencipi , trahendo origine da padre
Prencipe t non gradirà elfo dono , fe in
lui c Duce ultimo in numero, & primo
in ualore il glòriofo fno padre ? certo fi»
Adunque dedico, & confacro a Vollra Si-
gnoria lllullre quello libro con tutta la fer
uitù mia 5 pregandola, poi che la ballezza
mia non mi concede altro modo di mo-
flrarlc la diuotione dell’animo mjp , clic
nella grandezza del dono conofca, che non
haueua cofa in me oltra lui piu degna di of
ferirle, ne che piu fi confàccllc alla fua for-
tuna, 6c al merito, ne al difiderio,che ho di
fcruirla. Et con quello, baciandole humil-
mente le mani, lo fine . Di Venctiaai
XX. di Gennaio. M D LVIl.
A * • »
in;
v
I
A I LETTORI
O i ni diamo à leggere, gra
tiolìslimi lettori , quelle
Vitedc > Prencipi di Vinca
già , non altramente , che
una abbreuiatióe delle Ilio
rie Venetiane del Sabclli*
co, hauendo qu elio autore forfè à imi tatio
ne di Lucio Floro, che abbreuiò le cofe Ro
manedi Liuio in poche carte fcritte fot*
to altro titolo quelle numcrofe Iftoric di
quel grande, & dottislìmo autore5 ilquale
con tutto, che lìa approuato dalla maggior
parte de gli huomini, fu nondimeno dell’o
rigine della città, & delle cofe antiche di
quella non coli ben i nfòrmato , come lì ri*
chiedala, à una tanta materia, che egli ha*
ucua prefo à trattare ; laqual cofa noi hab-
biamo conofciuto da gli fcritti di un gran*
de, & ben grande letterato, che per diligen
za noftra cò quelle Vi te ufeiranno in man
de gli huomini. Mette quello autore , che
l’origine della città fu primicramente,quà*
do RadagalTb pafsò con gli Ipigoti,che era
no i Goti uagabondi, & i Gepidi in Italia
perciochc,perla fua uenuta fpauentati gli
habitadori della prouincia di Venetia, tug
girono nelle lagune del mar Adriatico, fen
n • A. ui)
za forili altre habitationi férmc,per la fpe«
ràza, che haucuano di ripatriarc, todo che
lode celiata quella furia de* Barbari? «Se quc
do primo concorfo, fu l’anno ccccvn.
Et perche di già l’Imperio cominciarla à de
clinajre, & i Barbari ogni di piu à prender
forza fopra di lui? conciofia che,doue auan
ti sii le frontiere foleu aho armeggiare, e tu
multuarc,à poco à poco preualendo padà*
rono non folo nelle promneie uicine à Ro-
ma, ma anco à Roma ideila, «Se quella man
darono in mina. Per quedo , entrando
in Italia Alarico Ré de i Vifigo ti , l’anno
ccccxin. «Se hauendo con lungo ade*
dio prefa, «Se facchcggiata Padoua , di nuo*
no i Veneti concorsero alle lagune, doue
predo una cala di muro fatta in Riu’alta
da un’En.tinopo Architetto di Candia, fu-
rono fabricatc uentiquattrocafctte di ta*
uolej lcquàli arfero doppo tre anni , fendo
fi appiccato il fuo*co in cafa di Entinopo,
che fece usto.. di far di quella cafa una chic
fa fe fi fode edinto ilfuoco, «Se cofi,uencn«.
do una gran pioggia dal cielo, ammorzò lai
fiamma; onde l’anno ccccxxi. fu fa^>
bricata la chiefa di San Giacomo di Rialto,
che fu la prima chiefa edificata in Venetia.
E’iincdciìmo anno alli fcdici di Marzo fi
prefe parte nel Coufiglio di Padoua, fede n
do Confoli Galiano di Fontana,Simonc de
i Glauconi, «Se Antonio Galuo de i Loua-
ni, che lì deuelle edificar una città portua-
le circa Riuoalto, doue fi tenclle un’arma*
ta apparecchiata à cfiecitarfi in marc,&
nelle occorrenze della guerra per guardia
del porto; furono eletti tre Confoli, che fof
fero per due anni fopra l’opera; <Sc cofi ài
xxv. di Marzo circa mezzo giorno fi die
de principio al fondamento della città. I
primi Confoli furono Alberto Faletro,To
mafo Candiano, & Zeno Datilo; i fecondi,
Luciano Gallila, Masfimo Lucio , <5e Vgo
Fufco. Ma, pafiando poi Attila in Italia,
&hauendo diìèrutta Aquilegia, Concor*
dia, Aitino, V derzo, & Padoua tutti i no*
bili della prouincia di V cnetia uennero nel
le lagune inficine con molto popolo, & uc
dendo rimpcrio de gli V uni eflcrc diut tir*
no, non ifpcrando piu di iifcir di quelle ui
fecero ferme habitationi; onde i piu ricchi,
fendo olleruati, & riueriti da i poucri per
haucr da loro il uiuerc , furono chiamati
Tribuni protettori del popolo, la maggio-
ranza de i quali molti Tribuni durò cin*
quant’anni, dimettendoli all’hora, che re
gnando Teodcrico Re degli Ofuogoti in
Italia con manfueta Signoria, molti de i
Veneti allettati dalla dolcezza di ffodcr il
lor naturai pacfe, pattarono in terra ferma,
perche, rimanendo nelle lagune foli quei
nobili , che erano ricchi ,per confcruar la
lor libertà fecero le leggi JDauLc dell’equa*
lità, & il Magiftrato di un folo Tribuno.
Spenti poi da Narfettei Goti in Italia, ui
uennero i Longobardi chiamati da lui per
le uillanie mandategli à dir dall’iriiperatri*
ce Sofìa. Coftoro, ufando il lor imperio
con piu crudeltà, che altri Barbari hauelle
ro fatto alianti di loro in Italia, dieder oc*
cafionc,che nelle lagune A mutaflerole leg
gi dell’equalità. & il Magiftrato di un folo
T ribuno, perche concorrendo in ette molti
Prencipi, & Signori Romani, per i nuoui
coftumi introdotti, fi corruppero le otti*
me ufanze prime. Onde, doppo Paolo Pa
triarcadi Aquilegia, che haueua trasferito
il Patriarcato in Grado.gli fuccette Probi*
no, & poi Elia Greco Terzo Patriarca in
Grado, ilquale, raccolti à un Sinodo,che ce
lebrò, i maggiori. Se piu potenti del popo*
lo,s’ordino il goucrno de i dieci Tribuni, à
i quali furono aggiunti due di Eraclia, edi*
fìcata da San Magno Vefcouo di Vderzo,
doppo la mina della fua città. Papa Sergio
poi nel Concilio in Aquilegia diede priui*
legio à i V eneti di poterli elegger il Duce ,
che li difendette contra l’infoientia de i Lo
gobardi; perche, non ili fendo fermo luo*
S° da dargli, fi edificò delle mine di Vderzo
Icfolo fu’l fiume della Piane, & s’aflcgnò
à idue Tribuni di Eraclia , dando cfla città
al Duce. Ne s’accordando i T ribuni tra se
per il defidcrio, che haucua ciafcuno di ot-
tener quella maggioranza,à noce fu grida*
to Duce Paoluccio, cittadin di Eraclia. ;
Quelle cofe pone quello grand’autore in
quell’unico libro delle origine della Città
di Vcnetia, lcquali fono molto disfimili da
quelle del Sabcllico; & perche come' s’c det
to quelle Vite fono tratte, & abbreuiate
da lui, doppo Paoluccio, quante altre disfi
militudini ui fiano , ogn’uno potrà accor- ;
gerfcnc in leggere quelle, & quelle Morie.
Faccia Dio per fua immenfa bontà di prc*
flaruitaà quelnobilisfimo,& dottissimo
autore, perche douc 1*1 llorie Venetiane fo
no fiate fin qui inuolte in ofeura notte di
obliuionCjiiederanno finalmente per la fua
diligenza luce j fra tanto hunianisfimi let-
tori leggete quelle Vite, fcruendóui d’elle
in quelle cofe , che trouaretc nere , Iiaucn
docaroogni nollro ufficio j che, fe occor
rerà, che tutte le 1 ftorie di quel autore, che
habbiamo ricordato, efeano al mondo , raf
r ettcremo con miglior diligenza quelle
i
Vite, & ni faremo conofccrc, che tutto il
.difidcrio noflro cintefo non folo à giouar-
ni, ma à djletrarui con l’ingegno nofèro
ancora. Viueteui felici .
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5j-; fizr.hto^ ’t e n ijrcf#w t
; VITE DE’ PRENCIP1
; DI VINEGIA
\ DI PIETRO MARCELLO,
DITVTTE LE lSTO* ,
rie Veti etiane .
TRADOTTE D xA LODOVICO
D O M E N 1 C H i.
\ radiano ,huo-
1710 di gran bon
tà,&- di fingo
/ ar o-iuftitia ,
/ w crebro pri -
^SlSl wo D ocre de i
Veneti avi in
— ^ --il Eradia , c c
anni, come uogjiono alcuni dopo l'edi-
Altridico
no Canno
dumeto no
ou
r
“i VITE Di’ PRENCIPI
«anufei ficdtmt dì V inevia , & dopò la incarnatone di
te,crdl- J ** , 1 n J n.
tri dure» CHRISTO DCXCVII. ejjendo Stata prima
to fejfan- gOUemdtd lei Repub. peY piu di C C X x x . etimi
"[lisa*' f°* t0 ìTYihmi . Co fini, come hebbe prefo il Mei -
UH. co. giilrato , giurò , ch’egli batterebbe gouernato
ogni coft con dignità della Republica,& Signor
ria di Vinegid . liceale, riuoltofi poi à difen-
dere la Repub. dalle guerre, fece lega con Luit -
prando Re de Longobardi • Coftui ancora non
meno con l’etut tonta , che con l’armi ritornò d
ubidien%agli Equilini , ò pure ( come alcuni di-
cono) i I ejòtdni, icjudli s’ erano ribellati allhora
da’ Venetiani . Sotto il Ducato di coftui vii
huomini di Torcello edificarono una belli sfima
chiefa d honore della Vergine Maria, nel-
laquale poferoil corpo di Eliodoro
d’ mutino ,&* lc reliquie di
molti altri Santi. Mo-
rì Paohtccio poi
hauendo
■' be-
nisfimo gouernato la Re-
pubi ica x x. annij
Grfeimc
'< fi • •
1 VINECIÀ $
O TEGxALl *ANO
O G E XI.
flf
<N
Ocello 7* egaliano de Era Terche
dia morto 3 che fu Paoluccio 3 /w l Me ^°
creato Prencipe in Juo luogo con fupacefi-
tutte le uoci Vanno di Chrjsto w " el! °
d c c x v 1 1 . CoQuijper cjuel che
fi truoudjfu huomo di mirabil pietct,&d’tnge- fi ha (0 fa
gno eccellente 3 & dilettoci anco delle cofe acL-^j ne J no
la guerra. Matuttauia , non hauendo egli ha- m ’ a J^
uuta niuna occafione di far guerra 3 & perciò 3 no'i pon-
e (fendo pafjato tutto il fùo gouerno in pace 3 wo-*®”*
ri e fendo flato Doge noue anni . de * 1 P re»
“P'yltgZ*
ORSO I P T O ' l UL ‘ U ‘
iO.
<>
Rso Ipatofii creato Prenci-
pe fanno DCCXXVI. Sotto Questo
l Prencipato di co fui la cittd
di Rauenna fu trauaghata dal ua o rie»
farmi de’ Longobardi 3 t alche ^
r * , cala Or-
l Efarcogouertiatort delia cit j 0>£
.Autore
tà ricor (è à i V enetiani per aiuto . E t confortati- H sdett
doli anco Papa Gregorio à pigliar farmi per lo C0 ‘
E [arco contra gli wfilentisfimi Barbari , iVe-
4" VITE de’ prenci pi
„ nettuni per ubidire al Papa, mandarono una grò f
cn ‘ fa armata à Rauenna , & fubito racquietando la
città , la re fi unirono allo E farco. Futrauaglia
*' to ancora lo (lato dc Venetiani circa Grado,
c alìjle percioche Califto Patriarca d’aquilegia affai -
patriar* f 0 jl tenitorodi Grado ; ma poco dapoi per com-
“tfjjegia misfione d’effo Califfo, fi lafciò di dargli piu no-
Ajjalta ia . Doppo queflo nacquero grani s firn e di f cor die,
Crado & una guerra quaf che ciuile, laquale turbò
grandemente lo flato della Repub. & ciò fi cre-
de che aueniffe per la wfolentisfima natura d’ef-
fo Doge . Perche i Iej ciani, non e/fendo piu per
fopportare L’alterezjza & la fuperbia di lui ,
corfèro à prender l’armi Onde il fìtperbifs .Do-
ge, per difiderio di uendetta , moffe lor guerra ;
tanto che fra luna, & l’altra parte le cofe pajja
tono con poco uantaggio. Et finalmente , effen-
dofi datèj&riceuutedi molte rotte, il Doge fu
uituperofamente tagliato à pei&i da’ i fuoi po-
polari, iquali rouerjciauan addoffo di lui tutta la
- • cagione di quella guerra ; & ciò fu V undecima
anno del fio Prencipato . Poco dopò la morte di
lui,fe n andarono a flare à Malamocco;& lafor
ma delgouerno della città fi uenne à mutare per
Jei anni d uenirej non effendo lor piaciuto in quel
me%go di creare alcun Doge ,• & co fi crearono
nella Repub . un maejlro de’ foldatb ilquale ha-
ueua
D I V I N E G I A
5
ueua il gouerno , e’I maneggio d’ogni co fa ; &
queflo ufficio non duraua piu.che uno anno j e L
primo fu Domenico Leoni creato à noce di tilt -
ti. Doppo lui fi Felice Cornicula . E à Corni- ^imo
cula [uccejfe Teodato fghuol d'Orfo richiamato rnaeJho^
di bando .aliale fu prolungato L’imperio per utl
L’ altro anno feguent e. In luqgo dicojlui fuccejje
poi Giuliano C epario, onero , come uoghouo al- •*
r uni , Ipato. L’anno quinto fu dato il magift ra-
ro d Ziano Fabritio . Coflui inan^i , che fimffe
fanno j accecato dal popolo , fu coflretto lafctar
fufficto,al cui tempo dicefi, che fu afprisfima
guerra fra gli Eracliani ,&i 1 efolani ;&la
battaglia fu fatta à punto in quel luogo,, che poi
per memoria di quella notabil giornata fi chia- ^
mb canale sArca . Effendo dunque per tal modo na e
minata affatto l’una,& l’altra parte, par
tendo d’Eraclia, di Iefolo , & d’E
quilia j addarono d {lare al-
troue . Et effendo in
felicemente du-
rato cinque
A reo.
anni il
Magiflrato de* fidati , la
città torno da capo fit-
to ilo-ouerno del
Doge. ■
t
\\
è
6
VITE DE* P RENCIP I
TEOD^tTO IP^fTO
DOGE IIII.
» '* *
Galla cac
da Teo-
dato.
t Galla ji annott
fu accecato , &
o d a t o Ipato figliuol de
Orfo nel coniglio di Malamoc
co fu creato Doge per con fen-
di tutti } l'anno dcc-
i i. Coflui fiabili i confi-
ni d' Eradia con xsfiuftulfo Re
fiume della Piane > & ejfendo
poi ito a jvrnpcare il camello di Brondoli 9 affa-
terzodecimo
miferabil-
— ,, & cofi
(celercttamente fi ufurpò il
(ro di lui; affermando egli ,
come Teodato con in-
tentione di uoler >
farfiftgm
re ,
baueua cominciato a fortificare quel
, cajlello j & per ciò il popo -
* ' lo gli haueud cana-
to gli occhi •
4 •
DOGE. V.
11
l l a fu fatto Doge Vanno
d c c l v . & tifando male il
PrencipatOjch’ejdi hauea ma-
lamente acquiJTato , fi come
quel ch’era attujfato in una
_ profondisfma fentina di uitij,
malamente lo perdette. Percioche , ejfendoanco
à lui tratti pitocchi , entrato a pena nel fe condo
anno del fuo ufficio j fu cacciato in esfilio .
DOMENICO MONEGiAREO
doge y i •
N luogo di Galla fu creato
Dorè Domenico Monegareo,
Vanno dcclvi. Scottili,
per rifletto della terrthil nati*
rifurono dati in compagnia i
Tribuni , il cui ufficio auraua
un’anno, col con figlio de’ quali s’hauefea gover-
nare la jRepublica, acetiche^ per la beftialità del
Dorè la citta non ueniffe à patire qualche dan-
no* Ma ,ne per quefto ancora la (ita infoiente na
stura f potè r afrenare j f eh egli non fi mettefje
d far e ogni ribalderia. Per chela citt a non poten-
* B u
F trtHuto
Tatrtaca
di Grado
cantra el
Doge.
pipino
còtra \e
lituani
8 VITE DE’ PRENCIPI
do piu fopportare la infolenza s & quafi che ti-
rannide di lui, trattogli prima gli occhilo priub
del magi firato fanno quinto del fuo Prencipato.
MAVR1T IO G ALB A IO
DOGE VII.
Kccesse al Moncvareo
muntio Gaibaio da Eraclia ,
fanno dcclxiiii. Huo-
mo di rarissimo ingegno di
(ingoiar bontà d'animo. Co -
ftuijhauendo per un tempo fe-
licemente gommatola Republica, per lo fuo
giujìifimo gouerno acqui ftatofi gran fauore dalie
perfine , ottenne quel, che fino alihora non era
piu attenuto a ninno altro ; di poterfi eleggere
Giouanni feto figliuolo per compagno nel Pren-
cipato. Al tempo di cofloro contraesfi Dogi
congiuro F ortunato Patriarca di Grado con mol
ti altri ; ma , efjendofi [coperto il lor trattato,
F ortunato ricor fe d Carlo Imperadore, dpprefjo
ilquale, dicendo egli molto male de’ Venetiam,lo
attico di tal modo , ch'egli comando à Pipino
fio figliuolo, ilquale era Re d'Italia, che mo -
uejj e guerra a i Veneti ani. Perche Pipinojtolen
do ubidire al padre, entro con l' efferato in quel-
f
D1VJNEGIA 9
la parte del\pdeftdi Vinegia 3 doue Eraclia 3 &*
Esilio era apprejjò d terra ferma . Onde oli
h nomini del paefe 3 jpauentati alla prima nuoua
della guerra 3 & dijfiidandofi della debolezza
del luogo 3 non effiendo eglino troppo ben forti di
mura , ne di fitto fi ritirarono in grandi fimo nu-
mero in Malamoccó 3 & in Riatto. Ma il Doge
Giouanni 3 non gouernando punto il Prencipato
con cjuelle maniere 3 che faceua il padre 3 mandò
* Mauritio fuo figliuolo con una graffa armata
contra Giouanni Patriarca di Grado , Intorno
in quel tempo difingolar giuftitid. Perche Idem
pio figliuolo 3 uolendo mettere a effetto la uolon
td ded’ empio pddre 3 prefi) ch’egli hebbe il Pa-
triarcato gettò giù da ma altisfima torre. Do
ue Fortunato da T rie si e 3 ilcjuale era flato crea-
to Patriarca in fitto luogo 3 uolendo uendicare la
! . indegna morte di lui 3 tenne prdtica co’ primi
di Vinegia di Iettare il Prencipato d Mauritio 3
& al figliuolo, iquali fen%a alcuna giufta ca-
gione haueuano commeffio fi federato parricidio.
Ma 3 f copertafi la congiura 3 infieme con alcuni
confkpeuoli di quel trattato 3 [è n’andò d Tre -
uigi . Et poco dapoi dtidò in Francia a troudre
il Re Carlo 3 tanto che il Re 3 fpinto 3 per quel 3
che fi dice 3 da lui 3 commi fe d Pipino fuo figli-
uolo 3 dichiarato Re d’Italia da Papa ufdria- :
B il j
Ciot<Zni
patriar-
ca di Gra
do butta-
to giù de
una torre
no, che moneffe guerra a i Veneti ani* Mauri -
tio il uecchio( fecondo che ferine Onitendo^flet
te Prencipe xxiij . dnni 3 & Giouanni fio figli-
uolo gouerno la Republica none dnnt ; <& altre-
tdnti filo dopò il padre. Et ddpoi , hauendo prefo
in compagnia Mduritio il giouane , l'anno fetti-
mo di quella compagnia, andò in e fi dio col figli-
uolo «
OBELERIO ^CNTENORIO
DOGE Vili*
B e l e r. i o lAntenorio , onero
isfnafeflo effendo in esfilio à T re
uigi, ajjentefu creato Doge fan
no dc celi n. ilquale , come
fit giunto a Malamocco,con gran
fauore del popolo gouerno per un
tempo la Eepublica;coJlui anch'egli prefe in coni
pdgnta Beato fio fratello, ilquale andò a Coftau
tinopoli a tronar Niceforo;et da Ini riceuè gran
disfimi honori , & fu ornato d' alcune injegne
d'imperio . in queflo me^go Valentino minor
di tempo, fu dato dal popolo per compagno d Ohe
lerio. Sonci di quelli ancoraché dicono, che obe-
lerio , cacciato del Prencipdto da Beato fio fra
tello , ricor fe di Re Carlo , ilquale gli diede una,
'l
fc:
i
DI ^ I N L G I A« il
figliuola, per moglie , perch’ egli hauea prom e fio
di Re di tradir la patria. Onde il Re di Francia,
prefo per quedo fptranz^a, fiubito mofie guerra
d Veneti aru, & in poco [patio di tempo, hauen
do occupata tutta la contrada maritima,giunfe
fino a Malamocco , & quiui intendendo , chc’l
luogo era abbandonato dagli habitatori, tentò di
poffare con barchette à Rialto ; doue ,hauendo
bauuta una gran fortuna di mare , abbandonata
uua grandissima parte dell’efjercito ,fu sforza-
to partir fi fetida hauer fatto nulla. Jflcuni non -
dimeno uogliono, che quella ejpeditione nonfofie
di Carlo , ma di Pipino fuo figliuolo. Et che po-
co dapoi Pipino affaldo un’altra uolta i Venetia -
ni col maggiore apparato, & sformo, ch’egli po-
tè; percioche i Venetiani pareua, che tenefièro
con l’imperadore di Grecia,concui Carlo haueua
guerra ; effendo fermato per accordo , che deuefi
fero dar neutrali. In quefio mezjzp,efferido [la
ti cacciati Obelerio et Beato, mentre eh e Valen-
tino lor fratello gouernaua la Republica, Pipino
moffe crudeli sfima guerra ài V emù ani, & poi
ch’egli hebbe qua fi occupato ogni co fa con l’arma
ta, ch’egli hauea mandata circa Malamocco, Pa
ledina,& Chioggia; con le genti da terra anco-
ra affiditi) l’ifole uicine à terra ferma, tanto che
lor tolfie anco tuttala Jperanzia della uittoua -
B iiij
W VITI- DE* V R £ fi c'i P 1
glia. Perche il Doge Valentino , & gli buo-
ni ini di Malamocco co 1 figliuoli , & con tutte le
facultà loro , che fi poterono portar uia in cjuello
jj>auento,fe n'andarono d Rialto,quiui trasferì-
do il fupremo magidrato,& la Republica tutta .
xAllhora Pipino , ejfendofigli arre fi gli huomi-
m d'^flbiola, &di Malamocco , come egli fu
giunto al porto d'^fibiola, Piando inpenfiero con
cjual maniera , & modo di guerreggiare eipo -
teffe fornire il rimanente di quella imprefa ; col
con figlio d'una uecchiafcome uogltono alcunfde -
liberò di gettare un ponte su V acqua, doue i ca -
ualli fuoi p affa fj ero in Rialto ;& cofifece un lun
ghisfimo ponte di botti ben legate infteme . *Al-
Ihora i Venetiani , ueggendo , che quiui s'haueua
a combattere la falute loro, & de' figliuoli
ciò, eh' e fi haueuano ; & fe rimaneuano perdeiu
ti, che tutto hautua a ire in potere del loro capi-
tali fs. nimico; ri fluendo fi al fermo, ò d'hauere
à morire per la patria, ò di mantenere la publi
ca libertà , andarono a inconìrarè il nimico
àppoflando il ritorno dell'acqua in alto mar e, fi-
liti su Icor (rieri s firn e barchette , a feconda d'ac -
qua, & dì libito, brauam ente inu ed irono i ni mi
ci; & quiui s'attaccò una afprisfma battaglia ;
dette luna parte infiammata dal dfiderio della
preda, & dalla gloria delle cofe fatte da loro,
v
* . * • i** ... Q|£iÌ»v»q> I y \
Di VI NE* GIÀ* IJ
terribilmente combatteua ; & l altra parte ualo-
rofufi mamente faceua contrado per i figliuoli j
per tutte le facultà loroj & finalmente per la li
berta, ifteffa* laquale è la piu cara cofa del 'mon-
do; percioche il ponte roxp , & debole > effendo
j finto dalflufjo del mare , metteua paura al ni
mico mal pratico talché à fatica fi reggetta in
piedi , et all’incontro i Venetiani fiddaofi tiellade
drezjzadcllc loro barchette , dalla fronte , &
per fianchi brauamente gli inuediuano ; & fi -
nalmente , effendofi disfatto il ponte o per for-
%a, ò pèr fortuna di mare j in quella battaglia
fu fatta grandisfima occifione di perfine > che
morirono parte per ferro , & parte affogarono t
nell’acqua . Tanto che per quella notabtl rètta,
che fi fece quiui , quel luogo , che prima fi chìa-
maua canal isfrco jfi chiamo poi per l’auenire
canal Orfano. Et à quefto modo la città fi li- Canc
bero dalla rabbia di Pipino . Sonci di quei jdje ° r ^'
fcriuono > che obtlerio ,e’l fratello, perch’esfi
erano dati cagione di tutti i mali , di lor pro-
prio uolere fi n andarono in esfilio, & fc* aita-
rono Pipino , ilquak; doppo ch’egli hebbe hauuta
la rotta, fece pace co’ Venetiani , &uenne a, Ili-
alto , & fu amoreuolmente, & con grande ho -
vor riceuutOj & prego il popolo , che uolefje ri-
mettere Obtlerio nella patria ; battendogli i v
I
I .
1
E radia r i
fatta, e?*
detta cit -
t* nuova*
R.ENCIP!
eridm mai volentieri compiaciuto 3 partito
che fu Pipino, Obelerio fu tagliato a pe^xi dal
popolo, doue alcuni furono j che gli {tracciarono il
cuore co i * 3 denti , & fi dice anco, che la moglie ,
lacjuale era F rdncef t,fu morra infi- eme con lui .
h Alcuni altri finuono ,che morto che fu obele-
rioj Beato tenne un tempo il Prenci petto ; & al -
tri dicono ,che Valentino minor di tempo gouer-
nò la Pepublica; mafia come fi uoglia , il Pren -
cìpato di tutti tre non durò cincjue anni.
i •
V poi creato Doge Angelo
Particiaco , l'anno d c c c x x.i
ilquale fu il primo Doge, che fe-
refidenza in Pialto . A cq-
ftui furono dati in compagnia
due Tribuni , il cui ufficio dura-
uaun’anno,& non haueua a far nulla fenza lo-
ro. Dicefi , che coftuifece rifare Eraclia , la-
quale fu perciò chiamatta Città nuova. Et ^per-
che grandi s fimo numero di perfine s’era ricoue
rato à Rialto, per rifpetto dellaguerra France-
fe, furono allhora fatti i ponti fopra fiffanta i fi-
lette, lequali eran uicine à quefto luogo ; & fu
D 1 V I N E C l A if
Ordinato >, che quitti douefife effere il fitpremo ma
gidrato, e’I capo di tutto’ Igouerno. Ora , ba-
ttendo Rigelo due figliuoli , ne mando l’uno, eh e
haueuanome GiuJtiniano,d Leone Imperatore
di Grecia, dalqtiale fu molto amoreuolmente ri
tenuto, & ornato di grandi s fimi honorij & in
quefto mezjzo jfìprcjè ptr compagno l’altro ,
c’hebbe nome Giouannt; laqual cofa, tornato che
fu Giudmianò, dicefi, c’hebbe tanto per male,
thè oftinatamente rifiutò di itoler uenire allapre
fenxa del padre. Perthe Angelo il buon uec-
chio, non potendo lungamente comportare il di -
fiderio del figliuolo, Ticent iato Giouanni,ilqua-
le per cùmmisfione ‘del popolo renUntiò ilgouer
no, fi prefe per compagno nel Prencipato Giu -
(limano rigelo fitto nipote figliuolo di Giu
(limano. Giouanni codretto d lafciare il ma*
gì firatOj fu confinato à Cojlantinopoli . Inque-
(lo tempo kAi ngelo hebbe in dono da Leone lm-
peradore il corpo di San Zaccaria, con parte del
ledetti di c li r. i s c o noflro Signore , & del
legno della Croce & tutte quede cofe lepofe nel
la chiefd di firn Zaccaria . In qtiedo medefi-
mo tempo, efjendo'di ciò autore ^Angelo, fu edi-
ficata la chic fa di San Seuero , & quella di San
Lorenxo nell' I fole , che allhora fi chiamauan
Gemelle ; non molto dapoi Orfo fuo figlino-
x6 VITE DE PR.ENCIPI
• lo fece un moni fiero dì monache in San Loren-
zo. Di quefio tempo ancora alcuni huomini il -
lufiri congiurarono contra i Dogi . Et Giouan-
ni Tanohco, & Bono Bragadino , capi della con
giura, furono fatti morire. Monetario, con fape *
noie di quel trattatoci proprio uolerefè nandù
r in esfilio, & i beni fuoi furono mesfi in commu-
ne. Dicono alcuni ancora, che f otto la guida di
queflo Prencipe Vlricod'M'cpiilegia, co’ princi-
pali del Friuli, fu uinto da’ Veneti ani in batta-
glia nauale. Percioche y bauendo molto per ma-
le VÌrico, chela chiefa di Grado foffe prepofia
d quella d’ Aquilegia, moffe aj fra guerra al Pa
triarca dell’ I fola, perche tV enetiani polendolo
alleggerire di quella guerra, mandarono una ar \
mata, & in poco / patio di tempo hauendo tira-
to il nimico d battaglia, lo ruppero, & mifero in
fuga. Fecero prigione effo Vlrico con dimoiti
nobili , & cofi i V enetiani Vincitori Seguitando
il rimanente della moltitudine pofia in fuga, mi J
fero à ferro, & fuoco tutta la riuiera de' Carni, ■ \
c’hoggi fi chiama il Friuli , In quellafuria an-
cora prefero alcune terre. Ma i Veneti ,ufando
benignità, fetida far loro di /fi ac ere alcuno , la-
fetarono Vlrico con gli altri prigioni , con quefie
conditioni però, che ogni annoti dì della uittoria
f afferò tenuti mandare à V inegia d teci porci, & j
_ w *2
DI V I N E G 1 A. 17
dieci fidici di pani; i quali infume con un toro in
prefinzjt di tutto’ Ipopolo fi tagli afferò in pe%j
%i su ld piaz&a; & in un mede fimo tempo dn -
cord fi faceffero quiui dlcuni cdfleUi di lecito ,
iquali dal Prencipe 3 & dal Senato fiffero battu
ti con hafle di ferro; & tutte queftecofe agni-
fa di giuochi a i noftri tempi ancora fi fanno
ogni anno con magnifico apparato in memoria
di quella uittoria . Quefie cofe furono fatte al
tempo d'angelo in cafx,& fuori, ilquale fi mo
ri l'anno diciottefimo del fiuo reggimento.
G IV S T 1 N I kAN O PARTI-
CI AC O DOGE XI.
/VSTINIANO PdrticidCO ,
morto che fu il pddre prefi filo
ilgouerno della Repuhlica l'an-
no d c: c c x x v 1 1 . ilquale di
primo tempo del fio Prencipa-
to 3 uolendo grati ficdr fi Mi eh eie
Imperadore di Coffantinopoli, mando alcune ita
ui attisfime alla guerra contrai Sdr acini jqtiali
in quel tempo traudgliauano grandemente l'i -
fole dell'Europa ; ma elle ; non trottando mai il ni
mico, poco ddpoi ritornarono à fdluamento. *Al
tempo di coìtiti ancora trouafi ,che'l corpo di
tS VITE DE 1 P RE N CIP I
Sdii Marcò fa portato d’^sfleffandria a Vinegia x
& dicono 3 che ai fu portato in cjaefìo modo ,
Stauratio monaco 3 e T eodoYo prete 3 amendue
Greci 3 i quali hdueuano qutui cura delle cofe fa-
cre 3 & con grandisfima diligenza gm’dauano
la fagredia ; hdueuano moltopeY male di uede-
re disfar lachieja, perche il Re di quel paefe,
facendo fabricare un pdldzjzg haueua fatto prò -
uedere di fnisfimi marmi Squali fi cauauano an
torà d’dnticbisfimi tempij 3 & edificij. Ora egli
auenne 3 che qtidfi tn quel medefimo tempo Buo-
no daMalamoccOj & Radico daTorcello giun-
fero quiui molto a propofito 3 effendo contra il
pubhco editto portati in Idleffandria dalla fu-
ria del uento con alcune naui . Codoro 3 efjendo
uenuti al luogo per far riuerenxa al Santo , &
hauendo dimandato della cagione perche fi rui-
nana quella chiefa ; con prom effe grandi comin-
ciarono a tentar ci minidri delia chiefa 3 con dir-
gli j che s’ e s fi gli dauano il corpo di Sdii Marco 3
nhauerebbono hauuto honori; & premij grandi f
fimi da Venetiani , Mqflrarono 3 codoro prima
dinonuplerneudir nulla , riputando 3 quafi che
fdcrilmiSfcl leuare 3 di doue egli era 3 quel fanti f
' fimo còrpo . Ma 3 rarionandofi poi molto piu cal
damente fopra di queda cofa 3 efjendo ciò per-
duenfhra fatto per prouidenza diurna; aucnncj
.
DI V I N E G I A.
19
che coloro , iquali haueuano la cura di cercare
delle pietre j uennero quitti, & ne portarono alcu
ni marmi non fen^a guadar la chiefa . Perche
i guardiani mosfi per co fi dishonefto Spettacolo,
facendo lor perciò allhora iVenetiani maggiore
indan^a, uenderono il fantisfimo corpo ; & ac-
etiche piu ficuramentefi potejje portar uia ,
perche tale impre fa non fi ueniffe a foprire per
temerità di qualeh 1 uno ; e fendo il corpo di San
Marco in grandisfima riuerenzy apprejfo à gli
huomini aelpaefe; dicefi, che quel corpo fu mef-
Jo in una forra rinuolto in carne di porco ,
dallaquale que* popoli per comandamento della
S e sfanno grandi s firn a cura ; & co fi co-
? lo portauano , perche nonfojje dato lor
noia j andauano tuttauia dicendo ganxjr , ilche
appreffo di loro uuol dir porco ; & quel mo-
do giun fero dfaluamento alle naui& fteuràmen
te conduffero il preci ofts fimo furto . Et fuhito y
u fendo fuor del porto, fi partirono con la loro
gloriofisfima preda già hauendo i nauigli
prefo alto mare , & effenaofi leuata una afpnf
fima burafea , dicefi , che San Marco mamftda-
mente apparue àun certo da Malamocai&gli
auisòjche abbafj afferò le uele, acetiche i nauigli,
cacciati dalla furia de’ uenti , non and afferò atra
uerfo; & d quefto modo i nauigli fi faluaronojt
to vite de’ PRENCI?!
quél fàntisfimo corpo con gràndisjimafefla ,
dle’rezx* d' ognuno fu portato à Valigia i&
con «rem nuerenzafuripoflo nella dipeli*, che e
velia fu* chic fu , come preaofisfimo pegno dello
Imperio Veneti duo. Ma quella allegre^ ™
rò poco tempo à efjo Prcncipe Gmìtmiano , tl-
quale poco dapoi , battendo filo gommato due ali-
vi laRepubhcaJt morì; <&• comandò per tefta-
mentofhe à fpefe fre Jifacejfe maggiore la chie
(d di Sun Marco ; & dorò anchord di buone en-
trdte le grandi s fi me chieje di Sun Zaccaria, &
di Santuario.
? tì- r
GJOFo^fA/iV/ P^RTICIUCO
doge xii .
7 o v a N n i Pdrticidco frdtel
lo di Giufhnidìto , iquale egli
haucud fatto tornare di Gre -
eia, & prefo per compagno ;fu
creato Prencipe, lamio dccc
xxvi li* \Ai tempi di co'
(lui fi fece accordo to N (trentini , iquali frana-
gli auam i mari uicini; ilquale accordo , efendofi
poco dapoi rotto ; esfi ammorzarono alcuni mer
canti Venetiani prefi in mezpl mare j che acni-
uano di Puglia; & poco dpprefjo alcuni nobili }
de
DI V I N E G I A
21
de’ quali era capo un certo Carcfio, congiurarono
cantra il Doge . llquale ,ffauentato per quella
Jubita congiura, fi fuggì in Francia . In queflo
mtT^o Carofio ufitrpo il Prencipato . Perche ,
occupando egli con pesftmo effempio la Bepubh-
caffè gli leuò conira una fetta di gentil’huomi -
ni. I prencipali furono Bafilio T ranfimondo ,
Giouantii Mauritio, & Domenico Ortiano, &
con codoro s’accordarono trenta altri de’ primi
hnomini della città, i quali, non potendo compor-
tare la tirannide di Carofio, l’afj aitarono ,&d
un tratto lo preferOjgli trafferogli occhi , &lo
mandarono in esfilio. Molti conftpeuoli di quel
trattato furono fatti morire . Giouanni un’al-
tra uoltafu richiamato di Francia , hauendo in
' aueflo mex^o Orfo Vefcouo di C ad elio ,Bafi-
ho Tran firn ondo, & Giouanni Mauritio gouer
nato la Eepublica. Et non andò molto tempo ,
che hauendo hauuto il Doge grane nimiftà con
la famiglia Majìalitia nobilisfima in Vinegia,
fu afjalito a tradimento nella chiefa di San Pie
tro dagli huomini della contraria fattione , &
fogliato dcll’inferne di Prencipe ; iquali Vanen-
dogli tagliato la barba , & i capegli , l’ottano
anno del fuo Prencipato fu confinato a Grado,
dotte ueftito da monaco ,finì il rimanente di
fita vita,
C
• • '■‘tì
V- -Tv
22
VITE DE’ P RENCIP I
PIETRO TRiADON ICO
DOGE XIII.
ciato, che fu Giùuan -
fu creato Doge, Pietro Tra-
donico fanno dcccxxxvi.
oflui. hauendo or io-ine da Po-
o
prefe per compagno Giouan
J no figliuolo . kAL tempo fuo
fa a San Paolo con grande
Fu dato aiuto ài Veronefi contragli huo
del Lago di Garda , colcjUdle aiuto tsf li
domarono . Poco felicemente ancora fu combat-
to in quel tempo co* Sardeini, & co’ Mori ; per -
cioche i Venetiani mandarono fejfanta galee ar
matecontra i Sardcini,iquali trauagliauano la
Puglia, a in{lan%a di Michele Ijnperadore, il -
quale hauea guerra co’ Sar acini, & co’ Mori
hauendo i nimici quafi in un mede fimo tempo af
[aitato Taranto, & la Sicilia, intefocome l’ar
mata Greca sera accompagnata con la V enetia
ma, abbandonato Taranto preflamente fi ricoue -
vdYonn tUa [piaggia di C ottone idoue, ejfendo an-
co giunte l’armate Chrifliane , ejfendofi prima
fatte alcune fcaramuccie , s’attaeco finalmente
la giornata con l’ultimo sformo loro fra luna
DI VINEGTA.,
parte, & L'altra; dotte i Mori , battendo nel pri-
mo impeto pofto infitta i Greci, fi nuolfero con
tutte le forzj loro cantra i Venetiani. I quali ,
( effendo da ogni parte accerchiati da Barbari ,
poi che hebbero per un pezzP ualorofamente fo -
{tenutola furia del ferocisfimo nimico, effendo
auanzati di numero dà Mori , le galeeV enetia-
ne parte prefe , & parte meffe in fondo fi per-
dei ono tutte ; de’ Venetiani molti rimafero pri-
gioni , ma molti piu n affogarono morirono
di ferro . Segui doppo queila un’altra rotta, la-
quale diede grandi sfimo affanno alla cittd.Per-
cw che i Barbari , tnjuperbiti per cofi gran lit-
toria, paffando in Dalmatia , & quiui faccheg-
giando alcune terre prefero nelgolfo di T riefle
lenaui de’ Venetiani flequah tornanano di So-
ria cariche di mercantie,& ammazzarono tut
ti i V enetiani . Perche i Narentim , hauendo
pr e fò ardire perquefte fciagure interueuute d i
Venetiani , fcorfero rubbandodi Dalmatia fino
d Caorle . Di quefli tempi Papa Benedetto utn
ne d Vinegia,doue, effendo flato honoratamente
riceuuto, andando d uifitare il monaflerio di San
Zaccaria, mofjo a i preghi di Mad . i Agnefe Mo
re fina Badeffa di quel luogo, come ei fu tornato
d Roma, le mando d donare i corpi de San Bran
cado martire , & di Santa Sabina ; iquài corpi
k
S4 VITE de’ p re n CIP I
con gran merenda furono me sfi nella fagredia
delia chiefa . In quetto tempo ancora et furono di
molti franagli per le difcovdie de i cittadini ; per
ciòchefei delie famiglie principali contendeuano
fra loro diuife in due fattioni. Da una parte era
no i Giudtniani } i Bolanij & i Bafegi ,• & dal*
l'altra i Barbolani i Selt 3 & i Seuoli . Et ha -
uendo codoro ffefjeuolte combattuto in me%^
%o della città 3 quando perdendo 3 & quando uin
cendoj i Barbolani con gli huomini delia lor fat-
ti one furono cacciati fuor delia città . Ma poco
dapoì à indan%a di Lodouico Imperadore 3 ai-
quale esft erano ricor fi , e [fendo accommodate le
cofe fra luna parte 3 & l'altra furono rimesfi
nella patria, Quede cofe fi fecero nella città ,
& fuori al tempo di Pietro Tradonico, jlqua-
le, efj endo ito à San Zaccaria 3 à bora di meffa 3
nel ritornare à cafa 3 l'undecimo anno del fùo
Prencipato , a/Jalito da alcuni congiurati 3 fu da
loro crudelmente tagliato àpezgj. Et per far-
ne uendett a 3 furono creati tre huomini , iqualij
hauendo conuinto coloro , che haueuano
fatto quello homicidio 3 alcuni ne
1 confinarono in. Francia 3 &
alcuni in Grecia à
uita, ì •
DI V I N E G I A. i
\
ORSO P A RT I C I ACO
doge XI 1 1 1 .
Rso Particiaco, effendo pa-
ceficata la Republicacol su-
dicio di quei tre huomini , fu
creato Doge Vanno dccc-
Lxmi . Al tempo di co -
{lui le co fe della Republìcd paf
farono affiaibene, ancor cW ella fcffe molto traua -
ghata da i Barbari . Perciò che i S aracini Squa-
li spartendo d’Ateffandria ,haueuano occupato
Vi foladi Candia pacando nella Dalmati a , &
f acche* riandò tutta la ritti era, ui fecero affai fìi-
mo danno ; & mtffero V off dio d Grado . Per-
che Orjo {àbito , fingendo contra di loro
menando ma le naui ,co{lrinfie i Barbari Jpduen-
tati a fuggire , Alcuni fanno mentione ancora
d! un altra efpeditione felicemente fatta a Ta-
ranto contra i Saracini. Et di nuouo felicemen-
te fi combattè , & uinfe Narentani; iquali con-
tra le conuentioni fiacche* giauano, & dauano il
ruaflo ad alcune terre maritime deWlilria .
Di quel tempo cominciofii habitare Dorfidu-
YOj e/fendo dianzi { lato abbandonato , per paura
delle {correrie, che fi faceuano per mare ; e*? e fi-
t
fendo di ciò autore Or fio > quitti furono afjegnate
le habitationi d coloro 3 icjuali ajcritti al feruigio
de 3 Dogi 3 fi chiamarono gli E fcufdti de Pren-
ci f>u Hauendo in quefto modo nudamente go-
vernata la Republi. Orfò felicemente morì Ì an-
no decimofettimo del fuo Prencipato*
• ? f ' : ' *■' * 2
GIOANNI P kA RT ICIkACO
\ DOGE XIIII*
I o v a n n i Particiaco figli
alinolo d’Ovfò Doge prefetti
gouerno.deUa Republtca L’an-
no dc cclxxxi. Cojlui de
liberò di mandare Badoero fuo
fratello d Papa Giouanni 3 ac-
cioch’egli concedeffe Comachio d i Veneti ani*
Onde Marino Conte di Cornatilo 3 intendendo U
cagione della fua gita al Papa 3 mentre che Ba *
doeropa/faua sàcjueldi Ravenna 3 lo ferì 3 & fe-
ce prigione . Ma hauendo data la fede 3 ch'egli
hauerebbe la fciata la imprefa di Comachio 3 fu la-
Jciato;il(juale tornato 3 che fu 3 poco dapoi fi mo
ri della ferita., eh’ egli hauea hanuta. Perche il
Doge, volendo uetidicare la mtirte del fratello 3
hauendo meffa in punto un’armata 3 affatto Co-
machio j & con poca fatica lo prefe . Et graue-
DI VINLGIA. *7
mente putii coloro , eh" erano confdpcuoli della
morte del fratello; entrato poi nel paefedi Rdui
gnani,perciocb ’esfi hdneuano battuto intendi men
to in cjtiel trattato, diede lor il guado col ferro,
& col fuoco. Giouannipoi , effindo caduto gra -
ucmete ammalato, s’ordino perficceffore Pietro
fiiofratello;maguaritopoi toflo contra la /pera»
%a d’ognuno, lo prefe per compagno nelgoueno
della Repub. Etejfendopocodapoi morto Pietro,
fi tolfein compagnia Or fi fio fratello minore ;ne
pdjì'o molto tempo , ebe cadendo in una gran ma
lamia, & ueggendo di non potere gouernar la
Republica, lajcib il Magiflrato infieme con Or -
fi fio fratello , non bauendo anco finto il fedo
anno, ilquale uiffe poi priuato alcun tempo .
PIETRO C ^€N D 1 kAN Q
DOGE XV.
/itelo Candì ano fu creato Do
l'anno dccclxxxvii.^
di codui furono mandate
naui cantra i Narentani an
tiebi nimici,iquali fiorrcuano
bando i uicini mari , per
l’empito loro, lequali nauife ne ritornai
bauendo trouato il nimico • Et
a8 VITE DF.' PR.ENCIPI
[otto la guida di quejìo Prencipe furono armate
dodeci galee contra i mede fimi nimici Jle quali ,ha
uendoli trottati circa le riuiere di Dalmatia an-
darono brauamente à inueftirlii et cjuiui accettan
do le nani nimiche la battaglia,daWuna, &*Ìal-.
tra parte fu combattuto con grandi f.ualor è. Nel
primo af/alto le galee Venetianejhauendo oppref
fe alcune naui de’ nimici furono Jùperiori;maper
fioche i Barbari, ausando di numero di uauigli,
gagliardamente li ftrigrìeuano , ejfendo tolta in
me^xo lagaleadel Doge con Ì altre, et e/JoDo
ge ualorofam etite cobattendo morì in cjuella bat-
tagliamoti hauendo gouernato la Repub. piu che
cinque mefi . il corpo fuo pocodapoifu portato d
Grado, cptiui fepolto . Morto chef* il Candiano ,
Giovanni particiaco , tlcjuale hauea rmuntiato il
prencipato, mojfo à iprieghidel popolo , prefe il
gouerno della Repub.et (lette prencipe tantoché
Pietro Tribuno fojfe creato Doge .
PIETRO TRIBVNO
DOGE XV I .
/ etho T ributto fu poi elet-
to Doge ialino d c c c -
Lxxxvin. kAI tepo di co-
dui, perche i corfali perpetui
nimici, trauagliauano i luoghi
4
ricini aUacittfpietro Tribuno fece tirare un mu
ro à difefa della citta, dal canale di C afiello 3 fno
à Santa Maria Gtubenico;& per npardre alle
fibitecbrrerie de’nimici fu meffa una catena da
quefta muraglia à San Giorgio * *Al tempo di
coftui ancora la città fu additata da un altro
nuouo I fduento . Gli Vnni popoli di Sciti a tu -
multuofamente ajfaltrono l’Italia jhuom ini tan
to crudeli jche manganano anco carne inumana .
CofìorOj hauendo fatte molte efoditioni in Ita
lidj & prefo per forza 3 & focheggiato affai fo
fimi luoghi , infuperbiti per l’imprefe , eh’ erano
riufcitelor bene 3 poi che hebbero meffoà ferro j
& fuoco il Friuli 3 occuparono Treuigi. Rimiti
poid uolere rumarlo (lato de’ Venetiani Jiauen
do proueduto alcune barchette per , tragettar le
genti j affaltarono Città mona, laquale fi chiaria
ua prima Eraclia ; & hauendola al primo impe-
to prefdj Ì abbruciarono 3 e’ l medefimo fecero
d’ÈquiliOj & di le folo ; fegueudopoi il corfo del
le loro uittone, presero 3 & arfèro Chioggia , <&
Capo d’argere ; poi con grand isfime forze s’ap-
parecchiarono per uolere a fj aitar Vinegia.I Ve-
neziani all’incontro, cono fondo 3 ch’esf batte na-
no a combattere per Unita 3 poì che s’ erano uni-
ti 3 pon fi poteua forare alcuna fatate da quegli
empi Barbari ; fi mifero in punto con grande ani
mojper difendere lahbertafo piu toflo la pro-
pria uit a . In quedo mc%zp i Barbari ,fp infe-
ro uerfo Rialto , à i quali. i Venetiam ammofa-
mente andarono incontra con lèggi eri sfi mi naui -
gli, dotte al primo impeto s’attaccò una afprisfi-
ma battaglia . Et hauendo i nimici fatto piu
sforzi jiqualijConfidandofi nel gran numero lo-
ro, s’ erano mesfi à uolere ajjaltare in piu luoghi ,
& d’altra parte i Venetiani in tutti i luoghi
animofamente fofteneuano la furia loro ,fi com-
battè per alcuni giorni fenza uerun uant aggio,
non piegando la uittoria ne di qua, ne di là. Fi-
nalmente con animi odinatt,& con tutte le for
Zjfi uenne d giornata . Dotfé'i Barbari fian-
chi cominciarono a cedere podi in fuga par-
tendo fi con leuar L’ajfedio , lafciarono una glo*
Yiofa uit tori a ci i Venetiam . I quali, hauendo
poi prefi alcuni doni da Berengario fi partirono
d’Italia . Et cofi il T ’ribuno hauendo feli-
ce mente , & in cafa , & fuori go-
uernata la Republica,pafò
di quefta uita l’anno
xix. del fuo
Prencipa- '
to . ' vi
%
t> ì VtNEGJA
ORSO B^CDOER O
" DOGE XVlIè
R s o Badoero fu metto Dò-
ge sintomo per innocentid ,&
per bontà d'animo illujìre, iati
no dcccc ix é JL figliuolo
di coditi , efjendo (lato man-
dato all Imperadore di Gre-
cia, &da lui fatto Protofpatario , & ornato di
molti doni, mentre che tornava à Vinegia,fu
prefo da un certo Signorotto di Dalmatici ,<&
J fogliato di tutti doni, fu confinato in Mi fa *
Ma Orfo l undecimo anno det fuo reggimento ,
Yenontio il Magiftrato , & rendutoji monaco 3
fece il rimanente di fta una nel moni Rem di
San Felice. * *
IETRO C ^CN DICANO
" ~ ~ " ”vru*
Canai
Doge ,doppo la
fo. Coditi fu fg
tro Candiano Doo
combattendo mori
ja VITE DE* PRENCIPI
nata mariti ma di Dalmatici . Dicefi , che al
tempo di cottiti molte donne, lequali andavano à
celebrar nozjKj à San Pietro di C afelio , con
pretiofo ornamento di netti, & di gioie, furono
rubbate da gl’ litri ani, eh’ erano aflhora nimici
de’ Veneti ani, lequali poco dapoi furono racquie-
tiate con tutta la preda dal Doge ittejjo , che
ragunò in fretta certi h uomini ,& fece prigio-
ni inimici appreffu alle paludi di C aorte; i nemi
ci furono tutti tagliati ape%j<i, &i corpi loro
tratti in mare. Onde in memoria di quettauit -
tona, fi fecero ogni anno certi giuochi; iquali fi
chiamauano delle Marie. Laquale ufnxa dalla
guerra de’ Genoueft in aud, ejjendo occupata la
Pepubhca in cofe di maggiore importanza , fi
difmeffe. Mantennefi nondimeno fno a quetti
ttmpi,che’l giorno della Pitrtf catione della Ver
gine, il Prencipe conia Signoria ogni anno uà a
uifitare la cine fi di Santa Maria For mo fi. < Al-
cuni dicono, che quella battaglia fi fece à Caorle
non al tempo di Pietro Candiano , ma del Badoe -
ro. kAI tempo di cottui ancora hebbefi uittoria
contragli huomini di Comachio , & Comachio
fu prefu . Et anco in quetto tempo dicefi, che Ca
po d’ijlria uenne fotto la Signoria di Vinegia ;
& fuconuenuto con effo loro , che mandaffero
ogni anno per tributo cento botti di uino; & que
DI VINEGIA.
• fio tal tributo fu mefjo loro per uendetta delle
| donne dianzi rubbate . Quette cofe fi fecero aL
^ tempo di Pietro C andiano 3 Uguale morì l’anno
fettimo del fio Prencipato .
I
I - , , ,
: . PIETRO B kADOPRo
doge XIX.
fr ,M
/e t r. o Badoero 9 ilqual e 9 tor-
nando di Grecia erd flato prefo
in Ifchiauonia 3 fu fatto Dorè
l'anno dccccxxxix. Sotio
di quei, che dicono J che al tempo
, di cofluigli 1 ftriani furono uinti
aCaorle J & racquiflate le fanciulle , ne altra
cofa degna di memoria s’attnbufce a i tempi
di coflui , hduendo egli gouernato laRepublica
due anni 9 con tanta bontà; che fu giudicato lauda
tisfi . Prencipc.
C N D hXN O DOGE XX.
w \ ■»
diano figliuol di Pi
tro flicctffe nel Prencipato l'a\
xli. Cottiti jf
prcfo per compa
dal padre jper la fua info
*4 VITE DE’ PRENCI??
Unte natura , era i iato cacciato . Ma , battendo j
evh mutato modo di uiuere conili anni , &. ef-
fondo fi fatto piu matfueto, con gran fauor del po *
polo, fu ritornato nella dignità , eh egli haueua
perduta . ^Cl tempo di coflui i Narentini tra -
uavliauano talmente i marittimi con ladrone ^
che lo flato de Venetiani pareua quaft afje-
diato . Corina co fioro furono armate tremane
nani , che dalla forma loro furono chiamate
Gombane ; lequali erano gouer nate daOrfo Ba -
doerOj & da Pietro Or [colo . Perche i nimici,
fpauentati dalla fama di quefla cofa , mandaro-
no ambafci adori a dimandare la pace faquale fu
data loro con conditione,che deuejfer‘0 pagare tut
to quello , che esfl haueuano rubbato fino à quel
giorno . In quefio tempo fu rinouato l’accordo )
col Patriarca d'aquilegia , in tanto Candiano
prefe per compagno Pietro fuo figliuolo • Coflui
poco dapoi uenne tanto infoiente , che rifiutando ,
il conflglio del padre , huomo molto da bene , fol-
leuò alcuni tnfii d manifefia feditione contra la
città * Et il buon uecchio padre , quafi con tutti
i Senatori , s'opponeua'àgli federati dìfigni del
temerario figliuolo ; & manco poco , che t citta -
dini non comlattejjerofra loro in mexp^o della
città . Ma l'autorità di Candiano acqueto le bri
gate, ch'ir ano folleuate in punto per douer
D I V I N E G I A.
combattere . Co fi PietYO Juo figliuolo fu prilla-
to deli Imperio,^ fu confinato ,obligandofi per
giuramento tutto il clero , & i primi della cit-
tà, che non hauerebber mai laf ciato tornare quel
feditiofo in quel Prencipato , delquale merita-
mente era flato cacciato . Coditi andòàRauen -
naàtrouar Guido figliuolo di Berengario ; &
hebbe da Berengario fei naui , da far danno
guerra à i Venetiani; lequali, poi che quedo in
fòlente giouane hebbe armate, oppr effe alcuni
uigli Venetiani apprefjo alle riuiere di Rauen «
tia, ilquale atto dice fi, che increbbe tanto
dre, che per fouerchiu dolore, poco dapoi p 'afio
di quefta uita, hauendo gouernato la Republica
undici anni.
I e t r. o Candiano , effendo
richiamato d’ e s fillio , contra il
giuramento del clero , & de 3
prenci pali cittadini , fu [odi-
ai padre . Ma U città
fu, com 1 * ella hauea meritato
punita d hauer rotto il giuramento ,
portò la pena anch’egli della bedialità
TRO C<AND
G E XXI
*ran
ò
tem
9 VITE DE’ PRENCIPI
baueua tifata cantra il padre ,& lapatria;la cit-
tà, cioè col publico incendio, & con la tirannide
del Doge ,& Pietro con la crudelisfima fiua
morte , & delfgliuolo bambino . Pietro , effien
do Prencipe, riputo Giouanna fiua moglie , per-
ch'ella era tiecchia ; <& licentiò anco il figliuolo
di lei, che s’era fatto buoni di chiefit ; laqual co-
fia riufeì in bene al fanciullo, che fu fatto poi Pa-
triarca di Grado ; & egli , poi chtbbe cdcctatd
la moglie, ne prefe un dltra,che fu Gualdera fi-
gliuola di Guido ; dall aquale , hauendo egliri-
ceuuto poffesfioni , ricchezze, & arnefi di,
ualuta, insuperbito per tante f acuità, lungo
po non potè raffrenare il terribile ingegno, & la
fiua maluagid natura, ch'eoli hduea. tenuta na-
fofa infino allhora . Et efigià haueua egli uol-
to il Prencipato in manifesta tirannide, & pie-
no di fuperbia, & di minacele, ogni co fa faceua
à torto, & diritto, come ben gli metteua, tanto
ch'egli era fpauentefo di popolo, & a tutti. Co-
dui, hauendo prouifio uno effiercito , dffaltb gli
huominidi Vderzo, incolpandoli , eh' esfi gli oc-
cupauano di molte poffesfioni, lequali erano del-
la moglie; & hauendo meffo à ferro, & fuoco il
lor paefie, prefe, & abbrucio anco la terra . Ora,
non potendo il popolo lungamente fiopportare la
tirannide di coftui, difegno di uolerlo dfjaltare ,
per
DI VINEGI.A. *7
per rimettere la patria in libertà. Ada egli fi di -
fefè un pezZP nel palazzo 3 don egli hauea po-
fto buona guardias tlche 3 hauendo il popolo ue-
duto, caccio fuoco nel palazzo tirando tuttauia
grandisfimo uentosper loquele tofto cominciò
abbruciare non folamente il palazzo 3 ma anco-
ra la chiefa di San Marco. Perche 3 ueggendcfì
Pietro d’ogni parte ajfedtato; & conofcendo 3 che
scegli nò s'arrendeuajiaueua in ogni modo amo
rirei pigliando in braccio un bambin, ch’egli ha-
ueua 3 s apparecchiauaper uoler fuggire nella piu
fegreta parte della chiefa , doue non' era ancora
entrato il fuoco . Ma poi ch’egli hebbe neduto ,
come tutti i pasfi erano prefi da huomini arma-
ti 3 & che non nera [peran^a alcuna di faluar -
fi j riuolto à i prieghi cominciò à fupplicarli.cht
uoleffero effer contenti di' non ammazzarlo, fn
che nondauagiu loro un poco la furia s o fe pu
re haueuano deliberato in ogni modo di tor la
uita à lui , perdonaffero almeno al fuo figliuol
bambino 3 ilqualeper rijpetto dell’età non haueua
ancora potuto peccare . Ma nani furono i prie-
ghi fuoi 3 anzj quafi tutti gridarono 3 che il cru -
del T iranno 3 ilquale haueua fatto tanti mali ,
s’haueua à leuar del mondo. Et così à un tratto
paffuto di molte ferite, fu crudelmente tagliato
à pezzi wfitme col fuo fighuol bambino . 1
D
jS VITE de’ PR.ENCIPI
corpi loro di commi sfione del popolo furono get-
tati alla beccaria } & lafciati mangiare da i ca-
ni j iquah poi leuati da Giouanni Gradenico 3 fu
tono honorat amente fepolti nella chiefa di sant -
J lario .
PIETRO ORSEOLO
D O G £ X I I.
/ e T r o Orfeolo > huomo mot-
to da bene , 0 g u ft° f u crea-
to Dove in San Pietro co con-
ca
\fentimento di.jutto’1 popolo J
0 con tqtte le noci , l'anno
dcccqlxxvi. ilquale y ri-
fiutò un pe%jxo di uolere accettare il Magifira-
Ma uinto da' i priefhi del popolo 3 per non ab-
bandonare la Republica in quitta nouitd di tem-
pi j mo/Jo dalia carità della patria ^ à fatica pre-
fc ilgouernoj 0* fubito li fece tutti giurare > che
non hauerebbeno com portato > che perf ona faceffe
nouita, ò fedittone alcuna contra il Prencipe > ne
lafciato farcoja , che non foffe utile alia Republi
ca; ilquale ì ejfendofi poi ito à {lare nelle fue cafe
priuatCj tutto fi diede a far reedifeare il palava
0* à fpeje fue lo rifece molro piu magnifi-
co , che non era prima ; 0* fece anco riporre il
corpo di S an Marco , che / era /alitato dal fuoco,
DI VINEGIA 39
nella fua chiefa. xAl tempo di coflui, ejjetido
entrati i Stiraci tu in Italia , & battendo prefa
Capua, affediarono Bari città di Puglia per ter-
ra , & per mare . Dotte ,eJ]etido i cittadini d'effa
ridotti all’ejtremo per careflia di grano, Pietro ,
meffa infieme una armata, li prolùde , & foccor -
fe . Ma, non leuando eglino per quefìo l'ajjedio,
accrefciutd l'armata con l’aiuto battuto di Gre-
cia, f Jtto laguida dell 1 Or [colo, fi fece giornata
in mare co 1 ni mici ; doue, effendoi Barbari rot-
ti, mesfi in fuga, & la maggior parte morti , i
V enettani nacquijlarono una bonorata uittoria .
Ora, battendo hauuto Pietro un fìgliuol di Feli-
cita fua moglie, fece noto à Dio di perpetua ed-
ilità infieme con la moglie . In quefìo mezjzp
gouernoilPrencipato con tanta intcgrità,cbepa
reua, che Vhauejfe accettato ,folo per giouar e al
la Republica . Ma nondimeno alcuni pochi trilli
miniflri, & autori di quel Candiano , turbaro-
no grandemente il pacefico flato di quel reggi-
mento. Perche à confòrto di cofloro. Vitale Pa
triarca d 1 ^Aquilegia, ilquale f òtto colore di re-
ligione, era flato licentiato dal padre , andando
à trouare Otone Secondo, & con ejjo lui doluto-
fi grandemente della horribil morte del padre, lo
inimico molto contra i Venetiani. xAueme in
quejlo mez^Ojche un certo Guerino,di tiation
GuaJcorttj Henne d uifitare il corpo di San Mar -
co b Co^tii fu amoreuolmente raccolto dall’Or -
fèolo ^perciò ch’egli baueua molto à core le co/è
di Diò, ilquale , hauendo con ejfo lui ragionato
affai della religione , e trouatolo d ciò per se di -
jpofto, lo ridu/fed tale, che delibero di renontia-
re il Prencipato ; & co fi in quefto me^jKjo, uol
gendo l’animo d tutte Ì opere di pietà, con mirar
bil carità fouenitta alla miferiade i poueri. Edi
fico ancora uno /pedale, ilquale hoggi è ancora in
piedi appre/fo alla chiefa di San Marco ; con
grandispmo amore pre/e la protettione de ’ coUer
gijj del clero , & di tutta la religione. Softenne
con mirabil patientia il Patriarca Vitale , &
gli autori di quella f anione , ilquale ogni dì ten-
tauacofenuoue ; & fece gran contratto d i di-
fenili loro. Hauendo egu adunque fpefò uno an - .
no in quelle opere, & ingouernar bene il Pren
cipato ; una notte traue/hto, & fen%a anco far
fapere nulla a i fuoidi capi, douei uoleua ir e, fi
partidi Vinegia. ilquale col tempo poi dicefi ,
che tanto religiofamente fintamente tiifje ,
che doppo la morte , in Guafcogna , do-
ti’ egli pafsò d miglior uita , come
fcriuono alcuni ,fece di mol-
ti miracoli .
4 *
DI VINLGIA*
VITALE C DI O
doge xxin.
Itale Candiano , figliuol di
Pietro , fu creato Doge* Vanno
ccclxxviii. ver opera
Vitale vatriarca d’^Acpù
% fu richiamato dalVesfilio
tlqualepoco dapoif*
mandato co’ publici ambafciadori à Otone jlqua-
le per la morte di vietro Candiano , uoleua male
à i Venetiani. Talché per V ambajcieria loro
Otone fi uenne à mitigare, & ritorno udiamo-
ne ch’egli hauea prima co’ Venetiani ; & ciò
prencipalmente s’ottenne in grada del vatriarca
Vitale, ilquale era flato figliuolo del Doge mor
tOj & f* rinouato l’accordo con Otone po-
co dapoi, ejfendod pena finito uno anno,
grauemente Vitale, accioche la Repubhca
riceueffe qualche danno , egli renontiò
maztJlrato;et rendutof
il rimanente della
ta nelmonijìero di
t’
4* VITE DE' PR.ENCIPI
T RIBV NO MEMO :
doge xxi rii.
R i b v n o Memo ,fu creato
poi Dove. Dicefi , che cottui
fu buono molto attuto, ma dì
pochisfime parole, il cui pren-
cipato poco felicemente vouer -
. fato ,pafio in gran traua°li.
verctoche i cittadini congiurarono centra $ lui,
&• i More fini, iCaloprini, delle prime fami
nie della citta , hauendo infieme dtferen%a,com
batterono fpeffo al tempo di cottui . Dotte la co-
fa andò in modo , che i Caloprini per feguit arano
a cafd de i More fini fino alla morte, non perdo-
nando anco a i bambini . 1 More fini, per che non
y ano , co f l forti, ttauano afcofi qua , & ld per
U citta in cafa degli amici. Ora egli attenne,
che i Caloprini, hauendo perauentnra trottato Do
menico Morefini su lapia^adi C alleilo, cru-
delmente l ammalarono ; perche, hauendo evii-
no fatto quello homtcidio, temendo , che cofjà-
uor del Dove la citta grauem ente non li pumffe,
feguit andò Stefano capo della fatti one andarono
a trottare Otone Secondo , ch'era aUhora à Vero-
na; & per odio, eh' e s fi port auano al Dove , &
ai More fini, promettendogli l'imperio di Vi - -
DI V I N E G I A> 4:
negia; /pilifero Otone à por Ì diurno a cjuefta im
prefa, ilcpuale , prima di fegn andò di tentarci Ve
netiani con la fame , mandò un bando ,com andati
do per tutta Italia , eh e ninno traf caffè co’ Ve -
netiani , & li bandì fuor di tutte le città dell’im
per io. Per ijuefto bando , ej/endo lor tolta cjuafì
per tutto la tratta delle uittouaglie , i Venetiani
fi ridufftro in breue aliultimo male , & à intc-
lerabil fame. Ma tenendo eglino coperto il ma -
le , che lor fpradaua &■ la paura, pareua,che
f /fiero per [opportare tutti i difagi del mondo,
per conferuare la libertà loro . Ora , trouandujì
tutti i popoli ad’ intorno m grandi! fi ma carestia.
Capo d’ergere fi ribello da Venetiani, et Otone
concejje alcune poffesfioni de’ Lor etani à i capi de
la ribellione , per tirare glialtri à ribellar fi . Ef
fendo adunque la città pofta in queftì trauagli ,
per public 0 decreto furono disfatte rumate
lecafede ’ Calopriui ; le mogli ,& i figliuoli po
(ti in prigione i beni loromesfi in commune .
In quejìo mczjzo Otone , non munendo aperta-
mente guerra à i Venetiani , ne anco rendendo
lor la pace, andò à Roma, & cjuiui , ammalan-
do dì febre,(lette poco à morire ; & cofii la cit-
tà per là morte di lui ,fu liberata da un gran
pericolo . Morto che fu L’Imperadore , Atle-
ta moglie di lui, praticò co’ Venetiani , che Sre-
D Hi)
c
44 VITE D E* PRENCI!»!
fano Calo pr ino con gli altri } offe ritornato d’efi
f ìlio ; ilche , battendo ella ottenuto , & ejfendo
eglino rimesfi nella patria , quattro de ’ Moreji -
ni , ricordatoli della ingiuria paffata affaliro -
no & crudelmente tagliarono à pezzi tre de-
Caloprini figliuoli di Stefano iqttali ritornaua-
no di pdlazgS' Mette fi gran fòfpetto , cbel
Doge non hauefje tenuto mano a quello homici-
dio, ilquale publicamente fi fuso di cibai popo-
lo, per leuarfi quella calumnia da doffo. ^ 4 t tem
po di cojìui , ejfendo tornato nella patria Gio-
itami More fini, ilquale era ito con Or fi in Gua-
feogna, per me^ZP del Doge gli' fu data la chi e
fa di San Giorgio ; doueglt edifico un monitte -
1*0 fitto la regola di San Benedetto ; efjendo
prima quel luogo del palazzo Ducale . Fatto
qutfie opere tribuno, ejfendo caduto grauem en-
te ammalato , di fuo, proprio uoleref ( come dico
no alcuni)coClretto dal popolo , perch’egli s’era
portato poco ragioneuolmente nelle di fc or-
die ciudi il quartodecimo anno del
fuo prenci pato renonti'o l’ujfi
ciò, &* fatto fi monaco ,
morì di là à poco
tempo .
DI VINEC1A.
4 *
PIET RO ORSEOLO
DOGE XXV.
I et r. o Orfeolo fu cretto
Doge dal popolo, l'anno dcccg
x c i. Sotto ilgouerno di co -
fluì lo flato de Venetiani paf
so felicemente in cafa, 0* fuo
ri s la Republxca fu gran-
demente accrefciuta . Et prima s'ottenne da
Bafilio, & lAteJfoj iquali er$no in quel tempo
Jmperadori di Grecia f ; che nell' Imperio loro i
mercanti Venetiani foffero efenti dalle gabelle .
Mandò il Doge poi amhafciadori àgli Egitti] ,
& Soriani, & li fece amici de 1 Venetiani ; &
fimilmente con doni , con amoreuolezjzj fi
acquiftb lagratia di tutti i Prencipi d'Italia .
Et perche i Narentani [correttalo [albeggian-
do le riuiere uicinef, e'I contado di Zara , andò
cantra di loro con unagrnjfa armata , & li fece
pentire delle lor follie' ; & finalmente fece pace
con loro con quefte conditioni ; prima che gli ri -
faceffero di tutti i danni, che haueuano fatti, et
che ninno di loro non andaffe in corfò . Parti -
tofi poi Pietro con l'armata f otto lo flendardo
diSanto Erma? or a riceuuto dal Patriarca di
46 VITE DE* PRENCIPt
Grado 3 fcorfe tutta la riui era di Dalmatia;&
fotta la ftttda di cottiti Parendo tteme la pri-
ma uolra alladiuotione de ’ Vetietiani 3 & Polo,
anch'ella fi diede a/la Signoria di Vinegia; e’I
medefimo fecero molte altre città d’ittria , &*
di Dalmatia . Et Zara ancora Jacjuale prima
era raccomandata à i Veneti ani, fi diede alla Si
gnoria. Similmente al giunger di cottiti Ja cit-
tà di Belgrado 3 & di Tran , mandarono loro
ambafciadort à i Venetiam à giurar lor perpetua
fedeltà 3 & ubidienza . Spalato ancora fitta in
cjuel tempo ricca 3 uenne àdiuotioue de’ Vene-
tiam 3 & Corcira negra 3 eh e boggi fi chiama
Curzola, perciochenon uoleita ubidirei fu prefa
perforai da Pietro . Lefina anch’ella fortisfi -
ma per natura per arte 3 ricettò de’corfali
Narentanij uolendo far contrajlo alle for^e de *
V enetianij fu prefa perforata 3 & per camme f
fione del Doge /pianata; fu fdameme perdona-
to à i difarmati . Per locjuale fpauento mosf i
Jtavufeij mandarono ambafiadori 3 & s arrefe-
ro . il Doge hauendo purgato il mare d’afjaf
fnij & ridotta tutta la rimerà d’Ittria 3 &di
Dalmatia fotta la Signoria de’ Venetiani ritor-
no à Vinegia; & cjuafi trionfando entro nella cit
tà 3 lacuale giubilami tutta per cofi honoratauit
toria . sAdhora fu ordinato 3 che’l Prencipefi
r> I V I N E G r A* 47
chi am affi Doge non follmente di Vinegia , ma
D Amatici ancora . Et in tutte le cittadella prò
uincia furono mandati mtoui magi firati. Man-
dò Pietro poi un fuo fgliuol fanciullo d Otone à
Verona, tlquale, hauendo riceuuto il fieramen-
te della Crejima da lui, fu chiamato Otone ; fu-
rono ottenute ancora da lui di molti, & grandi fi
fimi primieri]. Venne poco dapoi Otone a Vine-
gia feonofeiuto, per fòdisfare un uoto , allog-
giò nel moniflero di San Seruolo [diamente con
cinque fir nidori; doue il Prencipe uandò piu uol
te fermamente di notte ànifitarlo, ilquale po-
co dapoi, prefentdto molto dal Doge, andò à Ra-
Henna, hauendo ancora egli, per tifar orati tudi-
ne,conceJJo in perpetuo il pallio d'oro a i Venetia
ni . Fu poi di publico confentimento conce fio al
Prencipe perii fuoi honorati meriti uerfo la Re -
puhlic a, ch'egli fi pigli affé Gioitami fio figliuo-
lo per compagno , ilqual poco dapoi tornato di
Grecia dalllmperadore di Collant inopoli ,con
la mogli^gp* con Otone fio fratello , & ornato
di molti doni, morì . Hauendo fatte atte fi e co-
fi d cafa,& fiori, felicemente gouernato xvm.
anni la Repuhlica , Pietro pafiò di cjuefla aita ,
e’I corpo fio fu fipolto nella figrejìiadi San Zac
caria •
piate
YITE DE P R E N C I P I
OTONE ORSEOLO r '
doge XXVI.
Ione Or feolo figlinolo di Pie
trOj con gran confutimelo del/
popolo fju creato Doge in luogo,
del padre j l’anno m i x. gioua-
ne di gran bontà , & di rara a-
ffettatione,& neramente finti-
le al padre, & all’ auolo, ottima per fona; liceale
hauea cominciato à gouernare la Republica non
con minore integrità , & prudentia , di quello >
ch’era ftimato da ognuno . Delle uirtn di co -
ftui inuaghito Geta Re d’Vngheria ,gli diede
una figliuola per moglie . Cosini ninfe in una
temoli battaglia quelli d’^fdria circa Loreto y
i quali trauagliauano il paefe de’ Venetiani , co’
quali fu fatta la pace con quefte condi t ioni ; che
refi itui[fero intieramente tutto quel , che haue-
nano tolto àgli huomini di Loreto . Cojlui rup-
pe, & mifein fuga Murcimuro Signorotto in
Croatia ; il quale con iffiejfe correrie cantra lecon
tientioni danailpuafìo al contado di Zara; &
dapoi, andando intorno con l armata a tutta la ri
uieradi D almaria , & d’Iilria , laquale fotto
la guida del padre era uenuta alla diuotione de i
Venetiani j la uifitò quafi 3 che per uoler ricono -
DI V I N E G I A. 49
(cere lo flato della prouincia ; coflrignendo ì cit-
tadini a giurare di nuouo, che perpetuamente fa*
rebheno flati nella fide de’ Venetidnijiellaqua*
le una uolta erano uenuti , & non hauerebbeno
comportato , che niuuo hauefje fatto uouità can-
tra la Signoria dì Vinegia . Efjendogh riufcite
(juefte cofe fecondo il juo defiderio , poi che egli
fu ritornato di D di matta , l'ottimo Prencipe t
che di ciò punto non figuardaua ,fu con una uitu
perofa congiura dffalito da Domenico Ftabani*
cOj & rajdgli la barba , il quintodeeimo anno ,
ch’egli haueagouer.natofolo la Repubkcafu con
finato in Grècia, dome morì di la d poco tempo .
PIETRO CENT RUNICO
DOGE XXVII.
I e t r. o Centranico , ouer
Barbolanofu creato Doge l’an
no m x x 1 1 1 1 . ejfindo allho
ra la Republica , & ih cd fi >
& fiori poco pacefica , parte »
per la federata congiura fitta
cantra l’ottimo vrencipe , e’i fuo iiigiùflo esfi-
lioj & parte per le guerre Jequali foprasìauano
di fiori j allequali s’haueua d re filiere con gran-
disfime for^e . Cojlui per la prima ,hauendo
acquetate le congiure, fi sfurio di riducere lo fla
to dcìla. città alla concordia di prima , quando in
quedo mezzo Pepo dì Aquilegia affiatando
all’improuifio Grado fornito col pr e fidio de ’ Ve -
netiani>per l’affen^a d’Or fio fratello del Patriar
caOtone cacciato, dentale temea di qualche trat
tato della contrariafattione,prefie Camello, al-
cuni dicono, che Camello fu prefi à nome d’Orfo,
mentre che fiteneuaperVenetiani ;maquedo
fi saper certo, che Corrado. Imperadore , j finto
da Pepo, in quel tempo fu molto nimico à i Vene
ti am , & fece loro gran contrado , Ora , efj en -
do la Republica in quefio dato, il Centranico,ha
uendo gouer nato quattro anni ,pr e fio dal popolo
(per quel , che fi dice ) per configli*) d’Orfi Pa-
triarca di Grado, leuatogli la barba, & uefiito
in habito di monaco, fu mandato in esfilio , Dop
po, ch’egli fu cacciato, ilgoumq della Repubh-
ca per commis filone del popolo fu dato à Or [ò, fin
che Ot onejuo fiat elio, à cui erano dati ambafeta
dori <t dim andarlo ,f offe tornato nella patria .
Ma poco prima, ch’egli arriuafje quiui,trouaro-
no , ch’egli era morto in Grecia -, laqual cofa fu
creduta, che quafi di uolerdi Dio incontrale al
la citta, che l’hatteua ben meritato ; fi come in ■*
degna, ch’ella era di rihauere un tanto huomo j
ilcpiale, bàttendo si ottimamente meritato della
Republica, col padre fio, huomo molto da bene ,
sì indegnamente era (lato cacciato in esfilio.Per
che Or fu fuo fratello .intendendo la morte di lui,
renontto tl magistrato j nella cui afjen%a Dome
tiico Or [colo ,ilquale era Sltettisfimo parente di
Otone, temerariamente occupo il Prencipato;ma
efrli durò poco in quella felicità . Percioche il dì
feguent e, ch'egli hauea ufurpato il Magistrato ,
[cacciato dal popolo , ricordeuole della jua liber-
tà, fi fa 1 uo fuggendo , &prefe minutano esfì-
lio à Rauenna , doue morì poco dapoi.
DOMENICO E I kABkAN ICO
y DOGE XXVIJI.
Omenico Fiabanico , fu
creato Doge à noce di popolo .
Cofìuìfu cagione di far cac-
ciare Otone, & pere io, quan-
do Orjo Patriarca di Grado
gouernaua la Republica > s'e-
ra partito della città ; ilquale poco dapoi , co-
sì uolendo tl popolo, fu richiamato . Hauen-
do egli adunque prefo il gouerno della Repu-
blica ,propofe innanzi al popolo, che la fami-
glia Orfeola , come fcattdalofa , & contraria
alla quiete della città , fi deuefje cacciar di Vi-
negia; & per publico decreto [offe ordinato ,
ch'ella non potejje hauere ne il Prenci fato , ne
ft VITE DE* PR.ENCIPT
Magjflrati, ne dignità alcuna; & ciò fu facil-
mente ordinato dalla ingrata moltitudine fatta-
le fi ricordò poco degli antichi meriti di quella
famiglia uerfo di lei . Fu quefto Doge anco au-
tore di leuare dalla Republica iufanz^di piglia
re compagno nel Prericipato • Quejìe cofe furo-
no fatte in cafa, &fuort in quei dieci anni , che
egligouerno lo flato . ilquale fi morì confuma-
to dalla uecchiexzd.
DOMENICO CONT^CRI N I
doge XXIX.
Omenico Contariniifu crea
to poi Doge l'anno m x l i 1 1 1.
xAl tempo di coftui 3 effendofì
dati i Zar afilli^ nbellandcfi da ’
Venetianijol fignor di Croatia,
o ( come uofrlionu alcuni ) al Re
d’Vngheria, il Doge, hauendo armato un gran
numero di nauigli^pafb in Dalmatia ; & mej-
fofe all’afjedio di Zara; finalmente laprefe per
for%a; onde per la fama di quella eofa fV altre
città di DalmdtidfequalifldUdno per ribellar fi,
fi mantennero in fede . Pepo d’aquilegia anco-
ra , ilquale in quel tempo danneggiaua tutto il
paefe intorno à Grado , combatte finalmente il
luogo, (9* hauendo prefa la città , le fece molto
' maggior
/
' T> I V I N E C ! A fi
maggior danno, che primd. I V erteti ani, offen-
do per far uendetta di Rutila, ingiuria. , prima,
mandarono ambafiadon al Pdpa a doler fi della
ingiuria, che Pepo hauea lor fatta . Onde il Pa-
pa o-li comando, che fi deueffe rimanere di far
lor ingiuria , & rendeffe loro ogni cofa . Perche
Pepo, temendo , fe ciò non faceva, che i V enetia -
ni non fi uendtc afferò di quella ingiuria con l’ar
mi, ubidì il Papa,& refi it vi ogni cofa . Dice fi,
che in cjuel tempo Papa Benedetto venne a Vt~
negia,per ufitare il corpo di San Marco ; & che
egli cotte effe molti , & grandi s fimi privilegi al
la fua chiefit, & a molte altre chiefedi Santi . »
Dicefi ancora , che al tempo pure di coftui,Ro^
herto Gui fardo, di natione N ormando , huomo
allhora potente in Italia , fece molte battaglie in
Puglia coVenetiani . Qvefte cofe fi fecero al
tempo del Contar ini, ilquale morì l’anno xxvi.
'del fio Prencipato .
DOMENICO SILVIO
DOGE XXX.
Omenico Silvio fu fatto
dal popolo. Sotto lagui
cjueflo Prencipe dicefi,
che i Normandi furono caccia
ti della Dalmatia , & che i
*4 VITE DE’ PRENCI? I
Venetiani a inflativa di N ice foro apparecchiar
tono una armata contra i N ormando & che fe-
cero uua terribil giornata a Durazjzp ajfediato
da loro ; & finalmente, hauendo sbarattata l'ar
mata de i nimici , e] fendo le naui parte prefeg?ar
te fommerfe, òmeffe in finga , s'acqui fio botto-
rata uittoriajaquale cofio molto alla Signoria di
Vinegia ; percioche , hauendo i nimici rifatta l'ar
mata loro ,poco dapoi, hauendo prefo Dura%X9>
quafi in quel medefimo luogo, ma con molto dif-
ferente fucceffo fi fece giornata; doue i Venetia-
tti, effendo uinti, hebbero una gran rotta, tal che
d y una grande numero fa armata , efjendone
affogati molti, parecchi morti, graffai sfimi fat
ti prigioni, pochi fe ne faluarono.Per laqual co-
fa, tornando il Doge nella città , il popolo lo fri -
uo della dignità , l'anno ter%odecimo del fito
Pr etici pato. Alcuni dicono , che quefia rotta non
fu fi grande , ma, che Id giornata fu [anguinofa
dall 'una, & l'altra parte , & finalmente uin -
cendo i N or mandi , i Venetiani fuggendo fmon-
tarono in terra , & che il Doge non fu pr iua-
tQ del Maviflrato ; ma che morì l'anno
^ j f r • >
xxiii . del juo reggimento , &
fu honoratamente fepolto in
San Marco .
DI V I N E G I A. SS
VITALE F^CLIERO
doge XXXI.
Itale 'Fdliero , fu creato
poi Doge . Codui , pre/ò che
egli hebbe il Magidrato Quin-
to mandando ambafiiadori ad
A'iefjo Imperadore di C odati
tinopoli, ottenne > ch'egli con -
cedejfe in perpetuo alla Signoria di Vinegia lo
imperio della Dalmatia , & della Croatia trat-
to delle mani degli affasfmi , & che i V enetid-
ni leggittimamente poffcdejjero quei luoghisgli
ambafiiadori mandati d quedo , furono Dome-
nico Dandolo 3 ^tndrea Michiele , & Giaco-
mo Orio, iquali facilmente impetrarono ogni co
fa. In quello tempo Arrigo Imperadore d’Ita
lia j uenne dàTreuigi a Vinegia, a uedere la fa
[ rredia di San Marco ; percioche poco dianzi, di
cefi, che S, Marco per miracolo ; hauendo trat-
to fiora un braccio di terra, o del muro ,
sera modrato a i cittadini.il F alerio
anco rinouo Loreto rumato per la
uecchicx^a, tlqudle mori
poi l'anno x 1 1 1 .del ,
fuo Prenci -
p.tto .
Y ;
\
$6 VITE DE’ P RE N CIP f
VITALE MIC'HIELE
DOGE XXXII.
I tale Mi chi el 3 egli fu fofli
tuito Doge Vanno mxcvi.
tepo di cojlui j ejjendo aìlhora
Papa Vrbano 3 ilqual cofortaua
tutti i Precipi Chrijhani d ra
cquiflar terra Sata da gV infe-
deli 3 fu fatta una grosfisfima armata, et la mag
giore, che mai fifacejfe & mandata in Sona $
lacuale fi dice 3 che furono dugento nauiglt d 3 ogni
fòrte 3 de quali furono Capitani irrigo Conta-
rmi Michiele figlimi del Doge . Ora 3 ef
fèndo arriuata V armata d Rodij & effendo prò -
uocati i V enetiani da Pifani dicefi 3 che fi fece
unagroffa giornata ; doue i Pifani uinti perde-
rono xviii. nani prefe da i V enetiani ; nelle-
quali furono prefe quattro mila huomini 3 & po-
co dapoi i V enetiani refhtuirono l'armata&la
fciarono anco i prigioni ritenendo per oftagi
fellamente x xx. de 1 piu nobili. Hauendopoi
menatali 3 armata in Ionia , iV enetiani prefero la
città delle Smirre abbandonata di prefedio. Di
qui fu portato il corpo di San Nicolò d Vinegia,
& pollo nella fua chiefà a Lito . I V enetiani poi
partendo dalle S mirre & fcorrendo la riuiera
D'PVI N E G I A. $~]
del mar di Panfilia, & di Cilicia 3 fen andaro-
no in Soria, & fefcero al porto del Zaffo 3 ba-
ttendo eglino in quefto meT^o aiutato di uitto -
uagliaper mare i Capitani Chrifliani 3 icjuali af
fediauano Gierufalem 3 dal Zaffo lafciando l’ar
mata fe n andarono per terra a Gierufalem 3 &*
prefero alone citta marit'tma ; & pojlo qui
il prefìdio de ’ Francefi 3 a ffediarono Cai fa città
uicina à T olemaidejaqual città prefero 3 hauen-
do prima dcquijlata T iberiade . ncor che alcu-
ni dicano 3 che quefle e/peditioni furono de* Fran
cefi , & non de Venetiani ; altri uogliono dire >
ch’elle furono fatte in compagnia ctdll’una 3 &
idltra parte in Soria. Fornite quefle cofe 3 l’ar-
mata fu tornata a cafd . In quel tempo il corpo
di Santo ifidorofu pofto in san S dittatore. I Ve
netianij hauendo prima fatto legd con Calama -
no figliuolo del Re d’Vngheria 3 andarono contra
i Normandi 3 iquali fotta laguida di Ruggieri
fratello di Boemundo trauagliauano la rimerà
di Grecia 3 & di Dalmatia } & alla prima giun
ta di guerra pigliarono Brindifi;& lafciato qui-
tti prefìdio, empiendo tutta la contrada mariti-
madi lpauento 3 & di rubberie, poco da poi ritcr
narono l'armata à cafd carica di preda. In que-
Jìo tempo ancora , Matilde donna iUuftre della
famiglia diSigijredo 3 ej fendo aiutata con far-
58 VITE DE* PREMCIPT
mata da i Venetiam 3 <& battendo con e/fa prefd
Ferrara jconcefje efentione perpetua à i Venendo-
vi in cjuella città , per la uittona , ch'ella haueud
acaudata con l'aiuto loro. Fatto aduncjue quc-
fte opere , Vitale fi morì finito il quarto anno
del Juo Prencipato •
ORD E l^fF O FkAL I ERO
doge XXX III,
R d e la f o F alierò *prefi il
Prencipato l'anno mci. il
primo anno del Juo reggimen
to , mandata di nuouo ma grò f
[a armata in Sona; col cui aiti
to Baldouino prefe rolematde;
& poi che l'hebbe prefa 3 dicono 3 che l'armata
s'accoflo à Sidone j & fi congiunfe con le genti di
terra di Baldouino ; con le cui forze Sidone fu
prefa in termine di pochi giorni* Fu prefo anco
Baruttij ma con grande uccifìone . Perche Bai -
dottino j moffo per quede magnifiche prodezze*
conce ffe a i Veneti ani in Tolemaide la chiefa * la
piazzò* & la loggia j & quitti mero , & mido
imperio infieme co 1 Francefi diede à i Venetia-
tti ; nefolamenteinuna città , ma in tutto'l Re-
gno di Gierufalemj aggiungendoui di molti pri-
uilegij . In quel mede fimo tempo ancora , dicefi ,
D I V I N L G I A. *9
che molti, & grandi priuilegij d’efèntioni furo-
no ottenuti da sArrigo,& a ciò furono mandati
Vital Faliero , Stefano More fini, & Orfo Giu
Jliniano . Di cjuefto tempo pure i Padouani con
l'aiuto de ’ T reuigiani , & de 1 Rauignani,m off-
ro guerra a Venetiani , ejfendo nata allhora, co-
me dell' altre uolte,la cagione della guerra per
confini; andarono i Venetiani a incontrarli alla •
torredalle Btbbe ; doue , e/Jendofi fatte alcune
fcaramuccie , alla fine fi uenne a giornata , &
la uittoria fu de 1 Venetiani . Seicento de’ rimi-
ci uennero nelle mari de ’ uincitori, perche i Pa -
douani, hauendoriceuuta cjuejla rotta, ricor fero
per aiuto ad irrigo; ilquale,moffoà i pyieghi
loro, fece sì con gli ambafeiadori Venetiani Jcjua
li erano iti a franarlo in Verona , che i Venetia -
ni, & i Padouani lafciaffero le lor differenze ,
& i ìàbiliti i con fri , fi rimaneffero da ogni di -
feordia. Dicefi ancoraché incjuel tempo s'acce-
fe un grandi s fimo fuoco nella città,ilquale ne con
fumo, & rumò una buona parte. Et di là à poco
tempo, s’apprefe uri altro fuoco in Vinegia molto
maggiore del primo; Uguale fi dice , che abbru-
ciò Jedeci I fole della città, da San Lorenzofno à
San Baffo, con parte del palazzi Ducale. Di-
cefi ancora , che in quel tempo arfe Malamocco ,
molte pietre, & colonne, con uolonta de i Vene-
E iiij
tfo T TE he’ PRINCIPI '•
tidni furono portate à Chioderia , per la fabriea
de ’ publici edificij. Da Saudiano di Malamoc
co gran numero di monaci andò in San Seruolo .
Gradetti I Grademchi edificarono una bellisfima chiefd
thi edtf- a san Cipriano in Murano per moni fiero di mo-
Iheft dt nac ^ e > Squali feruiuano anco al medefimo San
san ci - Cipriano in Malamocco. 1 Badoeri ancora fa-
fnano m (y r i C arono à loro fbefe la chiefd , e 7 moniftero di
i Badoei Santa Croce, In quel me de fimo tempo ancorai
ri edifi - Zaratini, hauendo cacciato il magifìrato ,fi ri -
“nefandi Sellarono dai Veuetiani a Calomano Re d’Vn -
Santa a ro gheria,ilquale, hauendo anco rotto l accordo 3 en*
tro in Dalmatia, & la foggiogo qua fi tutta , &
per gratificar fi i popoli alienati da' V enetiani 3
dono per publico bando la libertà à tutti i Dal -
matini; & poi tornato in Vnghena , ammalò
di fubitafebre , & morì; perche , intendendo ’bt
morte di lui , coloro, eh’ erano flati lafciati in pre
f,d io, temendo de’ Venetiani ,che lor ueniuano
addofjo, rotti, & mesfi in fuga, abbandonarono
tutta la Dalmatia . Et Zara fu combattuta
racquifìatadaiVenetiani . Fu poi menatoi ef-
ferato a Sabenico, che in quel tumulto anch’egli
s’era ribellato , &fu racquietato,^ sfdfciato di
mura;& co fi gli altri luoghi della Dalmatia ri
tornarono fotto la Signoria di Vinegid.Pace fica-
ia finalmente la prouincia , & allargati i confi l-
Di V I N E G r A 6t
flit perciò ch’egli hauea pafjate le montagne di
Crodtia, & figgilo con t armi tutto cio^ eh 3 è
fra terra , Ordeiafo torno con l’ effercito fatuo a
Vinegidj battendo menati f eco molti de * primi
huomini di Schiauomaàguifii di trionfo . Ma
rallegrerà di quella vittoria, & al Doge , &
alla città durò poco tempo; perciocbeuenne nuo-
vo effercito d’Vngheria in Dalmatia; per laquol
cofa Ordeiafo, & tutta la città , notigli pareti -
, do, che foffe punto da perder tempo ,pafiò con una
armata, & con uno effercito molto maggior ,che
prima, & hauendo trovati i nimici
Zara, fi fece una ternbil giornata f i
uant ao giocando Ordeiafo^, bravamente com-
battendo nelle pripie file ; doue eragrandisfimò
pericolo, morì ferito d’un dardo . I Venetiani >
sbigottiti per la morte del Dorè , fi dtfor dina-
rono, & mi fero in fuga ;& in quella battaglia
molti ne Jurotio morti ,& molti piu fatti pri-
gioni; perche la città , hauendo bauuta la nuova
di quella rotta , tutta addolorata , & poftd in
gran penfiero di difendere il paefi , deliberò di
mandare quanto prima ambafiiadori al Re , dal
quale impetraJJer.o pace, ò almeno tregua, per
qualche tempo . Gli ambafiiadori à ciò manda-
ti furono, Vitdl Faliero , Or fatto Giuftinidno ,
& Marino Morefwi , icjuah fecero tregua col
apprefoà
iza aleuti
VITE DE* PR.ENCIPT
Re per cinque anni . il corpo d'Ordelafofu por-
tato à Vinegia l'anno decimonono del fuo Prenci-
patOj & honoratamente fepolto in San Marco .
DOMENICO MIC HI ELE
DOGE X X X 1 1 1 1 .
Omenico Michiele^fu crea - ,
to Doge fanno mcxx. Sco-
ttiti Baldouino mandò fuoi amba
(ciadori , à pregarlo ^ch'egli paf-
fajfe in Sfiajcon la maggiore
armata , ch'egli potejje j&gli
p'omifcgran premij ; percioche fi uedeua^fe non
giunge ua l'aiuto de' Venetiani j che i Chrifliani
non poteuano ritener piu lecofe } eh' e s fi haueua-
tio acquijlate in Sorta . S pena furono uditigli
ambafeiadorij che s'hebbe tmoua , come Baldom-
tto era ttato prefo da Balocco Re de' Parti , col
quale egli era uenuto à giornata , & menato à
Cara . Per laqual cofa Papa Cahtto, mofjo dal-
la grandezza del pericolo > e f/endo le cofe de i
Chrittiani in Soria in g randisfimo difordine ,
mandò ambafciadori al Doge Domenico } &ài
Venetiani pregandoli j che quanto piu tojlo man
daffero una grosjisfima armata in Sfia a difen « «
dere lo ttato de * Chrittiani ; & per confortarli
d ciòj &per piu inclinanti tutta la città , dico-
i
b 1 V r N E G I A . 6 j
fcOj che’l Vefcouo di commisfione del Prencipe ,
fece una grauisfima oratione, & tutta piena di
pietà , & di religione al popolo, per laquale tut-
i ta quanta la città fi commoffe talmente, che tut-
ti /libito fi rifolfero,che s’ ordina/] e, & mandaf-
fe una grosfisfima armata . Furono adunque
armate ( come fir tuono alcuni') cento galee , &
fecondo altri, dugento;& prima s’andò in Dal-
mata, & quiut leuato le ciurme , il Doge con
buoni sfimo tempo giuri fe in Cipri * Doueaui-
fato della grande armata de’ nimici , laquale fi
dice, che fu di fettecento nauigli ,& ch’era al
Zaffo, animofamenteandò contra di loro , ^€f-
fediauano allhora i Barbari il Zaffo , ch’era ve-
nuta alla deuotionede ’ Chniliamf talché, eff e fi-
do p refi) il porto per mare&pcr terra, & e fclu
fi d’ogni parte gli aiuti , i mi feri cittadini erano
sformati à renderfi toflo, quando il Michiele fu
bito, & con gran furia affali i nimici ; & in-
contanente, prima che le naui de’ nimici fi met-
te/fero in punto per combattere, effendo eglino
parte prefi, parte morti, & l’armata tutta
* sbarrattata , vinti levarono l’affedio . alcuni
dicono , che fi combattè foto con dugento nani di
nimici in alto mare , & che una parte fi portò
ualorofamente * & la battaglia durò ben due bo-
re con grandi sfi ma uccifione , Et fimilmente
- 6^ .VITE DE* P R:£ N C H» I
che effendo nìnti i nimici prefa la natte Capitana
con molte altre, il Doge Michiele letto l’affedio
dal Zaffo . . Pochi giorni dapoi il Michiele Je-
guendo x. nautgrojje della medesima natione, ca
riche di mercanti e fitto in alto mare , le conqui-
do, & battendo partito il ricchisfimo bottino fra
le ciurme, fe n andò poi <tTtro;& quitti, effen-
do tratta la forte i Venetiani prefero d combat-
terla ;& hauendola afjediata, finalmente Ireb-
bero, ma con pinguino fi uittoria ; efje ndofi pri-
ma convenuti con ^rimondo, che a t Venetiani
1 toccaffe la meta di Tiro, & d'^Tfcalone, bico-
rne dicono alcuni) la terza parte ,fe per 'opera
loro elle tieni nano in mano de’ ChriÙiani , con
molti altri grandisfimi priuilegij in Soria. Ma
Emanuel Imperadore de’ Greci ,inuidiando si
gran uittoria à i Venetiani, iquali haueuano al -
Ihora tutto l’honore , e’I nome delle cofe fatte in
Soria, cominciò a muouer guerra aperta contra
diloro,& comandò d i Venetiani ,che leuajje-
ro il venerale dell’ armata loro di Soria ; ilqttale,
facendo quanto gli era commeffo ,tutto adirato ,
mentre ch’egli pajjaua da Podi , perciocbei Ro-
diotti notigli haueuano uoluto dar uitt oliagli a ,
prefe la terra per forza, £?* lafaccheggio;quin -
di, effendo itod Scio , onde ne fu portato il corpo
di San Teodoro d Vinegia, la trattò della mede fi.
ma marnerò . , Menato poi L'armata à Samo ,
quindi à Mett elmo ,& <Andro,I fole dell'lm-
peradore , le focheggiò tutte . Fortifico Mo -
done ancora {fogliato di prefìdio. fidando poi
m Dalmatia , racquietò Zara , onde era flato
cacciato il magiClrato Venetiano ; & poi che
Vhebbe racquietata, perche ella fi ffe effempio al -
V altre, ne focheggiò la maggior parte. ^ fcqui
{lo ancora Spalato , & Trai t tolto àgli Vnghe-
ri, alla Signoria di Vinegia . Portò oltra di que
{io nella patria feco una pietra;sà laquale, dicef -
fi, che fedette uoflro Signor iesv c h r i s t o .
Hauendo fatte quefle tante ,&cofi prandi co-
fe, ritornando l'armata a faluamento , il Michie -
le entro nella citta; doue , pubicamente ragio-
nando, & rendendo conto delle cofe fatte da lui,
con honoreuoli parole fu da 3 Senatori , & da gir
ordini di tutta la citta lodato, &ringratiato.
iAl tempo di lui ancora, fu edificata la chiefa/l
moniflero della Carità , Fu portato anco il cor-
po di San Donatola Pera à V in evia . Et , ha-
uendo quefto Prencipe gouernato undici anni la
Repubica, morì feicisfimo; e'I corpo fuofuho-
norat amente fepolto dinanzi alla .chtefa di San
Giorgio, doue hoggidì è ancora .
66 VITE DE PR.ENCIP!
PIETRO POLONI
DOGE XXXV,
7 e tr. o Polòni j genero del
Michiele mortogli fucceffe
nel Precipato, l’anno mcxxxi.
tempo di co fini la citfd
! di Fdno uenne fi òtto la Signo -
rid di Vincgia, BonfiglioMi
chicle, ilqttaTe erd priore di Sdn Saluatore ,pr e-
fe U regola, & Vhahito de’ Canonici , injìeme
, con tutti gli altri, che miniflrdUdno quitti le co -
fe [acre . Bel cui nuouo infiituto fu autore Pa-
pa Innocentio, & la loro ehi e fd fu confdcrata
poi daPdpa isflefjdndro quarto . Pietro Gdti -
lofi ancora edifico la ehiefa di San Clemente in
canale Or fdno. Nacquero in quel tempo gr dui fi
fime d fiordi e tra Venetiani , & Pifam , & la
cagione di ciò dicono, che fu quellagiornata , che
fece Michiele figliuol del Prencipe Vitale a Ro-
di jnelidquale i Pifani fpogliati quafì di tutta l’ar
mata,pareud, chehaue/Jero ritenuto una grande
ingiuriò . Molte, & diuerfe furono le rotte da-
te , & riceuute fra l’una parte , & V altra ;
firebheno fiate anco molto maggiori, fe non f of-
fe ualuta l’duttorità del Papa , ad acquetar gli
odij dell’uno, & l’altro popolo . Diceji ancora ,
1
> DIVlNEGlA. <?7
c he in quel mede fimo tempo fi combattè co ’ Pado
*r u<mì> Ò* l* cagione nacque per tagliare il fiume
a Sant’l lario ; tiellaqual guerra, effendo Guido
i da Monteccbio Capitano delle genti da terra^ fe-
ce fi fanguinofa giornata fra l’una 3 & l'altra
jt parte . Finalmente j tfjtndo rotti i nimici , da
trecento cinquanta ne furono menati a Vinegia .
Ma jpercioche i primi della città humilmcnte
fitpplicauano 3 & dauano la colpa di hauer ta-
gliato il fiume ad alcuni prefontuofi plebei 3 tutti
. quanti i prigioni furono reilituiti . In queflo
medefimo tempo ancora a inftan%a d' Emanuel
Imperadore di Grecia [ 3 che mandò fuoi amba-
fciadori fu apparecchiata una armata cantra
Ruggieri Re di Sicilia . Percioche coftui spar-
tito aa Otranto , uenne à Corfu 3 & bduendolu ac-
quieto con iarmijpafb nella Morea 3 dotte fe-
ce di molti danni j quindi pafjato in Saromco 3 mi
fi quafi tutto’ L paefi à ferro , & fuoco circa il
golfo diC or anto . ridando poi all’Efitmilio ,
riempie ogni cofa di jf>auento 3 & di rubbarie .
Prefi perfora ancora 3 &* fiaccherò Tebe ,
finalmente fece ogni forte di male tra il gol-
fi) Euboeo , & la contrada di Bcotia 3 laqual fi
chiama Fotide . Efjendo adunque le cofe dello
. Imperio in quefto modo mal trattate ^Emanuel
ricorfe all’aiuto de’ V enetiam, da’ quali per fuoi
' '68 VITE de’ P R E N C f P I
ambafiiadori ottenne jch' eglino per ragione del
l’antica amichi a loro, foccorrejjero allo flato fio
trauagliato. Fu ordinata adunque una groffa
armata ; laqltale, efflndo menata fuor del porto ,
il Dorè Polani fubito moffe cantra il nimico,
quando in queflo mezjZP j offendo alquanto tra -
vagliata l’armata per la burafca , & perciò fa-
rti andofl nel porto di Caorle, il Prenctpe amma-
lio ,& cofi, la fidando Giouanm fuo fratello 3 &
Feineri fuo figliuolo al gouerno deliarmata }
egli fi ne torno dVmegia. Emanuel anch’egli,
hauendo meffo infieme buon numero di nauigli,
sfattone Capitano un de’ fuoi, ejjo con Urenti
di terra fi n’andò in Albania , & s accam-
po a Butintrò . Ma i Veneti ani , hauendo mor-
ti molti dei nimici , & affai s fimi feriti , pre-
fero per fur%a Corfu , & hauendo meffo qui -
ui grcfjò prefidio , l’armata Venetiana pafiò
in Sicilia . Nellaquale ifola i Venetiani, met-
tendo ogni co fa a ferro , & fuoco, fecero ogni
forte di male . Molti huomitii della I fila fu-
rono menati prigioni , furono tagliati gli al-
beri, & le piante , & aff disfiime co fi abbrucia-
te, <& à quefto modo fi truoua, che l’Imperio de
la Grecia fu in quel tempo difefi, come di mol-
te altre uolte , coniarmi' de Venetiani . Fatte
quelle cofe il Doge fi morì di quel male , ch’egli
DI V I N H G U* 69
baueua acquidato di fuora ,
DOMENICO MO RESINI
POGE XXXVI.
Omenico Morefini hebbc
poi il Principato 3 l'anno m g-
x l v 1 1 1 . l tempo di co-
fhii alcune galee 3 lequah erano
(late mandate contra 1 corfali,
prefèro cinque nani ^Anconi-
tane Jequali trauagliauaao il mareconrubberie .
Gmfcardo Capitan d'effe fatto prigione ,fu im-
piccato per Ugola. In quel medefimo tempo 3 in-
cominciosfi a edificare 3 & fondare il campanile ,
ch'è sàia piazza di San Marco 3 oper a uer amen
te marauigltofa. ilfigliuol del Doge 3 & Ma-
nn Gradenico 3 furono mandati con xl. naui
contragli huomini di Pola 3 & altri babitadori
d'Jdria, tquali fcorreuano rubbando il golfo ri-
cino. Effendo afjediata Pola 3 i cittadini diman-
darono la pace 3 laquale fu lorconceffa con que-
fte conditioni , ch'esfi portajjero og ni anno due
mila libre d'olio alia chiefa di San Marco. sA*
Parentini ancora, fu dato carico 3 che ogni uolta -
che'l Doge andana alla guerra, esfifoffero tenu-
ti d dargli aiuto. I None fi ancora di pagare ogni
anno certo tributo d'olio, & dare aiuto . Gli *An-
F
70 ' VITE DE 1 PRENCIPI
e onitanì fìmilmente fecero in quel tempo lega
co’ V enetiani ,• & fu fatto l’accordo con Gughel
mo Re di Sicilia, ilquale concefje molte efentio -
ni di V enetiani ,che traficaffero in Sicilia . il
monìjìero della Madonna , doue Hanno i Croce -
chieri, fu edificato dalla famiglia de’ Gufjoni .
Fu edificata ancora in quel tempo la chiefa di
San Matteo lA'poflolo . Queftecofe fi fecero in
cafa, & fuori, ejfendo Doge il Morefini. llquaU
morì l’ ottano anno del fuo Prencipato.
/ ;
VITiALE michele
DOGE XXXVII.
/tale Michi eie Secondo, fuc^
ceffe nel Prencipato l’anno m o
evi. Per opera di coftui i Pi -
[ani, pofla da parte orni gara paf
fiat a,fi fecero amici de’ Venetia-
ni ; & effendo lui Doge, i V ene-
tiani pre fero la protettione di Papa ^fleJJ andrò
T erxo, contra Federico Barbaroffa , ilquale fa J
uoriua Ottauiano Antipapa; per laqual nouitd ,
pigliando ardire i Padouani, Verone fi, Fer
rarefi s accompagnarono infi e me, & ajfaltaro-
no, & prefero Capo d’argere. Ma, ufcendo con-
tradi loro l’ efferato Veneti ano, la terra fin fac -
oheggiata&gli huomim d’effa menati prigioni.
(^ 7 * i ritmici fi partirono con paura. I Venetiani,
non battendo trottato il nimico, affamarono il ter-
ritorio d'^dna, e tutto lo mijero d ferro , &
fuoco. Et ancora Vinco Patriarca d } Aquilegia
prefe Grado ; tlcjuale fitbito da Venetiani , che
gli guttifero addojfo, cppreffo,fu menato à Vinc-
aia con dodici canonici ,&con molti altri de i
piu nobili. Et poco dapoi fu lafciato 3 con quefte
conditiom , ctie&h mandafleoo-ni anno à'un certo
. jj , . .
giorno un toro con dieci porci a Vtnegia ; icjuau
in prefen^adi tuttofi popolo s’ am w azzufferò d.
perpetua memoria di quella cofa. Ma alcuni fo-
no, che attnbuijcom quefta imprefa ad Angelo
Particiaco. Inquejlo tempo Emanuel Impera-
doremoffe ruma guerra d i Venetiani ; perciò
che coftui , fingendo , che gli fofje m offa guerra.'
da Guglielmo Re di Sicilia , d cui egli baueua-
promejjalafghuolaper moglie , dim andò d i Ve
netiani , che gli mandaffero aiuto di genti. La -
qual cofa, ejjendogh negatada iVenetiani per-
ciò che poco dianzi haueuano fatto pace , & ac-
cordo con quel Re ; fubito l’Imperador e sparen-
dogli hauere hauuto dacioquafi leggittima oc -
cajione di muouer guerra ,per publico editto li -
centib di Grecia tutti i mercatanti Venetiani ,
& incontanente con andarui fopra tolfè loroSpa
lato , R agugi a ,e Traù; & poi. per maggiore in-
F i]
7* VITI DE’ P KENCIPI
gdnnoj ufando una malitia Greca 3 diffe d’haucr
(refe quelle citta ; per ridurre i Venetiani dWa-
micitia di prima ; mandò adunque ambafciadori
a fare intendere a i Venetiani , che ficur amente
(otejjero tr afe are per li mercati della Grecidj
perche fiddndofi i Venetiani di queUa amba fia-
ta) & fapendo benisfimo , quanto Emanuel de-
ueud ejfer grato uerjo gli amici per gli antichi
benefeijj ch’efii haueuano fatto all'Imperio , un
numero grande di nauigli 3 per difideno di gua-
dagno andò in quei luoghi . Et furono mandati
amba fc udori Sebafiian Ziani 3 & Orio Mali-
pi ero 3 perrinouar l’amicitia 3 iqualt a pena era-
no giunti a Coftantinopoli j quando Emanuel a
un giorno ordinato fò fienile tutti i Venetiani con
le naui , & C on le mercantici & confi fio i de-
nari j e tutte le cofe ; puregli dmbafctddori per-
che di ragion del mondo non fi potedno manomet
tere j furono licentiati . Innanzi lauenuta loro
per alcuni 3 iquali in quello fpauento erano fug-
giti j uenne lanuoua à Vinegia 3 che per perfidia
dello Imperadore tutti gli huominiloro con'lc
naui 3 & con le cofe loro 3 erano flati ritenuti per
tutto l'imperio della Grecia ; perche la citta 3
moffa ddcofi horribil eofa 3 riuoìgendofià uendi-
care l’ingiuria 3 fubito ordino una grojìisfima ar-
mata. Truouafi,che con marauigliofa prefi e^-
Di V I N E G I A.
XJ in termine di cento giorni s'armarono cento
galee. L 1 armata y menata fuori f otto la f corta
— * v — - 'r i J~~ , ' v "’
Tratt 3 & lo [piano , Rdccjuiftò ancora mifc
d facco Ragugia } & minò una pa^te delle mu-
ra con la torre y doue era pofla Vinfegna dell’lm
peradore. Giunto poi d Negroponte y mentre
che il Doge s' àpparecchiaua per combattere la
citta jil gouernatore dell' 1 fola , impaurito per
cofigrofja armata y difegnò d'andare co aflutia y
fapedo molto bene l'intetione d'Emanuefper im
fedire il corfo della uittoria del potentisfimo'ni -
mico y & cofi praticò col Michiele ch'egli man
dajje awbafciadori d Coflantinopoli ,afferman
do per certo jChe Emanuel non hauerebbe rifiuta-
ta niuna conditane della pace . F urono mandati
ancora il Vefcouo Squillino, & Manafe Badoe-
ro . In quello mex^o il Doge pafsò all’ I fola di
Scio , & prefe la città con tutta l'ijòla. Et per-
ciò ch'egli era in a/fet fattone della pace y & già
tieueniua il uerno } fi rimafe di far guerra can-
tra Emanuel . Ma egli , fi come quel y ch'era
molto malitiofo , non fi partendo da gl' inganni
fùoi , & moftrdudo d'hauer difiderio di pace ;
hor dim andana alcuna co fa , hor ne negaua alcu-
na y quando daua orecchie à gli ambafei adori j
F iij
.^4 vite de' p r. encipi
& quando li ributtaua , tanto che di dì indi, tra
: Mando a bello ftudio bora una co fa, & bora un al
tra, e tirando la imprefia in lungo ajjaisfimi crior
ni, uccellò i Venenum. Finalmente gli ambajcia
dori fienza batter fatto nulla ritornarono al Mi
chièle* In qnefto mezgj) una crudeltsfima pe-
fte letto del mondogran quantità di perfone , &
per quel, che fi dice, ifumi uicini , doue i Vène-
tiani andauano per acqua, furono auelenati dal -
r Imjyerddore; & per quello tutta Ì armata in*
firmo d’un graui s fimo male . Dicefi , che per
quella peftefi fpenfe tutta la famiglia de'Giu-
ìt ini ani, e fendo ufciti di quella alla guerra tut-
ti quelli, che poteuano portare arme ; imitando
in ciò i Fabij Romani , de iquali fi truoua , che
trecento fti ne morirono in una battaglia. Per-
che la città , battendo per male , che quella nobil
famiglia fi foffe /penta , per ritornarla in piedi,
coftrwfe, che un filo di quel cafito , che uera, ri
mafò , ilqualeera monaco in San Nicolo , otten -
nutafi la di/penfa della religione dal Papa a no-
me del pnblico, pigliaffe moglie . ilquale poi ,
hauendo battuto figliuoli , racquietò la famiglia
de * Giuftiniani, onde ne fino flati huomini mol
to honorati , & masfimamente à i noflri tempi
Lorenzo Giuftiniano , chiaro per finititi di ui -
ta,& per miracoli , & Leonardo , & Bernar -
DI V I N E G I A . 7*
i lo fuo figliuolo, chiarisfimi Senatori, & eccel-
lentissimi Oratori. Effendo sbigottita molto lar
mata per quella perdita, il Doge per non pare-
re di uoler minare affatto la Republica in odo,
& dapocagrine, paf'o da Scio, ci Metelino, &
' di Lì à Statimene ; da Stahmene andoà Sarò;
& perche la pejle tuttauia { Irigneua , & mol-
ti ne mori uano ogni giorno Jfauentato dalle mol
te grida, & da i grani biafimi, che fintiuadar
fi , ritorno l'armata a Vinegia la maggior par-
te confumata ,&* disfatta. Nella tornata fua,
efjendofi in un tratto ammorbata tutta la città;
affai più miferamente , che fuori in poco ffatio
di tempo morirono molte migliaia di perfine.
Effendofi adunque chiamato il popolo à confi-
tto, tutti dauano la colpa del danno riceuuto al
Doge, & lo chiamauano traditore della Repu-
blica , & boia de ' mi feri compagni , dicendo , che
per piacere all' Imperadore , egli hauea uitupe -
rofamente perduto sì honorata occafiove di tin-
toria; & quello, eh' era affai peggio, haueua mef
fa tutta l'armata in preda àgi inganni de i Gre
ci, & à laj ciarla confumare di ueleno. Perche,
gridando ogn uno, ch'egli f offe fatto morirete,
ne potendo il pouero Doge fcufarfi , & perciò ,
Heggedo com’egli era in pericolo della uita ; ufei-
to fegretamentedi con figlio, s’inui'o per andare
a San Zaccaria. Dotte s' incontrò in non so chi i
che vii diede una grandisfema ferita 3 dellaquale
inferamente morì l'anno x v 1 1. del fuo Pren -
cipato . Fu coflui per altro huomo di gran bon-
tà. il J ho mortorio fu celebrato da tutto' l po-
polo. Poi ch'egli fu morto 3 diceft , che furono
creati allhora t capi di Dieci 3 per leuare i difor -
dini j da iquali la città era feejjo trauagliata ;
& furono fatti giurare 3 che non hauerebbeno
la fiato creare niun Dove , che non fofje flato
ajfettionatn alla Repubhca . Dicono alcuni an-
cora che i capi de Dieci furono creati per uen-
dicare il pa) r iddio 3 accioche per ogni tempo t
fe alcuno hauefje manomeffo il fùpremo Magi -
JlrdtOjesfi lo punijjero di crudel fupplicìo . ^Al
cuni altri dicono 3 che allhora furono creati i qua-
ranta huominij ftjuali eleggeffero il Prencipe.
Et mentre che fefaceua lo fcortimo per creare il
Prencipe le noci quafe di tutti inchinaua -
no a Orio Malipiero 3 huomo di fingolar bon-
tà d'animo ^ dicono 3 che , come quel , che por-
taua grandisfimo amore alla patria 3 coflantife
J imamente conforto gli elettori 3 che riuòlgef-
fero il lor fauore à un'altro molto piu utile al-
la Republica 3 & quello era Sebaftiano Z ti-
ni 3 huomo ricchisfemo 3 ilquale non piamen-
te col configlio j ma con le facultà ancora in quel
ta nouita di tempi poteua giouare alla Republi-
ca. Non furono punto rifiutate quelle parole 3
percioche i Senatori j attenendofi al configlio di
luij crearono Prenci pe il Ziani.
SEB^f STIANO Zl*ÀNl\
doge xxxvii I.
Ebàstian o Ziani jCon ma-
rauigliofò confientimento de* no -
/ bili, <& del popolo 3 fu creato Do
ve * i Al principio del tempo di
coditi, furono portate di Grecia
“tre grandis fune colonne , una del
legnali , tirandofi fuor di natie , uintol* ingegno
de gli artefici 3 cafco in accjua ; V altre due per ope
raduno j cWerauenuto di Lombardia, furono nt
te su la piazza . Coditi fu il primo ancoraché
fece il ponte di Rialto , onde la S ignoti agli die-
de prouifione in uita fila , & di molti altri do-
ni . In cjuedo mezX9 Emanuel battendo intefo
la gran pede 3 eh* era data nella città 3 doppu che
era fiata menata uia Ì armata , la morte del
Prencipe ancor a, per fare ogni maniera di tradi-
mento 3 che posfibilfofiejContra i Venetiani , fin-
%a hduer ri fi etto alcuno alla ragion del mondo 3
codrinfc irrigo Dandolo 3 ch'era ambafeiado-
re a lui , a guardar tanto in bacini affocati , che
VITE de’ PRENCIPI
.egli perdeffe il lume degli occhi . Cottiti [ficcò
ancoragli Anconitani dalla lega de’ Venetiani.
Ma , hauendo eglino prefo gli Ariminefi per
compagni, i Venetiani ferrarono loro di tal modo
il mare , eh’ erano cjuafi afjediati . Effendo in
quettò flato le cofe de’ Venetiani Ja dijcordia di
Papa Aleffandro terzo con lo Imperadore Fe-
derigo diede occafione d’honorata uittoria à i Ve
rietiani . Percioche, ejfendo nato feifma tra Pa-
pa u Altjfandro , & Ottauiano Antipapa ; ejfen-
do rimejfa quei! a differenza in Federigo , &
inchinando egli d fattore dell’Antipapa, egli co-
mandò il Concilio a Diuione in Francia . Et, ha
uendo chiamati cjuiui c Alejf andrò , & Ottava-
no, percioche Alejfandro non ui uolle ire , Fe-
derigo adirato, di fc e [e in Italia con grosfis fimo
effercito 3 <& mandando innanzi l’antipapa ,
e/fo poco dapoi pafb in Lombardia ; ma innanzi
la fua uenuta, mori Ottauiano , alouale Federi-
go in odio d’ Alejftndro fotti tuì Guido da Par-
ma; & paffato il Po su le barche , entrò nel con-
tado di Bologna, & appreffaudofi con l effercito
afj ediò <Ancona,.& la pref e . Spinfe poi , come ,
jiimico uerfo Roma , per opprimere *Aleff an-
drò . 1 1 Papa , I f allentato per la fua uenuta, fr-
uitofi di due galee del Re di Sicilia, andò prima
a Gaeta , & poi à Beneuento,tiefi tenendo fica
Di V I N E C T A . 7P
ro in luogo alcuno nel re fio d'Italia , & già co-
minciando ancora hauer foretto co la fede di Gu
glieimo Re di Sicilia, pafio per Puglia , <&* andò
al monte Sant’angelo ; & di la fopra un bre -
gantino fi conduffe à Zara,& quindi traueflito
f fuggì d Vinegia , come a ultimo ricetto di li-
bertd; ne qui anco molto fidandofi tenendo fi un
toperto fetida dire altrimenti chi egli
era] flette nafcofò nel mo ni fiero della Carità ;
ma, conofciuto da un certo, che fi chiamaua Cotti
modo , & mani fe flato al Prencipe ,fu amore -
uolmente, & con grande honore, come fi conue-
niua à un Papa, nceuuto da ltu;& datogli fpe-
YtyKfh ch’egli hauer ebbe fatta la pace con Fe-
derigo, oracqui flato la dignità fua,fubito furo-
no ordinati ambafciadon à Federico ; ilquale
mandarono pregando da parte della Signoria ,
ch’egli torndffe in grafia con Papa isfltjfandvo,
perche egli hauerebbe fatto cofa molto utile a
tutti i Chriftiani , & gratis fi ma à t Venetia-
tii . Dicefi, che hauendo il Prencipe furo fuggel
lare di cera, come s’ufaua, le lettere di creaen-
. za de gli, amba fciddori à Federigo , il Papa gli
comandò, ch’elle fi fevnaffero col piombo ; laquaL
cofa ueggiamo ojferuarfiancorafno al dì d’hog -
g i . Gli ambafciadon, ejfendo iti a Federigo ,
p oi che gli hebbero ragionato di dotier far pace
SO VITE DE’ PUENCIPT
con le ff andrò 3 egli entro in colera j & diffe ,
andate, &fatc intendere al Prencipe 3 & popol
uojìro 3 come l’Imperadore Romano dimanda
loro, che gli diano nelle mani il fùo nimico 3 &*
Je toflo non gli el mandano 3 efjo li hauerd per ni -
mici dell 1 Impìr, io ;& ch’egli uolterà tutte lefor
%e file contra i Veneti ani; fi che non andarà mol
to 3 ch’esfi uederanno l’infegne dell’ Imperadore
dinanzi alla chiefa di San Marco . Gli amba -
fciadori 3 efifendo tornati 3 riferirono iafpnsfimd
rijpofta di Federigo 3 per lagnai rijpojla la cit-
tà tutta alterata 3 ordinò una armata per difen-
der* l’Imperio del mare. Mentre che adunque
la città erafolleuataall’ajfettatione d’ una tanta
guerra 3 uenne una nuoua tutta pienadifpauen-
to 3 che Otone figliuolo di Federigo era poco lon-
tano con l x x v. zalee . Perche i V enetiani 3
hauendo intefit cptefta nuoua 3 con la maggior
prejlczjzd, che poterono 3 mi fero in ordine l’ar-
mata . In queflo mez^p il Papa con tutto il
Clero j pregarono tutti buon maggio 3 & felice
battaglia al Doge, <& ài V enetiani . il vapa 3
riunito poi al Zianijch’era per falir su l’arma -
ta 3 L’honoro della fpada dorata 3 & deli’ altre in -
fegne di caualleria . Et egli , ufcendo del porto
andò à incontrare il nimico con trenta galee 3 &
battendolo trouato nella rimerà d’I Uria poco loti
%
i , : . .. •
DI VINEGIA. gl
tatto da S alboria, eh* è J otto Virano , andò br ana-
lmente àinuedirlo,& per un pe%go fi fece una
terribil giornata . Finalmente con l'aiuto di
Dio ,ilcjuale non abbandona mai chi ha giuda
cagione di guerra; l’armata de’ nimictfu rotta,
&mefja in fuga . Quarantotto galee furono
prefe, & due affocate, Otone fu fatto prigio-
ne, & con la naue reale menato a Vincita . /fa'-
o *
tornato il Z tatti, il Papa prima fi rallegro feco
della uittoria, ch’egli h altea hauuta, & hauendo
uno annello d’oro in mano, gli dijfe ; pigliate. Si-
gnor Doge, & con l’autorità miajpofarete il
mare obligatoui conqueflo pegno ;&cib perl’a-
uenire farete ogni anno un certo giorno noi ,&i
uoflri f ucce fori; accioche tutti coloro, cheh an-
no à uenire conofcano, come per ragion di guer-
ra uoi hauete il pofjefjo ,&la fignoria del ma-
re . Ora, efjendo Otone prigione, poi ch’egli heb
be promeffo,fe lo lafciauano , ch’egli hauerebbe
fatto ogni fuo sformo, perche poco dapoi il padre
ritomajfe ingratia col Papa, & co’ Venetiani ,
hauendo egli dato la fede di tornare ,gh fu con-
ceffo , ch’egli andaffe a trouare Federigo fuo pa-
dre; aericelo e fe eglipoteua lo nduccjjè all'ami-
citia del Papa, & de’ Venetiani . Effendogiun
to Otone alia prefetti di Federigo , il padre lo
riceuette con tanto maggiore allegrezza, yuan-
to piu egli h duttili dubitato della fallite di lui;
& doppo che fi furono abbracciati l'un l'altro ,
poi che heibero difcorfo alcune cofe fra loro del
modo della guerra {? che Otone htbbc giurato,
come eoli hauea fatto in quella battaglia ogni uf
fido diualorofo Capitano, ma che egli toma per
fermo, che quella rotta gli era attenuta , perche
esfi faceuano guerra à torto; fnalmente comin-
ciò d predare il pa dre, chefacefje pace con <Alef-
fimdro/? co' Veneti ani/? fi rimanefjeda quel
la (riterrà ; nellaquale egli conofccua , che nonfo-
lamente glihuomim ,ma efjo Dio , con tutti i
Santi (rii erano contra, L'imperadore , moffo di
prie<rln del figliuolo, fùbito riuolto dall'armi alla
pace , fi conuenne co'Venetiani di fa? pace con
o/ flej]andro;& hauendo (aluocondotto,fe ne uen
ne dVinegia . Pietro figliuolo del Prenctpe,andò
ad Scontrarlo con fa galee fino d Rauenna per
fargli honore . I Iquale , come fu giunto d V ine -
già, Papa leffandro dinanzi alla porta della
chiefa, fedendo fopra una fèdia indorata, affettò
Federigo, che uema uerfo di lui . Codili ,come
fu appreffatOjgettatofi iti terra baciò i piedi d'^f
leffandro, el Papa fubito lo leuò , & baciollo in
Tace que bocca .* Effetido eglino poi iti aWdltare di S .Mar
jìo autore co , Federigo humilmente dimandò perdono al
ch f pff Papa , g? l’adorò, come nero Pontefice/? Vico.
I>I V I N E a I A. 8}'<
rio di cnusro. Dicefi jch'effendo portate & fat ° 1n
due ombrelle al Papa, & aWlmperadorefiPa %*£
| pa comandò, che ne foJJe recata un'altra al Dorè ter n'piì
, di V incoia , & d/e^h perpetuamente iulaffe f» u g**
co fio, fucctfjon. Per honorarlo ancora il Papa t*Ze
dono, in cereo bianco al Prenci pe. Ne »’ andato- ?«/»«•-
m molti giorni, che Federigo , & poco dapoi ‘“f ie ‘
lejjandro, fi partirono da Vmcgia, el Papa, co- )Z°É.
me fu giunto d Roma efjendo con grande alle- dem > &
gre^a riceuuto da fio,; come egli hebbe uedu- ZZL
tof rat altre maniere d’honore certe trombe dì l’odeon
argento } uolto d coloro che ftruiuano\ comandò „ i l,lcab S
che otto di quelle trombe con altretamifiendar- i'Z’1
di d oro foj] ero portate al Doge di Vinaria in
memoria della uittoria , ch’egli hautu? acqui- £**"•
Jlata. Et tutte quefle cofe furono ritenute da’ fe.éeZ
Prencipi Veneti am con primicerio di portarle ì}Meaan
fempre . Queste cofe furono fehcisfimamente Ufo”}-*,
fatte al tempo del Ziani . listale , battendo p^bu, n 5
lentamente gouer nato la Republicdj & effendo t,hi ’ &
molto uecchio, mori l'ottano anno del fuo 'Preti-
ctpato, & fu portato cì San Giorno; attui mo-
L m rate in Marce-
ria . Egli orno ancora grandemente alle fue (he
Je la chi e fa di San Marcò, \yfllaquale arco pu- rntì,i 'A&
Ultamente diffensò dimoiti, & grandi edifica ^
intorno alla piazza. 1
84 VITE dY PR.ENCIPI - V
OR IO MiALIPl ERO '*
DOGE XXXIX,
R i o Mali fi ero fuccefje nel
vrencipato j Vanno mclxxviii.
Nel principio del fuogouemo 9 fu
fatta tregua per x. anni co 3 Pi -
fam leuati dalla lega degli <An-
com tanti iquali confidati dianzi
ìteWamicitia de 3 Pifani 9 haueuano trauagliato
molto il mare a i Veneti ani . In quel tempo
zara ribello la quarta uolta da 3 Venetiani al.
Red'Vngheria . Perche 9 effendo fubito man-
dato Vejfercito 9 & V armata contra i zaratini
in Dalmatia 9 & effendo i zdrdtini già ajji-
diati 9 Vi fole 9 & i luoghi pojli intorno alla cit -
tàj ritornarono fotto la Signoria di Vinegia . La
cittàjch 3 era fornita d’ungrojfo prefidio del Re,
foftenne un pe%£0 Vaffedio . Ejjendo occupati
i Venetiani in quella guerra, mentre che i pren-
ci pi Chrifliani fi uejtiuano Varmi 9 per ricupe-
rare Gierufalem 9 onde i Francefi erano i lati
cacciati da 3 S aracini [otto la feort a del Saladi-
no >; fu fatta tregua due anni <t conforto del Papa
con Bela Re d'Vngheria;& accioche i V enet la-
vinoti ctffaffero in così fanta t mpr e fa 9 fu ordi-
nata una grande armata 9 laquale spartendo da
Vitiejriaj
DI VINEG1A 9f
Vincaia , &* accompagnata co * Pifàui , con un
gran numero di naui, pafì'o in Scria . Furono in
quella efpedit ione Federigo Imperadorc , ilcjua-
Ic, effindefi infignorito dell’ Armeni a minore ,
poi per uolerfi Uuare, entrato di fauedut amenti,
in un fiume , u affogo dentro ; Filippo di Fran-
cia^ & Riccardo Re d’ Inghilterra , Otone Du-
ca di Borgogna, ty* di molti altri aiuti di Pren-
cipi, & dnuomini tlludrijMa u arriuarono al-
quanto doppo l’armata V enetxana, & la Pifana p
incominciarono adunque a combattere T olemai-
de coni una l'altra armata , Poi per la ue-
nuta de ’ duo Re , accompagnandofi infume gli
efferati le forzj de ’ Chrifliani fi fecero alquan
to piu gagliarde ,doue prima i chridiani haue -
nano patito in campo fame, & caredia di tutte
lecofe ; & non potendo i nimicileuar l’ affidi o,
il Saladino fi ri folfe di far giornata co’ Chndia-
tii con l’ armata; & cefi, aggiungendo l’inganno
alle forze , di primo impeto delta battaglia op-
pofe contrai Chrifliani una naue piena di ferpen
ti. Ma innanzi j che i Barbari poteffiro ufare
ajlutid alcuna , tfjetido affondata quella naue di
tianzj al porto , il redo dell’ armata fu rotto ,
& me fio infinga ; perche gli huomini della ter-
ra ; hauendo perduta la fttrcmza d’tffer foccor -
fi, s’ arre fero. Et così firacquidò Tolemaide .
t6 VITE DE’ PRENCIPI
xA Venetìani fu reflituito quel, che dianzi fé
haueuano guadagnato per ragionar di guerra .
Quefle cofe furono fatte in cafa& fuori al tem
po del Doge Orio ; ilquale Vanno nono ,ò(corne di
cono alcuni) quartodecimo del JuoPrencipatOjji
fece monaco, & mori in Santa Croce .
ARRIGO DANDOLO ’
DOGE X L . \ :
ifUGo Dandolo fu creato Do
ve da i quaranta huomini Vanno
mcxci r. iAl tempo di coflui ,
fu molto accrefciuto lo flato del-
la Signoria di Vinegia. Ve .
ronefifu tolto il trofico di Vine -
già, percioche haueuano ufato forza a i Venetia
ni, che nauigauano per l’Adige. L’ armata, per-
ch’ella haueua bi fogno di ri fioro, fu ritornata di
Sorid . I Pifani, nolgendo V armata nel golfo di
Vinegia, prefero Polo città tributaria de’ V ene^
ti ani . Perche i V enetiani di ciò molto fdegnati,
mi fero in punto l’armata , & andarono à Polo ;
& hauendo racquiflata la città, abbruciarono al
cune ndui Tofane , chetrouarono quiui. Le mu
radi Polo furono rumate, acciochei Pifani qui-
ui non fi potè fj ero piu ricouerare . V armata Ve
netiana arido poi a Modone ,per combattere con
r
DI VINEGIA. 87
le navi groffe de Pifani > lequali intendeva 3 che
partendo da PoU; erano ite quitti, Lequali^af ;
fando à mila della città , $ incontrarono ne ’ V ene .
ttantj dotte,, e [fendo rotte ; &meffe in fuga le
matti T ojcane; furono prefé due navi grojje . Et *
poco dapoi fi fece pace co’ Pifani . Fece fi in quel
tempo ancora accordo con Peregrino Patriarca
d’^À'quilegia J & per fargli piacere furono licen
fiati 1 T riuigiant , che non traficaffero in V ine - .
già . H ebbero allhora i V enetiani grande occa-
fione d’accrefcere lo { iato loro. Era in quel tem
po Imperadoredi Grecia Ifaciohuomo amici f
fimo de’ Chriftiani; hauea coflui Un fratei mina
re ; che fi chiamaua ^Aleffo, alquale<eglt fu tan~
to corte fe^ che non shaueua lafciato altro che’l
nome deli’ imperio ; ma l’ingrato fratello; dimen
ticatofi de’ i benefici; prefè à tradimento ifacio ,
& gli cauo gli occhi; & lo mi fé in prigione; &
aggiugnendo l’un delitto all’altro i'nuolfe tutto
il fuo penfi ero à uoler ammazzare un fanciulla
figliuolo del fratello ;tlquale era à pena entrato
ne’ dodici anni. Ma coÙui; aiutato da gli ami -
ci; fuggendo fi faluò. Erano nenuti in quel tem
po à Vinegia Baldouino di Fiandra , & irri-
go Conte di San Paolo ; il Duca di Sauoia ; e’i
Marche fedi Monferrato , per paffare in <yffiia
contra Turchi ; iquali fi conuennero co’ Vene -
G ij .
ti ani; che gli condite ejjlro otto mila fanti > &
quattro mila , & cinquecento cannili con le uit-
tonagli e allo tiretto di Costantinopoli . Et per
ciò promifero loro buona quantità, di denari.
Ma effendo giunti i foldatt affai piu tardi ,chc
non era icpimone di tutti , auenne , che i Capi-
tani j hauendo confumati i denari 3 iquali eglino
haueuano apparecchiati per condurre le genti ,
furono coflretti à chiedergliene in preito à i
Venetiani 3 iquali non folamente glie le preda-
rono ; ma fi dice anco , che gliene diedero in do-
no molto piu ancora ne promifero , s’esfii
uoleuano lor efferc in aiuto à racquietar la rime-
rà d’iftria , & Zara tante uolte lor ribellata .
Ond’esfi non folamente ciò concefjero ài Vene -
tiani } ma fecero ancora patto per un anno , che i
Venetiani armaffero feffanta galee per quella im
prefaj & hauendole fatte a loro Jpefe ui met-
teffero fopra i foldati ; & tutto ciò 3 che fi ra *
qmjìaffe in Dalmatia , fojje della Signoria.
DeW altre terre 3 òpreda 3 che pigltafferOjla me-
tà fola f offe dei Venetiani. Effendofe adunque
mefja in punto l’armata 3 il prencipe irrigo
fi partì da Vtnegia. ^flla prima giunta dicofi
grande armata ,ptr ciò che fi diccjche furono da
c c x l . naui 3 i T riedmi 3 &gli altri popoli
deWldria , sbigottiti , dimandarono la pace ,
DI V I N E 6 ! A. S 9
& sbarre fero al Doge ,* ilquale gli accetto coli
quefla condurne ,che gli huomini di Triefie j,
& d* V mago mdnddfiero ogni anno cinquanta
botti di nino per tributo a i Venetiani. L* arma-
ta poi pafso d Zara ; nella quale imprefa, per-
ciò che u era dentro groflo prcfidiOjfi durò gran
fatica ; & effendofi jparjo di qua & di la mol-
lo [angue , la città fu fecjfe uolte combattuta .
Finalmente la città fi racquiflò con Farmi, &
i primi di Zara autori della ribellione , furono
confinati. Mentre chei Venetiani i Capi-
tani Fr ance fi s’inuernduano a Zara , iXleJJo
fanciullo figliuolo d’ifitcio > fipragiunfè quiui
[campato dall’empie mani del ajo ; effen-
dofi lamentato molto dellingiurie, che il zjogli
faceua , cominciò à pregar tutti , che per V anti-
ca affettione di [io padre uerfio il %jo ,&per
tutti i benefic 'tj co ’ quali ftefjc uolte egli haueua
aiutati i Cbnhiani in tutto l fiuo Regno , lo uo -
leffero [occorrere ne i fimi trauagli ; & promife
loro gran quantità di dendrite di molti premij;
ajfermò loro , che racquijìato l’Imperio glie
Vhaurtbbe mantenuto. Perche i Venetiani
i Capitani Francefi , mosfi dalle lagrime , &
da i prieghi di coìtui , fi partirono di Dalma-
tia & s’auiarono uerj o Collant inopoli . Come
esfi furono partiti ,i fuorufiiti di Zara , fior-
G iij
5>0 VtfTE DE PR.ENCIPI
fero tr auagli andò 3 & rubando tutta, la riui crd
d’iflna edi Dalmatia . Perche contro^ di loro
fu apparecchiata una nuoua armata . Onde i ri-
mici , intendendo 3 eh’ ella fi metteua in punto ,
dimandando la pace 3 l’ottennero con cjuefta con-
durne 3 che mandando i figliuoli d Vinegia 3 i
fuorufeiti tornaffero nella patria che la lo-
ro Chi e fa foffe fottopofla al Patriarca di Gra-
do 3 & che ogn’anno mandajjero d donar mille
pelli di conigli al Doge di Vinegia. IVenetia-
ni 3 & i Francefij battendo paJJ'ato il Golfo 3 &
l’<yfrcipelago 3 & poi il braccio di S. Giorgio,
giunfero allo é Iretto di Coflantinopoli ; & men <.
tre che paffauano dal l’ifola di Candia 3 i Can -
diotti mandarono loro lyfmbafciadori 3 & die-
dero Vi fola ad ^Tleffo 3 ilcjuale la donò d Boni-
facio Marche fe di Monferrato fuo parente. Ef-
fendo poi iti con l'armata a Collant inopoli 3 com
batterono la città per terra 3 & per mare. Et
uolendo Teodoro genero di ^Tlefjo il Tiranno
ufcir fiora 3 lo ributtarono dentro alle mura con
grande ucci fione; &hauendo continuato Vaffal-
to due giorni 3 prefero la citta per forza. Era
fuggito di notte ^Aleffojhauendo fotterata gran
quantità d’oro apprejjo Irene fua figliuola mona
ca. Effendo adunque menato nella città %Ale[Jo
fanciullo 3 Ifacio tratto di prigione 3 con gran
fauor del popolo rihebbero l'Imperio, I quali uif
pero poco tempo ,per ciò che il padre 3 con fumato
dalla ttecchiezZJ j&* dal male, morì 3 e*l fan-
ciullo prima fu auelenatodaun certo Mirtillo
poi tagliato d pezzi , Racquietato 3 che fu
Coflantinopoli, & morti gli I mper adori 3 Bai -
donino Conte di Fiandra con l'aiuto de* Venetia-
ni 3 & de* Capitani Frane efi 3 fu creato Impera -
dorè ,xA l quale i Venetiani fòttopofero Toma -
fo Morefini per Patriarca , In quello me^J>
Bonifacio di Monferrato 3 hauendo acquiflato il
Regno di T e faglia , confortandolo à ciò Baldo -
uino; & pigliandone una gran quantità di dena-
ri, per mantenere à i compagni quel 3 che gli era
flato promeffo 3 diede ilfola di Candia à i Vene -
tiani. In tanto T omafo Patriarca di C optanti-
nopoli ritornato da Roma, poiché eglihebbe ot-
tenuto ogni co fa da Papa Innocente Terzo per
battere la confermattone di Candia ; effóndo per
andar pene in Grecia, tolte /eco quattro Galee ,
racquietò Ragugia , ebe s*era ribellata da i Ve-
netiani . Et mife prefidiain Durazgp 3 che era
flato abbandonato dagli I mper adori Greci .
Fatte quefle cofe mori irrigo l'anno decimo-
terzo del fuo Prencipato 3 & fu fepolto dinanzi
alla Chi epa di Santa Sofà,
o
cesse Doge
Coftui fu figlinolo del Do
ge Sebastiano,^ ejfendo Co-
te d'iA rbi , fu creato Prenci-
fi ’ arino mccv. In queSti
i Venenani, eh’ erano d
Cojlantinópoli, ni crearono un Podefià Venetia -
laaualcofa fu approuata in Vincaia dal Do-
Signoria. Fn fatto adunque PodeStd
zeno, ilqualefu il primo, c’hebbe quel met
V &i^ rett0 mouo * n Costantinopoli. I V enetiani
f : lt , m Co iquali attendeuano allhora molto al trafi codi ma
santino re, non potendo fare ogni cofadel publico,perpó
t ere piu comrnodamente ritenere i luoghi dell'tm
perio , iquali erano lor tocchi per uigor dell’ac-
cordo; mandato Un pubi t co editto, diedero la cu-
ra ancora d t priuati cittadini , che fi pigliaffero
quelle I fole deli Imperio, ch’esfi uoleuano. Per-
ciò che in quei luoghi, la ragione , che s’hauefjero
acqui flato con l’arme fuor che alcuni pochi, pur
che fle fiero in fede ,hauerebbeno hauuto
petuo. Onde mclti cittadini occuparono l
dell’ Arcipelago, & del Golfo. Marco
ddo, & Giacomo Viaro prefero Gallinoti
Di VINEGIA. 9t
Muriti Sa nulo con alcuni altri , che haueua tolti
per compagni, smfignorì di Nijfa, dt Paro , di
Milo, di IS! crina , & d'*Andro . Rubato Car-
cero hebbe Negroponte , & altri alcuni altri ,
luoghi* In queflo rnezgo V armata Venetia-
ita con xxxi. galee , guidata da Renieri Dan
dolo, & Ruggì et Premurino, efjendo giunta in
alto mare, s‘ incontrò in Leone Vetrario Genoue
fe,huomo in quel tempo illuflre nell'andare in
CorfojCon none galee ; perche ajfrontandoji con
lui, lo mife in rotta . il V etrano prejò,fu mena
to à Corfù, & quiui impiccato . Hauevdo rac-
quieto Cor fu, i Veneti ani, di là par tendo fi, pri-
ma prefèro Modone, & poi Corone . In quedo
mtxjtR ^frrigq chiamato per fopranome il Pe-
satore , Conte della Aiorea , confidandofi nelle
naui de ’ Genouefi , s'ingegnò di uoler pigliare
Candì a . Ma Renieri generale dell’ armata, non
fòlamcnte dijefe fljola, ma ancora ruppe quat-
tro naui di Genouefi circa la riuiera . Et i V e-
vetiani per mantenere in fede con l'arme laCan
dia ribella, l'anno m c c x i n I. mandati qui - .
ui afjaisfimi cittadini, & camalli di genti l’huo- >
mini, fanteria di plebei', la ridu [J ero in for-
ma dt colonia. Giouanni Triuifanofu manda-
to con nóue naui contra i Genouefi, iqualt traua-
ghauano molto le marine . I (quale uenuto alle
1 .i.. ■ **«. *
mani co' (limici d'intorno la Sicilia, ruppe dodi-
ci lor nani, onde poco dapoi fi fece la pace co' Ge
noxefi* N acque poi guerra co Padouam per leg
gierisfima cagione . I T riuigiani offendo flati
in lunga pace j fi come quei , che fi dilettauano di
la f ime,#* di giuochi , fecero un cafttUo fornito
di pelli in luogo di muraglia nel della
città, #* lo diedero in guardia alle fanciulle . 1
giouanetti nobili combatteuano la rocca, #* ha-
ueuano ordinato , che l'arme ,le quali s'ufauano
daWttna, #* l'altra parte, fofjero mele, pere, et
cofe filmili, in foggia di palle . A quefta uenne -
ro imitati molti Venetiani , #* da Padoua an-
cora; #* mentre che le brigate italiano à ueder
combattere il luogo, i Venetiani, effendo i primi
à entrare nel caftello, erano per piantami linfie-
gne; laqual cofa, ueggendo alcuni Padouani , #*
battendo tnuidta alla gloria de' Venetiani , tal fie-
ro l'infcgna con la figura di San Marco à colui,
che la portaua, #* mtuperof amente la (traccia-
rono, #* fiilnto luna, #* l'altra parte corfe al-
larmi,#* fàrebhefi combattuto con /angue , fi
nonché i fipraftanti del giuoco, disfacendo lafie
da, partirono la quiflione. Nondimeno lunà>
# i l altra parte fi parti adirata . Ma i Pado-
uani, cono fcendo fi d'hauere il torto, continuando
l ingiuria ,preflro i T riuigiani per compagni ,
DI V I N E G I A .
& entrati fui paefe de ' Veneti ani , ne menaro-
no gran preda , & fi mi fero d combattere la tor
re delle Bebbe ♦ 1 Venetiani , ejjendo due uolte
•ingiuriati , prefe l'arme, asfaltarono i nimici ap
prejfo alla torre, & gli mtjero in rotta Jhauendo
pre fi quattrocento di loro con V infegne da guer-
ra, iquali furono mandati d Vinegia . Ma d per
fuafionedel Patriarca d'aquilegia , fi fece la
pace con quefte cònditioni , che uenticinque di
■quelli, che nella feda di Treuigi furono i primi d
fare l' ingiuria, foff ero mandati d Vinegi a Squa-
li furono anch'esfi poco dapoi lafciati fenxa ri-
tenere alcun dtjpiacere . In quel tempo furono
mandati alcuni gentiihuom ini d Cor fu ,comein
colonia » Furono mandati ancora ambafct adori
aOtone Imperadore, d rallegrar fi feco perla uit
toria,ch'egli haueua hauuta contra Filippo Du-
ca di Sutuia . DalqUdle fu ottenuta la conferita
tione de gli antichi primi eglj . > il Doge Zi ani,
effendogli morta la prima moglie, prefe per mo-
glie la Go fianca figliuola di Tancredi he di Si
cilia, dellaquale hebbe due figliuoli, un mafehio,
& una f emina . Pietro Conte d'^Tnteficdoro ,
tletto I mperadore , effendo per andar contrai
Turchi , conle galee Venetianepaf b in Dalma-
ta, & per far feruigio d i Venetiani , fi mife d
lV combattere Duralo . Ma Teodoro Duca di
iAtbctnid,ilqU(de tenéua la città , fingendola pd
ce 3 amoreuolmente alloggio Pietro & l’dmma ^
a tauola . Ruberto fito figliuolo j andando di
Vtigherid a Cofiantinopolijfu creato Ini per odo-
re; dcjuale poco dapoi tornando da Roma , dotte
s’era lamentato al Papa della ingiuria fatta a
fita moglie , morì in ^fcaia * In quel tempo i Ge
nouefi turnici de Veneti ani, (f infero il Conte di
Milia à uoler torre lo flato della ifola di Can-
did alla Signorìa . ilquale 3 fondatofi nell’aiuto
de 1 Genouefi, in poco tempo s’infignorì quafidi
tutta l’ifold , Perche i Venetiani 3 uolendoU
r acqui fi are, ordinarono una grò fi a armata; del -
laquale fu Capitano Renieri Dandolo Jouomo rie
e o j & di grande ingegno « Percioche fi dice ,
che coflui 3 efjendo parere di molti Senatorie
le città, & i luoghi dell’ I fola 3 che s’haueuano
da y acqui fi are, fi deue (] ero [pianare fi uanto di
difendere à fue (pefe tutte le terre 3 che fifojjero
racquiflate . brinata, che fu l' armatala cit-
tà di Candid con l’ altre terre 3 & rocche fu r ac-
qui fiata, e’I Conte di Milia, refoàpdti ,fi partì
dell’lfold 3 & poco dapoi nacque nuouo difordine
nell’ 1 fola 3 per fioche alcuni Greci mifèrofottofo-
pra ogni coft . Onde 3 efjendo ito Renieri à uole-
re affettare quei romori 3 ui fu morto . Interi-
d endofi la fua morte Giacomo Longo 3 & Leo-
D I V I N E G I A.
mrdo N atigaiofò, furano mandati alla guardia
dtWlfola con dodici galee, & con esfi anco Già
corno Tiepolo,ilquaJe batte ffe il gouerno dell’I-
f ola, come Duca , fu mandato ancora nella Mo -
rea alla guardia di Modone , di Corone Ra-
fucilo Zeno, accioche lottato dell’ if old piu
fieramente fi mantenere in fide , fu ordinata
nuoua colonia in Candta ,&* molte , brandi
pojjcsfeoni furono diuife frale perfine. *Ej]èn-
do menata la colonia, gli s^Cgiofie fatiti de’ pri-
mi ricchi , & nobili di Candia, ribellando fi oc-
cuparono Mirabelìo, & Scitia . Perche il Du-
ca Tiepolo a uoler impedire i lor difigni , mandò
innanzi Marco Sanuto con una gran banda de
h uomini dell ifila . llquale con poca fatica cac-
cio i capi della ribellione , racquietò le terre •
Nacque dijcordiapoi fra il Duca Tiepolo, e’I Sa
fiuto, laqual e turbo grandemente lo { lato di quel
la ifila . Perciocne pante , che’l Sanuto uolef-
Je torre l ifila a i V enetiani,& far fine egli fi-
gnor e, & forfè farebbenogli riufiiti i fioi difi-
gni, fi Domenico Quiriti, & Sebattian Befani
co,fubito non fo/J ero giunti con gran gente in fic
corfo del Duca. Perche il Duca , firn ficatofi
con quetti aiuti, r acqui ftò la città di Candia, &
gli altri luoghi dell’ Ifila. Ne pafiò molto , che C
nacquero nuoti tumulti in Candia alcuni luo
j>g VITE DE* PRHNCIPI
gki dell’ I fola fi ributtarono dalla Signoria. Onde • v
Paolo Quinnt Duca per raffrenare quesh difor
dini amando Pietro T oniflo , & Gtouanm Grit
ti con l’ejfercito . I quali , con inganno sfoltati
da Coflantino Seuatto , &daT eodoro Meli fi-
no, furono rotti , & mesfi in fuga , & i Greci
fecero grande ucctfione de * Venetiam ,fra iquali
furono molti nobili . Succedendo poi Duca del
l’ifola Domenico Delfino, fu fatta la pace co i
Greci . Quettoc quel , che fa fatto dcafa
fuori j effendo Doge il Ziani • llquale , hauendo
gouernato la Repubhca xxii. anni, & ejjen-
do molto uecchio j uolont ariamente renontiò il
Magistrato mori nel moniti ero di S. Gior-
gio, dotte egli uiffe poco doppo il Principato ,
GIACOMO T 1 E POLO
DOGE X L 1 1 •
I a como T iepohj fa crea-
to Doge , Sanno mccxxviii.
Sotto il Prenci pato di coStui,
cofe di Canata non furono
punto piu quiete , che t
Perciochei Sor dittici me-
lifini , minando ogni co fa con
tauano gli ifolani d ribellar
per impedire i lor difegm
DI V | N E G I A» 99
Marco Sanuto con ledenti . Gli huomini delle
Ifolcj iquali intendemmo di uoler ribellar fi ,man
darono a Me t e lino, à Gioitami Vat acino, gir gli
prom fero la Signoria deWlfola . Cofiui man-
do trentatre nani in aiuto de Candiotti , lequali ,
appreffandof Marco Sanuto fi parti deli I fola
con tutte le genti . il Capitan dell' armata adun-
que, mettendofi a combattere le città , s'infignori
ai Rettimo , di Milopotano & di Caftelnuouo,
rendendogli d’accordo coloro, che u erano algo-
uerno . Effendof poi mefjoà combattere Cajlel
Bonifacio ; per la uenuta del Duca , ilqudles’era
mojfo dt Candia con Ì efferato fi cojlretto à par
tifi ; gir perche il cor fi della uittoria non parea
tanto facile; gir che egli non patena dar lungo
tempo neliifola ferina pericolo , imbarcato le
robbe, gir le perfine ,fi partì di Candia . L’ar-
mata adunque, hauendo hauuto una ter.ibil bara
fi a appreffo iifila di Candid , affogò quafi tut-
ta • Et i luoghi dell fila, i quali s’ erano ribella
ti, fi rih ebbero tutti . E f fendo fi accommodate
le co fi di Candia ,i Venetiam hcbbero un altra
non minor pen fiero; percioche il Re E fagorato,
& Giouanni Vat acino; hauendo fatto lega in-
fierite, apparecchi auano l’armi , gir tutte lefor-
K e loro per combattere Codantinopoli ;per la-
qual cofit mojfo T eofilo gouernatorc di C odami -
teo VIT! de’ PRENClfl
nopolij &* Teofi lo Z eno Pod ettà, mandarono al
Doge Zeno, facendogli intendere il nuouo , &
glande apparato di quctti due Prenci pi d’impor-
tanza . La citta adunque, ueggendo tl pericolo
delia cofa ordino una armata . In pochi giorni
furono armate uenticinque galee, delle quali furo
no fatti Capitani Leonardo Quirwi , & Marco
, Cufjoni . Effendolanodra armata in altoma-
re, s intefecome l armatade rimici comhatte-
ua Coftantinopoli . I Capitani , hauendo baut-
ta quella nuoua, previamente s’inuiarono ucrfo
Coftantinopoli ;doue Leone Gaualla Generale
dell'armata de* nimici, intendendo la tenuta de
Veneti ani, fi leuò con Carnata . Perche i V e-
tictiani, andando a inuejìirla , in poco jfatio di
tempo, oppreffero x x 1 1 u. galee de * nimici ,
(Qr hauendo sbaragliate l* altre , entrarono nella
città liberata dall’ offe dio; & poco dapoi l arma-
ta fu tornata d Vinegia • Ne però lungo tempo
ripofdrono le forze de* nimici; percioche ilVa-
• t acino, hauendo di nuouo meffa infieme una ar-
matadi uenticinque galee, fi pofe un altra tolta
allaffediodi Coftantinopoli . Contra del quale
mouendoft Giouan Michiele, eh* era allhora p o-
) «•' detta della citta con fidici galee eh’ erano appa-
recchiate in porto, prefe dieci nati, & ruppe, et
mifèin furai* armata de* nimici. Fu fatta in
quel
WQmrv
DI V I N H C I A. 101
quel tempo tregua per none anni co ' Genouefi , ef
fendo à ciò molto. confortata iuna 0 & l'altra
parte da Papa Gregorio . In quel mede fimo tem
| po ancora E't&jUuio huomo nato di baffo fan-
gue } (ir accre fiuto di fato , (ir d'autorità da
Federigo, s' acquifiò gran tirannide in Italia , il -
quale, allettando i Padouam con promeffe gran-
ai, mift loro un grauisfimo giogo di Jerwtu .
Et perciò ch'egli troppo caramente ,(?* crudele
niente gli trattava; i Padouam , quanto piu to-
lto ncorfro à Vinegia, come à ultimo rifugio di
libertà . Et perche quafi tutta l’Italia era ba-
ttagliata dall’arme di Federigo , (ir 4'ExXfH
no; dicefi, che’ iTiepolo figliuolo del Prencipe ,
combattendo apprejfo à Milano, fu prefi da Fe-
derigo, & mandato in Puglia, doue fu fatto cru
delmente morire. Ma Federigo , ilquale haueua
molto in odio i V enetiani , perche esfi difendeua-
no la parte di Papa Gregorio contra di lui , e fi
fendo egli flato feommumeato ,& privato del-
l'Imperio dal Papa, (ranco, perche lavane Ce
tea carica di mille huomini, i quali erano al fi-
do di Federigo, era Fiata abbruciata, (ir affon-
data da' V enetiani nel porto di Manfredonia,
entrò come nimico nelle terre de' V enetiani, (r'' ,
uenuto à Sant’ I lario , quindi prettamente fé ne
andò alla Torre delle Btbbe . Ma eff iudoui man-
ti
i
deità, gran quantità di legni fittili infoecorJo,fu
e oftretto leuarfi di quel luogo. In quelli tempi,
fu ordinato il giudicio delle Petitioni , per deci-
dere lecaufi ciuili . Dimandando poi aiuto i Ge-
noueft per uigore dell 1 accordo comra i Vi fini ,fu
me fifa in punto un armata di [efj anta gale e fiotto
il gouelrno d\Andrea Ttepolo figliuolo del Do-
ge. Coftui’, e fendo prima ito d Pola , laquale
sera ribellata da i V enetiani , la ratquiflo , &
racquijlata,che Vhebbe la faccheggio,& abbru
ciò quafi tutta. Poi fie n'andò a Duralo. In
queìto mezjzp uenne nuoua, cornei Genouefi ha
ueuanò rotta tarmata di Federigo de' vi fa-
vi, apprefjo Vi fila di Corfica. Effe ndo adunque
tornata l'armata d cafa , Zara cacciatone Gio-
uan Michiele ,che nera vodeftdfii ribello la quin
ta uolta da' V enetiani. Fu ordinata adunque una
gr offa armata per racquiilarla. Et cofi s'arma-
rono quarantacinque galee, delle quali fu Capi-
tano Rinieri Zeno , & hauendo paffute le genti
in Dalmatia,la città fu affediata,& combat-
tuta due mefi, & finalmente fu coiìrettd arren
derfi. Poi ch'ella fi fu racquiftatafiu conuenuto
con Bela Re d’angheria , ch'egli renontiafje d i
V enetiani ogni ragione, eh’ eo-li, & gli altri Re
huueuano hauuta in quella citta. Morì il T iepo -
lo poi, hauendo gouernatc uniti armi la Republi-
T 1 .V I N E G I A. IO?
cd,&fu bonoYdtamente fepolto nella Chiefddi
Sdti Giovanni j & p dolo.
MARlN MORES I NI
doge xliii,
A r. i n More fini , fu creato
poi Doge. Dieefhthe egli fu
il primo , che fojfe creato con
laelettionedi xli. huomo i
lacpu al fjrma poi di creare il
vreticipe s’è mantenuta fino al
dì d’hoggi . Al tempo di coftui papa Gregorio j
bicorne dicono alcuni) Aleffandro^mando Filip
po Font dna Ascine fcouo di Rauennaamhafcia-
dore a Vinegia, & confortò i Venetiani a pigliar
l’arme contra E^elino 3 promettendo indulgete
%e 3 & premij di uita eterna à coloro 3 che anddf
fero a così fanta imprefa ; per lacpual co fa i V ene-
tiani diedero a A4. Filippo foldati ,uittoudglid 9
& nauij & tutto quello 3 che bifognaua per far
guerra. Et primafauendo prefe alcune terre fu
poi menato il campo a p adoua. Quiui corfe a di-
fendere Anfedino nipote d’Ex^dino p odefla
di P adoua. Ma Filippo, ( 9 * i Venetiani, hauen
do con grande impeto dato PaJJalto d ponte (Cor-
ho j entrarono nella città . Corfero poi fno alla -
porta Altina nonfenza uccifione & fanguc.
H ij
I©4 VITE de’ prencipi’
Et da quella parte ancora la città fu prefa .
Perche ^Anjedino 3 ueggendo le cofe dijferate,
cerco di fuggire 3 & jaluarfi . Et come egli
fu fuggito , i cittadini s’ arrefero . Hehbejì la
rocca ancora il quarto giorno dapoi . In que-
llo me^xp Ezxelltno , ilquale era intorno à
Mantoua 3 hauendohauuta la nuoua della perdi-
ta di vadoua 3 tutto adirato dicefi , ch’egli fece
morir dvdeci mila vadouani 3 ch’ egli haueua in
campo . Fatto quefte cofe il Doge molto uecchio 3
fi morì 3 efjendo (lato vrencipe quattro anni, il
corpo fuo fu fepolto nell’entrata della chiefa di
San Marco .
RE N I E R I ZENO
DOGE X LÌ I I I.
£nieu Zeno fùcceffe nel
p rencipato 3 l’anno- mcclii.
tempi di coflui nacque gra
uisfim a guerra co * Genouefi ,
nellaquale l’una 3 l’altra par
te diede , & riceuete di grauif
fime rotte . La cagione uenne da Genouefi per
la citta di Tolematdein ‘Sonandone hahitaua-
no Chriftiani 3 i Venetiani 3 i Genouefi 3 & i vi-
fini; perciò chehaueuano mandate l’armate loro
in compagnia 3 uhaueuano le piazze 3 & le
i
M V I N E C r A. lOf
tdntrade fe parate ; ne altro, che le chiefe era
communi fra Venetiani , & Genouefi . Nac-
que differenza del momflero di Santo Sabba ;
ilcjuale l'uno , & l'altro popolo diceua , ch’era
fuo. Quefta differenza fu rimeffa a vapa flef
fandro, ilcjuale per fue lettere dechiaro che’l mo
nifi ero ,& tutte le cofe facre , deueuano ejjer
communi . Ma i Genouefi , hauendo prima in -
tefa la fentenza del vapa ; confdatiji nella be-
muolenzjt di Filippo di Manforte gouernatore
della citici , occuparono il luogo ; & ferratone
fuor a i Venetiani , lo fortificarono , & riduffe -
ro in modo di rocca . I Venetiani, hauetido ri -
ceuuta quefta ingiuria , partirono , & fatto le-
ga con Manfredi Re di Sicilia, pr e fero l’arme
cantra i Genouefi , & mefja in punto una ar-
mata ,. ruppero , & abbruciarono l’armata de i
rimici di uentitre nani grandi , che trouarono
nel porto di Tolemaide . 1 Genouefi, adirati per
quella rotta , mtfero infieme un’armata di tren
t atre galee, & incontrarono i Venetiani appref
fio aT irò. 1 quali, ritirandofi a fìudio, ricorde -
uoh delle cofe di Grecia, pcrfoccorre i fuoiaCo
fi antino poh, entrarono nel mar Maggiore. Ma
t Genouefi, mosfi dalla dishoneftd della cofa,per
uendicarfi dell’armata , ordinarono di motto una
grande armata, & mandarono quaranta galee»
H tij
lotf VITE DE PRENCIPI
& dieci iiaui in Soria. Et i Venetiani^ non pd
rendo loriche foffe tempo da ftarf in co fi gran T
de apparato de t ritmici, mandarono fuor a quin-
dici galee, & dieci nani rrcffe, fotta il gouernq
d’isfndrea zeno; da Tolemaide ancora furono
proueduti d'intorno d x l. nauigli minori , &
fra Tolemaide, e Tiro, amendue /’ armate fat-
tefi incontra, fubito s'apparecchiarono per com-
battere. Dall’una, & l'altra parte fu fatto gran
disfimo sformo. Ma i Vetietiani con l'aiuto de-,
l'armata Pi fina , ruppero, & mi fero in fuga i
rimici. Molte lor naui furono affondate , &
xxv* prefe. L' altre pauro firn ente fuggendo
fe riandarono à Tiro. I Vetietiani doppo la us-
toria, andando à Tolemaide , & quitti menando
le naui de i rimici con molte migliaia di Geno -
uefi, rumarono tutti gli edifcij & pttblici ,
priuatidei Genouefi ,& ftccheggiarono i lor
beni. Vdita quefla rotta,dicef, che'l Papa s'adi
ro in modo ; ch'egli non uolle licentiare gli ora-
tóri de' Vetietiani, fe prima esfi non laciauano i
prigioni Genouef. In Grecia anco allhora le co -
J e furon poco quiete ; perciò che Michiele cito-
logo tutore de' fgliuoli di T e odoro, hauendo cac
ciato Baldouino Imperadore, e'I patriarca van-
tatone Giuftiniano , riceuendolo i cittadini di
notte nella citta, prefe CoflantitiOpoli, laquale
n ! V I N E G I A. 107
poi ch’egli hehbe acquetata, leuatifi fegretamen
te dinanzi i fanciulli prefe per fe l'Imperio , cin-
quantaotto anni poi eh 7 egli era flato acquifiato
da’ Franccfi,& Venetiani. Mandarono adun-
ane i Venetiani Marco Michiele con diciotto Ga
Lee, a difendere Vi fole dell’arcipelago. Et gli
comandarono, eh’ egli traudvliaffe tutto lo flato,
ch’el Paleologoteneua. Lagnai co fa fu tanto ua
lorofam ente fatta, ch’effo per difper adone poco
manco , che non abbandonaffe Coflantinopoli ~
Ma i Genouefi , hauendo fatta lega con lui , &
dandogli foccorfo , mandarono in Grecia tutta
l’armata, ch’esfi haueuano allhora in I firia ,• £ 57 *
iVenetiani, hauendo fatto lega con Guglielmo
Trend pedi xsfeaia ; aggiunfero trenta fette
galee all’armata, eh’ era. fiat a mandata in Gre-
cia . LaquaV axmata s’incontro in feffanta nani
di Greci, & di Genouefi. Ma non facendo el-
le niun rnouimento,i Venetiani anch’esfi inferio-
ri di numero di naui , non uollero attaccare altri-
menti la battaglia. Et l’armata , che giunfe a
Negropont e, hauendo tolta Vi fola delle mani di
Federigo figliuolo del Re di Sicilia , fe ne tufi -
gnorì. Ma apprefjò il golfo di Salonnichi > tre
vaui di Venetiani furono j confitte dall’armata
de i nimici ; & tutti i prigioni parte furono am-
magati da i Genouefi , & parte accecati dal
H tiij
io8 VTtE rjf PRINCIPI
Paleologo. V armata Veneti and , perciò che n€
uemud il uerno ,fu ritornata a Vinegia . Van-
ito feguente poi furono mandate fuori trenta -
due galee fottol Gouerno di Giberto Dando-
lo; iecjuali , effendo giunte in Grecia 3 s' incon-
trarono in una grosfisfima armata di nimici ap-
prefjodllo ftretto di Coftantinopoli. Fu com-
battuto ualorofdmente con efja 3 & prima U
battaglia fu djprisfimd tra Vmdj& l'altra par-
te . Doppo queflo i Genouefi , perdute quattro
nani sfuggendo , entrarono nel porto di Malua-
già ; ma poco dapoi , rifacendo quella perdita y
affondarono tre nani grofje di Venetiani piene
di mttoudglia . Di la a poco tempo 3 i Venetia-
ni armarono quarantacinque naui contra Geno-
uefi , lequdli j effendo ite in Soria , prefero U
Cetea naue de i nimici trouara apprejfo a Tiro .
Ma i Genouefi j rendendo loro il cambio jdf] ai-
tarono nel golfo di Vinegia dieci nauigroffedi
V enetiani j cariche di mere arnie ma orari
naue } laquale per la fua grandezza , fi chia -
maua Roccafranca; & effendo fuggiti in ter-
ra i mercanti con parte delle mercantie , ac-
qui fi arono le naui quafi uote . alcuni dico-
no 3 che la battaglia fi fece in alto mare ;
che quafi tutti t Venetiani entrati nella naue y
bruendo perdute le galee con la mercantia jfc
01 VINEGTA. 109
ti andarono a Vincaia • Et non andò molto ,
che fi fece nuoua armata , Capitano Giaco-
mo Dandolo . Percioche di Vinegia ufiirono
fei galee, di Zara tre ,& del golfo di Sicilia
tre altre;&oltra ciò ue ne furono aggiunte quat
troda Negroponte . ^/Tccrefiiuta adunque in
quefto modo l'armata, il Dandolo arriuo a Ra -
gugia, & quitti trotto Marco Gradenico con die
ci galee} &cofi accompagnate infieme le galee,
pa/Jarono in Sicilia . Douejhauendo trouate tre
galee di Genoue file mandarono in fondo» I Ge-
nouefi , hauendo hauuta la nuoua di quella rot-
ta 3 & effendo aui fati deli armata de ’ ritmici,
mandarono fuora ueni otto galee . Lequali pre-
ftam ente giunte in Sicilia, s'incontrarono ne’ Ve
veti ani à T r apani} & quitti , attaccata una ter -
ribil battaglia, fu lungamente combattuto fen-
%a uantaggio . Ma, finalmente piegando i Ge
tiouefi, furono prefe uentiquattro galee ; l altre
furono arfe , & affondate , due mua,& cinque-
cento Genouefi furono fatti prigioni » m c c .
morti, & affaisfimi annegati . 1 Venetiani an-
eti es fi non hebbero quella uitoria fen^a f angue»
Per quella rotta furono talmente afflitte lecofè
de’ Genouefi, che’ l Paleologo, rifiutando Camici
tia loro , fece tregua co’ Venetiani per cinque an-
ni . In queflo meT^o ancora in cafa una gran
feditione turbò molto la Repubhca , percioche y
ejjendo confumato il tefòro publico per la lunga
guerra , i Settatori procurarono di. mettere rtuo -
uagrauezjza . Perche il popolo Vanendola udi
ta publicare .corfe àromore al palazzo . Etjef
fendo ujcttofuora il Prencipe Renien per acque-
tar quel tumulto,, la plebe fen’zghauer rifletto
alcuno alla maeflà del Doge comincio à tirargli
de 1 fas fi . ilquale , dando luogo alla furia del
popolo, fi trajfe da parte . Perche .partendo lui
la plebe infuriatajtuttauiarifcaldandofi piu nel
dijòrdine faccheggiò alcune cafe di nobili . Final-
mente .e [fendo acquetato il tumulto . i malfat-
tori furono grauisfimamente puniti . In que-
fto mede fimo tempo ancora appreffo à Tolemai-
de. l’armata di uentitre galee, tifata fiora fìt-
to il gouerno di Marco Gradenico .prefe otto
naui di Genouef cariche di mercantìe *
Effendofì fatte quefte cofe in ca-
fa, & fuori .mori ilPren*
cipe Zeno . battendo
•> • do gouernatola . *
Republi-
ea
diecifette ,
i
III
b 1 V I N E G I A.
LORENZO TIEPOLO
DOGE X L V .
Or. e n z o 'Tiepolo ,fucceffc
nel Prenci petto j’dtino m c o
lx vi il. tA'l principio del
gouerno di coiìui , Papa Cle-
mente quarto confortò molto
i Veneti dui, & i Genove fi di
ld pdee à ciò fecero grandi sfimd iniìan%a
ancor d i Re di Francia , & di Sicilia 3 deci oche
piu com modani ente fi potè j] e f occorrere iChri-
Jliani, ìcjudlt erano ingrati travaglio in Sorid .
Effendoji adunque mandati ambafciaclori dall’u-
na, l'altra parte a Cremona , non fi potendo ^
far pace fra i Genoue fi , & Venetidni ,fi fece
tregua per cinque anni . Si r inouò ancora la le-
ga co * Pi fini. In quefto tempo la città figrd -
uemente dftretta da una gran fame , non uolen -
do i Puglie fi, & Siciliani darci grano . Et per-
che i G e none fi ancora travagliavano il mare >
i mercanti di grano non potenano nani gare fen-
Xd pericolo . In coftgrdn necesfità fu mandato
con denari aTrivigi, a Padova, à Ferrara , &
ad altre città vicine, & pregato ,che uoltffero
foccorrere la città in cofi gran pericolo . Et fpe-
cialmenteà i Padovani furono ricordati i fri-
9
tiz Vite de* prencipi
fchisfimi meriticeli quali era {iato leuato il già
go della feruitu della tirannide di Ezgehno .
Ala tutto fu inuano , £7" potè piu la ingratitu-
dine, che i prieghij i denari 3 & gli oblighi . I
Venetiam adunque , [degnati per la dishonettd
della cofa, mifero nuoua gabella d tutti coloro ,
che trafi cattano tra tl Golfi) di V inegia 3 & Ufo
ci de? Po. Et perciò furono mandati alcuni na-
uigh à [correre la marina . Onde i Bologne fi 3 ha
uendo ciò molto per male , mandarono amba
fiiadori à V inegia, dimandando , che quella leg-
gefojfe reuocata , & che i lor mercanti libera-
< mente potejfero navigare . Aia , non l’hauendo
ottenuto, denontiarono la guerra . ilTiepolo
adunque, intendendo il loro sformo , per preue -
nire i nimici , mejfie in punto noue galee , pre-
ttamente andò alla foce del pò , che fi chiama
Primaro . Ma i Bolognefi , fortificando il ca-
tteUo appreffo d Sant’Jk'iberto , ui mi fero guar-
dia di fidati . Et quiui , incontrando il Doge
di Vinegiacon le genti di mare, fu ffefje uol -
te combattuto con [anvuinofa vittoria fra Cuna,
& l’altra parte . Ma i Bolognefi, effendofiupe -
' riori di numero di genti, furono uincitori in mol
te battaglie . Perciochefi dice 3 che hebbero in
campo da quaranta mila perfine . Durò quetta
faticofi sfi ma guerra ben tre anni . Et final-
D I V I N E G I A. zi*
mente, ejjendoui Capitan Marco Grademco fc-
cefi l’ultimo sformo , & una ternbil giornata .
Et cofe i mmici, battendo riceuuta in quella bat-
taglia una gran rotta, furono [confiti , & podi
in fuga . Per laqual perdita , efjendo indeboliti ,
accettarono la pace conquefta conditione ,che mi
nato il c afelio, ch'era d Primaro , & concedu-
to loro, che liberamente poteJJ'ero menar fora
alcune mercantic, la guardia delie jvei del pò ri-
man effe d i Veneti am . Gli Anconitani anco-
ra, fdegnandofi, che foffe meffa loro nuouagabel
la, fi lamentarono apprejjo il papa, ilquale per-
fuafei Venetiani , che leuafjero quella grauez-
Zd,<& lafciaffero libera la nauigatione agli An
conitani. Ma i Venetiani rijpofro , come gli
Anconitani non haueuano detta la cofa , come
ella ftaua al papa , ilquale , quando l’ha -
ttejfe intefa giudicarebbe meglio .
Fatte quefte cofe , il Tiepolo
morì l’anno fedo del
fuo prencipato ,
folto in San Gio- (
uanni , &
Paolo
* i - . >
1
VITE DE PKENCIPI
GIACOMO CONTARINI
DOGE X L V I,
[acomo Contarmi 3 fu ere fa
to Dure , ianno mcclxxiih .
tV el principio del filo prenci pit-
to, due nani di Genouefi ,prejè-
vo un d nane o-rofa de 3 Veneùfa
. cb JJ , .
nij carica di mercdntie . Per ut •
qual co fa fi rinouo quafi la guerra co ’ Genouefi.
Ma, e fendo fi mdnddti ambdfeiddori <i Genoud
à dimandare le cofe tolte , poi ch’elle furono retti
tuite 3 fi pdcefcò ogni coifd , In cjuefto tempo
ancora gli huo mini di Capo d 3 Iftrid fi ribellaro-
no da 3 Venetidni . Fumandato adunque An-
drea Bdfilio con di molti folddti per tornarli a
ubidienxa. Ma eglino mandarono al patriarca
d 3 Aquilegia pregandolo, eh 3 egli uoleffe j occor-
rere la città uicina , (9* amica . Perch’egli mof
fo da’ prieghi loro, ragunato in fretta alcuni fol
dati j s 3 apparecchio per j occorrere ifuoi uicinu
Ma poco giouarono gli aiuti, perci oche j efendo
eglino uintij furono sformati tornare à ubidien-
Zd . Di quel tempo ancora fi guerreggiò con
gli Anconitani . La cagione della guerra dicefi,
che nacque per ld legge delle gabelle ; allaquale'
par eud 3 ch'eglino per modo alcuno non fofj ero
DI V I N E G I A ♦ rif
per acquetarli . Furono armate adunque ucnti-
fi galee; & alcune nauigrofje da portar uitto -
uaglie 3 & altre cofe nece/Jarie allaguerra . Di
prima giuntai Venetiani fi mifero per uolercom
battere il porto; onde; efjendo eglino ributtati ,
& non hauendo l’armata alcun fermo ricetto 3
trauagliata da una crudel fortuna di mare rict-
uette grandisfimo danno ne’ uic ini /cogli . Sei
galee 3 urtando in terra nella jfiaggia ai S inca-
glia, capitaron male ; l’ altre 3 paJ]ando la bura-
fcajfifaluaronoin alto mare . In fupplimento
d’ effe furono mandate adunque alcune altre ga-
lee . Mentre ch’elle ueniuanO; i nimici di fogna-
rono di far loro un’inganno , & così mifero fin-
fegne de’ Venetiani alle lor nani , mutando in
quel modo i Venetiani , che uenimno alla uolta
loro ; con quefto inganno 3 hauendo tirato d loro
due galee 3 le prefero ;& con grande allegre Zc
%a le menarono in porto . 1 Venetiani per fi-
fpetto di quella imprefa , laquale era riufcita
male per ignoranza del Capitano Jo richiamaro-
no con l’ altre galee lo cacciarono in prigione*
Hauendo poi mefja in punto nuoua armata^’ ap-
parecchiarono dinuouo per affediarc Ancona ;
per laqual cofa mosfi i cittadini mandarono d
Papa Nicola terzo creato allhora 3 a fargli inten
dere in quanto pencolo i Venetiani haueuano po-
' . , \
\ ;
!
1
Xt6 VI-TE DE PRENCIPI
(io lo (lato loro . Lo pregauano adunque .eh' egli
uoleffe foccorr ere quell d città diuotisfima citila
Chtefa Romana, lacuale fi trouaua in cofi gran
pericolo . il Pdpd adunque jnoffo da queftì prie
ghi^nonuolle dare udienza a gli ambafeiadori
Veneti ani, iquali per honordrlo erano iti a Roma
per dargli ubidien^a, & per rallegrar fi con ejfo
lui ; & perciò } ejjendo eglino richiamati a cafd
da 5 Venetidni , mentre cW erano per partirf ejfo
mandò per loro , &congrauisfime parole li ri -
prejèj & minacciò motto la città di V inegidjfe
non fi nmaneua da far ingiuria a gli <Anconi-:
tani . Ejfendo giuntigli ambafeiadori a Vwe v
già, quel dì, che furono riceuuti in configl io, fu-
rono mandate dieci galee per fupplemento nuvCn
cona , Perche i nimici,ueggendo ld deliberano -
ne de i Veneti ani; perduti d’animo , mandarono
a dimandar la pace per ambafiadori . Majnon
Vhauendo ottenuta , licentiati gli ambafeiddori
ritornarono à cafa, furono mandate quattordici
gdlee apprejfo all' altre; due deUequali, ejfendofi
allargate un poco dall altre in mare furono pre-
fe da nimici; &poco dapoi feguì la pace con giu
fteconditioni . il Doge confumato dalla ute-
chiaidj ueggendo di poter poco giouar e alla Refu
blicdperYifpetto de gli anni > re nont tò il Magi -
(Irato» llquale poco dapoi morì , & fu honora-
1 t ameni e
\
DI VINEGIA. ?iy
tamente fepolto nella Chiefa de' frati Minori»
, GIOV^FN N I DANDOLO
doge xlvii.
I o v a n n i Dandolo , ejjen
do affente , fu creato Doge,
l'anno mcclxxx . <Al ti-
po di cedui, l' acque s* aliaro-
no tvnto , ch'elle inondarono
quafi tutta la città. Poco d4
poi,dicefì ,che feguì uno fpauentofo terramoto .
Nacque allhora nuoua guerra col Patriarca de
Aquilegia. Erano fi ribellati alcuni popoli d'i-
drta da i V enetiam; perche, appareccìnandofi ef-
fi di ridurli à ubidienza con l'armi, & perciò,
hauendo mandata quiui l'armata con le lor gen-
ti, il patriarca andò in aiuto loro co' fuoi faldati ;
ma ueggendofi inferiore di genti, & di forze ,
facilmente cedette; & non molto dapoi,hauen -
do fatto lega col Contedi Goritia , ac ere fiuto
di nuoue genti , & fluori , di nuoUo fi mife à
trauagliare ciò , che i Venetiani haueuano in
Jdna, & fece ribellar loro alcune terre . I Ve-
netiani adunque à quella nuoua di guerra ,fubi-
to prouedeuano l'armi, & l'armata. Perciò che
A* iceua , che in campo de i ni mici u' erano da
trentafei mila per fon e. Fu ordinata per tanto
I
irS VITE DE’ PRINCIPI
una grande drmdtd, & un grati numero di ndr
uij & di colóro , eh 7 erano iti età dd poter portar
armija terza pdrte fu imbarcata, V armata,
come fu giunta in I tiri a fi mife a campo a Trie-
de, & comincio a uolerlo combattere. Ma ef-
fèndo la città fornttd di groffo prefidio,non fi po
tè pigliare. Et perche fi uedeua , che l’ajjedio
haueua à effere lungo , accio che tante genti fi
lungamente non perdeffero tempo intorno la cic-
tà j hduendo fatto alcune fortezze , & ripari
per ritenere gli ajfalti de' nimici , il re fio delle
genti fu mandato altroue. Pochi giorni dapoi ,
ejfendo giunti i ni mici tentarono ai uoler combat
ter queue badie. Ma quelli ,ch e u erano fiatila -
f ciati in guardia , non folo umilmente difefero il
luogo , ma ancora ufeendo fuori andarono animo -
famente ad incontrare i nimict. Fn combattuto
gagliardamente dall 1 una l'altra pdrte ; ^
in quella battaglia morirono molte perfone , &
fra gli altri il ni potè del Conte di Gonfia.
In quella e/feditione Gdrdamo huomo di gran
nome, ilquale era di foldo de' V enetìani,conuin- —
to di tradimento, perciò ch'egli haueua intendi-
mento co' nimici di dar loro nelle mani il prefi -
dio , podo fopra una bricciola fu fagliato nel
edmpo de i nimici . Et ueggendo il nimico , che
per alcuna uia non faceua nulla, fi partì . Parti-
i
DI V I N E C T A. 119
to che fa, i V enetiani diedero un diro off alto
alla citta ; ma furono ributtati dalle mura, et non
fenx^L pingue. Et hauendo poi lafciato il prefi-
dio à continuare iaffedio, perche s’intefe, come i
nimicitornauano, lenito iafjedio fabito fi par-
tirono. In quel tempo fu fatta tregua in Sona
fra il Soldano di Babilonia , & V enetiani. Et
poco dapoi, confortando Papa Nicola i trend pi
d’Europa d j occorrere i Chrifliani, cW erano tra
uagliati molto in Soria , hauendo egli dato cin-
quecento cauallt in quella imprefa,i V enetiani
gli offerfero x x . galee da condurli in xAfaa.
Perciò il Vefcouo di T ripoh fa mandato d V ine
già. I V enetiani ancor a , per non_ mancare in co-
fi grand’imprefa al faruigio della Chriftianitd , -,4. .< a
oltra la uittouagha , & i vauigli,che ui mife -
ro, armarono cinque galee , oltre Ì altre àlor no- , ; j ;
me fatto il gouerno ai Giacomo Tiepolo. Ma
quelle prouijioni giouarono affai poco*) Per ci'o che
effendo nata dtfcordia fra i C hrifliani, il S olda -
no ui mandò il fgliuolo con grosfisfimo ejferci-
to,&fimifa a combattere Tolemaide ilaqual
fu di f e fa alquanto da Chnjìiani. Mancaudo poi
gli aiuti, coloro , che u erano in guardia,, fuggen-
do d poco d pocojafciarono la città uota dubita-
tori. il Soldano, entratola dtntro fubito la mi-
fa d ferro, & fuoco ; cxcvi. anni poi eh 'ella
I
Andrea
R.ede\ n
gatta à
\enetia
T20 VITE DE’ PRENCIPI
fu prefà da’ Chrifliani. iA'I tempo di coflui an
coraffi cominciò d battere ducati d'oro. Morì il
Dandolo poi l’anno x. del fuo Prencipato^ &fu
fepolto d San Giouanni, & Paolo .
PIETRO G RvA DE N ICO
DOGE XLVIII.
R.O Gradenico 3 efJendo
ita di Capo dTJlriaaffen
i creato Doge 3 l’anno
x c . Coflui 3 bauendo
il Maturato j ordinò ,
giorno di Santa C ateri-
na 3 di cui egli era dinoti sfimOj foffe comandato .
Dicefi 3 che in quel tempo Andrea Re d'Vngbe-
ria 3 nato di madre Venetiana di cafa Morejìni ,
Henne d V inegia. Stefano padre di coitui 3 nato
dopo la morte del padre d’una figliuola del Mar*
chefe di Ferrara J (/fendagli occupato il Regno
da’ fùoi parenti jpoi che fu crefliuto 3 tolfeper mo
glie Madonna Tom afina More fini ; della quale
nacque queiìo Andrea, llqualefu poi Re 3
rihebbe il fuo Regno . In quel tempo fi rinouo la
guerra co’ Genouefi faquale fu tanto piu graue,
& piu fatico fa d i Veneti ani, di quella, che s’era
fattagli anni paffuti ^ perche i Genouefi 3 hauen -
do fatto groffa fruerra d i Pifani 3 gli haueuano
«
DI VINEGTA* Ut
*di tal modo confumati con affai f ime rofte , che
le lorforXj pareua,che ingrati parte fofjero rot
te, & mancate, V olendo adunque liberarli daL
prefent e pericolo, i Venetiani , perciò che gli ha -
ueuano hamto dianzi per fedeli sfinii compagni
nella Guerra Genouefe, érper ritardare anco-
rai Genouefi dalcorfodi quella untori* , appa-
recchiarono una grande armata di feffanta galee,
sfattone Capitano Ruggieri Morefini,la man-
darono contra i Genouefi nel mar Maggiore . Et
prima giungendo à pera, ldprefèro,& abbrucia-
rono . Quindi accodata tarmata à Fogliauec-
chia,prefero anco queda terra ,&l’ar [èro per
la maggior parte; Canno feguente, effendone Cd
pitano Giouanni S or anxo,f trono mandate uen-
ticinque galee in quella prouincia; lequali prefero
la città ai Caffi m Romania, & quiui,uenendo
il uerno, fi fermo l’armata; & per li grandi sfi-
nii fr eddi 3 che fumi quel uerno , morirono di
molte perfine. I Genouefi anch’eglino , facendo
loro s forzo, pajfar ono in altomare con fettanta
gale e, delle quali era Capitano Lamba Doria;&
entrati nel golfo di Vinegia , uemuano di lungo
uid alla uolta della città. Perche i Venetiani, ba-
ttendo nuoua di quella grosfs firn a armata, in
pochi giorni, con grandis fimo sforzo armarono ,
& menarono fuor a nouantacinquegalee.Etcofi
/ iij
Ili VITE DE' PREftCIPI
amendue V annate fi trouarono à Curzold còti
dfiderio di combattere . Quiui , ejfcndo inf am-
mari Ai diurni dell’ and, & Ì altra parte 'fi uen
ne à giornata. Effendo Carlo , & Andrea Dan
dolo Capitani , fi fece gran battaglia ,<& bombi-
le uccifione. Finalmente fatta di loro grandisfi-
ma mortalità A Venetiani furono rotti , & po-
fii in fuga; Riceuettefi una terribil rotta . Ne
pero immicihebbero quella Attoria fenxa fan
gue 3 perciò che di loro anco fu fatta grande uc->
afone . Scriuono alcuni ancora , che de 3 Geno-
uefinon morirono punto meno 3 che de* Venetia-
ni yAlcuni dicono, che trentdfei galee di Venetia
ni fuggirono delld battaglia jetvxj. uoler com -
battere . Furono prefi da quattro mila huomi-
ni, & fra gli altri <. Andrea Dandolo il genera-
le; ilquale , per non effer menato prigione a Ge-
nona ,fi mori col battere grduemente del capo
nella galea. La città , hauendo riceuuta cof gran
rotta, uolgendo l'animo à rihauere le forxe , ac-
ciò che i turnici, infuperbiti per lauittoria ,nott
fi diri Tufferò uerfo Vinegia , mandarono in al-
to mare uenticinque galee , Capitano Marco Ba-
filio; lequdlt, affrontate fi co nimici allo tiretto
di Codantinopoli, non hebbero punto miglior for
tuna di quel, che dian^ihaueudm hauuto à Cur
Zj)ld. Perciò che fedici galee furono prefe da' ni -
DI VINEGIA. itj
imiti, & Ì altre rotte, & meffe in fuga. Ha -
ucndo hauuta quella uittoria, il nimico uittorio -
fo, auiandofi alla uolta di Cardia, di prima ginn
ta prefe la Canea , che già fu Cidone. A quefti
dami fuccejfero poi le congiure de ' cittadini , &
prima un certo Marin Boconi popolano ,huomo
ammofo, & pronto à far de i fatti, congiurò di
tiolere ammazzare il Prencipe , & i nobili ,
Ma effendofi j coperto il trattato , effo Marino
infieme co ' compagni fu prefo, & impiccato fra
le due colonne. Nacque poi nuoua guerra co ' Pa
douani. Perciò che, battendo coftoro fortificato
un luogo nelle lagune, che fi chiama Petabula; i
Venetiani [tétto lo minarono . Guerreggiosfi
anco col Paleologo in quel mede fimo tempo ,per
denari, ch'egli era debitore à i Veneti ani, et glie-
le negaua . A quella guerra fu mandata una ar
matadi uentifètte oralee j (òtto il vouerno di Be -
I t o , «/ o
letto Giuftiniano > laquale ruppe molte naui di
Greci, ch'ella trono intorno Cardia, & Negro-
ponte. 1 Greci , iqudli erano in effe, furono qitafì
tutti morti, <& poi l'armata dandofi à faccheg-
giare, mi [e à ferro, & fuoco tutta la rimerà ma
ritma circa la Grecia ; per laqual co fa il nimico
prefe tanta paura,che pagando i denari , diman-
dò la pace ài Venetiani ; co fi l'armata tonò i •
V inegia, laquale fi dice , che menò quindici mila
I in j
Marinlo
coni .
I
i*4 VITE DE* PRENCTPI
prigioni. In qtteflo tempo i Veneti ani aiutando
trefco Frefco Ferrare fe, ilquale, battendo cacciato , &
ferrare- morto K A'‘zgo fuo padre ,baueua occupata la Si
gnoria di F errar a, prefero cafteUo T e aldo . Et
ciò fatto, Frefco, entrando nella città , l’abbruciò
quafi mez^a. Onde i cittadini sdegnati per quel
la ingiuria , cacciandone Frefco > fi diedero di Ve
netiani . Ma Papa' Clemente, battendo motto per
male,cbe quella città foggetta alla Chiefa,foffc
trauagliata dal tiranno , & ridotta fotto la Si-
gnoria de’ Venetiani , li fcomtvunicò , & inter -
diffe, & faccbeggiati i lor beni , ordinò ancora ,
che douunque eran prefi JofJero hauuti per ifebia
ui.Per laqual co fa la città riceuette di molti dati
ni, & difagi } effendo per tutto faccheggiati i lor
beni. Venutoci poi il Legato del Papa con grofjo
ef] erdto, & con molta cauallerid, ch’egli baued
battuta da’ Fiorentini , i Venetiani uolontdrid -
mente lafciarono Ferrara. Fecefi poi una ferri -
taiamon bit congiUrdcotitrd la città. Perciò che Baiamoti
te Tiepo - te T iepolo,natò di nobil famiglia , difegnò di no
lerfifare Signor delia città per tirannie. Coftui,
hauendo fatto un trattato con molti gentiluo-
mini, & popolani ,fi conuenne con toro , che Un
giorno à ciò ordinato , ammazzando à un trat-
to il Dove co’ primi della città, occUpaffero la
Republica. Ora egli auenne, quafi per miracolo.
te.
DI VJNEGIÀ. ili
'che quel giorno, ch'egli erano per ufcirfuora 3 fi
leuo un gran temporale , & una gran furia di
uentij tanto che ogni cofa era pieno di ( ìrepitOj
di romore In queflo mezzo 3 effe fido [co-
perta la cofa al Doge 3 &à i Senatori sfecero
gridare per tutta la ciniche coloro A iquali uo -
leuano, che la Republica fofje fatua 3 anc! afferò
toflo in palazzo à dar aiuto al Doge, <&ài Se
fiat ori . Perche i congiurati 3 correndo già alla
piazza di San Marco 3 haueuano ripieno ogni
toft d’arme. Ma i nobili infieme con molti al-
tri correndo al foccorfo , ualorofamente ributta-
rono la furia de’ congiurati 3 & quiui fi fece una
crudelisfinìa ucci fané . Baiamonte , come uidà
uoltar la fortuna 3 u fendo di piazza fu ferito
in Marceria con una pietra 3 che gli fu tratta di
fopra da una donnicciuola 3 & poi fu ammazza
toda’ fuoi * vA molti geutil’huomini confape-
itoli di quel trattato 3 fu tagliata la tefta . Le
taf di Baiamonte furono rumate, &i beni fuoi
tnesfi in commune . Dellequali dicefi 3 che fu-
rono quelle c afe ,doue fi fa bora la Beccarla in
ilialto * Guarda fi la feda di San Vito marti-
re per la libertà 3 che fi falub in tal giorno 3 che
la Congiura fu opprefft,e’l Prenci pe con la Signo-
ria , ogni anno uà alla fra chiefa * ^Alcuni la con-
tano d’altro modo * Che Baiamonte noti fu mor
Diceno al
curii , che
delle coje
antiche
Venetia-
ne hanno
libri , che
Baiamoti
te fu fe-
poìto à S.
AgotìiHo
artdàdoft
uer i fra-
ti minori
preffo
quel can-
tone del-
la eh te fa,
che ha
I
12C> VITE DE PREMCIP!
rT/ver. t0 > mA f co p erto H trattato andò in esfilio conili
ghie m ai altri confapeuoli, & fcguaci fmi . Et per què-
c ‘apode 'do ^ /C0W0 -> che dUhor a fu creato il con figlio dei
coperchio Dieci . In quello tempo ancora Zar a fi ribel -
della yè- -/ò la jefta uolta da i Venetiani ,effendone caccia
hf'una t0 Michiele More fini Conte. Et per r acquiCl ar-
pietra al- la tiifu mandato Beletto Giufliniano Generale
dfnuu con ^ armata 4 Fatto quefle cofe il Doge fi mo-
lo, i uhe ri l’anno duodecimo del fuo magistrato ,
uede an- fipolto in San Cipriano.
co hog^t-
di ci a fcu~ MsARIN GIORGIO
DOGE X L IX.
^un Giorgio j fucceffe Do-
ve. l’anno mccciii. In tut-
to’l tempo delgouernodi queflo
Prencipe , i Venetiani furono
fcommunicati , & interdetti .
Con poca uentura ancora fi com-
battè J otto Zara . tìaueua menato G infima -
no in Dalmati a le fanterie Venetiane , & con
effe mille canotti, de * quali era Capitano un cer-
to Damafo Spagnuolo , huomo affai ualotlofo .
Con quelle genti adunque fi mifero per affediar
Zara . In quefto mexj^o era alla guardia di
Zara un, che haueua nome Baionlquale , hauen-
do tentato la pace con poco honede condii ioni *
no , che
pajja di '
la uia *
t*
it-
i
f
i
?
CI VlNEGfA* li?
& perciò , non ejfendo {lata accettata , nWfo J
gl’inganni, fegretamente s'accordò con Damafo %
che pigliando due mila ducati d'oro ,entraffe nel
la citta, &quiui fojje Capitano con groffa prò -
uifione, quanto gli pareua . Et altra dògli prò -
w/y? nauigli per portarne ifuoi, & le cofe fue j
quando fe ne uoleffe partire * Cofiui , allettato
daquefle promefje ,configliatofi co' fuoi, ungi or
no ordinato menò fuor le genti , come per uolere
combattere la città ,&u entrò co fuoi * 1 Ve-
netianiy sbigottiti per quella nouità , e temendo
di non riceuere qualche maggior danno da quel
traditore, ritornarono adietro, & fi ricovera-
rono alle lor navi * Ma Damafo per non effere
traditore affatto, s’ojferfe per melano della
pace fra i Veneti ani, & i Zaratim,& moftròj
ch’era pafjato per queflo da’ turnici . Ma , non
hauendo operato nulla , con le nani, che gli erano
fiate prom effe, pafiò in Puglia . Et poco dapoi
fu meritamente cafiigato del fuo tradimento }
percioche , hauendo hauuro una gran fortuna di
mare, & rotta la nane in i foglio, perde le r eb-
be, di molti compagni, & falito fopra un pie
ciol legno , à fatica [campò dal pericolo della ui-
ta . Hauendo il Giorgio poi edificata nnagran
Chiefk a San Domenico, & dotatola delle fimi
td fue ,poi ch’egli hebbe governato la Republica
/
VITE DE* PR.ENCIPI
dieci anni; morì 3 &fu fotterrato in San Già -
uanni . P<*o/o .
GIOVANNI SOR^fNZO
DOGE L.
/ovajjni Soran%o j fu
creato poi Doge ; fowowo dt>
amabili coftumi, & di natu-,
ra molto accommodata à far
fi uoler bene . Coflui , ritornò
fubito i zaratini a ubidien^a.*
Furono aggiunti allhora tre Procuratori àgli
altri . Spalato > Tran , Sebenico e Nona uenne-
ro fìtto la Signoria. La città fu liberata ddW in-
terdite del Papa per opera dell' amba fciadort
Francefeo Dandolo . Dicefi 3 cb'effendofi egli
me fa una catena di ferro al collo alla prefinzji
del Papa } f lette così proftef in terra a ufo di co,
ne> tanto cheuinta la colera di lui > egli hebbe
leuato quel uituperofo carico alla patria ; & per-
ciò fu poi chiamato per fopranome Cane . In
quejlo tempo furono mandate fora x v . galee
fiotto' lgouerno\di Giuftinian Giuftiniano j gSP
figli comandato „ ch'egli fcorreffe bene tutte le
marine j per intendere } fi i Genouefi faceuano
alcun mouimentOjpercioche fi diceuajch'esfì tra
uazliauano molto allhora lo flato de' Veneti*-
ò
y
T
DI V I N E G I A. 1 19
ni . Ma, battendo Giulliniano trottato ogni co -
fa pacifico ^ritorno l’armata fatua a Vinegia.
In quel tempo l’^Ar fienai uecchiofu in gran par
te accreficiuto . Effiendo Doge collui furono
mandate quaranta galee cantra i Genouefi nel
mar Maggior fiotto ilgouerno di Giufinianofe-
quali ruppero molte naui de ’ nimici , che traua-
gliauano grandemente lo fato de’ Venetiani al-
lo (fretto di Cofantinopoli . L’ armata fi mito
poi à combattere Pera . Per laqual cofia i Geno -
uefi fauentati , promifero d i Venetiani ,fifi '
rimaneuano da combattere quella terra, che esfi
erano apparecchiati di rifare i danni lor fatti ;
& tutto quello , che sera fpefio in prouedered
cofi grande armata. Efjendo adunque conciffit
loro la pace fitto quefie conditioni, l’armata fu
menata d Vinegia . In quelli tempi i Venetia-
ni furono in aiuto di Padouani cantra Mallino
della Scala ; & cofi , effiendogli leuato il tiranno
dadofbji Padouani rthebbero la loro libertà di
prima. E’igouernodi quella città fu conceffio
a Mar fillio da Carrara . Fatto quelle cofie in
cafia, & fuori, morì il Soranzo, hauendo
gouernato la Fepublica fidici anni,
& fiei me fi , & fu fiepolto
nella fiagrelha di San
♦ '*v Marco .
i
FRANCESCO DANDOLO
* ». * * t v
\ DOGE LI,
R a ncesco Dandolo, Uqua*
le fi chiamo per fopranome Cane
fu creato Doge . Sotto ilgouer
no di cottui, t Palarli , & i V al -
Ufi , nbellandofi dal Patriarca
d’<Aquilegid,uennero à dtuotio-
7i e de * Venetiani , Mettendofi adunque in punto
il Patriarca per ritenerli in fede , i Venetiani
mandarono dimoiti faldati in Jftria fatto ilgo m
verno del Giuttimano. il Patriarca d 1 ^Aqui-
legia, non hauendo hauuto ardire d’ affrontar fi
con effo loro, lafcio Pola,& Valle jotto certe
condttiom d i Venetiani . Otto galee, delle qua-
li era Capitan Tomafo Vi aro , combattendo con
fei Genouefi perdutone fei furono rotte , &
meffeinfuga. il Viaro tornato d Vtnegiacon
tre, che gli erano rimafe ,percioche fi diceua,che
quella rotta s’era riceuuta per dapocag^ine di
lui, fu mefjo in prigióne . In quetto tempo i
Venetiani, confortandoli d ciò , Papa Giouanni
V ente firn ofècondo, el Re di Francia , armarono
gran quantità di naui,& di galee contra i T ur-
chi; le quali fotio ilgouerno ai Pietro Zeno rup-
pero afjaisfime nani di nimici trottate in Soria .
r
DI VINEGIA. Ijl
Z)o«f il Zeno fece impiccare tutti coloro, che gli
uennero uiui nelle mani . Fecefì poi guerra co i
Signori della Scala . Percioche co fioro h aliena-
no occupato Verona , Vicenda, Brefcia, dettela
li dianzi erano Signori apprejjo , Parma, ha
uendone cacciati i Rosfi . Haueuano tolto anco
ra Feltro , Ciuidal di Belluno , & Ceneda al Re
di Boemia . Et fimilmente hauendo uftirpato
T riuigi, s erano fatti Signori di Padoua, lafcia-
i *0 ilgouerno di quella città a i Carrarefi à nome
loro . Infuperbito adunque Maflino della Sca-
la per tante fue uenture , difegnando di tentare
anco i V enetiani , mife grojjo prefìdio in una
[f fortezza, ch'egli hauea fatta nelle lagune ap-
- ’ prefjoà Petabula. Perche iV enetiani, per im-
; pedire i fuoi difegni, quiui poco lontano fortifca-
( j rono un luogo ; & fecero lega , & accordo co i
,j Fiorentini contra quei della Scala. Fecero poi
i uno efferato grande . Et, hauendo i V enetiani
. chiamato Pietro de 3 Rosfi Parmigiano, peritif-
! fimo dell arte della guerrajo fecero Capitan ge-
nerale . Et prima, hauendo i V enetiani prefeal
cune caftella nel Contado di Padoua, & di Tri-
i s *ì n fig n wiyono di Padoua , hauendo prefò
Alberto della Scala, & diedero il goucrno di
quella città à Marfiho da Carrara, hauendo man
dati quiui prouediton, Marco Loredano di Gin -
t
in VITE de’ PR.ENCIM
(limano , & Andreaxp^o Move fini , Haueua*
noi Venetiimi ancora poflo l’ajjedio a Verona ,
&laflrigneuano molto , Et poi , effendofipo-
fli ad afjtdiar Vicenda ,1’ haueuano ridotta d
grandisfima carettia di uittouaglta . Ma,efjen
do morti in quella guerra Pietro de 1 Rosfi , &
Marfilio fuo fratello ^ battendo Luchin Vi -
fc onte con un altro efferato tolto Brefcia , &
Bergamo à Mattino fattofene Signore ; i
Venetiani, temendo , mentre che Jfegneuanola
grandezza d’uno, di non accrefcere quella d’uno
altro', diedero la pace a Mattino con quettecon-
ditioni, che lafciata Padoua d i Carrarefi ,&
Brefcia, Bergamo d Luchino , T nuigi con le
cattellafoffe derenetiani; Feltro, Citudale di
Belluno, & Ceneda,ritornaffero d Carlo Re di
Boemia ; i Fiorentini hauefjero quattro caJìeUa
del Contado di Lucca . Dice fi , che quella pace
dispiacque di Fiorentini, per cioche dtmandaua -
po d’ejfèr Signori di Lucca . Ma nondi menomo
lendo cofi i Venetiani , fletterò contenti .
Fatto quefle cofe in cafa, & fuori;
il Dandolo felicemente pafiò
- diquettauita l’unde- •• V*?.™
• j/ v-V-
cimo anno del
fuo Pren-
ci pato,
BiA R-
b^crtolomeo gradenico
D O G E L I I.
A rtolomeo Gradetti -
co fu creato Doge l'armo
mcccxxxix. Al tempo
fuo fi comincio d mandare i
magiftrati d Pouiglia 3 d Pa -
leprina >&d Malamocco .
l! acque sbalzarono tanto^h’elle inondarono qua
fi tutta la città. Di quel tempo alcuni Signo-
rotti di Candia 3 fi ribellarono dalla Signoria ; i-
quali j confdandofi nelle montagne 3 trauaglia-
uano molto l’ifola. Furono mandati adunque
Nicolo Fallerò 3 Giuftinian Giufliniano 3 &
Andrea More fini con buon numero di fanteria 3
per ritardare ilordifegni. I quali 3 andaudo con-
tranimici 3 in pochi giorni li ridufjero in poter
de i Venetiani . Doue i ribelli furono , come
meritauanoj puniti . Morì il Gradeni -
co j hauendo tenuto il Prencipato
da tre anni, il corpo fuo fu
fepoltoneW entrar del-
la chie fa di San ^ ••• - '
Marco.
K
* 1*4 VITE de’ prencipi
^CNBRE^f DANDOLO
DOGE LIII.
1 N d r. e a Dandolo fu poi cYea-r
to Prencipe , Intorno di fingolar
dottrina, & eloquenti dettale
fi dice, che con elefante flile fcrif
\ficVldoria Venetiana. xAttem
*po di coditi s’ottenne dal Soldano
di potere ficuramete nauigar in Egitto, per mex.
XP di N icolò Giouanni ambafciadore, lagnai co-
fa fu confermata ancora dal Papa , e [fendo man-r
dati ambafciadori dci'o Mar in Fallerò, &^fn
drea Cornare j & fu concefjo à i V enetiani , che
poteffero trafeare con fei galee circa A lefjan -
dria, & S oria . Ora, nbellandofi Zara la fetti-
ma uoltada’V enetiani, efii mandarono alcune
galee in Dalmatiaper ac guidarla. Furono man
date ancora di molte genti da terra, prouedito-
ri e Andrea More fini, & Simeon Dandolo, iqua-
lij tentarono di combattere la città. Ma la ue-
nuta di Lodouico Re d’Vngheria con grandi* fi-
mo efjercito , perciò che fitruoua ch’egli hebbe
feco conto mila perfine; prima fece difficile l’im
prefa, poi diede occafione di maggior uittoria à i
V enetiani. Perciò che fi fece con lui una ferri -
bil giornata , & effendofi fatta di qua , & di
DI V I N E G I A. tl f ‘
la grandi sfi ma uccifione, i turnici furono rotti,
& mesfi in fuga, il Re, hauendo perduta gran
parte dell’ efferato , fè n’andò in Vnghcria ;per
laccai cofa ff attentati i Zaratini uolti alla mi-
fericordia, dimandarono perdono, & s’ arre fero
ài Veneti ani. Quei, eh’ erano (lati cagion della
ribelli otte, furono confinati. Furono creati allho
ra tre Auditori per terminare le Itti, chia -
maron fi gli Auditori Vecchi. Venne in cpiel
tempo unohornbil terramoto , tlquale ruinòmol
ti edifici) . Etdoppo quefto feguì una grandi sfi-
nì a caredia nella città. Del medefimo tempo
ancora uenne una terribil pefle, che trauaghò tut
ta Italia i laquale fece anco di molto danno alla
città diVwegta; talché in pochi giorni morirono
molte migliaia di perfònedi quel male. lAllho-
ra Capo aldria fi ribellò da’Venetiani. Perr-
che fu mandato Brancatio Giufliniano con effer
cito di terra, & di mare, per racquiflarlaùlqua
le con poca fatica la ritornò à ubidì en^a. Mof
fefi di nuouo guerra contra i Genouefi; & la ca-
gione nacque da loro, iquali fi sforzauano di uo-
ler impedire iluiaggio del mar Maggiore à i
mercanti Venetiam . Cottolo, hauendo prefe al
y cune naui Venetiane, le menarono à Caffà.Fjfot
do fi adunque mandati ambafeiadori à dimandar
le cofe loro, & non le hauendo potuto ribattere ,
/
1*6 VITE DE’ PRINCIPI
fu ordinata una grosfsma armata contrd i Ge~
nouefi di xxxv. galee , laquale fu fornita di
Ddlmatia,di Negroponte , & di Cdndid, Cd -
pitdti generale Marco Rubano j ilquale , parti-
to da cafa, basendo trottato x 1 1 1 . galee de ni
mici a porto Cariflo, le ruppe , & mife in fuga.
Furono prefe x. galee infierii e col Generale de-
V armata ; & un numero grande di Genoueft ,
de quali centocinquanta furono pofli in prigione .
1 Venetiani, doppo quella untori a , andarono in
Negroponte; poi, andando uerfo lo flretto di Co
ftdntipoli , prefero alcune naui de 1 nimici . In
quello me^go iGenouefi con x. galee. Capi-
tano Filippo Dorid , intendendo la pdrtita del-
ibar mata Venetiana ; andarono a combattere Ne
groponte ; & affdltando la città, in poco [patio
attempo laprefero, & mi fero à ficco ; & fi-
nalmente, hauendo ribattuto i prigioni, l 1 abbru-
ciarono, V armata Venetiana fu menata à cafa
con una gran preda . Fecefi poi lega col Re d'-
xAragona contrai Genoueft. Et Stefano Miche-
le fi* mandato a conchiudere l’accordo. Fu ordi-
nata poi una grande armata, sfattone Capitan
Nicolò Pifanij ilquale, partendo da cafa con x.
galee, accre fiuta l'armata in Dalmatia , & in
Grecia, percioche Brancatio G iu{l ini ano , Capi-
tan del Golfo s' accompagnò [eco con xxx. ga-
T> I VINEGIA. l?V
lee, giunte infime due > andarono alla uolta di
Gettona; dotte, battendo battuta ma terribile bu-
rafea, perder ono una galea. Et poi,Jfiinti dalla
fortuna , avvinarono d Modotie. Quiui , accorri -
pagnatefi dticova con farinata Ar agone fe jpa/fd
rotto a Negroponte; & con effe, aggiunte le na-
ni de ’ Greci , dicefi , che fi fece una pinguino fa
giornata co’ ni mici. Laqual battaglia fi partì del
pari, non battendo hauuto uittoria ne luna par~
te, ne l’altra. Fecefipoi la giornata con tutte le
firzj fi‘a luna, & l’altra parte allo ftretto di
C affamino poh. Dotte fubito cedendo l’armata
Greca, qttafi fenza effer tocca al nimico, & ua
lorofatrtente combattendo i Venetiam ,& gli
Aragotiefi,la battaglia duro fanguinofa pertjpa
tio di molte bore, che la fortuna non piego da
. tiiunlato. Finalmente, effendo durata la zujfa
fino d notte, & continuata ancora fino all’altro
giorno , dall' una, & l’altra parte fu fatta gran-
d’uccifione . Alla fine , ejfendoui morto Pon-
tio Capitan generale dell’armata Aragonefe ,i
Barbari cedettero; perche i Venetianif fatichi no
potendo troppe galee combattere rijpettodel luo
go, ch’era ffrctto,anch’esfi cedettero d inimi-
ci. Morirono in quella battaglia Brancatio gìu -
{finiatio, Stefano Contar ini , éiouanni Stefano ,
& Benenato Bembo . Ma i Gcnonefi aneli esfi
K Hj
1 ? 8 VITE DE* PR.ÈNCIPI
non hebbero la uittoria, fen%a fangue. Perciò chè
alcuni fcnuono 3 che non fu fatta punto minor uc-
cisone di Genoue finche di Venetiani ',i qaali 3 ef
fendo poi prouocati da’ Venetiani 3 non uollero ue
nire a giornata* Doppo quefto furono di qua j
& di la date 3 & riceuute di molte rotte ; ma el-
le non furono molto notabili . Vanno feguente fi
mife in punto una grande armata , laquale ufcen
do fiora fotto ilgouerno ^i Nicolò Pi funi uen-
^ ' ‘ f * *
ne in Sardigna ; don ella s accompagnò con l'ar-
mata ^r agone fie di x l. galee , delle quali era
Capitan Generale Bernardi) Cdpraro. 1 Geno-
ue fi anch' eglino quindi poco lontani con un gran
numero di galee 3 Capitano ^Antonio Grimaldi >
incontrandofi apprefio a Cagliari in Sardigna 3 i
Venetiani 3 &gh dragone fi grettamente at-
taccarono infume l'armate loro 3 doue di quà,&
di là furono alle mani con grandi s fimo ardire *
& fi fece una ternbil giornata. Finalmente pie
gando i Genouefi 3 perderono xli. galea 3 le *
quali 3 hauendo i Venetiani prefe 3 per cancellare
la memoria della paffuta rotta 3 come dicono al-
cuni, co fi cariche dhuomini affondarono in mez^
%o il mare, il Grimaldi con pochi 3 che fi faV
uarono 3 fe dando à Genoua.I Genouefi fpauett -
tati per quella rotta 3 diffidando fi delle forxj lo-
ro 3 fi diedero con tutto il loro (lato à Giouan-
DI'
fìi Vifconte ^frciuefcouodi Milano. I Venetia
ni anch’eglino fecero lega co’ Signori di Carrara ,
con quei della Scala , con quei da Ejìe , co’ Gon-
XJgbi, & co’ Fiorentini in Tofcana . Ma i Ge-
nouefi , battendo di nuouo rifatta l’armata , fi
mojfero con x x v . galee, delle quali era Capi-
tano Pagano Boria -, & entrati nel Golfo di
Vinegia, prefi molti nauigli,paffarono in Ijìria,
& pigliarono , & mi fero d facco Parendo. In
quel tempo i Venetiani rinouarono lega con Car-
lo Re di Boemia . Fatto qttefle cofe , il Dando-
lo morì jhauendo gouer nato la Repualica dodici
anni,& fu honor amente fepolto nella Chiefa di
San Marco appreffo il battijlero .
M^IRIN FELIBRO
DOGE L I I I I .
^rin Faliero,effendo am-
bafciadore al Papa , in fua af
fen^afu creato Doge, l’anno
m c c c l 1 1 1 1. In quejlo te -
po, il General Pifani fi fer-
mò all’ I fola di Sapienza con
l armatadi xxx .galee, & con xxii. nani*
gli minori . Quiui preftamente uenne anco il
Boria Generale de i Genouefi , con xxx, 'sa-
ie liq
14© VITE DE* PRENCIPI
Ma sa l ee 3 con difiderio di combattere * Et quìui, at-
la ^M ra taccata fi la giornatd, i Venetiani furono rotti,
douej'ono & mesfi infuna . il General Pijani , con cin-
àfmte q Ue mx [ A huomini prejo , & menato a Geno-
r ,TrÌ‘ “*■ Incetto mez.Z.0 il Fodero , haMndo go-
tra Vinta uernato none mefi la Republica ; buomo fcele-
Z mi dei rato, penso di uolerfi far Signore, & tiranno
ùvinè- dellapatrta . Et per ottener piu facilmente il fio
gta ; nel intento, fece un trattato con affaisfìmi plebei,
t% lt diuoter tagliare à ^i ipmil%pminLllt
iiamet- diede la cura a x v i . di loro capi della con-
ter quella nmA j che ciajcuno d'esfi con xl. huomini ar-
louè tut mati, a un bora ordinata correjfero al palazzo ,
to tìnto di gp* ta<rlidJ]ero a peXjKS quanti gentil huomini
nero ' incontrauano ; & finalmente grtdafjero il Fa-
llerò non Prencipe , ma Signor e. Or a, egli auen-
ne neramente per prouiden%adi Dio ; che
un certo Beltrando, uno de congiurati , o che
fi fojje pentito di cofigran delitto, o fpinto dal-
la paura , conferì tutta la cofa con N icolo Lioni,
C rentilhuomo ,fuo compare . Intendendo ciò il
Lioni , mofjo dalla Crudeltà della cofa , fubito
. „• ajidpà trottare i Senatori piu uecchi , & i capi
del configlio de' Dieci, & racconto loro tutto
il fatto ; iquali , mesfi fi à liberare la Republi-
cadel pre finte pencolo procurarono prima de-
hauer nelle mani i capi della cogiura. Quella not -
V I N ! G ! A, 141
te furono prefi tutti i fediti , e faminati , & con-
vinti, & impiccati per Ugola . il F alierò an- s
ch'egli quel medefimo giorno fuprefo [òpra
la [cala di pietra della falagrande gli fu tagliata
la teda * Et di molti altri furono fatti morire ,
& alcuni anco affogati in mare . A colui , che
haueua J coperto il trattato ,fu ordinata proui -
ione di mille ducati d'orol’anno,^?* fu fatto no
ile . il quale , tuffando poi i Senatori d'ingrati
tudine,&jf)dxlando dì loro toltogli laprcuifio*
tiejfu confinato per dodici anni à Ragugia *
NI G RADE N ICO
f;
o v a n n 1 Gradenico , il »
quale fi chiamo per foprano -
me N afone , fu creato Doge*
In quel tempo , e fendo dura-
la guerra cinque anni , fu
la pace co' Genouefi;fii
finita anco la guerra co 1 Bernabò, (9 Galeaxs
%o Vi fconti . I prigioni di qua, &di la furono
redituiti . Fornita J che fu quella guerra juri al-
tra nuoua guerra af] aitò la città . LodouieoRe
J,T '*igheria,mmico à i Venetianiperla Dalma
apparecchiaua l’armi, & laguerra.Et per
volere ,s era pofiibde, didornarla, Marco Cor-
/
/ <r
141 VITE DE PR.ENCIPI
naro, & Mann Gr mani furono mandati ani -
bafciadori in Vngheria,iquali fenati hauerfat*
to nulla perche ilRe dimandatici cofe poco ragia
nettali , fe ne ritornarono à capi . Egli afjaltb
adunque la Dalmatia coqgrandisfimo esercito ,
cpediandtràun mede fimo tempo Zara , Seleni-
co, Spalato , Tran , & Nona . Ma i Veneti ani,
hauendo mefja infieme una armata; & uneffer , >
cito da terra, fornirono le città di gro/Jo pre fi-
dio 4 Ne di ciò contento il Barbaro , fatto lega
con Francefco da Carrara Jcol Duca d’xAujl ria,
& col Patriarca d’aquilegia ; pafò in Italia
con cento mila perfine; & entrato nel Triuigia -
no, pre fi Conigliano 3 & S arile, di là fe nandò
à T riuigi . Ma 1 Venetiani , hauendo mandati
quiui Marco Giuftiniano , Giouanni Delfino ,
Paolo Loredano; fornirono quella città d’ar-
me, & di uittouaglie . E/Jendo occupata la Re -
publica in cof diffidi guerra il Prencipe Grade-
ndo morì molto uecchio , hauendo gouernato lo
i lato un’anno, & due mefi . Fu perfina
di fingolar [api cn%a,et peritisfmo
della ragion commune.Fufi
polto nella chiefadei
frati Mino
ri
' 1 ;rv
1
Di V I N E G 1 A. 14}
G:1 OV^/CN N I DELFINO
.1 •
h DOGE L Vii
0 i’
I o v a n n i Delfino, da Triui
gì, doti egli era proueditore , fu
creato^ Doge . llquale, accortila
guato da fina banda di foldati i
{partendo di Ifrfeneuennedvi -
^ negia l’anno mccclvi. In
queltempo il Re dVngberia, battendo fabricati
alcuni edificij da guerra , fi mi fe per combatter
Triuigi ; &la città fu ualorofamente difefa da’
Venetiani* Ma il Re jUeduto , che non faceua
nulla, lafciato le genti aWaJJedio, tornò inVn -
gberia . In quefto mexjzo, Marco Giufiinia -
no proueditore ,fu mandato con molte genti d
Triuigi. Fece fi tregua co ’ nimici per cinque me -
fi . Andrea Contarmi , & Michiele F alierò
furono mandati al Re, a dimandar la pace;iqua
li tornarono àVinegia fetida batter fatto nulla 4
Doppo la tregua i nimici prefero Serraualle «
InDalmatia Spalato, Sebenico,eTraù fi ribel
larono da i Venetiani al Re * Zara anch’ella fu
rubbata da’ nimici; ma pero la rocca fi tenne «
lì [fendo lo flato di Vinegia d quello modo in pe
ricolo, i Venetiani mandarono di motto Gio-
vanni Gradenico al Re d Trinici d conchiudere
c5>
144 VITE DE* PRINCIPI
la pace con quelle conditioni, che fi poteva. La-
quale s’hebbe con quefti patti . Che'l Re Lodo-
vico hauejfe tutto quello che i Venetiani haueua
no pofjeduto dal Quarnaro ,fino d Duralo;
& rendtjje à i Venetiani tutto quel , ch’egli ha-
ueua tolto loro in lttria , & nel contado diTri -
uigi. Et i Venetiani renontiando il pffefjo di
Dalmatidjfi ritenejfero la metà delle terrebbe
era intorno, &dt quà dal golfo . Fatta la pa-
ce j Marco Cornaro , Giovanni Gradenico , &
Lorenzo C elfo furono mandati ambafii adori nel
la Magna aWlmperadore . il Cornaro,e’l Gra
denteo, tornando dall 1 amba feieria , furono prefi
da un Signorotto Tedefco uituperofamente
menati in prigione in una certa rocca . il C el-
fi, pigliando altra uid,ritornò nella patria j &
poco dapoi fu mandato Generale dell’armata
alla guardia, del golfo . Fatto quelle cofe
in cafdj & fuori dal Delfino , morì
* l’anno quinto del fito Prenci-
pato. il corpo fitto fu
[epolto in San
* '-■ Giouan -
ni.
Pao-
lo .
4
DI V I N E G I A*
LORENZO CELSO
D O G E L VI I .
Or. enzo Celfò offerite
fendo Capitoti del gol foglia
uetido dticora uiuo 1 1 padre 3 fu
creato Doge. G li furono man
dati incontra dodici gentiibuo
mini con una galea . Et 3 ap-
prejfdndofi egli alla città 3 la Signoria lo riceuet
te l) onoratamente col Bucentoro. Vittore Pi fo-
ni fu mandato in fuo J cambio algouerno del ma -
ve. Iti quel tempo il Duca d’^f uslna uennt
à Vinegta . llquale 3 uenendofuriceuutohono -
reuolmente dal Prencipe 3 & dalla Signoria ;&*
poco dapoi uenne anco il Re di Cipri con tre ga-
lee j & con reai compagnia ; ilquale fu ancora
egli honoratisfimamente riceuuto. Nacque da-
poi una gran ribellione in Candia } & quafi tut-
ta l’ifola fi ribellò dalla Signoria . Perciochc
affidi s fimi gentil’huominij uolendo ribellarfi 3 ha
uendo poflo le mani addeffio di Duca Leonardo
Dandolo 3 & à i proueaitori. 3 crearono Duca
Marco Gradenico . Prefero le nauigrofje 3 che
erano arriuate quiui infiemeco * mercanti. I Ve
netiani } hauendo tntefa la ribellione dell’ijola 3
mandarono Pietro S Oronzo, Andrea zeno,&
14^ VITE DE* PR.ENCIPI
Marco More futi ambafciadori d i capi della Co-
lonia, ; i quali li confortauano a lafciare il loro fce
lerato difettò ‘e tornare d ubidienzj della Si-
gnoria . Ma esfi non folamente non ubidirono ,
ma ne pure afcolrarono l’ambafciata publica .
T ornatigli ambafciadori, i V enetiani dichiara-
rono per ribelli, & nimici della Republica i capi
della congiura & prima mandarono ambafcia -
dori al Papa, aWlmperadore , al Re d’Vnghe-
ria, d Giouanna Reina di Sicilia, &quafi d
tutti i Prencipi Chrijìiani ; & li pregarono , che
uolefjero aiutarci V enetiani a uendicare la di -
shoneila ribellione de lor coloni ; ò fè pur ciò non
uoleuano fare , almeno nonfaceffero ingiuria di
lor V enetiani, & fe coloro gliele di mandauano,
fojfero contenti di non dar loro alcun aiuto f Jn
quefto me%go i V enetiani ordinarono una gran
de armata [otto il vouerno di Domenico Michie
le, dianzi generale dell’armata . 'Furono fatte
anco di molte genti per terra ,fotto laguida di
Luchinodal Verme Veronefe . Mille caualli y
& due mila fanti furono t imbarcati . U arma-
ta di trentatre galee, & d’otto naui gr offe, par
tita da Vinegia , arriuo alla citta di Cardia . In
quello mexgò i capi della ribellione, il principa
te de ’ quali era un certo Calergo , fi rifolfero di
uoler ammazzare tutti i gentiluomini Vene -
® I V I N E G I A* X 47
tidnì , i quali non haueuano partecipato in quel *
trattato , ma fauoriuano la Signoria di V inezia»
' Furono morti adunque Andrea Cornare , Ga-
briel Vernerò , Marmo , & Lorenzo Pafquali-
ghi , loren^p Gritti , ZrfifMfto G Mimano ,
Leonardo bramo , molti altri . il Ca
lergopoco dapoi fu meritamente punito della fua
audelta uerfo i gentil huomini Venetiani ; per-
cioche prefo da Marco Gradenico Duca , quello
huomo federato, fu trattogiù dalla cima del pa
& cojì mori , hauendo prima riceuuto
di molte ferite . Per la fua morte , sbigottiti i
capt della fattione, non hauendo alcuna fperanza
d'ottener perdono da i Venetiani , & confidai
j doft poco nelle lor forze, mandarono ambafeia-
dori a i Genontfi, dando fé medefimi, & iifola
nelle mani loro . Intefa adunque quella cofaà
Vinegia, per G iorgio Molino V efeouo di. Coro -
ne, fubito furono ordinati ambafciadori ai Geno
uefi, & fatto loro intendere, come esfi non po 7
teuano,fen%a mancare della fede publtca, dare
aiuto à i Candiotti . I quali, efjendo da loro far-
ti uditi ,gli ambafeiadori de' Candiotti furono
licentiati fenzj. alcuna jperanza d'aiuto . In
(jueflo mezzo, mentre che 3 1 Michiele sbarcaua
le genti in terra, da cento faldati furono affliti
in una imbofeata da' nimici, & tutti quanti ta-
148 VITE DE* PRENCI?!
gliatii pexXJ . Effondo poi sbarcate l' altre gen
ti, Luchino fi rifdfe di volere dar l’affdlto alla
città ; & prima , hauendo fatto animo à i fvoi
con una bella oratione , mojfo bravamente cantra
i ntmici . Q uafi nel primo afj alto furono rotti i
Candiotti , & i vincitori V enetiani havendoli
rotti , attendevano a ttringerli , & dar ben ad -
dojfo . I Greci paventati per àuella rotta ,ueg
vendofi per terrai per mare circondati dà ni
mici , & non hauendo alcuna fperanza; manda-
rono le chiavi della città al Michiele ,& ai Pro
veditori, hauendo riceuvta la fede, che perdonaf
Jero a imi feri cittadini) & alle fatuità loro.Lu
chino con pòchi, entro nella città . il Duca Gre
co fu fatto morire ; & à i capi della ribellione fu
tagliata la tetta . i foldati , perche non ha -
ueuanohavvtola città à fiacco , furono date due
paghe . Effendo venuta la nuova di quetta vitto
ria à Vinegia, renduto prima grane àDio Ot-
timo, (37* Masfimo, Sfatto molte opere pie,
igiouanetti nobili fecero per alcuni di giottre ,
& torneamenti con magnifico apparato fu la
pia'Xjxa di San Marco . N elquale (fettacolo il
Me di Cipri, effendo tornato di Francia, giottrò
col figliuolo di Luchin dal Verme, giovane ua -
lórofo . Effondo tornata iifola à ubidien%af ar
mata fu menata à Vinegia con le genti- Fu fot
l
DI V I N E C I A* 140
ta legacol Rìdi Cipri; & a fra infiammi fu
mejja in punto und )iuoua armata; dellaquale,ua
Unaofi egli prefe , & faccheggiò la città d’^Alef
fandrid . Morì il Cefo hauendo gouernata la
Republica circa a quattro anni , & fu fepolto
nella chiefa della Celedria. ,
M*ARCO CORNERÒ
DOGE LVIII.
yA Kco C amaro, huomo mol
to JduiO) & eloquente, fu Ino-
norato della dignità Ducale ,
l'anno mccclx v. Nel
principio del gouerno di codui
fuccejfe la nuoua ribellione de ’
Candiotti, & i primi mouimenti d’effa, dicefi ,
che nacquero da Giouanni Calergo; ilquale , ha-
uendo tolte l’infegne dell'imperio, fi fece capo di
quella ribellione. Et prima , molto alla ruma
de ’ nobili , ammaxgp Nicolò Dandolo ,el fra-
tello, & di molti altri nubili . Prefè , & fac-
cheggiò cdftella , & terre gr offe; & tolfe ài Ve
netiani quafi tutta l’jfola , in fuor che le città ,
& alcune pochtfime c ad ella. I Venetiam, ha
uendo intefo quella nouità , mandarono ambdfcia-
dori al Pdpa, dal quale ottennero ; che tutti colo-
ro, che pigi iduano Carmi cantra gl’ ifclani ribel-
J
li, haueffero perdono di colpa , & di pena di tut-
ti i peccatile haueuano fatto infitto aquelgior
no. Furono tv andati poi proueditori, a ritarda-
re i mouimenti de ' Greci, Giacomo Bragadino ,
Orio Loredano, Pietro Mocenigo , Lorenzo Dan
dolo, & Andrea Zane. Icjuali, hauendo indi
uerfi luoghi fatti afjaisfemi faldati , & fanti
barbari, moffero contra i nimici ; & combatten-
do ad ^rgatia, & Meli fi a, ruppero , & mi fe-
ro in fugagli ifolani . Molte ,&dtuer fi fat-
tioni furono poi in quella ifola , & in piu luoghi
fu combattuto con uario fiuccefjo ; effendo poi fiat
ti nuoui proueditori, con molte compagnie di fan
teria , Pantaleone Barbo, Giotianni Zeno , Ni-
colo Triuifano, ^ftidrea Zeno , & Nicolo Giu
{limano, ere fiuto perciò le forzj de * Veneti ani,
molte co fe fecero i proueditori contra gli I fila-
vi, 0* molti fiòcchi , & incendij feguirono , tan-
to che ne nacque gran car e flia di tutte le cofe ,
per laqual cofa i Lufitani cacciati dalla fame fe
arrefièro ,• & di molti altri luoghi furono torna-
ti a ubidienzj . Finalmente, effendo prefo il Cd
lergo ^tagliatogli la teda , & leuati d’ogni
parte i nimici , la Candia torno in pace. Molti
ribelli parte furono de capitati , & parte confi-
nati. Fatte quefile cofe , morì ilCornaro,efiJen-
do fiato Prencipedue anni, & fu fepolto nel-
DI V I N E G I A.
la chic fa di San G marni, & Paolo . , •
IH
iA'N D R E^f CONTEA Ut N I
\ \vf\j • ' . *V 1 Sivì
l igei 1 <&'
DOGE
• #44^n(
N d r. e a Contarmi ficcefje
nel Prenci paro /anno mccc-
l x v i i i , ìlquale , quafi che
mdouinafije quanti danni la Re
publica haueua à patir al [ho
tempo ; rifiuto un peTCZS l*
dignità, che gli era offerta , & per queflo fe ne
era ito nel contado di Padoua , finche fi faceffe
nuoua elettione d’un atfffiDoge . Ma nondime-
no moffo da prieghi decenti, & perche an-
co la Signoria gli minacciò di confinarlo ,
mettergli i fuoi beni in commune, fe non uac-
confentiua ; ancorché contra f ita uoglia accettò il
Prencipato , <Al principio del fuogouerno , Trie
fte fi ribellò dalla Signoria . Perciò che i Trie *
ftini,hauendo prefa una galea, laquale fi teneua^
inlflria a guardia delle gabelle , e tagliato à
pentii Capitano grafferò fuora Vinfiegne de i ,
Venetiani ,&le uoltarono aW ingiù , Perche i
Ventimi ,hauendo fubito fiatto genti, per ter-
ra ,& mare , ajjediarono la città. Capitano
delle genti da terra , fu Domenico Michiele ,
& deliarmata Crefio da Molino . I optali ten -
L ij
jooglc
tarotio di 'sformare la citta ; ma i Triestini con
Vaiuto de 1 Furlani , ualorofamente difcfcro la
terra j & fpefje uolte fu combattuto con Uàrio
fitccejjo. Ejfendof poi fatte molte genti in fup-
plementù , & mandati nuoui proueditori die-
tro Loredano , & Tadeo Giudi mano , i Trìe -
dini mandarono d ciò loro ambafiadori 3 & fi
diedero infieme con la città loro al Duca d'^Au-
dria j ilquale pòco dapoi uenne con x . mila ca-
malli , & grandis fimo numero di fanteria ;
Uenuto alle mani co Venetiani , in un tratto pre -
fe il forte ; mai foldati > & le ciurme , /occor-
rendo ualorofàmentei fuoi , non folamente rtbut
tarono i nimici , ma dato loro anco ma groffa
rotta , li codrinfero à partire . I Tedefchi in-
deboliti per quella rotta, non hauendo fferan^a
alcuna di poter tener la città , rimenarono le gen
ti loro in tamagna . 1 Triefini, ingannati del-
la loro fperan'xa , s’ arre fero f otto certe condi -
tioni. Nacque poi nuoua guerra contra Fran -
cefo da Carrara ; la cagione della guerra uenne
da i confini ; perciò che il Carrarefe faceua ogni
dì qualche nouità circa le paludi . Aggiunfefi
à queftoj che fi trouo ancora, come il Carrare-
fe haueua fubornati certi trifli , perche am-r
mazp^affero alcuni gentiluomini de i primi»
Alcuni di loro furono prefi , & /quartati fra
DI VINEGI A* if?
le due colonne , come meritava il tradimento
loro . Fu trouato ancor a 3 che certi gentil huomi
vi del Confidilo auifauano il Carrarefe di molte
deliherationi , che fi faceuano in ejfo . ^Alcuni
de iquali 3 effendo efaminati 3 & convinti J òpra
ciò 3 furono confinati in prigione à vita. Cotichiv-
fa j che fu quella guerra 3 i V enetiani fecero ve-
nire di Tofcana Remeri Guafco peritisfimo del-
l’arte della guerra 3 <& lo fecero Capitan gene-
rale; &con cj]o lui furono mandati prouedito-
rixAndrea Zeno 3 & Tadeo Giufltniano . Et
prima il campo fi moffe contra i Padouani ; &
tutto quanto il contado di Padova fu [accheg-
giato. Nacque dfeordia poi fra Renieri 3 & i
proueditori . Dicefi 3 che volendo egli poffare il
fiume delle Brentelle 3 fu impedito da’ Prouedi-
tori ; & perciò 3 adirandofi con effo loro 3 renon -
tiò il generalato . Ma il Carrarefe coufdandofi
poco nelle fue forze, fece lega con Lodovico Re
d’angheria. 1 V enetiani 3 oltra le genti da ter
ra 3 ordinarono una grand' armata , £ 7 * ne fecero
Capitano Michiele Delfino. Et in fra compa-
gnia vii furono dati . Proueditori Pietro Giu-
ftiniano 3 & Pietro Cornaro . In quefto mexj
Xo 3 venendo una gran furia di Barbari d’Vn-
gheria 3 entrò nel contado di Trimgi 3 & mi [e
ogni cofa a ferro 3 & fuoco . Et per impedirli,
VITE DE PRENCIP!
thenonfacejfero tanto male, Tadeo GiuftimanÒ
andò à incontrarli alla Piane ,& attaccata la bat
taglia circa il fiume, al primo incontro gli Vn-
gheri furono rotti. Rimeffapoi la battaglia, fu
molto terribilmente combattuto , doue i nimici
furono fuperiori. I Veneti ani, e fendo uinti , fi
ritirarono ;pochi furono prefi, ma affiaisfimi mor
ti, tra i quali fi dice , che ut fu il Giustiniano .
Gli Vngheri poi, tornati nel Friuli, andando al
la uolta di Feltro fi fermarono à BaJJano. 1 Ve
netiani poi, hauendo rifatto l’efferc ito fecero lor
Generale c Alberto da Coreggio ; tlcjuale con Leo
nardo, & Andrea Dandoli , & Pietro Fonta-
na, proueditori, uenne in campu;& com’egli fu
alla uifta decimici, mi fiele genti in battaglia, e
traffiefi auanti. Fra Stefano Tranfiluano Capi-
tano della cdualleria Vngheria , ilquale anch’egli
non rifiuto la battaglia, ^fttaccatafì adunque la
mifchia, il General de ’ Venetiani , comando ài
cdualheri ,che fcendeffero , & combattejfiro à
piedi ; doue, ejjendofi fatta unaterribil giorna-
ta , i Venetiani, combatteron con tanto ualore ,
che rompendo , & mettendo in fuga inimici ,
acquietarono quel giorno honorata uittGria. Mol
ti de’ nimict furono morti in battaglia; el Tran
'filuano con parecchi barbari illustri fu fatto pri-
gione. Furono prefi anco molti gentilhuomint
■Digitized by (
DJ V I N E G I A. l<<
Italiani, & affaisfimi Padouani. L’itifegne de
Vngberia, &da Carrara furono abbattute, &
uennero in mano de ’ Venetiani . Doppo la rotta
{ battuta Marfilio da Carrara fratello di Frane e-
fio spinto da * Cittadini, ejfendofi offerto per* ait -
. me della pace , pafiò a i Venetiani . il Re Lodo -
uico avellerli ,hauendo irne fa la rotta de’ fai,
fcriffeal Carrarefe, che accettaffe la pace da i
Venetiani , con quelle conditiovi, eli egli poteua
hauere, perciò ch’effònon poteua piu fperare al-
cuno aiuto da lui * il Carrarefe adunque , man-
candogli ogni fperawza , dimandò la pace , &
l'ottenne con quefte conditioni, che cinque q enti -
ihuomini Venetiani eletti a ciò, giudicafjero i
confai; che i Padouani pagajfero quaranta mila
ducati d’oro d i Venetiani ; & di là a quindici
anni quattordici mila ducati ogn anno. Che Fran
cefco da Carrara, ò il figliuolo , chiedeffe perdo-
no in prefenza del Doge,& della Signoria .
Che’l Caflel nuouo fi ruinajfe . Che la torre di
Corano fofje de’ Venetiani. Ch'egli m arida ffe à
| donar ogn ’ anno trecento ducati d’oro all’altare di
San Marco. Ch’egli non edificaffe tre miglia ap
pr'flbk foci de’ fiumi. Che t frutti delle pofje fi-
foni di Mar fillio fi portdffero à Vwegia. Venne
adunque Nouello figliuolo di F rance fio , à con-
chiudere queftd pace d Vinegia ; ilquale nella
L itij
Oidi
I *6 VITEDE* PR/ENCIPI
chiefadi San Marco giurò , che l padre, & egli,
& tutti i Carrarefi hauerebbeno offeruaro, tut-
to quello, ch'era efpreflo nelle conditioni della pa
ce. Doppo la guerra Padouana , Leopoldo Duca
d'^fuftria , ueuendo in Italia con quattro mila
eaualli , entrò [abito ntl contado di Triuigi, &
hauendo meffo ogni coft a ferro , & fuoco , fi
fermò a uiila della città. I Veneti ani, mosfi per
quella nouità, hauendo al primo tumulto fatte al
cune fanterie, & riceuuto alcuni leggieri prefi -
di] da' Marchefi di Ferrara , andarono contra i
rimici. Ma i Barbari partendofi da Triuigi , fi
ritirarono nel contado di Ciuidal di Belluno .
In quefto mezgo i Venetiani , hauendo ritenu-
ti i mercanti Tede [chi , & i loro beni , fecero
Capitan generale di tutte le lor genti Giaco-
mo Canallojhuomo eccellenti sfimo nell’arte del
la guerra, ilqual hauendo , accettato il gouerno ,
fe ne uenne à Triuigi , & hauendo da ogni par-
te raccolto aiuti , entrò brauamente nel paefe
de i ni mici, & s’accampò à Ontgo ,doue, uenen-
do alle mani co ’ nimici , & morti molti di loro ,
(IP meffogli in fuga , (pinfe fino à Iuttorio ; il-
qual coltello egli prefe per for^a,& poi s* accorri
pò à Feltro, & poich'egli hebbe dato il guado
al paefe, tentò di uolere combattere, & piglia-
re la città per forza. Molte furono poi le fattioni
Di VINEGfA. 1*7
fra luna parte , e l’altra . Ma finalmente , in*
teruenendoui il Re Lodouico , i Venetiani fecero
tregua per due anni con Leopoldo . Et non mol-
to dapoi , il Re ,di nuouo inimicato fi ,fece lega
co’ Genouefi , col Patriarca d' Aquilegia , &
co 3 Carrarefi contra Venetiani . I quali, hauen-
do ci'o intefi, fecero pace con Leopoldo, rejlituen
dofi tutte le cofe deli una, Ì altra parte , ha -
uendo mandati à ci'o Leonardo Dandolo , & Pie
tro Cornano . Dicefi, che la cagione della guer-
ra trai Venetiani, & Genouefi fu quejla , che
facendo Penino Re di Cipri la pompa della fua
cononatione in FamagoCla, il Balio de ’ mercanti
Venetiani fu mejfo innanzi a quel deGenouefij
ilquale ne fu cacciato con uer gogna . Et, perche
il Re fauoriua piu i Venetiani ; che i Genouefi j
perciò i Genouefi fi sdegnarono molto . Oltra
di quefto , hauendo Andronico con l aiuto de i >
Genouefi , a i quali egli haueuapromefja iifiola
di T enedo in premio del feruigio , cacciato del -
Ì Imperio Caloidnni fino padre , Imperadore di
Coftantinopoliji Venetiani lo rimifiero in fla-
to , & hebbero da lui iifola di T enedo; & ueg -
gendo, che ueniua lor addoffouna terrihil guer-
ra, ordinarono una grande armata . Della qua
le fecero Capitan Generale Vittor Pi fimi; & fu
rongli dati per proueditori Pantaleone Barbo j
>•
» i • Drgijfetì^
1*8 VITE DE' PRINCIPI
Lodouico Loreddno. Ejjendo ufi ita fuor Var
mata,&ritrouato le galee Genouefi a capo di
Antio nella fpidggia di Campagna, di Roma y
delle cjudh era Capitano Lodouico Frefco 3 fu fat-
ta fra l'una, & l'altra parte una pinguino fa bat
taglia. Finalmente i Genouefi piegarono
furono rotti; tre Galee ufcirono faine di mezpzo
la battaglia, V altre furono prefe infieme con Lo-
douico 3 & con effolui fatti prigioni di molti o-en
tiVhuomini Genouefi, & da ottocento fidati ,
morti da fèicento . il Pi fimi poi , accoflandoui
Ì armata prefe Cataro città del Re d’Vngheria.
Dapoi, c refe iuta l’ armata ,andò a Pola, doue fi
diceua, ch'era l'armata de ' turnici ,&uenuto
alle mani con loro fu rotto da Lucian Doria Ca-
pitan generale de' Genouefi xni. g alee
furono prefe da' nimici; furono fatti prigioni da
due milahuomini , molti morti , & affasi fimi fe
riti; morì in quella battaglia ancora Luciano Gè
iterale de' Genouefi . il Pifani,per efjeygli riti
fitta male Ìimprefa,fitto uentre d Vinegi a , fu
poflo in prigione . I Genouefi poi , hauendo mef
fa infieme un’armata di lx. galee , & fatto
Ammiraglio Pietro Doria in luogo del fratello
morto , uennero allauoltadi Vinegia,& pre-
fero per forza, & abbracciarono V mago , Gra-
do, &C aorte . il medefimo fecero poi ancord
I
DI VINEGJA. ri9
di Cbioggia picciola . I Veneti ctni) battendo ri-
tenuto tatui danni , & non potendo apparecchia-
re armata dà metter cantra a i nimict } fi riuoU
fero a difendere la città ordinarono una ar-
mata di x i. galee alla guardia del porto ; delle -
quali 3 fu Capitano Tadeo Giùftmiano . oltra
di quefto ,h unendo fatto due casi ella di legno ,
ferrarono il porto 3 & lo fornirono d' 'artigharia,
attaccarono poi infume tre naui graffe con una
catena di ferro , & le fermarono beni s fimo. Fu-
, rono poi mefjc in ordinatila le genti à San Ni-
colò da Lito ) & ne fu dato il gouerno à Giaco-
mo C auaUo V eronefe . Fu edificato anco appref
fo à Malamocco un fortisfimo Camello con due
naui 3 & fornito di buona guardia * 1 Gettone-
fij, non perdendo punto di tempo in così grande
occafione 3 partendo da Zaraffubito fjnnjero uer
fo il porto di Chiogvia . Poi fe n andarono à
Cbiogria 3 laquale fu per un pe'%j(n molto hono-
rat amente difefa dal prefidio de ’ Venetiani , ef-
| . fendo Podefìà della città Pietro Fmo , & prò -
ueditori 3 Nicolo Contarmi , & Giouanni Mq-
tenigo i Finalmente juincendo la moltitudine
de’nimici (per ci oche fi dice } che furono da nen-
iiquattro mila perfone ) la prefero perforaci,, •
dando loro uittoùaglia } & aiuto il signor di
Padoua * In qUeiìo luogo furono piantatele in -
f
fegne del Re Lodouico, de ' Genoueft,& del Sta-
gnare da C anarai & dicefi , che in quella bat-
taglia morirono da feicento huomini , & da no -
uecento 3 e cinquanta furono prefi ; Pietro Emo
Podeftà fi rifatto con tre mila ducati d'oro .
Prefiche fu Chiowia,i Veneti ani offendo chiufi
per terra , &per mare, cominciarono à patir di*-
fagio di uittouaglia , & di tutte le cofe . Per-
tiche Loreto , la torre dalle Bebbe , & Capo
d’argere, poco dapoi arrendendofi , uennero nelle
mani de ' nimici . H ebbe fi in quel tempo qual-
che poco di grano folamente da T riuigi , ilquale
era portato per lo fiume del Sile . La città , sbi-
gottita per così gran perdita, eh' ella haueua fat-
ta, non fi fapendo rifoluere in tanto trauaglio, et
dtfirdine, a cui ella deuea dare il carico , e ma-
neggio di quella guerra, il popolo grido , che fi-
lo VittorPifanierafofficiente àgouernare una
imprefa di tanta importanza . Laqual co fa, ef-
fendofianco rifoluta dalla Signoria, il Pi fini ,
tratto di prigione, fu reftituito di con finimen-
to di tutti aUafua dignità di prima , & fa fa'
to Generale di mare; ilquale, effendo uenuto con
l'armata al porto, col configli o del Generale del
VefJercito,fecefare due torri all'uno, & l'altro
capo del porto , Venendo poi Carlo figliuolo del
Re Lodouico , con dieci mila barbari, &ferman
t
DI V I N E G I A. l6i
dcfii Triuiff, i V enetianigli mandarono am-
bafciadori Nicolò Morefini ,Giouanni Grade-
ndo, & Zaccaria Contarmi ,& tentarono la
pace; &l'hauerebbeno anco accettata con condi -
tioni poco giade . Mapercioche , i nimici infu -
perbiti, dimandauano cofè fuor d’ogni deuere , i
Venetianifi rifolfero, che foffe affai meglio pati
re tutti i di [agi, & pericoli del mondo, che ui-
tnperare il nome deW I mperioVenetiano con tati
ta uergogna . T entarono poi i Genouefi di com
battere la città di V inegia ; ma, effendofi fatte
di molte battaglie circa il porto, Giouanni Bar -
barigo con alcune barchette armate facilmente
li ributto. Sopragiunfepoi Carlo Zeno , huo-
mo peritifimo nella guerra di mare , con cpiat-
tordeci galee, ilcjuale, hauendo affondate due na
ui graffe dinanzi al porto di Chioggia,ridtffe i
Genouefi à tanta necesfità, che coloro , che affé -
diauano , patiuano molto maggior caredia di'*
tutte le cofè, che gli affediati . Quedo fu an-
cora, che trauaglio grandemente le co fe de' Ge-
nouefi , che Pietro Doria ammiraglio dell’ar-
mata Genouefe, mentre che combatteua appref
fo à Loreto, fu morto da un colpo di bombarda ,
laquale fi dice, che fu trouata allhora la prima
uolta da un T edefco . Finalmente i Genouefi
affediati in Chioggia, hauendo grandi sfi ma fa-
%6t- VITE DE* PRENCI?!
nte, & non potendo hauer uittoUdglia , s’drre fe-
ro l’anno mccclxxx. Furono prtfi da quat
tro milahuomini,& menati a Vinegiain pri-
gione . c Afja'tsfimi morirono di ferro ,& di
Jame in quello affedio. Eihauuta Chioggiajuc -
cefe la ribellione di Triede;percioche i cittadi-
ni 3 battendo mcffo in prigione Donato Trono ,che
itera Podedà> prefero , & minarono luna , &
l’altra rocca . Capo d Jjìria anch ella fi diede
à i nimicij fidamente fi tenne la rocca . Pola ait
(orafi prefa da Geiwuefi , & la maggior par-
te abbracciata . Ma, ejfendofi ridorata l’arma
ta , c£* menata in iflria ; & andatoui ancora
Giacomo C amilo con l’ejfercito per terra; Capo
d’idria fi rihebbe, & fi mife a ficco . / 1 P fa-
rli, efjendo ito con l’armata a Zara » ammalo di
fibre, & quiui fi mori con gran dolore d’ogn ti-
no; nel cui luogo là Signoria fece Carlo Zeno ge-
nerale di mare . In terra ferma Triuigi fu tra -
ua<rliato grandemente dall’ armi de Padovani,
& quiui, ejfendo tolte leuittouaglie, fi pati gran
disfima caredia . Et non hauendo i V enetiani
alcuna fieranxa di potere tener quella città, per
ch’ella non ueniffe in mano del Signor da Car- *
rara, mandarono a ciò Pantaleone Barbo , & l*
diedero a Leopoldo Duca d’^udria • Effendo
finalmente fianchi, & i V enetiani , & i Geno -
DI VINEGIA* i Gì
ttefiper così affranco fi lunga guerrd, col me^
XP del Duca di Sauoia , il fefto anno , el quarto
mefe, da che la guerra s 3 era cominciata fu fat-
ta la pace co * Genoitefi,col Re Lodouico,& com
pagri, con quefteconditioni . Chei prigioni fof
fero reftituiti daWuna , & V altra parte , che i
Venetiani lafciajfero T enedojche pdgafjero ogni
dieci anni fette mila ducati d'oro al Re d’Vn-
gherid ; & egli perciò asficuraffe la rimerà di
Dalmatia a i Venetiani > & non lafciajje far fa
le in rimi luogo . Che 3 l Signor di Pddoua ren-
dendo a i Venetiani Capo aargere., e'I Moren-
‘Xano, ruinafje le torri edificate nelle lagune , et Scria e
nelle foci de’ fiumi . Alberto Mdrchefe di Fer c J ,inati *
rdra fu mex^ano a porre i termini fra i Vene- p cr ; ^ oi
tiani, & i P adornai. In Vinegia da trenta per gru n me -
fine, che haueuano diutato la Republica 'a, fpefe ™
loro j furono fatti gentiluomini . Morì poco uaiioVe-
dapoi il Re Lodomcd. il Signor di Padouapoi rone f e in
ajfaltdndo T riuigi, lo ftrinfe di tal maniera, che
Leopoldo effendone difperato ^gliele la feto fotta fatto gè»
certe c onditi ori. Fatto quette cofe per terra. t f l,now *
per mare , tl Contarmi mori , hauen - no ,& f m
dogouernato quattordici anni la Re hoggilt
publica,& fufepolto in San ZlTqùe
to Stefano. . fa cafa
in Vme~
g/4.
1 %
<
J«4 VITE DE’ PRENCIEI
MICHIEl MORESINl
DOGE L X.
/ c h i e l More fini , fùcceffe
nel Prenci fato . *Al tempo fuo 3
fu fatta una legge, che * coloro,
che haueuano fatto homicidio ,
fojfe tagliata la tefld , doue pri-
ma s 1 impiccauano per la gola .
M ori j poi ch'egli hebbe gouernato la Republica
quattro mefi; & fu fotterrato m San Giouan -
ni, & Paolo.
ANTONIO VEN1ERO
DOGE L X I .
N t o n i o denterò , effen -
do Duca in Candia , fu leuato
di là , & creato Doge . Fu
huomo d'ottimi coftumi , &
d'animo molto accommodato
à far fi amare . Al tempo di
coflui, facendo grauisfima guerra tra loro ^An-
tonio della Seda Signora i Verona, & Fran-
cefco il uecchio di Padoua,Galeax^oVifconte,
inftigato à ciò da Francejcoda Carrara ,moffe
guerra à i Signori della Scala . Et hauendoli
uinti, prefe Verona , & Vicenda ne contento
di qtteflo.
DI V I N E C I A.r i<T?
dicjuefto]hMendo fatto levato' Venetiani , af
fatto anco il Carrarefe,#*con iaffedio di pochi
mefi prefe Padoua. Piglio Francefcoda Cana-
rd , #* lo cacciò nella prigione di Moriva. Et
hduendo anco prefò T r luigi Jo diede à i Venetid -
iti, fecondo il patto ,ch'era trd loro . Et non mol
to dapoi , (fetido crefciute le forze di Galeaz -■
Zo, tanto ch'elle metteuano folletto a tutti i ul-
ani , #* hauendo egli moffo guerra à Bologne *
fi,#* ài Fiorentini ; i Venetiani , i Fiorentini ,
Bologne fi, Francefco Gonzaga , il Marchefe di
Ferrara, #* Carlo Maldtetta , fecero lega con-
trail Vifconte. Et anco Roberto Duca di Ba-
vera , à cui era ricor fo Nouello da Carrara ,fu
tolto in compagnia della lega, accioch' egli fcen-
deffein Itahd contrail Vifconte.. Ala Galeaz-'
%o, hauendo aff alito Riantoua con gran tumul-
to. l'affedio per terrd, #* per accjua. I V enetia <
ni, hauendo proueduta gran quantità di nauigli,
ributtarono il nimico dalla città non fenza ucci-
sone. Et non molto dapoi Galeazza , uinto in
una vran battavlia à Gouernolo da Carlo Mala -
O ^5
tejla Capitan generale della lega ,fu sforzato
partirfi non fenza uergcgna. Di quetta occafio • . M
ne feruendofi Nouello hi Carrara , tr duetti to ri- - >
tornò in Itahd,#* col fauor de' Venetiani , en-
trò in Padoua, prefe la città . Doppo lui uen-
M
Y
No» è fpe
CljìCAtt
nelle I Jlo
ne Vene
tune , Je
J64. VITE DE’ PRINCIPI
ne il Duco di Bauiera, ilqmle congrofjo efjerci -
to fi mife a combattere la rocca. 1 Perone fi an *
ch’eglino mosfi da quella noma , cacciato il pre »
fidio del V t fconte, mandarono à chiamare Ì4'n~
tomo della Scala di Tofana . Ma intendendo,,
com'egli era poc'anzi morto, moifi à. penitenza,
tolfero nella città Vgolotto B ione ardo tignale,
era nel contado di Cremona al foldo del Duca di
Milano , ^ottennero perdono del loro errore,,
hauendo pagato alcune migliaia di ducati . Ma
efjendo egli entrato, non potè punto rttenere i fot
dati, che non faccheggiaffero cofi ricca città . Pu
re là moglie di Gatea^j^o, hauendo compasfio-
neajla mi feria di quella, tre giorni dapoi ferma
il facco* il Dttcadi Bauiera, lamentandofi, che ;
i Fiorentini gli haueuano mancato della fra prò -•
uifione ritorno in Lamagna * I Fiorentini poi
mandarono Giouanni ^ fcuto Irglefe con groffo
numero di gente in aiuto al Signor di Carrara ;
per opera di lui, la rocca di Padoua tofto fe
arrefe. Fu fatta poi la pace per fei anni . In
quel tempo , il Due ad' ffuClria uenne à Vine-
gia ; ilquale con due galee fornite a fra nome ,fr,
n'ondo al fepolcrodi cheli sto. il figlimi
del Prencipe , chehauea nome Luigi ,ilquale, ef
fendo inamorato d'una gentil donna, per di fpe t
todel marito di lei,lehaueua attaccato le cor-
ti
Dt I T V I N E G I A.
natila porta, fflendo foprd ciò e [aminato &*con> f ucor &‘
1 '-i-i/i r r- nat0 * ul
umto A pcr gwdicio del padre ancora,, fu confinato, um prU
per alcuni anni in prigione , Fatto tjuefle cofc gtone ò
il Vói} ero mori , t anno diciottefimo del fuo
Prencipato, & fu fepolto in San Giouanm , uc ridirne *
Paolo -- dicono
AUCHIELE STENO
suoi' t hi ' ohilhii n<r
DOGE L X I I.
che'l gio
umetto
mori in
prigione,
■ C T ciò pò
I e miele Steno fu eredto Do gono ne i
*e > Vanno mc ccc, In honoref ei P rmci
di quello Prencipe quafi per tutffjf^i
to Vanno , furono fatti giuochi ,< \emtro.
ÌX. [ordinati con magnifico apparato.
In quel tempo di fei galee cari-
che di mercantta, lequah tornauano di Soria,
Capitano Leonardo Triuifano , quattro cacciate
dalla f rtuna andarono d trauerfo appreffo il gol
fo Taurino ; ma nondimeno le rohbe fi faluarono
qudfi con tutte le perfine. Et non molto dapoi i
Genouefi armarono xxi. galee facendone am
miraglio Bucicardo Frdnceje . V armata , par-
tita da Genoua ,arriuo a Scandaloro citta della
Cardmaniai &* di la poi partiti i Genouefi, &
andando in Soria , di pr ima giunta preféro Ba-
ruffi ; £<7* quiui , come nimici faccheggi arano
alcune naui di Venetidni d'altre natimi Je-
M ij
tèff VITE ’DE’ P*E t NCTEI t
quali per auentur a erano allhora in porto . Di
Sorta andarono nella Marea. Carlo Zeno y Ugua-
le era Capitan del Golfo con undeci v alee inten-
dendo, come l’armata Genouefe era ita nel mar
difòpra, dubitando, che non fi faceffe qualche dan
no allo é lato della Signoria, andò alla uolt-a di e[
fa, laquale era fra Modone ,el Giunco., sAlda
uenuta fua s’dttaccò una terribil battaglia \ doue
iVenetiani n andauano col peggio ; perciò che i
Genouefi haueuanoptu galee, & molti buoni fot
dati Francefi. Etgidlecofe de’ Venetiani era-
no in piega, quando Ermolao Lombardo , tornati
dodi mercantia , giunfe molto a tempo con due
galee; ilquale,hauendoueduto in quanto perico-
lo era l’armata della Signoria , inuettì con gran-
disfima furia i nimici , & con cofi terribil colpo
Urtò una galea, che la mife f itto foprà con tutta
la ciurma, & i foldati. Per quella perdita fpa
stentati i nimici ,fi perderono d’animo ± & fu
combattuto per t /patio di quattro bore fenica
uantaggio ; finalmente ,effendo affondate frega
lee de ’ nimici , & altretante preje , Ì altre furo-
no rotte, & meffe in fura. In quel tempo N o-
uello da Carrara, ilquale alcuni anni auanti , con
l’aiuto de i Veneti am, haueua racquifìata la Si-
gnoria di Padoua, richiudo fi poco de’ benefici
riceuuti ; & fetiXamna'e altrimenti coperta
i
DI V I N E G I A-. 167
l’odio, eh’ egli portaua à i Venetiani ,machina-
ua tuttavia qualche cofa , per travagliare la Si -
gnoria. Et prima egli aueleno Guglielmo dalla
Scala, fatto Signor di Verona , ^ ammazzo
ancora 1 fgliuoli di lui prefi a tradimento ; &
cofieglt s’infignorì di Verona , battendo leuati
uia 1 Signori dalla Scala . Ne contento a que-
Jìo 3 fi mtfe per mitri hauer V icenzjL per for-
za» Ma i Vicentini 3 iquali haueuanod noia i
Signori da Carrara > di nolenti di tutti i cit-
tadini , diedero la città loro alla Signoria di
V inedia. Prefi ch’ella fu, fu mandato in guar-
dia Ai quella città Giacomo Suriano con unagrof
fa banda di ballejl rieri. I V enetiani ancora man
darono à fare intendere al Signore da Carrara ,
ch’egli non fi deueffe tanagliare delle cofe dei
Vicentini, iquali erano uenuti alla diuot ione lo r
ro. Ma il Carrarefe, battendo contra la ragio-
ne del mondo , mamme fjo L’araldo à ciò manda-
to, mandò dirà i Venetiani ; com’egli ftmara-
utgliaua molto della tnfolenza loro , che non ha
uendo eglino ragione alcuna interra ferma ,uo-
leffem terminare i confini à coloro, che merita-
mente erano Signori ; che andaf ero pure, & non
ufiffero delle lor paludi , & bfiiajfero gouer-
var ie città da coloro , iqudjUiaueuano ricevuta
quella autorità da’ lor m^gMòri • / Venetiani
M
Y68 vir é n e 1 ■p'r’e n c t? r
sdegnati percofi infoiente rifpofla del Tiranno ,
fi collegarono con F r ave efeo Gonzaga, &lo fe
cero Ioy Capitan generale. In quello me\Xp Fel
tro, Ciuidal di Belluno, & Baffauo ; volontaria -
mente fidtedero alla Signoria di Vinegia. Fu
dato anco ilgouerno d Carlo MalateCìa , Aguale
fu fatto uemre di Romagna , di tutto V effera-
to. ilcjuale , battendo fatte alcune fattioni con -
ira i Padonani, lafci'o la condotta in mez^o al-
l’ardore della guerra , & come fu licentiato , i
Venetiani diedero il gouerno di tutta l’imprefd
a Paolo Sduello baron Romano 3 grande huomo
di guerra. FU rifiuto adunque , che Fr ance fio
Gonzaga compagno di guerra, d un tratto dfjal •
taffe Verona . Laonde egli felina perdere pun-
to di tempo , fatto gran numero di fidati , affai
tò Verona da quella parte, che confina uerfo Man
toua . il mede fimo fecero i Venetiani , mouendo-
fi dtuerfo il Vicentino ; per loquale impeto, i Ve
ronefi jpauentati , non hauendo alcuna fperdn-
X* d‘ aiuto, & anco, hauendo in odio tlCdrrarè
fejperch’eglthdueudduelenato Guglielmo dalla
Scala , & i figliuoli ,fi diedero alla signoria.
Giacomo da Carrara, ilquale era inguardid qui -
ut, fi fuggì a Origlia. Effendo poi prefo nel paf
fare il Po , fu menato a Vinegia . Ma sul Pa-
dovano Galeazgo Grumelo Mantovano , ò Goti
I
DI VINEGTA. t«9
Xaga ( come uogliono alcuni ) tlquale morto fhc *?
fu il Sancito era flato fatto Generale dalla Si^
gnona in fuo luogo, hauendo /archeggiato , &
abbruciato tutto 1 1 contado di P adotta , & prefè
anco di molte terre, andò poi à campo alla città. ,
Et alla porta di Santa Croce , con affedio & qua
lì con continue battaglie , molto la ilrinvcua »
J à> ? «b o. 3
Da me^a notte poi hauendo me [fé le fiale al - . j.a
le mura, molti ui falirono fopra ; & prefa la por
ta , tutte le genti a un tratto fitrono mefje nelle
città. Et finalmente la citta fi prefe . Era fug-
gito nella rocca Fr ance fio da Carrara co 1 figli-
uoli , laquale poco dapoi fu prefa da! Venetiani J
effendo eglino affretti à renderfi per la fante.
Francejco fu prefo>& mandato à Vincaia, do- Dicono b
uefu fatto morire in prigione infume col fratei
lo. Et cjtiefld fu la fine de 5 Signori da Carrara. • fio ultimo
Prefa chef» Padoua,uifti mandato Podeftà Ma
rin Cdr anello, & Capitano Zaccaria T riuifano. ra .f7ru
In quella ejfeditione uennero fiotto la Signoria dthsjìmo
di Vinegia Vtcenxd, Verona, Cotogna , Feltro ,
Ciuidal di Belluno , & ultimamente Padoua col C ó alcune
fuo contado. Gli ambaficiadori de 1 Verone fi, balefìrt
de i Padouani uennero poi à Vinegia , à giurare
ubidendo. . liberto da Efìe anch'egli , Signo - tu, quelli
redi Ferrara, tignale haueua dato aiuto a t Si- c,,c ' wie -
. . 1 jì- rr 111 r r
guari da Carrara > temendo cu non ejjere caccia • nome. le
M iiij
Miv/r
l 'JO VITE DE’ TRE N CIP!'
quali ba- to di flato, percioche già i Venetiani,pcr diflet
aldi* di” t0 di luì* haueuano fatto ueniredi Grecia
h°ggi da Ejìe confinato quitti , mine humilmente
ne fono j vmegta a dimandare perdono, & pacei laqua-
"de le egli h ebbe con quefte conditioni . Che non fi
mamiio factfje piu file a Comachto . Ch'egli riceuefje
de l o co f un Magi firato Venetiano a Ferrara, & giuraf
vieti, fe d’efler perpetuo amico de’ Venetiani, In quel
tempo arfe il campanile di San Marco ; ilqttale
fu poi rifatto con maggior flefa, & indorato di
finis fimo oro . Et anco allhora il Re Ladislao , ef
fendo per poffare d’Vngheria in Italia, a r acqui
f lare il Regno di Napoli , uendèla città di Za-
ra con tutto il fuo contado , & i confini di quel
~ a ^ d Signoria per cento mila ducati d’oro .
Furono mandati adunque à pigliarne il pofjefjo ,
come proueditori , Francefco Corriaro , Leon Mo
cenigo, Antonio Contarmi ,&* Fantin Michie-
le, con grofjo preftdto . In quel medefimo tem-
po ancora, i Fiorentini ,fotto la / corta di Pip-
po, ajjaltarono lo flato della Signoria , con dieci \
\ milacauaUi ; et dice fi, che quella guerra fu mofft
da Gì fmondo Imperadore,col cui fattore il T ofca
no era [cefo in It aliatila primagiuta di Pippo ,
gl’huomini d’Vdine s’ arre fero, pafftndo i S attor
gniani cogli adherenti loro à i Venetiani. Quindi
partedo Pippo, paflò nel contado di Triuigi,e tol -
Di V I N E G r A, 17 1
fèdi Venetiani S erraualle , Belluno ,& Feltro*
Voledo adunque i Venetianiriparare a quei difòr
dini, fi prouidero di fidati, sfecero lor gene-
rale Carlo Malat ella, grande huomo di guerra «
Futalhora fatta fanguimfa battaglia nel Tri -
uigiano, & nel Feltrino , doue i Barbari uf aro-
no gran crudeltà cantra i prigioni » Dicefi , che
Pippo doppo molte homrate fattioni di guerra ,
corrotto per denari, la fci andò l’im prefa ,fe nati
do in Vngheria;&cbe e fendo egli tornato a lui,
Gifmovdolo fece morire, col fargli struggere oro
in bocca . Effendofi guerreggiato un tempo di
quello modo, furono mandati ambafciadori al
Àe, Tomafo Mocenigo, Francefco Fojcari,&
c Antonio Cornaro,iquaii fecero tregua con efjol -
ui per cinque anni . Et poco dapoi movi lo Ste -
no,hauendo gouernato la Republica tredici an - .
ni, & fu fepolto nella chiefa de’ frati Minori .
TOMASO MOCEN 1 GO
DOGE L XI I I.
Omaso Mocenigo , effendo
ambafciadore in Cremona dp-
prefjo à Gabrin F ondulo jn fud
ajfen^a, fu creato Doge, l’an-
no h c c c c x 1 1 ì. Era in
quel tempo Patriarca d’xAqui*
VTi VITE DE’ PR.EN-CIPT’
leghi Lodouico T echio } ilcjuale gouernaua tutto
il paefe di Friuli, che fi chiama la Patria . £/-
fendo nata difcordia fra codut, (srgh Vdintfi,
perciochei cittadini uoleuano rimettere neìlacit
tagli huomini della fattion Sauorgnana Squali
sperano accodati alla Signoria , e 7 F echio dice -
uà; che non era mai per comportarlo } i Venetia -
Vi prefero Sacile . il Patriarca Lodouico con -
fidando fi poco nelle fue forze 3 andò à trouare il
Me d’Vngberia , & poco dapoijgiunfe con Quat-
tro mila barbari . In cjuefto mezjZP Ciuidale
fi diede à i V enetiani . Lodouico adunque pii an
db à campo ; là douei cittadini, hauendo riceuu-
toilprefidio da i V enetiani 3 ani moj am ente n-
ceuettero il nimico cheueniua lor addojfo ; &
poi che gli Vngheri furono flati cjuirideci fornii
à campo alla città 3 per la furia del freddo } furo-
no sforzati leuar iaffedio . Ma i V enetiani ,
hauendo rannidato Feltro 3 Belluno & gli al-
tri luoghi j che hakeuano perduto nella prima
guerra,, entrarono nella patriatdel Friuli } doue
hauendo rumata la terra di Prato offendo lor Cd
pitan generale il Conte Filippod’^frcelh , huo -
mo ec c eli entis fimo di guerra andarono à cam-
po à Vdine ; & n °n ueffendo ninna /perdura di
frccorfòjgh Vdinefi s arre fero 3 mandando am-
bajeiadori à Vinegia 3 iquali diedero la città alla
—
D I V I N V. G I A . 17*
Signoria. I quali e/fendo Ùnti benignamtntè
Viceuutijfu ordinato j che non folamente gl’Vdi-
fiejij ma tutti i fuor’ufciti ritornafjero nella pa-
tria, & fofjero loro reflituiti i beni . Tutta la
patria adunque fi diede poi alla Signoria .
tempo di coiìui la chiefa di San Marco , s’abbru
ciò quafi tutta ; laquale , ftruggendofi il piombo > #/
di ch’ella era copertala fatica fi faluòdal fuoco,
il Moceni&Oj huomo di gran bontà 9 morl Va-
nendo goutr nato dieci anni la Repiélica , &fù
j epoho in San Giouannij & Paolo -
FRANCESCO FÓsCiARI
DOGE t X II H,
/f ancesco Fofcari , fu elei -
toDoge l’anno mccccxxiji .
Huomo di fngolar Japien^a j
& eloquenza dotato 3 & nera-
mente degno del Principato. Sot
to il cui gouerno lo flato della
Signoria s’accrebbe ntolro;& prima fifeceguer
ra con Filippo Duca di Milano . Percioche co-
fi uij non contento d’hauer tacqui flato con l’ar-
me grandisfima parte perduta dello flato pa-
i terno i aggiunfe ancora con mdrauiodiofo corfo di
felicità al fuo Imperio. alcune citta 3 lequali noti
Crono mai fiate pojjedute da’ [noi maggiorii
.
r
o
\
Cw
“V
i s
. ,;9
<«74 .VITE DF.’ PR.ENGIEI
Vltimamente poi dando loro di molte rotte , ri*
dufje i Fiorentini à tale di' e s fi erano in gran pan
ru di perdere la liberta loro . Mandarono adun
que i loro ambafciadori a i Venetiani ,& con
molti priegbi li confortarono a far lega infieme
cantra il Duca Filippo , onde i Venetiani fian-
chi da'prieghi de Fiorentini, & digià,bauen-
do anco foj fette leforzj del Duca Filippo. gli
mandarono ambafciadori , &lo confortarono ,
che poftegiu fame, non guerreggi affé piu co
Fiorentini ,+Ma il Duca Filippo , dicendo , co-
m’egli hauerebbe fatto ogni cofa per rifletto de *
Venetiani , nondimeno ferina allentar punto ,tut-
tauiaattendeua à fìringere le for^e di Tofa-
na . Finalmente gli fu mandato Paolo Cornaro,
ilqualegli dicefje , che fe fubito non fi rimaneua
di guerreggiare, apertamente gli denontiaffe la
guerra . Furono ancora a ciò f pinti molto i V e
netiani dall’autorità di Frante fco Carmtgnuola
in quel tempo grande huomo di guerra , ilquale,
partendofi dal Duca Filippo , era paffuto allho-
rada V enetiani . La Signoria adunque, bauen
do fatto lega co ’ Fiorentini, con N icolo da Efte,
con Frane efeo Gonzaga, & con ^/Cmadeo Du-
ca di S amia, fecero il Carmignuola Capitan ge-
nerale di tutte le genti ; & fatto fidici mila ca-
ntili, ^ottomila fanti à commune flefa de’ po-
37 * mefifia in punto armata di fiume , & di
,difiegnarono d'afifialtare in un mede fimo
tempo Filippo da piu lati . Et prima il Carmi -
gnuola,hauendo tentato d'hauere laroccadiBre
Jtia per trattato , & non efifiendogli ciò riuficito ,
tenne trattato con molte promefije co ’ capi della
parte Guelfa ,iquali contraflautino il Duca,&
mdsjimamente con Pietro & Achille Muova-
vi, che da mezjza notte, rotto il muro, egli fio fi-
fe tolto nella città ; ^battendola da quella parte
occupata , i Venetiani finalmente 3 con l'afjedio
di fette mefi, l'hebbero tutta in lor potere . il
Carmignttola poi 3 uolgendofi a pigliare le casel-
la de' Brefciani, ne tolfe alcune a i nimici . Et
poco dapoi Papa Martino mandò il Cardinale di
Santa C roce 3 Legato à i Venetiani, ilquale met -
. teff e pace tra il Duca 3 & la Signoria ,* ^ 7 * cofi ,
effiendofi mandati di qua , & di là Oratori , fu
data à Filippo fiottò certe conditioni . Ma, ba-
ttendola di già egli accettata, & poi, non uolen-
do Jlarui, fi cominciò di nuouo la guerra fra lu-
na, & l'altra parte ; & tre uolte fi combatte
quell'anno . Prima à Gotolengo , cdftello de i
Brefciani, poi à Sommo nel Cremonefe , ne 1 quai
luoghi la battaglia pafiò fetida uant aggio dall'u-
ria, l'altra parte . Et la tcr%a giornata ,fi
fece à Maclodio , doue l'efjercito del Duca , fu
filisi
mare
* 1J<* VITE DE’ PREN.^TPIf
- àrptto, & fatta ma grande uccifmè . Fuprefa •»
^ Carlo Malatefia Capitan gmwk > .<$*
fai otto mila tra cdualii,& fatiti , ^ tutte:
U biigdglteftfrouo perdute . Carlo 5 prefio dab
Cdrmgimla, & dal Marchefe di Mantoua, fà\
• lafciatojaluo ceti tutti i prigioni . Fu co fi gratta
. de quella rotta , per quel, che fi dice ^ che fé U'Car
m i ir muoia hauefj euoluto ritenere i prigioni,
feguire il corfij della uittoria, con poca fatica ha-^
uer ebbe potuto cacciare Filippo di flato , Et fi-
nalmente, effe ndo fi egli sbigottito per quella rot
ta,& perciò inclinando alla pace j col me^XP,
del Legato di Papa Martino, fi radiarono inFer : ,
' rara gli Oratori de Prencipi , & delie città ,fì\
fece la pace, con quefle condit ioniche i Vetietia-
‘ • m fi teneffero Brefcia, & le caftella de’ Brefcia-
ni, & Cremonefi, lequali haueuano già prefe»\
Et che Filippo dejfe Bergdmo, el contado fio,
d'accordo à t Venetiani ; & ch’egli non f ac effe ,
guerra à i confederati de’ Venetiam ,& de Fio -,
ventini. N e però quella pace fu molto lunga >
percioche i Fiorentini , hauendo per male , che’L
Guinigi Signor di Lucca nella pajfata guerra ha-
uca feguitatold parte di Filippo s trouando per
ciò occafionedi ftringer Lucca , con Nicolo For -
tebracciolor Capitano , entrarono nel contado di
quella, hauendo prefe alcune caftella , fi mi -
1
DI V I N E G I A ♦ T77
fero ad afjediare la città. Perche Filippo mof
fo da pr leghi del Guimgi , & temendo anco,
che fei Fiorentini pigliavano Lucca, non gli fof 1
fero troppo potenti mmici, mandò il Conte Fran
cefco Sforza ^ con una gran cavalleria cantra i
Fiorentini , tlquale, pajjando l’alpe , & apprtf-
fandufi à Lucca, mi [e tanto j fi attento a inimici,
eh’ e < fi furono corretti di sloggiare , & levare
l’ajfedio . Ma, effendo poco ddpoi partito lo Sfor
Zadi Tofana, & con le genti andato in Lom-
bardia, i Fiorentini tornarono di nuovo ad affé -
diar Lucca . Perche Filippo, per impedire i lor
difegni, mdndò Nicolò Picinino, con gran nume*
ro di gente . ilquale con gran tumulto andò con
trairFjorentini . I Venetiani , mosfi dal peri-
colo de’ loro confederati , mandarono ambafeia -
doridi Duca,confortandolo a mettere giu l’ar-
me cantra i Fiorentini . ilche, non volendo egli
fare,nnouandóldlega co’ Fiorentini, gli moJJ'e-
ro guerra, & ordinarono una grande armata, la
eguale andaffe nel Pò cantra il nimico . In que-
llo mezjsP il Carmignuola , effendo entrato in
i/fieranza di potere bavere la yocca di Solicino
per trattato, & èffendofi convenuto a ciò col ca-
ilellano, con una buona quantità di denari, gli fu
fatta unaimbofeata dallo Sfuria , < 37 * dal Conte
di T ollentino, dove hauendo perduto piu di mil-
* 7 y VITE r) F PltNun ^
lecauaUtJ fatica fi fallii) dallemam decimici.
Et non molto dapoi fi fece battaglia navale yap\
preffo à Cremona i n Po > effendo Capitano del--
l’amata Nicolo Trini favo ,dauoVarmata Ve-
ti china fu rottaj&fraccajfata f&riceUettefi
miféfan perdital percioche dun numero gran-
de dTìyiiu -, cjfcndone i fuggite follmente cinque ,
tutteVidrrc andarono in manoàt.mmici . Per
uendicafy: di quella, rotta , percioche i Genouefi
hauetidijàffctutd tarmata del Ducaci V enetia-
ni miferdiiifynto mamma armata di uentiga
lee j fitto il gwernàfii Pietro Laudano contra i
GenouqÙm^bmUto anco cinque galee da’ l io -
^ ^ im no > bduen-
DI V I N E G I A»; 179
l’una, & l’ altra parte ,$’ attaccò fanguwofa bai
taglia ,& con grandisfimo ardore fetida uantag
gio alcuno, per i/pat iodi parecchie bore. Final-
mente ,eJ]endo fi prefa la ime Capitana, otto ga
le e de’ turnici uentiero nedemaiu del Loredana f
etl’altre mal trattate fuggendo.preferò dito ma
re. llLoredano -, hauendo riandato /’ ammira-
glio Spinola con otto Capitani dilani a Ciliegia,
Jè n’andò d Corfà. Et non molto dapoi, nel con-
tado di Cremona a. Sommo , limo uicino al Pò ,
con grande ardire dell’ una&l altra parte , fi fe^
cegiornatacon le genti del Duca ; doue, non pie-
gando ne di qua, ne di là la fortunata battaglia
fi diuife. In quel medefimo tempo ancora, per in-,
duftria del Caualcabò condottare, fi prefe qua fi
Cremona , hauendo eglt prefi una porta di quella
città, & tenutala due giorni ; & i Venetiani
hduerebbeno acqui fiata la città ,fe il Car migno-
la, tlquale u’era dpprejfo a tre miglia con cinque,
òfei mila fanti, hauefje lor riandai fccorfo.
Ma non hauendo egli fato fi debfiòffitq , colo-
ro , eh’ erano nella città f peculi fùcfi di loro ,
fi ritirarono à faluamento. Comincio alihpra la
fede del C armigliela à effix focena dpprejfo à
i V e netiani, & tal fojpetto nacque, perche l’ar-
mata sù ritocchi di lui , era fiata rotta da i ni -
micij & non hauea uoluto dar foccorfo à Cre-
N
fnotJdj eh 3 era quafi prefi; & perdi’ egli hauea la
[ciati i prigioni prefi a Maclodio • offendo egli
adunque chiamato a Vincaia [otto colore di con -
figliar f del modo della guerra^ fu effeminato
tonuinto per [ue lettere di tradimento 9 & [tigli
tagliatala tefla. Morto lui y fu dato il genera-
lato al Marchefedi Mantoua; sfatti Prone -
ditori Giorgio Cornaro & Marco Dandolo .
Et fatte poi molte [anioni 9 & tolti Bordelanoj
Romanengo } Fontanella 9 & Soncino a Filippo ,
i Proueditori acquiftarono poi con l’arme la Val
camonica , & la Valtellina. Et mentre che il
Cornaro era con tre mila huomini in guardia del
la Valtellina 3 il Picinino , chiamato da gli huo -
mini della contraria parte 9 entrò tumultuofamen
te nella ualle 9 battendo colto il Proueditore
lo ruppe quafi con tutte le [ue genti ; & infu-
me col Cornaro 9 furono prefi molti condottieri
d’ importanza. Ma finalmente , andando a Vi-
negia Nicolò da Ette March e fe di Ferrar a&
confortando i Venetiani alla pace 9 ella fu fat-
ta con quede conditioni . Che Ftlippò lafciaffe
tutti i luoghi del contado di Brefcia 9 & di
Bergamo. Ch’egli reflituiffe lo (lato al Mar-
chef di Monferrato . Ch’egli rendeffe à i ' Fio-
rentini le terre nel contado di Volterra di
Pifa . Che fi rejhtuiffe i prigioni dall’una 9 &
DI V I N E G I A. l8l
tal tra parte. Fatta, che fu la pace Filippo ri-
uolfe tutta la furia della guerra contra Papa
Eugenio. In quedo mezzo di quà , & di là fi
ferouo molte efpeditionij & molte imprefe d'ar
me ; e’L Papa fa di tal modo tr attagliato, che fu
coflretto abbandonar Roma . In quel tempo ,
Mar [ilio da Carrara figliuolo di Francefaofptn
tOjda Filippo jhauendo fitbornati alcuni citta-
dini Padouani ,fa mi fa àuolere occupare la cit-
tà ; & già traueditefa era giunto sul Vicenti-
no , per douere entrare l altro giorno in Padoua ;
quando , effendo conofaiuto da certi ,fu prefo con
alcuni pochi compagni , & menato à Vtnegia ,
doue fai fu tagliata la teda . Furono fatti mo-
rire ancora i Padouani , iquali haueuano intendi-
mento con effo lui. Lo sforza poi , partitofa dal
Duca , & pigliando foldo da Papa Eugenio , &
da’ Fiorentini , fu fatto lor Generale . Et Ca-
pitano deVenetiani era Gattamelata , huomo
peritisfamo dell'arte della guerra ; in fiem e con
effo lui il Marche fa di Mantoua era Generale del
la Signoria. I quali fecero di molte f anioni con-
tra il Pianino, &gli altri Capitani di Filippo .
Quando il Marche fa 9 ilquale facetamente s era
accordato col Duca , ridu/fa quafa à manifedo pt
ricolo lo dato della Signoria . Perciò che il Pi-
anino Capitano deWejJercito di Filippo , hauen-
• N ij
*
.•r
l#z VITE de’ PR.ENCIP T
do tolto il m archejè di Mantoua d compagnia di
quella guerra ; poiché egli hehhe prefo Forlì,
Imola , Rauenna , & Bologna ; tornato nel con-
tado di Parma & mejjo infieme una gran caual
leria ,pafo il Pò j & in breue tempo raccjuiflò
Cafal maggiore, & tutto quel , che i Venetiani
teneuano nel Cremonefe. Venendo poi d giorna-
ta a Caualcatone con Gattamelata Generale del
la Signoria, lo ruppe, & mife in fuga. Et quin-
di , andando alla uo'.ta di Brefciaffi mife per com
battere quella citta . Ha Francesco Barbaro, che
u’era Podeftd huomo dottisfimo,fi ualorofamen
te la difefe ,che’l nimico fu sforzato lafciarla ,
&non fenza danno de’ Cuoi. Riuoltofi poi il Pi
cinino d pigliare le caftella potfe all’intorno , ac-
ciò che non entrale uittouaglia nella città , &
ogni co fa faccheggiando, nonlajciò qua fi nulla d i
Venetiani , hauendo per la maggior parte occu-
pato il m enzo , l’Adige, e’I Lago di Garda, ac-
ciò che non fi poteffe portar nulla mila città, do-
ti’ era gran caretta . Ma nondimeno effondo fia-
te tirate alcune naui [no al Lago di Sant’iAn -
drea,& quindi nel Lago di Garda d Penetra ,
& T orbali, con marauigliofo artificio , per ope-
ra d’un certo Sorbolo Candiotto, & tirate per le
montagne , aiutarono molto le cofe della Signo-
ria. biai Venetiani ,ueggendo lo flato loro in
DI V I "N F. G I A . r8?
grandisfimo pericolo , fe non haueuano qualche
honorato Capitan di guerra, ilquale foccorrelfe
alle cofe loro quafi pode in mina ; mandarono
Giacomo Donato à i Fiorentini , #* pregarono ,
thè, s'esf uoleuano faluareloftato della Signo-
ria,#* la libertà d’Italia , mandafjero lor il Con
te Francefco Sforza con tutte le genti. Perche
i Fiorentini, mosfi dal pericolo loro, &de’Ve-
netiani , confortarono lo Sforza , che pigliaffe
l’arme per la Signoria. Eugenio ancora, per ti-
ratelo Sforza al foldo de’ Venetianifo fece Mar
chef e della m arca d’ancona ; onde lo S frxj,in-
uitato da quede prom effe, #* effendo anco dato
già lungo tempo uccellato dal Duca di uoler dar-
gli la figliuola per moglie ,rinouo la condotta per
cinque anni co 3 Veneti ani 3 #* Fiorentini
conia fua caualleria entrando nel F errar e f e, paf
fato ili'òjingroffatonel Padellano con le genti
de’ Venetiant , con dodici mila caualli, & cin-
que mila fanti , andò incontra il nimico à Soaue
nel contado di Verena ; dotte per parecchie bore
fu gagliardamente combattuto fenza uantag-
gio. Cedendo poi il minino , lo Sforza in brie -
ue tempo racquido tutte le ca fella del Vicenti-
no ,#* del V ernie fe; #* sfjrzjndof di leuar
iaffedio da Brefcia , ueggendogli altri pasfi
ferrati ,pafo l’Adige , & entrando nel conta -
N iij
184. vitede’prencipi
do di Trento ,giunfe à T enna . V enne anco qui-
tti il vicinino ; dotte, efjendoji terribilmente coni
battuto, il vicinino fep arato dal redo dell’e/Jer-
c ito, poi c'hebbe ritenuta una gran rotta , fi fat-
uo fuggendo ; & farebbe dato prefo da nimicò
fe Carlo Gonzaga framettendofi al nimico, noti
l'hauefje liberato da tanto pericolo ; ilquale, men
tre che fi sforzjua di faluare il Capitano , effo
fu prefi da' nimici , & menato a Verona in pri-
gione . Ne per quefìo s acqueto la brauura del
vicinino . Perciò che poco dapoipredamente mo
uendofi col Marche fe di Mantoua,prefe à un trat
to Verona , hauendo appoggiate le fiale alle mu-
ra, & di notte, efferido entrato per la Cittadel-
la. Ma lo Sforma , intendendo , come i turnici
haueuano prefi) Verona , andò pr edam ente qui-
ui con tutte le genti, & entrando per la ruccadi
San Felice poda sul monte, perciò che ella > e'I
Cadel uecchio,fi teneua ancora per Venetiani ;
meffofi in ordinanza con grande impeto affaltò
i nimici ; & fu gagliardamente combattuto da
quella parte della città , che fi chiama l'I fola*
Et finalmente , ejfendofi ritirati il Picinino , e'I
uarchefe di Mantouacon le lor genti al ponte
nuouo, & quiui combattendo dall' una, & l'al-
tra parte affaisfimi foldati ferrati infieme, il
ponte di legno fi uenne à rompere per effere trop |
DI V I N E G I A. i8(
po carico 3 quafi tutti cadcrono nel fiume 3 &
affogarono per lo pefo dell’ arme» Correndo poi lo
Sforza al ponte delie naui 3 & paffando le gen-
ti j tre giorni dapoi , ch’ella era fiata prefa cacciò
della città il Picimno 3 e’I Marchefe 3 non fi mo-
uendo punto i cittadini . Andando poi il Picini-
no in Tofana,, per commisfione di Filippo can-
tra i Fiorentini > lo Sforma 3 uinta l’armata del
Duca al Lago di Garda 3 non folamente liberò
Brefcia 3 & Bergamo dall'affedio, ma 3 rompen-
do anco le fue genti à Sonano 3 & prefi mille cin
quecento cauallt 3 in breue tempo acquidò alla
Signoria di V inegia le c ad ella del Br e/ciano
parte del contado di Cremona 3 & di , Mantoua 3
& tutta la Giaradadda. Et tolfe anco al Mar-
che fe di Mantoua iAfola 3 Conato , & Pefchiera 3
cadella affai groffe 3 & forti. In quedo tempo
ancora 3 Rauenna 3 uenendo a Vinegia Ofiafio da
volenta 3 Signor d’effa con la moglie 3 & co’ figli-
uoli ; & dandofi uolontariamente i cittadini ,
uenne / òtto la Signoria. Et Giacomo Antonio
Marcello fatto tienire di Lombardia 3 u andò con
cinque bande di caualli. Lo sforza incontrò an-
cora il Picinino à T ignano 3 cfr fece giornata con
lui ; laquale durò un gran pezjZP f en %a alcun
uantaggio. E fendo poi ito à Martinengo 3 afjediò
quella terra , donerà dentro groffo 3 & forte pre-
di' tiij
t
“tic V T T h’ DE' PRÉN CÌ P !
fidio . Ma Filippo , bruendo riceuuto tante rou .
te , perciò eh’ egli era. (lato uinto Ancor a aI Borgo
Sdii Sepolcro, & quitti hauea ritenuta uva gran
YOttd dell' efferato de’ Fiorentini ,& del Papà,
inchino aIIa pace, & rimife Bidnca fua figliuola
con tutto lo { ÌAto nella fede , & arbitrio dello
Sforza , effendoui un certo Eufebio Caimo , 1 l-
quale andana innanzi } & indietro a tramare
cjueffo accordo. La pace adunque fegretamente
maneggiata un pezjZJ* prima tra il Duca , &
lo Sforza, fi cunchinfe in quefto modo a Capria -
ria. Che lo Sforza pigliando per moglie Bianca
figliuola di Filippo, hauejje in dote Cremona col
contado, & tontriemoli, Che i V enetiani me -
neffero Pefchiera, affila , & tonato del May -
cheje di MAiitoud , & gli rendeffero Ì altre ter-
re . Che’l Duca non haueffe ninna ragione nel
contado di Brefcia>&di Bergamo. Et che gli
foffero restituite tutte le cartella di Giaradad-
da, Efjendofi dichiarata in quefto modo la pa-
ce, l’anno mccccxlii. il Conte Francefco
uenne dVinegiacon la moglie; iquah furono ho-
noratamente nccuuti dal p rencipe j&da tutta
la Signoria. In quefto tempo fu crefciuto il nu
mero de’ procuratori di San Marco , perche doue
erano prima fei, ue ne furono aggiunte tre altri .
Annuari città in Albania fu prefa per forzai, »
Ili VlNEGTA. 187
acquiti at a alla Signoria di Vinegia da c An-
tonio Diedo Generale del Golfo, Doppo la pa-
ce fatta con Filippo, il Come Francefco , hauendo
riceuuta Cremona in dote , & raccomandatola
alla fede de ’ Venetiani^ando nella Marca d’^fn
cona, per paffar poi nel Regno di Napoli à rac -
quiflare quelle città, le quali il padre fuo s’haue
ua guadagnate con guerra,^ con l’arme, il Du
ca, hauendo molto per male, che’l genero hauef
fe raccomandata la guardia di Cremona piu to -
fio à i Veneti ani, che à lui, dirizzo le fue genti
contra quella città, & fi mife per uolerla com-
battere . Ma 1 Venetiani, ricordandof della fe-
de, che haueuano data al Conte Fr ance feo, man-
darono Luigi Fofcdrini à Filippo jlqualegli de-
non t taf] e la guerra , s’egh non lafciaua {tare le
cofedel Conte ; ma, non hauendo d Duca tioluto
udirlo, comandarono a Micheletto ^Attendalo,
Capitano delle lor genti, che fubito andaffe con-
tra il nimico . ìlqUale con Jei mila caualli ,
altrettanti fanti, paffuto Oglio, fi fermo nel Cre
monefe à Cafalmaggiore , & incontrando il ni-
mico nel Pollefine, fece giornata con lui , le {fo-
glio de gli alloggiamenti , & prefe un numero
grande di caualli . il Capitan della Signoria ,
hauendo Leuato l'affedio da Cremona, & r acqui-
{late le casella occupate da’ nimici , giacere-
• O
A
V. \
A'-
\
\
c>
188 VITE DE PR.ENCIPI
fciuto anco l’effercito con le genti di Lodouico
Gonzaga ,pafiò nella Giaradadda , & non la -
fcio nma al Duca fuor che Crema, & Lodi . I
Capitani della Signoria poi ,paffando il fiume
con le genti, prefero fei cento caualli de’ nimici ,
& riempiendo ogni cofa d’incendij , & di rapi -
ne,giunfero fino d Milano . Doue appreffo alle
porte Giacomo Antonio Marcello , & Anto-
nio Martinengo ,per efjerfi portati ualorofamen
te, furono fatti cauaheri . il Conte Francefco
in quejlo mezzo* ffendo aflretto nella Marca
dall’arme del Re ff'lfonfò , & di Papa Euge-
nio,^ non potendo foflenere i nimici , pafio al
Duca Filippo ,& fu fatto Generale delle fue
genti ì confortandolo d ciò il Re xAlfonfo,& Pa
pa Eugenio, icjuali haueuano per male, che lo Jla
to de’ Venetiam creficefje ; & di qua , & di là
furono moltograndi gli sforzi di guerra, quan-
do il Duca Filippo fi morì difluffo di corpo ; il-
quale come fu morto , i Lodigiani, difiderofi di
libertà fi diedero alla Signoria ; i Piacentini an-
eli eglino quattro giorni doppo fecero il mede fi-
mo . Furono mandati à Piacenza con Giaco-
mo Antonio Marcello nulle, & cinquecento ca
ualli , chefoffero in guardia della città . Ma i
Milane fi con animo grande prefiro la guerra
contrai Venetiam ; & hauendofatto uemre del
.-*r
DÌ V I N E G I A . i8è
• la Marca il Conte Francesco, tlquale era nevato
* gr<M giornate à Cremona, lo elejfero Capita-
no dell efferato, & di tutte ledenti coma i Ve-
ntilarli . jlquale Jhauendo fornito il Po di cattel
li, & di machine, acetiche i Venetiani non po -
tejjero andare a Piacenza ,paffando l'^fdda à
PiZZJgbitone, s’ accampò àCarauaggio poco di
fiotto da nimici . Per la ueriuta di Lui , i Paue-
fi, hauendo prefo animo, fi diedero al Conte Fran
cefeo* ilquale, quindi partendo, radunato infi e
me quafi tutte le for%e de’foldati di Lombar-
dia, afjaltb Piacenza , laquale era fornita d'un
gagliardo prefdio de’ Venetiani ; & hauendo
rumato parte delle muraglie con l artiglierie, la
combattè per terra, & per acqua, ej fendo cre-
fiiutod Pò, tanto che i navigli s' acciaiavano al-
le mura, & prefe la città, & la diede à facco J
i fioldati . I Venetiani ancora, hauendo manda-
ta una grò fa armata per il Pò , Capitano An-
drea Quinti, travagliavano grandemente il coti
tado di Cremona . Perche il conte Francefco ,
[ hauendo prefi prima alcune catt ella nel Cremo -
nefi, &in Giaradadda, le mofje contra per ter 1
. 6 ^ per acqua, & la fece ritirare fino a Cd-
falmagpore; & hauendola feguitato fin quitti ,
con molti colpi d’artiglieria la fiacca fio di tal
modo, che <. Andrea Quiriti, Jpinto da dijperar
i
100
VITE DF. P^ENCIPI
rione abbrucio l'armata, perch'ella nonfoffe pre
fa da turnici, &datofi à fuggir e, fi ricouerò nel
caftello uicino . Partitoci poi di là , il nimico fi
accampò à carauaggio', ilcjuale era fornito d'un
vaoliardoprefidio . Quiui andò ancora <Anto -
nio Unendolo, capitan de' V erniari fatte
alcune fcaramuccie,fi Henne finalmente à gior-
nata, percioche Ermolao Donato , & Gherar-
do Dandolo Proueditori lo confortauano à /oc-
correre carauaggio . Fu combattuto ualorofa-
mente alquante h ore finxa uant aggio, & final-
mente per e f[ ere la uia fretta dalie paludi , &
perhauere ildifauantaggio del luogo , ifoldati
Veneti ani furono tolti in meTCXPi talché, non po
tendo ne combattere , ne ritirar fi in cofi ftretto
luo<ro, ft fingendoli d'ogni parte i ni mici, furono
mesfi in fuga . fìlhora il conte Francefco, per
feguitando il nimico, che faggina , lo foglio de *
ricchi sfi mi alloggiamenti . Otto mila tra ca-
valli, & fanti infieme co' Proueditori, rimafe-
ro prigioni de’ rimici . il conte andò poi alU
uolta di Brefcia, & ui mi fi l'afiedio . Per cjue-
fi a rotta mosfi i Venetiani,per leuarfida doffo
tanto pe fidi guerra, fi conuennero col conte, il-
cjuale di già hauea cominciato à efi ere fioretto à
i Milanefi, che Inficiando Brerda,egli uolgefje
tutte le fine firzjà Milano gli promifero
DI VINEGIA. 19 l
aiuto , & gente ad acquiti are quello t lato . il
Conte adunque s' accordò con la Signoria con que-
lle conditionijche tutto quello , fi pigliaua di U
d’iA'dda,&dal Pò,foffe (uo ; & di qua fojje
de ’ Venetiam . Che egli hauejje x. mila ducati
ogni mefe da Veneti ani, & da Fiorentini. Fat-
toi accordo in quello modo, il cote pafjato l'^A d
da, andò eontra i Milanefi & in breue tempo pi
gito qua fi tutte le città loro , &fu allhora , che
Cremauenne fottola Signoria dà Vinegia . In
quedomexSKo il Duca di Sauoia, ilqualehaue-
ua fatto lega co’ Milanefi eontra lo Sforma, feen
derido in Italia con fei mila Barbari , de’ quali
era capitano Compenfo, fi fermò nel contado di
Nouara . Contra di lui fi moffe Bartolomeo co
elione, mandato da’ Venetiam , con Giacomo
Antonio Marcello j & uenuto alle manico ’ Bar
bari fui fumé della Sefaji ruppe , & mife in
fuga, Doue furono prefi cinquecento caualliin -
fieme col Compenfo , In quefto me%7^p il con-
te attendeua d fringere Milano , & a domarlo
con lafatne', ma conjìderando i Venetiam ,che fe
egli pigliaua Milano, esfi l’hauerebbeno hauuto,
quando che fi a, per troppo poffsnt e nimico; tenta
ronp di metter pace fra i Milanefi , & lo Sfor-
za con quefte conditiom; battendo mandati am -
bafeiadori a ciò I J af quale Malipiero 3 & Or fatto
-r ‘ v
Qiudiniano . Che'l c onte Frane efio tiaueffi >
quafi tutte le città, eh’ erano date del Ducd Fi
lippo, fuor che Milano, & Lodi . Ma , hauen-
do egli rifìutdtd queda pace, la Signoria fece le- ;
gd co’ Mildnefi , & richiamò i fuoi fidati . Per-
che il conte con grande animo riuoltofi a farqtie
{la guerra da fè filo ,& continuando l’affedio
contra Milano , aiutato, per quel che fi dice , co i
denari de’ Fiorentini, & di Cofino de Medici ,
di mezjzo uerno, doppo l’hauer date,& riceuu-
te di molte rotte; & battendo anco contra il Re
lA'lfonfo, ilquale diceua , che Milano fi fpettaua
a lui per rdgione d’her edita, riduffe i m ilanefial
Vedremo per la fame, doue Leonardo Venterò
ambafiiadore de’ Venetiani fu tagliato a pezjzi
dal popolo ; & egli finalmente hebbe la città,
Vanno mccccxlix. I Venetiani , hauen-
do fatto lega con lAlfonfo , & afioldati Gifi
mondo Malateda, & Carlo Gonxaga , inono-
rati Capitani di guerra & prefi per compagni
il Duca di Sauoia , èl Marche fi di mnferrato ;
moffero contra lo Sforma . ilquale, confidato fi
nell’ amicitia de’ Fiorentini, gfiprefo per com-
pagno di guerra Lodouico March efie di Mantoua,
con animo ualorofi s’apparecchiò alla dijefit . In
D T
V I N E G I A . ipj
corona. dell'Imperio, ucnne in Italia ; ilquale,ri Mcefi,
tornando poiàcafa, e/] aldo {lato incoronato dal
Papa, andai Vinegta; &fu honoratamcnte ri fading.
rfiuutn si atf 7)«^4i«ìì.^ J .1/ . /» • • » , P. fYl sitai ««/•/
cernito dal Preticipe, & dalla Signoria. I Ve - j ,ata ” eì
net i ani partendo fi t'imperadore , mifero infie- s.EuTtl
me un grande efferato , colquale, entrando nel chiorbe è
Cremonefe, & ogni afa mettendo à facco , pi-
gliarono S oncino, & altri luoghi uicini s & pre -
fero dicline bande de nimici . m a,fopra<riun<ren m
do Lodomco Marche f e di Mantoua , & pajfando
nel contddo di Brefiia , il nimico racquijlò quei esche fer '
luoghi } fuor che Soncino,&*Carauaggio. Fe-
cefi poi di qud,& di là molte efpeditioni , & di- prence
uerfe imprefe d arme . Ma i V euetiant entrare- *°f can
no in uno altro maggior penfiero . Percioche j^egffa
s hebbe allhord nuoua, come il gran Turco haue- rebbe in
ua prefo Coflantinopoli ; & che tutta la citta M*".
€.Y ó. {ì/it si fsi/rh err fri ^ A ^ Z? wmL . .
era {lata ficcheggiata da’ Barbari , molte per- venetia-
fone morte, afjaisfimi fdtti prigioni , tra iqualii, m » ma
dicefi, che ui furono quarantafitte gentil’ huomi-
ni Veneti ani . Hauenapoco dianzi la Signora da' poi
mandato moltisfime galee infoccorfo di quella de f cend f
città . I n quello me^o il Re Mfonfo, hauen belan-
do mandato Ferdinando fio figliuolo con graffo disjimi
efferato contra i Fiorentini, trduagliaua gran -
demente lo flato di Tofcana . Perche il Duca & cofifi,
Trance fio, & i Fiorentini, hauendo con molte '{ ufro ’
che Maf.
f
194 VITE DE 1 PRENc'iPI
fmùlmo pyomefle inuitdto il Re Renato a racquiflare il
fifnjwu R e g m di' Napoli; ond’egli era flato cacciato , lo
do lo fta- fòlleudrono contra i Venetiam . Onde il Duca ,
hi d teca P er uemtta f u * dCCY fl clut0 di molte genti ,
di cam- p Ye ft alcune caflella del Brefciano , & del Ber-
Irai, gamafeo . Et finalmente , eflendo fianchi i Ve-
neti ani , & i Fiorentini per così lunga guerra ,
■o- & inchinando ancora a ciò il Duca, per me^o
■ d’un F. Simonetto dell ordine de gli Eremita -
ni, il quale andana innanzi, & indietro , l’anno
mccccli 1 1 1 . fl fece la pace , con quefle con -
, f ditioni . Che tutte le cofe,fuor che la Gtaradad-
5 ddfl rendeffero à di chi elle erano fiate innan -
quella guerra . Et Ifonfofi teneffe Cadi-
| glione , ch’era flato de * Fiorentini . Et fe fofle
*y poi nata qualche difeordid, il Papa fofle quel, che.
la terminale . Eflendo honoratisflmamente
fatte queste cofe , & accrefciuta molto la città
di puhlici, & priuati edificij ,perciocbe s'inco -
mincio in quel tempo a fondare la chiefd di San
Giorgio, <& quella di San Zaccaria ; & fatto il
f ; Ld’zgj.ret to nuouo per purgare la città dalld pe-
-v .? flc, & fatti di molti altri bellisflmi edifcij ; il
Doge Foflari,poi chebbe gouernata la Republi
V ca da trentdfei anni , & per effere molto uec-
chio, poco vi Quando a i ( eruigi dello flato ; come
ch’egli foffe ancor nino, gli fu foflituito Pdfqua-
le vali-
DI VINEGIA. 19*
le Mdli pierò, il Fofcari, credto che fi* il Pren-
ripe mono, per quel, chef dice,poco dapoi fi mo
ri di dolore. Et come egli fu morto , effendogli
meritamente re (li trite le infegne Ducali; furto
Doratamente accompagnato dal Prencipe , & fot
ferrato alla chiefa de’ frati Minori.
P^fSQV^fLE MsA LI PIERO
DOGE LX V .
yAs ovale Malipiero , ui
uedo ancord il Fo fcari, fu crea
toDoge , Vanno mcccclvii.
huomo illuftre d'integrità de
animo , (fi* di buoni coflumi.
Poi ch’egli fu eletto , fi fece
una legge j che chi una uolta era flato creato
Doge , infin che uiueua , non fi potefje priuare di
quella dignità, fatuo, [e non fojje flato conuinto
di qualche delitto . il Malipiero mantenne la
pace riceuuta dal Fofcari inriolata in cafa,&
fuori, fino all’ultimo giorno della fia aita . Fu
il Prencipato fuo d’ ogni parte felici sfimo ; per-
ciò che il Prenci pefcpr a ogni altra cofa amaua
la pace , manteneua la religione ,fauoriua i buo -
ni ,&* cdjhgaua i trifli, (si* miiolat amente of
feruaua lagiuflitia. %AÌ tempo fuo fi trono in
Italia il modo di i lampare i libri ; laquale arte
O
I ISabe.di
ce, che il
Ftfcari
fi* p reci-
pe f°l 34.
anni ,cy
che ne ha
uctta 90.
tjuàdo fu
di fine fio .
Dice fi che
la, umetto
ne dello
fiapar i li
bri , nette
prima da
i popoli
del Cala-
to, ne pae
fibasfi di
Lama-
gna , ma
cjttefle fta
pature
erano fio-
lamente
nelle pri-
me faccie
de'fighj
Tede fitti
trottaro-
no lo fia-
parf , che
tutto il fo
glio'fojfe
pteno, &
fi [emina
fio ài ca-
ratteri di
pióbo,ma
dapoi fi
trono lo
fiagtio mi
fintato co
me cofa
piu f oda ,
gr piu di*
rabile,&
in Malia i
primi li-
bri, che fi
fiampafj'e
ro furono
incorna.
TgÓ VITE DE’ PR.ENCIPI
diungo andare, poi s*è talmente diuulgat a , che
ha quafi ripieno tutto il mondo . Morì il Malipie -
ro,hauendo governatala Republica quattro an-
ni , ^ fci mtfi, &fu honoreuolmente fepolto in
San Giovanni, & Paolo.
CH RI STOFORO MORO
DOGE LXVI.
Hristofouo Moro fuc
ceffe al Malipiero 3 l’anno
mcccclxii. il fecondo an
no del vrencipato di cojhti ,fi
prefè la guerra col gran Tur-
co. Perciò che jhauendo egli
dato di molte rotte d i Chriftiani in Grecia , &
in altri paefi d’Europajs’acqutJìo ancora con l’ar
me la m orca. Perche i Venetiani ,uolendo fer-
mare il corfo della vittoria di lui , apparecchia-
rono una armata fotto il gouerno di Vittor Ca-
pello. Mandarono ancora le genti da terra fotto
il capitanato di Bertoldo da Efle ,& con molti
altri illuflri condottièri d’arme fotto di lui, nella
M orca. I quali prima prefero , & focheggiaro-
no xArgo antichisfima città nella Grecia. Ha -
uendo poi prefe alcune altre terre di poca impor-
tanza ,giunfero all’ E firn il io’ con quindici mila
perjòne.Giunfui ancora Luigi Lo^edauoTón una
DI V I N E C I A.
graffa armata & efjer.dofi mesfi à ma difftciff*'
le imprefa, in ifpatio di quatordici giorni 3 for-''
fife arano di muraria 3 & di ff a rutto l’Efa-r
miliOjch’è lungo ben quattro miglia ; & come
htbbero fornito il lauoro ui mifero un gagliardo
prefidio. Bertoldo fe nando con le genti alla uol
ta di Coranto ; & ejjendofi mefjo à dargli l’affal
to 3 mentre cinquini attendala all'ufficio fuo di
guerra, rileuo una [affata } dellaquale poco dapoi
f i morì. Per la morte di lui 3 sbigottiti i foldati
Chrish ani 3 furono ributtati da Coranto non fen- cofidico-
%a ucci fion loro, talché furono coflretti abban - noli [crii
donare l’Efamilio. Diqueflo tempo ancora fi ton * cì,e
prefero l arme cantra i T rieftint 3 e[Jendo nata la ro iu de
cagione di ciò per rifletto delle gabelle fa gli gb spiro»
buominidi Triefte } & di Capo d'jflria. Et co-
fi 3 effendouif mandato Antonio da mrtiano gio co^
con molti altri condottieri , fi comincio attediare mM ] x ,n
. t- ■ ■ i lta l’ a fi*
Trieste. Erano vrouediton in campo Vitale Lau m 0 rt 0 ’[ er
doj & Giacomo ^Antonio Marcello 3 Luogotenen- tina lega-
te d’Vdwe; i quali Jiauendo gettata à terra parte
della muraglia j appoggi andoui le fc ale diedero po.cóbat -
l affatto alla città; ma efjendo lor poco felicemen ten - io Ar
te riufeito quefto afjaltoja citta fu ualorofamen é °'
te difefa. Duro l’affedio poi alcuni meft 3 & fa
refbe ancora molto piu durato. Ma vapa r io,
moffo à compasfione del pericolo de 3 Triellim 3
DI VINEGIA. 199
tipoli . Doue, effondo armata l'armata; auen
tic, che la galea, doue era Capitano Giacomo Ve
mero , adoperando , & uele , & remi , pafso lo
{ ir etto con molti colpi d'artiglieria. Perche , ef-
fondo ella tutta fracaffata , & pofta d pericolo
mani fedo, tutta 1’ armata perciò sbigottita , &
[pauentatafo riuolfe d dietro . Onde il Vernerò >
ueggendofi [errato fuori, & abbandonato da tue
ta l'armata } facendo animo d i fìtoi ^ quando fu
notte buia fi riuolfe d dietro , & d poco d poco
tiauigando malgrado del nimico, contr a la fperan
d'ognuno , ritornò d faluamento d i firn. Di
cjuefìo tempo Papa pio ^ e fendo per adempire la
fua efpeditione contra i T urchi , lacuale era già
{ lata ordinata nel Concilio di Mantoua , jè rian-
dò in Ancona» Et concorrendo gran quantità di
perfine di Francia, &di tamagna, alla fama di
cofi [anta imprefa , il prencipe Chrifooforo M oroj
Con dieci galee benisfomo armate , per accompa -
gndrfi col papa, quiui andò ancora egli. ^fW ar-
mata fua morì papa pio , con fumato da una fi-
bre lenta. Doppo la cui morte , i Venetiani foli
Con le lor forze, foftennero fi gran pefoo di guer-
ra. Et molte f anioni fi fecero in mare fra l’u-
na ,& l'altra. Ma in terra ferma in Italia ,
Bartolomeo coglione , in quel tempo eccellenti f
fimo Capitan di guerra j d un fubito con gran
numero di canotti 3 & fanti entrò nella Romei d
gna ;fj)into da Angelo ^fcciaiuoli ,da Nicolo
Sederini jfucruf citi Fiorentini . Et incontrando-
fi nelle genti di Galeazzo Duca di Milano 3 di
Ferdinando jet de Fiorentini dall' una, & l'altra
parte fi combattè con grandi sfim e forzj. Feceft
giornata ancora atta mlineìla nel contado di Bo-
logna i fotto la condotta di Federigo Duca d'Vr-
bino; talché d fatica mai piu , per memoria d’ al-
cuno 3 non fi combattè in Italia con maggior con -
trafìojne doue fifaceffe maggiore uccifione dipeir
fine. Ma i Veneti ani 3 dubitando •, quando fode-
ro Jfente tutte le genti del Coglione 3 di no tirar -
fi addojfi tutto' L pefo della guerra 3 gli mandai
rono per fupple mento alcune compagnie di fante-
ria, & fecero ogni opera 3 che il Coglione 3 fatta
la pace 3 torna fj e l'ejjercito faluo in Lombardia -
In quel tempo Nicolò Canale , ilquale era fic-
ee fio d Luigi Loredano nel generalato di mare ,
andò d Modone; & hauendo accre fiuto in Ne-
gro ponte l'armata con nuoui jupplemenfi 3 pafiò
a Stali mene ;& effindofi mefio con uentifei ga
lee d combattere Eno 3 hauendo appoggiate le fica
le alle mura 3 & rotte le porte 3 prefi 3 & fac-
cheggiò la terra , & narfe la maggior par-
te. Quiui , hauendo morte molte perfine 3 &
fatti afidi sfimi prigioni 3 & mifer abilmente
,
DI V I N E G F A
tot
trattati mafchi 3 & [emine, s’uso cantra di lo-
ro ogni maniera di crudeltà, il Canale asfalto
ancora poi le nuoue Foglie 3 la prefi perfor%a 3
& facche^gioUa . In quefto mexjco uenne mo ~ *
ua 3 come cento galee 3 & piudt Turchi erano
[opra T enedo 3 & ogni giorno cjuiui s’accrefce-
ua l’armata con nuoui fupplementi. Mouendofi
adunque tl Canale da Negroponte 3 pafò à Sta-
timene. L’armata de nimici 3 prima affaltan -
do Sciro 3 la prefe 3 quindi pafo à Negroponte 3
doue prefe 3 <& facchefgà Scora eajlello dell’I-.
fola Bafikco . In tanrb il Canale prima 3
che’l nimico occupale ogni co fa 3 mandando in-
nanzi tre galee , uittouaglio Negroponte , per -
che il nimico 3 affaltando poi Negroponte 3 & uo
lendo combattere la città 3 fece un ponte sul ca-
nale. Etcofì una grosfisfima armata 3 laquale,
fecondo che fi dice 3 era di piu di trecento naui-
gli 3 & fra quedi piu di cento galee , prima fe
accodo alla città; & poco dapoi uigiunfè il gran
T ureo con cento , & uenti mila peyfone. Fu me-
nato ieffercito per lo ponte nell’ I fola 3 ilquale
afjedio la città 3 & hauendo in piu luoghi pian-
tati di grosfi pexX 1 d’artiglieria alla muraglia s
iafpdto durò da trenta giorni ; nel qual tempo
il nimico tre mite con tutte le fue forzje diede
L’afjalto alla città , & con grandisfima ucci*,
O iiij
iLjlt
ÌOZ VITE D e’ PRENCIPI
fione de * fuoi^fu ributtato dalle mura . Dicefi ,
che in quelli ajfalti morirono piu di trenta mila
perfine de nimici . In queflo mezjzo il Canale ,
’ partitofi di Grecia , con fette naui groffe forniti
di uittouaglia 3 & col retto dell'armata 3 laquale
haueua aufiora da quaranta galee 3 & affaisfìrnc
naui ; uolendo andare a [occorrere Negropontefi
fermò allo ttretto delcanale circa Lauretto . Per
la cui uenuta 3 dic e fi 3 che’L Turco fi fpauentò di
tal modo 3 che cominciò d penfare di leuar l’affe-
dio 3 & uoler fuggirei et Ihaurebbe fatto, fi noti
fofje (lato autfato dal Bellerbei della Natòlia , il
quale gli diffe, che s'egli fipartiuadi là 3 haureb
be in un medefimo tempo meffi in grandisftmo
pericolo i foldatt 3 .& l'armata ; ma piu toflo fi
deuea tentare l'ultima fortuna dare un gà-
gliardisfimo dffalto alla città per mare , & per
terra . Onde il Turco ,feguendo que fio configlio,
nel tramontar del Sole, fatto accoflare /’ armata
alle mura ; ejfo con le genti da terra con tutte le
forze diede un grosfisftmo affalto alla città. In
queflo me xzo il Canale con tutte le galee, & le
naui , fuor che alcune poche Jequali non erano an-
cora arriuate/ decotto al ponte;et perche egli ha-
ueua buon uento,e 3 Lbififrnó ttringeua,quafi tutti
gridauanojche non fi deuea piu indugiare 3 ma fie
correre la città afflitta, et pojla in tanto pericolo •
T) 1 V T N E C. I A . 20}
ÌDicefi ancord, che i fratelli Piz^amani , Capi-
tani d’ttna naue graffa, s’ erano uantati , fi il Ge
ver ale haueffe dato loro dfegno,che batterebbe nò
ffinto innanzi con la lor naue , & rotto il pon-
te i Et che il Canale non lo uolle fare , dicendo -,
che uolfd prolungare la coj a all altro giorno , ac-
tioche Ui fjJJe anco il refto dell’armata , Daua-
fialihora uno affinsfimo affai to alla città per
mare , & per terrai & molte perfine morda-
no nella ctttf parte per la moltitudine delle frec
cie 3 & parte per gl’ infiniti colpi dell’ artiglierie *
Era Leonardo Calbo Capitano della città , Paolo
Erizxo Podeflà , Gioitami Bondttmero ProUè-
ditore j & molti altri gentiluomini , icjuatì
Correndo intorno alle mura , confort aitano i fi-
dati , & i miferi cittadini alla battaglia . Ma,
ite? o-endo, còme l’armata non daua loro alcun
co
foccorfo; perduti fi d’animo à fatica potcuanù piU
fodenere il nimico i & finalmente , battendo nel
far della fera piantate in cima della torre l’infi
gne nere , per fare intendere , com’esfi erano al-
l'ultimo pericolo , ne perciò mouendojì punto l’ar
mata,e[Jendo durato l y affatto tutta notte infino
al far del giorno fen%a fermar fi mai ; circa à due
bore di giorno, i miferi cittadini di Negropon-
t e, fianchi per le ferite , &per non hauerene
mangiato, ne dormito , non potendo piu , lafciet-
'ib4 VITE DF.’ PUENCIP!
Yono le mura ignude à i mimici . I Barbari nifi»
iiroriò su, & entrati nella citta , tagliando àpe^.
quanti ne incontravano, fecero unagrandisfi-
scrire ma fifone di perfine . I magi (Irati , chi fu
paolo An morto in un Inoro, & chi iti un altro . E tutti t
piovani ancora furono tagliati àpezpzj . Prefi)
l’y^ t che fu Negroponte, & uedutofi Vinfegne Tur -
jendofi ri chefche fu le torri ; il Canale in pochi giorni, ma
hTofir P oco * tem P°> hauendo accre fciuta l’armata, la-
te Ji refe quale fu di cento galee; feguitb l’armata de’ ni-
alla fede ynici carica di preda, fino à Scio . Aia il Tur -
J. fff co, hauendo lafciatdgroffa guardia inNegropnn
le battuto te, facendo la via di terra, s’ era partito dell’ ifo-
1° in ma. f a . j n \ mic i,p 0 i fcoYYendo fino dTenedo, paffa
"e’rare in Yono lo flretto di Gallipoli, & ritornarono lar-
due pef- mdL ta falua a cafa . In quedo me^p^o il Canale
ìl^Cche f ece difegno d’affaltare Negroponte,^ tentò di
haiieua racquidar la città col giungerui aU’improufo .
perda*- OY dinato adunque à Giovanni Trono ,àN i-
&non a colò da Molino, & à Federigo Giudinianofihe
fianchi, accodando l’armata all’i fola, fmont afferò in ter
ra, & affai taf] ero la città . Ma, efftndo eglino
troppo todo mosfi contra il nimico , tolti in
meglio dalla moltitudine de’ Turchi; & du-
gento,& piu di loro , in poco tempo furono ta
gliati à pt^JQ, &con esfi Giovanni Trono .
Gli altri eh’ erano fi montati in terra , mesfifi in
Di V I - N E 6 r À
20 i
fuga, paUYofam ente ricouerarono allenaui. Et
coft l armata fi partì di là, fenica hauer fatto
nulla . 1 Venetiani , hauendo intefa la perdita
di Negroponte, richiamarono il Canale a V ine-
dia, togliendogli il Generalato, & lo mfero in
giudicio, per tfferfi portato male in cjuella impre
fa . Pietro Mocemgo gli fu dato in ifcambio,il- Dite il
quale poco d apoi gtunj è con tre galee . Et fu-
ronglt dati per Proucdttori Mariti ualipiero , f u bandi*
& Luigi Bembo, acciocb’egli fi conftgliajfe ,& to *»
gouernafeV armata itfieme con eJJoloro.In quel
tempo fi cominciò d trattare la pace col Turco , partiio-
bauendo hauuto i Ven ettari i speranza di poterla f mente
fare, per mez^o d’una donna Cirri {liana matri f/ f Q r T f 0
gita di lui , laquale mando à pofta un de 1 fitoi di Grvaro
cafa dvinegta,d fare intendere alla Signoria , c £/ e f L ° tr
chefefi mandauano ambafci adori al Turco, ha- li.
uerebbeno potuto hauere la pace da lui con bont-
ile conditioni . Furono mandati adunque Nico-
lo Cocco , & Francefco Capello ; i quali , ejfendò
iti d Coilantinnpoli , trattarono la pace . Ma,
non piacendo le conditioni , furono richiamati d
cafa . il Capello ammalando di febrt , morì a
Coftantinopoli . Ora, fatto qtieilt cofe , morì it
Prencipe Moro, hauendo gnuernato la Re public a
noueanni, & fei mefi,& ftfèpolto a San Gwb :
he, il cui conuento ancora egli hauea fatto fabri -
1
206 vite de’ prenci pi
care a fue ffeje -
NICOLO TRONO
DOGE L X VII.
.ù ; } ri 40
/ colo Trono fùcceffe Dò "
gè , l’anno mcccclxxi.
^aI principio del reggimento
di co fini ,i Venetiam manda-
rono ambafciadori al Papali
al Re Ferdinando , a pregarli,
che moueffero guerra al Turco commune nimi -
to de ’ Chnfltani . I quali benignamente raccot
fero gli ambafciadori, & promifero aiuto fecon-
do le forze loro . In quello mezgo Pietro mo
cenìgo Generale dell'armata , hauendo frorfò le
ifòle delibi rcipelago, mife a ferro, & fuoco al-
cuni luoghi de ’ Turchi , & ne meno gran preda *
lAndaronopoi Proueditori a lui Stefano M ali-
piero, & Vittor S orando . Et poco dapoi giuri
fe il Legato del Papa , con una armata di uetiti
galee . Sarebbero ancora xvir , galee dal Re
Ferdinando . Da Rodi due . Et quelle de’Ve-
netiani furono quarantafei . Tanto che tutta
V armata, faceita il numero d’ottantacinque ga-
lee . Ora, effendo giunta sì groffa armata alle
riuiere de’ nimici, i Capitani fi rifolfero d’anda-
re fubìto a combattere Sattalia città della Pan -
/
filia . Ma i lor difesi furori udiri ; percioche ,
e fendo entrati nella città, furono ributtati dui
Barbari, non ferrod uccijioue de ’ fuoi , Nelqua-
le d fluito ui morì d’una f uff ut d l'ammiraglio
dell'armata di Rodi . In quefto tempo , Vjjun-
tdfjdno Re de ' Per fi fece lega co' Venetiam con -
trdilTuYCO, Et perciò fare , fu mandato am-
bafciadore à quel Re Cdtdrino Zeno . In Italia
ancora, effendo morto il Duca Borfò da Ejle , i
Venetiam aiutarono H ercole fuo fratello di na-
ni, di faldati, & di denari cantra Nicolò nipo-
te fuo, figliuolo del Marchefe Leonello fuo fra-
tello, & lo mi fero in tflato . Et in Vinegia (i
cominciò sbattere una moneta d'argento ,chid*-
matd T rono,per rifetto del Doge , con la figu-
ra del Doge, leuandone un altra, chef chiamd-
uagroffo . In quello mex^o il Mocenigo infie
me col Legato del Papa, prefe le Smirne già no
bilisfima cittadella Ionia, & quindi menando-
ne gran preda, quelld città fu abbrucciatd . In
quel tempo Marco Cornavo ,huomo di grande
animo, diede per moglie Mad. Caterina fuafi-
gliuola, prima adottata per figliuola dalla Stgno
ria di Vinegid, a Giacomo Re di Cipri . Etna-
uendo il Re mandati fuoi ambafciadori à Vine-
gia, la fanciulla fu mandata con tre gdlee in Ci-
pri al Re . Et noti molto dapoi il Re Vjfuncaf
' *oS VITE DE’ PRENCIPI
fano fece giornata co’ T urchi, & effendvuimor
. to il Prefetto d’ Europa jch’esfi chiamano Beller-
beij i Turchi uinti al primo impeto in una gran
battaglia, riceuerono ma terribil rotta . L’altro
giorno il Re de ’ Per fi s affaltando il campo del
Turco j molto fornito di machine , & d’drtighe
rie, ond’ egli riletto infinite cannonate Jhebbe una
rotta non punto minore di quella ,che’l giorno
avanti egli hauea data al nimico . I Perfiam 3
abbandonandogli alloggiamenti , rotti j & mef-
fi in fuga, fi ritirarono infiem e col Re loro nelle’
montagne d'Armenia . il Mocenigo poi , ba-
ttendo int e fa la morte di Giacomo Redi Cipri,
fe n andò di Caramania in Cipri . Doue egli
tenne a battefimo un bambino nato della Reina ;
& battendo lafciato prefidio nel Regno & rac-
comandato il gouerno d’effo, a Giacomo Corna-
to ZiodellaReina,f partì . Queftecofe fi fe-
cero al tempo del Prencipe T rovo, llqua - '
le morì , hauendo gommato la Re-
publica un anno , & otto
mefi . & fu fepol-
to nella chie -
- fide fra-
ti
Minori .
NICOLO MsA R CELLO
DOGE LX VII I.
I colo Marcello fu honora
to citila dignità Ducale , iati-
O
no MCCCCLXXIl I • w / fi
principio del gouerno di co-
fluì iifoladi Cipri fi comincio
à trauagltare di nuoui moni -
nienti . H aue ua no con fp irato infieme certi di
fdngntC atelano, fuor ufi iti di Cipri ,& con ef-
fe un certo V efcouo di Cipri, Uguale ,al t empo
della morte del Re, era ambafiiadore apprejfo
al Re Ferdinando . Coflui , dtfegnando di uo-
ler occupare il Regno per tirannide , tratto con
Ferdinando, che per me^ZP di lui egli tenejje
modo di dare per moglie una figliuola bali ar-
da del Re Giacomo à un fuo figliuolo , eli era an-
eli effo baflardo. Et per conchiudere queflaco -
fa, il Re mandò queflo V efcouo con due galee in
Cipri . I Cipriotti doppo fhauere feoperto il
trattato fatto col V efcouo, prefe una notte l'ar-
me, tagliarono à pezzi Poli%apaCiprictto,&
Medico dfila Reina, in camera propria della Rei
na . Et ammazzarono ancora ^ fndrea Cor-
naro, che faggina con Marco Bembo fuo nipote,
fra le due mura della rocca . / congiurati poi ,
tto VITE de’ PRENCIPI
Ctffaltdndo il pdUzjzp'redUjfrofitYono IdfgliuQ
la del Re, ch'era, da marito, affiglinolo bdjìdr-
do del Re Ferdinando , Noti pero fecero dtfpia
e ere \ alcuno alla Reiva . Voi fero nondimeno, che
• ella ferine f]eal Mocenigojcome Andrea fno %io
per la fna auaritia , & per voti haner uolnto pa-
gare i Joldati , era i lato morto da loro . Ma ,
che nondimeno ella haueua libero ilgouemo del
Regno , & tutti i Ctpr lotti fi mantenenano in fé
de, & in ubidienzjt . il m ocenigo, auifato della
nouitd de Cipriotti, mando Vittor Soranzp
con dlctwe galee in cipri . Per la cui uenuta la
Rema, pigliando fperan-^a ,fi rincorò molto .
Per lo contrario i congiurati , temendo del fat-
to loro , asficurati fu la fede dal Proueditore , ,
diedero la colpa della fna morte ad! auaritia del
Cornato, & promi fero lor di deuere continua-
re, come prima, nella diuotione della Reina, &
de’ Venetiani . In quefto me^XP d uocenigo ,
moffodal pencolo della cofa,ritenne le galee, U-
quah erano ufeite in mercantia per ^yClefjan-
dria, & per Soria J & hauendole ripiene di fal-
dati candiotti , mando infieme con effe in cipri
quante nduigrofje egli potè hauere , & tutti i
nauigli .ch’egli hebbe dalle città ,& I fole uici -
ne . Perche i congiurati} hauendointefó quefta
proni fi on d'arme, & la uenuta di enfi gr offa ar-
mata.
é -
I> I V I N fe G I A. zìi
mdta,fpàuentati fi partirono di Cipri . Et poco
ddpot (riunfc il Mocemgo, t [quale paceficata , che
egli hebbe 11 fola ,fect morire coloro , che haue-
uano hauuto colpa nella morte del Cornaro ; &
anco ne confino alcuni di loro. In quello tempo ,
il gran Turco , ilquale dffiraua al Regno d’ Ita-
liani mife à combattere Scutari capo d’alba-
tiia.Hauendo adunque mandato l’ Eunuco, ilqua-
le gouernau a la prouincia d' Europa & mandati
ancora à chiamare tutti i S ingiacchi delle prouin
eie intorno a Gallipoli ; mife infume da ottanta
mila perfine. Et fatto un ponte su la Boiana^af
fediò la citta. Hauendo poi piantati grandisfimi
pezjZJ d'artiglieria alle mura, comincio co infitti
te cannonai e a batter la muraglia . il m ocenigo,
hauendo intefi l’a/Jedio di Scutari, fubito uenne
a Cor fu; & di làpafsò in terrd ferma, et entran
do nella foce della Boiana , trouo quiui T ridiano
Gritti fuo fucceffore,con Luigi Bembo Prouedi -
tore; onde delibero di gouertiare quella imprefa
di commun con figlio con effo loro, i quali , hauen-
do meffo infume quafi tutte le forze della prò -
uincia, & fatto lega di guerra col Ceruouicchio
Duca di Lago di Schiauonia,ualorofamente met
tettano ad effetto tutto quel , ch’era bi fogno per
liberare Scutari da co fi graue effedio. Era al-
lhora Podefht della citt ì Antonio Loredano ,
P
,211 VITE DE’ PRENCTP1
buorn d'animo inuitto, ilquale configli o preferi-
te ogni cofa con fider andò, non lafciaua di far mi
la,che gli par ejfe utile à faluare la città à
tenere i cittadini in diuotione , & ubidienti .
Ma i Barbari ,hauendo minate le mura di Scu -
tari ; poiché non poterono costringere gli Scuta-
rmi àrenderfi,fi mifero àuoler dar loro l’ affat-
to. Et prima, accerchiando la terra , fi sfari-
nano di fahr su i badioniper le mine delle mu-
ra . Ma gli Scutan affettando con animo ualo-
rofo i nimici , con la moltitudine delle freccie
co 1 fasfi, che traheuanó dalle mura , & con uafi
di uimini accefi (cagliati cantra i nimici 3 fecero
di lorograndisfima uccifione > mentre che’l Po-
deflà Loredanogli confortano tutti ù foflener la
battaglia con animo inuitto ,& a difendere la
patria da crudeli sfimi ni mici. lAìla fine, effen
dofi gagliardisfimamente per molte bore com-
battuto, & ueggendo i Barbari, che non focena
no nudai uinti dada uirtà de’ difenfòri,fi tiraro-
no a dietro. Die e fi, che in quella battaglia mo-
rirono de’ turnici cinque mila perfone . I barbari
poi uolti à continuare l’afjedio fi sfontanano di
domare la città con la fame. Mai Venetianife
cero lega con Mattia Re d’angheria , contro i
Turchi i & per ciò mandarono al Re ambafeia-
dore Francefco Vernerò, & Gioitami Emo, con
DI V I N E G I A. 11?
Id paga d'uri anno. il quale, hauendoprefo l'or-
me, mife tanto Jf attento al Turco, che lerio l'Eu
nuco daWaJJedio di Scutari . il Mocenigo teua -
to, che fu / ’affedio da Scutari ,fe ne uenne à Vi -
negl a. Et poco dapoi Triadano Gritti , Gene-
rai dell'armata , mori a Cataro . il Loredano ,
per haucr faluata Scrutari , lodato dal Prenci -
pe 3 Cip dalla Signoria ,fu fatto Caualiere . Ma
il Marcello, Uguale fu huomo di grandisfima
pietd,et innocente morì, hauendo tenuto il Preti
eipato un'anno, & tre mefi. Coflui [opra tutto
mije gratidisfima cura in confèruare l'erario pu
hlico . il fuo fèpolcro fatto di marmo è nella
chiefa di Santa Marina l
PIETRO MOCENIGO "
DOGE L X I X •
Mocenigo fùcceffe Do
il fuo Prencipatofufat
ile di mare Jfntonio
Poco dapoi i Turchi
milahuomini fi mife -
Ho di Lepanto, llquale
primafudifefòdaluaìoredegli huomini della
terra . Vigiunfepoi il Loredano con una gro[
fisfima armata ; & cjuiui fi fecero molte j cara -
mucciect turnici . Durò l'ajfedio quattro me fi ,
p a
I E TRO
ge. Sotto
to Generi
Loredano.
con trenta
ro aU'affed
1*4. VITE de’ principi
& in quel mc%jZo il Loredano deuotiofamentt
fornitici gli huomini della terra di uittouaglia ,
d' arme, &r di foldati. Et il nimico stanco dal-
la guerra fi partì poi , ueggendo ,che non u era .
jferan'XJ alcuna di pigliare la terra. Ma nello j
(lato di mare l’armata T urchefca ajjalto L J (ola
di Statimene . Doue,e(Jendofi piantata l artiglie
ria alle mura, la terra fu battuta . Ma giungen
dotti preftamente il Loredano con l armata , i ni-
ni ici, Iettato laffedioji partirono , menando l’ar-
mata in alto mare . il Prencipe Mocenigo Ria-
ttendo gouernata la Republica un’anno , & due
mefi, morì d’un male, ch’egli haueua acqttijlato
alla Poiana ; & fu fepolto in un fepolcro di mar
A mo in San Giottanni Paolo .
\J < • L v I ^ c % V' x
sANDRÈ^ VENDR^fMlNO
D O G E L X X .
Afa eie a Vendr amino fu crea
to Doge , l’anno mcccclxxv.
<aI tempo di colini , da otto
mila Turchi, andando à cam-
po à Croia in Albania , man-
tennero l’ajfedw qua fi tutto
un’anno . I Venetiani , mandarono da due mila
huomini per foccorfo di Croia . Fra i quali fu-
DI VfNEGTA. Ztf
Yonodi molti ualorofi condottieri , iquali uenen-
do alle mani co ’ mmici , al primo impeto li rup-
pero , (sr mifèro in fuga, & prefero gli alloggia
menti loro . Correndo poi a far preda , fàccheg-
giarono, & rullarono ogni cofa. Ma quella alle
grezs^a fu breue affatto . Perciò che i Barbari ,
ritornando contra i fidati Veneti ani, & trottati ~ .
doli sbandati, & fen%a ordine alcuno jparft qua,
& là, per li campi , & impediti dalla preda, li
furono intorno, Sfacendo di loro grande uccifio
ne , mifèro in fuga i caualli Ibanefì , & poi
gl’italiani. Perche i Barbari, dando loro la cat
eia per tutta la campagna , li amaxj^arono , &
tagliarono à pezjcj . Dicefi , che morirono in
quella battaglia piu di mille perfori e , & con esfi
r il Proueditore Fr ance fio C omarini, <& di mol-
ti altri condottieri. Et non molto dapoi , i Ve-
nerici Irebbero un’altra maggior rotta in Italia ;
perciò che piu di dieci mila T tirchi , Capitano
marbei Bafcià,hauendo paffitto il fiume del
Li fon%o, tumultuofamente entrarono nel Friu-
li. Ma i V enetiani haueuano fornito due badie ,
Cuna à Gradi fa, <& l’altra à Fogliano , circon-
dandole di muro , & di fojfa, & mettendoui
gr offa guardi a. Et oltra di ciò haueuano manda
to tre mila caualli, & buon numero di fanteria,
per impedire le correrie de i nimici ; deliequa -
_ . • ••
P ti)
jffàt
21 6 VITE DE PRENCIPf
ti venti era Capitan generale il Conte Girola-
mo Novello Veronefe 3 & erano con efjo lui di
molti altri ualorofi condottieri . Coftoro fi rifai
fero di venire a giornata co mmici. Effendo adun
que divi fa tutta la cavalleria in tre bande , an-
darono bravamente contra i nimici . Ma i Bar-
bar i 3 battendo fatta una groffa imbofeata 3 pri-
ma modrarono di fuggire, & come fu attdccd-r
ta la battaglia 3 ritiraiiaofi d poco a poco al luogo
della imbofeata tirarono i cavalli Italiani . I Tur
chi fi ritirarono in pruova 3 & i Venetiani ten -
nerolor dietro ; & erano già quafi giunti al Ivo
go dell 1 imbofeata» *>fllhord i T vrchi 3 riuoltan -
dofi à dietro, bravamente rimifero la battaglia «
Mentre che fi combatteva con tutte le for%e 3 und
gran quantità di Turchi , ufeendo deli 1 imbofeata
dal monte di Licimfo,con grande ftrepito affal-
t arano i Venetiani . I quali fi f paventarono di
tal modo per quello affatto , che in un tratto fa -
ronocoftretti à darfi à fuggire . Perche t cru-
deli Barbari tennero lor dietro, & fecero di lo-
ro grandisfima vccifione. Et cofi la prima ban-
da fu rotta 3 &quafi tutta tagliata a pe^X 1 *
TJ altre bande 3 ueggendola rotta della prima
fquadra , non effendo rimafa loro alcuna fpe-
ranxa , quafi vinti , fi mi fero in fuga. Perche
i Barbari attefero à dar loro la caccia 3 & a
Di VINEGTA. I 17
metterli tutti inrotta. Et co fi fi feguitarono fi-
no alla Moffii, & ne fecero grandisfiima { Ira -
gè. Morirono in quella battaglia il Conte Gi-
rolamo Nouello , Giacomo Badoero 0 & molti
altri huomim illuftri sgli altri fuor che pochi >
iqualij la] dando i cduaìli > & gettando tua Far-
mi j fuggirono nelle montagne uicine Jurono qua -
fi tutti prefi . 1 Barbari 3 hauendo data quella
rotta j abbruciarono quante uille fino tra il Lifon
, e'I Tagliamelo . Et hauendo fatti molti
prigioni j ne menarono grosfisfima preda . Et
perche per terra , <& per mare fi diceua,cht
ueniua gente a impedire le correrie de nimici
esfi fi partirono fubito dTtalia. IVenetiani >
hauendo riceuuta quella rotta , mandarono contra
i nimici alcuni nauigli pieni di baleftneri , &
molte bande di caualli dal contado di T riuigi J &'
d'altri luoghi uicini. Ma efjendofi di già parti-
ti i nimici >quiui furono mandati ancora Domeni
co Giorgio 3 Zaccaria Barbaro } Giouanni Emo ,
& Candiano Balani > huomini honorati } che ue -
dejjero in che modo piu fieramente fi poteua
riparare alle correrie de' Barbari ; iquali fi rifol
fero di fornire la badia di Gradifia non folo di
graffa guardia , & d'arme j ma ancora di ripa-
rio morì a V dine in
Carlo da Montone ,
P ni)
ro, di fojja . Il Gior^
quella legatione . il Conte
21 8 . VITE DE' P R.EN CIPI
arem Capitano di guerra , il quale latino innanzi
era flato licentiato , fu richiamato di Tofana,
& mandato quiui; per la cui opera fu la Patria
per alquanti anni ualorofamente difefa dalle cok-
rerie de i mmici . Ma il V endr amino, benché al
Juo tempo la Republica fifa trauaglia f a da cofi
fatti dijordinijfu nondimeno per altro felicisfi-
mo in priuato . Percioch’egli fu ricchisfimo, &
hebbe di molti figliuoli uirtuoft , & coturnati ,
iquali egli arricchì tutti con le jue f acuita . Ma
rito ancora fei figliuole, con grandisfime doti ,
d i primi gentil’huomim. Puffo di quefìa uita ,
hauendo gouernato la Republica un anno, grot-
to mefi& fu honorat amente fepolto nella chie-
Ja de’ Serui .
y \ . - • . • *; ;> * . W ' iV vt l
G ÌOV^CN N I MOCEN ICO
doge lxxi.
/ o v a n n i Mocenigo, fratello
del Prencipe Pietro , fu creato
Qo<re, l’anno mcccclxxvii.
^Al principio del fuo reggimene
ro, i Croi ani, domati dalla fame,
hauendoui inimici tenuto l’afa- .
dio continuo per piu d’ un anno ,s’ arre fero . Et ,
poco dapoi il T ureo ajjalt'o Scutari affai piu ter- •
nbilmente , ch’egli non haueua fatto quattro
Di V I N E G r A* zi 9
anni inmnxj - Percioche *Alibei uando alquan
to prima con quindicimila perfine , e' iBeller-
bei della Natòlia con poco manco gente . Vlti-
m amenze poi ui fiunfe il T ureo in per fona ; il qua
le, battendo fibito piantate Cartiglie) ie per bat-
tere le mura, afjedib la città . Era quiui Pode -
ftà,& Pmteditore Antonio da Legge ;& er an-
ni da ottocento fildatifagati . Fatta , che fu la
batteria, i nimici diedero due uolte l’aflalto al-
la città, concjUdfi tu/ti quegli iftr omenti, eh' e fi-
fi haueuano adoperato nell' a ff ed io di prima .
m a tanto maggiore uccijìone fi fece dali’wia -, &
l'altra parte, quanto maggiore sformo fecero i j
nimici per la prefenzjt del gran Signore ; &gli
Scutarini non temeuano la morte , ne le ftrite ,
ma con animo inuitto fio fteneuano la furia dei
T urchi . Vinta finalmente Ì bfìinat ione de' ni-
mici, poi ch'egli fi uide hauere à fave con perfi-
ne, che piu tos to uoleuano morire ,cbe cedere ;
fece ritirare i fiuoi, & cofi fi leuò in tutto
per tutto dalla battaglia . Continuo nondimeno '
iafiedio alia città, & p er lutare i Venetiani
trauagliati in piu luoghi,* da dare ficcorfo à S al-
tari; furio fimi ente fior fi, con trenta mila perfi-
ne nella Patria del Friuli, circa la bajliadel Li -
fiondo; & meffio le fue genti in ordinati^ , sfi - \ ,
dò il Conte Carlo da Montone à battaglia , ^
zzo
VITE DE PR.ENCIPI
ricordandof e fi della paffuta rotta, non sarri -
fino temerariamente dfar cofa alcuna ; ma , ri-
tenendo i fuoi ferrati infime dentro allo {lecca-
to, trattenne con nana ajpettatione il nimico tut
to un fimo intiero . ilquale, hauendo ueduto,
che non hauea potuto tirare i Venetiani dbatta -
glia, nonofandodi pafjar piu innanzi, fi ritirò
indietro alle radici de’ monti . In quello mezz
%o Maumete continuaua l’afidio d Scutari .
Durò quello affedio parecchi mefi ; nelqual tem
po il Bellerbei della Natòlia prefe Driuafto. Fe-
ce poi menare cinquecento perfine di Scutari *
& tagliar tutti d pezgj fi fi occ/?z de lor cit-
tadini . Et poco dapoi il Turco fi leuò di là con
la maggior parte delle genti . Durò l’affedio
poi circa otto mefi , effenaoui rimafo 'marbei
Bafiid con otto mila Turchi; hauendo fatto due
caftelli al capo della Boiana , & poftoui guar-
dia, perche gli afjediati non potejjero hauer foc -
cor fi; quando la pace dianzi tentata per mezs
Zodi Giouanni Dario, fi conchiufe con quelle
condi ti ani . Che iVenetiani , leuando ilprefi-
dio,& i cittadini della citta, lafiiaffero Scutari
con li fola di Staimene al Turco . Et gli pagaf
fero ogni anno otto mila ducati d’oro, con titolo,
chei Venetiani poteffero ficur amente nauigare
al mar Maggiore ♦ Ma in Italia , i Venetiani
DI VINEOIA. *ji
prefèro Varine per Fiorentini . Èra { iato mor-
to Vanno dinanzi Giulian de' Medici in Santa
Liberata da alcuni congiurati * Doue i Fioren-
tini jUolendo uendicar fi diqueda ingiuria, ba-
ttendo meffo in prigione in Fiorenza un nipote
di Papa Sifloj impiccarono per Ugola un de' Sol
uiati ^ freiuefeouo di Pifa , infieme con molti
altri partecipi di quella congiura . il Papa, /de-
gnato per la crudeltà di quell'atto , /communi-
co, & interdijfe i Fiorentini . Et bauendo fat-
to lega col Re Ferdinando ,& co' Senefi, pre fi
l'arme cantra di loro, & mando ungrojfo effer-
ato in Tofana ,f otto la condotta di Federigo
Duca d'Vrbino • Et era in quedo effercito Don
t^flfonfo Duca di Calabria , figliuolo di Ferdi-
nando, gl or io fo per molte belle cofe fatte daini;
& con effiolui di molti illuft'ri Capitani di guer-
ra . Ma i Fiorentini oltra i Veneti ari fecero
lega co' Milane fi, con Hercole Duca di Ferra-
ra , & con Federigo Gonzaga M arche (e ‘di
Mantoua; percioche Galeazzo Duca di Mila-
no , peto dianzi era dato ammazzato nella
chi e fa di Santo Stefano, da Gio* ^fndrea Lam
pognano . In quedo mezj<p il nimico , e/fendo
uenuto innanzi con un grosjisjimo effercìto,tol-
fe d i Fiorentini Renzo , la Camellina , Radda ,
Broda, e l monte d San Sanino . Perche i Vene
V'ITE DE* PRENCIPI
tinnì, mosfi dal pericolo de loro confederati ,
mandarono in Tofcanail Conte Carlo da Mon-
tone con unagrosfisfma cattali erta; il quale ^na-
ti come fu giunto , morì in Cortona . Doppo la
cui morte , l’imprefaf governò in quella provin-
cia fiotto la condotta di Roberto Malatefta . Il -
quale funofam ente forfè nel Perugino con tren
tacinque bande di caualli , Et fece giornata a
monte Sperello caftello nelPerugino contra Màt
teo Campano nipote di Papa Siito , ilquale hauea
qua fi altrettanta cavalleria . Fu combattuta
gagliardamente per parecchie bore . m a,effendo
fonfitte le prime bande de' nimtci, Ì altre anco
ra furono rotte, & meffe in fuga . Et tutte le
bagaglie furono tolte d coloro, che fuggivano .
Fece fi poi di qu.fi & di là diuerf [anioni. Fi->
vcdmenteil Duca’d’Vrbmo\,& don ^ flfonfo
confidati nella difcordia de' fioldati del Duca di
Ferrara , &del Marche fi di Mantova,, efjendofi
partiti esf Capitani, pieni di [peranT^a, fpinfiro
dlla volta dell' efferato , ilquale era fen%a Capi-
tani, & nel far dell’alba Jiduendo meffe le lor
genti in ordinane j con animo grande (fin fiero
contra il nimico; & co fi , ej fendo rotta la fante-
ria) che teneva il luogo piu forte, le genti di To-
fana, di [ordinate fi mi fero in fuga . I ni mici,
hauendo prefi gli alloggiamenti, ff in fro il cam
DI VINEGIA. 22j
po uerfo Colle . ilcjuale , effendofi prefo , i Fio-
rentini, perduti d’animo, inchinarono alla pace j
& per batterla con migliori conditiuni Lorenzo
de * Medici , il primo huomo della città , andò £
Napoli à trottare il Re . Fatta che fu la pace, t
Venetiani richiamarono le largenti di Tofana •
In cjueflo mezjzjj il Turco un anno doppo la pa -
ceffi mife à combattere Rodi per mare ,&p e
terra . Et molte , & diuerfi fatttoni fecero i
Barbari in ijuello affedio . Dotte 3 effendofi fatta
la batteria alle murala piu uolte 3 &gagliar-
disfimamente dato l’ affatto alla terra . Ma per
la uirtti di coloro, eh’ erano alla difefa , il nimico
fu ributtato dalle mura con grande ucctfìone. Et
non molto dapoi il Turco , ajpirando ali Jm peno
d’Italia jprefe in unfubito Otranto città della
Calabria . -Et uedeuafi , com’egli con tutte' le
forxj del fuo Imperio era per uenire addoffo al
l Italia ,& perciò i C'hriftiani fi trouauanoin
pericolo grande . Ma, come fu prouiden%a di
Dio , inmexjKP l'apparato della guerra Henne
à morte il crudelis fimo nimico del nome Chri -
stiano . llcjuale, poi che fu morto , il Re Fer-
dinando, hauendo combattuto un pczgo cjuella
città, la rihebbe inficine col prefidio Turche fio.
Incunei tempo i Venetiani accrebbero all’Impe-
rio loro Corifa fola della Dalmati a, ho?gi cbia
«4 VITE DE' PRENCI?!
piata V eghia, perù oche il C otite , & S ignor di
quella ifola, cacciato da fuoi cittadini , renontio
<i i Venetiani orni ragione , che u haueua . Poco
dapoi, accioche la città non s' infingardi [Je trop-
po dando in odo, nacque grauisfima guerra con
fi ercole Duca di Ferrara . Et la cartone di que
da guerra uenne dal Duca . Haueua poco dian
xj H ercole prefo per moglie Leonora figliuola
del Re Ferdinando ,doue hauendo egli fatto co -
fi gran parentado , incomincio contra Cantiche
conuentioni a tentare alcune cofe contra i Veneti a
ni . Percioch’eglt haueua lafciato fare il f ile à
Comachio . Et hauea fatto ancora certe hedie
circa Capo d’argere , quafi ch'egli fi uolefjefare
certi confini. Et finalmente 3 facendo carico, et
vergogna al Magiflrato Venetiano 3 ilquale i Ve
netiani, fecondo le conuentioni ,teneuano in quel-
la città) lofaceua ogni dì piu noiofo . I V enetia-
ni, [degnati per queda ingiuria 3 lo auifàrono per
lettere , & per ambafeiadori loro 3 che imitan-
do i fuoi maggiori 3 uoltffe continuare nell’ anti-
che conuentioni 3 ch’erli haueua con la Signoria •
Ma, hauendo pocogiouato quefti ricordi 3 1 Vene
tiani tentarono 3 per mex3^o di Papa Sido.di ri
tenerlo nell'antica amicitia . Ma, non hauendo
ancora eglino fatto nulla per quella uia, furono
sformati uenire all'arme, per uendicarfi con la
DI V I N E G I A ♦ 22 f
guerra, poi che noti haueuano potuto con la pace,
dell 1 ingiurie fatte loro . Et prima hebbero Pa-
pa S tifo non fòlamente autore di far quella *uer~
ra, ma fecero lega ancora in tale im prefa con efe
fo lui . Con marauigliofo accordo adunque fu or
dinata, & moffa la guerra al nimico . Laqua-
le , come fu denontiata , s'ordinarono due arma-
teli' una, che trauagliaffe la rimerà di Calabria,
cafo che Ferdinando tentaffe alcuna cofa ; l'altra
che per lo fiume del Pò moltftaffe lo flato de' ni
mici . Della maritima fu fatto Capitano Vit -
tor Soranzo, dì quella del Pò Damiano Moro •
Hauendo poi fatte due parti dell' esercito di ter
ra,i V enetiani, mouendo contra il nimico, fi ri -
folfero di guerreggiare intorno al Pò , per me^j
Z9 di Roberto Sanfeuerino, tlquale esfi haueua-
nogid asoldato congrandisfimaproutfione. Spiti
fero poi Roberto derivino, gran Capitano di
guerra, contra il nimico in Romagna . Efjen-
do fi adunque partita gran moltitudine di nani
da f inegta , Roberto S anfeuer ino, col Prouedito-
re Antonio Loredano , andò d Legnago . Doue,
hauendo eglino già confederato i luoghi, fi nfol-
f ero fra loro dipingerete genti contra il nimico
per le paludi del fiume Tartaro fra l'odio- e e'I
Po . Prima adunque , hauendo eglino circa la
Bouar a, poco difcojìo da Legnago , tirate molte
barchette nelle paludi del fiume Tartaro, &po-
ftoui dentro tre compagnie di fanteria , prima
paffarono alla C metta, & poi à i confini di Mei
tara . V altro di arcuarono il Sanfeuerino , e’I
Lorcdano . Et fatto uenire di molti contadini
da que’ luoghi itici ni, gì un fero alla riua del Tar-
taro, doue hauendo fatto un ponte fui fumé, con
mar augi io fa fatica di guajìatori , fteero [pianar
una uia per lo {lagno, laquale fi chiamò la fafei-
nata . Per lacjual aia quel medefmo giorno fe-
cero poffare tutte le genti f òtto milord . Doue
il Sanfeuerino, battendole dato l’ affatto , fubito la
prefe . Due giorni poi, parteudof di là , f fer-
mò à Bregantmo già da loroprefo ; & quindi fe
n andò à campo à Caftelnuouo . Quiui , piantato
Ì artiglierie alle mura, doppo alcuni affliti prefe
il camello . Pafiò poi à Ficarolo, ma qui s’heb-
be molto piu faticai percioche , effendof pianta-
ta l'artiglieria per battere le mura FederigoDu
Cd d’Vrbino, ilquale dal Re Ferdinando ,&da
glialtri,che haue nano fatto legaàdifefi d’Her
cole, era {lato fatto Capitan generale ,pa[fando
con grofjo numero di gente da ofiglia alla Stel-
lata, eh’ è fu l’altra riua, fi fermò quitti con tut-
te le genti . In quello mezjzo Chnjloforo da
b\ula,ilquale hdueua il gouerno de’ natigli fot-
tili, affatto, & prefe la citta d\/fdria . Prefe
poi
227
DI V I V E C, T A.
poi fimilmente ancora Comachio. Damiano m o
yo anch’egli nel Po apprejfo alla Poli fella affatto
gagliardamente per terra , & per acqua tre ca-
ntili di legno in mexjzo del fiume fumiti digrof
fo prefidio , & di oprati numero d’artiglieria .
Doue i Veneti am combatterono con tanto ardo-
re d’animo, che cacciata lacaualltria mejjo
gli altri in fuga per tutta la riua, i camelli dop -
po una ajprisjima battaglia furori prefi . Onde le
ciurme de nauiglt infeme co’ foldati da terrai
datif poi a predare circail fumé , focheggian-
do le tulle, i borghi, & le cafe, & ogni cofa à fer
yo, & fuoco mettendo , giuri fero fino a Ficaruo-
lo ; doue uenne anco il Moro con l’armata . In
quefio mezgo il Sanfeuerino attendala gagliar
damenteà battere con l’artiglieria Ficaruolo .
Quando il Duca d’Vrbino dall’altra riua del fiu
me, alla Stellata non rif natta di trauaediare il ca
po de i Vetietiam a colpi di buone cannonate ;
& in quello mez^odal luogo dou’egli era uici-
no prouedeua <t tempo gli ajjediati di foldati, di
uittouaglia, & d’arme . Et perche fi uedeua
che Ficaruolo non fi patena cofi toilò prenderete
cioche tante genti non perdejfero tempo in un
luogo, il Sanfuerino mandò Gajparo & lAnton
Maria f noi figliuoli, coti parte dell’effercito , &
con Pietro Marcello, figliuolo di Giacomo %An-
<L
tomo Proueditore, d pigliare le terre del Polefine
di Rouigo . Di prima giunta adunque furono fjre
fi Caftel Guglielmo, & la torre di San Dona-
to, pofta nelle paludi. Et dapoi Rouigo , tendi -
tiara, la Badia, & altri luoghi del Polefine,non
fetida combattere uennero in mano de’ V Metta-
vi . Nellaquale ejpeditione morì ualorofamente
combattendo Girolamo Marnavo fgliuol del
Conte, o / fgoftin Barbarigo , Capitan di Pado*
ua, huomo di grande autorità , per ordine della
Signoria andò a Rouigo a mantenere i popoli nel-
la fede de 1 Venetiani. llquale , hauendo con la
fua dejlrezjzd, & manfuetudine d'animo gran-
demente confermati gli animi de’popoli nella fe
de, & bemuolenxa de' Venetiani, ritornò d Pa-
doua. In cjueflo mez^p Federigo duca d’Vrbi -
no, ejjendo gratamente ammalato, fattofi porta-
re da Stellata d Ferrara, pafio di quella uita.
Ma il Sanfeuerino, hauendo hnggimai quafi jpia
nate con 1 artiglieria le mura di Ficaruolo, die-
de un terribile affalto alla terra. Duro queflo af
falto molto fanguinofo parecchie bore , mafnal
mente uinta ioflinatione de ’ turnici , i Venetiani
pre fero la terra. Poco dapoi il Sanfeuerino , ca-
duto ammalato di fibre , che egli hauea acqui-
etata per l'aria catttua di quelle paludi ,fen an-
dò d Padoua. Morì il Loredano anch’egli affi t-
D ! VI N E G I A» 11 $
to del mede fimo male . Ma i V evetiani manda-
rono di Romagna Roberto m alatejla con le lor
genti d Roma à liberare Papa Sifto dall’affedio •
Perciò che ne 3 primi movimenti , che i Venetia -
mhaueuano fatti, tAlfonfo Duca di Calabria con
cjuattro mila caualli ,hauea tentato d’andare d
trottare il Duca Hercole filo cognato. Ma per-
che gli era bi fogno paffare per le terre del Papa,
entrando prima nell’Sfbruzxp, & poi in terra
di Roma, con l’aiuto de’ Colonneft, & de 9 Sauel
li, i quali apertamente contrafi aitano il Papa, en-
trò nel paefe di Roma , & hauendo tolte alcune
caflella al Papa, con continue correrie trauaglia
uà lo flato della Chiefa . IVenetiani adunque
per impedire i Juoi difegni, commi [ero à Vittor
S orando, che con unagrofja armata jcorrejfe, et
facchegfridjje la rimerà di Puglia, & di Cala-
bria. Mandarono ancora Pietro Diedo Proue-
ditore appreffo Roberto Malate fi acquali d’orni
parte facejfero foldati,per foccorr ere Papa siflo
non folam ente di Capitano , ma di foldati anco-
ra. Roberto adunque per andare d Roma ,fi par
tìdi Romagna con groffacauallerid,& perche lo
flato della Chiefa era in gran pericolo , egli fi
nandò d gran giornate uerfo Roma. kAÌLì fua
uenuta, Jubito fi moffeil campo contra i nimici .
Perciò che ifoufò , hauendo intefa la uenuta
cl a
arò VITE DE* P&ENCIPI
di Roberto, [e n’andò à campo mrtiotiel contado
diVeletri, & come fu giunto à uifla de’ ni mi-
ci, confortato i fuoi,& mejjo le genti in ordinan
Z a, affaldo il nimico . Et ÌA lfonfo,uenendo bra
uisfimamente lo foftenne. Fu cobattuto parec-
chie bore con grandi s firn a ofhnatione d’animi,
& dall’ una, & l’altra parte fi fece terribile ucci
J ione . Mafnalmente fopr afacendo il ualore de *
fòldati del Papa, & de’ Venettam,& con la pre
fenica del Capitano , che gli aecrefceua forze ,
Asfljvnjo, com'egli hebbe ueduto lecofe fue indi
nate, & quafi pofte in ruina , mettendoli d fug
gire con pochi caualli, ufcì della battaglia, & fi
ritirò in ficurò. Doue molti huomim di conto,
iquali non uolfèro cedere al nimico, quafi con tut
te le genti , furono prigioni di uincitori. Rober-
to uittoriofo pocodapoi , con una gran turba di
prigioni, quafi trionfando entrò in Roma . Doue
poco dapoi fi mori non fenza foretto di ueleno,
huomo chiarisftmo ali età nvjìra in pace , & in
guerra . Fu Jèpoltoin Roma, & su la fua fe-
poltura podo quefto epitafo . Venni ,uidt , &
uinfi, iA'cquijìai uittoria al Papa . In quedo
mezzo il Sanfeuertno, tffendo guarito , ritor-
nò in campo. Doue poco dapoi fiunferoi p rouedi
toVi Federigo Cornavo, & Francefco Sanuto,nely
la cui u e mira fuor che le mura di Ficaruolojequ&k
DI V T N E G r a; S?t
li per indù firia de’ Prouedi tori di contórno s’at-
tendeuano à rifare, fi rimafie quafi da ogni fat -
tione di guerra. Perciò che tariti infermità s’ap
prefe net campo per la cattiua aria delle paludi 3
che molto pochi erano quelli , che poteffiero fare
le fattioni della guerra . Et poi che fu alquanto
ceffata la malignità deli aere, il Sanfieuerino ma
do Gajparo fuo figliuolo con buon numero di gen
te à pigliar la bastia, che il Duca Hercolehauea
fatta fare a Laooficuro su la riua del fiume, il-,
quale, battendo piantate l artiglierie sìt Ì altra ri
ua, in pochi giorni ruppe di tal maniera i ripari
de ’ nimici,cbe’l nimico fu coflretto abbandona-
re il luogo, il Soran-%0 ancora egli Generale de
V armata di mare, effiendo p affato super il Po fi-
no apprejfi\ Argenta con x x t. galee , & con
parecchi altri legni fiottili , fi mife à combattere
Zaniolo. Sbarco adunque su L’altra riua della ter
ra fei cento fanti, & quattrocento caualli ,per
fare la guardia alla riua del p ò,contra le corre-
rie de’ turnici; accioche eglino quindi piu fi cura- .
mente batteffiero le mura con l’artiglieria . Can-
tra di cofioro ufcironofuor d’ Argenta Gi [mon-
do da Efte, Nicolò daCore°;gio,Vgoda Sanfieue
rino , & di moiti altri Udlorofi homini di guer-
ra, con tre mila perfione. Et (fingendo contra la
prima fchiera di fanteria , al primo affialto tra -
CL «f
<4
uagliarono molto iVenetiani . Ondei Caualli>
& le ciurme delle naui,fiubitoprefie l’arme, cor
fero bravamente a combattere . Qui fi fece una
tembil battagliandone molti morirono dall’ una,
& l’altra parte; quando treceto caualli leggieri,
che fi chiamano Stradiotti , accerchiarono ini -
miciych’ attendeuano à combattere; doue i folda
ti del Duca tìercole , ueggendofi ajjaltare per
fianco, hebbero tanto [pauento, che i Capitani lo
ro a un tratto fi mi fero in fuga. Gifmondojia-
uendo buon cdtiallo fiotto ,c orrendo giunfie quafi
filo ad v Argenta . Molti ue ne furono tagliati a
pe%zj, & affai fi imi affogarono nel fiume , &
parecchi anco furono fatti prigioni, il Soran^o
hebbe quel giorno unagran uittoria. Ma quedo
fi sa ben certo , che fie V ittore haueffe feguitato
la uittoridjCon poca fatica haurtbbe potuto pi-
gliare quel giorno Argenta. N icolò da C oreg-
o-ioj V^o Sanfieuerino, & circa fettunta altri ca
ualli , furono mandati prigioni a V inegia. Ma il
SanfiuerinOj hauendouolto l animo a uolercom
battere Ferrara, fatto un ponte su galeoni j deli
berò di paffare il Po con le genti, cjjendo' proue-
ditori Francefilo Sanuto , & Giouanni Emo.
Hauendo ddunque fatto il ponte fin su l’altra ri -
ua, a Lago ficuro, cinque miglia lungi da F erra-
ta, & meffa su la riuagroffa guardia di folda -
DI V I N E G I A .
' ri, non coni parendo il nimico in luogo alcuno,
tutto Ì esercito pajìo di là dal fiume. Quindi i
foldati Jubitocorfe à predare , ftraccorfero tut-
tofi contado di Ferrara, faccheggiando le uiUe ,
0* i borghi, & mi fero ogni coja à ferro , &ftio
co. Et ejjhido paff etti fino al Barca , ogni cofa
rulbarono mifiero à facco. 1 foldati Vene-
tiani tornati poi à gli edl°g^menti , f accampa
rono circa le mura del Barca ,poco difcofto dal
fiume . lA'Uhora il Sanfeuerino riuolto à forti-
ficare la badia abbandonata da nimici apprefjo
il fiume, le fece una f offa profonda , & una mu
raglia àgui fa d’un cartello . Opera neramente
inejpuirrì abile, & fpauentofa al nimico . Per la -
cjual cofa dicefi , che s'bebbe tanta paura in Fer-
rara, che poco m pareua mancar e, che la città non
fofje prefa. In tale flato erano le cofe de ’ Vene-
tiani. Quando Papa Sifto,difcgnando di uolere
riuoltarfi, non folamente tolfe di mano à i V ene -
tiani la uittoria quafi pre [ènte , ma mife ancora
lo flato loro in grandisfimo pericolo . il Papa
adunque, leuatojì da tsfi, fatto cW egli hebbe le-
ga co nimici, fcrifje alla Signoria, che rimanen-
dcfi dalla guerra di Ferrara, refìituifje al Duca
Hercole tutto quel, che gli haueua tolto inftio à
quel giorno. Ma i Senatori , difendendo la loro
giujla cagione di guerra > moflrarono non filo al
<L in i
gite
2?4- r VTf F. dV PR.F.NCTPI
p apa, ma cjuafi (t tutti i Prencipi Chri filammo-
riì'esfi non haueuano colpa alcuna di quella guer-
rd/he s'era miffa.Et ch'efjo vapa Siflo non pure
li hanea confghdti, ma {finti a pigliar l arme co
tra il Duca. Et perciò con fu a buona grati a uole-
uano condurre dfine la giujì a guerra, eh esfi ha -
nettano prefa d fare d perfuafione di lui. U Papa,
poi ch'egli hebbe ueduto, cornei Venetiani fi ma
tene nano in propofito ; tenendo poco conto della le
<ra, eh' egli hauea prima con effo loro , li fcommtt
vico, et interdice; & collegosfi col Re Ferdinan
ào& con 2I1 attiri a far guerra d i Venetiani.
Iti cjuefto mexjtoDon ^ flfonfò Duca di Cala-
bria ,fe ne uennecondue milia foldati a Ferrara ,
& lafiatili quiui,fé natido d Matitoua,& poi d
Milano', et effendofi fatta unagrofft dieta di v re
d pi & d’ambafci'adnri d Ca falmaggiore, ordino f
fi di fare una grandi sfima guerra d nome di tut-
ta la leo-a cov.tr a i Venetiani. Perche la Signoria,
fapendo benisfimo quanto gran pefo di guerra ella
haueua àfoftenere , per fare anch'eglino piu ga-
gliarda la parte loro , mandarono a chiamare di
Francia Renato Duca di Loreno congrosfisfima
pYouifione.llqualepafsbin Italia condugento ca
naìli ,et con mille fanti. In queflo me%xp,bauen
do il San feuerino dato fperanza di Venetiani,
che l’effcrcito paffaua VvAdda in Milano farebbefi
V
Di V ! N E C \ A. 7 1 1
Iettato qualche tumulto per gli l mommi della con-
traria f anione, fece fi con figlio [opra di aueflaco
fit } doùe la Signoria ordita 3 che I rifilitelo parte del
le genti intorno a Ferrar a Roberto col rejto della
caualleria pajfajfe in Lombardia. H avendo adun
que mandato innanzi Deifibo dall 1 \Anguillara
jit’l Br e filano, poco dapoi nandù ancora efio San
feuerino, battendo lafitati affai s Orni condottieri
aWaffediodi Ferrara ; doue poco dapoi andò anco
ra il Duca di Loreno co fiiouMa il San feuerino,
partendofi del contado di Byc fida, con Marco ^ frt
tonio Morefini Proueditore , fatto un ponte fu
l'isfdda fopra Tre^%o; s’ accampò fu la riua di
^4 dda , non facendo in que fio mexT^o alcuna in-
giuria d per fona . Per quefia coja , mouendofi
Lodouico Sforma, Hquale di quei fi orni hauetta
cacciato di (lato con l’arme i Bosfi di Parma ,
Jfinfe nel contado di Cremona. Quitti poco dian-
zi erauenuto duco fon fio; iquali, accompagna
tifi infume , pafjarono l’Jfdda . In tanto Gio-
uan Francefioj& Galeazzo figliuoli del San -
fiticrino, fi nzj faputa del padre, pafiaYono da i
nimici . Quindi i ni mici, paffando nella Ghiara
dadda, &poi entrati nel Bergamafco , prefero
Cologna , & Vgniano . il San feuerino , inten-
dendo la uenuta de ’ nimici , la fiato buona guar-
dia al ponte di T rezjzofi ritirò circa Bergamo ;
edby
VITE DE* PRINCIPI
poi paffuto Voglio j fi fermò agli Or^i tmoui . .
Ma il nimico Riattendo sforzato il prefidiodi
Trezgo, ingrofjatofi con le genti del Papa, &
de* Fiorentini, pafio l’Oglio a Quinciano, canuti
grandisfimo efferato, percioch’egli haued piu di
cento compagnie di caualli ; & coftrinfe a ren-
der fi tutte te terre del Brefiiano , che troub tra
il fiume Mela ,& gli Or^i nuoui . Perche i
Venetiani , confiderandoin che gran pericolo il
nimico li hauea mesfi ; fiibito mandarono al San
fiuerino la maggior parte della caualleria,che ha
ueuano intorno a Ferrara . Ma egli , ueggen-
dofi inferiore al nimico, fi ritiro indietro per im
pedire i [noi difegni ; & allimprouifo fi prefen-
taua in tutti i luoghi . ^l fon fio poi ,hauendo
prefo Bagnitolo,& itigroffato con le genti del
Marche/e di Mantoua,fcorfe nel Brefiiano, &
tolfe molte terre à i Venetiani . Ma il Duca di
Loreno, battendo circa il Po perduti affaisfimi
de' fuoi d’ infirmiti, battuto intona della morte
del Re Luigi ,con pocacaualleria pafio in Fran-
cia . Ma in mare, percioche fi diceua, che F er-
dinando, & i collegati ballettano apparecchidta
una vrojfa armata, i Venetiani , per contrai are
ancora in cjuefta parte i turnici, crearono Giaco-
mo u Antonio Marcello Generale dell'armata in
luogo del S orando ; ilquale poco dapoi , ejjendo
DJ V J N E n ! a . 1J7
ujcito a fare Ì ufficio fiuo 3 dimoro un pezjzp in
Dalmatici d rifare le ciurme delle galee 3 Uguali
erano quafi fpente. nel Pò . In quello mezzo
l armata de* rimici fotto ilgouerno di Don Fe-
ci ertgo figliuolo del Re Ferdinando 3 s’era ferma
ta nel porto d’ Ancona, Et additando poi Lifja
jfola della Dalmatia, la mife d ferro 3 & fuoco.
Da Lifja pafiòd Curzpla . H unendo adunque
il nimico a j] aitato all’improuifo la terra 3 in un
medefimo tempo appoggiò le [cale in piu luoghi .
Et con gran numero mballettrieri 3 & inpniti
tiri d’artiglieri Jlancògli huomini della terra .
Eraallhora Conte dell' fòla Giorgio ViaroJjuo -
mo d’animo ualorofo } ilquale 3 facendo cuore d i
terrazzani 3 non l afe tana co fa a fare per foftene
re le forze de rimici. E tale fu la uirtu del'Via
ro,°li huomini della terra 3 che non fola-
mente [ottennero i rimici 3 ma con uccisone an-
cora li ributtarono datile mura . il nimico adun
que 3 non hauetido quiui fatto nulla , fe riandò in
altomare. Ma intorno ilPòTomafo I molano
con alcune poche compagnie difanteria 3 hauendo
paffato il fiume innanzi giorno 3 [òbito affitltòi
borghi della Stellata 3 & le bajlie fatte intorno
alla Rocca 3 & con poca fatica li s forzi) 3 & 171 fi
et fiacco . Giunfiui ancora Andrea Zane am Ge
iterale dell' armata^ i quali con le ciurme delle na
301
VITE DE PUENCIPI
ui Jhauendo fatto imbarcare V artiglierie ,&* Val
tre machine da guerra, tolte dalle badie de ’ vi-
ntici, terribilmente affamarono la Biocca . Et cofi
honoratamente fi portarono , che à un tratto pre-
fero parte della Biocca . kA U hora quei , eh’ erano
difòpra, mentre ch’eglino ragionando d’arren-
der fi col Zancani,& con Vi molano , tir auano
la cofa i lungo in prima; il Duca Hercole fi pre
fiuto aU’improuifo con una efpeditisfima caual-
leria circa la Kocca à i Venetiani . Doue,effen~
dofi in un fubito attaccata la battaglia , ritirati -
dofi le ciurme alle naui, Vlmolano co’ foldati fu
fatto prigione de’ nimici, tlquale poco dapoi fi
mori d’una ferita, ch’egli haueua tocca. In que
JlomexXP ^Alfonfo spartito da C alcinato, p refe
Carpeneto , poi mouendofì di là, uenne à Goi
tondone paffato ilMen^o ; entrò nel Verone fe ;
gr andando à campo a Villa franca , & hauen-
do battuta parte della fiocca con Vartiglieriejieb
bela terra d’accordo . I nimici poi [correndo
tutto il Verone f, ogni cofa empierono di preda,
di auento . m a il Sanfetterino poco dapoi,
paffando lungo le riue del Lago di Garda, fi fer
mo con tutte le genti circa Valegio, in un luogo
molto nleuato . Aifonfo, poi ch’egli uide,che'i
nimico non fi poteua tirare à battaglia , ne anco
muoueredi luogo cofi commodo, leuando ileam
DI V I N E G I A. 219
po , entrò nel Brefciano , & tumultuof mente
affatto fjòla . Dotte, tojìo eh’ eoli fu giunto
fen^a alcuno afalto,gli i/ffolam [egli arref y
ro. Et poco dapoi , la tweed uenne in mano de i
nitnici . In cjuella terra furono piantate l’infe-
gne del Marche fe di Mantova . Ora. perche i Ve -
nettavi non dllent aitano per quello punto Vafje-
dio a Ferrara, il Duca di Calabria fi rifolje di
volere provar e, s 3 eoli poteva rompere in qual-
che modo le forze de' V enetiani circa il Pò, Di
notte tempo ddunque partendofi in un fubito da
^Afola, a gran giornate fe n andò alla uolta d’O-
' figlia, hauendo mandati innanzi i cauallijiqua
li Ji facef ero condurre quiuigit) per il Po . ko-
berto,] apendo benisfimo qutfto di fegno sparti-
to fi anch’egli innanzi giorno, prettamente uen
ne à Verona , con una efeditisfima cavalleria
dove , hauendo apparecchiati di molti navigli;
circa le rute dell’ \Adige, per diligenza di I ran
cefco Diedo Podettà, & di Francefco Marcello,
Capitano, & pottoui Jopra i fidati , frbito andò
gtìi per l’Adige contra il nimico , & usò tanta
prette^djchequdfiin quel medcfimo tempo,
chel nimico, fi preferito à i fuci . Dotte il nimi-
co, (pauentatofi per la fua fubita venata, tornò
indietro àottiglia , ferrea hauer fatto nulla.
Diticrfe fattimi poi f fecero fra luna , & Val-
J 4 0 VITE DE* PR.ENCIPI ^
tra parte. Percioche il Sdnfeuerino racquifto
di molti luoghi, che inimici hdueudno prefi nel
Brefciano . Quando in quel mez^o Lodouico
Sforzo prefe Romano camello nel Bergamafco.
Venendopoi il uerno ,i faldati furono mesfialie
flange Roberto uenne aV inegia ;ilqualefu
honoreuolmente ricemto dal Dog, & dalla
Signoria, & fumigli fatti di molti, & gran -
disfimi doni per merito del fuo udore. Tornato
poi il Sdnfeuerino con Nicolo Pefaro prouedito -
re,fe dando agli Or%j nuoui . Hauendo dapoi
mefjo prefidio in Pontolio, prefe la torre diTri-
{tano;& la fortifico ,&* fornì di fidati. Et,
effendofi data ffieranza, che la pace fi poteuafa
re con hone{le conditioniìla Signoria mando per
quello ejfetto Zaccaria Barbaro , & Federigo
Cornaro d Cefonna . Ma , effendofi fatti fopra
di ciò molte pratiche, & ragionamenti , & non
piacendo le conditioni, lequali fi proponeuano gli
ambafciadon tornarono fen%a hauer fatto nulla.
Et co fi parue alla Signoria di mandare amba -
fciadori à tutti i Re di Lamagna , & di Fran-
cia, i quali , lamentandofi della ingiuria ,che l
Papafacea loro ; fpingejfero i Principi Chriftia-
tii à chiamare il Papa al publico Concilio . Fu-
rono mandati adunque aU’lmperadore F ederigo
Stbafhan Badoero ; al Re di Francia Antonio
DI V I N E G I A. 241
Loredano; à Mdsftmiliano figliuolo dell’lmpe-
radore Nicolò Fofiarini ; ai Duca d’sAuttrid
Paolo Pi fimi . Ne pero in cjuefto me%j%o man -
caudino i Venetiani di rinfrefcar la guerra con
gran diligenza,, fittali, oltra le genti Italiane K ,
ajfioldarono anco congrofifia proiiifione da mille ,
& cinqueceto caualh Itggieri della Marea ; &
deWifole all'intorno, <& d > <A'lbania J> &di Dal -
matta . Et già ufcendo fiora la Pnm attera, Ro
berto, leuando i fioldati dalle flange, andò à cam
po a V arolla, & à S cor tignano . Ma in mare
il Marcello , Generale dell'armata , partito da
Cor fili, andò à combattere Monopoli , città della
Calabria ; doue prima, hauendo dimandati gli
huomini della terra ,fe fi uoleuano arrendere ,
& ciò, non ejjendogiouato nulla; ffitnfe 1 nauigli
à riua, & sbarco 1 j oldati, & hauendo dato un
terribile afifialto alla città, fece fi una gran batta-
glia fra / 'una, & l ’ altra parte . Doue il Mar-
cello, facendo animo à i primi , che combattuta-
no^ & confortando i foldati à ftringere animo-
firn ente i nimici , mentre che già le fiale erano
appoggiate alle mura molti u erano filiti
[opra, in fu la poppa della Capitana, dou egli fa-
ceua ufficio d'ottimo Generale, mori d’ttn colpo
d’artiglieria . Hauawio a pena le ciurme del-
le tiaui intefit la morte del Generale , quando i
14* VITE DE* PR.ENCIPI
Venetiani,fringendo innanzi prefero la citta .
1 uinciton, entrati dentro , la mifero à facco ;
faluosfi nondimeno l'honor delle donne , #* U
clne/e . Prefa che fu la città 3 & di confenti-
mentodi ognuno fatto General deliarmata Do
menico Malipiero ; Narito , #* Placali fca , #*
molte altre terre ideine s'arrefero d'accordo .
il Re Ferdinando, hauendo inte fa quella perdi -
ta , poi che egli inde, come l'arme de ' Venetiani
gli erano entrate nel Regno,#* gli f ac euanoguer
ra in cafri dicefi, che allhora comincio a petifrre
alla pace . In cfttedo mezjZP ^ fon fi , hauen-
do armate infiemele forzje della lega , tanto
ch'egli haueua cento ,#* uenti bande di caualli,
& gran numero di fanteria, moffe il campo, &
andò uer figli OrzJ nuoui . Ma il Sanfeuerino,
ilcjuale era inferiore di numero di caualleria,per
ciò ch'egli haueua da nouantacincjue bande di ca-
valli,#* lo foprafaceua di numero di fanteria, fi
fermò con tutte le venti à gli Orz.i uecchi. *Zf\-
fònfo adunque afjàltò Mela ,#* la prefe . Et 3
partendo di là, occupò Varola, #* Scortarolo .
Dapoi fi fermò à Bagnuolo . Ma il Capitano de'
Venetiani fi ritirò à San Zeno , fra Brefcia , e'I
campo de' nimici . Quiuifr cominciò à trattar
la pace, #* per conchiuderla i Capitani iClesfi
fi pofero per autori, # mezzani. D 'una par -
ni V I N E G I A. - N 24?
fe d Sanfeutrino 3 & Luca Pifitm,& Nicolò ve
faro v roueditori. Dall' altra lo Sforma mandati
do mesfi innanzi, & indietro; lacuale finalmen
te fi conchiuje con quede conditioni. Chei Ve-
nettari nf-MueJJero affala, & ciò’, che haueuano
perduto in quella guerra in Lombardia ; & nte -
ttejfero ancora di quelle cofe, che haueuano tolte
al Duca H ercole, il volt fine di Rouigo ; & ri -
hauejfero tutte le ragioni antiche di Ferrara .
Che leudjjero i prefidij d'intorno alvo ,& disfa
ceffero le badie, che haueuano fatte lungo le ri-
tte. Che Monopoli j & ciocche s era prefo in Ca
labria , fi re flttuijfe al Re Ferdinando. Che’l
Senfeuerino f truffe la Signoria , &foffe anco-
ra Capitdn Generale di tutti i v rencipi , & po-
poli d'Italia. Per la pace } che s' era fatta, in V i
negia fi celebrarono per piu giorni con folenne
pompa, gtodre, torneamenti, & altri fjpett aco-
li; allaqual feda concorfe grandi s fimo numero
di per Jone quafi di tutta Italia , & molti vren-
cipi, & huomini illudri. Et prima Hercole du
ca di Ferrara , Giulio Ce fare di Camerino . Da
Milano Leonardo figliuolo di Lodouico Sforza ,
& Galeazza Sanfèuerino. I Rosfi da Parma,
il Signor della Mirandola & parecchi altri huo •
mini di conto. Roberto Sanfeuerino, el Duca di
Camerino furono giudici. Dotte tre figliuoli del
Sanfiuerino Squali fi portarono piu ualorofamen
te che gli altri, furono giudicati uincitori . il pa-
Idzjzp del Doge poi, ilquale quell’anno eraarfò
per la maggior parte , s incomincio à rifare con
belli sfimt marmi, & con maggiore ffefa . £«-
tropoi una terribil pettilenza nella città ; onde
Vinegia perciò patì grandemente . ^ggiunfefi
a quefta ancora un’altra perdita di fuori . Era-
no ufcit e quattro galee per condurre mercantie
d’Inghilterra, dellequali era Capitano Bartolo-
meo Minio. Lequali, efjendo cariche, & p d ff an
do dal capo di San Vicen^o, furono ajfaltate da
Colombo ilgiouane,famofo Corfale, con fitte na
ui bene armate , ilquale ,doppo una affrisfima
battaglia , le prefe . Molti V enetiani morirono in
quella "Zuffa; quei, che rimafiero uiui, menati a
Lisbona, & [fogliati di tutti i beni , furono la-
J ciati andare,^* amoreuolmente riceuuti dal Re
di Portogallo, ilquale fece loro dimoiti doni .
Papa Innocentio poi mandò ambafciadori a chia
mare il Sanfeuenno,per la guerra,ch’ egli hauea
mofja al Re Ferdinando , & egli andò à Roma
co’ figliuoli. Quefte co fi furono fatte al tempo
del Mocenigo, ilquale huomo pieno di gran bon
ta, morì l'anno fettimo del fuo prencipato,&fu
fipolto in San Ciouanni, & paolo.
M^fRCO BsARBiA RIGO
doge lxxiii.
^r.co Barbarico fu crea ’
to Doge , l’anno mcccc-
l x x x v. huomo di fengolar
bontà, & prudenza. kAl tem
po fuo furono creati tre huo -
mini , per liberare la città dal
la pefle , & leuare ogni cagione d’infermità.
Furono ordinati ancora amba/ciadort à Masfi*
rmliano figliuolo dell’jmperador Federigo , elet-
to Re di Romani Squali furono Domenico Tri-
ni [ano, & Ermolao Barbaro. Fu in quel tempo
lo flato della città felice affatto . Perciò che ,
amando molto il Prencipe la pace, & la quiete ,
faceua inuiolabilmente offeruar la giuflitia da
ognuno ; & era d’animo molto libero iti configlia
re,nonhauendo in lui punto di finirne y nedidop
pio. Ma la Republica flette poco in quella feli-
cità . Perciò ch’egli mori il nono mefe
del fuo prenci poto , con grandi s fi-
mo dolore d’ognuno, & fu
fepolto netta chiefa de- '>
la Carità . *
* r >
24 <> VITE DE* PRENCIPI
AGOSTI N B^fRB^fRIGO
doge lxxiiii.
Gostin Barbarico fuccef-
je nel vrencipdto a Marco Juo
fratello ,huomo di grande in-
gegno, & dt fingolar memo-
ria. ilcjudle ancora per la be
la prefenza ,ch’ e* li haueua ,
modraua in fe certa maefta con barba lunga &
canuta, laqual cofd lo faceua appreffo alle per fo-
tte degno di molta nuerenxa . <Al principio del
fuo reggimento ,il palalo Ducale già prima
cominciato, fu finito la maggior parte congran
disfima fpefa. Sebafliano Badoero , <&* Remar
do Bembo, mandati ambafciadorià vapa Inno -
centio , fecero lega con ejfo lui a nome della Si-
gnoria. Nacque poi la guerra di tamagna per
differenza de’ confini . Perciò che quafi tutti i
vrencipiT edefchi s’accordarono infieme contra i
Venetiani ; iquali ,hauendo meffo infieme un
grande effercito di Barbari , fenxa hauere altri-
menti primd denontiata la guerra, paffatolyA-
dtge appreffo à Trento, fior/ ero fubitofino à Ro
uerè, & piantate l’artiglierie alle mura,comin
ciarono à battere la terra. Eraui alìhora pode -
Jlà Nicolò vriuli huomo d’animo ualorofò , &
DI V I N E G T A. 247
con lui Francefco Graffo , & alcuni altri Capi-
tani di fanteria, Hauendo adunque i Tedejchi
confumati quitti parecchi giorni in batter le mur-
ra 3 finalmente fi mifèro à dar L’afjalto alla terra ,
dotte non fenzj contratto cottrinfèro i terraz-
zani a render fi. il muli col Graffo 3 <&r molti
altri fi ritirarono nella rocca , per impedire i di-
fegni de nimtci } &per tener fi finche iVenetia-
111 gli man d att ano foccorfo. I quali, sbigottiti per
quella non a fpettat a guerra, quanto piutotto man ’
darono Roberto Sanfeuerino 3 ilquale poco dian-
zi } effendo al fèruigto del papa 3 era flato hcen -
■tiato da lui 3 & uenuto à V inegia , congroffa ca-
ualleriàj con Luca pi favi, & Girolamo Marcel
lo prone ditori , nel contado di V erona 3 a contra-
ttare la furia de’ Tedefchi , ilquale poco dapoi 3
andando alla noi ta di Rouerè , fi fermò con tutte
le genti cinque miglia appreffo la terra, Jnque-
tto mezjZP 1 Tedefchi innanzi fa uenutd del san
feuennOj doppo lunga battaglia 3 hebbero d'accor
do la rocca di Rouerè, Nicolo prudi } e’ l Graf-
fò infume coti molti altri furono menati prigio-
ni in Lamagna. Effendo poi nata difeordta fra i
Capitani Tedefchi 3 perciò che erano mal d’accor-
do circa il modo di rinfrefcar la guerra 3 lafciata
la terra, paffarono in Lamagna, Onde il Sanfe-
uerino doppo lapartita loro , la rihebbe con poca
R iij
' ì -
; 7
Vy 4
548 VITE DE’ PRENCIPI
fatica, . Poi, riuolgendo l'attimo d combattere
Trento , fatto un ponte su. l’Adige pafs'o quafi
tutte le genti ; & e fendo fi difauedutamente fer
mato su lariua del fiume ,& mentre che quafi
tutti i fidati di farmati, non hauendo alcun fo-
retto de turnici, s' erano qua & la sbandati fin ■*
%a ordine ueruno ; auenne , che alia nuoua di quel
paf aggio alcune compagnie di fanteria uf irono
di Trento, d'altre caflella all'intorno, piu to
fio per ricono fere i nimici, che per combattere ;
perche i faldati Venetiam ,hauendoli all'impro-
mfo ueduti, prefero tanto fjpauento,che in un trat
to, forza altrimenti combattere , fi mifero in fu
gd, & rompendofi il ponte , affaisfimi huomini
armati gettati fi nell'acqua , affogarono infieme
co' caualli. Pochi ne furono prefi da nimici, &
molti meno ucci f, perch'esfi a fatica uennero al-
le mani con effo loro . il Sanfeuerino anch egli,
quafi con tutti i fuoi, sbigottito dal medefimo fu
rore, affogo nel fiume ; il cui corpo , effendo poi
trouato, fu portato da' nimici à T rento , & qui -
uihonoratamente fepolto . il Roffo da Parma,
ilquale con alcune bande di fidati , s era ritira-
to in un certo luogo rileuato , hauendo taglia-
to d pezzi Molti de i nimici , fi faluo quafi
con tutti i fuoi. I Venetiani , hauendo rie e -
uutaqueìlor rotta, mandando nuoui fupplemen-
DI V I N E G T A. 240
ti ,fi sf organano di rifare le lor genti; quando
poco dapoi, uenendo ambafciadori ai Lamagna d
Vinegia,fi trattola pace . Laquale fi fece con
queste condttionì, che., rendendofi i prigioni dal -
l una, & l 'altra parte. Papa Innocenti? viudi -
caffi de’ confini, & delle castella , che 1 Vene-
tiani h alienano prefi . Ma nelle contrade mariti -
me efjendo nato foretto, che alcuni foffiro nel -
ÌI fola di Cipri , iquali di fignauano di far tradi-
mento alla Reina C ater ina, & al Regno, per li-
quali s'bauea da dubitare , che quel RegnG non
foffe pofto in qualche pericolo ; la Signoria ordi-
nò, che per maggior ficuregj^a del Regno, pian-
tandofi iinfègnedi San Marco ne' luoghi del Re
gno, la Reina fojfi ritornata nella patria . Et co-
fi mandò quiuì Francefco Priuli General deWar
mata , ilquale, pofio buon pr e fidio nel Regno con
fermaffe gli animi de' popoli in fede ,& benino
lenga de 1 V enetiani . Et per rimaner la Reina
con maggior dignità, honore , la Signoria
diede la cura d Giorgio Comaro fuo frateìlo,huo
mo di grande animo, che andaffi in Cipri d tro-
uare la forella . ilquale, nel meggo del uerno
andando quiui 3 con la fita prudenza , & de -
{tregua, operò di tal modo con la Reina fita fo-
rella, eh' ella giudicò, che foffe affai meglio ,
piu utile per lo flato fiuo,uiuere nella patria co -
R uij
2$o VITE DB' PRENCTPl
fuoi fenzj pericolo, che con pericolo nel Regno ;
perciò che la Signoria di Vinegia, era perhauer-
ld per Reina, & per figliuola cofì nella pdtria ,
come seda Il effe nel Regno . Venendo adunque
la Reina nella patria , accompagnata da molti Ba
roni nel Regno , mentre ch'ella s’apprejjdua alla
città, il Prencipe con tutta la Signoria , perhono
varia, le andò incontra col Bucentoro ; & come
ben conuenne à Reina, le fece ogni maniera d’ho
norei & fece ancora c anali er e Giorgio fuo fra-
tello Jaqual dignità fi fuol ddr e à pochi s fimi gen
t li h uomini, fe non à coloro, che hanno fatto qual
che fwo-olar benefìcio alla RepMca. Venne da-
poi una gran mina in Italia - Perciò che Carlo Re
di Francia , confìdatofì nel fauore di Lodouico
Sforza, allhora gouernator di Milano, fe ne uen
ne in Italia congrandisfime forze , per acqui -
ftarfì il Regno di Napoli , ch'era fuo di ragio-
ne . Mandando adunque prima ambafeiadori ai
Papa, & à i Venetiani , fece loro intendere, co-
me e?li uetiiua all' acqui fio del Regno , ch'era
fuo,& ch'egli non cercaua altro in Italia. Et ac-
quieto ch'egli haueffeil Regno, prom ife, eh' egli
hauerebbe rtuolto tutte le fue forze tontra i
Turchi, & i nimici del nome Chrifliano.Percht
il Re Ferdinando tutto turbato per quefta mo-
na, morì ( per quel che fi dice ) di dolor d'animo,
) ' . •
Di VINEGIA. 21 1
Carlo adunque, entrato prima in Italia pace fica K ° n f*
. 1 y _ .. ‘ , _ ij.li- Ctfr/o I»
mente, incontro Ferdinando Duca di Calabria p er f olta
con iejjercito appreffo à Cefenna , &facilmen - j» R.om4
fe /o fece ritirare. & fuggire indietro à Roma . *•
Inquedo mezzo, partendofi il Re Carlo dello t am.
{tato di Milano, lo Sforma prefe l’occafone, &
leuatofi dinanzi il Duca di Milano [no nipote,
non fenza. fofpetto d’hauerlo auelenato , ufurpò
il Ducato , ér caualcando la citta con huomini
armati, di Gouernatore eh’ egli er a , fi prefe il
nome di Duca . Ma Carlo, paf andò in Tofa-
na, occupò Serezj<ana, & Ser eziandio ter - '
re de’ Fiorentini, dandogliele nelle mani Pietro
de’ Medici . Et poi , andando à Pi fa , ridujje
cjuella città in Tuo potere . Et quiuifece {tare la
fua armata à Liuorno, eh’ egli hauea fatta fare à
Genoua . Ando poi à Fiorenti come fu
entrato nella città, prefe gran quantità di denari
da’ Fiorentini; & mutati, ch’egli hehbe quitti i .
Ma* frati, fecondo che gli parue, feti’ andò. Et
paffando d Siena, quiuifece anco di molti danni,
& dif ordini . Entrato poi nel paefe di Roma ,
&accre fiuto col f attor de’ Colonne fi , & del
Cardinale Afe amo, entrò nella città ; e fendo fi
in quel mexxp Papa Alejfandro ritirato in Ca
{lei Sant’ Angelo . Poi che Carlo fu partito di
Roma, & entrato nel Regno di Napoli , fubito
2*2 VITE DE’ PR.ENC 1P1
il Re fin fio cacciato dalla paura 3 renontio la
corona del Regno a Ferdinando fio figliuolo 3 et
egli con quattro galee andò in Sicilia . Ma Car
lojfeguendo il corfo della mttoria 3 in ifpatiodi
dodici giorni prefi Napoli 3 & tuttoì Regno ,
percioche fetida contrailo alcuno 3 tutte le città j
&* caftella figli diedero 3 fuor che Brindi fi 3 &
Monopoli 3 iquali foli fra tutti gli altri luoghi
fletterò alla diuotione di Ferdinando . Per cofi
grandi felici fuccesfi di Carlo pareua fche
tutta Italia foffe in pericolo ; quando Papa <A-
lefjandro, Masfimihano Re di Romani 3 i Re di
Spagna 3 i V e ne ti ani 3 & Lodouico Duca di Mi-
lano, accordati fra loro 3 perche i difegni di Car
lo non andaffero piu innanzi , fecero lega infìe-
me ; & prima i V enetia^n 3 hauendo mejfo in
punto un grosfisfimo effei'cito 3 nel contado di
Parma 3 hauendo per lòr Capitano Frutice fio
Gonzaga Marche fi di Mantoua 3 trouandofi dn
cora quitti il Duca di Milano con P altre genti
della lega, fi fermarono à Fornuouo 3 & spet-
tarono Carlo ; non efjendo per fare altro 3 fie pri-
ma non uedeuano \ 3 che’l Re faceffe alcuna cofia
come nimico, llquale 3 partendo da Napoli 3
& lafitando in quel Regno cinque mila caualli 3
effo col ri manente deWejfircito caualco uerfò Ro
ma 3 & coftrinfe il Papapartirfi 3 & andare à
DI VINEGIA. ìfj
Oruieto . Perche Carlo entrò in Roma , lacuale
era qua.fi abbandonata da vini' uno . %sfndo poi
à Siena, & fattorini di multi danni 3 parten-
do fi faccheggiò Tof anello 3 & Monte Fiafcone
terre della Chiefa 3 & poco meno 3 che non le dif
fece 3 hauendoui crudeli sfim am ente tagliato à
pezjzj di molte perfine, ^fndo poi a Pifa, &
d Lucca 3 <& carico delle Jpoglie d'ltalia 3 prefe fi
nalmente Pontriemoh terra del Duca di Mila-
. no, & faccheggioUo;- & pajfando i monti 3 come
fufcefo al piano 3 incontro i'ejfercito Venetiano
apprefjo à Fuornuotio. Haueua, il Marche fi di
Mantouada dodici mila caualli 3 & da due mila
caualli leggieri, che fi chiamano Stradiotti 3 &
grandissimo numero di fanteria . Et erano in
campo Proueditori, Marco •. Antonio More fini 3 et
Melchior e Treni fino . Efjendofi adunque diui-
fa tutta la cauàlleria grofja in cinque fihiere 3 fu
commefjo à Giouanni Francefco Sanfiuerino 3
che era alfoldo del Duca Lodouico 3 che fojfe il
primo ad affalire il nimico . Et V altre fihiere
poidatoilfigno,entraf]ero in battaglia . m a il
Sanfiuerino, ritenendo i fiuoi in pruoua, non pu-
re non s’ affrontò col nimico, ma ancor a tenen-
do egli innanzi fi ritirò d dietro . Ma il Marche-
fi di Mantoua con Ridolfo fuo Zio , ueggendo
le fihiere in di fiordi ne 3 [finfe brauametite contra
Google
2 54- VITE DE PRENC1PI
tl nimico . ledili furono finiti dal Conte Ber-
nardin da Montone con un altra fchiera di canal
li . I Franceft animofamente li fòjlennero ,
attaccata la battaglia fu per parecchie bore dal-
Vuna , & l'altra parte combattuto congrandisfi
ma uccifione; talché di qua, & di la morirono di
molte perfine, & prima degli Italiani morì va
lorofamente combattendo Ridolfo Gonxag*-
Per la cui morte auenne,che due fchiere di ca-
valli, legnali affettavano il fegno da lui , non fi
mouendo punto, non entrarono altrimenti in bat
taglia . D e 1 Francefi dicefi, che ne morì mol-
to maggior numero; in queflo me%go i cavalli
leggieri, affaltando dall'altra parte i cariaggi ,
& le bagaglie del Re , le guadagnarono quafi
tutte . Finalmente partita la battaglia, i Frati
cefi ritirandof, ritornarono alle radici de * mon-
ti • I Venetiani tornarono ancb’esfi àgli allog-
giamenti loro, & due giorni doppo,Carlo , ha -
vendo prima abbruciate quafi tutte le bagaglie,
fegretamente innanzi giorno col rimanente del -
ieffercitocon gran fretta marchi andò uerfo il
(ito Regno , fi faluò in il Gonzaga poi ,
Spingendo con l’efjercito alla volta di Novara ,
laquale era già Hata prefa da' turnici , & quivi
andando ancora il Duca Lodovico con gran nu-
mero di gente, mife l’affcdio intorno alla città ;
' .DI V I N E G I A*
& già tifane a ridotta à tale, che poco piu potè
ua indugiare à renderfi . m poco dapoi il Re
Carlo, battendo fatto tregua con Lodouico Duca
di' Milano, lafci atogli N ouara,pafiòin Francia .
Ejjendo poi richiamate le genti de Venetiani,
pajjato tl Pò, & i'sA ida entrarono nel Brefcia -
no. m a circa lecofedi mare, la Signoria co -
/ o
mandò ad Antonio Grimani Generale deli' ar-
mata, che egli afjaltafje le citta di Puglia ,&*
di Calabria, cWubidiuano al Re Carlo. Onda-
gli notigli parendo da perder tempo , partendo
con unagrofja armata, a f] aitò Monopoli città del
la Puglia fortisfima, & beni sfimo fornita , &
con grande sformo tentò di uolerla pigliarci la-
quale , come chefvfle un pezZ 0 ualorofamente
difefa da terrazzani , efjendoui morte molte
perfine dell'una , & l'altra parte , finalmente
per uirtit del Generale, ilquale in quella imprefa
non lafciò à dietro alcuno ufficio difortisfimo c a
pi t ano, & per ualor delle ciurme , uenne in po-
ter de' Venetiani . Con quella medefi ma fortu-
na prefe , & acquijìò alla Signoria Polignauo, et
Molatene fortissime . Inquefto mezzP
dittando il giouane, ilquale, perduto che hebbe il
Regno, s' era ritirato all’ i fola d'i fchia , & ap -
prefjandofi a A T apoli con alcune galee, cacciatoi
Franceji, fu vicennio nella città da' cittadini ;
vite de’ prenci pi
& doppo alcuni affitti hebbe anco le cadetta del
la città. Voltando poi lanino à racquiftare tut-
to il Regno , perche le forze fue non erano tanto
(r a Ai arde, che potefero badare à cacciare i ni -
%ici del Regno, fatto lega con la Signoria, fi
conuenne . Che i Venetiani gli mandajjero il
Marchefe di Matitoua con tre mila cauatli , &
egli pagherebbe a i Venetiani tutto quello , che
haueffero in ciò fpefo . Et perciò confegno alla
Signoria d'accordo Trani, Otranto , & Brindi - /
fiffinche li haueffe fotisfatti de ' danari jfefi .
Entrando adunque il Marchefe di Mantoua con
buon numero di genti nel Regno , Ferdinando
accrtfciuto di forze , & dccompagnandoficol
Marchefe, doppo alcuni me fi , parte per forz*,
& parte d'accordo con l'aiuto de' Venetiani rac
quiflòtutto'l Regno . E fendo poi nata guerra
tra i Fiorentini ,&* i Pi fini, perci oche i Pifani,
partendo il Re Carlo d'Italia , colfauore d efjo
Re s' erano mesfit in libertà , i Venetiani per la li
berta de' Pifani, prefero l'arme contra i Fioren
tini, & molte, &diuerfef anioni tra luna, et
l'altra parte pafarono in quella imprefa . Fi-
nalmente queda cnfa fdegnò grandemente Lo-
douico Duca di Milano contra i Venetiani. Per-
cioche prima effo Duca Lodouico prefe l arme
infume con la Signoria per li Pifàni contra i
DI VINEG^A» 1*7
Fiorentini . Poi d'amico fatto nimico, fattorino,
apertamente i Fiorentini contra i Pi foni. Mor-
to poi Carlo Jie di Francia, fen^a ber ed e, & con
gran confentimento de ' popoli creato Re Lodotti -
co Ducdd'Orliens,i Venetiani rinottando lami
citiadi prima, nonfolamente s'accordarono col
Re, ma fecero ancora lega con effolui , collegan -
dofi infieme con perpetua ,& tnuiolabile unio-
ne . Et perche il Ducato doppo la morte del Do Et
ca Filippo di ragione toccaua alla cafad'Orliens ragione
il Re Lodouico deliberò di uolerfelo acquietare ci< ^ Tlu ’ i
con l arme . Fatto adunque l'accordo co' Vene- t0 di Mila
tiani , fi conuenne tra loro, che cacciando il Du - no
ca Lodouico Sforma di (tato , il Re foffe Duca
di Milano ,& dell altre città del Ducato , la 5 huo Udì
Signoria haueffe Cremona col contado , & tutta
la Ghiaradadda . il Re adunque , fendendo in vi folte,
Italia con grand* efferato , prima affatto , & lacuale
prefe ^fUffàndria . Dapoi, andando à campo à %
Milano, il Duca Lodouico, fi come quel, che fi nuca di
confidaua poco nelle fue forze , cacciato dalla
ra, fi partì di Milano, & andò in Lamagna . il amJa^
Re poco dapoi, hauendo hauuto il caftello d’accor : x 4 ‘° l ,er
do, entrò nella città , & in breuc tempo hebbe °£ e J* J f l
l altre città ,& tutto'l Ducato . I Venetiani Boigo-
anch'esfi dall'altra parte mouendo con graffo ef- ff*
fercito, s'impadronirono di Cremona, & di tut cario,
i*8
VTTE DF* PRHNCTPI
che fu pa te le cofi ella di qua dall'#f dda, lequali Ioy toc -
ili<ril- 0 eaudno P er l' dccordo • m w mdYe & quel t€m ~
decwJ° po , la Repub. hebbeuna gran rotta . il Turco
re di fra d pp drec chiaua una grande armata . Erano ila-
rT ti iVenetianiin pace molti anni con ejjolui.
sferre- onde doppo la pace fatta col padre fuo, esfi , fo~
haLZo fp tttdndo di vedergli apparecchiare cofi grande
i™ quel armata] mandarono Andrea Zane ani amba-
Vucato feiadore à Coilantinopoh a intendere l'animo del
ZkiZlfe g rdtì Signore , & à confermarlo nell’ amicitia
non de le de' Venetiani . llquale , hauendo amoreuolmen
arme,# u rdcco l to t [ Zdncdni , moilrò come egli non
hòTerno era per muotter nulla contra iVenet lanterna per
re di fra mantenere loro la pace , laquale esfi haueuano
de lo, f f dttd C ° [ P ddn * ld S $ n0r * d ’ hdUerìd ° f 0 lì> e
Tarme fa la pace di lui , perciò , non le parendo , che
V ue P a r * fofje da perder tempo, uggendogli fare cofi gran
*f angue co de apparato, ordinarono unagrosfisfima arma -
tra Piw- fa, & la feconda uolt a fecero Capitan generale
femore. ^ ntorJ j Q Grimani . llquale , ufeendo di Vinc-
gia con alcune galee , andò prima à Corfu,& poi
àmdone. In quefto me^P gran numero de
Turchi ftracorfe il contado di Zara . Iquali,
mettendo ogni cofa a ( cicco , empierono tutta la
riuiera di Dalmatia di fpauento • Perlaqual
correria auenne, che'l T ureo apertamente fi mo-
Jh o nimico à i V enetiani . La signoria adun-
DI V I N E G I A. 2*9
que comando d Generale G rimani, che facendo
tutto cjuel danno, che fi poteuafare d i Turchi ,
facefje ogni opera, per difendere lo fiato della Si
gnori a dalle ingiurie del prof disfimo nimico .
Là onde ,h attendo egli ritenute molte naui, fatte
uetiire da tutti i luoghi uicini , & con gran dili-
genza ancora prouedute moltisfime galee di Ca
dia, & fatto uenir e quindi gran numero di hal-
lefìrien, accre fiuta l’armata , laquale fi dice ,
che fu di fejfanta galee , di uenti naui groffe , di
cinquanta altre naHÌ,d’affaisfimefufie,&d’altri
gni fittili, deliberò di far giornata col nimico .
Eran vrcueditori dell’armata, Nicolo p efaro,Do
menico Mahpiero , & Simeon Goro . Capitan
delie naui era Lodouico Marcello . il General
Grimano , hauuto configlio co ’ ProUeditori , &
co’ Capitani, perciò eh’ erano fuperiori di numero
di naui, ma bene haueuano manco galee , che i
nimici, deliberò d'afj aitar l ’ armata de * nimici in
alto mar e. Et prima fu comadato à dir alle naui,
ch’elle inutfiij fero i nimici, poi feguitafjero le na
uigroffe; & al’ ultimo il Generale con le galee,
& col redo dell’armata era per entrare in bat-
taglia. Ma il Turco fallendo meffa infieme un or
mata di trecento nauigli , nellaquale furono piu
di cento galee, & altretante fufie ,<& da uenti
naui, & affai sfimi altri legni fittili, andò in al-
s
VITE de’ PRENCIPI
t o mare per rumare le forze de’ V enetiani. Ha
uendo anco apparecchiato « rande efferato per ter
ra. perciò che fi trouò. ch'egli hebbe feco da cen-
to mila Turchi; il gran Signore in perfona , ufii-
todiCoflantinopoli 3 caualcòuerfo Modone. Ada
V armata jhauendo paffatolo Arem di Gallipo-
li } arriuò à Negroponte 3 cjuindt nauigando uerfi
Modone , il nimico incontrò l’armata V enetia -
na& non hauendo ardire d’affrontarla 3 fi riti-
rò in porto lungo . Doppo alcuni giorni partitofi
di là 3 fi fermò appreffo il Giunco , & effendo su
V ancore & deliberando i V enetiani di far gior-
nata fico, prima Albano Armerò .capitano d’u
nanaue . affaltòbramsfimamenteuna grandtsft-
ma nane de’ nimici . Perche Andrea Loredano,
feguendolo con un’altra naue 3 dall’altro lato ua-
lorofamente affali la naue de nimici . Et attac-
cati con effa con catene 3 rdmpiconi, per parec
chie bore fecero una battaglia molto fanguinofa.
Doue i V enetiani moftrarono tanto udore 3 che i
nimici (pinti dalla difperatione 3 perciò eh’ erano
già qua.fi che mnti.ptr non eff'cr prefi da’ Vene -
tiani jcacciatoui fuoco abbruciarono le nani quafi
con tutte le perfine . Pochisfmi j che fi getta-
rono in mare .nuotando arrotarono a Jaluamen -
to . Così borrendo (pettdcolo mi fe tanto Jpauen-
to quafi negli animi di tutti , che pochi poi htb-
D I V I N F. G I A. 261
bero ardire d'affrontarf . Et prima il Genera-
la delle naui 3 ejj'endo quafgtd per aff altare l'ar -
mata de turnici, ritirandofi fe n'andò (P dito ma
re. I Capitani delle nauigrofle anch'eglino entra
rono in alto mare 3 pigliando altra uia de turni-
ci. Vicenzj 3 Polari coti una nauegroJ]a entrato
in mez^o l'armata de ' nimici, acerchiato da af
fai sfi me galee 3 doppo una ajfrisfma battaglia,
aiutato da un buon uento , ritornò a faluamento
d ifuoi. Diceft per ognuno 3 che fe 1 Capitani V e
netiani quel giorno haucjjero uoluto ubidire a
quel, che era lor comandato 3 fare il debito lo
ro uerfo la patria y hauertbbetio potuto rompere
tutta l'armata de ’ nimici con grandisfi ma glo-
ria della Signoria di V ine già ; perciò che al pri-
mo afj'alto de' Veneti ani 3 i turnici haueuano già
cominciato a peti fare di uoler fuggire. Quindi
l'armata Venetiana Jtauendo perduta sì grande
occafione di far bene.i fatti fìtoi 3 s auto alla uolta
di Cor fi; poi fi fermò appreffo a Cbiarenzajer
afjaltare l'armata de' nimici , che uetuua quiui .
Ma esf, menando l'armata pocodifoiìo da ter
ra } accompagnandola le genti da terra per le ri-
merà del mare 3 giunfero à Chiarenzj . Doue ,
battendo i Venetiani prefe due galee, & fraccaf
fatene molte altre à colpi di cannonate , di lapaf
furono àpunta di rapato» Et quiui aucora 3 aJfahti
* V
1CZ VITE DE’ PR.HNCIPI
dall' armata Venetiand, oltrd i molti nauigli,che
furonorotti dd Cartigli erid,perderono quattro ga
lee prefe da Venetiani ; & finalmente fi ritira-
rono nel golfo di Lepanto . Ma i V enetiani , te-
mendo lo (Ir etto del luogo, fi ritr offeso, O* dndd
rono dll y lfold del Zante . 'E fendo adunque arri-
uatd tarmata de ' turnici a Lepanto, et quiui ginn
to ancora il Gran Turco con Ceffercito da terra ,
i Lepantini ,ueggendofi affediati per terra ,&
per mare, &che l' armata Venetiana non com-
pariud,fi drrefero d'accordo. I Venetidni, hduen
do perduta quella terrazzarono il Grimani del
generalato, & lo fecero chiamare a V inegia a di
fendere la fua ragione. In fuo luogo fu fatto Ge.
neral di mare Melchiore T rinifdno.Di quel tem
po, ò ranno innanzi, di dieci galee, lequali torna
uanodi Soria , £7* d'tAleffitndria dd trafeare y
luna di Soria, & l'altra d'^fleffandria, caccia
te dalla fortuna andarono a trailer fo dpprejjo il
porto delle Cicale. Le mercantie , eh' erano di So
ria, infume conile per fone, perciò che erano poco
lungi da terra, fi faluaronoper la maggior parte .
Ma la galea, laquale uenne d' ^leffandria , fai-
uandofiquafi tuttigli huomiui, carica di grauif-
fime mercantie, amo in fondo del mare ; ma , do
pò alcuni me fi con mirabile ingegno d'artefici
tratta su, fi rihelbe con tutte le merci. In terra
DI V I N E G T A. 2<S>
ferma ancora la Republica hebbe di molto danno.
Perciò che da dieci mila caualli T urchi,entraro-
no nel Friuli, & (acche? riandò orni co fa, mife-
ro tutto L paeje a fervo ,<& fuoco, ammalaro-
no di molte perfine, & fecero affai sftmi prigio-
ni ; & non ufiendo i fidati V enetiani fuor di
Gradi fca, i Barbari , menandone la preda fe ne
andarono a filuamento . Ma il General Tritìi-
fino j come fugi unto à Cor fu, per rifare in qual-
che parte la rottagli egli hauek dianxj ritenuta , '
afjaltò con l’armata Ì • fila della Cefiionia, & fi
mi fi per combattere la terra. H attendo adun-
que sbarcati in terra i fidati, & le ciurme del-
le nani, & piantate Partigliene alle mura ,
fatta la batteria, diede poi l’affilto alla terra.
Ma perche u era dentro gto/ja guardia di Tur -
chi, &d’huo mini ualorofi ,ft ualentisfimamen
te difefada’nimici,& affaisfimi dall’ una, &
l’altra parte morirono in quelPaffilto. Stette poi
quitti l’afjedio per molti me fi , quando in quel
mex^o i foldati V enetiani, & le ciurme delle
naui confumati da’ difigi, & dalla carestia del-
le cofi trauagliati ancora d dii’ aria cattiua,
moltisfimi di loro ne morirono d’infermità. Et
finalmente, hauendodati piu uff alti alla città, do-
uei V enetiani furono ributtati dalle mura con
ucci filone, esfi fiene partirono fien^a batter fitto
■ $ iij
2^4 VITE DE PR.ENCIH
nulla. Per quefto fecero lecofe de iVenetidni
perdita grande, perciò che , effóndo per c ofi fatto
dano in difordinecjuaff tuttal’armatafoflinatif
fimo nimico, trouatal occaffone di far bene il fat
to [no, la fate prosffma maio l’armata fuor del
golfo di Lepanto, & con ini altra, che ufi dello
ft retto di Gallipoli, andando nella Morea,& fi
miff ii combattere Modone. Giunta che fu quiut
queflagrosfsffma armata , ui giunfe il Turco
ancora con grandis fimo efferato perciò che fi di
ce j ch’egli hebbe in campo piu di cento mila per-
fine, & piantato l’artiglieria alle mnra,& fat
ta la batteria, durò l’affedio parecchi giorni ; nel
qual tempo il nimico con tutte le ffte forze diede
due afj alti alla citta,& congratidisfima ucciffo-
tie de’ funi fu ributtato dalle mura. Ora anemie,
che quattro galee Venetiane cariche di uittoua -
gliaainfromenti da guerra, mandate dalla Si-
gnoria in foccorfo di Modone , ginn fero quitti a
faluamento ; perche tutta la città con troppa alle
grez^d corfe fuora à ritenerle, & coloro, ch’era
no in guardia , abbandonando anch’esff l’ordine
loro rraffero al porto, & laff iaronole mura.Per
cheti nimico, fruendo fi di quella occafione ,falì
siile mura&fenxa alcuna battaglia entrò nel-
la città, & tagliò à pezjzi quanti ne incontrò;et
la città fu quaff prefa , prima che i V enetiani fa -
Di VINEGIA. ì<$f
peffeYo d’ effe? combattuti dd i nimici. De 1 Ma-
gistrati alcuni furono morti, & alcuni fatti pri
rioni. Prefo Modone, il nimico, feguendo la uit
toria,andoà Corone , & additando la citta per
mare, & per terra, l'hebbe con poca fatica.Ltfn
dando poi a Napoli di Romania tento d' batterla
d’accordo ; ma non battendo trouato (\mm ninna
buona ri/pofla, ajfermando i cittadini , com’esf
intendeuano per ogni modo di mantenerfi in fede
de * Venetiani, & intendendo e fi ancora , come
toflo farebbe giunta tarmata della Signoria } fi
partì di là,& paffato lo (Iretto di Gallipoli giun
fe à Jaluamentocon l’armata à Cottantinopoli.
In cfueflo mexjto e fendo morto il T riuifno Ge
neraldeW armata ,i Venetiani fecero Generale
di mare Benedetto P e faro} dettale ufeito di Vi-
negia, rifdttd l'armata , con grande sforzo s’iit-
t gegnaua di nauigare uerfo Modone, <ì dare foccor
fo alla città, & cotrafare il nimico. Ma efendo
ani fato della perdita della città , & della partita
del nimico, afaltb, & rtprefe il Giunco, ilcpiale
era già flato dianzj occupato da’ turnici} quindi
partendo s’accompagno con una armata di fffan
t a nani del Re di Spagna, con loro f rmfe à
combattere la Cefaloma. Effudef adunque sbar
cani fidati, & le ciurme, & fatta la batteria
alle mura, diede iaflaltoalla terrdj ilcjuale du-
S iiij
VITE DE’ E REM C ì Pi
ro parecchi e hore con grande uccisione. Ala fi-
nalmente i foldati Venetiani, & quei del Refi
portarono con tanto ualore > che uinti , mot ti
per la maggior parte i ninnici , prefero parte del-
la terra *Quei ,che rimafero nini , ritirandofi
nella rocca ,s’ arre fero poi. Et cofi la tema con •
tuttal’lfolauenne in potere de’ Venetiani . Ma
in Italia , perciò che cjnafi tutte le genti del Re ,
legnali erano (late a Milano, erano in Romagna
alfoldo di Papa Meandro , & del Buca Va-
lentino , Lodouico S forza , pigliando quella acca t-
fiùrie,fi partì di tamagna con buon numero di
oente , & pafio nel contado di Como. ^ fffaltan -
tìfo poi Como, pr e fe quella città con poca fatica.
Di là andò à Milano, &quaft fenzj alcun con-
trailo entro nella citta ; & poi piantò l artiglie-
ria per battere il cdflello. il Re, intendendo quel
lanouità, leuble fue genti di Romagna, & man
dò ancora di Francia gran cavalleria, & buon nt$
mero di fanteria, & la Signoria ui mando le fue
tenti in aiuto. Ma Lodouico, effendo per combat-
tere con le genti delRe,ufci di Alilano, entro
in campagna , uenendo a giornata col nimico
nel contado di Como, doppò ma afprisfima batta
vita, effendo hogtimai quafi che uinto, piegati
%lauittoriaà i Franceft,prefoda fuoi fidato
nelle mani al Re, et menato prigione in Francia .
Di VINEGTA. 267
il Cardinale «> Ffcanio fio fratello, ihjuale era in
Milano, intendendo la prefa del fio fratello Lo -
douico >cercò di fuggire , & di [alitar fi anch'e-
gli; perche, e fetido fi trauedito fi fatto prigione
nel contado di Parma da Sonzjn Benzine , che
era al foldo de 1 Venetiani ,& menato à Vine -
già; ma j di mandato poi dal He fu mandato in
Francia . Et non molto dapoi il Re.Lodouico ,
battendo mandato grosfisfimo efercito in Ita-
lia, cacciato il Ite Federigo , s'acquittb il Re-
gno di Napoli j ch’era fio di ragione , Itane?: do
dato parte della Puglia ,& della Calabria al
Re di Spagna » Fffo Federigo con alcune galee
andò in Francia à trottare il Re» In quel tem-
po la Signoria fece lega col Re d' Vngìì eri a, dan-
dogli ogni anno gran quantità di denari per far
guerra al Turco . Alutosfi poi il modo di crea-
rci Procuratori , per loqual modo tutti coloro ,
eh' a fpivatro à quella dignità, piu facilmente ui
poffono armare; & dotte prima quattro foli al
piu eletti, s'ammetteuano à dar le ucci, bora da
trentafei fi poffmo ammettere à quella elenio-
ne . Quefte co fi furono fatte in cafa , fiorii
al tempo del Barbar igo • llqudle, e fendo molto
uecchiOj & cadendo ammalato , & perciò non
potendo attendere à i feruigi della Republica,re-
tiontiò il Prenci pato • Malnoti effendo accetta-
i3^vf*V
"7
2CS VITE'DE PRENCIP!
to ciò dalla Signoria, doppo alcuni giorni mòri >
l'anno cjmntodccimo del fuo Prencipato ,0 fu
fipolto alla Canta . Doppo la fua morte, fu fat
ta una legge , che s’eltg^effero tre huomini , i
quali, j e il Principe haueffe fatto co fa alcuna
contra il fuo giuramento , potè fero riferir ciò
alla Signoria ; 0 queft'o fi comincio a fare in efjo
Barharigo . In luogo fuo fuccefe Leonardo Lo -
ridano con grandisfimo cotfentimento di tutti
, i ordini; huomo di gran bontà diuita , 0 do-
tato d'eccellentisfimi coQumi . Ptr la cui fin-
golar [apientia ,grandisfima affettane uerfò la
Repubhca , ragioneuole giuftitia a tutte perfi-
ne, honorata liberalità , 0 finalmente illuÙrcfi
fantimoma di uita ; habbiamo tutti à fperarc
ogni felicità, 0 bene nello { iato . Nel cui fili-
cifi. Prencipato, locatale piacciali, Dio , che fa
beneauenturof, 0 lunghisfmo per uti-
le della Republica,fe co fa alcuna ac
caderà degna di memoria , >
T 4 s'io farouiuo,la feri-
• i nero piu , che :
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SCRITTE DA
* GIRELLI
TRADOTTE PER L
DOMENICI!
mele di Ot -
di sAgojliv Barba -
LEONA'RD
OREDA'NO
ONARDO
Lor edano y hu'
finito il
corfo di tutti
o-lihomri della
, 1
merita -
i-
rigo , a punto in quel tempo , che la r epuhlica op-
prejja dagrandtsftmi trattagli banca bifògno di
un Gouernatore , come luijperche ; oltra laguer
ra, ch'ella battcuah attutagli annipajjati con Ba
iazjre Signor de ' T tirchi , del cui tr attaglio, &
paura non era ancora liberata, non fu punto me-
no pericolofa questa altra guerra ,per laquale
al tempo di cottui fu traudgliafa , & fuor di
modo afflitta, quando quafi tutta l'Europa con-
giurò contra la Signoria di Vinegia. Percioche 3
difiderando molto Papa Giu 1 io Secondo racqui-
etare ^anemia , Faenza , & altre città nella
Komagna, lequali erano allhora\fotto la Signo-
ria ; Masfimiliano Imperadore Padoua , Vtcen-
xa, Verona , & tutto'l Friuli ; Lodouico Re di
Francia, sformando fi d'aggiungere allo (tato di
Milano, eh' egli s'haueagià acquietato ,Cremo-
na , Brefcia , Bergamo , & Ì altre città della
Lombardia , lequali ubidiuano à i Venetiani, &
fimilmente uolendo il Re di Napoli ricuperare i
porti, cW luoghi, che la r epublica haueua in Pu
gli a; & oltra ciò, effendo Masfimiliano adira-
to co' Venetiani per la rotta, ch'egli haueua ha -
uuta à Cadore, doue l’efjercito fuo fu rotto , &
fraccaffato da' Venetiani ; tutti qiiefti Prencipi
infieme col Mar eh e fe di Mantoua , & col Duca
di Ferrara,promesfi ancora à loro i pYemij del-
i
DI V I N E G I A. 27t
la guerra. conuennero infierite d’accor do d’affal-
tarelo flato de V enetiani . ejjendofì conuenuti
di partir fra loro tutte le città J & luoghi . che
lor toghefjero ; cioè > eh e quelle , ch’erdno in Ro-
magna, fideffero al Papa , nella Marca Trini - '
giana all'imperatore . in Lombardia al me Lo -
douico .d'intorno al Po al Duca di Ferrara, sul
Mant ouano al Marche j e di Mantoua ; <& tutte
quelle cofe. che i V enetiani poffedeuano in Pu-
glia. s'ac quitta/] ero al Regno di Napoli . Pro-
pofla adunque fperan^a cu premio à ciafcuno ,
ogn un di loro fu pronto . & apparecchiato alla
guerra . Laqnalcofi \ x hauendo cono fiuta la Si-
gnoria, per difendere lo flato lord, deliberarono
d impiegar tutte le lor forze alla guerra ; &
non haueuano aiuto di per fona .poi che tutti i,
Prencipi Chr itti ani faceuanocontra di loro ;
benché fi putejfcro uxler molto delle forzj de i
Turchi, non perciò lo uolferofare ; riputandole
ciò non fofjecofd troppo honorataahuomini Chri.
fliani . Hauendo adunque meffo infieme l’ef
fercito. fòtto la condotia del Nicola Or fino Con-
te di Perigliano. & di Bartolomeo d' miniano ' ,
iquali s haueuano prefi per Capitani . lo manda-
rono in Lombardia contea le genti del Re Lo -
douico . hauendogli dati per Prenditori u€n-
dxea Gritti. & Giorgio Cornare ; dotte faccheg
271 VITE DE’ PRENCIM
giò 3 & jpiano il cadetto di T reui filquale poco
dianzi sera dato d t Frane e fi . Laqual cofa 3
tome iintejì il Re 3 ch’era allhora a Addano ,fi
partì con grò fo esercito 3 che già molto prima
egli hauea cominciata à mettere infime 3 &
mejjofi in uia faccheggiando tutte le terre 3 &
luoghi 3 eh' egli trono contrarij alla (ua parte ,
giunfe in Ghiaradadda^dou era Ì ejjercito della
Signoria ; £7* quitti à quattordici ai Maggio fi
fece quella giornat a 3 doue la Republica hèbbe co
sì gran rotta . Di prima giunta l’^Aluiano 3 il-
quale era ( iato il primo , che ualorofamente con
le ftte genti haueua affittato il nimico 3 lo sbigot-
tì di tal modo 3 che locojlrinfe ritirar e,& ufeir
d’ordinanza . F.t di già era giunto fino alla ban
da del Re., quando alcuni Capitani poco fedeli ,
iquali 3 effendo fitto filmano 3 ma fauorendo
le cofe de’ Franceft 3 & tradimento facendo alla
Signoria 3 incominciarono apertamente à fare
contra i Venetiani 3 & uoltarono l’arme cantra
coloro j da iquali haueuano riceuuto foldo gri-
dando, comel’effercito de’ Venetiani era rotto 3
& meffo in fuga; accioche ognuno fuggendo cer-
cale di faluarfi 3 & abbandonale l’ordinanza ,
& cofi il Re haueffe uittoria . taqual cofa auen
ne. Perche i Venetiani 3 sbigottiti molto per
qutde uocij uoltarono le (palle 3 doue alcuni furo-
r
D T V I N E G I A . • 17?
no tagliati a pez^i j altri prefi da rimici , &
altri fuggendo fi faluarono à gran faticai ^fi-
utano grauemente ferito fu fatto prigione infic-
ine col Citolo Perugino , huomo fortisfimo . La
rotta fu grande , & la Signoria riceuette gran-
di sfimo danno . Dell’uno, & l’altro ej]ercita
morirono piu di diciotto mila perfone.il Re Lo -
dorico , com'hebbe la rittoria uenne con l’cfferci-
to à Brefcia ; laqual città , efjendo rotto l’ejprci-
to Veneti ano, non riputando riun pr e fidio fiiffi -
dente contra il uincitore , s'arreje . il medefi-
mo fecero Bergamo ,& Cremona l altre
città di quel paefe, lequali fi diedero à Francia ,
fuor che Pej chi era, laquale per opera di Latan
tio da Bergamo, ilquale con unagrcfia banda di
ualorofi foldati uecchi faluatafi dalla rotta,s’era
ritirato in quella terra , & col udore di L An-
tonio Buono, & di u fndrea da r iua Capitani ,
fu lungo tempo tenuta , difefit . Ma il Re ,
non la potendo hauer d’accordo, deliberò di pro-
uare ogni fortuna (fi-guerra , per pigliarla alla
fine; & così da moltepar.ti , & in uari medi le
diede l'affalto . Ma , perche lungo tempo , &*
fen%a alcun uantaggio ri fi fi combattuto , di
maniera, che dall' una, & l’altra parte ri morì
gran quantità di Joldatt, filialmente il Re di Fra
cui prefi: la terra . c/ fr.drca da zitta fu prefo ,
»
& morto . l atantio, e’I Buono fi faluaronofug
gendo . 1 i Re battendo acquattata una gran uit
toria, tutto lieto fe ne andò coni esercito à Mi-
lano . Quiui fi fecero giuochi di uarie forti , &
andarono procesfiom per la citta con grandtsfi-
mo popolo . Llmperadore , ueggendo , che’l rc
di Francia haueua già ottenuto quei ch’egli uo -
leua, & quel, che egli hauea domandato nelle
conuentionijche gli f offe dato, deliberò di tenta-
re anch’egli il mede fimo. Mandò adunque il
Duca di Frane fort con Ì efferato nel Friuli ,
accioche egli pigliaffe tutte quelle terrebbe egli
poteua in quel paefe . <Ando cottui prima à Go
ritia, & poi à T riefìe città dell’jftria; lequali,
perche non erano fornite di prefidto alcuno du-
bito s arrefero . Entrò poi nel Friuli , & effen -
do intorno à Ciuidale , l’imperadore gli fenffe ,
che fi leuaffe. Et egli affrettò ancora tanto piu
la fùa partita,percioch’ era già uenuto quiui Gio
uanPaolo Gradenico mandato dalla Signoria con
alcuni caualli leggieri felti j ilquale bauerebbe
facilmente difefele terre v & tutta la prouincia
dal furor de * Tedefchi,fe fi foffe tentata alcuna
altra cofa . Fatte quette cofe , Padoua fi diede
all’ Imperadore 3 e’l medefimo fece ancora Vi -
ceivxj, & Verona . Tumultuosfi ancora in T ri
uigi ;ma peri opera d' un certo Marco fiamma
plebeo,
DI V 1 N E G M, 27 f
plebeo, ma molto affezionato alia Signoria , ri-
tuale gridando ad alta uoce,& mojlrando la fua
fide, il popolo feguì, come capo , tutta la paura
fu acchetata, & la città fi faluo d 1 Veneti ani.
Codui, effendo flato autore di sì honoratafattio
iie , fé ne uenveà Vinegia a trouare il Prencipe ,
'&*la Signoria, & fu da loro amoreuolmente
raccolto, lodato , & premiato . Effendofi perda
te tante, etali terre, e tanto abboffatele cofe de
i Veuetiani , nondimeno la fortuna, ch'era (lata
loro tanto contraria, quafi mutando confi gho non
mancò loro, fi che Padouafu racquidata con l’a-
iuto d’ un certo S accordo Sorcino. Codui fece, che
i Veuetiani fegretamente di notte menarono le
lor genti apprtjfo alla città promettendo, ch’egli
hauerebbe menati molti carri pieni di fenojcjua
li imgombrar ebbero la porta delia città, & egli
hauerebbe fatto sì, che cjuando un di quei carri fof
fi dato su la portaja ruota fi romperebbe, fi che
la porta non fi farebbe potuta ferrare, & alibo -
rai foldati, tcjuali erano imbofeati per condurre
la cofa, hauerebbeno prefa la porta , & fatto en-
trare il redo dell'efjercito. Et tutte quede cofe
felicemente riunirono , di maniera ,che in quel
modo, che s’era ordinato , Padoua fi nhebbe .
Quedacofa fi fece à dieci fette di Luglio, il dì
di Santa Marina', tlqual giorno è perciò comari-
T
2*7 <? VITE DE* PR.ENCIPI
dato, & fi guarda in Vinegia. Efjendo entrato
uno efferato grande nella atta, non fi fece diffiict
cere duer uno, fuorché a Giudei ,i cui beni furo-
no faccheggiati da’ fidati. Poi che fu racquifla
ta Padoua, il Conte di P itigli ano , che era Ge-
neral deU’effercito, fatto ruinare i borghi, la fece
fortificare di baflioni, di f offe, & d’ogni fòrte di
pr e fidio, che posfibilfoffe. ifdoperos fi ancora in
ciò la diligenza di Andrea Gritti Proueditore;
ilquale fi come fempre fu ottimo cittadino, co fi in
quel tempo ualorofamente jeruì la Republica .
Mentre che fifaceuano quefle cofè,Papd Giulio,
dlquale per le couentiom erano fiate promejje tut
te le terre di Romagna, che ubidiuano à iVenetia
ni, hauendo me/Jo infieme grande efferato, et fat
tone Capitano francefco Maria Duca d’Vrbino ,
s’wgegnaud d'acquiflarfi quella prouincia;et men
tre che i Venetiani erano occupati in grandi im
prefein Lombardia , & nella Marca Triuigia -
na , lo mandò con l’effercito in Romagna à for-
nire quefkonegocio; ilquale, hauendo prima affai
tato la terra di Conucnto\ ualorofamente com-
battendo, la pr e fe,& datola a fiacco a i foldati
lo abbruciò poi; tentò poi ancora degli altri luo-
ghi , iquali ò prefe per forza , ò per paura co -
ftrinfe d render fi. H ebbe finalmente ardire de -
* affiatare , & combattere Ranenna , doue, effen-
v
I> I VINtCU VT" 7
dofi lungo tempo affaticato innario , alla fine fu
sforzato ritirarfi. il Prencipe, & la Signoria
hauedo riceuuta cofi grane ferita in Lombardia ,
& effendo sbigottiti per le grandi 3 & diuerfe
forze de’ turnici , deliberarono di dare le terre di
Romagna al Papa ; pur che potefjero hauer la pa *
ceda lui ; &per quejlacofa mandarono fa am -
■bafciadori d Roma ; laqual pace 3 effendo ftdta
lungamente trattata, & poflo innanzi / grandi f
fimi pericoli al Papa 3 (juando egli hauefjelafciato
abbacare la Signoria di Vinegi a, finalmente s’ot
tenne con quefla conditione 3 che t V enetiani con -
fe<rna/]ero a Papa Giulio tutto quello, che bale-
nano in Romagna , In queflo mezzo il C onte di
PitigliatiOjihjuale era inprefidio à Padoua 3 &
dì 3 & notte uegghiaua per mantenere alla Repu
bhca la città racquieta, masfimamente perche
Mafiimiano fi recaua àuergogna 3 poi che gli al-
tri compagni haueuano ottenuto ogni cofa 3 ch’effo
falò non potefje acqui fi are con l arme quel,. che
uoleua, & quel) che gli era affegndtoper le con -
uentioni,& eh’ egli haueffe perduta quella fortu
na, che già haueuaacquiflata; fcriffe al Prenci-
pc Loredano } & alla Signoria,che deue/fero aiu-
tare quella città di mttouaglia, di faldati & di
tutto quel prefidio, che potevano. Per laqual co -
fa, efjendo il te foro per lunga ,& uaria guerra
T i]
278 VITE de’ PRHNC 1 PI
quafi con fumato, il Prencipe fece una or at ione a
tutto' l Senatojiellaquale confortò la Signoria che
uolejfe recuperare l 1 imperio , che per la maggior
parte era flato perduto, et la dignità & lo jplen
dor delia Republica,ilquale s* era perciò o fcurato»
Et che eon ogni sformo, & con tutti cjuei modi ,
che poteuano , cercafjtro di mantenerji Padova, la
quale per beneficio di Dio era tornata nelle lor
mani} & perche non ueran denari, pregaua,chc
ciafiuno, come buon cittadino, preti afe alla pa-
tria quel, eh’ egli poteua, & lettera già quaft
abbattuta , & cominciava à rtleuarfi aiutaffe .
Masfimamente, poi che Papa Giulio, tlquale di -
an^ era flato auerfano alla Eepublica , pareva,
che boi? la fauonffe,& hauea hauuto à dtre,che-
egli hauerebbe meffo per la Signoria non fola-
mente tutte le faculrà, ma ancora , & la pro-
pria uita , doue le hauejfe potuto giovare . Per
queflo ragionamento fi moffe la Signoria, tanto
che promifero di fare ciò , che l Prencipe lor ri-
chiedeva, affermando corri’ e s fi erano tenuti afa
re ogni co fa per feruigio della patria , & perciò
erano apparecchiati à far tutto per la riputano-
falutedi ejfa. Et efjendofi ciò fatto, ra-
gunaronfii denari, co * quali , fi fece gran numerò
ai foldati , & mandosfià difender vadoua. Qui-
vi trouos fi ancora Giouan Paolo Gradcnico ,il-
PI V I N E G T A. 279
quale bducd difefo il Friuli da T edejchi ; & ui
vennero ancora coloro, ch'erano avanzati dalla.
Yottd ricama, in Ghieradadda . Iti quel tempo
Francesco Gonzaga Marchefe di Mantova , il -
quale (evviva la parte deli'lmperadore, venne al
Li fola della Scala, eh' è un luogo sul Verone fé,
con unabella bandadi fidati, @*di ciò ne fu avi
fato perle fpie il Conte di Pitigliano. Cottui
mandò adunque quivi Lucio Malue\^j , ilquale.
nuovamente era venuto al foldo della Republica,
con altri fortisfimi Capitani & con buon nume
ro di cavalli ,& di fónti ; i quali, afj alt andò di
notte legenti del Marchefe ,&* ualorofdmente
combattendo, ammazzatone molti, finalmente
le m fero in rotta . il Marche fi, ilquale , ejjen-
do in caf ad' un contadino à quel romore s 1 era de-
tto, fuggendo 5' era nafeofo in una alta biada, ma
veduto da quattro contadini di quel luogo, fu pre
fojet prima fu menato à Padova al Conte de Piti
gliano, & à Proueditori , poi condotto à Vinegia
d i dieci d' Sgotto, fu potto in prigione \ & da-
togli un cittadino, ilquale lo rrattenejfe , &fa-
ceffegli compagnia. Dove fu molto honoreuol-
mente , & con amoreuolezz . d trattato, tanto
che nonpareua un nimico prigione, ma un forettie
ro. EraallboraMafiimilianòin Verona, ilqua -
le, intendendo , come i Venetianrhaueuanora -
^ ** *•
qui fiata Padoua,& diligentemente la fortifica-
uano, rdccolfe d’ogni pòrte infieme un grónde ef-
ferato, con le [ite forze & con quelle de gli dirti
ci, tónto , che quando fi fece la rafjegna,fi trottò
rono piu di cento uenti rmld perfine . Con queflc*
genti adunque , Idfiidtd Vicenda , doue poco di-
anzi era uenuto , deliberò d'andare à vadoua , la--
quale effindo forni ta di bacioni, & di f offe, ma
molte piu guardata dal ualor de' faldati ,& dal-
la prudenza de ’ Capitani , fu da lui jfeffe uolte
tentdta, ilqualeglifaceua intendere, che fi deuef
fero arrenderei dargli la città, ma ne con prò
meffe, ne con minacele egli non ottenne mai nulla
tanto che , hauendo egli fatto indarno ogni fiuo
sformo , fu finalmente corretto partirfi fin%a
hauer fatto niente, Hauendo adunque l'impe-
radore tenuta affediata la città per piu di due
mefe , ueggendo che non faceua nulla , licentiò i
Francefili gli Spagnuoli, &gh I tali ani i egli
col rimanente dell’ efferato , eh’ erano T edefehi,
lafiiatogra prefidio in V icenzj 3 fi ritiro à T reti
to, &dtlàfe ndndo in Lamagna . Pochi gior-
ni dapoi il Conte di Pitigliano, confumato dalle
uigihe, dalle fatiche, ch'egli haueua durate in di
fendere vadoua, & dagli anni, cadde orduemeit
te ammalato, per laquale infermità , mancando
in poco tempo, uenne à morte > d’ottanta anni ;
httomo oltra la nobilita del fernette potato di ora,
prudenziali forte7C&*>&* di tutti gli honori de -
la mthtia 3 & benemerito della Signoria di Vi -
negl a, il fuo mortorio fu honorato dal prencipc,
dalla Signoria 3 & quafi da tutta la città di Vi
neg\a 3 & fatto fe fedir in San Giouanni 3 et vao ■'
lo. Fece una or adone in fua lode Giouan Battv-
fta Egnatio, buomo eloquentisfimo 3 &gli fu fat
ta una (tatua à cauado indorata 3 in memoria del
la fartela , & della uirtùfua. il medefimo'.
honore fu fatto à Dionigi BrifgheUa 3 morto in
quei giorni in queUa iflejf cbiefa. Perduti que-
gli Capitani 3 la Signoria pofè al gouerno dell’ ef-
ferato Andrea Gritti Proueditore 3 buomo di
j Ingoiar ualore ; ilquale 3 efjendo per ordine della
Signoria andato àVicen'za J partendofi Fracafjo
SanfeuerinOj ilquale gouernaua queUa città à no-
me dell’ Imperadorefhebbe con poca fadca.xAn
dò poi à Verona 3 per uedere 3 s’era posfibile di ra-
cquidarUjdoue s’era ritirato il Sanfeuerino con
molti Francefi, ch’egli bauea tratti di Pefchie -
ras laquale ,hauendo egli lungo tempo in piu
ipodi tentata il Gritti , datoui di molti affiti /
& non iterando di poterla battere 3 mas fi ma-
mente perche ne ueniua il uerno 3 menò l’effercito
alle flange à Soaue caflello uicino, dotte egli po
te ti a impedire 3 che non fi portaffe uittouagha
ì8t VITE DF.’ TRENCIPI ;
nella citta, per dffaltOrla di nuouo alla primave-
ra, quando ella f offe {lanca dall’affedio, & dal-
la fame. P affando le cofe di quedo modo, perche
vAlfoiifo da Efte Duca di Ferrara, haueua fat
to contra la Signori*, & ne* pericoli fuoi l’era
’ (lato nimico , t Venetiani deliberarono di farne
uendetta . Perciò fu mandato Rigelo Triui fa-
vo mi Pò, con una buona armata digalee, di fu-
( le , & d'altri diuerfi navigli, pereti’ egli picche*
giaffe tutte le terre , & luoghi di lui , & finaT-
menteaf] alt affé anco F errar a', ilquale , effendo
ito innanzi guadando ogni cofa intorno il Po, ar
rivo fino à Stella, & Comachio , eh' egli faccheg
giò, & arfe. H avendo ciò intefo il Duca , raccoL
to d’ogni parte fanterie , & anco buonisftma ca-
valleria, & con di molti pez^i d’artiglieria ,
con gran , furia affaldo di notte l’armata, laqua-
le era in Pò , dove , combattendo con fuoco ,
con artiglierie , con palle , <& con ogni forte
d’arme, alcuni neferiua , & alcuni ne ammaxz
%aua,molti furori pre fi , molti u affogarono, et po
chi fumi quei, chef faluarono , 1 1 T nuifano, ha
vendo tentato di voler fuggire con Par mata, per
che P acqua del pò era troppo bajfa,no potè far nul
la.Subito adunque pre fa Pinfegna di San Marco,
perch’ella non andaffe in man de' nimici, abbado
noi nauighj, et fuggendo à fatica fi potè fa!-uare,e
f
DI VTNEGTA* * 8 ?
tornare ci Vinegia.Qutfla ancora fu gran rotta ,
& grandi? fi ma perdita ^percioche ultra un buon
numero di gente, & una grande armata , lacjux
le andò in poter de'nimict , & accrebbe le lor
forxj, patena, che cibfojfe (lato grane dishono
re, non latamente del General T riuifano,ma an-
cora della Signoria ; che non punto minor dolore
arrecaua a i Senatori . lntefa che fu la rotta ;
^A'ndra Gritti, u fcendo , dalle Jìanzj , ritornò
con l'effe reità à Padoua doue anco fu chiamato
Giouan Paolo Gradenico , ilcfuale dauci ilguajìo
al paefe di Ferrara ; £ 7 * ciò fi fic e, perche /' effer-
ato Francefe, Uguale era à Verona , fi diana,
ch'ogni dì andaua ingr-ofjando ,& di dì in dì ,
(juim concorreuano fidati da Milano , da Pe-
schiera , & (juafi d ogni parte ; ne chiaramente
fi potata intendere, ò fipere cjuel, che'l Re f ffe
per fare; e ogn uno flimaua , ch'egli deuefje af
faltar Padoua con ogni / ito sformo . La onde il
Grittivttefe a fruirla diuittouaglia,di fida-'
ti, & di tutte le cofe . il Mdrchefe di Man -
tona, ilejuale era prigione a Vinegia, a in(lan%a
del Papa fu liberato , & honoraramente accom-
pagnato alla patria con grande dUegrexp^d de i
fuoi . il Papa, acci oche i Francefi non atidafje-
ro à Padoua già lungo tempo trauaghata,& non
dcfjero noia a i Venetiam , lepidi hauendo egli
i
*
284 VITE DE PRINCIPI
cambiatoopenione 3 difideraua d’aiutare ^man-
dò Francejco Maria Duca d’Vrbino con l’ejjèrci
to a Bologna 3 a cacciarne i Bcntiuogli , t quali
erano in quella citta come Signori . Perche il
Re LodouicOj hauendo ciò intejo 3 lafciata Pado -
udj dirizzo quiui il fuo efferato; accioche i Ben
tiuogli, iquali fauoriuano la parte fua 3 non nefof
fero cacciati 3 & efjo in quel modo ueniffe[ d fee -
mar di forzje . Fu combattuto [feffe uolte in-
fra loro; & dall' una 3 & l’altra parte molti ne
furon morti 3 ma però non fi fece ninna notabil
battaglia . Et finalmente il Duca d'Vrbino
per non metterfid maggior pericolo 3 percioche
era inferior di numero d i nimici 3 fi ritirò a Ra-
uenna . Paolo Capello Proueditore dell’ efferato
della Signoria 3 ilquale era uenuto quiui in aiuto
del Papa 3 tolto in mez^o da’ Francefili rofto
con tutte le genti; alcuni morti 3 alcuni prigioni ,
& altri furono [fogliati & lafiiati ire;& egli
con alcuni pochi fuggendo entrò in Padoua . In
. queflo tempo 3 un certo chiamato F. Leonardo 3
'huòmo forti sfimo , ilquale [ferialmente in quel-
la guerra haueua benisfimo feruito la Signoria ,
mentre che jfeffe uolte co fuoi caualh faccheggia
ua 3 & guaflaud il paefe di Ferrara 3 uenuto alle
mani co’ nimici , & ualorofdmente combatten -
d ° 3 fu finalmente da loro ammalato. La cui
Di VTNEGfA. 28 f
morte dolfe molto alla Signoria ; percioche eratt
•' §} __ • ^ .y' • 11
privi a un Capitano j non meno affettionato alle
cofe loro », che ualorofo . il fuo mortorio fu hono
ratamente fatto à Viveri a in S. Giovami } &
Paclo 3 & pofl agli una Statua d cavallo .Gran*
de honore anco fu fatto in quel tempo à Lucio
Maluex^i ftalico dalle fatiche grandi 3 che egli
hauea durate in Padova 3 & quivi morto . Po ■*
chi giorni dapoi 3 il C itolo da Perugia 3 combat -
tendo fotto le mura di Verona 3 fu morto da Te -
defchij & in quella medeftma chiefa di San Gio
uannij & PaQlo 3 fu honorato dhonoreuoli efe-
quie . I Franceft, d cui le cofe di Bologna erano
tn tal modo felicemente riufeite 3 hauetido per
ciò prefo ardire , difegnauano d’affaltare un’al-
tra uolta Padova . Ma, vergendo la città mol-
to forte j lafciarono l’imprefa ì&uoltià Triui-
gi trovatolo fornitisfimo d' artigliane , di
bafhoni , & di f offe , non hebbero pure ardimeli
to di tentarlo . £ r oltra ciò furono sbigottiti an+
cora, perche fu fatta allhora una lega 3 nellaqna -
le Papa Giulio, il Re di Spagna , & la Signo- *
ria s’accordarono contra i Franceft ; ilche inten-
dendo il Re Lodovico limando d Verona . 1 Bre -
feiani, iquali alla prima rotta de’Venetianiin
Ghiaraddada, s’ erano dati à Franceft* 3 ff allen-
tati per quella nuova lega cominciarono a penft-
286 VITE DE* PRFNCIPT
redi uoler tornare in gretti a della Signoria
cofi deliberarono di dimandare ftluocondotto ,
per poter mandare ambafeiadori , llcpiale , ba-
ttendo ottenuto , il Conte Luigi ^Auogaro , un
de primi gentiluomini della città , fu mandato
con lacommisfione del commune , ch’egli deffe .
Brefcid,& prometteffe ciò ,che poteuano àlor
nome,ii\ualefu ricemto amoreuolmente dalla
Signoria , & perdonata tuttala colpa alla cit-
tà. Fu mandato poi Andrea Gritti con l’efjer.
cito , che riceuefje la città pff ertagli & riceuu-
ta ihaueffe in guardia . Ciò fatto, tutti i Fran*
cefi , che iterano fi ritirarono con tutte le lor co -
fe nella Rocca, ne uollero arrendere altrimenti
fe flesfi , ne la Rocca, percioche ajfettauano foc
corfo da’ fuoi . lipidi foccorfo fu molto piu pre-
Jlo, che alcuno non hauerebbe fi limato . Percio-
che, tffendofi intefoj come Brejcia s’eva data cà-
ia Signoria , Gio. GiacomoTriiiultio ,ilquale
era Capitano dcll’effercito Frane ef e in Verona ,
fubitogiunfe cjuiui con tutte le genti affai-,
tando U ctttà da due parti, attendeua^^liarda-.
mente àbatterla con Ì artiglieria, &cun tutte .
le forti d’arme; & benché il i Gritti diligente-,
menteja difendere, &con artiglierie, fiochi ,
& %olfo tenefje difcoflo molto il nimico, talché
jpefle uolte il nbuttaffe ; nondimeno, effendo con -
. . . Df VINEGÌA. 287
timo, & molto terribil l' affatto, &fempre ere
fcetido il numero de nimict ;fu finalmente ùn-
to, & la città perduta, & me/fa à fiacco. I ca-
nali Greci , ueggendo , che la città era prefa
fuggirono rumando parte della muraglia, per
lacjualepoii ninna piu facilmente poterono en-
trare I faldati V enetiani , icjuali difendeuano
la citta, furono la maggior parte tagliati à pe 1 ^
molti prefi, tra icjuali furono Babon di Nal-
do, C alif cione, & Giouan Paolo A4anfrone,Ca
pi tatù di n(ìri; icptali furono menati prigioni nel
la Rocca. I cittadini, ueggendo la città prefa ,
talché non u era piu /feran%a alcuna , gettando
l ai me in terra andarono in pia^jt^a, di mandan-
do perdono à i F rane e fi; il G ritti , abbandonato
da ognuno, perche alcuni erano dati ammax?
%ati, altri fatti prigioni ,<( 9 * altri sbigottiti per
da paura; dauco dalie fatiche, & dal dolore del
l animo , fu prefi, &al Capitano del Re mena-
to a Milano; dalcjuale honoratamente ,<& con
amoreuolp^a riceuuto , fu mandato al Re in
Francia. La Signoria, intendendo , che BreCcia
era prefa, & mefft a fiacco J & haueodo molto
per male , che l Gntti con parecchi huomini ua
■ lorofifofje prigione , per riparare alle cofìfùe, ,
tratto con l efferato della lega, tlquale combat-
tala Bologna , che lafciando quella impreca andaf
*88 vite de’ PRINCIPI •
fé à dare il guadò al Ferrar efe; percioche il Du
Cd di Ferrara fauoriua i Francefi , onde tutto
quello ejfercito fi riuolfe contra di lui ; da K/wr-
cria ancora molti natigli , fr masfimamente fu
%, furono menate Ju per il Pò ; ma non pero al-
cuna galea; percioche sera gid conofciuto nella
rotta paffatdi freon gran danno delld Repuoh-
tu, ciò che poteua fare tal manieradi nauwh in
quel fiume; quiui andò ancora una grojfa banda
di fidati per terra ; laquale tutti quei luoghi ,
che potè,faccheggiò,guafiò, fr arfe ; tanto che
queUa contrada , affatiti con ogni maniera di
guerra , riceuettegran danno . Argenta fu pre-
fa, fr pofta a ficco ; dapoi la Mirandola ancora
efjendo tentata ,fr lungo tempo combattuta
uenne finalmente nelle lor mani . La ~r
Crilfino, ch'era (lata fatta dal Duca udafonfó,
fu combattuta poi con grandisfime fòrxs dagli
Spagnoli; fr parendo , che per alcun modo non
fi potè/] e pigliare, fi ritornò a Bologna ; di ciò
\duifato il gouernatore di Milano da Bologne fi,
fr predato, che quanto prima li deueffe [occorre
re, accioche nonjojjero preda de gli Spagnuoli ,
ui marno Qiouan Giacomo T riuultio col cani-
po . Et quiui andò ancora il Duca di t errar a
co» le fine venti, per uendicare le fue ingiurie .
' Il Generale de gli Spagnuoli Reggendo un gran
DI V I N E G I A, i8<?
de esercito de’ Fmicefi , accompagnato con quel
di Ferrara, & battendo U citta cantra , c/?era
cowe un altro effercito ; temendo di non effere
djjaltato a un tratto da piu lati, & rotto ,]i ri-
tirò nel piano uerfo Rauennd . Quiui , fatto fi
forte,dehberò d’alpettdre il nimico con uantag-
gio . Cofi partito di là l’ effercito della lega , tl-
quale era la maggior parte di Spdgnuoli ; i Bo-
logne fi, pigliando di ciò grande aliegrezjXd, ufci
tono in gran numero fuor della città loro , per
proudre ogni fortuna cantra il nimico , in fiemc
co ’ F rancefi, iquah erano uenuti in aiuto loro .
iridarono adunque con esfi à Rauennd. llTri-
uultio difiderojo di combattere,per torre in mex,
Xpi ni mici, mandò una grojja bduda de’fùoià
combattere la città , per leuare gli Spagtiuoli
fuor de gli alloggiamenti à uemrgfi incontra,^*
' co f la f]altdreda molte parti» il che fe fi f offe
fatto, fperaua di deuerehauer uittoria. Aia ciò ,
non hauendo ottenuto , \ come che fpcffe uolte il
tentaffe, non u fendo i nimicifuor degli allog-
giamenti, percioche , effendo eglino pratichi del-
la guerra conofceuano gl inganni, delibtròfindl-
mente di combattere in ogni modo . giorno
adunque di Pafjua d'aprile, iundecimo anno
del Prencipe Loredano, l’uno, & l’altro Gene-
rale confortò i fuoi , che fi portaffero ualorofd-
2S>0 VITE DE* PR.ENCIPT
mente . Fabritio Colonna , ch'era vetta citta ,
la mattina per tempo ufcì con una gràffi banda
di foldati , & s'accompagni) col campo della le-
va . Ffjcndofi adunque mofie le genti in ordi-
nanza, fi uerne àgiornata, & lungamente du-
rò la battaglia molto aftra. Et hauendogli Spa
vnuoli mesfii alcuni carri cantra i ni mici 3 i quali
impedivano lor molto , che liberamente nonpote
nano combattere , i Francefi furono in gran pe-
ricolo 3 talché temerono di tffere in quel modo
rotti. Et già erano ributtati da gli Spagnuoli,
fe non li hauefefoccorfi unagraiHanda di canai
Uria, con laquale fu nbuttara la furia loro. Va -
rio fu il modo della battaglia i perche talhora
non uera vantaggio alcuno, & talhora anco pa-
reva 3 che la cofajòfle per piegare bora danna
parte, & bora dall'altra . il Duca di Ferra -
ra 3 ilquale temeva del fuo ( lato 3 uincejfe qual fi
uolefje di loro , & hauendo l'una 3 & l'altra
parte per vintici (come giudicarono alcuni)tiro
l’artiglieria per fianco à l'uno 3 & l'altro 3 con
tanto impeto 3 che ninno conofceua ,onde quella
furia uenifje . Per laqual cofagh Spaggnuoli di^
fiordi nfài fi tirarono à dietro } & cofi fi parti
quella battaglia . La mortalità fu grande, per-
ii oche fi dice, che fra l'una,& l'altra parte mo
rirono xxii. mila perfione . 1 Francefi , an-
cora
1
D T V T N E G I A. 2pi
cord che non fi fape/fe chi hauefje hauuto uittoria;
nondimeno come uincitori afjaltando Rauenna 3
la prefiro perfora, faccheggiarono. Per la-
qual cofa 3 mouendofi Porli 3 Faenza, & Imola
.citta uicine fi diedero d i F rance fi. Papa Giulio,
battendo irne fa la rotta 3 <& di fe mede fimo , &
de i fuoi compagni temendo, perciò che uedeua ,
che la [fortuna de inimici afjai piu felicemente
tiufiiua , che non s’haueua penfàto procaccio d’ag
giungere lo Imperador e, ò* i Genoue fi nella le
ga 3 che egli haueagid fatta . Laqual nuoua die-
de grandisfi ma allegrezza al vrencipe Loreda-
tiOj & a tutta la Signoria ; e’I dolore 3 che s’ era
riceuuto per la rotta di Rauenna , s'alleggerì con
la nuoua allegrezza perciò fi fecero procefi
fioni per tutta la città . Del me [è di Maggio i
Suiz&eri chiamati in Italia dal Papa, & dalla
lega 3 pafjarono sul Verone fe ,&giun fero al fiu-
me del vò, doue s'incontrarono ne ’ Francefi 3 iqua
li fi sformarono di non la [ciarli pajfare ; <& qui-
tti fecefi una gran battaglia 3 & molti ue ne mo-
rirono dall’ una 3 & l’altra parte j & i Francefì
rimanendo uinti furono corretti ritirar fi nel vie
monte. Et perche pareua che fi uoleffero ferma-
re d Nouara 3 & fortificar la terra 3 t Suizzeri
di ciò auifati , deliberarono d’andare quiui. Per-
che eglino di ciò molto temendo 3 & sbigott ii per
!
VITE de’ PRENCIPI
la Yottd frefcdj chehaueuano hauuta, fubito paf
furono l’alpe, hauedopero Idfciato guàrdie in Ita
li a nel cadello di Addano, di Brefcia, & di Crc
mona. In quefio tempo Frdncefco sforma figli-
uolo di Lodomco ancor fanciullo fu dichiarato va.
ca di Milano da Mafiimiliano Imperadore . Ef
fendo torndti i Fr ance fi nella patria,un certo fol
dato chidmdto il Criuello , ilquale difendeua una
porta di Crema ,hauendo ammansato un fuo
compagno , diede quella porta della terra a Paolo
Capello vroueditore dell' effercito V enetiano > il -
quale era ito quiui perquejla cagione ; & cofi la
Signoria racquido Crema. Coftui, effendo ito a
Vinegia hebbe in dono certa fomma di denari
alcune poffesfioni. I Venetiani ,hauendo hauuta
Crema, deliberarono di uolere anco rihduer Bre -
fiia, promeffa loro nelle conuentioni ; doue offen-
do eglino andati con gli Spagnuoli, quei eh erano
fiati Idfiiati in guardia, fatti auifati della rotta
dell’ effercito Francefe ,le cui reliquie ^ dianzi fi
erano partite d’Italia, diedero la citta fetida al-
cuneontrado. Gli Spagnuoli Jhauendo riceuuta
Èftfciada Frdncefi, ficuri per efferfi i lor itimi
ti parliti fuor d’Italia, prefero la rocca , & co-
me fi la città fiffe data loro,rìt eneuano ogni co
fdcontr a ragione; finita uoleae altrimenti
tuirla a i Venetiani, di cui ella era per uigor delle
DI V r K E C I A» 19}
condenti oni j dimandando per ciò gran quantità
di denari . In cjueflo tempo mori rapa Giulio, e f
fetidofi prima grane me ut e ammalato . Et fu
creato in fuo luogo il Cardinale Giovanni de i
Medici ,& chiamato Leon Decimo 3 ciò fu d
gli uhdeci di Mavviof anno duodecimo del ?rcn-
cipato del Loredano, il uerno 3 che uenne appref-
fo , i bellisfìmi edifcij 3 eh’ erano in Rialto 3 ejjin -
douifi per ifeiagura acce fo fuoco à i dieci di Gcn
natOj arfero qua fi tutti infemecon le mercantici
che ueranoy con danno grande de ’ mercanti 3 gp*
di tutta la città ; doue molti fallirono 3 eh’ erano
prima ricchi . La medcfima perdita fecero i Cro
cichieri 3 doue l’iftefja notte arfè tutto il monir-
fiero } efjendofi a fatica faluata la chieft . In
queflo mexiKP & Doge, & la Signoria 3 uegren
do 3 come gli Spagnuoli mancauano della fede de
la legateti e [ìi non poteuano hauer da lor Bre
feia 3 benché piu notte gliele haueffero dimanda ~
ta ; deliberarono di trattar la pace col Re per
mcXXodi <Ahdrea Gritti 3 &di Bartolomeo
ddxAluianoJqnali erano già flati menati prigio-
ni in Francia', ilqual Re per rihauere lo flato di
Milano, che s’ era perduto 3 facilmente fece pa-
ce; & conchiufe l’accordo 3 per loqitale liberò il
Gritti , & l’*Aluiano autori della cofà (i
conuenne di muouer guerra contra gli Spagnuo-
V ij
• „ « • -i D*gl:i
*<>4 VITE DE’ PR.ENC1PI
li, ch’egli uenifje un’altra uolta con l’efjercito in
Italia , perche frfaefle lega contra il nimico .
Ejjendo adunque tornati d Vinegia il Gritti, &
Vidimano , fubito fu dato loroilgouerno dell'efi *
fercito ; & quelli fu fatto Generale , & quel
vroueditore, iquali, hauendo mefjo wfieme l’ef-
fercito , accompagnati co’ Francefi , iquali erano
gidpaffatiin Italia coni aiuto dè’ Suizjze-
ri, & della Signoria haueuano racquiflato quajì
tutto lo flato di Milano andarono d Brefcia , &
cominciarono affediar la citta d dì primo di
Gennaio , laquale, hauendo affediata quattro me
fi hebbero finalmente d’accordo . Perciò che gli
Spagnuoli fianchi dalla fatica , & dalla fame,
non affettando piu niun foccorfo, diedero la c/r-
td d i Francefi ; iquali fubito , che l hebbero , la
reftituirono a i compagni Lafciato poi prefidio
in Brefcia , tutti fe n andarono d Verona, per ra -
quifiarla ,fe posfibile era. Hauendola con ogni
■ -, artificio , & lungamente tentata, ueggendo, che
ella non fi poteua hauereper alcun modo, perciò-
che Vlm per odore l’hauea rinfrefiata di foccor-
*-fò, l’abbandonarono per la dtjficultd deWimpre-
fit,&* fi ritirarono a Padoua , masfiimamente ,
perche i Venetiani temeuano grandemente dello
flato loro . Gli Spagnuoli , raunati infieme,&
congiunti co’ Tedefchi, iquali poco dianzi era -
• . -'ir*;-,
*, » • - * ,
V‘* .. y ' v
1)1 V I N E G I A. 29<
no fletti mandati dall’ Imperadore , fatto di lo-
ro un grande eflercito incominciarono a preda-
re j £7* mettere à ferro , & fuoco le terre, le uil
le, & tutti i luoghi della S ignoriate trauaglian
do bora il contado di Padoua bora cjuel di
Trinivi, gittt fero fino d Meflre, uicino alle la-
gune ai'Vinegia , & l’abbruciarono tutto . In
quel tempo molti padri di famiglia di terra fer-
ma con le mogli, <& co figliuoli fuggirono a Vi-
negia, temendo l’incendio di quella <ruerra , tal-
ché nonfolamentebaueudnoripienele cafe 3 ma
le uie ancora, ne però in tanta moltitudine di fo-
redìeri, la uittouaglia era punto cara, atte foche
d’ogni parte ueniua portato grano . I Per loqual
concorfó di gente la citta comincio appettar fi,
&già quella feiagura audaiia molto erefeendo .
Ma con la prudenza , & auttoritd della S i? no-
ria, ui fi fece tdl prouifione , che mandati fiora
tutti coloro j ch’eran fojpetti di tdl male, & pur
gdto 1 luoghi, tutta quella infermità cef so. Men-
tre che i Spagnuoli di quefla maniera guaftaua-
no il paefe „ le terre de’ Veneti dui , l’ ^Cima-
no, e’I Gritti, iqudli erano aUaguardia di Pado -
ua,rifentendofi per lo fiteceflode’ nimici, fecero
maggior numero di fidati ; & u fendo della
cittdjgiunfiro d un luogo, eh e fi chiama la Mot-
ta, nel contado di Vicenza, douei nimici era-
: v Hj '
t<)6 VITE DF.’ PR.ENCIP I
no per poffare ,& quitti mi fero ledenti in batta
glia,& s‘ apparecchiarono per combattere. Gli
Spalinoli cercavano elpafiò per poter fuggire.
Et poi chehebbero tentato ogni cofa,fi ritirare
no finalmente a i monti Juogbi malagevoli a com
battere. L’xAluiano , come vincitore tutto alle-
gro, non s’effendo ancora attaccata la battaglia 3
comando à i fuoi, che ninno fi fac effe prigione ,
ma s" amm azzufferò tutti.' fAW incontro tru-
fferò Colonna, ilquale guidaua L’ effercito.de gli
Spaglinoli , mandò il bando , che tutti coloro,che
s’ arrendevano jfoffero faluati; acciò che i mmi-
ci mosfi per quetta clemenza , non fijfero oftina
ti à combattere ; la dove i fuoi erano corretti o
vincere , ò morire. L'uno, & l'altro dapoi con-
forto i fuoi foldatì . VxAluiano li pregaua , che
non uolefjero perdere allhora (juel , chela fortu-
na haueuàlor prefentato , &che attende fiero 4
vincere non à Jfogltare ; ricordartdofi , che, poi
che hauejjero uinto ,hauerebbeno hauuto intie-
ro il frutto della uittoria , & non uolefjero effer
piu bramofi di preda , che di gloria. D’altra,
parte il Colonna confortaua i fuoi à Jlar di buono
animo , & li pregaua , che non lafciaffero vin-
cere la uirtu loro daW dfprez&a de i luoghi ; af-
fiorandoli , che quanto esfi haueuano a combat
tereconpiv di fauant aggio , tanto maggiore fa-
/
DI VINEGIA. 197
rebbe {lata la gloria loro , fe haueffero uinto .
Coft luna, & l'altra parte fi mi(e in punto, I
Veneti ani difendo {latti primi ad dfjalir i tu-
rnici, cominciarono d combattere molto ualoro -
fornente, con gran numero di caualli, & fanti .
Et al primo impeto faceuano ritirare il nimico,
quando in un fubito un grofjo fquadrone di Te-
de fichi li affatto , & mife in rotta ; & non ef-
fondo eglino foccorfi da parte alcuna, & ritro-
u andò fi l ’ ^lutano fin%a artiglieria , Pro (fiero,
com’hebbe cibueduto,(fiinfi innanzi tutto l’ ef-
ferato , talché i Venetiani cominciarono a effe-
re ributtati , & pofli in fuga , cofi furono
rotti, & fraccaffati ; la mortalità fu grande ,
perche in quella battaglia morirono piu di quat
tro mila perfine, & pochi fi fecero prigioni;
quei, che auan^arono dlla rotta, tornarono qua-
fi tutti à Padoua . in quel tempo Mas firn dia-
no Sforma figliuolo di Lodouico Duca di Mila-
no, acuì poco dianzi lo I mper odor eh aueua dato
quello flato , hebbe d’accordo il cajlello di Mi-
lano da i Trance fi , iquah haueuano careftia di
ni t tonagli a.’ L'altro anno Lodouico Redi Fran- -
cia,rifentendofit per le cofe file , le quali infelice-
mente gli erano riufcite, hauea deliberato di paf
fare un’altra uolta in Italia con ieffercito , ufo
tuttauiaattendeua à far gente, per far l’imprc-
V^iiij
-.98 VITE DE* PRENCTFT
fa al primo buontempo , (piando in unfiubitocad
de grane mente ammalato ,delqual male fi 'mo-
rì in quattro giorni, &in luogo [no fu fatto Re
■Francefco dd <Angulemme fuo genero ; tlquale fe
guetido il configho del fuocero , trouandofi prone
duto di tutte quelle cofe , che gli paruero neceffa-
rie all’imprefajpoi che hebbe dato foldo ad aletta
ni SuiT^eri, pafsb in Italia Vanendo di ciò pri-
ma aui fati i Signori V enetiani squali hauea di-
fegnato di uolere per amici , & compagni taccio-
che fi come egli era herede del Regno di Lodo -
uico, cofìfofiè anco deWamicitia , & della lega .
P affato adunque l’alpe fe ri andana ratto uerfò
Milano Ma gli Spagnuoli con ogni artificio, che
poteuano,fi sforzauano d’ impedirlo. Et cofi'at-
taccarono certe fcaramuccie, ma non fi fece co fi
alcuna degna di memoria . L’ miniano , ilquale
dianxj s’ era fermato con l’effercito lungo il Po ,
tuttodì trauagliando gli Spagnuoli , iquali dife~
gnauano di ritirar fi d Piacen %a, ani faro della ue.
nuta del Refe riandò à Lodi; doue era allhora d
campo Ren^o Orfino fino condottare ,per uede -
re la co fa. Di là poi fe riandò d Martgnano d far
riueren%a al Re, dieci miglia appì A effo d Lodi ;
dalquale fu am reuolmente riceuuto; quiui fi ra
giorio [opra la guerra; doppo la confulta V^Aluia
no fi partì, per andare d iìringer Lodi ; accio che
DI V I rfE G I A.’ 2<)9
gli Spagnuoli, eh 7 erano quitti, non fi congiunge f
fero con i Suizjxeri, iqttali fi diceua , che erano
perufeir di Milano ;& il Re con tutte le /ite
genti fpinfe alla uolta di Milano * S'accampò
adunque f ci migli a difiofto dalla città . Et ogni
di dim andana aiuto à i Suìzgeri con prom effe
grandi . 1 quali fòllecitati da molte ambafciarie ,
e tirati dalle groffe paghe, che’l Re promettala
loro, pareua,che foffero per feguitarlo; fe la co-
fànonfoffe {lata turbata dal Cardinale Seda-
nefe Sui%jzero,tlquale era uenuto da Piacenza,
&bauea configliato i Capitani loro, che non fa-
uoriffero Francia; & diceua , come esfi haueua -
no a combatter lor centra ualorofamente ; s'ésfi
erano uinti, non hauerebbeno perduto altro, che
la uita, laquale finalmente ognuno haueua à per
dere, doue fe uinceuano, oltra la gloria immorta
le, che shauerebbeno acquiflat a, facilmente era-
no per guadagnare l'Imperio di tutta Italia,
&dt Francia; percioche il Re era uenuto allho
va in Italia con tutto' l fiore de'foldati France-
fi . Perche i Sm^xeri infiammati per quefte
fùe parole, rifiutarono lecouditioni del Re
ufeendo fuor della città contradi lui ,fè n'anda-
rono uerfò Malignano, leuando una nuoua fai fa,
come l' effercito Venetianoera {latorotto dagli
Spagnuoli Squali poco dapoi farebbeno uenuti
eontra i Francefi; & ciò dicevano esfi, perche il
Re, non alenando da loro alcuno aiuto , fi ha-
ueffeà sbigottire, & coficon poca fatica fi rom
pejje . E fendo adunque giunti aWefercito Frati
cefe, a i quattordici di Settembre , t’annoquar-
todecimo del Doge Loredano , mesfifi in batta-
glia, effendo già dieci bore di giorno ,diuifi in
tre fchtere, affaltarono il nimico da tre lati ba-
ttendo fopratutto appottata quella bora , per ba-
ttere a combattere di notte; quando i cavalli, ne
quali pareva, che i Fr ance fi Ji confdafero mol-
to, uaglion manco in battaglia . I Francefi fi
portarono ualorofamente , & opponendo loro
unabraua cavalleria, f)eJ]o ributtavano i nimi -
ci; durò la battaglia fino à granpexjza di notte ,
dftte jl Re opprejfo da tante parti , & per efer
buio, aiutato poco dalla cavalleria , era in gran
pericolo,^* fin^a dubbio alcuno hauerebbe ce-
duto alla fortuna , fe l'^Aluiano avi fato , come
paffaua la cofa dalle fpic, & dal Re,ilquale ha-
ueua cono fi iuto , che quella nuova deW efferato ^
Venetiano rotto dagli Spagnuoli era fiata vana,
pregato , che gli defie aiuto , non Vhauefje f oc -
xorfo; ilquale ,h avendo comandato d tutto l’cffer
cito, ches’auiaffi quivi, jpmfi prettamente in-
nanzi con cinquanta gentil huomini d cavallo ;
& gì ii venuto il giorno aiutò l’ejjercito ,ilquale
Di VINEGIA* joi
tuttauìd combatteua , mostrando grandi s fimo
udore . Vergendo ciò i Frane efi ,fi portarono
molto piu adoro famente . il Re aUeo-ro per lo
mono foccorfò,confortaua i fuoi alla battaglia.
Et i candii y benché par effero fianchi per la fati-
ca della notte, nondimeno uenendo il giorno furo
no di grande importanza ; & co fi la battaglia
durò un gran pezzo . Finalmente i Suizjzjri,
{pinti dalla mrtude’ Venetiani , cominciarono d
uoltarlefpaìle . Poi nel leuar del Sole giunfè
tutto l’efjercito della Signoria, & con grande
animo, &*firzj combattè per gli amici. I Frati ,
cefi, rileuati per quel foccorfo , combatterono an
ch’eglino con maggiore ardire . I Suizgjn flati
chi , & jpauentati per f altro efjercito de turni-
ci, ejfendoui tagliata a pezgjgran parte di loto,
fumi rotti , & mesfi in fugai talché , alcuni d’ef
fi fuggirono ne’ bofehi uicini , alcuni furono am-
mazzati da’ contadini , & alcuni fatti ftrigio-
tiiipochi fi ritirarono a Milano . la rotta fu gran-
de; dicefi, che ui morirono uenti mila SuizZJ-
*i> & piu di fei mila Francefi . I Milanefi ,
hauendo intefa la uittoria del Re, gli mandaro-
no ambafeiadori a dargli la città , & diman-
dargli perdono . iquali egli perdonò , & l’al
tro giorno trionfante ,& glorio fo entrò in Mi-
lano, dotte Henne anco l’ bimano Angelo
t
3 0Z VITE DE* paUC'fPt
Contarmi Proueditor e àr allegrar fi della uitto-
ria col Re, iquali egli ringratiò mlto& djfer
trio, come egli riconofieua da loro lo ftato tacqui
£ lato , & la falute fua, che in quel tempo f batte
nano ficcorfo . Hauendo il Re Fravcejco ricu-
perato Milano , Papa Leone , ilquale hauea già
fatta leva con V Imperadore ,& col Re di Spa-
gna, dubitando per la nuoua uittoria di Fratta
eia ; dalla cui amicizia egli sera partito, andò da
Fiorenxd, dou egli era £ lato molti giorni, a Bo-
logna ; doue egli inulto ancora il Re Francesco j
che ueniffe à trouarlo . ilquale , fiubito u andò j
&doppo i primi [aiuti, molti ragionamenti paj
prono tra loro; tornato poi il Rea Milano ,ui
fece fuo gouernatore Mvnfignore di Lotrecco\
huomo effercitato; di cui egli sera [erutto mol-
to nella guerra pafjata , <& egli fi ne tornò in
Francia, lafciando parte deWeffercito in Italia;
laqùale infieme con l’e[Jercito de’ V enetiani ò pi
gliafje , ò almanco affidi offe Verona, che non era
ancora fiata reftituita dall Imjjeradore alla Si-
gnoria . lAUaqudle città, effendofi lungamente
tenuto laffedio, non fi fece nulla . Per laqual co-
fa al Re, al Doge Loredano, & alla Signoria ±
farne, che foffe ben fatto far tregua con llm-
peradore ; laqual tregua , effendofi lungamente
maneggiata dal Re, finalmente uenendo Upri -
DI. V I N E G I A, jo*
matterà fi comhiufe . Et cofi poi tuttd Italia
flette quieta tranquilla fnalla morte di-
Mdsfimihano Imperadore; ilquale morì à i tre -
dici d’OttobYe , l’anno x i x. del Prencipe Lo -
. vedano; à cui fucceffe nell’I imperio Carlo quin
to fuo nipote fgliuol di Filippo , elettovi à Re di
Romani . Morì in quel tempo ancora Bartolo-
meo d'iAluiano Generale della Signoria . il cui
mortorio fuhonordtamente fatto dal Prencipe ,
& dalia Signoria nella chiefa di Santo Ste fano
in Vinegia; & quiui Andrea Nauagero, huo-
mo honorato, &graue eloquentisfmo fece
undoratione in fua lode ; & e ghf u fpolto in
quella chiefa fattogli degna memoria del
fuo ualore . In quefli tempi Martin Lutero T e-
defco ft ribello dalla religion Chrifliana a rino -
uando le falfe dottrine degli antichi her etici ,
già piu uolte ftdte ributtate , & condannate nei
Concihjdc ’ Santi padri ; & ciò fece egli moffo
da colera j & da ambitione , ilqual ueleno non fo
lamente ammorbò la Sdffògna 3 ma affaisfimi
altri popoli di Lamagna y pafiò in molte pro-
uincie . Fu per alcuni anni quieta dalla guerra
non puri' Italia, ma ancora quaji tutta l Euro-
pa; & par eua, che quella foffe per deuer durare
lungo tempo ; fe tl Re d'Inghilterra ,fpintoper
non so qual cagione ^ non hauefje deliberato di
■*L
muouer guerra contri il Re Francefio . Laqud
co fa attenne contro, Vop inione di multi, perche po
to dianzi amendue s’erano trottati infieme d
parlamento prejfi rdes fitto Un padiglione , et
hauettano ragionato molto fra loro , & fattofi
V un l altro dimoiti pre finti; icjuali tutti deueua
no effir degni d amicitia , & di beneuolen%a •
il Re d'Inghilterra adunque muffe guerra , ba-
ttendo prima fatta lega con Carlo I m per odor c *
ilqualehauea nuouamente prejo l'Imperio ; &
in quella lega ancora, benché pYimafofJe collega
to col Re di Francia , entrò Papa Leone;non per-
ch'egli fo/Je affettionato loro ; ma difiderando
egli d’ufurparfi lo flato d'Vrbino ,cW era allho-
va del Duca Frane e fio Maria , perfino di molto
ualore, riputò, che quelfojfe buon difigno per ot
tenere il fuo intento, Vlmpet odor e adunque, ha
uendo fatta quefla lega , fece Capitan Generale
di tal guerra Projpero Colonna nuouamente tor
nato di Spagna , llquale fubitoandò a Bologna,
doue egli fece uenire ancora il Viceré di Ndpoli
con tutte le genti . Mentre che fi faceuano que
fli apparecchi, Monfignor di Lotr ecco, ch'era al~
Ihora gouernatore di Milano, auisòil Redi quel
le cofe, che fi tentauano in Italia. Perche il Re ,
hauendo h attuto queft a nuoua dimandò aiuto à i
Venetiani ,ilquale esfi haueuano promejfo per
D I V I N E G I A. ' 3 o<
conuenùoni di deuere dare d difendere lo flato di
Mi Uno . La Signoria adunque , mando quivi
Andrea Griffi, eTeodoro Triuultio con cin-
quecento buomini d’arme, &*fei mila fanti , i
quali foccorrefjero il Re . Lotrecco , uè? vendo ,
che Profpero ogni dì f ac eua gente, fornì Parma
uicina a Bologna , mandando quiui fuo fratello
Monfignor. Lefcù Federigo Gonzaga , con
nuouo prefidio ; accioche ella non f offe a un trat-
to occupata da nimici . Mentre che fi faceva*
fio quefle cofe in Lombardia , il Prencipe Lore-
dano fianco da grandi trauagli della Re publica,
• dagli anni, & da una infermità molto graue ,
morì il mefe di Maggio, huomo di gran pruden-
fortezza, giujìitia, & canta uerfola pa-
tria . Fu Doge diecenoue anni , otto mefi&uen
ti giorni, il fuo mortorio fu fatto in San Gio-
vanni, & Paolo , con grandisfema frequenta ,
& dolore di tutta la citta . Et Andrea
Nauagero , huomo nobilisfimo , he -
norato , & molto eloquente ,
fece iOratione in fua
lode . Fu fep '
to nella
>4 %
me
defima chic-
fa •
-V?A
»
Republica in tutto l corjo dell età fua, <C9* Jopra
tutto , quando egli fi trono fuor della patria,al- •
lhora,ch'ella era trauagliatada tante temperie
di guerra . Percioche , quando egli era confina-
to a Roma, egli fillecitaua lefacetide della Re -
puhlica ,non altrimenti , che s’egli fofje flato
ambafciador fuo per autorità della SignoriajtaU
mente , che non meno coflui, che quel Furio Ca-
millo, mentre egli era in esfilio,giouò ài fuoi cit
tadinii quel,uincendo i nimici in battaglia ,&
quefli aiuto la patria riconciliandoli con la pa-
ce . *Al tempo di coflui fu fatta laguerra, la- •
quale dianzi l’Imperadore hauea mcfjoà iFran
cefi per lo flato di Milano , douegià la Signoria
hauea mandato genti in aiuto del Re. Percioche
Pro/pero Colonna, ilqualeera Generale dell' ef-
ferato
D I v 1 N H sta;/ 507
fèrcitù deW Imperadore ^bàttendo raccolte infie-
rite le fue genti con alcune altre di Papa Leone 9
d 1 uentiquattro di Luglio ufei di Bologna ;& ac~
compagnatofi con Federigo Gonzaga fatto nuo
uamente Generale dtll'ejfercito delPapa , andò
a, Parma. Et quiui accampatcfi cominciò a bat-
terla con V artiglierie j & con ogni altra fòrte dì
machine , & d'arme. Xtl’ incontro i Francefi
con gran forza , & con tutto quello artificio ,
che poteanOjfi sjbrzauano di tener di] coito i ni r
mici; ma finalmente, effendouifi molte uolte co-
battuto , gli Spagnuoh uincitori entrarono com-
battendo nella città. Parma è diuifa in due par-
ti; luna dellequali fuprefa da 3 nimici } nell' altra ,
ch'era piu forte ritirandofi i Francefi , con ogni
loro sforzo deliberarono di difenderla . Di ciò
aui fato Lotrecco dalle fpie , s'era nfoluto di [oc-
correre i fuoi , quando il Papa fece intendere à
Pro/fero , che leuafje l'afjtdio , & foccorrefje
Modona, & Reggio, le quali città erano allho-
ra della Chiefa; doue fi diceua , che il Duca di
Ferrara andana con V efferato, per infignorirfi
d'effe . Lafiiando dunque Parma andò ratto à
difendere le città del Papa, mouendofi anco per
l'aiuto, ilquale fi diceua,che Lotrecco mandaua.
Là or.de attenne , che'l Duca di Ferrara fi leuò
dall'imprefa, & Proffero finfe d'andare à Mi
X
?C 8 VITE de’ PRENCIPI
lano . Nelcjual riaggtà s’ incontro perauentura tH
una gran c nudi tri a di Francefi, cnandaua a ?ar
ma, laquale ualorofdrnente combattendo alla fì-
tte fu rotta da lui; ri ammazzò però pochi , mol-
ti neprefe ,& molti ne Jfoglio,& lafciò anda-
re . Efjendo giunto a Oftiano , fu auifato come
ttemua il Cardinale SuizjKjro con otto mila fil-
dati Suizj^eri, icjuali ballettano prefo faldo dal-
l’imperadore, e ueniuano in Italia à crefcere le
fue forze. Veggendo egli dunque, che le fùefor
ZJ crefceuano, & per contrario cjuelle de’ ritmici
fcemauano 3 doppo alcune fcar armicele fatte su
l’xjfdda, dotte egli hauea fatto uifla di uolerget
fare il ponte, affatto finalmente Milano. Quiui
era v Andrea Gritti, mandato dalla Signoria con
l’effercito a conferuare la città al Re ; dettale in *
fieme co’ Francefi , ualorofdrnente combattendo
faceud contrdjìo al nimico. Ma , perche i Vene -
tiam 3 & i Francefi erano di gran lunga inferio-
ri di numero, furono finalmente costretti a riti-
rar fi; & cofì Projfero uincendo prefe la citta ,
lacuale però con màrauigliofo arnfeio , & hu -
marita difefe dall’ ingiuria, & dal facco ; acciò-
chei cittadini, quando foffero (lati ingiurati, non
■ueniffero perciò a mancare di diuotione, & di fe
de all’l mperadore, & al Duca Francefco Sfor
ZJ ì à cui s’hauetta à refìituire la città } & lo
{lata. I Franeefi, effendo morti affai di loro,
dt/perate le co fé, perdura che fu la città , fi rac -
colfero tuttiinfieme,^r fuggirono àComo, on-
de tre giorni da poi ji partirono per Francia.haue
■do però lafciato pre fidio ùiCorno . Quitti Pro- '
[pero mandò gli Spagnuoli, iquah, combattendo
la città , L’bebbero finalmente d’accordo da ’ Fra
cefi . Et la I archeggiarono poifo perche fi rin-
tanano d hauer nceuuto ingiurie da gli huomini
della terra, iquali $ erari troppo tenuti , ò per ijual
fi uoglia altra cagione, contra la adonta pero di
Pro/ pero, ^4" uentitre di N ouembre ,hauendo
gli Spaglinoli hauuto ,& faccheggiato Como,i
Cremonefi , temendo del fatto loro s arre fero,, fi
come quelli , che non afpettauano mun fòccorfi ;
benché la rocca loro f off e ancora in poter dei
Frane? fi . Laqual cofa , intendendo Monfignor
Lefcu, ilquale era alla guardia di varma à nome
del Re, fubito andò quiui con le fuegenti , & co
mincio à ftrinpere la citta con le fue artiglierie,
tortoli quelle della &occa,&con tutte quelle for
zc, ch'egli poteua. I Francefi combatteuano con
gran forza, doue i cittadini ,per eh’ erano aflret
ti dall' una, & l'altra parte , dimandando mife-
ricordid, diedero loro la città un'altra uolta.Del
laqual cofa ,effendo auifato vrofpero , s’era ri-
filato d’andar quiui con l'ejjercito ,& già era
X i]
?iO VITE de’ PKENC1PT
ufcu° di Milano infume col Marchefe di Man-
tona, quando gli uenne la nuoua , come papa Leo-
ne confederato dellTmperadore era morto à i
trenta di Nouembre ; per laqual cofa erti fece
un altro difegno ± & diliberò di uolere piu toSìo
mantenere le cofe acquisiate, eh' acqm(larne del
le nume ; ma però di quei giorni Parma fi diede
agl Imperiali. In luogo di Leone fu fatto papa
*. Adriano nato in Pianar acquale fi trouaua al -
Ihorain Ifpagna, ài fette di Gennaio , huomo
grane per eta,per dottrina , & per integrità di
Ulta nlquale à i trentanno dirotto %unfe à
Roma condotto sii l'armata dellTmperadore .
Fffendo quieta Italia per il nuouo papa , nondi-
meno la CbriSlianita riceuette un grandisfimo
danno. Perciò che, hauendo il Turco prefo Bel-
grado in Vngheria , & effendo trauagliate o?ni
di lefue nauida caualliert di Rodi , & dall'ar-
mata loro, &* perciò, effendo molestati molto i
Turchi da quel lato, egli riuolje quitti tutte le
fi' for^e. Et cofi , effendo paffato neU'l fola con
una grande armata, con ungrandisfimo ejfer
cito, & affatto la città con gabbioni, trincee, ar-
tiglierie , &*con ogni maniera d'arme ; & poi
che ihebbe tenuta affediata piu di cinque mefi ,
L’hebbe finalmente d’accordo ài uent’uno di Di
cernire . Doue , lafciato prefidio , pochi giorni
DI V I N E G I A.
Ut
dapoi ritorno a Codantinopoli. In quello mezs
X9 H R* ài Francia , Hquale hauea molto per
ìndie sche le [ite genti fojfero date m cdccidte di
Milano , ciò (i recdua a gran uergogna , di -
liberò di farpafjare un altra uoltail fui ejjer ci-
to in Italia ; & prima ajfoldò i Suizj&cri; onde
fece di lorouenti due mila fanti Squali, poi che fu
rono accompagnati col rimanente del fio efferci-.,
to,cbn la condotta di Lotr ecco , fi mtfè a quella
imprefacon animò grande . Hauendo adunque
mandate in Itdlta tutte quede genti ,& fubito
accompagnate co’Venetiani, & effóndo (lati ri-
chiamati i Suoceri , iqitali dianzi haueuano
feruito V tmperadorejda loro magi fi rati àcafa ,
fu tentato Milano . Pro/pcro Cdonna,quafi jfa
uentdto da cofi grande e]] eretto de i nimici , era
uenuto à Aliano, & quitti chiamati a se i citta-
dini piccioli , & grandi , di mandò loro quel , che
pareua loro, che fofje da fare . Varie ,&diuer - ,
fe erano l 'opinioni degl’huomini ; ma nondimeno
la maggior parte era di parere, che la città s’ ab-
bandonale , perciò che le loro venti erano molto
meno, che quelle de * nimici . Pro/fero con mol-
te belle parole confortò il popolo, che uole/Jepiu
todo morire , che abbandonar la patria, & ui-
tuperofamente lafciarla nelle mani de ’ mmici . ,
I cittadini , rincorati per quede parole , fegui-
X ii)
t (trono il confidilo di lui ; & la città , come fi pò*
tè il meglio, fu fortificata di riparo, & di fof
fa; & furono tolti dentro quattro mila foldati
Tedefchi ; & tutta la moltitudine de cittadini
s'armò , & fi mife in punto per combattere .
Profpero fpejfe uolte <& di dì, & di notte fece
dare all'arme , dicendo , che i rumici erano alle
mura, per prouare in qtieslo modo gli animi della
città; & hauendo ueduto , che tutti erano pron-
ti, apparecchiati,anch' egli fidi migliore ani
mo. Combattendo adunque i Francefi la città
fpefje uolte, morirono di molte perfone dall' una ,
& L'altra parte ; Marco Antonio Colonna, Ca -
milloTriuultio ,iquali erano allhor a al foldo di
Francia, effendoitiài riconofcere i luoghi piu
deboli della città, furono morti da un colpo d'ar-
tiglieria ; ilTriuultio fubito fu ammazzatoi il
Colonna anch'egli poco dapoi portato col corpo
morto del Triuultio al padiglione di Lotrecco y
morì . Ora, effendo morti quefli due gran Capi *
tani, & hauendo ueduto Lotrecco , eh' egli non
poteuahauere alcuno aiuto dalla rocca , Laquale
fi teneua da' fuoi , perciò che per rifletto della fof
fa, & della trincea, quindi non fi poteua fare in-
f iurta , ne danno ueruno al nimico ; fi partì con
efferato, fempr e però trauagliando il nimico ;
per tirarlo ,fe posfibtle era , fuor della città i
DI V I N E G I A J iti
combattere. Ma non gli effendo riufcito mila ,
andò finalmente a C afino, ilqual luogo era d
propofito a impedire la slrada d i ni mici dà Mi-
lano d Parma . Profpero 3 accio che gli animi de
i cittadini fofjero meglio difpodi 3 fece uenireda
Trento Francefco Sforma f a cui lo Imperadorc
hauea promejfo lo (iato di Milano, Codui con
buona caualleria 3 & con fanteria ancorategli
hauea fatto uenire di Lamagna & affoldàta per
bifogno della imprefa 3 fe nandò et Patii*, Pro-
fpero ufcì la notte di Milano cott l’ efferato 3 &
mando d dire ancora allo Sforma ,• ch'ufciffe di
vauia, Laqual cofd fece egli con mirabilfilentio;
talché j pafjdndo per li nimici di notte 3 non fu co-
nofeiuto ; penfando eglino 3 che foffiro de' faldati
loro 3 iquah erano in guardia. Ne però prima fi
feppe j eh’ egli fife paffuto 3 & entrato in Mila-
no 3 fè non quando s’udì il grido della città 3 & la
feda di coloro che s’alleorauano della fua uenu-
ta. Ma nondimeno 3 dubtrando vroffxro dì rama,
ui mando una graffa banda di Spanninoli 3 iquali
difindefjero quella città. Laqual cofa ancora fu
fatta con grande artificio 3 perche 3 effendo eglino
paffuti apprefjo i nimici 3 non furono conofciuti
da loro • Finalmente i Francefi u andarono d
campo ; & combattendo con gran forza ruma-
rono con Ì artiglierie buona parte della mura-
X iiij
5x4 VITE D E* PREN C IP I
f luì. Grande ucci fione fu fatta dall’ una , &
altra parta & finalmente vrofpero , reggen-
do, che nera pericolo 3 delibero di [occorrere i
fuoi. V fendo adunque con tutto l'ejfercito fuor
di Milano x andò, d Casfino , accio che di là, à po-
co à poco accodando fi , poteffe [occorrere vauia .
I Frane e[a a.uifatidi ciò, leuandofi dall’dffediOj
fi tirarono à dietro ;diuerfe (caramuccie fi fe-
cero tra gli ejfitrcitij & molti ne morirono dal-
V una, & l’altra parte; alcuni caualli Venetiani
furono prefi da i nimici , & finalmente Ìuno ,
& l’altro efferato Jpinfeuerfo la Bicocca luogo
lor utcinOjper far giornata. Profpero , hauendo
uedutoy che i turnici erano appreso, fece inten-
dere allo Sforma , che fubito uemjje à Milano d
lui con tutti i cittadini ,<&* con quel [occorfo, che
poteua; attacosfi adunque la giornata, & l’ima,
0* l’altra parte combatte udorofamente.Giun-
[e lo Sforma con trenta mila huomini armati
con furia affaltandoi nimici li f e ritirare; ben
che ancora epli ui perde o-ran numero de Cuoi . .
, Ò ( t ò ' *
I Capitani Venetiani , iquali haueuano honofa-
tamente combattuto , intendendo , che le co -
fè de Frane e fi , iquali e sfi haueuano aiutati
con tutte le lor for%je , erano in piega , raccol-
to infume tutte le genti loro ,[e n’andarono
à Milano ; onde pajfarono poi l’sAdda . Pro - %
DI VINEGIA. 9i S
fiero haueua deliberato di perfiguitar le reli-
quie de’ Francefi,&* Sbatterebbe fatto; fe i Te-
de [chiede quali egli haueua una groffa banda,
non haueffero rifiutato di combatterefioletidofi 9
che non luueuano battuto le lor paghe. I Fran-
eefi , ciò uergendo, confidati nella difiordia de i.
nimici , tutti fi Umifero inficine, & fi ritiraro
no à Cremona; fortificando diligentemente la at
tà, & battendo mandato prefittilo a Lodi , acciò
e he non fojfe upprefio dal nimico , il quale era in -
fiuperbito per la uittoria . il Colonna uincitore ,
fi ritiro àMirigtiano,doue,dato le paghe à ifol
dati Tedefcbi, & fitto tornare d cafia i Milane -
fi, effio col fuo (feretro fi uand'o à Lodi . Et, af-
fittandolo con gran forza ,b etiche lungo tempo
contraltare, finalmente lo prefe, & mife à fic
co, & taglio à pezezi quafi tutti i Franeefe, &
riformo la città con nuoui magistrati Imperia-
li . EJfetido poi ito a Pizgjchitone , berne a de-
liberato di /pianarlo, fe <rli huotnini della terra
Jpauentati dal ficco di Lodi, ftibito non fi fofje-
roarrefi. Con quefio buon fuccefjo fe n andò a
Cremona; laquale jtffendofi rifoluto di stringe-
re > i Cremonefi gli mandarono ambafiiadori ,
pregandolo, che fac effe lor tregua quaranta gior
ni, con quefte conditioni, che fein quello (patio
di tempo il Re non mandano, lor aiuto di Frati-
3 l6 VITE DF.’ PRENCI?!
eia, la citta fi defje aU! I m per ador e; fiduata però
la.Rocca, Ideatale non era. in poter lóro , ma del
Re . Laqual cofa Pro/pero concejfe lairorfcr ten
tarcofe maggiori, ch’egli hdued in animo di fa-
re . Si ritiro poi a Pania, dotte raccolto infteme
tutte le genti, col March e fe di Mantova & con
gli altri Capitani, i quali erario fiati chiamati <ì
configlio, delibero d’affaltor Gemila', lacuale fa
norma la parte Francefe . Riuolfe adunque qui
ni tutte lefor%j;&non l'hauendo potuta hauer
d’accordo, finalmente la prefe perfora, la fitte -
cheggio, & la ndujje alla diuotione dell’ Impe-
ratore . Pafjatd poi la tregua, hebbe d’accordo
Lecco, & Cremona. I Fr ance fi , iqualt erano
flati in quelle terre, furono Idf ciati tornare nel»
la patri a accompagnati col prefidio di Pro-
fferì) fina Novara . Mentre che la Lombardia
era afflittada questi trauagli, & poi che i fi-
dati Veneti ani , iquali haueuam aiutato il Re,
fin che sera potuto , e fendo le cofefue difperate,
s’ erano ritirati a i luoghi loro ; il Dove òri ma-
ni, hauendo fduia, & giuftamente gouernato la
Repubhca uno anno, dicci mefi,& due vi orni ,
morì in età di ottanta otto anni, a i fette di Mag
gio. il f 'no mortorio fu celebrato da’ cittadini
tutti addolorati à San Gioudnni , & Paolo • *
Fece l’Oratione in fua lode Federigo Valareffe 3
Di VINEGFA. J17
huomo nobilisfmo,& dotdto di buone lettere ;
0 e JJ°fa fip°h° i n Sant' Antonio apprcfo al -
{' aitar maggiore .
c ANDREI G RITTI
DOGE LXXVI.
Oppo la morte del Grima-
ni jiA'ndr ea G ritti , ihjuale
j wteruenne,0 maneggio tut-
t e le guerre, legnali travagliò
la Republtca al fuo tempo, per
fona illus tre, per li magtflra -
ti 3 ch'egli hauea hauuto in cafa , 0 fuori ; fu
creato Prencipe in fuo luogo à i uenti di Mag-
gio . 1 Iquale, fi come fatuamente , 0* Valero -
J amente sera portato in tutti i maneggi della Re
publica , ch’egli hauea hauuto dianzi , cofi,e[jen
do chiamato alla fuprema dignità, mojlro in lui
una certa ftngolar maniera di governare . Doue
non fu punto men forte, che giuflo, 0 amor tuo
le della patria . La bella fudprefenza mostra -
Ud la uirtù dell’animo, tanto che neramente pd-
reua degna di Prencipdto « c 4Ì tempo di coìtiti
la Republicd non fu fenxa trattagli , da icjuali el-
la fu moleftata per rifletto delle guerre; lecjuali
il Re Francefco fece contragli Spagnuoli per lo
i lato di Milano ; con liquah Spaglinoli la Signo-
w»
I
3 18 vite de' PRENCITT
ria hauea fatto lega 3 hauendo prima tentato di
confederar fi con Francia . Ma 3 non. hauendo ciò
potuto off enere , s' accompagnarono con L 7 mpe -
radore 3 che lo difideraua 3 con Papa ^fdriano,
col Re d' Inff}ilterra 3 &col Duca di Milano ,
ne perciò parue 3 che’l Re tem effe punto quella
leva . Aid radunato in fi eme un grande ef] ercito
tornò in Italia del meje d’Ottobre fanno primo
del Grittii per cancellare 3 fe posfibile era 3 con co
fe nuoue la macchia della infamia paffuta. ^Ag-
gi un fe fi à quefto la morte di Papa Jfdriano>il -
quale gli era contrario ; ^ in luogo fuo fu creato
Papa Clemente Settimo nel mefe di Nouembre ;
il quale da principio parue 3 chefoJfe neutrale .
H attuta fi lanuoita della uenuta del Re 3 la Signo
ria mando i efferato in aiuto dell’I mperadore 3
hauendo fatto fuo Capitano Francefco Maria
Ducad’Vrbino . Laqual coft 3 intendendo il Re
di Francia 3 ilqitale hauea già mefjo il campo à
Milano 3 fe ne Iettò . Gli Spagnuoli 3 iquali di -
fendeuanola città ànome del Duca Francefco
S forza 3 aiutati dalle forzj de ’ Venetiani udi-
rono fiora con grande impeto ; andarono cantra i
nimici 3 & fccero molte 3 & diuerfe fcaramuc-
cie, doue molti Frante fi à un tratto furon mor-
ti . Esfi furono piu mite colti neli'imbofcate ,
Csp jfffo ancora battuti con l artiglierie .. Tal<
ni V I N È G J A. n 9
che alla fine, bàttendo riceuutd una grdn rottd ,
furono coftretti dbbdndonar l’itdhd . Et coft
bmid parte d’esfi andò in Frància ,* & molti fi
ritirarono in A 7 ouurdi tanto che a i tient fette di
- faggio ogni tumulto fu acquetato . Et quella
fiate Italia (lette quieta . Fatto felicemente
queda guerra, Francefco Maria , tlquale sera
portato ualorofamente , fu fatto dàlia Signoria
Generale di tutto (efferato , & prefe (infeo-ne
del generalato dalPrencipe Gritti nella cfnefa
di San Marco, fecondo che fi coftuma . Coditi ,
tornando un altra uoltd il Re Francefco in Ita -
lia ,fi mandato con un brauisfimo numerò di
foldati à guardare le terre della Signoria , 1 effen-
degli dati , come s'ufa, i Prouediton . il Re fa
uendo affaltdto Milano con grande sformo, e tro
uatolopoco fornitOjl’hebbe d'accordo infiemecon
tutte le terre dello dato, fuor che Pania ; doue
era in pre fidio *Anton da Lena, ualentisfimo
Capitano di guerra con una graffa banda di Spa
gnuoli. Tede; chi, & Italiani . llqualefirifol
fi di non uolcre dar la città à patto alcuno.
Giunfe adunque quiui il Re con tutto (efferato
d i dieci otto d'Ottobre, & comincio d combat-
tere la citta con artiglierie con ogni altra ma
nierad arme) &tem;eui ( affidi o due mefi,&
piti) doue firono fatte molte ,&diuerfe batta -
5 20 VITE DE* PR.ENCIPI
glie . Et bora i Francefi 3 bora gli Spaglinoli
uinceiWìOy talhora la cofa andana deipari ; &
molti nefu/wo morti dall’una 3 & l altra par-
te . Finalmente gli Spagnnoli 3 aiutati col tino -
uoejjercito del Duca di Borbone jlqnale era ne-
tinto in lorofòccorfo, ài uentiqnattro di Febra -
10 nfcirono fuor della città 3 ajjaltdtido il nimico
con grdn disfi me forze; dall'altra parte Borbone
affali ancora egli ; & fece fi giornata , laquale dt*
yò un gran pezjZP ; alla fine i Francefi 3 effendo
male ordinati 3 percioche la cofa era {tata ali itn
proni fo , furono rotti 3 & poftì in fuga . il Re ,
ancor che lungo tempo nalorofamente fi difen -
deffe; nondimeno effendogli morto fotto il canal
lo 3 fn sforzato render fi al Viceré di Napoli .
11 Fé di Nanara 3 ilqnale combatteua in fua
compagnia 3 fn fatto prigione ,& dato al Mar-
che fe del Vallo. Oltra di ciò molti Baroni Fra
cefi 3 & Capitani grandi furono fatti prigioni in-
fume col Re. * ilqnale , pochi giorni dapoi , fu
menato à Genoua 3 & condotto con le galee in
I j faglia all’ Imperadore, ilqnale co fi haneacom
meffo per fne lettere . I faldati Imperiali con
grande sforzo per fegui furono le reliquie de i
Francefi fno in Piemonte . Ma nondimeno egli-
no , pdjjar.do prettamente l’^flpe 3 fi faludrono .
Eff endo di qnetto modo rotti i Francefi 3 non pa
rendo, che ui foffe piu ninno pericolo di guerra ,
il Duca d’ir rbino , con commissione della Si -
gnoria licentio le genti . xAi fei di Luglio poi
ueune la nuoua al Prencipe Gritti ,come il Re
Francefco hatieua prefo per moglie la far ella
dell' Imperadore,& ch’egli haueua lafciaro il
Re, & con grandis fimo honore rimandatolo in
Francia Jiauendogli date il Re due fuoi figliuoli
per iflatichi. Laqual co fa fu di grande a'Tegre^
K.a *1 Doge, & alla Signoria ; jperando eglino ,
che di quìdeuiffe uenire la pace , & la quiete
d Italia . Fu turbata quella allegrezza da
una mala nuoua , laquale uenne pochi giorni da-
poi, che Lodouico Re d’Vngherta d i uent’otto di
xsfgoiìo, effeudo uenuto d giornata co’ Turchi
fui Danubio , fi. come quel , che di gran lunga
era loro inferiore di numero di faldati, era flato
rotto da loro,& quafi tuttol’effercito iiato ta-
gliato d pe^V; &* ch’effo * R? fi* vendo , efjen-
dogliper ifctagura caduto fitto ilcanallo , era
a . tf °g at0 > mi fieramente morto in una palu-
de . In queflo tempo ^fnton da Leua afifalto
Milano con le fue genti , hauendo diliberato di
( fogliare il Duca Francefco dello flato ; ilqita-
le,efJendo ito incasello , efifio ue l'haueua rtn -
eh tufo, & affidi ato.. Laqual cofa , hauendo in -
te fa la Signoria, l’hebbe molto per male; & di -
Ili VITE DE 1 PRENCI' PT
libero di f occorrere il pouero Duca affidiato •
Fu ordinato adunque al Ducad’Vrbino,che fa *
c effe gente, & andafie alla uolta di Milano . Et
cjueiio configlio ancora fegutto Papa Clemente ;
tlcjuale per prouedere alle cofe d'Italia , lequali
/fogliato. che foffeftato il Duca Francefilo del*
lo (lato, concfceua , che farcbbeno fiate in gran
travaglio, ut mando il f ito efferato in aiuto; &
diedelo in croutrno a Francefco Guicciardini Fio
renano , & al Conte Guido Rangone . Quiui
andarono ancora le genti di Federigo Marcbefe
di mntoua . il Duca d’Vrbino, hauendo rafie
gnato Ì efferato d Verona, fe nandù prima d lo-
di . Doue fi trouarono ancora le genti del Papa 3
& di tutta la lega . Cominciarono adunque d
combattere la città, & con L’aiuto d’un certo cit
\ tadino, fubitola prefero mi fero d facco .
Andarono poi d magnano ;doue fi c on fi oliaro-
no, fe fi doueua andare d combattere mano;i
Capitani dffero il parer loro; finalmente fi rifol -
fero di tentare tutti infieme l’imprefa. E fen-
do adunque iti quiui, (Iringeuano gogliardamen
te la citta. Eraui dentro Borbone, ilqualenuo-
uamente era uenuto di Spagna, & nera entra-
to col mrcbefi dal Vaflo con grafia , & buona
cauxlieria . Colqual foccorfo, offendo aiutati a
tempo gli Spagnuolifi difendeuano con maggio-
rea: imo;
DI V I N E G I A* / il?
re animo; evirando dt molte cannonate a i nìmi - i
ci, gli teneuano difcolli dalie mura . Hauendo
eglino adunque tentato l’imprefa in piu modi, et
ueggendo, che non faceuan nulla , fi ritirarono d
Martgnano . il Duca Francefco , perche non ha
ueua piu uittouaglia , diede la rocca a inimici:
con quelle conditioni , cioè di poter fene andar fai
uo con tutte le fue robbe, & perfine, llqual fu~
bito come fu ufcito fiora, andò nel campo delia
lega all’ alloggi amento del Duca d'Vrbino,& con
eJ]o lui trattò,che s off alt affi Cremona. Et dògli
parue ,che f offe da tentane con tanto maggiore
jperau'za, perciò che egli teneua ancora il c allei
lo. Vi fu mandato adunque Molateli a Baglio
ne con otto mila fanti , Giulio Manfrone con
una grofj a caualieria, iquah cobatterono gagliar-
damente la citta . Era allhora difefa Cremona
da Corr odino, Capitano iliuflre deW Imper odor e
con due mila fanti Tedefchi, & con gran nume
ro ancora d'italiani ; & dall’ una, & l’altra par
te fu fatta grande uccifione. Giulio Manfrone,
A lefjandro Marcello furono morti combat-
tendo. il Duca d’Vrbmo poi con tutto befferei »
ro, con grande impeto vii diede iaffalto . Cor
radino ,fpauentato dal ualor del nimico , efjendo
difperate lecofe diede la città àpatti,cioedi po
terne trarre i fuoi fildati . Et cofi lo Sforma
)
hebbe Cremona. Poco tempo dapoi Giorgio Fra
nijpergo Henne in Italia con trenta mila fanti
Tedejchi . Era con effo lui Nicolò Varalo Cre-
inone fe , con dugento caualli leggieri. Per laqual
cofa il Duca d’Vrbino ,cW era tornato su le ter-
re della Signoria, & Camillo Or fino di comif
fione del Senato furono mandati à Vicenza con
tutte le genti, & fu fatta la raffegnasù l’^fd-
da, accio che , quando f offe il bi fógno , tutti f of-
fro apparecchiati . L efferato del Papa fi riti-
ro a Parma, li Duca d’Vrbino paf ò il fiume, et '
fcorfe fin sul contado di Mantoua; fcaramucciò
piu uolte co’ Tedefchi ; ma non fi fece però cofa
alcuna degna di memoria. Finalmente i Tede-
fchi, giunfero sul contado di Parma, doue Bor-
bone li afpettaua. In quel tempo il Cardinal Co
lonna, & affamo, & molti altri della mede -
fima famiglia, hauendo tolto con effo loro Don
Vgodi Moncada Spagnolo ,gran Capitano di
guerra, cominciarono a far di molti genti contra
il Papa, per mettere in difordine le cofe , che fi
faceuano allhora in Lombardia contrai’ Impera-
dore. Veggendociò Clemente fece fei mila fanti
per laguardia di Roma. Onde Vefpefian Colon-
na, ilquale haueua fatto nuoue genti col Cardina
le, effendo ito à trouare il Papa, gli promife,che
le hauerebbe mandate tutte nel regno di Napo-
li, & lo fece. Papa Clemente , liberato dalla
paura licentto l' esercito ; onde V effe fonò ,
Don Vgo, battendo fatto tornare a, dietro tutti i
fidati, entrarono fegretamente in Roma; cor fe*
ro al palazzo del Papa , & faccheggiarono ogni
cofa. Papa Clemente paurofameme fi ritiro in
Cdftel Sant’^f rigelo; et s’accordò con Don Vgo,
ch 'egli fi partijjtdt Roma con tutti i foldati ; &
efjogli promi fé, che hauerebbe caffo tutto l effer-
ato, ch'egli haueua in Lombardia • Et cofi Ro-
ma fi libero dal tumulto ; & l’efferato di Lom-
bardia fubitofu licentiato. Papa Clemente fece
poi nuoue genti ,et andò addojjo i Colonnefi ,iquali
s’ erano leuati cantra di lui. Et eglino all incontro
fi difefiro,& quanto erdpos folle, non fi lafcia
tono fare ingiuria. Fecero adunque uenire Barbo
ne con l’eftrcitojlquale fubito gi unto, affatto Ro
mdj&ddll’und, & l’altra parte fi combatte ud
lorofamente. Borbone fu morto nel primo affalto
alle mura, il Papa fu* giurì altra uoltaincafiel
Sant’ ^Angelo, doue j i ritirarono anco di molti
Cardinali. Rowd, ch’era mal fornita,fu prefi ,
& porta a facco. Vfosf crudeltà cantra ogni
forte di perfine , fènzjt hauer rifpetto ne à di-
gnità , ne à religione ; furono manomeffe tanto
le cofe facre quanto le fecolari ; le monache , &
V altre uergini furono sforziate ; & molte per
r V
jztf VITE DE* PR.EN CIPI
f dittare Vhoneflà loro, fi gettarono da loro def-
fe nel T euere. il p rencipe Gritti , e tutta la Si
gnoria hebbero di ciò grandis fimo dolore ; non fio-
lamente, che’L papa loro confederato foffe affé-
dtato , ma ancora, che quella città , laquale era
fiata Reina di tutte le nationi , & popoli , ha-
ucffe riceuuto allhora tanto danno, il Papa mol-
ti giorni dapoi , non afpettando alcuno aiuto fian
<o dallafjedio , & costretto dal difagio della uit
touaghdyfi rifatto per quattrocento mila feu-
di ; &* battendo dato il c ad elio à i nimici, fe ne
andò à Oruieto. In quedo tempo il Re Franct-
fio, effendo flato lajciato daWlmperadore , &
ritornato in Francia con grande allegrex^a de
i fitoi , fi come quel, che hauea molto per male la
pafjdta uergogna , mandò nuouo effercito in Ita-
lia fitto la guida di Lotrecco ; ilquale fece pri-
mauida d'andare uerfi Milano ; poi andò a pa-
nia ; laqual città fu da lui combattuta , & poi
mifir amente prefa,&pojla à fiacco , & la mag
gior parte abbruciata . Coflui ,lcfciando guar-
dia in Pauia^p affando per la Romagna /amò
con tutto l’efjercito nel Regno di Napoli y per
acquidarlo al Re. Fu mandato con lui dalla Si-
gnoria Camillo Orfino Capitano y & Giouanni
Vitturi Prouediiore con le penti da terra. ^An-
ton da Leua y ilqual era alla guardia di Milano,
Di VINEGIA» ? *7
haucndo trottato l'cccafione andò a racquietar
Pania. Laquale , (fendo quafi minata , & la.
ma^gi or parte sfafciata di mura ,hebbe fetida
fatica . Poi lafciatoui prefidio ritorno à Milano .
Furono mandate ancora due armate a Napoli ,
luna F rance fe,di cui era Capitano Andrea Do
ria, & l'altra V enetiana , di etti primdfu Ge-
nerale Girolamo Contarmi, & pei Pietro Lan
do. llcjuale Pietro prefe prima Monopoli , poi
tentò altre terre, dtllecuaii alcuni s’arrefero,&
alcune altre difficili à pigliar fi fi lafciarono (la
re. S'andò poi a Napoli , doue s' erano ritiratigli
Spaglinoli, & i Tedefchi, che hatteuano faccheg
giato Roma. La città ft afjediata per terrà. &
per marei & per mare , & per terra iti fi fccer
molte battaglie. Ala quella fu notabile, quando
l ’ armata Imperiale fu aiuta, & fraccafjata ap-
preso à Salerno dalConte Filtppin Dona. Don
Vgo di Moncadafu morto con un gran numero
difoldati. K^fc amo Colonna ,e'l Marche fe del
Vado , & altri Capitani di conto furono fatti
prigioni . Pochi giorni dapoi col me%go , &
con l'autorità de t Capitani prigioni ,^fndrea
Doria, ilquale hauetia fruito Francia, fi ribel-
lò da lui all' Imperadorei dalquale gli fu donato
il Prencipato di Melfi. Cojhti,poi che fi fu ri -
uolto ,jfiaro dì molte cannonate alle galee Ve--
T iij
L.oc
'328 V I T E D E* P R E N C I P I
netidniejequali difendeudno i lor compagni Fra
cefi ; & perche niun dì loro difideraua di com-
: battere, non fu fatta cofa alcuna, che ci paia de -
guadi memoria . In quefio tempo Cannilo Or-
fino fu mandato da Lotrecco con unagroffa banda
difolddti a combattere Manfredonia ;doue da
gl'imperiali era flato mejfo inguardia Pier Lui
gi Farne fe . Fu la città lungamente tentata con
L artiglierie , & ogni artificio . Ma perche non
ui fi faceua nulla, fi parti Gran carefiia dtuit
touaglidfu neliefjercito della lega, ilquale ftrin-
geua Napoli,^ gran pefte ui fu ancora, talché
ne morì la maggior parte . Lotrecco Generale
de i Fr ance fi ui morì con molti altri huomini di
conto. Di ciò aui fati gli Spagnuoh,iquali difen
deuano la città, affaltandoffieffe uolte inimici ,
li traudglidudno , li fualigiauano , & tagliauano
à pezjzj; ricuperarono le terre, che sperano per-
dute. Et con gran danno de i ni mici j cor fero
molti luoghi del Regno di Napoli ; ve prima fi
fermarono , che le reliquie de i Francefi fe ne
partirono; & e sfi hebbero commisfione daWlm
perddore aWimprefa di Fiorenza , a i prieghi
divapa Clemente ; ilquale riuolfe anch’egli qui-
tti tutte le fue forzj , e , tenendo luogo tempo
l’dffedioalla città ,1’hebbe finalmente d’accor-
do, hauendo creato Duca della Republica Fio -
' D I VINEGT A» ?19
rtntìna istlejjkndro de' Medici fio nipote * Ef
fendoft con fumetto l'effercito Francefe à Napoli
di fame, & di pefle 3 il Re Frane e fio ne fece
un’altro 3 &lo mandò in Italia fatto il gonerno
di Moti fi. di San Polo 3 ilquale s’accompagnò col
Duca d’Vrbtno Generale de' Venetiani . lA'n-
ton da Lena, ilcjuale gouernaua lo { iato di Mila -
no 3 fpauentato da due ejjerciti nimici , fi ritirò
dentro alle mura di Milano x hauendo lafciato
prefidto in Sant Angelo 3 ch’egli hauea già di -
fifa > & in Pania . Lecjuali terre x effóndo com-
battute da’ Venetiani 3 & F rance fi 3 furono pre-
fe 3 geminate con gran mortalità degli Impe-
riali. Dicefi 3 che piu dt tre mila Tedefchi 3 icjua
li erano alla guardia di vauia 3 furono tagliati à
pezjzi . Ciò fatto 3 d Duca d’Vrbmo fi ritirò
con l’effercito nel contado di Brefcia. il Gene-
ral di Francia andana à Riuolta 3 quando fu af-
faldo alla coda da .Anton da Lena 3 & con la
maggior parte dell efferato rotto, & fraccaffa-
to. Saluosfi à fatica il Conte Guido Rangone
con la fua banda di foldati 3 fuggendo à p ama.
In quefto tempo 3 effendo uenuto l’imperadore
di Spagna à Genoua,per ordine di lui pa fio gran
• moltitudine di fidati dt Lamagna in Italia. La
cjual co fa 3 benché da principio mettcfje paura à
gli huomini Italiani; nondimeno pajsò poi in mi
gli or parte ; perciò che poco dapoi l’Imperadore
fece pace col Re Francefco fauendo nldfciati i
figliuoli di lui jch’ egli haueua in Ifpagna (laticbi
per il padre, .jfndo poi a Bologna à trouar vapa
Clemente , ilquale di là a due mcfi i incoronò a i
ventiquattro di Febraio. Ne pafìo molto tempo ,
ch'egli andò a Mantouafioue, effiendo (lato nce *
auto con grandtsfimohonore, creo Duca Federi-
go Gonzagd Marche [è di Mantoud fiche non hauea
piu hauuto niuno altro de' fuoi maggiori. In quel
tempo Solimano Signor de Turchi ajfalro l'Vn-
gheria con grande ejfercito, prefe } & focheggio
molte terre . ^fffiis fimi furono i morti . & mol
ti ancora fatti prigioni. Finalmente ajfilì Vien-
na con tutte le fue forxeilacjUdLejpoi chebbe lun
go tempo indarno combattuta .perdutoi gran nu-
mero de' fuoi > tanto che i foldati , mosjì dalla
grande uccifione de lor compagni , non ubiaiuano
piu à i comandamenti de ' Capitani fu s formato
abband ,nare. Fatta la pace tra i Francefili gli
SparnuoUj s'hebbe nudua > come la Re ina Luigia
macfre del Re Fr ance fico era morta , l'anno nono
del Grittia i uent otto d’Ottobre. (trasparendo}
che le cofède ' Chrifiiani piffero in quel tepo affiti
tranquille .solimano fi come quelfhe haueua mol
to ber male laueraornd.ch’efi haueua cria ri ce-
i . ^ ^ ^ i /•
fiuta dVienndjUi ritorno ancora con tutte le Jue
DI VINEGIA.
tVzjt.Mdjntendedofomc in tamagna s’appa
recchiaua grande ejjercito cantra di lui , per ifta
bilir meglio le coje fue, mandò ambafctadori al
Re di Polonia , per far nuoua amicitia, & lega
con effolui, & per non battere ancora lui nimico
vignerà di tanta importanza ; lagnai cofa fa-
cilmente ottenne » Gli dmbafciado>i V elicti a-
-vi, cW erano a C o flati t in 'poli , non feguitarono al
trimenti Solimano in palla impreja, ma tol fe-
ro licenza da lui, quando egli fi partì d'^An-
dnanopolt, dicendo, com’es/i non potevano and a
re con effo lui , quando egli mcueua guerra à i
Chrifhanij per non parere , che acconfentijfero
alla calamità loro . L’imperddore battendo mef
fo infieme grande efferato non fòlamente di Te
defcht, de quali principalmente era l’intereffo ,
percioche il male era lor ulano , ma ancora dì
Spagnuoli , & d' Italiani , feri andò à Vienna .
Tram Ferdinando Re di Romani fùo fratello .
Papa Clemente [aneli’ egli rtuolfe quitti tutte le
fue forze . il Prencipe Dona , ilqualepoco di-
anzi ey a venuto al feruigio deU’lmperadore, ha
ttendo meffa infieme una grande armata, & in-
tefo, come Solimano era occupato in Vigbe*
ria, andò nella Morea ; & afjaltando Corone , la
prefeper forza, tagliando à pczjxj tutti i Tur
chi , che rierano dentro . il T ureo , intendendo ,
come strafatto grande effercito contro, di lui,
& Corone prefo,, temendo delle cofe fue , perciò -
che ancoro Ì effercito fuo patina di fame , & di
pefle, lofio cjuella tm prefa . Micologie , ilcjuale
era Capitano d una parte de’ftoi condili leggie-
ri, (2 fpefjeuolte con le correrie trauagliauail
paefede’ Chn(liani,fu da loro tolto iti me%^
%o } rotto , ( 2 fraccafjdto . alcuni furono taglia-
ti a pe%gi, (2 alcuni fatti prigioni ; & egli,
finendo il pericolo , fuggì con dugento coualli
dU' efferato . il T ureo adunque, effendogli riti*
fife mal le fue cofe , torno d Cofantinopoli . Per
laqucd eofa l’Impcradore uenne in Italia ;
entro in Mantoua congrande honore , & fetta ;
dotte per molti giorni la città fece grandisfma
allegrezza . Fece fi giuochi di piu forti ;doue
egli fece alcuni caualieri, (2 Conti , & -Duchi.
Molti giorni poi l'anno decimo del Gritti , egli
f nandò a Bologna , dotte erano ancora Papa
Clemente , & gl. i amba feiad ori Veneti ani .
Quiui fi tratto delie cof d’Italia , & con nuo
uo accordo , & lega fu riabilito , <(2 conchiufò d
i ttenr fette di Febraio,chel Papaf Imperado-
re,i Venetiani , & gli altri Prencipi d’Italia
fffero confederati infume; che difendeffera
Italia con le lorforz^e communi, & d ogni mo-
tti mento ui foffe l’aiuto commune . H ebbe dà
Di VINEGFA.
ciò V Italia grande allegrezza ;lrtqudte s’accreb
be ancora per lofoccorjo , che’l Prenci pe Dorici
diede ci Corone 3 ilqual joccorfl , & qua fi liberò
la città , ch’era afj'ediata di uittouagha^d' aYme 3
& di fidati . L’undecimo anno del Gnttiài
x. di Settembre morì Papa Clemente in
luogo fuofu creato Paolo 1 1 1. Romano a i xiiij.
d’Ottobre . Pochi giorni dapoi morì ancora il
Duca isflfonfo di F err ara }iuomo grande di con
figlio di prudenza, & di cognitioue di guerra,
& già buon tempo prima tornato amico della
Signoria . Era in quel tempo l’Italia quieta .
Ma non andò molto , che Francefco Re di Fran -
eia , hauendo mejjo infieme un grande efferato ,
entrò nello (lato di Sauoia . Prima fu prefo T u
rino, poi Pittar old, & finalmente tutto quello
flato . Laqiidl cofd, hauendo ìntejò l’imperado
re, ch’era allhora à Ndpolij fe n àlido à Roma ,
doue fu honoratameiite riceuuto dal Papa , &
dà Romani, vàlido poi a Siena, poi aFioren
onde prettamente s’ amò alla uolta del Pie-
monte, quando l’effercito Francefe fi* richiama-
to in Italia . IL’ mperadore affatto Fcffano, CIP
l’hebbe con poca fatica . Poi fu condotto in Pro
Menxa con l’armata del Prencipe Doria , &per
che quiui uedeua di non far nulla , attefo , ch’o-
gni cofd era forte , & ben guardato , fi partì
3*4- VITE de’ PR.E'NC’IPI
con perdita grande delle fue genti . I Fiorenti-
ni ,la cui libertà era fiata oppreffa dal Duca
lefjandro de' Medici morto Papa dementerà
cui il Duca tAleffandro era (lato aiutato fi le -
uarono a remore, & fi sformarono di ritornare
nella loro libertà di prima . Mandarono adun-
que ambafciadori in Ifpagna all'Imperadore 3 à
pregarlo 3 che uoleffe rimettere in libertà la Re-
publica loro . ma esfi non ottennero nulla . L’im
peradore pafiò con un grande efferato in affri-
ca con l'armata per raccjuiftar T uni fi 3 laqual cit
tà era fata prefa da Barbaroffa. Doue egli pre-
fe la città 3 & cjUdfi tuttol Regno 3 hauendo li -
berata'vran moltitudine di Chriftiani fchiaui ;
redimi ogni cofa al Re,hauendogli nondimeno
meffo tributo, che gli deueffe pagare ogni anno .
Ma 3 mentre che l I mperadore faceua guerra in
affrica, il Re Francefco fufcit'o nuoui tumulti
in Italia col mem,K° del Conte Guido Rangone ;
ilquale, battendo in un fubito mefjo infieme uno
effercitOjprefe di molte terre nel Piemonte . Et
hebbe ardire ancora di tentar Genoua . Ma in-
darno fu orni fosforeo . Percioche il Medici
Capitano dell I mperadore fi Ai oppofe con le fue
enti . L’Tmperadore jbauendo accommodatc
e cole d'africa 3 cacciato, & meffo in fuga Bar
baruffa, ritorno in Italia con gran trionfo , &
i
ì
DI V I N E G * A . 33 i
con infinita allegrezza del popolo entro in Na-
poli . Poco tempo dapoi morì Anton da Lena ,
Capitan prudentisfimo, & gouernatore di Mi-
lano . Et in luogo fio fu podo dall'lmperado -
re il Marchefe del V ado ,granC apuano di guer-
ra . A quel tempo , e fendo mancata tutta la
famiglia de Paleoioghi Marchefi di Monfer-
rato , Ì Im per adore ,per ragione di parentado ,
diede lo dato loro al Duca di Mantoua . ilde
cimoquarto anno del Prencipe Gritti uenne la
nuoua d V inegia, & ciò fu trouato poi uero , co-
me xA leffandro de ’ Medici Duca di Fiorenza
era dato ammazzato da Lorenzo de' Medici
fio familiare, sparente affettionato alla liber
tà della patria . In luogo fìio fi podo dalla cit-
tà cosmo de' Medici ancora ^maretta ,il-
quale nel principio del fio Prencipato ,hebbe di
molti trauagli; finalmente ogni coja fi pacefico,
& riduffe in tranquillo . Alcuni fior uj citi 3 i
quali da principio afjalirono la città, facilmen-
te furono ributtati, & mesfi in fuga 3 alcuni di
loro furono morti, & alcuni fatti ptigioni.ne in
quedo mezzo, i Fr ance fi, gli Imperiali fi
rimafero di far guerra; ma nel Piemonte], &
nello dato di Milano continuo s'attefe àguerreg
giare; &l’una parte prefe le tene dtW altra,
I Venetiam fi dettero in pacc.& neutrali, men
5*6 VITE de’ PRENCIP!
tre che in Italia Jìfdceuano diuerfe guerre. Ve-
nendo la Primauera 3 il Gritti 3 & la Signoria
hebhe mona, come il Turco metteua d ordine
una grande armata , & uno effercito per terra
ancora', ne fipoteua bene intendere 3 dotte egliuo
{effe andare . Per laqual cofa à i dieci di Mag-
gio j Girolamo Pefaro fu fatto Generale deliar
mata 3 & con gran numero di galee mandato a
Corfu , per difefa delio / iato della Signoria .
U armataTurchefcdjUfcita fuor dello {{retto 3
andò fino à Corfu . Doue 3 non e [fendo ella mai
piu armata; la Signoria 3 perche non gli pare -
ua da fdarfi de’ Turchi 3 deliberarono di met-
tere à ordine un’altra armata 3 laquale {ìejjè alla
guardia del Golfo di Vinegia . Quefla impre-
ca fu data à Giouanni Pitturi ; tlquale fubito
mandato à Cataro 3 difefe diligentemente quei
luoghi . Il Turco 3 meno l’ effercito per terra in
Macedonia 3 doue fece anco uenire l 3 armatala -
quale era ita uerfo Otranto . Mandò poi una
groffa banda di Joldati contra i Cimeriotti ; la-
quale ricette tal danno 3 che quafi tutti furono
morti . Era in quel tempo il Prencipe Doria
con le fue galee 3 & del Papa 3 & della religion
di Rodi in Sicilia ; coftui 3 hauendo intefo 3 come
VarmataTurchefca era ne 3 porti di Macedonia 3
fubito andò alla uolta fua . Pochi giorni dapoi 3
w f f* -
D T V I N E <5 I A. *?7
effendo ani fato ,come dodici galee de nimici fi
erano difiojlate molto dal redo dell’armata ,
s’auib per trottarle . Lequali , battendo raggiun-
to contra l’dffettation del nimico laJJaltbj
fatto una gran battaglia, & mortovi dall’ una,
& l'altra parte di molte perfine , finalmente
tutte le prefi, & menò in Sicilia le piu leggie-
re , V altre } ch’eran piu grani , & piu fioncie
d’adoprare, le fece abbruciare . Deliaqual co -
fa, effendo auifato il Turco , & molto increfien
dogli di quel carico jch’ egli hauea riceuuto , co-
mandò à Barbarojja , che fiibito teneffe dietro al
Doria, & figli uemua l’occafioneffacefie fico
giornata . H avendo Barbarojja ciò tentato in-
darno , & non gli effendo riufiito , s'auiò uerfi
Otranto, & e/findo giunto a ritta, sbarcò da ot-
to mila caualli, & gran numero ancora di fan -
feria, tra i quali erano molti del Regno di Na-
poli ; iquali ftringtffiro quel paefi . I Turchi
cominciarono con gran fòrza aftringer Caftro\
D oue, e fjendofi lungamente combattuto fin za
conofierfi uant aggio; finalmente gL’huomini del
la terra, mosfi per conf orto, & con figlio de’ fuo
r’ufiiti, diedero loro la terra, con quefta con-
dttione , ch’esfi potefjero partire a faluamento
con tutte le robbe loro . Le promefìe furon prati *■
? • lì 9 r* y rf > / •>
di, ma nulla s atte fi , ne s ojjeruo Loro . Pereto
che alcuni d'esfi fubitofuron morti , & alcun 1
menati fchiaui . m a Barbarofja poi , ueggendo*
che quiui non fucata nulla } torno in Mactdonia »
incolpando appreffo il Turco l'armata V enetia -
tia, laquale die tua 9 ch'era fiata cagione , che le
cofè [ue erano poco felicemente riufeire . Per-
ciò che , andando il Pefaro di notte d Otranto 3
non ne Japendo nuda s* incontrò nell' armataTur
chefca , & intefa la cofa,fi ritirò , & tornò a
Corjù . Hauendo egli ciò ueduto, pensò che egli
hauefje in pruoua cerco di lui ; & pereto diceua
d'tfjèrfi partito di là . Perche Solimano,moJJò
perqueila co fa, diltberò di muouer guerra alla
Signoria ; ^ cofi prima comandò, che s'ajjaltaf
fe Cor fu; & perciò leuò l' efferato, ch'egli ha -
ueua in Calabria . I Capitanile nella prefa di
Caftro haueuano mancato di fede al nimico, tut*
ti per ordine fuo furon puniti della perfdia lo-
ro; i prigioni, eh' erano {tati menati fchiaui du-
bito furono lafciati . Et effo fe n'andò in %Aib.
drianopoli . Di là , com'egli haueua ordinato
mandò Barbarofja con l'armata à Cor fu. Giun-
fecoflui all' i fola à i uentt fette d'^Tgoflo
cominciò à ] correre , & dare il guafto al paefe ,
abbruciare tutti gli edijìcij , & à fare quanti pri
gioni egli poteua . Vi mandò il Turco ancora
delle finterie fu galee, /òpra altri nauigli,che
ni v- I N E G I A . <
frr ono da uenticincjue mila perfine . Grami fu-
rono i tratteteli deWlfiola ; pereto che gli huomi-
tii 3 ò erano tagliati a pezgj 3 ò fatti (chiatti 3 &
di molti uilaggi faccheggiati 3 & la maggior
parte abbracciati . Erano aUhora alla guardia
di Corfù Simon Lioni 3 & Luigi da Riua 3 cori'
altri Capitani 3 & huomini ualorofi 3 icptali
gagliardamente faceuano contrailo à i rimici,
& gli ributtauano dalla città . Onde i T archi ,
non ifperatido di poter per alcun modo hau'er-
ld 3 benché piu uoltc ihauefifiero tentata 3 fi nt
partirono ài di edotto di Settembre, il Tur-
co tornò con iejjercito a Coftantinopoli 3 batten-
do fatto anco tornare l'armata allo tiretto ; co-
fi Corfù rimafe liberata ddWdJJeclio . Per la-
ccai co fa Girolamo P e faro 3 & Giouan Vit -
turi Generali deli armate 3 conchifero fra lo-
ro 3 che’l P e faro con le fue galee andaffe a Scar
dona à combattere la città ; tl Vitturi 3 andana-
dio à Zara 3 à ciò difendere cjuei luoghi dalle cor
rerie de i Barbari. Et cofi l'uno 3 & Caino,
cjuanto fu posfibile 3 f sforzò di fare il debito
fitto, il P e faro 3 hauendo affaltato S tardona,
ualorofiamente combattendo , la prefie per for-
%a la (pianò 3 hauendoui tagliato à pezKÌ
il gouernator e della città 3 ilcjuale era flato Mo-
ro già Chrifliano > & tutti gli altri anco -
z
$4* jltE de’ prekciti
ra. Era in Zara Gabritldd Ritta Veronefe;iU
quale , effondo ito cjutui il Vitturi , per figuire
il confidilo d* alcuni , andò a combattere Ooroa ^
patena de Turchi con Paolo V tndr amino. Do
nato Cornavo ,& Francefco Laudano , Capita-
ni di galee con tutte le lor fanterie . C odoro ,
al primo impeto asfaltando 4 borghi , li prefero ,
faccheggiarono , & faccheggiati abbrucia •
ro»o. La terra fu piu uolte tentata molti
ue ne morirono dall una, & l'altra parte . Ma
ueggendo i noftri ,che non faceuano nulla , fi par
tirono di la , per tornare a zara . Et per quella
uia efjendo tolti in mcx^o da i caualli Turchi ,
furono la maggior parte tagliati ci pczjzj . Ga-
briello, effondo dtjftrate le cofe Sfuggi con al-
cuni pochi i èl V endr amino, & glialtri Capitani
delle palee non furono trouati in alcuno, ne uiui,
^ • • 1 I
ne morti . Stauafo in Vtnegia con gran dolore ,
ueggendo , che non giouaua nulla ne prouifione ,
ue configli 0; & fimilmente tuttol redo d’Ita-
lia pareua,che {teff e con difpiacere ; riputando-
li, che quindi inchinale il nome Chrifliano,&
tutti gli { iati d'Italia. Per laqual co fa Papa
Paolo procurò , che fi facefje una lega con l’Im-
peradore , co i Venetiani , ncllaquale tutti fe
accordauatio contra i Turchi , come contra ni-
mici communi, hauendo eletti Capitani digucr-
yaFrancefco Maria Duca d'Vrbino per terra.,
ti Prencipe Doria per mare ; aggiungendoti
nondimeno alcune condirmi , con Uguali etajcu-
no faceffe d debito fuo ,fi che non parejfe , che
uifojje inganno . In quella lega non uolle efjere
il Pedi Francia , benché piu uolte ui fcjje inui -
tato dal Papa; & cofifu conchiufo poi , che s’egli
perauentura ui fojfe uoluto entrare , fubito potef
fe. Ma il Re, fatta la lega , mandò uneffercito
in Italia, ilquale fubito , che pafso l’alpe, co-
mincio à dare il guado al Piemonte. «-/ flba , la-
quale non era molto forte ,fu prefa , & quanto
fu posfibil far fi , fortificata dai Fr ance fi. il
Marchefedel Vafto era in lAfli , laqual città è
apprefjo ad xAlba } ilquale sera ritirato quiui
dalla furia de Frane e fi ; quiui non fi fece cofa
alcuna degna di memoria. Ma nondimeno l’I-
talia fu molto contra tempo trauagliata , fi che
non fi potè fare quella prouifwne , che fi fareb-
be contra i Turchi . In quelli tempi i fuorufei-
ti Fiorentini , hauendo d’ogni parte raunato di
molte genti, tentarono di uoler tornare in Fio -
ren'za. Ma ^fleffandro Vitella eh 3 era allhora
in Fiorenza, hauendo intefo 3 che una parte dilor..
yo era à Monte * Murlo , et che quiui nontragir*
to ancora tutto Ì efferato , che s’era fatffi aì
Mirandola , deliberò d’ajfaltare i nimici cc^
Zi]
te le j ite forze. Et co fi , facetamente affettan-
doli , facilmente li ruppe , & fcotififie; de quali
alcuni furono morti , alcuni prefi , & altri fi fai
Udr otto fuggendo. Et parecchi di loro s’ erano ri-
tirati ntua Biocca , laquale poco dapoi uenendoui J
il Vitello figli arrefe con tutti coloro , che u era-
no dentro, iqualifdtti prigioni fubito furono me *
ndti à Fiorenza. Pdpa paolo, hauendo fatta le-
ga con l’imperadore, & con la Signoria , men-
tre che tuttauia era difiordia fra l’ Imperatore,
e’I Re Francefco , laquale era cagione , che non fi
poteua attendere bene alla guerra contra il Tur-
co ; ma per la tregua, che s’era fatta per tre me-
fi era poi fiata prolungata altrettanto, fi ri -
pofauano allhora ; difiderdndo metter pace fra
doro , procuro, che l'uno , & l’altro d’esfi fi tro-
uafje à Nizjz* di irouenza ; doue andò ancor
egli. Quiut lungamente fi tratto la pace; ma,
parendo , ch’ella non fi potefje conchiudere , Pa-
pa paolo ottenne, che la tregua fi prolungaffe per
dieci anni . E fio hauea fatto Marco Grimani
patriarca d’aquilegia Capitan Generale di quel
la armata, laquale era di trentdfèi galee. IVe-
tietiani , hauendo già quel uerno fatta tornare à
cafa tuttd l’armata loro , fecero General di ma -
re Vicenzo Capello; il qual e , hauendo mefio in -
fiume gran numero di galee, et d’ ogni forte na-
D I V I H E G I A,
* 4 *
u't&li, prima fe riandò à Corpi. Q ueriri amo , che
p il quintodecimo del vrencipatodel Gritti , Ca-
villo Ovfino fu mandato dal r rencipe , & dalla
Signoria à Zara cittadella Dalmatia con altri
Capitani ,& con buon numero di faldati } da i-
quali OjlrouizX* , ch'era allhorade ’ Turchi ,p
prefa , & faccheggiata , & con molti ridagli
abbruciata. Dicefi , che in quella fattione furo-
no morti da noflri fettecento Turchi , & qua-
ranta prefi . I Cìmftiani, che rierano tncib ualo
rofam ente portati , furono lodati affai daWOrfi-
no, & da Luigi Badoero 3 ch’era quiui Prouedi-
tore. Del mefe di Giugno Barbaroffa armò con
riarmata alla Canea città di Cand/a ; donerà in
guardia Andrea Gritti parente del Prencipe.
*Gran moltitudine di foldati ufcì delle nauifenza
ordine alcuno ,per (acche* giare il paefe,& la
città . Ma, u leggendo egli, che la città era forte,
^7* intendendo > come ; Giouan Moro , eh era allho
ra Duca in Candia, uemua in foccorfo de 3 fuoi con
l’efferato, fece rimontare tofio i foldati sù le na-
ni, hauendo lafciato in terra piu di due mila huo-
mini s iquali furono tutti amatati da’ utUani.
lA'ndò poi indarno ancora à Retimo y ch’era affai
piu forte tentò molti altri Luoghi dell’ I fola.
Ma nano fu ogni fuo sforzo. Ju questo mez -
ZPj ejjendo giunto à Cor fu Marco G rimani con
Z iij '
?44 Vite oé' pr'encipi
Varmata, deliberò di tentar prima la Prette fai
dotte, ejjendo egli ito con grande animo , prefe à
& [archeggiò i borghi ; & fentendo , che ld
Rocca era forte, fa sforzato lafciarla , & tor-
nare a Corfì , donerà il Capello . Quitti ginn*
fe ancora il Prencipe Dori a a i quattro di Set-
tembre con cinquanta galee , & altri legni be-
ni sforno armati . Di tre armate fene fece and
fola j laqual fu di dugento, e cinquanta nauigli.
« Allhora , hauendo il Doria confoderata tuttd
V armata j fot comandato à tutti , che ogni uno
fi effe prouiflo , & apparecchiato > & al fuori
della tromba tutti andaffero alla Preuefa ; la-
qual cofa fi fece poco dapoi. Ma , hauendo tra
nato-, che quiui era Barbaroffa con l armata j
ne gli parendo d propofeto aUhora far giorna-
ta, fi rittro d Santa Maura ; doue uenne anco
V armata Turchefoa J Turchi affaltarono xAlef
fandro Bondulmiero , ilqitale era Capitan del
Galeone ; & d’ogm parte lo combatterono ; md
egli ualorofàmente fi di fife ,non hauendo muri
uento , ne alcuno altro aiuto * il Doria ,ilquale
era General di tutta V armata Chrifliana , non
uolle mai combattere ; ne anco con figliò , che fi
combattejje ; ne ancor che fifife fte/fo , & con-
fortato , & pregato dal Capello , & dagli al-
tri * far giornata ^ dicendo > che quando gli foj-
K • • • . .
DI V I N I G I A. *4*
fc partito il hi forno, non batterebbe mancato del
debito fuo. Due talee luna del Papa ,&* l’al-
tra de i Venetiam ,non conofcendo inimici, &
penfando, che foffero amici, furono prefe di not-
te. Furono prejè anco alcune naui goffe cari-
che di uittouagha ; & l armate de i Chrijìiani
tornarono di notte a Corfù. Mandarono poi o 4n
drea Sierugo da Forli co cento, e cinquanta folda
ti, et con due galee a Parga terra de 3 Veneti ani in
Macedonia , temendo , che non fcffeprefa dà ni-
mici. Cojloro , hauendo intefo , che BarbaroJJr
era giunto quiui , ritornarono indietro a i fuoi. '
Per laqual cofa i Generali delle noftre armate
fi mi fero in ordinanza , & per quattro giorni
tutti furono apparecchiati , & in punto percom
battere , lontani trenta miglia a i nimici. Incit-
ilo tempo Barbaroffa ejjendo auifato da alcu-
ni , come l’armata Chriìliana andaua uerfo Ca-
taro , delibero anch’egli d’andarui . Et ejjendo
giunto a Ericufa, abbruciò tutti gli edifici] * Poi,
dirì%gjtndo[i uerfo la Valona 3 fopr agiunto da
una gran burafea, & grauemente trauagliato ,
riceuè molto danno ; dicefi , che ni perde fidici
nauigli ni affogo ancora buon numero di ua
lenti faldati: Di quelli giorni Francefco Maria
Duca d’Vrbino , ilquale , dalla lega era pubica-
mente { iato eletto Generale contra i Turchi , ef-
Z tuj
VITE DE’ PKENCIP1
fèndo in Vinegia, ammalò d’ una grande infermi
tà. Dallaquale, Jentendoft grandemente tratta -
gliatOj [libito fu portato à Pefaro;& cjuiui pafiò
di quefla atta a i uentuno d’Ottobre. il corpo
J fio fu portato a Vrbino , & bonoratamente fepol
: to in Santa Chiara, Et il mortorio fuo fatto an -
corain Vinegia in San Giouanni.&vaolo
• honorato con la pre fetida del Prencipe Gnttt,&
s - della Signoria, Fece una Oratione in fua lode
Lorenzo Contarmi genti l’huomo honorato,
molto eloquente. Gli fucc effe Guidobaldo bere*
de non folamente dello (lato , ma della uirtù pa -
■v terna ancora , & della beniuolcnza della Si-
gnoria. il Grimani ,il Doria,e’l Capello con
tutta l’armata, affaltando Caftel nuouo di Dal -
matta , eh’ era de i Turchi , lo prefero à i uenti -
fette d’Ottobre. Due rocche , ch’erano uicine
alla terra , fi refero con cjuejle conditioni , che
• quei Turchi, che u erano dentro fi pottffer.o ri-
scattare con certa fomma di denari ; l’arme 3
& tutte le robbe fubito fi deffero al uincitore .
Hauuta queda uittoria , et già uenendo il uerno,
le tre armate tornarono à cafa. Ma il Prencipe
Grittijiauendo con gran prudenza goneruato la
< Republica quindeci anni, fette mefi,&ottogior
ni, morì d’ottanta quattro anni à i uenti fette di
Decembre.il fuo mortorio fuaccopagnato dalla
DI V I N E G T A . *4.7
città tutta addolorata à San Giouanni ,<&* vaolo.
Fu pubicamente lodato , fecondo il costume de
gli altri ; da Bernardo Nauagero 3 digni sfimo 3
& eloquentisfmo gentil huorno . Et fu fedi-
to in San Francefco della Vigna * g* «
% .w « • . ,v ‘\+ • s a'i ut i | \ vvV *fc,tì
PIETRO L A N D O
• • j DOGE LXXVil,
S s e n d o morto il Prenci -
pe Andrea Gritti, con gran-
de allegrezza di tutta la cit-
tà > fu creato Doge in fuolua
go Pietro laudo 3 ilcjuale ha-
utua ottimamente fatti tutti
i magiftran in caft J &* fuori; & ciò fu a i Men-
ti di Gennaio 3 l’anno l xx-vi i. deli’ età [uà.
Coftui,per rifletto della guerra } chef haueiia
col Turco j prefe il Prencipato pieno d’iucommo
di, & di franagli . Quello anno perche Dra-
gut Rais Cor fole Timo haueua affai griffa ar
mata à Erteti fa 3 & affittila tutti quanti i naui-
gli , che pa/fatiano per quel mare; iute fa ciò Fran
cefo Pafqualigo Generale dell’armata Veneria
va, ilquale era à Corfù; à imicttt d 1 Aprile man
dò quitti l’armata piu toffoper riconofcere i ri-
mici , che per combattere, tifine di prouedere al-
! i
r
VITE DE* PRENCI PI
lo flato della Sigiarti, quando egli foffe flato
in qualche pericolo . Et, perche ti Capitano d' ti-
nta fua galea s’ accodò tanto al nimico ^che egli
hebbe ardimento di (parargli alcuni colpi d'ar-
tiglieria, mentre ch’egli s’ajfrettaua poi di tor-
nare all’armata, laquale era a Corfit , l ’ antenne
furono rotte dalla furia del uento . Per laqual
co fa fu prefo da’ nimici con poca fatica . L’al-
tro dì poi nel leuar del Sole, il Pafqualigo ui man
dò quattro altre galee, dellequali erano Capitani
Girolamo Zane, Marco Carlo Contarmi, Fran-
cefco Grittt gentiVhuominiVenetiani An-
tonio Vitale da Faro, lequali con tanta furti fu-
rono ributtate dal Corfale, che furono codrette
arriuare alla riuiera uicina . Tutti coloro , che
erano in quelle galee fi faluarono fuggendo, fuor
che il Gritti ,tlquale fu fatto prigione con due
galee-, l’ altre furono abbruciate da 1 nimici. Del-
laqual co fa , Offendo auifata la Signoria, perciò
che dianzi haueua diliberato di mandare Ga-
(paro Piloni con centocinquanta fidati a Ca-
taro, iquali egli haueua già imbarcati fu quat-
tro nauigli, (àbito mutò openione; (9* perl’aui-
fo nuouoc’hebbe,prefe nuouo partito . Non lo
mandò dunque piu à Cataro, ma lo fece andare à
Corfu con un certo nauiglio maggiore co’ foldati;
acciò che quella città f offe in quel tempo piu fictt
i
Di V 1 NEGTA. * $49
hi. Quedo mede fimo amo fugrandisfima ca
redia 3 non fòlamenteper lajìerdità delle terre ,
quale haueua fatto lega in quella guerra coi
Venetiam, & haucua Tor promefjo utttouaglìa
d’ogni forte 3 & ogni altra cofa > che uolejjero
da fùoi Regni; notigli parendo } ch e quelle cofe,
ch'egli haueua 3 f afferò a bafeanZjt » Per laqual
cofa , trouandofi la città opprefja da quella fcia
gura 3 & 1 confederati ancora in quelmedejimo
difordine, la Signoria mandò Lorenzo Gritti y
figliuolo di Andrea il Prencipe morto,à Sohma
no à trattare feco la pace ; & codui principal-
mente fu mandato per quedo 3 perche } efjendo
egli nato in Codantinopoli 3 & quiui allenato
da fanciullo , hauea grandisfima prattica de co
dumi de' T tirchi 3 & delle ufanze di quella cit-
tà . Codui andò jubito , & benché non ottenef
fe la pace j ottenne almeii quefeo 3 che t Venetia -
ni ui mandarono poi ambajciadore T omafo Con
tarimi ilquale negociò tale imprcfa con maggio-
re autorità . Ma prima 3 ch'egli fi paytifìeffu
mandato innanzi il Gritti, à fare intendere al
TureOj come tojìo farebbe giunto l’ambafciado*
laquale fu quafiper tutta Italiana antora, per
cioche il mare era ferrato per ri ff etto delle guer
rtj nefìpoteua hauer grano di Leuante , ne anco
fe ne poteua leuare da Carlo Imperadore 3 il -
1
*50- VITE DE* PRENCI PI
re de 1 Venetidni . A quejli tempi j hauendo ha
auto i Venetidni compagni in quella guerra Pa-
pa Paolo terzo } & Carlo Imperadorejhaueud -
no tolto Caftelnuouo in Dalmatiaà i Turchi ,
con patto j ch’egli deuejje effer de’ Venetidni .
Ma i foldati Imperiali j efj'endo entrati nella ter
ra infieme co’ Venetidni & hauendolafaccheg-
giatdj mosfi da fuperbid 3 & prefi da auaritia >
haueuano aj] aitato i Venetidni & tolto loro la
preda . Laqual cofàj bauendo confiderato Vicen
%o Capello generale deU’drmatd Venetiana , lo
hebbe molto per male ; & benché egli haueffe di
molte parole col Prencipe Boria Generale della
armata Imperiale ^dicendo, come ciò era disho-
netto ^ cantra la fede della lega, non perciò
fece nulla; & hauendorli dimandato la città ,
per guardarla a nome delld Signoria > ejjo dtffe,
che uoleua guardarla egli al tempo pericolofò ,
promettendogli , che poi glie l’hauerebbe data.
Mifeui dunque in guardia tre mila Spagnuoli ,
iquali guarda/Jero la terra a nome ddl’Impera-
dore . Ma Barbaroffa,, ilquale era alihora am-
* - ; miraglio dell’ armata Turche fca , recdndoft a
gran uergogndj che efjendo egli Capitdn del ma-
re, il Turco haueffe perduta coft fatta terrdjha-
uendo poi raunato infieme d’ogni parte gran nu-
mero di folddti , affedio la città per terra j &
DI VINEGIA. 3*1
per mare> & comincio a combatterla , grad-
ui fi combattè errati pe%go fen%a alcun uant ag-
gio ; (9 in quello ajjalto morirono affaisfimi
Turchi, finalmente gli Spagnuoli, ancor chefof-
fero fuperiori di uirtu > furono nondimeno uinti
dal numero . Perderono adunque la terra , &
hauendo morto gran numero di turnici ^es fi fu-
rono quafi tutti tagliati a pczgj . A quefio
tempo , ejfetido caduto graue mente ammalato Vi
cen%o Capellojch’era Generale dell' armata, fu
richiamato dalla Signoria , (9* mandato in [ito
ficambioTomafio Mocenigo . Ma il Contarmi j
ilquale era flato eletto ambafeiadore , andò a
Coftantinopoli ,per trattar la pace col T ureo .
Et mentre ch’egli era in maggio, Henne la nuo-
ua a Vinegia, come Lorenxp Gritti , ilquale lo
afiettaua in Coilantinopolt , era morto dipefte;
ilquale, fi come quel , ch’era huomo di grande in
gegno, & molto utile alla Republica, cofi mo-
rendo diede grandisfiimo dolore a quafi tutta la
città . Et mas firn amente , perche pareua, che
egli fofje morto a punto allhora, quando ella ha
ueua maggior bifogno dell’opera fua . Iti quefio .
me'zpzp d Marche [e del Vado in quel tempo ,
gran Capitano in Italiajch’era gouernator di Mi
Uno, fu mandato dall'I mperadoreà Vinegia f
per ritenere in lega i Vcnetiani, temendo di quel
''ìàVÌ*' "
VITE DE 1 PR.ENCIPI
lo, dì e s fi haueuano in animo , &già sperano ri-
filai di fare, cioè, ch’esfi nonfacefiero pace col
Tur^o . Venneui ancora un perfinaggio di gran
de autorità mandata dal Re Francy co , per ti-
rarli, fè posftbile era, in lega fico; fi come foglio
no farei fàpientisfimi Re , iquali tengono nera-
mente dllhoragli (lati loro per ficuri , quando
conofcono,chegli altri l J rencipi,&le Republi-
che grandi li fauorijcono . ÌA mendue furono
honoratisfimamente riceuuti , fi come fogliono
fare i Venetiani . Ma, poi che furono dimorati
alcuni giorni à Vinegiaffi partirono, non batten-
do acqui flato nulla l’un contra l’altro , Et To-
mafo Contarmi ilquale dicemmo , ch’era ito a
Codantinopoli, per trattar la pace, tornò à ca-
fa, fetida hauer fatto nulla . Hauendo adunque
Barbar offa racquiftato C ad elnuouo à i Turchi,
come habbiamo detto , Gafparo Piz^xpni , li-
quale, per commi s fione della Signoria,disfi,che
era ito a Cor fu, fu mandato da Zfleffandro Con
tanni General dell’ armata, & da StefanoTie -
polo , eh’ era allhora Gouernator di Corpi ,con
tre galee, & co’ fuoi fidati al Z ante ; perche
egli guardajfe quella terra . In quedo mez^KP
i Venetiani non lafci auano difare cofa alcuna ,
che appartenere alla pace . Mandarono adun-
que Luigi Badoero ambafeiadore à Codantino -
D'1 V I N E G I A.
foli con alcuni doni al Turco, accioche, feposfi-
bde erdj egli fac effe la pace. Laccale di là à mol
ti giorni ftt finalmente fatta con quefie conditio
eliche i Venetiani deffero al Turco Maluagia ,
& Napoli di Romaniche fono città nella Mo
rea ; laqual cofa fi fice à fine di prouedere al po-
. polo V enetiano, & à tutte le atta della Signo-
ria , lecitali erano in que ' tempi afflitte dalla ca-
renila 3 & dalla guerra . » Quel uemo , che'l Bo -
doero negociaua quejle cofe à Coftantinopoli ,
gran moltitudine di poueri huomini, era concor-
da per la fame à Vimgia da Butano > T orcello ,
& d'altri luoghi ; molti padri di famiglia con
le mogli , & figliuoli ftando fu le barchette dì ,
& notte menauano là uita loro > dimandando
limo fina à coloro, che paff aitano ,& ricorrendo
alla mifiricordia de' cittadini , perciò che tra
mancato loro ogni altro modo di uiuere . Per la
qual cofa la Signoria (chefucarità de' Venetia-
tii ) mandò tutte quelle perfine allo Spedale di
San LdX^ero, & fece loro le fpefe del publtco ,
finche durò quellafciagura . Qui s'aggittngeua
la clemenza ,&gran carità del Doge ,dquale,
fu fimpre di buonisfimo animo uerfi ognuno,
& ffecialmente uerfi i poueri , & col Juo con-
forto, & autorità faceua affaisfimo appreso la
Signoria . Hauendo adunque i Venetiani prò -
3*4 VITE DE* PRENCIPl’
ueduto in tal modo ài p oneri , anco le eofe loro
paffaronopiu felicemente per l’duenire . L’anno
- fecpndo del Doge Pietro Laudo, Carlo Impera-
dorè uenne di Lamagna in Italia con affai grò f-
fo efferato; nella cui uenuta molti da principio
temenano delle cofe loro ; ma, poi che fu conofciu-
to d f*o difegno , tutta Italia fu liberata dalla
paura , I Venetiani gli mandarono cjuattro
ambafciadori per honorarlo, hauendogli fatto fa
ye nel Verone (è ponti fopra l'Adige ;ilquale
lontra l’opinione di molti ful ito fi partì d’Ita-
lia, facendo ft condurre in iffagna con le galee
del Prencipe Dona ; doue,hauendo mefja à ordì
ne una grande armata, & fatto un efferato mol
togrofjò, pafib in africa, per pigliare ,fe posfi
bile era, quelle terre maritime ,nellequali fi rir
tollerano i corfali, & fpefje uolte trauagliano la
Spagna, & jpeffo ancora, rubbano i Chnftiani,
che paffano per quei mari & per liberare i mer
canti da cofi fatto pericolo . Ma la fortuna, la-
quale fignoreggia le cofe di quefto mondo /’op~
pofe a quello ottimo [ho difigno . Perciò che ,
Quefia q tianc lo egli già s’appre/Jaua alla riuierad’xAfri
Amare ca, fitbito fi leuò una fortuna d t mare , dallaqua-
fi mofj'e le /lungamente offendo franagli ato,(^hauendo
d °V°f l ; perdute undici galee, & di molti altri nauigli ,
■’im- fu cofiretto ritirar fi in Ijfagna , La primaue-
ra.
cun
che l
-tn»-
M-
I 5-
DI VINEGIA* Ut
ra 3 che «ernie poi 3 s’hebbe nuoua in V inedia , co- pe.tr a dì
me Solimano metteua lordine «narrarne arma
ta 3 ne fi pipetta troppo bene, douefojfe per man - baueua
darla ; ma nondimeno ogn’uno flimaua 3 qud 3 che
in effetto era uero , che battendo egli per nimico rifarti
Carlo Imperadore , fo/Je per riuoìgergli la guer Giorno,
ra addfffo ; altri haueuano paura d’altro . Ma la
Signoria , ancor eh ’ ella hauejfe pace col T ureo , ma ,& fe
nondimeno per prouedere allo flato loro , dn( h’ e f
fi mi fero à ordine una affai graffa armata 3 & fi p ar ’ ù e
rifolfero di mandarla fiora al pio tempo. Di u P on g*
quefla armata fecero Capitan Generale Stefano
T iepolo ottima j & grauispma perfona 3 ilquale
nella guerra paffata 3 quando era al gouerno di
Corfu , sera portato ualorofamente , & hauea
eonferuata quella Ipla alla Signoria 3 cantra la
furia di Barbarcffa ammiraglio dell 1 armata Tur
chepa, ilquale 3 prefo ch’egli hebbe il genera -
lato 3 diligentemente difefeilmare 3 prejedi mol •
ti corfaltjche fi chiamano Vpocchi; iqttalijUpen
do fuori d' alcuni monti 3 & luoghi difpcili della
Dalmatidjfcgliono affaltare coloro 3 che paffuto
per quel mare 3 & rubbarli 3 & ammazzarli.
Stefano adunque 3 quanti ne fttron prcp+tanti ne
fece impiccare per Ugola; fuorché un fanciullo,
ilquale per ri /petto dell’età., parendogli degno di
perdono, fu liberato dalla morte, VarmataTur
VITE D E PR.EN CIP!
chefca, hauendo crudelmente predato l’ifola di
Lipari j #* alcuni altri luoghi dell'Imp. #* cer-
ti legni piccioli , & efiendo fcorfa fino à Marfì-
glia., benché ella non hàuefje fatto co fa alcuna de
gna di lode, ritorno finalmente a Cofiantinopoli •
il Tie polo ancor egli , efiendo già ficuroil mare,
#* uenendone duerno, fu richiamato à Vinegia
dalla Signoria . Stette poi la città quieta il rima
mente del tempo del Landò ; & benché fof] e ac -
ce fa la guerra trai Imperador e , #* Fr ance fio
He di Francia,#* ch'eglino fo fiero follecitati da
l'uno , #* l'altro con ajnbafèierie , & con promef
fe, non pero accettarono niunacondition loro . ll-
qual configlio fu feguitato ancora da Papa Pao-
lo, che uolle dar neutrale ; come che l'uno ,#*
l'altro giudicajje, chefoffe in fuofauore. Et per-
ciò di qu ìauenne, che l'Italia {lette afidi quieta .
L'anno feflodel Landò la prima uolta fi comin -
, ciò a eleggere il mdgiflrato de gli Auditori N o
uisfimi, tquali hanno commisfione di giudicare
teliti minori de i foreftieri. il cadelio , ch'ai
tempo fùo sera cominciato dpprefio il porto di V i
negjdj fu la maggior parte edificato . Hauendo
adunque cottui con gran fede , #* carità uerfo la
patria gouernat ola Republica fei anni ,#* otto
mefi , morì à gli undici di Noutmbre. il fùo
mortorio fu accompagnato da tutta la città in
DI V I N E G 1 A » 3 $7
San Gioitami, & Paolo. Et fu fatta una Ora -
tione in fua lode al popolo , come s’ufa, da Michie -
le Baroxgf, ilquale olirà la nobilita del [angue,
ejjerfotia illuftre per la cognitione , eh’ egli ha di
Ft loffia, & dell arti Liberali . Efjo fu poi fe-
poltoin Sani Antonio ni cui fepolcro di mar-
mo, fi uede ornato con le i latue della Giuftitia ,
Fortex2Z*>& Prudenza nella capella della V er
gine Maria da lui , mentre ch’egli era uiuo, edi
ficata, & dedicata appreffo alla porta maggiore
della chiefa. In luogo fuo fu poi creato Prencipe
con 1 marauigliofo confentimento d’ognuno , la
fera ài x x 1 1 1 1. di Nouembre, Francefco Do
nato jhuomo di [ingoiar humanità,& d’ani-
mo manfueto, & molto accommodato ad acqui-
farla grafia de i [uoi cittadini. -■
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IL FINE. i'l
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VITE DP PRENCIPI
DI V I N E G I A.
FRANCESCO DONATO
MARCANTONIO TRIVISANO,
ET FRANCESCO VENIERO.
SCRITTE M. GIOR-
GIO fi£ NZONE,
w -
I
FRANCESCO DONATO
DOGE LXX V I I*
1 0 ld
mor-
te del Landò fu
creato Doge co
fommd uetura
della Republi-
ca 3 & applau-
fo miuerfale
Francefco Di
nato j Senator
egregio
buomo eccellentisfìmo in tutte le uirtu ^
dicono ottime panilo dnwftrd [alute mdxl
DI VINEGIA*
a i uentidue di Nouembre. fitto queflo Prenci -
pe fi nifi e in gran quiete , fetida che fi finti [Je
' alcun moto di guerra j perche , leuàto dianzi la '
guerra Turche fia, che haueua affai datocché pen
far alla Signoria , & ficee [Je le morti di alcuni
He , non fu ne anco iti Italia alcun romor d'ar-
me ,0* fe pur fu , fidi pochisfimo momento .
Onde in quello godimento di pace s'abbellì la cit
là inpublicOj&in priuato di nobili fìme fabri -
che, perciò che il palagio del Prencipe fu in gran
parte ridotto a quella bellezza , che bora il ueg-
giamo ; & la libraria in piazza al dirimpetto
del foro ciuile,anch'efjafu dirizzata fu fi ; 0*
la Zecca , doue fi batte l'oro, & l'argento in mo
liete, parimente fi finì ; tutte opere dell'eccellen-
te Giacomo San fonino ; 0* quafi , che i priuati
gareggi afferò in ciò con i Signori ,per tutto fi ui-
dero parte incominciar fi , parie fornir fi molti fi
fimi nobili edificij ;per laqual co fa fu giudicato ,
che la Pepublica doppò tante guerre, che l'haue-
ua trauagliata y allhora godefj'e il frutto delle fie
fatiche . il fittimo mefidel PrencipatodelDo
ge Donato , fi dato il gouerno delle genti d'ar - •
me di terra a Guidobaldo della Pouere Duca di
Vrbino ,perhauerhauutolo flato fimpre buon
feruigio dalla felice memoria di Francefco Ma-
ria fio padre ; 0 lojìeffo Prencipe in chiefi di
y c/f iij
'a 6 O VltE DE' PRENCIPI
San Marco gli confegno con gran folennita , &
pompa lo i laudario . Vanno medefimo l’Impe-
radore mcffe una gran guerra in Lamagna con -
tra i ribelli dell'Imperio , i quali fitto colore di
difender la religione sperano armati contra di lui;
laqual guerra doppo molte fattioni , fi riduffe in
quello, che l’Imperadore , uinto il Langrduio
d’offa, el Duca di SaJJonia ,& hauuto l'uno,
& l'altro nelle mani , tranquilli quella prouin -
eia. Poco dapoi morì il Re Fr ance feo ,ilquale,
per l’infelicità fua nelle cofe della guerra , haue-
ua dato tatebotte all’ Italia; fuccejjegli il Re *At
rigo , il piu bellico fi, & armigero Prencipe , che
babbi d hauuto molti anni fa la Francia, per le co
fi, che fi diranno di lui ; & per un cafo feguito
in Italia fi dubitò grandemente , che non fi tur
baffi la quiete fra; perche di quei dì, ò fiinti dal-
l ’ajfettioue, che hauejfero alla parte I mperiale ,
òche non poteffero tolerar quello (lato, alcuni
congiurarono contr a Pietro Luigi Farne fe figli-
uolo del Papa, Duca di Piacenza, & aj] olitolo
un dì, lo tagliarono àpezgj, dandofi i Piacenti-
ni all’lmperadore ; per laqual co fa Don Ferran -
te Gonzaga andò a flringer Par ma, per effere
l’uno, et l’altra città della giurifdittione del Da
cato di Milano ; onde cafa Farne f ? riceuuta que-
lla graue percoffa , uennero dapoi alla diuotione
\
Di V I NE GT A.
del Re di Francia , dando il Re una fùa figliuo-
la per moglie al Duca Oratio Farnefe i ma gli
Imperiali , necesfitati dalla guerra, che faceua
il Re in Piemonte gagliarda, <t tornar in dietro ,
& foccorrere le cofeloro, in uano tentarono Par
ma , & in uano ui tennero Taffedio , hauendola
ualorofamente difefa il Duca Ottauio Farnefe ,
genero delTlmperadore.il fecondo anno del p ren
cipe Donato , uenne la Ducheffa d’Vrbino a V ene-
tia , nipote del Papa , & fu riceuuta dal Doge ,
& dalla Signoria nel Bucentoro con grandisfi -
ma allegrezza ; per dimoflrarle ogni fòrte
di gratitudine oltra i doni ricchi s firn inoltra mol
ti altri ufficij di amore di beneuolenxd, la
fecero a molte loro gentili donne tutte ueftite di
bianco incontrare , & accompagnare fin al fuo
alloggiamento a/fegnatolcj di che Je ne lodarono
molto il Duca, la Ducheffa, e tutta cafa Farnefe ,
uedendo in questi affabili Signori tanta huma-
nita, & honoreuolexzj- uerfodi loro. Entrando
poi Filippo , figliuolo dell’ Imperadore , di Spa-
gna in Italia per paffiàr in Fiandra a trouar. il
padre, la Signoria gli mando fin a Genoua per
ambafciadore Federigo Badoero,& uenendo per
lo ( lato , con di molti grandisfimi , & ritchif
fimi prefitti Ihonorb. Fu tocca l'anno dauanti
la chiefitdiSan Zaccaria di filetta cel ette, &
1 fij i
il campanile di' San Marco con ejja ancor a 3 &
in Chi orgia fi uidero molti fegni per un gran
temporale 3 che fi leuò ; nondimeno non ne Jeguì
alla Republica pereto alcun male 3 che 3 quan-
tunque il Redi Francia j il Papa j&V Impe-
radore facefiero tutti gli sforai loro per tirar-
la ciafiun di loro in lega con se; i Venetiani non
uolfero pero mai intricarfi nelle lor guerre 3 ha-
flando loro di goder in pace io { lato 3 che pojje -
deuano ± ritornandofi a mente quanti incommodi
haueuano patito in puhheo 3 &priuato 3 per fe-
guir bora Francia 3 bora Spagna 3 & Papa nelle
guerre paffute . Pero 3 conferuando buona pace
con tutti ; non mancauano di renderfi grati à
tutte le parti con ogni ufficio di hum unità 3 &
dicortefia . Là onde 3 hauendo Francefilo Duca,
di Mantoua tolto per moglie una figliuola del
Redi Romani jdoppo celebrate le noz^e 3 fi n ~
do uenuto in di fiderio a Ferdinando 3 figliuolo
del mede fimo Re 3 à fio cognato 3 & ad alcuni
altri Prencipi Tedefchi di ueder Vinegia 3 & iti-
fitar la Signoria 3 i Venetiani fecero grandisfimi
apparati di fette, & particolarmente mifero in
ordine tre palagi i piu fuperbi 3 & magnifichi
per riceuerneh 3 che f offro nella città 3 non ri-
filarmi andò alcuna fòrte di follecitudine 3 & di
jìudio per honorare cofi alti Prencipi ; ma^fopra-
DI VINEGIA» jrfj
uenuta la morte di Papa Paolo, non poterono ri
eeuer quefii grandi hofti , per efferfe esfi sban-
dati qui, & la ; & s’hebbe mona poi , che era
(lato fatto Papali Cardinale di Monte, & det-
to Giulio terxs, fiotto ilquale fi celebrò tl Giu-
bileo in Roma, (fi in Venetia ancora con gran-
. disfimo z^elo uerfo Dio da tutti gli huomini .
_ L’anno fettimo del Prencipe Donato s’accefe in
Germania , in Fiandra ,(?* in Italia una gran
guerra, perche Mauritio Duca di S afonia con
.alcuni altri Prenci pi confiirò centra L’Impera -
. dorè , & uenne con fomma prettexga a Ijfruc
per opprimerlo, dotte e/Jo, fatto aui fato un poco
auanti dell’arriuo de i turnici , di nafeofo fi fuggì
d V iliaco, nelqual luogo i Venetiani ,per hauer
.con V^Aufiria finitimo lo (lato loro del Friuli,
lo'confolarono. , & [ottennero cortefemente di
quelle cofe , che giudicauano effirgli nectjfarie ;
ma l’Imp. hauuto aiuti di Spagna, & d’Italia,
s 3 apparecchi dua a far guerra contra i capi della
imprefa,fe non che, nata diffenfionetra esfi ca
pi per il Marche fe Alberto di Brandeburg, che
richiedeua non so che denari da i Vefcoui di Er -
bipoli, & di Bamberga, ne li potendo hauer e, fi
hatteua riuolto <i danneggiar i lor paefi,gli altri
collegati uennero alle mani con lui, (fi* nella bat -
, taglia rimafe morto d’archibugio Mauritio ,e'l
IV, '
VITE DE* PRENCIP!
Marchefe rotto; perche iTmp. di mexjXP uerho
dfjediòMet gerita in Loreno , dallaqualefu ri-
buttato per l’dJprezjzj deluerno . E’I Turco ,
che erd in lega con Francia 3 mi fi in mare una
grande armdta fitto Drdgut; per laqUdl cofd i
Venetiani , con tutto che haucjjero buona pace
col Turco armarono anch’es fi, Sfecero Gene -
Ydle dell' armata Stefano Ttepolo Senator egre-
gio > & huom di grandi fi imo configlio 3 & ri-
putdtione ; ma Varmata del Turco 3 fendo ftdta
ributtata dall’ armata Imperiale 3 che nella me -
de fima imprefit acqui ftò Affrica citta in Barba-
ria } leuato ogni timor deli arme Turchefche uia 3
la Signoria richi amò àcafail Tiepolocon Tar-
mata 3 che la riduffe fand 3 & fatua . In quefto
in Italia > altra la guerra Hata trauagliata at-
torno la Mirandola 3 & in Piemonte tra gli Im
periodi 3 & Francefi jie nacque un altra maggio-
re 3 laquale diede grandis fimo faftidio alla Signo
ridj per hauer ella fempre fauoritola libertà al
trui . Erano i Sdnefi uenuti fitto il mperadore
per opera di Don Diego Vrtado di Mendo’zjza;
iqudlij non potendo [offerir di efjere figgetti ad
alcuno j cacciarono ilprefidio Imperiale 3 per la -
qual cofa l’Imp. moffe lorguerra } mentre esfi >
mesfifii in patrocinio di Francia > s" apparecchia-
uano gagliardamente a refifiergli . Ma nel Gol
D I
VINEGIA» 36 ?
fo di Vinegia , mentre Bifo Mujlafi Corfale con
alcune fitjìe trauagliaua le riuieredi Dalmatia^
& i legni, che negoziando andauano , & ueni -
nano d(t Vi negi et ,Chrifloforo da Canale glifi*
fipra con alcune galee della Signoria , & rotti ,
& prefi tutti i nauigli del Corfale, egli con quel
filo unico j che gli rimafi, & doue era la perfo •*
na fua 3 fifrg^i > Ma nondimeno prtfo dal loro
Proueditore fi rimafi col capo mox^o , non ne
fapendo cofa alcuna i Signori, juttauia fi ne gin
dificarono co fi bene col Turco , che fi conferi-
rono in buona con lui . Vanno flit figuìfi Tur*
co fi contemplatane del Prencipe di Salerno ,
mandò fuori ma groffa armata per trauagliar
gli é iati dell’ Imperadore ; laquale , uenenao nel
mar di Tofana fece di molti mali tielTlfold del
l’Elba, & in C orfica particolarmente s’infigno -
ri d’ alcuni luoghi sfacendo fi in quelli forti 1 Tran
cefi contra i Genouefìi,che con grande apparato
di guerra fi moffero à ricuperare il perduto . <Ar
detta allhora la guerra crudelisfima tra L’impe-
ratore e’ l Re dt Francia in Fiandra , in Piemon
te,&tn Tofana, con tanto incommodo della
Chridiarìitd, che tutte le prouincie di uerfo o4V-
toi, Liege, lAinault, Lucemburg , erano po-
co men , che didrutte, & rumate ; ma in To-
fana gli Imperiali ftringeuano Siena con un
^66 VITE DE f PRENCIPT
flrettisfimo ajfedio , sì che nella citta fi patina
forte di fame ... Mentre quefte cofefi faceuano ,
il Prencipe Donato Jnauendo fauiamente gouer-
tiata la Republica (ètte anni , & fei me fi poco
meno, ufi di queda nit a a i uentitre di Mag-
gio, hauendo lo flato fempre goduto fotto di lui
una tranquilla pace , & dolce ,ocio . Furongli
celebrate le fue efjequie con grandisfimo dolore
di tutta la città . Fecegli l’Oratione funebre
Giouanni Donato Jhuom per gli i ludij delle let-
tere, & per molte altre rare parti chiaro
ejfofu fepolto in Santa Maria de' Semi .
MARCANTONIO TRIVI SA-
NO DOGE LXXIX.
Orto il Prencipe Donato,
fu creato con confenfo di tut-
ti, ài tre di Giugno mdliii.
Doge Marc Antonio Trini
fino , huomper innocentia di
uita , & per fantità chiaro ;
conciofia che hebbe tanto cura , che la giuditia
fojfe o/Jeruata à tutti , che ogni fettimana fole -
ua di collegio con la Signoria andar per il foro ci
uile, & a tutti i giudici ricordar, che facejfero
l’ufficio loro guidamente, & dirittamente, &
fe alcun pouer’huowo fi doleuadi ejjereà lungo
DI VTNEOIA.
i hatiato nelle liti dagli aduerfarij fuoi , lo fa-
ceua tor in nota à un fegretario , & raccoman-
daua caldamente la fua caufa à igiudici ; dapoi,
, perche tutti i uitij fogliano produrfi dalle fette ,
da i giuochi^ & da i banchetti , ne icjuali la nobi
Ut a Venetianaper pompa , & grandezza con-
fuma di molti t efori, operò con i Capi de i Die-
ci, che procuraffero con una parte , che non ftfa-
ceffero piu fette notturne; per lecjuali cofe L’otti-
mo Prencipe s’acquittofama d’animo incorrot-
to, & innocehìis finto ,poi cheprocuraua la fklu
te de i fuoi cittadini non folo delle facilità , ma
dell’animo ancora . Et, come am antis fimo del-
la pace > non fi puote mai indurre à perfuader a i
fuoi, che fegati] ero alcuna delle parti ,ò Impe-
riale ,o Francefe ; perche , durando ancora la
guerra crudeli sfim a, & acerbisfimatra cjuette
due potentie, luna , ò l’altra fe lor ueniua fatto
di tirar in lega cjuejìd eccellentisfma Republi-
cajgiudicaua di rimaner fùperior al nimico, per
ejferfoli i Veneziani rima fi doppo tante riuolu-
tioni di ttati in Italia > & grandi potenti ,
' & ricchi , £ 7 * riputati , e temuti . Quetto fe-
ce, chelapacejafciataglicjuafiperheredità del
Prencipe Donato, conjeruo inuidabtle , sformati-
dofi diperfùadtr per quanto era in lui àgli altri
Prerxipi Chnttiani altrettanto ^per tratiquiliti
308 VITE DE* PRENCIP1
* di turigli huomini; & cofi il fantisfimo Pren*
ripe, battendo retta la Republica un anno manco
tre dì, orando dduanti Immagine di un Crocifffo
fòro, l'ultimo di Maggio . le [ue esequie furo-
no celebrate con umuer fai dolore da tutta la cit
ta . Fccegli l’Oratione Bernardino Loredano ,
non foto per la nobilitala per l'ingegno, & mol
te fetenze j che tornano, illuftre > & effo fufe-
polto in S. Frdncefco della V igna .
FRANCESCO VENIERO
> doge lxxx.
V fatto doppo ilTriuifano Do-
ve Frdncefco Veniero , l'anno
m d l 1 1 1 1. a gli undici di Giu
ano con piacer uniuerfale ditut
ta la citta . Cofluifu ornatisfi
mo di ogni forte uirtù , & d in-
gegno j & di eloquenza mirabile . lAl fuo tem
po in Italia feguirono tutte queftecofe . Effen-
do flatorotto in campai giornata Pietro Stroz L
zj, & in alcune altre minori fattioni ributta-
to j mentre egli con l'aiuto Frane eje t cercaua di
tor a Piena tajjedio quella città oppreffa dali'ar
mejdaUafitme , & dalla fra pertinacia ,uennc
finalmente fotto l'Imperadore con grandisfima
gloria dèi Marche fi di Malignano , che haueua
\
DI V I N E G I A. 569
maneggiata quella guerra . Et , perche il me - <
defimo Strozzi con alcuni Capitani strafatto
forte in Ponti ercole , il Marchese andò d efpu-
gnarlo, &con poca fatica hehbe la terra, & ne
riffimfi uia lo Strofi . Di quei di anco , fen-
do morto Papa Giulio , gli fuccejfe nel Papato
Marcello Ceruino Cardinal ai Santa Croce flet-
to Marcello 1 1 . huom,da cui per lafua molta
bontd,& molto udore, la Chnftianità fperaua
certo di utder tra i Prencipi fuoi fiorir una lun -
f a, & diuturna pace; ma i nodn peccati , che
anno colmo il facco deli ira di Dio , non confett-
arono, che un sì ottimo Pontefice ne procacciafi
fi un tanto bene ; perche, doppo uentun di , che
egli era flato Papa, morì, con dolore di tutti i
Chrifiiani . Fu creato in fuo luogo il Cardi - '
nal Caraffa Napolitano ,& detto Paolo quar-
to, ilquale filo ha moflrato animo inuitto , &
neramente degno del nome Italico, per le cofi fin
qui da lui operate . il meje fittimo del Dogato
del Prencipe Veniero,uenne aVenetia il Cardi-
nal di Loreno,per mouer quelli Signori, fe potè* •
ua, d collegarfi col fio Re; doue la Signoria an -
dòn incontrarlo col Bucentoro con grandi s fi ma
feda, & allegrezza della cittì; & datoci al-
cuni giorni fi partì . Ma, hauendogli anni dauan
ti congiunto in matrimonio li m per adore conia
ì
$70 VITE DE PUENCIP!
Reina d’ Inghilterra fua cugina , Filippo fuo fi-
gliuolo Prencipedi'Spagna , & difiìderando di
/* goder il rimanente della fua uita fior di traua -
gli del mondo, chiamatolo d'Inghilterra gli fi - .
ce don atione di tutti gli flati Juoi, riferbandojì
la Spagna , & l’Imperio folamente iper lacjual
co fa uenne in Italia Capitan generale del Re il
Duca d’^Alua, che fi tratiaguò in alcune fatt io-
ni con i Francefi in Piemonte . Et inVenetia ,
pafjando diPolonia in Italia per andar al fuo fta
to in Puglia la Rema di Polonia Ju ricama dal
- la Signoria con folenne pompa nel Bucentoro ;
perche , elette le prime piu nobili, & piu ricche
gentildonne della città, diede lor licenza, che po
tejfero ornarfi di gioie , onde fi refi bella cofa à
uedere, oltrala beltà, & attilatura le grandi
ricchezze di Venetiam ; rilucendo quelle donne
tutte , come pecchi per tante pretiofi pietre, che
h aueH ano attorno . Fu quella Reina alloggiata
neUacafa del Duca di Ferrara ,& nelle mede-
firn e danze, neUequali alloggiò la prima uolta ,
che andò à marito in Polonia . p affati alcuni di
- quelle galee, che i Signori haueuano efpedite fot
to Pandolfi Guoro contra Salaà Rais Cor file,
la conduffiroà Bari fua città in Puglia j&il
Prencipe Vernerò, che s’era alquanto conua-
luto di una graue infermità hauuta , l’accom -
pagnò
DI V I N E G I A. *7*
pdgnòfin alld galea Capitana ; Doppo Id pdrtitd
dtlla Reina , il Prencipe ricadendo nel primo, fuo
male 3 con grandisfimo dolore di tutta la città ,
fni fra tuta à i due di Giugno Jjauendo tenuto il
Prencipato due arV)i manco none di . Gli fu cele-
brate in gran frequenta le fue effequie da tutti
gli ordini della clttà 3 et gli recito l ’Or ationg Ber
nardmo Loredana con fomma lode di eloquentia ,
&di letteratura 3 O*efjo fu fepolto in San Sai
uadore. Et dapotj&on mirabile. con fentiment.o
di tutti 3 fu creato Dòge Lorenzo di Priuli à i
quattordici di Giugno 3 il Pxencipdto delquale
benché fia (lato turbato per bapefie pajjat diffe-
riamo nondimeno yche fera tranquillo 3 & felice
per il mirabile fuo ingegno & grande intelli -
gentia delle cofedel mondo . Faccia Dio di ac
crefcer quefto inclito flato 3 & di conferuarlo fn
aUaconfumatione di tutti i fecali per ricetto del-
la libertà , <& appoggio della [anta fede v * .
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IL FINE. «.-• . . >
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BERNARDI GEORGII P.V.
Periochdin xij.publicas folemmtdtes inquibus
prxter aliqttot paucas Aids illuftrifi. Venetus
Princeps comitantibus Senatonbus Quptannis
in pubhcum prodit .
r . ■ • - •wyvf v v ' vi
r - Eiufdem Bernardi Georgi] carmen
dd letlorem .
V ffS / » i4iiy • f •», V* ♦* '
Cum pompa de more folet Dux ire per urbem 3
Tumcum uexiìlis } cantthfà atcjue finis
Pdtncijsq; modo , modo concomitante fenàtn ,
idque ex praferipio^ tum quoque legefacit .
E cuntlis bis [ex folemnia legimus inquam ,
Qua diana acceptu uifafuere magis .
Biffini s quare metris conclufimus dia 3
Per capita utq ; datum ejìjhigula reddidimus
Hoc fi parcè nimis 3 carptimq; relata uidebis ,
Ne die me hi fiori dm texere 3 fid periochen .
OB CiAKSofM SERE -
nifi. Venetus Dux comuantc SenatuCal. Feb .
Quotanti^ ad templum Santi & Maria Formo -
[a proficifiatur .
Cur nam Febrari Formofa ad tempia calendisj
Nullo non anno Duxq; 3 Senatus eant ,
I
Si nefcìs cau firn (pducis aduerté)docebo .
IsIam uctus, atque recens hoc monet hifloria .
kAbftulcrat Hoflrds prado exTergefle pueUdSj
E tempio uellent cum remeare domum „
Per mare lignorum fabri hos ex urbe fecuti ,
Deuiclos omneispenè d ed ere ned .
Vr.de Senatores gaui fi cade latromm ,
Nuptarum reduci uirgimtatefimul ,
Munere pyo tónto ftatueruntfeild Mari#
isfnmtdj iure ilio concelebranda die .
QV^RE 1LLV STRI S S. PREN-
cips , cum fenatoribus in foro ueluti prò tribuna
li fedente , (juahbet Quinta feria ante Quadra-
ge firn am tauro , <& dlicjuot fuibus capita am -
putentur .
Cur decollentur taurus fpeólante fenati* 3
xAtcpue fùeSj cum lux injlat opima iouis > /
SÌ cju£yìs caufds, à nobis accipe leólor ,
Exponam modo qu£ te quoq ; fare iuuet. ( ohm
Stagna , Gradumq ; fimul Patridrcha muafèrat
Caftraq; frmaYdt proxima nobihbus }
Quos [um ptis armi s V enetus Dux agminefa
Deuiclcs eoe pi t j carcere clduft item . (
*/ , , BB il -
* A
Praful pace inita demuefl ^ fquileius adaclus,
Vt taurum patribus pederet A utqi fres.(tanms,
Hinc taurum, hincq ; fues mos eil 3 maclare quo
Poycì heroas captos, bos dominumq ; notant .
*' • \v\V *. » "*\i y.r/ivi ^ * u
QV^C DE C^CVS^P QCTyAVO
Cai, lyfprdis quohbet anno Serenisfi. Dux co -
imitante Senatu uifitet facras dedei s Beati Mar-
ci ad honorem Deipera Virgims .
kA Patauis fundatadie hoofuit inclita mitra
Excidium patria, tum uentisq; fri . (urbs ,
Omnia nam ferro uaftabatj & Àttyla flamis
Barbarus A Italiam frppeditare uolens .
Marcia quocirca itatuerunt ritè quotannis
V irginis ob laude m ni fere tempia patres .
Dux ex hoc iviturluce hac comitante Senatu
Sacrum adit, &gratcs Dis retulijfe folet .
, Pr detenere anni noitra urbs ut codita primo ejl
Mille ac centeni bis duo terq ; decem .
n Hdec eadem ut totidem felix pertranjeat annos
Fertepreces Maridòj frinite nota patres.
.. . ^
<iQf ) ** * * i. , • 5 ' * t *Vv,v • * . *..> „ j ' * v.,
> • •
\
QVkA'M ob rem illvstris.
Princeps quolibet rejurrcclionis dcminic£ die
cum Senatoribus ad fannum Sancii Zacharia
r e conftrat.
Excoli tur pasfim Chrifli folemne quotannis j
Smorte ad uitam quo reditilledie .
P tettiti t hoc; & ide fan per rejpibltca nottra 3
Nobilis eximi a religione Dei J
isfjl cur 3 Zachari £ luce ìlla uifitet adem
Duxq; 3 Senatus item commemorare libet .
Corpora Sanò} orti m dono monialibus illis
Papa dim dederat 3 motus amore Pio .
Munus ob hoc Princeps fanum id 3 Sanólusq; Se
Promijère ilio uijère nelle die . ( natus
Vnde Senatores Veneti tllic quohbet nno ,
Polliciti memoresj corporafaucla colunt .
* * . ‘ w v * * % A
QJV I D IT^C OCTsAV O DIE
poji refurreflionem Dominicam SerenifZ.DuXj .
cum Senatoribus quotannis eat { ad delubrum
Sanélis Gemmano , & Memx martjiribus di -
catum .
V italis cupiens plateam extendifT ? Michael >
Martyribus geminis tempia dicatarmt ,
BB iij
Pontifici* fummi id cum peruenìffet àd aurei* ,
In Venetum exarfit protinus imperium .
Sàlice t abscj; ullo quod nutu prjefulis effent
xA'nJi delubri s dppofuifje manus .
Hocoptans igitur mendum emendare beatus
Papa, ita cum Veneti s tranfigit > atq ; Duce .
Principio cunttos abfoluit 3 & inde quotami s
Vi fere facra monet mox renouanda Ducem .
O ciana poiìquam furrexit luce redemptor 3
Duxadit idtemplum 3 feq; >fuosf piat .
• «
QV^C DE C^fVS^f XVII. CiXL.
Maia s celebretur Quotannis folenne . S. I federi
Martyris ex quo llluflrifi. Princeps cum fina-,
toribus uifetat Marciarti Bafelicam pr&euntibus
praconibus cum c&reis integri* , & inaccenfes
Cur ifedori fiat folenne quotannis 3
En refero 3 ufq; adeo cur celebretur idem .
Priuatas caufas ulturus in urbe Marinus
E dietro illuflri fanguine proo;emtus 3
Colletti* aliquot nauarchis perdere quofdam
T rattauit 3 maius ius febi & arripere .
Re comperta hi tunefuerat quibus ipfa pote(las x
Comprenfum iuri feippo fuere Ducem .
C onuiflus demum capite eli pcrcufjus in aula 3 .
Quo iufeurandum p ra{hteratq> loco •
Iure igitur finem hutic pariterq; b&iufta Mari
Proq; auj ìi accepit , prò mentisq ,* tulit . (nus
* ’ì
QV^fRE SEPTIMO C*AL. M^C-
ito frignio quoque anno Sereni fi.Dux comitan-
teSenatu Jole imi cum pompa Marciarti adent
adeatj & Magnifico epulo fenatores a [e limita-
tos exeipiat .
T endebant S anóli T heodori infijrnid ciues
<-/ fdriaciq ; domi , tum pariterq;foris .
Cum ligure ad quoiiiam quam plurima bella ui
T endtbanteade qui prope figlia foris , ( gebant ,
Ne dolus inferri, aut damnn Jibi pofjet £ botte.
Prima ea fanxerunt ponere figna patres
xAduettnm bue Marci fuerat Paulo ante beati
Corpus ab xgypto , non fine mente Dei .
Marcia quare omnes ttatuerunt fumere figga , ,
Euentura [ibi projpera cunóla rati .
Pi ine D ux oflauo Maij quocunq ; Calendas ,
T emplum adì t fine epulo condecoratq; pdtres.
QV^C DE RE IN SOLEMNÌ c/f-
fcenfionisdominic£ llluslnjf Prive e ps comitati*
tibuspUrisq ; magidratibus Bue eh tauro uedus
extra Gemimi cadrà littorea Nauarchis [ibi
minidr antibus , mari cie/potifato ad Dim Nico-
lai fanum defceudat 3 &rc divina perada inda
cariurn reuedus epulo regali S autore* 3 & fub*
indeNouarchos excipiat . .
Milite colicelo j multisq ; triremibus audus,
Intulit in V enetos Rex otho bella patres ,
Quod Dhx Pontificem hojjntio feruaffet in urbe
tApprenfum nollet quodq; dedtfje fibi . hac>
Contra quem ualidas Veneti eduxere triremes s
Hojìeq ; deuido mox rediere domum .
Captiuosregem fecum 3 comitesq; trabentes ,
Remigium , fcaphas 3 tegmina 3 figlia , tubas •
V,nde Duci Excelfos Papa ed largitus honores ,
Cui marismà edam cornuti t imperium .
H ine. bue ent auro uehitur Dux quolibet anno 3
Hinc epulo nauta* > projequiturq ; patres .
. . t
%
* f' i
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W
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CVRXV1I C*Al. IVIIAS C'È -
Itbretur fefta dies Santfoirum Viti, &ModeJ}i J
&cur SerenijJ. Dux cum I umori bus parricijs
extrueio ponte temporartofuper max. canali ad
templum illorum martyrum cjtotànnis tendar.
Cum Baiamous fmptis arjnìs fpponere ciues.
Et patnam uellet fnppeditate fibi ,
A Duce Graddonico cantra obfiftence reprejfus ,
Apatnbus meritum ejìpuljus in exilium .
Annua quapropter celebrantur fefta quotannis ,
Duxq; epulo muenes excipit egregio .
Hoc proatii fanxere pij, ustoria tanta
Vt prdtfensejjet ,perpetuoq ; recens .
Iure quidem patriarn quoniam lux illa rzdemit.
Amifero ciues enpuirq; iugo .
Solennis iam uos huius ftudiufa iuuentus
Ne Idteat certe prodita caufaftt .
QVAM OB REM ILLVST RIS S»
Trine eps cum unitterfo fendi u mane die; fole mili-
tati s corporis Cbrtfh, ufitato fiero delubro Bea
ti Marci poft rem dminam, et fupplicationes per-
dólas plateam circueat, finguhs Senatoribus,/ta
gulos peregrinos uieroflymitanos cofnitantibus
Eroici putì m fdeinoftre , tum pignus , &ara ,
Cenfentur chrifh corpus , & ipfa caro .
Vnderedemptori funt fetta dicata QuotanniSj
Ti ac confa 3 a cunttis concelebrando, bonis
In ccetid hoc docuit matteria fummus lefus t
Qui deàit in potimi feq; J cibumq; fiiis .
Qui uult ergo Dei Syncerus cultor haberì 3
In carnem uerti fentidt il le a^jmos .
Ve* ra caro 3 deitas cenfènda ett hottia chritti j
Hoc pattare facer nir nifi nemo potejl .
Qui sdncìu peregrina anet luttrare fepulchru,
S e patnbus 3 luce hae confociatq ; Duci .
QV^f M OB CiAVS^TM XVI. C*AL.
^Cugutti fingalo quoqj anno Sereniff.Dux cum
S enatonbus pergat ad facras adeis Beat a m uri-
na Virgini dicatas .
Cur adeant proceres dina pia sacra Marina 3
Duxcj ; Senatorum tum comes , atq. ; caput ,
Si uacat , en audi , referam qua uidtmus ipfi.
Queq; etiam annales tradita commemorane .
Dux ttenus patri a patauinum contuht urbem , ,
T errettre accreui t primus , & im perium .
Contigli hoc autem fitta fub luce Mar in a j
P ofl idus luli „ treis quoq. ; pottq; dies .
*Xcctfò imperio cunólis in nosq; coaftis
Regibus Europa, 3 urbs ea raptafuit .
Podea curri Venetis rebus fortuna faueret 3
Quo prius urbsfuerat parta , recepta die ed.
Q VID I TxA OCT^fVO, ET SE-
ptimo Cai. Tahuarias qunhbet anno illudrijf.
Princeps comitantibus fenioribus fenatorìbus
tranfuedtis Ducavijs nauigijs ultra max . cana-
letti templum , & cxnobium dim G tornio ma-
lori dicaturn uijitet .
iA~d uada dmertens 3 & sondi (lagna Georgij
Vtiicapì’ogemesjfycs quoq; folaDuas ,
Dum nauaijìudio jalfis uerfaturin undis ,
Myftrarum a cambus dilacerata obit .
Èxtinéhm utnatum mx fenfir } coi citus ira
Combufu Monachos 3 coenobiumq; facrum .
Maxim us hoc profeti fadum poitjq audijt , illud
Non tulit 3 iratum corripuitq ; vucem.
Exin d tix m onachos illos uice prolis habere ,
Jujlus 3 & exuflnm reftituijje locum .
Vnde facras xdeis uifit Dux qitolibet anno .
Et sancìo lujlrat torpore Je Stephani .
?
• EIVSDEM BERNARDI
Georgij Carmen ad tedorem •
Qua memorare tibi Ledorfolemnia redant M
^Tnnudj qux princeps concelebrare folet ,
Haud uiftm huic no {Irò e fi intcrferuifje libello,
Caticolum culmm quando ea contineant .
Confult'o quare mnc pratermifurms illa .
Imminuisqi ea nix , qu£ cupit hiftcria .
His igitur content us eris , tibi'plura dabuntur ,
Cum nobis oci copia mdior erit ,
(
I v l
Venetqsj M D LV 1 1 1 . Cai. IulijJ
l uada fe referens diui peramoena Georgij
SolaDucis fobolesè regione fori >
lìdie m lyttarum dcanibus folatia captans ,
puer infelix ) dilani atus obit .
Extinflum ut nattim fenfit pater excitus ira ,
t { , c.'- r - r - -x rt o < \x
JL Vi . k •• V i w --k » li U vk O » i vV •
,T
V
• »/•**># • ^ i» *
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y*i -
p
st
tavola delle cose me#
MO RUBILI CHE SI
CONTENGONO NELLE
VITE Di’ PRENC1P1 *A-
Sboccamento di Papa leo
ne, er del me di Tranci a à Bologna .
504. del Re di Trancia , er del rc.
d'Inghilterra à Ardes .3 04 .<fe/ Pa-
pa , deU’lmpcradorc , er fife/ Re <2
N izza in P rouenza . 342,.
Acqua m Venetia , cfre innondò la città, t ij.Z? 233
Agojlino Barbarigo Doge fettantepmoquarto. 24.6
Albano Armerò abbruciato combattendo cotra Tur
chi . 2 so
Alberto da Corcggio Capitan generale di Venetiani y
contragli Vngheri, li rompe. 154
Alfonfo Re di Napoli manda Terdinando fuo figliuo*
lo contra i Tiorentini. 293,
Alfonfo Duca di Calabria fàguerra à Papa Sijlo .
z 21. è uinto , er rotto da Koberto Malatejia 4 Ve*
litri. 2 io. mene 4 T errar a in aiutò di fuo cognato .
234. fuoi progresfi in Lombardia contrai Vene *
CC
fiditi, zi 8 .rinuntia ti corona del Regno di Napoli 4 '
Terdinandofuo figliuolo. z$?
Alcjfandria prefa dal Re di Cipri con Valuto di Vene
tiani . j 14 9
Aleffandro de Medici Buca di Fiorenza morto da
Lorenzo de' Medici. n 11$
Aleffandro. Bondelmiero difefe iVGaleone contra Tur
chi. n ?44
Alejfandro Contami Generale dell'armata Venetia *
na contra t Turchi. ' ut
Alejfo figliuolo d'ifaciolmperador Greco ricorre ài
Venetiani per aiuto contra Alejfo il zio. 8 7» è rimef
fo in ijlato , è morto da Mirtillo. 9 1
A mbafeiarie mandate da* Venetiani à tutti i Prencipì
C hrijiiani dolendop di Papa Siilo , acetiche fi cele*
braffe il configlio contra di lui. 2 40
Anconitani fi querelano preffo il Papa per la gabella
tnejfa in golfo da Venetiani. 113 . fanno guerra con
i mede fimi per la fieffa cagione , con inganno prende
no alcune galee di Venetiani fi raccomandano a Pa*
pa Nicola, fanno pace. 1 is
Andrea Re tfVngheria nato di madre Venetiana uen
ne à Venetia. ito
Andrea Dandolo generale deW armata di Venetiani ,
per non efier condotto prigione à Genoua, da fe me*
defimo fi uccife.
andrea Dandolo Doge cinquantefimoterzo , che
. fcriffe le ìjlorie Vcnetiane. m 4
a n d si e a Contarmi Doge cinquantefimonono. 151
VITE DE* PRENCIPI
andrea Venir amino Doge Settante fimo. 214
andrea Gritti Capitan generale di terra di Ve-
netiani ricupera Vicenza , in uano tenta Verona .
281. è prefo da Francefi.28j.ua in aiuto di Frati-
cefi contragli Spagnuoli.3 c$.éfatto Doge Settana
tefimo fejlo. 9 17
Andrea Boria fegue là parte dell'lmperadore.3 xj.cò
V armata imperiale combatte Corone ^crlo prende .
931. fatto Capitan generale di mare , daW Imperalo
re contra Turchi. 7 941
angelo P artittico Doge nono ,fece rifar Erte
clia, ex chiamarla città noua. 1 4
Angelo Triuifano Capitan generale di Venetiani in
Pò contra il Duca di Ferrara , e rotto . 28 z
Annetto con che fi ffofa il mare dato da Papa Alejfate
droàiV enetiani, c T perche cagione . 81
Anno del Giubileo. j
Anfedino nipote di Ezzelino perde P adoua. 104
Antiuari quando uenne fiotto lo fiato, er per opera di
cui. ' x8$
Antonio Vernerò Doge Seffantepmo primo. 64.
condannò il figliuolo à perpetua prigione , er per *
che. . iss
Antonio Loredano Capitan generale di mare , er fiuoi
fiuccesfi contra i Turchi. 2 1?
Antonio Grimani Capitan generale di marecom
batté Monopoli ; cr la prende con alcune altre ter *
re. fatto generale contra Turchi. 258 . hauen
do perduta l’occafìone di uincer il nimico è chiamato
CC ij
TAVOLA DELLE
* Veneti a in giudichi z . è fatto Doge Seti ante fi *
moquinto . ?0<r
Antonio da Leua difende Pauia contra Pr ance fi.} 1 9.
ajfalta Milano per cacciarne Prancefico Sforza , e 7
fucceffo di quella imprefa. }zu prende Pauia . ni.
more . 3 3 ^
Armata di Venetiani atTimprefa di terra Santa di dtt-
gento legnilo. in aiuto di Balduino Re di Gierufa-
lem.fj.in aiuto di terra Santa fotto Domenico Mi-
chiele Doge. 6}. contra Ruggieri Re di Sicilia. 6j.
contra Emanuel Imperador Greco . 7 2. contra tifi <
gliuolo di Federigo Barbarojfa. 80. contra il Sala-
dino per racquijìar Gierufalem . 84. aW imprefa di.
Dalmatia fiotto Arrigo Dddolo Doge armata di dugé
to , et quarata naui. 8 8 . contra i fuor'ufciti di Zara .
9 9. fiotto Renieri Dandolo. 9}. per Cddia.96.4 dife
fa di Cojiantinopoli. 100 .in aiuto di cenouefi cotra i.
P ifani. io 2. per racquietar Zara. io 2. contra il Pa*
triarca d y Acquilegia in ljlria.io 7 .Genouefi. 1 20. cà
tra i mede fimi. 1 2 8 . contra Turchi fiotto Pietro Ze*
no. i^o. contra i ribelli della Colonia di Candia. 14*.
contra il Signor di Padoua.in.in Pò contra il Duca
di Ferrara. 2 Sz.contra il Turco . 2 5 j>
Armata Genouefe fin' a Chioggia.
Armate Venetiana, e r F rancefie nel Regno di N apo*
li.
3*7
Armate tre Chrijliane contra il Turco .} 43 ,er } 44
Arrigo imperador e uenne à Venetia. 5 $
Arrigo Dandolo Doge Quar antefimo. 8 uà in
- perfori* col Conte di Fiandra alXimprefa della Dal*
muti a. S8.ua in aiuto d'Alefio figliuolo dell' impera*
dor Greco uerfo Costantinopoli , combatte la città »
er la prendevo. more , er è fepolto in Santa Sofia,
si
Arrigo Conte della More a aprica Candì a col fuccejfo
di quella imprefia. 93
Arte di fiampar i libri , quando uenne in Italia , er da
cui hebbero i Tede fichi la inuentione * 19$
a [c alone prefa dri V enetiani. 5 7
Aficanio Sforza tradito , er prefio da Sonzin B cnzo*
ne , dato à i V enetiani , mandato al Re di Francia.
•26 8
At/efa Imperatrice intercede per i Calopr ini fuor* ufci
ti prcfifo i V enetiani, er li fà rimettere. 44
Auditori uecchi y quando prima furono creati. 13 $
B
B adoeri edificatori del moniStero di S. Croce .
60
Baiamonte Tiepolo congiura contra la patria. 124.. c
morto da una uecch tirella, cr doue è fepolto. 123
B alduino Re di Gierufalem concede fiato à * Veneti a
niinTolemaide. .58
B alduino Conte di Fiandra con altri Signori uenne 4
Venetia per pafi'are in a fìa , in che maniera patteg * .
già con V enetiani , acetiche lo fiouetiijfero in quella
imprcfa.Sj.uà in aiuto di Ale jfo figliuolo deWìmpe*
rador Greco , combatte Cofiantinopoli , la prende ,
ern'è fatto imperatore. 90
C C iij
B arbiroffa uien con i Turchi in Italia , combatte Ca-
fro, il prende , uien con V armata à Cor fu .13S.ua
con tarmata in Càdia affalta la Canea , per tema s'ini
barca , er lafcia due mila Turchi sii l'ifola.3 4.1. r ac*
quifta Caftelnuouo. 331
Bartolomeo Gradenigo Doge Quarantefi *
mo fecondo, i?j
Bartolomeo Coglione uà con Veffercito in Romagna ,
er fà fatto fame alla M olineUa col fucceffo. 1 99
Bartolomeo Liuiano Capitan di Venetiani. 27 i.è rot *
to in Ghiaradadda,cr fatto prigione. 27 z.è rotto al
la Motta dagli Spagnuoli. 297 .more. 3 0$
Battaglia à Chioggia tra Venetiani , er Genouejì. 139
Battaglia in Pò prejfo Cremona tra i Venetiani , er le
genti del Duca di Milano . 17 8
Battaglia fui Pò tra Trance fi, cr Suizzeri. 17 7
Beccaria di Rialto già fu le cafe di Baiamonte Tiepo *
lo. 12$
Bela Re di Vngheria fa guerra con Venetiani in Dal-
mati, er fucceffo di quella imprefa. 84.
Belgrado in Dalmatia fotto lo l lato , er quando. 4 6
Belgrado prefo in Vngheria dal Turcho. 310
Beltrando dt/coperfe la congiura del Faliero , è pre*
tniato dalla Signoria , cr fatto morire. 141
Benedetto da Ve faro Generale di mare di Venetiani
con Tarmata Spagnuola combatte la Cef aionia , er
fucceffo di quella imprefa . 2 6 $
Bertoldo da E fte Capitan di Venetiani cantra Turchi
nella Moreafu morto con una pietra trattagli in ca *
po, combattendo Cor auto, come Pirro Re de gli E pi
. roti combattendo Argo . 1 97
Bifo Muflafà combattuto , er morto nel Golfo dalle
Galee V enetiane. 3 6 $
B olognefi fanno guerra con Venetiani con quaranta
mila perfine 1 1 2. fono rotti. 1 u
Borbone uiene con i Tedefchi uerfo Roma , neW affai*
tar la città è morto. 3 *J f
Brefcia torna fitto lo Rato, è riprefa da i F rancefi »
286
C
Cagione della fe fiacche fi celebra il di della Giob
bia graffa in Venetia . 1 7
Cagione della rottura tra Papa Alejfandro , er Fede*
rigo B arbarojfa. 7*
Caifà città prefa in terra Santa da Venetiani. 57
C ahjlo Patriarca (C Aquilegia fa guerra à i Venetia -
ni attorno Grado. 4
Caloianni Imperaioredi Cojlantinopoli rimeffo in ijla
to dai Venetiani. 157
Caloprinì fino cacciati di Venetia , er le cafe loro rui
nateci, fino rimedi in cafa à cotemplatione di A tic
ta Imperatrice. 44
Campanile di San Marco, quando s'incominciò à fon
dare. 7 o . arfe, ex fu rifatto , er quando. 170
Canal Orfano auanti fi chiamaua Canal Arco , è per *
che fu ietto Orfano. 1 j
Candia donata da Atejfo fanciullo figliuolo deWlmpe *
rador Greco al Mar chef e di Monferrato , er uendu
CC uij
TAVOLA DELLE
tu du lui Ù i Venetiani . $ b
Candì ano Doge V entefimoi. 34.
Cuti eu giù Cidone in CUndia pref t du Genouefi. 1 23
Cupi di X. perche cagione, et qua do furono creati. 7 6
Cupo d'ì firia, quando uenne f otto lo dato, e'I tributo *
che pagaua.3 l - ribella ù i Venetiani , er è racquijìu
tu. 1 14. ribella di nuouo ù i Venetiaui , torna ù ubi -
dienza.
Capo d'urgere prefo , er focheggiato du iVenetia*
ni. le
Cardinal di Lorenno uenne ÙVenetiu. . 369
Cardinal Sedunefe Suizzero nimico di trancia mo-»
ue i Suizzcri contra il Re in fauore di Masfimiano
Sforza. Zlp
Carlo Zeno uenne in foccorfo di Venetiani contra Gc®
nouep i è fatto generale dimarei 162. uà contra l'ar
mata Genouefe,cr la rompe. 166
Carlo Malatefia rompe Galeazzo Vifconte ù Gouer
nolo.16 3 . è fatto Capitano generale di Venetiani co
tra Nouello di Carrara , rifiuta il generalato. 168
Carlo Malate fta Capitan di Filippo Vifconte, è prcfo
dal Curmignuola. iys
Carlo di Montone Capitan di Venetiani nel Friuli
contra Turchi . 218
Carlo, vili. Redi Francia uìene in I talia all acqui-
fio del Regno di Napoli , er fuoi progrefii in quella
imprefa con le fegucnti. 250
Carlo Quinto I mperadore.? 03. fù guerra in P rouen
za in per fona con tutto'l fuccejjb . 3 33. fa guerra in
* '
2
VITE 15 E* PRENCIPI
■ africa. i ? 4 . paffa in Africa all'inprefa d A lgeri,è
tr attagliato da fortuna di mare. 3f4-.fi guerra in
Germanico. fugge i V iliaco. 36%. affedia Metz,
col fucccffo. 37 o. rinuncia gli fiati al figliuolo, cr fi
ritira in ì Jpagtia. ? 7 °
Garofìo ufurpa il Dogato, é pr e fo, trattogli gli occhi ,
e cacciato in bando. v 2L
Cafe in Merceria , che hanno i fiati di San Giorgio da
chi le hebbero. 8 *
Caftello edificato in Triuigi , €T difefo in giuoco dalle
fanciulle, onde nc nacque la guerra tra i Padouani,et
Venetiani ♦ j ?4
Cafiel nuouo combattuto dalle armate Chrifiiane. 376
prefo dagli Spagnuoli con tra i patti della lega , com*
battuto, cr uinto da Barbaroffa. 3 $0
Caterina Cor turo addottata dalla Signoria , er maria
tata nel Redi Cipri, zcj . trauagliato damarne de
i congiurati, & fucceffo del tumulto . zo^.cr .210
Cereo bianco donato dal Papa al Doge di Venctia. 8 j
Chiefa edificata à nofira Donna in T orcello,cr quan*
.do. z
Chiefa di San Seuero, quando fù edificata. 1 $
Chiefa di San Lorenzo, quando s edificò prima. 1 5
Chiefa di San Paolo, quando fu edificata. 2 2
Chiefa della Carità, quando fu edificata .
Chiefa di San Saltatore facratada Papa Alejfandro
Quarto * 6s
Chiefa di San Clemente , quando , da cui , CT doue fu
edificata . 66
\
N
m
tavola delle
Chiefadi San Matteo Apostolo , quando fu edifica*
qo
C hicfa di Sun Domenico ,er du cui edificata. i ZJ
Chief i di S un Marco urfe , cr quando, i 7f
C hioggia prefu du Genouefi, i $ 9 . ricuperata du i Ve*
netiani, l6l
Chr jstoforo Moro Doge Seffantefimofe-
& 0 ' 196
Chrifloforo du Canale uince nel Golfo Muftafà.
Cipri tr ampliato durame de' congiurati , cr fuccejfo
*08 er. „ Q
Citolo di Perugia, cr fuu morte, 2 g ;
Città delle Smire prefa da' Venetiani, s g
Ciuidal, quando uenne fotto lo flato, X q%
Colombo corfale prende le naui Venetiane y che torna
nano di mercantia di Inghilterra, , 2 44
Colonne di San Marco , quando furono condotte à Ve
netia, cr di doue , e da cui dirizzate , cr come una fi
.affondò in mare. 77
Colonia di gentil' huomini Venetiani in Candia , cr
quando uifù mandata. 93 .ribella alla Signoria. 14/*
di nuouo ribella. 149. perdono di colpa , cr di pena
à chiguerreggiauacontradi lei hauuto dal Papa ,
torna à ubìdienza. , 50
Colonia di gentiluomini Venetkni mandata l Cor*
fù , CT quando.
Concilio à Diamone in Francia , cr perche celebra *
, 7 &
Congiura di Giouanni Tanolico. ... t7
Congiura del Carojìo . * »
Congiura di Mar in Boconi popolano, et fuo epto. ut
Coniura di B aiamòte Tiepolo col fuccejfo. 124 .et. 1 z$
CÒgiura del Doge F alierò, et come fu difcopcrta.140
Conpglio di X. quando prima fu creato, er perche.
xz6
Conte di Milia trauaglia a contemplatane de' Genouc
p Ufola di Candia. 96
Corfù,quando uennefotto lo ftato.68.Trauagliato da
tarme Turchefche. 339
Coronatone deU’lmperadore 4 Bologna. 304
Corone prefo da A ndrea D oria. n 2
Corpo di San Zaccaria donato da Leone I mperadore
. àiVenetiani. tf
Corpo di San Marco portato d* AleJJandria a Vene*
• tia, er come, er da chi, er quando. 18
Corpo di San B rancato , er Santa Sabina donati da
Papa Benedetto alle monache di San Zaccaria. 13 .
Corpo di San Nicolò portato 4 Venetia di dotte , er
quando, er da cui. $6
Corpo di Sant y ipdcro pofto in San Saluatore . 57
Corpo di San Teodoro ortato da Scio a Venetia,er ^
da cui, er quando. 6s
Corrado imperadore nimico àiVenetiani , er per *
che . so
Co fino de 9 M e dici fatto Duca di F iorenza. 174
Coftant inopoli prep da' Venetiani combattuto dal Re
E/agorato , er dal Vaticino, er con che fuccejfo. s> 9
TAVOLA DELLE
prcfo dal Turco , cr quando.
Cojlanza figliuola di Tancredi Re di Sicilia moglie
del Doge S e ba filano Zi ani. <> $
Cremona combattuta da Erancefco Sforza con Vaiu*
to dell’ efferato della lega e r pre/rf. 3*4
Croi* in Albania ajfediata da Turchi. 1 2 4.5’ arrende
4 i Tttrcfct per fame. 21S
Curzola già Cor eira nigra fatto lo dato , cr ^«4/1-
. 45
D
Dalmatia ribella tutta per opera di Calumano
Re <£ Vngheria. 6 o . è racquieta. 5 <>
Diego Vrtado di Mendozza riduffe Siena Sotto Tlm
per udore. $ 64.
Dionigi Brighella, cr fuu morte . 28 i
Dodici mila Padouani fatti morire in un fol dì da Ez*
zelino. 104
Domenico Lioni primo Maefìro de’ CauaUieri. $
Domenico Monegareo Doge Sefto , è accecato
per la fua tirannide , cr priuato del Dogado. 7
Domenico Eiabanicofà infulto contra Qtone
Orjeolo Doge, cr lo caccia in bando. 49. fu creato
Doge ventefìmo ottano, fa in perpetuo cacciar la fa
miglia Orfeola j leua il cojlume di torfi compagno
nel P rencipato. ja
Domenico Or [colo occupa il Vrencipatojy è caccia*
to dal popolo. j i
Domenico Doge Ventejìmo nono , pajfa aguer
reggiare in Dalmatia.
VITE DE* PRENCIPI
Domenico Siluio Doge Trentefìmo , rompe i
Romandi a Durazzo, è rotto un'altra uolta da lo*
ro, è depojlo dal magìjlrato. 54
Domenico Michiele Doge Trentefìmo quarto +
6 z.uà con l’armata in aiuto delle cofe di terra San-
ta , rompe , er urne i nimici al Zaffo , prende Tiro
è richiamato a cafa in ritorno , prende , er faccheg *
già Rodi, combatte per tutto lo flato Greco , [corre
tutta la Dalmatia , er prende alcune terre , torna ì
V enei m è lodato da i Senatori , mere.
Domenico Niorefini Doge Trentefìmo fefto.
70
Dor/o durò , quando s’incominciò ad habitare . 2 $
Dragut Rais Cor fate , er /«o progreffo contra alcune
galee Venctiane.34.6MÌcn con l'armata Turche fca
in foccorf 0 di Africa. " 364
D«c4 d'Auftria uenne a Venetia ,er un'altro. 14*
Duca di Francfort per l'mp. in 1 ària , er fuoi prò *
gresfì. 274
mcd di Sdwoù fogliato di tutto lo flato fuo dal Re di
Frd/icM. *3 3
dkc<< d’A/«4 in mare Capitan generale del Redmghil
terra in Italia. 370
D«cdf i d’oro / otto qual vrencipc primieramente furo
no battuti. 120
E
E M a n v e l i mp.di Grecia mone guerra à i Vene
tiatii , c 7 fa lor molti danni in Dalmatia. 7 1. Con un
nuouo inganno tradifee i Venetiani . 7 2
Er delia bora detta città nuoua da chifù r edificata
Ercole da E fte aiutato da Venetiani a entrar in flato.
zo7 .rompe F amata V enetiana invòlta pren *
de, 28x
Ermolao Lombardo tornando di mercantie fu cagione
che foffero rotti iGenouep, x6<s
Efcufati de i Prencipì mefii ad habitar in D orfo duro y
er da cui, . 1
Efferato della lega coirà ilDucadi Ferrara, cri prò
grefi di quella \mprefa.t8y. torna d R auennajafat
to d'arme, è rotto da Francep . 290
Ezctlino tiranno nella Marca T riuigiana, 101
F
Fame inVenetia.ioi.CT 71
Fano,quandouenne [otto lo flato, 6 <>
Federigo Barbaroffa I mperadore C T cofe da lui fatte
in Italia contra Papa Alejfattdro.y 8 . rifronde molto
[uperbamente a gli ambafeiadori Venetiani.
ceue il figliuolo, lafciato di prigione da Venetiani do
pò la rotta, e perfuafo da lui a far pace col Papa, ua
4 Vinegia, adora il Papa , cr fi parte per Roma. 8 ?
Federigo Secondo 1 mperadore nimico di Venetiani
mouefin atta B ebbe, cr poi torna indietro . 1 o t
Federigo Terzo 1 mperador uenne à V enetia CT doue
fu alloggiato con una fuaprofetia ferina in margi-
Federigo Armonio combatte Venetiani in liffa.O"
Curzok.i }7 . fatto Re di ìHapoli.nauig a in Francia,
VITE DE* PR.EN CIP! *
& fi di di Re Luigi. 2 61
Federigo Gonzaga Marchefedi Mantoua fitto Duca
daW Imperatore. vo
Federigo Badoero Akbafciadore per la Signoria al
P rencipe di Spagna . . 3 6 1
Felice Cornicula fecondo Maefirode i CauaUieri. 3
Ferrara , quando uennefotto lo Stato , er quando fu
la f data. 124.
Ferrante Gonzaga firinge Roma per tlmper udore.
Fejla di Santa Caterina chi comandò che figuardaffe ,
CT quando. 1 20
Fella di fan Vito , perche è guardata, e r perche ui uà
il Prencipe,zr la Signoria ogn'anno. xt6
Fejla di Santa Marina , perche fi guarda in VenetU.
Fette ,crgioflr e in Venetìa per ejferfi racquietata
Candia. 148
Fe/f e,er giojlrc in Venetia er perche fatte. 1 4*
Filippo Fontana Arciuefcouo di Rauenna , mandata
da Papa Gregorio a i Venetiani per Vimprefa con*
tra EzzeUino , combatte lo fiato del tiranno , prende
P adoua. ioj
Filippo Vifconte Duca di Milano , er fuoi progresfi
nello fiato. .è rotto i Maclodio da i Venetiani.
12*' fi rappacifica con la lega, irsi fi rompe con i
ov enetiani. 177. fa pace con loro , er con quai con -
ditioni. i8z.fi rappacifica con i V enetiani per ope-
ra dello sforza ,cr con quai conditioni , mone noe
TAVOLA DELLE
uo guerra per Cremona, er more. 187.188.Cf.! 8?
Filippo Prenctpedi Spagna paffa in fiandra à trouar
l'imperator. ?<fi. fatto Re d'Inghilterra , er herede
degli flati del padre. 191
fiorentini prega d'aiuto Vene.contra Filippo Vifcon
te. 17 dipingono lo Sforza in aiuto diVenetianiin
Lombardia contra il Duca. 1 8 3
fortunato Patriarca di Grado congiura contra i Do-
gi di V enetia , er fa lor mouer guerra da Pipino. 8
fra Leonardo honorato di una ftatuaalalla Signoria,
CT perche . 28*
Francesco Dandolo , perche fu chiamato Ca-
ne, è creato Doge Cinquantefìmo primo . xyo.
vrancefco di Carrara guerreggia con i Venetiani , per
che cagione , er con che fuccejfo. pace, er con
quai conditionì.
trancefco Gonzaga Capitan di Venetiani contra No*
ueUo di Carrara.
Francesco Fofcari Doge Sejfantepmo quar *
to. 17 1. fu difmeffo, er poco dapoi morì. 1 94*
trance feo Carmìgnuola partitojì da Filippo Vifconte
s' aderì fee à i Venetiani fu fatto generale della lega 9
er fuoi progrefii nella guerra. 174. uenne in fufpet
to di tradimento, preffo Venetiani gli fu tagliata la
tejla. t8o
f rancefco Sforza efpedito dal Duca di Milano contra
i Fiorentini. 177. è fatto generale del papa , er di fio
rentini. 181 .fu fatto Marche fe della Marca d'Anco-
na dal papa , uà àferuir Venetiani contra il Duca di
Milano ,
■militilo, er fuoi progres fi in quell a guerrd . 183 . è
arbitro della pace tra il Vifconte,C 7 Vcnetiani.186
prende per moglie la bianca, figliuola del Duca. 1 8 6
puffi della Marca al foldo del Duca , dopò la cui mor
te con che progredì fu fatto Duca di Milano , 189.
er i£)o. fa pace con Venetiani er con quai conditio *
ni,
Francefco Gonzaga Marchefe di Mantoua prefo tra
i campi da alcuni villani ,er condotto prigione 4
Venetia.297. liberato in gratia del Papa, 289
Francefco Maria Duca d'Vrbino uà per il Papa con -
tra Bologna per cacciare i B entiuogli, 2S4. è fatto
Capitan generale di Venetiani.3 19X fatto Capitan
generale della lega contra i Turchi per terra. * 4 1
more. 94 j.er ' 34^
F rancejco Primo Re di Francia uien in Italia attim-
prefa di Milano, 198 . combatte con i Suizzcri à M4
tignano , riman uittoriofo T z ’T ricupera Milano, s' ab
bocca con Papa Leone à Bologna.299.300.c7 901.
902. uienàcampo à Milano.3 17.0.3 1 8. lo prende ,
combatte à Pauia , er è prefo da gli Imperiali , er
mandato prigione in Iffagna allo I mperadore, pren -
deper moglie la R eina Leonora fua [oreUa.3 19,
er.? 2 o.é. 3 2x. more. 3*0
Francefco sforza riceuuto in Milano. 9 1?
Francesco Donato Doge Settantefimo otta *
uo. 3 i 9
Francefco Gonzaga Duca di Mantoua tolfcpermo*
glie la figliuola del Re di Romani, s 6 *
DD
TAVOLA DELLE
Francesco Venterò Doge Ottantefimo. 189
Trance fi uengono in aiuto de i B entiuogli cotra le- gen
ti del P apa.283 .rompeno Giouan Paolo Gradenico 9
uincono , & rompeno à R auenna il campo della lega
2 8 4 .fo no uinti da gli Suizzcri fui Pò, fono caccia*
ti di N ouara, & di tutta Italia da i medefimi. 29 1
fuoco grande in Venetia fotto Ordelafo P alierò. *9
F uoco di Rialto, quando fù. 299
fuoco de i Crocechieri quando fu. 299
G
G a bella mejfa nel golfo da' Venetiani , er per*
che. iii-
Galee tirate per i monti nel lago di San. Andrea , er
per opera di cui. 18 1
Galeazzo Vifconte , er cofe fatte da lui. 16?
Galeazzo Duca di Milano ammazzato in Chiefa da
Gio. Andrea da Lampugnano. izt
Galla Doge Quinto. 7
Gardamo conuinto di tradimento, er fua morte . 1 1 8
Gattamelata Capitan di Venetiani rompe il Picinino
aCauakatone. 182
Genoua affamata dagli imperiali , prefa , cfacchcg*
giata.izi.é in
Genouefì rotti da' Venetiani fi danno al l'Arciuefco-
uo di Milano. i;8 . uennero con l'armata nel Golfo ,
C r prefero Vmago, cr altre terre. i$8
Gcntil'huomini Venetiani della Colonia morti in Can*
dia , er perche. *4^
Giacomo T iepolo Doge Q uarantefimo [econ*
VITE D E* UESCIH
db. 99
Giacomo Contimi Doge Qjt<tr<tn!efimo fejio.
1 14
Giacomo Antonio Marcello,?? fue prodezze contri
Filippo Vifconte . 208. combattè Monopoli in
Calabria 209 . è morto da un colpo di Artigliarla.
2 41 _
Giacomo Sanfouino eccellente Architetto , er fue fa
briche invenetid. *S 9
Giacomo CauaUo Generale di venetiani contri il Du*
ca (PAujlria,?? le cofeda lui fatte nel Friuli
è fatto gentiluomo Ventilano. 1 6*
Giorgio Cornaro uà in Cipri à perfuader alla Reina
fua foreUa, che ucnghi àVenetia. 1 49
Giorgio Franiftergo con trenta mila Tedefchi in Ita *
liaperl’lmperadore. **4
Giornata in Canal d'Arco tra E racliani, CT I efoli. *
Giornata di naue tra i S aracini, et Venetiani aUaJfiag
già di Crotone .
Giornata di Durazzo tra i Venetiani , C? Roman-
di. *4
Giornata tra i Pifani,er Venetiani. S<>
Giornata alle B ebbe tra venetiani ,er P adouani. $9
Giornata tra i Venetiani ,er Vngheri in Dalmatia.6x
Giornata al Zaffo tra i Venetiani , e? Mori. 6*
Giornata tra le amate Chriftianc, cr del Saladino in
Sorta. 8 *
Giornata às alboria tra i Venetiani , c 7 figliuolo di
Federigo Barbaroffa. 8 1
DD ij
TAVOLA DELLE
Giornea tra venetiani,cr Genouefì à Tiro . iof
Giornata tra Venetiani , cr Genouefì à T rapini col
fucceffo, c T uittoria di V enetiani. io 9
Giornata tra Venetiani , cr i/ Re d’Vngberìd col fuc-
ceffo. i?4>
Giornata allo jlretto di Coflantinopoli tra Genouefì ,
Venetidni,cr Aragonefì. 137
Giornata à Cagliari tra i medefìmi. i?8
Giornata aWifola di Sapienza tra Venetiani ,cr Geno
uefì,cr rotta di Venetiani. 1 40
. Giornata à capo d'Antio tra venetiani, cr Genouefì
con la uittoria di Venetiani. 158
Giornata tra venetiani , cr Genouefì al Giunco con la
uittoria de i V enetiani. 1 66
Giornata tra Genouefì , cr Venetiani a Rapallo con
la uittoria di V enetiani. 17 9
Giornata a Sommo tra le genti di Filippo , cr di ve-
nctiani. 179
Giornata alla Molinelli, e tra cui. zco
Giornata a Monte SpereUo fui Perugino. zzz
Giornata al Taro tra Francefì , cr Venetiani col prò
greffo,& uittoria di venetiani. z 54
Giornata in Ghiaradadda , cr fuo fucceffo. 271.171.
Giornata di Rauenna, cr fuo progreffo. - *90
Giornata tra Venetiani,et spagnuoh alla Motta, z 97
Giornata tra Francefì , cr imperiali. 314
oior nata di Pania 9 doue il Re di Francia rimafe pri «*
gione degli Imperiali. 319
VlTfc DE* PkENClt»!
Giornata di mare tra gli imperiali ,& F rance fi, &
fuo faccelo.
Girolamo Noueìlo Capitan di Venctiani contra i Tur
chi nel Friuli, fu tagliato à pezzi- 2 1 6
GÌouanni compagno nel Dogato con Mauritio Gaibaio
s'elegge per terzo copagno Mauritio il figliuolo.
GÌouanni Patriarca di crudo precipitato da un'alta
torre . 9
Giovanni Partitilo Doge Duodecimo sfuggì
in Francia, è richiamato. 20
Giovanni P artitiaco figliuolo di O rfo Doge
Qjuartodecimo. 2S
Giovanni Dandolo Doge Quarantefimofetti -
4 mo. 11 7
GÌouanni Vatacino chiamato da Candiotticon Parma
ta in Candia. 99
Giovanni Soranzo Doge Cinquantefimo. 128
Giovanni cradenico Doge Cinquantefimo quin
to. l 4 l
Giovanni Delfino Doge Cinquatefimo fe&o. 14*
Giouanm Aguto inglcfe mandato da Fiorentini in aiu-
to di N ouello di Carrara. 1 ^4
Giovanni Moccnigo Doge Settantefimoprimo -
21 8
Giouanni Dario conchiufe la pace IraiVenethni e'I
T ureo, er con quai cond:tioni. 210
Giudice di P ctitionc , quando fu prima ordinato. 102
Giuliano C epario quarto Maejtro de 1 CauaUicri. $
Giuliano de 1 Medici morto da 1 congiurati in Santa li
DD Ù]
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TAVOLA DELLE
tarata in Fiorenza, CT cofe da quella morte fucceffc
ZZI.&.ZIZ
Giuochi delle Marie , er perche fi celebrauano in Vi-
negia, er quando furono difmefi. 3 z
GiVstiniano Partitiaco Doge Vtidecimo. 17
Giufliniani mancarono tutti nella guerra contra E ma
tiuel , come i Fabij di Roma, fuor che un frate in San
Nicolò di Lito , che mantenne la famiglia . 74
Gradenichi edificauano la chiefa di San Cipriano . 6 o
Guirino Guafcone conduce il P rencipe Orfeolo a far
ulta Eremitica in Guafcogna. 40
Guerra col Patriarca d ' a quilegia. 1 s
Guerra tra alcune cafe di gentil huomini in Veneti a.
z 4
Guerra de gli Vnni con Venetiani , c r rotta lor pref*
fo Rialto. 3 o
Guerra tra' Ventimi, z? Padouanfet la cagione. £>4
Guerra in Candia , er fuoi [ucce fi. 9 &
Guerra feconda in Candia. 98
Guerra prima con Genouefì , er cagione. 104
Guerra col Patriarcad Aquilegia in i&ria , er fuoi
[ucce fi . *• * 7
Guerra feconda Genouefe , perche nacque } & fuoi fuc
cefi. ' 120
Guerra col Papa per la città di Ferrara . m L
Guerra di Zar a ,er fuoi fuccefi. izó
Guerra con Majìin dalla S cala, er fuoi fuccefi. ut
Guerra terza Genouefe, er perche nacque. tì$
Guerra tra Venetiani, e l RelVngheria. *4 s
0
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f «c
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VITE DE PRENCIP!
Guerra contri i ribelli di Candiate? fuoifuccefii.i 48
Guerra tra Francefco Carrara ,er Venetiani , cr /#<*
cagione. 13 z
Guerra tra Venetiani , cr Leopoldo Duca (PAujlria
col fuccejfo . t 36
Guerra tra Genouefi,cr Venetiani per cagio delle noz
Ze di P crino Re di C ipri. 1 $7
Guerra in Friuli, cr fuoì fuccefii. 17 z
Guerra tra' Venetiani e'I Duca dì Milano , c rfuoi fuc
cefi. 17 f
Guerra tra Papa Sifto , cr Fiorentini , cr la cagione*
zzz. et z 2$
Guerra F errar e[e, cr fua cagione. z 24.
Guerra di Venetiani con i Tedefchi, cr fuoi progref*
fi. izó
Guerra di tutti i Re cTEuropa eontra Venetiani 9 cr la
cagione.z70.271.et Z7Z
Guerra tra Francefi , cr Imperiali per lo dato dì Mia
lanose fuoi progredì. 3 o 7. cr 30&
Guerra in Lamagna mojfa dall' imperadore eontra i ri -
belli dell’imperio, cr il fuccejfo. 360
Guerra de i Prencipi Germani eontra Flmperadore ,
tl fuccejfo. 36?
Guerra di Siena. 3S4.
Guerra in Fiandra tra l'imperadore, el Re. 3 54.
Guidobaldo dalla Kouera fatto Duca di V rbino. 3 44.
fatto Capitan delle genti da terra di Venetiani . 339
I
ima gin e del Fallerò dipinta di nero tra V altre
DD iiij
\
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imdgine de' P rencipi in gra confeglio,et perche. 14.0
imperio di Cojlantinopoli pojfeduto da i Francefi , e T
■Venetiani cinquantafei anni , è perduto , er quando.
toj.e l0 &
Inganno del Turco per far guerra a i Venetiani.zfS.e
ìfacio I mperadore di Costantinopoli tradito da fuo fra
teUo Alejjo. 87. è tratto di prigione , er rimcjfo nel*
l’imperio. SS
j fole dell' imperio Greco occupate di diuerfi gentiPhuo
mini per concezione publica.s) 2 -e s>?
3 flriani rubhano alcune $ofe 9 che andauano 4 celebrar
nozze a cadetto, fono feguit e da i Venetiani^ taglia
ti à pezzi* 32
L
tAMB a D orià Capitan deJTarmata cenouefe fin
nel golfo di V inegia. 1 1 1
1 attantio da Bergamo difende Pefchiera contra il Re
di Francia. *7*
; Lazzaretto nuouo , quando fu edificato . 1 94*
Lega tra il Re E fagorato Gio.Vatacino per com*
batter Cojlantinopoli. 99
tega de' Prencipi contra Galeazzo V ìfconte. t s j
tega contra Filippo Duca di Milano, er di chi. 17$
tega de i Prencipi Chrijliam contra Turchi. 212
tega di tutti i Prencipi d’Italia contra Venetiani per
cagione della guerra F errare fe.233 .e
tega di tutti i Re d’ Europa contra Carlo 0 ttauo Re
di Francia *
ÌLega tra i Venctìani , er Luigi Duodecimo Re di 'Era
. eia conle conditioni di quella,
lega di Cambr ai fatta da tutti i Re di Europa contra
Venetiani. .271
tega contra Erancep tra'l Papa , Venetiani , e 7 Re
di Spagna. 285
Lega di Cambr ai fatta da tutti i Re di E«rop4 co«fr4
Venetiani. , 271
Lega co«fr<* Francefì tra 7 Pup4, Venetiani , e7 Re di
Spagna. 1$ $
lega tra r Imperatore, Papa, Venetiani , cr Dkcu di
Milano .3 17. è 31 8
lega de i vrencipi italici con r imperatore. j?2.e 33*
Leg4 P4p4 j imperatore , cr Venetiani contra il
Turco.xy.e 340
legv* per dieci 4«/u fra V imperatore, e*i Re di
Cid. ^ 42
Legge, efre aU'homicida fojfe tagliata la teftay quando
fu fatta. 16-4
Legge, che niun nencipe, finche uiueua fojfe difmef*
fo, quando fu meffa in ufo. 1 9$
leone Vetrano Genoucfe corfale rotto, & prefo i
morto, erta cui. 9*
Leonardo loredano Doge Settantefimo quitta
to. 269
leopoldo Duca dAuftria entra con quattro mila ca *
uaUi nel Triuigiano.i $ 6. fa tregua con Venetiani ,
*57
lepanto affediato da Turchi* 13. quando fu tolto dal
Turco allo flato con il fuccejfo. 1 ^ *
Libraria della Signoria da chi fu edificata,!? quando*
3 $9
Liefina ricetto de 9 N arentani prefa , cr ffìanata , cr
quando. 4 ^
L1JJ4 danneggiata dall’amata del Re f erdinando. uy
Lodouico Re (Tv ngheria con centomila perfine in
aiuto di Zara, fa giornata conVenetiani, è rotto .
1 *4.di «homo rompe guerra à i V enetiani , pafja in
valmatia con teffercito, uien in Italia con cento mi*
la perfine, fa lega con alcune potentie Italiche, affé*
dia Triuigi. 14 x . ritorna in V ngheria , fa pace con
Venetiani, cr con quai conditioni. 14 i. fà lega con
molti P rencipi contra lo flato. 1 s 7 -et i$S
Lodouico T echio patriarca <P Aquilegia fi rompe con
gli Vdinefià guerra, er perche. * 7 *
Lodouico sforza fi ufurpa lo flato di Milano,!? in
che modo. 2s1.fi rompe con Venetiani per le cofe
1 di Fifa. 1 $6. figge in Lamagna. 1 si. ritorna d Mila*
no in iftato, è prefo, cr cacciato in prigione in f ran
eia.
Lodouico Re di V ngheria rotto dal Turco affogo in
una palude. 3 2t
Lodouico x 1 1. Re di Trancia more. 3 9 *
1,0 RENZO Tiepolo Doge Q uarantefimo quinto »
ut
Lorenzo Celfo Doge Cinquantefimo fettimo •
14$
Lorenzo Gritti figliuolo del p rencìpc mandato al Tur
•w jauiijffT yw*'
co da Venetiani per trattar di pace j 4?. cr 3 *0
Lorenzo vriuli Doge Ottantcfimo primo. 370
Loreto da chi fu edificato. sf
Lotrecco fatto gouernator di Milano .3 oz.uien con lo
■efferato in Italia per ricuperar Milano , e'I progref
fo deU'imprefa .3 1 1. ì iz .uien un'altra uolta con l'ef
fercito in Italiano* prende pauia . ? 1 8 .W 4 uerfo il Re
gno di Napoli , more affediando Napoli. zzS
Luchin dal Verme Capitan delle gente di terra per
Venetiani in Candia. 14 0
Lucian d'oria Capitan dell'armata Genouefe morto 4
vola. *
Luigi Veniero figliuolo del vrencipe Veniero conden -
nato dal padre à perpetua prigione ,er perche. 16$
Luigi Badoero trattò la pace fra' l Turco ,cr Venetia*
ni, er con conditioni.
Maestro dei cauaUieri creato in luogo del p ré
cipe , er (jnd'tfo tempo durò. *
Magiftrato di foldati creatole? doppo cinque anni
hebbe fine. S
Magijìrato degli Auogadori , quando fu creato , er
Marcello Secondo , er ^«4nio fu fatto papa. 369
m arco Sanato ributtato fuori dell' if ola di Candia , e
torna con nuoue genti chiamato dal Duca. 97
M arco Bafilio rotto allo ftretto di Coflantinopoli da i
perche.
marcello T egaliano Doge Secondo.
13*
*
marco Cornaro Doge Cinquantefimo ottauo.149
marco Barb arigo Doge Settantefìmo terzo. 24$
Marco G rimani patriarca d* Aquilegia fatto Capitan
generale di mare dal Papa contra il Turco. 34 2
marco Antonio T riuifano Doge Settantefìmo no
no.
Marco Antonio Colonna uccifo di un colpo di Ar
tiglierta . si 2.
Mar in Zeno primo p ode fi à in C odan tinopoli creato ,
er quando. $ *
Marin Morefini Doge Quar ante fimo terzo, io?
Marin Giorgio Doge Quar ante fimo nono. 126
Marin Faliero Doge Ci n quante fimoquarto , con. *
giura contra la patria , è decapitato. 1 19
Marfilio da Carrara hebbe da V enetiani padoua. 1*9*
er 132
Marfilio da Carrara fuor 1 ufcito prefo , er condotto i
V enetia gli uien tagliata la teda. 1 8 1
Martin Lutero Frate di SaJJonia ribella alla Chiefa r 0
* manager quando. so?
Masfimiano ìmp.uien congrojfo ejfercito per ricupe*
rar p adotta, er in fine non ui fa nulla. 2 8 o .er 30
more.
Majlino dada Scala , er fuoi progres ft nello dato in
Italia , è guerreggiato da V enetiani. 13 i.fà pace con
V enetiani , er con quai conditioni. 132.
Matilde concede efentione perpetua ài Venetiani in
Ferrara. 5 8
Mattia Re di vngheriafcce lega con i Venetiani con
VITE DE* PRENCIPI
traUTurco . ttt
Ma vritio Gaibuio Doge Settimo elegge ] per co
pugno Giouunni fuo figliuolo, 8
Mauritio Duca di Sajjonia morto di archibugio . *64
Melchior Triuifano fatto generale di mare uà à com-
batter la Cefalonia , CT è ributtato.z63,e 16$
Metz afjediata dati' imperadore. 164.
Michiele p aleologo racquijla t imperio di Cojlantino*
poli. io 6
michiele Steno Doge Sefjantefimo fecondo. 1 6g
michiele Morefini , Doge Sejfantefimo. 164.
Miracolo deW apparinone di San m arco. $ g
m odono ajjalito dal Turco con centomila per fono , cr
pre fo,cr come. 16 g
Moneta Trono d’argento, quando fù cominciata àbat
ter e. 207
Moneta grojfo , quando fu cominciata à battere. 20 8
Monijlero di San Giorgio edificato da Giouanni More
fini fiotto la regola di San benedetto. 24
m oniftero de i Crocechieri edificato da la famiglia Guf
foni. 7 o
Monfignor l efcìi da p arma uà à combatter C remona,
el fuccejfo di quella imprefa. 509
Monfignor di San volo rotto da Antonio da teua . 1 29
Morefini, cr Caloprinidue cafe potenti in Vcnetia
uengono à guerra tra fe.ti. tagliano 4 pezzi tre de i
Caloprini. 44
N
Naren t ani uinti da Venetiani.ig. ruppero Ve
1
netìani, cr uccifero il Doge circa, le riue di Dalma*
tià. 2 S.infeftano il mare , cr per timore dell'armata
Venetiana fanno pace , cr con qual conditioni.34-fo
no uinti in Ltipna. 4 s
mane Cetea di Federigo Secondo I mperadore abbruc
data , cr mcffa infondo da' V enetiani. io t
Negroponte, quando uentie f otto lo flato. 1 07. prefo
da' Gcnouep. 1 3 6 . combattuto da' Turchi, zoz.pre*
fo , cr [albeggiato. 204
Nico/ò P ifatii Capitan contra Genottep .13 6. è rotto
aU'ifola di Sapienza da i medefimi , e condotto pri-
gione 4 Genoua. 1 40
Nicolò Triuifano Capitan dell'armata Venetiana rot
to in Pò prejfo Cremona. 178
Nicolo da Efte/w mezzano della pace tra Filippo vi
[contener V enetiani. 180
Nicolò da Canale Capitan generale di mare di Vene *
tiani , cr [noi fuccesfì contra Turchi .200. per non
uoler romper il ponte perdette Negroponte. 202 .fu
bandito a ulta. 204
Nicolo Trono Doge Sejfantepmofettimo. 206
Nicolo MarceUo Doge Sejfantepmo ottano ; .
20 9
Nicolò Or fino Conte di Perigliano Capitan di Vene*
tiani. 1 7 1 .difende Padoua, more , e rè honorato di
una fatua à cauallo dorata. 280
NoueUo di Carrara , cr fuoi progresp nello poto , è
guerreggiato da V enetiani *167, prefo , c menato à
Veneria .
VITE DE* PRENCIPI
O
Obelerio Antenorio Doge ottano , prende fuo
fratello Beato per compagno . i o. cacciato in bando c
tagliato J pezzi. u
- Ombrella conceda da Papa Aleffandro al P rencipe di
Venetia. 8*
Ordelafo F alierò do gè Trentejìmo terzo, $ 8,
combatte in Dalmatia,?? rimane uittoriofo , ritorna
à Venetia , di nuouo uà à combattere in Dalmatia
contragli Vngheri , er è morto. 61
Orio Malipiero Doge Trentejìmo «0110.84./? f ecc
monaco , er morì in Santa Croce. 8 f
Or fato Giuli iniano combatte Metelino , è ributtato ,
more à N egroponte. 20$
Orso ipato Doge terzo, mojfe guerra ciuile,fù ta
gliato à pezzi ♦ *
Orso P artitiaco Doge quartodecimo . %g
OrsO Badoero Doge decimofettimo , Vundecimo
anno del P rencipato rinuntia il magijlrato , cr fifa
frate in San F elice. j 1
O /fittale di S. Marco da chi fu edificato. 40
O Jtrouizza prefa da Camillo Orfitio 9 cr abbruciata.
3 43 •
O ione imperadore uenne fconofciuto 4 Venetia,!? fu
alloggiato dal Prencipe Or f colo. 47
O t o n e O rfeolo Doge Ventefimo fejlo , ha per mo
gliela figliuola del Re (CVnghcria , uinfe in batta *
glia quelli <f Adria, ruppe , cr meffe in fuga M urei*
miro Sign. in Croacia , è ajfaltato da Domenico Fio*
TAVOLA DELLE
bmco , cr cacciato di prencipato more in Greci &
48 ,
O tone figliuolo di Federigo Barbarojja e uinto in mi
re di Venetiani, cretto prigione , è lafciato andar
uia libero , cr con che conditane , torna al padre , lo
per [naie a r appacificar fi col papi» 8 *
Otranto prefo in Italia dal T ureo . a 2?
P
Pace frd il nucd Hcrrole Eftenfe , V etietiani , CT
c;i altri P rcncipi, cr con quai conditioni. 2 4*
Pace tra Tedefchi, cr Venetiani con le conditionL '
24.D
Pace tra il Re di Francia , cr Venetiani , cr co/i quai
conditiopi. 2i,?
Padoua , quando uenne J otto lo (lato. 1 6 9. quando tot
ta dairimpcradore con altre città, fi racquijta,cr in
che modo. % l tS
Pallio d'oro conce jfo da O tone 1 mperadore à Vcnetia
ni in perpetuo. ' 44
Paolo SaueUo Capitati di Venetiani cóHtra Carrarejì.
167
Paolvccjo A nafeflo primo Doge di Venetia. 1
Papa Benedetto uenne à Venetia. z?.e si
Papi A leffandro uenne à Venetia, cr jlette feonofeiu
to nel moniflero della Carità, è ncono/ciuto da V e*
netiani,cr riceuuto con bonore.-j s>.nceue Federi *
go Barbaro pa , e r le parole , che dijje ,fà pace con
lui, torna à Roma. s *
Papa Pio uenne in Ancona per andar contri Turchi ,
C rui
zruimore. 199
papa Si fio fi guerra 4 i fiorentini , er perche cagio*
ne, zzi. fringe i Venetiani à far guerra al Duca di
Ferrara, z z fijì leua dalla lega , er fi adherifce al d u
ca H ercole. 240
Papa Giulio Secondo fi mouer il Duca ivrbino con
tra lo fiato di Venetiani in Romagna , e’/ fucceffo di
quella imprefa. 27 6 . er *77. fi pace con Venetia-
ni.179. fa lega con Genouefi , cr imperiali contr 4
francefili. morì. 29*
Papa Leon Decimo. Z93. s'abbocca a Bologna col Re
diFrancia.30z.more. 310
Papa Adriano Fiammingo. no. more. 1 18
Papa Clemente Settimo . 31 8. ajjaltato in Roma dalla
fattione imperiale fugge in Cajlel S. Angelo, fa gen*
te contra i fuoi mmici, per la ucnuta di Borbone , di
ìtuouo fugge in CafleUo,fi rifcatta per quattrocento
mila feudi. 32$
Papa Giulio terzo , quando fu creato. 3 63
rapa Marcello Secondo. 369
Papa Paolo Quarto. 369
Parenzo ^quando uenne fotto lo fiato. 4 6
Parma firetta da Francefco Gonzaga. . 18 s
P a s Q_y a l Malipiero Doge Sejfantepmo quar*
to. * 19 f
Patria dei Friuli , quando prima uenne fotto lo fiato.
171
Patriarca Aquilegia fà guerra a i Venetiani } fa le*
gacol Conte di Goritiajjcon trentafei mifa perfo*
£B
tre combatte Cì firia. t o 7
Patriarcato di Cofiantinopoli quando , er come #e«we
àiVenetiani.
Pania combattuta da ì Trance fi. 114.. combattuta , er
pre/4 da Lctr ecco. 326. racquietata da Anton da Le-
na.
1*7
Pepo Patriarca d' Aquilegia affitta Grado, cr prende
CafteUo.s 0.4 cotemplatione del Papa fi riman da mo
lejtar lo fiato. st
Pefchicra prefa dal Redi F rancia. 2 7i
Pelle nell'armata Venetiana. 7 3
Peti e per tutta Italia , cr in V enetia. 13$
Peftc in V enetia del mdlvi, j 7 o
Piacenza , quando uenne di proprio uoler [otto lo &a*
to. 138
Pietro T radonico Doge Terzodecimo. 22
Pietro Candiano Doge Quintodecimo. 28. mori
combattendo contra i N arentani. 2 8
Pietro Tribuno Doge Seflodecimo. 25?
Piero Candiano Doge Decimo ottauo. 3 2
Pietro B adoero Doge Decimonono. 33
Pietro Candiano eletto dal padre per compagno
nel vrencipato , mone guerra auile , c cacciato in ban
do, con l'aiuto di Guido figliuolo di Berengario infe-
ra lo fiato, è richiamato di bando, è fatto Doge,rifiu
td la moglie prima, c r prende Gualdera figliuola di
Guido.) s.diuenta tiranno, fa guerra à quelli di vdcr
zo, è morto à furor di popolo . ?7
Pietro Orjeolo Doge venttfimo fecondo ,fecc
I
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51
,cr
Li-
ti
à
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ff
71
ì
ti
0
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1
TA VOLA DELLE
. r edificare il palagio , uà con ramata contra i Sara*
ceni , li rompe % )a noto doppo hauu;o un figliuolo di
tajìità.iS.fi parte fconofauto daVenetia,cr diuen
ta Eremita in Guafcogtiajoue morendo è tenuto per
Santo. 40
Pietro Orfeolo ventefimo quinto mandò amba*
fciadoriàgli Egitti) , e Soriani , fi gratifica tutti i
p rencipi di Italia, guerreggia con i N arentani, c T li
uince. 3 9. guerreggia in D almatia , cr prende vola,
er altre terre , riceue Plmperadore Otone,more . 4 1
Pietro Centrando Doge xentefimo fettimo fu
cacciato dal popolo. 49
Pietro P olani Doge Trento fimo quinto . 66
Pietro Z iani Doge Quaratitefimo primo. 86. co*
duce per moglie la Cojtanza figliuola di Tancredi
Re di Sicilia. <) 8. more. 98
Pietro Gradenico Doge Quar antefimo ottauo ♦
1 10.
JPietro Conte di Altifiodoro lmperadoredi Cofianti*
tiopoli combatte Durazzo per Venetiani , è morto 4
tradimento. s>$
Pietro Mocenigo Generale delParmata Venetia
na 0 cr fuoi fuccefii contra Turchino 6 . [occorre la
R eina di Cipri.210 ♦ è creato Doge fejfantefimo tib -
ho- • > *iio
p/e*ro L«/gi Earnefe morto a tradimento dii congiu
rati . 360
dietro Strozzi rotto da P imperiali / otto Siena , j6y
pipino Re d'Italia mone guerra à i Venetiani crgm
E E ij
tavola delle
ge 4 Mvlamoccojtenta di paffar à Rialto. i i.fabrica
un ponte per paffar a Rialto ,e rotto in Canal Or fa*
no. *3
Tippo combatte per i fiorentini lo flato di Venetiani
mandato da Gifmondo imperadore, cofe da lui fatte
nella guerra^ come mori fendogli infufo dell'oro
in bocca,come a Crajfo morto da i P arti. 1 7*
p ola, quando uenne f otto lo flato. z*.é prefa da i Fifa
ni, è rdcquiftatajCT abbruciata da V enetiani . 8 6
Tonte di Rialto , da cui fu fatto,®- quando. 7 7
Trencipe di Venetia, quando prima chiamato Doge di
Venetia, e 7 di D almatia, er / otto di cui. 47
Trocuratori di San Marco furono pròna tre , dipoi
fei, er infine nouc, er quando furono accrefcìuti al
numero di noue.26j.come fi eleggono. 267
Troffero Colonna Capitan Generale de gli Spagnuoli
rompe i Venetiani alla Motta, if 4.. fuoi progredì nel
la guerra contra i Francefi per lo flato di Milano ,
prende Milano, cr ne caccia i Francefi, 16 o. prende
Lodi * 3 l S
CL '
Qy ah anta huomini , che eleggono il Doge ,
quando furono creati ♦ 75
R
Ragione, che ha Cafa di Orliensfu'l Ducato di
Milano . *57
Ragugia ac qui fiata da' Venetiani per opra di cui. 9 *.
R auenna fotto lottato,®* quado.185.Rc di Cipri uen
ne 4 Vinegia,i+j< Re d'Inghilterra mouc guerra. 4
/
VITE DE* PF.ENCIPI
Francia. ?°4
Regno di Napoli acquiflato in pochi di da Carlo.vuu
Re di F ranciagycon che progrejfo. t$ix racquifta*
to di Ferdinando col progrejfo.
Regno da Napoli acquiflato dal Re di Francia,!? dal
Re di Spagna. *<> 7
Regola de Canonici prefa da Bonfiglio Michiele,men
tre era Prior di San Saluadore . 6$
Reina di Cipri uenne a Venetia ,cr è incontrata dalla
Signoria . 2 S°
Rema di Polonia uenne a Venetia . 370
Renato Duca di Loreno condotto alfoldo di Venetia*
ni 2} f.ripajja in Francia. *<>6
Renieri Dandolo a fuc jfefc (ì uantò di difender con *
tra 1 Gcnouefi Candia ribella . 9 e
Renieri Zeno Doge Quarantepmo quarto. io 4
Renieri Guafco Capitan Generale di Venetiani con -
trail Signor di Padoua } rinuntiò il Generalato. 1 $
Renzo Or fino à campo à lodi. a 9 8
R cpublica Vnetianajì riduce 4 Malamocco , CT crea
il magiftrato de CauaU\eri. $
Roberto Guifcardo guerreggia in Puglia con i Vene *
tiani. * 3
Roberto di Altijìodoro lmperadore di Coflantinopoli
fu morto in A caia. * 96
Roberto Duca di Bauiera uien in foccorfo di Nouello
di Carrara ,er combatte Padoua . 1 6*
Roberto fàalatefla Capitan di Venetiani contra P a*
paSiftom aiuto di Fiorentini , che s\rano armati
F,E iij
Digilized by L.OO'
VltE DE’ PRÉNCfPf ’
' per Lorenzo de ' Medici, 22 2. uince Alfonfo "Duci di
Calabria a Velitri , doppo la uittoria more. 230
Koberto Sanfeuerino Capitan Generale di Venetiani
cantra H ercole Duca di Ferrar a. zi $. fuoi progref*
fi con quella guerra.2 2 7. fecondi progres fi per uo-
ler combatter Ferrara. 2 ? o. paffa in Lombardia.
23$. fuoi progresfi contra i nimici. 24*. uenne 4
Venetta. 2^.0. è fatto Capitan Generale di tutti i P re
dpi d’Italia. 2 4.) . uà à Roma chiamato da Papa in*
noccntio contra il Re Ferdinando.! 44 .uien contra
: i Tedefchi 4 Rouerè con i progresfi in quella guer-
ra,ej come mori. % 47.Gr 248
R odi aff aitato dal Turco, et in nano combattuto. 2 2
combattuto ,er hauuto d’accordo dal Turco. ? 1 o
Ruggieri Re di Sicilia ,er cofe da lui fatte in Grecia ♦
6j
S
Sacco di Roma. * 2 ^
Saladino rotto in mare dalCarmate Chrijliane. $ 6.&
87.
Sant ' E rmagora primo protettor di Venetiani . 4 *
Seraccni nel golfo di Triefie prefero le galee mercan*
tile de’ Venetiani. 1 2. uenero doppo prefa Cattdia
in Dalmatia, affediarono Grado. 2 a
Scardona prefa dal General P e faro.
Scutari combattuta dal Turco , er difefa di Venetia*
ni , col fuccejfo di tutta quella guerra . 211 .di nuouo
è affediato. 219
Sebastiano Ziani uà contra l'armata di Fe*
derigo Barbarojfa , è fatto Caudtlìcr dal Papa, uince
il figliuol deU'lmperadore , lo fà prigione , ritorna 4
Vinegia. 8 ». a/c«m doni dal Papa , more. 8 j.
Siena affediata dagli Imperiali . 164.
Signori di Carrar acquando furono eftinti,er da chi.
167
Solimano gran Turco fà guerra in angheria, cr è ri*
buttato daWlmper udore. 3 3 ». j 3 2. cr m.uien
con hffercito in Macedonia. 3 3 $. er.* j c. wo«c
gwerra 4 Venetiani. 3*3
S b enzone, tradi fce A fcanìo Sferza . 257
Spagnuoli e Tedefchi fanno guerra à i Venetiani fin’À
Meftre.z 9 <\..zr , 29*
5 palato [otto lo /fcto,er quando . 46
Sfato <# venetiani partito nella lega di Cambraifrd
tutti i vrencipi d'Europa . 27 1
Sfato (fi venetiani trauagliato per tutto dal ferro , ©-
ddi fuoco de gli Spagnuoli. 3 7 *
Stefano Calopr ino fuor' ufeito di venetia , rimejfo per
faaore di A tleta imperatrice. 4 4
Stefano T icpolo Capitan Generale dell'armata vene-
tiana.3$$.c fatto la feconda uolta Generale. 3 54
S «ccejjò (f e//a prima guerra Genouc fe. 1 o j . er 1 o 6
Succesfì traGenoueJjjCT Venetiani per Umperador
Greco. 107.Gr • io3
Succesfì della guerra in ijlria col Patriarca £ Aquile
lij
Succesfì contra i ribelli di Candia. 733
S uccesfì della guerra di Trieste. 1$ »
TAVOLA DELLE
Succefjo detta guerra di Chioggìa tra vcnetiani , Cf
Genouejì. * 99
Succejfo detta guerra di p adoua col Signor di Carrai
ra.167.iG8.cr ^9
Succejfo detta guerra f errare fe. 2 24.Gr 2 x$.cr 22^
Succejfo di Modone. 26 4..CT
Succesp nel Regno di Napoli. 3 i 8. cr 3 29
Succejfo detta guerra di Cor fu. , 339
Succejfo detta guerra Francefein Piemonte . *41. cr
34.2
Succejfo de i fuorufciti fiorentini. 147
Succejfo dell'armata Chrijliana contri il turco. 36 z
Suggellar col piombo conceffo da Papa Alejfandro a i
venetiani. 81
Suizzeri calano in Italia chiamati dal papa contra i
Francejì , li ributtano fuor d' Italia. 29 1. Combatte*
no 4 Marignano con Francejì, c r fono rotti. 298.ee
290.C? 300
T
T a d e o Giujliniano uà contra gli vngheri atta pia
ile, combatte con loro , è rotto. 133
T ideo Giujliniano Capitan dell'armata contra Geno*
uep. 1 S9
Teodato terzo Maefiro di Cau atti eri. 9
T e o d a t o ipatV pgliuolo (TOrfo Doge quarto. $
Terre, che pojfedeua lo fiato in Romagna date di prò
prio uoler à papa Giulio. 27-7
T erramoto in veneti*. 3 3 9
Tiberiade prefa in terra Santa da' venetia ni. 37
Tiro prefo in terra Santa da' venetiani. <4
T olemaide combattuta dall’armata venetiana , ZT vi*
fatta. 8 f. è r acqui Hata. 8$, è prefa dal figliuolo del Sol
dano,zr dijlrutta. n 9
Tomafina Morefini maritata in Stefano padre di A n
dreaRcd'vngheria. 120
‘ Tomafo Morefini primo patriarca di CoHantinopolù
9 l
Tomaso Mocenigo Doge Seffantefimo fifto. 17 z
T rau fiotto lo slato , er quando. 4 6
Trenta cafe popolane fatte di Configlio per battere
aiutato la R cpublica nella guerra Gctiouefe . 1 a 3
T riuigi dato dulìa Signoria al Duca d } Aufiria. 162 . re
fiituito à i venctiani da Galeazzo vifeonte . 1 63 . fi
muntene infide di venettani , er per cui. 1 74. e 175
Tubvno Memo Doge ventefimo quinto. 4 z
Triejle ribella, fi dà al Duca d'Aujlria , torna à ubi *
dienza. 1 5 z. é combattuta da' venetiani , cr perche,
t rappacificata per opera di Papa pio , ch'era fiato
fuovefeouo. 0 197
Tumulto foUeuato dalla plebe in venetia per nuoua
grauezza pofta nella prima guerra Genouefe * 1 io
Tunifi prefo in Africa da Barbar offa. *34
Turchi nel Friuli ,cr i danni, che fecero, ztf.cr z\6
Turchi uengono la fecondatola nel Friuli con
che fuccesfi partono. 220
Turchi nel Contado di Zarajy i danni,che u: fecero*
zf8
Turchi uengono Ut terza uolta nel Frinii 1 63
TAVOLA DELLE
V
V d e n e, quando prima uenne f otto lo flato.- 1 7 j
Vegiha ì fola già Cor ita , quando uenne f otto lo fiato.
224
Venetianj rotti à Durazzo da' Normandt.
Squamo à Gierufalem in aiuto de Prencipi Chri *
fiianiy tornando à caft , guerreggiano contra i Nor-
tnandi. *7. guerreggiano , er uincono alle B ebbe i p a
douani.$9 . fono rotti , er w fuga dagli Vnghe
ri in Dalmatia.6o. e. 6 1 .guerreggiano con i Pifani y
C r perche fanno giornata con i P adouani , c r la ca=
gioite , fi rompeno.66. e. 67. uanno in Sicilia , e ciò,
che uifanno.isp.prendeno la protettione di Papa
Aleffandro contra Federigo B ar bar offa. 7 $. manda*
no ambafciadori all’lmperadore à pregarlo , che
fi rappacifichi col Papa. 70. guerreggiano con i Pi fa
ni , er con che fuccesfi , fi rappacificano con loro.
S7. combatteno prefio Curzola , con i Genouefi , er
fono rotti. i 2 1 .guerreggiano con i vadouaniyCT con
rimperadore di Cojìantinopoli, er perche ^occupa*
no Ferrara , er la lafciano. izj. er 124 .[communi-
cuti. 126. fanno lega con il Re d' Aragona contra i
Genouefi. i}7 guerreggiano con i Genouefi à Chiog
già. 1 59. fanno pace con i Genouefiy er con quai con
ditioni. 163. trauaglione lo fiato del Duca di Mila-
no.1S6.fi querelano con tutte le potentic Chrijliane
di P apaSifio. 124.0 12 $. fanno fuo il Regno di Ci-
pri, cr con che colore. 249.Gr z$o.s'armono per la
libertà de i vifani contra i Fiorentini. i$6. fono rot*
FÀVOLA DEELLE
; ti in Ghiaradadda. 27 2. & 17 ?
V E N e t 1 a affediata d a Genouefi.t$s>.cr 1 6 o
Verona occupata dalle genti del Duca Filippo,®* rac
quijìata dallo Sforza con tutto il fuccejfo . 1 8 4
Vicenza quando uenne j otto lo flato. 1 67
Vicenzo Capello Capitan generale di V enetiani con*
tra il Tur co. 14.4.* 24 *
Vitale Candiano Doge Ventefimo terzo. 41
Vitale F alierò Doge Trentefimo primo. $$
Vitale M ichielc Doge Trentefimo fecondo. $6
Vittor vifani rompe 1 Genoue/i à capo d'Antio. 1 $7
Vittoria Colonna Duchejfa d'Vrbino uenne d Vene*
tia. 36 1
Vlrico patriarca <f Aquilegia tttoue guerra d i Vene *
tiani, è prefo , er uinto. 1 6
Vlrico patriarca di Aquilegia prefe Grado , è prefo
effo da' V enetiani^ ® con che conditionelaf ciato.
Vngheri danno ilguajloal Contado di Triuigi/Owpe
no i V enetiani alla piane, fono dapoi esfi rotti dagli
Vngheri.ifj.e i?4
Vnni fanno guerra d Venetiani fin prejfo Rialto, fono
rotti. 29
Vlfuncajfano Re di perfiafd lega con i venetiani con *
tra il Turco . aojxompe t Tur chi, è rotto effo* 20 8*
Z
Zara, quando prima uenne fiotto venetiani,® per
opera di cui. 4<r . ribella la prima uolta , è racquijta *
ta.$2.ribcUa la feconda uolta.6o.c racquietata . 60
TAVOLA DELLE
ribella la terza uolt a. j ^.ribella la quartauoltd. 84,
èracquijlata.s^.ribe Ha la quinta uolta , er è racqu -
fiata. 1 o 2 . ribella la fejla uolta. izs .torna à ubidieni
. z^nS.ribeUa la fettima uolta , torna a ubidienza.
comprata dalla Signoria per cento
mila ducati da Ladislao Re di Napoli. 170
Zecca, quando fu edificata , er di chi,e Architetto .
Ziano Fabria tio ultimo maeftro di CauatlierL %
IL FINE
«?
f
*
\ y
REGISTRO.
AB CDEFGHULMNO
P Q_R S T V X Y Z,
A A B B CC DD EE.
<
Tutti fono Quaderni.
IN V I N E G I A
PER FRANCESCO MARCOLIN-I
L
I
€ ON PRIVILEGIO.
i M D LV.IH.
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