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HARVARD UNIVERSITY
Library of the
Museum of
Comparative Zoology
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hi sulle coste meridionali di Francia sbarcasse
vedrebbe avverata quell'antica sentenza Òhe piìi si
curano le cose lontane delle vicine. Ne se ne ac-
corgerebbe già per diligenti ricerche in parti re-
condite e deserte di quelle spiagge; ma perfino sotto
le mura della popolosa Marsiglia , donde trapas-
sano tanti scienziati della non men curiosa che dot-
ta Francia. Ivi mi colpì subito la vista una gra-
ziosa Liccertollna non descritta finora , la quale
tanto pili mi affretto a far conoscere quanto piìi mi
lusingo che di tal lieve scoperta profittar possano
i signori Dumèril e Bibron , che s' impromisero la
descrizione di tutt' i Rettili del mondo, già molto
inoltrata, e le Lucertole propriamente van prepa-
rando in questi giorni pe' torchi.
Non potendomi dispensare dal richiamare le
specie al sistema , che m' ingegno di perfezionare
ogni giorno, stringendolo sempre più alla natura,
pongo questo Rettile nella famiglia dei Lacertidi^ e
lo ascrivo al genere Psammodromus^ del quale ve-
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niaci finora a notìzia una specie sola, cioè la La-
certa Edwardsiana, Dugès. Diverso reputo il Psam-
modromiis dal genere Notopholis:, il quale io com-
pongo di tre specie assai più vicine alle Lacerte
che ai Psammodromi, quantunque a primo aspetto
li rassomiglino per una tal qual conformazione di
squame. Le dette tre specie sono 1.^ W Notopholis
Fitzingeri di Sardegna figurato nella mia Icono-
oTafia.^2.'' UAlgyroides moreotica dei signori Bory
de S\ Vincent et Bibron ritratta anch'essa in detta
opera. S.'^ Una più bella e ben più grande specie
dell'isola di Corfù, che viddi soltanto nel ricco mu-
seo di Ghatam in Inghilterra , e ad onta di mie
ripetute inchieste desidero ancora di possedere.
Quale e però la differenza fra il Psammodromus
e il mio Notopholis? Rispondo brevissimo che non
facendo conto di quella delle scaglie dorsali, grandi,
carenate ed embricate in ambedue i generi , basta
bene a distinguerli il collare, che nel Psammodro-
mus non vedesi, e la carena longitudinale, che esso
ha sotto le dita, la quale non esiste affatto nel No-
topholis, i cui diti son lisci come nelle \QVkiLacertae.
Da questa varia conformazione degli organi loco-
motori tra i due generi nascono abitudini diverse;
e perciò nella famiglia de' Lacertidi propongo la
divisione de Lacertini e dei Psammodromini. Ragio-
no in varii articoli della mia Fauna sui lor carat-
teri generali, il cui sunto può leggersi uqW^ Sjno-
psisdei Rettili d'Europa, che in tenue ringrazia-
mento della onorevole ascrizione del mio nome of-
fersi alla reale Accademia delle scienze di Torino;
perciò mi limito qui a stabilir la specie di questo
Lacertino accompagnandola di esatta figura a con-
fronto del Psammodromus Edwardsianus operata
sul vivo da valente artista.
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Degglo alla cortesia del signor Barthelemy de
la Pomnieraye, direttore assai benemerito dei na-
scente Museo di Marsiglia, il richiestogli invio di
varii esemplari viventi delle due specie; essendoché
il nuovo P sammodromus da me raccolto nella cam-
pagna dei Glary presso quel grande emporio di
Europa posi immediatamente nel bagno delTalcool
per conservarlo. Agilissimo egli nei movimenti e
rapidissimo nel corso caccia il molle suo corpic-
ciuolo fra le pungenti giuncaglie marine, e special-
mente nell'assiepato Astragalus l^agacantha^che ivi
cotanto abbonda; e conficcasi quante volte gli piac-
cia nell'arena, su cui leggermente passeggia, mercè
delle carene suddigitali. Sembrami quasi di aver
veduto questo Rettile stesso nella doviziosa raccolta
del dottor Otth di Berna; e qualora ciò sia, una
sol cosa ben mi ricordo, cioè, che cola riferiasi ad
altro genere sotto nome di altra conosciutissima spe-
cie. Io avendo riguardo al suo colore uniforme, ben
diverso dal warìopìnto deìY Ed wardsianus^ìo intitolo
PSAMMODROM US CINEREUS.
PsAmmodromus cinereo-aeneus unicolore sithtus
albo margaritinus: capite pnn^o; auribus Inter me^
diis rostro et axillis: temporibus sciitidatis : rima
gulari continua scjuamis majusculis tecta: pedibus
anticis ultra oculos vix productilibusi poris femo-»
ralihus vix conspicuis : cauda tota cylindracea^
sesquilongiore quam cor por e.
Colla seguente diversa frase distìnguerò poscia il
PSAMMODROMUS EDWARDSlANUS.
PsAMMODROMus vircus nigro macula t US lineis
utrinque duabus albidis^ subtus c/aneo-margariti"
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nus". capite grandi ; aurihus vai de proximioribus
axillis quam rostro', temporibus squamalo si s*. rima
gulari infra similes squamas ad medium interruptai
pedibus anticis productilibus ultra naresi poris fe^
moralibus patentibusi cauda subquadrata ad basim^
duplo longiore quam corpore*
Apparisce quindi bastantemente dalle due frasi
suddette non essere il solo colore, che distingua i
due Psammodromi^ ma si ancora il capo assai più
piccolo , le zampe più brevi , la coda men pro-
lungata nella nuova specie, che da tai caratteri pren-
de un aspetto visibilmente diverso. Aggiungasi che
in essa le squame temporali sono più grandi, e più
dissimili tra loro, assumenti quasi l'aspetto di scu-
detti: le piastre parietali minori: i fori auricolari
collocati più innanzi: la fessura del sottogola più
profonda e non interrotta, talché i bordi delle sca-
glie che la ricuoprono disegnano, per così dire, un
collare.
L'esemplare che ho sotto gli occhi è lungo quat-
tro pollici e tre lineeydalla punta del muso alPe-
stremità della coda: il suo capo è quattro linee e un
quarto, il collo due linee e mezzo, il tronco un pol-
lice una linea e un quarto, la coda due pollici e
sette linee. Le zampe anteriori non misurano più
di sei lince, le posteriori si prolungano poco più
di nove. La celata del pileo è l'undecima parte di
tutto il Rettile, la quarta del tronco, la sesta del-
la coda. Il capo è triangolare, ottusetto all'apice, e
senza rilievo alcuno sulle tempia. L'apertura della
])occa si protrae fin sotto il margine posteriore de-
gli occhi. La piastra frontale si ristringe alquanto
nella sommità, la occipitale è piccola e trapezoide:
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rinterparietale appena maggiore e un romboide al-
quanto più regolare. I granellini esistenti fra il mar-
gine del sopracciglio ed il disco palpebrale, sono
quasi invisibili. La regione temporale è rivestita di
squame grandiceìle, irregolari di forme, e disuguali
tra loro. Le piastre sottomascellari sono quattro
per ciascuna banda. Nove o dieci squame parabo-
liche, assai maggiori delle altre, formano una sorta
di collare libero sovrapposto alla fessura golare.
Distinta è la piega sottomascellare. Le squame del
sottogola son piccole, numerose, non imbricate. Le
lamelle addominali si dispongono in sei serie lon-
gitudinali, le due medie delle quali son le piti stret-
te, le due laterali ad esse le più larghe : la for-
ma però è trapezoidale in tutte. Contandosi circa
trenta di tai lamelle in ciascuna fila, perciò il nu-
mero loro complessivo e presso a poco di cento ot-
tanta. Il triangolo pettorale, debolmente distìnto ,
componesi di poche squame. La piastra preanale è
grande, e la precede una doppia serie di squamet-
te, il complesso delle quali costituisce una semiel-
lissi. Le squame dorsali son grandi, lanceolate, rile-
vantemente carenate; quelle però dei fianchi quasi
lisce, e pressoché romboidali. Le squame della co-
da, larghette, troncate, ben carenate, formano una
settantina di verticilli chiaramente distinti , nel
primo de'quali giungono da vent'otto a trenta. I
pori femorali, piccolissimi, e di quasi insensibil ri-
lievo, son tredici. Gli arti son gracili, rotondetti, ci-
lindrici; i posteriori più pingui: e quantunque il
maschio li abbia tutti più lunghi della femmina ,
tuttavia gli anteriori suoi, qualora si distendano ,
non oltrepassano gli occhi, e i posteriori giungono
appena all'ascella. I diti scagliosi tutti, poco o nulla
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compressi , notabilmente carenati al di sotto, han
piccolissime le unghie; ed il primo, secondo e terzo
degli anteriori crescono gradatamente in lunghezza;
il quarto è uguale al terzo; l'ultimo è poco più bre-
ve del secondo: il quarto dei posteriori e lunghis-
simo; dal quale decrescono gradatamente il terzo il
secondo ed il primo ; il quinto non oltrepassa il
secondo.
La tinta generale di questo piccolo Rettile è
un cenerino metallico, uniforme, sebben cangiante,
al di sopra; bianco di madreperla al di sotto.
Roma 10 aprile 1839.
Carlo L. Bonapartc
Principe di Musignano
ièri