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Full text of "Della Regale Accademia Ercolanese"

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^ib ibaw^aa 



M 



.OLTi per ayyentura si nazionali , che 
stranieri in epoche diverse si sono avrisati 
di far parola nelle opera loro dell'accade- 
mia Ercolanese , ma quasi tutti ne hanno 
scritto assai breyemente , e con poca , o 
niuna precisione. Quindi non V& scrittore^ 
per quanto mi e noto , che siasi di propo- 
sito occupato a raccoglieme le memorie. 
lo ne' giorni di ozio concessimi dalla ca- 
rica ho diyisato di eseguirlo nel migliot 
modo possibile, e per quanto le mie lorze 
han comportato. Sara diyiso questo lavoro 
in due parli ; nella prima si parleri della 
fondazione deli' Accademia , e di quanto la 
riguarda dal suo nascere sino a quesf epo- 
ca : la seoonda conferr^ un cenno biogra* 
fico di tutf i suoi soci ordinari. 

Non manchera ebi si maraviglieri della 
stampa di questo libro , e forse Torra an- 
che riprendermene , come di opera inutile 
in un secolo affatto filosofico , in cui non 
si Tuol sentir favellare di simili materie. 
Con quanta ragione il fara, altri ne giudi- 
cbi. A me basfera a tal proposito rammen* 



.1 ; 






4 

tare il delta del nostro brindisino M. Pa- 
cuvio presso Gellio (lib. i3. c. 8): Ego 
odi homines igncwa opeta , philosopha sen-- 
tentia^ Ma, checche ne sia , indubitata cosa 
e, che ciascuno ha il siio particolar modo 
di vedere^ ne 1 gusto e lo stesso iu tutti, 
pnd'ebbe a scrivere Qrazio {epistolar. lib. 
ji ^* 2. V. 6i ): 

■ Tres mihi convivae prope dissentire videntuvy 

Poscentes vario niultum diversa palatO' 

Quid dem? quid non dem? renuis quod tu^Jubet alter: 
' Quod^ petis , id sant est invisum , acidumque duohus. 



•-i 



, Quest' Accademia dalla sua origine si oc- 
.cupo sempre, ed esclusivamente di filologia 
jponie fu prescritto dal di lei; augusto fon- 
4atQre. So cbe T idea della filologia suol 
^qUo restringersi da phi poco inteude, ma 
so.benanche, che si presso gli antichi sag- 
gi , che presso i modef ni ha una estensione 

w^ ampia. Philologia^ al dir deirimmor- 
e TuUio nelle questiqni.accademiche, Aw- 
manioribus ^tudii^, ^apfins accjornmodata elo* 
quentiae plurimum 4nt^adit ^ omnium^scien" 
tiwrmn multijuga erudilio , deque sapien- 
itae vestibulo quasi tessfra.^ Secondo poi 
l^avviso del sommo uomo; Gio: Battista Vico 
(de constantia jurisprudentis pari, poster^ 
pag. 2^ ) Philologi de rebus publicis ^ gen- 
Jtit^, et populoruin morU>us y legij^ug^ in'- 
stitutis^ disciplinisy opificiis pro suo jure 



H 
eommenfdrtos icribtmi ; reni hptddriam , 
nummariamque^ ef chrqnologiam seduh tra- 
ctant^ imde edunt testimonia antiquitatts 
graviora : atque hctec omnia , quo orhn&i 
docfarum linguarum scrwtores stve qrato^ 
res , sibe phihsopho^ , isive adeo his tor i-^ 
cos , et niaxime po'etas enarrent : a qni^ 
hus respublica earn sibi maximam capit 
titilitatem , ut interpretetur antiquam iih^ 
gud/nt teligionis , et legum. Consono agli 
esposti sentimenti del Vico e il prestah^ 
tissimo Salvadore Spiriti ( memor. deg^f 
schtiori cdseritini 1^^. 78 J , ove ragioi^ 
nando di quesf applicazione letteraria kiv 
^liene , che la med^sima da talimi seivc-^ 
camente per uno studio sterile^ e di ti^ 
na pubblica utilitd , o di privafb giin^ 
mento vien creduta^ quando sema di '^ 
sa molte belle notizie ^ cosi intorho AltA 
storia , che intorno alia ragion de' feftiffi 
rimarrebbero ascose , conUs di gibhM ^Hi 
giorno la continuo' esperienza fa' contiiccff^ 
apertamente. Notf dltridnie»ti opiftAf 'lll^tttft 

fiacone da Vetulami<»' f deaugmy^^^ 
lib. 2 cap; VI / :^>/9^iV^^^^ 
^ hiStoriarum feli^Uid0 sunt tamqu&rn t» 
bulae naufrdgii ^ cum dejicvm$a'\^ effete 
submersti rernm memona ^ nihilooiiim 
ihiAei' mddstrii \ ^t )iW^istc&s^ npe^Ututf 
quadam , et scrupulosa diligentia , Mffij^ 



6 

nealogm^^ fastis^ ttkUit^ rmnumeniU^ mh 
mismatibus ^ nominibus propriis, et stylis^ 
verborum etymologiis , proverbiis ^ tradi" 
ttQnibus^ archivisy et instrutnentis tarn pu- 
blicis quamprivatis^ historiarum fragmen- 
tis^ librorum neutiquam historicorum locis 
dispersis^ ex his^ inquam^ omnibus^ vel 
eliqutbus , nonnul/a a temporis diluvio ert-^ 
piunt , et conservant. Res sane operosa , 
sed mortalibus grata ^ et cum reverentia 
guadam conjuncta , ac digna certe , quae^ 
deletis fabuhsis nationum origimbus ^ in 
locum hujusmodi cammentitiorum stibsti'- 
^tuatur. 

Di qual giovamento poi sieno state le 
<^re date dla luce dalF accademia Erc(H 
lanese alia repubblica delle lettere anche 
per ragion de' tempi , in cui i primi to- 
lomi furon pubblicati ^ ciascim mediocre- 
mente versato in questi studi potri da se 
lawisar di leggieri. Ricorder6 solamente 
qui quelle , che dir soleano i dottissimi En- 
nio Quirino Yisconti, e Gaetano Marini giu- 
idici competenti di siffatti lavori) i quali me- 
CO piu volte parlando de' volumi di Erco- 
lono dati alle stampe mi assicuravano , che, 
a loro avyiso , gli stessi conteneano una 
inciclopedia archeologica , e ch' essi gran 
profiito ayean litratto dalla lettura de' me- 
dttimi. 



\ 



PARTE I 

VONBAZIONB 0EI.LA EEOALE AtlCAtHEUVk BKGteJkNESE, 
8UE YIGENIMB , B IrAYORI IiEXTEBAEl. 



A 



.vendo cessata di re^are tra noi la diDa^tia 
Aragonese ne' primt anni del secolo XVI. , sotta 
ta quale erano qai rinate , e fiorite in preferensia 
di tutte le altre nazioni le science , le lettereV ^ 
le belle arti (1) , cadde questo reame nella umi*- 
liante condiziene di lontana proyincia sotto bb g<i*- 
yerno yice-regiiale quasi sempre debole , e tapa^ 
ce , che per due secoli , e piU infelicit6 c^este 
Gontrade. Dopo si lunga sofferenza nel t734 fi- 
nalmente la ProTTideDza , compassiooando le scil^ 
gore di tante popalazioni , pennise , che 1' iimBlM^ 
tale Carlo Borrone gievane di anni diciotta, buoh 
no per temperameato ^ d' ingegno supmore aU^efll^ 
amantissiBio della giustizia , benefice e ^nerMdr^ 
amabile di toUo , e ne^ diseorsi , incliBatisstiO!^ 
alia milizia , sato per le grandi cose ^ e dotM* 
di tutte le qualita^ e Tirtii necessarie, pet fetidi^ 
tare una nazione , venisse tra noi. Ei da re savitt^ 
e magnanimo feee coUa ' proTrida sua mente y 4 
coir augusta sua presenza risoi^ere , e di Buovd 
fiorire con Instro maggiore una Monarchia gia da 
molti anni avrilita, ed umiliata, ridncendola per 
tuttfi lati ad on luminoso, ed imponente 6aratte^ 
re. Gonquistate le due Sicilie , dopo di averle edit 
•OBioM Tulore difese dagli atta«)cM neaiici ^ m4 



gloriofta ii tno nome proccmraiiclo di tgrararle iuSe 
pubblicbe , e private calamitk , riordinando cob 
gran sapienza leg^ , e magistrati , proteggendo le 
lettere , ed i letterati , incoraggiaado il commeiv 
cio, e ragiicol)ara;jform2Qdda ull esercU^ ben di* 
sciplinato, ed abbellendo la metropoli, e le pro- 
TiBcie di>'onov6 strade, e di molti grandiosi, ed 
elegaatiedifiQi^per ricomporre. , e far risocgere ud 
popolo abbandonato da gran tempo , onde figurare 
luminosamente nelle arti di pace, e di guerra tra 
i piu culti di Europa. Con molta ragionevolezza 
quindi il aostro dottissimo Mafcfeo Egizio in una 
inscris^iooe'da lui dettata nel 4735 pel ritorno 
dello stessO re Caflo da Sicilia segnando ¥ anna 
di. tal epoca ebbe a dire^ Ren at a Njsapoli Ais>- 
mo II \ Descriz. deUe fesie celebrate dalla CUta 
di, Napoli per lo ritorno dalla Sicilia di Carlo di 
Borbotn^ re ,di Napoli pag. 26 ^. 
r Or jtra le ionumerevoli cose, insigni operate da 
^Ueeto' ottimo Monarca , che hanno eternato il sue 
noma', vi fu senza dubbio la istituzione della re^ 
^6 Accademia Ercolanese , la: quale per le adti- 
ohitk illn^atc;, e quindi con i^Iendidezza vera- 
inenie soyrana datd alia luce ^ rechera in tutt' i 
4c0pi !:3.omma gloria all' augusto suo fondatore. 
J&Got^no che ba dato il nome a quest', accadeaaa 
fU la prima citta a discoprirsi , ;e quindi Pompeu 
Noi faremo bireve oenno tanto di Ercolano , che 
di Fompei dall' e|>oca , che furono sepolte dal Ve- 
suvio sino al di loro disotterramento. 

Un terribile tfemuoto avyenuto sotto rimperd 
di Nerone ndl' anno LXIII dell' era corrente ca- 
giono gravi danni a molti paesi delU Cam]pania , 
«,apecialmetite alle due iUustri citta Ercolano > e 
Fompei , di chj^' fan . tdutiota metiaioiie 'SeneM<9. # 



tdcitb ,( amui. naiumd. lib. 5 cap. 4 , atmaL 
ft&^i i5 ni arnio 845 ). Ma inentne gli aMutori 
di entrambe erano intenti a riparare i gik soifeiti 
danni , altra sventura maggiore loro soprayveime 
dopp anni sedici per una grande 6 straordinaria 
Brnzione VesuTiana accaduta nel 1 aoDO dell' iin-> 
pero di Tito, che fa il LXXIX dell' era cristiaaa. 
In quale giorno accaduto ci6 fosse h tuttora in 
dufabio tra gli eraditi. Da Dione ( lib. 66 ) si ba, 
<ihe siffatta eruzione accadde auiumno jam ad exi- 
ium ver^ente , qaindi dai nostri accademici EreO'^ 
lanesi (^ dissertatio isagogiea cap. XI pag. 67 ) 
mettendosi in esame tutte le Tarianti lezioni di Pli* 
nio sa tal panto storico si credette , che Ncvftmr- 
iris Kal. la atessa fosse avvenuta , cio^ al 1 di 
NoTembre : dello stesso ayyiso sono ii cardinal 
Baronio, ed il Moratori ( annal. vol. 1 ), e di- 
VersUnsigni scrittori: allri poi opinano, che T av- 
Tenimento ebbe luogo IX Kal. Septtmhns , cioi 
nel di 24 di Agosto. La prima opioione appog- 
giata alia testimonianza di Dione sembra essere 
jHii fondata. 

£ poi comune credenza di qaasi tutt' i nostn 
atoriici , e di molti scrittori stranieri, che le do^ 
indipate citta Bella surriferita epoca del LXXIX 
rlBstassero ioteramente sepolte , e del tntto abbai»^ 
donate , per es9ere state da per ogni dove coverts 
da lapilli, da densa, fluida , e caldissiina cener^ 
e da gran quantitk di pomici , e grosse pietre erut- 
tate dal Vulcano. (2) , al dir di Flinio Secondo ^ 
che fu presente al gran disastro , e che raecon^ 
tutto r accaduto in due lettere scritte a G. Taci^ 
to. Furon gli anzidetti scrittori indotti a p^nsar 
aiffattamente da diverse solide ragioni , e con, ispe^ 
<iifditk. da P. Papinio Stazio ( lib. IV syha'^ 4 tad 



«0 

MarcMm ) , ehe sembra assieiirftre la totale di- 
stnizioDe di qoeste due cittk ael sarrifeiito auto 
coa i seguenti yersi : 

Mirafideil credetne pirAm venJtura propagOy 
Cum seeetes iterum , cum jam haec deserta PireBuni p 
Infra tfrbes Populosque premi , proaviiaque toto 
Rura abiisse mart? 

Altri poi sostengono , che a siflatto £re po^ 
tico , ed esagerato si oppongano alcime aatoritk di 
diyersi scrittori anticfai , e prima d' ogn' altro , tra 
yarie ragioni da essi addotte, rammentano Svetch- 
nio ( in vita Till cap# 8 ^ , it quale assicura , 
€be I'lmpera^r Tito proccurd di far riparare tutl'i 
danni cagionfati alle diverse cittk della Campania 
dalla eruzione Vesuyiana ^ e che da una epigrafe 
greco-latina tuttora esistente in questa metropoli 
si rileva , che anche Napoli sperimentd i tratti 
benefici di Tito (3). Qui ndi essi dicono potersi 
sostenere , che similmente Pompet , ed Ercolano con 
i pochi abitanti rimastivi furono dopo la terribile 
catastrofe ancbe soccorse, ed ajutate dallo stessD 
imperatore. Di piii i medesimi asseriscooo , che 
anni XL circa dalF ayvenuta eruzione L. Floro 
( de gestis romanor, lib. 1 cap. 16 ^ , il quale 
visse sotto Timpero di Trajano yerso il 116 della 
nostra era, roenzionandoalcune citta.marittime della 
Campania allora esistenti scrisse : 

Urbes ad mare Formiae^ Cumae^ PUteoli^ Near 
polisj Herculaneum J Pqmpeu . • • . Affermano 
perci6 gli stessi , che non sarebbero state quelle 
nominate , se nel LXXIX rimaste fossero int^a- 
mente sepolte , ed abbandonate. A ci6 aggiungo- 
no , che le due citta irovansi riportaie ndla Ta- 
yola Peutingeriana , qual monumento per k opi^ 



nione piii generale degli eraditi fa fonvuiU nHemp 
deU'imperatore Gonstantiiio il grande, cio6 Yerso 
il CCGXXX, giaccb^ tatt'i cambiamekiti ayroiaii 
in Yarie regioni del mondo dopo tal epoca non 
TeggODsi annotati nella sommenzionata ia^ola geo- 
grafica r tabula Theodosiana , et Peuiingeriana Do* 
tninici Christianopuli pag. h ). In yista dunque di 
ci6 si crede da taluni , che sino al 471 le due 
cittk continuassero ad essere abiiate da pochi citr 
tadini , che ^i rimasero. Questa opinione , che h 
sostenuta , tra diversi, dal Ch. Ignarra ( de phror- 
trus pag. 230 ) con molti argomenti , h poi com- 
battuta , tra gli altri , con doitrina , e sensate 
coDgettore daU'eraditissimo Monsignor Rosini (di^ 
sertatio isagogica pag. 91 )> ch'& del parere del 
prinu. Quest! due illustri ^ologi nello stesso an- 
no 1 797 tempo , in cui pubblicarono le rispettiTe 
opere, furono di opinione contraria sulla contro^ 
yersia medesima senza per6, che ciascuno di essi 
aTCsse su tal punto confutato , o citato \ altro* 
II dotto P. Antonio Sanfelice scrivendo delle citr 
tk medesime dice , che le stesse incendiorum in^ 
juria versa sunt in vicos. ( Canwania pag. 64 edi|(, 
del 1796 ). 

A me per6 sembra , che le due cittk dopo il 
LXXIX restarono interamente abbandonate, e quel^ 
li ) che o per impoUnza , o per imprudenza vi 
si fermarono, rimasero tutti estinti. L'argomento 
insuperabile addotto da colore , che sostengonp 
questa opinione , e che assicura tal Tcritk istori^ 
ca ) k , che dopo moltissimi anni di scavi 
gmti in entrambe le cittk non %\ h rinyenuto 
numento alcuno , che appartener potesse ad un 

^poca posteriore il LXXU. Quin<U pare ipdjv^ 



H 

tato , cbe te diue cittii soltetrate allort , non fti- 
tono piii alHtate di poi. 

- Ma, se h sicnrb , come io credo, quanto tra-. 
t^si scritto dall' architetto gik diref tore degli sea- 
Ti pompejani Carlo Bonucci nella sua operetta in- 
titdiata : Pompei descritta ( 3. edizione. Napoli 
1*827 pag. 220 )y che sotto il re Carlo til poco 
ludgi da Pompei tra i Comuni di Bosco Reale , e 
Bosco tre Case furono scoverte alenne antiche ro- 
vine , ove potette esistere per qnalche tempo ud 
nuoYO , e piccolo villaggio abitato da pochi , e 
pdveri pompejani , che non ritrovarono ricovero 
altroye ; questo potrebbe conciliare i/due paf^i 
opposti di sopra accennati. £gli a tal .proposito 
fiferisce che negli enunciati ruderi vi si rinvennero 
allora de* candelabrt di bwnzo^ ed altri aggetti Cii^ 
¥iosi , ma t architetlura , ed i dipinti detle mum 
Bhino di un gusto assai degenerato^ benchb la di^ 
Mribuizione degli atrj , e delle stanze fosse affalto 
simile a quella di Pompei. Cib indica , a siio di- 
rt' , UfC opera conlemporanea , o posteriore a'^CO" 
Hdndno ; cost polrebbe discendersi jino dW erU^one 
del 47i , dopo la quale il nbme di Pompei restb" «/- 
fatto perdulo. Questa opinione del Bonucci yiene 
corroborata dai seguenti fatti. Nel diario manu-- 
9criUo de^monumenti antichi rinvenuti in Ercolano^ 
Pompei^ e Stabid dal 1752^ al 4799 j che si coir- 
aerya nella regal Sbpraintendenza degli scavi alia 
pagina 87 trovasi registrato , che a t2 Gehnajo 
4759 dal i^ustode del real museo si. ricevettero 
num, 2 pezzi di condotii di piombo , uno lungo 
palmi 4 '/i V altro palmi 3 per 9 iroi)dti in uh 
principio di scavo fatto a Bosco tte case; il chft 

proya^ che iyi fa uno scayo ai tempi cb Garh> III 



13 
A ci& si agginnge, che verso il 1810 1' Abate 
Gargano tra Bosco reale , e Bosco tre case vn 
miglio circa laDgi da Pompei scovrl alcune anti- 
che fabbricbe composte di uu atrio con peristilio 
di piccole colonne ^ e con una linea laterale di 
quattro stanze : piii una vasca di marmo con zam- 
piUi per uso di fontana , ed anche piccoli tratti 
di strade. Finalmente Tien comprovata la esisten- 
s(A di questo piccol paese neii' indicato luogo da 
una leitera del 14 Gennajo 1832 del conte Luigi 
di Lebzeltern ambasciatore dell' imperatore d' Au« 
stria presso questa nostra Corte diretta al cava- 
liere Bunsen in Roma , ed inserita nel buUeltino 
delTinstituto di corrispondenza archeologica al n. 4 
di Gennaro '1832^ cbe si pubblica in quella cit- 
tii. In qnesta lettera, parlandosi di uno scavo in* 
coato da esso ambasciatore in Bosco tre case, egU 
assicurd , che un pozzo aperto in una vigna fece 
arrival^ a 35 piedi di profondita ad uno strato ver- 
gine di lapillo^ e che immediatamenie dopo si trO" 
vb V antico terreiio* 

Allora , egli seguita a dire , feci aprire quatira 
gaUene alia distanza non piu di 8 a iH palmi di 
lunghezza , ma non trovai in esse che pezzi di cal^ 
cinacci ^ riveslimenti , dipinti ^ e siucc/ii di muroy 
che attesCavano V esistenza di una o piii case di 
fahbrica non conmne , nia in uno scompiglia tale , 
ohe appcna ho potuto riaveme un pezzo del valo^ 
re di mezzo palmo , con essi qualche osso delta 
mascellq, di un majale , qualche pezzo di anfora ^ 
dei pezzi. di salgemma ^ e di carbone di legna* Inol- 
tre lo. stesso parla di una stanza iyi scorerta , e 
di' era dipinta ,. e ripiena di franmienti di mura^: 
$ /di lapiUo, descrive altre cose, e le diyerse di^ 



44 

ficolta di tale scavo , cbe pensata rianimare al mi- 

l^orar della stagione. 

Or dnnqae per le coae gia dette sembra , che 
im Buovo, e piccolo villaggio snrto fosse didle mi- 
ne di Fompei , ed a poca sua distanza yerso il 
Ticino Comune di Bosco tre case ; come anche po- 
chi, e meschini abitiiri costraiti da infelici fami- 
glie ercolanesi non lun^ daUa sepolta patria po- 
iettero far credere a L. Floro, ed alFautore della 
t%Tola Peatingeriana 1' esistenza di qaeste due citU 
dopo il LXXIX , e potrebbero benanche giusti- 
ficare Taddotta opinione del Sanfelice« 

Grindicati autori, ciofe I'lgDarra, ed il Rosini 
aeguendo epoche diverse per la totale distruzioae 
di esse cittk , riguardo poi all' emigrazione sono 
di accordo nel dire , cbe abbandonate del tutto le 
medesime , gli abitanti di Pompei si rifuggirono 
in Nola, e quelli diiErcolano in Napoli, quindi 
arrenne, che il territorio pompejano fu riunito a 
qnello di Nola , ed il territorio ercolanese fu ag- 
gregato alF agro napolitano. Nelle due derelitte 
cittk si andava in quelFepoca da Napoli a Pom- 
pei per mezzo della yia Ercolanea , di/cui parla 
Cicerone nella orazione 2 cap. 14 contra RuUum 
in quest! termini: accedet eo mans Gaurus^ acce-^ 
dent $aUcta ad Miniumas ; adiungetur etiam Ma 
ma vendibil%$ Hereudanea rmdtarum deliciarum , et 
magnae pecuniae , via diversa da quella , cbe dal 
lago Lucrino menava a Pozzuoli , la quale si chia- 
mava piii tosto Herctdea^ secondo opina il nostro 
rinomatissimo Martorelli ( Thee, calam. tom* 2 
p. 563 ). Da Pompei poi a Nola era aperto il cam- 
mino per mezzo di una trayersa della via Domi- 
xUna. Sicura cosa perd ^ , cbe il numero majors 



t5 
degli abitanti di jentrambe le ettta dovette fuggire 
fliel momento della spaventevole eruzione , mentre 
in Pompei, che dovea conteoere una popolazione 
inolto numerosa , attesa 11 sao esteso fabbricato , 
appena si sono scoverti sino a qaesto tempo circa 
quattrocento scfaeletri in gran parte nelle eantine, 
ed in altri luoghi sotterranei. La congettnra dun- 
<que a tal proposito del yalentissimo archeologo 
WindLelmann , che scriyea nel 1762 , non si h 
Terificata , giacche egli disse nella sua lettera sa 
ie scovevte di Ercolano p. 12 e 13 » che non es- 
sendosi troYato alcuno scfaeletro a Portici, a Re- 
sina, ed a Poffipei, ci6 faceya supporre, che.gli 
abitanti ebbero il tempo di fuggire , « per la stessa 
ragione il inedesimo credette , che ne;gl' indicati 
luoghi si fossero trovati pochissimi mobili prezio- 
si , mentre prima della fuga erano stati traspor- 
tati altroT« dagK accennati abitanti; il che non si 
h poi avTcrato in seguito per gli scbeletri diTersi, 
•e per i moltissimi mobili preziosi, che si sono sco* 
yerti, e giomalmente si disotterrano specialmente 
in Pompei. 

Sinora aU>iamo bre^emente favellato intomo alia 
precisa epoca , in cui furono sepolte, ed abbando- 
Bate le indicate citta, ora coUa stessa brevitk c'in- 
trat^rremo sal disoiterFamento di ciascuna, e del 
€ome , e qnando cio awenne dopo di essersene 
quasi del tutto perduta la memoria a segno da 
ignorarsi benanche il luogo preciso , oye le mede- 
sime fossero state situate* 

Cominceremo a parlare di Ercolano , la di cui 
scoverta precedette quella di Pompei , ed i mo- 
nnmaiti iyi riuTenuti furono tra i primi ad essere 
iUustrati* 

Miccola P^otto ( in cornucopia , sive commenr 



46 

tariorum linguae^ laiinae. i488 ) fin dal secolo XV 
fa meuzione di Ercolano , e di Pompei , e della 
situazione topografica di queste due distrutte cittk. 
L'insigne nostro poeta Jacopo Sannazzaro (eclo^ 
ga V ) auche ranuueuia i ruderi di Ercolano coa 
1 seguenti versi : 

Rupe sub hac niecum sedit Galatea^ P^idebant 
Et Capreas , et quae sirenum nomina servant 
Rura procid ; veteres alia de parte ruinas 
Hercvlis 5 ambusta signabat ab arce Vesevus^ 

Ba' surriferili carmi scmbra esser sicura cosa ^ 
che nel XV secolo tuttora era visibile qualche 
avvanzo della sepolta Ercolano , e forse poteva 
questo essere un portico situato su I'altura della 
citia non coverto dalle lave diverse di fuoco , e 
avrebbe potato siffatto portico dare il nome al- 
Tattuale paese di Portici. Quale congettura sembra 
pill adattata, e conveuiente di quella addotta da 
vari scrittori, de'quali alcuni credono tratto il no- 
me di Portici AalVanlico porto della prossima i?e- 
sina , di Ercolano , altri da una villa ivi una volta 
esi^tente di Quinto Ponzio Aquila romano. La sur-* 
riferita congettura acquista maggior probability da 
nn luogo di Petronio Arbitro ( satyricon c. CVI ), 
qve fa juenzione del Portico di Ercole , il quale 
forse non coverto dal Vesuvio diede il nome al 
presente Portici. 

Giulio Cesare Capaccio (4) , che scrisse versO 
1^ fine del Xyi secolo assicura, cbe per molti anni 
s'ignord il sijto di Ercolano, che, mentre egli vi- . 
yeva , alcuni campagnuoli zappando la terra aveva^ 
no scoverto antiche fabbriche, pavimenti, marmij 
ed alcune iscrizioni , ch'esso riferisce per intero, 



17 

e tatto cio si era scavalo m un luogo prima della 
Torre del Greco. 

Dopo questo molti altri scrittori nazionali , ed 
esteii anterior! all' epoca del 1707 fanno distinta 
menzione di Ereolauo, e degli scavi ivi eseguiti, 
i di ciii nomi sono riferiti dal diligentissimo ca- 
nonico de Jorio ^ Noiizie su gli scavi di Ercola- 
no pag. 14 J. 

Ma , oltre tanti scrittori , in una iscrizione in 
marmo del 1634 tuttora esistente fuori la Torre 
del GrecO composta dal P. Orsi , e che trovasi 
benanche pabblicata nella sua raccolta , si legge, 
che il Vesuvio : 

PoMPEios Hercvlanvm Octavianvm 
PjErstrictis Reatina Et Pojrticf 

SlLFASQ. ViLLASQ. AeDESQ. 

Mom EN TO Stbavit Vssit Dibvit 

Nel 1 707 poi essendo venuto in questa capitale 
Emmanuele Mnurizio di Lorena principe di El- 
boeuf in qualila di generale al servizio dell' impe- 
ratore Carlo VI , ed avendo impalmata la figlia 
unica del duca di Salsa Teresa Strambone qui fisso 
la sua dinaora. 

Egli nel 1709 fece acquisto di una casina in 
Portici sita al Granatello sul lido del mare, poco 
lungi , ed alia parte occidentale del monistero de'ff. 
Alcantarini , quale casina in seguito fu venduta 
nel 1716a Giacinto Falletti duca di Cannalonga , 
e reggente del collateral consiglio di Napoli , e 
da questi al re Carlo III, che la compro per ivi 
divertirsi alia pesca (5). 

Volendo allora il detto principe di Elboeuf ri- 
farla , e servirsi per 1' intonaco delle nmra della 

2 



18 

polvere dl antichi rottami di marmo ne fece ri« 
cerca. Un agricoltore gli riferi , che nel vicino Co- 
mune di Resina poco dopo la chiesa di S. Ago- 
stino, mentre cavava un pozzo in sua casa, aveva 
linvenuto frammenti di marmo , che mostrati al 
principe piacquero, e furono accettati. II famoso 
pozzo , di cui h parola , ex quo prima consepul- 
tae urbis rudera^ et signa emerserunt al dir aegli 
accademici ercolanesi nella pianta topografica del- 
r antica Ercolano inserita nella dissertazione Isa- 
gogica, h situato 70 passi circa dopo la indicata 
chiesa di S. Agostino nella strada regia , e pre- 
cisamente nel giardino della casa segnata col nu- 
mero 68 appartenente ora ad Angelo Gervasio. 
Intanto avredutosi il principe , che i rottami di 
marmo a lui presentati erano antichi, immediata- 
mente si port6 in casa del contadino , ed ordind, 
che si continuasse lo scavamento nel pozzo , e 
nelle adiacenze con maggiore diligenza , e ne af- 
fid6 la direzione a Giuseppe Stendardo architetto 
napolitano. Questi , avendo interrogato il celebre 
Giuseppe Valletta, ed altri eruditi, per essere istrui- 
to suU'enunciato si to dello scavamento a lui affi- 
dato , fu assicurato , che ivi era il porto della cittk 
di Ercolano. Infatti, infervorato sempre piii il prin- 
cipe a tal notizia, vi si dih subito principio, ed 
appena comiuciato si rinvennero da prima grandi 
statue di marmo tappresentanti donne , indi co- 
lonne anche di marmo , e queste nella maggior 
parte di giallo antico , il sito di un tempio , un 

Eayimento di giallo antico , e qualche inscrizione 
itina. Alcune delle statue ritrovate da Elboeuf 
furono donate al principe Eugenio di Sa^oia, che 
le fece situare nel suo giardino di Vienna. Tre 
di esse dopo la morte del principe furono Tendute 



19 
dall'erede al re di Polonia per 6000 fiorini cir^ 
ca , e furono poste nel gran giardino regale fuori 
la citta di Dresda in unione di altre antiche sta- 
tue , e busti della famiglia Chigi di Roma , che 
Augusto re di Polonia ayea comprati mediante 
60000 scudi. Le dette tre statue Ercolanesi tro* 
Tansi incise nella raccolta de'marmi antichi eh' era- 
no in Dresda nella galleria del re di Polonia , 
raccolta che fu pubblicata nel 1733 dal barone 
Leplat* Gli altri oggetti antichi furono da £1- 
boeuf regalati a diyersi illustri personaggi, ed una 
parte di essi dopo alcuni anni fu anche mandata 
al re Carlo III in Napoli. 

Intanto e perch^ questo cavamento fu yietato 
dal Goyerno , e perch^ fu quindi richiamato in 
Vienna il principe di Elboeuf , tali scayamenti , che 
durarono circa cinque anni , non furono piii pro- 
seguiti. 

Una breye notizia di soli due anni degli og- 
getti disotterrati dal 1709 sino al 1711 scritta 
dallo stesso architetto , che regolaya lo scaya- 
mento Giuseppe Stendardo troyasi pubblicata dal 
Gori ( symbolae litt. yol. 1 pag. 39 ediz. di Fi- 
renze ) , dalla quale si ricaya , che si principia- 
rono a jfare de' cayainenti nelPadditato pozzo su- 
periori un braccio, o un braccio e mezzo dal li- 
yello deir acqua , e passati pochi giorni si ebbe 
la sorte di troy are una statua di scultura greca , 
bench^ restaur^ita , ch' egli credette essere Ercole. 
Indi riferisce, che dopo altri giorni fu rinyenuta 
altra statua , <^he suppose rappresentare Cleopatra ; 
una inscrizione con lettere di metallo corintio con 
queste parole : 

Afpivs Pflcber 

Cau Fiufs 



\ 



20 

Prosiegue il medesimo a dire, cbe in appresso 
si ritrovarono i ruderi di un tempio diroccato, e 
ti^a quest! si scavarono molte porzioui di coloDoe 
di alabastro fiorito , sette statue rappresentanti 
^i^rie Dee di scultura parimente greca , ed altre 
porzioui di giallo autico. Qui termina il rapporto 
di Stendardo. 

Finalmeute nel 1734 essendo salito al trono 
delle due Sicilie Carlo III di sempre gratissima 
rimembranza , ed ayeudo egli nel 1736 divisato 
di passare a diporto qualche stagione dell' anno 
in Porlici , ordin6 , che ^i si edificasse per sua 
dimora una villa, e ne diede I'incarico pel dise- 
gno air architetto Rocco Alcobierre uffiziale del 
corpo de'minatori. Da costui, e da altri fu rag^ 
guagliato il re dell' amenissima situazione di quel 
paese , e quindi ordino , che si fosse dato priu- 
cipio al fabbricato per la sua real villa , ciocch6 
avvenne nel 1738 , e della costruzioue ne fu di- 
rettorc 1' architetto Antonio Cannavari romano. Que- 
sto amenissimo edificio fu innalzato dalle fonda-* 
menta , n^ dec coufoudersi coll' altro situato al 
Granatello , ch' era una volta del principe di El- 
boeuf 5 e che fu di poi comprato dal re Carlo , 
come si e detto ; mentre in siffatto errore e in- 
corso il nostro Giustiniani ( Diz. gcogr. del rc- 
gno vol. 7 p. 260 e 261 J , il quale credette ^ 
che r attuale villa reale di Portici fosse un am- 
pliazione della casjna di Elboeuf. Seppe di piii 
r ottimo re , che negli scorsi anni , scavandosi in 
alcuni siti di quelle vicinanze, si erano rinvenuti 
de'prcgevoli monumenti antichi. Amantissimo del 
progresso di ogni sapere , e delle belle arli , e ri- 
ilettendo , che il prosieguo di tal impresa sarebbe 
stalo di ornamento alia Nazione e di stimolo ai 



2i 
dotti , seDza risparmiare spesa , ne diligenza , or- 
dind , che subito si ricominciassero i gik abban- 
doDati scaYamenti , e ci6 ebbe luogo ne' priuu 
giorni dell' anno slesso 1738. 

Scrivendo di questa risoluzione sovrana il rino- 
mato professore delP universita di Gottinga Gio: 
Mattia Gesnero , tra i molti altri , inyita a nome 
di tutto I'orbe letterario settentrionale I'inclito re 
Carlo ad cruendum sua e sepultura Herculanum 
con quesle parole : Malis , quacso , reparator ait- 
iiqui saeculi , et antiquarum artiiim omnium insiau- 
rator inscribi staluis , immo chariis aeternum man- 
suris commendarij quam incertam dubiamque Mar- 
tis subire fortunam ^ in programmate pro solvcndis 
academiae votis decennalibus. Gottingae 4741/ J. 

Da una leltera poi del marchese Marcello Ve- 
nuti del 17 gennajo 1738 direlta al Gori , e da 
questi pubblicata nel cit. vol. 1 pag. 41 si rileva 
con precisione rincominciamento di siffatli scava- 
menti direiti da esso Yenuti , e quali furono le 
prime cose rin venule. L' articolo della lettera ri- 
guardante cio si esprime cosi : Fenendo adesso a 
darle qiialche novita , la dirb , che vicino alia real 
Villa di Porticij nel fondo di un pozzo^ 86 palmi 
sotto terra , essendosi ritrovati alcuni pezzi di mar- 
mo 5 ed essendovi Iradizione , che altre voile ci si 
trovarono alcune statue , fece il re lalcralmcnte cer-- 
care , con far cavare alcune vie ad uso di mine% 
Non motto si lavorb , che si trovarono frammenti 
di due grandi statue equestri di bronzo corintio ; 
indi si scoprivano di tanto in tanto alcuni pilastri 
di mattoni mollo ben formaii , ed intonacaii , e di- 
pinti di vari colori. 

Tra questi si scavarono tre statue piu grandi del 



22 

natwxde in piedi to gate ^ e intierc di marmo. Sua 
Maesta si portb a vedere dette statue , ed io che 
lo seguitavo , come b mio solito , quando va in vil-* 
la 5 mi calai in quei profondi scavi , e osservai , 
che si scopriva una grande scala^ i di cui gradi- 
m erano piu lunghi , e piu alti del solito ; e giu- 
dicai , c/ie fosse un grande o Teatro , o Anjitea- 
tro : e dopo , cib riferito al re , si trovb ( sic ) t 
frammenti di una grande inscrizione , che ci assi- 
curava^ essere un Teatro^ come dimostrano le qui 
riportate inscrizioni : 

... F. Mammi . . RvFVs. TiriR. § V' JC • If A ]^ • Okch. . 

Db Sro 

In un altro gmnde architrave 

L. Annivs^ L. F. Mammianfs. Rvfvs. Jinn. 

P. Nruisirs. Arc. . . tec . . 

Sua Maesta mi comandb di fargU in scritto una 
breve dissertazione sopra tale inscrizione , e sopra 
la storia del paese : il che feci , ed ebbi la sorle 
di otteneme gradimento. Ogni giomo si tirovano 
rottami di comicioni bellissimi di marmo^ capitelli^ 
e frammenti di colonne di giallo antico , e altri 
tnarmij e presto si comincera a scoprit^ tutto quel 
grande edifizio. 

EUa vede in questi marmi casualmente ritrovati^ 

nominati i Duumviri Quinquennali di Ercolano , che 

fabbricarono il teatro , e F orchestra , ed il noma 

delV architetto del medesimo teatro , che rovinb al 

tempo di Tito in quella eruzione del Vesuvio^ che 

fu grandissima , come dice Dione. 



23 
In questa settimana si h trovata una specie di 
cornucopia , che fu gih aitaccata al mUro , con 
figura in fine di testa d^aquila. Questa h di hronzo 
stato indorato , e ha un buco nel coUo. lo credit 
sia servita per sostenere qualche lampada. 

In seguito di quest! tentatiyi riusciti assai fe- 
licemente , e descritti dal Yenuti con molta esat-< 
tezza s' innoltrarono sempre piii i cavamenti , ed 
in diversi siti tra Portici , e Resina furono rinve- 
nute inscrizioni , statue di marmo , e di bronzo^ 
tempii , strade , teatro , varie abitazioni , mobili; 
di ogni sorta, e di diverse materie, pitture, mor 
nete , e moltiplici frammenti , ciocch^ fece crede- 
re , cbe ivi indubitatameote ^a sepolta la citta di 
Ercolano, e quindi, andando sempre piu innanzi, 
si giunse a quella certezza, di cui non si potette 
piu dubitare. II magaanimo re Carlo era, tanto tra*^ 
sportato per questa intrapresa, che ordin6 dover- 
segli giomalmente riferire quanto si scovriya. Egli« 
spesso presenziava gli scavamenti , onde infervo- 
rare sempre piii i layoratori, e ToUe anche in unb 
giomo per una discesa appositamente fatta calare 
nella sepolta citta , onde ammirare da yicino i sot^ 
toposti fabbricati, e gli ayvanzi del teatro allora, 
disotterati (6). Non ostante per5 le tante fatte sco- 
verte , ed i molti monumenti di diverse specie rin- 
yenuti, che assicurayano essere iyi stata la citta di 
Ercolano , pure Giovanni Lami uomo per altro dot- 
tissimo opponendosi aU'evidenza, ed aU'uniforme 
sentimento di tutti gli eruditi si napolitani , che 
esteri , diede il titolo a siffatte scoverte , ed aljb 
relazioni, che ne parlavano d* istorielle ^ & lanfem^ 
tnagiche , che fanno apparire certi spettacoU , i quali 
fanno trasecolare chi non ne sa dawantaggio , ^ide 
fu, che il nostro celehre archedogo.^ ed ellenista 



\ 



24 

Jacopo Martorelli in una lettera scrltta al Gori 
ebbe a dire : sono in obbligo di fare bella apolo^ 
gia delta napolitana letteratura commossa contro il 
vostro dottor Lami uomo doito assai^ ma poco ri" 
spcltoso. Mi duole assai^ che egli abbiapresi ginnchi 
si grossi^ che siamo tutti rimasti di sale • . . (7). 

iJiversi altri erudiii si opposero a siffatte stra- 
nezze sostenutc dal dotto Toscano , ma Giuseppe 
Maria Mecatti , ch' era state uno de' primi a par- 
lare dello scaYamento di Ercolano, vedendosi piii 
di tutti personal mcnte attaccato dal giornalista La- 
mi gli scrisse da Napoli una prima lettera nel 1749, 
che diede alle stampe , avvertendolo degli errori, 
in cui era inoorso , ma a questa lettera non tI fu 
risposta. II Mecatti nel 1750 gli diresse altra let- 
tera pill frizzante della prima, che anche pubbli- 
cd, ma il Lami appena in gennaio del 1751 disse 
nelle sue Novclle di quell' anno , che tale lettera 
non merltava risnosia. 

AUora fu che il Mecatti stizzito maggiormente 
fece di pubblica ragione in questa capitale nel 1751 
il libro intitolato : Esame , o sia confronto di ra^ 
gioni addoUe daW autom delle novelle letterarie di 
JFii^nze Giovanni Lami , e da Giuseppe Maria Me^ 
caiti sopju le preiese citta di Pompei ed Ercolor 
no L' abate Zaccaria (^ sto7\ letlcr. d^ Ita- 
lia ^ dice , che il Mecatti si avventa si jieramente 
contro del novellista , come e ierribile il Vesuvio 
ci Napolitani, II Gori , che inseri le due lettere 
del Mecatti nelle symb. litt. p. 55, e 57 torn. 2 
decaJ. 2 in una nola assicura, che le lettere me- 
desiuie erano di un dotto Napolitano , cioe del Mar- 
torelli. 

Ercolano intanto appena si e potuta scovrire in 
pochi siti con cavarue fuori de'^reziosi monumen- 



25 
ii , giacchfe , se si avesse Toluto interamente di- 
sotterrare , sarebbe stato necessario demolire del 
tutto i due ben popolati Gomani di Portici , e 
di Resina , che tI son soprapposti. Ma i cava- 
menti di questa citta interrotti da piii anni sono 
ricominciati nel 1 828 , e di gia si sono scoverte 
altre strade , pitture , vasi , buoni edifici , e mo- 
nete, ove si b potuto disotterrare senza demolire 
i fabbricati esistenti. 

.La prospera inlrapresa di Ercolano indusse Fim- 
mortale monarca a cercare di scoprire I'altra citta 
sepolta , cio^ Pompei , e questa seconda riusci del 
pari felicissima. Prima che la stessa si fosse sco- 
verta , il sito , ove ora vedesi , sin da' remotis- 
simi tempi cbiamavasi dagli abitanti de'vicini paesi 
Civita , e tuttora ritiene siffatto nome , ma della 
situazione precisa della medesima niuna menzione 
si trova dal V sino al principio del IX secolo. 
jVell'anno pero 838 Sicardo principe di Beneven- 
to , per difendersi da qualche sbarco , che tentar 
potessero i Saraceni , si accampo con picciolo eser- 
cito in Pompei campo , qui a Pompei A ( sic J 
urbe Cumpaniae , nunc deserla , nomcn accepit \S). 
Era dnnque nel principio del secolo IX Pompei 
tuttora in parte visibile , ma non abitata. 

II celebratissimo* Jacopo Sannazaro nel XV se- 
colo anche ne fa parola nelP Arcadia primo suo 
parto letterario , e sembra , che a suoi tempi una 
parte di questa citta fosse tuttora esistente. Egli, 
dopo aver parlato di vari vulcani , fa la descri- 
zione del Vesuvio , e riguardo a Pompei si espri- 
me cosi : Ma questa , che dinanzi ne vedemo , la 
quale senza alcun dubbio celebre citta un tempo 
ne^ tuoi paesi ^ chiamata Pompei^ ed irrigata dalle 



26 

onde dd freddissimo Sarno , fu per subito terremoto 
inghiottita dalla terra ^ ( non fu dal terremoto in- 
ghiottita , ma sepolta dalla eruzione del Yesuyio 
del LXXIX , come di sopra si h detto ) mancan- 
dole credo , soUo a^piedi il Jirmamento ove fondata 
era. Slrana per certo , ed orrenda maniera di morte* 
le genti vive vedeni in un punto torre dal numero 
devivi.^^ sc non che Jinalmenle sempre si arriva ad 
un termine , nd piu in la , che alia morte si puote 
andare : e gia in queste parole eramo ben presso 
alia citthy cK eUa dicea^ lblla quale e le tor- 
mi ^ e le CASE J E I TEATRI , E I TEMPI Si PO' 
TEANO QUASI INTEGRI DISCERNERE (PJ. 

Nel 1592 Muzio Tutta villa conte di Sarno , 
avrado fatto scayare un acquidotto sotto la dire- , 
zione dell' insigne arcbitetto Domenico Fontana 
( Milizia - Memorie degli archiietti antichi , e mo- 
demi nella yita di Domenico Fontana ) per con- 
durre V acqua alia Torre dell' Annunziata , per ani- 
mare molini , dovette attraversare la contrada oy' h 
fiituata Pompei , ed iyi rinyenne tempii , case , 
fitrade , portici , ed a misura, che il canale si ter- 
minaya , gli antichi monumenti erano di nuoyo ri- 
coyerti (10). Di questo stesso cayamento fatto 
dal conte di Sarno parla il Capaccio (hist. neap. 
lib. 2 p. 467^ in epoca poco lontana dal 1592, 
il quale riporta anche due inscrizioni iyi rinyenute 
in tal circostanza , e rammenta pure una moneta 
rappresentante Nerone ritroyata nello stesso luogo. 

Luca Olstenio ( annotationes in lialiam anti- 
quam p. 243 J diligentissimo scrittore, che yisit6 
queste nostre contrade nel 1 637 cosi parla di Pom- 
pei : Certissimum est Pompews fuisse ubi mine ma- 
xima viswUur rude^xi , loco , qiU Civita wdgo di- 



27 
citur , vii Ambr. Nolanus Stahtas olim fuisse exi- 
stimavit. Sed lapides nuper hie effossi , et Stabias 
translati Pompeios fuisse certo ostendunt. 

NeU'anno poi 1689 alle radici del Vesuvio cir- 
ca due miglia dal mare , e poco longi da Pompei 
fu disotterrato un fondo , e vi si rinyeimero saoli, 
e pavimenti collocati orizzontalmente V uno sul- 
Taltro. S'innoltrd questo scayamento a molta pro- 
fonditk , e yi si troyarono inscrizioni , e yari suoU 
alterDatiyameate sottoposti. Nello stesso anno ia 
una caya fatta nelle yicinanze anche di Pompei , 
ed in distanza di un miglio dal mare si osseryd, 
che la terra soda , e le pietre erano collocate con 
beir ordine in diyersi strati di terra. Di siffatte 
cose ne scrisse un distinto rapporto V architetto 
Francesco Ant. Picchiatti , il quale lo comunico 
a monsignor Bianchini in Roma , e questi lo pub- 
blic5 per le stampe (11)* Delia maggior parte del- 
le lapide , e di altre anticbita scoyerte in Pompei 
nel XVII secolo formd il nominato Picchiatti uno 
specioso museo, di cui fan menzione diyersi scrit- 
tori (12), e tra gli altri , il Guicciardini ( Mer- 
eurius Campanus pag. 169 J oye parla con som- 
mo elogio si del collettore , che delle rare anti- 
caglie , di quel museo. 

Nel 1693 Giuseppe Macrino giureconsulto , ed 
elegante poeta latino nel suo libretto de Vesuvio 
( pag. 32 ) parla del Gomune di Bosco ^ e di 
Pompei, di cui molti edifici erano in quell' epoca 
tnttora in parte yisibili. Ecco le sue parole: Ea 
etiam re nobilis est , quod in ipso inspiciatur Uh- 
cus^ qui vemacuU dicitur^ tA CefitAj havd du^ 
bium excisae uno impetu civiiatis monumentum , de 
quo quia scriptores varia protulere^ aliqua dicenda 
sunt. In medio iiaque nenwrensis agri planicie ^ 



2« 

cum minime de colle dttbites , ut pote in loco Ion- 
ge , lateque aequo repente tumulus obiicitur , non 
ilte excelsus quidemj sed mediocris altitudinis^ cu- 
ius ambitum, mille passus facile concludant. Certa 
res est ilium ibi non a natura iampridem productum , 
sed VI minerarum (sic) , spirituumque , aut in col- 
lem intumuisse illic tellurem , aut certe ex evomi- 
tione Vesuviana omnes lapides , arenasque in unam 
eandem partem vergentes , urbem illam elato tumulo 
consepelivisse. Hoc autem ultra servatam accolarum 
memoriam^ qui tradunt sub iis rupibus civitatis an- 
tiquissimae aedijicia operiri ^ unde remanet loco in- 
certum illud vetustissimumque nomen , la Cifita , 
arguunt hoc etiam ipsae rupes^ quae non ex saxo 
interius , sed ex advenlitia materia , glebisque con- 
stituuntur. At quod rem ipsam illustrat , cemuntur 
sub ipso tumulo^ qua parte desinit^ integrae aedesy 
et ingentium murorum rudera , poriicusque , quos 
rtDi semiseptdtos ^ aggereque imposito occultatos ex 
lateritio antique opere. Fcrtur integras a fossoribus 
saepe domos delegi^ corruplis supellectilium reliquiis 
referlas : nuperque elaborato juxta ejus pendices 
aquaeductu , quo ferretur ad tormentarii pulveris 
c^cinas regias rivus , opijices in viam oplime in- 
stratam incidisse audivimus , qua purgata eximius 

lectus Jluvio paratus est 

Putarem itaque haec ipsa rudera esse Pompeiorum 
latissimae civitatis reliquias , cujus civitatis ambi- 
tum ad Samum usque Jluvium pervenisse legimus , 
qui paulo ab his minis inferior Jluvit , neque per- 
peram aliam urbem fuisse ci*edendum est, 

Malgrado tutte le gia dette cose, pure, del sito 
di Pompei , e di Ercolano si dubito per molto 
tempo , ciofe di Ercolano sino ai principii dello 
scorso seeolo, e di Pompei sino alia meta del secolo 



29 
stesso , tempo in cui era sicuramente del tut to 
coverta da ceneri, pietre , e lapilli poster! ormente 
gittativi dal Vesuvio , quando iinalmente nel 1 748 
alcuni campagnuoli , cavando i fossi , per plan- 
tarvi alberi Del luogo deoomiDato Ciyita , s' incoD- 
traroDO in oggetti duri. Quindi , essendosi impe- 
gnati a scovrirne la cagione , rinvennero statue , 
inscrizioni , ed altri monumenti antichi. Saputosi 
cio dal re Carlo immediatamente si ordin6 il pro- 
sieguo deiriutrapreso cavamento , che seguita tut- 
tora 5 e V intera periferia delle mura , che circoii- 
dano Pompei , ed una quarta parte circa della citta 
gia vede la luce del giorno. 

I primi scavi di Ercolano , cio^ dal mese di 
gennaio 1738 sino a giugno 1740 ( Venuti de- 
scriz. delle prime scoverte di Ercolano pag. 128 ) 
furono eseguiti sot to la direzione del marchese Mar- 
cello Venuti, il quale \i assisteva personalmente, 
di che si h parlalo di sopra , e vi ebbe parte per 
poco tempo V architetto Giuseppe Stendardi , ed 
anche il nostro rinomato Matteo Egizio, come si 
rileva da due sue lettere dirette al Gori , e da 
questo pubblicate (13). In seguito per la guerra 
di Velletri furono sospesi tali lavori, quindi sif- 
fatta opera dello scoprimento delle due citta fu 
diretta dopo il 1748 dal colonnello Rocco Alco- 
bierre , ed indi dal tenente colonnello Carlo la- 
copo Weber tutti due del corpo de'minatori, ver- 
satissimi nell' architettura militare , ma poco , o 
nulla intelligenti di antichi monumenti. 

A questi successe Francesco La- Vega dotto uf- 
fiziale del genio, e sotto la direzione di costui i 
cavamenti procedettero con discernimento , ed ac- 
curatezza maggiore, e subito cesso il barbaro co- 
stume in Pompei di estrarre i monumenti antichi, 



30 

e quiadi riempire di nuoTO i fossi cogli stessi ma- 
teriali , o butt^doli poco lungi su di altri edifici. 
Da quest' epoca in poi tutto il soprapposto in pie- 
tre 9 o in cenere si cominci6 a trasportare fuori 
le mura della citta. A 18 marzo 1807 il marchese 
Michele Arditi fu nominato direttore del regal mu- 
seo , e degli seayamenti stessi , ma poco dopo fa 
incaricato de' soli cayamenti Pietro La-Vega , il 
quaPessendo trapassato, nel 1814 fu siffatto inca- 
rico affidato agli architetti Antonio Bonucci pri- 
ma , e quindi a Niceola d' Apuzzo. In fine a 26 
agosto del 1828 ne fu di bel nuoyo il marchese 
Arditi nominato direttore , e siccome in questa 
epoca ricomincid il cayamento anche di Ercol^no 
interrotto da piii anni , alio stesso Arditi fu be- 
nanche afl^ata la direzione di questo , assisten- 
do , come architetti , al cayamento di Pompei il 
cay. Pietro Bianchi , ed a queUo di Ercolano 
Carlo Bonucci. 

Dopo la morte di Arditi b stato prescelto per 
direttore del museo, e degli accennati seayamenti 
il cayaliere Francesco Maria Ayellino con real de- 
creto del mese di noyembre 1839. 

Rinyenendosi continuamente in entrambe le cit- 
til , ed in altri antichi paesi yicini monumenti pre- 
geyolissimi di ogni sorta , fu necessita formare 
iin museo , che li raccogliesse , ed a questo si 
diede principio nella real yilla di Portici nelF an- 
no 1751 (14) , e ne furon custodi Camillo Pa- 
derni da prima , e quindi V anzidetto Francesco 
La-Vega. Poichfe surto appena questo museo, e gia 
nel suo nascere ricco di molte preziose anticaglie 
di yario genere assai piu di ogn' altro allora esi- 
stente, anche a giudizio di dotti yiaggiatori (1^)9 
era il sayio re Carlo impaziente di yeder presta- 



31 

mente ristaurati i monnmenti , sYolti i rotoli di 
papiri greci, e latini rinYenuti, e illustrate gene- 
ralmeate le disotterrate antidiitk , di ch' ei molto 
dilettayasi, persuaso, che tali studi sono somma- 
mente piacevoli , e forroano gli oggetti di tutte le 
scienze, e di tutte le arti nella loro grand' esten- 
sione. Infatti per gli antichi monumenti si fanno 
in tutt'i giorni nuoye scoYerte, s'illustrano le leg- 
gi, gli usi antichi, la pagana teologia, e i passi 
difficili della storia , si rettificano la geografia , e 
la cronologia , e si rendono chiari diversi luoghi 
oscuri di antichi scrittori , quali cose rallegrano 
talmente lo spirito , che siflTatta applicazione pu5 
in una certa maniera paragonarsi piii ad un diyer- 
timento , che ad uno studio. 

Le figure scolpite, o dipinte sono piaceyolissi- 
me alia yista per la loro precisione , e bellezza , 
e per quella magica naturalezza , che le distingue : 
le inscrizioni sono tanti codici incisi in manno , 
che il pill delle Tolte contengono fatti assai illu- 
stri , ^ ingegnosi , e che in poche parole fanno 
grandi discorsi capaci d' istruire ogni sorta di per- 
sone , ed anche i Sovrani regnanti medesimi di 
ci6 , che vi ^ di piii eroico nella storia , e di piii 
interessante nel noondo intero. Del pari sono le 
antiche monete, delle quali fayellando Paolo Ma- 
nuzio nell'osseryare la coUezionp numismatica del 
Loredano con molta ragione ebbe a dire , che la 
medesima riguardando attentamente tante belle no- 
tizie, in poche ore, nella mente raccolse, che nb 
Liyio , ni Polibio , n^ tutte le storie insieme , 
ayean altrettanto, in molti anni, potuto insegnar- 
^i. A tal uopo Tottimo re subito fece yenire da 
Roma Giuseppe Canart per ristaurare i marmi , 
Tommaso Yalraziani per lo ristauro de' bronzi , 



32 

ed il P. Antonio Piaggi genovese delle scuole pie 
per lo svolgimento de' papiri , il quale giunse io 
qnesta capitale nel 1754. Per la interpetrazione 
poi , ed illustraziooe degli aatichi monumenti fin 
dal 1747 fu richiesto monsignor Ottavio Antonio 
Bayardi , che puranche era in Roma riputato ge- 
neralmente per uomo eradito , e che fu proposto 
al re dal marchese Fogliani primo ministro segre- 
tariq di stato. II Bayardi con annua pensione di 
ducati cinquemila, e di quanti libri gli potessero 
bisognare si condusse in questa metropoli neflo 
stesso anno 1747 accettando il difficile incarico. 
Infatti ei subito si accinse al lavoro, incominciando 
pero da epoca assai remota, imprese a descrivere la 
vita di Ercole , e dopo cinque anni diede alia luce 
prima due , e dipoi altri Ire grossi volumi in ottavo 
impressi nella regal tipografia col titolo di Prodromo 
delle antichita di Ercolano , e con questi volumi 
la vita di Ercole non lerminava. Nell' ultimo di 
essi r autore prometteva , che in altri posteriori 
avrebbe finito siffatto racconto , per indi poi pria- 
cipiare a scrivere sulla fondazione di Ercolano, c 
finalmente sulle antichita rinvenute. Ma il mondo 
tutto letterario , e specialmente il re Carlo , che 
con immense spese avea superato in questa intra- 
presa tutti gli ostacoli , con somma impazienza de- 
siderava la illustrazione de' monumenti disotterrati, 
di che nulla sino allora avea scritto il Bayardi. 
Quindi fu , che lo stesso avvedutosi di cio , ed 
obbligato anche da quel monarca di occuparsi par- 
ticolarmente di Ercolano , e delle anticaglie gia 
raccolte , penso di pubblicare coUe stampe della 
stessa regal tipografia nel 1755 un volume in fo- 
glio , che conteneva il semplice catalogo de' mo- 
numenti disotterrati senza spiegazione alcuna. Nel 



33 
prineipiD deUa lettera dedicatoria di tal calalogo 
diretta al re Carlo 11 Bayardi scrisse , che avea 
egli bisogno di un altro paio d^ anni , e forst di 
piu per terminare il Prodromo di sopra iodicato. 
Cid diede occasione a molte satire contro dello 
stesso , e specialmente ad un elegante epigramma 
latino scritto da Gennaro Parrini giudice allora 
della gik gran corte della Yicaria, che, sebbene 
pnbblicato da diversi , non h fuori proposito qui 
riferire : 

Herculea urb$ quondam saevis oppressa minis ^ 

Et terrae vastis ahdita visceribus , 
Magnanimi Regis jussu jam prodit in auras , 

Haraque tot profert , quae latuerc pritis. 
Miramur signa , ac pictas spiixire jiguras , 

friscorum doclas artijicumque manus, 
Sed quam non motus terrae vahxere^ nee tgnes 

Perdere , scripioris pagina dira valet : 
En iterum ietris misere tot tnersa tenebris 

Bajahdi in libra tota sepulta jacet. 

Intanto infastidito il re di tanta lungheria senza 
poter leggere una ctilucidazione delle molte anti- 
chita scoverte nelle due cittk, e di altre raccolte 
daWicini paesi, e consigliato dal dottissimo mar- 
chese Bernardo Tanucci allora segretario di Stato 
di casa reale nel dl 1 3 dicemlnre del 1 755 si de- 
termind a fondare un'accademia unicamente incari* 
cata della illuetrazione di siffatti vetusti monument!. 

Le accademie senza dubbio sono state sempre, 
e saranno quelle, che possono intrapr^dere a trat« 
tare con successo vasti argomenti letterari , e scien- 
tifici, com' era questo, ed esse principalmente coa- 
triboiscoiio assai al progresso deir umano sapere. 

3 ^ 



34 

Da un savio antido h VAccademia chiamala fVem, 
in cui r ono colF altro le merci delF intelletto per- 
nrnta , ma con vantaggio, e discuopre cose, che 
gli sfuggirebbero, studiando solo , e quindi accop- 
pia cogli altri della stessa adunanza le sue cogai- 
zioni senza mica impoverire, h cagione dello dvi-* 
luppo di nuoyi pensieri , e sommiDistra a molti 
onde arricchirsi del suo patrimonio. In tal guisa 
ei da tutti acquista dottrine diverse ^ e tutti pro- 
fittano del di lui sapere , e cosi la scienza ayvanza 
con iscambievole utilita. 

Quest' adunanza dunque, blie dovea esser compo- 
sta di soli quindici sommi filologi sotto il titolo 
di regale accademia Ercolanese senza che vi fos- 
sero altri soci ascritti nh da onorari, nh da cor-* 
rispondenti , riunir si dovea nella segreteria di Stato 
di casa reale sotto la presidenza del testis lodato 
Tanucci. Con savio accorgimento tra i quindici 
accademici fu eletto il P. Gio: Maria della Torre 
Tersatissimo nelle scienze fisiche , giacche , trattan- 
dosi di antichita sepolte da eruzioni yulcaoiche, 
spesso dovea venire in esame qualcbe punto riguar-* 
dante la fisica. 

Siffatta risoluzione del re venne generalmente ap- 
plaudita dal mondo letterari6, e 1' abate Zaccaria, 
tra gli altri, nella sua storia letteraria a tal pro« 
posito scrisse cosi : Non ^ baslevolmente comment 
dare il saggio consiglio del re di Napoli^ il qualcy 
i comuni voli degli dntiquari riguardando , ha in^ 
stituito una nuova accademia di scelti soggelii^ ri^ 

guardevoli tutti Che dobbiamo not 

aspettarci da una si jiorita , e ianto ben regolata 
accademia ? 

Gli stessi elogi furono profusi al magnanimo 
8.pvrano Carlo dal continuatore degli annali dd 



35 
Muratorij ove infine dell' anno 1756 si fa menzione 
deir accademia Ercolanese noyellamente fondata. 

I quindici soggetti prescelti furono : 
Ottavio Antonio Bayardi 

jilessio Simmaco Mazzocchi 
Giacomo Castelli 
Salvadore Aula 
Pasquale Carcani 
Ferdinando Galiani 
H ConJte di Pianura 
Girolamo Giordano 

II P. delta Torre somasco 
H P. Tarugi deir Oratorio 
Francesco P^alletta 
Francesco PratilU 

II barone Domenico Ronchi 

Mattia ZarriUo 

Niccola Ignarra 

Di questi , essendone mancati due , yi furono sue- 
cessiyamente sostitniti il marchese Berardo Galiani^ 
e Gio: Battista Basso-Bassi, il prime de'quali fu 
anche con somma ayyedutezza nominate socio, giac- 
chh per le sue grandi cognizioni speciahnente in 
architettura si rendeya molto utile in quest' acca- 
demia per la definizione, ed illustrazione, che spesso 
doyea farsi di tanti diyersi fabbricati antichi. 

II regal rescritto diretto a ciascuno de' surrife* 
riti soci fu cosi concepito : Serviiosi il Re N. 5. 
di prendere a cuore la possibile soUecitudine nella 
dilucidazione delle antichita Ercolanesi coerente^ 
menle alle vive premure del Pubblico , a-ffinchh in 
questa guisa possa ritrame la Repubblica Letteraria 
quelTtUile^ e diletto , che nel generoso animo di S* M. 
i siaio toggetto di ianto suo dispendioj ed appli^ 
cazione nd soUrarle dot soUerraneo del gih rotn-* 



36 

naio Ercolano ; ha col suo alto discemimetUo rica^ 
noschito espediente ottimo al suddetto fine^ che tra 
gli erudlii , di cut now h scarsa codesla Capitale 
de suoi Rcgni , si scegUessero quindici idonei sog- 
getti , i quali si applicassero alia spiegazione di 
tali antichi monumenli. Ha S. M. voluto la vicen- 
devole comunicazione de^lumi^ e deUe rispeitive co- 
gnizioni in una ricerca conjetturale , e che % mede- 
simi debbano ogni quindici giomi unirsi in codesta 
Scgreteria di State di mio carico^ per discorrere sul 
soggetto 9 che in ciascuna a^semblea verrh proposto 
a spiegarsi. Ed avendo la M. S. per un tale eru- 
dtto incarico scelta anche V. S. JUustrissima cogli 
altri indicati nelV annessa nota ; U ne prevengo di 
Real ordine V awiso / neWintelligenza^ che restera 
dla a suo tempo avvertita del giomo prefisso per 
la prima adunanza , in cui verrh regolato il me-* 
todo da tenersi nelle successive Giunte , giusta le 
sovrane determinazioni , che 5. M. si h degnata 
comunicarmi* Caserta iS Dicembre 4755 - BsRNAMDOi 
Tanucci (1&). 

DoTeadosi scegliere il segretario perpetuo del- 
raccademia fu nominato dai soci prima Francesco 
Valletta , e poi Pasqaale Garcani , poich^ era que^ 
8to un incarico assai laborioso , cui non potea reg^ 
gere il Valletta e per V avvanzata eta , e p^ la 
cagionevole sua salute. 

II rinomatissimo Winckelmann ( Uttera svUe sco^ 
verte di Ercolano gia citata scritta nel 1 762 , e poi 
pnbblicata prima in t^desco, e quindi in francese 
in Dresda ( Parigi ) nel 1764 pag, 405 ) scrivendo 
de' menzionati soci dice, che il Maazocchi era uno 
de'primi, ed il piii , sapient e ( dt cui poi egU nel* 
Ik lettera medesima ingiustamente satirizza diverse 
cose ) come in seguito si dira ) , e degli altri non 



3T 

fa menzione alcnna ^ e sembra disprezzaili tutti col 
siledzio , menti^^ geneiralmente note, chegranDaM 
ttiero di essi era di uomini dottigsimi , e di an- 
tori di opere gik pubblicate , ed applaudite , e che 
tutti poi eran forniti di yaria erudizione. Erra il 
Giustiniaoi quando in due opere sue (17) assicu* 
ra , che gli accademici Ercolanesi del 1 755 furo- 
no al jorumero di diciassette incladendovi Gamillo 
Paderni , e Gio: Battista Basso Bassi ^ soeiitre tl 
primo non fa mat accademico , ma , percb^ era' 
custode del regal museo , qualcbe volta era chia« 
mato nelle tomate accademiche , per dare degU 
sthiarimeDti sui mouumenti da illustrarsi , il so- 
coudo poi f u accademico , raa dopo il 1 7&5 , ed 
in rimpiazzo di altro socio trapassato. Anche il 
Soria (memorie dcgli storici napotet* toL i p^gt*^ 
na 226) con errore porta il numero di quest! ac- 
cademici a sedici dicendo, cbe il B^yardi fu socio 
ODorario , errore seguito da diversi altri scrittori, 
e yi enumera anche il Paderni , ma nella fonda- 
zione dell' accademia non yi furono soci onorari y 
nk corrispondeuti , come gik si ^ detto , i\ Ba- 
yardi fu socio ordinario , come ^i altri , ed il 
Paderni non fu mai accademico* 

L' autore della yita del nostro Domenico Dio- 
dati cadde nell' errore del Soria ( pag. 45 ) , e 
quasi tutti gli scrittori si nazionali, che esteri, i 
quali ban fatto menzione di tal socielk letteratia, 
errano nel nome , e nd numero de'^soci , di eui 
era composta. De la Lande, tra gli altri, nel suo 
viaggio in Napoli fa ascendere il numero de* me- 
desimi a diciotto, includendoci anche il Padenti , 
ed altri due di cognome Monti , e G^cati ^ ehe 
non furono mai accademici. * In fine il continuaio- 
re de^ Annali d' Italia del MuraUni iid temrasH 



38 

re la descrizione degli ayTenimenU dell' anno i756 
parla con elogio grande ddFangusto fondatore di 
qnesta nostr' accademia , ma dice , che la steas^ 
m camposta di iredici Letterati , il che si oppone 
anche al yero. 

Intanto per la morte avyenuta della maggior par- 
te de'soci, e del segretario Carcani, e per le oc- 
cnpazioni maggiori del Tanucci, i lavori accademi* 
ci rimasero interrotii interamente per alcuni anni; 
ma yclendo il re Ferdinando segaire le orme del 
gran Carlo suo genitore , e consigliato dal sa- 
pientissimo marchese Domenico Caracciolo segre- 
tario di Stato di casa reale , e degli affari esteri , 
che tanti elogi avea inteso ne' paesi oltramoatani 
di quest' accademia a 1 5 aprile del 1 787 la ri- 
pristind, rimpiazzando solo i soci defunti. Gli ao- 
cademici antichi tuttora yiyenti erano: 

Ferdinando Galiani 

Niccola Ignarra 

Mattia Zarrillo 

do: Baitista Basso-Basti. 

I nuoyi eletti furono : 

Francesco La-Vega 

Etnmanuele Campolongo 

Saverio Gwdiieri 

Pasquale Baffi 

Michele Arditi 

Andrea Federici 

Domenico Diodali 

Caetano Rinforzi-Carcani 

Saverio Maitei 

Carlo Rosini 

Francesco Danide* 

Ai surriferiti aoci, per la morte di tre di essi^ 
furono sostitoiti^ 



39 

II marchese Filippo Mazzocchi 

Michele Arcangelo Lupoli 

Vtncenzo Cala. 

II Giustiniani ( breve contezza dellt aeeademie 
pag. 77 ) scriyendo della ripristinazione di que- 
sta accademia del 1787, paria confusanoieiite de'soci, 
cbe la composero , ed oblia interamente il noma 
di Vincenzo Calk. 

H regal dispaccio iadirizzato a ciascnno degli 
enunciati soci nel 1 787 fu scritto in questi termini: 

Jntento il generoso cuore del re a procurare at 
suoi popoli ogni sorta di felicita; e certo^ che dalli 
progressi delle scienze , e delle belle arti dipende in 
gran parte il successo delle sue pateme cure; si b 
S. M. servita di restaurare V antica Accademia Er~ 
colanese pressochb estinta per la maficanza d^suoi 
primieri soci , e di confidare aW applicazione , e 
diligenza di essa la continuazione deW opera delle 
antichita Ercolanesi , oggeito di tanto dispendio j 
e sollecitudine. Ed essendo S. M, ben informata del 
vasto sapere di V, S. Illustrissima nella flologia 
non meno , che nelV isioria degli antichi tempi , si 
h degnata di presceglierla per uno de'quindici soU 
socii , d£ quali vuole composta quest Accademia y 
sicura la M, 5. cKella impieghera con zelo i t^ 
lenti suoi alia gloria del suo Regno , a beneficio 
della Repubblica delle Lettere , ed alia celebrith delta 
di lei patria. Nel rimelterle la notcC d^ suoi comr^ 
pagni decorati di questo distinto onore , lo parte- 
cipo a V. S. Illustrissima di Real ordincj e con 
sommo mio piacere; nelV intelligenza^ che verrh EUa 
a suo tempo awertita del giomo della prima aiu^ 
nanza , in cui sarii regolato il modo da tenersi fielh 
successive giusta le sovrane intenzioni. Caserta i5 
Apfile 4787 - h Mamceese CAKjcciOLo. 



AO 

Dopb tal ripristinamenio furono per la priuni 
volta distesi i seguenti statuti , cbe Teonero ap- 
provaii da S. M. a 10 Maggio del 1787, giac- 
dik uella sua fondazione non vi fu statato alcuno. 

i. La Real Accademia Ercolanese sara compo^ 
sta di soli quindici sod , e questo numero non am- 
meticrh aimiento* 

2. U President e sara sempre il Segretario di Star* 
to 7 che avra il dipartimenlo della Casa Reale , d 
pel di hu canale essa ticevera gli ordini y che il 
Sovrano vorrh darle* 

3. II luogo delle sue adunanze sara la Real SjBt' 
greteria di Casa Reale* 

. 4* I soci saranno pcrfetlamente eguali tra di lo- 
TO , senza la menoma distinzione nb per cagion di 
nascita , ni di digniia. 

5. Avranno un direttore , che sceglieranno tra 
di loro , da durare ire soli tnesi j qhe avra cura 
principalmente di regolare le faiiche leUerarie, 

6. Avranno un segretario ^ U quale sara perpe^ 
tuo. Per ora continuera a fame le funzioni V abate 
D. Gio: Battista Basso^Bassi^ al quale 5. M> ha, 
data speranza di aximentare il soldo ^ che gode^ il 
quale soldo cosi accresciuto restera poi per sempre 
annesso alP impiego di segretario. 

7. Per quesf impiego di segretaino V Accademia 
proporra a S. M. un soggetto , che sara dcUla M. S* 
approvato , e confermato. 

8» In caso di elezione di nuovo socio , F Acca^ 
demia proporra a S. M. tre soggetti ^ e la M, S^ 
seeglierii quelle , che meglio siimera. 

S. V Accademia rappresentera a S* M. quanta 
h occorrera per via di appunlamenti distesi dal se^ 
gretarioy c sottoscritti almeno da due terzi de^soci^ 

10. S» M. per era non accorda nh sfildi , ni 



41 

N 

j)enswni; md^ siccome cnqterU PAccademia di sua 
special protezione ^ cosi fara senza meno parte deUe 
sue reali munificenze a quMi individuiy che si sor 
ranno piu distkUi per li talenti , per V assiduita y 
per lo zelo , per la fatica , e per la iUibaJLezza d£ 
costunU. 

H. Per Oiu t occupazione deW Accademia sarh 
la dilucidazume delle anlichita di Ercqlano , di 
Pompei^ diStaMay per la continuazione delT opera 
di Ercolano , e per la spiegazione degli anlichi pa-* 
piriy che si stanno svolgendo : ma col iempo^ e in 
appresso S* M. potra degnarsi d^ tncarxcaiia di aU 
ire incombenze , non meno gloriose al Regno » ed 
alia nazionCy che aW Accademia stessa* 

42* Sino a che gli accademici non avranno nh 
sMi , nh pensioni , resteranno col solo ohbligo di 
unirsi due volte il mese , e qualche aUra volta ^ cho 
U segretario di Stato presidente gli chiamera , e 
S* M. in appresso potra disporre come meglio gli 
aggrada* 

Ripristinata T accademia, la medesima per ese* 
cuzione del cap. 7 de' precedenti staiuli propose 
per segretario perpetuo Francesco Daniele regio 
storiografo, e fa da S. M* confermato ( torn. 13 
delle prammatiche ediz. del 1805 pag. 74 )• Per 
le \icende politiche della fine dello scorso secolo 
quest' adunanza letteraria rimase interamente estinta 
per vari anni (18), ma con decreto de' 17 marzo 
i807 ne fu altra istallata sotto U nome diverso di 
accademia di Storia, e di Antichitk, e con forma di- 
Tersa , con dotazione tutta nuoYa , e con regolamenti 
differenti. Coll' enonciato decreto si prescrisse, che 
gli accademici non potessero oltrepassare il numero 
di quaranta , de'qnali Tenti furono nominati cpq al- 
tro decreto del dl seguente , e gli altri yepti f^* 



rebbero stati proposti dair accademia con presen- 
tare ire nomi per ciascuno da eleggorsi. Cello steaso 
decreto si fiss6 , che \ accademia si sarebbe ria- 
sita due Tolte al mese nel palazzo degli Siudi ( era 
R. Museo Borbonico ), che ayrebbe un segretario 
perpetuo , e sceglierebbe un presidente in ogni 
tre mesi: che i direttori del mnseo, degli scavi, 
dei papiri , e della stamperia reale sarebbero ne- 
cessariamente scelti fra i membri deir accademia. 
FuroDO coDcessi de' fondi , onde 1' annua rendita 
servir potesse per i gettoni di presenza degli ac- 
cademici, per i soldi di diversi impiegati alia stessa 
addetti , e per i premi da darsi ad autori di opere 
appro vate dall' accademia, la quale dovesse tenere 
due grandi sedute pubbliche annuo , e che potesse 
nominare un socio corrispondente per ogni proYin- 
cia del regno. 

Con decreto poi del dl 18 marzo 1807 furono 
nominati i seguenti yenti soci : 

Giovanni Andres 

Michele Arditi 

Vincenzo Cola 

Giuseppe Capece-Latro 

Gaetano Ernforzi-Carcani 
. Francesco CareUi 

Niccola Ciampiiii 

Domenico Cotugno 

Francesco Danielt 

Melchiorre Delfico 

Onofrio Gargiulli 

Donato Gigli 

Gaetano Greco 

Mich. Arcang* LupoU 

Cirolamo Marano 

Qmeppe Pamt 



43 

Bariolomeo PesseUi 

Carlo Rosini 

Francesco Rossi 

Prospero de Rosa 

Indi con altro decreto dello stesso gionio ^ ed 
anno Francesco Daniele fa prescelto segretario per- 
petuo. Nel seguente anno con decreto del dl 20 mag- 
gio 1808 fu istituita la Society di Napoli, divisa 
in tre accademie , ciob una di storia , e belle let' 
tere composta di 20 soci , la quale rimpiazzd quella 
eretta a 17 marzo 1807, che rimase abolita,ral- 
tra di scienze di 24 membri , e la terza di belle 
arti del nnmero di 10 soci con potersi da ciascu- 
na nominare de' soci non residenti esteri , ed uno, 
o due corrispondenti in ogni proTincia. Fu stabi- 
lito col medesimo decreto, che due Tolte al mese 
I'accadenua si sarebbe riunita nello stesso edifizio 
di sopra indicato, vi si parld de'presidenti e del 
segretari di ciascuna accadenua , del presidenie 
della intera Society , e della di loro nomina , e 
durata , pih delle sedute pubbliche , de' premi da 
aceordarsi alle opere di autori approvate dalle ri- 
spettiye accademie , e di altre simili cose concer- 
noBti le suddivisate tre accademie. Intanto essendo 
passati nelV accademia delle scienze 

Domenico Cotugno 
• Melchiorre Delfico , e 

Giuseppe Parisi 

Furono in rimpiazzo di costoro detti 

Fran. Sav. de* RogaJli 

Messandro Vitalc 

Pieiro LorVega 

SttccessiYamente poi dal 1810 in avanti esseatido 
trapassati diversi soci , furono in di loro yeoe etetti 
accadiDiiQi 



44 

Gaspare Selvaggi 

Fran. Maria AvdHno 

Ang. jinU Scotti 

Giuseppe CasUddt 

Ctttuldo Jannelli 

Baimondo Gtiarini 

Francesco Javarone 

Salvadore CiriUo 

Antonio Ouaviano 

Bernardo Quaranta 

Andrea de Jorio 

II principe di 5. Giorgio 

Gio: Battista Finati 

Agostino Gervasio 

do: Rossi 

Giustino Quadrari. 

£ qui da ayyertirsi , che dopo la morte del Xiik^ 
Biele ayyenuta nel 1812 fu la carica di segretaiicr 
conferita a Gio: Andres, il quale essendo trapas* 
8ato nel 1816, fu rimpiazzato da Francesco Garelli, 
6 dopo di questi fu eletto Francesco ATellino. 

Nel 1815 essendo felicemente ritomato in que-» 
8to regno Taugusto re Ferdinando Borbone im-* 
pegnato a conserrare ai suoi popoli ogni utile iu- 
stituzione, a 29 ottobre 1816 appr&vo la novella 
Societa reale , indi a 6 novembre del medesimo 
anno confermd la nuova dotazione conceduta alia 
medesima con decreto del 1 di febbraio 1815, ed in 
fine con altro suo regal decreto dd dl 2 aprile 1817 
ordind, che la Societk di Napoli prendesse il ti- 
tolo di Societa Reale Borbonica , che fosse toiOr 
posta di sessanta soci ordinari , divisi in ire ac- 
eademie , delle quali la prima portasse il titolo 
di accadania Ercolanese , e ne ayesse venti ; I» 
secooda di accademia delle Sci^oae, composta di 



45 
treDta ; la terza di accademia di Belle Arii , for- 
mata da dieci. Merita di esser qni riferito il proe^ 
mio di siffatto real decreto , ehe fa molta gloria 
a Ferdinando I. Eccone il tenore: » Le adunanze 
^ de'dotti trascelti a combinare i loro stndii per 
yy Tavanzamento delle scieDze, e delle amene lettere^ 
» per la eonoseenza delle antichita, e per Tesereizio' 
>:> delle belle arii, sono tra'mezzi prii efficaci a con- 
» servarne il gusto, e depurarlo dalla barbarie , e a 
» dissipare la caligine del falso sapere. Simili insti- 
» tuzioni , delle quali il regno delle due Sicilie pu6 
» dirsi, che sia stato la culla, banno alia nazione 
>:> arrecato in ogni eta grandissima ^ovamento, e de- 
» coro. E senza ricordare i tempi piii; rimoti , gran* 
» dissima fama acquistd certamente la reale accade- 
» mia Ercolanese, cbe fondata dal nosiro real Ge- 
» nitore , e da noi sostennta, e rinnorata, diede aHa 
» luce quei dotti yolumi, ne* quali le sa^ie osser-* 
» vazioni congiunte alia yeritit de' disegai, richia-^ 
i> marono quasi a nuova vita le aoticbe citta sepoha 
» sotto le ceneri del Vesuvio. Questo buon succeaso 
a> determind I'animo nostro, sempre intento al bene 
» della pubblica instruzione , a fondare nel 1 778 la 
x> reale accademia delle scienze, a belle lettere, onde 
» dalle occupazioni sulFantichita piii rimota non an* 
» dasse disgiunta la eonoseenza delle cose a noi piii 
» yicine e si promovessero principalmente gli studii 
» matematici, e fisici senza de'quali non potrebbe ot- 
»> tenersi quella sapienza che piii conduce agli usi 

» della vita cc StabiU coUo stesso real 

decreto del 2 aprile che ad ognuna di esse fossero 
ascritti soci onorari nazionali , e soci corrisppn- 
denti nazionali, ed esteri, fissando, che il npmero 
de' nazionali non potesse ohrepassare quelld de'soci 
l^rdinari, e che il numero degli esten fosse inde^ 



46 

finito. Si prescrisse, che I'elezione de*nuovi sooi 
si apparteDeva a soci ordinari , e che tanto que- 
sti , quanto gli onorari dovessero essere scelti tra 
aadditi del regno. Si determiDd , che la SpcieUt 
Reale Borbonica dovesse avere ud presidente, on 
segretario generale , ed un bibliotecario da 8ce- 
gliersi da S. M. , ed a vita ; e che vi doyess' es- 
sere UD tesoriere generale nominato dalla socieU, 
ed approvato dal re , da durare un anno. 

Che ognuna delle ire accademie nella prima ses- 
sione di gennaio scegliesse un presidente , ed un 
tesoriere da approTarsi dal re , e da durare un 
anno , e che ogni accademia avesse un segretario 
perpetuo eletto dal re sopra una nota di tre sect 
nominati dall' accademia. 

Che il segretario perpetuo in caso d' impedimenlo 
fosse rimpiazzato da uno de' soci piU anziani da 
nominarsi dal presidente. 

Che in ogni accademia vi fosse un consiglio di 
seniori composta del presidente , segretario perpe* 
tuo 9 e di tre accademici anziani per esaminare i 
lavori da darsi alia luce in nome dell' accademia* 

Che vi fosse anche un consiglio di amministra* 
zione composto del presidente della societk , del 
segretario generale , del tesoriere generale , de' pre* 
sidenti , e de'segretari perpetui deUe tre accademie. 

Che il solo presidente della societa corrispon- 
desse col ministro segretario di stato dell' interno 
tanto per gli affari della societk , quanto per quelU 
delle tre accademie. 

Che le accademie si unissero due volte al me- 
se, eccetto che ne'mesi di maggio, e di ottobre, 
e che la intera societk tenesse pubblica sessions 
generale due volte all' anno. Attualmente la societk 
fide tieM una sessione generale in ogni am^a nel 



47 
giomo 30 di giugno, hella quale si fa dai tre se- 
gretari il rapporto de' layori accademici dell' anno 
precedente. 

Si prescrisse , che la elezione de' soci dovesse 
cadere su di persone di una riputazione siabilita ^ 
nel pubblico specialmente per opere date alia luce. 

E che quel socio ordinario, che senza addurre 
Teruna scusa maucasse di assistere per un anno 
coDtinuo alle sessioni accademiche , o che per al- 
tre sue occupazioni non potesse preseutare alcun 
lavoro del suo ingegno, passasse Delia classe de* 
gli onorari. 

Che nelle elezioni, e nelle deliberazioni dovea* 
sero trovarsi presenti almeno due terzi de'soci or- 
dinari , che un Toto sopra la metk formasse la 
deliberazione , e che in caso di parita il presidente 
potesse dirimerla. 

Che il presidente della societk , ed i president! 
delle tre accademie avessero cura de'lavori lette- 
rari , onde da ognuno si corrisponda degnamente 
alio scopo della societk. 

Che la societk accordasse ogni anno un premio 
di una medaglia d' oro del valore di seicento da« 
cati all'autore nazionale, o estero, che avesse pre- 
sentato una memoria, o un opera d'arte riguardante 
il progranuna proposto da una delle tre accademie, 
e che fosse stata approvata dall' accademia stessa* 

Che il programma annuale per la memoria , o 
opera d'arte da eseguirsi fosse pubblicato ne'gior- 
nali dopo di essere stato approvato dal re , che 
ogni accademia lo proponesse in giro toccando a 
ciascuna per triennio, e che la proclamazione del 
vincitore appartener dovesse al presidente della $0* 
cietk da farsi nella sessione generale. 

Che il presidente della societa godesse ronora* 



A8 

rio di annul ducaii mille dugento , il segretario 
generale annui ducati seicento , ed i segretari per- 
petui deir accademia Ercolanese, e deir accademia 
d^e scienze , ciascuno ducati ottocento quaranta 
annul, quello poi dell' accademia di belle arti an« 
nui ducati quattrocento ottanta , ed il biblioteca- 
no ducati cento ottanta annui , soldi da pagarsi 
tutti mensilmente. 

Che ogni socio avesse un gettone di ducati sei 
per ciascuna tornata accademica , ed altra simile 
somma per ogni memoria che leggesse , e che ye- 
nisse appro vata dalF accademia. 

Che le gratificazioni poi straordinarie a soci or- 
dinari , onorari , e corrispondenti fossero proposte 
al re col parere del presidente della societa. 

Annesso al surriferito real decreto v'fe un rego- 
lamento approvato dal re diviso in 83 articoli , 
OTe pih ampiamente si parla della maniera da ese- 
guirsi lo stesso decreto. In seguito al 10 luglio 1821 
fu dal re ordinato , che 1' amministrazione delle 
rendite della real societk Borbonica fosse presso 
la segreteria di stato di casa reale , quindi con 
altro real decreto de' 9 marzo 1 822 furono rinno- 
Tate presso a poco le precedenti disposizioni , yi 
81 accoppid anche un regolamento approyato dal 
re , e si r uno , che 1' altro fu pubblicato col ti- 
tolo di statuto della societa reale Borbonica , che 
attualmente regola tutto il corpo accademico , e 
ciascuna delle tre accademie particolannente. Ea» 
sendosi poi nel 1 832 abolita la segreteria di stato 
di casa reale fu dal re prescritto , che la real so* 
cietk Borbonica dipender doyesse dal ministero di 
stato degli afiari intemi. 

Ma e tempo oramai d' intrattenerd brevemente 
de' lay oil accademici sinora pubblicati , nel che iare 



49 
^unciaremo solamente i iitoU , c le epoche con 
qualche soccinta osservazione , ove occorra farsi , 
avendo di gia la repubblica lettcraria dato il suo 
giudizio suUe produzioni mcdesirae. Prima per6 di 
esegirire cid, non h fuori proposito di premettere 
qui il metodo , die tennero i primi soci Ercola- 
iicsi neir illustrarc le diverse aniichitk. Essi non 
ebbero nel 1755 alcuno statuto, e solamente nella 
lettera di ordine sovrano diretta a ciasenno fu det- 
to , che S. M. voleva la vicendevole comunicazione 
dd lumi , e dclle rispettive cognizioni in una nccrca 
conietturale ^ e che i mcdesimi dovessero ogni quift" 
deci giomi unirsi per discomrc sul soggetlo , che 
in ciascuna assemblea verrebbe proposto a spicgarsi. 
Or dunque I'accademia si riuDiva due volte al mese 
nella maniera gia di sopra cnunciata , ed in pre- 
senza di tuil' i soci si leggcvano le spiogazioni 
delle Cgure , e di altri antichi monumcnti a cia- 
scuno accademico precedentenienie distribuiti, quin- 
di le copie di tali illustrazioni lette si comnuica- 
Tano a tutt'i soci, onde ciascuno notasse, o ag- 
giungesse sullc osservazioni altrui Toccorrente.' Esa- 
minate poi e discusse tanto le illustrazioni , quanto 
le aggiunzioni , o le osservazioni fattevi nella ria- 
nione di tutti si passavano quindi in mano del se- 
gietario , il quale dovea mettere in ordine , e ri- 
durre in uno stile uniforme tntte ie cose scritte 
ed approvale dalV accadcmia. Siffatto metodo co- 
stantemente tenuto da primi soci si rileva chiara- 
mentc dalle note solloposte ai diversi volumi pub^ 
blieati , ove spcsso veiigouo enunciate le varic con- 
getlure su di ({iialcbe monumento di dubbia inter- 
pelrazione colle opposte osservazioni di altri restan- 
do delle volte nella incertezza Toggetto che vienc 
in csame^ed in altre iiate si cibcite il parere del 



50 

maggior Bumero con i diversi ragionamenti di nI- 
tri a siffatte congeitare rimanendo tattora in dub- 
bio rog^etto da illastrarsi. Questo sistema di espor- 
re le opinioni diyerse degli accademici si osserva 
in tntt'i sette volumi pij^blicati prima del 1787, 
ed in confenna di cid s'indicheranno al proposito 
alcnni esempi 9 che potranno riscontrarsi , da chi 
ne avrk vaghezza , nella nota (19). Fa d' uopo 

Serd qoi avvertire, che la rinnione dell' accademia 
i due yolte al mese fu esattamente osservata p^ 
i primi due volumi dati alle stampe nel 1757, e 
net 1760. Ma essendo il re Carlo partito di qui 
nel 1759 , per andare a felicitare i popoli della 
Spagna , ed il marchese Tanucci avendo riceTuto 
piu gravi , e numerosi incarichi a disimpegnare -9 
non ebbe piU tempo bastevole apoterlo impiegare 

Ser le tomate accademiche , che prima si andie- 
ero differendo con lunghi intenralli , e di poi , 
come suole accadere , non si tennero piu. Per lo 
che resto quasi tutto il peso del proseguimeDio 
della pubblicazione dell' opera di Ercolano al a^ 
gretano Carcani , il quale coUa sua applicazione^ 
e fatiga prosegui il comiDeiato lavoro , e lo tird 
innanzi con somma esattezza , ed erudizione fine al 
tomo settimo , mentre 1' ottavo fu principiato da 
lui , e iino alia diciottesima tavola felicemente con* 
doUo , quondo fu da morte colpito , come trovasi 
scritto nella dedica dello stesso tom. VIII , che 
rimase imperfetto. lutanto h a sapersi , che il Car* 
cani non era, che il rappresentante dell'intera ao- 
cad^nta , ed i.tomi scritti in gran parte da lui solo , 
6 dati alle stampe, c^ofe il 3^ 4, 5, 6, e 7 sono pub- 
blicati come produzioni del corpo accademico ser- 
bandosi la stessa maniera di scrivere si nel teste, 
che nellie note , come si era praticato p^ lo is- 



51 
nanzi , ^ le dediche premesse a ciascnn tonio di- 
rette al re cattolico compariscono a nome degU 
accademici Ercolanesi (20). Eceo i volumi dati alia 
luce dalla i&tituzione dell' accademia sino al 1779. 

'/• Le pitture antiche di Ercolano , e contorni 
incise con qualche spiegazione. Tom. i Nap. i757. 
Nella regia stamperia in f« m. 

II dottissimo Vinckelmann ( cit. let. pag. 105) 
parlando di questo volume dice , che il medesimo 
fu spogliato di tutta la iouiile erudizioDe daf mar- 
cbese Tanucci^ il quale neppure ne tolse tutto il 
superfluo, e cosi scrivendo sembra, che disprezzi 
e r accademia , e '1 presidente. Ma ei per verita 
erra nel fatto , mentre basta dare un' occhiaia a' vo-^ 
lumi pubblicati ianto sotto la presidenza del Ta- 
nucci , quanto posteriormente , per ammirarne la 
sobrieta , e la corrispondente .erudizione. Che se 
qual(^e cosa poteva esser superflua riguardo al 
sapi^nte alemanoo , non lo era sicaramente per 
moltissimi altri anche per I'epoca, in cui si scri- 
veva. Di questo medesimo 1 tomo scrivendo Peru- 
ditissimo Zaccaria parla per 1' opposto con molte 
lodi nella sua storia lelteraria delle spiegazioni 
fatte dagli accademici , e termina col dire : circa 
i doUissimi illuslratori assicuriamo gli anltquari , 
che vi troveranno grandissima erudizione , e som- 
mo ingegno. II nostro valentissimo Giuseppe Ma- 
ria Galanti ( descrizione geogr. e policica delle 
Sicilie torn. 4 pag. 52 ) parco lodatore, faeendo 
parola de' volumi pubblicati dair accademia Erco- 
lanese, ne fa il seguente elogio : n riguardi Pesat" 
tezza delle dilucidazioni , o la magnijicenza delta 
edizione e la bellezza delle incisioni y questa h un 
opera cUusica ammircAile* 

^« Le piUurc afUiche £ ErcoUmo , e canlomi ink- 



^ 



62 

cise con qualche spiegazionc. Tom. 2 Napoli 4760 

nclla regia stamperia in f. m. 

3. Le pitture antichc (TErcolano^ e contomi in-- 
cise con qualche spiegazionc. Tom. 3 Napoli iJ&H 
nclla regia stamperia in f. m. 

4. Le pitture antichc (TErcolano^ e contorni inr- 
cise con qualche spiegazionc. Tom. 4 Napoli 4765 
nella regia stamperia in f, m. 

5. Ddbronzi di Ercolano ^ e contomi incisi con 
qualche spiegazionc. Tom. 4 Busti. Napoli 4767 
nclla regia stamperia in f. m. 

6. Dc' bronzi di Ercolano e contomi incisi con 
qualche spiegazionc. Tom. 2 statue. Napoli 4774 
nclla regia stampeiia in f. m. 

7 . he pitture antichc di Ercolano c contorni in- 
cise con qualche spiegazionc. Tom. 7 Napoli 4779 
nclla regia stamperia in L m. 

£ qui terminano i laY#ri pubblicati dall' acca- 
demia dalla sua fondazione sino al 1779. Ripri- 
stinata la stessa nel 1787, come gia si e detto, 
diede alia luce 1' ottavo tomo intitolato : 

8* Le lucerne , ed i candetabri di Ercolano , e 
contorni incisi con qualche spiegazionc. Tomo unt- 
co. Napoli 4792 nella regia stamperia in f. m. 

Tra i pregevoli monumeuti riiiovati in Ercola- 
no nel mese di gennaio del 1753 in una stanza 
di una casa di un privato di ana grandezza , e 
di una magQiilceuza sLraordinaria con un giardino 
egualmente grandioso, ed ornato con gusto sopraf- 
fino, sita al di solto del gia monistero di S. Ago- 
stino , oitre i mold preziosi cimelii , e special* 
mente le diverse statue, e busti di marmo, e di 
bronzo i^i rinvenuti , vi fu scoverta una gran quan- 
tila di antichi papiri greci , e latini al numero di 
circa 1756 volumi con gii armadii lungo le mu- 



53 
ra , e con un armadio in mezzo della stanza da 
collocarvisi i libri da' due lati. II l^no degli ar- 
madii era interamente carbonizzato. In segaito in 
altri siti di Ercolano si rinvennero consimili pa- 
piri. Si dubitd da prima , se tali papiri fossero 
libri, o oarboni giacchfe ne aveano presa tutta la 
somiglianza , e dopo che fu assicnrato di essere 
papiri , che contenevano opere manuscritte di an- 
tichi autori greci e latini , si cominciarono a ten- 
tare vari metodi , onde poterli svolgere. Finalmente 
dopo grandissime difl^olta , essendosene svolti aU 
cuni , furono questi presentati al corpo accade- 
mico, accio fossero suppliti, interpetrati , e ilia- 
strati. Si senta su di cio quello, che ne ha rima- 
sto scritto in una lettera del di 17 aprile 1755 
il Barker (21) : Sono circa due anni che fu tro- 
vata in un casino una gran quantita di rotoli* Si 
fecero degli sforzi incredihili per aprirli , ma tutto 
in vano , e solo si giunse a scoprire qualche par- 
rola col fendeme qualcheduno* Finalmente il signor 
Assemanni giunio in Napoli la seconda volta conn 
siglib il Re di far venire il P. Antonio ( Piaggi ) 
scrittore del Vaticano ^ come il solo^ che potesse in- 
traprendere una tal cosa. E incredibile quanto operb 
ques( uomo per riuscirvi : con iutlo cio appena in 
capo di un anno^ e con una pazienza stra4)rdina^ 
ria^ giunse solo ad aprime un mezzo rotolo r22). 
Ognun dunque vede quanto fosse stato difficile , e 
penoso siffatto lavoro. Quindi 1' accademia dopo 
di ayere affidato I'incarico a quattro soci piii istmiii 
nel greco idioma, onde supplire, ed illustrare gli 
svolti papiri, e posteriormente dopo le ponderate 
osservazioni dell' intera accademia , qucsto prime 
volume , i di cui papiri per le speciali cure del 
socio Ilosini furono suppliti , ijiterpetrati , e :co- 



54 

mcntati , come sta detto nella lettera dedicatoria, 

venne alia luce nel 1793 con questo titolo; 

9' Herctdanensium voluminum quae supersunt to- 
mus i. NeapoU i793 ex regia iypographia in f^ 
Philodemi de tnusica IV e 1' opera raechiusa in su- 
fatto volume contiene 38 tayole di greci papiri. 

II Winckelmaun ( cit. leit. pag. 100) indubita- 
iamente sommo archeologo , ma non sempre gia* 
8to nel giudicare gli altri dotti scrisse nel 1762, 
che t membri deW accademia Ercolanese , che si 
credevano capaci d! interpelrare i papiri greci non 
vollero cedere questo lavoro ad un foi^sLiere j e se 
lo riservarono per essi ; ma per quanta egli avea 
potuto sapere , non si pensava piu a render pub-^ 
blici tali papiri. II gi& indicato volume primo , e 
gli altri posteriormente pubblicati , e che si yan 
pubblicando continuamente , fan cbiaramente cono- 
scere Terrore, in cui vivea I'anzi detto archeologo 
riguardo ai napolitani nella conoscenza delle lin- 
gue dotte. E qui cade in acconcio , riguardo al 
Winckelmann, ed alia sua maniera di scrivere poco 
obbligantC) il rammentare quanto avvenne tra lui, 
ed il nostro illustre ellenista Martorelli. Avea il 
primo pubblicata la piii volte citata lettera su le 
scoverte di ErcoUmo in idioma tedesco , che tra- 
dotta in francese fu riprodotta in Dresda ( Pari* 
gi ) nel 1764 , come si h detto , uella quale ei 
spesso inveisce , e non sempre ragionevolmente 
Gontro diversi uommi dotti napolitani, e partico- 
larmente prende di mira 1' opera de regia theca can 
lamaria del Martorelli di fresco stampata, rimar- 
cando vari errori , in cui esso sostiene di essere 
incorso V autore in fatto di lingua greca , e lati- 
na , ed intomo ad alcuni passi di antichi scrit* 
tori erroneamente adoperati. II Martorelli, che non 



55 
avea pobblicato ancora la ennnciata opera gik stam- 
pata aggianse al principio del 1 toL vane cose, 
e nella pagina XGVI insert una risposta al Win- 
ckelmann col titolo AIKAIOAOFIA eontractissi^ 
ma , ac liberalis in actionem sexcentorum puerilium 
errorum , qtmm in me de hoc Alramenlario nego^ 
tio in mo libello irrogavit vir qmdam trannnonta'- 
niAs inofficiosissimtu. Con molta acredine, ma aen« 
satamente ei risponde a tutte le critidie contro dl 
lui scritte , e mette in chiaro lame le difficoltii 
proposte , e i snpposti sbagli con solidi ai^omenti 
appoggiati tutti su V autoritk di antichi scrittori 
greci) e latini del buon secolo delle lettere, dimo- 
strando ad esnberanza , e con profouda eradizione 
quanto andato fosse errato il dotto alemanno nelU 
saa intrapresa. Termina rellenista la sua risposta 
con le segaenti^ parole : UUeriora , m q^ibus miki 
imptukrUer allatrat , non cogilo , procacitatis siuze 
jam luit poends , vide adnotatiunculam in extrema 
pagella sui libelli in Gallicam linguam conversi : 
neque errorum portenta , queis horret idem libeUus 
patefacienda curo^ nam haec Si^GHoXoyioi, in grande 
volumen incresceret , meque averteret a studiis e/e- 

{^aniioribus. La piccola nota posta in fine della 
ettera del Winckelmann , della quale HE^ meniione 
il Martorelli nelle surriferite parole ^'-b unVavyer- 
iimen|o <?^7Ptto dal traduttore francese aB^aatore 
per altra controversia leiteraria , cui e^i dice qtiil 
est toujours mal et indecent de ^exprimer avec une 
hauteur milie de mSpris^ ton mime qtion souHent 
les meilleures causes. 

Ma per veritk sembra , ehe lo steaso dottissioK^ 
alemanno siasi in seguiio ricrednto rignardo a8a 
aomma perizia de* greci scrittori del Martorelli. 
Egli nelV applanditissima di lui opera de' mom- 



56 

7jieuti antichi inediti pubblieata per la prima volia 
nel 4767 ( torn. 1 pag. 37 ediz. di Roma del 
182t ) quasi confessando il suo torto approva una 
critica fatta dal no8tro ellenista a diversi antichi 
autori di aver maFinlesa^ e distorta la parola Kfi- 
56(9 irUerpretandola in senso assoluto^ e sostanlivOj 
quando essa appresso Omero b aggeilivo alia pa- 
roUif 'IfA^.7 ricamato. 

Basti il gia detto suUa coutesa de' due celebri 
archeologi: torniamo agli antichi papiri. £ prima di 
ogu'altro si dira forse da taluno come dopo tauti 
anni si k pubblicato finalmente questo primo vo- 
lume nel 1 793 ? Doppia risposta : 1' aprimento di 
tali papiri dopo di essersi rinvenuti porto tempo 
assai lungo,, come si k detto di sopra , mentre 
trattavasi di cosa del tutto nuova, e molti speri- 
menti si fecero ne' primi anni inutilmente. Siffatii 
tentativi furono eseguiti da Camillo Paderni inu- 
tilmente, il quale in seguito, per poter soddisfsire 
il sommo desiderio del re Carlo , onde scovrire 
parte de' caratteri , e sottometterli quindi alle di- 
lucidazioni de' dotti , penso tagliarne alcuno ia 
modo da rendere interamente visibili i csgratt^ri. 
Riusci .l^nein j^le sperimento il Paderni , ed aper- 
tosi in questa guisa un papiro greco di belli ca- 
ratteri rignar^ante la yita di Epicuro , fu il me- 
desimo presentato al sommo Mazzocchi , il quale 
lo spiegd, e brevemente lo illustro, rendendo as- 
sai pago con cio il sapientissimo monarca (23). 
Di poi lo svolgimento de' papiri fu eseguito rego^ 
larmente , e con metodo piii adatto dal nomiQato 
P. Piaggi , , mediante il quale si giunse alia pur 
fine dopo moUe difficolta alio sciogl^mento iatero, 
e pr^iso di e^si papiri nel modo stesso, cli0. at^ 
tualmenter presso a poco si pratica* A cio si ag-^ 



57 
giuBge, che I'accademia Ercolaoese dopo il 1760 
rimase per piii anni paralizzata , come si e di so- 
pra narrato , e dal 1779 sino al 1787 per la morte 
di moiti soci , ed indi del segretario Carcani la 
stessa pao considerarsi come del tutto estinta , 
mentre non vi furono piii riunioni accademiche , 
n^ per conseguenza occupar si potette de'papiri, 
nh di altro lavoro. 

Essendo stata poi dopo il trascorrimento di 
molti anni riprisiinata nell' aono 1 787 , da que- 
st' epoca in poi effettivamente si oceupd di tal la- 
Yoro, che in seguito ha proseguito, e sta feliQe- 
mente proscguendo. Non k dunque lo scoprimento 
de'papiri in Ercolano an iesoro negletto presso di 
noi , come ha osato dire un dotto Inglese, ma bensi 
un tesoro , di cui si e avuta , e si avra sempre 
somma cura. 

Ed e in vero questa letteraria occupaziojie cir- 
condata da tante diy43rse dif&colta, per potersi bene 
condurre a fine, che non sara qui fuori propositp 
riferire quanto h accaduto in Inghilterra., ed in 
Francia per lo stessissimo oggetto. 

II rinomato Gristiano Petersen (24) professore 
di filologia classica nella universita di Amburgo 
£a distinta menzione de' papiri Ercolane^i dpnati 
dal re delle due Sicilie al principe di Galles^ che 
poi fa re d' Inghilterra col nome di Giorgio IV, 
e riferisce, cb'esso principe invio in Napoli nel 1802 
il signor Hayter prefetto della sua biblioteca , il 
quale mediante gli uffici del cay. Guglielmo Ha- 
milton ambasciatore della gran Brettagna presso 
S. M. Siciliana pttei^ne i desiderati papiri Erco- 
lanesi , e che id Napoli stessa pluribus hominibus 
ad negolium adhibUis orevi tempore multa valionina 
evolutf^ y lecla J atque descripta sunt* Egli prosic- 



58 

gae a dire, che mentre continnava feticeraente sif- 
fatto lavoro fu intenrotto per la Tenuta delle armi 
Frances! in Napoli nel 1806. Qaindi avvenne, che 
i papiri originali rimasero qui , e le copie gia fat- 
te furono trasportate in Palermo , e che nel mese 
di Agosto del 1807 Mylord Drummond ambascia- 
tore Inglese in Sicilia presso il re Ferdinando ot- 
tenne di farsi fare una copia de'gia trascrilti pa- 
piri , ma essendone stati incisi in rame alcuni, gli 
fu permesso solamente di far eseguire le copie de- 
gli altri , che furono inviate in Inghilterra per es- 
aare pih celeramente incise , e pubblicate. II dot- 
to Petersen termina tal racconto con queste paro- 
le : Hanc nartntionem debemus W. Drummondio , 
qui Mm nonmdlis locis consilio obscuralam in me- 
dium protulit in libro ab ipso et Rob. fValpolio edir> 
to^ qm hac insignitus est inscriptione : Herculanenr 
sia or archeological and philological dissertations , 
containing a Manuscript found amon^ the ruins of 
Hercukinum. London 48iO in 4.^ 

Questi Yolumi di papiri pubblicati in Londra 
nel 1810 furono solamente evoluta ^ lecta ^ et de^ 
scripta in Napoli prima del 1 806 , e di poi nel- 
I'anno 1806 furono trasportate le sole copie in 
Sicilia , come si k di sopra accennato , quindi i 
snpplementi , e le illustrazioni , che li accompa^ 
guano , di cui non s' indica V autore , non fu cer- 
tamente opera de' Napolitani , ma dovettero esse- 
re scritti o in Sicilia, o piii facilmente in Inghil- 
terra, essendosene iyi eseguita la edizione nel 1810, 
epoca , in cui ogni comunicazione era interdetta 
tra Napoli , e siffatti paesi. Ma lo stesso Peter- 
sen , dando il suo giudizio su T indicato likro , 
dice anche la ragione da non potersi il medesimo 
attribuire a' Napolitani incaricati della puMdicazio- 



59 
M de^ papiri , alia quale officina aveva gia molti 
aimi preseduto il cbiarissimo monsigaor Rosini^ e 
yi ha preseduto sino alia sua morte. Ecco com' egli 
si esprime: Quanwis enim rnuUa bene et sagacite^ 
sitU restitiUa , plura tamen , cum sensu omnino ca^ 
reant , ferri non possunt , magna ex parte ne Grot- 
ca quidem sunt , certe neutiqiwn comparanda eum 
us J quae prius ab Rosimo F* CL. hoc in genera 
praestila erant. 

Altn yolt&mi di papiri Ercolanesi furono anclie 
pubblicati in loghilterra nd 4824 , e nel 1825 
eon questo titolo : 

4 . Herculanensium voluminum pars primU, Ox<H 
niae sumptibus^ typographei Clarendoniani liihogra^ 
jiee excudebat N. Whittock 4%M in S."" 

J2. Herculanensium voluminum pars secunda^ Oxih' 
niae i8Z5^ 8.^ 

Nel primo di essi.si coniengono questi papiri: 

1. iikoSil\fjLO\} ^spl KctKi&y^ 26 colonne n. 1Q08. 

2. Anonymi icefi opyris , 55 colonne n. ^2. 

ipBxiiy KM rSbf y iv ois eiaij nae ttsj^c i^ 23 co- 
lonne n. 1424. 

4. Af\fi.it\rflov TCSfi *Kov/\fiix(x»f^2S colonne n. 1014. 

Nel secondo volume poi vi sono i seguenti : 

1. ^ikoiififjLOu ncBfi ^YiTOpcKYi^ A , 45 colounc 
n. 107, 

2. 4^eXoSyipiou ncepi priTopcxyij g 9 TO colonne 
n. 1674. 

3. ^ikolyp,o\t icefi 7Covt\[iir(x>'^^ 38 colonne n. 1425, 
Quale poi sia il merito di questi due volumi di 

papiri giova sentirio dallo stesso erudite Ambur* 
ghese giudice imparziale , il quale su tal propo«« 
sito scrive cosi : Paginae ad archelypum^ quantum 
fieri potuit^ accuratissime expressae videntur^ ut in 



60 

^ngulis folHs shigtdM'iegaiiiwr:' nulla lacuna .sup^ 
pleta est , nihil additum , quod Ucloris inielligen^ 
tiam adiuvet , nihil omnino , fuod -non interpretis 
4fpertty atque emendatrice manu indigeat , quam qui- 
dem^ quod equidem sciam^ volumina haec nondutn 
sunt naeia. 

Nello stesso anno 1802 il medesimo re Ferdi- 
nando fece dono di altri simili papiri a Napoleone 
Bonaparte allora primo console in Francia , che 
fnrdno recall in Parigi dal rinomatissimo France- 
sco Garelli , ed essenclone gilt scorso lunghissimo 
tempo , nulla sappiamo di aver pubblicato per le 
stampe i molti dotti filologi di qnella illnsire na- 
zione intorno a si£Eatti papiri donati, onde venire 
in chiaro di cid che contener potessero. 

Premesse tali cose , ogni maraTiglia cessar dee 
riguardo agli accademici Ercolanesi , i quali seb- 
benii hanuo procrastinato simile lavoro, pure tale 
tardanza non dee attribuirsi ad e«si , ma a tante 
impqpenti circostanze di sopra enunciate. I Yolnmi 
perd de' papiri dagli stessi accademici pubblicati 
dal 1793 in poi hanno geiieralmente riscosso gli 
applausi degli eruditi ycrsati specialmente nella co-* 
Boscenza delle lingue dotte , e percid , se anche 
qualche ritardo si potcsse loro imputare , questo 
h stato ampiamente compensato dalla perfezione 
del lavoro. 

Sin dair istituzione dell' accademia nel 1755 fu 
affidato al gran Mazzocchi esclusivamente dal re 
Carlo , che lo chiamd in sua presenza , tutto cio 
che riguardar potesse gli anticbi papiri greci , e 
latini disotterrati , e quindi «gli dopo di aver pl^er- 
sentato alio stesso So vrano la spiegazione, 6 snc-^ 
cinto comentario sul papiro greco tagliato in pez^i, 
di cui si e di sopra parlato , si accinse a com- 



61 
porrc una dissertazione Isagogica , che. contener 
dovea tre parti , cioe la prima , die riguardava la 
intera regione Yesuviana frequeutemente rovinata 
du tante diyerse eruzioni , e precisameote delle 
origin! , Ticeudc , ed ultima rovina di Ercolano y 
di Pompei , e di Stabia , e del cambiamento della 
supcrficie di questi luoghi celebri dopo la terri- 
bile eruzione avveuuta nel LXXIX sotto I'impero 
di Tito. La seconda parte poi trattar dovea tanto 
degli anticbi, che de'moderoi scavamenti eseguiU 
nelle anzidette citta, e ne' luoghi yiciui, dello stato 
delle citta medesime, e deHa biblieteca de'papisi 
di Ercolano. La terza fioalmente era destinata a 
contenere un trattato diretto ad illusirare tutta la 
materia degli antichi papiri. Ma di queste tre parti 
appena egli diede principio alia prima, che com- 
posta da lui in latino , e quindi tradotta in ita- 
liano idioma dal dottissimo Francesco Serao fu in 
entrambe le lingue manuscritta , e presentata al- 
I'egregio re Carlo (23). Questa stessa prima par- 
te pero essendo stata forse scritta con molta fret- 
ta , e non interamente terminata , e Hmata , fu 
di poi perfezionata di tutto punto dall' accademia 
operam in id suam in primis conferente strenuo col- 
lega nostro Carolo Rosinio ^ come si esprime I'epi- 
stola dedicatoria premessa a tal volume , che si 
diede alia luce nel 1 797 con questo titolo : 

iO. Disscj'tationis Isagogicae ad Herculanensium 
voluminum Explanationem pars prima. NeapoH. Ex 
regia typographia. Anno 4191 • in f. 

Sin qui si estendono i lavori dell' accademia re- • 
staurata nel 1787, mentre dopo I'anno 1797 non 
vedesi data alia luce altra produzione , e 1' acca- 
denna dall' anno 1798 sino al 1806 non piii si 
riuni. 



62 

Istallata intanto la nuova accademia nel 1807, 
come gik si h detto, inter armorum strepitum^ mi- 
litumque licerUiam , cum doclrinae fere omnes vulgo 
invisae , despectaeque silescerent , secondo le^esi 
Delia prefazione del secondo volume de'papiri pub- 
blicato nel 1809 , pochissimo quindi potette la 
stessa applicarsi a siffatti studi , cbe richieggono 
tranquillity di spirito per chi scrive , e grandi spese 
per la pubblicazione de' monumenti illustraii. Ma 
ci6 non ostante la medesima pubblicd nel 1808 j 
e 1809 due elaborate memorie , una riguardauie 
il Porto di Miseno scritta dal marchese Arditi , e 
che in nome dell' accademia vedesi segnata da Mon- 
signor Capecelatro allora presidente annuale , Y al- 
tra intornb slY Emissario Claudio nelpaese de^ Marsi 
eomposta da monsignor Rosini , e da lui firmata 
in nome dell' accademia anche come presidente an- 
nuale. Si applied benanche su gli aniichi papiri^ 
e ne diede alia luce un secondo ycAume intitolato^ 

a. Hercidanensium voluminum quae supersufH 
tomus ii. Neapoli 4809* Ex regia typographia inf. 

Questo volume contiene in primo luogo un an- 
tico papiro in versi latini diviso in otto colonne^ 
che comprendono franunenjti di un poema, di cui 
si crede autore G. Rabirio ; quali frammenti fu- 
rono suppliti , e illustrati dal dottissimo canonico 
Niccola Giampitti. Nello stesso volume si contiene 
il libro II , ed il libro XI di Epicuro De Natura 
scrilii in idioma greco. II libro 11 6 formato da 
undici colonne , ed il libro XI h compreso in tre- 
dici colonne , quali due libri opera^ et studio an^ 
tistitis Caroli Rosinii intustrati symbolam in id conr- 
ferente mam Bariholomaeo Pessettio , come sta sent- 
to nella prefazione di esso volume farono dati alia 
luce nell' indicato anno 1809. 



G3 

Nella istallazione poi di questa nuova aecadennia 
del 1 807 , e nel rimaner confermata la medesima 
Del 1817 , tra le altre cose , che si prescrissero 
allontanandosi dalla prima istituzione delta Erco- 
lanese , vi fu quella , che , olire le aotichitk Er- 
colanesi , Pompeiane , e le altre del regal maseo 
da illustrarsi , ciascun socio potesse comporre qual* 
che memoria a sua scelta , per indi leggerla nel- 
r adunanza accademica , ed essendo giudicata me- 
ritevole, si sarebbe inserita negli atti. Quindi fa, 
che I'accademia nel 1822 pubblicd per le stampe 
il pr^mo tomo di questi Jltti col seguente titolo: 

i2. Memorie delta regale accademia Ercolanese 
di Archeologia. Volume i • Napoli nella stamperia 
rede i822 in 4. 

In questo volume si contengono dieci memorie 
di vario argomento filologico di diversi soci. 

Vn terzo tomo di antichi papiri fu daU' accade- 
mia dato alle stampe nel 1827 col titolo : 

i3> Herctdanensium voluminum quae supermtU 
tomus III. Neapoli i827 ex regia typographia inf. 

I papiri greci di questo tomo contengono parti 
sufficientemente yoluminose di diverse opere filo- 
sofiche di Filodemo. Le prime 28 colonne riguar* 
dano il libro dello stesso intitolato : De Viliis et 
Virtutihus Opposiiis et de Rerum Subiectis , et Obier* 
ctis IX. II supplemento , 1' interpetrazione , e il 
comento riguardante queste 28 colonne di papiri 
greci era pronto sin dal 1820 e si era gia dato 
alle stampe , ma le vicende politiche di quell' epo- 
ca ne impedirono la pubblicazione. Le altre co- 
lonne 24 appartengono al libro del filosofo mede- 
simo che ha per titolo : De Vitiis. I socii monsi- 
gnor Francesco Javarone , e Luigi Gaterino si oc- 
cuparono specialmente per lo supplemento, la ia* 



/ 



64 

terpetrazione, ed lUustrazione de' suddivisaii papiri. 

44. Disserlazione esagetica inlomo alVorigine ed 
al sislema della sacra architettura presso i Greet, 
Napoli dalla stamperia reale 483i vol. 1 ia f. m. 
Di questa disserlazione fu redattore il segreiario 
perpetuo cavaliere Carelli. 

i5* Herculanensium voluminum quae supersunt 
totniis IV. Ncapoli i832 ex regia typographia in f., 
nel quale Tolume di papiri si eontieue T opera scritta 
da Folistrato de iniusto contcmptu ? e T altra di 
Filodemo de liietorica. Di siffatio lavoro si e spe- 
cialmente incaricato il socio monsignor Angelo An- 
tonio Scotti. 

i6. Herculanensium voluminum quae supersunt 
tomus V. Neapoli i835 ex regia typographia in f. 
Questo volume di papiri abbraccia due parti , la 
prima e quells^ de rhetorica , e la seconda e de li- 
berlate loquendi^ entrambe di Filodemo, ehe sono 
state illustrate dal socio cavaliere Antonio Otta- 
viani. 

iJ. Memorie della regale accademia Ercolanese. 
VoL II . Napoli nella stamperia irgale i833» Que- 
sto volume racchiude diciassetie memorie archeo- 
logiche di vari accademici. 

^8. Herculanensium voluminum quae supersunl 
tomus VL Neapoli i839 ex regia typographia. Ab- 
braccia il presente volume due libri , de' quali uno 
e di Filodemo, I'altro e probabilmente di Metra- 
doro , e ne' racdesimi de Dco^nim vita , et forma 
sententiae enucleanfur, Monsignor Angela Antonio 
Scotti ba eseguito questo lavoro. 

19. Uft terzo volume anche Ai memorie e proih- 
to , ed e vicino a pubblicarsi. Altri papiri greci 
da diversi soci sono stati gia suppliti , tradotti, 
ed illustrati , e sono prossimi a darsi alle stampe^ 



65 
cioh a dire quello de religione del socio cavaliere 
Qaaranta , 1' altro de rhetorica liber i del socio 
corrispondeDte cavaliere Genovesi. Quello intitolato 
Epicurus^ de natura lib. XIV^ et lib. XVIII^ del 
socio monsignor layarone. Uno di autore iocerto 
de sensationibus del socio moosignor Scotti. C/irV'' 
sippus de providentia del socio corrispondente fa 
canonico Parascandolo. Hiilodemus de rhetorica /i- 
bri IV ^ pars prior del socio Giuslino Quadrari* 
Finalmente quello , che ha per tiiolo Philodemus de 
eo^ quod ex Homeri doctrina bonum^ atque utile sit 
populo del socio Cirillo, ed altri simili, che gior- 
nalmente si Tanno illustrando da diversi soci. 

Eyyi dippiii la raccolta completa di tutte le in- 
scrizioni esistenti nel real museo, ch'5 stata pure 
nella massima parte illustrata da yari accademici, 
che attualmeDte h sotto il torchio , per quindi darsi 
alia luce , ed k del pari pronto per le stampe un 
Tolume di antichita ercolanesi, e pompeiane gia il- 
lustrate. 

In fine diversi soci, e specialmente il segretario 
perpetuo cavaliere Avellino , sono attualmente in- 
tenti ad illustrare il tempio d'Iside, tutt'i monu- 
menti Isiaci , ed il culto di questa divinitk pagana 
introdotto nelle nostre contrade , e ben presto tale 
lavoro sara pubblicato ; e lo stesso segretario per- 
petuo e anche continuamente occupato a descrive- 
re, ed indicare Tuso, cui erano addetti i diversi 
fabbricati , che gioroalmeAte si disotterrano in Pom- 
pei, formandone delle memorie, che poi legge nelle 
tornate accademiche. II medesimo a sue spese ne ha 
gia pubblicata per le stampe una con questo titolo: 
Descrizione di una casa pompeiana. Napoli 1837, 

Intanto, mentre Taccademia, ed altri insigni scrit- 
tori han procurato d' illustrare i monumenti sco- 

5 



66 

yerti in Ercolano, ed in Pompei , il di cui cata- 

logo potrk leggersi presso il nostro diligentissimo 

Soria (^ memorie degli star, napolit. ) e presso il 

laborioso Giustiniani f topografia del regno di Na- 

poU )^ oltre quelli , cne yi si sono applicati poste- 

riormente, un'erudito alemanno Gio: Ernesto Wal- 

chi con iin pregeyole , e singolar libro di piccola 

mole intitolato: antiquilates Herculanenses lUterariae 

pubblicato per ben due yolte in Jena nel 1 750 , e 

1751 si b occupaio della storia letteraria di Ercola- 

no. Ei con diversi argomenti dimostra, che gli Erco- 

lanesi coltivar doTcano in preferenza le lettere , ed il 

prova dalla topografica posizione di tal citta nella 

Campania, regione celebratissima non solo perl' ame- 

nitk y e fertilita del suolo , ma per la moltitudine, e 

Tiyacitk degV ingegni , e per i comodi della yita agli 

studi adattatissima ; dall'essere stata Ercolano co- 

lonia nobilissima de'Romani ( e stato anzi eyiden- 

temente dimostrato nella Dissertazione Isagogtca 

pill Tolte citata pag. 56, eh' Ercolano fu munici- 

pio de'Romani); dalla qualita de'monumenti rin- 

Tcnuii , che danno sicura prova di essere ivi fio* 

rite eminentemente le belle arti , ed anche la let- 

teratura. In una inscrizioue antica scoverta nella 

stessa citta riferita dal Capaccio (^ Hist, neapolit* 

pag. 462 ) , indi dal Reinesio pag. A84 , e dal 

Rosini ( dissert, isag. pag. 54 J , che la emen- 

darono di alcuni errori , si rammenta la Scuola 

eretta da' due Memmii Rufi padre , e figlio , ed egli 

il Walchi sostiene con valide ragioni , che quivi 

la parola Scuola dinota luogo destinato per lo in- 

segnamento pubblico delle scienze , e delle lettere, 

ove secondo la definizione di Festo, ceteris rebus 

omissis , vacare Uberalibus studiis pueri debent , ed 

in qoesto senso la voce schola viene piii yolte ado- 



6T 
perata da Cicerone , e da dWarsi antichi scrittori. 

Le statue di molte Muse Wi scayate h anche 
indizio dell' amore che per le lettere ebbero gli 
Ercolanesi. II magnifico teatro n'6 un' altro anche 
ben forte , giacchfe noti sono gli usi letterari , che 
ayea presso gli antichi il teatro. La purita del la« 
tino idioma ne' suoi monumenti , 1' essere in essi 
ricordati sommi personaggi , le statue di uomini 
celebratissimi iyi disotterrate , sono tutti chiari se- 
gni della coltura , e della estimazione , in cui essi 
ayeano il sapere, ed i grandi ingegni. Dopo queste 
cose il Walchi non omette di considerare , ch' Er- 
eolano era yieina a molte citta floride per sapere di 
ogni sorta, e quindi anche per questa ragione la 
stessa doyea nudrire simile amore per lo scibile. 

L'antore medesimo pose a stampa altra disser- 
tazione , che porta il titolo Cicero Herculanensisj 
oye s' intrattiene su la statua innalzata a Cicero- 
ne dagli Ercolanesi, e diseppellita nella loro cit* 
ta, quale dissertazione leggesi nel torn. 1 del li- 
bro che ha titolo : ^cta societ. latin* Jenensis pub* 
blicato in Jena nel 1752. 

A tutti questi argomenti addotti dal Walchi nel 
1751 si debbono aggiungere le biblioteche, ed il 
gran numero di papiri greci , e latini iyi posterior- 
mente, ed in diyersi siti scayati, che dimostrano 
ad eyidenza essere stata Ercolano una delle cittk 
pill culte della Campania nelle scienze , e nelle let- 
tere amene. 

Marziale la descriye in questi termini ( epigr. 
lib. 4^ ep. 44 ): 

Hie est pampineis viridis modo Vesvius umbris j 

Hie locus Hbbcvlmo nomine clarus erat* 

it 



68 

Dovea essere benaacihe una cittk mdlto popola-^ 
ta , e ben fortificata , giadchfe T. Livio ( Dec. 1 
lib. X ) soriv^do della Titioria riportata da Car- 
i^ilio su di ire citta del nostro reame si spiega cosi: 

Jam Carvilivs Volanam , et Palumbinum , et Her-- 
CULANEUM ex Samtiitibus ceperal : Volanatn intra 
paucos dies^ PalutrSinum eodem^ quo ad muros ac- 
cessU. Ad Uerculaneum bi$ etiam signis coUaiis an^ 
cipiti praclio^ el cum majore sua^ quam hostiumjor- 
ctura , dimicavil. 

Nfe minore esser dovea \ inciTilimento di Pompei 
in queir epoca. Gli edifici de' privati magaifiea- 
mente adorni di sorprendeDti mosaici , di pregevo- 
lissime piiture , di statue eccellenti ^ di fontane ^ 
$ di giardini: le ricche botteghe de'commercianti, 
i bagoi , i templi , il foro , i maestosi teatri , il 
grandioso anfiteatro , tutt' i sontuosi fabbricati ad- 
detti ad uso pubblico con grinDumereYoli, e pre-' 
ziosissimi cimelii di ogoi sorta ivi rinyenuti , e 
che tuttora si scuoprono, lo indicano eyidentemen- 
te. Queste opere che portano T impronta del ge- 
nio , e che mostrano a quale sublime grado erane^ 
pervenute le arti presso gli antichi , manifestahoj 
che Pompei dovea essere per la civilizzazione , pel 
sapere , e pel commercio una delle piii illu^tri cittk 
della Campania , esseodo la stessa secondo 'iStra* 
bone im emporio comune di iVola , di Nocera , e 
di Acerra. I vini pompeiani , le verdure , i cereal! 
sono generalmente celebrati dagli antichi scrittori, 
le quali cose unite al cielo ridente , t)v' h situata 
la citta , formavano della stessa un luogd di de- 
lizie 5 e la sede de' piii grandi uomini dell' anti- 
chi ta. Cicerone, che vi aveva la sua villa, ci lascio 
scritto, che in preferenza di tutte le altre da lui 
possedute, questa, e quella di Frascati gli davan 



69 
gran piacere : Tiisculatium , et Pompejanum valde me 
delectanl ( ad Attic. UL 2 ep. ^ J. E quivi il 
sommo uomo era in compagnia de'piii ragguarde- 
Yoli personaggi di Roma, trattenendosi spesse fiate 
a discutere con essi le faccende piii lilevanti della 
repubblica. Meritamente dunque fu la medesima 
denominata da Seneca (^ natural* quaest. lib. 5 
cap. i ) Pompeios celebrem Campaniae urbem , e 
daTacito celebre Campaniae oppidum^ann. lib. i5^. 
Finalmente chiudero la prima parte di questa me- 
moria con far brevemente rimarcare , che queste 
due antiche citta sepellite per XVII secoli circa , 
abitate una Tolta da tanti illustri personaggi roma- 
ni , e quindi disotterrate nello scorso secolo , hanno 
generalmente contribuito fin dalP epoca della loro 
scoverta ad un gran miglioramento specialmente 
nelle arii , e manifatture. Gli artisti nostri , e di 
molte nazioni estere si sono impegnati a tutta p«ssa 
d' imitare i capi-lavori in ogni genere , che veni- 
yan fuori da quelli scavamenti , e da quel tempo 
in poi gli utensili, le decorazioni, le pitture, le 
sculture , le incisioni , ed i mobili di ogni sorta 
sono stati eseguiti con forme migliori, e con ga-> 
sto, e perfezione assai maggiore. L' archeologia poi 
in generale , e 1' architettura hanno ricavato lumi 
grandissimi da siffatto avTenimento, essendo stati 
dilucidati con chiarezza van luoghi oscuri , che 
s'incontrayano in antichi scrittori. Sarebbe percid 
argomento pregevole di un dotto filologo il ricer- 
care , quale , e quanta e stata V influenza della 
scoverta di queste due (Atta su le arti moderne , 
e sul progresso degli studi archeologici. 



71 



PARTE II 

GENNO BIOGRAFICO DE'sOCI ORDINARI DELLA REGALE 
AGGADEMIA ERGOLANESIS PALLi^ SUA FOMDAZIONH 
SIMORA. 

Hoc illud est praecipue in cognttione rerum salvbr^ 
ac frugiferum , pmnis ie exempli documenta in 
illustri posita monumento intueri : inde libi tuae- 
que mpublicae quod imitere , capias. T. LiviQ 
in praefatione histor^ 

J.N tutte le epoche le yirtii morali , e scienti- 
fiche degl' insigni uomini trapassaii , furono cele- 
brate con tributo di dolore, e di lode, come de- 
bito sacro alia loro memoria , giacchfe sebbene 
r aspetto degli estinti fugge dagli occhi nostri , 
pure nel raccogliere, e pubblicare con tipi della lo- 
deyole vita le illustri azioni , e specialnaente i piii 
distinti tratti nelle rispettive opere disegnati , quel- 
la rimembranza , cbe imn^ediatamente di se orma 
non lascia , si yiene luminosamente a perennare. 

Ed in verita non solo V universal consentimento 
delle nazioni , ma benanche una iuclinazione qua* 
si innata , ed impellente ci spinge a mantenere dop6 
morte la fama de' ragguardevoli personaggi. Cosi^ 
mentre s' innalza al nome loro un monumento di 
gloria non volgare , ciascun rinviene delle virtuose 
qualitk , e delle distinte azioni per lungo corso di 
anni la durata e la perpetuazione. Questo pensierQ 



72 

sacro alle viriii de'trapassati stimolo sio dal prin- 
cipio del mondo tutte )e nazioni , anche quando non 
conoscevansi letterarie adunanze. Quiiidi Omero eb- 
be a dire che, 

V elogio , il cippo , e le memorie sono 
AgV illusivi dejunli un giusto dono. 

Che se per cost ante esperlenza tuttodi ravvisia- 
mo, che anche gli uomini idioti ove amino vera- 
mente , con lo spesso parlare procurano di tener 
sempre viva la grata memoria del trapassato og- 
getto , che vivendo formo la loro compiacenza ; 
soffriremo noi , che uomini educati , e versati nelle 
lettere trascurino di tramandare alia posteriia con 
apposito elogio le commendevoli qualita di perso- 
naggi per sapere e per morale pregevoli ? 

Questo pensiere fisso nella mia mente mi ha fatto 
ri solvere a scrivere , e pubblicare un cenno bio- 
grafico de' soci ordinari della nostra accademia. 
Parlero degli eslinti, far6 menzione de'vivenli, e 
I'ordine alfabetico mi servira di guida nel rammea- 
tar si gli uni , che gli altri. 

Andres - Giovanni a 15 febbrajo del 1740 nac- 
que nella Spagna , e precisamente in Planes oitta 
della Yalenza , e trapasso in Roma nel giorno 1 2 
del 1817* l)i questo insigne personaggio scrisse 
la vila il nostro monsignor Ang. Ant. Sootti con 
8omma prepisione , qhe fu pubblicata in questa ca* 
pitale nell'anno stesso, ^'1 linomatissimo Morcelli 
compose U seguente inscrizione , che poi diede 
nile stampe nel 1818 ( IIAPEPrON insciipiionum 
novissimarum pag. 155) 



73 

lOAMNt * AKDRESIO 

E • SOG • lESV • ITERVM 

DOMO • PLAliE • VALENTINORVM 

CLARISSIMO ' GENERE * AB • AVIS • ET ' MAlORtBVS 

QVEM • JNGEMII * LAVDE ' LITTERARVM ' FAMA 

EDITORVM • OPERVM • COPIA * MAGNVM. 

RELIGIO • PIETAS ' HVMA1(|TAS 

PKRPETVO • BOKORVM • COWSENSV • MAIOREM • PRAESTITERB 

ITALIA . IDEM 

FIWITIMISQVE ' PROVINCIIS ' PERAGRATIS 

VBIQVE • IN • HONORE * 'hABITVS 

QVVM • REGIAE ' BIBHOTHECAE * APVD • WEAPOLI?, 

PRAEFECTVRAM • IN • ANN ' M * DCCC ' XVI * OBTINVISSJBT 

ROMAE • |«IB£NS ' APVD ' SOCIOS ' PECESSIT 

INVICTO ' ANIMO * EXITVQVE * VITAE * CONSENTANEO^ 

PRIDIE • IDVS • IAN ' AN * M ' DCCC ' XYli 



ANNOS • NATVS ' EX^VI * M . X ' D * XXVII 
SVMMORVM • VIRORVM ' OBSEQVIA • VIRTVTE • MERITV8 

HVIC • SODALES ' VETERES 

SIMVLACRVM * AMORIS ' STVDIIQVE * SVI 

CAVSSA * DEDIGAVERE 

he lodi contenute nella riferita epigrafe sono 
tutte basate su la verita , e noi , che abbiamo 
avuto il piacere di possedere il P. Andres per anni 
undeci circa, siamo tutti testimoni delle sue virtii 
morali, e del suo sommo sapere. Ma il dottissi-* 
mo Morcelli, sia detto con buona pace , nella sua 
inscrizione afferma , che la prefettura della regal 
biblioteca di Napoli fu data ad Andres nel 1816, 
mentre cio non e vero. 

Nel 1805, quando fu ripristinata la compagnia, 
di Gesu in questo Regno, il P. Andres vi si con- 
dusse , e nel 1 806 essendo stati dopo 1' entrata 
deir armi Francesi per la seconda volta espulsi i 
Gesuiti ei si trovava a far da rettore nel coUegio 
de' nobili , e rimase tra noi da semplicQ privato. 



74 

Per6 Del medesimo anno 1806 gli fa conferita 
la prefetiura della regal biblioteca , e nell' anno 
seguente 1 807 , istallata la nuova societa lettera- 
ria sotto il nome di accademia di Storia e di An- 
tichita 5 ei f u prescelto per uno de' 20 soci ordi- 
Qari, nominato cavaliere dell'ordiue delle due Si- 
cilie ^ e nell 8 1 2 dopo la morte di Francesco Da- 
niele segretario dell' anzidetta accademia fu al me- 
desimo surrogato. Di tutto cio fa distinta menzio- 
ne il biografo Scotti , e riguardo alia prefetiura 
della biblioteca Raimondo Diosdado Gaballero (Bi- 
Uioth, scriptorum soc* Jesu supplemental Romaei8i4 
pag. 83 J erudito gesuita , che nel 1814 scrisse 
un breve articolo intorno alia vita del P. Andres^ 
dice cosi : Hoc anno 4814 mense Julio degit no- 
sler Neapoli Regiae Biblipthecae Praefectus. 

Abditi - MiGHEi^E nel Comune di Fresicce in 
provincia di terra d'Otranto nacque a di 12 set- 
tembre 1746 , e i di lui genitori furono Gaspa- 
re, e Francesca Villani. Apprese i primi rudimenti 
delle belle lettere uella sua patria, indi nel 1761 
fu ricevuto nel seminario di Lecce , e nell' anno 
seguente pass6 in questa capitale , ove imparo le 
scienze filosofiche dal Genovesi , e le matematiche, 
e fisiche da Celestino Gominale. Ad insinuazione 
del padre ei s'incammino per la carriera del Foro, 
e gli fu insegnata la giurisprudenza da Domenico 
3Vf angieri , e da Giuseppe Pasquale Cirillo. Quindi 
intraprese V esercizio della prescelta professione 
sotto la direzione dell'avvocato Saverio Simoneiti. 
Gomipcio I'Arditi a difendere alcuni suoi clienti, 
c pubblicd anche per le stampe qualche allegazio- 
ne , ed un' operetta legale , di che si fara motto: 
ma allettato assai piii dall'amena letteratura, che 
dallo sirepito forense abbandond la intrapresa car* 



75 
riera, e diessi interamente agli studi archeologici. 

In veritk secondo V ayviso di an moderno ora- 
tore il Foro h un terreno sparso di bronchi , e di 
spine , in cui V avidita ^ e la dissenzione sembrano 
avere stabiliia etema dimora , in cui ognuno aspira 
a divenire usurpator deW aUrm^ in cut si svelanOy 
e combattono gli odii^ le gelosie^ le passioni^' cho 
agiiano , e dividono le famiglie , in cui V impero 
delle leggi delle volte mostra la sua impoienza in 
faccia a quello de'costumi. II nostro Arditi disga- 
stato forse per siSatte ragioni , e segueado 1' esem- 
pio di altri nostri insigQi uomini si allontano in- 
teramente dalla profession legale. Essendosi quindi 
determinate a coltivar esclusivamente la letteratora 
SI antica , che del medio eyo comincio di bel nuo- 
Yo ad applicarsi indefessamente alia lettura degli 
scrittori greci , e latini , ed a visitare i prineipali 
archivi della capitale , e del regno, depositi inesau- 
sti della storia specialmente padria. Per istruirsi 
semprepiii , nel 1786 con ottimo divisamento si 
condusse ia Roma , per osservar da vicino i mo- 
Dumenti antichi , e moderni di quella immortale 
citta , ed arricchire benanche il suo ingegno di 
tutte quelle importanti nozioni , fehe ricavar po- 
tessa dagli archivi , e dalle biblioteche cola esi- 
stenti. 

Nell' anno seguente 1787, essendo ritornato da 
Roma , e volendo in quell' epoca il re Ferdinando 
ripristinare I'accademia Ercolanese, che tanta glo* 
ria recato avea al di lui augusto genitore , fu Ar- 
diti nominate uno de' XV soci contribuendo con 
gli altri la sua simbola per i lavori accademici 
eseguiti. 

In mezzo a queste serie applicazioni non tra- 
scuro egli le ard gentili , e voile istruirsi nella 



76 

nusiea , nella quale fece gran profiito colla dire- 

zione dell' immortale Jommelli. 

A 18 marzo 1807 ei fu J)rescello per direltore 
degli scavamenti pompeiani , carica che riteane per 
qualche tempo , e che poi lasci6 per altri impieghi 
letterari ricevuti , e fu nel giorno medesimo eletto 
direttore del museo , ed uno de' XX soci della 
nuova accademia di storia^ e di antichita , incarichi, 
ne' quail fu eoDfermato con regal decreto del di 2 
aprile 1817 , ed ebbe in quesfo anno di bel nuoYO 
la direzione degli scayamenti di Pompei. Dopo la 
morte del P, Andres fu destinato prefetto interino 
della real biblioteca Borbonica , e nello stesso gior- 
no 2 aprile 1817 n' ebbe la proprietk; ma nel 1822 
essendosi formata una commissi one per dirigere , 
la biblioteca anzidetta, ei cess5 di esseme il pre- 
fetto, facendo pero parte di siffatta commissioner 
Arditi fu socio di varie accademie tanto del no- 
stro regno , che di paesi stranieri , fu decorato 
della croce di yari ordini cavallereschi si nazio- 
nali, che esteri, e nel 1828 ebbe il titolo di mar- 
chese da goderne durante la sua vita. 

Le opere da lui pubblicate sono : 

4 • De obligatione pupilli sine tutoris auctoritate 
contrahentis^ diatriba. Neapoli 4767. Fu ristampata 
questa dissertazione nel 1772 col titolo in parte 
cambiato. 

2. La epifania degli Dei appo gli antichi. Na~ 
poli 4788. 

La stessa operetta nel 1819 fu riprodotta in 
questa capitale con alcune aggiunzioni. 

3* Illustrazione di un antico vaso trovato nelle 
mine di Locri. Napoli i79i * 

4. Supplica^ per la quale chiede umilmenie a sua 
Maesthj ofu si degni concedetgH la soprantendenza 



77 

ddt archivio delta i^gia Zecca. Napoli 1795. Mi- 
chele Arditi per se medesimo. GiutUa alia supplica 
precedente. Napoli i795. 

5. Dissertazione in sostegno del dritto del prin- 
cipe di Bisignano sulla difesa denominata di Ar^ 
none. Napoli i796. 

6. Esame deUitoli^ in fo^a de^ quali ha la dut^ 
cal casa di Monleleone spogliaia del regio demanio 
le universita di Monteleone , e di Mesiano* Na-* 
poll 4805. 

7. II porlo di Miseno. Napoli 4808* 

8' Giudizio di una vecchia carta ^ che il comu* 
ne del casal di Principe ha prodoila nella suprema 
commissione feudale conlro il duca di S. Arpino , 
e alia casa del re. Napoli 4810. 

9. Lettera al conte Giuseppe Zurlo intomo al 
ducale del re Ruggiero. Napoli 4842. In questa 
lettera ei promise di dare alle stampe un' opera sua 
riguardante la numismatica della mezzana etk di 
questo regno , ma siffatta opera non fu mai pab-> 
blicata. 

40. Moneta da hatlersi a perpetuo monumento 
della regale amnistia. Napoli 4845. 

44. V ermaiena^ o sia la impronta da darsi al 
geltone della regal societa. Napoli 4846. 

42. Ulisse^ che giunto nella Sicilia si studia d!im-^ 
briacar Polifemo. Napoli 4847. 

43. La legge Petronia illustrata col mezzo di 
urC antica iscrizione rinvenula nelV anjiteatro di Pony* 
pei. Napoli 4847. 

44. II Fascinoj e ranmlcto contro del Fascino 
presso gli anlichi. Napoli 4825. 

45. Le tessere gladialorie. Napoli 4832. Se ne 
fa menzione in mi articolo del giornale arcadico 

di Roma torn. 65 pag. 196. 



78 

Oltre quest! libri pubblicati , Arditi ne ha ri- 
masto inediti diversi altri , il catalogo de' quali 
pu6 leggersi presso 11 Giustiniani (memorie degli 
scrittori legali Yol. 3 pag. 232 J , e presso il Bo- 
nucci ( guida di Pompei. Napoli 4830 pag. 9 ). 

Fin da' primi giorni dell' anno 1 838 il nostro 
socio s' infermd , ed abbenchfe fosse presidente del- 
r accademia nh V interTenne pin , nh piii asci di 
casa, finchfe nella notte de' 23 aprile dell' anzidetto 
anno , fu chiamato agli eterni riposi. Alle sue co- 
gnizioni 1' Arditi accoppiava ottimo cuore, special- 
mente nel beneficare in tutte le maniere , ed a lar- 
ga mano i bisognosi. Fu raccoglitore esimio dalla 
sua pill yerde eta di libri , e di manuscritti riguar- 
danti precipuamente la sioria patria, ed ayea una 
biblioteca pregevole per siffatti acquisti , e per al- 
tri scelti libri, di cui era abbondantemente prov- 
veduta. 

Attellis (de) Francesco marchese di S. An- 
gelo sorti la sua nascita in Campobasso a 4 gen- 
naio del 1 736 , ed ebbe per genitori il marchese 
Giuseppe , ed Ippolita Vignoli. Ancor giovauetto 
fu inviato in questa capitale , oye fu educato , ed 
ebbe per maestri il Genovesi nella filosofia , e Pa- 
squale Ferrigno nella giurisprudenza. Goltiv5 per6 
in preferenza gli studi archeologi, ma era istruito 
in vari altri rami dell' umano sapere. Fu 1' amico 
intrinseco di Giuseppe Maria Galanti , e f u nomi- 
nato socio dell' accademia nel 1808. Egli pubblic6 
vari opuscoli in epoche diverse ; ma il suo libro 
piii importante e quello de'Pnnctpti della Civiliz- 
zazione de^ Selvaggi d! Italia stampato in Napoli 
Delia tipografia Simoniana nel 1805, e 1807. Di 
quest' opera ne furono impressi i due primi volu- 
mi , e la morte dell' autore awenuta nel di 1 6 



19 
marzo 1810 impedi di pubblicarsi il terzo gia io- 
talmente terminato , chc conteneva lo stalo antico^ 
ed attucde del Sannio , argomento molto interes- 
sante per la storia padria. 

Con ricerche nuove, ed erudite il nostro accadle- 
mico ayea procurato d' illustrare siffatta regione 
assai famosa tra gli antichi popoli. Sventurata- 
mente questo layoro molto piii rilevante de' yoItu- 
mi pubblicati , e quasi del tutto perfezionato h 
rimasto inedito. 

Ne' due volumi dati alia luce dopo yarie pro- 
fonde iudagini \ autore si sforza di dimostrare 
quali furoDO i fondatori della ciYilizzazione de' pii- 
mitivi Italiani. Secondo il suo ragionamento , h 
da credersi , che fossero stati i Fenici , i quali ar^^ 
riyati in Italia dopo le diyerse conquiste yi spar- 
sero la loro fayella , la religione , ed i eostumu 
Quindi guidato da diyerse autorita di antichi scrit- 
tori percorre quasi tutte le contrade marittime Ita- 
liche, rayyisando da per ogni doye parole deriyanti 
dalla lingua Fenicia , le loro d^ita , i riti religio- 
si , le costumanze , le arti , ed altre simili cose. 

AvELLiNO - Francesco Maria sorti i suoi na- 
tali in questa capitale nel di 14 agosto del 1788 
dai genitori Gioacchino, e Rosalba Barba. II pa* 
dre essendo un yalente architetto assai di buon' ora 
prese tutta la cura , perche fosse istruito nelle 
belle lettere , e nelle scienze da ottimi maestri , 
come esegui , non trascurando la piii minuta dili-^ 
genza , ne badando a spesa qualunque per poterli 
rinyenire tra i piii dotti. Diresse specialmente gli 
studi del gioyanetto Ayellino il rinomatissimo Gio- 
yanni Andres , in unione del quale egli fece anche 
una gita in Roma , per istruirsi maggiormente , e 



/ 



80 

per conoscere da vicino quel magnifici monumenti 

antichi , e moderni. 

Dopo aver'appreso la giurisprudenza si diresse 
per lo esercizio del Foro , ma ben presto ne fu 
distolto , giacchfe nel 1 807 fu impiegato nella cosl 
delta allora segreteria di stato , e qaindi abban* 
donata questa carica , fu aggregate come socio or- 
dinario all' accademia di storia , ed antichita nel 
1814, e nel mese di marzo del 1815 fu nominate 
professore di lingua greca nella regia uniyersita. 
Nello stesso anno 1815 essendo egli libero da al- 
tri incarichi letterari, continuando ad occupare la 
medesima caitedrk nella universitk , intraprese nuo- 
yamente F esercizio dell'avvocheria, e fu in seguito 
prescelto per uno de' componenti la camera di di- 
sciplina degli avyocati. Essendo stata poi nel 1821 
abolita la cattedra di lingua greca ei occupo per 
poco tempo quella di economia pubblica , e quindt 
passo ad insegnare le istituzioni di dritto civile 
pella medesima universita , quale cattedra tuttora 
ritiene. Fu da prima eletto segretario perpetuo 
deir accademia Pontaniana in luogo del defunto 
I^apoli-Signorelli , ed indi delta regal societa Bor- 
bonica: nel 1828 fu decorato della croce dell' or- 
dine cavalleresco di Francesco I , e nel 1832 fa 
nominato segretario perpetuo della regale accademia 
Ercolanese in vece del Carelli , ayendo lasciato di 
essere segretario della societa Porbonica. Nel meso 
di febbraio 1840 fu prescelto per socio corrispon- 
dente dell' accademia delle inscrizioni , e belle let- 
lere di Parigi, essendo stato nel mese di norem- 
bre del precedente anno 1839 incaricato della di- 
rezione degli scavamenti pompeiani, ed ercolanesi, 
e del regal museo in luogo del marchese Arditi. 



81 

Egli h autore de' seguenti Hbrl : 

i. In Ariadnes augusta^ numnmm commeniariusm 
Neapoli 4804. 

j2. M. Accii Plauti caplivei cum commenlario^ 
Neapoli i807. 

3. Giomale numismatico. Toinp i. Napoli iSii. 
Del tomo secondo ne pubblico fogli 8 nello stesso 
anoo 1811. 

4. Elogio di Pietro NapoliSignorellu Napoli iSiS. 
3. Elogio di Fedele Fenaroli. Napoli 48i8» 

6. DeUe lodi delfu re Ferdihando L Napoli 1825, 

7. Opuscoli diversi vol.3. NapoU 1826 1833 1836. 
8* Osservazioni sopra un libro intUolato: In sa-- 

era nonnulla Pompejorum commentaria duo Ray- 
mundi Guarini. Editio altein auctior^ atque cmenda" 

tior. Napoli 4831. 

9. Nel24 ottobre 1831 fu disotterrato in Pom- 
pei Delia cost delta casa del Fauno ua pregevolis- 
simo musaico lungo palmi Tenti , ed alto dieci 
circa. AvelliDO fu il primo dopo pochi giorni a 
pubblicarne iiel giornale officiate di NapoU una 
breve illustrazioDe , ed opioo , che nell' indicate 
musaico eravi espressa la battaglia data da Ales- 
sandro il grande ai Satrapi del re di Persia su le 
rive del Granico , quale opinione h stata iudi se- 
guita da Caialdo lanuelli , Bernardo Quaranta , 
Carlo Fea, Antonio Niccolini, e da Raoul Rochette. 

10. In Francisci Carellii nummorum velerum Ita- 
liae descripUonem adnotationes. Neapoli 1834. 

11. Descrizione di una casa pompeiana, Napo^ 

It 1837. 

Altre memorie , orazioni , e dissertazioni tro* 
vansi date alle stampe dal medesimo in. fogli vo- 
lanti, o veggonsi inserite ne'volumi degli'atti del- 
r accademia Ercolanese , e della Pontaniana , cb- 

6 



82 

me anche nel giornale enciclopedico di Napoli , nel- 
V opera inlitolata : monumenii atttichi inediti , e 
nelle illustrazioni di divers! oggetti sistenti nel real 
miiseo Borbonico. 

Aula - SalvatoriI a 22 aprile del 1718 fu dato 
alia luce in Napoli , ed i suoi gemtori furono 
Gio: Battista, ed Elena Calif ano. l^li terniino di 
Tivere in quedta capitale nella eta di anni 64 me- 
si 4, e giorni 5, e subito dopo la sua morte ne 
scrisse la yita in latino elegantissimo il Giampitti , 
che pubblico nel 1 782 , e che troyasi ristampata in 
fine del Gornelio Nipote ad uso del seminario Ur- 
bano di Napoli, onde seryir possa di modello a quei 
giovani alunni . Ne' Ritraiti Poetici pubblicati dal col- 
tissimo mai'cliese di Yillarosa leggbnsi anche molte 
interessanti notizie biografiche dello stesso illustre 
letterato. lo dunque aggiungerd qui poche cose 
alle gia dette dal Giampitti e dal Yillarosa , e pri- 
ma d' ogn' altro h a sapersi , che il nostro Aula 
diede alle stampe nel 1761 una breve relazione 
della vita di Gio: Battista Fusco , ove risplende 
la somma pieta dello scrittore riunita ad un puro 
stile nel nostro idioma: e nel 1777 altro raggua- 
glio pubblico della yita del servo di Dio Michele 
d'Alterio sacerdote, in cui si ammira I'autore non 
meno perito nella lingua nostra , che edificante. 

Essendo egli socio pensionista della gia regale 
accademia delle Scienze, e B. L. di Napoli, pro- 
pose in una tomata accademica il seguente quesi- 
to : perelib mat appo gli antichi Romani pervenuta 
fosse V agrieoltura a tanto alto grado di stima^ a 
quanto si sa che giunse ? ( atti della R* Accade-- 
mia delle scienze^ e belle /e^^ere pag. 33 J. Propo- 
sto questa tema , che fu generalmente applaudito, 
il nostra accademico si accinse a comporre una 



83 
dissertazione su tale argomento , che scrisse , ma 
preyeouto dalla morte non ebbe tempo di leggerla. 

Di questo suo lavoro per6 si da un luDgo estrat- 
to negli atti delP accademia ( pag. 58 ) , d' on- 
de si rileva la somma dottrina , ed erudizione j 
di cui era a dovizia fornito V autore. Ed a que- 
sta dissertazione senza dubbio debbono riferirsi le 
segueDti parole del surriferito di lui biografo Giam- 
pitti : sed vix urticam pro academico penso disserta- 
tionem elucuhravit^ quam Alexandra Mariae Cale- 
phato episcopo Uriiano transmisisse fando tnaudi" 
vimus. 

Tra alcuni ritratti di uomini illustri, che si con- 
servano nel cennato Seminario t' e quello di Aula 
con questa inscrizione al di sotto : salyator avla 

SEMINARII NEAPOLIT. ALVMNVS ANNOS XXXVI ELOQVEN* 
TIAE PROFESSOR IV. YERO PROfii^CTOR ANIMI PIETATB 
NORYU INNOCENTIA AG MYLTIPLICI ERYDITIONE LON- 
GE ANTE^OMNES PRAESTANTISSIMYS ADOLESCENTES HYG 
GOLLECTOS AD SANGTIBfONIAE ET LITTERARYBf STY- 
DIA CONTINENTER AD EXTREHYII YSQYE SPIRITYM VER- 
BIS SCRIPTISQYE INFORMAYIT. NATYS X. KAL. MA- 
IAS SIDGCXYIII. DENATYS YI. KAL. SEPT. MDCGLXXXII. 

II Campolongo r sepulcr. amicab. part, i pag, 
147 ) scrivendo del nostro accademico lo chiama: 
sacerdotis ingenii vere didssimi. 

Bapfi - Pasquale nacque agli 1 1 luglio del 1749 
nel Gomune di S. Sofia distretto di Rossano in 
Calabria da Serafina Baffi , e Giovanni Andrea. La 
sua famiglia h di origine greca emigrata cogli Al- 
banesi , che in epoche diverse dal 1461 ^ in poi 
vennero a stabilirsi in questo reame. In una lapi- 
da del sepolcro gentilizio di sua casa situata in- 
nanzi all'altare maggiore della chiesa di S. Atta- 
nasift in S. Sofia vedesi lo stemma del di Ini le- 



84 ^ 

gnaggio conslstcntc in una pianta di fava , legu- 

liie , che in lingua albanese si chiama baf. 

I primi studi furono da esso faiti nel collegio 
Italo-Greco di S. Benedetto UUano , fondato nel 
1 734 per la educazione degli Albanesi dall' im- 
mortale Carlo III , ove da monsignor Archirpoli 
fu ammesso in qualita di alunno, ed ivi con ma- 
raviglioso successo coltivo in particolare le linguc 
greca , e latina , e nella eta appena di anni di- 
ciotto fu eletto maestro di lingua greca della sua 
camerata. Per supplirsi alia mancanza della pub- 
blica istruzione prodotta dalla soppressione de'PP. 
Gesuiti furono ricercati de'giovani istruiti,ed al- 
lora, fu ch'egli, compiuto il corso scientifico nel- 
I'anno 1769, usci dal college o, e fu mandato ad 
essere esaminato in Cosenza^ dove dopo un con- 
corso pubblico merit^ la cattedra di lingua greca, 
e latina in Salerno con dispaccio del di 4 novembre 
1769. Intanto essendosi conosciuta la di lui perizia 
nelle lingue dotte, con altro regal rescritto dellS 
ottobre 1773 fu nominato maestro di lingua latina 
superiore , e di lingua greca nel collegio militarc 
della Nunziatella di Napoli. Fu di poi nel 1779 
prescelto per socio residente dell' accademia delle 
Scienze , e B. L. precedente parere della stessa 
accademia sul di lui sapere , cosi espresso : Non 
ha puhblicata opera alcuna , ma h valentissimo Jxlo- 
logo. Intende la diplomatica colla felice circostan- 
za , che lungi dalV aver bisogno di occhio prezzo- 
lato di uomo , che legge le antiche carle , ei da 
se slesso disceme qualunque carattere antico. Indi 
con altra disposizione sovrana del 3 gennaio 1 786 
gli fu conferita la carica di bibliotecario della cen- 
Data accademia, e nel di 25 dicembre dello stes- 
so smjXQ fu destinato per uno de' tre bibliot#cari 



85 
della regal biblioteca ora deoominata Borbonica. 

Nel 1787 volendo il re, che si formasse ua'esat- 
ta statistica patrimoniale della cosi delta Cassa, 
sacra , con dispaccio del 9 gennaio 1 787 della se^ 
greteria di siato della Guerra fu il Baffi incaricato 
a riordinare tutte le carte appartenenti ad essa , 
con dovere in seguito interpetrare , e riassumerje 
tutte le antiche pergamene, da senrire alia forijia- 
zione della iodicata statistica. Per siffatto disinv- 
pegDO si conferi allora in Gatanzaro , e per to spa- 
zio di molti mesi si occupo iyi della esecuzione 
delle sovrane disposizioni. In questo medesimo anr 
no 1 787 fu nominato accademico {Ircolanese , e fyi 
particolarmente scelto pel travaglip riguardante i 
papiri greci rinvenuti nello scavamento di Ercola- 
no , e fu senza dubbio ui^o. de' quattro soci , cui, 
fu afiidato tal incaiico, di che e parola nella let- 
tera dedicatoria preni<essa al volume de' papiri pubr 
blicato nel 1793. 

In seguito con ahro re^al rescritto del 9 mag- 
gio 1792 fu destinato ad interpetrare trenta per- 
gameue antiche tr.ovate nelP ^rchivio della regal 
ehiesa della Maffione in Palermo , ed altre molte 
pergamene e diplomi si greci , che latini , al cb.e 
fu da lui esattamente adempiuto. 

Quanta riputazione egli acquistato si ayesse in 
siffatti studi non solo in questo regno , ma presso 
gli esteri ancora, puo agevoln^enle conoscersi da 
vari autori, che di lui lian parlato con molta lo- 
de. Gosi Niccola Schow nel libro intitolato: epi- 
siolae criticae stampato in Roma nel 1790 nella 
pagina 52, e 63 , Arnoldp Hecren nella prefazipne 
del Ubro col titolo : Hohaci ecloQae phisicqe gr. 
lat. Gottingae i792^ Gristofaro iiarles nella pre- 
fazione al 4 lomo della nuova ediziiQue della Bt-^ 



\. 



86 

blioteca Greca del Fabricio pag. 8 , ed 11 mede- 
simo Harles in altestato della sua riconoscenza per 
i lumi , e notizie de' codici greci ms. della regal 
biblioteca di Napoli , il di cui catalogo gli fu co- 
municato per ordioe di S. M. , dedied al Baffi il 
terzo tomo della sua opera : IntroducUo in histo- 
riam linguae graecae stampato in Altenburgo nel 
1795. Luigi Lanzi prefetto del museo di Firenze 
nel libro, che diede alia luce nel 1787 col titolo: 
Saggio di lingua elrusca^ parla con encomio del no- 
stro accademico , e similmente di lui scrissero il 
cayaliere Seimburm , Federico Minter professore di 
leologia in Copenaghen , ed altri. Si conservano 
tuttora presso la sua famiglia le leitere autografe 
di diyersi illustri scieoziati esteri , che fan chiara 
testimonianza del di lui merito: e queste sono di 
Davide Buknkenio, d'Anse de Yilloison, Arnoldo 
Harles, Niccola Schow, Giuseppe Colleia, laco* 

£0 Morelli , Bechetti , Angelo Bandini , Federico 
Tinier, Giorgio Zoega, De la Rocquette, e di altri. 
Tra nostri poi , che con elogio banno scritto 
di lui bastera rammeotare tre insigni personaggi , 
cio& Luigi Serio , Carlo Rosini , c Gaetano Rin- 
forzi-Carcani , de' quali il primo parlaudo dello 
stesso ( rime part. 2 pag. 39 ) , e di altri eru- 
diti dice : 

Per le lingue 07*ientali 
Dian veloce inclita prova 
Baffi • 

II secondo poi istruitissimo specialmeote nella 
lingua greca, e non facile nel lodare altri, iu una 
sua lettera aut^^j^rafa riguardante la irascrizione , 
ed interpetrazione di alcuni antichi papiri greci in- 



8r 

yiata al Baffi nel 15 settembre del 1787 cosl gU 
^crive : Rimanendo, fermo V appuntamento per aor 
mani al giorno , vi anticipo qveslc tra^criziont , ac" 
cib, anticipatamente^ e maturamente' le consideriatey 
e poi prima di veder la mia traduzione mi possiate 
far sapere il voslro savio sentimento , perchb * da 
molti luoghi io non ne traggo un sentimento affatto 
chiaroj e spicciato^ quanlunque la lezione mi pata 
assicuraia. Potrebbe forse^ e senzaforse saltarvi Ugli 
occhi alia prima cib^ che io finora non ho capitOy 
e mi pare sconmsso: Tanto attendo dalla vostra 
somma perizia , ^ non minore bonta. 

Finalmente il Garcani ( antologia greca vol. 1 
p. 34 della prefazione ) scrivendo ael med,esimQ 
Io cbiama uomo fomito delle pvi belle cognizivni , 
e versato quanto mai nella lingua greca, Egli finl 
iHfelicemente i suoi giomi nel di 14 noyembro 
del 1799. 

Benchfe il Baffi Taleniissimo. pelle lingae dotte 
avesse molto scritto, pure di lui non abbiamo, che 
iin solo, libjro ineditoi Quiadi fondatamente deve 
supporsi , che gli altri ms. gli furono forse invo- 
lati nel 1799. II libro rimasto h una gramatica 
greca con questo titolo : Nova , et facilis gfxiecao 
linguae discendae , docend(^eque methodus ex intima 
ejus analogia deducta ^ et a grammaticorum tricis. 
vindicata,, 

Di questa parla Niccola Schow in una lettera 
scritta al Baffi da Roma il 29 aprile 1 789 , nella 
quale gli fa le piii grandi premure , accid stam-^ 
passe la sua Bella gramatica greca, 

II canonico Francesco Ferrini maestro di lingua 
greca nel seminario di Capoa, scrivendo al me4e- 
simo in data del 12 febbraio del 1794, gli dice di 
avere introdotto in quel seminario V impareggidhilo 



88 

di lui metodo per la lingua greca second o le sue 
regole ........ tutto va felicemente , la gio- 

venta se ne trova conLcnta^ e ne ricava projitto . • 
Aspetto con impazienza la vostra gramatica greca: 
sollecitatene y vi prego ^ V edizione. 

Abbiamo un piccol saggio del di lui elegante 
stile latino in una lettera del medesimo Bajffi diretta 
all'Ignarra nel 1773, epubblicata negli opuscoli di 
Gostui pag. 327. Da questa lettera si rieaTa benan- 
cbe che egli avea scritto in lingua greca compo- 
uimenli per le yittorie riportate dall' armata di 
Russia sopra i Turcbi dal 1771 in poi. 

II coote Gregorio Orloff ( memoires sur le ro- 
ymmie de Naples torn. 2 pag. 385 J scrive del 
Baffi con quoslo elogio : Ceiaii peut-6tre le plus 
habile hclleniste de VEurope , ed assicura benan- 
dbe, che il medesimo avesse tradotti, e pubblicati 
i manuscritti greci di Filodemo rinvenuti in £rco-r 
lano , ma in cio s'inganna il dotto conte Russo, 
mentre non v'e questa traduzione particolare ese- 
guita dal Baiii. Solamente puo con fondamento 
dirsi , eke il medesimo come accademico Ercola- 
nese, ed. uno de'quattro soci incaricati avesse molto 
eontribuito. , come io credo , al supplemeuto , tra- 
dus^ione, ed illiistrazione de'papiri greci di Filo- 
demo pubblieali nel 1793 , come si e acoennato 
di sopra , e per quanlo si rileva dalla gia ripor- 
lata lettera del Rosini , e da altre lettere dello 
stesso, che da me si conservano. In una special- 
mente del 1 febbraio 1792 il Rosini rimelteodogli 
vn foglio di papiri da stamparsi, gli dice, affin- 
chd lo rivegghiaie non solo per la covrezione della 
stampa^ ma ancora di tutla la materia^ ricordan-- 
dovi sempre esser V interesse comune. 

Dc la Lande ( Voyage en Italic Yverdon i787 



89 
to). 5 pag. 466^, parlando del nostro aocademico, 
assicura , che lo stesso si stava occupando del ca* 
talogo de'maDuscritti della biblioteca del gia mo- 
nistero di S. GiovaDni a Carboaara , e della tra- 
duzioDe del comeDtario di Ermia sul Fedro di 
Platonc col testo, e con bote. Su di ci5 fa d'uopo 
couoscersi , che nel catalogo de' ms. greci della 
regal biblioteca Borbonica pubblicato in NapoU 
nel 1832 composto dal nostro collega Salvadore 
Cirillo nel vol. 2 pag. A59 sta detto , che il Baffi 
intraprese la pubblicazione del comentario di E?'- 
mia sul Fedro di Plaione^ che egli avea gia tutto 
trascritto , fornito di varianti , ed in gran parte 
anche tradotto. Siffatto comentario fu da lui co- 
piato da un codice della biblioteca Farnesiana, e 
da un'altro della biblioteca di S. Giovanni a Car- 
bonara , i quali ora si conseryano nella biblioteca 
Borbonica. 

In questa stessa regal biblioteca esiste tuttora 
un gran numero di copie di pergamene greche estrat- 
te dal Baffi dagli originali sistenti nell' archivio 
del monistero della SS. Trinitk di Cava coUa di 
lai traduzione latina. 

Basso-Bassi - Gio: Battista nacque in Toscana 
al dir del nostro Napoli-Signorelli ( vicende della 
eoltura delle Sicilie vol. 8 p* 46 ediz. 2) , come 
nlevasi bensi dallo stile de' suoi componimenti , e 
da una lettera autografa, che da me si conserva; 
ma in qual citta, ed in qual'epoca non mi e riu- 
«cito di sapcre. Fece lunga dimora in questa ca- 
pitale , ma quando fosse trapassato precisamente 
s'ignora. Credo, che cid avvenisse verso il 1796, 
giacchfe nel noUziario delta Corle di Napoli sino a 
queir anno ritrovo scritto il di lui nome tra gli 
accademici Ercolanesi. A questo proposito si ve- 



90 

riQcs^ ciocch^ scrivea il rinomatissimo Apostolo Ze- 
no al celebre Salvino SaWini , che si hanno piu 
facilmente le notizie di chi morl due , p tre secoli 
fa J che di chi b mortq V gltw jeri(Lettere di Ze- 
no voL 2 pag. 465 ediz> vemta del 4785 ), 

II nostro BassQ-Bassi poco dopo della istituzio- 
ne deir ^ccademia Ercolan^se , che avvenne nel 1 755, 
come si e detto , fu nominato uno de' XV soci , 
e ci5 dpyette accadere circa il 1759 , mentre in 
questo anno ne mancarooQ due , ciofe il Bayardi 
^e pari! per Roma, ed il GastelU , che Irapas- 
^6, Dopo la morte del dottissimo Pasquale Car- 
cani segretario perpetuo dell' accademia avyenuta 
nel 1 783 fe a supporsi , che disimpegno le veci 
di lui il Basso-Bassi , mentre nella ripristinazione 
della stessa accademi^ del '1 787 sta prescritto , che 
/* abate Basso-'Bassi conlinuera a fare le funzioni 
di segretario , ma essendo di poi stato proposto 
dair accademia Francesco Daniele , questi fu con- 
fermato da S. M. (vedi il vol. 13 delle pramma,- 
tiche edizione del i805 pag. 74 ^n. 

Nella istallazione della regale accademia delle 
scienze , e belle lettere seguita nelV anno 1 779 Bas- 
^ so-Bassi fu nominato ancbe socio onorario nella 

classe riguardante I'alta antichita. 

Oltre la parte, ch'ei contribui ne'lavori accade- 
mici , il medesimo ha dato alia luce i seguenti 
opuscoli. 

i . Applausi poetici per le nozze delle loro Mae- 
sta. Napoli 1768> Nella dedica trovasi scritto, che 
il Basso-Bassi compose la poesia deacon. Egliavea 
composto un' epitalamio a rich^esta di Francesco 
Daniele , come appare dalla di lui lettera autogra^ 
fa di sopra citata , ma sifiEatto componimento era 
stato scritto per le nozze che^ cdebrar si doveano 



/ 



91 
tra il re Fetdinando IV. , e F arciduchessa d' Austria 
Maria Giuseppina, matrimonio ohe poi non segui 

Jier la morte di costei^ e quindi I'epitalamio non 
il pu))blicato. 

X* II Calvario poema di Giovanni Ranieri Ror- 
strelli colle note di Gio: Battista Basso-Bassi. No- 
poli 4117. Egli premise a ciascun canto gli argo- 
menti in verso, e sottopose alVintero poema del- 
le sensatissime note scritte con eleganza, e ripie- 
ne di erudizione sacra , e profana , che dimostra- 
na chiaramente la somma di lui perizia nelle lin- 
^fe dotte 9 e per queste note specialmente si ren- 
de pregCTole 1' indicato poema. 

3. Nella raccolla per le nozze di Filippo Gae- 
tani principe di Teano con Elena de' principi AU 
bani pubblicata in Roma nel 1779 v'e un compo- 
nimento drammatico intitolato : Pallade Pronvba di 
Basso-Bassi. 

4* Per vn gatto del si^nor conte di Wilzeck 
canzone. 

5. Israelis liberation sive Esther dramaticum car- 
men colla traduzione in versi iialiani. Oratorio da 
cantarsi per la solenne commemorazione d^ defonti 
nel tempio di S. Maria degli Angeli detto ad Echiam 
nel i e 2 giorno di novenibre. Stampaio in Napoli 
in 8.^, ma senza data, come la precedente canzone. 

Varie altre di lui rime trovansi pubblicate in 
alcune raccolte , ed in diversi libri , le quali . ab- 
benchd poche , non lasciano pero di esser tenute 
in pregio, rayvisandosi in esse purita , ed eleganza 
di dire con nobilta di concetti. 

II chiarissimo Campolongo ( cit. op. pag. 97 ) 
scriyendo del nostro accademico dice : Summm vir 
in omnibus , et in pocsi melica praecipue. 

Bat AMI - Ottayio Amxomo nel 1 giugno del 



92 

1695 vide la luce del giorno in Parma, e ben pre- 
sto s' indirizzd per lo stato ecclesiastico , quindi 
ancor giovinetto fece passaggio in Roma , eve y 
compiti gli studi , fu eletto protonotario aposto- 
lico, referendario delle segoature, goyematore di 
Benevento , e consultore de' sagri riti. 

Ei godeva I'opinione di uomo eradito, e quindi 
fu nominato socio di yarie accademie. Questa di 
lui opinione fece si , ciie il marcbese Fogliani suo 
largo pareute , e primo segretario di stato lo pro- 
ponesse al re Carlo III, per illustrare le anticb^' 
scoyerte in Ercolano , di che il re si mostra^ 
sommamenle ansioso. II Bayardi si condnsse in 
questa capitate nel 1747 con una pensione di du- 
cati 5000 annui , c colFesser fornito a spese del 
re di tutt'i libri necessari all'uopo. Tutte le gaz- 
zette del tempo , e gli eruditi tutti fecero gran 
plauso a tale scelta , e con sommo desiderio at- 
tendeyano di vedere comentate le disotterrate an- 
ticaglie , ma dopo cinque anni uscirono alia luce 
prima 2 tomi , e poi aitri 3 cbe in tutto forma- 
vano cinque grossi volumi in 8.** intitolati: Prodro^ 
mo delle Antichita di Ercolano • 

L' autore con erudizione in questi yolumi s'in- 
trattenne a descriyere minutamente la yita di Er- 
cole sino all'etk di anni 24, discutendo tante que- 
stioni con noiosa lungheria, e scrivendo nel V to- 
mo, cbe altri volumi dovea impiegare per terminare 
la vita di Ercole, e quindi venire alia fondazione 
di Ercolano. Ci6 diede oecasione a quanto accad- 
de al Bayardi dopo la pubblicazione del Prodromo^ 
e del Catalogo delle Antichita awenuta nel 1755, 
di che abbiamo gia scritto di sopra. 

Intanto , istituita F accademia Ercolanese nel 
1755 ei fu uuo de'soci ordioari ddla stessa, e non 



95 
gik onorario^ giacctife I'accademia allora era com- 
posta di soli XV soci ordinari senza potersene 
ammettere altri sotto diversa denominazione , co- 
me dinanzi si e detto , ma, essendo il re Carlo 
partito per le Spagne nel i 759 , eredette sano con- 
siglio il Bayardi ritornare in Roma , ove dopo po- 
chi anni trapassd. 

Egli , oltre le opere gia enunciate , promise di 
pubblicare per mezzo di Marco Lorenzi tipografo 
napolitano una raccolta di sue lettere erudite in 
sei volumi in 8.° indirizzate al cardinale Angelo 
Maria Quirini , ma di questa sua raccolta il solo 
primo volume usci alia luce nel 1755 , che com- 
prende sei lettere. 

II dotto biografo conte Mazzucchelli scrive un 
articolo del Bayardi, e lo chiama ( scriUori d' Ita- 
lia vol. 2 part. 1 p. 69 J chiarissimo letterato vi- 
venie non so con quanta ragione , mentre siffatto 
articolo, fu scritto dopo il 1755, quando era gia 
noto il sapere del Bayardi. Altro articolo bio- 
grafico ne fa il nostro Soria ( cit^ op. vol. 1 pa- 
gina 54 ) , e ne parla con maggior accuratezza , 
il quale assicura , che contro il Prodromo anzidetto 
compose una sensata , e forte critica il valentissi-- 
mo giureconsuho , e jilologo Girolamo Giordano , che 
non si pubblico per le stampe , ma ad esso So- 
ria fu data a leggere dallo stesso autore. 

II fVinckelmann ( cit. lett. pag. 61 e 62 ), par- 
lando del catalogo dfS monumenti pubblicato dallo 
stesso Bayardi^ ne rimarca diversi errori , e finisce 
con dire , che 1' autore confonde spesso nella sua 
descrizione lefemmine cogli uomini* Lo Zaccaria poi 
( cit. op. vol. 5 pag. 227 ) scrivendo de'due pri- 
mi tomi del prodromo, dice, che V espettazione del 
mondo letterario^ che altendeva le anlichita d^ Er- 



94 

colano spiegate , vedendosi delttsa con qucsti due 
iomi^ e con gli altri piu^ che vengonci daWaulore 
promessi^ ha presso gli eruditi notabilmente pt'cgki- 
dicalo al merito di questo Prodromo* 

Gal\' - Vincenzo figlio del marchese di Villa- 
nova Filippo Maria, e di Orsola Traffieri ^ nacque 
nel Comune di Arienzo il di 16 luglio del 1741, 
e nella sua piii tenera eta entro nel seminaiio Ur- 
bano di Napoli, incamminandosi per lo stato chiesa- 
stico, Quivi apprese le lingue dotte, e le scienze 
da ottimi maestri, ma i suoi studi furouo direiti 
specialmente dalFIgnarra, e dal Mazzocchi, de'quali 
in seguito divenne il piii stretto amico* Ordinato 
sacerdote nel 1765 si applico interamente alia Teo- 
logia , ed alP amena letteratura. Quindi nel 1793 
fu nominate canonico del duomo, nel 1797 acca-' 
demico Ercolanese , e nel 1805 fu innalzato alia 
sede arcivescovile di Sorrento. Qui, facendo uso di 
una grande parsimonia pel suo mantenimento , tut- 
to il danaro proveniente da quella chiesa , e dai 
suoi particolari fondi fu impiegato in soUievo di 
quella diocesi. Trovo 1' episcopio in uno stato si 
ruinoso, che fu obbligato a prendere in fitto una 
casa per potervi abitare , e percio le prime sue 
cure furono a rifare quasi interamente il palazzo 
arcivescovile , per lo che spese piii migliaia di du-' 
cati. Un migliore ordine di studi stabili nel se- 
minario, specialmente per la scelta de'libri nello 
insegnamento di quella gioventii , vi apri una 
scuola di lingua greca , che mancava , e rifece 
tanto il seminario , quanto la cattedrale. Nel Co- 
mune di Meta fondd un orfanotrofio per le don- 
zelle povere corrispondendo la meta della spesa per 
quanto loro occorreva. Provvide anche la chiesa 
metropolitana di parati giornalieri, e pose in or- 



95 
dine I'archWio arcivescovile. In mezzo atantecure 
pastoral! non trascuro ramena letteraiura, giacche 
egli raccolse da tutt'i paesi della diocesi i marmi 
antichi scritti, e li fece incastrslre nelle mura del 
suo episcopio. Pensava anche di scmere una sto- 
ria di Sorrento, e de'luoghi piii rimai'chevoU della 
diocesi , ma non ebbe teinpo di farla. 

Nel ritorno felicissimo in questo Regno delle 
armi Borboniche fa il Cala nel 17 giugno del 1815 
prescelto per uno de'componenti la Giunta Consul- 
tiya , e nel giorno 3 del mese di luglio dello stesso 
anno fu da S. M. eletto suo cappellan Maggiore 
in considerazione ( sono parole del regal rescritto ) 
delV esimia pieta^ e vasta dottrina^ unite ad una sin^ 
golare prudenza^ e ad una sempre edificante condotta. 

Pocovisse egli in quesla carica, giacche nel 1817 
attaccato da una febbre maligna dopo Qlto giomi 
pass5 agli etemi riposi nel f maggio, e nel di se- 
guente il di lui cadavere fu trasportato in una cap- 
pella gentilizia di sua famiglia sita nella chiesa di 
S. Carlo delle Mortelle. Un funerale si celebrd in 
Sorrento in onor del medesimo a spese del capi- 
tolo , e del seminario. Ma siccome il defunto avea 
prescritto di voler essere sepolto in Sorrento nella 
tomba de' suoi antecessor! ; quindi , saputosi ci5, 
quel capitolo spedi quattro canonici in Napoli, i 
quail imbarcata la cassa contenente il di lui cada- 
vere si diressero per Sorrento. Avendo quella po- 
polazione appena scoterta la funebre barca, si af- 
foUo suUa spiaggia maritlima, oye si condusse il 
capitolo, e Fintero clero, per accogliere Testinto, 
ed amato pastore. Ivi arrivato fu ricevuto con lagri- 
me di tenerezza da tutti , e specialmente da'poye- 
relli , che solera largamente , e continuamente sol* 



M 

soeio deir«ecadeiiiia dtlh science, e B. L. nelU 

elatae deir alta aniichiia. 

n Can^loago fu elegante poeta italiano , e co- 
Bosoitor profondo delle lingue doite. Le di liii ope- 
ra perd pill applandite dal mondo letierario seno : 
La Mergellina , il Proieo , La Galleide ^ e la Po- 
l^emtide. II nostro Talenie poeta latino Filippo di 
Martino ne parla con molta lode , e neritamefflte 
aoiive di kii (^ Hirpini poStae in Germanum p. 41): 

Non Mergelline , ProUut , Galleis ; ai Mtnmn 
Nee Polyphaemeis noia 9onora suam ? 

II Napoli'^Signorelli ^ ck* op. delta oelimra delle 
Sicilie vol. 7 pag. 2ii3 J^ acnvendo dello atesao^ 
h di aTviao , che le quattro opere indicate baati- 
no a Ttndtrlo degno del nome di poeia illuslre. Lni^ 
gi Serio giudice competente di aiSatti oomponi*- 
aMti COS! cant6 di lui nel ditiramiM) Bacco m Mer- 
geliina pag. 30 : 

Chi dfi carmi al novo Dio 

Eguagliarsi mat potrk , 

iSe iaprh , 

Cfi to qui veggo a tuitc V oft 

II mirakile seriUore 

Delia gran raursMMiDB , 

Che vol forse mezza Eneide ? 

JFinalmente anche il dotto yiaggiatore aredese 
Bioernalaahl ( oit« op. vol. 2 pag. 146 ) , che 
vntrra «|iecislsiwte mihi oonoscenza delle lingua 
-ntiche, parlando de'poeti, efilolo^ di Napoli, scri- 
Te ; tkk di iuUi mmla un Juogo riguardevole Ew^ 
(7an^£pn|«^/ Qaifidi ia amo plauao alia 



99 
Poltfemeide , ed sX Proteo , e conchiude intorno a 
questo secondo libro dicendo : lo credo , ch^ egli 
sia il prima J al quale sia ventUo in pensiere di ten^. 
iartm si scabroso lavoro, 

E fuor di dubbio, che il nostro aocadeoiico a^esse 
un genio perspicace , ed ingegnoso , ed avesse una 
somma dottrina , e yasta erudiziooe ; ma qaalche 
Tolta per sipgolarizzarsi si rendea stravaganie^ Per 
la sua Poltfemeide poi egli credeva genere del tuUo 
nuoYO di poetico componiaiento da esso ritrovato. 
Ma in ci5 credere ei s'ingannaTa, essendo staio pre- 
ceduio in simile poetica locuzione da di?er$i altri. 

Capbge-Latro - Giuseppe nacque in quesia me- 
tropoli il 23 setiemhre del 1744. Suo padre fu 
Tommaso figlio di un secondogenito del duca di 
Morrone , il quale prese per moglie M arianita Per- 
relli figlia dd duca di Montestarace. Ne'primi an-- 
ni fu educato nd collegio della famiglia Capece , 
e quindi pass6 nella casa patema , dove sotto la 
direzione del Mazzocchi ebbe per maestri Giuseppe 
Cirillo, lacopo IVfartorelli , ed Antonio Genovesi. 
£i nella eta di anni 21 fu nominato cappellano del 
Tesoro di S. Gennaro , e dopo pochi anni fu elet- 
to canonico della cattedrale. In quel tempo fu in* 
caricato dal capitolo di una missione in Roma ^ ove 
fu accolto con pubblici segni di stima dal ponte- 
fice Clemente XIV. Trascorso poco tempo, fu pre- 
scelto dal re F.erdinando ayyocato concistoriale 
presso la S. Sede , ove coUa qualitk di prelato eser- 
citd Tarie magi$traUire , e fu nominato da Pio VI 
promotore della fade , carica che non pot^ occupa- 
re per la promozione che ottenne il di 30 marzo 
1 778 alia metropolitana di Taranto , e quinidi i^el- 
r aprUe dello stesso ^anno dopo la consagrazione 
passd a governare quella chiesa. 



Fu iriTolto neile^ srentare delV infauslissimo an- 
no 1799 V fu condotto nella capitale , e rimase id 
arresto prima nel Castel-nuovo , ed indi i\) quello 
di S. Elmo , ma dopo 1' interrogatorio sosienuta 
eon serenita , e fermezza innaozi alia Giunta di 
Slato Del 23 dicembre 1800 risult5 innocente , e 
fa messo in libertk. Qaei giudici dopo terminato 
il dialogo nercoogedarlo gli dissero , che li avesse 
raccomandati a Dio , e I'insigne prelato tranquil- 
ladMHite loro rispose , pur iroppo ne avete bisogno ^ 

Venuio ad occupare questo regno nel 1806 Giu- 
seppe Bonaparte fa egli annoverato tra i consiglie- 
ri di staio , indi a poco trascelto per presidente 
della sezione dell' Intemo , e quindi per ministro 
di quello stesso ministero. 

Istallata nel 1807 la nuova accademia sotto il 
nome^di storia^ e di anlichiiii yenne egli prima no- 
minato per uno de' XX soci ordinari , e di poi 
presidente della medesima. Durante il suo ministe- 
ro ei fondo le case di educazione per le donzelle ^ 
cio^ quella de' Miracoli , e di S. Marcellino , con- 
tribui molto al perfezionamento della educazione 
letteraria de giovani , ed alio incoraggiamento delle 
belle arti. Varie opere pubbliche furono da lui in- 
traprese per lo abbellimento della cittk , e , tra le 
altre cose , a lui si deve la belU strada del Gi- 
gante , che dalla Reggia menu a S. Lucia , essen- 
do per lo innanzi molto angust^ , e disagevole. In 
t]ueli epoca ottenne gli onori di grande uffiziale 
, della corona , la gran croce dell'ordine cavallere- 
sco allocia stabilito , fu grand' elemosiniere di cor- 
te, e. direttore del museo^ e di tnttele dipendenze 
a quello appartenenti. 

. Nel ritoruo felieiasimo delle armi Borboniche 
iadebolito nella salute si rifiutd «i replioati ordini 



per ctatintiare il governo della chiesa di Taranto, 
e ToUe preferire il suo tranquillo riposo a qua* 
iunque onorificenza , ciocche ottenne con una cor- 
rispondente pensione annua. 

Le opere che ha dato alia luce sono : 
-/.. Delle feste de^ Cristiani. Napoli 177i presso 
Vincenzo Orsini. Fu quindi riprodotta in Roma 
nel 1772. 

j2. Ve hgatis et fideicommissis. Bomae i773» in 4- 

3* Spiegazione delle conchiglie^ che si trovano nel 

piccolo mare di Tatanto^ Napoli 1779. L'impera^ 

trice delle Russie Gatterina II indusse il nostro 

prelato a scrivere questa operetta. 

4. Memoria $u i lestacei di Taranto. Napoli 1780. 

5. Std battesimo cristiano. Napoli 1782. Fu que- 
sta operetta tradotta in francese dair abate Glentia- 
ron. Una seconda edizTione delta stessa fu eseguita 
ID Napoli nel 1817 presso il tipografo PorcelVu 

6. Incaricato nel 1788 dal re Ferdinando di so- 
stenere i diritti della corona indirizzo egli la di- 
fesa al primo ministro Giovanni Acton , cut fu 
ordinato dal re di farla stampare nella real tipo* 
grafia. La seconda ediziooe di questo libro fu pub- 
blicata in questa citta da Luca Marotta nel 1820. 
II titolo deir opera h il seguente : Discorso isto- 
rico polilido delV origine , del progresso , e della 
decadenza del potere de! Chierici su le signorie lem-' 
porali , con un risirelto deW istoria delle due Sici" 
He. Lord Blesington, stando in Napoli, assicuro cbe 
questa opera era stata tradotta in idioma inglese, 
e si era data alia luce in Londra. 

7. Regolarnento jisico^ e morale pel suo seminar to 
di Taranto. Napoli 1789. -^ 

8* DtUa dausura delle reUgiose. Napoli 1801. 
9. Elcgio in morle dtlla principessa creditaruk 



102 

Clementina arciduchessa itjhuirid. tn Napoli nellt 

reak tipografia 1801. 

iO. Memoi'tm deW apocino nel ietritorio di To-' 
ranto* Roma 1803. 

H- Elogio del sammo pontejice Pio Vt stam-' 
paio nel 182& dal canonico penitenziere di Ta- 
ranto Aagdo Sgara , in on libro da costui scritto 
e pubblicato , che ha per titolo : Relazione delta 
candotta deW arcivescovo di Taranto Giuseppe Ca^ 
pece-Latro neUe vieende del i799 pag. 147. In 
queato libro lungameoie si parla delle disgrazie , cui 
so^acque il Capece-Lairo in qaella infdlice epoca « 

i2. be aniimdMe , et varia Capyciortim fortu- 
na. Neavoli ioSO. 

43^ Veperditum Scipionis Capycii carmen de na- 
tiviUUe Domini. Neapoli ex tamdo Ubrario societa- 
tis philomathicae iSoi. Fu riprodotto queato carme 
nel 1S33 eon una elegante traduzione in Tern ita- 
liani del chiartssimo Urbano Lampredi con tipi del 
Porcelli. 

i4» Elogio di Federico II re di Prussia tra- 
doUo in italiano. Berlino i832 in 8.^ presso Leo-^ 
potdo Krause. 

45. Spiegazione di una dipintvra^ che si osserva 
nel timpio <f Iside in Pompei , ove vedesi un gal- 
to ^ ed un mcerdote. In Napoli 4834. 

Opere inedite. 

4 . Elogio deir imp. Federico IL 

i. CoUezione di varie onielie. 

$• Pareri diversi letii nel consiglio di stato colla 
qualita di presidenle deUa sezione delP Intemo. 

£i aroido gik oltrepasaato la grare eta di an- 
m 92 teinind k sua ^ita nel di 2 di novembre 



/ 



408 

de) 1836 , ed il di hi cadatere ttl d\ segoente 
per sua disposizione fu depositato nel tempio de^ 
gli Alcantanni a Cbiaia. 

Un moUiplice sapere si ravrisa in tatf i libri 
pubblicaii dal oostro ac^ademico tanto 6e tratU 
argomenii sacfi , quaoto se si occapa dt cose pro« 
fao^. Dfitto caDonioo, diitto pubblicO) drilto ci-^ 
vile, teologia, eruditione sacra, e profania,^ isto- 
ria naturale , sono le sciedze , che pib ii ammi* 
rano nelle diverse operette date alle stampe. Ma 
sopra ogn' altro ei amd 1' amena letteratiira e le 
belle arti, aveodo raccolii pregevoli monumenti an- 
ticbi , una scelta biblioteca , ed una quadreria di 
ottimi autori s) esteri^che nazionali. Fu cgli ag- 
gregate a varie illustri accademie di Europa , e 
sino agli ultimi anni di sua vita tntti gli scien- 
ziati esteri cbe venivano io questa cittk, nod b4^- 
lo lo Tisitavaiio , ma spesso s' ifitrattenevano co<i 
Ini rimaoendo inaravigliAii soitomamente del siio M- 
cielopedico sapere , e della piacevole ed istruttiva 
sua conversazione. II principe Errico figlio del t^ 
di Prussia arrivato in questa capitale and6 a hv- 
gli visita , e nel vederlo gentilmente gli dilsi : 
Quand*on inent i Naples , il faui y voir FMipH^^ 
le Vemve , et Varehm>6que de TarerUe. 

Seguita la di lui morte , Ferdinando Midvic|i 
pubblicd in Palermo nel 1836 un breve elogio iii 
More del medesimo in elegante idioma italtano^ Ml 
titolo : una lagrinia sulla iomba deW antico Wftir 
vescoDo di Taranto : ed il canonico Miccold Can- 
dia nel seguente anno diede alle stampe in NapoK 
V elogio storico del medesimo areivdscovo, nel quid- 
r estesameote , e con puritk di lingua dall' aut^fe 
si percorre il lungo , ed illusire peri6d6 di tita 
del defunto. 



406 

Abbiamo Mebe di loi la iradttzione di doe H^ 
bri franceti in idioina italiano , cioli di Leonardo 
Euleto sulla costruzione de^vascelliy t del giardino 
delle radici greche^ il primo pubblicato nd 1780, 
ed il secondo nel 1782 in questa mettopoli. 

Una malattia , che iolse la vista a queato no- 
stro cbllega, piU anni prima di morire , ci privd 
di altri ftuoi pregevoli lavori. 

Finalmente ei chiose V estremo de' suoi giorai 
net di 22 dicembre 1832 in segnito di nn tocco 
apopletico. 

CARELti ^ FiiANGfifico vide la luee in Conirersano 
il di 7 ottobre del 1758. Suo padre Bernardo, cbe 
prese particolar cnra della istruzione de'anoi figli, 
uno de'quali riusci buon^iureconsulto, altri due oc- 
cnparono saceessivamente la cattedra vesootile della 
lore padria , eonfidd di buon ora la edncazione 
ietteraria di Francesco al dottor Donatantonio Bru- 
ni discepolo del Gaio?esi , il quale gl' inaegnd 
belle lettere , filoaofia , matematiche , e giurispru- 
denza. Nella etk di venti anni arrieehita la aaa 
niente di ogni sorta di utili cognizioni comincid 
in provincia ad esercitar la professione legale , e 
fin d'allora gik si annunziava di un acuiissimo in- 
gegno. Era ancora nella prima sua giovanezza quan*^ 
do principid a coltiyare lo studio della numisma- 
tica presso monsignor Francesco Aeqnaviva di Ara- 
gona , commorante in Gonversano , il quale pos- 
aedeya , ed ingrandiya di giorno in giorno una 
coUezione di monete greche , e romane rimastagli 
da'suoi antenati. Yenuto in Napoli s'incammind per 
r ayyocheria sotto la direzione di Giacinto Trot- 
si, Angdo Paduano, e Carlo Muzii. Mentre con 
felice successo s'inoltrava nella intrapresa profes- 
sione , non lasciaya di coltivare V amena lettera^ 



107 
turn , (acendo cenoscenza dl tutti i di»iii di quel-* 
L'epoca. Or tro^andosi anche intiinseco aouco del 
P. Adeodato Macoiie domeDicaMi ^ e deir abate 
Emmtouek Capsia cassinese ^ furond i tnedesitti 
incompensati dal principe di Caramanico vicer^ ddi-^ 
la Sicilia^ di ritrovare ^irn gioTane d'ingegDO, ed 
istrnito , che potesae assiaterlo in quel goTerno* 
Questi due s' ingegDarono persuadere il Carelli a 
recarsi in Palenno ; ma, ricusando e^i auUe prime 
si grazioso invito , condisceae fioalmente a fare mia 
scorsa in qnella citta , e fu assai bene accolto dal 
vicer^. Ivi contrasse familiaritk eon Saverio Simo* 
netti allora consnltore del governo , il quale gli 
richieae tieaiie meraorie sopra notizie giorisdizio- 
nali , e ae f u soddis£sitto , e , parlandone col vice- 
r6 ^ gli disse francamente , che un tal giorane di 
28 anni avrebbe certamente fatta fortuna in Na* 
poli, e non gli eonreniya di rimanere in Sicilia* 
Ma il Ticeri aveva gia inviate al re Ferdinando 
viffie sue memorie sopra a£Eari interessanti , e, per 
tratteoerrelo decentemente, ottenne da quel sovrano 
la promessa di destinarlo alia carica di segretario 
del gotemo, che ottenne prowisoriamente nel 1 788% 
giacchfe era solito darsi la medesima agli nffiziak 
della segreteria di stato degli affari esteri. Quindi 
fa confennato ndlo stesso impiego , e venae an* 
che destinato ispettor generale delle poste. Ebbe 
egli una parte attiya in tutto quello, che si fece 
di bnono , o si perfeziond nella Sicilia dal prin-* 
cipe di Caramanico, e riguardo a'dritti proibilivi 
feodali , ed alle pubbliche gravezze , ed alia di« 
visione de' beni comnnali , ed a' metodi piii con- 
venieati a perfezionare le arti piii utili, e neces- 
aarie^ 
Intanto trapassato il vicere in gennaio del 1795 



108 

il Carelli rimase in Palermo , ma senza carica di 
sorta alcuna, e quindi egli tutto si diede ai suoi 
stadi, e specialmente a quello della ntimismaiica) 
che ayeya continuata a colli vare in Sicilia , ed are- 
Ta ivi impediio , che le piu belle monete di quelle 
anliche citta andassero a perdersi oel crogiuolo , 
o si vendessero agli esteri, comprandole per con- 
to suo. 

II re Ferdinando, stando nella Sicilia nel 1799 
si assicuro personalmeate del fedel governo fatto- 
ne dal principe di Caramanico , e de' buooi servizi 
del segretario , e con reale rescriito ordin5 per 
mezzo del prior Francesco Seratti al luogotenente 
di Napoli principe di Cassero , che a Carelli si 
fosse conferito un impiego analogo a quello soste- 
nuto in Sicilia. La commessa ne fu data al signor 
Giuseppe Zurlo in quel tempo segretario di stato 
delle finanze, che meno in lungo I'affare^ma nel 
1 802 lo stesso sovrano lo destino all' incarico di 
presentare a Napoleone allora 1 console in Fraa- 
cia molti oggetti del museo Borbonico e special- 
mente ale uni antichi papiri Ercolanesi in forza di 
un articolo, che fece parte del trattato di pace di 
Firenze. Fu egli in Parigi ricevuto , e trattato coa 
segni di onore , e quell' Istituto lo aggreg6 alia 
classe delle belle arti come socio corrispondente 
estero. Profiltando di questa occasione visitd , e 
prese note de'principali musei di Francia, e fece 
altrettanto di quelli della Syizzera, della Baviera, 
di Milano , di Venezia , di Firenze , e di Roma, 
ritornando in Napoli nella fine del 1805, quando 
scoppio la guerra colla Francia. Occupato il re- 
gno dalle armi francesi il ministro dell' Intemo An- 
drea Miot lo propose per le cariche di capo di 
divisione per gli affari de'lavori pubblici, e della 



\ 



109 
pobblica istrnzione , di consigliere deglt edifizi ci- 
Till , e de' ponti , e strade : egli coDtribni V opera 
sua per la nuoya forma , che fu data all' uDiver* 
sita degli studi, per la erezione di quindici collegi 
per fanciulli , e due per donzelle , per lo stabili- 
mento delle scuole gratuite , pel regolamento degR 
scaTamenti di Pompei , per la coordioazione del 
museo , e la erezione della societa composta di tre 
accademie , per le nuove strade intraprese in molti 
luoghi del regno , ed in Napoli, che hanno si emi*- 
nentemente nobilitato la nostra capitale. 

Fu egli nominato nel 1807 tra soci della nuo- 
ya accademia confermata poi dal re Ferdinando , 
ed eletto a segretario perpetuo della medesima nel 
1817 in luogo di Giovanni Andres , e membro 
della comoiessione di pubblica istruzione. Nell' ac- 
cademia lesse in vari tempi varie memorie , che 
non sono pero pubblicate. Esse sono ciofe - 1 .* Sul- 
la Citta di Egetio della Puglia , cui attribui le 
monete , che si davano ad un borgo dell' Attica. 
2/ Suite monete di Atella , malamente attribuite 
ad Acerra. 3/ Sulle monete di Aquilonia mal date 
dair Eckhel ad Acheruntia, 4.* Sitlla moneta di 
Ruvo tenuta fino allora di citta incerta. 5.^ Sopra 
una moneta singolarissima di Palinuro , e Molpe* 
6.* Soprala vera patria delle monete dove leggesi 
TPINA. 7.* Sopra le monete di Puzzuoli mal at- 
tribuite a Pesto^ o a Fistelia. 8.* Sopra una mo- 
neta di Pitane mal attribuita a Peripolio. 9.* Ri- 
guardante un epigramma greco scritto su di un vase 
Lucano di terra cotta, ove fe mentovata la favola 
di Edipo. ^0.^ Sopra altro vase^ che audita la in- 
venzione del giuoco delle tessere Contrastato a Dia- 
na , sostenendo la testimonianza di Gallimaco. 
i 1 .* Sopra V invenzione del giuoco della palla at- 



110 

tribuito da greci a Navsican , ed espresso sopra 
ua dipinto di altro vase Lucano. 12.^ Soprg, V in- 
telligenza legale deUa iscrizione irovaia in Pompei 
colle frase Liuninum ob$truendorum. 13/ Sulla let- 
terale traduzione delh inscrizioni Osche trovale in 
Pompei , e principalmente di quelle ben longhe , 
ore si parla della costruzione di una curia, e di 
im portico ad uso degl'Isiaci. \U.^ SulTandamento 
delT ammirabile aquidoUo da condurre le acque del 
jiume Sahato in Napoli j in Pompei^ in ErcplanOj 
in Stella , e in Pozzuoli , del quale eran ^\ noti 
flaoUi frusti , ed altri nuovi ne furon da lui scoyerti . 

Nel 1793 dopo la morte del principe di Tor- 
r^nuzza doUissimo archeologo , e suo intiiuo ami- 
eo, il Carelli pubblicd in Palermo I'elogio di esso 
principe ripieno di varia erudizione , e scritto con 
eleganza. Fiualmente deve a lui la noHStra decade- 
mia la dissertazione Esegetica sulV archiieUura dei 
greci ^ pubblicata con tipi regi nel 1831 , la quale 
forma il X volume delle Antiohita Ercolanesi. 

In mezzo a tante cure , e quelle del ministero 
deir iniemo non trascuro il Carelli la sua grande 
intrapresa di dare al pubblico notizie esatte dii 
tutte le antiche monete dell' Italia , eccetto le ro- 
mane. Egli diede alle stampe il solo catalogo di 
quelle ^ cbe nel corso di quaranta , e piu anni ave- 
va raocolte per la sua privata istruzione , dhe Giu- 
sep]^ Bonaparte aveva acquistate per la pubblica 
bibhoteca di Napoli , ma che madama Murat toIIc 
assolutamente in casa sua , donde le reed seco 
quando parU da questo regno. Questo catalogo gia 
siampato fi^ dal 1812 si ^ puU>licato dall' erede 
del Carelli Hopo la di lui morte , ed b intitolato: 
nunnmamm veierum Italiae , quos ipse ( F. Carellius ) 
collegk ^ jet ordine geographico disposuit^ description 



Ill 

Egli ayera gia illustrate circa trecento tavole ia 
rame, doiw sono incise tutte le monete siaora cgh 
noicittte dell' Italia al niunero di molte migliaia , 
e le ioedite da aggiungersi per la Sicilia all' opera 
ben vasta del principe di Torremuzza ; ma disgra- 
ziatamente a danno della letteratura questo interest 
sante iavoro non si h dato alle stampe. Speriamo, 
che il di lui erede voglia occuparsi della pubUi- 
cazione di quest' opera , che farebbe molto onore 
al di lui autore , e sommiDistrerebbe grandi schiari-^ 
menti sull' antica numismatica , mentre in questo 
ramo di filolo^a il Carelli yalcTa moltissimo. 

Esseado trapassato nel 1 830 intestato il ricchis- 
simo negoziante napolitano Cesare Volpicelli senza 
disofflidenti , ne ascendenti , sursero varie contro- 
versie tra gli eredi , ma la piii grave fu quella , 
se cioi dovessero succedere in istirpiy o in capi. 
Molti valentissimi aTTOcati scrissero lungamente , 
e diedero alle stampe piu memorie in sostegno 
delle rispettive preteosioni. II Carelli richiesto del 
suo parere da alto personaggio, richiamando alia 
memoria sua la scienza legale da lui professata 
nella eta giovanile con una breve scrittura intito- 
lata: Poche parole suUa causa della eredita Volpi- 
celli data alia luce nel 1831 , sostenne con solide 
ragioni , e con molta erudizione legale la succes- 
sione in capi , e cosi fu decisa la quistione in 
grado di rinvio dalla seconda camera della gran 
Corte civile di Napoli nel di 1 febbraio 1832. 

Qltre il suo pregevole , e ricco medagliere , egli 
aveva una speciosa biblioteca di libri rari , ed in- 
teressanti specialmente per lo icamo arcbeologico , 
quadri ad olio di eccellenti autori , e diverse gem- 
oie antiche , e pietre incise. 

£sal6 I'ldtiao spirito il nostro aegretario per- 



112 

petuo a 17 settembre 1832 , ed il di lui proni- 
pote rimasto erede gli fece celebrare pnbblici fu- 
nerali nell' arciconfraternitk di S. Giuseppe del- 
1' opera di vestire i nudi , ove in lode del defunio 
lesse un elogio il colli ssimo nostro socio corri- 
spondente Raffaele Liberatore. 

Castaldi - Giuseppe nel 7 maggio 1 775 nacque 
in Afragola da coniugi Niccola, ed Angela Cimi- 
ni , OTC apprese i primi rudimenti deUa lingua ita- 
liana, e latina. Essendo trapassato il padre^^ ed 
essendo egli in tenera eta , fu mandato subito 
dalPaccorta genitrice per essere edncato nel semi- 
Dario Urbano di Napoli , dove nelle belle lettere 
«bbe per maestri Donato Gigli nella scnola di uma- 
nita , Niccola Ciampitti in quella di eloquenza , 
Girolamo Marano nella poetica , e Carlo Rosini 
nella lingua greca. Uscito dal seminario studio la 
iilosofia presso il cavaliere Luigi Imbimbo, ed An- 
tonio de Martiis , ed apprese la giurisprudenza 
da Niccola Valletta , e da Gjuseppe Maffei. 

Terminati gli studi, e presa la laurea dottora- 
le, s'incammind per I'esercizio del Foro, e p^ la 
pratica forense frequentd specialmente 1' aTVOcato 
Niccola Paris! , che fini di vivere da consigliere 
della Corte suprema di giustizia. Nel 1806 fu no- 
minato commessario di polizia in Napoli , nel 1808 
fu promosso a giudice nel tribunalc di appello al- 
lora sedente in Altamura, nel finir deU'^nno 1809 
fu fatto presidente della corte criminale di Trani, 
nel 1811 di Lucera, finalmente a sua richiesta nel 
4812 fu richiamato in Napoli da giudice della gik 
corte di appello. . 

Nel medesimo anno 1812 yenne nominato per 
uno della Giunta di esame de'cosi detti in quel- 
I'epoca stabilimenti speciali per la sezione delle 



US 
lidgue, e belle lettere. Nel 1817 fu prescelto per 
socio ordinario della regale accademia Ercolanese , 
essendo stato anche aggregato in diversi tempi al- 
r accademia Pootaniana , come socio residente , a 
quella di Cosenza come accademico onorario , ed 
alia societa economica del 2.° Abruzzo Ultra ia 
Aquila. Nellp stesso anno 1817 , pabblicata la 
nuova organizzazione giudiziaria , fu eletto giudiee 
nella gran corte civile di Napoli , e quindi con dne 
regali decreti de' 5 gennaio del corrente anno 1 840 
ebbe il grado , e 1' esercizio di consigliere della 
Corte suprema di giustizia sedente in questa me^ 
tropoli. 

i)opo gli aVvenimenti del 1 820 il re Ferdinan- 
do I Yolendo riformare il codice militare napoli- 
tano ordino , che si fosse formata una commissio- 
ne composta di magistrati, e di militari per ese- 
guirne- la compilazione , e la scdta cadde su di 
quattro individui , cio^ di Francesco Saverio de' 
Rogati consigliere della suprema Corte di ^usti- 
zia , del Castaldi , del capitano signor lannelli si- 
ciliano , e di un capitano quartier mastro tedesco. 
Siffatto lavoro alia line del 1822 fu interamente 
terminato , ed essendo stato richiesto nel 1 823 dal 
ministero di stato di guerra , e marina , gli fu in^ 
viato da esso consigliere de* Rogati , che faceva 
da presidente di tal commissions 

Gli opuscoli dallo stesso dati alle stampe sono: 

y. Oraiio de liUeturum felicitate e laborum prae^ 
mils repetenda. Neapoli i796. Fu riprodotta que- 
sta orazione nel giornale letterario di Napoli in 
aprile del 1797. 

2. In adventu Mariae Clementinae Austriacae 
Francisci Borbonii principis juventuJtis uxoris epi-' 
grammata. Neapoli 4797. 

9 



114 

5. InscripUones in sollemni celebritate D. Janua-^ 
rii curiae Monlanae vertente sexennio, Neapoli 1798- 

4. Nicolai Ignarrae vita. E premessa agli opu- 
scoU dello stesso raccolti , e pubblicati la Napoli 
nel 1807. 

5. Tuiti gU accennati opuscoli latiui con altri 
inediti si sono dati alle stampe in un sol volume 
in 8.° col titolo : Opuscula. Neapoli 4839' 

6* Delle lodi del marchese Carlo de Marco ora- 
iione. In Napoli 1807 (25). 

7. Viaggio per la Fraficia nelV anno 1800. In 
Napoli 48ii* Questo libro fu tradotto in france- 
se , 6 pubblicato per le stampe. 

8' Merjtorie storich^ del Comune di Afragola. 
In Napoli 4830 (26). 

9. Elogio storico di Niccola Ciampilti. In Na- 
poli 4833. 

40. Su V esorbitante interesse convenzionale* In 
Napoli 4838. 

Oltre diversi lavori per V accademia Ercolanese 
specialmente nel ramo epigrafico , trovansi inserite 
negli atti della siessa ire memorie del Gastaldi , 
cioh la prima , che contiene 1' illustrazione di un 
Jrammento di greca inscrizione riguardante Cibira 
ciUa della Frigia pubblicata nel 1 volume ; la se- 
Gonda h un breve cenno su due antiche inscrizioni 
latine del Sannio Irpino esistenli nelle vicinanze di 
Vitolano , che leggesi nel 2 volume , la terza rac- 
chiude le osservazioni sulle inscrizioni antiche della 
provincia di Barij o sia Puglia Peucezia^ che gik 
lb stampata , e formera parte del 3 volume degli 
atti accademici , che va a pubMicarsi. 
Opuscoli tuttora inediti. 

4. Riccrche storiche su di Calazia cisvoltumina 
citta distrutta delta Campania^ 



145 

J2. Itinerario per la provincia di Ban. 
3- La magna Grecia brevemente descritta. 

4. Discorso ml poema della Secchia Rapita di 
Alessandro Tassoni. 

5. Lettera su la rinuncia al regno di Alfonso II 
d'Aragona al suo figlio Ferdinando II partecipata 
ai baroni dello stesso reame con rescritto rfe' J2j2 gen- 
naio i495 Jirmato dal medesimo Alfonso , e dal 
di lui segreiario Giovanni Pontano, 

Gastelli - GiAcoMO ebbc la nascita nel Gomane 
di Garbone in Basilicata, ed il Giustinlani ^me^ 
morie degli scrittori legali Yol. 1 pag. 228 J cne ha 
disteso del medesimo un lungo articolo, noa ha in- 
dicatq V epoca della nascita , ne i nomi de' geni* 
tori. E pero a sapersi, che in fine di alcuni opa- 
scoli dello stesso Gastelli pubblicati in Napoli nel 
1754 (27) ve ne ha uno , che Vincenzo Ariani 
( de Claris jurec. neapolit. pag. 58 J dice essere 
stato scritto dal giureconsulto Domenico Topi , 
cosi intitolato - Praeconium a benevolo factum , 
che comincia con queste parole : Jacobus Castel- 
lius J neapolitano paire , Carbonio in Lucania na-* 
ius ea nocte^ qua Pisiiccium^ oppidum ad Casuen" 
turn , per multam mentis hyemis nivem madefacta 
telluri labe residit. Or siccome si rileva da Talido 
documento (28) , che il Gomune di Fisticci rovind 
per la indicata ragione la notte del di 9 febbraio 
del 1688 , in siffatta notte sorti i suoi natali il 
nostro Giacomo. I di Ini genitori poi furono Do- 
menico barone di S. Giovanni Gnarrazzano, e di 
Buonafede, ed Anna Piccinni de' baroni di CasteK 
saraceno (29). Iniziato nelle belle lettere nella sua 
padria fece quindi passaggio in Napoli nella eta 
di anni diciotto circa , giacchfe sta detto nel ci- 
tato praeconium , ch' egli si ritird nella capitate 



\ 



116 

paulo ante quam caesarianus miles Urbem occupa- 
ret , cioh nel ritorno in regno delle armi austria- 
che avvenuto nel 1707. Giunto nella eapitale im- 
mediaiamente si applied alia giurisprudenza , eb- 
be per maestro Gennaro Gusano , e dette in va- 
rie occasion! lodevole saggio delle vaste cognizio- 
ni in materia legale. Dopo terminati questi studi 
intraprese 1' esercizio del foro sotto la direzione 
di Basilio Giannelli , ed in quesia professione yalse 
assai piii nell'essere consultato in qualcbd difficile 
punto legale , ond' emettere un sensato response ^ 
e nel distendere dotte allegazioni adome sempre 
di una corrispondente erudizione , e scritte con 
doitrina , e puriik di lingua , che neil' aringare in- 
lianzi ad un tribunale , ove se non faceasi amnoii- 
rare per robusta, e florida eloquenza, sapea pero 
farsi distinguere per sodi argomenti , e per una 
profonda scienza del dritto accompagnata sempre 
da un dire grave , e ponderato. Quindi Vineenzo 
Ariani ( cit. op. pag. 57 ) scrivendo dello stes- 
so , cbe fu ancbe magistrato , come di qui a poco 
si dira , ne parla cosi : In jure dicundo potentior 
evasit^ quam in causis agendis^ quae hominem <fe- 
siderant prudenti quodam audaciae spiritu comma- 
turn ; ciocchfe mancava al nostro Gastelli , aveudo 
egli sortito dalla natura un carattere dolce , ed era 
breviloqno. Era perd molto Tersato nelle lingue dot- 
te, ed amantissimo de'classici greci, e latini, nella 
lettura indefessa de' quali passd molti anni delta 
sua vita. II gran Mazzocchi ( de ecclesia neap, 
semper unica pag. 48 n. 40 ) lo cita con gran- 
de elogio, e nel 1753 gl'indrizzo una dissertazione 
in forma di lettera , che trattava De Mutilae ex-- 
pugnaiionis Historia , dalla quale lettera chiaro si 
scorge la somma stima , che di lui faceva il prin- 



117 
cipe de' filologi di quell' epoca (^ opuscula Mazo- 
chii vol. 1 pag. 11 8 J. Ma essendosi generalmente 
coDOsciuta la illibatezza del sao costume , ed il 
moltiplice sapere , fu promosso all' onore della 
toga , con essere nel 1755 eletto giudice della 
gran corte della Vicaria, e nel 27 gennaio del 1759, 
cioe dopo anni quattro fu innalzato alia carica di 
consigliere del S. R. G. , ma non potette lunga- 
mente godere dell'ottenuta dignitk, giacchfe dopb 
pochi mesi venne con dispiacere di tutti sopraggiun* 
to da morte. Gon errore il Giustiniani ( cit. op. 
pag. 229 ) scrive , che fu nominato consigliere 
dopo anni 16 , mentre lo stesso Gastelli nel ra- 
gionamento dclle origini della lingua napolitana 
pubblicato per le stampe nel 1754 s'intitola av- 
Tocato napolitano , ed il medesimo Giustiniani ri- 
porta il titolo di un allegazione stampata nel 26 
luglio del 1754 a favore della citta di Napoli 
essendo tuttora arvocato. Intanto resasi nota al 
re Garlo , ed al Tanucci la dottrina ddi Gastelli, 
fu egli benanche scelto nel 1755 per uno de'XV 
accademici Ercolanesi : ed il solo 1 tomo delle pit- 
ture di Ercolauo si pubblicd mentre visse. II Ca-- 
stelli mori celibe nel 15 novembre del 1759. 

II Gampolongo ( cit. op. pag. 198 ) lo chia^ 
ma Litteratissimus Judex. '-^^ 

I libri da lui dati alia luce sono : 

i . Aggiunla al diretiorio della pratica civile j }d 
criminale di Lorenzo Cervellino. Napoli ti^i in f. 
La stessa aggiunta si troTa puranche nelFaltra edi* 
zione del 1723 dello stesso autore. 

j2. Adjectiones novissimae ad Franciscum Carta* 
ham 4e syndicatu officialium. Neapoli 47 4i in 4. 

3. De lapygia epistola -ad lo: Bemardinum Ta^ 
furum , che dal Galogera fu inserita nd tol. Xll 



418 

della raccoha degli opuscoU pubblicato in Yenezia 
nel 1735 , OTe con sommo discernimento il Ca- 
stelli parla della geografia , e storia antica di quella 
importante contrada del regno. 

4. Acta Divae Restitutae virginis , et martyris 
cum philologicis enarralionibus. Neapoli i742. Que- 
8to libretto scritto con eleganza h ripieno di sto- 
ria sacra , e profana adattata all' argomento , che 
tratta, e dimostra, che il di lui autore era peri- 
tissimo nelle lingue dotte, e nella sacra, e profa- 
na filologia. Egli lo dedico a Benedetto XIV , e 
quel pontefice d' immortale memoria eas enarratio- 
nes apprime per litteras probavit^ uti sacrae^ pro- 
Janaeque doctrinae plenas , et ex alia juris civi- 

lis perilia peiitas. Fu benanche siffatto libretto mol- 
to lodato dal Muratori , come ricavasi dal citato 
praeconium^ e dal gran Mazzoccbi (in vetus neap. 
eccL kalend. p. 306 e 316 J. Per siffatta opera 
pero del Castelli si animo gran di sputa tra lui , 
ed il Mazzocchi per la situazione de' colli Leuco- 
gei , ed avendo il primo alia pag. 181 scritto : 
PUnium etsi invilum accessione aliquot verbonim a>d 
suam sententiam irahere ( Mazochius ) nititur , 
questi nel 2 vol. del Calendario napolit. pag. 347 
e seg. vi rispose col seguente titolo : Apologeti- 
cus pro collis Leugogaei dominio Campanis asse^ 
rendo. Ma entrambi scrissero con iscambievole ri- 
apetto , e furono sempre amici. 

5. M0horie biograjiche di Gio: Bernardino Ta- 
furi , ch^ sono stampate nel 1 lomo dell' Istoria 
degli scriltori del regno di Napoli dello stesso Ta- 
fori pubblicato in questa capitale nel 1744. 

6« Ragionamento delle origini della lingua na- 
palitana. In Napoli 4754. Questo ragionamento 
i nn breve estratto di una sua opera lunga y ed 



119f 

^laborata col titolo : Originum Neapolitanae lin- 
guae^ e mentr'egli menaya innanzi tal laToro pen*- 
s6 di darne un saggio in un adananza di dotti , 
che sotto nome di accad^mia soleva riunirsi nell^ 
biblioteca del principe di Tarsia: e siccome il ra- 
gionamento fu applaudito da quei savi, si deter*^ 
mind a pubblicarlo. In esso si mostra egU Talente 
uomo nella storia , e nelle lingue antiche. UnitI 
al ragionamento sono stampati i seguenti opuscolir. 
De lapygia epistola ad lo: Bemardinum Tafurumj 
Editio secunda; e quindi: 

7. Iter Altavillam. 

8. losepho Aurelio de lanuario lud. Mug. Cur^^ 
Vic. epistola. 

9* De Nomine Campani ' Amphilheatri Berolai9, 
ad Philippwn fratrem. 

40. De Capillamentis , el galericulis. 

ii . De metaxa , et serico , et bombyce. 

42. De Alica. 

Si osserva sempre ne'cennaii opuscoli scrittitutti 
con eleganza il profoudo archeologo , ed una grail 
perizia nelle lingue orientali antiche. 

/ Campi Veteres , e V Itinerario da Carbone a 
Napoli , che il Giustiniani assicura essersi ancD6 
dati alle stampe dal Castelli, non sono siati da mi 
veduti , come nol furono dal Soria , che ne scrisse 
in fine della sua opera su gli storici napolitani\ 
ne dallo stesso GiustiDiani, che inclina a crederIL 
stampati. Quindi dee conchiudersi, che forse rima- 
sero inediti. 

Tra le sue allegazioni h degna di esser letll^ 
quella pubblicata per la citta di Napoli in diftHk 
del dritto di franchigia de Napolitani in Averse \ 
e ne' casali. Napoli 26 luglio 1 754 in f . 

Rimase inedite le seguenti opere 



I 



no 

i. De origine neapolitanae Ungtme ah O&corum 
usque radicibus petita. 
^ J2. De equestri statua Retinae inventa. 

3* Notofi ad adjectiones Castellii avi ad Galluppum* 

4. Tractaius de origine consuettidinum neapoli-^ 
iandrum. 

Catering - Luigi nacque in S. Cipriano nella 
proyincia di Terra di lavoro a 25 giugao del 1 786 
da Ambrogio, e Francesca Cor vino. Egli venne edu* 
cato nel seminario di Aversa , ed i suoi maestri 
furoDO nelle belle lettere Marcautonio Diana , e 
Felice Basile : nella rettorica Francesco Fabozzi ; 
Delia logica , metafisica , e nelle matematiche lo 
stesso Diana ; nella fisica Grescenzo Bellofiore , e 
nella teologia il canonico de Folgori. 

£i fu eletto maestro nel seminario medesimo nel 
1808, e due aqni dopo and6 ad insegnare la ret- 
torica, e la lingua greca nel seminario di Pozzuoli. 
Nel 1812 fu destinato uno degV interpetri de'pa- 
piri ercolanesi, ed il 2 luglio 1821 fu eletto socio 
ordinario della nostra accademia. Nel di 11 dello 
stesso mese , ed anno fu nominato maestro di ret* 
torica nel liceo del SaWadore , in ottobre del me- 
desimo anno fu scelto per direttore della regal ti* 
pc^rafia. Nel 1823 ebbe I'onore di esser cteiamato 
a H^aestro delle LL. AA. i real! principi , e quindi 
p^l 1824 ottenne la catledra di dritto canonico 
liella universitk degli studi. 

Ha interpetrato , ed illustrato de' papiri greci , 
ciofe un Yolume di Filodemo , de Vitiis , e pro- 
priamente il X , che tratta della superbia , ed e 
pubblicato nel tomo 3 de' papiri Ercolanesi insie- 
me con un altro volume dello stesso Filodemo , 
intitolato , de' Vizj , e delle opposte Virtu. 

Ha egli benancfa^ dato alle stampe il libro inti-<^ 



121 
tola to Elemenii delParte stenograjica. Napoli 1822. 

Dopo luDga, e penosa malattia fu imniaturamente 
rapito alia vita in questa capitale nel di 9 mag- 
gio del 1834. 

CiAMPiTTi - NicGOLA sorti alia luce in Napoli nel 
di 1 6 settembre del 1 749 , ed ivi trapassd nel 23 
agosto 1832. 

Avendo io pubblicato per le stampe nel 1833 
un elogio storico di questo mio illustre maestro di 
eloquenza , mi astengo di dime altro. 

Debbo solamente aggiungere, che Tenne egli nello 
stesso anno encomiato con altro elegante elogio dato 
alia luce da Serafino Gatti , con un articolo bio- 
grafico inserito nel 1 vol. degli annali civili \del 
regno delle due Sidlie ; con una raccolta di com- 
ponimenti anche stampata in di lui memoria jilre- 
ceduta da una prosa del marchese di Villarosa as- 
sai benemerito di molti insigni letterati napolitani; 
indi con una breve vita in idioma latino pubbli- 
cata da Gesare Dalbono, e con un elogio scritto 
con purita di lingua da Gaetano Royer , e renduto 
di pubblica ragione nel 1834. 

CiRiLLo ^ Salyadore nato in Bosco Reale in 
provincia di Napoli il 26 dicembre 1 787 da Bo- 
nifacio, e Teresa Girillo, fu educato nel suo pae- 
se , ed istituito dal fratello germano Felice, che ne 
prese la massima cura sino alia fine di ottobre del 
1 798 , nella quale epoca venne in Napoli , ove 
frequento le scuole arciyescovili. 

Nel novembre del 1799 entro nel seminario di 
Pozzuoli , ove studio le belle lettere avendo quasi 
a maestro monsignor Rosini , che in quel tempo 
sostituiva quasi sempre tutti i maestri della cosi 
detta umanitk , e rettorica , alle quali classi appar- 
tenne il Cirillo in tutto il tempo, che vi dimoro. 



122 

Uscito dal seminario studio la logica , la meta* 
fisica , ed il diritto di natura sotto Giuseppe Ga- 
poqasale. 

In novembre del 1805 fu ammesso nella com- 
pagnia di Gesii , donde usci per la soppressiooe 
ordiDatasene nel 1806. 

Quindi fu obbligato a studiar la medicina ( dalla 
quale abborriva ranimo suo ) e la studid sotto i 
professor! Fraucesco Cerio Grimaldi, e Niccola An- 
dria. Ma appena gli fu offertp dal celebre Gio- 
Tanni Andres in luglio del 1809 di sostituire nella 
regal biblioteca Qnofrio GargiuUi nella qualita di 
scrittore addetto alia cura de'ms. greci della stes- 
sa biblioteca , egU lascio la medicina , e comin- 
cio la sua carriera in queUo stabilimento, dove ora 
h uno deHre bibliotecari. Fu quindi nominato in- 
terpetre de' papiri ercolanesi , e di poi ammesso 
alia nostra accademia. 

Le opere date alia luce sono le seguenti. 

4. Mgpjtoupiou MoyoLyo\j ay*y)caj'TotTYi SiScucfnoikict 
^epi Cf^vyfjLoav. Mercurii Monachi pernecessaria de 
jmlsibus doctrina. Ex ms. codice r. Neapqlitanae 
bibliothecae Neapoli typis Vincentii Orsini 1812. 
A questo opuscolo 1' editore Cirilio prepose una 
breve storia dell' arte sfigmica dalla sua origine. 

J2. Sopra un Molibdobullo Greco. Lettera al sig* 
"Francesco Carelli. Napoli 18i3. 

3> Osservazioni suit illuslrazione di un diploma 
pubblicato da un alunno diplomatico , e sopra un 
articolo del giornale enciclopedico di Napoli in di^ 
fesa della inlerpreiazione di un sigillo. Napoli48i4. 

4. Codices Graeci ms. Regiae Bibliothecae Bor^ 
bonicae descripti^ atque illustrati. Tom. i qui com^ 
plectitur Biblioihecam sacram: Neapoli ex regia iy- 
pographia 48^6. 



123 
11 secondo volume si e pubblicato nel 1833. 
6. Graecum Lexicon Manuale et primum insti- 
iutum a Beniamino Hederico , turn castigatum a 
Patricio -, demum locupleiatum a lo: Augusto Eme^ 
sto^ Ediiio prima Neapolitana aucta a Salvatore 
Cyril lo Regio Bibliothecario. Di questa opera sono 
stampati solamente i primi 18 fogli. Non h an- 
data pill ayanli questa edizione per la fallita de- 
gl' intrapreuditori. 

6. llluslrazione di una statuetta di Giano Pattd" 
cio. E nel secondo yolume degli atii deU'accade- 
mia ercolanese. 

Opere inedite. 

7. Yarie memorie lette oella stessa accademia 
riguardanti il cullo Isiaco , ed una sopra una Ptt- 
iura Pompeiana , in cui V autore crede rappresen- 
tata Cleopatra all' arrivo di Antonio in Alessandria 
dopo la baitaglia Aziaca. 

8» Una sloria de^medici^ e della medicina della 
Magna Grecia presa nella piii larga sua accezione. 

9. Versioni, e commenti di varie cose ricavate 
da' ms. greci della biblioteca Borbonica , di cui 
ha dato alcun saggio nel catalogo de'ms. stessi. 

10. Ha supplito, interpetrato , ed illustrato un 
papiro greco , che porta il titolo : Philodemus de 
eo^ quod ex Homeri doctrina bonum^ atque utile sil 
populo , che anderk a pubblicarsi. 

CoTUGNO - DoMENico cbbe i natali in Ruvo nella 
provincia di Ban il giomo 29 del 1736 da Michele, 
e Chiara Assalemme, manco ai viventi in Napoli nel 
di 6 ottobre 1822. Di questo dottissimo filosofo, 
filologo , medico e ritrovatore di nuove cose in 
fisiologia, e in medicina ne ha scritta^ e pubbli^ 
€ata la vita neiranno 1823 monsignor Angelo An- 



424 

tonio Scotti , il quale nella ubta delta pagina 60 
parla benanche degli altri onori resi si in Napoli, 
che in Jluvo alia memoria dell' illustre defunto , 
quindi a noi non resta a dire , che poche cose 
avvenute di poi. Fra gli elogi , e componimenti 
poetici pubblicati dopo la di lui morte credo a 
proposito di fare qui in preferenza menzione di 
ufia bella medaglia fatta battei'e in onore del me- 
desimo dal coltissimo commendatore Prospero de 
Rosa gia direttore delta regia Zecca , e mio rispet- 
tabile amico. Essa da una parte rappresenta Vim- 
magine somigliantissima dell'insigne uonoio, e dal- 
r altro lato un gruppo in cinque figure , e tra que- 
ste il genio dell' arte salutare, che ha in mano ii 
ritratto del Gotugoo. Al di sopra del gruppo si 
legge: Reryiii Abdita Monstrat. Al di sotto poi 

V b scritto : Hippocrati Neapolitano. 

MDCCCXXIV. P. D. R. M. P. 

Ii Campolongo ( cit. op. pag. 115 ) lo avea 

precedentemente chiamato: Humani Corporis Scru- 

tantissimus , ed il yalentissimo medico Sarcone lo 

caratterizzo come uno degVillustri^ everi jigli del-* 

V arte medica , insigne notomista , ed amico di at- 
iimo cuore ( istor. rag* de^mali osservati in Nap. 
nelV anno 4764 pag. 72 ). 

Avendo 1' egregio uomo lasciato 1' usufrutto di 
tutt'l suoi beui siti nella proyincia di Napoli alia 
di lui moglie , e la proprieta alio spedale degV In- 
Gurabili ; i governatori dello stesso riconoscenti 
stabilirono , che s' innalzasse un perpetuo monu- 
mento alia sua memoria in quel medesimo stabili- 
mento tanto da lui beneficato in yita , ed in mor- 
te. Fu fissato percid il 10 maggio 1823 per la 
solenne inaugurazione del suo busto in marmo , e 
oello indicato giorno, un magoifico funerale fa ce^ 



125 
lebrato nella chiesa dell' ospedale anzidetto : iodi 
nel 1824 cod tipi de'fratelli Raimondi fu pubbli-- 
cata per le stampe una raccolta di tutt' i compo- 
nimenti recitati in siffatta occasione, tra quali Ve 
il discorso del eh. cav. Benedetto Vulpes profes- 
sore di medicina nella r. universita, che nelle note 
specialmente contiene un'altra descrizione della vi- 
ta , e degli scritti del celebre defunto , ed alcune 
interessanti notizie della Santa Casa degrincurabili. 

Ne' ritratti poelici piii volte rammentati del ch. 
marchese di Villarosa si fa benanche distinta, ed 
onorata menzione della vita , e delle opere del me- 
desimo. 

Altra vita del nostro accademico fu brevemente 
anche scritta in latino da Giovanni Flauti , e f u 
pubblicata in questa capitale. 

A cid debbo aggiungere le opere postume in la- 
tino di esso defunto, che ha dato alle stampe I'il- 
lustre medico Pietro Ruggiero professore della re- 
gia Universita , delle quali se ne sono dati alia 
luce 3 volumi in S."" nel 1830, e 1832 con tipi 
del Tramater. II professore Ruggiero coUa pub- 
blicazione di questi profondi, ed elaborati lavori 
ha recato senza dubbio un grandissimo servigio 
alia repubblica letteraria , ed a' cultori della dif- 
ficilissima - scienza del guarire. I primi due tomi 
contengono cliniche osservazioni , il terzo poi che 
dall' editore si e intitolato Adversaria Anatomica 
ne comprende poche altre nel principio, ma tutto 
il resto del volume contiene osservazioni di note* 
mia patologica , e nuove scoverte fisiologiche , che 
I'autore ha ricavate da bruti aperti vivi. Tali os- 
servazioni furono cominciate dal Cotugno nel 1756, 
e terminate dopo cinque anni , cio^ nell' eta sua 



126 

di anni 25. La sagaciia, con cui furono esegoiti 
gli sperimenti , e la precisione, e chiarezza , colla 
quale veogono esposti, dimostrano evidentemeate, 
che neir eta di anni 20 egli era osservatore esi- 
mio , ed un genio nato per esser gran filosofo , 
e gran medico. 

Finalmente non sara fuori proposito riferire I'epi- 
grafe , che leggesi scolpita in marmo sa di una 
colonna quadrilaiera , che sostiene il marmoreo bu- 
sto deir insigne pcrsonaggio , situata nella prima 
delle sale delV enunciato ospedale. Eccone le parole: 

EQVITI . DOMINICO . COTVNNIO . RYBASTINO 

SERENISSIMI . REGIS . REGNIQVE . ARGHIATRO 

IN . NEAPOLITAN A . STVDIORVM . VNIVERSITATE 

PROFESSORI . PRIMARIO . RECTORIQVE • ITERVM 

niviRI . PRAEFECTI . INCVRABILIVM • VALETVDINARIO 

IN • QVO . TVTAM . ILLE . DIDICIT . SAPIENT CAM 

QVA . VBIQVE • GENTIVM . INCLARVIT 

CVIQVE . VIVVS . EXIMIA . CONTVLIT . BENEFIGIA 

MORIENSQVE . LATIFVNDIA . LXXX MILLIBVS . AVRBIS 

PLVS . MINYS . AESTIMATA . LEGAYIX 

PROTOMEN . E . MARMORE . CVM . BASI . ET • EPIGRAMMATB 

VI IDVS . MAII . CIJlDCCCXXIlf 

SOLEMNI • RITV . DEDICANDAM • GVRAYERB 

EXIMIA • MENTIS . VI . AETATE . ADHYG . VERMANTB 

LABORIS . VSQVE • AD . VITAE . PERIGVLVM . PATIENS 

PBYSIGEN . ANATOMICEN . PATHOLOGIAM . NOYIS . AVXIT 

INYENTIS . QVAE . ET . APVD . EXTEROS . PLAVSV . REGEPTA 

MORBIS . DEPELLENDIS . SAGAX . GOMIS . PRVDENS . LVGIDO 

DICENDI . OR DINE • FACVNDVS . DISERTVS . EFFIGAX 

FREQVENTISSIMO . AVDITORIO • QVOTIDIB • EXCEPT V8 

PVRA . IN . DEVM . PIETATE . MORIBVS . ANTIQVIS 

SVAM . DIGNITATEM . LONGO . VITAE . GVRSV . OMNIVMQ* 

ORDINVM . EXISTIMATIONEM • PERPETVO • RETIWVlT 

VIXIT . ANNOS . LXXXVI . MENSES . yj li • PIES . -yX f 

DENATVS • PRIDIE • NONAS • OGTOBRIS • CIDIOCGCXXII* 



127 

DXh lELE - Francesco figlio di Domenico , e di ' 
Yittoria de Angelis ebbe il suo hascimento in S. Cle- 
mente poco luDgi da Caserta hel di 1 1 aprile del 
1740, ed \vi pass5 agli eteriii riposi nel 14 no- 
yembre 1812. Poco dopo la sua morte io ne scris- 
si , e pubblicai la yita , onde render un piccol 
tributo di riconoscenza all' antica , e non mai in- 
terrotta amicizia. 

Neir anno seguente 1813 il commendator Pro- 
spero de Rosa amico del defunto tenne in sua casa 
un accademia in onore del Daniele , in cui vi re- 
cit5 una bella orazione , ed altri distinti perso- 
naggi yi lessero diversi componimenti , che tuiti 
furono dallo stesso pubblicaii nell'anno medesimo 
col tilolo : Ultimi ufici alia memoria del cavaliero 
Francesco Daniele. Finalmente il Ciampitti colla 
sua solita eleganza ne scrisse in latino la yita , 
che diede alle stampe nel 1818 con questo tito- 
lo : De Francisci Danielii studiis scriptisque com-' 
mentarius. In questa piii ampiamente si parla del 
Daniele , e de' libri da lui dati alia luce. 

II marchese di Yillarosa intimo amico del Da- 
niele ne' ritratti poetici ne fa benanche lunga , ed 
onorifica ricordanza. 

Erudilionis miraculum fu denominato il Daniele 
dal Campolongo ( cit. op. pag. 139 ). 

Delfico - Melghiorre figlio di Berardo, e di 
Margherita Civico , nacque nel Gastello di Leo-* 
gnano ( gia feudo della famiglia di sua madre ) 
in provincia di Teramo nel d\ 1 di agosto 1744« 
Questa famiglia ebbe fino al XV secolo il cogno* 
me de Civitella , quando per bizzarria , non rara 
nd tempo del rinascimento delle lettere , lo can- 
gid in quello di Delfico , rendendo come si dice, 
parlante V arma gentilizia , che era di m albero 



428 

di alloro , come si vede ancora nell' antica casa di 
abitazione su rarchitraye della maggior porta scol- 
pito coir impresa questo motto : Eat in posteroB 
Delphica. laurus. MDIX. 

Educato nelle domestiche mura fiao all' eta di 
anni XII , fu condotto in Napoli con i due fra- 
telli maggiori a compire il corso della istruzione. 
Gennaro Rossi per le belle lettere , Antonio Ge- 
iK)yesi per la filosofia , e Pasquale Ferrigno per le 
leggi furono i di lui piii distinti maestri. Assai 
di buon'ora si diede I'occasione al Delfico di mo- 
strare il suo ingegno. 

Nel 1768 Benevento fu nelle politiche dispute 
eoUa corte di Roma. Nacquero quindi delle diffe- 
renze su' dritti reclamati ; ma ceduta da ambe le 
parti agli uomini di lettere il farne la discussio- 
ne, ToUe la sorte, che il Delfico ne fosse partico- 
larmente incaricato. Altri scrittori ne avevano gik 
dato qualche cenno , ma il giovane aggiunse nuove 
prove , e documenti dimostrativi della veritk , e 
con esse si agevolarono le diplomatiche trattative, 
decise per allora dalla divozione, e generositk del 
sovrano. 

Venuto il Delfico a maggior eta, per poter giu- 
dicare de'rapporti morali, scrisse, e pubbhc6 il suo 
Saggio Filosojico sul matrimonio , nel quale avendo 
Gombattuto qualche errore allora dominante , so- 
stenne la causa della ragione, e della buona mo- 
rale. Senza data , e nome dell' autore T opera fu 
stampata in Teramo nel 1774. 

Essendosi poi per opera del re Ferdinando rin- 
Dovata la istituzione della milizia provinciale , ii 
Delfico pubblicd coUe stampe nel 1 782 ua discor- 
80 su r importanza di tale stabilimento. 

Ritiratosi per qualche tempo nella sua provin-^ 



129 
cia fu colpito dalFabuso della colli vazione del ri- 
so ; e ne pubblico nel 1 783 una memoria ragio- 
Data diretta a S. M • , indlcando le irregolarita di 
quella coltivazione e specialmente quella di render 
I'aria peslifera, per cui imploro dalla soyrana cle- 
meoza il riDDoyamento delPantica legge del regno, 
di tenersi le risaie lontane due miglia dai luoghi 
abitati. Le yoci della umanita e della giustizia fa-* 
rono accolte dal principe , che trascurando gV in- 
teressi deU'erario in confronto della salute de'suoi 
sudditi, fece spedire da Napoli una conunissione 
di geometri per istabilire i confini sanitari , e rin- 
novo Tantica legge dello Stato. Nella decennale 
assenza esseodosi rinnoyali gli abusi ; Ferdinando 
al suo rilorno nel 1815 non tard6 a combatterli, 
e poicbe si yoleya metiere in dubbio la causa della 
insalubrita; come prima ayea inyiati de' geometri, 
sped! in seguito due illustri fisici per le relatiye 
osseryazioni. Quindi le reali ordinanze furono rin- 
noyate e la legge e la sanila rislabilita. Ne par 
questo pero fu sufficiente , perch^ sorta in Italia 
r illusione del Riso secco o Cinese , dagli specu-r 
latori si voile far anche questo tentatiyo. Non po- 
tendosi pero cangiar la natura delle cose , la ri- 
petuta sperienza fu ben dolorosa , e la mortaliia 
di molti fece riconoscere V err ore. 

In seguito della dimora del Delfico in proyin- 
cia in quel tempo , e considerandone i rapporti 
commerciali , non potfe trattenersi di umiliare al 
real trono una sua memoria , per indicare un gra- 
vissimo inconyeniente , che soffriyano le tre pro- 
yincie del regno confinanti coUo Stato pontificio ; 
per un residuale stabilimento finanziere , che fin 
dai tempi della barbarie impediya ogni menomo 

9 



130 

commercio col vicino regno , ed era cagione pereu- 

oe di disordini , vessazioni , e miseria. 

II re Ferdinando senti presto il bisogno di li- 
faerare i suoi dominii da questo barbaro stabilimento 
chiamato Tribunal della Grascia; ordinate tutte le 
indagini necessarie per conosceme i principii ed i 
tristi effetti , dopo lungo esame riconosciuta la 
Terita , fu lieto di metterlo in pratica , abolendo 
la cosa el nome stesso, e rendendo sotto piii re- 
golari modi finanzieri, libero il commercio de'po- 
poli yicini oppressi. 

Richiamo tosto il Delfico V attenzione del go- 
vemo ad altro oggetto, che interessava molto Fagri- 
coltura. Era un tristo spettacolo il vedere le mi- 
gliori terre delle provincie di Teramo e di Ghieti 
sottopostc alia servitu del pascolo invemah , ri- 
serbate cosi quasi del tutto agli animali brnti ; 
mentre la cultura de'generi cereali, e degli alberi 
fruttiferi yi restaya o interdetta o limitata nel tem- 
po e nello spazio. II paradosso fu posto in di- 
sputa , e compreso , ed i regi stucchi , ( tale era 
il nome della barbara servitu ) scomparvero dalle 
liste d'introito. 

Questo esame di rapporti naturali deir agricol- 
tura coUa pastorUia spinse il Delfico a conside- 
rare ritifdice stato del Tavoliere di Puglia. Onde 
portatosi sul tuogo , ed osservandolo fisicamente 
ed istoricamente in vista de* rapporti economici e 
morali , gli parve di essere in grado di umiliare 
al real trono un ragionato discorso su quell' og- 
getto tanto interessante pel pubblico erario e per 
la reciproca economia della Puglia cogli Abruzzi ; 
conchiudendo doversi sostituire air infelice antico 
metodo anuninistrativo , quello ddila censuazione. 



131 
La verita fu subito riconosciuta essendosi cangiato 
prima 1' antico metodo ; e poi finalmcnte qaello 
della censuazione venne ad essere applicato ; ed 
allora comparve come mio de'piu importanti fondi 
deir erario reale. 

OgDuno puo sapere qual fomite di liiigi e d'ir- 
regolarita nasce sempre dalla diversiia de' pesi e 
delle misure in uno Stato. Era dunque un oggetto 
degno deir attenzione sovrana ; onde il Delfico pea- 
s6 renderne piii facile V impresa , mostrando al re 
Ferdinando I , quanto quel primo d' Aragona se 
n'era occupato. Ma le difficolta allora incontrate, 
e che non furono del tutto dileguate ci danno ora 
sicura speranza che Ferdinando II, fara per que- 
st' oggetto quanto e da tutti desiderato. 

La Consul ta generale del regno se n'e occupata 
dietro un distinto e giudizioso rapporto delFillu- 
stre scienziato colonnello Ferdinando Visconti capo 
del reale officio topografico, diretto al segretario 
di stato ministro della guerra in data del 6 giugno 
1836, e pubblicato per le stampe. Lo stesso Vi- 
sconti, per dileguare tutte le difficolta sulla uni- 
formita de'pesi e delle misure, che meglio si con- 
viene a'reali dominii di qua dal Faro nel 1838 
diede alia luce altro elaborato . e dotto lavoro , 
quindi I'ottimo regnante con savia legge del di 6 
aprile corrente anno 1840 secondando i yoti gene- 
rali de'suoi popoli ordino la uniformita de'pesi e 
.delle misure in questa parte de' suoi dominii. 

Per una particolare occasione , qual fu quella 
di essersi esposto in vendita il complesso de' feudi 
dcToluti che formava lo stato di Atri , il quale 
occupava quasi la meta della provincia del primo 
Abruzzo Ulteriore , il Delfico penso che questo 
fosse il momento d'implorare T attenzione del mo^ 



132 

narca sal metodo della Tendita de'feudi devoluti; 
mostrando , che il rivendere i feudi sotto le stesse 
Cendali condizioni, noa solo era dannoso per Pera- 
rio , ma contrario ai piu essenziali attribuiti della 
corona , alia felicita de' suoi sudditi , ed al bene 
generate del regno. La memoria restd appro vata, 
stampata , e rimessa per V esecuzione alia Giunta 
degli allodiali con sovrano rescritto del21uglio 1 789. 
- Intanto poichfe fra le forensi e le fiscal! anfibo- 
logic la desiderata risoluzione veniva ritardata , fu- 
rono al real trono umiliate le Rijlessioni su la ven- 
dita de^ feudi 'y e quindi per isciogliere altra dilB- 
coltk fa pubblicata una lettera al duca di Canta- 
Inpo , che diede esecuzione agli ordini del re. 

Nella infelice catastrofe de' tremuoti delle Gala- 
brie essendosi degnato il sovrano di nominare una 
seconda deputazione , il Delfico fu del numero col 
doca di Gantalupo , e principe di Sirignano ; ma 
poich^ per particolari circostanze tale missione non 
ebbe luogo , il Delfico cerc6 il permesso di fare 
im viaggio per 1' Italia , e condurre il suo nipote ad 
iatruirsi nella celebre uniyersitk di Pa via. 

Ri tomato in Napoli , pens6 , che dopo aver ten-. 
tato la riforma di alcuni abusi della economica am- 
muiistrazione , poteva aqcbe esser utile 1' indicare 
in qualcbe modo qnelli delP amministrazione della 
•giartizia. £ jperch^ essi derivavano dalle leggi Ro- 
nane tanto degradate nel corso della barbaric , pub- 
blicd le Ricerche sul vero carattere della' giurispru- 
dinza Ronmna stampate in Napoli dal Porcelli nel 
4791 , indi in Firenze , e finalmente per la terza 
Tolta in *Napoli. 

Fa pare a sue soppliche e su di ana ragionata 
ffimostranza che S. M. si degnd accordare alia 
filU e proyincia di Teramo lo stabilimento del- 



133 
r amministrazione giudisiaria uniforme aile altre 
provincie del regno. 

Per memoria deiramico Francesco Antonio Gri- 
maldi assessore del ministero della gaerra , serisse 
r elogio storico dell' uomo illnstre , analizzando le 
di lui opere filosofiche , storiehe , e legalt. 

Nel 1797 per ispontanea graziadel sovrano fu 
decorato del real ordine Gostantiniano. 

Nella fine del secolo per evitare i disordini deK 
ranavchia, fu abbastanza forlunato, di trovare la 
pace su la Tolta del Titano , dove avendo potuto 
riprendere le sue abitudini leiterarie , si occupd a 
scrivere le Memorie storiehe della repubblica di 
S* Marino picciolissimo stato rimasto illeso fra le 
pill tristi vicende dell' Italia ; e furon stampate hi 
Milano nel 1804. 

£ fu pure in quell' ozio della pace che serisse 
i Pensieri sulla Storia stampali prima in Forli nd 
4805 , e poi due Tolte ristampati in Napoli, e 1' ul- 
tima fa Bel 1814 presso Agnello Nobilc. 

IL travaglio sostenuto nel decennio , in> cui si 
trovo. presidente di una delle sezioni del consi^io 
di Slato, non gU permise altre occupazioni intel- 
lettuali , e solo per ordine fu stampata una memo- 
ria scritta in poche ore sul sisfcma giudiziaria* 

Fu pure in quell' epoca , ch' essendosi istallata 
r accademia di storia ed anticliita ei fu annoyerato 
fra i soci erdinari , ma dopa alquanti mesi essen- 
dosi erette le altre due accademie , fu traslocatp 
a quella delle scienze , che forma una parte into- 
grante della societa Borbonica^ cui presento quasi 
in ogni anno una memoria corrispondente all' inoa- 
rico della sua classe , cioe delle Scienze Morali , 
e gik alcune hanna veduta la luce nei primL yo- 
luni degli atti finora pubblicati.. 



134 

Dopo il decennio il Ddfico non solo fu onorato 
di generosa pensione, ma fu confermato aDcora nella 
carica di presidente della commissione generate de- 
gli archiyi, ia quale gli fu conservata (ino al 1820, 
quando S. M. si compiacque di accordargli il ri- 
tiro ed il riposo con altra corrispondente largi- 
zione. 

Nello stato di tranquillitk avendo riprese le sue 
abitudini, senza uscire dali'oggetto della sua classe, 
e vedendo che le qualita morali le piii caratteri- 
stiche della specie possono sorgere dalle sublimi 
considerazioni su 1' umana natura , diede opera a 
comporre Topuscola Nuove ricerche sut hello ^ e nella 
etk in cui il bello e piii sinonimo del buono cerco 
mostrare quanto contribuisca alia produzione di 
quel bello morale sinonimo della vera virtii. 

Fu pure dopo il decennio, che il celebre Gio- 
vanni Andres prefetto della biblioteca Borbonica 
gli propose di cedere alia real biblioteca la co- 
piosa raccolta de'libri del primo secolo della stam- 
pa , cio che il Delfico fece volentieri perche ve- 
deva restar nel regno tanti rarissimi monumenti del- 
ta scienze e della letteratura. Ne fu piii content o, 
quando Francesco I si degno fargli pervenire in 
dono i cataloghi che ora si stampano della real 
biblioteca. 

Nelle vicende politiche del 1820 , fu egli da 
prima nominato presidente della cosi detta Giunta 
prowisoria , e poi deputato al parlamento. 

Avanzato negli anni prossimi all' ottantesimo senti 
il bisogno del riposo e di viyere in^eno alia sua 
famiglia , onde mentre si trovava ancora presidente 
della reale accademia delle scienze supplied S. M. 
perche gli accordasse la sua onesta missione. Non 
lascid scorrere pero il primo anno delF assenza ^ 



135 

che mandd il sotito tributo alia stessa accade- 

mia , cioh una memoria per mostrare la necessita 

di far precedere gli studi faiologid a quelli deUa 

jilosojia intellettiuilc* 

Venuto poi a maggiore etk, quando lo spirito 
Don sembra piii atto alle considerazioni degli scien- 
tifici rapporti ; per non essere del tntto. ozioso si 
rivolse alia parte piii importante della Italiana Ar- 
cheologia , cioe alle origini ; e pubblico la iVw- 
mismcUica Alriana , opera del tutto nuova , nella 
quale penso poter mostrare , quanto I'ltaliaeque- 
sto regno in particolare hanno dritto a pretendere 
air anteriority del civile perfezionamento nella no- 
stra penisola ; indicando cosi quali erano i prin- 
cipii della nostra storia. Avendo poi ricevuto dai 
^ornali alcune osservazioni , le rischiard con nuo- 
ve prove sul principale assunto. £ vi aggiqnse 
inoltre una dissertazione su le Ghiande missili do- 
gli aniichi diretta' al conte Zurolo distinto ama- 
tore degli antichi n^onumenti , stampata in Napoli 
dal Trani nel 1826. 

Frutto pure deU'ozio letterario di lui fu la let- 
tera Su la prefercnza de sessi stampata in Siena 
Del 1 827 , che nella scarsezza del volume non h 
scarsa di verita impoxtanti. 

In fine non tralascero ricordare, che anche net* 
1' anno 1 830 gli convenne prender la penna per 
dilucidare i dubbi insorti su la vera natura del 
Riso secco cinese , mostrando 1' illusione che na- 
sceva dalla impropria denominazione : per cui re- 
stera eterna e sempre cara la memoria dei due Fer- 
DiNANDi , il primo per aver confinate le infauste 
risaie , il secoudo per averle dal suo cospetto 
bandite. 

Nel fascicolo III degli Annali Civili pubblicato 



136 

in Napoli nel 1 833 trovasi anche inserita una bre- 
ve scrittura del Delfico intitolata : Espressioni della 
particolar riconoscenza della provincia e cilia di 
Teramo dovuta alia memoria dcW immortal Ferdi- 
nando I che si umiliano al real irono del benejico 
FerdinoMdo //. 

Amico delle lettere e faulore de' progress! al ci- 
vile miglioramento , penso far doDo di buona parte 
della sua biblioteca al real coUegio della sua pa^ 
tria Teramo, e presentatone il catalogo a S. M. 
ne ottenne il real permesso : la consegaa fu subito 
effettuita. 

Ebbe molti distintissimi amici cominciaDdo dal 
celebre Alessio Simmaco Mazzoccbi , cui fu anche 
stretto di parentela pel matrinQonio contralto dal 
primogenito fralello di esso Melchiorre con Cate- 
rina Mazzoccbi pronipote delV illustre canonico , 
figlia di Lorenzo giudice della gia g. c. della Vi- 
caria e nipote del marchese Filippo. 

Questo cenno basta per intendere , che conoscer 
dovette i piii dislinti uomini di lettere , che ne 
frequentayapo la casa , e specialmente 1' Ignarra. 
Ciocche giovo al Delfico per parteciparne in qual- 
cbe modo , ^6me lia fatto vedere negli anni scor- 
si , pubblicando la Numismatica Atriana , e la 
dissertazione su le Ghiande missili degli antichi* 
Cosi ayendo nominato il corifeo della sublime let- 
teratura bastera nominare quello della filosofia in 
Italia , Antonio Genovesi , dal quale resto parti- 
colarmente istruito nelle Scienze Economiche , e 
Gaetano Filangieri che fu 1' amico del suo cuore, 
specialmente per gli studi congeneri, ch'eutrambi 
coltivavano. 

Delfico era giunto di gia agli anni 91 di sua 
eta COQ mente vegeta scrivendo e leggendo conti- 



137 
nuamente , come ogni aliro giovane , quando nel 
26 maggio del 1835 stando in mezzo ai suoi li- 
bri nella propria casa di Teramo fu assalito da 
colpo apoplelieo ; e sebbene non gU fossero man- 
cati tutti i soecorsi dell' arte sal u tare , pure inu- 
tile fu ogni rimedio adoperato , e nella sera del 
di 21 del seguente giugno termind la sua gloriosa 
e beneGca carriera. 

Fu di cuore assai ben formato e generoso , in- 
faiicabile sciittore prendendo di mira nelle sue 
dotte opere sempre la uiilita pubblica. 

Oltre i libri dati alia luce di sopra menzionati, 
e che formeranno il di lui eterno elogio , altri 
scritti inediti ha egli rimasti presso i suoi eredi, 
i quali speriamo che li faranno di pubblica ra- 
gione per sempre piii onorare la memoria del de- 
funto , e per lo bene della repubblica letteraria. 

L' elegante scrittore Raffaele Liberatore ha pub- 
blicato uu articolo biografico riguardante il Del- 
fico nel giornale dell' anno {835 intitolato: annali 
civili del regno fascicolo XIV. Ferdinando Moz- 
zetti e Gregorio de Filippis-Delfico diedero alle 
stampe due libretti su gli sludi ^ opere ^ e virlti 
dello stessQ. 

In fine dal governo di San Marino fu deeretato 
un funerale in onore del suo illustre istorico , e 
conciltadino , che venne ivi celebrato il d\ 30 set- 
tembre 1835 nella chiesa di S.Francesco, ed un 
busto in marmo , che sara situato nella sala di 
quel generale Consiglio. 

DiODATi-DosiEMco ebbc i suoi natali in questa 
capitale da coniugi Giovanni , e Camilla Ginnari 
nel 31 ottobre del 1736 , dove fini di vivere a 
21 aprile 1801. Nel 1815 presso il tipografo Por- 
celli fu stam'pata la vita di questo illustre uomo, 



138 

ed in fine di essa trovasi il catalogo delle opere sue 
edite, ed inedite. Gome pero tra queste ultime ne 
manca una , quindi io non faro altro, che notare 
qui poche cose , e specialmente 1' operetta mano- 
scritta, che fu omessa. E qnesta una dissertazione 
autografa del Diodati scritta in forma di lettera 
in data del di 8 febbraio 1785, che da me si con- 
serva, nella quale brevemente, ma con molta eru- 
dizione parla dell' oficio rfc' Portolani di terra , c 
di mare , cioe della loro origine , degl' incarichi 
che hanno , e della giurisdizione esercitata in tempi 
diversi. 

Egli ebbe frequente carteggio letterario col som- 
mo poeta Pietro Metastasio dal quale ricevette di- 
versi ben meritati encomi ^^ ed ancor giovinetto vie- 
ne spesse volte lodato anche dal di lui dottissimo 
maestro lacopo MartorelU in alcune lettere scrittc 
ad uomini insigni per sapcre^ che ms. si conser- 
vano nella r. biblioteca Borbonica. Lo stesso e ci- 
tato con onorificenza dal Serassi nella vita del Tas- 
so ; fu distinto dal Campolongo con questo singo- 
lare elogio: Legum explanator insignis. La di lui 
opera de Christo graecc loqwnte e molto lodata 
dal poliglotto svedese Bjoernstachcl ( cit. op. pag. 
148, e vol. 2^ pag. 81 ). Anche ne'citati ritraiti 
poelici deir illustre marchese di Villarosa v' e un 
esatta notizia biografica del nostro Diodati. 

Federici - Andrea ebbe nascita nel Comune di 
Tito in provincia di Basilicata il di 10 dicem- 
bre del 1733 da Antonio , e Catterina Potenza. 
Essendo di famiglia tra le piU agiate di quel pae- 
se , riusci facile ai genitori di dargli ottima edu- 
cazione. Ancor giovanetto fu mandato nel seminario 
di Matera^ che in quell' epoca eminentemente fioriva 
per lo zelo e le cure speciali, che nc prendeva il 



139 
dottissimo scienziato ed ellenista Giovanni Spena di 
Fratta Maggiore, che n'era rettore, e maestro al 
tempo stesso. Istruitosi assai bene nelle lingue lati- 
na, e greca, fu inviato in Napoli , ove si perfezion5 
negli antichi idiomi , ed apprese le scienze. Tra 
i maestri, che ebbe qui vi fu lacopo Martorelli per 
la lingua greca, Antonio Genovesi pel corso filo- 
sofico , e Giuseppe Pasquale Cirillo per la giuris- 
prudenza. Egli si addisse all' esercizio del foro , 
ove si distinse pel suo sapere , e per la sua ot- 
tima morale , ed abbenchfe gli fosse stata offerta 
la carica di regio uditore in provincia, la ricuso. 
Essendo istruitissimo nella legge , e nelle lingue 
dotte voile darne un saggio con pubblicare una 
dissertazione nel 1765 , con questo titolo : Dis- 
sertatio in qua lex XII^ seu Zenonis Imperaloris 
constitutio quae extat titulo codicis de aedijiciis pri- 
vatis e graeco in latinum sermonem convertitur^ vera 
cjusdem legis sententia explicatur , pluresque loci 
emendantur^ notisque illustrantur. Accedit etiam ah 
eodem auctore novellarum graecarum constilutionum 
CLXVI, CLXVII, et CLXFIII latina interpreta- 
iio hactenus desiderata. Somma perizia di erudi- 
zione , e di dritto mostra il Federici in questa 
dissertazione, e tanto nel tradurre, che neU'emen- 
dare con fondato ragionamento e molta sagacita si 
allontana spesso da cio chfe opinarono precedente- 
mentc il Cuiacio, ed altri illustri interpreti della 
legge medesima. Era egli occupato a tradurre tutte 
le Novelle greche delP imp. Giustiniano seguendo 
lo stesso metodo serbato nella surriferita disserta- 
zione 5 opera , che gli avrebbe senza dubbio re- 
cata molta gloria , ma essendo stato nel 1787 , 
eletto per uno de'XV soci Ercolanesi abbandono 
siffatto lavoro , e nella nostra accademia fa uno 



uo • 

de' quatiro addetti alia interpretazione , ed illu- 
strazione de' papiri. 

Essendo andato a rovina il ricco patrimonio dei 
8Uoi maggiori , meno in disagio gli uliimi anoi di 
Tita. Pertanio doq abbandond giamiBai i suoi stu- 
di favoriti , yedendosi quasi ogni giorno passare 
le ore intere Delia regia biblioteca applicato alia 
lettura di antichi scrittori. Verso il 1813 termind 
egU in questa capitale i suoi giorni. 

FiNATi - Gio: Battista sorti i suoi natali il 20 
aprile 1 79Q in Napoli , e i di lui geuitori furono 
Biagio, e Maria Antonia Negri. Ebbe, tra gli al- 
tri, per precettori nella sua gioventu Angelo Mai 
ch'era maestro di belle lettere nelle scuole gesui- 
tiche iu questa Capitale nel 1805, ed ora degnis- 
simo cardinale in Roma , e monsignor Angelo An- 
tonio Scotti. 

Nel 1804 fu impiegato nel real museo Borbo- 
nico , del quale divenne poi • controloro generate 
nel 1814^ Nel 1815venne destinato vice-direttore 
deir amministrazione de' beni e rendite riservate a 
S. M. Nel 1818 poi fu nominato ispettor gene* 
rale dello stesso real museo , nel 1824 fu eletto 
direttore della real tipografia , e quindi cavaliere 
dell'ordine di Francesco I. Nel 1822 fu scelto per 
socio onorario della reale accademia di belle arti, 
nel 1827 socio corrispondente delV accademia Er- 
colanese, e nello stesso anno segretario e compos 
cente della commessione di antichita e di belle arti. 

Nel 1833 fu eletto socio ordinario della stessa 
accademia Ercolanese. 

I libri da lui pubblicati sono : 

4. II real museo Borbonico descritio^ 5 volumi 51- 
nora editi in Napoli dal 1817 a! 1822, ed altci 
5 inediti^ 



14< 

2. Dugento spiegazioni di monumenti dello stesso 
real museo stampate nelia edizione in 4.° denomi- 
nata real museo Borbonico. 

Sono tuttora presso dello stesso inedite 4 Me- 
moria suW orwine delle Muse letla nella societa 5e- 
bezia^ ora riunita alia FontaniaDa. 2 Memoria sui 
vast Jiitili Egizi^ letta neiraccademia di belle arti. 
3 Memoria sulle Bacchiche rappresenlazioni espres^ 
se ne' monumenti sepolcrali , lelta egualmente nel- 
r accademia di belle arti. 

Galiani - Ferdinando il 2 dicembre del 1728 
nacque in Chieti , ove suo padre Matteo era re- 
gie uditore , la madre fu Anna Maria Ciaburri. 
Egli cess6 di vivere in Napoli a 30 ottobre del 1787. 

Di questo nostro politico , filosofo, e filologo 
ha scritto la vita Luigi Diodati , che fu pubbli- 
cata in Napoli nel 1788, e vari altri si esteri , 
che nazionali banno date alle stampe diverse no-* 
tizie biografiche, che lo riguardano. Specialmente 
il diligentissimo marchese di Villarosa ne' rilratii 
poelici accuratamente s' intrattiene intorno alia vi- 
ta, ed agli scritti del medesimo. lo qui diro po- 
che cose nuove che sono a mia notizia , o aggiun- 
ger5 altre particolarita di qualche interesse alle 
gia pubblicate. 

Nel 1784 essendo stato egli nominato assessore 
di economia nella sopraintendenza del teatro del 
Fondo delta sepamzione , ove si ha special cura 
di alcune rendite del patrimonio militare , imme- 
diatamente propose al re un opera assai utile al 
patrimonio anzidetto ed alio stato, cioe la riedi- 
ficazione dell' antico porto di Baia , la riapertura 
e lo sgombramento del porto di M iseno rinchiuso 
ora quasi in un lago denominato mare morto , porto 



442 

che dagli aoticbi romani riguardavasi , come il piii 
importante in tutto il mediterraneo ; ed il disec- 
camento di molte acque stagoanti nelle vicine con- 
trade tanio amene una volta, e cosi celebrate da 
Esiodo , Omero, e Virgilio , ed ora rendute quasi 
pestifere, ed inabiiabili. Frogetto cosi vantaggioso 
per r agricoltura , per lo commercio , per lo mi- 
glioramento dell' aria, e per gli studi archeologici 
fu immediatamente approvato , e ne fu commessa 
la esecuzione alio stesso Galiani, che sicuramente 
avrebbe portata a fine, ma la sua cagionevole sa- 
lute prima , e quindi la morte fece svanire ogni 
proseguimento. Intanto ei, che in ogni sua opera- 
zione non lasciava mai di mira V utile della sua pa- 
dria, e il progresso dello scibile, si determino di 
Tolere scrivere suUe antichita di quei luoghi cele- 
bri , e su quei monumenti che si sarebbero disep- 
pelliti , per renderli sempre piii illustri. 

Infatti comincio a distendere queste illustrazio- 
ni 5 che poi non furono pubblicate , e nel farsi gli 
scavamenti nelle menzionate regioni procuro di riu- 
nire tutti gli antichi monumenti , e specialmente 
i marmi scritti, di cui ne fece un piccol museo. 

In effetti dopo la di lui morte si rinvennero in 
sua casa diciotto lapide tra inscrizioni intere , e. 
firammenti , un basso-rilievo di marmo antico , e 
due cimieri antichi di ferro rotti , quali oggetti si 
, erano disotterrati nelle vicinanze di Cuma , di Mi- 
seno , e di Baia , e quindi passarono nel museo 
regale. 

Nella stessa sua casa , oltre una scelta biblio- 
teca specialmente di classici greci , e latini di ot- 
time edizioni , furono rinvenuti i seguenti oggetti. 

Un Onice col fondo color celeste antica in cui 



143 
era scolpita un Agrippina di eccellente scoltnra. 

Una corniola antica rappresentanie Gesare con 
UD oyato girato di brillantini. 

Un busto di marmo antico di color diaspro rap- 
presentanie una schiava. 

Un medagliere composto di monete imperiali di 
ogni grandezza , di monete familiari , di monete 
urbiche del regno di NapoH , ed una pregevole 
serie di medaglie rappresentanti sovrani del nostro 
reame in ogni metallo. Questo medagliere fu va- 
lutato ducaii 6000. 

Altra raccolta di medaglie rappresentanti sovra- 
ni di Europa , ed uomini illustri in oro , ed in 
argento si ritrovd nella casa medesima, 

Tutii gl' indicati oggetti furono venduii dagU 
eredi, ed una parte di essi fu acquistata dal ca- 
valiere Hamilton allora ministro d' Inghilterra pres- 
so la corte di Napoli. 

Per le opere poi edite, ed inedite del Galiani 
tenendo presente il catalogo pubblicatone dal Dio- 
dati diro qualche cosa omessa dalui, che riguar- 
da le medesime, e ne indichero qualche altra che 
gli fu ignota, o ch'6 stata pubblicata per le stam- 
po dopo il 1788. • 

Del dialctto Napoletano. Napoli 1779. in 8. 

Gontro questo libro del Galiani ripieno di eru- 
dizione, e di patrie notizie, ma un poco troppo 
amarulento quando parla del governo vice-regnale 
di Napoli dal 1502 al 1734 scrisse un acre, vi- 
brata , e lunga lettera M ichele Sarcone medico , e 
segretario di poi della reale accademia delle Scien- 
ze , e B. L. di Napoli , che porta per titolo : 
Lettera terza. Atnmonizione caritativa aWautore del 
libro intitolato del Dialctto Napoletano; altra san- 
guinolenta satira fu scritta da Luigi Serio contra 



U4 

questo libro del Galiani , che porta per titolo: Lo 

Vernacphio resposta a lo DialcUo Napolciano. 

Delia perfctia conservazione del grano. Napoli 
1754 in 4. 

Dice il Diodali , che selbene V invenzione e i 
materiali fossero di Barlolommeo Inlicri^ V opera non 
dimeno fu scritta dal Galiani. Ma lutto cid viene 
scaentito dallo stesso Galiani in una letlera da lui 
scritta da Napoli il di \ 3 dicembre \ 770 a madama 
d' Epinay , oy' egli dice , che T opera anzidetta h 
tutta di suo conio ^ V. correspondance inedile de 
Vahbe Ferdinand Galiani. A Paris i818 torn. 1 
pag. 212 ). 

Opuscoli del Galiani stampati prima della sua 
morte , ed omessi dal Diodati. 

Dialogue sur les Femmes. Naples 4778 in 8.°. 
Fu riprodotto a Parigi nell' opera intitolata Opuscu- 
les philosophiques et litteraires , la plupart posthumes 
ou inedits 4796 in 8.**, e nelle Tablettes d'un cu- 
rieux 4789 2.° vol. in 12. Nella corrispondenza 
dello stesso Galiani stampata in Parigi nel 1818 
gia citata s' h di nuovo pubblicato il cennato Dialo- 
go su le donne. Lo stesso dialogo h stato tradotto 
in italiano e dato alia luce in Napoli nel 1825. 

Picciolo componimento rcsponsivo composlo da 
D. Onofrio Galeota sollo il titolo di educazione me- 
dicinale per raffrenare^ e guarire le temerarie lin- 
gue. 30 giugno 4780. 

Nuovo almanacco napoletano per V anno bisestile 
4784 del dottor Alabaffdi Palermo. Cremona 4784. 

Pel sali che sono sparsi ne'due anzidetti opu- 
scoli satirici sembra , che sienb stati scritti dal 
Galiani , o almeno , che y\ abbia avuta parte , 
giaccb^ egli era solito ci6 fare sotto altri nomi y 
e specialmente improntando quelle del Galeota. 



145 

Pdclii mesi dopo k saa morte , e ptopriamente 
Hel 1 788 si pubblicd in NapoU 1' Orazione da lui 
recitala nel capo dclV anno '1759 in occasione di 
iirare a ^orte i cicisbei , e le cicisbee. Questa 
orazione e stata ristampaia nel 1825 aochein Na- 
poli , ove nello stesso anno si sono riprodoiti i 
seguenti opuscoli del medesimo autore : 

y% La spavenlosissima descrizione etc* 

2. La roiccolta per lunnaccone. 

3> Storia universale o sia innice astrologico* 

4. Delle hdi di papa Benedetto XIV. 

S* Socrate immaginario. 

In Parigi poi si sono pubblicate varie raccolte 
di lettere del Galiani scritte a' diversi francesi , 
ma quella, che fu stampata nel 1818 secondo I'au- 
tografo dello stesso Galiani , ha il titolo : corrc" 
spondence inedite de Vabbe Ferdinand Galiani con-- 
seiUer du roi de Naples avec madame d!Epinay , 
le baron d'Holbach^ le baron de Grimm ^ et autres 
personnages celebres du XVIII siecle. Edition im^ 
primie sur le manuscrit autographe de tauteur. A 
Paris 48i8 2 vol. in 8.^ 

In M ilano poi ^ ed in ^Itri paesi d' Italia , e 
oltramontani sono state ib varie epoche ristampate 
diverse opere del medesimo • 

Riguardo a ms. inediti , oltre quelli enunciati 
dal Diodati , nella real biblioteca fiorboniea tra 
ms. venduti dall' eraditissimo mio amico fu Vin^ 
cenzo Meola ve n' esiste uno sotto il num. XXII 
in 8.^ grande, che contiene una dissertazione au- 
tografa del Galiani di carte 21 con una selva di 
passi di antichi scrittori. La dissertazione e scritta 
in italiano da leggersi in qualche adunanza lette* 
raria , ov' ei si propone di parlare del monte di 
Posilipo , indi della Gaiola, in cui il coUe ra in*- 

10 



U6 

sensibilmenie a terminare nel mare, di poi de'fab- 
bricati , che l' ornarono , del LucuUano , e final- 
mente del sepolcro di Virgilio. II gran Mazzocchi 
( de cathedr, eccL semper unica p. 200 ) scrive 
con molto elogio di quest' opuscoletto giovanile 
del Galiani ^ denominandolo ingenio^ et erudiiione 
supra aetaiem clarissimum. 

Presso di me se ne conserva un'altro intitolato: 
Difesa per to signore D. Andrea abate Bottiglieri - 
commessario il sig. D. Gaelano Castroniediano - at- 
titante il barone Quaranta, In Qne trovasi scritto: 
abate Galiani avvocato nascoslo. IE* questa una ora« 
zioncina simile presso a poco a quella de' Cici- 
sbei 9 e Cicisbee dello stesso autore, e galantemente 
non meno cb' eruditamente in essa si scrive di quel- 
lo, che in questa citta nelle brillanti conversazioni 
si dice tener lit torcia. 

In una lettera latina scritta nel 4772 dal cele- 
bre Ignarra di risposta al nostro Galiani lo rin- 
grazia per lo erudito comento sopra alcune monete 
del Pellerin dallo stesso rimessogli. Termina la 
lettera con dirgli di aver attentamente letto il co- 
mento medesimo ^ e gli fa questa lode : tuamque 
eruditionem cum acri judicio conjunctam demiratus 
sum ( opusc. Ignarrae p. 284 )* 

In tutte le opere del nostro accademico, e par-^ 
ticolarmente ne- suoi opuscoli si ammira sempre un 
pensar nuovo , ed ingegnoso ^ ed un sale attico , e 
firizzante accompagnato da uno stile piacevole , e 
lepido: quindi appositamente il Gampolongo ( cit. 
op. p. 1 43 ) ebbe a dir di lui : moribus^ Utteris^ 
ministerio Parthenopeis , Italis ^ Gallis amabilis ^ 
admirabilis ^ venerabilis* 

Galiani-Berardo fratello maggiore di Ferdinan- 
do sorti i suoi tiatali in Teramo a 19 dicembre 



U7 
del 1 724 ; ove il padre era uditore in quella regia 
udienza. Or nel 1731 traslocato il di lui genitore 
in Trani colla stessa qualita , presso quello stesso 
tempo il fratello Gelestino arcivescoyo di Taranto ert 
stato promosso al posto di cappellan maggiore in 
Napoli , il quale passando per quella eittk di Trani 
voile condurre seco nella capitale il giovanetto Be- 
rardo. Intanto Ferdinando di eta piii tenera rimase 
cola 9 ma glunto appena agli anni otto fece anche 
passaggio in questa metropoli nella casa dello zio 
Gelestino, e quivi entrambi furono educati. La ca- 
rica di cappellan maggiore riuniva allora quella di 
prefetto della regia universita degli studi , quindi 
neir abitazione di monsignor Galiani si adunavano 
i piu insigni scienziati , che furono di guida ai 
giovani fratelli nella carriera letteraria. Gio. Bat- 
tista Vico , Alessio Simmaco Mazzocchi, Niccola 
Gapasso , Marcello Gusano , Agostino Ariani , e 
Francesco Serao erano frequentemente di tal com* 
pagnia , de' quali i primi due diressero i Galiani 
nello studio delle lingue dotte, e dell' eloquenza, 
il Gapasso nella poesia, il Gusano loro insegndil 
dritto , r Ariani le matematiche , ed il Serao le 
scienze fisiche. 

Erano essi fratelli ancor di fresca eta, quando 
monsignor Galiani nel 1 740 dove portarsi in Ro- 
ma , per ultimare la stipula del concordato tra 
quella corte, ed il re delle due Sicilie, e perci6, per 
non lasciarli soli in casa, pens5 di rimanerli nel 
monastero di S. Pietro a Maiella de'PP. Gelestini 
durante la di lui assenza, e quivi essi altra istm^ 
zione riceverono nelle scienze dal dotto P. Gin^' 
seppe Orlandi di poi vescovo ,di Giovenazzo , e 
dal famoso P. Appiano Bonafede. 

Matteo Galiani loro padre dopo di essersi fina- 



148 

lizzato il concordato tra la corte di Napoli , e 
quella di Roma , fu da caporuota della regia ndien- 
za di Salerno nel 27 maggio del 1 741 eletto giu- 
dice della gran corte della Vicaria , quindi a poco 
ebbe gli onori di regio consigliere , e finalmente 
termino di Tiyere in questa capitate nel 7 mar- 
zo 17A8. 

Prima pero che il genitore fosse richiamato in 
Napoli, Berardo s'incammino fin dal 1737 per lo 
stato chiesastico, e nel 24 dicembre dello stesso 
anno, essendo stato iniziato negli ordini minori, gli 
fu in seguito conferito il beneficio di S. Catterina de 
Celanis con breve pontificio del di 17 marzo 1738. 
Ma a tutt' altro ei Tedeasi inclinato ; quindi nel 
1745 rinuncid il beneficio in favore di Ferdinando 
8U0 fratello , depose 1' abito .clericale , e prese la 
laurea dottorale in legge. Mettendo intanto da parte 
gli studi teologici , per un suo genio particolare co^ 
mincid a coltivare specialmente le belle arti , e con 
predilezione 1' architettura , non trascurando pero 
d'istruirsi sempre piii in tutte le scienze, e neirame- 
na letteratura. Quindi , essendo gia renduto illustre 
il suo nome, gli fu concesso nel 1754 il titolo di 
marchess , e nel 1 3 aprile dell' anno seguente fu 
ascritto all' accademia di S. Luca di Koma , co- 
me socio di merito. Nel 22 aprile del 1758 fu eletto 
accademico ercolanese con sommo accorgimento , 
mentre do vendos' illustrare degli antichi edifici di- 
sotterrati, e da disotterrarsi faceva d'uopo di un 
esimio conoscitore dell' architettura. Nello stesso 
anno pose a stampa la traduzione di Titruvio , 
che per la sua eleganza gli meritd I'onore di es- 
aere nominato ancl\^ accademico della Crusca nel 
22 settembre del 1759. 

II marehese Tanucci essendo passato ad occu- 



149 
pare il posto di segretario di stato di grazia , e 
giustizia , propose al re il nostro Berardo per nf* 
fizial maggiore di quella segreteria , qual nominft 
fu approvata il di 1 6 gennaio 1 762 , ed in quella 
carica per molti anni ser?! con iDtelligenza , e 
disinteresse. Finalmente nel 1770 il re Ferdinando 
Yolendo fondare un coUegio nauiico in Sorrento 
nella casa, che prima si occupaya da'PP. Gesuiti 
ehiamata Cocpmella (30) , yi destind per direttore 
il marchese Galiani , il quale , coltiTando sempre 
i suoi studi prediletti , yi mend il resto de'giorni 
suoi , <loye finalmente eolpito da tocco apopletico 
rendette lo spirito nel di 11 marzo del 1774. 

Le opere da lui pubblicate sono : 

4. V architettura di Marco Vitruvio Pollione tra- 
dotttty e comentata con 25 rami^ e col testo latino 
a fronte. In Napoli 4758 in f. m. presso de Si- 
mone. Quesia e tuttora la edizione piii ingegnosa, 
pill corretta, e piii ricercata da coloro, che ama- 
no istruirsi in siffatta diiScilissima professione. II 
rinomato conte Cicognara ( catalogo ragion. deUi- 
bri d' arte torn. 1 p. 4S7 ) scriyendo di tal tra- 
duzione dice : Questa edizione si tiene in pregio^ 
e si preferisce alia maggior parte delVedizioni con 
comenti. Simope Stratico assai benemerito delle 
opere yitruyiane nella elegantissima edizione, die 
ba fatto di questo autore in Udine nel 4825, in 
7 yolumi in f. parlando nel yol. 1 part. 1 pag. 3 
del Vitruyio pubblicato dal nostro accademico, ne 
scriye cosi: Italia arlibus , et scientiis nulli secunda^ 
edilionem accepit sedula Galiani opera concinnatam^ 
quae omnium ferme eruditorum desiderio salisfecii. 
Siquidem texLus pluribus ab eo locis emendatus , ita- 
lica intcrprelatio , quantum res ipsa sinit , nitida 
esty atque perspicuxi; adnotationes praeceptis referlae 



150 

artis professorilms utilissimis ^ adeo ut Milizia^ cen^ 
sor ille acerrimus dixerit^ Galiana editione solis in- 
star exeunte , caeteras omnes protinus evanuisse. 

II marchese di Vacuna Luigi Marini nella sua 
accurata) e splendida edizione in fol. dell' opera del 
Vitruvio in latino , e da lui tradotta in italiano, 
eseguita in Roma nel 1836 pronfonde similmente 
grandi elogi al uostro Galiani. £i nel toI. 1 pa- 
gina LIX9 scrivendo specialmente della traduzione 
YitruYiana del nostro socio , affenna che la mede- 
sima anteriores longe alias Jtalicas superavit tarn 
ob accuratiorem dictionem^ et orthographiam in ilia 
adhibitam , quamt qB sensum Vitruvii menti proxi- 
miorem ab ea relatum. 

II nostro valentissimo ellenista lacopo Marto- 
relli ( de reg. theca calamar. p. 576 J di que- 
sta stessa opera del Galiani dice : Tantam tenebra- 
rum vim in Vitruviana palaestra , expectant uni- 
versi , ut depeUat tandem Berardus Gallianus juve-^ 
nis , praeter qimmquod tot elegantiorum artium cultu 
spectatissimus est , in architectonices disciplina for-- 
tasse nunc primas agit ; is dum omnium nitidissi- 
mam Vitruvii HSoaiif doctis sane adnotationibus , 
et perpetuo interpretamento honestat , et scriptorem 
ante hac aHony^Dro&Toy multa luce spargit. II cele- 
bre Saverio Mattei ^ per saturam exercit. p. 49 ) 
pe scrive in questo modo : in architectonic a arte 
non minus ^ ac bonis litteris versatissimus Berardus 
Galianus^ cui quantum litteraria respuhlica debeaty 
ob splendidissimam Vitruvii editionem^ sat omnibus 
natum est. Vincenzo Ariani in fine ( cit. op. p. 74 J 
in questi sensi parla del medesimo : Berardus mai^ 
chio ^ vir ingenio ad omnia versatili clarusj ob Fi- 
truvianam versionem reipublicae litterariae acceptis^ 
simuB vivit» 



151 

2. Considerazioni sopra la letttra delVahaie fVin- 
ckelmann. E questa una breve, ma sugosa rispo- 
sta anonima stampata dal marchese Galiani senza 
data di tempo diretta ad esso abate per la lettera 
da questo pubblicata sopra le scoverte di Ercola^ 
no. II Galiani con uno stile soverchiamente fri^^ 
zante fa ossenrare , che il Winckelmann a torto 
censurd la maniera adoperata nello scavamento di 
Ercolano , e per imperizia di lingua criticd le in- 
scrizioni latine scritte dal Mazzocchi , e situate 
in pill luogbi del regal museo di Portici (31), di 
quel Mazzoccbi , che compose siffatte epigrafi nella 
grave eta di anni ottantadue , e che fissata avea 
la sua riputazione nella intera Europa da non po- 
ter essere scossa , di quel Mazzocchi , cui pud 
bene adattarsi ci6 chb scrisse Macrobio parlando 
di Virgilio : haec est Maronis gloria , ut nullius 
laudibus crescat , nullius vltuperatione minuatur ( sa- 
turn. lib. i cap. 24 ). 

3. Lettera scritta dal Galiani ad un amico im- 
pegnandolo alia esecuzione di un pubblieo monu- 
mento da ergersi al marchese Niccolo Fraggianni 
in Barletta patria del medesimo , quale lettera tro- 
vasi pubblicata nella raccolta de^ componimenti dati 
alia luce in questa capitate nel 1763 per onorare 
la memoria del defunto Fraggianni* iTale lettera , 
oltre il progetto del monumento da innalzarsi , 
continue quattro inscrizioni latine composte dallo 
stesso Galiani , che fregiar ne doveano i quattro 
lati, e dalle medesime si ricava, che Vautore era 
benanche scrittor latino elegante , ed istruito nell<l 
stile epigrafico. 



152 

Opere mediie^ 

1» Ei scrisse im libro sul bello ^ di cni |^arfa 
con molta lode il Yalentissimo poeta , ed or atore 
Luigi Serio ( rime part. j2 p. 26 ) , ma Ijueslo 
rimase inedito. 

2. Corso di lezioni di arekitettura* 

3^ Disserlazione sulla musica. 

4. Da una lettera autografa di esso GaKani 
del 18 noyeoibre 1767 iDdivitta a Francesco Da- 
niele , che da me si conserva , rilevo ch' egU avea 
dettato de^ notamenti J e aggiunte al Tocabolario del 
Baldinucci, che tratta dell' arte del disegoo, col- 
r idea forse di pubblicarle , ma queste anche ri- 
masero manuscritte. 

Con singolare elogio 1' insigne Appiano fiona- 
{iede nella vita di Celestino Galiani parla de' due 
di lui nipoti dicendo : Haeredes scripsit ex asse^ 
Jintris jilios duos : qui se tatnen plus amant in pa- 
trui institutione et gloria , quibus et docti sunt^ et 
clari^ quam in ipsa haereditate ( pag. 33 e 34 )^ 
II professore svedese Bioernstaehl piii volte ram- 
mentato ( eit. op. torn. J2 p. 156^ assicura, che 
il marchese Galiani era un groflti poeta , ma in ye- 
ritk niun componimento poetieo di lui e riuscita 
a me di leggere. Michele Sarcone insigne medico ^ 
e filosofo fa benanche onoratissima menzione del 
nostro accademico ( istar. ragion. de^mcdi osservali 
in Napoli nel i764 pag, 55 ). 

In fine il Campolongo ( cit. op. p.^ 11 ) con- 
sagra alia memoria del nostra Berardo questa epirx 
grafe*: 



153 

ARCniTECTONES ^ OMNBS 

QVI • QVI • ESTIS 

HAG • COUMEANTES 

HEIG . QYIESCENTI 

ANTESIGNANO • VESTRO 

EGREGIO . INCOMPARABILI 

MARCHIONI . BERARBO . GALIANO 

HAVE . DICEBE . ME . DEDIGMEMINI 

Gargiulli - Onofrio Tide la luce del giorno in 
Sorrento nel dl 22 novembre del 1748 , ove ap- 
prese i primi rudimenti della lingua italiana , e la- 
tina , e nell' elk di anni 1 6 fece passaggio in questa 
capitale , per istruirsi nelle lingue dotte , e nelle 
scienze. Infatti egli profittd inoliissimo specialmente 
nella lingua greca , ed ancor giovane fu spedito in 
Salerno per insegnaria in quelle regie scuole. Ri- 
chiamato in Napoli nel 1 806, fu prescelto per pro- 
fessore della stessa lingua nella regia universitk , 
e nel medesimo anno fu destinato scrittore della 
regal biblioteca addetto specialmente ai ms. greci , 
incarico, che volontariamente lascio nel 1809. Fi- 
nalmente nel 1807 fu nominato socio della nuova 
accademia allora istituita. £i termino i suoi giorni 
nel dl 4 marzo del 1815. 

Le opere date alle stampe dal Gargiulli sono: 

*/. / canti militari di Tirleo tradotti in versi ita- 
liani col testo greco a fronte , unendovi in fine 
una traduzione di un inno greco suUa pace di Bac- 
ehilide di Cea. Napoli 1794. 

2m Foema su V Etna traduzione in sesta rima 
di C. Cornelio Severo. Napoli 4795. Seneca nella 
sua lettera 79 a Lucilio parla di questo poema la- 
tino scriito da C. Cornelio Severo , che fu elegan- 
te poeta latino , cui Ovidio dirige una sua elegia ^ 



154 

ex Ponto ( lib. IV ). £i descrisse benancbe cod 
altro componimento \ infelice morte 4i Cicerone. 
Un bel frammento di questo secoado compoDimento 
yien riportato nel 2 vol. della raccolta di tutt' i 
poeti anticbi latini pubblicata in Londranel 1721 
pag. 1528. II GargiulU colia sua traduzione ba 
reso cbiaro , e piacevple il poema di Severo , men- 
tre ragionevolmente I'originale, percbfe non termi- 
nato dalVautore, aiccome ne assicura Pietro Cri- 
nitQ nella di lui vita, si reputa oscuro da taluni. 
$. Caterina in Tauride. 

4. Frammento di Polibio ndla Pirsia de^li anii- 
chi iradotto ^ ed illustrato. Napoli 1803. 

5. Lettera al cavaliere Fran. M. Avellino so- 
pra una staiuetta di marmo^ rappresentante Cupi- 
dp , irovata in Sorrento. 

6. La Cassandra pq^tna di Licofrone Calcidese 
tradotto in versi itaUani , ed illustraio con note. 
Napoli iSiZ. E questo un bel lavoro del nostro 
accademico, il quale ha renduto di comune intel- 
ligenza tal difficile ed oscuro poema adornandolo 
di emditissime note. 

7. Le Sirene poemetto. Napoli i8i4, 

S. Nel vol. 1 delle memorie dell' accademia no- 
stra v' b inserito un di lui opuscolo con questo 
titolo: Denominazioni greche antichissime di molti 
luoghiy che posti sono tra il jvume Samo ^ ed il pro- 
montorio Ateneo , conservate presso il volgo rfe' n- 
spettivi paesi , e spiegazioni delle medesime. Nella 
prefazione di quest' opuscolo promise altra disser- 
tazione su gli anticbi abitatori di queste nostre 
region! , ma preyeniito dalla morte non pote adem- 
pire la promessa. 

Pietro Napoli-Signorelli ( cit. op. torn. 7 pa- 
l^na 218 ) accerta, che il nostro accademico avea 



155 
compostQ un altro poemetto in versi sciolti inti- 
tolato : La Normandeide , che nou pabblico. 

Oltre i gia indicati libri , ed i lavori accade- 
mici , altri opascoletti in fogli volanti egli com- 
pose 9 e pubblicd , ed in tatte le sue produzioni 
non si pu6 negare al Garginlli una profonda co- 
goizione della lingua , e degli scrittori greci , ed 
una grande facilita nel poetare italiano. 

Gervasio - Agostino ebbe i suoi natali in S. Se- 
vero di Gapitanata il di 1 9 giugoo 1 784 dal dottor 
fisico Antonio, e Gaetana Patavino, Fece i primi 
studi in patria sotto la direzione del padre , uomo 
molto stimato per le sue cognizioni letterarie , e 
pel suo Yalore nella professione medica. Compi poi 
il corso delle lettef'e latine e greche nel seminario 
Urbano di Napoli , ove ebbe a maestri , tra gli 
altri , Niccola Giampitti , Donato Gigli , e Bar- 
tolommeo Pessetti. Negli studi legali fu istruito 
da Niccola Valletta , che onoro il Gervasio di sua 
particolare affezione ; e per quei di antichita va 
debitore degli aiuti, e de'consigli ricevuti da Fran- 
cesco Daniele , come per gli studi di storia let- 
teraria da Giovanni Andres < 

Egli nel 1 aprile del 1809 fu nominato sem« 
plice uffiziale nella scgreteria di stato , e ministe- 
ro dell' Interno : ora trovasi impiegato nello stesso 
ministero col grado di uffiziale di carico. 

In settembre del 1827 fu il medesimo ascritto 
tra' soci corrispondenti della nostra accademia , e 
nel 7 agosto 1734 fu eletto socio ordinario. 

Del Gervasio sono a stampa : 

i . Notizia di un ritratlo di Gio: Gioviano Poniano. 
Fu scritta per 1' accademia Pontaniana , che \ in- 
seri a pag. LXXVII della storia de' suoi lavori 
nel volume III degli atti. Napoli i8i9. 



156 

2. Sopra una iscrizione stpontina ossemazioni. 
Napoli i837. 

S. Osservazioni storico-^riliche sopra una iscri- 
zione Puteolana. Furono lette nelF accademia Er- 
colaoese , e formerauoo parte del 3 Tolume degli 
atti delia medesima. 

4. Nella ristampa del Vocabolario Greco-Italia" 
no J ed ItalianO'Greco di Francesco FontaDelia ve- 
neziaoo , eseguita in Napoli nel 1825 in 8/, le 
giunte e le correzioni sono opera del Gervasio. 

5. Neir accademia Pontaniana, ove il Gervasio 
h ascritto fin dal 1 809 , ha lette, e sono state ap- 
provate per essere inserite negli atti le seguenti 
memorie. 

6. Delia vita , e. degli scrilti di Camillo Porzio 
storico napoliiano. Ragionamento. Questo precede 
r istoria d' Italia delF anno i547^ e la descrizionc 
del regno di Napoli del Porzio pubblicate per la 
prima volta dalP anzidetta accademia nel 1839. 

7. Sopra due iscrizioni Messinesi^ Vuna latina^ 
e V altra greca , osservazioni. 

Tiene poi inediti i seguenti lavori 

Vita di Scipione Capece cavaliere napolitano , 
jilosofo , e poeta. 

Delia vita^ e degli scritii di Antonio Epicuro poeta 
napolitano. 

Sono piu anni che sta lavorando sopra una Rac- 
colta di iscrizioni greche napolitane^ tratte dai li- 
bri editi , e da' marmi medesimi , che ancora esisto- 
no. Per questa opera ha raunati il Gervasio mol- 
tissimi materiali , ed osservazioni , che spera pub- 
blicare per le stampe. 

GiGLi - DoNATO nacque nel Comune di M ugna- 
Bo in provincia di Napoli nel 4 dicembre del 1755: 
il padre chiamavasi Giuseppe , e Catterina Pronober 



157 
la madre. Avendo nel 1763 perduto il geniiore 
entro in quello stesso anno nel seminario Urbano 
di Napoli , ove apprese le scienze sacre , e pro- 
fane sotto i yalentissimi maestri , Salvatore Au- 
la , lacopo Mariorelli , Ignazio della Galce , e 
Giuseppe Simeoii. Divenuto sacerdote continuo a 
stare nel seminario insegnando le belle lettere ia 
diverse scuole per molti anni. Nel 1800 ne usci 
e fu presceito a maestro di eloquenza latina , e di 
lingua greca nel coUegio delie famiglie Caracciolo: 
nel 1806 fu destinato per segreiario del cappel- 
Ian maggiore, e nel 1807 fu nominato socio della 
nuova accademia di storia, ed antichita. In questa 
epoca essendo yicario generale della chiesa di Na- 
poli monsignor Bernardo della Torre, fu il nostro 
Gigli nominato canonico della cattedrale, e poco 
appresso il conte Giuseppe Zurolor ministro del- 
rinterno gli offri la cattcdra di archeologia greca 
nelia regia Universita ; ma egli con esempio non 
ordinario rifiuto queste lucrose , e luminose ono- 
riflcenze , preferendo un ritiro interamente lette- 
rario. 

Non potfe pero rifiutarsi a far da segretario del- 
la commissione della pubblica istruzione, impiego 
che gli Yenne conferito nel 1816 dopo la morte 
di Gaetano d'Ancora, e che occupo per pochi anni. 

Dopo il ritorno del re Ferdinando da Siciiia 
nel 1815 fu il nostro accademico incaricato con 
sovrano comando di vari lavori letterari , ed es- 
sendo riusciti questi di piena soddisfazione di S. M • 
egli ottenne un abbadia , che poi fu cambiata in 
un annua pensione di ducati quattrocento. 

Diverse memorie ha il medesimo lette nella no- 
stra accademia , ma una sola se ne trova stam- 
pata nel 2 yoh degli atti della stessa , intitola- 



158 

ta : osservazioni intorno ad alcuni utenstli da ia-* 
gno rinchiusi in un anello trovaio negli scavi di 
Pompei. Dalla lettara di questo solo opuscoletto, 
cbe riguarda mundum balnearium a suo dire, pud 
rilevarsi la grande dottrina , e la somma erudi- 
zioDe , di cui era fornito. 

Oltre i lavori accademici, diversi cojnponimenti 
ha egli scritti in prosa , ed in yerso in lingua ita- 
liana , latina, e greca , de' quali pochi se ne tro- 
yano stampati in varie raccolte , e che tutti riu- 
niti formerebbero de'yolumi. II suo dire fu nobile, 
e sostenuto cosi nel misurato , che nello sciolto 
sermone, maestoso e leggiadro insieme nell'eroico 
carattere , tenero e dolce nello elegiaco , e nello 
endecasillabo , concettoso nello epigrammatico. 

Sin dal 1 829 , fu Gigli attaccato da leggiero 
colpo di apoplesia , che lo indeboh nelle facolta 
fisiche , ed intellettuali , e rimase sempre nello 
stato medesimo pel corso di anni due , quando 
sorpreso da fieri dolori colici nel di 29 gennaio 
del 1832 maneo dal numero de'yiventi nel Comune 
di Portici, ove avea fissata la sua dimora sin dal 
1 829 per procurare, che le indebolite forze si fos- 
sero rinvigorite. £i fu uomo di grande , e mol- 
tijplice sapere, fu istruitissimo nelle scienze , nelle 
lingue dotte , e in molte lingue viventi , fu vago 
anche della musica , dilettaudosi specialmente di 
suonar V arpa. 

Adorno di gentili maniere , e di costumi irre- 
prensibili fu generalmente riputato in questa me- 
iropoli come un modello di virtu, e di dottrina. 

Monsignor Rosini parco lodatore nel sentire I'av- 
Tenuta di lui morte esclamd : ohl h trapassato V ot- 
iimo Gigli. 

GioiiPANO-GiROLAMO ebbe il aascimento in Lucera 



159 
illustre cittk della Daunia nel di 5 maggio dellTI 5, 
da coDiugi Giuseppe, ed Aoiia Siliceio. Egli avendo 
appreso i primi rudimeoti nella sua patria^ e mo- 
straudo grande acume ^ e Yivacitk d' ingegno fu 
eondotto ben presto nel seminario Urbano di Na- 
poli, OYe s'istrui uelle liugue dotte, facendo quivi 
progressi si rapidi e sublimi nella Ebraica, Greca, 
6 Latina favella, cbe qualunqne scrittore negli an- 
zidetti idiomi a lui si presentaya ^ era tradotto , 
e letto in italiano con eleganza , e somma facilita, 
ritenendo spesso a memoria lunghi squarei degU 
autori medesimi^ 

Accadde , cbe inentre era in seminario fa rac-^ 
comandato all' arciTescoyo di Napoli cardinal Fran- 
cesco Pignatelli tin dotto yiaggiatore Inglese , il 
quale cbiese di vedere la ^iesa, e gli alunni del 
seminario. L^arcivescoyq voile compiacerlo, e tra 
gli altri) gli presento il gioyinetto Giordano, cbe 
in eta assai tenera all' impronto componeya in ebreo, 
in greco , ed in latino , cosa , cbe rec5 grande 
marayiglia all' insigoe yiaggiatore (32)« 

Terminati gli studi delle belle lettere , e delle 
scienze fa ei soUecito ad incamminarsi per la pro- 
fessione legale , ed appena 1' ayea cominciata ne yen- 
ne distolto, giaccbfe nel di 28 febbraio del 1746, 
essendo stato eletto Priore del Consolato di ma- 
re, e di terra istituito nella sua patria, in quel- 
I'anno doyette ivi condursi ; ma poco yi dimoro, 
e rinunciando alia conferitagli carica si trasferi di 
nuoyo nella capitals 

Ritornato qui riprese nel foro la sua professione 
di ayyocato facendoyi una luminosissima figura in 
cause di sommo rilieyo tanto ciyili , cbe criminali, 
ora armgando , ed ora scriyendo , cagionando in 
tutti grandissima marayiglia per |a somma intelli-* 



160 

genza , che mosttaya delle leggi iA antiche ^ che 
nuoTe , e di quasi tutte le scienze. L' esercizio 
per5 di avyocato , ed in cause importanti , non 
distolse il Giordano dal suo studio prediletto di 
amena letteratura. Quindi essendo gia assai nolo 
il di lui sapere in filologia , ed in tutte le Ungue 
dotte fu con applauso universale nel 1755 eletto 
per uno de' XV accademici Ercolanesi. 

Nel 1761 fu promosso alia magistratura provin- 
ciale, e si porto prima in Trani, ed indi in Sa- 
lerno da regio uditore , carica che occupo per cir- 
ca 9 anni , ma per indisposizione di salute ne 
chiese la dimissione, e I'ottenne. Fatto ritorno in 
Napoli ricomparve nel Foro , e furongli benanche 
affidate delle difese rilevantissime da lui disimpe- 
gnate sempre con son^o zelo , e sapere. 

Egli finalmente giunse al termine alia umana con- 
dizione stabilito in questa metropoli nel 5 giugno 
del 1784, lasciando insigne fama del suo sommo 
sapere per essere stato uno de'piu dotti della eta, 
in cui yisse. 

Le allegazioni del Giordano possono conside- 
rarsi , come tante opere legali , giacche sono ri^ 
piene di molta scienza di dritto romano , e pa- 
trio , di dritto pubblico e di somma erudizione. 
Giova registrare cronologicamente quanto da lui 
fu pubblicato per le stampe in difesa de'suoi clien- 
ti , o per suo particolar piacere. 

4, Allegazione in pruova del nobile antichissimo 
dritto , che hanno i magn. Govemanti pro tem- 
pore della citta di Lucera Santa Maria ^ di citarc 
per edictum i di lei cittadini a^senti^ e di privar" 
gli isso fatto de' propri rispettivi terraggi , qualor 
quelli citati non si ripadriaranno trallo spaz'to pre- 
Jisso di sei mesi. Contro le indoverose pretensioni 



161 

protnosse nel S. R. C*. dal magn. D^ Paolo Fiani* 
In questa allegazione non v'6 data di tempo, ma 
Delia pag. 8 sta detto , che il S. R. C. a rela-« 
zioDe del commessario Porcinari nel di 19 giugno 
del 1 739 ordinb , che si fossero munile le parti per 
le prowidenze da darsi da esso S» R^ C. ^ e che 
intanto la regia Udienza avesse soprasseduto dal 
molestai'c i detti govemantif Quindi pud con fon- 
damento supporsi , che la indicata allegazione fos^ 
se scritta verso il 17A0 dal Giordano , ed allo^ 
ra egli era nella eta di anni 25. Basterebbe leg« 
gere questa sola scrittura, per conoscere chiaramen^ 
te la somma dottrina dell'autore in legge, in isto- 
ria generale del regno , e particolarmente di Lu- 
cera, in dritto pubblico, ed in erudizione sacra^ 
e profana. 

J2. Schediasma^ in quo generaliter de Lusitaniis 
rebus Jit sermo , speciatim vero Camalae urbis sO&Sy 
creatio , atque etymologia investigantur excellentis" 
eimo D. Bernardo Tanusio dicatum, Neapoli i752 
in 4.°. Con questa dissertazione ei intraprese ad 
illustrare una guasta inscrizione latina Portoghese^ 
e con grand' erudizione ebrea , greca , e latina la 
comenta , e stabilisce che la distrutta cittk di Ga^ 
mala sia stata 24 miglia distante da Goimbra verso 
la Galizia. 

3* Nel 1753 si scavo in Lucera un antico se- 
polcro: il celebre Raimondo di Sangro principe di 
S. Severo, volendo essere informato delle circostan- 
ze , che accompagnarono tal disotterramento , ne 
scrisse al Giordano , ch' egli chiama uomo erudi-*- 
tissimo , il quale in data del 29 settembre 1753 
gli fece una lunga , e dotta risposta , che fu stam-^ 
pata per intera da esso principe (33)- 

4. Verso il 1758 nel cavarsi i fondamenti della 

11 



162 

chiesa de^ pp. della Missione di S. Vincenzo dt 
Faola in Napoli, fu rinTenuto un epigramma greco 
inciso in marmo , riguardante un fanciuUo chiamato 
Axistone della di cui illustrazione si occuparono 
molti eraditi , e specialmente i valenti grecisti Mar- 
torelli , ed Ignarra , i quali in molte cose non fu- 
rono di accordo. II Giordano yi scrisse anche un 
dotto comento , che merito in preferenza V appro- 
Tazione generate de' dotii , avendo con nuove in- 
dagini meglio interpretato il cennato epigramma. 
II titolo del suo libretto e questo : in Aristonis 
ptieri sepulcrale epigramma commentarius. Dabam 
Neapoli VL Kal. lul. MDCCLIX. 

5. Breve memoria in giustijicazione delle onori- 

ficenze appartenenti aWillustre marchese di Monte- 

scaglioso in tutte le Chiese di quel suo rispettabile 

feudo , e specialmente in quella de^ RR. PP. Cas- 

sinesi. Napoli il dt 7 gennaio i772. 

Contro questa memoria scrisse V altro insigne 
uomo Saverio Mattei awocato de'pp. Cassinesi, e 
pubblico la sua scrittura il di 15 maggio del 1772. 
II Giordano riprodusse 1' allegazione del Mattei 
con le di lui annotazioni , e le pubblico unitamente 
Hel 15 luglio dello stesso anno 1772. 

Gran saper legale, e somma erudizione sacra, e 
profana si raTvisa in entrambe le scritture ; ma 
sembra, che il Giordano in questa disputa abbia 
superato il Mattei. L' insigne duca di Laurino 
Troiano Spinelli avendo esaminate le allegazioni di 
ifuesti due celebri giureconsulti in una lettera da 
lui pubblicata sulle onorificenze dovute ai baroni 
nelie chiese delle loro giwisdizioni sostenne il pa- 
rere manifestato dal Giordano. 

6. Nel 1770 agitavasi nel Foro una rilevante 
quistione tra il duca di Monteleone , ed alcuni 



163 
abiianii de'suoi feudi, nella quale erano impegnati 
per la difesa de'contendenti i primari avTOcati di 
quell' epoea. Accadde , che discutendosi la causa 
nella cosi delta allora regia camera della Somma* 
ria, quel magistrati nel decidere avessero fatta pa- 
rita di TOti« Gid avyenuto, il Giordano comincio 
a difendere il duca red convenuto, opinando ^ che 
la parita fatta era una decisione a favore del suo 
cliente ricavando da diversi antichi scritiori greci 
I'origine del giudizio di Oreste, che la paritk si 
operi nella uguagliaoza perfetta de'voti^ e soste- 
nendo , che il calcolo di Minerva , che si aggiunse 
nel giudizio di Oreste acoloro^che rassolyettero 
per uguagliare i vOti di quelli ^ che lo condanna- 
rono, ha relazione al dritto di grazia della supre- 
ma potesta. Ma immediatamente dopo la pubbli-^ 
cata parita usci per le stampe un allegazione in 
difesa degli attori in data del 6 luglio 1770 fir- 
mata da Saverio Simonetti , e dal marchese An- 
drea Tontolo* Quindi fu obbligato Giordano a ri-^ 
spondere , per sostenere la vera intelligenza della 
legge mter pares sotto il titolo delle pandette de 
re judicata ; e percio pubblico la seguente Disser* 
iazione • • « « nella quale si risponde da passo in 
passo a^principali argomenti contenuti in una alle-* 
gazione data alia luce nel di 6 luglio i770 , ed 
indi si propone la vera intelligenza del calcolo di 
Minerva. Venezia ( Napoli ) 1772* Divulgatasi 
questa dotta dissertazione , nella quale con som- 
mo sapere ei sosteneva 1' opinione di sopra indi- 
cata , e si esaminavano le leggi tutte riguardanti 
la parita de' Toti derivata da purissimi fonti del 
diritto di natura , delle genti , e di questo regno ^ 
videsi stampata altra scrittura anonima , ma ch' era 
del Tontolo , intitolata : Lezione JUosoJica moralo 



164 

iniomo alia prima ottava del canto XX delT Or- 
lando fuHoso di M* Ludovico Ariosto. In questo 
scritto il ToDtolo opioo , che avvenuta la pari- 
ta nel giudizio di Oreste 1' avesse Minerva tolta 
col suo YOio aggiunto in favore dello stesso , e 
che siifatto calcolo di Minerva passato nelle attri- 
bazioni de' sovrani , abbiano questi acquistato il 
dritto a dirimere tali pariia. Di piu neila stessa 
Lezione Jilosojica Giordano fu attaccato con parole 
molto pungenti, e fu criticato tanto per le legali 
teorie da lui soslenute , qaanto per le cose eru- 
dite , di cui avea adornata la sua dissertazione. 
II Giordano non rifiutd Tattacco, e rispose al Ton- 
tolo coUa lettera che segue 

7. Lettera in forma di dissertazione addirizzata 
alV avvocato D. Andrea Tontolo ^ nella quale si 
esamina , e si confula da capo a fondo la scriltura 
da lui pubblicata a pro de^ vassalli denunzianti di 
Monleleone sotto la data d^i5 gennaio i772r col 
iitolo : Lezione Jilosojica morale. Venezia ( Napoli ) 
48 febbraio 1772. In questa risposta mostra egli 
Yeramente il suo enciclopedico sapere , e riduce 
Hel nulla tutta la lezione Jilosojica , e tutte le em- 
dizioni greche^ che il ch. lacopo Martorelli avea 
somministrate al Tontolo , e che da questo furono 
iaserite in essa lezione , come sostiene il Giordano. 

Tra i molti eruditi , e i molti avvocati , che 
presero parte in siffatta controversia, vi fu anche 
il celebre Pietro Patrizii , che venne molto ben ri- 
compensato per le sue difese. Quindi il nostro 
poeta Filippo di Martino, volendo descrivere i prin- 
cipali aitori in tal disputa con i lore rispettivi ca- 
ratteri , compose lepidamente il distic6 , che segue: 

ToNTWLVS insanii , Iordanus rumpitur aestu y 

PsTRUS diiescit , MoffTEiMOWE paga. 



165 

Attualmente per le nostre Duove leggi la pariU 

de'voti si scioglie sempre in favore delPaccusato, 

e quindi nel foro simile controversia e terminata. 

8. Nel 1 maggio del 1776 il Giordano pub- 
bRc6 una mcmoria pel monistero delle monache di 
S. Maria di'^ Commendati delta cilth di Maddaloni. 
La lite era col duca di Maddaloni , che sosteneva 
di Tantare un padronato su tal monistero , e la 
difesa scritta dal Giordano h , secondo il suo so- 
iito , ripiena di dottrina , e di erudizione. 

9. Nel 20 agosto del 1776 ei diede alle stam- 
pe una difesa per i cittadini di Scilla reclamanti 
al real Irono contra d^ loro baroni conte di Sino^ 
poli , e principe di Palazzolo suo figUo. Bernardo 
de Ferrante illustre avvocato di quell' epoca pub- 
blico due lettere in data del di 8 e 14 settem- 
bre dello stesso anno 1776 dirette al Giordano 
suir allegazione testfe indicata , alle quali egli diede 
le seguenti 

40. Risposte alle lettere scrittegli dalV avvocato 
D. Bernardo de Ferrante. Colla sua ordinaria mae- 
stria il Giordano sostiene in queste sue difese a 
pro de' cittadini , che gV indicati baroni , per di^ 
Terse inquisizioni contra loro gia compilate , do- 
vevano sospendersi dall'uso, e dall'esercizio della 
giurisdizione , per indi esser giudicati. 

II Giustiniani ( cit. op. tom. 2 p. 109 a 111 ) 
dice , che il nostro accademieo ayesse rimaste ine^ 
dite altre letterarie fatiche , ma non ne indica i ti- 
toU , n^ a me sono note. 

Lo stesso Giustiniani poi , e prima di lui il 

Soria ( cit. op. tom. 1 p. 16 ) scrive, che il 

' Giordano avesse composta una forte critica contro 

r opera del Prodromo del Bayardi , di cui si h 

gia parlato, ma che tal critica per la media^ioae 



166 

del P. Lugo deH'ordine somasco, e per altri suoi 
fini I'autore non diede alle stampe. II Soria pero 
dice, che a lui venne gentilmente comunicala dallo 
stesso autore. Pietro NapoU Signorelli ( regno di 
Ferdinando IF pag. 292 ^ assicura benaoche, che 
il Giordano, trovandosi udilore in Trani nel 4762^ 
fece un discorso inaugurate^ allorchb prese possesso 
della carica di preside in quella r. Udienza il ca- 
valiere Marino Frezza. 

Grassi - Francesco conte di Pianura nel di 8 
dicembre del 1685 ebbe i suoi natali in questa cit- 
ta , e i di lui genitori furono il conte Barto- 
lommeo, ed Anna de Ponte de'duchi di Flumari. 
Egli da giovanetto dopo terminati i studi parti da 
questa capitale, e si addisse al nobile mestiere del- 
le armi nell' esercito Austriaco , nel quale si di- 
stinse in varie guerre di quei tempi. Nel 23 gen- 
n^io del 1723 trovandosi tuttora in Vienna sposo 
Eleonora GoUemberg, e da questo matrimonio ne 
nacque V unico figlio , cui fu imposto il nome di 
Giorgio. 

Avendo fatto ritorno in Napoli . si formo una 
speciosa biblioteca , ed un pregevole museo nu- 
mismatico ricco benanche di altre anticaglie , de- 
dicandosi interamente alia lettura degli autori greci, 
e latini. Or mostrando il medesimo molta intelli- 
genza, e critica sopraf&na nell'archeologia, fu nel 
4755 prescelto per uno de*XV accademici , con 
aver contribuito la sua simbola nella opera sulle 
antichita di Ercolano. Nel suo palazzo baronale di 
Pianura raccolse anche delle inscrizioni antiche in 
marmo , cio che fece credere a Vincenzo Ambro- 
gio Galdi, che il comune di Pianura fosse paese 
di reniota fondazione , il quale percio caduto in 
ioganno diede alle stampe nel 1795 una disscrta- 



167 
zione sulVantichita di Pianura^ opponendosi cod la 
medesima a Gio: Antonio Summonte , che avea 
fondatamente assicurato non aver trovato memoria 
di tal paese nelle vetusle scritture. Ignoraya dun* 
que il Galdi, che i marmi antichi yiaggiano, co« 
me gli uomini , e troyandosene in un Comune qua- 
lunque non sono da tanto da assiourarne essi soli 
UQ^ antichi ta simile a quella de^ marmi stessi. 

II Mazzocchi piii yoke fa menzione del di lui 
insigne museo, e nomina sempre con elogio I'erur 
ditQ suo possessore (34), Se b vero, che laudari 
a laudato viro summa laus est , fanno grandissimo 
onore al Grassi gli encomi a lui fatti dal grail 
Mazzocchi. Delle rare qualita dell' animo , dellsi 
profonda erudizione , e del riccbissimo di lui mu- 
seo fa benanche parola Mattia Zarrillo nelV illn- 
strare la medaglia antiqa dei Caistrani y la quale 
apparte^eya al museo dello stesso conte. U dot- 
tissimo lacopo. Martorelli (^ antiche colonic venut^ 
in Napoli yol. 1 p. 256^ cita anch'egli con lode 
il nostro accademico denominandolo. sayio. cono-* 
scitore di antichi monunxenti. 

£i giunse al termine de' suoi giorni in questa 
metropoli nel 9 ottobre del 1 762 , e di poi del 
suo museo fece acquisto il cayaliere Hamilton al- 
lora ambasciatore d' Inghil terra presso la nostra 
corte , e la grande, e speciosa biblioteca fu com* 
prata da'fratelli Torres negozianti di libri in quel*- 
r epoca. 

Del conte Grassi non. abbiamo per le stampe , 
che una sola lettera da lui diretta al P, D. Gian- 
francesco Baldini della congregazione de' chierici 
regolari somaschi, colla quale illustra una meda- 
glia greca di bronzo di mezzana grandezza rin-' 



168 

Yenuta tra Pozzuoli , e Pianura apparteaente a Cor- 
nelia Supera consorte di EmiliaDO , siccom' egli 
sosiiene. II dotto Zaccaria nel yoI. 5 p. 232 della 
soa storia letter, d^ Italia scnTeiido di quest' opu- 
seolo dice: lo nan saprei bastevolmente lodare que- 
sta giudiziosa lettera , alia ^ quale poche simili se 
fte veggono in tanta eopia di (Essertazioni y e di 
lettere sopra tnedaglie , ed iscrizioni. 

Geego * Gaetano nacque in questa eapitale nel 
24 ottobre del 1767 da Franceseanionio , e da 
Marianna Grandone. Ancor giovanetta entrd nel 
seminario Urbano , ed ivi ebbe per maestri nelU 
belle lettere Niccola Rossi , e Donato Gigli , nel- 
I'eloquenza Niccola Ciampitti, nella poetica Pie* 
tro de Rosa , nella lingua greca Carlo Rosini , e 
Delia ebrea Ignazio Innaeo. U professore Filippo 
Gnidi gli fu precettore nelle matematiche ^ ed il 
canonico Andrea Simeoli nella teologia^ 

Nel 7 febbraio del 1802 fu eletto professore di 
lingua italiana nell' accademia militare della Nun- 
ziatella. Nel 17marzo 1807 fu prescello per uoo 
de' XX accademici , e nel 15 maggio del 1813 
in nominato professore di storia , e di geografia 
Del primo collegio delV accademia di marina. 11 di 
23 agosto 1 820 fu destinato maestro di lingua ita- 
liana, e latina nella real paggeria, e nel 12 feb- 
braio 1824 ebbe I'incarico d'insegnare la lettera- 
tura italiana , e latina nella stessa real paggeria. 

Egli ha dato alle stampe , oltre i lavori acca- 
demici , i seguenti libri : « 

-/. Caroli III Hispaniarum Indiarumquc regis fur 
nebris laiidatio. Neapoli i789> 

2* Istituzioni gramaticati della lingtia italianoi^ 

Napoli i803. 



169 

3. Raccoha di scelte prose italiane corredate di 
* opportune note ad uso delta reale accademia di ma- 
rina. Napoli 1817 e 1848 vol. 2. 

4. Avverdmenti per parlare , e scrivere corretta- 
mente la lingua italiana ad uso deW accademia di 
marina, Napoli 1820 seconda edizione. 

GuALTiERi - Francesco-Sayerio sorti i suoi na- 
tali Id Lucoli paese poco lungi dalla cittk di^ 
Aquila il 22 luglio del 1740 da' coniagi Dome- 
nico , ed Altigera Marrelli , e dopo di aver ap* 
preso i primi rudimenti nella sua patria da Be- 
rardo GolaDtonio, e Niccola Tomei, di anni ua- 
dici fu riceTuto nel coUegio gesuitico aquilano. 
Quivi egli apprese le lingue dotte , e le scienze 
da yalentissimi maestri , e specialmente dal dot- 
tissimo Yito Maria Giovenazzi, di cui fu allieTO 
prediletto, e quiudi Tamico intrinseco fiDchfe vis- 
se. Essendo gia ordinato sacerdote nel 1766 fece 
passaggio in questa capitale , e quindi nel 1776 
si coudusse in Roma , ed in altre citta d' Italia, 
attento ad osseryar tutto , per istruirsi , e perfezio* 
narsi maggiormente negli studi filologici, per i quali 
ebbe sempre una inclinazione particolare. Vi sono 
alcune scienze , che possono apprendersi facilmente 
nel silenzio del proprio gabinetto, ma per alcune 
altre, come per 1' archeologia , giova molto il viag- 
giare osser^ando, e meditando , giacchfe un anno 
di giro per un uomo culto reca piii vantaggio , 
che dieci auni di studio camerale 

Ritornato in Napoli assai piii ricco di cogni- 
zioni specialmente epigrafiche fu prescelto da pri- 
ma nel 1778 socio pensionista della r. accademia 
delle Scienze , e B. L. nella classe riguardante 
Falta antichitk, quindi regio bibliotecario , ed in 
fine nel 1787 per uno de' XV, dell' accademia Er- 
colanese. Ma mentre era tutlo intento a riordinare 



170 

la grande , speciosa , e ricca nostra regal biblio- 
teca , opera ch' esegui nelia massima parte , e men- 
tre interamente applicaTasi all' amena letteratura , 
contribuendo i suoi lavori alle due accademie , cui 
apparteneva, ne fu distolto da altro piii sublime, 
e dignitosQ incarico. 

Fu innalzato a govemare la ohiesa di Aquila , 
e nel giomo 13aprile 1792 ne fu proclamato \e- 
scovo dal pontefice Pio VI, d'pnde venne poi tras- 
latato il 6 aprile del 1818 nella cattedrale di 
Caserta. 

In questa nuova carriera , mentre edempi esat- 
tamente ai doveri episcopali , prese speciale cura 
della educazione letteraria, e morale della gioventii 
raccolta ne' seminarii delle sue diocesi , per dare 
alia cbiesa dotti, e morigerati ministri, ed alia so- 
cieta istruiti , e costumati cittadini, 

Essendosi istituito nel 1829 I'ordine cavallere- 
eco di Francesco I per premiare i personaggi, cbe 
renduti si fossero piu insigni nelle scienze , nelle 
arti, e nelle cariche civili, fu egli decorato della 
^an croce dall' augusto fondatore. 

N^ella grave etk di anni 91 il nostro prelato ter- 
min6 in Gaserta , e precisamente in Falciano la 
sua carriera nel di 15 giugno del 1831. 

Ecco i pochi opuscoli da lui pubblicati : 

1 . Via^gio di AnrUbale per la Toscana descritlo 
da Pier Vettori. Napoli "1780. 

J2. Viti Mariae luvenatii poematum libellus. Nea- 
poli i786^ ove leggesi una elegante prefazione la- 
tina del Gualtieri , il quale in fine del libretto pub- 
blico altri yersi latini di alcuni insigni poeti del 
secolo XVI. 

Ha rimasto inedite 

1 . Un opera sulla iipografia napolitana gia co- 
minciata , ma non finita* 



471 

5. Indice di parole^ e sigh delle iscrizioni pui- 
blicate dal Fabreiti. 

3* Corpo delle iscrizioni. 

Tra ]e cose anche rimaste dal medesimo v'& an 
copioso, ed interessante carteggio di anni 60 circa 
dallo stesso tenuto con i piii iilustri letterati del 
suoi tempi, che pubblicandosi polrebbe essere di 
gran giovamento alia storia di quell' epoca. Ed h 
certamente fuori ogoi dubbio, cbe da siffatti do- 
cumenti si ricavano grandi, ed interessanti Tcrita 
per la storia de' tempi. 

II gran Bacone de augment, scientiar. lib. 11 
cap. 12 dice: Sed majora adhuc praestantur avxi- 
lia ad instruendam civilem prudentiam ab epistoUs^ 
quae a viris magnis de negotiis seriis missae sunt. 
Etenim ex verbis hominum nil sanius-^ aut praestan- 
tius , quam hujusmodi epistolae. Habent enim plus 
nativi sensus , quam orationes , plus etiam maturi-- 
talis J quam colloquia subiia^ 

Da diversi scrittori si h fatta onorata menzione 
del nostro accademico in varie occasioni. Mentr'ei 
era tuttora di fresca eta il dottissimo Vito Maria 
Giovenazzi nella sua dissertazione sulla citta di 
Aveia lo chiama giovane ingegnosissimo ^ e lettera- 
tissimo^ e non meno nelle metajisiche^ ed altre 5U- 
blimi facolta , che nelle lingue dotte versatissimo. 
Ed il rinomatissimo Morcelli nel 3."* de'suoi 5crm. 
lib. 1 , scrivendo al Giovenazzi suUe illustrazioni 
delle inscrizioni misenati scritte dal Gualtieri ne 
parla con somma lode. Ma non fu terminato sif- 
falto lavoro. • 

Monsignor Giovanni Rossi scrittore nella regal 
biblioteca nel 1829 pubblico le nolizie storico-cri- 
tiche spetlanti a Gualtieii da Ocre , ove con molto 
accorgimento diffusamente scrive intorno alle virtii 



472 

morali, e letterarie del nostro prelato. Dopo sua 
morte soienni funerali in di lui memoria furon ce- 
lebrati in Caserta , e nella cittii dell' Aquila ; ed 
una tornata accademica in onore dello stesso fa 
destinata dalla colonia Aternina de'Velati residente 
in Aquila , cui egli apparteneva come socio ono- 
rario, nella quale, tra gli altri componimeati , yi 
fu recitata una elegante Laudazione di Vincenzo 
Daniele pubbiicata per le stampe. Ed oltre a ci6 
uu elogio storico fu con puritk di lingua scritto , 
e dato auche alle stampe in onore del medesimo 
dal cav. Gio: Battista Micheletti , non che un epi- 
cedio latino in verso esametro disteso con elegan- 
za dal nostro amico Raimondo Guarini , che fu in- 
serito nel suo comentario XIII in velerum monu- 
menia pag. 131. 

Guarini - Raimondo nacque in Mirabella il 12 
maggio del 1765 da Angelo, e Rosaria de Sanctis. 
Ne' primi anni ebbe nella sua patria la sola edu- 
eazione morale , ma avendo professato 1' ordine do- 
menicano nella provincia di S. Marco de'Cavvoti, 
ivi gli furon insegnate le liugue dotte, e le scien- 
ze filosofiche. Apprese poi la teologia dal celebre 
p. maestro Filippo Blundo , dal quale , oltre la 
scienza teologica , fece acquisto di altre molte co- 
gnizioni , essendone lo stesso fornito a dovizia. 
Nell'anno 23 di sua eta portossi in Roma, per or- 
dinarsi sacerdote , ove si trattenne un anno. Ri- 
tornato in Napoli termin6 i suoi studi nel coUe- 
gio di S. Tommaso d' Aquino , e quindi fu pre- 
scfelto per insegnare le belle lettere , matematiche 
elementari , filosofia , teologia dommatica , e mo- 
rale ne'seminarii di S. Bartolommeo in Galdo, e 
di Ascoli in Fnglia. In seguito fiss6 la sua dimora 
nel monastero di Piedimonte di Alife , dove per 



173 
anni quattro regold da rettore Y edttcaDdato di quella 
famiglia. 

Dopo rabolizione degli ordini monastici fu chia- 
mato ia Napoli dai conte Giuseppe Zurolo miai- 
stro deir Interno per occupare la cattedra di lia- 
gua greca , e latioa nel collegio medico-cerusico , 
e nel 1821 fu eletto socio ordinario deiraccade- 
mia Ercolanese. 

I libri da lui dati alia luce sono : 

i » Saggi di discorsi panegirici , e morali. No" 

poll i805. 

J2. Alcune nozioni preliminari al diritto di nOr 
tura con un saggio Jilosojico sulla critica delta ca* 
noscenza di Pasquale Galluppi. Napoli i805. 

5. Osservazionisii triumviri monetali. Napoli'18'18* 

4. Analisi^ e costruzione gramaticale. Napoli i830 
ierza edizione. ' 

5. Poemaia varia. Neapoli i82i. 

6. Pamassi lapidarii^ seu prosodiae latinae funr 
damenta. Neapoli i822. 

7. Illustrazione della campagna Taurisana , e di 
alcune nozioni agrarie con una risposta al canonico 
della Vecchia. Napoli 1820 , e 1823. 

8» Illustrazione apologetica del mamio puteola^- 
no. Napoli 1824. 

9. Illustrazione di alcuni monumenti di Pompeu 
Napoli 1824. 

10. Ricerche sulVantica citta di Eclano con s6i 
dissertazioni pubblicate in seguito sullo stesso argo^ 

mento. Napoli 1814, 1815, 1817, 1821, e 1824. 

11. Lithopolemos, seu historiola abortus commeth- 
tariorum in monumenia musei Borbonici. Panor- 
mi 1824. 

12. Dialectieae institutiones. Neapoli 1827*. 



474 

43. Pergamena di Acqtmputida del secolo XIL 
NapoU i829. 

44. Congetture sul soggetto di un intonaco di 
Pompei eon due lettere pubblicate dipoi* NapoU 4828j 
e 4829. 

45. De nexu sdenttarutn^ et artium inter se^ poe- 
nut. Neapoli 4829. 

46. Risposta a D. Fabio del Caffb del Molo. 
NapoU 4829. 

47. Monumenti antichi spiegati. NapoU 4830. 

48. Osservazioni sopra un rotolo Eclanese. Na- 
poU 4830. 

49. In veterum monumenta commentaria nonnuU 
la , che sono al numero di sedici pabblicati ia 
Napoli dai 1820 al 1833. 

20. Se il religioso secolarizzato possa acquista- 
re ^ e disporre delP acquistato fuori did chiostro. 
NapoU 4832. 

24. Risposta alV opuscolo col iitolo di osserva- 
zioni sopra un lihro intitolato : In sacra nonnulla 
Pompeiorum. Napoli 4832. 

22. Alcuni suggelli antichi spiegaii. In Napo^ 

U 4834. 

23. Varii monumenti con critiche osservazioni. 
Napoli 4835. Nella pag. 13 di questa operetta 
egli, tra diverse antiche lapide, illustra una bella 
e lunga inscrizione appartenente a SiWaDO , divi- 
nita pagana, quale inscrizione fu rinvenuta nel 1834 
in Caposele nella proyincia di Principato Giteriore 
alle ralde della montagna di Oppido nella contrada 
denominata Castagneto. 

24. Di alcuni tegoli scritti del museo reale Bor^ 
honico y dissertazione. VeUetri 4837. 

25. Fasti Duumvirali di Pompei. Napoli 4837. 



175 

26. Notizie della vita del fa cav. D. Niccolb 
Zingarelli. Napoli 1837. 

J27. 2?e' consoli voluti municipali. Napoli i837. 

28> Risposta alle osservazioni di Vincenzio de 
Ritis sopra il libro inlitolato: Ancbra della tavola di 
bronzo rinvenuta in Pesto. Napoli i838. 

29. In cippum Osco-Abellanum divinatio. Nea-- 
poll 1839. 

30. Effetti jisici deWuso del pane ^ e vino con- 
sagrato. Napoli 1839. 

Ne' bulkltini archeologici , che si pubblicano ia 
Roma, si leggono varie operette del nostro socio, 
e precisamente in quello del mese di maggio 1 830 
alia pag. 119 v' e V opuscolo intitolato ; Eclanoj 
ed Arienzo : in altro del mese di aprile 1 832 alia 
pag. 75 Ti sono le osservazioni sopra un rotolo 
Eclanese con alcune gemme letterate , ed iscrizio- 
ni: in quello del mese di giugno del 1832 nella 
pag. 155 si trovano pubblicate alcune iscrizioni 
greche delVisola di Capri; e nell' altro de'mesi di 
settembre, ed ottobre 1832 alia pag. 207 sono ri- 
ferite le inscrizioni di Eclano , e contorni. 

Iannelli - Gataldo ebbe la nascita in Bnenza 
nel di 20 setiembre 1781 , ed i di lui genitori 
furono Prospero, e Luisa Labriola. Volendosi in- 
camminare per lo stato ecclesiastico , fu posto nel 
seminario di Marsico nuovo diretto allora dal dot- 
tissimo vescovo Bernardo della Torre ornamento 
del clero napolitano. Terminato il corso di belle 
lettere , e delle scienze , ed ordinaio sacerdote 
fece passaggio in questa capitale , per perfezionarsi 
sempre piii nello studio delle lingue orientali , e 
nelle altre piii sublimi cognizioni. Qui giunto fe- 
ce conoscenza del P. Giovanni Andres protettorc 
esimio de' giovani studiosi , di cui divenne poi 



• •••••- " -- ' 

• • . • * 



176 

grande amico , e quindi ritrar potette da quel fonte 
inesaasto di sapere molti lumi , per dirigere la gik 
ben intrapresa camera letteraria. Essendo prefetto 
della regal biblioteca lo stesso Andres, lannelli ne 
fu Domiuato scrittore, indi uno de'tre bibliotecari, 
e Del 1817 socio della nostra accademia. 

Oltre diverse memorie lette in accademia, e vari 
lavori accademici, ha egli dato alia luce le opere 
intitolate : 

i . Codex perottinus ms. regiae Bibliothecae Nea- 
politanae duas^ ei triginta Phaedri fahulas iam no- 
tas ^ totidem novas ^ sex et triginta AriAisi vul ga- 
las , et ipsius Pebotti carmina inedita contintns. 
Neapoli 1809. 

J2. In Perottinum codicem ms. regiae bibliothecae 
Neapolitanae^ quo duae et triginta Phaedri fahulae 
iam notae , totidem novae , sex et triginta Aviani 
vulgatae , et ipsius Perotti carmina inedita conlinen- 
tur ^ dissertationes tres. Neapoli iSii* 

3* In Cassittianam novarum fabularum editionem 
colloquia. Neapoli iSi^. 

4. Sulla natura , e necessita della scienza delle 
cose , e delle storie umane. Napoli i8i7. 

5. Catalogus bibliothecae latinae veteris et clas^ 
sicae manuscriptae^ quae in regio Neapolitano mu- 
seo Borbonio adservatur. Neapoli i827* 

6. Hieroglyphica j^gyptia* Neapoli i830» 

7. Fundamenta Hermeneutica Hierographiae Cry- 
pticae veterum gentium. Neapoli 1830. 

8. Tabulae Rosettanae hieroglyphicae et centuriae 
sinogrammatum polygraphicorum interpretatio tenia-- 
ta. Neapoli 1830. 

9. Tentamen Hermeneuticum in hierographiam 
erypticam veterum gentium. Neapoli 1831. 

10. Nel giornale letterario intitolato : il pro- 



nr 

gresso delh stienze delle letiere^ edelle arti vol. 4 
pubblicato in Napoli nel 1833 pag. 89 V k an 
estratto delle indicate opere riguardanti i gerogli^, 
jici degli Egizi scritio dallo stesso Iannelli« 

yy. Nuove riflessioni sul gran musaico pompeia* 
no per dimostrarvi la baitaglia di Alessandro il ma^ 
cedone al Granico. Napoli 1834. Essendosi diversi 
scrittori occupali di questo interessantissimo mo^ 
iiumeDto , emanando varie opinioni ) lannelli coa 
solidi argomenti e fondate congetture sostiene il 
sentimento gia dato dal cay. AyeUino , di cai si 
e fatta parola« 

"^2. Motivi per li quali nel giomale napoliiano 
del to il Progresso non si sieno dali estratti^ nkfatti 
elogi deW opera del signor Ippolito Rosellini su i 
monumenti siorici deW Egillo , e della Nvbia; o sia 
cenni critici di Cataldo lannelli suit opera stessa : 
con una appendice intorno ad un articolo di B. Poli* 

Quest' opuscolo trovasi inserito nel menzionato 
giornale il Progresso del 1835. 

Nel 2 volume degli atti delF accademla nostra 
irovansi pubblicate le seguenti tre memorie del lan- 
nelli : pittura pompeiana , nella quale si rappresen^ 
iano le nozze di Zejffiro e Flora ; ossertazioni sulle 
interpretazi»ni date ad una pittura pprnpeiana da^si^ 
gnori Raoul-Rochette , Guarini , ed Hirt ; osserva- 
zioni sulla interpretazione data al quadro pompeia" 
no detto di Zeffiro e Flora dal siguor Bernardo 
Quaranta. 

Iayarone - Francesco sorti i suoi natali in Na- 
poli nel 10 maggio del 1788 da'coaiugi Gaetano, 
e Margherita Pierini. Di buon'ora s'incammiuo per 
lo stato ecclesiastico , e dopo di aver appreso i 
rudiment! della lingua latina , ed ilaliana , ebbe 

12 



178 

per maestri monsignor Angelo Antonio Scotti nella 
lingua greca, Giuseppe Gapocasale nella filosofia, 
jB Bartolommeo Malizia nella teologia. 

In seguito per perfezionarsi nelle lingue dotte 
81 esercito con molto studio sulle opere di scrit- 
tori greci , e latini per lo spazio di anni due circa 
guidato dal celebre Andres, ch'ebbe per lui par- 
ticolar affezione , e che promosse per ogni maniera 
i suoi studi. Quiqdi nel 1812 fu nominato inter- 
prete de'papiri Ercolanesi; nel 2 aprile 1817 veune 
prescelto per professore sostituto nella cattedra di 
teologia dommatica della regia universita, ed a 17 
gennaio del 1823 dietro concorso ottenne la cat- 
tedra ' medesima da professore ordinario. Nel 1822 
fu ascritto alia nostra accademia come socio ordi- 
nario , ed in dicembre del 1 826 fu destinato mae- 
stro de'regali principi, e principesse. Finalmente 
in marzo del 1 832 fu nominato vescovo di Ascoli 
nella Gapitanata. 

Egli ha dato alle stampe questi libri : 

4. De coelesU teslimonio. Neapoli i8i7. 

2. Marty rum historiae Jragmentum traduzione dal 
greco. Neapoli i818. 

2. Instiiutiones theologicae in usum audit orum 
suorum. Neapoli i824 vol. 7 in 8."* 

Ha interpetrato il papiro di Filodemo intorno 
a' tnzi 5 ed alle opposte virtii , soggetio ed oggetto 
delle medesime , e questo e gia pubblicato. 

Ha interpetrato aitri due papiri di Epicuro sulla 
Natura. 

Nel 2 volume degli atti della nostra accademia 
evvi inserita una di lui memoria sopra alcune ji- 
huU aniiche. 

Ignarra - NiGCOLA nacque in Fietrabianca il di 



179 
22 settembre 1728 dai genitori Sabbato ^ e Pe- 
trooilla Scutari , e mori in Napoli agli 8 luglio 
del 1808. 

Di questo nostro iUustre accademlco, che a giu- 
dizio del professore di lingue orientali in Upsal 
signor Bioernstaehl fu annoverato tra i primi dotti 
napolitani ( cit. op. vol. 2 pag. 77 ) io scrissi 
la vita in latino , che trovasi premessa ai di lui 
opuscoli da me raccolti ^ e pubblicati in Napoli 
ncl 1807 con tipi di Vincenzo Orsini, ed e stata 
ristampata nel 1839 ne^miei opuscoli latinipag. 34. 

JoRio (de) Anduea. nato nelP isola di Procida 
il 16 febbraio del 1769 da Francesco , e Rosa 
Galatola. Nella sua tenera eta venne in Napoli, e 
volendosi incammioare per lo stato chiesastico , ap- 
prese le belle lettere, e le scienze nel liceo arci- 
vescovile *, ove , tra gli altri , cbbe per maestri 
Ignazio Falanga nella lingua latina , Bernardo della 
Torre nella logica , e metaGsica , Antonio Febbraro 
Delia fisica , e nella teologia Andrea Simioli , e 
Bartolommeo Malizia. Fu eletto canonico della cat- 
tedrale nel 1805, indi nel 1810 fu nominato ispet- 
tor generale della pubblica istruzione in Napoli , 
e con decreto del 27 agosto 1811 fu impiegato nel 
real museo , come conservatore della galleria dei 
vasi etruschi. Nel 1833 fu prescelto per socio or- 
dinario della nostra accademia. 

Le opere da lui pubblicate sono : 

^. Massimo politico-morali per la crisiiana gio-' 
ventu. Napoli i803. 

J2. Gli scheletri cumani. Napoli iSiO. 

3. Metodo degli antichi nel dipingere i vasi. Na^ 

poli i8i3. 

4* Guida di Pozzuoli e contomi col suo atlan" 
te. Napoli i8i7. 



180 

5. Indicazione del piii rimarchevole in Napoli , 
c contorni. Napoli iSiO* E stala ristampaia ad 
1835 con molte aggiuDzioni dell' aulore. 

6. Bicerche sul tempio di Serapide in Pozzuoli^ 
Napoli 4820. 

7. Viaggio di Enea aW Inferno , ed agli Eli si 
secondo Virgilio. Napoli 1823, e nd 1831 si ri- 
produsse per la terza volta. 

8. Metodo per rin venire e frugare i sepolcri de- 
gli antichi. Napoli 1824. 

P. Officina de^ papiri. Napoli i825, 

iO. Description de quelques peintures antiques^ 

qui existent au cabinet du royal mousee Bourbon^ 

A Naples 4825. 

44 . Galleria de' vasi del real museo Borbonico. 

Napoli 4825. 

42. Plan de Pompei et remarques sur ses ediji- 
ces. A Naples 4828. 

43. Nolizie su gli scavi di Ercolano. Napoli 4829. 

44. Guide pour la gallerio dea peintures ancien- 
nes. A Naples 4830. 

45. Mimica degli antichi investigaCa nel gestire 
napolitano. Napoli 4832. 

16. Da molto tempo ei stava lavorando su di 
un opera , che avea per oggetlo la illuslraziooe 
detle Catacombe situate in questa capitale vicino 
air edificio di S. Gennaro de^ poveri ^ della quale 
opera fece menzione il giomale letterario di Na- 
poli intitolato // progresso delle scienze , delle let- 
tere , c ddle arii nel vol. 4 pag. Ill , ma nel 
1839 ha dato alie stampe siffatto elaboratissimo 
lavoro i^o\ seguente titolo : Guida per le Catacom- 
be di S. Gennaro de* poveri. 

LArVsGA - JQftANCESGO di faffliglia originaria spa- 
gouola nacque in Roma il 25 giugno del 1737 y 



181 
e siccome nella piii verde eta vedevasi forDito d' in- 
gegno , e di penetrazione , Carlo III esimio pro- 
tettore delle scienze , e delle belle arti , ordino y 
ehe il medesimo fosse educato , ed istruito nella 
stessa citta a spese del regio erario. Grandissimo 
fa il profitto, che ritrasse dallo studio delle lin- 
gue dotte, e delle cogoizioni piii sablimi, colti- 
Tando spccialmente Farcheologia, le mattematiche, 
e Farchitettura. Divenuto gia adulto, e termiDato 
il corso degli studi , si condusse in Napoli , e 
volendosi addire al nobile mestiere delle armi, fa 
ascritto nel ramo del Genio , che richiede cono- 
scenza estesa di quelle scienze , nelle quali egli 
molto Taleva. In quest' arma si distinse moltissi- 
mo 5 e dopo di aver i vari gradi lodeyolmente per- 
eorso, finalmente diventie brigadiere e comandante 
del Genio. Ma non fu questa la sua sola occupa- 
zione, e conoscendosi dallo stesso monarca il di 
lui sapere in architettura , in idraulica , e negli 
anticbi monumenti lo destino a dirigere gli scava^ 
menti di Pompei , che per lo innanzi si erano ese- 
guiti con poca intelligenza : fu di poi nel di 2 lu- 
glio del 1781 nominato custode del museo Erco- 
lanese in Portici in rimpiazzo del fu Camillo Pa- 
derni, e nel 1787 nella ripristinazione dell'acca- 
demia fu prescelto per uno de'XV soci. 

II nostro La- Vega non ha pubblicato alcun li- 
bro, per quanto a me fe noto, ma esegui diversi 
lavori architettonici , e varie carte topografiche , 
e corografiche di molte citta, e'regioni di questo 
reame che disegad con accorgimento ed esattezza. 
Sono spccialmente citate con lode da Scipione Breis- 
lak C topogr, jisica delta Campania p. 106 ^ le 
due carte topografiche riguardanti il Vesuvio, una 
delle quali prcsenta il suolo della base meridio* 



482 

nale prima dell'eruzione di Tito, Faltra lo stato 
presente ( cioh del 1798 ) della base stessa coa 
le correnti di lave che altualmente vi si osserva- 
no. QuelU poi fatta dallo stesso La-Vega pel golfa 
di Pojizuoli trovasi inserita nel viaggio pittoresco 
delV abate di Saint-Non. Per la nostra accademia 
poi lascio molti disegni , e notizie manuscritie i i- 
guardanti specialmeate gli edifizi piii rimarchevoli 
di Pompei, e di Ercolano. Essendo direltore de- 
gli sc^vameati , oltre quanto si k detto di sopra 
riguardo al metodo da iui teouto con maggiore re- 
goIarita,e disceroimeoto , egli ebbe ^ingolar cura 
nel descrivere e riparare i fabbricati disepellili , 
aveodoQe rifatti alcuni con la massima esattezza, 
e yerosimiglianza. L'eruditigsimo canonico de Jo- 
rio r indicazione del piu rimarcahUe in Napoli 
contomi edizione del 1835 p. 86 ) scrivendo del 
quartiere de'soldati di Pompei dice: I atteniissimo 
La-Vega lo disotterb con tania ciira e dottrina che 
rimetiendone una piccola parte sino al ictlo , pub 
dirsi con sicurezza , qui ed in questo modo abUa-^ 
vano i soldati Pompeiani, Con molta diligenza ei 
discgno vari importanti ediGci di Porapei , e sif- 
fatti disegni hanno moltissimo giovato alia nostra 
accademia per illustrare gli edifici medesimi. II 
segrelario perpetuo cav. Avellino nel ragguaglio 
de' lavori accademici del 1835 alia pag. 9 rende 
i meritati elogi al nostro La- Vega per i disegni 
da Iui rimasli del tempio pompeiano d'Iside. Di- 
\enuto poi custode del regal museo continuo a 
scrivere il diario de' monunicnti antichi rihvenuti in 
Ercolano^ Poinpei^ Stabia^ ed in altri luoglii^ che 
ol*a si conserva nella Sopraintendcnza de regii sea- 
vi^ qual diario vedesi continuato con intelligenza 
assai maggiore. 



183 
II rinomatissimo nostro monsigaor Rosiui poco 
lodatore in piii luoghi della dissertazione Isagogica 
(p. 9, 19 ed altrove) con ingenuita somma rende 
i pill grandi elogi alia sagacita , dottrina , ed in- 
lelligenza del nostro socio nel rintracciare ed iU 
lustrare quanto mai riguardar potesse Ercolano , 
e Pompei. 

Ciiiudera questo cetino biografico colnostro va- 
lentissimo mineralogista cavalier Monticelli , il qua- 
le parlando di un condotto artefatto di acqua , che 
giunge ad inaffiare i giardini reali di Portioi , dice 
che si deve aWingegno del fa nostro archiieito Fran^ 
cesco La-Vega la riunione di questi diversi rivoli^ 
ed e ora V occasione propizia di tribuiare alia di 
lui gloriosa memoria un tardo omaggio di ben mc- 
ritate lodi (35) > Nella sottoposta nota poi conti- 
nua il medesimo autore a riferire , che la parte 
prima della dissertazione Isagogica degli accade* 
mici Ercolanesi se fa sommo onore al suo estenso^ 
re chiarissimo ^ mcUe il fu Francesco La-Vega nel 
grado di doltissimo archiiciio ^ e di valentissimo 
geologo in un tempo , in cui appena questa scienza 
cominciava a balbeltare. Fu egli^ che scavando del 
pozzi , e discendcndo nc' gia esistenti ,. notando , e 
presentando i saggi e le dimensioni d(S diversi ma-- 
tcriali^ che vi si trovano stratijicati ^ fece conoscere 
le varie formazioni del terreno intomo ad Ercola- 
no ^ e Pompei^ e ne seppe maestrevolmcnte rilevaro 
tutte le circostanze^ onde pose in istato monsignor 
Rosini di sostenere sino alV evidenza la storia della 
eruttazione di Tito , com' e narrala da Plinio , e 
di far conoscere con due grandi mappe geologiche 
a diversi colon lo strato del terreno in Ercolano 
prima e dopo V eruttazione , ed io credo , che sia 
stato il primo ad inventare^ almeno in Italia ^ tali 



184 

mappe a divem colon per rappresenlare le diffe^ 
renti formazioni di terreno , che net nostro secolo 
son divenute si comuni ^ e st utilt alia geologia. 

Nel di 25 dicembre del 1805 il nostro accade- 
mico rimase abbandonato dalla vita in questa cit- 
ta , e dopo la di lui morte il mio rispettabile 
amico commendator de Rosa diede alle stampe uu 
breve ed elegante elogio latino , per onorare la 
memoria dell' illustre defunto. 

La.-Vbga - PiETRO fratello minore di Francesco 
nato benanohe in Roma nel 1738 , venne in Na- 
poli in etk giovanile. Essendo egli versa to negli 
$tudi filologici ed in architettura rimpiazzava spes- 
Bo il fratello negli scavamepti di Pompei , e uella 
custodia del museo Ercolanese, mentre quegli per 
la moltiplicita de' suoi impieghi dovea frequenter 
mente andare in lontani p^esi per disimpegni mi- 
litari. Dopo la morte di Francesco ebhe questi la 
direzione degli scavamenti di Pompei , e fisso la 
$ua dimora nel Gooiune di Torre Anounziata , per 
potere piii da vicino , e giornalmente invigilare 
agli scavi niedesimi , chc furono anche ben regolati 
secoodo il metodo gia stabilito dal fratello. Nel 
di 30 gennaio del 1811 fu nojninato benaoche so- 
cio ordinario dell' accademia nostra , e nel gior-^ 
po 11 novembre 181 4 pas^ti agU eterni riposi nel- 
X anzidetto Comune. 

Lupou - MicHELE AnciWNGEto il di 22 settemr 
bre del 1765 sorti in Fratta Maggiore i suoi na-. 
tali , da genitori Lorenzo , ed Anna de Rosa. !{ 
sacerdote Giuseppe Lupoli di lui zio gl' insegna 
i primi rudin^eqti gramaticali , e volendo intra- 
prendere la camera cbiesastica , in dicembre del 
1776 vesti Tabito clericale, e nel n^aggio del se-» 
guente aono eotro nel ^emios^rio di A versa , Qve 



183 
dppre^e le belle leKere, la lingua greca , e la G- 
losofia. Ma siccoine I'acre di quella citta ooo (^i 
era propizio, il di 5 Dovembre del 1783 iikcI dal 
seminario per proseguire i suoi studi in Napoli ; 
dove compi il gia iotrapreso corso scieoiiGco , ed 
ebbe, tra gll altri, per maestri nella liugua ebrea 
il celebre Ignarra , e dcI dritto civile , canonieo, 
e muDicipale il dotto VinceDzo Lupoli di lai pa- 
rente. 

Nel 1790 essendosi scoverto in questa capitale il 
s<^polcreto della Fratria degli Eunosli fuori porta 
S, Gennaro, e precisanjente in un vicolo dirim|>etto U 
porta grande della Chiesa delle Grocellc di S. Anpre* 
no fu egli incarioato di descrivere siffalto sepol* 
creto sotterraneo , al che adempl con tanta Hod* 
disfa^ione del re, che immcdiatamenie nel dl 16 
giugno dello stesso anno fu prescelto per socio del- 
r accademia delle scienze , e B. L. nel ramo ri- 
guardante Talta antichita; nel 1796 poi fu eletto 
aecademico Ercolanese, e tanto prima, quanto do- 
po le indicate epocbe fu aggregato tra soci di di** 
verse accademie si estere , che nazionali. 

II dl 7 settembre 1797 fu nominato tcscovo di 
Monicpeloso, e oel 21 diccmbre dell' anno mede- 
Mmo fu consecrato in Roma. 

Nel concistoro poi del 21 giugno 1818 fu tras- 
}atato da quella chiesa alia metropolitana di Con- 
za , ove nel 1826 celebro un sinodo diocesano ^ 
e quindi nelFaltro concistoro del 30 settembre 1831 
da questa passo a governare I'altra metropolitana 
di Salerno, Con sommo zelo e prudenza il nostro 
prelato diresse il suo gregge in queste diverse dio- 
cesi, e si occupo con impegno speciale della gio- 
T^ntii raccolta ne' seminari per dare alia chiesa , 
^d iillo stato uopiiqi mor^li , e ^otti. 



190 

diciottesimo di sua ela compose il drammsi la Scilla 

ahbandonata (38). 

Nel 1778 fu egli prescelto per socio onorario 
della reale accademia di scienze , e belle lettere 
di Napoli nella classe riguardante Talta antichita, 
e nella proposia , che se ne fece fu dato questo 
rimarchevole parere suUa sua persona : Saverio Mat- 
tel savio giureconsuUo : autore di opere , che ten- 
gono in perpeiuo escrrizio V invidia , e la fama, 
Ingegno , in cui si unisce con tara alleanza la pa- 
zienza del rijleltere alia impcluosita delle idee viva- 
ci 5 robuste , e ridenti. Possiede tuita la suppelle- 
tile dei cullori delle lingue doite^ ma non ne pro^ 
fessa V orgoglio : uomo ugualmente caro alle muse 
amene^ e alle severe (39)* II conte Gregorio OrloflF 
anche parla con molte lodi del Mattel , ed intorno 
alia di lui traduzione de' salmi cosi si esprime : 
On lui sut gi*e d!avoir exploiie des auteurs que bien 
peu de gens ont le courage de lii^e , pour en extraire 
ce quails ont de meilleur ( cit. op. vol. 5 ). Eguali 
elogi avea precedentemente ricevuti dal celebratis- 
simo Pietro Metastasio , il quale specialmente in 
Tina lettera del di 11 marzo 1773 gli scrive cosi: 
Ho letta con ammirazione Cfruale al dilelto la nuova 
'sua eloquente , savia , ed erudita dissertazione su 
la poesia drammatica lirica de! salmi ^ e non so in- 
iendere^ come sia possibile che aggravata dalUenor- 
me peso di tante sue cure e forensi , e letlerarie , 
e domestiche , sappia conservare illeso , e sempre 
eguale a se stesso quel portentoso vigor di menie , 
eke bisogna per andar^ coni ella fa ^ conlinuamente 
riproducendo opere di pregio si grande , e per esat- 
iezza di giudizioj e per chiarezza d^ ingegno , e per 
vastUh di dotlrina? ( opere del Metastasio torn. 19 
jpagina 192 ediz. di Napoli ). Ne minor! furono 



191 
gli encomi fatti al Mattel dal Biocrnstaehl istrui- 
tissimo nelle antiche lingue orientali ( cit. op. pa- 
gina 127 ). Fu in vero il nostro accademico per- 
sonaggio degnissimo di tante lodi, con le quali i 
dotti si nazionali, che esteri lo colmarooo ed in 
Tita , e dopo la morte , ayendo egli sempre mo- 
strato nelle sue diyerse opere grande ingegno ^ e 
mqltiplice sapere. 

Non ostante pero gli universal! applausi riscossi 
da sommi uomini , non vi mancarono alcuni che 
scrissero contro i libri da lui pubblicati. Tra co- 
storo si distinse specialmente Luigi Serio valen- 
tissimo oratore e poeta , il quale' con maggiore 
acredine e frizzo yi si scaglio prendendo di mira 
particolarmente la yersione italiana della chioma 
di Berenice del GatuUo , e gli altri poetici conir- 
ponimenti italiani del Mattei. A tale oggetto fa 
dal Serio dato alle stampe in Napoli nel 1 776 on 
libretto col titolo : osservazioni su di alcune ope- 
retle di D. Saverio Mattei , oye minutamente va 
criticando lo stile , gli abbagli di lingua latina , 
la poco fedelta nel tradurre, ed i plagi, che egli 
sostiene di essere stati dallo stesso commessi. Ma 
al Mattei sembra , che potrebbe convenire il detto 
del poeta Venosino : 

Verum vbi plura nitent in carmine , non ego paucit 
Offendar maculis , quas aut incuria fudit , 
jiut humana parum cavit natura 

Mazzogcdi - Alessio-Sihmacq. Quest! 7 che trai 
pill chiari ingegni del sno tempo merito di essere 
annoverato , sorti i natali nell' antica Capoa oggi 
detta S. Maria Maggiore nel di 22 ottobre del 1684 
da coniugi Lorenzo , e Margherita Battaglia ^ e 



termino la sua gtoriosa curriera id Napoli it f2 
setlembrc del 1771. La yita dello stesso fu scriita 
in elegante latino da Niccola Ignarra di lui disce^ 
polo , e collaboratore ^ la quale fu da me ripro^ 
dotta con alcune aggiunte tra gli opuscoli del- 
r Ignarra pubblicati nel 1807. Si pu6 solamente 
dire qui qualcbe cosa allora omessa , ed enunciare 
altre operette del Mazzocchi pubblicate posterior- 
mente. A tal proposito giova ora riferire il bel- 
r esempio di vero sapere , e di scambievole gen- 
tilezz^a dato da due sommi uomini , cioe dal Maz- 
zocchi , e dal Muratori , esempio degno della ge^ 
nerale imitazione. Avea il primo nel suo libro de 
dedicatione sub ascia scritto con civilta e modera- 
zione delle cose contro il sentimento del Murato- 
ri , ed avendo questi letto il di lui libro lo rin- 
grazid , lo lodo , e riguardo.alle correzioni fatte 
ad essp gli scrisse : Ho veduto me stesso eondoiio 
in campo y me impugnato e corretto; ma senza che 
me ne dolga , anzi con restarle obbligato. £ poco 
dopo lo stesso Muratori dice : cosi facessero aliri 
non si vedrebbono tante guerre frd lelterali , eke 
scandalizzano ^ e recano non poco danno e discw- 
dita alle leilet^. II Mazzocchi con elegante e com^ 
pitissima lettera gli rispose , e ^ tra le altre cose , 
scrisse : al mio non so qual ardimento ella ha sa- 
pulo corrispondere con soprajffina modestia^ che ha 
confuso me , ed edijicato quegU amici , che pieni 
della, di lei stima con indicibU piacere than leita^ 
riconoscendovi i due pregevolissimi caralteri , che 
fregiano la di lei persona ; cioi rara e vasta em- 
dizione , per cui ci sa insegnare in tanle belle cose 
tanlo recondite^ con altreUanto di ecclesiaslica mo- 
derazione e pieta (40). 

Biguardo poi alle altre operette del MazLOcchi 



f9S 

}>ubblicate in seguito e a coaoseersi , che dopci 
a saa morte Gaetaoo Migliore diede alia luce due 
Yolumi di opuseoli delio stesso. Altri autografi pero 
quas'iniDtelligibili avea egli lasciato al di lui pvc^ 
diletto allievo Viucenzo Calk , il quale cod una 
pazieoza , ed una diiigenza straordiuaria procure 
di copiarli ordinatamente , e vi aggiunse alcone 
note, onde poterli pubblicare, come gia si k detto 
di sopra , scriveodosi del Calk. Queste operette 
del Mazzoccbi couiprese iu altri due Tolumi col 
titolo di opuscula^ che furono pubblicate con regi 
tipi nel 1824, e 1830 , souo scritte tulte colla 
solita elegauza latina , e con quella maschia eruv 
dizioue , cou cui quel sommo archeologo adora6 
iutii i suoi scritli. U primo volume pubblicate 
Del 1824 contieae due dialribe cioe la IX, e la X) 
che sono in prosieguo delle altre Tirreniche gia 
date alia luce ; la prima intitolata de nominU>us 
appellativis linguae tuscae , e la seconda de tahw^ 
lis Iguvinis^ aliisque etruscorum monumerUis. 11 S6* 
condo volume poi uscito nel 1830 racchiude sette 
altre operette dello stesso, cioe de vini rudiment 
tis ; de love Fiazzo ; de Pablicis et Publiciis ; D'd 
aciia Nicopoli; ad inscriplionem L. Comelii Balbiy 
sen historia Balborum; ad inscrijjtionem campanam 
L. Turciae Marcellae^ seu historia gentis Turciae^ 
e finalmente la settima col titolo ad inscriplionem 
Scantiae Redemptae. Essendo terminata la ediziooe, 
gii anzidetti autografi furono depositati nella real 
biblioteca Borbonica. 

Mazzocchi - f xLippo nato in Napoli a 2 no^em'- 
bre del 1722 da'coniugi dottor Francesco^ e Agn^- 
se da Ferano, essendo nipote del grande Alei^sia 
Simmaco fu da lui istruito, educato, o tenutd. ia 
casa dalla fanciullezza sino alia moite. 

13 



494 

Ognuno puo da se facilmente inunaginare qdaDte 
cognizioni in tutto lo scibile, e quali precetti di 
Sana morale avesse potato il gio^ane Filippo at- 
tingere da quel sommo uomo di lui affezionatissi-' 
mo. II nipote pero non fu ingrato a tanto amore, 
ed ancorche ay esse intrapresa la carriera del Fo- 
jo, abbandonava qualunque altra faccenda quaodo 
8Q0 zio avea bisogno di speciale assistenza. Giova 
riportarle qui le parole del biografo Ignarra, che 
dopo di aver parlato della demenza , iu cui cadde 
il Mazzocchi , cosi si esprinie riguardo al nipo- 
te (41). Et facile sua fata maiurasset^ nisi admi- 
randa Philippi , fralris filii , pielas aelati imbecil- 
lae sitccurrisset^ Hie ab ipso patruo ad omnem lit- 
teraturae^ et honestatis speciem edoclns fuerat ^ ab 
eoque vehementer amatus* Sed vicissim quantum iu- 
venis senem redamasset^ ex eo palani ft^ quod ille^ 
etsi a viiae stme in foro exercitae ratione , libera^ 
libus disciplinis , et in romano jure peritia , ad ca- 
pessendam rempMicam invitaretur^ tamen exemplo 
rarissimo cursum fortunae suae inlercipere j quam 
patruo tali tempore deesse^ maluit: quamobrem va- 
lere jubens quaecumque ab eo studio pietalis avoca- 
rent , domi se continuit , ut unice seni sanctissimo 
vacaret : cui quidem dies noctesque ita advigilavii^ 
ut maiorem amantissima nutrix alunmo sedulitatem 
cstendere non potuisset. 

Neir csercizio dell' avvocheria non fece gran fi- 
gura benchfe fosse assai istruito nell' amena lette- 
ratura , e nella giurisprudenza , ma essendo stato 
nominato giudice della gik gran corte d^lla Vica- 
ria nel 25 febbraio del 1773. fu il medesimo ge- 
neralmente applandito per aver mostrato nell'-eser- 
cizio ; di i siffatta carica molta dottrina , onesta , ed 
avvenenza, -Quindi nel 16 ottobre 1778 fu pro- 



■ A 

• t 



495 
mosso a consigliere del S. R. C. , e nel 17 ago- 
sto del 1 779 a presidente della regia camera della 
Sommaria, e goverDadore delia dogana di Foggia, 
ove concordiam inter agricolcLs^ et pastores , quod 
rarum , fovit ^ al dir del citato Guida aDDOtatore 
del poema latino di Filippo di Martino ( pag. 49 )• 
Formatosi il supremo consigHo di Fioanze nel 1 782 
fu richiamato da Foggia , e ne fu destinato con- 
sigliere ) quindi verso il 1 788 fu prescelto per uno 
de^ XV soci deir accademia Ercolanese , e nel 6 
settembre 1791 fu innalzato alia carica di luogo- 
tenente della Camera della Sommaria essendo state 
decorato del titolo di marchese. Finalmente il 18 
luglio 1795 fu nomin^to con applauso di tutti pre- 
sidente del gia S. R. C. Nel disimpegno di tal 
suprema magistratura, tra gli altri incarichi, ebbe 
quello di nominare de' soggetti dotti , ed onesti 
per le piazze yacanti de' giudici ne^ divers! tribu- 
nali, ed egli esegui siffatto sovrano comando sce- 
gliendoli sempre dalla classe degli avvocati primari. 

In tutti questi si rilevanti impieghi lungi dal 
riempiersi di vanita , come agli uomini inferior! 
alle cariche spesso suole avvenire, mostrd sempr^ 
somma avvenenza , sapere , ed onesta riunite alia 
piacevolezza delle maniere con la gravita del por^ 
tamento , e con raro esempio seppe rendersi caro 
egualmente al re, ai grandi , ed a tutte le classi 
de'cittadini dell'intero reame. 

Nel di 3 di maggio del 1799 rimase con di- 
spiacere di chiunque il conobbe tolto al mondo , 
6 nel di 19 dello stesso mese gli furono celebrati 
i funeral! nella chiesa d! S. Maria della Gesarea. 

Di lu! non abbiamo a stampa che il seguente 
libro : In Causa Hilari Fide Constituti Aclorum 
Recemio. Neapoli anno 4745. Alcuni per6 credo- 



196 

no , che quesio libro sia sUlo scrilto dallo zio -, 

o che almeno vi abbia molto cootribaito. 

Fa il Dostro marchese molto benefico versa i 
poveri, e grinfelici, cio che faceya contioHainente 
con generosila, e sileazio, e le limosine che som- 
ministrava agrinfelici furono contiouate anebe dop» 
la sua morte. lo fatti egli col sno testamesto lascia 
mille ducati annui alio stabilimenio di S. Qennaro 
de' Poveri, quindi i governadori nella chiesa della 
stesso pio luogo ia segno di gratitudine gVinoalza- 
rono un buslo di marmo con impresa della famigliit 
Mazzocchi , e yi sotloposero questa inscrizione: 

PUILIPPVS . MAZOCHIYS • AD • BONAS . ARTES . DISCIPLINASQVE: 
PRAESERTIM . IVRISPRVDEMTIAM . EXCYLTYS • DECYRSIS 
PLYRIMARYM . DIGNITATYM . £T . MYNERVM . STADIIS. MOR VM 
SYAYITATEM . CYHCTIS . FIDEM . ABSTINElfTIAM . lYSTlTtAM 



PROBAYIT • SVAM . TANDEM . XXlV YIRYM . SACRI . COKSILII 
PRINCEPS • OBIJT . y • HON . MAlAS • ANlfO . MDCCLXl&XXIX 
HYIC . QVOD . CEKTYSSES. MILLE. QYOTAJNNIS. AB . HERED1&V& 
PERSOLYEIiDOS . T£STAM£»TO . LEGAYERIT . AD . ALEliD(R» 
PAVPERES • SENES • YIRGifiESQVE • INTER . HASCE . S»* 
lAlfYARII • jEDES . EXTRA . MOENlA • GONCLYSAS . «C 
TANTAE . BE!<<EFICE1VTIAE • MEMORIA . DGLITESCERET 
SIMYLACRYM . EX • MARMORE . £T • TESTEM • LaPIDEM 
P. C. GVBERNATOnES . GEROATOTROPHli . JlH. MDCCCU. 

Ottaviano - Antonio ebbe i natali in questa citta 
nel di . 1 8 gennaio del 1 766 da coniugi Donato , 
e da Maria Michela de Vivo Varcaccier. Nella pri- 
ma elk fiiiqueiito la scuola di Emmanuele Campo^ 
longo, ma il dotto arcivescoYO Serafino Filaugieri 
aveodo scorto in lui ingegno non volgare lo ao^ 
mise nel seminario urbano a piazza firanca. Ivi eb- 
be per mae^tki iielle lettere latiiie Aula , e Giam- 
pitti , nelle greche Rosiai , neila filosoiia Bernardo 



197 
della Torre 9 e Delia tcologia Andrea Simioli. Giun* 
to al sacerdozio rimase nel semiDario medesimo in 
quaiita di maestro , e v' insegnd le iiinane leltere 
|)er pi^ aimi. Nel 1822 dal re Ferdinando fu pre* 
i»cclto a revisore de^libri da stamparsi nella regal 
lipografia ; successivamente fu nominato socio cor-* 
rispondenie della nostra accademia , ed interprete 
tie' papiri antichi. II re Francesco I nel 1829 lo 
decoro della croce di cayaltere deU'ordine da lui 
islituito , e nel 1832 fu annoverato t:a' soci or— 
dinari della succennata accademia. Nel 1834 cs^ 
sendo stato ei nominato professore di dritto cano- 
nico in questa regia universita in luogo del Cate*- 
rino , con raro esempio vi rinuncid , e posterior^ 
mente nel 1836 rifiutd benanche di esser canonic^ 
della cattedrale di Napoli, non ostante che fosse 
stato prescelto unanimamente dal cardinale arcive- 
scoTO Garacciolo , e dal capitolo. 

Le opere, che si hanno a stampa di lui sono: 

i . De miraculorum verilaU chrisiianae religionis 
diatriba. Neapoli iSHO. 

J2. In veterem inscriptioncm graecam prope Si" 
nuessam repcrlam commenlariolum, Neapvli i822. 

3* De veteribus finibus romani patriarchatiis diV 
quisitio. Neapoli 1828. 

4. J mmadversioncs criticae in Launonii commen^ 
iarium de matrimonio. Neapoli i829* 

5. Herculanensium voluminum quae supersunt t<H 
mus V. Neapoli 4835 ex regia typographia. I doe 
papiri greci di Filodemo che si contengono in que- 
8to V tomo , ciob uno de rheiorica , e T altro de 
loquendi libertate sono stati suppliti ed illustrali 
dal nostro socio Ottaviano. 

Pabisi - Giuseppe sort\ i natali in MolUemo 
provincia di Basilicata nel 27 marzo del t74&> | 



198 

ed ebbe per genitori Domenico , e Margherita For- 
cellini. Ancor ^ovanetto fu condotta in Napoli , 
ove dopo lo studio delle lettere umaae apprese la 
mattematica da Niccol6 de Martino , la filosofia 
da Antonio Genovesi , e la giurisprudenza da Giu- 
seppe Cirillo. Inclinato naturalmente per la car- 
riera militare comincio a servire da cadetto in un 
reg^mento provinciale ; indi passo cello stesso 
grado Del corpo di artigUeria^ nel 1771 fu nomi- 
nato alfiere del corpo del genio , e nel 1775 fu 
promosso a tenente del corpo medesimo. 

Dal 1781 sino al 1783 ei dimord inGermania 
ivi spedito dal re di Napoli per osservare i mi- 
glioramenli sulFarte della guerra , onde potersi for- 
mare in seguito i regolamenti per la istruzioDe mi- 
gliore deir armata napolitana , e durante il suo. 
soggiomo cola fu generalmente bene accoUo. 

Ritornato in Napoli formo V ordinanza per la 
regale accademia militare nel 1785 , e ne fu di- 
chiarato ispettore prima col grado di maggiore del- 
I'esercito, e nelPanno seguente fu promosso a te- 
nente colonnello. 

Nel 1790 fu innalzato al grado di colonnelto, 
e di comandante della stessa accademia, e quindi 
veil' anno 1796 fu nominato capo dello stato mag- 
giore deU'esercito d'infanteria. Nell' anno seguente 
fu prescelto per brigadiere, ed indi a poco nel 1 798 
ebbe il grado di maresciallo di campo , e quar- 
tiermastro generale dell' armata in campagna. 

Nel 1 806 fu eletto consigliere di stato ed ispet- 
tore del corpo del genio, e nel 1808 tenente ge- 
nerale , gran digoitario dell' ordine delle due Sici- 
lie, e governatore de'paggi. Nel 1814 organizzd 
I in forma migliore la guardia di sicurezza interna 
di Napoli, e ne fa ispettor comandante. Nel 18i& 



199 
passd al ritiro coUa corrispondente pensione , ma 
Del 1820 fa ministro della guerra, e nel 1821 ri-^ 
tornd alia pensione di ritiro ottennta nel 1815. 

Egli era stato gia nominato socio di varie ac- 
cademie, e nel 180J fu prescelto per uno de'XX 
deir accademia allora istituita di sloria ed anti- 
chitk, e quindi passo a quella delle scienze^ nella 
quale fe stato piii volte presidente. 

Nel 1781 diede alle stampe gli Elemenit deW ccr» 
chitettura militare in quattro vol. in 8.^, della quale 
opera comparve una seconda edizione nel 1807 , 
libro molto applaudito si da' nazionali , che dagli 
esteri. Ha lasciato poi diverse memorie inedite suUa 
Mineralogia , sulle Acque , e Foreste , sulla edu- 
cazione^ e snWarte mililai^^ non che sulla difesa 
delle nostre frontiere J e sulla campagna del 4799 • 

II Pari si lasci6 la mortale spoglia nel 14 mag- 
gio del 1831 , ed in sua lode scrisse, e pubbli- 
c6 un' elogio funebre T abate Francesco Fuoco. 

Nella lunga sua carriera si mostro sempre one- 
sto , istruito , e benefico militare , preferendo in 
ogni tempo il bene pubblico a suoi privati inte- 
ressi , e mostrandosi assiduo , e costante cultore 
tanto dell'amena letteratura , che delle scienze piii 
severe. 

Pessetti - Bartolommeo figlio di Donotenico , e 
Maria Lucia Bugni ebbe i suoi natali in questa 
metropoli il 12 agosto 1768, ed ancor giovanetto 
entro nel seminario urbano , ove apprese le bello 
lettere , e le scienze da' dotti professori di quel- 
I'epoca. Divenuto sacerdote continuo per qualche 
tempo a fare da maestro di lingua latina nello 
stesso seminario, ma uscitone di poi fu nel 1807 
nominato socio dell' accademia di quell' epoca, pro- 
fessore di archeologia greca nella regia unitersilki 



200 

ed UDO degl' inierpeiri de'papiri Ercolaoesi. Per 
(^omodo de'snoi aliievi nel greco idioma fece pub- 
blicare Del 1808 con tipi delia stamperia regia le 
due tragedie greche di Euripide VEcuba^ e VOre- 
ste COD molte importaDti corre^ioDi da lui fattevi. 
Nel pubblicarsi poi nel 1809 Delia stessa regal 
tipografia il papiro greco iDtiiolaio : Epicuri de 
Natura liber II sta detto , cbe il medesimo fu i»- 
/erpetrato dal Rosioi symbolam in id conferente 
suam Bartholomaeo Pessettio. 

IVel 1832 b stato scelio di duovo ad iasegoare 
la lingua greca Del seuiiDario anzidetlo in luogo 
di Girolamo Marauo. 

Paatilli - Francesco sorli alia luce id S. Ma- 
ria di Gapoa Del di 1 1 ottobre del 1 689 da coniu- 
gi Francesco , e Beatrice Umbriaoi , ma fu bat- 
tezzato Del giorno 1 5 dello stesso mese in Capoa 
nella parrocebia de' SS. Nazario e Celso , ed es- 
scDdo Dato postumo ebbe il Dome del genitore* 
Nella pill tenera eta egli s'incarumiDo per lo stato 
chiesastico , ed a tale oggetto la madre lo fcce 
eDtrare nel seminario di Capoa, indi i fratelli mag- 
giori pensarono di condurlo nella capitale ; dove 
frequento prima le scuole de' PP. Gesuiti. Fatto. 
pill adulto si perfeziono nell'universita degli siudi 
Irequentando la cattedra di eloquenza occupata dal 
Vico, I'altra di lingua greca sostenuta dal Mese- 
rio , e quella di teologia , cbe s' insegnava dal 
Capasso. 

Nato neir antica Gapoa , ed educato nella mo- 
derDa , paesi , dc' quali ad ogni passo s' incontra- 
DO magnifici ayyanzi di vetusti edifici , istruito 
nelle lingue greca , e latina , amico , e concitta- 
dino del gran M azzoccbi , da giovanetto si addisse 
COD predilezione agli studi filologici. Ordinata sa-^ 



201 
oerdote fece ritorno Delia cusa paterna , e poco 
dopo fu nomiriato canoiiico dal cardinale arcive- 
scovo Caracciolo , il quale , conosciulane la. dot- 
trina , spesso lo incaricava di affari imporlanii. 
Ma ) trapassato il Caracciolo , ed insorte delle cod- 
troversie iD quel capitolo , il Pratilli riDUDzid al 
caDOuicato , e si ritiro di duovo iu Napoli (42) 
dedicandosi iDteramenle alio studio dell' ameoa let- 
teratura. L' opera, che iotraprese prima di ogoi al- 
ira, fu la illustrazione della Via Appia. Per que- 
sto lavoro impieg6 molti anni, e viaggi6 per di- 
verse regioui , onde Terificare cod precisioae il 
corso topografico di questa regiua delle vie , ed 
iudi lo diede alia luce col segueute titolo: 

i. Della Via Appia riconosciuta ^ e descrilta da 
Roma a Brindesi libri IF, In Napoli* 

II pill volte Domioato Pasquale Guida uelle DOte 
al poema di Filippo di Martiao ( pag. 51 ) as- 
sieura che il Pralilli nee labori, nee ixpensis par- 
cens percorse Fiutera Via Appia da S.oma a BriD- 
disi per esattamcDte descriverla. 

Questo Itbro ripieoo di erudizioii, e di storia 
patria fe stato altaccato da taluni, come dod ve- 
ridico ia tutte le sue parti , e specialmeute per le 
iDscrizioai id esso riporlate, delb quali taluDe si 
80D credute apoerife. Colui pe'6 che vi si sca- 
glid parti colarmeute coDtro fu Easmo Gesualdo di 
Gdeta , il quale Del 1754 pubbico ud grosso vo- 
lume iotitolato: Osservazioni crliche sopra la sto- 
ria della Via Appia di Francesco Pratilli , c di al- 
tri auLori neW opera cilati. 

Nod iotCDdo io di fare quil'apologia deiruDO^ 
o deir altro , ma diro solamate cbe il Gesualdo 
§' iDvei e coDtro del Pratilli, e coDtro di tutti 
gli scrittori di primo ordipe ia costui citati spesr 



202 

se yoke senta ragione, e qualche fiata prendenda 

de'grpssi granchi. 

A ragione quindi il chiarissimo Zaccaria ( cit. 
op. Tol. 10 pag. 261 ) scrisse del libro del Ge- 
sualdo cosi : Non sapremmo per certo passare aU 
Vaulore lo strapazzo^ con cite pari a di sommi uomi" 
ni^ ancora dove non abbiamo dijfficolta di credere^ 
cKegli abbia ragion di riprenderli. Egli stesso ha 
veramenle riconosciuto il trasporto del suo stile ^ ed 
ha cercato neW awiso aUettori di escusarlo per qual^ 
che modo , ma tuUavoUa il rispelto dovuio a cerli 
letterati del primo ordine se ne risentira mai sem- 
pre. Gil uomini grandi , quando errano debbonci 
umiliare^ ricordando a noi la debolezza delVumano 
intellelto , non aguzzare conlro di loro V intempe^ 
rante penna , e chi altrimenti faccia , iroppo da se 
aliena i so^gi leggitori^ e sommo pregiudizio reca 
alia slessa teriia che neorii scritti suoi trainee. 

J2. Historia principum Longobardorum Camilli Pe-^ 
regrinii cum tolls el disserlalionibus. Neapoli 4749 
a 4754 vol. 5. 

II Pratilli ptemette a quest' opera la vita del 
Pellegriai in la(no, ed in tuti'i volumi inserisce 
varie dissertazioii , croniche , ed opuscoli del me- 
dio evo riguardaiti la storia del regno , e corre* 
dandoli di prefa.ioni , e di note. Giovandonato 
Rogadeo uomo dctato di molto ingegno, e di fino 
criterio parlando li questo libro scrive ( saggio 
di un^ opera di drito pubblico del regno di Napoli 
pag. 70 ) : te note e disserlazioni del PralilU non 
solo non sono dispngevoli , ma ancora di sommo 
giovamenlo. II iestfe odato Zaccaria ( cit. op. vol. 5 
pag. 268 ), dk unestratto del 1 vol. di questa 
isloria , e termina on dire : PoM ognuno di per 
we diU fin qui delto raccorre y quanta tUil libro sin 



\ 



203 

^esto y senza che noi piu oltre il racpomandicnna 
con nostre lodi. Ancbe per siffatta opera vi fu con- 
troTersia leiteraria ira iui , monsigoor Zavarroni 
vescovo di Tricarico, e Carlo Naidi specialmente 
per la patria di S. Tommaso d' Aquino. II Pralilli 
Del 1753 con lettera aaoDima rispose a'suoi contrad- 
dittori mordacemeate su la enunciata coatroversia^ 
cui neiraoDO seguente fu replicato dal Nardi con 
altra epistola , della quale ne contiene un krana 
lo specimen inscriptionum da questo pubblicato^ 

3* De^ Consolari dctla Provincia della Campania*. 
Napoti i757. E questa un opera ricavata dagli an- 
ticbi scriltori , e da vetusti marmi , ma la stessa 
neppure fu esente da crilica. Francescantonio Vi- 
tale solio il nome anagrammalico di Flavio Go- 
stantino Narice pubblico in Roma nel 1758 le con- 
siderazioni suit* opera de^ Consolari della Campania*, 

4' DeWorigine della metropolia ecctesiastica della 
Chiesa di Capoa. Napoli 4758 ^ ove il PratilU wa- 
gnis anunis sostiene la primogenitura metropolitica 
di siffatta cbiesa in preferenza di tutie le altre dl 
questo regno. Tal punto fu ancbe sommamente con- 
troTerso prima, e dopo la edizione del libro enun- 
ciato , e iurono impegnati in tal disputa principal- 
mente il Baronio , che il primo sostenne tale as- 
sunto , e dopo di Iui Michele Monaco , e Camillo 
Pellegrini. II cardinale Orsini arcivescovo di Bene- 
vento, che poi fu sommo pjonteiice col nome di Be-^ 
nedetto XIII, appassionato della sua cbiesa, e da 
arcivescovo , e da pontefice massimo adoperd ogoi 
mezzo, mediante diversi scrittori , onde far risaltare 
Tanticbita della metropolitana di Benevento in pre- 
ferenza di quella di Capoa , cioccbfe diede occasion 
ne al Pratilli di pubblicare nel 1 758 il surriferita 
libro , col quale procurd di eombattere tutti gU 



204 

argomeDti in contrario. £i pero non rimase seoza 
risposia , giaccbfe il caoooico Morisani oeila sua 
opera de Protop. ampiamenie lo censura. 

5. Relazione delta concessione de pontificali fat^ 
ia da Benedetto XIII al capilolo di Capoa. Na- 
poll i725. 

€. Lettera , nella quale si spiega tin antico mar- 
mo , in cui si fa memoria di Giove Ortense. E pub- 
Iblicata oel yoI. 28 della raccolta del Calogerk. 

7. Lettera svlV indagamento del sito deW anlico 
Equotutico negP Irpini. Raltrovasi nella raccolta 
Biedesima vol. 30. 

8. Lettera nella quale si dichiara Vesistenza della 
Colonia in Bauli. Nella stessa Calogeriana raccolta 
al ToK 39 h riportata questa lettera. 

yO. Di una moneta singolare del tiranno Giovan- 
ni. Napoli 1748. 

Rimase poi inedite altre sue opere , cbe sono: 

i . Alcune aggiunte al Santuario Capuano di Mi- 
chele Monaco colla yita di costui. 

J2. La storia de^ principi Normanni. 

3. La ristampa della Campania del Pellegrini 
con nuove aggiunte ed annotazioni. 

4. La biograjxa di tutti gli uomini illustri di 
Capoa. 

5. Alcune rime di lepido argomento. 

6. Una lettera in risposta a monsignor Anastasi 
arcivescovo di Sorrento intomo alia patria di jRo* 
berto Sorrentino ultimo principe di Capoa. 

7. Delle basiliche^ parocchie^ monisteri^ ed al- 
iri luoghi pii di Capoa colla serie de^ vescovi Ca- 
puani in latino. 

Non pu6 negarsi, cbe il Pratilli era fornito di 
molte cogaizioni si nelle cose anticbe , cbe de' tempi 
di mezzo y e cbe fit ua uomo laboriosissimo. £i) 



2ff5 
non ostante iante contracldizioDi , e dispute Ittte- 
rarie, fu generalmente stiiuato, e nel 1755 fu pre- 
scelto per uno de' XV accademici Ercolanesi. 

Mauc6 al DOtuero de* viventi in qnesta capitale 
nel di 30 oovembre del 1 7&3 , e di lui fanoo men* 
zione onorata diversi scriltori, e specialmenie TOri- 
glia nella gia citata sua opera , ed il dotto ^d ac- 
curato biografo Soria nel piu volte menzionato sue 
libro. 

QuADRARi - GiusTiNO uacque il di 19 luglio 1802 
da Eugenio , e Rosalba Tempesta in Sandonato 
Comuoe della proTiocia di Terra di Lavoro. 

Dopo aver appreso in patria i rudimeoti di belle 
lettere, nel novembre del 1816 entro nel semiaa* 
rio di Sora, ove diede opera piima alle cose filo- 
logiche ftotto il dolto professore di reltt)rica Ste- 
faoo Baldassarre , e poscia alle filosofiche.sotto il 
valcnte, e benemerito caoonico Giuseppe Silvestri, 

In novembre 1821 recossi in JNapoli, e qui suUe 
prime udi dal fu Giuseppe Capocasale il dritto di 
natura; le leggi poi romane, canoniche, e patrie 
dal fu Loreto Apruzzese, ingegnandosi contempo- 
raneamente collo svolgere i classici latini di andar 
supplendo alia meglio i vuoti^ che in questo ge- 
nere di studi son quasi inseparabili dalla tstitop 
zione di provincia. 

Nel 1823 comiDcid a studiar teologia donuna- 
tica con monsignor lavarone allora professore del- 
r Universita , il quale nel tempo stesso lo mano- 
dnceva nello studio della lingua patria , e della 
lingua, ed archeologia latiua, e gli faceva partir- 
colar lezione di lingua, ed archeologia greca, nelle 
qiiali poscia si esercitd per qiialche tempo ancfab 
col fu canonico Farascandolo. :.:" 

Nel 1^826 fa impiegato nella biUioteea reale 



206 

Borbonica come sostituto del fa monsignor Mo^ 
relli custode distributore de' libri , del quale im- 
piego ebbe la proprieta Del 1827. 

Nel 1829 pubblico la dissertaziooe De Natura 
Caiholici dogmalis, Nenpoli. 

Con sovraoo rescritto deiraaoo medesimo fu ia- 
caricato di frugare il ms. membranaceo della stessa 
biblioteca , che contiene delle omelie latine ioe- 
dite in Maithaeum. Egli scovri V autore vero di 
tali omelie , le trascrisse emendaDdo le molte er« 
ronee lezioDi del codice, procuro dalla biblioteca 
Laurenziana di Firenze , e da un codice della Ta- 
ticana biblioteca il principio e 'I fine dell' opera 
mancanti al mutilato codice Napolitano , e y\ fece 
la prefaziooe , e delle annotazioDi. La edizione 
preparata da molto tempo dovra pubblicarsi tra gU 
atti dell' accademia Ercolanese. La cennata opera 
da porsi a stampa fu annunziata e promessa da 
monsigoor Giovanni Rossi scrittore della stessa bi- 
blioteca nella sua prefazione pag. 13 al catalogo 
generale della biblioteca medesima pubblicato nel 
4832 con queste parole: Quare silentio hand prae- 
teribo solertissimi viri lustini Quadrarii elucubratio- 
nesj quibus S- Remigii JlrUissidiorensis Expositiones 
m D. Malthaei Evangelium ex pervetusto codice 
membranaceo regiae huius bibliolhecae exscriptas et 
Vaticani ac Florentini codicum ope suppleias ador- 
navit. Haic vero pperi , propediem in lucem eden- 
do , eo quidem consilio Quadrarius nosier operam 
sedulo impendit mam <^ ut novissimo hoc auctario 
SS* Ecclesiae 'Patrum bibliotheca ditetur. 

Coo soyrana risoluzione del 24 ottobre 1832 
fa il Quadrairi nominate interpetre dei papiri £r- 
colanesi , e con altra del 16 gennaio 1833 socio 
conrispondeftte dell' Ercolaneie aoeademia. 



207 

In agosto 1833 sostenne nella regia Universitk 
per. la cattedra di dommatica un concorso, in cui 
riportd distinta approvazione. 

Nel 1834 preseato ail' accademia la ioterpetra- 
tione del papiro iDtitolato : ,^ikoSr\id.o\jicepi Pi^ro- 
/ixYis A , Tojy eis Suoro icforepo'^ , fornila di pre- 
faziooe ^ di supplementi , e di note , la quale fu 
approvata, e ne parlo con lode il segretario per- 
petuo nel ragguaglio dei lavori di quell' anno, in- 
serito nel XIV fascicolo degli Annali Civili. 

In maggio 1837 fu eletto regio revisore de'libri 
da stamparsi, e nel 1838 T accademia Ercolanese 
lo nomino socio ordinario. 

Con aliro decreto della stessa data fu egli da 
custode della real biblioteca promosso a scrittore 
della medesima. 

QuABANTA - Bernardo nacque in Napoli a 24 
gennaio del 1796 da Giuseppe e Maria Mirabelli. 
Ebbe a maestro de'primi nidimenti latini Salvado- 
re Romano , e per la latinita sublime Gioyanni 
d'Anna, e Yincenzo Rinaldi, del greco Giuseppe 
Parascandolo ^ della filosofia Angelo Ciampi , della 
giurisprudenza Niccola Valletta, e della diploma- 
tica Alessio Pelliccia. 

Nel 1810 fece il concorso per alunno diploma-- 
tico, ed ebbe il primo posto. Poco dopo fece uu 
altro concorso per verificatore de'titoli del Dema- 
nio pubblico , fu nominato ma non arrivo ad es- 
sere istallato nel suo impiego. Nel 1817 fece il 
concorso per la cattedra di archeologia greca nella 
regia universita, e la ottenne. Fu nominato nel 1825 
interpetre degli antichi papiri, e socio corrispon- 
dente della nostra accademia , nel 1 832 fu eletto 
socio ordinario della stessa , e dal 1839 forma 
parte della Gommissione di pubblica istrozioiie. 



508 

Egli ha dato alle sUmpe : 

y. Letiera al cavaliere Prospero de Rosa sopra 
una gemma nella quale si t>eggono alcune greche 
parole* Napoli '1844. 

2. jdnimadversiones novissimae in vascidum italih 
graecum anno 1791 Locris ejfbssum. Ncapoli 4847* 

3> Illustrazione di un vaao llalo-gi'eco- Napo- 
li 4820. 

4. Illustrazione di un vaso Italo-greco che si coti- 
serva nella raccolla del signor Pietro Luigi Moscki- 
ni. Napoli 4825. 

5. Comenlo sopra una greca iscrizione muiUa 
trovala a Scandriglia, Napoli 4826. 

6. Su la jigura e V iscrizione Egizia incise in 
uno smeraldo antico. Napoli 4826, 

7. V cpinicio di Q. Orazio Flacco a lode di 
Draso messo in rime toscane ed illuslraio con un 
comenlo esletico-jilologico. Napoli 4828.. 

8. La favola di Zejiro e Ctori dipinta sopra un 
inlonaco disoUerrato in Pumpei ed illusirata. Na- 
poli 4829. 

9. Sul gran musaico disoUerrato in Pompei it 24 
oUobre 4834. Napoli 4834. 

40. Sermone d!un chicrico di villaggio in morle 
di Maria Cristina regitia delle due Sicilie. Trovasi 
pubblicato nella raccolla de* componimenii scritli in 
morle delta slessa regina in Napoli dai torchi del 
Traanater nd 4836 p. 741. 

Egli ha benanche letto diverse memorie nella 
nostra accademia ed ha inierpetrato ed illustrato 
aicuni antichi papiri. 

Nell' opera periodica intitolata : Annali civili 
del Regno si leggono vari articoli deL noslro so- 
cio, e nel fascieolo YIII dell' anno 1834 ewi una 
sua ekiborfeLta dissertazione storico-critica sulla ntu- 



/ 



209 
Bica nelle due Sicilie da^ sttoi primordi sino a tempi 
nosirV- 

RoGATi (db') Fbangesco^Sayerio^ Molti aomini^ 
insigni ban recata gloria al piccol Comaae di Ba^ 
gDuolo in proTincia di Principato Ulteriore , ove 
nacque il de'Rogati nel 9 gennaio del 1745, ma, 
nimio forse gliene reed tanta, quanta Tingegno di 
costiii. Ivi egli apprese i rudimenti gramaticali, 
nelle scuole de'Domenieani, ma appena toccati gli 
anni otto di soa etk fu condotto in questa metro*, 
poli per essere educato , ed istmito* Qui restd per 
un biennio, e quindi dando certo pjresagio di bea. 
fondate speranze fu. mandato in Koma sotto la di- 
re^ione di an prete 8uo zio paterae y il quale to^. 
sto ne prese tulLta la cura , e lo pro wide di dotti 
maestri. Per i^.felieitk del suo ingegaOv^ e per la» 
continua applicazione , in brieve non sol del lali;- 
DO , e greco idioma si rend^ istruitissimo ^ ma fece 
ancbegran profitto ueUe scienze filosofiche , e oo*^ 
mincid a cpltivare con succeaso la poesia*>;Gjydnto 
agli apni venti ritorpd in questa capitals C9jpi,tir 
nuandp .^.studiare la lingua greca soito Crescenzo 
Morelli, professore nella regia uniy^^ii^, e ebbe 
a .maestro nella giurisprodj^iza Giuseppe Girillo.. 
Terminato il cpr^o legale ,• e ncco ^\ ^cognizioni 
scientifiche e4 erudite ^ntraprese l\es^cizio del ^ifr 
TO con esser dirclto dal celebre avvoqaio Savprio 
Mattel , e nella palestra forense non ablmndono ipai 
I'amena letteratura^ e spe^i^lmente la poesia. Ma* 
mentre giaconuDciava a gareggiare co'primi pro- 
fessori pel suo dire forte di ragiopi, edi scienza 
legale , e scevra di sottigliezze ^ e di menzogney 
ebbe rapid! ascensi a diverse cariche. Fu da prjimi, 
destipato procurator Bscale 4^11a giunt^ delle regl^ 
poste in Napoli , quindi 't^a^^yiato in Cj^abria. 

14 



V 



210 

pnma come isp^ttore della cos\ delta Gassa Sacra, 
indi fu nominato uditore, e finalmente capo-ruota 
della tegia tidienza. Occupd in segnito il posto 
di' preside ih Gatanzaro, e poi qaello d'intendent^ 
itolla Calabria Ulteriore. Richiamato in Napoli fa 
prescelto per socio della nuova accademia ; nel 1 809 
fa nomitiato giudice delta gran corte di Cassazio- 
ne^ ed indi confermato nella stessa carica. Nel 1821 
▼olendo il* re riformare il codice militare elesse 
uda Gommissione di quattro individoi due togati, 
e due militJui , e tra i' primi vi fu il de'Rogati, 
di che si h seritto di sopra. Ma essendo egli as< 
sai deteriorato in- saldte , eper la grave su^ eta 
fu gitibiteto c6n soldo , e co^i onori di vice-pre- 
sidente^ della siiprema corte , e pocfai anni dopo 
ebiu^e: Testrenla di sfua carriera luminosa nel di 9 
agosto def 182T: 

In tante diverse cariche da lui occupate serbd 
sempre un glran contegno riumto a gentili ed affa- 
bili ' mani^e nel ricevere chiccbessia , e mentre con 
somma ^ttitudine ed impatzialita giudicava , di* 
stinguer 'sapcfva il pubblicO impiegato dall'lioffl pri- 
vato ; e tetadti^o il sno ministero, non osserva- 
Tdsi in esdo Testigi6 ali^tino del magistrato , e co- 
me ogni altro priyatb ameno e scberzevole si mo- 
strava- con ttitti , t da tut!ti riscuoteva maggiore 
lispetto 5 ed osSeqdioJ ' ^ 

Ha dato pdche tio^e alia luce, ma tutte sensa- 
tc , scritte! dbn puril3i di lingua, e generalmente 
applauditcf. Nel 1770y-quando area appena an- 
ni 25 j scrisse il dfi^miUa intitolato: Amiida Ab- 
bahdofiatd^ cbe messo in miisiea dal famoso lotii- 
melli , ' e rippresentatb nel • teatro di S. Carlo fu 
da tntti encbtaiato.; *il Mattei gran lelterato , e 
^udide coi»pe€etite'^i*§iffatti cdmpdnfmenti ne sen-* 



211 
ve cosh* Venne lanimelli in Napbli^ e scrisse tAr^ 
mida , opera dH un mio giovane di ottime speranze 

Francesco Saverio d^ Rogali • . que^ 

sf Armida ebbe tm incontro it piA felice che mai^ 
e presso il popolo , e presso i dotti ( ^^ggio di 
poesie del Mattel vol. 2 pag. 27 J. 

Nella cit. op. del Mattei ( toI. 3 p. 177 ) 
v'6 una elegante versione italiana di de' Retail di 
alcuni endecasillabi di Mattei , il quale in piti luo<* 
ghi della stessa opera ne parla con elogio cbisH 
mandolo quasi seioipre mio dotio giovane^, e Suon 
poeta. 

Altri componimenti pose a stampa breyi si , ma 

tutti sugosi , eio6 Amore , e Psiche cantata a due 

voci ; Sequenzta dello Spirito Santo ; la morte di 

Alceste ed altri simili. Ma quello , che gli pro- 

caccio nn onore inunortale fu la traduzione delle 

odi di Anacreonte e della poetessa Saffo eoi'redatci 

da lui di erudite note, e delle vite de'due greci 

poeti. II Mattei , che teneva in somma stima il 

prediletto allievo |^r la conoscenzisi particolarm^nte 

della lingua greca , e della poesia , lo ipdttls^e-a 

far tal versione in rima italiana, che fu corobait^ 

dal pill glorioso successo , giaechfe pubblicatasi iil 

CoUe citta della Toscana nel 1783 meritd aU'aulbH 

re dalla repubblica letteraria il lusinghiero nooie 

di Anacreonte Italo. II nostro Campolongo nel sua' 

sepulcreium fa grandi elogi del de' Rogati , ed il 

Napoli-Signorelli , tra gli altri, cosi scrive del me- 

desimo : In mezzo- al tumulto del foro t avvocata 

Francesco Saverio rfe' Rogati oggi individuo delict 

G. C. di Cassazione ha coltivato sempre le muse. 

Egli pianse con una bella ode la perdila di BeU 

forte ; egli tradusse Anacreonte con leggiadria e 

quasi sempre con fedelth; egli diede al real teatro 



212 ^ j; 

di S* Carlo un melodramma V Armida Abbdndonata 
posta in musica daW tncdmparabile lommelli ( cit. 
op. Tol. 8 pag. 58 ). 

Molti seritti di lui sono rimasti inediti presso 
i suoi eredi. 

Dopo la morte fu oDorata la memoria del no- 
stro accademico da una elegante orazione italiana, 
e da yari componimenti , che furono tutti pubbli- 
cat! nel 1 828 , non che da altre poesie dal sacer- 
dote de' Cioni suo compatriotta , che si diedero 
anche alle stampe nello stesso anno. 

Nel rapporto del 30 dicembre del 1827 letto 
dal segretario generale della societa Borbonica ca- 
yaliere Avellino , e poi pubblicato , con poche sen- 
satissime parole si tesse un grande elogio all' il- 
lustre coUega. 

. RoNGHi * DoMENico baronc yide la luce del gior- 
no nel Comune delta Barra poco lungi da Napoli 
in una yilla di sua famiglia nel di 26 maggio del 
4700 da'genitori Luigi, e Teresa Acciani. Venuto 
in questa capitale, e compito il corso delle belle 
lettere , studio le scienze filosofiche , e la giuris- 
prudenza. Ma egli che indefessamente si esercitaya 
nella kttura degli autori greci , e latini si diede 
per un genio tutto particolare a coltiyare gli studi 
filologici. Per istruirsi in questa parte congettu- 
rale dell' un^ano sapere fa d'uopo della molta pe< 
rizia nelle lingue aniiche , e di gran quaniita di 
libri , che il piii delle yolte sono di molto yalo- 
re. II Ronchi cb' era istruito nelle dotte lingue , 
ed . era un ricco proprietario si formo una speciosa 
biblioteca di autori di yaria letteratura si anti- 
chi, che moderni, pregeyoli per la eleganza delle 
edizioni , e per la rarita. Vi riuni benanche molti 
libri stampati nel primo periodo dell' arte tipo- 



213 
grafica, diversi manuscritti , ed una completa rac- 
€olta di storici del regno di Napoli. Ei si formd 
inoltre nn museo di yarie anticaglie , ma rimar- 
chevole soprattutto per monele urbiche greche , 
c latine , e per molte rare medaglie della mez- 
zana eta. Il Mazzocchi in due laoghi (^ ad tab. 
Heracl^ pag. 104 e pag. 553 ) fa menziooe coa 
elogio del nostro accademico citaado le rare mo- 
neie urbiche del di lui museo. Ne minori encomi 
ei riscosse dal Martorelli (^ de reg, theca calam: 
p. 262 ) 5 ove lo chiama rei nummariae , et ro" 
^nanae vetustalis prae omnibus callentissimum, II Ron* 
chi trasse gran profitto da siffatte raccolte di K- 
bri, e di antichitJi, e divenne uno de'piii eruditi 
archeologi, e numismatici del suo tempo. Quindi 
fu che meritevolmente nel 1 755^ venne annoverato 
tra i XV accademici Ercolanesi , e nel 1779 fu 
prescelto per socio deUa regale accademia delle 
scienze e belle lettere di Napoli. Oltre a cio, ve- 
niva egli adoperato dal goTerno spesse Yolte in 
affari letterari, ed in un borrone autografo di un 
rapporto diretto ai ministro segretario di stato di 
casa reale marchese Carlo de Marco dal nostro 
Ignarra in data del 5 agosto 1779, che da me si 
conserva, sta detto, che tanto esso Ignarra, quan* 
to il Ronchi con dispac-cio del mese di luglio di 
queir anno erano stati incaricati di dare il loro 
parere sul valore della moneta chiamata carlino 
nella meta del XIII secolo in confronto del car*- 
lino de'nostri tempi. Lo stesso Ronchi per sovra- 
na disposizione ebbe anche 1' incarico di formare 
il catalogo del ricchissimo museo nnmismatico del 
duca di Noja dopo la di lui morte. 

Egli fini di vivere in questa metropoli il dl 8 di 
gennaio del 1786. Nel 1814 poi la sua ^opiosa 



216 

U nostro accademico h ancbe insigDito della chiave 
d' oro , h commendatore del r. ordine di Fran- 
cesco I, ed e decorato beoanche della crooe ge-* 
rosolimitana , e della gran croce Gostantiniaaa. 
I libri da lui dati sJIe stampe sono : 
4. Orazione funebre per la morte del re catio^ 
lico Carlo III. JVapoli 4789. 

j?. Elogio del conte Cesare Coppola. Napoli 4790., 

3. Elogio del marchese di Casanova Lorenzo Pa^ 
temb. Napoli 4793. 

4. Elogio delprincipe di Morra Goffredo Morra., 

5. Ammaestvamenti di Basilio Imperatore tradotti 
dal greco. Napoli 4796. 

6. Elogium Bernardi Navarrae. Neapoli 4803% 

7. Elogium Francisci Vegae. Neapoli 4805. 

8. Orazione in lode del cavaliere Francesco Da- 
niele. Trovasi nella raccolta di componimenti in-^ 
titolata: Ultimi uffici alia memoria del cav. Fran- 
cesco Daniele pubblicata in Napoli nel 1813 da 
esso sigQor de Rosa. 

9. Elogium VincetUii Cala archiepiscopi surrenr 
tini et regii sacelli antistitis. Neapoli 4817. 

40. losepki Xaverii PolU ellogium. Neapoli 4825* 

44. Disoorsi pronimziati ^ cioh nno nella riaper^ 

tura del ^ Banco dello Spirito Santo , e V altro nel- 

Vaperlura nlel nuovo gabinetlo dHndsione nella re- 

gia Zecca delle monete. 

12. Negli atti deiraccademia Ercolanese yoI. 2 
troyasi inserita una memoria del de Rosa , che con- 
tiene V illustrazione di uvi arula di bronzo portalUe 
i^invenuta in Fompei , un' altra poi che illastra 
un^ aniioo elmo ritrovato in Eroolano , fara parte 
del 3 ToL degli atti medesimi. 



217 
Opuscoli iDediti. 

-/. La state stabiense ad imitazione deW Arcadia 
del Sannazzaro. 
J2. ^Vita P. Gregorii Rocco ordints praedicatorum. 

3. Orazione latina delle lodi delle lettere umane. 

4. Discorso recitalo nel giomo della meta di Qua- 
resima. 

5. Elogio funebre delfu awocato Raffaele Franco. 

6. Elogio storico di Carlo Maria Rosini vesco- 
vo di Pozzuoli^ ehe e Ticino a pabblicarsi per le 
stampe. 

RosiNi - Gaklo Maria ebbe nascita in Napoli 
nd 7 aprile del 1748, ed i geoitori furono Vin- 
cenzo professore di mediciDa nato in Rofrano nella 
proviocia di Priacipato eiteriore , e Maria Anto- 
nia Ardia napoiitana* Ne'primi anni il padre gl'in- 
segnd a leggere e scrivere , e per divertimeDto gli 
fece anche apprendere Talfabeto greco. Esso per5 
ravvisando nel fanciullo non yolgare ingegno , di 
buon'ora designo d' incamminarlo per le lettere, e 
nella eta di anni sette lo mando nelle scuole della 
eompagnia di Gesu , ove studi6 la gramatica , e eo^ 
inincio a spiegare , e tradurre in italiano gli autori 
latini arrivando alia scuola detta dell' umanitk. I 
di lui maestri avvedutisi della perspicacia del ta- 
lento del giovane ne ooncepirono ottime speranze, 
6 presagendo una felice riuscita dello stesso, chie^ 
Siero al padre ehe fosse rimasto tra loro. 

Bench^ egli inclinasse ad abbracciare quell' is ti« 
luto , pure per la sopravvenuta morte del genitore 
ne fu distolto, e giunto all' anno dodicesimo ab« 
bandono quelle scuole. Intanto la saggia madre noQ 
trascuFo cura \eruna perchfe il figlio terminasse be« 
ne la gia intrapresa carriera, e s'impegQd di farlo 



218 

ricevere come alunno nel seminario Urbano. Quivi 
compi il corso delle belle lettere italiane, latine, 
6 greche avendoDe dali pia saggi cod diversi com- 
ponimeDti in prosa ed ia verso appena compito il 
terzo lustro di sua eta. I precettori , che ivi ascol* 
16 , furoDO nella lingua latiua Sebastiano de Ro- 
sa , che fu dappoi yescovo d' Iscbia , ed indi di 
ATellino ; oella rettorica Salvatore Aula ; nella poe- 
tica Gennaro Radente; nella lingua greca France- 
sco Scotti de Lutiis, e nella ebrea Ignazio della 
Calce. Si applied poscia alle scienze , stadiando 
la filosofia, il dritto civile e canonico, e la teo- 
logia 9 che gli furono insegnate da Giulio Selvag- 
gi , e Giuseppe Rossi , tra gli altri. Appena or- 
dinato suddiacono venne prescelto nel 1770 nel 
seminario medesimo per maestro de'primi rudimenti 
della lingua latina, e dopo poco tempo fu desti- 
nato nella scuola di umanita. Finalmente essendo 
trapassato il precettore di lingua greca Scotti , fu 
determinato , che Rosini lo rimpiazzasse , ed ei 
per anni quindeci insegnd la lingua stessa. Era an- 
cora nella verd' eta , quaudo nel 1 774 vacd negli 
studi arcivesGOvili di Napoli la cattedra di dritto, 
alia quale voile concorrere, ma nel cimento iufe- 
licemente si smarri , il che giova sentirlo coUe stes- 
se sue parole : Ubi suggeslum ilium conscendi^ et 
omnium oculorum ades in me unum intenlas vidi ; 
ut me ingens stupuit cura^ ut.me corporis^ animi^ 
que vires illico defecerunl I 

Sebbene avesse precedentemente scritto un lungo 
comento su la proposta decretale del lib. 3 tit. 1 
cap. 9, pure nella esposizione, che ne dovette fare, 
si ranmientd de'soli argomenti, dimenticando tutto 
il resto , siccome viene assicurato da lui medesi- 
mo; conoepta ex tempore verba ^ Ut in buccam ve- 



219 

nirent , fundere opus fait. Intanto noia avendo ot- 
tenuta la cattedra , pubblico il suo concorso con 
una leitera latiua diretta al celebre canoDista Carlo 
Blasco , ove racconta tutto T avveDiinento di so- 
pra accennalo , ed in essa si ravvisa il suo sa- 
pere anche nel drilto canonico. Intanto il cardi- 
nale arcivescovo Capece-Zurlo uomo di santi co- 
stumi desiderando che le lettere in quel seminario 
pervenissero al sommo grado di floridezza si av- 
viso di nominare un prefetto, che sopravvigilasse 
a tutte le scuole, e per questo incarico cadde la 
scelta su la persona di Rosini , il quale con som- 
mo zelo corrispose alle mire dell' ottimo arcive- 
scovo , e quella gioventii ne ritrasse grandissimi 
vantaggi. Essendo tuttora nel seminario surse una 
gara letteraria tra lui , ed il dottissimo Bernardo 
della Torre professore di filosofia nelle scuole ar- 
civescovili, ed indi vescovo di Marsico, e di poi 
di Gragnano, e di Gastellamare nella pubblicazio- 
ne del saggio di metajisica del medesimo. Nelle 
due lettere criticbe , che in tale occasione diede 
alia luce il Rosini sotto il nome di Niceta Fila- 
lete , fece conoscere di non essere solamente ver- 
sato neir amena letteratura , ma ch' era eziandio 
istruito nelle scienze, e specialmente nel ramo fi- 
losofico. Circa quel tempo 1' Ignarra non potendo 
pill assistere al disimpegno della cattedra di scrit- 
tura sacra nella regia universita per essere stato 
eletto precettore di S. A. R. il principe France- 
sco, fu il Rosini nel 1784 nominato sostituto alia 
cattedra medesima , ingolfandosi in quistioni di 
storia sacra, e di teologia, che deciferandole non 
mostrava di essere straniero a siffatte cognizioni. 
INel 1787 il re Ferdinando volendo ripristinare 
la nostra accademia tra i soci nuovi , che aggiunso 



220 

ai pochi antichi allora vivenli , vi fu il Rosini ^ 
eui Tenne affidato rincarico in unione di altri ire 
accademici della interpeirazione , supplemento , e 
comentario de'papiri rinveDuti in Ercolaoo. Ei coa 
questa occasione fece di nuovo ritorno a'suoi studi 
prediletti di arclieologia , e si occupo subito di tre 
papiri greci, che furono pubblicali nel 1793, co- 
me di qui a poco si dira. 

II cardinale arcivescovo Zurlo giusto estimatore 
del merito , volendo anch' egli premiare i molti ser- 
vigi resi dal nostro socio alia chiesa napolitana , 
ed in particolar modo al seminario , lo nomind 
oel 1 792 canonico della cattedrale , e dopo altri 
cinque anni fu eletto yescovo di Pozzuoli , ove 
seguendo le orme de' piii illustri prelati con sod- 
disfazione generale adempi mirabilmente a tutt' i 
doveri del suo ministero. Per dar poi sfogo agl'ia- 
geniti suoi sentimenti di carita verso i poveri, ani- 
mato da indicibile disinteresse ivi fondd a sue spese 
un riliro di donzelle orfane indigenti , ed uno sta- 
bilimento di poveri facendo occupare si le prime , 
che i secondi in diverse arti e mestieri , onde ren- 
dersi utiii alia societa, Fondd anche scuole , e case 
di educazione per la istruzione delle giovanette nelle 
arti donnesche , e per farle apprendere a leggere, 
a scrivere , e conteggiare. Per siffatte opere egli 
non solo versava la maggior parte delle rendite 
della mensa vescovile , impiegandone il resto per 
la chiesa , ma parimente tutt' i soldi , e pensioni, 
che riscuoteva dalle diverse cariche sostenute in 
questa capitale ^ menando una vita assai frugale. 
Ma le principal! sue cure furono dirette verso quel 
seminario , dal quale sono usciti moltissimi giovani 
di buon costume, e di vario sapere forniti. Non con- 
teoto a pieno della scelta di savi e costumati sog- 



221 
getti per presedet?i, e di dolti maestri per lo in- 
segnameDto , che cola ricbiamaTa da ogDi parte 
non risparmiaodo spesa verana , egli medesimo di 
persona se ne occupava assiduamente tanto per lo 
vitto, che per la istruzione facendo anche spesse 
fiate da precettore nelle scuole diverse. Accadeva 
tal Yolta , che nel visitar la diocesi veniva alia 
conoscenza di giovani di ottime speranze , ma 
poveri , non essendo sufficiente il seminario a ri- 
ceverli , yestiva i medesimi con sottana nera fa-> 
cendoli alimentare e vestire a sue spese, li man- 
dava quindi nelle scuole del seminario per istruirsi, 
e li faceva poi dormire in alcune camere deU'epi-^ 
scopio. Per le gia dette ragioni essendo diventato 
il suo seminario uno de'migliori del regno, yi fa 
percio un concorso straordinario di giovani da tut- 
te le provincie , onde fu necessita ampliarlo con 
nuove fabbriche ; ed inoltre con suo danaro acqui- 
st5 benanche il gia mouistero di S. Francesco , 
situato in nn'amena collinetta poco lungi dalla cit- 
ta , formandone un secondo seminario destinato 
per casa di villeggiatura de' convittori ne'mesi di 
vacanze. Le mura del cortile di questo secondo 
seminario furono con ottimo divisameuto incastrate 
d'inscrizioni antiche greche e latine da lui raced- 
te , onde servissero e d' istruzione a quella gio- 
veotii , e fossero preservate da ogni dispersione. 
La difficile carica dell' episcopato non esento il 
Rosini da altri impicghi , e quindi nel 1801 fu 
nominato Soprantendcnte della officina degli anti- 
chi papiri, carica che ha ritenuto sino al termiue 
di sua vita. 

Dopo I'entrata delle armi Francesi nel regno fa 
da prima eletto cappellan maggiore interino , indi 
nel 1807 annoverato tra soci della nuova accade- 



222 

mia J di cui fu presidente annuale per piii anni , 
e nello stesso tempo prescelto per consigliere di 
stato. In quesli disimpegai si mostro sempre si- 
mile a sk stesso , soslenendo con zelo , e fermezza 
veramente apostolica cio , cbe riguardar potesse 
la sana morale e grinalterabili precetti di nostra 
religione. Kitoruato di Sicilia il re Ferdinando , 
ed esseudosi dal medesimo nel 1817 foudata la 
real societa Borbonica, che comprende le tre ac- 
cademie gia istituite nel 1807 , innalzo a presi- 
dente perpetuo di tal societa il Rosini , il quale 
con questa qualita presedeva ancora al reale isti- 
tuto di belle arti. Nel 1822 poi fu eletto presi- 
dente della Giunta della pubblica istruzione , e 
della real biblioteca Borbonica , ma nel 1824 a 
sua ricbiesta lascio di presedere la istruzione pub- 
blica , ed occupo il posto di uno de' consullori 
di stato del regno. £i fu ascritto a varie congre- 
glie letterarie illustri di Europa , e nell' i^stituirsi 
r ordine cayalleresco di Francesco I fu decorato 
della gran croce dallo stesso augusto fondatore. 

I libri da lui pubblicati sono : 

•/. Oratio in adventu losephi Capycii-Zurli s. r. e. 
cardinalis archiepiscopi neapolUani, Neapoli 4783. 

J2. Nuovo melodo per apprendere facilmenie la 
lingua greca iradoUo dal Francese. Napoli 4784% 
Non h questa "una semplice e nuda traduzione , 
ma il libro fu riformato , ed arricchito in molte 
parti con esservisi aggiunto di nuovo conio un 
trattato delle particelle greche. 

3» Oralio habita in regio neapolitano^ archigy- 
mnasio in solernni sludiorum instauratione de vero 
studiorum scopo* Neapoli 4787. 

4. Herculanensium voluminum quae supersunt to-- 
mus 4. Neapoli 4793. Nella dedica di questo to^ 



223 
lame di antichi papiri greci diretta al re Ferdi- 
naodo dagli accademici Ercolanesi sta detto, che 
il medesimo suis nunc supplemerUis , interpretation 
nCj iustoque commentario a strenuo conlega nostra 
Carolo Rosinio probe instrucium , iibi se tandem 
sistit. 

5. Orazione funehre per lo principe di Carama" 
nico vicerb di Sicilia. Napoli 4194. 

ۥ Oratio habita in regio neapolitano archigy-' 
mnasio in solemni studio rum instanratione de litte^ 
raritm utilitate dijpcillimo quoque tempore capienda^ 
Neapoli 4796. 

7. Dissertatidnis isagogicae ad hereulanensium 
voluminum explanationem pars prima. Neapoli 4197. 
Gli accademici ercolanesi nei dedicare alio stesso 
re Ferdioando questa dissertazione si espressero 
cosi \ atque hanc quidem historiam ma^us ille Ale-' 
xius Symmachus Mazochius litteris mandare quum 
insiituisset ( nam id sui muneris pensique esse vo- 
luerat J moHe interveniente , absolvere est prohibit 
tus. Quamobrem nostrarum partium esse duarirnus 
httic oneri suceedere , quod libentissime fecrmus ; 
Mazochiique vestigiis insistentes Isagogicam disser^ 
tationem adomavimns ; operam in id sudm in pri^ 
mis conferente strenuo collega nostro Carolo Rosinio* 
Qaesta dissertazione dunque b nella massima pa>te 
opera del Rosini^ come ^k si ^ enunciato di sopra. 

8. Orazione eucaristica pel glorioso ritomo di 
sua Maesla. Napoli 4799. 

9. Deir emissario Claudio net paese rfe' Marsi. 
Napoli 4808* "^Questa memorta fii di risposta al 
^egu^nte qnesito fatto all' accademia in quell' epo^ 
ca, ciofe se le aeque del Fucino fossero una vollu 
scolnte , almeno in parte , nel Liri. 

4X). Hereulanensium voluminum quae super^mt 



224 

tomus IL NeapolU 809 * W papiro gfeco cOAtenuto 
in questo volume fu interpetrato , supplito , e ee- 
mentato dal Rosini , ma nella dedica pero e scril-> 
to: symbolam in id conferenle mam Bartholomaeio 
Pessettio , come gia si acceDno precedeotemente. Gli 
altri Yolumi di papiri pubblicati posleriormeute oel 
4827 , 1832 , e t835 sodo stati lavori di altri 
soci , di cbe si e gia fatta menzione , essendo stali 
pero i medesimi riveduti dal Rosini , come St)prao- 
teodente delta officioa de' papiri , e da tutti gli 
accademici ordioari , come si h sempre pratieato 
anche per li precedenti volumi* 

Molte inscrizioni latine, ed altri componimenti 
iin greco , ed in latino in prosa ed in verso egli 
pubblico in fogli volanti , o rimase inediti ^ che 
tutti riuniti formerebb^o de'volumi. Tra gli scritti 
inediti del Rosini vi sono diverse dissertazioni sa- 
ere , e profane di vario argomento , e specialmente 
una intitolata : de Paschatis celebratione, 

Mentre era nella sua fresca eta scrisse una ele-* 
gantissima lettera latina aU' insigne poeta latino 
Filippo di Martiiio su lo strumento chirurgico jri- 
curvo , col quale si aprono i tumori ^ e del vo- 
cabolo latino che gli potesse corrispondere. Ei coa 
inolta sagacita ed ingegno sostiene che dovesse 
chiamarsi femun gammatum, Questa lettera auto- 
grafa si conserva dal coltissimo mio amieo Felice 
Meola. 

Nel 29 luglio 1809 essendogli stata comunicata 
una circolare in istampa intorno alia celebrazione 
del matrimonio secondo le nuove leggi promulga- 
te, egli con due lettere manuscritte, e con molto 
coraggio in agosto dello stesso annp in risposta 
fece rilevare vari ragionevoli dubbl derivanti dalla. 
circolare medesima ^ e percid conchiuse non po- 



225 
lersi interamenie eseguire quanto in essa si or* 
dinava. 

EsisioDO benaDche inediie cinque comedie laiine 
degne della pubblica luce, da lui scritte per diver- 
tire, ed istruire nei tempo medesimo gli aiunni del 
suo seminario, e che in ogni carncTale ne faceya 
rappresentare una dagli stessi. Esse sono intitolate: 

i. Captivei Plauti comaedia ad usum semtnajrii 
puJteolani accommodcUa. 

J2. j^gyptii. 

3. AHAXaNTA nATftMENOI Deceptores rfe- 
cepli. 

4, Philosophus. 
6. Brutii. 

Ye n' e una sesta anche rappresentata in quel 
seminario col titolo: Thesaurus^ sive Tyophonius^ 
ma questa fu composta dal valentissimo scrittor 
latino in yerso ed in prosa fu abate Vincenzo Ri* 
naldi dell'isola di Procida quando era maestro di 
eloquenza nel seminario medesimo. 

In fine dopo una gloriosa e laboriosa vita ei 
passd al premio delle sue fatiche nel di 1 7 feb* 
braio 1836 per un colpo di apoplesia nel giomo 
precedente, cui infelieemente soggiacque. Fu il Ro- 
sini dotato di molto ingegno , indefesso nella con- 
tiuua appiicazione sin da'suoi piu teneri anni, si 
diletto anche nell'apprendere la musica , e divenne 
sommamente istruito specialmente nelle lettere gre- 
che e iatine. Era in lui innata la beneficenza , ero- 
gando tutto per i poveri , e per la chiesa , e dopo 
di esser trapassato nel suo scrigno furon trovati 
soli pezzi sei di dodici carlini , ed una fede di 
credito , che conteneva uno de' suoi soldi del mese 
precedente , somme che furono impiegate per ce- 
lebrargli i fun^rali. Fu grande sost^itore dei dritti 

15 



226 

deiia stta chiesa, e di intt'i luoghi pii della sua 
diocesi , fu utile benanche in diverse occasioni a 
Tarie cbiese del regno , molto zelante nel disim- 
pegno delle sue diverse cariche , e nel difendere 
in giudizio le proprieta della mensa vescovile , 
zelo che qualche volta portava alPeccesso in modo 
da rendere presso ialuni meno pregevoli le grandi 
sue virlii. 

Dopo la morte il suo corpo fu imbalsamato al- 
r uso moderno , e rimase esposto per sei giorni, 
indi si celebrarono decenti funerali da quel capi- 
tolo e clero coll' intervento di diversi accademici 
della societa Borbonica, de'reali Istituti, degl'im- 
piegati della r. biblioteca , di tutte le autorita del 
Copiune di Pozzuoli , degli allievi di quel semi- 
nario, e di quelli conservaiorii da lui fondati. II 
canbnico Lncignano professore di eloquenza in que- 
sta regia Universita discepolo del defunto, valente 
scrittor latino compose le analoghe inscrizioni nel- 
r idioma del Lazio , e vi recito il funebre elogio 
in lingua italiana. Indi fu sepolto nello indicato 
Orfanotrofio , tomba da lui prescelta , e su la quale 
leg^si la seguente epigrafe in marmo gia compo- 
sta da esso medesimo : 

HEIC . RESTRREGTIONEII • EXPEGTAT 

KAROLVS . 'MARIA . ROSIN I VS 

EPISCOPVS . PVTEOLANVS 

HYIYS . PYELLARVN . ORPHANOTROPHII 

FVNDATOR 

TEHPLIQYE . INSTAYRATOR 

QVl . SIRI . YIYENS . REQYIETORIYH . COMPARAYIT 

SEDIT . ANN. XXXYIII M^NS. I DIES . XXXI 

YIXIT . ANN. tXXXYIl MENS. X DIES . X 

YEN! . RONE . lEST 

DII.EXI • DEGOREM • DOMYS • TYAE 



227 

Fochi giorni dopo 1' interro del nostro prelate 
gli allieyi del semiDario di Pozzuoli diedero uo'ap- 
posita accademia per rendere gli ultimi uffizi di 
gratitudine alle ceneri del medesimo. Nel di poi 9 
maggio delio stesso anno 1 836 il mio rispettabile 
ami CO commendator de Rosa discepolo ed amico 
del Rosini per onorare la memoria delio stesso 
raduno in sua casa diverse persone di lettere , che 
yi iessero vari componimenti , i quali farono pre- 
ceduti da uDa prosa scritta da lui. 

FinalmeDte nel di 16 agosto 1836 la regal so- 
cieta Borbonica tenne una tornata generate , e pub- 
blica per la inaugurazione del busto del Rosini , 
nella quale fu recitato dallo stesso canonico Lu- 
cigoano un' elogio in onore del medesimo scritto 
in elegante latino, intitolato: de vita et rebus ge- 
stis Caroli Mariae Rosinii , che nell' anno stesso 
pubblico per le stampe. 

Rossi - Francesco vide le aure vitali nel Co- 
mune di Melito in provincia di Napoli il 23 mar- 
zo 17A-7 , e furono i di lui genitori Gaetano , e 
Domenica Gimini. NelPela di sette anni resto privo 
del padre, ed essendo giunto agli anni nove, I'ac- 
corta madre lo fece entrare nel seminario Uii)ano 
di questa capitale. ' Ivi si applied alio studio di 
bdle lettere , e delle scienze , ed ebbe , tra gli 
altri, a maestri Salvatore Aula nell' eloquenza , e 
Giuseppe Rossi nella teologia. 

Uscito sacerdote dal seminario , essendo stato 
Gennaro Giordano professore di dritto civile , e 
canonico nel liceo arcivescoyile promosso alia chie- 
sa cattedrale di Acerra , per mezzo di pubblico 
concorso ottenne la stessa cattedra correndo I'anno 
yentisettesimo di sua yita. 

Nella eta poi di anni 36 dietro altro concorso 



228 

consegui la cattedra delle istituzioni civUi nella 
regia universiik degU studi. Egli avea fatto ante- 
cedentemeDte due altri concorsi , uno alia catte- 
dra delle decretal! , e I'altro a quella del deereto 
di Graziano. Col concorso poi fatto per la catte- 
dra del dritto del regao otteDne Tanzidetta delle 
istituzioDi civili. Dopp aver disimpegoata la pri- 
ma delle istituzioni civili , ed indi quella del drit- 
to del regno per lo spazio di anni 30 fu traslo- 
cato aH'altra della interpretazione della sacra Scrit- 
tura, doade dopo 13 anni fu di nuovo riportato 
air insegoameoto del dritto civile nella cattedra 
delle Pandette. Egli e stato benanche piii volte 
Rettore della regia Universita e presidente iHterino 
della commissione di pubblica istruzione, essendo 
uoo de' componenti della commissione medesima. 

Fu jpromosso al canonicato di questa metro- 
politana dall' arcivescovo cardinale Gapece-Zurlo 
nel 1797. 

Nella fine dello scorso secolo essendo partito 
da Roma il pontefice massimo Pio YI nel 1 79^ a 
richiesta del re Ferdinando fu stabilita in Napoli 
una congregazione Apostolica formata dal cardinale 
arcivescovo Gapece-Zurlo presidente, da Domenicii 
Fignatelli vescovo di Gaserta , e da Rernardo della 
Torre vescovo di Gragnano , alia quale furono date 
tutte le facolta pontificie appartenenti specialmente 
alia Dataria , alia Penitenzieria y ed alia segre- 
teria de' Rrevi , ed il Rossi ne fa prescelto se- 
gretario. 

Dopo la morte dell' arcivescovo Capece-Zurlo fo. 
DominaTto rettore del seminario Urbano ; indi passd 
al governo del coUegio delle famiglie de'Capeci , 
e de' Garaccioli , ed essendo stato qaesto abolito, 
fu destinato r^ttpre del liceo del Salvatore. Mel 



229 
4807 fu annoyerato tra'soci dell' accademia allora 
istituita. 

Le opere da ltd date alle stampe sono ; 

i . Commentarius turmdtuarius ad caput VI li^ 
bri III decretalium da institutionibus. Neapoli VIII. 
Kal. Sept. 4174. Questo comenio fu scritto per 
lo coDcorso fatto alia caitedra di dritto eivile, e 
r^nonico del ginnasio arcivescoTile. 
, j2. losephi Simeoli elogium. Trovasi pubblicato . 
dopo le yite di G. Nipote stampate per uso del 
seminario di Napoli. 

3. Praelectiones juris civilis ad lusliniani insti- 
tutiones. Neapoli 4788 vol. 2. 
* 4. luris civilis neapolitani institutiones. Nea- 
poli 4790. 

5. Institutiones juris canonici. Neapoli 4795 vo- 
Itmi 2. 

6. Commentarius in pandectas lustiniani. Nea-- 
poli 4822 vol. 2. 

Le indicate istituzioni canoniche sono state piii 
volte ristampate con molte aggiunte. 

7. Nel vol. 1 delle memorie della nostra acca- 
demia se ne leggono due del Rossi, delle quali una 
contiene I'illustrazione di una medaglia battuta in 
onore di Crispo Cesare ; V altra riguarda la spie- 
gazione di una lapida iscritta a P. £lio Muciano. 

Diversi di lui componimenti in verso ed in pro- 
sa 9 e specialmente molte inscrizioni latine sono 
state pubblicate in varie occasioni , in fogli vo* 
lanti , o inserite in raccolte stampate , ed altre 
simili sono tuttora manuscritte presso dello stes- 
80 , il quale conserva benancbe iuediti un comenio 
sui luoghi piu difficili della scrittura Sacra s\ del 
vecchio , come del nuovo testamento ; ed alcuni at;- 
vertimefiti diretti a' suoi nipoti. 



•• 



230 

Nella gravissima etk di anni 94 il Rossi ha il 
suo cervello vegeto ed in tutta la consistenza , 
come di un giovane florido , e gioyiale , sebbene 
stia sempre in letto da circa due anni. 

Con eleganza e somma facilita nella etk medesi- 
ma compone delle belle inscrizioni latine, ed ab- 
benche nello stile epigrafico le piii difficili a farsi 
sono quelle che servir debbono per opere pubbU- 
che , pur' egli ne ha dettata in questo anno la se- 
guente destinata per la ricostruzione della strada^ 
e ponte vicino al porto di questa citta, che non 
dispiacera qui leggere per intera , attesa la sua 
precisione , e purita di stile. 

FERDINANDVS . II 

REGNI . YTBiySQYK . SICILIiUS . ET . HIEEYSALEBI . REX 

P. F. A. 
NONNYLLIS . AEDIBYS . SOLO • AEQYATIS 
YIAM . ANTEUAG . ANGYSTAM . IN • IPSO • SIARl 

EX . PARTE . STRATAM 

AMPLIORIBYS • EXTENDIT . SPATIIS 

FERREIS . GANCELLIS * BITNIYIT 

YETERIQYE . I.APIDEO • PONTE 

AD . EXIGVI • HYIYS • POBTYS • FAYCES * DEIEGTO 

FERBEYM . POSYIT 

QYO . PLANIOR • YIA • FORET 

NEG * NAYIGYLIS . DIFFICILIOR . ADITYS 

PEGYNIA • EX • PYBLIGO . AEBABIO . DESYMPTA 

ET . NE • POBTOBIA • FBAYDABENTYR 

YEGTORIAS • NAYES 

MOBAE • 0ISPENDI1S • EUMINATIS 

AD • IPSAM • POBTITOBYM • MENSAM 

PABYYLIS . GYMBI8 

11EBGE8 • IMPOBTABE . lYSSIT 

ANNO . MDCGGXXXIX RBONI • SYI . IX 



231 
Rossi - Giovanm ebbe il suo nascimento in S. Lo- 
renzo maggiore nella Campania a 14 gennaio 1785 
da coniugi Pasquale, ed Angelarosa Bosco. Nella 
eta di anni undid entro nel seminario di Gerreto, 
che in quell' epoca fioriva sotto V episcopato del 
prestanlissimo Vincenzo Lupoli di Fratta maggiore. 
Dopo aver atteso ivi alio studio di gramatica , di 
umanita, e di lingua greca, si applied a quello della 
rettorica sotto la guida del dotto canonico Pietro 
luliani, di cui si bauno a stampa un'orazione latina 
in studiorum instauratione recitata in quel seminario, 
ed il prfBio volume degli opuscoli lalini pubbli- 
cati qui nel 1827 dal di lui nipote Giacomo col 
lilolo : veleris geographiae , chronologiae , et cri- 
iices elementa. Nel 1803 passo in questa capita- 
le, ed applicossi agli studi filosofici nella scuola 
di Mariano Semola, e poscia alia teologia presso 
i pp. Gesuiti frequentando contemporaneamente 
nella Universita degli studi le caitedre di dritto 
civile, e canonico, e nel 1807 anche la scuola pri- 
vata di Niccola Andria , e di altri professori di me- 
dicina nelle loro cattedre pubbliche stabilite allora 
neir ospedale degl' Incurabili. Nel 1808 essendo 
stato ordinato suddiacono , e richiamato dalF or- 
dinario in diocesi ottenne per concorso un cano- 
nicato nella coUegiata di S. Lorenzo maggiore , 
e fu chiamato in seminario col carattere di mae- 
stro di gramatica superiore, ed indi insegno teo- 
logia morale , e filosofia. Nel 1811 ritorno nella 
capitale, e venne impiegato nella biblioteca reale 
in qualita di custode, e fu incaricato dal P. Gio- 
vanni Andres di vari lavori letterari , e bibliogra- 
fici , ed ancbe di taluni lavori accademici , men- 
tre quel grande uomo era segretario perpetuo dek- 
Taccademia d'istoria, e di antichita. Uno di que- 



232 

sti lavori, rigaardante un sonetto inedito dl Bo" 
Bone da Gabbio , e talune poesie inedite di Ma- 
nuel Ciudeo , h abbozzato in una lettera diretta 
al marchese Garofalo , stampata dallo stesso nel 
1829, avanti ai capitoli di M. BosoDe, e di la- 
copo Alighieri da lui pnbblicati , ed illustrati. 
Per I'accademia poi ei fece la copia delle lapide 
greche, e latine del museo Borbonico, eTestratto 
delle DOtizie degli scavamenti pompeiaDi da'tempi 
di Carlo III in avaati. Quindi venne egli dallo 
stesso Andres proposto per la carica di scrittore 
della biblioteca medesima , che ottenne^ poi col 
real decreto oi^anico del di 2 aprile 1847. Essendo 
stata riorganizzata la real biblioteca nel 1822 il 
Rossi conservato nella stessa carica fu particolar- 
mente incaricato della compilazione , e della pub- 
blicazione del catalogo generale alfabetico , di cui 
si ba il primo volume per ora messo a slampa 
nel 1832. Dopo la dedica diretta a S. M. segue 
una prefazione latina del Rossi , nella quale pre- 
sentasi al lettore una breve notizia dell' origine , 
progresso , e stato attuale della biblioteca , e si 
dk conto del metodo tenuto dal compilatore per 
cominciare e far progredire siffatto lavoro , onde 
presentarlo al pubblico nel modo piu esatto. 

£ stato egli dal regnante sommo pontefice Ore- 
gorio XVI onorato della nomina di suo cameriere 
segreto soprannumerario con biglietto del 1 834 9 ^ 
la nostra accademia nel 1 829 lo nomino socio cor- 
rispondente , e nel marzo 1836 fu prescelto per 
socio ordinario. 

Occupato ne'layori moltiplici, che la grandiosa 
biblioteca esige, ha pubblicato successivamente , ol> 
tr^ le cose gia indicate , le seguenti operette. 

i* Catalogo di vescovi di Telese , la cul sede 



233 

era ritrovasi stahilita nella ciUa di Cerreto^ con al- 
cune notizie storiche di deUe due citta vescovili. Na* 
poll ^827. 

J2. Memoriale di notizie storico-critiche spettanii 
a Guahieri da Ocre gran cancelliere de* regni di 
Sicilia^ e Gerusalemme sotio Federico //, CorradOy 
e Manfredi. Napoli i829- 

3> Lettera ^ , e J2 sulV antichith della chiesa Te- 
lesina ( in appendice al delta catalogo J. Napo- 
li ^830 , e i83i. 

Sta egli preparando una memoria intorno alia 
eolooia Telesina ad illustrazione di una lapida tro- 
vata in Telese , ora esistenle nel 'museo Borbonico. 

ScoTTi - Angelo Antonio nacque neir isola di 
Procida il di 18 febbraio 1786 da coDiugi Anto- 
nio , e Marianna Scotti , dopo sette mesi fu con- 
<lotto in questa capitale , ed essendo poi ancor 
^ovanetto entro nel seminario Diocesano di Na- 
poli , incamminandosi per lo stato chiesastico. Qui- 
vi, tra gli altri, ebbe a maestri Domenico Scot- 
ti-Pagliara , e Giovanni d' Anna (a) istruitissimi 
neiridioma latino: nelle scienze poi i di lui pre- 
cettori furono Antonio Febbraro nella filosofia , 
Niccola Fergola nella matematica, e Bartolommeo 
Malizia nella teologia. Apprese le lingue orientali 
da Gaetauo d' Ancora , e dal canonico Gaetano 
Buonanni. 

Dopo di essere stato ordinato sacerdote fu no- 
minato regio professore di Paleografia, ma dopo 

(a) Giovanni d'Anna nato in Afragola , educato nel se- 
minario diocesano di Napoli , e maestro di eloquenza nello 
stesso seminario, dopo liinga e penosa malattia fim di vi- 
vere nel di i5 marzo di questo anno i84o i^el seminario 
medesimo nella etk di anpi 66 circa. Ei valeva moltissimo 
nello scriyere in latino si in prosa , che in verso. 



234 

dieci aDDi lascio qaesta cattedra. Dopo il 1816 
fu da prima precetiore del duca di Calabria^ at- 
tualmente Ferdinando II felicemente regoante , e 
degli altri principi , e principesse reali , e presen- 
temeDte e maestro de' principi, e principesse reali 
tuttora giovanelli. Egli h nel tempo medesimo pre- 
fetto della biblioteca Borbonica ; interpetre de'pa- 
piri Ercolanesi , e socio ordinario dell' accademia 
Ercolanese. 

Dopo la morte di monsignor Rosini e stato no- 
minato soprantendente interino della regale officina 
de' papiri. 

Nel 1 829 fa decorato delP ordine cavalleresco 
di Francesco I , e nel 1 832 e stato nominato da 
S, S. Gregorio XVI suo prelato domestico. 

Le opere date alia luce sinora sono : 

i . Herculanensiwn voluminum quae supcrsunt to* 
mus IL Neapoli i809* In questo volume v'fe an- 
che il papiro greco Epicuri De Naiura liber XI 
illustrato da Monsignor Rosini , ma nella prefa- 
zione, e propriamente nella pag. 35 lo stesso Ro- 
sini dice : Nunc ad eius lectionem , et inlerprela^ 
tionem adccdamuSy in quibus non minimum egregii 
iuvenis Angeli Antonii Scotti opera , ac diligentia 
nos iuvit. 

2. Illustrazione di un vaso Ilalo-greco. Napo- 
li iSH. 

3. Dissertazione sopra un mezzo busto falsamente 
attribuito ad Annibale Cartaginese. Napoli iSiS* 

4. Ex PhoLii amphilochiis quaedam edidit , /a- 
tine verlil^ ac notulis exornavit. Neapoli "1817. 

5. Elogio siorico del P. Giovanni Andi^es. Na- 
poli i8i7. Fu questo tradotto in lingua spagnola 
dal fratello del P. Andres , e pubblicato in Va- 
lenza. 



235 

6. Orazione funebre di Emnianuele Parisi mini" 
stro delV Intemo. Aversa 4SiS. 

7. Elogio funebre di Tommaso Caravita princi- 
pe di Sirignano. Napoli i820. 

8» Catechismo medico^ o sia sviluppo delle dot- 
trine che conciliano la religione colla medicina. Na- 
poli 482"^. Fu ristampato in Modena, e venne tra- 
dotto in tedesco dal ch. professore Lenhassek, e 
pubblicato in Vienna nel 1824. 

9» Elogio storico del cavalier Domenico Colugno* 
Napoli <I823. 

40. Syllabus membranarum ad R. Syclae archi- 
vum pertinentium vol* i . Neapoli 4824. 

44 . Risposta al professore Naegele intoimo alia 
quisiione medico-legale ^ se nelV occorrcnza di parto 
impossibile per mczzi nalurali ed arlifziali,^ e ne- 
^andosi la madre al iaglio cesareo sia lecito di de- 
cervellare il feto. E inserita nel giornale medico 
V Esculapio. Napoli 1827 vol. 2 pag. 324. 

42. Teoremi di polilica cristiana. Napoli 4830 
Yol. 2. £ stata quest' opera ristampata in Roma 
nel 1832. 

43. Elogio funebre di Francesco I re delle Si^ 
cilie. Napoli 4830, 

44. Lettera al signer Millin sulla maniera di 
pubblicare i papiri Ercolanesi. Trovasi inserita nel 
giornale letterario intitolato Biblioteca Analilica. 

45. Herculancnsium voluminum quae supersunt 
tomus IV. Neapoli 4832 , che coniiene i tratiati 
Polfslrati de injuslo conlemptu , et P/iilodemi de 
rhelorica. 

46. Epistolae Emmanuelis Chrysolorae latine red- 
ditae. Sono inserite nel volume 2 del caialogo del 
ms. greci della biblioteca Borbonica pubblicato ia 
Napoli nel 1833. 



236 

^7• Otnelie d giovani studenii per servir loro di 
lezione spirituale. Napoli i835 2 vol. 

48' Elogio funehre di sua maesta Maria Clemen- 
tina di Savoia regina del regno delle due SicUie. 
In Napoli dalla stamperia reale 1836. 

i9' Vita di D. Mariano Arciero. Napoli i838> 

Oltre ad altri piccoli e diversi lavori letterari, 
leggoosi nel 1 yol. delle memorie delP accademia 
Ercolanese una di lui illustrazione di un antico di- 
ploma greco sistente nel generale archivio di Na- 
poli , e nel 2 toI. una memoria sopra un codice 
palimpsesto della real biblioteca Borbonica di Gar- 
gilio Marziale de re horlensi^ a cui segue la pub- 
blicazione del testo colle di lui note latine. 

Selyaggi - Gaspare nacque in Napoli nel gior- 
no 12 di gennaio del 1763 dagli onestissimi coniu- 
gi Michele , e Mariangela Angelucci. Apprese i 
primi element! gramaticali colla direzione del suo 
dottissimo zio paterno Giulio Selvaggi professore 
di dritto civile, e canonico nel liceo arcivescovi- 
le 9 ed autore di yarie opere applaudite , tra le 
quali la piii encomiata fu quella inlitolata antiqui-^ 
iatum chrisiianarum in 6 vol. pubblicata nel 1772« 
Indi compi il corso scientifico sotto i valenti mae- 
stri Antonio Febbraro , ed Antonio de Martiis jier 
la filosofia , ed Andrea Simeoli per la teologia. 
Essendo molto amante della lettnra de'buoni libri 
si ha formato una scelta biblioteca, ricca special- 
mente di pregiate edizioni di autori italiani e nel 
1830 ne faa benanche pubblicato il catalog© per 
le stampe. Nel 7 dicembre del 1813 fu nominato 
nostro accademico e con regal decreto del 9 lu- 
glio 1832 h stato prescelto per segretario della 
commissione di pubblica istruzione. Essendo lo 
stesso fin da suoi primi anni molto versato nella 



23T 
musica ha dato alia luce un Trattato di armonia 
crdinato con nuovo melodo. Napoli i82>3. 

Ha reso beDanche di pubblica ragione un altro 
suo libro intitolato : Gramatica generate Jilosojica* 
Napoli 4839. 

Sta egli lavoraodo per la traduzione , ed illii- 
strazione delle tragedie grecfae di Euripide. 

Spimelli - DoMEMCo Maria Odoardo principe 
di S. Giorgio Tide la luce del gioruo il 13 otto- 
bre 1 788 nel Comune di Frasso , gia feudo di sua 
famiglia sito Delia provincia di Terra di Lavoro, 
da' genitori Gio: Grisostomo , e Maria Vincenza 
Gaeta. Le vicende della sua casa 1' obbligarono 
nella prima eta a dimorare piii ne' propri feudi , 
che Delia capitale , ed ivi appena fu istruito nei 
rudimenti della lingua latina ed italiana. Fin dal- 
I'infanzia pero ebbe trasporto per gli studi archeo- 
logici , ed in ispezialita per la numismatica, che 
di poi coltivo appas^onatissimamente , e fatto pas- 
saggio in Napoli fu in questa scienza manodotto 
da Francesco Uaniele. In eta piii adulta strinse di- 
mestichezza con Francesco Garelli , e nell' usare 
spesso in casa di costui , ebbe opportunita di ap- 
prendere dal valentuomo , che con affetto paterno il 
predilesse , moltissimo nel parlicolare della numis- 
matica , ed altre cose diverse ; le quali il Carelli 
largamente ed amorosamente a tutti comunicava nel 
modo stesso che sempre , e con maniere assai gen- 
tili avea fatto anche il gia menzionato Daniele , 
senza essere entrambi ritenuti da quel nero egois- 
mo , di volersi fare del sapere un patrimonio esclu- 
sivo col custodire gelosamente le cognizioni acqui- 
state , ed i propri divisamenti ; egoismo che di 
sovente pur tr6ppo oscura la gloria de' dotti ^ e 
men utili e cari U r^nde a gli altri. 



238 

Nel decennio della occupazione del regno Spi* 
nelii ancorche molto giovaoe si espose al concorso, 
per essere eletto uditore del consiglio di Stato, ed 
essendovi riuscito felicemeote fu nomioato a tal 
carica con decreto del 31 dicembre 1811. In gen- 
naia poi del 1813 fu eletto socio onorario dell' in- 
stituto d'incoraggiamento di Napoli; nel 1822 so- 
cio onorario deir accademia Ercolanese; nel. 1828 
socio residente della Pontaniana , e nel 1833 fu 
aggregato alia stessa accademia Ercolanese , come 
socio ordinario. 

Oltre ai suoi studi favoriti , di sopra menzio- 
nati ^ molti linguaggi antichi e moderni ebbe va- 
ghezza di apprendere , ed in particolare gli orien- 
tali J cbe non lascia di coltivare ; di che un pic- 
col saggio ha dato in morte della nostra virtuosa 
regina Maria Gristina di Savoia pubblicando una 
inscrizione tetraglotta , cioe arabica , siriaca , ebrai- 
ca, e latina. Se pur le tenui cose convien ricor- 
dare , e da sapersi , cbe pubblico egli in diyersi 
giornali letterari degli articoli, ora illustrando mo- 
nete antiche, or yetri adorni di cufiche leggende, 
e nella Biblioteca Analitica gli articoli segnati coUe 
iniziali P. S. G. sono stati da lui scritti. Fiii pub- 
blico nel 1821 con tipi della socieia jilomalica la 
descrizione di alcune monete urbiche del suo mu- 
seo , e della collezione del canonico de lorio. 

Ha letto nella nostra accademia Ercolanese ire 
dissertazioni , una isull' importanza di una cufica 
sepolcrale inscrizione , cbe nel r. museo si conser- 
va; un'altra sulla strana leggenda SEFE^STATI- 
BEM che trovasi suUe monete di Segesta da nes- 
suno peranco interpetrata ; una terza su due inscri- 
zioni sepolcrali cufiche puteolane. 

Di presente egli si occupa della deciferazioae 



239 
e spIegazioDe delle monete cufiche delle due dina- 
stie INormanna , e Sveva , che sigooreggiarono ie 
due Sicilie, opera che manca, e che riempie uno 
de' Tuoti che 90DO nella nostra storia patria. 

Tarugi - Tarugio nqicque nella citta di Monte- 
pulciano il 7 dicembre del 1732 da' coniugi Co- 
simo d' Accursio , e Francesca d' Ottavio Bracci. 
Francesco Maria di questa iliustre famiglia Taru- 
gi , arcivescovo di Avignone , e cardinale fu di si 
candidi costumi, che indusse S. Filippo Neri ad 
averlo tra' preti del nascente Oratorio , e quindi 
per incarico ricevuto dallo stesso S. Filippo venne 
a fondare in Napoli la congregazione dell' Orato- 
rio ; e percio coloro della famiglia medesiina , che 
si sono incamminati per lo stato chiesastico, il piu 
delle volte sono stati ammessi nella congregazione 
anzidetta di Napoli. Cos! avvenne al nostro Taru- 
gio , che avendo chiesto di entrare in essa ti fu 
ricevuto nel di 14 dicembre del 1746 , indi con 
dispensa pontificia di un anno ad istanza della stessa 
congregazione . fu ordinato sacerdote in dicembre 
del 1 755 , Ik quale in considerazione di un con- 
giunto del loro confondatore ordino benanche in tal 
occasione , ut sumptibus Congregaiionis jiat pran- 
dium in die quo primam missam celebrabit P. Tau- 
rusius Tarugi^ in quo expendantur triginia nwrmii 
aurei (44). 

In qucsto stesso anno 1755 fu egli prescelto per 
uno de'.Xy soci dell' accademia Ercolauese , ma 
pochi anni dopo parti da questa capitale per la 
sua patria , ove nel 1760 fu eletto canonico di 
quella cattedralcy e nel 28 dicembre del 1778 la 
morte il tolse al mondo in una villa di sua casa 
chiamata Carbonaia. Egli per quanto io sappia noA 
ha, pubblicato per le stampe prodazione alcuna. 




Sip 

is IfiMii ad !l44«. c 

to. Ed rfiiii ill medbo a a iatts stnfi* 
pfrtene ¥'iieaHnuiN» per !• ftaLo fwrifsm 
UjaAtt BcA ordufee ^' dbiengi re^Dlaii 
Le KMme fliiimfii hr , e le ■ M tt«Mti d 

«e . e perpetae a p pBcmom -» ed c^ 
dbe ui <pMi libri sa midrneaio fodo, e 
tiwa^a* e efae i nedecMi preseaUv^aAo j 
copuixiom eapm ad elevjrlo foprm 
Uato co0O€ei]iU«i bea presto cLf f 
eoagnegiaxiaoe Sosasea la penpicada ddl'iBgcspM, 
e b d»UriBa iieUe iadicaie seieai^, fa e^ aanar 
^ovaaetio laTiaio per professore di filosdia, e di 
■HittaBatiea ael eoUegio di CTidal uA FiiaE; di 
la pasio di bel booto ia Rona per iasegaaic le 
aeieaze meAeume ael eoUe^o QeaieBtiad. Iri ca- 
aeado rimasto per qoakbe tempo j passo ia Jia- 
poli , cbe doTea euere la qpettatrice , e F 
rairiee di oomo si iasigne , e dore per lo 
ei •%iluppd sempre piii qael graade iagea 
eai era liregiato , e doTe diede alia loi 
Toli opere. 

II priino iDcarico leiterario fa a lai addosaato 
dal rioomato cardioale arcivescoYO di Napoli Gia- 
•eppe Spioelli , cbe lo destiod ad iosegaafe ael 
liceo arcivesoovile le scienze fisicbe , e aiatleoDkar- 
tiebe. 

lotanto Girlo III, cbe non faceva aiai passaie 
opportuoa occasiooe di spiegare la soa proteaio- 
M J e mamficcDza terso le persoae dotie y ^PP^ 




P 241 

na ) ch' M}e notizia del sommo sapeire di Delia 
Torre lo prescelse per diversi impieghi letterari , 
e lo colmd di beneficenze. Fu a lui affidata dal 
sapieniissimo monarca la custodia della regal bi- 
blioteca in Napoli, e del regal museo FarnesiaDO 
allora situato in Capodimonte , non cbe la dire- 
zione della tipografia regia , e tutto cid con Ti- 
stosi onorari. 

Nel 1755 lb stesso soTrano, accid nell'accade- 
mia Ercolanese da istituirsi hen mancasse an va- 
lente fisico> cbe potesse somministrarjs gli sdbiiari*- 
menti opportuni solle diverse eruzioni Vesnviane 
e suUe conseguenze , cbe n' eran derivate, con som- 
ma ayvedatezza lo prescelse per uno de'XV sdci, 
cbe illustrar doveano le anticbita disotterrate in 
Ercolano , Pompei , Stabia , ed in altri yiji^ni paesi. 
E per potere il diligente , e curioso nostro file- 
sofo adempire a tanto dovere , e fare piii accu- 
rate osservazioni su i fenomeni diversi di qiiesto 
Yulcano, oggetto distupore^ di spavento^ e di di- 
leUo , per lo spazio di piu di 20 anni spesso 
spesso' si condnceva su le sue alte Vette , e se 
debba prestarsi Cede a quanto ne scrisse nel di 
lui elogio funebre pubbltcato nel 1782 il P. An- 
tonio Biancbi, qualcbe yolta egli ardito^ ed imper- 
territo nelle sue cavemase Hscere intejfiossi , onde 
assicnrarsi con propri occhi di ^iitto ci6 cbe pre- 
sentaya di singolare il Vesuyio tanto per le an- 
tiche , cbe per le recenti sue eruzioni. 

Fu della Torre autore di alcuni microscopi del 
tuitd nuoTi per ingrandire di molto qualunque pic- 
colo oggetto , ed egli stesso fabbrico delle lenti 
di cristallo cbe resero perfettissimi i microscopi 
da lui inventati, e cbe arrivavano ad ingrandire il 
diametro delV oggetto presso a 2000 volte , per 

10 



242 

iscaoprire, se cio fosse possibile, il moto insed-* 
sibile delle parti costituenti un corpo. Sabito che 
81 conobbero questi nooYi microscopi se ne yoleya 
attribuire rinvenzioDe a Leerwenhok inglese, ma 
un altro inglese della societa regale di Londra 
chiamato Errico Baker dimostrd il contrario. 

Ei fu anche yaleote oratore sacro ^ e nel dare 
gli esercizi spirituali nelF accademia militare di 
questa capitale solea precedentemente dimandare 
ai gioTani sa quale tema essi desideravano , cbe 
si predicasse nel vegnente giorno , e sa di quello 
gia fissato faceva brillare la sua eloquenza. 

Nelle ore poi , che gli rimanevan libere dal suo 
ecclesiasiico ministero ^ e dalle diverse occupazio- 
ni, egli in tutt'i giomi nel monistero di S. De- 
meirio occupato allora da PP« Somaschi ins^ava 
pobblicamente la fisica , e la mattematica a nume- 
rosa gioyentii di ogni classe desiderosa di appren- 
dere. Molti illustri allievi useirono dalla sua scuo- 
la , e ira questi vi fu \i celebre Maria Angela 
Ardinghelli , cui egli insegn6 la filosofia e la geo- 
metria secondo lascid scritto il celebre conte Maz^ 
zuchelli ( cit. op. yol. 4 part. II p. 979 )• 
. Della Torre chiuse il termine de'suoi giomi in 
Napoli nel di 7 marzo del 1 782 avendo dato alle 
stampe le seguenti opere, delle qnali se ne sono 
fatte diverse edizioni tanto in questa capitale, che 
in altri paesi esteri ^ e ci6 oltre i lavori accademici. 

i. Scienza della natura generale e particolare* 
Napoli i749 J2 vol. 

^. Elementa Physicae. Neapoli 4753 ed indi 
nel 1767 in vol. 9 fig. II laborioso e savio J7ac- 
caria ( vol. 8 pag. 58 della cit. sua op. ) dando 
un'estralto del primo volume di quest'opera pub- 
blicato nel 1753 col titolo d' inslitutiones physicae ^ 



243 
Ju wti che sia la stessa al piu presto corUinuala 
per onor deW Italia , e pvbblico vantaggio , attesa 
la sua importanza* 

3. Narrazione del }orrenie di fuoco uscito dal 
monte Vesuvio nelC anno i751 . Napoli 175i ^ 

4> Storta , e fenomeni del Vesuvio col catalogo 
degli scrittori vesuviani. Napoli i754^ Lo stesso 
Zaccaria ( cit. op. vol. 13 pag. 116 ) lunga- 
mente s' intrattiene su questo libro con molte lo- 
di , e parlando dello stato antico interno ed ester- 
no del Vesuvio paragonato col presente, dice: In 
questa parte del libro spiccano assai la erudizione 
sua ^ e le sue cognizioni delta storta antica^ e vi 
troveranno gli amunti delle antiche eriidizioni molte 
cose , che potranno il dcsiderio loro soddisfare , e 
dar loro piacere. 

5. Supplimento alia storia del Vesuvio jino al- 
V anno 1759. Napoli 4759. 

6. Supplimento alia storia del Vesuvio ^ ove si 
descrive V incendio del 1760. Napoli i76i. 

7. Incendio del Vesuvio accaduto nel 4766^ Na- 
poli 4766. 

8. Incendio del Vesuvio accaduto li 49 ottobre 

del 4767. Napoli 4767. 

9. Storia e fenomeni del Vesuvio esposti sino al 

4767. Napoli 4768. 

40. Histoire et phenomenes du Vesuve exposes da 
la brigine jusqua Pan 4770 con catalogo piii nu- 
meroso degli scrittori vesuviani. A Naples 4774. 

44. Incendio trentesimo del Vesuvio accaduto 

gli 8 agosto 4779. Napoli 4779. 

42. Nuove osservazioni intomo la storia naiura- 
le. Napoli 4763. 

43. Osservazioni microscopiche. Napoli 4776 fig. 
Nel vol. V delle Symbolae litterariae del Gori, 



2U 

e precisameute fiella pag. Ifi delV elenco si parfse 
di altro libro del nostro accademico , che doyea 
pubblicarsi, iatitolato: Disquisitio de attractione ; 
ma io non so , se questo fu slampato separata- 
mente , o vero avesse fortnata parte delle opere 
fisiche dello stesso di sopra enuociate. 

Da una lettera autografa del nostro della Torre 
del 9 febbraio 1 768 diretta a Francesco Daniele , 
che da me si conserva, rilevo, ch'egli si dilettd 
anche di poesia , e cbe nel 1762 diresse la edi- 
zione della prima parte delle Rime di Cesare Ca- 
porali riprodotta in Napoli , e vi premise una breve 
Tita del Caporati da lui composta. 

Tutte queste opere pubblicate gli assicorarono 
un posto distinto tra^fisici, e mattematici; quindi 
meritamente, oltre di essere stato accademico Er- 
colanese , e ascritto a diverse societa letterarie o\r 
tramontane, come a quella di Londra, di Parigi,. 
e di Berlino , fu net 1779 anche annoverato co- 
me pensionista nelF accademia delle scienze, e B. L» 
di Napoli , e nel volume unico degli Atti pubbli* 
cato dalla medesima nel 1 788 pag. XXIV si ester- 
nd il sommo cordoglio cagionato alia nascente ac- 
cademia per la di lui morte, edindi nella pagi- 
na LXXYIII si parla con elogio de' nuoyi micrQ" 
scopi da esso inventati. 

Fu senza dubbio alcuno il P. della Torre nno^ 
de'gran promotori delle scienze fisiche in Italia , 
ch'egli arricchi con nuove scoverte; a cio si ag*- 
giunse nn fondo di erudizione riunita ad una sn« 
blime probita , e gentilezza di costumi , onde fa 
sempre tra i sapienti dello scorso secolo di am- 
mirazione somma si ai nazionaili , che agli eateri. 

Tra i molti che con lode ricordano il nome di 
lui il Campolongo ( cit. op. p. 145 ) dice : A 



245 

eONBiTO ASrO NVLLl ALU COMPARANDA PHiLOSO" 

PHiAE TVRRis; De la Lande ( cit. op. vol. 5 pa- 
giDa 459 ) parla con graod'elogio delle opere del 
medesimo in mattematica , in fisica , in istoria na- 
tural e , ed in tutte le parti della filosofia , e delle 
arti ; e Scipione Breislak nella citata sua opera 
spesso , e con encomio fa menzione del nostro ac- 
cademico , e nella pagina 168 lo cbiama otiimo 
Jisico. Finalmente con grandissima lode scrive an- 
che de' parti diversi del suo ingegno il dotto sve- 
dese Bioernstaehl , e per le nuove scoverte, e pel 
sommo sapere che contengono ; discorrendo poi 
della sua Fisica dice: ci si trovano disegni di be- 
slie , di uccelli , e cose simili ; perocche egli tanto 
in lit stende i limiti della Fisica , onde ha fatto 
piu che Buffon ( cit. op. vol. 2 p. 81 e 97 ). 

Valletta - Francesco figlio di Diego , e ni- 
pote del celebre Giuseppe Valletta nacque in que- 
sta citta verso il 1680. Prese la laurea dottorale 
in legge nel gennaio del 1711, e nel processetto 
della sua dottorazione sistente nell' archivio della 
regia Universita degli studi di Napoli non v'fe la 
di lui fede di battesimo ; ma vi si legge perd , 
che nel i698 cio^ nella eta di anni 18 circa co- 
mincid a studiare la legge , che continuo sino al 
1702 , e quindi si dottoro nel 1711. 

Fu molto versato nello studio delle lingue, nella 
conoscenza degli antichi monumenti , e della sto- 
ria patria. Non ostante perd il suo gusto per le 
lettere , e per le anticbita , attese le circostanze 
ristrette della famiglia , fu obbligato col padre a 
vendere prima tutte le statue anticbe, delle quail 
era in casa un museo nobilmente adornato, e que- 
8te furono acquistate da un medico inglese pel 
basso prezzo di ducati 1 1 00 ^ siccome si rica;va 



246 

da una lettera del 24 agosto 1 720 del celcbratis- 
simo Apostolo Zeoo (45). ladi alienarono la spe* 
ciosa biblioteca, e 45 yasi etruschi tra grandi e 
piccoli , tutto ereditato dal nonno , e padre rispet- 
tivo Giuseppe Valletta , ai PP. dell' Oratorio di 
Napoli per la somma di ducati qaattordicimila , 
siccome appare dalla partita del gia Banco del Po- 
polo del di 22 marzo 1 726 (46) , mediante la quale 
fu pagato siffatto prezzo. II rinomatissimo Gio: 
Battista Vico (^ opuscoli ilaliani. Lettere p. 2tT^ 
in una sua lettera del 20 gennaio 1 726 parla della 
vendita di questa biblioteca, di cui e^i fu adope- 
rato per apprezzatore , e fa un grande elogio ai 
PP. deir Oratorio , che ne fecero I'aequisto. Con 
errore dunque v'fe stato tra scrittori chi ha detto 
che Giuseppe Valletta avesse donato la sua insi- 
gne biblioteca agli anzidetti PP. delF Oratorio. 

Oltre per5 la yendita gia menzionata de' 45 yasi 
etruschi e della biblioteca, altri yasi antichi pre- 
geyoli per grandezza , e per figure appartenenti 
agli stessi Valletta furono da' medesimi in altr'epo- 
ca distratti. II chiarissimo Matteo Egizio ( opu- 
scoli pag. 391 ) in una lettera del 25 marzo 1735 
scritta da Napoli ad Anton Francesco Gori in Fi- 
renze, parlando de'yasi antichi dice: Quei che ave- 
vamo in Napoli , insigni per grandezza e per co-- 
pia di figure , passarono gli anni addietro daUa 
lihrcria J^allettana al museo del cardinale Gual- 
fieri di b. m. in Roma. 

Fu il nostro Francesco amicissimo del testi lo- 
dato Egizio , com' egli stesso lo attesta nelP ap- 
proyazione da esso fatta dell' opera di costui do 
Bacchanalibus ; e mantenne frequente carteggio let- 
terario coll' insigne Muratori ( Vita del Muratori 
cdizionc di Napoli del 1773 pag. 301 ). Questi 



247 
in diverse lettere se gii raccomanda caldatuente , 
per avere esatte copie di marnd antidii scrilti , 
onde formare il suo Tesora d inscriztoni ^ e da una 
di esse ia data del di 1 3 maggio del 1 735 si rica- 
va, che il Valletta tuttora conservava in sua casa 
de' vetusti monumenti. Protesto , cosi scriveva il 
Muratori, a V. S. illustriss. somme le ohbligazioni 
viie pel regalo Jaitomi delle iscrizioni sue , che mi 
sono riuscite care al maggior segno ^ 

Nel 1755 fu prescelto per uno de'XV soci £r- 
colanesi, e come versatissimo nella coaoscenza dellc 
lingue, e delle antichita si penso da ptima desti- 
narlo. per segretario deir accademia , ma non po- 
teoda sostenere si laborioso incarico per 1' avan- 
zata eta, e per la cagionevole salute, gli fu pre- 
ferilo il Garcaai. 

In una lettera autografa del 22 settembre 1759, 
sistente presso di me , diretta a Ludovico Sabba- 
tini yescovo cli Aquila , che non e sottoscritta , 
ma che io credo di uomo molto istruito , e- grande 
amico di quel pretato , si parla di varie notizie 
di Napoli, d'ond'fe scritta la lettera, e tra le al- 
tre cose v' h menzionato il Valletta per la seguente 
opera , che yoleva darsi alia luce. II Sabbatini 
avea fatte molte note , e supplimenti alia storia di 
Napoli scritta da Angelo di Costanzo, che volea 
dare alle stampe^ ma che poi non fu pubblicata, 
( Soria cit. op. yol. 2 pag. 539 ), qaiodi mando 
i suoi scritti all' amico che scrive la lettera per 
farceli riyedere. Questi nelL' accusarne la ricezione 
coUa enunciata lettera gli risponde cosi : In que- 
sto panto ha ricevuta un biglietto da D. Filippo 
Sabbatini suo degnissimafratello^ accompagnato con 
un involto di manuscritti vostri per la storia di An- 
gelo di Costanzo •. Andanio io alia villeggiaiura trt^ 



248 

lo pdrlero , anzi stimerei bene , se cost vi pare j 
darlo a rivedere al signor D. Francesco Valletta^ 
ajfinche ancli esso ci dia uri occhiata , si perchb 
delle cose nostre esso ri h inteso assai pm di me , 
ed anche per V ortograjia , del che b capacissimo. 

L' eruditissirao Martorelli ( de reg. theca ca- 
lam. p. 474 J parlando del nostro Valletta lo 
cbiama vir bonarum artium cultu honestissimus y 
cuius majores lUterarum quasi instawxUores jure sa-^ 
ItUant universi. 

Vinceozo Ariani anche parla del nostro accade- 
mico nel seguente modo: Sed VaUeliae gentis de- 
cora instauravit Franciscus Valletta . vir undecum-- 
^e eruditus , qui superioribus annis fato cessit ^ 
omnibus bonis moerentibus ( cit. op. pag. 32 ). 

II Valletta dovette termioare i suoi giorni- circa 
il 1 760 , e non k noto se diede alle stampe qnal- 
che saa opera. Solamente in yarie raccolte di com- 
ponimenti pubblicate nell' epoca , in cni yisse , tro- 
Tansi delle ' poesie del nostro Valletta in italiano^ 
in latino , ed in greco ; ed in qaella data alle 
stampe presso Felice Mosca nel 1721 perlenozze 
di G. B. Filomarino principe della Rocca , e Ma- 
ria Vittoria Caracciolo de' marchesi di S. Erame 
v' e nn epi gramma greco scritto da lui con elegan- 
za. L' insigne G. B. Vico nel suo componimento 
intitplato Giunone in Danza pubblicato nella stessa 
raccolta tra diversi autori che nomina con dogio 
V h il nostro accademico , che lo indica cosi : 

Ve^^ Y Valletta V onore 
Del suo nobil museo. 

s 

ViTALE - Alessandro duca di Tortora usci alia 
luce in questa capitale nel di 22 maggio del 1 772 



249 
<la'coniugi Francesco, e Durista del Giudice duea, 
V duchessa di Tortora. Egli fu educato nel coUegio 
de' nobili diretto allora da' PP. delF ordine Soma- 
8co , e profitto nello studio delle liogue , e spe- 
cialmente nella poesia. Uscito dal coUegio s'istrui 
iielle scienze filosoiicbe, indi si applied alia gia* 
lisprudenza , e termioaio il corso scieotifico, is- 
traprese la camera del foro crimiDdle sotto la di- 
reziooe del celebre avvocato di quell' epoca Giu- 
seppe Raffaeli. 

Neir esercizio dell' avvocheria criminale difese 
coQ felice successo diversi rei , ma nel mese di 
marzo del 1806 fu prescelio per ^ommissario di 
polizia in questa citta , e nel 1807 fu nominalo 
socio deir accademia di storia , ed antichita. In 
Dovembre del 1808 fu eletto giudice della corte 
criminale residente in Teramo , ed ayendbvi rinun- 
ciato fa mandaio in Ayellino anche da giudice cri- 
minale, quindi nel 1814 fu richiamato collo stesso 
grado nella corte criminale di Napoli. 

Dopo il 1820 comincio a soffrire un'alienazione 
di mente, e percio da'professori delParte salutare 
si opino, che I'aere di Posilipo potesse giovargli, ' 
ma ivi dimorando, nel giorno 25 aprile del 1821 
si precipito da una- finestra , e cost termino infe- 
licemente i suoi giorni. 

Nel 1791 diede alk luce in Napoli ua libretto 
intitolato: Rime e prose in onore di Ferdinando IV 
e Maria Carolina felicemente regnanti , ove si coq- 
tengono yarie poesie italiane , una elegia latina , 
ed un discorso con varie riflessioni sopra alcuni 
principali articoli della legislazione di S. Leucio 
emanata dal re Ferdinando. Ancorcbe molto gio- 
Tane mostra egli in questa operetta un gusto par- 



250 

ticolare nel far versi , in giurisprudenza , ed in 

cegnizioni politiche. 

Abbiamo benaache di questo accademico una tra- 
duzlone in yersi italiani di alcuni componimentt 
di P. Ovidio. Le lettere eroiche comprese in due 
Tolomi furono da lui pubblicate in Napoli nel 1 807; 
ed i li6ri cinque de^ Tristi similmente in due vo- 
lumi si diedero alle stampe in questa citta nel 1818. 

Dopo la sua morte la di lui vedova gFinnalzo 
un' inscrizione in manno con mezzo busto nella 
chiesa della Madonna delle Grazie vicino alV ospe- 
dale degl' incurabili in una cappella di padronato 
della famiglia Altimari una volta , ed ora della 
casa Vitale de' duchi di Tortora , del tenor se- 
guente : 

D. 0. M. 

MORTALIA • HEIG . COllDVIiTVR • YINGVLA 

QVIBYS . SOLVTVS • EST . ALEXANDER • YITALE 

PATRIGIVS • JSEAVm DVX • TYRTVRAE 

YTIX.IS , TREQYINAE • DOMINYS • EQYES • HIEROSOX., 

VIRTYTB • PRYDENTIA . MAGNANIMITATE. . SPEGTATISSIMVS 

QYI • TAKTA • ALACRITATE . TYM • INGENYAS . ARTES* 

MYSASQYE • INPRIMIS • ITALAS • EXCOLYIT 

TYM . lYRISPRYDENTIAE • ADYTA 

A • PRIMA « lYYENTA . PENETrAYIT 

TT . IN • REGIA • SOGIETATE . BORBOHICA 

INTER , ACADEMICOS • HERCYJUAKENSES 

XT « 19 • HEAP. CYRIA . INTER . lYDIGES . GAPITALE& 

MERITO . FYERIT . ADLECTVS 

HYIG • FATO • EHEY • NIMIS . AGER60 • EREPTO 

CARMELA • BONITO . EX • PRINCIPIBYS . GASAPESENN^fl 

CONIYX . INGONSOLABILIS • jETERNYM » MOERENS 

LAPIDEM • DOLORIS . TESTEM . P. C. 

DENATYS . EST . ANWOS . NATYS . XL 

YII KAL. MAII . AN. MDCCCXXI. 



251 
In questa inscrizione sta deito, che il duca di 
Tortora era patrizio napolitano , ma per verita la 
sua famiglia k tra le titolate, ma noa e stata mai 
aggregata tra le famiglie patrizie di questa me* 
tropoli. 

Zarrilli - Mattia figlio di Giuseppe , e di Mar- 
zia Pallozzi nacque nel Gomune di Gapodriso in 
provincia di Terra di LaVoro il 26 novembre del 
1 729. Ebbe a maestro nell' italiano , e nel latino 
idioma il suo istruitissimo compaesano Marco Mon- 
do; ma, siccome yolea alio stato chiesastico de- 
dicarsi , entro nel seminario di Caserta , dove si 
perfezion6 nelle lingue dotte , studi6 le scienze 
sacre, e profane, ed ascese al sacerdozio. Uscito 
dal seminario con somma inclinazione agli studi 
filologici pens6 espediente per una sua maggiore 
istruzione nell' archeologia di condursi in Roma , 
per osservare i magnifici monumenti si antichi', che 
moderni di quella citta eterna. Ricco di cognizioni 
antiquarie , e specialmente in numismatica , dopo di 
aver contratto delle amicizie con molte persone di- 
stinte per dottrina, dopo anni due circa ripatrid, 
e portatosi in Napoli fu nella fondazione dell'ac- 
cademia Ercolanese prescelto per uno de' XV so- 
ci , ed indi destinato custode del museo Far- 
nesianO' Verso il 1770 ritorno di nuovo in Ro- 
ma , ove fu assai bene accolto dal pontefice Gle- 
mente XIV , e cio fu cagione che spesso , e vo- 
lentieri vi andasse. Nel 1800 si reco in Fran- 
cia , ed arrivato in Parigi fu impiegato nel museo 
di numismatica, e delle aiitichita con una gratifi- 
cazione di cento franchi al mese. Ritornato di poi 
nella sua patria ivi chiuse I'eslremo de'suoi gior- 
ni il 5 aprile del 1804. Oltre i lavori accademi- 



252 

ci 9 abbiamo di iui i segaenti opuscoli dati alle 

stampe. 

y. Lettera intomo ad urC antica medaglia de^ Cai- 
siranu Napoli 4775. 

II dotto Francescantonio Zaccaiia scrivendo di 

Suesta lettera , e della spiegazione della medaglia 
ice : V interpelrazione se non i vera , b verosimi- 
Icj ed i ingegnosa , siccome tvUa la lettera b dot- 
ta^ e felice ( cit. op. vol. 13 p. 226). 

2. Giudizio deir opera deW abbate JVinckelmann 
intomo alle scoveHe di Ercolano contenuto in una 
lellera ad un amico. Napoli 4765. Quest' opusco- 
lo e simile presso a poco a quello del marchese 
Galiani di sopra menzionato , ma h piu esteso , 
Q piu acremente scritto , ove minutamente rimar- 
ca il Zarrilli tutte le s^iste prese dal valentissi- 
mo archeologo alemanno riguardo al Mazzocchi y 
ed alle antichita ercolaoesi. 

3. Due leitere in idioma firancese dirette al ce- 
lebre Millin, e pubblicate in Parigi nel 1802, le 
qufili furono scritte specialmente per combattere 
la opinione del marchese Micbele Arditi intorno 
alia leggenda contenuta nel vaso italo-greco rin- 
Yenuto in Locri. * 

4. La seguente lettera fu stampata nel 1 792 in 
questa capitale, ma non fu pubblicata. Essa avea 
per titolo : Leltera apologelica deW abate Mattia 
Zarrilli ad un atnico ; la quale conteneva ad un 
di presso lo stesso , cbe le due enunciate lettere 
indirizzate at Millin. Si volea da Zarrilli nell'in- 
dicato anno pubblicare siffatt' apologia premetten- 
dola alia lettera gia data alia luce su la meda- 
glia dei Caistrani , cbe pensava riprodurre sen- 
s' alcun cambiamento , onde rispondere ad una een- 



253 
sura contro di lui scriiia dal marcbese Michele 
Ardiii nella illustrazione da questo messa a stanir 
pa nel 1791 sa T antico vaso italo-greco trovata 
ill Locri colla iscrizione da esso creduta KAAE- 
AONES, e da Zarrllli, edaaltriKAAEAOKES. 
Ivi il marchese alia pag. 65 scrivendo della leg^ 
geuda di una moneta parta della lettera di Zar- 
rilli sulla medagUa d^ Caistrani , e dice : to son 
sicuro , che avendosi egli ( lo Zamlli ) col pa^^ 
sar del tempo corredato il petto di cognizioni vie 
piti mature , da se medesimo oggi correggerebbe i 
suoi sbagli^ se mai tomasse a ritoccar quelle car" 
te. Queste parole duoque mossero Zarrilli a scri- 
Yere 1' indicata apologia , ove acremente si sca^ 
glia contro I'Arditi, e p6r sostenere la sua leggenda 
del vaso Locrese , e per difendere la sua lettera 
su la medaiglia dei Caistrani. Siffatt' apologia fa 
stampata nel 1 792 , come gia si h detto , col- 
r approvazione delPinsigne canonico Salvatore Rug- 
giero , ma non fu pubblicata per ordine del mar- 
chese Carlo de Marco allora segretario di stato di 
casa reale, il quale disse all'autore, che tal pub- 
blicazione sarebbe dispiaciuta anche al re. II no- 
stro accademico Francesco Saverio de'Rogati, che 
mandd^ in dono il surriferito vaso ad Arditi , tro- 
vandosi in Cakbria da regio uditore dopo di aver 
let to e r illustrazione del vaso ^ e F apologia di Zar- 
rilli cooJettera del 29 agosto 1 793 in data di Sti- 
gnano cosi ne scrive ad un suo amico: Fai chiC" 
dete il mio giudizio fra due antiquari di prima sfe^ 
ra per sapere chi abbia colta meglio la lezione y 
P emblema , e il signijicato. loposso dirvi solamenr 
te , che avea lelto , quando il vaso era in mano 
mia KfltXg JoKS^ , che avendo veduto che Arditi leg-' - 
geva KaXeJoyg^ mi figurai , cK egli avesse occhi 



25A 

migliori , e piu acuti de^ miei , giacche gli anli^ 
quari hanno eerie regole loro proprie^ die sehbene 
spesso gli facciano travedere ^ pure conviene dpro" 
fani acchetarcisi. Avendo pot teduto , che il sig. 
Zarrilli leggeva , come to aveva letto , mi h sem- 
braio di poler dubitare senza taccia c2' eresia delta 
lezione di Ardiii, Quello pot in cm han torto en- 
trambi e la moderazione che loro manca , e che 
ormai e una virtu sconosciuta nella repubblica del- 
le lettere* Se il primo ha fatto male a cimentare ; 
il secondo lia fatto peggio ad usare le isiesse ar- 
mi per difendersi^ 

Ancora ( Gaetano d' ) ebbe i suoi natali in 
questa metropoli il di 8 di ottobre del 1751 da 
geoitori Agostino e Rachele Ferrari , ed iyi cam- 
bid vita con morte a 4 marzo 1816. Egli per la 
prima volta prende il titolo di accademico Erco- 
lanese nella sua operetta denominata : prospetto 
storicO'Jisico degli scavi di Ercolano e di Pompei 
pubblicata in Napoli nel 1803 con tipi della real 
tipografia , ne in altri libri da lui precedentemente 
dati alle stampe fa uso di siffatto titolo , men- 
ir^ enuncia le altre accademie , di cui fu socio. 
A me non h riuscito di vedere il sovrano rescritto, 
col quale venne nominato accademico Ercolanese, 
ma questo dovett' essere tra il 18(1.1 , ed il 1803, 
mentre nella indicata epoca del 1801 il sig. d' An- 
cora diresse a Giovan-Carlo Micali di Livorno una 
lettera pubblicata nelle novelle lelterarie di Napoli 
del mese di novedibre del 1801, e non dice di es- 
sere accademico Ercolanese. Ma la nostra accade- 
mia dal 1799 sino al 1806 non piii esistette , e 
neppure nelV almanacco della Corte fu menzionaia, 
come per lo innanzi , di che si e scritto di so- 
pra , quindi la nomina del signer d' Ancora av- 



255 
\enne in epoca , in cui non ^* era piii accadeoiia 
Ercolanese. 

Nel mese di marzo del 1807 sane in qoesU 
citta altra diversa accademia chiamaU JCistorUi e 
di antichita con denominazione , doUzione, e re- 
golamenti nao^i , ma a quest' accademia non ap- 
partenne il signor d' Ancora , ne prima , ne dopo 
il 1815, il quale per le sue cognizioni arcbeolo- 
gtche meritato aTrebbe di esser socio si delU pri- 
ma , come della seconda. 



256 

(i) II periodu della 4]inastia Arag6nese che per anni 60 
circa , e con cinque re govern^ questo reame , sebbcne £oi- 
s^ stato continoamente agitato da tomulti e da guerre al 
di deutro, ed al di fuori del regno, e per conseguenza non 
senza molto spargimento di sangue , c\h non ostante fii sen- 
za dabbio uno de^piu florid! per le scienze, per le lettere, 
e per le arti in quell^ epoca riguardo al reslo di Europa , 
di clie noi accenneremo qui poche cose* Ed abbenche i fa- 
sti della letteratura napolitana ebber principio dairimpe- 
ratore Federigo il , e sortissero non piccolo incremento sotto 
il re Roberto d^ Angib , pure giunsero al massimo lostro 
regnando V Aragonese femiglia. Scrivendo di questa epoca 
meritamente il ceiebratissimo Girolamo Tirabioschi dice : 
^/ regno di Napoli noi siamo debitori di prind sforzi che 
in questo secolq si fecero a squarciare la densa nube^ che 
involgeva ogni cosa. Or h notissimo , che la reggia di Al- 
fonso I fu iL ricoyero de^ letterati , ov^ erano accolti gen- 
tilmente , ed erano trattati con generositk , e magnificenza. 
II re circondato sempre da uomini scienziati amaya di ra- 
gionare spesso con essi su i diyersi rami di ogni sapere , 
cio che soleya praticare anche. in qualche spedizione bd- 
Ilea. Antonio Beccadelli di Bologna detto il Panormita uo- 
mo dottissimo , di lui maestro , e fondatore della famosa 
accademia Pontaniana , che_ si rese di poi tanto illustre 
sotto Gioyanni Gioyiano Pontano , dal quale improntb il 
nome, e contribui moltissimo per lo risorgimento delle scien- 
ze e delle lettere, fii quegli specialmente , che fece gustare, 
tra gli altri , le bellezze delle lingue dott^ , e delle opere 
scientifiche ad Alfonso , che non lo fece mai diparlire dai 
di lui fianchi. Panhormita Alphonso adhaesity cosi scriye 
il Gioyio in elog* , secretions scrinii magister > et studio- 
rum , expeditionumque omnium terra marique perpetuus 
comes. Quindi sursero tanO insigni personaggi in ogni sape- 
re , e tuiti gli scrittori sincroni e posteriori rendono im- 
mortale ii nome di Alfonso ne'loro libri, che sono ripieni 
delle sue grandi lodi. Possono leggersi a tal proposito , tra 
gli altri, Mariana (hist, de rebus Hispaniae ) , Pontano 
( de bello neapolit,, e de principe)^ il JPanormita ( de dictis 
et factis Alphonsi I) Gioyio (ir^ elog, J ed il Bayle fDict^ 
hist, et critique all' art. Naples J, I successor! di Alfonso 
lo seguiroDo esattamente promoyendo le scienze, proteggen- 
do particolarmente i cullori delle medesime, e dando ma- 
gnificlie ricompense a questi , e grandi soccorsi alia gioyen- 



25t 

1^ sUidiosa^ che quivi a€cotteva da tutle le regicni^idi Eu^ 
vopa; Sono ripiene le opa« di quei tempi date alle stani'* 
pe y ''the assicurano le anzidetCe cose , e tra le timte ba*^ 
'af!et<k''^^ citarne podie. Matteo Silvatico salernitana lascib 
4iia#|^ici(kta uB^ opera ^ che ha per titolo : Pandedde me- 
•yMdnOt')^ die fit pubblicnta in Napoli iiel i4^4 ^ Cato- 
m^ di Sepino , e dedicata a Ferdinando I d! Amgona^ la 
qoesta dedica r«ditore cosk scrive di quel monairca : etmt 
tnim isiaih irtteUigeres : nimium posse detrahi gloriae am" 
pksHmi regni ^tutr id nulti in eo ftorerent Piri studio sa-* 
pieniiae insigrufst decrevisti anna abhinc nono ut in da-* 
rissitna ciintaie Neapoli quae in hoc Ittdne parie Mips 
^st ^entis tt regni caput libendes et honestissimae omnes 
<artes atque doctrinae publite legerentur. Nee unquam de* 
sUtisti ah eo tjuod fail ate et rectissime ^ et iiberaUssime 
incepium, Quin prout initio instituet^ks : tua impensa Jin 
i^es annuo salario compiures i4tos omhi disciplinarum.ge* 
nere pmesianies -a quihus ihnumen fere iuvefies undequa-^ 
que ijonfhtentes quotidie immo singulis p&ene niomentis in- 
stiiuuntw. Nell^ opera di Grktoiiio iProhano , che condeoe 
im compaidio di astrologia stampato iif Najpoli nel 1477 
<la Errico Aiding, e dedicate ad AnfecHieBo Fetrooci segre* 
tario di stato dello stesso Ferdinando I leggonsi in fine delta 
4edica i seguenti due distici : 

PbaHana praeterta medicis obtehia sophisque 
Feci haec qui Christum ndtfdhe teque sequor. 

Sed neque fsdssem y nisi tfui fopet'urdua Caesar 
Fernandus placidam sponte dedisset opem. 

Ed iti fine Antonio de Ferrariis ^ o dia il Gahleo (in 
tpitaphio Alphonsi reg* J scrivendo di Alf<^o' II , cos\! 
nie parla: poeiaSj oratotes^ legi^ritos , phihsophos^ theo^ 
iogosy medicos semper ui parentes cobdsti; denique ubicnm" 
fne terrarum fuerai vir ^ qui ingenSo pakrei > suiit&'in 
tua retia incidere compulistu 

A.tQtto cio si agginnge la ^ran pn>t^ione ttccordat^ dill 
medtsimo Ferdinando I ai pnmi tipogrftfi vennti in qtiesttf 
capitate, onde reddere generate Faso de'^libH a>U*arte'lM(^ 
'pvessoria presso bgtii oeto di persone, e cosi prpbagar^^^tt 
fti^litki'iimano sapere. NiiitK> ignora con quanr avte||M-» 
z^*9 o gienerofiitk in qui ricetuto da esso monarca il'^itt^ 
Sisto ftie89iBger primo ttpogrifih Beiiiardo' a MalUiftrbt {Jdc 

^7 



258 

orm ettsprogressu 0riis iypQgjx$phicae.caf, X2 )tra gli al- 
tri y ci^\ii^ tramandato ^mt$o avyeDimeato con queste pa- 
role: tf^polim.typorum artifi^ium primus detulit,ij^ixtus 
JRusingcr jdrgentinas . an*- z^// 1 tania Ulic a Ferdina^ido 
rege ef^obiUiate exceptus gratulatione , u<. nont^fqnUum, 
utrisqm acceptisumus fuerit ^ sed eiiatn ab ip^o tega tuHr 
plissimae dignitaies atqueadeo episcopatus ei saepius oblaU 
fuerint 9 nisi omnibus iUis patriae amorem- praiHidisseU 

£ qui anche cade in acccmicio dire qiiak^ qosa suUe ric- 
c^ssime, e sceltissime biblioteche raccolt^ .4^. re Aragone- 
8i. Prima di loro il re Roberto d^ Angib sa^o, e dotto mo- 
narca avea riunita una speciosa biblioteca de^ piU insigni co- 
dici greci , e latini si anticHi, che moderni 9 quale biblio- 
teca in gran parte dovette forse rinyenire Alfonso I nella 
8ua venuta in Napoli uel i^^2, Uno scrittore francese ano- 
nimo nel 173.9 ,registrando le memorie della. real biblioteca 
di Parigi C memoire,historique sur la bibliotheque du Roy 
vol. I pag. VII. e seg. y quale memoria e^ premessa al ca^ 
talogo deUa stessa real biblioteca stampato in Parigi nel 
1789 ) scriyendo di ci5 cbe riguarda la biblioteca de* no* 
stri re Aragonesi ne parla com : Robert de la maison d'An- 
jou Vavoitrcwneneeey dit^on; Alpkonse et Ferdinand cPAra^ 
gon^ Rois de Naples i et de Sicile apris Robert^ s'estoient 
appliquez ii tenrichir* Alfonso I adunque comincio ad ar- 
nccbire la biblioteca di Roberto ^ e fu tanto grande il di 
lui trasporto nell'^cquistar libri, cbe ancora guerreggiando 
se ne occupava in preferenza ^ lo che yiene assicurato dal 
Panormita con queste parole : In urbium dira^tione qui" 
cumque ex militibus librum cffendisset^ confestwi certatun^ 
que ilium ad Regem quasi suo quodam iure perferebani. 
{ de dictis et factis Alphqnsi regis $• /5 J' In questa bi- 
blioteca *soIea, Alfonso giornalmente passare delle ore^ e sen- 
tirQ qualche lettura dal JPanormita. Ferdinando I di lui fi- 
gUo segui.r esempip patemot e nellVc^^^^^ nuoyi libri 
e nel.pi^ot^ggere gli scienziati, e fu piu fortunate del geni* 
tore per essersi introdotta T arte tipografica sotto il di lui 
regnp.^fi questa metroppli. Alfonso II figlio di Ferdiaau- 
d^^fl.non iu dissimile al padre > ed ^^ayo. in questa paa« 
s^e/^ edi.iJl 4e Ferrariis, o sia U Galateo (/eiU epitaphs J 
pi^clandf^'^^^^ ^^^' bibliothecas ess omni genare Uhrorum 
cifmmwUiy quales nee, Ptolomaeus habuimiCrididemi* 
L^piblioteca de^re Aragonesi era situata ad Gaatello niio- 
To ,, |na quella formaU ds^ Alfonso 11^ diyerMi d^ cpdUa 



259 

l*ik esistente, fu coUocata nel palazzo da lui (atto edificare 
vicino al Castel Gapuano nel laogo , che tuttora ritiene il 
nome di Duchesca , dal perche fabbricato per ordine suo 
mentr^era duca di Calabria. Alfonso II succedette nel re- 
gno nel 1494) ™^ dopo poco tempo rinunzi6 la corona a 
Ferdinando II suo figlio , il quale , dopo vari sforzi non 
potendo piu resistem alle armate di Carlo YIII re di Fran- 
cia , abbandonb il regno, e si ritiro in Sicilia. II re Carlo 
entrato in questa capitale nel Q2 febbraio del 149$ 9 ove 
Aon regno che pochi mesi, s^impadroni, tra le altre cose, 
di tutt^ i libri de^ monarchi Aragonesi, che fece trasportare 
in Francia , ove nella massima parte si osservano tuttora 
in quella regal biblioteca di Parigi. Si rende indubitato que« 
sto fatto di nostra storia patria , giacche yiene assicurato 
dagli stessi scrittori di quella uazione. 

X^autore anonimo Francese di sopra citato nella pagina 
medesima e seg. del vol. I del menzionato catalogo rife- 
risce con somma precisione tale avvenimento con queste pa- 
role : Charles Fill sans estre sgavant , marcha sur les 
traces de son pere par rapport au goiit quil cut pour les 
lipresj et a la protection quil accorda aux gens de lettres. 
Non seulement il adjouta aux livres que Louis 2il avoit 
rassamblez , ceux quifurent composez en son honneur ou 
it son usage; il y joignit encore une grande partie de ceux 
de la bihUotheque de Naples.^ quil fit apporter en France 
apris sa conqueste* Ces especes de de'pouiUes lilieraires^ s*il 
est permis de les appeller a'insi^ estoient d^autant plus pre" 
cieuses ^ qiCelles venqient £une bibliotheque formie dans le 
XIV , e le XV siecle , par des princes que leur sgavoir^ 
et leur amour pour les lettres avoient rendu egaUment re- 
commandables. Robert de la maison d^Anjou tavoil co^ 
menc^Cj dit-on. Alphonse et Ferdinand d^Aragon Rois de 
Naples , et de Sicile aprhs Robert s'estoient appliquez dt 
Fanrichir : Ferdinand sur-tout Vavoit beaucoup amplifi^e 
par t acquisition des livres confisquez sur les Grands . du 
royaume , qui ay ant conspird contre luy , furent condanir 
nez au dernier supplice* On distingue encore maintenant 
parmi les litres ae la bibliotheque du Roy ceux des Rois 
de Nc^les^ et Seigneurs Napolitains par les armoiriesj les 
souscriptions , les signatures , ou quelques autres marques. 
Di questo spoglio delle biblioteche Aragonesi commesso dal- 
r armata Francese fa menzione, tra gfi altri, il nostro sto- 
ricQ Antonio Caraccioio nella sua opera de sacris monu* 



260 

mentis neapolitanae Ecclesiae cap. i pag« ^^ il Tiraba- 
schi stor. deUa letter. Italian, lib. I cap. 4 9 ^d il Muta^ 
tori script, rer. itaL vol. II p. II pag. 769. 

Riguardo poi alle belle arti i re Aragonesi , oltte varicr 
opere pubbliche falfeseguire dai piu insigni arteficldi qnel- 
r epoca. delle quali talune tuttora sono di omamento a qne^ 
8ta metropoli, abbellirono anche le vicinanze di NapoTi con 
cliversi eleganti , e grandiosi edifici destinati per loro di- 
vertimento. Uno di quesii ^^ situato a Mergellina , ov"* h 
Tattuale chiesa di S. Maria del Part9 , che da Federigo 
d^ Aragona fratello di Alfonso II dopo di essersi coronata 
re nel 149^ ^ donalo al cdebre lacopo Sannazaro di lui 
grande amico. 

Questo deliziosissimo casino fa da prima abitato da* re 
Angioini , indi pervenne al monistero de^ SS. Severino , e* 
Sossio di Napoli, dal quale lo acquistarono i re Aragonesi 
per loro diporto. II hannazaro f epigram. Kb. I ep. t 
e 2 J dopo di aver ringraziato il re Federigo del dono ri* 
cevato ) scrive cosi delF amenissima sua Mergellina ; 

Rupis o sacrae , pelagique custos 

f^illa Nympharum aomus 9 et propinqiiae 
Doridos y regum decus una quondam , 
Deliciaque etc. 

Ma poco dopo che V ebbe il Sannazaro fu la medesimiz 
da Filiberto principe di Oranges generale dell* imp. Car-^ 
lo y distrutta , e sa le mine della stessa vi si eoifieb la 
chiesa ed il monastero dall^ anzidetto Sannazaro. 

L^ altrb era sotto la chiesa di S. Potito chiamato la co- 
nigUera per la caccia de^ conisli , che vi si faceva dai re 
Aragonesi , che ora si possieue dal principe di Leporano 
Moscettola. Presso Porta Capuana' esistevane un altro nel 
sito ora denominato Duchesica per esservi slato appunto sif- 
fiatto palazzo fattovi innalzaie dal duca di Calabria ^ poi 
Alfonso II. Quello poi che supero tutti in magnificenza , 
grandiosi la, ed ornamenti di vario genere fu a Poggio Reale 
distante circa un miglio dalla parte orientale della cittli prin*« 
cipiato a faU>ricaru nel i483 nel ritoruo che £eee T anzi- 
detto Alfonso duca di Calabria da Otranto dopo di averne 
discacciaf i Turchi. II medesima era situato precisamente 
dirimpetto al nuovo Campo Santo^ che in queila contrada 
di recente si h edificato, Quivi Carles VIII re di Francis 



2m 

alloggib uel 149^ prima di entrare nella capiiale. Andiea 
della Vigna, che accompagno Carlo VIII nella sua spedi- 
zioue in Napoli in nn gioruale in lingua francese in verso 
ed in prosa intitolato ie P^ergier iTSonneur scritlo da lui, 
e da Ottaviano di S. Gelasio , e stampato in Parigi pivi 
volte ci han tramandata una descrizione distinta di (piesto 
palazzo di delizie oltre modo splendido. £ssi assicur^no , 
che il medesimo era di una bellezza straordinaria .pq^c. la 
sua g; andiosit^ ^ per i suoi giardini di iiori rari ^ e di. erbe- 
niedicinali , indigene ed esotiche^ il che equivale ad un ortp 
Lotanico, cosa straordinaria per quelPepoca, in cui al di 
iiiori di qnesto, altro forse non ve n^era nel resto di Euro.. 
pa , che il solo di Careggi in Firenze ( villa dk fampi> 
regio ) fatto costxuire col disegno del Micbelozzo da Co- 
simo de^ Medici^ II giardino poi di questa villa ia ridoHo, 
ad orto botanico nella stesso secolo XV da Lorenzo de^ Me- 
dici ov' egli y Giovanni , e Pielra de' Medici riunivano Jet^ 
accaderaie lettararie gia princijHate sotto. Gosimo*^ 

Era benanche quella di Poggio Reale ricco di frHtteti y 
di estesi oliveti , di diverse vigne , di piante di ogni qua- 
h(k , e rare y di animali di peli , e di penne. Per i vola^. 
tili poi di ogni sorta quivi vedevasi un forno pec &r cor 
vare le nova, e &rle schiud^e- senza raioto* della gallina^ 
qual forno era da tanto- da lar nascere in un solo ^iorna 
mille e piu animali pennuti. IK questo segreto degli Egi- 
ziani ^ ignolo ai Greci ^ ed ai Eomani fa menzione Diodo^ 
ro Siculo in questi termini v Nam qid aves ^ et anserest 
nutriunt y praeter earum^ quae apud aUos homines haJf/^ti'^ 
tur , procrearuU naturam , adeo Wis indulgent ,. ut inytu^*, 
merum dicta mirabilem avium evadant* Non enim ovis-inn 
cubant ave$ , sed ipsi ingenio-f et naturaU arte ex avis ^ 
praeter caeteranan consuistudinem > educunt foetus* Renun 
antiq, lib. 2 cap, 3% 

V eraoo deMaghi). e de^getti d* acqua , ed i& fine ddlfl^ 
statue di alabastro^ di marmo y ed anche di porfiudo ^ che 
ia gran numero si vedevanO' per agnl dove. IS acchitetto.^ 
e scultore incaricato per questo edifizio fu Giuliano da Ma^ 
jano di Firenze ) e F altro scultore , che anche vi lavord^ 
fu Luca Robia , e della; Robia fiorentino simiknente ,; di 
eui parlano Lionardo da Vinpi nel suo tratta^o della pit^ 
tura pubblicatQ in Milano nel 181 <j dal Manzi) ed il con- 
te Gicognara nel a vol. della storia della scukurtk stam* 



262 

pata nel 1816. I pittori poi adoperati per la stessa reggia 
furono Pietro , e Polito Donzelli. 

AUualmente del solo fabbricato di questo grandiosissimo 
palazzo non restano, che piccolissimi avvanzi, indicandone 
appena il sito , mentre anche il nome del fondatore e an- 
dato in dimenticanza , giacchc con errore manifesto da ta- 
luni si crede essere stalo una volta ivi esistente un palazzo 
della regiua Gioyanna 11^ mentre il medesimo fii comincia- 
to a costruirsi nel i4B3 , epoca assai posteriore alia morte 
della stessa. Di questo delizioso e magnifico edificio , del 
silo fondatore , e degli artefici , che yi si adoperarono , 
parlano , tra gli altri , Giorgio Vasari nella parte seconda 
delle Pite de* piU eccellenti pittori , scultori , ed architetti^ 
Giuseppe Mormile nella descrittione della cittit di Napoli^ 
e Carlo Celano nelle notizie di Napoli giomata ottttva. 

(^) Le materie gik indicate fiirono quelle , che sepelli* 
Tono entrambe le cittk^ ma sopra Ercolano dopo il 79 scor-> 
»ero yari torrenti di materie yulcauiche , ed il cayaHere Gu- 
glielmo Hamilton nella sua ' opera sopra i vulcani delle due 
SieUie pubblicata in NapoU nel 1779 assicura , che segni 
eyidenti mdstrano , che dal di della distruzione di Ercolano 
8ono corse sqpra di essa le materie di sette diverse eruzio- 
si. £ 'Scipion&'Breislak (topogrqfla fisica della Campania 
p. ii2j nice che Pimmensa quantitk di materia , che ha 
cop€¥to specialmente Ercolano monta ad un^ altezza di 90 
piedi in circa. Pompei per5 fu sepolta, come gik si e det*^ 
to di sopra , da pomici , cenere , lapilli ^ e pietre di di- 
ver^a grandezza che yi caddero nella eruzione del 79 , ed 
hi ^ti^ ayyenute posteriorm6nte sino al punto di fame igna- 
rafe" anche il sito. * x^ 

• (3) La bilingue inscrizione esiste incastrata in un canto- 
lie di'muro prima della fontana chiamata hoUa d4lC An^ 
n^nziatay ed h riferita, tra gli altri, dal Grutero p. 3i6» 1, 
e dairignarra nella sua opera de palaestra heapotit. p. 109. 
«^4) Capaccio'^ J^storia neapolit. lib. a : pag. 4^^ ® 4^, 
claell^altra sua opera intitolata il f6rastier&^^%^ icn4 par- 
la' benanch^ delle antichitk , che si scayavano iu Ercolana 
a suoi tempi. 

(5) II priucipe di Elboeuf sulla porta d^ ingresso del* 
Teuunciata casina fece sitnare la seguetite inscrizione in mar- 
mo composta dall' eruditissimo nostro Egizio , ch^ h degna 
di esser qui riferita: 



263 

LOct . a^ia 

AMOENIQ. LITTORIS , Hb'sPITIB. NYMPtt. 
VT . LICEAT c ALIQVAKDO . BENE . BEATEQ. VIVERK: 
ATQVE . INTER . HONESTA . OCIA . SIVE . SXVDlA 
SOLIDiAM . CVM . AMICIS . CAPERE . VOLYPTATEH 
EMMAN. MAVR. A . LQTHARINGIA 
ELBOVIAUOR. PRUfCEPS 
€OMPLAKATb . SOLO . SATIS . ARBORIBV& \ 
DVLCIBVSQ. ACCER^ITIS . AQVIS ' 
HVKC . SECESSVM . SIBI . PARA\IT *• . ' 

ANN. DOM. MDGGtl ') ^ 

ABITE . HINC .. VRBANAB. . MOLESt!AEQ. CVRAE, 

6>/?M5cc)/i di'Maiteo Egizio. psig,. 25^. 
II nostro Niccola Amenta fa benanche una distinta de^ 
scrizione di questa casina. raagnifica ne'suoil capitoU p.' S^o. 

(6) Chi. desidenasse conoscere dettagli piu minuti ai que** 
sti scayi potrk. leggere la giudiziosa operetta del chiariss'. 
canonico de lorio, su. gli 5caW fZ£ JE'rco^wo* 

(7) Vedi le novelle Florentine del 1748 1749> ? ^7^'? 
c le Symbol, titter. tom._ 2 decad. 2„pag. il5, ove viett 
riferita la lettera del Martorelli. 

(8^ Di Meo Annali. del negno.. diNapoK torn. 4 P^ig- 21 • 
(y) Arcadia del Sannazdro^^Tosdi XII, Non e sinora fis- 
sa ta con precisione dai biografi di questo insigne nostro . poeta 
r epoca , in cui ei dato avesse principio alP Arcadia , che 
fu sicuramente il primo parto del suo felicissimo ingegno. 
Nella mancanza dunque assoluta de' sincrbni scritlori, sieno 
storiografi , sieno^ epistolografi , fa mestieri ricavar djille 
stesse sue opere approssjmativamente il tempo , in cui. co- 
mincio egll ad ideare siffatto lavoix). Infatli il nostro pocta 
nato, in Napoli il 28 luglio del i458 nella prosa V.II della 
stessa Arcadia dlchiafa av.er' avtrto origine i suoi anlori ne- 
gli antii otto gikfiniti disua eta, e dallesue parole chiaro 
si scorge- T effervescenza, di questo, affetio. Seguita:: esso a 
dire , che seguendo jp/i!i regolato. consiglio presi. per'pdrtito 
di abbandonare Napoli e le pateme case. N^ puo dubilar- 
si , che a cio fosse sta to anciie indotto dalla giudiziosa ge- 
nitrice Masella Santo. Maugo , che concepijo avea di ltd 
grancti speranze , com^ di fecondo. e singolare ingegno^ e 
quindi a sottrarlo. alF amorosa passione verso la nobil flon- 
zella Carmosina Bonifacio,. sieco il: menasse fu6ri"^la capitale 
insiem coU' altro figlio Marcautonio secondogeniio; II che 



3154 

rilevasi con chiarezza daU[a elejjfa dello stesso Sanuazaro 
diretta a Cassandra Marcbese , oye dice : 

Hue mta ( cioe ne'Picentiiii ) me primis genitrix dum gesUA ok mntiis 
Deducens charo nupta novella patri» 

Qual dimora per la ristrettezza del patrimonio di hnd- 
glia anohe a lei conveniva , ppche giovane ancora era di* 
veuuta vedova, onde non poter conveaevolmente con i due 
figli di tenera etk rimanere in popolosa , e. cospicua capi- 
tale. Ma la dimora prescelta fuori la capitale fu ne^Picen- 
tini, o al trove? U biografo del Sannazaro Gio. BaU. Cri- 
apo y e dope di costui V altro biografo il dottis&imo Gio: 
Ant. Volpi dicono , cbe tal dimora fosse «tata in Nooera 
4e\Pagani y ma entrambi s'ingannarono , mentre la descri- 
zione lasciataci dal Sannazaro medesimo nella gik citata ele* 
gia chiaramente dimostra, che fu in Valle S. Cipriano nel 
tenimeuto di Gifuni^ ove sono tutf i luoghi n^enzionati nella 
degia stessa , che in vano si cercherebbero nel drcondario 
di Nocera. lyi dunque neU^ amenitk di quelle deliziose cam- 
paoue r innamorato Iac(^o , onde sedare V animo suo gik 
colpito da intenso affetto comincio a coltivaire gli studi , e 
con partieolaritk la poesia, principiando singolarmente qual-> 
^he componimento pastorale, che fu il primo abbozzo det 
r Arqadia , siccom^egli lo assiqura nella elegia stessa : 

Tunc ego pastorum numero , silvestria primumy 
. TerUavi adamis sibUa disparibus. 

.Paossi percio fondatamente credere, che durante lo spa- 
zio di anni sei passati in S. Cipriano avesse ][H:incipio ud 
tal lavoro traenoio origine da^suoi puerili amori, che coor- 
dinando quindi le idee e quelle prime fila ad altre^ tessen- 
do « (ornato poscia in Napoli dopo compiti gli anni quat- 
tordici, e riunendo insieme quei vari, e staccati componi- 
menti della prima gioventu U piano compiuto formasse ddla 
sua bella , teuera , e maninconosa Arcadia. In seguito poi 
avendola resa sempre piii perfetta , e ripiena di pensieri 
filosofici , come ora si legge , fu per la prima volta pub- 
blicata in Piapoli nel mese di marzo del i5o4 ^^ Pietro 
Suinmonte con tipi di Sigismondo Mayr , mentre il Sanna- 
zaro era tul^ora in Francia presso V infelice re Federigo. 
(lo) $embra che il canale fatto .costruire dal confe. di 



265 

Sarnonel iSg^ si fosse ineouirato eon .^ello^ che vede^ 
in Pompei soUp il tempio d* Iside , e che questo antics 
acquidotto ayesse formato parte di quello fetto fabbricare 
da essD conte. Sono stato assicurata da ehi ,e disceso nei- 
r anzidetto acquidotto in tempo ^ che deyesi nettare , che 
il inedesimo ha la forma di una strada con*l>anchet(i la* 
terali, e quindi puo congetturarsi die fosse stata un^antica 
strada sotterranea. Altre similmente formate se ne ritrovaoo 
tra vetusti edifici , e specialmente tra quelli ^ che af^arr 
tennero a greche popolazioni. Presso gli antichi popoli ocifK^? 
tali vi fu r uso delle strade sotterranee , .e dai sovrani. di 
Egitto furono fatti costruire de^ fossati sotterranei per de> 
viare le acque del Nilo, e per le sortite delle loro tnippe 
per occulte traverse. Precedentemente i Medi ue aveano si» 
milmente &bbricate , e Seihiramide ne avea fatte d^Ue ma- 
gmficbe avendone formata una sptto il letto dell^ Evifrate., 
onde a suo piacimento , e senza esser veduta potesse pas* 
sare da un palagio air altro da lei edificati jsuUe opposte 
sponde del nume in Babilonja ( Diodoro bibl^X** ii P* i^^* 
Filostrata in vita ApolL L. i c. 25 )• La ^^t^a apri una 
strada, a traverse del gran monte Zarceo , iper evitare il 
penoso , e lungo giro attomo le sue baize ( - Piodoro bihU 
L. lip. 127 )• Presso di noi anche trovansi simili stra- 
de , ed (E^tre quella, rinyenuta in Pompei , vi 6 Jia famosa 
Grott^ bi Pozzuoli , che da Napoli mena a quella citt^» 
Le altre sono^ una ^i .Cuma, e la seconda poco pratica- 
bile ^ quella cavata nel monte che circonda il lago ai Aver- 
no , e che ora chiamasi grotta delta Sibilla descritta da 
Virgilio lib. 6 v* 42* ^^^bone ( L. 5 p. ^45 ) ci assicura 
che le medesime furono aperte da Agrippa genero di Augu- 
sto con la direzione dell^architetto Cocceio. Tra i grandiosi 
ediBci delP aniica Capua v^ era senza dubbio il Crittopor^ 
tico adorno di belle pitture , di statue 9 e di sediU. Era 
quests, benanche una strada coverta , di cui i Campam si 
serviyanp per preservarsi dal caldo , dal freddo , e dalla 
P^ggi^ ^^^ questo magnifico' iabbricato h stato ad4etto 
ad: U50 di carcere della prpvincia di Terra di Lavoro* 
, (11) Bianchini - htoria , universqle pag* 246. Sistoire 
de raccademie,royale des inscriptions et.B.. L.vol. 9 pa^ 
gina i5 della ediz. in 4*^ Venuti • Diescrizione delle pri* 
^nu scoperte di Ercolano pag. ' 49 ^ seg* 

(12) Quest! sono Venuti cjt. op. pag. 5o , e 53:- An- 
l^nio PuUfoii ,« Quida deforestien pag. 3C5 - MLorijule 



\ 



266 

cit. op. nella leltera dedioatoria , e Cltrlo Gekno cit. op. 
gioniata qainta. 

(i3) II Gori- Syimholae lUteraridt vrf. i pag. 55 e 56 
edizione di Firenze pubblica Tenunciate due lefttere dd 27 
febbraio 1742, e del 12 higlio. 1743) ove P eraditissimo Egi- 
zio parla di diversi oggetd antichi ritrovati in Portici ne- 
gli anzidetti atrni. In nne poi della seconda lettera ei sMur 
trattieue su le moltissime giante da lui fatte alia sua opera 
de Bacchmcdibus , che passayauo* piu del doppio U libro 
stasnpato, e che avrebbe volute riprodurre in Firenze coUe 
annesse aggiunzioni. Ma cih non segui forse per la soprav- 
venutagli morte nel izQ ^i novembre del 1745 , e siffatta 
opera coUe autografe giunte pervenne uelle mani del ch. 
Francesco Daniele , quindi passo nella biblioteca di Fran- 
cesco Giampietro , ed ora si possiede da Michele Tafuri mio 
antioo, ed erudiUssimo amico, il quale alle sue moltipKci 
cognizioni riunisce una ricca biblioteda di fan ms. e scelti 
libri da lui acquistati. 

(14) II museo di Portici fuMerminato di tntto punto^ e 
reso pubblico nel 175&9 come rilevasi dalla segtiente inscri- 
»one d^l gran Mazzocthi^ ch^ fusituata^tdla porta dMii« 
gresso ddUo stesso museo :.. - 

' ' eAROLva . Utex .. VTAivstjvE ^ stciulE . iprvs 

FELtX ; AVGTSlivs .. STVD16 . AWXIQVlirATVM 

MTCEWSYS . QVIDQVID .VEI^RIS • GAZAE .. EX 

EFFOSSIONIBTS .. HER(:VLkNE!E^StBVS • POMlv£lANIS 

STABIEKSIBVS . GOliTRAHERE .TOT .. AlfmS 

nfPElTDtO .MAXIMO . POTVIT . IN . HAWC . MVSARVM 

SEDEM i ILLATVM . SVISQVE . APTIE . PI5AC0THEC18. 

D^pbsiTVM ; VETVSTATIS .* AMATORIBVS 

^ ' Exposvit' .: AwKa .: mdccltiu 

(i5) Questo miiieo di Portici*, e Faltro Famesiano. una 
Volta esisttote nel regal^palazzo di Gapodimontefurono.tra- 
aportati in Napoli nel 1808 ^ ed i medesimi con gli altri 
B^onumenti posteriormente disotterrati , e con diverse colle- 
zioni di antichitk slcquistate in varie epoche, e specialitnente 
di quelle del cardinale Stefano Borgia, e di Francesco Da- 
niele formano Tattuale teal museo Borbonico. Sin dal 1771 
il dotto Bioernstaehl parlatido^ del solo miiseo alldra situato 
in Portici scdveva , che il medesimo non aveva il sua pari 
nel'mondo. Vcdi 16 klterc ne'suoi viaggi vol. a pag. 45* 



» 



267 

(i6) Vedi le prammatiche del regno di Napoli^ edizio- 
ne del i8o5 vol. i3 pag. 78. 

(17) GiiistiniaDi - topografia del regno diNajfoli pag. 6I) 
e bret^e contezza delle accademie del regno di Napoli pa- 
gina 75. 

(18) Ne' notiziarii della real corte di Napoli dal 1799 
sino al 1806 non si fa piu menzioDe^della real accademia 
ercolanese, e de^suoi soci, com^erasi fatto per lo innanzi^ 
ne la medesima si riuni piu dopo il 1798. 

(19) Yedi le antichitit di Ercolano esposte, Le pitture 
lorn. I Napoli 1767 pag. 3 not. (18) pag. 11 not. (4J 
pag. 12 , e pag. 17, pag. 23 not. (12) pag. 24 not. (18) 
pag. 28 not. (7) pag. 28 not. (9) pag. 29 not. (10) pa- 
gina 29 not. (12) pag. 3o not. (i5) pag. 4^ not. (i4) pa- 
gina 4^ not. (8). 

Le pitture torn. 2 Napoli 1760 pag. 9 not. (10) pagi*. 
na 3i2 not. (24). 

Le pitture torn. 3 Napoli 1762 pag. 3 16 not. (3), e (5) 
pag. 3 1 not. (5). 

Le pitture torn. 4 Napoli 1765 pag. no not. (3) pagi- 
na 68 not. (5). 

I Bronzi torn. 5 Napoli 1767 pag. 207, e 208 not. (6) 
pag. 71 , e 279 not. (56). 

£ lo stesso metodo similmente si osserya ne^ volumi se-^ 
guenti. 

(20) Tutto il di sopra narrato circa il metodo serbato 
dagli accademici Ercolanesi nelle tomate per la compila- 
zione de^ primi due volumi , e per quello poi riguarda gli 
altri posteriori sino al settimo,che nirono opera quasi del 
solo Carcani , viene concordemente riferito da vari scritto- 
rl , (f , (ra gli altri , dal chiariss. Ignarra , il quale assicu- 
ra tutto cio in una sua lettera del 20 marzo 1784 diretta 
al marchese Domenico Caracciolo persouaggio di molte co- 
gnizioni fornito , ed insigne filantropo allora segretario di 
stato di casa reale e degli affari esteri , della quale lettera 
r origiuale borrone autografo da me si conserya , e la stes- 
sa fu di risposta ad esso marchese , il quale pensando di 
ripristinare T accademia Ercolanese , che molta gloria re- 
cato avea alia nazione per le testimonianze de' dotti raccol- 
te ne* paesi esteri da lui percorsi , interrogb V Ignarra uno 
degli antichi soci superstiti , onde conoscere quanto si era 
precedentemente praticato. 



S 



268 

. (2i) Gibelin - antiehitH^ bette arti^ invenzioni^ e ma-- 
chine comprese nelle transauoni filosqflche della societit 
reale di Londra pag. 248 lettera del 17 aprile 175S. 

(22) Pel* le difficoltk iucontrate ne' primi tempi nello 
svoigimento di sififatti papiri , e pe' diversi tentalivi ese- 
guiii si legga il libretto intitokto : ojfficina d^ j>c^iri de- 
scritta con molta acruratezza dall chiariss* canonico de lo-^ 
rio , e pubblicato uel 182S in Napoli. 

(23^ Yed^ ' Herculanensium i^oluminum torn, i pag. 12^ 
ove SI fa parola di cio: e Flgnarra nella vita ddi Maz2oc> 
chi cap. 16 assicura , che il medesimo per questo lavorc^ 

Sresentato al re Carlo fu colmato di beneficeuze dall^ottima 
lonarca. 
. C^4) Phaedri Epicurti vulgo anonymi Herculanensis de 
natura Deorum fragmentum instauratum et illustratum a 
Christiano Petersen pkilologiae professore publico in gym- 
nasio Hamburgensium academico. Hamburgi typis Joann^ 
-^ug- Meissneri i833 in 4." pag. 3 4^5. 

(25) Un fatto rimarcheVole del marchese Carlo de Mar- 
co da me omesso nel pubblicare TorazioDcina in di lui lo- 
de nel 1807 merita esser qui menzionato. Ei soleva eroga- 
re mensualmente in soUievo de^ poveri la rendita di sua ca- 
8a, e la maggior parte de'suoi pingui soldi, e pensioni che 
godeva. Ci6 non ostante dopo circa 5o anoi di cariche su- 
blimi da lui occupate avea fatto de'risparmi, che ammon- 
tavano a ducati 24 mila. 

Nel 1798 essendo scoppiatala guerra tra il re di Napoli, 
t la Francia , e conoscendo ^ che il re Ferdinando abbiso- 
gnaya di numerario, con rarissimo esempio gli ofiri in dono 
gr interi due- 24 mila , che furono accettati ^ oude accor- 
rere per quanto poteva agli urgenti bisogni dello stato. Es- 
sendo trapassato il marchese nel i8o5 non si rinvenne som- 
ma veruna in sua casa , n^ che avesse fatto acquisto di un 
fondo qualunque , e solamente , durante la di lui ultima 
infermitli, videsi la casa stessa circondata continuamente da 
numerosa schiera d^ indigenti ', che piaugevano la prossima 
perdita del di loro benefaUore, e furono i soli, che in gran 
numero lo accompagnarono alia tomba, oltre pochi aftezicv^ 
aati amici. 

(26) Nel pubblicare le memorie storiche del comune di 
•'^fragola vMncorse, tra gli altri , un errore tipografico nel 
riportare Tinscrizione inualzata a mio. avo Carlo Castaldi , 



/ 



2G9 

ove indicandosi Tepoca d6ll' arrive di Carlo III m queslo 
regno sta scritto , che cio avvenne nel i733 ^ mentre nofi 
giurise iu questo anno , ma nell^ anno segaente 1734. 

(27) Jl primo di siffatti opuscoli e intitolato : ragiona- 
menio delle origini della lingua napoUtana* 

(28) II mio coltissimo amico Andrea Lombardi autore 
di diversi pregevoli opuscoli , e sotto-intendente uella pro- 
vincia di Basilicata mi ha assicurato di conservare an pro- 
tocollo notariale del 1688, dal quale rilevasi, che la catar- 
strofe del Gomune di Pisticci avvenne nella nolle del 9 feb* 
braio 1688 , e vi perirono quattrocento abitanti. 

(29) Nella deficienza de^ libri battesimali del Comune di 
Garbone di quell^epoca si sono ricavati i nomi de^genitori 
del Gastelli da una lapida esistente nelta chiesa de^ PP. Fran- 
cescani dello stesso Gomune eretta in memoria di Domenico 
Gastelli trapassato il d\ 3 novembre del 1719 dai due suoi 
figli, cioe dal nostro Giacomo, e da Filippo , essendo sta- 
to quesf ultimo anche un valente mattematico. Questa no- 
tizia la debbo similmente alia gentilezza dell^ amico Lom- 
bardi. 

(30) Questa casa gesuitica di Sorrento iu fondata dal ce- 
lebre poeta latino Niccola Partenio Giannallasio gesuila de- 
dicandola alia SS. Vergine , ed al di sopra della porta del 
tempio vi fece incidere in marmo la seguente inscriziooe 
degna di essere imitata per la sua eleganza e brevita. 

Partheniae Gekitrici 

Vates Parthenivs 

* 

(3i^ Di queste critiche male a proposito del dotti»simo 
Winckelmann vedi che cosa ne dicono benauche Mattia Zar- 
ril]i nell^opuscolo intitolato: giW/sio deW opera deW abbots 
FTinckelmann intorno aUe scoverte di Ercolano. Napoli 
1765 ^ Gaetano Migliore nel vol. i degli opuscoli del Maz- 
zocchi pag. 219 ^ ed il poliglotlo svedese Bioemstaehl cit. 
op. vol. 2. pag. 28 e 46. 

(32) Questo aneddoto della vita del Giordano mi fu piu 
volte raccontato dal canonico Niccola Ignarra. 

(33) Yedi la dissertation sur une lampe antique trouv^e 
h Munich en Vann^e ij53 , ecrite par M» U prince de 
St. Severe. A Naples ij56 pag. 18. 

(34) Mazzocchi in tabulas Heracleens. torn. 2 pag. 5oi 
n. 5 \ pag. 5io col. 2 9 pag, 55o col. 1 ^ e 553 col. %^ 




270 

(35) MoDticelli memoria suUa origine delle acque del Se- 
beto. mpoli i83o pag. 2. 

(36) Raccoha degli uorrdni Ulustri del regno di NapoU 
stampata da Niccola Gervasu 

(37) Saggio di poesie latine ed itcUiane di Saverio Mat^ 
tei vol. 3 edizione del 1780 eseguita in Napoli dal Por- 
celli • ove vien riferita la lettera del Genovesi. 

(38) Yedi il gik citato saggio di poesie pag. ao4 del 
3 vol. 

Nel menzionato saggio di poesie vol. i pag. 52. 
Pita del Muratori pubblicata in Napoli nel 1773 
del Gravier pag. 238 e 239. 

'4i) Opuscoli del canonico Ignarra pag. 307 , e 184. 
[42) Origlia istoria dello studio di Napoli vol. 2 pag. 157. 
^43) La dissertazione del Ronchi trovasi data alia luce 
tra quelle del Muratori sopra le antichith ItaUane nella 
edizione di Napoli del 1783 vol. 1 pag. XVII. 

(44) -^cta congregationis OratorU Neapolitani ms. si- 
stenti nell' arcliivio dell' Oratorio medesimo de' PP. Gero- 
lomini. 

(45) Zeno lettere 2. edizione 3 vol. pag. i68. 

N (46) Questa partita di pagamento esiste nelTarchivio del 
banco delle due Sicilie in testa della congregazione dell'Ora- 
torio de'^PP. Gerolomini di Napoli colla cirata e firma del 
P. Urbano Qmino allora procuralore della stessa congre- 
gazione. 



FINE. 



. f