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^ib ibaw^aa
M
.OLTi per ayyentura si nazionali , che
stranieri in epoche diverse si sono avrisati
di far parola nelle opera loro dell'accade-
mia Ercolanese , ma quasi tutti ne hanno
scritto assai breyemente , e con poca , o
niuna precisione. Quindi non V& scrittore^
per quanto mi e noto , che siasi di propo-
sito occupato a raccoglieme le memorie.
lo ne' giorni di ozio concessimi dalla ca-
rica ho diyisato di eseguirlo nel migliot
modo possibile, e per quanto le mie lorze
han comportato. Sara diyiso questo lavoro
in due parli ; nella prima si parleri della
fondazione deli' Accademia , e di quanto la
riguarda dal suo nascere sino a quesf epo-
ca : la seoonda conferr^ un cenno biogra*
fico di tutf i suoi soci ordinari.
Non manchera ebi si maraviglieri della
stampa di questo libro , e forse Torra an-
che riprendermene , come di opera inutile
in un secolo affatto filosofico , in cui non
si Tuol sentir favellare di simili materie.
Con quanta ragione il fara, altri ne giudi-
cbi. A me basfera a tal proposito rammen*
.1 ;
4
tare il delta del nostro brindisino M. Pa-
cuvio presso Gellio (lib. i3. c. 8): Ego
odi homines igncwa opeta , philosopha sen--
tentia^ Ma, checche ne sia , indubitata cosa
e, che ciascuno ha il siio particolar modo
di vedere^ ne 1 gusto e lo stesso iu tutti,
pnd'ebbe a scrivere Qrazio {epistolar. lib.
ji ^* 2. V. 6i ):
■ Tres mihi convivae prope dissentire videntuvy
Poscentes vario niultum diversa palatO'
Quid dem? quid non dem? renuis quod tu^Jubet alter:
' Quod^ petis , id sant est invisum , acidumque duohus.
•-i
, Quest' Accademia dalla sua origine si oc-
.cupo sempre, ed esclusivamente di filologia
jponie fu prescritto dal di lei; augusto fon-
4atQre. So cbe T idea della filologia suol
^qUo restringersi da phi poco inteude, ma
so.benanche, che si presso gli antichi sag-
gi , che presso i modef ni ha una estensione
w^ ampia. Philologia^ al dir deirimmor-
e TuUio nelle questiqni.accademiche, Aw-
manioribus ^tudii^, ^apfins accjornmodata elo*
quentiae plurimum 4nt^adit ^ omnium^scien"
tiwrmn multijuga erudilio , deque sapien-
itae vestibulo quasi tessfra.^ Secondo poi
l^avviso del sommo uomo; Gio: Battista Vico
(de constantia jurisprudentis pari, poster^
pag. 2^ ) Philologi de rebus publicis ^ gen-
Jtit^, et populoruin morU>us y legij^ug^ in'-
stitutis^ disciplinisy opificiis pro suo jure
H
eommenfdrtos icribtmi ; reni hptddriam ,
nummariamque^ ef chrqnologiam seduh tra-
ctant^ imde edunt testimonia antiquitatts
graviora : atque hctec omnia , quo orhn&i
docfarum linguarum scrwtores stve qrato^
res , sibe phihsopho^ , isive adeo his tor i-^
cos , et niaxime po'etas enarrent : a qni^
hus respublica earn sibi maximam capit
titilitatem , ut interpretetur antiquam iih^
gud/nt teligionis , et legum. Consono agli
esposti sentimenti del Vico e il prestah^
tissimo Salvadore Spiriti ( memor. deg^f
schtiori cdseritini 1^^. 78 J , ove ragioi^
nando di quesf applicazione letteraria kiv
^liene , che la med^sima da talimi seivc-^
camente per uno studio sterile^ e di ti^
na pubblica utilitd , o di privafb giin^
mento vien creduta^ quando sema di '^
sa molte belle notizie ^ cosi intorho AltA
storia , che intorno alia ragion de' feftiffi
rimarrebbero ascose , conUs di gibhM ^Hi
giorno la continuo' esperienza fa' contiiccff^
apertamente. Notf dltridnie»ti opiftAf 'lll^tttft
fiacone da Vetulami<»' f deaugmy^^^
lib. 2 cap; VI / :^>/9^iV^^^^
^ hiStoriarum feli^Uid0 sunt tamqu&rn t»
bulae naufrdgii ^ cum dejicvm$a'\^ effete
submersti rernm memona ^ nihilooiiim
ihiAei' mddstrii \ ^t )iW^istc&s^ npe^Ututf
quadam , et scrupulosa diligentia , Mffij^
6
nealogm^^ fastis^ ttkUit^ rmnumeniU^ mh
mismatibus ^ nominibus propriis, et stylis^
verborum etymologiis , proverbiis ^ tradi"
ttQnibus^ archivisy et instrutnentis tarn pu-
blicis quamprivatis^ historiarum fragmen-
tis^ librorum neutiquam historicorum locis
dispersis^ ex his^ inquam^ omnibus^ vel
eliqutbus , nonnul/a a temporis diluvio ert-^
piunt , et conservant. Res sane operosa ,
sed mortalibus grata ^ et cum reverentia
guadam conjuncta , ac digna certe , quae^
deletis fabuhsis nationum origimbus ^ in
locum hujusmodi cammentitiorum stibsti'-
^tuatur.
Di qual giovamento poi sieno state le
<^re date dla luce dalF accademia Erc(H
lanese alia repubblica delle lettere anche
per ragion de' tempi , in cui i primi to-
lomi furon pubblicati ^ ciascim mediocre-
mente versato in questi studi potri da se
lawisar di leggieri. Ricorder6 solamente
qui quelle , che dir soleano i dottissimi En-
nio Quirino Yisconti, e Gaetano Marini giu-
idici competenti di siffatti lavori) i quali me-
CO piu volte parlando de' volumi di Erco-
lono dati alle stampe mi assicuravano , che,
a loro avyiso , gli stessi conteneano una
inciclopedia archeologica , e ch' essi gran
profiito ayean litratto dalla lettura de' me-
dttimi.
\
PARTE I
VONBAZIONB 0EI.LA EEOALE AtlCAtHEUVk BKGteJkNESE,
8UE YIGENIMB , B IrAYORI IiEXTEBAEl.
A
.vendo cessata di re^are tra noi la diDa^tia
Aragonese ne' primt anni del secolo XVI. , sotta
ta quale erano qai rinate , e fiorite in preferensia
di tutte le altre nazioni le science , le lettereV ^
le belle arti (1) , cadde questo reame nella umi*-
liante condiziene di lontana proyincia sotto bb g<i*-
yerno yice-regiiale quasi sempre debole , e tapa^
ce , che per due secoli , e piU infelicit6 c^este
Gontrade. Dopo si lunga sofferenza nel t734 fi-
nalmente la ProTTideDza , compassiooando le scil^
gore di tante popalazioni , pennise , che 1' iimBlM^
tale Carlo Borrone gievane di anni diciotta, buoh
no per temperameato ^ d' ingegno supmore aU^efll^
amantissiBio della giustizia , benefice e ^nerMdr^
amabile di toUo , e ne^ diseorsi , incliBatisstiO!^
alia milizia , sato per le grandi cose ^ e dotM*
di tutte le qualita^ e Tirtii necessarie, pet fetidi^
tare una nazione , venisse tra noi. Ei da re savitt^
e magnanimo feee coUa ' proTrida sua mente y 4
coir augusta sua presenza risoi^ere , e di Buovd
fiorire con Instro maggiore una Monarchia gia da
molti anni avrilita, ed umiliata, ridncendola per
tuttfi lati ad on luminoso, ed imponente 6aratte^
re. Gonquistate le due Sicilie , dopo di averle edit
•OBioM Tulore difese dagli atta«)cM neaiici ^ m4
gloriofta ii tno nome proccmraiiclo di tgrararle iuSe
pubblicbe , e private calamitk , riordinando cob
gran sapienza leg^ , e magistrati , proteggendo le
lettere , ed i letterati , incoraggiaado il commeiv
cio, e ragiicol)ara;jform2Qdda ull esercU^ ben di*
sciplinato, ed abbellendo la metropoli, e le pro-
TiBcie di>'onov6 strade, e di molti grandiosi, ed
elegaatiedifiQi^per ricomporre. , e far risocgere ud
popolo abbandonato da gran tempo , onde figurare
luminosamente nelle arti di pace, e di guerra tra
i piu culti di Europa. Con molta ragionevolezza
quindi il aostro dottissimo Mafcfeo Egizio in una
inscris^iooe'da lui dettata nel 4735 pel ritorno
dello stessO re Caflo da Sicilia segnando ¥ anna
di. tal epoca ebbe a dire^ Ren at a Njsapoli Ais>-
mo II \ Descriz. deUe fesie celebrate dalla CUta
di, Napoli per lo ritorno dalla Sicilia di Carlo di
Borbotn^ re ,di Napoli pag. 26 ^.
r Or jtra le ionumerevoli cose, insigni operate da
^Ueeto' ottimo Monarca , che hanno eternato il sue
noma', vi fu senza dubbio la istituzione della re^
^6 Accademia Ercolanese , la: quale per le adti-
ohitk illn^atc;, e quindi con i^Iendidezza vera-
inenie soyrana datd alia luce ^ rechera in tutt' i
4c0pi !:3.omma gloria all' augusto suo fondatore.
J&Got^no che ba dato il nome a quest', accadeaaa
fU la prima citta a discoprirsi , ;e quindi Pompeu
Noi faremo bireve oenno tanto di Ercolano , che
di Fompei dall' e|>oca , che furono sepolte dal Ve-
suvio sino al di loro disotterramento.
Un terribile tfemuoto avyenuto sotto rimperd
di Nerone ndl' anno LXIII dell' era corrente ca-
giono gravi danni a molti paesi delU Cam]pania ,
«,apecialmetite alle due iUustri citta Ercolano > e
Fompei , di chj^' fan . tdutiota metiaioiie 'SeneM<9. #
tdcitb ,( amui. naiumd. lib. 5 cap. 4 , atmaL
ft&^i i5 ni arnio 845 ). Ma inentne gli aMutori
di entrambe erano intenti a riparare i gik soifeiti
danni , altra sventura maggiore loro soprayveime
dopp anni sedici per una grande 6 straordinaria
Brnzione VesuTiana accaduta nel 1 aoDO dell' iin->
pero di Tito, che fa il LXXIX dell' era cristiaaa.
In quale giorno accaduto ci6 fosse h tuttora in
dufabio tra gli eraditi. Da Dione ( lib. 66 ) si ba,
<ihe siffatta eruzione accadde auiumno jam ad exi-
ium ver^ente , qaindi dai nostri accademici EreO'^
lanesi (^ dissertatio isagogiea cap. XI pag. 67 )
mettendosi in esame tutte le Tarianti lezioni di Pli*
nio sa tal panto storico si credette , che Ncvftmr-
iris Kal. la atessa fosse avvenuta , cio^ al 1 di
NoTembre : dello stesso ayyiso sono ii cardinal
Baronio, ed il Moratori ( annal. vol. 1 ), e di-
VersUnsigni scrittori: allri poi opinano, che T av-
Tenimento ebbe luogo IX Kal. Septtmhns , cioi
nel di 24 di Agosto. La prima opioione appog-
giata alia testimonianza di Dione sembra essere
jHii fondata.
£ poi comune credenza di qaasi tutt' i nostn
atoriici , e di molti scrittori stranieri, che le do^
indipate citta Bella surriferita epoca del LXXIX
rlBstassero ioteramente sepolte , e del tntto abbai»^
donate , per es9ere state da per ogni dove coverts
da lapilli, da densa, fluida , e caldissiina cener^
e da gran quantitk di pomici , e grosse pietre erut-
tate dal Vulcano. (2) , al dir di Flinio Secondo ^
che fu presente al gran disastro , e che raecon^
tutto r accaduto in due lettere scritte a G. Taci^
to. Furon gli anzidetti scrittori indotti a p^nsar
aiffattamente da diverse solide ragioni , e con, ispe^
<iifditk. da P. Papinio Stazio ( lib. IV syha'^ 4 tad
«0
MarcMm ) , ehe sembra assieiirftre la totale di-
stnizioDe di qoeste due cittk ael sarrifeiito auto
coa i seguenti yersi :
Mirafideil credetne pirAm venJtura propagOy
Cum seeetes iterum , cum jam haec deserta PireBuni p
Infra tfrbes Populosque premi , proaviiaque toto
Rura abiisse mart?
Altri poi sostengono , che a siflatto £re po^
tico , ed esagerato si oppongano alcime aatoritk di
diyersi scrittori anticfai , e prima d' ogn' altro , tra
yarie ragioni da essi addotte, rammentano Svetch-
nio ( in vita Till cap# 8 ^ , it quale assicura ,
€be I'lmpera^r Tito proccurd di far riparare tutl'i
danni cagionfati alle diverse cittk della Campania
dalla eruzione Vesuyiana ^ e che da una epigrafe
greco-latina tuttora esistente in questa metropoli
si rileva , che anche Napoli sperimentd i tratti
benefici di Tito (3). Qui ndi essi dicono potersi
sostenere , che similmente Pompet , ed Ercolano con
i pochi abitanti rimastivi furono dopo la terribile
catastrofe ancbe soccorse, ed ajutate dallo stessD
imperatore. Di piii i medesimi asseriscooo , che
anni XL circa dalF ayvenuta eruzione L. Floro
( de gestis romanor, lib. 1 cap. 16 ^ , il quale
visse sotto Timpero di Trajano yerso il 116 della
nostra era, roenzionandoalcune citta.marittime della
Campania allora esistenti scrisse :
Urbes ad mare Formiae^ Cumae^ PUteoli^ Near
polisj Herculaneum J Pqmpeu . • • . Affermano
perci6 gli stessi , che non sarebbero state quelle
nominate , se nel LXXIX rimaste fossero int^a-
mente sepolte , ed abbandonate. A ci6 aggiungo-
no , che le due citta irovansi riportaie ndla Ta-
yola Peutingeriana , qual monumento per k opi^
nione piii generale degli eraditi fa fonvuiU nHemp
deU'imperatore Gonstantiiio il grande, cio6 Yerso
il CCGXXX, giaccb^ tatt'i cambiamekiti ayroiaii
in Yarie regioni del mondo dopo tal epoca non
TeggODsi annotati nella sommenzionata ia^ola geo-
grafica r tabula Theodosiana , et Peuiingeriana Do*
tninici Christianopuli pag. h ). In yista dunque di
ci6 si crede da taluni , che sino al 471 le due
cittk continuassero ad essere abiiate da pochi citr
tadini , che ^i rimasero. Questa opinione , che h
sostenuta , tra diversi, dal Ch. Ignarra ( de phror-
trus pag. 230 ) con molti argomenti , h poi com-
battuta , tra gli altri , con doitrina , e sensate
coDgettore daU'eraditissimo Monsignor Rosini (di^
sertatio isagogica pag. 91 )> ch'& del parere del
prinu. Quest! due illustri ^ologi nello stesso an-
no 1 797 tempo , in cui pubblicarono le rispettiTe
opere, furono di opinione contraria sulla contro^
yersia medesima senza per6, che ciascuno di essi
aTCsse su tal punto confutato , o citato \ altro*
II dotto P. Antonio Sanfelice scrivendo delle citr
tk medesime dice , che le stesse incendiorum in^
juria versa sunt in vicos. ( Canwania pag. 64 edi|(,
del 1796 ).
A me per6 sembra , che le due cittk dopo il
LXXIX restarono interamente abbandonate, e quel^
li ) che o per impoUnza , o per imprudenza vi
si fermarono, rimasero tutti estinti. L'argomento
insuperabile addotto da colore , che sostengonp
questa opinione , e che assicura tal Tcritk istori^
ca ) k , che dopo moltissimi anni di scavi
gmti in entrambe le cittk non %\ h rinyenuto
numento alcuno , che appartener potesse ad un
^poca posteriore il LXXU. Quin<U pare ipdjv^
H
tato , cbe te diue cittii soltetrate allort , non fti-
tono piii alHtate di poi.
- Ma, se h sicnrb , come io credo, quanto tra-.
t^si scritto dall' architetto gik diref tore degli sea-
Ti pompejani Carlo Bonucci nella sua operetta in-
titdiata : Pompei descritta ( 3. edizione. Napoli
1*827 pag. 220 )y che sotto il re Carlo til poco
ludgi da Pompei tra i Comuni di Bosco Reale , e
Bosco tre Case furono scoverte alenne antiche ro-
vine , ove potette esistere per qnalche tempo ud
nuoYO , e piccolo villaggio abitato da pochi , e
pdveri pompejani , che non ritrovarono ricovero
altroye ; questo potrebbe conciliare i/due paf^i
opposti di sopra accennati. £gli a tal .proposito
fiferisce che negli enunciati ruderi vi si rinvennero
allora de* candelabrt di bwnzo^ ed altri aggetti Cii^
¥iosi , ma t architetlura , ed i dipinti detle mum
Bhino di un gusto assai degenerato^ benchb la di^
Mribuizione degli atrj , e delle stanze fosse affalto
simile a quella di Pompei. Cib indica , a siio di-
rt' , UfC opera conlemporanea , o posteriore a'^CO"
Hdndno ; cost polrebbe discendersi jino dW erU^one
del 47i , dopo la quale il nbme di Pompei restb" «/-
fatto perdulo. Questa opinione del Bonucci yiene
corroborata dai seguenti fatti. Nel diario manu--
9criUo de^monumenti antichi rinvenuti in Ercolano^
Pompei^ e Stabid dal 1752^ al 4799 j che si coir-
aerya nella regal Sbpraintendenza degli scavi alia
pagina 87 trovasi registrato , che a t2 Gehnajo
4759 dal i^ustode del real museo si. ricevettero
num, 2 pezzi di condotii di piombo , uno lungo
palmi 4 '/i V altro palmi 3 per 9 iroi)dti in uh
principio di scavo fatto a Bosco tte case; il chft
proya^ che iyi fa uno scayo ai tempi cb Garh> III
13
A ci& si agginnge, che verso il 1810 1' Abate
Gargano tra Bosco reale , e Bosco tre case vn
miglio circa laDgi da Pompei scovrl alcune anti-
che fabbricbe composte di uu atrio con peristilio
di piccole colonne ^ e con una linea laterale di
quattro stanze : piii una vasca di marmo con zam-
piUi per uso di fontana , ed anche piccoli tratti
di strade. Finalmente Tien comprovata la esisten-
s(A di questo piccol paese neii' indicato luogo da
una leitera del 14 Gennajo 1832 del conte Luigi
di Lebzeltern ambasciatore dell' imperatore d' Au«
stria presso questa nostra Corte diretta al cava-
liere Bunsen in Roma , ed inserita nel buUeltino
delTinstituto di corrispondenza archeologica al n. 4
di Gennaro '1832^ cbe si pubblica in quella cit-
tii. In qnesta lettera, parlandosi di uno scavo in*
coato da esso ambasciatore in Bosco tre case, egU
assicurd , che un pozzo aperto in una vigna fece
arrival^ a 35 piedi di profondita ad uno strato ver-
gine di lapillo^ e che immediatamenie dopo si trO"
vb V antico terreiio*
Allora , egli seguita a dire , feci aprire quatira
gaUene alia distanza non piu di 8 a iH palmi di
lunghezza , ma non trovai in esse che pezzi di cal^
cinacci ^ riveslimenti , dipinti ^ e siucc/ii di muroy
che attesCavano V esistenza di una o piii case di
fahbrica non conmne , nia in uno scompiglia tale ,
ohe appcna ho potuto riaveme un pezzo del valo^
re di mezzo palmo , con essi qualche osso delta
mascellq, di un majale , qualche pezzo di anfora ^
dei pezzi. di salgemma ^ e di carbone di legna* Inol-
tre lo. stesso parla di una stanza iyi scorerta , e
di' era dipinta ,. e ripiena di franmienti di mura^:
$ /di lapiUo, descrive altre cose, e le diyerse di^
44
ficolta di tale scavo , cbe pensata rianimare al mi-
l^orar della stagione.
Or dnnqae per le coae gia dette sembra , che
im Buovo, e piccolo villaggio snrto fosse didle mi-
ne di Fompei , ed a poca sua distanza yerso il
Ticino Comune di Bosco tre case ; come anche po-
chi, e meschini abitiiri costraiti da infelici fami-
glie ercolanesi non lun^ daUa sepolta patria po-
iettero far credere a L. Floro, ed alFautore della
t%Tola Peatingeriana 1' esistenza di qaeste due citU
dopo il LXXIX , e potrebbero benanche giusti-
ficare Taddotta opinione del Sanfelice«
Grindicati autori, ciofe I'lgDarra, ed il Rosini
aeguendo epoche diverse per la totale distruzioae
di esse cittk , riguardo poi all' emigrazione sono
di accordo nel dire , cbe abbandonate del tutto le
medesime , gli abitanti di Pompei si rifuggirono
in Nola, e quelli diiErcolano in Napoli, quindi
arrenne, che il territorio pompejano fu riunito a
qnello di Nola , ed il territorio ercolanese fu ag-
gregato alF agro napolitano. Nelle due derelitte
cittk si andava in quelFepoca da Napoli a Pom-
pei per mezzo della yia Ercolanea , di/cui parla
Cicerone nella orazione 2 cap. 14 contra RuUum
in quest! termini: accedet eo mans Gaurus^ acce-^
dent $aUcta ad Miniumas ; adiungetur etiam Ma
ma vendibil%$ Hereudanea rmdtarum deliciarum , et
magnae pecuniae , via diversa da quella , cbe dal
lago Lucrino menava a Pozzuoli , la quale si chia-
mava piii tosto Herctdea^ secondo opina il nostro
rinomatissimo Martorelli ( Thee, calam. tom* 2
p. 563 ). Da Pompei poi a Nola era aperto il cam-
mino per mezzo di una trayersa della via Domi-
xUna. Sicura cosa perd ^ , cbe il numero majors
t5
degli abitanti di jentrambe le ettta dovette fuggire
fliel momento della spaventevole eruzione , mentre
in Pompei, che dovea conteoere una popolazione
inolto numerosa , attesa 11 sao esteso fabbricato ,
appena si sono scoverti sino a qaesto tempo circa
quattrocento scfaeletri in gran parte nelle eantine,
ed in altri luoghi sotterranei. La congettnra dun-
<que a tal proposito del yalentissimo archeologo
WindLelmann , che scriyea nel 1762 , non si h
Terificata , giacche egli disse nella sua lettera sa
ie scovevte di Ercolano p. 12 e 13 » che non es-
sendosi troYato alcuno scfaeletro a Portici, a Re-
sina, ed a Poffipei, ci6 faceya supporre, che.gli
abitanti ebbero il tempo di fuggire , « per la stessa
ragione il inedesimo credette , che ne;gl' indicati
luoghi si fossero trovati pochissimi mobili prezio-
si , mentre prima della fuga erano stati traspor-
tati altroT« dagK accennati abitanti; il che non si
h poi avTcrato in seguito per gli scbeletri diTersi,
•e per i moltissimi mobili preziosi, che si sono sco*
yerti, e giomalmente si disotterrano specialmente
in Pompei.
Sinora aU>iamo bre^emente favellato intomo alia
precisa epoca , in cui furono sepolte, ed abbando-
Bate le indicate citta, ora coUa stessa brevitk c'in-
trat^rremo sal disoiterFamento di ciascuna, e del
€ome , e qnando cio awenne dopo di essersene
quasi del tutto perduta la memoria a segno da
ignorarsi benanche il luogo preciso , oye le mede-
sime fossero state situate*
Cominceremo a parlare di Ercolano , la di cui
scoverta precedette quella di Pompei , ed i mo-
nnmaiti iyi riuTenuti furono tra i primi ad essere
iUustrati*
Miccola P^otto ( in cornucopia , sive commenr
46
tariorum linguae^ laiinae. i488 ) fin dal secolo XV
fa meuzione di Ercolano , e di Pompei , e della
situazione topografica di queste due distrutte cittk.
L'insigne nostro poeta Jacopo Sannazzaro (eclo^
ga V ) auche ranuueuia i ruderi di Ercolano coa
1 seguenti versi :
Rupe sub hac niecum sedit Galatea^ P^idebant
Et Capreas , et quae sirenum nomina servant
Rura procid ; veteres alia de parte ruinas
Hercvlis 5 ambusta signabat ab arce Vesevus^
Ba' surriferili carmi scmbra esser sicura cosa ^
che nel XV secolo tuttora era visibile qualche
avvanzo della sepolta Ercolano , e forse poteva
questo essere un portico situato su I'altura della
citia non coverto dalle lave diverse di fuoco , e
avrebbe potato siffatto portico dare il nome al-
Tattuale paese di Portici. Quale congettura sembra
pill adattata, e conveuiente di quella addotta da
vari scrittori, de'quali alcuni credono tratto il no-
me di Portici AalVanlico porto della prossima i?e-
sina , di Ercolano , altri da una villa ivi una volta
esi^tente di Quinto Ponzio Aquila romano. La sur-*
riferita congettura acquista maggior probability da
nn luogo di Petronio Arbitro ( satyricon c. CVI ),
qve fa juenzione del Portico di Ercole , il quale
forse non coverto dal Vesuvio diede il nome al
presente Portici.
Giulio Cesare Capaccio (4) , che scrisse versO
1^ fine del Xyi secolo assicura, cbe per molti anni
s'ignord il sijto di Ercolano, che, mentre egli vi- .
yeva , alcuni campagnuoli zappando la terra aveva^
no scoverto antiche fabbriche, pavimenti, marmij
ed alcune iscrizioni , ch'esso riferisce per intero,
17
e tatto cio si era scavalo m un luogo prima della
Torre del Greco.
Dopo questo molti altri scrittori nazionali , ed
esteii anterior! all' epoca del 1707 fanno distinta
menzione di Ereolauo, e degli scavi ivi eseguiti,
i di ciii nomi sono riferiti dal diligentissimo ca-
nonico de Jorio ^ Noiizie su gli scavi di Ercola-
no pag. 14 J.
Ma , oltre tanti scrittori , in una iscrizione in
marmo del 1634 tuttora esistente fuori la Torre
del GrecO composta dal P. Orsi , e che trovasi
benanche pabblicata nella sua raccolta , si legge,
che il Vesuvio :
PoMPEios Hercvlanvm Octavianvm
PjErstrictis Reatina Et Pojrticf
SlLFASQ. ViLLASQ. AeDESQ.
Mom EN TO Stbavit Vssit Dibvit
Nel 1 707 poi essendo venuto in questa capitale
Emmanuele Mnurizio di Lorena principe di El-
boeuf in qualila di generale al servizio dell' impe-
ratore Carlo VI , ed avendo impalmata la figlia
unica del duca di Salsa Teresa Strambone qui fisso
la sua dinaora.
Egli nel 1709 fece acquisto di una casina in
Portici sita al Granatello sul lido del mare, poco
lungi , ed alia parte occidentale del monistero de'ff.
Alcantarini , quale casina in seguito fu venduta
nel 1716a Giacinto Falletti duca di Cannalonga ,
e reggente del collateral consiglio di Napoli , e
da questi al re Carlo III, che la compro per ivi
divertirsi alia pesca (5).
Volendo allora il detto principe di Elboeuf ri-
farla , e servirsi per 1' intonaco delle nmra della
2
18
polvere dl antichi rottami di marmo ne fece ri«
cerca. Un agricoltore gli riferi , che nel vicino Co-
mune di Resina poco dopo la chiesa di S. Ago-
stino, mentre cavava un pozzo in sua casa, aveva
linvenuto frammenti di marmo , che mostrati al
principe piacquero, e furono accettati. II famoso
pozzo , di cui h parola , ex quo prima consepul-
tae urbis rudera^ et signa emerserunt al dir aegli
accademici ercolanesi nella pianta topografica del-
r antica Ercolano inserita nella dissertazione Isa-
gogica, h situato 70 passi circa dopo la indicata
chiesa di S. Agostino nella strada regia , e pre-
cisamente nel giardino della casa segnata col nu-
mero 68 appartenente ora ad Angelo Gervasio.
Intanto avredutosi il principe , che i rottami di
marmo a lui presentati erano antichi, immediata-
mente si port6 in casa del contadino , ed ordind,
che si continuasse lo scavamento nel pozzo , e
nelle adiacenze con maggiore diligenza , e ne af-
fid6 la direzione a Giuseppe Stendardo architetto
napolitano. Questi , avendo interrogato il celebre
Giuseppe Valletta, ed altri eruditi, per essere istrui-
to suU'enunciato si to dello scavamento a lui affi-
dato , fu assicurato , che ivi era il porto della cittk
di Ercolano. Infatti, infervorato sempre piii il prin-
cipe a tal notizia, vi si dih subito principio, ed
appena comiuciato si rinvennero da prima grandi
statue di marmo tappresentanti donne , indi co-
lonne anche di marmo , e queste nella maggior
parte di giallo antico , il sito di un tempio , un
Eayimento di giallo antico , e qualche inscrizione
itina. Alcune delle statue ritrovate da Elboeuf
furono donate al principe Eugenio di Sa^oia, che
le fece situare nel suo giardino di Vienna. Tre
di esse dopo la morte del principe furono Tendute
19
dall'erede al re di Polonia per 6000 fiorini cir^
ca , e furono poste nel gran giardino regale fuori
la citta di Dresda in unione di altre antiche sta-
tue , e busti della famiglia Chigi di Roma , che
Augusto re di Polonia ayea comprati mediante
60000 scudi. Le dette tre statue Ercolanesi tro*
Tansi incise nella raccolta de'marmi antichi eh' era-
no in Dresda nella galleria del re di Polonia ,
raccolta che fu pubblicata nel 1733 dal barone
Leplat* Gli altri oggetti antichi furono da £1-
boeuf regalati a diyersi illustri personaggi, ed una
parte di essi dopo alcuni anni fu anche mandata
al re Carlo III in Napoli.
Intanto e perch^ questo cavamento fu yietato
dal Goyerno , e perch^ fu quindi richiamato in
Vienna il principe di Elboeuf , tali scayamenti , che
durarono circa cinque anni , non furono piii pro-
seguiti.
Una breye notizia di soli due anni degli og-
getti disotterrati dal 1709 sino al 1711 scritta
dallo stesso architetto , che regolaya lo scaya-
mento Giuseppe Stendardo troyasi pubblicata dal
Gori ( symbolae litt. yol. 1 pag. 39 ediz. di Fi-
renze ) , dalla quale si ricaya , che si principia-
rono a jfare de' cayainenti nelPadditato pozzo su-
periori un braccio, o un braccio e mezzo dal li-
yello deir acqua , e passati pochi giorni si ebbe
la sorte di troy are una statua di scultura greca ,
bench^ restaur^ita , ch' egli credette essere Ercole.
Indi riferisce, che dopo altri giorni fu rinyenuta
altra statua , <^he suppose rappresentare Cleopatra ;
una inscrizione con lettere di metallo corintio con
queste parole :
Afpivs Pflcber
Cau Fiufs
\
20
Prosiegue il medesimo a dire, cbe in appresso
si ritrovarono i ruderi di un tempio diroccato, e
ti^a quest! si scavarono molte porzioui di coloDoe
di alabastro fiorito , sette statue rappresentanti
^i^rie Dee di scultura parimente greca , ed altre
porzioui di giallo autico. Qui termina il rapporto
di Stendardo.
Finalmeute nel 1734 essendo salito al trono
delle due Sicilie Carlo III di sempre gratissima
rimembranza , ed ayeudo egli nel 1736 divisato
di passare a diporto qualche stagione dell' anno
in Porlici , ordin6 , che ^i si edificasse per sua
dimora una villa, e ne diede I'incarico pel dise-
gno air architetto Rocco Alcobierre uffiziale del
corpo de'minatori. Da costui, e da altri fu rag^
guagliato il re dell' amenissima situazione di quel
paese , e quindi ordino , che si fosse dato priu-
cipio al fabbricato per la sua real villa , ciocch6
avvenne nel 1738 , e della costruzioue ne fu di-
rettorc 1' architetto Antonio Cannavari romano. Que-
sto amenissimo edificio fu innalzato dalle fonda-*
menta , n^ dec coufoudersi coll' altro situato al
Granatello , ch' era una volta del principe di El-
boeuf 5 e che fu di poi comprato dal re Carlo ,
come si e detto ; mentre in siffatto errore e in-
corso il nostro Giustiniani ( Diz. gcogr. del rc-
gno vol. 7 p. 260 e 261 J , il quale credette ^
che r attuale villa reale di Portici fosse un am-
pliazione della casjna di Elboeuf. Seppe di piii
r ottimo re , che negli scorsi anni , scavandosi in
alcuni siti di quelle vicinanze, si erano rinvenuti
de'prcgevoli monumenti antichi. Amantissimo del
progresso di ogni sapere , e delle belle arli , e ri-
ilettendo , che il prosieguo di tal impresa sarebbe
stalo di ornamento alia Nazione e di stimolo ai
2i
dotti , seDza risparmiare spesa , ne diligenza , or-
dind , che subito si ricominciassero i gik abban-
doDati scaYamenti , e ci6 ebbe luogo ne' priuu
giorni dell' anno slesso 1738.
Scrivendo di questa risoluzione sovrana il rino-
mato professore delP universita di Gottinga Gio:
Mattia Gesnero , tra i molti altri , inyita a nome
di tutto I'orbe letterario settentrionale I'inclito re
Carlo ad cruendum sua e sepultura Herculanum
con quesle parole : Malis , quacso , reparator ait-
iiqui saeculi , et antiquarum artiiim omnium insiau-
rator inscribi staluis , immo chariis aeternum man-
suris commendarij quam incertam dubiamque Mar-
tis subire fortunam ^ in programmate pro solvcndis
academiae votis decennalibus. Gottingae 4741/ J.
Da una leltera poi del marchese Marcello Ve-
nuti del 17 gennajo 1738 direlta al Gori , e da
questi pubblicata nel cit. vol. 1 pag. 41 si rileva
con precisione rincominciamento di siffatli scava-
menti direiti da esso Yenuti , e quali furono le
prime cose rin venule. L' articolo della lettera ri-
guardante cio si esprime cosi : Fenendo adesso a
darle qiialche novita , la dirb , che vicino alia real
Villa di Porticij nel fondo di un pozzo^ 86 palmi
sotto terra , essendosi ritrovati alcuni pezzi di mar-
mo 5 ed essendovi Iradizione , che altre voile ci si
trovarono alcune statue , fece il re lalcralmcnte cer--
care , con far cavare alcune vie ad uso di mine%
Non motto si lavorb , che si trovarono frammenti
di due grandi statue equestri di bronzo corintio ;
indi si scoprivano di tanto in tanto alcuni pilastri
di mattoni mollo ben formaii , ed intonacaii , e di-
pinti di vari colori.
Tra questi si scavarono tre statue piu grandi del
22
natwxde in piedi to gate ^ e intierc di marmo. Sua
Maesta si portb a vedere dette statue , ed io che
lo seguitavo , come b mio solito , quando va in vil-*
la 5 mi calai in quei profondi scavi , e osservai ,
che si scopriva una grande scala^ i di cui gradi-
m erano piu lunghi , e piu alti del solito ; e giu-
dicai , c/ie fosse un grande o Teatro , o Anjitea-
tro : e dopo , cib riferito al re , si trovb ( sic ) t
frammenti di una grande inscrizione , che ci assi-
curava^ essere un Teatro^ come dimostrano le qui
riportate inscrizioni :
... F. Mammi . . RvFVs. TiriR. § V' JC • If A ]^ • Okch. .
Db Sro
In un altro gmnde architrave
L. Annivs^ L. F. Mammianfs. Rvfvs. Jinn.
P. Nruisirs. Arc. . . tec . .
Sua Maesta mi comandb di fargU in scritto una
breve dissertazione sopra tale inscrizione , e sopra
la storia del paese : il che feci , ed ebbi la sorle
di otteneme gradimento. Ogni giomo si tirovano
rottami di comicioni bellissimi di marmo^ capitelli^
e frammenti di colonne di giallo antico , e altri
tnarmij e presto si comincera a scoprit^ tutto quel
grande edifizio.
EUa vede in questi marmi casualmente ritrovati^
nominati i Duumviri Quinquennali di Ercolano , che
fabbricarono il teatro , e F orchestra , ed il noma
delV architetto del medesimo teatro , che rovinb al
tempo di Tito in quella eruzione del Vesuvio^ che
fu grandissima , come dice Dione.
23
In questa settimana si h trovata una specie di
cornucopia , che fu gih aitaccata al mUro , con
figura in fine di testa d^aquila. Questa h di hronzo
stato indorato , e ha un buco nel coUo. lo credit
sia servita per sostenere qualche lampada.
In seguito di quest! tentatiyi riusciti assai fe-
licemente , e descritti dal Yenuti con molta esat-<
tezza s' innoltrarono sempre piii i cavamenti , ed
in diversi siti tra Portici , e Resina furono rinve-
nute inscrizioni , statue di marmo , e di bronzo^
tempii , strade , teatro , varie abitazioni , mobili;
di ogni sorta, e di diverse materie, pitture, mor
nete , e moltiplici frammenti , ciocch^ fece crede-
re , cbe ivi indubitatameote ^a sepolta la citta di
Ercolano, e quindi, andando sempre piu innanzi,
si giunse a quella certezza, di cui non si potette
piu dubitare. II magaanimo re Carlo era, tanto tra*^
sportato per questa intrapresa, che ordin6 dover-
segli giomalmente riferire quanto si scovriya. Egli«
spesso presenziava gli scavamenti , onde infervo-
rare sempre piii i layoratori, e ToUe anche in unb
giomo per una discesa appositamente fatta calare
nella sepolta citta , onde ammirare da yicino i sot^
toposti fabbricati, e gli ayvanzi del teatro allora,
disotterati (6). Non ostante per5 le tante fatte sco-
verte , ed i molti monumenti di diverse specie rin-
yenuti, che assicurayano essere iyi stata la citta di
Ercolano , pure Giovanni Lami uomo per altro dot-
tissimo opponendosi aU'evidenza, ed aU'uniforme
sentimento di tutti gli eruditi si napolitani , che
esteri , diede il titolo a siffatte scoverte , ed aljb
relazioni, che ne parlavano d* istorielle ^ & lanfem^
tnagiche , che fanno apparire certi spettacoU , i quali
fanno trasecolare chi non ne sa dawantaggio , ^ide
fu, che il nostro celehre archedogo.^ ed ellenista
\
24
Jacopo Martorelli in una lettera scrltta al Gori
ebbe a dire : sono in obbligo di fare bella apolo^
gia delta napolitana letteratura commossa contro il
vostro dottor Lami uomo doito assai^ ma poco ri"
spcltoso. Mi duole assai^ che egli abbiapresi ginnchi
si grossi^ che siamo tutti rimasti di sale • . . (7).
iJiversi altri erudiii si opposero a siffatte stra-
nezze sostenutc dal dotto Toscano , ma Giuseppe
Maria Mecatti , ch' era state uno de' primi a par-
lare dello scaYamento di Ercolano, vedendosi piii
di tutti personal mcnte attaccato dal giornalista La-
mi gli scrisse da Napoli una prima lettera nel 1749,
che diede alle stampe , avvertendolo degli errori,
in cui era inoorso , ma a questa lettera non tI fu
risposta. II Mecatti nel 1750 gli diresse altra let-
tera pill frizzante della prima, che anche pubbli-
cd, ma il Lami appena in gennaio del 1751 disse
nelle sue Novclle di quell' anno , che tale lettera
non merltava risnosia.
AUora fu che il Mecatti stizzito maggiormente
fece di pubblica ragione in questa capitale nel 1751
il libro intitolato : Esame , o sia confronto di ra^
gioni addoUe daW autom delle novelle letterarie di
JFii^nze Giovanni Lami , e da Giuseppe Maria Me^
caiti sopju le preiese citta di Pompei ed Ercolor
no L' abate Zaccaria (^ sto7\ letlcr. d^ Ita-
lia ^ dice , che il Mecatti si avventa si jieramente
contro del novellista , come e ierribile il Vesuvio
ci Napolitani, II Gori , che inseri le due lettere
del Mecatti nelle symb. litt. p. 55, e 57 torn. 2
decaJ. 2 in una nola assicura, che le lettere me-
desiuie erano di un dotto Napolitano , cioe del Mar-
torelli.
Ercolano intanto appena si e potuta scovrire in
pochi siti con cavarue fuori de'^reziosi monumen-
25
ii , giacchfe , se si avesse Toluto interamente di-
sotterrare , sarebbe stato necessario demolire del
tutto i due ben popolati Gomani di Portici , e
di Resina , che tI son soprapposti. Ma i cava-
menti di questa citta interrotti da piii anni sono
ricominciati nel 1 828 , e di gia si sono scoverte
altre strade , pitture , vasi , buoni edifici , e mo-
nete, ove si b potuto disotterrare senza demolire
i fabbricati esistenti.
.La prospera inlrapresa di Ercolano indusse Fim-
mortale monarca a cercare di scoprire I'altra citta
sepolta , cio^ Pompei , e questa seconda riusci del
pari felicissima. Prima che la stessa si fosse sco-
verta , il sito , ove ora vedesi , sin da' remotis-
simi tempi cbiamavasi dagli abitanti de'vicini paesi
Civita , e tuttora ritiene siffatto nome , ma della
situazione precisa della medesima niuna menzione
si trova dal V sino al principio del IX secolo.
jVell'anno pero 838 Sicardo principe di Beneven-
to , per difendersi da qualche sbarco , che tentar
potessero i Saraceni , si accampo con picciolo eser-
cito in Pompei campo , qui a Pompei A ( sic J
urbe Cumpaniae , nunc deserla , nomcn accepit \S).
Era dnnque nel principio del secolo IX Pompei
tuttora in parte visibile , ma non abitata.
II celebratissimo* Jacopo Sannazaro nel XV se-
colo anche ne fa parola nelP Arcadia primo suo
parto letterario , e sembra , che a suoi tempi una
parte di questa citta fosse tuttora esistente. Egli,
dopo aver parlato di vari vulcani , fa la descri-
zione del Vesuvio , e riguardo a Pompei si espri-
me cosi : Ma questa , che dinanzi ne vedemo , la
quale senza alcun dubbio celebre citta un tempo
ne^ tuoi paesi ^ chiamata Pompei^ ed irrigata dalle
26
onde dd freddissimo Sarno , fu per subito terremoto
inghiottita dalla terra ^ ( non fu dal terremoto in-
ghiottita , ma sepolta dalla eruzione del Yesuyio
del LXXIX , come di sopra si h detto ) mancan-
dole credo , soUo a^piedi il Jirmamento ove fondata
era. Slrana per certo , ed orrenda maniera di morte*
le genti vive vedeni in un punto torre dal numero
devivi.^^ sc non che Jinalmenle sempre si arriva ad
un termine , nd piu in la , che alia morte si puote
andare : e gia in queste parole eramo ben presso
alia citthy cK eUa dicea^ lblla quale e le tor-
mi ^ e le CASE J E I TEATRI , E I TEMPI Si PO'
TEANO QUASI INTEGRI DISCERNERE (PJ.
Nel 1592 Muzio Tutta villa conte di Sarno ,
avrado fatto scayare un acquidotto sotto la dire- ,
zione dell' insigne arcbitetto Domenico Fontana
( Milizia - Memorie degli archiietti antichi , e mo-
demi nella yita di Domenico Fontana ) per con-
durre V acqua alia Torre dell' Annunziata , per ani-
mare molini , dovette attraversare la contrada oy' h
fiituata Pompei , ed iyi rinyenne tempii , case ,
fitrade , portici , ed a misura, che il canale si ter-
minaya , gli antichi monumenti erano di nuoyo ri-
coyerti (10). Di questo stesso cayamento fatto
dal conte di Sarno parla il Capaccio (hist. neap.
lib. 2 p. 467^ in epoca poco lontana dal 1592,
il quale riporta anche due inscrizioni iyi rinyenute
in tal circostanza , e rammenta pure una moneta
rappresentante Nerone ritroyata nello stesso luogo.
Luca Olstenio ( annotationes in lialiam anti-
quam p. 243 J diligentissimo scrittore, che yisit6
queste nostre contrade nel 1 637 cosi parla di Pom-
pei : Certissimum est Pompews fuisse ubi mine ma-
xima viswUur rude^xi , loco , qiU Civita wdgo di-
27
citur , vii Ambr. Nolanus Stahtas olim fuisse exi-
stimavit. Sed lapides nuper hie effossi , et Stabias
translati Pompeios fuisse certo ostendunt.
NeU'anno poi 1689 alle radici del Vesuvio cir-
ca due miglia dal mare , e poco longi da Pompei
fu disotterrato un fondo , e vi si rinyeimero saoli,
e pavimenti collocati orizzontalmente V uno sul-
Taltro. S'innoltrd questo scayamento a molta pro-
fonditk , e yi si troyarono inscrizioni , e yari suoU
alterDatiyameate sottoposti. Nello stesso anno ia
una caya fatta nelle yicinanze anche di Pompei ,
ed in distanza di un miglio dal mare si osseryd,
che la terra soda , e le pietre erano collocate con
beir ordine in diyersi strati di terra. Di siffatte
cose ne scrisse un distinto rapporto V architetto
Francesco Ant. Picchiatti , il quale lo comunico
a monsignor Bianchini in Roma , e questi lo pub-
blic5 per le stampe (11)* Delia maggior parte del-
le lapide , e di altre anticbita scoyerte in Pompei
nel XVII secolo formd il nominato Picchiatti uno
specioso museo, di cui fan menzione diyersi scrit-
tori (12), e tra gli altri , il Guicciardini ( Mer-
eurius Campanus pag. 169 J oye parla con som-
mo elogio si del collettore , che delle rare anti-
caglie , di quel museo.
Nel 1693 Giuseppe Macrino giureconsulto , ed
elegante poeta latino nel suo libretto de Vesuvio
( pag. 32 ) parla del Gomune di Bosco ^ e di
Pompei, di cui molti edifici erano in quell' epoca
tnttora in parte yisibili. Ecco le sue parole: Ea
etiam re nobilis est , quod in ipso inspiciatur Uh-
cus^ qui vemacuU dicitur^ tA CefitAj havd du^
bium excisae uno impetu civiiatis monumentum , de
quo quia scriptores varia protulere^ aliqua dicenda
sunt. In medio iiaque nenwrensis agri planicie ^
2«
cum minime de colle dttbites , ut pote in loco Ion-
ge , lateque aequo repente tumulus obiicitur , non
ilte excelsus quidemj sed mediocris altitudinis^ cu-
ius ambitum, mille passus facile concludant. Certa
res est ilium ibi non a natura iampridem productum ,
sed VI minerarum (sic) , spirituumque , aut in col-
lem intumuisse illic tellurem , aut certe ex evomi-
tione Vesuviana omnes lapides , arenasque in unam
eandem partem vergentes , urbem illam elato tumulo
consepelivisse. Hoc autem ultra servatam accolarum
memoriam^ qui tradunt sub iis rupibus civitatis an-
tiquissimae aedijicia operiri ^ unde remanet loco in-
certum illud vetustissimumque nomen , la Cifita ,
arguunt hoc etiam ipsae rupes^ quae non ex saxo
interius , sed ex advenlitia materia , glebisque con-
stituuntur. At quod rem ipsam illustrat , cemuntur
sub ipso tumulo^ qua parte desinit^ integrae aedesy
et ingentium murorum rudera , poriicusque , quos
rtDi semiseptdtos ^ aggereque imposito occultatos ex
lateritio antique opere. Fcrtur integras a fossoribus
saepe domos delegi^ corruplis supellectilium reliquiis
referlas : nuperque elaborato juxta ejus pendices
aquaeductu , quo ferretur ad tormentarii pulveris
c^cinas regias rivus , opijices in viam oplime in-
stratam incidisse audivimus , qua purgata eximius
lectus Jluvio paratus est
Putarem itaque haec ipsa rudera esse Pompeiorum
latissimae civitatis reliquias , cujus civitatis ambi-
tum ad Samum usque Jluvium pervenisse legimus ,
qui paulo ab his minis inferior Jluvit , neque per-
peram aliam urbem fuisse ci*edendum est,
Malgrado tutte le gia dette cose, pure, del sito
di Pompei , e di Ercolano si dubito per molto
tempo , ciofe di Ercolano sino ai principii dello
scorso seeolo, e di Pompei sino alia meta del secolo
29
stesso , tempo in cui era sicuramente del tut to
coverta da ceneri, pietre , e lapilli poster! ormente
gittativi dal Vesuvio , quando iinalmente nel 1 748
alcuni campagnuoli , cavando i fossi , per plan-
tarvi alberi Del luogo deoomiDato Ciyita , s' incoD-
traroDO in oggetti duri. Quindi , essendosi impe-
gnati a scovrirne la cagione , rinvennero statue ,
inscrizioni , ed altri monumenti antichi. Saputosi
cio dal re Carlo immediatamente si ordin6 il pro-
sieguo deiriutrapreso cavamento , che seguita tut-
tora 5 e V intera periferia delle mura , che circoii-
dano Pompei , ed una quarta parte circa della citta
gia vede la luce del giorno.
I primi scavi di Ercolano , cio^ dal mese di
gennaio 1738 sino a giugno 1740 ( Venuti de-
scriz. delle prime scoverte di Ercolano pag. 128 )
furono eseguiti sot to la direzione del marchese Mar-
cello Venuti, il quale \i assisteva personalmente,
di che si h parlalo di sopra , e vi ebbe parte per
poco tempo V architetto Giuseppe Stendardi , ed
anche il nostro rinomato Matteo Egizio, come si
rileva da due sue lettere dirette al Gori , e da
questo pubblicate (13). In seguito per la guerra
di Velletri furono sospesi tali lavori, quindi sif-
fatta opera dello scoprimento delle due citta fu
diretta dopo il 1748 dal colonnello Rocco Alco-
bierre , ed indi dal tenente colonnello Carlo la-
copo Weber tutti due del corpo de'minatori, ver-
satissimi nell' architettura militare , ma poco , o
nulla intelligenti di antichi monumenti.
A questi successe Francesco La- Vega dotto uf-
fiziale del genio, e sotto la direzione di costui i
cavamenti procedettero con discernimento , ed ac-
curatezza maggiore, e subito cesso il barbaro co-
stume in Pompei di estrarre i monumenti antichi,
30
e quiadi riempire di nuoTO i fossi cogli stessi ma-
teriali , o butt^doli poco lungi su di altri edifici.
Da quest' epoca in poi tutto il soprapposto in pie-
tre 9 o in cenere si cominci6 a trasportare fuori
le mura della citta. A 18 marzo 1807 il marchese
Michele Arditi fu nominato direttore del regal mu-
seo , e degli seayamenti stessi , ma poco dopo fa
incaricato de' soli cayamenti Pietro La-Vega , il
quaPessendo trapassato, nel 1814 fu siffatto inca-
rico affidato agli architetti Antonio Bonucci pri-
ma , e quindi a Niceola d' Apuzzo. In fine a 26
agosto del 1828 ne fu di bel nuoyo il marchese
Arditi nominato direttore , e siccome in questa
epoca ricomincid il cayamento anche di Ercol^no
interrotto da piii anni , alio stesso Arditi fu be-
nanche afl^ata la direzione di questo , assisten-
do , come architetti , al cayamento di Pompei il
cay. Pietro Bianchi , ed a queUo di Ercolano
Carlo Bonucci.
Dopo la morte di Arditi b stato prescelto per
direttore del museo, e degli accennati seayamenti
il cayaliere Francesco Maria Ayellino con real de-
creto del mese di noyembre 1839.
Rinyenendosi continuamente in entrambe le cit-
til , ed in altri antichi paesi yicini monumenti pre-
geyolissimi di ogni sorta , fu necessita formare
iin museo , che li raccogliesse , ed a questo si
diede principio nella real yilla di Portici nelF an-
no 1751 (14) , e ne furon custodi Camillo Pa-
derni da prima , e quindi V anzidetto Francesco
La-Vega. Poichfe surto appena questo museo, e gia
nel suo nascere ricco di molte preziose anticaglie
di yario genere assai piu di ogn' altro allora esi-
stente, anche a giudizio di dotti yiaggiatori (1^)9
era il sayio re Carlo impaziente di yeder presta-
31
mente ristaurati i monnmenti , sYolti i rotoli di
papiri greci, e latini rinYenuti, e illustrate gene-
ralmeate le disotterrate antidiitk , di ch' ei molto
dilettayasi, persuaso, che tali studi sono somma-
mente piacevoli , e forroano gli oggetti di tutte le
scienze, e di tutte le arti nella loro grand' esten-
sione. Infatti per gli antichi monumenti si fanno
in tutt'i giorni nuoye scoYerte, s'illustrano le leg-
gi, gli usi antichi, la pagana teologia, e i passi
difficili della storia , si rettificano la geografia , e
la cronologia , e si rendono chiari diversi luoghi
oscuri di antichi scrittori , quali cose rallegrano
talmente lo spirito , che siflTatta applicazione pu5
in una certa maniera paragonarsi piii ad un diyer-
timento , che ad uno studio.
Le figure scolpite, o dipinte sono piaceyolissi-
me alia yista per la loro precisione , e bellezza ,
e per quella magica naturalezza , che le distingue :
le inscrizioni sono tanti codici incisi in manno ,
che il pill delle Tolte contengono fatti assai illu-
stri , ^ ingegnosi , e che in poche parole fanno
grandi discorsi capaci d' istruire ogni sorta di per-
sone , ed anche i Sovrani regnanti medesimi di
ci6 , che vi ^ di piii eroico nella storia , e di piii
interessante nel noondo intero. Del pari sono le
antiche monete, delle quali fayellando Paolo Ma-
nuzio nell'osseryare la coUezionp numismatica del
Loredano con molta ragione ebbe a dire , che la
medesima riguardando attentamente tante belle no-
tizie, in poche ore, nella mente raccolse, che nb
Liyio , ni Polibio , n^ tutte le storie insieme ,
ayean altrettanto, in molti anni, potuto insegnar-
^i. A tal uopo Tottimo re subito fece yenire da
Roma Giuseppe Canart per ristaurare i marmi ,
Tommaso Yalraziani per lo ristauro de' bronzi ,
32
ed il P. Antonio Piaggi genovese delle scuole pie
per lo svolgimento de' papiri , il quale giunse io
qnesta capitale nel 1754. Per la interpetrazione
poi , ed illustraziooe degli aatichi monumenti fin
dal 1747 fu richiesto monsignor Ottavio Antonio
Bayardi , che puranche era in Roma riputato ge-
neralmente per uomo eradito , e che fu proposto
al re dal marchese Fogliani primo ministro segre-
tariq di stato. II Bayardi con annua pensione di
ducati cinquemila, e di quanti libri gli potessero
bisognare si condusse in questa metropoli neflo
stesso anno 1747 accettando il difficile incarico.
Infatti ei subito si accinse al lavoro, incominciando
pero da epoca assai remota, imprese a descrivere la
vita di Ercole , e dopo cinque anni diede alia luce
prima due , e dipoi altri Ire grossi volumi in ottavo
impressi nella regal tipografia col titolo di Prodromo
delle antichita di Ercolano , e con questi volumi
la vita di Ercole non lerminava. Nell' ultimo di
essi r autore prometteva , che in altri posteriori
avrebbe finito siffatto racconto , per indi poi pria-
cipiare a scrivere sulla fondazione di Ercolano, c
finalmente sulle antichita rinvenute. Ma il mondo
tutto letterario , e specialmente il re Carlo , che
con immense spese avea superato in questa intra-
presa tutti gli ostacoli , con somma impazienza de-
siderava la illustrazione de' monumenti disotterrati,
di che nulla sino allora avea scritto il Bayardi.
Quindi fu , che lo stesso avvedutosi di cio , ed
obbligato anche da quel monarca di occuparsi par-
ticolarmente di Ercolano , e delle anticaglie gia
raccolte , penso di pubblicare coUe stampe della
stessa regal tipografia nel 1755 un volume in fo-
glio , che conteneva il semplice catalogo de' mo-
numenti disotterrati senza spiegazione alcuna. Nel
33
prineipiD deUa lettera dedicatoria di tal calalogo
diretta al re Carlo 11 Bayardi scrisse , che avea
egli bisogno di un altro paio d^ anni , e forst di
piu per terminare il Prodromo di sopra iodicato.
Cid diede occasione a molte satire contro dello
stesso , e specialmente ad un elegante epigramma
latino scritto da Gennaro Parrini giudice allora
della gik gran corte della Yicaria, che, sebbene
pnbblicato da diversi , non h fuori proposito qui
riferire :
Herculea urb$ quondam saevis oppressa minis ^
Et terrae vastis ahdita visceribus ,
Magnanimi Regis jussu jam prodit in auras ,
Haraque tot profert , quae latuerc pritis.
Miramur signa , ac pictas spiixire jiguras ,
friscorum doclas artijicumque manus,
Sed quam non motus terrae vahxere^ nee tgnes
Perdere , scripioris pagina dira valet :
En iterum ietris misere tot tnersa tenebris
Bajahdi in libra tota sepulta jacet.
Intanto infastidito il re di tanta lungheria senza
poter leggere una ctilucidazione delle molte anti-
chita scoverte nelle due cittk, e di altre raccolte
daWicini paesi, e consigliato dal dottissimo mar-
chese Bernardo Tanucci allora segretario di Stato
di casa reale nel dl 1 3 dicemlnre del 1 755 si de-
termind a fondare un'accademia unicamente incari*
cata della illuetrazione di siffatti vetusti monument!.
Le accademie senza dubbio sono state sempre,
e saranno quelle, che possono intrapr^dere a trat«
tare con successo vasti argomenti letterari , e scien-
tifici, com' era questo, ed esse principalmente coa-
triboiscoiio assai al progresso deir umano sapere.
3 ^
34
Da un savio antido h VAccademia chiamala fVem,
in cui r ono colF altro le merci delF intelletto per-
nrnta , ma con vantaggio, e discuopre cose, che
gli sfuggirebbero, studiando solo , e quindi accop-
pia cogli altri della stessa adunanza le sue cogai-
zioni senza mica impoverire, h cagione dello dvi-*
luppo di nuoyi pensieri , e sommiDistra a molti
onde arricchirsi del suo patrimonio. In tal guisa
ei da tutti acquista dottrine diverse ^ e tutti pro-
fittano del di lui sapere , e cosi la scienza ayvanza
con iscambievole utilita.
Quest' adunanza dunque, blie dovea esser compo-
sta di soli quindici sommi filologi sotto il titolo
di regale accademia Ercolanese senza che vi fos-
sero altri soci ascritti nh da onorari, nh da cor-*
rispondenti , riunir si dovea nella segreteria di Stato
di casa reale sotto la presidenza del testis lodato
Tanucci. Con savio accorgimento tra i quindici
accademici fu eletto il P. Gio: Maria della Torre
Tersatissimo nelle scienze fisiche , giacche , trattan-
dosi di antichita sepolte da eruzioni yulcaoiche,
spesso dovea venire in esame qualcbe punto riguar-*
dante la fisica.
Siffatta risoluzione del re venne generalmente ap-
plaudita dal mondo letterari6, e 1' abate Zaccaria,
tra gli altri, nella sua storia letteraria a tal pro«
posito scrisse cosi : Non ^ baslevolmente comment
dare il saggio consiglio del re di Napoli^ il qualcy
i comuni voli degli dntiquari riguardando , ha in^
stituito una nuova accademia di scelti soggelii^ ri^
guardevoli tutti Che dobbiamo not
aspettarci da una si jiorita , e ianto ben regolata
accademia ?
Gli stessi elogi furono profusi al magnanimo
8.pvrano Carlo dal continuatore degli annali dd
35
Muratorij ove infine dell' anno 1756 si fa menzione
deir accademia Ercolanese noyellamente fondata.
I quindici soggetti prescelti furono :
Ottavio Antonio Bayardi
jilessio Simmaco Mazzocchi
Giacomo Castelli
Salvadore Aula
Pasquale Carcani
Ferdinando Galiani
H ConJte di Pianura
Girolamo Giordano
II P. delta Torre somasco
H P. Tarugi deir Oratorio
Francesco P^alletta
Francesco PratilU
II barone Domenico Ronchi
Mattia ZarriUo
Niccola Ignarra
Di questi , essendone mancati due , yi furono sue-
cessiyamente sostitniti il marchese Berardo Galiani^
e Gio: Battista Basso-Bassi, il prime de'quali fu
anche con somma ayyedutezza nominate socio, giac-
chh per le sue grandi cognizioni speciahnente in
architettura si rendeya molto utile in quest' acca-
demia per la definizione, ed illustrazione, che spesso
doyea farsi di tanti diyersi fabbricati antichi.
II regal rescritto diretto a ciascuno de' surrife*
riti soci fu cosi concepito : Serviiosi il Re N. 5.
di prendere a cuore la possibile soUecitudine nella
dilucidazione delle antichita Ercolanesi coerente^
menle alle vive premure del Pubblico , a-ffinchh in
questa guisa possa ritrame la Repubblica Letteraria
quelTtUile^ e diletto , che nel generoso animo di S* M.
i siaio toggetto di ianto suo dispendioj ed appli^
cazione nd soUrarle dot soUerraneo del gih rotn-*
36
naio Ercolano ; ha col suo alto discemimetUo rica^
noschito espediente ottimo al suddetto fine^ che tra
gli erudlii , di cut now h scarsa codesla Capitale
de suoi Rcgni , si scegUessero quindici idonei sog-
getti , i quali si applicassero alia spiegazione di
tali antichi monumenli. Ha S. M. voluto la vicen-
devole comunicazione de^lumi^ e deUe rispeitive co-
gnizioni in una ricerca conjetturale , e che % mede-
simi debbano ogni quindici giomi unirsi in codesta
Scgreteria di State di mio carico^ per discorrere sul
soggetto 9 che in ciascuna a^semblea verrh proposto
a spiegarsi. Ed avendo la M. S. per un tale eru-
dtto incarico scelta anche V. S. JUustrissima cogli
altri indicati nelV annessa nota ; U ne prevengo di
Real ordine V awiso / neWintelligenza^ che restera
dla a suo tempo avvertita del giomo prefisso per
la prima adunanza , in cui verrh regolato il me-*
todo da tenersi nelle successive Giunte , giusta le
sovrane determinazioni , che 5. M. si h degnata
comunicarmi* Caserta iS Dicembre 4755 - BsRNAMDOi
Tanucci (1&).
DoTeadosi scegliere il segretario perpetuo del-
raccademia fu nominato dai soci prima Francesco
Valletta , e poi Pasqaale Garcani , poich^ era que^
8to un incarico assai laborioso , cui non potea reg^
gere il Valletta e per V avvanzata eta , e p^ la
cagionevole sua salute.
II rinomatissimo Winckelmann ( Uttera svUe sco^
verte di Ercolano gia citata scritta nel 1 762 , e poi
pnbblicata prima in t^desco, e quindi in francese
in Dresda ( Parigi ) nel 1764 pag, 405 ) scrivendo
de' menzionati soci dice, che il Maazocchi era uno
de'primi, ed il piii , sapient e ( dt cui poi egU nel*
Ik lettera medesima ingiustamente satirizza diverse
cose ) come in seguito si dira ) , e degli altri non
3T
fa menzione alcnna ^ e sembra disprezzaili tutti col
siledzio , menti^^ geneiralmente note, chegranDaM
ttiero di essi era di uomini dottigsimi , e di an-
tori di opere gik pubblicate , ed applaudite , e che
tutti poi eran forniti di yaria erudizione. Erra il
Giustiniaoi quando in due opere sue (17) assicu*
ra , che gli accademici Ercolanesi del 1 755 furo-
no al jorumero di diciassette incladendovi Gamillo
Paderni , e Gio: Battista Basso Bassi ^ soeiitre tl
primo non fa mat accademico , ma , percb^ era'
custode del regal museo , qualcbe volta era chia«
mato nelle tomate accademiche , per dare degU
sthiarimeDti sui mouumenti da illustrarsi , il so-
coudo poi f u accademico , raa dopo il 1 7&5 , ed
in rimpiazzo di altro socio trapassato. Anche il
Soria (memorie dcgli storici napotet* toL i p^gt*^
na 226) con errore porta il numero di quest! ac-
cademici a sedici dicendo, cbe il B^yardi fu socio
ODorario , errore seguito da diversi altri scrittori,
e yi enumera anche il Paderni , ma nella fonda-
zione dell' accademia non yi furono soci onorari y
nk corrispondeuti , come gik si ^ detto , i\ Ba-
yardi fu socio ordinario , come ^i altri , ed il
Paderni non fu mai accademico*
L' autore della yita del nostro Domenico Dio-
dati cadde nell' errore del Soria ( pag. 45 ) , e
quasi tutti gli scrittori si nazionali, che esteri, i
quali ban fatto menzione di tal socielk letteratia,
errano nel nome , e nd numero de'^soci , di eui
era composta. De la Lande, tra gli altri, nel suo
viaggio in Napoli fa ascendere il numero de* me-
desimi a diciotto, includendoci anche il Padenti ,
ed altri due di cognome Monti , e G^cati ^ ehe
non furono mai accademici. * In fine il continuaio-
re de^ Annali d' Italia del MuraUni iid temrasH
38
re la descrizione degli ayTenimenU dell' anno i756
parla con elogio grande ddFangusto fondatore di
qnesta nostr' accademia , ma dice , che la steas^
m camposta di iredici Letterati , il che si oppone
anche al yero.
Intanto per la morte avyenuta della maggior par-
te de'soci, e del segretario Carcani, e per le oc-
cnpazioni maggiori del Tanucci, i lavori accademi*
ci rimasero interrotii interamente per alcuni anni;
ma yclendo il re Ferdinando segaire le orme del
gran Carlo suo genitore , e consigliato dal sa-
pientissimo marchese Domenico Caracciolo segre-
tario di Stato di casa reale , e degli affari esteri ,
che tanti elogi avea inteso ne' paesi oltramoatani
di quest' accademia a 1 5 aprile del 1 787 la ri-
pristind, rimpiazzando solo i soci defunti. Gli ao-
cademici antichi tuttora yiyenti erano:
Ferdinando Galiani
Niccola Ignarra
Mattia Zarrillo
do: Baitista Basso-Basti.
I nuoyi eletti furono :
Francesco La-Vega
Etnmanuele Campolongo
Saverio Gwdiieri
Pasquale Baffi
Michele Arditi
Andrea Federici
Domenico Diodali
Caetano Rinforzi-Carcani
Saverio Maitei
Carlo Rosini
Francesco Danide*
Ai surriferiti aoci, per la morte di tre di essi^
furono sostitoiti^
39
II marchese Filippo Mazzocchi
Michele Arcangelo Lupoli
Vtncenzo Cala.
II Giustiniani ( breve contezza dellt aeeademie
pag. 77 ) scriyendo della ripristinazione di que-
sta accademia del 1787, paria confusanoieiite de'soci,
cbe la composero , ed oblia interamente il noma
di Vincenzo Calk.
H regal dispaccio iadirizzato a ciascnno degli
enunciati soci nel 1 787 fu scritto in questi termini:
Jntento il generoso cuore del re a procurare at
suoi popoli ogni sorta di felicita; e certo^ che dalli
progressi delle scienze , e delle belle arti dipende in
gran parte il successo delle sue pateme cure; si b
S. M. servita di restaurare V antica Accademia Er~
colanese pressochb estinta per la maficanza d^suoi
primieri soci , e di confidare aW applicazione , e
diligenza di essa la continuazione deW opera delle
antichita Ercolanesi , oggeito di tanto dispendio j
e sollecitudine. Ed essendo S. M, ben informata del
vasto sapere di V, S. Illustrissima nella flologia
non meno , che nelV isioria degli antichi tempi , si
h degnata di presceglierla per uno de'quindici soU
socii , d£ quali vuole composta quest Accademia y
sicura la M, 5. cKella impieghera con zelo i t^
lenti suoi alia gloria del suo Regno , a beneficio
della Repubblica delle Lettere , ed alia celebrith delta
di lei patria. Nel rimelterle la notcC d^ suoi comr^
pagni decorati di questo distinto onore , lo parte-
cipo a V. S. Illustrissima di Real ordincj e con
sommo mio piacere; nelV intelligenza^ che verrh EUa
a suo tempo awertita del giomo della prima aiu^
nanza , in cui sarii regolato il modo da tenersi fielh
successive giusta le sovrane intenzioni. Caserta i5
Apfile 4787 - h Mamceese CAKjcciOLo.
AO
Dopb tal ripristinamenio furono per la priuni
volta distesi i seguenti statuti , cbe Teonero ap-
provaii da S. M. a 10 Maggio del 1787, giac-
dik uella sua fondazione non vi fu statato alcuno.
i. La Real Accademia Ercolanese sara compo^
sta di soli quindici sod , e questo numero non am-
meticrh aimiento*
2. U President e sara sempre il Segretario di Star*
to 7 che avra il dipartimenlo della Casa Reale , d
pel di hu canale essa ticevera gli ordini y che il
Sovrano vorrh darle*
3. II luogo delle sue adunanze sara la Real SjBt'
greteria di Casa Reale*
. 4* I soci saranno pcrfetlamente eguali tra di lo-
TO , senza la menoma distinzione nb per cagion di
nascita , ni di digniia.
5. Avranno un direttore , che sceglieranno tra
di loro , da durare ire soli tnesi j qhe avra cura
principalmente di regolare le faiiche leUerarie,
6. Avranno un segretario ^ U quale sara perpe^
tuo. Per ora continuera a fame le funzioni V abate
D. Gio: Battista Basso^Bassi^ al quale 5. M> ha,
data speranza di aximentare il soldo ^ che gode^ il
quale soldo cosi accresciuto restera poi per sempre
annesso alP impiego di segretario.
7. Per quesf impiego di segretaino V Accademia
proporra a S. M. un soggetto , che sara dcUla M. S*
approvato , e confermato.
8» In caso di elezione di nuovo socio , F Acca^
demia proporra a S. M. tre soggetti ^ e la M, S^
seeglierii quelle , che meglio siimera.
S. V Accademia rappresentera a S* M. quanta
h occorrera per via di appunlamenti distesi dal se^
gretarioy c sottoscritti almeno da due terzi de^soci^
10. S» M. per era non accorda nh sfildi , ni
41
N
j)enswni; md^ siccome cnqterU PAccademia di sua
special protezione ^ cosi fara senza meno parte deUe
sue reali munificenze a quMi individuiy che si sor
ranno piu distkUi per li talenti , per V assiduita y
per lo zelo , per la fatica , e per la iUibaJLezza d£
costunU.
H. Per Oiu t occupazione deW Accademia sarh
la dilucidazume delle anlichita di Ercqlano , di
Pompei^ diStaMay per la continuazione delT opera
di Ercolano , e per la spiegazione degli anlichi pa-*
piriy che si stanno svolgendo : ma col iempo^ e in
appresso S* M. potra degnarsi d^ tncarxcaiia di aU
ire incombenze , non meno gloriose al Regno » ed
alia nazionCy che aW Accademia stessa*
42* Sino a che gli accademici non avranno nh
sMi , nh pensioni , resteranno col solo ohbligo di
unirsi due volte il mese , e qualche aUra volta ^ cho
U segretario di Stato presidente gli chiamera , e
S* M. in appresso potra disporre come meglio gli
aggrada*
Ripristinata T accademia, la medesima per ese*
cuzione del cap. 7 de' precedenti staiuli propose
per segretario perpetuo Francesco Daniele regio
storiografo, e fa da S. M* confermato ( torn. 13
delle prammatiche ediz. del 1805 pag. 74 )• Per
le \icende politiche della fine dello scorso secolo
quest' adunanza letteraria rimase interamente estinta
per vari anni (18), ma con decreto de' 17 marzo
i807 ne fu altra istallata sotto U nome diverso di
accademia di Storia, e di Antichitk, e con forma di-
Tersa , con dotazione tutta nuoYa , e con regolamenti
differenti. Coll' enonciato decreto si prescrisse, che
gli accademici non potessero oltrepassare il numero
di quaranta , de'qnali Tenti furono nominati cpq al-
tro decreto del dl seguente , e gli altri yepti f^*
rebbero stati proposti dair accademia con presen-
tare ire nomi per ciascuno da eleggorsi. Cello steaso
decreto si fiss6 , che \ accademia si sarebbe ria-
sita due Tolte al mese nel palazzo degli Siudi ( era
R. Museo Borbonico ), che ayrebbe un segretario
perpetuo , e sceglierebbe un presidente in ogni
tre mesi: che i direttori del mnseo, degli scavi,
dei papiri , e della stamperia reale sarebbero ne-
cessariamente scelti fra i membri deir accademia.
FuroDO coDcessi de' fondi , onde 1' annua rendita
servir potesse per i gettoni di presenza degli ac-
cademici, per i soldi di diversi impiegati alia stessa
addetti , e per i premi da darsi ad autori di opere
appro vate dall' accademia, la quale dovesse tenere
due grandi sedute pubbliche annuo , e che potesse
nominare un socio corrispondente per ogni proYin-
cia del regno.
Con decreto poi del dl 18 marzo 1807 furono
nominati i seguenti yenti soci :
Giovanni Andres
Michele Arditi
Vincenzo Cola
Giuseppe Capece-Latro
Gaetano Ernforzi-Carcani
. Francesco CareUi
Niccola Ciampiiii
Domenico Cotugno
Francesco Danielt
Melchiorre Delfico
Onofrio Gargiulli
Donato Gigli
Gaetano Greco
Mich. Arcang* LupoU
Cirolamo Marano
Qmeppe Pamt
43
Bariolomeo PesseUi
Carlo Rosini
Francesco Rossi
Prospero de Rosa
Indi con altro decreto dello stesso gionio ^ ed
anno Francesco Daniele fa prescelto segretario per-
petuo. Nel seguente anno con decreto del dl 20 mag-
gio 1808 fu istituita la Society di Napoli, divisa
in tre accademie , ciob una di storia , e belle let'
tere composta di 20 soci , la quale rimpiazzd quella
eretta a 17 marzo 1807, che rimase abolita,ral-
tra di scienze di 24 membri , e la terza di belle
arti del nnmero di 10 soci con potersi da ciascu-
na nominare de' soci non residenti esteri , ed uno,
o due corrispondenti in ogni proTincia. Fu stabi-
lito col medesimo decreto, che due Tolte al mese
I'accadenua si sarebbe riunita nello stesso edifizio
di sopra indicato, vi si parld de'presidenti e del
segretari di ciascuna accadenua , del presidenie
della intera Society , e della di loro nomina , e
durata , pih delle sedute pubbliche , de' premi da
aceordarsi alle opere di autori approvate dalle ri-
spettiye accademie , e di altre simili cose concer-
noBti le suddivisate tre accademie. Intanto essendo
passati nelV accademia delle scienze
Domenico Cotugno
• Melchiorre Delfico , e
Giuseppe Parisi
Furono in rimpiazzo di costoro detti
Fran. Sav. de* RogaJli
Messandro Vitalc
Pieiro LorVega
SttccessiYamente poi dal 1810 in avanti esseatido
trapassati diversi soci , furono in di loro yeoe etetti
accadiDiiQi
44
Gaspare Selvaggi
Fran. Maria AvdHno
Ang. jinU Scotti
Giuseppe CasUddt
Ctttuldo Jannelli
Baimondo Gtiarini
Francesco Javarone
Salvadore CiriUo
Antonio Ouaviano
Bernardo Quaranta
Andrea de Jorio
II principe di 5. Giorgio
Gio: Battista Finati
Agostino Gervasio
do: Rossi
Giustino Quadrari.
£ qui da ayyertirsi , che dopo la morte del Xiik^
Biele ayyenuta nel 1812 fu la carica di segretaiicr
conferita a Gio: Andres, il quale essendo trapas*
8ato nel 1816, fu rimpiazzato da Francesco Garelli,
6 dopo di questi fu eletto Francesco ATellino.
Nel 1815 essendo felicemente ritomato in que-»
8to regno Taugusto re Ferdinando Borbone im-*
pegnato a conserrare ai suoi popoli ogni utile iu-
stituzione, a 29 ottobre 1816 appr&vo la novella
Societa reale , indi a 6 novembre del medesimo
anno confermd la nuova dotazione conceduta alia
medesima con decreto del 1 di febbraio 1815, ed in
fine con altro suo regal decreto dd dl 2 aprile 1817
ordind, che la Societk di Napoli prendesse il ti-
tolo di Societa Reale Borbonica , che fosse toiOr
posta di sessanta soci ordinari , divisi in ire ac-
eademie , delle quali la prima portasse il titolo
di accadania Ercolanese , e ne ayesse venti ; I»
secooda di accademia delle Sci^oae, composta di
45
treDta ; la terza di accademia di Belle Arii , for-
mata da dieci. Merita di esser qni riferito il proe^
mio di siffatto real decreto , ehe fa molta gloria
a Ferdinando I. Eccone il tenore: » Le adunanze
^ de'dotti trascelti a combinare i loro stndii per
yy Tavanzamento delle scieDze, e delle amene lettere^
» per la eonoseenza delle antichita, e per Tesereizio'
>:> delle belle arii, sono tra'mezzi prii efficaci a con-
» servarne il gusto, e depurarlo dalla barbarie , e a
» dissipare la caligine del falso sapere. Simili insti-
» tuzioni , delle quali il regno delle due Sicilie pu6
» dirsi, che sia stato la culla, banno alia nazione
>:> arrecato in ogni eta grandissima ^ovamento, e de-
» coro. E senza ricordare i tempi piii; rimoti , gran*
» dissima fama acquistd certamente la reale accade-
» mia Ercolanese, cbe fondata dal nosiro real Ge-
» nitore , e da noi sostennta, e rinnorata, diede aHa
» luce quei dotti yolumi, ne* quali le sa^ie osser-*
» vazioni congiunte alia yeritit de' disegai, richia-^
i> marono quasi a nuova vita le aoticbe citta sepoha
» sotto le ceneri del Vesuvio. Questo buon succeaso
a> determind I'animo nostro, sempre intento al bene
» della pubblica instruzione , a fondare nel 1 778 la
x> reale accademia delle scienze, a belle lettere, onde
» dalle occupazioni sulFantichita piii rimota non an*
» dasse disgiunta la eonoseenza delle cose a noi piii
» yicine e si promovessero principalmente gli studii
» matematici, e fisici senza de'quali non potrebbe ot-
»> tenersi quella sapienza che piii conduce agli usi
» della vita cc StabiU coUo stesso real
decreto del 2 aprile che ad ognuna di esse fossero
ascritti soci onorari nazionali , e soci corrisppn-
denti nazionali, ed esteri, fissando, che il npmero
de' nazionali non potesse ohrepassare quelld de'soci
l^rdinari, e che il numero degli esten fosse inde^
46
finito. Si prescrisse, che I'elezione de*nuovi sooi
si apparteDeva a soci ordinari , e che tanto que-
sti , quanto gli onorari dovessero essere scelti tra
aadditi del regno. Si determiDd , che la SpcieUt
Reale Borbonica dovesse avere ud presidente, on
segretario generale , ed un bibliotecario da 8ce-
gliersi da S. M. , ed a vita ; e che vi doyess' es-
sere UD tesoriere generale nominato dalla socieU,
ed approvato dal re , da durare un anno.
Che ognuna delle ire accademie nella prima ses-
sione di gennaio scegliesse un presidente , ed un
tesoriere da approTarsi dal re , e da durare un
anno , e che ogni accademia avesse un segretario
perpetuo eletto dal re sopra una nota di tre sect
nominati dall' accademia.
Che il segretario perpetuo in caso d' impedimenlo
fosse rimpiazzato da uno de' soci piU anziani da
nominarsi dal presidente.
Che in ogni accademia vi fosse un consiglio di
seniori composta del presidente , segretario perpe*
tuo 9 e di tre accademici anziani per esaminare i
lavori da darsi alia luce in nome dell' accademia*
Che vi fosse anche un consiglio di amministra*
zione composto del presidente della societk , del
segretario generale , del tesoriere generale , de' pre*
sidenti , e de'segretari perpetui deUe tre accademie.
Che il solo presidente della societa corrispon-
desse col ministro segretario di stato dell' interno
tanto per gli affari della societk , quanto per quelU
delle tre accademie.
Che le accademie si unissero due volte al me-
se, eccetto che ne'mesi di maggio, e di ottobre,
e che la intera societk tenesse pubblica sessions
generale due volte all' anno. Attualmente la societk
fide tieM una sessione generale in ogni am^a nel
47
giomo 30 di giugno, hella quale si fa dai tre se-
gretari il rapporto de' layori accademici dell' anno
precedente.
Si prescrisse , che la elezione de' soci dovesse
cadere su di persone di una riputazione siabilita ^
nel pubblico specialmente per opere date alia luce.
E che quel socio ordinario, che senza addurre
Teruna scusa maucasse di assistere per un anno
coDtinuo alle sessioni accademiche , o che per al-
tre sue occupazioni non potesse preseutare alcun
lavoro del suo ingegno, passasse Delia classe de*
gli onorari.
Che nelle elezioni, e nelle deliberazioni dovea*
sero trovarsi presenti almeno due terzi de'soci or-
dinari , che un Toto sopra la metk formasse la
deliberazione , e che in caso di parita il presidente
potesse dirimerla.
Che il presidente della societk , ed i president!
delle tre accademie avessero cura de'lavori lette-
rari , onde da ognuno si corrisponda degnamente
alio scopo della societk.
Che la societk accordasse ogni anno un premio
di una medaglia d' oro del valore di seicento da«
cati all'autore nazionale, o estero, che avesse pre-
sentato una memoria, o un opera d'arte riguardante
il progranuna proposto da una delle tre accademie,
e che fosse stata approvata dall' accademia stessa*
Che il programma annuale per la memoria , o
opera d'arte da eseguirsi fosse pubblicato ne'gior-
nali dopo di essere stato approvato dal re , che
ogni accademia lo proponesse in giro toccando a
ciascuna per triennio, e che la proclamazione del
vincitore appartener dovesse al presidente della $0*
cietk da farsi nella sessione generale.
Che il presidente della societa godesse ronora*
A8
rio di annul ducaii mille dugento , il segretario
generale annui ducati seicento , ed i segretari per-
petui deir accademia Ercolanese, e deir accademia
d^e scienze , ciascuno ducati ottocento quaranta
annul, quello poi dell' accademia di belle arti an«
nui ducati quattrocento ottanta , ed il biblioteca-
no ducati cento ottanta annui , soldi da pagarsi
tutti mensilmente.
Che ogni socio avesse un gettone di ducati sei
per ciascuna tornata accademica , ed altra simile
somma per ogni memoria che leggesse , e che ye-
nisse appro vata dalF accademia.
Che le gratificazioni poi straordinarie a soci or-
dinari , onorari , e corrispondenti fossero proposte
al re col parere del presidente della societa.
Annesso al surriferito real decreto v'fe un rego-
lamento approvato dal re diviso in 83 articoli ,
OTe pih ampiamente si parla della maniera da ese-
guirsi lo stesso decreto. In seguito al 10 luglio 1821
fu dal re ordinato , che 1' amministrazione delle
rendite della real societk Borbonica fosse presso
la segreteria di stato di casa reale , quindi con
altro real decreto de' 9 marzo 1 822 furono rinno-
Tate presso a poco le precedenti disposizioni , yi
81 accoppid anche un regolamento approyato dal
re , e si r uno , che 1' altro fu pubblicato col ti-
tolo di statuto della societa reale Borbonica , che
attualmente regola tutto il corpo accademico , e
ciascuna delle tre accademie particolannente. Ea»
sendosi poi nel 1 832 abolita la segreteria di stato
di casa reale fu dal re prescritto , che la real so*
cietk Borbonica dipender doyesse dal ministero di
stato degli afiari intemi.
Ma e tempo oramai d' intrattenerd brevemente
de' lay oil accademici sinora pubblicati , nel che iare
49
^unciaremo solamente i iitoU , c le epoche con
qualche soccinta osservazione , ove occorra farsi ,
avendo di gia la repubblica lettcraria dato il suo
giudizio suUe produzioni mcdesirae. Prima per6 di
esegirire cid, non h fuori proposito di premettere
qui il metodo , die tennero i primi soci Ercola-
iicsi neir illustrarc le diverse aniichitk. Essi non
ebbero nel 1755 alcuno statuto, e solamente nella
lettera di ordine sovrano diretta a ciasenno fu det-
to , che S. M. voleva la vicendevole comunicazione
dd lumi , e dclle rispettive cognizioni in una nccrca
conietturale ^ e che i mcdesimi dovessero ogni quift"
deci giomi unirsi per discomrc sul soggetlo , che
in ciascuna assemblea verrebbe proposto a spicgarsi.
Or dunque I'accademia si riuDiva due volte al mese
nella maniera gia di sopra cnunciata , ed in pre-
senza di tuil' i soci si leggcvano le spiogazioni
delle Cgure , e di altri antichi monumcnti a cia-
scuno accademico precedentenienie distribuiti, quin-
di le copie di tali illustrazioni lette si comnuica-
Tano a tutt'i soci, onde ciascuno notasse, o ag-
giungesse sullc osservazioni altrui Toccorrente.' Esa-
minate poi e discusse tanto le illustrazioni , quanto
le aggiunzioni , o le osservazioni fattevi nella ria-
nione di tutti si passavano quindi in mano del se-
gietario , il quale dovea mettere in ordine , e ri-
durre in uno stile uniforme tntte ie cose scritte
ed approvale dalV accadcmia. Siffatto metodo co-
stantemente tenuto da primi soci si rileva chiara-
mentc dalle note solloposte ai diversi volumi pub^
blieati , ove spcsso veiigouo enunciate le varic con-
getlure su di ({iialcbe monumento di dubbia inter-
pelrazione colle opposte osservazioni di altri restan-
do delle volte nella incertezza Toggetto che vienc
in csame^ed in altre iiate si cibcite il parere del
50
maggior Bumero con i diversi ragionamenti di nI-
tri a siffatte congeitare rimanendo tattora in dub-
bio rog^etto da illastrarsi. Questo sistema di espor-
re le opinioni diyerse degli accademici si osserva
in tntt'i sette volumi pij^blicati prima del 1787,
ed in confenna di cid s'indicheranno al proposito
alcnni esempi 9 che potranno riscontrarsi , da chi
ne avrk vaghezza , nella nota (19). Fa d' uopo
Serd qoi avvertire, che la rinnione dell' accademia
i due yolte al mese fu esattamente osservata p^
i primi due volumi dati alle stampe nel 1757, e
net 1760. Ma essendo il re Carlo partito di qui
nel 1759 , per andare a felicitare i popoli della
Spagna , ed il marchese Tanucci avendo riceTuto
piu gravi , e numerosi incarichi a disimpegnare -9
non ebbe piU tempo bastevole apoterlo impiegare
Ser le tomate accademiche , che prima si andie-
ero differendo con lunghi intenralli , e di poi ,
come suole accadere , non si tennero piu. Per lo
che resto quasi tutto il peso del proseguimeDio
della pubblicazione dell' opera di Ercolano al a^
gretano Carcani , il quale coUa sua applicazione^
e fatiga prosegui il comiDeiato lavoro , e lo tird
innanzi con somma esattezza , ed erudizione fine al
tomo settimo , mentre 1' ottavo fu principiato da
lui , e iino alia diciottesima tavola felicemente con*
doUo , quondo fu da morte colpito , come trovasi
scritto nella dedica dello stesso tom. VIII , che
rimase imperfetto. lutanto h a sapersi , che il Car*
cani non era, che il rappresentante dell'intera ao-
cad^nta , ed i.tomi scritti in gran parte da lui solo ,
6 dati alle stampe, c^ofe il 3^ 4, 5, 6, e 7 sono pub-
blicati come produzioni del corpo accademico ser-
bandosi la stessa maniera di scrivere si nel teste,
che nellie note , come si era praticato p^ lo is-
51
nanzi , ^ le dediche premesse a ciascnn tonio di-
rette al re cattolico compariscono a nome degU
accademici Ercolanesi (20). Eceo i volumi dati alia
luce dalla i&tituzione dell' accademia sino al 1779.
'/• Le pitture antiche di Ercolano , e contorni
incise con qualche spiegazione. Tom. i Nap. i757.
Nella regia stamperia in f« m.
II dottissimo Vinckelmann ( cit. let. pag. 105)
parlando di questo volume dice , che il medesimo
fu spogliato di tutta la iouiile erudizioDe daf mar-
cbese Tanucci^ il quale neppure ne tolse tutto il
superfluo, e cosi scrivendo sembra, che disprezzi
e r accademia , e '1 presidente. Ma ei per verita
erra nel fatto , mentre basta dare un' occhiaia a' vo-^
lumi pubblicati ianto sotto la presidenza del Ta-
nucci , quanto posteriormente , per ammirarne la
sobrieta , e la corrispondente .erudizione. Che se
qual(^e cosa poteva esser superflua riguardo al
sapi^nte alemanoo , non lo era sicaramente per
moltissimi altri anche per I'epoca, in cui si scri-
veva. Di questo medesimo 1 tomo scrivendo Peru-
ditissimo Zaccaria parla per 1' opposto con molte
lodi nella sua storia lelteraria delle spiegazioni
fatte dagli accademici , e termina col dire : circa
i doUissimi illuslratori assicuriamo gli anltquari ,
che vi troveranno grandissima erudizione , e som-
mo ingegno. II nostro valentissimo Giuseppe Ma-
ria Galanti ( descrizione geogr. e policica delle
Sicilie torn. 4 pag. 52 ) parco lodatore, faeendo
parola de' volumi pubblicati dair accademia Erco-
lanese, ne fa il seguente elogio : n riguardi Pesat"
tezza delle dilucidazioni , o la magnijicenza delta
edizione e la bellezza delle incisioni y questa h un
opera cUusica ammircAile*
^« Le piUurc afUiche £ ErcoUmo , e canlomi ink-
^
62
cise con qualche spiegazionc. Tom. 2 Napoli 4760
nclla regia stamperia in f. m.
3. Le pitture antichc (TErcolano^ e contomi in--
cise con qualche spiegazionc. Tom. 3 Napoli iJ&H
nclla regia stamperia in f. m.
4. Le pitture antichc (TErcolano^ e contorni inr-
cise con qualche spiegazionc. Tom. 4 Napoli 4765
nella regia stamperia in f, m.
5. Ddbronzi di Ercolano ^ e contomi incisi con
qualche spiegazionc. Tom. 4 Busti. Napoli 4767
nclla regia stamperia in f. m.
6. Dc' bronzi di Ercolano e contomi incisi con
qualche spiegazionc. Tom. 2 statue. Napoli 4774
nclla regia stampeiia in f. m.
7 . he pitture antichc di Ercolano c contorni in-
cise con qualche spiegazionc. Tom. 7 Napoli 4779
nclla regia stamperia in L m.
£ qui terminano i laY#ri pubblicati dall' acca-
demia dalla sua fondazione sino al 1779. Ripri-
stinata la stessa nel 1787, come gia si e detto,
diede alia luce 1' ottavo tomo intitolato :
8* Le lucerne , ed i candetabri di Ercolano , e
contorni incisi con qualche spiegazionc. Tomo unt-
co. Napoli 4792 nella regia stamperia in f. m.
Tra i pregevoli monumeuti riiiovati in Ercola-
no nel mese di gennaio del 1753 in una stanza
di una casa di un privato di ana grandezza , e
di una magQiilceuza sLraordinaria con un giardino
egualmente grandioso, ed ornato con gusto sopraf-
fino, sita al di solto del gia monistero di S. Ago-
stino , oitre i mold preziosi cimelii , e special*
mente le diverse statue, e busti di marmo, e di
bronzo i^i rinvenuti , vi fu scoverta una gran quan-
tila di antichi papiri greci , e latini al numero di
circa 1756 volumi con gii armadii lungo le mu-
53
ra , e con un armadio in mezzo della stanza da
collocarvisi i libri da' due lati. II l^no degli ar-
madii era interamente carbonizzato. In segaito in
altri siti di Ercolano si rinvennero consimili pa-
piri. Si dubitd da prima , se tali papiri fossero
libri, o oarboni giacchfe ne aveano presa tutta la
somiglianza , e dopo che fu assicnrato di essere
papiri , che contenevano opere manuscritte di an-
tichi autori greci e latini , si cominciarono a ten-
tare vari metodi , onde poterli svolgere. Finalmente
dopo grandissime difl^olta , essendosene svolti aU
cuni , furono questi presentati al corpo accade-
mico, accio fossero suppliti, interpetrati , e ilia-
strati. Si senta su di cio quello, che ne ha rima-
sto scritto in una lettera del di 17 aprile 1755
il Barker (21) : Sono circa due anni che fu tro-
vata in un casino una gran quantita di rotoli* Si
fecero degli sforzi incredihili per aprirli , ma tutto
in vano , e solo si giunse a scoprire qualche par-
rola col fendeme qualcheduno* Finalmente il signor
Assemanni giunio in Napoli la seconda volta conn
siglib il Re di far venire il P. Antonio ( Piaggi )
scrittore del Vaticano ^ come il solo^ che potesse in-
traprendere una tal cosa. E incredibile quanto operb
ques( uomo per riuscirvi : con iutlo cio appena in
capo di un anno^ e con una pazienza stra4)rdina^
ria^ giunse solo ad aprime un mezzo rotolo r22).
Ognun dunque vede quanto fosse stato difficile , e
penoso siffatto lavoro. Quindi 1' accademia dopo
di ayere affidato I'incarico a quattro soci piii istmiii
nel greco idioma, onde supplire, ed illustrare gli
svolti papiri, e posteriormente dopo le ponderate
osservazioni dell' intera accademia , qucsto prime
volume , i di cui papiri per le speciali cure del
socio Ilosini furono suppliti , ijiterpetrati , e :co-
54
mcntati , come sta detto nella lettera dedicatoria,
venne alia luce nel 1793 con questo titolo;
9' Herctdanensium voluminum quae supersunt to-
mus i. NeapoU i793 ex regia iypographia in f^
Philodemi de tnusica IV e 1' opera raechiusa in su-
fatto volume contiene 38 tayole di greci papiri.
II Winckelmaun ( cit. leit. pag. 100) indubita-
iamente sommo archeologo , ma non sempre gia*
8to nel giudicare gli altri dotti scrisse nel 1762,
che t membri deW accademia Ercolanese , che si
credevano capaci d! interpelrare i papiri greci non
vollero cedere questo lavoro ad un foi^sLiere j e se
lo riservarono per essi ; ma per quanta egli avea
potuto sapere , non si pensava piu a render pub-^
blici tali papiri. II gi& indicato volume primo , e
gli altri posteriormente pubblicati , e che si yan
pubblicando continuamente , fan cbiaramente cono-
scere Terrore, in cui vivea I'anzi detto archeologo
riguardo ai napolitani nella conoscenza delle lin-
gue dotte. E qui cade in acconcio , riguardo al
Winckelmann, ed alia sua maniera di scrivere poco
obbligantC) il rammentare quanto avvenne tra lui,
ed il nostro illustre ellenista Martorelli. Avea il
primo pubblicata la piii volte citata lettera su le
scoverte di ErcoUmo in idioma tedesco , che tra-
dotta in francese fu riprodotta in Dresda ( Pari*
gi ) nel 1764 , come si h detto , uella quale ei
spesso inveisce , e non sempre ragionevolmente
Gontro diversi uommi dotti napolitani, e partico-
larmente prende di mira 1' opera de regia theca can
lamaria del Martorelli di fresco stampata, rimar-
cando vari errori , in cui esso sostiene di essere
incorso V autore in fatto di lingua greca , e lati-
na , ed intomo ad alcuni passi di antichi scrit*
tori erroneamente adoperati. II Martorelli, che non
55
avea pobblicato ancora la ennnciata opera gik stam-
pata aggianse al principio del 1 toL vane cose,
e nella pagina XGVI insert una risposta al Win-
ckelmann col titolo AIKAIOAOFIA eontractissi^
ma , ac liberalis in actionem sexcentorum puerilium
errorum , qtmm in me de hoc Alramenlario nego^
tio in mo libello irrogavit vir qmdam trannnonta'-
niAs inofficiosissimtu. Con molta acredine, ma aen«
satamente ei risponde a tutte le critidie contro dl
lui scritte , e mette in chiaro lame le difficoltii
proposte , e i snpposti sbagli con solidi ai^omenti
appoggiati tutti su V autoritk di antichi scrittori
greci) e latini del buon secolo delle lettere, dimo-
strando ad esnberanza , e con profouda eradizione
quanto andato fosse errato il dotto alemanno nelU
saa intrapresa. Termina rellenista la sua risposta
con le segaenti^ parole : UUeriora , m q^ibus miki
imptukrUer allatrat , non cogilo , procacitatis siuze
jam luit poends , vide adnotatiunculam in extrema
pagella sui libelli in Gallicam linguam conversi :
neque errorum portenta , queis horret idem libeUus
patefacienda curo^ nam haec Si^GHoXoyioi, in grande
volumen incresceret , meque averteret a studiis e/e-
{^aniioribus. La piccola nota posta in fine della
ettera del Winckelmann , della quale HE^ meniione
il Martorelli nelle surriferite parole ^'-b unVavyer-
iimen|o <?^7Ptto dal traduttore francese aB^aatore
per altra controversia leiteraria , cui e^i dice qtiil
est toujours mal et indecent de ^exprimer avec une
hauteur milie de mSpris^ ton mime qtion souHent
les meilleures causes.
Ma per veritk sembra , ehe lo steaso dottissioK^
alemanno siasi in seguiio ricrednto rignardo a8a
aomma perizia de* greci scrittori del Martorelli.
Egli nelV applanditissima di lui opera de' mom-
56
7jieuti antichi inediti pubblieata per la prima volia
nel 4767 ( torn. 1 pag. 37 ediz. di Roma del
182t ) quasi confessando il suo torto approva una
critica fatta dal no8tro ellenista a diversi antichi
autori di aver maFinlesa^ e distorta la parola Kfi-
56(9 irUerpretandola in senso assoluto^ e sostanlivOj
quando essa appresso Omero b aggeilivo alia pa-
roUif 'IfA^.7 ricamato.
Basti il gia detto suUa coutesa de' due celebri
archeologi: torniamo agli antichi papiri. £ prima di
ogu'altro si dira forse da taluno come dopo tauti
anni si k pubblicato finalmente questo primo vo-
lume nel 1 793 ? Doppia risposta : 1' aprimento di
tali papiri dopo di essersi rinvenuti porto tempo
assai lungo,, come si k detto di sopra , mentre
trattavasi di cosa del tutto nuova, e molti speri-
menti si fecero ne' primi anni inutilmente. Siffatii
tentativi furono eseguiti da Camillo Paderni inu-
tilmente, il quale in seguito, per poter soddisfsire
il sommo desiderio del re Carlo , onde scovrire
parte de' caratteri , e sottometterli quindi alle di-
lucidazioni de' dotti , penso tagliarne alcuno ia
modo da rendere interamente visibili i csgratt^ri.
Riusci .l^nein j^le sperimento il Paderni , ed aper-
tosi in questa guisa un papiro greco di belli ca-
ratteri rignar^ante la yita di Epicuro , fu il me-
desimo presentato al sommo Mazzocchi , il quale
lo spiegd, e brevemente lo illustro, rendendo as-
sai pago con cio il sapientissimo monarca (23).
Di poi lo svolgimento de' papiri fu eseguito rego^
larmente , e con metodo piii adatto dal nomiQato
P. Piaggi , , mediante il quale si giunse alia pur
fine dopo moUe difficolta alio sciogl^mento iatero,
e pr^iso di e^si papiri nel modo stesso, cli0. at^
tualmenter presso a poco si pratica* A cio si ag-^
57
giuBge, che I'accademia Ercolaoese dopo il 1760
rimase per piii anni paralizzata , come si e di so-
pra narrato , e dal 1779 sino al 1787 per la morte
di moiti soci , ed indi del segretario Carcani la
stessa pao considerarsi come del tutto estinta ,
mentre non vi furono piii riunioni accademiche ,
n^ per conseguenza occupar si potette de'papiri,
nh di altro lavoro.
Essendo stata poi dopo il trascorrimento di
molti anni riprisiinata nell' aono 1 787 , da que-
st' epoca in poi effettivamente si oceupd di tal la-
Yoro, che in seguito ha proseguito, e sta feliQe-
mente proscguendo. Non k dunque lo scoprimento
de'papiri in Ercolano an iesoro negletto presso di
noi , come ha osato dire un dotto Inglese, ma bensi
un tesoro , di cui si e avuta , e si avra sempre
somma cura.
Ed e in vero questa letteraria occupaziojie cir-
condata da tante diy43rse dif&colta, per potersi bene
condurre a fine, che non sara qui fuori propositp
riferire quanto h accaduto in Inghilterra., ed in
Francia per lo stessissimo oggetto.
II rinomato Gristiano Petersen (24) professore
di filologia classica nella universita di Amburgo
£a distinta menzione de' papiri Ercolane^i dpnati
dal re delle due Sicilie al principe di Galles^ che
poi fa re d' Inghilterra col nome di Giorgio IV,
e riferisce, cb'esso principe invio in Napoli nel 1802
il signor Hayter prefetto della sua biblioteca , il
quale mediante gli uffici del cay. Guglielmo Ha-
milton ambasciatore della gran Brettagna presso
S. M. Siciliana pttei^ne i desiderati papiri Erco-
lanesi , e che id Napoli stessa pluribus hominibus
ad negolium adhibUis orevi tempore multa valionina
evolutf^ y lecla J atque descripta sunt* Egli prosic-
58
gae a dire, che mentre continnava feticeraente sif-
fatto lavoro fu intenrotto per la Tenuta delle armi
Frances! in Napoli nel 1806. Qaindi avvenne, che
i papiri originali rimasero qui , e le copie gia fat-
te furono trasportate in Palermo , e che nel mese
di Agosto del 1807 Mylord Drummond ambascia-
tore Inglese in Sicilia presso il re Ferdinando ot-
tenne di farsi fare una copia de'gia trascrilti pa-
piri , ma essendone stati incisi in rame alcuni, gli
fu permesso solamente di far eseguire le copie de-
gli altri , che furono inviate in Inghilterra per es-
aare pih celeramente incise , e pubblicate. II dot-
to Petersen termina tal racconto con queste paro-
le : Hanc nartntionem debemus W. Drummondio ,
qui Mm nonmdlis locis consilio obscuralam in me-
dium protulit in libro ab ipso et Rob. fValpolio edir>
to^ qm hac insignitus est inscriptione : Herculanenr
sia or archeological and philological dissertations ,
containing a Manuscript found amon^ the ruins of
Hercukinum. London 48iO in 4.^
Questi Yolumi di papiri pubblicati in Londra
nel 1810 furono solamente evoluta ^ lecta ^ et de^
scripta in Napoli prima del 1 806 , e di poi nel-
I'anno 1806 furono trasportate le sole copie in
Sicilia , come si k di sopra accennato , quindi i
snpplementi , e le illustrazioni , che li accompa^
guano , di cui non s' indica V autore , non fu cer-
tamente opera de' Napolitani , ma dovettero esse-
re scritti o in Sicilia, o piii facilmente in Inghil-
terra, essendosene iyi eseguita la edizione nel 1810,
epoca , in cui ogni comunicazione era interdetta
tra Napoli , e siffatti paesi. Ma lo stesso Peter-
sen , dando il suo giudizio su T indicato likro ,
dice anche la ragione da non potersi il medesimo
attribuire a' Napolitani incaricati della puMdicazio-
59
M de^ papiri , alia quale officina aveva gia molti
aimi preseduto il cbiarissimo monsigaor Rosini^ e
yi ha preseduto sino alia sua morte. Ecco com' egli
si esprime: Quanwis enim rnuUa bene et sagacite^
sitU restitiUa , plura tamen , cum sensu omnino ca^
reant , ferri non possunt , magna ex parte ne Grot-
ca quidem sunt , certe neutiqiwn comparanda eum
us J quae prius ab Rosimo F* CL. hoc in genera
praestila erant.
Altn yolt&mi di papiri Ercolanesi furono anclie
pubblicati in loghilterra nd 4824 , e nel 1825
eon questo titolo :
4 . Herculanensium voluminum pars primU, Ox<H
niae sumptibus^ typographei Clarendoniani liihogra^
jiee excudebat N. Whittock 4%M in S.""
J2. Herculanensium voluminum pars secunda^ Oxih'
niae i8Z5^ 8.^
Nel primo di essi.si coniengono questi papiri:
1. iikoSil\fjLO\} ^spl KctKi&y^ 26 colonne n. 1Q08.
2. Anonymi icefi opyris , 55 colonne n. ^2.
ipBxiiy KM rSbf y iv ois eiaij nae ttsj^c i^ 23 co-
lonne n. 1424.
4. Af\fi.it\rflov TCSfi *Kov/\fiix(x»f^2S colonne n. 1014.
Nel secondo volume poi vi sono i seguenti :
1. ^ikoiififjLOu ncBfi ^YiTOpcKYi^ A , 45 colounc
n. 107,
2. 4^eXoSyipiou ncepi priTopcxyij g 9 TO colonne
n. 1674.
3. ^ikolyp,o\t icefi 7Covt\[iir(x>'^^ 38 colonne n. 1425,
Quale poi sia il merito di questi due volumi di
papiri giova sentirio dallo stesso erudite Ambur*
ghese giudice imparziale , il quale su tal propo««
sito scrive cosi : Paginae ad archelypum^ quantum
fieri potuit^ accuratissime expressae videntur^ ut in
60
^ngulis folHs shigtdM'iegaiiiwr:' nulla lacuna .sup^
pleta est , nihil additum , quod Ucloris inielligen^
tiam adiuvet , nihil omnino , fuod -non interpretis
4fpertty atque emendatrice manu indigeat , quam qui-
dem^ quod equidem sciam^ volumina haec nondutn
sunt naeia.
Nello stesso anno 1802 il medesimo re Ferdi-
nando fece dono di altri simili papiri a Napoleone
Bonaparte allora primo console in Francia , che
fnrdno recall in Parigi dal rinomatissimo France-
sco Garelli , ed essenclone gilt scorso lunghissimo
tempo , nulla sappiamo di aver pubblicato per le
stampe i molti dotti filologi di qnella illnsire na-
zione intorno a si£Eatti papiri donati, onde venire
in chiaro di cid che contener potessero.
Premesse tali cose , ogni maraTiglia cessar dee
riguardo agli accademici Ercolanesi , i quali seb-
benii hanuo procrastinato simile lavoro, pure tale
tardanza non dee attribuirsi ad e«si , ma a tante
impqpenti circostanze di sopra enunciate. I Yolnmi
perd de' papiri dagli stessi accademici pubblicati
dal 1793 in poi hanno geiieralmente riscosso gli
applausi degli eruditi ycrsati specialmente nella co-*
Boscenza delle lingue dotte , e percid , se anche
qualche ritardo si potcsse loro imputare , questo
h stato ampiamente compensato dalla perfezione
del lavoro.
Sin dair istituzione dell' accademia nel 1755 fu
affidato al gran Mazzocchi esclusivamente dal re
Carlo , che lo chiamd in sua presenza , tutto cio
che riguardar potesse gli anticbi papiri greci , e
latini disotterrati , e quindi «gli dopo di aver pl^er-
sentato alio stesso So vrano la spiegazione, 6 snc-^
cinto comentario sul papiro greco tagliato in pez^i,
di cui si e di sopra parlato , si accinse a com-
61
porrc una dissertazione Isagogica , che. contener
dovea tre parti , cioe la prima , die riguardava la
intera regione Yesuviana frequeutemente rovinata
du tante diyerse eruzioni , e precisameote delle
origin! , Ticeudc , ed ultima rovina di Ercolano y
di Pompei , e di Stabia , e del cambiamento della
supcrficie di questi luoghi celebri dopo la terri-
bile eruzione avveuuta nel LXXIX sotto I'impero
di Tito. La seconda parte poi trattar dovea tanto
degli anticbi, che de'moderoi scavamenti eseguiU
nelle anzidette citta, e ne' luoghi yiciui, dello stato
delle citta medesime, e deHa biblieteca de'papisi
di Ercolano. La terza fioalmente era destinata a
contenere un trattato diretto ad illusirare tutta la
materia degli antichi papiri. Ma di queste tre parti
appena egli diede principio alia prima, che com-
posta da lui in latino , e quindi tradotta in ita-
liano idioma dal dottissimo Francesco Serao fu in
entrambe le lingue manuscritta , e presentata al-
I'egregio re Carlo (23). Questa stessa prima par-
te pero essendo stata forse scritta con molta fret-
ta , e non interamente terminata , e Hmata , fu
di poi perfezionata di tutto punto dall' accademia
operam in id suam in primis conferente strenuo col-
lega nostro Carolo Rosinio ^ come si esprime I'epi-
stola dedicatoria premessa a tal volume , che si
diede alia luce nel 1 797 con questo titolo :
iO. Disscj'tationis Isagogicae ad Herculanensium
voluminum Explanationem pars prima. NeapoH. Ex
regia typographia. Anno 4191 • in f.
Sin qui si estendono i lavori dell' accademia re- •
staurata nel 1787, mentre dopo I'anno 1797 non
vedesi data alia luce altra produzione , e 1' acca-
denna dall' anno 1798 sino al 1806 non piii si
riuni.
62
Istallata intanto la nuova accademia nel 1807,
come gik si h detto, inter armorum strepitum^ mi-
litumque licerUiam , cum doclrinae fere omnes vulgo
invisae , despectaeque silescerent , secondo le^esi
Delia prefazione del secondo volume de'papiri pub-
blicato nel 1809 , pochissimo quindi potette la
stessa applicarsi a siffatti studi , cbe richieggono
tranquillity di spirito per chi scrive , e grandi spese
per la pubblicazione de' monumenti illustraii. Ma
ci6 non ostante la medesima pubblicd nel 1808 j
e 1809 due elaborate memorie , una riguardauie
il Porto di Miseno scritta dal marchese Arditi , e
che in nome dell' accademia vedesi segnata da Mon-
signor Capecelatro allora presidente annuale , Y al-
tra intornb slY Emissario Claudio nelpaese de^ Marsi
eomposta da monsignor Rosini , e da lui firmata
in nome dell' accademia anche come presidente an-
nuale. Si applied benanche su gli aniichi papiri^
e ne diede alia luce un secondo ycAume intitolato^
a. Hercidanensium voluminum quae supersufH
tomus ii. Neapoli 4809* Ex regia typographia inf.
Questo volume contiene in primo luogo un an-
tico papiro in versi latini diviso in otto colonne^
che comprendono franunenjti di un poema, di cui
si crede autore G. Rabirio ; quali frammenti fu-
rono suppliti , e illustrati dal dottissimo canonico
Niccola Giampitti. Nello stesso volume si contiene
il libro II , ed il libro XI di Epicuro De Natura
scrilii in idioma greco. II libro 11 6 formato da
undici colonne , ed il libro XI h compreso in tre-
dici colonne , quali due libri opera^ et studio an^
tistitis Caroli Rosinii intustrati symbolam in id conr-
ferente mam Bariholomaeo Pessettio , come sta sent-
to nella prefazione di esso volume farono dati alia
luce nell' indicato anno 1809.
G3
Nella istallazione poi di questa nuova aecadennia
del 1 807 , e nel rimaner confermata la medesima
Del 1817 , tra le altre cose , che si prescrissero
allontanandosi dalla prima istituzione delta Erco-
lanese , vi fu quella , che , olire le aotichitk Er-
colanesi , Pompeiane , e le altre del regal maseo
da illustrarsi , ciascun socio potesse comporre qual*
che memoria a sua scelta , per indi leggerla nel-
r adunanza accademica , ed essendo giudicata me-
ritevole, si sarebbe inserita negli atti. Quindi fa,
che I'accademia nel 1822 pubblicd per le stampe
il pr^mo tomo di questi Jltti col seguente titolo:
i2. Memorie delta regale accademia Ercolanese
di Archeologia. Volume i • Napoli nella stamperia
rede i822 in 4.
In questo volume si contengono dieci memorie
di vario argomento filologico di diversi soci.
Vn terzo tomo di antichi papiri fu daU' accade-
mia dato alle stampe nel 1827 col titolo :
i3> Herctdanensium voluminum quae supermtU
tomus III. Neapoli i827 ex regia typographia inf.
I papiri greci di questo tomo contengono parti
sufficientemente yoluminose di diverse opere filo-
sofiche di Filodemo. Le prime 28 colonne riguar*
dano il libro dello stesso intitolato : De Viliis et
Virtutihus Opposiiis et de Rerum Subiectis , et Obier*
ctis IX. II supplemento , 1' interpetrazione , e il
comento riguardante queste 28 colonne di papiri
greci era pronto sin dal 1820 e si era gia dato
alle stampe , ma le vicende politiche di quell' epo-
ca ne impedirono la pubblicazione. Le altre co-
lonne 24 appartengono al libro del filosofo mede-
simo che ha per titolo : De Vitiis. I socii monsi-
gnor Francesco Javarone , e Luigi Gaterino si oc-
cuparono specialmente per lo supplemento, la ia*
/
64
terpetrazione, ed lUustrazione de' suddivisaii papiri.
44. Disserlazione esagetica inlomo alVorigine ed
al sislema della sacra architettura presso i Greet,
Napoli dalla stamperia reale 483i vol. 1 ia f. m.
Di questa disserlazione fu redattore il segreiario
perpetuo cavaliere Carelli.
i5* Herculanensium voluminum quae supersunt
totniis IV. Ncapoli i832 ex regia typographia in f.,
nel quale Tolume di papiri si eontieue T opera scritta
da Folistrato de iniusto contcmptu ? e T altra di
Filodemo de liietorica. Di siffatio lavoro si e spe-
cialmente incaricato il socio monsignor Angelo An-
tonio Scotti.
i6. Herculanensium voluminum quae supersunt
tomus V. Neapoli i835 ex regia typographia in f.
Questo volume di papiri abbraccia due parti , la
prima e quells^ de rhetorica , e la seconda e de li-
berlate loquendi^ entrambe di Filodemo, ehe sono
state illustrate dal socio cavaliere Antonio Otta-
viani.
iJ. Memorie della regale accademia Ercolanese.
VoL II . Napoli nella stamperia irgale i833» Que-
sto volume racchiude diciassetie memorie archeo-
logiche di vari accademici.
^8. Herculanensium voluminum quae supersunl
tomus VL Neapoli i839 ex regia typographia. Ab-
braccia il presente volume due libri , de' quali uno
e di Filodemo, I'altro e probabilmente di Metra-
doro , e ne' racdesimi de Dco^nim vita , et forma
sententiae enucleanfur, Monsignor Angela Antonio
Scotti ba eseguito questo lavoro.
19. Uft terzo volume anche Ai memorie e proih-
to , ed e vicino a pubblicarsi. Altri papiri greci
da diversi soci sono stati gia suppliti , tradotti,
ed illustrati , e sono prossimi a darsi alle stampe^
65
cioh a dire quello de religione del socio cavaliere
Qaaranta , 1' altro de rhetorica liber i del socio
corrispondeDte cavaliere Genovesi. Quello intitolato
Epicurus^ de natura lib. XIV^ et lib. XVIII^ del
socio monsignor layarone. Uno di autore iocerto
de sensationibus del socio moosignor Scotti. C/irV''
sippus de providentia del socio corrispondente fa
canonico Parascandolo. Hiilodemus de rhetorica /i-
bri IV ^ pars prior del socio Giuslino Quadrari*
Finalmente quello , che ha per tiiolo Philodemus de
eo^ quod ex Homeri doctrina bonum^ atque utile sit
populo del socio Cirillo, ed altri simili, che gior-
nalmente si Tanno illustrando da diversi soci.
Eyyi dippiii la raccolta completa di tutte le in-
scrizioni esistenti nel real museo, ch'5 stata pure
nella massima parte illustrata da yari accademici,
che attualmeDte h sotto il torchio , per quindi darsi
alia luce , ed k del pari pronto per le stampe un
Tolume di antichita ercolanesi, e pompeiane gia il-
lustrate.
In fine diversi soci, e specialmente il segretario
perpetuo cavaliere Avellino , sono attualmente in-
tenti ad illustrare il tempio d'Iside, tutt'i monu-
menti Isiaci , ed il culto di questa divinitk pagana
introdotto nelle nostre contrade , e ben presto tale
lavoro sara pubblicato ; e lo stesso segretario per-
petuo e anche continuamente occupato a descrive-
re, ed indicare Tuso, cui erano addetti i diversi
fabbricati , che gioroalmeAte si disotterrano in Pom-
pei, formandone delle memorie, che poi legge nelle
tornate accademiche. II medesimo a sue spese ne ha
gia pubblicata per le stampe una con questo titolo:
Descrizione di una casa pompeiana. Napoli 1837,
Intanto, mentre Taccademia, ed altri insigni scrit-
tori han procurato d' illustrare i monumenti sco-
5
66
yerti in Ercolano, ed in Pompei , il di cui cata-
logo potrk leggersi presso il nostro diligentissimo
Soria (^ memorie degli star, napolit. ) e presso il
laborioso Giustiniani f topografia del regno di Na-
poU )^ oltre quelli , cne yi si sono applicati poste-
riormente, un'erudito alemanno Gio: Ernesto Wal-
chi con iin pregeyole , e singolar libro di piccola
mole intitolato: antiquilates Herculanenses lUterariae
pubblicato per ben due yolte in Jena nel 1 750 , e
1751 si b occupaio della storia letteraria di Ercola-
no. Ei con diversi argomenti dimostra, che gli Erco-
lanesi coltivar doTcano in preferenza le lettere , ed il
prova dalla topografica posizione di tal citta nella
Campania, regione celebratissima non solo perl' ame-
nitk y e fertilita del suolo , ma per la moltitudine, e
Tiyacitk degV ingegni , e per i comodi della yita agli
studi adattatissima ; dall'essere stata Ercolano co-
lonia nobilissima de'Romani ( e stato anzi eyiden-
temente dimostrato nella Dissertazione Isagogtca
pill Tolte citata pag. 56, eh' Ercolano fu munici-
pio de'Romani); dalla qualita de'monumenti rin-
Tcnuii , che danno sicura prova di essere ivi fio*
rite eminentemente le belle arti , ed anche la let-
teratura. In una inscrizioue antica scoverta nella
stessa citta riferita dal Capaccio (^ Hist, neapolit*
pag. 462 ) , indi dal Reinesio pag. A84 , e dal
Rosini ( dissert, isag. pag. 54 J , che la emen-
darono di alcuni errori , si rammenta la Scuola
eretta da' due Memmii Rufi padre , e figlio , ed egli
il Walchi sostiene con valide ragioni , che quivi
la parola Scuola dinota luogo destinato per lo in-
segnamento pubblico delle scienze , e delle lettere,
ove secondo la definizione di Festo, ceteris rebus
omissis , vacare Uberalibus studiis pueri debent , ed
in qoesto senso la voce schola viene piii yolte ado-
6T
perata da Cicerone , e da dWarsi antichi scrittori.
Le statue di molte Muse Wi scayate h anche
indizio dell' amore che per le lettere ebbero gli
Ercolanesi. II magnifico teatro n'6 un' altro anche
ben forte , giacchfe noti sono gli usi letterari , che
ayea presso gli antichi il teatro. La purita del la«
tino idioma ne' suoi monumenti , 1' essere in essi
ricordati sommi personaggi , le statue di uomini
celebratissimi iyi disotterrate , sono tutti chiari se-
gni della coltura , e della estimazione , in cui essi
ayeano il sapere, ed i grandi ingegni. Dopo queste
cose il Walchi non omette di considerare , ch' Er-
eolano era yieina a molte citta floride per sapere di
ogni sorta, e quindi anche per questa ragione la
stessa doyea nudrire simile amore per lo scibile.
L'antore medesimo pose a stampa altra disser-
tazione , che porta il titolo Cicero Herculanensisj
oye s' intrattiene su la statua innalzata a Cicero-
ne dagli Ercolanesi, e diseppellita nella loro cit*
ta, quale dissertazione leggesi nel torn. 1 del li-
bro che ha titolo : ^cta societ. latin* Jenensis pub*
blicato in Jena nel 1752.
A tutti questi argomenti addotti dal Walchi nel
1751 si debbono aggiungere le biblioteche, ed il
gran numero di papiri greci , e latini iyi posterior-
mente, ed in diyersi siti scayati, che dimostrano
ad eyidenza essere stata Ercolano una delle cittk
pill culte della Campania nelle scienze , e nelle let-
tere amene.
Marziale la descriye in questi termini ( epigr.
lib. 4^ ep. 44 ):
Hie est pampineis viridis modo Vesvius umbris j
Hie locus Hbbcvlmo nomine clarus erat*
it
68
Dovea essere benaacihe una cittk mdlto popola-^
ta , e ben fortificata , giadchfe T. Livio ( Dec. 1
lib. X ) soriv^do della Titioria riportata da Car-
i^ilio su di ire citta del nostro reame si spiega cosi:
Jam Carvilivs Volanam , et Palumbinum , et Her--
CULANEUM ex Samtiitibus ceperal : Volanatn intra
paucos dies^ PalutrSinum eodem^ quo ad muros ac-
cessU. Ad Uerculaneum bi$ etiam signis coUaiis an^
cipiti praclio^ el cum majore sua^ quam hostiumjor-
ctura , dimicavil.
Nfe minore esser dovea \ inciTilimento di Pompei
in queir epoca. Gli edifici de' privati magaifiea-
mente adorni di sorprendeDti mosaici , di pregevo-
lissime piiture , di statue eccellenti ^ di fontane ^
$ di giardini: le ricche botteghe de'commercianti,
i bagoi , i templi , il foro , i maestosi teatri , il
grandioso anfiteatro , tutt' i sontuosi fabbricati ad-
detti ad uso pubblico con grinDumereYoli, e pre-'
ziosissimi cimelii di ogoi sorta ivi rinyenuti , e
che tuttora si scuoprono, lo indicano eyidentemen-
te. Queste opere che portano T impronta del ge-
nio , e che mostrano a quale sublime grado erane^
pervenute le arti presso gli antichi , manifestahoj
che Pompei dovea essere per la civilizzazione , pel
sapere , e pel commercio una delle piii illu^tri cittk
della Campania , esseodo la stessa secondo 'iStra*
bone im emporio comune di iVola , di Nocera , e
di Acerra. I vini pompeiani , le verdure , i cereal!
sono generalmente celebrati dagli antichi scrittori,
le quali cose unite al cielo ridente , t)v' h situata
la citta , formavano della stessa un luogd di de-
lizie 5 e la sede de' piii grandi uomini dell' anti-
chi ta. Cicerone, che vi aveva la sua villa, ci lascio
scritto, che in preferenza di tutte le altre da lui
possedute, questa, e quella di Frascati gli davan
69
gran piacere : Tiisculatium , et Pompejanum valde me
delectanl ( ad Attic. UL 2 ep. ^ J. E quivi il
sommo uomo era in compagnia de'piii ragguarde-
Yoli personaggi di Roma, trattenendosi spesse fiate
a discutere con essi le faccende piii lilevanti della
repubblica. Meritamente dunque fu la medesima
denominata da Seneca (^ natural* quaest. lib. 5
cap. i ) Pompeios celebrem Campaniae urbem , e
daTacito celebre Campaniae oppidum^ann. lib. i5^.
Finalmente chiudero la prima parte di questa me-
moria con far brevemente rimarcare , che queste
due antiche citta sepellite per XVII secoli circa ,
abitate una Tolta da tanti illustri personaggi roma-
ni , e quindi disotterrate nello scorso secolo , hanno
generalmente contribuito fin dalP epoca della loro
scoverta ad un gran miglioramento specialmente
nelle arii , e manifatture. Gli artisti nostri , e di
molte nazioni estere si sono impegnati a tutta p«ssa
d' imitare i capi-lavori in ogni genere , che veni-
yan fuori da quelli scavamenti , e da quel tempo
in poi gli utensili, le decorazioni, le pitture, le
sculture , le incisioni , ed i mobili di ogni sorta
sono stati eseguiti con forme migliori, e con ga->
sto, e perfezione assai maggiore. L' archeologia poi
in generale , e 1' architettura hanno ricavato lumi
grandissimi da siffatto avTenimento, essendo stati
dilucidati con chiarezza van luoghi oscuri , che
s'incontrayano in antichi scrittori. Sarebbe percid
argomento pregevole di un dotto filologo il ricer-
care , quale , e quanta e stata V influenza della
scoverta di queste due (Atta su le arti moderne ,
e sul progresso degli studi archeologici.
71
PARTE II
GENNO BIOGRAFICO DE'sOCI ORDINARI DELLA REGALE
AGGADEMIA ERGOLANESIS PALLi^ SUA FOMDAZIONH
SIMORA.
Hoc illud est praecipue in cognttione rerum salvbr^
ac frugiferum , pmnis ie exempli documenta in
illustri posita monumento intueri : inde libi tuae-
que mpublicae quod imitere , capias. T. LiviQ
in praefatione histor^
J.N tutte le epoche le yirtii morali , e scienti-
fiche degl' insigni uomini trapassaii , furono cele-
brate con tributo di dolore, e di lode, come de-
bito sacro alia loro memoria , giacchfe sebbene
r aspetto degli estinti fugge dagli occhi nostri ,
pure nel raccogliere, e pubblicare con tipi della lo-
deyole vita le illustri azioni , e specialnaente i piii
distinti tratti nelle rispettive opere disegnati , quel-
la rimembranza , cbe imn^ediatamente di se orma
non lascia , si yiene luminosamente a perennare.
Ed in verita non solo V universal consentimento
delle nazioni , ma benanche una iuclinazione qua*
si innata , ed impellente ci spinge a mantenere dop6
morte la fama de' ragguardevoli personaggi. Cosi^
mentre s' innalza al nome loro un monumento di
gloria non volgare , ciascun rinviene delle virtuose
qualitk , e delle distinte azioni per lungo corso di
anni la durata e la perpetuazione. Questo pensierQ
72
sacro alle viriii de'trapassati stimolo sio dal prin-
cipio del mondo tutte )e nazioni , anche quando non
conoscevansi letterarie adunanze. Quiiidi Omero eb-
be a dire che,
V elogio , il cippo , e le memorie sono
AgV illusivi dejunli un giusto dono.
Che se per cost ante esperlenza tuttodi ravvisia-
mo, che anche gli uomini idioti ove amino vera-
mente , con lo spesso parlare procurano di tener
sempre viva la grata memoria del trapassato og-
getto , che vivendo formo la loro compiacenza ;
soffriremo noi , che uomini educati , e versati nelle
lettere trascurino di tramandare alia posteriia con
apposito elogio le commendevoli qualita di perso-
naggi per sapere e per morale pregevoli ?
Questo pensiere fisso nella mia mente mi ha fatto
ri solvere a scrivere , e pubblicare un cenno bio-
grafico de' soci ordinari della nostra accademia.
Parlero degli eslinti, far6 menzione de'vivenli, e
I'ordine alfabetico mi servira di guida nel rammea-
tar si gli uni , che gli altri.
Andres - Giovanni a 15 febbrajo del 1740 nac-
que nella Spagna , e precisamente in Planes oitta
della Yalenza , e trapasso in Roma nel giorno 1 2
del 1817* l)i questo insigne personaggio scrisse
la vila il nostro monsignor Ang. Ant. Sootti con
8omma prepisione , qhe fu pubblicata in questa ca*
pitale nell'anno stesso, ^'1 linomatissimo Morcelli
compose U seguente inscrizione , che poi diede
nile stampe nel 1818 ( IIAPEPrON insciipiionum
novissimarum pag. 155)
73
lOAMNt * AKDRESIO
E • SOG • lESV • ITERVM
DOMO • PLAliE • VALENTINORVM
CLARISSIMO ' GENERE * AB • AVIS • ET ' MAlORtBVS
QVEM • JNGEMII * LAVDE ' LITTERARVM ' FAMA
EDITORVM • OPERVM • COPIA * MAGNVM.
RELIGIO • PIETAS ' HVMA1(|TAS
PKRPETVO • BOKORVM • COWSENSV • MAIOREM • PRAESTITERB
ITALIA . IDEM
FIWITIMISQVE ' PROVINCIIS ' PERAGRATIS
VBIQVE • IN • HONORE * 'hABITVS
QVVM • REGIAE ' BIBHOTHECAE * APVD • WEAPOLI?,
PRAEFECTVRAM • IN • ANN ' M * DCCC ' XVI * OBTINVISSJBT
ROMAE • |«IB£NS ' APVD ' SOCIOS ' PECESSIT
INVICTO ' ANIMO * EXITVQVE * VITAE * CONSENTANEO^
PRIDIE • IDVS • IAN ' AN * M ' DCCC ' XYli
ANNOS • NATVS ' EX^VI * M . X ' D * XXVII
SVMMORVM • VIRORVM ' OBSEQVIA • VIRTVTE • MERITV8
HVIC • SODALES ' VETERES
SIMVLACRVM * AMORIS ' STVDIIQVE * SVI
CAVSSA * DEDIGAVERE
he lodi contenute nella riferita epigrafe sono
tutte basate su la verita , e noi , che abbiamo
avuto il piacere di possedere il P. Andres per anni
undeci circa, siamo tutti testimoni delle sue virtii
morali, e del suo sommo sapere. Ma il dottissi-*
mo Morcelli, sia detto con buona pace , nella sua
inscrizione afferma , che la prefettura della regal
biblioteca di Napoli fu data ad Andres nel 1816,
mentre cio non e vero.
Nel 1805, quando fu ripristinata la compagnia,
di Gesu in questo Regno, il P. Andres vi si con-
dusse , e nel 1 806 essendo stati dopo 1' entrata
deir armi Francesi per la seconda volta espulsi i
Gesuiti ei si trovava a far da rettore nel coUegio
de' nobili , e rimase tra noi da semplicQ privato.
74
Per6 Del medesimo anno 1806 gli fa conferita
la prefetiura della regal biblioteca , e nell' anno
seguente 1 807 , istallata la nuova societa lettera-
ria sotto il nome di accademia di Storia e di An-
tichita 5 ei f u prescelto per uno de' 20 soci ordi-
Qari, nominato cavaliere dell'ordiue delle due Si-
cilie ^ e nell 8 1 2 dopo la morte di Francesco Da-
niele segretario dell' anzidetta accademia fu al me-
desimo surrogato. Di tutto cio fa distinta menzio-
ne il biografo Scotti , e riguardo alia prefetiura
della biblioteca Raimondo Diosdado Gaballero (Bi-
Uioth, scriptorum soc* Jesu supplemental Romaei8i4
pag. 83 J erudito gesuita , che nel 1814 scrisse
un breve articolo intorno alia vita del P. Andres^
dice cosi : Hoc anno 4814 mense Julio degit no-
sler Neapoli Regiae Biblipthecae Praefectus.
Abditi - MiGHEi^E nel Comune di Fresicce in
provincia di terra d'Otranto nacque a di 12 set-
tembre 1746 , e i di lui genitori furono Gaspa-
re, e Francesca Villani. Apprese i primi rudimenti
delle belle lettere uella sua patria, indi nel 1761
fu ricevuto nel seminario di Lecce , e nell' anno
seguente pass6 in questa capitale , ove imparo le
scienze filosofiche dal Genovesi , e le matematiche,
e fisiche da Celestino Gominale. Ad insinuazione
del padre ei s'incammino per la carriera del Foro,
e gli fu insegnata la giurisprudenza da Domenico
3Vf angieri , e da Giuseppe Pasquale Cirillo. Quindi
intraprese V esercizio della prescelta professione
sotto la direzione dell'avvocato Saverio Simoneiti.
Gomipcio I'Arditi a difendere alcuni suoi clienti,
c pubblicd anche per le stampe qualche allegazio-
ne , ed un' operetta legale , di che si fara motto:
ma allettato assai piii dall'amena letteratura, che
dallo sirepito forense abbandond la intrapresa car*
75
riera, e diessi interamente agli studi archeologici.
In veritk secondo V ayviso di an moderno ora-
tore il Foro h un terreno sparso di bronchi , e di
spine , in cui V avidita ^ e la dissenzione sembrano
avere stabiliia etema dimora , in cui ognuno aspira
a divenire usurpator deW aUrm^ in cut si svelanOy
e combattono gli odii^ le gelosie^ le passioni^' cho
agiiano , e dividono le famiglie , in cui V impero
delle leggi delle volte mostra la sua impoienza in
faccia a quello de'costumi. II nostro Arditi disga-
stato forse per siSatte ragioni , e segueado 1' esem-
pio di altri nostri insigQi uomini si allontano in-
teramente dalla profession legale. Essendosi quindi
determinate a coltivar esclusivamente la letteratora
SI antica , che del medio eyo comincio di bel nuo-
Yo ad applicarsi indefessamente alia lettura degli
scrittori greci , e latini , ed a visitare i prineipali
archivi della capitale , e del regno, depositi inesau-
sti della storia specialmente padria. Per istruirsi
semprepiii , nel 1786 con ottimo divisamento si
condusse ia Roma , per osservar da vicino i mo-
Dumenti antichi , e moderni di quella immortale
citta , ed arricchire benanche il suo ingegno di
tutte quelle importanti nozioni , fehe ricavar po-
tessa dagli archivi , e dalle biblioteche cola esi-
stenti.
Nell' anno seguente 1787, essendo ritornato da
Roma , e volendo in quell' epoca il re Ferdinando
ripristinare I'accademia Ercolanese, che tanta glo*
ria recato avea al di lui augusto genitore , fu Ar-
diti nominate uno de' XV soci contribuendo con
gli altri la sua simbola per i lavori accademici
eseguiti.
In mezzo a queste serie applicazioni non tra-
scuro egli le ard gentili , e voile istruirsi nella
76
nusiea , nella quale fece gran profiito colla dire-
zione dell' immortale Jommelli.
A 18 marzo 1807 ei fu J)rescello per direltore
degli scavamenti pompeiani , carica che riteane per
qualche tempo , e che poi lasci6 per altri impieghi
letterari ricevuti , e fu nel giorno medesimo eletto
direttore del museo , ed uno de' XX soci della
nuova accademia di storia^ e di antichita , incarichi,
ne' quail fu eoDfermato con regal decreto del di 2
aprile 1817 , ed ebbe in quesfo anno di bel nuoYO
la direzione degli scayamenti di Pompei. Dopo la
morte del P, Andres fu destinato prefetto interino
della real biblioteca Borbonica , e nello stesso gior-
no 2 aprile 1817 n' ebbe la proprietk; ma nel 1822
essendosi formata una commissi one per dirigere ,
la biblioteca anzidetta, ei cess5 di esseme il pre-
fetto, facendo pero parte di siffatta commissioner
Arditi fu socio di varie accademie tanto del no-
stro regno , che di paesi stranieri , fu decorato
della croce di yari ordini cavallereschi si nazio-
nali, che esteri, e nel 1828 ebbe il titolo di mar-
chese da goderne durante la sua vita.
Le opere da lui pubblicate sono :
4 • De obligatione pupilli sine tutoris auctoritate
contrahentis^ diatriba. Neapoli 4767. Fu ristampata
questa dissertazione nel 1772 col titolo in parte
cambiato.
2. La epifania degli Dei appo gli antichi. Na~
poli 4788.
La stessa operetta nel 1819 fu riprodotta in
questa capitale con alcune aggiunzioni.
3* Illustrazione di un antico vaso trovato nelle
mine di Locri. Napoli i79i *
4. Supplica^ per la quale chiede umilmenie a sua
Maesthj ofu si degni concedetgH la soprantendenza
77
ddt archivio delta i^gia Zecca. Napoli 1795. Mi-
chele Arditi per se medesimo. GiutUa alia supplica
precedente. Napoli i795.
5. Dissertazione in sostegno del dritto del prin-
cipe di Bisignano sulla difesa denominata di Ar^
none. Napoli i796.
6. Esame deUitoli^ in fo^a de^ quali ha la dut^
cal casa di Monleleone spogliaia del regio demanio
le universita di Monteleone , e di Mesiano* Na-*
poll 4805.
7. II porlo di Miseno. Napoli 4808*
8' Giudizio di una vecchia carta ^ che il comu*
ne del casal di Principe ha prodoila nella suprema
commissione feudale conlro il duca di S. Arpino ,
e alia casa del re. Napoli 4810.
9. Lettera al conte Giuseppe Zurlo intomo al
ducale del re Ruggiero. Napoli 4842. In questa
lettera ei promise di dare alle stampe un' opera sua
riguardante la numismatica della mezzana etk di
questo regno , ma siffatta opera non fu mai pab->
blicata.
40. Moneta da hatlersi a perpetuo monumento
della regale amnistia. Napoli 4845.
44. V ermaiena^ o sia la impronta da darsi al
geltone della regal societa. Napoli 4846.
42. Ulisse^ che giunto nella Sicilia si studia d!im-^
briacar Polifemo. Napoli 4847.
43. La legge Petronia illustrata col mezzo di
urC antica iscrizione rinvenula nelV anjiteatro di Pony*
pei. Napoli 4847.
44. II Fascinoj e ranmlcto contro del Fascino
presso gli anlichi. Napoli 4825.
45. Le tessere gladialorie. Napoli 4832. Se ne
fa menzione in mi articolo del giornale arcadico
di Roma torn. 65 pag. 196.
78
Oltre quest! libri pubblicati , Arditi ne ha ri-
masto inediti diversi altri , il catalogo de' quali
pu6 leggersi presso 11 Giustiniani (memorie degli
scrittori legali Yol. 3 pag. 232 J , e presso il Bo-
nucci ( guida di Pompei. Napoli 4830 pag. 9 ).
Fin da' primi giorni dell' anno 1 838 il nostro
socio s' infermd , ed abbenchfe fosse presidente del-
r accademia nh V interTenne pin , nh piii asci di
casa, finchfe nella notte de' 23 aprile dell' anzidetto
anno , fu chiamato agli eterni riposi. Alle sue co-
gnizioni 1' Arditi accoppiava ottimo cuore, special-
mente nel beneficare in tutte le maniere , ed a lar-
ga mano i bisognosi. Fu raccoglitore esimio dalla
sua pill yerde eta di libri , e di manuscritti riguar-
danti precipuamente la sioria patria, ed ayea una
biblioteca pregevole per siffatti acquisti , e per al-
tri scelti libri, di cui era abbondantemente prov-
veduta.
Attellis (de) Francesco marchese di S. An-
gelo sorti la sua nascita in Campobasso a 4 gen-
naio del 1 736 , ed ebbe per genitori il marchese
Giuseppe , ed Ippolita Vignoli. Ancor giovauetto
fu inviato in questa capitale , oye fu educato , ed
ebbe per maestri il Genovesi nella filosofia , e Pa-
squale Ferrigno nella giurisprudenza. Goltiv5 per6
in preferenza gli studi archeologi, ma era istruito
in vari altri rami dell' umano sapere. Fu 1' amico
intrinseco di Giuseppe Maria Galanti , e f u nomi-
nato socio dell' accademia nel 1808. Egli pubblic6
vari opuscoli in epoche diverse ; ma il suo libro
piii importante e quello de'Pnnctpti della Civiliz-
zazione de^ Selvaggi d! Italia stampato in Napoli
Delia tipografia Simoniana nel 1805, e 1807. Di
quest' opera ne furono impressi i due primi volu-
mi , e la morte dell' autore awenuta nel di 1 6
19
marzo 1810 impedi di pubblicarsi il terzo gia io-
talmente terminato , chc conteneva lo stalo antico^
ed attucde del Sannio , argomento molto interes-
sante per la storia padria.
Con ricerche nuove, ed erudite il nostro accadle-
mico ayea procurato d' illustrare siffatta regione
assai famosa tra gli antichi popoli. Sventurata-
mente questo layoro molto piii rilevante de' yoItu-
mi pubblicati , e quasi del tutto perfezionato h
rimasto inedito.
Ne' due volumi dati alia luce dopo yarie pro-
fonde iudagini \ autore si sforza di dimostrare
quali furoDO i fondatori della ciYilizzazione de' pii-
mitivi Italiani. Secondo il suo ragionamento , h
da credersi , che fossero stati i Fenici , i quali ar^^
riyati in Italia dopo le diyerse conquiste yi spar-
sero la loro fayella , la religione , ed i eostumu
Quindi guidato da diyerse autorita di antichi scrit-
tori percorre quasi tutte le contrade marittime Ita-
liche, rayyisando da per ogni doye parole deriyanti
dalla lingua Fenicia , le loro d^ita , i riti religio-
si , le costumanze , le arti , ed altre simili cose.
AvELLiNO - Francesco Maria sorti i suoi na-
tali in questa capitale nel di 14 agosto del 1788
dai genitori Gioacchino, e Rosalba Barba. II pa*
dre essendo un yalente architetto assai di buon' ora
prese tutta la cura , perche fosse istruito nelle
belle lettere , e nelle scienze da ottimi maestri ,
come esegui , non trascurando la piii minuta dili-^
genza , ne badando a spesa qualunque per poterli
rinyenire tra i piii dotti. Diresse specialmente gli
studi del gioyanetto Ayellino il rinomatissimo Gio-
yanni Andres , in unione del quale egli fece anche
una gita in Roma , per istruirsi maggiormente , e
/
80
per conoscere da vicino quel magnifici monumenti
antichi , e moderni.
Dopo aver'appreso la giurisprudenza si diresse
per lo esercizio del Foro , ma ben presto ne fu
distolto , giacchfe nel 1 807 fu impiegato nella cosl
delta allora segreteria di stato , e qaindi abban*
donata questa carica , fu aggregate come socio or-
dinario all' accademia di storia , ed antichita nel
1814, e nel mese di marzo del 1815 fu nominate
professore di lingua greca nella regia uniyersita.
Nello stesso anno 1815 essendo egli libero da al-
tri incarichi letterari, continuando ad occupare la
medesima caitedrk nella universitk , intraprese nuo-
yamente F esercizio dell'avvocheria, e fu in seguito
prescelto per uno de' componenti la camera di di-
sciplina degli avyocati. Essendo stata poi nel 1821
abolita la cattedra di lingua greca ei occupo per
poco tempo quella di economia pubblica , e quindt
passo ad insegnare le istituzioni di dritto civile
pella medesima universita , quale cattedra tuttora
ritiene. Fu da prima eletto segretario perpetuo
deir accademia Pontaniana in luogo del defunto
I^apoli-Signorelli , ed indi delta regal societa Bor-
bonica: nel 1828 fu decorato della croce dell' or-
dine cavalleresco di Francesco I , e nel 1832 fa
nominato segretario perpetuo della regale accademia
Ercolanese in vece del Carelli , ayendo lasciato di
essere segretario della societa Porbonica. Nel meso
di febbraio 1840 fu prescelto per socio corrispon-
dente dell' accademia delle inscrizioni , e belle let-
lere di Parigi, essendo stato nel mese di norem-
bre del precedente anno 1839 incaricato della di-
rezione degli scavamenti pompeiani, ed ercolanesi,
e del regal museo in luogo del marchese Arditi.
81
Egli h autore de' seguenti Hbrl :
i. In Ariadnes augusta^ numnmm commeniariusm
Neapoli 4804.
j2. M. Accii Plauti caplivei cum commenlario^
Neapoli i807.
3. Giomale numismatico. Toinp i. Napoli iSii.
Del tomo secondo ne pubblico fogli 8 nello stesso
anoo 1811.
4. Elogio di Pietro NapoliSignorellu Napoli iSiS.
3. Elogio di Fedele Fenaroli. Napoli 48i8»
6. DeUe lodi delfu re Ferdihando L Napoli 1825,
7. Opuscoli diversi vol.3. NapoU 1826 1833 1836.
8* Osservazioni sopra un libro intUolato: In sa--
era nonnulla Pompejorum commentaria duo Ray-
mundi Guarini. Editio altein auctior^ atque cmenda"
tior. Napoli 4831.
9. Nel24 ottobre 1831 fu disotterrato in Pom-
pei Delia cost delta casa del Fauno ua pregevolis-
simo musaico lungo palmi Tenti , ed alto dieci
circa. AvelliDO fu il primo dopo pochi giorni a
pubblicarne iiel giornale officiate di NapoU una
breve illustrazioDe , ed opioo , che nell' indicate
musaico eravi espressa la battaglia data da Ales-
sandro il grande ai Satrapi del re di Persia su le
rive del Granico , quale opinione h stata iudi se-
guita da Caialdo lanuelli , Bernardo Quaranta ,
Carlo Fea, Antonio Niccolini, e da Raoul Rochette.
10. In Francisci Carellii nummorum velerum Ita-
liae descripUonem adnotationes. Neapoli 1834.
11. Descrizione di una casa pompeiana, Napo^
It 1837.
Altre memorie , orazioni , e dissertazioni tro*
vansi date alle stampe dal medesimo in. fogli vo-
lanti, o veggonsi inserite ne'volumi degli'atti del-
r accademia Ercolanese , e della Pontaniana , cb-
6
82
me anche nel giornale enciclopedico di Napoli , nel-
V opera inlitolata : monumenii atttichi inediti , e
nelle illustrazioni di divers! oggetti sistenti nel real
miiseo Borbonico.
Aula - SalvatoriI a 22 aprile del 1718 fu dato
alia luce in Napoli , ed i suoi gemtori furono
Gio: Battista, ed Elena Calif ano. l^li terniino di
Tivere in quedta capitale nella eta di anni 64 me-
si 4, e giorni 5, e subito dopo la sua morte ne
scrisse la yita in latino elegantissimo il Giampitti ,
che pubblico nel 1 782 , e che troyasi ristampata in
fine del Gornelio Nipote ad uso del seminario Ur-
bano di Napoli, onde seryir possa di modello a quei
giovani alunni . Ne' Ritraiti Poetici pubblicati dal col-
tissimo mai'cliese di Yillarosa leggbnsi anche molte
interessanti notizie biografiche dello stesso illustre
letterato. lo dunque aggiungerd qui poche cose
alle gia dette dal Giampitti e dal Yillarosa , e pri-
ma d' ogn' altro h a sapersi , che il nostro Aula
diede alle stampe nel 1761 una breve relazione
della vita di Gio: Battista Fusco , ove risplende
la somma pieta dello scrittore riunita ad un puro
stile nel nostro idioma: e nel 1777 altro raggua-
glio pubblico della yita del servo di Dio Michele
d'Alterio sacerdote, in cui si ammira I'autore non
meno perito nella lingua nostra , che edificante.
Essendo egli socio pensionista della gia regale
accademia delle Scienze, e B. L. di Napoli, pro-
pose in una tomata accademica il seguente quesi-
to : perelib mat appo gli antichi Romani pervenuta
fosse V agrieoltura a tanto alto grado di stima^ a
quanto si sa che giunse ? ( atti della R* Accade--
mia delle scienze^ e belle /e^^ere pag. 33 J. Propo-
sto questa tema , che fu generalmente applaudito,
il nostra accademico si accinse a comporre una
83
dissertazione su tale argomento , che scrisse , ma
preyeouto dalla morte non ebbe tempo di leggerla.
Di questo suo lavoro per6 si da un luDgo estrat-
to negli atti delP accademia ( pag. 58 ) , d' on-
de si rileva la somma dottrina , ed erudizione j
di cui era a dovizia fornito V autore. Ed a que-
sta dissertazione senza dubbio debbono riferirsi le
segueDti parole del surriferito di lui biografo Giam-
pitti : sed vix urticam pro academico penso disserta-
tionem elucuhravit^ quam Alexandra Mariae Cale-
phato episcopo Uriiano transmisisse fando tnaudi"
vimus.
Tra alcuni ritratti di uomini illustri, che si con-
servano nel cennato Seminario t' e quello di Aula
con questa inscrizione al di sotto : salyator avla
SEMINARII NEAPOLIT. ALVMNVS ANNOS XXXVI ELOQVEN*
TIAE PROFESSOR IV. YERO PROfii^CTOR ANIMI PIETATB
NORYU INNOCENTIA AG MYLTIPLICI ERYDITIONE LON-
GE ANTE^OMNES PRAESTANTISSIMYS ADOLESCENTES HYG
GOLLECTOS AD SANGTIBfONIAE ET LITTERARYBf STY-
DIA CONTINENTER AD EXTREHYII YSQYE SPIRITYM VER-
BIS SCRIPTISQYE INFORMAYIT. NATYS X. KAL. MA-
IAS SIDGCXYIII. DENATYS YI. KAL. SEPT. MDCGLXXXII.
II Campolongo r sepulcr. amicab. part, i pag,
147 ) scrivendo del nostro accademico lo chiama:
sacerdotis ingenii vere didssimi.
Bapfi - Pasquale nacque agli 1 1 luglio del 1749
nel Gomune di S. Sofia distretto di Rossano in
Calabria da Serafina Baffi , e Giovanni Andrea. La
sua famiglia h di origine greca emigrata cogli Al-
banesi , che in epoche diverse dal 1461 ^ in poi
vennero a stabilirsi in questo reame. In una lapi-
da del sepolcro gentilizio di sua casa situata in-
nanzi all'altare maggiore della chiesa di S. Atta-
nasift in S. Sofia vedesi lo stemma del di Ini le-
84 ^
gnaggio conslstcntc in una pianta di fava , legu-
liie , che in lingua albanese si chiama baf.
I primi studi furono da esso faiti nel collegio
Italo-Greco di S. Benedetto UUano , fondato nel
1 734 per la educazione degli Albanesi dall' im-
mortale Carlo III , ove da monsignor Archirpoli
fu ammesso in qualita di alunno, ed ivi con ma-
raviglioso successo coltivo in particolare le linguc
greca , e latina , e nella eta appena di anni di-
ciotto fu eletto maestro di lingua greca della sua
camerata. Per supplirsi alia mancanza della pub-
blica istruzione prodotta dalla soppressione de'PP.
Gesuiti furono ricercati de'giovani istruiti,ed al-
lora, fu ch'egli, compiuto il corso scientifico nel-
I'anno 1769, usci dal college o, e fu mandato ad
essere esaminato in Cosenza^ dove dopo un con-
corso pubblico merit^ la cattedra di lingua greca,
e latina in Salerno con dispaccio del di 4 novembre
1769. Intanto essendosi conosciuta la di lui perizia
nelle lingue dotte, con altro regal rescritto dellS
ottobre 1773 fu nominato maestro di lingua latina
superiore , e di lingua greca nel collegio militarc
della Nunziatella di Napoli. Fu di poi nel 1779
prescelto per socio residente dell' accademia delle
Scienze , e B. L. precedente parere della stessa
accademia sul di lui sapere , cosi espresso : Non
ha puhblicata opera alcuna , ma h valentissimo Jxlo-
logo. Intende la diplomatica colla felice circostan-
za , che lungi dalV aver bisogno di occhio prezzo-
lato di uomo , che legge le antiche carle , ei da
se slesso disceme qualunque carattere antico. Indi
con altra disposizione sovrana del 3 gennaio 1 786
gli fu conferita la carica di bibliotecario della cen-
Data accademia, e nel di 25 dicembre dello stes-
so smjXQ fu destinato per uno de' tre bibliot#cari
85
della regal biblioteca ora deoominata Borbonica.
Nel 1787 volendo il re, che si formasse ua'esat-
ta statistica patrimoniale della cosi delta Cassa,
sacra , con dispaccio del 9 gennaio 1 787 della se^
greteria di siato della Guerra fu il Baffi incaricato
a riordinare tutte le carte appartenenti ad essa ,
con dovere in seguito interpetrare , e riassumerje
tutte le antiche pergamene, da senrire alia forijia-
zione della iodicata statistica. Per siffatto disinv-
pegDO si conferi allora in Gatanzaro , e per to spa-
zio di molti mesi si occupo iyi della esecuzione
delle sovrane disposizioni. In questo medesimo anr
no 1 787 fu nominato accademico {Ircolanese , e fyi
particolarmente scelto pel travaglip riguardante i
papiri greci rinvenuti nello scavamento di Ercola-
no , e fu senza dubbio ui^o. de' quattro soci , cui,
fu afiidato tal incaiico, di che e parola nella let-
tera dedicatoria preni<essa al volume de' papiri pubr
blicato nel 1793.
In seguito con ahro re^al rescritto del 9 mag-
gio 1792 fu destinato ad interpetrare trenta per-
gameue antiche tr.ovate nelP ^rchivio della regal
ehiesa della Maffione in Palermo , ed altre molte
pergamene e diplomi si greci , che latini , al cb.e
fu da lui esattamente adempiuto.
Quanta riputazione egli acquistato si ayesse in
siffatti studi non solo in questo regno , ma presso
gli esteri ancora, puo agevoln^enle conoscersi da
vari autori, che di lui lian parlato con molta lo-
de. Gosi Niccola Schow nel libro intitolato: epi-
siolae criticae stampato in Roma nel 1790 nella
pagina 52, e 63 , Arnoldp Hecren nella prefazipne
del Ubro col titolo : Hohaci ecloQae phisicqe gr.
lat. Gottingae i792^ Gristofaro iiarles nella pre-
fazione al 4 lomo della nuova ediziiQue della Bt-^
\.
86
blioteca Greca del Fabricio pag. 8 , ed 11 mede-
simo Harles in altestato della sua riconoscenza per
i lumi , e notizie de' codici greci ms. della regal
biblioteca di Napoli , il di cui catalogo gli fu co-
municato per ordioe di S. M. , dedied al Baffi il
terzo tomo della sua opera : IntroducUo in histo-
riam linguae graecae stampato in Altenburgo nel
1795. Luigi Lanzi prefetto del museo di Firenze
nel libro, che diede alia luce nel 1787 col titolo:
Saggio di lingua elrusca^ parla con encomio del no-
stro accademico , e similmente di lui scrissero il
cayaliere Seimburm , Federico Minter professore di
leologia in Copenaghen , ed altri. Si conservano
tuttora presso la sua famiglia le leitere autografe
di diyersi illustri scieoziati esteri , che fan chiara
testimonianza del di lui merito: e queste sono di
Davide Buknkenio, d'Anse de Yilloison, Arnoldo
Harles, Niccola Schow, Giuseppe Colleia, laco*
£0 Morelli , Bechetti , Angelo Bandini , Federico
Tinier, Giorgio Zoega, De la Rocquette, e di altri.
Tra nostri poi , che con elogio banno scritto
di lui bastera rammeotare tre insigni personaggi ,
cio& Luigi Serio , Carlo Rosini , c Gaetano Rin-
forzi-Carcani , de' quali il primo parlaudo dello
stesso ( rime part. 2 pag. 39 ) , e di altri eru-
diti dice :
Per le lingue 07*ientali
Dian veloce inclita prova
Baffi •
II secondo poi istruitissimo specialmeote nella
lingua greca, e non facile nel lodare altri, iu una
sua lettera aut^^j^rafa riguardante la irascrizione ,
ed interpetrazione di alcuni antichi papiri greci in-
8r
yiata al Baffi nel 15 settembre del 1787 cosl gU
^crive : Rimanendo, fermo V appuntamento per aor
mani al giorno , vi anticipo qveslc tra^criziont , ac"
cib, anticipatamente^ e maturamente' le consideriatey
e poi prima di veder la mia traduzione mi possiate
far sapere il voslro savio sentimento , perchb * da
molti luoghi io non ne traggo un sentimento affatto
chiaroj e spicciato^ quanlunque la lezione mi pata
assicuraia. Potrebbe forse^ e senzaforse saltarvi Ugli
occhi alia prima cib^ che io finora non ho capitOy
e mi pare sconmsso: Tanto attendo dalla vostra
somma perizia , ^ non minore bonta.
Finalmente il Garcani ( antologia greca vol. 1
p. 34 della prefazione ) scrivendo ael med,esimQ
Io cbiama uomo fomito delle pvi belle cognizivni ,
e versato quanto mai nella lingua greca, Egli finl
iHfelicemente i suoi giomi nel di 14 noyembro
del 1799.
Benchfe il Baffi Taleniissimo. pelle lingae dotte
avesse molto scritto, pure di lui non abbiamo, che
iin solo, libjro ineditoi Quiadi fondatamente deve
supporsi , che gli altri ms. gli furono forse invo-
lati nel 1799. II libro rimasto h una gramatica
greca con questo titolo : Nova , et facilis gfxiecao
linguae discendae , docend(^eque methodus ex intima
ejus analogia deducta ^ et a grammaticorum tricis.
vindicata,,
Di questa parla Niccola Schow in una lettera
scritta al Baffi da Roma il 29 aprile 1 789 , nella
quale gli fa le piii grandi premure , accid stam-^
passe la sua Bella gramatica greca,
II canonico Francesco Ferrini maestro di lingua
greca nel seminario di Capoa, scrivendo al me4e-
simo in data del 12 febbraio del 1794, gli dice di
avere introdotto in quel seminario V impareggidhilo
88
di lui metodo per la lingua greca second o le sue
regole ........ tutto va felicemente , la gio-
venta se ne trova conLcnta^ e ne ricava projitto . •
Aspetto con impazienza la vostra gramatica greca:
sollecitatene y vi prego ^ V edizione.
Abbiamo un piccol saggio del di lui elegante
stile latino in una lettera del medesimo Bajffi diretta
all'Ignarra nel 1773, epubblicata negli opuscoli di
Gostui pag. 327. Da questa lettera si rieaTa benan-
cbe che egli avea scritto in lingua greca compo-
uimenli per le yittorie riportate dall' armata di
Russia sopra i Turcbi dal 1771 in poi.
II coote Gregorio Orloff ( memoires sur le ro-
ymmie de Naples torn. 2 pag. 385 J scrive del
Baffi con quoslo elogio : Ceiaii peut-6tre le plus
habile hclleniste de VEurope , ed assicura benan-
dbe, che il medesimo avesse tradotti, e pubblicati
i manuscritti greci di Filodemo rinvenuti in £rco-r
lano , ma in cio s'inganna il dotto conte Russo,
mentre non v'e questa traduzione particolare ese-
guita dal Baiii. Solamente puo con fondamento
dirsi , eke il medesimo come accademico Ercola-
nese, ed. uno de'quattro soci incaricati avesse molto
eontribuito. , come io credo , al supplemeuto , tra-
dus^ione, ed illiistrazione de'papiri greci di Filo-
demo pubblieali nel 1793 , come si e acoennato
di sopra , e per quanlo si rileva dalla gia ripor-
lata lettera del Rosini , e da altre lettere dello
stesso, che da me si conservano. In una special-
mente del 1 febbraio 1792 il Rosini rimelteodogli
vn foglio di papiri da stamparsi, gli dice, affin-
chd lo rivegghiaie non solo per la covrezione della
stampa^ ma ancora di tutla la materia^ ricordan--
dovi sempre esser V interesse comune.
Dc la Lande ( Voyage en Italic Yverdon i787
89
to). 5 pag. 466^, parlando del nostro aocademico,
assicura , che lo stesso si stava occupando del ca*
talogo de'maDuscritti della biblioteca del gia mo-
nistero di S. GiovaDni a Carboaara , e della tra-
duzioDe del comeDtario di Ermia sul Fedro di
Platonc col testo, e con bote. Su di ci5 fa d'uopo
couoscersi , che nel catalogo de' ms. greci della
regal biblioteca Borbonica pubblicato in NapoU
nel 1832 composto dal nostro collega Salvadore
Cirillo nel vol. 2 pag. A59 sta detto , che il Baffi
intraprese la pubblicazione del comentario di E?'-
mia sul Fedro di Plaione^ che egli avea gia tutto
trascritto , fornito di varianti , ed in gran parte
anche tradotto. Siffatto comentario fu da lui co-
piato da un codice della biblioteca Farnesiana, e
da un'altro della biblioteca di S. Giovanni a Car-
bonara , i quali ora si conseryano nella biblioteca
Borbonica.
In questa stessa regal biblioteca esiste tuttora
un gran numero di copie di pergamene greche estrat-
te dal Baffi dagli originali sistenti nell' archivio
del monistero della SS. Trinitk di Cava coUa di
lai traduzione latina.
Basso-Bassi - Gio: Battista nacque in Toscana
al dir del nostro Napoli-Signorelli ( vicende della
eoltura delle Sicilie vol. 8 p* 46 ediz. 2) , come
nlevasi bensi dallo stile de' suoi componimenti , e
da una lettera autografa, che da me si conserva;
ma in qual citta, ed in qual'epoca non mi e riu-
«cito di sapcre. Fece lunga dimora in questa ca-
pitale , ma quando fosse trapassato precisamente
s'ignora. Credo, che cid avvenisse verso il 1796,
giacchfe nel noUziario delta Corle di Napoli sino a
queir anno ritrovo scritto il di lui nome tra gli
accademici Ercolanesi. A questo proposito si ve-
90
riQcs^ ciocch^ scrivea il rinomatissimo Apostolo Ze-
no al celebre Salvino SaWini , che si hanno piu
facilmente le notizie di chi morl due , p tre secoli
fa J che di chi b mortq V gltw jeri(Lettere di Ze-
no voL 2 pag. 465 ediz> vemta del 4785 ),
II nostro BassQ-Bassi poco dopo della istituzio-
ne deir ^ccademia Ercolan^se , che avvenne nel 1 755,
come si e detto , fu nominato uno de' XV soci ,
e ci5 dpyette accadere circa il 1759 , mentre in
questo anno ne mancarooQ due , ciofe il Bayardi
^e pari! per Roma, ed il GastelU , che Irapas-
^6, Dopo la morte del dottissimo Pasquale Car-
cani segretario perpetuo dell' accademia avyenuta
nel 1 783 fe a supporsi , che disimpegno le veci
di lui il Basso-Bassi , mentre nella ripristinazione
della stessa accademi^ del '1 787 sta prescritto , che
/* abate Basso-'Bassi conlinuera a fare le funzioni
di segretario , ma essendo di poi stato proposto
dair accademia Francesco Daniele , questi fu con-
fermato da S. M. (vedi il vol. 13 delle pramma,-
tiche edizione del i805 pag. 74 ^n.
Nella istallazione della regale accademia delle
scienze , e belle lettere seguita nelV anno 1 779 Bas-
^ so-Bassi fu nominato ancbe socio onorario nella
classe riguardante I'alta antichita.
Oltre la parte, ch'ei contribui ne'lavori accade-
mici , il medesimo ha dato alia luce i seguenti
opuscoli.
i . Applausi poetici per le nozze delle loro Mae-
sta. Napoli 1768> Nella dedica trovasi scritto, che
il Basso-Bassi compose la poesia deacon. Egliavea
composto un' epitalamio a rich^esta di Francesco
Daniele , come appare dalla di lui lettera autogra^
fa di sopra citata , ma sifiEatto componimento era
stato scritto per le nozze che^ cdebrar si doveano
/
91
tra il re Fetdinando IV. , e F arciduchessa d' Austria
Maria Giuseppina, matrimonio ohe poi non segui
Jier la morte di costei^ e quindi I'epitalamio non
il pu))blicato.
X* II Calvario poema di Giovanni Ranieri Ror-
strelli colle note di Gio: Battista Basso-Bassi. No-
poli 4117. Egli premise a ciascun canto gli argo-
menti in verso, e sottopose alVintero poema del-
le sensatissime note scritte con eleganza, e ripie-
ne di erudizione sacra , e profana , che dimostra-
na chiaramente la somma di lui perizia nelle lin-
^fe dotte 9 e per queste note specialmente si ren-
de pregCTole 1' indicato poema.
3. Nella raccolla per le nozze di Filippo Gae-
tani principe di Teano con Elena de' principi AU
bani pubblicata in Roma nel 1779 v'e un compo-
nimento drammatico intitolato : Pallade Pronvba di
Basso-Bassi.
4* Per vn gatto del si^nor conte di Wilzeck
canzone.
5. Israelis liberation sive Esther dramaticum car-
men colla traduzione in versi iialiani. Oratorio da
cantarsi per la solenne commemorazione d^ defonti
nel tempio di S. Maria degli Angeli detto ad Echiam
nel i e 2 giorno di novenibre. Stampaio in Napoli
in 8.^, ma senza data, come la precedente canzone.
Varie altre di lui rime trovansi pubblicate in
alcune raccolte , ed in diversi libri , le quali . ab-
benchd poche , non lasciano pero di esser tenute
in pregio, rayvisandosi in esse purita , ed eleganza
di dire con nobilta di concetti.
II chiarissimo Campolongo ( cit. op. pag. 97 )
scriyendo del nostro accademico dice : Summm vir
in omnibus , et in pocsi melica praecipue.
Bat AMI - Ottayio Amxomo nel 1 giugno del
92
1695 vide la luce del giorno in Parma, e ben pre-
sto s' indirizzd per lo stato ecclesiastico , quindi
ancor giovinetto fece passaggio in Roma , eve y
compiti gli studi , fu eletto protonotario aposto-
lico, referendario delle segoature, goyematore di
Benevento , e consultore de' sagri riti.
Ei godeva I'opinione di uomo eradito, e quindi
fu nominato socio di yarie accademie. Questa di
lui opinione fece si , ciie il marcbese Fogliani suo
largo pareute , e primo segretario di stato lo pro-
ponesse al re Carlo III, per illustrare le anticb^'
scoyerte in Ercolano , di che il re si mostra^
sommamenle ansioso. II Bayardi si condnsse in
questa capitate nel 1747 con una pensione di du-
cati 5000 annui , c colFesser fornito a spese del
re di tutt'i libri necessari all'uopo. Tutte le gaz-
zette del tempo , e gli eruditi tutti fecero gran
plauso a tale scelta , e con sommo desiderio at-
tendeyano di vedere comentate le disotterrate an-
ticaglie , ma dopo cinque anni uscirono alia luce
prima 2 tomi , e poi aitri 3 cbe in tutto forma-
vano cinque grossi volumi in 8.** intitolati: Prodro^
mo delle Antichita di Ercolano •
L' autore con erudizione in questi yolumi s'in-
trattenne a descriyere minutamente la yita di Er-
cole sino all'etk di anni 24, discutendo tante que-
stioni con noiosa lungheria, e scrivendo nel V to-
mo, cbe altri volumi dovea impiegare per terminare
la vita di Ercole, e quindi venire alia fondazione
di Ercolano. Ci6 diede oecasione a quanto accad-
de al Bayardi dopo la pubblicazione del Prodromo^
e del Catalogo delle Antichita awenuta nel 1755,
di che abbiamo gia scritto di sopra.
Intanto , istituita F accademia Ercolanese nel
1755 ei fu uuo de'soci ordioari ddla stessa, e non
95
gik onorario^ giacctife I'accademia allora era com-
posta di soli XV soci ordinari senza potersene
ammettere altri sotto diversa denominazione , co-
me dinanzi si e detto , ma, essendo il re Carlo
partito per le Spagne nel i 759 , eredette sano con-
siglio il Bayardi ritornare in Roma , ove dopo po-
chi anni trapassd.
Egli , oltre le opere gia enunciate , promise di
pubblicare per mezzo di Marco Lorenzi tipografo
napolitano una raccolta di sue lettere erudite in
sei volumi in 8.° indirizzate al cardinale Angelo
Maria Quirini , ma di questa sua raccolta il solo
primo volume usci alia luce nel 1755 , che com-
prende sei lettere.
II dotto biografo conte Mazzucchelli scrive un
articolo del Bayardi, e lo chiama ( scriUori d' Ita-
lia vol. 2 part. 1 p. 69 J chiarissimo letterato vi-
venie non so con quanta ragione , mentre siffatto
articolo, fu scritto dopo il 1755, quando era gia
noto il sapere del Bayardi. Altro articolo bio-
grafico ne fa il nostro Soria ( cit^ op. vol. 1 pa-
gina 54 ) , e ne parla con maggior accuratezza ,
il quale assicura , che contro il Prodromo anzidetto
compose una sensata , e forte critica il valentissi--
mo giureconsuho , e jilologo Girolamo Giordano , che
non si pubblico per le stampe , ma ad esso So-
ria fu data a leggere dallo stesso autore.
II fVinckelmann ( cit. lett. pag. 61 e 62 ), par-
lando del catalogo dfS monumenti pubblicato dallo
stesso Bayardi^ ne rimarca diversi errori , e finisce
con dire , che 1' autore confonde spesso nella sua
descrizione lefemmine cogli uomini* Lo Zaccaria poi
( cit. op. vol. 5 pag. 227 ) scrivendo de'due pri-
mi tomi del prodromo, dice, che V espettazione del
mondo letterario^ che altendeva le anlichita d^ Er-
94
colano spiegate , vedendosi delttsa con qucsti due
iomi^ e con gli altri piu^ che vengonci daWaulore
promessi^ ha presso gli eruditi notabilmente pt'cgki-
dicalo al merito di questo Prodromo*
Gal\' - Vincenzo figlio del marchese di Villa-
nova Filippo Maria, e di Orsola Traffieri ^ nacque
nel Comune di Arienzo il di 16 luglio del 1741,
e nella sua piii tenera eta entro nel seminaiio Ur-
bano di Napoli, incamminandosi per lo stato chiesa-
stico, Quivi apprese le lingue dotte, e le scienze
da ottimi maestri, ma i suoi studi furouo direiti
specialmente dalFIgnarra, e dal Mazzocchi, de'quali
in seguito divenne il piii stretto amico* Ordinato
sacerdote nel 1765 si applico interamente alia Teo-
logia , ed alP amena letteratura. Quindi nel 1793
fu nominate canonico del duomo, nel 1797 acca-'
demico Ercolanese , e nel 1805 fu innalzato alia
sede arcivescovile di Sorrento. Qui, facendo uso di
una grande parsimonia pel suo mantenimento , tut-
to il danaro proveniente da quella chiesa , e dai
suoi particolari fondi fu impiegato in soUievo di
quella diocesi. Trovo 1' episcopio in uno stato si
ruinoso, che fu obbligato a prendere in fitto una
casa per potervi abitare , e percio le prime sue
cure furono a rifare quasi interamente il palazzo
arcivescovile , per lo che spese piii migliaia di du-'
cati. Un migliore ordine di studi stabili nel se-
minario, specialmente per la scelta de'libri nello
insegnamento di quella gioventii , vi apri una
scuola di lingua greca , che mancava , e rifece
tanto il seminario , quanto la cattedrale. Nel Co-
mune di Meta fondd un orfanotrofio per le don-
zelle povere corrispondendo la meta della spesa per
quanto loro occorreva. Provvide anche la chiesa
metropolitana di parati giornalieri, e pose in or-
95
dine I'archWio arcivescovile. In mezzo atantecure
pastoral! non trascuro ramena letteraiura, giacche
egli raccolse da tutt'i paesi della diocesi i marmi
antichi scritti, e li fece incastrslre nelle mura del
suo episcopio. Pensava anche di scmere una sto-
ria di Sorrento, e de'luoghi piii rimai'chevoU della
diocesi , ma non ebbe teinpo di farla.
Nel ritorno felicissimo in questo Regno delle
armi Borboniche fa il Cala nel 17 giugno del 1815
prescelto per uno de'componenti la Giunta Consul-
tiya , e nel giorno 3 del mese di luglio dello stesso
anno fu da S. M. eletto suo cappellan Maggiore
in considerazione ( sono parole del regal rescritto )
delV esimia pieta^ e vasta dottrina^ unite ad una sin^
golare prudenza^ e ad una sempre edificante condotta.
Pocovisse egli in quesla carica, giacche nel 1817
attaccato da una febbre maligna dopo Qlto giomi
pass5 agli etemi riposi nel f maggio, e nel di se-
guente il di lui cadavere fu trasportato in una cap-
pella gentilizia di sua famiglia sita nella chiesa di
S. Carlo delle Mortelle. Un funerale si celebrd in
Sorrento in onor del medesimo a spese del capi-
tolo , e del seminario. Ma siccome il defunto avea
prescritto di voler essere sepolto in Sorrento nella
tomba de' suoi antecessor! ; quindi , saputosi ci5,
quel capitolo spedi quattro canonici in Napoli, i
quail imbarcata la cassa contenente il di lui cada-
vere si diressero per Sorrento. Avendo quella po-
polazione appena scoterta la funebre barca, si af-
foUo suUa spiaggia maritlima, oye si condusse il
capitolo, e Fintero clero, per accogliere Testinto,
ed amato pastore. Ivi arrivato fu ricevuto con lagri-
me di tenerezza da tutti , e specialmente da'poye-
relli , che solera largamente , e continuamente sol*
M
soeio deir«ecadeiiiia dtlh science, e B. L. nelU
elatae deir alta aniichiia.
n Can^loago fu elegante poeta italiano , e co-
Bosoitor profondo delle lingue doite. Le di liii ope-
ra perd pill applandite dal mondo letierario seno :
La Mergellina , il Proieo , La Galleide ^ e la Po-
l^emtide. II nostro Talenie poeta latino Filippo di
Martino ne parla con molta lode , e neritamefflte
aoiive di kii (^ Hirpini poStae in Germanum p. 41):
Non Mergelline , ProUut , Galleis ; ai Mtnmn
Nee Polyphaemeis noia 9onora suam ?
II Napoli'^Signorelli ^ ck* op. delta oelimra delle
Sicilie vol. 7 pag. 2ii3 J^ acnvendo dello atesao^
h di aTviao , che le quattro opere indicate baati-
no a Ttndtrlo degno del nome di poeia illuslre. Lni^
gi Serio giudice competente di aiSatti oomponi*-
aMti COS! cant6 di lui nel ditiramiM) Bacco m Mer-
geliina pag. 30 :
Chi dfi carmi al novo Dio
Eguagliarsi mat potrk ,
iSe iaprh ,
Cfi to qui veggo a tuitc V oft
II mirakile seriUore
Delia gran raursMMiDB ,
Che vol forse mezza Eneide ?
JFinalmente anche il dotto yiaggiatore aredese
Bioernalaahl ( oit« op. vol. 2 pag. 146 ) , che
vntrra «|iecislsiwte mihi oonoscenza delle lingua
-ntiche, parlando de'poeti, efilolo^ di Napoli, scri-
Te ; tkk di iuUi mmla un Juogo riguardevole Ew^
(7an^£pn|«^/ Qaifidi ia amo plauao alia
99
Poltfemeide , ed sX Proteo , e conchiude intorno a
questo secondo libro dicendo : lo credo , ch^ egli
sia il prima J al quale sia ventUo in pensiere di ten^.
iartm si scabroso lavoro,
E fuor di dubbio, che il nostro aocadeoiico a^esse
un genio perspicace , ed ingegnoso , ed avesse una
somma dottrina , e yasta erudiziooe ; ma qaalche
Tolta per sipgolarizzarsi si rendea stravaganie^ Per
la sua Poltfemeide poi egli credeva genere del tuUo
nuoYO di poetico componiaiento da esso ritrovato.
Ma in ci5 credere ei s'ingannaTa, essendo staio pre-
ceduio in simile poetica locuzione da di?er$i altri.
Capbge-Latro - Giuseppe nacque in quesia me-
tropoli il 23 setiemhre del 1744. Suo padre fu
Tommaso figlio di un secondogenito del duca di
Morrone , il quale prese per moglie M arianita Per-
relli figlia dd duca di Montestarace. Ne'primi an--
ni fu educato nd collegio della famiglia Capece ,
e quindi pass6 nella casa patema , dove sotto la
direzione del Mazzocchi ebbe per maestri Giuseppe
Cirillo, lacopo IVfartorelli , ed Antonio Genovesi.
£i nella eta di anni 21 fu nominato cappellano del
Tesoro di S. Gennaro , e dopo pochi anni fu elet-
to canonico della cattedrale. In quel tempo fu in*
caricato dal capitolo di una missione in Roma ^ ove
fu accolto con pubblici segni di stima dal ponte-
fice Clemente XIV. Trascorso poco tempo, fu pre-
scelto dal re F.erdinando ayyocato concistoriale
presso la S. Sede , ove coUa qualitk di prelato eser-
citd Tarie magi$traUire , e fu nominato da Pio VI
promotore della fade , carica che non pot^ occupa-
re per la promozione che ottenne il di 30 marzo
1 778 alia metropolitana di Taranto , e quinidi i^el-
r aprUe dello stesso ^anno dopo la consagrazione
passd a governare quella chiesa.
Fu iriTolto neile^ srentare delV infauslissimo an-
no 1799 V fu condotto nella capitale , e rimase id
arresto prima nel Castel-nuovo , ed indi i\) quello
di S. Elmo , ma dopo 1' interrogatorio sosienuta
eon serenita , e fermezza innaozi alia Giunta di
Slato Del 23 dicembre 1800 risult5 innocente , e
fa messo in libertk. Qaei giudici dopo terminato
il dialogo nercoogedarlo gli dissero , che li avesse
raccomandati a Dio , e I'insigne prelato tranquil-
ladMHite loro rispose , pur iroppo ne avete bisogno ^
Venuio ad occupare questo regno nel 1806 Giu-
seppe Bonaparte fa egli annoverato tra i consiglie-
ri di staio , indi a poco trascelto per presidente
della sezione dell' Intemo , e quindi per ministro
di quello stesso ministero.
Istallata nel 1807 la nuova accademia sotto il
nome^di storia^ e di anlichiiii yenne egli prima no-
minato per uno de' XX soci ordinari , e di poi
presidente della medesima. Durante il suo ministe-
ro ei fondo le case di educazione per le donzelle ^
cio^ quella de' Miracoli , e di S. Marcellino , con-
tribui molto al perfezionamento della educazione
letteraria de giovani , ed alio incoraggiamento delle
belle arti. Varie opere pubbliche furono da lui in-
traprese per lo abbellimento della cittk , e , tra le
altre cose , a lui si deve la belU strada del Gi-
gante , che dalla Reggia menu a S. Lucia , essen-
do per lo innanzi molto angust^ , e disagevole. In
t]ueli epoca ottenne gli onori di grande uffiziale
, della corona , la gran croce dell'ordine cavallere-
sco allocia stabilito , fu grand' elemosiniere di cor-
te, e. direttore del museo^ e di tnttele dipendenze
a quello appartenenti.
. Nel ritoruo felieiasimo delle armi Borboniche
iadebolito nella salute si rifiutd «i replioati ordini
per ctatintiare il governo della chiesa di Taranto,
e ToUe preferire il suo tranquillo riposo a qua*
iunque onorificenza , ciocche ottenne con una cor-
rispondente pensione annua.
Le opere che ha dato alia luce sono :
-/.. Delle feste de^ Cristiani. Napoli 177i presso
Vincenzo Orsini. Fu quindi riprodotta in Roma
nel 1772.
j2. Ve hgatis et fideicommissis. Bomae i773» in 4-
3* Spiegazione delle conchiglie^ che si trovano nel
piccolo mare di Tatanto^ Napoli 1779. L'impera^
trice delle Russie Gatterina II indusse il nostro
prelato a scrivere questa operetta.
4. Memoria $u i lestacei di Taranto. Napoli 1780.
5. Std battesimo cristiano. Napoli 1782. Fu que-
sta operetta tradotta in francese dair abate Glentia-
ron. Una seconda edizTione delta stessa fu eseguita
ID Napoli nel 1817 presso il tipografo PorcelVu
6. Incaricato nel 1788 dal re Ferdinando di so-
stenere i diritti della corona indirizzo egli la di-
fesa al primo ministro Giovanni Acton , cut fu
ordinato dal re di farla stampare nella real tipo*
grafia. La seconda ediziooe di questo libro fu pub-
blicata in questa citta da Luca Marotta nel 1820.
II titolo deir opera h il seguente : Discorso isto-
rico polilido delV origine , del progresso , e della
decadenza del potere de! Chierici su le signorie lem-'
porali , con un risirelto deW istoria delle due Sici"
He. Lord Blesington, stando in Napoli, assicuro cbe
questa opera era stata tradotta in idioma inglese,
e si era data alia luce in Londra.
7. Regolarnento jisico^ e morale pel suo seminar to
di Taranto. Napoli 1789. -^
8* DtUa dausura delle reUgiose. Napoli 1801.
9. Elcgio in morle dtlla principessa creditaruk
102
Clementina arciduchessa itjhuirid. tn Napoli nellt
reak tipografia 1801.
iO. Memoi'tm deW apocino nel ietritorio di To-'
ranto* Roma 1803.
H- Elogio del sammo pontejice Pio Vt stam-'
paio nel 182& dal canonico penitenziere di Ta-
ranto Aagdo Sgara , in on libro da costui scritto
e pubblicato , che ha per titolo : Relazione delta
candotta deW arcivescovo di Taranto Giuseppe Ca^
pece-Latro neUe vieende del i799 pag. 147. In
queato libro lungameoie si parla delle disgrazie , cui
so^acque il Capece-Lairo in qaella infdlice epoca «
i2. be aniimdMe , et varia Capyciortim fortu-
na. Neavoli ioSO.
43^ Veperditum Scipionis Capycii carmen de na-
tiviUUe Domini. Neapoli ex tamdo Ubrario societa-
tis philomathicae iSoi. Fu riprodotto queato carme
nel 1S33 eon una elegante traduzione in Tern ita-
liani del chiartssimo Urbano Lampredi con tipi del
Porcelli.
i4» Elogio di Federico II re di Prussia tra-
doUo in italiano. Berlino i832 in 8.^ presso Leo-^
potdo Krause.
45. Spiegazione di una dipintvra^ che si osserva
nel timpio <f Iside in Pompei , ove vedesi un gal-
to ^ ed un mcerdote. In Napoli 4834.
Opere inedite.
4 . Elogio deir imp. Federico IL
i. CoUezione di varie onielie.
$• Pareri diversi letii nel consiglio di stato colla
qualita di presidenle deUa sezione delP Intemo.
£i aroido gik oltrepasaato la grare eta di an-
m 92 teinind k sua ^ita nel di 2 di novembre
/
408
de) 1836 , ed il di hi cadatere ttl d\ segoente
per sua disposizione fu depositato nel tempio de^
gli Alcantanni a Cbiaia.
Un moUiplice sapere si ravrisa in tatf i libri
pubblicaii dal oostro ac^ademico tanto 6e tratU
argomenii sacfi , quaoto se si occapa dt cose pro«
fao^. Dfitto caDonioo, diitto pubblicO) drilto ci-^
vile, teologia, eruditione sacra, e profania,^ isto-
ria naturale , sono le sciedze , che pib ii ammi*
rano nelle diverse operette date alle stampe. Ma
sopra ogn' altro ei amd 1' amena letteratiira e le
belle arti, aveodo raccolii pregevoli monumenti an-
ticbi , una scelta biblioteca , ed una quadreria di
ottimi autori s) esteri^che nazionali. Fu cgli ag-
gregate a varie illustri accademie di Europa , e
sino agli ultimi anni di sua vita tntti gli scien-
ziati esteri cbe venivano io questa cittk, nod b4^-
lo lo Tisitavaiio , ma spesso s' ifitrattenevano co<i
Ini rimaoendo inaravigliAii soitomamente del siio M-
cielopedico sapere , e della piacevole ed istruttiva
sua conversazione. II principe Errico figlio del t^
di Prussia arrivato in questa capitale and6 a hv-
gli visita , e nel vederlo gentilmente gli dilsi :
Quand*on inent i Naples , il faui y voir FMipH^^
le Vemve , et Varehm>6que de TarerUe.
Seguita la di lui morte , Ferdinando Midvic|i
pubblicd in Palermo nel 1836 un breve elogio iii
More del medesimo in elegante idioma italtano^ Ml
titolo : una lagrinia sulla iomba deW antico Wftir
vescoDo di Taranto : ed il canonico Miccold Can-
dia nel seguente anno diede alle stampe in NapoK
V elogio storico del medesimo areivdscovo, nel quid-
r estesameote , e con puritk di lingua dall' aut^fe
si percorre il lungo , ed illusire peri6d6 di tita
del defunto.
406
Abbiamo Mebe di loi la iradttzione di doe H^
bri franceti in idioina italiano , cioli di Leonardo
Euleto sulla costruzione de^vascelliy t del giardino
delle radici greche^ il primo pubblicato nd 1780,
ed il secondo nel 1782 in questa mettopoli.
Una malattia , che iolse la vista a queato no-
stro cbllega, piU anni prima di morire , ci privd
di altri ftuoi pregevoli lavori.
Finalmente ei chiose V estremo de' suoi giorai
net di 22 dicembre 1832 in segnito di nn tocco
apopletico.
CARELti ^ FiiANGfifico vide la luee in Conirersano
il di 7 ottobre del 1758. Suo padre Bernardo, cbe
prese particolar cnra della istruzione de'anoi figli,
uno de'quali riusci buon^iureconsulto, altri due oc-
cnparono saceessivamente la cattedra vesootile della
lore padria , eonfidd di buon ora la edncazione
ietteraria di Francesco al dottor Donatantonio Bru-
ni discepolo del Gaio?esi , il quale gl' inaegnd
belle lettere , filoaofia , matematiche , e giurispru-
denza. Nella etk di venti anni arrieehita la aaa
niente di ogni sorta di utili cognizioni comincid
in provincia ad esercitar la professione legale , e
fin d'allora gik si annunziava di un acuiissimo in-
gegno. Era ancora nella prima sua giovanezza quan*^
do principid a coltiyare lo studio della numisma-
tica presso monsignor Francesco Aeqnaviva di Ara-
gona , commorante in Gonversano , il quale pos-
aedeya , ed ingrandiya di giorno in giorno una
coUezione di monete greche , e romane rimastagli
da'suoi antenati. Yenuto in Napoli s'incammind per
r ayyocheria sotto la direzione di Giacinto Trot-
si, Angdo Paduano, e Carlo Muzii. Mentre con
felice successo s'inoltrava nella intrapresa profes-
sione , non lasciaya di coltivare V amena lettera^
107
turn , (acendo cenoscenza dl tutti i di»iii di quel-*
L'epoca. Or tro^andosi anche intiinseco aouco del
P. Adeodato Macoiie domeDicaMi ^ e deir abate
Emmtouek Capsia cassinese ^ furond i tnedesitti
incompensati dal principe di Caramanico vicer^ ddi-^
la Sicilia^ di ritrovare ^irn gioTane d'ingegDO, ed
istrnito , che potesae assiaterlo in quel goTerno*
Questi due s' ingegDarono persuadere il Carelli a
recarsi in Palenno ; ma, ricusando e^i auUe prime
si grazioso invito , condisceae fioalmente a fare mia
scorsa in qnella citta , e fu assai bene accolto dal
vicer^. Ivi contrasse familiaritk eon Saverio Simo*
netti allora consnltore del governo , il quale gli
richieae tieaiie meraorie sopra notizie giorisdizio-
nali , e ae f u soddis£sitto , e , parlandone col vice-
r6 ^ gli disse francamente , che un tal giorane di
28 anni avrebbe certamente fatta fortuna in Na*
poli, e non gli eonreniya di rimanere in Sicilia*
Ma il Ticeri aveva gia inviate al re Ferdinando
viffie sue memorie sopra a£Eari interessanti , e, per
tratteoerrelo decentemente, ottenne da quel sovrano
la promessa di destinarlo alia carica di segretario
del gotemo, che ottenne prowisoriamente nel 1 788%
giacchfe era solito darsi la medesima agli nffiziak
della segreteria di stato degli affari esteri. Quindi
fa confennato ndlo stesso impiego , e venae an*
che destinato ispettor generale delle poste. Ebbe
egli una parte attiya in tutto quello, che si fece
di bnono , o si perfeziond nella Sicilia dal prin-*
cipe di Caramanico, e riguardo a'dritti proibilivi
feodali , ed alle pubbliche gravezze , ed alia di«
visione de' beni comnnali , ed a' metodi piii con-
venieati a perfezionare le arti piii utili, e neces-
aarie^
Intanto trapassato il vicere in gennaio del 1795
108
il Carelli rimase in Palermo , ma senza carica di
sorta alcuna, e quindi egli tutto si diede ai suoi
stadi, e specialmente a quello della ntimismaiica)
che ayeya continuata a colli vare in Sicilia , ed are-
Ta ivi impediio , che le piu belle monete di quelle
anliche citta andassero a perdersi oel crogiuolo ,
o si vendessero agli esteri, comprandole per con-
to suo.
II re Ferdinando, stando nella Sicilia nel 1799
si assicuro personalmeate del fedel governo fatto-
ne dal principe di Caramanico , e de' buooi servizi
del segretario , e con reale rescriito ordin5 per
mezzo del prior Francesco Seratti al luogotenente
di Napoli principe di Cassero , che a Carelli si
fosse conferito un impiego analogo a quello soste-
nuto in Sicilia. La commessa ne fu data al signor
Giuseppe Zurlo in quel tempo segretario di stato
delle finanze, che meno in lungo I'affare^ma nel
1 802 lo stesso sovrano lo destino all' incarico di
presentare a Napoleone allora 1 console in Fraa-
cia molti oggetti del museo Borbonico e special-
mente ale uni antichi papiri Ercolanesi in forza di
un articolo, che fece parte del trattato di pace di
Firenze. Fu egli in Parigi ricevuto , e trattato coa
segni di onore , e quell' Istituto lo aggreg6 alia
classe delle belle arti come socio corrispondente
estero. Profiltando di questa occasione visitd , e
prese note de'principali musei di Francia, e fece
altrettanto di quelli della Syizzera, della Baviera,
di Milano , di Venezia , di Firenze , e di Roma,
ritornando in Napoli nella fine del 1805, quando
scoppio la guerra colla Francia. Occupato il re-
gno dalle armi francesi il ministro dell' Intemo An-
drea Miot lo propose per le cariche di capo di
divisione per gli affari de'lavori pubblici, e della
\
109
pobblica istrnzione , di consigliere deglt edifizi ci-
Till , e de' ponti , e strade : egli coDtribni V opera
sua per la nuoya forma , che fu data all' uDiver*
sita degli studi, per la erezione di quindici collegi
per fanciulli , e due per donzelle , per lo stabili-
mento delle scuole gratuite , pel regolamento degR
scaTamenti di Pompei , per la coordioazione del
museo , e la erezione della societa composta di tre
accademie , per le nuove strade intraprese in molti
luoghi del regno , ed in Napoli, che hanno si emi*-
nentemente nobilitato la nostra capitale.
Fu egli nominato nel 1807 tra soci della nuo-
ya accademia confermata poi dal re Ferdinando ,
ed eletto a segretario perpetuo della medesima nel
1817 in luogo di Giovanni Andres , e membro
della comoiessione di pubblica istruzione. Nell' ac-
cademia lesse in vari tempi varie memorie , che
non sono pero pubblicate. Esse sono ciofe - 1 .* Sul-
la Citta di Egetio della Puglia , cui attribui le
monete , che si davano ad un borgo dell' Attica.
2/ Suite monete di Atella , malamente attribuite
ad Acerra. 3/ Sulle monete di Aquilonia mal date
dair Eckhel ad Acheruntia, 4.* Sitlla moneta di
Ruvo tenuta fino allora di citta incerta. 5.^ Sopra
una moneta singolarissima di Palinuro , e Molpe*
6.* Soprala vera patria delle monete dove leggesi
TPINA. 7.* Sopra le monete di Puzzuoli mal at-
tribuite a Pesto^ o a Fistelia. 8.* Sopra una mo-
neta di Pitane mal attribuita a Peripolio. 9.* Ri-
guardante un epigramma greco scritto su di un vase
Lucano di terra cotta, ove fe mentovata la favola
di Edipo. ^0.^ Sopra altro vase^ che audita la in-
venzione del giuoco delle tessere Contrastato a Dia-
na , sostenendo la testimonianza di Gallimaco.
i 1 .* Sopra V invenzione del giuoco della palla at-
110
tribuito da greci a Navsican , ed espresso sopra
ua dipinto di altro vase Lucano. 12.^ Soprg, V in-
telligenza legale deUa iscrizione irovaia in Pompei
colle frase Liuninum ob$truendorum. 13/ Sulla let-
terale traduzione delh inscrizioni Osche trovale in
Pompei , e principalmente di quelle ben longhe ,
ore si parla della costruzione di una curia, e di
im portico ad uso degl'Isiaci. \U.^ SulTandamento
delT ammirabile aquidoUo da condurre le acque del
jiume Sahato in Napoli j in Pompei^ in ErcplanOj
in Stella , e in Pozzuoli , del quale eran ^\ noti
flaoUi frusti , ed altri nuovi ne furon da lui scoyerti .
Nel 1793 dopo la morte del principe di Tor-
r^nuzza doUissimo archeologo , e suo intiiuo ami-
eo, il Carelli pubblicd in Palermo I'elogio di esso
principe ripieno di varia erudizione , e scritto con
eleganza. Fiualmente deve a lui la noHStra decade-
mia la dissertazione Esegetica sulV archiieUura dei
greci ^ pubblicata con tipi regi nel 1831 , la quale
forma il X volume delle Antiohita Ercolanesi.
In mezzo a tante cure , e quelle del ministero
deir iniemo non trascuro il Carelli la sua grande
intrapresa di dare al pubblico notizie esatte dii
tutte le antiche monete dell' Italia , eccetto le ro-
mane. Egli diede alle stampe il solo catalogo di
quelle ^ cbe nel corso di quaranta , e piu anni ave-
va raocolte per la sua privata istruzione , dhe Giu-
sep]^ Bonaparte aveva acquistate per la pubblica
bibhoteca di Napoli , ma che madama Murat toIIc
assolutamente in casa sua , donde le reed seco
quando parU da questo regno. Questo catalogo gia
siampato fi^ dal 1812 si ^ puU>licato dall' erede
del Carelli Hopo la di lui morte , ed b intitolato:
nunnmamm veierum Italiae , quos ipse ( F. Carellius )
collegk ^ jet ordine geographico disposuit^ description
Ill
Egli ayera gia illustrate circa trecento tavole ia
rame, doiw sono incise tutte le monete siaora cgh
noicittte dell' Italia al niunero di molte migliaia ,
e le ioedite da aggiungersi per la Sicilia all' opera
ben vasta del principe di Torremuzza ; ma disgra-
ziatamente a danno della letteratura questo interest
sante iavoro non si h dato alle stampe. Speriamo,
che il di lui erede voglia occuparsi della pubUi-
cazione di quest' opera , che farebbe molto onore
al di lui autore , e sommiDistrerebbe grandi schiari-^
menti sull' antica numismatica , mentre in questo
ramo di filolo^a il Carelli yalcTa moltissimo.
Esseado trapassato nel 1 830 intestato il ricchis-
simo negoziante napolitano Cesare Volpicelli senza
disofflidenti , ne ascendenti , sursero varie contro-
versie tra gli eredi , ma la piii grave fu quella ,
se cioi dovessero succedere in istirpiy o in capi.
Molti valentissimi aTTOcati scrissero lungamente ,
e diedero alle stampe piu memorie in sostegno
delle rispettive preteosioni. II Carelli richiesto del
suo parere da alto personaggio, richiamando alia
memoria sua la scienza legale da lui professata
nella eta giovanile con una breve scrittura intito-
lata: Poche parole suUa causa della eredita Volpi-
celli data alia luce nel 1831 , sostenne con solide
ragioni , e con molta erudizione legale la succes-
sione in capi , e cosi fu decisa la quistione in
grado di rinvio dalla seconda camera della gran
Corte civile di Napoli nel di 1 febbraio 1832.
Qltre il suo pregevole , e ricco medagliere , egli
aveva una speciosa biblioteca di libri rari , ed in-
teressanti specialmente per lo icamo arcbeologico ,
quadri ad olio di eccellenti autori , e diverse gem-
oie antiche , e pietre incise.
£sal6 I'ldtiao spirito il nostro aegretario per-
112
petuo a 17 settembre 1832 , ed il di lui proni-
pote rimasto erede gli fece celebrare pnbblici fu-
nerali nell' arciconfraternitk di S. Giuseppe del-
1' opera di vestire i nudi , ove in lode del defunio
lesse un elogio il colli ssimo nostro socio corri-
spondente Raffaele Liberatore.
Castaldi - Giuseppe nel 7 maggio 1 775 nacque
in Afragola da coniugi Niccola, ed Angela Cimi-
ni , OTC apprese i primi rudimenti deUa lingua ita-
liana, e latina. Essendo trapassato il padre^^ ed
essendo egli in tenera eta , fu mandato subito
dalPaccorta genitrice per essere edncato nel semi-
Dario Urbano di Napoli , dove nelle belle lettere
«bbe per maestri Donato Gigli nella scnola di uma-
nita , Niccola Ciampitti in quella di eloquenza ,
Girolamo Marano nella poetica , e Carlo Rosini
nella lingua greca. Uscito dal seminario studio la
iilosofia presso il cavaliere Luigi Imbimbo, ed An-
tonio de Martiis , ed apprese la giurisprudenza
da Niccola Valletta , e da Gjuseppe Maffei.
Terminati gli studi, e presa la laurea dottora-
le, s'incammind per I'esercizio del Foro, e p^ la
pratica forense frequentd specialmente 1' aTVOcato
Niccola Paris! , che fini di vivere da consigliere
della Corte suprema di giustizia. Nel 1806 fu no-
minato commessario di polizia in Napoli , nel 1808
fu promosso a giudice nel tribunalc di appello al-
lora sedente in Altamura, nel finir deU'^nno 1809
fu fatto presidente della corte criminale di Trani,
nel 1811 di Lucera, finalmente a sua richiesta nel
4812 fu richiamato in Napoli da giudice della gik
corte di appello. .
Nel medesimo anno 1812 yenne nominato per
uno della Giunta di esame de'cosi detti in quel-
I'epoca stabilimenti speciali per la sezione delle
US
lidgue, e belle lettere. Nel 1817 fu prescelto per
socio ordinario della regale accademia Ercolanese ,
essendo stato anche aggregato in diversi tempi al-
r accademia Pootaniana , come socio residente , a
quella di Cosenza come accademico onorario , ed
alia societa economica del 2.° Abruzzo Ultra ia
Aquila. Nellp stesso anno 1817 , pabblicata la
nuova organizzazione giudiziaria , fu eletto giudiee
nella gran corte civile di Napoli , e quindi con dne
regali decreti de' 5 gennaio del corrente anno 1 840
ebbe il grado , e 1' esercizio di consigliere della
Corte suprema di giustizia sedente in questa me^
tropoli.
i)opo gli aVvenimenti del 1 820 il re Ferdinan-
do I Yolendo riformare il codice militare napoli-
tano ordino , che si fosse formata una commissio-
ne composta di magistrati, e di militari per ese-
guirne- la compilazione , e la scdta cadde su di
quattro individui , cio^ di Francesco Saverio de'
Rogati consigliere della suprema Corte di ^usti-
zia , del Castaldi , del capitano signor lannelli si-
ciliano , e di un capitano quartier mastro tedesco.
Siffatto lavoro alia line del 1822 fu interamente
terminato , ed essendo stato richiesto nel 1 823 dal
ministero di stato di guerra , e marina , gli fu in^
viato da esso consigliere de* Rogati , che faceva
da presidente di tal commissions
Gli opuscoli dallo stesso dati alle stampe sono:
y. Oraiio de liUeturum felicitate e laborum prae^
mils repetenda. Neapoli i796. Fu riprodotta que-
sta orazione nel giornale letterario di Napoli in
aprile del 1797.
2. In adventu Mariae Clementinae Austriacae
Francisci Borbonii principis juventuJtis uxoris epi-'
grammata. Neapoli 4797.
9
114
5. InscripUones in sollemni celebritate D. Janua-^
rii curiae Monlanae vertente sexennio, Neapoli 1798-
4. Nicolai Ignarrae vita. E premessa agli opu-
scoU dello stesso raccolti , e pubblicati la Napoli
nel 1807.
5. Tuiti gU accennati opuscoli latiui con altri
inediti si sono dati alle stampe in un sol volume
in 8.° col titolo : Opuscula. Neapoli 4839'
6* Delle lodi del marchese Carlo de Marco ora-
iione. In Napoli 1807 (25).
7. Viaggio per la Fraficia nelV anno 1800. In
Napoli 48ii* Questo libro fu tradotto in france-
se , 6 pubblicato per le stampe.
8' Merjtorie storich^ del Comune di Afragola.
In Napoli 4830 (26).
9. Elogio storico di Niccola Ciampilti. In Na-
poli 4833.
40. Su V esorbitante interesse convenzionale* In
Napoli 4838.
Oltre diversi lavori per V accademia Ercolanese
specialmente nel ramo epigrafico , trovansi inserite
negli atti della siessa ire memorie del Gastaldi ,
cioh la prima , che contiene 1' illustrazione di un
Jrammento di greca inscrizione riguardante Cibira
ciUa della Frigia pubblicata nel 1 volume ; la se-
Gonda h un breve cenno su due antiche inscrizioni
latine del Sannio Irpino esistenli nelle vicinanze di
Vitolano , che leggesi nel 2 volume , la terza rac-
chiude le osservazioni sulle inscrizioni antiche della
provincia di Barij o sia Puglia Peucezia^ che gik
lb stampata , e formera parte del 3 volume degli
atti accademici , che va a pubMicarsi.
Opuscoli tuttora inediti.
4. Riccrche storiche su di Calazia cisvoltumina
citta distrutta delta Campania^
145
J2. Itinerario per la provincia di Ban.
3- La magna Grecia brevemente descritta.
4. Discorso ml poema della Secchia Rapita di
Alessandro Tassoni.
5. Lettera su la rinuncia al regno di Alfonso II
d'Aragona al suo figlio Ferdinando II partecipata
ai baroni dello stesso reame con rescritto rfe' J2j2 gen-
naio i495 Jirmato dal medesimo Alfonso , e dal
di lui segreiario Giovanni Pontano,
Gastelli - GiAcoMO ebbc la nascita nel Gomane
di Garbone in Basilicata, ed il Giustinlani ^me^
morie degli scrittori legali Yol. 1 pag. 228 J cne ha
disteso del medesimo un lungo articolo, noa ha in-
dicatq V epoca della nascita , ne i nomi de' geni*
tori. E pero a sapersi, che in fine di alcuni opa-
scoli dello stesso Gastelli pubblicati in Napoli nel
1754 (27) ve ne ha uno , che Vincenzo Ariani
( de Claris jurec. neapolit. pag. 58 J dice essere
stato scritto dal giureconsulto Domenico Topi ,
cosi intitolato - Praeconium a benevolo factum ,
che comincia con queste parole : Jacobus Castel-
lius J neapolitano paire , Carbonio in Lucania na-*
ius ea nocte^ qua Pisiiccium^ oppidum ad Casuen"
turn , per multam mentis hyemis nivem madefacta
telluri labe residit. Or siccome si rileva da Talido
documento (28) , che il Gomune di Fisticci rovind
per la indicata ragione la notte del di 9 febbraio
del 1688 , in siffatta notte sorti i suoi natali il
nostro Giacomo. I di Ini genitori poi furono Do-
menico barone di S. Giovanni Gnarrazzano, e di
Buonafede, ed Anna Piccinni de' baroni di CasteK
saraceno (29). Iniziato nelle belle lettere nella sua
padria fece quindi passaggio in Napoli nella eta
di anni diciotto circa , giacchfe sta detto nel ci-
tato praeconium , ch' egli si ritird nella capitate
\
116
paulo ante quam caesarianus miles Urbem occupa-
ret , cioh nel ritorno in regno delle armi austria-
che avvenuto nel 1707. Giunto nella eapitale im-
mediaiamente si applied alia giurisprudenza , eb-
be per maestro Gennaro Gusano , e dette in va-
rie occasion! lodevole saggio delle vaste cognizio-
ni in materia legale. Dopo terminati questi studi
intraprese 1' esercizio del foro sotto la direzione
di Basilio Giannelli , ed in quesia professione yalse
assai piii nell'essere consultato in qualcbd difficile
punto legale , ond' emettere un sensato response ^
e nel distendere dotte allegazioni adome sempre
di una corrispondente erudizione , e scritte con
doitrina , e puriik di lingua , che neil' aringare in-
lianzi ad un tribunale , ove se non faceasi amnoii-
rare per robusta, e florida eloquenza, sapea pero
farsi distinguere per sodi argomenti , e per una
profonda scienza del dritto accompagnata sempre
da un dire grave , e ponderato. Quindi Vineenzo
Ariani ( cit. op. pag. 57 ) scrivendo dello stes-
so , cbe fu ancbe magistrato , come di qui a poco
si dira , ne parla cosi : In jure dicundo potentior
evasit^ quam in causis agendis^ quae hominem <fe-
siderant prudenti quodam audaciae spiritu comma-
turn ; ciocchfe mancava al nostro Gastelli , aveudo
egli sortito dalla natura un carattere dolce , ed era
breviloqno. Era perd molto Tersato nelle lingue dot-
te, ed amantissimo de'classici greci, e latini, nella
lettura indefessa de' quali passd molti anni delta
sua vita. II gran Mazzocchi ( de ecclesia neap,
semper unica pag. 48 n. 40 ) lo cita con gran-
de elogio, e nel 1753 gl'indrizzo una dissertazione
in forma di lettera , che trattava De Mutilae ex--
pugnaiionis Historia , dalla quale lettera chiaro si
scorge la somma stima , che di lui faceva il prin-
117
cipe de' filologi di quell' epoca (^ opuscula Mazo-
chii vol. 1 pag. 11 8 J. Ma essendosi generalmente
coDOsciuta la illibatezza del sao costume , ed il
moltiplice sapere , fu promosso all' onore della
toga , con essere nel 1755 eletto giudice della
gran corte della Vicaria, e nel 27 gennaio del 1759,
cioe dopo anni quattro fu innalzato alia carica di
consigliere del S. R. G. , ma non potette lunga-
mente godere dell'ottenuta dignitk, giacchfe dopb
pochi mesi venne con dispiacere di tutti sopraggiun*
to da morte. Gon errore il Giustiniani ( cit. op.
pag. 229 ) scrive , che fu nominato consigliere
dopo anni 16 , mentre lo stesso Gastelli nel ra-
gionamento dclle origini della lingua napolitana
pubblicato per le stampe nel 1754 s'intitola av-
Tocato napolitano , ed il medesimo Giustiniani ri-
porta il titolo di un allegazione stampata nel 26
luglio del 1754 a favore della citta di Napoli
essendo tuttora arvocato. Intanto resasi nota al
re Garlo , ed al Tanucci la dottrina ddi Gastelli,
fu egli benanche scelto nel 1755 per uno de'XV
accademici Ercolanesi : ed il solo 1 tomo delle pit-
ture di Ercolauo si pubblicd mentre visse. II Ca--
stelli mori celibe nel 15 novembre del 1759.
II Gampolongo ( cit. op. pag. 198 ) lo chia^
ma Litteratissimus Judex. '-^^
I libri da lui dati alia luce sono :
i . Aggiunla al diretiorio della pratica civile j }d
criminale di Lorenzo Cervellino. Napoli ti^i in f.
La stessa aggiunta si troTa puranche nelFaltra edi*
zione del 1723 dello stesso autore.
j2. Adjectiones novissimae ad Franciscum Carta*
ham 4e syndicatu officialium. Neapoli 47 4i in 4.
3. De lapygia epistola -ad lo: Bemardinum Ta^
furum , che dal Galogera fu inserita nd tol. Xll
418
della raccoha degli opuscoU pubblicato in Yenezia
nel 1735 , OTe con sommo discernimento il Ca-
stelli parla della geografia , e storia antica di quella
importante contrada del regno.
4. Acta Divae Restitutae virginis , et martyris
cum philologicis enarralionibus. Neapoli i742. Que-
8to libretto scritto con eleganza h ripieno di sto-
ria sacra , e profana adattata all' argomento , che
tratta, e dimostra, che il di lui autore era peri-
tissimo nelle lingue dotte, e nella sacra, e profa-
na filologia. Egli lo dedico a Benedetto XIV , e
quel pontefice d' immortale memoria eas enarratio-
nes apprime per litteras probavit^ uti sacrae^ pro-
Janaeque doctrinae plenas , et ex alia juris civi-
lis perilia peiitas. Fu benanche siffatto libretto mol-
to lodato dal Muratori , come ricavasi dal citato
praeconium^ e dal gran Mazzoccbi (in vetus neap.
eccL kalend. p. 306 e 316 J. Per siffatta opera
pero del Castelli si animo gran di sputa tra lui ,
ed il Mazzocchi per la situazione de' colli Leuco-
gei , ed avendo il primo alia pag. 181 scritto :
PUnium etsi invilum accessione aliquot verbonim a>d
suam sententiam irahere ( Mazochius ) nititur ,
questi nel 2 vol. del Calendario napolit. pag. 347
e seg. vi rispose col seguente titolo : Apologeti-
cus pro collis Leugogaei dominio Campanis asse^
rendo. Ma entrambi scrissero con iscambievole ri-
apetto , e furono sempre amici.
5. M0horie biograjiche di Gio: Bernardino Ta-
furi , ch^ sono stampate nel 1 lomo dell' Istoria
degli scriltori del regno di Napoli dello stesso Ta-
fori pubblicato in questa capitale nel 1744.
6« Ragionamento delle origini della lingua na-
palitana. In Napoli 4754. Questo ragionamento
i nn breve estratto di una sua opera lunga y ed
119f
^laborata col titolo : Originum Neapolitanae lin-
guae^ e mentr'egli menaya innanzi tal laToro pen*-
s6 di darne un saggio in un adananza di dotti ,
che sotto nome di accad^mia soleva riunirsi nell^
biblioteca del principe di Tarsia: e siccome il ra-
gionamento fu applaudito da quei savi, si deter*^
mind a pubblicarlo. In esso si mostra egU Talente
uomo nella storia , e nelle lingue antiche. UnitI
al ragionamento sono stampati i seguenti opuscolir.
De lapygia epistola ad lo: Bemardinum Tafurumj
Editio secunda; e quindi:
7. Iter Altavillam.
8. losepho Aurelio de lanuario lud. Mug. Cur^^
Vic. epistola.
9* De Nomine Campani ' Amphilheatri Berolai9,
ad Philippwn fratrem.
40. De Capillamentis , el galericulis.
ii . De metaxa , et serico , et bombyce.
42. De Alica.
Si osserva sempre ne'cennaii opuscoli scrittitutti
con eleganza il profoudo archeologo , ed una grail
perizia nelle lingue orientali antiche.
/ Campi Veteres , e V Itinerario da Carbone a
Napoli , che il Giustiniani assicura essersi ancD6
dati alle stampe dal Castelli, non sono siati da mi
veduti , come nol furono dal Soria , che ne scrisse
in fine della sua opera su gli storici napolitani\
ne dallo stesso GiustiDiani, che inclina a crederIL
stampati. Quindi dee conchiudersi, che forse rima-
sero inediti.
Tra le sue allegazioni h degna di esser letll^
quella pubblicata per la citta di Napoli in diftHk
del dritto di franchigia de Napolitani in Averse \
e ne' casali. Napoli 26 luglio 1 754 in f .
Rimase inedite le seguenti opere
I
no
i. De origine neapolitanae Ungtme ah O&corum
usque radicibus petita.
^ J2. De equestri statua Retinae inventa.
3* Notofi ad adjectiones Castellii avi ad Galluppum*
4. Tractaius de origine consuettidinum neapoli-^
iandrum.
Catering - Luigi nacque in S. Cipriano nella
proyincia di Terra di lavoro a 25 giugao del 1 786
da Ambrogio, e Francesca Cor vino. Egli venne edu*
cato nel seminario di Aversa , ed i suoi maestri
furoDO nelle belle lettere Marcautonio Diana , e
Felice Basile : nella rettorica Francesco Fabozzi ;
Delia logica , metafisica , e nelle matematiche lo
stesso Diana ; nella fisica Grescenzo Bellofiore , e
nella teologia il canonico de Folgori.
£i fu eletto maestro nel seminario medesimo nel
1808, e due aqni dopo and6 ad insegnare la ret-
torica, e la lingua greca nel seminario di Pozzuoli.
Nel 1812 fu destinato uno degV interpetri de'pa-
piri ercolanesi, ed il 2 luglio 1821 fu eletto socio
ordinario della nostra accademia. Nel di 11 dello
stesso mese , ed anno fu nominato maestro di ret*
torica nel liceo del SaWadore , in ottobre del me-
desimo anno fu scelto per direttore della regal ti*
pc^rafia. Nel 1823 ebbe I'onore di esser cteiamato
a H^aestro delle LL. AA. i real! principi , e quindi
p^l 1824 ottenne la catledra di dritto canonico
liella universitk degli studi.
Ha interpetrato , ed illustrato de' papiri greci ,
ciofe un Yolume di Filodemo , de Vitiis , e pro-
priamente il X , che tratta della superbia , ed e
pubblicato nel tomo 3 de' papiri Ercolanesi insie-
me con un altro volume dello stesso Filodemo ,
intitolato , de' Vizj , e delle opposte Virtu.
Ha egli benancfa^ dato alle stampe il libro inti-<^
121
tola to Elemenii delParte stenograjica. Napoli 1822.
Dopo luDga, e penosa malattia fu imniaturamente
rapito alia vita in questa capitale nel di 9 mag-
gio del 1834.
CiAMPiTTi - NicGOLA sorti alia luce in Napoli nel
di 1 6 settembre del 1 749 , ed ivi trapassd nel 23
agosto 1832.
Avendo io pubblicato per le stampe nel 1833
un elogio storico di questo mio illustre maestro di
eloquenza , mi astengo di dime altro.
Debbo solamente aggiungere, che Tenne egli nello
stesso anno encomiato con altro elegante elogio dato
alia luce da Serafino Gatti , con un articolo bio-
grafico inserito nel 1 vol. degli annali civili \del
regno delle due Sidlie ; con una raccolta di com-
ponimenti anche stampata in di lui memoria jilre-
ceduta da una prosa del marchese di Villarosa as-
sai benemerito di molti insigni letterati napolitani;
indi con una breve vita in idioma latino pubbli-
cata da Gesare Dalbono, e con un elogio scritto
con purita di lingua da Gaetano Royer , e renduto
di pubblica ragione nel 1834.
CiRiLLo ^ Salyadore nato in Bosco Reale in
provincia di Napoli il 26 dicembre 1 787 da Bo-
nifacio, e Teresa Girillo, fu educato nel suo pae-
se , ed istituito dal fratello germano Felice, che ne
prese la massima cura sino alia fine di ottobre del
1 798 , nella quale epoca venne in Napoli , ove
frequento le scuole arciyescovili.
Nel novembre del 1799 entro nel seminario di
Pozzuoli , ove studio le belle lettere avendo quasi
a maestro monsignor Rosini , che in quel tempo
sostituiva quasi sempre tutti i maestri della cosi
detta umanitk , e rettorica , alle quali classi appar-
tenne il Cirillo in tutto il tempo, che vi dimoro.
122
Uscito dal seminario studio la logica , la meta*
fisica , ed il diritto di natura sotto Giuseppe Ga-
poqasale.
In novembre del 1805 fu ammesso nella com-
pagnia di Gesii , donde usci per la soppressiooe
ordiDatasene nel 1806.
Quindi fu obbligato a studiar la medicina ( dalla
quale abborriva ranimo suo ) e la studid sotto i
professor! Fraucesco Cerio Grimaldi, e Niccola An-
dria. Ma appena gli fu offertp dal celebre Gio-
Tanni Andres in luglio del 1809 di sostituire nella
regal biblioteca Qnofrio GargiuUi nella qualita di
scrittore addetto alia cura de'ms. greci della stes-
sa biblioteca , egU lascio la medicina , e comin-
cio la sua carriera in queUo stabilimento, dove ora
h uno deHre bibliotecari. Fu quindi nominato in-
terpetre de' papiri ercolanesi , e di poi ammesso
alia nostra accademia.
Le opere date alia luce sono le seguenti.
4. Mgpjtoupiou MoyoLyo\j ay*y)caj'TotTYi SiScucfnoikict
^epi Cf^vyfjLoav. Mercurii Monachi pernecessaria de
jmlsibus doctrina. Ex ms. codice r. Neapqlitanae
bibliothecae Neapoli typis Vincentii Orsini 1812.
A questo opuscolo 1' editore Cirilio prepose una
breve storia dell' arte sfigmica dalla sua origine.
J2. Sopra un Molibdobullo Greco. Lettera al sig*
"Francesco Carelli. Napoli 18i3.
3> Osservazioni suit illuslrazione di un diploma
pubblicato da un alunno diplomatico , e sopra un
articolo del giornale enciclopedico di Napoli in di^
fesa della inlerpreiazione di un sigillo. Napoli48i4.
4. Codices Graeci ms. Regiae Bibliothecae Bor^
bonicae descripti^ atque illustrati. Tom. i qui com^
plectitur Biblioihecam sacram: Neapoli ex regia iy-
pographia 48^6.
123
11 secondo volume si e pubblicato nel 1833.
6. Graecum Lexicon Manuale et primum insti-
iutum a Beniamino Hederico , turn castigatum a
Patricio -, demum locupleiatum a lo: Augusto Eme^
sto^ Ediiio prima Neapolitana aucta a Salvatore
Cyril lo Regio Bibliothecario. Di questa opera sono
stampati solamente i primi 18 fogli. Non h an-
data pill ayanli questa edizione per la fallita de-
gl' intrapreuditori.
6. llluslrazione di una statuetta di Giano Pattd"
cio. E nel secondo yolume degli atii deU'accade-
mia ercolanese.
Opere inedite.
7. Yarie memorie lette oella stessa accademia
riguardanti il cullo Isiaco , ed una sopra una Ptt-
iura Pompeiana , in cui V autore crede rappresen-
tata Cleopatra all' arrivo di Antonio in Alessandria
dopo la baitaglia Aziaca.
8» Una sloria de^medici^ e della medicina della
Magna Grecia presa nella piii larga sua accezione.
9. Versioni, e commenti di varie cose ricavate
da' ms. greci della biblioteca Borbonica , di cui
ha dato alcun saggio nel catalogo de'ms. stessi.
10. Ha supplito, interpetrato , ed illustrato un
papiro greco , che porta il titolo : Philodemus de
eo^ quod ex Homeri doctrina bonum^ atque utile sil
populo , che anderk a pubblicarsi.
CoTUGNO - DoMENico cbbe i natali in Ruvo nella
provincia di Ban il giomo 29 del 1736 da Michele,
e Chiara Assalemme, manco ai viventi in Napoli nel
di 6 ottobre 1822. Di questo dottissimo filosofo,
filologo , medico e ritrovatore di nuove cose in
fisiologia, e in medicina ne ha scritta^ e pubbli^
€ata la vita neiranno 1823 monsignor Angelo An-
424
tonio Scotti , il quale nella ubta delta pagina 60
parla benanche degli altri onori resi si in Napoli,
che in Jluvo alia memoria dell' illustre defunto ,
quindi a noi non resta a dire , che poche cose
avvenute di poi. Fra gli elogi , e componimenti
poetici pubblicati dopo la di lui morte credo a
proposito di fare qui in preferenza menzione di
ufia bella medaglia fatta battei'e in onore del me-
desimo dal coltissimo commendatore Prospero de
Rosa gia direttore delta regia Zecca , e mio rispet-
tabile amico. Essa da una parte rappresenta Vim-
magine somigliantissima dell'insigne uonoio, e dal-
r altro lato un gruppo in cinque figure , e tra que-
ste il genio dell' arte salutare, che ha in mano ii
ritratto del Gotugoo. Al di sopra del gruppo si
legge: Reryiii Abdita Monstrat. Al di sotto poi
V b scritto : Hippocrati Neapolitano.
MDCCCXXIV. P. D. R. M. P.
Ii Campolongo ( cit. op. pag. 115 ) lo avea
precedentemente chiamato: Humani Corporis Scru-
tantissimus , ed il yalentissimo medico Sarcone lo
caratterizzo come uno degVillustri^ everi jigli del-*
V arte medica , insigne notomista , ed amico di at-
iimo cuore ( istor. rag* de^mali osservati in Nap.
nelV anno 4764 pag. 72 ).
Avendo 1' egregio uomo lasciato 1' usufrutto di
tutt'l suoi beui siti nella proyincia di Napoli alia
di lui moglie , e la proprieta alio spedale degV In-
Gurabili ; i governatori dello stesso riconoscenti
stabilirono , che s' innalzasse un perpetuo monu-
mento alia sua memoria in quel medesimo stabili-
mento tanto da lui beneficato in yita , ed in mor-
te. Fu fissato percid il 10 maggio 1823 per la
solenne inaugurazione del suo busto in marmo , e
oello indicato giorno, un magoifico funerale fa ce^
125
lebrato nella chiesa dell' ospedale anzidetto : iodi
nel 1824 cod tipi de'fratelli Raimondi fu pubbli--
cata per le stampe una raccolta di tutt' i compo-
nimenti recitati in siffatta occasione, tra quali Ve
il discorso del eh. cav. Benedetto Vulpes profes-
sore di medicina nella r. universita, che nelle note
specialmente contiene un'altra descrizione della vi-
ta , e degli scritti del celebre defunto , ed alcune
interessanti notizie della Santa Casa degrincurabili.
Ne' ritratti poelici piii volte rammentati del ch.
marchese di Villarosa si fa benanche distinta, ed
onorata menzione della vita , e delle opere del me-
desimo.
Altra vita del nostro accademico fu brevemente
anche scritta in latino da Giovanni Flauti , e f u
pubblicata in questa capitale.
A cid debbo aggiungere le opere postume in la-
tino di esso defunto, che ha dato alle stampe I'il-
lustre medico Pietro Ruggiero professore della re-
gia Universita , delle quali se ne sono dati alia
luce 3 volumi in S."" nel 1830, e 1832 con tipi
del Tramater. II professore Ruggiero coUa pub-
blicazione di questi profondi, ed elaborati lavori
ha recato senza dubbio un grandissimo servigio
alia repubblica letteraria , ed a' cultori della dif-
ficilissima - scienza del guarire. I primi due tomi
contengono cliniche osservazioni , il terzo poi che
dall' editore si e intitolato Adversaria Anatomica
ne comprende poche altre nel principio, ma tutto
il resto del volume contiene osservazioni di note*
mia patologica , e nuove scoverte fisiologiche , che
I'autore ha ricavate da bruti aperti vivi. Tali os-
servazioni furono cominciate dal Cotugno nel 1756,
e terminate dopo cinque anni , cio^ nell' eta sua
126
di anni 25. La sagaciia, con cui furono esegoiti
gli sperimenti , e la precisione, e chiarezza , colla
quale veogono esposti, dimostrano evidentemeate,
che neir eta di anni 20 egli era osservatore esi-
mio , ed un genio nato per esser gran filosofo ,
e gran medico.
Finalmente non sara fuori proposito riferire I'epi-
grafe , che leggesi scolpita in marmo sa di una
colonna quadrilaiera , che sostiene il marmoreo bu-
sto deir insigne pcrsonaggio , situata nella prima
delle sale delV enunciato ospedale. Eccone le parole:
EQVITI . DOMINICO . COTVNNIO . RYBASTINO
SERENISSIMI . REGIS . REGNIQVE . ARGHIATRO
IN . NEAPOLITAN A . STVDIORVM . VNIVERSITATE
PROFESSORI . PRIMARIO . RECTORIQVE • ITERVM
niviRI . PRAEFECTI . INCVRABILIVM • VALETVDINARIO
IN • QVO . TVTAM . ILLE . DIDICIT . SAPIENT CAM
QVA . VBIQVE • GENTIVM . INCLARVIT
CVIQVE . VIVVS . EXIMIA . CONTVLIT . BENEFIGIA
MORIENSQVE . LATIFVNDIA . LXXX MILLIBVS . AVRBIS
PLVS . MINYS . AESTIMATA . LEGAYIX
PROTOMEN . E . MARMORE . CVM . BASI . ET • EPIGRAMMATB
VI IDVS . MAII . CIJlDCCCXXIlf
SOLEMNI • RITV . DEDICANDAM • GVRAYERB
EXIMIA • MENTIS . VI . AETATE . ADHYG . VERMANTB
LABORIS . VSQVE • AD . VITAE . PERIGVLVM . PATIENS
PBYSIGEN . ANATOMICEN . PATHOLOGIAM . NOYIS . AVXIT
INYENTIS . QVAE . ET . APVD . EXTEROS . PLAVSV . REGEPTA
MORBIS . DEPELLENDIS . SAGAX . GOMIS . PRVDENS . LVGIDO
DICENDI . OR DINE • FACVNDVS . DISERTVS . EFFIGAX
FREQVENTISSIMO . AVDITORIO • QVOTIDIB • EXCEPT V8
PVRA . IN . DEVM . PIETATE . MORIBVS . ANTIQVIS
SVAM . DIGNITATEM . LONGO . VITAE . GVRSV . OMNIVMQ*
ORDINVM . EXISTIMATIONEM • PERPETVO • RETIWVlT
VIXIT . ANNOS . LXXXVI . MENSES . yj li • PIES . -yX f
DENATVS • PRIDIE • NONAS • OGTOBRIS • CIDIOCGCXXII*
127
DXh lELE - Francesco figlio di Domenico , e di '
Yittoria de Angelis ebbe il suo hascimento in S. Cle-
mente poco luDgi da Caserta hel di 1 1 aprile del
1740, ed \vi pass5 agli eteriii riposi nel 14 no-
yembre 1812. Poco dopo la sua morte io ne scris-
si , e pubblicai la yita , onde render un piccol
tributo di riconoscenza all' antica , e non mai in-
terrotta amicizia.
Neir anno seguente 1813 il commendator Pro-
spero de Rosa amico del defunto tenne in sua casa
un accademia in onore del Daniele , in cui vi re-
cit5 una bella orazione , ed altri distinti perso-
naggi yi lessero diversi componimenti , che tuiti
furono dallo stesso pubblicaii nell'anno medesimo
col tilolo : Ultimi ufici alia memoria del cavaliero
Francesco Daniele. Finalmente il Ciampitti colla
sua solita eleganza ne scrisse in latino la yita ,
che diede alle stampe nel 1818 con questo tito-
lo : De Francisci Danielii studiis scriptisque com-'
mentarius. In questa piii ampiamente si parla del
Daniele , e de' libri da lui dati alia luce.
II marchese di Yillarosa intimo amico del Da-
niele ne' ritratti poetici ne fa benanche lunga , ed
onorifica ricordanza.
Erudilionis miraculum fu denominato il Daniele
dal Campolongo ( cit. op. pag. 139 ).
Delfico - Melghiorre figlio di Berardo, e di
Margherita Civico , nacque nel Gastello di Leo-*
gnano ( gia feudo della famiglia di sua madre )
in provincia di Teramo nel d\ 1 di agosto 1744«
Questa famiglia ebbe fino al XV secolo il cogno*
me de Civitella , quando per bizzarria , non rara
nd tempo del rinascimento delle lettere , lo can-
gid in quello di Delfico , rendendo come si dice,
parlante V arma gentilizia , che era di m albero
428
di alloro , come si vede ancora nell' antica casa di
abitazione su rarchitraye della maggior porta scol-
pito coir impresa questo motto : Eat in posteroB
Delphica. laurus. MDIX.
Educato nelle domestiche mura fiao all' eta di
anni XII , fu condotto in Napoli con i due fra-
telli maggiori a compire il corso della istruzione.
Gennaro Rossi per le belle lettere , Antonio Ge-
iK)yesi per la filosofia , e Pasquale Ferrigno per le
leggi furono i di lui piii distinti maestri. Assai
di buon'ora si diede I'occasione al Delfico di mo-
strare il suo ingegno.
Nel 1768 Benevento fu nelle politiche dispute
eoUa corte di Roma. Nacquero quindi delle diffe-
renze su' dritti reclamati ; ma ceduta da ambe le
parti agli uomini di lettere il farne la discussio-
ne, ToUe la sorte, che il Delfico ne fosse partico-
larmente incaricato. Altri scrittori ne avevano gik
dato qualche cenno , ma il giovane aggiunse nuove
prove , e documenti dimostrativi della veritk , e
con esse si agevolarono le diplomatiche trattative,
decise per allora dalla divozione, e generositk del
sovrano.
Venuto il Delfico a maggior eta, per poter giu-
dicare de'rapporti morali, scrisse, e pubbhc6 il suo
Saggio Filosojico sul matrimonio , nel quale avendo
Gombattuto qualche errore allora dominante , so-
stenne la causa della ragione, e della buona mo-
rale. Senza data , e nome dell' autore T opera fu
stampata in Teramo nel 1774.
Essendosi poi per opera del re Ferdinando rin-
Dovata la istituzione della milizia provinciale , ii
Delfico pubblicd coUe stampe nel 1 782 ua discor-
80 su r importanza di tale stabilimento.
Ritiratosi per qualche tempo nella sua provin-^
129
cia fu colpito dalFabuso della colli vazione del ri-
so ; e ne pubblico nel 1 783 una memoria ragio-
Data diretta a S. M • , indlcando le irregolarita di
quella coltivazione e specialmente quella di render
I'aria peslifera, per cui imploro dalla soyrana cle-
meoza il riDDoyamento delPantica legge del regno,
di tenersi le risaie lontane due miglia dai luoghi
abitati. Le yoci della umanita e della giustizia fa-*
rono accolte dal principe , che trascurando gV in-
teressi deU'erario in confronto della salute de'suoi
sudditi, fece spedire da Napoli una conunissione
di geometri per istabilire i confini sanitari , e rin-
novo Tantica legge dello Stato. Nella decennale
assenza esseodosi rinnoyali gli abusi ; Ferdinando
al suo rilorno nel 1815 non tard6 a combatterli,
e poicbe si yoleya metiere in dubbio la causa della
insalubrita; come prima ayea inyiati de' geometri,
sped! in seguito due illustri fisici per le relatiye
osseryazioni. Quindi le reali ordinanze furono rin-
noyate e la legge e la sanila rislabilita. Ne par
questo pero fu sufficiente , perch^ sorta in Italia
r illusione del Riso secco o Cinese , dagli specu-r
latori si voile far anche questo tentatiyo. Non po-
tendosi pero cangiar la natura delle cose , la ri-
petuta sperienza fu ben dolorosa , e la mortaliia
di molti fece riconoscere V err ore.
In seguito della dimora del Delfico in proyin-
cia in quel tempo , e considerandone i rapporti
commerciali , non potfe trattenersi di umiliare al
real trono una sua memoria , per indicare un gra-
vissimo inconyeniente , che soffriyano le tre pro-
yincie del regno confinanti coUo Stato pontificio ;
per un residuale stabilimento finanziere , che fin
dai tempi della barbarie impediya ogni menomo
9
130
commercio col vicino regno , ed era cagione pereu-
oe di disordini , vessazioni , e miseria.
II re Ferdinando senti presto il bisogno di li-
faerare i suoi dominii da questo barbaro stabilimento
chiamato Tribunal della Grascia; ordinate tutte le
indagini necessarie per conosceme i principii ed i
tristi effetti , dopo lungo esame riconosciuta la
Terita , fu lieto di metterlo in pratica , abolendo
la cosa el nome stesso, e rendendo sotto piii re-
golari modi finanzieri, libero il commercio de'po-
poli yicini oppressi.
Richiamo tosto il Delfico V attenzione del go-
vemo ad altro oggetto, che interessava molto Fagri-
coltura. Era un tristo spettacolo il vedere le mi-
gliori terre delle provincie di Teramo e di Ghieti
sottopostc alia servitu del pascolo invemah , ri-
serbate cosi quasi del tutto agli animali brnti ;
mentre la cultura de'generi cereali, e degli alberi
fruttiferi yi restaya o interdetta o limitata nel tem-
po e nello spazio. II paradosso fu posto in di-
sputa , e compreso , ed i regi stucchi , ( tale era
il nome della barbara servitu ) scomparvero dalle
liste d'introito.
Questo esame di rapporti naturali deir agricol-
tura coUa pastorUia spinse il Delfico a conside-
rare ritifdice stato del Tavoliere di Puglia. Onde
portatosi sul tuogo , ed osservandolo fisicamente
ed istoricamente in vista de* rapporti economici e
morali , gli parve di essere in grado di umiliare
al real trono un ragionato discorso su quell' og-
getto tanto interessante pel pubblico erario e per
la reciproca economia della Puglia cogli Abruzzi ;
conchiudendo doversi sostituire air infelice antico
metodo anuninistrativo , quello ddila censuazione.
131
La verita fu subito riconosciuta essendosi cangiato
prima 1' antico metodo ; e poi finalmcnte qaello
della censuazione venne ad essere applicato ; ed
allora comparve come mio de'piu importanti fondi
deir erario reale.
OgDuno puo sapere qual fomite di liiigi e d'ir-
regolarita nasce sempre dalla diversiia de' pesi e
delle misure in uno Stato. Era dunque un oggetto
degno deir attenzione sovrana ; onde il Delfico pea-
s6 renderne piii facile V impresa , mostrando al re
Ferdinando I , quanto quel primo d' Aragona se
n'era occupato. Ma le difficolta allora incontrate,
e che non furono del tutto dileguate ci danno ora
sicura speranza che Ferdinando II, fara per que-
st' oggetto quanto e da tutti desiderato.
La Consul ta generale del regno se n'e occupata
dietro un distinto e giudizioso rapporto delFillu-
stre scienziato colonnello Ferdinando Visconti capo
del reale officio topografico, diretto al segretario
di stato ministro della guerra in data del 6 giugno
1836, e pubblicato per le stampe. Lo stesso Vi-
sconti, per dileguare tutte le difficolta sulla uni-
formita de'pesi e delle misure, che meglio si con-
viene a'reali dominii di qua dal Faro nel 1838
diede alia luce altro elaborato . e dotto lavoro ,
quindi I'ottimo regnante con savia legge del di 6
aprile corrente anno 1840 secondando i yoti gene-
rali de'suoi popoli ordino la uniformita de'pesi e
.delle misure in questa parte de' suoi dominii.
Per una particolare occasione , qual fu quella
di essersi esposto in vendita il complesso de' feudi
dcToluti che formava lo stato di Atri , il quale
occupava quasi la meta della provincia del primo
Abruzzo Ulteriore , il Delfico penso che questo
fosse il momento d'implorare T attenzione del mo^
132
narca sal metodo della Tendita de'feudi devoluti;
mostrando , che il rivendere i feudi sotto le stesse
Cendali condizioni, noa solo era dannoso per Pera-
rio , ma contrario ai piu essenziali attribuiti della
corona , alia felicita de' suoi sudditi , ed al bene
generate del regno. La memoria restd appro vata,
stampata , e rimessa per V esecuzione alia Giunta
degli allodiali con sovrano rescritto del21uglio 1 789.
- Intanto poichfe fra le forensi e le fiscal! anfibo-
logic la desiderata risoluzione veniva ritardata , fu-
rono al real trono umiliate le Rijlessioni su la ven-
dita de^ feudi 'y e quindi per isciogliere altra dilB-
coltk fa pubblicata una lettera al duca di Canta-
Inpo , che diede esecuzione agli ordini del re.
Nella infelice catastrofe de' tremuoti delle Gala-
brie essendosi degnato il sovrano di nominare una
seconda deputazione , il Delfico fu del numero col
doca di Gantalupo , e principe di Sirignano ; ma
poich^ per particolari circostanze tale missione non
ebbe luogo , il Delfico cerc6 il permesso di fare
im viaggio per 1' Italia , e condurre il suo nipote ad
iatruirsi nella celebre uniyersitk di Pa via.
Ri tomato in Napoli , pens6 , che dopo aver ten-.
tato la riforma di alcuni abusi della economica am-
muiistrazione , poteva aqcbe esser utile 1' indicare
in qualcbe modo qnelli delP amministrazione della
•giartizia. £ jperch^ essi derivavano dalle leggi Ro-
nane tanto degradate nel corso della barbaric , pub-
blicd le Ricerche sul vero carattere della' giurispru-
dinza Ronmna stampate in Napoli dal Porcelli nel
4791 , indi in Firenze , e finalmente per la terza
Tolta in *Napoli.
Fa pare a sue soppliche e su di ana ragionata
ffimostranza che S. M. si degnd accordare alia
filU e proyincia di Teramo lo stabilimento del-
133
r amministrazione giudisiaria uniforme aile altre
provincie del regno.
Per memoria deiramico Francesco Antonio Gri-
maldi assessore del ministero della gaerra , serisse
r elogio storico dell' uomo illnstre , analizzando le
di lui opere filosofiche , storiehe , e legalt.
Nel 1797 per ispontanea graziadel sovrano fu
decorato del real ordine Gostantiniano.
Nella fine del secolo per evitare i disordini deK
ranavchia, fu abbastanza forlunato, di trovare la
pace su la Tolta del Titano , dove avendo potuto
riprendere le sue abitudini leiterarie , si occupd a
scrivere le Memorie storiehe della repubblica di
S* Marino picciolissimo stato rimasto illeso fra le
pill tristi vicende dell' Italia ; e furon stampate hi
Milano nel 1804.
£ fu pure in quell' ozio della pace che serisse
i Pensieri sulla Storia stampali prima in Forli nd
4805 , e poi due Tolte ristampati in Napoli, e 1' ul-
tima fa Bel 1814 presso Agnello Nobilc.
IL travaglio sostenuto nel decennio , in> cui si
trovo. presidente di una delle sezioni del consi^io
di Slato, non gU permise altre occupazioni intel-
lettuali , e solo per ordine fu stampata una memo-
ria scritta in poche ore sul sisfcma giudiziaria*
Fu pure in quell' epoca , ch' essendosi istallata
r accademia di storia ed anticliita ei fu annoyerato
fra i soci erdinari , ma dopa alquanti mesi essen-
dosi erette le altre due accademie , fu traslocatp
a quella delle scienze , che forma una parte into-
grante della societa Borbonica^ cui presento quasi
in ogni anno una memoria corrispondente all' inoa-
rico della sua classe , cioe delle Scienze Morali ,
e gik alcune hanna veduta la luce nei primL yo-
luni degli atti finora pubblicati..
134
Dopo il decennio il Ddfico non solo fu onorato
di generosa pensione, ma fu confermato aDcora nella
carica di presidente della commissione generate de-
gli archiyi, ia quale gli fu conservata (ino al 1820,
quando S. M. si compiacque di accordargli il ri-
tiro ed il riposo con altra corrispondente largi-
zione.
Nello stato di tranquillitk avendo riprese le sue
abitudini, senza uscire dali'oggetto della sua classe,
e vedendo che le qualita morali le piii caratteri-
stiche della specie possono sorgere dalle sublimi
considerazioni su 1' umana natura , diede opera a
comporre Topuscola Nuove ricerche sut hello ^ e nella
etk in cui il bello e piii sinonimo del buono cerco
mostrare quanto contribuisca alia produzione di
quel bello morale sinonimo della vera virtii.
Fu pure dopo il decennio, che il celebre Gio-
vanni Andres prefetto della biblioteca Borbonica
gli propose di cedere alia real biblioteca la co-
piosa raccolta de'libri del primo secolo della stam-
pa , cio che il Delfico fece volentieri perche ve-
deva restar nel regno tanti rarissimi monumenti del-
ta scienze e della letteratura. Ne fu piii content o,
quando Francesco I si degno fargli pervenire in
dono i cataloghi che ora si stampano della real
biblioteca.
Nelle vicende politiche del 1820 , fu egli da
prima nominato presidente della cosi detta Giunta
prowisoria , e poi deputato al parlamento.
Avanzato negli anni prossimi all' ottantesimo senti
il bisogno del riposo e di viyere in^eno alia sua
famiglia , onde mentre si trovava ancora presidente
della reale accademia delle scienze supplied S. M.
perche gli accordasse la sua onesta missione. Non
lascid scorrere pero il primo anno delF assenza ^
135
che mandd il sotito tributo alia stessa accade-
mia , cioh una memoria per mostrare la necessita
di far precedere gli studi faiologid a quelli deUa
jilosojia intellettiuilc*
Venuto poi a maggiore etk, quando lo spirito
Don sembra piii atto alle considerazioni degli scien-
tifici rapporti ; per non essere del tntto. ozioso si
rivolse alia parte piii importante della Italiana Ar-
cheologia , cioe alle origini ; e pubblico la iVw-
mismcUica Alriana , opera del tutto nuova , nella
quale penso poter mostrare , quanto I'ltaliaeque-
sto regno in particolare hanno dritto a pretendere
air anteriority del civile perfezionamento nella no-
stra penisola ; indicando cosi quali erano i prin-
cipii della nostra storia. Avendo poi ricevuto dai
^ornali alcune osservazioni , le rischiard con nuo-
ve prove sul principale assunto. £ vi aggiqnse
inoltre una dissertazione su le Ghiande missili do-
gli aniichi diretta' al conte Zurolo distinto ama-
tore degli antichi n^onumenti , stampata in Napoli
dal Trani nel 1826.
Frutto pure deU'ozio letterario di lui fu la let-
tera Su la prefercnza de sessi stampata in Siena
Del 1 827 , che nella scarsezza del volume non h
scarsa di verita impoxtanti.
In fine non tralascero ricordare, che anche net*
1' anno 1 830 gli convenne prender la penna per
dilucidare i dubbi insorti su la vera natura del
Riso secco cinese , mostrando 1' illusione che na-
sceva dalla impropria denominazione : per cui re-
stera eterna e sempre cara la memoria dei due Fer-
DiNANDi , il primo per aver confinate le infauste
risaie , il secoudo per averle dal suo cospetto
bandite.
Nel fascicolo III degli Annali Civili pubblicato
136
in Napoli nel 1 833 trovasi anche inserita una bre-
ve scrittura del Delfico intitolata : Espressioni della
particolar riconoscenza della provincia e cilia di
Teramo dovuta alia memoria dcW immortal Ferdi-
nando I che si umiliano al real irono del benejico
FerdinoMdo //.
Amico delle lettere e faulore de' progress! al ci-
vile miglioramento , penso far doDo di buona parte
della sua biblioteca al real coUegio della sua pa^
tria Teramo, e presentatone il catalogo a S. M.
ne ottenne il real permesso : la consegaa fu subito
effettuita.
Ebbe molti distintissimi amici cominciaDdo dal
celebre Alessio Simmaco Mazzoccbi , cui fu anche
stretto di parentela pel matrinQonio contralto dal
primogenito fralello di esso Melchiorre con Cate-
rina Mazzoccbi pronipote delV illustre canonico ,
figlia di Lorenzo giudice della gia g. c. della Vi-
caria e nipote del marchese Filippo.
Questo cenno basta per intendere , che conoscer
dovette i piii dislinti uomini di lettere , che ne
frequentayapo la casa , e specialmente 1' Ignarra.
Ciocche giovo al Delfico per parteciparne in qual-
cbe modo , ^6me lia fatto vedere negli anni scor-
si , pubblicando la Numismatica Atriana , e la
dissertazione su le Ghiande missili degli antichi*
Cosi ayendo nominato il corifeo della sublime let-
teratura bastera nominare quello della filosofia in
Italia , Antonio Genovesi , dal quale resto parti-
colarmente istruito nelle Scienze Economiche , e
Gaetano Filangieri che fu 1' amico del suo cuore,
specialmente per gli studi congeneri, ch'eutrambi
coltivavano.
Delfico era giunto di gia agli anni 91 di sua
eta COQ mente vegeta scrivendo e leggendo conti-
137
nuamente , come ogni aliro giovane , quando nel
26 maggio del 1835 stando in mezzo ai suoi li-
bri nella propria casa di Teramo fu assalito da
colpo apoplelieo ; e sebbene non gU fossero man-
cati tutti i soecorsi dell' arte sal u tare , pure inu-
tile fu ogni rimedio adoperato , e nella sera del
di 21 del seguente giugno termind la sua gloriosa
e beneGca carriera.
Fu di cuore assai ben formato e generoso , in-
faiicabile sciittore prendendo di mira nelle sue
dotte opere sempre la uiilita pubblica.
Oltre i libri dati alia luce di sopra menzionati,
e che formeranno il di lui eterno elogio , altri
scritti inediti ha egli rimasti presso i suoi eredi,
i quali speriamo che li faranno di pubblica ra-
gione per sempre piii onorare la memoria del de-
funto , e per lo bene della repubblica letteraria.
L' elegante scrittore Raffaele Liberatore ha pub-
blicato uu articolo biografico riguardante il Del-
fico nel giornale dell' anno {835 intitolato: annali
civili del regno fascicolo XIV. Ferdinando Moz-
zetti e Gregorio de Filippis-Delfico diedero alle
stampe due libretti su gli sludi ^ opere ^ e virlti
dello stessQ.
In fine dal governo di San Marino fu deeretato
un funerale in onore del suo illustre istorico , e
conciltadino , che venne ivi celebrato il d\ 30 set-
tembre 1835 nella chiesa di S.Francesco, ed un
busto in marmo , che sara situato nella sala di
quel generale Consiglio.
DiODATi-DosiEMco ebbc i suoi natali in questa
capitale da coniugi Giovanni , e Camilla Ginnari
nel 31 ottobre del 1736 , dove fini di vivere a
21 aprile 1801. Nel 1815 presso il tipografo Por-
celli fu stam'pata la vita di questo illustre uomo,
138
ed in fine di essa trovasi il catalogo delle opere sue
edite, ed inedite. Gome pero tra queste ultime ne
manca una , quindi io non faro altro, che notare
qui poche cose , e specialmente 1' operetta mano-
scritta, che fu omessa. E qnesta una dissertazione
autografa del Diodati scritta in forma di lettera
in data del di 8 febbraio 1785, che da me si con-
serva, nella quale brevemente, ma con molta eru-
dizione parla dell' oficio rfc' Portolani di terra , c
di mare , cioe della loro origine , degl' incarichi
che hanno , e della giurisdizione esercitata in tempi
diversi.
Egli ebbe frequente carteggio letterario col som-
mo poeta Pietro Metastasio dal quale ricevette di-
versi ben meritati encomi ^^ ed ancor giovinetto vie-
ne spesse volte lodato anche dal di lui dottissimo
maestro lacopo MartorelU in alcune lettere scrittc
ad uomini insigni per sapcre^ che ms. si conser-
vano nella r. biblioteca Borbonica. Lo stesso e ci-
tato con onorificenza dal Serassi nella vita del Tas-
so ; fu distinto dal Campolongo con questo singo-
lare elogio: Legum explanator insignis. La di lui
opera de Christo graecc loqwnte e molto lodata
dal poliglotto svedese Bjoernstachcl ( cit. op. pag.
148, e vol. 2^ pag. 81 ). Anche ne'citati ritraiti
poelici deir illustre marchese di Villarosa v' e un
esatta notizia biografica del nostro Diodati.
Federici - Andrea ebbe nascita nel Comune di
Tito in provincia di Basilicata il di 10 dicem-
bre del 1733 da Antonio , e Catterina Potenza.
Essendo di famiglia tra le piU agiate di quel pae-
se , riusci facile ai genitori di dargli ottima edu-
cazione. Ancor giovanetto fu mandato nel seminario
di Matera^ che in quell' epoca eminentemente fioriva
per lo zelo e le cure speciali, che nc prendeva il
139
dottissimo scienziato ed ellenista Giovanni Spena di
Fratta Maggiore, che n'era rettore, e maestro al
tempo stesso. Istruitosi assai bene nelle lingue lati-
na, e greca, fu inviato in Napoli , ove si perfezion5
negli antichi idiomi , ed apprese le scienze. Tra
i maestri, che ebbe qui vi fu lacopo Martorelli per
la lingua greca, Antonio Genovesi pel corso filo-
sofico , e Giuseppe Pasquale Cirillo per la giuris-
prudenza. Egli si addisse all' esercizio del foro ,
ove si distinse pel suo sapere , e per la sua ot-
tima morale , ed abbenchfe gli fosse stata offerta
la carica di regio uditore in provincia, la ricuso.
Essendo istruitissimo nella legge , e nelle lingue
dotte voile darne un saggio con pubblicare una
dissertazione nel 1765 , con questo titolo : Dis-
sertatio in qua lex XII^ seu Zenonis Imperaloris
constitutio quae extat titulo codicis de aedijiciis pri-
vatis e graeco in latinum sermonem convertitur^ vera
cjusdem legis sententia explicatur , pluresque loci
emendantur^ notisque illustrantur. Accedit etiam ah
eodem auctore novellarum graecarum constilutionum
CLXVI, CLXVII, et CLXFIII latina interpreta-
iio hactenus desiderata. Somma perizia di erudi-
zione , e di dritto mostra il Federici in questa
dissertazione, e tanto nel tradurre, che neU'emen-
dare con fondato ragionamento e molta sagacita si
allontana spesso da cio chfe opinarono precedente-
mentc il Cuiacio, ed altri illustri interpreti della
legge medesima. Era egli occupato a tradurre tutte
le Novelle greche delP imp. Giustiniano seguendo
lo stesso metodo serbato nella surriferita disserta-
zione 5 opera , che gli avrebbe senza dubbio re-
cata molta gloria , ma essendo stato nel 1787 ,
eletto per uno de'XV soci Ercolanesi abbandono
siffatto lavoro , e nella nostra accademia fa uno
uo •
de' quatiro addetti alia interpretazione , ed illu-
strazione de' papiri.
Essendo andato a rovina il ricco patrimonio dei
8Uoi maggiori , meno in disagio gli uliimi anoi di
Tita. Pertanio doq abbandond giamiBai i suoi stu-
di favoriti , yedendosi quasi ogni giorno passare
le ore intere Delia regia biblioteca applicato alia
lettura di antichi scrittori. Verso il 1813 termind
egU in questa capitale i suoi giorni.
FiNATi - Gio: Battista sorti i suoi natali il 20
aprile 1 79Q in Napoli , e i di lui geuitori furono
Biagio, e Maria Antonia Negri. Ebbe, tra gli al-
tri, per precettori nella sua gioventu Angelo Mai
ch'era maestro di belle lettere nelle scuole gesui-
tiche iu questa Capitale nel 1805, ed ora degnis-
simo cardinale in Roma , e monsignor Angelo An-
tonio Scotti.
Nel 1804 fu impiegato nel real museo Borbo-
nico , del quale divenne poi • controloro generate
nel 1814^ Nel 1815venne destinato vice-direttore
deir amministrazione de' beni e rendite riservate a
S. M. Nel 1818 poi fu nominato ispettor gene*
rale dello stesso real museo , nel 1824 fu eletto
direttore della real tipografia , e quindi cavaliere
dell'ordine di Francesco I. Nel 1822 fu scelto per
socio onorario della reale accademia di belle arti,
nel 1827 socio corrispondente delV accademia Er-
colanese, e nello stesso anno segretario e compos
cente della commessione di antichita e di belle arti.
Nel 1833 fu eletto socio ordinario della stessa
accademia Ercolanese.
I libri da lui pubblicati sono :
4. II real museo Borbonico descritio^ 5 volumi 51-
nora editi in Napoli dal 1817 a! 1822, ed altci
5 inediti^
14<
2. Dugento spiegazioni di monumenti dello stesso
real museo stampate nelia edizione in 4.° denomi-
nata real museo Borbonico.
Sono tuttora presso dello stesso inedite 4 Me-
moria suW orwine delle Muse letla nella societa 5e-
bezia^ ora riunita alia FontaniaDa. 2 Memoria sui
vast Jiitili Egizi^ letta neiraccademia di belle arti.
3 Memoria sulle Bacchiche rappresenlazioni espres^
se ne' monumenti sepolcrali , lelta egualmente nel-
r accademia di belle arti.
Galiani - Ferdinando il 2 dicembre del 1728
nacque in Chieti , ove suo padre Matteo era re-
gie uditore , la madre fu Anna Maria Ciaburri.
Egli cess6 di vivere in Napoli a 30 ottobre del 1787.
Di questo nostro politico , filosofo, e filologo
ha scritto la vita Luigi Diodati , che fu pubbli-
cata in Napoli nel 1788, e vari altri si esteri ,
che nazionali banno date alle stampe diverse no-*
tizie biografiche, che lo riguardano. Specialmente
il diligentissimo marchese di Villarosa ne' rilratii
poelici accuratamente s' intrattiene intorno alia vi-
ta, ed agli scritti del medesimo. lo qui diro po-
che cose nuove che sono a mia notizia , o aggiun-
ger5 altre particolarita di qualche interesse alle
gia pubblicate.
Nel 1784 essendo stato egli nominato assessore
di economia nella sopraintendenza del teatro del
Fondo delta sepamzione , ove si ha special cura
di alcune rendite del patrimonio militare , imme-
diatamente propose al re un opera assai utile al
patrimonio anzidetto ed alio stato, cioe la riedi-
ficazione dell' antico porto di Baia , la riapertura
e lo sgombramento del porto di M iseno rinchiuso
ora quasi in un lago denominato mare morto , porto
442
che dagli aoticbi romani riguardavasi , come il piii
importante in tutto il mediterraneo ; ed il disec-
camento di molte acque stagoanti nelle vicine con-
trade tanio amene una volta, e cosi celebrate da
Esiodo , Omero, e Virgilio , ed ora rendute quasi
pestifere, ed inabiiabili. Frogetto cosi vantaggioso
per r agricoltura , per lo commercio , per lo mi-
glioramento dell' aria, e per gli studi archeologici
fu immediatamente approvato , e ne fu commessa
la esecuzione alio stesso Galiani, che sicuramente
avrebbe portata a fine, ma la sua cagionevole sa-
lute prima , e quindi la morte fece svanire ogni
proseguimento. Intanto ei, che in ogni sua opera-
zione non lasciava mai di mira V utile della sua pa-
dria, e il progresso dello scibile, si determino di
Tolere scrivere suUe antichita di quei luoghi cele-
bri , e su quei monumenti che si sarebbero disep-
pelliti , per renderli sempre piii illustri.
Infatti comincio a distendere queste illustrazio-
ni 5 che poi non furono pubblicate , e nel farsi gli
scavamenti nelle menzionate regioni procuro di riu-
nire tutti gli antichi monumenti , e specialmente
i marmi scritti, di cui ne fece un piccol museo.
In effetti dopo la di lui morte si rinvennero in
sua casa diciotto lapide tra inscrizioni intere , e.
firammenti , un basso-rilievo di marmo antico , e
due cimieri antichi di ferro rotti , quali oggetti si
, erano disotterrati nelle vicinanze di Cuma , di Mi-
seno , e di Baia , e quindi passarono nel museo
regale.
Nella stessa sua casa , oltre una scelta biblio-
teca specialmente di classici greci , e latini di ot-
time edizioni , furono rinvenuti i seguenti oggetti.
Un Onice col fondo color celeste antica in cui
143
era scolpita un Agrippina di eccellente scoltnra.
Una corniola antica rappresentanie Gesare con
UD oyato girato di brillantini.
Un busto di marmo antico di color diaspro rap-
presentanie una schiava.
Un medagliere composto di monete imperiali di
ogni grandezza , di monete familiari , di monete
urbiche del regno di NapoH , ed una pregevole
serie di medaglie rappresentanti sovrani del nostro
reame in ogni metallo. Questo medagliere fu va-
lutato ducaii 6000.
Altra raccolta di medaglie rappresentanti sovra-
ni di Europa , ed uomini illustri in oro , ed in
argento si ritrovd nella casa medesima,
Tutii gl' indicati oggetti furono venduii dagU
eredi, ed una parte di essi fu acquistata dal ca-
valiere Hamilton allora ministro d' Inghilterra pres-
so la corte di Napoli.
Per le opere poi edite, ed inedite del Galiani
tenendo presente il catalogo pubblicatone dal Dio-
dati diro qualche cosa omessa dalui, che riguar-
da le medesime, e ne indichero qualche altra che
gli fu ignota, o ch'6 stata pubblicata per le stam-
po dopo il 1788. •
Del dialctto Napoletano. Napoli 1779. in 8.
Gontro questo libro del Galiani ripieno di eru-
dizione, e di patrie notizie, ma un poco troppo
amarulento quando parla del governo vice-regnale
di Napoli dal 1502 al 1734 scrisse un acre, vi-
brata , e lunga lettera M ichele Sarcone medico , e
segretario di poi della reale accademia delle Scien-
ze , e B. L. di Napoli , che porta per titolo :
Lettera terza. Atnmonizione caritativa aWautore del
libro intitolato del Dialctto Napoletano; altra san-
guinolenta satira fu scritta da Luigi Serio contra
U4
questo libro del Galiani , che porta per titolo: Lo
Vernacphio resposta a lo DialcUo Napolciano.
Delia perfctia conservazione del grano. Napoli
1754 in 4.
Dice il Diodali , che selbene V invenzione e i
materiali fossero di Barlolommeo Inlicri^ V opera non
dimeno fu scritta dal Galiani. Ma lutto cid viene
scaentito dallo stesso Galiani in una letlera da lui
scritta da Napoli il di \ 3 dicembre \ 770 a madama
d' Epinay , oy' egli dice , che T opera anzidetta h
tutta di suo conio ^ V. correspondance inedile de
Vahbe Ferdinand Galiani. A Paris i818 torn. 1
pag. 212 ).
Opuscoli del Galiani stampati prima della sua
morte , ed omessi dal Diodati.
Dialogue sur les Femmes. Naples 4778 in 8.°.
Fu riprodotto a Parigi nell' opera intitolata Opuscu-
les philosophiques et litteraires , la plupart posthumes
ou inedits 4796 in 8.**, e nelle Tablettes d'un cu-
rieux 4789 2.° vol. in 12. Nella corrispondenza
dello stesso Galiani stampata in Parigi nel 1818
gia citata s' h di nuovo pubblicato il cennato Dialo-
go su le donne. Lo stesso dialogo h stato tradotto
in italiano e dato alia luce in Napoli nel 1825.
Picciolo componimento rcsponsivo composlo da
D. Onofrio Galeota sollo il titolo di educazione me-
dicinale per raffrenare^ e guarire le temerarie lin-
gue. 30 giugno 4780.
Nuovo almanacco napoletano per V anno bisestile
4784 del dottor Alabaffdi Palermo. Cremona 4784.
Pel sali che sono sparsi ne'due anzidetti opu-
scoli satirici sembra , che sienb stati scritti dal
Galiani , o almeno , che y\ abbia avuta parte ,
giaccb^ egli era solito ci6 fare sotto altri nomi y
e specialmente improntando quelle del Galeota.
145
Pdclii mesi dopo k saa morte , e ptopriamente
Hel 1 788 si pubblicd in NapoU 1' Orazione da lui
recitala nel capo dclV anno '1759 in occasione di
iirare a ^orte i cicisbei , e le cicisbee. Questa
orazione e stata ristampaia nel 1825 aochein Na-
poli , ove nello stesso anno si sono riprodoiti i
seguenti opuscoli del medesimo autore :
y% La spavenlosissima descrizione etc*
2. La roiccolta per lunnaccone.
3> Storia universale o sia innice astrologico*
4. Delle hdi di papa Benedetto XIV.
S* Socrate immaginario.
In Parigi poi si sono pubblicate varie raccolte
di lettere del Galiani scritte a' diversi francesi ,
ma quella, che fu stampata nel 1818 secondo I'au-
tografo dello stesso Galiani , ha il titolo : corrc"
spondence inedite de Vabbe Ferdinand Galiani con--
seiUer du roi de Naples avec madame d!Epinay ,
le baron d'Holbach^ le baron de Grimm ^ et autres
personnages celebres du XVIII siecle. Edition im^
primie sur le manuscrit autographe de tauteur. A
Paris 48i8 2 vol. in 8.^
In M ilano poi ^ ed in ^Itri paesi d' Italia , e
oltramontani sono state ib varie epoche ristampate
diverse opere del medesimo •
Riguardo a ms. inediti , oltre quelli enunciati
dal Diodati , nella real biblioteca fiorboniea tra
ms. venduti dall' eraditissimo mio amico fu Vin^
cenzo Meola ve n' esiste uno sotto il num. XXII
in 8.^ grande, che contiene una dissertazione au-
tografa del Galiani di carte 21 con una selva di
passi di antichi scrittori. La dissertazione e scritta
in italiano da leggersi in qualche adunanza lette*
raria , ov' ei si propone di parlare del monte di
Posilipo , indi della Gaiola, in cui il coUe ra in*-
10
U6
sensibilmenie a terminare nel mare, di poi de'fab-
bricati , che l' ornarono , del LucuUano , e final-
mente del sepolcro di Virgilio. II gran Mazzocchi
( de cathedr, eccL semper unica p. 200 ) scrive
con molto elogio di quest' opuscoletto giovanile
del Galiani ^ denominandolo ingenio^ et erudiiione
supra aetaiem clarissimum.
Presso di me se ne conserva un'altro intitolato:
Difesa per to signore D. Andrea abate Bottiglieri -
commessario il sig. D. Gaelano Castroniediano - at-
titante il barone Quaranta, In Qne trovasi scritto:
abate Galiani avvocato nascoslo. IE* questa una ora«
zioncina simile presso a poco a quella de' Cici-
sbei 9 e Cicisbee dello stesso autore, e galantemente
non meno cb' eruditamente in essa si scrive di quel-
lo, che in questa citta nelle brillanti conversazioni
si dice tener lit torcia.
In una lettera latina scritta nel 4772 dal cele-
bre Ignarra di risposta al nostro Galiani lo rin-
grazia per lo erudito comento sopra alcune monete
del Pellerin dallo stesso rimessogli. Termina la
lettera con dirgli di aver attentamente letto il co-
mento medesimo ^ e gli fa questa lode : tuamque
eruditionem cum acri judicio conjunctam demiratus
sum ( opusc. Ignarrae p. 284 )*
In tutte le opere del nostro accademico, e par-^
ticolarmente ne- suoi opuscoli si ammira sempre un
pensar nuovo , ed ingegnoso ^ ed un sale attico , e
firizzante accompagnato da uno stile piacevole , e
lepido: quindi appositamente il Gampolongo ( cit.
op. p. 1 43 ) ebbe a dir di lui : moribus^ Utteris^
ministerio Parthenopeis , Italis ^ Gallis amabilis ^
admirabilis ^ venerabilis*
Galiani-Berardo fratello maggiore di Ferdinan-
do sorti i suoi tiatali in Teramo a 19 dicembre
U7
del 1 724 ; ove il padre era uditore in quella regia
udienza. Or nel 1731 traslocato il di lui genitore
in Trani colla stessa qualita , presso quello stesso
tempo il fratello Gelestino arcivescoyo di Taranto ert
stato promosso al posto di cappellan maggiore in
Napoli , il quale passando per quella eittk di Trani
voile condurre seco nella capitale il giovanetto Be-
rardo. Intanto Ferdinando di eta piii tenera rimase
cola 9 ma glunto appena agli anni otto fece anche
passaggio in questa metropoli nella casa dello zio
Gelestino, e quivi entrambi furono educati. La ca-
rica di cappellan maggiore riuniva allora quella di
prefetto della regia universita degli studi , quindi
neir abitazione di monsignor Galiani si adunavano
i piu insigni scienziati , che furono di guida ai
giovani fratelli nella carriera letteraria. Gio. Bat-
tista Vico , Alessio Simmaco Mazzocchi, Niccola
Gapasso , Marcello Gusano , Agostino Ariani , e
Francesco Serao erano frequentemente di tal com*
pagnia , de' quali i primi due diressero i Galiani
nello studio delle lingue dotte, e dell' eloquenza,
il Gapasso nella poesia, il Gusano loro insegndil
dritto , r Ariani le matematiche , ed il Serao le
scienze fisiche.
Erano essi fratelli ancor di fresca eta, quando
monsignor Galiani nel 1 740 dove portarsi in Ro-
ma , per ultimare la stipula del concordato tra
quella corte, ed il re delle due Sicilie, e perci6, per
non lasciarli soli in casa, pens5 di rimanerli nel
monastero di S. Pietro a Maiella de'PP. Gelestini
durante la di lui assenza, e quivi essi altra istm^
zione riceverono nelle scienze dal dotto P. Gin^'
seppe Orlandi di poi vescovo ,di Giovenazzo , e
dal famoso P. Appiano Bonafede.
Matteo Galiani loro padre dopo di essersi fina-
148
lizzato il concordato tra la corte di Napoli , e
quella di Roma , fu da caporuota della regia ndien-
za di Salerno nel 27 maggio del 1 741 eletto giu-
dice della gran corte della Vicaria , quindi a poco
ebbe gli onori di regio consigliere , e finalmente
termino di Tiyere in questa capitate nel 7 mar-
zo 17A8.
Prima pero che il genitore fosse richiamato in
Napoli, Berardo s'incammino fin dal 1737 per lo
stato chiesastico, e nel 24 dicembre dello stesso
anno, essendo stato iniziato negli ordini minori, gli
fu in seguito conferito il beneficio di S. Catterina de
Celanis con breve pontificio del di 17 marzo 1738.
Ma a tutt' altro ei Tedeasi inclinato ; quindi nel
1745 rinuncid il beneficio in favore di Ferdinando
8U0 fratello , depose 1' abito .clericale , e prese la
laurea dottorale in legge. Mettendo intanto da parte
gli studi teologici , per un suo genio particolare co^
mincid a coltivare specialmente le belle arti , e con
predilezione 1' architettura , non trascurando pero
d'istruirsi sempre piii in tutte le scienze, e neirame-
na letteratura. Quindi , essendo gia renduto illustre
il suo nome, gli fu concesso nel 1754 il titolo di
marchess , e nel 1 3 aprile dell' anno seguente fu
ascritto all' accademia di S. Luca di Koma , co-
me socio di merito. Nel 22 aprile del 1758 fu eletto
accademico ercolanese con sommo accorgimento ,
mentre do vendos' illustrare degli antichi edifici di-
sotterrati, e da disotterrarsi faceva d'uopo di un
esimio conoscitore dell' architettura. Nello stesso
anno pose a stampa la traduzione di Titruvio ,
che per la sua eleganza gli meritd I'onore di es-
aere nominato ancl\^ accademico della Crusca nel
22 settembre del 1759.
II marehese Tanucci essendo passato ad occu-
149
pare il posto di segretario di stato di grazia , e
giustizia , propose al re il nostro Berardo per nf*
fizial maggiore di quella segreteria , qual nominft
fu approvata il di 1 6 gennaio 1 762 , ed in quella
carica per molti anni ser?! con iDtelligenza , e
disinteresse. Finalmente nel 1770 il re Ferdinando
Yolendo fondare un coUegio nauiico in Sorrento
nella casa, che prima si occupaya da'PP. Gesuiti
ehiamata Cocpmella (30) , yi destind per direttore
il marchese Galiani , il quale , coltiTando sempre
i suoi studi prediletti , yi mend il resto de'giorni
suoi , <loye finalmente eolpito da tocco apopletico
rendette lo spirito nel di 11 marzo del 1774.
Le opere da lui pubblicate sono :
4. V architettura di Marco Vitruvio Pollione tra-
dotttty e comentata con 25 rami^ e col testo latino
a fronte. In Napoli 4758 in f. m. presso de Si-
mone. Quesia e tuttora la edizione piii ingegnosa,
pill corretta, e piii ricercata da coloro, che ama-
no istruirsi in siffatta diiScilissima professione. II
rinomato conte Cicognara ( catalogo ragion. deUi-
bri d' arte torn. 1 p. 4S7 ) scriyendo di tal tra-
duzione dice : Questa edizione si tiene in pregio^
e si preferisce alia maggior parte delVedizioni con
comenti. Simope Stratico assai benemerito delle
opere yitruyiane nella elegantissima edizione, die
ba fatto di questo autore in Udine nel 4825, in
7 yolumi in f. parlando nel yol. 1 part. 1 pag. 3
del Vitruyio pubblicato dal nostro accademico, ne
scriye cosi: Italia arlibus , et scientiis nulli secunda^
edilionem accepit sedula Galiani opera concinnatam^
quae omnium ferme eruditorum desiderio salisfecii.
Siquidem texLus pluribus ab eo locis emendatus , ita-
lica intcrprelatio , quantum res ipsa sinit , nitida
esty atque perspicuxi; adnotationes praeceptis referlae
150
artis professorilms utilissimis ^ adeo ut Milizia^ cen^
sor ille acerrimus dixerit^ Galiana editione solis in-
star exeunte , caeteras omnes protinus evanuisse.
II marchese di Vacuna Luigi Marini nella sua
accurata) e splendida edizione in fol. dell' opera del
Vitruvio in latino , e da lui tradotta in italiano,
eseguita in Roma nel 1836 pronfonde similmente
grandi elogi al uostro Galiani. £i nel toI. 1 pa-
gina LIX9 scrivendo specialmente della traduzione
YitruYiana del nostro socio , affenna che la mede-
sima anteriores longe alias Jtalicas superavit tarn
ob accuratiorem dictionem^ et orthographiam in ilia
adhibitam , quamt qB sensum Vitruvii menti proxi-
miorem ab ea relatum.
II nostro valentissimo ellenista lacopo Marto-
relli ( de reg. theca calamar. p. 576 J di que-
sta stessa opera del Galiani dice : Tantam tenebra-
rum vim in Vitruviana palaestra , expectant uni-
versi , ut depeUat tandem Berardus Gallianus juve-^
nis , praeter qimmquod tot elegantiorum artium cultu
spectatissimus est , in architectonices disciplina for--
tasse nunc primas agit ; is dum omnium nitidissi-
mam Vitruvii HSoaiif doctis sane adnotationibus ,
et perpetuo interpretamento honestat , et scriptorem
ante hac aHony^Dro&Toy multa luce spargit. II cele-
bre Saverio Mattei ^ per saturam exercit. p. 49 )
pe scrive in questo modo : in architectonic a arte
non minus ^ ac bonis litteris versatissimus Berardus
Galianus^ cui quantum litteraria respuhlica debeaty
ob splendidissimam Vitruvii editionem^ sat omnibus
natum est. Vincenzo Ariani in fine ( cit. op. p. 74 J
in questi sensi parla del medesimo : Berardus mai^
chio ^ vir ingenio ad omnia versatili clarusj ob Fi-
truvianam versionem reipublicae litterariae acceptis^
simuB vivit»
151
2. Considerazioni sopra la letttra delVahaie fVin-
ckelmann. E questa una breve, ma sugosa rispo-
sta anonima stampata dal marchese Galiani senza
data di tempo diretta ad esso abate per la lettera
da questo pubblicata sopra le scoverte di Ercola^
no. II Galiani con uno stile soverchiamente fri^^
zante fa ossenrare , che il Winckelmann a torto
censurd la maniera adoperata nello scavamento di
Ercolano , e per imperizia di lingua criticd le in-
scrizioni latine scritte dal Mazzocchi , e situate
in pill luogbi del regal museo di Portici (31), di
quel Mazzoccbi , che compose siffatte epigrafi nella
grave eta di anni ottantadue , e che fissata avea
la sua riputazione nella intera Europa da non po-
ter essere scossa , di quel Mazzocchi , cui pud
bene adattarsi ci6 chb scrisse Macrobio parlando
di Virgilio : haec est Maronis gloria , ut nullius
laudibus crescat , nullius vltuperatione minuatur ( sa-
turn. lib. i cap. 24 ).
3. Lettera scritta dal Galiani ad un amico im-
pegnandolo alia esecuzione di un pubblieo monu-
mento da ergersi al marchese Niccolo Fraggianni
in Barletta patria del medesimo , quale lettera tro-
vasi pubblicata nella raccolta de^ componimenti dati
alia luce in questa capitate nel 1763 per onorare
la memoria del defunto Fraggianni* iTale lettera ,
oltre il progetto del monumento da innalzarsi ,
continue quattro inscrizioni latine composte dallo
stesso Galiani , che fregiar ne doveano i quattro
lati, e dalle medesime si ricava, che Vautore era
benanche scrittor latino elegante , ed istruito nell<l
stile epigrafico.
152
Opere mediie^
1» Ei scrisse im libro sul bello ^ di cni |^arfa
con molta lode il Yalentissimo poeta , ed or atore
Luigi Serio ( rime part. j2 p. 26 ) , ma Ijueslo
rimase inedito.
2. Corso di lezioni di arekitettura*
3^ Disserlazione sulla musica.
4. Da una lettera autografa di esso GaKani
del 18 noyeoibre 1767 iDdivitta a Francesco Da-
niele , che da me si conserva , rilevo ch' egU avea
dettato de^ notamenti J e aggiunte al Tocabolario del
Baldinucci, che tratta dell' arte del disegoo, col-
r idea forse di pubblicarle , ma queste anche ri-
masero manuscritte.
Con singolare elogio 1' insigne Appiano fiona-
{iede nella vita di Celestino Galiani parla de' due
di lui nipoti dicendo : Haeredes scripsit ex asse^
Jintris jilios duos : qui se tatnen plus amant in pa-
trui institutione et gloria , quibus et docti sunt^ et
clari^ quam in ipsa haereditate ( pag. 33 e 34 )^
II professore svedese Bioernstaehl piii volte ram-
mentato ( eit. op. torn. J2 p. 156^ assicura, che
il marchese Galiani era un groflti poeta , ma in ye-
ritk niun componimento poetieo di lui e riuscita
a me di leggere. Michele Sarcone insigne medico ^
e filosofo fa benanche onoratissima menzione del
nostro accademico ( istar. ragion. de^mcdi osservali
in Napoli nel i764 pag, 55 ).
In fine il Campolongo ( cit. op. p.^ 11 ) con-
sagra alia memoria del nostra Berardo questa epirx
grafe*:
153
ARCniTECTONES ^ OMNBS
QVI • QVI • ESTIS
HAG • COUMEANTES
HEIG . QYIESCENTI
ANTESIGNANO • VESTRO
EGREGIO . INCOMPARABILI
MARCHIONI . BERARBO . GALIANO
HAVE . DICEBE . ME . DEDIGMEMINI
Gargiulli - Onofrio Tide la luce del giorno in
Sorrento nel dl 22 novembre del 1748 , ove ap-
prese i primi rudimenti della lingua italiana , e la-
tina , e nell' elk di anni 1 6 fece passaggio in questa
capitale , per istruirsi nelle lingue dotte , e nelle
scienze. Infatti egli profittd inoliissimo specialmente
nella lingua greca , ed ancor giovane fu spedito in
Salerno per insegnaria in quelle regie scuole. Ri-
chiamato in Napoli nel 1 806, fu prescelto per pro-
fessore della stessa lingua nella regia universitk ,
e nel medesimo anno fu destinato scrittore della
regal biblioteca addetto specialmente ai ms. greci ,
incarico, che volontariamente lascio nel 1809. Fi-
nalmente nel 1807 fu nominato socio della nuova
accademia allora istituita. £i termino i suoi giorni
nel dl 4 marzo del 1815.
Le opere date alle stampe dal Gargiulli sono:
*/. / canti militari di Tirleo tradotti in versi ita-
liani col testo greco a fronte , unendovi in fine
una traduzione di un inno greco suUa pace di Bac-
ehilide di Cea. Napoli 1794.
2m Foema su V Etna traduzione in sesta rima
di C. Cornelio Severo. Napoli 4795. Seneca nella
sua lettera 79 a Lucilio parla di questo poema la-
tino scriito da C. Cornelio Severo , che fu elegan-
te poeta latino , cui Ovidio dirige una sua elegia ^
154
ex Ponto ( lib. IV ). £i descrisse benancbe cod
altro componimento \ infelice morte 4i Cicerone.
Un bel frammento di questo secoado compoDimento
yien riportato nel 2 vol. della raccolta di tutt' i
poeti anticbi latini pubblicata in Londranel 1721
pag. 1528. II GargiulU colia sua traduzione ba
reso cbiaro , e piacevple il poema di Severo , men-
tre ragionevolmente I'originale, percbfe non termi-
nato dalVautore, aiccome ne assicura Pietro Cri-
nitQ nella di lui vita, si reputa oscuro da taluni.
$. Caterina in Tauride.
4. Frammento di Polibio ndla Pirsia de^li anii-
chi iradotto ^ ed illustrato. Napoli 1803.
5. Lettera al cavaliere Fran. M. Avellino so-
pra una staiuetta di marmo^ rappresentante Cupi-
dp , irovata in Sorrento.
6. La Cassandra pq^tna di Licofrone Calcidese
tradotto in versi itaUani , ed illustraio con note.
Napoli iSiZ. E questo un bel lavoro del nostro
accademico, il quale ha renduto di comune intel-
ligenza tal difficile ed oscuro poema adornandolo
di emditissime note.
7. Le Sirene poemetto. Napoli i8i4,
S. Nel vol. 1 delle memorie dell' accademia no-
stra v' b inserito un di lui opuscolo con questo
titolo: Denominazioni greche antichissime di molti
luoghiy che posti sono tra il jvume Samo ^ ed il pro-
montorio Ateneo , conservate presso il volgo rfe' n-
spettivi paesi , e spiegazioni delle medesime. Nella
prefazione di quest' opuscolo promise altra disser-
tazione su gli anticbi abitatori di queste nostre
region! , ma preyeniito dalla morte non pote adem-
pire la promessa.
Pietro Napoli-Signorelli ( cit. op. torn. 7 pa-
l^na 218 ) accerta, che il nostro accademico avea
155
compostQ un altro poemetto in versi sciolti inti-
tolato : La Normandeide , che nou pabblico.
Oltre i gia indicati libri , ed i lavori accade-
mici , altri opascoletti in fogli volanti egli com-
pose 9 e pubblicd , ed in tatte le sue produzioni
non si pu6 negare al Garginlli una profonda co-
goizione della lingua , e degli scrittori greci , ed
una grande facilita nel poetare italiano.
Gervasio - Agostino ebbe i suoi natali in S. Se-
vero di Gapitanata il di 1 9 giugoo 1 784 dal dottor
fisico Antonio, e Gaetana Patavino, Fece i primi
studi in patria sotto la direzione del padre , uomo
molto stimato per le sue cognizioni letterarie , e
pel suo Yalore nella professione medica. Compi poi
il corso delle lettef'e latine e greche nel seminario
Urbano di Napoli , ove ebbe a maestri , tra gli
altri , Niccola Giampitti , Donato Gigli , e Bar-
tolommeo Pessetti. Negli studi legali fu istruito
da Niccola Valletta , che onoro il Gervasio di sua
particolare affezione ; e per quei di antichita va
debitore degli aiuti, e de'consigli ricevuti da Fran-
cesco Daniele , come per gli studi di storia let-
teraria da Giovanni Andres <
Egli nel 1 aprile del 1809 fu nominato sem«
plice uffiziale nella scgreteria di stato , e ministe-
ro dell' Interno : ora trovasi impiegato nello stesso
ministero col grado di uffiziale di carico.
In settembre del 1827 fu il medesimo ascritto
tra' soci corrispondenti della nostra accademia , e
nel 7 agosto 1734 fu eletto socio ordinario.
Del Gervasio sono a stampa :
i . Notizia di un ritratlo di Gio: Gioviano Poniano.
Fu scritta per 1' accademia Pontaniana , che \ in-
seri a pag. LXXVII della storia de' suoi lavori
nel volume III degli atti. Napoli i8i9.
156
2. Sopra una iscrizione stpontina ossemazioni.
Napoli i837.
S. Osservazioni storico-^riliche sopra una iscri-
zione Puteolana. Furono lette nelF accademia Er-
colaoese , e formerauoo parte del 3 Tolume degli
atti delia medesima.
4. Nella ristampa del Vocabolario Greco-Italia"
no J ed ItalianO'Greco di Francesco FontaDelia ve-
neziaoo , eseguita in Napoli nel 1825 in 8/, le
giunte e le correzioni sono opera del Gervasio.
5. Neir accademia Pontaniana, ove il Gervasio
h ascritto fin dal 1 809 , ha lette, e sono state ap-
provate per essere inserite negli atti le seguenti
memorie.
6. Delia vita , e. degli scrilti di Camillo Porzio
storico napoliiano. Ragionamento. Questo precede
r istoria d' Italia delF anno i547^ e la descrizionc
del regno di Napoli del Porzio pubblicate per la
prima volta dalP anzidetta accademia nel 1839.
7. Sopra due iscrizioni Messinesi^ Vuna latina^
e V altra greca , osservazioni.
Tiene poi inediti i seguenti lavori
Vita di Scipione Capece cavaliere napolitano ,
jilosofo , e poeta.
Delia vita^ e degli scritii di Antonio Epicuro poeta
napolitano.
Sono piu anni che sta lavorando sopra una Rac-
colta di iscrizioni greche napolitane^ tratte dai li-
bri editi , e da' marmi medesimi , che ancora esisto-
no. Per questa opera ha raunati il Gervasio mol-
tissimi materiali , ed osservazioni , che spera pub-
blicare per le stampe.
GiGLi - DoNATO nacque nel Comune di M ugna-
Bo in provincia di Napoli nel 4 dicembre del 1755:
il padre chiamavasi Giuseppe , e Catterina Pronober
157
la madre. Avendo nel 1763 perduto il geniiore
entro in quello stesso anno nel seminario Urbano
di Napoli , ove apprese le scienze sacre , e pro-
fane sotto i yalentissimi maestri , Salvatore Au-
la , lacopo Mariorelli , Ignazio della Galce , e
Giuseppe Simeoii. Divenuto sacerdote continuo a
stare nel seminario insegnando le belle lettere ia
diverse scuole per molti anni. Nel 1800 ne usci
e fu presceito a maestro di eloquenza latina , e di
lingua greca nel coUegio delie famiglie Caracciolo:
nel 1806 fu destinato per segreiario del cappel-
Ian maggiore, e nel 1807 fu nominato socio della
nuova accademia di storia, ed antichita. In questa
epoca essendo yicario generale della chiesa di Na-
poli monsignor Bernardo della Torre, fu il nostro
Gigli nominato canonico della cattedrale, e poco
appresso il conte Giuseppe Zurolor ministro del-
rinterno gli offri la cattcdra di archeologia greca
nelia regia Universita ; ma egli con esempio non
ordinario rifiuto queste lucrose , e luminose ono-
riflcenze , preferendo un ritiro interamente lette-
rario.
Non potfe pero rifiutarsi a far da segretario del-
la commissione della pubblica istruzione, impiego
che gli Yenne conferito nel 1816 dopo la morte
di Gaetano d'Ancora, e che occupo per pochi anni.
Dopo il ritorno del re Ferdinando da Siciiia
nel 1815 fu il nostro accademico incaricato con
sovrano comando di vari lavori letterari , ed es-
sendo riusciti questi di piena soddisfazione di S. M •
egli ottenne un abbadia , che poi fu cambiata in
un annua pensione di ducati quattrocento.
Diverse memorie ha il medesimo lette nella no-
stra accademia , ma una sola se ne trova stam-
pata nel 2 yoh degli atti della stessa , intitola-
158
ta : osservazioni intorno ad alcuni utenstli da ia-*
gno rinchiusi in un anello trovaio negli scavi di
Pompei. Dalla lettara di questo solo opuscoletto,
cbe riguarda mundum balnearium a suo dire, pud
rilevarsi la grande dottrina , e la somma erudi-
zioDe , di cui era fornito.
Oltre i lavori accademici, diversi cojnponimenti
ha egli scritti in prosa , ed in yerso in lingua ita-
liana , latina, e greca , de' quali pochi se ne tro-
yano stampati in varie raccolte , e che tutti riu-
niti formerebbero de'yolumi. II suo dire fu nobile,
e sostenuto cosi nel misurato , che nello sciolto
sermone, maestoso e leggiadro insieme nell'eroico
carattere , tenero e dolce nello elegiaco , e nello
endecasillabo , concettoso nello epigrammatico.
Sin dal 1 829 , fu Gigli attaccato da leggiero
colpo di apoplesia , che lo indeboh nelle facolta
fisiche , ed intellettuali , e rimase sempre nello
stato medesimo pel corso di anni due , quando
sorpreso da fieri dolori colici nel di 29 gennaio
del 1832 maneo dal numero de'yiventi nel Comune
di Portici, ove avea fissata la sua dimora sin dal
1 829 per procurare, che le indebolite forze si fos-
sero rinvigorite. £i fu uomo di grande , e mol-
tijplice sapere, fu istruitissimo nelle scienze , nelle
lingue dotte , e in molte lingue viventi , fu vago
anche della musica , dilettaudosi specialmente di
suonar V arpa.
Adorno di gentili maniere , e di costumi irre-
prensibili fu generalmente riputato in questa me-
iropoli come un modello di virtu, e di dottrina.
Monsignor Rosini parco lodatore nel sentire I'av-
Tenuta di lui morte esclamd : ohl h trapassato V ot-
iimo Gigli.
GioiiPANO-GiROLAMO ebbe il aascimento in Lucera
159
illustre cittk della Daunia nel di 5 maggio dellTI 5,
da coDiugi Giuseppe, ed Aoiia Siliceio. Egli avendo
appreso i primi rudimeoti nella sua patria^ e mo-
straudo grande acume ^ e Yivacitk d' ingegno fu
eondotto ben presto nel seminario Urbano di Na-
poli, OYe s'istrui uelle liugue dotte, facendo quivi
progressi si rapidi e sublimi nella Ebraica, Greca,
6 Latina favella, cbe qualunqne scrittore negli an-
zidetti idiomi a lui si presentaya ^ era tradotto ,
e letto in italiano con eleganza , e somma facilita,
ritenendo spesso a memoria lunghi squarei degU
autori medesimi^
Accadde , cbe inentre era in seminario fa rac-^
comandato all' arciTescoyo di Napoli cardinal Fran-
cesco Pignatelli tin dotto yiaggiatore Inglese , il
quale cbiese di vedere la ^iesa, e gli alunni del
seminario. L^arcivescoyq voile compiacerlo, e tra
gli altri) gli presento il gioyinetto Giordano, cbe
in eta assai tenera all' impronto componeya in ebreo,
in greco , ed in latino , cosa , cbe rec5 grande
marayiglia all' insigoe yiaggiatore (32)«
Terminati gli studi delle belle lettere , e delle
scienze fa ei soUecito ad incamminarsi per la pro-
fessione legale , ed appena 1' ayea cominciata ne yen-
ne distolto, giaccbfe nel di 28 febbraio del 1746,
essendo stato eletto Priore del Consolato di ma-
re, e di terra istituito nella sua patria, in quel-
I'anno doyette ivi condursi ; ma poco yi dimoro,
e rinunciando alia conferitagli carica si trasferi di
nuoyo nella capitals
Ritornato qui riprese nel foro la sua professione
di ayyocato facendoyi una luminosissima figura in
cause di sommo rilieyo tanto ciyili , cbe criminali,
ora armgando , ed ora scriyendo , cagionando in
tutti grandissima marayiglia per |a somma intelli-*
160
genza , che mosttaya delle leggi iA antiche ^ che
nuoTe , e di quasi tutte le scienze. L' esercizio
per5 di avyocato , ed in cause importanti , non
distolse il Giordano dal suo studio prediletto di
amena letteratura. Quindi essendo gia assai nolo
il di lui sapere in filologia , ed in tutte le Ungue
dotte fu con applauso universale nel 1755 eletto
per uno de' XV accademici Ercolanesi.
Nel 1761 fu promosso alia magistratura provin-
ciale, e si porto prima in Trani, ed indi in Sa-
lerno da regio uditore , carica che occupo per cir-
ca 9 anni , ma per indisposizione di salute ne
chiese la dimissione, e I'ottenne. Fatto ritorno in
Napoli ricomparve nel Foro , e furongli benanche
affidate delle difese rilevantissime da lui disimpe-
gnate sempre con son^o zelo , e sapere.
Egli finalmente giunse al termine alia umana con-
dizione stabilito in questa metropoli nel 5 giugno
del 1784, lasciando insigne fama del suo sommo
sapere per essere stato uno de'piu dotti della eta,
in cui yisse.
Le allegazioni del Giordano possono conside-
rarsi , come tante opere legali , giacche sono ri^
piene di molta scienza di dritto romano , e pa-
trio , di dritto pubblico e di somma erudizione.
Giova registrare cronologicamente quanto da lui
fu pubblicato per le stampe in difesa de'suoi clien-
ti , o per suo particolar piacere.
4, Allegazione in pruova del nobile antichissimo
dritto , che hanno i magn. Govemanti pro tem-
pore della citta di Lucera Santa Maria ^ di citarc
per edictum i di lei cittadini a^senti^ e di privar"
gli isso fatto de' propri rispettivi terraggi , qualor
quelli citati non si ripadriaranno trallo spaz'to pre-
Jisso di sei mesi. Contro le indoverose pretensioni
161
protnosse nel S. R. C*. dal magn. D^ Paolo Fiani*
In questa allegazione non v'6 data di tempo, ma
Delia pag. 8 sta detto , che il S. R. C. a rela-«
zioDe del commessario Porcinari nel di 19 giugno
del 1 739 ordinb , che si fossero munile le parti per
le prowidenze da darsi da esso S» R^ C. ^ e che
intanto la regia Udienza avesse soprasseduto dal
molestai'c i detti govemantif Quindi pud con fon-
damento supporsi , che la indicata allegazione fos^
se scritta verso il 17A0 dal Giordano , ed allo^
ra egli era nella eta di anni 25. Basterebbe leg«
gere questa sola scrittura, per conoscere chiaramen^
te la somma dottrina dell'autore in legge, in isto-
ria generale del regno , e particolarmente di Lu-
cera, in dritto pubblico, ed in erudizione sacra^
e profana.
J2. Schediasma^ in quo generaliter de Lusitaniis
rebus Jit sermo , speciatim vero Camalae urbis sO&Sy
creatio , atque etymologia investigantur excellentis"
eimo D. Bernardo Tanusio dicatum, Neapoli i752
in 4.°. Con questa dissertazione ei intraprese ad
illustrare una guasta inscrizione latina Portoghese^
e con grand' erudizione ebrea , greca , e latina la
comenta , e stabilisce che la distrutta cittk di Ga^
mala sia stata 24 miglia distante da Goimbra verso
la Galizia.
3* Nel 1753 si scavo in Lucera un antico se-
polcro: il celebre Raimondo di Sangro principe di
S. Severo, volendo essere informato delle circostan-
ze , che accompagnarono tal disotterramento , ne
scrisse al Giordano , ch' egli chiama uomo erudi-*-
tissimo , il quale in data del 29 settembre 1753
gli fece una lunga , e dotta risposta , che fu stam-^
pata per intera da esso principe (33)-
4. Verso il 1758 nel cavarsi i fondamenti della
11
162
chiesa de^ pp. della Missione di S. Vincenzo dt
Faola in Napoli, fu rinTenuto un epigramma greco
inciso in marmo , riguardante un fanciuUo chiamato
Axistone della di cui illustrazione si occuparono
molti eraditi , e specialmente i valenti grecisti Mar-
torelli , ed Ignarra , i quali in molte cose non fu-
rono di accordo. II Giordano yi scrisse anche un
dotto comento , che merito in preferenza V appro-
Tazione generate de' dotii , avendo con nuove in-
dagini meglio interpretato il cennato epigramma.
II titolo del suo libretto e questo : in Aristonis
ptieri sepulcrale epigramma commentarius. Dabam
Neapoli VL Kal. lul. MDCCLIX.
5. Breve memoria in giustijicazione delle onori-
ficenze appartenenti aWillustre marchese di Monte-
scaglioso in tutte le Chiese di quel suo rispettabile
feudo , e specialmente in quella de^ RR. PP. Cas-
sinesi. Napoli il dt 7 gennaio i772.
Contro questa memoria scrisse V altro insigne
uomo Saverio Mattei awocato de'pp. Cassinesi, e
pubblico la sua scrittura il di 15 maggio del 1772.
II Giordano riprodusse 1' allegazione del Mattei
con le di lui annotazioni , e le pubblico unitamente
Hel 15 luglio dello stesso anno 1772.
Gran saper legale, e somma erudizione sacra, e
profana si raTvisa in entrambe le scritture ; ma
sembra, che il Giordano in questa disputa abbia
superato il Mattei. L' insigne duca di Laurino
Troiano Spinelli avendo esaminate le allegazioni di
ifuesti due celebri giureconsulti in una lettera da
lui pubblicata sulle onorificenze dovute ai baroni
nelie chiese delle loro giwisdizioni sostenne il pa-
rere manifestato dal Giordano.
6. Nel 1770 agitavasi nel Foro una rilevante
quistione tra il duca di Monteleone , ed alcuni
163
abiianii de'suoi feudi, nella quale erano impegnati
per la difesa de'contendenti i primari avTOcati di
quell' epoea. Accadde , che discutendosi la causa
nella cosi delta allora regia camera della Somma*
ria, quel magistrati nel decidere avessero fatta pa-
rita di TOti« Gid avyenuto, il Giordano comincio
a difendere il duca red convenuto, opinando ^ che
la parita fatta era una decisione a favore del suo
cliente ricavando da diversi antichi scritiori greci
I'origine del giudizio di Oreste, che la paritk si
operi nella uguagliaoza perfetta de'voti^ e soste-
nendo , che il calcolo di Minerva , che si aggiunse
nel giudizio di Oreste acoloro^che rassolyettero
per uguagliare i vOti di quelli ^ che lo condanna-
rono, ha relazione al dritto di grazia della supre-
ma potesta. Ma immediatamente dopo la pubbli-^
cata parita usci per le stampe un allegazione in
difesa degli attori in data del 6 luglio 1770 fir-
mata da Saverio Simonetti , e dal marchese An-
drea Tontolo* Quindi fu obbligato Giordano a ri-^
spondere , per sostenere la vera intelligenza della
legge mter pares sotto il titolo delle pandette de
re judicata ; e percio pubblico la seguente Disser*
iazione • • « « nella quale si risponde da passo in
passo a^principali argomenti contenuti in una alle-*
gazione data alia luce nel di 6 luglio i770 , ed
indi si propone la vera intelligenza del calcolo di
Minerva. Venezia ( Napoli ) 1772* Divulgatasi
questa dotta dissertazione , nella quale con som-
mo sapere ei sosteneva 1' opinione di sopra indi-
cata , e si esaminavano le leggi tutte riguardanti
la parita de' Toti derivata da purissimi fonti del
diritto di natura , delle genti , e di questo regno ^
videsi stampata altra scrittura anonima , ma ch' era
del Tontolo , intitolata : Lezione JUosoJica moralo
164
iniomo alia prima ottava del canto XX delT Or-
lando fuHoso di M* Ludovico Ariosto. In questo
scritto il ToDtolo opioo , che avvenuta la pari-
ta nel giudizio di Oreste 1' avesse Minerva tolta
col suo YOio aggiunto in favore dello stesso , e
che siifatto calcolo di Minerva passato nelle attri-
bazioni de' sovrani , abbiano questi acquistato il
dritto a dirimere tali pariia. Di piu neila stessa
Lezione Jilosojica Giordano fu attaccato con parole
molto pungenti, e fu criticato tanto per le legali
teorie da lui soslenute , qaanto per le cose eru-
dite , di cui avea adornata la sua dissertazione.
II Giordano non rifiutd Tattacco, e rispose al Ton-
tolo coUa lettera che segue
7. Lettera in forma di dissertazione addirizzata
alV avvocato D. Andrea Tontolo ^ nella quale si
esamina , e si confula da capo a fondo la scriltura
da lui pubblicata a pro de^ vassalli denunzianti di
Monleleone sotto la data d^i5 gennaio i772r col
iitolo : Lezione Jilosojica morale. Venezia ( Napoli )
48 febbraio 1772. In questa risposta mostra egli
Yeramente il suo enciclopedico sapere , e riduce
Hel nulla tutta la lezione Jilosojica , e tutte le em-
dizioni greche^ che il ch. lacopo Martorelli avea
somministrate al Tontolo , e che da questo furono
iaserite in essa lezione , come sostiene il Giordano.
Tra i molti eruditi , e i molti avvocati , che
presero parte in siffatta controversia, vi fu anche
il celebre Pietro Patrizii , che venne molto ben ri-
compensato per le sue difese. Quindi il nostro
poeta Filippo di Martino, volendo descrivere i prin-
cipali aitori in tal disputa con i lore rispettivi ca-
ratteri , compose lepidamente il distic6 , che segue:
ToNTWLVS insanii , Iordanus rumpitur aestu y
PsTRUS diiescit , MoffTEiMOWE paga.
165
Attualmente per le nostre Duove leggi la pariU
de'voti si scioglie sempre in favore delPaccusato,
e quindi nel foro simile controversia e terminata.
8. Nel 1 maggio del 1776 il Giordano pub-
bRc6 una mcmoria pel monistero delle monache di
S. Maria di'^ Commendati delta cilth di Maddaloni.
La lite era col duca di Maddaloni , che sosteneva
di Tantare un padronato su tal monistero , e la
difesa scritta dal Giordano h , secondo il suo so-
iito , ripiena di dottrina , e di erudizione.
9. Nel 20 agosto del 1776 ei diede alle stam-
pe una difesa per i cittadini di Scilla reclamanti
al real Irono contra d^ loro baroni conte di Sino^
poli , e principe di Palazzolo suo figUo. Bernardo
de Ferrante illustre avvocato di quell' epoca pub-
blico due lettere in data del di 8 e 14 settem-
bre dello stesso anno 1776 dirette al Giordano
suir allegazione testfe indicata , alle quali egli diede
le seguenti
40. Risposte alle lettere scrittegli dalV avvocato
D. Bernardo de Ferrante. Colla sua ordinaria mae-
stria il Giordano sostiene in queste sue difese a
pro de' cittadini , che gV indicati baroni , per di^
Terse inquisizioni contra loro gia compilate , do-
vevano sospendersi dall'uso, e dall'esercizio della
giurisdizione , per indi esser giudicati.
II Giustiniani ( cit. op. tom. 2 p. 109 a 111 )
dice , che il nostro accademieo ayesse rimaste ine^
dite altre letterarie fatiche , ma non ne indica i ti-
toU , n^ a me sono note.
Lo stesso Giustiniani poi , e prima di lui il
Soria ( cit. op. tom. 1 p. 16 ) scrive, che il
' Giordano avesse composta una forte critica contro
r opera del Prodromo del Bayardi , di cui si h
gia parlato, ma che tal critica per la media^ioae
166
del P. Lugo deH'ordine somasco, e per altri suoi
fini I'autore non diede alle stampe. II Soria pero
dice, che a lui venne gentilmente comunicala dallo
stesso autore. Pietro NapoU Signorelli ( regno di
Ferdinando IF pag. 292 ^ assicura benaoche, che
il Giordano, trovandosi udilore in Trani nel 4762^
fece un discorso inaugurate^ allorchb prese possesso
della carica di preside in quella r. Udienza il ca-
valiere Marino Frezza.
Grassi - Francesco conte di Pianura nel di 8
dicembre del 1685 ebbe i suoi natali in questa cit-
ta , e i di lui genitori furono il conte Barto-
lommeo, ed Anna de Ponte de'duchi di Flumari.
Egli da giovanetto dopo terminati i studi parti da
questa capitale, e si addisse al nobile mestiere del-
le armi nell' esercito Austriaco , nel quale si di-
stinse in varie guerre di quei tempi. Nel 23 gen-
n^io del 1723 trovandosi tuttora in Vienna sposo
Eleonora GoUemberg, e da questo matrimonio ne
nacque V unico figlio , cui fu imposto il nome di
Giorgio.
Avendo fatto ritorno in Napoli . si formo una
speciosa biblioteca , ed un pregevole museo nu-
mismatico ricco benanche di altre anticaglie , de-
dicandosi interamente alia lettura degli autori greci,
e latini. Or mostrando il medesimo molta intelli-
genza, e critica sopraf&na nell'archeologia, fu nel
4755 prescelto per uno de*XV accademici , con
aver contribuito la sua simbola nella opera sulle
antichita di Ercolano. Nel suo palazzo baronale di
Pianura raccolse anche delle inscrizioni antiche in
marmo , cio che fece credere a Vincenzo Ambro-
gio Galdi, che il comune di Pianura fosse paese
di reniota fondazione , il quale percio caduto in
ioganno diede alle stampe nel 1795 una disscrta-
167
zione sulVantichita di Pianura^ opponendosi cod la
medesima a Gio: Antonio Summonte , che avea
fondatamente assicurato non aver trovato memoria
di tal paese nelle vetusle scritture. Ignoraya dun*
que il Galdi, che i marmi antichi yiaggiano, co«
me gli uomini , e troyandosene in un Comune qua-
lunque non sono da tanto da assiourarne essi soli
UQ^ antichi ta simile a quella de^ marmi stessi.
II Mazzocchi piii yoke fa menzione del di lui
insigne museo, e nomina sempre con elogio I'erur
ditQ suo possessore (34), Se b vero, che laudari
a laudato viro summa laus est , fanno grandissimo
onore al Grassi gli encomi a lui fatti dal grail
Mazzocchi. Delle rare qualita dell' animo , dellsi
profonda erudizione , e del riccbissimo di lui mu-
seo fa benanche parola Mattia Zarrillo nelV illn-
strare la medaglia antiqa dei Caistrani y la quale
apparte^eya al museo dello stesso conte. U dot-
tissimo lacopo. Martorelli (^ antiche colonic venut^
in Napoli yol. 1 p. 256^ cita anch'egli con lode
il nostro accademico denominandolo. sayio. cono-*
scitore di antichi monunxenti.
£i giunse al termine de' suoi giorni in questa
metropoli nel 9 ottobre del 1 762 , e di poi del
suo museo fece acquisto il cayaliere Hamilton al-
lora ambasciatore d' Inghil terra presso la nostra
corte , e la grande, e speciosa biblioteca fu com*
prata da'fratelli Torres negozianti di libri in quel*-
r epoca.
Del conte Grassi non. abbiamo per le stampe ,
che una sola lettera da lui diretta al P, D. Gian-
francesco Baldini della congregazione de' chierici
regolari somaschi, colla quale illustra una meda-
glia greca di bronzo di mezzana grandezza rin-'
168
Yenuta tra Pozzuoli , e Pianura apparteaente a Cor-
nelia Supera consorte di EmiliaDO , siccom' egli
sosiiene. II dotto Zaccaria nel yoI. 5 p. 232 della
soa storia letter, d^ Italia scnTeiido di quest' opu-
seolo dice: lo nan saprei bastevolmente lodare que-
sta giudiziosa lettera , alia ^ quale poche simili se
fte veggono in tanta eopia di (Essertazioni y e di
lettere sopra tnedaglie , ed iscrizioni.
Geego * Gaetano nacque in questa eapitale nel
24 ottobre del 1767 da Franceseanionio , e da
Marianna Grandone. Ancor giovanetta entrd nel
seminario Urbano , ed ivi ebbe per maestri nelU
belle lettere Niccola Rossi , e Donato Gigli , nel-
I'eloquenza Niccola Ciampitti, nella poetica Pie*
tro de Rosa , nella lingua greca Carlo Rosini , e
Delia ebrea Ignazio Innaeo. U professore Filippo
Gnidi gli fu precettore nelle matematiche ^ ed il
canonico Andrea Simeoli nella teologia^
Nel 7 febbraio del 1802 fu eletto professore di
lingua italiana nell' accademia militare della Nun-
ziatella. Nel 17marzo 1807 fu prescello per uoo
de' XX accademici , e nel 15 maggio del 1813
in nominato professore di storia , e di geografia
Del primo collegio delV accademia di marina. 11 di
23 agosto 1 820 fu destinato maestro di lingua ita-
liana, e latina nella real paggeria, e nel 12 feb-
braio 1824 ebbe I'incarico d'insegnare la lettera-
tura italiana , e latina nella stessa real paggeria.
Egli ha dato alle stampe , oltre i lavori acca-
demici , i seguenti libri : «
-/. Caroli III Hispaniarum Indiarumquc regis fur
nebris laiidatio. Neapoli i789>
2* Istituzioni gramaticati della lingtia italianoi^
Napoli i803.
169
3. Raccoha di scelte prose italiane corredate di
* opportune note ad uso delta reale accademia di ma-
rina. Napoli 1817 e 1848 vol. 2.
4. Avverdmenti per parlare , e scrivere corretta-
mente la lingua italiana ad uso deW accademia di
marina, Napoli 1820 seconda edizione.
GuALTiERi - Francesco-Sayerio sorti i suoi na-
tali Id Lucoli paese poco lungi dalla cittk di^
Aquila il 22 luglio del 1740 da' coniagi Dome-
nico , ed Altigera Marrelli , e dopo di aver ap*
preso i primi rudimenti nella sua patria da Be-
rardo GolaDtonio, e Niccola Tomei, di anni ua-
dici fu riceTuto nel coUegio gesuitico aquilano.
Quivi egli apprese le lingue dotte , e le scienze
da yalentissimi maestri , e specialmente dal dot-
tissimo Yito Maria Giovenazzi, di cui fu allieTO
prediletto, e quiudi Tamico intrinseco fiDchfe vis-
se. Essendo gia ordinato sacerdote nel 1766 fece
passaggio in questa capitale , e quindi nel 1776
si coudusse in Roma , ed in altre citta d' Italia,
attento ad osseryar tutto , per istruirsi , e perfezio*
narsi maggiormente negli studi filologici, per i quali
ebbe sempre una inclinazione particolare. Vi sono
alcune scienze , che possono apprendersi facilmente
nel silenzio del proprio gabinetto, ma per alcune
altre, come per 1' archeologia , giova molto il viag-
giare osser^ando, e meditando , giacchfe un anno
di giro per un uomo culto reca piii vantaggio ,
che dieci auni di studio camerale
Ritornato in Napoli assai piii ricco di cogni-
zioni specialmente epigrafiche fu prescelto da pri-
ma nel 1778 socio pensionista della r. accademia
delle Scienze , e B. L. nella classe riguardante
Falta antichitk, quindi regio bibliotecario , ed in
fine nel 1787 per uno de' XV, dell' accademia Er-
colanese. Ma mentre era tutlo intento a riordinare
170
la grande , speciosa , e ricca nostra regal biblio-
teca , opera ch' esegui nelia massima parte , e men-
tre interamente applicaTasi all' amena letteratura ,
contribuendo i suoi lavori alle due accademie , cui
apparteneva, ne fu distolto da altro piii sublime,
e dignitosQ incarico.
Fu innalzato a govemare la ohiesa di Aquila ,
e nel giomo 13aprile 1792 ne fu proclamato \e-
scovo dal pontefice Pio VI, d'pnde venne poi tras-
latato il 6 aprile del 1818 nella cattedrale di
Caserta.
In questa nuova carriera , mentre edempi esat-
tamente ai doveri episcopali , prese speciale cura
della educazione letteraria, e morale della gioventii
raccolta ne' seminarii delle sue diocesi , per dare
alia cbiesa dotti, e morigerati ministri, ed alia so-
cieta istruiti , e costumati cittadini,
Essendosi istituito nel 1829 I'ordine cavallere-
eco di Francesco I per premiare i personaggi, cbe
renduti si fossero piu insigni nelle scienze , nelle
arti, e nelle cariche civili, fu egli decorato della
^an croce dall' augusto fondatore.
N^ella grave etk di anni 91 il nostro prelato ter-
min6 in Gaserta , e precisamente in Falciano la
sua carriera nel di 15 giugno del 1831.
Ecco i pochi opuscoli da lui pubblicati :
1 . Via^gio di AnrUbale per la Toscana descritlo
da Pier Vettori. Napoli "1780.
J2. Viti Mariae luvenatii poematum libellus. Nea-
poli i786^ ove leggesi una elegante prefazione la-
tina del Gualtieri , il quale in fine del libretto pub-
blico altri yersi latini di alcuni insigni poeti del
secolo XVI.
Ha rimasto inedite
1 . Un opera sulla iipografia napolitana gia co-
minciata , ma non finita*
471
5. Indice di parole^ e sigh delle iscrizioni pui-
blicate dal Fabreiti.
3* Corpo delle iscrizioni.
Tra ]e cose anche rimaste dal medesimo v'& an
copioso, ed interessante carteggio di anni 60 circa
dallo stesso tenuto con i piii iilustri letterati del
suoi tempi, che pubblicandosi polrebbe essere di
gran giovamento alia storia di quell' epoca. Ed h
certamente fuori ogoi dubbio, cbe da siffatti do-
cumenti si ricavano grandi, ed interessanti Tcrita
per la storia de' tempi.
II gran Bacone de augment, scientiar. lib. 11
cap. 12 dice: Sed majora adhuc praestantur avxi-
lia ad instruendam civilem prudentiam ab epistoUs^
quae a viris magnis de negotiis seriis missae sunt.
Etenim ex verbis hominum nil sanius-^ aut praestan-
tius , quam hujusmodi epistolae. Habent enim plus
nativi sensus , quam orationes , plus etiam maturi--
talis J quam colloquia subiia^
Da diversi scrittori si h fatta onorata menzione
del nostro accademico in varie occasioni. Mentr'ei
era tuttora di fresca eta il dottissimo Vito Maria
Giovenazzi nella sua dissertazione sulla citta di
Aveia lo chiama giovane ingegnosissimo ^ e lettera-
tissimo^ e non meno nelle metajisiche^ ed altre 5U-
blimi facolta , che nelle lingue dotte versatissimo.
Ed il rinomatissimo Morcelli nel 3."* de'suoi 5crm.
lib. 1 , scrivendo al Giovenazzi suUe illustrazioni
delle inscrizioni misenati scritte dal Gualtieri ne
parla con somma lode. Ma non fu terminato sif-
falto lavoro. •
Monsignor Giovanni Rossi scrittore nella regal
biblioteca nel 1829 pubblico le nolizie storico-cri-
tiche spetlanti a Gualtieii da Ocre , ove con molto
accorgimento diffusamente scrive intorno alle virtii
472
morali, e letterarie del nostro prelato. Dopo sua
morte soienni funerali in di lui memoria furon ce-
lebrati in Caserta , e nella cittii dell' Aquila ; ed
una tornata accademica in onore dello stesso fa
destinata dalla colonia Aternina de'Velati residente
in Aquila , cui egli apparteneva come socio ono-
rario, nella quale, tra gli altri componimeati , yi
fu recitata una elegante Laudazione di Vincenzo
Daniele pubbiicata per le stampe. Ed oltre a ci6
uu elogio storico fu con puritk di lingua scritto ,
e dato auche alle stampe in onore del medesimo
dal cav. Gio: Battista Micheletti , non che un epi-
cedio latino in verso esametro disteso con elegan-
za dal nostro amico Raimondo Guarini , che fu in-
serito nel suo comentario XIII in velerum monu-
menia pag. 131.
Guarini - Raimondo nacque in Mirabella il 12
maggio del 1765 da Angelo, e Rosaria de Sanctis.
Ne' primi anni ebbe nella sua patria la sola edu-
eazione morale , ma avendo professato 1' ordine do-
menicano nella provincia di S. Marco de'Cavvoti,
ivi gli furon insegnate le liugue dotte, e le scien-
ze filosofiche. Apprese poi la teologia dal celebre
p. maestro Filippo Blundo , dal quale , oltre la
scienza teologica , fece acquisto di altre molte co-
gnizioni , essendone lo stesso fornito a dovizia.
Nell'anno 23 di sua eta portossi in Roma, per or-
dinarsi sacerdote , ove si trattenne un anno. Ri-
tornato in Napoli termin6 i suoi studi nel coUe-
gio di S. Tommaso d' Aquino , e quindi fu pre-
scfelto per insegnare le belle lettere , matematiche
elementari , filosofia , teologia dommatica , e mo-
rale ne'seminarii di S. Bartolommeo in Galdo, e
di Ascoli in Fnglia. In seguito fiss6 la sua dimora
nel monastero di Piedimonte di Alife , dove per
173
anni quattro regold da rettore Y edttcaDdato di quella
famiglia.
Dopo rabolizione degli ordini monastici fu chia-
mato ia Napoli dai conte Giuseppe Zurolo miai-
stro deir Interno per occupare la cattedra di lia-
gua greca , e latioa nel collegio medico-cerusico ,
e nel 1821 fu eletto socio ordinario deiraccade-
mia Ercolanese.
I libri da lui dati alia luce sono :
i » Saggi di discorsi panegirici , e morali. No"
poll i805.
J2. Alcune nozioni preliminari al diritto di nOr
tura con un saggio Jilosojico sulla critica delta ca*
noscenza di Pasquale Galluppi. Napoli i805.
5. Osservazionisii triumviri monetali. Napoli'18'18*
4. Analisi^ e costruzione gramaticale. Napoli i830
ierza edizione. '
5. Poemaia varia. Neapoli i82i.
6. Pamassi lapidarii^ seu prosodiae latinae funr
damenta. Neapoli i822.
7. Illustrazione della campagna Taurisana , e di
alcune nozioni agrarie con una risposta al canonico
della Vecchia. Napoli 1820 , e 1823.
8» Illustrazione apologetica del mamio puteola^-
no. Napoli 1824.
9. Illustrazione di alcuni monumenti di Pompeu
Napoli 1824.
10. Ricerche sulVantica citta di Eclano con s6i
dissertazioni pubblicate in seguito sullo stesso argo^
mento. Napoli 1814, 1815, 1817, 1821, e 1824.
11. Lithopolemos, seu historiola abortus commeth-
tariorum in monumenia musei Borbonici. Panor-
mi 1824.
12. Dialectieae institutiones. Neapoli 1827*.
474
43. Pergamena di Acqtmputida del secolo XIL
NapoU i829.
44. Congetture sul soggetto di un intonaco di
Pompei eon due lettere pubblicate dipoi* NapoU 4828j
e 4829.
45. De nexu sdenttarutn^ et artium inter se^ poe-
nut. Neapoli 4829.
46. Risposta a D. Fabio del Caffb del Molo.
NapoU 4829.
47. Monumenti antichi spiegati. NapoU 4830.
48. Osservazioni sopra un rotolo Eclanese. Na-
poU 4830.
49. In veterum monumenta commentaria nonnuU
la , che sono al numero di sedici pabblicati ia
Napoli dai 1820 al 1833.
20. Se il religioso secolarizzato possa acquista-
re ^ e disporre delP acquistato fuori did chiostro.
NapoU 4832.
24. Risposta alV opuscolo col iitolo di osserva-
zioni sopra un lihro intitolato : In sacra nonnulla
Pompeiorum. Napoli 4832.
22. Alcuni suggelli antichi spiegaii. In Napo^
U 4834.
23. Varii monumenti con critiche osservazioni.
Napoli 4835. Nella pag. 13 di questa operetta
egli, tra diverse antiche lapide, illustra una bella
e lunga inscrizione appartenente a SiWaDO , divi-
nita pagana, quale inscrizione fu rinvenuta nel 1834
in Caposele nella proyincia di Principato Giteriore
alle ralde della montagna di Oppido nella contrada
denominata Castagneto.
24. Di alcuni tegoli scritti del museo reale Bor^
honico y dissertazione. VeUetri 4837.
25. Fasti Duumvirali di Pompei. Napoli 4837.
175
26. Notizie della vita del fa cav. D. Niccolb
Zingarelli. Napoli 1837.
J27. 2?e' consoli voluti municipali. Napoli i837.
28> Risposta alle osservazioni di Vincenzio de
Ritis sopra il libro inlitolato: Ancbra della tavola di
bronzo rinvenuta in Pesto. Napoli i838.
29. In cippum Osco-Abellanum divinatio. Nea--
poll 1839.
30. Effetti jisici deWuso del pane ^ e vino con-
sagrato. Napoli 1839.
Ne' bulkltini archeologici , che si pubblicano ia
Roma, si leggono varie operette del nostro socio,
e precisamente in quello del mese di maggio 1 830
alia pag. 119 v' e V opuscolo intitolato ; Eclanoj
ed Arienzo : in altro del mese di aprile 1 832 alia
pag. 75 Ti sono le osservazioni sopra un rotolo
Eclanese con alcune gemme letterate , ed iscrizio-
ni: in quello del mese di giugno del 1832 nella
pag. 155 si trovano pubblicate alcune iscrizioni
greche delVisola di Capri; e nell' altro de'mesi di
settembre, ed ottobre 1832 alia pag. 207 sono ri-
ferite le inscrizioni di Eclano , e contorni.
Iannelli - Gataldo ebbe la nascita in Bnenza
nel di 20 setiembre 1781 , ed i di lui genitori
furono Prospero, e Luisa Labriola. Volendosi in-
camminare per lo stato ecclesiastico , fu posto nel
seminario di Marsico nuovo diretto allora dal dot-
tissimo vescovo Bernardo della Torre ornamento
del clero napolitano. Terminato il corso di belle
lettere , e delle scienze , ed ordinaio sacerdote
fece passaggio in questa capitale , per perfezionarsi
sempre piii nello studio delle lingue orientali , e
nelle altre piii sublimi cognizioni. Qui giunto fe-
ce conoscenza del P. Giovanni Andres protettorc
esimio de' giovani studiosi , di cui divenne poi
• •••••- " -- '
• • . • *
176
grande amico , e quindi ritrar potette da quel fonte
inesaasto di sapere molti lumi , per dirigere la gik
ben intrapresa camera letteraria. Essendo prefetto
della regal biblioteca lo stesso Andres, lannelli ne
fu Domiuato scrittore, indi uno de'tre bibliotecari,
e Del 1817 socio della nostra accademia.
Oltre diverse memorie lette in accademia, e vari
lavori accademici, ha egli dato alia luce le opere
intitolate :
i . Codex perottinus ms. regiae Bibliothecae Nea-
politanae duas^ ei triginta Phaedri fahulas iam no-
tas ^ totidem novas ^ sex et triginta AriAisi vul ga-
las , et ipsius Pebotti carmina inedita contintns.
Neapoli 1809.
J2. In Perottinum codicem ms. regiae bibliothecae
Neapolitanae^ quo duae et triginta Phaedri fahulae
iam notae , totidem novae , sex et triginta Aviani
vulgatae , et ipsius Perotti carmina inedita conlinen-
tur ^ dissertationes tres. Neapoli iSii*
3* In Cassittianam novarum fabularum editionem
colloquia. Neapoli iSi^.
4. Sulla natura , e necessita della scienza delle
cose , e delle storie umane. Napoli i8i7.
5. Catalogus bibliothecae latinae veteris et clas^
sicae manuscriptae^ quae in regio Neapolitano mu-
seo Borbonio adservatur. Neapoli i827*
6. Hieroglyphica j^gyptia* Neapoli i830»
7. Fundamenta Hermeneutica Hierographiae Cry-
pticae veterum gentium. Neapoli 1830.
8. Tabulae Rosettanae hieroglyphicae et centuriae
sinogrammatum polygraphicorum interpretatio tenia--
ta. Neapoli 1830.
9. Tentamen Hermeneuticum in hierographiam
erypticam veterum gentium. Neapoli 1831.
10. Nel giornale letterario intitolato : il pro-
nr
gresso delh stienze delle letiere^ edelle arti vol. 4
pubblicato in Napoli nel 1833 pag. 89 V k an
estratto delle indicate opere riguardanti i gerogli^,
jici degli Egizi scritio dallo stesso Iannelli«
yy. Nuove riflessioni sul gran musaico pompeia*
no per dimostrarvi la baitaglia di Alessandro il ma^
cedone al Granico. Napoli 1834. Essendosi diversi
scrittori occupali di questo interessantissimo mo^
iiumeDto , emanando varie opinioni ) lannelli coa
solidi argomenti e fondate congetture sostiene il
sentimento gia dato dal cay. AyeUino , di cai si
e fatta parola«
"^2. Motivi per li quali nel giomale napoliiano
del to il Progresso non si sieno dali estratti^ nkfatti
elogi deW opera del signor Ippolito Rosellini su i
monumenti siorici deW Egillo , e della Nvbia; o sia
cenni critici di Cataldo lannelli suit opera stessa :
con una appendice intorno ad un articolo di B. Poli*
Quest' opuscolo trovasi inserito nel menzionato
giornale il Progresso del 1835.
Nel 2 volume degli atti delF accademla nostra
irovansi pubblicate le seguenti tre memorie del lan-
nelli : pittura pompeiana , nella quale si rappresen^
iano le nozze di Zejffiro e Flora ; ossertazioni sulle
interpretazi»ni date ad una pittura pprnpeiana da^si^
gnori Raoul-Rochette , Guarini , ed Hirt ; osserva-
zioni sulla interpretazione data al quadro pompeia"
no detto di Zeffiro e Flora dal siguor Bernardo
Quaranta.
Iayarone - Francesco sorti i suoi natali in Na-
poli nel 10 maggio del 1788 da'coaiugi Gaetano,
e Margherita Pierini. Di buon'ora s'incammiuo per
lo stato ecclesiastico , e dopo di aver appreso i
rudiment! della lingua latina , ed ilaliana , ebbe
12
178
per maestri monsignor Angelo Antonio Scotti nella
lingua greca, Giuseppe Gapocasale nella filosofia,
jB Bartolommeo Malizia nella teologia.
In seguito per perfezionarsi nelle lingue dotte
81 esercito con molto studio sulle opere di scrit-
tori greci , e latini per lo spazio di anni due circa
guidato dal celebre Andres, ch'ebbe per lui par-
ticolar affezione , e che promosse per ogni maniera
i suoi studi. Quiqdi nel 1812 fu nominato inter-
prete de'papiri Ercolanesi; nel 2 aprile 1817 veune
prescelto per professore sostituto nella cattedra di
teologia dommatica della regia universita, ed a 17
gennaio del 1823 dietro concorso ottenne la cat-
tedra ' medesima da professore ordinario. Nel 1822
fu ascritto alia nostra accademia come socio ordi-
nario , ed in dicembre del 1 826 fu destinato mae-
stro de'regali principi, e principesse. Finalmente
in marzo del 1 832 fu nominato vescovo di Ascoli
nella Gapitanata.
Egli ha dato alle stampe questi libri :
4. De coelesU teslimonio. Neapoli i8i7.
2. Marty rum historiae Jragmentum traduzione dal
greco. Neapoli i818.
2. Instiiutiones theologicae in usum audit orum
suorum. Neapoli i824 vol. 7 in 8."*
Ha interpetrato il papiro di Filodemo intorno
a' tnzi 5 ed alle opposte virtii , soggetio ed oggetto
delle medesime , e questo e gia pubblicato.
Ha interpetrato aitri due papiri di Epicuro sulla
Natura.
Nel 2 volume degli atti della nostra accademia
evvi inserita una di lui memoria sopra alcune ji-
huU aniiche.
Ignarra - NiGCOLA nacque in Fietrabianca il di
179
22 settembre 1728 dai genitori Sabbato ^ e Pe-
trooilla Scutari , e mori in Napoli agli 8 luglio
del 1808.
Di questo nostro iUustre accademlco, che a giu-
dizio del professore di lingue orientali in Upsal
signor Bioernstaehl fu annoverato tra i primi dotti
napolitani ( cit. op. vol. 2 pag. 77 ) io scrissi
la vita in latino , che trovasi premessa ai di lui
opuscoli da me raccolti ^ e pubblicati in Napoli
ncl 1807 con tipi di Vincenzo Orsini, ed e stata
ristampata nel 1839 ne^miei opuscoli latinipag. 34.
JoRio (de) Anduea. nato nelP isola di Procida
il 16 febbraio del 1769 da Francesco , e Rosa
Galatola. Nella sua tenera eta venne in Napoli, e
volendosi incammioare per lo stato chiesastico , ap-
prese le belle lettere, e le scienze nel liceo arci-
vescovile *, ove , tra gli altri , cbbe per maestri
Ignazio Falanga nella lingua latina , Bernardo della
Torre nella logica , e metaGsica , Antonio Febbraro
Delia fisica , e nella teologia Andrea Simioli , e
Bartolommeo Malizia. Fu eletto canonico della cat-
tedrale nel 1805, indi nel 1810 fu nominato ispet-
tor generale della pubblica istruzione in Napoli ,
e con decreto del 27 agosto 1811 fu impiegato nel
real museo , come conservatore della galleria dei
vasi etruschi. Nel 1833 fu prescelto per socio or-
dinario della nostra accademia.
Le opere da lui pubblicate sono :
^. Massimo politico-morali per la crisiiana gio-'
ventu. Napoli i803.
J2. Gli scheletri cumani. Napoli iSiO.
3. Metodo degli antichi nel dipingere i vasi. Na^
poli i8i3.
4* Guida di Pozzuoli e contomi col suo atlan"
te. Napoli i8i7.
180
5. Indicazione del piii rimarchevole in Napoli ,
c contorni. Napoli iSiO* E stala ristampaia ad
1835 con molte aggiuDzioni dell' aulore.
6. Bicerche sul tempio di Serapide in Pozzuoli^
Napoli 4820.
7. Viaggio di Enea aW Inferno , ed agli Eli si
secondo Virgilio. Napoli 1823, e nd 1831 si ri-
produsse per la terza volta.
8. Metodo per rin venire e frugare i sepolcri de-
gli antichi. Napoli 1824.
P. Officina de^ papiri. Napoli i825,
iO. Description de quelques peintures antiques^
qui existent au cabinet du royal mousee Bourbon^
A Naples 4825.
44 . Galleria de' vasi del real museo Borbonico.
Napoli 4825.
42. Plan de Pompei et remarques sur ses ediji-
ces. A Naples 4828.
43. Nolizie su gli scavi di Ercolano. Napoli 4829.
44. Guide pour la gallerio dea peintures ancien-
nes. A Naples 4830.
45. Mimica degli antichi investigaCa nel gestire
napolitano. Napoli 4832.
16. Da molto tempo ei stava lavorando su di
un opera , che avea per oggetlo la illuslraziooe
detle Catacombe situate in questa capitale vicino
air edificio di S. Gennaro de^ poveri ^ della quale
opera fece menzione il giomale letterario di Na-
poli intitolato // progresso delle scienze , delle let-
tere , c ddle arii nel vol. 4 pag. Ill , ma nel
1839 ha dato alie stampe siffatto elaboratissimo
lavoro i^o\ seguente titolo : Guida per le Catacom-
be di S. Gennaro de* poveri.
LArVsGA - JQftANCESGO di faffliglia originaria spa-
gouola nacque in Roma il 25 giugno del 1737 y
181
e siccome nella piii verde eta vedevasi forDito d' in-
gegno , e di penetrazione , Carlo III esimio pro-
tettore delle scienze , e delle belle arti , ordino y
ehe il medesimo fosse educato , ed istruito nella
stessa citta a spese del regio erario. Grandissimo
fa il profitto, che ritrasse dallo studio delle lin-
gue dotte, e delle cogoizioni piii sablimi, colti-
Tando spccialmente Farcheologia, le mattematiche,
e Farchitettura. Divenuto gia adulto, e termiDato
il corso degli studi , si condusse in Napoli , e
volendosi addire al nobile mestiere delle armi, fa
ascritto nel ramo del Genio , che richiede cono-
scenza estesa di quelle scienze , nelle quali egli
molto Taleva. In quest' arma si distinse moltissi-
mo 5 e dopo di aver i vari gradi lodeyolmente per-
eorso, finalmente diventie brigadiere e comandante
del Genio. Ma non fu questa la sua sola occupa-
zione, e conoscendosi dallo stesso monarca il di
lui sapere in architettura , in idraulica , e negli
anticbi monumenti lo destino a dirigere gli scava^
menti di Pompei , che per lo innanzi si erano ese-
guiti con poca intelligenza : fu di poi nel di 2 lu-
glio del 1781 nominato custode del museo Erco-
lanese in Portici in rimpiazzo del fu Camillo Pa-
derni, e nel 1787 nella ripristinazione dell'acca-
demia fu prescelto per uno de'XV soci.
II nostro La- Vega non ha pubblicato alcun li-
bro, per quanto a me fe noto, ma esegui diversi
lavori architettonici , e varie carte topografiche ,
e corografiche di molte citta, e'regioni di questo
reame che disegad con accorgimento ed esattezza.
Sono spccialmente citate con lode da Scipione Breis-
lak C topogr, jisica delta Campania p. 106 ^ le
due carte topografiche riguardanti il Vesuvio, una
delle quali prcsenta il suolo della base meridio*
482
nale prima dell'eruzione di Tito, Faltra lo stato
presente ( cioh del 1798 ) della base stessa coa
le correnti di lave che altualmente vi si osserva-
no. QuelU poi fatta dallo stesso La-Vega pel golfa
di Pojizuoli trovasi inserita nel viaggio pittoresco
delV abate di Saint-Non. Per la nostra accademia
poi lascio molti disegni , e notizie manuscritie i i-
guardanti specialmeate gli edifizi piii rimarchevoli
di Pompei, e di Ercolano. Essendo direltore de-
gli sc^vameati , oltre quanto si k detto di sopra
riguardo al metodo da iui teouto con maggiore re-
goIarita,e disceroimeoto , egli ebbe ^ingolar cura
nel descrivere e riparare i fabbricati disepellili ,
aveodoQe rifatti alcuni con la massima esattezza,
e yerosimiglianza. L'eruditigsimo canonico de Jo-
rio r indicazione del piu rimarcahUe in Napoli
contomi edizione del 1835 p. 86 ) scrivendo del
quartiere de'soldati di Pompei dice: I atteniissimo
La-Vega lo disotterb con tania ciira e dottrina che
rimetiendone una piccola parte sino al ictlo , pub
dirsi con sicurezza , qui ed in questo modo abUa-^
vano i soldati Pompeiani, Con molta diligenza ei
discgno vari importanti ediGci di Porapei , e sif-
fatti disegni hanno moltissimo giovato alia nostra
accademia per illustrare gli edifici medesimi. II
segrelario perpetuo cav. Avellino nel ragguaglio
de' lavori accademici del 1835 alia pag. 9 rende
i meritati elogi al nostro La- Vega per i disegni
da Iui rimasli del tempio pompeiano d'Iside. Di-
\enuto poi custode del regal museo continuo a
scrivere il diario de' monunicnti antichi rihvenuti in
Ercolano^ Poinpei^ Stabia^ ed in altri luoglii^ che
ol*a si conserva nella Sopraintendcnza de regii sea-
vi^ qual diario vedesi continuato con intelligenza
assai maggiore.
183
II rinomatissimo nostro monsigaor Rosiui poco
lodatore in piii luoghi della dissertazione Isagogica
(p. 9, 19 ed altrove) con ingenuita somma rende
i pill grandi elogi alia sagacita , dottrina , ed in-
lelligenza del nostro socio nel rintracciare ed iU
lustrare quanto mai riguardar potesse Ercolano ,
e Pompei.
Ciiiudera questo cetino biografico colnostro va-
lentissimo mineralogista cavalier Monticelli , il qua-
le parlando di un condotto artefatto di acqua , che
giunge ad inaffiare i giardini reali di Portioi , dice
che si deve aWingegno del fa nostro archiieito Fran^
cesco La-Vega la riunione di questi diversi rivoli^
ed e ora V occasione propizia di tribuiare alia di
lui gloriosa memoria un tardo omaggio di ben mc-
ritate lodi (35) > Nella sottoposta nota poi conti-
nua il medesimo autore a riferire , che la parte
prima della dissertazione Isagogica degli accade*
mici Ercolanesi se fa sommo onore al suo estenso^
re chiarissimo ^ mcUe il fu Francesco La-Vega nel
grado di doltissimo archiiciio ^ e di valentissimo
geologo in un tempo , in cui appena questa scienza
cominciava a balbeltare. Fu egli^ che scavando del
pozzi , e discendcndo nc' gia esistenti ,. notando , e
presentando i saggi e le dimensioni d(S diversi ma--
tcriali^ che vi si trovano stratijicati ^ fece conoscere
le varie formazioni del terreno intomo ad Ercola-
no ^ e Pompei^ e ne seppe maestrevolmcnte rilevaro
tutte le circostanze^ onde pose in istato monsignor
Rosini di sostenere sino alV evidenza la storia della
eruttazione di Tito , com' e narrala da Plinio , e
di far conoscere con due grandi mappe geologiche
a diversi colon lo strato del terreno in Ercolano
prima e dopo V eruttazione , ed io credo , che sia
stato il primo ad inventare^ almeno in Italia ^ tali
184
mappe a divem colon per rappresenlare le diffe^
renti formazioni di terreno , che net nostro secolo
son divenute si comuni ^ e st utilt alia geologia.
Nel di 25 dicembre del 1805 il nostro accade-
mico rimase abbandonato dalla vita in questa cit-
ta , e dopo la di lui morte il mio rispettabile
amico commendator de Rosa diede alle stampe uu
breve ed elegante elogio latino , per onorare la
memoria dell' illustre defunto.
La.-Vbga - PiETRO fratello minore di Francesco
nato benanohe in Roma nel 1738 , venne in Na-
poli in etk giovanile. Essendo egli versa to negli
$tudi filologici ed in architettura rimpiazzava spes-
Bo il fratello negli scavamepti di Pompei , e uella
custodia del museo Ercolanese, mentre quegli per
la moltiplicita de' suoi impieghi dovea frequenter
mente andare in lontani p^esi per disimpegni mi-
litari. Dopo la morte di Francesco ebhe questi la
direzione degli scavamenti di Pompei , e fisso la
$ua dimora nel Gooiune di Torre Anounziata , per
potere piii da vicino , e giornalmente invigilare
agli scavi niedesimi , chc furono anche ben regolati
secoodo il metodo gia stabilito dal fratello. Nel
di 30 gennaio del 1811 fu nojninato benaoche so-
cio ordinario dell' accademia nostra , e nel gior-^
po 11 novembre 181 4 pas^ti agU eterni riposi nel-
X anzidetto Comune.
Lupou - MicHELE AnciWNGEto il di 22 settemr
bre del 1765 sorti in Fratta Maggiore i suoi na-.
tali , da genitori Lorenzo , ed Anna de Rosa. !{
sacerdote Giuseppe Lupoli di lui zio gl' insegna
i primi rudin^eqti gramaticali , e volendo intra-
prendere la camera cbiesastica , in dicembre del
1776 vesti Tabito clericale, e nel n^aggio del se-»
guente aono eotro nel ^emios^rio di A versa , Qve
183
dppre^e le belle leKere, la lingua greca , e la G-
losofia. Ma siccoine I'acre di quella citta ooo (^i
era propizio, il di 5 Dovembre del 1783 iikcI dal
seminario per proseguire i suoi studi in Napoli ;
dove compi il gia iotrapreso corso scieoiiGco , ed
ebbe, tra gll altri, per maestri nella liugua ebrea
il celebre Ignarra , e dcI dritto civile , canonieo,
e muDicipale il dotto VinceDzo Lupoli di lai pa-
rente.
Nel 1790 essendosi scoverto in questa capitale il
s<^polcreto della Fratria degli Eunosli fuori porta
S, Gennaro, e precisanjente in un vicolo dirim|>etto U
porta grande della Chiesa delle Grocellc di S. Anpre*
no fu egli incarioato di descrivere siffalto sepol*
creto sotterraneo , al che adempl con tanta Hod*
disfa^ione del re, che immcdiatamenie nel dl 16
giugno dello stesso anno fu prescelto per socio del-
r accademia delle scienze , e B. L. nel ramo ri-
guardante Talta antichita; nel 1796 poi fu eletto
aecademico Ercolanese, e tanto prima, quanto do-
po le indicate epocbe fu aggregato tra soci di di**
verse accademie si estere , che nazionali.
II dl 7 settembre 1797 fu nominato tcscovo di
Monicpeloso, e oel 21 diccmbre dell' anno mede-
Mmo fu consecrato in Roma.
Nel concistoro poi del 21 giugno 1818 fu tras-
}atato da quella chiesa alia metropolitana di Con-
za , ove nel 1826 celebro un sinodo diocesano ^
e quindi nelFaltro concistoro del 30 settembre 1831
da questa passo a governare I'altra metropolitana
di Salerno, Con sommo zelo e prudenza il nostro
prelato diresse il suo gregge in queste diverse dio-
cesi, e si occupo con impegno speciale della gio-
T^ntii raccolta ne' seminari per dare alia chiesa ,
^d iillo stato uopiiqi mor^li , e ^otti.
190
diciottesimo di sua ela compose il drammsi la Scilla
ahbandonata (38).
Nel 1778 fu egli prescelto per socio onorario
della reale accademia di scienze , e belle lettere
di Napoli nella classe riguardante Talta antichita,
e nella proposia , che se ne fece fu dato questo
rimarchevole parere suUa sua persona : Saverio Mat-
tel savio giureconsuUo : autore di opere , che ten-
gono in perpeiuo escrrizio V invidia , e la fama,
Ingegno , in cui si unisce con tara alleanza la pa-
zienza del rijleltere alia impcluosita delle idee viva-
ci 5 robuste , e ridenti. Possiede tuita la suppelle-
tile dei cullori delle lingue doite^ ma non ne pro^
fessa V orgoglio : uomo ugualmente caro alle muse
amene^ e alle severe (39)* II conte Gregorio OrloflF
anche parla con molte lodi del Mattel , ed intorno
alia di lui traduzione de' salmi cosi si esprime :
On lui sut gi*e d!avoir exploiie des auteurs que bien
peu de gens ont le courage de lii^e , pour en extraire
ce quails ont de meilleur ( cit. op. vol. 5 ). Eguali
elogi avea precedentemente ricevuti dal celebratis-
simo Pietro Metastasio , il quale specialmente in
Tina lettera del di 11 marzo 1773 gli scrive cosi:
Ho letta con ammirazione Cfruale al dilelto la nuova
'sua eloquente , savia , ed erudita dissertazione su
la poesia drammatica lirica de! salmi ^ e non so in-
iendere^ come sia possibile che aggravata dalUenor-
me peso di tante sue cure e forensi , e letlerarie ,
e domestiche , sappia conservare illeso , e sempre
eguale a se stesso quel portentoso vigor di menie ,
eke bisogna per andar^ coni ella fa ^ conlinuamente
riproducendo opere di pregio si grande , e per esat-
iezza di giudizioj e per chiarezza d^ ingegno , e per
vastUh di dotlrina? ( opere del Metastasio torn. 19
jpagina 192 ediz. di Napoli ). Ne minor! furono
191
gli encomi fatti al Mattel dal Biocrnstaehl istrui-
tissimo nelle antiche lingue orientali ( cit. op. pa-
gina 127 ). Fu in vero il nostro accademico per-
sonaggio degnissimo di tante lodi, con le quali i
dotti si nazionali, che esteri lo colmarooo ed in
Tita , e dopo la morte , ayendo egli sempre mo-
strato nelle sue diyerse opere grande ingegno ^ e
mqltiplice sapere.
Non ostante pero gli universal! applausi riscossi
da sommi uomini , non vi mancarono alcuni che
scrissero contro i libri da lui pubblicati. Tra co-
storo si distinse specialmente Luigi Serio valen-
tissimo oratore e poeta , il quale' con maggiore
acredine e frizzo yi si scaglio prendendo di mira
particolarmente la yersione italiana della chioma
di Berenice del GatuUo , e gli altri poetici conir-
ponimenti italiani del Mattei. A tale oggetto fa
dal Serio dato alle stampe in Napoli nel 1 776 on
libretto col titolo : osservazioni su di alcune ope-
retle di D. Saverio Mattei , oye minutamente va
criticando lo stile , gli abbagli di lingua latina ,
la poco fedelta nel tradurre, ed i plagi, che egli
sostiene di essere stati dallo stesso commessi. Ma
al Mattei sembra , che potrebbe convenire il detto
del poeta Venosino :
Verum vbi plura nitent in carmine , non ego paucit
Offendar maculis , quas aut incuria fudit ,
jiut humana parum cavit natura
Mazzogcdi - Alessio-Sihmacq. Quest! 7 che trai
pill chiari ingegni del sno tempo merito di essere
annoverato , sorti i natali nell' antica Capoa oggi
detta S. Maria Maggiore nel di 22 ottobre del 1684
da coniugi Lorenzo , e Margherita Battaglia ^ e
termino la sua gtoriosa curriera id Napoli it f2
setlembrc del 1771. La yita dello stesso fu scriita
in elegante latino da Niccola Ignarra di lui disce^
polo , e collaboratore ^ la quale fu da me ripro^
dotta con alcune aggiunte tra gli opuscoli del-
r Ignarra pubblicati nel 1807. Si pu6 solamente
dire qui qualcbe cosa allora omessa , ed enunciare
altre operette del Mazzocchi pubblicate posterior-
mente. A tal proposito giova ora riferire il bel-
r esempio di vero sapere , e di scambievole gen-
tilezz^a dato da due sommi uomini , cioe dal Maz-
zocchi , e dal Muratori , esempio degno della ge^
nerale imitazione. Avea il primo nel suo libro de
dedicatione sub ascia scritto con civilta e modera-
zione delle cose contro il sentimento del Murato-
ri , ed avendo questi letto il di lui libro lo rin-
grazid , lo lodo , e riguardo.alle correzioni fatte
ad essp gli scrisse : Ho veduto me stesso eondoiio
in campo y me impugnato e corretto; ma senza che
me ne dolga , anzi con restarle obbligato. £ poco
dopo lo stesso Muratori dice : cosi facessero aliri
non si vedrebbono tante guerre frd lelterali , eke
scandalizzano ^ e recano non poco danno e discw-
dita alle leilet^. II Mazzocchi con elegante e com^
pitissima lettera gli rispose , e ^ tra le altre cose ,
scrisse : al mio non so qual ardimento ella ha sa-
pulo corrispondere con soprajffina modestia^ che ha
confuso me , ed edijicato quegU amici , che pieni
della, di lei stima con indicibU piacere than leita^
riconoscendovi i due pregevolissimi caralteri , che
fregiano la di lei persona ; cioi rara e vasta em-
dizione , per cui ci sa insegnare in tanle belle cose
tanlo recondite^ con altreUanto di ecclesiaslica mo-
derazione e pieta (40).
Biguardo poi alle altre operette del MazLOcchi
f9S
}>ubblicate in seguito e a coaoseersi , che dopci
a saa morte Gaetaoo Migliore diede alia luce due
Yolumi di opuseoli delio stesso. Altri autografi pero
quas'iniDtelligibili avea egli lasciato al di lui pvc^
diletto allievo Viucenzo Calk , il quale cod una
pazieoza , ed una diiigenza straordiuaria procure
di copiarli ordinatamente , e vi aggiunse alcone
note, onde poterli pubblicare, come gia si k detto
di sopra , scriveodosi del Calk. Queste operette
del Mazzoccbi couiprese iu altri due Tolumi col
titolo di opuscula^ che furono pubblicate con regi
tipi nel 1824, e 1830 , souo scritte tulte colla
solita elegauza latina , e con quella maschia eruv
dizioue , cou cui quel sommo archeologo adora6
iutii i suoi scritli. U primo volume pubblicate
Del 1824 contieae due dialribe cioe la IX, e la X)
che sono in prosieguo delle altre Tirreniche gia
date alia luce ; la prima intitolata de nominU>us
appellativis linguae tuscae , e la seconda de tahw^
lis Iguvinis^ aliisque etruscorum monumerUis. 11 S6*
condo volume poi uscito nel 1830 racchiude sette
altre operette dello stesso, cioe de vini rudiment
tis ; de love Fiazzo ; de Pablicis et Publiciis ; D'd
aciia Nicopoli; ad inscriplionem L. Comelii Balbiy
sen historia Balborum; ad inscrijjtionem campanam
L. Turciae Marcellae^ seu historia gentis Turciae^
e finalmente la settima col titolo ad inscriplionem
Scantiae Redemptae. Essendo terminata la ediziooe,
gii anzidetti autografi furono depositati nella real
biblioteca Borbonica.
Mazzocchi - f xLippo nato in Napoli a 2 no^em'-
bre del 1722 da'coniugi dottor Francesco^ e Agn^-
se da Ferano, essendo nipote del grande Alei^sia
Simmaco fu da lui istruito, educato, o tenutd. ia
casa dalla fanciullezza sino alia moite.
13
494
Ognuno puo da se facilmente inunaginare qdaDte
cognizioni in tutto lo scibile, e quali precetti di
Sana morale avesse potato il gio^ane Filippo at-
tingere da quel sommo uomo di lui affezionatissi-'
mo. II nipote pero non fu ingrato a tanto amore,
ed ancorche ay esse intrapresa la carriera del Fo-
jo, abbandonava qualunque altra faccenda quaodo
8Q0 zio avea bisogno di speciale assistenza. Giova
riportarle qui le parole del biografo Ignarra, che
dopo di aver parlato della demenza , iu cui cadde
il Mazzocchi , cosi si esprinie riguardo al nipo-
te (41). Et facile sua fata maiurasset^ nisi admi-
randa Philippi , fralris filii , pielas aelati imbecil-
lae sitccurrisset^ Hie ab ipso patruo ad omnem lit-
teraturae^ et honestatis speciem edoclns fuerat ^ ab
eoque vehementer amatus* Sed vicissim quantum iu-
venis senem redamasset^ ex eo palani ft^ quod ille^
etsi a viiae stme in foro exercitae ratione , libera^
libus disciplinis , et in romano jure peritia , ad ca-
pessendam rempMicam invitaretur^ tamen exemplo
rarissimo cursum fortunae suae inlercipere j quam
patruo tali tempore deesse^ maluit: quamobrem va-
lere jubens quaecumque ab eo studio pietalis avoca-
rent , domi se continuit , ut unice seni sanctissimo
vacaret : cui quidem dies noctesque ita advigilavii^
ut maiorem amantissima nutrix alunmo sedulitatem
cstendere non potuisset.
Neir csercizio dell' avvocheria non fece gran fi-
gura benchfe fosse assai istruito nell' amena lette-
ratura , e nella giurisprudenza , ma essendo stato
nominato giudice della gik gran corte d^lla Vica-
ria nel 25 febbraio del 1773. fu il medesimo ge-
neralmente applandito per aver mostrato nell'-eser-
cizio ; di i siffatta carica molta dottrina , onesta , ed
avvenenza, -Quindi nel 16 ottobre 1778 fu pro-
■ A
• t
495
mosso a consigliere del S. R. C. , e nel 17 ago-
sto del 1 779 a presidente della regia camera della
Sommaria, e goverDadore delia dogana di Foggia,
ove concordiam inter agricolcLs^ et pastores , quod
rarum , fovit ^ al dir del citato Guida aDDOtatore
del poema latino di Filippo di Martino ( pag. 49 )•
Formatosi il supremo consigHo di Fioanze nel 1 782
fu richiamato da Foggia , e ne fu destinato con-
sigliere ) quindi verso il 1 788 fu prescelto per uno
de^ XV soci deir accademia Ercolanese , e nel 6
settembre 1791 fu innalzato alia carica di luogo-
tenente della Camera della Sommaria essendo state
decorato del titolo di marchese. Finalmente il 18
luglio 1795 fu nomin^to con applauso di tutti pre-
sidente del gia S. R. C. Nel disimpegno di tal
suprema magistratura, tra gli altri incarichi, ebbe
quello di nominare de' soggetti dotti , ed onesti
per le piazze yacanti de' giudici ne^ divers! tribu-
nali, ed egli esegui siffatto sovrano comando sce-
gliendoli sempre dalla classe degli avvocati primari.
In tutti questi si rilevanti impieghi lungi dal
riempiersi di vanita , come agli uomini inferior!
alle cariche spesso suole avvenire, mostrd sempr^
somma avvenenza , sapere , ed onesta riunite alia
piacevolezza delle maniere con la gravita del por^
tamento , e con raro esempio seppe rendersi caro
egualmente al re, ai grandi , ed a tutte le classi
de'cittadini dell'intero reame.
Nel di 3 di maggio del 1799 rimase con di-
spiacere di chiunque il conobbe tolto al mondo ,
6 nel di 19 dello stesso mese gli furono celebrati
i funeral! nella chiesa d! S. Maria della Gesarea.
Di lu! non abbiamo a stampa che il seguente
libro : In Causa Hilari Fide Constituti Aclorum
Recemio. Neapoli anno 4745. Alcuni per6 credo-
196
no , che quesio libro sia sUlo scrilto dallo zio -,
o che almeno vi abbia molto cootribaito.
Fa il Dostro marchese molto benefico versa i
poveri, e grinfelici, cio che faceya contioHainente
con generosila, e sileazio, e le limosine che som-
ministrava agrinfelici furono contiouate anebe dop»
la sua morte. lo fatti egli col sno testamesto lascia
mille ducati annui alio stabilimenio di S. Qennaro
de' Poveri, quindi i governadori nella chiesa della
stesso pio luogo ia segno di gratitudine gVinoalza-
rono un buslo di marmo con impresa della famigliit
Mazzocchi , e yi sotloposero questa inscrizione:
PUILIPPVS . MAZOCHIYS • AD • BONAS . ARTES . DISCIPLINASQVE:
PRAESERTIM . IVRISPRVDEMTIAM . EXCYLTYS • DECYRSIS
PLYRIMARYM . DIGNITATYM . £T . MYNERVM . STADIIS. MOR VM
SYAYITATEM . CYHCTIS . FIDEM . ABSTINElfTIAM . lYSTlTtAM
PROBAYIT • SVAM . TANDEM . XXlV YIRYM . SACRI . COKSILII
PRINCEPS • OBIJT . y • HON . MAlAS • ANlfO . MDCCLXl&XXIX
HYIC . QVOD . CEKTYSSES. MILLE. QYOTAJNNIS. AB . HERED1&V&
PERSOLYEIiDOS . T£STAM£»TO . LEGAYERIT . AD . ALEliD(R»
PAVPERES • SENES • YIRGifiESQVE • INTER . HASCE . S»*
lAlfYARII • jEDES . EXTRA . MOENlA • GONCLYSAS . «C
TANTAE . BE!<<EFICE1VTIAE • MEMORIA . DGLITESCERET
SIMYLACRYM . EX • MARMORE . £T • TESTEM • LaPIDEM
P. C. GVBERNATOnES . GEROATOTROPHli . JlH. MDCCCU.
Ottaviano - Antonio ebbe i natali in questa citta
nel di . 1 8 gennaio del 1 766 da coniugi Donato ,
e da Maria Michela de Vivo Varcaccier. Nella pri-
ma elk fiiiqueiito la scuola di Emmanuele Campo^
longo, ma il dotto arcivescoYO Serafino Filaugieri
aveodo scorto in lui ingegno non volgare lo ao^
mise nel seminario urbano a piazza firanca. Ivi eb-
be per mae^tki iielle lettere latiiie Aula , e Giam-
pitti , nelle greche Rosiai , neila filosoiia Bernardo
197
della Torre 9 e Delia tcologia Andrea Simioli. Giun*
to al sacerdozio rimase nel semiDario medesimo in
quaiita di maestro , e v' insegnd le iiinane leltere
|)er pi^ aimi. Nel 1822 dal re Ferdinando fu pre*
i»cclto a revisore de^libri da stamparsi nella regal
lipografia ; successivamente fu nominato socio cor-*
rispondenie della nostra accademia , ed interprete
tie' papiri antichi. II re Francesco I nel 1829 lo
decoro della croce di cayaltere deU'ordine da lui
islituito , e nel 1832 fu annoverato t:a' soci or—
dinari della succennata accademia. Nel 1834 cs^
sendo stato ei nominato professore di dritto cano-
nico in questa regia universita in luogo del Cate*-
rino , con raro esempio vi rinuncid , e posterior^
mente nel 1836 rifiutd benanche di esser canonic^
della cattedrale di Napoli, non ostante che fosse
stato prescelto unanimamente dal cardinale arcive-
scoTO Garacciolo , e dal capitolo.
Le opere, che si hanno a stampa di lui sono:
i . De miraculorum verilaU chrisiianae religionis
diatriba. Neapoli iSHO.
J2. In veterem inscriptioncm graecam prope Si"
nuessam repcrlam commenlariolum, Neapvli i822.
3* De veteribus finibus romani patriarchatiis diV
quisitio. Neapoli 1828.
4. J mmadversioncs criticae in Launonii commen^
iarium de matrimonio. Neapoli i829*
5. Herculanensium voluminum quae supersunt t<H
mus V. Neapoli 4835 ex regia typographia. I doe
papiri greci di Filodemo che si contengono in que-
8to V tomo , ciob uno de rheiorica , e T altro de
loquendi libertate sono stati suppliti ed illustrali
dal nostro socio Ottaviano.
Pabisi - Giuseppe sort\ i natali in MolUemo
provincia di Basilicata nel 27 marzo del t74&> |
198
ed ebbe per genitori Domenico , e Margherita For-
cellini. Ancor ^ovanetto fu condotta in Napoli ,
ove dopo lo studio delle lettere umaae apprese la
mattematica da Niccol6 de Martino , la filosofia
da Antonio Genovesi , e la giurisprudenza da Giu-
seppe Cirillo. Inclinato naturalmente per la car-
riera militare comincio a servire da cadetto in un
reg^mento provinciale ; indi passo cello stesso
grado Del corpo di artigUeria^ nel 1771 fu nomi-
nato alfiere del corpo del genio , e nel 1775 fu
promosso a tenente del corpo medesimo.
Dal 1781 sino al 1783 ei dimord inGermania
ivi spedito dal re di Napoli per osservare i mi-
glioramenli sulFarte della guerra , onde potersi for-
mare in seguito i regolamenti per la istruzioDe mi-
gliore deir armata napolitana , e durante il suo.
soggiomo cola fu generalmente bene accoUo.
Ritornato in Napoli formo V ordinanza per la
regale accademia militare nel 1785 , e ne fu di-
chiarato ispettore prima col grado di maggiore del-
I'esercito, e nelPanno seguente fu promosso a te-
nente colonnello.
Nel 1790 fu innalzato al grado di colonnelto,
e di comandante della stessa accademia, e quindi
veil' anno 1796 fu nominato capo dello stato mag-
giore deU'esercito d'infanteria. Nell' anno seguente
fu prescelto per brigadiere, ed indi a poco nel 1 798
ebbe il grado di maresciallo di campo , e quar-
tiermastro generale dell' armata in campagna.
Nel 1 806 fu eletto consigliere di stato ed ispet-
tore del corpo del genio, e nel 1808 tenente ge-
nerale , gran digoitario dell' ordine delle due Sici-
lie, e governatore de'paggi. Nel 1814 organizzd
I in forma migliore la guardia di sicurezza interna
di Napoli, e ne fa ispettor comandante. Nel 18i&
199
passd al ritiro coUa corrispondente pensione , ma
Del 1820 fa ministro della guerra, e nel 1821 ri-^
tornd alia pensione di ritiro ottennta nel 1815.
Egli era stato gia nominato socio di varie ac-
cademie, e nel 180J fu prescelto per uno de'XX
deir accademia allora istituita di sloria ed anti-
chitk, e quindi passo a quella delle scienze^ nella
quale fe stato piii volte presidente.
Nel 1781 diede alle stampe gli Elemenit deW ccr»
chitettura militare in quattro vol. in 8.^, della quale
opera comparve una seconda edizione nel 1807 ,
libro molto applaudito si da' nazionali , che dagli
esteri. Ha lasciato poi diverse memorie inedite suUa
Mineralogia , sulle Acque , e Foreste , sulla edu-
cazione^ e snWarte mililai^^ non che sulla difesa
delle nostre frontiere J e sulla campagna del 4799 •
II Pari si lasci6 la mortale spoglia nel 14 mag-
gio del 1831 , ed in sua lode scrisse, e pubbli-
c6 un' elogio funebre T abate Francesco Fuoco.
Nella lunga sua carriera si mostro sempre one-
sto , istruito , e benefico militare , preferendo in
ogni tempo il bene pubblico a suoi privati inte-
ressi , e mostrandosi assiduo , e costante cultore
tanto dell'amena letteratura , che delle scienze piii
severe.
Pessetti - Bartolommeo figlio di Donotenico , e
Maria Lucia Bugni ebbe i suoi natali in questa
metropoli il 12 agosto 1768, ed ancor giovanetto
entro nel seminario urbano , ove apprese le bello
lettere , e le scienze da' dotti professori di quel-
I'epoca. Divenuto sacerdote continuo per qualche
tempo a fare da maestro di lingua latina nello
stesso seminario, ma uscitone di poi fu nel 1807
nominato socio dell' accademia di quell' epoca, pro-
fessore di archeologia greca nella regia unitersilki
200
ed UDO degl' inierpeiri de'papiri Ercolaoesi. Per
(^omodo de'snoi aliievi nel greco idioma fece pub-
blicare Del 1808 con tipi delia stamperia regia le
due tragedie greche di Euripide VEcuba^ e VOre-
ste COD molte importaDti corre^ioDi da lui fattevi.
Nel pubblicarsi poi nel 1809 Delia stessa regal
tipografia il papiro greco iDtiiolaio : Epicuri de
Natura liber II sta detto , cbe il medesimo fu i»-
/erpetrato dal Rosioi symbolam in id conferente
suam Bartholomaeo Pessettio.
IVel 1832 b stato scelio di duovo ad iasegoare
la lingua greca Del seuiiDario anzidetlo in luogo
di Girolamo Marauo.
Paatilli - Francesco sorli alia luce id S. Ma-
ria di Gapoa Del di 1 1 ottobre del 1 689 da coniu-
gi Francesco , e Beatrice Umbriaoi , ma fu bat-
tezzato Del giorno 1 5 dello stesso mese in Capoa
nella parrocebia de' SS. Nazario e Celso , ed es-
scDdo Dato postumo ebbe il Dome del genitore*
Nella pill tenera eta egli s'incarumiDo per lo stato
chiesastico , ed a tale oggetto la madre lo fcce
eDtrare nel seminario di Capoa, indi i fratelli mag-
giori pensarono di condurlo nella capitale ; dove
frequento prima le scuole de' PP. Gesuiti. Fatto.
pill adulto si perfeziono nell'universita degli siudi
Irequentando la cattedra di eloquenza occupata dal
Vico, I'altra di lingua greca sostenuta dal Mese-
rio , e quella di teologia , cbe s' insegnava dal
Capasso.
Nato neir antica Gapoa , ed educato nella mo-
derDa , paesi , dc' quali ad ogni passo s' incontra-
DO magnifici ayyanzi di vetusti edifici , istruito
nelle lingue greca , e latina , amico , e concitta-
dino del gran M azzoccbi , da giovanetto si addisse
COD predilezione agli studi filologici. Ordinata sa-^
201
oerdote fece ritorno Delia cusa paterna , e poco
dopo fu nomiriato canoiiico dal cardinale arcive-
scovo Caracciolo , il quale , conosciulane la. dot-
trina , spesso lo incaricava di affari imporlanii.
Ma ) trapassato il Caracciolo , ed insorte delle cod-
troversie iD quel capitolo , il Pratilli riDUDzid al
caDOuicato , e si ritiro di duovo iu Napoli (42)
dedicandosi iDteramenle alio studio dell' ameoa let-
teratura. L' opera, che iotraprese prima di ogoi al-
ira, fu la illustrazione della Via Appia. Per que-
sto lavoro impieg6 molti anni, e viaggi6 per di-
verse regioui , onde Terificare cod precisioae il
corso topografico di questa regiua delle vie , ed
iudi lo diede alia luce col segueute titolo:
i. Della Via Appia riconosciuta ^ e descrilta da
Roma a Brindesi libri IF, In Napoli*
II pill volte Domioato Pasquale Guida uelle DOte
al poema di Filippo di Martiao ( pag. 51 ) as-
sieura che il Pralilli nee labori, nee ixpensis par-
cens percorse Fiutera Via Appia da S.oma a BriD-
disi per esattamcDte descriverla.
Questo Itbro ripieoo di erudizioii, e di storia
patria fe stato altaccato da taluni, come dod ve-
ridico ia tutte le sue parti , e specialmeute per le
iDscrizioai id esso riporlate, delb quali taluDe si
80D credute apoerife. Colui pe'6 che vi si sca-
glid parti colarmeute coDtro fu Easmo Gesualdo di
Gdeta , il quale Del 1754 pubbico ud grosso vo-
lume iotitolato: Osservazioni crliche sopra la sto-
ria della Via Appia di Francesco Pratilli , c di al-
tri auLori neW opera cilati.
Nod iotCDdo io di fare quil'apologia deiruDO^
o deir altro , ma diro solamate cbe il Gesualdo
§' iDvei e coDtro del Pratilli, e coDtro di tutti
gli scrittori di primo ordipe ia costui citati spesr
202
se yoke senta ragione, e qualche fiata prendenda
de'grpssi granchi.
A ragione quindi il chiarissimo Zaccaria ( cit.
op. Tol. 10 pag. 261 ) scrisse del libro del Ge-
sualdo cosi : Non sapremmo per certo passare aU
Vaulore lo strapazzo^ con cite pari a di sommi uomi"
ni^ ancora dove non abbiamo dijfficolta di credere^
cKegli abbia ragion di riprenderli. Egli stesso ha
veramenle riconosciuto il trasporto del suo stile ^ ed
ha cercato neW awiso aUettori di escusarlo per qual^
che modo , ma tuUavoUa il rispelto dovuio a cerli
letterati del primo ordine se ne risentira mai sem-
pre. Gil uomini grandi , quando errano debbonci
umiliare^ ricordando a noi la debolezza delVumano
intellelto , non aguzzare conlro di loro V intempe^
rante penna , e chi altrimenti faccia , iroppo da se
aliena i so^gi leggitori^ e sommo pregiudizio reca
alia slessa teriia che neorii scritti suoi trainee.
J2. Historia principum Longobardorum Camilli Pe-^
regrinii cum tolls el disserlalionibus. Neapoli 4749
a 4754 vol. 5.
II Pratilli ptemette a quest' opera la vita del
Pellegriai in la(no, ed in tuti'i volumi inserisce
varie dissertazioii , croniche , ed opuscoli del me-
dio evo riguardaiti la storia del regno , e corre*
dandoli di prefa.ioni , e di note. Giovandonato
Rogadeo uomo dctato di molto ingegno, e di fino
criterio parlando li questo libro scrive ( saggio
di un^ opera di drito pubblico del regno di Napoli
pag. 70 ) : te note e disserlazioni del PralilU non
solo non sono dispngevoli , ma ancora di sommo
giovamenlo. II iestfe odato Zaccaria ( cit. op. vol. 5
pag. 268 ), dk unestratto del 1 vol. di questa
isloria , e termina on dire : PoM ognuno di per
we diU fin qui delto raccorre y quanta tUil libro sin
\
203
^esto y senza che noi piu oltre il racpomandicnna
con nostre lodi. Ancbe per siffatta opera vi fu con-
troTersia leiteraria ira iui , monsigoor Zavarroni
vescovo di Tricarico, e Carlo Naidi specialmente
per la patria di S. Tommaso d' Aquino. II Pralilli
Del 1753 con lettera aaoDima rispose a'suoi contrad-
dittori mordacemeate su la enunciata coatroversia^
cui neiraoDO seguente fu replicato dal Nardi con
altra epistola , della quale ne contiene un krana
lo specimen inscriptionum da questo pubblicato^
3* De^ Consolari dctla Provincia della Campania*.
Napoti i757. E questa un opera ricavata dagli an-
ticbi scriltori , e da vetusti marmi , ma la stessa
neppure fu esente da crilica. Francescantonio Vi-
tale solio il nome anagrammalico di Flavio Go-
stantino Narice pubblico in Roma nel 1758 le con-
siderazioni suit* opera de^ Consolari della Campania*,
4' DeWorigine della metropolia ecctesiastica della
Chiesa di Capoa. Napoli 4758 ^ ove il PratilU wa-
gnis anunis sostiene la primogenitura metropolitica
di siffatta cbiesa in preferenza di tutie le altre dl
questo regno. Tal punto fu ancbe sommamente con-
troTerso prima, e dopo la edizione del libro enun-
ciato , e iurono impegnati in tal disputa principal-
mente il Baronio , che il primo sostenne tale as-
sunto , e dopo di Iui Michele Monaco , e Camillo
Pellegrini. II cardinale Orsini arcivescovo di Bene-
vento, che poi fu sommo pjonteiice col nome di Be-^
nedetto XIII, appassionato della sua cbiesa, e da
arcivescovo , e da pontefice massimo adoperd ogoi
mezzo, mediante diversi scrittori , onde far risaltare
Tanticbita della metropolitana di Benevento in pre-
ferenza di quella di Capoa , cioccbfe diede occasion
ne al Pratilli di pubblicare nel 1 758 il surriferita
libro , col quale procurd di eombattere tutti gU
204
argomeDti in contrario. £i pero non rimase seoza
risposia , giaccbfe il caoooico Morisani oeila sua
opera de Protop. ampiamenie lo censura.
5. Relazione delta concessione de pontificali fat^
ia da Benedetto XIII al capilolo di Capoa. Na-
poll i725.
€. Lettera , nella quale si spiega tin antico mar-
mo , in cui si fa memoria di Giove Ortense. E pub-
Iblicata oel yoI. 28 della raccolta del Calogerk.
7. Lettera svlV indagamento del sito deW anlico
Equotutico negP Irpini. Raltrovasi nella raccolta
Biedesima vol. 30.
8. Lettera nella quale si dichiara Vesistenza della
Colonia in Bauli. Nella stessa Calogeriana raccolta
al ToK 39 h riportata questa lettera.
yO. Di una moneta singolare del tiranno Giovan-
ni. Napoli 1748.
Rimase poi inedite altre sue opere , cbe sono:
i . Alcune aggiunte al Santuario Capuano di Mi-
chele Monaco colla yita di costui.
J2. La storia de^ principi Normanni.
3. La ristampa della Campania del Pellegrini
con nuove aggiunte ed annotazioni.
4. La biograjxa di tutti gli uomini illustri di
Capoa.
5. Alcune rime di lepido argomento.
6. Una lettera in risposta a monsignor Anastasi
arcivescovo di Sorrento intomo alia patria di jRo*
berto Sorrentino ultimo principe di Capoa.
7. Delle basiliche^ parocchie^ monisteri^ ed al-
iri luoghi pii di Capoa colla serie de^ vescovi Ca-
puani in latino.
Non pu6 negarsi, cbe il Pratilli era fornito di
molte cogaizioni si nelle cose anticbe , cbe de' tempi
di mezzo y e cbe fit ua uomo laboriosissimo. £i)
2ff5
non ostante iante contracldizioDi , e dispute Ittte-
rarie, fu generalmente stiiuato, e nel 1755 fu pre-
scelto per uno de' XV accademici Ercolanesi.
Mauc6 al DOtuero de* viventi in qnesta capitale
nel di 30 oovembre del 1 7&3 , e di lui fanoo men*
zione onorata diversi scriltori, e specialmenie TOri-
glia nella gia citata sua opera , ed il dotto ^d ac-
curato biografo Soria nel piu volte menzionato sue
libro.
QuADRARi - GiusTiNO uacque il di 19 luglio 1802
da Eugenio , e Rosalba Tempesta in Sandonato
Comuoe della proTiocia di Terra di Lavoro.
Dopo aver appreso in patria i rudimeoti di belle
lettere, nel novembre del 1816 entro nel semiaa*
rio di Sora, ove diede opera piima alle cose filo-
logiche ftotto il dolto professore di reltt)rica Ste-
faoo Baldassarre , e poscia alle filosofiche.sotto il
valcnte, e benemerito caoonico Giuseppe Silvestri,
In novembre 1821 recossi in JNapoli, e qui suUe
prime udi dal fu Giuseppe Capocasale il dritto di
natura; le leggi poi romane, canoniche, e patrie
dal fu Loreto Apruzzese, ingegnandosi contempo-
raneamente collo svolgere i classici latini di andar
supplendo alia meglio i vuoti^ che in questo ge-
nere di studi son quasi inseparabili dalla tstitop
zione di provincia.
Nel 1823 comiDcid a studiar teologia donuna-
tica con monsignor lavarone allora professore del-
r Universita , il quale nel tempo stesso lo mano-
dnceva nello studio della lingua patria , e della
lingua, ed archeologia latiua, e gli faceva partir-
colar lezione di lingua, ed archeologia greca, nelle
qiiali poscia si esercitd per qiialche tempo ancfab
col fu canonico Farascandolo. :.:"
Nel 1^826 fa impiegato nella biUioteea reale
206
Borbonica come sostituto del fa monsignor Mo^
relli custode distributore de' libri , del quale im-
piego ebbe la proprieta Del 1827.
Nel 1829 pubblico la dissertaziooe De Natura
Caiholici dogmalis, Nenpoli.
Con sovraoo rescritto deiraaoo medesimo fu ia-
caricato di frugare il ms. membranaceo della stessa
biblioteca , che contiene delle omelie latine ioe-
dite in Maithaeum. Egli scovri V autore vero di
tali omelie , le trascrisse emendaDdo le molte er«
ronee lezioDi del codice, procuro dalla biblioteca
Laurenziana di Firenze , e da un codice della Ta-
ticana biblioteca il principio e 'I fine dell' opera
mancanti al mutilato codice Napolitano , e y\ fece
la prefaziooe , e delle annotazioDi. La edizione
preparata da molto tempo dovra pubblicarsi tra gU
atti dell' accademia Ercolanese. La cennata opera
da porsi a stampa fu annunziata e promessa da
monsigoor Giovanni Rossi scrittore della stessa bi-
blioteca nella sua prefazione pag. 13 al catalogo
generale della biblioteca medesima pubblicato nel
4832 con queste parole: Quare silentio hand prae-
teribo solertissimi viri lustini Quadrarii elucubratio-
nesj quibus S- Remigii JlrUissidiorensis Expositiones
m D. Malthaei Evangelium ex pervetusto codice
membranaceo regiae huius bibliolhecae exscriptas et
Vaticani ac Florentini codicum ope suppleias ador-
navit. Haic vero pperi , propediem in lucem eden-
do , eo quidem consilio Quadrarius nosier operam
sedulo impendit mam <^ ut novissimo hoc auctario
SS* Ecclesiae 'Patrum bibliotheca ditetur.
Coo soyrana risoluzione del 24 ottobre 1832
fa il Quadrairi nominate interpetre dei papiri £r-
colanesi , e con altra del 16 gennaio 1833 socio
conrispondeftte dell' Ercolaneie aoeademia.
207
In agosto 1833 sostenne nella regia Universitk
per. la cattedra di dommatica un concorso, in cui
riportd distinta approvazione.
Nel 1834 preseato ail' accademia la ioterpetra-
tione del papiro iDtitolato : ,^ikoSr\id.o\jicepi Pi^ro-
/ixYis A , Tojy eis Suoro icforepo'^ , fornila di pre-
faziooe ^ di supplementi , e di note , la quale fu
approvata, e ne parlo con lode il segretario per-
petuo nel ragguaglio dei lavori di quell' anno, in-
serito nel XIV fascicolo degli Annali Civili.
In maggio 1837 fu eletto regio revisore de'libri
da stamparsi, e nel 1838 T accademia Ercolanese
lo nomino socio ordinario.
Con aliro decreto della stessa data fu egli da
custode della real biblioteca promosso a scrittore
della medesima.
QuABANTA - Bernardo nacque in Napoli a 24
gennaio del 1796 da Giuseppe e Maria Mirabelli.
Ebbe a maestro de'primi nidimenti latini Salvado-
re Romano , e per la latinita sublime Gioyanni
d'Anna, e Yincenzo Rinaldi, del greco Giuseppe
Parascandolo ^ della filosofia Angelo Ciampi , della
giurisprudenza Niccola Valletta, e della diploma-
tica Alessio Pelliccia.
Nel 1810 fece il concorso per alunno diploma--
tico, ed ebbe il primo posto. Poco dopo fece uu
altro concorso per verificatore de'titoli del Dema-
nio pubblico , fu nominato ma non arrivo ad es-
sere istallato nel suo impiego. Nel 1817 fece il
concorso per la cattedra di archeologia greca nella
regia universita, e la ottenne. Fu nominato nel 1825
interpetre degli antichi papiri, e socio corrispon-
dente della nostra accademia , nel 1 832 fu eletto
socio ordinario della stessa , e dal 1839 forma
parte della Gommissione di pubblica istrozioiie.
508
Egli ha dato alle sUmpe :
y. Letiera al cavaliere Prospero de Rosa sopra
una gemma nella quale si t>eggono alcune greche
parole* Napoli '1844.
2. jdnimadversiones novissimae in vascidum italih
graecum anno 1791 Locris ejfbssum. Ncapoli 4847*
3> Illustrazione di un vaao llalo-gi'eco- Napo-
li 4820.
4. Illustrazione di un vaso Italo-greco che si coti-
serva nella raccolla del signor Pietro Luigi Moscki-
ni. Napoli 4825.
5. Comenlo sopra una greca iscrizione muiUa
trovala a Scandriglia, Napoli 4826.
6. Su la jigura e V iscrizione Egizia incise in
uno smeraldo antico. Napoli 4826,
7. V cpinicio di Q. Orazio Flacco a lode di
Draso messo in rime toscane ed illuslraio con un
comenlo esletico-jilologico. Napoli 4828..
8. La favola di Zejiro e Ctori dipinta sopra un
inlonaco disoUerrato in Pumpei ed illusirata. Na-
poli 4829.
9. Sul gran musaico disoUerrato in Pompei it 24
oUobre 4834. Napoli 4834.
40. Sermone d!un chicrico di villaggio in morle
di Maria Cristina regitia delle due Sicilie. Trovasi
pubblicato nella raccolla de* componimenii scritli in
morle delta slessa regina in Napoli dai torchi del
Traanater nd 4836 p. 741.
Egli ha benanche letto diverse memorie nella
nostra accademia ed ha inierpetrato ed illustrato
aicuni antichi papiri.
Nell' opera periodica intitolata : Annali civili
del Regno si leggono vari articoli deL noslro so-
cio, e nel fascieolo YIII dell' anno 1834 ewi una
sua ekiborfeLta dissertazione storico-critica sulla ntu-
/
209
Bica nelle due Sicilie da^ sttoi primordi sino a tempi
nosirV-
RoGATi (db') Fbangesco^Sayerio^ Molti aomini^
insigni ban recata gloria al piccol Comaae di Ba^
gDuolo in proTincia di Principato Ulteriore , ove
nacque il de'Rogati nel 9 gennaio del 1745, ma,
nimio forse gliene reed tanta, quanta Tingegno di
costiii. Ivi egli apprese i rudimenti gramaticali,
nelle scuole de'Domenieani, ma appena toccati gli
anni otto di soa etk fu condotto in questa metro*,
poli per essere educato , ed istmito* Qui restd per
un biennio, e quindi dando certo pjresagio di bea.
fondate speranze fu. mandato in Koma sotto la di-
re^ione di an prete 8uo zio paterae y il quale to^.
sto ne prese tulLta la cura , e lo pro wide di dotti
maestri. Per i^.felieitk del suo ingegaOv^ e per la»
continua applicazione , in brieve non sol del lali;-
DO , e greco idioma si rend^ istruitissimo ^ ma fece
ancbegran profitto ueUe scienze filosofiche , e oo*^
mincid a cpltivare con succeaso la poesia*>;Gjydnto
agli apni venti ritorpd in questa capitals C9jpi,tir
nuandp .^.studiare la lingua greca soito Crescenzo
Morelli, professore nella regia uniy^^ii^, e ebbe
a .maestro nella giurisprodj^iza Giuseppe Girillo..
Terminato il cpr^o legale ,• e ncco ^\ ^cognizioni
scientifiche e4 erudite ^ntraprese l\es^cizio del ^ifr
TO con esser dirclto dal celebre avvoqaio Savprio
Mattel , e nella palestra forense non ablmndono ipai
I'amena letteratura^ e spe^i^lmente la poesia. Ma*
mentre giaconuDciava a gareggiare co'primi pro-
fessori pel suo dire forte di ragiopi, edi scienza
legale , e scevra di sottigliezze ^ e di menzogney
ebbe rapid! ascensi a diverse cariche. Fu da prjimi,
destipato procurator Bscale 4^11a giunt^ delle regl^
poste in Napoli , quindi 't^a^^yiato in Cj^abria.
14
V
210
pnma come isp^ttore della cos\ delta Gassa Sacra,
indi fu nominato uditore, e finalmente capo-ruota
della tegia tidienza. Occupd in segnito il posto
di' preside ih Gatanzaro, e poi qaello d'intendent^
itolla Calabria Ulteriore. Richiamato in Napoli fa
prescelto per socio della nuova accademia ; nel 1 809
fa nomitiato giudice delta gran corte di Cassazio-
ne^ ed indi confermato nella stessa carica. Nel 1821
▼olendo il* re riformare il codice militare elesse
uda Gommissione di quattro individoi due togati,
e due militJui , e tra i' primi vi fu il de'Rogati,
di che si h seritto di sopra. Ma essendo egli as<
sai deteriorato in- saldte , eper la grave su^ eta
fu gitibiteto c6n soldo , e co^i onori di vice-pre-
sidente^ della siiprema corte , e pocfai anni dopo
ebiu^e: Testrenla di sfua carriera luminosa nel di 9
agosto def 182T:
In tante diverse cariche da lui occupate serbd
sempre un glran contegno riumto a gentili ed affa-
bili ' mani^e nel ricevere chiccbessia , e mentre con
somma ^ttitudine ed impatzialita giudicava , di*
stinguer 'sapcfva il pubblicO impiegato dall'lioffl pri-
vato ; e tetadti^o il sno ministero, non osserva-
Tdsi in esdo Testigi6 ali^tino del magistrato , e co-
me ogni altro priyatb ameno e scberzevole si mo-
strava- con ttitti , t da tut!ti riscuoteva maggiore
lispetto 5 ed osSeqdioJ ' ^
Ha dato pdche tio^e alia luce, ma tutte sensa-
tc , scritte! dbn puril3i di lingua, e generalmente
applauditcf. Nel 1770y-quando area appena an-
ni 25 j scrisse il dfi^miUa intitolato: Amiida Ab-
bahdofiatd^ cbe messo in miisiea dal famoso lotii-
melli , ' e rippresentatb nel • teatro di S. Carlo fu
da tntti encbtaiato.; *il Mattei gran lelterato , e
^udide coi»pe€etite'^i*§iffatti cdmpdnfmenti ne sen-*
211
ve cosh* Venne lanimelli in Napbli^ e scrisse tAr^
mida , opera dH un mio giovane di ottime speranze
Francesco Saverio d^ Rogali • . que^
sf Armida ebbe tm incontro it piA felice che mai^
e presso il popolo , e presso i dotti ( ^^ggio di
poesie del Mattel vol. 2 pag. 27 J.
Nella cit. op. del Mattei ( toI. 3 p. 177 )
v'6 una elegante versione italiana di de' Retail di
alcuni endecasillabi di Mattei , il quale in piti luo<*
ghi della stessa opera ne parla con elogio cbisH
mandolo quasi seioipre mio dotio giovane^, e Suon
poeta.
Altri componimenti pose a stampa breyi si , ma
tutti sugosi , eio6 Amore , e Psiche cantata a due
voci ; Sequenzta dello Spirito Santo ; la morte di
Alceste ed altri simili. Ma quello , che gli pro-
caccio nn onore inunortale fu la traduzione delle
odi di Anacreonte e della poetessa Saffo eoi'redatci
da lui di erudite note, e delle vite de'due greci
poeti. II Mattei , che teneva in somma stima il
prediletto allievo |^r la conoscenzisi particolarm^nte
della lingua greca , e della poesia , lo ipdttls^e-a
far tal versione in rima italiana, che fu corobait^
dal pill glorioso successo , giaechfe pubblicatasi iil
CoUe citta della Toscana nel 1783 meritd aU'aulbH
re dalla repubblica letteraria il lusinghiero nooie
di Anacreonte Italo. II nostro Campolongo nel sua'
sepulcreium fa grandi elogi del de' Rogati , ed il
Napoli-Signorelli , tra gli altri, cosi scrive del me-
desimo : In mezzo- al tumulto del foro t avvocata
Francesco Saverio rfe' Rogati oggi individuo delict
G. C. di Cassazione ha coltivato sempre le muse.
Egli pianse con una bella ode la perdila di BeU
forte ; egli tradusse Anacreonte con leggiadria e
quasi sempre con fedelth; egli diede al real teatro
212 ^ j;
di S* Carlo un melodramma V Armida Abbdndonata
posta in musica daW tncdmparabile lommelli ( cit.
op. Tol. 8 pag. 58 ).
Molti seritti di lui sono rimasti inediti presso
i suoi eredi.
Dopo la morte fu oDorata la memoria del no-
stro accademico da una elegante orazione italiana,
e da yari componimenti , che furono tutti pubbli-
cat! nel 1 828 , non che da altre poesie dal sacer-
dote de' Cioni suo compatriotta , che si diedero
anche alle stampe nello stesso anno.
Nel rapporto del 30 dicembre del 1827 letto
dal segretario generale della societa Borbonica ca-
yaliere Avellino , e poi pubblicato , con poche sen-
satissime parole si tesse un grande elogio all' il-
lustre coUega.
. RoNGHi * DoMENico baronc yide la luce del gior-
no nel Comune delta Barra poco lungi da Napoli
in una yilla di sua famiglia nel di 26 maggio del
4700 da'genitori Luigi, e Teresa Acciani. Venuto
in questa capitale, e compito il corso delle belle
lettere , studio le scienze filosofiche , e la giuris-
prudenza. Ma egli che indefessamente si esercitaya
nella kttura degli autori greci , e latini si diede
per un genio tutto particolare a coltiyare gli studi
filologici. Per istruirsi in questa parte congettu-
rale dell' un^ano sapere fa d'uopo della molta pe<
rizia nelle lingue aniiche , e di gran quaniita di
libri , che il piii delle yolte sono di molto yalo-
re. II Ronchi cb' era istruito nelle dotte lingue ,
ed . era un ricco proprietario si formo una speciosa
biblioteca di autori di yaria letteratura si anti-
chi, che moderni, pregeyoli per la eleganza delle
edizioni , e per la rarita. Vi riuni benanche molti
libri stampati nel primo periodo dell' arte tipo-
213
grafica, diversi manuscritti , ed una completa rac-
€olta di storici del regno di Napoli. Ei si formd
inoltre nn museo di yarie anticaglie , ma rimar-
chevole soprattutto per monele urbiche greche ,
c latine , e per molte rare medaglie della mez-
zana eta. Il Mazzocchi in due laoghi (^ ad tab.
Heracl^ pag. 104 e pag. 553 ) fa menziooe coa
elogio del nostro accademico citaado le rare mo-
neie urbiche del di lui museo. Ne minori encomi
ei riscosse dal Martorelli (^ de reg, theca calam:
p. 262 ) 5 ove lo chiama rei nummariae , et ro"
^nanae vetustalis prae omnibus callentissimum, II Ron*
chi trasse gran profitto da siffatte raccolte di K-
bri, e di antichitJi, e divenne uno de'piii eruditi
archeologi, e numismatici del suo tempo. Quindi
fu che meritevolmente nel 1 755^ venne annoverato
tra i XV accademici Ercolanesi , e nel 1779 fu
prescelto per socio deUa regale accademia delle
scienze e belle lettere di Napoli. Oltre a cio, ve-
niva egli adoperato dal goTerno spesse Yolte in
affari letterari, ed in un borrone autografo di un
rapporto diretto ai ministro segretario di stato di
casa reale marchese Carlo de Marco dal nostro
Ignarra in data del 5 agosto 1779, che da me si
conserva, sta detto, che tanto esso Ignarra, quan*
to il Ronchi con dispac-cio del mese di luglio di
queir anno erano stati incaricati di dare il loro
parere sul valore della moneta chiamata carlino
nella meta del XIII secolo in confronto del car*-
lino de'nostri tempi. Lo stesso Ronchi per sovra-
na disposizione ebbe anche 1' incarico di formare
il catalogo del ricchissimo museo nnmismatico del
duca di Noja dopo la di lui morte.
Egli fini di vivere in questa metropoli il dl 8 di
gennaio del 1786. Nel 1814 poi la sua ^opiosa
216
U nostro accademico h ancbe insigDito della chiave
d' oro , h commendatore del r. ordine di Fran-
cesco I, ed e decorato beoanche della crooe ge-*
rosolimitana , e della gran croce Gostantiniaaa.
I libri da lui dati sJIe stampe sono :
4. Orazione funebre per la morte del re catio^
lico Carlo III. JVapoli 4789.
j?. Elogio del conte Cesare Coppola. Napoli 4790.,
3. Elogio del marchese di Casanova Lorenzo Pa^
temb. Napoli 4793.
4. Elogio delprincipe di Morra Goffredo Morra.,
5. Ammaestvamenti di Basilio Imperatore tradotti
dal greco. Napoli 4796.
6. Elogium Bernardi Navarrae. Neapoli 4803%
7. Elogium Francisci Vegae. Neapoli 4805.
8. Orazione in lode del cavaliere Francesco Da-
niele. Trovasi nella raccolta di componimenti in-^
titolata: Ultimi uffici alia memoria del cav. Fran-
cesco Daniele pubblicata in Napoli nel 1813 da
esso sigQor de Rosa.
9. Elogium VincetUii Cala archiepiscopi surrenr
tini et regii sacelli antistitis. Neapoli 4817.
40. losepki Xaverii PolU ellogium. Neapoli 4825*
44. Disoorsi pronimziati ^ cioh nno nella riaper^
tura del ^ Banco dello Spirito Santo , e V altro nel-
Vaperlura nlel nuovo gabinetlo dHndsione nella re-
gia Zecca delle monete.
12. Negli atti deiraccademia Ercolanese yoI. 2
troyasi inserita una memoria del de Rosa , che con-
tiene V illustrazione di uvi arula di bronzo portalUe
i^invenuta in Fompei , un' altra poi che illastra
un^ aniioo elmo ritrovato in Eroolano , fara parte
del 3 ToL degli atti medesimi.
217
Opuscoli iDediti.
-/. La state stabiense ad imitazione deW Arcadia
del Sannazzaro.
J2. ^Vita P. Gregorii Rocco ordints praedicatorum.
3. Orazione latina delle lodi delle lettere umane.
4. Discorso recitalo nel giomo della meta di Qua-
resima.
5. Elogio funebre delfu awocato Raffaele Franco.
6. Elogio storico di Carlo Maria Rosini vesco-
vo di Pozzuoli^ ehe e Ticino a pabblicarsi per le
stampe.
RosiNi - Gaklo Maria ebbe nascita in Napoli
nd 7 aprile del 1748, ed i geoitori furono Vin-
cenzo professore di mediciDa nato in Rofrano nella
proviocia di Priacipato eiteriore , e Maria Anto-
nia Ardia napoiitana* Ne'primi anni il padre gl'in-
segnd a leggere e scrivere , e per divertimeDto gli
fece anche apprendere Talfabeto greco. Esso per5
ravvisando nel fanciullo non yolgare ingegno , di
buon'ora designo d' incamminarlo per le lettere, e
nella eta di anni sette lo mando nelle scuole della
eompagnia di Gesu , ove studi6 la gramatica , e eo^
inincio a spiegare , e tradurre in italiano gli autori
latini arrivando alia scuola detta dell' umanitk. I
di lui maestri avvedutisi della perspicacia del ta-
lento del giovane ne ooncepirono ottime speranze,
6 presagendo una felice riuscita dello stesso, chie^
Siero al padre ehe fosse rimasto tra loro.
Bench^ egli inclinasse ad abbracciare quell' is ti«
luto , pure per la sopravvenuta morte del genitore
ne fu distolto, e giunto all' anno dodicesimo ab«
bandono quelle scuole. Intanto la saggia madre noQ
trascuFo cura \eruna perchfe il figlio terminasse be«
ne la gia intrapresa carriera, e s'impegQd di farlo
218
ricevere come alunno nel seminario Urbano. Quivi
compi il corso delle belle lettere italiane, latine,
6 greche avendoDe dali pia saggi cod diversi com-
ponimeDti in prosa ed ia verso appena compito il
terzo lustro di sua eta. I precettori , che ivi ascol*
16 , furoDO nella lingua latiua Sebastiano de Ro-
sa , che fu dappoi yescovo d' Iscbia , ed indi di
ATellino ; oella rettorica Salvatore Aula ; nella poe-
tica Gennaro Radente; nella lingua greca France-
sco Scotti de Lutiis, e nella ebrea Ignazio della
Calce. Si applied poscia alle scienze , stadiando
la filosofia, il dritto civile e canonico, e la teo-
logia 9 che gli furono insegnate da Giulio Selvag-
gi , e Giuseppe Rossi , tra gli altri. Appena or-
dinato suddiacono venne prescelto nel 1770 nel
seminario medesimo per maestro de'primi rudimenti
della lingua latina, e dopo poco tempo fu desti-
nato nella scuola di umanita. Finalmente essendo
trapassato il precettore di lingua greca Scotti , fu
determinato , che Rosini lo rimpiazzasse , ed ei
per anni quindeci insegnd la lingua stessa. Era an-
cora nella verd' eta , quaudo nel 1 774 vacd negli
studi arcivesGOvili di Napoli la cattedra di dritto,
alia quale voile concorrere, ma nel cimento iufe-
licemente si smarri , il che giova sentirlo coUe stes-
se sue parole : Ubi suggeslum ilium conscendi^ et
omnium oculorum ades in me unum intenlas vidi ;
ut me ingens stupuit cura^ ut.me corporis^ animi^
que vires illico defecerunl I
Sebbene avesse precedentemente scritto un lungo
comento su la proposta decretale del lib. 3 tit. 1
cap. 9, pure nella esposizione, che ne dovette fare,
si ranmientd de'soli argomenti, dimenticando tutto
il resto , siccome viene assicurato da lui medesi-
mo; conoepta ex tempore verba ^ Ut in buccam ve-
219
nirent , fundere opus fait. Intanto noia avendo ot-
tenuta la cattedra , pubblico il suo concorso con
una leitera latiua diretta al celebre canoDista Carlo
Blasco , ove racconta tutto T avveDiinento di so-
pra accennalo , ed in essa si ravvisa il suo sa-
pere anche nel drilto canonico. Intanto il cardi-
nale arcivescovo Capece-Zurlo uomo di santi co-
stumi desiderando che le lettere in quel seminario
pervenissero al sommo grado di floridezza si av-
viso di nominare un prefetto, che sopravvigilasse
a tutte le scuole, e per questo incarico cadde la
scelta su la persona di Rosini , il quale con som-
mo zelo corrispose alle mire dell' ottimo arcive-
scovo , e quella gioventii ne ritrasse grandissimi
vantaggi. Essendo tuttora nel seminario surse una
gara letteraria tra lui , ed il dottissimo Bernardo
della Torre professore di filosofia nelle scuole ar-
civescovili, ed indi vescovo di Marsico, e di poi
di Gragnano, e di Gastellamare nella pubblicazio-
ne del saggio di metajisica del medesimo. Nelle
due lettere criticbe , che in tale occasione diede
alia luce il Rosini sotto il nome di Niceta Fila-
lete , fece conoscere di non essere solamente ver-
sato neir amena letteratura , ma ch' era eziandio
istruito nelle scienze, e specialmente nel ramo fi-
losofico. Circa quel tempo 1' Ignarra non potendo
pill assistere al disimpegno della cattedra di scrit-
tura sacra nella regia universita per essere stato
eletto precettore di S. A. R. il principe France-
sco, fu il Rosini nel 1784 nominato sostituto alia
cattedra medesima , ingolfandosi in quistioni di
storia sacra, e di teologia, che deciferandole non
mostrava di essere straniero a siffatte cognizioni.
INel 1787 il re Ferdinando volendo ripristinare
la nostra accademia tra i soci nuovi , che aggiunso
220
ai pochi antichi allora vivenli , vi fu il Rosini ^
eui Tenne affidato rincarico in unione di altri ire
accademici della interpeirazione , supplemento , e
comentario de'papiri rinveDuti in Ercolaoo. Ei coa
questa occasione fece di nuovo ritorno a'suoi studi
prediletti di arclieologia , e si occupo subito di tre
papiri greci, che furono pubblicali nel 1793, co-
me di qui a poco si dira.
II cardinale arcivescovo Zurlo giusto estimatore
del merito , volendo anch' egli premiare i molti ser-
vigi resi dal nostro socio alia chiesa napolitana ,
ed in particolar modo al seminario , lo nomind
oel 1 792 canonico della cattedrale , e dopo altri
cinque anni fu eletto yescovo di Pozzuoli , ove
seguendo le orme de' piii illustri prelati con sod-
disfazione generale adempi mirabilmente a tutt' i
doveri del suo ministero. Per dar poi sfogo agl'ia-
geniti suoi sentimenti di carita verso i poveri, ani-
mato da indicibile disinteresse ivi fondd a sue spese
un riliro di donzelle orfane indigenti , ed uno sta-
bilimento di poveri facendo occupare si le prime ,
che i secondi in diverse arti e mestieri , onde ren-
dersi utiii alia societa, Fondd anche scuole , e case
di educazione per la istruzione delle giovanette nelle
arti donnesche , e per farle apprendere a leggere,
a scrivere , e conteggiare. Per siffatte opere egli
non solo versava la maggior parte delle rendite
della mensa vescovile , impiegandone il resto per
la chiesa , ma parimente tutt' i soldi , e pensioni,
che riscuoteva dalle diverse cariche sostenute in
questa capitale ^ menando una vita assai frugale.
Ma le principal! sue cure furono dirette verso quel
seminario , dal quale sono usciti moltissimi giovani
di buon costume, e di vario sapere forniti. Non con-
teoto a pieno della scelta di savi e costumati sog-
221
getti per presedet?i, e di dolti maestri per lo in-
segnameDto , che cola ricbiamaTa da ogDi parte
non risparmiaodo spesa verana , egli medesimo di
persona se ne occupava assiduamente tanto per lo
vitto, che per la istruzione facendo anche spesse
fiate da precettore nelle scuole diverse. Accadeva
tal Yolta , che nel visitar la diocesi veniva alia
conoscenza di giovani di ottime speranze , ma
poveri , non essendo sufficiente il seminario a ri-
ceverli , yestiva i medesimi con sottana nera fa->
cendoli alimentare e vestire a sue spese, li man-
dava quindi nelle scuole del seminario per istruirsi,
e li faceva poi dormire in alcune camere deU'epi-^
scopio. Per le gia dette ragioni essendo diventato
il suo seminario uno de'migliori del regno, yi fa
percio un concorso straordinario di giovani da tut-
te le provincie , onde fu necessita ampliarlo con
nuove fabbriche ; ed inoltre con suo danaro acqui-
st5 benanche il gia mouistero di S. Francesco ,
situato in nn'amena collinetta poco lungi dalla cit-
ta , formandone un secondo seminario destinato
per casa di villeggiatura de' convittori ne'mesi di
vacanze. Le mura del cortile di questo secondo
seminario furono con ottimo divisameuto incastrate
d'inscrizioni antiche greche e latine da lui raced-
te , onde servissero e d' istruzione a quella gio-
veotii , e fossero preservate da ogni dispersione.
La difficile carica dell' episcopato non esento il
Rosini da altri impicghi , e quindi nel 1801 fu
nominato Soprantendcnte della officina degli anti-
chi papiri, carica che ha ritenuto sino al termiue
di sua vita.
Dopo I'entrata delle armi Francesi nel regno fa
da prima eletto cappellan maggiore interino , indi
nel 1807 annoverato tra soci della nuova accade-
222
mia J di cui fu presidente annuale per piii anni ,
e nello stesso tempo prescelto per consigliere di
stato. In quesli disimpegai si mostro sempre si-
mile a sk stesso , soslenendo con zelo , e fermezza
veramente apostolica cio , cbe riguardar potesse
la sana morale e grinalterabili precetti di nostra
religione. Kitoruato di Sicilia il re Ferdinando ,
ed esseudosi dal medesimo nel 1817 foudata la
real societa Borbonica, che comprende le tre ac-
cademie gia istituite nel 1807 , innalzo a presi-
dente perpetuo di tal societa il Rosini , il quale
con questa qualita presedeva ancora al reale isti-
tuto di belle arti. Nel 1822 poi fu eletto presi-
dente della Giunta della pubblica istruzione , e
della real biblioteca Borbonica , ma nel 1824 a
sua ricbiesta lascio di presedere la istruzione pub-
blica , ed occupo il posto di uno de' consullori
di stato del regno. £i fu ascritto a varie congre-
glie letterarie illustri di Europa , e nell' i^stituirsi
r ordine cayalleresco di Francesco I fu decorato
della gran croce dallo stesso augusto fondatore.
I libri da lui pubblicati sono :
•/. Oratio in adventu losephi Capycii-Zurli s. r. e.
cardinalis archiepiscopi neapolUani, Neapoli 4783.
J2. Nuovo melodo per apprendere facilmenie la
lingua greca iradoUo dal Francese. Napoli 4784%
Non h questa "una semplice e nuda traduzione ,
ma il libro fu riformato , ed arricchito in molte
parti con esservisi aggiunto di nuovo conio un
trattato delle particelle greche.
3» Oralio habita in regio neapolitano^ archigy-
mnasio in solernni sludiorum instauratione de vero
studiorum scopo* Neapoli 4787.
4. Herculanensium voluminum quae supersunt to--
mus 4. Neapoli 4793. Nella dedica di questo to^
223
lame di antichi papiri greci diretta al re Ferdi-
naodo dagli accademici Ercolanesi sta detto, che
il medesimo suis nunc supplemerUis , interpretation
nCj iustoque commentario a strenuo conlega nostra
Carolo Rosinio probe instrucium , iibi se tandem
sistit.
5. Orazione funehre per lo principe di Carama"
nico vicerb di Sicilia. Napoli 4194.
ۥ Oratio habita in regio neapolitano archigy-'
mnasio in solemni studio rum instanratione de litte^
raritm utilitate dijpcillimo quoque tempore capienda^
Neapoli 4796.
7. Dissertatidnis isagogicae ad hereulanensium
voluminum explanationem pars prima. Neapoli 4197.
Gli accademici ercolanesi nei dedicare alio stesso
re Ferdioando questa dissertazione si espressero
cosi \ atque hanc quidem historiam ma^us ille Ale-'
xius Symmachus Mazochius litteris mandare quum
insiituisset ( nam id sui muneris pensique esse vo-
luerat J moHe interveniente , absolvere est prohibit
tus. Quamobrem nostrarum partium esse duarirnus
httic oneri suceedere , quod libentissime fecrmus ;
Mazochiique vestigiis insistentes Isagogicam disser^
tationem adomavimns ; operam in id sudm in pri^
mis conferente strenuo collega nostro Carolo Rosinio*
Qaesta dissertazione dunque b nella massima pa>te
opera del Rosini^ come ^k si ^ enunciato di sopra.
8. Orazione eucaristica pel glorioso ritomo di
sua Maesla. Napoli 4799.
9. Deir emissario Claudio net paese rfe' Marsi.
Napoli 4808* "^Questa memorta fii di risposta al
^egu^nte qnesito fatto all' accademia in quell' epo^
ca, ciofe se le aeque del Fucino fossero una vollu
scolnte , almeno in parte , nel Liri.
4X). Hereulanensium voluminum quae super^mt
224
tomus IL NeapolU 809 * W papiro gfeco cOAtenuto
in questo volume fu interpetrato , supplito , e ee-
mentato dal Rosini , ma nella dedica pero e scril->
to: symbolam in id conferenle mam Bartholomaeio
Pessettio , come gia si acceDno precedeotemente. Gli
altri Yolumi di papiri pubblicati posleriormeute oel
4827 , 1832 , e t835 sodo stati lavori di altri
soci , di cbe si e gia fatta menzione , essendo stali
pero i medesimi riveduti dal Rosini , come St)prao-
teodente delta officioa de' papiri , e da tutti gli
accademici ordioari , come si h sempre pratieato
anche per li precedenti volumi*
Molte inscrizioni latine, ed altri componimenti
iin greco , ed in latino in prosa ed in verso egli
pubblico in fogli volanti , o rimase inediti ^ che
tutti riuniti formerebb^o de'volumi. Tra gli scritti
inediti del Rosini vi sono diverse dissertazioni sa-
ere , e profane di vario argomento , e specialmente
una intitolata : de Paschatis celebratione,
Mentre era nella sua fresca eta scrisse una ele-*
gantissima lettera latina aU' insigne poeta latino
Filippo di Martiiio su lo strumento chirurgico jri-
curvo , col quale si aprono i tumori ^ e del vo-
cabolo latino che gli potesse corrispondere. Ei coa
inolta sagacita ed ingegno sostiene che dovesse
chiamarsi femun gammatum, Questa lettera auto-
grafa si conserva dal coltissimo mio amieo Felice
Meola.
Nel 29 luglio 1809 essendogli stata comunicata
una circolare in istampa intorno alia celebrazione
del matrimonio secondo le nuove leggi promulga-
te, egli con due lettere manuscritte, e con molto
coraggio in agosto dello stesso annp in risposta
fece rilevare vari ragionevoli dubbl derivanti dalla.
circolare medesima ^ e percid conchiuse non po-
225
lersi interamenie eseguire quanto in essa si or*
dinava.
EsisioDO benaDche inediie cinque comedie laiine
degne della pubblica luce, da lui scritte per diver-
tire, ed istruire nei tempo medesimo gli aiunni del
suo seminario, e che in ogni carncTale ne faceya
rappresentare una dagli stessi. Esse sono intitolate:
i. Captivei Plauti comaedia ad usum semtnajrii
puJteolani accommodcUa.
J2. j^gyptii.
3. AHAXaNTA nATftMENOI Deceptores rfe-
cepli.
4, Philosophus.
6. Brutii.
Ye n' e una sesta anche rappresentata in quel
seminario col titolo: Thesaurus^ sive Tyophonius^
ma questa fu composta dal valentissimo scrittor
latino in yerso ed in prosa fu abate Vincenzo Ri*
naldi dell'isola di Procida quando era maestro di
eloquenza nel seminario medesimo.
In fine dopo una gloriosa e laboriosa vita ei
passd al premio delle sue fatiche nel di 1 7 feb*
braio 1836 per un colpo di apoplesia nel giomo
precedente, cui infelieemente soggiacque. Fu il Ro-
sini dotato di molto ingegno , indefesso nella con-
tiuua appiicazione sin da'suoi piu teneri anni, si
diletto anche nell'apprendere la musica , e divenne
sommamente istruito specialmente nelle lettere gre-
che e iatine. Era in lui innata la beneficenza , ero-
gando tutto per i poveri , e per la chiesa , e dopo
di esser trapassato nel suo scrigno furon trovati
soli pezzi sei di dodici carlini , ed una fede di
credito , che conteneva uno de' suoi soldi del mese
precedente , somme che furono impiegate per ce-
lebrargli i fun^rali. Fu grande sost^itore dei dritti
15
226
deiia stta chiesa, e di intt'i luoghi pii della sua
diocesi , fu utile benanche in diverse occasioni a
Tarie cbiese del regno , molto zelante nel disim-
pegno delle sue diverse cariche , e nel difendere
in giudizio le proprieta della mensa vescovile ,
zelo che qualche volta portava alPeccesso in modo
da rendere presso ialuni meno pregevoli le grandi
sue virlii.
Dopo la morte il suo corpo fu imbalsamato al-
r uso moderno , e rimase esposto per sei giorni,
indi si celebrarono decenti funerali da quel capi-
tolo e clero coll' intervento di diversi accademici
della societa Borbonica, de'reali Istituti, degl'im-
piegati della r. biblioteca , di tutte le autorita del
Copiune di Pozzuoli , degli allievi di quel semi-
nario, e di quelli conservaiorii da lui fondati. II
canbnico Lncignano professore di eloquenza in que-
sta regia Universita discepolo del defunto, valente
scrittor latino compose le analoghe inscrizioni nel-
r idioma del Lazio , e vi recito il funebre elogio
in lingua italiana. Indi fu sepolto nello indicato
Orfanotrofio , tomba da lui prescelta , e su la quale
leg^si la seguente epigrafe in marmo gia compo-
sta da esso medesimo :
HEIC . RESTRREGTIONEII • EXPEGTAT
KAROLVS . 'MARIA . ROSIN I VS
EPISCOPVS . PVTEOLANVS
HYIYS . PYELLARVN . ORPHANOTROPHII
FVNDATOR
TEHPLIQYE . INSTAYRATOR
QVl . SIRI . YIYENS . REQYIETORIYH . COMPARAYIT
SEDIT . ANN. XXXYIII M^NS. I DIES . XXXI
YIXIT . ANN. tXXXYIl MENS. X DIES . X
YEN! . RONE . lEST
DII.EXI • DEGOREM • DOMYS • TYAE
227
Fochi giorni dopo 1' interro del nostro prelate
gli allieyi del semiDario di Pozzuoli diedero uo'ap-
posita accademia per rendere gli ultimi uffizi di
gratitudine alle ceneri del medesimo. Nel di poi 9
maggio delio stesso anno 1 836 il mio rispettabile
ami CO commendator de Rosa discepolo ed amico
del Rosini per onorare la memoria delio stesso
raduno in sua casa diverse persone di lettere , che
yi iessero vari componimenti , i quali farono pre-
ceduti da uDa prosa scritta da lui.
FinalmeDte nel di 16 agosto 1836 la regal so-
cieta Borbonica tenne una tornata generate , e pub-
blica per la inaugurazione del busto del Rosini ,
nella quale fu recitato dallo stesso canonico Lu-
cigoano un' elogio in onore del medesimo scritto
in elegante latino, intitolato: de vita et rebus ge-
stis Caroli Mariae Rosinii , che nell' anno stesso
pubblico per le stampe.
Rossi - Francesco vide le aure vitali nel Co-
mune di Melito in provincia di Napoli il 23 mar-
zo 17A-7 , e furono i di lui genitori Gaetano , e
Domenica Gimini. NelPela di sette anni resto privo
del padre, ed essendo giunto agli anni nove, I'ac-
corta madre lo fece entrare nel seminario Uii)ano
di questa capitale. ' Ivi si applied alio studio di
bdle lettere , e delle scienze , ed ebbe , tra gli
altri, a maestri Salvatore Aula nell' eloquenza , e
Giuseppe Rossi nella teologia.
Uscito sacerdote dal seminario , essendo stato
Gennaro Giordano professore di dritto civile , e
canonico nel liceo arcivescoyile promosso alia chie-
sa cattedrale di Acerra , per mezzo di pubblico
concorso ottenne la stessa cattedra correndo I'anno
yentisettesimo di sua yita.
Nella eta poi di anni 36 dietro altro concorso
228
consegui la cattedra delle istituzioni civUi nella
regia universiik degU studi. Egli avea fatto ante-
cedentemeDte due altri concorsi , uno alia catte-
dra delle decretal! , e I'altro a quella del deereto
di Graziano. Col concorso poi fatto per la catte-
dra del dritto del regao otteDne Tanzidetta delle
istituzioDi civili. Dopp aver disimpegoata la pri-
ma delle istituzioni civili , ed indi quella del drit-
to del regno per lo spazio di anni 30 fu traslo-
cato aH'altra della interpretazione della sacra Scrit-
tura, doade dopo 13 anni fu di nuovo riportato
air insegoameoto del dritto civile nella cattedra
delle Pandette. Egli e stato benanche piii volte
Rettore della regia Universita e presidente iHterino
della commissione di pubblica istruzione, essendo
uoo de' componenti della commissione medesima.
Fu jpromosso al canonicato di questa metro-
politana dall' arcivescovo cardinale Gapece-Zurlo
nel 1797.
Nella fine dello scorso secolo essendo partito
da Roma il pontefice massimo Pio YI nel 1 79^ a
richiesta del re Ferdinando fu stabilita in Napoli
una congregazione Apostolica formata dal cardinale
arcivescovo Gapece-Zurlo presidente, da Domenicii
Fignatelli vescovo di Gaserta , e da Rernardo della
Torre vescovo di Gragnano , alia quale furono date
tutte le facolta pontificie appartenenti specialmente
alia Dataria , alia Penitenzieria y ed alia segre-
teria de' Rrevi , ed il Rossi ne fa prescelto se-
gretario.
Dopo la morte dell' arcivescovo Capece-Zurlo fo.
DominaTto rettore del seminario Urbano ; indi passd
al governo del coUegio delle famiglie de'Capeci ,
e de' Garaccioli , ed essendo stato qaesto abolito,
fu destinato r^ttpre del liceo del Salvatore. Mel
229
4807 fu annoyerato tra'soci dell' accademia allora
istituita.
Le opere da ltd date alle stampe sono ;
i . Commentarius turmdtuarius ad caput VI li^
bri III decretalium da institutionibus. Neapoli VIII.
Kal. Sept. 4174. Questo comenio fu scritto per
lo coDcorso fatto alia caitedra di dritto eivile, e
r^nonico del ginnasio arcivescoTile.
, j2. losephi Simeoli elogium. Trovasi pubblicato .
dopo le yite di G. Nipote stampate per uso del
seminario di Napoli.
3. Praelectiones juris civilis ad lusliniani insti-
tutiones. Neapoli 4788 vol. 2.
* 4. luris civilis neapolitani institutiones. Nea-
poli 4790.
5. Institutiones juris canonici. Neapoli 4795 vo-
Itmi 2.
6. Commentarius in pandectas lustiniani. Nea--
poli 4822 vol. 2.
Le indicate istituzioni canoniche sono state piii
volte ristampate con molte aggiunte.
7. Nel vol. 1 delle memorie della nostra acca-
demia se ne leggono due del Rossi, delle quali una
contiene I'illustrazione di una medaglia battuta in
onore di Crispo Cesare ; V altra riguarda la spie-
gazione di una lapida iscritta a P. £lio Muciano.
Diversi di lui componimenti in verso ed in pro-
sa 9 e specialmente molte inscrizioni latine sono
state pubblicate in varie occasioni , in fogli vo*
lanti , o inserite in raccolte stampate , ed altre
simili sono tuttora manuscritte presso dello stes-
80 , il quale conserva benancbe iuediti un comenio
sui luoghi piu difficili della scrittura Sacra s\ del
vecchio , come del nuovo testamento ; ed alcuni at;-
vertimefiti diretti a' suoi nipoti.
••
230
Nella gravissima etk di anni 94 il Rossi ha il
suo cervello vegeto ed in tutta la consistenza ,
come di un giovane florido , e gioyiale , sebbene
stia sempre in letto da circa due anni.
Con eleganza e somma facilita nella etk medesi-
ma compone delle belle inscrizioni latine, ed ab-
benche nello stile epigrafico le piii difficili a farsi
sono quelle che servir debbono per opere pubbU-
che , pur' egli ne ha dettata in questo anno la se-
guente destinata per la ricostruzione della strada^
e ponte vicino al porto di questa citta, che non
dispiacera qui leggere per intera , attesa la sua
precisione , e purita di stile.
FERDINANDVS . II
REGNI . YTBiySQYK . SICILIiUS . ET . HIEEYSALEBI . REX
P. F. A.
NONNYLLIS . AEDIBYS . SOLO • AEQYATIS
YIAM . ANTEUAG . ANGYSTAM . IN • IPSO • SIARl
EX . PARTE . STRATAM
AMPLIORIBYS • EXTENDIT . SPATIIS
FERREIS . GANCELLIS * BITNIYIT
YETERIQYE . I.APIDEO • PONTE
AD . EXIGVI • HYIYS • POBTYS • FAYCES * DEIEGTO
FERBEYM . POSYIT
QYO . PLANIOR • YIA • FORET
NEG * NAYIGYLIS . DIFFICILIOR . ADITYS
PEGYNIA • EX • PYBLIGO . AEBABIO . DESYMPTA
ET . NE • POBTOBIA • FBAYDABENTYR
YEGTORIAS • NAYES
MOBAE • 0ISPENDI1S • EUMINATIS
AD • IPSAM • POBTITOBYM • MENSAM
PABYYLIS . GYMBI8
11EBGE8 • IMPOBTABE . lYSSIT
ANNO . MDCGGXXXIX RBONI • SYI . IX
231
Rossi - Giovanm ebbe il suo nascimento in S. Lo-
renzo maggiore nella Campania a 14 gennaio 1785
da coniugi Pasquale, ed Angelarosa Bosco. Nella
eta di anni undid entro nel seminario di Gerreto,
che in quell' epoca fioriva sotto V episcopato del
prestanlissimo Vincenzo Lupoli di Fratta maggiore.
Dopo aver atteso ivi alio studio di gramatica , di
umanita, e di lingua greca, si applied a quello della
rettorica sotto la guida del dotto canonico Pietro
luliani, di cui si bauno a stampa un'orazione latina
in studiorum instauratione recitata in quel seminario,
ed il prfBio volume degli opuscoli lalini pubbli-
cati qui nel 1827 dal di lui nipote Giacomo col
lilolo : veleris geographiae , chronologiae , et cri-
iices elementa. Nel 1803 passo in questa capita-
le, ed applicossi agli studi filosofici nella scuola
di Mariano Semola, e poscia alia teologia presso
i pp. Gesuiti frequentando contemporaneamente
nella Universita degli studi le caitedre di dritto
civile, e canonico, e nel 1807 anche la scuola pri-
vata di Niccola Andria , e di altri professori di me-
dicina nelle loro cattedre pubbliche stabilite allora
neir ospedale degl' Incurabili. Nel 1808 essendo
stato ordinato suddiacono , e richiamato dalF or-
dinario in diocesi ottenne per concorso un cano-
nicato nella coUegiata di S. Lorenzo maggiore ,
e fu chiamato in seminario col carattere di mae-
stro di gramatica superiore, ed indi insegno teo-
logia morale , e filosofia. Nel 1811 ritorno nella
capitale, e venne impiegato nella biblioteca reale
in qualita di custode, e fu incaricato dal P. Gio-
vanni Andres di vari lavori letterari , e bibliogra-
fici , ed ancbe di taluni lavori accademici , men-
tre quel grande uomo era segretario perpetuo dek-
Taccademia d'istoria, e di antichita. Uno di que-
232
sti lavori, rigaardante un sonetto inedito dl Bo"
Bone da Gabbio , e talune poesie inedite di Ma-
nuel Ciudeo , h abbozzato in una lettera diretta
al marchese Garofalo , stampata dallo stesso nel
1829, avanti ai capitoli di M. BosoDe, e di la-
copo Alighieri da lui pnbblicati , ed illustrati.
Per I'accademia poi ei fece la copia delle lapide
greche, e latine del museo Borbonico, eTestratto
delle DOtizie degli scavamenti pompeiaDi da'tempi
di Carlo III in avaati. Quindi venne egli dallo
stesso Andres proposto per la carica di scrittore
della biblioteca medesima , che ottenne^ poi col
real decreto oi^anico del di 2 aprile 1847. Essendo
stata riorganizzata la real biblioteca nel 1822 il
Rossi conservato nella stessa carica fu particolar-
mente incaricato della compilazione , e della pub-
blicazione del catalogo generale alfabetico , di cui
si ba il primo volume per ora messo a slampa
nel 1832. Dopo la dedica diretta a S. M. segue
una prefazione latina del Rossi , nella quale pre-
sentasi al lettore una breve notizia dell' origine ,
progresso , e stato attuale della biblioteca , e si
dk conto del metodo tenuto dal compilatore per
cominciare e far progredire siffatto lavoro , onde
presentarlo al pubblico nel modo piu esatto.
£ stato egli dal regnante sommo pontefice Ore-
gorio XVI onorato della nomina di suo cameriere
segreto soprannumerario con biglietto del 1 834 9 ^
la nostra accademia nel 1 829 lo nomino socio cor-
rispondente , e nel marzo 1836 fu prescelto per
socio ordinario.
Occupato ne'layori moltiplici, che la grandiosa
biblioteca esige, ha pubblicato successivamente , ol>
tr^ le cose gia indicate , le seguenti operette.
i* Catalogo di vescovi di Telese , la cul sede
233
era ritrovasi stahilita nella ciUa di Cerreto^ con al-
cune notizie storiche di deUe due citta vescovili. Na*
poll ^827.
J2. Memoriale di notizie storico-critiche spettanii
a Guahieri da Ocre gran cancelliere de* regni di
Sicilia^ e Gerusalemme sotio Federico //, CorradOy
e Manfredi. Napoli i829-
3> Lettera ^ , e J2 sulV antichith della chiesa Te-
lesina ( in appendice al delta catalogo J. Napo-
li ^830 , e i83i.
Sta egli preparando una memoria intorno alia
eolooia Telesina ad illustrazione di una lapida tro-
vata in Telese , ora esistenle nel 'museo Borbonico.
ScoTTi - Angelo Antonio nacque neir isola di
Procida il di 18 febbraio 1786 da coDiugi Anto-
nio , e Marianna Scotti , dopo sette mesi fu con-
<lotto in questa capitale , ed essendo poi ancor
^ovanetto entro nel seminario Diocesano di Na-
poli , incamminandosi per lo stato chiesastico. Qui-
vi, tra gli altri, ebbe a maestri Domenico Scot-
ti-Pagliara , e Giovanni d' Anna (a) istruitissimi
neiridioma latino: nelle scienze poi i di lui pre-
cettori furono Antonio Febbraro nella filosofia ,
Niccola Fergola nella matematica, e Bartolommeo
Malizia nella teologia. Apprese le lingue orientali
da Gaetauo d' Ancora , e dal canonico Gaetano
Buonanni.
Dopo di essere stato ordinato sacerdote fu no-
minato regio professore di Paleografia, ma dopo
(a) Giovanni d'Anna nato in Afragola , educato nel se-
minario diocesano di Napoli , e maestro di eloquenza nello
stesso seminario, dopo liinga e penosa malattia fim di vi-
vere nel di i5 marzo di questo anno i84o i^el seminario
medesimo nella etk di anpi 66 circa. Ei valeva moltissimo
nello scriyere in latino si in prosa , che in verso.
234
dieci aDDi lascio qaesta cattedra. Dopo il 1816
fu da prima precetiore del duca di Calabria^ at-
tualmente Ferdinando II felicemente regoante , e
degli altri principi , e principesse reali , e presen-
temeDte e maestro de' principi, e principesse reali
tuttora giovanelli. Egli h nel tempo medesimo pre-
fetto della biblioteca Borbonica ; interpetre de'pa-
piri Ercolanesi , e socio ordinario dell' accademia
Ercolanese.
Dopo la morte di monsignor Rosini e stato no-
minato soprantendente interino della regale officina
de' papiri.
Nel 1 829 fa decorato delP ordine cavalleresco
di Francesco I , e nel 1 832 e stato nominato da
S, S. Gregorio XVI suo prelato domestico.
Le opere date alia luce sinora sono :
i . Herculanensiwn voluminum quae supcrsunt to*
mus IL Neapoli i809* In questo volume v'fe an-
che il papiro greco Epicuri De Naiura liber XI
illustrato da Monsignor Rosini , ma nella prefa-
zione, e propriamente nella pag. 35 lo stesso Ro-
sini dice : Nunc ad eius lectionem , et inlerprela^
tionem adccdamuSy in quibus non minimum egregii
iuvenis Angeli Antonii Scotti opera , ac diligentia
nos iuvit.
2. Illustrazione di un vaso Ilalo-greco. Napo-
li iSH.
3. Dissertazione sopra un mezzo busto falsamente
attribuito ad Annibale Cartaginese. Napoli iSiS*
4. Ex PhoLii amphilochiis quaedam edidit , /a-
tine verlil^ ac notulis exornavit. Neapoli "1817.
5. Elogio siorico del P. Giovanni Andi^es. Na-
poli i8i7. Fu questo tradotto in lingua spagnola
dal fratello del P. Andres , e pubblicato in Va-
lenza.
235
6. Orazione funebre di Emnianuele Parisi mini"
stro delV Intemo. Aversa 4SiS.
7. Elogio funebre di Tommaso Caravita princi-
pe di Sirignano. Napoli i820.
8» Catechismo medico^ o sia sviluppo delle dot-
trine che conciliano la religione colla medicina. Na-
poli 482"^. Fu ristampato in Modena, e venne tra-
dotto in tedesco dal ch. professore Lenhassek, e
pubblicato in Vienna nel 1824.
9» Elogio storico del cavalier Domenico Colugno*
Napoli <I823.
40. Syllabus membranarum ad R. Syclae archi-
vum pertinentium vol* i . Neapoli 4824.
44 . Risposta al professore Naegele intoimo alia
quisiione medico-legale ^ se nelV occorrcnza di parto
impossibile per mczzi nalurali ed arlifziali,^ e ne-
^andosi la madre al iaglio cesareo sia lecito di de-
cervellare il feto. E inserita nel giornale medico
V Esculapio. Napoli 1827 vol. 2 pag. 324.
42. Teoremi di polilica cristiana. Napoli 4830
Yol. 2. £ stata quest' opera ristampata in Roma
nel 1832.
43. Elogio funebre di Francesco I re delle Si^
cilie. Napoli 4830,
44. Lettera al signer Millin sulla maniera di
pubblicare i papiri Ercolanesi. Trovasi inserita nel
giornale letterario intitolato Biblioteca Analilica.
45. Herculancnsium voluminum quae supersunt
tomus IV. Neapoli 4832 , che coniiene i tratiati
Polfslrati de injuslo conlemptu , et P/iilodemi de
rhelorica.
46. Epistolae Emmanuelis Chrysolorae latine red-
ditae. Sono inserite nel volume 2 del caialogo del
ms. greci della biblioteca Borbonica pubblicato ia
Napoli nel 1833.
236
^7• Otnelie d giovani studenii per servir loro di
lezione spirituale. Napoli i835 2 vol.
48' Elogio funehre di sua maesta Maria Clemen-
tina di Savoia regina del regno delle due SicUie.
In Napoli dalla stamperia reale 1836.
i9' Vita di D. Mariano Arciero. Napoli i838>
Oltre ad altri piccoli e diversi lavori letterari,
leggoosi nel 1 yol. delle memorie delP accademia
Ercolanese una di lui illustrazione di un antico di-
ploma greco sistente nel generale archivio di Na-
poli , e nel 2 toI. una memoria sopra un codice
palimpsesto della real biblioteca Borbonica di Gar-
gilio Marziale de re horlensi^ a cui segue la pub-
blicazione del testo colle di lui note latine.
Selyaggi - Gaspare nacque in Napoli nel gior-
no 12 di gennaio del 1763 dagli onestissimi coniu-
gi Michele , e Mariangela Angelucci. Apprese i
primi element! gramaticali colla direzione del suo
dottissimo zio paterno Giulio Selvaggi professore
di dritto civile, e canonico nel liceo arcivescovi-
le 9 ed autore di yarie opere applaudite , tra le
quali la piii encomiata fu quella inlitolata antiqui-^
iatum chrisiianarum in 6 vol. pubblicata nel 1772«
Indi compi il corso scientifico sotto i valenti mae-
stri Antonio Febbraro , ed Antonio de Martiis jier
la filosofia , ed Andrea Simeoli per la teologia.
Essendo molto amante della lettnra de'buoni libri
si ha formato una scelta biblioteca, ricca special-
mente di pregiate edizioni di autori italiani e nel
1830 ne faa benanche pubblicato il catalog© per
le stampe. Nel 7 dicembre del 1813 fu nominato
nostro accademico e con regal decreto del 9 lu-
glio 1832 h stato prescelto per segretario della
commissione di pubblica istruzione. Essendo lo
stesso fin da suoi primi anni molto versato nella
23T
musica ha dato alia luce un Trattato di armonia
crdinato con nuovo melodo. Napoli i82>3.
Ha reso beDanche di pubblica ragione un altro
suo libro intitolato : Gramatica generate Jilosojica*
Napoli 4839.
Sta egli lavoraodo per la traduzione , ed illii-
strazione delle tragedie grecfae di Euripide.
Spimelli - DoMEMCo Maria Odoardo principe
di S. Giorgio Tide la luce del gioruo il 13 otto-
bre 1 788 nel Comune di Frasso , gia feudo di sua
famiglia sito Delia provincia di Terra di Lavoro,
da' genitori Gio: Grisostomo , e Maria Vincenza
Gaeta. Le vicende della sua casa 1' obbligarono
nella prima eta a dimorare piii ne' propri feudi ,
che Delia capitale , ed ivi appena fu istruito nei
rudimenti della lingua latina ed italiana. Fin dal-
I'infanzia pero ebbe trasporto per gli studi archeo-
logici , ed in ispezialita per la numismatica, che
di poi coltivo appas^onatissimamente , e fatto pas-
saggio in Napoli fu in questa scienza manodotto
da Francesco Uaniele. In eta piii adulta strinse di-
mestichezza con Francesco Garelli , e nell' usare
spesso in casa di costui , ebbe opportunita di ap-
prendere dal valentuomo , che con affetto paterno il
predilesse , moltissimo nel parlicolare della numis-
matica , ed altre cose diverse ; le quali il Carelli
largamente ed amorosamente a tutti comunicava nel
modo stesso che sempre , e con maniere assai gen-
tili avea fatto anche il gia menzionato Daniele ,
senza essere entrambi ritenuti da quel nero egois-
mo , di volersi fare del sapere un patrimonio esclu-
sivo col custodire gelosamente le cognizioni acqui-
state , ed i propri divisamenti ; egoismo che di
sovente pur tr6ppo oscura la gloria de' dotti ^ e
men utili e cari U r^nde a gli altri.
238
Nel decennio della occupazione del regno Spi*
nelii ancorche molto giovaoe si espose al concorso,
per essere eletto uditore del consiglio di Stato, ed
essendovi riuscito felicemeote fu nomioato a tal
carica con decreto del 31 dicembre 1811. In gen-
naia poi del 1813 fu eletto socio onorario dell' in-
stituto d'incoraggiamento di Napoli; nel 1822 so-
cio onorario deir accademia Ercolanese; nel. 1828
socio residente della Pontaniana , e nel 1833 fu
aggregato alia stessa accademia Ercolanese , come
socio ordinario.
Oltre ai suoi studi favoriti , di sopra menzio-
nati ^ molti linguaggi antichi e moderni ebbe va-
ghezza di apprendere , ed in particolare gli orien-
tali J cbe non lascia di coltivare ; di che un pic-
col saggio ha dato in morte della nostra virtuosa
regina Maria Gristina di Savoia pubblicando una
inscrizione tetraglotta , cioe arabica , siriaca , ebrai-
ca, e latina. Se pur le tenui cose convien ricor-
dare , e da sapersi , cbe pubblico egli in diyersi
giornali letterari degli articoli, ora illustrando mo-
nete antiche, or yetri adorni di cufiche leggende,
e nella Biblioteca Analitica gli articoli segnati coUe
iniziali P. S. G. sono stati da lui scritti. Fiii pub-
blico nel 1821 con tipi della socieia jilomalica la
descrizione di alcune monete urbiche del suo mu-
seo , e della collezione del canonico de lorio.
Ha letto nella nostra accademia Ercolanese ire
dissertazioni , una isull' importanza di una cufica
sepolcrale inscrizione , cbe nel r. museo si conser-
va; un'altra sulla strana leggenda SEFE^STATI-
BEM che trovasi suUe monete di Segesta da nes-
suno peranco interpetrata ; una terza su due inscri-
zioni sepolcrali cufiche puteolane.
Di presente egli si occupa della deciferazioae
239
e spIegazioDe delle monete cufiche delle due dina-
stie INormanna , e Sveva , che sigooreggiarono ie
due Sicilie, opera che manca, e che riempie uno
de' Tuoti che 90DO nella nostra storia patria.
Tarugi - Tarugio nqicque nella citta di Monte-
pulciano il 7 dicembre del 1732 da' coniugi Co-
simo d' Accursio , e Francesca d' Ottavio Bracci.
Francesco Maria di questa iliustre famiglia Taru-
gi , arcivescovo di Avignone , e cardinale fu di si
candidi costumi, che indusse S. Filippo Neri ad
averlo tra' preti del nascente Oratorio , e quindi
per incarico ricevuto dallo stesso S. Filippo venne
a fondare in Napoli la congregazione dell' Orato-
rio ; e percio coloro della famiglia medesiina , che
si sono incamminati per lo stato chiesastico, il piu
delle volte sono stati ammessi nella congregazione
anzidetta di Napoli. Cos! avvenne al nostro Taru-
gio , che avendo chiesto di entrare in essa ti fu
ricevuto nel di 14 dicembre del 1746 , indi con
dispensa pontificia di un anno ad istanza della stessa
congregazione . fu ordinato sacerdote in dicembre
del 1 755 , Ik quale in considerazione di un con-
giunto del loro confondatore ordino benanche in tal
occasione , ut sumptibus Congregaiionis jiat pran-
dium in die quo primam missam celebrabit P. Tau-
rusius Tarugi^ in quo expendantur triginia nwrmii
aurei (44).
In qucsto stesso anno 1755 fu egli prescelto per
uno de'.Xy soci dell' accademia Ercolauese , ma
pochi anni dopo parti da questa capitale per la
sua patria , ove nel 1760 fu eletto canonico di
quella cattedralcy e nel 28 dicembre del 1778 la
morte il tolse al mondo in una villa di sua casa
chiamata Carbonaia. Egli per quanto io sappia noA
ha, pubblicato per le stampe prodazione alcuna.
Sip
is IfiMii ad !l44«. c
to. Ed rfiiii ill medbo a a iatts stnfi*
pfrtene ¥'iieaHnuiN» per !• ftaLo fwrifsm
UjaAtt BcA ordufee ^' dbiengi re^Dlaii
Le KMme fliiimfii hr , e le ■ M tt«Mti d
«e . e perpetae a p pBcmom -» ed c^
dbe ui <pMi libri sa midrneaio fodo, e
tiwa^a* e efae i nedecMi preseaUv^aAo j
copuixiom eapm ad elevjrlo foprm
Uato co0O€ei]iU«i bea presto cLf f
eoagnegiaxiaoe Sosasea la penpicada ddl'iBgcspM,
e b d»UriBa iieUe iadicaie seieai^, fa e^ aanar
^ovaaetio laTiaio per professore di filosdia, e di
■HittaBatiea ael eoUegio di CTidal uA FiiaE; di
la pasio di bel booto ia Rona per iasegaaic le
aeieaze meAeume ael eoUe^o QeaieBtiad. Iri ca-
aeado rimasto per qoakbe tempo j passo ia Jia-
poli , cbe doTea euere la qpettatrice , e F
rairiee di oomo si iasigne , e dore per lo
ei •%iluppd sempre piii qael graade iagea
eai era liregiato , e doTe diede alia loi
Toli opere.
II priino iDcarico leiterario fa a lai addosaato
dal rioomato cardioale arcivescoYO di Napoli Gia-
•eppe Spioelli , cbe lo destiod ad iosegaafe ael
liceo arcivesoovile le scienze fisicbe , e aiatleoDkar-
tiebe.
lotanto Girlo III, cbe non faceva aiai passaie
opportuoa occasiooe di spiegare la soa proteaio-
M J e mamficcDza terso le persoae dotie y ^PP^
P 241
na ) ch' M}e notizia del sommo sapeire di Delia
Torre lo prescelse per diversi impieghi letterari ,
e lo colmd di beneficenze. Fu a lui affidata dal
sapieniissimo monarca la custodia della regal bi-
blioteca in Napoli, e del regal museo FarnesiaDO
allora situato in Capodimonte , non cbe la dire-
zione della tipografia regia , e tutto cid con Ti-
stosi onorari.
Nel 1755 lb stesso soTrano, accid nell'accade-
mia Ercolanese da istituirsi hen mancasse an va-
lente fisico> cbe potesse somministrarjs gli sdbiiari*-
menti opportuni solle diverse eruzioni Vesnviane
e suUe conseguenze , cbe n' eran derivate, con som-
ma ayvedatezza lo prescelse per uno de'XV sdci,
cbe illustrar doveano le anticbita disotterrate in
Ercolano , Pompei , Stabia , ed in altri yiji^ni paesi.
E per potere il diligente , e curioso nostro file-
sofo adempire a tanto dovere , e fare piii accu-
rate osservazioni su i fenomeni diversi di qiiesto
Yulcano, oggetto distupore^ di spavento^ e di di-
leUo , per lo spazio di piu di 20 anni spesso
spesso' si condnceva su le sue alte Vette , e se
debba prestarsi Cede a quanto ne scrisse nel di
lui elogio funebre pubbltcato nel 1782 il P. An-
tonio Biancbi, qualcbe yolta egli ardito^ ed imper-
territo nelle sue cavemase Hscere intejfiossi , onde
assicnrarsi con propri occhi di ^iitto ci6 cbe pre-
sentaya di singolare il Vesuyio tanto per le an-
tiche , cbe per le recenti sue eruzioni.
Fu della Torre autore di alcuni microscopi del
tuitd nuoTi per ingrandire di molto qualunque pic-
colo oggetto , ed egli stesso fabbrico delle lenti
di cristallo cbe resero perfettissimi i microscopi
da lui inventati, e cbe arrivavano ad ingrandire il
diametro delV oggetto presso a 2000 volte , per
10
242
iscaoprire, se cio fosse possibile, il moto insed-*
sibile delle parti costituenti un corpo. Sabito che
81 conobbero questi nooYi microscopi se ne yoleya
attribuire rinvenzioDe a Leerwenhok inglese, ma
un altro inglese della societa regale di Londra
chiamato Errico Baker dimostrd il contrario.
Ei fu anche yaleote oratore sacro ^ e nel dare
gli esercizi spirituali nelF accademia militare di
questa capitale solea precedentemente dimandare
ai gioTani sa quale tema essi desideravano , cbe
si predicasse nel vegnente giorno , e sa di quello
gia fissato faceva brillare la sua eloquenza.
Nelle ore poi , che gli rimanevan libere dal suo
ecclesiasiico ministero ^ e dalle diverse occupazio-
ni, egli in tutt'i giomi nel monistero di S. De-
meirio occupato allora da PP« Somaschi ins^ava
pobblicamente la fisica , e la mattematica a nume-
rosa gioyentii di ogni classe desiderosa di appren-
dere. Molti illustri allievi useirono dalla sua scuo-
la , e ira questi vi fu \i celebre Maria Angela
Ardinghelli , cui egli insegn6 la filosofia e la geo-
metria secondo lascid scritto il celebre conte Maz^
zuchelli ( cit. op. yol. 4 part. II p. 979 )•
. Della Torre chiuse il termine de'suoi giomi in
Napoli nel di 7 marzo del 1 782 avendo dato alle
stampe le seguenti opere, delle qnali se ne sono
fatte diverse edizioni tanto in questa capitale, che
in altri paesi esteri ^ e ci6 oltre i lavori accademici.
i. Scienza della natura generale e particolare*
Napoli i749 J2 vol.
^. Elementa Physicae. Neapoli 4753 ed indi
nel 1767 in vol. 9 fig. II laborioso e savio J7ac-
caria ( vol. 8 pag. 58 della cit. sua op. ) dando
un'estralto del primo volume di quest'opera pub-
blicato nel 1753 col titolo d' inslitutiones physicae ^
243
Ju wti che sia la stessa al piu presto corUinuala
per onor deW Italia , e pvbblico vantaggio , attesa
la sua importanza*
3. Narrazione del }orrenie di fuoco uscito dal
monte Vesuvio nelC anno i751 . Napoli 175i ^
4> Storta , e fenomeni del Vesuvio col catalogo
degli scrittori vesuviani. Napoli i754^ Lo stesso
Zaccaria ( cit. op. vol. 13 pag. 116 ) lunga-
mente s' intrattiene su questo libro con molte lo-
di , e parlando dello stato antico interno ed ester-
no del Vesuvio paragonato col presente, dice: In
questa parte del libro spiccano assai la erudizione
sua ^ e le sue cognizioni delta storta antica^ e vi
troveranno gli amunti delle antiche eriidizioni molte
cose , che potranno il dcsiderio loro soddisfare , e
dar loro piacere.
5. Supplimento alia storia del Vesuvio jino al-
V anno 1759. Napoli 4759.
6. Supplimento alia storia del Vesuvio ^ ove si
descrive V incendio del 1760. Napoli i76i.
7. Incendio del Vesuvio accaduto nel 4766^ Na-
poli 4766.
8. Incendio del Vesuvio accaduto li 49 ottobre
del 4767. Napoli 4767.
9. Storia e fenomeni del Vesuvio esposti sino al
4767. Napoli 4768.
40. Histoire et phenomenes du Vesuve exposes da
la brigine jusqua Pan 4770 con catalogo piii nu-
meroso degli scrittori vesuviani. A Naples 4774.
44. Incendio trentesimo del Vesuvio accaduto
gli 8 agosto 4779. Napoli 4779.
42. Nuove osservazioni intomo la storia naiura-
le. Napoli 4763.
43. Osservazioni microscopiche. Napoli 4776 fig.
Nel vol. V delle Symbolae litterariae del Gori,
2U
e precisameute fiella pag. Ifi delV elenco si parfse
di altro libro del nostro accademico , che doyea
pubblicarsi, iatitolato: Disquisitio de attractione ;
ma io non so , se questo fu slampato separata-
mente , o vero avesse fortnata parte delle opere
fisiche dello stesso di sopra enuociate.
Da una lettera autografa del nostro della Torre
del 9 febbraio 1 768 diretta a Francesco Daniele ,
che da me si conserva, rilevo, ch'egli si dilettd
anche di poesia , e cbe nel 1762 diresse la edi-
zione della prima parte delle Rime di Cesare Ca-
porali riprodotta in Napoli , e vi premise una breve
Tita del Caporati da lui composta.
Tutte queste opere pubblicate gli assicorarono
un posto distinto tra^fisici, e mattematici; quindi
meritamente, oltre di essere stato accademico Er-
colanese , e ascritto a diverse societa letterarie o\r
tramontane, come a quella di Londra, di Parigi,.
e di Berlino , fu net 1779 anche annoverato co-
me pensionista nelF accademia delle scienze, e B. L»
di Napoli , e nel volume unico degli Atti pubbli*
cato dalla medesima nel 1 788 pag. XXIV si ester-
nd il sommo cordoglio cagionato alia nascente ac-
cademia per la di lui morte, edindi nella pagi-
na LXXYIII si parla con elogio de' nuoyi micrQ"
scopi da esso inventati.
Fu senza dubbio alcuno il P. della Torre nno^
de'gran promotori delle scienze fisiche in Italia ,
ch'egli arricchi con nuove scoverte; a cio si ag*-
giunse nn fondo di erudizione riunita ad una sn«
blime probita , e gentilezza di costumi , onde fa
sempre tra i sapienti dello scorso secolo di am-
mirazione somma si ai nazionaili , che agli eateri.
Tra i molti che con lode ricordano il nome di
lui il Campolongo ( cit. op. p. 145 ) dice : A
245
eONBiTO ASrO NVLLl ALU COMPARANDA PHiLOSO"
PHiAE TVRRis; De la Lande ( cit. op. vol. 5 pa-
giDa 459 ) parla con graod'elogio delle opere del
medesimo in mattematica , in fisica , in istoria na-
tural e , ed in tutte le parti della filosofia , e delle
arti ; e Scipione Breislak nella citata sua opera
spesso , e con encomio fa menzione del nostro ac-
cademico , e nella pagina 168 lo cbiama otiimo
Jisico. Finalmente con grandissima lode scrive an-
che de' parti diversi del suo ingegno il dotto sve-
dese Bioernstaehl , e per le nuove scoverte, e pel
sommo sapere che contengono ; discorrendo poi
della sua Fisica dice: ci si trovano disegni di be-
slie , di uccelli , e cose simili ; perocche egli tanto
in lit stende i limiti della Fisica , onde ha fatto
piu che Buffon ( cit. op. vol. 2 p. 81 e 97 ).
Valletta - Francesco figlio di Diego , e ni-
pote del celebre Giuseppe Valletta nacque in que-
sta citta verso il 1680. Prese la laurea dottorale
in legge nel gennaio del 1711, e nel processetto
della sua dottorazione sistente nell' archivio della
regia Universita degli studi di Napoli non v'fe la
di lui fede di battesimo ; ma vi si legge perd ,
che nel i698 cio^ nella eta di anni 18 circa co-
mincid a studiare la legge , che continuo sino al
1702 , e quindi si dottoro nel 1711.
Fu molto versato nello studio delle lingue, nella
conoscenza degli antichi monumenti , e della sto-
ria patria. Non ostante perd il suo gusto per le
lettere , e per le anticbita , attese le circostanze
ristrette della famiglia , fu obbligato col padre a
vendere prima tutte le statue anticbe, delle quail
era in casa un museo nobilmente adornato, e que-
8te furono acquistate da un medico inglese pel
basso prezzo di ducati 1 1 00 ^ siccome si rica;va
246
da una lettera del 24 agosto 1 720 del celcbratis-
simo Apostolo Zeoo (45). ladi alienarono la spe*
ciosa biblioteca, e 45 yasi etruschi tra grandi e
piccoli , tutto ereditato dal nonno , e padre rispet-
tivo Giuseppe Valletta , ai PP. dell' Oratorio di
Napoli per la somma di ducati qaattordicimila ,
siccome appare dalla partita del gia Banco del Po-
polo del di 22 marzo 1 726 (46) , mediante la quale
fu pagato siffatto prezzo. II rinomatissimo Gio:
Battista Vico (^ opuscoli ilaliani. Lettere p. 2tT^
in una sua lettera del 20 gennaio 1 726 parla della
vendita di questa biblioteca, di cui e^i fu adope-
rato per apprezzatore , e fa un grande elogio ai
PP. deir Oratorio , che ne fecero I'aequisto. Con
errore dunque v'fe stato tra scrittori chi ha detto
che Giuseppe Valletta avesse donato la sua insi-
gne biblioteca agli anzidetti PP. delF Oratorio.
Oltre per5 la yendita gia menzionata de' 45 yasi
etruschi e della biblioteca, altri yasi antichi pre-
geyoli per grandezza , e per figure appartenenti
agli stessi Valletta furono da' medesimi in altr'epo-
ca distratti. II chiarissimo Matteo Egizio ( opu-
scoli pag. 391 ) in una lettera del 25 marzo 1735
scritta da Napoli ad Anton Francesco Gori in Fi-
renze, parlando de'yasi antichi dice: Quei che ave-
vamo in Napoli , insigni per grandezza e per co--
pia di figure , passarono gli anni addietro daUa
lihrcria J^allettana al museo del cardinale Gual-
fieri di b. m. in Roma.
Fu il nostro Francesco amicissimo del testi lo-
dato Egizio , com' egli stesso lo attesta nelP ap-
proyazione da esso fatta dell' opera di costui do
Bacchanalibus ; e mantenne frequente carteggio let-
terario coll' insigne Muratori ( Vita del Muratori
cdizionc di Napoli del 1773 pag. 301 ). Questi
247
in diverse lettere se gii raccomanda caldatuente ,
per avere esatte copie di marnd antidii scrilti ,
onde formare il suo Tesora d inscriztoni ^ e da una
di esse ia data del di 1 3 maggio del 1 735 si rica-
va, che il Valletta tuttora conservava in sua casa
de' vetusti monumenti. Protesto , cosi scriveva il
Muratori, a V. S. illustriss. somme le ohbligazioni
viie pel regalo Jaitomi delle iscrizioni sue , che mi
sono riuscite care al maggior segno ^
Nel 1755 fu prescelto per uno de'XV soci £r-
colanesi, e come versatissimo nella coaoscenza dellc
lingue, e delle antichita si penso da ptima desti-
narlo. per segretario deir accademia , ma non po-
teoda sostenere si laborioso incarico per 1' avan-
zata eta, e per la cagionevole salute, gli fu pre-
ferilo il Garcaai.
In una lettera autografa del 22 settembre 1759,
sistente presso di me , diretta a Ludovico Sabba-
tini yescovo cli Aquila , che non e sottoscritta ,
ma che io credo di uomo molto istruito , e- grande
amico di quel pretato , si parla di varie notizie
di Napoli, d'ond'fe scritta la lettera, e tra le al-
tre cose v' h menzionato il Valletta per la seguente
opera , che yoleva darsi alia luce. II Sabbatini
avea fatte molte note , e supplimenti alia storia di
Napoli scritta da Angelo di Costanzo, che volea
dare alle stampe^ ma che poi non fu pubblicata,
( Soria cit. op. yol. 2 pag. 539 ), qaiodi mando
i suoi scritti all' amico che scrive la lettera per
farceli riyedere. Questi nelL' accusarne la ricezione
coUa enunciata lettera gli risponde cosi : In que-
sto panto ha ricevuta un biglietto da D. Filippo
Sabbatini suo degnissimafratello^ accompagnato con
un involto di manuscritti vostri per la storia di An-
gelo di Costanzo •. Andanio io alia villeggiaiura trt^
248
lo pdrlero , anzi stimerei bene , se cost vi pare j
darlo a rivedere al signor D. Francesco Valletta^
ajfinche ancli esso ci dia uri occhiata , si perchb
delle cose nostre esso ri h inteso assai pm di me ,
ed anche per V ortograjia , del che b capacissimo.
L' eruditissirao Martorelli ( de reg. theca ca-
lam. p. 474 J parlando del nostro Valletta lo
cbiama vir bonarum artium cultu honestissimus y
cuius majores lUterarum quasi instawxUores jure sa-^
ItUant universi.
Vinceozo Ariani anche parla del nostro accade-
mico nel seguente modo: Sed VaUeliae gentis de-
cora instauravit Franciscus Valletta . vir undecum--
^e eruditus , qui superioribus annis fato cessit ^
omnibus bonis moerentibus ( cit. op. pag. 32 ).
II Valletta dovette termioare i suoi giorni- circa
il 1 760 , e non k noto se diede alle stampe qnal-
che saa opera. Solamente in yarie raccolte di com-
ponimenti pubblicate nell' epoca , in cni yisse , tro-
Tansi delle ' poesie del nostro Valletta in italiano^
in latino , ed in greco ; ed in qaella data alle
stampe presso Felice Mosca nel 1721 perlenozze
di G. B. Filomarino principe della Rocca , e Ma-
ria Vittoria Caracciolo de' marchesi di S. Erame
v' e nn epi gramma greco scritto da lui con elegan-
za. L' insigne G. B. Vico nel suo componimento
intitplato Giunone in Danza pubblicato nella stessa
raccolta tra diversi autori che nomina con dogio
V h il nostro accademico , che lo indica cosi :
Ve^^ Y Valletta V onore
Del suo nobil museo.
s
ViTALE - Alessandro duca di Tortora usci alia
luce in questa capitale nel di 22 maggio del 1 772
249
<la'coniugi Francesco, e Durista del Giudice duea,
V duchessa di Tortora. Egli fu educato nel coUegio
de' nobili diretto allora da' PP. delF ordine Soma-
8co , e profitto nello studio delle liogue , e spe-
cialmente nella poesia. Uscito dal coUegio s'istrui
iielle scienze filosoiicbe, indi si applied alia gia*
lisprudenza , e termioaio il corso scieotifico, is-
traprese la camera del foro crimiDdle sotto la di-
reziooe del celebre avvocato di quell' epoca Giu-
seppe Raffaeli.
Neir esercizio dell' avvocheria criminale difese
coQ felice successo diversi rei , ma nel mese di
marzo del 1806 fu prescelio per ^ommissario di
polizia in questa citta , e nel 1807 fu nominalo
socio deir accademia di storia , ed antichita. In
Dovembre del 1808 fu eletto giudice della corte
criminale residente in Teramo , ed ayendbvi rinun-
ciato fa mandaio in Ayellino anche da giudice cri-
minale, quindi nel 1814 fu richiamato collo stesso
grado nella corte criminale di Napoli.
Dopo il 1820 comincio a soffrire un'alienazione
di mente, e percio da'professori delParte salutare
si opino, che I'aere di Posilipo potesse giovargli, '
ma ivi dimorando, nel giorno 25 aprile del 1821
si precipito da una- finestra , e cost termino infe-
licemente i suoi giorni.
Nel 1791 diede alk luce in Napoli ua libretto
intitolato: Rime e prose in onore di Ferdinando IV
e Maria Carolina felicemente regnanti , ove si coq-
tengono yarie poesie italiane , una elegia latina ,
ed un discorso con varie riflessioni sopra alcuni
principali articoli della legislazione di S. Leucio
emanata dal re Ferdinando. Ancorcbe molto gio-
Tane mostra egli in questa operetta un gusto par-
250
ticolare nel far versi , in giurisprudenza , ed in
cegnizioni politiche.
Abbiamo benaache di questo accademico una tra-
duzlone in yersi italiani di alcuni componimentt
di P. Ovidio. Le lettere eroiche comprese in due
Tolomi furono da lui pubblicate in Napoli nel 1 807;
ed i li6ri cinque de^ Tristi similmente in due vo-
lumi si diedero alle stampe in questa citta nel 1818.
Dopo la sua morte la di lui vedova gFinnalzo
un' inscrizione in manno con mezzo busto nella
chiesa della Madonna delle Grazie vicino alV ospe-
dale degl' incurabili in una cappella di padronato
della famiglia Altimari una volta , ed ora della
casa Vitale de' duchi di Tortora , del tenor se-
guente :
D. 0. M.
MORTALIA • HEIG . COllDVIiTVR • YINGVLA
QVIBYS . SOLVTVS • EST . ALEXANDER • YITALE
PATRIGIVS • JSEAVm DVX • TYRTVRAE
YTIX.IS , TREQYINAE • DOMINYS • EQYES • HIEROSOX.,
VIRTYTB • PRYDENTIA . MAGNANIMITATE. . SPEGTATISSIMVS
QYI • TAKTA • ALACRITATE . TYM • INGENYAS . ARTES*
MYSASQYE • INPRIMIS • ITALAS • EXCOLYIT
TYM . lYRISPRYDENTIAE • ADYTA
A • PRIMA « lYYENTA . PENETrAYIT
TT . IN • REGIA • SOGIETATE . BORBOHICA
INTER , ACADEMICOS • HERCYJUAKENSES
XT « 19 • HEAP. CYRIA . INTER . lYDIGES . GAPITALE&
MERITO . FYERIT . ADLECTVS
HYIG • FATO • EHEY • NIMIS . AGER60 • EREPTO
CARMELA • BONITO . EX • PRINCIPIBYS . GASAPESENN^fl
CONIYX . INGONSOLABILIS • jETERNYM » MOERENS
LAPIDEM • DOLORIS . TESTEM . P. C.
DENATYS . EST . ANWOS . NATYS . XL
YII KAL. MAII . AN. MDCCCXXI.
251
In questa inscrizione sta deito, che il duca di
Tortora era patrizio napolitano , ma per verita la
sua famiglia k tra le titolate, ma noa e stata mai
aggregata tra le famiglie patrizie di questa me*
tropoli.
Zarrilli - Mattia figlio di Giuseppe , e di Mar-
zia Pallozzi nacque nel Gomune di Gapodriso in
provincia di Terra di LaVoro il 26 novembre del
1 729. Ebbe a maestro nell' italiano , e nel latino
idioma il suo istruitissimo compaesano Marco Mon-
do; ma, siccome yolea alio stato chiesastico de-
dicarsi , entro nel seminario di Caserta , dove si
perfezion6 nelle lingue dotte , studi6 le scienze
sacre, e profane, ed ascese al sacerdozio. Uscito
dal seminario con somma inclinazione agli studi
filologici pens6 espediente per una sua maggiore
istruzione nell' archeologia di condursi in Roma ,
per osservare i magnifici monumenti si antichi', che
moderni di quella citta eterna. Ricco di cognizioni
antiquarie , e specialmente in numismatica , dopo di
aver contratto delle amicizie con molte persone di-
stinte per dottrina, dopo anni due circa ripatrid,
e portatosi in Napoli fu nella fondazione dell'ac-
cademia Ercolanese prescelto per uno de' XV so-
ci , ed indi destinato custode del museo Far-
nesianO' Verso il 1770 ritorno di nuovo in Ro-
ma , ove fu assai bene accolto dal pontefice Gle-
mente XIV , e cio fu cagione che spesso , e vo-
lentieri vi andasse. Nel 1800 si reco in Fran-
cia , ed arrivato in Parigi fu impiegato nel museo
di numismatica, e delle aiitichita con una gratifi-
cazione di cento franchi al mese. Ritornato di poi
nella sua patria ivi chiuse I'eslremo de'suoi gior-
ni il 5 aprile del 1804. Oltre i lavori accademi-
252
ci 9 abbiamo di iui i segaenti opuscoli dati alle
stampe.
y. Lettera intomo ad urC antica medaglia de^ Cai-
siranu Napoli 4775.
II dotto Francescantonio Zaccaiia scrivendo di
Suesta lettera , e della spiegazione della medaglia
ice : V interpelrazione se non i vera , b verosimi-
Icj ed i ingegnosa , siccome tvUa la lettera b dot-
ta^ e felice ( cit. op. vol. 13 p. 226).
2. Giudizio deir opera deW abbate JVinckelmann
intomo alle scoveHe di Ercolano contenuto in una
lellera ad un amico. Napoli 4765. Quest' opusco-
lo e simile presso a poco a quello del marchese
Galiani di sopra menzionato , ma h piu esteso ,
Q piu acremente scritto , ove minutamente rimar-
ca il Zarrilli tutte le s^iste prese dal valentissi-
mo archeologo alemanno riguardo al Mazzocchi y
ed alle antichita ercolaoesi.
3. Due leitere in idioma firancese dirette al ce-
lebre Millin, e pubblicate in Parigi nel 1802, le
qufili furono scritte specialmente per combattere
la opinione del marchese Micbele Arditi intorno
alia leggenda contenuta nel vaso italo-greco rin-
Yenuto in Locri. *
4. La seguente lettera fu stampata nel 1 792 in
questa capitale, ma non fu pubblicata. Essa avea
per titolo : Leltera apologelica deW abate Mattia
Zarrilli ad un atnico ; la quale conteneva ad un
di presso lo stesso , cbe le due enunciate lettere
indirizzate at Millin. Si volea da Zarrilli nell'in-
dicato anno pubblicare siffatt' apologia premetten-
dola alia lettera gia data alia luce su la meda-
glia dei Caistrani , cbe pensava riprodurre sen-
s' alcun cambiamento , onde rispondere ad una een-
253
sura contro di lui scriiia dal marcbese Michele
Ardiii nella illustrazione da questo messa a stanir
pa nel 1791 sa T antico vaso italo-greco trovata
ill Locri colla iscrizione da esso creduta KAAE-
AONES, e da Zarrllli, edaaltriKAAEAOKES.
Ivi il marchese alia pag. 65 scrivendo della leg^
geuda di una moneta parta della lettera di Zar-
rilli sulla medagUa d^ Caistrani , e dice : to son
sicuro , che avendosi egli ( lo Zamlli ) col pa^^
sar del tempo corredato il petto di cognizioni vie
piti mature , da se medesimo oggi correggerebbe i
suoi sbagli^ se mai tomasse a ritoccar quelle car"
te. Queste parole duoque mossero Zarrilli a scri-
Yere 1' indicata apologia , ove acremente si sca^
glia contro I'Arditi, e p6r sostenere la sua leggenda
del vaso Locrese , e per difendere la sua lettera
su la medaiglia dei Caistrani. Siffatt' apologia fa
stampata nel 1 792 , come gia si h detto , col-
r approvazione delPinsigne canonico Salvatore Rug-
giero , ma non fu pubblicata per ordine del mar-
chese Carlo de Marco allora segretario di stato di
casa reale, il quale disse all'autore, che tal pub-
blicazione sarebbe dispiaciuta anche al re. II no-
stro accademico Francesco Saverio de'Rogati, che
mandd^ in dono il surriferito vaso ad Arditi , tro-
vandosi in Cakbria da regio uditore dopo di aver
let to e r illustrazione del vaso ^ e F apologia di Zar-
rilli cooJettera del 29 agosto 1 793 in data di Sti-
gnano cosi ne scrive ad un suo amico: Fai chiC"
dete il mio giudizio fra due antiquari di prima sfe^
ra per sapere chi abbia colta meglio la lezione y
P emblema , e il signijicato. loposso dirvi solamenr
te , che avea lelto , quando il vaso era in mano
mia KfltXg JoKS^ , che avendo veduto che Arditi leg-' -
geva KaXeJoyg^ mi figurai , cK egli avesse occhi
25A
migliori , e piu acuti de^ miei , giacche gli anli^
quari hanno eerie regole loro proprie^ die sehbene
spesso gli facciano travedere ^ pure conviene dpro"
fani acchetarcisi. Avendo pot teduto , che il sig.
Zarrilli leggeva , come to aveva letto , mi h sem-
braio di poler dubitare senza taccia c2' eresia delta
lezione di Ardiii, Quello pot in cm han torto en-
trambi e la moderazione che loro manca , e che
ormai e una virtu sconosciuta nella repubblica del-
le lettere* Se il primo ha fatto male a cimentare ;
il secondo lia fatto peggio ad usare le isiesse ar-
mi per difendersi^
Ancora ( Gaetano d' ) ebbe i suoi natali in
questa metropoli il di 8 di ottobre del 1751 da
geoitori Agostino e Rachele Ferrari , ed iyi cam-
bid vita con morte a 4 marzo 1816. Egli per la
prima volta prende il titolo di accademico Erco-
lanese nella sua operetta denominata : prospetto
storicO'Jisico degli scavi di Ercolano e di Pompei
pubblicata in Napoli nel 1803 con tipi della real
tipografia , ne in altri libri da lui precedentemente
dati alle stampe fa uso di siffatto titolo , men-
ir^ enuncia le altre accademie , di cui fu socio.
A me non h riuscito di vedere il sovrano rescritto,
col quale venne nominato accademico Ercolanese,
ma questo dovett' essere tra il 18(1.1 , ed il 1803,
mentre nella indicata epoca del 1801 il sig. d' An-
cora diresse a Giovan-Carlo Micali di Livorno una
lettera pubblicata nelle novelle lelterarie di Napoli
del mese di novedibre del 1801, e non dice di es-
sere accademico Ercolanese. Ma la nostra accade-
mia dal 1799 sino al 1806 non piii esistette , e
neppure nelV almanacco della Corte fu menzionaia,
come per lo innanzi , di che si e scritto di so-
pra , quindi la nomina del signer d' Ancora av-
255
\enne in epoca , in cui non ^* era piii accadeoiia
Ercolanese.
Nel mese di marzo del 1807 sane in qoesU
citta altra diversa accademia chiamaU JCistorUi e
di antichita con denominazione , doUzione, e re-
golamenti nao^i , ma a quest' accademia non ap-
partenne il signor d' Ancora , ne prima , ne dopo
il 1815, il quale per le sue cognizioni arcbeolo-
gtche meritato aTrebbe di esser socio si delU pri-
ma , come della seconda.
256
(i) II periodu della 4]inastia Arag6nese che per anni 60
circa , e con cinque re govern^ questo reame , sebbcne £oi-
s^ stato continoamente agitato da tomulti e da guerre al
di deutro, ed al di fuori del regno, e per conseguenza non
senza molto spargimento di sangue , c\h non ostante fii sen-
za dabbio uno de^piu florid! per le scienze, per le lettere,
e per le arti in quell^ epoca riguardo al reslo di Europa ,
di clie noi accenneremo qui poche cose* Ed abbenche i fa-
sti della letteratura napolitana ebber principio dairimpe-
ratore Federigo il , e sortissero non piccolo incremento sotto
il re Roberto d^ Angib , pure giunsero al massimo lostro
regnando V Aragonese femiglia. Scrivendo di questa epoca
meritamente il ceiebratissimo Girolamo Tirabioschi dice :
^/ regno di Napoli noi siamo debitori di prind sforzi che
in questo secolq si fecero a squarciare la densa nube^ che
involgeva ogni cosa. Or h notissimo , che la reggia di Al-
fonso I fu iL ricoyero de^ letterati , ov^ erano accolti gen-
tilmente , ed erano trattati con generositk , e magnificenza.
II re circondato sempre da uomini scienziati amaya di ra-
gionare spesso con essi su i diyersi rami di ogni sapere ,
cio che soleya praticare anche. in qualche spedizione bd-
Ilea. Antonio Beccadelli di Bologna detto il Panormita uo-
mo dottissimo , di lui maestro , e fondatore della famosa
accademia Pontaniana , che_ si rese di poi tanto illustre
sotto Gioyanni Gioyiano Pontano , dal quale improntb il
nome, e contribui moltissimo per lo risorgimento delle scien-
ze e delle lettere, fii quegli specialmente , che fece gustare,
tra gli altri , le bellezze delle lingue dott^ , e delle opere
scientifiche ad Alfonso , che non lo fece mai diparlire dai
di lui fianchi. Panhormita Alphonso adhaesity cosi scriye
il Gioyio in elog* , secretions scrinii magister > et studio-
rum , expeditionumque omnium terra marique perpetuus
comes. Quindi sursero tanO insigni personaggi in ogni sape-
re , e tuiti gli scrittori sincroni e posteriori rendono im-
mortale ii nome di Alfonso ne'loro libri, che sono ripieni
delle sue grandi lodi. Possono leggersi a tal proposito , tra
gli altri, Mariana (hist, de rebus Hispaniae ) , Pontano
( de bello neapolit,, e de principe)^ il JPanormita ( de dictis
et factis Alphonsi I) Gioyio (ir^ elog, J ed il Bayle fDict^
hist, et critique all' art. Naples J, I successor! di Alfonso
lo seguiroDo esattamente promoyendo le scienze, proteggen-
do particolarmente i cullori delle medesime, e dando ma-
gnificlie ricompense a questi , e grandi soccorsi alia gioyen-
25t
1^ sUidiosa^ che quivi a€cotteva da tutle le regicni^idi Eu^
vopa; Sono ripiene le opa« di quei tempi date alle stani'*
pe y ''the assicurano le anzidetCe cose , e tra le timte ba*^
'af!et<k''^^ citarne podie. Matteo Silvatico salernitana lascib
4iia#|^ici(kta uB^ opera ^ che ha per titolo : Pandedde me-
•yMdnOt')^ die fit pubblicnta in Napoli iiel i4^4 ^ Cato-
m^ di Sepino , e dedicata a Ferdinando I d! Amgona^ la
qoesta dedica r«ditore cosk scrive di quel monairca : etmt
tnim isiaih irtteUigeres : nimium posse detrahi gloriae am"
pksHmi regni ^tutr id nulti in eo ftorerent Piri studio sa-*
pieniiae insigrufst decrevisti anna abhinc nono ut in da-*
rissitna ciintaie Neapoli quae in hoc Ittdne parie Mips
^st ^entis tt regni caput libendes et honestissimae omnes
<artes atque doctrinae publite legerentur. Nee unquam de*
sUtisti ah eo tjuod fail ate et rectissime ^ et iiberaUssime
incepium, Quin prout initio instituet^ks : tua impensa Jin
i^es annuo salario compiures i4tos omhi disciplinarum.ge*
nere pmesianies -a quihus ihnumen fere iuvefies undequa-^
que ijonfhtentes quotidie immo singulis p&ene niomentis in-
stiiuuntw. Nell^ opera di Grktoiiio iProhano , che condeoe
im compaidio di astrologia stampato iif Najpoli nel 1477
<la Errico Aiding, e dedicate ad AnfecHieBo Fetrooci segre*
tario di stato dello stesso Ferdinando I leggonsi in fine delta
4edica i seguenti due distici :
PbaHana praeterta medicis obtehia sophisque
Feci haec qui Christum ndtfdhe teque sequor.
Sed neque fsdssem y nisi tfui fopet'urdua Caesar
Fernandus placidam sponte dedisset opem.
Ed iti fine Antonio de Ferrariis ^ o dia il Gahleo (in
tpitaphio Alphonsi reg* J scrivendo di Alf<^o' II , cos\!
nie parla: poeiaSj oratotes^ legi^ritos , phihsophos^ theo^
iogosy medicos semper ui parentes cobdsti; denique ubicnm"
fne terrarum fuerai vir ^ qui ingenSo pakrei > suiit&'in
tua retia incidere compulistu
A.tQtto cio si agginnge la ^ran pn>t^ione ttccordat^ dill
medtsimo Ferdinando I ai pnmi tipogrftfi vennti in qtiesttf
capitate, onde reddere generate Faso de'^libH a>U*arte'lM(^
'pvessoria presso bgtii oeto di persone, e cosi prpbagar^^^tt
fti^litki'iimano sapere. NiiitK> ignora con quanr avte||M-»
z^*9 o gienerofiitk in qui ricetuto da esso monarca il'^itt^
Sisto ftie89iBger primo ttpogrifih Beiiiardo' a MalUiftrbt {Jdc
^7
258
orm ettsprogressu 0riis iypQgjx$phicae.caf, X2 )tra gli al-
tri y ci^\ii^ tramandato ^mt$o avyeDimeato con queste pa-
role: tf^polim.typorum artifi^ium primus detulit,ij^ixtus
JRusingcr jdrgentinas . an*- z^// 1 tania Ulic a Ferdina^ido
rege ef^obiUiate exceptus gratulatione , u<. nont^fqnUum,
utrisqm acceptisumus fuerit ^ sed eiiatn ab ip^o tega tuHr
plissimae dignitaies atqueadeo episcopatus ei saepius oblaU
fuerint 9 nisi omnibus iUis patriae amorem- praiHidisseU
£ qui anche cade in acccmicio dire qiiak^ qosa suUe ric-
c^ssime, e sceltissime biblioteche raccolt^ .4^. re Aragone-
8i. Prima di loro il re Roberto d^ Angib sa^o, e dotto mo-
narca avea riunita una speciosa biblioteca de^ piU insigni co-
dici greci , e latini si anticHi, che moderni 9 quale biblio-
teca in gran parte dovette forse rinyenire Alfonso I nella
8ua venuta in Napoli uel i^^2, Uno scrittore francese ano-
nimo nel 173.9 ,registrando le memorie della. real biblioteca
di Parigi C memoire,historique sur la bibliotheque du Roy
vol. I pag. VII. e seg. y quale memoria e^ premessa al ca^
talogo deUa stessa real biblioteca stampato in Parigi nel
1789 ) scriyendo di ci5 cbe riguarda la biblioteca de* no*
stri re Aragonesi ne parla com : Robert de la maison d'An-
jou Vavoitrcwneneeey dit^on; Alpkonse et Ferdinand cPAra^
gon^ Rois de Naples i et de Sicile apris Robert^ s'estoient
appliquez ii tenrichir* Alfonso I adunque comincio ad ar-
nccbire la biblioteca di Roberto ^ e fu tanto grande il di
lui trasporto nell'^cquistar libri, cbe ancora guerreggiando
se ne occupava in preferenza ^ lo che yiene assicurato dal
Panormita con queste parole : In urbium dira^tione qui"
cumque ex militibus librum cffendisset^ confestwi certatun^
que ilium ad Regem quasi suo quodam iure perferebani.
{ de dictis et factis Alphqnsi regis $• /5 J' In questa bi-
blioteca *soIea, Alfonso giornalmente passare delle ore^ e sen-
tirQ qualche lettura dal JPanormita. Ferdinando I di lui fi-
gUo segui.r esempip patemot e nellVc^^^^^ nuoyi libri
e nel.pi^ot^ggere gli scienziati, e fu piu fortunate del geni*
tore per essersi introdotta T arte tipografica sotto il di lui
regnp.^fi questa metroppli. Alfonso II figlio di Ferdiaau-
d^^fl.non iu dissimile al padre > ed ^^ayo. in questa paa«
s^e/^ edi.iJl 4e Ferrariis, o sia U Galateo (/eiU epitaphs J
pi^clandf^'^^^^ ^^^' bibliothecas ess omni genare Uhrorum
cifmmwUiy quales nee, Ptolomaeus habuimiCrididemi*
L^piblioteca de^re Aragonesi era situata ad Gaatello niio-
To ,, |na quella formaU ds^ Alfonso 11^ diyerMi d^ cpdUa
259
l*ik esistente, fu coUocata nel palazzo da lui (atto edificare
vicino al Castel Gapuano nel laogo , che tuttora ritiene il
nome di Duchesca , dal perche fabbricato per ordine suo
mentr^era duca di Calabria. Alfonso II succedette nel re-
gno nel 1494) ™^ dopo poco tempo rinunzi6 la corona a
Ferdinando II suo figlio , il quale , dopo vari sforzi non
potendo piu resistem alle armate di Carlo YIII re di Fran-
cia , abbandonb il regno, e si ritiro in Sicilia. II re Carlo
entrato in questa capitale nel Q2 febbraio del 149$ 9 ove
Aon regno che pochi mesi, s^impadroni, tra le altre cose,
di tutt^ i libri de^ monarchi Aragonesi, che fece trasportare
in Francia , ove nella massima parte si osservano tuttora
in quella regal biblioteca di Parigi. Si rende indubitato que«
sto fatto di nostra storia patria , giacche yiene assicurato
dagli stessi scrittori di quella uazione.
X^autore anonimo Francese di sopra citato nella pagina
medesima e seg. del vol. I del menzionato catalogo rife-
risce con somma precisione tale avvenimento con queste pa-
role : Charles Fill sans estre sgavant , marcha sur les
traces de son pere par rapport au goiit quil cut pour les
lipresj et a la protection quil accorda aux gens de lettres.
Non seulement il adjouta aux livres que Louis 2il avoit
rassamblez , ceux quifurent composez en son honneur ou
it son usage; il y joignit encore une grande partie de ceux
de la bihUotheque de Naples.^ quil fit apporter en France
apris sa conqueste* Ces especes de de'pouiUes lilieraires^ s*il
est permis de les appeller a'insi^ estoient d^autant plus pre"
cieuses ^ qiCelles venqient £une bibliotheque formie dans le
XIV , e le XV siecle , par des princes que leur sgavoir^
et leur amour pour les lettres avoient rendu egaUment re-
commandables. Robert de la maison d^Anjou tavoil co^
menc^Cj dit-on. Alphonse et Ferdinand d^Aragon Rois de
Naples , et de Sicile aprhs Robert s'estoient appliquez dt
Fanrichir : Ferdinand sur-tout Vavoit beaucoup amplifi^e
par t acquisition des livres confisquez sur les Grands . du
royaume , qui ay ant conspird contre luy , furent condanir
nez au dernier supplice* On distingue encore maintenant
parmi les litres ae la bibliotheque du Roy ceux des Rois
de Nc^les^ et Seigneurs Napolitains par les armoiriesj les
souscriptions , les signatures , ou quelques autres marques.
Di questo spoglio delle biblioteche Aragonesi commesso dal-
r armata Francese fa menzione, tra gfi altri, il nostro sto-
ricQ Antonio Caraccioio nella sua opera de sacris monu*
260
mentis neapolitanae Ecclesiae cap. i pag« ^^ il Tiraba-
schi stor. deUa letter. Italian, lib. I cap. 4 9 ^d il Muta^
tori script, rer. itaL vol. II p. II pag. 769.
Riguardo poi alle belle arti i re Aragonesi , oltte varicr
opere pubbliche falfeseguire dai piu insigni arteficldi qnel-
r epoca. delle quali talune tuttora sono di omamento a qne^
8ta metropoli, abbellirono anche le vicinanze di NapoTi con
cliversi eleganti , e grandiosi edifici destinati per loro di-
vertimento. Uno di quesii ^^ situato a Mergellina , ov"* h
Tattuale chiesa di S. Maria del Part9 , che da Federigo
d^ Aragona fratello di Alfonso II dopo di essersi coronata
re nel 149^ ^ donalo al cdebre lacopo Sannazaro di lui
grande amico.
Questo deliziosissimo casino fa da prima abitato da* re
Angioini , indi pervenne al monistero de^ SS. Severino , e*
Sossio di Napoli, dal quale lo acquistarono i re Aragonesi
per loro diporto. II hannazaro f epigram. Kb. I ep. t
e 2 J dopo di aver ringraziato il re Federigo del dono ri*
cevato ) scrive cosi delF amenissima sua Mergellina ;
Rupis o sacrae , pelagique custos
f^illa Nympharum aomus 9 et propinqiiae
Doridos y regum decus una quondam ,
Deliciaque etc.
Ma poco dopo che V ebbe il Sannazaro fu la medesimiz
da Filiberto principe di Oranges generale dell* imp. Car-^
lo y distrutta , e sa le mine della stessa vi si eoifieb la
chiesa ed il monastero dall^ anzidetto Sannazaro.
L^ altrb era sotto la chiesa di S. Potito chiamato la co-
nigUera per la caccia de^ conisli , che vi si faceva dai re
Aragonesi , che ora si possieue dal principe di Leporano
Moscettola. Presso Porta Capuana' esistevane un altro nel
sito ora denominato Duchesica per esservi slato appunto sif-
fiatto palazzo fattovi innalzaie dal duca di Calabria ^ poi
Alfonso II. Quello poi che supero tutti in magnificenza ,
grandiosi la, ed ornamenti di vario genere fu a Poggio Reale
distante circa un miglio dalla parte orientale della cittli prin*«
cipiato a faU>ricaru nel i483 nel ritoruo che £eee T anzi-
detto Alfonso duca di Calabria da Otranto dopo di averne
discacciaf i Turchi. II medesima era situato precisamente
dirimpetto al nuovo Campo Santo^ che in queila contrada
di recente si h edificato, Quivi Carles VIII re di Francis
2m
alloggib uel 149^ prima di entrare nella capiiale. Andiea
della Vigna, che accompagno Carlo VIII nella sua spedi-
zioue in Napoli in nn gioruale in lingua francese in verso
ed in prosa intitolato ie P^ergier iTSonneur scritlo da lui,
e da Ottaviano di S. Gelasio , e stampato in Parigi pivi
volte ci han tramandata una descrizione distinta di (piesto
palazzo di delizie oltre modo splendido. £ssi assicur^no ,
che il medesimo era di una bellezza straordinaria .pq^c. la
sua g; andiosit^ ^ per i suoi giardini di iiori rari ^ e di. erbe-
niedicinali , indigene ed esotiche^ il che equivale ad un ortp
Lotanico, cosa straordinaria per quelPepoca, in cui al di
iiiori di qnesto, altro forse non ve n^era nel resto di Euro..
pa , che il solo di Careggi in Firenze ( villa dk fampi>
regio ) fatto costxuire col disegno del Micbelozzo da Co-
simo de^ Medici^ II giardino poi di questa villa ia ridoHo,
ad orto botanico nella stesso secolo XV da Lorenzo de^ Me-
dici ov' egli y Giovanni , e Pielra de' Medici riunivano Jet^
accaderaie lettararie gia princijHate sotto. Gosimo*^
Era benanche quella di Poggio Reale ricco di frHtteti y
di estesi oliveti , di diverse vigne , di piante di ogni qua-
h(k , e rare y di animali di peli , e di penne. Per i vola^.
tili poi di ogni sorta quivi vedevasi un forno pec &r cor
vare le nova, e &rle schiud^e- senza raioto* della gallina^
qual forno era da tanto- da lar nascere in un solo ^iorna
mille e piu animali pennuti. IK questo segreto degli Egi-
ziani ^ ignolo ai Greci ^ ed ai Eomani fa menzione Diodo^
ro Siculo in questi termini v Nam qid aves ^ et anserest
nutriunt y praeter earum^ quae apud aUos homines haJf/^ti'^
tur , procrearuU naturam , adeo Wis indulgent ,. ut inytu^*,
merum dicta mirabilem avium evadant* Non enim ovis-inn
cubant ave$ , sed ipsi ingenio-f et naturaU arte ex avis ^
praeter caeteranan consuistudinem > educunt foetus* Renun
antiq, lib. 2 cap, 3%
V eraoo deMaghi). e de^getti d* acqua , ed i& fine ddlfl^
statue di alabastro^ di marmo y ed anche di porfiudo ^ che
ia gran numero si vedevanO' per agnl dove. IS acchitetto.^
e scultore incaricato per questo edifizio fu Giuliano da Ma^
jano di Firenze ) e F altro scultore , che anche vi lavord^
fu Luca Robia , e della; Robia fiorentino simiknente ,; di
eui parlano Lionardo da Vinpi nel suo tratta^o della pit^
tura pubblicatQ in Milano nel 181 <j dal Manzi) ed il con-
te Gicognara nel a vol. della storia della scukurtk stam*
262
pata nel 1816. I pittori poi adoperati per la stessa reggia
furono Pietro , e Polito Donzelli.
AUualmente del solo fabbricato di questo grandiosissimo
palazzo non restano, che piccolissimi avvanzi, indicandone
appena il sito , mentre anche il nome del fondatore e an-
dato in dimenticanza , giacchc con errore manifesto da ta-
luni si crede essere stalo una volta ivi esistente un palazzo
della regiua Gioyanna 11^ mentre il medesimo fii comincia-
to a costruirsi nel i4B3 , epoca assai posteriore alia morte
della stessa. Di questo delizioso e magnifico edificio , del
silo fondatore , e degli artefici , che yi si adoperarono ,
parlano , tra gli altri , Giorgio Vasari nella parte seconda
delle Pite de* piU eccellenti pittori , scultori , ed architetti^
Giuseppe Mormile nella descrittione della cittit di Napoli^
e Carlo Celano nelle notizie di Napoli giomata ottttva.
(^) Le materie gik indicate fiirono quelle , che sepelli*
Tono entrambe le cittk^ ma sopra Ercolano dopo il 79 scor->
»ero yari torrenti di materie yulcauiche , ed il cayaHere Gu-
glielmo Hamilton nella sua ' opera sopra i vulcani delle due
SieUie pubblicata in NapoU nel 1779 assicura , che segni
eyidenti mdstrano , che dal di della distruzione di Ercolano
8ono corse sqpra di essa le materie di sette diverse eruzio-
si. £ 'Scipion&'Breislak (topogrqfla fisica della Campania
p. ii2j nice che Pimmensa quantitk di materia , che ha
cop€¥to specialmente Ercolano monta ad un^ altezza di 90
piedi in circa. Pompei per5 fu sepolta, come gik si e det*^
to di sopra , da pomici , cenere , lapilli ^ e pietre di di-
ver^a grandezza che yi caddero nella eruzione del 79 , ed
hi ^ti^ ayyenute posteriorm6nte sino al punto di fame igna-
rafe" anche il sito. * x^
• (3) La bilingue inscrizione esiste incastrata in un canto-
lie di'muro prima della fontana chiamata hoUa d4lC An^
n^nziatay ed h riferita, tra gli altri, dal Grutero p. 3i6» 1,
e dairignarra nella sua opera de palaestra heapotit. p. 109.
«^4) Capaccio'^ J^storia neapolit. lib. a : pag. 4^^ ® 4^,
claell^altra sua opera intitolata il f6rastier&^^%^ icn4 par-
la' benanch^ delle antichitk , che si scayavano iu Ercolana
a suoi tempi.
(5) II priucipe di Elboeuf sulla porta d^ ingresso del*
Teuunciata casina fece sitnare la seguetite inscrizione in mar-
mo composta dall' eruditissimo nostro Egizio , ch^ h degna
di esser qui riferita:
263
LOct . a^ia
AMOENIQ. LITTORIS , Hb'sPITIB. NYMPtt.
VT . LICEAT c ALIQVAKDO . BENE . BEATEQ. VIVERK:
ATQVE . INTER . HONESTA . OCIA . SIVE . SXVDlA
SOLIDiAM . CVM . AMICIS . CAPERE . VOLYPTATEH
EMMAN. MAVR. A . LQTHARINGIA
ELBOVIAUOR. PRUfCEPS
€OMPLAKATb . SOLO . SATIS . ARBORIBV& \
DVLCIBVSQ. ACCER^ITIS . AQVIS '
HVKC . SECESSVM . SIBI . PARA\IT *• . '
ANN. DOM. MDGGtl ') ^
ABITE . HINC .. VRBANAB. . MOLESt!AEQ. CVRAE,
6>/?M5cc)/i di'Maiteo Egizio. psig,. 25^.
II nostro Niccola Amenta fa benanche una distinta de^
scrizione di questa casina. raagnifica ne'suoil capitoU p.' S^o.
(6) Chi. desidenasse conoscere dettagli piu minuti ai que**
sti scayi potrk. leggere la giudiziosa operetta del chiariss'.
canonico de lorio, su. gli 5caW fZ£ JE'rco^wo*
(7) Vedi le novelle Florentine del 1748 1749> ? ^7^'?
c le Symbol, titter. tom._ 2 decad. 2„pag. il5, ove viett
riferita la lettera del Martorelli.
(8^ Di Meo Annali. del negno.. diNapoK torn. 4 P^ig- 21 •
(y) Arcadia del Sannazdro^^Tosdi XII, Non e sinora fis-
sa ta con precisione dai biografi di questo insigne nostro . poeta
r epoca , in cui ei dato avesse principio alP Arcadia , che
fu sicuramente il primo parto del suo felicissimo ingegno.
Nella mancanza dunque assoluta de' sincrbni scritlori, sieno
storiografi , sieno^ epistolografi , fa mestieri ricavar djille
stesse sue opere approssjmativamente il tempo , in cui. co-
mincio egll ad ideare siffatto lavoix). Infatli il nostro pocta
nato, in Napoli il 28 luglio del i458 nella prosa V.II della
stessa Arcadia dlchiafa av.er' avtrto origine i suoi anlori ne-
gli antii otto gikfiniti disua eta, e dallesue parole chiaro
si scorge- T effervescenza, di questo, affetio. Seguita:: esso a
dire , che seguendo jp/i!i regolato. consiglio presi. per'pdrtito
di abbandonare Napoli e le pateme case. N^ puo dubilar-
si , che a cio fosse sta to anciie indotto dalla giudiziosa ge-
nitrice Masella Santo. Maugo , che concepijo avea di ltd
grancti speranze , com^ di fecondo. e singolare ingegno^ e
quindi a sottrarlo. alF amorosa passione verso la nobil flon-
zella Carmosina Bonifacio,. sieco il: menasse fu6ri"^la capitale
insiem coU' altro figlio Marcautonio secondogeniio; II che
3154
rilevasi con chiarezza daU[a elejjfa dello stesso Sanuazaro
diretta a Cassandra Marcbese , oye dice :
Hue mta ( cioe ne'Picentiiii ) me primis genitrix dum gesUA ok mntiis
Deducens charo nupta novella patri»
Qual dimora per la ristrettezza del patrimonio di hnd-
glia anohe a lei conveniva , ppche giovane ancora era di*
veuuta vedova, onde non poter conveaevolmente con i due
figli di tenera etk rimanere in popolosa , e. cospicua capi-
tale. Ma la dimora prescelta fuori la capitale fu ne^Picen-
tini, o al trove? U biografo del Sannazaro Gio. BaU. Cri-
apo y e dope di costui V altro biografo il dottis&imo Gio:
Ant. Volpi dicono , cbe tal dimora fosse «tata in Nooera
4e\Pagani y ma entrambi s'ingannarono , mentre la descri-
zione lasciataci dal Sannazaro medesimo nella gik citata ele*
gia chiaramente dimostra, che fu in Valle S. Cipriano nel
tenimeuto di Gifuni^ ove sono tutf i luoghi n^enzionati nella
degia stessa , che in vano si cercherebbero nel drcondario
di Nocera. lyi dunque neU^ amenitk di quelle deliziose cam-
paoue r innamorato Iac(^o , onde sedare V animo suo gik
colpito da intenso affetto comincio a coltivaire gli studi , e
con partieolaritk la poesia, principiando singolarmente qual->
^he componimento pastorale, che fu il primo abbozzo det
r Arqadia , siccom^egli lo assiqura nella elegia stessa :
Tunc ego pastorum numero , silvestria primumy
. TerUavi adamis sibUa disparibus.
.Paossi percio fondatamente credere, che durante lo spa-
zio di anni sei passati in S. Cipriano avesse ][H:incipio ud
tal lavoro traenoio origine da^suoi puerili amori, che coor-
dinando quindi le idee e quelle prime fila ad altre^ tessen-
do « (ornato poscia in Napoli dopo compiti gli anni quat-
tordici, e riunendo insieme quei vari, e staccati componi-
menti della prima gioventu U piano compiuto formasse ddla
sua bella , teuera , e maninconosa Arcadia. In seguito poi
avendola resa sempre piii perfetta , e ripiena di pensieri
filosofici , come ora si legge , fu per la prima volta pub-
blicata in Piapoli nel mese di marzo del i5o4 ^^ Pietro
Suinmonte con tipi di Sigismondo Mayr , mentre il Sanna-
zaro era tul^ora in Francia presso V infelice re Federigo.
(lo) $embra che il canale fatto .costruire dal confe. di
265
Sarnonel iSg^ si fosse ineouirato eon .^ello^ che vede^
in Pompei soUp il tempio d* Iside , e che questo antics
acquidotto ayesse formato parte di quello fetto fabbricare
da essD conte. Sono stato assicurata da ehi ,e disceso nei-
r anzidetto acquidotto in tempo ^ che deyesi nettare , che
il inedesimo ha la forma di una strada con*l>anchet(i la*
terali, e quindi puo congetturarsi die fosse stata un^antica
strada sotterranea. Altre similmente formate se ne ritrovaoo
tra vetusti edifici , e specialmente tra quelli ^ che af^arr
tennero a greche popolazioni. Presso gli antichi popoli ocifK^?
tali vi fu r uso delle strade sotterranee , .e dai sovrani. di
Egitto furono fatti costruire de^ fossati sotterranei per de>
viare le acque del Nilo, e per le sortite delle loro tnippe
per occulte traverse. Precedentemente i Medi ue aveano si»
milmente &bbricate , e Seihiramide ne avea fatte d^Ue ma-
gmficbe avendone formata una sptto il letto dell^ Evifrate.,
onde a suo piacimento , e senza esser veduta potesse pas*
sare da un palagio air altro da lei edificati jsuUe opposte
sponde del nume in Babilonja ( Diodoro bibl^X** ii P* i^^*
Filostrata in vita ApolL L. i c. 25 )• La ^^t^a apri una
strada, a traverse del gran monte Zarceo , iper evitare il
penoso , e lungo giro attomo le sue baize ( - Piodoro bihU
L. lip. 127 )• Presso di noi anche trovansi simili stra-
de , ed (E^tre quella, rinyenuta in Pompei , vi 6 Jia famosa
Grott^ bi Pozzuoli , che da Napoli mena a quella citt^»
Le altre sono^ una ^i .Cuma, e la seconda poco pratica-
bile ^ quella cavata nel monte che circonda il lago ai Aver-
no , e che ora chiamasi grotta delta Sibilla descritta da
Virgilio lib. 6 v* 42* ^^^bone ( L. 5 p. ^45 ) ci assicura
che le medesime furono aperte da Agrippa genero di Augu-
sto con la direzione dell^architetto Cocceio. Tra i grandiosi
ediBci delP aniica Capua v^ era senza dubbio il Crittopor^
tico adorno di belle pitture , di statue 9 e di sediU. Era
quests, benanche una strada coverta , di cui i Campam si
serviyanp per preservarsi dal caldo , dal freddo , e dalla
P^ggi^ ^^^ questo magnifico' iabbricato h stato ad4etto
ad: U50 di carcere della prpvincia di Terra di Lavoro*
, (11) Bianchini - htoria , universqle pag* 246. Sistoire
de raccademie,royale des inscriptions et.B.. L.vol. 9 pa^
gina i5 della ediz. in 4*^ Venuti • Diescrizione delle pri*
^nu scoperte di Ercolano pag. ' 49 ^ seg*
(12) Quest! sono Venuti cjt. op. pag. 5o , e 53:- An-
l^nio PuUfoii ,« Quida deforestien pag. 3C5 - MLorijule
\
266
cit. op. nella leltera dedioatoria , e Cltrlo Gekno cit. op.
gioniata qainta.
(i3) II Gori- Syimholae lUteraridt vrf. i pag. 55 e 56
edizione di Firenze pubblica Tenunciate due lefttere dd 27
febbraio 1742, e del 12 higlio. 1743) ove P eraditissimo Egi-
zio parla di diversi oggetd antichi ritrovati in Portici ne-
gli anzidetti atrni. In nne poi della seconda lettera ei sMur
trattieue su le moltissime giante da lui fatte alia sua opera
de Bacchmcdibus , che passayauo* piu del doppio U libro
stasnpato, e che avrebbe volute riprodurre in Firenze coUe
annesse aggiunzioni. Ma cih non segui forse per la soprav-
venutagli morte nel izQ ^i novembre del 1745 , e siffatta
opera coUe autografe giunte pervenne uelle mani del ch.
Francesco Daniele , quindi passo nella biblioteca di Fran-
cesco Giampietro , ed ora si possiede da Michele Tafuri mio
antioo, ed erudiUssimo amico, il quale alle sue moltipKci
cognizioni riunisce una ricca biblioteda di fan ms. e scelti
libri da lui acquistati.
(14) II museo di Portici fuMerminato di tntto punto^ e
reso pubblico nel 175&9 come rilevasi dalla segtiente inscri-
»one d^l gran Mazzocthi^ ch^ fusituata^tdla porta dMii«
gresso ddUo stesso museo :.. -
' ' eAROLva . Utex .. VTAivstjvE ^ stciulE . iprvs
FELtX ; AVGTSlivs .. STVD16 . AWXIQVlirATVM
MTCEWSYS . QVIDQVID .VEI^RIS • GAZAE .. EX
EFFOSSIONIBTS .. HER(:VLkNE!E^StBVS • POMlv£lANIS
STABIEKSIBVS . GOliTRAHERE .TOT .. AlfmS
nfPElTDtO .MAXIMO . POTVIT . IN . HAWC . MVSARVM
SEDEM i ILLATVM . SVISQVE . APTIE . PI5AC0THEC18.
D^pbsiTVM ; VETVSTATIS .* AMATORIBVS
^ ' Exposvit' .: AwKa .: mdccltiu
(i5) Questo miiieo di Portici*, e Faltro Famesiano. una
Volta esisttote nel regal^palazzo di Gapodimontefurono.tra-
aportati in Napoli nel 1808 ^ ed i medesimi con gli altri
B^onumenti posteriormente disotterrati , e con diverse colle-
zioni di antichitk slcquistate in varie epoche, e specialitnente
di quelle del cardinale Stefano Borgia, e di Francesco Da-
niele formano Tattuale teal museo Borbonico. Sin dal 1771
il dotto Bioernstaehl parlatido^ del solo miiseo alldra situato
in Portici scdveva , che il medesimo non aveva il sua pari
nel'mondo. Vcdi 16 klterc ne'suoi viaggi vol. a pag. 45*
»
267
(i6) Vedi le prammatiche del regno di Napoli^ edizio-
ne del i8o5 vol. i3 pag. 78.
(17) GiiistiniaDi - topografia del regno diNajfoli pag. 6I)
e bret^e contezza delle accademie del regno di Napoli pa-
gina 75.
(18) Ne' notiziarii della real corte di Napoli dal 1799
sino al 1806 non si fa piu menzioDe^della real accademia
ercolanese, e de^suoi soci, com^erasi fatto per lo innanzi^
ne la medesima si riuni piu dopo il 1798.
(19) Yedi le antichitit di Ercolano esposte, Le pitture
lorn. I Napoli 1767 pag. 3 not. (18) pag. 11 not. (4J
pag. 12 , e pag. 17, pag. 23 not. (12) pag. 24 not. (18)
pag. 28 not. (7) pag. 28 not. (9) pag. 29 not. (10) pa-
gina 29 not. (12) pag. 3o not. (i5) pag. 4^ not. (i4) pa-
gina 4^ not. (8).
Le pitture torn. 2 Napoli 1760 pag. 9 not. (10) pagi*.
na 3i2 not. (24).
Le pitture torn. 3 Napoli 1762 pag. 3 16 not. (3), e (5)
pag. 3 1 not. (5).
Le pitture torn. 4 Napoli 1765 pag. no not. (3) pagi-
na 68 not. (5).
I Bronzi torn. 5 Napoli 1767 pag. 207, e 208 not. (6)
pag. 71 , e 279 not. (56).
£ lo stesso metodo similmente si osserya ne^ volumi se-^
guenti.
(20) Tutto il di sopra narrato circa il metodo serbato
dagli accademici Ercolanesi nelle tomate per la compila-
zione de^ primi due volumi , e per quello poi riguarda gli
altri posteriori sino al settimo,che nirono opera quasi del
solo Carcani , viene concordemente riferito da vari scritto-
rl , (f , (ra gli altri , dal chiariss. Ignarra , il quale assicu-
ra tutto cio in una sua lettera del 20 marzo 1784 diretta
al marchese Domenico Caracciolo persouaggio di molte co-
gnizioni fornito , ed insigne filantropo allora segretario di
stato di casa reale e degli affari esteri , della quale lettera
r origiuale borrone autografo da me si conserya , e la stes-
sa fu di risposta ad esso marchese , il quale pensando di
ripristinare T accademia Ercolanese , che molta gloria re-
cato avea alia nazione per le testimonianze de' dotti raccol-
te ne* paesi esteri da lui percorsi , interrogb V Ignarra uno
degli antichi soci superstiti , onde conoscere quanto si era
precedentemente praticato.
S
268
. (2i) Gibelin - antiehitH^ bette arti^ invenzioni^ e ma--
chine comprese nelle transauoni filosqflche della societit
reale di Londra pag. 248 lettera del 17 aprile 175S.
(22) Pel* le difficoltk iucontrate ne' primi tempi nello
svoigimento di sififatti papiri , e pe' diversi tentalivi ese-
guiii si legga il libretto intitokto : ojfficina d^ j>c^iri de-
scritta con molta acruratezza dall chiariss* canonico de lo-^
rio , e pubblicato uel 182S in Napoli.
(23^ Yed^ ' Herculanensium i^oluminum torn, i pag. 12^
ove SI fa parola di cio: e Flgnarra nella vita ddi Maz2oc>
chi cap. 16 assicura , che il medesimo per questo lavorc^
Sresentato al re Carlo fu colmato di beneficeuze dall^ottima
lonarca.
. C^4) Phaedri Epicurti vulgo anonymi Herculanensis de
natura Deorum fragmentum instauratum et illustratum a
Christiano Petersen pkilologiae professore publico in gym-
nasio Hamburgensium academico. Hamburgi typis Joann^
-^ug- Meissneri i833 in 4." pag. 3 4^5.
(25) Un fatto rimarcheVole del marchese Carlo de Mar-
co da me omesso nel pubblicare TorazioDcina in di lui lo-
de nel 1807 merita esser qui menzionato. Ei soleva eroga-
re mensualmente in soUievo de^ poveri la rendita di sua ca-
8a, e la maggior parte de'suoi pingui soldi, e pensioni che
godeva. Ci6 non ostante dopo circa 5o anoi di cariche su-
blimi da lui occupate avea fatto de'risparmi, che ammon-
tavano a ducati 24 mila.
Nel 1798 essendo scoppiatala guerra tra il re di Napoli,
t la Francia , e conoscendo ^ che il re Ferdinando abbiso-
gnaya di numerario, con rarissimo esempio gli ofiri in dono
gr interi due- 24 mila , che furono accettati ^ oude accor-
rere per quanto poteva agli urgenti bisogni dello stato. Es-
sendo trapassato il marchese nel i8o5 non si rinvenne som-
ma veruna in sua casa , n^ che avesse fatto acquisto di un
fondo qualunque , e solamente , durante la di lui ultima
infermitli, videsi la casa stessa circondata continuamente da
numerosa schiera d^ indigenti ', che piaugevano la prossima
perdita del di loro benefaUore, e furono i soli, che in gran
numero lo accompagnarono alia tomba, oltre pochi aftezicv^
aati amici.
(26) Nel pubblicare le memorie storiche del comune di
•'^fragola vMncorse, tra gli altri , un errore tipografico nel
riportare Tinscrizione inualzata a mio. avo Carlo Castaldi ,
/
2G9
ove indicandosi Tepoca d6ll' arrive di Carlo III m queslo
regno sta scritto , che cio avvenne nel i733 ^ mentre nofi
giurise iu questo anno , ma nell^ anno segaente 1734.
(27) Jl primo di siffatti opuscoli e intitolato : ragiona-
menio delle origini della lingua napoUtana*
(28) II mio coltissimo amico Andrea Lombardi autore
di diversi pregevoli opuscoli , e sotto-intendente uella pro-
vincia di Basilicata mi ha assicurato di conservare an pro-
tocollo notariale del 1688, dal quale rilevasi, che la catar-
strofe del Gomune di Pisticci avvenne nella nolle del 9 feb*
braio 1688 , e vi perirono quattrocento abitanti.
(29) Nella deficienza de^ libri battesimali del Comune di
Garbone di quell^epoca si sono ricavati i nomi de^genitori
del Gastelli da una lapida esistente nelta chiesa de^ PP. Fran-
cescani dello stesso Gomune eretta in memoria di Domenico
Gastelli trapassato il d\ 3 novembre del 1719 dai due suoi
figli, cioe dal nostro Giacomo, e da Filippo , essendo sta-
to quesf ultimo anche un valente mattematico. Questa no-
tizia la debbo similmente alia gentilezza dell^ amico Lom-
bardi.
(30) Questa casa gesuitica di Sorrento iu fondata dal ce-
lebre poeta latino Niccola Partenio Giannallasio gesuila de-
dicandola alia SS. Vergine , ed al di sopra della porta del
tempio vi fece incidere in marmo la seguente inscriziooe
degna di essere imitata per la sua eleganza e brevita.
Partheniae Gekitrici
Vates Parthenivs
*
(3i^ Di queste critiche male a proposito del dotti»simo
Winckelmann vedi che cosa ne dicono benauche Mattia Zar-
ril]i nell^opuscolo intitolato: giW/sio deW opera deW abbots
FTinckelmann intorno aUe scoverte di Ercolano. Napoli
1765 ^ Gaetano Migliore nel vol. i degli opuscoli del Maz-
zocchi pag. 219 ^ ed il poliglotlo svedese Bioemstaehl cit.
op. vol. 2. pag. 28 e 46.
(32) Questo aneddoto della vita del Giordano mi fu piu
volte raccontato dal canonico Niccola Ignarra.
(33) Yedi la dissertation sur une lampe antique trouv^e
h Munich en Vann^e ij53 , ecrite par M» U prince de
St. Severe. A Naples ij56 pag. 18.
(34) Mazzocchi in tabulas Heracleens. torn. 2 pag. 5oi
n. 5 \ pag. 5io col. 2 9 pag, 55o col. 1 ^ e 553 col. %^
270
(35) MoDticelli memoria suUa origine delle acque del Se-
beto. mpoli i83o pag. 2.
(36) Raccoha degli uorrdni Ulustri del regno di NapoU
stampata da Niccola Gervasu
(37) Saggio di poesie latine ed itcUiane di Saverio Mat^
tei vol. 3 edizione del 1780 eseguita in Napoli dal Por-
celli • ove vien riferita la lettera del Genovesi.
(38) Yedi il gik citato saggio di poesie pag. ao4 del
3 vol.
Nel menzionato saggio di poesie vol. i pag. 52.
Pita del Muratori pubblicata in Napoli nel 1773
del Gravier pag. 238 e 239.
'4i) Opuscoli del canonico Ignarra pag. 307 , e 184.
[42) Origlia istoria dello studio di Napoli vol. 2 pag. 157.
^43) La dissertazione del Ronchi trovasi data alia luce
tra quelle del Muratori sopra le antichith ItaUane nella
edizione di Napoli del 1783 vol. 1 pag. XVII.
(44) -^cta congregationis OratorU Neapolitani ms. si-
stenti nell' arcliivio dell' Oratorio medesimo de' PP. Gero-
lomini.
(45) Zeno lettere 2. edizione 3 vol. pag. i68.
N (46) Questa partita di pagamento esiste nelTarchivio del
banco delle due Sicilie in testa della congregazione dell'Ora-
torio de'^PP. Gerolomini di Napoli colla cirata e firma del
P. Urbano Qmino allora procuralore della stessa congre-
gazione.
FINE.
. f