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GIARDINO
ISTORICO
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O SIA
ISTORIA SACRO:PROFANA
DELLA CITTA DI LODI,
E SUO DISTRETTO,
Che contiene le Vice de' Santi, de* Beati, de'Vefcovi, le fun-
zioni Ecclefia diche, le informazioni di tutte le Chiefe, e
facci illurtri de' Patrizj Lodigiani .
// tutto dijìrihtiito per ogni giorno dell'annoi
E per fine le Iflorie della Città in compendio fino al giorno d'oggi .
OPERA DEL PRETE ALESSA^ÌDRO CISERi LO BIGIANO.
DEDICATA AGLI ILLUSTRISSIMI
SIG" DECURIONI
PRESIDENTI AL GOVERNO DELLA STESSA CITTÀ.
MILANO MDCCXXXIL
NellaStampadi Giufeppe Marcili in Piazza de' Mercanti al fegno della Fortuna
C 0 ìì LICENZA D t' i V P E tu Q K l:
ILLUSTRISSIMI SIGNORL
^;-Jè5^^He bel campo di applaudire alle voflre glorie
•"^^"^"^ ILLUSTKISSIMI SIGNORI mi fi rappre-
fcnta nel tempo, che mi avvanzo a dcpo-
fìtare fotto l'ombra dell' alci ifimo voftro pa-
trocinio queft' Opera , primizie della mia
più diftinta oflervanza. Ma chi non fa
quanto gareggiò l' arce colla forza, l'inge-
ono coli' oro a fcolpire nV marmi le Scacue, e ad innalzare
Cololli alle Grandezze Reali , alle Santità trionfanti dellc^
voftrc nobiUHime Profapie? Per tal ragione io non io in-
tendere , come mai certi uni prefumino di encomiare le voftrc
prerogative: Voi, che al riverbero degli cfempli de' voifri
Antenati inguifa della Vite traete il pregio loro , come canto
Giov. Sac, i.^zio. Unjaf, conf^eEla, linjorem duat ah U^va.
A 2. wci^r
7ì: 258
mentre farebbe !o fteiTo, che fiancare le penne de'p'u faj^r'f,
oppur rendere inaridico ogni più fertile incellccco. Voi,
che alzace una fronte , in cui G le^rgono i freggi ingemmati
diglorlofe azioni ^ e di eroiche imprefe degne di premj im-
niortah , e fp.ngendo da per tutto lumi di gloria non an>
rncttete alcun'onìbra . Voi, che come tanti moltiplicati ger-
moglj de' voftri Padri rendete ammitatori i fccoli nelle dimef-
tichc magnificenze con canto treno di Augulle dignità. Ne
dovrà ciò fembrar'un iperbole, fé tanto io fono rimoto dalla
fìnta adulazione, quant' è vero l'Oracolo del fapientifs. Salo*
mone: Gloria Fiiiorum Patres eorum, Prov. e. 17.
Giardino IQonco è intitolato il mio tributo d'oHequio fìmbo-
leggiante la volerà Patria, la voltra Città, cui precedete per
giulto retaggio, e di Giardino appunto gli fi conviene il
{imbolo, ie in tanta copia vi il mietono le fpicche di tutte
learti, e fanno amenillima comparfa i Pampini fpiritofi , e
generofi della Nobiltà: Piante d'Alloro de'Lodigiani trionfi:
Cedri incorrotti della Giuftizia : Querele coftanciiiime della
Religione. Quivi, oVe fertipre anno dilettato, e dilettano i
Gigi) de'facri Chioftri, le Viole de' Mitraci, le Rolede' Por-
porati, ed in compendio un gran fafcio d'ogni forta de fiori,
limboli di Beaci, e Beate, de Sante Vergini, e non Vergini,
f Santi Confellori ^ e Vefcovi , che la voltra Patria ha pre-
fentati riverentemente al Giardiniere Celefi:c , e che anno
rcfo illultre il voRro Sangue più di cjuello la polFino aver' il-
iuftraco le Spade, le Toghe, le Mitre, le Porpore. Giardino
e il Lodigiano , bagnato da' canali proficui dell'Adda, quel
fiume , che vanta il ieno di criftallo, e d'argento, ed il fon-
do d'oro. Ma molto più gloriofamente, e fenza paragone
reilò innaffiato dal Sangue preziofo de' Santi Cittadini del
Ciclo, quali interra combattendo riportarono le palme trion-
fanti dei Martino , oppure de' Campioni guerrieri , che apprò
r^i^m della
tìelKi ratrla, fncendo fronte a* nemici imprcffero i loro nomi
nell'immortalità. So che mal puòreftrignerfì nell'aneullic
di breve lettera ciò che darebbe materia di volumi moltillì-
mi, tuttavia rimetto la virtù della volìra innata crcntilezza a
favorire d'un faggio benigno, egenerofo aggradimento quello
dono^ che attende da' veltri occhi benevoli quello fplcndorc
che il debole mio talento non ha faputo contribuirgli ^ o-jac-
chcdaVoi ha impetrato ilpcrrneffo d'indorare la prima paaU
na col voflro pregiati (Fimo Nome, e profondiliimamencc-»
alle volile curazie m'inchino.
Pelle Sif^noric loro IlluHriflìmc " i
Vmììijljìmo Servidore
P. AlcfTanuro Clfcrl .
A J
AL LEGGITORE.
CcovI una volta aperto il mio Giardino IftoricoLo-
disiano. Goderà e^li di fìn^olare, che in tutte le
ftagioni dell'anno vi fomminiftrera ogni fortadeTuoi
frutti , e fiori ; Privilegio , che non è mai ftato con-
cefTo a tutta l'arte de' più efperti Giardinieri. Soche
il terreno Lodigiano è vantato da moltiflìmi Scrit-
tori, come ilMagino nella Geografia dell' Infubria,
lo Scotti nel fuo Itinerario, il Boterò nelle lue Rela-
zioni ^ e Fr. Leandro, difcorrendo ambidui delia Lombardia ; ma molto
più è commendato da GaudenzoMerula Scrittore, e Cavaliere Nova-
refe > trattando della Gallia Cifalpina a e. 8. , ove dice : Ager Lauden-
Jis adeo tmnium jimiimorum fertilifstmus eft ^ ut fumen CifalfirtAGd-
lt£ dici pjsit . Et cumGalUaCifalftna omnium Scriftorum cdculo ca-
teris Europèi farttbns antectlUt , é' hac Afhrica , ér Afis , merito ài-
cere fojfumus Agrur» Laudenfem $mnium ^ (jttos Cceli decìtvitas tegit bea-
tìfsimum'. Il terreno Lodigiano è tatto fertile più di tutti i vicini ter-
reni, che fi può dimandare il migliore della Gallia di qua dall'Alpi:
Epereffere la Gallia di qua dall'Alpi a giudizio di tutti gli Scrit-
tori, fuperiore a tutte Je parti dell'Europa, e quella fupcriorc all'A-
frica, ed all'Afia, con giufta ragione potiamo dire, che il terreno
Lodigiano fia il piùfavorito dalCielo tra tutto il Mondo.
Chi volefle però valutare quello terreno, dovrebbe contrapporgli le-.»
fpefe inevitabili, rilevantiffime perla derivazione dell'acquaie per
la difpendiofiflìma indiiftria a renderlo fruttifero, colla quale fiob-
bligarebbero a prender faccia di fertili anche le Brughiere più fterili.
Ed in fatti da alcuni anni in qua fi vedono de' PolTefiori , che per
cflere impotenti a tali, e tante fpele contano i di loro terreni fulle
partite piuttofto de'debiti , che delle rendite, perchè co' loro frutti
appena poflbno pagare ì carichi , e far contentare i loro terreni d' una
ordinaria indifpenlabile coltura . Or fé potefiero alzar il capo da'fe-
polcri quelli, che vantarono il terreno Lodigiano, che verfava rivi
di latte, e miele, come fé foffe fiata la Terra di promiflìone; iV. 15.
quanto fi ftupirebbero al prefente nel vedere i fuoi Abitanti lommerfi
in un mare d'amarezze, e quelli, che fono nati in un pnclc tanto cele-
bre per la fua fertilità, che fomminiftrava copiolo alimento a fé, ed
agli ftriinicri, ora veder a piangere molti per le loro anguftie, oppure
._-.-. — - - - - - obbli-
obbligati a procacciare il nccefTario vitto da clima rlmotol '
Dunque in quella guifa, che fenza una faticofa coltura il tcneno Lodi-
giano non fruttifica copiofe mclfi, così ancor' io a piantare quefto
mio Giardino Iftorico oh quanta fatica vihodovuto (pendere, nonio
fé mi dica di fette anni in circa, ne' quali vihoattefo indefeffamente,
o piuttofto fino da fanciullo, nel qual tempo principiai adilettarmi
d'imparare a coltivailo. Pcrqucfto il miodivercimcRto di allora era
di leggere con attenzione gì' Iftoiici noftri , come li Moreni , Lodi,
Villanova; in proceilo di tempo vedere, e rivedere molti archÌTJ di
quefta Città,! MSdei Zani, Zumalli > Cavenago, Benzeni , ed altri»
che fi troveranno citati nel!' Opera.
Per primo frutto delle mie fatiche mandai alla lucè tempo fa una facra
Iftcria, colla quale feci palcfe l'origine de'Santuarj dedicati alla P.
Vergine nella Città , e Borghi di Lodi, indi riafunfi 1' imprefa,e deter-
minai di dare 1' ultima mano alla coltura di quello Giardino, fimbo-»
leggiate, non già per deliziarvi! lentimenti del Corpo, mapcrlolie-
varvi la mente. E fìccome la varietà de' fiori , frutti , erbaggi, ed
alberi rende più ameni i giardini, così per rendere più gradito algufto
comune quefto mio Giardino Iftorico Lodigiano vi ho fparfi lopra
trattati di varie forti , a favore de' quali ho impiegato i! mio ftuJio per
piantaigli fui lodo terreno della verità più che iulla polvere d'uno
ftiic elcgant-e, ma favolofo. Qui di giorno in giorno il divoto avrà
da pclccrfi l'inteletto fopra la Icttuiadelle Vitedc'Santi, edc' Beati
Lodigiani ; e di quelli, de' quali la noftra Chiefa ne celebra bensì
gloriola memoria, ma difficilmente fi trovano delcritte da' Lcgen-
darj uluali . Il Contemplativo fopra gli avvenimenti funcfti , e pro-
digiofi. L* Ecclefiaftico fopra i luoi riti. Vite de' noftri Vtlcovi ,
funzioni iacrc,ed iftorie delle Chiefe urbane. L'lftoricolacro,c pro-
fano lopra i fatti memorabili de' Cittadini Lodigiani, lucccfTì nella
vecchia, e nella nuova Città, ma fpecialmcnte delle Nobili Fami-
glie che ora prcliedono aldi lei governo , della quale ancora riferifco
lelftcrie; edogn'uno potià imparare dai cafi altrui a rci^olar bciiC i
prof-rj inteitiri . come cantò il Poeta:
F.iiX quem fu'ikfit aliena per icuU cauliim.
E perchè foi.ra tutti igiv.iiii dell'anno non ho trovati fucccffi precifa-
ix.e.Mcfeguiti in cadauno dic/Ti, holcminate lopra quelle profe altre
notazioni , che tengono proprj lolamtnte il mele, edanno, oppure
gli anni Ioli, quali conoiccrcte daqucftofcgno* E pcrulrimo v'in-
contrerete nell'aggiunta delle di\ozionicotidiane, e di tutte le felle
A4 Ec;
EcclcfiaftlchCjPfilTc, che fra l'anno fi celebrano in Città.'
Per laDiocefi vi cf pongo folamente ie fefte, e le Vite de' Santi princi-
pali protettori delle Parrocchie, che non fi trovano facilmente fu de*
Lef^gendarj , le notizie de' Corpi de' Santi , che in cflè fi venerano, e
nel fine ancora le miglia , che fono lontane dalla Citta, tanto quelle,
che fono Lodigiane nel temporale , quanto nello fpirituale , colie
Terre vocahs male fue notazioni faranno poche ,cffendoilmio prin-
cipal intento di difcorrere della Città .
Perfine giacché l'Uomo naturalmente defidera la varietà delle cofe,
così quell'Opera comparirà veftitadivarj colori, affinchè con maggior
facilità pofìfa incontrarfi nel genio di tutti , mentre da tutti fpera u/i ge-
rerofo compatimento delle luedcbolei-'e. E fequalch'uno afpctcava
altre notizie maggiori di quelle, che vi ho inferite, potrà incolpare
lamiafvcnturadi non averle potute fapere, oltre tutte le diligenze,
edinduftriedame ufate per andarle pefcando,o limofinando; oppure
potrà dolcrfi di quelli , che avendole, piuttofto le vogliono tenere naf-
cofte, che far comparire al Mondo i pregj gloriofilfirai della Patria
loro, e vivi felice .
PROTESTA DELL' AUTORE.
IN efecuzione de' Decreti della gloriofa memoria del Sommo Pon-
tefice Urbano Vili., e della S. Romana univerfaleinquifizione, pro-
tefto , e pretendo che non fi prefti altra fede a quanto ho fcritto nella
prefcnte Opera , che quella che refta fondata fopra l'autorità umana;
fottoponendo il tutto al giudizio della S. Sede Apoftolica, a cui mi
profello in tutto, e per tutto ubidientiiTimo figliuolo.
Die 14. Martii 173 z.
1 M P i^J Ai A T V 7{.
T. Domìnìrus lofeph Capponi Ord. Pr^d. S, T, Frojejfor Commifr-
farius Sancii Officii Aiediolani.
FranafcHs Curionus Archipr. S. Eufehii prò Eminentifs, ^ 7\eye'
rendifs. D. D. Card. Odefchalco Archiep»
CdUrìnHS (tq J^xcelUmifs, Senattt .
PER IL MESE DI GENNAJO
E fu dogma dell' antica, e cieca Gentilità, che ogni
azione dovefTe principiare da Giove Nume fupremo ;
Ab jfove principium ; che potrà mai fare di meno la
Criltianità illuminata dalla vera , e fantaFede, fé non
al di lei efemplo principiar ogni opera dal Sommo
Iddio ? Cosi farò io in qiicfto mio Libro, da che lo
ftelTo Iddio ancora fi dichiara Principio, e Fine di
tutte le cofe : Ego funi Al^bUfà' Ornerà, Principium,
ér Finis . Apoc. e. J.
I T 'Anno del Signore 1^99- dopo longhe , e travagliofe guerre furono
1^ i Lodigiani in procinto di vedere il total' efterminio della loro Pa-
tria , quando la mifericordia del Signore non gli aveffe miracolofamente^
foccorfi . Erafi radunata vicino alla Città tanta quantità d'acqua traboccata
da' fiumi vicini, (come dice il Villanova , ed il Lodi di fc. 8. p. 421. efeg.)che
formava una grandilfima laguna, a cui fu relo l'antico nome di Mar Ge-
rendo . In quell'acque {lagnanti nacque , non fo come , un Dragone, e
Serpente, di fmifurata grandezza, che fpirava fetore intollerabile , e pefti-
lente , che ballava a priv^are di vita gl'infelici Cittadmi , molti de' quali
erano in iilato d' abbandonare la Patria per isfuggir' il pericolo , ed altri
erano morti; e crefcevano di giorno in giorno le rovine, fenza fperanza
di potervi trovare alcun rimedio umano . Per liberarfi dall' uno, e dall'altro
flagello di Dio il Vefcovo Bernardino Tolentino ordinò procelFioni generali
di penitenza per tre giorni , e fece voto col Clero, e colla Città di edificare
un Tempio ad onore della SS. Trinità,e di S.Crilloforo Martire, e di felteggiare
■ quel giorno, nel quale avelie potuto ricevere le grazie. Ne fu vana la di luil'pe-
ranza,perchè, fatte che furono le procenioni,eltabilito il voto, in quello giorno
dell'anno feguente 1300. fu trovato afciugato miracolofainente il Lago, e
morto il Drago . Perlocchè ( come dice Defendente Lodi nel dilc. 8. p. 428 )
trovandofi già edificata la Chiefa di S. Cnftoforo, pofleduta da'PP. Umi-
liati fino dall' anno 1229. , fu fatta rillorare, o riedificare dalla Città pereff'ere
cadente. La cagione poi, perchè avendo la Città conleguite oggi le grazie,
pure la fefta del voto fi faccia il giorno 7. del corrente, è addotta dalla ta-
voletta appefa inanzi l'Altare del Santo in quella Cluelà, che dice : come
celebrandofi fella in tal giorno dalla Chielà univerfale per laCirconcifione
del Signore , Monfign. Palatino nodro Velcovo l'anno 13 19. la trasferi al
giorno 7., acciò fé ne celebrale feda particolare per folenne, e gioconda me-
moria delle grazie ricevute . E per accrefcer in oltre la divozione a quello
Sauto
-,o G E N N A J O .
Santo Martire fi vedono appefi ancora al muro entro la Chiefa un ofTo ,ed una
colla di quefto Drago, e quefta prima era confervata nello Spedai maggiore
di Lodi , ma ad iftanza delP. D. Bernardo Somnhariva Abbate di effa Bafili-
ca, e del P. D. Angelo Leccamo Abbate titolare le fu concefTa per precario»
ed ivi efpofta, come coniU per provifione de' Deputati di elfo Spedale fotto
il 15. Novembre i66(). , e ne fu ftipulato l' ifhumento di tal concelTione .
PafTa per errore comune che la Chiefa della SS. Trinità nella contrada di
Monferrato, dove j il Collegio delle OrfolcfolTe fabbricata dalfx Città ad onore
della SS Trinità in adempimento del voto, che fece per lecaufegià dette ; ma
chi oilerverà la citata tavoletta intenderà chiaramente che il voto fud'erger'ua
Tempio folo ad onore della SS. Trinità, e di S.Criftoforo : Trmplumfeejpofdi-
fìcaturos in honorem SS. Trinitatis, & gloriofìjjlmi Martyris Chvisìophon . ed aven-
do ottenute le grazie, dice : Tiynf.wn (atis amp'ttm aiifìcarunt , ficut rou
promifrarìt y non Tempia, tn^Tonplum , cioè un Tempio fole ad onore della
SS- Trinità, e del S. Martire. In oltre difcende all'individuo del Tempio,
dicendo: il quale fa poi riedificato da' PP. Olivetani, come io fono per
raccontarvi , e notano 1' archivio di queftiPP. , e D. Secondo Lancelloto al
cap. <4. dell' Htorie di quefia Religione.
L'anno 1554 uno, o due Frati Umiliati fi trovavano in quefto Moniftero,
«Chiefa, la di cui Prepofitura era conferita in Comenda al Co Roberto
Malatefta da Soliano, che ne ricavava annualmente cinquecento cinquanta
feudi d'oro di penfione . Con queito trattarono gli Olivetani , e fi accordaro-
no, e fi mifero in poffeflò della Chiefa, e Monidero , avendone privati gli
Umiliati. L'anno 156}. moiì il Conte, e gli Olivetani rellarono liberi dell*
annua penfione, perlocchè rifolvettero di fabbricare un nuovo Monifiero, e
Chiefa, e vennero fubiroall'efecuzione . L'anno 15^4 14. Febbrajo con fo-
Icnne funzione fu benedetta, e gettata la prima pietra della Chiefa, e 1' an-
no 1587. D. Ambrogio da Lodi Abbate cominciò la fabbrica del nuovo
Moniltero , al quale altri Abbati conferirono maggior luftro con fabbri-
che più infìgni . Quivi è una Libreria dotata di molti libri per varic^
fcier.ze , e di molti MS. preziofi ,che fifentiranno citare fovvente dall' Au-
tore di quefto libro. Quivi è anche latefta d'un moftro detto Tarando, fi-
inile a quella d'un Bue in grolfezza, e colle corna fimili ; quella è impietrita,
ed è fiata ritrovata in una ripa del Lambro fepolta , e da effo fcoperta . Si
giudica che i Gotti, o Longobardi aveffero di quefte bellie ne' loro ber-
citi quando s'impoffefTarono de' noflri paefi , e che quefia folle una delle morte
« loro j ed ivi feppellita . Per il Lago vedi giorno frguente ,
11 Canonico Penitenziere della noflra Cattedrale Camillo Guffi, mentre era
Prepofito della Chiefi Parrocchiale diS.Maiia Maddalena di quefii Città,
cantò nella fu:i Chiefa Meild' Solenne adinftanza de'Signori Decurioni delia
Città ,ed allOffcfrtorio ii iJott. FificoGiulio Inzaghi Decurione offerì anome
di eflaCittaalSS. CrocifiiTo unLampedario d'argento, e per provifione della
medefima retta continuamente accefo. An. i6j6. tor. Ret. aldifc.di quejU
SS. Croiifiifo .
S. Baf-
G E N N A J O. II
S. B-ifTano Padrone Principale della nolira Cliiefa, oggi è confacrato Vef-
eovo della vecchia Cicti . An . 378. vedi fua l'ita fra qudk de' f'ejcovi .
z S. DEFENDENTE Marcire, e Capitano della Tanta Lgione Tebea , Fefta
alla fua Chiefa,dove fi fa bacciare un reliquiario, che contiene due nodi del
Santo Martire , come il Por. nella Vita di edb.
Di queftaChiefa, e Confraternita , perchè il detto Porri ha pubblicata alle
ftampe la fua origine , e progrefll , a me balterà trattar un breve compendio,
in parte dellbnto dallo fteflo, ingrazia di quelli, che ne avranno poca cogni-
zione .
EBbe quefta il Tuo principio circa l'anno 1254. fotto il titolo di S. Maria io
Vallicella, effendo noitro Vefcovo Bongiovanni Fifiraga , ed i Confra-
telli fuque' principj andavano vertici con Tacco di tela grolla, e cinti di corda
ruvida in fegno della penitenza pubblica, che faceva la Città, per aver ade-
rito a Federico II. Imperatore perlecutore della S. Chiefa, ellendo fiata in-
terdetta dieci anni per la ftella colpa. Sopraggiunfero trattante le guerre
crudeli tra i Vifconti, e Torriani,ed i miCeri Cittadini Lodigiani dovettero
lafciar le difcipline, e prendere l'armi a difefa della Patria . A quelte fuccelTe
la detta inondazione del Mar Gerendo , che avanzandofi tanto nella Città
profanò quefta Chiefa ,. arrivando inoltre le acque fino alla cima della coita,
dove altre volte era fabbricata la Chiefa Parrocchiale di S. Criitoforo , detto
S.CriltoforinOjC per farmi intendere fecondo lo fiato prefente arrivavano le
acque fopra il cantone della Cala de' Nobili Somarivi prelTo S. Domenico .
Acquietati cotefti flagelli di Dio,i Confratelli ripigliarono con maggior
lena gli efercizj fpirituali , aggiungendovi i'ofpitalità de' Pellegrini, e degli
Infermi , ed avendo aggrandito l'Oratorio, lo dedicarono a S Gio. da Lc^di
Vefcovo di Gubbio, ed a S. Marta. L'anno 13 s8. ,come ilViUanova nelle
fue Illorie, inforfe nuovo tumulto nella Città, e fu , che effendo flati carce-
rati da Pietro Temacoldo i Principi di Lodi Succio, e Giacomo fratelli Vif-
tarinidilui Patroni per cert' ingiuria da Succio ricevuta, s'impoiTelsò fubiro
anche della Città, e lafciò il Contado alfaccheggio de'fuoi Soldati . Tra i miferi
Contadini , che ricorfero a Lodi perfalvarfi dalle rubbcrie , edinlolenze mi-
litari , fu una donna da Caiacco del Territorio Lodigiauo , come il Lodi , e da
Villambrera, come il Porro ( ambidue peròCaifinaggi vicini fotto la Par-
rocchia di Paullo ) che promife a S. Defendcnce di far dipingere la fui Im-
magine in qu jfl' Oratorio fé le avelTe fatta la grazia di prelervarle la fua Caia
dal faccheggio . Fu quefta efaudita, efubiro vi fece dipingere ilSanto, pcr-
locchè fparla la fama concorrevano molti Devoti a raccomandarfi alla iacra
Immagine, dalla quale riportavano molte grazie. Ciuindi a poco a poco l'O-
ratorio cominciò a perdere i nomi primieri, ed acquiftare quello di S. De-
fendente , e molto più perchè gli fu fabbricato 1' Altare , ed in progrellb di
tempo anche una Chiefa piìi bella, e più grande della prima. 1 Confratelli
ancora, lafciato l'Abito ruvido, impetrarono dal Vefcovo noftro Fra Luca
Caftello l'Abito di tela candida, e la medaglia coli' impronto del Santo, e
poi'cia dal noftro Vefcovo Federici un alerà, nella quale ita fcolpua in campo
celefte
14 G E N N A J O ;
celefie una Croce col fafto roiTo ,e traverfo bianco , vera infegna del Gonfa-
lone ; e prefero la cura de' Gart Tarati , e de' Gondannati alla morte , qual
carità dopo molti*anni pafsò nella Scuola della Mifericordia di S. Maria del
Sole, come (ì può vedere al difc. di quello Santuario nell'Iftoriafacra de'San-
tuarj della Vergine emanata dall'Autore della prefente Opera. L'anno 1457.
il ZI Ottobre tra moki Spedali d'Infermi di queftaGittà, e del Contado, Monf.
Carlo Pallavicino fopprelTe anche quello, ondeeflendo follevati li Confratelli
dalla cura degl'Infermi , recandovi folo quello d'alloggiar le Pellegrine . in-
grandirono la Cliiefa , ma avendo concepiti fentimenri più alti, e pietofì ,
quella fu demolita per fabbricarne un altra nuova, della quale l'anno kSoj.
il 2(5. Giugno Monf. Lodovico Taverna benediffe, e gettò la prima pietra,
cdopo tre anni nel i(5o5. il 21. Dicembre le fece I" benedizione, dedicandola
aS. Defendente. Né èmaraviglia le cosi predo quella sibellaChiefa fu ri-
dotta a tal perfezione, perchè il Nobile Lucrezio Muzani , oltre di averle
lafciato un capitale di lire tre mille per fondare unaMeil'acotidiana, egli folo
donò alla di lei fibbrica cento ducatoni , come periftrum. rogatodaCrillrforo
Bignami l'anno i6or. il 25. Settembre, come i MS. u'efla Nobile Famiglia .
L'anno 1577. li 27. Ottobre quelli Difciplini , o Confcacelli furono aggre-
gati air Arciconfraternita del Gonfalone in Roma forto laRegola di S. Bona-
veutura , che ha per inflituro di liberare i Schiavi Crifliani dagl'infedeli , colla
comunicazione deil' Indulgenze, Piivilegj, Grazie, ed indulti d'eiìa Arci-
confraternita, ma perché il Papa Paolo V. annullò tutte le Indulgenze con-
ceflè da' Tue. i Predeceiroriall' Arciconfraternite. e da quelle cf^jnunica'e lUe
Confraternite aggregate . L'anno i6i3 il i8. Settembre ottennero dilla me-
defima nuova aggregazione. lotto della quale continuarono. e continuano a man-
tenere la loro Chiefa i Confratelli in fomma venerazione . Ma la Scuola del Rif-
catto dilàtrasferita, ebbeil fuoprincipio nella Chiefa Parrocchiale Prepofìcu-
rale de' SS. Naborre, e Felice l'anno 16154. 7 Dicembre. Rende però aifai piìl
fplendore a quella Chiefa il Corpo di S Bonifazio Martire , del quale l'aiino
1688. li 19. Dicembre in Domenica al dopo Vefpro fé ne fece iòlenriiiiima
Traslazione dalla Cattedrale a quella Chitfa, ove lì venera l'opra l'Aitar mag-
giore, e fé ne celebra la fella annuale della Traslazione ogni terza Domenica
di Settembre, e alli 29. Dicembre il giorno fuo natalizio.
Prima di lafciare ii uilcorfo di quella Chiefa voglio riferire un fatto, che
a molti farà caro faperlo, e palFa per tradizione .
Un cert'uomo, che per molti anni aveva fervito il Dott. Fificolfidoro Ma-
jani Lodigiano benefattore infigne di qucila Chiefa, in tutto il tempo di Tua
vira avea patito un fiero dolor di capo, che alla fine lo ridulTe alla morte.
Elfo tuo Padrone fece l'anatomia del cranio, evi trovòdentro una gran palla
di terra, e tabacco ammaliato infieme . Fu attribuita la cagione del dolore
di capo alla gran quantità del tabacco, che quello prendeva infetto di terra,
che aveva prodotto quella malfa . Purgò il cranio, e lelotenne inlualtanza
finché piacque al Siguore di largii mutar luogo, efu.
Accaade che quello Signore rilolie di portarii a venerare il Santuario della
S-Cifa di Loreto, onde varj iuoi amici le gli raccoaiandavano , aifinchè ivi
pie-
O E N N A J O. „
pregafTe per loro. La fera antecedente alla (uà partenza fìmlfe incamera»
.Scrivere i nomi di tutti quelli, che (e gli erano raccomandati, e quando
fui fine pcnfava di chiudere la carta delie memorie , fenti da quel cranio
dirfi e mi. Intefe con gran Tuo ftupore anche l'iitanza del povero Defunto
che pregade, come fece, per lui , ed in avanti ne concepì tanta ftima, che
non la volle piìi tener in cafa , ma la (tee portare a quefta Chiefa , ed i Con-
fratelli con miglior configlio la depofitaruno a'piedi del SS. CrocifiiFo il di
cui Altare e il primo dcnuo aiU fmiltwòeiringreflb . '
3 Con gran folennità, ed allegrezze è Battezzato un'Ebreo d'anni tredici
qu?ita Cattedrale l'anno x<S44. licnx,.
in
4 Per la morte Teguita oggi d'un Dacurione della Città, s'introduce l'ufo
di luonare la campana maggiore dei Duomo eoa tre fegni da morto , ancht
KOfendo altri Decurioni. 1713.
5 Non eiTendofi impetrata la Cerenità dell'aria, per duoi mefì fofpirata,
d-po molte preghiere , oggi fono ordinate da farfi le 14 ore in Duomo all'
Altare del Sacrario, al foliio della Settimana fanta , dove intervengono anche
i Sig Decurioni di Città a fare la loro ora di orazione. An. 1 jzZ. vedi -^o. Die»
6 L'EPIFANIA DEL SIGNORE, fefta alla Bafilica di S. Criftoforo .
Comincia un freddo ecceflìvo nella notte feguente con danno gravillìmo de-
gli alberi, e delle viti . 1709.
. 7 LA CRISTOFORIA, cioè ritorno di Gesù dall'Egitto, come il Mar-
tirologgio , fella alla Chieia di S. Cnftoforo, comir ho detto il primo Gennaio.
Muore in Milano il Co. Reggente, e Prefìdente del Magiftrato Ordinario,
^Decurione di quella Città Ui Lodi Gio. Bittilta Modegnani appena com-
■ piuto ci ùbbrkare il Palazzo fontuornlimo lotto la Parrocchia diS. Michele
.fulcoribdi PorraCremoneledi Lodi , nell'anno 1727. Q.udto deriva da due
Celli di Tua .N'obile tamiglin, u 10 Plenipotenziario di i-crdinando I. Imie-
;radorc,e Cameiiere della Chiave d'oro, e l' altro Senatore , e primo Confì-
.glicredi Cario IH. Duca di Savcji , e da B.il/iarioo Generale della Cavalieri*
^1 Gudavo Adolfo Re di Damnarca . Pi n dJMaUot.i ,eFr. Grubidc dt S. ; /-
CfViCil R. Ignor.
8 Ed oggi il defunto Prefìler-tc Sporta a Lodi , nel di cui ingreflb fé ne
dà il iopra alfcgaato fegno delia moriu d' uà Decuiione di Città .
9 S. BONOMO Martire Lodigiano , il di cui (acroCorpo fi conferva nel!»
Chiefa di S. Salvatore della C:tu diBitlcia, come il noltroMartiroloi mo.
li freddo, che per le couiinae pioggie s'era cosi mitigato, oggi per fine»
dopo
,4 Ò É N N A J O .
dopo molte devozioni , e proceflìoni fatte , fi rimette a mi fura della ftagione,"
■accompagnato da bel tempo nell'anno 1718. Vedi j. con. , e 30. Dicembre,
• IO Ardoino Re dell'Italia conceflTe privilegio di pefcar l'oro nell'Addaal
VeCcovo Andrea di Lodi 1' anno 1002. » qual privilegio dura ancora ne' Suc-
ceflbr i . Lodi difc . 8 . ;> . 40 1 .
11 Per i privilegi concefTì dall' Imperadore Enrico VII. a' Vefcovi di Lodi
vedi la Vita di Monf. Egidio dall' Acqua .
14 Efequie con pompa fontuofiflima , ed intervento copiofiffimo del Clero
Secolare , e Regolare , e Confraternite tutte della Città al Cadaverodel detto
Co. Reggente Prefidente Modegnani , ed
13 Officio infigniffimo fopra il di lui Cadavere , celebrato nella Bafilica de*
PP. Oflervanti di S. Francefco , dove rcfta feppellito . l7^7' Vedi il giorno 7.
Carlo II. Re di Spagna raccomanda al noftroVefcovo Bartolomeo Menati
la vigilanza fopra l' abufo delle frequenti converfazioni de' Secolari con le
Religiofe . Ah. i68x. Sin. 6. p. 141.
14 Cofmo Gufmeri Canonico della Cattedrale prende il pofielTo di quefta
Chiefa a nome di Monf. Pietro Vidoni Cremonele, e da Vicario Capitolare
pafla ad elTere Pro- Vicario Generale . 164J. Nat. del Benz.
15 S. MAURO Abbate, fefta al fuo Oratorio,
Sua Ifioria conforme i documenti della famiglia Cafetta antìchijjìma patrona .'
IL iufpatronato tenuto dalla famiglia Cafetta fopra queft' Oratorio è tanto
antico , che non fé gli può trovare principio; concorrono molte fcritture
•antichilfime in prova del vero . Per strumento rogato da Lorenzo de* Vef-
chj Cittadino Lodigiano Notajo Imperiale rogato l'anno 1345. li 13. Aprile
confta, come i Caletti fono nominati i foli patroni in un'inveftitura di una
Cafa porta in Vallicella vicinanza di S. Maria Maddalena preflo Porrà d'Adda .
L'anno 1434- 13 • Luglio i Cafetti foli nominarono per Rettore d'elfo Beneficio,
e Chiefa Nicolò Dragone, come per ilirumento rogato da Gio. Vallate Cit-
tadino Lodigiano Notajo Imperiale, e Scrittore della Curia Vefcovale, gior-
no, edanno fudetti, e così fucceffivamente loro foli fono tempre flati chia-
mati patroni anche in molti altri illrumenti di nomine pofteriori , come ivi
fi può vedere, quali tutti mettono come i Cafetti per antica, e provata con-
fuetudine , ed immemorabile prefcrizione anno fempre prefentati i Chetici
• àila detta Rettoria del Beneficio della Chiefa di S. Mauro , che de' Cafetti
■parimente ha fempre portato il nome.
Tra quelli Nominati da Cafetti trovofli nell'anno 1587. anche il Dott. Or-
'tenfio Bracco , che poffedeva quelto Beneficio nel tempo, che Monf. Fran-
cefco
G E N N A y O. ty
cefcoBoflb Vefcovo di Novara, Vifitatore Appoftolico della noftra Città, e
Diocefi , viiitò anche l'Oratorio di S. Mauro , il quile elTendo ftato ritrovato
bifognofo di reparazione colle fue Cafe, decretò il Vefcovo Vifitatore di rif-
torarlo,c perchè i Caletti fcufaronfi , come poveri che erano, d'elTer'im.
fiotenti a far tale fpela , il titolo fu trasferito nella Cattedrale , come fi può
eggere nella delcrizione di efla nel Sin. 5. di Monf. Seghizzi , celebrato l'an-
no 1619., dove fi vede quefta Rettoria de' SS. Mauro , e Martino titolari uniti
trasferita dalla fuaChiefa poco meno che rovinata . Il detto Beneficiato pofcia
Ci fece a riparare leCafe , ed a rifabbricare la Chiefa , e cosi bella , e forte »
come fi veae, ma nel tempo fieffb fi mife in precenfione di volere tutto iljuf-»
patronato di elTa . Si mifero indifefa anche iCafetti, allegando che poteva
riparare l'Oratorio fenzatante fpefe fuperfluced eforbitati, le quali cucce erano
fiate fatte anche fenza il loro confenfo . Inoltre quantunque fivedelFe a fab-
bricarlo , avevano potuto credere con tutta ragione che le avefTe fatte afca*
lieo della fua cofcicnza, che in 57. anni , che aveva goduto il Beneficio , e
ricavato 100. feudi annui . e più di netto, fé lo aveiTe tenuto riparato qualche
poco ogni anno non farebbe tanto precipitato in rovina. Di più fé il Vifita-
tore Appoftolico , attefà la loro miferabilità, aveva trasferito in Duomo il
titolo del Beneficio, loro fé ne contentavano cosi, onde non vedevano la ca-
gione perche dovelTero eflere rimofll dal loro antico polTeiTo , non avendoli
Beneficio patito danno alcuno per colpa loro , ma del Beneficiato iftefib.
Tuttavia però per fentenza dell* Ordinario il Bracco acquil^ò la metà dell' juf-
patronato , oltre la propria. Quefla propria gli pervenne perchè derivava
da StefTano Bracco marito d'Anna Maria Caletta , onde i poveri Caletti ven-
nero a perdere più della metà della padronanza . Lalciò poi in fua morte il
Doct. Bracco AlefTandro Codecafa Dott. , e Prepofito della Cattedrale erede
del fuo jufpatronato , come nipote figlio d'una fua Sorella , eda quello pafsò
cella nobile Cafa Bonella , d'onde ne fono diramati tanti altri Compatroni ,
oltre l'antico pon'efTo de* Cafetti , incui ultimamente fono entrati anche altri
della FamigliaGarzia. come era il a. Gio. Battifta PolaflroGirzia Prepoflo
di PauHo per ragione d'una feminaCafetta entrata in fua Cala . Q.uefta Chiefa
nuova fu benedetta da Monf. Veicovo Clemente Cera l'anoo 1(535. i' 3' Luglio,
e poi fubiio vi celebrò Mefla .
16 Si mettono li tre fcalini nuovi d'argento all'Altare di S. Baflano in quefla
Cancellale . An. iyi6.
17 S. ANTONIO Abbate , fcfta alla fua Chiefa .
Sua Ifloria .
IL nobile Guidone Riccardi Lodipiano nel fuo te/lamento , rogato da Al-
beito Curio Not<»)o del Sacro Palazzo l'anno mi. io. Luglio, lafciò a
h no Giovanni Abtnte ui Cereto, e ad Alberico fuoi frartlli , ed aGual-
teiio fuo mpoie, miti iuoi cicdi, l'obbligo clie in una diluiCafaergt'ffcro
uno
itf GENNAJO.
uno Spedale, per la qual fabbrica lafciava 175. lire Imperiali , e fabbricato
che folTe vi facefTero celebrare ogni giorno una MelTa in fuffraggio dell' anima
fua, e di fuo Padre . In oltre il detto Abbate, ed 1 fopranommaci Tuoi eredi
foflero i Fundatori , e Protettori di quefto Spedale , a beneficio del quale anche
Bregondio Denario nel fuo teftamento rogato da Rubeo da Dovera l'anno 1229.
IO. Gennajo fece un legato d'un moggio di biada . Eretto che fu continuò in
Spedale finché Monf. Carlo Pallavicino noltro Vefcovo foppreffe quefto con
molti altri della Città, de' Borghi , e della Diocefi , come difcorerò li ii.
Settembre giorno di S. Matteo fella allo Spedale, e dopo non fi trattenne di
Spedale altro che il nome .
I Frati del Terz' Ordine di S. Francefco avevano un loro Convento , e Chiefa
detta di S. Maria Bianca, fotto la Parrocchia di S. Giaccomo maggiore in
Città, e fopra la Porta della Chiefa per memoria della fua origine v'era
un' ifcrizione latina , come fi trova nell'archivio di S. Giaccomo , e quefta
indicava come l'anno 1420. li -24. Luglio Antonio Piacentino comprò quel fito
colle fue Càfe , nel qual fece fabbricare tal Chiefa a fue fpefe . Quefta
poi col tempo reftò profanata , ed il Moniftero fopprelTo per efiere troppo
miferabile, ed indecente, onde convenne ai Frati vendere il tutto , che quivi
pofledevano , e col danaro comprarono unaCafa, detta del Crocifillb fotto la
Parrocchia di S.Lorenzo, la quale da' Frati pofcia fu ceduta V anno 1616. li
10. Marzo al Beneficiato , o fia Rettoria della fudetta Chieià di S. Antonio
Abbate nel cambio che fecero delle Cafe , e Chiefa d' elfo Santo , come per
iftrumento rogato da Aurelio RolTi Cancellier Vefcovale giorno , ed anno fu-
detti , o pure per altro iftrumento rogato parimente li io. Marzo , ma dell'anno
jóiS. daGio. Fino Notajo Collegiate di Lodi . Seguita quefta permuta tra
i Francefcani , e Gio. Giaccomo Riccardi Rettore beneficiato con alcune con-
dizioni, che fi leggono nel citato iftrumento, continuò nel fuo antichiffimo
pofielTo la nobile Famiglia Riccardi , finché l'anno 1649. il 5.GennaioCefare
Riccardo padrone di quefto Beneficio, o Rettoria noncupata, ne fece ampia
ceffione, o donazione al Dott. Minfredo Ugone , e fuo Figliuolo primoge-
nito, e loro difcendenti primogeniti, come per iftrumento rogato dal Cancell.
Polli allaprefenza diMonf. Vtdoni . Abitarono in quefto Convento fui prin-
cipio nove Frati, come il Sin. }. , poi due , poi un Sacerdote , e due Converfi,
come dagli atti della Curia Vefcovale di Lodi nell'anno i65j. 4 Giugno, e
per tale fcarfezza de Sacerdoti non fi facevano alcune funzioni in Chielà, e
nelle occorenze bifognava chiamare altri fuori del Convento. Sorti pofcia
la Bolla d'InnocenzioX. Sommo Pontefice, che fopprimeva li piccioli Con-
venti , in vigor della quale reftò foppreffb anche quefto l'anno 1652. io. Di-
cembre, ed i Frati l'abbandonarono fenza celebrarvi né pure la Meftà coti-
diana, che erano tenuti a celebrarvi. Dolevafi pertanto acremente il Dott.
Afcanio Ugone, come Rettore beneficiato, e pulfava i Frati per l'addem-
pimento almeno della Meda cotidiana . Venne anche a convenzione coi Frati
ìlgoftiniani fcalzi, che trattante cercarono d'introdurvifi loro, ma non ebbe
l'effetto né l'uno, né l'altro attentato. Piacque però al Signore che dopo ij.
anni in circa altri Terziarj di S. Francefco, quali da Monfig.de'Capuanei
etano
GENNAJO. i^
erano flati introdotti a Montebello in una Ghiefa appellata di S. Maria di Pf-
Zighettone, e di S. Giovanni di Pojano fotto la Parrocchia di Galgagnano, come
il Lodi difc. 8. pag. 404. , e gli atti della Curia Vefcovale , colle dovute
permiflìoni , e convenzioni entraflero nel polTelIb di quefto Convento , e Chiefa
di S. Antonio , èlVendo di partenza da quello dove erano per eflere pofto in
folitudine, ed efiendo anche al prefente in quefto Convento, godono gli ef-
fetti, che ivi fono a loroavvanzati dalla corrofione delfiume Adda .
NegUatti della Vifita AppoftolicaMonf. Bodò nell'anno 1583. 30. Novem-
bre alla Chiefa di Montebello comefopra , detta anticamente del luogo di Po-
jano , fi iruova , come vi folle uni Chieia decente, bella, e confecrata , e fé ne
celebrava il giorno della fua Confecrazione. Parimente v'era un'Altare del
detto S. Giovanni con poca dotte facra, e folouna volta l'anno vi fi celebrava .
V'era una cafla , che nelfondoera coperta tutta di chiodi di ferroacuti , nella
quale diceafi come il Frate Geremia Albertengo detto da Forlì (perchè in
quella Citta è morto, e leppellito,e giace il fuo Corpo benedetto) abitando
in quefto Convento, che foleva coricarvifi fopraper far penitenza. Q.uefti»
cafla fu co' Frati trasferita alla Chiefa diS. Antonio Abbate di Lodi , ma poi
fu portata nella Chiefa di S. Donato del Terz' Ordine di S. Francefco alla_,
Città di Como per ellere quefto Padre nato da Nobili Patenti d' elFa Città ,
ove la cafla con eflb fono tenuti in gran venerazione .
Prima di finire però quefto difcorfo piacerai di riferire un efempio, che
al Leggitore porrà eflere molto gradito .
Nel dttto luogo di Montebello l'anno 1094. come negli atti della noftra
Curia Vefcovale il nobile Petrabello Bufnate fece fabbricare una Chiefa ad
onore di S.Giovanni detto di Pojano, poi fuo figliuolo Gregorio l'anno 1107.
la dotò di pertiche di terra 930. incirca polte in eflb luogo, ma con patto che
quelU Chiefa fi domandafle S. Maria di Pizighettone , e di S. Giovanni di
Poj ino . Tra le coerenze di quefti terreni fé ne trova uno , che dice alla guaf-
tura della Chieia rotta , di coerenza a mattina il letto del MarGerondo, a
mezzo giorno il Comune di Villa Pompejana Scc. Riftetti alquanto nell'in-
contro di quefta coerenza della guaftura della Chiefa rotta, riflettendo quii
Chiefa mai potefl'e effereftata quivi tanto anticamente eretta, e poi guafta .
Dopo qualche penfare, eripenlare mi venne in mente, con ^ranmiaconfo-
lazione, che quefta doveva eflere ilmifero avanzo d'una Chiefa , alia quale,
era anneflà un Monaftero de' Monaci , nel quale fecondo mi era Itato riferito
daPerfone degne di fede , ed in loro era paflatoper tradizione d'altre Perfone,
era fucceflb quel beli' efempio riferito dal P.Gio. Eufebio Nierembergh della
Compagnia di Gesù nel luo libro intitolato Bilanza del Tempo l. 4.0. i.,quarè.
Alliltendo un Monaco a Mattutino inlieme con altri Religiofi del Moniitero,
edarrivai'do m unode'Salmi aqucl verletio, che in volgare vuol dire : mille
anni nel cofpetto di Dio fono come ilgioruo d'jeri , che è palfato ; parvegli
cola ftrana, e cominciò a meditare coraeciò potefle eflere . t gli era un gran
Servo di Dio , e quella notte fi rimafe dopo il Mattutino , lecoi.do ch'egli ave»
incoliume, nel Coro, epregòinftantemcnte il Signore adichiarargli il vero
fentimcuio di quel verfetto . Apparve allora ivi nei Coro un uccelletto, eh»
B foa-
tS G E N N A J O . ^
foaviflìmamente cantando gli andava fvolazzando d'avanti ,e fraquefti fcher-
zitraffe bel bello il Monaco dallaChiefa,eloguidòadunborco fuori del Mo-
niftero. Fermoffi fopra il ramo d'un albero a far fuamufica, ed il Monaco
fotto l'albero ad udirlo ; né andò nnolto che volò via con gran ramarico di quel
buonServodìDio. O uccelletto amatiffimo, diceva , dove rie andarti ? Tor-
nerai tu ? E vedendo che non tornava diede volta al Moniftero , parendogli
che elTendo ufcito dopo il Mattutino prima" dell'alba, allora dovefle effere
circa l'ora di Terza . Arrivato al Moniftero, che era prefTo lafelva, ritrovò
tutto muraglia ove era prima la porta, e la porta fabbricata in altra parte,
dove era muro ; dato il fegno alla porteria , il Portinajo interogollo chi foffe ;
d'onde, ed a cheveniffe. Rifpofe io fono il Sagriftano, (che taleerailfuo
ufficio) che ufcii poco fa, e adeffo ritorno , e trovo, non lo come, ogni cofa
cambiata . E qual' è il nome dell' Abbate , del Priore , e del Procuratore ,
eh iefe il Portinaio. Nominogli quefti , e fi maravigliava che colui, moftrando
di non aver udito mai piìi tai nomi , gli proibiflè l'entrata. Ottenne per fin»
d'eflere introdotto, e condotto dall'Abbate, ma non fi conobbero punto l'un
l'altro . Finalmente dopo vario dibattimento, datifi a cercare gli anali , ve-
rificarono effere paffati, dalla morte dell'Abbate, che il buon Servo di Dio
nominava , fino a quel giorno , ben trecento anni . Allora il Monaco raccontò
diftcfamente cièche intorno al Salmo gli era avvenuto, ed i Monaci lo ac-
cettarono riverentemente per loro Fratello, ed egli, ricevuti iSagramenti
della S.Chiefa, dolcemente riposò nel Signore.
18 Vigilia di S. Biffano noftro Padrone ; digiuno di precetto , e vedi Vita
del Vefcovo Vidoni per il fuono univerlale delle campane .
Trovandofi molte Anime in Gera di Pizzighettone fotto la Parrocchia di
Maleo , nel recinto del Borgo , che di notte rella chiufo colle porte , e di molta
diftanza dalla Parrocchia, Monf Vefcovo Scghizzi fmembra queite Anime
dalla detta Parrocchiale di Maleo, ed erge Parrocchia 1' Oratorio di S.Pietro
inPirollo dentro di effo Borgo , o fia Fortezza, reftando come prima quefta
Chiefa di S. Pietro unita allo Spedai maggiore di Lodi . An. 1624. feriflru-
tntnto rogato da Aur. Rof. Fedi l' Ifioria di quefla Chiefa lii^. Giugno ^e ieglì
Spedali fopprejjì alli il. Settembre .
Per il Moniftero di Monache, che era alla Chiefa di S. Rocco del Borgo
diS. Angelo , Fedii^. Luglio l'Ifioria di S. Marta .
19 Fefta del gloriofo S. BASSANO Vefcovo , e Prottettore principale.^
della Chiefa , e Città di Lodi .
IBoria della nofira Cattedrale , fecondo il fuo archivio nel lib. MS.
appellato Inventario .
MOnfig. Lanfranco de'Conti Caffini Nobili Lodigiani ultimo Vefcovo del-
la vecchia ,e primo della nuova Citta, gettata che fu la prima pietra
di quefta Città IÌ3. AgoftoiijS. chiefe da' Confoli fuoi il fico per fabbricar-
vi il
G E N N A J O; ip
vi il Duomo, e gli concederò quello annefTo ad unapicciolaChiefa dedicata
a S.Carterina Vergine, e man., sheferviva di Parrocchiale a puochi abita-
tori di quefto promontorio, che fi chiamava Monte Ghezzone,e li J. dello
ftelTomefe , ed anno fu gettata la prima pietra ancora della nuova Cattedrale
in querto Ecclefiaftico fito dallo ItelTo Vefcovo colle folite preci, e riti Ec-
clcfiaftici, come dice il Lodi nel di(c. 7. p.37?. Non volle però che man-
cafle per quello la memoria né della Chiefa . né della fua prima Santa titolare,
perchè nello itedb ino fabbricò una Cappella al di lei onore, qual'èincon-
feflìone per ifcontro l'Altare diS.B.iHano, il quale febbene cappellate l'Al-
tare della Pietà, o di S. Alberto, vi fi celebra ladiluLfefta lizj. Novembre
anche al prefente .
Nella parte fuperiore fu eretto l'Aitar maggiore in mezzo del Coro appog-
giato alle di lui mura , fopr.i del quale era aperta una finellra , il di cui fegno
iì vede ancora aldi fuora . Alla dritta fabbricarono un Altare de' SS. Appof-
toli Giaccomo , e Filippo , come Tutellarj che erano della noftra Chiefa avan-
ti entrafle S. Ballano, quali' Altare poi forti il nome del Sacrario. Alla fi-
niftra l'Altare di S. Gaudenzo Vefcovo di Novara, di cui le ne celebrava la
fetta IÌ3. Agolto in memoria dell' anniverfario della nuova diifegnata Città ,
qual Altare pafsò nel titolo di S. Bovo , edi S. Lucia . Varj altri Altari furono
dillribuitJ per la Cattedrale, de' quali ora appena fé ne tiene memoria d'ef-
fervi itati , come quelli di S. Giobbe , di-S. Secondo , di S. Eligio , di S. Orfo,
di S. Rocco, di S.Daniele, ed altri, che non fono Itati uniti agli Altari moderni.
11 Cenacolo di Criito co' SS. Appoltoli di un fol pezzo di marmo collocato
a' piedi della fcala del Sacrario in egual altezza della porta del Broletto , fu
portato da Lodi vecchio al nuovo nel giorno della Traslazione del S. Velcovo,
e Protettore, come fi legge nell'iicrizione fottopofta , che dice: Catus Apofìo-
lorum a Laude Vampe ja diruta httc ad hanc novam tramlat. MCLXlll. nonis No~
vembris , eà e ftimata l'Ancona della Chiefa fabbricata dal Santo ad onore de*
SS. Appoltoli, la quale al prefente tiene il titolo del Santo fuo Fondatore.
Laitatua di bronzo dorata diS. BalTano , che era in una nicchia della fac-
ci.tta della fua Chiefa a Lodi vecchio, fu trasferita con folenne proceliione
daquellaalla Cattedraleli 18 G!Ugnoi50j.e melfa nella facciata della Catte--
drale con due Cervi uno per nicchia, che ancora fi vede, ma i Cervi poi furo-
no rubbati . Governava quella Chiefaallora Monfìg. Claudio Sailello Savojar -
do, primo Arcidiacono della Chiefa di Mondovi, anome del noltro Vt-fcovo
Ottaviano M. Sforza, eflendo padrone di queftoStato Luigi XII. Redi Fianc'ia,
Scacciati i Sforzi, e per talrifpetto a piedi della Itatua furono mclfi iGilj d'oro
(colpiti in marmo di ballo rilievo, e fcacciati i Fraceli furono sfiorati ache 1 Gilj.
Le tre porte della facciata , con quella del Bi oietto, fono del primo dil'ègno
antichilTime , co'fuoiornamenii , ed iltelli Leoni, e marmi , quali erano ali*
antica Cattedrale di Lodi vecchio, d' onde furono trafportati .
Il Campanile vecchio , che era del l^uomo , l'anno fjzi. patì una gran ro-
vina, qual fatto è riferito anche ne'MS.Comm. deViltar. nella Libraria di
S. Criftoforo , e nelli documenti della Nobiltà Muzana . Ciò fu, perchè cUendo
Itati dati in un giorno tre fj^ccheggi a quefta Cittì da' Franceli , Lanzch>netti,
B z eSpa-
40 G E N N A J O ;
e SpagnuoH» ed altre Seldacefche ftraniere , dopo la rotta data a'FranceS
alla Bicocca, molti Cittadini Lodigiani per afficurarfi riccorfero al Campa-
nile , non efTendoficu ri ne anche in Duomo, perchè anch' elfo reftò fpogliato ,
e quivi fortificatifi contraftavano a' nemici , quali non potendo fargli difcen-
dere , portarono molta legna nel Campanile per intimorirgli , ma non fi vol-
lero rendere . Laonde acceto il foco, ranca fu la legna,; che vi appofero,
che alla fine, fvaporando la fiamma fino alla cima , mandò in fumo tutti i
miferabili renitenti, ed in oltre appicciatofi il fuoco nello fteflo cartello delle
Campane , quefte conquafl'arono , e nella gran forza dell* incendio fi dilegua-
rono col longo tempo , eccetta k maggiore di effe , che fopravanzata , al pre-
fente fi chiama la vecchia, la quale, come dice il Fagnano nell'archiv. di
S.Domenico, era (tata fatta l'anno 1447. , ed improntatavi l'arma Vi fconta.
Per quefta rovina furono neceffitati il Clero, e la Città a rifarne almeno due,
fuUa maggior delle quali fi legge : Hkronymo Sanfono Epifcopo una cum Vtn.
Clero, & Populo Lauden. pecunias confcrentibus abfoluta eli. Ann. i^i-^. pofi
atrocijjìmam depradationemà'c. nel qual tempo il nobile CaliftoMiizani Decu-
rione era uno de' quattro Prefetti alla fabbrica della Cattedrale , cui per rif-
corarla contribuì molto delfuo. MS. difua Cafa . E perchè il Campanile era
rimafto tutto deformato, e rovinofo , le campane per modo di provifione fu-
rono pofte fopra il volto del Duomo all'ufo della Metropolitana , col fuo
cartello, e tetto, e le corde dal volto calavano nella nave maggiore avanti
al pulpito, oveftettero fin' alla fabbrica del Campanile , nel qual tempo die-
dero SI fatto crollo al volto, che fu neceflaria una fubitanea riparazione.
Perciò fatte le contribuzioni dal Conforzo, dall'Incoronata , dalle Scuole
della Pietà, diS.Baflano, di S.Bovo, di S. Croce, da diverfe Comunanze,
da'Monifterj , ed inifpezie da' Monaci di Villanova, da'Collegj de' Giurifti ,
de* Notati, de' Paratici , e da tutto il Contado, l*annoi5?9. 5- Luglio, con
. feftivi fuoni di Campane, fu porta la prima pietra d'erto da Monfig. Gio-
' vanni IL Simonetta noftro Velcovo, e fi profeguì con gran calore l' imprefa .
i Avvenne però queft' accidente , cheil Cartellano l'anno 1547. 3. Giugno fece
Vefueprotefte contro lafabbrica, aflcrendo alzarfi il Campanile con troppo
p 'regiudizio del Cartello , e datane parte a Milano , fu cortretto Ferrante Gon-
Z.igaGovernadore dello Stato venire in vifica , e fa riconofciuto il tutto col
d'ifegno , che era di Calirto Toccagno, e riguardato il porto della Città,
al la fine ordinò che il Campanile fi potelfe perfezionare . Venne , e parti a
fpf fé del pubblico , e regalato Jui , e fuo Figliuolo . E' probabile che fi pro-
feguifle la fabbrica fin' allo flato prefente, e che l'anno 1555. ficeffafie, per-
che lopra la porticella del Duomo all'ingreflo del Campanile vi è notato queft*
anno col 45. Settembre. Rerta però a rimettervi l'ornamento delle cornici ,
e fua guglia fecondo il dilegno. Vi furono pofcia collocate le Campane con
altre, che fecero fondere, e la ruota, che ierviva didentro del Campanile
per alzar il materiale, ora ferve per dar la corda a' Condannati ; e vedi 19.
Dicembre per l'Orologio.
Dal Campanile fi pafsò alla riparazione del volto della Cattedrale, che mi-
nacciava imminente rovina perlacaufa già detta , coli* ordine , e co* foccorfì
'di
G E N N A J 0 . tf
di Monfig. Lodovico Taverna noftro Vefcovo , della Città, e della Grate;
ed il tutto fu abbellito con pitture affai decenti . E perchè in quefl'occafione
il pavimento reQò molto guaftato , fi aggiuflò coli' alzarlo al piano della^Piaz-
za, che prima era al piano del Broletto ; ma più decorofo compare al pre-
fente , mercè che l'anno 1718. fu laftricato di marmo finiflìmo il piano del
mezzo, dalla porta maggiore fino alla fcala di mezzo , che conduce all'Aitar
maggiore della parte Tuperiore , a fpelè della Grate , coli' affiftenza del Nobile
Camillo Ponterollo Decurione di Città , come delegato , coftando circa quat-
trocento filippi , a ragione di fette lire al quadretto .
Il Duomo fuconfacrato da detto Mo:/fig. Gio. Simonetta Senatore di Mi-
lano, e noltro Vefcovo l'anno 1544. , fecondo ilnollroMartirologgio, e Ca-
lendario, benché il Sin. 3. alla Vita di quefto Vefcovo dica l'anno 1540. ,e
febbcne quella facra funzione fu fatta li 18. Dicembre, pure Monfig. Frari-
cefcoBolfi Vefcovo di Novara, e VifitatoreAppoftolico della noilraChiefa,
decretò inattodi Vifita , che fi faceffe liji.AgoUo, giorno nel quale anche
Monfig. OrtenfioVilconti noftro Vefcovo l'anno 1704. confacrò l'Aitar mag-
giore per effere ftato rinovato . La vaghezza poi del nuovo Tabernacolo al-
zato incomparfa l'anno i685. 15. Agolto , fefta della gloriola Affiinzione di
Maria Vergine , prima titolare della Cattedrale, non può effere conofciuta
fé non da chi ha la notizia della preziofita de' marmi , che arrecca mirabile
Splendore alla Cattedrale non folo , ma anche a' diftinti pregi della noltra Città.
Maggior gloria però di queftà Cattedrale fi è l'effere dotata di cinque Corpi
Santi , e fono di S. Ballano , di S. Alberto , di S. Giuliano Vefcovi, di S. Da-
niele martire, e di S Gualtero Conf. , come fi dirà ai giorni delle loro ref-
pettive felle, e Vite . Conferva parimente alcune Reliquie infigni , e fono di
S.Malufio, diS. Riccardo, di S. Giovanni di Lodi Vofcovo di Gubbio, e d'un»
delle Vergini Comp. di S. Oriola , de'q lali in pegno preziclb abbiamo nn
braccio di cadauno, come pure fi dirà nelle loro felle. MoltilFime al ere Re-
liquie poi in con tufo fi trovano in Reliquiari foliti cfporfi nelle minori folen-
rità, come afTeril'ce un certo MS. chiamato £«c^/nc^;o« delle cole più notabili
della Città di Lodi.che fi conferva nella Libreria di S. Criftoforo, come in fatti.
Rendono anche infigne quella Cattedrale molte Immagini miracoloie , e
tenute infomma venerazione da' Divoti Lodigiani, come quelle della B.V.
fotto la fcala, dellat^e, della neve, come ne tratta l'Autore di quello nelle
Iftorie facre di quelle. Parimente l'Immagini miracoloie della SS. Pietà, o
fia del Salvator morto dietro l'Arca di S. Alberto, altra del SS. Crocififlò
Toltola fcala maggiore, di S. Agata, di S. Lucia ,edi S. Apolonia, cume tef-
tificano le tavolette appefe .
•Qjjelta Cattedrale viene qualificata anche da varie Congregazioni , che
vi fono erette. La più antica è della Grate, e Laborerio, che derivarono da
Lodi vecchio, come teftifica il marmo , che ferve d'architrave alla porta
maggiore , che fa menzione di Laborerio. La Grate ha avuto la fua deno-
minazione ( come il Gabbiano nel 3 . delle fue Laudiadi ) da un lampcdario di
ferro affai grande , che conteneva lopra joo. lumi foliti accenderfi avanti l'Ai-
tar maggiore nelle, folennità principali ; ma pochi anni fono fi è cangiata
JJ 3 i'ilìu-
It G E N N A J O.
l'illuminazione de' lumi d'oglio ne' cerei , che fi accendono fopra leantene
delle tapezzarie nelle folennicà annuali del noftroS'anro Vefcovo , e prcttet-
tore principale. Il Laborerio ha la carica della riparazione della Chiefa , e
per i lerci fudetti nella fella del noftro Santo ; ma per celebrare la di lui feila
la fpefa è fatta dal Capitolo , febbene in parte vi contribuifcono anche la Città,
e la Scuola del Santo. Qtiefta Congregazione è ridotta a quattro foli Decu-
rioni, tre foliti eleggerfi di biennio in biennio dal fopranunricro de' Signori
Decurioni, reitando il quarto per Te foriere .
Segue il Ven.Conforzio del Clero iftituito da S.Alberto l'anno 117J. ,come
alla Vita di quefto Santo difcorrerò.
All'Altare de'SS. Giaccomo ,e Filippo Appoftoli ,Monfig. Gio. Simonetta
l'anno 1J41. ij. Aprile ( benché il Sin. j. dica an. 1548.) erelTe la Confrater-
nita del SS. Sacramento detta del Sacrario fotro il governo di dodici Nobili
laici da eleggerfi , e moverfi a piacere dell' Ordinano , come il Sin. 6. ancora .
Per antichità fuccede la Congregazione della SS. Pietà eretta li 11. Marzo
1507. parimente fotto il governo di dodici Laici . Sin. 6
All'Altare della B. Vergine fotto la Icala è eretta la Congregazione dell'
Immacolata Concezione di Maria V. fotto il governo di nove Depurati . Sin- 5.
All'Altare diS. BalTano la lua Scuola, o Congregazione governata daij.
Deputati laici . Sin. 6.
All'Altare di S. Gaudenzo è eretta la Congregazione di S.Eovo fotto il
governo di fei Deputati , e le rendite di tutte quelle Scuole , o Società , o Con-
gregazioni, dopo di avere foddisfati i proprj obblighi , fecondo i loro iftituti,
fi fpendono in beneficio de Poveri , e di maritar povere Zitelle .
All'Altare diS. Gallo il Card. diS. Chiefa Gio. Antonio Capifuochi noftrp
Vefcovo fondò la Scuola della Dottrina Criftiana.
Alla Cappella del SS.Crocifiiro il Cardinal Pietro Vidoni noftro Vefcovo
l'anno 1*549. i<5- Marzo erede la Compagnia degli Agonizzanti , efiendovi
la ftatua del S. Patriarca Giufeppe , la quale vi fu trasferita dal fuo Altare,
che era anneffo alia colonna apprefib il Pulpito; ed il Dolcino nelle fue no-
tazioni dice come l'anno 16J4. 19. Marzo fi cominciò in Duomo a dar ilfegno
degli Agonizzanti colla campana maggiore .
La fabbrica del Palazzo Veicovale dal ilio principio fu fatta {efiant'anni dopo
la fabbrica del Duomo, a fpefe de' Cittadini , che fu l'anno primo dell'Im-
pero di Federico II. , come per iflrumento rogato da Gualt. Dulcior. li io.
Novembre 1220. E per neflun conto fi deve ammettere la tradizione , che la
Cattedrale col Palazzo della ragiorre in Broletto foffero fabbricati collaborfa
de'Francefi ifcomunicati dal Pontefice AlefTandro III. per certo misfatto, ed
alfoluti coir impofizione di ella fabbrica in penitenza alle preci di Federico I.,
effendo afiicurati dal Morena , e dall' Officio fiefib , che diciamo del S. Vefcovo
Prottettore , che quando l'annoiiój. fu portato a Lodi il dilui fantoCorpo
fu collocato in Duomo, fegno evidente che in tali' anno già era fabbricato,
come dirò nella di lui Vita, e come difende il Lodi ncldifc 7. Sepoil'arcli.
Vefcovale dice come Monfig. Lodovico Taverna fabbricò il Palazzo Vefco-
Yale,fideYeintead€re che lo riitaurò » e forie auche da' fondamenti perelTere
cadente.
G E N N A J O. a^
caclente. Il Card. Pietro Vidoni noftro Vercovo loampIlò,e fabbricò la Gal»
lcria,che ferve di palfaggio nobile, e comodifllmo dal Vefcovatoin Duomo,
e Monfig. Bartolomeo Menati l'addornò di pitture eccellenti ne' Tuoi nicchj,
rapprelcniinti tutti i Vefcovi della vecchia, e nuova Città di lui Predecef-
fori , deve è mcllb anche lui , e fi mettono gli altri dopo la loro morte . Le
rendite del Vefcovato ("arebbero groffifrime,e con molta giurildizione anche
temporale in godeflero gli antichi polleiri , che fi leggeranno nelle Vite de*
Vefcovi .
LaCinonica conteneva tutta l'ifola del Vefcovato, tirando in Piazza dalla
parte deile Caie , e Botteghe fino al Campanile , ma col tempo fi fono mutate
di maniera le cofc, che appena fi truova che abbia alcuni ii velli, ed i'.rima-
cenie, che prima godeva e ftato o perduto, o aireguato a'C;riunicirequiva- •
lente in altro fito, e quelt' .ifola , che anticamenr; ii dimandava la Fittua-
lizia de' Canonici , oggidì chiamafi ifcli ùel Duomo . Secondo la Bolla
di Eugenio 11. Som.iio Pci»^cnc2 queih vivevano in comune, indi pafsò ia
difufo , e ciiicun Canonico fidivilè il fuo appartamento, come fi ha per if-
irumento rogato da Alberto Cornino l'anno ia68. 15. Settembre , e le rendite
antiche, e comuni orapalTano fotto titolo di malfa Capitolare, che elfendo
poi molto fminuire, il Vefcovo Taverna ottenne per Bolla di Clemente Vili,
un'annua pinficne di mille feudi l'anno da' Monaci di S.Girolamo del Mo-
niltero detto il Moniltirollo di Brembio di qucita Diocefi , come racconto
nella Vita di quello Vefcovo, ed i Monaci pofcia fecero la celLone dell' equi-
valente in tanto terreno, livelli, ed altre taggioni nello fteilo luogo delMo-
niilirolo lotto la Parrocchia di Brembio .
Al preferite La Ciittedrale è onorata di cinque Dignità , e quindici Cano-
nici, quali anticamente portavano Cappa magna col Rocchetto , e perchè o
per l'ingiurie de' tempi , o degli uomini la lafciarono , portando folamente
l'Almuziafopra la Cotta, il Veicovo Bartolomeo iMeniti nell'atto della vitita
della Sacriiiia della Cattedrale decretò di riafumerii l'ufo anticodel Rocchetto,
e Capa magna, fondato fopra buone ragioni, che fi leggono nel libro della
Provifioni , o Ordinazioni del Capitolo iotto il ij. Luglio 1680. , e fotto il 25.
Agolto flcilb anno, regilirate da Gio. Pietro ViUanova Dott. di Le.^ge, e
Canonico Cancelliere della Cattedrale, giorno , ed anno fudetti . bellino
il Vefcovo la giornata dell' Alfu:izione di Maria Vergine , come contitolare
della Cattedrale, a ripigliar quefte inlegne gloriole, ma perchè non tutti i
Canonici poterono averle in pronto fu diferito al giorno di S. Bartolomeo
Appollolo dello Ileflb anno, ad onore del Santo del nome di elio Prelato, e ne
tèce applaulo tutta la Città . Tutti queiti Canonici devono eifereo Sacerdoti,
o in eia di poter effere tali , come per decreto di Monfig. Taverna , rogato da
Michele Pallearo Cancell. Velcovale l'anno ij87. 31 Marzo.
La prima fua Dignità è quella del Prepolto , al prefente Ercolano Carminiti
Abbate CI S.Pietro. di Paullo, fu Vicario Generale della Cuna Veicovalc-,
della Cava, Citta nel Regi.o diNapoli, poi'ci.i in quella Città fua Patria Ca-
nonico cella Cattedrale , Vicario Generale delia Cuna Velcovale di Novara,
e fuccclIivanieniediLodi, ed indi Pro- Vicario Capitolare nellaSede vacante
B 4 per
«4 G E N N A J O .
per la morte di Monfig.Ortenfio Vifconti, e pofcia ancora Vicario Generale ec.
Alla Dignità della Prepofitura anticamente era unita la Cura d'Anime, ma
Monfig. Taverna ladifmembrò ad iftanza del Preporto di quel tempo, e colla
Parrocchia, che parimente levò dalla Ghiefa di S. Egidio , formò un'altra Par-
rocchia in Duomo , unendole ambedue al Canonicato di S. Giovanni Evan-
gelifta l'anno 1580. , e 81. primo Giugno, come per iftrumenti rogati dal
detto Pallearo giorni , ed anni fteffi , e i. Luglio 1574. ,e 7. Dicembre 1575 .
AUaDignità della Prepofitura fiiccede quella dell' Arcidiaconato , la quale
prima era fondata ancora nella Cattedrale di Lodi vecchio , (ebbene col tempo
iellata eftinta, ma il Cardinale Gerardo Landriani , dopo di elFere palTato da
queftoVefcovato a quello di Como, come Delegato Appoftolico infiitui le
Dignità dell' Arcidiaconato, e del Cantorato, o Primiceriato, colle rendite
d'alcune Chiefecampeflri 5 fotto titolo che folTero inutili al fervigiodi Dio ,
come confta per iftrumento rogate da BaldalTar Capra Notajo di Milano l'anno
1541. 13. Dicembre, e per altro iltrumento rogato per Gerolamo Sforzago
Notajo Lodigiano l'anno 1675. 29. Novembre . Concorda ciò con un' altra
notizia che trovo in quefto Archivio , come l'anno 1444. il Vefcovo Bernerio
foppreffe il titolo d'Arciprete all'antica Cura di Galgagnano , incorporò le lue
entrate alla menfa Vefcovale , e creò quell'ultimo Arciprete Arcidiacono
della Cattedrale . E per quella dignità vedi 31. Marzo , e 17. Dicembre .
Aquefte duefuccede la dignità dell' Arciprebenda inftituita , o piuttofto
reftituita dal Vefcovo Pallavicino l'anno 1490., come per illrumento rogato
daGiaccomoBrugazi Notajo di Lodi , ed il i<5. Luglio, come ilfuo archivio,
edellaCattedraleparimente, perchè quantunque folle nella Cattedrale della
vecchia Città , era però caduta: ( vedi 21. Gennajo Iftoria di S. Agnefe )
Dopo fegue quella del Decanato fondata dal Cardinal Pietro Vidoni noftro
Velcovo l'anno 166^. 7. Gennajo fotto il Ponteficato di AlefTandro VII. , e
come alla di lui Vita. Monfig. Lodovico Taverna dall' antico Canonicato di
S. Antonio Abbate, alias di Maruto erellè la Penitenzieria nella Cattedrale
l'anno 1580. 6. Settembre, e dal Canonicato di S. Francefco , alias pure dì
Maruto, formò laTeologale l'anno 1592. 3. Marzo ; il tutto come dal citato
Palleari ne' fuoi atti , enei citato archivio della Cattedrale , come da principio.
Chidefidera le informazioni del Canonicato della SS. Vergine delle Grazie,
e di S. Clemente veda l 'Iftoria lacra del Santuario d'eifa B. V. defcritta dall'
Autore di queft' Opera; e per l'ultimo Canonicato de' SS. BaflànOjCd Alberto
vedafi lui fine della vi ta di S. Baflano .
Inoltre per fervigiod'effa Cattedrale vie unMaeftro delle ceremonie, che
per fuo abito ufuale , anche fuori di funzione , è di color paonazzo ; quattro
Cappellanie, o Benefici con refidenza al Coro, e 23. lenza, ma con obbligo
diMelfa, un Vice-Cantore , Mufici a due cori col Maellro di Cappella, lèi
Wanfionarj , duoi Sacrifti , quattro Cuitodi , duoi Miniftri affiftenti al Cele-
brante , 50. Cherici del Seminario , quattro Accoliti , e per fervire alle Meffie
iei Cherici . Sin, 6, , e fiato preferite .
Jnfof»
G E N N A J O . ly
Informizione perii Te foro di S. Bajjano,
MOnfìgnor Carlo Pallavicino Marchefe d'enbSato, enoftro Vefcovo , il
Giorno 15. Giugno , vigilia del Corpus Domini , dell' anno 1495- , co-
me perilhumento rogato da Giaccomo Brugazi Notaio Vcfcovale , donò a
quella fua Catredrale per teforo di S. Baflano un Baldachino, e molti para-
menti, e facra dote di tanto prezzo, chealiora crefcevano il valore di trenta
millefcudi, cerne ilSin. j. nella Vita d'elio Vefcovo . Lo fece portare dalla
Città di Brefcia , ( per atteftazione del Zumalli ) ed arrivato che fu a Porta
d'Adda vi lì trovò prefente tutto il Clero procelfionalmente a riceverlo , ellendo
ornate tutte le contrade per dove aveva da pallare fin'al Duomo di tapezzerie,
e quadri , non meno che nella proceflìone del Corpus Domini . Il più preziofo
fu introdotto fotto il Baldachino fino al Duomo , ed il refiduo era Itato diftri-
buito con bell'ordine per la ftelTa proceflìone . Aveva fatte fabbricare anche
le tapezzarie di Fiandra lavorate d'oro, rapprefenianti Ja vita, e miracoli
del noftro Santo V^efcovo , e Padrone , ma mentre le facea condurre a Lodi
pafsò a miglior vita, ed i di lui Parenti le le trattennero per loro ; un pezzo
delle quali con molta filma, e venerazione fi confervava nella Cappella del Du-
ca di Parma .
Sebbene quefto Vefcovo è flato molto fplendido nel far comparire la pro-
fjria divozione al Santo fuopredecelfore , e nollro Padrone principale , nobi-
itando la fua Cattedrale con si preziofa dote , molti altri Vefcovi parimente,
provocati dal di lui efempio , l'anno ornata di preziofi paramenti ,comeliMon-
fignori Gio. Simonetta , Antonio Scarampo , Lodovico Taverna , come il
Sin. 3. 11 Cardinal Pietro Vidoni , come per iltrumento rogato da Carlo Ci-
pelli l'anno 1668. 12. Agollo , e primo Febbrajo 166^. Moiilig. Bartolomeo
Menati, che contribuì molto denaro all'erezione del Tabernacolo nuovo, e
rell'alzare parte delle coione di marmo nero, che ibitengono tutta la con-,
fellione, o fia Duomo inferiore, al refto delle quali tutte vi diedero l'ultima
mano Monfig. Viiconti , ed il Canonico Teologo della Cattedrale Fi-ancefco
Ferino .
IJìoria della Chicfa fabbricata dallo fleffo Santo Vefcovo in Lodi vecchio , fcconJ»
certi MS. ^ che fi confcrvano nrlla Biblioteca Filippina
fenza nome d'Autore .
ESfendo ftata piantata quefta Chiefa dal noflro Santo ad onore c'e'Santì
dodici Apposoli, e dal medefimo dotata di grolfe rendite, vi aflegnò
fufficiente numero di MinillriEcclefiallici per ufiiciarla, e renderla decorofa,
e divota. Paffato al Cielo ranno4i3. il fuo prezioiò Corpo fu collocato in
robiliflimo avello di marmo in eflà Chiefa , la quale per li continui miracoli ,
che Iddio operava per l'interceffione del Santo, mutò il nome de' dodici SS. Ap-
posoli in quello di S. Baflano . Sifminuirono pofcia le di lei rendite per la_.
barb.ìiie de' tempi nel corlò di molti fecoli feguenti, ne' quali la milera Italia
fu dominata da' Gotti , Unni , e Longobardi ; e per rellituirla al fuo culto pri-
miero
iS G E N N A J O .
miero Monf. Andrea noftro Vetcovo 1' anno 994. le affegnò pertiche 517. , e
tavole dieci di terra con edificj del proprio patrimonio, e vi defignò Cappel-
lani con obbligo di cotidiana refidenza, come confta nell'archiv. del Vefco-
vato arm. I. cair. 9. per iflrumento rogato da Guidone Notajo, e Rainaldo
Giudice del Sacro Palazzo . Dicono poi alcuni MS. delle Vite de' Vefcovi
Lodigiani , che fi leggono anche nella Biblioteca di S.Criftoforo , come^
avendo i Milanefi sfafciata dalle mura la vecchia Città, e quafi diftruttala
l'anno tiii. vi demolirono anche il Duomo , che perciò abitando t Vefcovi
dove potevano, ii legge che il Vefcovo noftro Vidone Milanere iftitui Cat-
redralc quella Balìlica di S. Baflano. Seguono i primi MS., e dicono ch<^^
elicendo Itato portato il facto Corpo al Duomo della nuova Città, e lafciato foloil
coperchio dell'avello alla Chiei'a del Santo, per altre guerre reftò quella—
Chiefa abbandonata , e perchè l'anno 1320. minacciava ultimamente con-
quaffb,! Prelidenti di quella Città l'anno ijti. 24. Aprile, col confenfo del
Vel'ccvo Fr. Leone Palatino, e di Giaccomo , e Sozzo fratelli Viflanni Si-
gnori di Lodi , nel pubblico Confilio delegarono Aldecario Manfredi , e
MatfeoOldo per Fabbricieri, ed Amminiflratori di ella, e delle fue limoline
per la riparazione . Aftegnaronla pofcia , dopo che fi ravvivò in efl'a e l'Uilì-
ciatura,edil concorlo de Fedeli di voti, l'anno i^jo. a' Frati Ofpitalari ,0
dopo alcuni anni per poco tempo vi fu pollo dalla Città il B. Giaccomo Oidi,
come dirò nella iua Vita ÌI21. Maggio. Ceifàti gli Olpitalari per l'unione
fatta di molti Spedali nel folo Spedai maggiore della Città daMonfig. Carlo
Pallavicino nollro Vefcovo , la Città tornò al fuo poffeiro della Chiefa colle
lue entrate , onde per renderla di nuovo Ufficiata v'inlliiui il Priorato, o folTe
Restore d'elFa per fuo governo, colla confermazione diiiilpatronaci conccf-
lole dal Papa Calillo III. l'anno 1458. 8. Luglio , ma con certe cliufole, ed
in ifpezie che l'elezione del Priore cadelTe in perfona Ecclefiailica , fuddua,
eJipendnte dell'Abbate de' Monaci di S\ Pietro, come dall' archtv. dclVefc.
arm. t. ca(I'. 10. Continuò la Città nel iuo polTeffb di prefentare fino al tem-
p;-) del Cardin. AgollinoTriuIzi , perchè l'anno 1529. primo Marzo lo conferi
tJiFo allòlutamenteaCefare Andena , fu ponendo che avelFero goduto detto Prio-
rato i Moncci della detta Abbazia di S. Pietro, la quale efièndo llat.i foppreiFa,
egli godeva in Comenda» e che folTe membro di ella. Q,ui farebbe altra
informazione da riferire , ma per ellère di poca confeguenza la tralafcio .
Dirò bene che le rendite di elto Priorato rellarono aliai fminuite nel corfo
di 60. anni in circa, che le godette r Andena , onde venne a perdere ancora il
fuodcc(3Xo, reltando derelitta , né più celebrandofi in elTa i Divini Ufficj ;
ma vi provvidde Marc' Antonio Amidano Vicario Generale di Monfig. Ta-
verna, che per renderle il di lei fplendore vitrafportò la Confraternita della
Mortegli prima eretta nell'Oratorio di S. Salvatore della flelTa Parrocchia
l'anno 1583 . 9. Agoilo , come da ifirumento di Michele Palearo Not. , e Cane.
Vele., confermato anche dal Lodi neldifc. 7. p- 349 » efeg. Tutto quello
fegui col cosfenfo dell' AndenaPriore, e fenza pregiudizio delle lue ragioni ,
rifervandolì anche leCaleadjacenti , ed addoUàndo ogni carico, che lui teneva
a' Gontratelli , i quali annorimella quella Bafilica al fuo aatico decoro, e di-
vozione . Ilforia
G E N N A J O . Vf
Jflott» d'art altra Chiefa Abb^ziale dedicata al Santo Vefcovo ,
che era ne' Borghi .
•
NE'Borghi di Porta del Cartello preferite era un altro diluì rontuofo Tempio
colMoniftero, dove anticamente abitavano Monaci Ciftercienfi , quali
come fofTero privati di quefla Abbazia lo rimetto ad altri, epaCsò in Comen-
da (come il Lodi ne' MS. delleChiefe) e da' Comendatori furono deputati
allaCura d'anime, che v'era anneflà , Sacerdoti amovibili a loro beneplacito,
finche Clemente Vili, la creile in Vicaria l'anno 1598. duelta Chiefa fu
diftruta l'anno 1448. , come ilVillan., e perchè v'era il Corpo di S.Daniele,
teneva anche Untolo di quello Santo, che fu trasferito nella Cattedrale per
cagione della diltruzione di ella. Poicia fu riedificata ,efi mantenne in piedi
fin' air anno k^JJ- , mentre per le guerre de'Franceii fotto Pavia fu ancora^
diftrutta con quefti Borghi . La Cura d'anime, che era annelfa a quella Par-
rocchiale , fu trasferita li 30. Luglio 1655. all'Oratorio di S. FerioUo, mem-
bro della medefima , e da Oratorio fu convertilo col tempo in una Chiefa
molto bella dagli ftefli Comendatori , che vi confcrvano il loro antico titolo,
e ragioni, che avevano a quella ne' Borghi. Not.ddBcnz.
10. SS. FABIANO, e SEBASTIANO martiri , fefta in Duomo, alla
Santifs. Trinità , e per divozione fi celebra da tutta la Città.
Per la morte di Monfìg.Gio.Battifta Rabbia noftro Vefcovo vedi fua Vita.
Per le Monache di S. Rocco in S. Angelo vedi i?. Lugl. Monift. di S. Marta.
->.i S.AGNESE, fefta alla fua Parrocchiale ir. Duomo, ed alla fua propia
Chiefa, ove rifìedonofedici Religiofi incirca deli' Ordine di S. Agoftir.o dell»
Congregazione di Lombardia .
D
Ifioria della fua Chiefa .
Tee Michele Pallearo Notajo, e Cancelliere della Curia Vefcovale di
»^' Lodi in luo iftrumento rogato li la. Ottobre 1571. come Monfig. Sca-
rampo in atto di vilita venne in cognizione cheunRettore dellaChida Par-
rocchiale diS.Agnefe aveva, con autorità Pontihzia, o forfi Ordinaria , ce-
duta la fua Chiefa a' PP. dell'Ordine de' Romiti diS.Agoltino dell' Olfervan-
2a,rifervando a fé, e fuoi fucceflòri tutte l'entrate certe, ed incerte ii^ertinti
ad eda cella flefla Cura d'anime, ed avevafi eretta perefercizio d'elfaCura
una Chiefa , che prima era ilanza della fuaCafa , ma tantoanguita.e m.al in
elTcre , che non vi fi po:eano celebrare i divini UfHcj , ne trovavafi alcun
fondamento di quefla alienazione . Perciò ellendo quella Cala , dove era
fiata eretta la Chiefa Parrocchiale, membro della Parrocchia maggiore del
Duoroo ,noii già nell'ambito di feftellà, e fabbricata yerloilcorio m mezzo
delle
1» G E N N A J O.
delle Botteghe profane, con un folo Altare , fenza Fonte facro , Cimkerio , e
Sepolture , e nel (uperiore di elFa mangiava , dornìiva , ed abitava il Rettore ;
ed avendo trovato come altre volte quella Parrocchia era unita all' Arcipre-
benda della Cattedrale ; in quell'atto di vifita la dichiarò ancora anneffa alla
medefima Arciprebenda , e che fi rimovelTe da quella Cìiicfa, dichiarando
l'Arciprete del Duomo coi Tuoi lucceflbri Rettore di quefta Parrocchia di
S. Agnele, e che ad elTo dovelTero riccorrere i Pj.rrocchiani per ricevere i
Sagramenti , e che tutte le altre funzioii fi i.icefTero dall'Arciprete in Duomo ,
allegnando la Cappella del SS. GrocitilTo della Cattedrale per 1' efercizio di
quella Cura d'anime. E perchè detta Rettoria aveva in ella eretto un Be-
nefizio ("otto titolo di Chericato, ( come dicono l'archivio d' elTa Arcipre-
prebenda, gli atti della vifita di Monfig. Menati , ed altri ) le di cui rendite
erano godute metà dal Rettore , o Arciprete , e metà dal Chsrico , eflTendo vero
che qu£ communia funt , conmuniternrgli^untur, effe erano trafcurate daara-
bidui, onde per quefta, e per altre ragioni l'anno i5oi. io. Giugno, come
per iftrumento rogato da Flavio Antonio Raggio, l'Arciprete Antonio Mi-
gliorati, e Girolamo Sacco Cherico beneficiato vennero ad ugual divifione
di tutte le rendite, e ragioni, godendo in avanti feparatamente , e libera-
mente ogn' uno la fua porzione . Come poi quello , che era parte del Cheri-
cato paflalle nella dignità del Diaconato della Cattedrale , vedi Vita del Vef-
covo,e Cardinale Vidoni .
In ordine poi a' Regolari , che fono dimorati , e dimorano nella prima Chiefa
già fopraccennata , dico che da principio la convenzione feguita del Rettore
fu cogli Agofliaiani Conventuali, leggendofi (a) come Fra Luca Cartello
dell'Ordine di S.Francefco, il quale (i^) fuconfacrato noftro Vefcovo l'anno
1344. introduceffe i primi Agoftiniani Conventuali . Q,uefto concorda collt
Croniche dell' Ordine Agoftiniano, (r) le qualidicono che il fuo Moniftero
in Lodi fu coftrutto l'anno 135 1. , nel qual tempo appunto viveva per noftro
Vefcovo il detto Fr Luca. E perchè da principio non dovette effere ftato
fabbricato di quella grandezza , e vaghezza , che ora gode , ( ^) Monfig. Bo-
nifazio Botigella di queft' Ordine, e noftro Vefcovo confacrato l'anno 139J.
lopropagò, (e)cioèlo ingrandì, ed abballi . In queftoConvento dimorarono
i PP. Conventuali Agoftiniani fin' all'anno 1522., come dirò al giorno 18. No-
vembre neiriftoria della Chiefa di S. Romano, o fin' all' anno 15^3. , come
queft'archivio, nel qual tempo, pereflere ftato diftrutto a cau fa delle guerre
il Moniftero di S. Bartolomeo fuori della Porta di Pavia , chiamata dal volgo
Porta ftopa, dove rifedevano i Canonici Lateranefi, furono necefiìtati a riti-
rarfi dilà , ericoverarfi inCittà, e poi col braccio di Francefco II. Duca di
Milaao , e col favore della Città, mail' affetta a' PP. Conventuali , perchè
voleva che in quefto Moniftero rifiedeffero de' Riformati di S. Agoilino , e
non più i Conventuali , licenziati quefti , v'entrarono i Canonici Regolari
Lateranefi. (f) Vi dimorarono però pochi anni , perché l'anno 1528. in vi-
gore
(a) AlS. Annali delle Vite de" Fefcovi . (ù) Sin. 3 . Fita di quefto .(c)f. Gia-
feppe Panfiglio Agof}. Vefccvo di Segni . ( d) MS. citati, edarch. de' PP. (e) Sin.
|. a//a dtlfùp'ita . (f) Bolla di Clem. FU datain Civita vecjhial; %. Febbr. 1528.
G E N N A J O. 19
gore d'una Bolla di Clemente Vii. furono coftretti ad abbandonare il Con-
vento di S. Agnefe nel termine di tre giorni , ed'ordi«e dello ftelFo Ponte-
fice fu rinunziato a' PP. della Congregazione dell' OiTcrvanza di Lombar-
dia, (a) come Riforma che era de' Conventuali diS. Agollino feguita_
l'anno 1444- In quelta Chiefa fi venera un deto di S. Agnefe ancora in carne,
e coir unghia viva di fomma confolazione a' di voti Lodigiani, ed argomeuto
della gran fantità della Vergine, Martire di Grillo.
ai S.VICENZO Martire, fefta alla fua Chiefa.
Sua IfJoria.
Quanto (ìa antico quello Moniftero di Monache dell'Ordine di S. Benedet-
to fi può conofcere da un iflrumento incarta pergamena rogato da En-
rico Giudice , e delegato da Corrado II. Imperatore l'anno 1142. li i- del mefe
di Novembre, in occafione d'una permuta di un campo fatta tra la Priora , e
Monache del Moniftero di S. Maria di Gelo , poco dittante dalla vecchia Città
prelToilfiumeSilero.e l'Abl^adelTa , e Monache del Moniftero diS. Vicenzo
poftoinelTa Città, come leggcfi nel fuo archivio, quindi ognuno può imma-
ginarfi quanto tempo prima del detto anno doveva ellere Itato ivi piantato.
Quando riforfe la nuova Città , riforfe anche quella Chiefa, perchè il Mo-
rena adduce per un confine d' elTa Città la corta di S. Vicenzo , come allora fi
dimandavafin'air Adda,ed io tempo che l'anno ii5o. li Milanefi alfediarono
Lodi nuovo , riferifce come quelli di porta Vercellina , e Ticinele alTediarono
lapurte della Pufterla di S. Vicenzo.
Ma col tempo, effendo quefto Moniftero piantato appreffo le muTa. della
Città , ed in fito di aria infelice , e per altre cagioni , fu ridotto a due Iole Mo-
nache ; ma Monfig. Vefcovo Gerardo Landreani , folleciiiirimo degli avan-
taggi della fua Cattedrale , e per provedere alle dette Monache , ottenne Bolla
da Eugenio IV. Sommo Pontefice l'anno 14H ' e prefentata dal Capitolo ali
Abbate di S.Pietro di LodiV^ecchio l'anno feguente 1435. in vigor della qua.e
ilMoniftero reftava unito ad elFa Cattedrale, perconvertirfi ledi lui entrate
nelle diilribuzioni cotidiane del Capitolo , ( come il Lodi ne' luoi MS. al dil-
corfo di quefto Moniftero) onde andò molto a pericolo di reftare fopprello.
Pure foftenendofi al meglio che poteano le due Monache, nell'anno 1447- «ilen-
do ancora due ottennero lettere Appoftoliche dirette a Riccardo Abbate del
Moniftero diBrembio, comeefccutorediefle , periftrumento rogato da Va-
lentino da Lodi li2i. Gennajo detto anno, ed in virtù d* elle fu eletta per Ab-
badefla D.Livia Boldizoni Monaca profeffa nel Moniftero diS. Giovanni , e
procurando d' avere delle Religiofe in tutti i modi che poteano , poco alla volta
l'accrebbero di numero, e coll'acquifto delle Religiofe, e delle doti fi avan-
zarono in maggior potere perchè comprarono altri etFeiti , e molte Cale verlo
S. Naborre , colle quali ampliarono il Moniftero di modo che al prefente tren-
cafei Monache vi dimorano comodamente confacrace , e fempre intente .al
fervigio di Dio.
(j) Mori^. delle Rcli^, S-GAU-
^o G E N N A J O .
- S.GAUDENZO Vefcovo della Città di Novara, fefta principale della_,
Chiefa di Secugnago del Contado , dove in quefto giorno l'anno 407.
fuUe ore iz. in circi il Santo fermandofi nel venire da Roma, e non trovando
cofa alcuna da cibarfi alla Cala del Parroco del Luogo per fuo riftoro , perchè
l'efercito de' Gotti poco prima aveva ditlipato il tutto , fece gettare delle fe-
menze nel di lui Orto , ed in due ore di tempo produ (fero erbaggi da prepa-
rarfegli per cena, alla quale non trovandofi né meno del vino , col fegno della
Santa Croce converti 1 acqua in vino. SuaFita, e vedii-Agoflo.
i? LO SPOSALIZIO DELLA B. VERGINE, fefta concclTa da Innocen-
zioXl. alle preci del Re Cattolico per li (uoi Stati, Regni, e Provincie.
Li Padri Francefcani della Congregazione degli Amadei, che avevano il
Convento , e Chiefa fottoil titolo della B. V. delle Grazie longo la folTa della
Città lubito fuori di Porta di Pavia, perchè l'anno 1543. nella demolizione de*
Borghi fu a loro fpianato il tutto dove abitavano , ebbero per loro ricovero
la Chiefa Parrocchiale di S. Michele, come Defendente Lodi ne'fuoi MS.,
ma perfine oggi S.PioV. i'upprime la loro Congregazione , e launilTealli
Minori Offerv. di S. Francefco . Ann. ij(58. Cherub. mlBoUar. , evedi io. Sett.
* 24 I Lodigiani fanno metter un' ifcrizione alla loggia della pubblica Piaz-
za per grata memoria di Gnejo Pompejo Strabone Conlble Romano Fondatore,
o piuttoftoRiitauratore della vecchia Città, colla diluitela, e butto.
25 LA CONVERSIONE DI S. PAOLO, fefta alla Chiefa di S.Giovanni
Appoftolo de' PP. Barnabiti. Fedi IJìoria ddla Chiefa di S.Gio.£vang.
zj. Dicembre , e fefia all'Oratorio , 0 Chiefa à'effo Santo .
l3oria della Chiefa , e Scuola diS. Paolo , fecondo il fuo archivio.
L'Anno 1505. ebbe quefta Scuola il fuo principio da Uomini, che ad una
Predica del P. F'r. Damiano da Mantova dell'Ordine de Predicatori fi ri-
lolferodi iervire a Dionello fiato di perfezione . Per metter in efecuzione i
loro fanti propofiti cominciarono ad accomiragnare il SS. Sacramento quando
fi portava agì' infermi con molte torcie accefe, ed a portare il Baldachino,
il che tutto era proveduto a lorofpefe, ed ogni Fefia recitavano l'Ufficio di
S. Paolo Appoflolo, già che s'erano confacrati alla di lui protezione , quali'
Ufficio poi col tempo li mutò nel Rofario della B. V. Maria con altre orazioni .
Si Confeffavano, Comunicavano, udivano la S MelTa , ed avevano per quefto
un Sacerdote Prete Confratello felanaro .
L'anno 1509. aj. Gennajo , fefta della Converfìone di S. Paolo Appoftolo
lóro Avvocato , elieffero fette d'effi appellati li Seniori , a'quali fu conferita
piena poteftà di fare quanto foiTe flato utile , e necefTario per la Scuola, ma
elfendo crelciuto il numero de' Scuolari fu crefciuto fin' a, dodici il numero dei
Seniori, che erano lo fteiro che Deputati : l'anno i5<54.
L'anno
G E N N A J 0 . 31
L'anno lyii. per fiflarfì maggiormente, e con miglior ordine nel fervigio di
Dio, s'appigliarono tutti aduna fola regola , fatta per loro dal P. Fr. Battilta
da Salò dell' Ordine de Predicatori , e l'anno 1519. fecero dipingere l'Imma-
gine di S. Paolo nella Chiefa maggiore ,0 Oratorio all' Altare di S. Lucia per
il prezzo di lir. 400., nel qual Oratorio fino da principio fi congregavano
tutti a fare i di loro Efercizj fpiricuali . E perchè tanta pietà non andall'e
priva della (uà mercede, ottennero dal Pontefice PioiV. l'approvazione, e
confermazione dellaScuola, colla conceflìone d'alcuni privilegi , ed Indulgenze
plenarie perpetue, il che fecero anche altri Sommi Pontefici polteriorracnte •
Or veduta da molti la buona regola di quelta Scuola s' indulfero a lafciarle
diverfi legati , come per ("occorrere a' Capuccini , Convertite, ed altri Poveri,
ed anche agl'Infermi della Città, coli' iltituire una fpecieria, ed a fovvenire
a' poveri Defunti con una Mella cotidiana , con obbligo che quefto Cappel-
lano Confeiralfe, e ComuniealTe tutti, e tutte, che concorrevano a quefte
divozioni , e che ne' giorni feftivi v' infegnalTe la Dottrina Criftiana a' fan-
ciulli. Altri, fecondo la loro buona inclinazione, vi lafciarono legati di
celebrarvi Ufficj , e MefTe , di foccorrere a' mileri Carcerati , di maritar po-
vere Zitelle originarie della Città; altri con limitazione chefoflero di buona
fama,oneUe,e non Serve . Sopra tutti gli ofl'equj però facea maggior rifalto
inque'Scuolari quello verfo ilSS. Sagramento , invita, e dopo morte; ia
vita coir accompagnamento decorofo, e dopo morte con infini legati, per-
che lafciarono rendite per mantenergli l'illuminazione in alcune Chiefe, co-
me fi truova che fece Alberto AgoftanoPrepofto della Chiefa Prepofiturale
de' SS. Neborre, e Felice, Canonico della Cattedrale di Lodi, e Canonico
Ordinario del la Metropolitana di Milano, il quale nelfuotefiamento, rogato
da Criltoforo Sacco Cittadino Milanefe , e Notajo imperiale il giorno io.
Marzo 1516. , lafciò tre lire Imperiali annue alla BafiHca Collegiata di S.Lo-
renzo , o a fuoi Canonici , affinché mantenneflero ogni giorno accefa una Lani-
pida con oglio d'oliva nella loro Bafilica avanti il Sii. Sagramento, oltre le altre
Lampade, qual danaro inqueitempi era iufficiente a foftener quello carico .
Di più quivi l'anno i5<J4. 3. Aprile ebbero il loro principio le Scuole della
Dottrina Crilliana de' fanciulli , e li 8. Maggio dello Iteflo anno , nella Fella
dell' Afcenfione , quella delle fanciulle, qual piiflimo inlluuto polcia fi di-
latò per tutte le Parrocchie della Città, e della Diocefi , e quivi ogni terza
Domenica del Mefe fi congregavano tutti li Parrochi della Città , comc_-
Priori delle Dottrine Cridiane erette nelle loro Chiefe, alle Congregazioni
Generali della Dottrina, quale poi reftò confermato da' Sommi Pontefici.
f^eJi laFitJ dei nofiroFefcovo , e Cardinale Caftj'ucco .
Quivi riconofcono il loro principio ancora le Congregazioni dell'Oratorio
di S. Filippo ; delle Vidue di S.Anna; delle Convertite ; delle Vergini di
S. Orfola , e delle Orfane , ed in quelle Cafc abitarono li PP. Capuccini quando
furono introdotti la prima volta in Città da' Deputati di quella Scuola coli al-
{tr\{'o del Vcfcovo , frattanto che fi fabbricava il loro Con\ ento a S. Giovanni
fuori delle mura, come di tutù fi dirà a fuoi refpeciivi luoghi. Le Monache
Capuccine parimente devono riconofcere il loro primo londamento da qucUa
*^ ' bcuola,
31 G E N N A J O.
Scuola, Te dieci Orfole colla Nob. Clara Modegnana furono le prime aveftir
il loro Abito . E con tutta ragione quella Scuola , per ellere ftata la madre
di tanti piiinftituti, nelle proceffioni del Corpus Domini (lava dietro tutte
le Dottrine, accompagnata dalleScuole della Dottrina Criiliana di S.Mau-
rizio alla Trinità , al prefente delle Vergini Orfole , ^dalle Vidove di S. Anna,
e dalle Orfane , ordinate bensì , ma faceano un fol corpo , quali tutte col be-
neficio del tempo fono fiate collocate ne' loro Collegi , e Confèrvatorj , con-
tinuandofi folo anche oggidì in quella Chiela , o Oratorio li fopradetti efer-
cizi di pietà, e divozione, e daili Seniori , o Deputati l'addempimento dei
fuoi legati a maggior gloria di Dio , e del loro Santo Prottettore, ed Apoflolo
S. Paolo, ed a beneficio fpirituale, e corporale del fuo proffimo , fecondo il
fuo antico , e fanto inftituto .
Altra Chiefa di S. Paolo, che era nel Borgo di Porta Cremonefe da mene-
minata nella Vita di S- Gualtero fi tralafcia, perchè elfendo ftata diftrutta
coi Borghi non fé ne vede più alcuna memoria .
a5 Benedetto XIII. Sommo Pontefice concede un Giubileo univerfale per
placare l'ira di Dio, checadiga molti Paefi con terremoti, pioggìe , e con-
tinue innondazioni , grandini , e tempeftedimare con danno graviliimo. 1728.
•27 Federico I. Imperadore dopo d'avere con lungo, e flrettiffimo afTedìo
vinta le Fortezza di Crema , fa un generofo , e preziofo dono di molte di
quelle fpoglie a' Lodigiani . 1160. Moren.
* z8 Sul fine di quello mefe dell'anno i730.inforfe un male di freddore con
cattaro veementilfimo , che durò in quella Città fin al fine di F'ebbrajo fe-
guenie , cagionando in molti la morte , e da quello male pochiflimi fi (alvaro-
no, che non fofiero o poco, o molto opprelfi . Serpeggiò anche per moke
Città dell'Europa , ed in ifpezie a Roma , ove levò di vita il Pontefice Bene-
detto XIII., ed altri Perfonaggi . Anche l'anno 1580. ,dice il Platina nella
Vita del Pontefice Gregorio aIII. , che (tot molta ftrage d' uomini quello
male dimandato del Caprone, perchè quell'animale lo patifce molto ; ncura
con vino nero, e generofo, benché tardi fi fia {'coperto il rimedio .
ap S. FRANCESCO DI SALES Vefcovo di Geneva, fefta alle Chiefe
delia B- Vergine delle Grazie, e di S. Filippo Neri.
* Gerardode Capitanei flato noftro Vefcovo fu creato Cardinale l'anno 1439.
nel Concilio Fiorentino . Vedi fua Vita .
30 S. SAVINA TrefenaMatronaLodigiana, fella alla Chiefa di S.Pietro
delle Vergini mantellate. Vedi ii. Luglio la Vita de SS- Martiri Naborre , e
Felice, anche quella di queffaSanta (oW Iftoria della [uà Chiifa ^ e Collegio , cht
erano in Seravalle .
La
G I N N A J O. ,9
La facra Immagine miracolofa della B. Vergine dell'Incoronata, oggi fo«
lennementectrasi'erita, dall' ingreiro dell'intime filo ove tiovavafi, al luogo
preiente dopo l'erezione del nuovo Tempio . /4rmo 1494. f"" archivio .
}i S.GEMINIANO Vefcovo, fefta alla fua Chiefa Parrocchiale Prepo-
iiturale in Cicca .
Fit» dd Santo eflratta dal Fdrario de SS. Itali j,
GEmiriiano nato nella Citrà di Modena da Nobili Parenti , dopo d'efTcra
ftato ilhuico nelle lettere, ed alcricto tra' Gherici fu creato Diacono da
Mondg. Antonio Velcovo di ella Città. Dopo la morte di quefto Prelato,
ellendo da tutti conoCciuia la Santità diGeminiano, funecellìtato dal Clero,
e dalla Nobiltà a ricevere quetta Dignità, la quale non potendo rifiutare per
firn umiltà, conolcendo chetale era la volontà di Dio, fuconfacrato dall' Ar-
civefcovo di Ravenna, In tal miniitero quanto più egli s' indullriava a fervir
al Signore, ed impiegarfi a beneficio delle lue anime, tanto piìi il Diavolo
gli minacciava ogni oltilità , come quando gli comparve una volta per inti-
niorirk) col Tuo rpaventafiifimo afpetto , ma fé lo fcacciò col fegno della_^
S. Croce. Quivi non celiarono le moleltie dello Spirito maligno, mentra
che per maggiormente inquietarlo , ed obbligarlo ad abbandonare il fuo Grege
entrò nel Corpo della Figliuola dell' Imperadore di Coltanrinopoli , e da^
quello gridava che non farebbe mai fonico, fé non ai comandi di Geminiano,
per il che fattolo ricercare, e trovatolo, ebbe a portarficolà per liberare l'Of-
filTa. In queltosiloiigo , e borafcofo viaggio, colle fue orazioni acquietò
il mare , che con una ipaventofa tempelta minacciava di ibmmergere la nave .
Da CoftantinopoU ritornato vittoriolo del Diavolo, e carico di regalli
donatigli dall' Imperadore, fìreftitui alla fua Modena, alla quale (lava im-
minente il lacchegi^io del birbaro Attila Re degli Unni , e Sciti . Appena
intefe che collui eraappreifo la Città, che gli fi portò davanti a perorare a
favore della Patria, e dellafuaChiefa, mail Tiranno gli diiTc: chi era, ed il
Santo Velcovo gli rilpofe : che era un lervo di Dio ,ed eflb foggiunfe : e non
fapete che io fono il llagello di Dio por caligare i llioi fervi ?' Intefe l'ubito
il Santo Velcovo il mal animo del Re , e ritiratofi in Città, in cambio d'inna-
rimire iCittadinialladifefa , ed a ferrare le porte di ella, impole a loro che,
eflendoanzichiule ,fiaprilfero , per le quali entrò il Re, epaf^ò tutta laCirtà
per mezzo, come fé folfe paffato per mezzo d'una campagna fenza mai ac-
accoigerfi d' elitre in Città, e per confeguenza fòrti fuori fenza apportare
alcun oanno a'Cittadini , i quali per graia memoria di cos'i fegnalata vittoria
di quefta Città , anche oggidì fi celebra la feita annuale con rito folenne. Fi-
nalmente carico di menti apprelTo Iddio, e di anni ben impiegati , il gif rno
3oGeniiaio volò l'anima lua beata allaglorn eterna , non lalciando però di
operare llupendi miracoli , tra' quali narrerò qutfto, come più portentclo.
Teodoro fuo fucceliòre nel Velcova^ó, e Diicepolo di S Ambrogio volle
ceaikciargli uo Tempio nuovo , ael quale gufi venerava il di lui iacro CorpOf
C ma
^ G E N N A J O •
ma in queflomentre crebbe tanto il fiume , che vicino gli fcorre , che l'acqua
innondava tutta la Città , edipiìi arrivava fino alle fineftre più alte del Tem-
pio , e pure dentro non ve n'entrò una goccia , anzi di più il popolo , che ivi
£ trovava, fé ne prevaleva in proprio fervigio . In memoria di quel mira-
colo parimente la Chiefa di Modena ne celebra la gloriofa Fefta . E fé
la Città di Lodi parimente , coli' ergergli un facto Tempio, infìemc fé lo ha
eletto per Prottettore,fiapure divotifiìma ad un Santo di tanto merito appreflò
S. D. M. , affinchè colle fue preghiere efficaciflìme polfa anch'ella effere pre-
fervatada tutt" icaltighi di Dio, e fpecialmente delle guerre crudeli de fuoi
nemici , e dalle innondazioni dell'Adda , giacché lopratali pericoli pare che
goda grazie fpeciali .
IJìoria della fua Chiefa in Lodi .
ANcheaLodi veccioerala Chiefa dedicata a queflo Santo , fecondo i MS.
iilorici del Nobile Paolo Emilio Zani , e feco fu diftrutta l'anno mi.
e per ufo antico chiamavafi Chiefa di S. Miliano, qual titolo per linguaggio
corocto, è coofervato ancora da un Villaggio lotto la Parrocchia delle Ca-
felle di là dal fiume Lambro nel Territorio Lodigiano , ove la prebenda di
queftu P^epoito tiene le maggiori fue rendite, quali fono paflate in livelli.
Q.uefta Chiefa rinovata nella nuova Città, trovo in un iflrumento di confer-
mazione, e di approvazione Apportolica tra l'Abbate de' Monaci Benedettini
della Chiefa di S. Balfano ne' Borghi, concerti Bonfignori , rogato da Giac-
como Brugazi Notajo Imperiale , e Cancell. della Curia Vefcovale l'anno
1471 che aveva ilfuo Parroco Prepolto fino daque' tempi , come nell' archi v.
di S. Michele fi legge ; ed in un altro libro appellato Statura vctera Pen.
Confort. Ljiuds dell' anno 1357. 27. Marzo , nel numero di quelli, che dove-
vano intervenire agli Ufficj di elio Ven. Conforzo , trovo defcntto Pmsbiter
unus Capitali S. Gi\niniani perchè in oltre ha due beneficj Canonicati nuncupati.
FEB-
F E B B R A J O.
?J
EAa del B.ANDREA CONTI alla Chiefa di S.Antonio
da Padova de'PP. Minori Conventuali di S. Francefco .
Ellendo aueflobuon Miniftro di Dio ftato Beatificato
li 2. Dicembre 172^ dal Ponicfice Innocenzio XlII. li
detti PP, Conventuali nella loro Chiefa vollero applaudi-
realìedi lui glorie confolennizzargli un Triduo, che co-
minciò li 20. Aprile 1724. Per buona ibrte ancora pafsò»
per quelta Città il P. Fra Modefto Colta della fteTa Re-
ligione , Uomo di molto grido per la fui gran bontà di vita, mentre andava
MifTionarioaSicilia, ed induegiorni, chequivi fi fermò, che furono li 14. , e
ly. Maggio del detto anno 17^4 lafciò eterna memoria di fé , mercechè pre-
dicava in quelta Chiefa i Miracoli d' effo Beato , e poi benediceva dell' acqua
conunafcgeggia di fallo della Gtotta del Piglio, Terra della Diocefi d'Ana-
gnk Città della Romagna, la qual Grotta fervi per molti annidi fanto romir-
taggioalBcato Padre, come fi legge nella fua vita , e bevendo di quell'acqua
ogni fona d'infermi ricevevano la lanità . Perlocchè un Divoto fpecialmente
prefe tanto affetto, e divozione al B. Padre, che confegnò lire cento nelle
mani del P. Fra Francefco Antonio Piantanida, allora Guardiano attuale di
cfTo Convento, affinchè ledifpenfuire a maggior gloria di Dio, e del Beato ,
colle quali , e molt'altre , raccolte da diverti Benefattori divoti, fece fibbrt-
care il luo Altare, che fu folennemente benedetto li 20. Gcnnajo 1725'. E
perche con tal' occafìone furono diltribuiti molti libri della di lui Vita , io
qui nonlaefpongo, perchè rimetto a quelli il divoto, e benigno Leggitore .
^ PUaiFlCAZIOE DELLA B V. Fefta principale della Chiefa di S. Ma-
ria del iiolede' Coafratelh delia Miièricordia .
Compendio ddl' Jfforh di qurfla Chiefa .
TRovavafì una divota immagine della B Vergine dipinta fui muro prefTo
il tcrragliodelle mura ci Porta a'/^dda folto U Parrocchia di S. M. Mad-
dalena , alla quale i Lodigiani 1' anno 1519. vi comi iciaronoa portare fìngolar
ùv. uziune ; 1' anno 1545. vi fabbricarono una Cappclleita , e poi da certi Di-
voii l'anno 1551. fu luidata la Scuola della Mifencordia , che prcfe la cura
de' Carcerati , e de'mifeii condannati dallaGiultiZia. Fabbricarono quedi
Confratelli una bei'a Chiefa ad onore del la B Vergine, ma perchè col tempo
leminactiua rovina il vicino fitme Adda , l'anno 1710 fu gettata la prima_«
pietra d'un' altra Chiefa nel corpo dellaCittà. e ridotta a perfezione l'anno
1715. fuconfacrata , ed è tenuta in fomma veneiazione da ruotala Città Chi
dcfidcra più diliinta , e mir.uta irf vrmazione di quefta Chieià , legga il ca.p.
VII. deil> fjgra Iftoiiade'Santuarj dedicati allaii. Vergine in quelta Città,
pubblicata dall' Autore di quelV Opera .
C * S.BIAG-
^tf FEBBRAIO.
« S. BIAGGIO Vefcovo , e Martire , fefta alla Tua Chiefa Parrocch. in Città .'
La maggior antichità di quelta Chiefa non ho trovato di provarla, che con
un iftrumento rogato da Bernardino Codecafa l'anno 1496. 27. Febbrajo ia
occafione che il Prete GiaccomoPirtoUo Rettore beneficiato di quefta Chiefa
affittò un terreno pofto nel Territorio di Cazzano Vefcovato di Lodi ( fuo ar-
chivio. Vedi al <5. Novennbre T litoria della Chiefa di S. Leonardo) L'anno
I7JI. 19. Dicembre Monfig. Patriarca no(tro Vefcovo CirrAmbrogio Mezza-
barba foppreife il titolo di Rettore di quefta Parrocchiale , e la erede in Pre-
pofiturale. Per altra Chiefa , che era nel Borgo di Porta Cremonefe vedi 15.
Agofto, e 4. corrente.
Fefta pure della Parrocch. ed infigne Collegiata del Regio Borgo di Codogno,
Informazione della Collegiata di quefta Bajìlica .
URbtno Vili, l'anno i5 3 j. 5. Marzo direfTe al Vicario Generale di Lodi
la Bolla della /oppreflione delia Rettoria di Codogno,e l'erezione di eilà
in Prepofitura con privilegio di Cappa magna, e Rocchetto per il Preposto ,
cdeirAlmuziaalli Canonici , perchè la ergeva in Collegiata . Diferi il Vi-
cario Generale per lo fpazio di molti me(ì l'efecuzione della Bolla.,
Pontificia, aderendo varj pretefti , ed in ifpecie che per non portare Cappa
magna, né Rocchetto il Prepoito della Collegiata di S. Lorenzo, e né tam-
poco le maggiori Dignità della Cattedrale in quei tempi , rendeva fol'petto
il merito dell' efecuzione della detta Bolla . Il Cardinale Teodoro Triulzi ,
che aveva ottenuto da fua Santiia quefto privilegio a favore, ed onore di
quel Borgo , di cui egli, e la fua Nobiliflìma Cafa n'era Hata anticamente la pa-
drona , comealloratrovavafi per la ragione del Feudo , ebbe nuovo riccorfo
allo fteflb Pontefice, il quale con altra Bolla fotto li io. Sett. 1634. delegò
il Vefcovo , o Vicario Generale di Piacenza per l'efecuzione della prima Bol-
la , ed il i5. Gennaio kJjJ. fu eretta in Collegiata per quello mezzo. In
feguito pofcia Monfig. Gera approvò l'anno fteffo 1635. 7- Luglio l'erezione
in Collegiata fatta a Piacenza , e ricevette il giuramento di fedeltà , ed ubbi-
dienza dal primo Prepofto , che fu il Dott. Andrea Cornali , e dai Canonici do-
vutaasè, edalli Velcovi l'uoi fuccefibri , e l'anno idjS. 16. Settembre vi fu
eretto anche il Seminario de' Cherici . E perchè nulla del decorofo mancafle
a quefta Collegiata , li 8. delmefedi Febbrajo dell' anno i6^$. ( Atti della Cu-
ria Vefcovale , ed inllrum. d'Aurelio Rofiì) lo fteflb Cardi naie Triulzi ottenne
dalnnocenzioX- Papa, che il Prepofto Gafpare Domenicano, e fuoi fuccef-
fori nella Prepofitura di quefta Collegiata poteffero ufare )a Mitra, Baftone,
e Anello Paftorali , e di poter benedire in Chiefa quelli , che foflèro ftati pre-
fentiallaMeflafolenne, qual privilegio fi offerva anche oggi di, ed é ufficiata
quefta infigne Collegiata da ledici Canonici col Prepofto a maggior gloria di
Dio, e di S.Biaggio Vefcovo , e martire principal Protettore. Atti della
Curia Vefcovale , ed inflrum. d'Aur. RoJJì Camell. della medefima .
Vedi»5. Settembre per il Corpo di S. Ercolano , e 6. Giugno .
-Tji„id ' * 4 Ef-
F E B B R A J O. 9,
4 EfTendo fiata fabbricatacollaCittà nuova ailìeme altra Chiefa di S. Biag-
;io ne' Borghi a Porta Cremonefc dove era Spedale , ( come il Morena) aven-
Jola poi avuta inComenda il Card. Angelo Somariva Nobile Lodigiano l'an-
no 1405. la cedette poCcia a' PP. Olivetani diVillanova, che vi fondarono uo
Moniflero , e vi fletterò finche fu diftrutto , come ne difcorro al cap. 9. dell'If-
toria facra de' Santuari dedicati allaB. V. in quefta Città. Vedi archivio di
S. Crijìofcro , <r D. Secondo Lancel lotto tifile Storie de'Alanaà Olivttam .
5 Per IciMonachcdi S. MariadiPaulIo vedi 21. Marzo .
• 6 11 Cartello del Borgo di S. Angelo , pofto falla riva del fiume Lambro fu
fabbricaro l'anno 1381. da Regina della Scala moglie di Barnabò Vil'conricon
cento m. fiorini d'oro, Leandro Alberti Bolcgnefe ; e come quefto fofie anche
il Cartello della lega centro Francia, vedi Fra Giaccomo da Bergamo nel fu©
fupplemento p. 365. all'anno ija8. Fedi 17. Maggio , e 5. Ottobre.
7 Per liScuoIari della Mi fericordia, che fi mettono inpoflelTo di a/Iìfter»
a' miferi condannati alla morte dalla Giuftizia in quefto giorno dell'anno 1551.
▼edifualrtoriafacra emanata dall'Autore di quelt'Opera.
8 Alla notte feguente 11 Martedì di Carnovale dell'anno 1701.fi accefe il fuoco
nel inagazeno del fieno deirimprefa,ed alla mattina arrivarono le prime trupp»
deli'Eftri'cito Galifpano alle porte della Città per entrarvi la prima volta per
la guerra, che cominciò quett' anno, mafentendo a fuonàre a martello tutte
le campane della Città, fecondo il folito per chiamare il Popolo adeftinguer
il fuoco, mai vollero entrare in Città, fin a che non furono allicurate che non
fi iuonava contro di loro. Inoltre alla mezza notte feguente incirca , fen-
tendo quelli a iuonar la campana maggiore del Duomo, per dare il folito av-
vilo dell' entrante Quarefìma, temercio di revoluzione contro di loro, accor-
fero tutti armati alla Piazza maggiore, né fi acquietarono di ritirarfì a' loro
Quartieri , fin a che non ebbero iniefo certamente la detta cagione . Nit. del
P. Fagn. neir Arch . di S. Dom.
9. S RICCARDO Red*Inghilterra,e febbene il Ferrarlo de SS.Italia; dice che
morijen 8. correntedeirantio77i. in Lucca Città della Tofcana , pure la nof-
traChie/a celebra oggi la di lui fefta , perchè jeri era impedita dall'oflici odi S.
Gio.de Muta celebrato dalla Ch lefa uni verfile, e fi celebra lolamente in Duo-
mo,ma con officio doppio, perchè conferva per infigne fua Reliquia un braccio
donatoli da Maffeo MagAin? fuo Canonico , ed eflendo fiata nconofciuta da
Monfg. Velcovo Taverna ladepcfitò in un braccio d'argento a perpetua me-
moria, e fua divozione. Archivio del Duomo al [uo mventario.
Quefla notte antecedente i Ladii facrileghi fpogliano tre Chicfe del Lodi-,
giano QcU'aano 173 1.
C 3 19 \\
^S F E B B R A J O .
IO II Maflro di Campo delle noftre milizie urbane Cavaliere Lodigiano fu
air.mazzato di notte tempo fui cantone di S. Geminiano andando a ca(a Tua dopo
dieffere flato alla recita di una Tragedia in Seminario . Art. 1649. ^evedi
3. Luglio mone del Marmogno . JNot. del Ben%.
SI S. DESIDERIO Vefeovo di Lodi . Veiifua Vita frali p'efcovi di Lodi .
12 La Città di Lodi fa un dono di lir. 41393. 15. al Duca Francefco IL
Sforza, ellendo riilblto nell'anno 15x7. di portar l'armi contro il Milancle.
Regifl. del Land, y e vedi i^. correrne.
13 I Lodigiani queft'anno rito, fi accingono all'erezione della Muzza,
che durò fotto il loro poffelTo fino all'anno 1499. , nel quale Lodovico XIL
Redi Francia, impadronitofi dello Stato di Milano, e queito netece un dono
a Gio. Antonio Pallavicino fuo famigliare, e benemerito ; e l'anno 1508.
gliela levò, e la uni alla Reggia Camera fotto della quale è fcmpre conti-
nuata , e continua . Arch. della Città negli atti di quefia Caufa .
* 14 Riformandofi l'antica lega di Lombardia in una Dieta tenuta in Milano
da molte Città l'anno 1257. per la Città di Lodi v'intervennero Sozzo Vi ita-
fino , Guglielmo Fifiraga , Uberto Sommariva, ed Alberico GarnaicUa. F;7/.
15 Per il Corpo di S.Gualtero rubato vedi fua vita per quello feguì in quefto
giorno .
16 S. FILIPPINO martire Lod'giano,il di cui facro Corpo, fecondoil noftro
Martirologio, fi conferva nella Chiefa di S. Salvatore nella Città diBrefcia.
* 17 Federico II. Imperadore l'anno 1237. , dopo d'aver tenuto alTediato Lodi
tre mcfi, pertradimento d'alcuni Gibellini loprefe, e maltrattò i Guelfi , rile-
gando in Puglia li Sommativi , capi di queflia fazione, ma molto più incrudelì
contro degli Ecclefiaftici, e Religiofi, come dirò li 4. Ottobre nell' Iftoria di
S. Francefco . Villan.
18 Una Monaca di unMoniflero in Città, ora fopprelTo, introdulTe nella
fua Chiefa efteriore, in tempo di Carnovale, alcuni Soldati mafcherati gio-
catori di fcherma , e vi giocarono licenziofamente , come fé foffero flati in
loco profano,ed ecceflb tale fcandalizzò tutta la Città. An. i6^%. Not. del Zim.
19 Quantunque la Città aveffe fatto al Duca Francefco il donativo, come
ho detto alli 12. corrente, tuttavia il Cavalier Matteo Maggio da BulTetto
Ducal Senatore, e Governatore di Lodi, entrato dopo la morte di Gio. Cle-
mente Viftarino, cita cento cinquanta Cittadini , acciocché compifchinoalle
taglie impoftc , quali erano pitiche ecceflìve , fotto pene diconfifca debeni ,
« di eflere dichiarati rubelli. ^n,i$iB. Regifi, del Land. Vtdi 11.f29.corr.
20 Per
FEBBRAJO. ^>
10 Per la morte del B. Leone Palatino noltro Vefcovo vedi fua Vita.
* ai Monfig. Arderico Sommariva nortroVeTcovo circa l'anno 1200. intro-
dulTeinCitta gli Umiliati , e nella Diocefi al Monallero d'ogni Santo. Alanf,
e vedt f'ita di qui fio Fefiovo .
11 EfTendo l'ultimo Venerdì di Carnovale dell'anno 1575. Monfig. Barto-
lomeo Menati nollro Vefcovo, ellcndogli contraftata la giiirifdizione della-,
Chiefa Parrocchialedi S .Pierro di Lodi vecchio dal Collegio Germanico On-
garico di Roma padrone di queft' Abbazia, oggi vi fi porta col feguito del Clero,
NobiltàLodigiana.e del Militare , e fa atterrare la Porta maggiore della_^
Chiefa , erompere tutti gli odaceli violentemente , poi la vifita Pontifical-
mei-.ie,vi canta Mefla, e vi fa predicare, avendo feco il tutto in pronto, e
dopo un lauulTimo pranzo , dato alla ("uà comitiva nel Palazzo del Sig. Fedele
jneflbluogo, ritorna alla Città . Fagn.ncll' arch-diS. Dom.
* ITI L'acqua del PÒ divenneneraperinfaunopronoAico delletantedifgrazie
che erano per venire . Camp. Ifl. di Crcmonaan. 1174.
14 S. MATTIA Appoflolo, fcfta particolare alla Chiefa dello Spedale,
dove lìefpoDc una iua Reliquia icfigne, ed alla Chiefa della SS. Trinità.
Inquefto giorno dell'anno rjiy. Bernardo Carpano Nobile Lodigiano Ca-
pitano valorolo, e celebre nell' affedio di Pavia aireftò Francefco I. Re di
Francia . Alaldot. nelle Ictt. dogm.
15 II Conte Tomafo diMelgar Governatore dello Stato di Milano coIla_,
Contella fua Conlorie entra in Lodi corteggiato dalla più fiorita Nibiiià di Mi-
lano,e di più Città anciie molto remote dell' Iralia per godere le dimoltranze di
f -ubilo della Ipiritofa Nobiltà di Lodi per le nozze Regali del Monarca delle-,
pagne Carlo li. , ed il
16 Con una mirabile , e belliflima mafcherata rapprefentante dieci Dei af-
fili {opra deftrieri riccamente ornati, precedendo ciafcuno lefueDee corrif-
pondenti, pofate in ledie volarti, vaghe, e riccamente dipinte, ed indo-
rate, che aggrandite digeroglifìchi ,edinfegne indicative delle D^ilà , ch«
figuravano, potevano dnfi meglio tanti carri trionfali , ove colla belczzaga-
xeggiallèlamaeltà. Alla fera fi fece una (ontuofilfima fella di ballo nella fala
delìaCitrà, fui principio della quale portoni il coro de' Dei a rendere tnbuto
d'olTeqiiio al Co. Governatore, e ciafcuna Dea alla Conteda con vivacilìimi
componimenti del celebre Patrizio fuo Oratore, e Poeta ilDott. Francefco
de Le mene .
Si da principio alla Dottrina Criftiana de' Poveri nella Cattedrale , che poi
fi fiasfcri all'Oratorio dc' SS.Gcrvalo , e Protalò. Jtn. i-jii-Ubro dille prov.
dilla Dottrina AIS,
C 4 47 liua»
4» FEBBRAJO.
1J I fuddetti due Perfonaggi fi partono col corteggio di Dame , e Cavalieri,
come nell'ingreffo . An.ióZo. fuo libro .
18 Come ultimo di quefto mefe dice il Morena che 1* anno ii6t. s' accefe
un grand' incendio in VallefeUa,che l'abbruggiò quafi mezza colle Chief e di
S. Maria Maddalena , di S.Giovanni delleMonache, ed altre, che v'erano,
f^tdi i. Dicembre .
MARZO
Odigiani Cittadini , e Forenfi in grandi (limo numero vanno
a riverire laSS. Vergine di Triviglio ,la quale, come jcri,
giorno 28. Febbraio , mandò copiofe lagrime dagli occhi ,
per il qual miracolo Lotrecco Generale dell'armi de'Fran-
cefi perdonò al detto Borgo la ftrage crudele , che aveva
minacciato di farvi, e dell'abitato, e degli Abitanti ; e queft*
Immagine datai miracolo prele il nome della B. Vergine
delle lagrime , fucceflb nell' anno 1521 . fuo libro .
Vengono a Lodi i Confoli di Milano per implorare da Federico I. Impera-
dore, che quivi loggiorna, la pace adifcrezione fua. An. nói. Morert.
* 4 Dice il Lodi,ne'MS. Comm. Iftor. de' Viftarini, come dopo la vittoria,
che Carlo V. Imperadore ebbe lotto Pavia li 24. Febbrajo 1525. Gio.Arcim-
boldo Governatore di Lodi dichiarò fettantacinque Cittadini noftri , quafi
tutti di famiglie Nobili, incorfi nelle pene di confìfca , e di ribellione per el-
ferfi abfentaii dallaCittà nel tempo delle terribili rivoluzioni dello Stato, dopo
l'ultima ufcitade' Francefi, ma per editto del Duca Francefco II. di Milano
furono rilafciate le pene , e baadi luddetti, purché in termine di 20. giorni
tornaflero a ripatriare colle loro Famiglie, epagalTero le gravezze impoft*
dopo il riacquillo della Città fatto dagli Imperiali . l^edi 4. Settembre .
3. Come S. Gregorio Pontefice fcrifle alla Città di Lodi, raccomandandole il
fuo Vefcovo Opizzone vedi Vita di quello Vefcovo .
4. LiMilanefi fuperati , e foggiogati da Federico L Imperadore ritornano
a Lodi a prefentargli le chiavi della loro Città. An. ii6z. Vedi il giorno \,
Albernandode Allamani, edOmobono de Maeflri Cittadini Lodigiani, quafi
mofli da fpirito Divino, colle Croci Tulle Tpalie fi prefentano al detto Imperadore
rella Città di Coltanza per implorare il fuo patrocinio contro de' Milaneli , che
aveaao diftrurto Lodi vecchio , ed impedivano che non faceilero il mercato del
Martedì nel Borgo Piacentino, egli opprimevano con mille etlorfioni . Art.
1153. Mmn. Vedi i, Giugni la penultima , aj. Aprile l' ultima difìruzione di Ledi
Vie£l>;9. S- Fefta
MARZO. 4»
j Fefta del B. Antonio da Lodi de' Minori di S.Francefco.
Fita del Beato .
Dicono il noftro Martirologio, e le Croniche de' Frati Minori di S.Fran-
cefco (a) come queflo Beato fu della Nobile Famiglia de Gavazzi Lo-
digiana, Semplice Laico , e di tanta fantità, che nell'ora del fuo tranfito fi
viddero molte cofe di Dio meravigliofe ; udendo i Frati gli Angeli , che can-
tavano, portando la di lui Anima alla gloria del Faradilo, anzi il Maldotti
nella Tua Penna , tra gli Uomini illuftri di Lodi Tua Patria, difcorrendo di quefto
Beato , dice , che nel morire ie gli vide in fronte una lucidillima ftella . Fu
de' primi amatori dell' Odervanza, edèfeppellito nella Chiefa di S. Giovanni
fuori della Città , fecondo il citato Martirologio , e Croniche , ove al prefentc
fono liCapuccini : molte Perfone, che con fede, e divozione nelle lorone-
ceflìtà anno invocato il fuo nome , ottennero da Dio rimedj con falute .
tf Gio. Vignati già Signore di Lodi ottiene l'inveftitura di eflà Città da_,
Sigifmondo Imperadore l'anno 1415. per diploma dato oggi , avendo fatti tra
fuoi Procuratori de' Lodigiani, apprclTo la Maeftà dell' Imperadore, il Vefcovo
>\rrigonc , e Maffeo Muzzani . PWan.
7 S.TOMASO D'AQ,UINO dell' Ordine de' Predicatori, fefta alla Chie-
fa di S. Domenico.
Comincia il Sinodo Diocefano di Monfig. Lodovico Taverna. Att. 1591.
AnidtlPallearo Camcll. Vefc.
8 Acerbo Morena figlio di Ottone Cavalier primario, e Podeflà di Lodi,
infìgne Iftorico da tutti celebrato, riceve con l-edenco di AfTia Carnei icrc-,
dell' Imperadore Federico L il giuramento di fedeltà, chepreftano li Milanefi
di P. Nuova ad elio Imperadore . An. iióz. lo flejjb Iflorico , e P'tllan.
9 S. FRANCESCA Matrona Romana, fefta alla Chiefa di S. Criltoforo
de' Monaci Olivetani .
PubSlicafì una grida rigorofìfTima di denunziare tutti i Camini della Città;
An. i<?47. Nùt. del Benz.
)
Terremoto fpaventofo fa crepare il Duomo, e la Chiefa dell' locoronata .'
An. 1695.
10 Per efempio di tremenda giuflizia contro de' Ladri, cinque fono appic-
cati, e trearruotati fu queiU l'azza . An. 1705. iagn. Arck.diS. Dom. ,/
vedi I. Luglio .
(j);). j./. 3. f.44.
ti II
4» MARZO.
11 II Corpo di guardia de Soldati, qual e piantato in mezzo della Piazza
maggiore, oggi è demolito, e trafportato. An. tjzi. vedi ly Agofìo .
12 Per la Confecrazione del Vefcovo Taverna vedi fuaVita.
* 1} Maffeo deVecchj Nobile Lodigiano, Poeta eccellentiffimo , creato dal
Pontefice Martino V. Secretario de' Brevi , Canonico di S. Pietro in Vaticano,
e Datario; quello, che fece trasferire afuefpefe il facro Corpo di S. Monica
madre di S. Agoilino dalla Città diOitia a Roma, e che rifiutò Vefcovadi of-
fertigli da Sommi Pontefici, nell'anno 1459. mori in Roma, e fu feppellito
nella Chiefa di S. Agoftino nella Cappella da efTo fabbricata ad onore della
Santa , e dove ripofe il di lei lacro Corpo . Tiene quello breve epitafio il fuo
fepolcro: D. Maffii Veggi Laudin. Le fue Opere fono Iparfe per tutto il
Mondo, ma in particolare con gran diligenza fi confervano nella Biblioteca
Vaticana , dalle quali fi fcorge quanto folle perito nella hngua Greca , e La-
tina, e parimente nella Orazione (biuta, e quanto folle Poeta eccellente lo
prova il luppleiriento che fece all' Eneide di Virgilio con moke altre fue opere,
che fi leggono anche nella Biblioteca Filippina di Lodi . fillan. Itinixan»
dello Scot.lnform. di Roma ^ cFr. Leandro.
* 14 L'anno 1(^98. cominciò a rlfabbricarfi il Reale Palazzo dal Conte An-
tonio Barnt, ove alloggiano folamente Imperadori , Re, Principi fecolari , ed
Ecclefialtici, fecondo l'antichifTimo fuo privilegio, ed è piantato fu'l corlò
della P. Regale come oggidì , ed Imperiale come dicevafi anticamente fino dal
Morena . Not.delFagn. Quefta nobile Famiglia è anche delle amiche di Lodi ,
mentre fino dalla riforma de' Decurioni feguita l'anno 1492. 13. Aprile leggo
tra queftì neir Archivio della Città Ambrogio Barni . i-'cdi 30. Agofto .
15 Rifletendo liSig. Decurioni della Città come quello Territorio , contro
il fuololito, erada molti anni indietro iterile , ottennero dal Sommo Ponte-
fice Paolo V. un Breve Appoftolico, in virtù del quale, dopo tre giorni di
penitenze, e d'aver fatte le debite reftituzioni , e foddisfazioni , e ricevuti
li SS. Sagramenti della Penitenza , ed Eucariftia , Monfig. Vefcovo Seghizzi
Pontificalmente vellico, coli' intervento d'ambi li Cleri , Nobiltà, Confra-
ternite, ed ianumerabile popolo concorfo in proceflione, dalla Loggia del Pa-
lazzo della Cittàaffolfe tutti i Lodigiani Cittadini, e del Contado da ogni forte
di Cenfure ignorantamente incorfe, e poi diede la Bc;ned!Zione Papale alU
Città, ed al fuo Territorio. Ifirum. vogato daAur.RojJì i6zo.
Ì.6 Fefta del B. Giovanni da Lodi dell'Ordine de' Minori di S. Francefco,
e così famigliare del Santo Patriarca, che meritò di toccare le di lui làcra-
tillime fligmate . Nosìro Marurologgio .
17 EiTendoprevalfa la fazione Guelfa l'anno 1399. reflarono fconfitti iNo-
bili Vittarini principali della fazione Gibellina : ed alcuni d'elli furono abbruc-
cuti nella pubblica Piazza , e Ipianate le loro Caie . kilUn. j8 Lodi
A'
MARZO. 4?
i8 Lodi fi arrende all'Efercito dell'Imperadore Enrico VII- l'an. ijii. Fili.
I Borghefani fanno molte orazioni , e devozioni a S. Ba{rano per non fog-
Siacere alla diltruzione de' Borghi minacciata dal Card. Triulzi Governatore
eliostato di Milano, e dal Generale dell'Artiglieria, ed in fatti per allora
furono preicrvati . An. 1642. Not. dclBenz.
19 S.GIUSEPPE SpofodellagloriofiiTima Vergine, e MadrediDioMaria,
e Padrone principale delle Spagne titolare della Chiefadel Collegio delle Or-
fane , il quale gode il privilegio dell Indulgenza plenaria in perpetuo concelTa
ad inftanza del Re Cattolico delle Spagne per i fuoi Stati , Regni , e Provincie ,
dal Pontefice Innocenzio XI. per elTere dedicata a quefto Patriarca . Fefta pure
a'SS. Nabore , e Felice , a S. Giovanni le Vigne , a S. Marco , ed a S. Agneie.
'ifloria della Chiefa , e Collegio di S. Giupppe delle Orfane .
Nche delle povere Orfane, cioè povere Zittelle prive di Padre , e Madre ,
.odi chi potelfe allevarle , i primi che ne prendelTero la cura furono li
Deputati della Scuola di S. Paolo, come fi legge nel Tuo archivio nell'anno
1575. , e tanto piacque a Perfone pie quefta carità , che col tempo fi mofTero
a foccorerle co* loro lafciti . Per prima Perfona benefatrice fi racconta la
Nobile Lucrezia Bagliona Fiorentina maritata con Gio. Battifta Pozzi Gen-
tiluomo Lodigiano , la quale nel fijo ultimo teftamento rogato da Gio . Pietro
Fino Notaio Coli, di Lodi l'anno 16x7. 12. Marzo lafciò parte de'iuoi beni
ftabili , e mobili , affinchè s'impiegaflero per allevare povere Figliuole orfane
native di Lodi prive del Padre , e della Madre, e d'altri Parenti, che avellerò
il commodo di poterle ioilenere , e folfero allevate dalle Orlole , come legged
nel citato Archivio di S Paolo , che praticavafi anticamente l'anno 1575. men-
tre abitavano afiieme le Convertite, Orfole,ed Orfane. Lalcia va pero la liberta
agl'efecutori teltamentarj d'aggregarle al altro Luogo pio, volendo anche che
quefte Zittelle fi dimandaflero le Orfane della Madoiina . Mori la detta Signora
Lucrezia l'anno 1627. 7. Luglio , e le Orfane ricevettero talacquilto.
Segui poi che le Orfole effendofi collocatene! Collegio della Chiela della SS.
Trinità fi fcaricarono della cura delle Orfane, e quefte furono accolte dalla
carità d' altre Perfone pie, una delle quali fu il PreteProfperoGalleano , il
quale l'anno 1654. aflegnò a loro una fua propria Cafa pof^a per il contro la
Chiela di S.Giovanni nelle vigne, e per aver quivi cominciato le Orline a
far corpo da sé Iole , dicefi che in quefta Cala abbia avuto origine la Congre-
gazione delle Orfane; erano quivi anche governate da una Donna vecchia
appellata la Madre, o la Madonna , e foccorfe colle limoline , che andavano
accattando. Provvidde il Signore parimente altre Beneiairic» , come a
Nob.Angela Secca, moglie del fu Francefco Gavazzo Nobile Lodigiano, la
quale l'anno 1627. , ed un altra volta l'anno 165 5. 18. Marzo , come per iltru-
mento rogatoda Francefco Vitali Notajo Coli. di Lodi,e per fine lo ttello anno
li 19. d'elio mele , per telUmento rogatoda Ballano Mellefi Notajo Cauli-
44 MARZO-'
dico di Lodi , lafciò erede la Congregazione delle povere Orfane di Lodi ,
eretta come fopra nella Cafa del Prete Galleano , con patto che nel ter-
mine di tre giorni fi trasferiflcro le Orfane ad abitare nella Cafa d' elTa.*
Signora pofta nella vicinanza di S. Salvatore, e che in ella abit afferò tutte
quelle, che fodero ftate ricevute fino in perpetuo; ed in riguardo a quefta
difpofizione le Orfane fubito lafciarono la Cafa del Prete Galleano , e fi por-
tarono a quefta , nella quale fono fempre dimorate , come anche al prefente.
Morta che fu inforfero alcuni litigj con li PP. Somafchi di S. Andrea, ma per-
chè non fanno al miopropofiro glitralafcio ; dirò folamente che le Orfane in
virtù della detta donazione furono obbligate dalla Teftatrice a recitar ogni
giorno le Litanie della B. Vergine avanti la fua benedetta Immagine infuf-
iragio dell' Anima fua , come ancora ficoftuma.
ÈlTendoquefto Collegio governato da fuoi Deputati , in una provifione dell'
ultimo di Marzo dell'anno i55o. ftabilirono di fabbricare laChiefa , e Cap-
pella ad onore di S. Giufeppe nella iteflaCafa, o Collegio delle Orfane, ed
cfTendo fiata finita l'anno i(575. 8. Novembre fu benedetta dal Vicario Gene-
rale Vincenzo Brinzago Deputato da Monfig. Vefcovo Menati , come gli atti
della Curia, e godei' Ingulgenza accennata da principio, conceffa da quel
Pontefice ad inftanza di Carlo II. Re delle Spagne per tutto il fuo dominio.
Anche il Canonico Penitenziere della noftra Cattedrale Camil lo Guffi , dopo
di aver governato quello Collegio molti anni con grand' avantaggio in vita
fua, anche dopo morte vi volle perpetuare la memoria della fua carità, ed
affetto, che vivendo gli aveva portato, perchè nel fuo teitaroento rogato da
Gerolamo Morone Manufardi Not. Coli, di Lodi l'anno 1717. J. Maggio
inllituì fuo Erede univerfale quefto Ven. Collegio , con patto di mante-
nere feiReligiofe regolatrici di elTo nella forma defcritta dalla fua Regola ,
affinchè , entrando quefle con tenue dote , fi poffa foccombere al Collegio colla
fua eredità per il di loro mantenimento, volendo in oltre che il rimanente,
Soddisfati che foffero alcuni fuoi legati , fi converta in beneficio d'effe povere
Orfane , le quali anno molfe acompalfione anche altre pietofe Perfone , come
il Prete D.VicenzoTofiLodigiano, ed altre a foccorele con divertì ialciti,
«he al prefente fono fufficienti a mantenere circa 30. Zittelle.
Nella Chiefa di S.Antonio di Padova de' PP. Conventuali diS. Francefco
con folenne proceflìone fu tralportata la Statua d'eflb Santo dalla Cappella di
S. Francefco a quella, dove è al prefente, che era del Grocifillo, e quello
relia collocato lopra l'architrave. An. 16^1. Not. dd Btnz.
* 10 BarnabòVifconti Signore di Lodi , di Cremona, e d' altre Città , l'anno
»370. donò a Regina della Scala fua moglie Cartel nuovo bocca d'Adda , So-
Jnaglia, Roncaglia, Majano, Monte Diado, ed altre Terre nel Lodigiano.
Villan.
Il S. BENEDETTO, fefiaalla fua Chiefa, a S. Griftoforo , a S.Vicen-
20, a S. Gio, Batiifla, ed a'iS.Cufmo, e Damiano, tutti Moniflerj Bene-
éettwi. liìoria
MARZO. - ^1
I/Jorh della Chiefa di S. Benedette .
Dicono alcuni MS. annonimi nelle Vite de'noftri Vofcovi , come Monfig.
Egidio dell'Acqua, qual vifTeVelcovo di quefta Città dall'anno 1307.
fin all'anno 1311. ontrodulTe in Città le Umiliate, e perchè trovo come quefte
già vi foffero più di cento anni prima , ma in altri luoghi , bifogna_,
che quelli MS. s'intendino delle Umiliate, che furono introdotte in quello Mo-
nirtcro, delle quali non trovo alcun documento prima delli anni (bpralcritti ,
re' quali vide il detto Vefcovo , ficcome le trovo nominate dopo in varii luo-
ghi . ElFendo ItatafoprelTa la Religione delli Umiliati da S. Pio V- l'anno 1570.
palTarono qaelte Monache da Umigliate alla Religione Benedettina, febbene
continuarono la prima ufficiatura dell Ordine delli Umigliati fin' all'anno i6<^6.
15. Gennajo fefta di S. Mauro Abbate , nel qual giorno ripudiato quel Brevia-
rio, s'appigliarono al Benedettino , fecondo dice il loro archivio ; vertono
però l'abito candido ancora, fecondo l'antico coftume Umiliato , ccetto che
portano in terta un velo nero fopra d'un altro bianco. Q.uefloMoni(tero dal
fuo principio conteneva puoco fito, eftendendofi dalla parte del Convento
di S. Francefco , finchj ( come dice il Lodi difc. 9. p. 47i' e fuo archivio)
rannoi5a5. , le Monachecomprarono una Cafa grande, o Palazzo, che prima
era del Card. AngeloSomariva,epa(ratadaeflò negli Olivetani per donazione
di detto Cardinale , e da quefti nella nobile , ed antica Famiglia de' Cani , po-
scia dirocato fervi, comediffi, alle Monache l'anno fudetto per ampliare il
loro vicino Moniftero , dove anche fabbricarono la Chiefa prefenre molto bella
detta di S. Benedetto , polta fopra la corta chiamata dal nome antico del Mar
gerondo.
Pofcia è accrefciuto molto per l'unione fattagli delle Monache, ed effetti
d'altri Moniiterj fopprefli , come dice il Nob. Girolamo CadamofH ne* luoi
MS- dello Spedai magiore di quefta Città, cioè che poco prima dell'anno 1467.
fu unito a quefto Moniltero quello detto delia Cafa de Dinari colle (uè Mona-
che, che erano anche loro Umiliare, e colle loro entrate, nel qualMoniflero
poi fi portarono le Monache di S. Damiano quando vennero in Città , come al
diicorib di quefle tratterò . Anche altre Monache Umiliate dette del Mo-
riflero di S. Maria di Paullo, alias di S. Criiloforino preffoS-Criftoforo ia
Città , dopo molte controverfie fi trasferirono in quefto Moniftero l'anno i5i J.
li li. Febbrajo circa unora di notte , qutli furono quefte due fole Donna Rie*
cadona Villanova Abbadeilk, e Donna Profpera Viglezia Vicaria.
Parimenterannoi595. 30. Aprile in Sabato alle ore 9. vi furono trasferite,
ed incorporate fette Monache da Offizio, e due Converfe del Moniftero di S.
Marta in Città, fìtuato nell' Ifola Quarefmi , perchè minacciando rovina, né
potendofi riparai^ perla fpefa ecedente le fue forze , Moni. Bartolomeo Me-
niti noltro Vefcovo le dillribui parte in quefto Moniftero , parte in quello di
S. Damiano , e parte in quello di S. Giovanni , come fi dirà trattandofì di quefli
Monilterj, a' quali colla refpettiva porzione delle Monache furono afTegnate
ancora le entrate del Mojillero, che redo foppreflb. Poi li 8. Novembre
dello
4<5 MARZO.
dello ftefTo anno furono trasferite le offa de'Cadaveri feppelliti nella Chiefa del
fuo MonifteroallaParrocchiale piìi vicina di S. Biaggio, e fu profanata dal Ca-
nonico della Cattedr Gio Batt.Griffino d'ordine dello fteflo Prelato. Si deve no-
tare ancora come neU'eftraerfi le oda delle, Monache furono ritrovate in una
cafl'etta feparata quelle di Donna Geneura Senchia Cittadina di Lodi , le quali
col permefTo del detto Vefco\o ad inftanza delle nove Monache unite col Mo-
niitero di S. Benedetto furono portate a quefto Monifiero, edepofitateinaltra
calTetta fatta di nuovo , ferrata con chiave femina affai grcffa ,e fu ripoita nel
fepolcro comune. Era quefta Monaca viHuta efemplariiTima , edoflervan-
tiliìma de' Voti profcflati , e morta in conretto di gran itima nella pietà, e le
fue Conforellc! le avevano Tempre confervata particolar divozione , e per
tradizione verbale fi ha che certa Nob. Lodovica Sommaglia Lodigiana da
lei ricevette una grazia. Tutto quefto fi ha da iftrumenti rogati da Fran-
cefco Maria Erba Cancell. Vefcovale giorni , ed anni fuddetti , e dall' archi-
vio di quelle Monache, che liferifce anche l'ultimo fatto. In quello Mo-
nifterorifiedono circa 45. Monache , ed al principio di quello fecolo fono Hate
anche più di cinquanta . Vedi 29. Luglio .
Bona DuchefTa ,e Gio. Galeazzo Vifconti di lei figliuolo Duca di Milano
concedono molti privilegi, e l'efenzione di molti dazj alla Città di Lodi.
j4n. 1471. Rub. della Muz.
Fraterna, e facrilega uccifione con fedeci altre perfone in circa, che reflarono
ammazzate nella Balilica di S. Francefco nel tempo di predica , ed anch<u.
molte altre ftroppiate, ©ferite mortalmente, e perchè il P. Predicatore volle
Igridare i ficcarj sbararonodell'archibugiate anche contro di elio, ma per gra-
zia del Signore non reflòofFefo, perchè le palle colpirono folamente il pul-
pito, delle quali anche al prefente fé ne vede ilfegno . An. 16^2. Not. del Benz.
ai Al nuovo Altare della PalTione nella Chiefa Parrocchiale di S Maria
Maddalena fi cantala prima MeiTa folennemente , efl'endo Domenica QiPalIio-
ne nell'anno 1^4 j. Por. nel fuo libi 9
*3 La Rettoria de' SS. Cofmo , e Damiano è trasferita, ed incorporata colla
Parrocchiale di S. Salvatore l'anno ijpi. come d'iftrumento rogato da Mi-
chel Palleari , Vedi 18. j^ovembre ifioria di S. Romano .
• 24 Scrive Antonio Maraviglia Giureconfulto , che dimorando in Lodi Vi-
cario nell'anno 1399. vide il Sole chiaro a render puoco , e quafi niente di
fplendore, tal'ora pareva che gettale fuoco, e tremanti fcimille ignee.efumofe
a guifa di fornace , tal' ora compariva di color azuro , e tal' ora d'altri civeifi
colori . Vi lan.
ì5 L'ANNUNCIAZIONE DELLA B. VERGINE, fefta alla Chiefa de*
PP. Carmelitani .
QMeilaChida era atiticamente dedicata a S. Maria Elifabetta jufpatronato
delia
MARZO'. 47
della Nob. Cafa Cidamoftì , e da quefta ceduta a' PP. Carmelitani l'snno 149^.
e fuliito che lapollederono vene fabbricarono uà' altra nuova, quale la pre-
fente, che fu confacrata l'anno 1522. , echi defidera maggiori notizie veda il
cap. 5. dell' Irtoria facra de'Sancuarj della B. V. , opera dell'Autore di quefta.
Edendo ftara portata alla Chiefa di S. Defendente la flatua della B. Vergine
del SS. Rofario l'anno 1705. , perchè nella Chiefa di S. Domenico , ove fi ve-
nerava, fu piantato lo Spedale de' Francefi , oggi con pompa, e giubilo di
tutta la Citta fi reltituifce proceflìonalmente alla fua prima nicchia . An. \yo6.
fua Ifloria .
Oggi è fefta principale ancora d«lla Chiefa diS. Maria dell'Annunciata»*
delle Òrfole di Lodi vecchio .
Ifloria à' efa Chiefa .
^He quefta folTe la Cattedrale dell'antica Città non v' è da dubitare . Tutti
j gli Scrittori Lodigiani, e tradizioni verbali 1' accordano , come anche
l'ilcrizione , che fi legge nell ingrelTo del Collegio fopra la porta , che comin-
cia : Ecchftam hanc o'.im CathedralfmUrits vcteris&c. ed il Lodi neldilc. 7.
dice : La Bafilica di S. M^ria , altre volte Cattedrale , mofira dall' appetto fua
il rtfarcimento avuto, vfggcndoffi in parte antica y e in parte nuova. Monfig.
Cadamolèi , come dall'arch. del Vefcovaro , fu il primo , che applicò il pen-
derò a ripararla l'anno 1381. L'ultima mano vela pofero i Canonici di Starla,
che vi ebbero refidenza qualche tempo, e laridulfero a poco pih della meta
in longhezza di quella era prima, come il citato Lodi aldifc.7. pag. 349-»
ed ellendo fiata iopprelTa quefta Religione li 6. Dicembre 1668. , come il
Bollar. , reftò ancora derelitta la Chiefa , finché T anno i6()o. v' entrarono in
pollelfo le Orfole di Lodi vecchio , quali prima abitavano in una Cafa privata,
elfcndo qua ven-jte da Brembio in numero di fei Vanno 1682.
Anche* Monfig. Ortenfio Vifconti noftro Vefcovo pofe la fua benigna , e
prodiga mano alla perfezione , e bellezza di quefta Chiefa, e Collegio, come
al prelente fi vede, e refiò il tutto perfezionato l'anno 1710. Sua tfcrizione k
Leggafiii. Ottobre , <r *i. Maggio Vita dd B. Giacomo Oldo .
Fefta principale anche alla Chiefa di S. Maria del Bofco fotto la Parroc-
chia del Luogo di Spino.
I fiorì a d'epi Chiefa .
PEr dare foddisfazione ad alcuni Cittadini di Lodi divoti della B. Vergine
detta del Bofco forto la Parrocchiale Arclpreturaledel Luogo di Spino m
(jera d'Adda, debbo feri vere qualche cofa anche di queilo Santuario, abben-
chè fia fuori del mio aflunto . . '.
Dell'origine più antica di quefta Chiefa non ho potuto ftabilire altro ioa»
^ danaea-.
4^ M A R 7 O.
demento che quello pafla per antichiflìma , e coftante tradizione verbale»
paflàta in noi da Uomini di gran fenno , e credito , EcclefialHci , e Nobili , e
però degni di tutta la fede , avendogli conofciuti anche molti di quelli, che
vivono oggidì .
Ne' Bofchi , ove èfituata quefta Chiefa fu anticamente prefo uno da'Sbirri
per condurlo a Lodi nelle Carceri, ma egli o perchè fofTe innocente gli preme f-
fc la difel'a del Tuo buon nome , o perchè fbfl'e reo , e molto temell'e della fua--.
vita, nel parlar da quefta parte , mentre era condotto legato, di vero cuore
contrito invocò in ilio ajuto la B. V. ,ladi cui Sacra Imagineerain quello fito,
ove anche al prefente (i venera verfo la Chiefa in Confcffione . Fu pronta la
Santiffima Vergine Madre di Mifcricordia , la quale li dichiarò a S. Brigida,
ch'era Madre di tutti li peccatori , che fi volevano emendare; perchè (ubito
prcCe la ditela di quel prigioniero, gli caddero a terra due maneae congiunte-,
con grolla catena, che g'i tenevano legate, e ftreite le mani ,e iì vide fciolto ,c
libero da'Sbirri , che per maggior compimento della grazia della B. V lo per-
dettero anche di villa, febbenegli foifero prefenti : onde loro fi partirono con-
fufi , come un Cacciatore , dal quale foffe fugita la tìeri dalla rete , ed egli con-
folato, ed allegro fi prefentò con que' ferri avanti la Santiihma Im .gine fua li-
beratrice , che dovette renderle mille grazie , dicendo : Per voi ò potentillima
Regina del Cielo, edella terra fièfcioltoil mio laccio, e per voi io fono libe-
ratp . Laqttats contritus cIÌ , à' fgo liberatus fmn . Lalciò anche a' piedi riell.i Sa-
cra Imagineinteftimonio della grazia ricevuta le manette colla catena , quali
ancorafi vedono appelè vicino all' Immagine a perpetua memoria delle glorie
di Maria. Da quello miracolo prefero confidenza di ricorrere ad ella varj Di-
voti , che partendo poi confolati vi laiciavano copioiè limofine per gratituoine
de' favori , e grazie che riceveano , quali tanto fi accumularono, che li poie con
quel danaro fabbricare la Chiefa, non già fecondo le mifene del Borco,nel
quale fi adora, ma a mifura della grandilfima divozione , che le profell'avano i
Popoli , mercechè le fu tàbbricata una Chiefa di si nobile difegno , che per la
fua Maeltà , e vaghezza potria numerarfi tra le fingolari in qualfifia Citta .
Comepoi foflècuftodita ,ed amminillratafelo può immagiHare chi che fia
informato delle miferie de' noltri paefi nei fecoli pafi'ati , or co' flagelli della
pefte,orco'I innondazioni dell' Acque, or colle crudeltà delle guerre m ilto
più frequenti di ad elio , edin ifpezie in Cera d'Adda nel (ecolo del 1500. Tra
queftelpaventofe memorie raccontano Fra Giacomo da Bergamo nelle Cron.
del Mondo , e molti altri Scrittori ancora la fanguinoia battaglia ieguita prelTb
il Borgo di Pandinopuoco difcolto , colla vittoria de' Francefi contro Vene-
aiani , come dirò li 14 Maggio. Ma che occorre andar indagando ne' lecoli
andati ledifgrazie che ha incontrato queito benedetto Santuario , fé fu '1 prin-
cipio del fecolo corrente cogli noltri occhi abbiam vedute le Sold uelche Fran-
cefi a fpogliarlo delle fuppelettili facre,e fino delle Campane? Che lluporc
poi farà , le quefta miferabile Chiefa è reif ata abbandonata da' Mmiltri , dere-
litte le fue entrate , intepidita la devozione fenza di uno che le provedefle al-
meno del necelTario mantenimento , e fpogliata dell' Archivio di maniera che
A&li'iinao i;^9. retro non vi £ trovano documenti di forte alcuna- Da qui
iaaaiuzi
MARZO. 49
inanzi però fi comincia a vedere come in detto anno Monfig. Vefcovo Taverna
la vifitò, e co' buoni decreti vi ftabili qualche ordine , fé prima il tutto vi era
dilcrdinato, leggendofì anche nei Sin. ?.ap. 144. come quefia Chiefa l'anno
1519. eraamminiuraia da Laici , vi fi celebrava MefTa tutte le fefte, e due volte
la lettimana,e v'eraun Beneficio appellato Chericaro del titolodellofteflo Ora-
torio,o Chiefa. Anche Monfig Vefcovo Gera vificandola l'anno i(5z(5.i5. Settem-
bre ordinòoitoDeputaticompreCorAreipretedi Spino come proprio Parroco
al di lei governo, amovibili dall' Ordinario, prefcrivendo loroottime regole, che
fi leggono nel principio d'un libro vecchio colli cartoni coperti di bazma . In
oltre Monfig. Menati l'anno iiJpj. zz. Dicembre rinovò la nomina di altri otto,
e l'anno 1699 (pedi a' medefimi la licenza di ridorare , e rifabbricare la Chiefa
dove faceva il bilbgno, come fegui . In quella Chiefa , oltre il detto Chierica-
to , Ibno altri duoi Beneficj femplici , come il Sin. 6. , e l'Arciprete della detta
Parrocchiiledi Spino Gio. Locato nel fuo Tellamento rogato da Aldo FafoUo
Notaj 5 di Lodi l'anno 1640. 25. Agoflo , ed iii fuo Codicillo del giorno feguente
fifsò una Meda cotidiana , la quale anche oggidì efattamente fi celebra a mag-
gior gloria di Dio , e di quefta B. Vergine , la di cui Immagine facra fi adora ,
comefièdetto, all'Altare della Gonfeflione ,per edere quefta Chiefa in tre
ravidivifa,cioè luperiore , con lòtto la Gonfeflione, o Scurolo,e poi altra
nave al piano , alla quale concorrono anche da lontani paefi li Fedeli Criftiaui
ad onorar Maria , ed in particolare in queita benedetta , e facrofanta giornata »
nella quale lene celebra la fua maggior fclta tra l'anno, colla Predica al dopo
pranzo .
Oggi feflainCittà,a S. Domenico, a S. Marco, enella DiocefiacampoRi-
nalao .
i5. S. BERTAZlJvO Mart. Lodigiano, ildicui facro Corpo fi venera nella
Chiefa di s . Salvatore della Citta di Brefcia , come il noftro Martirologio .
17. Per la Traslazione in Città del Corpo di S. Daniele Mart. ,vedifuaVita
23. Aprile .
I Lodigiani diflruggono la Regione di Porta Orientale di Milano di ordine
d: Federico 1. ,chev entra vitti^nolo l'anno iKJi.^onw.
28. Si comincia il Sin. 6. di Monfig. Menati , l'anno 1(589.
19. Per l'elezione di S.Alberto in noftro Vefcovo vedi fua Vita. )
Effendo Domenica quarta di Quarefima d'ordine di Clemente IX. è fulmina-
ta la (commu;iicareila Cattedrale contro gli ucciforidil Vefcovo della Citta
di Nocera nel Regno di Napoli, qual funzione apportò molto terrore l'anno
>66y. Not. dtl hcnz.
D - 30 ^^*
5© MARZO.
30. Finifceil Sin.^. quale elTendo /tato itampato furono obbligati tutti li
Preti comprarlo fotto pene rigorol'e , ed arbitrarie al Vicario Generale , elFendo
ablente il Veicovo l'anno 1689.
31. Il Sommo Pontefice Leone X. coftituifceDalegati l'Archidiacono della
Cattedrale di Lodi , e li Vicari Generali dell* Arci /elcovato di Milano, e del
Vefcovato di Bergamo prò tempore enfienti per l'eiecuzione de' Privilegi con-
ceffi alla Chiefa , ed Ofpitale della B. V. Maria della Fontana di Caravaggio .
Dat. in Roma l'anno i j i5. Liòro d'tjpi Santuario infine .
Fondandofi la Compagnia della B. Vergine de' fette Dolori nella Chiefa Par-
rocchiale di S. Giaccomo , oggi del i68(5. Monfìg. Menati benedice quella Sta-
tua in Duomo , e poi con proccliìone folenne è portata alla fua Chiefa , correndo
la Domenica di Palllone .
APRILE.
Onfig. Vefcovo Menati parte da Lodi per Nimzio Appof-
tolico in Lucerna apprelfo li Grigioni , e Svizzeri l'anno
1589. > ^ ritornò a Lodi il primo Maggio 16^6. Not. del
Caven.
1 S. FRANCESCO DI PAOLA, fefta con Indulgenza
plenaria alla Chiefa della B. V. delle Grazie de' PP.
Minimi.
Narfete Eunuco Governatore d'Italia creato da Giuftiniano Imperadore di
Coltantinopoli, per premio indegno del fuo gran valore di avere purgato l'Italia
dalla barbarie de' Gotti, fu chiamato a Coftantinopoli dall' Imperadrice Soffia
moglie del detto Inaperadore, per diftribuire le lane da filare alle più vili
ferventi ; onde egli fdegnato rifpofea Soffia che le averebbe ben predo ordita
una tela,ch'ellan5 farebbe ftata capace di diltiorre per tutto il corlo di fua vita.
Corrifpofero le parole a' fatti , perchè Narfete chiamò in Italia Alboino Re de'
Longobardi , che in quelto giorno dell'anno j68. fiparti dall' Ungaria con nu-
tnerofiffimo efercito de Soldati , che conduil'ero fecole loro mogi] , figliuoli, e
foflanze, e giunti in quella Provincia portarono il nome di Lombardia dalle
lunghe barbe che avevano, e l'anno 570. s'ìmpofl'clTarono di Lodi, e di altre
Città . Vedi Villan. , f ^3 • conenti Vita di S. Daniele .
3 Oggi come prima Domenica del mefe nell'anno 1554. fu cominciata fu'l
Lodigiano nell'Oratorio di S. Paolo in Città la Dottrina Criltiana . Rg. di ef-
fa Dottrina , ed Arch. dt S. Paolo .
* 4 In quello niefe dell'anno 1559. le acque di Adda allagarono dal Cartello
fino
APRILE. yi
Ano alla Torretta , ed oltre Adda fino al Caslari. Lodidifc.E.p.^'^-^. ji. icdi ^.
Ma^po replicata la flcjpt innondazione , e primo Gennajo .
y Monfig. Pietro Vidoninoflro Vercovo,efIendo Nunzio Appoftolico in^
Polonia, oggi è creato Cardinale dà Alellandro VII. Semino Pontefice l'ann»
1660. Nat. del Emi,
• 6 Francefcol. Sforza, marito di Bianca Maria figlia naturale di Filino»
Maria Vifconti ultimo Duca di Milano di qiiefta prosapia , e che anche dal me-
defimo Duca era lìato addotatoper figlio , l'ann.o 1449. fu ricevuto da'Lodi-
gianiper loro Sovrano con diraollrazioni di Ilraordinario contento . Villan.
7 Per la Solenne , e Pontificale entrata fatta dal noftro Vefcovo Bongiovanni
Filfiraga in quello giorno vedi fua Vita .
8 FeftadelB. AmicinoConf. dell'Ordine de' Minori OlTervanti diS. Fran-
cefco , il quale per la ftrada dell' Umiltà , pazienza , manfijetudine , ed afprifll-
ma penitenza c^mirando , pafsòalla gloria del Paradifo , come per antica ifcri-
Zione pofta alla fua Immagine , che altre volte Ci venerava nella Chiefa Parroc-
chiale di Maiialengo di queita Dioccfi. im. j. alla fua Vita p. 93. yC Marti»
rologio .
Acerbo Morena, figlio di Ottone, ambidue infigni Iftorici in qiiefto di, co-
me giorno di Pafqua di Refurrezione dell' anno ii6z. , efTendo Podeftà , e Cava-
lier primario di queita nuova Città, pranla con Federico primo Imperadore,
e con Beatrice liia Moglie nella Curia Vefcovale di Pavia , nel cui Duomo dopo
Mefiàiblenne li era fatto incoronare , volendo accora allo ftellò prar.fo li Vef-
covi , alladntta , edalla finiltra di fé , e dell' Imperadrice , velliii cogli orna-
menti Pontificali , e Mitre in capo, ed aiiìeme U Marchefi , Conti , e Conioli
tutti delle Città d'Italia .
Oldradode Ponte NobilifTimo di Lodi, Lettore pubblico di Leggi in Roma ,
Padova , e Bologna, Avvocato Ccnciftorriale , Auditor delle Giu("e,e carif-
fimoa' Pontefici, dopo aver compolti eggregj Comentarj , e meritatofi il glo-
riofo titolo di Padre delle Leggi , e di quelie ellèndo Lettor pubblico anche in
Avignone , oggi vi muore l'anno 1335. Fillan.f. 131.
9 Segue in Lodi l'aggiuftamento tra' Veneziani, e Francefco I. Sforza Si-
gnore vii Lodi , ed il primo , che di quella Famiglia folle Duca di Milano l'anno
1454. Vtllan.
10 Cominciò il male de'fegniafare molta ftragge .ftreppando colla morte
£noaclle famiglie intieie l'anno 161 j. Not.ddAhr.
11 S. LEONE Papa , fefta alla Terra di Bargano . Ftdi ij. Dùembre .
D » Per
yz APRILE.
Per la Creazione del Cardinal Vidoni fi canta MefTa in Duomo col Te Deum»
ed alla fera con illuminazioni , sbarri , e fuochi artificiali fulla Piazza maggió-
re fi mandano fin al Cielo fegni di giubilo . Not.dd Caven.
Per la nafcita d'un Figlio del noflro Re Filippo IV. Monarca delle Spagne,
oltre moltifTime fefte celebrate dalla Città, gli Mercanti fecero rapprefenrare
fulla Piazza maggiore tutt' oggi la Città di Lodi , come una Donna veflita di
color di bronzo , che tramandava vino da una poppa , e latte dall' altra, che ve-
ni vano goduti da chi gli coglie va, e diftribuironfi a' poveri otto moggia di for-
mento, ftando anche fempre chiufc le Botteghe . Anno i5<$i. Not.de Dolcm.
Averti come altri , che hanno notato quefte dimofirazioni , lo mettono replicate aitrc^
volte in tempo divcrfo .
12 S.ZENONE Martire, e Vefcovo di Verona, falla alle Parocchiali
dello iieiro luogo , di Vallerà , di Vajano, di S. Biaggio in Città , e dell' Ora-
torio di RioUo lòtto laParrochia di S . Giaccomo maggiore .
P'it.i del Sat7to ejìratt.t da quella che ha fcritto D. ZENO Pafìori .
N Acque il noflro Sa,nto da Giaccomo Conte Zabarella defccndentè dall'anti-
co fangue de' Favj , che congiunto in Matrimonio con una Gentil Donnaa
lui eguale nella pietà , e nella Nobiltà in Verona , lo impetrarono dal Signore
quafi come un' altro Zaccaria il fìioGio. Butifia, perchè mentre lo pregavano
a concedere loro iuccelFione , furono awifati in fogno che a verebbero avuto un
Figliuolo , e che gli mettefTero nome Zenone, che vuol dire Divino, perchè
tale farebbe flato ne' fatti . t
Nato che fu, e battezzato, prevedendo il Demonio molta rovina da queflo
B imbino , per vendetta lo levò dalla culla , ed in fuo luogo vi pof'e un Diavolet-
to tanto fimile , che li Parenti ,non fé ne avvedendo ,lo tenevano perii proprio
Bambino , ma queflo dalla perfìdia del Diavolo doveva eilcre flato portato alla
riva deli' Adice, fiume che pafTa appreffo la Città, atancliè o dall' ondefoffe
fomerfb , o dalle beftie divorato : ma Iddio , che lo voleva difendere ne impofe
la cura al fuo S. Angelo Cuflode , il quale di là lo folle vò , eportollo alla cafa
del Padre ellendo di note avanzata , e picchio alla porta dicendo : che venifle a
prender il fuo figlivoletto . Udì la Madre quefte parole , ma tenendo per certo
chelo avefTe incafa, e nella culla, filmava fogno la verità , e la verii;à un_,
iògno. Pure alle replicate illanze del S. Angelo Cuflode , febbenea loro inco-
gnito come tale, perchè era loro comparfo in guifa di Giovane, fu ammefTo
in cafa , e orefentato alla culla dove lo fpirito maligno giaceva trasfigurato
nel Bambino , e facendogli l'Angelo contro il legno della S. Croce fvani colui ,
Uafciando vota la culla , e la flanza infetta di fetore per afTicurar dell' inganno
li Parenti , rimafi attoniti per lo ftupore .
Arrivato all' erta giovanile fi ritirò dal Mondo, e fi diede a fantificarfi nell'
eremo predo il detto fiume ed avanzatofie negli anni, e nella pietà , di là fi
ritirò , edinviolL ad incogniti Pàefi a Predicar i'£vangelo,aiizi mollò da fpiriro
celelte
APRILE. _ f$
eelefle Sporto a vifitarTerra fanta , poi entrato in una delle vicine Città vi
cfiminciò a predicar Gesù Crifto. Un Pontefice Idolatra vedendo la gran mol-
titudine de' popoli , che concorreva a lèntirlo, montato lulle furie, le lo fece
empiamente condurre d'avanci, e fiagelar' a l'angue, poi per alte balze , e dirup-
pi Ihafcinato fu lat'ciato per morto ; ma inunmomento per virtù divina fu
liilmato . In quello mentre per cadigo di Dio un el'ercito de Demonj entrò
nel corpo d'un figliuolo del barbaro Idolatra , e come indomita fiera non li
lafciava avvicinar' alcuno né meno iuo Padre, che non potendo in altra ma-
nieta sfogar iHuo dolore gridava: Ah figlivolo, ah figlivolochi t'ha tolto il
cervello? Ah perfido , ah iacrilego, riionavadallabocca del figlivolo, e dove
hai tu polte le mani ? Voleva repplicar il Padre , quando il figlivolo sbalzandoli
di li velociOimamente fu portato dalla forza de' Diavoli avanti del Santo che
in pubblico predicava la parola di Dio. Lo conobbe il Santo per quello che
era, efubito mollo a compaflione , comandò a Satanallb chefi partilVeda quel
corpo in virtù di quel Gesù Grillo che predicava, e non potendo refiltere a si
forte comando , iu necellitaco ubbidire , e lafciar libero, e quieto l'infelice
Energumeno.
Da quelli duoi prodigi, che il Popolo ammirava, cioè del Santo rifanatoia
un Cubito , e lenza rimedio umano , e del figliuolo liberato , prefc animo mag-
giore a predicar Gesù Grido , ed il popolo liberamente fi convertiva alla S.
Fede, abbandonando il Gentilefimo. Poi entrato nel Tempio dell' Idolo più vi-
cino, dilfe al Demonio: fé tu fei vero Dio fa che quello mio corpo ritorni an-
cora tutto lacerato , %d infanguinato come era, e che quello Giovine diventi
xiovamente infuriato , ma le è vero che Gesù Grillo , quale io predico lia lui folo
il vero Dio , e che tu fii vera creatura vile , e foggetta all' impero di Grido , par-
titi fubuodiquà, e quelt' Idolo fi rilblvi in cenere, acciò conofca tutto quello
Popolo che altro Dio non fitruova fuori di quello, che logli annunzio. Non
ebbeforzadi lare alcuna relilter.za il Diavolo, ma in un baleno fcuottendolì
la darua, con gridi orribili cadde a terra ridotta in polvere, e riempi tutto il
Tempio di odore fuliureo . A fpettacoli si portentofi levoffi un grido nel Popolo
innumerabile, econfelsò elfere il vero Dio folo quello , che adoravano li Gril-
tiam .richiedendo tutti d'eilere Battezzati, quali tutti redarono confolaii, e
Tempre più conlermati quando che vedevano gli dupendi miracoli , che il
5anto operava l'Io cui legno cella S. Groce .
Q,c.inc.i palsò alla Grecia, e da queda alla Macedonia , ed avendo da per-
tuttoptedicaio il l'uu Grido con gran frutto, dalla parte del Mar Adriatico fece
ritorno a Verona Tua patria, di cui appunto il Velcovo in quello Hello giorno
era pallate all' altra vici, e fu da tutti ad una voce acclamato Zenone per fuc-
cellòrcnel Velcovato . Fecegii ultimi sforzi di refidenza la lua umihà , ma
alla fine conofcendo di edere chiamato da Dio , chinò la teda alii fuoi
decreti , ed alli 8. del mele di Dicembre fu confagrato l'ottavo Velcovo»
come all' olTcrvazicne quinta p. 17. del libro citato ; e quelle parti degne,
che agii ottimi Padori ci S. ChicfaprelcrideS. Paolo, già tutte in Zenone
il epilogarono .
lira lolite perrairomigliarfi a' SS. AppoIloU divertire cgilapefcagione dft
D 3 canna y
^4 APRILE.
tanna, colla quale nello ftefTo tempo facea l'ufficio di Marta col provvederfi
del necefTario vitto , e faceva quello di Maddalena col trafportar la fua menle
al Simbolo dell' Ufficio Paltorale, edaquefto pairava ad altiffimecontempla-
aioni alle rive del fiume Adice , e come mai potè ile lolle var' anime peccatrici
dell'onde del Mar infernale ; ma in queflo mentre per avventura ebbe col fe-
gno della S. Croce adilcacciar'il Diavolo chedair altra parte del fiume aveva
tnelTo in precipizio alcuni buovi, che tiravano col carro anche il Bifolco nel
fiume : Parto , dille allora lo fpirito maligno , ma me ne volo altrove per ordire
contro di teinfidie cosi intricate , che sforzato quindi tu partirai. Non s'inti-
morì il Santo , ma coraggiolamente rilpole : Non tenterai cola , che non fìa per-
meffa dalla fuprema volontà del mio Dio , al quale di buona voglia mi fotto-
metto .
Poco tempo pafsò, che coftui invasò il Corpo d'una figliuola di Licinio Gal-
lieno Imperadore , figlio di Valeriano , e con tutto iuo potere la tormentava , e
mentre il Padre, non lapeva, come voleva, ajutarla , s'udivano dalla di lei boc-
ca quelle parole : Nonul'ciròmai , fenonalli comandi di Zenone fervo di Cri-
fto. S'innoridironoGallieno, li Medici , e tutti gli altri fpettatori a queltcw
voci , e Cefare fenza altra dimora f'pedi alcuni fuoi Principi in cerca del Santo .
Affrettarono quefti li palFi , e dopo varie diligenze fatte per molti Paefi , feppe-
ro che quefto fi trovava in Verona , e colà portarifi fi prefentarono al Santo
Paftore, appunto il tempo, che fecondo il i'uo coltume, fi divertiva alle rive
dell' Adice. Gli riferirono le premure dell' Imperadore, ed allora conobbe
l'arte del Diavolo, che dal carro di quel Ruflico era pafH^to alla Corte dell'
Imperadore di Roma , ma non gli difpiacque quefto incontro , perchè prevede-
va! opportunità d'onorare il fuo Dio anche in quell'alma Città , e però difTe
a loro: che a dimanda sigiuila non lapeva dar la negativa, e che andaffero
avanti , che elfo gli avrebbe feguitati . Prima però che partiffèro donò a loro
tre pefci de' più fcielti, che aveva pefcati , ma uno di elfi Principi delira-
mente ne tolfe un altro , forfè per ingordigia , o forfè per leggerezza . Par-
tironfi , ed ognuno diceva quel tanto che loro pareva del Santo , chi dileggian-
dolo, echi lodandolo . In tanto rifoHero difermarf: perlaftrada,e far cuo-
cere li quattro pefci, ma reftarono burlati quando penlàrono di prenderli
beffe del Santo Prelato , perchè il quarto pelce rubbato , con quanto fuoco
aveffero cotti li tre , quefto iempre guizzò cosi vivo per il vafo nell'oglio,
che peròravvedutifi dell' errore comelfo ritornarono indierro a fargli fcufa »
e da quefto miracolo s' introduire poi a rapprefentare il Santo o in pittura , o
in ftatua con unpefce che gli pende dal baltone Paftorale per fuo diflintivo.
Ebbe nulla aftancarfi nel fuo viaggio il noftro Santo, perchè quello Spirito
celefte , che rapi l'Appoflolo Filippo , come U legge negli atti degli Appoftolt
tap. 8. rapi a mio credere anche S.Zenone da Verona , e loripofein Roma,
e fattofi conofcere da Gallieno fu condotto avanti 1' oflèlfa Figliuola , dalla
quale col fegno della S. Croce fubito efigliò il Demonio nel fuo Inferno.
Allora rimperadore levatofi dal fuo Trono , e toltafi la Corona di capo la donò'
al Santo Vefcovo, il quale la ricevette cortefemente per farne di eiìà iubito
una generofa offerta a' Poveri , d'ùvi non fece molta dimora , conofcendo
ilbifo-
APRILE. yj
ilbifogno che teneva di coltivare la vigna della fua Chiefa, ma vifitò il
Pontefice Dicnifio il Greco, poi licenzidoii daambidui fbpremi Perfona^gi, fi
mife in viaggio per reltitiiirri alia fua diletta Verona , avendo riportato dall'
Imperadore licenza di poter Predicare liberamente la Fede di Crifto , edin»
nalzir Tempj al vero Iddio.
Ritornato alla Patria ieguitò colla fua facondia diParadifo a predicare le
verità delfanto Evangelo, e colla penna a fpargere celefti dottrine, quali
la S. Chiefauniverldle veneraanche di bel nuovo, anzi ammira ancora come
colla Ina dottrina, e diligenza nftorò il modo, e Canone per ritrovare la
Pafqua diRefurezione, che fu abbraciato da tutto il Mondo Cri ftiano .
Solamente i Pagani fremeano di rabbia nel vedere tanta convcrfìone d'anim«
tCrifto, e tentavano ogni modo per ifcreditarlo , ma perchè le caufe di Ze-
none erano tutte appoggiate all' onore di Dio , rifultavaao anche fempre
con maggior fuo avvantaggio. Vaglianmi perpruova alcuni efempU , che
ione per n arar vi .
Fu trovato un giorno il Cadavere d'unmifero annegato nel fiume, e le-
vato da' Pagani, lo portarono avanti il Santo , che per buona forte predicava
ad una moltitudine di Popolo. Lo gettarono a' di lui piedi con derifo, di-
cendo che anche loro avrebbero creduto alla fiia Dottrina , fé avelie fatto
rifulcitarequel morto ; ed in fattialtronon vi volleperammolire i loro cuori,
perchè avendo il Santo ricchiamato alla vita il morto, immediatamente detef-
tarono le loro colpe pallate nel Gentilefiino , e chiefero d' eflere B.ittezzati .
Non men mirabile è il leguente prodigio : Avvenne un giorno che alcuni
Idolatri pregavano i loro falli Dei per la liberazione d'un Giovinetto , qual
era malaniecte tormentato da' Pemonj , ma riufcirono fempre inutili le loro
meriZ')gne, e preghiere. Perfine il Padre dell' OHelI'o fuconfig'.iato a con-
fidarfi nel Dio de' Crirtiani , e riccorrere al Santo Vefcovo, e ficcome non tar-
dò egli a metter in efecuzione il buon conlìglio, vide anche fubito l'elferto
dtHa liberazione , e confinò quel Demonio atrattcnerfi in unpicciolocantons
d'una caia vicina finché ritornava. Indi volendo il Santo far vedere a tutti
quanto fofie debole il Demonio, e quanto follerò ingannati quelli chegli cre-
devano ; dopo ch'ebbe inftrutto nella Fede Criftiana il liberato Giovane, fuo
Padre, con tutta quella Gente andarono al fito dove era flato confinato il De-
monio , e ccmancogli che fubito fitrasferilTe oltre il Mare in un certo luogo,
dove aveva veduta una gran bella conca di porfido , andafl'e a prenderla, e
la portane alla fua prcfenza . Se n'andò llibito lo fpirito infernale , ed il Santo
profegui a fpiegare la Dottrina di Crifto , quando da lontano fi vidde un' om-
bra rotorda, che facendo fembianza a prima vidad'ofcura nuvola, nell'av-
vicinatfi fu raffigurata da lutti per il gran vafo di porfido portato dal Diavolo,
e lodepoie a' piedi del Santo ; ma perchè vi mancava il piedeilallo, impofe
di nuovo allolpirito che loandafie a prendere colla itefia velocità, ilchè fu
rigorolamente eleguito, ed anche a' giorni ncflri quella gran conca fi vede
avanti il Tempio maggiore del Santo ia Verona, fetibene per l'a'Uichità ir»
qualche parte è manchevole. Finalmente per amore del fuo Grillo, che
iempre iìveva pioielkto colie opere, predicato colla lir^gua, ed amato co|
D 4 vero a
)
56 APRILE.
vero cuore , mori 1* anno t6^. 12. Aprile . Stette però Tempre viva la devo-
zione de' Popoli verlb del Santo, e per fegno ancora l'anno feguente alcuni
congiunti coU'Imperadore , quali in Roma per aver veduto la mirabile libe-
razione della di lui Figliuola s'erano convertiti aCrifto , fabbricarono un
Tempio fuori di Città prelio il fiume , dove poi ripofero il fuo lacro Corpo,
ingrazia del quale iddio benedetto conceflè la fanita agl'Infermi, laconfo-
lazione a* Tribolati, la vita a' morti . In quelto Tennpio l'anno 590. crefccn-
do l'Adice fuoridi mirura,nèfapendo iCittadini doveadìcurarfì , fi rifugia-
rono entro di quello Tempio medellmo , quantunque più vicmo al fiume , e
febbene le acque tanto crebbero , che formontarono e la porta , eie fineftre,
mai però perdettero il rif petto al Santo coU'entrarvi .
La divozione però di queftoSanto Vefcovo, e Martire non è ristretta fo-
lamente in quella Chiefa , ma è dilatata per molte parti del Mondo , provando
li Fedeli Criitiani quante grazie ricevono quelli, che ad elio fanno divoto ri-
cor fo . Il continuo concorfo diFerfone, che portano Bambini a far bene-
dire avanti la liaa Immagine nella Chieia Parrocchiale diS.Biaggio in quella
Città, ed anche ogni fona d' Infermi , che concorrono in tanta copia per eilere
benedetti fotte la fua protezione avanti la di lui Statua , che fi conlerva
nella Parrocchiale Arcipreturale del Luogo, che da quelto Santo fuo titolare
porta il nome di S. Zenone , ed in altri Luoghi del Lodigiano , le Chiefe dei
quali fono dedicate a fuo onore, o che vi fi venera per Cappelle, o per Imma-
gini, o per Statue, che tengono fempre viva la fua divozione , fono tutti argo-
menti della fua gran Santità , mentre provano quanto fia amato da Dio in Cielo,
f"e vuole che fia tanto onorato in terra . ^cdi 23. Ottobre per la Cbùfa dt qucflt
Santo , e fua Reliquia .
13 Lodovico Sforza, detto il Moro, Duca di Milano flabilifce nuova ri-
forma de'Decurioni di Lodi l'anno 1492. , come fui fine dell' Opera allo itato
della vecchia, e nuova Città.
14 Nella lagrimevole giornata de' faccheggi della noftra Città , della quale
ho difcorfo nell'informazione del Campanile della Cattedrale fottoliip Gen-
najo ,e fecondo ilZumalli nelle fue annotazioni feguita nel mefe corrente ,
racconta come la prima volta furono fpogliate le Cafe , e le Botteghe ; la
feconda volta le Chiefe, e ruppero anche il luogo, dove fi conferva il Telbro
diS.BafTano per rapirlo , maelfendo Itato difefo dal Clero , poterono gì' ini-
mici folo portar feco tre anelli d'oro , due Croci ingemmate, e lefafciedella
Mitra maggiore, perchè eilendo quelta ftata Itrappata dalle loro mani facri-
leghe a tutta forza gli rellarono le Iole code , o iafcie ; e la terza volta an-
darono per Spogliare il Ven. Monte di Pietà, dove fi cultodifcono i pegni,
ma lo lalciarono intatto, mediante la convenzione di sborlàrgli 6000. Icudi.
Avvertaficome dal detto Zumalli è fegnato l'anno 1528. , nel quale feguirono
queiti faccheggi , e dopo la perdita de' Francefi alla Bicocca , ma non io come
poiTa fcrivere ciò , perchè tal fatto d'armi ècerto apprelToil ViUanovache
leguiflè .l'anno 1522., ilqual'anno cconfermato anche dall'archivio della-^
aollra Cattedral e ia uà libro appellato Inventario. 15 In
APRILE. ^y
T< In Martedì Santo dell'anno 1158. li Mil.xnefi impongono pena del bindó
«'Lodigiani, fé prima del Giovedì dopo Pal'qua non giureranno fedeltà ad
effi . Morcn. Vedi 23 . 24. con. , «r i. Giugno .
1(5. ConBeneplacitoAppo/tolico oggi dato in Roma l'anno 15^(5. fegiie k
convenzione tra il Capitolo del Duomo , e li PP. di S. Girolamo dell' L/(pita-
letto , e di S. Michele di Brembio . Vedi la vita ddVefc. Taverna , e MS. del
■Lodi neW archivio del Duomo .
17 Prendendo il giorno 15. per Martedì Santo , oggi come Geovedi Santo
ogni anno nella noftra Cattedrale, coli' intervento del Clero Secolare, ed in
ifpecie de'Pjrrochi urbani, e fuburbani , con funzione Pontificale , e folen-
nilTima, il noftro Vefcovo confacragliOglj fxnti, e quefto facto Criima per
la mafericordiadi Dio, e peri meriti di S. BaiTano noltro Protettore princi-
pale !ia tanta virtù , che qualunque d'eflb re/ti onto non può foggiacere al male
della Lepra . Vedi vita del Santo .
18 La noflra Città efprime le fue allegrezze per effere fiato creato Car-
dinale Monfig. Pietro Vidoni noftro Vefcovo , con fuochi artificiali, rappre-
lentanti una Torre , illuminazioni, e sbarri ; ma quello che è più lode-
vole, e proprio col canto del Te De«w, eMelTa cantata folennementc nella
Chiela della B. Vergine dell'Incoronata. 1660. Not. del Caven.
In Duomo fi fulmina con grad' orrore la fcomunica contro gli uccifori del
Vefcovo di Caltro , e fucceffivamente in tutte le Parrocchie d'ordine del Pon-
tefice Innocenzio X. l' anno 1649. Not. del Benz.
19 Fatto gì or io fa diTito da Lodi, detto il Fanfola^ fcritto da Aìfonfo Uloa
mi libro primo della vita dell' Imperador Carlo V.
RItrovandofi nel Regno di Napoli learmate nemiche Francefi , ed Italiane ,
gli Officiali Francefi inunaconverfazione avvilirono ,e difpreggi irono
inalamente la nazione Italiana; ne fu fubito refo confapevole Prolpero Co-
lonna Generale dell'armi Italiane,e reltò molto ofFe(b,coficchè non potè fofPrire
quelta calunnia contro l'Italia tutta. Volendo però fare lecofe maturata-
mente, mandò a quelli Officiali Francefi due Nobili Romani ad intendere fé
era vero quello , che fi diceva ,e che fé rifpondefièrodi sì , che dall'ero a' Fran-
cefi la mentita con intimargli la disfida a combattere canti per tanti , per mof-
trar'il valore dell'una, e dell' altra Nazione . Fecero l'ambafciata li Roma-
ni, ed i Francefi confermando con altiera rifpolta quanto avevano detto con-
tro gl'Italiani, ebbero la mentita daquefli> ed inumarono loro la disfida ,
come il Generale gli aveva importo .
Furono dunque fcelti tredeci onorati Cavalieri d'ambeleNationi ,giàef-
perimentati in altre imprefe, eleggendo per gl'Italiani li più valenti di iurte
le Provincie d'Italia, affinchè neffuna poteife dolerfi di non aver muftrato il
fuovaloie , Gli eletti della Lombardia furono Kiccio diParraa, e Tito da
Lodi^
58 APRILE.
Lodi , chiamato perfopranome il Fanfola , perchè fprezzava ogni pericolo
della vita in battaglia . Recarono ben avvertiti dal Generale come potefTe-
rodif'enderfi da'Francefi,e peròl'aceflero ogni sforzo perefTere ottimi difen-
fori del nome Italiano . Fu eletto il luogo , ed alzato il Tribunale , nel quale
fedevano tre Giudici, che ordinarono fi avelTero per vinti quelli , che fodero
fìati cacciati fuori dello fteccato , e clie il premio di ciafcun Vincitore foflero
le armi, ed i Cavalli, e cento ducati d'oro per cadauno . Eirendoafficurato
il campo d'ambe le parti , acciocché non folfe fataalcuna fuperchieria , fi pre-
Tentarono in campo li Cavalieri , e gl'Italiani fenzalpingere punto i loro Ca-
valli » folo coir abballare le lancie foftennero animofamente i Francefi , che
con tutta la loro furia vennero ad adalirgli ; poi dopo un longo , e fiero com-
battiinento , un Cavalier Romano detto Bracalone, eletto per la parte di Ro-
ma , con Tito per quella di Lodi , rimafero abbatuti , e fi ritrovarono a piedi
fenza i loro Cavalli , onde con gran preftezza diedero di mano a certi fpiedi,
che erano ftati piantati fui campo con quella prevenzione di doverfi adope-
rare da q^uelli , chelolTero flati gettati da Cavallo . Con tali iftrumenti fo-
rarono SI fieramemte i Francefi, e i loro Cavalli , che furono cagione che U
vittoria cadefle dalla parte degl'Italiani ; perlocchè i Giudici impofero fine
della contefa a fuoni di trombe, e fentenziarono che gl'Italiani erano (lati
li vincitori . E perchè nell'uno de' Francefi aveva portato feco li cento feudi
da rifcattarfi, fecondo gli ordini dati, furono condotti prigioni ; meritandofì
l'uni verfale, 'ed immortale applaufo si il Braccalone, che il Fanfola, come
quegli, che avelTero foftenuto l'onoredi tutta l'Italia.
10 Per lafundazione della Scuola della Mifericordia fatta ogginell'anna
1551. vedi la Vita di Monfig.Gio. Simonetta .
Per la morte di Monfig. Corio vedi fua Vita .
^l Alla Chiefa della B. Vergine dell'Incoronata oggi fi efpone 1* Indulgen-
za plenaria a' primi Vefperi , come fé folfe feconda Felta diPafqua, e con-
tinua tutto dimani come terza Fefla . Fedi l'iflonafacra di qiuiìo Tempio .
it LiPP. Roniiti di S. Agoflino della Congregazione di Lombardia fanno
alla fua Chiefa diS. Agnefe una proceffione prima di cominciar il Capitolo
per crear' il loro Vicario Generale in queffa Città , e fu creato li 25. corrente ,
e pubblicato a fuoni di trombe l'anno 1554. Not. ddBenz.
25 Seguitando l'ordine di prendere il giorno 15. corrente per Martedì fanto,
cggi corre il Mercoledì dopoPafqua, r,el quale in Duomo fi celebra la fella
di S. Daniele Martire.
Vita di S. Daniele Martire Le digiano eflratta come fi dirà a fuoiluoghif
e fecondo i MS. nell'archivio della Parrocchiale di Calino .
NEH' anno 774. Adriano I. Sommo Pontefice chiamò in Italia (a) Carlo
Magno Re di Francia per reprimere l'alteriggia di Defiderio ultimo R«
(«) FiUan, abitami $68. J70. 774. , e 1448, de'Lon-
APRILE. 59
de' Longobardi fcomunicato dal Pontefice perchè procurava di contraftargli
lagiurildizione Ecclcliaftica, ed aveva già ufurparo moke Città, e Caftelli
allo Stato della ChieCa ; onde dopo la vittoria contro il Longobardo , Papa
Leone III. dichiarò (biennemente Carlo Imperadore dell'Occidente, e tral-
mife ne' (iioi Succellbri il Regno de' Longobardi da lui acquiitato coll'armi ;
ma pailàco 1* Imperio negli ilranieri, il loro Governo era abborrito dagl' Ita-
liani, e particolarmente da' Popoli Longobardi , t quali crearono finalmente
per alcuni anni i Berengarj, Ugo , Lotario , Alberto, ed Ardovino per loro
Regi, tra' quali ,crimperadore nacquero molte guerre, che non fanno a mio
propofito , mafeguirò la vita del noltro Santo Martire , ri mettendo il Lettore
curiolb di alcuni fatti di quefliRe dell'Italia alle Vite de' Vefcovi, che def-
erivo in queft'Operaa (uoi luoghi .
Era ilReCarlo molto difenlbre della Fede Cattolica , ed efpugnatore ze-
lantiffimo dell' Erefie, delle quali non folo aveva purgato il Tuo Regno, ma
molti altri Paefi de' Criftiani ancora , e fubito che udì le iftanze del Pontefice,
con grolTo Efercito venne in Italia, e giunfe nel Territorio di Caflino . (^j)
Quivi intefe come i nemici di S. Chiefa ( molti de' quali erano Eretici , e da
alcuni fono nominati Pagani ; ma dice il Terrario in quefta Vita che erano
Eretici, perchè in quell'anno l'Italia era tutta libera dal Paganesimo, e v'erano
Solamente Carolici, ed Eretici ) fi erano fortificati nel luddettoCaltello di
Caflìno, luogo aliai riguardevole, appellato allora Rocca bruna ; Lo cinfe
d'ogni parte col fuo Elercito , ma nell' aiì'aito vi reftarono d'ambe le parti molti
Soldati, fra' quali reftò uccifo , e feppellito dalle pietre un valentilfimo Ca-
valiere per nome Daniele . Ciò non citante riportò la vittoria il Re di Fran-
cia, e trattenne feco pt?r guarniggione del Caflello alcuni Soldati , mandando
il rimanente dell' Efercito a Modena. I Longobardi , dopo la perdita di
queltoCaftello riunirono di nuovo un numerofo Efercito perriacquiltarlo , e
cinfero la Fortezza in tempo , che il Re Francefe vi fi trovava di dentro.
Si vidde egli ridotto a mal partito, e perciò anche molto anguftiaro. (i)
Pure, mentre andava macchinando qualche progetto, gli comparve un Ve-
nerando Vecchio di beli' afpetto, e eli parlar eloquente, che per ogni modo
conciliava riverenza, il quale dimandò al Re : perchè tanto s'attriftalfe .
Maravigliatofielfo di tale comparla glirifpole: mi vedo da ogni parte cir-
condato dall' Efercito nemico, e non focomepofla da lui difendermi, per-
chè ilgroffo del mio Elercito fi trova in molta diftanza : il Cartello è mal pro-
veduto permctterfi indiiefa,edio mi trovo in necellità di perdere ola libertà,
o la vita,© ilCafiello. Rifpofegli il buon Vecchio: Se una fol cofa mi vo-
lete accordare , predo predo , con 1' ajuto di Dio , vi verranno li voftri Soldati
in foccorfo , ancorché lontani vifiano . Repplicò il Re: E come potrà eflere
fedi momento in momento afpetto di efTere ailalito dai nemici? Soggiunlcil
Venerando Vecchio : Solamente promettetemi di ftare a quello che vi chiedo,
e poi
(^) Villan. Zan. MSJatimfrejpi l'Juton di fjja^ ed altri annonimi antic/^h
che tutti fi Ifggono nella B:bl. Filtp. (,';) Sebbene ti Villan. , ed il fuddctto Zani
mettono l'ilo che due volte f « [coperto il [acro Corpo miracolo[amcnte , ma non ri[e~
rifeooj li •mrai.oli, [oao a[[c^naU^crò da dati MS> diU'arch. di CaJ/ìno, e dal Manfr,,
^Q APRILE.
e poi velerete Tefito coi proprj occhi. Tanto era lo fpavento de' nemici
ccncepito da Carlo, die afTolutamente acconfenn a quanto il Vecchio ri-
chiefe . Avuta quefta promeffa fcomparvc dalla di lui prefenza , e comparve
al Generale dell' Efercito Francefe , raccontandogli il pericolo imminente ,
nel qualtrovavafiil fuo Sovrano ,econ tanta bella maniera, che fi meritò tutta
la fede; diltegli però il Generale : e come potrò foccorerlo cosi prefto , Ce
egli è tanto lontano: No no, dilT'egli il buon Vecchio, feguitatemi pure,
e non dubitate che Iddio è con noi. Simifecongran follecitudine in viaggio
il Generale coli' Efercito , ed in poche ore , per miracolo del Signore, fi trovò
fotto il Forte di Rocca bruna . Intefefubito il Re come un Efercito s'eraav-
vanzato predo la Fortezza affediata, e perciò fpiando qual forra di gente^
fodero, conobbe di dentro del CaftcUo cfTere il fuo Efercito, onde mutata la
triflezza in allegrezza fividde fopra di sé l'ajutod'iDio , e fece lafuafortita
dal Callello , altalendo gl'inimici da una parte con quei Soldati , che ivi avea,
ed il fuo efercito dall' altra, ferrandogli in mezzo, e ne fecero una fanguinofa
ftragge, rodando libero il CaftelIoa'Francefi . Si vide pofcia il Re circondato
eriveritoda' fuoi Capitani , edifTeloro : comemai foffero (tati cosiprontia
foccorrerlo in tanto fuo cftremo bifogno? Rifpofegli il Generale come da un
■Venerando Vecchio , che avea più di fpirito celefie , che di uomo era fiato av-
vertito , e con sì bel modo che non avea potuto dubitare diverlamente , e come
feco in puoche ore avea potuto far tanto viaggio che richiedeva molte gior-
rate ; laonde tutti fi mifeto a dar lode a Dio, perchè (olamente dal fuo mi-
racolo riconofcevano quell'infigne vittoria. Frattanto però che feco dif-
correvano , ecco che di nuovo compare il Santo Vecchio a Carlo Magno, e
gli dice : Vi riccordate o Sire della promefia già fattami fé Iddio vi concedeva
la vittoria ? La vittoria è fiata voftra , e perciò ora fon da voi , acciò mi at-
tendiate la promelfa . Lo ringraziò , il Re , e fi efibi di attendere a quanto ave-
va promefiò . Allora il Venerando Vecchio feguitòil fuodifcorfo, dicendo-
gli: Q.uando ivoitri Soldati vinfero la prima volta quefto Callello , tra i piìi
fedeli che combatterono indifefa dellaS. Chiefa eravi quel gene rofo Cava-
liere chiamato Daniele, il quale refiando perccfib nel cipo dai nemici con
grolfe pietre efalò l'anima immortale al Cielo: Giace il fuo Cadavere nella
fofia del Cartello, e perciò io fono ftato mandato da Dio per avviiarvi com.e
non vuole che quefi' inclito Martire refii infepolto , ma che da voi fia ricer-
cato, ed accolto onorevolmente, e gli apprefiiate degna l'epoltura . Ciò detto il
Santo Vecchio, qual doveva effere un Angelo del Paradifo , difparve. Si
iTìifefubito il Re co' fuoi Baroni, eCapitani in cerca del facro Corpo neli'ac-
cennata fofla del Cailello , ed in poco tempo , e con minor fatica lo ritrovarono
coperto di faffi , e pietre , (a) rifplendente da raggi Celeili ,e che efalava
fragrantiffimo odore. Fu levato da quel luogo, e portato nella Chiefa del
CaUello dedicata alla B. Vergine , e poi lu leppellito in un degno fepolcro (/-)
in una Chiefa fatta fibbricare ad onore del Santo da quelto Imperadore.
■ Partito pofcia Carlo Magno da Rocca bruna (e) pacificò tutta l'iialia colla
prigionia dei ReDefiderio, nel quale fini il Regno.dc' Longobardi , durato
poco
(a) Martirol. , Z^ni , e ditto arcb. di CaJ/Ino . {i>) Martkoh (0 Vili- a». 774.
APRILE. 5i
poco piti di 200. anni , e pairaro in ventidue Re . Occorfe poi che tnfcorfi
moltiilimi anni dopo la morte del Re Carlo, perle varie guerre , che inquie-
tarono la mitera Italia , e (eco il LoJigiano ancora , rcftò abbandonato , anzi
diltrutto il Caltello di Rocca bruna , ed i fuoi Abitatori s' erano dimenticati
del luogo, ove Ritrovava quello preziolb Corpo , onde Iddio con nuovo
miracolo lo palesò in quello modo, (^^i)
Un certo l-'redicatore di Patria Cremonefc, molto ftimato per la di lui San-
tità , e Dottrina , al quale Iddio avea anche donato lo fpirito di Prol'ezia ; tro-
vandoli nelle parti oltremarine, mentre un giorno era concorfo un numero-
fi (limo Popolo alla di lui predica, terminata la quale gridò ad alta voce: fé
tra queir uditorio fi trovalie alcun Lombardo . Tacquero tutti , nell'uno rif-
pondendo, quafi che in quel Paefe non folle intefa tal dimanda. V'era però
prefente un Lombardo anch' elTo della Città di Cremona, ma perchè era po-
vero , pezzente , ed infermo , mai fi farebbe creduto che la dimanda folfe fatta
per lui , e perciò non diede alcuna rifpoli:a di ell'er tale . Repplicò le iltanze
riuovii mente il Predicatore con voce più alta, dicendo che le v'era qualch'uno
fi portalTe da lui, che aveva da comunicargli un importante intereife. Allora
il Pellegrino Cremonefe intcfe elfer egli uno di quelli , che cercava ; fi portò
dal Predicatere, e mai.ifeltoffi elfer Lombardo . Il buon Religiofo gli di-
mandò fé aveva defiderio di ritornare alla Patria: molto volentieri, rilpofe
il Lombardo , ma come potrò , fé la mia Patria è tanto lontana , ed io fono così
infermo , che mi vedoimpoiribilitatal'efecuztone del miodefiderio ; repplicò
ilReligiolo: fai dove fia una Città chiamata Lodi , ed un Caitello, che in
quel Territorio fi chi ima Gallino ? Rifpole il Pellegrino: so e l'uno , e l'altro.
Orsù dunque, foggiunfe il Predicatore, fé ti folle conceflà la grazia di lar
ritorno alia tua Patria mi faredi un piacere ? Di buona voglia , diife il Povero.
Dunque, repplicò il Predicatore, non ti dubitare , intraprendi pure il viag-
gio , che Iddio ti ajuterà , e ti renderà fano , e falvo ; ma quado farai giunto
alla tua Cafi , ed avrai vifitati li Parenti , ed amici ti porterai a quel Caltello
chiamato Callìno, o Rocca bruna della Diocefi di Lodi ; ivi troverai una Chie-
fa fabbricata ad onor della Vergine , dove ftàfeppcllito il Corpo di un Santo
Martire , nominato Daniele , il quale per tralcuraggine degli Abitanti di quel
Luogo non è più né riverito, né riconofciuto da alcuno ; ricordati però di
quello fegno : Entrato che farai in detta Chiefa farai dimandare il Parroco
di ella , e gli racconterai quanto ti dico , e lo eforterai a far cavar terra nel
mezzo della Iteflà Chiefa , che ritroverà il Corpo del Santo Marcire ; Egli
ti fprezzerà, e ti terrà per lemplice , e pazzo; In quello mentre fopravve-
ranno in Chiefa tre Giovani, uno de' quali chiamerai per Pietro, l'altro per
Ambrogio, e l'altro per Giovanni, ed a quelli riferirai il tutto, e dirai all'
ultimo, che febbene tutti etreproccureranno di cercare il facro Corpo, elio
però folamente lo troverà . Stupì di ciò il Pellegrino , e promife inno-
ine di Dio di fare quanto il buon Predicatore gli avea incaricato. Si partì
ò.x quel luogo , e nel profegtire l'intraprefo viaggio , fentendofi a ricuperare
le forze, s'accoi fé che gliailifteva il Divino ajuto, onde facendofi ferapre piìi
animo nel viaggio, alla fine dopo un lungo camino arrivò alla propiaC ila..
(a) MS.aonommicomcfoprafeA^anfr, Scoiz
6ì APRILE.
Scordoni l'ingrato e di CafTino , e del facro Corpo , fecondo la pronfielTa fatta,
ma quando meno fé lo credette fu affali to da febre, e da dolori siattroci, che
a poco a poco lo conducevano alla morte, nonché a CaiTino . Eragiàdif-
perato il cafo della iua faluce , quando ricordato(i della proniefla fatta al
mentovato Predicatore di portarli aLodi,e di qua a Rocca bruna, o fia Gallino ,
onde cominciò a chiedere perdono a Dio, ed al Santo Martire, facendo voto
chefeaveiT'e ricuperata lalalute Sfarebbe inimediatamente portato a Cafiino
per metter in efecuzione il tutto, raccomandandofi anche di vero cuore al
Santo Martire per ottenere la grazia. Elaudi il Signore ad intercefiione del
Santo le preghiere dell' Infermo, perchè gli celarono i dolori, elafebbre, e
lui fubito fi pofein camino verfo Lodi , e di qua a GaiTino, ove invocato in fuo
ajutoilfantoMartire, fi poriòallaChiefa della Beata Vergine, e fatto diman-
dar' il Parroco, cominciò a raccontargli diffufamente quanto gli aveva impoflo
il Predicatore , e quanto gli era avvenuto di male per eil'erfene dimenticato, o
ronefeguito quello, che aveva promellb , ma ridendofi di fimil narrativa il
Parroco, la itimava un invenzione birbantefca, e con mali termini da fé lo
rigettava: quando entrarono un dopo l'altro in Chiefa i tre Giovani, e da
quelto prendendo il buon Pellegrino il fegno del fuo aufpicio , fi voltò verfo di
ciri,e chiamogli per nome uno dopo l'altro, e fi mife a riferir- loro tuttala
ferie fopra l'invenzione del (agro Corpo , voltandofi verfo di quello in ifpezie
cheaveva nomcGiovanni , e che lui ì'olo felicemente doveva trovarlo. Stu-
pironfi tutti allora, ed il Parroco cominciò a credere qualche cofa, maffima-
mente perchè fi teneva certa memoria che in Cc^lfmo vi folle Itato il Corpo di
detto Santo Martire, ma fi fupponeva che ellendo flato diftrutto il Luogo,
e la Fortezza, folle anche fiato trafportato altrove il fagro Corpo. Pure
fentendo a parlare in quella maniera, e con tanta franchezza il Pellegrino,
ed a chiamare improwifàmente quei tre Giovani col proprio nome da uno,
che mai avevano né veduto , né conofciuto, cominciarono a dargli credenza,
« prendendo zappe, e badili fcavarono terra nelfiro, dove fi fupponeva po-
teirceffere, ma fianchi Pietro, ed Ambrogio del longo faticare quelli celia-
rono, e Giovanni tutto pieno di fede , e divozione tanto lavorò afcavar terra,
che arrivò a rompere come un'apertura di fepokro . Allora il Giovane tutto
lieto chiamò a sé i Compagni, ed il Parroco, e viddero che eraun fepolcro
di marrfto , dal quale ne fortiva odore foaviffimo di Paradifo. Vinto da
fantacuriofità , e divozione il Parroco volle decentemente vifitarlo ,epoi fi
portò a Lodi a darne parte al Vefcovo . A tal' innafpettata felice novella giu-
bilò il Prelato, e portatofi alla vifita del facro Corpo lo riconobbe con gran
tenerezza , e divozione, autenticando l'atto i fuoi Notati ; tutti fi maravi-
gliarono della fragranza dell' odore, che rendevano per tutta la Chiefa quelle
iacreOlTa, onde maggiormente credettero efiere il Santo Martire , edanche
per avervi trovato appreilo alcune pietre ancora tinte di fangue , che pia-
mente fu creduto cfler di quelle, che fervirono d'iflrumento nel diluì marti-
rio . Dopo fu chiufo il fepolcro , e trafportato nel Coro , finché vi fu eretta
la propria Cappella d'ordine del Vefcovo , nella quale con folenne procellionc
fu depofitato .
Eflendo
APRILE. (5j
EfTendo pofcia ( -j) maltrattato dalle guerre lo Stato di Milano , e mallime
il noftro Territorio Lodigiano, prudentemente dubitarono i noftri Antenati
che poteije elTere rubbato , o pure maltrattato dagli Eretici , come era feguito
in altri Luoghi , ed anche per elfere quelta Villa aperta , e con puochi
Abitanti ; fu dunque levatoda CalTino , e trasferito nella Chiefadi S. Bif-
fano fuori delle mura di Lodi , ma diftrutta pofcia da' noftri per caufa
delle guerre infiemeco'Borghi anche quefta Chiefa Abaziale del Santo, l'anno
1448. 27. Marzo fu portatonellaCattedralecon folenne procclTione, alla qual«
intervenne Bernardo Contarino Nob. Veneziano Provveditore della fua Re-
pubblica, cui allora foggiaceva Lodi, elTendo Vefcovo Monfig. Bernerio . Ref-
tarono pofcia fmarite(<^) le fue entrate, e perciò demolito il fuo Altare,
che era in Duomo da Monlìg. Scarampo , ed il fuo facro Corpo fu trasferito
nell'Altar maggiore fuperiore, finché per decreto dellavifita Appoftolica da
Mcnfìg. Taverna fu ripofèo nell'Altar maggiore fotterraneo in fua cadetta
particolare d'argento, nel quale viene onorato dalla pietà de' Fedeli.
Il fuo glorioio martirio legui fecondo il Ferrar, de SS. Italia li 21. Aprile ,
xnadallanoftraCittà fene fa la fefta di devozione il primo Mercoledì dopo
Pafqua,perchè in tal giorno l'anno 1448.27. N4ar2o ( come il ViUan. ) fu tras-
ferito fòlennemente da' Borghi nella Cat drale.
Annotazione .
IO non fo intendere come alcuni , tra' quali uno, cui profelTo in altro ogni
fede, abbiano potuto aflerire che Cafllno dove fu martirizzato il Santo fia
itato alla Cà del Gonre> Luogo, o Caifinaggio poco dillante da Lodi. E primie-
xaraente dicono in loro favore gli Averfarj ,, Che pallando il noftroSanto Mar-
„tire per la ftradaCremoneielu all'alito da'Corfari del MarGerondo,o follerò
,,Ailaflìni , e l'interrogarono di che Religione foflè ; riipondendo che
), era CaTfolico lo tirarono in quefto Luogo , che Rocchetta bruna , o Rocca
,, brunettafi dimandava , e lo uccifero in odio della fanca Fedi,, Maquelta
obiezione fi fcioglij facilmente colla Lezione del noltro Martirologio , quale
danoimetita fede innaltetabile ,e dice: Lauda S. Daini lis Mmyrts sb Hare-
ticis cb fìdci defcnfioncm apud Roccam brunam in agro Laudi nfi lapidibus martirio
coronati , a Carolo Magno Imperatore in cujus exercitu militaverat radii Cdc-s^'Hs
fgno inventi &€. d'onde fi vede come fu martirizzato dagli Eretici avendo
combatuto nell'Efercito di Carlo Magno Imperadore per difefa della fanta
Fede a Rocca bruna , non dice Rocca brunetta, né Rocchetta bruna. Che
poi quefta Rocchetta bruna foffe alCaffinaggio, che ora finomina laCàdel
Conte, e fia cosi detta da' Conti CalTi ni , come tengono gli Averla:] , ho tante
congruenze da concederlo anch'io, si perchè ancora vi reftano veftigie anti-
che della Rocchetta, si perchè in quelle vicinanze trovo che quefti Signori
vi avevano degli efetti Itabili , de'qualinon mi conviene trattarne ; ma ch>:^
quefta Ca del Conte s'appelIafTeCalfino , né anticamente, né mai io lo polfo
concedere, perchè loro mai me lo potranno provare . Hoben trovato come
li Conti Cafiini anticamente abitallero nella Villa di CalQno, quando folTc
vero
{a) Villan. al^an. 1448. , e Zan. ( 6 ) AlATtirol. , ed ank. dd Duomo , e di
t§à ^Parr. dt Cajpno . ^
<J4 APRILE.
vero chequeflo Luogo avefle larciato l'antico nome di Rocca bruna, e prefo
quello di CalTino da' Conti Caffini fuoi pofTeflori . Vedafi l'archivio delle iVIo-
nache di S. Benedetto, dove fi trovano in piìi luoghi nominatili Caffini , o li
Conti Caffini, come in un legato di tre lire lafciato dal Conte Caffino
alle Umiliate della Cafa nuova fotto la vicinanza diS. Andrea di Lodi per if-
trumento rogato daBaffiano daBagnollo l'anno 1272. 8. Gennajo, ed in effio
fecole fi trovano molti altri contratti di queiti Signori colle Monache Umi-
liate , le quali col tempo furono unite al Monidero di S. Benedetto . Di piìi
fotto rannoT433 4, Febbrajo fi legge altro iftrumento di emancipazione di
Daniele Caffino, e molti altri iltrumcnti di queita Nobile Familia , ne' quali
tutti è nominato Caffino , non la Cà del Conte . Si cont'enna col Ferrano
deSS. Italiae, il quale nella Vita di quelto Santo concorda in tutto col uoftro
Martirologio , e conchiude dicendo neil' addizione: AfudLauitm Pompcjam
in Vico CaJJtno , cioè a Lodi , o pure apprefiò a Lodi fi celebra la fefta di S^ Da»
niele martire nel Villaggio di Caffino . Può p.irlare più chiaro . giacché non
può parlare con piìi lodo fondamento , cheaddurre li documenti della noftra
Chiefa Lodigiana? Di piìi molto celebre è la tradizione più comune che fia
itato martirizzato a quello Caffino , perchè vi fi conferva ancora la memoria
dove era la Rocca bruna , e Caltello , ove fegui la morte del noftro Martire ;
E fenza alcuna, benché menoma m.emoria d'ucmini , ma aniichirimamtnte. co-
me paffa per tradizione, è fempre llato eretto l'Altare dei noltro Sante Mar-
tire nella Chiefa Parrocchiale di Caffino, e confervatafi gran devozione, in
virtù della quale oggi vi fi celebra degnamente la Fella d'elfo Santo per la
devozione del Popolo di quel Luogo , qual Fella non fi truova che fia mai
fiata celebrata alla Cà del Conte , né vi fia Hata Chiefa, o Oratorio . Ed
all'Oratorio di S. Bernardino della Cade' Bolli , Luogo vicino alla dertaCà
del Conte, appena da pochi anni in qua v' è llato filiato il legato di unaMelìa
cotidiana in quelto giorno ad onore d'elfo Santo tial NcbileGio. Battilla Lodi
nel fuo tedamento rogato da Giulio Maldotti Notajo di Lodi li 14. Agolto
1679. E penultimo che fi potrà adcurre ci più che citate un iltrume. ito
rogato da Andreolo Pelato Notajo Lodigiano l'anno 1340, nel qual conila che
efl'endo flato trafportaco il fagro Corpo del Santo Marcire dalla luaChiela di
Caffino a quella di S. Ballano fuori di Porta Regale ne' Borghi , pofcia co' beni
della Chiefa del Santo , che era a Caffino fu eretta una Cappeilania nella noftra
Cattedrale fotto il titolo d'elio Santo, lebbene al preftnte non v' e n' è più
memoria, come ho detto di fopra . 11 detto iftrumento è citato dall'archivio
delloSpedale ; ed il Canonico Defendente Lodi Archivila della Cattedrale
in quello Archivio dice lo fteiTo , cioè : che alla quarta colonna, prcnJ.^ndo l'm~
grejp) alla dritta dellaforta maggior yV ira l'Altari: di S. Daniclt fondato celi' unio-
ne fattagli della Chiefa diS, Damele , che era a Cajjìno , ove prima /«' trovavano le
facTc R. liquie dd Santo , che poi furono trasferite alla Chiefa Àòbazzta'e di S. Br,f~
fano fuori di Porta Caflello , e da qufia nella Cattedrale , e colla mani era già det-
ta di fopra. Avvercafi come Dei'endente Lodi, come fopra, cita il detio if-
trumento del Pelato rogato l'anno 1342. , e l'archivio dello Spedale l'anno
«340. , ma l'errore di queiti dueanai poco aùerauo la foilanza , potendo elìere
iiato
APRILE. (fy
flato un trafcorfo di penna . Come pure il detto Lodi pare che dica che l' Ab-
baziale di S. Biflano fu diftrutta l'anno 1348. , ed in queft'anno trasferito in^
Duomo il Corpo del SiPto ;macon piti ("oda ragione il Villan. riferifce l'anno
1448. , onde può edere leguito lo sbaglio nello (cri vere il centefimo , elTcndo
certilTimo che la Traslazione feguieffendoLodi lotto il dominio Veneto ,che
fu l'anno 1418. e l'anno 1^48. era dominato da Luchino Vilconte Principe di
Mi lano, come il citato Villan.
Prendendo il giorno 15. corrente per Martedì Santo , come ho detto altrove ,
og^i nel" anno 1158. Mercoledì dopo la Fefta di Palqua di Rcfurrezione li Mi-
lanefì, non avendo voluto ai'petrare domani Giovedì, giorno intimato ai Citta-
dini Lodigiai-.i , vengono per diltru^gere la loro Città vecchia , fcacciandogli
fuori di ella , ufando le più tìere oililità , facchcggiandola , ed abbruggiandola,
e quefta fu la finale dillruzione di efla per la caufa , cheriferico il primo di
Giugno .
Monfig.noftroVefcovo Carlo Ambrogio Mezzabarba Patriarca di AlelTan-
dria , confagrail Padre Gio. Francelco Bolli del B^rgo di Varefe per Vefcovo
di Sita Città nella Sona, nella Chiefa di S. Francefco di Milano de'Minoii
Conventuali del fuo Ordine l'anno 1730.
14 I miferabili Cirtadini Lodigiani feguitano a ritirarli da Lodi diftrutto,
ed incendiato dai Milanelì , lai'ciando ( come dice il Mor. ) le loro Cale in cuf.
todia de' foli cani , e gatti , avendo più timore di Dio onnipotente , che de*
Milajieli, elafciarono il tutto , fuggendo chi a Pizzighettons e, chi inaiti»
parti, p^edi giorno d'jiri .
1$ S. MARCO Evangelifla, fefta alla fua Chiefa, ove tutto il Clero Seco-
lare fi porta procedionalmente , e dal Capitolo della Cattedrale fi canta la Mclf»
col di lui intervento .
Ifioria ài quefia Cbiofa cavata dal proprio Archivio .
LA Religione de' Monaci Cluniacenfi, che fu una Riforma dell'Ordine di
S. B-Miedetto aveva un M^riitero con fua Chiefa detta di S. Marco alla_.
vecchia Città di Lodi , le Reliquie della quùi Chiei"a,che ancora fi vedono,
figniHcano quanto folle maeltola. Diltrutti colla Città quefto Tempio , e
Convento ,(1 portarono 1; Monaci al la nuova, dove fabbricarono un' altro Mo-
Tiiftcro, e ChielaaGu.ioie dello llclfo Santo. Dimorarono quivi fino all'amo
14}8. , e poi , f er Jiè il Priore co' Monaci aderì al Conciliabolo di Bafilea ,a
fcggeltionedi tilippo Maria Vifccnti Duca di Milano, furono quelli privati
dei Moniltero , cne fj r onferuo in Comenda l'otto Eugenio IV. , e poi Monlig.
Vefcovo bea rampo vi mife il Seminario de' Chenci nel giorno , che lo iili litui ,
come Qiròalli il. Dicembre, gioir.o diS. Tommafo.fm' all' anno 1579. Conti-
cuò però quella Chicla in Comenca (tra' quali Lomendatori vi fu l'Abbate
£ Fi-
66 APRILE.
Filippo Bononi Nobile Lodigiano Segretario di Stato di Ferdinando primo
Redi Napoli Maldott. nelle lett. dogm. fino che il Cardinal Teodoro Triulzi
Comendatore l'anno 1642. prinno Novembre conceffe la Chieia , e Cala del
Moniftero fopprelTo , con un Cafino a' PP. Carmelitani Scalzi della Riforma di
S. Terefa , quali dopo d'aver fuperati molti oltacoli degli altri Regolari della
Città , il giorno 2. Ottobre dell' anno 164.-^. per fine ottennero la confermazio-
ne dalla Congregazione de' Cardinali fotto il Ponteficato di Urbano Vili., e
ne' Protocolli di Aurelio Rofii , Cancelliere Vefcovale fi trova , come Monfig.
Clemente Gera noftro Vefcovo concell'e a loro la licenza di avere la Chiefa , e
Convento in Lodi il giorno 31. Ottobre dell'anno 1(543. per confermazione
d'un altraconcefiìone , che loro avea fatta fino l'anno 1642. primo Luglio , co-
me dice l'Arch. del Conv. Effendofi meflì in quefto poirelTb , la lagrimevole
difgrazia della demolizione de'B)rghi,feguita pochi anni dopo, fu la la loro for-
tuna , perchè arquiftarono molto di quel materiale con poco , o niente , però ad
onore di Dio, e fi rifoli'erodi atterare la Chiefa vecchia , e fabbricarne una_,
nuova , della quale l'anno 1666. 15. Ottobre , fe/ta della loro S. Madre Terefa ,
il Cardinale Gerolamo Farnefibenedifle, e gettò la prima pietra della nuova
Chiefa dedicata a S. Marco fotto l'invocazione della B. V. Maria , de' SS. Gioa-
chino , Anna , e Terefa , qual felta fi celebrò folennifllmamente , come attefta
il fuo Arch. Il Prete Lodovico Benzeni Cittad. Lodigiano però teltimonio di
vifta nelle fue notazioni dice: che etlèndo in Roma il Cardinale Vidoni noflro
Vefcoco facefle quefta funzione il fuo Vicario Paolo Emilio Zani in quefto
giorno , mefe , ed anno . Può eflere però che quefto Vicario facefle tal funzione
come delegato dal detto Cardinal Farnefi, e che però l'Arch. la confideri
come fatta dallo fteflo Cardinale, fecondo 1' aflioma . Qatper aliumfacit , per
feipfiimfjccre cenfetur .
Ridotta a perfezione la Chiefa, profeguirono l'opera coli' fabbricare , feb-
bene con commodita, e fenza tanta folleci udine, anche il Coro , e l'Aitar mag-
giore , quali nel giorno 16. del mefe di Luglio, fcfta della B. Vergine del Car-
mine dell'anno i59<?. furono benedetti da Monfig. Vefcovo Bartolomeo Mena-
ti , che proceflìonalmente col fuo Capitolo vi fi era portato , e poi vi cantò Mef-
fa Pontificale , e l'anno 1703. nella Domenica in Albis collocarono li Pad ti Ia_,
ftatua della B. V. del Carmine fopra l'Aitar maggiore , e dal Vefcovo Ortenfio
Vifconti fu benedetta . Notaz. del Conv. ò'c.
Tra li Religiofi di quefto Convento , che fono vifTuti con molta pietà , ed ol»
fervanza della loro Regola, voglio in i{pezie notar quefto , che per eflere flato
conofciuto , ed amato da me quando viveva , eflendo io figlioolo , mi fento an-
cora molto inclinato a palefare ladi luiconverfionedal fecolo alla Religione»
come nferifcc l'Arch. di quefto Convento .
Era quefto un Prete, nato da nobiliflimi Parenti di quefta Città , ed era mol-
to amante delle allegrie del Mondo ; Stando una notte in converlazionetra
molti fuoi amici , uno di quefti, con poco cervello , e meno timor di Dio, difle :
Faccia.^.o tutti un brindefi alla falute del Diavolo: Moftrò fubito lo Spirito
maligno che accettava la loro cortefia , perchè in un fubito eftide tutti i lumi ,
che v'erano accefi ,e con cjuello legno della l'uaprefenza lafciò tutta la compa-
gnia
APRILE. «y
gnia fravenrata col noflro Prece, che temeva anchedi peggio . Iddio m iferi-
cordinfo però nel far' eftinguere que' lumi agli occhi loro gli accefe a quello
3uelli dell' incellerto , perchè mettendoli a confiderare la fuavita fi rifolvette
'abbandonar generofamente il Mondo, e di conl'acrarfi tutto alla Regola de*
PP. Scalzi di S. Teref'a , e nella Tua Rf ligione .
Li Religiofi di quello nuovo , e belliilimo Convento coli' amenità d'un vafto
Giardino godono quivi quanto mai polTano loro contribuire di n cile , e dilette-
vole ogni altro Paele, onde la loro Chielà, e Convento concorrono a dar molto
fplendore alla Citta , e (Vegliano l'ammirazione della divina previdenza a
quelli , che profetano la fanta povertà .
16 Come Domenica in Albis, fefta alla Chiefa di S. Maria degli Angeli,
come il Sin. j. detta comunemente dell' Angelo Cuftode de' PP. Sommaldù .
Sua Isotta,
PEr Iftrumento rogato da BafTano Moro l'anno 1^99. io. Maggio fi trova come
le Monache Umiliate di S. Maria di Panilo fecero celTione d'una loro Cafa
polla nella vicinanza de' SS. Naborre, e Felice a Pietro Veggi in cambio d'un*
altra Cafa , che quello cedeva a loro, porta nella vicinanza diS. Gemiriiano,
affinchè pocellero in quella fabbricare la loro Chiefa ,eMoQÌllero . Chiamofli
quella Chiefa di S. Crilloforino forila diRinzione di quella degli Umiliatia_.
S. Criftoloro contigua alle Monache, al prefente de' Monaci Olivetani, ed a
dillinzione di quella de' Somari vi , come ne difcorrerò nell' Iftorie delle Parroc-
chiali di S. Giaccomo , e diS. Vitto. Avendo dunque le Monache eretta la_,
Chiefa col Monillero,vi abitarono fino all'anno i<5ij. 11. Febbrajo , perchè
furono trasferite al Monillero di S. Benedetto , come fi può Iegg?re all' I(loria_.
diquefto. Lolleffo annoa'a. del mefe di Maggio il P. Ottavio Cenino del Col-
leggio di S. Andrea degli Orfani , come Procuratore , edanome della Congre-
gazione Sommalca, comprò dalle Monache di S Benedetto, come fucceiTe nel
polle Ilo -d'elio Monillero di S. Maria di Panilo foppreffo , la Chiefa, Cife,
ed Orto, ch'erano di quello Moniftero perii prezzo di lire dodici mille, aflù-
mendofi anche l'obbligo di far celebrare ogni anno un'Officio per le Monache,
da tutti li PP. , che follerò abitati in quello Collegio, eh' era per fabbricarfì
come per Iftrumento rogato da Aur. Rolli Cancelliere Veicovale . Subito che
vi furono collocati firn ilero a fabbricar il Collegio, colla Chiefa, rinovata la
quale l'anno 1656 aj. Aprile. Not. dd Dulc. fi apri alia pubblici venera-
Zio.iededicataa S. Maiiadegìi Angeli , e queftaè delle pifj btille che onorino
la nollra Città • Quivi è anche un Collegio , che de' Padri lteffi,che ne hanno
la cura, appellafi de* Sommafi-hi, dove s'alleva la Giovenrìi e nells Ietterete
nella pietà lòtto la direzziont di quattro Secerdoti in circa.
17 La B. BRUNA da Vercelli dell'Ordine delle Umiliate, oggi pafTa alli^
floriaeterna, il dicuilacro Corpo fi conferva nella Chiefa delle Monache di
.£cnedecio, altre volte dello ileifo Ordine, come annunzia il Martirologio
£ % della
en APRILE.
della Cattedrale . Fedi Ifioria di S. Benedetto .
Monfig. Clemente Gerafeguita il fecondo giorno del luo Sinodo, che è il
quarto della noftra Chiefa Lodigiana dopo il Concilio Tridentino , l'anno
1637. Il medcfimo , e Caven.
18 Avendo Giaccomo Pozzo, Prepofto di S. Maria Maddalena, e Vicario
Generale del noftro Vefcovo Monfig. Sanfone, d'ordine di Clemente VII. di-
chiarati fcomunicati li Decurioni di Lodi coi loro Forieri , e la Città interdetta
]i 13. corrente , per alcuni aggravj fatti a' Religiofi in materia d'alloggiamenti
de* Soldati, oggi reità fofpelb i'interdettOjl'anno iji8. Regifhr. del Lant.
19 S. PIETRO Martire dell' Ordine de' Predicatori , feda alla Chiefa di
S.Domenico.
Collocandofi la bella Croce grande fu l'Altare maggiore della Chiefa de*
Confratelli di S. Croce , fé ne celebra felta con mufica ifquifica , ed apparato
molto vago , l'anno i6^<).
30 S. CATTARINA da Siena dell'Ordine de' Predicatori ,fcfla a S. Do-
menico.
Per la Traslazione delle Monache di S. Marta vedi 21. Marzo.
Della Città di Lodi con S. Gualtero , vedi ^^. Luglio Vita del Santo .
MAGGIO.
^nti GIACOMO, e FILIPPO Appoftoli Prottetori dellaJ
noftra Chiela avanti S.BafTano . Fefta alla Parrocchiale di
S. Gualtero, Chiefa fabbricata da quefto Santo Confefl'ore
ad onore d'effi Santi Appoltoli . Vedi za. Luglio fua Vita .
i S. TIZIANO Vefcovo di Lodi ; fua fefta nella Parroc»
-I chiale di Lodi vecchio, ove (i venera il di lui facro Corpo .
Vedifua Vita tra gli altri Vefcovi.
Lodi come Città dello Stato di Milano, dopo la prigionia di Barnabò Vif-
conti fuo Signore } oggi giura ubbidienza a Gio. Galeazzo di lui Nipote l'anno
1388. Villan.
Lo ftelToGio. Galeazzo dopo d'efrerfiimpolTefrato di quefto Stato colla pri-
f ionia , che fece fare di detto Barnabò fuo Zio , oggi del 1395, ottiene diploma
i Duca dello Stato da Wenceslaoliiìperadore. eMb,Muz-p,io-7,
- 2 Fefta
MAGGIO. €f
% l'erta airinfigne BafilicadiS Lorenzo per grata memoria a Dio bene-
detto di quando il fulmine calcò nel Coro , prefenti li Canonici , e non apportò
dannonèadeiri,ncaliaChiei'a,nè ad alcuno. Suo Martiroh^io , ma nonftitt'
auto memoria dell' anno .
limale epidemico, qual' era una veflìca bianca , gro/Ta come una fava, che
nafceva fiiUa lingua delle Bcftie bovine , ed a' Cavali:, anche nelle parti vergo-
gnofe , quell' annoi7ja. dalli Paefi de' Svizzeri è caliate nell'Italia, nella^
Lombardia, e i'u'l principio di quefto mele di Maggio, anche nel noftro Con-
tado , ed appellavafi il Cancro volante, perchè da una parte repentinamenta
volava ad infettar altre parti molto rimote. Per grazia del Signore però ha
fatto puoco, o niun male, prima a caufa delle moltidime , ed incellanti Orazioni
che fi fecero ; In fecondo luogo per li varj medicamenti, che fi trovarono ufiti
altri anni in dietro contro fimi 1 male . Il più commune,e facile fu radere prima
le vefliche , o veflica con qualche moneta d'argento , poi purgar , o fregar beo
bene , e replicate volte al giorno la parte ofFefa con pezze di lana , medicandola
con aglio pifto,pepe mezzominuto. fale trito, aceto, e vetiioUo tutto ailieme .
Altre ancora guarivano da fc fenza alcun rimedio .
^ Monfig. Carlo Ambrogio Mezzabarba Pavefe Patriarca di Ale{randria_. ,
Vefcovo di Lodi , e Conte &c. Afliftente al Soglio Pontificio , Prelato domeftico
di N. S. Papa Benedetto XIII , dell' una, e dell'altra legnatura Referendario,
fa la fonzione Pontificale delle SS. Spine in Pavia, trovandofiinRoma iIVef«
covo di quella Città Monfig. Francelco Pertufati, l'anno 172Ó.
S. CROCE ,fefla alla fuaChiefa de' Confratelli.
Sua Ifjeria .
ANcheinLodirecchioeralaChiefadiS. Croce, nella quale giacque mol-
totempoilCorpodi S. Giuliano Vefcovo, come Anielmo Vairano nfc-
ruo dal Lodi dìfc.ó. p. i26. L'origine di qucfta della nuova Città ,eilendo ita-
la diftrutra la Chieia della vecchia, come alcuni MS. dell'Archivio di S. De-
fendente, citati ancora da Por. nell'origine di elfa Chiefap. 35. ,edal Lodine*
fuoi mf. , dicono che fu fotto Monfig. Vefcovo Palatino nel Borgo di Porta
Cremonefe in un Vicolo, che andava a riferire nella Itrada di S. Colombano
dalla Chiefa medefima nominato di S. Croce , altre volte detto Cabiinello,
fino il 25. Marzo de- 11' anno i?4o. Ma demolito il Borgo colla Chiefa da Fede-
rico Gonzaga Marchefe di B zolo , e Governatore di Milano per Francia l'anno
i5a3.,comcil Manf. ,fiportaronoli fuoi Confratelli in Città ad Ufficiare nella
ChiefadiS. Andrea, di la in quella dell' Am.unziara , e da quella i.clla Chiefa
de' SS Cofmo , e Damiano ora demolita, della quale ne tratterò nel gurno
ib. Novembre nell'lltorià di S.Romar.o. Fecero poi acquillo d'uufito nella
iiella CoutiaUa , e vi iiibbricarono un' Oratorio non molto grande , ma puoc»
E 3 con-
70 MAGGIO.
contenti di quefteanguftie, l'anno 1585. diedero principio alla Chiefa moder-
na , e Sacriltia con quella magnificenza , che fi vede , eflendo ftati ajutati dalle
limofine di varj Benefattori , leggendoli in oltre neìl' Archivio della Città , co-
me quella aflegnò alla fabbrica d'elfa Chiefa lireduceato de' danari delle con-
danne, contro quelli , che fporcavano la pitturadella Chiefa Cattedrale l'anno
1596. , ed in quelto giorno , dell' anno i<5o3. con folenne procelTione , ed inter-
vento d'ambidue li Cleri Secolare , e Regolare , e Confraternite da quefto Ora-
torio trafportarono il Santillimo Crociiìl{b nella Chiefa nuova, avendo fatta la^
funzione Pontificale Monfig. Lodovico Taverna , che vi cantò la prima Mella >
ed il 9 Ottobre dello (telTo anno lóoj. fu profanato il picciolo Oratorio, e le_
olla de' morti furono portate nella Sepoltura della Chiefa nuova avanti l'Altare
di S- Elena Imperadnce , la qual fepolcua fu coperca e olla pietra del Sepolcro
del fuddetto Oratorio Arch. d'ej[a Chiefa .
Quelli Scuolari da principio s'aggregarono alla Confraternita. ed Ofpedale di
S. Maria del Cerchio in Milano, d'onde ebbe l'inltituto dell' Ofpitalità , colla
qualegiàgran tempo continuarono , pofcia s'aggregarono all' Arciconfrater-
nitadiS- Marcello in Roma con amplifiime Indulgenze, e con tal' occafione-.
cangiarono l'abito bianco, che prima portavano, in quel nero, ma avendo il
Pontefice Clemente Vili fofpefe tutte le Indulgenze concefiè per via d'aggre-
gazioni convennealoro di procurare nuova erezione dall'Ordinario , e pofcia
dalla ftefla Arciconfraternita nuova aggregazione l'anno i6i5. 16. Settembre,
fotto la di cui ombra pure foggiornano ;e le qualche Pellegrino della llella_.
aggregazione richieda alloggio da quelta gli fidalimofina fecondo la fua con-
dizione , e fi licenzia ellendo pafiato in dilufo l'alloggiare di notte . Lodi MS.
ld archiv. proprio .
4 S. FIORANO, fefta alla Chiefa Parrocchiale Arcipr. del luogo dello ftef-
fo Santo .
Sua Vita eflratta da varj Autori .
SFIORANO (ij) fu un Signore de' piìi principali della Germania , Tri-
• buno , e Capitano Generale dell' Efcrcito, ornato della dignità intitolata^.
Frinceps Officti, folita a concederfi dagli Imperadori Romani folàmentea chi
fofle di nafcita infigne, di valore, e prudenza fperimentata . Ma perchè altri
dicono (^) che S. Floriano , o Fiorano , che è lo flefib nome,foffe Soldato, e
Cittadino di Vicenza , come afierifcono pure le antiche memorie di quella Cit-
tà ;ioper conciliare gli uni, egli altri dico, che potelTe efiere nobilifiimo
Soldato , e Cittadino di Vicenza , ed in qualità militare efi'ere pafiàto tant' oltre
per il fuo valore , che militando fotto l'Lfcrcito Imperiale arrivaflé alle dignità
fopradette . Leggafi l'Officina iflorica dell' Allolh, dove fi trovano molte di
quelle metamorfofi, e tra effe quella nella perfona di Sforza Attendolo Bolo-
gnino , che da povero Contadino di Madrara, Villa dilcolla da Cottignolla poco
pili
(«) Bafgape della Congf. dell'Oratorio di S. Filippo Neri in Napoli icrtt.^.
^onv, i», ( ^ ) Fr. Lorenzo Sur . Qrtof. , e Ferrar, de SS. Italis .
MAGGIO. yt
piti d'un miglio, divenne in proeffo di tempo rantoltimato perii fuo valore, cht
oltre d'averavutoegliltelToli primionori della milizia , anche il fuo figliuolo
Francefco, che dal Padre non volle ponto degenerare, fu crtato Duca delio
Stato di Milano , come nota anche il Corio , ed altri .
Concordano però quelti Srittori nella foltanza del martirio , e dicono che
trovandofi il Santo Campione in Zeillelmur nella Germania , intefe come^
Diocleziano Imperadore, quel crudeliffimo Tiranno , e periecutore della
Fede ,e del nomedi Crifto,e de Criltiani, aveva comandato eiprell'amente
che foiVero queiti perfeguitati , tormentati, ed uccifì in qualunque luogo fi
potellero trovare. Fiorano che faceva profellione di gloriofo Criitiano piìi
che di Principe , e Generale di Ceiàre , per Io zelo del ianto Evangelo fi pre-
fentò ad Aciuilino Prefetto, che nella Metropoli di Lorch faceva crudelilH-
maftragede Criltiani ,e lo riprefe per difefa de' Santi Martiri . Q,uelto balio
per farlo confinare in una penolillima Carcere , e poi di là fu condotto alla_
prefenza de' fai fi Dei acciò a loro facnficallè , ma puotè bene il Tiranno ten-
tarlo, e con perfuafìoni , e con minacciò , e con baltoni farlo battere cru-
gelmente ,cheellbmai perdette la fuainvitacoltanza ; licchè vedendo come
per nelTun conto poteva rimovelo dal luo fantopropcfito, più heramente fde-
gnato gli fece cacciar un coltello nelle fpalle, per il quaie fpafimo mai però
cedette a' tormenti, qunatunque tutto il luo Corpo nuotalTe n^^l proprio fan-
gue. ina col grondargli del fangue.accrefcendovi il coraggio, intrepido pre-
dicava la fama Fede diGesùCrilto , e deteha' a, e malediceva li falfi Dei ,
di modo che non potendo Aquilino vincerlo in niente , gii fece mettere al collo
un fallo, e precipitare n^lhumeEns, affinchè fommeilo nell'acqua perdelle
lavira, che non aveva perduta, elTenao fommerlonelfanguc , e cosi fu apu.ito,
perchè dopo tanti martirj volò alla gloria eterna . Iddio però che rel'tò clFelb
da qucfti tiranni Idolatri volle moltrarne rigorola vendetta , e rendere alfieme
gloriofo il luo Santo Martire, perche nei mecterfi in elecuzione la barbara
fentenza (-i) fu da un Giovine con (omma rabbia gettato nel detto fiume,
ed in pena gU creparono gli occhi , ed il fiume, quali vergognandofi di rice-
vere in sé il piezic lo Corpo del gloriofo Martire di Crilto, lollevò tanto in
alto lefueonde, che lo dcpole fopra d'un (allb molto alto, allacullodia del
quale Iddio providde d'un' Aquila, che lo copriva colle proprie ali, iinchè
riveiò ad una fanta Donna Criltana dove quello li trovalle per onorarlo di
degna fepoltura .
Per ubbidire dunque a' comandi di Dio ella vi lì portò con un Carro , fopra
del quale ripole il Santo Cadavero ,perritirarlodi làfecretamente, mali Bovi,
che lo tiravano mancavano per lagranfete, onde non potevano caminare,
fìcchè temendo la Donna di ellert- fcoperta fi raccomandò di vero cuore al Si-
gnor Iddio, quàl fubito fece Icaturire una Fonte , e con quell'acqua ellèndoli
riltorati li Bovi feguirono il luo viaggio lino al luogo dtltinato perla diluì
i'epoltura, aila quale concelle il Signore molti miracoli per i nienti del fuo
Santo Martire . IL luogo però dove al prclentè fi conlervi è incetto felia m
Jefi Città della Marca a'Ancuna,o pure in Vicenza, meatre d'una, e l'altra
Citiii.ei gano dipoflederlo. E 4 QueUo
(j) Sur.
7« MAGGIO.
Quefto è ben ficufo che molte parti dellaCrUlianita fé ?o anno eletto per
Protettore, come anche il Lodigiano nel Luogo dedicato al fuo nome, ed è
molto celebre per il fuo numerofo mercato . Nella Germania pure, e nelle
Provincie dell' Àudria pare che fìa tenuto in maggior venerazione che in qual-
fìfia altra parte del Mondo, perchè gli fono erette molte Chiefe , Cappelle,
«d Altari, e dove eflendofi mollrato cosi valorofo in vita , fono (lati pubbli-
cati anche tanti miracoli dopo morte, tra' quali riferirò il prefente . (a)
Aduna Cappella dedicata al Santo difcofta dall' abitato, per le grazie , che
concedeva vi concorreva gran Popolo, ed era mediocremente arrichita , di fu-
pelletili preziole colle limofine de' Concorrenti. Il che eilendo ftato adoc-
chiato da tre Ladroni, penfarono di faccheggiarla fu la fperanza di fare un
ricco bottino. Andati colà di nottetempo, avendo trovata la porta chiufa
acattenaccio , faliunofoprail tetto della Chiefiola , efattounbucco vi entrò ,
e corfe alla porta per aprirla coi deti , ma non gli riufci , e fi accorfe che gli bi-
fognava una ponta di ferro , o chiodo per follevare la molla , ed aprire la ferra-
tura , e levare il Cattennaccio . Si diede perciò a girare per la Cappella , e cer-
carne uno , ma che fiiccefle ? ovunque filtava l'occhio, o metteva le mani, ve-
deva , e toccava la Statua miracolola di S. Fiorano che ftava fu l'Altare . S'ar-
retra per riverenza, e volta in altra parte, ed ivi pure incontra la ItelTk Imnia-
gine,che con muto linguaggio lo riprende dell' attentato facrilegio . Gira,
e ragira con fempre la flefia figura d'avanti gli occhi fenza poter avere il ferro
chedefidera ,nè apre la porta ai Compagni, né apre il cuore alla vocazione,
che gli fanno il Santo, e Dio, che lo folecitano al pentimento , ed intanto
/lavano quelli alla porta inftando che aprifle per compir il furto facrilego. Af-
frettato quel di dentro dai due di fuori s'avvicinòallafeflura della porta, e dilFe
loro quel che gli accadeva , ed eflere rifoluto per tanto ufcire di là . Alche efiì
petulantemente rifpoferorimbrotandolod' animo vile, e conchifero che con la
tovaglia che copriva l'Altare , coprifle la faccia del Santo , che in quefto mo-
do non averebbe egli veduto il Ladro , né il Ladro lui . Tanto fegui . Si lafciò
il Santo velare laiaccia , e parve che non vedellé quel che vede va, onde potè il
Ladro aver il ferro acuto per aprir la ferratura , fplancare la porta , e rubbare
quanto loro piacque , e carichi fi partirono.
Non erano molto fcoftati dalla Chiefa, quando furono fovragiunti dal giuflo
fdegno di Dio : 11 primo da quello colpito fu colui , che ff andò fuori aveva con-
ligliato che fi coprifTe la faccia del Santo colla tovaglia dell' Altare: Il gafligo
fu una diabolica rabbia, flracciandofi efTo flefTo le carni colle mani , lacerandofi
coir unghie , e mordendofi coi denti, fpirò alla prefenza de' Compagni l'Anima
infelice . 11 fecondo fu l'altro , che era riraafto fuori della Cappella, forfi per non
tfTere si colpevole non fu egli prefo dallo Spirito maligno , ma il Cavallo eh»
cavalcava prcfe una carriera precipirofifiima, dal quale fu portato ad annegarfì
ieco nel Fiume Danubio , non molto difcofto . Qual rimanelTe a si orribile fpet-
tacolo il terzo Compagno non é facile a fpiegarlo , bensì gli diceva li confcien-
za fé effere reo più de i due fepelliti nell' Inferno , come quello che più degli al-
tri aveva cooperatone! rubbamenio , come quello che aveva veduto coi propri
occhi
M A O G I o ; . . ^J
«celli la mirRColonim?ntemijiaciante figura del Santo , e non s'era ritirato dal
furto, come quello ch'aveva ardito di coprir , e naicondere quegli occhi ,che
l'invitavano a penitenza ; onde timorofo dell' eterna perdizione cominciò a
chiedere di cuore perdono a Dio, e rivoltati in fretta li piedi tornò a rimet-
tere nella Chiefa quanto vi aveva levato, ed andato a ritrovare il Sacerdote,
alla di cui cuftodia ftava raccomandata la Cappella, gli raccontò quant' era fuc-
ce!ro,econ lui fece una dolorofa confefllone di tutti i liioi peccati, e diedo
principio a nuova vita in ferviggiodi Dio, e del Santo, dalla di cui Cappella non
(ì mode mai più in vita fua, fervendo di continuo a quella Ghiefa,a cui egli
aveva rubbato.
Sono deputate dueMonache del Moniftero di S. Chiara vecchia dal Vicario
Capitolare a trasferire nel nuovo Moniftero delle SS. Orlbla, e Chiara, eretto
nel Regio Borgo di Codogno l'anno 1616. Ifìr. diAur. Rof.
* 5 In queflo mefe dell'anno tj^Sj. leacquedi Adda allagarono dalCaftello
fino alla Torretta , e oltre Adda fino al Caslari . Lod. d:fc. 8. p. 434. , ejrq.
6 Perlafolenninima Traslazione de'Corpi di S. Tiziano Vefcovo, e de' SS.
Innocenti vedi la Vita di elfo Santo al fuo luogo .
D'ordine di Luiggi Ponz de Leon Governatore di Milano fi commodano tutti
li fentieri, eftrade di quefta noftra Città, levandofi molte mezze colonne di
marmo, che erano a vanti ad alcune Cafclafciandole folo alle piùcoipicue ,e
privilegiate ; ann» 1666. Caven.
7 Come feconda Domenica dopo Pafqua fefta annuale folenne all'Oratorio
del Luogo della Bonora fotto la Parrocchia Arcipreturale della Pieve di
FilTìrag i , ad onore di S. Bona Romana Vergine , e Martire , in cui fi venera il
di lei fagroCorpo donatogli dalla pieràdel Padrone di elio Luogo ilMarchefe
Gregorio Orfino Roma Nobile Milanefe ,come per Iltrumenio rogato dal Pr.
Antonio Maria Garotta Notaro Appoftolico , e Goadjutore della Curia Velco-
valedi Lodi , il di ij. Ottobre 1726. Qjaefto facio Pegno fu donato allo ftedb
Marchefe dall' Abbate del Moniftero di S. Pietro in GefTate de' Monaci Calli-
refi in Milano, ove riverentemente fi conferva va, ed era {taro riconolciuto
dalla Curia Arcivefcovale di Milanofino l'anno 1619. 1. Aprile dalla qual rico-
gnizione ne confta l'identità, e come tale fé ne fa l'Uffizio proprio. Parimente
il detto Marchefe donò ad ci'ò Oratorio un Dente della Iterfà Santa , ma lepara-
todal Corpo, col quale fi benedicono gli addolorati del male de' denti, e ne
feguono grazie mirabili.
8 ElifabetraCriftina Imperadrice moglie di Carlo VI. noftro Imperadore
arriva in Lodi daBarcrllona per ar.dare a Vienna, ed alloggia al lolito nella
' Cala del Co- Antonia Bartù , l'anno 171}. iV«;. dei DuU,
9 L»
74 MAGGIO.
9 La Nobile CafaCadamofta fa libera donazione della fua Chiefa dedicata
a S. Maria EliCabetta alli PP. Carmelitani, acciò VI poffino fabbricare la loro
Chiefa , come fecero , dedicandola alla SS. Annunziata , l'anno 1496. Sua Iflo»
ria Sacra .
10 II Duca di MadredapafTa da Lodi per andare a Trento a ricevere la Regi-
na Marianna Spofa di Filippo IV. Re di Spagna, l'anno 1649. Vedi z8. corr.
Noi. dd Benz. , e Dulc.
* Il Franchino GafifurioLodigiano Maeftro di Capella della Metropolitana
di Milano fece riforgere la mufica, già quafi perduta , l'anno 1504. ,come da
ifcrizione in marmo pofta al Campanile maggiore di Lodi , e di queit' artecom-
pofe vari Libri, de' quali alcuni fé ne leggono nella Biblioteca filippina Lodi»
giana pieni di erudizione .
11 Le Città confederate contro Federico I. ImperadorealTediano Lodi eret-
tamente perche ricufa collegarfi con loro , l'anno n6j. Morm. , e p'iUan. Vtdi
19. corrente .
Con pompa , ad apparato fontuofifllmo fi celebrano dalla Città l'efequie della
Regina Maria Lui fa mogli e di Carlo il. Re di Spagna nella Chiefa ddi' Incoro-
nata l'anno 1589. ^°^- ^'■'^ Caven.
Li Decurioni di quefta Città l'anno 1514. ,temendo{ì fopra la guerra immi-
nente da' nemici Veneziani , e Re de' Romani ricorrono da Federico Gonz .ga
Marchefedi Bozolo, il qualea nome della Corona di Francia s'era impadronito
di Lodi .ed abitava nel Moniilero de* PP. Umiliati di S.Criftofforo , e lo pre-
gano a difporre in maniera le cofe , che la Città , e Contado non polTano pati-
re né faccheggio, né verun' altro danno, parlando a nome di ella il Dott. Ghe-
rardo Cada motti . La rifpofta del detto Marchefe L. T. R fu, che a tutto (uo
potere averebbe procurato eh e non foUemoleftata né la Città, né liCittadmi»
néil fuo Contado,offerendofi co' medelimi Cittadini , o a morire , oa prefervar-
gli illefi da' nemici . Atti di Ce fare Lecrami Notajo di Lodi ,gtorno , ed anntfud-
detti y come dall' Archivio del Nat. Alcfs. Trifs.
13 S. CRISTINZIANO Martire , fefla in molti luoghi del Lo(^igiano per
divozione , ed in iipezie ali' Oratorio della Torretta lotto la Parrocchia di
S. Gualtero .
Sua Fifa .
IL Ferrarlo de SS. Italia; dice di queflo Santo colle refpettìve autorità antiche
della noltra Chiefa, e di quella d'Afcoli , che fi celebra la iua fefta nella
Chiefa Cattedrale d'Afcoli nella Marca d'Ancona, dove dicefi che fi confervi il
ilio Corpo , e li celebra con officio doppio. Parimente nella Diocefi di Lodi
quelto
.■^
MAGGIO. 75
querto Santo è in gran venerazione , e tnairime perchè è invocato contro le
gragnole , ma il Tuo officio da quefta Chiefà non iì fa. Sopra di quefto Santo
vano è il parere de' Lodigiani . Alcuni lo giudicano Confellore , altri Martire >
ed ahri Velcovo di Bobbio. Il tutto è incerto .
14 ElTendo giunta a Lodi nuova, come oggi la B. Vergine Maria fia com-
parla a una Figliuola muta , e monca d' una mano nel Luogo di Deverà Gera
d' Adda, poco diflante da Lodi nell' anno 1385. mentre tendeva le ocche , e che
le abbia concelle le grazi e della loquela, e della mano; fubito fi leva dalla
Città un concorlògrandiflimo di Popolo perandare a venerarla . Suaifcriz. , e
traitz.
lilma della Feria Repentina .
L'Anno 1509. emendo ftata ftabilira la lega tra il Pontefice Giulio IL , Maffi-
miliano Imperadore , Ferante Re di Spagna, LodovicoXlI. Re di Fran-
cia , già padrone dello Stato di Milano, ed altri Potentati contro la Repub-
blica Veneziana, chemolro deminava fopra Terra fei ma ; oggi eflendod az-
zufFari gUECerciti Franzefe, e Veneziano in Gera d' Adda,preiro il Borgo di
Pandino, in fito dove è una roggia, che al prelente ferve di contine del Mila-
reie colCremafco ; reftòvittoriolo ilFranzefe, ed in quella battaglia fi Ipar-
fe tanto ("angue , che fece venir rofTa la detta roggia , mercechè come fiume
vi correva dentro , e tiene ancora il nome dell'acqua rolfa; come anche uà
Oratorio dedicato aMaria Vergine , che v' è piantato appreefib tiene il nome
della Vittoria . Onde per quello fatto cos'i memorabile il Re Franzeie l'anno
feguente ijiQ. 11. corrente lece pubblicare una Grida rigorofa, che in quefto
giorno 14. non (eguiflero atti giudiziali , e prele il nome di Ferii Repentina,
che continuò fino all'anno 1704 , nel quale , non fo per qual raggione , tu leva-
ta in quelta Citta , e permeila la libertà al Foro giudiziale. Not. mll'arcb.
ddN^t. Alcf. Trtjfcm ,ed tlGiovio .
15 Dopo due anni che , fu finito , e collocato il Tabernacolo di finilTimi
marmi all'Aitar maggiore del Duomo , che coita circa 24. mille lire, oggi vi fi
mettono anche i dueAngeli di alabaftro per maggior frcggio, a* quali non
manca alrro che la loquela per efprimere la loro vivacità . Jln. 1694. Not.
del Dulc.
Il Prete VicenzoBignarai Cittadino Lodigiano, uomo di riguardevole ftima
in quefta Città, con univerlale ammiraziouc, nell'età d'anni 70. ia amplilfima
donazione della lua Perfona, e di tutte le/ue molte loitanze alla Compagnia di
Gesù. An. lóS^.Not.drl Zum.
1(5 S. GIOVANNI NEPOMUCENO Martire, fefta alla Chiefa di S.An-
tonio da Padova de'PP. Conventuali di S. fraacefco , ed al Pome del fiume
Adda , ove è la lua Statua .
7<J MAGGIO.
l^ita di S. Giovanni Nepemuceno Prete Canonico , e Martire della Confederi , ef-
trata dalla latina , fcritta dal P. Bouslao Balbino della Compagnia
di Gesù , la qualt concorda col proprio Officio .
N Acque Giovanni Nepomuceno nella Boemia in un Borgo chiamato N«-
pomuch , lontano da Praga Città principale del Regno, dalla parte di Ba-
Yiera,dieci gran miglia, circa l'anno ijiy da parenti più ricchi di pietà, che di
Ibftanze terrene . Eflendo devorifllmi della B. V. Maria , per voto a lei fatto
ottennero quefto figliuolo , e gli polèro nome Giovanni , affinchè fi ricordalTe di
continuo d'elTer egli figliuolo della Vergine, come lo fu per amore S. Gio.
Evangelil'^afottituito in luogo del Redentore Gesù, ed in fatti alle replicate
preghiere de' Parenti Maria Vergine Io liberò d'una malattia molto pericolofa
miracolofamente, per dar l'aggio ancor' ella dell' amore, che portava a quella
pargoletto fui principio della lua età innocente .
Quanto folTe per diventar grande in Santità fi conobbe quando nafceva «
mentre furono vedute fplendentiifime fiamme a calare dal Cielo, che con gra-
tilfimo fpettacolo di tutto il Borgo circondavano la Cafa dove veniva alla luce .
Crefciuto in età fu applicato alle lettere, mentre fcorgevafi in elfo un talento
vivo , pronto , e perfpicace , accompagnato da dolce modeftia , pietà , ed umil-
tà, ed avendo apprelo a fervir alla S. Mefik , ogni mattina molro per tempo
correva velocemente ad un Monillero de'PP. Giftercienfi per poter fervire in
quello facrominiftero a tutti gliSacerdcti ,che vi celebravano . Apprefi, che
ebbei primi principi delle lettere fu manduo a ZAteccio Città iniig.ie della
Boemia, affinchè attendefTe ai Studj maggiori , ed effendofi impoliclsatodi
tutre le fcienze che vi s'infegnavano , di là pafsò a Praga , dove Carlo IV. Impe-
radore , e Re di quel Regno aveva aperte tutte le Scuole delle Dottrine Divina,
ed umana. Quivi fu creato Lettore di Filofofia , poi Dottore, e Letture di
Teologia, e della Legge Canonica, e febbenc allo fludio delle lettere voleva
fempre che precedelle la pietà, pure dovendofi prvmovere alli facri Ordini
s'allontanò da tutti que' ftudjperun mefedi ttmpo, qu^leìolpefe tucto per fa-
cro aparecchio in fante meditazioni , ed affiizioiii del C(rpo,e col purgare la
cofcienza,ecol pregare dalla Divina clemenza favori Celelti .
Ordinato che fu Sacerdote fi mif'e a predicare il Santo Evangelo, e non è si
facile a fpiegarfi il frutto mirabile delle ibe Prediche, co: quinto zeio ripren-
defl'e le licenze de' Nobili ,ede' Cortc-ggiani,le vani;à ,ele Lberià dei fello fe-
rninile , il vizio dell' ubbriacchezza,che allora moho fi avvanzava , e per fiae
non v'era peccatore per oftinato che fcile in qua.fifia vizio, che noi: reit alle in-
tenerito dalle forti perfuafive del noii:ro Giovanni . Che niara\ igiia poi «ara fé
la di lui benedetta lingua trecento trent' anni dopo morte fa per miricolo tro-
vata ancor incorrotta , e di vivo colore ; Anzi dopo fei anni eifeiido ftata mof^
trata a'Giudici delegati della Santa Sede, con nuovo prodigio fubiro fi gonfiò . t
di vofl'egianteofcura fi mutò in porporina . Anche l'Iraperadore Wencesiao
primogenito, e fuccefTore di Carlo IV. nell'Impero , non efiendo ancora dato
in reprobo,aguifad'un altro Erode fenrendo le predich e del noltro Giovanni fa-
ceva molte colie . Mart.ó, Onde perlualo dalla di lui prudenza, Doit ri !ia,«
Saa-
MAGGIO. 77
Santità gli efebi Vefcovati , ed altre luperioii dignità Ecclefiartiche , quali tut-
te furono ripudiate dall' umile Miniftro di Dio,contentandori Iblamence della
dignità di Limofiniere del Re , e della Regina , nel qual grado tutti li Coneg-
giani ebbero a lodare la di lui compaflione , integrità , e giuUizia ver(o de' Po-
veri , facendo anche l'Avvocato per elTi .dalla qual occafìone molti prendcv.mo
la confidenzi di elegerlo arbitro nelle caufe delie liti più intricate ; e tanto s'era
avvanzato nel buon concetto appreflo di tutti , che Giovanni Arcivefcovo di
quella Imperiale Città, e Metropolitana di Praga, col pieno voto di tutto il
Collegio de' Canonici, lo eleile Canonico di quella Cattedrale , dedicata ad onor
redi S. Vitto .
L'anno 138J. Comminciò Vvenceslao a precipitare di mal in peggio, fprez-
Zando anche le riprenfioni della fua zelante Conforte, anzi li mille afolpet-
tare nella Regina innocente di quel male, che ellbcometteva per fuo capric-
cio , avendo rilaleiate le redini ad ogni iniquità , ed impudicizia ; che però
eifcndo ftato eletto il Beato per Confellbre delle Monache di S. Giorgio nell'Im-
pcriil Caltello, e dell' Imperadrice Giovanna, tormentava coltui perilfacri-
lego defiderio,che aveva difapere i peccati, de' quali fi confelFava l' impera-
drice fua Conforte, ma fempre furono vane le liie inftanzc , che faceva al B.
ConfelTorc , e conlulìnghe, e con minacele . Chepiù? La crudeltà di quello
perfido Imperadore s'avvanzò a tanta inumanità, che condannò illuo Cuoco
ad efler arrolHto cos'i vivo fu d'un fpiedoin pena d'avergli mandato in Tavola
un Capone mal cotto a rollo. Cluelta barbane fece inorridire tutta la Corte, ma
molto più il Santo Canonico , e Predicatore , che con potendo fofFerirla {ti-
mo debito dell' Appollolico luo miniftero ad avvertire il Tiranno , come an-
cora i Re devono render conto delle loro azioni al Dio terribile appreflb gli
Monarchi della Terra. Sjlm. 75. 13. e che condaina i Potenti ad elFere tor-
mentati potentemente Sap.ó.y. Il Tiranno, che già andava machinando forti
pretelti per vendicarli del B. Confeffore Giovanni zelante del fegieto delle Con-
felfioni della Regina, provocato più fieramente a fdegno per quell'ammoni-
zione lo fece carcerare, e dopo qualche tempo indulfe altri ad ailalirlo più ga-
gliardamente , chefcoprilTe le ConfelTioni della Regina , fé voleva ul'cir di
prigione. Ma intrepidamente rifpofe , che l'Impei adora gli aveiebbe prima
frappato co' tormenti l'animadalCorpo, che dalla iua bocca una parola lenti»
ca in Confefiione .
Mutò l'affalto l'Imperadore fcelerato, e fatolo levar di prigione fé lo tene-
va alla propria menla, inliandocon lufinghe , e larghe promell'e a rivelargli
le ConfelTioni della Regina , ma per fine vedendo che erano inutili tutti gli (uoi
ftratagcmi, montando fu le furie peggio di prima lo fece crudelillimamente
lormer.tare, ed abbruggiargli i fianchi con fiaccole accefe ; Ma il Santo Martire
alzando la mente a Dio in que' tormenti , altro non peniàva , che a chiamar
in luo ajuto Gesù , e Maria , ad efli offerendo i fuoi dolori , ad elli raccoman-
dando l'Anima fua, e potè bene il Tiranno ftancarfi di farlo tormentare , ma
non già il Beato di patir i tormenti, ficchè difperato l'Imperadore di poter
ottenere il fuo intento , lo fece levar dalla Gaialt» , ove era itato diltcfo,
legato , e tormentato .
Pài".
78 MAGGIO.
PafTataqueftatempefta fegui alConfefTore Giovanni un bel fereno del Cielo,
perchè internamente reftò confolato da Dio , ed efterna niente dagli Angeli,
che gli comparvero, e rifanato che fu del Martirio, che per amor di Dio
tenne fecreto , come fc.ldato di Crifte già ferito, e rifanato fi relHtui intre-
pidamente alla cuftodia del poflo primiero , cioè a dire alla reflidenza del
Coro, alla Confeffione della Regina, alla predica dell' Evangelo, in una del-
le quali, dopo d'avere difcorfo con gran calore più del folito, predilTela fua_,
morte imminente, e tutti i mali', che poi feguirono alla miferabil Boemia ;
con umiliiTime parole fi licenziò da' funi Col leghi Canonici , e da tutto l'udi-
torio , e poi dando l'ultimo Addio con molte lagrime agli occhi terminò la
predica con gran dolore, ed ammirazione di tutti .
In BolesUvia era un immagine antichiffima della BV. tenuta in fomma_.
Venerazione dal Popolo, ed il B Gioanni , che lempre l'aveva amata di ve-
ro Cuore in fua vita, fapendo che pochi giorni era lontano dalla fua morte ,
f\ portò da quella per implorare il di lei efficacilTimo padrocinio , ed aiuto
nel palTaggio all'altra vita , e nel ritorno fui tardo della giornata dal San-
tuario palsò per ifcontro alla Corte Imperiale , e veduto da Wenceslao lo
fece chiamare, e nuovamente diede nelle fue frenefie di tentarlo a rompe-
re il figiilo della Confeffione della Regina , dicendo ; Senti o Prete , o fco*
primi fubito tutti i peccati, che mia Moglie tihamanifcrtatiin Confeffione,
altrimente fei perduto: giuro a Dio bevcrai Tacque, (s'intendeva il barbaro
con quelle minacciolè parole di farlo fommergere nell'acqua) Il Coftan-
tilfimo Martire , non più con parole, ma con tutta la tefta , e colla faccia
fevera , e follenuta negò di voler commettere quel facnleggio, ed il Ti-
ranno per allora fé lo' fece fubito levare d* avanti , e di pelò portare in una
ilanza , afpettando la notte già vicina a farefeguirela lua crudel fentenza,
per ifchivare d'elfere veduto dal Popolo , ed affinchè nelmno vi s'interpc-
neffe . Pertanto la fteffa notte lo fece condurre al Ponte del fiume Molda,
che congiunge le due Città Praga maggiore, e minore , e legategli le ma-
ni , e piedi fu gettato dal Ponte nel fiume , e mori Martire del figlilo della
Confeffione l'anno 1385. nella vigilia di-lf Afcenfione .
Pensò il crudele Tiranno celle tenebre della n'tte nafcondere al Mondo
la morte del Beato Giovanni, ma fu imì.egno del Cielo di manifeftarla a for-
za de miraceli , perchè quel Dio, che coi lumi Cele :i feiteggiò il di lui
f;loriofo natale, gli fpedi anche dopo la morie a fargli un fonruofo funera-
e, perchè comparvero fubito a fior d'acqua fopra del fiume innumerabili
faccelle luminofiffime come tante lorcie , o fanali accefi , che fpatgen io
d'ogni intorno vivi raggi , e con bell'ordinanza accompagnarono il Sacro
Corpo al lido , e Con di Angeli, che cantarono alle gione di unCittadi-
Do del Cielo.
Accorfe allo fpetacolo tutta la Città attonita persi gran meraviglia , e
Wenceslao folo , che fapeva 1' efecrabile fatto, tormenrando per il rimorfb
della conRienza, tutto confufb fremeva di rabbia , vedendo fcoperta la fua
malignità, il fuo facrilego omicidio , e la giuiìizia , che faceva il Cielo,
onoraado un ule a fé diletto « e come dalle bocche de' Carnefici itelTi , ch«
d'o£-
MAGGIO. 79
d'ordine Tuo lo avevano tormencato col fuoco , e fommerfo nell'acque, era
paleiato il martirio del Beato , e fu si veemente la luaconfufione, che per
ere giorni liecte tempre nafcofto.
I Canonici della Metropolitana levarono il Corpo di quel Santo Cam-
pione loro collega dalla ripa del fiume, elorifpofero per mododiprovvifione
nella vicina Chieù di S. Croce di ceni PP. Religiolì chiamiti della Peniten-
za per fino che fu fabbricato il fuo proprio lepolcro gloriofo . Divolgata^
la morre ci quelto Beato Martire di Crilto accorrevano i popoli iiinumera-
bili a venerarlo, e tanto più s'accrefceva il numero, e la divozione, quan-
to pili vedevaii la facilità, colla quale impetravano ogni lorte di grazie . Il
maligno Wenceslao però che voleva col Corpo folle ftatafepolta anche la me-
moria del Santo Marcire, mandò ordini violenti a quei Religiofi, che lo fe-
peiliflero in luogo rimoto, e fcaccialkro di Chiela le turbe devote . Ma al dif-
pe'.to del Tiranno, quanto più macchinava di levargli la venerazione, tanto
più Iddio gliela accrefceva , perchè da qualunque luogo , oveeraripoftoper
leuerlo fecreto, lì manifeltava da le coli' odore fragrantiffimo , che elalava.
Rifolfero pofcia i Canonici di ergergli un maeltofo Sepolcro, edinquell*
ifteirb luogo, che fu eletto per il Sacro depofito del Beato fu ritrovato un ric-
chillìmoteforOfquaficchèil Beato volede rimunerarci Canonici nelle fpefe .
Ridotto a perfezione quello preziolo Sepolcro fu levato dalla Chiefa di S.
Croce con tutto il concorlo del Clero, e del popolo, e portatolo folennemente
a fuono di tutte le campane nella Cattedrale; ma con tali' occalìone , per lod-
disfare alle illanze importune del popolo devotiffìmo , eflendo tenuta aperta
per qualche tempo l'arca, che bello fpettacolo era il vedere tanti , che pian-
gevano di confolazione, ed altri , che giubilavano di vedere tanti miracoli ,
che Iddio operava per i meriti del B- Martire Giovanni .
Non cosi però rallegra vali la Regina Giovanna, perchè dopo d'avere faputo
che il crudele martino del luo Beato Padre Spirituale era avvenuto per (ua_
cagione fu forprefa da tanto cordoglio , che poco alla volta mancandole le
forze, pairati quattro anni, mori il primo Gennajo dell'anno 1387. fenza
lalciar fuccellionc . Ed il tiranno Wenceslao ebbe a provare la vendet-
ta del Signore, perchè fcopcrtafi tale fceleraggine s'amnr.utinaronoconirodi
elfo 1 Popoli , dal tlirorede'quali fuggendo, fu anche nello Hello tempo privato
dell' Impero, e tocco finalmente a' appoplefia ( come dice il Forelli nel fuo
Mappamondo lltorico) vomitò l'anima, carico di mille maledizioni di tutto il
Mondo , e principalmente dell'Impero da lui per ventidue anni contaminato .
La Venerazione al noltro Beato Martire andò pofcia continuando, anzi ac-
crefcendoli in tutti i Popoli, ed in ifpezie della Germania, e ne' Serenilfinii Arci-
duchi , Imperadoii, Cardinali , Arcivefcovi di Praga, c';e a tutto loio potere-,
lempre procurarono che folle Canonizzato , e le accefe lampadi , gli appetì
voti, le dipinte Immagini ancora antichiffime, belliilìmi Altari ad elfo confa-
graii , dove lacrihcano Sacerdoti, fé non h^nno potuto fpeditamente Cano-
nizzarlo per Santo, gli anno però fempre confervata la dignità di Beato,
la quile gli fu confermata anche dal fommo Pontefice Urbano VIII. , e dalla
forza de' Miracoli , che dalla morte fin' a quelto tempo ha operati, alcuni de'
quali fono per raccontare. Ab-
eo MAGGIO.
Abbiam detto àa, principio, come nafcendo il B. Giovanni difcefero dal
Cielo rifplendentiffime fiamme a circondare , ed illuminare la Cafa , quafi che_
fino d'allora vi prendeiTe poffeiro il Cielo , {tando che dopo che fu morto non fu
mai polTibilead alcuno di poter prender alcun ripofo in effa di nottetempo.
Contale prodiggiodiedead intendere cerne quella Cafa non doveva fervire-.
più di abitazione a Uomini di quefto Mondo, ma di Tempio ad onore del Bam-
bino Beato , che vi era nato , il quale eretto che fu , e per moltiffimi anni tenuto
in fomma venerazione , fu poi riltorato fenza alcuno rifparmio di Ipti'e per farlo
inaertofo, mentre per l'antichità minacciava rovina .
Gli Eretici Calviniani lolamente fremono di rabbia a vedere tanto onorata,
ed efaltata la fantità di Giovanni, ma tante volte ancora hanno dovuto provare
fìuporo(ì,e fpaventofigaiiighi.comequando l'anno i6iS. avendo prefa la metà
della Chiefa Metropolitana di Praga , non potendo fofFrir' il fagro Depofito del
noflro Beato, fi mileroper itrapparlo ,e gettarlo a luogo commune, ed inde-
gno , ma a mifuia dell'attentato delitto riportarono la pena, perchè altri vi mo-
rirono di fubito, altri rcftarono (èmivivi , altri temendo fopra di fé fimili, o
peggiori gaftighi fuggirono .
Uno per prenderfi piacere di quello, che aveva la cura di tener accefa la_.
Lampada avanti del Beato, aveva levato fuori di effa tutto l'oglio , ed incambio
l'aveva empiuta d'acqua ; S'accoflò poi quello, che non fapeva la burla , che.^
gli aveva tramata quell'altro , chepurefieraritiratodi nafcofto ,afpettando il
tempo di riderfi . Ma riufcì di verfamente, perchè avendo quelloaccefa la Lam-
pada prefe fuoco, e rendeva fplendentiffimo lume ; Spaventato quell'altro a
tal no vita , che vidde co' proprj occhi , confefsò quello che aveva fatto al Com-
pagno, ed ambidue conobbero il miracolo , e chiamando anct)ra altri a vedere
quello Ipctcacolo , come l'acqua avefiTe forza di dar alimento al luoco , tutti v iri-
derò il gran miracolo, e da vano gloria a Dio, che tanto onoralfe il (uo Beato
Martire Giovanni .
Chi deiideralle ulteriori notizie de' miracoli di quefto Beato , potria leggere
un Libro mandato alle Stampe dal P. Giorgio Fero l'anno 1641. nel quale cele-
bra molte altre prerogative , grazie, e miracoli, come di morti rifufciiati,
d'infermi rifanati , di condannati alia morte liberati , di fommerfi ne' Fiumi fal-
vati , di pioggie, oferenità ottenute, dalle peltinelii Uomini , e nelle BeHie_.
prefervali, e quello cheè più portentofo di chi fente forza mirabile a fuperar
il rofTore di confelTarfi gli luoi peccati, o va a pericolo di perdere ii buon
come.
Non folo però è dilatata nel Settentrione la divozione di quelto Beato , ma_^
anche in buona parte della Criflianirà, dopo che la Santità di Noltro Signor
Papa Innocenzio XIII per aderire alle fuppliche della Cattolica , e Celare»
MaeftàdiCarlo VI. , di tutta l'AugufiilIìma Cafa d'Auftria , del berenilTimo Re
di Polonia , e degli Arcivefcovi , Vef.ovi , e Principi turti della Germania,
conceire li 7. Giugno deli' anno 1721.0 come ilnoftro Calendario del 1721. che
il potefle celebrare l'Offizio , colla MelTa fotro rito doppio per tutta la Boemia ,
Germania, t: Stati Ereditarj deli' Augaltili; ma Caia d'^iuftria ogn'annom que-
llo
MAGGIO. «1
fio giorno del commnneJi uà fol Martire , e cheli facro Corpo /ìpotefTe alzare
da terra , e riporre lopra la menfa dell' Altare . Che perciò in vigore di quefta
benigna concelTione Monfìg. Ortenfìo Vi (conti Veicovodi quella Città Fcdelif-
{ìmaludditaallaCefarea Maefta obbligò tutto il Clero a recitare l'Offizio ;
ma perfine l'anno 1719. 19. Marzo il Pontefice Benedetto XIII. lo afcriiFe nel
numero de' SS. M.utiricol luo Offizio proprio.
E' Ikta molto onorata quella Città dalla pietà del PreHìdio militare Tedefco
l'anno 1724. , quando il giorno 2 j. Aprile fui principio del Ponte d'Adda dalli
parte dellaCittà alzò la bella, divota , e tanto naturale Statua di marmo di
Viggiù dello flellò Santo , quale chi la vede è obbligato con tutta ingenuità a
confelTarechenon le manca altro , che lo fpirito per animarla. Di pia nello
ftelTò anno li 15- del corrente mele alla (era fu benedetta dal detto Prelato coli'
interventodi tutto il Capitolo della Cattedrale, di tutta la Nobiltà, ed OìH-
zialitàcomparCacolPreffidio, il quale coi sbarri ,e più cori di Trombe , Tim-
pani, e Mufica foraftiera eccellente mandò fino al Cielo le viviflìme voci di
giubilo, ellèndo Hata melTa nel di lei Piedeitalouna caffettina di piombo eoa
dentro delle Ceneri del Beato. Anche il giorno feguentefi repplicaronole felle
cella Cattedrale , dove il Prelato con tutta la Nobiltà , e gran numero di Po-
polo roncorfe ad udire le glorie del Beato rapprel'entate in un erudito Panegiri-
co . Quindi dal Prepoito della Cattedrale fi celebrò MelTa folenne cantata a piì»
Cori d'eccellenti Mufici foraltieri. terminata la quale fu intonaco il TV D^u dal-
lo ftelFo Vefcovo ai luono di Trombe , e Timpani con triplicata fitlva del Re-
gimento melPo in Battaglia nella Piazza maggiore. Al dopo pranzo iì cantò
colla ItelTàfolennità anche il Vefpero colla Beuedizione del Santiirimo Sagra-
mente data dal Prelato , eaiun ora di notte lì diede fuoco ad una bcilinima ma-
china di Fuochi artificiati fui mezzo d'ella Piazza , che con applaulo univerlàle
coronò la folennità di quello Beato .
Le grazie poi di quelle per iempre memorabili funzioni fi deveranno prima
a Dio , e poi alla gloriola condotta del Conte Amadeo Olgiati Piemontefc di
Vercelli, Cavagliere, e Commendatore del Sacro Ordine de' SS. Maurizio, e
Lazaro , Tenente Colonello per S. M. C. C. , e maggiore di quefla Piazza , il
quale di più, per eternare la memoria della fua divozione a si gì an Beato Marti-
re , e caro Miniltro di Dio , colle Tue limolane , e colle raccolte da altri , qual
Apeingegnolaha ert-ttoun Aitaredi finilTimo marmo al di lui onore nella Chie-
la di S. Antonio da Padova de' PP. Minori Conventuali di S. Francefco . Né
menofu l' indetlffàfollecitudinedel P Fr.Francelco Antonio Piaiitanida Lodi-
giano, Baciliiere . e Guardiano d'effbConven'.o per ridurlo a flato d'ellcre bene-
detto l'anno ("egucnte 1725 inquefto giorno fella del Santo, il quale Cubito,
checominciò ad eireremellò in venerazione in quella Città , cominciò pure a
farkconofcere il patrocinio de' fuoi Devoti, come tellificano tante tavolette
appele intorno alla fua Statua al ponte d'Adda , ed al luo Altare . Tellimonj di
Villa (bno (lati meltiCictadini , quando lo Hello Colonello del RegiraentoTc-
delco , che gli ave . a fatta alzare la detta Statua , fu per grazia fìngclare preler-
Yato dall' annegarli in una tomba piena d'acqaafu la ripa dell' Adda .
Mirabile iu anche quelio calo . Un Signore di quella dui , cheterà porta-»
F IO
9t MAGGIO.
to in Cocchio air Adda , efmonratolo aveva lafciaro fulla Piazza apprefTo la
benedetta Statua , ma allo sbarro accidentale d'un Archibuggiata fpavcntaronfi
i Cavalli, e trovandofidifcefoil Cocchierofifeceavantialoro per ratenergli »
ma infuriati feguitaronoil loro velocilliino corfo , né fi fermarono , fé non per-
chè fu (errato il Raftello della Porta della Città, ed il Cocchiere quantunque
fofFeltato gettato a terra da' Cavalli , che d'avantaggio gli paflarono lopra ,
quando fi fece loro d'avanti per fermargli , per grazia del Beato Martire fi levò
da terra , e fenza minima offefa .
Molti altri hanno ricevute varie grazie , quali tutte obbligano il Cittadino
Lodigiano , edognifedelCriftiano adaccrefcergli la devozione , giacché a for-
za de' miracoli fi fa conofcere quanto (ia amato da Dio , il quale per i meriti del
no(tro Santo quanto prima concedaatuttalaCriftianitàlaconlblazione di ve-
dere all' Augultiilimo noftro Supremo Monarca la iòfpirata prole .
* 17 Francefco I. Sforza Duca di Milano donò in Feudo aMatteo da Bologna
il Borgo di S . Angelocol Tuo Caitello del Territorio Lodigiano,perchè gli diede
il Cartello di Pavia nelle mani , anzi quefto Duca gli diede il proprio cognome
di Atendolo Bolognini col titolo di Conte , ia di cui generofa, e Nobili iTima
Famiglia, divifa però in molti capi , lo poffiede ancora. E'poito iul fiume
Lambro , altre volte cinto di mura , al prefente qu ifì tutto sfafciato, popolato di
5000. Anime in circa , e molto famofo per il fuo mercato , che vi fi fa ogni Mer-
coledì, uno de' maggiori di quefto Stato, malhme per la gran quantità de' Bef-
tiami , Carne , Corami , e Lino . Fu quefto fabbricato da Regina Scala Moglie
di Barnabò Vifcontil'anno 1381. , e VI fpefecento milla Fiorini d'oro, come il
Corio , Leandro de Alberti nella defcrizione deli' Italia , ed Archivio del Cont.
yi'di 6. FebbrAJo .
• 18 Francefco I. Sforza Duca di Milano l'anno 1455. concede in Feudo alla
Nobile Famiglia Lampugnani il Borgo di Cafale Pufterlengo, molto celebre
per il Mercato , che vi fi fa il Lunedì , ed è popolato di 3500. Anime in circa,
al prefente però è Feudo del Principe D. Antonio Tolomeo Triulzi . Anb.
del Contado .
19 Ricufando la noftra Città di collegarfi colle altre della Lombardia con-
tro Federico I. di lei glorioio Fondatore , e Difenfore , oggi fofFre un fiero com-
battimento da effe al cantone di Serravalle , con molto iangue fparib da ambi
gli Eferciti » l'anno 1157. More». , e vedi 23.
10 Sì terribile è la carefliadel vivere in quefloPaefe,che il formcnto vale
allo ftaro lire dieci , la formentata lire fette, e mezza, il miglio lire fei,la crufca
foldi quaranta, tre oncie mieferabili di pane fcldi due; e molti poveri fi trovano
in Campagna morti di fame coli' erba in bocca , l'anno 1628. , e l'anno 1629. il
formento vale un Zecchino aleftaro, il miglio lire 8. lo Marafc. f ed altri , e veda/i
il 6. Luglio.
MAGGIO. 8}
»i Fefta delB. GiaccomoOldo Nobile Cittadino Lodigiano airOratonodi
S. Giuliano.
Sua Vita ifiratta in compendio da quella , che ha fcritto Baff'ano Dardantne , quaì
dice d'avtrl.ì prefa dalle Effemeridi fiere del mcfe d'Aprile del P. G^rolama
Bafgapè della Congrn^azionr dell'Oratorio di S. Filippo Neri in Napoli f
\del qualy^Beato qiic fio Padre ne difcorre anche nelle fuc mtamorfofì lib, x.
Ceniur. I. Converf. 15. , ed ifiratta altrove , come fi dirà .
DA P.irenti Nobili Cittadini Lodigiani nominati Marchefio Oidi il Padre ,c
Flordonina 1:1 Madre nacque in quefla Città il B Giaccomo,al quale ef-
lendo morto il Padre mentreera ancor fanciullo, fu allevato dalla Madre con
ottimi coflumi,ma crefciiuo in età fece la folita riufcita de' figliuoli delle
Donne vedove , abbandonando gli lludj , e veftito di galla diedefi in preda alla
var.itàdel Mondo , agliamoreggiainenti, bagordi, e mufìchc . Giunco il tem-
po di collocarfi in Matrimonio ("p^isò una fua pari di nobiltà , di età, e di va-
nità mondane per nome Catterina Bocconi figlia di Giovanni , ma dopoalcuni
annipiacqueal Signore d'intorbidar a loro i modani piaceri, perchè l'anno 1J90.
(o come il Vilan. nell'anno ij88. ) fu Lodi infettato di Peftesi fpaventofa , che
entrando in qualche Cafafeppelliva tutti ne' fepolcri . Perquefto timore ogn'
uno de'Citt-idini fi ritiravadalla Città alle Ville, e tra gli altri anche Giacco-
mo cernia Moglie Catterina, ed un loro figliuolo chiamato Antonio, lafciati
duealtri futi hgliuoli in Città colla Madre Fiordonina , quali due morirono di
pefte . Con Canarina, ed Antonio dunque fé n'andò alla Terra di S. Marco
( cos'i appellata anticamente quella , che al prefente e un folo Cairinaggiu per le
ingiurie de' tempi . avendo io veduto fino a' miei giorni a demollirvi delle Ca-
fe ) apprello del Boccone Padre di Cattarina, dal quale furono accolti con
jimorev olezza paterna. La libertà diGiaccomo però raaUmenre (tentava ad
accomodarli alla lolitudine, e ritiratezzadi quella Cala fola per ifchivar ogni
f)ericolo d'infezione , onde con permiflionedcl Suocero fi parti di Cala con Baf-
anofrdtellodi Cattarina , e prefe il cammino alla volta di Lodi vecchio . Per
ubbicire alli avvertimenti avuti dal Suocero ne Giaccomo , né Ballano v'entra-
rono dentro per non pratticare ,nèconverfare con alcuno ,nè in circoli , né in
Olterie, me circondandola per di fuori viddero una Chiefa di maellofa ftrut-
iura,aperta,poco lontana dalle mura della Terra, dove entrarono, e trovata-
la, the nif-uiiO v'era dentro, dopo d'averla brevemente adorata fi diedero a
mirarla tutta , e considerarne le parti .
(ìuerta Chiefa , come fi legge nell' Arch. dell' Infigne Collegiata di S. Loren-
zo , era de^iicata alla memoria del S. .Sepolcro del noftro Redentore Gesù , ed
era annelTa allo Spedale de' Pellegrini, l'una, e l'altro fatti fabbricare dal Pre-
pofio , e Canonici d'elTa Collegiata della vecchia Città per legato di Ghifalber-
to Camardo Nobile Lociigiano, eflèndo il Vefcovo Arderico 1. Vignati .
In difparte di quella Chiefa era una Cappella , e dentro d'eflà una caverna
rapprekntante colle giuite mfure , e qualità il vero Sepolcro del Noftro Si-
gnore di Ceiulalemme . Vi uiuaroiio dentro i due Giovani per bizzaria,e
F » ca-
«4 MAGGIO.
capriccio , fé non vogliamo dire che Giaccomo fofTe fpintodal Tuo Angelo Cnf-
tode là, dove la grazia Divina lo afpettava, e voltato al Cognato difle: Vo-
glio mifurarmi , le io fono di Itatura maggiore , o minore di Crilto Nollro Si-
gnore, ed in ciò in dire fi corricò, dove il rapprefentava che foife giacciuto il
Noftro Redentore morto,e d'onde fi levò riluicitato . Non s'era appena ftefo fu
ouel pavimento Giaccomo, chea guila d'un ferro , che pofto nell'acqua perde
il colore di fuoco , ed il calore , così in quelto Giovane rimafe evinto il defide-
rio delle cofe mondane, come anche fi legge nel 4. Libro de' Re 11. ii.jche
avendo alcuni gettato un Cadavere nel Sepolcro d'Elileo , fubito che il Cada-
vero ebbe toccate le ofladi Elifeo rilufcitò quel!' Uomo, e flette l'opra i fuoi
piedi. Gadavcro lenza fpirito,e fenza fentimento di cofe dell' Anima, e di
virtù eterna era Giaccomo , ma fubito che fi ftefe nel Sepolcro , in toccando non
IcolTa , né meno la vera Pietra fulla quale giacque Noftro Signore , ma la fatta z
fomiglianza di quella, rifufcitò l'Uomo, gli entrò in Corpo lo Spirito di Dio , fi
avviddedellefuevanirà, e flettefoprafuoi piedi, perche cominciò a gran paffi
di penitenza camminare alla perfezione .
Ritornato a Cafa tutti fi maravigliarono della fua mutazione fatta, per-
che lafciate le bizzarie, e le leggerezze del Mondo , tutto il fuo divertimento
era l'immagine del Crocifìiro . Ceffata la pelle ritornò a Lodi , eveflitofidi
cilicio fece laConfeffione generale de' fuoi peccati con un Sacerdote chia-
mato Pietro Andrea Bonone , col quale fimife a recitare l'Ufficio Divino per
afiuefarfi alla pronunzia del parlar latino, del quale non aveva l'ufo, econ
-[uefta occafione s'invogliò di farfiCherico, al che era parimente ftimolato dal
uo Confeflbre , che per quefto fioe gli infegnò la Grammatica. Il più duro
intoppo per tale dilfcgnoera la moglie colla quale da che fi era convertito a
miglior vita , in tre anni , di confenfo commune , llavano feparati , e facil-
mente avrebbe acconfentito al divorzio perpetuo, fé la Madre Flordonina
non glielo avefTecontraftato. Ma Iddio ajutò il fuo buon Servo con un fogno ,0
vifionc che folTe , mandata alla Madre una notte. Le parve di vedere Gia-
como in una delle fue Camere piena di fumo , e quello chiamare ajuto perchè
fi moriva fofFocato . Parevale di far ogni sforzo per ajutarlo , e non poteva ;
perchè prefe a dirle : Per voi o cara Madre io muoro in q^uefto flato . Si
fvegliò in quello mentre la Donna, e meflafi a penfare il fignificato del fo-
gno, s'accorfe , ch'ella era quella, che faceva morir Giacomo nel fumo del-
le vanità del Mondo, e perciò gli diede la fua benedizione , e Catarina la
moglie confermò il confenfo. Fattoil divorzio volontariamentealla prefenza
delVefccvo prefe l'Abito di Frate Terziario Giacomo , e di Terziarie la_.
Madre, e la Moglie, e della Salane fece un Oratorio dedicato a S. Giuliano,
e l'Altare riufcì nel luogo dello Scrigno, verificandofi in quefto unavifione
di Giacomo, fin quando era del Mondo, che in quel fiio avrebbe trovato un
gran teforo .
Giunto allo flato, che fapeva reccitare l'uffizio Divino, ed intendere il
latino, fu promcffo dal Vefcovo a gU Ordini Sacri, ed Iddio fi compiacque
di mandargli de' Difcepoli , or l'uno, or l'altro fino a nove. Anche laCon-
telTa della Mirandola , eCTendo venuta a JLodi volle fece abboccafì , ed alle^
lue
?,
MAGGIO. 9f
fue fcrruafìonì fondo un Moniftero fono la regola di S. Chi.ira.
II grido della di Un Santirri , che aveva chiamati quei pochi Terziari ec-
citò qualche emulazione dei PP. di S. Francefco , vedendo , che reftavano
ofcurati da quefti puochi di S. Giuliano, e perciò proccurarono che fìpor-
taflero altrove . Voleva fubiro Fra Giacomo ubbidire à loro, ma fu trat-
tenuto dai Prendenti della Città, finché gli ebbero trovato un altro luogo
molto più bello , e rcmmodo di quello che laf'ciavano , il quale era pofto
nella detta Terra di Lodi vecchio , che fu la Chiefa di S.Baflano, e molto
volontieri vi andò per efTere piìi d'apprellb a quel fepolcro , dove aveva_.
rifufcitata l'anima Tua. Quivi per pafTar il tempo più utilmente , che gli
avanzava dall' orazione , dal Sacrifizio , e da i fanti Efcrcizj fpirituali , {{
diede a lavorare dei CrocififTì di legno ed è parere d' alcuni , eh' egli ftibbri-
cafTe il miracolofo CrncififTo delIaChiefa Parrocchiale di S. Maria Maddale-
na . Non fece però molta dimora nella Chiefa di S. Baflano coi fuoi Com-
pagni , perchè gli fu efbita quella di S. Maria, alla f;uale pafsò, e comin-
ciò a farfi udire dal Popolo nelle eforrazioni , e nelle Prediche , dimodoché
era (limato un miracolo della crazia Divina da quelli , che lo avevano co-
nofciuto di prima , quando era del fecole .
Sapendo , che non fi va al Paradifo per la ftrada delle delizie, dopo Ia_.
fua converf^one, s'afìenne fempre dal mangiar carne , e bever vino, anzi
per fua bevanda ufava certa cornpofìzione da lui fatta col far bolliracqua,
mira, ed incenfo, finche fi folTe fcemata la terza parte , poi vi mifchiava
un puoco di miele, e di quefta beveva . Il veftito che prefe fu porfifopra
la Kuda carne una Camifcia di maglia di ferro, la quale dopo che fu rotta
ufava un cilicio inreiTuto di cordicelle , e fé lo ftringeva alla vita con tre
corde in onore della SS. Trinità ; una dell e quali era fatta di fecole d' animale,
l'altra di Crini di Cavallo, e la terza di lana di Capra. 11 di lui letto erano
fafci di Tarmanti, il capezzale una dura , e fredda pietra di marmo. Un anno
fi prò pò fé di (tare una Qjjarefima intiera fenza mangiar altro cibo che l'Euca-
riftico Sacramento , evi durò la prima fettimana intiera, ed avrebbe fcgui ta-
to , fé non gli foffe fiato pnnbito or dai fuoi Fratticelli, or da fua Madre , e fino
dal Vcfcovo Fr. Bonificio Boti^ella , ed alla fine s'accomodò a cibarfi tre
voltealla fettimana la Domenica , Martedì , cGiovedì, la qual regolaolTervò
in avanti per tutte le Q.uaref^me della fua vita .
Quanto eodeffe il dono della Profezia lo moflrò un giorno di feffa , quando,
elTendo concorfo molto Popolo alla fua predica , fall in pergamo, e lafciato
ogni ornamento di difcorere gli diffe: vi fcongiuro quanto Co, epofTo, ie^
vi è cara la vita voflra che vi partiate di qua, e che vi afficuriate in luoghi
forti , e murati , avanti che vengano a cadere fu queflo Luogo i gallighidi Dio,
che fono vicini . Non prendete quefto per burla ,mercecchc ve lo dico per vo-
firo bene , e me lo fa dire Iddio. Vedendo che non fi movevano, il giorno fe-
g'iente congregatigli di nuovo difle a loro: udite Frattelli , e Sorelle, ve-
dendo che voi non date fede alle mie parole, perchè è neceflàrioil partire
di prefente chi vuol efTere (;ilvo ; forfi crederete al mio efempio : Io me
se vado a Lodi» e Iceio dal Pergamo commiaciò a difpore la parteDza » nel*
F 3 ia
96 MAGGIO.
la quale alcuni lo feguitarono , e gli increduli perdettero ìa robba, la liber-
tà e la maggior parte ancora la vita , e ciò avvenne perchè elFendo quefti
abitatori della fazione Guelfa , furono afTaliti fieramente da i Gibellini , che
Si malamente gli trattarono. Dopo quefta difgrazia tanto fi affatticò Fr.
Giacomo a foccorere quei poveri miferabili Carcerati a tutto fuo potere,
andando per le Cafe a chiedere limofine per loro, mentre per il buon cre-
dito, nel quale elTo era tenuto da tutti gli venivano fatte in abbondanza,
e tali furono li patimenti , che ne contraire la febbre tanto gagliarda,
che mofie a compaffione un fuo Compagno per nome Fr. Franceichino , del
che accortofene il B.Giaccomo gli dille : Perchè tanto ti rammarichi della {e-
parazionenoitra , non farà cosi, tu ancora verrai a Dio ; ed in fatti amma-
latofi fubito, dopo tre giorni di male andò a preparare il luogo al fuo Maertro
inParadifo, quale dopo d'avere affaticato in tempo di fua falute , e fofferti
molti patimenti nella di lui infermira , prefi con inefplicabile devozione i
Sagramenti , in giorno di Venerdì alli iS.del mefe d'Aprile, per quanto fi
crede , dell'anno 1404. fpirò l'anima beata fenza fcapito del giubilo, che por-
tava nel fembiante , recitando il verietto del Salmo iij. Dirupifii Domine
vincula mea y tibi facrificabo hofliayn laudis . La mattina feguente , che fu
ali 19. d' Aaprile , come dice il Leggendario Francefcano del P. Fr. B:;ne-
detto Mazara , fu veftito il fuo Cadaveio dell'Abito Francefcano, ed accom-
pagnato da tutto il Popolo, fu portato al Palazzo della Città, dove ognuno
vidde la fua faccia belilfima , eie membra trattabili , che fpiravano unfoavif-
fìmo odore. Quindi poi trasferito proceiTìonalmente nella Chiefa di S. Giu-
liano (da lui eretta, come fopra, nella fua propria Caia coU'entrata per due Sa-
cerdoti, ed altre cofe neceilàrie al di lei fervigio, come da fuo teftamento
rogato daGio. Dardanone Norajo pubblico di Lodi l'anno 1404. io. Aprile)
fu feppellito appreffo l'Altare, accompagnando ferapre la funzione ladi lui
Madre, che ancor viveva, la moglie Catterina, ed Antonio fuo figlivolo.
Dopo fette anni fu diflòtterrato , e ritrovato ancora intiero colla pelle at-
attaccata all' offa , che fpiravano foaviflima fragranza e fu ripoito in uà
onorevole depofito fattogli fabbricare dalla Madre alla parte deltra dell' ac-
cennato Altare della Chiefa di S. Giuliano.
Q.uefta Chiefa , o Oratorio di S. Giuliano piantata dal B. Fondatore-^
era appreffo la Chiefa Parrocchiale di S. Egidio , e da Monfing. Scarampo
fu deftinata colle Cafe annefle ad egervi il Seminario de' Cherici di Lodi,
come confta per Breve del Pontefice Gregorio XIII. dell'anno 1579- Tal
difegno non ebbe il fuo efito , ma efiendo l'Oratorio cadente per l'antichi-
tà, fu profanato d'ordine di Monfing. Taverna , come per iftrumento ro-
gato da Michele Pallearo Cancell. Vele, l'anno 1580. 18. Luglio. In efTa
profanazione fu ritrovato il Corpo del Beato in una calla di pietra, e le-
vato di là fu trasferito, e depofto nel muro del Presbitero della vicina».
Chiefa , la quale era ftata ricoltrutta ad onor del Beato fino da'fuoi fon-
damenti , dove era la Chieià di S. Egidio , reltandovi eftinto anche il di
lui titolo l'anno 1587. , come da ifcrizione in marmo fcolpita lopra la por-
ta di effa Chiefa, o Oratorio , Q^a furono anche trasferitele dueCappel-
lanie
MAGGIO. Tj
lanie dal profanato Oratorio , iftituite dal Beato , come dal fuc^detto teflamento
rogato da Giovanni Daruanone di Lodi Nocajo Imperiale l'anno 1404. io.
Aprile. E perchè in vigore del citato teflimento reltarono di-'tti padroni
d' elle Capellanie, e dell'Oratorio Lorenzo Corradi , Ottobello Cagamofto f
( come apptUavanfi anticamente i Cadamofti ) Antonio del Popolo, e Bet-
tino V'illanova , la difcendcnza dal primo gode ancora , come vivente, il
fuo antico poireiro, le altre Famiglie fono o elUnte, « diramate, edilperlc,
fopra delle quali fono anche divif'e le nomine . E per la cura deli'ani-
me , ch'era unita alla Chiefa di S. Egidio, vedi 19. Gennajo la dignità del
Prepoito nell'informazione del Duomo.
Dopo di avere riferita la Vita di quefto Beato Miniftrodi Dio, de /o an-
che narare alcune grazie , ciie per la di lui iaterceflìonc , come piamance
a crede, ha operato il Signore.
La prima fia quella con una fua Parenre, la eguale avendo foffcrti per do-
dici anni attroci dolori di Uomaco, chela ridullero all' ultimo di fua vita—,»
mentre era per morire fé gli raccomandò di vero cuore , ed ottenne per-
fetta làlute .
Ad un altro, che per due anni prefo da paralifia , non fi poteva muove-
re, né pure perii letto, una notte gli comparve , egli diile : che andallea
far celebrare tre Melle alla fua Chiefa di S. Giuliano che farebbe guarito.
Si fece portare a quella Chiefa, e dopo celebrate le tre Melle da se ritor-
ri ò iano a Cafa.
Un Sacerdote, chiamato B'fTano Gorgonzola ftando vicino a morte per
infermità, fi raccomandò al Beato, del quale quando viveva era Itatoan.i-
co, e compagno; la notte feguente gli comparve , e gli promife la lanità,
imponendogli che un giorno di felta a quar.te più perfone potellè raccontaf-
fc per minuio la grazia, che allora g i concedeva, acciocché folle lodato
Iddio, il che fece, e lo averà latto molto meglio di me , che cosi rozza*
mente la ferivo . \
Aloifa Moglie di Luiggi Vignati de' Principali Signori di quefla Città,
trovandofi fenza figlivoli iiccorle a quelto Beato, facendogli alcuni voti , ed
ottenne la grazia. Altre grazie ancora fono raccontate dal detto Leggenda-
rio opeiaie dal noftro Beato , e per quelto è tenuto in gran venerazione »
acclamcito per Beato, coi raggi atorno ni capo nelle antiche pitture, ed è an-
noverato nel cattalogo de' Beati dal noltro Sinodo terzo celebrato da Monfig.
Seghizi, e nella vifica di qucfta Chielà da lui fatta, comandò con un decrct-
to particolare, che il iuo Corpo folFe piìi decentemente acconcio nclia detta
Cincia di S. Giuliano.
E' però cola molto Ituporofa, dicono alcuni, come quefto Sacerdote tan-
tanto caro a Dio. non fiitiuon onorato del titolo di B.-ato fu l'antica Scri-
zione citata , dove le^gefi folo JACOBI OLUI OSSA &c. fé fino da Na-
poli Città molto diltante è tenuto per Beato , e ie fino di là anno avuto t
LoL-.igiani a pr^-adere le noti/:ie di dilcorrere d'un loro Nobile Concittadino,
che Gevono teiere in venerazione nella loro propria Città, a tjuifa di ijii.l-
U che foco aeceflìtau di andare in lontani Taefi a proccaciarfi delle più iceU
F 4 ce
«8 MAGGIO.
te dovizie della loro fteffa Patria. Ma non coafiierano cjuefli zelanti , che
maiv'é flato pofto avanti il B. per indicarlo Beato, a cagione di non altera-
re la prima infcrizione dell'antico monumento , e di lafciarlo nel fuo primo
elTere, badando alla divozione della Città, che fia nominato per Beato fui
Martirologio della nodra Gliiefa Lodigiana, la quale oggi ne celebra la_,
felta t e come Beato fiariconofciuto da tutti i Fedeli Criftiani .
42. S. BOVO Confeflbre.
Quefto Santo è in gran venerazione apprelTo di molti Fedeli Chriftiani
ed anche da noi, ad onore del quale parimente la noftra Cattedrale conferva
il fuo Altare, al quale oggi fé ne fa la fua fefta, e vi è ancora erretta una
Congregazione, come ho detto ncll' informazione della Cattedrale.
Quefla Città è sforzata dall' efercito della Lega a feco collegarfi contro
rimperadore Federico primo, falva però reftando la fede giurata all' Im-
peradore fteflb , l'anno ii6j. Aloren. Vedi 12. e 19. carente, ed
23. Acquietata la guerra l'Efercito ibpraccennaco della Lega fi ritira^
dall' aflèdio di quella Città . More».
24. Eraclito Morone Nobile Decurione di Lodi , quello , che con infi-
gni, e perpetui legati lafciati alle Chicle, ed a poveri di quella fua Patria
s'è refo immortale in Terra, ed in Cielo, oggi entra Governadore , e Ma-
itre di Campo in Lodi 1555. Not. del Benz.
25. S. MARIA MADDALENA DE PAZZI, fefta alla Chiefa della E. V.
del Carmine .
Fefladi S. DioDÌgioMarIianoMilanefe,Vefcovo di Lodi. Fedi fua Vita
fra qudle de' Fefcovi .
Gio. Vignati Signore di Lodi , dopo d'aver prefo al Duca di Milano Gio. Ma-
ria Vifconti il Borgo , e Caltello di Melegnano , fece tregua col Duca , la quale
dovelTe durare da oggi dell' anno 1410. finoalli 3. del mefe di Luglio dell'anno
feguente 1411. Villan.
16 S. FILIPPO NERI, fefta alla fua Chiefa de'PP. della ftelTa Congrega-
zione .
tjlorìe di quella Chiefa , Cafa , e Congregazione dell' Oratorio . '
L'Anno i<52i. eflendonoftro VefcovoMonfig. Seghizzi fui principio di Qua-
refima ( ^ ) fi cominciarono gli Efercizj Spirituali per il giorno del Vener-
dì d'ogni fettimana neir Oratorio di S. Paolo alla forma dell' Oratorio picciolo
di S. Maria di Vallicella di Roma , ( ^ ) dove il Santo con auttorità Apoftolica
ave-
(4) Anh-tto^, (^b) Vita del Santo, ^ _^
MAGGIO. «9
aveva eretta la Congregazione de' Preti fecoUri , alla quale diede il nome della
Congregazione deìl' Oratorio. Ed il Canonico Ambrogio Dugnano Curato
della Cattedrale ne fu il Promottore in Lodi , come (ìj) prima eierctcato nei
medefimi per longo tempo in Roma , mentre vi dimorò. PalFata Pafqua, a
caula di alcune diflìcokàinforte, di comune confenfo quelli Confratelli itima-
rono benelevarfi di là, e portarli nella Chiefa di S. Martino de' Trelleni col
mezzo del Canonico Defendente Lodi , uno de' più principali , e più ferventi
in elfi Elercizj . Fu molto gradita quella Congregazione , ed in fegno alcuni
Preti ( A) di elfa cominciarono a convivere il primoSettembre 1540. Tra* quali
fi leggono il detto Canonico, Giovanni FafoUo , e Giacomo Negri . Con que-
llo buon principio rilfolfero di collocarli in un proprio luogo , per tanto il detto
Prete Gio. FalblloLodigiano a nome della Congregazione fece acquirtodi fito
per fabbricarvi, colla licenza del Vefcovo , la Chiela ad onore del Santo no-
vello Fondatore, la quale reftò quali compita l'anno 1544. , benché P^^ isba-
glio nel dilc. di quello Oratorio che fi legge nell' Iftoria Sacra de'Santuarj de-
dicati alla B. Verginella trafcorlo l'anno 1554. Mentre però ti flava adornan-
do , e dorando la loffitta( e) del nuovo Tempio ,il Santo diede un fegno ma-
nifcllo quanto gradiire tal' olFequio, nel quale godeva il FafoUo d'impiegare
non folo lefuelortanze, ma la Perfona ancora indi luiferviggio.
Nel giorno 7. di Novembre dell' anno 1544. era egli falito fopra d'uno de'
più alti Ponti vicino alla foffitta, e nel porgere ad uno degli Artefici non fo che
legno , inavvedutamente fi avanzò tanto fopra la ripa di quello, che rover-
fciandofi fopra di lui il Ponte, precipitò da quell* altezza col capo all' ingiìj
contro delpavimento . Credevafiogn' uno, che egli per quel precipizio folle
reftato tutto infranto , e mezzo morto , ma non ricevè ofFelà alcuna, onde lu-
bito rizzatoli in piedi , cominciò francamente, e fpeditamente a cam.minare ,
ed a rendere le dovute grazie a Dio, ed al Santo Padre, per la di cui intercef-
fionereftò libero da queir evidente pericolo della morte , e per gratitudine fe-
ce delineare in una Tabella di puro argento la fua effigie in atto di cadere, ed
intagliare le parole , che indicano il maravigliofo lucelìb. L'anno leguente
1545. jcH'cndo /tata ftabilita la Chiefa, nel 29. Ottobre in Domenica Monlig.
Pietro Vidoni noftro Vefcovo la benediffe , e l'ubi to vi celebrò la prima Mellà *
evi fi trasferirono anche iPP. coi loro Efercizj Spirituali , quali da qualche
tempo prima s'erano introdotti a farfi cotidianamente conforme l'illituto del
S. Padre, e l'anno 1661. iz. Novembre fu confermata la Congregazione dal
Pontefice Alelfandro VII. Quella Chiefa è delle più frequentate dalla devo-
zione de' Cittadini , e Forenli , ferviti da nove Padri , otto de' quali fono Con-
feilori . In quella Chiefa ficonferva una Reliquia del Santo con fomma rive-
renza . N'iii pollo tacere due felle infigni celebrate da quelli Padri , le quali
mentano eterna memoria .
Nell'anno 1660, il giorno i5. Maggio Domenica della Pentecofte per aHe-
grczza di cilère fiato creato Cardinale il fopradetto nollro Vefcovo Monfig,
Vidoni fi fecero gran fede in quella Chiefa accompagnandole col far cantare la
pri-
{a) Arch. cirato . {b) Marciano , e MS. dd Fallati, wl Arcb. di S. Dome'
r.ico. (t) Marziano dt ^iisfiii Congelazioni i
90^ MAGGIO.
prima MefTa nel loro Oratorio interiore, e fuperiore, che era allora.
L'anno 1695. per otto giorni continovi fi celebrò laFefta del noftro Santo
con apparato rupcrbilTimo , Panegirici eruditiffimi , Mufica tbraftiera della piìi
fceltaalle Ufficiature, ed Oratorj rapprefentati , per il centefinio anno della
xnorce del Santo . f^edi 11. Novembre giorno di S. Martino .
Apparizione della B. Vergine a Caravaggio, fefta a S.Francefco,
rj I PP. dell'Ordine de' Servi di Maria ricevono il pofleflb dell' Oratorio
dedicato alla B. Vergine della Fontana oltre Adda preflo Lodi l' anno 1505.
Vcdifua I/ìoria emanata dall'Autore dt quefi' Optra .
Michele Robba Archldiacono della Cattedrale, e Vicario Generale della
Curia Vefcovale benedice, e getta la prinna pietra del nuovoOratorio in Pe-
faluppo, CaiTinaggio oltre Adda fotto la Parrocchia di S. Maria Maddalena
in Città , l'anno 1718., il di cui Prepofto il giorno 14. Febbrajo 1729- lo benedi-
ce , ed il 10. Sett. 1730. il fudecto Vicario Gen. vi benedice la Statua della B. V.
a8 Monfìg. OrtenfìoVifconti benedice 'l'Oratorio degli Efercizj fpirituali
cuovaaiente eretto nel Seminaiio de'Cherici in Città, l'anno 1718.
Arriva in Lodi l'anno i<?49. Marianna d'Auflria Regina di Spagna Spofa
del Re Filippo IV. , che alloggia relPaidzzo de' Viltanni , quale alprefente
è del Conte Gio. Paolo Barni . Net. del B^nz.
Si canta la prima Mefla all'Altare dellanuovaChiefa dellaB. Vergine dell'
Incoronata , l'anno 1488. Sualftoria.
«9 S. SISINIO Martire , fefta alla Chiefa Parrocchiale di Galgagnano,
della quale vedili 19. Gennajo alla Dignità dell' Arcidiaconato nell' informa-
zione della Cattedrale .
Vita di S. Sijìnio fflratta dalle fue Legioni dell' Offuio Amhroftano-Romano .
SAnti Sifinio , Martirio , ed Aleflandro Cittadini di Cappadocia, eiTendofi
portati unitamente alla Città di Trento , furono amorevolmeiuc ricevuti
da V^igilioVefcovoa'ellà Città ,egli fpedìper lafua Diocefia predicare la Fe-
de di Grillo, ecenvertire que' Popoli dalla fuperftizione degli Idoli ,nelli qua-
le vivevono . Di buonillìmo animo accettarono quell' Ufficio di piecà , ma
prefi dagli Idolatri si crudelmente gli batterono , che gli lalciarono per morti .
Non fuperò f<iZialaloro rabbia, perchè poco dopo tormentarono Sifinio.piii
crudelmente , e per fine elTendogliitato reciio il capo guadagnò la Corona del
Martino. Anche idi lui Santi Compagni furono privati delia Vita in protefta-
Zione della fede di Grillo , ma di quefti non ne difcorro più oltre, perche non
faauoalmioaffunto . Ciuciti lacri Corpi furono portati a Trento, e di la al
Borgo
MAGGIO. 91
Borgo di Bri vio del Territorio Milane/e, e S. Simpliciano Arcivefcovo di Mi-
lano gli trasferì nella Bafilica , che lui fece fabbricare in Milano , la quale dal
Santo Fondatore prele il nome , e quivi fono fempre Rati tenuti in gran venera-
zione da 'Cittadini Milanefi , quali hanno fcmpre confeguici fingolari beneficj
da Dio coir intercefllone di quefti Santi Martiri .
^o E' confermato dall' EccelIentifTimo Senato l'Editto di quefla Città , che
per S. Martino proirimo venturo tutte le Fornaci di Majolica , e di Pietra fiano
trafponate fuori di ella per ifchi vare, gli incendj.che IpeiTo minacciano, feb-
bene ancora continovaiio in Città per non avere avuto il fuo efxco l'Editto.
JSanno ijid.
GIUGNO
Della diflruzione della vecchia Città di Lodi .
Lcune favoloft I/torie feguitate anche al prefenteda qualche
Alraanaco , le quali l'olamente fanno conolcere l'antico li-
vore de' malevoli contro quefta Ci:tà, ebbero a lognarfì
che i Milanefi la diftrullero perchè erano ofFefì dalle conti-
nue rapine de' iuoi Cittadini . Primieramente io rifpondo,
o che h tratta della penultima diltruzione, e fu quando rcitò
sl'afciata delle mura, e quali del tutto rovinata, ilchè feguj
r anno mi. in quefto giorno, e mele, come lafciò fcritto
Ortone Morena : l't in notis at Landulph. de S. fa.ulo in Tom. 6. deR.r. Italie.
Scrip.pag. 957. ,0 che fi tratta dell' ultima , e finale defolazione feguita l'anno
II 58. li 2j. , e 24. Aprile , come il citato Morena teltimoniodi viltà di quelta
tragedia. E per l'uno, e per l'altro ponto vedafi ildifc.7. di Def'cndente
Loi.ti ,dovegia cento anni fonone diede le rifpolte adequate. Vedanfi pure
quefte , dove leggeranfi le continue guerre dell' anno un. retro, che li Mi-
]an:fi facevano contro de' Lodigiani , per le quali venivano necelTuati adi-
fenderfi, piegando la forte orda un'Armata, or da uà' altra. E che nefia la
verità conferva^ pure anche al prefente in Milano viva la memoria delle vit-
torie de' Lodigiani , e di quando Giorgio Tintorio Generale dell' armi Lodi-
giane, dopo d'avere riiituzzati i Milanefi in Città, fabbricò un Forte tra le
Porte Ticinefe, e Romana , anzi fpianaro il follò, e fatta breccia fufliciente,
entrò vittoriofofinoaS. Eufemia, ma ellèodo ritenuto dafortiflìmi fiaccati,
fabbricò fopra il medefimo folTo per trofeo una Chiela dimandata S Pietro
in Campo Lcdigiano , nel qual tempo non potendo i Milantii vincere i Lodi-
giani colla forza, glivinfero col tradimento, come dice Gio. Molto nella_,
Cror.ica di Lodi Mb'. , clie tuttavia iì conferva nella Bibl\oteca Ambroliana
di Milano, raccolta con lommo ftudio , elcnzarilparmio d'oro dal Cardinal
Federico Borromeo di lempre gloriofa memoria; come il ViUan. , al quale
rimetto il coriefe Leggitore . Onde vediamo che Te i Lodigiani moleltavano
iMi-
9t GIUGNO.
i Milanefi colle continue rapine, erano neceffarie difefe dall' oftile furore Mi-
lanefe , che faceva le flelT'e rapine continue nel Lodigiano quando poteva , non
avendo perordinario la guerraaltra legge, che quella dipende dalla forza di
chi puopiìi5'f«i» Armis . Se poi fi tratta dell'ultima, e finale defolazionelegui-
ta l'anno 1158. , come mai potevano i Lodigiani offendere i Milanefi culle
loro rapine, fé dall'anno un. quando foggiaquero alla Penultima diflruzione,
fm'all'anno 11 58. viffero fempre fottode' Milanefi inanguttiflìma, ed amariffi-
ma fchiavitudine da tutti gli Storici biafimata ? Ecco quel che dice licitato
Morena feguitato da Bernardino Corio, Triftano Calco, e da altri Iftorici
claffici , e Milanefi , che nelle loroOpere parlano candidamente. Lacagio-
re fu un mendicato pretefto di difl:ruggere affatto e la Città, e fino il nome
de' Lodigiani fé aveff'ero potuto, come fecero colla Città di Biandrato nel
confine uelNovarefe, ora Borgo del Ducato di Milano nel temporale, e nello
i'pirituale della Dioccfi di Vercelli. Tale in verità fi deve credere che fofle
il fine de' Milanefi folamente nella diftruzionedi Lodi , mentre preteferodai
Lodigiani il giuramento di fedeltà, la q^uale di prima avevano giurata a
Federico L Imperadore, e di loro confenlo. Creàafi pure (dico) al Corio
fopracitato, che nelle fiie Iftorie ftampate l'.inno 150 j. attribuifce la diitru-
2ione di Lodi alla pravità de' ccfiumi de' Milanefi , e che ardirono didifiugere
qucfta fiorita Città folamente perchè temendo più la legge Divina che l'umana,
con volle ellèrefpergiura. Vedanfi anche fopra di quefto fatto l'itinerario
dello Scotti, con elfo Fr. Leandro Alberti Balognefe nella defcrizione di
turta l'Italia nel difcorrere della Città di Lodi, e molti altri, che tutti d'ac-
cordo concludono a favore , ed a compalTione de' Lodigiani . Dunque dove
erano , ed in che confiftevano le continue rapine de' Lodigiani ? Parlino pure
più Criltanamente gliAveifarj, e dicano che fé tante Città della Lombardia
in qnei tempi rimaiero diihutte, furono colpi della vendetta di Dio contro
i peccati degli uomini , perchè fé adoprò i Milanefi per vendicarfi contro
delle Città di Lodi , Como, Biandrato, ed altre ; fi fervi poi dell' Impera-
dore Federico L per vendicarfi contro di Milano , Tortona , Crema , ed altre
Città, o Fortezze (èco collegate. 1 flagelli orribili , che GiaccomoGual-
teri, e Tomaio Bozio riferifcono di quei tempi, potevano abbaftanzaprela-
gir' i flagelli minacciati da Dio per i peccati de'Sacerdoti, e de' Popoli ; ed
il Bardi icrive che una Donna in Lodi partorì alcuni Serpenti, come nel diic.
7. pag. 328. afferifce il Lodi. Fedi il fine della Vita ddFefi-ovoNotheriOy t-
-x-^.Mp'iU.
Stando la lodevole confuetudine, eh e paffa tra iPP. Conventuali diS. Fran-
cefcodellaChiefadiS. Antonio da Padova, ed iPP. Romiti Agoltimani della
Congregazione di Lombardia della Chieià diS. Agnefe in Città, di farfi vi-
cendevolmente l'etequie quando muojono alcuni di elTi Padri ; oggi un Padre
AgolHniano , dopo che ha cantata laMclfa nella Chiefa fuddetta. di S. Anto-
nio da Padova per l'efequie d'un Padre Conventuale morto in tre giorni di
accidente appopietico ; nell'atto che mette l'incenfo nel tombolo avanti
l'Arca, ancor egli reità oppreflò da fimiie accidente, ed alle ore a»- dell©
iteilò^ioroo muore, nell'anno 17x7. ala
GIUGNO. 9}
1 In CiHione nafce U'i Vitello conduoi colli ,e due tefte nell'anno 1714.-,'
«l'anno 1729. 14. Maggio nello ftelTo Borgo, o contrada nactjue uà Pollino
/ìmilc,e gridava conambiduiliroltri .
5 Per la morte di Monfig. Taverna noflro Vefcovo vedi fua Vita.
4 Avendo qiiefto ftelTo Prelato benemeritifTimo della Cattedrale, e della
Città , rinunziato il Vclcovato 1' anno 1616. 28. Maggio a Munfìg. Seghizzi ,
oggi il Capitolo della Cattedrale crea per Vicario Capitolare il celebre Ilto-
rico della Città noltra il Nobile Cajionico Defendente Lodi . Jftrum. di Aur.
RoJiCancdl.Fefe.
* 5 Dice Francefco Scotti nel fuo Itinerario dell' Italianel difcorro della Città
di Lodi , e del di lei fertili Aimo terreno , come l'anno 1231. furono fatte quat-
tro forme di cafcio di tanta fmilurata grandezza per commiilìone di Gio.
Francefco Conte della Sommagha, che ciafcuna di elle pesò lire minute cin-
quecento ; cofa molto maravigHofa da confìderarfi , come folfe poffibile a
maneggiar tanta macchina di latte ftretto aflieme nelle fue Caldare . Ma
non lari cofa maravigliola che cosi facilmente (I potefl'e trovare tanta quan-
tità di latte per tal imprefa , fé per iperbolico proverbio fi dice che il terreno
Lodigiano [.roduce più latte che acqua. E la ragione fi è, perchè il latt$
è frutto del proprio Paefe, ma l'acqua deriva daltiume Adda , che le viene
collata da monti rimoti . E per faper verifimilmente di quanto latte abbondi
il Lodigiano , vedafi nel giorno 7. di Luglio quante beflie bovine ve ne mori-
rono del mal' epidemico anni Ibno .
Alpropofito di queita Terra della SonomagHa , la quale è delle piìi cofpi-
cue del Contado di Lodi , fcrivono il Zani , ne' fuoi MS. dell' Iltorie di Lodi
nella Vita del noltro Vefcovo Nocherio , ed altri ; come poco longi dalla_i
Sommaglia vi folle Roncaglia, qual Luogo infigniffimo vien celebrato da
tutti gl'lltorici , perchè ivi fi congregavano tutti i Principali d'Italia , e d'altri
Paefi ittanieri per le Diete, che vi fi facevano avanti grimperadori,Re , ed
altri Sovrani . Ma non fo come quella polla elfere quella Roncaglia , le il
Morena , telHmonio di viita quando Federico I. Imperadore faceva i iuoi con-
grelTi in Luogo , che portava tal nome , atteltadiverfamente . Dice dunque
colfeguitodi tutti gl'lltorici clalfici, che erafituato tra Piacenza ,e Cremo-
na,onde fi vede che prendendo Roncaglia preflb laSommaglia,eiià è fituata tra
Piacenza, e Lodi. Il mio parere fi è, che Roncaglia, cosi inligne , e cele-
bre anticamente , folTequella, che oggi pure conferva tal nome , ma fituata
di là dal fiume Pò fottola Pieve di Ponte Nuro Dioccfi di Piacenza, ed e Villa
mifcrabile iopra la Itrada maeftra, che conduce da Piacenza a Cremona, e
dove pochi anni fono è itato fabbricato un ponce forte, e mirabile di pietra
fopra il contiguo torrente Nuro, e la giurifdizione di quella Parrocchia con-
fina col Girgatano, parimente di là dal Pò , benché membro della Parrocchia di
Corno giovane Locfigiano. E tanto paflàlper tradizione coftantiflima di quei
•Paefi ancora . Si conferma parimente che Roncaglia prelTo la Sommaglia è
94 GIUGNO.
di qua dal Pò , e l'altra per neceirità deve edere di là . Vedafi l'Anfiteatro
Romano di Pietro Crclcenzi parte i. p. 178. , che dice: come rannoi37i.
BarnabòVilconti Principe di Milanodiede l' invellitura Feudale alla Nobi-
lilTima Famiglia de' Capacci, o Capecci del Camello , e Terre della Som-
fn;iglia, di Calici Oldrado, e di Callel nuovo di Roncaglia, tra Piacenza ,c
Lodi , e con tale coerenza la diltingue dall'altra, che trovafi tra Piacenza,
eCremona, nella quale il citato Morena, allora Podeftà di Lodi, e Vicario
Imperiale dice: che l'anno 1158. 2}. Novembre vi fi facelTe un congreffo avan-
ti airimperadore Federico 1. , il quale fi parti dal Milanefi; , e fi trasferì a Ron-
caglia di là dal Pò con quafi tutti 1 Principi , e Confoli delle Città d'Italia , ove
allora feguì quello fat to notabile .
Volle r Imperadore che quivi, oltre ifuddetti Principi , e Confoli v'inter-
veniflero quattro Dottori di Legge, i piìi eccellenti, che vantalTe Bologna,
e cavalcando un giorno l'Imperadore in mezzo di due d'elfi Dottori , li più tti-
mati in Dottrina, uno chiamato Bulgaro, e l'altro Martino, chiefe a loro:
Se di ragione elio era padrone del ivlondo . Rifpofe il Dottor Bulgaro: che
inquanto alla proprietà non era padrone; ed il Dottor Martino rilpofedisi.
Allora l'Imperadore per mollrare quanto gli folTe gradita la favorevole nf-
polta del Dottor Martino, fubiio diicefe da Cavallo, e lo fece preientare al
Dottor Marti no , ed il Dott. Bulgaro vedendo ciò , diffe queftc eleganti parole ;
^miji equum quta dixi aquum , quod nenfuitaquum .
6 Per la morte del Principe Antonio Teodoro Triulzi fenza difcendenti
xnafchj , che eraFeudetario diCodogno Lodigiano, quelto Borgo ottenne pri-
vilegio da Carlo 11. Re di Spagna di non poter effere più lottopoito a giurif-
dizione diFeudetarj, l'anno K579. nel giorno prefente . In oltre fimiie ir»
pretenfionedi volere un Regio Podeftà particolare perse, e perii fuoTcrri-
torio redento dalì'infeudazione, onde ne nacque lite colla Cittid; L^di , che
fi fentiva ofFefa per ladifmembrazione di quelto Borgo dalla luagiuuldizio-
re, ma finalmente furono compolte le Parti. N^'i pailar gli atti oi queita
lite mi è capitato fotto gli occhi di vedere come gli Uomini di Goaogno otten-
nero anticamente la Cittadinanza di Piacenza, come per iltrumeato rogato
da Lodovico Dordone Notajo di quella Città l'annt) 1491. ai. Agolto, onde
«i per quello, che qui riferilco , come per il notato fotto il j. Febbrajo , fi ar-
guifce che Codogno anticamente pure fiallico Borgo dipterogative fing(;la-
ri, non inferiori delle prefentanee , riputato il primo Luogo Ltdigiano uopo
Ja Città, e come tale fu ultimamente riconolciu-.o puochi anni fono , allorché
dovendofi in nome di tutto il Contado far folenne giuramento di tener la pia
opinione dell' Immacolata Concezione de la BV. Maria, fu eletto fra tutto
il Lodigiano, il Borgo Regio di Codogno per farvifi tal (olenne funzione»
benché fia tanto rimoto dalla Città . k' cdf^. Febbrajo ^ e 8. Dtctmbrt .
Si cominciano a mettere .la prima volta le sbarre al ponte d'Adda , oggi
bell'anno 1709.
Avve-
GIUGNO- 9J
7 Avvtrtimmto fitnejìo pguito nella Chtefa l'arrocchiale di S.M.irt.i MadduUna ,
eftrattepjrte da un Libro antico , nel quale fi fcrivevano i Aborti
della Città , e parte dalla tradizione verbale .
L'Anno i5io'mori un Navarolo d'Adda, e tu ieppellico nella Chiefa di S. M.
Maddalena! come fua Parrocchiale. Coltumavafi in quei tempi di fep-
pcllir i Morti involti in un lenzuolo, opure col veftito migliore che avelFe
il Defunto quando viveva . Perciò fecondo l'ulanza anche quello fu veftito
dell'abito migliore cheavelle. Il figliuolo del Sacriltano della Parrocchiale,
che aveva adocchiato quell'abito, s' invogliò di appropriarcelo, e fatti tra fé
i conti , riflblfe d'accingerfi al furto, ma perchè non gli fece tutti gli occorfe
quanto fono per narrare . Appri coftui la fepoltura, e con una Icala vidi-
fcefe , ma appena v'entrò dentro , e che ebbe prefo il Cadavero per ifpogliarlo,
nel muoverfi dovette calpeltare altri Cadaveri , de quali ne crepò uno , e per
il fctcore fubitomori. Quivi itette tutta lanette, lenza che alcuno lapelFe
delfeguito, ma alla mattina per tempo eflendo entrato fuo Padre in Chiefa
per attizzare le Limpidi degli Altari, e per far i fuoi foliti ufficj , vidde ri-
mofla la pietra, aperta la fepoltura, e la fcala che lafopravanzava . Spinto
dalla curiofità fubito corle a mirare nel fepolcro , e vedendovi dentro uno
che pareva fuo figlio , lo dimandò, e ridimandò, ma non fentendofi a rifpon-
dere volle calar a baffo anch' egli per la Itefla fcala , ma appena pole il piede
fopra de' Cadaveri vi trovò la rtefla tomba, che vi aveva trovata il figliuolo,
cdimantinente vi reltò morto, o per il fettore ,o per altra cagione folamente
nota al Signore. Furono poi trovati, e levati dal lepolcro ambidue per far
aloroi'elequie,epoiriireppelliti ove dafelteiri avevano trovata la morte.
8 PrendendoPafquadal 20. Aprile, oggi corre lafolennità della Pentecof-
te, fella allo Spedai maggiore, e vedi lua llloria al ii. Settembre fella di
S. Matteo Appollolo.
9 L'EfercitoMilanefe aflalta la nuova Città di Lodi, che Io refpingeva-
lorofamente l'anno ii5o. Morcn,
10 Federidol. Imperadore efTendo palTato per comando del fommoPonte-
fìce con numerofo Elercito nell'Afìa inlbccorfo de'Crifliani , leguito da molti
valoroiì Lodigiani , mentre, come dicono alcuni , in un giorno di caldo eccef-
fìvo entra per bagnarli, come era folito , in nn fiume dell' Armenia minore,
trafportato dalla violenza dell' acque , ivi reità mileramente affogato nell'an-
no iiyo. trentcfimofelto del tao Impero. Villan.
11 S.BARNABA Apposolo della Provincia Milanefe, quello, che con-
verti alla fanta Fede anche la vecchia Città di Lodi, come il Sin. 5. p. 100.
Fella al fuoOrAtorio fuori di Porta Cremonefe, pollo lulla (trada di S. Co-
lombano folto la Parrocchiale de' SS. BilTance FerioUone' Borghi di Porta
del Caftello. Quetl' Oratorio fino anticamente era pollo in detto fito vicino
alla Città , come dice il Lodi difc . 6 p. %6Z, il quale retto demolito in guifa ,
che
9« GIUGNO.
che non vi redo altro , che il nome, ma Aur. BolTi Cancelliere Vefcovale per
fuo Iflrumento oggi rogato dall' Anno 1630. dice:che nello fteiro ^ito fu gettat»
la prima Pietra per ergervene un' altro nuovo , qual è il prefente .
IMilanefi coi Cremafchi afTediano ftrettamente Lodi dalle parti del Pont«
d'Adda di Selva Greca, e della Porta di Milano , ma reftano fuperati. Àn.
11J9. Moren.
• 12 Scrive il Lodi difc 8. pag. 429- prr relazione di molti Iftorici da lui alTe-
gnati , come l'anno 1124. comparve una Scella commetta nell' Italia, e fuori di
eilà , la Luna pati l'ecclillè ,diluvi d'acque , che fommerlero Villaggi ,la terra
muggì orribilmente, i Templi conquaffarono per il gran Terremotto , le
Campane fuonarono da fé fpontaneamente, ed i Fiumi ritornarono indietro
verfo i loro fonti . E per venire al particolare del Lodigiano l'anno 1239 l'Ad-
da trovando impedito il decorfo nel Pò, dopo d'aver allagate quelle bafiiire
fcarricò buona parte in Adda picciola , che Addella dimandiamo , la quale luo-
le terminare nel Lambro; dalle quali tanto frequenti inondazioni ne naque
poi , o per dir meglio nuovamente (i formò dopo moki anni l'antico Mar Gctoa»
do , del quale ne difcorro il primo Gennajo .
13 S. ANTONIO DA PADOVA feftaalla fua Chiefa de' PP. Conventuali
ài S. Franccfco , e vedi la fua liloria il 4. Ottobre .
Si fente un orribile Terremotto alle tre ore di notte dell' anno 1541. BeH%.
• 14 I Lodigiani ricevono in Città per loro Sovrano Martino Torriani l'atina
«259. Ftllan.
15 Prendendo Pafqua , che cadda nel 20. Aprile, e Pentecofte negli 8. cor-
rente, in quello giorno fi celebra lafcfta della SS. Triniti, ed alle lue Chief»
delle Orlole , e de' Confratelli con lolennità .
liiorie delle Chiife dedicaU alla SS. Trinità .
PErchè in quella delle ORSOLE fi conferva il Diviniflìmo Sagramento,
da quella pure comincierò per efTere la più degna .
L'anno 1568. 25. Giugno, come quell'Archi vio , fa dato principio alla vita
Commune da alcune Vergini in una Cafa apprello la Bahlita di S. Francefco vi-
cinanza di S. Nicolò colli Ordini , e Regole loro , come appare da Libro parti-
colare fcritto dal Dottore Alberto Vignati Prepoito della Cattedrale, e Priore
Generale delle Scuole, dove viene eletta al loro governo , e protezione la
Scuola di S. Paolo con l'auttorità di Monfig. Scarampo, e di anno in anno la
Scuola elleggeva i loro Protettori ad averne la cura , il che fi conofce anche dai
^ibii di Jpeie fatte per loro , anzi H fcorge da quefli , come i più nobili , e pi4
eoa-
GIUGNO. 97
confpicui della Città godevano d'effere Deputati al governo di quefle Ver-
ginelle .
Ebbe la Tua fundazione quefta Congregazione dal P. Dcfìderio Verone-
fe dell' Ordine de* Predicatori di S. Domenico, ed in brevegiunle ad avere
defcritte trentatre Orfole , tra le quali le Monache ftefie procuravano d'ef-
fere arrolate . Tenevano per loro Officiali la Priora, e Vicaria , ed erano
dirette dalle Vidue di S. Anna, che vivevano nell'iftelTa Cafa . E Monfìg.
Scarampo tanto le ne compiaceva, che qualche volta fé le faceva prefenta-
re avanti nella Cattedrale, ed ivi con devota funzione, accompagnata dal-
la Nobiltà dell* uno, e dell'altro fedo ornava ad una ad una il lorocapodell*
Aureola, la mano deltra del Giglio, e dell'Immagine del CrocifilTo , e la
finiltra della Candela accefa , eilendo il tutto prima flato benedetto dal Pre-
lato . Poi lì cantava il Te Dcum , indi con quefta facra pompa procellìo-
nalmente , fecondo che s'erano portate in Duomo, ritornavano Jà d'onde
erano partite, cioè all'Oratorio di S. Paolo , precedendo ordinatamente i
loro Protettori, come lòpra , poi le Orfole a due a dueacconìpagnate dalle
fodette Vidove. Fecero la loro prima comparfa in quelta guUa per eflèrc-.
ornate dalle proprie divil'e l'anno 1J74. 18. Aprile Domenica in Albis, e
quantunque il Sinodo 3. nella vita di Monfig. Scarampo dica, che quella^.
Congregazione fu inltituica quell'anno, non fi deve intendere per quefto il
tempo della fua fundazione,ma quando furono all'egnate a loro le propie infegne,
avendo avu'o il loro principio , come ho detto da capo.
In quello ftato continuarono molti anni finché, reità ndo innamorate de' loro
punllimi colturai multe pie Perl'one , andavano penfando di collocarle^
in fico più appropofito , dove potelfero avere qualche Chiefa, e formare un
Collegio. Tra quelle fu il Canonico della Cattedrale BaldalTar Franzmetti;
qual fon fi contentò Iblo di penlarvi fopia , ma venne ancora all'atto, iin-
perochè l'anno 1607. lafciò a queita Congregazione diS. Oribla il valore»,
di dodeci milla lire in circa con diverl'e condizioni, che fi leggono nel fuo
Teltamento. Dopo che ebbero 'alTicu rato quello capitale fecero acquilto
della Chiefa della SS. Trinità da' di lei Compatroni beneficiati con alcune
Caie annelfe nella Contrada appellata di Monferato , come per illiumento
rogato da Aurelio RolR Cancelliete Vefcovale l'anno i5ij. j. Luglio.
Riconolce quefta Chieia la fua origine circa il principio della rmovata Città
dalla nob. Famiglia Carnefella Loui^^iana, dalla quale fu dotata d'una Ret-
toria diltinta in due porzioni lenza cura d'anime. Continuò quella Famiglia
^el^antico pofTeilo finché, come dice U Cancelliere della Cuna Vefcovale
Giacomo Biugazi 23. Marzo l'anno 1499. P^c lentcnza di Galeazzo Baldi
Vicario Generale del Velcovo Ottaviano Sforza, ellcndovi lei Compatroni
tutti Carntfella , furono uivifi in due colonne, con tre Patroni per cada-
una, e per difiingucrle tra loro , una era appellata Carneiella Barona, e
l'altra Carnefella Gajarda . Dalla prima è alicela la ragione della nomina
in femme per dilcencenza di langue nelle famiglie Cortefa , Pocalodia, e
finalmente Muieffa ; e la feconda collonna detta la Gajarda s'è coiifervata
fin'a'ncitri tempi, eflendofi eitinia colla morte di Pietro Franccfco , eGio.
G Fra,
98 GIUGNO.
Fratelli Carnefella , de' quali il primo nel fuo teftamento donò la fua por-
zione a Felice Bonanomi Feudetario di Marignanello Lodigiano , ed a fuoi
difcendenti, del che ne fu rogato il Dottore Giacomo Reftocchi Lodi-
giano.
Avendo dunque cominciato ad abitar quivi le Orfole, col mutarfi delle
cofe, mutò la faccia ancora del fuo primo inftituto quello Collegio, per-
chè adeifo quelle , che vi entrano portano feco le loro doti competenti , a
riferva d' alcune , che vi entrano gratis per il detto lafcito del Franzinetti,
e quivi in numero di trencacinque in circa fervono devotamente, e gene-
rofamente al Signore .
Ifforia della Chiefa della SS. Trinità in Valtcella di' Confratelli ,
altre volte detta di S. Sepolcro .
DI tre Chiefe dedicate al Santo Sepolcro in queft' Iftoria mi viene propo-
fto di difcorrere, ma per non far reppliche fupertìue vedafi d'una Chie-
fa, che era a Lodi vecchio il 21. Maggio nella vita del B. Giacomo Oldo,
d'una altra che era ne' Borghi il 21. Settembre tra gli Spedali foppreUi, e
di quefta fi attendi il difcorfo .
La fua prima origine io non la trovo , fo bene che fino dall'anno i?57.
57. Marzo in un libro appellato Statuta Ven. Confort, dello ftello Archi-
vio , tra quelli , che reftavano defignati ad intervenire agli Officj di elfo
Conforzio viene nominato una volta Prafbiter unus Capituli Ecclefice Sanili
Sepulchri , ed in molti altri luoghi leggefi Prapofitm Canonicorum Rcgiila-
rium Sanili Stpuhhri , ed in altro libro appellato Cilcndarium vttus dice:
Unus Canonicorum Regularium SanSii Sepulchri ; onde fi viene in cognizione,
che quivi folFero de' Canonici Regolari ; di quali' Ordine poi foffero io non
Io trovo, giudico però, che follerò de' Lateranefi , poiché Gabriele Penot-
ti neiriflona tripartita di tal' Ordine dice : che l'anno 1340. molti de fuoi
Monifteri erano nella noftra Città , e Diocefi , de' quali le ingiurie de' tempi
anno diitruti non folo i Monifterj Itelli , ma fino le memorie dove follerò .
Ho bene ritrovato nella Libraria d'un nobile Decurione di quella Città
come l'anno 1503. a richielta d'alcune pie Perfone con autorità dell'Ordi-
nario (a) fu eretta canonicamente la Confraternità fotte il titolo della SS.
Pietà, e del Santo Sepolcro di Crifto, con abito nero in quefta Chiefa, di
cui teneva il titolo (é) unita da gran tempo all' Abbazia di S. Pietro di Lodi
vecchio, e quefta ultimamente al Collegio Germanico di Roma, (f ) L anno
1524. diitrutto per le Guerre il Moniftero di S. Maria dello fpafimo delle
Monache dell'Ordine de' Servi Regolari di Maria, pofto a Bofalora puocodi-
ftantc dalla Città, furono rimoffi 1 Dilciplini da quefta Chiela , ed intro-
dot-
( 'J ) Chiamato Marc' Antonio Cadamoflo Vicario Generale di Monfìg. Seifcllo ,
eper Ifìrumento rogato da Giacomo Brugazo 9. Novembre . ( ^ ) Come dall' In^
ve flitura fatta dal Card. j4fcanio Sforza Cemmtndatcre dell' Abbazia alli Confra-
telli, che è neW Archivio della Scuola . {e) Da un' altra Inv^'flititra conceda ai
^erniari da Cardinali protettori del Collegio , iQme nel detto Archivio .
GIUGNO. 99
dotrevi quelle per modo di provifione, le quali pofcla furono levate di U
dagli /\gcnti del Card. Agollino Triulzi, come Commenduore d'ella Abba-
zia , e vi furono rimelli i Difciplini l'anno 1J27. i6. Gnigno, come per
Ilirumento rogato da Tommalo Bracco e le Monache (i miiero ad abitare iri^
una Cala apprello S. Francefco, che poi fu incorporata colla fabbrica dello
Spedale , come tratterò al luo difcorib . L' anno 1570. tentarono le Itcfl'e^
Monache di ritornarvi , come confta per una lettera Appoitolica data quell'
anno a' n. Marzo, diretta al Velcovo nollroScarampo, ma non avendo ri-
portato alcun eiìto felice , il Monillero finalmente reltò elhnto , e le Mo-
nacheranno 1571.10. Febbrajo furono trasferite, ed incorporate col Moiille-
rodi S. Giovanni , reitando confermati i Confratelli nel loro poileiroda' Cardi-
rali Protettori del Collegio, e ne impetrarono la conferma di quella concefàone
anche daGregorio Xlll. lo itelfo anno 15. Luglio . L'annoavanti 1577. i mede-
fimi Confratelligià polledendo quella Chiela pacificaméce ormai furono aggre-
gati all' Arcicont'raternira ( J ) della SS. Trinità di Ponte SiltoinRoma , e Io
Iteiroanr.o a' 6. Novembre fi prefentarono procellionalmente in Duomo d*
Bartolomeo Gorla Vicario Generale ,edepofto l'Abito nero , veltirono il rol-
lo, come per lltrumenio rogato daGio. Pietro BarniNotajo di Lodi . E perchè
quella Chiefaeratroppoangulta , l'anno 1581. a'to. Marzo, come per litru-
mento rogato da Michele Pailearo,ottennero facoltà dall' Ordinario , e da' lud-
«ìetti Protettori del Collegio di poterla demolire , e fabbricarne un' altra . Fu
inalzata quella molto grande, con vago diilegno, e la dedicarono alla SS. Tri-
nità l'anno 1588. , come coi.ità per ilcrizione iopra la Porta maggiore al di den-
tro . Fu polcia arricchita di molti legaci , e di MelIe,come da Manfredo Mu-
zani Decurione , e Reg Due. Referendario di Lodi , il che imitarono moUilfi-
ini altri Benefattori , e fu ornata di tutto punto di Statue di (tucco , Taberna-
colo , Architrave , Lampedario , Sedili a tre ordini , Coro, Organo dora-
lo , Cantone, Balaultrate di marmo finilfimo , Altari , Torre lacra , e Sacrili ia .
E perche il loroiltituttoerad'alloggiare i Pellegrini , a' quali anche alprefente
fomminiilrano il ricovero , e danaro in cambio del vitto, fabbricarono pure il
loro Spedale bello, e comodo per molti letti . L'anno 1691. affinchè quelìa
Chitla companlle maellofa con ogni perfezione, fu adornata della facciata tut-
ta di marmo, con Statue, che moltranoal vivo il Trono dellaSS. Trinità nella
cima , ed altre Statue nelli nicchj inferiori .
Sebbene quelli Confratelli , come (òpra , mutarono il titolo della loro Chic-
fa di S. Sepolcro in quello della SS. Trinità, tuttavia però hanno lempre con-
fervato, e conlervano con tenera devozione la lugubre , e felice raemoiia della
morte del Salvadore in una Cappella poita in Presbitero per licontio un altra
della Cena del Signore cogli Appoltoli, ed in ambedue s'ammirano Statue tan-
to naturali , che non fi può deliaerar d'avantaggio in loro . In oltre la lera del
Giovedì Santo vanno alla vilita de' Santuari in procellione, portando molti Mil-
le rj della Palllone , e morte del Redentore, e la feconda, e terza Fella di Paf-
qua , Igombrateiutte lemeltizie della Paflione, emette ci Crilto, peraccoin-
pagr.are l'allegrezza Cella Chicla univeilalc, quivi per ore quaranta reità cu
Gì poltu
( a ) Sotto il dì 19. ScUembre 1578. comi ntìl' Ani/, dC Confraulli ,
loo GIUGNO.
poftoilDivinifTimo Sacramento , al quale , e co' Sacrifici , e con illuminazioni
gli fi tributa il più devoto , e copiolo ofiequio , ed è tanto numero fa de Con-
fratelli, che nella morte del Prefidente del Magiftrato il Co. Gio. Bittifta Mo-
degnani , come ho detto al i*. Gennajo , ne comparvero alla procefiìone dell*
efTequie quafi quattrocento, tutti col loro Abito rollo, colà che diede molta
ammirazione, e lòddisfazione alla Città.
Corre anche la fcfta de* SS. Vitto, e Modello alla loro Chief;» Parrocchiale
Prepofiturale .
Sua Iflor'ta .
PAolo Emilio Zani ne' Tuoi MS. dell' Iftorie di quella Città dice: come tra
molte Chicle, che furono didrutte a Lodi veccliio nel tcm pò delia lua ro-
vina dell' anno mi. ,una fu quella di S. Vitto , onde è credibile che ri(orgellc_,
anche in quefta nuova Città lino da fuoi principi , come molte altre. ìì^ì-ì h
vero che l'efiflenza di quella Chiefa , fecondo il fuo Archivio non fi può
fìfTare , che dopo l'anno 1400. per il relto fi mantiene fu l'antico pofleiro .
Si ampliò la cura l'anno 1574. perchè Monfig. Vefcovo Scarampo in atto di
vifita dichiarò fofpela la Chiela Parrocchiale di S. Criftoforino , detta de' Som-
marivi,per effere cadente , e troppo indecente , e Monfig. Taverna l'anno i J90.
a6. Settembre uni le Anime di quefta a quella di S. Vito, e le Cale Parroc-
chiali colle rendite alla Parrocchiale di S. Giaccomo, per hit. rogati da Aur.
Roiri , ed il IO. Febbraio 1614 fu profanata , e le olTa de' Cadaveri furono traf-
fiortate alla detta Chiefa di S. Giaccomo , come dagli atti di Aur. Roffi Cancel-
iere Velcovale . Tenne quefla Parrocchiale il titolo di Rettore fino che l'anno
1719. a' 13. Ottobre , eflendofi impofieilàto di quefta Chiefa Antonio Albarollo
Dott. di Sacra Teologia, e Secretarlo della vifita Epifcopale nella Città , e
Diocefi di Monfig. Mezzabarba Patriarca d'AlelTandria , e noftro Vefcovo , do-
po qualche giorno lo dichiarò Prepofto , fopprimendo l'antico titolo di Ret-
tore.
* 16 L'anno 1311. fi levò un' oftinatiflimoScifma in quefla Città tra le fazioni
Guelfa , e Gibellina per l'elezione del Vefcovo , e durò fei anni con danno gra<;
viffimo della Città nello Spirituale , e Temporale .
17 Feda del B. Michele Carcano Milanefe dell' Ordine de' Minori
Oflervauti di S. Francefco .
Sua Vita ,
1LB. Michele per le fue fante virtù fu chiamato Beato, e come tale oggi fé ne
fa la memoria nel noftro Martirologio. Dice il Villanova nell' lltorie di
Lodi, come trovandofi in Melegnano al fuo Convento di S. Francefco per il
Capitolo } ivi fi infermò là DuchefTa Bianca , figlia naturale di Filippo Maria—
Vif-
GIUGNO. roi
Vifconti , ultimo di queftà Famiglia, Duca di Milano , Moglie di Francefco I.
Sforza , primo di que(ta Famiglia Duca di elio Scaro , e jMadre di Galeazzo
Maria II. Duca de' Sforzi . Intefc quefto buon Servo di Dio lo itato pericolofo
della DuchefTa , eia difpofe a morire Griltianamente , munita di tutti i Sacra-
rnenti , e circa il mezzo del mefe di Ottobre deli' anno 1468. terminò que(ta_,
vitamortale. AHcmanioFinoneU' Iftoriadi Cremadice di quefto Beato: co-
me un Venerd'i Santodell'anno 1479. afua perfuà(ionediede(i principio aduno
Spedale nel luogo di S Martino, il quale poi l'anno 1481. fu trasferito a
S. Maria Stella . Finalmente ricolmo di meriti apprelFo Iddio pafsò alla gloria
eterna ,edil luo benedetto Corpo , fecondo il citato Martirologio , ripofa nel-
la Bafiiicade'PP. Minori Qilérvantidi S. FrancelcodiLodi , ed il fuoCapo in
un pilaltro apprefTo la Cappella contigua all'Aitar maggiore dalla parte della—
Sacrilìia , ove è tenuto in gran venerazione. Altri dicono che il fuo Corpo fi
crovi nella Chiefa del loro Convento di Como , come noterò li 4. Ottobre nell'
Uxoria della detta Bafilica di S. Francefco. Dicanoperògli altri quantoaloro
pare , io prefto tutta la fede al citato noftro Martirologio, quando effi noa
adduchino prove maggiori di quelle che allerifcono .
18 Inf or inazione dilla ptflc^ che fu in Lodigli anni i5i8., 19. , f jo.
PUÒ ben dirfiche il mifericordiofoSignore in quefli anni ftefe la mano al fla-
gello della pefte fopra de' Lodigiani per caitigo de* peccati , ma affieme
provvide a loro didue valorofi Campioni, che con ifquifitiflìme diligenze, e
con tutto il loro neceflario valore operarono coirajuto dello rtelTb Iddio , che
o non infettaile , o infettando che non apportafle quella ftragge , che minaccia-
va . Quefti furono il noftro Vefcovo Clemente Cera No varele per il farefpiri-
tuale , e per il far temporale Pietro Martire Boldoni Maftro di Campo della_.
Milizia Urbana , Governatore della Città fua Patria , de' Giudici delia Sanità ,
che conta nella fua Nobile Famiglia , tra gli Uomini illuftri , un Ottavio Vef-
covo di Tiano neii' anno i6yo. , come l'Archivio della Città .
Vide il Zelantifllmo Prelato, come dice nel luo Sin. 4. Diocefano, cheda
principio molti Parrochi ,0 Conieirori ,con puoca,oniuna cautella attende-
vano alla cura delle Anime degli Appeftati ,onde in breve tempo feminarono
il male ne' fani . Per rimediare a sì grave danno, oltre le providenze prelcrirte
dal Gloriofo S. Carlo nel Concilio Provinciale V. ,che procurò di farli efe-
quire il noltro Vefcovo inviolabilmente, furono fcielti de' buoni Sacerdoti
r.clla Città , e nella Diocefi , quali , come Martiri della carità fi efponevano a
tutti i peliceli per miniftrar i S;igramenti agli Appellati ,reftando a loro alle-
gnaiol'ipporiuno vitto , veftiro ,iervitìi , ed antidoti per prefcrvarfidal male
nel miglior modoche fcflls pcffibile . I Parrochi poi dovevano guardarfi dal
contrattar con inletti ,ofofpetti , per mantenerfi fani , eper poter pratticar(L_
liberamente coi fani ;nè dovevano efporlì ad alcun pencolo , fé non per eltrc-
ma necelfità.in mancanza de' fopradetti Sollituti, o the quelli non follerò
fufficienti ad attendere alla cura dell' Anime di ruttigli Appellaci . E con que-
lla ottima regola praticata dal idiB. ,nel qu«le cominciò , fino all'anno lojo.
G 3 lui ■
tot GIUGNO.
fui fine , nel quale cefsò il male , un Parroco folo morì di pefte , e tutti gli altri
reilatonofalvi .
Per le diligenze poi ufate dalla Città , e dal Boldoni per precauzioni di que-
llo male , come tra' MS. di quella Famiglia , appena giunte l'infliufta nuova,
che il male avanzavafi ne' Paefi circonvicini , che furono melBi Raftelli a' con-
fini del Cremafco, Piacentino, Gremonele , Pavefe , e Milanefe , e furono eletti
i Deputati ad invigilare che nelluno pairalFe fenza le bolecte della Sanità, ed
efTendofi avvicinato anche di piìi , (ubi to furono meffi i Rafèelli alle Porte della
Città, alle quali affiftevano di continuo i Decurioni di elFa con gente armata,
e non lalciavano entrare Perfona, che veniflè da Paefe fofpetto . Q.uando poi
penetrò nelle Terre del Lodigiano , furono ferrate del tutto le Porte della Cit-
tà ,con proibizione rigorofa che nelTunopoielIe entrare in Città. Con quefto
divieto però non s'impediva la provifione cotidiana de' viveri , altrimenti pref-
to preflo farebbero morti di fame quelli , che non perivano della pefte . Per
talneceffità furonoflabilitii mercati a tutte le Porte della Città colle loro ore
di tempo determinato, e con tale cautella: Portavano i Contadini ciò che ave-
vano da vendere, e Io lafcia vano apprellò la Porta, con fcritto (opra le merci
il loro prezzo . Sortiva il Madro di Campo Boldoni con trenta Perfone alla
dicuicomparfai Venditori dovevano ritirarfi indietro cento palli : quello te-
neva le lifte , e danari de* Cittadini bifognofi di quelle robbe , e provedeva per
tutti , lafciando il danaro dove levava le merci , e con elle carricando le perfo-
ne , che feco aveva condotte , le faceva diltnbuire a' Cittadini compratori , e-
quefto faceva replicate volte finché aveva provifto per tutti di quella Porta
ove trovavafi , durante il tempo prefcntto, una dopo l'altra. Scoprendoli de-
gli Appesati lubito reltavano chiufi nelle loro Itanze.le ftrade ferrate con
travi , e pallizate con guardie armate per oftare che neffuHo fortilfe yC con
ordine efprefro di ammazzare chiunque volefle trafgredire t ali Ordini . Anzi
efTendofi il male molto avanzato , comandò il Boldoni , che neffuno lotto pena
della VitafortifTediCafaarilerva de' Giudici della Sanità, e loro Miniftri,e
perchè una truppa de Soldati non volle ubbidire, avendola trovata a girare
perla Città, comandò a' fuoi Soldati Urbani difcarricar contro di efTì gli Ar-
chibuggi , e ne rettarono morti fui colpo tre, e due feriti , ed in avanti non fé
ne viddero più atorno alla Città , efTendo reitati ben perfuafi i loro Ufficiali dal
Maftro di Campo Boldoni , che tale ritiro era neceflàrio, non folo per la con-
fervazione , e cauzion&de' Cittadini , ma anche de' Soldati , tanto più per eC-
fere di nazione ftraniera . 1 Gatti , e Cani parimente per il pericolo, che paf-
fandoda Gafe infette in quelle de' fani le ammor baderò, furono di fuo ordine
uccifì tutti . E perchè erano paflàti alcuni giorni, chenon fi fentì moleftia alcu-
na del male , col fuppofto , che follèceflato del tutto , fi fece in Duomo una fef-
ta grande col cantarli MelTa folenne , e Te Deum , ed al dopo Vefpero una Pro-
ceilione , nella quale al color della galla , che portavano tanto i Laici , quanto
gli Ecclefialtici,fi diflinguevano rutci,mercecchè facevano fchiera feparata , ed
unita afTieme , quelli che erano flati prefervati fino allora, quelli che erano
flati infetti , e guariti , e quelli , che erano fofpetii , come lo fteflb Boldoni , ed
altri che avevano praticato con infetti .
Non
GIUGNO. . '*'
Non cefsò però allora , che fua' 5. Luglk)i6jo. , ma fui fine dell'anno; ed
il giorno (eguenre riforfe ancora il male , e ne morirono molti , che al (bliio
fi conducevano fuori ("opra de'Carrelli nel Borgodi S.Mattia, ove erano l'eppel-
liti, alla qual Chicla eraanne.Ib il Lazaretto, come per Iftrumento rogato
da Aurelio Roill Cancelliere Velcovale di Lodi li ji. Ottobre dell' Anno i6}0. ,
nel qual tempo furono deputati gli Amminiftratori della Fabbrica d'efta^
Chieia .
Celso finalmente per la mifericordia del Signore quefto flagello , e Ci efpur-
garono le robbe, molte delle quali furono abbrucciace, e le muraglie delle
Cafe furono fcrollate , e di nuovo ricalcinate .
I migliori prcfervativi da quello male furono il mangiar fpeiiOjC per efpe«
ricnza li vedeva che chi s'accollava agli infetti ed'endo digiuno facilmente
reiUva appeftato . I profumi con bacche di Ginepro , di Lauro , o di Rofmari-
ro erano ottimi. Icibi piùfani erano d'Aglio, di Cipolle, de' fughi di Limo-
ne , o di Naranzi , e in tutte le vivande metter aceto . Per l'odorato era ottimo
l'aceto canforato . Giovavano molto i cufcinetti allo flomaco, ma più al cuore
«on entro Salvia, Ruta, Rofmarino, bacche di Lauro, o di Ginepro. L'abito
più ficuro era quello d'incerata , o di fcta , di minor male quello di tela , e pelli-
ino quello di lana .
Attefe tutte le riferite diligenze trovo nell'Archivio della Città, che dal itf.
Luglio fin a tutto Ottobre dell' Anno 1630. morirono folo cinquecento perfone
in circa in tre mefi , e mezzo ; ma fé vallerò molto tante ifquifitilfime diligenze
di quefti due Campioni , e confervatori della noftra Città , molto più furono bea
ifpiraci quando rifolvettero colla Città di riccorere al patrocinio del gloriofo
S. Rocco , e di S. Badano noftro Prottetore , e la grazia fu tale , che a propor-
zione delle altre Città circonvicine la noflra fu meno moleftata , onde per grati-
tudine, e per efecuzionedel voto, fece fare ad onore del noltro Santo V'elcovo,
e Padrone un Palio tutto d'argento per il fuo AltarecoU' impronto della grazia
ricevuta con quelle parole: D. Bajjìano Prtefidi, ac Patrono jam pridit» Ltprat
nun: fefie Civita: tnjìgniter libtrata . M^mor , & grata devovit . Anno 1631.
Dice queit' anno i5}2. perchè fcorfc^ro due anni di tempo per lavorar il tutto .
AiPaglio aggiunle anche le tapezzerie di Fiandra rapprelentanti gli Atti degli
AppuUoli , colle quali fi orna il Duomo nelle felle Iblenni , e l'un, e l'altro dono
ferve di perpetua memoriadella grazia ricevuta da Dio, che fermò lo fdegiio
col levare la peite , il di cui orrore fu tale, che lalciò ne' polten per detto
commune.
ben i duro quel Cuor , che n«n paventa
Sentendo a nominar l'anno del trenta
19. Piendendo il giorno 15. corrente per la fefta della SS. Trinità, oggi fi
celebrala lolennità del bacracilfmo Corpo del Redentore con pompofilfima , e
Pontificale funzione , e con maniera al certo fingolare, perche in virtù d'un di-
ftiiitiirimo privilegio è portato in procelfione iòpra d'un picciolo Taberna-
colo preziofìllimo il Jquale è parte del teforo di S. Ballano , fopragli omeri di
quattro Diaconi paraci fecondo il loro Sacro Ordine , e fi porca anche tutto
C 4 ^^
1^4 GIUGNO.
il relto di eflb teforo, del quale ne ho difcorfo fotto il 19. Gennajo .
SS. GERVASO , E PROTASO Martiri Mihncfi,feftaal fuo Oratorio.'
Sua I/ìorh .
QUeft' Oratorio , o Chiefa fu fondata, e dotata d'un benefizio con titolo di
Rettore fenza cura d'Anime , ed era piantata (ino l'anno 1206. 15. Agofto ,
come confta per Ktrumento rogato da Alberico de Vacci giorno edanno
fuddetti , in occafione di una decima da pagarlt-fi fopra pertiche ventitré di
terra . Riconofce la Tua prima origine dalla famiglia de' Capitanei daSalarano,
come il fuo arth. pofcia è paflàto nella Famiglia Rigorera Lodigiana , che la
riedificò per ellere cadente , e con quella bellezza , e vaghezza , che trae l'am-
mirazione di tutti , ed il giorno 30. Novembre dell'anno 1720. fubito fabbri-
cata Monf. Ortenfio Vilconti la benedilTe come da fua Ifcrizione fopra la porta
maggiore di dentro .
Della Collegiata di Maleo , che per ejJW infigne ne formo quefl' Ifloria .
LA Collegiata infigne della Chiefa Parrocchiale de' SS. Gervafo , e Protafo
del Borgo di Maleo di quello Contado è antichilfima ab immemorabili colla
dignità dell'Arciprete, del quale vedafi l'iftoria della Chiefa di S. Pietro in
Pirollo li 29. corrente; ed in quanta Itima fia fempre flato quell'Arciprete
fi può comprendere da un Breve del Pontefice Giulio II. dato in Roma li 25.
Febbrajo l'anno 1510. a favore della Chiefa della B. V. dell' Incoronata di Lodi,
dove prima viene nominato egli, poi i Prepofti della Collegiata infigne di
S.Lorenzo, e della Parrocchiale di S. Maria Maddalena di quella Città , ac-
ciocché, come Delegati Appoftolici, fotto pene di cenfure Ecclefiafliche a*
Contraventori , faceìleroefeguire molti privilegj , grazie, e ftatuti, che detto
Pontefice concelfe a quella Chiefa dell'Incoronata, come fi può vedere nella
di lei facra Hloria fatta dall'Autore della prefente Opera . Ben è vero che
quelli Canonici anticamente ufficiarono folamente alla Fella fino all'anno
1445. 15. Settembre , nel qual giorno vi fu riabilita l'officiatura cotidiana_,
fotto Monfig. Pallavicino noltro Vefcovo , come da'llatuti della flellà Colle-
giata , la quale al prefente è ufficiata da undeci Canonici con almuzia , e
l'Arciprete con Cappa magna, ed è dotata di molte facre Reliquie, anzi
l'anno 172(5. 30. Giugno in Domenica fi fece una folenne procelTione per la
Traslazione del iàcro Corpo di S. Ireneo Martire con un ampolla del fuo fa-
crato Sangue, efi'endo dopo la funzione (lato ripolto il tutto nella flelTaBa-
iilica Collegiata , dove è tenuto in fomma venerazione.
Anche i PP. Minori Ofiervanti di S. Francefco , che prima avevano un_
picciol fito in quello Borgo per loro ricovero , l'anno 149(5. fundarono il loro
bel Convento tra Maleo , e Gera . Arch . d'ejfa CoUegita .
i
ao Eflendo appena labilità la Cappellecta del Cimitero , ove fi feppellif-.
cono
GIUGNO. loj
cono i Cadaveri del Prefidio Tedefco nelle mezzelune di Porca Caflello preiro
la Itradaconrigua al Dazio, Cubito fi fa dipingere, ed oggi deli/zS.vili ve-
de gran concorfb de Devoti a fuflragar l'anime di que' Defunti.
11 Fefta del B. Calimero da Monte chiaro, a S.Domenico.
Suo Vita eflratta dal Libro delle ftindazimi de Conventi di S. Domenico del
P. Alacflro Gio.Michde Piò, come nella Biblioteca
d'fjfo Convento di Lodi .
ILB. Calimero da Monte chiaro Brefciano dell* Ordine di S. Domenico abitò
nel Convento di S. Clemente di Brefcia, ftudiò in S. Domenico di Bologna t
dove fu ricevuto in qualità di Studente l'anno 1455. y. Luglio, enei progreflò di-
venne fruttuofillìmo Predicatore, fcorrendo quafi tutta l'Italia Tempre a piedi.
In tuttala Tua vita fece Tempre quell'officio Appcftolico foiamente, e fu cosi
accetto nel predicare a' Popoli, e di tanto frutto, che nell' eftrema lui vec-
chiaia non potendo più falire il Pergamo, bifognava portarvelo per foddif-
fare alle genti . Più volte in quella decrepitaetà fu ricercato da' Milanefi per
la loro Città , ma egli fi ridulie a finire la fua vita nel Convento di Lodi, dopo
l'età di 80. anni nell' anno del Signore 1521. la notte di S. Catterina Vergine , e
Martire. Mentre che ville fu Ipecchio d'umiltà ; e di pacienza,oirervantilfimo
delle lue regole, e per quelto fi meritò il titolo di Beato. Come tale è ricono-
fciuto anche dalla noftra Chiefa Lodigiana, la quale oggi nel fuo Martirologio
re fa gloriofa memoria, e meritamente , perchè , eilendo flato f'eppelito alla
delira dell' Aitar maggiore nel Coro del fuo Convento in Lodi , furono portate
al luo Sepolcro molte tavolette, e voti da' divoti Fedeli per fegno delle gra-
zie, che ricevevano da Dio per la fua intercelRone . Anzi il P. Serafino
Razzi nel Libro de' Beati di queil' Ordine alTerma come le velli di quello Beato
Padre ebbero virtù dopo fu 1 morte di conceder alcune grazie . Appreilb l'Aitar
maggiore dalla parte del Coro fi legge l'elogio di quello Beato.
D'ordine del noltro Vefcovo Clemente Gera in quello giorno dell' anno i5jo.'
fi fauna proceilione generale di Penitenza coir intervento d'ambidue i Cleri, e
Confraternite , e fi portano alcune Sacre Reliquie della Cattedrale per placare
l'ira di Dio nel flagello della pelle. Arch. della Curia Fcfcovalc .
12 S. GIULIANO Martire, fella al fuo Oratorio , o Chiefa altre volte
dedicata a S. Egidio Abbat e, dove ripofa il Sacro Corpo del B. Giacomo Oldo,
come ho detto alli 21. Maggio.
^■«4 vita eflratta dal Ferrario de' SS. Italia , che l'ha avuta dJ
documenti della Chiefa di Rimini .
«Tubano nacque nell' Iflria, ed elTendo giunto all'etàd'anni i8.fu accufaroa
Marziano Conlcle, qualmente profelTava la Religione Criftiana , e lo
mandò
io5 GIUGNO.
mandò alla Città di Flavia nella Cilicia , dove elFendo (tato tentato da quel Con-
fole a rinegar la Fede di Cri(to,e non volendo ubbidirli lo fece crudelmente per-
cuotere , e poi cacciar in prigione. Per poterlo più facilnnente ridurre a' luoi
cenni , pensò il Tiranno un diabolico configlio , e fu di mandar Afclepiodorafua
Madre a perfuaderlo di adorare gli Idoli , ma anzi da quefta rellò più confer-
mato a foffrire tutti i tormenti per amore di Crifto . Per il che trovandofì
burlato il Confole comandò, che il Figliuolo ,e la Madre foflero confinati in
un ofcuriflimaprig'ione . Lafciò paflare tregiorni, e poi fi fece condurre d'avanti
il Santo Giovane , e trovandolo ancora più coftante di prima lo (cce crudelif-
fimamente tormentare, e poi rinchiufo in un facco co' Serpenti lo fece gettare
rei Mare , ed in querta maniera fini il fuo gloriofo Martirio il giorno 16. Maggio
lotto il Ponteficato di Sifto, e di Valleriano, e Gallieno Imperadori. 11 luo
Corpo ellendo Ihto portato da Il'onde a Proconelb Ifola del Mjre di Marinerà fu
feppellito da' Criitiani in una cafla di marmo . Poi fotto l'Impero d'Ottone nella
medefima caflTa da fé fi trafportò alla Cittì di Rimini miracololamente foprale
onde, e da que' Cittadini fu accolto, ed onorevolmente collocato . Qu.ivi facen-
do molti miracoli i Riminefife lo eleffero per loro Avocato . Si celebra poi in
guelto giorno la fella , forfi in memoria del miracolo ftupendo di quando fi traf-
feri a quefta Città. U informazioni di quefla Chicfa vedila It zi, M^iggio nel
fine della vita del B. Giaccomo Oldo .
11 Dottor Collegiate di quefta Città Tiberio Azati,ftato 53. anni di lei Orato-
re,a nome di tutti gli Oratori delloStato di Milano ,con erudita Orazione fece
complimento colla Regina Anna Maria d'Auftria Moglie di Filippo IV. Re di
Spagna 1649. not. dell' Ar eh. del Tref. , e [uà Infcriztone a S. Franeefco .
* a^. Lodi con molte altre Città è travagliato da crudeliilìma pefte l'anno
1388. Ftllan.
24 LA NATIVITÀ' DI S. GIO. BATTISTA , fella alle fue Chiefe, del
Moniftero del Santo, della Commenda, de* Cavallicri di Malta, e de'PP. Ca-
puccini fuori di Città .
Ifioria della Chiefa di S. Gìo. Battigia delle Monache Benedettine .
IL Lodi nel difc. 7. pag. 384. dice chequeflo Moniftero era anche a Lodi
vecchio, ed in fatti vi poflede ancora unaCaffina, che tiene il nome di
quefto Santo , che in linguaggio corrotto viene appella il S.Zano, dove fi
vedono ancora lagrimofe rovine dell' antichità . C!ie poi eltinta la vecchia
Città, e quivi rilbrta l'anno 1158. , feco pure riirorgefTe quefto Moniftero, lo
la credere il Morena nel riferire come nel mefe di Marzo dell' anno ii6k fu
cominciato il Palazzo dell' Imperador Federico I. nella rinovata Città apprelTo
il Monaflero di S. Gio. Battifta fopra la cofta del fiume Adda , dunque prima del
«ietto anno per necefiltà doveva già eflere'ftato piantato tal Moniftero Lo con-
ferma parimente lo ftelTo Iftorico , dicendo ; come l'anno nói. ultimo giorno
di
GIUGNO. 107
di Ft?bbraio, rpirandogat^liardiflimo vento, alla prim' ora di notte fi accele il
fiiocoinVilliceIla,e Tabbrucciò quafi mezza colle Ghiefe di S. Maria Madda-
lena , e quella delle Monache di S. Gio. B utilta con alcune Cale . Io proceOb di
tempo queflo Moniltero è crcCciuto coll'unione fattagli delle Monache d'altri
Moniiterj foppreffi , come per Iftrumento rogato da Gio. Paolo Vittalone No-
tajo Lodigiano l'anno 1571. 6. Luglio , dove conila che in quelV anno il gior-
no 20. Febbr.ijo vi furono trasferite le Monache di S. Maria dello Spafimo
dell' Orduie de'Servi Regolari di Maria Vergine , le quali prima erano a^
Boffallora , come tratto li 15. corrente . L'anno 1575. 19- Marzo vi futo'io unite
le Monache, che prima erano nel Moniftero di S. Margarita , ove al prefente
fono le Monache Capuccine, come per Iftrumento rogato da Michele Pal-
learo giorno, ed anno fuddetti . E perchè il fuo recinto era angulto Tanno
i<5o». lo ampliarono con fette Cafe , che comprarono le Monache da diverfi
particolari , le quali erano porte nella contrada di Roncifyalle nella vi-
cinanza di S. Geminiano , e tutte furono incorporate col giardino giù dal-
la corta per ifcontro al Quartiere de' Soldati , come per più Irtrumenti ro-
gati da Aur. RortlCancell. Vefcovale. Anche l'anno 1695. 30. Aprile vi^ fu-
rono trasferite ,edanne(Te nove Monache delMonirtero di S. Marta in Città
pereffere rtato fopprelìo , come al 29. Luglio fi difcorrerà. Anzi qualche
tradizione dice: che vi fofTero unite anche le Monache , che erano a Riollo
ne' Borghi di Porta d'Adda, fotto la Parrocchia di S. Giaccomo in Citta,
come difcorrerò nell' Iftoria della Chiefa di S. Romano li 18. Novembre.
Tta le memorie di quefto Moniftero ritrovo che l'anno 1691. <5. Novembre
alle due di notte ricevettero quattro Monache Profeflc . ed una Laica Or-
folineCLultralì dell'Ordine di S. Agoftino della Città diMons, che h por-
tavano a Roma, chiamate dal PonteHcelnnocenzio XII. per ergervi un Mo-
niftero di quell'Ordine ; e la mattina feguente fi partirono per il loro viaggio .
Godono quefte una belliiTimaChiela nuova, noneflendo per anche demolita
la vecchia , (ebbene profanata , le di cui preziofinìme pitture iono indegne dt
ftare fotto laclaufura, imperocché doveriano far comparire in pubblico le
glorie di querto Moniftero, giacché è anche chiamato il maggiore, pollo co-
mt fopra , ed alle mura della Città come di lei forte propugnacolo, quale
devono eflere le ferventi orazioni di quaranta Monache in enea, che quivi fi
fono confagrate al fervigio di Dio .
Dcir Orvtorio di S. Giovani della Contenda de' Cavalieri di Malta •
Dicono il Manfr. ,Por. , ed altri , come la Comenda de' Cavalieri di Malta
anticamente era pofta al Bofco , o Colle di S. Gio. Battifta , e qucti te-
cero certione della Chiefa , e Cafa annefta a' PP. di S. Francelco la prima--
volta che piantarono a Lodi il loro Convento, come alli 4 Ottobre, ed i
Cavalieri trasferirono il luogo della Comenda in Citta , dove di prefente li
trova col fuo Oratorio dedicato pure all'antico, e primo titolo di S.Gio.
Bittifta . Fu molto celebre queft' Oratorio nel tempo, che vifudepohtaia
per modo; di provilione l'immagine della B. Vergine delle Grazie , come u
io8 GIUGNO.
può vedere nella Tua Sacra Iftoria emanata dall' Autore di queft' Opera , e per
eterna , e grata memoria vi è tenuta in gran venerazione ancora al preiente,
mentre vi fi conferva una copia d' elTa facra Immagine .
Della Chiefa de' PP. Capuccini didicata a S. Gio.BaUifla , e Itro Convento ,
NEI tempo, che i primi Scuolari della Scuola diS.Paolo in Città s' inpie-
gavano con tutte le vifcerè della loro carità a benefizio i'pirituale delle
Anime, ottennero per grazia dal Cardinal Capiiucco noltro Vefcovo che i
Frati Capuccini cominciaffero quivi a far provare il loro fpirito Evangelico .
Il primo fu Fra Angelo da S. Fermo Milaneiis, Angelico Piedicatore, il quala
dal fine del mefe di Settembre dell'anno 1564. fino all'Avvento predicò in Duo-
mo . (.7) Per puochi giorni quelli Scuolari gli provvidero d el vitto, mo-
bili ed ciliegio nelConvcnto di S. Maria in Borgo , mediante la buona grazia
di quei Canonici Regolari, e poi l'in trodu fiero col ibo Compagno nella loro
Cafa ,annefra alla ftefla Chiclàdi S. Paolo li 19. Ottobre , e vi dimorarono per
fino che furono provveduti diConven'-o. Per venir a quefta efecuzione il
Prete Bonadeo della Valle del Luogo dellaTorretta, (ó) come per ilirumen-
to rogato da Gerolomo Calco l'anno fuddetto 1564. 30. Novembre, fitruuva
nell'archivio della Città, che diede per amor di Dio alla Magnifica Comuiiità
di Lodi quattordici pertiche di terreno incirca per fabbricare a quefti Fruiti
la Chiefa, e Convento alla colla del Pulignano, dove per il pafiato era la Chie-
fa, e Convento de' Frati Minori Ofiervanti di S. Francefco, intitolato S.Gio.
Battifta, come ho narrato nel fopraddetto difcorfo della Comenda ; avendo
anche ceduto a loro per carità due pertiche di terreno incirca per ampliare
il Giardino verfo mezzogiorno il Dott. Mario Corrado coi fuoi Fratelli alle
preghiere del Conte Lodovico Viftarini da Salarano . Defìgnato che fu il fito,
il giorno 13. Dicembre dello fteilo anno i Capuccini ottennero licenza dal
Governatore di Milano per fabbricarvi il Convento, con patto che, fecondo
l'eipoftogli, fùfiè povero, picciolo , umile, ebafio; i muri non foffero pili
grofTid'un quadrello e mezzo ; a porli in opera ufalfero rerra per calcina, e
non follerò più alti di braccia otto fopra rerra ; e con ordine efprelFo al Callel-
lanodiLodi d'invigilare che queiie condizioni follerò inviolabilmente olTèr-
vate , affinchè col tempo quello Convento non potefie efiere di alcun pregiudi-
zio alla ficurezza della Città . Per profeguire l'imprefa gli Scuolari fi deputa-
rono alcuni di loro flefli per Fabbricieri, ed il 25. Marzo dell'anno feguente ij<55.
fella dell'Annunciazione di M<iria Vergine, fi fece una folenniilima procel-
fìone di ambi li Cleri dalla Cattdrale al fito dove fi doveva cominciare la fab-
brica , e vi fu benedetta, e piantata la prima pietra dal Vicario Generale del
detto Cardinale , e noflro Vefcovo Capifucci , (e) coU'innervento di nume-
rofiffimo Popolo, che vi fece anche una buona offerta per la fabbrica, il che
fu fatto anche dalla Città in altro tempo, come dal fuo archivio.
Per innalzare quella fabbrica fu neccflàno atterrare una picciola Cappella
dedi-
(<j) Arch. della Scuola, (b) Arch. della Città diceli 30. Ottobre , e l'Arch.
àe Ca^uiciyìi fCdiS. Paolo dicom li 30. Novembre , ( r ) Arch. di S, Paolo .
GIUGNO. 109
dedicata all'IrnmacoUta Concezione! di Miria fempre Vergine , (.j) rimaf-
tavi quando fu demolita laChiefa. clieprinria vi era , mi per la gran devo-
zione, cheogn'uno vi aveva, nefruno ardiva di ell'ere il primo a mercerie
mano ; ondeun concia retti Biellotto, vedendo tal ricrofia , qaafi per ifcherzo
dille: A me a me lalciate pur fare a me, che fenza tanti (crupoli benpreflo
velamefoa terra , e ( fatto mirabile, e rpaveitofo ) dato di mano ad u'ia
mazza di ferro, appena che diede il colpo nella muraglia della Cappella,
la rovinò tutta, e fi colle ferro anche elfo , reflando immediatamente morto ,
fenza poter dire fuacclpa. Cafo, che fpa ventò tutti i Circoftanti , e chiun-
que lo feppe .
Si profegui la fabbrica del Convento , che fu ridotto a perfezione , fecon-
do la licenzi ivuta dal Governatore di Milano, ed era anche conforme all'
ufo di quei aurei tempi , che conteneva Celle, ed Officine, e tutta la drictura
dell'andito, che di prefente conduce dal Refetorio al Coro , e quafi tutta in un
fol piano inferiore, a riferva di una picciola alzata di circa un braccio.
Qiefta era la vaga , fontuofa , e comoda fabbrica , in cui con fommo giubilo,
e contento abitavano que* primi zelantilTimi profelTori dell' akiffima povertà .
Con furto ciò chi crederebbe un orrendo caitigo di Dio contro d'uno di efll
Frati . come raccontano gli Annali di Fr. Zaccaria Boverio Capuccino nel
difcorfo di quefto Convento tom. i. , alli quali rimetro il Leggitore.
Al propo{ì'"o degli Annali ferirti da quelto Frate , che dicono ancora come
dcbbifi attribuire a miracoli l'elTerfi piantati prellb laCitta di Lodi i Capuc-
cini ; Io che ho veduto gli archivi di quello Convento, della Scuola di S.
Paolo, della Città, e molti atti, e notazioni, doveiidifcorre dell'erezione
di tal Convento , e nulla toccano del particolare de' miracoli citati da' detti
Annali, anzi piuttofto mettono chiaramente, e concordemente quanto io
riferifco, non so come polla tenerli diverfamente , pure per foddisfazione^
del Legi^itore riferi rodai latino quello miracoloaflerito dagli ftelT: Annali .
L'Anno 15^5. edendo Generale Fr. Evangelica , e Fr. Francelco Meazza_.
Vicario Provinciale della Provincia di Milano, furono gettaci i piimi fonda-
menti del Convento de' Capuccini di Lodi . Che Iddio ne folFe TAuctore facil-
mente fi può comprendere da quinto operò egli in quefto tempo ; imperocché
elfendo un Campo pocodiftante dalla Città accoraodatiffimo per la fabbrica
del Convento , il VicarioProvinciale facevatutte le diligenze per averlo dal
fuo Padrone coli' efebizione del giuilo prezzo, ma quello che lo poH'edeva, of-
fendo Cavallierprincipaledella Città, nonfolamente riculava il prezzo, edi
venderlo ,maquelchcera peggio contermini impropri rifpondeva al Provin-
ciale , il quii coraggiofamente dilfe al Cavaliere: Non vi prendere tanto
falcidio Signore della noli ra dimanda : Voftro fia il Campo, noi fé neritornare-
moa Milir.o , e tanto pregaremoinllantemente il Signore (ino che fcnz'altra-.
richieda voi ce lo concediate . Parve ridicola quella cola al Nobile ; ma le
■parole del Padre non furono , né ridicole , né vane , come l'efito mollrò in bre-
ve tempo . Appena ciunfe il tramontar del Sole dello fteflb giorno , che il Ca-
valiere fu col coda febbre repentina, e cosi gagliarda, che cominciò a temere
della
(4) Ar:h.dc Ca^itcdni,
ITO GIUGNO.
della Tua falute. Intimorito di tal pericolo, e riconofciutofi del gafligó di
Dio , gli promife di dare il Campo a' Capuccini fé ricuperava la fanità,
la quale fubitoottenne dalla tnifericordia del Signore, le la fua malizia glie
l'avevalevata. Ma per la facilità del perdono, il che fpeilo fuoleavvenire
per vizio degli Uomini, fcordatofi della grazia ricevuta mutò parere , e rif-
Iblfe di non efeguire quanto aveva prò me Ilo . Ma Iddio ottimo maflìmo»
cui difpiacque il mancar di parola , conacerbilTimi dolori denervi cominciò
a farlo tormentare di modo che conofcendo il caftigo più fé vero del primo,
pentitofi dell'errore , ftabilmente propofe , e promife al Signore di dare a' Ca-
puccini il Campo, e per la di lui fcmma pietà gli celiarono anche idolo-
ri. Né tardò punto a mettere in efecuzione il buon propofito, perchè chia-
mati a fé i Capuccini gli accolfe con particolar benevolenza , e fece a loro il
dono del Campo . InteTe un fuo Figliuolo di età avvanzata quanto aveva fatto
il Padre verlbde' Frati , e non potendo ciò fofferire , tanta fu la rabbia che lo
colfe , chefguainato un coltello minacciò di privar di vita il Padre le non ri-
vocava ladonazionedel Campo; ma il Padre rintuzzando colla lui autorità
la pazzia del figliuolo, compì perfettamente quantoaveva promello a Dio.
Non pafsò turtav iafenzagaftigo il Giovane per il fuo troppo infoiente ardire,
perche ellendo il più robulto, e più bello che fi vedelìe per la Città, tali, e
tanti furono i difaggi , che in breve gli fucceirero , che diventò molto infer-
miccio , e deforme, e con quelti duoi fupplicj meritamente fu punito per le
due fcelleraggini comefle, e contro Dio, e contro il Padre .
La fabbrica della Chiefa, e Convento fu pofciarinovata, per relazione del
Benzoni ,chene' fuoi MS. dice: come l'anno 1(554. ^^ fi diede principio , ma
non già {a) come la prima , che era picciola con un folo Altare , lenza Cap-
f ielle, e lenza lepolture , fervendofi per molti anni del Cimitero per itppel-
irei Frati, nella quale,per edere fiata tanto più grande, e colpicua di devo-
zione,Monfig. Clemente Gera noftro Vefcovo (Z») l'anno 1643. ai. Maggio vi
aveva coniàcrato l'Altare . Alzata dunque poco alla volta, e ridotta a queir
eflere così bello , come fi trova col fuo Convento , Monfig, Serafino Cono il
primo Settembre 1670. la confacrò( r) coli' Aitar maggiore, nella quale tren-
tadue Frati iervono al Signore .
In queltaChiefa fi trova il Corpo del B. Antonio de Gavazi, come ho detto
a' 5. Marzo.
25 In quefto giorno dell'anno ii8j. fu pubblicata la pace di Coftanza tra
rimperador Federico I., e le Città confederate, al la quale intervennero per
deputati della Città di Lodi Vicenzo Fifiiraga, Anfelmo Sommari va , e Vicen-
20 Corno. In quello congrelFo fi fopirono tutti i palfatidifgulti tra le parti , e
rimperadore reftituì le antiche giurifdizioni Civili , e Criminali , e l'auiontà
d'eleggerfii Conlòli , e Governatori alle Città , che lo riconobbero per Sovra-
no , e gli giurarono fedeltà , ed ubbidienza . Cosi k leggi Ttt. de Pace Cùnftanua >
tdilP'tUan.
*^^
■(a) ylrcb. dt* Capuccini. [b) Aur. Rojfi Cancdlicre Fefrovale . (O ^f~
(riùoncfo^ra la Porta maggiori , e Carlo CipcllipLrfuo Ifltommto .
GIUGNO- "I
• 16 Otro Vifconti Arcivefcovo di Milano coirajuto de'Milanefì, Pavefi,
Novarefì, Vercellefi,eComafchi , piantò il Campo alla Terra di Lodi vecchio
peravvicinarfi all'airediodi Lodi nuovo, ove fi trovava Gallone Torriano in—
aj'Jto de* Lodigiani , che obbligò l'Efercito nemico a falvarfì colla fuga , e pre-
fero anche Crema , e l'abbruggiarono, e '1 Caftello diBirgano nel Lodigiano ,
che fi mante nevano l'otto l'ubbidienza de' Milaneli , li quali , febbene tentarono
lo (telTo alledio un' altra volta in quello fteflb anno 1278. i\ falvarono nello ilel-
fo modo . Vtllan. vedi 29. corrente I/ìoria di S. Pietro dt Lodi vecchio .
Si principia a demolire il Borgo fuori di Porta d'Adda chiamato diS. Maria
degli Angeli nell'anno 1658. Not.delBenz.
* 27 I Lodigiani non ingrati de' fingolariffimi benefici ricevuti da Federico L
Imperadore pofero nell'anno 1190. U di lui effigie di marmo nella loggia pub-
blica della Piazza mggiore coir ifcrizione , che vi fi legge. Villan.
28 Alle ore 22. in circa dell' anno 1528, mentre fi cantava ìzSalve ad onore
dellaB-V. nella fuaChiefa dell'Incoronata per divozione della Citta, fa libe-
rata dall'afièdio degli Spagnoli , e Lanzchinetti per grazia attribuita alia Gran
Madre di Dio, quantunque colla forza del canone avelTero fatta larghiffima
breccia tra il Caaello,edil Monilterodi S. Vicenzo, al fico appellato ilGuaf-
to , perchè ivi furono allora guastatele mura , e di già erano entrate in Citta
alcune bandiere nemiche . l/edi tutto il fatto nella propria Iftoria di queflo
Santuario emanato dall' Auttore della prefente opera .
19. S. PIETRO Apponolo, feftaalle fueChiefe in Città, nella Diocefi,
a Lodi vecchio, a Cereto, al Borgo di Gera di Pizighctrone,edaltrove .
Ifìcria della Chiefa di S. Pietro in Città y e Colleggio , altre -volte detta
delle Matrone , al prefente Vergini Mantellate .
Quanto folTero devotiUìmi i Cittadini Lodigiani de' Santi, che venerava-
no per Protettori nella vecchia Città, fi fcuopre da quefto , che dif-
trutii con effagli Templi, gli fecero riforgcre leco nel feno duella rinovata
Città, come ho moftrato in molti luoghi . Anche quefto di S. Pietro n£_
fu uno , e nel citato libro del Ven. Conforzio fino dell'anno 13 J7- ^^bcP
tra gli defctitti , che dovevano intervenire alli di lui OfHc) . Prejùyicr
unus Eecleft£ S. Petri fitpra Rugian . Trovo poi nell'Archivio dell' Abbazia
di Lodi vecchio , che quivi abitavano li Benedettini , ed era picciolo Mo-
niftero , che ferviva di Oipizio all'Abbate, e Monaci di S. Pietro di Lodi
vecchio. Fu quefto Moni/tero colla ChieCa in proceftb di tempo nnovaco
dall'Abbate TadeoFifliraga Monaco Profellò , e VicarioGen.del Velcovo Pai-,
lavicino. ed ebbbe cu. ft" Abbazia per breve di Nicolò V. Sommo Pontefice
l'anno 1447- •. e per quefto lo nominava il Moniltero nuovo di S. Pietro in
Broglio, Cafa della fua reflldenza, ed in legno efpoie l'arma della luanobi-
liiUm^
t,i GIUGNO.
liffima Famiglia Lodigiana a canto del frontifpicio d'efTa Chiefa , fìcccome
pure nel Chioltro dell'Abbazia di Lodi vecchio fi vede la fua arma, come
anche fopra de' Reliquiari de SS. Innocenti , che iono nella Chiefa annelfa,
e nel muro all' ingreiTo in efla fi vede la di lui Itatua di marmo in bailo
riglievo . Ebbe per fuccellbre immediato l'Abbate Ambrogio Griffi di
Varefe, che ebbe quell'Abbazia in Commenda , ed oltre molte memorie,
che lalciò di le, ordinò nel fuo Teftamento l'anno 1489. , che nel Colle-
gio de' Griffi da eflb fondato in Pavia fodero ammefii tre Lodigiani , e fi
dalTero due doti alle Girelle di Lodi, con certe condizioni.
Il Griffi ebbe per fucceflbri un dopo l'altro li Cardinali Afcanio Sforza
fratello del Duca Lodovico detto il Moro , ed Agoftino Triulzi ; dopo
entrò Antonio Rhò nell' Abbazia , che pofcia rinunziò la meta de' frutti di
ciì'a a Teodoro Rhò fuo cugino l'anno 1554. , quali due Abbati l' anijo
1558. fecero ceffione di quella Chiefa , dove già da molto tempo era cef-
fate l'inftituto regolare, alla Religione de' Gefuati con obbligo di dara^
ogni anno due torchie di cera per ricognizione all' Abbate. Sin qtti ti [jpra-
citato Archivio.
Reftò poi foppreffa la Religione de' Gefuati da Clemente lA- fa Giulio
Rofpigliofi, l'anno 1668., come dirò a' 14. Dicembre , e a quelta Chiefa
colle Cale , o Convento annelfo , fé prima la fudetta Comenda, o Abbazia
vi manteneva fopra il dominio diretto , ne prefe poi anche il polTcìro del
dominio utile il Collegio Germanico Ongarico di Roma fuccellò in luogo
di lei lotto Clemente "X. Pontefice maffimo, come conila anche per iltiu-
mento rogato da Lodovico Martolo Norajo di Roma l'anno 1673. primo
Settembre , e come da ifcrizione fopra l' ingreffo nella Sacriftia di ell'a_
Chiefa . . .
Da quello Collegio fu conferita in emfiteufi alle fopradette Vergini man-
tellare, quali al prelente vi rifiedono, e fono per raccontare agli la. Luglio
nel fine della vita di S. Savina.
Oggi pure fella alla Chiefa Abbaziale Parrocchiale de' Monaci Ciller-
cienfì del luogo di Cereto , fabbricata col Monillero da S. Bernardo Abba-
te colle entrate del Conte Alberico Cavalier di Lodi l'anno 1142. fecondo
i MS. del Zani.
Ifioria della Chiefa. Parrtcchiale di Lodi vecchio attinente a queH:' Opers
per ejfere fiata Bafilica inftgnijjìma nel tempo della vecchia
Città e dopo di ej]a ancora .
Lodi vecchio Terra molto popolata , che co'fuoi Caffinaggj contiene-
^m. anime in circa , come il Sin. 3. , è copiala di Cale , fundata lol-
le rovine dell'antica Citta, che agguifa di Madre, dopo d'avere pariori-
ta la nuova Lodi , ecrefciutala colle fue llell'e vifcere, cioè co' fuui Citta-
dini , e Popoli, le ha ceduto il titolo , e gli onori di Città, e tre miglia
difcolla vive all'ombra , ed a parte delle delizie della Figliuola^.
Tuttavia peiò fé volle con prodiga mano farle un dono delle moitiirimc»,
lue
giugno: jij
fxic prerogative, trattenne nel fuo Icno, per memoria di quella che fu, tr«
prcziofe gioje , quali tre durilfim» di.inìanti , che fempre fecero relliltenza
a tortilliini colpi de' luoi nemici , e delle ingiurie de tempi . Quelle fono
tre Tentpli . che in elFa Terra fi venerano: Il primo di S. Pietro, il fecon-
do di S. Bairano, ed il terzo di S. Maria, e perchè del fecondo ne tratto
fotto il 19. Gennaio , del terzo fotto il t$. Marzo , mi reità qui folo di
iiifcorrerc del primo .
Qyanto lia antico, ed infigne queflo magnifico Tempio fi fcorge da due
ifcrizioni , che fi leggono nel fuo Presbitero. La prima dalla pane deli*
Evangelo, che dice:
L'ANNO DEL SIGNORE CCCXXVII.
LEGATI APPOSTOLICI . TORNANDO DAL CONCILIO NICENO,
CONSACRANO LA CHIESA Di S. PIETRO Di LODI,
oggidì lodi VECCHIO,
ALLA PRESENZA DI S. ELENA IMPERATRICE .
CHE DONA LE RELlCLUlE DE' SS. INNOCtNTI,
ET ALTRE, CHE PORTAVA DA GERUSALLME.
Dalla parte dell' Epiftola fi legge l' altra , che dice :
L'ANNO DEL SIGNNORE CCCXXVIIl.
S. SILVESTRO PAPA MANDA UN NUNZIO APOSTOLICO
A DONARE LA CHIAVE DI S. PIETRO ,
CHEOGoIDlSI CONSERVA IN QUESTA CHIESA,
£ SANA DI CONTINUO I MORSICATI
DA CANI RABBIOSI.
Quindi fi può comprendere in quale, e quanta ftima, e venerazione dovette
eficre ;n tutta la Cincia univeriale, fé così altamente fu onorata da' Legati
Ap^oitolici , di u la S. Imperatrice, e da un S. Pontefice .
Che folle Collegiata tino da quc' tempi, fi pruova colle pitture ftefie , che
lappreientai.o le oeuc funzioni , dove fi vedono de' Canonici con Cappa-.
iragna , e Rocchetto in atto di ricever il dono della ItelTa Chiave , che^
comunemente Ci chiama la Boga di S. Pietro.
Da Collegiata de Canorici pafisò in Abaziale de Monaci Benenedettini
Callineofi per opera del Vefcovo Raileto, come difcorerò nella lua vita>_ .
La cagione principale fu perche i Canonici non vollero ubbidire alle Sagre
Coiti UiSioni del Pontefice Eugr^nio lì. , e fpe/ialmente intorno l'ollervanza
del Dwimitorio ,e Relectono communi , e quelta tranlazione fegui colli af-
fenfi del Pontetìce Gicgoiio IV. , dell* Imperudor Lodovico detto il Pio,
e di aituni d' elii Canonici l'anno 832.
Sppitifa la Canonica, e pallata in Monaftero, lo (lefib Imperadorele ac-
creboe molte reagire, privilegi, ed eilcnzioni . In oliie l' Imperador Car-
lo Cìraiiò le duio cxi-quanta Jugen di terreno, che cifcoadava loItelloMo-,.
IT4 GIUGNO.
naftero , f un Jugero è tanto terreno , quanto ne può lavorare un pajo de*
Buoviin una giornata ] e molte altre proprietà nella Villa di Orio Lodi gia-
no. Poco dopo gli donò pure la ricchiflTima Cappellania de' SS. Michele,
e Rafaele Arcangeli nel Luogo di Portadore con molte altre rendite di ter-
re, porte ancor loro inGera d' Adda , come in CàGallana, alle preghiere del
noftro Vcfcovo Gerardo primo, l'anno 875. Guidone Imperadore , e Re
d' Italia gli allegnò molto altro terreno , come anche Berengario pure Re
d'Italia, prima Signore di Verona, e ForFi , oltre di avergli eretto, o rie-
dificato il Tempio , conceifegli ottanta Jugeri di terreno , ed ambidue
di quello pollo vicino al fiume Lambro . Parimente la Conteffa N. Madre
del Conte Lodovico N. lo arrichì di due Cappelle, una di S. Steffano di
Qualcalengo, e l'altra di S. duirico nel villagio di Meleto Lodigiano,
ricche di grodìme entrate, e privilegi. Sin qui il Zani ne' MS.
Neil' ultima defolazione dell' antica Città, come il Lodi difc, 7. pag. 549.
e feco il Vairani Monaco di quefta Abbazia, chevifl'e vicino a' tempi d'cila
diftruzione, anche quefto Tempio rovinò col Moniftero unito, quale pofcia
fu rifabbricato da' Monaci medefìmi , che quivi continuarono nel polT'eflb fino
che r anno 1439. dal Pontefice Eugenio IV. furono privati dell' Abbazia_.
per certe cagioni , che io per dovuti rifperti tralafcio, e u riferifcono dai
MS. del Manfr. nella vita del Vefcovo Raileto .
Privati dunque i Monaci di queft' Abbazia , pafsò in Comenda fecolare^
poflTeduta da molti Abbati Comendatori fino all' anno 1554. in tempo, che
era Comendatore Antonio Rhò , il quale per fgravare l'Abbadia dal pefo del-
la Cura delle Anime, che era fempre Itata unita alla medefima, ladilmem-
brò coU'alTenfo Appoftolico il 1^. Marzo , e come per Iftrumento rogato
da Michele Pallearo Canccll. Vefcovale il 19 Marzo pure dello Iteffo an-
no, ed erefTe un benefizio di Vicaria perpcpctua, feparando dall' Abbadia , e
Tuo Comendatore la Cura d'Anime , applicandola perpetuamente ad un_
Prete focolare coU'aflegno di rendita particolare.
L'anno 1578. eflendo vacata la iteila Comenda fu unita, ed incorporata
«1 Collegio Germanico di Roma dal Pontefice Gregorio XIII. come dagli
Atti della Curia Vefcovale, ed il Tempio per efl'ere miferabile, e cadente,
per relazione del citato Lodi, fu rinovato da fondamenti d'ordine de'Prot-
tettori del Collegio, cui (bno riffervate l'entrate, ma però tal rinovazione
fcgui in virtù de' Decreti delle vifite di Monfig. Taverna negli anni 1589.
ij. Luglio, e 1595. 20. Maggio.
duello poi che rende più raguardevole quefto Tempio anche di prefen-
te è il facroTeforo delle mentovate reliquie de' SS. Innocenti donate da_
S. Elena, che fi portano in proceffione ogni anno ne'giorni della feconda fefta
di Pafqua di Refurrezione ,ed in quello della loro fella; come pure della
luddctta chiave di S.Pieto,di parte delle ceneri di S. Giuliano , e Compa-
gni Martiri, come ne difcorro nella fua vita il ■24. Luglio, e de' Corpi di
S. Tiziano, e di S. Ciriaco Vefcovi , come alle loro Vite.
Non fempre però quefto Tempio ha fervito di decoro alla Cattolica Re-
ligione, di benefizio all'anime , e (i'oirequioAlcuUoDivuio,maanche (oh
quaa-
G I U G NO': «^
quanro mi arroflìfco il riferirlo a Criftiani ) di preftìdio militare. Credia-
mo al Villan. che dice come l'anno 1295. Matteo Vilconti Vicario Impe-
riale , per foggiogar ; e diltrugerc Lodi ubbidiente a' Toriani di lui nemi-
ci, fi condufTe a Lodi vecchio; poCe torte pre{)dio nella Ghiefa di S. Pietro»
intorno alla quale fece cavare una larga foiliì, e fabbricarvi un Caftello di
legno provveduto edentro, e fuori di gagliardi ripari, poi conduUe da Milano
a Lodi vecchio trentamille combatenti, ma mentre penfava di debellare»,
l'Eferciio dc'Lodieiani , incontrò tale refiflenza, e forza de' noftri , che lo
necertitarono a prendere lo ("campo in Milano , dove procurò di Itabilire-,
coi Lodigiani una pace , che fu di molta foddisfazione , e durata, f^cdè
»ó. Corr. Otto P'tfconti.
Ifioria della Chiffì Patrecchiale di S. Pietro in Piroh del Borg9
di Ocra di Pizighettone .
DAir antichità del B)rgo fi può comprendere l'antichità pure della Tua
Chiefa . Scrive il Do;tor Paolo Emilio Zani ne'fuoi MS. dell' lilorie
Lodigiane nel lib. i. come i Galli Boi elFendo patroni di tutta la Lom-
bardia , che era quel paefe, che refta chiufo tra il Pò , Adda, e Tici-
no , nelle guerre, che avevano contro M. Marcello , e C. Cornelio Con-
foli Romani, allicurarono con buon prellidio de Soldati un Borgo infigne tra
Lodi , e Cremona, pollo poco longi dalle rive del fiume Pò, per ifcontro alU
fortezza di Pizighettone dove il fiume Adda paflà per mezzo tra la for-
tezza, ed il Borgo, che chiamavafi Acerra, quale ogjjidi fi chiama Gera_, .
ducila aflìcurarono con forti mura ,provvifioni necellarie da bocca, e da^
guerra per refiltcre alle forze de' Romani nemici . Volle però la mala for-
te, che i Romani aveflero vittoria, e come ben prorviila, che era Gera la
faccheggiarono , e la diltrull'ero , poi la ritabbricarono . Nò alcuno mi
dica, che volendo io di fcorerc di quello vada fuori del mio allunto , perchè
l'attinenza dell'antico Lodi diltrutto con quello Borgo, e fua Chiefa, feb-
bene rinova una memoria infelice , pure colle lltone di Ottone Morena^
mi conviene riterirla . Dice dunque quello lltorico teflimonio di villa del-
le fciagure de' Lodigiani , come l'anno 1158. ellendo quelli tugici in parte,
parte ("cacciati dalla loro Città, fi ricoverarono in buon numero a Pizighet-
tone, ma tanti furono i Lodigiani che morirono di miièrie, che, non ellen-
do capace la Chiefa maggiore di Pizighettone per (e[)peliirghi , era loro
data (epohura anche nella Chiefa di S. Pietro in Pirolo . Quanto poi anti-
camente quella Chiefa folle cofpicua vedafi un lllrumento rogito da Ta«
lia Notajo Palatino l'anno 1187. primo Febbrajo , che fi trova tra le (crit-
ture dell' Arciprebenda di Maleo, come alleriicono i MS. di Monfig. Me-
dici , che fi legono nello Spedai maggiore di Lodi , nel qual Ulrumcnto fi
nomina Alberto Arciprete di S. Pietro in Pirolo , e di Malco . Non trovo
poi come quella Chiefa Arcipreturale , maggiore in precedenza da quel-
la di Maieo, fia pallata ad eilere di lei milerabile membro , come era la
l&ui^ l'è aua foUero itait le ingiurie delle Guerre ^ « la prcrogativii del fito,
H • che
11^ GIUGNO.
che la può rendere jnefpugnabile, che le abbiano fabbricata la fua rovina..,
come pure a' tempi noftri ci è fpecacolo di compaffione , come diròabbadò.
Né pure fi trova, come paflafle in OrpedaJe, trovandofi (olo atti pubblici,
che lo riconofcono , e nominano per tale, come unteftamento di PcJraccio
Cipelli , rogato da Belatrone Carentano l'anno i%z$- 25. Luglio, ed in fatti
dice il citato Medici che teneva obbligo d'Ofpital ita, e di treMefTe alla fetti-
niana,e l'anno 1466 anche quefto tuunito allo Spedai maggiore di Lodi i di cui
Deputati vi raifero alla cuftodia della ChieCa, perchè non rett^ire derelita,
un Frate del Terz' Ordine di S. Francefco, chiamato Frate Onello Bnorio .
Ma attefa la difficoltà di riccorere alla Parrocchia di Maleo perla molta dif-
tanza , e per altri giufti imotivi, Monf. Seghizzi in atto di vifita l'anno 1514,
18. Gennajo , come per iltrumento rogato d' Aurelio RolFi Cancell. Vefc.
giorno, ed anno iuddetti levò le anime, che quivi dimoravano fotto la Par-
rocchia dell' Arcipretura di Maleo, e le uni a quella di S. Pietro , che allora
«reffe in Parrocchia , reftando però il Parroco amovibile a cenno de' Deputati
del fuddetto Spedale di Lodi , (ebbene qualche volte l'anno conferita intitolo,
e da quefto Spedale ancora gli viene fomminiftrata l'annua contribuzione di
lire trecento . Qui però non fi fermarono le folite fventure di quella Chieia ,
perchè inoltreranno 172$- per faraltre fortificazioni ad elio Borgo , laChiefa
reftò demolita, febbene l'anno 1717. 13. Luglio fu benedetta, e gettata la prima
pietra per fabbricarvi di nuovo un' altra Parrocchiale a benefizio dj quelle puo-
che Anime, che fono avanzate dalla lagrimevole demolizione della maggior
parte del Borgo , eflendofi prevalfo quel Parroco della Chieia Parrocchiale
di S. Rocco piantata nello ftelTo Borgo , ma della Dicceli di Cremona ,
nel tempo che la fua flava atterrata .
30 S. PAOLO APPOSTOLO, fefta al fuo Oratorio. Fedi fua morìa a*
ty Gennajo .
1/ioria delV Immagine della B. V. trasferita dalla firada , che conduce dall' Oratori»
di S. Lodovico alla Chiefa delle Monache di S. Chiara nuova ^ ed in quefla
collocata, fecondo riferifce il fuo Archivio.
PAfTa per comune,* e collante tradizione, che quefta Beata Immagine fu
donata dalla Nobile Famiglia CadamolH alle Monache di S, Chiara nuova ,
e la fecero collocare nel muro efteriote della Cafa del Fattore, come fito piìi
proprio , e piìi vicino all'abitazione de' Donatori , affiachè foflero partecipi
dello fpirituale contento potevano ricavare nel vedere in quel luogo pubblico
maggiormente oflequiata la facra Immagine . Ne moftrò il gradimento anche,
la Vergine Beata con un miracolo, che impetrò dal fuo Di vin Figliuolo a fa-
vore d'una povera vecchia, cheelTendo del tutto cieca , implorò il di lei pa-
trocinio per avere la grazia della vifta, e l'ottenne inftantemente con iftupore
di tutti. Divolgatafi per Città la fama di si gran miracolo fi accrebbe in mag-
gior numero il concorio de' Cittadini , e jporaftieri a vificare quella benedecta
Imma-
GIUGNO. IT7'
Immagine, e le tante tavolette , che v'erano appefe rendevarro teftimonianza
di quante grazie ella impetralTe a' Tuoi Devoti , non folo allora , ma ancora nel
proceiFo del tempo. Le Monache parimente roliecicilTime di accrefcervi il
cultovifecero fabbricareunabendifpofta Cappella , eper memoria del primo
itiiracoloogn'annoin quello giorno anniverlario in cui fuccelTe , fecero , che
vi fi cantaltero folennemente le Littanie con altre preci dal Padre ConfcUbre del
Monilkno, il quale un OlTervante di S. Francelco , apparato con Piviale, e
StoU.unitamente con quattro altri Religiofi apparati pure con Cotta, elfendo
le Monache lotto la direzione fpirituale di quelli Religiofi, e fi continuò per lo
fpaziodi fetianta,e più anni iìn'al 1718., e non più. La cagione fu, perchè
forfi non più gradendo la Vergine Sacratillima che la fua benedetta Immagine
folle venerata in quel fito , ormai indecente, ed abbominevole per il letame , ed
altre immondezze , che evacuavano dalle Stalle de' Soldati , che per neceflita
di continuo alloggio vi dimoravano per ilcontro, fufcitò alcune controverfie
di giurifdizione tra il Prepolto di S.Biaggio, fotte la di cui Parrocchia è il fito ,
dove era dipinta la facra Immagine , ed 1 Padri Olfervanti colle Monache. Per
cfTerc il ponto di giurifdizione delicato , e gelofo era per eccitar molto Itrepito
tra le patti , ma Monfig. Patriarca, d'Alellandria , e noftro Vefcovo Cari' Am-
brogio Mezzabarba, per dar giufto pefo al merito delia caula(bifogna dire_.
che fodè ifpirato dalla B. V. ) perluale a' PP. , ed alle Religiofe.che fi ta-
gliaire cai muro la benedetta Immagine, e fi trasferifie nella vicina Chiefa
dell*' Monache, cerne in fatti fi pole mano all' opera ,edil giorno 5. del mele di
Li'glio privatamente vi fu tralponata , e collocata in una nicchia molto bella,
fabbricata a polla inpucchi gioini , nella quale è tenuta in grande venera-
7ione , ed ogni anno in quello giorno ;o. del corrente mele di Giugno vi fi ce-
lebra la fua fella annuale ancora con Indulgenza Plenaria a chi la vifita.
La Cappella , o\ ed venerava la (acrd Immagine lulla Itrada reltò del tutto
demolira , ed appei.acompajonoalcuni mileri avanzi , e dove era dipinta l'Im-
magine è fiata a pena una Hneftra , che dà luce ad una Camera del Fattore d'efle
Monache , ed e la feconda finellra dopo la Porticella della Cala del loro Giar-
dinieroandandoal Moniliero . ducila benedetta Immagine è tanto bella, che
f^eglialade^/ozionein ugn'unocne l'ammira , ed è quali fimile alla celebre,
ed iufigne d(flla Chiefi dell' lucoronata colla B. Vergine , che tiene il fuo Bam-
bino Gesù in piedi , che riguarda l'immagine di S. Catterina Vergine , e Mar-
lire, anzi quella è di color più vivo, e fopra d'ella fi legge il motto Major ey»
frjif</1;one, e nella ftrada, ma nello Itello muro per ilcontro fi ledono quelli
verfi :
Venerarli 0 Fcddfu qneflaflrada
Con vivo cuor d ICullagrjn Regina ,
Ora con drjozion ^cht j)iù le aggrada f
La fiejj'a qutvt riverente tnchtnu .
I Milanefi vengcnoa diflruggereunNavilio , cheì Lodigiani hanno fabbri»
caro dalla loro Citta fin al Lambro.edin oltre e/pugnano Cavcnago, cU ab*
bruciano ZovanciiA:o I erre del LodiKi^ino l'anao Ì193. VUlan.
fi j LU-
LUGLIO.
llippo V. Re di Spagna viene da Milano a Lodi , ove quef-
ta Città gli dona un Manzograiro «grolTo, ebeliilluno,
fregiato di bizzari ornamenti a tutta galla 1702.
D'ordinedel Senato di Milano fono appiccati alla Forca
di quefìa Città cinque Ladri in quefta mattina dell'anno
1700. vedi IO. Marzo .
1 LA VISITAZIONE DI S. MARIA ELISABETTA , fefla all' Inco-
ronata .
Monfig. Vefcovo Clemente Gera concede licenza d'ergerfì la Colonna di
marmo colla Croce fopra, avanti la Chiefa di S. Rocco, oofta ne' Borghi di
P. Cremonese, nel tempo del Contaggio dell' anno 1630. Atti d'Aur. Ro^fjl Can-
celliere Fef covale. Qaefta Colonna fu poi atterrata coUa Chiefa , e Borghi nell*
anno 1^47. Vedi anche iz. cornute.
3 liioria del celebre Marmogno . .
Dicono il Cavenago , e Benzoni nelle loro annotazioni, come Ermiglio
Pavefe, detto il Marmogno, abitante in Borgo R impino fotto la Parec-
chia di S. Giaccomo Maggiore , oggi in giorno di Sabbaco dell'anno i(?49. fu
appiccato fu '1 cantone di S. Geminiano prellb la Cafa de' Nobili Brinzughi .
Poi fubitoilfuoCadavero fu facto in quattro pezzi , e la Tefta tro.icata aal
Bufto fumefTa in una gabbia di ferro fopra il Torrione del Rivelino a Porca^
d'Adda di la dal Fiume. Meritò quefta mala morte per aver commeifi molti
omicid], anche de' principali di quefta Città , ed in ifpezie d'uno li io. Feb-
brajoanno fuddetto nello ftelTo luogo, ove coftui fa appiccato . ElTendo in quef-
to tempo il Ciel fereno , (i levò in un fubito un temporale fieriffimo con tuoni ,
lampi , e fulmini , de' quali reftò uccifo un Uomo in Campagna ; ed il Fagnano
ne'fuoi MS. ,che fono nella Biblioteca Domenicana foggiunge , che dopo la
morte di quefto fuorufcito per molti anni fu f entità una voce , or come di filchio
di Serpente, or come muggito di Bue, che dal cantone, dove era flato giufti-
ziato per diritura della ftrada di S. Naborevelociffimamente correva alle Car-
ceri. Q.ual verfo ioho fentitoa dire ,che faceva in vita fua, quando voleva
indicare a'Sicarj fuoi compagni d'uccidere qualch' uno /enza potere efleregli'
fcoperto , perchè il fuo coltumeordinario era da Ipocrita, portando fempre la
Corona in mano , ma in verità era facinorofo Mandatario di uno , che colle fue
fceleragini aveva macchiato l'antico fplendure de' fuoi nobjliflimi natali. La
Tefta di quefto miferabile puoco alla volta s'è confumata, ed e caduta fuori
àella Gabbia , quale fola vedefi ora fopra il mentovaco Torrione .
4 S.
LUGLIO. ITO
4 S. ALBERTO de' Q^udrelli da Ripalta noftro Vefcovo , e Patrone
menoprincipaledellanolèrd Chielà ,fefta in Duomo . F'edi la fua vita tra q:icllc
dirglt altri Fcfsovi di Lodi .
I Cremonefi prendono da' Milanefta forza d'armi Cartel nuovo Bocca d'Ad-
da Lodigiano nello fpifituale nell'anno II jo. Campi ncir Ifioria di Cremona .
6 E' s'i grande l'abbondanza del grano nell'anno 1711 in qoefto Conrado ,
che appena fi trova chi efebifca otto, o nove lire al (acco perii bel fermen-
to, ed il Be;-.z, notalo itellò nell'anno lóó^.^edia quell'anno parimente il
vino buono valeva folamente lire 4. alla Brenta .
7 Proceflìone Generale con dimoftrazioni di vera penitenza fi fa in quefla
Città, portandofi il SantifTimo Crocifillb della Parrocchiale della Maddalena
per la mortalità delle beftie Bovine Ja quale in tre anni che durò fece un
macello fpaventofo con gravilTimo danno del Lodigiano , perchè fecondo
le denonzie , che fi davano- coarta nell' Archivio del Contado , corr.e
nell'anno 1712. morirono beftie num. 5790.
nel 171^. num. 25407.
enei 1714- num 19918.
*■ ■ ^
Sicché in tre anni ne morirono Bertie num. 51115.
fenza gran numero d'altre beftie , che non furono denunziate al Tubunale
della Sanità ,0 per non dichiarare infetta la propria Cafa , perchè Ci attribuiva
la cagione a cafi accidentali , oa foliti ii/fonurj ,onde calcolandofi la rimelFa
di elli neccftarj bcftiami , o pure il valore del danno patito per la loro mortalità
a ragicnedi fertanta ,in fettantacinque Icudi alpajoche valevano allora quel-
le dei Cantone di Svitz, che loi-.u le più confacevoli all'aria del noitro Paefe,
ciafcufio può (bmraare il danno graviITmo del Lodigiano patito in quc'trean-
nidcli' Epidemia. Merita pure la luaconfiderazione il graviffimo numero del
bc/tiame perito , e non denuiziato , che in qualità di fano era condotto al ma-
cello, e tanta era l'abbondanza delle Carni in quel tempo, che oltre i macella
della Città, e di. 1 Contado, fempre ben provveduti , n'erano aperti altri venti-
due nelle Cale , e Quartieri de' Soldati . Arch. del Cont.
ù
8 Per la Chiefa di S. BaiTano di Lodi vecchio vedi fua Iftoria fottoil 19.'^
Gennajo .
Per l'immagine della B. Vergine della Canonica di S.Lorenzo vedi io. Set-
tembre .
9 Fefta della B. Coftanza Riccarda. Pedi fua vita neinHoria del Monincro
U S. Cùiara nuova a' il. ji^oiio ,
H 4 Si
fio luglio;
Si pubblica una lagrimevole Grida di demolire tutti i Borghi della Citta
l'anno 1555. emendo aifediata Pavia dall' Efercito Francele . Bent. ycvedi 18.
torrente .
10 Per il principio del Ven. Seminario de'Cherici vedi 21. Decembre l'If-
toria della Ghie fa di S. Tommafo .
11 Alle ore li. dell'anno 1595. ^^ "" temporale fpaventofo con grandini,
pioggia , e vento si impetuoiò , che oltre il danno gravitlimo de' frutti , della
Campagna, e dell e Piante, atterrò gran parte della muraglia del Momltero di
S. Chiara nuova , e quella del Convento di S. Antonio Abbate nella contrada
Grande. Caven.
11 SS. NABORRE , E FELICE Martiri , fefta alla loro Chiefa Parroc-.
chiale,e Prepofiturale in Città.
Sua Informazione . .'
IL Zani ne' fuoi MS. Iftorici della Città di Lodi dice : che un altra Chiefa
dedicataa quelti Santi foirediltrutca l'anno mi . nella rovina della vecchia
Città , onde col nforgere della nuova bifogna , che fponcaife anche quefla Chie-
fa . E fino l'anno 1357. trovo nell'Arch. del Ven. Conforzio del Clero in un
libro appellato *ytatMU P'en. Con/òn«i nominato preci famente Pra'pojàus Ecck"
Jìs *r. iVlj^om, onde quello titolo di Prepoito dovea efierle alcricto molto anti-
camente,e forfi fino a Lodi vecchio, come avevano altre Chiefe, delle quali ne
difcorro a' loro luoghi . Aquefta fono anneili due Canonicati noncupaci.
Vite de SS. Naborre e Felice Martiri , e di S. Savina Mattrona Lodigiani ^
e ff ratte dalle lezioni del loro Ojjizio , da Don Gafparo TrrJJl-no , da MS. de'
Canonici Lodi , e Medici, dal Sin. 3 . p. 40. ,e dall' Ifioria della Congrega^
xione del SS. Sjgramento fatto la protezione dille SS. Anna ,
e Savina , come il juo Arch.
MEntre Maflìmiano barbaro Imperadore dell'Occidente ri trovavafi in Mila»
no , e perfeguitava furiofamente il nome Criftiano , furono accufati
avanti d'eflb per Crilliani Naborre , e Felice . Furono fubito prefi , e condotti
air Imperadore , i quali efaininati fé era vero, che fodero Crilliani, rif-
pofero coftantemente di si, e fubito furono carcerati con ordine Itrettiffimo»
che non folle dato loro da mangiare , affinchè per tal tormento, o perlifero o
mutalTero propofito . Ma vedendo poi che il tutto era vano gli fece crudel-
mente battere con molte baftonate , poi fece mettere Naborre fopra 1 equleo , e
confiacole accefe abbrudolargli i fianchi, e con pettini di ferro {tracciargli le
carni . Dopo quello commandò l'Imperadore , che tutti , e due foifero gettati in
un gran fuoco , ma quefto più pietolò del Tiranno , né pure molellò a loro un
capello della tefta . Q.uando Maflìmiano vidde tal cofa gli fece rimetter la
pn-
luglio; itf
prigionie poc^i giorni dopo gli t'ece menare, o per dir meglio flrafcinare
legati dietro il Tuo Coccio da Milano a Lodi, nella qual Città avendo nuova-
mente tentata la loro cofl:anZ3,e trovatigli più forti nel profellar la fede di
Crifto , commandò, che follerò decapitati al Ponte del fiume Silero, di poi
gettati nella vicina Selva , acciò i loro fagri Corpi follerò divorati dalle Beihe ,
e di loro periife la gloriofa memoria . Ma non fu cosi . perchè quel Dio , che
cuitodifce tutte le olla de'fuoi diletti, di fpofe il modo, affinchè lempre reftaflero
venerare .
Primieramente tlTendo reftate tinte del loro fangue alcune pietre del detto
ponte nel luogo del loro martirio , di quefte ne reità ancora coltrutto un altare
nella fopraddetta loro Chiefa, ed a loro onore, come in fatti fi vede, e nota il
Sinod. 6. a pag. 143. y^ra fahricata ex lateribus fupir ^tiibus fuerunt decollati
SS. N.ibor, ér Ftlix. E fetantacurahatenuraiddiodellepietre tintedel loro
fangue dall'anno 291. in qua, come prova il fopracitatoTreflenoa pag. 55.
della vita di S. Savina; quanta maggior cura poi averà tenuto affinchè non
perillero 1 loro Cadaveri , ma fempre foflero mantenuti in gran venerazione ?
Cos'i i"u appunto , perchè providde d'una Santa Matrona , che dalle loro
onelta lepoltura .
Ella fu S. Savina Matrona Lodigiana, come dice il propio Uffizio, che li
recita nelle Chicle di Milano , e di Lodi , nata dalla nobile Famiglia Trelfena ,
tra le più cofpicue dell' Italia, che per ubbidire a' fuoi tenitori fi congiunle ira
fanto Matrimonio, e febbene , per l'antichità de' tempi, e per le ingiurie de'
Barbari perfecutori della Chiela Santa , non fi può iapere la di lei vita , qual
menò , quando con purità verginale , fgravata dagli intereffi del Mondo, traf-
correva la fua gioventù, oppuie nello Itato matrimoniale , che rifplendeva
comeunelemplale a tutto il lellb feminile, tuttavia da quanto operò nello
ftato vedovile fi può congetturare.
Liberata che fu dal vincolo del Matrimonio colla morte del Marito fi miie
con maggior fervore di prima a fervire al Signore nella frequenza de' SS. Sagra-
menti, nella liberalitàdelle limofine.e nel continuo efercizio di ogni altra opera
di pietà, come iniegnaS. Paolo frivendo a Tim. i.c. 5. E molto più crelceva
nella pietà, efortando li Griftiani tribulari, e perfeguitati alla coltanza nel
confelfar la fede diCri(to,e quantonque gì' Imperadori, e Giudici la ripren-
delìèroconterribili minacele, mai però fi altenne di loccorer intripidamenre,
e a' vivi, ea'mortinella miglior forma, che permettevano le angultiedique
miferabili tempi . n • •
Simile Carità usò anche coi noftri Santi Martiri,perchè elTendo (tati carcerati,
e decapitati , nel più cuppo filenzio della notte, i\ portò a quella Selva co
più fi lati iervidori, dove erano (lati gettati li Santi Cadaveri, gli venero divo-
tamente , e poi con facro furto gli trafportò nel iuoPalaggio, e dopo di avergli
imbalfamati , fi tratteneva con loro in fante orazioni giorni, e notti intiere . ^
Dopo il corfo di dieciotto anni , che fu il 310. fecondo il lopracitatoTrelIeni
pareva che per la morte degli perfidi Imperadori Diocleziano , e Maflimiano_
aveife prefa un puoco di calma la S. Chiefa, che però rilolle di dar a' Sacri
Corpi Sepolcro più degno , e gloriofo , e di coadurgli ,a Milauo j ma come , ic
tu LUGLIO. I
vivendo allora MafTenzìo Tiranno , permetteva bensì , che fi potefle dar fepol-- I
tura in qualunqe luogo a Criftiani ma però anch' egli crudelmente perfeguitava, I
elorceglidifenlori ? Ma come poteva ella fidaifidi metterfi iniftrada , dove-
da per tutto s'incontravano Idolatri , e nemici del nome Criftiano ? Il Signore
però le (Uggeri un aftuziafotcile per condurgli (icuri daLcdi a Milano, e fu,
che , lafciando gli abiti (uoi nobili , e ricchi, fi veflill'e de' poveri,e rullici panni,
acccmodalFegli Sacri Cadaveri colie ielle recifc in picciola botte, la quale lece
ripore fu d'un Carro, efalendovi lopra ancor efTa, ordinò alCarratiiere , che
s'in viaffe vei fo Milano . Arrivata che fu ad una terra , o Borgo per nome allora
Legnano ,e dovendo palTar il Porro fopradel fiume Lambro fu fubito da' Gabel-
lieri , e Soldati cultodi del Porto circondato il Carro , e con parole arroganti ,
ed imperiole, proprie di fimil ciurmàglia, interrogarono la divora feinina,che
cofaconducell'ein quella botte rinchiufa . Savina in cosìgrave pencolo alzando
lamenteaDiofuinfpirata a rifpondere, che era miele . Inlolpetiti peròal loro
iblito coltoro delia rilpolla volltro far un bucco nella Botte , ed (oh meraviglia)
videfi da quella ftaturir miele. Pensò allora la Santa Matrona di prevalerli
dell'opportuna occafione di guadagnare quell'anime a Crilio, ed a tal Hnc_
aprendo la Botte , mollrò li Santi Cadaveri , che dentro Itavano rinchiufi, e
non miele ; e prendendo quindi il tenore di un lamodifcolo, mediti fi converti-
rono a Grillo, ed avenne, che l'antico nome di Legnano fi mutalle in MelegnaiiQ
dal miiacolo del miele quivi feguito, e d'indi per lempre è coniinuaiu liuo
al prefente .
Entrata Savina nella Città di Milano , proftrata a' piedi del Santo Vefcovo
MateriiO , gli confegnò il fagro leforo , non celiando di racconi.ir ad e'ib , ed a
tutti il bel miracolo del miele l'eguito in Melegnano. Accolfeil ja.ito Ve! covo
i Sagri Corpi, e dopo d'avergli vene.ati gli collocò nella Chicfa Lbbiicata dal
pio Filippo Oldano finorannonovantefìmo della noilra lalute,come da Uii'ikrif
zione,o elogia fulla Porta maggiore d'elTaChiefa, che pei in prot elio d' tem-
po prefe il titolo di quelli Santi . Qjivi la Sanva fece fabbricare il loio Sepol-
cro, e ripoili chevi furono dentro, collo fplendoie e fama de' loro miracoli
convertivano molti Infedeli , confermavano i Fedeli , ed erano d'inefpiicabile
contento alla Santa, e per queilo fifsò l'animo (uodipailar il rcilo della vita
appreflb de' Tuoi cari Santi martiri . Dopo qualche tempo piacque al Signore di
compenfarla della fedel fervitìipreltata a'fuoi Santi, ed a le Iteifb ,col chia-
marla alla Gloria del Cielo nel giorno 30. del mele di Gennajo dell'anno 317. »
come prima era Hata avvilata dal S. Angelo.
Fu compianta da tutta la Città come la Madre de* poveri, e de'pupili, il
rifuggio de' tribolati , l'erario delle Chiefe, e'I conforta de' fedeli Cnltiani ;
Ma ebbeanchearallegrarfi quanco vide, che quelli , che ad ella nccorrevdno,
ottenevano ogni forta di grazie . Stette il di lei Sagro Corpo feppellito in quella
Chiefa diS. Maborre, e Felice fin all' anno 12,^3. quando il grande Oldrado
TrelTeno Lodigiano , difcendente da quella nobiliifima pro(a[..ia , Podellà, o
Governatore ai Milano, dopo d'aver abbruggiati gli Lretici Catari, che in-
fettavano co' loro faifi dogmi Milano, con molte altre Città , e Caitelli ; Pet
antemurale della aoitra Cattolica Keligione procurò che vi s'iinpoflt^ilailèro i
Padri
LUGLIO. 115
Padri Conventuali di S. Francetco , dando egli principio ad una nuova Bafilica »
che da quelli Religiolì prefe il nome del loro Serafico Padre S. Francelco , la-
fciando l'antico nome de* SS. Martiri Naborre,e Felice. Delle prodezze di
quefto grand' Uomo ne fa indubitata fede la lua ftatua di marmo a Cavallo
elpolta nel pubblico Palazzo del Broletto nuovo l'atto da lui fabbricare , che di
prelènte li dimanda Piazza de' M-ercanti, come il ViUan., ed il Ritratto di Milano
di Ca lo Torre Canonico di S. Nazaro ni dil'corlb di Porta Comafiina ,
come in fatti fi \ ede, e l'anno 12^7. fu Podeltà di Genova . in quelto Tempio
du qu'* llctte il Corpo della no/Ira Santa , depolto in una grand' Arca di marmo
fin'aii' anno 1571. 4- Settembre, come dice il Giuliani nella Vira di S. Carlo
Boi romeo, e fu vilitato dal Santo Arcivefc. , e Cardinale coi Corpi de'SS. Mar-
tin Naborre, e Felice, e furono dallo Itelfo collocati , ove prima giacevano,
ma con maggior decenza , ed onore . E' però da notarli , dice D. Gafparo
Trelfeni , come il Corpo di quelta Santa credevafi da tutti incenerito , e pure
dopo 1154. anni in circa della fua morte fu trovato intiero , d'onde il Santo ne
concepì tanta Itima , e divozione , che le levò un dente dalla mafcella , e mentre
che ville le lo portò al collo , eleggendola per fua Avvocata.
Anche la nobilillima Famiglia da lei difcendente , tanto nella Città di Vicen-
za, qujntonclla vecihia-e nuova Città di Lodi ha procurata a tutto fuo potere
di ccnlervarle fempre viva la div ozione, ira non meno i Cittadini Lodigiani lo-
ro Itan foUeciti ad onorarla con Statue, Capelle, Immagini, come nelle Chiefe
di S. Croce, di S. Chiara vecchia fabbricata dal luo principio da Fiora pari-
mente Trelfena, e finoccn Chiefe , elagri ChiolL'i ,come fon per riferire nella
feguente Utoria della Congregazione ilei SS Sngramento, ietto la protezione
diS.Anna,e diellà S. Savina ncitra Matrona Lccigiana.
Racconta l'È vangeliltaS. Luca a c.z ,chequ.5ncioMaria, eGiufeppedi lei
Spolo preleniarono il B >mb. no Gesù nel Tempio ai Geruialeme, e lo ricevette
il S. Simeone nelle lue braccia, e loconfellava per il Salvadore del Genere Uma-
fio , in quello Itelfo tempo lu[ ravenne una Santa Donna Profcttellavidua chia-
mata Anna figlia di Faiiuelle che mai fi partiva dal Tempio , cioè a dire lerviva
di continuo al .Signore uel Tempio con uigiuni , ed orazioni , giorno , e notte , e
che quella pure oUVri lodi . e gi-az:e a quel divino Infante , perche , fecondo gli
oracoli delle profezie , folfe nato per rcd.mere il Mondo . Cosi ad imitazioiie
di quella Santa , otto ViJue Louigiane l'anno 1568. per frutto delle Prediche
fatte in Lodi dal P. Fr. Delideno Verone/e dell' Ordine de' Predicatori s'erano
confacrate al fervigio di Dio giorno, e notte, le quali fono il governo della
Scuola di S. Paolo, come il fuo Arch. , vivevano in una itell'a Caia colle Vergini
Orlo'.e ,alle quali fervivanodi direzione, comenehodifcorloalli 15. Giugno .
Ma elfendofi le fagre Donzelle filiate CoUegial.mcnte ove al prefente dimorano ,
cominciarono le Vedove nell' anno 1631. 28. Giugno, come il loro Arch. ad
abitare m ura Cala , la quale fu convertitanel loro Collegio , quando dimorava-
no a S. Savina in Seravalefottola Parrocchia di S.Nicolò. Erano allora fc>la-
mentefette , enomiiiate per i'erziarie ,0 Mantellate, eper vivcrecon maggior
perfezione iegregited.i' romondel fecolo, ncorleroaMonf Vefcovo Clemen-
te òcra si pet a-vercChieù propria , come per fundaie di lorouaa Congrcga-
t4^ LUGLIO*.
zione , o Collegio . Benignamente acconlenù alle loro ìftanze il Prelato l'annd
i<St4 16. Settembre , e fubito il giorno ^. Ottobre diedero principio alla fabbri-
ca della Chiefà, parte col danaro delle doti, e parte colle limofine de' Benefatori,
ma con tanto calete, che» per il ay. Gennajo dell'anno feguente fu perfetta»
cotnedagliattidi Aur. Rolli Cancell. Vefc. In quclto giorno callo alla nuova
Chiefa il Vefcovo, e fenza pregiudizio delle ragioni del loro (Parroco, ercfle
di prima la nuova Congregazione, intitolandola del SS. Sagranr.ento,iotto;la_.
protezione di S. Anna , e S. Savina Matrona Lodigiana , promettendo le
medefime Vidue al Vefcovo di vivere lotto la di lui ubbidienza, e de' luci
fucceflori , e di offervare quella Regola , che elfo avelie a loro prefcritta . Di
poi benedifle Ki Chiefa , dedicandola alle Itelle Sante , non già però a S.Anna
Piofctelìa , come dal loro principio , ma- a S.Anna Madre di Maria Vergine ,
comeSantapiù degna , e più potente Avvocata preilb il diviniflìmo Figliuolo
della di lei Figliuola, e dopo tal benedizione Monlignore vi celebrò fubito la
prima Mefl'a, come confta dal citato Arch. , e dall' Inftr. rogato dal detto Aur.
Rodi Cancell. Vele, giorno, ed anno (u-idetti . Col tempo poi , tralafciato il ti-
tolo di Vidue , perche di quefte più non ve n' entravano , prefero quello di
Vergini mant diate della Congregazione del SS. Sagramento , come l'opra , ed
affinchè l'avrflero in maggior comodità d'olTequiarlo di continuo, e di gicrno,
e di notte, l'anno 1544. 9. Gennajo il Canonico CofmoGufmeri VicarioGene-
ralepermife a loro di confervarlo nella loro Chiefa. Andò poi vacante il Con-
vento di S . Pietro , che era de' Gefuati , ed efle ne fecero l'acquifto l'anno lójS.
3 . Aprile dal Collegio Germanico di Roma, con alcune condizioni , tra le quali ,
che ogni anno nella vigiliadi S.Pietro Appoltolo paghino all' Agente del Col-
legio di S. Pietro di Lodi vecchio duoi candelotti,© torcie di cera Veneziana
d'una libra l'una , come per Iftr. rogato dal Dot. Gio. Paolo Gropelh Notajo
Appoftolico giorno ed anno fuddeiti,ed il giorno 25. del mele di Seiiembre
dello (teflo anno alle ore dodeci in circa , dal primo Collegio ti trasfeiuono a
quello, come per Klruraento rogato da Francefco Maria Jirba Cancell. Vele,
dove al prelente loggiornano ventidue Vergini , che ornate di fanti coilumi
ofTervano volontariamente , e fenza alcun aggravio di coicieoza elaiiiTi-
mamente una Regola , fotto la cui direzione feguono il loro Spold Ce-
lere per la via della perfezione . 11 30. di Gennajo giorno nel quale la
nottra Beata volò alla Gloria immortale , le ne celebra fetta grande in quella
Chiefa, alla quale concorre tutta la Città ad oirequiarla, ellendo npolta l' icona,
che era alla Chiefa derelitta , fu l'Aitar maggiore , la quaie rapprcfenta al vivo
le Immagini delle due loro Sante Avvocate , e tenute in lomma venerazione .
La Chiefa pofcìa profanata col Collegioannello porto in òeravalle fu venduto
4' Monaci di S. Gerolamo del luogo dell' Olpitalctco di quello Contado .
Inoltre Monfignor Vefcovo OrtenfioVifconti ottenne dilla (agra Congrega-
zione de' Riti l'anno 1704. la. Luglio , che fi poteilero fare gli Ufficj in Cirtà
della Santa Matrona,e de' SS. Martiri. ed in tal modo, e con Sacrificj ecou Uifi-
cj, econFefte la no/ira Chiefa Lodigiana applaudifcealleglone immortali di
S.Savina , e de' SS. Martiri Naborre , e Felice, quali in terra venera per
Prottettori , affinchè polfa regnare per fempre nel Cielo con loro . y'edt 2,9.
Gtu^no Iftonu dt ^udìa Chuja di S. i^iatro . Si
LUGLIO. nf
Si cominciano a diftruggere con ogni premura i Borghi di Porta Cartello,
ediP. Pavele, e fi arterra l'Oratorio di S. Rocco , poi in altro tempo rifab-
bricato nel (ito prefente , e fi leguitano a distruggere le Chiefe di S. BalFano,
che era intitolata anche di S. Daniele , quelle di S. Maria in Borgo , che
«a de' Canonici di S.Giorgio in Alega , la Chiefa Parrocchiale di S. Par-
tolomeo, dove era il MoniUero de' Canonici Lareranefi , ed altre Chiefe, e
Cale diltribuite m amene Contrade; e perchè di tempo in tempo gli Fran-
teli , che allediavauo Pavia venivano anche in vifta di quefta Città, men-
tre non potevano i Borghelani, o padroni delle Cafe ne' Borghi tanto prefo
rimovete i ferramenti , legnami , pietre , e mobili delle Cafe rovinate, u
fatta una erida dopo puochi giorni, che fofie lecito rd ogn' uno di poter
appropriarfi d'elFe cofe per ifpedire quanto prima quel fito in occafionc di
guerra contro la noUra Città nell' anno i6$^. not. del Binz. Per gli Canonici
Lataarufi vedi 18. Novembre e fa S. Amaria in Borgo 6. Dicembre .
1^. In quefte , e tante iriferie di demolizione de' Borghi, e della guerra
imminente fi gode però il foglievo, che per lei giorni lono fofpefi li Dazj .
Ann. 165 5. r.ot. dd Benz.
14. Monsignor Vefcovo Vidoni ordina una proceflìone generale di peni-
tenza col SS. Crocif.flò della Maddalena , mentre i Francefi battono Cre-
mona , e faccheggiano il Lodigiano. Ann. 1648. not. varie.
• 15 Raimondo Torriani Patriarca d'Aquilea entra in Lodi col fuo efercito
in ajuto di CalLne Torriano , chiamato da' Lodigiani in difela contro
Ottrne Vifconti Arciftefcovo di Milano, Villarini, ed Overgnaghi Citta-
dini Lodigiani, che fi avevano occupato coli' Armi il Giltello di Bargheno
del Territorio Lodigiano. Ann.iij%.l'ilan..,eJiojJi.
\6. FcfJa della B. Vergine del Carmine conceffa dal Pontefice Clemente X.
alle preci di Marianna d'Aufiria Regina di Spagnaper tutti iScati, e Regni
ibggetti al Re Cattolico . Fefta alla Annunziata.'
SS. Q.UlRICO,e GIULITA Martiri, fefta alla Chiefa Parrocchiale Prepo-
fuurale del Luogo di Paullo , e di Meleto nel Te; ritorto Lodigiano .
Vira !Ì:' SS. Martiri Quirico, e Giulita e/Irata da Fr. Lor, n'^n Surio Cartujlano ,
e dia , chefia di Strmcn M tafrafti- vera , e non quella , che dal Pontefice
Gelajlo è chi amata apocrifa .
G
lulitta oneftifilma , nobiliflima , anzi nata da fangue Reale della Città di
I Cogni , o Iconio , che è la ItelFa Metropoli della Licaoma nella Morea con-
^^ i,:ta che fu in Matrimonio con un perfonaggio uguale ad eila intutteleprciro-
^d.i>e, ville leco per poco tempo, perchè il Maritolpalsòall'altraviia , elala-
4"ciò libera dui vincolo Marrimoniale, ed mqueiioiUio aveva più commudo di
ftare
it5 LUGLIO.
ftare congiunta col fuo CrocifilToGesù , che con tutte le vifcere Tempre aveva
amato. Per frutto del fuo Matrimonio aveva confeguito Qnirico fuounigenito
figliuolo, il quale dopo d'averlo fatto battezzare , a tutto fuo potere s'induf-
triava di fargli fucchiare col late delle proprie mamellc anche il rimedio pet
confcrvargl) l'inrccenza baittfìmale, inftillandogli dolcemente , ma effica-
cemente il fanto timore , ed amore di Dio, come fé ne viddero gli effetti .
Aveva alzato il fuo Tribunale per comando di Diocleziano Imperadore in
Licaonia un crudeliffimo Tiranno, il quale con ifquifitiffimi tormenti faceva
morir i leguacidi Crifto . Alla faina di coflui fi rifolfeGiulitta fuggire da Ico-
nio , ed abbandonare Parenti , ed amici , e conofcenti con tutte le fne ampliffimc
ricchezze , e portarfi in Seleucia , ma vedendo , che Alefl'andro Governatore di
quella Provincia perfeguitava anche lui i Criftiani, volle partirli parimente di
là col fuo Pargoletto , che già aveva tre anni di vita , con due fue ancelle , ed
andò in Tarlo . Ma in quella guifa che un vafo d'oro, o d'argento in mezzo
delle pietre facilmente fi diflingue , cosi in breve Giulitta in mezzo de'
perverfi peccatori fi dava a conofcere per quella gran Santa , che era, perchè
efiendo giunto anche in Tarfo j'Mefland.ro , ed avendo commandato che gli
folTero prefentati tutti i Chrifliani, furono tra'quelti condotti alla fua prefenz»
Giulitta, e Qijirico, ed interrogata chi folle, non ebbe paura a rifpondere in-
trepidamentecheellaeraCrilliana, e che proteltava di conofcere oer vero Dio
fola mente Gesù Crifto vero Dio de'Crifiiani . Da quefla cosi libera rifpoita
moffo afdegno AlelTandrolefece Itrapparedallebraccia ilfigliuolo,efpogliata
la fece flagellare con nervi di Bue . Non poteva vedeifi di più comoaffionevo-
le di quel Bamibino , perchè al vederfi privo delli abbracciamenti della Madre
fi lamentava, e gridava. Per tante belle grazie , che in ouel vifo fi leggevano
s'innamorò il Tiranno, e lo prefe in mano provando di pcfarfelofulgi 'ochio ,
e dolcemente accarezandolcebacciandolo gli diceva : Guarda caro mio figli-
uolino ,alcolta me che fono tuo Padre, né mira a quell'empia M.iga di tua
Madre, che come inimica de' noftri Dei fono per farla perire di mala morte.^:
Si sì guarda purea me, che mi avrai per Padre , e viverai in contenti , e piace-
ri. Ma ficcome il fìioco per falire alla fua sfera non bada a nient' altro, anzi fé
trova intoppo, come fuoi nemici procura di annientarli, così queflo Pargolet-
to per congiungerfi ancora al feno della fua cara Maiiia, niente filmava gli ab-
bracciamenti ,ibacci , e le promefle del Giudice, ma tutto vampante di fde-
gno colle mani , e tenerelli piedi faceva refilfenza alle forze del Tiranno , e (ìc-
come un uccello pref o che fia dalla rete , col roftro , e colle ugne tenta ci Ipez-
zarla per fortire , così quello calcitrando co' piedi , e colle mani lacerandogli
la faccia, tentava in tutt'imodi d'ufcire dalle mani del Tiranno, il quale per
fine dal fentirfi ferita la faccia, convertendo l'amore in odio, e fdegno , lo
slanciò arrabbiatamente contro de' gradini di marmo del fuo Solio, e come
debole vetro fpezò tutto quel tenero corpicello . Alla villa di queflo crudel
fpettacolo non s'inorridì la Santa Madre, ma rendendo grazie al Signore, che (i
fofTe degnato di ricevere un fuo figliuolo per fagra vittima innocente , ri-
prefe generofamente il barbaro Giudice . Era cofiui per impazzire di rab-
bini nel vederfi rimproverato da una femmina , fchernito , e ferito da un bam-
biao
LUGLIO. 117
bino, e per isfo^o della Tua vendccra fece fofpcndere la Madre ad un legao,
e con pettini di terrò llracciarle le carni d'addolfo, e poi gettare (òpra le
piaghe pecce, e graHb dileguato : ma ella (empre rcfillendo a tutti i tormenti,
e ftrapazzando i faUì Dei , e conteirando Gesù Crifto per vero Dio , e lei fua_j
feguace ,perfinelefu troncatalatefta , e laiua anima benedetta volò al Cielo
per godere quella Gloria, che s'era meritata collo sborfo di tutto il fuolangue
e col Sagnfizio del iuo unico figliuolo .
Monfìg. Ortenfio Vifconri folennemente benedice, e getta la prima pie-
tra della Chiela di S. Maria nuova uell' aono 1710. Sua Ifcrizionc y t [aera
Ifloria .
Il fulmine, all'ora di Terza , piomba dalla Lanterna della Chiefi dell' In-
coronata nella Cappella di S. Anna , ed offende nell'uno per grazia della
B. Vergine febbene in quel tempo folle molta gente in Ghiefa, nell'anno
1511. Sacra Ifloria d'ejjb Santuario.
17. Sorge orribilillimo Temporale, e nel cader del fulmine guella mala-
mente la raggia dell' Orologio del Duomo l'anno 1640. Not. del Bcnz.
Il Cardinale Lodovifio Legato a Latere d'Innocenzio X. entra in Lodi»
e vi fi ferma alcuni giorni , afpetando che fi ftabilifca il giorno della fua en-
trata folenne in Milano per vifitare la Regina Marianna Spofa di Filippo
IV. Re di Spagna, e figlia di Ferdinando III, Imperadore neil' anno 1649.
Not. del Uenz.
18. S. MATERNO Vefcovo di Milano , fefta a Comazo .
Sua -vita cavata dal P. Gerolamo Bafgapè della Congregazioni dell' Oratori» ,
MOrto che fu S. Mona Vefcovo di Milano, e ceffata la crudele per-
iecuzione de' Fedeli Criffiaiii , quali per falvarfi dalle furie degli
Imperadori , e de' loro diabolici Minillri, chi fuggiva nelle Caverne o Cloa-
che, chi ne'Bofchi , chi nc'fcpolcri, anche Materno nato nella Cttà di Mi-
lano da Genitori Cattolici , ed onorati , creato Primicero de' Lettori, e Sa-
cerdote del S. Vefcovo defunto, ritornò alla Patria, e fi congregarono iCat-
tolici nella Bafilica FauftiGna, oggi di S. Franceico , per elegger il Vef-
covo, ove intervenne anche Materno'che per la fua dignità era de' princi-
pali del Clero. Con tutto che offeriffero al Signore caldiffìme preghiere»,
acc'.ò {ì degnaffe di infpirar a loro un Santo Paitore, tuttavia molte volte fi
partirono vuoti ,e mottiticati , perchè non <;' accordavano nell'elezione^.
Un giorno però , mentre uicivano dal fa.'/o Tempio molto mal loddiifatti
per quelto , fi ientirono il cuore ripieno di contento, e di fiducia, e fi^mi-
(cfo ancora al loro luogo , fpctando che Iddio benedetto gli voleffe final-
i . . . mente .
ti8 LUGLIO.
mente confolare . Così fu , perchè videro comparfo in quel Tempio un te-
nerando Vecchio di faccia gioconda, e di dolce loquela, che (pirava fanri-
tà , il quale fuggeri a loro eflere voler di Dio » che eleggeffcro per Vef-
covo il Primicero Materno (ogetto atto a governare le loro anime per la
bontà di vita , e per la cognizione delle lettere, e prendendo perle nnani il
Santo , diHe : Ecco il voliro Paftore degno di quefla carica , e di fubito eoa
frand' ammirazione , e confolazione lo collocarono nel leggio Vefcovale.
orto in tal dignità non fi moftrò gonfio di fuperbia , ma a Cherici rivercn^
te, a gli affliti compaflìonevole , e limofiniero. Vinto da tali prerogative-i
dt pietà, e Dottrina , Gallieno Imperadore molto lo nfpettava, e quantun-
que non lafcialVe il Gentilefimo , concefle però a Materno la facoltà di poter
fare le Tue funzioni liberamente , con patto però di non moltiplicare altri
Fedeli Cridiani di più di quelli, che erano allora. A quelt' ordine per un
puoco di tempo ubbidì, ma alla fine, deporto ogni timore, fi mife a predi-
car liberamente , e con tanta grazia , che indulTe molti infedeli al facro
Batttfimo.
Avendo intefo come i Tortonefi per per la morte di Martiniano loro
Vefcovo Itei.tavano ad eleggerfi un nuovo facro Paltore, e per quefta cagio-
ne molti tornavano al vomito della Gentilità; colà fi trasferì il Santo Arci-*
vefcovo, cerne Metropolitano, e gli indufle iubito allarifoluzione di crear
Meliodoro Diacono, e Difcepolo del Defunto Martiniano infigne nell'efem-
pianta e Dottrina .
Vifi:ò i facri Templi della fua Diocefi ; governò la Chiefa Brefciana nel
tempo, che durava ancora la perfecuzione de' Tiranni, e l'Idolatria de Ce-
romani ; fece fcrivere le azioni de'Mirtiri, affinchè ferviffero d' amaedra-
mento a' Fedeli, facendo nafcondere quarti MS. in luoghi fegreti ; mile m
oflèfvanza i decreti di Felice, e d' Eurichiano Som ni Pontefici nel benedi-
re i frutti (opra l'Altare , e nel celebrar il Sagrificio fopra gli Altari de*
Martiri ad'onta della Setra Manichea .
Celso pofcia querta tregua nella S. Chiefa, perchè elTendo entrato Mafli-
miano Imperadore in Milano, molti per aquirtare la fua grazia , al quale-,
iàpevano di non potergli fare più grato piacere , che manifeilare , e perfe-
guitare, i Crilliani, mortravano querto fiero, e più che berti ile fpeuacolo,
che la Madre accufava la figliuola, la figliuola là Madre , il figliuolo rtra-
fcinava alle Carceri il Padre, la Moglie era denui ziata dal Marito, il Fra-
tello , la Sorella, l'amico , i Compagni, ed i Parenri inumanamente tradì
loro fi uccidevano, i Pallaggi erano abbruggiati ;i fagri Temoli prolanati
e rovinati , ed i libri facri nelle pubbliche piazze erano gettati alle fiam-
me. Appena i Criftiani erano acculati , che fubito erano trucidati da' Car-
nefici, altri vivi erano gettati per cibo alle fiere indomite, molti dalle-,
fiamme ardenti arrortiri , altri con diverfi inventati tormenti uccifi , e deca-
f)itati lenza alcun perdono , né al fclTo, ne all'età, ne all'amicizia , né al-
a conlanguinità . In così attroce perfecuzi'.<iie con intreppidezza Materno
fortenne la (uà carica, non celTando di predicare l'Evangelio , e correva-,
or qua, or là a confolare gli aiììiti Criitiani, a coufortargii , ed clòrtargli
alla
LUGLIO. 129
«Ih coflanzi del martirio. E perche iCimiterj fatti da'SS. Cajo, Cali Tizia-
no , e Calimero iuui antcceflbri non erano l'ufficienti a ricevere la molcitudmc
de' Cadaveri de' Martiri, ordinò che le ne facell'ero degli altri, ed in tante
boral'che toccò anche a Materno d'elT'erere più volte carcerato , e flagella-
to. Dirò in particolare di qu.indo Vittore Cavaliere di Moravia per la tede
di Crilto Tu condannato ad ell'ergli tagliato il Capo fuori di Porta Venere
( al prefenie Porta VerccUina ) ove era una felva d'olmi , o Bofco , con
ordine che nello ftellò Bofco folfe lafciato il Cadavero per elTere divorato
dalle beitie. Materno, che come buono, e lol lecito Paitore del fuo Gregge
aveva cura fpeziale , non folo de' vivi, ma ancora de' moni , ulcito il
fefto giorno dopo la morte del S. Cavaliere fuori della Città da quefta_.
Porta trovò il facto Corpo guardato da due fiere , l'una dalla telta, l'altr»
da' piedi . C'ò vedendo il Santo Arci vef covo con (ingoiare affetto, e di-
vozione diedegli fepoltura poco longi da elfa felva, ove fu persi graru
memoria eretta una Cappelletta , che al prefente ancora fi vede a mezzo del-
la Itrada, e vi fu piantato parimente un Moniltero de Vergini Benedetti-
re, ma dopo qualche tempo furono rimofle , e collocate dentro della Cit-
tà, evi furono meffi i Capuccini quando vennero ad abitar in Milano.
Fu accufato di queita fagra funzione il Santo Arcivefcovoall' Imperadore,
che lo fece prendere, e condurfi d'avanti , e cornandogli che offeriire in-
cenfo agi' Idoli , o che eleggelle la morte capitale. 11 Santo Vefcovo fprez-
zò il reggio comando , e ùiife apertamente che non avrebbe incenlato altro
Dio che quello de'CriUiani. Stavano già pronti i CarneHci per troncar-
gli la terta , ma per virtù divina recarono ammollirli loro cuori, e mi-
rando la faccia di Materno, che (jpirava Santità,gli diedero la libertà lenza
offenderlo . E' opinione d'alcuni Scrittori che Materno folle mandato ìa
efilio , e fopravivelle pochi giorni , pure di ciò non lì truova icrittura_
certa . Quello è ben vero che dopo tanti travaglj e pericoli (offerti , per
la fede di Gesù Crilto nella Città di Milano, circa l'anno della noltra (a-
lute 30 j., a' 18. del mele di Luglio reie l'anima beata al Creatore e fu fep-
pelliio nel Poliandro di Cajo , cicèj ne, la Balilica Fauflu iii a , e l'anno
IJ71. da S. Carlo fu npolto nell' Aitar maggiore di ella Chieia .
1 fuoi miracoli furono molti , ed in ifpez;e ha goduto queita grazia par-
ticolare, che elfendo (tato invocalo da' Carcerati , vifibiimente è compar-
fo loro a ditciorre le catenne , aprir le prigi<:ini , e mettergli nella Itrada-.
fjcura della fuga . Per tali , e tante pren gative , delle quali fu favo-
rito da Dio, molti Popoli fé lo eleiFero per loro Avvocato, e tra efli quel-
li dell'antica Terra di Gomazzo Lodigiano, e ne celebrano Fella iolenne
nella loro nuova, e vaga Chieia Parrocchiale Arcipreturale. Chi dcfi-
dera altre notizie di queito Santo , legga il Zodiaco della Chiefa Milanefc
del P. D. Piacidio Pucinellida Pelcia .
Cofmo Gufmeri Vicario Generale di Monfig. Vefcovo Vidovi intima «
tutta la Cuti, e Dioccfi una lettera circolare, affinché l'uno, e l'altro Cle«
1 IO
*30 LUGLIO.
ro vada al travaglio delle fortificazioni della Città, Hell'anno i6$^. efien»
do i Francefi focto Pavia . Benz. ed altri.
* 19 Andrea Vifconti Signore di Milano colle fpoglie della vecchia Città
di Lodi abbellì Milano , e molti altri luoghi del Milaneie ^ come Cantu-
rio , ed in ifpezie co' merli delle Tue mura, che erano tutti di marmo , che
facevano rirplendere la diftrutta Città, nobilitarono le loro Chiefe in Milano,
e fuori . Majan. e Cor.
10. S MARGARITA, titolare antico della Chiefa delle Monache Cappuc-
cine , (ebbene addeffo è mutato .
Sua IHoria .
LA prima notizia della Chiefa , e Moniftero di S. Margarita l'ho da_.
da certi MS. annonimi , che trattano dell' antichità della nobiliHìma-.
Cala Sommariva, quali mettono come l'anno 1571. efTendo i Nobili Decu-
rioni B )ngicivanni Filftraga , e Giacomo Sommariva padroni della Cala di
S. Margarita della Città di Lodi , ove rifiedevano alcune Monache, altrc^
volte dell'Ordine degli Umiliati, appellate le Cappuccine, pretcfero , co-
me tali , di nominare la Miniitra della Cafa , e Moniitero , e di rimovere
quella che v'era. Eifendo l'anno 1570. ftata foppreiTa la Religione Umi-
liata ,edi giàquefte Monache profefiavano la regola di S. Benedetto ( a ) ed
in oltre con autorità Pontificia Tanno 1575. 29- Marzo furono trasferite,
ed incorporate col Moniftero di S. Gio. Battiita dello fteflb Ordine di S.
Benedetto .
Viveva l'anno 1578 la Nobile Vedova Zenobia Modegnana Matrona Lodi-
giana , la quale infiammata del Santo defiderio di fervire a Dio con mag-
gior perfezione (^ b ) aveva prefe feco dieci Vergini della Compagnia di
S. Orfola, (e) e s'era ritirata dal Mondo per vivere fecondo le regole-,
delle Cappuccine , ficcome in fati ancora l'anno feguente , ( d ) abitando
in una Cafa vicina a S. Egidio, veftirono tutte quell'Abito nei giorno 8.
del mefe di Dicembre colla licenza dell'Ordinario.
Paffato qualche anno fu meflb in vendita quefto Moniftero foppreffo , e
la Nobile Zenobia col fuo danaro , (^ e ) e forfi come la itelTa Bolla riffe-
rifce , con quello delle dette Vergini , lo comprò , e vi fi trasferì col lìio
bel drapello di Vergini . Filfate che furono in quefto luogo con tutte lc_
dovute circoftanze, procurarono col mezzo del Ven. Conforzo di tutto il
Clero di Lodi l'erezione dello fteflò in Moniftero di Monache da chiamarli
Cappuccine dell' Ordine di S. Clara, forto la Regola de' Frati Minori, ed
in perpetua Claufura, foggietre all' Ordinario , e fotto la cura , tutella, e
governo de' Rettori, e Deputati dello fteflb Conforzio. Ottenuta qucfta
Bolla
( a ) Boi. di Gregorio XIII. nel lib. delle loro regole , ed inflrum. del Pali, giorno ,
ed anno fudt tti . {b) Arch. della Curia Fefc. ( r ) Arch. di S. Paolo . ( d) Ar-
chivio della Curia Fe[c. (f) MLctt.fCfud.An^»
LUGLIO. iji
Bolla l'anno 1584. 29. Aprile diCpofero il Moniflero , fecondo richiedeva
il loro ftato , e l'anno 1588. primo Novembre detta Modegnana , che poi
aveva prefo il nome di Giara , con quattordici Vergmi , comprefe due-
Converle , fece la Profeiiione nelle mani di Livio Pallàri Vicario Generale
del Vefcovo Taverna .
Per cagione poi , che nel giorno 8. Dicembre, fefta dell' Immacolata»,
Concezione di Maria fcmpre Vergine, vellirono la prima volta l'Abito da
Cappuccine, come s'è detto, fìmiflero per degna memoria a celebrare ogni
anno con devozione, ed oflequio particolare si gran feita nella loro Chiela,
ed m proceilo di tempo e crcfciuta a tal fegno, che or mai quafi non porta
ptìi il primo nome anticho di S. Margarita Vergine, e Martire, ma quello
dell' Immacolata Concezione , alla qu.ile nel numero di 25. in circa fervo-
no al Signore in ftrectillima, ed inviolata offervanza della loro RegoJ»
con vita immacolata .
S. ELIA, Fefla alla Chiefa dell'Annunziata de'PP. Carmelitani.
Si cominciano a diftruggere i beilifTimi Borghi , ed ameni di Porta Cre-
fr.oiieie, commcir.ndo dalla Chiefa Parrochiale di S. Biaggio col Monilte-
ro anneflo ce' PP. Olivetani aha colta, dove ancora al preleue fi fcoprano
od < de morti , per il terreno che cade abbaffo , e poi fi feguita ad aitre_
Chicle , e Cafe di gran tenuta ; ciTendo Cremona aflediaca da' Francefi
celi' anno 1648. Not. var. cdtt iSenz.
II. Monfig. Ortenfio Vifconti noflro Vefcovo benedice , e getta la pri-
ma pietra della Chieia nuova della Parrochiale Prepofiturale di S. Mari»
M'itidalena nell' anno 1719. Juo Arch.
21. S. MARIA MADDALENA , fella alla Tua Chiefa Parr. Prepofic.
Sua Ifloria , e del Santijjìmo Crocifijjb y che ivi fi Vi-ntra .
L' Antichirà di quefla Chiefa Parrocchiale fi può comprendere da quanto
dice Acerbo Morena, che l'anno ii6i. i. Marzo fpirando un vento
molto gagliardo acceJe un fiioco in Valielelia , che abbrucciò quafi la metà
d'ed'a, e la Ghiclà di S. Maria Maddalena. Quello concorda coli' iicrizio-
ne , che fi '«^i^ge lopra d' un arco della Cappella della Concezioi.e in effa».
Chiela ; la quale dice come quelto Tempio tu fubbiicato nel principio del-
la r.uova Ciiia. Aveva quelia Parrocchiale il titolo di Rettoria, ma come
il Lodi ne' fuoi MS. , l'anno 1477. *• Dicembre Pietro Inzago Rettore ot-
tenne da Leonardo btaùiano Canonico di Parma, e Vicario Generale del
Vele Pallavicino, di cunle'ifo d'eilo Vefcovo nella facriltia della Cattedra-
le, prelente il Capitolo , l'erezione della Rettoria meoefima in Piepofiiura,
e de' due benchtj femplici di quella Chiefa in Coni nicati per maggior
ocaamcQtu del Clero Ludi^iano, attelu il puuco numero de' Pieii graduati
1 X che
i^t L a G L I o.
che erano in Citta. Trovo però, che fino l'anno 1^19. il Sinod. 5. vi af-
fegna tre Canonicati fenza reddenza . Quefta Ghiefa fu rinovata I' anno
i6t-7. come la citata ifcrizione, ma perche dopo che fi è introdotta la di-
vozione del fuo Santiffimo CrocifilTo , non è capace ( quantunque fia di
competente grandezza ) di tutta la gran moltitudine del Popolo , che vi
concorre , ed in particolare quando vi fi tanno , o funzioni , o pubbliche^,
preghiere , è ftata cominciata un' altra come ho detto il giorno d* jeri , la quale è
già arrivata alla fua altezza , ed il Coro è già coperto , e iebbene il fuo maelto-
lo diflegno fupera le forze della Chiefa , non ha potuto fuperare la devozione
de' Popoli colla continuazione d'abbondanti limofine , che l'anno inalzita a
tanta fommità che fi vede. Lo Itimolo maggiore dunque di tanta divozione
a quefta Chiefa fi è per la grande itima , che fi fa del SautilTimo Crocifiiro ,che
dalla Chiefa fua ha prefo anche il nome della Maddalena .
Circa alla di lui informazione non polTodire di più di quello riferifcc Dsfen-
dente Lodi ne' fuoi MS. citati dal Porro nel fuo Libro intitolato Difcorfo [opra i
progrefjt del Santi'Jìino CroifiJJo della Middalena , il che brevemente repplico
in grazia di quelli , che non ne averanno fin' ora alcuna notizia .
Quanto alla fua origine porta due Tradizioni verbali , e nefTuna fcrittu-
rale.
La prime dice,, chequefla facra Statua elTendo fopra l'Architrave di una
„ Chiefadanoi puoco lontana, main vicinanza del Fiume d'Adda, (come fé
„ ne trovano alcune in quella Diocefi vicine allo llelfo Fiume) acuì per fue
„ corrofioni ellendofi, accollata furono le cofe più preziofe di eifa trafportatc
„ altrove per falvarle , ma fmenticati i Cultodi della Chielìi di rimovere il
„ Crocififlb , il Fiume la notte corrofe il terreno , dove era fabbricata, e porta-
„ rono le rapide onde lue tanto fimolacro agalla fopra di loro, finché renò at-
„ traverfato fra le colonne del noftro ponte vicino a quella Città: aldi cui
„ cafo accorrendovi molti , e fra effi il Parroco di S. Maria Maddalena, nel di
9, cui dillretto della Parrocchiale reità {oggetto il fiume verfo tramontana,
„ dal quale, religiofamente accolto con ogni devozione,e decoro, fu trasferito
„ alla propria Chiefa , collocandolo lopra l'Architrave.
„ La feconda, che pare pia credibile e, che la Itefla Santifiima Immagine fi
confetvalTe nell' antica lua Parrocchia di Lodi vecchio tenuta fin' a quel
tempo in grandiflima venerazione dal Clero , e dal Popolo, folito riccorrere
ad ella per chiedere la pioggia , e dopod'eirere ftata rifabbricata quella nuo-
va Città per non perdere pegno così facro, e benefico , foife con ognilolen-
nità, e devozione trasferito a quello fuo nuovo Tempio , e collocato fopra
l'Architrave femplicemente dipinto per prevalertene la Città parimente ad
impetrare la pioggia .
Io aggiungo quell'altra tradizione verbale, ed è, che fofle fabbricato dal
B.GiaccomoOIdo, come ho detto alli 41. Maggio nella Vita di elio Beato, ed
ancor quella non è fuori della fua credenza. Vedendofi pofciailfuo eificacilli-
moajuto ne' communi bifogni di pioggia , fi cominciò a portarlo in procef-
iìone anche per ottenere la lerenità dell' aria , ne* pericoli di guerre , di pelle,
di conwggio ) ed in ogni neceffità del pubblico . Fedi primo Gmnajo .
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LUGLIO. T^j
E' innalzata la colonna di marmo con fopra la Croce avanti Porta Cremo-
•eleneliuo corlo , per cagione della peite . An. 1610. ftu i frizione.
S. GUALTERO Confenorc Cittadino Lodiglano , fefta in Duomo , ed
alla fua Chiela ne' Borghi di Porta Cartello .
Sua Vits efìr.itta d.t fj^ella , chefcrìjje Bono Giov.inni Canonìe» , amico , e Pari-nte
del Santo , oual MS.fi le^ge nella Libraria di S. Crifloforo , e com orda col noflro
Alartirologh , e con altri Scrittori , che di e£o Santo anno trattato.
NAcqoe il B.Gualtero circa l'anno del Signore 1184. nella Città dì Lodi,
puoclii anni dopo risdiflcata dall' Imperadore Federico I. , da Aliprando
de Garbagni Tuo Paare , e dalla Madre per nome Aleffia , quali dcfiderando
fommamente d'avere l'iccefTioue , fecero voto a Dio, edall'Appoftolo Pietro,
che fé foiFe Itato concelTo a loro un Figliuolo l'averebbero portato a Roma , £_
prefentato alla fua Chiefa , edopo d'averlo fatto ammae/trare nelle lettere lo
avrebbero dedicTto al fervigiodi Dio. Furono efiudite le loro preghiere, e
voti, ed avuto il Figliuolo gli pofero nnme nel Battefìmo Guiltero, ringra-
ziando fommamente il Signore, e S. Pierro della grazia ricevuta. Di poi a
tempo opportuno fé n'andarono a Roma col Figliuolo, e compito il voto già
fatto, lo reportarono a Cafa . Allevarono Gualtero con molta diligenza, c^
nelle lettere, e nella pietà, e nell'etìi di quindici anni prefe l'Abito -d'Ofpita-
Jiero . EfTendogi i morto il Padre, per fervireCrifto più Ipeditamente , fecon-
do l'Evangelio . diftribui a' Poveri il prezzo di quanto pofledeva . Aveva però
laMadrcbench:- vecchia, ed affinchè niun affetto del lecolo , edella carne lo
potelfe rimovere dal fervire Iddio, la collocò in un luogo Religiofo,e lui per
imparale la Regola degli Ofpital ieri (ì parti per Piacenza, preirolaqual Città
per lo fpazio di due anni fervi agi' Infermi , e Poveri ncU' Ofpitale di 5- Rai-
monco , pofto in un Borgo di quella . Pofcia ritornò alla Patria , e con gran_,
follecitudines'.iffaticò nell' Ofpitale di S. Bartolomeo , polto fuori delle'mura
nella itradaPavefe, fervendo a Dio nell'ajuto degli Infermi con tutte le vilcerc
della fua carità .
Per lo fpazio circa d'un miglio fuori di Città fulla ftrada Milanefe,che al-
lora guidava dalla Torretta alla Puflerla di S. Vicenzo,commettevanfì tante
fcclcraggini da' Mafnadieri , che rendevano il pafl'aggio molto pericoiofo,e
per rimediare a quello inconveniente , procurò, ed ottenne il pietolo Gualte-
ro quclto luogo deferto connato perticlie di terrene in circa dalla Comunità di
Lodi l'ultimo giorno d' Arriledell' anno 1106. , come per Iftrumento rogato da
Alberto Longo NotajoLodigiano, per fabbricarvi un Ofpitale con fia Cap-
pella ad onore di Dio, e rie' SS. Appoltoli Giaccomo , e Filippo , cui Enrico
b'eitaia Arci vefcovo di Milano aggiuale la Chiefa per la grande ftima, che fa-
ceva del noflro Santo .
Anche Gio. Vcrtua Lodigiano gli dorò certa fbmma di danari con una Cafa
polla in Vallefeila di Lodi, come'dice il Lodi il difc. 8. pag. 404. , e come pec
ilUumeuto rogato da Ravifò Capodibue l'anno 1207.
i 3 la
i}4 LUGLIO.
In breve ebbe un grand* accrefcimento quefto Spedale , che allora aveva
prefo il nome della Mifericordia , e poi di S. Gualcero dal nome del luo Fonda-
torc,morto che fu ; perchè moke perfone sì Uomini , come Donne molTe dall'
efempiodel noftro Santo venivanoa far vita eremitica in quello Li'ogo , e nel-
la ftrada dello fpirito erano femprc più infiammati dalle Dottrine, ed efem-
pli del loro Santo MaeftroGualtero, che veltito di facco andava a piedi nudi,
taceva copiofe limofine, mortificava la carne col vivere fcarfo , e co' digiuni
frequenti, folito a racchiuderli nella Tua picciola Camera, fabbricata aguifa di
fpelonca nel fianco meridionale della Chiefa ,ove flava in orazione, e gior-
no, e notte , e con gran coppia di lagrime dimandava a Dio perdono de'fuoi
peccati , intraprendendo anche di fpeiìò fagri pellegrinaggi , ed il fuo mag-
gior diletto era il praticar con perfone pie , e leligiofe .
Inflitui altri Olpitali in diverfe parti per rifuggio de' poveri infermi , e
Pellegrini , tra i quali uno preffo Vercelli , uno di là da Tortona nella ff rada ,
che conduce a Genova, uno a Crema , un altro vicino a Melegnano preflò il
Fiume Lambro tra Lodi , e Milano , un altro fopra il Fiume Vicciabbia , quali
erano cultoditi , e fovvenuti da' Fratelli , e Sorelle della ffelTa prcfefllone , e
fpello vifitati dal Santo . Perquefti,e per molti altri Ufficj di pietà illuftra-
to co i miracoli il grand' Uomo di Dio , alla fine fu forprefo da grave infermi-
tà, e circa il quarantefimo anno della fua Vita l'anno 1124. zi. del mefe di
Luglio ,alzandolebracciaal Cielo per ricevere la morte, (come egli dille)
già vicina, refe l'anima beata al Creatore alla prefenza di molti Religio{ì,e
di perfone d'ogni felTo, e condizione, che afpettavano con fofpiri,e lagrime
il fuo felice palfaggio .
Eflendo in un fubitofparfa la funefla nuova della di lui morte, il Popolo Lo-
digiano concorfe in gran numero a venerare il luo fagro Corpo, il quale di poi
fu feppellito con grand' onore nella Cappella da lui dedicata a detti Santi Ap-
fioftoli unita alla Chiefa , e febbene il Sinodo 3. alla Vita di Monfig. Ottobel-
o Soffieniino, dice, come queflo Prelato accompagnato da tutto il Clero vi
facelTc egli le facreefequie , il citato Autore di queita Vita dice di avergliele
preitate lui , e però per conciliar ambidue i palli, può Ilare che Buono Gio-
vanni Canonico facefle lui efequie , ed il Vefcovo v'interveniire con tutto il
Clero, come fi vede fpelTo, che 1 Vefcovi allìltono alle funzioni, che fanno i
Canonici , e per queft'aflìftenza, che aveffe preftato il Vefcovoatali efequie,
alcuni hanno prefo campo di dire che le celebrafle il Vefcovo. llfitoprecifo
dove fu feppellito , fecondo la Vita latina del Santo, che fi conferva nello Spe-
dai maggiore, e buona parte fi legge ne' MS. del Nob. Girolamo Cadamoftoal
difcorlo di quello Spedale a pag. 47. fu la Cappella de' SS. Appofloli Giac-
comOjC Filippo, qual oggidì ferve di Sacriltia . In quello mentre ancora.^
non celTava di concedere molte grazie a quelli, che divotanaente fé gli racco-
mandavano, e vifitavano il fuo Corpo , godendo grazia particolare nel fanare
gì' infermi dal male di podagra .
In altri MS. che fi confervano nell' Arch. dell' Ofpital maggiore fi leg-
ge quanto fegue .
Crefcendo tuttavia U fama de fuoi miracoli , alcuai del Borgo di Porta
Cre-
LUGLIO. Tff
Cremonefe , deliberarono di voler rubbare il fuo facro Corpo , così ifti^a»
ci da un certo Martirio Marifco Agricoltore , quale avendo ricevute molte
grazie dal Sante» riferiva anche una maravigliora vifione avuta, e parimen-
cene venivano perluafì alla gagliarda dai Mii.iftro dell' Ofpitale di S. Biaagio
dello fleflo Borgo . Perloche nel giorno 26. Gennajo l'anno 1384. dieci
Vomini con alcuni Crocifilli nelle mani andarono di mezza notte alla Chie-
fa del Santo, e non trovando alcun' oftacolo , rotto l'Altare, e levate le—
iacre Reliquie , gii cento , e feffant' anni ivi feppellite , le trafportarono
alla detta Chiefa di S. Biaggio con idea di frabbricargli una fontuofa Cap-
pella . Il Cielo però volle farne qualche riCentimento di quello facrilego
furto , perchè nello fteflo tempo turboffi l'aria, e fi commolfcro impe-
tuofi venti . Divolgatofì quefto fatto, i Cittadini fi riH'entirono molto, per-
chè incitarono Manfig. Paolo Cadamofti Vefcovo, e Gorizio Froozula Capi-
tano, e Podeltà ad ufare tutti gii ftrattagemmi per venir in cognizione»,
del ladro , laonde temendo i facrileghi di ell'ere fcoperti , la notte delli ly.
Febbrajo portarono il (agro Corpo dalla Chiefa di S. Biaggio alla Chief»
vicina di S. Paolo prelTo l'Altare, nel qual tempo di nuovo l'aria, di pri-
ma quieta, e lerena , fiibito fu turbata da gran furia de' venti , e dopo,
ch'ebbero depofto il Santo ritornò alla fua primiera ferenità. Due-,
giorni dopo che fuccefiero quelle cole, Giovanni Micolii Cancelliere della
Communità di Lodi molto divoto del Santo, dal quale anche elTo aveva-,
riportato molte grazie , fpinto da quilche fofpetto , fi mile fecretamefitea
ragionare col Miriftro, e Crociferi , che erano gli Ofpitalieri di S. Biaggio,
e prumife loro /impunità fopra la fua fede fé gli (cuopi ivano la verità del fe-
guito, ed in fatti prima del mezzo giorno rellò informato del tutto , ed aven-
done pallate le lue parti col Podeltà , ed a' venti de' principali drlla Città,
avendo anche ricevuio da elfi prima il giuramento , the non mancalTero alla—,
fede da elio cata , la notte andarono a vedere il lacrodepofito, e lo ritrova-
rono ferrato con chiave , e figillato , perchèera Itato levato dal fuo Altare,
come itava nella iua calTa . Per riportarlo al luogo di prima fi pubblicò
una prccefTione folenne dal fuddetto Vefcovo per la mattina fèguente , giorno
18. Febbrajo in Giovedì , coli' intervento di tutto il Clero Secolare , e Re-
golare, e levato il (acro Corpo dalla detta Chiefa di S. Paolo, fu portato
con grande onore dentro della Città fino in piazza , eilèndo prima (ta-
to levatodagU Abbati di Cereto, di S Ballano, dal Priore di S. Marco, e dai
piìi degni dei Clero, e dopo di efiidai Nobili , quali furono il detto Gorizio Po-
df'lta , CalttUno Beccaria principale di Pavia, trovattfi qui vi a calò, Paolo
ViJtarino , Co. Ginvai.ni Cadino , e da altri più raguardevoli della Città , e fu
reltituuo alla fua Cmefa della Mifericordia, dalla quale dopo molti anni,
comeilnoiiro Martirologio, fu portato in Città, e collocato r.ella Chiela-,
Cattedrale , clfeni.;o nciltro Vcfovo Monfig Bernerio,e pofciaMoofig Vef-k
covoTavcrna lo rinchiulè n un depofitou'arge uo , e ripofenell' Aitar mag-
giore lùtieraneo , dove e divotiffimamente venerato.
La (uà fella caaeio quello giorno in memoria di quando fall all' crema glo«
eia, m* lì uasfenlwe al giorno 24. perchè eoo iì ^uò farla oggi , attcioche
A <| con*
tj« LUGLIO.
corre la fefta di S. Maria Maddalena, né dimani perchèè quella di S. Apol-
linare , ambedue celebrate dalla Chìefauniverfale , alle quali deve cedere l'uf-
fìzio di queito Santo , come particolare di rito doppio nella noflra Chiefa_,
Cattedrale per effere il primo giorno non impedito , come per Decreti reppli»
cati dalla Sacra Congregazione de' Riti .
Grazie del Santo riferite da Scritorì , e MS. (itati.
L'Anno 1383. Alghifio Graffo Medico Lodigiano era talmente tormentato
da' dolori di podagra ne' piedi , che non poteva né andare né Itare termo,
avendo provati tutri i rimedj umani per innutili. Finalmente ricorlé alla
protezione dei Santo , e cominciò a vifitarlo, alla miglior forma che poteva
cella (uà Chiei'a , ed ogni volta che lo vificava provava fenfibile miglioramento,
ed in breve reitò libero affatto.
Una perfona illuftrc, eflendo tormentata da acerbifllmi dolori di gotta, fece
voto in tempo » che era fmarrito il liio (agro Corpo , le li trovava di donare alla
fabbrica della fua Chiefa dieci Fiorini d'oro , e fubito anche lui trovò la Sanità .
Antoniollo da Berfello, Territorio Parmigiano, era talmente infermo negli
occhi , che per nedun conto poteva Ibltener l'aria , fu guidato alla Chiefa del
Santo , per la famade'fiioi miracoli fino dal fuoPaefe, e compiuto che ebbe il
voto fattogli di offrirgli una candela, ed un' immagine di cera , ricevette la
luce chiariffimamente con iftupore di tutti .
Gianolio Boccardo Milaneie giacendo a letto , travagliato molto da' do-
lori di podagra , per avvilo de' tuoi amici fece voto di andar nove Dome-
niche a vifitare il di lui Corpo, ed alia prima Domenica fi fentì in forz»
ballanti a far la fua vifita , e la terza Domenica fu perfettamente fano.
Un Cittadino di Parma , molto anguftiato dello ItelVo male , e per quaranta
giorni non puoté muovere le non il capo , e le mani , avendo provato ia
vanno ogni rimedio , ma quel giorno, che fi raccomandò a S.Gualtero potè
levarfi dal letto, appoggiato a due bafloni,e fi portò alla Chiefa più vicina,
e dopo venti giorni , tenendo ferma opinione di non poter elFere liberato fé
non vifitava quella Chiefa del Santo, fal'i fopra di un piacevole Cavallo,
ma appena ebbe oltre paffàta la Città di Lodi non volle guadare un rivo
d'acqua , onde fu necellìtato che fmontafle di Cavallo , e lafciafle la briglia
al Servidore , ed egli con difficoltà arrivò a piedi alla vicina Chiefa del
Santo , nella quale dopo d'aver udita la S. MeiFa fi fenti fano del tutto , e
fenza alcun ajuto volle ritornar a piedi a Cafa fua , per maggior offequio
del Santo, in grazia del quale mai più foggiacque a quello dolore; E piaccia
a Dio che per l'intcrcelTione di queito noltro Santo Confeffbre Concitta-
dino , noi , con tutti quelli , che gli faranno devoto ricorio poffiamo felice-
mente paflare per i dolori di quella miferabile vita , a vederlo gloriofo io
Paradifo .
«3 S. APPOLLINARE Vefcovo, e Martire, fefta a Mairano .
LUGLIO. IJ7
S. LIBORIO Vefcovo di Cenomano, la di cui fefla fi celebra nella Cluefa
Parrocchiale di S. Geminiano ia Città , tenuto in grande venerazione da
tutti i Cittadini, e fpecialmente da chi patifce il male de' calcoli , la di cui
vita è palefe per certi libri , che la delcrivono , ilainpati in Milano , t^
riftampati in Lodi l'anno 1711.
Monfìgor Patriarca d'AIelTandria, enoftroVefcovo Cari' Ambrogio Mezza-
barba, llabilifce che fi aprino le Scuole di Filoibria, e di Teologia a'CUe-
rici del Vcn. Seminano della Città , nell'anno i6i6. fuo Arch.
«4 SS. GIULIANO, e Compagni Martiri Cittadini Lodigiani.
Loro Vita in compendio .
Giuliano , Giovane Nobile , Soldato , e Cittadino di Lodi vecchio , afTieme
col Veicovo di elTa Città , Capitolo , e fuo Clero , nella barbara
periecuzione dalla Chiela, molla da Diocleziano, e Mailimiano Imperadori,
furono tentati da Marziano Prefidente di ella Città a conlcgnargh le làcre
Iftorie , gli atti della noftra Chiela , e rinegar la fede di Gesù Criilo , che
generofamente proleffàvano , ed a l'acrificar agl'Idoli. Ma non giovarono né
parole , né promeffe , né minacele per rimovergli tutti dal loro fanto pro-
pofito ,(a) perchè elTendofi ritirati nella Cattedrale, e con loro moltillimi
Criftiani,che in tutto facevano mille quattrocento ottantal'ei Concittadini, tutti
Cattolici , per racccmandarfi al Signore , e per ricevere maggior coltanza
neir orazione , mentre erano intenti a celebrare le divine lodi, ed il Santo
Vefcovo(del quale non s'è potuto fapere certamente il nome) gli efortava colla
forza delle fue Prediche ad eiporli intrepidamente ad ogni forta di martirio
piuttoito che aderir in minima parte alle inftanze del Tiranno. Coltui fece
accender il fuoco al fagroTemplo, e quali tutti vi reftarono inceneriti . Superò
la forza dell'incendio il noftro S. Giuliano , e fenza alcun timore di Marziano
gli fi prefentò d'avanti, rimproverandolo della fua crudeltà per aver condannato
alla morte fenza compaffione d'alcuno tanti fuoi innocenti Compagni . Stupillì
il barbaro Prefidente nel veder ancor vivo Giuliano, quando lo credeva abbrug-
giato , e non potendo lòfFrire le repenfioni del Santo Campione , comandò che-.
gli follerò fracafl'ate le olla con baioni nodoli , e mentre 1 Manigoldi cfequivano
canta carnificina, uno d'elfi reltò privo d'un' occhio . Chiamò lubito(Z') Mar-
ziano i Sacerdoti degl' Idoli, affinchè da' Numi loro gì' impetrall'ero la vita 1
ma non poterono in conto alcuno, anzi di più per maggior coni'ufione del
Gentilefimo, alle Orazioni del Santo cadevano gli Idoli tatti in pezzi , ed
udi\ anfi nt- ilo Itellb tempo i Demonj a lamentarfi ai Giuliano , che gli tormen-
lallé ; e Marziano Itbbene aveva veduto che Giuliano lolo colla forza delle fue
orazioni aveva anche tela la villa al Carnefice , pure attribuendo il tutto ad
arti magiche , comandò che ilSanto folle decapitato. iSion cosi ingrato però
iu quello f che a\e/a ricevuta la grazia della viltà per muacolo del
San-^
( 4 ) Mmirol. Lodi^. Ferrar. Fairaa. , 1 Ledi dif(. 6.$. 150. ( * ) FcrtéU
1,8 LUGLIO.
Santo Martire, perchè, convertico allafanta Fede, confefsò arditamente di
eflere flato rifTanato folamente per la virtù dell* Onnipotente Dio de' Criftiani .
Sdegnatofi Marziano gli fece cavare gli occhi con oncini di ferro , e poi con
Antonio Prete, (a) Anaftafìo Diacono , ed alcuni altri avvanzati dalle fiamirie
fu crudelmente uccifo. In quefto tempo fi levò un grande , e repentino tre-
muoto , che fece fcuotere gran parte della Città , e moltiflimi Infedeli reilarono
ucciri,e feppelliti lotto quelle ruine . Si mife a fuggire Marziano ancora,
penfandodi fcanfare lofdegnodiDio, ma perchè quefto giugne da per tutto,
in puochi giorni , confumato da vermi, miferamente perì . I Corpi de' SS. Mar-
tin , efTendo flati mifchiati con altri Cadaveri, Iddio benedettogli fece cono-
fcere diitinti con prodigi miracolofi da'Sacerdoti Criftiani, i quali diedero a loro
fepoltura onorevole , e fiorirono pofcia di molti miracoli ; e parte delle loro
ceneri fi trovano in un pozzo , che di prefente è incognito , e parte fotto
l'Altare di S. Pietro della Parrocchiale di Lodi vecchio, quali devono efferc
quella polve roffa ammafTatacon offa minute ritrovate fotto l'Aitar maggiore
in una caffetta di marmo bianco, quando fu rotto per eftraerfi il Co. pò di
S. Tiziano , come racconto alla fua vita .
L'Officio di queftì SS. Martiri , (i) per decreto del Vifitatore Appoftolico
Moni' Francefco BofTì , celebravafi il giorno corrente , (<r) quantunque il gior-
no del loro martirio feguifrejeri ,maoiferito ad oggi p.r ell'ere impedito dall'
Officio di S. Appollinare , trovandofi fui Calendario Lodigiano dell* anno i6i$.
che fi celebrava da tutta laChiefaLodigiana,febbene al prefente fé ne fa men-
zione folamente rei noftro Martirologgio . Celebriamo la feita de' SS Giulia-
no , a Compagni Martiri , non del Vefcovo , e Comp. Martiri . avendo riguardo
non alla dignità della perfona , ma alla qualità del martiro , come quello , che
con più longhi,ed orribili tormenti diede teftimonio maggiore della uoflra
Santa Fede , ed a fé fteflb la vittoria più illuftre .
annotazione .
SO che Pietro de Natali annunzia un altro S Giuliano , e Compagni marti-
rizziti in Antiocchiail giorno 7. Gennaio,qual martirio dc'ftefTì Santi , dal
Baronio nel Martirologio Romano della Chiela u liverfale , emanato d'ordine
del Pontefice Gregorio XIII., dille Effemeridi facredelP Bifgapè,eda altri
vien riferito il 9. dello fleilo , co' nomi ftefli del Prefidente , e d'alcuni Martiri ,
e con qualche circoftanza fomigliante nel martirio. Ma chi non fa, dice il
Ferrar, nel CataldeSS. lalieein principio , che sì perla ftefla qualità del mar-
tirie , feguita fotto gli flelfi Imperadori , come perii nomi , e circoflanze
uguali, fi confo-dono le Iflorie. Ma non potrà effere confufa la vitade'nof-
iri Santi, perchè viene guidata da documenti antichi della nofira Chiela,
addotti dal citato Ferrari , ma molto più francamente foflenuta dalla cer-
tllhma avtorità del Martirologio, che fi legge nella noftra Cattedrale.
11 celebre, ed Eccellentifiìmo Oratore, e Poeta Dott. Francefco de Lemene ;
la di cui Nobile Famiglia Lodigiana ebbe un altro Francefco Decurione—
tìella Patria fino al te.npo del la nuova riforma del 14^1. ij- Aprile, e
(tf) Alartirelo^. afferrar. (^) Lodicit. {e) Ferrar. dura
LUGLIO. M9
c!ura prefenremente ; fu figliuolo di Antonio Decurione, e Dott. Collegiaro di
Lodi, e di AppoUonia Garati ultimo rampollo della fui Nobile F'amiglia,
dilcendente da Martino Garati famofiirimoGiureconfulto, che fiorì negli anni
i4?8. e feguenti, come il Villan. Q,uel Dott. Francefco de Lemene Patrizio
Lodigiani; , cariirimo per la (uà Dottrina a più Pontefici , Re , e Principi , che
con molti eruditiiFimi volumi Itampaci ha illustrato eternamente il Tuo nome , e
Patria; oggi d'anni iettanti , mefi cinque , e giorni cinque palFa a miglior vita
nell'anno 1704. , per ricevere il premio delle fue opere gloriofe, ma in parti-
colare di quella intitolata il Dio . tanto celebrato per tutto il Mondo , dedicata
al Vice Dio in terra InnocenzioXl., ed è feppellito nella Bafilica de' PP. Oirer-
vanti di S. Francefco ; e la Scuola di S. Croce, di cui per 40. anni è (lato bene-
fico Protettore , il giorno feguente con efequie folenni mette in comparf.i la (uà
degna gratitudine. Chi defidera leggere difFufamente la di lui vita, veda il
P Ceva, ed U Panegirico nella di lui mone intitolato la Gratitudine della
Fede .
15 S. GIACCOMO Apposolo , fefta alla fua Chiefa Parrocchiale , ed
all' Oratorio di queito Santo lulla ftraaa di Lodi vecchio , ("otto la Parrocchiale
di S. Gualteio .
Q
I/ìoria della Parrocchiale , fecondo il fuo Arch,
Uefta Chiefa Parrocchiale ebbe la fua origine da Lodi vecchio, ed t^o
diftrutto , e rifabbricato , (eco incontrò ambedue le forti. Anzi Tanti»
chità di quella rinovata fi prova con un libro di carta pergamena del Ven.
Conforzo , appellato Meliate , nel quale fi legge , come il Rettoredi S. Giacco-
mo cfFiri fei danari Imperiali al mededmoConforzo per la iua erezione latta
l'anno 1173. da S.Alberto ncitro Velcovo. In quella Chie(a ebbe gli Cuoi
primi fu'idamenti l'ani.o 1220. la Religione Domeni -ana nel fuo ingrelfo in
queita Città , erme dirò alli 4. Agofto , e per l'unione della Parrocchiale di
S. Criftofbrino fjtta a quella Chiela vedi li 15 Giugno all' lltona della Parroc-
chiale di S. Vitto. L'anno 17^1. 22. Novembre Monf. Patriarca, e noUro Vef-
covo Carl'Ambrogio Mezzabarba levò il titolo di Rettore a queita Parrocchia-
le , e lo creò Prepolto .
t6 S. ANNA, fellaalleChiefediS.Giovanninellevigne,diS.GIaccomo
in Città , di S. Filippo Neri , di S. Pietro Appoitolo, dell' Incoronata , ed
dell' Oratorio della Torre (otto la Parrocchia de' SS. Badano , e Feriollo,chc
fu fatto fabbricare dal Co. Pietro Pedracino Senatore di Milano, Dott. Colle-
giato , e Pattizio di Lodi , l'anno 1641. , ed il 25. Novembre dello ItelTo anno
£u benedetto dal noftroVefcovo Clemente Gera , come per iftrumento rogato
daAur. RoiTiCancell. Vele. giorno, ed annofuddetti .
17 S. PONTALEONE , fefta alia Parrocchiale di Nofadello in Gera
d'Adda .
♦ Seri-
140 LUGLIO.
* Scrive I/ìdoro Maiani FificoLodigiano ap. 7. che Lodi vecchio fu piantato
la prima volta da' Tofcani , e ri{torato da' Galli Boi, come anche ilVillan.a
p. 3. , e feconmolti Scrittori , anche coli' ifcrizione , cheli legge nella loggia
della pubblica Piazza, /i dice chefoffe fabbricato da' Galli Boi ,deveri intendere
riftorata ,confondendofi tal' oraquefti vocaboli , come accortamente oflervano
molti altri Scrittori . Tanto più che un MS. antichiffimofenza nome d'Autore,
ove legonfì molte memorie Lodigiane , dice : eflere (tata fabbricata la Città
vecchia fettecentocinquantedue anni avanti la nafcita del Salvadore,nel qual
tempo i Tofcani fignoreggiavano nella Lombardia, come tengono parimente
alcune allegazioni nella caufafopra la precedenza della Città di Lodi a quella
di Como . Vedi 13. Novembre .
' 18 SS. NAZARO , e CFXSO , fefta alle Parrocchiali di Zorlcfco , c^
diCaninod*Albere,e di quella Chiefa vedi 23. Aprile la vita di S. Daniele.
29 S. MARTA, feftaallafuaChiefa.
l[iorie della Chieda ài qttefia S'ama de Confratelli, comt il fuo Af eh., e MS. y
e d'un altra profanata .
IL primo principio della Scuola di S. Marta fu nell'anno 1487. 12- Aprile, e
la formalità di Scuola le fu data il primo Novembre dell' anno luddetto da
GabrielleCippelli Vicario L.T. di Monfìg. Pallavicino noftro Vefcovo nella
Chiefa della rteila Santa da loro riformata . L'anno 1513. furono privati di
quertaChiefa, evi furono introdotte le Monache Benedettine , ed effi paffk-
ronopermododi provifione a fare le loro funzioni all'Oratorio de' SS.Ger-
vafo , e Protafo . Finalmente l'anno 1544. fecero acquifto d'alcune Cale nella
vicinanza diS. Biaggio,ediconfenro del Vefcovo Gio. Simonetta vi fabbri-
carono la Chiefa fotto l'antico titolo di S. Marta , e fu benedetta da Onofrio
Bellavita fuo Vicario Generale 1ìt8. Marzo dell'anno 154(5. Dice il Lodi
nei fuoi MS. come l'anno 1581. quelta Confraternita fu aggregata all' Arci-
confraternità diS. Rocco in Roma , e l' anno 1624. d' ordine del Pontefice ot-
tennero nuova aggregazione alla medefìma .
Ebbero quelli Confratelli molte cor.troverfìe in materia di giurifdizione
contro il loro Parroco di S. Biaggio, quali la facra Congregazione de' Riti
fciolfe tutte r anno 1589. 9, Maggio , come il Sin. j. p 38.
Quefta Chiefa non è canto grande, ma per la fua bellezza fi numera tra
quelle, che maggiormente ribaltano nella Città . e per coronare la lua pre-
Ziufità i Confratelli vi anno innalzato un nuovo, e bello Tabernacolo di mar-
mo, vago ,epreziofo, quale l'anno 1730. 16. del corrente, nella fella di S. An-
na, Monfig. Patriarca d'Alelfandria Carl'Ambrogio Mezzabaiba noltro Vef-
covo lo confàcrò , e con molte Mefle , che vi fi celebrano ogni giorno , e ce ile
funzioni decorofe , che vi fanno queiii Cor fratelli, rcfìa molte gloritìca'o il
Signore ,S. Rocco ,eS. Marta , de' quali Santi le necelebrano felle folenni .
Le dette Monache dell' Ordine dio. Benedetto ebbero il loro principio fino
l'&an<è
LUGLIO. 141
l'anno 1487. , f perche non avevano fico conveniente furono collocate in detta
Chiefa di S. Marta , imperocché le Monache prima del Concilio di Trento,
ron vivevanocon tanta proprietà di Religiofe, come dopo di elio Concilio,
che le reltrinie lotto Claui'iira. Dice poi Aur. Rolli in fuo litrumento rogato
l'anno i6io 18 Gennajo , come in quello giorno Monlìg. Michel Angelo Se-
ghizzi fopprelle il Moniitero delle Monache di S. Agollino della Chiefa di
S. Rocco nel Borgo di. S. Angelo per ellervene Solamente due, e fenza alcuna
proprietà di Moniilero, e prive della poiribilicà di farlela, e per quello il giorno
IO. delli detti mele, ed anno furono trasterite al MonifterodiS. Marta di Lodi .
Quelte due Monache furono Donna Giullina Sommariva , e Donna Vittoria
Maddaleni AttendolaBolognina . In quello Monilieio di S. Marta dimora-
rono le Monache fiii'all' anno 1595.30. Aprile, e poi reftò foppreflò il Moniitero ,
e profanata la Chiefa , come ho detto li ti. Marzo nell'Iltoria del Monilrero
di S. Benedetto , eia Chiefa, e Moniftero profanati fono (lati venduti a* Pi*.
Centuroni di S. Agoltino , che di prefentc gli allittano .
30 Monfig. Vefcovo Antonio Scarampo muore , e S. Carlo Arcivefcovo di
Milano viene a fargli l'efequie nell'anno 1575. p'ite del Vefcovo y e del Siinto .
31 S. Carlo dopo l'efequie (addette fubito fi parte da Lodi per la trifta nuo-
va d'elferfi fcoperta la pelte in Milano . Sua Vita come [opra all' anno 1570. /(,n>-
ta dal Giu[fani .
S. GERMANO Vefcovo d'Antifiodoro in Francia , fefta alla Parrocchiale
di Sena . Leggi fua Vit* nel Ribaderteira m' Santi itravaganti .
L'Imperadore Federico!, fi ferma col fuo potente Efercito nella Campagna
diCafliraga, ed arriva la fua armata ben numerofa da tutte due le parti del
Lambro ha a Sallarano nell'anno 1158. Monn.
AGOSTO,
^^^Sl AB. Vergine della Clemenza comincia a difpcnfaregra-
&j°^ zieinfigni a' faoi Devoti nell'anno i520. Sua IfioricL^
^ Sacra emanata dall' Autore di queUa
4 La MADONNA DEGLI ANGELI
le Chicle de' Francefcani .
fefta a tutte
1 Cittadini Lodigiani fi prefenta-ioa FedericoL , e gli
lignificano la rovina di loro , e l'ultima della Citta di Lodi vecchio , e lo fuppli-
cano a concedergli il Monte Ghezzone per fabbricarvi una nuova Città , ed ia
fatti il giorno fegucnic dell' anno 1158.
3 Che
t^i N G O S T O.
3 che fu in Domenica al dopo pranzo venne fu '1 detto Monte Ghe2;zone_,
picciolo promontorio , che in forma di penilbla forge (opra la riva dell' Adda ,
longi quad quattro miglia dalla rovinata Città, ove pervenuto, luccelfe un ac-
cidente , che da tu'ti fu ftimato augurio molto felice. Poiché eflendo il Cielo
moltoierenoinun baleno cadette una gran pioggia , che poco tempo durata
comparve di bel nuovo l'aria molto chiara fenzi l'ingombro di nuvola di al-
cuna forte ; onde ebbe Federico comodità di confiderare molto bene la qua-
lità del luogo, e giudicatolo opportuno per la nuova Città Io dilTegnò ,prei-
crivendole i fuoi confini , che Itimò convenienti , e dato nelle mani a' Confoli
Lodigiani, che erano in quel tempo Cofmo Morena, Arcembaldo Sommari-
va, Loterio degli Aboni , ed altri, uno Stendardo ; pretefe con quell'atto
d'inveitirgli della nuova Patria, confermando l'inveilitura con Imperiale Di-
ploma, nel quale fono regiitrati importanti Privilegi concedi benignamente
da Federico a Lodi , e Lodigiani , quale è inferito dal Villanova nelle fue If-
torie di quella Città, ed in oltre compiacqueli l'inoperadore di propria fua
roano gettare la prima pietra . Aknn. , e ViUun.
Alberico Merlino noftroVefcovo getta di fua mano la prima pietra delle
mura della rinovata Citta, nel cantone fopra la palude di Selva Greca apprelTo
Porta Cremoncfe nell' anno 1160. Mann. ,eptllan.
S. GAUDENZO Vefcovo di Novara, fefta alla Terra di Secugnago nel
Contado di Lodi .
Sua Ifloria circa il pguito dopo fua morte, eflratta dalla fua Vita .
Esfendo morto il Santo d'anni 88. inforfero per dargli onorevole fepoltura
grandi diflìcoltà fra i Novarefì , perche . vivente, aveva ma 1 fella to il
iuo cuore , che non defiderava altra fepoltura, che in una Chiefa, la qunle «ITo
diiTeriva a fabbricare . Perciò alla fine con unanime conlcnfo fu itabilito,
che non fi diicorefl'e più né di funerale , né di fepolcro , né di depofiio ael Santo
Vefcovo, ma che fi follecitailé a tutto calore la perfezione della Chicfa,e
frattanto il Iuo iantoCadavero reftafTe infepolto . Cesi fu eli quio , e nel ter-
mine di fei mefi reltò compiuta la fabbrica , ed il nuovo Santo Veicovo Agab-
bio, che era Ifato nominato dal Santo Paifcre defunto per iuo Succeifore , in-
timò per li 3. del mefe d Agufto dell'anno medefimo della iua morte 417. il
traiporto del fanto Cadavero,che fempre fi era coniervaio mcoiotio, an/à
odorifero , e difpenfatore di ftupendiflìmi miracoli , nella Chiela di ^utti i
Santi , mantenendo fempre la giojalità della faccia ferena , vaghcz/a di fronte
Angelica , colore vivo rofato delle guancie , e cinabro vivace tulle labbra,
anzi per tutto il tempo, che Itette iniepolto gli comiLuaronoacreictre le un-
ghie, i capelli , e !a barba , di forma che appena poteva crederfi che non fcfTe
ancor vi\o . Ed il Popolo di Secugnago, fic come aveva prt lo grano' afìctto,e
devozione al Santo quando in qutlto Villaggio operò tanti miratoli, e col-
le fue prediche lo confermò nella fama FeUe,iaiciaado vi buoni riccordi della
iua
AGOSTO. 145
fua Santità , come ho detto al 12. Gennajo, feloprefeper Avvocato fingolite,
ed in fegno celebra amhidue li giorni «cioè del 22. fuddetto quando palsò ali*
eterna gloria , e quello della fui gloriofilliraa Sepoltura nella nuova Chiefa .
Anzi perchè quefto Popolo reftallèinaggiorm'enre infervorato nella divozione
di quello Santo, Monfìg. Orcenfìo Vifconti no<iro Velcovo ottenne una diluì
Reliquia da Moifi^. Gio. BattHla \'ifconti fuo Frattello , e Velcovo di
Novara, nel tempo ,che intervenne alla (blennilIimaTranslazionedi elfo Santo
fatta dil detto Monfìg. Gio Battifta , ed il noftro Prelato la donò alla Cliiefa
Parrocchiale di quello Luogo , nel quile in quello giorno dell' anno 1711. (e ne
celebròunafolenniflìma fella per la prima volta che fi portò in procelfione ,e
fiefpofe alla pubblica venerazione, alla qual funzione conferì maggior ap-
plaufo la continova alfiftenza dello ftelfo nodro Prelato , portando elfo la
S Reliquia per tuttala procelTione. Il Cielo ancora per moftrare quanto gra-
dilTe l'onore, che fi offeriva ad un fuo gloriofo Cittadino, con puoca pioggia
hce fpnjzzar dalle nuvola la polvere , che per la gran quantità farebbe Itaca di
gran mfledia, e poi onorò, e rallegrò la fella coi fplendidiflimi raggi del Sole.
Per quifle Santo vedi ancora a 19. Gcnnaje informazione delia nofìra Cattedrale .
4 S. DOMEMICO , feda alla fua Bafilica .
In grazia di chi fin* ora non folle provveduto della mia Opera intitolata If-
toria Sieri de' Santuari dedichiti allaB. Vergine nella Città , e Borghi di Lodi ,
nella nuale difcorendo della Cappella del fantiflìmo Roiario di quella Bafilica,
riferifco ancora la fua origine , con quella breve informazione.
Sul principio della nafcenre Religione di S. Domenico i luoi padri furono
introdotti in Lodi da Monfig. Ottobello Soffiantino nollro Vefcovo l'anno 1220.
e colloca'-i alia Chiefa Parrocchiale di S. Giaccomo maggiore, finché l'anno
I2<jr. effendofi cominciato il loro Convento proprio, coli fi trasferirono, ove
fono anche di prefente , come il Borfelli Scrittore antico di quella Religione
nel fuo Libro intitolato Progenie di S.Domenico lib. i. cap. 47- » e 51., dice
anche come uno de' primi fuoi Fondatori fu il P. Fr. Raimondo Sommariva
della Nobile Familia Lodigiana, chepofciafu noftro Vefcovo , come dirò alla
fua Vita . Anche il Nobile Calilto Muzzani Decurione di Lodi l'anno 1522. fi
fe-'nalò.fibbricandovi quella parte del Monillero , che guarda verfo il fiume
Adda .qual' è di moka longhezza ; e Maffeo Muzzani fabbricò in Chiefa la
Cappella di S. Gio. Battifla , ora appellata di S. Raimondo , e la dotò , fondan-
dovi anche il Sepolcro di fe,edellalua Famiglia , come per Iflrumento rogato
da David Sablali8. Lugl'o i50i.,e l'anno 1582. fi principiò la Cappella del
fan'ifiìmo Rofario . Circa l'anno 1609. quella Bafilica fu riedificata, come
dall' Archivio della Città, alla quale trovo per prov vifione data lotto il j 1. Ago-
ftn d- elfj anno che le defignòlire trecento. L'anno 1730. detta Cappella del
fa^tifTimo Rofiiriofu rinovata con marmi tìniniirimi,epreziofiffimi , il di cui
valore afcenderà al'a fbmma di due milla Filippi in circa, la di cui bellezza,
e vaghezza contrihuifce molto fplendore anch' efla alla nofira Città . f^'eJi li
25 Al irzo a difrorfo di qucfìa Cappella quando fu levata y e Tiflituita la Statua a
quefia BaJìU.'J , tlje vnm U]fi:iati da io. Rdigitfiin circa .
j S.MA-
t44 AGOSTO.
5 S. MARIA DELt.A NEVE,reiJain Duomo, ove per il gran concorfo
de' Divori, che per il palfato venivano per acquiftare l'Indulgenza, limile a
nella della Porzioncola di Aflid, conceila a chi viiitava il iuo Altare , qual
,i prelcnte e quello del Ven. Conforzo , fi faceva in quefta Città un gran
mercato , o fiera . Vedi la citata Iftoria emanata da me , come fopra alli 4. corr.
Fella anche alla Chiefa di S. Romano de' Canonici Regolari Lateranefi,
dove ad onore della B. Vergine della Neve reità dedicata una Cappella parti-
colare ; come pure alla Clemenza fuori di Porta Cremonefe .
ì
Per la prima pietra del Duomo, oggi gettata, vedi fua Informazione alli
19. Gennajo .
6 LA TRASFIGURAZIONE DEL SALVADORE , fefla alla fu<L-
Cliicfa Parrocchiale Prepoliturale, detta anche diS. Clemente.
Sua Iftoria,
QUefta Chiefa deve elTere fiata una delle prime fr.bbricate colla rinovatft
Città, mentre viene nomjnata nell'archivio dello Spedai maf^giore da
Ballano Felato Notajo di Lodi in un illrumento di vendira d'unaCafa loiio
di ella Parrocchia, venduta da' Frati Umiliati di \''iboldone Diocefi di Milano
a' Frati della Carità di Lodi , e rogato l'anno 1202. 8. Agolìo. 11 Lodi ne*
luoiMS. aldifcorfo di quella Chieia dice: come da principio non ebbe la di-
gnità Prepcfirurale, ma l'ottenne Alberto Grilla Rettore delia flellii Chiefa da
Leonardo Stadiano Vicario Generale di Monfig. Carlo Pallavicmo noltro
VelcovocoU'ntervento del Capitolo, e nella Sacrillia Capitolare del Duomo
l'anno 1477. 10. Settembre ; e Michele Pallearo in fuo Strumento rogatoli
IO. Novembre 1575. dice che Monfig. Scarampy fece foppnmere da Barto-
lomeo Giorgio i'jo Vicario Generale la Parrocchia di S. Leonardo, e uni la
rr.eràa quella di S. Salvatore ; elofteiFo in un altro iltrum. rogato l'anno 1592.
aj.Marzodice : che in tal giorno, ed anao fu trasferita a quella Parrocch, ale
anche la Rettoria de'SS.Cofmo, e Damiano, come ne tratto li 27- Settem-
bre, giorno di quelli Santi Martiri, onde lì fcorge come que/la Cura poco
alla volta ha ampliato i luci confini , e s'èrefapiùcofpicua colla Prepoiìt uri,
graduata anche da duoi Canonicati nuncupati fenza refidenza .
7 S.GAETANO, fella in Duomo.
Dice il Morena come oggi nell'anno ii5i. elTendo alloggiato Federico L
Imperadore col fuo Efercito ad un luogo nominato Cerro , i Coiifoli della
Città di Milano, nemici dello ftelTb Imperadore , chiefero al Lantgravio, Co-
gnato di Federico, ai Duca di Boemia, ed al Conte Palatino, fratello dell'
Imperacore , di poter abboccarli con loro, e mentre 1 Milanefi , fu la fede
avuta, fi accoltavano a loro, furono fatti prigionieri da' Soldati del Can-
celliere deli' imperadore prelfo ilMoniItero di Ba^aolio , aon fapendo il Can-
celliere
A e O S T O. r4f
celliere l'accordato tra quelli, onde ne nacque una battaglia fanguinofa tra
i Milanefi, e Tedefchi colla peggio de' primi, molti de' quali furono carce-
rati nel Cartello di Lodi . Quelta Terra , o Luogo di Cerro , con Mele-
gnano, Calvenzano , VighizoUo , ed Agnarello erano di giurifdizione Lo-
digiana fino antichifrimamente , ma l'anno 1200, in una pace feguita tra i
Lodigiani, e Milanefi furono accordati al polTellb di quelli , come il Villaa.
8 S.ALBERTO ConfefTore, feda all' Annunziata .
Si dà principio a Porta Cremonefe , e fuccefllvamente alle altre Porte della
Città , a fabbricare i belli , e comodi Corpi di Guardia colle vetriate , e ftuiTe
per li Soldati prefidiarj nell' anno 1727.
9 Per la Confraternita della Morte diS. BafTano di Lodi vecchio vedi l'in-
formazione di queftaChiela li 19- Gennajo .
SS. FERMO, E RUSTICO Martiri, fefta di devozione alla Chiefa della
B- Vergine della Fontana , ed in molti luoghi della Diocefi .
T^ita ài quefli Santi , cavata da qudla fcritta da Gio. Battifia Rofati Carmo 1709.
S Fermo non fi truova che fia (lato Soldato, quantunque da alcuni Pittori
. fi veda dipinto a Cavallo con un Crocifillb in mano , ed un Re fotto i piedi,
e dall'altra mano una palma . Si può credere però che queftafia ftata un' in-
gegnola invenzione de' Pittori, perchè dipingendolo a Cavallo fignifica la
lua prontezza di combattere per amordi Gesù Crilto.ed ilgrand'amoreche gli
portava col tener il CtocifiiTo in mano, e dipingendolo colla palma fignifica la
coftanza nel ditendere la Fede di Gesù Crifto , per la quale confegui lapal-
madel martirio .
E' cofa certa però che il gloriofo Santo nacque l'anno 187. nella Città di Ber-
gamo della Lombardia dall'antichiilima famiglia Grotti, nel tempo, che re-
gnavano Diocleziano , e Maflimiano Imperadori , e crudeliflìmi tiranni, ne-
mici del nome di Crifto , e de' fuoi Fedeli . Arrivato S. Fermo all' età giove-
mie , ed intendendo le barbare perfecuzioni degl* Imperadori contro i Criftia-
ni , cominciò a dillribuire le Tue grolle entrate a' poveri , e lènza alcun timore
fi mife a predicare la noflra S. Fede . Queftopcnetrò all' orecchie di Maffimia-
no , che allora regnava in Milano , e per tanto comandò ad una moltitudine de
fuoi Soldati , che andalTero a Bergamo, l'incarcerallcro , e lo conducellero a
Milano. Per metter in efecuzione i comandi dell' Imperadore quelli fubito fi
poitaroQo a Bergamo , dove non trovarono il Saaco,ma bensì poco dillant&«
K dalla
t4(5 AGOSTO.
dalla Citt?i,ed i malvaggi rallklirono,e lo legarono con funi, e catene per ftrafci-
narloa Milano. In quello viaggio s'incontrarono in un Nobile Giovane chia-
mato Ruftico, congiunto di l'angue, e di profefllone Criltiano con Fermo, ed
jmmaginandofi che que' Soldati conduceUero il iuo Parente dall' Imperadore,
fi fece d'avanti , e dille che profelTava la lleffa Fede di Gesìi Crifto , che profef-
fava Fermo, e però che conduceflero pure all' Imperadore anch' egli fteflb,
come conducevano Ferma. Subito gli falcarono addoflb coftoro con pugni ,
calci , e baronate , e ponendogli un gran ptfo al collo lo legarono , ed ambidue
gli fecero camminarea piedi (ina Milano , dove furono confegnati alla cuftodia
d'un certo Anelino, Uomo peflìmo, e cacciati in una ofcuriifima , e puzzolen-
tiflìmapriggione. Il giorno fegucnte Maffimiano fi fece condur avanti Fer-
mo, e voltatofi ad effb gli dilTe : Molte cole di tè mi fono ftate riferite, quali
tutte io credo che fieno invenzioni de' tuoi nemici , e per quello ti ho mandato a
prendere , affinchè io fleiro ti pofTa conolcere. Allora Fermo intrepidamente
rifpofe. Signore fé vie flato detto che io fia Criltiano non vi anno detto la bu-
gia , perchè veramente lo fono , e mi glorio di adorare quel folo Iddio, che ha
creato il Cielo, e la Terra , e che nefl'una cofa gli èimpoifibile . Procuròpia-
cevolmenteil Tiranno d'indurre Fermo nel fìjo partito, ma vedendo che per-
deva il tempo , mandò a prendere anche Ruftico dalle Carceri , e fecegli fpo-
gliare ambidue , e battere con tanta furia, che in breve i loro Corpi gronda-
vano tutti di fangue , ma il loro fembiante però fi mollrava allegro in quell*
afpro tormento , burlandofi della rabbia , che contro di effi aveva prefo il Ti-
ranno . Furono di poi ricondotti alla prigione , dove Itettero alcuni giorni fen-
zaalcun riftoronè di cibo, né di bevanda, e di là cavati, furono nuovament»
tentati dall' Imperadore con minacele di Ipaventofi tormenti, fé non gli ubbidi-
vano , macoftantementerifpoferoche mai per alcun conto averebbero adorato
altro Dio , che quello , che condannava all' Inferno coloro , che adoravano gli
Idoli , e vi farebbe flato condannato ancor elfo fc non rinunziava alGentilefi-
mo. Diflelororimperadore: e periqual cagione mi rifpondete così ardita-
mente , lenza alcun rifpetto alla mia Imperiale Macftà ? Sin a tanto ( dilTero )
che voi non ci avete tentati a rinegare il vero Imperadore Sommo del Cielo , e
della Terra vi abbiam rifpettato , come dovevammo , ma ora fapiate che mai
viacconfentiremo , e fé voi vi confidate ne'voftri tormenti per farei ritirare
dal noftro propofito , noi vi afficuriamo che la miglior fortuna , che ci poffa ca-
pitare in quefto Mondo fi è il poter patire per amore di Gesù Criflo , che a for-
aa de' iuoi patimenti ha falvate le anime noltre per puro amor fuo . Nuove in-
duftrie cercò il Tiranno per fare che rinegaflero Crilto , e fecegli veftire d'abiti
pò m pofi , e preziofi , promettendo a loro ricchezze , ed onori fé gli ubbidivano ;
ma i Santi Martiri rifpofero : I voftri onori , e le voftre ricchezze nulla da noi
fono (limate a paragone della Gloria , che ci afpetta in P.!radifo , e quando pre-
fumefte di onorarci , fapiate che quanto più m terra accrefcerete la pena,
tantomaggior gloria goderemo in Cielo. Si accefe tanto di fdegno Maffi-
miano, che egli fteflb di fuamano neaverebbe fatta una crudele carnificioa
di loro , fé Anelino, permitigar in parte il di lui furore , non gli aveffe detto
che ad effo rirnetteffe quefta cura , mentre averebbe trovalo modo di fare che
jido-
agosto; 147
«dorafTero gl'Idoli , o cheqli averebbe tormentaci sì crudelmente ,ch? fareb-
bero Itaci di efemplo a chi non aveffe voluto ubbidire alla Matftì Impe-
riale ; e pertalfine gli far :)no congegnici . In quefto tempo doveva Anolmo
d' orciine dell* Iraperadore portarH a Verona per Tuoi intereHì , per tanto
comandò che i Santi Martiri folFero mandaci avanci , ed in quello viaggio
non fi può cosi facilmente fpiegare quante ingiurie, e totmenti paciffero per
tmore di Grillo .
Giunti chefuronoa Verona Fermo , e Ruftico furono dati nelle mani di Can-
carioPreietro della Città, e fubito gli fece legare .caricar di catenne,e conH-
nar in orribil prigione. Q.uivi , m:;ntre in contigue orazioni ii raccomanda-
vano a Dio , a mezza notte li uji un gran tuono di maniera , che fi credeva che
tuttala Città rovinafie . A quello romore Ivegliolfi Gancano.c facendo ri-
flcifioneche loltrepitofoJTe unfegno che a torto fodero condannati in prigione
i Santi , fi portò alla Carcere , e guardando dentro di efia per una feifura della—
porta, gli vide fciolti dalle catene , circondati da belliilimo fplendore , e ri-
creati da celelle armonia, che glorificavano il loro Dio. A tal villa redo
ibigottitoCancario, e cadde a terra tramortito , ma clTendofi miracolofimentc
aperte le porte della prigione, ufi.irono fuori i Martiri , e pigliando Cancario
lolevaronoda terra, ed avendo ricuperati i fentimcnti pregò loroafpiegaigli
la vifione . Fermo rifpofe che quella era itati opera di Dio omnipotente , qua-
le eflì adoravano, e che averebbe vedute anche più mirabili cofe ("e nel loro
Dio avelTe creduto, e tanto diffe, e fece il Santo , che indulfe Cancario a farfi
baccczzare con tutta la fua Famiglia . Anche il Venerando Procolo Vefcovo di
Verona, che per la pcrltcuziooc contro de* Criiliani ftava nafcotto in una_
Chiefa apprelTo la Città , attendendo al fuo gregge Cristiano nella miglior ma-
nierache poteva , all' ora fenza alcun timore G portò da* Santi Martiri per aui»
marli alla foff(;renzadel martirio , che Itavaa loro imminente .
Dopo tre giorni entrò nella Città Anolino , e mandò a cavar di prigione i
Santi Martiri , e fattifili condurre d'avanti, dilfe loro; Siete qua fratelli miei
caridimi ?conofcendo io la Nobiltà del voftro l'angue, la voftra grazia, e pru-
denza procurai d'acquierare lo fdegno dell' Imperadore , dicenuogli , che la-
fciailè a me la cura di voi , e che mi farebbe dato l'animo di larvi cangiar pen«
fiero , onde per quel grande amore , che vi porto , vi eforto a rinegar quel Dio ,
che confelVate , e di non perdere a forza de tormenti la voltra vita in età cosi
giovane. Rifpole Fermo : O iftrumcnto del Diavolo, o nemico del vero Dio,
e non fai che più imm'co farei cell'anima mia ,edel mio corpo (è preflaili orec-
chio alle tueciancie, che cercano lolo di privarmi dell'amicizia del mio Si-
gnore? Alloradille Andino: A noi non conviene più rifpondere con parole,
xna Cfjl fuoco, e comandò eh e fodero Ipogliati nudi alla lua prelenza , e che ia
terra fodero diftefe molte L me infuocate , ed ancora molte punte di ferro , ac-
ciò le lame gli lagliadero, eie puntegli trafigetlero, facendogli più, e più volte
voltare , e rivoltare iopra di elle. Soffrivano i S.mti Campioni ci Cnfio
quc' tormenti con fommo contento, ma Anolino arrabbiava vedendoli Ilare
lopraque' ferri tanto allegri, come fé folfero Itati diftefi l'opra di un dilicato
letto, e per maggior islùgo del luo furore comaDdò che l'oife acgelo un graa
K 1 iuo-
14» AGOSTO.
fuoco , e dentro vi fofTero gettati . Iddio però , che proteggeva I Tuoi Martiri,
fece che quelle fiamme fi divideflero , né gli offendeirero , ma crefcendo il fuo-
co, piuttofto offendeva li circoftanti , quali , temendo d'clTere abbruggiati,
fugirono, reflando liberi i Santi Martiri. Anelino poi, che tanto s'era van-
tato coli* Imperadore di potergli indurre ad adorare gU Idoli, e con tutte le_
fue arti nulla aveva potuto confeguire , agitato da mille penfieri, ed ango-
fciefi voltò al Popolo, e diffegU: fapiate che quanto è feguito per coltoro
il tutto è ftato per arte magica ; e mentre più s' affaticava a (ereditare i Santi ,
anche quelli fi facevano beffe di lui , e non potendogli più fbfferire gli fece con-
durre fuori di Città vicino alla ripa del fiume Adice, ed ivi furono decapitati,
il che feguì come oggi dell' anno 307. della nolfraialuie , e quelli Santi furono
de' primi , che fi convertiflèro a Crilto per le Prediche di S. Alelfandro Martire
Suando fi trovò in Bergamo, come dice Fr. Geleftino Cappuccino nella p. 2.
eir Iflorie di Bergamo .
Qjui però non lini la malignità d' Anelino contro de' Santi Martiri, per-
chè comandò che i loro Cadaveri non folfero feppeUiti, ma bensì abbrug-
giati, affinchè neffuno potelfe dare loro conveniente fepoltura ; ma Iddio
difpofe diverfamente , perchè Gancario , il quale per la morte de' fuoi
Maeftri era tutto doglioib , ulc'ila notte feguente in cerca de' fàgri Corpi
per feppellirgli fegretamente , e giunco al luogo dove erano (tati martiriz-
zati, vi trovò anche duci Giovani Bergamafchi parenti de'Smti Martiri»
che dopo d'avergli feguitati da Bergamo a Milano , e di là a Verona per ve-
dere il loro fine, anche loro andavano penfando come feppellirgli . Or
mentre tutti e tre conferivano affierae , comparvero all' improviio fettc^
vernini , che ufcirono da una Nave venuta per il detto fiume Adice, nori^
conofciuti da loro, veftiti d'abito da foraftiere, e fpiegarono alcune lenzuo-
la bianchiflìme , che feco avevano portate , fenza che quelli tre gli facelle-
ro alcun oftacolo , dicendo con lagrime . Guai al Popolo di quefta Città,
e Contado . Beati qua eligifliy & ajjumpftfii habitabunt in atriis tuis ^ gli
levarono , e potatigli nella Nave , in breve tempo difcomparvero dagli
occhi loro, lafciando i tre meftiffimi , che non poterono fapere né purt^
dove foffero portati, finché Iddio non lo manifeftò in queflo modo.
Un certo Gaudenzio figliuolo di Terenzio mercante della Città di Capre
neir Iftria, che col Padre folcava il Mare per farfi pratico de' viaggi e di
mercantare , fu in un fubito affalito , ed opprefTo dal Diavolo, che trava-
gliandolo malamente , per la bocca dell' OffefTo gridava : che da nefluno
farebbe flato fcacciato da quel Corpo , fuori che da' Santi Martiri Fermo ,
e Rullico . Non intendeva l'afflitto Padre quello che dicelfe lo fpirito infer-
nale, non avendo notizia alcuna de' Santi, né meno dove fi trovafl'ero, e
per tal cagione molto gli crcfceva il cordoglio , pure Ci rifolvette di con-
durlo in diverfe parti del Mondo , non perdonando nò a fpefe , nò a fatica
alcuna per poter trovare i Santi Liberatori . Finalmente quando piacque
al Signore arrivò ad una Città chiamata Precone, o Predone, come dicono
altri, nella Provincia di Cartagine nell' Africa, dove fi trovavano quefli
Saoti, e conferendo con alctiai il fuo travaglio » fu configliato a condurre
41
AGOSTO. 149
il fuo Figliuolo al loro Sepolcro, dal quale l'orti vano tante grazie. Non
i'rappofe alcuna dimora a condiirvelo , e fupplicandogli Utantemente di li-
berare il l'uo Figlivclo dalla podeftà del Demonio , al fineGauieiJzio ac-
collato, e toccato il fepolcro de' Santi , ottenne la lofpirata grazia, benché
Padre, e tìglivolo folTcr* Pagani. Quantunque però tbll'ero di Religione^
inledele, venne loro gran vcrglia di veder quelli Corpi , e furono conten-
tati coir aprirgli il Sepolcro , nel quale furono trovati coperti d'alcune_
cole odoritere, e vicino a loro un Breve , colle parole fegucnti : Fermo, t
Rufitco furerie dccaj'itati fuori delle mur^ di Itrona apprejjo al fiume Adtce ,
folto e hnfitadore Alajjtmiano , ed Anolir.o [uo Con/ìgUcre , dove in qui tempo
iT.ì f'if.ovo Procolo. Ricevuta grazia tanto inllgne, per moftrarlene grati
fi fecero illruire nella Fede Criitiana, e colla loro Famiglia fi fecero Bat-
tezzare. Ma tanta fu la devozione, che Terenzio prelè a'Santi, che giu-
dicando anche di poterla accrefcere fé gli avelie portati alla fua Patria,
gli levò lalccltamenie , ma devotamente di là , e ponendogli in una Nave
gli condullero a Ca^-re, qual Città rellò molto onorate nell' acquilto di un
tanfo Teforo, e gli appreltarono onoratifTimo Depofito. Altri dicono che
non gli tcgliellero furtivamente , ma che pagalTero quantità grande di da-
r.ari per averli dalla Città di Precone .
In Capre iurono tenuti in f( mma venerazione per molto tempo, dopo
del quale Iddio volle che quelti Santi folfero riconofciuti , e riveriti in-
queil'ilteflò luogo, dove erano Itati come malfat;:ori , derifi , tormentati,
e martirizzati , perchè diicefe lopra de' Veronefi un orendo galtigo, e fu
che fi leccarono di maniera l'Adice, i fii^mi , le roggie, fontane, pozzi, e
elicerne delle Città ,e del Contado , onde la tetra s'apriva , e divenendo (te-
nie , riouUe i mileri Veionefi a non trovare per il loro vivere né grano,
ne erbe per le beltie , e quelta fìcità , ed arfura fu fenza paragone peg-
giore di quella a" Elia , perchè fé ella durò tre anni , e lei meli , que-
lla ui Verona durò diecifette anni , benché altri dicono fette . Alla Ite-
rilita di quelti tempi , ne quali mai cadde una picciola pioggia , o rugia-
da dal Ciclo, fcgui una fame crudele, edalla fame una orribile pelle , che
bene fpello amniazzava le Perlone all' improvvifo , né fi trovava alcuno,
che le feppeUillè , perchè tino il Padre, e la Madre fuggivano i figliuoli , e
letig.iuoie,equeUi,equeltci Padri, e Madri ; i Mariti le Moglj , e le Mogij
i loto Manti . In qucfto deplorabile , ed infelicilfimo fiato lagnandofi i Vero-
Defi , non celTavano di pregare il benignillimo Signore , il quile mollò per
fine a mifeticordia, rivelò ad una Vergine devoti>fima, di nobili natali di
quella Città, chechiam.avafi Maria, la quale in continue orazioni, e peni-
tenze offeriva fé i-.clla in olocaulto per i peccati della Patria, che le i Ve-
roiicli volevano uiciie da tante miferie andallero cercando dove fi trovaf-
fero 1 Corpi de' Santi Fermo , e Rullico , e gli riportaifero onorevolmen-
te alia loro Città , nella quale erano (tati martirizzati . Partecipò que-
fla rivelazione ad Annone, allora Vcfcovo di Verona , e tuo Fratello, il
quale la meuefima noue aveva ricevuto lo Iteiro avvilo dal Cielo , mentre
iatcva orazione per il l'uo afflitiilTimo Grege, e perciò iurono incontineu-.
15© AGOSTO.
te fcielti Uomini prudenti, e dabbene, che andaffero in cerca de' fieri Cor-
pi, da' quali dipendeva la loro rof'pirata lalute . Dopo molte diligenze^
li ritrovarono nella detta Città di Capre , e con molta loro allegrezza
ritornati a Cafa , riferirono il tutto a' Cittadini , aggiungendovi che quelli
di Capre non gli volevano cedere i facri Corpi , fé non gli sborfavano tan-
to oro, quanto aveifero pefato . Si mite Maria a cercare per la Città quan-
to baftava per avergli , e tutti i Cittadini andavano a gara a contribuirle
quanto avevano , da che erano afficurati che col ricevere quelti in Città av-
rebbero ricevuta la liberazione dalla ficcità , e dalla pelte , e poi di co-
mune confenfo , con altri Cittadini , fu eletta Maria per andare a rifcuot-
tergli. Arrivati a Capre, e llabilito il contratto, avvenne per miracolo,
che pefandofi i fagri Corpi , conforme la convenzione fatta , furono trovati
tanto leggieri, e di cosi puoco pelo , che non vi fpefero la minima parte
di quello, che fi credevano. Fece fubito Maria imbarcare i Santi Corpi,
e fi parti per Verona, ma appena fu {"piegata la vela della Nave , ed in-
traprefo il viaggio, i Capreli avendo fatta riffleffione a quanto poco avef-
fero pefato , giudicarono che ciò folfe avvenuto per qualche frode di Ma-
ria ; e però fubito fi mifero a feguirla per levarle i Santi Martiri , delchè
accorgendofi ella quando le gli vide apprelfati , fece umile, e devotilfima
orazione al Signore , ed impetrò che la fua Nave prendefle il volo , ed in
brevillimo tempo tanto s'allontanò, che gli perdette di viltà , giongendo feli-
cemente alla Patria, nella quale furono accolti con lietiihmo applaufo, e
folennilTima Proceilione. Quclta appena gioiife nella Chiefa, dove fi dove-
vano colocare i Santi , che lubiio ( o bontà di Dio ! ) fi udì un chiaro tuo-
no, fi vide ofcurarfi il Cielo con alcuni lampi, ed in un lubito cominciò à
piovere , ed in tanta copia, che riftorò i Cittadini, e per compimento del-
la grazia celsò anche la Pelte . Segui tutto quefto l'anno 775. iz. di Maggio,
pcrioche grati i Veronefi di tanti beneiicj fabbricarono in Città cinque Chic-
le a' Santi loro liberatori , e molte altre nella loro Diocefi , e ne erefTero
anche una in grazia della detta Maria , e le diedero il titolo di Maria_,
Confolàtrice .
Fallato molto tempo s'invogliarono i Bergamafchi d'avere quefti Corpi
de' Santi Martiri loro Concittadini, e però certi Mercanti, che pratticava-
no in Verona fecero amicizia con quelli che gli avevano incuftodia , e tan-
to operarono ieco, che infieme di elfi levarono di nafcofto anche il Corpo
di S. Procolo,già detto, Velcovo di Verena, e gli trasferirono alla loro Città
di Bergamo nell'anno 87J. (altri dicono 855.), e fegretamentc gli feppel-
lirono in una Selva chiamata di Plorzano , oggidì S. Catterina , per il'chi-
vare i romori co' Veronefi. Stettero quivi nafcolti , e fenza venerazione
19(5. anni, o come in fatti, perchè quelli , che fecretamente ivi gli avevano
feppelliti erano morti lenza manifeltargli ad alcuuno ; ma Iddio gli Icopri
finalmente per maggior gloria fua , e di quefti Santi .
Eilendo Vefcovo di Bergamo Monfig. Gerardo , occorfe che una Donna
ifpintata chiamata Salvatica, era travagliata dal Demonio in maniera, che
andando , e fcorrendo , or ^uà, or là, lenza che fi poielfc ractenere , capuò
in
AGOSTO. lyi
in detta Selva, nel luogo appunto dove erano nafcofle le fagre Reliquie,
lopra delle quali pjltifi a ledere, fu in un lubito liberata dalla dibolica_,
molelHa . Saputali in Città la maniera della di lei liberazione, giudicò il
V'cfcovo che ciò folle avvenuto per miracolo, per tanto (e n'andò a quel
(ito , accompagnato da molti , e diede ordine che ivi fi cavalTe la terra , dove
con grandiiUmo llupore , ed allegrezza univerfale ii trovò un Arca di pie-
tra, nella quale, levato che fa il coperchio, fi trovarono elTcrvi ripolH i
tre Corpi Santi di Fermo, Rultico, e Procolo , da' quali ufci fragrantillìmo
odore, ed apprellb a' loro Capi era una cadétta di marmo piena d' acqua_,
chiara, ed odorifera, che guariva molti Infermi, jd in ilpezie giovava alli
Leprofi , e fu trovato anche un fiore , che ftava fopra l'acqui ; e fuori dell'
Arca era feri to , come ancora di prefente fi legge quelt' Epitaho :
j2'« giacciono i Santi Corpi dt Fermo, e Ruffico Cittadini Btrgam.ifhi , quali
furono d.-caf itati a f^erona vi:ino alla ripa del fiume Adice [otto Aiajjìniano
JnperaJore , ed inolino fuo Confìgliero , & Procolo Vcfovo , il qual effendi»
ancor lui Santo comandò ntll^ eflrcmo dslla fua vita d' efpre rinchtufo mllcL^
tnrdifhna Arca. Qudnro grande folle l'allegrezza del Prelato, e di tutti i
Cittadini , quando viddero , e conobbero che fi erano trovati quelli fuoi
Santi Concittadini , cialcuno fé la può immaginare, ed affinchè fodero ve-
neraci in luogo più decente, ben prelto fu fabbricata al loro onore una Chie-
fa poco dillante da dove erano Ilari ritrovati , alla quale furono trasferiti
con Iblenne Proceflìone , e da quella furono poi levati da S. Carlo Arci-
vefcovo di Milano in atto della fua vifita Appoilolica , e ripolti nella Cfaiela
maggiore l'arino 1575. a' 22. Settembre.
Alcune gra-ùe di qucfii Santi Martiri , efiratti dagli Autori di Jopra citati.
L'Annno 158J. nel mefe d'Agollo lavorando in un Campo un certo Con-
tadino da Cenate della Valle di Trefccno , per il caldo eccedi vo, che
laceva , e per la fatica venne ad uro de' fuoi buovi il malechiamaro Pifcia
fangue , ed edcndo per quello caduto morto, il Contadino voleva fcorticar-
lo , ma fu tiprelo da un fuo Fratello , e confìgliaco a conHdarfi in Dio, e
nell' interceflione dc'gloriofi SS. Martiri Fermo , e Rultico . Tutti duoi
d'accordo fecero il vi^to a' Santi , e vifiiarono la loro Chiefa in lierzio, e
per li meriti di edi la mattina fegueote iii trovato il Bue fano , che andava
f a isolando .
L'anno 1589. un Uomo da LefFo nella Valle ci Gandino fenciva un dolor
infutfribile per un ferro, che le gli era cacciato nelle deta delle mani , e con
tutti i rimedi naturali, mai potè nello fpazio di lei mefi Icn'ir un puoco di
miglioramento, anzi che i Medici Io davano per morto. Prele però molta
coiitidenza in quelli Santi , e fece voto d' andar a vifitare la loro Chicia^
del Luogo fuUctio di Borziu . e fubito fatto il voto fu rifanato .
Avendo un Uomo della Valle Camonica un figliuolo mutto di dodici an-
ni, l'anno I6o^ le n'ancò per fua devozione ai ccuo luogo col fuo figliuo-
lo per viiiure i Sunti e Uopo d'avervi leniito Mellù , ii Multo dima^^dò il
K 4 daaa-
1J4 AGOSTO.
danaro al Padre per far celebrare una MelTa a quefti Santi , e poi fempreJ
in avanti parlò, con i'omma allegrezza de' parenti , maraviglia di tutti, e
per maggior gloria di Dio , e de' fuoi Santi Martiri .
Conducendo un Contadino un Cairo da due ruore con un pajo de buovi
per la ftrada vicina a detta Chicia fopra un alta , e precipitofa ripa , eflen-
dofi meffi HI fcorfa i buovi cafcarono giù , e vedendogli il Contadino a ca-
dere, gridò S. Fermo un voftro, e un mio : Intendendoli le gli buovi non
fi ammazzavano nella caduta, uno ne prometteva per voto al Santo, e l'al-
tro l'averebbe tenuto per sé. Detto, e fatto quello voto, vidde che iii_
quella si precipitofa caduta , per l' interceifione del Santo, i buovi erano
reltati vivi, e fenza nocumento alcuno, ed il carro intiero, onde, venduto
il più bello , offerì il prezzo di quello alla Chiefa vicina dedicata al Santo.
Per fine voglio raccontare ancora quefto , riferito da Fr. Celerino Cappuc-
cino neir Iftoria di Bergamo par. 2.
Mentre per ordine d'Anolino i SS. Martiri erano condotti da Milano a Verona,
paflarono per Caravaggio, nel tempo che i Caravaggini in numerofa fchiera
accompagnavanoun morto alla Sepoltura . I Santi fecero fermare quelli , che
lo portavano, e dopo breve orazione comandarono al morto nel nome di Gesù
Grillo , che riforgelfe vivo dalla barra , e nello ftelfo tempo feguirono due
miracoli: Uno le funi , che tenevano legati i Santi li fciolfero , e le maniglie di
ferro cadderono a terra , onde poterono alzar le mani , e legnar il morto ; l'altro
miracolo fu, che il morto riilifcitò vivo, e lubito fi mife a confeilare Gesù
Grillo per vero Iddio. Rellarono attoniti i Caravaggini a si llupendi mira-
coli , e molti di loro li convertirono alla Fede di Grillo , ed in procelTo di tempo
accettarono quefti Martiri per loro Prorettori, ed erellèro a loro onore il fon-
tuofo Tempio. Rellarono però confuli ed arrabbiati i Sbirri, che prima tene-
vano legati i Santi , quando li vidderoimprovilamente fciolti, e gridarono che
quelli non erano miracoli, ma|incantefimi,e di nuovo gli leggarono con più forti
morte, e feguirono il viaggio a Verona , dove i Santi confumarono il loro
Martirio , e volarono alla gloria del Paradifo .
Molrillime altre grazie, e miracoli anno operato a favore de' fuoi Devoti
quelli Santi Martiri, come ne teltificano le tante tavolette appefe avanti le
loro Immagini, o Statue, ed in particolare di S. Fermo, il quale, oltre tanti
Paelì dove e tenuto in fomma venerazione , anche da' Lodigiani è molto olfe-
quiato , come nella Chiefa della B- Vergine della Fontana , poco diltante dalla
Città, in quella di S. Balfano di Lodi vecchio, ed in molte altre del nollro
Contado, ma particolarmente nella Chiefa di S. Agnefe, dove fi efpone una
fua Reliquia .
IO S. LORENZO Arcidiacono , e Martire , fella alla Bafilica della fua
infigne Collegiata .
IJioria di qu-fla in/ìgne Bafilica .
Sino nella vecchia Città trovavafi quella Chiefa Collegiata col fuo Prepoflo,
come fi legge in una fentenza di Moni. Vefcovo Arùerico Vignaci , feguita
poco dopo la penultima demolizione della Città l'anno mi. ,in occafione che i
fuoi
AGOSTO. 15?
fuoi Parrocchiani prcfumevanodifcacciareil Prepofto, e Canonici dal pon'elTo
d'uno Spedale colia Chie(a annella, dedicata al S'anco Sepolcro , ed alla S. Croce,
come dice il proprio Archivio ,e comi: racconto nella vita del B. Giaccomo
Oldo . Diflrutra poi affatto la vecchia Cina , e feco pure quella Chi eia non
rimanendovi di prclcnte altroché il nome del Santo , dove ionomileri avanzi
della Iba antichità , co' di lei effetti; rinovata poi la Città ,rilorie anche queita
Chiela , e Canonica , fpiccando in ella Uomini illuftri ,che la onorarono , come
un Bernardo de Talente Canonico , ed Egidio dall' Acqua Prepoflo , creati
noftri Vefcovi ,come riferirò alle loro vite. Non godevano i Canonici l'infe-
gna dell' Almuzia, tutto che foflè cosi antica , mala confeguirono d;il Pontefice
Paolo V. l'anno 1607. , e come in quella mattina d'elfo anno fu diltribuita ad
ogn'unodi loro da Monf Lodovico Taverna, dopo d'avervi celebrata la Mcffa,
avendovi anche fatto un breve difcorfo (oprali fignihcatodellemedehme, come
tiene il Lodi ne' MS. della Libreria di S. Filippo , e varie altre notazioni .
Anche la Chiefa col procelfo del tempo è reftata più onorevolmente qualirìcata,
perche dopo di eflère fiata riedificata Monf Velcovo Clemente Gera la confa-
crò l'anno i6i6. li 25. Novembre , benché l'ufficio fuo, colla Felta fi celebri
li 26. fuddetto per decreto del V'efcovo , ed elfendo flato codrutto di finiifimi
marmi il Tabernacolo coli' Aitar maggiore , f'ubito da Monf. Ortenfio Vifconti
fu con (aerato l'anno 171 5. li 29. Dicembre, come dalle fueril petti ve, ifcrizioni,
che inelfa Bafilica fi leggono , e fecondo il fuo Martirologio . Quivi fono dieci
Canonici , quali con alcuni Miniftri fervono lodevolmente Iddio ; ed a quella
infigne Bafilica , per ultimo , conferì maggior ludro il Prepoflo moderno,
mentre nel (uo primo ingrelfo nel Coro l'anno 1728. a' 15. Dicembre fu il primo
che faceffe la (uà decorofa comparfa con Rocchetto , e Cappa magna per pri vi-
leggio de elfo impetrato.
Per riinmagiiie della B. Vergine della fua Canonica vedi io. Settembre .
II Un Eccellente Pittore di quefla Città, che dimora fotto la Parrocchia
di S. Biaggio muore repentinamente (otto il portico della (uaCaià, facendofi
radere la Barba , nell'anno 1642. Not. del Bdìz. e tradizione v/rrùMe comune.
Il S. CLARA Vegine, feflaa'duoi Moniflerj di Monache di quello titolo.
IJloria del primo Monifliro appellato S. Chiara vecchia .
LA Nobile Flora Trelfena (j) fabbricò queflo Moniflero , ed Antonio Fi(T5-
ra^.i Primario di quella (^ittà , e di lei manto gli i'cce la dote (/*) circa
l'anno 1309. e Monf Velcovo Egidio dall'Acqua () v'intrudulfe leMonaclie
dette da noi comunemente di S. Chiara vecchia, le quali dovevano già elfere
in Città, mentre trovo nella vira di S. Alberto che una AbbadefTa, poco dopo
la morte del Santo , ottenne una grazia , che io rif'eriico nella lua vita . Q,ueile
profellano la piìi antica Regola de' Minori Conventuali di S. Francelco
d'Alft-
( a ) Vtllan. ( * ) Lodi ne MS. Comm . di Fijiar. ( e ) FJta del Frfovo . ^
1^4 AGOSTO.
d'Ailifi. ed inpremiodellainviolaca oilervanza di efla il Duca di Milano Fran-
cei'co I. Sforza conceire (4) a loro molte eienzioni d'aggravj , d'imbottati,
da'Dazj alle Porte della Città, e per dodici oncie d'acqua della Muzza per
adacquar i terreni del loro Moni Itero l'anno 1450.21 Dicembre, ed in numero
di 35. Monache in circa vi dimorano fervendo al Signore in Tanta purità de
coftumi ,e Itretta ollervanza della loro Regola fotto l'ubbidienza del nollro
Moni". Vefcovo .
IJìoria del frcondo Moniflero appellato di S. Chiara , 0 Clara nuova ,
ftcondo il fuo Archivio .
BEttino da Lodi lafciò una Cafa fituata nella vicinanza diS. Lorenzo , volen-
do che ne fotreufufruttuana Amadma Tua Moglie mentre viveva , e dopo
re tollero padrone la Miniltra , e Suore della Cala che chiama vafi di S. Elifa-
betta figlia del Re d'Ungaria del Terz' Ordine di S. Francesco , con patto che
follerò dirette fpiritualmente dal P. Guardiano dell' Ordine de' Minori di
S. Francelco , eia Regola, che quelle Suore , appellate della Penitenza , olTer-
vavano, fu comprovata dal Pontefice Pio II. l'anno 14.59. li iz Giugno , come
conlta per lua Bolla . Qjaindi li inferiice almeno il tempo, che cominciarono a
vivere lotto la dttca Regola , fé per la fcarlezza de' documenti non fi può mfe-
rireil principio della loro unione, come che, tempo prima che Bettino lalcialTe
a loro la Cala , giàdovevano conviver aflieme per lervire al Signore . Che poi
dopo la mone di Amadina non folo , ma ancora ella vivente andailèro ad abitare
la Cafa làl'ciata, a loro conila dalla citata Bolla, perchè prefe l'Abito delle
Suore , e feco viveva in quella Cala , che era lotto la detta vicinanza di S Lo-
renzo . Quella Cala, o fuireMoniitero per meglio dire, al prefente è di Cu )i
Padroni, il March. B.irtolomeoCalderaii da Milano, ed il nobile Docurione di
Lodi Capit. Gaetano Maldotti ; confina colle mura della Città , al di fu(>ri fu'l
muro ha dipinto un Ecce Homo , e dentro la Pona nell' ingrelTo alla liniltra fono
dipinti i SS. Bernardino da Siena, e Nicolò ; Approvano quello mio difcorfo
la collante tradizione verbale, la detta Bolla diretta all'Arcidiacono , ed a_.
Romano Barni Canonico della Cattedrale delegati Appoltolici , ed il ViUanova,
che neir Iltorie di Lodi dice al mio propofito ,, Che nell' anno 1439 come in
,, numero di venticinque le Serve di Dio del Terz' Ordine di S. i*rancelco
„ abit avano in unaCafadetta di S. Maria Elilàbetta figlia del Re d'Ungaria,
,, dentro , ma contigua alle mura di Lodi , molto incomoda , ed angulta , e poco
Vana per la qualità del fito, ombrofa , e fredda, ma coli' autorità del Sommo
Pontefice Pio II. , m-olto ben informato della virtù , e bontà di quelle Vergi-
nelle , furono provvedutedi migliore , e capacilfima abitazione nel luogo,
che al prefente dicefi S. Chiara , pallata in Monittero , e crefcendo tuttavia
„ la fama della loro oll'ervanza fi moltiplicarono fino al numero di cento, e
,, vivendo di iòle linnofine,e profellando la Regola della ilcOaS. Chiara erano
„ d'elempio a tutta la Città , ma polcia mancando loro il ioltentamento per
„ tanto numero furono ridotte da' loro Superiori a loie cinc]uauta,> Come poi
le
( <? )r- Ruò. della iMuz.^a^. 16^.
»»
»»
AGOSTO. »jy
le ftefTe Verginelle fi levafTero dalla fuddetta Cafa della Parrocchl ile di S. Lo-
renzo , e fi pòrtaflero là , dove fono al prefente , iegue il loro Archivio, dicendo :
L'anno 1470- 7 S'ertembre , come per iftrumento rogato daFrancefco Le-
mene Notajo di Lodi , Martino CalTini comprò tutta l'Ilbla per quelle Mona-
che , ove fono al prefente nella vicinanza di S. Leonardo , ( la qual ora e di
S. Biaggio) e ne fece loro donazione, ergendovi la Chiefa , e Momlteio
,. di S. Chura , dove fi trafportarono , e per quello beneficio furono aggravate
d'una Mellà cotidiana, e di leggeri Legati, come di vilitare il Sii. bagra-
mento , d'andar in proceffione per il Monjllero recitando i Salmi D.pro-
,, findis y e Mifmre per l'anima fua tutti i Sabbati di Q,'jarcfima ,, Ei
affinché con armonie di voci , ed Hlromenti lodalTero il Signore , Alberto Ago-
ftano Preposto de' SS. Naborre , e Felice , e Canonico della Cattedrale di Lodi ,
e di più Canonico Ordinario della Metropolitana di Milano, ficcome aveva
donato loro un Organo , lafciònel fuo tellamento , rogato da Criltoforo Sacco
Kot-ijo di Lodi l'arno 151(5. li io. Marzo , anche lire cinquanta , atlìne di fado
aggiullare , ed il nobile Califto Muzzani creato Decurione di Lodi l'anno i49Z.
a fue fpefe fabbricò l'infermeria del Moniftero, ed Antonio Agoltino dell' iltelfa
Nobile Famiglia, nel fuo teltamento rogato da Cnltofero Bignami li 2. Set-
tembre 1596 , col lafciare che quivi foflefeppellito, vi fifsò anche un capitale
di lue tre mille per la fundazione d'una Meflà cotidiana i il tutto come da MS.
di effa Nabililjìma, Cafa .
VilTero poi fcmpre fecondo le Regole del Serafico P. S. Francefco , che-
profcllano la fanta Povertà , ma perchè co'l procello del tempo dentavano a
trovar limofine fufficienii per poter vivere fenza entrate , ottennero dal
Pontefice Giulio U. l'anno 1509. li ió.Febbrajo la facoltà di far acquilli, e di
poiredere ogni forra de beni , co' quali al prefente fi mantengono quaranta
Monache , e le ve n'entrano alcune di più , pagano anche cento icudi d'avvan-
taggio, oltre li lolita dote fpirituale dell'altre.
Fra quefte faranno fempre di gloriofa memoria alcune , che furono , e fono
tenute anche al prelènte in diltinta venerazione .
Narrafi di Suor Barbara da LodiMonacha, ed Infermiera , conie un giorno
mentre lafciò di parlar famigliarmente col noltro Redentore Gesù per andare
a (occorrer' un' Inferma , ritornando pofcia alla fua Orazione di prima ,
ritrovò ancora lo Spolo Gesù, che vifibilmente l'afpettava.
Di Suor Cortania Riccarda da Lodi , figlia di Elifibetta Cadamofta (come
il Lodi ne' MS. coment. litor. de' Cadaraolti ) la quale dopo d'aver menata
una finta vita pafiò alle nozze dello Spofo Cjlelte , circa l'anno 1459. La di lei
Immagine fi vede dipinta nella Chiela ellenore nel muro alla antta dcll'in-
grello, colla telta ornata di raggi , ed e venerata per B^atanelSin. j.a p-94.,
ne' MS. del .Medici, enei noftro Martirologio il giorno 9. del m,4e di Luglio,
nel quale fé ne fa degna commemorazione .
Di Suor Minlueta Sommariva Lodigiana Vergine infigne , la qual un-,
giorno avendo fommo defideriodi ricevere il SS. Sagramentodell'Eucareliia,
non elFendovi alcun Sacerdote che glielo miniltralTe, le comparve un Angelo
a far quell'Ufficio facrofamo; come feri ve anche Moaf.Fwnceico Oon^-ig*
di
r^g AGOSTO.
de Grig. Strapb. Rdig. Frane. p. %. de Mon. S. Clara Laud. citato ancora dal Vil-
lan. , oltre l'Arch.
Di Suor Veronica Sommariva , parimente Lodigiana , Vergine in quefio
Moniftero , dotata di tutte le prerogative di Santità , che più volte parlò a fac-
cia a taccia con Gesù Crilto . f-'tUan. oltre TArch.
Si cominciano a mettere i Raftelli alle Porte della Città , ecingerla di mura
dove mane ano , ed a lari terrapieni nell'anno i<53j. Not. delBtnz.
jj Martirio di Giufppe Cirefa Cittadino Lodigiano .
C'^TureppeCirefa della Città di Lodi figlio di Carlo , battezzato nella Chiefa
I Parrocchiale deiri:i{ìgne Collegiata di S. Lorenzo. nato da baflb lignaggio,
ina tanto più s' è efalrato egli col iuo fpirito da valorofo Cattolico. Daian-
ciuUo appreferelercizio da Barbiere , poi crefcendo in età giovanile, permu-
tar lua fortuna , fi tece Soldato Veneto nella Città di Crema . Servi molti anni
a quella Repubblica, pofciaannojato anche di quella vita miferabile Te ne fug-
gi , mentre trovavafì col fuo Reggimento appreiFo la Turchia . EiTendo ben
pratico del linguaggio di querta barbara nazione girò molto per talPae("e,e^
dopo fi maritò ciin una Donna Greca iiell'Hola di Xagora al Mare Egeo, ma
avendo l'perimentato che colà difficilmentefi poteva Toitentare colla i'ua Mo-
glie . ril'olle di portarfi feco nella Città di Smirne. Q,ijivi avendo inrefo che
unfuoConcitadinoeraGuirdiano attuale del Convento de* Minori Olfervanri
Riformati ,h cui Chielaè Parrochiale ("otto il titolo dell'Immacolata Conce-
zione della Gran Madre di Dio Maria fc-mpre Vergine , aniò a vifitarlo, e
fece contraiTe molta confidenza. Q,MeH:o buon Sacerdote avendo interaladi
lui vita menata fra Turchi , dove con d fficolcà fi trovano ConfeiFri, lo
elortò a confellàrfi , e lo fece generalmente il giorno 9. del correncc_
mele dell' anno 1711. , e con tal contrizione de' luoi peccati , che pro-
rompenao in atti citeriori , e clamori era giudicato mezzo freneùco .
Parnlli dal P. Confefiòre , e poi ritornò da elio altre due volte , ricer-
cando nuova penitenza , e licenza di poterfi Comunicare , perchè gli era proro-
gata , ma ne riportò la ri fpofta che lo averebbe confolato nel giorno della Felti
deli' Allùnzione di Maria Vergine . Andò a cala, ed invece di metter in pace
il Tuo animo , prefe quanti danari aveva ,e diltnbuigli a' Poveri , e poi ( non
(ì sa le fpinto dalla frenefia , che gli occupafle la mente, o per la memoria della
vita menata, oppure dall' ignoranza) la fera dello Ile fo giorno andò da' Tur-
chi , e dille loro di volere farfi Turco . Lo accolfero benignamente per quella
notte colloro , poi alla mattina lo interrogarono fé voleva fare ciò che fpon-
taneamente aveva loro promellòla lera antecedente ; rilpofe arditamente che
egli era Criltiano , e tale voleva morii e , maledicendo Maometto , la lua falfa
Legge, e Setta. Adirati i Turchi di tal innafpetata rifpolli lo batterono con
cinque cento baftonate fotto le piante de' piedi alla loro barbara u<ànzi , e
vedendolo feniprecoltante nella S. Fede di Crilto, e nel maledir la loro Setta,
io tenagliarono quafi in tutte le parti dei Corpo , gl'infuiero pece dileguata
l'opra
AGOSTO; fjT,
Topra la te{l,i,^H slogarono le giunture, e gli p'jnrarono i deti delle mani,
quali mirtirjfofTrj con in vieta pazienzi due noeti, itanio che folo di notte era
tormentato , fecondo il coflume de' Turchi. Iddio dementiirimo però, che
vedeva con qual coftinza quelto Campione del Cielo fofFrivaper amor Tuo sì
crudi fupplicj , lo confortava, e lo rinvigoriva ad cfporfi con animo più forte
da un giorno all' altro , e da un tormento all' aKro a cimenti più attroci . Q,uefto
fu deporto da un Greco, che feco era nella itella prigione, febbene non foilè
Cattolico , qual difle ancora che effendo il noftro Martire di Grillo rtrafcinato
alla Carcere , dopod'eller (tato tormentato , fi raccomandava con profondifiima
umiltà al Signore, edera veduto liberamente follevarfi in alto da terra, tutto
attorniato da fplendenti rae;gj . Ma vedendo i Turchi che Tempre lo trovava-
no fciolto da' ceppi , benché lo legaflero ben ftretto affinchè non fi pocefle
più muovere , né slegare , con groffe funi appefe al muro lo legavano con
repplicate ritorte , ma lubito partiti loro , elio fi trovava in liberta , ed allbrto
rcir orazione.
L'originale della fede di quefti prodigi , fatta dal Greco è ftata lafciata dnl
detto Padre Guardiano nelle mani di D. Criitofaro de Janis Segretario di
Monf. Arcivefcovo di Mirra , e Vicario di S. Pietro in Vaticano , Minor
OiTc-rvante Riformato, e la copia nell'Archivio ^f Vropaj;Md:iFtde .
Per fine fiando lempre coftante nella fua fedele Confedìone , fprezzando
tutte le più orribili minaccie, e fpietati tormenti, fu condannato ad edere
decapitato . Per tanto lo conduffero al patibolo , e feritolo leggermente nel
collo gli diflero che fi facelle Turco , ma egli intrepidamente rifpole :
Tagliatemi pure il capo, che non ho timore alcuno di perdere quefta vira
per amore di Gesù Crillo per me CrocifilTo . In ciò udendo gli fu troncato
il capo , che appena feparato dal bufto fece tre falti . Volata l'anima lui
alla gloria immortale colla palma del gloriofo martirio , in queito giorno
dell' anno lu.ìdetto , d'età d'anni ^6. in circa , come ha depoito fuo Padre
ancor vivente ; il detto P. Guardiano facendo matura riftielhone alla costan-
za , colla quale quello benedetto Martire tanto aveva patito in profelliire la
iKjltra Santa Fede , qual martirio è molto fingolare in quelti lecoli , pro-
curò di nfcattar il di lui Cadavero per dargli onorata Sepoltura , e collo
sborfo di quaranta cinque Reali lo ricuperò, febbene con molta dithcoità,
ed il giorno quindeci del corrente , appena, ricevuto, lo fece feppellire in^
una Calla, o tolTedepofito feparatamente dagli altri Cadaveri . Ed il Signore
non tardò di moltrare quanto gradille il valore di quella grand' anima, che
per amor fuo aveva facrificato il fuo Corpo , ed ofìfertogli il fuo fangue ;
perchè ellendone ftato raccolto da alcuni Cristiani , che ftetcero prelenti
al luo martirio, quando fu decapitato, difpofe che fpiraire foavillimo odore,
quU prodigio fu palefe a tutti . Di più un Servidore di erto Convento,
nominato Domenico Veronefe , effendo Itaro opprello di una febbre lenta
per lo fpazio di due anni , fu perluafo dal detto P. Guardiano a pigliar un
puoco dtlla terra del fuo Sepolcro , che averebbe ricevuta la (anità , ed in fatti,
bevendola (temperata nell' acqua, fubito ricuperò la perfetta falute .
Chiaraifi quefto Guardiano, che abitava nella Citw di Smirne, come h.9
tiier
158' AGOSTO.
riferito di fopra, Fr. Giufeppe Maria da Lodi Minor OfTervante Riformato,
Miniftro Appoftolico , Lettore, e Predicatore, che ritornato pofcia alla Tua
Patria, oggidì foggiorna nel fuo Convento de'Min Oli. Rif. di S. Francefco
della più eretta Olfervanza del Reggio Borgo di Codogno . Q,uefto zelan-
tiffimo Padre (crilTe fubiro l'informazione del fatto alla Sagra Congregazione
de Prop.tganda Firle a Roma , ed un altra lettera a Monf. Ortenfio Vifconti
noilro Vefcovo , data in Smirne li 9. Settembre 1712. , che comincia : Una
Pecora di qmflo può grege ec. e mentre, che per efporre quanto qui riferifco,
mi mancavano alcune degne notizie non contenute in elFa lettera ; dopo che
egli ha ripatriato ho procurato d'averle, e per dare tutta la dovuta credenza
alla medcfima lettera , ed a quanto di più io l'ho pregato , ha deporto il tutto
con fuo giuramento, more Sacerdotali , in un altra Lettera, che comincia:
Jo infrajcritto facio piena ,ed in.dubitata fde ec. ,anzi elTendofì portato a Lodi ,
l'ha confermato al Prete Gio. FrancelcoGarotta Notajo Appoftolico , e Norajo
Coadjutore della Curia Vefcovale di Lodi nel giorno 11. Ottobre 1731. il quale
ha autenticato ambedue le lettere , che con fomma riverenza , cai ligenza fl
confervano apprelTo di me , e CIÒ fia detto a maggior gloria di Dio, e della nof-
tra S. Fede Cattolica .
Filippo Mari.i ultimo Duca di Milano della Famiglia Vifcontì muore fenza
legitima fucceflìone nell'anno 1447. , e Lodi fi fottrae da quello dominio Du-
cale . Villan. , i vedi ly. corrente .
14 Dice il Lodi ne'MS. Comment. de' Viftarini , come efTendo oggi dell*
annoi339. morto AzzoVifconti Principe di Milano fenza figliuoli , fucceffe
r.ci dominio Luchino di lui Zio. Q.uefta mutazione fu moltodannofaaila no-
ftraPairia , poichèavendoLuchinocreatoPodeftà di Lodi Bruzzo fuo figliuo-
lo naturale. Uomo fiero, ed avaro , colle oppefFioni , ed eftorfioni pubbliche,
e privale fi refe al fommo abbominevole , e femprc più perfeguitava quelli,
che erano più facoltoiì , finalmente morto Luchino fuo Pajre l'anno 1349.
Bruzzo fu fcacciatodaLodia furor di Popolo , e Gio. Fratteiio di Luchino già
ArcivefcovodrMilano fuccefTo nel dominio del Fratello applicò alio Spedai
maggiore di Milano gran quantità degli effetti tolti da E: uzzo alle ricche, e
Nobili Famiglie di Lodi , ed al fuo Vefcovo , colle quali reitò grandemente
aricchito lo Spedale . Edil Nobile Paolo Camillo Cernufcolo dif. orrenur. del-
la Nobile Famiglia Vignata, dice , che quefta ricuperò molti effetti in Tura-
no, de' quali ei-a {tato indebitamente Ipogliato da Bruzzo, qual buona forte
incontrarono anche ilVelcovo, ehi maggior parte delleNobili Famigliedi
Lodi. Ben è vero che con tutto quello il Vefvovo gode appena una minima
parte di quel molto, che pofledeva anticamente. Ftdi anche ilFUlan.
15 ASSUNZIONE DI MARIA VERGINE, primo titolo della noftra^
Cattedrale, dove fé ne celebra la fefla Pontificale. Fefla principale alia
Chieia della B. Vergine dell'Incoronata, ed in mokiflìmc altre Chicle della
Ciuà,eL>ioce{ì.
AGOSTO. ^$9
Ifforh in ctmpendit del Santuario dell' Inceronata .
TRalafciando tante dicerie del Volgo fopra l'errezione di queflo infìgne
Santuario , la verità e , che quivi era un infame poftribolo, nel di cui in-
greiro era dipinta la miracolofa Immagine , che ora fi venera all' Aitar maggio-
re, la quale lebben era di molta divozione, tuttavia però a nell'uno ballava
l'animo di ftrappare il peccato da queft' infame luogo, al quale, quando vole-
vano portarli i viziolì , dicevano: Andiamo alla Madonna di Piazza, quafìchè
la B. \'c'rgine puriffima dalFe il nome al ferraglio d'ogni beftiale impurità .
Pure fu opera d'elfa B. Vergine a farvi cangiare la leena, perche concelle la
grazia della fanità ad uno ftorpiato per nome Giaccomo Abone nobile Cittadi-
ro di Lodi . duello miracolo diede l'ultimo impull'oal Vefcovo Monlìg. Car-
lo Pallavicino , edalla Città di (radicare la cala dell' iniquità l'anno 1487. , e
piantarvi un Santuario ad onore della gran Madre di Dio, la di cui prima pie-
tra fu gettata con gran felle l'anno feguente 1488. 28 . Maggio . Fu alzata la
Cincia , e la Cupola meravigliofa lenza rifparmio di l'pefe,come teflifìcano la
preziofità delle Pitture, la vivacità delle Statue , alo fplendore de' fuoi freggi
tutti ad oro lavorati , mercé alle copiofilTime limofine offerte dallaCittà, Con-
tado , e da Paetì rimoti . In breve reltò anche tanto arricchita, che le fu alle-
gnata l'Ufficiatura continua cotidiana , poi dopo molti anni folamente la fe-
Itiva. L'anno 1689. II. Maggio alleore vent' una , e mezza dal Prepolto della
Cattedrale Cario Francefco Fagiuollo fu gettata la prima pietra d'un nuovp
Coro in capo di elio Tempio, perche prima era Copra il Capitello, ed olen-
do llato perfezionato l'anno 1691. fi portò indietro l'Immagine Sacra_, ,
e fi ampliò il Presbitero , come ha nettato nelle fue memorie il Prete Alei-
fandro Cavenago allora fuoSacrifta. Ai primi Vefpri della prefente Solen-
nità dell' anno 1699. fi diede principio alla cotidiana relFidenza di dodici
Cappellani , oltre il Prefetto , quale Tempre è di Famiglia nobile, aramovibi-
li tutti a piacere di fedici Nobili Deputati , che la governano , quali rel-
tano eletti da' Frcfidenti della Città , e l'anno 1731. a' 2. del mefe d'Agolto
ne fono flati aggiunti altri due Cappellani , e comminciarono ad uffiziare il j,
fella della B. Vergine della Neve , che in tutti l'ano quattordeci , oltre il Pre-
fetto . Chi defidera più diflintoraguaglio legga il cap. 3. del Libro intitolato
Sagra Iftoria de' Santuarj dedicati alla B. Vergine nella Città , e Borghi di Lodi,
pubblicato dal Autore di quelt' Opera , dove trattafi ancora dell' immagiue
della B. Vergine lotto il fuo Capitello .
Annotarjone .
DOpo d'aver data alle flampe la fopracitata Opera, nella quale dico, che
ilCoioebbf il fuo principio l'anno 1691., mi fono pervenuti documenti
■più chiari , e ficuri , Ufciati dallo ItefTo Cavenago , che metrono , qualmente
gli fu dato principio l'anno 1689. , come ho detto di (opra , e perciò ho Itinuro
«ene iilevare quello sbaglio per degna foddisiazionc del benigno leggitore, e
rendo
i<?o AGOSTO,
rendo grazie al Signore, che mi abbia conceduta la vita , e fortuna di poter
correggere io fteflb le mie Opere, come fi legge di Defendente Lodi , che nel
Sinod. 3. mette per illegitimo il noftro Vefcovo Opizzoiie , e poi ne' Tuoi MS.
che fi leggono nella Biblioteca Filippina fi difdice, e lo loda , effendole giunte
dopo notizie più ficure , come fi può leggere , che abbiano ptatticato il Baronio,
ed altri , che in un Opera pofteriore corregono l'anteriore , dopo che hanno
trovati documenti più certi .
Oggi pure feda all'Oratorio in Caflello, del quale non fo dir altro, fé non
quello , che rifetifce il Villan. , che cfTendo ftato fabbricato il Caftello da
Barnabò Vifconti Signore di Lodi col conienfo della Città l'anno 1370. era
conveniente, che vi folle erretto anche il luo Oratorio, nel quale cclebrafi
Mefla cotidiana, come il Sinod. 6.
Dal vedere però che il VillanuovaafTegnaunCafiello fatto piantare l'anno
1170. nel mefe di Luglio da Napo Tornani Signore di Lodi a quella Porta
Regale , mi fa credere , che pcfcia folfe diltrutto , come fu quello , che
cflb fece fabbricare nello ftefibrempoa Porta di Milano , qual'era a S. Vin-
cenzo , dove al prefente appena fé ne vedono alcune miferabili ruvine.
I Soldati Tedefchi preflìdiarj entrano la prima volta nel nuovo Corpo di
Guardia , che prima era Portico del Mercato del grano l'anno 1711. fedi
li. Marzo.
x6 S. ROCCO , fefta a i fuoi Oratorj di Porta d'Adda, di Porta Caftello,
• di S. Marta .
JJÌoria àtW Oratorio di S. Rocco fuori di Porta d'Adda ,
fecondo il fuo Archivio .
L'Anno 1411. effendo Lodi , ed il fuo diftretto abbaruti dalla pefte , il Popolo
Lodigiano riccoreva con gran divozione ad un'immagine del gloriofo
S. Rocco, che flava dipinta fopra d'un murello fuori della Porta della Città
vicino al fiume Adda polla nel Borgo Rampino . Ottenne finalmente dopo
molte preghiere la grazia fofpirata , e colle limofine , che le furono offerte
s'erreile la Chiefa , o Oratorio prefente in onore dei Santo , riufcendo la
ilefla Ancona dell' Altare , quella , ove era dipinta l'antica Immagine fopra
lo lleflb murello . Col tempo fu fabbricata anche la Sacriilia della Chiela, e
quefta re/tò dotata di Suppellettili facre , d'ornamenti d'argento , ed arricchita
di diverfi lafciti, ed entrate, perlocchè l'anno 1447. fu vifitata dal Vefcovo Ber-
nerio , come fi legge negli atti della fua vifita in elfo Archivio . L'anno 1485.
ellendo nuovamente inforta la pelle ,i Popoli fecero a quefto Santo nuovo ric-
corlb per la fua intercefiione apprefib lidio , ed in fimu'occafione crefcendo la
contribuzione di larghe limofine fu necefiario inltuuire una Scuola di fedeci
Lai:i , Uomini principali della Città , ed apoggiai a loro il buon governo aell*
Oratorio, e delie fue entrate, il che fegui l'anno 15 14. Q,uivi però non inten-
do
AGOSTO, fffr
do come l'Archivio dell' Incoronata dica ,che inqueft'anno contribuì alla fab-
brica di ella Chiefa qualche limofina , le di già era (tata fabbricata, come
fopra , molto tempo prima ; ie non folle che in quelt' anno rellallè ingrandita f
o riltorata.
Su però qualunque pofTa elTere la verità in fenfo ris^orofo , trovo come_»
l'anno 1514- i. del mele di AgoHo Gio. Battilta da Bulfeto Vicario Luogo te-
nente del V'efcovo Ottaviano Maria Sforza Viiconti approvò i Statuti, eia
Regola, che dovevano olfervare quelti Scuolari per il buon governo dell'
Oratorio, e pofoa furono confermati da i Pontefici Leone X. l'anno 1515.
I. Nevembre per fua Bolla data in Viterbo, da Giulio IH. l'anno 1554 12.
Dicembre , e da Pio IV. L'anno ij<5j. ij. Aprile . L'anno i<$28. furono
lubbati all' Oratorio tutti gli ornamenti d'argento, molte fuppellettili , e
perGUte alcune fcritute , onde fu molto impoverito ma l'anno idjo. elTea-
éo ancora ripullulato il male contagiolb , tanti furono i voti, e l'ofFcrte^.
fattegli da' Devoti , che provarono la prelervazione , o la liberazione dal
inile , che ia buona parte fu riltorato dal pregiudizio del furto facrilego»
e lempre fi è conl'ervaco nello frato felice, che gode ancora di prelente, nel qua-
le o^ni giorao li celebra una Mella cotidiana .
IHoria dtir Oratorio di S. Hocco aìla Porta del Ci flelìo ., e della difìruziom dei
Borghi fecondo il Lodi nei MS. coment, de f^tlfauni , e Alinfr.
1 Borghi di quefla Città in divertì tempi patirono varie rovine , quantun-
que follerò cinti di mura , difefi da baltioni, ed allicuratida foflè , onde
Icbbene erano (oggetti alle frequenti demolizioni , o in tutto, o in paite^,
l'anno 1619. erano popolati di 4000. anime in circa (oiamente quelli di
Porta Regale , di Porta di Pavia , e di Porta Cremonele , non comprefi
quelli fucri di Porta d'Adua lòtto le Parrocchie di S. Maria Maddalena, e
di S Giacccmo in Città , che erano molti valli , e popolati anche loro,
come il Sinod J- , e l'Archivio del Contado . Erano quelli le deliz:e de*
Cittadini, nulladimeno dopo d'aver (bll'crte tante demolizioni, e por lem-
pre rifforti , almeno in parte, l'anno 1555. lurono totalmente atterrali , re-
Itando milerabile Teatro di lagrimevole compallione .
Teltimon] ih primo luogo (ono le tre Parrocchie, e Monilterj infigni de
Regolari , che facevano frante alle tre Porte della Citta . A porta Recale,
e fiadel Ca(lello,laParrocchiale,eMonillerodi S Ballano, j/Ù5 Abbazia dè'Ci-
itercieiifi ; a Purra di Pavia la. Parrocchiale di S. Bartolamco , e Moniltero
de Canonici Laterancli ;e a Porta Cremonele la Parrocchiale di S.Biaggio,
che nell'anno ii6y. è nominata Ofpitale dall' iltorie del Morena , e poi paf-
$ò in Moniltero de Monaci Olivetani , che avevano nei Borghi un altra^
Chiefa, e Moniltero detto dell'Annunziata, quali tutti piìingn compajono.
E COI) quelli ancora e quali perduta fino la memoria, dove erano piatitati
altri Con\?enti ; come di S. Maria delle Grazie de Frati Aniadei ; altro del-
lo ItoiVo titolo, ma dei Frati Minimi di S. Francefco da Paola ; di S. Maria
in Borgo, altat de' Canonici d'Alga ; di S. Maria degU Angeli ani B^ rgo
t<f« AGOSTO.
di Porta d' Adda ; e con quelli Conventi , e Chiefe gli Spedali di S. Sepol-
cro, pure nel Borgo di porta d'Adda; di SS, Simone, e Giuda in Borgo
nuovo; e di S. Alberto, pofcia incorporato col Moniftero degli Amadei .
Ed in fatti dove fono mai le Chiefe di S. Croce dei Confractelli nel Bor-
go Gabianello ; di S. Mattia per gli Appellati , e del loro Lazaretto ; di
S. Paolo , apprellb il Moniftero di S. Biaggio ; di due Oratorii di S. Roc-
co , uno a Porta Cremonefe , altro a Porta Regale ? Be.V evero che ("ubico
che furono alzate le fortifazioni dalla parte di Porca Regale, alzò il capo
da terra anche quello Oratorio nello fteilb fito di primi , che era contiguo
alla fuddetta Chiefa Abbaziale di S. Ballano .
Oggi fefta {ingoiare pure all'Oratorio de' Confratelli di S. Marta , ed al-
la Crocetta di Porta Cremonefe .
17 Lodi fi foitomette al dominio dei Veneziani nell' anno 1447. VilUn.
e vedi ai 13.
18 S. ELENA Imperadrice, fefta alla Chiefa di S. Croce, e vedil'ifto-
ria di S. Pietro di Lodi vecchio .
19 La Parrocchia di S. Eufebio del luogo di Villambrera refta fcjpprelTa,
«d unita alla Parrocchiale di PauUo l'anno 1591. Infir. di Mich. l'alleati.
glWJJV^ IJ^IA auliva Kl^%.{^% y i^kU^Ttn
Di quefto Conte le ne vedono denari d'argento della qualità circa d'uru
Paolo, che da una parte fono improntati coli' Arma Vignati , e dall'altra
coi Santi Ballano, ed Antonio Padroni d'ambe le Citta da lui polFedute.^
Lodi, e Piacenza, e fi confervano nella ftelTa famiglia del Decurione Sfor-
za Vignati .
10 S. BERNARDO Abbate, fefta alla Chiefa Parrocchiale della Cle-
menza ne' Borghi di Porta Cremonefe .
Francefco li. Sforza Duca di Milano dona 400. feudi d'oro alla Chiefa
della B. Vergine dell'Incoronata di quella Città l'anno 15^9. con obbligo,
che fi impieghino per la manutenzione di cantarvi la Salvi ogni fera , in
luogo della quale fi cantano le Littanie della B. V. anche al prelem^_.
Vedi Ifìoria di quefto Santuario .
' li Fefta della B. Lugrezia Cadamofta Nobile Lodigiana del Terz' Ordi-
ne di S. Domenico.
Sua
AGOSTO. i<jj
Sua vita eftratts da alcuni MS. di Deftndente Lodi , che difcofrono di qufla
Nobile Famiglia , e dalla vita fcritta da Don Gio. Agoflino
de Conti , e dai MS. del Canonico Medici .
N Acque Lucrezia da Dantno Cadamofti, e Giaccomina Riccarda Nobili
Lodigiani l'anno 1478. , nell'età di fette anni in circa reltò priva del
Padre, e della Midre , raccomandata con due luoi Frattelli , e due Sorelle
minori alla tuttela di Lampugnar.o Birago, AleiFandro Filfiraga, e Badano
Pelato, quali la tenevano in tanto conto, come fé folTe Itata la pupilla»,
degli occhi loro . Il Leggendario de' Santi era il di lei più geniale diporto,
fuggendo a tutto fuo potere le irafcherie delle fanciulle . Col crefcere de-
gli anni crebbe aflieme la dote naturale di vaga apparenza , perlocchè eb-
be molto da travagliare per diffenderfi da' pazzi amatori. Anfìofa di veftir
l'Abito di S. Domeiìico fodJisfece al liio buon desiderio , non già rini'er-
randofi ne' facri Chioliri , ma nella lua Cafa , e coli' efemplo della fua vita
innocente era lo fpecchio de'coftumi atutte le nobili Femmine, divenuta an-
che di fé iiella Martire della penitenza. Li fuoi divertimenti manuali era-
no di riccamar tele, che dovelfero fervire adornamento delle facre Imma-
gini, o degli Altari, oppure di portarfi agli Spedali , o alle Cafe de' po-
veri infermi , fafciando le loro piaghe , confortandogli nella fofFerenza , e
fcorrendcgli colle limoline. Il maggiore contento però, che ella provava.*
in quello mondo era quando aveva da cibarfi del facro Pane Eucariltico, ed
il Signore permoftrare quanto gradilfe lo ftrano apparecchio, che pratica-
va avanti di riceverlo, lo diede a divedere nella Chiefa di S. Romano fua
Parrocchia (che tale era allora) con un maravigliolofucceflb.
Avvenne, che prefentandolegli il Sacerdote coli' 01tiaSacratifIìmafopra_,
la Patena per comunicarla , parve al metitrimo che 1' Olila' gli cadellc.^,
onde fmarito, ed angofciofo ponendofì a ricercarla la vide miracolofamen-
te levata in aria avanti la bocca della Serva di Dio , che dentro le entrava da
fé lielfa, e quali folle impaziente di alpettazione volle fpiccarfi dalla mano
del Sacerdote .
. Fu dotata dello fpiriro di profezia, come tiene anche TomafoBozio del-
la Congregazione di S. Filippo Neri De Jtgnis Ecclef. Dà, perchè, trovan-
dofi la noltra Città l'anno 1544. in molto travaglio per il pallàggio dell*
Eferciro Francéle nel Territorio Lodigiano , guidatodaPietro Strozzi Cava-
lier Fiorentino, clie aveva paifato Adda aCa/tione per fjr un macello de' Lo-
digiani, predille Lucrezia, che colini farebbe llato vinto, ed il tatto d' Armi
farebbe feguito altrove fenza danno di quelto Pacfe, come appunto fuccelfe,
perché fu neceifirato a partirli fubito , lenza poter metter un piede in Lodi »
e fu foggiogato a Seravalle fulle rive delia Scnvia dal Principe diSalcino.
Co' Poveri era liberaiillima , e la lua Cala era lo Spedale de' Pellegrini onde
per quelto lamentandoli un giurno i fuoi nipoti che non vi l'alfe più vino m
Cantina, in oc^aficu- che vi ciano giù .ti a Cala dei nobili Foriitieri, ella
#cccuò le loio queiclC) e cun un Ionio dille loro: che corniciaci in Dio , an^
L » dailìg-
ig^ agosto:
daflero alle Boti , quali furono ritrovate piene miracolofamente di preziofìf-
fìmo Vino ; Qijindi s'avvide il Mondo, che la famiglia Cadamofta poteva^.
Tempre portare le uve nella fua inlegiia , giacché nella fua Cafa fi facevano le
vindemie , e le raccolte di Vino, anche fuori di tempo, e quelV infigne mi-
racolo operò, che, fé fino anticamente la fua famiglia era nominata dcCaga-
mofti, quindi s' appellale de'Cadamofti.
Tali, e tante furono le penitenze , e tormentofì cilicj , co' quali mortifi-
cava il fuo Corpo , che alla fine cafcò in penofiliima infermità , per la qua-
le giacque in un letto, (il che le fu comandato dal fuo Gonfefibre , elTendo
fuo coftume di pofarfi fopra dure Tavole) rendendofìper 1' attrocità de' do-
lori, quafi immobile, non potendo né anche apprelTare una mano all'altra,
e con tutto ciò Iddio operò in lei quello prodigio , che ellendo venuti all'
armi li detti fuoi due Nipoti per certe diferenze di Gafa, ella Icordatafi
del fuo graviffimo male fi pofe una guarnaccia intorno, balzò di letto, e_.
volò in mezzo a'Nipoti per acquietargli , e mettergli in pace, e poi fi ri-
mife coi fuoi amatiifimi dolori al letto, nel quale eil'endo Itata imprigio-
nata quarantacinque anni, mai fu fentita dare un picciol fegnodi rincrefci-
mento . Falsò alla gloria eterna li ii. del mefe di Settembre dell' anno 1545.
con 77. anni di fua vita , quantunque il noftro Martirologio ne faccia oggi
la di lei memoria . Fu onorata nel funerale da incredibile concorfo di 'r'o-
polo ; le fecce l'efequie folennifiìme il Capitolo della Cattedrale , e di li
portata alla Bafilica di S- Domenico, fu feppellita dalla parte finifi:ra dell'
Altare maggiore nel Coro , reftando alla drita feppellito il B. Calimero de-*
Monte Chiaro, come al ii. Giugno, e Livia Cadamolta Torniella, Dam-
ma di grande fplendore , e di altretanta pietà fece trasferire il benedetto
Cadavero nella Cappella de' Maggi di effa Chiefa l'anno 1639. come dall' if-
crizione, che leggeii fopra il Depofito , e come notò Aur. Rolli Cancelliere
Vefcovale li 11. Maggio dell'anno fuddetto.
Quella gran Serva di Dio è regiftrata nella Tavola de' Beati dell'Ordino
di b'. Domenico, ficcome anche nella Tavola de' Santi , e Beati di quella Cit-
tà nel noftro Sinod. 5. Leggefi la di lei vita in compendio, Icritta da Fra
Serafino Razzi nel libro de' Beati dell'Ordine Domenicano ; da Fra Ambro-
gio Taegio ne i monumenti della llelTa Religione, nel Martirologio, e da j
xnolti altri . f^edi 25. corr. Jjìoria di S. Ludovico, '
iz Come quarta Domenica del mefe , fefla della B. V. della Cintura alla j
Chiefa di S. Agnefe de' PP. Romiti di S. Agollino. ?
Teodorico Re de' Gotti l'anno 49?. avendo vinto, educcifo OdoacreRe
degli EruU , ch'era pure padrone dell'Italia, fortificò Lodi rovinato da que-
lli, e fra gli edificj , che eflb alzò, edificò per fé un bel Palazzio, il quale
fi dimandava Cartello di Teodorico , che oggidì , con nome corrotto , vo-
gliono che folle ove fi dice de Roldi , fece fabbricar anche una forte Torre,
o Rocca a Salarano cosi dimandato per effer allora il luogo , ove fi repone»
jwtil Sale. Quello Luogo era vicino alla Città circa un miglio, e per eiTere
-....> aUo
AGOSTO. fVj
alto aflìcurava il fiume Lambro, della qual Roccs gli anni pafTati Tene ve-
devano ancora alcuni veltigj di Saliccio . Ddl' origtnt dt Lodi opera del Dotx.
IJidoro Majani Lodigiano , e del Fillan.
13 S. FILIPPO BENIZIO de Servi Regolari di Maria, fcfta allaChiefa
della B. V. della Fontana de' Frati di quelt' Ordine.
• Gio. Galleazzo Vifconti Duca di Milano concede la Rocca della Macca»
Corna Lodigiana l'anno 1385. a'nobili Bevilacqua Ferraresi, e l'anno 1437.
il Duca Filippo Maria Vilconti di più concefle Corno vecchio, e Corno gio-
vi ne , comprefa la Regona , ed altri anncfli , ma lenza il Caftello del Pallóne,
(ulurpato, come diceli , dai Piacentini ) con titolo di Conte a Galeotto Bevi-
la^quH pure di Ferrara ; quelle Terre faranno in tutto due mille, e dugenro
anime . L'Arch. del Cont. , ed il Campi nell' Htoria di Cremona a pag. 78. di-
ce , che l'anno 1170. i Gutrlfi poleroralTedioalla Maccaftorna, Caltellodif-
cofto otto miglia da Cremona , ove fu fatta uccilione grandilTima de' Cremonefi
di dentro, edifnori ,e l'anno feguente 1271. «4. Maggio {u prefa, dKtrutra,
e poi riedificata , e l'anno 140^. Gio. Vignati Signore di Lodi prefe quella Roc-
ca . oCallello a forza d'armi , e continua ancora fotto queflo Contado. Tolto
ilCallello ,0 Palazzo , la Villa col luo Territorio è miierabils, fo^getu anco-
ra alle innondaztoni dell' Adda , e del Pò .
«4 S. BARTOLAMEO Appoftolo, feftaalUChiefadiS.Romano, edalU
Terra di Borghetto . Vedi li. Novembre.
* AlelTandro Rhò Consigliere del Duca Gio. Galeazzo Sforza comprò il Feudo
di Borghetto , e di Bargheno, Terre del Lodigiano ,con moltiCafali circon-
vicini per il prezzo di lire «5400 , e l'anno 148 1. n'ebbe l'inveftiiura ,come d*
fuoi privilegi , e relazioni. Quello Feudo è divifo in molti capi della ItelFa^
Nobile Famiglia Rhò , e le anime fono in circa 4500. u4rch. del Cont.yt l'Atì'
fiteaXro Romano dt Gio. Pietre Crefccnii fan. i- p'ig- iJO.
Per la Cappa magna de Canonici della Cattedrale vedi fua informazione U
19. Gennajo .
35 S. LODOVICO , fella al fuo Oratorio .
Saa I fiorì j»
P lacelTe al Cielo, che tutte le Chiefe di Lodi aveffero fcolpito nei marmi il
loro Itato , come ha quell' Oratorio ; mercechc per indagare le notizie di
lante altre , tanto ho dovuto lludiare , e ludare , e poi dopo ciò non oitante fon
iellato all' olcuro in alcune cofe . Il difcorfo (icuro di quell* Oratorio mi viene
fomminillratodauna Ifcri^ione latina fcolpita in una lapide dalla parte deli*
Evangelio , la ^uale io la riferirò in volgare , e dice ;
Lì 9t Lor
i66 AGOSTO.
„ Lod.-)vico Cadamòfto , dopo d'aver fabbricatala Cafa in Città vi erede
)» auchel'Oratorioperirconrroadonoredi S. Lodovico fuo Proctetore,e gli
,, fece la dote d'una iMeiracotidiana(qual pur oggidì celebrafi) Effendo (lato
), fabbricato fu benedetto da Ambrofio Mondino Vicario Generale del Vefco-
„ vo Clemente Gera, e fubito vi celebrò la prima Mella l'anno 1539. 5- Mag-
„ gio. Per trovar'una Reliquia di qualche Santo da efporfi qui dentro alla
„ pubblica venerazione, non ebbe da cercarla da lontano, ma nella Tua pro-
„ pria Caia . ed in una Tua parente congiunta di fangue, la quale fu la B Lu-
„ crezia Cadamoda , e fece dipingere fopra il quadro dell' Altare per efcm-
„ piare della vera pietà la di lei Immagine .
Fece collocar'unaMalcella della Beata in un nicchio infacciata dell' Orato-
rio fotte l'Icona del Santo , e di quella Beata vedi [uà Vita li 21. corrente .
Gio. Clemente ViftarinoGovernadore di Lodi perii Dura di Milano Fran-
cefcoll. Sforza l'anno 1526. obbliga quelli fuoi Concittadini fotto pene rigo-
rcfiffimearittornar alla Patria, la quale avevano abbandonata per le continue
moleftie di afpriffime guerre . Lodt ne' MS. Coment, de' Viflarini .
Ritrovandofi li 8. Aprile nel Convento dei Frati Cappuccini di Lodi Fr. Lo-
renzo da Brundufio, detto il Padre Brindefi Cappuccino, fanò mirabilmente
alcuni da varie infermità , due dei quali in quello giorno dell' anno ftelTo \6^l,
depofero con fede giurata nella Curia Vefcovale di Lodi le grazie ricevute .
^tti d'Aur. RoJJi Cancelliere Vefcovale .
a5 S. ALESSANDRO Martire, fella in molti Luoghi del Lodigiano.
Sua Vita .
AVendofi Diocleziano Tmperadore prefoper Compagno dell' Impero Maf-
fimiano Erculeo, e deliberato a tutto fuo potere d'eflinguere la Chiefa
di Dio , ed il nome di Criftiano , alcuni Griftiani nella Gallia fi fottralTero dal
tirranico dominio di coflui . MafTimiaHO ,chenel perfeguitareiCriftiani era
dello fteiro maligno umore di Diocleziano, feco conclufe in Roma il modo di
deprimere , e foggiogare i Galli , e vendicarli deliramente della Santa Legione
Tebea, che ancor Gattecumena in buona parte profeflava la fede di Cnfto .^
Dimandavafi Tebea quella Legione da Tebe Città dell' Egitto , Provincia dell'
Impero Romano. A tal fine fu chiamata a Roma da Diocleziano per mandar-
la contro la Francia, nel qual viaggio pafsò per Gerufaleme , ivi vifitò i San-
tuari, e furono battezzati dal Vefcovo per nome Zabia quei Soldati, che per
allora non erano ancor battezzati . Arrivati a Roma tutti reflarono Crefimati
dal Santo Pontefice Marcellino, che gli animò alla dilFefa della nollra Santa-.
Fede contro l'impeto de* fuoi nemici, ed a prendere piuttofto l'armi contro dei
Prencipi infedeli, prima che prenderle contro de' Francefi Cattolici .
Era Arciduca di quella Santa Legione S. Maurizio , e fuo L.Tenente S. Se-
condo , i quali coi maggiori fuoi Ufficiali fi prefentarono a Diocleziano ,
AGOSTO. j57
qua! finfe d'accogliergli con benevolenza, ma per diftoglier/ì preflo dagli oc-
chi loro . gli comandò che liibiio prendeilerola marchia verfoil Piennoiite per
reilìrter' a 1 Tuoi Ribelli . Proleguirono lenza induggio il loro cammino verlo
la Gallia al pie deli' Alpi , dove trovarono Milfimiano accampato, che non
potendogià più diilìmulareil luo fdegno gli rimproverò perche avefTero ab-
bracciatala Fede CrifHana, e poi ingiuriandogli gravemente minacciò a loro
terribili galtighi . Prele tolto S. Secondo a far conitare al Tiranno l'errore in
che trovdvafi elio cogli altri fuoi Gentili , fbptadi che irritato Maflìmiano , lo
fece carcerare, e condurre in mezzo della Ltgionelper intimorirla, ma lenren-
do che anzi più fi rinvigoriva nella Santa Fede di Criftoper le Prediche, che
le faceva il hanto incatenato, riaccefo di rabbia, ordinò , che folle (ubito de-
capitato, il che fu efeqaico in Venti miglia Città dd Genovcfato, e (ebbene gli
fuieparata latelladal bullo, lalua beacdetta lingua più volte invocò il San-
tilfimo nome di Gtsù Grillo .
Per potere più facilmente renderfi ubbidiente, e timorofa quefta Legione,
il Tiranno la indebolì, mandandone una parte verfo Bretagna contro d'altri
ribelli , di poi limile a tentare gli altri Soldati, che erano rettati, affinchè ri-
runziaflero a Grillo, ma conolcendo vane tutte le lue arti, comandò che fof»
ferodeciiiati in Agauno, cioèdifpofti per file tutti quelli Soldati Grilliani ,
quello che diceva dieci che folle trucidato. Dopo quella barbara, e langui-
rofa decimazione, tentò di nuovo il Tiranno gli altri Soldati, ma intendendo
comeaiizi dolevanfi tuttiche non fofle toccata a loro la buona forte d'elTere_i
de' primi martirizzati per Crifto, e trovandogli vie più collanti, comandò un
altra dcv. imazione , ed alla line un macello univerfale di loro , il che /egui li 21.
Settembre dell' anno 297. dopolanai'citadi Grillo .
Per divina difpofizione molti altri Soldati Tebei non fi trovarono uniti
alUif Legione nel tempoche fu martirizzata, come avvenne a S. Alclfandro
lino degi Alfieri, e gloriofi Soldati di quella S. Legione. Spiacemi che non
ho potuto fa} ere altre notizie di quello òanto , più di quello ho dette , e fono
per riferire , quali ho cavato da Giuglieimo Baldefàno Ganonrco , eTeologd
della Ghielà Metropolitana di Tonno, e da Fr. Geleltino nell'illorie di Ber-
gamo, onde non pollo (aperenò la fua nafcita ,nc la lua Famiglia, ie non che,
per confeguenza d'elfere llato Alfiere di quella così colpicua L'^gione , bifogna
inferire che non poteva ellisre che d'iUullnllimi natali, e di Ipiritogeneroliilimo,
come fono per narrare .
Non eflcndo ancora faziata la rabbia di Maffimiano con quefte crudelidl-
tne carneficine , fece bando, che in qualunque luogo foUè trovato alcuno di
quella, da lui tanta odiata Legione, folle lubico prclo , e quando non fi potefle
indurre a lacrificare agli Idoli folle, come gli altri,crudelmenteuccifo , e così
avvenne di molti altri Tebei, che non ellendo per volere aiDi»)unui allaS. Le-
gione ,nei tempo, che era a Dio lacriricata, furono poi in vaij luoghi , ed in
Uiverle maniere martirizzati. 'r; i/
Anche in Lombardia paffarono alcuni d'r'qucfti valorofi Tebei , tra* quali
S. Aleilandro con alcuni Compagni . Si riiirò p.ima in Milano , ma (ubito che
fu Icopercoper Tcbco Cnltiauu lu prefo , e nnchiuloin unaoicura , epuzzolen*
L 4 le
1^8 AGOSTO.
iepriggione,nel tffmpo che eraVefcovodi eda Città ilB. Materno. Andava
queftoSantofollecitoPartore vifitando i Criftiani ,efortaiidoglialla coftanza,
ed in particolare gì' incarcerati , a' quali , in compagnia d'un altro Soldato
Criftiaoo chiamato Fedele, fov veniva fecondo le forze a' loro bi fogni . Giunfe
anche dove era flato ferrato , ed incatenato Aleflàndro co' Compagni , e mentre
cominciò a confolargli , trovò che con tanta allegria fofFerivano l'ofcurità , e
fetore della prigione , la gravezza delle catene , i ceppi , ed altre aftiizioni ,
che altro non vi volle per fargli conofccre per Soldati Tebei , e Cavalieri
fpiritofì , quali , non per codardia , ma per Divino volere,(i erano leparan dagli
altri : Onde quanto da una parte fi condoleva il Prelato de' loro travaglj , tanto
fi confolava dall'altra in vedergli di cuore si generofi.
Era Guardiano di quella piggione un certo Soldato per nome Sillano , il
quale fin da principio ollervandoper carico del fuo Ufficio si fatte yifite , comin-
ciò a maravigliarfi di quefti si gravi raggionamcnti delle cole di Dio , e molto
della pacienza di que' Cavali -ri, e divenuto attonito prefe a difcorrerne con
due Soldati della guardia di Maffimiano dimandati Xanto , e Carpoforo , quali
lenz' altro, ben tolto fpinti da curiofità , andarono a vifitarc i Prigionieri , e
falutatigli, chiefeio a loro come mai fenza alcun tedio potell'ero foflrire quelle
pene . Riipofe cortefemente il S. Alfiere alle loro iltanze : Che tutto quanto
<i patifcc per Crilto non è pena, ma contento, e feguitò a far loro un breve
difcorlb,nel quale s'introduflè avanti con potentillime ragioni a convincere
l'errore dell' Idolatria , edimoftrò loro i Miiterj della noltra S. Fede , di modo
che cominciarono i cuori di que' Soldati pian piano a itaccarfi dagl'Idoli, e
rivolgerfi a Crifto, e continuando efli la cominciata prattica, affatto ii coa-
felTarono per Criftiani.
Trattanto Maffimiano avendo pofto fine alla guerra della Francia le ne
ritornò di qua da' Monti , e giunto a Milano comandò che gli ioffe pre-
Tentato Aleflandro co' fuoi Compagni Tebei . Condotti che furono avanti
all' Jmperadorc impofe a loro coltui che fagrificaflero agli Dei , le non volevano
provare tormenti , ed acerbiflìma morte. Rifpofero intrepidamente i Santi f
che troppo grave lacrilegio farebbe dare ad un pezzo di marmo, ovvero ad
una mafl^ di metallo , o di legno lavorato a fembianza umana , che non ha
fenfi , né forza di giovare né a fé nò agli altri, l'onore , che folodevefi a Dio
Creatore dell' univerfo : Che perciò non fi proroetteffe , né con minacele,
nò con tormenti di rimovergli dalla verità della S. Fede di Gesù Grillo ,
che profeflavano . Quella si riioluta rifpolta toUe a Celare ogni fperanza ,
e però fumante di fdegno ordinò , che nmenati folTero in prigione , fintan-
to che avclTe deliberato con qual morte più fiera levalfe a loro la vita. M*
reftò delufo per allora , imperocché Carpoforo , e Fedele la notte feguente
fciolfero dalle carceri Alefiandro , e i fuoi Compagni , e tutti aflìeme , elTcn-
doglifi congiunto ancora Xanto s'inviarono alla volta di Como,
Erano i Santi quafi giunti vicino a quella Città , quando fi hcc loro
incontro all' improvifo una moltitudine di perforje , che accompagnavano
un morto alla lepoltura, con molta triilezza, e lagrime di tutti. A queita
5rift» fi rooilcro a compalTionc i nolUi Santi , e iubuo fi mifero a pregare
Iddio >
AGOSTO. . ^^9.
Iddio , che fi degnafTe di operare qualche maraviglia A Tua maggior gloria
in mezzo di quella turba de Gentili ; Po» fecero fermare il Caculetro, ed
all' invocazione , che fece S. Alefl'andro , del SS. Nome di Gesù Crifto»
tanto pronta fi moftrò la Divina potenza, che il morto iubito riiulcicò. Alla
vifta di quelto miracolo fi convertirono moltiflìmi Infedeli , non folaraente
in Como , e ne' fuoi confini ,ma in Milano ancora , dopo che arrivò la nuova
del miracolo , ed anche lo itelFo rifufcitaco per ricevere l'acqua del Santo Batte-
fimo dalle mani del Santo VeCcovo Materno , e tale fu la riverenza , chi—
i Milanefi concepirono del Santo Alfiere , e Compagni , che ceffata a poco
a poco quella sì attroce perfecuzione , gettarono a terra la prigione dove
erano ftati confinaci , e vi fabbricarono una Cappella a loro onore , che
pofcia pafsò in Chiefa , ed eilendo ftata rinovata noftri giorni fu'l fine del
fecolo (corfo , per la fua bellezza , e preziofità è ftimata delle più mirabili
di quella gran Città, cultodita da' PP. Barnabiri, ove col loro infìgne Col-
legio tengono aperte le Scuole pubbliche a beneficio della gioventù , che
da' mede/ìmi nella pietà, e nelle lettere refta si bene iilrutta .
Intefe Malfimiano la fuga d'AlelTandro, e Compagni , e mandò dietro loro
una Squadra de Soldati, con ordine di prendergli tutti , e condurgli a Mi-
lano . Erafi S. Aleffandro colla lua Compagnia fermato poco diltante da Como
in una felvetta , o bofchetto , dove prendeva ripofo , quando gli venne
detto da non so qual FalTaggiero, che Maffimiano mandava per eÌTi ,e poco
tarderebbero i fuoi Miniftri ad arrivargli . Allora AlelFandro efortò i Com-
pagni a nafconderfi in quel bofchetto finché fcorreffero inanzi i Soldati
dell' Imperadore , il che fecero ; ma egli meflofi adafpettargU , lì lalciò pren-
dere , legare , e condurre da Maffimiano , il quale ora con promefTe , ora con—
minacele lo tentò nuovamente a facrificare agli Idogli ; ma tempre indarno;,
perchè gridò il Cavaliere , che piuttollo averebbe perduta la vita , che la
Fede di Criilo . Allora l'imperadore lo fece battere crudelmente con balloni,
poi di nuovo carcerare , dolendofi fcco di dover reftar privo di sì valorofo Sol-
dato ; ondefottomanoinviòalcuniaperluaderloche, fenon voleva facrificare
agi' Idoli , almeno s'inducefle a trovarfi prefente a Sacrificj , perchè tanto batte-
rebbe a placare io fdegno di Cefare . Qiiefti vennero in iiperanza che Alellàn-
drofolTe per aderirgli , e a calfineloconduITeroal luoeodel Sacrificio, nel qua-
le fi trovava prefente l'Imperadore ancora . Ma riflettendo il Santo che non
doveva in conto alcuno ufar falle apparenze, ma apcr ramence proteftarfi con-
trario all'idolatrìa, rivolto a' circoltanti dille : Che accade che in d.'.rno vi
affatichiate ? Non farà mai polTibile che io pieghi il mio animo a quelle
voftre abominazioni, che altro non fono che fuperflizioni , e favole de Poe-
ti. QjC'^O' ^'^ ^'^^' fimili difendi, efalperaronoaifai pia MatTimiano, e fpe-
cialmente perchè gli parve di lafciar troppo del fuo onore , fé almeno non
avelie ottenuto dal Santo qualche parte del iuo intento. Che però il g<of-
no feguente i'ccc raddoppiar l'apparato de' Sacrifici] , econdurvi molti Cri-
Itiani allieme col Santo Alfiere , con ordine rigorolo a' Soldati , die gli at-
"torniaffero t'-tti , e tenellèro bene fopra di loro fiffi gli occhi, che fé fi fol-
fcro accorti di qualcli^; minima renitenza, fubiio gli uccideflero. AleifaQ-
dto
xjo AGOSTO.
dro, che febbene era di collumi afFabiliffimo , nulladimeno dove fitnttava
dell'onor di Dio era zelantiffimo, quando fi vide condotto al lucgo de' fa-
gnficj , riputando che troppa ingiuria fi farebbe fatta a Dio, fé non avcfl'e
moftrato qualche rilTentimento, appreHatofi alla raenfa, dove era l'appara-
to de' Sacrifici, con un calcio la gettò per terra, e con tal furore , che fe-
ce rellar' attonite le guardie de' Soldati armati, che lo cingevano ; di mo- ,
do che arrabbiando molto più l' Imperadore gridò a' Soldati , riprendendo- \
gli perchè non fi moveffero , né efequiifero il comando fatto a loro , trat-
tando principalmente dacodardoun ceno nominato Marziano» principale dei
fuoi Carnefici, ed in quefti maneggi pronto , ed innumano , perchè nonavelTe
iubito uccifo Alcllandro . Rifpoie coituiche lo aveva ritenuto la prefenza ,
e natura di quel!' Alfiere Tebeo , che di gran lungo iuperava tutti gli al-
tri , e parevagli una igran montagna . Trattò Mafilmiano da ubbriaco co- 1
ftui , e per allora non fece altra molTa contro del Santo , ma della forza, I
e virtLi fua relìò flupiro, e confufo . Si ritirò nel fuo Palazzo , ed il y
Santo {u di nuovo incarcerato , ed afflitto con eftremi patimenti . Avendo
^^erò avuta buona occafione, ufci di prigione, e s'incarnino ver/o la Città di
Bergamo , ed arrivato al fiume Adda , né trovando Nave, che lo traghertaire
all' altra riva , è fama pubblica , che miracolofamente paflalie fopta l'acque ,
fenza né pure bagnarfi le piante de' piedi.
11 giorno i'eguente , ottavo del mefe d'Ago(lo , entrò il Santo Campione nella
Città di Bergamo , che allora era bensì fituaia Ibpra la cima del colle , ove è di
prelente , ma lènza le altre abitazioni da baffo , o a parte , che ora vi fono , e qui
elefle per fua danza una Cafa vicina alla Porta meridionale di efib colle , ed ivi
fcorrendo nel Borgo cortiguo, e da quefto negli altri ,e nella Città ancora,
predicava a' Popoli la falfità degl'Idoli , e la verità della Fede Criltiana ,
col linguaggio Latino , che allora era il comune , e fi (piegava con tanto
fervore, che indufiè molti di quei Cittadini ad acccltariì a Crifio , ed alla
ofiérvanza della fua fanta Fede, e Legge . Perlocché fpargemJofi il buon odo-
re della virtù d'Alellandrc , nuovo Appoftolo, per quei contorni , facilmente
la fua fama penetrò nelle Camere di Grata figlia di Lupo, Principale, e Capo
della Città. Era quella devota Femmina dalla liia fanciullezza itata allevata
nella Fede di Crilto , ed aveva convertito anche il fuoSpofo, il quale eirendo
pofcia pafTato a miglior vita, alcuni anni prima , ella amante della quiete fé
re flava ritirata nella Cafa di Lupo fuo Padre , attendendo con ogni dili-
genza a devoti , e fanti efercizj , come un altra Giuditta . Di più affinché
la troppa folitudine non le arrecalTe nocumento , fuo Padre le aveva afié-
gnata per Compagna una nobile , e viriuofa Giovane chiamata Efteria .
Con quefia fua confidente ufciva di cafa , e portavafi ad afcoltare le infuo-
cate efortaz oni di Aleflandro , per le quali ambedue fi fentivano miiabil-
inente acccfe nel divino amore, e confortate nella perfevcranza della Re-
ligione Gnitiana . Conferì Grata , tra varie cole co'l S. Predicatore Alef-
fandro , il dolore, che fentiva , che Lupo fuo Padre vivelTe oftinato nelle
tenebre dell'Idolatria, ed il Santo la confolò, predicendole con Spirito Pro-
fetico , che del cerco fuo Pw'idre fi farebbe convertito a Criito .
Gre-
AGOSTO. 171
Crefceva di giorno in giorno il nunnero de'CrUtiani in Bergamo per le fa-
tiche delSanto Altiere Ardlandro, e di rabbia Iremeva il Demonio per la per-
dita di tante anime che faceva, onde avendo la fama portate all'orecchie dell'
Impetadore quelle nuove, tanto fece Satanallò, che lo Ipinle a mandar a_
Bergamo de'iuoi Miniltri , con ordine che prefo Aledàndro, fenza fallo lo
Hccideuero » fc non voleva facrificare agl'lJoli . Era in qnefta Città una Ita-
lua diCrotario Padre di Lupo, fatta dai Bergamalchi pei fua memoria, ed
onore , e da quelli era adorata per Idolo, avanti delia quale 1 Geianani,
avendo prefo il Santo, ve lo conduilero, minacciandogli la morte fé non
le oiTcriva lacnficio ; mail Santo conofcendo per Dìvìija infpiiazione che
era giunta l'ora felice, e tanto fofpiraca del fuo martirio , piegò le ginoc-
chia , ed alzando gli occhi al Cielo , raccomandando a Dio l'anima fua «
la Città, e la S. Fede che vi aveva piantato, lo pregò che li degnaflb di ri-
cevere il fuo fpiritoncUaCelelìe Patria • Appena ebbe fatto un puoco di Ora-
zione in tal guifa , che dal Carnefice gli fu troncata la telta , e l'anima fua volò al
Cielo pergoderein compagnia deglialtri Santi Martiri Tebeila Corona del luo
martirio , e ciò fu il decimo ottavo giorno dopo il luo arrivo nella Città di Ber-
gamo, cioè li 26. d'Agollo .
Qiiefta nuova reccò a Grata eftremo cordoglio per la perdita, che fece,
e lei , e la Città di si buon Operario per le anime loro , che però tutta lagri-
mofa , ed addolorata, in compagnia di Eileria, e d'alcuni fuoi Servi , andò
al luogo, dove il Santo Martire era ftato decapitato, e colle propie mani in-
volle in drapo preziofo il l'agro Capo , e feco le lo portò, ed il Corpo, che
poco difcolto giaceva nel fango, iu da'fervidori levato da terra , e coper-
to di panni onorevoli per portarlo al luogo deltinato per la diluì fepoltura.
Ma oh prodiggi di Dio! Arrivati che furono quelti col Santo Cadavere al
colle, oggi detto Borgo da' Pini , depofero il Cataletto per ripofarli alquan-
to , ed ecco che ilillanJo dal Cadavero alcune goc ciole di fref-hiifimo fangue ,
e cadendo in terra, ne nacquero lubito ceni Bori purpurei differenii dagli
ordinar), che Ipiravano foavilfimo odore:fegnomanifeitode'maravigliofì effet-
ti, che volle Iddio moftrare col fangue lacrato nel fuo MariireaLa Città di
Bergamo ; perche Grata , dopo d' avere feppellito il Corpo del Santo , coWg_>
un ^fcetto di que'miracolofi fiori, e lopreftntòafuoPadre ancor Idolatra, e
da quelli preie giuflo motivo di favelargli , come fino la terra moftrava legni
d'allegrezza per effere (tata tinta del fangue d'un Santo Martire di Crilto,
ed egli, che aveva ricevuti tanti beneficj da Dio nell'Anima , nel Corpo,
nella Cala, nella famiglia, nelle facoltà, nell'onore, e nelle dignità, anco-
ra non fi rifolveva d'aprir gli occhi della mente, per mezzo del lume della»-
Fede, a riconofcere il Creatore, e Redentor fuo . Quindi più vivamente , e
teneramente , inlìnuandofi col dilcorlo la devota FigUvola , parrai che cosi ieco
parlalle : Deh arrendetevi pure una volta o caro Padre a fegni tanto eviùenti,
e palpabili, co' quali il Cielo vi iaconolcerc la verità della mia Cattolica Re-
ligione: Se in voi nodrite un cordiaidefiderio del voilro bene, non tardate»
•corrifpondere a ii efficaci loaviflime difpofizioni della grazia divina , che vi
•*»uol ialvo, aaii Santo, e che v* propoae in quella, ma più celi' altra vita^
un»
t^» AGOSTO. -^
«na feliciti ferza pari: Che bella forte f;iràlanoftra , fé io come Figlia , e voi
come Padre s'uniremo fcambievolmente % riverire, ed amare quel Dio, che
per la noftra falute diede tutto fé ftelTo , né mai ha lafciato per verun tempo
da dimoftrarci fègni più convincenti dell' infinito fuo amore . Deh rinunciate
ft' ciechi, e falfì vaneggiamenti del Gentilefìmo , e purificateli voftrofangue
coir acque falutari del Santo Battefimo . Deh generofamente abbandonate
ogni rifpetto mondano, e tranfitorio , alzate gli occhi al Cielo, per le di cui
eterne felicifà liete ftato creato ; e veftendovi della candida ftola dell' inno-
cenza Battefimale , in tal guifa avrete bensì l'antico nome diL^po, ma qual
nuovo Agnello di piirirà , e di coftumi , accrefcerete il numero tortunato del-
la greggia diCrifto, che è Paftore si amante delle noltr' anime. Menrre
Grata feguiva s"i fattamente a difcorrere con Lupo fuo Padre, tramandava
dagli occhi copioffTime lagrime, e dal cuore dolorofi fofpiri,e finghiozzi,
che le interompevano il parlare ; onde le vive ragioni , mefcolate co' teneri
affetti , e lagrime dell' amantiffima Figliuola, e colla foaviflìma fragranza di
quei mirabili fioii , ma fopra il tutto colpito nell' intimo da' più forti, e pene-
tranti li imoli della Grazia , che già già cooperv va al fuo irrendimento , fpez-
earono la durezza del cuore di Lupo , che n convertì alla Fede di Gesù Crilto,
anzi inbrcvetempo , fattofi maeftro de* facrofanti Mifterj , fimife a predicare
agli altri con tanta virtù , e fervore, che la Città tutta, qual pendeva dai cenni
di Lupo fuo Capo, udendo la fua efficace deteihizicne dell'Idolatria, voltò le
fpallealGe: tilefìmo, ed abbracciò la fede predicatale prima da S.AlelFandro
già morto per elTa .
Il tutto riufcì felicemente a maggior gloria di Dio, non ceflàndo Lupo»
Grata, ed Efteria d'infegnare la Dottrina Criftiana con ogni carità, e folleci-
citudine a' novelli Battezzati, ed in breve fi diltrullero tutti i Templi degli
Idoli, ed in quel luogo, dove Lupo fu Battezzato con tutta la fua Famiglia ,
che fu fopra la cima del Colle , fabbricò un Tempio ad onor del Salvadore »
«(regnandovi dote fufficiente per foflenervi il culto di Dio . Cade trattanto
infermo Lupo , e vedendofi giunto all'ultimo de'fuoi giorni , chiamò la (lia
Moglie nominata Adleida , e Grata fua figliuola , e con puoche parole dilpofe
de' fuoi beni temporali . In quefto mentre erano concorfi i Principali della
Città, e ad effi rivolto fece nn belliffimo difcnrfo fopra l'importanza della
lanta Religione Criftiana, efortandogli alla perfeveranzi della fanta Fede,
fino ad efporre la propria vita in (ùa difefa ad efemplo dei Santo Martire Alef-
fandro; ma mancacdogli poco alla volta lo fpiriro, pafsò all'altra vita , e fu
Seppellito nella detta Chiefa da lui fabbricata ad onor di S. Salvadore.
Dopo Lupo facce Ife nel governo Adlaida , qual mori dopo un anno , e la Città
carricò ilgoveno alla Figliuola, che fabbricò tre Chiefe ad onore di S Alef-
fandro , da cui , dopo Iddio, riconofceva ogni fuo bene. La prima dov»
abitava, mentre dimorò in Bergamo ; la feconda dove occorfe il gran mira-
colo de' fiori ; e la terza fopra la fua fepoltura ; e nel quarto anno del fuo go-
Yerno parti da quefta vita , operando il Signore per il di lei merito molti mi-
racoli , e fu feppellità in una delle Chiefe , che efla aveva erette , dalla quale
l'aacoioi/. fu ievau> e trafpoitata neHa Chiefa» che di prefente chiamai
Saou .
AGOSTO. I7f
Sintft Grata. Ed i Bergamafchi feguitarono fempre a riconofcere per loro
-fingolar Protettore ilS. Alfiere, giacche è fempre fiato , ed è loro potente Av-
.vocato appreflo Iddio ne' privati , e pubblici bi fogni , come fi pruova con alcu-
ni miracoli, chequi foggiongo per degna foddisfazione de' fuoi Devoti .
L'Imperadore Carlo III. cognominato il GrofTo cadutoin grave malattia,
raccomandandofi al S. Marcire, cominciò a migliorare , ed appena riavuto
alquanto, fi portò a vifìrare le di lui SanteReliquie , efubitofi ricuperòaf-
fatto. Per grata memoria favori la Città di molti privilegi, e lafciò in dono
al Santo una Corona Imperiale d'oro, guarnita di molte gioje preziofìflime ,
facendo fcrivere 1' Htoria della grazia ottenuta dal Santo .
Raimondo da Cardona Capitano Generale della Gente del Re di Napoli
afTediava la Città di Bergamo, e giàfracailato ilmuroaS. Agoftino, agevol-
mente poteva entrar dentro la Città, non volendo udire lo Sdegnato Princi-
pe le ragioni de' Cittadini afTediati. La mattina nel far del giorno, mentre
machinava di distruggerla, reftò foprapprefodaprofondifTimo fonnonel qual
tempo gli comparve S. AlelTJindro, che vefìito d'arme bianche, e con le-
verò fembiante minacciava d'ammazzarlo con quelle armiUeffe, fenoncef-
fava di travagliare la fua Città di Bergamo . DeflofTì Raimondo , e fubito
s'accordò co' Cittadini , ed entrato in Città, andoffene a vifìcare il Santo, al
quale, dopo d'aver fatta devota orazione, ed adorate ledi lui fagre Reliquie,
dilTe al Prepofto di quella Chiela , ed a'Cittadini prefenti : Voi fìete molto
obbligati a quefto Santo , perchè s'egli non teneva la voflra protezione , og-
gi levoftre cofe erano ridotte all'ultima rovina.
Cinque anni prima di quefto fatto, al tempo, che s' erano collegati i Ve-
neziani, Giulio II. Pontefice, Maflìmiano Imperadore, e Ferdinando Re d'A-
ragona , e di Napoli, e che indiverfe parti contro di quefli armavafi il Mon-
do, fui principio dell'anno lyco. Riva terra del Veronefe era molto oppref-
fa dalle fccrrerie, e prede della fanteria nemica, e finalmente dopo d'ave-
re foflenuto longo afTedio, non fperando ajuto umano, riccorfe quel Popo-
lo a S. AlelTandro , di cui avevano un Tempio eretto al di lui onore, ilchè
facendo fi fenti talmente rinvigorito, e quafi da celefte oracolo (pinco ad af-
falire gl'inimici, come fecero fubito con gran confidenza nella protezione del
loro S. Avvocato , che appena comparve armato alla fronte de' nemici , quc-
ftt sbigottiti fi diedero a precipitofa fuga, reflando di loro fatta una ftragge
fanguinofa ; E per grata memoria di quefla fegnalatifiìma Vittoria , ottenu-
ta ad interceflìone del Santo, celebra annualmente la fella del luogloriolo
martirio.
Più antico è l'onore , che gli fu fatto l'anno 90?. di nodra falute , perchè
Adalberto Vefcovo di Bergamo volle dare fèroltura più onorevole al facro
Corpo del S- Martire, e ciò intendendo Berengario I. Imperadore, volle in-
tervenire aquefta Traslazione Iblenne dal fuo antico Sepolcro al luogo detto
ConCeiTione, o Scurollo, lafciando memoria di quefta Solennità, che fu il de-
cimoreflo anno del fuo Regno.
Anche Grimoaldo Re de' Longobardi efTendo dato convertito alla noftra—
Santa Fede da b.Giovanoi Vefcovo di Bergamo, ikbbiicò una Cliicfa al Simo
Mar-
j^^ AGOSTO.
Martire . e dopo d'averla riccamente dotata, la donò al S. Vefcovo •
■ Lo rtefTo praticarono molti Paefi , ed in ifpezie le Terre di Mulcrafio , e Vir-
cana , elTendo flati travagliaci da Lupi ,edaOrfi, che guadavano gli armenti,
le e;re<Tf3;ie, e le perfonè iftefTe , raccomandandofi co' voti a S. AlelFandro ,
Iparirono fubiro quelle beftie da' loro Paefi .
Parimente S. Carlo Borromeo Arcivcfcovo di Milano , nell' atto della Vifita
Appoltolica della Chiefa di Bergamo riverì con devozione , da quel gran Santo
eh' egli era , il iagro Corpo , e per moftrare la (lima , che faceva di elTo
S. Martire, mentre in Befozzo Terra della lua Diocefi di Milano era una
ciiieia anticamente dedicata ad effo volle ergere quelta Chiefa in Collegiata,
e
■ter_
i i Lodigi , . . ■ r n
ti tanti altri Paefi, fino anticamente dedicarono a fuo onore le Chiefe Par-
rocchiali delle Terre di Cervignano , e di Bifnate del loro Contado, come
anche a'noltri tempi abbiam vedute innalzargli altrove Capelle , Statue,
e Immagini , come alla Terra di S. Zenone una Capella di preziofe^pit-
ture in quella Chiefa Parrocchiale Arcipreturale , ed in Città nella Chie-
fa di S. Defendente una vivace Statua, e ciò fia detto a maggior gloria di
Dio, che tanto fi compiace di ellere glorificato in quelto Santo Martire.
17 S. CIRIACO Vefcovo della Città vecchia di Lodi .Ffii fuA Vita tra
gudk dt yefcovi .
•z8 S. AGOSTINO , fella alla Chiefa di S. Agnefe . P'edifm moria il n.
Gmnajo .
•29 S. GIOVANNI Decollato , fella alla Chiefa di S. Maria del Sole de»
Confratelli della Milerirordia .
L'anno i<543. in qtiefto giorno fi celebrò in efia Chiefa una Fefta Iblenniffi-
nia nel pubbticarfi il Privilegio , che conceffe Filippo iV .Re di Spagna a quef-
ta Scuola di poter liberare ogni anno un condannato alla morte di cafo grazia-
bile. Vedi l'I fior ta di quella Chiefa li i Ftbbrajo .
30 Reflandoperlecontinuepioggieefterminata la Campagna, e molto più
per le innondazioni de' fiumi , oggi in devotilfima pioceffione di penitenza iì
portano le Sante Reliquie pm iniigi.idi quelle Chiefe dal Cleto Secolare, e
Regolare per placare lo fdegno di Dio . Anno i6j<j. Not. del Caven.
Muore Monfig. Giorgio Barni Vefcovo di Piacenza , e Patrizio di Lodi .
Sua Vita .
L'Anno del Signore i6$i. 11. Ftbbrajo Monfig. Giorgio Barni trafTe i fuoi
natali da nobilifiìmi Parenti, che da molti Itrcoii in qua per la parte del
Padre hanno femore continuato nel poireilo della Cattedra Decunonale di que-
lla
AGOSTO. 175
ffa Città fino al prefente giorno , in cui fé ne contano due , il Conte Giampaolo
FeudiUario di RoncadcUo , ed il C"nteGiul'eppeMaltro di Campo della Mili-
zia Urbana di lui figliuolo , uno Nipote, e l'altro Pronipote del nollro Prela-
to. Il di lui Padre Ili un* altro Giampaolo Birni Avo del fudetto, eia Madre
Paola Vifconti della Città di Milano: E ie l'illibata nobiltà del Padre hadifefa
nel Conte Pronipote la Croce venerata di Malta, quella della Madre ha illuf-
trato il iuo tangue colle Cattedre Senatorie di Milano, oltre di che l'un*, e l'al-
tra gentile Profapia tu iempre feconda di glonoli Campioni. Crefciuto il no-
bile Fanciullo coli' età nella dottrina , pietà , e prudenza , portoli! a Roma , ove
dal Sommo Pontefice InnocenzioXl. fu creato Referendario dell' un , e dell*
altra Segnatura, cioè di Grazia , e di Giuftizia, E perchè, qual Lucerna ar-
dente , non doveaftare nafcofto fotto il moggio, ma rilplendere nella Chiefa
di Dio, avendoli Pontefice lleifo fcoperto nel Prelato parti riguardevoli , lo
lo Ipedi per molte condotte adi verfe Città . La prima fu , che nell'età d'anni
28. lo mandò Governatore di Tivoli , poi Vice-Legato a Ravenna : Di anni 32.
gliconfegnòil governodi Fermo, edi là fu avvanzato ad effere Vifitator' Ap-
poftolico di Camerino, e tant' erano lelimofine da lui offerte a' pò veri, che da
per rutto nel partirfi era accompagnato gloriofamente da' loro fofpiri .
Nell'anno 1687. la Chiefa di Piacenza era già da fette anni vedova del fuo
Spolu per la morte di Monfig. GiureppeZandemarÌ3,eper confeguenzaogn'uno
J)uò immagir.arfi quanto afriittodovefletrovarfi quel mifero Gregge , onde con
aggi i elezi jne del mentovato Pontefice , degna confolazione del Duca Ranuc-
cioll. Farnefe,egiulivoconfortoditutce quali' anim; ,Monfig. Giorgio , che
gii correva gli anni 37. di fua vita,ne fucreatoil Vcfcovo ,chcfu il novantefi-
raodi quefta Città. Mentre da Roma partito s'accoltava al fuo Ovile, Iddio
lo volle toccare con una pericolofa malattia , per la quale elTendo flato difpe-
rato da'Medici,rOracoloperodelSom.Pontelice predille ladilui fanità, come
in fatti fegui . EiTendofi pofcia fpyfato colla fua Chiefa , le prefe tanto affet-
to, che pernon abbandonarla, rifiutò l'efebizione del Vefcovato di Pavia , la
N'un7,iaturadiPolonia,edinfiemeledi lei grandiofe confeguenze . LaluHeci-
tuJi ledei luogovernoinello fu fempj'e mirabile, perchè, nel vi(i:ar le Chiele
della Città, eDiocefinon perdonò a niuno intoppo, ne aneflan diifag^io: Di
Villa in Villa fall perogni balzi più alpe/tre, traversò le itlontagne pili lltari-
pevolicon animo fvimprc imperturbabile . Celebrò duoi Sinodi ; arriccili dt
Suppellettile facra il Duomo, e molt' altre Chiefe, riftoro a fua fpefe il Colle-
gio delle mal maritate, e ne erelfe uno per le Vergini ; donò a Chiele dila-
dorne ornamenti belliffimi, altre concorfe a rifarle, (e rovinofe ; Inltitui Con-
gregazioni, e Monifterj, oppur di nuove rendite. accrebUe ; anzi iu tanto li-
berale verfo de' bifognofi , che qualche volta le lue limofin^ giugnevano a mi--
gUajadi feudi: Q.Mindi erano si fervorofe,ed efficaci leloro orazioni apprò
del Vefcovo loro infigne B^^net'attore ,ePadre, che ridotto all'ellremo di lui
vira per le gravillimc malattie , fu voce comune che lo lalvallero quelle
dall'imminente pericolo della morte . Tuttavia però non fi dimenticòdi la-
fciar' eterne memorie della fua pietà anche in Lodi lua Patria , perchè eden-
doilato aoiii l'à. Protettore dcila Coniutermca , o Scuola di S. Maria del Sole,
neli'
ij6 AGOSTO.
nell'anno 1707. clonò aquefta Cliiefa un Reliquiario fatto a fne fpefe , lavo»
raro a forma di Oftenfono , tutto di argento mafiìccio , etieggiato , chiufo con
criftallo , con entro una parte del Legno della S. Croce del N. S. Gesù Grillo .
Giunfe finalmente l'ultimo tempo del Aio governo il quale fusilongo, che dopo
S. Savino li-io prcdecelTore, che lo tenne 45. anni , non fé ne legge un' altro che
lo reggefle 44. anni come quefèo , eiTendofempreviOutto con tal'efartezza, e
carità , che mai incontrò alcun difgufto , né colla S. Sederne co'Prencipi , né
col fuo Capitolo, e circa la mezza notte del giorno d'oggi venendo il 31. del
corrente neir anno 173 1. d'anni 81. pal'sò daquefto Mondo per godere , come (ì
fpera , il frutto de'fuoi tefori , che s'era accumulato nella Celefte Patria col
mezzo delle copiofiffimelimofine. IHiio Cadavero fu ripolto nella Cattedrale
a piedi d'un' Immagine della B- Vergine, predò della quale tre anni prima della
fua morte erafi fatto apparecchiare il fuo Depofito, ornandolo di ricchilU-
mi, e finiflimi marmi, con queft' Ifcrizione , che pure effo vivente h aveva
fatta .
yirg'tnis ad Phntas humilì jiYoflernor in Urna ,
Me locet in Cali fcdsbus Alma Parens .
31 Per la Confecrazione del Duomo, e dell' Aitar maggiore vedi l'informa»
alone della noitra Cattedrale il 19. Gennajo.
Monfìg. Carlo Ambrogio Mezzabarba Patriarca d'Aleffandria ,enoftro Vef-
covo, perla fefia della Canonizzazione de' SS. Francefco Solano ,Giaccomo
della Marca, e B Giacinta Marefcotti del Serafico Ordine di S. Franccico,
oggi canta Pontificalmente Mefla , e Vefpero nella Chiefa de' PP- Rifor-
mati di S. Francefco di Pavia , coli' afTiflenza, e minifìero delle Dignità , C-.
Canonici dei fuo Capitolo della Cattedrale di Lodi . Anno 17^7.
SET-
SETTEMBRE. '"
An B.ifTino Vefcovo , e principal Proretcore della Chie-
fa Lodigiana, confacr.i il nuovo Tempio da lui fabbrica-
to ad onore de' SS. dodici Appoftoli , coli' intervento di
S. Ambrogio ArcivefcovodlMilano.edcI B. Felice Vef-
covo di Como nell'anno 380. «ì^mj Vita.
J 1 Per le fovverchie pioggie dell' anno 11589. '1 fiume
Adda tanto crelce, che rompe la ftrada,che ierve d'argine alla roggiache
palla prelìo le mura contigue alla Chiefa vecchia di S. Maria del Sole, ed
unite alFieme quell'acque mettono in gran pericolo la CittA , ed il giorno 5.
Novembre dello ftelTo annoi' Adda rompe cinque archi del Ponte, onde per
il timore che entrallc in Citrà, e per il danno evvidente delia Campagna ,
fi fecero procelfioni , portandofi Reliquie infigni , ed il SS. CrocinlFo dcila«.
Parrocchiale della Maddalena . Cavcn.
^ Oggi, come prima Domenica del mefe,fì celebra nella Chiefa Parroc-
chiale Prepofìturale del Luogo di Liuraga di quefta Diocefi , fefta infìgne di
S. Gennari Martire , dove confervaii il di lui (acro Gorpo,il quale l'anno 1^71.
dal P. Steffino Roffi della Compagnia di Gesù fu donato alla detta Comunità,
ed in memoria che laprima Domenica di quefto mefe in quell'anno futrasfe-
rirocon folenniflima procclfione, in qucfto giorno parimente le ne celebra la
fefta anruale della Traslazione , col proprio Officio , per provare che il bene-
detto Corpo è lo ttefib del Santo che ivi fi venera ; e fu levato dal Cimitero di
Santa Prilcilla in Rema; confervafi in eifa Chiefa Parrocchiale all' Altare,
altre volte di S. Carlo, con fomma venerazione , e (Urna de" Popoli , e mtrita-
mente , (e fono evvidenti le grazie, checontedea'fuoi Diveti. ed in partico-
lare n*^! tempo de' fpaventoli Temporali , prefervando elio Territorio dalle
gragnuole . Sotto il fuo depofito fi legge :
'^anuartus Xtfli SubdiMonus Criflt martyr Rome pajjui hie /ìtut colitur ,
Arch. d'ella Parrocchiale, e come infatti.
4 Eflendo le gravezze di quefto Paefe tanto infoffribili ,Gio. Arcimboldo
Gcvernatore ci Milano , e fuo Stato dichiara più di 80. Cittadini Lodigiani,
quid tutti Nobili, per rubelli , ed innimici del Duca francelcoll. padione di
cflb Stato, a caula di non avere foddisfato alle taglie impelle , ailegnando
tre giorni di termine a fgombrar il Paefe , o lei giorni in tutto ad aggiuftarii
col Duca, nell'anno 1515. Rcgifl. dd Lanxer.^e vedt 19. F<.bbrajo,c 2. £)<•
S(mbrc .
5 Li Signori Decurioni dì quefta Citta per gratiflìma memoria di quanda
laB Vergine, detta della Pace, gr:(_ò tre vclit P.,cc per illabiliria tra quefti
Ciuadioi divi^ ia barbare , ed &lUnate fazioni de' Guclii ,e GibcUioi . oggi
M deU'
f7« SETTEMBRE.
dell' anno 17JO. nello ftelTo (ito dove parlò fanno metrer' una lapide coli* ìT-
crizione di quefta memorabile grazia. Vedtlafacra Ifìoria compiala dall' Au-
tore di quifla , e 7. corrente .
6 EfTendoPavia aflediata da' Francefi fi fanno molte divozioni nella Chiefa
della B. Vergine dell' Incoronata , ed in altre Chiefe della Città per implorare
la clemenza del Signore col padrocinio della liia SS. Madre . Anno 1655. Bcnz.
Vedi li. corrente .
, 7 L'Immagine dellaE. Vergine della Pace, circa alle ore i5. dell'anno 1J15.
operò il miracolo itupendo già riferito il giorno j.
8 LA NATIVITÀ* DI MARIA VERGINE, fefta alle fue Chiefe, una
delta delle Grazie , e l'altra della Pace .
IJìoria in Compendio della Chiefa della B. V. delle Grazie .
L'Anno 1599. era in un Oratorio de'Borghi di Porta Cartello un Immagine
della B. Vergine detta delle Grazie, e di tanta divozione, che col cumulo
delle fue limofine Monfig. Taverna comprò il fìto per fabbricare al di lei
onore un Tempio fontuoTo, qual' elTendo itato perfetto vi trafportòla B Im-
magine , ed avvenne che effendo molto tormentato da' dolori renali, nel fot-
toporre la ("palla alla ftanga per levar l'Immagine, ancor elfo ebbe la perfetta
falute. L'anno i(5jo. Monfig. VefcovoGera conceife quarto Santuario a' PP.
Minimi di S. Francefco di Paola , ma effendo Uata demollita co' Borghi l'anno
1^55. anche quefta Chiefa , portarono l'Immagine Sacrofanta in Città, e poi
avendo fatto acquifto del fito, dove fono di prefente , fabbricarono la Chiefa ,
e vi trasferirono l'Immagine tenutavi in fomma venerazione ; E chi defìdera
maggior informazione e di quefta Chiefa , e di quella della Pace , come ho ac-
cennato ne' giorni 5. , e 7. , veda la tante volte citata Irtoria fagra de' bantuarj
della B. Vergine .
Monfig. Cari' Ambrogio Mezzabarba Patriarca d'Aleflandria , e noftro
Vefcovo , canta MeiTa Pontificalmente nella Bafilica di S. Francefco per le
Jeile folenniffime di tre Santi , come il 3 1. Agorto .
9 S. GIOVANNI DA LODI Vefeovo della Città di Gubbio,fefta in Duomo.
B-ifiretto della Vita diqueflo Santo,eflratto della mandata alle Stampe da Difendente
_ Lodi l' anno ^i6ii^. 31. Gennajo , e concorda co' MS. del Doti. Gianfrancefco
Medici Canonico della nofìra Cattedrale .
N Acque S. Giovanni circa l'anno mille , e ventifei di noftra falute nella Città
di Lodi vecchio da Nobili , e pii Parenti . Battezzato che fu , e con fom-
ma accuratezza nodrico , nella fua tenera età fu tUrutto ne' fauci colìumi , e
nella
SETTEMBRE^ , . '7?
rella pietà verfo de' poveri infermi . ed afflitti, effendo giunto all'età giovanile,
{occorrevi loro nelle miferie ,egli confolava nelle rnbulaz oni .procurando di
condiir (eco de'Compagni .quali'graziofamente fé gli guadagnava col lu^. efem-
plo , ed efortazioni corredi . Per metter in pratica quello che lod iva , e perfiia-
deva agli altri, darofi totalmente alle aftinenze , vigilie, ed orazioni , Icielfe
per fuo ricetto un picciolo tigurio appreflb d'una Chiefa , il quale fembrava^
piu'tofto un' angusta prigione, che cella Religiofa, nella quale la nuda terra
gli ferviva di letto, ed un duroialTodi capezzale . Fundati adunque fodi prin-
cipi di San'.ità.rendendofi anche nelle letrerea maraviglia riguardevole , e bra-
mando maggior perfezione . elell'e di menar vira Religiofa iti un Romitaggio.'
Fioriva in que' tempi S. Pietro di Damiano con fama grandiiriinadiSanrit'i,*
e Dottrina nel vaft ilfimo Eremo di S. Croce alla Fontana dell' Avellata , Terri-
torio di Gubbio. A quefto gran Santo, e Cardinale deve molte grazie la noftra
(;;hief i . perchè dopo d'aver vifìtato , come Cardinale Legato a Licere del Santo
PonteticeGregorio VII., molte Provincie colla Città di Milino,per le iftanze
fattedaOppizzone Vefcovo di Lodi al Santo Pontefice fi portò anche alla noUra
vecchia Citrà per curarla da molti mali , e da quello che feriflè il Santo ad un
Vefcovo di Torino nella terza Epiltola del fuo lib. 3., fi può comprendere il
pefìTimo ItatodiqueltaChiefi in que' tempi , mentre dice : Aliquar.do me ctim
LiuJenJts Ecde/icg Tauri pinrufs armita conferiti one vallarent, ac furiofo
fìrcpitu J^ttuli multi tumulttiar.tes infrendermt &c. Quefto Santo adunque per
fine depofe con lice za del Pontefice la dignità Cardinalizia , e veftito di
{empiici , e rozzi panni s'era rinchiufo in detto Romitaggio , al di cui efem-
plo molti . fprezzando gli onori del Mondo , fi dettavano a fervir Dio eoa
tutto lo Ipirito. Tra quelli anche il diletto Servo delSi^nore Giovanni ebbe
riccorfo al mentovato Ven. Padre Pietro di Damiano, già per la Santità fua
Piepìlto alla cura di qt.el luogo , e gcttatofegli a' piedi lo pregò i(tante-
mentf che lo ammettelle lotto quella difciplina , la qual profelfava la Re-
gola di S. Benedetto , ed avendo il '^anto Prelato conofciuta in Giovanni
ogni degna dimoOrazione di vero Religiofo , lo accolfe amorevolmente.
V-llito dell' Abito Monacale Giovanni, furono conolciuri appieno dal Santo
Priore i maravig infi progrelTi nella Santità dt 11' ottimo di lui figliuolo , e
Didepolo , e pt-rc io inalzatolo al Sacerdozio le lo fece G^auiutore, e^
Compagno nella cura de' Religiofi, e l'opra intendenza del Moniliero . e con
tanta carità, diligenza, e deltrezza fi addoperò in quella carica, che fi (ecs
conolV.ere ben degno Difcepolo di si gran Maellro . Cesi il buon Servo di
Dio llasra in quella folimJme, qiufi vivendo una vira Angelica. E perchè
la carne non ncalcitralTe contro lo fpirito , oltre le aftinenze , e vigilie
ordinine, anche ne' più rigorofi freddi, the iogliono in quell' Eremo elfer*
eccellivi , fempre era coperto di puochi , e rozzi panni , e di giorno com-
pariva calzato come gli altri per isfuggire l'applaulo mondano , mi di notte
a piedi nudi andava agli Uffi^j nofuini . Non so p* i le più moriificaflè li
piedi col freddo notturno , oppure quando andava calzato , che ulà^a nal-
codamente di (raporre minutili, mi , ed acuti falluolini fii la nuda piintadel
piede, e ueila Ica.pa , e tua iuicxilo dolore rcggcndovili loura,cam.nando^
' M » tiai-
rto SETTEMBRE:
cialcheduno può immaginarfi che fpafimo avrà fentito.
Chiamò a fé Iddio benedetto S.Pietro di Damiano, e tutti q'je'Religtofi
concordemente elellero per luo Superiore primario Giovanni, e gli fa vano
il tentativo d'ogni ripulfa, perchè gli convenne conformarfi al loro giudi-
zio . In quefto pefo , non oilante che il vigor naturale per la gravezza
degli anni andafl'e declinando , la tua virtù nondimeno , come fé foll'e ancora
più freica , e vigorofa , non diede mai fegni di mancamenco , non elFen-
dofi mai veduto per vecchio che iofle a tralalciar punto delle lunghe l'olite
vigilie neir orazioni , altinenze , e , macerazioni , ed in tutto il tempo che
viil'e volle fempre che fi olTervalTe , e da sé , e dagli altti la fua Regola,
quantunque folle richiefto a rilafciarla alquanto dal Tuo rigore Eremitico .
Qjaanto poi folle ardente la fua carità verfo de' Poveri , balta che adduca
quello iolo efemplo tra li molti, che in fimilc materia fi potrebbero raccon-
tare .
Stavafi l'Italia tutta afflittifTima da eftrema penuria e gli Poveri , oltre 11
confueto , concorrevano in numero infinito dal noltro Santo per elfere
foccorfi , ed eflb per provvedere comodamente al bifogno di tutti ,fpogliò
prima tutto il Moniftero di quello ritrovavafi per ufo de' Monaci, e fino se
Itefib de' fuoi abiti per far danaro, e poi trasferitofi nella Puglia , ne riportò
tanta quantità di grano , per Un. che paffalTe quell' ultima penuria cagionata
dalla moltitudine de' peccati .
Pafsò a miglior vita trattante il Vefcovo di quella Città , ed il Cardi-
nale Giovanni di Gubbio, Legato della S. Sede Appoftolica nell' Ombria ,
trovavafi nella fua Patria , e da tutto quel Clero , e Popolo fu pregato di
adoperarfi nell' iltante elezione del Vefcovo . Accettò di buona voglia_,
l'impegno , e nel prendere le informazioni de* fogetti capaci di reggere il
Bafton paftorale , intefe le fante qualità di Giovanni Priore di S. Croce , e-.
per dar foddisfazione al Pubblico furono fpedite Perfone Religiofe ad invi-
tarlo d'ordine del Cardinale d' intervenire alla fuddetta elezione . Al pri-
mo avvifo il Santo vi fi portò con alcuni fuoi Monaci, e fu accolto da
tutti riverentemente . Subito fi ripigliò il difcorlo di tal* elezione , ma noa
jiflblveafi, quando Iddio per fua pietà rivelò al cuore di tutti che chiedef-
fero per Velcovo il Priore Giovanni . A cosi improvvifo , ed inalpettato
annunzio fi comoffe con tutto Io fpirito ad opporfi gagliardamente, proteftando
che in età cosi avvanzata , oppreflo da tante infermità , era imponìbile che
potefl'e fellenere un pefo di tanto riglievo . Ma poco , o nulla valfero le
lue ragioni preflb que' Cittadini , perchè, anche p«r Tavtoricà del Cardi-
nale , convenne al Santo fottometterfi al voler di Dio . E perciò dopo puoco
tempo, nel miglior modo che gli fu poffibife,fì trasferi a Roma dal Sommo
Pontefice Pafcale II. , dal qual fu accolto benignamente , e di fua propria
jnano ancora fu confagrato . Di là ritornò pretto alla lua Chiefa , e quivi
Don dilcoitaodofi punto dal fuo primo inftituto di vivere per la nuova di-
gnità fopraggiuntagli, moftravafi umaniffimo verfo del Clero , aifiduo nelle
l'unzioni Ecciefiaftice , e zelante del culto Divino . E ne fono chiari tefti-
nonj la confacr,tzion(B da ilio iait» della CUiela di S. Salvadoie di Monte
acu-
SETTEMBRE. ,8i
acuto , al preferite chiamata l'Abbazia de* Romiti di Monfe corona l'anno
1(05. non molto dopo che fu adonto al Vefcovato . La Chiefa di S. Croce,
che fondò nel Vign.ile del fuo Vefcovato, col Moniftero a canto, defo al
prefente S. Croce, nel mercato di Gubbio; ed il fimile porrebbe dirfi dello
Spedale per li Poveri da lui fundato , non molto lungi dal detto Moniflero ,
benché di qaefto per le ingiurie de' tempi oggidì non fé ne veda alcuru.
fegno .
Da quefli Chiefa ,s'i ben coltivata da un Santo Paftore, fortivano Miniftri
molto ben addottrinati , ed in tanta copia , che era come un Seminario de
fogetti , che indiffefamente f\ adoperavano per la propria Chit-fa , e ne^
reftavano provvedute anche molte altre. Fra quefli figliuoli fpirituali, che
il Santo Prelato partorì al Signore , fi tiene aver avuto luogo S. Ubaldo
N )b. Eu2;ubino. C inon. Regol. Lateranefe Protettor principale di ella Città ,
il quale , benché giovanetto in quei tempi, pure da S.Giovanni ,conofciuta
in eflb la matura prudenza, fu ricchiamato dalla Chiefa di S. Secondo alla
fua Cattedrale, e col tempo divenne un gran Vefcovo della Patria , ed uà
gran Santo del Paradifo ; la di cui virtù /ingoiare fi ammira nel liberare gli
Ofrefll dall' immondo fpirito infernale , e ne ricevono i Fedeli continue fe-
gnalatifTìme grazie, non folo al di lui Santuario ove ripofa , ed è venerato
il fno C<:rpo. ancora dopo tanti fecoli incorrotto, e palpabile, nel Monirtero
di Gubbio della medefima infigne Congregazione Lateranefe , ma in ogni
altra Città , e I ungo , in cui fia riverita la fua immagine , od invocato
con viva fede il fuo nome.
In tanto il Santo Prelato, tutro pieno di fpirito Divino, e carico d'anni,
dopo d'aver governata la fua Chiefa puoco più d'un anno, raccomandandofi
al Salvatore , pafsò alla gloria de' Beati il giorno 7. del correrie mcfe«,
dell' inno 1106. , ed otiantefimo della fua vita, nel Ponteficato di Pafcale II. ,
e neir Iinpero di Enrico IV. c.-^me tiene ancora il Villanova ncll' lltoiie di
Loi^.i . E ficcome da Dm benedetto fu fegnalato in vita di tutta la Sar.tità»
Cf.sì di'po morte venne illu(trato da molti miracoli , per i quali dallo flelfo
Ponrefice fu fcritto nel Catalogo de* Santi VcfcoviConfelTori . Ed ogni anno
il fettimo giorno di quello mele la Chiefa di Gubbio ne fa foleiin:ll;ma_i
feftn all' A'tarf, dove fi conferva con (omma venerazione il fuo Corpo. La
noftra Chiefa Lodigiana però celebri la di lui fella due giorni dopo , per-
chè il m>rno 7. è im, edro dall' officio dell' ottava delia Confici azione™,
della Caitedr.ile, ed il giorno 8. dalla fetta della Natività di Mani Vergine.
Secu'i la morte di quello Santo Vefcovo poco prima che l'anticha Città
di Loùi foiTe rovinata dalle guerre . ma ellendo fiata fabbricata qiella nuova,
vi pafsò anche la Orna della di lui Santità , e la divozione del Popolo Lo-
digiano, con dedicargli pubblicamente Altari , e Chicle, benché a cagione
delle varie vicende delle cofe in cosi longo corlo di anni , altra particolar
notizia non ci fia rimalta , che d'una fola Chiefa , la quale al preren-^ec^
neppu.e conferva il di lui nome , ma benVi un lemplice Altare , e queua
chiimafi la Chiefa di S. Defendente martire ; cagione cviuentiifima che
iauilmciue cadelTe ancora la divozione del Santo .
M 3 M»
,St SETTEMBRE. 1
Ma dopo lungo tempo volle la Divina bontà che il Cardinale di S. Eufe- }
bio Ferdinando Taverna , Nipote del noftro Velcovo Lodovico Taverna »,
pafTando per Gubbio fofle ifpirato a chiedere al Vefcovodi efla CittàMonfìg.
Andrea Sorbolongo qualche Reliquia infigne del Santo Corpo , che vide
confervarfi tuttavia intiero nella Cattedrale, per arrichire la Chiefa Lodi-
eianadiuntalteforo. Reftò il Cardinale favorito dal Vefcovo il dì ai. Set-
tembre dell'anno 1608. perchè andato avanti l'Altare del Santo con nume-
rofiffima comitiva de Religiofi, dopo lunga orazione, con ogni poflìbile ri-
verenza fecegli tagliare l' oiTo fuperiore del bracchio finiitro, che congiunge
la mano col gomito, e lo inviò fra puoco tempo al mentovato Cardinale.
Quelli nella fua venuta in Lombardia ne feceundonogratidimoal noltro Vef-
covo , e fuoZio, il quale nel giorno 17. Marzo i5ij. quarta Domenica di
Quarèfima, fatto prima invitar il Popolo dal Predicatore con un nobilillimo
ragionamento de' meriti del Santo , al dopo Vefpero , veftito Pontificalmente ,
con pubblica proceflione di tutto il Clero , e concorfo di Popolo innumeiabile ,
lo levò dall' Aitar maggiore, e lo riportò nella ftelTa Cattedrale, come pet
jltrumento d'Aurelio Roflì Cancell. Vefc.
annotazione .
IL Ferrarlo nelle vite de' Santi dell'Italia fcrive, che vifTe Vefcovo tre anni ,
feguendo alcune relazioni avute da altra parte , che forfi debbono intenderfi
del tempo, che il Santo Vefcovo governò i Monaci nell'Eremo, come tiene
licitato Lodi .
Alcune grazie , che il Santo Ve\c6V0 ha concejje a'fuoi Divoti , riferite da Vi-
cerno Armanni , da Gubbio nella Traslazione d' ejp) Santo .
TOmmafo Barberioda Urbino, abitante in Gubbio, giacca infermo a let-
to con dolori nel petto lommamente ecceffivi , e ridotto da tale vio-
lenza all'anguftie della morte , cominciò divotiffimamente ad implorare il
loccorfo del Santo , e con iftupore di tutti , in un fubito gli fi dileguò l' af-
fanno, e rimafe perfettamente guarito . . j. .
Guido Baldo Cirinci di Gubbio, avendo portata più di cinque anni una
travagHofa, ed incurabile malattia nelle gambe , per la quale totalmente^
non potea camminare , concepì una fede alTai viva, che per intercelTione del
Santo volefTe Iddio reftituirgli la fanità, che da' Medici gli veniva dilperata
del tutto, e dopo lunga fatica, e grande flento , fi conduffe al Duomo con
incredibile dolore , e proftrato avanti al Corpo del Santo , fupplicoUo eoa
umiltà, e con affetto per la lua lalute,che veramente fu miracolofa , elTen-
do ritornato a cafa fua fano, e gagliardo.
EfTendofi ammalata di febbre, e di una faftidiofiffima infermità SuorMa-
■ria Innocenza BiUi , Monaca nel Momliero di S. Benedetto della Città di
Gubbio, fi trovava in letto giunta agli ultimi termini della fua vita , giàfta-
ta facramentata , e più volte creduta morta ; cosi languente , e moribonda
SETTEMBRE. 183
in quel penofo flato le venne ifpirazione d' implorar , come fece , l'ajuro
del banco Vclcovo Giovanni, ed in quel medesimo tempo li luci Genitori,
ellendofi raccomandati al Santo per la falute della Figliuola , mandarono im
Sacerdote a celebrar Meifa nella Cappella del fuoDepofito ,e fu col'ad' intìnua
maraviglia, che mentre fi offeriva per lei il SS- Sacrificio, ella cominciò a
migliorare , ripigliando la loquella, che di già aveva perduta, edindi a due
giorni ufc'idi letto cosi libera, come le mai avelie patito male di Ibrte alcuna.
Un fimile ("uccellò (irete molto mirabile, perchè quando ella fi mife a letto era
ftorpiata affatto , e caminava così curva , che non poteafi alzare né meno leg-
germente , e perciò i Medici ancora confcffarono che il fuo fanarfi così prelto
foffe proceduto da forze (uperiori, e piìi potenti delle di loro.
Chidefidera leggere altre, e più diffufegratie, vedali lòpracicato Arm anni,
che trovafi nella Biblioteca Filippina di Lodi , il quale racconta come alla
Cappella del Santo fi vedono appefi molti voti, ed ogni giorno femprepiìi
andavano crelcendo per le grazie , che il Santo concedeva, particolarmente
nel tempo della fua Traslazione ; E tanto a me balta per rifvegliare la_,
divozione de' Lodigiani verfo di quelto Santo Vcfcovo loro Concutadino ,
atfinchc fé lo provino Avvocato in vita , ed in morte .
IO S. NICOLA DA TOLENTINO , fefta alla Chiefa di S. AgncCe
de' PP. Agoltiuiani .
Si prende quefto giorno per la Domenica fra l'ottava della Natività di
Maria V'ergine, nella quale cade la feita del di lei SS. Nome, e fi celebra
alla Cappella antica della Stella, ma rinovata l'anno 1711. in occafione che
cominciò a dillribuire a' fuoi Divoti molte grazie; E chi ne defiucra pi.na
informazione, legga il cap. 12. della tante volte citata lltoiia Sacra de' San-
tuari dedicati alla tì. V. ec. Pir Li f:fta pure d' o.(7Ì vt di giorno 12.
Iella paiimente alla divota Immagine della B. Vergine, che fi venera-,
nella Canonica di S. Lorenzo. Sua origine come Ita emanata dall'Autore
di quelt' Opera, ed appeia preffo la iliJdetta Immagine.
Cne quelto fito , dove e dipinta la Sacra Immat^ine , foffe , già tempo
prima che vi Ci dipmgellè , profetizzato da un gran Servo di Dio, che-
dovea edere conlacrata ad onor di Maria , Io nferilce il P. Bartolomeo
Cimarelh Teologo de' Minori Offervanti nella vita delB. AmadeaPortoghefe,
1-UT.iatore della Congregazione degli Amadei dell' Ordine di S. Francelco
d'AlIilì pel cap. 19. in quella m iniera pieci (a:
„ Madonna Catarina Gualtieri , moglie di Giacomo Vairolli Cittadino
„ di Lodi, era lolita confeirarli a Caltel Leone del R. P.Amadeo . Suc-
„ celle che eifendo ella in Loui vi iòppraggiunfe anche il B. Padre , ed aven-
,, dolo laputo la Donna, gli mandò a due che defìderava confeffarfi da lui,
,, e.l effj,non làpendo ciò negare a così di vota Gentildonna, len' andò alla
,, Chiel i di S. Lorenzo ad alpettarla in un luogo fuccido . Onueeilama-
,, ravigliandofi che il Santo folle andato in quel luogo per confeffarla_- »
( Qou cllenao in quei tempi prefcritte dai Sommi Pontefici tante cauzio»
M 4 „ ni
s84 SETTEMBRE.
ni per udire le confezioni , conne al prefente ) „ le difTe : non vi mar avU
ff gliate che io fia venuto piuttofto qua, che in altro luogo poiché noriw
,, paiTarà molto tempo che quello luogo fia di gran divozione alla B. Vergine,,
li che avvenne, come prediffe il Santo, elTendo Hata dipinta quella be-
nedetta Immagine in eilb luogo, ove al prelente ancora non èei'enteda im-
mondizie in puoca diltanza ; tuttavia però l'Immagine è tenuta , ficcome è
Tempre Hata, in gran venerazione, ed ogni l'era il Vicinato vi canta le Lit-
tanie ad onore della gran Madre di Dio , perlocchè fi conobbe chiaro che
il B. Padre ebbe m ciò lo Spirito di Profezia .
Di che anno feguiìTe quello fatto non è aflegnato dall' Iftorico , fi sa bene
che Prino Violafco fece dipingere nell'ingreflo della Canonica alla dritta^
la B. Vergine l'anno 1433. 8. Luglio, come fi legge dentro il fuo nicchio,
ed il citato Autore al cap. 2^, ed il Meriggia nel difcorlo delle Religio-
ni , mettono che il Beato volaffe al Cielo l'anno 1481. io. Agolto alle ore
so. nel giorno di S.Lorenzo.
Anche a Lodi avea piantato il fuo Convento colla Chiefa quello Beato
Padre , ed una parte prima era lo Spedale de' S. Baifano , ed Alberto jui'pa-
dronato de'Trefleni, come dall' arch. dello Spedai maggiore; ma cllendo
(lato con molti altri foppreiTo , ed unito col fuddetto Spedale , l'anno 1484.
li Deputati dello fteflb fecero cefTione di quello fito alli Frati Amadei, ed eli»
di una Cafa alli Deputati dello Spedale , e pofcia gli Amadei incorporaro-
no il fito acquiitato dello Spedale lopprelfo col loro vicino Convento , che
appellavafi della B. Vergine delle Grazie . Ellèndofi poi trasferiti li Frati
in Città alla Chiefa di S. Michele, perchè refiò diltrutto co' Borghi per caula
delle guerre anche il loro Convento l'anno 1543. , fecero vendita li Frati
di quello fito al Dote. Paolo Emilio Sommariva , e l'anno 1630. il Dott.
Gianmatteo Sommariva luo SuccelTore lo vendette alli Confervatori della_.
Sanità per fabbricarvi il Lazzaretto nel tempo che la pelle infettava quefto
Paefe .
11 Li PP. Cappuccini con un triduo folenniflìmo celebrano la Beatifica-
2ione del Beato Martire Fedele da Sigmaringa del loro Ordine l'anno 1729.
12 II Sommo Pontefice Innocenzio XI. in memoria dell' infigne vittoria de'
Criltiani riportata oggi dell'anno 1683. dall' Elercito Turco, chetenevaaf-
fediata l' Imperiale Città di Vienna d' Auftria , impofe che fi celebrale oggi
la fella pure del SS. Nome di Maria , come Domenica fra l'Ottava della.^
Natività di Maria Vergine , e che fi fuonafiero la fera avanti tutte le cam-
pane della Chiefa univerfale. E Benedetto XIII. Sommo Pontefice concef-
le Indulgenza plenaria in perpetuo , applicabile anche per i Delunti, a tut-
ti quelli , che in eifa Fella interverranno alla Mellà folenne , come fi legge
nel proprio Ufficio , e Calendario nel giorno proprio . Fedi io. corrente .
15 Si fuonano alla fera tutte le campane della Città per la vittoria di
Buda riportata da' Cnltiaui contro Turchi l'anno i6Ì6. 2um. vedi ij.
Mod-
SETTEMBRE. i?<
Monfig. Ortenfio Vilconti nortro Vefcovo , con tutto il Rito Solenne be-
nedice il non men divoto che vago Oratorio » fìtuato nel Luogo della Baron-
cina fra'Chioin di Porta Gremonele, e vi celebra la prima MelFa con inter-
vento di molto Clero, e numerolb Popolo accorlbvi non Iblo per ammirar
tal funzione , ma anche per adorare l' Immagine d' un SS. Crocififlb ed una
Statua della B. V. adolorata , che ivi fi coniervano con gran devozione-.
PtT /(' ditte flatuc di qucft' Oratorio vedi il difcorfo dHl' Incoronata , chcfal'AU'
tare di quefl' Opera nelF Ifl. Sac. di Santuarj della B. V. già citati .
14 L' EASALT AZIONE DI S. CROCE , fefta a S. Agnefe alla Chiefa
di b. Croce , ed al liiJdetto Oratorio della Baroncina eretto l'anno 1710. dal
Decurione Dott. Antonio Maria Bonelli»
Maffimiliano Sforza , penultimo di quefta profapia , Duca dì Milano , l'an-
no 1)12. ritornando dall' Alcmagna , oggi fu ricevuto da tutta quella Città
colla maggior dimoftranza di affetto, e di onorcvolezza dovuta a Gran Prin-
cipi, colle ftrade coperte ove doveva paffare, fervito da <5o. Giovanni No-
bili, riccamente velHri alla divifa del Duca . Per otto giorni , che fi fermò
quivi, alloggiò nel Palazzo di LancellottoViftarini Senatore di Gappacorta,
e dell' Ordine de' Cavalieri . Ed avendo i Francefi abbandonato lo Stato fen-
za combattere , la noftra Città colla Rocca fi refe alla Lega contro Francia,
e ne preiè il pofl'eflb a nome del Duca , chealli 19. Dicembre di queit' anno
fu coronato in Milano, dopo che fé ne fu impadronito. AlS. Coinmmt. de'
Viflarini , e Villan.
15 Si rendono le efpreinoni di giubilo, e rendimento di grazie all' Alti f-
fìmo col cantar il Te Deum , e colle procelTioni generali per la vittoria^
fuddetta di Buda, come il 13. corrente. Caven.
16 Come terza Domenica del mefe , fefta alla Chiefa della B. V. della
Fontana de' PP. de' Servi Regolari di Maria, dove in procelfione lolenne lì
porta la di lei Statua de' fette dolori .
Si pubblica una grida del Principe Teodoro Triulzi Generale della Mili-
zia Lodigiana, che cialcun abile all'armi fi faccia Soldato, e fi impongono
altre prevenzioni , eflendo in prolllmo l'afledio fotto Cremona dell' Elercito
Francefe l'anno i6^j. Benz.
17 Levafi un vento fierilTimo , che sbalza giù dal ponte d'Adda, non an-
cora armato di sbarre , come oggidì , cavalli , e refpin^e in dietro carri,
benché carrichi gli uni , e gli altri ; ftorce facilillimamente roveri grolfilfi-
me, e cagiona molti altri graviflimi danni l'anno 1671. Caven.
18 S. FERIOLLO Martire, fefta alla fua Chiefa Parrocchiale Abbaziale ne*
B(irt:,!ii . Per l' informa ùcne di quijia vedi l' J/ioria dilla Chiefa Abbuztale di
S, iìajfano fotto il 19. G(nnajo . Mar-
i86 SETTEMBRE.
Martirio di S. Feriollo Tribuno , fecondo gli antichijjlmi MS. ,
e Mattirolcg, , cavato dal Surio .
MEntre da per tutto venivano perfeguitati i Criftiani , Crifpino Prenden-
te della Città di Vienna in Francia, per aderire a* comandi degl'Im-
peradori fi mife ad onorare chi rinegava Crilto, e ad incrudelire contro chi
coltantemente lo confelTava . Fra quefti Santi Martiri fi fece condurre d'avan-
ti Feriollo Tribuno, o dircffimo al preientc Colonello , e gli diiTe : Senti
Feriollo e per la profeirione Militare, e per maggior avvantaggio del tuo ono-
re devi fagrificar agli Idoli per ubbidir alle Leggi dcli'Imperadore , fé non
uvoi provare crudeli fupplicj. Il Santo rilpoi'e: Son Criltiano e non devo
lagrificareagli Idoli: Sin tanto che, lalva la Religione, ho potuto milita-
re lotto le infegne degli Imperadori l'ho fitto , ma al prefente che fi tratta
di ubbidire alle leggi del Diavolo , mai ubbidirò , e perciò non mi curo ne
di onori , né di dignità temporali , ma bensì (bn apparecchiato a morir di
qualfifia più fiera morte, piuctolto che macchiar 1' onore della mia Cattolica
Fede. DilTe il Prefidente: d'onde mai tieni tanta fiducia di morire? forff
che dopo d'aver tu ingiuriare le leggi , e rtrappazziti li Principi dai per
difperata la tua vita ? Pentiti pure, pentiti de* tuoi errori proferiti , che fei
ancora a tempo di provare la noftra umanità. Riipofe il Santo: Che urna»
nità ? tieni pure per te fteiTo quelta tua umanità, e perdono che mi promet-
ti, che non fa ingiuria né alle leggi , né agli Imperadori chi prima antepone
le leggi di Dio a quelle di coitoro . Quel Dio , io dico , che ha creato il
Cielo , e la Terra , con tutto quello fi truova in elfi . Vedendo pertanto
Crifpino che nulla giovarano rclelufinghe , né le minacele de' tormenti per
rimovere Feriollo da' fuoi fanti propofin , lo fece battere crudelmente, e di
poi carrico di ferri in una prigione lo fece racchiudere , acciò avelie a pro-
vare anche quelle pene, che può cagionar non fblo l'orrore d'un olcurnifi-
ma carcere . ma li ceppei e lecctene, co' quali fu tormentato in eifa ; dicen-
do provi pure qucito Ribelle tali fupplicj, finche fé ne apparecchiano de*
pib fieri , dovuti a uomini malvaggi , e federati .
Per due giorni flette carcerato, ma la mattina del terzo giorno , mentre con
faporitillìmo fonno dormivano li Cuftodi, il Martire di Criito fi fenti Iciulto
dalle catene, e da' ceppi, e pian piano andando alla porta fé la vide aperta .
Intefe allora eflere voler di Dio che fugilTe dalla prigione, come fece, per
condurfi in Paefe itraniero . Partito dunque di Città per la Porta Lugdu-
nenfe , ma non fapendo qual firada tenere , per isfugire i Tuoi perlecutori ,
confidato in Dio , che dalle Carceri , e da' ceppi lo avea liberato, per fine
rifoHe di entrare nel fiume Rodano, e a nuoto, con puoche fpiute fi trovò
all'altra riva. Di poi in fietta feguitando il cammino verlo il fiume are,
fu tuttavia prefo da' perfecutori, e legategli le mani di dietro , quando ar-
rivarono al luogo, dove di prelente è il iuo Sepolcro , empiamente oammaz-
Staroao , e dalla devozione de' Criftiani fu Seppellito appreiio il fiume Roda-
no (
SETTEMBRE. i»7.
jjo, prendendofelo per Avvocato di efla Circa, le di cui grazie, nen fole io
quella, ma anche in tutto il mondo fono raanifelte .
19 Per la Traslazione del Corpo di S. Bonifazio Martire vedi i. Gennajo
Iftoria della Chiefa di S. Defendente.
* 10 In quefto mefe dell'anno 1515. Federico Gonzaga Marchefe di Bo-
zolo, impadronitofidiLodi a nome di Francia ,efrendori prima partiti gi' Im-
periali , prevedendo di non poter confervaril poirelFo dello Stato per li Fran-
cefi , fece faccheggiar miferamente il nollro Contado, e la Città ; e per te-
nerla più facilmente in difefa fece fpianare li Borghi lenza alcuna rcmiilione .
MS. del Ahnfr. ed il Lodi, che fi leggono nella BM.Ftlipp. al difc. del Monijì.
di S. Bartol. ne Borghi ^ e vedi 14. Novembre .
21 S. MATTEO Appoflolo, ed Evangelifta, fefta allo Spedai maggiore .
Ifloria di queflo Fen. Spedale eflratta da MS. del Dott. Medici , di Antonio
Vago , e del Nob. Gerolamo Cadamofii nel fuo archivio^.
LA prima origine di quefto Luogo pio fiafcrive all'anno laoi. incirca »
perchè in detto anno fi vede che alcuni Frati della Carità comprarono
da' frati Umiliati di Viboldone Diocefi di Milano una Cafa fotto la Parroc-
chia di S. Salvadore di quefta Città per il prezzo di lire cento ottanta ,
come per strumento rogato da Badano Felato Notajo di Lodi 8. Agoftoan-
no fuddetto. E nello Iteffo tempo fi vedoncle compre di altre quattro Ca-
fc contigue, forfi per l'erezionedi eflb Spedale. E per non vederfi alcuna
memoria prima di quell'anno, fa credere che avanti tal tempo non folle pian-
tato . Cos'i iuccelFivamente fi trova come GelminoGambaroappellatod' Uella
iltitui erede quelto Spedale , e lo dotò d' una Mefia cotidiana , come per luo
telbmento rogato da Gioannone Felato l'anno izi6. Anche il Prete Ambro-
gio Marfio lalciò da celebrarfi nella Chiefa dello Spedale la fefta della Cu-
ledra di S. Pietro in Antiochia, come per fua divozione, rogata da Alellio
Lodi l'anno 1392. anzi molte altre fcritcure , e memorie fi oilervano di tut-
ti i tempi , fino alla fua mutazione. Il fuo Fundatore fi fuppone un Frate
per nomepacio, per efiere fèato dimandato gran tempo quefto Spedale la_,
Cafa del Frate Facio , di poi Conforzio de' Frati della Carità , ed ultimamen-
te Convento de' Frati di S. Spirito della Carità, come iì legge in una memo-
ria del Dott. Gandino dell'anno 129J. Che abbia avuto il luo prmcipio dal
detto Fondatore , il quale per fua bontà di vita, e pietà fingolare e adorato
per Beato , e fecondo il Gavitello folle Fondatore parimente dello Spedale
di Cremona, io non so alìòlutamente contradirlo, mentre trovo che vifle m
tal tempo, e mori, fecondo il Befgapè nelle (iie ElFcmeridi facre,ranno 12^7.,
quantunque il Ferrarlo de SS. Italix- nella di lui Vita feriva che monile^
l'anno 1272. Vifleio quelli Frati della Carità una vita ricolma di tutta la
cariù Crirt lana , e fcnza alcuna Regola, ma l'anno 1308. fu a loro allegnata
quella
«88 SETTEMBRE.
quella di S. Agoflino , e giurarono fedeltà , ed ubbidienza a Monfig. Cadamoflt
noftro Vefcovo. e fuoi SuccelTori .
In breve tempo quefto Spedale divenne aliai ricco, perchè cominciò il noftro
Vefcovo Bernardo Talenti , e dopo di elTo molti altri fuoi Succeilori , a conce-
dere quaranta giorni d'IodulgenzaachìgliavefTe fatta qualche offerta , effen-
done anche tutti allettati per il buon efemplo di quefti Rcligiofì. Erano tutti
Laici, ma per le ufficiature, Me{re,edammini{trazione de' Sagramenti il Vef-
covo deftinava loro un Prete , né potevano avere del proprio , e dello Spe-
dale tenevano il femplice ufo , non il dominio. Non fi ammetteva in Reli-
gione Ferfona che folle di altro Ordine, oche aveffe Moglie, o Marito, e fé fi
efercitava l'ofpitalità per gli Uomini , e perle Doone, a quelli fervivanoi Fra-
ti ,edaque/tele Monache. Il fentire però che i Frati , e Monache affieme fer-
vifferoallofteffoSpedale, nondee cagionar ammirazione , omifcredenza , per-
chèin un Iftrumentodi livello rogatoda Luchino Gavazzi l'anno 1353. fi legge
che vi concorreflero Fra Martino Guarnerio Rettore , e Miniftro , Fra Ge-
rardo Scova , Fra Pietro Caz/.ulani Proferfi , e Suor Riccadonna Tavazana,
con Suor Ghisla Oldani Profcile , che affieme conitituivano l'intiero Capico-
lo dello Spedale de' SS. Appoftoli Simone , e Giuda, come nell Archivio
dell' Incoronata citato dal Nob Girolamo Cadamofti ne' fuoi MS. del nuovo
Spedai di Lodi a p. 39. , dove pure dice, che l'anno 1386. v'erano folaniente
per Miniftro Fra Ballano Abone, e per Miniltra Donna Donnola Bernardefi,
come per Iftrumento rogato da Pino Tradato 31. Gennajo anno fuùdetto . Pa-
rimente fi leggi che nello Spedale de' SS. Baffano, ed Alberto citati dallo fi elfo
a p. 44- fono nominati Fra Pietro da Villa Mmiftro , e Donna Belvila buora , o
Frata dello ftelTo , che rapprefentavano tutto il Capitolo , come per Hhumeoto
rogato l'anno 1369. Frati ,e Frate , Suore, o Monache, fi leggono che rilue-
delfero nello Itelfo tempo anche in altri Spedali ,come ivi ii può vedere. U
loro Abito era longo , e ui Lina , che confilteva in un Mantello nero , e Tonica
azura colla Colomba per in(egna dello Spedale. Erano governati daunMi-
niitro , che di anno in anno era eietto , 0 con fermato dal Vefcovo , o dal luo Vi-
cario Generale .
Ccn quefti , ed altri buoni ìnftituti continuarono molto tempo, ma per le
guerre pallate, ri laiciata la difciplina regolare, edi Frati ridoitia puoco nu-
mero , lo Spedale fu con graviiFimo danno del pubblico impetrato inComenJa
da Gio. Forti Prepofto della n;, ftra Cattedrale . Trovandoli pertanto le rendite
non Iblo di quefto Spedale, madi molti altri , convertite in altri ufi non pref-
critri dalli Fundatori , oBenefatori , e le perle ingiurie delle gueireeilenuofi
fminuitelerendice ,puoca01pitalità fi praticava di prima , meno fé ne praticò
dopoché quello, ed altri Spedali fimilmente furono conferiti in Comenda.
Pertanto firifolfela Città di fare i fuoi riccorlial Vefcovo Bernerio, ma non
avendo confeguitoi' intento a cagione di tante difficoltà, e molto più per la
puoca rellidenza che quivi faceva, il tutto fu nllervato all' altilIkTa. intelli-
genza di Monlig Pallavicinodi lui fucceJIòre . Entrato dunque quefto Prelato
ai polìclfo della Chielà Lodigiana , i Decurioni di Città, per mezzo oe'iuoi
£ietii informarono il nuovo Velcovo, come eUcndo nella Città^ Borghi , e
Diocefi
SETTEMBRE 189
Diocefi molti Spedali fondati a beneficio de' poveri infermi. Pellegrini , ed
Elpofti, e per varj inconvenienti erano derelitti , e perciò li Poveri di Ciifto
malamente perivano nelle loro miCerie, con pericolo che perifsero anche le
loro anime per mancamento di chi aveva obbligo di (occorrerle, onde efsendo
quelli Spedali rutti uniti in un lolo colle loro nfpettive entrate fi farebbe po-
tuto più propiamente , e comodamente fovvenire al bifogno de' Poveri, im-
pedire tanti Icandaii ,e(bddisfareallepie difpéifizioni dc'Te/i^atori . Per quefto
Aipplicarono umilmente Monfig.Vefcovo ad ergere un nu3vo Spedale, unire
ad efso tutte le entrate degli altri, e concedere la perpetua amminiltrazione|
egoverno di elso , perdegni rilpettialla ftefsa Città.
Il diligente, e pio Prelato prefelubito le pie informazioni fopra l'efpofto, e
re trattò col Capitolo della f uà Cattedrale, e rifiblfe di propria autorità Ordi-
naria per allora di conceder ampia facoltà di poter fabbricare in elio vecchio
Siedale di S. Spirito della Carità un altro nuova in ogni miglior forma, con
Cappella, Campanile , Cimitero , edaltre reipettive cofe necelT'arie , come fi
dirà in avanti . Il tutto fu elequito ,eirendofiriflrabbricatala Chiefa nel fito di
prima , già anticamente dedicata a S. Matteo Appoftolo. Uni a quelto molti
ahri Spedeli della Città , Borghi , e Dicceli colle loro entrate , alTegnando puo-
ca parte di eflè al nuovo Spedale, ed li rimanente alli Rettori, e Miniftri d'effi
Spedali , durante la loro vita . Dichiarò l'amminiftrazione , e governo dover
fpettare alla Città , con che l'elezione de' Deputati al fuo governo folle confer-
mata dal Vefcovoprefentaneo, eluoi Succeflòri . 11 Cappellano, che virilUe-
delTe folTe eletto da' Deputati ,pofcia approvato dall'Ordinario , ammovibile
però al loro beneplacito , con ampia facoltà di amminiftrarei Sagramenti agli
infermi , e ferventi dello Spedale , di poter fepellirei morti nel proprio Cimi-
terio , e con altri ordini opportuni a norma del Concilio Vicnnenfe . Reclamò
a quella concelTione il Rettore di .S.Salvadore , (che tale era il (uo titolo)
nel di cui recinto è lo Spedale »ma poi fu compolto il tutto con foddisfazione
delle patri l'anno 1470. 3. Febbrajo , e lo ItelFo fi v?de concelTo , e confermato
da' Sommi Pontefici Pio li. Silto IV. , e da altri nelle loro Bolle . Ingiunfe pu-
re il VefcovoallaCittà che procurallè dalla S. Sede la confermazione di tutto
3uello elfo concedeva , e prefcrivcva : e per venir alla efecuzione di quelli or-
ini , la Città eleife fette Deputati , affinchè attendeflèro alla perfezione del
tutto con ogni calore .
Le condizioni di que* tempi erano che i Principi fecolari aflìftevano anche
a fimili affari , e però prima di metter mano ad opera si degna riportarono il
confenfo del Duca di Milano Francefco Sforza primo di tal nome , il quale
non iolo fu pronto a concedere quanto gli venne ricchicllo, ma di piìi anco-
ra procurò la confermazione dal Pontefice , ma a nome della Duchelià Bian-
ca Maria fua Moglie.
Segui puoco alla volta quella fopprelTionced aggregazione degli Spedali
fatta da Monfiig. Pallavicino , come per iltrumento in cart.^petgamena ro-
gato da Steffano Brugazo Cancell. Vefc. l'anno 14J7. 21. Novembre , e eoa
ogni diligenza, ed induftria fi applicavarono li Deputati alar raccolta di mol-
te limofine dalla Città, «dal Contado, ed » proveder il materiale neceilàrio
per
19© SETTEMBRE.
per la fabbrica, pagando le pietre quattro lire al miaro , ed ì coppi otto lire'
e mezza ; e non minor follecitudine ufarono per effettuare l' incorporazione
degli altri Spedali a quelto, nel che ebbero a (tentar molto per foilener le
liti, e fradicare le difficoltà, che fé gli opponevano .
Dopo che ebbero fatta buona fcorta per fabbricare lo Spedale amifura_,
delle loro forze, fu gettata la prima pietra con grande folennità , e concorfo
di P(ipolo l'anno 1459 6. Gennajo, felia dell'Epifania, e fu proleguitala_,
fabbrica con gran calore , pagandofi alli Muratori foldi dieci per cadauna
giornata. E perchè il capitale delle limofine non fu l'ufficiente, furono ne-
ceffitati alienare molti fondi ; e trattanto l'anno fuddetto 1459. nel mefe di
Luglio gmnfe da Roma la confermazione di tutto quello aveva operato, e
dichiarato il Vefcovo Pallavicino dal Pontefice Pio II. In quefte offerte fi
fegnalò grandemente il Forti , cui eflendo ftita affegnata l' annua penfione di
50. fiorini per la ragione, che aveva fopra quello Spedale, ed altri da elio
goduti in Comenda , fece la rinunzia di quefta pingue penfione , e fi con-
tentò di foli dieci fiorini annui, cedendo anche tutte le ragioni , che avea
lopra le Cale degli Spedali, ed a fuoefemplo alcuni Miniftri, e Rettori d'al-
tri Spedali fecero la rtelfa rinunzia nelle mani del Prelato .
Li Spedili . che in quefta foppreffione reftarono uniti al maggiore, furo-
no di S. Maria de' Tizzoni fotto la Parrocchia di S- Tomraafo ; di S. M di
Virolla (otto la Parrocchia di S Nicolò, che al prefente farebbe per ifcon-
tro alla porta della Ghiera di S. Benedetto; di S. Elifabetta, doveal prefen-
te è la Chiefa della B. Vergine dell' Annunziata de' PP. Carmelitani ; de'SS.
AppoftoliSimonceGiuda , al:às nel Borgo dipjfta Cremonefe ;di S Alberto
a Caftione, che era (tato incorporato con quello di S Baifano, altàs fuori di
Porta di Pavia a diltinzione d'un ahro fuori di Porta Regale ; di S Sepolcro,
ma oltre Adda ; di S. Ballano di Beffai ora ; de'SS. Giaccomo e Filippo Ap-
poltoli fundato da S. Gualtero, quale al prefente e Parrocchiale , e tiene il
titolo del Santo Fundatore ; di S. Maria d'Arluno a Paullo, dove fi giudica
che co' Frati vi fuffero le Monache, che trasferite poi a Lodi fi nominarono
Umiliate di S- Maria di Paullo , come ne tratto al ^l Marzo felta di S. Be-
nedetto ; di S. Giambattifta di Tavazmo ; di S. Salvadore a Graffignana ;
di S. Michele a Brembio, ma non il Moniftero;di S Giambactiita aS. Co-
lombano, la di cai Chiefa dopo molto tempo fu co'iceffa dalla' Comunità d' ef-
fo Borgo a' Frati del Terz' Ordine di S. Francefco ; di S. Pietro in Piroilo
in Gera di Pizzighettone ; di S. Mamerto in Caftel nuovo bocca d' Adda ; di
S. Antonio Abbate in Città; diS BaOano a Lodi vecchio , ed altri , che-,
parimente erano piima (tati foppreffi , ed inocorporati con alcuni de' mento-
vati O (pitali .
Co' principi tanto felici profeguendo tuttavia queft'imprefa ,inpuochi anni
{ì ftabiii la fabbrica della Ciiie(a , Sacrifìia , ed Iriiermeria . ma condderandofiil
molto aggravio, e diiiurbo , che fodenevano li Deputati , riifoKe la Littà»
ad elemplodi moiri aitri Spedili della Lombardia governati da Laici , di veni-
re ad una pili numerofa elezione , e perpetua , (penando coll'accreli-imento
d'elTi ma^^ior icrvigio de' Poveri , e benefìcio del pio Luogo . A tal fine l'ani.a
SETTEMBRE. 19,
f4(?<$.t^. Giugno fu iftituira dalla Città una Confraternita con procura gene-
rale, edampliirima a' detti Confratelli , con nfTerva cfprefTa del juipatronato
ali i Città. Furono quelti ventidue , egli Ordini, e Statuti furono (tabiliti fe-
condo quelli dello Spedale di Pavia, ed affinchè non folfero tanto aggravati
tutri allìeme ,ogni quindici giorni fi eleggevano a forte quelli , che avevano
d'alFillere alla fabbrica , e ad altri bifogni ; e l'anno 1492. Lodovico Sforza
Governatore di Milano, a nome di Ciò. Galeazzo fuo iVipote operò che li
Confratelli rinunciaflero fpontaneamente alia perpetuità. Si coftumò un_
tempo di eleggere un Confratello ,0 Deputato per cadauna Parrocchia della
Citrà , e gli <i aggiungevano altri ouattro Vecchj per irtruzzionede' Nuovi ,
e che lo Spedale eleggelTe li Vecchj circa il mele d'Aprile prima che ter-
minalTe il tempo del loro governo, e che il Vefcovo col Podeità facelTero
l'elezione delli Nuovi il primo di Maggio, ma che foflero efclufì da quefto
numero tutti quelli, che in qualfifia modo avellerò interelTe coli' Ofpitale,
come pure gli Avvocati, Dottori , Procuratori, Ufurarj, Soldati , e quelli
che li due anni antecedenti aveffero governato, eccetto i Vecchj. Su quello
piede camino molto tempo l'elezione de' Deputati , perchè allora v'erano in
Città diecilette Parrocchie , ma per elTerne fiate fopprellè alcune , e per
elT'erfì fminuiro il numero de' foggetti , fi mutò col lafciar l'ordine delle
Parrocchie, e fare in confufo la loro elezione.
Però l'ufo prefentaneo di tal' elezione fi è che il Vefcovo un'anno elegge
fette Nobili , e fei il Podeltà, l'anno feguente elegge lei Nobili il Vefcovo,
e fette il Podeftà , e cosi alternativamente fi pratica . Quefti eletti però dal
Vefcovo e dal Podeftà , prima fono nominati dalla Città, ed in queftomodo:
Li Signori Decurioni fanno il loro giuramento nelle mani de' Cancellieri
di eleggere tre ta Nobili delle qualità già defcritte , quàli tutti fulFragati
ne reftano efclufì due, e li ventiotto fi portano in una lilla da quello a cui
tocca in quell'anno a fciegliere li fette , ed eletti che fono fi porta dall'
altro, a cuifpetta a fciegliere li fei afììnchè faccia la fua elezione . Rellano
poi quattro de' Vecchj per compir il numero di diecifètte , quali fono eletti
dal Confìlio dello flefTo Spedale. Q,uefli Vecchj diflnbuifcono poi li volìi
alli Nuovi , cherutti reflano confermati dal Confìglio alla prefenza del Vef-
covo , o fuo Vicario Generale , e del Podeflà , o fuo Luogotenente . La_,
elezione de' nuovi fi fa il primo di Maggio nello Spedale, dove e Vecchj,
e Nuovi preflano il giuramento nelle mani del Vicario Generale, e l'elezio-
ne de' quattro Vecchj fi fa al fine d'Aprile, fecondo il coftume inveterato.
L'Anno i(\6-j. iz. Aprile fi diede principio all' Ofpitalità, e perchè la fabbrica
non reflò perfetta tutta in una volta , l'anno 147?. l'ultimo di Aprile fi
deliberò l'appalto di tutte le colonne maggiori del Cliuttro. Tra le (>afc^
contigue, che furono incorporate nella tìibbrica dello Spedale, fu l'Ofpizio
delle Monache del Moniftero de' SS. Colmo , e Damiano nel tempo che
abitavano a Dovera , come riferirò nell'lltoria di quello Moniflero. Com-
prarono anche la Cala, e Chielà delle Monache di S. Maria dello Spafimo
del Luogo di Boffalora l'anno 1571. , dopo che furono unite al Moniflero di
S. Gio. Batrilla , come ho difcorlo nella fua lltoria , e gli furono unite queite
due Caie eoa altre cinque . ^•o"
tgi SETTEMBRE.
Non meno generofi che divoti fono (lati anche molti Principi Secolari verfo
di efio pio Luogo , al quale anno concelTi varj privilegi , come la giuriC-
dizione che tengono li Priori di poter convenire avanti di loro , come Giudici
ordinar) , li debitori dello Spedale , con facoltà di poter far fequeltrare,
ed elecutare, qual' antico pri vileggio, già flato conceffo , e confermato da molti
Duchi di Milano , ultimamente è flato confermato anche da Filippo IV.
Re di Spagna l'anno 16^6. 14. Agoflo. In oltre Luchino, e Giovanni Vif*
conti Signori di Milano gli conceilero di poter acquiflare , e pofledere,
quantunque (ia proibito da' Statuti di Lodi. Gode pure il privilegio dell' Im-
botato, ed altri, quali tralafcio per non eflere tcdiofo al Lettore .
La maggior carità di queflo Spedale per proprio inflituto è intorno alli
Efpofli ( quali fi allevano , e fi collocano onorevolmente , fecondo il loro flato )
Infermi , Incurabili , e Vecchj della Città , e Contado folamente , perchè quan-
do fi ammettevano ogni forta deforaflieri ha patito graveidanno . Li foraflieri
però che acafo fi trovano in Città, e che non anno ricovero, più facilmente
devono edere ricevuti , che gli ftefli Cittadini , mercechè quefli nelle loro
cale poflbno godere il benetìcio di moìte altre carità dalle quali fono ef-
clu(ìi Poveri foralticri ; non dovendo foffeiire la pietà Criftiana che quefli
abbiano da perire miferameiite come beflie fulle ftrade,o fulle Piazze. Tie-
ne anche l'obbligo in vigor de' Legati di maritare molte Zittelle povere, di
{occorrer a' Carcerati , al Sacro Monte di Pietà, e a' Poveri della Città, di ali-
mentare , e trattenere i convalefcenti , dopo che fono licenziati da' Medici , e di
più fomminilt ra a loro qualche danaro per ritornarfene alle proprie Cafe , e tie-
ne obbligo di far celebrare moltillime Mefle nella Città , e Contado . QjJi pari-
niente fi da ricovero , ed alimento continuo a dodici Vecchj d'ambi li lefli , ed i
Letti per li infermi fono cinquant' otto .
Se voleflì poi raccontare tutti li Benefattori riufcirebbe troppo ecceflivo il
mio aiiunto, dirò dunque lolamence di alcuni che fono i più infìgni,cioc: Il
Prete Ambrogio Macio,GelminoGambaro,Francefco Meleto, Martino Caffi-
no, Leonardo del Pozzo, Battifta Baronzino, Teodolinda Dente , Alellàndro
CerefoUo, Monfig Alellàndro Leccamo, Francefco Nova ( queflo tra' varj
Legati lafciò che fi pagaiTe Icudi zj. d'oro ad un idoneo Lettore, o Dottore del-
la Città il qual legelfe l'inftituta , ficcome è flato efequiro mohiinmi anni , ma
poi s' è tralafciato per la mancanza delle fue rendite) AgoliinoBonone . Giac-
como Filippo Portaluppo, Francefco Pelloja, Bartolomeo Ghindino ,Giambat-
tiflaGorla , Giulio Codecala, Aleflandro Carminati , Pietro Camillo ViUano-
Ya,Conteiri Camilla Tavaza Somiglia , e Suor Giulia Serafini Inzaga .
Tra il fuo recinto fi celebra Meilàm tre luoghi . Uno fi e la Chiefam iggior*
dedicata come fi è detto a S. Matteo Appo/lolo , dove fi conferva per Reliquia
infigne parte del Tefchio di S Mattia Appoflolo, riccamente legata in argen-
to, con moltiflìme altre fante Reliquie . duivificelebra la fefla di S. Rocco,
eie tre felte della Pentecoflerefta efpoflo il Divin.lfimo Sagramento , ove in-
terviene grandiflìmo concorfo di Popolo. Il lecondo luogo e nei mezzo dello
Spedale nella Crociera per commodo di far fentir Meflà a tutti gì' interrai. H
tcrsoèacU'Oiatorio nuovo, dove fi ièppellifcono i Ladaven ual giorno 18.
Ajpri-
SETTEMBRE. 19,
Aprile 1^98 fino ad oggi.efTeiido ftati f'eppelliti per il paillito in fico contiguo alla
Chiefa maggiore , appellato il Campo fanto . Inquelt' Oratorio tutte le felte
alla mattina, ed al dopo Vefpero concorre gran numero di Peribne divoce a
fufFragar l'anime de'Delunti , quivi feppelliti , coli' Ufficio de' Defunti, co*
Rofarj , e co' fanti Sacrificj di MelTe , che vi fi celebrano ne' giorni fedivi , e fe-
riali , e tanto badi per l'informazione di quefto Spedale , e fé dal fuo principio fu
intitolato della Carità , quella per fine anche al preiente ha vi il fuo larghilH-
010 fpaccio .
Molti Divoti della B. Vergine in queflo giorno dell'anno itfjj. fanno cele-
brare una ftftafolenneconMelIà cantata, e Te £?<■«>» nella Gii i eia del la B Ver-
111»* — J! j;___.__*__ir»' I 11 ---^ .. k
nel tcmro che l'artiglieria Francele tormentava la Città, perchè con una palla
rercofie un Immagine di ella Vergine , al prefente detta della balla , ma miraco-
fofamentenon fuoffela,e lapalla rellòafliiranello Iteflb luogo che colpi l'Im-
magine, cioè tra il di lei facratilllmo collo, e quello del Bambino, che ciene ia
braccio . ^edi 6. cerr. Caven. , efua Ifl.
* 21 Marchetco Graffi Podeflà di Lodi fotto Azzo Vifconci Principe dello
Stato di Milano fece fabbricare il Palazzo della Città l'anno 1337. Suaijlriz,
nella loggia d'cjjo Palazzo .
•23 Li Lodigiani fi fcttomettono alla Signoria di Azzo Vifconti Principe di
Milano , figlio di Galeazzo 1. l'anno 1335- dopo che ebbero forze di fotcrarfi
dalla tirannia di Pietro Temacoldo . Coduifu oriondo daCaftione di qucito
Con-ado ,ofcurodinafcita , ma tanto più dotato d'ingegno, perii quale , ed an-
che col (uo grand' ardire s'avanzò ad eilere Cancelliere di Giaccomo , e Succio
fratelli Viitarini Piincipidi Lodi , e Comandante d'alcune loro genti da guerra,
al a cui fede era raccomandata la cuftodia delle Porte della Cuti l'anno 1328.
E perchè Succio gli avea violata una lua Nipote, volle vendicarfene , facendo
prigit.nieri ambidue li Principi liaoi padroni , e dopo di averli fatti tormen-
tare in vane guife, gli fece miferamente perire di fame . Q.'je{to fu un col-
po della vendetta di Dio, perchè anch'eli! Principi fi dilettarono di lar mo-
rire molti miferabili in fimiglianti crudeli maniere, f'illan.^
Li fiumi Adda, e Ticino per le continue pioggies'ingrolTano fuor di modo,
9 flrappano molti Cafiìraggi nell'anno 1640. Bcnz.
24 Fefta della B. Vergine della Mercede , o fu Redenzione de' Schiavi,
la quale alle iftanze di Leopoldo I. Imperadore, da Innocenzio XI. Som-
mo Pontefice fu conceil'a per tutta la Griftianità , come per Indulto (òtto li
18. Gennajo 1680. Prup. Uff.
Fedeiico I. Imperadore concede a' Vefcovi di Lodi alcuni privilegi , tra*
N quali
,94 SETTEMBRE.
Juali gli onora del titolo di Principi del Sacro Rem. Impero l'anno ii<54.
,odi difc. 7. , e FiUan. air anno 1190.
Li Francefi , oppure Gallifpani , dopo la perdita di Torino , oggi comlncia-
00 a fgombrar il Lodigiano nell'anno 1705. Maraf
25 S. ERCOL'^NO Martire, fefta nella Bafìlica della Collegiata infi-
cne del Regio Borgo di Codogno di quefta Diocefi , nella quale fi ve-
nera il di lui fagro Corpo donatole dal Principe Teodoro Triulzi l'anno 1649.
y^tti della Curia Ftfc. La vita diquefto Santo Martire è fcritta dal Ferrar io nelle
vite de' Santi d' Italia. Vedi 3. Fibbr.
Si pubblica in Milano la pace tra il fuo Duca Gio. Maria Vifconti , od il
Contedi Lodi Gio. Vignati ,ed in iegno di giubilo ne fono celebrate molte
feite da' Popoli l'anno 1405. Corto.
Cominciano fuUa fera tuoni, lampi, e fulmini , che continuano tuttala-,
cotte con grande fpavento di tutti . 1725.
25 Seguita l'evacuazione dallo Stato di Milano delli Gallifpani, entrano
in Lodi li Tedefchi l'anno 1706.
Li Prefidenti a quefta Città fanno diftribuire molte carità a' Poveri, e can-
tare il Te Dettm con Mefla folenne nella Chiefa della B. Vergine dell' Inco-
ronata in ringraziamento al Signore, ed alla B. Vergine perla liberazione
delia Città di Vienna d' Aultna dall' affedio de' Turchi nell' anno i<58 j. Caven,
17 SS. COSMO , E DAMIANO Martiri , fefta alla loro Chiefa dellcJ
Monache dell' Ordine di S. Benedetto .
Ifloria di quefìa Chiefa , e fuo Moniflcro , fecondo il proprio archìvio .'
LE prime notizie dell' antichità, ed infigni prerogative di quefta Chiefa col
fuo Moniftero pofto anticamente nel Territorio di Dovera Diocefi di
di Pavia , come dirò piìi avanti, le quali io abbia potuto, o faputo trovare,
fi leggono in un privilegio impetratole da S. Caldino Arcivefcovo di Milano,
e Legato Appoftolico , e da S. Alberto Vefcovodi Lodi , appreftb il Sommo
Pontefice AlelTandro III. l'anno 11Ó9. 31. Luglio, e mediante l'offerta annuale
di dodici danari moneta di Milano , che il Moniftero faceva alla Bafilica di
S. Pietro in Roma godeva quanto contenevafi in detto privilegio, edera : Che
il Moniftero potelfe appropriarfi tutti li beni lafciatigli fin all' ora da'fuoi
Benefattori, e che in avvenire gli folfero lafciati, de' quali nelluno potefrc^
fminuirglieli, levarglieli, trattenerglieli ec. Che ilVefcovo Diocefano non
lo potelTe aggravare, né efercirvi alcuna giurifdizione giudicarla fuori che
di confacrare il luogo, di beaedir le Monache, di Ordinare li Chierici, che
ivi
SETTEMBRE/ rpj
ivi fi foffero coftituiti, e, fé era Vefcovo Cattolico, e nella Comunione del-
la S. Sede, che potelTe amminiftrarc i Sacramenti alle Monache, altrimen-
ti li potedero ricevere da qualunque Vefcovoaloro bcnevifo . L'AbbadeC-
fa che folTe creata di confenfo delle Monache di più (Imo giudizio, lenza alcuna
violenza, e Secondo la Kegola di S. Benedetto, e dopo di cHereltataelcita-,
lolle coalacrata dal Pontefice Romano, oda chi lui avelie delegato . La loro
fepoltura l'olle comune ad altri, falve però le ragioni P.irrocciiiali . duello
che loppravanzava dalle loro rendite li IpendelTe ncU' Ofpitalità , e che non
follerò aggravate di decime per quelle terre, che lavoravano elle colle proprie
mani, ol loro fpcl'e , o che dovevano lervire per nodrimento de* loro beltia-
mi . Qual privilegio fu riconof'ciuto , ed approvato anche l'anno 1417 . io.
Luglio, e molte altre volte pofteriormente .
Leggefi altrove pure che quelt' AbbadelTa preflìedeva a due Monafterj di
Monache , uno di S. Pietro di Triviglio grallb, e l'altro di S. Fabiano di Fa-
rinate, e non avendo voluto alcune Monache di quell'ultimo Mcniltero inde-
bitamente preftarle la dovuta ubbidienza, in vigore de' fiioi privilegj le fcomu-
nicò per rendertele fuddite, come fi legge nella protetta d' ubbidienza che le
pteltaiono polcia la Priora, e Monache di elTo Moniltero di Farinate, o per
altro nome dette le Monache delia Celia ; il tutto rogato da Gio. Molmo
l'agno izii. 8. Maggio. Anche qualche Prelato, che pretele di vifitar il Mo-
niltero ce' SS. Colmo, e Damiano control! Divieto Appoltolico , ebbe mol-
to che fare per difgravarfi dalla querela datagli dalle Monache avanti la
S. SeJe l'anno r499. , ed in cesi alta giunldizione, e prerogativa (i mantenne
quello Moniltero colla Tua Abbadella per alcuni fecoli .
Qui mi giova rileiire come quello Moniltero era in luogo campeftre,
rimoro dall' abitato, d'aria infelice, e dove lolamente dimoravano i lavo-
ratoti de' loro effetti , niente fituro ne' tempi deile guerre, dillanie dalla
Città di Lodi quatiro miglia, nella quale avevano Cale comode per abitarvi,
quali motivi indullero i'abbadellii , e le Monache a riccorrere dal Pontefice
Siilo IV. l'anno 1471. per ottener il permeilo di rimoverfi da quel luogo, e
ponarfi in Lodi. i>Jon andarono falliti i loro dilTegni , perche il Pon-efice
inclinando a conlolarle delegò l'Abbate di S. Pietro di Lodi vecchio Tadeo
Fifliraga a prendere le dovute informazioni fopra l'efpolto , e risultando la
verità che fopprimele il Moniltero nel luugo campellre di Dovera , e^
lo ergelle nella Città di Lodi , in quella Cala che le Monache aderivano
che f'jUe propria, e comoda per traiportarvi il Moniltero, dove fabbrical-
Icro ancora la Chiefa lotto il luo primo titolo de' SS. Martiri Colmo, e Da-
miano. 11 tutto fu efequito dal l'Abbate, come per llia fentenza data l'anno
1471. y. Settembre nelle Cale d'ella fua relTidenza licuate nel Tuo nuovo
Moniltero di S- Pietro in broglio della Città di Lodi , vicinanza di S. Mi-
chele , e fecondo il decreto Pontificio iftitui in una Cala d'elle Monache
la Chiefa , Moniltero , 1' Abbaziale dignità , ed ordine , con tutti li fuoi
privilegi, efenzioni, onori , e pollelfi , che godeva elfendo a Dovera , qual
dignità anche oggidì , tra tante prerogative Ipeciali amiche , gode quella
del Ballon Paltorale d'argento, t la Cala , nella quale fi irailerirono le-
^< 1 delie
19<J SETTEMBRE.
dette Monache qual foffe dirò.
BergundioDenario nel fuo teftamento rogato da Rubeo da Deverà l'anno
1219. IO. Gennajo lafciò la Cafa di iua abitazione , pofta fotto la vicinanza
di S. Tommafo , allora Parrocchiale , con tutti li lùoi mobili , ed effetti
Itabili , che poll'eueva nel Territorio di Mulazano , e Cuoi contini di quefto
Contado ali" Ordine , o Compagnia degli Umiliati , ed Umiliate, con patto
che in elTi Cafa piantalfero una loro Congregazione, affinchè il Signore ivi
folle maggiormente fervito, e glorificato . In virtù di tal diipofizione vi fu
eretto un Monillero di Monache Umiliate , il quale dal Cognome del fuo
Fundatore tenne f'empre il nome della Gala de' Dc'nari . 11 titolo della_j
Chiefa però era di S. Maria , e di S. Giaccomo , come per iftrumento rogato
da Lorenzo Arluno l'anno 1438. 15. Giugno in occafione di permuta tra_,
Suelte Monache , e Donnina de Armagni , come nell' archivio di S. Bene-
etto , e con quelli titoli della Chiefa lì diftingueva il Moniflero dagli altri
pure de' Denari , come fi legge in un iftrumento rogato da Anlelmo Melefì
l'anno 1271.20. Marzo, il quale ne cita un altro fottola vicinanza di S. Nico-
lino, come lo fteffo archivio . In quefla Cafa , o Momftero dimorarono
le fuddette Monache finché poco prima dell'anno i^6j. , come dice Giro-
lamo Cadamofti nell' arch. dello Spedale , fi trasferirono nel Moniltero di
S. Benedetto di quefta Città , per effere in que' tempi dello itellb Ordine,
e Regola . Ciò premeifo , le dette Monache de' Santi Cofimo , e Damiano
nel tempo che abitavano a Dovera , qual luogo di prefente è chiamato il
Monafterollo , tenevano in Lodi una Cafa, che fervi va a loro per Ofpizio
quando vi venivano per attendere a' loro inrereffi, non eilèndo proibito per
il paffato alle Monache, come al prefente , di portarfi dove volevano fuori
dei loro Monifterj . Q.uefla Cafa , nel tempo che Monfig. Vefcovo Palla-
vicino ingrandì lo Spedai maggiore della Città colla iopreffione di molti
altri Spedali , fu incorporata colla fabbrica d'elio Spedale , ed in vece li fuoi
Deputati fecero alle fteffe Monache la ceffione del Moniflero foppreflb di
S. Maria , e di S. Giaccomo , che già era pervenuto nello Spedale . Dun-
que in quefto Moniltero fi trasferirono le Monache da Dovera per fentenza del
luddetto Abbate Delegato Appoflolico .
Non fo poi ciò che fèguiffe dopo alcuni fecoli del Moni fiero di S. Pietro
di Triviglio graffo , mentre non lo trovo più nominato . duello però di
S. Fabiano di Farinate, che era pofto nel Territorio di Monte , luogo Cre-
mafco , del quale oggidì appena fé ne conferva memoria dove foffe piantato,
reflò anneflb a queflo di Dovera, perchè in tempo che già era flato trasfe-
rito in Lodi ,fi legge una Bolla d'Aleffandro VI. data l'anno 1492. 12. Marzo,
nella quale viene delegato il Prepofto di S. Salvatore di Lodi ad approvare,
e confermare la Monaca BartolameaPontirolla per Abbadelfa del Moniftera
alias di Farinate , e de' Santi Cofmo , e Damiano di Dovera di Lodi , im-
mediatamente foggetto alla S. Sede , dell' Ordine di S. Benedetto , che hi
di entrata ducento ducati d'oro di Camera. Al propofito dell' elezione^
dell' Abbadelfa trovafi una Bolla di Leone X. data in Roma prelfo S.Pietro
i'aoQO 1514. primo Novembre , U quale ordina che i'Abbàdeifa di elfo Mo-
mftero
SETTEMBRE. 19^
nlftero non pofTa durare più di tré anni , e che non poITa elTere confermata
per altri tre , fé non fu eletta da tutte le Monache ProfefTe co* loro pieni
voti, e che nelfuno d'elfi contravenga, altrimenti oftando anche un fol voto
l'elezione f\x nulla .
EfFendo poi ftaro pubblicato il facto Concilio di Trento , il quale nella_.
fef 25. e. 9. diciiiara che li Monifterj di Monache {'oggetti im'nediatamen-
te alla S. Sede Appoilolica fiano governati da' V^efcovi Diocefani , come Dele-
gati d'cHàS. Sede,anchequeftoMonifteropa(sò fotto il governo dell'Ordinario ,
dal quile fu fempre paternalmente riconofciuro, e diretto, e ne ha provato l'ef-
fetto dell' amore paterno nelle occafioni, come lo prova ancora oggidì coli' an-
nua penfìone di feudi quaranta contribuitigli dal Vcn. Seminario de' Cherici in
Città, ed impcrraragli apprelfola S. Sede dal noftro Velcovo , e Cardinale di
S. Chiefa Pietro Vidoni , attefochè per le guerre, pedi , e careftie di quelto
Paefe, arche le ItefTe Monache non erano {tate elclufe da provare gran parte del-
le comuni miferie , e povertà .
Anche il Magiftrato Straordinario delle rendite dello Srato di Milano non fu
men pietofo verfo di que.'lo Moniftero, quando gli conce{Ic l'elenzione ("opra i
benidi Dovera, e di Poftino, eloro giurifdizione di Gera d'Addi Ducato di
Milano , per la parte Dominicale , ed in pagamenjo de' fìtti. Atti dell' Uffici*
ddla Tratta an. i6j^. tz. Ageflo .
ColproceiTo del tempo ampliarono anche il Moni{lero con due Cafealcro
vend'jtedal Nob. Dott Antonio Maria Bonelli , come per Iitr. rogato dal Dott.
Miche! Angelo Bonelli Decurione , eNotaioCaufidicoColk^giato di Lodi l'an-
no 1579 ^^- Novembre. E perchè non avevano le Monache Sacriftia partico-
lare a difpofizione de' Sacerdoti, l'anno 1727. la fabbricarono nel {ito, che pri-
ma ferviva di Coro, ed il Coro fu fabbricato {"opra l'ingrelTodel Moniltero,e
fopra il Parlato! io per ilcontro l'Altare , d'onde per una finefèra , armata di
groila ferrata . godono la cimoditìi di poter udire le Mede , vedere tuue le fun-
zioni , e di dominare la Chiefa , fenza elTere vedute , {'e vogliono , col riparo
d'una gelofia di legno dorata ; cofa che verameine ha dato molto luftro al Moni-
'ftero , e (oddisfazicnealla pietà delle Monache, le quali nel numero di 27. in_
circa fervono alloro Spolb celeftc con tanta efemplarità,ed oiiervaoza rogo-»
lare .
Iflorìa d'un altra Chic fa dedicata a' SS. Cofmo , e Damiano fiata diffrutta .
V'Era anticamente in Lodi un altra Chiefa dedicata a que{ti Santi Martiri
fotto titolo di Reuoria, po{ta nella Contrada grande peri fcontro là Chie-
fa dell' Annunziata , la quale ellendo {lata prolanata, l'anno IJ92 2j. Marzo fu
tasferita, ed incorporata colla Chitla Parrocchiale Prepo{ìrurale di S. Salva-
dorè col conferì fo de' Nobili de Vecchj.che ne avevano il jufpadronato , come
fucceifi ali. i famiglia Galla, Fundatrice di efla Cliiefa dl{lru;ta. Ed d Cheri-
cato . e Caopellatiia di S. Gottardo , che vi erano , furono trasferiti nella (-hiefa
diS. Tommafo ,come per I{trumento rogato da Michel Palearo giorno , ed anno
fuudetto. E l'anno 1619. 18. Aprile queita Chiefa, eia Cafa furono \eridutea*
N j Cano-
19» SETTEMBRE.
Canonici Regolari LateranefidiS. Romano, nel qual fito,o fìa mìrerabile_
avanzo fi vedono ancora delle pitture de Santi ,edinpairicolare quella di S.
Giovanni intercifo .
Si cominciano alla fera le fefte al Convento della B. Vergine della Fon*
tana per la Canonizzazione di S. Pellegrino Laziofi dell' Ordine de Servi Re-
golari di Maria, e durano tre giorni leguenti' l'anno 1727.
iS Per il pofTelTo della Chiefa Lodigiana prefo da Monfig. Patriarca Me»-
aabarba vedi fua Vita .
ap S. MICHELE Arcangelo , fefta alla fua Chiefa Parrocchiale Prepofj-
turale .
Sua IJìoria .
Dice il Lodi nel difc. 6. fui fine , come la Prepofitura di S. Michele era anche
a Lodi vecchio, ed io mi ricordo d'aver veduto de'miferi (iioi avvanzi
di muraglia( per quello dicevafi) polli in una Campagna prelfola ftrada , cheda
Lodi conduce ad elfo luogo , ed alla Chiefa di S. Ballano, poco dittante dal
Ponte del Sitero. Fabbricata che fu in Lodi fi mantenne nel fuo fplendorce
rei fuo Archivio fi legge un Iftrumento rogato da Annibale Aimo Notajo di Lodi
l'anno 1398. 13. Maggio , nel quale appare che il Prepollo co* fuoi Canonici ,che
formavano tutto il Capitolo di Collegiata ncncupata , diede a livello una.-
pezza di terra della fua Chiefa ad Orino Sommari va mediante il Breve Appof-
lolico . Dopo molti anni paffò in Comenda , ed elTendo Comendatario Antonio
Moneta conceffe la Chiefa a' Frati Amadei, che avevano il loro Convento longo
la fofla della Città fuori di Porta di Pavia, attefo che 1* anno 1543. efl'endo flato
dillrutto co' Borghi anche il loro Convento, fi trasferirono in quello luogo, e
vi continuarono fino all' anno 1568. , in cui il Santo Pontefice Pio V. fopprelTe
quell'Ordine , o Congregazione, eia uni a Minori Conventuali di S. Fran-
cefco, amminiflrandovi però femprela cura d' anime un Prete deputato dal
Comendatario. Pofcia l'anno 1579. clTendone Comendatario Monfig. Fauflo
Rebaglio nobile Lodigiano, Cameriere del Pontefice Gregorio XUI. Refe-
rendario d' ambedue le Segnature di Grazia , e di Giuftizia , Governatore di
Ber.evento,eVefcovodiSelsa,lo Itelso Pontefice fopprel'se la cura d'anime,
e launìalla Parrocchiale di S. Tommafo per trafportarvi il Seminario dalla
Chiefa di S. Marco, con obbligo al Rettore di S. Tommafo di pagare l'annua
penfione al Parroco di S. Michele . Poco tempo qui fi fermò il Seminario per
certe caufe , onde reftò fopprefsa la cura d'anime a S. Tommafo , e fu trasferita
a S. Michele , Col tempo fu anche fopprelfa la Comenda , e vi è reftato folo in
pacifico poirelTo il Prepofto co* due Canonici noncupati.
Oggi fefta anche alla Chiefa Abbaziale , e Parrocchiale del Moniftero de' SS.
Angelg , e Nicolò del Luo^o di Vilianova .
Su»
SETTEMBRE.
«9>
Su» Iflorta.
L'Anno 1401. Nicolò Sommariva Cavaliere Giureconfulto di Lodi lafciò al
Cardinal Angelo Tuo fratello, che della fua eredirà fundàfTe la Chie(a,e
Monidero de* Monaci Olivetani ad onore de' SS. Angelo , e Nicolò nel fuo
Cartello di Villanova, adegnandogli l'entrata di mantenere venti Religinfì .
Non potè cos'i prefto metterli inefecuzione uii sìgloriofo diffegnoacaufa delle
guerre del Paefe , ove per altro il Cardinale aveva tutto il lùo buon animo, e
molto pia lo dimodrò quando l'anno 1405.4. Settembre avendo avuto la Co-
menda di S. Biagio ne' Borghi di Porta Gremonefe , collo Spedale annelTo , co-
minciòadunirlaa quefta erezione confue rendite ,come conila da lettere del
Pontefice Marcino V. date in Roma il primo Luglio del 1426. Quertc rendite^
confiftevano ne' poderi di S. Maria della Cà de Ghieri , di S. Bernardo , e della
Mafcarina . Perefequire finalmente l'ultima volontà del Fratellogià defunto ,
il Cardinale l'anno J417. lafciòa Fr. Francelco da Piacenza Vifitarore il Cartello
di Villanova .colle cale dentro, e fuori , e con tutti li Tuoi poderi adjacenti ,
come per dotazione rogata in Roma nella Cappella del Tuo Palazzo vicino A
S Lorenzo in Damafo da GhislerioBonacenri il 20. Dicembre anno fuddetto.
E l'anno fe^uente 1418. il Generale degli Olivetani ne fece prender il portefTo.
L'anno 1497 quefto Luogo . o Cartello pafsò in Parrocchia , che prima era fog-
gettnaqu Mladi M.iflalengo, onde li Monaci godono il dominio fpirituale, e
temporale col Feudo, ma il Cartello non più compare. J/Ioria Oljvet. di
D. Secondo Lancdlotto . Lodidifc.^. p.t^^i. ^e ^i. sht cita pure l'Archivio dilla
fi.-faAbò*zia. •
30 II Principe Eugenio di Savoia Generaliffimo dell'Armata Imperiale,
che dal z6. corrente fino ad oggi fi è fermato in Melegnano circondato dal iuo
Efercito, oggi entra in Lodi 1706. pedi i6. corr. e }. Ottone.
Nel fabbricarfi il nuovo Campanile del Duomo cafca un marmo dalla cima
io terra , e tra molti che cfFele , ammazzò lubito il Capo MaUro della Ubbnca
i'anao *549> Arch. del Duomo .
OTTOBRE.
Er la morte del nortro Vefcovo Carlo Pallavicino vedi
fua vita .
t LI SANTI ANGELI CVSTODI, fetta alla loroChie-
fa, per la quale vedi 16. Aprile.
3 II Principe Eugenio di Savoia , avendo riconofciuta
ubbidientillima a Celai e quelta (?ittà , vi lafcia Gover-
natore , e Prcfidio Tcaefco > poi oggi parte per Mantova 1706. f'fd* *<5. 0
30. S(tteml>re. N 4 4 S.
aoo OTTOBRE.
4 S. FRANCESCO d' AiTifi , ferta alla fua Bafilica .
Jfioria ddU Chiefe de Frati Convenutali , e di Minori OJfervanti
di S. Franccfco .
SOpra di un colle amenifT.nno, che dal Morena l'anno ii(5i. è nominatoli
Boico di S Giovanni, il noftro Vefcovo Ottobello Soffiantino introdut-
fe li primi Frati Conventuali di S. Francefco nel Convento fabbricato di
nuovo per effi circa l'anno iizj. fui principio del loro inftituto , come ten-
gono il Por. Manfr. ed altri co' M S. della Libraria di S. Crifloforo. dui-
vi dimorarono finché, come dice il Villan. , furono fcacciati dall'orribile—
perfecuzione de'Gibellini a favore di Federico li. , perché quelli Padri fi
mantennero fempre collanti nell* ubbidienza al vero , e legittimo Pontefi-
ce , anzi perchè uno di elfi intrepidamente andava predicando a' Popoli di
non lai'ciarfi fedurre dalla perfida fazione Gibellina , fu abbruciato cos'i vi-
vo in quella pubblica Piazza , come conila da una lettera fcritta dal Som-
mo Pontefice Innocenzio IV- al nollro Vefcovo Bongioanni Fifllraga, cita-
ta da Odorico Rainaldo Tarvifino della Congregazione dell'Oratorio t. 3.
alla vita di quello Pontefice , dove dice : Liudcnfes qui mtximis in Federici
gratiam fcekubus fé inquin»rant , ob qtip a Gregorio nono eorttm Civitas Epif-
copalis Sedis dignitate exuta fuerat , in caflra Ecdefìp tramfugae prome.ru're ah
Innoccnùo , ut prtflinum decus illorum Patrip fcflitutret d'i;. Cita di poi la
detta Lettera Pontificia, la quale è l'ottantefimaterza, ed il Lodi ne'MS.
Commenta, de'Viitarini dice che folfe data in Perugia l'anno 1257. 3. Set-
tembre , qual'anno è citato anche dal detto Rauialdo.
Dice dunque quella Lettera Pontificia : Sane quamvis dudtim irt Civitat»
Laudenjì dih£ìi Filii Fratrcs Minor t% habmrint Manfionem , eadem tamin Civi-
tas cxiftens fub tyrannica potc fiate , quia unta ipjorum Fratrum fuit ibidem prò
fide Ecclefi^ Roman^ fervanda^ficutremotis innotmt ^ per mini flros impietatis ext*f-
tus , eorundem Fratrum confortio ufque ad hac tempora rcdJidit fé indignam .
Cum igitut nunc ipfi Fratres ad Civttatem eandem utpotc devotam Ecclefif cu-
piant prò animarum falute ndire, Fraternitati tuf per Apofiolic a f cripta mandai
mtts , quatenus eis ibidem ob reverentiam Apofiolic f Sedis , & noflram , nec non
multorum fpiritualium profeSlum , de aliquo loco idoneo , éJ" ampio Religioni eo-
Turn fludeas providere ^c. La provifione fu , come notano il Villanova all' an-
no 1327. , il Lodi difc. IO. p. 513. i MS. Comment. de Viftarini p. 99. , e Fr.
Francefco Gonzaga de Orig. Seraph. Relig. par. i. De Convent. S. Francifci
Laudigy che Antonio Fiffiraga Cavalier primario di quefta Citta Governatot
della Patria, e di Milano, Generale dell' armi Fiorentme , e Fratello uterino
d'eflb Vel'covo Bongianni , con Flora Treifena di lui Moglie , non avendo
luccefllone, eleflero per fuoi Figliuoli, e Figlivole li Frati , e le Suore
di S. Francefco, come ho notaro anche nel iz. Agollo . Quello pietofo Si-
gnore adunque dopo di aver ottenuta la ceffione della Chiefa Parrocchiale—
é\ S. Nicolò ( come difcorrerò nell' Illoria di quella Chiefa) per fabbricare
un Te.mplo nello ileffo fito dove era la detta Parrocchiale , nell' anno ii83.
ye lo creile ad aaor di Dio , e di S. francefco coi Convento , e vifuronom-
OTTOBRE. lot
tro^otti li deftì Frati Conventuali , nel miai poHeiro Ci confervarono fin all'
anno ^^''■J- ■, e poi furono neceiritati ad aobandonarlo in quelta maniera.
Li Frati Minori OlTervanti di S. Francefco , che in amenza de' Conven-
tuali già pofTedevano il detto Convento diS.Gio. Battigia diliante dalla Città
un miglio, e dove per molcilFimi anni vi erano dimorati con grandifllma quie-
te, e tranquillità di Spirito, ed opinione di Santità appreilò del fecole,
tuttavia per elferc quefto dittante dalla Città procurarono da' Cittadini un'al-
tra Chiela chiannata dal volgo il Giardino, qual ottenuta (èrvivaagliOil'er-
vanti per maggior connodo di Predicare, e Confellàre in Città . Dopo di clic
occorie che elio Convenuto di S. Giovanni per eilere grande, iontuolb, forte,
e vicino alla Città , che coli' occhio la dominava quali tutta, nelle guerre di
Carlo V. , e di Francia, Antonio de Leva Generale dell'Armata Spagnuola^
lo diilrulTe affatto, ed ellendo demolita la Chiefa , e Convenuto queiti Fra-
ti fi mifero nel Convento di S. Francefco l'anno 1526. col favore di Francef-
co II. Sforza Duca di Milano. Si oppofero virilmente li Conventuali , fof-
tenendo f'empre il loro pollo, anzi fecero riccorfo al Sommo Pontefice Cle-
mente VII. dal quale ottennero una lettera, di cui fé ne legge copia ancora
in carta pergamena nell'arch. d' elfi Conventuali , diretta allo ftellò Duca_. ,
colla quale vien efortato a rimettere le cofe nello flato primiero . Conven-
ne però alli Convet;udli pirtirfi dal loro antico Convento di S. Francefco l'an-
no 1517-» e per dar foddisfazione al Pontefice gli Oflervanti d'ordine del Duca
fecero ceffione a* Conventuali della Chiefa , e Convento del Giardino , o del-
la CafFina , come fi appellava anticamente , con alcune fagre fuppellettili ,
Organo, Campana, e certi reditti, come per iflrumento rogato da Giain-
battilH Centenario Notajo, "e Cittadino di Cremona , e Cancelliere dell' Eco-
nomato Ducale l'anno ijji. io. Giugno. Trovo poi che quelta Chiefa fortìf
varj Benetàttori, tra' quali il Nob. Claudio Muzani , che concorfe alla dote
dell'Altare dilla B. Vergine l'anno 1577. 3. Giugno per iftrumento rogato da
Bartolo de' Mezzi . Ciuefto Convento della Gallina, o del Giardino al pre-
fente fi chiama di S. Antonio da Padova , che con quindici Frati Conventuali in
circa mantiene la fua Chiefa decorofamente . Fedi 19. Marzo, pr. e 2 1 . G/f<j)io»
t }o. Ottobre.
Il Convenuto pofcia di S. Francefco, che era capace di trenta Frati, come
il citato Gonzaga, fu dagli Oilervanti riftorato , ed ampliato colle limoline
de' Benefatori , e fpecialmente della Città l'anno 1605., ^^^ quale di pccfente
riffiedono d' ordinario circa fefl'anta Frati , che con tutta la pompa , e pietà
fanno fpiccare l'onore di Dio, ed il fervizio dell'anime nella loro Bafilica,
al di cui Altare della Concezione Gio. Antonio Muzani lalciò un capitale di
lire quattromille per una MelTa cotidiana, come per iftrumento rogato da_<
Giulio Maldotti l'anno 1592. 13. Maggio. Quella nobiliifima Famiglia vi
tiene anche il fuo Altare , qual' è di S. Bernardino colla fepoltura avanti . come
<3a' documenti di ella Famiglia. E Francefchino Modegnani in quefta Bi-
lilica parimente creile, © dotò la CappelladiS. Cattefinal'aaao 1377. ,come
dall' ifcriz. d'ella Cappella.
Si
aot OTTOBRE
Si onerano in quefta Bafilica il Corpo del B. Padre Leon Pillatine dell'Or-
dine de' Minori, e noftro Vefcovo ; Il CapodiS. OUiUa Vergine , eMarcire;
Il Capo del B Padre Michele Carcano de' Minori, il di cui Corpo quivi pari-
mente fi conrervava,ma al prefente credefi che fia ftato trasferico altrove da'Fra-
ti Conventuali , come il citato Gonzaga , ed il P. Benedetto da Mazara dice che
filmato portato nel loro Con vento di Como, ma vedi fua Vita il 17. Giugno.
E perchè nelTuna prerogati va fi potededefiderare a queftofontuofo Tempio, il
noitroVefcovo Giovanni Simonetta loconfacrò l'anno 1541. ^^. Aprile, coma
da fua ifcrizione preflb l'Aitar maggiore .
5 Giovanni Vifconti Arcivefcovo , e Principe di Milano muore l'anno »3y4.,
quello che puoco prima avea donato a Gio. Galeazzo fuo Nipote CaftelS. An-
gelo , Monte buono , e Mairano , tutti del Territorio Lodigiano, che erano di
aiuridizionedi Muzio Vicarino Patrizio di Lodi , come il Villan , e vedi 17.
Maggio . In oltre i documenti della nobililTima , ed antichiflTima Famiglia Mu-
S'.ana , compilati dal Nob. Dott. Paolo Camillo Cernufchio Conte Pallatino,
provano come lo fleflb Arcivefcovo , e Principe donaOe ad Ambrogio , detto
IWuzanodeMuzani,tuttelepo{relTioni,ebeni, che elTo godeva nelle Ville di
Vitadone , e di Marignanello del diftretto di Lodi , come ne fa fpezial menzione
unPrivilegiodiefenzione conceiTo dal Duca Filippo Maria a Maffeo Muzani
figlio del detto Ambrogio l'anno 141 J 9. Settembre , nella qual dona/ione fatta
dali'Arcivefcovo,e(ro Ambrogio è nominato di lui alfine, ed in effe Ville fab-
bricarono , dotarono , e pofcia riftorarono i Nobili Muzani le Chiefe Parroc-
chiali, riiTervandofi le ragioni di jufpatronato . Fu quefla Famiglia fempre
infi''niffima,da cui derivò quel Muzio Scevola Giovane, e Cavalier Romano
tanto celebrato dalle Iftorie, il quale per la liberazione di Roma fui Patria ab-
bruggiò la propria mano deftra , perchè aveva fallato ad uccidere un Soldato ia
▼ece del RePorfena, perchè teneva affediata quella Città. Q.uefta Famiglia,
come dice Maffeo Veggi iu/ii-.ùVivr^or fìgnificat.inprafat. funcò ilJusCivil©
in Roma, e di là con S.Ambrogio calò a Milano l'anno ^66., e quindi a Lodi
dopo mille anni in circa . FuTempre cara alla Repubblica Romana, agii Im-
peradori, e Duchi di Milano , onde con tutta la ragione uguale ai dilei h.blime
inerito ha occupate Ca-rtedre de' Q.Marrumvirati ne' Magiftrati antichiiF.mi, e
col prceeffo del tempo ha coperta le Senatorie , ha prodotti Generali d'E-
ferciti. Cavalieri dell'Ordine de' SS. Lazaro.e Maurizio di Savoja.eGran
priori alla facra Religione di Malta, come a' noftri t^mpiabbiam not. to un Fn
Marc' Antonio Muzani Gran Priore di Cspua , e Feudetario di Secugnago Lodi-
Éiano . E rUniverfnà de' ftu Ij di Pavia per eternare la memoria dell* infigna
)ott. Claudio Muzani di lei Rettore , per teftimonio dell' altiifima prudenza » e
dottrina, colle quali conduffe quel governo, gli innalzò un onorevole ifcrizio-
ne . E fé nella nuova riforma de' Decurioni di Lodi fatta l'anno 1491 13. Apri-
le da Lodovico Sforza derto il Moro , come Tutore del Duca Gio. Galeazzo,
2uel>a nobile Famiglia fu meffa in poffelfo t^'' <^"e Cattedre Decunona'.i . come
può vedere nel loro Cattalogodifcorrendo dello flato della vecchia, e nuova
OTTOBRE. «of
Città JiLoJi, in effe Tempre ha flitta la fui degna, enobile comparfa fino al
giorno d'oggi . Vedi il giorno i. Gennajo Ifloria ddla Chicfa di S. Difendente , 19.
dello Jìefo ìfì- d.-llanoftraCjtTcdréli- al Campanile ,15. Giugno la Chiefa ddla SS.
Trinità de' Confratelli ,:^. Agofto là Baftlica di S. Domenico, e ^. corr. quelle di
S. Francefco , e di S. Antonio da Padova .
* 6 Scrivono il Villanova , e Paolo Emilio Zani nelle loro Iftorie della-.
Città di Lodi , che l'anno 454. Attila Re degli Uni , Popoli della Scizia,
comandando ad un Elercito non men barbaro di lui , che era chiamato il
Flagello di Dio,di(truire con molte altre Città anche Lodi. Fedi 31. Gf«.
vita di S. Geminiano .
* 7 Nell'anno idiS. cominciò in Lodi a fcoprirfì il male della pefte, che
fini a Natale dell' anno 1730. Sin. 4. p. 90. e feg. e Not. dd Romag.
8 Per la morte del Velcovo Bongioanni Fifiraga vedi fua vita .
9 Per la morte del Vefcovo Landriani vedi fua vita.
10 II noftro Vefcovo Lodovico Taverna fopprime la Parrocchia di S. Biag-
gio del Luogo di RolTate , e la unilfe alla Parrocchiale del Luogo di La-
vagna l'anno 1590. Iflr. rog. da Mich. Pali. , e vedi 7. Novemb.
Monfìgnor Patriarca d'AllTandria , e noftro Vefcovo Cari' Ambrogio Mez-
Zabarba canta Meffa Ponteficalmente col Te Dctim nella Chieia di S- Terefa
de' PP. Carmelitani Scalzi per la feda della Canonizazione di S. Giovanni
della Croce del loro Ordine l'anno 1717., quali felle durarono fei giorni.
11 Per la benedizione della Chiefa della B. Vergine della Clemenza vedi
fua fac HI. emanata dall'Autore di quella.
Il S. GIULLANO Vefcovo di Lodi , fella in Duomo , ove ripofa il fuo
fa ero Corpo . Vedi fua vita tra qudle de' Ve j covi .
13 Traslazione folenne della fuddetta Immagine della B. V. della Cle-
menza neir anno 1541. , come alla Iba fopracitata litoria. • '
S. CLEMENTE ConfelTore Prete Lodigiano.
Sua Vita efhatta dal nofiro Martirologio , dal Ferrarlo de SS. Italta ,
e ddla Vita di S. Eaffano feruta dal Ruggieri .
Uanto fQlTe caro a Dio S. Clemente fi conobbe principalmente quando,
effendo morto S. Genebardo Vefcovo della vecchia Città , ad elio
folo rivelò che aveva eletto per fucceflbie S. Ballano , che dimorava
Q
TO4 OTTOBRE.
in Ravenna . Anche il S. Prelato che ricevette quefto Vefcovato alle di lui
perluiifioni da parte del Signore , eiTendo giunto a Lodi , e fcoprendo fem-
piìi la Santità di Clemente, fé lo teneva per luo intimo famigliare ,e Com-
pagno de' viaggi . Onde fi legge che andando un giorno S . Ballano a visi-
tare il iacro Corpo di S. Ambrogio già defunto , aveva feco S. Clemente,
quando in Milano ebbe a riprendere quell* avaro Mercante , fopra la di cui
bilancia laltava il Diavolo in ferabianza di un Moro per teftimonio delle-^
frodi , che cometteva nel vendere , e nel comprare . Per fine efTendo vilTu-
to uno fpecchio di Santità , pafsò alla gloria del Paradi(ò in queft' oggi ,
fecondo il noftro Martirologto, (ebbene per relazione del citato Ferrario
Monfìg. Francefco Bolh Vifitatore Appoltchco della noitra Chiefa ordinò che
fi faceile la lua fefta il 17. corrente .
14 Si fottofcrivono in Milano le convenzioni tra i Milanefi , ed i Lodigiani ,
per iottcmetterfi quelli al dominio di quelli ncli' anno 144.8. iRM^r. della
Aiuza p. 159
15 S. TERESA , fefta alla Chiefa di S. Marco Evangelifta de* PP. Car-
melitani Scalzi , e per quella Chiefa vedi 25. Aprile fella del Santo tito-.
lolare , e io. corrente. «
16 S. GALLO Abbate, fefta in Duomo al fuo Altare.
Si fanno in Lodi le allegrezze per la ritirata de' Francefi dall' affedio
di Cremona l'anno 1648. iJcnz.
* 17 II fiume Adda, paffata la Chiefa di S Defendente, s'avanzò a quella
di S. Criltoforo de' Sommarivi , reftando tutta la Vallicella colie due Par-
rocchie di S. Giaccomo, e di S. M. Maddalena lòpraff«itta dall acque i'aano
1398. Lodi dtfe. 8. f, 434.
18 S. LUCA Evangelifta , fefta alla Chiefa della B. Vergine dell' In-
coronata .
Si fottofcrivono in Lodi le convenzioni reciproche tra i Milanefi , ed i
Lodigiani , come al giorno 14.
Acerbo Morena figlio di Ottone Cavalier primario di Lodi , e fuo Podeftà ,
Capitano , e Vicario della Curia Imperiale di Federico I. Imperadore >
quello, che ricevette il giuramento di fedeltà all' Imperadore da' Cittadini
Milanefi di Porta Nuova , mentre riceve pure lo itellò giuramento da' Ro-
mani in Roma , rtlta infetto di ptfte , della quale ne diicorro nella vita
di S. Alberto noftro Vefcovo , e da Roma fattofi portare alla Città di Sienna >
in quefto giorno dell' anno 1167. ^* mori, e fu feppelliio apprtflb fi Chiflà
di S. Pietro nel Borgo di effa Città , preflò la ftrada Romea. Htfl. Rcr.
Ljud. dello iìcjjo Murena . ij
OTTOBRE. io^
19 Fuoco fenomeno fu veduto in Lodi , ed in molte altre Citta di notte tempo
a Icorrere per l'aria, e durò circa lette ore nell' anno 1726.
10 Muore il P. Fr. Francefco Qjarefmi de' Minori OfTervanti di S. Fran-
cefco , Lettore giubilato , Procuratore dell' Ordine, Miniltro Provinciale,
Prefidente di Terra Santa, e Comiirario Appoltolico, ma molto più infigne
per i fuoi tomi intitolati de f^ulnirièus Còri/}i, Elucid.nio Ttrm Santlc- , e
per altre Opere MS. Di più , perchè cogl' iltrumenti della fua penitenza
ha illuftrato il Convento di queita Città lua Patria, dove fi conferva pari-
mente il fuo Cuore incorrotto, ed il luo benedetto Corpo nella Confefiione della
Cliiefa di S. Angelo di Milano , nel di cui Convento l'anno 16^6. laiciò la
fpogUa mortale in età d'anni 74. ^rcb. del Conv. di S. Fraa. di Lodi .
11 S. MALUSIO Martire, e Vefcovo di Lodi, come il noftro Martiro-
logio , feita in Duomo , dove s'efpone una lua Reliquia. Vcd; fua v:ta.
Fella anche alla Chiefa delia SS. Trinità in Monlèrrato delle Ven. Orlòle.
Fedi fua Ifi. a 1$. Giugno.
Monfig. Ortenfio Vifcontl noftro Vefcovo l'anno 1709. confacra la Chiefa
di S. Maria di Lodi vecchio, anticamente Cattedrale, ed al pref'ente unita
al Collegio delle Ven. Qrfole di eflb luogo . Fedi t$. Marzo.
E' benedetta , e gettata la prima pietra per inalzare la Colonna della^
Croce avanti il Caitello in Porta Regale ad onore di Dio, e di Lorenzo nel
tempo della pelle dell' anno i<530. ^tti d'Aurelio Rojfl Cariceli. Vefc.
■22 Nella Cattedrale fi celebra la fefta d'una delle Sante Vergini Compa-
gne di S. Orfola, perchè vi fi elpone una di lei Reliquia intigne , qual' è
un Olio intiero d'un bracchio , donato da un Padre Provinciale de' Padri
Predicatori a Monfig. Vefcovo Michel' Angelo Seghizzi , e da elfo donato
a quella fua Cattedrale , come nel luo archivio , e fi celebra la di lei fella
oggi per elfere impedito il giorno d'jeri da quella di S. Malulio. Noftf
Martirologio .
aj Come quarta Domenica del corrente mefe Monfig. Vefcovo Vi fconti con-
facrail nuovo maeltofo Tempio della Parrocchiale Arcipreturale di S. Zenone
dello Hello Luogo Lodigiano , e poi vi celebra la prima Mellà Pontifical-
nienre in atto di vifita l'anno 1711. , ed ordina che ogni quitta Domenica
di quello mefe fé ne faccia ruflicio,e fefta annuale della Confacraziune , nel
qual giornoancora , per ufo inveterato , fi portano le Reliquie di elio Santo Vef-
covo , e Martire , e di S. Orfo Martire della Santa Legione Tebea ; e fegnandofi
li temporali colla fuddetta Reliquia del Santo Vefcovo ha la virtù prodigiofa,
ed evidente contro le gragnuole . E la divozione di quello gran Santo è poi ta-
le , e tanta , che gli profellano i Popoli vicini , e rimoti , che ballerà a dire che
quantunquelìa itato fabbricato quello Tempio nel ferver delle guerre , ed in-
^ vallone
20<J OTTOBRE.
vafione di queflo Stato , pure ccinftupor mirabile è flato eretto colle fole limo-
fine del fuo Popolo , e de' Devoti Benefattori del Santo .
14 Fefta di S.Rafaele Arcangelo concelTa dal Pontefice Innocenzio XI. ali»
preci di Carlo II. Re di Spagna per tutti i fuoi Srati .
* Ardoino Red' Italia l'an. 1002. donò al Vefcovato di Lodi vecchio li Caftelli
di Cavenago, e di Galgagnano del Territorio di Lodi. Emman. Tef auro nei
tirzo Regno d' Italia.
45 Sibenedice, e fi getta la prima pietra della bafe da ergervi fopra la Co-
Iona ad onore di S. Giufeppe nel quadrivio della vicinanza maggiore di S.
Agnefe l'anno della pelle del 16 jo. , la quale di poi fu demolita peri' anguflia
del fito dove era piantata . JJìrum. d' Aurelio Rojfi .
* 2(5 Scrivono il Villanova neir Ifloria di Lodi, e Carlo Torre Canonico della
BafilicadiS. Nazaro di Milano nel Tuo libro intitolato Ritrato di Milano, al
difcorfo della Piazza de' Mercanti di elTa Città ap. 253. , come l'anno 1232.
dieciotto anni prima delle Carceri fu fatto fabbricare il gran Salone , che
vedefi nel mezzo di ella Piazza da Oldrado Treffcni Nobile Lodigiano , men-
tre era Podeftà di Milano, la dicui Statua fi vede a cavallo in nicchia fo-
pra uno delli (ette archi , che fomentano il medefimo Salone a rimpetto la_,
loggia degli Osj , ove fotto è la Pofta delle lettere, e colla fua degna ifcriz-
zione in verfi ,
* 27 Francefco I. Sforza Duca di Milano, e noftro Sovrano , l'anno i4(5(5,
fu preib da repentina morte in Milano . Villan.
28 SS. SIMONE , e GIUDA Appoftoli ; Vedi loro Cbiffa , ed Ofp<:d. mlF
IJÌ. dell' Off. mag.
29 Viene la neve alta pili d'una fcarpa l'anno 1708. , e per effere cosi
temporita prefagiiTe un freddiffimo Inverno, come è Itato .
30 Alle ore quindici , elTendofi congregati li Padri Conventuali di S. Fran-
cefco nella loro Chiela di S. Antonio da Padova , creano il loro Padre Pro-
vinciale , e dopo fanno una iongi , e bella pruvelfione per la Città l'anno
1558. Bcnz.
* 31 Sul fine di quello mefe dell' anno 1535. morì Francefeo II. Sforza
Duca di Milano , e Carlo V- Imperadore , impadronitofi di tutto lo Stato lenza
llrepito d'armi_, l'anno 1540. ne fece la ceffione di elfo a Filippo II. He di Spagna
fuo figliuolo . VtUan.
NO-
NOVEMBRE.
XOJ
Er la morte del Vefcovo Giaccomo Simonetta vedi fua
Vita.
Comincia la diaria contribuzione per il mantenimento
dell' Efercito Imperiale nello Stato di Milano l'anno 1705.
Strano , e raro avvenimento fiegue in Lodi , percliè oggi
muojono un Medico, un Chirurgo, ed uno Speciale neli'
anno K592 . Libro de morti del Stfoltore di Città .
z VengonoinLodi molti Cardinali, ePrelati per fare la folenne Traslazione
di S. BaJano l'anno ii5j. Moren. vedi ^. con.
Spaventofa inundazione del Pò , che apporta molto danno anche al Lodigiano
l'anno 170J.
3 II VeCcovoScarampo vifitando la Parrocchiale di Merlino Contado di Lo-
di l'anno 1574. trovò ad un luogo detto Bariano,fotto d'efla Parrocchia, la
Chiefa qua(i diroccata , perche le (uè rendite erano itate unite alla dignità del
Cantorato , 0 Prim iceriato della Cattedrale di Lodi , e perchè non v'era modo di
ripirarla, ordinò che fofl'e diftruita del tutto, eie die ragioni col titolo fi traf-
feriiìèro nella detta fua Parrocchiale , come fu efequito . Suo Arch. , e vidi l in-
formazione dilla Cattedr. alla fiejfa dignità il 19. Gen.
4 S.CARLO Borromeo Arcivefcovo di Milano, fcfta in Doomo ,aS. Fi-
lippo , all' Incoronata , ed a S. Gio . nelle vigne .
11 Cardinale Giufeppe Renati Imperiale , Legato a Larere di Cleraente_
XI. Sommo Pontefice appreflb Culo VI. Imperadove, che fi truova in Mila-
no, alle ore tre di notte arriva daPiacenzaa Lodi l'anno 1711. ricevuto nel Pa-
lazzo del Conte Antonio Barni .
5 duantunquecome jeri feguifle la fopracitata Traslazione del noftro Santo
Protteitore,e Padrone, pure non potendofì in tal giorno fare laliiaielu, ed
officio proprio per eObr impedito dalla fella di S.Carlo, che celebrali dalla
Chiela univerl'ale, li diferiice ad oggi .
6 S. LEONARDO, fefta alla (uà Chiefa detta delle Convertite , al prefen-
te Colleggio de Vergini iUbilite .
Sua
4o8 NOVEMBRE.
Sua Ifloria .
TRovandofi anticamente In quefta Città alcune Donne di vita llcenziofa, le
quali polcia convertitene iaceano penitenza , eli Deputati dellaScuo-
la di S. Pacione tenevano cura {ingoiare col loro buon governo, e (ovvenimen-
to del vitto, dove non badava il prezzo del loro lavorare. Per maggior-
mente aflkurarle dalle peifime occafìoni di riccadere , li fuddetti Deputati
( (T ) le collocarono in una povera Cala l'otto l'ubbidienza d' una pietofa Vedo-
va , e coU'allenfo del VelcovoScarampo l'anno 1575. ^J- Gennajo, nel gior-
no della Coveriìone di S. Paolo, fu eretta una Congregazione, che preCe il
nome delle Donne penitenti. Il primo loro abito fu di tela nera, col gremia-
le, o fcolTale limile, e difetto una Tonaca beretcina . Per l'Inverno anche^
una peliccia con calcette , e fcarpe ; ma d'Eltate andavano fcalze cor. zoc-
cole cii mezza patta, eie ftabilite cingevano un cordone nero.
Fu tanto gradito univerfalmente quedo idituco, che il medefimo Prelato,
per ma^giomente onerarlo , li io. Novembre dello fteilb anno , come per iftru-
mento rogato da Michele Palleaio, iopprelfe la cura deli' anime, che era alla
Chiefa di S. Leonardo per collocarvele loro, la quale eflendo ( /^ ) ilata^
demolita colla vecchia Città era riilbrta in quefta nuova . Divife per tanto
le anime coli' entrate della Parrocchia , e pane le uni alla cura di S. Salva-
tore ; e parte a quella di S. Biaggio in Città, ed applicò a quella C.)ngiega-
zione le Cafe del Parroco, e la Chicfa Parroo-hiale ; ed affinchè tal loi.'pref-
(lone, e concellione aveffcro tu'to il loro vigore furono ancheconfermate aal
Pontefice Gregorio XUI. l'anno 1581. 7. Marzo con alcune coadizioni a favore
de' Deputati della Scuola diS. Paolo, come Conlervatori di quello Collegio,
del quale l'anno feguente 1582. 3. Settembre elli ne prefero il poll'eflb , come
per iltrumento del detto Palleari .
Celiarono pofcia col benefìcio del tempo le Donne di malaqualità, come
nel sin. j. p. 117. , dove la Chiefa di S. Leonardo è bensi chiamata delle
Donne penitenti, ma circa lo flato del Collegio dice che ha Monache 38. ,
cioè vergini, ed onelte , le quali vi entravano con licenza dell' Ordinario col-
le loro doti convenienti per vivere una vita pari al loro onore, non entran-
dovi più Donne convertite, fé non per alquanti giorni per forma di provifio-
ne . Di modo che il Velcovo G.ra vedendo come quello Collegio, oCon-
iervatorio aveva mutata faccia dal fuo primo iltuuto , decretò che non vi li
cicevelfero più Donne , che fodero date di mala fama , ma onelte , echeavef-
fero termo propofito di fempre abitarvi , e di vivere lotto le lue Regole,
e quindi prefero il nome di Vergini llabilite, come nel Sin. 5. p. 141- Nul-
la di meno però , fé quedo Sinodo mette due, o tre Donne penitenti, che
v'erano ancora, vi fi leggono però venticinque Vergi ;i dabilite, e tre Ser-
venti, onde quelle due , o tre non fi confiderano, ricrovanaofi in quel tempo
forfi fola per qualche accidente , o caufa indifpenfabile .
Così
(a ) Arch. del Coli. , e di S. Paolo , Sin. 3. , idiflr. del Pali, giorn» , (dannofitjjt,
ii>) Lodtnelfinedild/Jl.j.
NOVEMBRE. lep
Cos'i elTendofì avanzato qiiefto Monltero in fcggerti piìi onorati , meritò
anche puoco alla volta qualche dift n2Ìone da' Vcfcovi . Il primo de*
quali fu Monfig. Taverna, che l'anno 1614. i^. Maggio conceffe (a) alle_
Sorelle, o Vergini ftabilite di portare la Oneita, o fia Pazienza, quale per
la prima voltaelTo volle benedirla , e diftribuirla ad eiFe in queita loro Chiefa .
Il fecondo fu Moniìg. Vifconti il quale permileche, dimellb l'Abito di tela.
Io prendeiTero di Saglia nera, e Monfig. Patriarca, e Vefcovo Mezzabarba
concelTè loro di coprir la fcuffia della celta con un velo nero. MafehVef-
covi le anno onorate nell'Abito, Iddio in premio della loro fedeltà, colla.,
quale gli fervono , le ha prov vedute ancora di Perfone , che fi fono fegnalate
per loro infigni Benetactrici , come la nobile Angela Leccama , il Prete
Doct. Vincenzo Tofi , ed altri , che o con capitali , o con fundi , o con legati le
anno obbligate pergratitudineadelTerne perpetue Oratriciapprcilb il Signore .
Vivono però lenza alcuna Regola Uabile, eper queito pocliianni fono fu-
rono in trattato d'appigliarfi alla Regola , ed Ordine della Vifitazio-
nedellaB. V. Maria, iilituito di S. FrancefcodiSales , col veftire queir Abi-
to , e profeilare que' voti , coli' obbligo di perpetua claufura , ma fin ora„,
cifervano ancora la l'olita loro Regola eoa ogni efattezza ed efemplarità nel
numero di 14. incirca , alle quali il no/èro Signore continui pure la grazia d'a-
vanzarfiin maggior perfezione, ficcome loro vanno foUecitamenteltudiando.
E Monfig. Vifconti l'anno 1724. 2. Luglio configrò l'Aitar maggiore di quefta
Chiela, fatto di nuovo dal la pietà di quelie Vergini , e concefle quaranta giorni
d'Indulgenza in perpetuo a chi la yifiterà in ellb giorno > come da lua ifcnzione
in ella Chiefa .
7 Come Domenica fra l'ottava de'Morti,fefla,e proceffìone del SulTragio
»Ua Chiefa di S. Agnefe .
Parimente , come prima Domenica di quefto mefe , fefta alla Parrocchiale di
Lavagna di quella Diocefi per i'Aiinivcrlario della Trailazione del Corpo di
S. Ciriaco.
Sua informazione .
QUefto Santo Corpo fu trasferirò da Roma cento anni prima di quefta fun-
zione , e fu fempre tenuto privatamente a S. Pietro in Geliate di Milano ,
finché Monfig Gio. Battilta Stampa Vicario Generale flell'Eminentils.
Cardinale , ed Arcivefcovo di Milano Benedetto Erba Odeicalchi lo donò alla
Chi-fa Parrocchiale di Lavagna l'anno 1728. 30. Agolto in grazia del Co. Carlo
Anguillbla Condomino d'cili) Luogo . Collo ItelTb Santo Corpo donò anche un
Reliquiario , con entro un pezzetto della Colla d'flTb Santo, ed U tutto conila
per lltrumento rogato dal Prece Gianl'ranceico Garocta JNotajo della Cuna
Vele, di Lodi l'anno fuddetto .
O Per
aio NOVEMBRE.
Per farne la dovuta folenne Traslazione , fu deporto privatamente per la
notte avanti nell' Oratorio delle Grazie d'elfo Luogo , da dove fu poi le-
vato come oggi, e con fontuofilfima pompa in procelìione , accompagnata
da tutto il Clero del Vicariato di Zelo buon perfico , fotio di cui era quef-
ta Parrocchia .
Perchè non fi sa quando corra il giorno della feda di quello Santo, fi ce-
lebra annualmente in quefta Domenica la felta della fua Traslazione in ef-
i'a Chiefa per devozione del Popolo .
Giacché ho fatta menzione di queft' Oratorio dedicato alla B. V. delle
Grazie, dirò come mi fono venuti alla mano alcuni manofcritti fedeli bensì ,
ma non pofib nominarne nò il luogo dove fono , né la Perfona , che mi gli
ha notificati, ne* quali fi legge che anticamente alcune Suore , o Donne ri-
tirate , fino al numero di tredici abitavano in cerca Cafa anneffa a quelto
Oratorio, dove vivevano una vita efemplare, procacciandofi il vitto, parte
con alcune rendite, che a loro erano ftate lafciate , parte col loro lavoro.
Mancarono polcia col tempo per la morte dodici, e la decimaterza , alla_,
quale rincrefceva il vivere (bla in quella Cafa procurò di avere dal Mo-
nifiero delle Monache di Vallate una di eiFe per Compagna , ed impetrata-
la vi fletterò ambedue finché, elfendo emanato il Concilio di Tremo, che^
proibiva alle Monache il vivere fuori de' loro Monifierj , fi ritirò con quella
Monaca anche quelfa Suora in elfo Moniitero , e portò feco le rendite che
erano anneffe al fuo Confervatorio, o Congregazione, e le uni al detto
Momflero di Vallate, effendo noiiro Vefcovo Monf. Scarampo. Fedi io.
Ottobre .
8 Li Milanefi eletti Arbitri di quella Città acquietano le guerre civili
tra la Nobiltà, e la Plebe, elfendo Capo della Nobiltà la tamiglia Somma-
riva, e della Plebe la famiglia Overgnaga, ambedue nobiliUime di Lodi,
ann. 1115. Fillan.
9 Per le Scuole pubbliche fuperiori aperte da* Padri Barnabiti vedi 47.
Dicembre .
10 Arriva in Lodi da Milano Carlo VI. eletto Imperadore noftro, qual' è ri-
cevuto , ed allogiato nel Palazzo del Co Antonio Barni , folito , ed antico ricet-
tacolo di tutti li Perfonaggi Coronati , Porporati , e più cofpicui , e la ftefia notte
refta illuminata tutta la Città nell* anno 1711. Vedi giorno pgumte .
n S. MARTINO Vefcovo , fella al fuo Oratorio .
Sua Ilìoria .
Q Ueft' Oratorio, o Chiefa, fu fabbricata da Marrino Capiraneo de' TrelTeni
Nobile Lodigiano, alla quale fece la dote di duoi beneficj Rettorie non-
cupate , come per Iftrumeato rogato da Bernardo de Armagni Notaj-j Cpl-
V
NOVEMBRE. m
legiato di Lodi Tanno ii8j. 14. Novembre . Qui pure fono due alrrìBeneficj
Clieiicatiiioacupaci , e di lutti quelli quattro Reiieiìcj conferva ancora rjufpa-
tronato la detta famiglia Trefl'ena , come il Tuo archivio. Qpefta nobile Fa-
miglia anticamente iundò altre Chiel'e ne' Borghi , e fece anche a queltc
la dote de' Benefici Ecclefiaftici, come della Ghicfa di S. Martino in Sola-
rollo , di S. Giorgio extra muros , e di S. Mattia , quali tre Cliiele , per edere
Hate diltrutte una alla volta in diverfi tempi delle demolizioni de' Borghi,
li loro Benefici furoaio trasferititi in quelta Chiela in Città , e formano un
lolo Benchcio lòtto il titolo de* fopradetti Santi , e ne mantiene parimente
la itclla Famiglia l'JLilpatronato , comeperuna fenten^a data da Ottavio Sa-
raceno Prepoito della Cattedrale, e Vicario Generale l'anno 1595., cosi i
documenti MS. d'elfa famiglia. Anche Fanone Trelfeno l'anno 1202. in-,
quelta Chitrl'a erefle la Comunanza per la di lei riparazione, e confervazione,
come nierifcono» oltre gli accennati MS., anche il Lodi difc 8. p. 403.,
ed il Sin. }. p. 114. Bella gloria di quefU Chiefa fi è , che gli Efercizj
l'pintuali, che fi pratticano al prelente nell' Oratorio di S. Filippo Neri,
dopo la loro prima inllituzione, che ebbero in S. Paolo, furono in effa traf-
fenti , e quindi a S. Filippo, come al 26. Maggio. Fedi io. Settcmòn'f
e II. Luglio . I
Carlo VI. Icperadore, partitofi da Lodi per andare a Cremona, viene
incontrato dal Duca di Parma Francefco Farnefe nella Terra di Secugnago
Locigiano , e fi ritirano fotto un piccol portico del forno della Comunità
per tare le loro accoglienze, elTendo il tempo piovofo . an. 1711.
12 11 Dott. Ifidoro Majani Nob. Lodigiano dà alle Stampe il fuo libro
iniitoìato dell' Origine , e prima fundazione della Città t di Lodi vecchio y nell'
anno 1591. fua Ijiona .
• ij Dice il Villannva p. a. nell'Iftoria di Lodi, come l'anno 4<5oj. della
creazioi-e del Monuo li Galli Boi fcefi dalla Francia nell' Italia vinfero li
Tofcani , che la dominavano , appreiTo il fiume Ticino , e poi riftorarono
la Città di Lodi, già da' Tofcani fabbricata 752. anni prima della nalcita
di Cmto . yedf 27. Luglio .
* 14 Le Terre del Lot'igiano l'anno 1523. allagarono, non tanto per l'ecccf-
(ìva innundazione deli' Adda , quanio perche Giovanni Bona valle Governatore
di Lodi per Fra:icclco 1. Re ci ir.mcia , e fucccflivamente ancora Tanno
1524. Federico Gonzaga Signore di Buzolo , per tener lontani da Lodi
gli inemici , fecero rcmpeie gii alvei della Muza, e della roggia Bertunica
per dirizzarle lopra d'elle Terre balle . Lodi dtf. 8 f. /\oZ' vedi 20. Sctt,
15 Si dà principio Tanno 1731. ad un nuovo Confervatorio delle Donne con-
vertite a penitenza, appellare della Cjfa della prjvidtnztt divina , futro la
proiezione di S. M. Madaalena con tie tali Donne, e la Madre Donna di
O » onore
tti NOVEMBRE.
onore per loro governo, nella Cafa per ifcontro al cantone del Moniftero
diS. Vincenzo, per andare a quello di S Giovanni , polla fotco la Parrocchia
de' SS. Naborre , e Felice, ed il Prete che ha eretto quefto pio luogo, c_
lo mantiene a fpefe della providenza divina , godo che xl luo _nome fià
fcritto in Cielo , e non in terra .
i5 I Lodigimi fcorrendo il Territorio Milanefe riportano grofTa preda,
ed uccidono molti loro nemici Milanefi nell' anno 140J. Bojji .
17 Come Domenica terza del mefe, fefta del Patrocinio della B. Vergine,
concella dal Pontefice Innocenzo XI. alle preci di Carlo II. Re di Spagna
per tutti li Stati della fua Monarchia. Felta all'Oratorio di Pelalupo.
Vedi 27. Maggio .
L'Anno 1J12. i Nobili Deputati della Chiefa della B. Vergine dell'Inco-
ronata ilHtuifcono il facro Monte di pietà. Suo arch.t e libro de Santuarj
della B. V. dell' Autore dt qucfl' Opera .
18 S. ROMANO Martire, fefta folenne alla Chiefa de' Canonici Regolari
Lateranefi .
Sua IJìoria .
LA Chiefa di S. Bartolomeo pofta ne' Borghi di Porta Pavefe , ( qualej
oggidì , per eflere ferrata, chiamafi comunemente Porta Stoppa) anti-
camente era Ofpitale , nel quale S. Gualterio fece reffidenza per qualche
tempo , come dico nella lua vita. Quivi abitarono certi Frati laici , pofcia
ammeffi al Sacerdozio, ottennero dal Papa Pio II. l'Abito azuro (j) coli 'in-
fegna della Croce , mentre lo ftelTo Pontefice in que' tempi procurava
l'imprefa di Terra Santa . Finalmente, ceffata l'ofpitalità, tennero quel
luogo in qualità di Moniftero, e Frate ArdecinoZorla , Crocifero, aven-
dolo impetrato in Comenda, fotto titolo di Priore perpetuo, ne fece cefiio-
ne l'anno 1480. a' Canonici Regolari Lateranefi Riformati , della Chi?fa , Cafa,
o Moniitero , e Giardino annelTo , {b) rilTervate però a sé tutte le altre rendite,
mentre viveva, e ciò colla difpenfa del Pontefice Sifto IV. ottenuta dal Duca
di Milano Gio. Galeazzo Sforza l'anno feguente 1481. 13 . Febbrajo .
Dopo d'avervi meflì i piedi i fuddetti Canonici , fabbricarono la Chiefa nuo-
va , e fervivano fedelmente al Signore, pregandolo di continuo, ed inftante-
mente che non concedeffe loro ricchezze terrene, ma fpirituali, contenti d'una
gran povertà , e d'una gran bontà di vita , effendo que/to il quarantefimofettimo
Moniftero della Riforma, ove giubilavano più avendo li cuori ri pieni dell' amor
di Dio, che gli errar] di pteziofi tefori . Penetrò quelta loro oilervantiOima
vita il fuddetto Duca , ed impetrò di piìi dal Pontefice a loro favore anche il
Moniftero delie Monache di S. Maria di RioUo appreflò la Città , qual' era dell'
Or-
(<? ) Lodi ni' [noi MS. della Bill, di S. Filippo . ( ò) Ifl. tripartita dd Pernii ,
NOVEMBRE. ii}
Ordine Ciftercienfe , dimorando in efTo folanìente quattro Monache coli' Abba»
defla.» le quali l'anno 1481. ti. Febrajo furono trasferite altrove.
Non goderono però molti anni queflo Moniftero,o Canonica (<j) perchè
l'anno i jij • nella rovina de' Borghi , governando quefta Città per Francia Fe-
derico Gonzaga Signore di Bozolo , fu diftrutta la loro Chiefa, eMonifte-
to . Per queite difgrazie, eflendo flati neceflitati a ritirarfi di la , fi trasferiro-
no in Città in alcune Cafe particolari , poi col braccio del Duca di Milano
entrarono nel Convento di S. Agnefe, licenziando gii Eremitani Conventua-
li di S. Agoftino. Q,uindi però alle inftanze de* Conventuali furono riraof-
fi da Clemente VII. , e fi riduifero nella Cafa della Chiefa di S. Andrea , e
poco dopo in quella di S. Romano , perchè il Rettore di queda Chiefa, che
allora era Parrochiaie, l'anno 1545. t. Agofto la raffegnò al Papa Paolo III.,
affinchè vi trasferiflc quelli Canonici Regolari, (A) del che ne prefero il pof-
fcffo con tutte le ragioni , che tenevano cfTendo a S Bartolameo ne* Borghi,
avendo qua trasferita la fua Statua colla di lui particolar divozione de' Po-
poli « che di prefente ancora continua . Pure nel detto Borgo di Porta di Pa-
via mantennero fcmpre il pollo , tiflìedendovi almeno uno di effi per Vie»
Curato , come fi puoi vedere nel Sin, j. , efteodendofi la cura d'anime che
loro tenevano in diverfe Cafe , e Cafline oltre li Borghi diftrutti, che fu-
rono quello di S. Bartolomeo , e quello di S. Mattia , come tiene il Lodi
ne'luoi MS. Per fine 1 anno 1647., efpugnando i Francefila Cittàdi Cre-
mona, furono li Borghi per fempre del tutto dift rutti dove era quella Chie-
fa , non recandovi altra memoria che una Cappella per ifcontro la detta Por-
ta di Pavia , dove flà dipinta la B. Vergine con S. Bernardo di Montone da
una parte, e dall' altra S. Aquilino Martire.
duella Chiefa di S- Romano fu poi riedificata da loro cosi bella , epre-
Eiola come li vede al prefente , e Monfig. Velcovo Scarampo l'anno 1576. 19.
Marzo la conlacrò co' luoi Altari, dalla quale, cllendo Vefcovo Monfig Menati,
fu fmembrata la cura d'anime , ed incorporata colla Parrocchiale di S. Sal-
vaJore ad inltanzi degli Iteffi Canonici. Fu poi ampliata la Canonica coU*
acquifto che fecero della Cafa, e Chiefa profanata de' SS.Cofmo, e Damia-
no l'anno 161^. 18. Aprile . Fedi 27. Settembre , e 21. ^^oflo vita dtUa^
£. LucnZiJ.
Riditevi fopr* qurfl' Ifforia .
SO'che il citato Peroni riferilce come li Canonici Laterane/ì , abitaron»
a S . Bartulcmeo ne' Borghi fin all'anno 1540. , poi fi partirono ai la , per-
che furono a loro diftiutti Chiefa, e Moniltero . Ma non sòconqualfondamcn-
co io dica, perchè il Moniltero fu diftrutto l'anno 151 J- » come il Lodi , op-
pure l'anno 15x2. come l'archivio di S. Agnefe , e li Canonici fi portarono m
Città nel Convento di S. Agnele , ed altrove , come ho detto . Anzi
quello fi prova cvideaiemente colla Bolla di Clemente VII. a favore degli
Agofliniani Ipedita l'anno 1528 ,che obbligava li Canonici Lateranefi a ce-
dere agli Agolhniani il Convento di S. Agneie . In oltre conila dal
O 3 UOtm
( 3 ) il citato L odi , e C arih. di S. Agne^t mts i' aano i J12.
l^è) ftiJdctté Iti. trif. dei ttmtti.
114 NOVEMBRE.
noItroSiiì. ^.celebrato l'anno 1619. ,come i Lateranefi avevano la Canonica ia
Città a S. Romano, ed a S. Bartolomeo ne' Borghi tenevano ancora la Cu-
ra d'anime con un Vice Parroco pure Canonico Lateranefe. Dunque è
chiaro che il Moniftero , o Canonica colla Chiefa non tu diltrutto l'anno
1540. , elTendo vero che i Canonici (ì erano gii trasferiti in Città , ed il
Moniftero era ftato diltrutto fino l'anno i$zz. , o 152J. , come ho detto .
Ma la Chiefa che forlì era fiata riedificata , o in parte rimalta io iftato di
potervi efercire la Cura d'anime , fi coni'ervò fin' all'anno 1647. nel qual
tempo fu demolita anche la Chiefa per inalzarvi le fortUicazioni .
19 S. ELISABETTA Regina d' Ungaria . Fedi 12. Agoflo IJÌ. di S. Chiara
nuova .
IO Lodovico Vignati Patrizio Lodigiano , che per la fua infigne dottrina , e
prudenza fu caro a tutti li Principi dell' Italia, e molto più ad Urbano VIIL
Pontefice , oggi muore Reggio Ducal Senatore di Milano nell'anno 1629. ,ed
è feppellito nella Bafilica di S. Criftoforo di Lodi . Suo E^itafio alla Uefa
Bajflica , e documenti di fua Famiglia .
Muore l'anno 1327. Antonio Fiffiraga Patrizio Lodigiano, ftato piìi volte
Generale dell'armi Fiorentine , Signore di Lodi , Pudeftà di Milano, ed è
feppellito nella Bafilica di S. Francefco , che egli ilelTo in vita aveva fatta-
fabricare . Suo Epitaf. preffb la Cappella di S. Antonio da Padova .
Di quefto grand' Uomo fé ne vedono ancora monete d'argento colla fua^
arma , che io ho vedute nella Cafa de' Nobili Dott. Coli., ed Oratore della Città
Antonio, e Francefco FilTiraghi fratelli, e Decurioni . Fedi 4. Otttbre .
ai S. COLOMBANO , fefta al Borgo di tal nome , fatto fabbricare col Ca-
fìello da Federico I. Imperadore l'anno 1164. , come il Morena . Quefto Bor-
go colla Terra di Graflignana è feudo de' Monaci Certofini , comprato da
certi Signori de' Concorreggi antica Famiglia Lodigiana. Arch. del Contado
Vita diS. Colombano fritta dal Ferrario nel libro de' Santi dell'Italia.
N Acque Colombano nell' Ibernìa, e qual grand' Uomo foffe per efTere lo vide
in fogno fua Madre , perchè portandolo ancora nel ventre , le parve di
mandar alla luce col fuo parto un Sole Iplendentiffimo . Elfendo nato, e
crefciuto inetàfu iftruito nelle lettere, e perchè, giunto all'età giovanile,
per le fue buone , e rare doti di bellezza, e di Nobiltà, fi rendeva a tutti
caro, ed amabile , ebbe a durar molta fatica per fottrarfi dalle tentazioni
in queir età molto pericolofe, e per diftoglierfi del tutto da tali occafioni ab-
bandonò la Patria fprezzando le preghiere, e le lagrime della Madre, che-
con tutti gli sforzi gì' impediva gli inviti di Crifto, che nell' Evangelio dice:
che chi per amor hio non abbandona il tutto, anche il Padre, e la Madre,
« fino sé Ileffo, non può elferc di lui vero Difcepolo. Ville qualche tempo
folto ;
NOVEMBRE,' itj
(otto gli ammaeflrameiiti d'un buon vecchio Religiofo, edotto, edilàpafsè
al Moniltero BencorenCe , dove era Abbate S. Comogello , e da quello coli' Abi-
to prefe anche le rare qualità , e virtìi di vero Monaco . Dopo di che gli ven-
ne gran defiderio di andar pellegrinando, e per tanto con dodici fuoi Compa-
gni andò in Francia dal Re Segeberto , dal quale , elTendo ftato accol-
to amorevolmente, ottenne un Romitaggio fui monte Urfago , in un luogo
detto Luxovio. Parvegli tal deferto appropofito al Tuo intento, e per quello
vi fabbricò fubitounaChiefiollacon alcune Capanette,e vi pafsò co' (uoi Com-
pagni qualche tempodi ("uà vita . E perchè alla fama della fua Santità vi con-
correvano molte altre l'erlbne a prender il fuoinftitutodi vivere, non emen-
do capace quell'anguito Romittaggio vi fabbricò un grandiiiìmo Moniltero,
Accadegli un giorno, che palleggiando per quei deferti , moleitato da cattivi
penfieri, fé più di buona voglia averebbe fofFerco le ingiurie degli Uomini
chele fierezze delle beftie, gli comparvero dodici Lupi, che lo cinfero da tutte
le parti , attaccandofi al fuo Abito co' denti rabbiofi , ma avendogli conofciuti
il Santo per Demonj , col fcgno della S. Croce fé gli dilcacciò, eloftellb fan-
to rimedio usò un altra volta contro di coftoro , quando gli comparvero in gui-
fa di fieridimi Ladri per metterlo in fuga, e farlo abbandonare quel fanto de-
ferto . Dopo queflo Moneterò, vedendo il gran numero di Uomini, che per
fervire a Dio abbandonavano il Mondo, e fi Ibttomettevano alla fuafanta ub-
bidienza , ne fabbricò ancora un altro detto Foranenfe.
Coftumava ne' giorni feftivi fepararfi dal comercio de* Monaci , e penetrare
ne' fisi più (olitarj del deferto , quando un giorno s' incontrò in un groffimofaf-
fo , nella di cui coi cavità vide un Orfo nafcofto , e conofcendo quelmifera-
bile fito atto al fuo ritiro, precettò 1* Orfo apartirfidilà , dovefifsòegliil fuo
tigurio per menarvi dentro una vita folitaria, e colla virtù delle lue orazion?
vi fecefcaturirappreflbun'i fonte perenne. Era trattanto fucceifu nel Regno
Teodorico, che faceva grande iti ma del Santo Abbate, mettendo in efecuzio-
re li di lui fanti configli » "^^ 1* buona grazia di quefto Principe ebbe puoc»
durata, perché fua Z a Brunechildea cmfa di certi l'uoi finiperverfi, tanto
operò di male col iVipoce, che cominciò ad oliarlo , e dopo l' odio fegui di ef-
iere cacciato in una prigione , detta Vefunzione , piena di molti condanna-
ti per I loro misfatti. Q;iivi non lamentandofi delia fualVentura, ma tutto
nlìegrato nel volare di Dio non perdeva la buona fortuna di fvegliarequell*
anime alla cognizijne de' loro peccati , e farne penitenza dovuta . Alcuni
perfine, convinti dalle perluafioni del Santo, gli diifero che gli averebbero
ubbidito fé aveifero avuta qualche fperanza di perdono e fubito il Santo Abba-
te dide a Comolao fuo Miniltero chelevalfealoro il ferro , chegli teneva ne'
ceppi, qual fubito fi (pezzo come fé fofle (tato di legno marcio, edinque-
lìi maniera avenacgli tutti fcii.iti, dopo ci* aver a loro lavati i piedi , gli
l?.(ciò tutti in liberta. Subito chcii Cultode della Carcere fi accoi fé che e ili
fuggivano fi mi(e a (èguitargli perprc ndcrgli ma con nuovo miracoloni Santo
gli (al\ò, perchè peniàiio) quefti di nafcunderfi in una Chicfa, ma non po-
tendovi entrar dentro, per ellere le porte (errale, quelle (ubito fi aprirono,
ed imnieUiatàmcQte ancuu (i chiulVrc; da sé (ielle dopoché vi furono entrati
O 4 dea-.
uè NOVEMBRE.
dentro. Anche 11 Santo Abbate, confidandofi nell'ajutodi Dio, non ebbe ti-
more di ritornar al fuo Moniitero, ma faputofi dal Re, e da Brunechilde, vi fpe-
dirono Guardie de Soldati per catturarlo, e condurlo di nuovo nella prigione ,
ma non riufci loro , perchè appena entrati nel Moniftero , quando peniaro-
00 di mettere le mani addolTo al Santo , tutti reftarono acciecati . Onde ve-
dendo la perfecuzione continuva del Re , ftimò bene a partirfi di quel Monille-
ro prima che gli accadelle di peggio , cs' imbarcò per l' Ibernia . Giunto colà
prelentoflì a Giocano Re dell' Aultra fi a , quale ben conofcendo l'ammirabile
fantità del Servo di Dio gli fece torto un cortefe invito a fermarvifi , ma_
temendo che per lua cagione naCcell'e qualche inimicizia tra queiti due Re,
di là partifli, e venne in Italia da Agilulfo Re de' Longobardi a Milano, nella
qual Città avendo fcritto un libro contro 1' erefia Arriaaa, dopo, col conlen-
?o di Giocondo Re, andò a Bobbio porto nella valle del Monte Apemno oltre
il torrente Trebbia , nel fitodove era una Chiefa dedicata a S. Pietro Apporto-
Io . Era querta mezzo diroccata , ma il Santo Abbate la riparò , e vi ereifc-,
un Monirtcro,nel quale, dopo di cffervi vUruto qualche tempo , finalmente
oggi pafsò alla Gloria del Paradifo in premio della fua lanta vira menata in
terra l'anno 6i$. ed il fuo facro Corpo rcila feppellito in qucfto Moniitero,
▼enerato da' Popoli vicini y e remoti .
» tz I Lodigiani mandano in dono una Chiave d'oro finiflìma a Federico I.
Imperadore, e lo pregano a ricevere fé Itefli , e la loro Città fotto la fu»
protezione nell' anno 115 j. Moren.
1?. S. CLEMENTE Papa, e Martire, fefta alla Parrocchiale del,Luogo
di Bertonico.
• Gli effetti di quefta Provincia , o Territorio furono ceduti dal Duca Bar-
nabò Vifconti metà allo Spedale di Broglio, che era piantato dove di pre-
fente è il grande di Milano, e l'altra metà allo Spedale di S. Catterina,
quali due con molti altri fono rtati uniti al detto Spedai grande di Milano,
come tiene Salvator Vitale nel fuo Teatro trionfale della Città di Milano .
Giovanni Vignati Gentilvomo della Città di Lodi , in quefto giorno
dell'anno 140}. fi fece Signore della Patria, togliendo la Signoria ad Anto-
nio Fifliraga Cavalier Aureato , e de' Primarj di quefta Città . MS. della
Spedale (itati dal Lodi al difc. io. p. 510. , e Vtllan.
Di auefto Giovanni Vignati io ho veduto delle monete d'argento , che»,
per indicare il dominio , che teneva delle Città di Ledi , e di Piacenza , da
una parte tengono il di lui ftema, e dall' altra le faccie de* SS. BalTano , ed
Antonino Protettori d'effe Città, d'onde ne nacque anticamente un proverbio,
che per ifpiegare un Uomo di due faccie , o mancator di parola , diceafi
che avea un mortacelo di moneta Piacentina.
11 fuddetto Antonio Fiffiraga uoo è il fegnaio al giorno ao. corrente,
na uà altre ,
H
NOVEMBRE. 117 .
14 Monfig. Vefcovo Ortenfìo ViTconti conl'acra la Chiefa de' Confraielli
di i>. Maria del Sole l'anuo 171 j. Sna Ifl. emanata dall'Autore dt qunfì' Opera ,
ij S. CATTERINA Vergine, e Martire, fefta in Duomo, e vedi 19.
Gennaio Iftoria della Cattedrale . Pefla delle Scuole pubbliche di S. Gio-
Tanni nelle vigne.
• 1(5 Fu rinovata la pace Tanno 1190. tra i Milanefi , ed i Lodigiani , la-
fciando quelli libera la giurildizione di Cavacorta, Monte Malo, S. Colom-
bano , Graffignana , Sommazauo , Gradella , Roncadello , ed altri Luoghi
del Lodigiano. Villan.
• 17 Sacco de Sacchi Nobile Lodigiano, Uomo di gran prudenza , ed au-
torità, eflèndo flato eletto Arbitrio da' Milanefi, che divifi in più fazioni
avevano creato in un medefimo tempo più Podeftà della loro Patria, tu dal
Sacco provveduto a loro opportunamente, e rlulci queito Pecfonaggio di
tanta loro foddisiazione , che fé lo eleflero Fodeltà gU anni 1103. > e izii.
VilUn.
a8 Federico II. Imperadore concede molti privilegi alla Città , e Citta-
dini di Lodi l'anno izio. Rub. della Muza .
19 Si Tuonano alla fera tutte le Campane della Città per allegrezza della
pace feguita tra le Corone di Spagna, e di Francia l'anno 1^59. Bem..
30 S. ANDREA Appoftolo, fefta alla fua Chiefa de* PP. Sommafchi, e
Luogo pio de' poveri Orfani.
Sua Ifferia .
LA Chiefa di Sant' Andrea Appoftolo , come il Sinodo terzo cele-
brato l'anno 1619. era jufpatronaco della Nobile Famiglia Bonond., ca \a
occafione della diftruzione de' Borghi , e loro Chiefe fervi di comodo V Con-
fratelli di S. Croce per le loro Ufficiature, ed a' Canonici Lateranefi di ri-
covero nella fua Cafa , come ho trattato ne' loro relpettivi luoghi . Polcia
fu conceffa da Monfig. Vefcovo Scarampo a'PP. della Congregazione Som-
maica in favore de' poveri Orfani, dove nel timore di Dio vi fono educati
da quefti Padri . Il tutto per Iftr. rog. da Michel Fall. Not. * Ciin;ell. F^fc.
a 11. f 14. Gmn. , rij. j4pr. dell' anno 1575.
o
DICEM::
Die EM BRE. '^
Er la foppreffione della Rettoria , ed erezione in Prepo-
fitura della Chiefa Parrocchiale di S. M. Maddalena-»
vedi 22. Luglio.
2 Avendo Carlo V. Imperadore per certo fuo fofpetto
privato del Dominio di qiiefta Città , e dello Stato di
Milano Francefco 11. Sforza, Giovanni Ribcra Capi-
tano Spagnuolo pubblicò feveriirimo bando contro cin-
quanta Cittadini, buona parte Priniarj della Città di Lodi, a comparire
avanti di efib per ricevere li comandi del Marchefe di Pefcara Governatore
dello Stato di Milano, altrimenti farebbero incorfi nelle pene della confifca , e_»
di ribellione, a caufa di ellerfi ablentati dalla Città nel fervor delle Guerre
del Paele, contro gli ordini dati. An. 1525. Regifl. d.l Arnolf. LanUr,
ne MS. Comment. de Plfiar.
3 S. FRANCESCO SAVERIO della Compagnia di GesJi , fefta alla..
Chiefa di S. Martino.
Al proposto di quefta Compagnia mancherei del mio dovere fé paflafli
(otto fìlenzio due fuoi Religioli , che colla loro pietà anno illuftrata e U
facra Religione , e Lodi loro Patria. Sia il primo uno della Nobile Fa-
miglia Codazi, del quale il P.Daniele Bartoli al lib. 4. p. 49^ della Vita t
ed Initituto di S. Ignazio Fundatore di efla Compagnia riferifce , parlando
del Santo .
,, Ma {ingoiar moftra di gratitudine fu quella, che usò col P Pietro Co-
„ dazio . Q^iefti fu il primo, che d'Italia entrafle nella Compagnia , ab-
bandonata perciò la Corte, e'i fervigio del Pontefice, a cui era cariflìmo .
Entratovi poi, l'amò tanto, e si follecito fu in ajutarla , con ogni pi?i
induftriofa maniera di procacciarle fovvenimenti neceflaij a mantener
tanti foggetti , che allora fi lollentavano in Roma alle fpefe della pubblica
carità, che giunfe fino a ftabilir una fondazione alla Cafa profelTa, per
que' tempi d'allora baftevole . E' la Congregazione ora chiamata da moki la
\y Religione del P. Pietro. Perciò S. Ignazio un certo folenne di , com-
pito il definare, rizzandoli, e (coperto inanzi a lui , con parole di rico-
nofcenza degli obblghi , che egli, e !a Compagnia gU aveva, come a_
Fundatore . gli ofFerle una candela , e con eflà le medefimo, e gran nu-
mero di o'-azioni , e di Meffe . Il che moCPe a gran pianto il buon Padre,
il quale accettata la candela, poiché cosi il Santo voile, immediatamente
„ glie la relè, dicendo che il folo averlo ricevuto a (ervir Dio nella Cotfi-
„ prignia , l'obbligava di tanto, che per molto più che poteffe addoperarfi
ti per lei , non averebbe {contato mai la minima parte del debito,.
Nella Sala dell' Ofpizio, che il Padre Procuratore dell' Abbazia di S.Pietro
di Lodi vecchio tiene ia JLodi , come ancor ^iìo dell' ilielia Compagnia »
tro-
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DICEMBRE. 119
trovafi un* quadro rapprefentante il ritratto d'elfo P. Pietro al puro naturale
con quella iicrizioiie :
Petrus Co Jjtius Patrir. L.mdtn. Pauli IH. Prelatm ,primHS Italortim Sochtatem
Iffu in^.-jU'us, nafcenti Roma Ordini ntmen fecit y ciim dcdit : Obitt Proc.
Gen. 7. Dee. 1549. S. Patri Ignatio cariffìmus .
( L'altro fi legge nell'Opera intitolata dell' Ifloria della Compagnia di Gesù
la Ctnna tirza par. dell' AJìa dtfcrttta dal P. DamHe Bartoli della Comp. di
Qesù lib. 4. p. 1129. difcorrendo de' progrelFi Sprituali , che faceva la_
Compagnia nelle Provincie del Tunchin l'anno i6j8. dice :
. „ Vennevi da Macao in uffizio di Vifitatore il P. Gio. Battifta Bonelli ,
»« e lòddisfatto a quel debito, fé ne i)art"i a' dodici di Agofto per la Milfione
«. de Lai, verfo la quale portatofì fino ad ottantaquattro giornate di penofo
f, viaggio, e giunione alle Porte, ivi morì a' quattro di Novembre , uccifo
t, parte dalle peltilenti acque del grand' Eremo che fi framezza , e divide
„ il Tunchin dal Regno de Lai, parte dall' intolerabile arfura, e mille al-
„ tri diffaggi , di che Iblo è fecondifiìmo quel Deferto . Il Cadavero ne fa
„ portato al Tunichin , e quivi nella Terra di Nò feppellito,, Nella fo-
pracitata Sala vedefi parimente il ritratto di quefto Padre colla feguentc-
ifcrizione : P. /. B. Bondlus N. Laud. S. I. Tunchini P'ifitator invebenda
in Laos Cbrifiiana fidei immortuus , qtiam inferre nequiity faltem immijìt. Obiit
ex vaticinio vafia in eremo 4. Novemb. 16^8. Etatis 49.
I documenti MS. della nobile Famigla Bonelli Lodigiana provano, come
quefto Padre folTe fratello del Dott. Francefco Maria Bonelli , che l'anno 163 j.
7- Giugno fu creato il primo Decurione di quella Nobile famiglia, e di
Biffano Dott. Fifico Collegiate.
4 S. BARBARA Vergine, e Martire, fefta nell'Oratorio del Caftello.
♦ 11 Palazzo del Vefcovato fu fabbricato l'anno ino. , cioè feffant' anni in
circa dopo la Città nuova, ed a fpeie de' Cittadini Lodigiani, non de' Fran-
cefi , come alcuni anno inventato , cosi il Lodi al dllc. 7- » e l'arch. del
Duomo nel libero incoiato Inventario.
• «..•.■
5 Federico I. Imperadore fi parte da Roncaglia, e viene al Borgo Pia-
centino della Città di Lodi diitrutta , nel quale i Cittadini gli giurano
iedeltà l'anno 1154. Moren.
6 S. NICOLO' Vefcovo, fefta alla fua Chiefa Parrochiale.
"i^ Sua Ifloria .
QUcfta Chiefa dal principio della nuova Città fu fabbricata , ma nel (ito ,
che prima ferviva di Porto al Mar Gerondo lulla cofta del monte Eghcz-
zone,come tiene Girolamo Sabbia citato dal Lodi al dilc. 8. pag.401.
Occorfe poi che il Nob. Aaionio FiUiraga per fabbricare la Balilica di i> • Fran-
cesco
,«9 DICEMBRE.
«efco ebbe a comprare tal fico della Chiefa, e Cafa , come ho dlfcorfo li 4.
Ottobre neir Iftoria di ella Bafìlica, onde la Chiefa di S. Nicolò reftò
demolita , e ne fu eretta un altra nel fito prelente dal Prete Filippo , e Vberto
de Pocalodj a nome proprio, e da' Difcendenti dall' iftefla Nobile Famigli*
per conceffione a loro fatta dal Vefcovo Bongiovanni Fiffiraga l'anno iz86.
|8. Settembre , come per iftrumento rogato da Baflano Morena Notajo
Palatino nella lobbia del Vefcovato di Lodi , giorno , ed anno fuddeui .
Invirtìi di elTa permiflìone il medefimo Filippo Beneficiato della fteflaChielà,
l'anno feguentc 1287. *. Gennajo, come Delegato di eflb Vefcovo, gettò la
priira pietra , che già dal Prelato fteffb era ilata benedetta , e fantjficata , come
per Iftrumento di riedificazione di efla Chiefa rogato dal citato BalFano More-
ra. Sifonoiempreconiervati in quefto pofielTo li Pocalodj , benché , o per
ragione di donazione , o per altri rifpetti , vi fiano entrate altre Famiglie , tra le
quali al prefente il Nob. Decurione della Citta Camillo Ponterollo per la metà
del jul patronato, e per l'ai tra metà coi primi Patroni il Nob. Decurione Giana-
batti fta Mufeffi , gli Arigoni , ed altri . Per maggior perfezione del decoro di
quetlaChiefaBalianoTofiilgiornoai.Agofto dell' anno 1731. vi ha la(ciata_.
una Meflacotidiana perpetua , come per (uoteltamento rogato dal Notajo Giù»
feppe Beonio giorno.ed anno (addetti . El'annoftelTo a'23. Dicembre Monfig.
Vefcovo Cari' Ambrogio Mezzabarba tolfe il titolo di Rettore al Parroco di
quella Chiefa Parrocchiale , e lo appellò Prepolto .
Clemente IX. Sommo Pontefice l'anno 166B. (opprime la Congregaziont*
di S. Giorgio in Alga de' Canonici Regolari di Sturla , che ruhedevano nei
Honiftero ai S. Maria in Borgo, oppure come altri dicevano di S. Maria Ag-
guggieranel demolito Borgo di Porta Cafiello , ed in altro Moniftcru di
S. Maria di Lodi vecchio, «/wj il Duomo , e fopprime anche la Religione de'
Gefuati , che erano alla Chiefa, e Convenuto di S. Pietro in Città. Zum.»
£eiiar. magn. dei Lamufcs .
7 S. AMBROGIO Arcivefcovo di Milano, fefta alla Chiefa Parrocchiale
del Luogo di Marzano alla quale è (tato unito un mileraL)tle avvanzTdi due
Cafe della Villa di Cacciano dillrutta dal fiume Adda colla fua GhieiaPar-
rochiale.
8 L'IMMACULATA CONCFZTONE DI MARIA Tempre Vergine , fe-
fta in Duomo alla miracolofa , e CL*iebre per tutto il Mondo im'nu.j^uitdell»
Gran Madre di Dio, detta fotto la Scala, che ferita neil' occ/.io liiiiltro da
un perfido, e facrilego Giocatore, e bcflemmiatore, ■^ramandòmiracolofa-
mente vivo (angue in gran copia , e parlando preunlc ài feritore che in Bruo-
du(io farebbe flato caitigato , ficcome il tutto fucccfle per dilpofizione Di-
vina . Qui non riftrifco altro , perche multi divoti Scrittori ne anno (iampa-
tal'lftoria, come per ultimo fi può vedere anche quello, che ho Icntto 10 col-
la mia agg, unta nel primo capo dell' lltoru iacia de'Samuarj dedicati alla
Vergine nella Città , e Borghi di Lodi , cui deyg la notizia Ui quelto legato f
•h« mi è arrivata dopo iiampato detto libr« . Luci»
DICEMBRE. m
Lucia Albertina Moglie di Gio. Bignnmi nel fuo ultimo teflamento rogato
li 4. Febbrajo dell'anno 1709. da Carlo Francefco Reitocchi Notajo di Lodi ,
dilpeafatodil Senato di Milano, lafciò lire cinquecento Imperiali per una volta
tanto da pagarfi da* Tuoi Eredi alla detta Suola della B. Vergine l'otto la Scala
in Duomo, con carico che ogni anno in perpetuo fi accendinol'ei candele di
cera da oncie nove l'una all' Altare di ella B. Vergine Torto la Scala, turre le
ielte della di lei Ni' i vita, e di Pal'qua di ReCurrezione , e che debbano fiar'
accefe tutta la giornata dalla mattina per tempo fin' alla fera . E ricevuto
che avelFe detto capitale delle lire cinquecento fi obbligalVe la Scuola a que-
fto legato fino in perpetuo, quantunq'ie il capitale itefib fiperdelle, il quale
in fatti fu pagato alla Scuola, che fi alfunfe tal' obbligo, come per iltrumen-
to rogato dal Dott. Angelo Antonio Maldotti Notajo Coli, di Lodi l'anno
171^. IO. Febbrajo. Ed in caio di contravcnzione alla mente della detta_^
Tcltarrice, refta foftituita la Chiela, o Oratorio della B. Vergine dclla_
Pace collo ftello obbligo .
Feda parimente alle Bafiliche della Collegiata di S. Lorenzo , ediSFran-
cefco , ed alle Chiefe di S. Gemtniano , di S- Maria Maddalena, di S. Agnefe ,
e delle Cappuccine per la quale vedi 20. Luglio felta di S. Margarita , e fua
Idoria .
Prima che il Sommo Pontef. Clemente XI. fui principio del fuo governo della
Chiefa univerfale l'anno 1700. comandafl'cquefta Felta da celebrarfi , in avan-
ti fotto precetto grave per tuttala Criftianità , era rifpettata per fola divo-
zione , iTia [.ucco alla volta tanto s'era avanzata , che d'ordine di Filippo
IV. Re di Spagna ad onore di quelto ineffabile Miftero fé ne celebrò una felta
folenne nella Cattedrale noftra il giorno 6. Marzo dell'anno K572. in Dome-
nica. La Meda fu cantata dal Prepofto della Cattedrale , ed all'Offertorio
tutti li Signori Decurioni della Città che v'intervennero, giurarono nellc_
mani d'elfo Prepolto di credere, mantenere, e difendere il iacrofanto Mifte- ,
ro dell' Immacolata Concezione di Maria Vergine nel primo iltante.elfendo ac-
compagnata quefta per fempre memorabile funzione dal rimbombo di tutte
le campane della Città, il che commolfe gran tenerezza di aifetto , adi divo-
zione nel cuore di tutti verlb la puriiTima Vergine , e Madre di Dio . La ftef-
fa funzione fu folennizzata anche nel Tempio dell' infigne Collegiata del Re-
gio Borgo di Codogno a nome di tutto il Contado. Anh' della Otta y e del
Contado . Caven. , e vedi 6. Giugno .
9 S. SIRO Vefcovo di Pavia , e Nutrizio della Chiefa Lodigiana_j .
f^edt il principio del Catalogo de' Vescovi .
Per il Concilio Univerfale di Coftaoza , oggi intimato in Lodi , vedi la vita
del Vefcovo Arrigone .
* IO L'imperadore Federico II. l'anno 1238. fabbricòun Cartello molto for-
te a Porta Gremonefc di Lodi a favore de'Gibellini Lodigiani . f^tUan.y e
vedi 14.
* II
xtt DICEMBRE.
* II Lo fteffo Tmperadore concefle privilegio a' Lodigiani Gibellini di poter
batcere ogni ibrta di moneie l'anno 1239. in circa, yuian.
iz Per la morte della Regina Ifabella , Moglie di Filippo IV. Re delle_.
Spagne, fi celebrano in queiia Cattedrale fontuoriirinie efequie coli' inter-
vento di tutta la Città, reftando chiufe tutte le Botteghe nel tempo dell' of-
fìciatura funebre , e le Confraternite , e Dottrine Criltiane vanno proceflional-
mente a vifìtare la Cattedrale , e la Baffilica di S. Lorenzo in TufFragio del-
ia Regina defunta l' anno 1644. ^e"^-
13 S. LUCIA Vergine , e Martire , fefla in Duomo.
Li Milanefi foftenendo la parte de' Guelfi diftruffero totalmente li Caftelli
di Zinida , Bargano, e Fifiiraga del Contado Lodigiano nell'anno 1250., e
14 Gli {tedi Guelfi Milanefi diltruggono il Caftello di Porta Cremonefe l'anno
1151. fabbricato come fopra il ai io. ^tllan. ap. 95.
* 15 S.Pier di Damiano, Card. Legato a Latere del S.Pontef. Gregorio VII-, di
fuacommiffione vifita quefta Cliiela per curarla dell' erefia de'Nicolaiti , da*
Simoniaci , e dal concubinato de' Sacerdoti fotto pretelto di Matrimonio , de*
quali errori era infetta tutta la Lombardia , anzi molte Provincie , Lom.e fi leg-
ge nelle lezioni dell' Offizio dello ftellò Santo Poucefice . yetit 9. SetUmbn vita
di S. Gio. da Lodtf'efcovo dt Gubbio .
16 Per la folenne entrata in Lodi del Vefcovo Federici vedi fua vita .
* 17 Gregorio X. Sommo Pontefice , Piacentino di Patria , Vifconti di
Famiglia, chiamato prima Teobaldo , entrò in Lodi l'anno 1273., dove fu
ricevuto con tutta la magnificenza. Q^ivi fi fermò alquanti giorni, poi
feguitò il luo viaggio per Lione di Francia, nella qual Città fi celebrò il
Concilio univerfale per follevar terra fanta opprelTa dagli lnfe;leli, come_
dice il Villan. Fra Giaccomo da Bergamo nelle fue Croniche del Mondo
riferifce qualche autorità, che quello Pontefice , quando fall alia fuprema
dignità, era Arcidiacono di Lodi, e può ilare che godefle tal Beneficio,
ma non r.ffiedefie quivi, come praticavafi avanti del Tridentino, che fi per-
metteva la pluralità de' Beneficj , quantunque ricchiedell'ero la reflidenza .
lo però ftimo che fia itato sbaglio d'alcuni ,che in vece d'intendere Leodmm,
che vuol dire Liegi, della qual Città era Arcidiacono, abbiano apprefo
che volefle fignificare Lodi, come fegui a me di avvertire il Deputato alle
fedi della Sanità l'anno 1721. nel Campidoglio di Roma, che in cambio
Icrivermi Laudcnfis, fcrilfe Leodienfis. Error fimile reità notato anche^
dal Lodi, al dilc. 6. p. 277. in chi prefe Laodicea Città della Sina per
Lodi Città della Lombardia.
18 S. GENEBALDO noftro Vefcovo . Fedi fmvitafra fucila de'Vefovi .
»9
DICEMBRE. II?
T9 Per Monfìg. Taverna oggi eletto noltro Vefcovo vedi fua vita-,
fra quelle de' Velcovi .
* Refta compiuta labelliflìma facciata deirOrologiodellaPiazzal'anno 1^54.
BfTiz. ,e l'anno 1710. fu rillorata coli' aggiunta del luono della mezz'ora .
20 Monfìg- Vefcovo Vidoni celebra Pontificalmente l'efequie di Filip-
po IV. Re di Spagna l'anno 16^6. Bcnz.
II S. TOMMASO Appoftolo, fefla alla Chiefa del Ven. Semminario.
de* Cherici in Città .
Sua Ifioria .
COn avere Monfìg. Lanfranco CdfTmi , ultimo Vefcovo della difkutta,
e primo della rinovata Città di Lodi, introdotte le diecifette Parroc-
chie, che in ella Città vi erano , (a) dovette introdurre anche la Parrocchiale
di S Tommalb. E che quelta folfe Parrocchiale fino da pochi anni dopo
la rilTorta Città, fi pruova per un teftamento di Bergundio Denario rogato
da Rubeo da Dovera l'anno 1229. io. Gennajo , come ho detto il 27. Settembre
neU'Ktoriadel Moniflero de'SS. Cofìmo ,e Damiano. Avvenne poi.cheef-
fendoftatocelebrato il Sacro Concilio di Trento, impofe nella fefs. zj. e. 18.
che ogni Cattedrale aveire il fuo Seminario de' Cherici , quii folTe eretto, e
mantenuto a fpeCe de' Beneflcj , e de' Moniflerj . Per ubbidirgli Monfìg. Sca-
rampo gli diede il fuo primo inftituto , fciegUendo ventiquattro figliuoli dc_
buoni coftumi , e d'elevato ingegno, ed il giorno io. Luglio in Domenica dell*
anno 1575 mifea loro l'Abito da Seminanltiin Duomo, indi procefTional mente
furono accompagnati dallo ItelTo Capitolo, (/)) e da grande concorfo di Popolo
alla Chiefa di S. Marco per modo di provifione . A quella Chiefa , e nelle fiie
Cafe dimorarono finché l'anno 1579. il Pontefice Gregorio XIII. fopprelle la_i
Parrocchia di S. Michele , ed uni alla ftelTà Chiefa, e Cafa annefTa il Semina-
rio, avendolo trafportato da S. Marco , e la cura d'anime, che era a S. Michele
la uni alla Parrocchiale di S. Tommaib. Quivi parimente il Seminario fi fer-
mò poco tempo , perchè attefa la ftrettezza del fìto , e per altre ragioni tu traf-
feritalacuradi S. Tommafò a quefta di S. Michele l'anno 1582. 5. Agoflo , co-
me ho detto ncir Ifioria di quefta Parrocchiale Prepoiìturale ;edaS. Tommaib
trasferì il Seminario , obbligandolo a pagare una penfione annua, e vitalizia al
RettorediS.Tommafo. Morto che fu cjueflo , il Seminario acquilo l'annua
penfione, che pagava, e a poco a poco Tettarono eflinti gli obblighi de* Bene-
licj , e de' Moniflerj verfo del Seminario , perchè gli furono ailegnate altre ren-
dite Ecclefìaftiche , quali furono li Chericati di S. Vitto in Lodi , della Parroc-
chiale di Caflione,diS.MariainBrellana lotto la Parocchia di KifTiraga, del
Priorato de* SS. Nazaro, e Celio a Lodi vecchio, della Chiefa di S. Germano
fotto
( a ) Fifa del Vefcorjo . ( ^) LodinfMS. inS. FiUp. , ed Ani;, di S. M:ch. di
S.Tom, diirOf2.,id altri.
it4 DICEMBRE.
fotto la Parrocchiale di S. Colombano, de' SS. Q,'JÌrico,e Giulita a Melitto,
del Legatodel qu. Nicolò BofTì , de' MoiiKterj de' Canonici di S. Giorgio in
Alga ai). Maria in Borgo, ed aS. Maria di Lodi vecchio , ed altri effetti acqui-
ftati . Q,aa poi fu anche trasferita IaCap[)ellania, oChencatodi S. Gottardo,
alias AtWa. Chiefa de' SS. Cofmo , e Damiano prcfanata , e demolita , come ho
detto al 17. Settembre.
In quefto Seminario foggiornano di continuo fei Miniftri tutti Preti . 11 Ret-
tore foprail far economico ; il Sindico per attender all' entrate , e caufe civili .
Lo ItelTo è anche Direttore fpiritualede' Cherici , non folo del Seminario, ma
ancora di tutti gli O; dinandi,ed altri Sacerdoti -e Secolari , che per elezione vo-
gliono farvi gliEfercizjfpirituali. A quefto fine vi è Hata erettadinuovouna
fabbrica di trenta Camere , e la prima pietra fu benedetta , e gettata da Monfìg.
Vefcovo Vifconri l'anno 1717. 19 Giugno , el'anno feguente vi fu eretto pure
l'Oratorio, che fu benedetto dallo (leilò Veicovoin elio annoi7i8. 29. Maggio
in Domenica, econtaroccafioncfiampliòmoltoilSeminarioancora. Al Di-
rettore fpiritnale fuccede il Lettore di Teologia fcola!tica,ede*Gifi di Co-
fcienza , poi un altro Lettore di Filofofia, quali fcienze fi cominciaronoa leg-
gere inseminarlo iolol'anno 17KJ. dopo la fetta di S. Carlo, mentre perii par-
latoli Seminarifti andavano alle Scuole pubbliche di S. Giovanni nelle Vigne
per quefti Itudj , infegnandofi folamentenel Seminario la Rettorica - ed Uma-
nità da un loloMaeitro, e due Clafll di Gramatiea dal Prefetto .come anche^
oggidì fi pratica . Di più vi fono li Maellri per il Canto Gregoriaiiv> , e per le
Ceremonie (acre, ed intervengonoalle loro convenienti ufficiature fellive nel-
la Cattedrale m!</o^oHor«/?fO, onde effendo ben provveduti di una rigorofa col-
tura ne' buoni collumi , nel fervigio della Chiela, eneile le tere , lortono poi
ornati di tutte le doti , cht fi ricchiedono in un vero Ecclefialtico , e capaci di
occupare decorofaraente ogni forra de Benetìcj Ecclcfialtici,con grand' avvan-
taggio Ipirituale della Città , e della Diocefi .
Viene un diluvio fpaventofo di acqua con tuoni, lampi, ed Impetuofifll-
tnì venti l'anno 1642. Btnz e
11 Si ripiglia la fola veemenza dell'acqua col tempo caldo, con danno gra-
Vilfimo della fànità , e della Campagna. L'jfi-Jfo.
»3 Per la Traslazione del Corpo di S. Alberto vedi fija vita.
14. Paolo Emilio Zani Vicario Generale di Monfig. Vefcovo Uidoni fi porta
al Convento de PP. Gefuatidi S. Pietro col Cancelliere della Curia Vefco-
vale Carlo Cipelli Canonico della Cattedrale, ed intima a' medefimi lalop-
preffione della loro Religione fatta, come al 6. del corrente, e fa l'inventa-
rio di tutti li beni mobili, e Itabili della Chiefa, e Convento , e corxede
Uri Iblo mefe di tempo per provvedere al loro Peifonale. Iftr. rogato dui da f
Canali, in gue fio giorno ddl' anno 16Ó8.
^< LA SOLENNITÀ' DEL SS. NATALE DI GESÙ' CRISTO.
' Uio-
DICEMBRE. »ty
Giovanni Romano Pontefice, ( per fervin-ni delle parole delle Lezioni
dell' Utficio di S. BilFino ) quii' era il vigeiìmoterzo di queilo nome , tro-
vandofi in Lodi l'anno 141 j. colla MaefladiSigifmonJo Imperadore , canta
la prima Mella di quella lacratiifima notte nella Cattedrale nodra all'Altare
di S. Balfano, e l' Imperadore vi interviene a far l'utlìcio da Diacono , can-
tando l'Evangelo Exttt Edi^ium a Cafarc Auguflo é'c. vedi 29.
^6 S. STEFFANO Protomartire, fefla all' Oratorio del fuoOfpitale.
Suji IJìcria .
QUeflo fu fundato dal Nob. Pietro Modegnano coli' Ofpitale de' Pellegri-
ni annelTo, a'qualifilbmminiftranoperuna ferail letto , due (oidi di pa-
ne , un boccale di vino, e due foldi e mezzo in danaro in luogo della pit-
tanza d'ordine de'fuoi Compadroni, che fono della ftelTà Nob. Famiglia^,
Modegnana, chiamata dal detto Fundatore, come per luoteltamento rogato
da Giovanni Burgati 7. Dicembre 147S.
Per l'Abbazia di S. Steffano del Corno giovane vedi le vite de'Vefcovì
Giaccomo e Nocherio .
rj S. GIOVANNI Appoftolo , ed Evangdifta , fefta alla Chiefa di
S. Giovanni nelle Vigne de' PP. Barnabiti delia Congregazione diS. Paolo.
Sua Ifioria .
QOeflo Collegio colla fua Chiefa anticamente era refìdenza de' PP. L'umi-
liati come da' documenti MS. della Nob. famiglia Vignati , ne' quali
e ..^.iniiiato il Ven. Fr. Luigi Prepolto deìlaCafa di S. Giovanni nelle Vigne
dell'Ordine de^^li Umigliaii l'anno 1451- i<5. Settembre, e come per Bulla
diretta dal Puntetìce Puolo li. l'anno •4<59. 11. Luglio a Fr. BildaH'ar de*
Pagani Prepollo di quella Chiefa , e Cafa , colla quale refta delegato per la
fopprciTione di tutti gli Spedali della Città , Borghi, e Dioceli di Lodi per
l'unione di elli alloS,>eJil maggiore, ed eilcndo itata lopprellà la Religione
degli Umiliati da S Pio V. l'anno 1570. qu.ita Caia , o Moniltero colla liia
Chiefa, cui era incorporata la Chiela, o Oratorio di tutti i Santi, che pur
era d;gli Itelli Umigliati lotto la Parrocchiale di Borghetto , paikò in Co-
menda , come il LoJi ne' luoi MS", tante volte citati .
Dice poi l'archivio del noitro Contado, come il Cardinal Andrea Peretti
Comcndatore di quella Prepofìtura concell'e a' PP Barnabiti la di lei Chiela,
e Moniltero, eil'e.iJori ri.Ietvate a (e, e afuui fucceil'ori Comendatori lenii-
dite , come per Bona di Paolo V. Sommo Pnntetìce fped'ta l'anno itfoj. 25.
Luglio, e per lUrumeiito rogato da Aur. Kolli Cancell. Vele. 1' anno lleùò
19. Novembre, ellenco noltrc Vefrovo Monfìg. Taverna.
Gii obblighi , che alJunfero li Padri , come il lib. iniit. Origine de Padri
P iiar^.
ìiiS DICEMBRE.
Barnabiti, fu di celebrarvi quattro Mede, ed il Vefpero alle fefte, due, o
tre delle quali già fé ne celebravano per antica obbligazione qualche volta
prima che vi entrafl'ero loro, ed in tal tempo folo fi apriva la Chiefa , e per
l'altra MefTa s'obbligò il Comendatore a contribuire a' Padri cinquanta Scudi,
affinchè la celebraiVero ogni giorno, e lo ftelFo viene riferito anche dal fopra-
citato Lodi, il quale dice che quattro Melfe erano cotidiane .
Impadronitifi li Barnabiti di queita Cafa, e Chiefa con piena foddisfazio-
ne, e confolazlone di tutta la Città, dopo alcuni anni fi applicarono per fab-
bricarvi una nuova Chiela , effendo la vecchia mal' in ellere, e perciò il no-
ftro Vefcovo Michel' Angelo Seghizi ne gettò la prima pietra l'anno 1618.
5. Agoflo , e l'anno 1627. •23. Dicembre Monfig. Cera la benedifPe, quantun-
que per allora non reltafle tutta la fabbrica perfetta , fecondo il diflègno , e ne
reftò dell' una , e dell' altra funzione rogato U citato Roffi .
Negli anni antichillimi dell' Impero di Giulio Cefare, quando la vecchia Città
godeva le prerogative onoratiffime della Cittadinanza di Roma , e viveva iotto
l'ombra di quella potentillima Repubblica , s'introduffèro in eflale Scuole pub-
bliche , e la Porta di marmo della loro Aula fu trafportata alla nuova Città , ed
oggidì ancora fi vede fregiata di quefte parole , che fervono d'irrefragabile tef-
timonic della verità : IGNORANTI^ , ET PAUPERTATI , qual Porta al
prefente ierve d'ingreilb nel Giardino della Cafa del fu Dott- Fifico Pietro Pao-
lo Ferrandi fotto la vicinanza di S. Michele prefTo la Porta di Pavia , che al pre-
fente chiamafi Porta Stoppa . Qual Cafa altre volte era della Nob. Livia Ga-
■damolta , come attelta il Dott. Paolo Emilio Zani Decurione di quefia Città nel
primo Libro de' fuoi MS. intit. IJìoria Rerum Laudenfium. Cosi dunque a
fpefe del Pubblico fi ftipendiavano Maeftri, tanto nella vecchia, quanto nella
rinovata Città, ed eletti da' SS. Decurioni , come all' Arch. del Cont. Macon
miglior configlio , elTendo entrati in Città quelli Padri, l'Arcidiacono della
nolTra Cattedrale Paolo Dunerio nel fuo teftamento inftitui Erede il loro Colle-
gio di tutto il fuo , fomma molto confiderabile , affinchè i Padri apnifero le
Scuole fuperiori , infegnando Filolofia , e Teologia fpeculativa , e Morale , co-
me gli arch. d'eflbCoU. ,edel Duomo al difcorio di quefìo Archidiacono nel
libro intitolato Inventario . In fatti furono aperte l'anno i6ji. 9. Novembre,
e vi fi diede principio con una eruditiffima Orazione de' Studj , coli' intervento
di Monfig. Vefcovo Gera, Capitolo della Cattedrale, di tutti iCapi delle Reli-
gioni , e de' Signori Decurioni di Città . Si deve però notare , come prima di
queft'anno v'era bensì lo ftudio di Speculativa per i Novizj Profeffi di queita
Congregazione , quali fin al numero di dieci quivi fecero più corfi di Filolofia,
e di Teologia , ma quelle Scuole non erano pubbliche , ma private per li detti
Padri folamente. Anche la Nob. Camilla Tavaza Cattenaga vidua perla
• morte del Nob. FrancefcoCattenago , per foddisfar alla pia mente del fuo Fi-
gliuolo Davide Fifico Collegiato di Lodi , ed alla propria cofcienza , lalciò un
capitale competente , con obbligo di mantener in Città li Maeltri di Gramaii-
ca maggiore, e minore , e di Umanità per iilruir li figliuoli della Citta, del
Contado ,ede' Foreltieri nelle lettere , nella pietà Criltiana,e nella divozione
della SS. Vergine, richiedendo particolarmente chefiteneflèlaCongregJzio-
ue
DICEMBRE. «7
oealdi lei onore ,egli Scuolari recitaireroogni felhi l'UlTìcio d'efTa B. Vergine,
qual pelo delle Scuole fu parimente appoggiato a queiti P.uiri , come pe r t jlla-
iTìentodell.i Itell'a Signora , rogato dal i\'ob. Dott. Caufidico Coli, della Cuti
Paolo Emilio Zani l'anno i6<5o. ij. Settembre . E perchè a ioftener quello car-
rico pareva che la ricognizione della Nob. Catenaga folle tenue , fi obbligarono
la Città ,edil Contado a contribuire a' Padri altro danaro di lire feicento per ca-
dauna parte, ed in vigore di quefle convenzioni dopo la morte di detta_.
Signora (i diede il loro principio li 6. Nj^ovembre i66i. a beneficio pubblico , in-
fegnandod quegli Studj ci. e mancavano, e con uni verfile contento di tutta la_
Citta, Conrado , e Foraitieri,come quelli, che i'urono dellmaci a godere uà
tanro beneficio .
Quale pofcia , e quanto fia il beli' utile del Pubblico , che quindi ne ridonda
per la reità educazione ne' buoni colhimi , e nelle lettere, chi olTervera la
Irequer.za de SS. Sacramenti, gli Elercizj Spirituali, tutte le divozioni,
che li pratticano nelle due Congregazioni , una per le Scuole luperiori ,
l'altra per inferiori, e li Soggetti letterati, che fpiccano, abbaflanza potrà
reltar perfuafo dell' indeielTa lollecitudine de'PP. nell" allevarequefta Gioventi;i.
Anche la loro Chiefa è una delle più frequentate della Cittì per la gran
divozione, che vi fi profefla, particolarmente ad onore del S. Patriarca.-.
Giufeppe Spofo della lèmpre Vergine, e Madre di Dio Miria , del quale
vi è la Compagnia degli Agonizzanti all'Altare con un bellillimo quadro
del Santo, qual fu benedetto Pontificalmente da Monfig. Velcovo Menati
l'aniio kS^pj. in quarta Domenica d'Aprile . In quella Chieià parimente fi
promove a gran palli la divozione di S. Anna Madre della B. Vergine , e
di S. Carlo. Q.u'i ancora per legato del Nob. Canonico della Cattedrale
Francelco Catenago emulatore della picrì de' fuoi Antenati , come per
illrumciiti rogati uno dal Nob. Dott. Cui'. Coli, di Lodi Antonio Maria_
Bonelli l'anno 171 1. 8. Agolto , e l'altro da Francefco Legnano Nutajo di
Lodi l'anno 1711. 20. Agolto , ogni fella dell' anno , eccetto dalla feconda
Domenica ai iiettembre lino per tutto Ottobre, oltre il lòlito Vefpro fi fa
il Catechilmo della Dottrina Crilliana , colla fpiegazione di qualche palio
della Sacra Scrittura , e dopo le Littanie della B. Vergine fi licenzia il
numerofiiilmo uditorio colla benedizione del SS. Sagramento , e tanto balli
di aver detto di quelli Padri della Congrcgazioe di S. Paolo, quali ad
imiiaz'one del S. Appoltolo s'accomandano al cuore di tutti per guadagnar
a Crillo le anime di tutti, e le un S. Barnaba Appoflolo piantò li Vigna
di Criflo nella vecchia Città, glorie, e grazie a Dio, che ha proveduto
d'undici Padri Barnabiti, come undici Operar) nella rinovaia Città a cosi
inuifellimente coltivarla nella Chiefa, che da S. Giovanni altro Appoltolo,
appunto neile Vigne fi chiama .
Avanti però ci finire queil' U'oria voglio raccontare un prodigio fuccef-
fo in quelta Chiefa l'anno 1658. 15. Ottobre, fecondo l'archivio d'elfi Padri ,
e la fama pubblica .
S'accefe di notte tempo , non fi fa come , il fuoco nel Coro di queQa_,
Chiela , che inceneri tutte le Sedie della parte finiftta . Vniva qucfla parte
P 1 coli*
428 DICEMBRE.
colla deflra una gran cornice dell'altezza delle Sedie , a quali ferviva di
finimento tutto all'intorno del Coro, e fopra di elio varie divote tavole,
rapprefentanti alcuni Mifterj della Pallione del Salvatore, ed in mezzo di
elle , quali principal tavola, o quadro delia Cappella maggiore uno piìi
grande della B. Vergine di (ingoiar divozione. Cola prodigiofitrima : Il
i'uoco arrivò colle fiamme alla cornice d'una di quelle pitture , che rappre-
fentava la flagellazione , e la confumò dalla parte inferiore, abbrucciando
i piedi folamente de' Manigoldi, lenza punto offendere la figura del Reden-
tore , ma quando le fiamme giunfero al mezzo della cornice in vicinanza
quali contigua della B. Vergine, per efiere un quadro di maggior grandezza ,
e perciò più vicino agli aUri più piccioli della ileiTa cornice, parve che_.
Gesù Criito dicefie alla Madre , come già agli Appoltoli Majora horwn
facictts , perchè quafi follerò elìinte le fiamme da mano invifibile, l'Imma-
gine lacrolanta di Maria reftò totalmente intatta, anche col (uo velo di fera,
che la copriva, faciliiTimo per altro ad ellere coniumato dalle fiamme.
Querto avvennimento, Itimatoprodigiofo da' Divoti della Vergine , cagionò
che fi accrefcefie da' Fedeli l'antica divozione a quel!' Immagine, come atteita
la memoria, che ne viene laiciata a' Pcfleri nelle cole più notabili di quello
Collegio. Il medefimo quadro coli' Immagine benedetta della Vergine di
prefente (tìi appeio al muro alto fopra l'Aitar maggiore, ma attefa la per-
fezione della fabbrica della Chiei'a, che fi va continuando , non fi fa dove
pofcia refterà collocato .
18. LI SS. INNOCENTI, fefta alla Parrocchiale di Lodi vecchio, e
vedi 29. Giugno fua Iftoria.
29 Giorno natalizio di S. Bonifazio Martire, fefta alla ChiefadiS. Defen-
dente , ove fi venera il di lui facro Corpo. Fedi z. Gmnajo Iflorii di
quefla Chiefa ,
Per l'Indulgenza Plenaria perpetua conceffa all'Altare di S. Baffanovedi
il fine della vita di S. Ballano, e vita del Vefcovo Arigone.
Per l'Alrar maggiore della BafiJica di S. Lorenzo vedi vita del Vefcovo
Vifconti .
30 Tanto è mite il tempo nell'anno 1727. per le continue pioggie , che
la Campagna è verdeggiante , Itanno per liponrar i germoglj de' Moroni, e
iì colgono viole in abbondanza . Vedi $. e ^. Gcnn.
3 1 S. SILVESTRO Papa . Vedi 29. Giugno Ifl. di S. Pietro di Lodi vecchio .
S. BARBAZIANO Confeffore fefta alla Chiefa Parrocchiale dello ttelTo
Luogo, il di cui Rettore Giambattifta Bolelli l'anno 1732. fui principio di
Aprile fu dichiarato Arciprete al fuo prioio ingrello dal noltro Prelato .
Ut»
DICEMBRE. «9
flta di S. Bjrh.iziano Vtete di Antiochia eflratta da quella ha fcritta Qfare
Lampu^ano , chf concorda con il Surio , e col Ferrano .
N Acque S. Barbaziano in Antiochia Capo , e Metropoli dell* Oriente , ma
non fi sii di chi foffe figlivolo. Giunto alla virilità fi fece Sacerdote,
e con Timoteo fao Concittadino partiflì per Roma. Dove arrivato fi por-
tò al Cimicerio di Califto ad adorar le Reliquie de' SS. Martiri, che ivi
ripofano. Cominciò in breve alla fintità della fui vita a corrifpondere la
fama de* miracoli, rilTanando languenti d'ogni fotta d'infermità, e per co-
prire la grazia delle curazioni, che Iddio gli aveva donato, con làuta a(tu-
zia componeva un onguento di pane, cera, ed oglio, che applicato allc^
piaghe anche peftift-re, ed incancherite, fubito le dilTipava. E quando
aveva da curare qualche infermità interne di febbri, o d'altri inali, foleva
porgere agli Infermi un boccone di Cedro, ovvero un morto di frutto in-
cognito, col qual rimedio fubito gli rifTanava . Ma in vanno gli riufcì
l'arte per tener occulta la fua virtù divina, perchè fpirfafì la fama di lui
per tutto il Mondo , Galla Placidia Madre di Valentiniano Imperadore dell'
Occidente fé n'andò a Roma per vifitar il Santo, ed appunto la prima volta
lo andò a ritrovare nel detto Cimiterio , e facendofele incontro il Santo la
falu'ò COSI : Pax ubi Galla Placidia Famula Chrifti, & vi5ioria Ftlti lui
Augufli . Dopo di aver fatte tra loro le dovute accoglienze , l'Imperadrice
lo pregò a ridknare gli occhj infermi d'una fua Damigella, il che fubito
fece coir applicar alla parte ofFefa un candido lino immerfo nell'acqua , col
quale non folo le rifcliiarò la luce , ma difcacciò affatto il dolore , comc^
fcrive S. Pier di Damiano. Né andò m^^lto che fi raddoppiarono le mara-
viglie, perchè un Giovane Greco per nome Calogene Servo dell' Impi;ra-
dore nel cadere dalia fommità d'una fcala , rotteli l'oflà , e fpczzato un-,
piede era vi:ino al morire, quando da' fuoi amici fu portato dal Santo, e
gli concelì'e la perfetta falute col legno della S. Croce fatto fulle parti olFefe.
ma moiri altri miracoli ebbe a vedere la Regina, onde dovendo parure di
là per Ravenna, volle feco il Santo Prete Barbiziano. Arrivato in q.ieita
Cica primieramente perfuafe alla Regina che facefTe fabbricare u;ia Chiefa
ad o^'.ore di S. Gio. Battiffa, la quale elfendo ftata magnificamente eretta ,
e dotata di tutta la fàcra,e doviziofa fuppellettile desiderava l'Imperadrice
qualche Reliquia d'elio Santo per ivi depofitarla . Ad inltanza però del
Santo Prete molto fi confidava in Dio, e faceva divotillime orazioni al
Salito Precurfore , affinchè poteiTe confcguire il (uo intento, quando ambi-
due vegliando in Orazione nella flellà Chielà , comparve dal Cielo il Santo
cinto di gloiiofi lplendori,e prefo un toribolo in mano.fi m;fe ad incenfar
l'Aitar maggiore. Tolto che Placidia vide quefto, S. Barbaziano le dille :
Ecco quello, al quale dedicaftì la Chiefa , ecco di cui delìdciate la Reli-
quia. Di fubito l'Imperadrice corfe ad abbraciar i piedi del Santo, ma
nel volerizli ftringere per bicciargli , fcomparve, lafciandole nelle mani
uno de' lu«'i calzari , che fino al di d'oggi con iomma vederazione fi con-
ferva iu quella Chiefa . P 3 Ave-
«^« STATO DELLA VECCHIA,
Aveva S. Birbaziano fanita anche Teodora Gentildonna Ravennate da in-
tollerabile flulTo di {"angue , il che diede occafione alla Signora di andarlo fpelTo
a vifitare y si per divozione , come per gratitudine . Da converfazione_.
così frequente ingelofito Urfìcio di lei Marito s'indulTe una Mattina allo
{puntar del giorno , mentre il noltro Santo fi portava verfo la Chiefa , a_,
sfodrar il ferro per troncargli il Capo . Ma vedendo Iddio che in un punto
Iblo fi metteva in compromclfo la vita, e l'onore del fua Servo, fece che
colui reltaiTè immobile , finché a chiaro giorno non ebbe pubblicamente
confeflato l'attentato delitto .
Carico per fine di menti, e ripieno di grazie appredo Iddio il Santo Prete,
accorgendofi che con una febbre leggiera veniva chiauiato al Paradiio, fi
dirtele in un letto , fé pur tale dir fi poteva un duro pagliariccio , dopo
d'avere difpofto fé ftelTo alla morte con ricevere i Santi Sacramenti della
Chiefa, confolando i mefti circoftanti , ed invitandogli alla Gloria del Cielo ,
refe lo fpirito felice nelle mani del Creatore l'anno 438. in quello giorno ,
il di cui facro Corpo, come dice il citato Surio,ebbe l'efequie da S. Pier
Grifologo, e fu feppellito nella fteffa Chiefa di S. Gio. Battifta , vicino all'Ai-
tar maggiore ; Di là fu trasferito in altra Chiefa eretta a fuo nome non longt
dal Tempio di S. Zaccaria > e rovinata poi quella , fu trafportaio nella Chiefa
Urfiana .
STATO DELLA VECCHIA , E NUOVA CITTA*
DI LODI.
Uanto fofTe antica la vecchia Città non è mio intento a dif-
correrne in quefto luogo, mavedanfilemie Iftorie di Lodi
in Compendio, ed il giorno 17. Luglio . Di quante miglia
folle il fuo circuito non ho potuto faperlo dagli Iftorici.
Per congetture però direi, che non dovette eflère inferiore
alla Città di Milano, fé nelle battaglie le faceva fronte,
ed aveva fpirito , e forze di difenderfi da lei , e di ripor-
tarne gloriofe vittorie , anche in aperte campagne, come
riferifcono molti Iftorici a' loro luoghi , e come dirò nelle mie iftorie . E
con piìi forte ragione proverò che anch' ella dovette effere una grande Città
per eflere ftata onorata della fede Vefcovile fino dal tempo della primitiva
Chiefa, avendo prefcritto S. Anacleto Papa nell'Epift. j. chela degniti del
Vefcovo non folle afcritta né aCaftelli , né a picciole Città, e la ragione era,
come feri (Te anche S. Clemente nell'Epift. i. ad jfacobum Fratnm Domini^
perchè non fi avvilifie il loro nome , EneH'arch.della noftra Cattedrale leg-
gefi una Bolla del S. Pontefice Pio V. , nella quale quefta Cattedrale è no-
tata una delle piìi antiche di tutta la Lombardia , come anche il Lodi rife-
rifce al difc. 6. p. i6}. , e provo ancor io colli primi Vefcovi che ha avuto,
fecondo il loro Cattalogo . Dominava pure fopra di un Contado affai più va-
fto del prefeaie, per ellerlepaffatine'yicini^ molti Territotj alTai popolaci, e.
Bor-
E NUOVA CITTA' DI LODI. iji
Borghi infigni per le vicende de' tempi ; altri dillrutti, o in parte co' loro Ca-
melli , come di S. Colombano , di S. Angelo, e di molti altri del tutto, di
maniera che appena fé ne conferva la di loro tradizione , comedi Rocca bru-
na di Zoanengho, della Motta, e delle loro Fortezze tanto celebri , nonve-
dendofi di quell'ultima neppur una pietra, dicendo per altro il Zani nelle
fue Iftorie MS. di Lodi , che trovavafi di qui da Melegnano , e per tradizio-
ne coftante verbale fi là che poco di qua dall' Oftaria del BilFone v' è qualche
iìto campeltre, che tiene tal nome, enei Citalogo delle Terre defcritte a' Li-
bri del Contado fi legge Sordio, e la Motta, quii Luogo di Sordio èia Par-
rocchiale del Bilione, e del <ico della Motta, eia Itella rovina anno incon-
trata parimente li Cartelli di S. Vitto, di S. Fiorano, di Bargano , diCave-
nago , e molti altri luoghi coCpicui ; ed in riguardo all' eiTer antico , quelti
di prefente fanno una miferabile comparfa, e li Cartelli a loro anneffi , nep-
pure fi fa dove precifamente firtaffero il piede. Dunque fé il di lei domi-
nio fi eitendeva fopra molte Fortezze, e di un Territorio più vallo, ficcome
pure ho detto anche al giorno 7. Agofto che pollèdeva Melegnano , Agna-
rtl Io, e molte altre Terre, ciafcuno può arguire quanto doveva effere più po-
tente la giurifdJzione di Lodi. Vagliami per confermazione ciò che fcnlFe
Carlo Girolamo Cavazzo della proiàpia de' Conti della Somaglia Gentiluomo
Milanefe nell* AUegiamento dello Stato di Milano , che per mifura generale
dello Stato, finita l'anno 1552. il Lodigiano rifluitò pertiche 956021. zz. 3. noa
già perchè così forte in fatti , ma perchè allora molti luoghi dello Stato non fu-
rono miluraci , parte per efler alpertri , e fcommodi , e parte per ell'er di Perfo-
ne Grandi , e Guerriere, che poi part'arono eiènti, dal carrico ,0 rafia, che fa
importa fopra ciafcuna pertica . E quando folfe veridica oppure non patiUe
eccezione l'ultima mifura generale fatta pochi anni fono, come nell Archivio
della Città , fi trovena che il Terricorio Lodigiano utile è riiTultato Per-
tiche • num. 101^666. 4.
l'mutile Pertiche num. 12418.
il tutto Pertiche num. 1058084 4.
dico un miglione trenrotromille ottantaquatrro pertiche, e tavole quattro.
Onde ogn' uno può confiderare qual maggior quantità di terreno dovev»
poiredere anticamente ie più ampia era la fua giurildizione , e che coli' avvan-
taggio della fua fertilità non folo provvide lemprealùoi abitanti di copiofo
alimento , ma a rtranieri ancora , benché al prefente polfa dolerfi con Virg, di-
cendo : Sic vos non vobis mdlificjtis apri .
Fu riguardevole pure il Lodigiano per il commodo de' traffici ne* molti
fuoi Mercati , quali al prefente fono Iblamente quelti :
Lunedi a Cafal Pulterlengo . Giovedì a Gerra di Pizzighettone,«
Martedì a Lodi , S. Colombano , e ad Orio.
Codogno . Venerdì a S. Fiorano , e
Mercoledì a S. Angelo . Sabbato a Lodi .
l^e fi deve paliare focto filenzo il gran benefieio uelU navigazione antica per
P 4 il
a?» STATO DELLA VECCHIA,
ilLambro,eperil MareGerondo,che icorreva per tutta la Provincia della Cera
d' Adda,ove poibia furono piatati de' Villaggi, Borghi, e Gaftelli con terreno aliai
fercile,ina per edere fito abbandonato dall' Adda,qual produceva lo fteflb Mare ,
ha contratto una natura gerofa , ed in molti luoghi i'aflbfa , e ftenle . Ed il Fino
riferito dal Lodi difc. 8. gli all'egnò per confini dall' Oriente le cofte di Chievi,
cosi dette perchè a quelle rive vi fi loleano colle chiavi incatenare le navi , ed a
Ponente quel promontorio, che corteggia l'Adda per lo l'pazio di quaranta mi-
glia in circa. Cefiàto poi il Mar Gerendo non cefsò la navigazione per l'Ad-
da , per la quale dal Pò nel Mare , e dal Mare pet tutto il Mondo tramanda com-
modamente le merci del fuo Paefe il Lodigiano .
In tale {lato addunque era la Città di Lodi , e di modo abitata , che il fuo cir-
cuito non potendo contenere tutti li Popoli , che vi concorrevano , fi {tendeva in
alquanti Borghi capaci di grandilfimo numero di gente , e nobilitati da maefloli
Palazzi , preziofi maufolei,ed antichilTime memorie imprefl'e ne' marmi, ar-
recavano mirabile Iplendore alla Città. Era circondata da larga , e profonda
foflTa, cinta di mura , co' merli di marmo d'un Iblo pezzo lavorati con vago ar-
tificio , come notano il Zani nelle fuc Htorie di Lodi , il Lodi al diic 7. p 3(5^. ,
e Villan. p. 25. In mezzo giorno alzava un fortilTimo Ca{tello,che difendeva
Ja Città da* nemici , ed innanimiva 1 defenlòri. Da quattro parti apriva le
Porte maggiori ; dalla parte di Piacenza la Porta Orientale , o Piacentina ; dalla
parte di Pavia la Porta Meridionale ,odi S- Sepolcro da tal Chiefa , che v'era
d'apprelTo ; dalla parte di Milano , o di Tramontana la porta di Milano , e dalla
parte di Settentrione verfo Monza la Porta di Monza. V'erano anche altre
Porte minori, come quella preilò il Monirtero , di S. Pietro, ed altre, delle
quali l'incendio della Città fvani le memorie ancora. Dal luo principiofidi-
ramava in tre Borghi , come il citato Zani , pofcia il Lodi gliene afi'egna di piìi,
e lo iteflb Zani nella vita del Vel'covo Arderico Vignati dice che quando fu dif-
trutta l'anno mi. ne aveva fei, e tutti grandi, come altretanti Lodi, e lo tteffo
tiene Ottone Morena nel rifer le lamente de'due Mercanti Lodigiani, che fecero
all' Imperadore Federico I. nella Città di Co{lanza , contro de' Milanefi l'anno
115J. Il primo però, e principale fra tutti era il Borgo Piacentino, nel quale
ogni Martedì fi faceva l'infigne mercato, tanto celebrato da' Scrittori , e con-
giunto a queiio doveva elTere quello , che il Lodi nomina Borgo di S. Naborre .
il terzo fi eftendeVa per li confini della Porta di Pavia . Il quarto dalla Porta di
Milano . 11 quinto appellato Borgo Carea , dove il citato Lodi difc. 7.
p. 354. diceche il Vefcovo,e Capitolo negli anni 47. dell'infortunio fecero
reffidenzapreflb una Chiefa dedicata a S. Maria. Il i'elto, come alcuni Htorict
citati dal Majano , vollero che foffe Salarano , e cosi dimandato per efier allora
il Borgo, dove fi riponeva il fale, il quale elTendo antico Feudo de' Conti Vilta-
rinijquefti e{linti èpaflàtonella Caia del Marchefe Annibale Sommariva, am-
bedue Famiglie antichiflime, e nobiliflime di que{ta Città . Gli ultimi confini
de' Borghi verfo mezzo giorno erano bagnati dal fiume Lambro , e le mura
dellaPorraOrientaledal fiume Silero, il di cui ponte è tanto celebre apprefTo.'
gì' Iftorici per il martirio de' SS. Naborre , e Felice ivi feguito . Dopo rooite
vicende de' tempi rcItòfìnalmencediftfUitaapkttQ l'anno 115 8. , e se fu piantata
la
E NUOVA CITTA' DI LOLK^ »?1
h. nuova col patrocinio di Federico 1. Imperadore , che gettò egli la prima pie-
tra . e ne prefcriirei fuoi termini, fecondo gli parvero convevienti . Diede_
nelle mani di ArcembolJo Sommariva, e ad altri Confoli Lodigiani ,cheera-
'no in quel tempo uno Stendardo , e con queft'atto pretefe d'invertirgli della
nuova Citta , confermando l'inveftitura con Imperiale diploma dato in Voghe-
ra l'annoi 158. t;. Dicembre, nel quale fono regiltrati importanti Privilegi con-
ceffi bcnignaniente dall' Imperadore a Lodi , ed a' Lodigiani , quali io qui non
inferil'co , perchè fi poffbno vedere diffufamente fulle lltorie di Lodi , fcritte_-
dal Villan. fui principio del lib. 2. , ficcome anche concelle un altro Privilegio
a' Vefcovi noltridato in Pavia l'anno 1164 24. Settembre , nel quale fingoiar-
n?ente gli onorò col titolo de'Principi del Sac Rom. Impero, come il Lodi difc.
7- P- 3^°-
Non fi contentarono però i Lodigiani di quelli diplomi Imperiali , per-
chè temendo che i loro emoli, che avevano lèmpre a* fianchi per molellar-
gli , non pigliallèro qualclie pretefto per la nuova fabbricata Città, di tur-
bar a loro quelle gmrifdizioni , preminenze , e privilegi , che godevano
nell' antica loro Patria, procurarono di ottenere dal Sommo Pontefice,-
AleiTandro Ili. , mentre fi tratteneva in Venezia , un Breve dato in ella
Citrix l'anno 1177. ij- Giugno, col quale conila la confermazione della-,
nuova Città fatta dallo fteilb Pontefice a' Lodigiani, come il citato Villan.
1. 2. p. 78. Ottennero parimente negli anni feguenti vari altri privilegj
Imperiali , come da Enrico I. figlio di Federico 1. dato in Lodi l'anno ii9i-
19. Gennaio . Da Ottone IV. dato pure in Lodi l'anno i2ti primo Maggio .
Da Federico li. figlio di Enrico fuddetto l'anno 1220. 28. di Novembre.
Impetrarono anche da Bona, e Giovanni Gal-azzo M.uia Sforza Vilconti
Duca di Milano in dono alcuni Dazi per le Ipefe , e riparazioni delle mura
della Città , e del fiume Adda, quali privilegi io tralalcio di fpiegare qui
minutamente , potendoli leggere nella Rubr. della Muza a p. 75. , i 170. .
Quella Città al prefente è governata come fiegue .
Nomi , e cognomi de' Signori Decurioni Prefidenti al governo di queflo
Città, colli giorni, mele, ed anno, che anno prefo il polleflo del loro Dc-
curiooato, divifi in due fquadre, una de' Bianchi, l'altra de' Neri . Li
Bianchi fono fuccefll in luogo di quelli, che per il pallaio chiamavanfi i
Guelfi, che erano i Papalini, ed i Neri fono fuccelTi in luogo di quelli,
che per il palfato chiamavanfiiGibellini ,che erano gì' Imperiali , nelle quali
fazioni era divifa non folo la nollra Città ma l'Italia tutta , come tratto
reir Iftoria della B. Vergine della Pace. E ficcome li SS. Decurioni antica-
nriente erano nominati , ed eletti dalle due nobili Famiglie di Lodi Fiiriraga,e
Viltarioa, come Capi delle fazioni Guelfa, e Gibelhna , nell' ultima rifor-
ma d'elfi, fatta da Lodovico Sforza detto il Moro, come Tuttore del Duca
Gio. Galeazzo, furono (tabiliti ordini diverfi, lafciando però alle dette due
Famiglie l'onore di poterne ell'ere tre Decurioni per cadauna Famiglia,
Cornelia fatti nella creaz;one feguita l'anno 1492. 13. Aprile fu efeqoito,
mantenendo anche al prelente la^ ragione privativa di tre Catedre Uecu-
riooalii benché U Nubile Famiglia Villaruìa^ come fi vede al preiente,
134 STATO DELLA VECCHIA,
f.e occupi una fola , per aver un ("olo foggetto capace , dal quale, col bene-
ficio del tempo, ne potranno fpuntar dagli altri .
^ BIANCHI.
SS. AlefTandro Benvenuti 29. Agofto 1681.
March. Alfonlb Corrado Dote. Coli. 2(5. Aprile 1687.
GianbattUèa Mufeffi 30. Luglio 1689.
Co. Giampaolo Barni a. Maggio 1693.
Tiberio Azazi Dotr. Coli. a8. Nfov. 1698. al prefente Q,ueflore dell' lUuitrfs.
Magiitrato Ordinario , ed entrato in quello pofleflò U io. Marzo 172.7.
March. Annibale Sommariva 12. Giugno 1700.
March. Francefco Villani Dote. Coli. iB. Sett. 1703.
Capir. Sforza Vignati 7. Maggio 1707.
Bartolomeo Muzzani Dott. Coli. 31. Ott. 1711.
Alonfo Vignati Dott. Coli. 21. Nov. 1711.
Pietro Maria Codazi 9. Gen. 1712.
Antonio Fiffiniga Dott. Coli. 29. Dicemb. 1713. al prefente Oratore.
Daniele Lemene 14. Dicemb. 1715.
Ugo Villani 6. Giugno iji6.
Capit. Gaetano Maldotti 20. Giugno 1716.
Co. Giufeppe Maria Barai Maliro di Campo della Milizia Urbana pr.
Agofto 1725.
Gianfranceico Bonone 7. Agofto 1725.
Gerolamo Sommariva 13. Marzo 1728.
Antonio Agoftino Muzani Dott. Coli. 27. Nov. iJiS.
Francefco Fiffiraga 2. Nov. 1730.
Carlo Fifliraga Dott. Coli. 22. Febr. 1731. .^i
NERI.
SS. Antonio Cipello 19. Giugno ió88.
Pietro MicoUi Dote. Coli. 25. Gen. 1689.
Capit. Lodovico Viftarino 4. Feb. 1598.
Vincenzo Maria Cernufcolo Dott. Coli. 27. Agofto 1701.
Giovanni Carpano Sarg. Magg. della Milizia Urbana 3. Apr. 1703.
Camillo Ponterollo 5. Magg. 170J.
Pietromartire Boldone 23. Magg. 1705.
Marcantonio Baggio Muzano 24. Apr. 1705.
Co. Gioannantonio Capacci della Sommaglia 13. NoY. 171^.
Luigi Cernufcolo 22. Dicemb. 1717.
Capit. Giulio Mainerio 3. Febr. 1718.
Ballano B^nello pr. Febr. 1721.
Capit. Felice Gandino 22. Dicemb. 1723.
Dott. Antonio Berinzago 20. Maggio 1724.
Co. Gioanfrancelco Mode^nano Dott. Coli. io. Maggio 1717.
Cata-
E NUOVA CITTA' DI LODI. iT5
Catalogo de* primi Signori Decurioni della Città , creati da Lodovico btbr-
2:\ detto il Moro , come Tuttore del Duca Gio. Galeazzo nell'ultima riforma
13. Aprile, come dall' ardi, della Citta nel
fopraccennata dell' anno 149*
Cirdenzone primo .
Squadra Guelfa .
SS. Nicolò Cadamolto Dottor di SS
Legge .
Carlo Cipelli Dott. di Legge .
Bairano Cadamofto Dott. di Legge.
Arnolfo Fiiliraga .
Aleilandro Filhraga.
Giaccomo FiiTiraga.
Sreiano Sommariva .
Bartolomeo Vignati.
Giaccomo Riccardi.
Aleilandro Muzzaai .
Ambrogio Barni .
Matteo de Camoli .
Filippo Leccami .
BxfTano Villanova.
Francefco LeraeneCaufidico .
Bartolomeo Bononi .
Leonardo Trinino .
Francefco Saleflano .
Marco Preftarj .
BafTano Carati Caufidico .'
Steff'ano Corradi .
Agoltino Mairani .
Paolo Dardanone .
Giaccomo Sommariva .
Giovan Antonio Favali
Daniele Concoreggi .
Calillo Muzzani .
Giovanni Maldotti f. del Sig. An-
tonio .
Gafparo Villani .
Luigi Borfinario .
Luigi Vefco.
S^jtndra Gibellina .
Lancillotto Viièarini Dott. di
Legge .
MalTio Micolli Dott. di Legge .
Matteo Micolli Dott. di Legge .
Daniele Viflarino Soldato .
Ballano Viltanno f. del Sig. Go-
ftanzo .
Francefco Quarteri , o Quinteri .
Giovanni Calco Caufidico ,
Francefco Bonfignori.
Moifetto Puiterla .
Balzarino Modegnano.
Battida Pellati f. del q. Sig. Bif-
fano .
Bartolomeo Burgazi .
Ferietto Morbio .
Antonio Gavazzo.
Filippo Boldone .
Onofrio Bracco .
Clemente Farufino.
Giovanni Dorfo .
Matteo Migliazzi .
Antonio Aliprandi .
Giaccomino Gagnolìi .
Tiberio Bufnati .
Gianpietro VoltoUini.
Gianbartolomeo Loderi di Calco .
Michele Armagni.
Clemente Elio.
Agoltino Bonfignori .
Giannantonio Gariboldi.
Pietro Gavazzi .
Gianmaria Maineri .
Ferino Cancri , ma in fuo luogo fu
pollo il Sig. Andrea PontiroUi ia
Tirtù d'una lettera Ducale .
Do-
43<5 STATO DELLA VECCHIA,
Dodici Prendenti eletti nel principio di quefto governo , quali dovevanocon-
tinuare nella Pi efetiura fino al pr. di Luglio
Guelfi .
SS. Baflano Cadamofti Dottor di
Legge.
Alellandro Fifliraga .
Stetano Sommariva . •
Bartolomeo Vignati .
Giaccomo Riccardi.
Alellandro Muzzani .
Dat. in Vigevano 13. Aprile 1491.
Q.uefia Città fl^nde la Tua giurildizìone in molte Terre ,
fi dimandano Vocali , perchè nelle Congregazioni Generali
no le loro voci,e vi mandano i loro Deputati. Q.ueftefono
quartiere delle parti del Lodigiano, con tal' ordine.
Tt m del Vcfcovato j Terre del Ft [covato 1 Terre dt fìrada ■
Gibi nini .
SS. Lancellotto Viltarini Dottor di
Francefco Q,uinteri , o duarteri .
Giovanni Calco Caufidico.
Moifetto Pufterla.
Francefco Bonfignori.
Balzarino Modegnani .
alcune delle quali
del Contado tengo-
otto , fecondo ogni
di [opra
Cafal Majocco
Drefano.
Mulazano .
Merlino.
Comazo
j di mezzo .
I Borghetto.
I Viilanova.
I Bargheno .
I Lodi vecchio
! S. Angelo
Zelo buon perfìco . | Vallerà Frata .
Paullo . J Salarano .
Cervignano . j S. Colombano
I Piacentina .
Orio.
I Secugnago.
Brembio.
I Zorlefco .
I Cai'alPulterlengo.
I Sommaglia .
I Ofpitaletto .
I Liuraga.
I Terre di flrada
I Cremonese ,
I Turano .
I Cavcnago .
l Caftione .
I Ccimairago .
I Codogno.
I Cavacurta . '
I Maleo .
I Corno giovine.
Catalogo di tutte le Terre del Lodigiano nello fpirltuale , e temporale, dif-
pofto fecondo l'crdine de' Santi titolari , che fi celebrano da cadauna Parroc-
chia , col rumerò de' giorni , e de' mefi che corrono , e delle miglia in circa ,
che ogni una è dift :nte dalla Città di Lodi per le ftrade maestre .
MtgUa, Luoghi y Santi titcl., e giorni \ Miglia, Luoghi , Santi titol-, egiorni,
GENNAJO. j MARZO.
Marignanello . S. Ilario 141^1. Campo Rinaldo in /'^^^2^7«Bfil3Z.
S.AKt.Al>ò.iy.\ tempor. Pavefe. di^M.Verg.i^,
S. Ba(fauo \c- - - - _
9-
7-
IO.
7-
S. Ai. gelo.
Lavagna.
Secugnago
FEBBRAIO
€ Salarano.
ao. Corno vecchio
S Gaudenz.^^. 1 8
I
La Purificaz. 1
APRILE
Gradella nei tem-
porale metà Lo- La SS. Trinità.
dig. , e metà Due.
19. S. Stefano la Par- diM.Ferg.z.xó B.irgano.
xochiale .
ly. Codogno.
iS. Corno giovine .
S. Biaggìo 3 I
9-
.'9-
S Zenone ,
Vajano .
Vallerà.
S. Leone 11.
S. Zenone it*
8. Dfc-
. , e gtornt
E NUOVA CI
Militi, L'ioghi., Sjrttititol
8. Drefano .
21. Maccaftorna.
5. Montana lo .
4. Pn.li.
7. Calaietto .
S. Giorgio
*3-
TTA* DT LODI. 137
,1%//j , Luoghi y Santi titol. , e giorni .
21. Meleto. S.Crifìoforo.ì^
7. Nnfadcllo in tcmp.
metà Lodig.,emetà>r. Pantalco-
Ducale. w- *7-
5. Mairago.
«T. j^farro 15
MAG GIO.
7. Mignetto S'?:Giac.eFil. 1
17 S. Fiorano. S. Fiorano 4.
4. Galgagnano. S. Sifmio 29-
GIUGNO
IO. Trebbiano.
8. Gugnano nello fpi-
riiualePavefe .
SS. Vitto, e
Modtfio. 15.
18. Màleo.
9. Maruto .
5. OlTago.
9. Orio:
SS. G rvafoy
e Protufo 1^.
S.Gio.Batt.i^
Quarriano , elfola
de' Balbi .
6. Cavenigo.
•zo. Gera Lodigiana.
8. Graffignana.
Orpitaletto.
Calblate .
Lodi vecchio.
Cereto .
L U
Paullo.
5
S. Pietro . 2p,
G L
11.
7-
Comazo .
Mairano .
I O.
SS. Qttìrtro ,
e Giulita.i6
S. M.jtcmo. 18.
S. ^ppoHn. 13.
6. Spino.
4. Cavriga.
13. Gallina de PalTa-
cini .
S. Giacomo.
25
IO. Znrlefco .
9. Caflìao .
9. Sena .
SS. Nazaro ,
eCclfo. 28.
S. Germano. II.
AGOSTO
14. Sommaglia.
9. V'^itadone .
5. Villavefco.
12. Ca/Hone .
3. Arcagna .
Filfiraga .
Turano .
Roncadcllo nello
fpriric. Pavele.
yìjpmztone di
M. V. »S'
8. Borghetto.
12. CafaT Puiterlengo . S. Bartolo-
16. Cavacurta. meo.
7. Sordio .
24.
9. BiTnato.
5. Cervignano.
S. Alcjjan-
dro . 25.
SETTEMBRE .
7. Brembio .
3. BofFalora .
22. Caftel nuovo bocca la Natività di
d'Adda in lemp. A^.V. 8.
Cremonel'e.
8. Muzano.
14. Camairago.
y. Villano^'a,
SS. Co/imo , e
Damiano.iy
SS. Michele ,
e Nicolò. 29.
0 6. Dicembre
7. Vi-.
^j^g STATO DELLA VECCHIA,
Mx^i^ 1 Luoghi , Santi titol. , e giorni . I A^glta , tMC^;;i , Santi titot. , ?<^iorni .
7 Vidardo . 7- Caielle . ^ j'. C^tcTm.M5.
8. Miradolo in temp. S. Michele . %<). \ 7.
Pavefe .
OTTOBRE.
CornagUano . S. Califto
14
I4.
14.
I
I
Zelo buon perfico.
MaHalengo .
Ctefpiatica nello
fpiric. Pavefe.
S, Andrea. 30.
7
II.
8.
3-
9-
IO.
NOVEMBRE.
Liuraga.
Pizoìano. .
Calai Majocco . S. Martino. 11
S. Martino in Stra-
da.
S. Colombano r\\
S. Clemente.!^ I9
DICEMBRE.
j S.Marzano, e Cacciano. <r. Ambregìo.y,
I 7. Mulazano .
J8. Merlino.
Caltel Lambro . S. Stefano . 2(5.
S. Stefano all' Ab-
bazia.
12.
19.
S.Colombano.
Bertonico •
S. Barbaziano . S. Barbaz. %x.
CATALOGO DE' VESCOVI DELLA SANTA CHIESA LODIGIANA
Colle loro vite in conpendio, eftratte da' Difcorfi Iftorici di Defendente
Lodi , dalle vite de' Vefcovi del Sin. 3. , dal Dott. Sigifmondo
Betti Retore, e Vicario Foraneo di Salarano, dagli Archivj,
dalle Htorie di Lodi MS. latine del Dott. , e Canonico
Paolo Emiliio Z.Mìi,e da'MS. annonimi della Libra-
ria di S. Criiloforo , e da altre autorità , che
produrrò a' Tuoi refpettivi luoghi .
Opo lo flato della vecchia, e nuova Citta, rempoèdipafTare
allo ilato della Tua Chiefa . duella è divifa in dodici Par-
rocchie , che fecondo il Sin. 6. contenevano circa dodici
mille anime. La ("uà giurifdizione nella Diocefi fi eilende
per quaranta miglia di longhezza incirca , prendendo da*
confini delle Parrc cchie di Comazzo , o di Calle! Lambro ,
fino a quelli di Callel nuovo bocca d'Adda, prelTo dove
Adda entra in Pò . Ella è compofla di ortantanove Parroc-
chie, non comprefe le due di Cacciano, ed'ifola de' Balbi fubcrdinate a due al-
tri p'arrochi, e tra quelle, e quel le delia Città form.eranno cento mille anime
in circa. Stabilito taTeilèrere prefeiitaneo della noftra Chiefa devcfi fapere
che ella fu piantata dall' Apollolo S. Barnaba , come affermano ilGallefinio
nelle annotazioni del fuo Martirologio ; lo Scotti nel Tuo Itinerario , Luca
di Linda nelle Relazioni, e defcnzioni univerfali , e particolari del Mondo,
e molti altri. Dopo del S. Appoftolo per molti anni fu nodrita da S Siro Ve-
Icovo di Pavia, il quale coli' aver datala luce ad un Cieco nella noftra Cit-
tà converti molti Infedeli, come attefta il Ferrar, de SS. Italia alla di lui
vita , ed Agoltino Valerio citato dal Lodi difc. <5. p.270. Morto S. Siro gU
lue-
VITE DE' VESCOVI. ^^9
fuccefTe S. Invenzio nel Vefcovato , del quale il Lodi al difc. 6. p. iy5. af-
fé ^na moke ragioni per provare die confervalVe lanoltraChiefa dalle barbare
perlècuzioni de" Tiranni ne' tempi, che era priva de' fiioi Paftori , e qiielta
e la ragione per la quale il noltro Sin. 3. a p. 40. comandò che fé ne fai-elfe
la di lui commemorazione ne' giorni delle loro fclte . Veùefi però nella_,
Calieri i Velcovale tra li ritratti de' Vefcovi della noftra Chiefa per il primo
uno chiamato .
I. S. Giacomo I. alTerto noftro Vefcovo fino dall' anno 96 della noftra fa-
lule , ma perchè di quello non trovo alcun' altra notizia, procedo a
i S. Maiufio martirizzato in Colonia, come il noftro Martirologio .
Sua Ifloria effrata daW archivio della Cattedrali .
Quanto fia ammirabile Iddio ne* fuoi Santi , ci viene propofto dal RealSal-
milTa Sai. 67. ma anche lo profefTa la noftra ChielaLodigiana , eif^ndo
pur vero che il Signore cuftodifce tutte le ofl'a de' Tuoi più cari Sai. 3J. come
fono per raccontarvi nel modo, col quale fu ritrovato il Corpo di S. Maiufio
Martire noftro Vefcovo in Colonia, il che a tutti era Tempre ftatonalcofto , fin-
ché piacque al Signore di manifeftarlo al Mondo, e farci pervenire una di lui
lanca Reliquia infigne .
Mentre il Vicario Generale dell'Ordine Ciftercienfe l'Abbate Giovanni
Blanchenbergh visitava molti Corpi de' Santi, chiamati della Compagnia di
S. Orfola Vergine, e Martire, che fi ripofavano nel Coro della fua Chiela
Abbaziale del Moniftero della B. Vergine del Monte vecchio di Colonia^, aven-
do feco alcuni Padri della Compagnia di Gesù , che componevano l' Uxoria
della Santa, gli capitò anche il Corpo d'un Santo Martire, che aveva per
indice Corpus S. Maltt/ìi Mart. Epifc. Laudm. Giunfe quefta nuova a Monfig.
Fabio Chigi Vefcovo di Nardo , allora Nunzio Appoftolico nella G:;;rma^/
ria inferiore, che era molto caro amico del noftro Vefcovo Monfìg. Pietro
Vidovi , e per firgli cofa graciflinìa procurò dal detto Abbate , e Vicario
Generale un olio di elfo Santo di lui Predeceftbre , e glielo inviò con quelt'
autentica annefta , e fedele jccm-ifi trova nel citato archivio della Cattedrale.
Nos yo.tnncs a Blan:henbagh Dei Grafia Monafìeriorum S. Maria de vmri
Monte, & Amelringiborna Abbas , S. Teologia DoClor^Ordinii Cifltrcirnfis, Vica-
rius G:neralis notwn facimtts univcr/ìs , quod cwn noi fub initiwn regiminis nojhri
decortm Domiis Dei diligentes in Cboro EccLft£ noflrn B. Mine de vetcri Mon-
te (juadam ai ornjtum ijtt! infìauraremus , & Dea propitioTòtfa-irum latintem
multorum Corporum nomnatofiim t Sodalitate S. Urfula m.%,pìO curri animi m-
flrifolatio rtperijfnnus , aihibitis ad examen corundem Patribus Societatis Jff»y
qui fan: in adornanda Hijìoria S. VrftiltS laborabant .
Adinflantiam Il'.uflrijt'ni , ac RivcrendiJJìrni Domini D. Fabii Ghifù Epifo-
piNtritonen. S. Sedis Apofìoli:a ptr inferior.m Gain.tniam cwn potefìatc Le-
'gati a Latere Nuntii, ac ad univerfales Pacis traóìatus Pknipotentiar. Pontificii
donavcrhy.is fu£ Illun ci fs. Gratin e:<inisRfnqH:Ì5 O.? UNUM ,quafimcdiaatem
f^.norisS.MALUSIlEPlSC. LAUDEN.Mirt. HocOuòlikntimdma ju^U'
-I40 VITEDB' VESCOVI.
luflrtfs. Grnt'ttt contulimus , qtiod dicerctur in Qittedr.iH Ecdefii Laudenjt prU'-
cip'.to cultn h'inorandun . In quorum OinniLun fidem hanc piginam chirj^rapho ^
éy fiatilo nofiro Abbattali muntvi'nus . Anno Domini mille/imo fexcentejltno qua-
dragejìmo fptimoy die vigeftma nona mrnfis'Januarii .
Signat. "Joannei Blanchenbergh Abas &c.
Copia della lettera fcritta dal detto Velcovo di Nardo Monfig. Fabio
Chigi diretta coli' autentica foprafcritta a Monfig. Pietro VidoninoftroVe-
fcovo, il quale l'anno i65o. fu creato Cardinale dallo ftclTo Nunziodi Co-
Ionia dopo, che fu creato Pontefice col nome di AleffandroVII.
Illufirijf. , e Rcverendijf. Signou mioOJprvandijJl
„ T Nvio a V.S. IlluftrifT. la Reliquia del S. Vefcovo fuo predecefTore Malu-
„ L fio, che le promifi colle mie lettere a' giorni pafTati , cosìferrata , e-,
,, figillata, come il P. Abbate vcteris A^ontis dell'Ordine Ciltercienfe me la
„ mandò di Colonia con la fua attellazione . Io la ho fatta involgere , di
„ nuovo figillare , ed ora accompagno Conia prefente letten , fperandoche
„ fia perairivare intatta fedelmente > e prefentata a V.S. lUufhil's. Sjc.
Di Munfier li <;. Aprile K547.
Di V.S. Illufìrifs. e Rcvmndifs.
HumUifs. Ohbllcatìfs. Sirvitore
fottofcrit. Io Vefcovo di Nardo.
a tergo Monf. Vefcovo di Lodi .
Subito che il noftro Vefcovo ebbe ricevuta la S. Reliquia con fomma_«
allegrezzi , e divozione fua , del Clero ,e di tutto il Popolo Lodigiano, la
fece collocare in una piramide d'argento con mirabile artifìcio lavorata, poi
la efpofe alla pubblica venerazione, facendofene ancora teita annuale li zi.
Ottobre , come quello nel quale il noltro S. Vefcovo fu martirizzato con
S. Orfola , e colle fue Ccmpagne.
Alcuni anno me.To in dubbio fé quello S. Martire abbia potuto elTere noftro
Vefcovo , perchè gli Scrittori non concordano nel tempo del martirio di
S. Orfola. Ermanno Cherubacchio della Compagnia di Grsù nel fuolib. i. intit.
yindectarum Urfularitm , ed altri foftengono che feguilfe l'anno 257. , 0238.
incirca. 11 Cardinal Baronie negli Annali Ecclefìalhci tom 4. afcrive que-
fto martirio all'anno 383. Il V^iliegas nel fuo Legendario de' Santi, ed altri
Scrittori lo ali'egnano all'anno 455. Ma quelle due ultime alferzioni non so
come poflìno efler vere, perche l'anno 383. è certo appreffo di tu^ti che la
noftra Chiefi Lodigiana era governata da S. Bilfano , come ne conila anche
dal proprio di lui Officio , che noi recitiamo , e l'anno 453. era governata da
S. Ciriaco, il quale fecondo molti fedeli MS, fu creato noftro Vefcovo l'an-
no 437. Nell'anno 451 è citato noftro Vefcovo dal Villanova nelle Iftorie di
Lodi , e neir anno 454. intervenne al concilio Provinciale di Milano cele-
brato da S. Eufebio Arci vefcovo d'elTa Città, come ii legge ancora riferito
da Salvaltor Vitale nel Teatro della Città di Milano. Dunque bi fogna cre-
dere che il martirio di S. Orfola, e con ella del noftro S. VelcovoMalufio
fé-
V I T E D E' V E S e O V I ; 141
fegulHe l'anno 2^7. , o 238. in circa, e tanto più merita fede qiiefla ragione,
quanto che non troviamo che la noftra S. Ghiela, Lodigiana in queit'anno
fofle proveduta d'altro Velcovo .
3 Dopo di qucfto Velcovo, e Martire, ebbe pure la noftra Chiefaun altro
Santo Vcfcovo, e Martire, il quale tra i ritratti della Galleria VeCcovale e
nominato S. Antonio, altri dicono che perle ingiurie de' tempi ne fia ("marito il
nome. Vedali però la vita di S. Giuliano , e Compagni Martiri, co' quali
Ì€ ne celebra la memoria, come il giorno 14. Luglio.
In quedi tempi cominciarono a celfare le fiere perfecuzioni della Chief»
Santa , e prefe a godere un poco di pace .
4 S. Giuliano , che comunemente è citato per terzo Vefcovo , che
tale anche da me farebbe considerato , Te non fi fofie fcoperto S. Malufio
non molti anni fono, come ho narrato. Q.ucfto prefe il polìelTo della Chiefa
Lodigiana l'anno 305. , diftrulTe gli Idoli, inalzò facri Templi, ordinò Sa-
cerdoti , diltinfe le Parrocrhie , liabili buone regole per il governo della
lua Chiefa , e dopo di averla retta diecinove anni , come il Ferrar. , eVairan.,
oppure anni dieciotto, mefi otto, giorni diecinove, come il nollro Sin. 3,
paiso all'eterna gloria l'anno 324. in circa. E fecondo il parere d'alcuni,
che tengono come elio riceveffe i doni , che S. Silveltro Papa» e S. Elena
Imperadrice fecero alla Bafilica di S Pietro di Lodi vecchio, come racconto
al 19. Giugno ,doveiebbe ell(?re fopraviliuto due,o tre anni di più. 11 fuo
Corpo fu trovato miracololàmente da S.Galdino Arcivelcovo di Milano, e
ài S. Alberto noftro Velcovo nel vifitarc la detta Bafilica di S. Pietro, dopo
la rovina della Città, e da quelli Santi l'anno 1173. fu trasferito folenne-
mente da Lodi vecchio alla Cattedrale della Città nuova. Stette ripoito
neir Aitar- maggiore luperiore, finché Monfig. Taverna lo levò di là , e depofe
nell' Aitar mat^giore in Confeflìjne , dove ancora ripofa , collocato in una
Cafiètta d'argento , e tenuto in particoìar venerazione. La noltra Chiefa
fa la (uà fe(ta il giorno 12. Ottobre, forfi per ciliare ftato in tal giorno
trasferito (biennemente da Lodi vecchio al nuovo, trovando io per altro,
come lo Zani ne' MS. met e , che volide al Cielo il 25. Settembre. /Vii
il nostro Aljrtirol. , // Sm. 3. fui zita , il Ferrar, de SS. Italia, ti Lodi difc. 6.
f. 285 , f l'arch. d ila Cattedrale.
5 S. Dionigi Mirliano Milanefe , l'anno ^45. effendo Imperadorc_
Ci'ltanzo figlio del magno Coft,:ntino (.;). cominciò a governare quella Chiefa ,
riipleiidendo di carità , pazienza , milericordia, iniiocenza di vita . edi tutte
le altre virtù, che convenivano ad un vero Vefcovo, come prelcrillé l'Ap-
podolo S. Paolo a Timoteo, ed a Tito . Dì. quefla Chiefa pafsò (^b) per Arci-
vefcovo a quella di Mi. ano, e per ifpii-gare quanto la defendelie dal veleno
dell' Erelia Arriana , non bifognano altre prove che addurre , quaime ite si
fiero fu l'odio di Coftanzo Imperadoie Protettore di quella lacrilcga Setta,
che fi irritò contro, che mn cisò di perleguitarlo . Pure per colorire la
fua perfidia (t.) convocò a Milano un Concilio di Vefcovi,ncl quale difea-
a den- ■
(.1) Sin. 3. ,eCuaVital.odidif.6. p.z^y. MS. df' Fefc. di Sctitt. anonimi .
(^b) M^niTQl. nojh-o . ( e ) ^«dtaio de Ila Chsija Mlancje dtl t. l'uuncUt .
14« V I T E D E* V E S C O V I.
dendo il noftro Santo la caula di Sant' Aianafio Vefcovo di AlefTandria d'Egitto »
perfeguitato anch' elTo per la fteffa cagione, e contraftando gagliardemente
contro gli Arriani , alla fine, perchè non volle mai aderire agli errori
dell' Imperadore, coftui lo condannò all' efilio. (^a) Rileguochefu nell'Ar-
menia, fu ricevuto benignamente da Aurelio Uomo di Dio, e fiore della
Santità,, Velcovo di Redicia Città, {b) appreilo del quale pafsò i fuoi giorni
fin che la morte gli ruppe i lacci del fuo efiglio , ed alli 25. Maggio volò
alla celefle Patria .
Prima di morire però aveva pregato inftantemente il Santo Vefcovo Au-
relio, che procurane di mandare il fuo Cadavero a Milano ; al di cui pio
defiderio volendo foddisfare egli in perfona , fi mife in viaggio per condur-
velo . Giunto che fu a CalTano preflò l'Adda furono incontrati i due Santi
Vefcovi , il vivo , ed il morto con gran dimoftrazione d'affetto , e Itima dal
S. Arcivefcovo Ambrogio col fuo Clero . Fece fubito aprire la caifa il
S. Dottore , e riverito il fuo defonto Predeceflbie lo lafciò in quel luogo
per alquanti giorni , finche avendo fatto il dovuto apparecchio in Milano
ve lo (ece irafportare con folennifllma pompa , ed eltremo fuo giubilo ,
accompagnato lempre dal S. Vefcovo Aurelio , e da S. Bafilio magno Vef-
covo delia Città di Cefarea nella Grecia . Fu poi collocato in un degno
lepolcro, ove flette (e) finche l'anno ni}. Eriberto Entimiano lo trasferì
folennemente nel Tempio dedicato ad onore di quelli due Santi Vefcovi
Dionigio , ed Aurelio quale al prefentc è cuitodito da' PP. Servi Regolari
di Maria .
6 S. Genebardo , il quale fu gagliardifiimo difenforc della S. Chiefa_*
contro gli Arriani. Il noltro Martirologio lo afcrive tra li Canonici Late-
ranefi,c molto celebre per la fua Santità. Celebriamo la fua felia il gior-
no 18. Dicembre. Vedi Marùrol. , Sin. 3 [ha vita , Lodi difc. 6. p. 287.
MS. del Zani, ed altri nella libreria di S.Cnfloforo,e l'arch. della Cattedr.
7 S. Baflano Proteitore, e Pacron principale della noftra Chiefa .
Sua Vita ,
DEgna per certo è delle Iodi , che porta nel nome la noflra Città pes
elfere bagnata dall'acque del fiume Adda, che le bacia riverente le
fponde , e per l amenità , e fertilità del terreno che gode , e per il raro talento
degli Abitatori fempre flati celebri, ed infigni nell'armi, nelle lettere , e
nella pietà , come anche a* noftri tempi è palefe . Maggior gloria però ella
vanta per avere la fua Chiefa inafBata col fangue di i48<$. Martiri ( come
dico nelle vite de' Santi Giuliano , e Compagni Martiri ) di S. Ma-
lufio Vefcovo , de' SS. Naborre , e Felice , e diS. Daniele tutti Martiri ;
ed illultrata di otto SS. Vefcovi, e di cinque SS. tutti Confeflòri, e d'una
S.Matrona, di fette Beati , e tre Beate (^) come a' fuoi giorni rUpettivi . Ma
crefce di piti la gloria di quefta Città per effere la iua Chiefa ftata pian-»
tata
( d ) Lezioni del fuo Uff". Ambrof. Romano . {b) Le ilcfpr Lezioni , Zodiaco ci'
tato i Jìijrtirgi. nojìro . ( e ) Lezioni citate . ( ^ ) *$"»». j . p . 9X ,
V 1 T E DF V E S e O V r. 14J
tata da un'Appoftolo, qual fu S. Barnaba, come accenna Monf. Boflì Vef»
covo di Navara nella Tua vifita Appoftolica di qiieita Chiefa nel Sin. 5.
p. 100. , e come prova Defendente Lodi difc. 6. p. i6z. e feg. , e per efTere
poi miracolofamente da Dio ftata confegnata alla cura d'un si gran Santo,
quale fu S. Ballano, del quale io fono per raccontare la vita.
Già la Santa Chiefa univerfale, che era ftata perfeguitata da fierilTitni
Lupi Diocleziano, e MaflTimiano barbari Imperadori or mai refpirava, favo-
xua da Cortantino I. Imperadore, e governata da S. Silveftro Sommo Pon-
«efice l'anno della nolira falute ?ij., quando in Siracufa , nobililfima Città
del Regno di Sicilia, e Patria di S. Lucia Vergine, e Martire, da Sergio
Proconfole, cioè Governatore di effa (a) ma Gentile nacque Baflano, ed
«Ifendo bambino, colle paglie attraverfate , o col deto nella p*lve formava
il legno della Santa Croce per indizio della fua futura Santità, nulla ftiman-
do le riprenfìoni della Nodrice . Applicato che fu col tempo alle lettere,
oflervò fuo Padre che il figliuoletto era dotato d'un raro talento, e però
neir età di dodici anni (ò) lo mandò a Roma, affinchè ivi apprendefle 1&_
lettere, ed i colhimi Cavallerefchi. Quivi però udendo i miracoli , che
operavano i Crilliani in vircìi del loro Dio, concepì, e crebbe fuor di modo
in lui il buon defiderio di rinegar anch' egli il Gentilefimo, e farli Cattolico .
Ma come potea venir all' e fé dizione, fé i fuoi lervi ftavanofempre occula-
ciffimi d'ordine di fuo Padre, affinchè non praticalTe co' Criltiani? Fu però
cura di Crifto , che vedeva il buon cuore di Baflano , a confolarlo , e fc
providde di Annania per Battezzare S. Paolo, non fu men provido col noftro
oaflàno , perchè compirvc tre notti continue a Gordiano fuo fanto Miniftro,(<r)
fjgnicandogli le giulte premure di queito Giovane, e per maggiormente
aliicurarlo gli e ne moflròun ritratto al vivo delle fue fattezze , con efprelfo
comando che la mattina feguente andaflc rintracciandolo per la Città, e_«
dopo d'averlo iltrvito ne' fagri Mifterj, e Dottrine lo battezzafTe. Il tutto
elegui il Santo Sacerdote, ed in fine dell'anno, mentre Ballano fi prefentò
al lagro Fonte per effe re battezzato, gli comparve un belliffimo , e fplen-
dentiffimo Giovane, che gli fece dono della vede candidilTima per mano degli
Angeli lavorata, in luogo di quella . che ufano di prestare li Miniftri di
S.Chiei'a, fecondo difpongono i fagri Riti. Ridette il noltro Santo a quefto
regalo , ed interrogò il Donatore cortefe d'onie vernile, e chi folle, e lenii
per nfpolta che era un Angiolo mandato da Dio per maggiormente conter-
marlo ne* fuoi fanti propofici , ed in un baleno difparve , lafciando dopo di
se un forfo della fragranza di Paradifo. Colla nuova fagra. velie Battefi-
male prefe anche nuova , e più perfetta maniera di vivere, fminuendofi due
f>arti del confueto fuo cibo, contentandofi Iblo della terza parte per necef-
ario fuo foltennimento , e macerandofi con penitenze, e digiuni per domare
l'inlolenze de' lediziofi appetiti giovanili .
1 primi, che s'accorgeflero che Balfano avelTe rinegato il Gentilefimo furo-
no i fuoi dimettici , quando trovandofi fianco un giorno per le longhe, e*
Q. z con-
( a ) Suo Uff. , e Rugtr. {b) Caio da Rom. , e Ruger. ( e ) Paneg. dd Sanf
fatto dal t. Mi^b. Fr. diS. G19. Uanifia Cam. Scalw , <^li(h^i .
«44 V I T E D E' V E S C O V I .
continue veglie nell' orazioni , e fatiche fpefe nel foccorrere al profTimo , fi
corricò per prendere un poco di ripoil'o meridiano, e nrìentre dormiva fu
fentito invocare la SS. Trinità, {a) e pregarla a degnarfi d'indrizzarlo per
la ftrada della Gloria promefla a Tuoi Fedeli, e fubito feguitò quelta voce
in rifpofta : Rallegrati, e confortati Baflano fedelifllmo Soldato di Grillo,
perciocché le tue preghiere fono fiate efaudite da Dio , e di già ti ha appa-
recchiata la fede nella Gloria . Tanto ballò per chiarire della verità i
Servidori, che fubito portatili dal Padre, gli manifeftarono il tutto. A tal
novella il Proconfole , non fo fé montalTe pivi prerto fuUe furie , che fu'l
dellriero, o naviglio veloce per venir a fchiodare dall' amore del Crocfiiro
Gesù il fuo Figliuolo Baffano . Ma perchè contro Dio non v'è prudenza,
non v'è configlio, in quello mezzo elTendo folito Badano vegliar di notte
in orazione alla Chiefa di S. Gio. Evangelifla, comparendogli il Santo Ap-
portolo lo avvisò che fenza dimora partilTe da Roma perifchivare l'incon-
tro co'l Padre . e fi portafle a Ravenna .
In quella fuga,(^) prefa con un fuo fervo fedele , che feco era flato
battezzato , fa gli prefentò nella via maeltra una Cerva con duoi piccoli
Cervetti , che fuggiva da' Cacciatori , fianca ormai , ed anfante , che moffe
a compalTione il gran Servo di Dio , ed in nome d'eflb le comandò d'approf-
iìmarfi , e che nelle fue braccia prendelTe lo fcampo da' Cacciatori. Alle
parole del Santo fu ubbidiente la fiera, e quafi da fegreto incanto allettata
corfe co' fuoi figliuoletti a' di lui piedi , deponendo ogni timore . Scppravven-
nero trattanto i Cacciatori, che reflarono ammirati, ed attoniti nel veder
quelle beflie tanto felvaggie , co-^i prelto amnianfate prendere ripofo, e fcam-
po nelle braccia d'un incognito viandante . (e) Miravanfi ftuporofi l'uà-
l'altro , quando di loro un più ardito ebbe a dire : E come non ci pren-
deremo quelle beflie, che tutt'oggi ci han fatto correre fenza profitto adelTo
che volontariamente ci fi offrono . Ciò detto avventolTi contro del Santo , ur-
tandolo indietro , e gli averebbe ftrappata dalle braccia la Cerva , fé per repri-
mere la petulanza di coflui non gli avelie oppoflo il precetto nel nome di Gesìi
Grillo. Era quefto Idolatra, eperconfeguenzanulla fapevanèdiGesù,nè di
Grillo, ma ebbe a provare la forza di quelli porentifiimi , e fantilfimi nomi,
quando, rigettando più impropriamente il Santo, loaifalironoi Demonj, e eoa
ilrane guife tormentandolo , lo acciecarono , e mezzo morto lo gettarono a ter-
ra . Sbigottiti i Compagni a si orrendo fpettacolo , s'inginocchiarono a' piedi
del Santo, e colle lagrime fu gli occhi lo pregarono del perdono, e che fi de-
gnaffedifanare il Compagno . Altro non appettava il Santo, che l'opportu-
nità di manifell;ire l'onnipotenza di Gesù a loro incognita, ed in virtù d'elfo co-
mandò a' maligni fpiriti di partirfi da quel Corpo. Sgombrarono fubito con
prontilTima ubbidienza i Demonj , ma elfendogli rellata ollèfa la villa, con nuo-
vo miracolo gliela refe perfettamente col legno della Santa Croce . Fecero
allora diverfo concetto della fantita del Viandante iCacciatori, perchè li mi-
feroda per tutto a predicare! quattro miracoli avvenuti . 11 primo delle fiere
dimefticate , il fecondo della fubitanea invafione Diabolica, il terzo della libe-
ra-
{*) Rug. .,Cat, {i>) Suo Off. Rug, , e Cah (0 ^uo Uf. Surio , e dati . .
V I T E D E* V E S e O V I.\ i4j
razione, fdil quarto della perfetta vifta ricuperata, e con tal' energia divolga-,
rono i prodigi si miracololi , che quella Città , prelfo la quale feguirono , mutò
raotico nome di Ficocle in quello della Cerv ia ( j ) in memoria de' unti mira-
coli ruccelli per la Cerva .
Seguitò il nollro Santo il Tuo viaggio , ed entrò nella dettn Città di Ra-
venna, dove trovavaii un Cittadino per nome Orio di lui Parente , quale per
le lue prerogative vi fu polcia creato Velcovo . Dilacatoiiinbrevelo fplen-
dor« della Santità di BaiTàno, ciafcuno vinto dalla iua divozione , e riveren-
za, fé ne rapi di modo gii animi de' Cittadini , del Clero , e del Santo Pallo-
re , e parente, che tutcì ad un fol cuore lo preconizzarono per Santo, tutti
ad un fol cuore lo chiamarono al Sacerdozio, {ò) Sublimato che fu aquelto
làgro Ordine , lo fa, e lo confelTa la Chiefa di Ravenna , qual forte propu-
gnacolo le folle la lingua, la penna, e la Santità di Ballano contro le più cru-
deli perfecuzioni degli Arriani Coftanzio , e Collante , e dell' infame Giuliano
Appellata. Lo conobbe anche Bittinio, uomo di vita innocente, e Giudice-i
in Ravenna, quando per calunnia impollagli di ribellione contro Valentinia-
no Jmperadore videfi di fuu ordine condannato fopra d* un palco dal Prefiden-
te d'ella Citta; ma fé non gli fu concedo tempo delle fuegiuftediffefe da gli
uomini, che a tutti i conti lo volevano per morto con quell'infamia , che gli
macchiava il iuo buon nome , lo providde Iddio d'un Avvocato potentillì-
mo, perchè coli' invocare S. Baifano protettore della fua innocenza , ogni
icure repplicate volte volava per aria,ogni colpo in damo era slanciato (e) onde
fé all'invocazione del nollro Taumaturgo cominciò a provare il divinpadro-
cinio, ebbe anche perfetta la grazia , perchè il Prefidentefcorgendo da quello
ilrano avvenimento l' innocenza di Bitinio, lo rimile alle Carceri, erelcrilìe
il luccellò all' Imperadore, e fattafi nuova inquifizione fopra ledi lui accufe,
fu trovato innocente, e come tale fu reltituito alle lue primiere dignità , onori ,
e ricchezze confilcategli ; ma daiido egli un cakioa tutte le mor.dane vaniti
fi fece Dilcepolo del fuofanto Liberatore ; e quanto inbreve divenille perfet-
to , li può comprendere, perchè alliUendo un giorno alla Meda del fuo Santo
Macltro, Iddio gli rivelò che il ledei Servo del Santo, feco Battezzato iru
Roma , e feco fugito a Ravenna, fette giorni dopo fua morte, dal Purgatorio
eiavoiatoal Cielo, (^d)
Mentre a palli di Gigante caminava alla Santità il nollro BafTano in Raven-
na , era pallaio all' eterna Gloria (<) S Gencbardo Sello Vefcovo deila vec-
chia Citta di Lodi, e come vedova la nollra Chiefa fofpira /alo Spofo .
Solcafi m aUri tempi far l'elezione de' Vefcovi molto diverfamente d' addef-
fo , come (i iruova praticato dal principio della nollra Chiefa (/') e conti-
nuato iin'all'auno i}i9. nella creazione di Fr. Leone Palatino die fu l'ultimo
Velcovo creato dal Capitolo, o dal Clero. Di piìi in Alberico Merlino crea-
to Vefcovo, come favorito dall' Imperadore Federico 1 l'anno 1158 , pofcÌ4
come iicifmitico fu depollo dal Ca,)itolo, ed in fuo lu igo fu elc.to , edal-
lonto dal Clero S. Alberto, come fi legge nelle Vuc di quelli. Per creare
Q^j dun-
( j ) Rug. , e Manfr. ( b ) Rug. ,rCat. (e) Suo Uf. , t detti . ( </) Ru^.^
$Qmq. (^e) Alarttrol, (/j d'in. j./tuFiU.
14<? VITED E' VESCOVI.
dunque il Vefcovo, fecondo il coftume d'allora, farom dal Clero, e da' Cit-
tadini inftituite per tregiorniprocelTioai , e digiuni per implorare un l'anco Pa«
flore dalla divina Clemenza , che efaudi le loro preghiere inviando un Angelo
dal Cielo a rivelare a S. Clemente Sacerdote di Lodi il Vefcovo , che le^
aveva deftinato, qual' era BafTano , che abitava in Ravenna ( .« ) All'annun-
zio di fi felice nuova riferita da parte di Dio a tutti, li Cittadini relero le dovute
grazie, e poi ftabilirono una nobilitTima Ambalbieria al Santo . Correva_<
all'ora l'anno del Signore ^77. il cinquantefimo quarto dell' etìi del Santo
Prelato , ed il terzo dopo il fatto di Bitinio .quando quelli nobiliffimi Amba-
fciadori arrivarono a Ravenna , ed il Signore già aveva dif polio l'animo del luo
eletto Pallore a non far redìltenza alla ricchiefta d'accettare la Dignità da Vef-
covo della noftra Città , perchè già eflb eletto lo aveva . Prefentarono per fine
a* piedi del Santo la loro ambafciata, e come da parte dell'Oracolo di Dio gli
offerivano la Mitra Vefcovale di Lodi . Intefe il Santo che veniva chiamato a
quelli Dignità a guifa di /* ronne , e però con tutta modeltia rifpofe : Che era
pronto a fare la volontà di Dio . GratifTima in vero fu a' Lodigiani la rifpofta ,
e ricolmi di giubilo , (eco in breve prefero la partenza . All' arrivo di quefto
Santo Pallore tutta la Città (ì vide inmoto,ed in veritàfu infigne lafua entrata
in Lodi , non folo per le divotiffime dimoltrazioni de' Cittadini in accoglierlo ,
e riverirlo , ma anche per un gran numero di Itrepitofi miracoli operati , che
lo acclamarono per quel gran Santo eh' era. Inconorato fuori de' Borghi, e
dal Senato , e dalla Nobiltà , mentre , fecondo il coftume di quei tempi ,
tutti gli ammetteva al bacìo della pace , vide fra queili un Nobile già da_,
molti anni talmente appeftato dalla Lepra , che non folo poteva articolar pa-
rola . ma né anche proferire la voce , ed appena fu baciato dal Santo , che
lo rilanò perfettamente dalla Lepra, e da ogni altro malore .
Poco tempo prima queflo contaggiofo mal della Lepra aveva cominciato a far
molta ftragge contro d'ogni feffo , e qualità de Lodigiani , e con miferabile , e
fchiffofo fpettacolo infettava le membra tutte , ed all' arrivo del Santo una gran
moltitudine di eflìfe ne flava alla di lui villa , ma feparati dalli fani , facendo
quali lagrimevole teatro alle mura . Appena il Vefcovo vi fifsò lo fguardo , che
moffoa compaflione , dimandò conto di que' miferi , ed efTendogli rilpofto , eh'
erano tutti Cittadini , ma infetti di Lepra,ne fenti crudo dolore , e fatto vampo
di Carità , alzando gli occhj al Cielo , offerì per loro una breve orazione . En-
trò trattanto in Città, e pofcia in Duomo ricevuto dal Sacro Clero col debito
Cerimoniale, e cantando, ma reftòfuperato da un ripieno di Cori Angelici ivi
comparfi,efalito in Pergamo il Santo mviflo a lampeggiare dal volto fplendor
di Beato • (^ ) Ma fé quelli prodigi furono tranfitor] , continui furono quelli ,
che al fuo amatifTimo Gregge ottenne da Dio, ed ancora al prefente fi accla-
mano , perchè verfo la prima mezza notte dopo l'entrata del Santo , eirendofi
ogni uno di già ritirato alle fue Cafe , tutti gli infetti di Lepra fi fentirono fani, e
falvi. Appena però viddero a comparir il giorno, e riconofcendo la libera-
zione per grazia del loro Santo Vef covo, ciafcuno correva da efro,ed era ma-ì'
lavigliofo , e belliffimo fpettacolo il vedere per tutte le Itrade della Città a ca-^
minare '
( a ) Suo Uff. , « detti . ( ^ ) Paneg. cieato del P. Mich. Frane.
VITED E' VESCOVI. 14^
minare fani, e fai vi quelli , che poche ore prima non potevano formar un palfo ,
ed allegri quelli , che poco prima fpafimavano de' dolori, etutticoncordement»
facevano rifonar l'aria di Iodi , e grazie a Dio, che avelie provveduto loro per
Vefcovo un SI gran Santo, (j) Giunfero trattante al luogo tutti , dove elFo
ftavafi in orazione , e mentre che anche loro lo accompagnavano col buon cuo-
re fu fentita quella voce dal Cielo, che dilTe: ,, Rallegrati BafTano perchè le
„ tue orazioni fono fiate accettate ; E voi o Cittadini di Lodi, ancora ralle-
,, gratevi , perchè in avvenire qualunque farà battezzato , crefimato, overo
,, ontoconqueftofacroCrifma , per fempre farà ficuro dal mal della Lepra,»
fi videro a lai^riraar tutti d'allegrezza, ed a lodare il Signore, ma il Santo prefe
da quella voce ,epromeire del Cielo il tema d'un dotillimo Sermone , animando
loro alla coftanza della Santa Fede , ed a refiller intrepidamente all' erefie , che
molto male la travagliavano .
Per tanto nel principio dell'anno ^78. primo Gennajo giorno dedicato alla
fefta della Circoncifione del noftro Signore fu Bairano(6) confagrato noftro
Velcovo . Né vi volevafi meno d'un tal Santo per reprimere le fierezze di tan-
ti Lupi erefiarchi .(? ) che tentavano di erterminargli il Gregge, perchè eiFo
coll'efatilTima olTervanza de' divini precetti ,col freno della penitenza, e di
cemperanza tale , che quafi mai alTaggiò vino , col zelo delle anime a fé comell'e
•ra da tutti riverito per lo fpecchio di Santità, e per flagello potentilllmo con-
tro de* Scamatici , o Eretici . Per quefto , fé contro d'elfi in Àquilea fi celebrò
il Concilio univerfale , elfo vi intervenne ; Se il Santo Dottore , ed Arcivefcovo
di Milano Ambrogio celebrò il Concilio Provinciale contro Gioviniano,ed al-
tri, eHo vi rilìedette, e fi fottofcrilTe ; (come il Zodiaco della ChiefaMilanefe
EcUa Viti di S. Ambrogio, ed il Teatro della Città di Milano p. xjó ) Se il me-
defimj Santo Dottore ui per fcacciare gli Arriani,con elfo fi collegò; fedif-
trutti colloro foprai monti di Varefe ,(i) le ivi fé ne refero le grazie a Ma-
ria ; Scivi s'innUsò il Tempio, efeficonlagrò l'anno 389. i. Novembre, molTo
di divina ifpi razione vi comparve BalTano .
Nel coltivare la vigna di quella fua Chiefa vidde, e conobbe il Santo eoa
gran confolazione che il fuo Popoloera divotilTimo, ed in particolare de' SS. Ap-
poftoli , eper magf^iormente , elbivemente imprimergli nel cuore quella di-
vozione . erelTe un Tempio ad onore di elTi Santi l'anno 380., come un MS. di
quella Chiefa nella B blioteca di S. Filippo , e coli' alfiltenza del fuddetto
S. Arcivefcovo, e do' B Felice Vefcovo di Como fu confagrato , liberando (?)
nello ItrilTo tempo un' Olélla dal Demonio . Inoltre tanta eralallima, ed imof
vicendevole , chepaflava tra quelli cuoi Santi Prelaii ^'^mbrogio , eBaflàno,
che trovandofi quello in agonie di morte, giaccliè fi aveva anche predetto
il giorno del fuo tranfito , non potè mai rendere l'anima al Creatore fio*
che non ebbe prelente il fuo diletto BalFano . Avenne però in tal tempo',
come eflendo egli per morire udi dal nollro Santo eoa al ri Jiicorrere che lì
poteva fare periuo luccelFore S. Simpliciano, (/") ma che alcuni non lo ap-
Q. 4 pro-
{a) Or. -prop drl ftioUff ,Rug.,e Lat {b) SuoUff.^e detti . {e) StioUff. ,Stn 3.
fttfivitJ ,eMartirol. (^) Btg'og.all di qtuffo Santuar^e ZoJtico infr. (t) Su%
Uff. ,e detti . (f ) Zodiaco della Chieda Alti, dei ì^uein. mila vita di S. Stm^lidano .
z^9 V 1 T E D E' V E S C O V I.
provavano per effere vecchio ; Allora il Santo Dottore ripigliando tutto il
fiato, che la fua languidezza gli potò fomminirtraie , gridò , e repplicò:
Senex , Jed bonus Vecchio, ma buono , come in fatti poi fuccelTe ; moftran-
do in quello il moribondo Arcivefcovo quanto approvaffe i giudic] del San-
to Vefcovo di Lodi . Se poi voleffi trattare quanto era (oliecito del luo
Grege, potrei dire che non palTava giorno in cui non andaile in cerca de_
poverelli, ie orfani per far loro da Padre , fé infermi per cibargli anche di
propia mano, e fé languenti incurabili fino a bacciargli le piaghe . Quan-
ti Monifterj fabbricò alle Vergini , GoUegj all'educazione del Clero , e Spe-
dali per ricovero degli Infermi , e Pellegrini ; {a ) Qual forte coftanza fu
la fua nel fofferire l'orribile faccheggio di tutto il Lodigiano latto de' Gotti
l'anno 407. quando feco fu rovinata anche l'Italia tutta? E'purcofa
molto deplorabile come mai un Vefcovato si fecondo di fegnalate azioni di
quello Santo Pallore fia ormai refo sì iterile d' iftone , e come mai tante il-
luftri imprefe lavorate per lofpaziodi 35. anni dalla mano indefelTa del no-
Itro Santo, fiano Hate ieppellite. Ad onta però dell' inlaziabile rabbia de*
uoftri nemici, che nell' incendio della vecchia Città machinava d'abbrug-
giare con effa tutte le più raguardevoli memorie, anche della nortraChiela,
quantunque gemella con la loro, (^ò) anzi da fuoi Santi Arciveicovi perle-
coli ccnlervata , non ha potuto cancellare alcuni ftupendi miracoli operaci
dal noltro Santo e invita, e in morte, come fono per raccontare (e)
Tagliavanfi da' Mietitori le biade nelle Campagne preflb la vecchia Città,
quando un fanciullo innocente fcorrendo qua , e là per li campi , non vi
badando i Genitori, perchè attendevano a cogliere le fpicche, inciampò
in un ferpe velenofo , e calpeftoUo innavedutamente col piede, e fciolie^
fubito il veleno colla lingua , e morficò il fanciullo sì gravemente , che ia
un' inftante chiamando o mama , o marna , fmaniando di dolore fpirò. La
Madre accorrendo , e vedutolo fubito morto , datafi a dirotiffimo pianto «
lamentavafi della difgrazia, malediceva il ferpente , che l'avelTe uccifo, e
fcongiurava il Cielo che gli reftiiuifce la vita; ma il tutto in vano. Alla
fine portofFi l'eltinto Cadavere per feppellirlo nella detta Chiefa de' Santi
Appoltoli, feguitando la Madre il Defunto la quale non poteva reprimere
né le grida, né il dolore. In quello tempo per buona forte era nel Tem-
pio il Santo Vefcovo trattenuto in orazione , e fé lo ftrepito di chi accom-
pagnava , e portava il Defunto lo dillurbarono, molto più la Madre quale
non fi fiancava di fupplicare il Santo a rendere la vita all'eftinto fuo figlio.
S' intenerì elfo di compaflìone , comandò che tutti ufciflero fuori di Chiefa »
e ferrate le porte , ripieno di confidenza in Dio omnipocente lo pregò a^
condecere la vita al morto fanciullo , e quella confolazione alla gran fede
della Madre fconfolata. Lo efaudì il Signore , perchè il fanciullo comin-
ciò lentamente a palpitare , refpirare , e muoverfi ; indi a poco a poco , come le
fi fvegliafle dal Ibnno fi dirizzò in piedi, ed aperti gli occhj volgeva qua,
e là lo fguardo per la Chiefa, e cominciò a chiamar iua Madre, come^
ufano i putti , quando rellano sbigottiti da cafo iniproviio. Alle voci dei
tìgli-
i^a) Paneg.citafodelCartu. {i>) Lodidiù. 6.f.26i.,efcg. {€)SuoUf.,idim
VITED E' VESCOVI. *49
figliuolo tutti ft f'pinfero dentro la Chiefa già fatta aperta, e non fapevano
capire in fé di allegrezza , ma tutti ammiravano la potenza di Dio, e U
miracolofi virtìi del Santo Paftore .
Se q'jefto miracolo lerabra portentofo , in cui trattafi della vita del
corpo donata ad un morto , non men mirabile dovrà parere il feguente,
col quìle diede la vita dell'anima aJ un ingoruillimo avaro. Era iolito il
noftro Santo Prelato, per il cordialiiTimo arfVtto, che portava a S. Ambrogio
quando viveva , di andar a vifitare il Tuo Corpo in Milano, e per quelto
f:ne paflando un giorno per una delle più frequentate contrade rivolfe lo
fguardo in una bottega, nella quale vidde che il Mercante bilanciando le_
mercanzie, da una parte della bilancia vi ftava il Demonio in fembianzadi
Moro,qual veduto dal Santo , ed accortofi della cagione , fentì gran dolore
per il peccato di quel mefchino . Aveva in fua compagnia il Santo due ,
uno de' quali era il Santo Prete Clemente , già detto altrove , e l'altro Elboi-
no Diacono . A quefti dimandò fé vedevano quel Demonio , e rilpondendo
di nò, fece una brcviffima orazione al Signore, affinchè per maggior gloria
fua , e falute di queir anima fi degnafle mamfeltare il tutto anche a loro,
per poter convincere più ficuramente l'oftinazione di colui colla vifta di
tutti e tre. In fatti meritarono fubito la fteffa vifione, ed il Santo chiaman-
do il Mercante , prcfe a dirgli : Q,ual frode voi con tanta accortezza ufate
pel vendere le mercanzie per guadagnare a danno de' Compratori? Giura,
e (pergiura il malvaggio , e chiama in teftimonio della iùa giuftizia e Dio,
e i Santi , noa repplicogli il Santo : O quanto è pictofo il nofiro Signore,
che per farvi riconofcere del voftro errore ha moltrato a noi il Demonio,
che falta, quafi giubilando , fopra la voftra bilancia dalla parte del pefo:
Emendatevi, emendatevi , e guardatevi che quel Dio, che chiamate in_
teftimonio della bugia non ne prenda fubito contro di voi rigorofa vendetta .
La correzzione del Santo ebbe si viva forza nell'animo di quell' avaro, che
fubito fi ravvidce,e proftratofi a' di lui piedi confeisò il delitto, e pregollo
ad impetrargli da Dio il perdono, e per configlio del Santo fi mife a fcon-
tare le colpe con larghe limofine ,infegnandoalTieme agli altri ad ulaie 1a_,
rettitudine dovuta ne' contratti.
Già fentivafi ormai conluraato dal pefo di novant'anni,e che le continue
malarie erano per apprirgli in breve il fepolcro , e perciò fi mile con in-
fuocato amore a confermare il fuo Clero , ed il fuo Popolo, ne* buoni pro-
pofiti, fuggerendogli faggi avvertimenti, affinchc.potelFero tenere da lungi
tutte le faU'e Dottrine dell' Erefie Jafciando che t'ofie feppeUito nella Chiela
da elfo fabbricata ad onore de' Santi Appolloli ,e dando loro la Unta benedi-
zione, fpirò l'anima col bacio del Signore, qual fempre in vita fua aveva
cercato, fofpirato, e fvifcerataraente amato , l'anno 41 j 19. Gennijo , dopo
<3i avere governata quefta Chiela trentacinque anni .
Gli fece l'efequie il mefto Clero, coli' intervento della Città con pompa
funeltiffima ,edi tutta la dimoftrazione deli' affetto verfo del Santo Vefcovo,
-ma non pafsò feoza l'evidenza del gradimento in Ciclo, poiché in riconi-
penfa al tocco del facto Corpo li Demoni con orribile llrepico fi partivano
dagli
lyo VTTEDF VESCOVI,
dagli OfTefll, gl'Infermi ricuperavano la fanità , e confegutva ogni forta di
grazie chi con vera fede la richiedeva da Dio per i meriti del Santo . Anzi
quella divozione de' Lodigiani verlb del loro Santo Pallore mai s'è fminuita,
nccome Tempre è vifl'uta la protezione, che lui mollra verio di noi.
Lo vide co* propri occhi la fua Cura l'anno 1158. 14. del mete di Aprile
in Giovedì della fetumana di Pafqua {a) quando i fuoi nemici l'abbruggia-
rono , e con inaudita, e facrilega barbarie incendiarono Templi, e trucida-
vano i Cittadini , perchè molti di quelli riccorlero in tanti travaglj dal Santo
loro Avvocato, e Padrone nella fuaChiefa , e fi legge nella Lezione terza del
fecondo notturno dell' Ufficio antico della fua Traslazione, che apparve ia
(ìmiglianza d'un Angelo vedito Pontificalmente, e paifando fenza oifefa.*
gì' incendi fi portò lui monte Eghezzone , quafi a prendete pofleflb della
nuova Città, che in breve vi fi doveva fabbricare . In oltre tentarono gli
Averfati di fpogliarci delle Ven. Reliquie di elfo Santo, quafi venilTero
con quello a privarci della fua protezione , ma ebbero a pentirfene , men-
tre lubito che pofero le mani facrileghe , e crudeli all' opera, caddero a_<
terra tramortiti , come dice il citato fuo Ufficio , benché D. Pellegrino
Merula nel fuo li'«ro intitolato Santuario di Cremona , difcorrendo della
Chiefa Parrocchiale dedicata a quello Santo nella fopraddeita Città, dice
che rellarono morti auelli , che tentarono di toccarlo per trasferirlo , op-
pure rapirlo, e per quello fi deve afcrivere alla protezione del Santo, che
lolo la fua Chiefa folle prefervata, polla , come dic^vafi in que* tempi , nel
Borgo Orientale , eflendo ilate tutte le altre , o in tutto , o in parte
rovinate . (é)
Leggefi anche nel precitato Ufficio, come elTo Santo, o l'Angelo Cuftode
della vecchia Città, in guifa d'un venerando Vecchio comparve nelle cam-
pagne di Crema aJ una povera Donna Cittadina Lodigiana, affiittiffima
per l'eltrema fua povertà , cagionatale dalla defolazione della fua Patria t
si per elTere anche Hata fcatciata da ella, come perchè un Lupo aveale
rapito l'unico fuo figliuolo trattanto che,coftretta dalla neceilìtà per vivere»
lavorava a coglier Ipicche per le campagne : Le comparve , dico , e le_.
domandò di qjal luogo folle, e per qual cagione tanto fi lagnaife . Rifpofe la
Donna : Signore il luogo della mia abitazione è deferto, ed è dillrutto ;
La fua gente , che chiamafi di Lodi è trattata quafi da (chiava . Le rep-
plicò il Sarjto : O Donna (là pur di buon cuore, perchè il Signore m breve
fi ricorderà dell'afflizione del tuo Paele, e poco dopo foggmufe : E non ti
cruciare per il tuo figliuolo, perchè ancor vive , ed il Lupo non l'ha mo-
leilato in conto alcuno ; ed in fatti fé lo viue trattanto correre in contro
fano , e làlvo .
Un povero Contadino lavorava un giorno alla campagna (f) con un pajo
di bovi, col lavoro de' quali manteneva sé , e la fua poveia famiglia : arri-
vata l'ora di ripofare lalciolli in campagna a palcolare , ed elio trattanto
andò a vifitare il Santo Corpo nella fua Chieià ivi vicina , di cui era di-
votiffimo. Pafsò in quello tempo di là un ladro, dove vedendo chei bo-
vi
la) Mortn. (i>) Lodidifc.j.p.z^Z. {3) Rug.eCat.
V I T E D F V E S e O V !. «fi
Ti non erano da verun cuftodici, gli rubbò, e nafcofegli in una Cafetta vi-
cina al Te ni pi o . 11 Contadino, dopo d' aver fodisfacto alla Tua divozione,
ritornò per il fiio lavoro, ma non vi trovò più li bovi, onde per tal perdita
reftò fconfoIatifTirao, e dopo d'avergli per le campagne cercati, e ricerca-
ti , ma in damo, ritornò in Chiefa dal Santo piangendo , e pregollo fi de-
gnafTe d'ajutarlo nella (uà dilgrazia. Vi llette in orazione tutto il reftodel
giorno . e tutta la notte confidandofì Tempre nel padrocinio del Santo. Né
fu Tordo alle di lui preghiere, perchè alla mattina per tempo il ladro, fin-
gendo divozione , volle entrare nella (Iella Chiefa come faceano gli altri,
ma ecco appena vi miie il piede, che un elercitodi veCpe lo circondò tut-
to, e lo morficò si crudelmente , che era già ridotto col vifo mezzo gon-
fie ,e mil trattato nella teda, nella bocca, nelle narici, e nell'orechie , do-
ve gli penetravano rabbioiamente con eftremo Tuo tormento, fenza poter ef-
fere ajntato da alcuno , finché come pazzo gettatofi a terra fopra la ftefTa-,
foglia della Chiefa , palesò con orrendi gridi il furto de' bovi , e dove gli
aveva nafcofti : Andate prefto , gridava il mifero , andate a levargli che
fono quelli, che anno prela la vendetta della mia fceleraggine . Stavafi in-
torno a cedui attonito il Popolo, ed a que' gridi era anche accorfo il Padro-
ne de' bovi , e quando fenti palefare il luogo, ed indicarne la Cala dove era-
no nafcolH , corfe colà fubito allegro, e ritrovatigli gli conduffe alla fua^
filila, e poi tornato al Tempio raccontò tutto il lucccflb , ed il miracolo
del Santo. Conobbe il Ladro il fuo delitto, e pregando il Santo, con ef-
fo feco tutto il popolo , per il fuo i)erdono , lo lafciarono le veipe , e ben
emendato entrò libero in Chiefa a deteftare il ilio pecaato .
Se aUix4. d* Aprile fu diftrutta la vecchia Città, fecondo la profezia di quel
Ven. Vecchio rapprefentante il fuo Santo Paftore,o pure il Santo fuo Angelo
Cuflode. che comparve a quella Donna nelle campagne di Crema, in breve
fu riedificata, perchè lo ftelfo anno iij8. 3. Agofto fu gettatala prima pietra •
del'a nuova , che al prefente fi vede , ed in breve fu ridotta a perfezione-,
col favore, ed ajutodi Federico I. Imperadore; (<i) e non potendo comporta-
re oue' Cittadini di vivere diitanti dal loro Santo Vefcovo , eProttettore prin-
cioale prefTo di Dio, rifol vettero di fare una folenne traslazione deHuo fanto
Corpo, nella qual funzione lo Itedolmperadore, e fommi Prelati portarono
V Arca del Santo, il che fegu~i l'anno ii(Jj. 4. Novembre , come fi legge nell'
Ufficio d'elfo Santo, e con tal'occafioue fu portata anche l' Icona dell' Aitar
maggiore della (uà Chiefa, come dilli nell'informazione del Duomo . Dopo
quella funzione dice il Morena che l' Imptrador Federico, con pati gene-
rofiri al fuo carrattere, offerì lire trenta di danari Imperiali alla fibbnca-.
della Chiefa, e l' Imperadrice di lui moglie cinque lire a S.Baffano, quali
danari in quei tempi afcendevano a fomma molto confiderabile . Il facto Cor-
po fu ripofto nel fuo Altare, ove fi adora con grandiffima divozione da tutto il
Popolo Lodigiano , ed in ilpezie da tutto iT Clero della Cattedrale, quale
dopo Compieta ogni giorno va proceffionalmente a cantarvi la fua Antifona ,
Verfetto, ed Orazione de proprio ; e della fua Traslazione le ne celebra iti
Città la fella annuale con Mefla , ed Officio, ed in oltre a fua gloria tutti i
Ìa)Morin. Lune-
tji VITED E» VESCOVI.
Luned'i dell'anno il Canonico Parroco canta MelTa al fuo Altare con Mufica»
a Ipele della Scuola d'clTo Santo eretta in Duon:io.
Anche de' Sommi Pontefici anno lafciata perpetua memoria della ftima , che
fecero di quefto gran Santo . Di S. Gregorio fi legge in una fua lettera fcrit-
talÌ3. Marzo l'anno 1075. in forma di Breve alla Città di Lodi vecchio,
efortandola amorevolmente, ed alTieme comandandole diaffifterealdi lei Pa-
llore Obizone, che molto viene lodato in elFa come difenlore contro T Erefie
de'Nicolaiti, e de' Simoniaci di que' tempi, (come il Zanni iie* fuoi MS. ed
Inventario della Cattedrale) e nella fteira lettera, ofia Breve, il S. Ponte-
fice comanda che nelTuno di quefte Sette prefijma di celebrare fopra l'Altare
del noftro Santo Vefcovo. Anche l'anno 1413. eflendo Velcovo Fra Giaccomo
Arigone , eGio. Vignati Conte di Lodi', Giovanni XXIIL trovandofi quivi coli*
Imperadore Sigiimondo la notte del Santo Natale di Noftro Signore, cantò Mef-
fa all'Altare del noitro Santo , e l' Imperadore l'Evangelo Exiit E.h£inm a
Cafare Augufio &c. ( ^) in memoria di che il Papa conceffe l' Indulgenza
plenaria perpetua a quelli, che avellerò visitato queit' Altare il giorno della
fua Fella , come fi è detto alli -25. Dicembre .
Nota qui come alcuno ha dubitato del valore di queft' Indulgenza per elFe-
re ftata conceda da un Pontefice , che come illegicimo fu depolto dal Con-
cilio di Coftanza ; ma cosi foflè facile ad acquiftarla , come è facile ad
intendere la ragione, che la conferma . Primieramente perchè leggendoli
la conceiBone di quett' Indulgenza nel proprio Ufficio del Santo, che è flato
approvato e dalla Sacra Congregazione de' Riti , e da' Pontefici , aflìeme vie-
ne anche approvato il contenuto dell' Indulgenza dello Iteffo concedente Gio-
vanni , che in queft' Ufficio è chiamato pure Romano Pontefice , e tal' Ufficio,
colla Meffa , che fi recita nella Feita , coll'ottava del Santo Vefcovo è flato
emanato , non dirò a fecoli fcorfi , ma folo l'anno iÓ28. 12 Febbrajo,
come in fine di efTo Ufficio fé ne legge la conceffione . Di più ancora per
maggior confermazione del valore di quefta Indulgenza dico , che eilendo
rati molti dilpareri in que' tempi fopra la validità degli Atti di più Putefi-
ci , che vivevano in un tempo ftefTo, il Sacro Concilio di Coftanza dichia-
rò che gli Atti de' Pontefici follerò validiffimi fino alla rinunzia, anzi che
lo ftefTo Concilio gli confermava tutti, come Defendente Lodi difc 9. p.
4JO. e feg. ; dunque chi potrà dubitare della validità di quefta Indulgenza?
Anche Gregorio XIII. concefTe al fùo Altare il privileggio ad ogni Meffa
che vi fi celebri ogni giorno, ed in perpetuo della liberazione d'un Anima
dal (Purgatorio, come le ne legge l' ilcnzione in marmo nero per ifcontro ali.*
Altare del Santo .
Molti luoghi cofpicui parimente, (ò) come del Cremonefe , della Bref-
ciana , ed altri Paefi , come i Milanefi Iteffi nella Bafilica dì S. Ambrogio
maggiore ne fanno la fefta , ed in oltre Alberto Agoltano Prepofito delia_,
Chieia Parrocchiale Prepofiturale de' SS. Naborre , e Felice , e Canonico del
Duomo di Lodi , ed anche Canonico Ordinario della Metropolitana di Mila-
no, in fuo teftamento rogato da Criitoforo Sacco Cittadino di Lodi , e No-
tajo
<«) l//^aV, f F»//j«. !>. 144. (è) RH^fi".
VITA DE' VESCOVI. ij3
tajo Imperiale l'anno 1515. io. Marzo, incarricò li Tuoi Eredi a far dipingere
una beila , e grande Immaginedi S. BaiFano in detta Metropolitana all' Altare
verCo la Sacriftia, dove è la ftatua del Sommo PonteHce Marcmo V. Anche
il Maltro di Campo Governadore, e Callellano di PizzighettoneAlonlo Pa-
vone Palomino nel Tuo teltamenro rogato da Paolo Emilio Zanni Notaio,e
Caufìdicp Coli, di Lodi l'anno 1668. zi. Aprile inftitu'i un Canonicato nella
Cattedrale di Lodi fotto li titolo de' noltri Santi Vefcovi Protettori Ballano .
ed Alberto, anzi all'Altare precifodi S. BalFano aggiunCe altri legati , che
li poilono leggere in detto tellamento , il che tutto moltra la gran riveren-
za , e particolar divozione nella quale è Tempre (tato tenuto , e (ì tiene il
noilro gran Santo, al di cui Altare le oggidì li celebrano quattordici Melle fiU'e.
e cotidiane, s'argomenti quante di piìi faranno quelle, che vi li celebraran-
co per la loia pietà de' divoti.
Sarei poi troppo tediofo al Leggitore ( io temo) fé volelTi far racconto di
tutte le perfone , e delle Comunità di vote del noilro S. Ballano, delle quali so
che fé ne pollòno leggere buona parte nella di lui Vita Icrittadal Rugierio.
Però nonpoflbdi meno che non metta quella, per ellère leguita di frelcoje
notata lolamente dagli atti della noftra Curia Vefcovale .
La Terra di Marola fotto il Vefcovato di Sarzana ne' tempi andati , men-
tre tutti i luoghi circonvicini erano defolati dalla pelle, ella fola, mediante
il padrociuio di S. Beffano a cui riccorlein quello deplorabile, e comune fla-
gello , fu miracolofamente prelervata ; per il che in rendimento di grazie fondò
una Cappella ad onore del Santo obbligandoli con voto perpetuo tutti, e ca-
dauno delIaComur.itàa pagareannualmenteun tanto per iella per mantenerla ,
e di celebrarne la fella colla MelTa, ed Ufficio ; e perchè continuò moki anni
afervirlì della Mella, edeil'Ufficio^c'f'owHni , l'anno 1718. ottenne dal noftro
VefcovoOrteijfio Vifcontila Melfa , ed Ufficio noltro dt proprio , acciocché
folFe perroeiro dalla Sacra Congregazione de' Riti anche a quella Chicli col .
iuo Clero , il che confegui lo ftello anno alli 9. Dicembre dalla detta Sagra
Congregazione .
Male tanta flima ne anno fatti Perfonaggi di fuprcma , e di ordinaria
qualità, quanto maggiore ne doveranno farcii Lodigiani che nella propria
Citta, e nella propria Chiefa venerano il di lui Sagro Corpo, dal quale co-
me fonte di amore derivano innumerabili grazie, e come pegno d un gran
Santo rilonano ftrepitofi miracoli? Certo che si, e ballerà il due che in pro-
teftazione del loro cflequio anno celebrato fempre ,liccome celebrano la di
lui fella con tuttala più uilliuta , ef;iftofa folennitache nella Chiefa univerfale
fi collumi , qual è quali come la fella del SS. Natale del Salvador del Mondo ,
Collo Hello collume , e rigorofa legge di non poter elporfi cola alcuna da vende-
re, e ccn tutte le botteghe ierratein tutte le ore della fua giornata folennc. La
Vigilia li olTcrva con digiuno di precetto grave, la fera della medelima coU'il-
Juminazione della Piazza maggiore , e fuono univerfale di tutte le Campane^.
deliaCittà, cdellaDioceli ;dopo le due ore della notte non fi luona la ronda
della Gì ultizia; di notte li cantano tutte Icore notturne al fuo Altare, e di gior-
no MelFa, e Velcro Poutiliwale a più cori di mulici toraitieri }li più icitlti,
ay4 V I T E D E' V E S C O V 1.
fenzarifparmio di fpefe ;anzi il Rugeri dice che per il paffato fi celebrava
queftafefta con dieci cori di Mufici de* più ifquirui . Soleafi anchein tal gior*-
no fare una dilettevole caccia de quadrupedi fuUa Piazza maggiore , ma perchè
difpefroilriibreltavamelcolatocol dolore,etal gaudio finiva col pianto, fa
proibita , ed in quefta maniera tutta la giornata reità confagrata , ed impiegata
neir onorare il S anto .
EfeilLodigianodivoto gli ha Tempre profeflati i piìa diftinti,e riverenti
oflequj.che maraviglie poi, fé (grazie a Dio) lo ha fempre conofciuto po-
tentilFimo Avvocato. Neil' orribile llragge, che fece la pelle l'anno 1630.,
come ebbe quefta mifera Città finalmente a liberarfi , fé non quando fi rivolfe
alla protezione di S. Baflano, e ne cofta ancora la gratiifima memoria al fuo
Altare,quandoglidonòun Palio d'argento, colle tapezzerie di Fiandra, dove
fono figurati gli atti degli Appoftoli per ornamento della fua Cattedrale , come
a tutti è palefe , e vedafi li i8. Giugno . E' pur fama pubblica che il cadere^
rella profonda Fofla del noltro Caftello fenza minima ofFela fia per grazia par-
ticolare di S. Baflano? Che più? la grazia fpeciale concelfa da Dio a' Lo-
«digiani per le preghiere di quello gran Santo d'eflere (tati tutti liberati dalla
Lepra , come per approvato da S. Chiefa cantiamo nella fua orazione , che co-
mincia Dem qui per Beatum Bajjianum Conft(forem tuam , atque Ponttficem Fopu»
lum Laudenfem mirabili pietate à corporali Lepfa curare volutili é?'f. ,ed il non eife»
remai più alcuno flato oifefo , come atteftano col Rugeri altri da eflo citati, e
dall' ifperienzaftefla , che in altri Paefi io fteflb ho veduti infetti di quello pef-
cilente morbo , per il quale tengono Spedale feparato,enon già nel Lodigia-
ro, non comprova quanto fia ftato, e fia oggidì prediletto il Lodigiano da Di»
benedetto , e quanto maggior obbligo tenga di rendergli le dovute grazie , per-
chè l'ha provveduto d'un Avvocato si potente in Cielo , ed in terra .
yijtta del Corpo di S. Bajfano t fecondo l'ilirumento rogato da Lelio Micolli
ifotajo di Lodi li il. Novembre 1583. , e concorda circa la foftanza con
mna informazione data alle Stampe dal Canonico della Cattedrale^
Carlo Cipelli , mila quale per fua divozione tratta delle fjìe
celebrate ad onore del Santo yefcevo .
L'Anno 1583. in giorno di Lunedi 11. Novembre Monfig. Francefco Bolli
Vefcovo di Novara , come Vifitatore Appollolico della Chieia Louigia-
ra fotto il Pontificato di Gregorio XIII. , nella vifita della Cattedrale, colle
debite folennità vifitò il fagro Corpo circa le ore ^l. « di poi fu repplicata
la vifita alle due della notte dello Hello giorno venendo il Martedì per
foddisfare alla divozione d'alcuni de' Deputati della Scuola del Santo, e_
di altre perfone Nobili . Primieramente da' Canonici furono fatti accen-
dere lumi in gran quantità, e fatto il debito canto a lode del Santo, e fer-
▼ate le convenienti ceremonie, o folennità fu fcoperta con divozione la Calla
di marnìo, ove retta depofitato il Santo Corpo con i piedi verfo il Piazzolo
delle legne , ed il Capo verfo la Cattedrale per il longo del luo Altare, e
dell'Arca» o fia Cafla . Sopra il SS. Corpo fu ritrovata una coperta di or-
na t^fiao
VITE DE' VESCOVI. 155
thefino di color rofTo, ibpra la quale era nguraca l'immagine del Santo in
abito da Velcovo con lettere d'oro da capo del tenor prelente.
D. O. M.
ANIMAM DEO REDDIDIT DIVUS BASSIANUS 14. GAL. FEB. 412.
ed a' piedi altre lettere d'oro, che dicevano :
SANGTISSIME CONFESSOR CHRISTI BASSIANE PASTOR , ET
DUX POPULI LAUDEN. INTERCEDE PRO NOSTRA OMNIUMQ,j
SALUTE .
Il detto fagro Corpo , premelTe le decenti adorazioni , ed Orazioni , e colla
dovuta riverenza , fu rimirato, e venerato da molte Perfone prclenti, ier-
vandofi il conveniente ordine , e dopo d'elFere flato viiitato , ed ollequiato
dagli alianti, il detto fagro Corpo fu ricoperto d'un velo nuovo di color
bianco zenellato di feta di color d'argento , ed oro , comprato allora da uà
Deputato della Scuola per comidione del Velcovo Vifitatore,e fopra detto
velo fu mefla la detta coperta di ormeflno fìgurara, come fopra . Di poi,
fatto il canto conveniente da' Sacerdoti a lode del Santo , fu chiufa la Cail'a
di marmo , e le ferrate al folito .
annotazione .
Abbiam detto che morilTe li 19. Gennaio4ri., dovendo dire 413.» ma
quello fi fcioglie facilmente .imperocché da que' tempi antichi fi prendeva
l'anno dell' Incarnazione di Grido, non quello della Natività, come per il
più fi pratica oggidì parimente .
Tre Inni , che fi recitavano nell'Ufficio antico della feda del noftro Santo
Protettore Badino , quali , perchè in breve contengono tutta la
di lui Vita mirabile, ho filmato bene riportargli qua in un
folo per degna foddisfazione del divoto Leggitore.
Hymntts .
Mira cantemus venerando Sanftu, Orat in fomnis , vigilantGlientes
Qpi rudisvoto repcritur almus, Audiunt vocem puero loquentem,
A l'acro quodam fene Gordiano , Eft Poli Sedes tibi preparata
Luce fuperna. Euge Fidelis.
Mira res multum Baffianus ante Auribus Patris referuntur ilta,
JamfidemChriftiCrucem indicanti, Prceparat qu2jdam revocare volens
Pulveri fignum Crucis imprimendo Miliiem Ghrilti puerum docentis
Pradicat Infans . Ire Ravennam.
Gaudet inventor, lavacro falutis QjjafugaCervam.geminumquefoetum
Imbuit parvum Domino juvante Acriter urgent properc venantes
Parvuli votum fibi dante veftem Q,u« peregrino data grellus ejus
Tunc fpeciofam. Lingere caipit ,
Inde rranfcendens puerile quodque: Quam volens unus nequior levare
Tertia viftus foliti ciborum Impulit Sandlum temerò , fed illum
Parte contentus, reliquis duabus Sternit, &torquetDeus,acutroque
Pavii egeoos . Lumiiie privar .
Hic
i^tì V 1 T E D E'
Hic mifer ftrarusiacet,8cligatus,
d'io tanien Sanili precibus foluto
Cerva defenfa redit unde jullà
Venerar ante .
Jam viri nomen refonat peromnes,
Auà\t , ac orac capur amputandus ,
Labitur mox de manibus tenentis
Dira bipennis.
Cafar hoc audit liberai Bithinum
Illius jufTu fua poffidentem
Gratus US Judex fequiturPatronum
Jugiter h^erens.
Urbs erat Laudse viduata Sponfo,
Celitus nobisdaturinPaironum
Ute vir Sandlus populo precante
Flamine plenus.
Nuntios mittit populus Ravennam
Ducitur Laudem propiando Urbi,
Reddidit muto modulos loquelas
Ofcula dando.
Intrat hic Urbem , nimios jacere
Cernit infirmos , generifqueclari
In luburbanis fons extra Caltra
Illius Urbis.
Ofculans illos, gemitufque dando
Largiter fundit lacrymarum funtem:
VESCOVI.
Languidisautem recreando pra»ftac
Munera grata.
Inde fufpirans precibus falutem
Imperar Leprse llmul , & futurse ,
Perpetim totam renovando Urbem
Chrifmate SancSto
Irte San(florura meriris potenrum
Firmiter crede/is fore fé juvandum
Condidit prudens fub honore horum
Iple Gapellam.
Quam facrat tandem fratribus vocatis»
Uemones clamant, precibus fugantur
Urbe tunc prorfus : fimul , & puella
Pelle redemptis.
Prasrer hsec orans parer in facrata
Sufcirat motus populo itrepente
Dente Serpentispuerum perernptum
Tempore melìis .
Inde pr^nofcens obitum propinquum
Corporis glcbam tumulare mandac
In domo difta iìbi famulantes,
Valdedolentes .
G'iudet in Cxlis pius , & fidelis
Servus , & prudens , idt ò Bcatus .
Reddito terrae Domino vocante
Corpore Sacro.'
8. S. Ciriaco entrò iti quefto Vefcovato l'anno 4^7. , come li MS. del
Zani. Reggendo egli la noitra Chiel'à l'anno 451. iettila Re degli Unni , Pò-
poli della Scizia, tra alcune Cictà della Lombardia diltrullè anche Locii con
tutta la barbarie propria di cottui , che era nominato il Flagello di Dio. In-
tervenne il noftro Santo al Concilio Provinciale fatto in Milano da S. Eufebio
Arcivefcovorottoil Pontefice Leone I. Tanno 454. , al qual fifotiol'cri'.ie come
glialtriVcCcovi Comprovinciali , cume fi legge anche nei Teatro della Città
di Milano di Salvator Vitate a p. 243. Finalmente confumato dalle fatiche,
e difaggi per rimettere le Chiefe , e reftituire al luo Iplendore primiero la Reli-
gione Cnlliana nella fua Girti per la fiera perfecuzione del Barbaro malamente
trattata , relè lo fpirito al Signore l'anno 454. 27. Agallo , e fu leppell ito nel-
la Bafilica AbbazialediS. Pietro fotto l'Altare dedicato allolieiioS. Appoltolo,
come accenna anche il Marrirologio . Benèvero chela Chiefa e fiata mutata
dal fuofito , ed il depofito di quello Santo al prefente preci lamente è incognito,
e non è da farlène maraviglia, atrefe le tante frequenti rivoluzioni ,e deilolar
zioni deli' antica Città, il fuodepofico aveva quelt'ifcn^ione .
Si'
V I T F D E* V E S e O V I. «jf
Si quréris Lelìor tanto (juii di^nctur honen
rlir jactt Cyriacut , v.it^s ChriCli ,
MoTum flarus , àoihn , hontrificus »
Cafius , fius , bonus , honrfjut • ( « )
9. S. TIZIANO di nizioncAllemanoruccelTe a S. Ciriaco l'nnno 475. forro
il PonriHcaco di Simplicio- Governòquefta Chiefa due anni foli, ma con tale
fantitii .che viene annoverato tra li Santi Vefcovi della vecchia Ci ttà . PA'sò
jilla gloria iminortaleil primodi Maggio dell'anno 477. di anni 55. della fua
età , come da un' ilcrizione , che fi legge nella Chiefa di S. Pietro , ma perchè iti
tal giorno cade la feftì de' SS. Giaccomo,e Filippo Appoltoli fitrasfenvaal
giorno 4- di Maggio quella del Santo per decreto di Monfig. Boffi Vefcovrf
di Novara, e Vidtatore Apportolico della r.oftra Chiefa, ma l'anno 1717. fi
cominciò» celebrare nel giorno 11. come giorno proprio afiegnaco alfuo Offi-
cio . P'rdi Ferrar. , Sin. ). , Zani ,edArch. della Cattedrale .
Oviedo facro Corpo , come il Minfr. ,eFerrar. ; nel primo eccidio dalla^
vecchia Città dell'anno iiii.rimafe occulto per molto tempo .mictTendo fla-
to ritrovato nel Duomo antico di S. Maria fu trafportato con molte fante Reli-
quie nella Bafilicadi S. Pietro, e nella feconda ruina dell' anno iij3. reltò pi-
rimenie nafcolto , finalmente vifitando la BafilicadiS. Pietroilgloriofoaoltro
Santo Vcfcovo Alberto l'anno 117 j. fu manifcftato dal Demonio per bocca di
un' OlTefla , come il Vairan. citato dal Lodi difc. 6. Per allora il Santo lo depo-
fenel proprio Altare della llefià Chiefa, e l'anno 1584. fu vifìtato da Monfìg.
BolFi Vifitator Apportolico , e lo trovò così intiero , e da auell' Altare lo trasferi
folennemcnteneir Aitar maggiore . E non so con qual fondamento il Ferrar,
abbia potuto aderire che detto Vefcovo lo fece trafportare alla nuova Città,
mentre è cofa certa che fempre è ftito venerato in Lodi vecchio, ove ancorafi
venera nella llellà Bifilica dv S. Pietro , e per Inltrunaento rogato da Aur. Rolli
Cancell. Vcfc. , e dalli fuoi atti appare quanto fono per riferire della fua trasla-
zione a parola per parola .
. , L'anno 1640. Monfìff . Vefcovo Clemente Gera il giorno 4. di Maggio io
Venerdì fi portò a Lodi vecchio nella Chiefa di S. Pie' ro , edalla prelcuza di
molti telUmonj lì ruppe l'Aitar maggiore nella parte d'avanti , e dopo un ta-
„ volato di cotto fi fcopri un avello di marmo bianco col coperchio dclla.^
„ mcdefima materia ammovibile , longo alla proporzione della larghezza,
», quAle in am'oidue li capi aveva mtaghata quelta i fcnzione
A $ IXJ.
,, enei capo d'avanti era legato con piombo un avello di ferro grol!b;den«
„ trn di detto avelie fi trovò una Call'ecta di Piombo col coperchio longo due
f, fpiiine, larga , ed alta la metà in circa . Di dentro era fodrata tutta col co-
ft perchio d'un drappo di (età rollo dall' anM'.hità logorato ; dentro inellàCaf-
„ (et:a fi trovarono varjoiri , che la riempi^vano fino alla metta dell'altezza,
„ efoprailceperchiodiefla Cadetta erano fcntte di color rofleggiaute l'in-
i, frufcntie lettere io fimil Forma
R COR. '
(.j) Zani m' fuoi MS. Ifitr,
♦»
leS V I T E D E' V E S C O V I .
CORPUS S. TITIAN l
ETRE. SS. INNOCENTIUM.
„ Di poi dal vacuo di detto Altare fatto per levare l'avello fi fcopri anche vicino
), alla parte di dietro d'eflb Altare una Galletta di marmo bianco quadra col co-
,,perchio della meucfima materia larga una fpana in circa . D'entro d'elTa fi
,, vide effervi materia di polve rolTà ammalTata , qual credefi elTere terra_.
„ inianguinata , mifchiata con minuzie d'offi , e dentro ancora v' era un ta-
,, Zino di vetro di color azurocoU'orlo bianco, edineflbua velo rofl"eggiante_ >
i, quali cofe tutte furono ripofte dove erano. Di polii partili Prelato, ed il gior-
„ no feguente,chefu il 5. in Sabbato, al dopo pranzo GioannarabrogioPandino
„ Vicario Generale d'elfo Prelato fi portò da Lodi a quella Chiefa , e trovò che
,, (opra l'Aitar maggiore era Itara riporta una bellilTima , e preziofa Gaffa»,
,', d'argento fabbricata apporta, e dentro v'era ftato riporto il Corpo diS.Ti-
„ ziano, ede' SS. Innocenti, e co' lumi accefi fu trafportata ,edepofitata nell'
„ Oratorio delle Cafe dell' Abbazia , lafciandovi i lumi accefi . Il giorno fe-
,', guente^. in Domenica detto Moniig. Vefcovo fi portò ancora ad elfa Ba-
„(ilica, e di fuo ordine fu riportato , ed efpofto il Sacro Corpo colle Reli-
,, quie de' Santi Innocenti nella ftelfa Calta d'argento fopra l'Aitar maggiore
„ alla pubblica venerazione . Vi cantò Me (fa Pontitìcalmente Monfignore ,
„ nella quale fece un erudito Sermone adonoredel Santo, e finita la Melfa fi
,, diede principio alla proceiTione folennilfima . In quella portarono il Bal-
„ dachino diverfi Nobili, Difciplini,e Confratelli , tanto della Città , quanto
,, del luogo, mentre tutti vietano intervenuti , facendo in querta una vaga
„ compatta un grande rtendardo coli' immagine veneranda del Santo , portan-
„ dofi in proceffione dentro la calla d'argento il Corpo del Sato, e le Reliquie de'
„ SS. Innocenti . Finita la procelTione flette efporta tutta quella giornata fopra
„ l'Alter maggiore la Gaffa con entro i fagri Tefori , e dopo fu collocata dentro
), l'Aitar maggiore d'efla Bafilica , con queft' infcrizione Icolpiiain marmo .
CORPUS S. TITIANI
LAUDEN. EPISCOPI
CUM ALiaUOT SS. INNOGENTIUM RELIQUUS
SVB HAC ARA FUIT LVVENTUM
ITERUMQUE REPOSlTUxM .
PRiEMISSA SOLEMNI TRANSLATIONE
MDCXL. DIE Vi. MAH.
LAUDE ANTISTITE
CLEMENTE CERA NOVARIENSI.
vedi 24. Luglio Vita di S. Giuliano , e Compagni Martin .'
Nel tempo che viffe S. Tiziano cominciò la bella Italia ad ellere moleftata_,
dalle naziozi ftraniere , che a forza d'armi fé ne impoffelTarono . Ceffate tali
molertie quando penfava di godere un poco di refpirojfu di nuovo aiTalita da
un male peggiore del primo, che fu l'Erefia Arriana ,riffortadopo che era_.
fiata ertinta dal Santo Arcivefcovo Ambrogio ,e S. Baifano . Ora in tali,
è tante fventure ciafcnno può immaginarfi in che miferabile ftato poteva tro-.
Tarfi laQhiefà Lodigiana . Fet quello , avendo gli Uomini in que' tempi da^
V I T E D E' V E S e O V I . ^ ^59 ^
ppnfarea maneggiar piìi il ferro, che la penna , e di avere piìi follecituain^
della propria vita , che de' tatti ai crui, per cento anni in circa non fi trovano no-ì
minati alcuni nofhi Velcovi , i"e non (ino all' anno 594. in circa , nel quale le ne^
trova uno chiamato _!
10 Venanzio , benché da alcuni pare che fia notato Vefcovo di Luna ,
di prelente C'ttà diitrutta , cui è fuccelTa in luo luogo Sarzana , ed il Vef-
covato di Lodi , e non di Luna era Comprovinciale dell' Arci vtfcovato di
Milano , qual'è al predente ancora. Né vale il dire che nel tona. z. delle
Opere di S. Gregorio I. il magno nelì'epift. 22. data nel mefe di Maggio'
è nominato Venanzio V^efcovo di Luna , perchè nella ftclla epiltola fonò no-
minati i Lodigiani , non i Lunenfi . Q,uefto è il di lei principio refcritto
f'caelmenre, come fi può vedere nella ftcila : Qtwrundam d.- LjuJntium ve-
ni, ntium de parttbus ad ncs relationt p.rvt'nit , Religiofoslocorum tpforuin ita ah
E^ck/ìjftuy dtfceplinf tramite devtafff , ut nnllattnns in ftiis ntoribus aUioni^.
buftjtucaHOYìfce dtfpofìtio,m /latuta rrfpiciantà'c. Se non voleiTirno dire che-
Venanzio per qualche accidente folle Vefcovo e di Luna, e di Lodi nello
(tellb tempo, quantunqire Città da fé tanto rimote .oppure folle flato Vef-
covo dell' una , poi dall' altta fuccelTiva-nenic . Nel luo primo ingrelTo trovò
quella Chiela in peflimo fta'o rovinata da* Icaadali del Clero , e calpeltata da-
gli Eretici, contro le quali fventure ebbe molto da fudare per opporvi il rime-
dio . Ma perchè li protervi erano tanti , che da fé folo non era (ufficiente a far
rellillenrrnzaadelTi ,ricorfealS. Pontefice Gregorio, il quale icriflela detta_,
leacra aColtanzo Arcivefcovo di Milano , affinchè gli preltaffe ajuto , come in
ell.i fi legge .
n. S. Defideriofuccedeinquefto Vefcovato , regiftratoda Giovanni de Ne-
gravalle per Canonico Rc-gt.lare Lareranéfe . Mimllrò quella Chiela con "rati
l'jJe,dottrr.ia,efanti:icircaranno'^26..comeli MS.annonimidi S.Criltoforo,
Zani. Sin 3.,Ma tiicl.cheindicalafuaieilailii.Febb.,ei'Arch. della Cattedr.
11 Donato intervenneal Concilio uni vertale di Coltantinopoli intimato dal
Pontctì, e Agatone l'anno 680. Fu anche prefente al Concilio Provinciale fatto
da S. M nlueto Arcivelcovodi Milano, come dagli atti dello ftelfo Concilio ci-
tati dalSurio tv m. 3. , e dal Te itro della Città di Milano p. 245. di Salvator
Vitale. Fu Prelato di molta dottrina, e pietà, colle quali prerogative,^
fupeiò le tempefte della Chiefa ne' fuoi tempi aifai miferabili , ne' quali
dominava l'Erefia Arriana , e tal volta la Chiefa era retta da due Velcovi
Amano, e Cattolico. Zani, e Sin. j.
Qjipure mancano lenotiziede' Velcovi per lo fpazio di cento cinqumt' an-
ni incirca, non trovandoci alcune memorie d' elfi , mentre regnavano 1 Longo-
bardi , come il detto Zani .
13 Erimperto Allemano circa gli anni del Signore 822. vifTe noftro Vefcovo
vigilantilìiiiio, del q nle lene prevaUe il Pontefice Eugenio II. per acquieta-
re le dil'cordie tra li Pitnarchi delle Città di Aquilea , e di Grado, ed inter-
venne al Concilio di Mantova celebrato a tal hne circa l'anno 818. MS. det
Zani, e di S. Cri fi f.
14 Raileto da akuai ftim<ito di nazione Francefe, da altri della nob. Fa-
^1 migli»
^6o VITE DE* VESCOVI.
ffiiglia de'Fabj Lodigiano, da Canonico della Cattedrale affunto al Vefcova-
fo eletto dal Clero , e dal Popolo. Fu molto caro a Lodovico Imperador e il
Pio , e da effb ottenne l'Abbazia ricchiffitna di Saviniano nella D iocefì di Tor-
tona T la quale pofcia , per relazione del Zani , fu confermata dal Pontefice
Marino 1. , o Martino , come il Forefti nel Tuo Mappamondo l'anno 88 j. al Vef-
covato di Lodi . Confegui che l'antica Canonica di S. Pietro di Lodi vecchio
Ci convertine in Moniiiero de Benedettini Caffinenli coli' alfenfo del Pontefice
Gregorio IV. , e dell' Imperadore per eflere fuo jufpationato , che lo arric-
chì pure di molte rendite e l'anno 8ji. partì da quefla vita . f^edt Manfr.
fin. 3 Zan. Vairan. Monaco d' ejjo Mcnifl.
15 Enbcrto falì a quefta Cattedra Vefcovale Tanno 8^- » Uomo d'altif-
fjmo ingegno, del cui configlio, e prudenza fé ne prevalfe Lotario Impe-
radore, e Re dell'Italia ne'negozj rilevantiffimi , avendolo creato de' Pre-
fetti, o Vice Re dell'Italia. Di quello ne trattano le Iftorie di Verona di
Girolamo della Corte , le Croniche della Cancell. d'clfa Catied. nell'anno
837. , e vedi ancora Sin. 3. , eZmi.
\6 Giaccomo II. Lodigiano, nel cui tempo Lodovico Imperadore figlio
di Lotario nel principio del fuo Impero fece fabbricare ad onore di S. Stefa-
no Protomartire un Tempio l'anno 852. fui confini del Lodigiano, e del Pia-
centino in fito appellato Riva alta , luogo molto eminente, vago, ed ame-
no per le balfe pianure che domina lafciate col tempo dalle rovine del vi-
cino fiume Pò. Gli applicò per dote alcuni redditi, e malfime le ragioni,
«fcoflà della gabella del Porto fu'l detto fiume, ed il nortro Prelato gli con-
cerie la ragione di poter decimare « e fu confegnato a' Preti per fuo gover-
no. Al prefente fi chiama S. Steffano del Corno giovane , ed il Vefcovo
carico d* anni, e di meriti, preffo la Chiefa Lodigiana dalle miferie dique-
iio Mondo pafsò alla vita dell'altro l'anno 875. Vedi la vita dd Vefcovo No'
«hcrio , i AiS. del Manfr. , del Zani ,edi S. Crifioforo .
17 Gerardo I. Milanefc entrò per Vefcovo di quella Chiefa l'anno 875. ,'
e colla fua diligenza la accrebbe molto nella pietà . L'anno 8B3. ottenne
Anch' effo da Papa Marino I. l'approvazione dell* Abbazia di Saviniano , che
aveva Monfig. Raileto . Intervenne , e fi fottofcriflè all'elezione del Re
dell' Italia fatta da Carlo Calvo Re di Francia, ed Imperadore feguita in_
Pav ia. E lo fteflb anno 875., come il Teatro della Città di Milano del Vitale,afri-
ftette, e fi fottofcriflè al Concilio di Pavia convocato da 1 Pontefice Giovan-
si Vili. , finalmente l'anno 833. mancò da quefla vita . Sin. , 3. Zani , e MS.
a S. Crifiof. , e vedi Ifl. di S. Pietro di Lodi vecchio 19. Giugno .
18 Amajone AUemano molto indefeflamente governò la noftra Chiefa circa
anni cinque, e l'anno 894. finì il fuo corfo. Q,ueflo in fua vita ottenne pri-
vilegi di gran confeguenze da Guido Imperadore, e Re dell' Italia, econ-
ceffe a Melanfredo Signore di Lodi il titolo di Conte del fuo facro Palazzo
con molti privilegi , ed all'Abbazia di S. Pietro molta tenuta di terreno dalla
parte del fiume Larobro . Zani, ed altri [oliti MS.
19 Aldegraufo governò puoco tempo , e di lui follmente fi racconta, che pri- .
filegiò d' etTsnzioni l'Abbazia di S. Pietro luddcuo. Sigliti MS.
VITE DE' VESCOVI. »<Ti
10 Ildegarìo , o Aldegario , o Uderio Allemano creato noflro Velcovo
l'anno 896. , Configliere di Berengario Re dell' Italia , fu a diverfe conferen-
ze del Pipa , e dell' Imperadore , ed efTendo itato fatto un Concilio nella
Citta di Piacenza per acquietare le turbolenze della Ghiefa, elfo v'interven-
ne , e fi fottofcrilfc . Solite autorità.
ZI Zilio , o Egidio della Nob. Famiglia de' Vignati di Lodi Vefcovo . 11
Zani , ed il Lodi difc. io. p. 498 dicono che quclto Vefcóvo reità citato
in un lltrumento rogato da Gualterio Aboni i5. Marzo l'anno 914. , nel qua-
le lì legge la vendila che fa il Nob. Pietro Sommariva di vna parre del
Cartello di Turano, e del Palazzo grande di Vairano con (iioi «dincj , e ra-
Sioni per il prezzo di foldi ottocento di nnoneta Cefarea al Sig. Tommafo
e' Vignali t. del qu. Zilietto per fé, eperilVen. Sig. Prete (perufarele
parole proprie) Zilio de Vignate fuo fratello , e Vefcovo della Chiefadi Lodi,
del rclto non iitruova cola memorabile di quello, fuori che fu difenfore del-
la libertà Ecclclìatica , e l'anno 916. fini li fuoi giorni . MS., e [olite citazioni .
Non e da ftupirfi che in quello mio Giardino, di fpeilo nomini Caftclli
nel Lodigiano, perchè anticamente erano frequenti nel noltro Territorio,
ed erano neceifari per reilillere alle fcorrere delle barbare , e ftraniere Na-
zioni, e de' nemici circonvicini, febbene oggi in moltilfimi luoghi non fé
oc trovi nepp'jr pietra, ne nome, o memoria , verificandofi il detto del Poeta.
Moti ettam faxis , nominitufq; verut.
11 Adecario Prelato d'ottimi ccltumi molto caro amico di S. Adelberro
Velcovo di Bergamo, ed in pruova dell* affetto /ingoiare, e fincero che ii
portavano fcambievolmente, il Santo ne fi menzione nelle fue memorie^
OccUf^ò quella Sede Vefcovale l'anno 917. in circa. Solite citazioni.
1} Oglerio Allemano, del quile preci famente non fi polTono fapere né gli
atti, rè il tempo d;l governo di queiU Chiefa. E' rammenorato dal Ca-
blano nelle fue Lauviiddi lib. 7. AlS. folttt, e Sin. 3.
^4 Andrea Lodigiano creato Vefcovo l'anno 960., confagrato il 31. Mag-
gio , come alcuni dicono , Uomo di grand'animo , e politica, colle quali
prerogative leppc fchivare lo fdegiio di Berengario Re dell' Italia , che la^
inetteva tutta in rovina , e quantunque, per lottrarfi dalla periccuzione di
CoUui , Valberto Arcivefcovo di Milano , e Valdone Vefcovo di Como li
rifuggiaffero in Germania , il noftro Prelato (lette fempre collante , ed in-
trepido nella fua Sede . Calato pofcia nell' Italia Ottone magno impera*
dorè per le repplicateiftanze del Pontefice, de' Principi, e de' di lei Domiiun-
ti , fece la fua dillmta comparfa , e rappreientazione con Cefare , e dopo
che quello lu coronato colla corona di ferr > nella Bafiiica Imperiale di
S. Ambroggio maggiore di Mi. ano , Morlig. Andrea ne lenti gli effetti
della di lui real gencroiiti , cogli altri nvx infigii Perlonagi;i, perche gli
conceffe il dominio della Città con fetv. miglia di circuKo uel fuo Conta-
do, e colla facoltà di ailoluto Signore aia formadi Principe laico. Quin-
di nacque a' Vcfcovi Lodigiani il titolo di Conti per il loro dominio cha
tnno tenuto anche nel temp(ìrale. bfnché alcuni attribuilchino tal cagiono
«d altri Vcfcovi , o ia altre couciogenze ieguite , e di qua derivò l'ulo di
R I diam-.
iS^ V I T E D E' V E S C Ó V I .
diftinguere il Contado Lodigiano nelle Regioni di Vefcovato di foprU ^
di mezzo , e di lotto, come confta da diploma Imperiale nell' arch;
del Vele. In legno però della fua pietà alTègnò il Prelato entrate pei ilii»
pendiarfi Cappellani obbligati alla cotidiana refidenza Corale di giorno, e
di notte, come praticavali anticamente, nella Chiefa di S. Ballano fabbricata
dallo Itellb Santo, e conceire all'Abbazia di S. Pietro la ragione di poter
decimare, qualragione , o privilegio, come dall' arch. del noftro Duomo,
fu (bttofcritto dallo ftelTo Vefcovo , ed ellendo mmcaci il Prepolto , e_
l'Arciprete, che non intervennero a quel Capitolo, fu fottofcritto da dieci-
nove Canonici ; Prima li Canonici Preti , indi l'Arcidiacono col feguito
de' Diaconi, poi li Suddiaconi , e dopo di elTi gli Accolici, tutti Canonici
d'eflà Cattedrale , e tal privilegio fu dato il primo Dicèftibre 972. , come dal
iopracitato arcii. della Cattedrale nell'Inventario . Morto Ottone , e dopo
d'elfo due altri Ottoni, li Principi , e Prelati dell' Italia vergognandoli di
avere per loro Sovrani de* Principi ftranieri, crearono Ardoino Marcheie.-
d'Invrea per il Re dell' Italia nella Città di Pavia, ed ellb Re permortrarli gf;ito
verfodiMonlJg. Andrea, che in quella Real creazione aveva latte le funzioni da
Vefcovo, lo Iteilb anno, che fu il 1002. primo del fuo Regno, gli concelle il pri vi-
legio di pefcar l'oro nel fiume Adda, qual privilegio confervafi anche oggid'i
dallamenfa Velcovale,e come diceil Lodi difc. 8.p. 401. Di più gli donò il Caf-
tello di Caven3go,e di Galgagnano fpettanti alla R. Cam. , come dice Emanuel
Tefauro nel terzo Regno dell' Italia nell' annot.538. E fé qualch' uno mi dicelle:
Se Ottone aveva denato, come fopra , al Vefcovo il dominio temporale_
della Città di Lodi , e di fette miglia d'ogni intorno di elTa , già dovevano
eflere del Vefcovo anche quelli due Caftelli , che fono diftanti dalla Città
cinque in lei miglia in circa . Io rifpondoche per eliere fpettanti alla Regia
Camera li due Caltelli,forfi non furono comprefì nella donazione fatta da Ottone,
o che quella donazione era reflata ellinta per qualche lìnidro accidente .
Per ellere poi flato creato Re dell' Italia Ardoino lenza l'intervento di
Arnolfo Arcivefcovo di Milano, in tempo che era Legato in Coflantinopoli,
dichiarò invalida quefla elezione , come fatta fenza di elTo , elTendo rifer-
rata Iblamente agli Arcivefcovi di Milano la ragione di coronare i Re_
dell'Italia , sì per la longa prefcrizione d'anni, come per lin decreto del
Pontefice Gregorio puoco prima emanato . Per tanto comandò che fi facelTe
una Dieta de Principi, Prelati, e Principali dell' Italia, e (i addunairero in
Lodi , ed in quefla reltò dichiarato privo del Regno Ardoino, ed eletto
Ke dell'Italia Enrico Duca' di Baviera , che allora appena era flato creato
Imperadore della Germania. Qjjindi ne nacquero fanguinofe guerre tra_.
Ardoino , ed Enrico , nel qual tempo il noftro Prelato non potendo piìi
folFerire il grave pelò de' fuoi anni , decrepito mori l'anno 1004. A^S. foliti
ed Zani , e Sin. 5. - ■ '■
- 25 Nocheriodi Nazione Tedefco afTunfe al Vefcovato l'anno 1005. Levò
h Preti dal polTeiro della Chiefa di S. Stefano nella villa di Ripalta ,0 Riva
alta, che col tempo , laf ciato tal nome , prefe quello di Corno giovane,
4ella quale ho trattato nèUa Vita del Vefcovo Giaecomo U., e l'anno ioo<)\
io-
VITED E' VESCOVI. 2<?^
indufTe la ConrefTa Ghilalba co' fuoi figliuoli, a riitorare h ftefTa Cliiela,o
dotarla per Moiiiilcro de Monaci Benedettini . Di quell'Abbazia Te ne leg-
ge un Breve del Pontefice PaTcile li. nell' ardi, del iM^niitero de' SS. Cof-
mo , e Damiano di Lodi, col quale il Pontefice l'anno 1006. 15. Novembre,
tra varie concelTioni , e condizioni che' vi iì leggono, coni">;rma alla detta.
i\bbazia, o Monirtero la Villa adiacente, ed il Cartello, nel cui recinro
era coltruito il Moni'tero . So che il Sin. j. mette la data di quefto Breve
nell'anno 1009. ma la verità, come in tatti, e del ioo5. Nel govCino di
quelto Velcovo cominciarono i torbidi de' Lodigiani co' Milanefi, ne' quali
alla fine i Lodigiani pelcarono le loro rovine, come a luoi luoghi dirò, ma
prima di vedere tante fciagure della (uà Chiefa il Prelato parti da quello
Mondo circa l'anno 1025. Z.in. , <• Sin. 3.
Gli orribili prodigi rit'eriti dagli Itlorici , che feguirono in queflo tempo,
fìgnificarono abbaltanza le imminenti difgrazie di quelta Città, e furono
calhghi di Dio in pena de' Tuoi pecc.iti , come ho djtto anche al pr. Giu-
gno . ToMmalo Boz^o , riierito da Giaccomo Gualtieri , nel difc. 7. del
Lodi dice che in ella Città una Donna partorì alcuni ferpenti . Il Zani
nelle fue citate lltone MS. latine dice che molte notti furono vedute ombre
orribili, e tentiti voli tpaventofi di voci Umentevoli, e dilònanti , quali
non tolo rompevano il filenzio del ripofo della notte, ma di più mettevano
pegli animi di tutti li Cittadini un implacabile tpavento . p^edi arjsbeil Vtllan.
Se l'anno 653, la Città di Lodi provvide d'un Vefcovo degnidimo alla
Citta di Cremona nella Perfona di Ciriaco della Nob. Famiglia de Ponte,
l'anno 1025. Cremona glielo refe in
. i6 Oldenco G&llàlengo di lei nobile Concittadino cos'i eletto, ed accia»
rnato dal Clero, dalla Nobiltà, e dalla Plebe della, noltra Città, comc^
tempre fi era praticato nell' elezione degli altri Vefcovi, colla maniera
addotta nella vita di San B.idano . Fu quetto nuovo Vefcovo Uomo dì
fomma vigilanza, e prudenza , ma molto più fegnalato nella pietà, mentre
di lui narrano il Zani, e Giufeppe Brefciani nel tuo lib. intit. Rofe, e Viole
della Otta di Cre}n«nj,chQ donò alla Chiefa di S. Martino di Cremona, dova
erano Monaci di San Benedetto cento jugeri ci terreno , ailìnchè
pregalfero Iduio per l'anima iua . In tanto però che li Cittadini Lodigiani
ti ptoviddero di quetto Vefcovo, anche Eriberto Arcivetcovo di Milano
co.aacrò Ambrogio Alluno Canonico della fua Metropolitana, e lo ma.Tdò
per il governo di quella Chiefa, torto pretetto di aver ricevuto da Corrado
Irapcradore privilegj di creare il noftro Vefcovo. Fu Arluno rigettato
intrepidamente da' Lodigiani, e conlideranJo Ulderico d'elfer egli l'origine
di si gran mali per le guerre, che fubito intimarono i Milancfi a' Lodigia-
ni, dovette dire nel tuj cuore, come Giona cap. 1. ToUite me , & mtttitt
in ntjrc , & cejjjbtt mire., a vobis . Si mife a tu:ca forza a perfuadcre^
a' Lodigiani di permettergli il ritorno alla fua Patria , allineile ceiraifero
le boralche di guerra , che a loro Itavano imminenti . Tanto teppe ben_
tare , e dire il prudente Prelato Olderico, che la Città condefcetc alla di
lui partenza per ricevere Aluny, ma mgaluzatofi Eribsrto prefuaieva dide-^
R. 4 pri^^
atf4 VITED E* VESCOVI.
primere affatto t Lodigiani , burlandofi di loro , e volendo conferire gli
Uffici della Città a Tuo beneplacito. A fprezzi tali s'inafprirono i Lodi-
giani , e fcacciato Ambrogio vollero Oldsri co per loro Vefcovo , ma la_,
difgrazia portò che guerreggiando quefto a favore de' Lodigiani contro
l'Efercito Milanefe per tale punto di ragione , reftò morto fui Campo in
un luogo, che appelìavafì il Campo Malo , altri dicono che folle Alderico
Vefcovo di Arti. Egli è un (ito nel confine del Lodig-.ano, ftefo in pianura
predo il fiume Lambro di la da' Monti di S.Colombano da una parte, dall'
altra fu i confini del Pavefe , e dall' altra il fiume Pò , ed oggidì chiamafì
Cantonale per corrotto linguaggio . Seguita la morte del Vefcovo Olderico,
o di Alderico, qual folTe in verità, colla rotta dell' Efercito Milanefe , ve-
dendo Eriberto che non poteva foftenere i fuoi pretefi privilegi contro de'
Lodigiani , ricorfe dall' Imperadore Corrado , e tra li Cittadini Milanefi,
e Lodigiani amicabilmente fu concordato tuttavia , che di nuovo li Lodi-
giani accettaflero .
27 Ambrogio Arluno fuddetto per loro Vefcovo , il quale colia fua pru-
denza fi guadagnò talmente gli affetti de' Lodigiani, che in elfo riponevano
ogni loro fperanza di quiete « benché per elfo fofTero inforte le cagioni di
tanti mali. Mentre godeva in pace qucflo Vefcovato, Rolinda Moglie di
Ilderando Conte di Palazzo donò alla di lui menfa Vefcovale li Caltelli di
S. Vitto , e di Caftione con tutte le loro attinenze, come dall' arch. del
Vefcovato l'anno 1044- , e l'anno 1064. in circa mori compianto da tutto
il fuo gregge Lodigiano. Zani, Fillan. , e Stn. 3.
In quefti tempi la Chiefa univerfale pati graviffime moleflie, mentre^
elTendo ftato creato per legittimo Sommo Pontefice Aleffandro II. per la
fua pietà e dottrina , ebbe molto da fudare per difenderfi da Cadaloo ,
quale da Vefcovo di Parma era ftato creato Antipapa , che poi fu depoflo.
11 vero , e legitimo Pontefice Aleffandro fu Vefcovo di Luca , chiamato
Anfelmo della Nob. Famiglia de' Baggi , o Badaggi , già da molti anni
pallata da Milano a Lodi, dove ne pofnede il Decunonato. Che la Fami-
glia Baggi , o Badaggi fia la fteffa , vedi l'Anfiteatro Romano idi Pietro de
Crefcenzi p. 1. Il ritratto di quefto Pontefice fi vede nella Cafa del Nobile
Marc* Antonio Baggi Decurione di Lodi , e Feudetario di Secugnago . E
Gabriel Penotti nell' Iftoria tripartita de' Canonici Regolari di S. Agoflino
p. 2,. e. 4*. conta quefto Pontefice tra li Canonici Lateranefì.
28 Obizone della Citta di Acqui della Repubblica di Genova entrò nella -
Cattedra della Chiefa Lodigiana l'anno 1067. , e fu eletto fecondo gli anti-
chi privivilegi dal Clero, e dalla Città fenza alcuna moleftia de'Milanefì,
perchè Corrado Imperadore dichiarò che né Eriberto , né liMilanefiaveva-
ro alcun privilegio di dare il Vefcovo a' Lodigiani , onde per quefta dichia-
razione , offefi li Milanefi, nacquero crudeliflime guerre tra loro , e l'Impe-
radore , che ii puono leggere fu li Scrittori . 11 Lodi nel Sin. 3. difcorrendo
di quello Vefcovo lo mette fra li meno legittimi , ma poi ne fuoi MS. ,
che fi leggono nella Biblioteca Filippina fi dildice, e loonora meritamente
Fer fine impiegò tutta la fua paitorale foUecitudine per purgar quefta Chieià
. . dall'
VITE DE* VESCOVI. i^S
dall' Erefie, e da mille errori che la infettavano. Dice il citato Zani , che
il Nobile Lanfranco da Comazzo donò a quello Velcovo, ed alia menfa_,
Vefcovale le fu? ragioni di pefcar oro nel fiume Adda , il Cartello di S. VittOi
ed altri fuoi effetti , ma eliendo (tati donati alia fua menfa dalla liberalità
dell' Imperadore, ed altri de feudi, e de Caftelli, elTo con altrettanto fpi-
rito, e generofità ne fece dono alla maggior parte della Nobiltà, ma eoa
obligo di pagargli un annua recognizione. Anzi a quelti tali conferiva-,
con Imperiale autorità de' feudi colli titoli di Conti, Capitani, Valvallòri,
ed altri per obbligare li Nobili, e feco col loro efempio li Ignobili a con-
fervarli lotto l'ubbidienza della S. Romana Chiefa , giacché tanto i\ era_.
affiticato per ridurvili traviari , e confermarvi li deboli , elTendo allora molto
contraftata dall' Erefie, de' Nicolaiti, e de' Simoniaci , perchè in que tempi
deplorabili ogni beneficio Ecclefiallico nella Lombardia fi conferiva dalla_,
podcità fecolarc a chi più Io pagava. Finalmente pafsò all'eterna gloria-,
circa gli anni 107J. oppure 1075 . P^rdi Zini, ar eh. del Duomo , llfìnrddla
vita dà S. BjJpiM , t fui principio della vita dt S. Già. da Lodi Vefc. diGubbio
9. Settembre .
Anche di quefti Vefcovi, chea forza di danaro s' intrudevano nelle Cat-
tedre , ne toccarono due alla noftra Chiefa .
*9 Fredenzone Mantoano fu l'uno, e l'altro.
30 Rainaldo, e per effere ftati invafori,ed illegitimi , il naaggior onore
che polTa a loro far/i è palTarli fotto filenzo .
31 Arderico della nobilifs. Famiglia Vignati fecondo Vefcovo l'anno 1104.
prefe poirelfo della Chiefa Lodigiana, la quale per elFere ftatadiftratta dall'
ubbidienza del Sommo Pontefice dalli due fopradetti illegitimi Vefcovi , eiro
gli e la riconciliò . Intervenne al Concilio Romano, e vide la penultima-,
rovina della fua Patria l'annoiiii. Di quello Vefcovoleggcfinell'arch. del-
la Collegiata di S. Lorenzo una fentenza data a favore del Prepodo, eCino-
nici d'elta Collegiata contro li fuoi Parrocchiani perchè si erano ingiulta-
mente ufurpati il poiTeiro della Chiefa, e dell' Ofpitale di S. Sepolcro , quali
erano di ragione della Collegiata, e fabbicati fu certo terreno conccflb da-,
Bernardo, e Guarino fratelli Clevani . Sollenne molte liti per difendere le
ragioni della menfa Vefcovale, che teneva a Caftione , quali poi turono com-
porti. Ricuperò da'Milanefi tutti gli effetti, che la fua menfa polfedeva a Gal-
gagnano , e tutti quegli altri che potè avere in feudo, già perduti per lc_<
guerre palTate. Efiendo nate liti fiere tra elTo , ed il Vcfcovo di Tortona,
che tentava di privarlo delle Abbazie di Saviniano, e di Precipiano ottenute
dalla generofità degli Imperadori , e confermatedabeneplaciti Appoftolici ,
coniegui fentcnza favorevole da Enrico Arcivefcovo di Milano , e dopo inrai-
merabili moleftie virilmente foftenute pafsò all'eterno ripolo l'anno 1118.
2jn. Sin. , e MS. foUti .
32 Alone Lodigiano fuccelTe nel Vefcovato l'anno iiip. , mi non fi sa al-
tra memoria , come pure di .
33 VVidone Milanefe, che inftitui la Chiefa di S. BulTano in Cattedrale
yel tempo della rovinata Città , e non fi fa altro Sm, 3. e MS. [•liti .
34
i^5 VITED E' VESCOVI.
34 Giovanni Lodigiano occupuò quefta Sede Vefcovale l'anno "JP^ fu
fortillimo difeniore celle ragioni Ecclcfiatiche . Al di lui favore Roboaldo
Aicivelcovo di Milano diede una Sentenza l'anno 1140. iupra la mentovata
caufa dell'Abbazie di Saviniano, e diPrecipiano conerò Pietro Vefcovo di
Tortona, la qual fu fegnata da S. Galdino allora Cancelliere della Curia Ar-
ci vei'covale, e poicia Arcivefcovo di Milano, e dopo molte vittorie pafsò
all'altra vita l'anno 114?. Sin. 3. e MS. joìiti.
35 Lanfranco della Nobile Famiglia de' Conti CafTini Lodigiano entrò nel
Vefcovato l'anno 1143. Nel tempo che governò quefta Chielia S. Bernardo
Abbate di Chiaravalle circa l'anno 1144. fabbricò il Moniltero di Cereto di
là da Adda, cui il Conte Arderico (fi giudica che folle della fteffanobilif-
fìma famiglia dc'CalTini e fratello del Vefcovo ) contribuì rutto il fito , il
danaro per la fabbrica , e l'enrrata per la dote . Abitò in Borgo Carea , e fece
Cattedrale la Chiefa della B. Vergine polla in elTo Borgo, e vide l'ultima-,
rovina della fua mifera Patria l'aano 1158.
Vefcovi della Nuova Città .
LAnfrancomedefìmo ultimo della vecchia , e primo della riedificata Città»
come già rinovata fenice pofe la prima pietra del Duomo li 5. Agofto
dello itelFoanno. Introdude le dieciiette Parrocchie che erano in Lodi
vecchio , e lo ilelTo anno mori . Sin. 3. MS. dd Zani , e di S. Cnfl. e vedi
arch. dd Duomo aW invcnt . giorno zi. Alijgio fui principio ddla vita drl B.
Giacomo Oldo , lo fiato di Lodi vecchio djpo che fu dilìru.to , f 19 , Gut^n»
in. de S. Pietro di Lodi vecchio .
36 Alberico Lodigiano della nobile flirpe de' Merlini Uomo piuttofto de-
gno delle armi, che della Mura, e del Batton Paftorale , col f;vore di Fe-
derico I. da Canonico della Cattedrale l'anno ftefl'o 1158. fu latto Vefco-
vo. L'anno 1160. 3. Agoftogettò la prima pietra de'fundamenci delle mu-
ra della nuova Città nel cantone di ella verfo Porta Cremonefe,apprcirola
pallude di Selva greca. L'anno 1153. ^^'^^ ^^ folennilfima Traslazione del
Corpo di S. Ballano da Lodi vecchio al nuovo , come dilcorro nella vita^
di eflb Santo , e perchè come fcifmatico aderì a Vittore, e Falcale Antipa-
pi contro Aleirandro terzo Sommo , e k-ginrao Pontefice , fu Icacciato dal
Clero Lodigiano , e miferabilmente morì in Carara . Sin. 3. Morena , e
vita di S. Alberto .
37 S. Alberto de duadrelli tralTe i fuoi natali nel Borgo di Ripalta porto
nell'ifola Fulcheria , detta comunemente Gera d'Adda. Mentre iua Ma-
dre tormentava per i dolori di partorirlo, fu pregato un buon Prete a rac-
comandarla al Signore , ed effo con fpirito profetico predille che la Ma-
dre non temeile(a) perchè quel Figliuolo che era per nafcere farebbe di-
venuto un gran Santo, e Sacerdote. Tale in fatti fu ancora l'elro , per-
chè nato, e crefciuto in età fu maravigliofo il profitto che riporrò dalle let-
tere , e da' làmi coftumi , e tanto crebbe in iftima apprellò di tutti , che ad
elio
( a ) Ferrar. , ed Uff. proprio dd Santo,
VITE DF VESCOVI. ^ i<57.
cfTo ricorrevino i tribulati nelle loro angu(He ; i Letterati ne' loro dubbj ;
i Poveri nelle loro milerie, anzi ogni uno per tutti i cafì taceva capo da
lui, come le Api al proprio alveare . La virtli della milericordia però fo-
pra d'ogni altra faceva riirilti in quefto Uom ■> di Dio , perchè fcordatofi
del fuo necelìirir) vitto, e veltiro , niente fi poteva dir Ibo , ma tutto il lue
de' Poveri. Fattoli Sacerdote, giacché nella dottrina , pietà, e prudenza..
«ra Padre della Patria , tu creato ancora Capo del Clero, e Pallore di quel
^rege nel tempo che la Chieta Santa era malamente perteguittta da Fede-
«ico I. Imperadore.
- Inqueltetciagurela noftra Città, che da Federico riconolceva il natale, e
per gratitudine ad elio aveva aderita , l'anno ii5o. era (tata fcomunicata ( ^t ) ed
il (uo Vet'covo Alberico privato della dignità Vefcovale (b) dal detto Pontefi-
ce Aleflandro , ed in quello deplorabile Itato fé l'era pallata incallita nelle cen-
sure per otto anni , che tanti pafTarono tinche fi rimife nella buona grazia del
Pontefice fopradetto , come il Villan. a quelt' anno . Mentre quella nulla pen-
ava a cafi (noi , il mifericordiofiifimo Signore fi compiacque di l'vegliarla da_.
que/to letargo in tale maniera .
Quando 1' Imperadore Federico 1. prefunCe d'alTediar Roma e farfi coro-
nar lui, e r Imperadrice nella Bafihca di S.Pietro in Vaticano dall'Anti-
papa Pafcale , ebbe a provare quello flagello di Dio . ElTendo il Ciel lereno,
e bellillìmo , quafi in un batter d'occhio cominciò a piovere coniflupore di
tutti . Dopo la pioggia immediatamente lucceife la prima ferenita rilplenien-
tillima, la quale fubito portò il pellUeote influirò fopra dell' Efcrc ito Impe-
riale (blamente, perilchè molte Perfbne di ogni qualità , econdizione, tof-
fero Soldati a piedi , o a cavallo , Nobili , o Ignobili , Arcivetcovi , o Ves-
covi, Duchi, o Marchefi, in un momento fi viddero cadere a terra morti.
Or vedendo l' Imperadore che Iddio combatteva contro di lui a favore della
Città (anta, fi parti da Roma, e tornolTene nella Germania con puochi Sol-
dati avanzati dalla pefle .
Subito che la Chicfa di Dio fi vide allontanato dall'Italia il fuo Perfecuto-
re, S. Caldino che era Arcivercovo di Milano, coine Legato a Lacere
del Sommo, e legicimo Pontefice AleiT^mdro HI. nella Lombardia, tpedigli
Abbati di S. Ambrogio, e di S. Vincenzo di xMilano a figiiticarad Alber-
to Cacciano Prepoflo della noftra Cattedrale , ed a tutti gli Ecclefialtici , e
Conloli della Città di Lodi , che lafciaflero il partito di Pafcale Antipapa , c^
deirimperador Federico fiioi nemici , e che venilfero ben tofto all'elezione
d'un Vefcovo Cattolico , intimando a loro le pene ,ele cenfure Ecclefialtichc
•folite, incalodi dilubbidienza,come attetfa ilMorena.
Cagionò queft'arabafciata alterazione grande nell'animo de' Lodigiani già
obbligati con giuramentoa Pafcale , ed a Federico , e temevano dall' altro can-
to lo (degno del Pontefice Aleflandro. Per fine dopo varj , e longhi configl) ,
nfolferodi ubbidire al vero Pontefice AletTandro , e di accoflarfial di lui parti-
to , (cacciando il Vefcovo fcifmatico Alberico Merlino . Laonde il Giovedì
Santo, che fa li 19. del mefe di Marzo dell'anno ii<58. fu eletto dal Clero per
- ■ Vei-
C a ) Fill.w. , i Morcn. ( ^ ) Ferrar. , e Mérrùrol,
i<f8 VITEDF VESCOVI.
Vefcovo di Lodi Alberto Prepofto di Ripalta, fogetto di bontà, e di Religio-
ne corrifpondenre alla dignità, che venivagli impella , E perchè in tal tempo
fi ritrovava a Bergamo , con gran pompa fu levato da quella Città di tutti gli
ordinide' Lodigiani EcclefiaUici ,e Laici , che viconcorfero ,edalli 5. delme-
fe di Aprile con inefplicabile allegrezza fu accompagnato a prendere il poflelTo
di quella Chiefa , accolto con giubilo univerfale , e fauftillime acclamazioni di
tutti 1 Popoli . In quefto fuo Pailoral miniflero {a) nulla trafcurò che fpet-
talTe un ad vero Santo Velcovo . Primieramente l'anno 117}. i(titui il Con-
formo del Clero della Città , con regnandogli molte entrate da fpenderfi in
foglievo de' Poveri, in collocarZitelle , in Tufragar Defunti , ed in foltene-
re Minillri per fervigio della Chiefa. La lua Cafa era quella de] Po-
veri , e per quanto di continuo fi difpenfaflero in elFa molte , e grolle li-
mofine.mai fi fcemava l'entrata, anzi v'e memoria di quelto miracolo, che
•vendo un giorno diftruibuito tutto il danaro in tante carità, da li a poco
lo fcrigno , che era reftato voto , fu ritrovato ripieno . Ed il fuo Ufficio
proprio, che anticamente fi recitava nella noftra Chiefa aflerifce che tre—
volte in un giorno fu votato , e tre volte miracolofamente fu riempiuto.
Col prefato 5». Galdino acremente perfeguitò i Scifmatici nemici di Alefìan-
dro 111., e con quefto S.Atcivefcovo , vifitando la vecchia Città rovinata,
fcopri molti Corpi, e Reliquie de' Santi, come de' SS. Giuliano, Tiziano,
jp Ciriaco noftri Vefcovi, e d'altri Santi Martiri , con alcune Reliquie de*
Ì>S. Innocenti, quali gli furono manifeftati da Spiriti maligni, che tenevano
oflcffa una Gentildonna l'anno 1173. , come il Lodi dilc- 6. p. zjy., e 278.
Trasferi dalla vecchia Città alla nuova il fopraddetto Corpo di S. Giuliano
noftro Velcovo. Governò quelta Chiefa undici anni, e tre ixìeC\ in circ»
con gran famità, confermata da tanti fuoi miracoli mentre viveva, e dopo
la morte, che fu il giorno 4. del mele di Luglio dell'anno 1179. 11 di lui
Cacio Corpo, dopo d'eflere flato (cppellito con fommo onore, e tenuto in graru,
venerazione per alcuni fecoli nel proprio Altare della Cattedrale in un de-
pofito , Monfìg. Velcovo Lodovico Taverna fuo fucceiiore l'anno 1588. aj.
Dicembre lo trasferi da quelto rovinato Altare a quello della SS. Pietà nel-
lo Scurolo,o fia Confellione , dove con gran divozione è riverito per ncltro
Protettore dopo S. BalTano, al cui Altare l'anno iC^y. per maggior iuo or-
namento la Scuola della SS. Pietà quivi annella fece mettete le baUuttre
di marmo. La di lui facra Tefta altre volte fi coniervava fopra il Salva-
tor morto di dietro l'Altare Iuo , ma al prefente ila ripolla la Reliquiario
d'Argento , o fia bullo nella Sacriftia maggiore, e fi efpone a' tempi aebiti .
Fra Celeltino da Bergamo Sacerdote Cappuccino dice come quelta facra_,
Telia foleafi efporre nella folennità di S. Maria deda Neve, n;l qual
giorno fi faceva la fiera infigne fuUa Piazza, come per 1 Indul^^nza Plencria
nella Cattadrale vedevafi in Lodi conc&rfo di genti , ed i.-kimi d'ogni lor-
ta, che col bacciare piamente quefta Santa Reliquia oitej.evauo la fanita.
Anche quelli del fopranominato Borgo di R'paUa ricordevoli del loro
Santo Compatriotto , e mofll dalla di lui divozione impeiiarono l'anno i7i<?,
4- Lu-
(<? ) Sin. 3. allafua Piti , t eoncorda «' MS. dd Canonito Mrd.
V I T E D E* V E S e O V r. 169
4. Luglio da MonOg. Patriarca , e Doftro Vefcovo Mezzabarba lettere cir-
colari per la Citrà , e Diocefi, nelle quali efortava tutti i Lodigiani a con-
tribuir loro larghe limofìne per fabbricare una Cftiefa nella fteffa Cala ove il
Santo venne alla luce del Mondo .
^li uni miracoli di S. Albrrto nofiro Vtfcovo efì fatti dal proprio Ufficio , che fi re citava
anticamente dalla nofìra Cbiifa Lodigiana .
PErino da Palazzo per quaranta giorni fu tormentato crudelmente dal dolore
d'una gamba , la notte del quarantefimo giorno fi ricordò de' miracoli , che
operava S. Alberto, e perciò fece voto di donargli due gambe di cera fé fi
liberava dal dolore, ed in fatti (ubico la fteflà prima mattina feguente fi bvò
fano , e libero .
Albertino pure da Palazzo per duoi anni patnmagravifllma infermità nel gi-
nocchio dritto, ftandofempre per mano de' Medici qui in Lodi , ed il Tuo male
era ridotto incurabile , talmente che li Medici lo abbandonarono. Per fine fuo
Padre fece voto al Santo Velcovo di offerirgli una gamba di cera col ginocchio,
fé impetrava dal Signore la faniià per il Figliuolo. Il voto fu fatto alla iera ,
e la ftella notte l'infermo reltò liberato .
Il Prete Francefco Gruga , che vifle a' tempi del Santo , racconta che un Ab-
badeffadiS.Claraavevaunmile appellato le fcorbole,ed avendo fatto voto
che lo averia fatto dipingere con tale miracolo fopra il luo Altare , redo fubito
fanara , efodcisfeceal voto .
Vicenzo Riccardi d'anni undici in circa in tempo d'Eftate avendo fere andò
per bere dell' acqua benedetta , che era nell'avello dentro il Duomo apprellò la
porta del Broletto, ma per difgrazia gli cadòe l'avello addofro,edalla percof-
fareilòquafi morrò. Se lo portò a Cafafua Madre, fece ricotfo al Santo, ed
ebbe la grazia perfetta della fanitàdel Figliuolo .
Alcuni MS. della Libraria di S. Criltoforo aggiungono ancora queftc_
grazie .
Nicolino di BslTanoAguzc per la fierezza de' dolori fi volgeva, e rivolgeva
perterra come una belila ,epafsòbuona pane della Tua ianciulczza tormenta-
to da sì ftravaganti dolori, finché il fuo Padre , confidando di vctamente nel
Santo , glielo portò d'avanti , e dopo qualche orazione gli lece baciare la di lui
Tefta , e ritornò a Cala fano .
Catterina Agnefa figliuola di Pantaleone aveva dolori , che la rendevano
pazza , e futiolà.infpirata un giorno di riccorere da S. Albercoper la fanita»
in fatti dopo d'avergli fatta un poco d'orazione , e bacciato il di lui Capo lì fenti
Cina .
. Vicenzo Brambilla putto era si malamente attratto da' nervi, che flava^
tutto aggruppato. Barofola fua Madre lo porto avanti del Santo , e glielo
raccomandò con divozione, e fubito (idifciollc dall' attrazione , e ritornò da
(e a Caia fano , ed allegro.
Antonina figlia del Bellabocca aveva un figlinolo aggravato dalla febbre,
e dalla
»70 VITE DE' VESCOVI,
e dalla. Leora , (bifagaache noatbiTeftacooacocol lacroCrifmi della Chie-
fa Lodigiaaa, altrimenti noa avrebbe patita laLepra) lo raccomandò divo-
tamente ai Santo, e ticendogli bacciar lidi loiCipo reitò fano da ogni male.
Crutoforo Zanabone per tre me'.ì mii po:è moverli dal letto per il male
che lo tormentava, finalmente fartoiì portare dal Santo, al quale elTendofi
raccominiato divotamenie, ad avendo bacciata la di lui facraTcfta fubito
fi ri:Ta"ò . •
Criltoforo de* Banfi detto l'Abbate per certa fua infermità mai potè cam-
minare. Elilabetta tua Vladre lo pofe ibpra l'.Altare del Santo . raccomah-
dindog'iielo inltantemeate , e poi facendogli bacciare la di lui Ikcra Tefta,
fubito li fanò, e fi miTe a cammnare fpcditaTiente .
. Francelco da TrevigUo putto abitante a S. Colombano per infermità, delle
gambe non poteva ca.nmmare. MìfFeo fun Padre lo p^rrò avanti del San-
to, e dopo d'avergli fatta bacciare la lacra Teitafi mileacorrerehbcrament»
fenza alcun dolore .
Margherita tie'Cattanei fi ruppe il Capo per una cafcata , onde per molti an-
si mai potè itencer il colio , per fine ebbe divoto ricorfò al Santo , e colla
mano toccandogli la Teiti, nello iteiTo tempo ebbe la grazia d'ihderata .
Lafcio moke a'tre grazie , che potrei aggiunger ancora , riferite dagli lleiQ
MS'., colla fperanza che per degna fod-isfazione del pio Leggitore, e per
accrei'csre la divozione a qutlio graa Santo Velcovo nortro , e Protef.ore
abbia detto abbaitaoza j:e: maggior gloria di qjel Dio, che tanto fi ècoai-
piaciuro, e fi compiace d'effere glorificato nel noitro S. Alberto.
38 Alberico 11. della nobile famiglia Cornea Lodigiano, prima Canonico
delia Cattedrale, governò quelta Chieia dieci anni, e difefe valorofamente
la liberta Eccletìaitica, finalmente mori l'anno 1179. Sin. 3., MS. di S.
Criiìeforo, e Dott. B:tti .
39 Arderico II., prima Canonico, poi Prepofto della Cattedrale, come
il Sin. 3. alfonfe al Vefcovato, e logovernò anni i3. Fece li primi Statuti
del Capitolo l'anno 1214. quali fi cultodifcono nell'arch. d?lla Cattedrale^.
l'ottolcritri da elio, e da' Canonici di quel tempo . Si confervano ancora let-
tere a lui dirette dal Pontefice Innocenzio 111. 11 Sin. 3. dice che di quello
Veicovo non fi sa il cognome, né Patria, ma il Nobile Girolamo Cidim.j-
fti nelle fue inibrmazio.ii dello Spedai maggiore di Lodi d-.ce : Mm^.^.i- ef-
covo Albcri.o So^mjrizj l'anno I186 ^.Seitiiììbn fjiyìXÒ la Chi fa , e Sp:^Jak di
S. Salvatore di Graffignar. a da ogr,i fodro , albirgazione , ed altro , con fatto che
il Minifh-o di ditto SpdaU pagajje a ft, e [mi furcejfori ogni anno rje'.la f fta
ài S. Bajfano una lira di cera, e con altre condizioni. Si deve avcrtirc però
che lo sbaglio del nome Alberico può elTere leguito per errore Ue.Ia penna,
ellendo noi certi che il Veicovo Alberico non era Sommariva. ma di Cafa
Cornea . Per tanto fi può congetturare che quefto Vetcovo Sommariva_.
avelie nome Arderico. Per il reito mi rimetto a quello che polla eliere io
fatti .
40 Giaccorao ITI. Lodigiano della Famiglia Cereti , Abbate di Chiaravalle,
eletto neiiadifcordia de' Vclcovi, mori prima d'edere conlagrato l'atinoiiiS.
òin . 3 . , £^{f « , «• A2S. di S. Crijìof. 41
VITE D E* V E S C O V T. 171
41 Ambrogio II. Corneo Lodigiano , Nipote del lòpradetto Alberico , da_j
Citionico latto Velcovo , confacrato da Onorio HI. Sommo F^Mtetìce l'anno
12 18. , d il qual pelo Li morte fra pochi mefi lo fciolle nello Iteflb anno . Solite
autorità ...
41 Ottobello SoIHantino Lodigiano fu confacrato noftro Vefcovo l'anno
1219. Impiegò tutte le forze per ricuperare li beni , e ragioni fiate ufurpate al
fu(} Vcfcovato , e per correggere li cattivi cojtumi . 11 P. Girolamo BorfcUi
oeUe Iltocie di San Duraenico , citato dall' Archivio della Parrocchiale di
S. Giaccomoin Città, dice che quello Vefcovo collocò inelIaCiiiefadiS. Giac-
como li primi Padri di S. Domenico l'anno laio., e lo Itellb vien coufermaoo
dal Fagiani uell'arch. di elTi Padri . Li MS. citati di S. Criitoforo mettono
come obbligò li Canonici alla refiJenza perlbnale , ed introdulTe li F rancefcani »
ma per ultimo fu molto {limato dal Clero, tanto lo riformò, e con provviden-^
za , e difcrezione . Fu Uomo molto letterato, e pio . Inter /enne all' efequie
di S. Gua!iero ConfefTore Lodigiano con tutto il fuo Clero , e l'anno 1241. lo le-
guitò all' altra vita. Stn. ^. .^fdifoUti .
, Dopo la (uà morte flette vacante la Sede Vefcovale dieci anni , nel qual tern-r
pò la Città fu interdetta per aver aderita a Federico li. perfecutor della».
Chiefa. .
4^ Bongioanni Fiffiraga nob. Lodigiano fu confacrato noflro Vefcovo l'anno
1252. , e 11 7. del mefe d'Aprile fece la fua entrata folenne con gran fella della
Città, e Ville Vefcovo J7. anni, mori l'anno 1289. 8. Ottobre, efu feppeUito
nella Bafiiicadi S. Francefco : Stn. j. ^e vedi Ifìorte di qit<flo Convcmo !i 4. Otto-
bre. Reggendo egli la noftra Chiefa l'anno 127}- il Pontefice Gregorio X.
venne a Lodi , e fermoflì alcuni giorni , poi li parti per Lion di Francia,
ove ragunolFi un Concilio per conchiuder il modo di loUevar Terra Santa
opprellà miferamentedagl' Infedeli . l^tllan.
, 44 Fr. Raimondo Sommariva nob. Lodigiano dell' Ordine de' Predicatori ,
elettoli 2}. Dicembre dell'anno 1289. Fu gran Teologo, e Riformatore del
Clero. Intervenne al Concilio Provinciale di Milano l'anno 129J. co.ivocato
d'ordinedel Pontefice Nicolò IV. per la fpedizione di Terra Santa . Rerel'ani-
maal Creatore l'anno i29'5. ,e fu feppeUito nella Baiìlica di S. Domenico, la
qu ile in vita fua aveva molto venerata , e di molti beneticj accumulata . Fu n-
poftoinun' Arca di marmo rolTo coli' infegna della fua nobiliilima Famiglia
Tcolpitavi , che prima fu collocata Ibpra la porta della Sacretlia , e di la fu leva-
ta col tempo, ed il fuo Corpo fu ripoito nella Sepoltura de' Frati. Il depoiito
ebbe quelt'ifcrizione
Ortum fummj dedit darò ntihi Jlemmatr Ripa
Dominicus morti , Lauda fccunda Mitram .
Vedile [elite autorità .
45 Bernardo de' Talenti ,oppure Bernardino Tolentino, come dice Utavr>-
letta appela alla Cappella dell'Altare di S. Cnltoforo nella propria Bafilica,
daCanonico di S. Lorenzo diventò Vefcovo l'anno ii9<5. Peracciefcereii cul-
to della fua Cattedrale , col confenfo del Capitolo , ilabili che tutti li Canonici
ia AvveniiefqlTero obbligati ilU relìdenza perlbnale lotto pena della pcrU'ta
. " acUe
f^l V I T E D E* V E S e O V I .
delle rendite delle loro prebende. Per li miracoli dall' inondazione del Mar Gè»
rondo , e del feftilente Drago vedi pr. Gennajo , Villan. , Sin. ). , t It fopra citate
mutorità .
45 Egidio dall' Acqua Lodigiano , prima Prepofto di S. Lorenzo, fecondo
l'antico, e benedetto coftunìe tu innalzato alla Sede Vefcovale dal Capitolo
della Cattedrale l'anno 1307. 15. Giugno ; di poi , fecondo il folito ceremonia-
le , fa confermato dall' Arcivelcovo di Milano , come dall' archivio della noftr»
Cattedrale . Intervenne all' incoronazione di Enrico VII. fatta colla Corona di
ferro da Caflbne Torriano Arcivefcovo di Milano nella Bafilica Imperiale di
S.Ambrogio maggiore di elfa Città il 6. Gennaio ipi. , proceftando però V
Impcradore di non intenderfi col fucceflb del tempo di pregiudicare all' infigne
Borgo di Monza , ove dagli Imperadori foleafi fire tal funzione , o ceremonia.
Dallo fteflb Imperadore ricevette ampliirimi privilegi, che /ì leggono nell*
Archivio Vefcovale. Intervenne al Concilio Provinciale di Milano l'anno
fuddetto y. Luglio intimato in Bergamo . Introduife-Je Umiliate nel Mo-
niftero di S. Benedetto, e le Francefcane nel Moniftcro vecchiodi S. Chia-
ra, e come dico a fuoi luoghi. L'anno ijit. nel mefe d'Aprile lalciò la«»
Sede Vefcovale, e la vita mortale. Fillan.. ,e fol.
Nacque un'oftinato fcifma,che durò fei anni a caufa delle fazioni Guel-
fa, e Gibellina , avendo i Guelfi Canonici della CattedrJe creato Vefcovo
Alchero dall'Acqua, ed i Gibellini Canonici creato Roberto Vifconti, ma
per fineambidue fcilraacicando furono fcacciaii , e l'anno 1319. il Pontefi-
ce creò
47 II B. Leone Palatino Lodigiano dall'Ordine di S. Francefco , Uomo
di fingolar dottrina, e fantirà , per le quali prerogative non potendo foffri-
te li depravati coUumi del fuo Clero , in ogni miglior modo lo corregge-
va, e quantunque gli fofl'e dato il veleno da chi non voleva pili ibffenre le
di lui ripreniìoni , Iddio benedetto lo difele miracolofamente , perchè non
fenti offel'a alcuna. Elfendofortiffimodifenfore delle ragioni della Tua Chie-
fa , fu anche qualche volta sbandito, ma alla fine rellando gloriofo in tut-
to , ricevette la corona della fua pacienza in Cielo l'anno 1343. ^o Feb-
braio , fecondo il noflro Martirol. , benché il Sin. 3. dica 16. Marzo, e fu
feppellito nella Bafilica di S. Francefco. Gonzag. de Orig. Scraph. Rdi^. »
l^artirol. , Sin. 3. MS. foliti, e vedi j. Mai^gio Ift. di S. Croce .
48 Fra Luca Caftello Lodigiano dello ftello Ordine de' Frati Minori, Uo-
mo eccellentitrimo nelle lettere, e nella pietà, fu confcicraco nofìro Velcovo
l'anno 1344. Cominciò egli di nuovo a ripigliare il titolo di elTere appellato
Vefcovo, e Conte di Lodi , il che è fempre flato ritenuto da' fuoi Succefi'ori,
Introdufle li primi Agolliniani Conventuali . e l'anno 135^3 parti da quello
Mondo . Vedi 21. Gennajo Ift. del Conv. di S Agncfe, efolttc ataz.
49. Paolo della nobile famiglia Cadamolli Lodigiana confacrato Vefcovo
l'anno 1354- Celebrò un Sinodo per difendere le ragioni cella fua Chiefa l'anno
1364. ,e l'anno 1385. ricuperò molti beni da Gio: Galeazzo primo Duca di Mi-
lano, quali erano itati tolti alla fua menfa Velco\ale da Bruzio , e Barnabò
Vifconti. Riformò gli Statuti del Vcn. Conlorzo . Pofe l«i pnma pietra del Caf«
cello f
V I T E D E' V E S e O V I ; i^j
tello , e fu Nunzio AppoftolicoinUngheria,e l'anno ij86. mori , efu feppellito
nella Cattedrale alla Cappella di S. Maria della Neve entro un avello di marmo ,
dal quale furono gli olB Tuoi, come guellidel Vefcovo Cartello fuo predecello-
re traCportace l'anno 1589. , in occahone di fabbrica , e di riparazione di detta
Cappella .nella Sepoltura del Conforzo del Clero di Lodi , come li MS. co-
mentarjUtorici di quefta Famiglia fatti da Defendente Lodi, ^tdi Ji». 3. ,r
f«lite at.iz.
Seguirono due anni, ne' quali chi afferifce efl'ere ftato Vefcovo il Cardinal
Angelo Sommariva, echi elVervifempre Raro il Vicario Capitolare per eilere
la Sede vacante, pure fi veda il Lodi nel difc. 9. p. 450. al quale io mi ri-
metto .
50 Pietrodella Scala Veronefe l'anno 1^88. fu creato noftro Vefcovo, ma il
primo di Luglio dell' anno 1590. d'ordine di Gio. Galeazzo Vi fconti primo Du-
ca di Milano dovette fgombrar il Paefe,emori in Mantova ugualmente ralfe-
gnatoa tutti i colpi della fortuna. Lodidi[c. p.p. 451. , e citazioni folite .
51 Fr. Bonifacio Botigella Pavcfe dell Ordine de' Romiti di S. Agoftino,
Teologo primario dell 'Unirerfità di Pavia , col favore del fuddetto Duca entrò
in quelta Cattedra Vefcovale il II. Maggio l'anno 1393., come il Sin. 3. , e MS.
foliti , benché il Lodi nel difc. 9. p. 451. dica l'anno 1395. Uomo di virtù, e
prudenza Angolare . Rirtorò la Chieia di S. Agnefe , fu lollecito nel ricupera-
re li beni fmaritidellafuaChiefa,eper fine l'anno 1404. in Pavia pafsò all'altra
vita , e vi fu leppellito nella Chieia di S. Agoftino , della quale , vivente , era
fiato infigne Benefattore . Solite autorità .
51 Fr. Giacomo IV. ArrigoneLodigiano dell' Ord. de' Predio. (j)di pove-
ra, e balfa ftirpe, che eflendo fanciullo per guadagnarfi il vivere fi mifcad
imparare il meftiere di Sarto ; Ed in quefta età, o per gioco, o per ira_,
con un Stilo feri un altro fanciullo fuo pari , e compagno di meftiere nella
itelFi bottega , e tale fu il colpo, che lo ucci(e, come dicono alcuni . Per tal de-
litto temendo la Corte fc ne fuggi per ficurezza in una Chiefa, nella quale
entrando a cafo un Francefe , che era di paflaggio per Lodi , come lo vide,
ammirando la prontezza, fagacità, e bellezza del figliuolo, lo richiefe fé
voleva andar feco in Francia. Accettò quefto l'efebizione, vedendo dì
non poterfi formare nella Patria fenza pericolo, e lafciollì condurre in Fran-
cia. Ivi puoco dopo prefe l'Abito dell' Ordine de' Domenicani , e datofi
con fummo ardore agli itudj, divenne in breve tempo dottillimo , non fen-
za idupore di chi lo conofceva, non avendo imparato prima di entrar in^
Religione che i primi erudimenti della lingua latina, che fono i fondamenti
di tu te le Icienze . Fermatofi un tempo in Francia tornò in Ira'ia.gia per
il luo valore creato Maeftro in Teologia, e poi dal Capitolo Generale di
Norimberga l'anno 140J. creato Reggente nello Studio generale del Con-
vento di Bologna. Qi^,indi pallàndo a Roma acquiilò tanto credito nellci_
diifjue geiierali , che Gregorio XII. , udita la di ItJi buona fama, lo lece
Jklacilro del Sacro Palaz/.u, e da queft' Ulficio fu aHunto al Vefcovato della
lua Patria dal Puntefice Aleilanàxo V- l'anno 1409.) dal quale già era cor
S no-
(j) Micb.Ftò.
4^4 V I T E D E* V E S e O V f .
»ofciuta la di luì virtìi, e molto pili, {a) la conobbe nel Concilio Plfano,-
dove intervenne.
In quefti tempi la Criftianità era molto travagliata dallo fcifma , ed era-
no tre quelli, che pretendevano d'edere Pontefici . 11 primo era Pietro de
Luna Spagnuolo detto Benedetto XIII. , il fecondo Angelo Corraro Vene-
ziano, detto Gregorio Xll. , il terzo Baldall'ar Colla Napolitano , detto
Giovanni XXIII. , o pure XXII. , come lo appellano altri . Onde per libe-
rare la Chiefadasi pcrniciol'e divilioni (/;) il giorno io. Novembre dell'anno
1413. vennero a Lodi l'iinperador SigUinondo per tenervi una Dieta con..
Giovanni XXIll, luddetto qua venuto ancor eflb. In quelta Città fu Inabi-
lito effere necedario un Concilio generale da tenerfi nella Città di Coitanza,
nel quale intervenendo i Prelati della S. Chiela , folle tutto il Popolo Cri-
ftiano ridotto l'otto l'ubbidienza di un fol Capo, e legittimo Vicario di Cnlto,
(e) e fu intimato in Lodi il detto Concilio il 9. Dicembre dello ftefTo anno.
Per tutto il tempo , che quefti due gran Perfonaggi dimorarono in cotelta
Città , Giovanni XXIII. fu alloggiato dal noftro Vefcovo Arrigone , e l'Im-
peradore da Giovanni Vignati Conte di Lodi, e Signore di Piacenza. In-
tervenne il noftro Vefcovo al medefimo Concilio di Coftanza l'anno 1414.»
nel quale più volte ebbe da predicare con fcmma lode , come confta dagli
atti dello IteiTo Concilio, e dove per di lui commillìone condannò al iuoco
gli Eretici Girolamo Praga, e Giovanni Hus . Per fine l'anno 1418. pafsò
all'immortalità, lafciando dopo di le eterne memorie d'elTere, per Tempre
acclamato Gran Teologo , inligne Dottore, e potentillìmo flagello dell' Erefie
de' fuoi tempi .
53 Gerardo II. de' Capitanei da Landriano (^d) l'anno 1418. creato Vef-
covo di Lodi , intervenne al Concilio di Bafilea l'anno 1431- nel tempo ,
che fi celebrava l'otto l'ubbidienza del legittimo Sommo Pontefice, e dal Con-
cilio fu mandato Oratore ad Enrico Re d'Inghilterra. Nel tempo che go-
vernava quelta Chiefa , il Moiiiftero de' Monaci Olivetani di Villanuova^
fu fondato, e dotato dal Cavaliere, e Dottore Nicolò, e dal Cardinal An-
gelo fratelli Sommariva , (<:) come per Iftrumento rogato da Ghifterio Bo-
nacenti IO. Dicembre 1417. in Roma. Introduile i Terziarj diS. Franceico
a Montebello , e accrebbe l'entrate alla fua menfa Velcovale . L'anno 1437.
Eugenio IV. lo paisò al Vefcovato di Como . (/) L'anno 1439. nel Con-
cilio Fiorentino fu creato Cardinale dallo ftellb Pontefice , e fpedito per
Legato a Latere a Filippo Maria Vifconti Duca di Milano . In tale qua-
lità di Legato l'anno 1440. aggiunte, o piuttollo refttitui a quefta Catte-
erale la dignità dell' Arcidiacono , mentre , come abbiara detto nell' llloria
della Cattedrale , era anche a Lodi vecchio , e la dotò colle rendite di S . Mar-
tino Rollo da Comazo , benché quefte per !e ingiurie degli Uomini (^) fia-
po pallate a formare un Beneficio femplice, Imembrate da quefta dignità.
Vi
( a ) Sin. 3 . {b) Lodi dìfc. 10. p. $iS.,e Villan. ( e ) Sin. 3 . Michel Piò , e
Bollar., qual non concorda col Stn. 3. , che mate l'intimazione fotta il 8.
{d) Sin. 3. {e) Vedi r().Sttt. Lodi dtfc. (). p. ^^z., e feg.U [oliti MS. {[) Sin. 3.
C s ) ■^rtf}. dd Duom alfolitg Ubrg dtU' Invcmam .
V I T E DF V E S e O V I. 275
Vi affegnò aache le rendite delle Chicle , o Oratorj di S. Ambrogio da Bor.
ghetto, e de' SS. Michele , e Rafaele di Portadore . (.») Inltitui anche la
dignità del G.mtorato , quale fotto il governo di Monfig. Ortcnfio Vilconti
f^aljò al titolo di Primiceriato (b) e g_li uni le rendite di S. Pietro all'Ange-
o, di S, Maria al Pratello,e di S. Eulemia di Bariano . Di quell'ultimo
leggefi nell'archivio della Parroccliiale di Merlino, l'otto la di cui Parroc-
chia trovali tal fito, che Monlig. Vefcovo Scarampo in atto di vilìta l'anno
1574. }. Novembre decretò, che non potendoli riparare per elTere quelli
lutto rovinato , foife trasferirò col ilio titolo ad elTa Parrocchiale , eoa
le lue ragioni , e finalmeiue querto Vefcovo , e Cardinale Fanno 1445 9.
Ottobre mori in Viterbo, (() e lU feppellito nella Chiela de' Frati Mmori
di S. f rancel'co .
J4 Antonio Bernerìo Parmiggiano entrò al polTelTo di quefto Vefcovaro
l'anno i4]7. 29 Settembre. Accrebbe l'Aula Vefcovale , e le lue rendite,
come il Sin. j., perche , come riferilce l'archivio della Cattedrale al libro
citato, incorporò coli' entrate Veicovali l'Arciprebenda , che era a G-jlga-
gnano, allegnando alla cura d'anime un Parroco mercenario, e graduò l'Ar-
ciprete attuale di quel Luogo della dignità dell' Arcidiaconato nella Catte-
drale l'anno i444. Donò libri , ed altri ornamenti al Capitolo, riformò li
Statuti del Clero , trasl'eri folennemente li Corpi di S. Gualtero dalla propria
Chiefa della Mifericordia, ed il Corpo di S. Daniele Martire dalla Chiefa
Abbaziale di S. Ballano, ambidue nella Cattedrale, come tratto nelle vite
di quelli Santi a' loro giorni. Avendo la B. Vergine lotto la fcala nel
tempo del di lui governo operato l'inligne miracolo celebre per tutto il
Mondo, eflb le fabbricò la Cappella, e ne fece la folennillima Traslazione,
come dice lAutore di quell'Opera nel cap. i. de* Santuarj dedicati alla B.
Vergine nella Citta, e Borghi di Lodi , e per fine mori in Parma (uà Patria
l'anno 1456. 19. Maggio, e fu feppellito in quella Cattedrale nella propria
Cappella eretta ad onore di S. Ballano nella Confelfionc. Solite autorità.
55 Carlo Pallavicino de' Marchefi del fuo Stato Pallavicino l'anno 1457.
nel mefe di Giugno ottenne quello Vefcovato . Erclli; l'Olpital maggiore,
come racconto li 21. Settembre fella di S.Matteo. A fuoi tempi fu labbri-
cata la mirabile , e preziofa Chiefa ad onore della B. V. dell'Incoronata,
quella di S. Marta, di S. Clara nuova, e rifabbricata quella di S. Pietro.
LitroduCTe li Carmelitani nel Borgo di S. Maria degli Angioli, ed in Città
air Anunziata, ne' Borghi li Canonici di Sturla a S. Maria Agugiera, li
Canonici Regolari Lateranefi a S. Bartolomeo, gli Amadei a S. Maria della
Grazie, li Servi Regolari di Maria a Cavacurta, ed a Turano ; li Fran-
Cffcani Oflervanti a Maleo , nella di cui Collgiata filsò anche l'ufficiatura
cotidiana , come fi può vedere tutto alle loro refpettive lltorie rifcrite_
dall'Autore a' loro luoghi. L'anno 1471. 14. Luglio confacrò la Chielà
Parrocchiale del Borgo di Calte! nuovo bocca d'Adda, relhtui la dignità
S 1 dell*
( j) Arche per un Iflrummto di ricognizione eli livello fatto da' Conforti Eroe*
(hiTt all' Archidiano della Cattedrale rogatt da Gerolamo Sforzalo Notajo di Lodi
l'anno 1676. 19. Novembri. (*) Arch. [olito dtl Duomo . (e) Jjh.j.
«7« V 1 T E D E' V E S C O V I.
8eir Arcìpretato alla Cattedrale , perchè dallo Itato della Chiefa di Lodi
vecchio a quefta era caduca . Fu liberaliffimo verfo de' Poveri , e non meno
verfo della Tua Chiefa , che oltre di averla arricchita di fuppellettile (aera
Colla preziofirà del Teforo di S. BafTano , come difcorro il 19. Gennajo ,
aprì a beneficio di effa tutte le vifcere della carità. E dopo di aver go-
rernara quefta Chiefa 40. anni , il. primo di Ottobre dell' anno 1497 palsò,
come fi crede , alla gloria immortale -. Il Tuo Corpo ripofa nella Chiefa-.
maggiore del Gattello di Monticelli , che era del Tuo Stato , la dove fu
Battezzato, e da effo inltituita in Collegiata. In occafione di riftorar quefta
Chiefa l'anno 1642. 12. Giugno fu aperto il fuo depofito , ed il Corpo bene-
detto fu trovato ancora intatto, come fé folTe ftato allora di frefco fepolto,
e per legno evidente anche oggidì fi moftra il fuo dito dell'anello Paltorale
ancora incorroto, e come conlta dall' Epitafio fuo in detta Bifilica riferito
daGiufeppe Brefciani nel fuo libro intitolato Rofe, e Viole dì Cremona a p.
74. Vedi follie citazioni , e li rifpativi arch. fopranominati .
$6 Ottaviano Maria Sforza Conte di Melzo figliuolo naturale di Galeazzo
Maria Duca di Milano eletto Ve(covo l'anno 1498. nel mefe di Febbrajo .
Fu molto abbatuto dalle vicende militari, per le quali elfendofi impadro-
niti li Francefi dello Stato dovette allontanarfi,e frattanto lafciare l'ammi-
niftrazione della Chiefa a Monfig. Claudio Seifello d' Aiqui primo Arcidia-
cono della Cattedrale di Mondovi della Savoja dall' anno lyoi. fiio al 1J12.
con autorità Pontificia. Scacciati li Francefi. col favor della Lega, di cui
efTo ne fu Legato , governò tutto Io Stato di Milano lino alla venuta di
Mafiimiliano Sforza, ma ritornati ancora li Francefi l'anno 1515. fu necellt-
tato ritirarfi di nuovo , lafciando quella Chiefa al governo di Gerolamo
Sanfone Vefcovo d'Arezzo della Tofcana,ed impoffeliatofi ancora gli Sforzi
ripigliò la fua Chiefa . L'anno 1527. nel fuo governo introdufle le Mona-
che a S. Marta, parlò la B. Vergine della Pace , e fu fabbricato l'Oratorio
di S. Rocco a Porta d'Adda. Vtdi del tutto le rifpettive Ifiorie . Finalmen-
te l'anno 15 ji. da Clemente VII. fu melfo in alToluto pofTelFo il detto San-
fono,e lo Sforza fi ritirò in Milano a menare vita privata fin all'anno 1540.,
nel quale la lafciò per andare all'altra. Doti. Betti, e [olite citaz.
57 Gerolamo Sanfono da Savona governò quefta Chiefa undici anni inter-
polati , nel qual tempo indefeflamence fi adoperò per rimettere la difcipli-
na Ecclefiaftica dalle continue guerre molto danneggiata, poi mori l'anno
15 ^($. Solite citaz.
58 Giaccomo V. Simonetta Milanefe Cardinale di S. Chiefa fu creato Vef-
covo da Papa Paolo III. l'anno i53<5. » di poi avanti di andare al Concilio
generale di Vicenza, come Cardinale Legato ralTegnò quefta Sede Vefco-
vale a Giovanni fuo Nipote , figliuolo di fuo fratello , e mori in Roma»,
l'anno i5?9- primo Novembre , e fepolto nella Chiefa della SS. Trinità nel
monte Pincio . Solite citaz.
59 Giovanni II. Simonetta fuddetto, elTendo Senatore in Milano entrò al
governo della noftra Chiefa l'anno «538. Confagrò la Cattedr. li 18. Dicembre
fieli' anno 1544. infticui h Confiaiefoità delSS.Sagramentoin Duomo, e del-
la
VITE DP VESCOVI. rjj
U Mifericordli in S. Maria del Sole, come tratto ne' fuoi luoghi pruprj;
Accrebbe di molta facrafuppellettile la Cattedrile, e l'anno ijj<J. mori nel
mele di Dicembre in Milano, feppellito nella Chieia della B. Vergine del-
le Grazie di elfa Città . Solite citazioni .
60 Giann.intonio Capifuoco Romano Cirdmale della S. R. Chiefa fu creito
Vefcovo dal Pa-^a Paolo lV.ran.15j7. In/htui la Scuola della Dottrina Cnlliana
il j. Aprile 1564 , come notano le Regole della fteiia Dottrina Criftiana^
a p. iij. , e come ho detto il ly. Gennajo nell' Iftoria dell'Oratorio di S.
Paolo , benché il Sin. j. dica che la iftitui l'anno i$6o. A fuoi tempi (ì ce-
lebrarono li Concilj Tridentino della Chiefa univerfale, ed il Provinciale-
primo da. S. Carlo Borromeo , a* quali in Perlona fua mandò Procuratori.
Mori in Roma l'anno 1569. nel meledi Gennajo, e fu (eppeliito nella Chie-
fa di S.Clemenre del iuo titolo. Cluelto vivendo intr(dullic li Gefuaii a
S. Pietro, eh Cappuccini a S. Giovanni fuori de. le mura, l^edt Ifi. faira
della Chiefa dt S. AJjria dti Sole , emanata dalP Autore di qwfla , efolitt citazioni.
61 Antonio Scarampo da Nola, elTcndo intervenuto come Vefcovo d'elfa
Città al Sacro Concilio di Trento, a quello fi fottofcriife , come fi vede tra
li Vefcovidi Paolo HI. L'anno 15^)9. fu designato no/lro Vefcovo nel mele
di Marzo, e li 9 Ottobre dello itelfo anno fece la fua folenne , e Pontefica-
le entrata in Lodi. Celebrò una vifita,e l'anno IJ74. il Sinodo. Jltituì
la Congregazione di S. Oilola , ed i Collegi delle Convertite , de' Chetici
del Seminano, e degli Orfani, e confacrò la Chiefa di S. Romano , come
a' propri l'ioghi ho detto . Solpefe alcune Chiefe , e fopprefle la cura di
S. Leonardo. Varie volte fu Legato Appoltolico appreilo Imperadorl , e
Re, e fu delegato daS. Pio V. l'anno 1570. a formar il procellb contro di
•quelli, che furono rei dell'archibuggiata dataa S. Carlo, come li legge nel-
la vita di eflo Santo f;,ritrta dal Giuliani, e terminò tante fuefati>.he in que-
sto Mondo, per riceverne il premio eterno l'anno 1575. 30. Luglio d'anni
^So., puoco dopo d'ellerfi fottotcriito per (cconduVeicovo nel Concilio Pro-
vinciale IV. celebrato del detto Santo Arcivefcovo , che volle elfo fargli
i'efequie, coli' Orazione funebre , ed è feppellito nella Cattedrale . Souu
autorità .
6i Girolamo Federici da Treviglio Cantore della Cattedrale, poi Vef-
covo di Sagona della Metropoli di Pifa , quindi alla Chiela di Martorano
Città della Metropoli di Cofenza e di là fece ritorno alla Chiefa ai Lodi jn
dig.iita da Vcicovo creato l'anno i^yS. , e l'anno leguente 1577. i5. Dr.em-
bie Con gran pompa fece la fua entrata /bienne in Città. Lbbe il governo
di Roma, e della Romagna, intervennne al Concilio Provini iale V. , cui fi
foiiolcrilTe l'ai. no 1579. , e poi mofi in quell'anno 6 Dicembre, e fu lep-
pellito nei, a Cattedrale, avendogli fatte refequie coli' Orazioni funebre Mon-
ììg'ior Girolamo Ragizone Velcovodi Bergimo . Sdite citazioni .
6} Lodovico Taverna MiUnele fu Governatore di molte Città d-'llaRoma-
ina^iii, di ll>mi (teli i , e Teiònere della Cambra Appoltolica , poi eletto
Vcicovo Oi Lodi l'amio 1579. 19. Dicembre, e coufatracy l'anaolisguentc li
^ ì 1%
17» V 1 T E D E» V E S C O V T .
II. Marzo. Avendo trovatala Cattedrale rovinofa per le caufe dette nelUi
di lei Iftoria li 19. Gennajo , la riparò ottimamente col fuo danaro, e della
Città. Di piìi la provide di fuppeìlettilefacra, in forma che poteva ftare al
pari delle altre piìi decorofe della Provincia di Milano . Reftava lolo di
provvedere anche al Coro, il quale non aveva altro Miniflro che un Vice_,
Cantore, e bifognando che gli Canonici faceflero tutte le loro funzioni pre-
fente il Vefcovo , il Coro di ('pelTo reltava nudo , e maflime nelle felte, ed
il Vefcovo non poteva cantar MelTa, o Vefpero Pontificalmente fenza afpet-
tare che li Preti delle altre Chiefe fodero sbrigati da quelle con inconvenien-
2a, e confufione. Le Prebende de' Canonici rendevano, da due in poi , fo-
lamente circa trentafei Scudi l'anno per ciafcuna, e lediftribuzionicotidiane
d' un Canonico non partavano otto feudi l'anno, di modo che difficilmente fi
trovavano Perfone atte al fervigio della Chiefa , che volelTero accettare i Ca-
nonicati . Il noftro Vefcovo per rimediarvi ottenne dal Pontefice Sifto V.,
di fempre gloriofa memoria, il perracflb di poter difmembrare alcune en-
trate d'un Luogo pio, ed applicarle alla Cattedrale , ma perchè furono tropo
puoche per il foglievo del Coro, dice l'archivio della Cattedrale, e dell* Ar-
ciprebenda , che operò cosi :
EiFendo in quella Diocefi un Moniflero detto il Monifterollo dell' Ordine
de' Benedettini, quafi rovinato , Leone X. l'anno 1519. lo aveva unito alla
Congregazione de'Monaci Romiti di S. Gerolamo, colle condizioni, che-.
dovelTero fabbricare un Moniftero in detto luogo , oppure in Lodi , e di
mantenervi un numero conveniente de Monaci; ma non avendolo fabbricato
dopo molti anni, quefto Vefcovo ottenne dal Pontifice Clemente Vili, che
detto Moniftero pagafle una penfionc annua di mille feudi alla Cattedrale-i
di Lodi, liberandoli Monaci dall' obbligo di fabbricare il nuovo Monifte-
ro in Lodi, o nel Monifterollo , eflendovene un altro del medefimo Ordine
detto rOfpitaletto, vicino tre miglia, e febbene procurarono li Monaci di
fchermirfi da quefta penfione in tutte le maniere a loro poflibili , tuttavia
fiirono artati anche da altri Pontefici ; e per fine l'anno i^}(5. 16. Aprile,
come l'archivio del Duomo, fecero ceffione di molti effetti per l'equivalente
di mille feudi da pagarfi annualmente al Capitolo , col Beneplacito Appo-
ftolico; e con qu e ft' entrate furono accrefciute lediftribuziomcotidiane del
Capitolo, deputati nuovi Miniftri al Coro, e fovvenuta la Sacriftia , acciò
potefle mantenere cera, paramenti, e tutto il bifognevole al culto di Dio,
e fervigio della Cattedrale. Fundò quefto Vefcovo anche tre Beneficj con
obbligo di refidenza Corale , ma fece a loro la dote col fuo proprio , non,*
collo fpogliar un Altare per coprirne un altro. Colla cura di anime, che era
anneffa alla Prepofitura della Cattedrale, e colla cura di anime della Chiela
■di S. Egidio formò una Parrocchia fola appellata della Cattedrale , e la uni
al Canonicato di S. Giovanni. Secondo difpofe il Sacro Concilio di Trento
nella fefs.i^. e. 8., che in tutte le Cattedrali fi ergefTe la Penitenziaria, e nella
fefs. 5. e. i.la Teologale, l'anno 1580. congiunfe alla Prebenda del Canonicato di
S. Antonio la Penitenziaria,ed a quella del Canonicato di S. France-fco la Teo-
logale l'anno 1592.3. Marzo,come il PaU«ar.CanceU.Vcfc.,erarch. dei Duomo.
In-
VITED E* VESCOVI. a7^
ÌTitervenne al Conc. Provine. VII. in qualità di Decano , cui /ìrofrofcriireal di
lui nome il fuo VicarioGeneralc . Per il fuo alto fapere, e deflrezzi ne' ma-
reggi mondani era continuamente impiegato nelle Legazioni, or nella Spagna,
or m Venezia, ed or apprelTo altre Corone . Riltorò talmente il Palazzo Vef»
covale, che da alcuni è creduto lo itelFo primo Fundacore . Qjattro volte vi»
fitòlai'ua Diocelì, e l'anno 1591. fece il Sin. z. Introdulfe in Cicca li Padri Bar-
nabiti , e di S. Francefco da Paola . Fifsò la Clauiura alle Monache Cappucci-
ne di S. Margarita , derte al prefente della Concezione ; finalmente dopo d'aver
governata quelta Chiefa J7 anni con fomma , ed immortai fua lode , la rinoaziò
l'anno i5c6. ,e fi titiròin Milanoagodere la fua quiete, e dopo un anno il j.
Giugno 1617. pafsòalla gloria eterna , come fi fpera, avendo più diottant' anni
di iua vira, l'eppellito nella ChieCadc' Canonici Regolari Lareranefi della Pal-
fione ,cui fece l'efequie fuo Nipote il Cardinal Ferdinando Taverna Vefcovo di
Novara , e li 8. dello Itellb mele gli furono replicate con folennilllma pompa-,
nella noltraCatredrtle. Vedi 9. Settembre Vita di S. Gio. da Lidi Ftfcovo di
Gubbio , cfoltte autorità , e rifpettivi archivj .
6^ Fra Michel Angelo Seghizzi dell'Ordine de' Predicatori Lodigiano , nata
l'anno i^6y , e per rinunzia fatragl i dal detto Monfig. Taverna l'anno i5r6- z8.
Maggio , come per Klrumento rogato d'Aurelio Rolli Cancelliere Vefcovale— »
eletto nnftro Vefcovo , ed in quelio tempo di vacanza il Capitolo della Catte-
drale eleffe per Vicarto Capitolare l'infigne Iftorico Defendente LodilÌ4. Giu-
gno, come il citato RolFi. Fu confagrato in Roma nella Chiela di S. Maria
maggiore il a5. Giugno, ed il io. Novembre fece in Lodi la fua entrata folen-
ne , e nella fefta dell' Immacolata Concezione di Maria Vergine cantò la prima
Mclla Pontificalmente, nella quale per Indulto Appoitolico concell'e l'Indul-
genza Plenaria a tutti quelli , che v'intervennero . L'anno feguente 1617. co-
ni inciò la vifica della fuaChiefa , benedille quella de' Frati Cappuccini del Bor-
go di S. Angelo dedicata a S. Francefco li 11. Settembre dello Iteilòanno.coa-
lagrò quella de' Cappuccini di Calai Pulterlengo , dedicandola al S. Silvario.
L'anno (eguente 1618. 5. Agolto gettò folennemente la prima pietra della
Chiefa di S Giovanni nelle Vigne , e poco dopo la prima pietra della Chiefa di
S- Maria delle Grazie nel Borgo di Codogno de' Frati Minori della più itretta
OlTervanza . L'anno \6zo. nel tempo del luogoverno la tì Vergine della Cle-
menza cominciò a metterfi in venerazione , ed ebbero principio gli El<;rcizj Ipi-
riruili dell' OratoriodiS. Filippo Neri l'anno 1^21. Due volte viiitò la Dio-
cefi , e celebrò il Sin. 3. l'anno i(5i9. Abbellì molto la Chiela di S.Domenico,
ed arricchì laSacrilhadella Cattedrale di fuppellettile fagra per li Ponteficali .
L'anno 1614 18 Gennajo , come per litrumento rogato dal detto .Aurelio Rodi ,
«rtrlle la Parrocchiale di S. Pietro in PiroUo , e nell'età d'anni 60. i'an.no i6ij.
o. Marzo lafciò le Ipoglie mortali, facendogli l'efequie Monfig. Pietro Lino
Velcovodi Crema,ela Città ne perpetuò la memoria di queito (uo gioriolo
Concittadino con un ifcrizione, che fi legge in Confellione fcolpita in tiniùiina
m.irmo . Z)ofr. litttisarch. rijpetttvt ^ e jolm autorità .
6j Clemente Cera Novarcle a pieni voti del Capitolo della Cattedrale fua
Fauufude(toCanoaico,qualCapitolodaS. LeonePapalU. éaoiiiiaatoilMa«
S 4 ^uo.
a«o V 1 T E D E* V E S C O V 1 :
gno. Nellavacanzadi quella Sede Vefcovale fi fpadito Governatore della
Riviera foggerta in temporale , e fpirituale ad elTo Vefcovato . Fu Vicario
Generale della Chiefa di Spoleri , e di là fu chiamato per lo ftelfo miniftero nel-
la Citta di Cremona dal Cardinale , e fuo Velcovo Paolo Sfondrati . Da Paolo
V. Sommo Pontefice fu afflinto al Vefcovato d'Interamini, qual dignità foften-
re tredici anni in circa con fomma pietà , e provvidenza . Di la il Pontefice
Urbano Vili, lo trasferì alla Cattedra Ve fcovale di Lodi l'anno 1625. zi. Mag-
gio d'anni 58. di fuaetà . In quelta dignità a nome della S. Sede trattò, e com-
pofe negozj rilevantidimi di Foligno , Affifi , Perugia , Parma , e di altre Città .
Fece le (blenni Traslazioni del Corpo di S.Tiziano a Lodi vecchio l'anno 1640.,
d'anno 1641. dell' Immagine della B. Vergine dell a Clemenza , ed ancorala in-
coronò , come riferi (co nelle loro Iftorie. Accrebbe nella Cattedrale ildeci-
moquarto Canonicato, come nell'Ktoria della B. Vergine delle Grazie fi nota .
Vifitò la Dioceli , e fece il Sinodo IV. Confacrò la Bafiiica dell' infigne Colle-
giata di S. Lorenzo , fundò il Collegio di S. Savina, introduce li Carmelitani
Scalzi a S. Marco, e l'anno 1643. fi parti da quefta all'altra vita il a j- Novem-
bre , notte feguente , come dal fuo epitafio . Bcnz. , Betti , Arcb. , ed ifi.
tifate .
66 Pietro Vidoni Cremonefe Nipote del Cardinal Girolamo Vfdoni (a)
effendo entrato in Prelatura, dal Pontefice Urbano Vili- fu creato Referen-
dario dell'una, e dell'altra Segnatura, pofcia fucceffivamente Governatore
di Tivoli , Sabina , Rimini , Orvieti , e Fermo . {ò) L'anno 1644 dal detto
Pontefice fu creato noftro Vefcovo , ed a fuo nome il Vicario Capitolare,
che poi entrò in Vicario Generale , Cofmo Gufmeri Canonico della Catte-
drale prefe il poffelTo di quefta Chiefa l'anno 1645. ^4- Gennajo . Il giorno 17.
dello flelFo entrò in Città privatamente , e nel giorno di S. Balfano noltro
Patrone avanti li fecondi Vefpri fece la fua prima folenne entrata nella Cat-
tedrale , ed il giorno z. Febbrajo , felta della Purificazione di Maria Ver-
gine, cantò Mefla Pontificalmente, e concelTe Indulgenza Plenaria per Indulto
Appoftolico a chi v'intervenne , e l'anno fleilb nel 29. Ottobre benediffe la nuo-
va Chiefa di S. Filippo Neri . Colli Signori Prefidenti della Città accolfe
colle formali folennità la Regina Marianna d' Auftria Figlia di Ferdi-
nando III. Imperadore, e Moglie del Monarca delle Spagne Filippo IV.,
mentre palsò per Lodi l'anno 1649. 20. Maggio . Introduffe il lodevole^
cortume di fuonarfi tutte le Campane della Città , e Diocefi alla fera della
Vigiliadel noilro Santo Vefcovo, e Patrone S. BalTano l'anno fuddetto. A
Tuoi tempi ebbe principio il Collegio delle Orfane, e l'anno 1648. vide_
l'ultima rovina de' Borghi di Porta Cremonefe . Conceffe a' Monaci Olive-
tani la Chiefa della B. Vergine della Clemenza per loro Parrocchiale traf-
ferita dalla Chiefa di S. Biaggio porta nello fteflo Borgo, ed acquietò le liti
fufcitate tra quefta Religione , ed il Defunto Vefcovo Gera , come fi vede nell*
iftoria Sacra della Chielà della Clemenza , e diede la benedizione Papale , co-
me Delegato , alla Città , e Territorio Lodigiano l'anno 165 1. 14. Magg;o dalla
Log-
( a) Viole , e Roje di Cremona di Giufep^e Brefciani , ( ^ ) Not. dtl Beni- > «
Cw£3, , e JUS, d'tjpfer il niio .
V I T E D E' V E S e O V I. »8i
Loggiadelh Città . L'anno 1551. ii. Luglio parti Nunzio perR^lonia , e l'an-
no 16S0 ta creato Cardinale dal Pontefice Alellandro VII. ,nel qual tempo del-
la Tua abfenza fece celebrare il Sinodo 5. dal detto Canonico, e Vicario Gene-
raleCoimo Gulmeri l'anno 1657. dandoli principio li 24. Settembre. Nello
ftellbanno i66o. ritornato da Polonia giuni'e a Lodi li 7. Dicembre, poi fi parti
per Roma , dove fi l'ermo , d'anno i66z. andò Legato a Bologna, e vi flette fi-
mo al so. Giugno dell' anno i5<55. , nel qual tempo ifHtuì la quinta dignitàdel
Decanato nella Tua Cattedrale di Lodi colla metà del Beneticio femplice di
S. Agnele , quaTelFo, fino dall' anno i6}d. elTendo ancora Cheiico, aveva co-
no inciato a poHedere , come dall' archivio deli' arciprebenda in Duomo . Con
prodiga mano donò alla fua Cattedrale fciCandeglicri d'argento con altra fup-
pellettile facra prezioCa, come per Iftrumenti rogati da Carlo Cipelli l'anno
1668 II. Agolto.e 1659. pr. Febbr. Ampliò il Vefcovato , lo nobilitò della
Galleria , che dal Palazzo Vefcovalc commodilTimamente conduce nella Catte-
drale l'anno lóói. ,con tutto quel molto, chedi più fi vede del fuo . Per fine ri-
nunziò il Vefcovato al feguente, ed egli fermandofi in Roma , pofcia vi mori
l'anno 1681. j. Gennajo , lafciando in quella Cattedrale anQÌverlario,e Meffe
per l'anima fua .
67 Serafino Corio Milanefe della Congregazione Teatina gran Filofofo ,
Teologo , e Predicatore eletto noflro Vefcovo l'anno 1669. 14 Giugno , e li 14.
Luglio confacrato da Clemente IX. Il giorno 2. Dicembre fece prendere il
pollelFo dal Decano della Cattedrale Carlo FagioUo , li 7. entrò privatamente in
Ljdi , ma il giorno feguente feda dell' Immacolata Concezione di Maria Vergi-
ne fece la fua entrata folenne . Il primo di Maggio dell* anno feguente i6jo. co-
minciò la vifita della fua Chiefa dalla Cattedrale. Il primo Settembre anno
fìeiroconfagròl inuova Chiefa de' Frati Cappucini di S. Gio. Battifta di Lodi ,
come da fua ifcrizione in effa Chiefa, eli io. Aprile 1671. (ìfperache come Se-
rafino volalle a miglior vita , dopo un anno ,e quattro mefi di queflo governo ,e
fu feppellito in Confeffione.enisndogiillate latte l'efequie il giorno 27 da Mon-
£ig. Alberto Bidoero Vefcovo di Crema . MS. dH Manfr. Cavcn. , ed altri .
68 Gio. Bittifta Rabbia Milanefe Teatino fu creato nollro Vefcovo dal
Pontefice Clemente X. l'anno 1671. e confacrato il 4. Ottobre dal detto
Cardinal Vidoni . Per un impegno che gli occorfe mai potè ottenere il
Placet Regio, onde accorato , l'anno feguence nel giorno di S. Ballano mori
in Milano fenza poter prendere il poflelTo della Chiefa, clTendo d'anai 66.,
ed ivi feppellito nella Chiefa di i. Antonio Abbate de' Padri delle fua_.
Congregazione il giorno feguente . MS. dclli fuddatt .
69 Bartolomeo Menati del Borgo di Domalo, Diocefi di Como fui Lago.
Fu dottorato in Pavia, e fatto Sacerdote diventò Canonico Teologo di
quella Cattedrale. Pafsò a Roma, e fu fatto Auditote di Monfig. Altoiti
Nunzio in Venezia l'anno 1658. Finita quella carica fu chiamato per
Vicario Generale di Monfig. Benedetto Odcfcaìchi Vefcovo di Novara . .l_
vi continuò fei anni, nel qual tempo rinunziò la Teologale a fuo Fratello
Stefano, che dopo alquanti anni dilla Teologale pafsò alla Mitra d'eiVa Cat-
tedrale . 11 yiuiìo Generale lece tal imunxa pecche ebbe uu Cauoincato
nella
^S^ V 1 T E D E' V E S C O V I.
nella ftelTa Cattedrale di Novara da Monfig Odefcalchi , che poi andò *_*
Roma, e fu creato Cardinale dal Pontefice Innocenzio X., che col tempo
fu anch' egli creato Pontefice col nome d'innocenzio Xi. , ed il Canonico
Menati Vicario Generale fi ritirò a Como per Vicario Generale del Vef-
covo Monfig. Torriani. EfTendoftato creato Cardinale Monfig. Odelcalchi
rinunziò il Vefcovato di Novara a Monfig. Maraviglia, che chiamò da_
Como il Menati per fuo Vicario Generale . In quello tempo ottenne il
Vefcovato di Lodi col mezzo de' Cardinali Odefcalco, e Vidone da Clemen.
te X. , ed eletto il ii. Settembre 1(^7?. Giunta la nuova a Lodi il 24. Iteflb
fi fuonarono d'allegrezza tutte le Campane della Città, ed il giorno feguente
(ì cantò MelTa , e Te Dewn in Duomo , e li 14. Novembre aono ftefiò fece
la lua entrata folenne in Lodi . In quefto fuo Paftoral miniftero vifitò re-
plicatamente tutta la fua Chiefa, e celebrò il Sin. 6. l'anno 1689. li giorni
x8. 29. e 30. Marzo. Sopprelfe il Monidero delle Monache di S. Marta ,
trasferi le Vergini Mantellate da S. Savina alla Chiela di S. Pietro, come
iì può vedere nelle loro iftorie . Softenne intrepidamente , e felicemente-
molte controverfie a beneficio delle ragioni Vefcovali . Fu Nunzio con fa-
coltà di Legato a Latere in Lucerna. A fuoi tempi fu rimella l'Ufficiatura
cotidiana nella Chiefa della B. Vergine dell' Incoronata dopo che fu ftabi-
lito il Coro , come dico nella fua Illoria . Battezzò varie volte degli Ebrei,
ed un Turco l'anno 1592. 4. Maggio. Fece le folenniffime Traflazioni del
Corpo di S. Bonifacio nella Chiefa di S. Defendente, dei SS- CrociHiro
della Maddalena, dopo la rinovazione dell'architrave fotto la cuppola nuo-
va d'efià Chieia Prepofiturale , e della Statua della B. Vergine de' fette uo-
lori della Parrocchiale di S. Giacomo, la quale elfendo lUia benedetta io
Duomo dallo fleflò Prelato l'anno 16Z6. 31. Marzo fu riportata procef-
fionalmente alla propria Chiefa, nella quale anche oggidì è tenuta in famma
Tenerazione . Condulfe ioievolméte li negozj vertenti coi.tro il Princ. di Mailè-
rano per commiffione del Pontefice Innocenzo XI. Fece ripigliare l'ufo anti-
co, benché dimelTo, della Cappa magna, e Rocchetto da' Canonici della..
fua Cattedrale . Fece replcare le Milfioni Appofloliche nella Città , tra la
quali farà immortale la memoria di quella del P. Poggio Gefuita l'anno 1679.
cominciata li ii. Maggio. L'anno 1688. nobilitò la Galaria Vefcovale^
de' Ritratti di tutti li Vefcovi fuoi PredeceiTòri , lafciandovi anche Icnic-
cheper se, e fuoi Succeirori , e per fine l'anno 1702. ij- Marzo in età d'anni
84-, de* quali ne fpefe 39. nel reggere il Ballon Paftorale di quelta Chiefa,
palsò da quefta vita • Àlanfr. C.wcn. e rij^ettivi arch.
70 Ortenfio Vifconti nato da Nobilifilmi Parenti nella Città di Milano
Tanno \6^\. z6. Giugno. L'anno 1685 fu fatto Canonico Ordinario della
Prebenda Dottorale nella Metropolitana ,alfieme Vicario Civile , e ProVica-
rio Generale del Cardinale Caccia Arcivefcovo , di cui dopo morte fu
eletto anche fuo Efecutor teftamentario. Creato Arciprete di ella Metro-
politana , perargomento della fua dottrina fu eletto Vicario Generale Capito-
lare , e dal Cardinale, ed Arcivefcovo fucceifore di detto Cardinal Caccia,
Giufeppe Archimi fuo Vicario Generale. In queitu tempo fu creato noilr«
Vef-
V I T E D r V E S e O V I. a8j
Vefcovo dal Pontefice Clemente XI. l'anno 1701. 12. Giugno, e fu confagrato
li ly. dello fteiro mele, giorno anche dilla fua nafcita , ed entrò (olennemen-
te in Lodi li 22. Settembre dello UelTb anno . Fece replicate vifite delle
Chiefe della Città, e della Diocefi. Al Tuo tempo l'anno 1711. cominciò Ia_-,
B Vergine , detta di Codogno in elfo Borgo a fiorire di molti miracoli , e
e l'anno 1714. fu benedettoli fontuofo Tempio al di lui onore fabbri(;ato . An-
che alla divotiflima Immagine della B. Vergine detta della Stella nelle trm-
ciere di Porta Cremonefe per le copiofc grazie che fi mife a concedere le fu
eretta la fua Cappella , come ho riferito nella di lei facra litoria . Bene-
dille folennemente l'Oratorio poflo nel Luogo delia Baroncina ChioflI di Porta
Cremonefe . Coltrufle il Collegio materiale delle Orfole di Lodi vecchio , e
gli riftorò la Chicfa annelTa dedicata a S. Maria , Cattedrale della Città vec-
chia . Confacrò molte Chiefe in Città , e nella Diocefi , fpecialmente il
nuovo Tempio dell' Arcipebenda del Luogo di S. Zenone. Gettò le prime
pietre della Chiefa nuova di S. Maria del Sole , e la conlagrò , della fab-
brica degli Efercizj Ipiriiuali nel Ven. Seminario in Città , e della Chiefa
nuova della Prepofuurale di S. Maria Maddalena . Confacrò li nuovi Altari di
marmi finiffimi della Bafilica di S. Lorenzo , di S. Benedetto , e di S. Leonardo,
e bcnedilTe la nuova Chiefa de' SS. Gervafo,e Protafo.come tratto nelle Htorie di
(Quelle Chiefe ; e pofcia elTendofi trasferito a Milano per farfi curare delle fue
indifpolizioni l'anno 1725.2. Maggio , vi mori alle due di notte del ij. Giugno
annoitelo, e la medesima notte fu portatoli CadaveroaLodi ,il di cui ingrelTo
fu accompagnato dal (ìjono di meltizia di tutte le Campane della Città . In quef-
to giorno fu efpofto il (uo Cadavero dopo di ellere inbalfamato nella Sala Vef-
covale per ricevere l'ora di fufraggio offertogli da tutto il Clero Secolare , e Re-
golare , quale pure con funeftiflima pompa intervenne proceliìonalmente, effen-
do portato nella Cattedrale il giorno 17. Culla fera, eJ il giorno 18. gli fece l'efe-
quie Monfig Fauftmo Griffoni Vefcovo di Crema , e l'orazione funebre il Dott.
e Lettore attuale di S. Teologiade' Chierici del Seminario di Città Carlo Fran-
celco Inzighi , al prefente Prepolto del Borgo di Gaftione di quella Dioceii .
71 Cari' Ambrogio , traffe i fuoi Natali da! Conte Gioanbattiftadifcendente
dall' antico, enobiliffimo (àngue de' Mezzabarbi , Patriziodella Reggia Cit-
tà di Pavia, e dalla Conteffa Artemilìa Botta Adorni l'anno i68j. 30. Aprile.
Avanzato coU'età nelle lettere, e nello Itudio delle Leggi , meritò in quell'Uni-
yerfità la Laurea Dottorale l'anno 1711., indi gareggiando in eflo la pietà
colla prudenza , andoffene a Roma, ove dal Sommo Pontefice Clemente XL
fu eletto fuo Camerier d' Onore ; dopo due anni Referendario dell' una , e dell*
altra fegnatura , indi pafsò alli governi della Città di Todi, e da quello fi
quello della Provincia della Sabina .
L'ammirabile deprezza, l'incorrotta giuflizia, ed indefcffa vigilanza del
■fuo grand' animo dimoltrato in quelle condotte gli avvantaggiarono di modo
il credito apprelfo di lua Santità , che lo refe celebre per tutto il Mondo .
4,^iuindi è ( J ) che confagrato Patriarca di Alellandria deli' Egitto l'anno 1719.
■XI. Settembre, immediatamente lofpedi per Comiffario,e Vifitador Gene-
rale Appollolico nell' Imperio della Cmna, e nell' Indie Orieutali , e fue^
( 4 ) C.d ( nj, d(l 1716. in un .^^iunta fui firn . Ifole
t84 VITED E' VESCOVI.
Ifo'e adiacenti. In tal'occafione non folo ebbe a provare il parzialininio ag-
gradi me no del Sommo Pontefice , ma ancora il generofo affetto, percheef-
fendo vacante l'Abbazia di S. Steffano del Corno in querta Diocefi per la
morte del Cardinal Ferdinando d'Adda, gratis ne ottenne la collazione.
PartiflTi da Roma nel mefe diSettembre dell' anno Ite (Tb , edopo lofpazio
d'un anno di penofìffimo viaggio, nel mefe pure di Settembre dell' anno fe-
Puence 1710. gionie nel Portodi Macao, e di Dicembre dello ftelTo anno alla
'Corte di Pecchino Capitale di quell' Imperio, nella quale per efTere precorfa
la fama delle di lui fìngolari prerogative fu accolto con tutte lediftinzioni ben
degne al fuo impareggiabile mento. Quivi fi fermò due mefi. ed alcuni
giorni, e pofcia compiuto da fedele, e zelante Ministro la fua Appoftolica
Nunciatura , fui principio di Febbrajo dell'anno l'eguente 1711. prele conge-
do dalla Corte per far ritorno alla S. Sede . Confeflo poi inì^nuamente di non
aver lena baftevole a fpiegare con qual intrepidezza fuperaiTenel fuo viaggio
li moltilTimi pericoli , <ino colla perdila de' fuoi preziofi arredi quando, appe-
na fmonrato dal naviglio nel Porto di Rio Genero nel Brafile, n accefe un in-
cendio nella nave, edinoltrecoU'averecontrattauninfermità. abiiualeper al-
cuni anni, dalla quale il folo beneficio del tempo lo potè rilfanare .
In tanto era palfato a miglior vita il mentoatoPontefice, e faccelTogli nel
Triregno Innocenzio XIII. per puoco tempo , ed indi Benedetto XIII. , quale
permoitrar anch' egli un picciolo atteftato della gran ftima conservava verfo
il merito di s"i gran Prelato (^) gli conferì queftoVcfcovato l'anno 1725. 18.
Luglio. A fuo nome ne preie il poflelTo l'Arcidiacono della Ca'tedrale il
Nob. Dott. Baifano Zani il giorno 28. Settembre dell'anno Iteflo , il di 30. Ot-
tobre venne da Pavia a Lodi , entrando privatamente in Città ad un ora di not-
te , ed il primo di Novembre fella di tutti i Santi cantò il primo Pontificale,
non fadendo altra cerimonia avanti la folenne funzione, che, mentre flava
ieduto nella Cattedra Vefcovale nel Presbitero , ammetter al baccio dell' anel-
'loPailorale tutte le dignità. Canonici , e Clero dieffa CatteJrale .
L'anno feguente 1716. fece Pontificalmenre la funzione delle Sante Spine
in Pavia, trovandofi in Roma il Vefcovo di quella Città Monfig. Francefco
Pertufati . Sabili nel Ven. Seminario de'Cherici inCittàche napriiferole
fcuole fuperiori . Per argomento delia lua Paftorale follecitudine cominciò
lavifita delle Chicle della Città, e Diocefi, e l'anno 17^9. chiamò a Lodi
i'Appoftolicamilfione nel mefe di Maggio. Che dirò poi delle copiofiifnne li-
. moline, che lenza mifuradiflribuilce a' Poveri ? Per certo che folo a quel
Dio , che le numera fono palefi , ed in oltre ancora a que' Luoghi pii , che
tante ne ricevono per la educazione de' poveri figli voli, efiglivole , oppure
per afficurare loro la elezione dello flato.
Molto più ancora mi rimarebbe da difcorrere di quefto figgio Prelaro .Te
non fapeili di offendere la di lui rara modeftia, e d'incorrere nel di luifdegno
ben rigorofo in vece di vnbenignoaggradimento, onde è che di buonavoglia
mi appigli al detto decantato dallo Spirito Santo, riferito (r) dal Vefcovo
S. MalTimo, che dice : Nf laud.s hominem in vita fua , tanquam fi diceret
iauda pofi mortem , magnifica pofl confumation m .
i^)CaUnd. annuali . {^L) Um.^^. leiJ-^. t. No£ì. de com. Conf. P. ISTO-
185
ISTORIE DI LODI IN COMPENDIO.
Er incontrare nel genio de* fpettatori cortefì del mio Giardi-
no, dopo che vi ho iparfi e fiori , e frutti , per trecento
fellantafei Itazioni quanti fono li giorni d' un anno intiero,
prcfcnto a'medefimi le iftorie di Lodi in riftretto , come
un mazzetto de fiori in eilb raccolti, e quivi per or-
dine dilpofti. ^^;^^
Nelle tante varietà de' pareri intorno la prima origine Mg,JJ^
di Lodi vecchio mi piace la più comune riferita dal Lodi ^^ ^^
difc. I. p 12., e dal Vilhin. p. 3. , che fofTe fundato l'anno 3132. della^ ' ^
creazione del Mondo, e 752. anni prima della nalcita del Salvadore in qua-
lità di Nobile, e ben popolata Contrada da'Tofcani , pofcia da' Galli Boi
ampliata, ed onorata del titolo di Città . Siccome pure tanto è certo che
fino da principio li chiamalfe Lodi , quanto è incerto il modo come fi ap-
pellalTe tale, benché da alcuni fia ftato nominato Lambrana dal fiume Lam-
oro, che gli bacciava li confini, e I3oja dalli fuoi Fundatori in Città li Galli
Boi . So bene che ficcome li Toicani furono fcacciati dalla Lombardia da'
Galli Boi, e quefii da M. Marcello, e C. Cornelio Confoli Romani, Lodi
fu dichiarato Colonia latina , e riftorato da Gn. Pompeo Strabene Conlole
Romano, riportò da effb la denominazione di Pompea , e Giulio Celare-,
Dittatore Romano lo onorò della Cittadinanza Romana, e lo defcrifle nelle
Tribù Pupina, ed Oufentina. Né fi deve predar orecchio alle favolofe Cro-
niche di Milano di Donato Boffi , quali dicono , che Lodi fofTe piantato da
Laudo Cittadino Milanefe vomo fediziofo, ed altiero, quale eflcndo ièato
fcacciato da Milano, fabbricò la Città di Lodi, dandole il fuo nome , qual
gente fu fempre fcelerata, e ribelle dall'Impero Romano, onde il magno
Pompeo confinò in Lodi i Pirati foliti afpogliar le Ifole del Mare. Ma che
Lodi piantato forte da Coflui è falfità tanto manifella a chi elamina le cir-
costanze del nome , e delli tempi , che non fi può trovar d' avantaggio , co-
me prova il Lodi nel difc. i. pag. 15. , e fcg. al quale io per brevità mi rimet-
to . Che dirò poi dell'altra leggierezza all'erta, che la gente Lodigiana_-
iu fempre (celerata , e ribelle dall' Impero Romano ? forfi che la Repubblica
Romana voleva onorare fimil feccia di gente de' citati privilegi , come fi
f>rovano in moltiflime ifcrizioni fcolpite ne' marmi , che fi leggono alla_.
oggia di quefta Città , nel giardino delia Canonica Regolare ui S. Roma-
no, ed in molti altti luoghi, in Lodi, in Milano , ed in Roma, riferiti dal
Lodi difc. }. p. ijo. , e lèg. ? in vigore de' quali privilegi concefli a' Citta-
dini Lodigiani potevano quefti concorrere co' loro voti alla creazione de*
Magilfrati, ed a partecipare di tutte le dignità, ed onori che godevano li ^
Cittadini Romani . L'anno della creazione del Mondo 5199. nacque in terra ' "'
il Salvatore nollro Gesù Criflo , e S. Barnaba Appoltolo colla predicazione
del fànto Evangelio diede il lume della fanta Fede alla nollra Citta, e-
dopo le fu conlcrvata da S. Siro Vefcovo di Pavia, benché dell'anno 96. fi
aUcnfca d'aver avuto uaVelcovo per tionie Giiiccomo, Nelle crudeli per-
Quzioni
tB6 istorie di lodi
perrecuzioni della Chiefa univerfale quefta fu nodrita anche da S. Invenzio
riicce0ore di S. Siro, e da' Santi Vefcovi di Milano, e la Città di Colonia
iidi{\ gloria di eflere {tata inaffiata dal Sangue preziofo di S. Malufìo noftro
■^^0 Vei'covo l'anno 238. ivi martirizzato con S. Orrola,e lue Compagne . An-
^- zi nelle furie orribili di Diocleziano, e Mallìmiano Imperadori crudeliflìmi
nemici di Crifto , e della S. Chiefa fua Spofa S. Giuliano Soldato, e 1485.
Compagni Lodigiani col Vefcovo di Lodi fofferirono gloriofi martirj , che_
aprirono a loro la gloria del Paradifo , e puoco dopo di eflì Santi Naborre,
e Felice, che al Ponte del Silero furono decolaii , poi li loro Cadaveri fu-
rono cuftoditi fecretamenteda S. Savina Treirena Matrona Lodigiana , per
fino che gli depofe nella loro Bafìlica in Milano.
Pacificata la Chiefa fu fabbricato l'infigne Tempio di S. Pietro di Lodi
vecchio , e confegrato da' Legati Appoftolici , e per oracolo del Cielo la
)- nodra Chiela fu provifta di .9. Ballano per Vefcovo , Protettore , e Padro-
re principale, fotto il di cui governo l'anno 407. nel lagrimevole faccheg-
gio della LornVardia fatto da' Gotti , feguirono li due miracoli operati da
S. Gaudenzo Vefcovo di Novara nel Luogo di Secugnago Lodigiano , co»
me dico al 22. Gennajo .
L'anno 452. Attila Re degli Uni Popoli della Scizia » tra le altre CittJi
dell'Italia dillrulTe anche Lodi , e riftoraio da' Cittadini , fu nuovamente,,
jìialtrattato da Odoacre Re degli Eruli , e Turingi , Popoli , che prima
militavano fotto di Attila , ma vinto , ed uccilò Odoacre da Teodorico Re
de' Gotti l'anno 492. gli piacque tanto la noUra Città , che la riparò dalle
Ji. rovine patite , la fortificò, e di più vi fabbricò un fontuofo Palazzo , che
poi chiamavafi il Caftello di Teodorico , ed al Borgo di Salarano innalzò
,5 una Rocca ben forte . Morto l' anno 526. Teodorico fetiza fucceffione , paf-
sò r Italia fotto l' Impero di varj Gotti , e poi fotto dell' Impero di Giufti-
niano Imperadore dell' Oriente , ma perchè da'fuoi Miniftri era troppo ti-
ranneggiata , di nuovo fi fottomife alla Corona de primi , avendo creato
loro Re Idoaldo, e dopo di edò Artarico, Totila, e Teja gran Capitani ,
contro de' quali Giufiiniano mandò Narfette valorofo guerriero, il quale vin-
.fe,ed eltinfe totalmente nell' Italia l' Impero, ed il nome de' Gotti l'anno 5JJ.
S6. Godette quefto gran Capitano il governo dell'Italia fino all'anno 5<5<5. ,
nel quale Giuftino fucceflb a Giuftiniano , ftuccicato da Soffia fua moglie ,
lo ricchiamò a Coftantinopoli , e gli foftitui Longino con titolo di Efarco ,
che voleva dire primo, e fupremo Magiftrato . Spiacque a Narfette di do-
ver abbandonare la bella Italia , ma molto più fi fenci offefo dall' Impera-
drice , la quale gli fé fcrivere che lo afpettava alla Corte , ove gli aveva
deftinato il diftribuire le lane da filare alle più vili Serventi , carico confa-
cevole a Narfette per eflere Eunuco, ma ingegnofamente quefto i'e rifpon-
dere a Soffia, che effendo da lei {limato abile ad eferciz] si vili, leavereb-
be ben prefto ordita una tela , che ella non averebbe Caputo dilcioglierla_,
in tutto il cor{b della propria vita. Corrifpofero le parole a' fatti , perche
Narlette in cambio di andare a Co{lantinopoli chiamò Alboino Re de' Lon-
gobardi dall' Ungaria a far paifaggio dal iuo Paele iterile a godere la fer-
^ liliifima ,
I N e O M P E N D I O . 187
tilifTìma , e doliziofa Italia. Accettò l'invito Alboino , e con numerofitli-
mo Efercito de'fuoi Longobardi , e de'SalIbni venne con le loro mogli, fi-
gliuoli, e fortanze. Giunti nell'Italia l'anno jd8. fenza alcuna relfiltenza
dell' Efarco Longino, iorfi pciTchè eilendo Itaca l'Italia puoco prima atHic-
ra dalla pe/iilenza, non aveva forze iutlìcienti ad opporfegli , pure il mag-
gior contralto che incontrò Ardoino fu lòtto Pavia, ma elpugnatala la filsò
capo del Aio Impero .
Dominarono i Longobardi, cosi detti dalle barbe longhe che portavano,
e durò il loro Impero molto dannolo agl'Italiani (in* all'anno 774. , nel qua-
le Defìderio ultimo loro Ré fu vinto , e fatto prigioniero da Carlo Magno
Re di Francia, chiamato in Italia dal Pontefice Adriano , ed in quelte guer-
re di Defiderio, e Carlo Magno fegui la morte del gloriofb Marti re S. Da-
niele fotto l'alledio di Rocca bruna , al prcfente per nome Calfino del dlf-
tretco Lodigiano . Per tanto in premio di avere purgata l' Italia dall' in-
folenza de' Longobardi , e di alcnni Romani, che perfeguicavano la S. Se-
de, Carlo Magno fu dichiiraro dal Pontefice Leone III. Imperadore dell'Oc-
cidente, trafmettendo in elfo , e ne' fuoi fuccelTori il Regno de' Longobar-
di , che s'era acquiltato coli' armi , ma per fine effendo palT'ato fotto varj
Potentati Francefì, Tedelchi , ed Italiani , ritornò ancora alli Aleniani lot-
to r Imperadore Ottone III. , come dice il Zani ne' fuoi MS. Iftorici latini .
L'anno 1025. ebbero principio le guerre crudelilTime tra li Milanefi , e
Lodigiani . La prima cagione fu , perchè eircndo morto Nocherio noltro
Vefcovo, Eriberto di Entimiano Arcivefcovo di Milano , fotto pretelto di
aver ottenuti privilegi da Corrado Imperadore di poter eleggere allbluta-
mente il Vefcovo di Lodi , vi fpedi Ambrogio Arluno Canonico delia fua
Metropolitana, ma efiendo (tata tal precenfione contraria airantichiirima-.^
confueiudine de' Lodigiani , che era di eleggerfì loro i proprj Vefcovi , fi
oppofero fortemente ad Eriberto, fcacciando il Canonico Arluno, che ave-
va a loro mandato per Vefcovo ; onde ne inforfero fiere battaglie.
Nacque l'anno ioz6, nella Città di Lodi vecchio S. Giovanni da Lodi
Vefcovo di Gubbio , la di cui vita è da me riferita fotto li 9. Settembre .
In tanto le guerre delle due Città andavano di male in peggio per ambe
le parti, e molto fi inanimivano i Lodigiani, perchè avevano tcco collega-
ti anche i Mottefi . Erano quelti Nobili Cittadini di Milano, che elfendo
fiati sbanditi dall' Arcivefcovo Eriberto , che dominava non folo fopra lo
fpirituale , ma anche atemporale della Città, erano Itati amorevolmente^
accolti, ed accarezzati da' Lodigiani fundati fulla fperanza di poter piìi fa-
cilmente co* loro mezzi , e forze vendicarfì di Eriberto , ade' fuoi Mi'lanefì,
e per maggiormente obbligarfegli gli ajutarono a fabbricare un Caltello fui
Lodigiano, del quale ne tratto fui principio dclliftati della vecchia, enuova
Citta, e ne difcorre anche il Villan. Chiamavafì quefto Caftello la Motta,
e li fuoi abitatori li Mottefì . Conquefti s'erano collegati di più quelli di Se-
prio , e di Martcfana, anche loro antichi nemici di Eriberto , e tutti quefti
a favore de' Lodigiani avevano prefe le armi contro dell' Arcivefcovo , onde
conofcendofì quelto di forze più deboli clic li Aioi averfarj, jrjlglfe di chia-
male
a88 ISTORIE DI L O D I
mare in ajuto l'Imperadore Corrado, ma giunto in Italia, ed avendo intefo
da' Lodigiani il gran male cagionato da' pretefi privilegi dell' Arcivefcovo Eri-
berto, dichiarò che quefto non aveva alcune ragioni di crear il Velcovodi
Lodi , della cui rilpofta reftando malamente confulbr Arcivefcovo ri volfe il
Tuo {"degno anche contro dell' Imperadore . E chi volelTe fcrivere tutti gli
accidenti cccorfi in que/te lunghe , e fanguinofe guerre tra'Milanefi , e Lo-
digiani fé ne fariano di verfi volumi. Finalmente per giufto giudizio di Dio,
non per le forze de* Milanefi , reftarono fuperati i Lodigiani, come ho rac-
contato nel primo di Giugno, e fu molto rovinata l'antica Città di Lodi;
e li fuci Cittadini parte (i partirono per altri Paefì, parte fi fermarono quivi
abitando fei Borghi , che rinovarono, non elfendo loro ftatopermeiTodi ri-
itorarela Città. Viflero però quefti fotto le rigorofe leggi de* Milanefi fin
all'anno 1158. , nel quale non avendo voluto i Lodigiani giurare ad effi fe«
[154. delrà , perchè l'anno 1154. di loro confenfo l'avevano giurata a Federico I.
Imperadore la prima volta che venne in Lombardia, onde fotto quefto efccran-
do precetto diitruirero affitto la Città, eli Borghi, ulando tuttclepiù fiere
oftilità, anche contro de'l"uoiCittadini,coilo fpolio , col bando, col ferrose col
^S^' fuoco l'anno 115 8.
Avendo però intefo Federico 1. già tornato dalla Germania , come i Lo-
digiani erano iluti rovinati , e diftrutti per mantener ad efib la giurata fe-
deltà , mollo a compafiione delle loro mil'eric , conceffe a loro il fito , che
gli dimandarono per fabbricarfi un' altra nuova Città , diftante dalla prima
Iblo tre miglia , dandole l'antico nome di Lodi. Cefare itello vi pofe Ia_,
prima pietra lo Iteffo anno 1158. 3. Agofto, confermandola in Citta con mol-
ti privilegi , e dopo due giorni nel giorno 5. dello fteflò il Vefcovo Lan-
franco de' Caffini gettò lolennemeiite la prima pietra della fabbrica del Duo-
mo, e que* Lodigiani, che erano difperfi per varie parti del Mondo ritor-
narono alla nuova loro Città.
Non ceffarono per quefto li Milanefi di perfeguitare nuovamente a tutto
loro potere li Lodigiani, di modo che, per le continue Icaramuccie, e ba-
i5o. taglie de' nemici tanto vicini, l'anno ii(5o. furono necelTìtati a far cingere
di muta la Città , e l'Imperadoje, che fempre folienne la difefa de* noitri ,
j^^ l'anno 1162. dtftrufle Milano. Ebbero in quell'anno i Lodigiani dall' Im-
peradore il privilegio di governarfi a loro modo fotto la direzione de' pro-
prj Confoli , ma a molte altre Città dellignò Governatori, e Podeftà ,affin-
i<5j. che le governaffero a di lui nome. E l'anno 1163. tr.sferi folenniffimamente
dalla vecchia alla nuova Città il Corpo dei noitro glonoib S. Badano .
Durò poco tempo in quiete il fupremo dominio dell' Imperadore Fede-
rico in Lombardia , perchè elTendo mal trattare quefie Città da' Miniltri
Imperiali, ftabilirono elle tra di loro una lega per ifjuottere il di lui giogo,
ma non volendo aderire i Lodigiani per gratitudine dovuta airAuguftiffimo
j^ Monarca loro protettore l'anno 1167. ne furono coitretti dall' Eferciro delle
'' Città collegate, che gli obbligò con forte afledio ad unirfi feco , falva però
reltando la fede giurata all' Imj)eradore . In tanto abbaruto Cefare, e dalia
peiie , e aalle guerre , pentito di avere perfeguitau li Chieu , ritornò la
Gei-
IN COMPENDIO. 289
Germ-inia , e li Lodigiani do)enc:o(i di avergli aderirò, fcacciarono dalla
loro ChieCa Alberico Merlino VeCcovo Sciimattico, ed elcllero S. Alberto,
e l'anno 1177- Lodi fu confermato in Città anche dal Sommo Pontefice
AlefTandro IH-
L'anno ii8j. fu comporta la pace rra le Città di Milano, e di Lodi , e
fu rinovata l'anno 1190,, ma i Mllanefi la ruppero in breve, perchè avendo ''^J.
i noftri cav-uo un na\iglio da Lodi fino al Lambro multo prorittevole, fé- l'i^o.
cero ogni sforzo per guiflarlo ; ma pure di nuovo fi rapacifìc irono l'anno
1200. , cedendo i Lodigiani a' iMilaneiì Melegnano , Calvenzago, Cerro, ,,00'
V'ighizolio , ed Agnarcllo, e trattante ebbero tempo, e comodo i Lodigiani *
di fabbricarfi l'Ofpitale di bì. Spirito della Carità nel luogo chiamato al
prefenre l'Olpital maggiore, ficcome parimente di piantar il Palazzo Vef-
covalced a proprie Ipefe, non de'Fiancefi, come alcuni raccontano, riget-
tati dal Lodi difc. 7. p. 37J.
Inforfero poi fubito due fazioni molto potenti nella propria Città , pre-
tendendo una fazione di foprafarl' altra : una era del Popolo, ed era capo la
Tamiglia Overgnaga, che prevaleva all' altra della Nobiltà, della quale era
capo la famiglia Somariva, ed ogni fazione negli anni rzij. , e 24. fi era eletta
un Podeflà di fua confidenza, dalchè ciafcuno di fano giudizio può arguire le ***J.
calamità miferabili de' Lodigiani cosi oftinatamente alluniti . In queft' ultimo
a:ino ancora non folo la noltra Città, ma l'Italia tutta, e fuori d'eilà ebbe a
concepireun grande fpavento per molti fegni fpaventofì, che l'eguirono , per-
chè comparve una Stella cometa, la Luna patir ecclilFe, diluvjd'acque fora-
merfero Villaggi, la terra muggì orribilmente. Templi conquallarono per
il gran tcrremuoto, le campane fonarono da fé, e li tìumi ritornarono indie-
t;o . L'anno 1125. avendo i Lodigiani rimelFe le loro diferenze al Podeflà
ci Milano, da efTo furono troncate le liti. E perchè il f'opraddetto navilio 1125,
ebbe puoco bnon efiro, i Lodigiani però f:;mprc ftudiofì de'loro vantaggii l'anno
12^0. nel tempo che la Citta reggevafi da Repubblica ailbluta, colirulTero
il fiume Muzzi, quale fecondo l'ultima mifura fatta d'ordine del Magiftrato "^°'
emanato li 18. Maggio 1720. con bocche 74. tramanda oncie 2740. , ed un
quarto di acqua ad innafFare la maggior parte del loro terreno. Gli Uten-
ti della quale f'e non fono cfenri , o pure convenzionati pagano lire 21. per
ogni oncia d'acqua d'ordine di Ferdinando Gor.zaga Capitano Generale di
Sua Maeffà nell' Italia , e Luogoienenre nello Stato di Milano l'anno ijjo.,
come dalla Rubbrica della Muzza a p. io. e feg. , benché di prima fi pa-
gafTero due riorini di Ioidi 32. l'uno per cadauna oncia Lodigiana . Dall'
avere poi letto /otto il giorno ij. Febbraio che i Lodigiani fi accinfero
all'erezione della Muzza l'anno 1220. , e quivi che la coftruilèro l'anno i2jo.,
non dovrà fèmbrare sbaglio dell' Iftonco, perchè a\endo ricevuto 1 Lodi-
giani privilegio da Federico II. Imperadore ,non folo come dagli altri Impera-
dori antecedenti di poter prevaleifi dell'acque, fcorrevano per il loro ter-
ritorio , ma in oltre di poterle divertire a loro ufo , e maggior utile, rif-
follerò l'imprela di collruere la Muzza l'anno Itelìo 1210. per apportar
quelto binsticio quanto prima al loro terreno itcìnle , ed arrenofo ; e*
1" l'anno
«9© ISTORIE DI LODI
l'anno 1230. dico che reftò coftrutta , com,' gli atei della Muza , e gli archivj
della Città, e del Contado. Parimente fé altrove (i legge clie reltatle fon-
data l'anno 1286. devefì intendere che in tali' anno fu (tabilito di alargare la
bocca dell'Adda nuova, o fìa Muza dodici braccia di più , ed alzata uru.
braccio per ricevere maggior quantità d'acqua dal fiume Adda vecchia,
attefe le convenzioni leguue tra l'Ofpitale di Broglio di Milano, ed il
Comune di Lodi nel detto anno 1286, 23. Ottobre, come dalla citata Rub-
brica della Muza p. 8j. Altrimente fé fi verificalfe che la folle (tata-,
coftrutta folo in quelli ultimi anni non averia potuto l'anno 1239. il fiume
Adda vecchia per la troppa efcrefcenza delle acque , come dice il Lodi
difc. 8. p- 429. trovando impedito il decorfo nel Pò dopo allagate molte
bailbre , fcarricare nel Lambro , fé prima non le folTe ftata aperta la bocca
per il canale di Addella, che dalle porte della Muza apprelTo Paullo riceve
e l'acqua , ed il nome , e poi apprellb Melegnano fcorre nel Lambro a ter-
minare il fuo elTere. Effendolì pofcia impadronito Lodovico XII. Re dì
Francia dello ftelFo Stato di Milano donò le rendite della Muza a Gio. An-
tonio Pallavicino fuo famigliare , e benemerito l'anno 1499. , ma perchè
quello curavafi folamente di rilcuotere l'entrate, o rendite di elTa , ma non
di farle le necelTarie riparazioni , ne ridondava gravilFimo danno agli Utenti
della Muza, ed alli Dazj Camerali, perchè non potendofi adacquare il; ter-
reno Lodigiano , non poteva né anche produrre né lini, né grani, e molto
meno le erbe per i p'ifcoli delle beltie bovine, dalle quali provengono in-
tanta quantità Vitelli, Gafcj, bociri , ed altri frutti , che molto impin-
guano le imprefe, il Re tclfe la Muza al Pallavicino l'anno 1508., e la
aggregò alla Regia Camera, fotte di cui anche il giorno d'oggi continua
il fuo corfo . Arch. d Ila Città , e del Contado .
In quefto anno del 1-226. avendo il Poiitefice Onorio III. fcomu'iicato
Federico II. Imperadore perfecutor della Chiefa, Lodi entrò in lega con_
Milano , Bologna, e molte altre Città <^.ell' Italia per difendere la propria
libertà contro chiunque fi folTe, anche l'Imperadore itelfo , il che potevano
fare i Lodigiani in virtù del privilegio di Federico I. , poi confermato da-
gli altri . Ma non ballò tanta lega a difendere Lodi dalla forza Impe-
riale , perchè col tradimento degli Overgnaghi, e di altri della fazione Gi-
bellina fé ne impadronì , relegando i Guelfi, ed incrudelendo contro de' Re-
ligiofi , fino a far abbcciar un Francefcano nella pubblica piazza circa l'an-
no 1238. Stabilitofi il dominio di quella Città in tal modo, aggrandì, c-.
con onori , e con privilegi li Gibelhni Lodigiani, anche di batter monete,
e per maggiormente aflìcurarfi quella Piazza fabbricò un forte Caftello a_.
Porta Cremonefe, di cui avendone lafciato il governo a' fuoi Gibellini, fi
parti. Ma quanto fu l'affetto che fi conciliarono dell' Imperadore i Lodigia-
ni, tanto fu l'odio del Pontefice Giegorio IX., che fi irritarono contro,
perchè fottopolè la Città all' interdetto, e la privò della dignità del Vef-
covato • Li Milanefi anche loro, che tuttavia fi mantenevano ibtto l'ubbi-
dienza del Sommo Pontefice , ed inimici di Cefare , coli' Efercito de' Guelfi
iiiodigiani a£^ilIerQ {noUo quello cerritorio , tuiuando ancora moki Caitelli »
tr*'
IN COMPENDIO. 49f
tra' qunli quelli di Zinida, Bargheno, e Fiffir.iga . ReHirono poi accor-
date le parti de'Milanefi co' Lodigiani, e de' Guelfi co* Gibellini , e Lodi
acquiftò la grazia del Semmo Pontefice Innocenzio IV. l'anno 1252., cha_ '*5'
lo alToire dall' interdetto, e gli reftitui il Vefcovo, che fu un luo Nobile
Concittadino per nome Bongioanni FiflTiraga, come ho detto alla fua vita,
ed al 4- Ottobre all' Htoria della Bafilica di S. Francefco fabbricata da An-
tonio di lui Fratello.
(T^eda pace civile unita a quella della S. Chiefa fu di fomma conten-
tezza alla r.oftra Citta, ed abbandonate le armi s'era data a far pubblica
penitenza degli errori commeffi negli anni pallciti , avendo anche flibbrica-
to l'anno 11.54. a tal effetto un Oratorio, che chiamavafi di S. Maria in_
Vallicella, o.^gidi di S. Defsndente . Volle però la mala forte che Marti- .^^j
noTorriano Governatore della Repubblica Mi.'anefe per intruderfì nell' affo-
luto dominio fcacciaffe da Milano li Perfonaggi più riguardevoli , alcuni
de' quali C\ ricoverarono in Lodi, e vi furono benignamente accolti. Ma_.
dopo che Martino ebbe vinto a CafTano Ezelino Tirrano di Padova col
fuo Efercito l'anno 1159. » fi condofle fu'l Lodigiano, e mife a fuoco , e
fiamma il tutto, anzi minacciava l'efterminio della Città fé non dilcacciava ^^^^
i Milanffi a lui fofpetti . La necelTità obbligò i Lodigiani a licenziar i
Milanefì, ed inrrodur in Città Martino . della qnale in breve tempo la mor-
te gli e ne tolfe il dominio l'anno ii^j., cui lucceflTe Filippo fuo Fratel- j^x-
Io , e morto quefto Tarino 1255. fu dichiarato perpetuo Governatore , e ..^
PoJeftà di Milano , e di molte altre Città Napo , o come altri dicono ^
Napoleone Tornano figliuolo di Pagano fratello del detto Filippo. Entra-
rono col procelTo del tempo a foggiornir in Lodi gli Overgna?,hi, e li
Sommarivi, ma in breve vennero a nuove contefe, che eflendo itate evin-
te da' Milanefi, Napo non tardò iftringere Lodi alla Aia ubbidienza allbluta
l'anno 1270., e per maggiormente alKcurarfelo fece fabbricare due Caf^elli, 1275
u 10 alla Porta di Milano , che era allora a S. Vincenzo , e l'alrro a Porta
Regale. Ma quando penfava di viver in pace Tanno 1277. Ottone Arci-
Velcovo di Milano afpirando alT antico dominio della fua Patria , follevò '^^3
nuovi tumulti contro del Torriani , e dopo longhe guerre, che travaglia-
rono malamente la noflra Città fedele a* Torriani, inforfe anche Mattea
Vifconti Vicario Imperiale della Lombardia, fpinto dagli avantaggi propr;,
e della fua Famiglia, e fcacciati quelli , conchiufe colla Repubblica Lodi-
giana una Pace cosi fingerà, che li Milanesi eleflcro per loro PodeQà un dopo
l'altro Cittadini Lodigiani , e furono Bilfacco Ricardo ,e Federico Sommari va .
Ma Lodi quclt* ann<ì in vece di goder la pace fu in pericolo d'elTer rovi-
rato colli Cittadini, fé a perfuafione del loro Vefcovo Bernardino Tolen-
tino non avelTero quciti fatto voto alla SS. Trinità, ed al S. Martire Cri-
iloforo di fabbricare un Tempio a loro onore le potevano eficre liberiti
dall' i.'inondazione del Mar Gerondo , e dal Drago nato in quelle lagune,
il di cui peliilente fiato infettava l'aria , che uccideva i Cittadini , ed in
fatti il primo Gennajì del 1300. il Lago, o folTe Mar Gerondo fu eflicaro, ,._.
ed il Drago m'erto, ed il vot(j fu efcquito fcnza dimora, come ho riferito *
alpiimo Geoaaju piùdiiTurdmcuce. » Neil'
19« ISTORIE DI LODI
Neil' anno 1501. il Vi (conti cafcò dalla fua fortuna , perchè effendo da quefta
flato molto follevato , fi faceva lecito a mancar di parola, ed Antonio Filliraga_,
Cavalier primario , e Governadore di Lodi, con altre Città fi confederò colli
Torriani a' danni di Matteo, il quale foggiogato , furono ri mefli nel pofl'efTo di
Milano li Torriani, e li Milanefi molto obbligati alla prudenza , e condotta del
Fiflìraga, per gratitudine l'anno 1303. fé lo elelTero Podeftà . Venne pofcia a
Milano rimperadore Enrico di Lucemburgo, il quale band'i da eflTa Città li Tor-
riani , rimettendo il Vifconri nel Principato , e fi impoifefsò di Lodi , che di poi
lo conceiTe ad Enrico Conte di Fiandra , e quefta al Pontefice nemiciffimo di
Matteo ,dal qual Pontefice due volte era flato fcomunicato . Ma li Vili trini
fautori di Matteo, e de'Gibellini preocuparono Lodi loro Patria , efcludendo
il Conte, ed il Papa, della qual Città l'anno 1321. ne fu creato Principe Ballano
Vicarino, a cui fuccelTeroGiaccomo , e Succio di lui figliuoli nel Tiincipato .
Nell'anno 1327. mori in Milano Antonio Fiffiraga foppraddetto , il quale ia
un fatto d'armi contro Gibellini era reftato loro prigioniero , ma fu feppellito in
S. Francefco di Lodi . Neil' anno 1328. li detti Fratelli Principi Viftarini fu-
rono traditi da un loro Servoappellato Pietro Temacoldo di Caftione Lodigia-
no , Uomo di grand' ingegno , e molto più d'ardire , perchè Succio gli aveva itu-
prata una Nipote, egli fece morir di fame in prigione, ficcome dell' ifteira_,
morte loro s'erano dilettati di farmorire gli altri . Ebbe poca duratali domi-
nio di Lodi nelle mani di coftui , che (ì diporrò da Tiranno , non da Padrone , e li
Cittadini Lodigiani fubito fi lottopofero alla Signoria di Azzo Vifconti Princi-
pe di Milano nell' anno 13 3 j . , ed avendo mandato per Podeftà di Lodi Marchet-
to Graffi Nobile Milanefe l'anno 1337. fece fabbricar il Palazzo della Città.
Morto Azzo fi diedero fotto Luchino di lui Zio, il quale mandò per Podeità di
Lodi Bruzo fuo figliuolobaftardo , ma per le fue tirannie fu pofcia fcacciato da
Lodi a furor di Popolo l'anno 1349. dopo la morte di fuo Padre. Aqu^^fto luc-
celTero Giovanni , Matteo , e Barnabò un dopo l'altro , tutti tre Signori di Lodi ,
e l'ultimo Tanno 1370. fece fabbricare il ditello di Lodi. Fatto prigioniero
di Gio. Galeazzo Barnabò fuo Zio , fi refe Lodi ubbidiente a quello , lòtto di
cui farla vifiuto in quiete , fé da crudeliffima Pefte dell' anno 1388. non folFe fla-
to moleftato . Perpronoftico infelice del le fciagure imminenti l'anno 1399. ap-
parvero fegni maravigliofi in Lodi, in Milano, ed in molti altti luoghi, ne
quali il Sole fi vide chiaro a rendere poco , o nelTuno fplendore , tal' ora pareva
chegettalTe fuoco , e fcintille tremanti , ignee , e fumofe in guifa di fornace , or
parca azuro, ed or d'altra fembianza. In queft' anno pure feguì la morte di
Gio. Galeazzo già creato Duca da Wenceslao Imperadore , e palsò il Ducato ia
Gio. Maria fuo primogenito, dal quale;per lua poca politica molte Città ne fcof-
fero il giogo inloffribile tra le quali fu Lodi , avendo però ricevuto dal Cardi-
nal Legato Appoftolico del Pontefice Bonifacio IX. l'afibluzione dal giuramen-
to di fedeltà , e la liberazione da ogni altra nota che a loro potelTe nnfacciarfi
per efferfifottratti dall' ubbidienza del Duca, il quale di più finalmente fu uc-
cifo da Congiurati .
In quefto tempo prevalendo j GueHìrefl;arono oppreffi i Viftarini Gibellini,
(ie quali alcuni furono abbrucciati nella pubblica Piazza, e ipianateje loro
IN COMPENDIO. tcj
Cafe , ed un* Antonio Fufiraga , diverfo dil fopraddecto , nobile Lodigiano ca-"
podella fazione Guelfa potè godere la Signoria di Lodi folamente pochi mefi,
mentre mancòdi vita, e gli fucceire nel Dominio Gio. Vignati nobile Lodigia-
no l'anno 140^ Fu qiielloSignore di Lodi ItimatillìiTio da molti Principi /fece
parentado colli Signori di Cremona , e di Como , e con quello tentò di prendere
Milano, e tolfe il Cartello dell i Macaftorna a Cabrino FonduUo, perchè in un
convitto aveva uccifo Carlo Cavalcabò di lui Genero . Comprò Piacen-
7a. e n'ebbe l'Inveltitura da Sigifmondo Imperadore per sé, e fuoi figliuoli.
L'anno 14^- l'imperadorc fudjetto dimorò in Lodi in Caia del Conte Vignati »
e Giovanni XKIII. in Cala del VcfcovoGiaccomo Arrigoni per due mefi acau-» I
lÀ di concerrare tra di loro di liberare la Chiefauniuerfale dallo fcifma di tre, i
che prefumevanod'eirere veri, e legittimi Pontefici, e quivi anche fu intimata
il Concilio di Coftanzi . Sarà per fempre memorabile queft'anno perchè la__,
notte del SS. Natale il detto Pontefice cantò la primi MelTa all' Altare di S. Baf-
iano , e Tlmperadore vi alTiitetteda Diacono , e cantò l'Evangelio £xiit fdiiìum
i Ciff^'e Au-ittfìo à'c. , ed a Tua memoria il Pontefice concefle Indulgenza plena-
ria perpetua all' Aitare d'clTo Santo per il giorno della Tua fefta, el'Imperadore
di Tua propria mino con pompa folennillìma armò nella Cattedrale alla prcfenzA
del detto Pontefice , e di molti Cardinali , Principi , eGrandi dell'Impero il Vi-
gnaci , rinovandogli l' In veftitura della Signoria di Lodi , edaggiunfegli il tito-
lo di Conte , del qual titolo erano itaci onorati li Padroni di Lodi fino l'anno 891.
da V Vi Jone Re dell' Italia , che poi era paffato in difufo , facendofi quefti nomi-
nere Principi . Partiti il Pontefice , e l'Imperadore , accrtbe l'animo fuo il Con-
ce d'ingrandir ja Tua fortuna a danni di Filippo Maria Duca di Milano , ma ef-
fend'jgii ftato carcerato in un fatto d'armi Giaccomo fuo figliuolo, idi lui difle-
cni andarono alla peggio, lafciandovi anche la vita, e Lodicafcò nelle mani del
Duca l'wnno i4i<5. , ma mentre godeva la pace col Duca , foggiacquealla ìa,/;
guerra dell* acqua , perchè l'anno 1445. *1 ^""^ Territorio fu inondato dall' iT^-*
Adda . ^'^J •
Morto quello Duca l'anno 1447. fenza Figliuoli ,eFigliuole di legittimo
Matrimonio , hCittadi Lodi, nella quale prevaleva la Fazione de' Guelfi fi fot-
topofeal dominiode* Venezianil'anno flellb , ma l'anno feguciite fu ricuperata
da' Milanefi , pofcia Fra icelco Sforza Milito di Bianca Maria figlia naturale^
d'elfo Duca , che prima era (lato di lui Capitano Generale , e dallo Iteilò adottato
per figlio , fi mi le in pretenfione del Ducato di Milano, e fu le prime moile fece
l'acquifto di Lodi 1 anno 1448.
In qucft'auno legui il fatto facrilego di colui , che per difperazione feri l*oc-
chio fiiiiilro dell' Immigine della B. Vergine (òtto la Scala del Duomo, che co-
me fé folle Itaca vivente , tramandò ("angue copiofo dalia ferita , e parlando itn-
lenziòilferitoread efiere appicato in Brundufio , comeavenne. L'anno (e-
gueateloSfurzivinfeanche Milano ,eranno J4<55. fu colto da morte repenti-
na, egli iucceile Galeazzo Maria fuo (ìgiiuolo.ma dopo dieci anni per le lue
crudeltà, e libidini fu ammazzato nella Chiefa di S. Stefanodi Milano da'Con-
g;uKUi . A quedofuccefi'e Gio. Galeazzo fuo figliuolo ancor picciolo lòtto la
tuteiU della Duchez;£4 Bona lua Madre, e poi di Ludovico detto il Mo:o i'a«
T i Zio,
H47.
'44».
«94 ISTORIE f) I LODI
Kio, che fi ufurpòl'aflbluto dominio anche vivente il Duca Nipofe.'
,vo Li Lodigiani nell'anno 1488. gettarono la prima pietra del maeftofo , e pre-
+ ziofo Tempio dell* Incoronata , governando la noltra Chiefa Monfig. Carlo Pal-
lavicino, il quale erell'e anche l'Olpital maggiore, e donò alla iua Cattedrale il
preziofo Teloro di S. Baflano .
4.94 '" qiieft' anno mori il Duca Gio. Galeazzo , e Lodovico continuò nel Ducato ,
ma l'anno 1498. leguì la Lega tra il Pontefice Aleflandro VI. , Luigi Re di
Francia, e Veneziani coatro dello Sforza, che fugitto in Germania, l'anno fe-
guente li Francefi s'impadronirono dello Stato, ma ritornato lo Sforza l'anno
ijoo. fcacciò li Francefi ,e firimifenel fuo dominio.
L'anno 1505. permife il Signore che fotto le ceneri di tante mondanefciagurf
fi fcoprilFe il fuoco dell'amor fuo in alcune divote Perfone , che erefTero la Scuo-
la di S. Paolo, la quale fu la Madre di molti altri pii inftituti nella Città , e—
Diocefi noltra . ' < r
Frattanto il Moro nuovamente perdette lo Stato , e feco la lib&rtà , perchè fu
condotto in Francia , fotiodella quale ritornò il Ducato , e l'anno 1512. fcacciati
li Francefi entrò Maffimigliano figlio di Lodovico fuddetto detto il Moro pec
Duca di Milano , e Padrone ancora di Lodi . In fomma elTendo ftatc tanto ire-
quenti le mutazioni de' Padroni di Milano, Lodi fu la palla della fortuna, vol-
gendofi or da quefta ,or da quel!' altra parte , e come un Vafcello nel Mare , che
per non perire cede alla furia de' venti. La peggior Tua di (grazia però fu la_.
guerra civile, anche dimeftica , e tra' più congiunti nel langue,divifi tra loro in
fazioni Guelfa , e Gibellina , né potevano i Giudici mettervi mano , mentre che
in vigore d'un refcritto emanato da Gio. Maria Vifconti Ducadi Milano , pur-
ché non reftafle offefa la Maeftà del Principe , fi commettevano da quefte fazioni
mille fcelcragini ; onde fino di giorno non erano ficure le Perfone nelle proprie».
Cafe , né nella vita , né nella robba , né nell' onore . Per le ftrade feguivano
frequentiffime ,e fanguinofe zuffe , i frutti della Campagna andavano a ferro , e
fuoco, le Teff e de' Primari Cittadini erano portate alla Piazza in fembianza di
quelle de' più federati Mafnadieri,e Pedone facinorofe , ed a' macelli erano
affini i pezzi di Uomini nudi , ove fogliono ftare le carni delle beftie in moltra .
A tanti mali però , che non avevano rimedio umano fi oppofe la B. Vergine Ma-
ria Madre di Milericordia , perchè battendofi due di fazione contraria circa le
ore 16. del 7. Settembre 15 ij. avanti una di lei Immagine, gridò tra volte Pace,
onde operò miracolofameate che allora fi componeflè la Pace, ed incontrandofi
in avanti Uomini di fazioni diverfe , non più fi ferifl'ero , né fi uccideffero , ma_.
con amore fincero fi daflero vicendevolmente il baccio della Pace nel nome della
B. Vergine , la di cui Immagine che parlò prefe il titolo della Pace , e li Lodi-
giani per gratitudine le fabbricarono la Chiefa fotto tal nome , e nello {lellb fito
d'onde fu rimoffa quefta Immagine l'anno 1730. rinovarono la memoria con un
ifcrizione di marmo . Continuarono però le altre guerre , e li mifcri Lodigiani
non celfarono d'elTere iibbattuti , or da' Francefi , or da' Veneziani , or da' Te-
defchi,orda'Spagnuoli ;ed un giorno efléndo già flato faccheggiato Lodi due
volte, fé per ifchivare le furie militari fé ne rifugiarono nel Campanile del
Duomo buona parte de' Cittadini anche Nobili , furono quefti , e loro aflieme di
deaero
IN COMPENDIO. i9j
dentro incendiati : Andarono fcmpre di mal' in peggio le cofe deUanoftraCic»
cà . a legno che l'anno 1515. le furono fpianati i Borghi , quantunque poteflero
refTiftere a' nemici per ell'ere cine idi torti mura , e di profonde folFe , folo per il
motivo di tenere più facilmente in difefa la Città. Ne (blo col ferro , e fuoco ,
maanchecoir acqua fu rovinato dall' armate il noftro Paefe, perchè febbenc-.
l'anno 151?. le Terre del Lodigianoallagaflero malamente perreccefTiveinnun- ^5^
dazioni dell' Adda, Giovanni Bonavalle Governatore di Lodi per Francefco I.
Redi Francia, e fuccelTivamente ancora l'anno f«guente 1514. Federico Gon- jc^
xapa per tenere lontani li nemici fecero rompere li alvei della Muzza,e della
roggia Bertonica per drizzar queir acque fopra le balfe Terre del Contadodi
qua dall' Adda . Pure il minor male de'Lodigianifariaftatonelle frequentiili-
ine murazioni de' Sovrani , in tante fciagure di poter abbandonare le loro Cafe »
e ibltanie, e ricoverarli [iltrove, ma neanche quefto miferabile follievo era *
loro permefTo , mentre che venivano dichiarati incorfi nelle pene di ribellione,
edi confifca fenonripatriavano, eper le ftedè ragioni di guerre , e frequenti
faccheggj , elTcndo privi di danari , fenza compafTione alcuna incorrevano nelle
ft effe pene fé non pagavano letaglie molto eccelTive , che venivano impofte»
quantunque per portare Francefco li. Sforza , già loro Sovrano , all' acquilto di
Milano a veliero fatti gli ultimi sforzi l'anno 1527. perdonargli lire quarantadue
milla trecento novantatre , e fs. i j.
Conobbe però lo Sforza che l'albendente al dominio del Tuo flato fu unicamé-
rteladivozione,che prwfelTavaalla V. Maria.efpecialmente queft'annno ij28.
28. Giugno nel rigorofoalledio porto a quella Città, che gli fi mateneva fogget-
ta,dal Duca di Brani vich Comidantedelle truppe Imper.,e da Antonio de Lev»
Comandante delle Truppe Spagnuole afiieme collegati a' di lui danni , perchè
avédo quelli coll'artiglieria loro fatta apertura {ufficiente nelle muraglie della
Cittàtrail Caflello,eS. Vicenzo, fi sforzavano d'entrare nella Piazzi, full»
quale alcuni Altieri già avanzatifi avevano inalzati i Itendardi , ma vi reltarono
uccifi da'dit"cr.rori,ed alla fine vedendoli Brani vich tanta tragcche fi facevadel
fuo Eierciio .{fece fuonar la ritirata , e la Città rimale libera dall' allalto . Se-
gui quello fatto circa leoreii., nel qual tempo li Ipaventari, elagrimtjfi Lodi-
giani Cittadini , elTeiido riccorfi al padrocinio d-lla Vergine, gran Madre
del Dio degli Eferciti nella di lei Chiela dell' incoronata , come quella, che
f\h di frefco aveva cominciata a concedere moltegrazie, le recitavano devo-
tiilimaraente le Litcanie lue, onde nconofcendo il Duca la liberazione dell'
aflVdio per grazia fola dielFaB. V. fifsò un legato alla Chicfa Itelfa l'anno
icf^uente 15*9- di caniarfi aquella ogni giorno in perpetuo la S.ilvt y quale
poi è fiata mutata nelle Littanie, che di Filate fi e intano alle ore 22. appun-
to , e d'Inverno alle ore 23. E le bandiere conquiltate furono dalla Cittià
coniàcrate alla B Vergine ineilo fuo Tempio, come a fuoccrtiirimo propu-
gnacolo (Vedi l'Uloria (aera de' Santuari della B V.c. j. emanata dall'Au-
tore di quell'Opera) Entrò pn glonclàmente in pacifico poflclTò di Milano,
e del lue Stato Francefco per opera di Carlo V. , che l'anno i5?4- gli die-
de per Kpofi Crifierr.a fua Nipote figlia del Ke di Danimarca, edliabeila
d'Auiiria St^relU dell' Imperadoie iteli <> , ma durarono puoco tempo le eoa-
T 4 iolar
t^ ISTORIEDI LODI
folazioni del Duca , e del luo Stato , perchè l'anno (eguente mori, e Carlo
V. ("enza flrepito d'armi gli fucceire nel doniinio del Ducato, al di cui governo
deièinò Alfonlbd'Avallos Luogotenente Imperiale, e Capitano Generale .
EfTendo ftato abbrucciato , come fopra, il Campanile del Duomo queft* an-
no 1539- il Vefcovo Monfig. Gio. Simonetta bcnediffe, e gettò Pontifical-
mente la prima pietra d'un altro nuovo ; e l'anno 1J44 confacrò la fua Cat-
tedrale. In tanto morì l'Avalos l'anno 1546. , e gli luccefle FerranteGon-
zaga , e l' Imperadore fece la ceffione di queftoftatoa Filippo II. Redi Spa-
gna fuo figliuolo , e dopo di lui pafsò negli altri Tuoi l'ucceilbri .
Sotto di que(H Monarchi la nollra Città prefe finalmente un puoco di
refpiro da tante guerre , benché tal volta folle afflitta dalla Pefte , come per
ultimo nell'anno 1630. dalla quale, per voto fatto dalla Città a S. Baffano, fu
puoco molellata, e per fine liberata. Ebbe non puoco timore de' Francefì
l'anno 1548. nel tempo, che in vano afl'ediarono Cremona, ma fi vide tutta
gioconda l'anno 1(549., «quando ii 28. Maggio con folenniffima pompa ed aplau-
ì'o vi fece il fuo ingreflo Mariana d' Auitria figlia dell' Imoeradore Ferdinan-
do III. andando alle Spagne per eflerfi fpofata col Re Filippo IV. , e giunta
in Milano fu complimentata con erudita Orazione ii ai. Giugno , anche a
nome di tutti gli Oratori delle Città dello itato di Milano, dall'Oratore»,
della noftra Città Tiberio Azati Patrizio, della quale foftennc talnobililii-
mo grado jj.anni. Oracolo della Giurifprudenza, di cui fi fofpirano alla_^
luce le fuc Allegazioni , e di cui fu mirabile l'umiltà nel riculare le offertegli
Cattedre Senatorie. Egli fu difcendente dall' antichilTima nobiliffima Fami-
glia de Azari, che colli Aboni, e Sacchi , de' Principali tra Guelfi diqueita
Città, riccorfero alli Conibli di Milano per ottenere forze baltevoli a lupe-
rare i Gibellini fautori dell* Imperadore Federico II. l'anno 1243- incirca,
come il Corio , riferito dal ViUan. , e Lodi dilc. 7. p. 344. , e feg. Che Azari,
e Azati fia la ftedà famiglia ficuramente viene provato dalli documenti di
effa famiglia Azati .
Ndl' anno 1655. Lodi fu molto travagliato, non folo perle fcorrerie de*
Francefi nemici , che faccheggiavano il Paei'e , allediando Pavia , ma perchè
a cagione del timore che non s'avanzalTeio alla noftra Città , fofferì l'ultima
demolizione de' Borghi, e nello ftelTo fito furono innalzatele fortificazioni.
L'anno 1698. il Conte Antonio Barni Dote. Coli. Decurione di Lodi , e Feu-
datario di Roncadello fulle rovine del Reale Palazzo de' nobili , ed antichi
Viftarini cominciò adergere il fuo di nuovo, che foftenendo l'inveteratiffi-
mo privilegio, è folo ofpizio delle Corone Imperiali , Reali, edaltri Prin-
cipi Supremi Ecclefiiaftici, e Secolari.
L'anno 1700. pr. Novembre mori Carlo II. Re di Spagna, e Duca di Mi-
lano fenzafuccefllone» cui, efl'endofi impadronito della fuaf/Ionarchia il Duca
d' Angiò fecondogenito del Delfino figlio di Luigi XIV. Re di Francia , fiiot-
tomife anche il Ducato di Milano, e le truppe del fuo Efercito cominciaro-
no a metter in Lodi la prima volta il piede il giorno 8. di Febbrajo dell' an-
no feguente 1701. Ma due accidenti occorfi moftrano con quanta timidezza
Ipffeio entrate nel ooitro Paeie . Il primo cheeifendofi accefo il fuoco nel
^. ' ' ^ «aa^a-
IN COMPENDIO. 197
magiwtio del fi?no la notre antecedente, lì continuava anche il giorno fe-
guenre a fuonar a mirtello le campine della Città, pe^ chiamar il Popolo
ài eftini^uerlo, e liGilIifpini , che erano per entrar in Città, udendo quello
ronnore, temendofi contro qutlche Ibllevazions, m li vollero fare il loro in-
grelTo , finche non furono accurati della verità del fatto . Il fecondo acci-
den^e occorfe la notte feguente, perchè dandoli colla Campana maggior£_
del Duomo l'awifo della Quarefima entrante , fortirono tum da' loro Ietti,
è quartieri, ed armari fi portarono frettolofi alla Piazza maggiore , quali che
tal fegno fi diffe per convocare li Cittadini a prender l'armi contro di elii : ed
in fatti tal timidezza era q'jafi prefaggio del fine infelice che riportarono,
perchè dopo dì elTere ftati continuamente abbattuti dall'armi Imoeriali co- ^ g
inandate dal Principe Eugenio di Savoja, per fine l'anno 1705. i6. Settem- ^ *
bre furono evacuati dal Lodigiano, che accolfe li Tedefchi , a' quali fi fot-
tomife a poco, a poco tutto loStato . Avenne tal refà de' Galli fpani fotto
rim-^ero di Giufeppe I. , ed eflendo morto li 14. Aprile 171 1. gli fucceireil
di lui Fratello Carlo III. Re delle Spagne, ed eletto Imperadore il ii. Ot-
tobre dell'anno ftefTo col nome di Carlo VI.
Cefl'ato il flagello della guerra nella Lombardia, poco dopo vi ferpeggiò
quello del mal' Epidemico nelle beitie bovine, ed in quelto Contado loia-
mente in tre anni 1711. ij. , e 14 ne perirono^ cinquant'una mille cento, e '
quindeci . fenza moltifiìme altre, che non furono contate. lutali, e tante ^ *'
metamorfofi del noflro Paefe abbi^m avuto da notare anche quella , che l'an- ^ ^*
no 1711. molti furono in pericolo di perir di mifene per la troppa abbondan-
za del grano, mentre correva a prezzo tante vile, che cori molte fbmmi^ 1721.'
appena fé ne p'^teva ricavare puoco peculio. Neil' anno 1726. 19. Ottobre ijz6.
di nntre tempo fu veduto un fuoco fenomenoinLodi , ed in moltealtreCittà,
che fconeva per l'aria , e durò circa fette ore. Nell'anno feguente mori u-,-
in Milano il Co. Regente Prefidente del Magiftrato Ordinario , e Decurio- '*
ne di Lodi Giambattifta Modegnani nel dare l'ultima mino al Palazzo (:)n-
tuofo che fece fabbricare in qusfla fua Patria fotto la Parrocchia di S. Mi-
chele, e fu fepolto nella Bifilica di S. Francefco di Lodi , quii Città, a glo-
ria del Signore, vìvendo fotto l'Impero deli' AuguIhlFimo , ed Invittiilimo
•Imperadore Carlo VI. ripofa in Pace.
Gli Indtfi del Catalogo del^ep-ovi, e di qucfle Iflorit di Lodi non fi tìfttorjo per fjfere
qutjìi un t filoso di quanto ho dtfcorfc ne' dodici mc/ì Ht'qu^lije m vcdtrà infine- l'Indice.
Catalogo delle Famiglie Nobili di tutti li Signori Decurioni viventi
per ordine d'Aliabetto, delle quali ho già difcorfo in quell'Opera.
Zzati pag. ajfS. Fifiìraghi 11. 38. ji. no. 14J. 155. loi. 102.70J.
Paggi 264, 130. 153. 214. 216. 73}. Soniarivi 38. iio. 130.
"Barni 42. 174. *io. Gavazi ,oCapacci43. 93. 142. 155. 199.110. 261.
'Bidoni 101. 94. ■ 270.
■^Bonelli 185. 119. Lemene 138. Vignati 41. 145. 158. ijz.
'Bonbni 55.217. Modegnani ij. 14. 1130. irti. 114. ii5.-2ji. 161.
Xarpani 39.'- 201. «5. • . Viilarini 11. }8.i65. i8j.
Podazi aia. e 119. Muzani iz. ao. 41. 99. A». 133. ^cf
^98 ISTORIEDILODI
Perefferepoi il mio airuntodi metter in comparfa tutto quefto Giardino Lo»
digiano , mancherei in una parte elTenziale fé teneflì coperta alcuna delle No-
bili, Famiglie, almeno viventi, non fteggiandole di qualche particolar in-
fieneloro prerogativa, come delle già nominate . E per tanto guidato da' loro
propri documenti , compilati da Paolo Camillo Cernufcolo Conte Palatino
Srittore accuratilTimo delle famiglie Nobili di quefta fua Patria , da Archivj »
dal lib. intitol. deRemcdiis Ignor. di Fr. Gabriele da S. Vincenzo Carmelita-
no , e dalla Penna di Monfig. Maldotti , procederò alla mia Opera, non reftan-
do d'inferirv i ancora quelle , che fono fiate ommelTe da tutti li Scrittori quan»
tunque , antiche , e che di bel nuovo fiorifchino .
Aleffandro Benvenuti Cremafco , che l'anno i$Of. fu creato Cavaliero dA
Luigi XII. Re di Francia, quale con altri della Itefla Profapia molto ope-
rò a beneficio della Patria , come il Fino nell' Ift. di Crema ; ElTendo poi
quefta nob. Famiglia pallata ad abitar in Lodi, il primo d'efla che prendeflc
poflellb della Cattedra Decurionale fu un Criltoforo Tanno itfj j. 7. Giugno , ia
luogodellancb. Famiglia Fina ellinta. _ ^
Lodovico BrinzagoFifico di gran nome » che ha fcritti molti volumi dell
arte Medica.
Marco Cupelli , al prefente CÌDelli, di cui il Lodidifc. i. p. 41. aUegrui
un antichiflìma ifcrizione di quello tenore :
M. CVPELIVS CARITON
VL VIR. SENIOR LAUDE
V. S. L. M.
Cariton parola Greca rigorofamente prefa in latino vuol dire Caput . Il
titolo di Settumviro è itato cambiato in quello di Confole , carne il citato
Lodi difo. 4. p. 115-, e 16. Nella riforma de' Decurioni di Lodi ultima-
mente fatta da Lodovico Sforza detto il Moro a nome di Gio:GaIeazzo Duca di
Milano viene nominato un Carlo Cipelli da cui fin ad oggi fono derivati
gli altri ; benché dalla fquadra Guelfa, o fìa B. col tempo iìano palTati nella
Gibellina, o fia N. , come l'arch. della Città .
Gabriele Corrada Tenente Generale , pofcia Sargente Maggiore di Bat-
taglia in Cattalogna per S. M. Cattolica. Lancellotto Corrada Giurecon-
liilto infìgne Autor del celebre trattato, ds Ducilo y Bello , Ttfguat& Pact ,
e di altri trattati.
Romano Gandino Generale de' Camaldolefì .
Giacomo, e Bsrnabò Maincri infigni nelle Leggi .
Marco Maldotti Canonico della Cattedrale, Vicario Generale > eVifìtatore
Appoftolico della Lombardia .
Michele Confìgliere Ducale , e pofcia Comiffario Generale di Galeazzo
Maria Sforza Duca di Milano.
Tre Pietri Anton) : Il primo Prepofìto di S. Salvatore , Abbate Ccraendatore
di S. Maria in Verurola di Rimiui , Abbreviatore de Major t Parco , Secretano
de' Brevi, e di LeoneX., e Prelato doinellico, mori in tempo che gù era in lilla
per elTere creato Cardinale . Il fecondo in età di dieci anni compf'fe , e recitò
uu Orazione latina flampata in Milano ne' Funerali del Cardinal Morene . Il
t£l20
I N e O M P E N D I O. 199
ferro fu l' u! ti mo Lettore pubblico delle Leggi allo Spedale di quefla Città, e
cefsò l'anno 1679. 17 Gennajo , perche ceHaroiio ancora le rendite di qucfto
legato, fu Vicario Generale della Curia Vefcovale , Prepofto della Chiefa dei
SS. Naborre, e Felice, indi palTato alla Prepofitura dell' infigne Collegiata di
S.Lorenzo in Lodi , e Vicario Appo(tolico di Sora Città del Regno di Napoli.
Maffeo Micolli nelle Leggi , e Giovanni nella pietà, efacundia infìgni .
Girolamo Mufeffì Inqiii(itoreGenerale della Lombardia .
Andronico PonteroUi celebre Capitano nella Fiandra , e delle fpoglie de"
Milizia lafciò alla Chiefa della B. Vergine dell' Incoronata di Lodi groffi foi
ma de contanti . Camillo celebre Giureconlulto arbitro de' confini tra il Dui.
di Parma, è Marche(i Pallavicini ; etra la Repubblica di Venezia, e di Gè
rova . Giovanni gran Politico , che fu arbitro per le differenze de' confini tra
il Duca di Milano , e la Repubblica di Venezia , e tra quelta , e quella di Ge-
nova , che anche compofe .
Tre Filiberti Villani. Il primo Signore della Baronia del Poer ,e del Bofco
inTarantafia, e Governatore perpetuo di Momiliano in Savoja . 11 lecondo
Conte del Tieri Tenente Generale dell' Efercito del Duca di Savoja . 11 terzo
pure Geo. dell' Efercitodel Duca di Savoja, e Governatore di molte Fortezze.
Gabriele Prefìdente del Senato di Ciamberì , e Prendente del Patrimonio Du-
cale, GranConccUiere del Duca di Savoja Emanuele , e di, lui Ambafciadore
al Sommo Pontefice .
DivoTJoni ordinarie , che corrono tutto f anno nrlla Città di Lodi , e febbene
ve ne ftano moltijjime altre non le metto per noneffenfijje , come le fegutnti .
Kel irmp» di Carnovale .
IL giorno 7. Gcnnnjo fi celebr.i la fefta nella
Bafilica di S Criftoloro Jc' Monaci Olive-
tini, per voto dell.i Cicca .
La Domenica Ji Scctujgefima dopo Vcfpe-
ro fi cominciano gli Efcrciz) fpiriciiali nciii_
Cattedrale , e durano fino al Sabbaco groffimo
inclufivcalla Djmcnica di Qiiinquagcfuna,
ed ogni fera fi da la Benedizione del SS.
I.a Domenica di Quinquagcfima , Lunedi ,
e Martedì fcgienti Efpoiizione del SS.allc-,
ChitfcdiS. Marco, edi S. Gio nelle Vigne
per tutta la giornata ,c la Benedizione alle.»
fere d'cffi giorni .
Nt! tempo di ^artfìrm .
Ogni giorno fi Predica alla Cattedrale , alle
Bafiliche.diS. Domenico, e di S. Fra>;ccfco ,
eccetto nel Sabbato fec giorno feriale , perche
fé vi cade qualche fefta fi tralafcia un altro
giorno pet predicar nella fella del Sabbato .
Dal Mercoledì primo giorno di Qiurefima fi-
tto al Sabbato avanti k Domenica delle Pal-
me, ogni fera rcfpofizione , e Benedizione*;
del SS. a S. Agncic .
A S. Marco al dopo Vcfpero delle fcfte Pr&.
dica , e Benedizione del SS.
Alla Chiefa de' Confratelli di S. Marta , la
prima Domenica , Lunedi , Martedì , e Mer-
coledì Icguenri per ditei ore in circa di ciarcun
giorno (la clpofto il SS., ed alle icre d'effi gior-
ni la Benedizione .
Ogni lera li Sette Salmi Penitenziali a tutte
le Chicfcdc Confratelli .
NctUSetiimna fatti* .
Dopo il Vefpero della Domenica delle Pal-
me fi efponc con folenne procefiìonc nel(a_.
Cattedrale il SS. , e lo fteflb Cx coiuinna ad ef-
porre alle mattine per tempo del Lunedì ,
Maitcdi,e Mercoledì fegtienti , dandofi la_
Benedizione li primi tre giorni alle ore 24.,cd
alMcicoledi alle ore i^., e dopo fi ripone^.
Mentre Ita eipofto vi fanno tin ora di orazione
alla Domenica fi Clero della Catte. Iraic , li Si-
gnori Decurioni della Citta, e li S.uul.ui di
S. Paolo , Al Lunedi tutte le Sauole dell q^
'- -- - Dot-
1^9
Poctriiia Crifiiana delle femine,al Martedì
quelle de' mafeh] , ed al Mercoledì li Regola-
li, e le Confrareinire .
Al Giovedì Santo alla mattina Monfig.
Vefcovo coir intervento di tutto il Clero del-
la Cactcdiaie, di tutti i Panocchi , e Chetici
della Ciuà.e Borghi fa la folenniffima Pontifi-
cale l'unzione della Confacrazione degli Oglj
facri, quali fotto rinterccffione del r.oftro prin-
cipal Protettore S. Baflano prefervano dal mai
della Lcpra chi refta onto con cfTì .
Al Giovedì fanto fulla fera li Scuolari delle
Congregazioni delle Scuole pubbliche di San
Gio. nelle Vigne , vtftiti di Sacco con ogni di-
moflrazione di penitenza vanno in proceflio-
ne alle vi/ìfc delle Chicfe della Città, nclle_.
quali fladcpoiìo ne' Sepolcii il Redentordcl
Mondo .
Ad un ora di quella notte in circa tutte lc_.
Confraternite , ccettuata quella di S. Croce
fanno le tìcfie vifiteproceffionalmente col lo-
ro abito.
Al Venerdì fanto dopo gli UiBcj del gior-
no fcguente fi celebra con fontuofa pompa la
folicadivoriflìma funzione della dcpofizionc^
delSalvadore dalla Croce nella Bafìlica di S.
France/co de' Frati Minori Off. , come fuole
faifi da quelli Religiofi nel fanto Sepolcro di
Geiufaleme , indi fi porta in prcccffione coli'
iutcrvento di numerofiflimo P.^jolo , che ac-
corre allofpettacolo di tanta compunzione ,
e tenerezza di divozione .
QLiefta fera parimente li Confratelli di San-
ta Ciocccelcbrano lai'olcnnifiinia ,edivotil-
fima procefllone del SS. Enticro ni rimem-
branza della morte, e fepoltura del Reden-
tore col intervento di molto Cleto in funzio-
ne diilribuito , degli Uffc^ali del Prclìdio col
Militare , e de" Nobili , alcuni de' quali anco-
ra Togui. In funi ma le melodie patetiche
de più cori de Mufici,e de'Muficali, e de'Guer-
rieriiitru nienti fono fuflìcieiiti a cavare la_.
compunzione da cuori dtaifnmi. La quanti-
tà numcroflTima de' lumi, che quantunque
fieno circa le due della notte , pure la fanno
rifplenderc anche in lontanàza come di mez-
zo giorno i il bcirordine e niirabiie col quale
viene difpofla ; il Popolo divetilTimo , e cu-
piofifTimo che vi concotrc Ibno tali preroga-
tive , che la fanno diflinguere tra le più divo-
tc , e maeilofe finizioni della noftra Città .
A Pajiua di Rfurczuae ,
Al Sabbato fant» a fera fi repigliaiio T cfpo»
fiziene, e Benedizione dell SS. collette fere
delle feftc feguenti alla Chicfa di S. Agnefe.
Nella Chicfi de' Confratelli della SS- Tri-^
nitàfi efponc il SS.per le 40.ore continue alle
8. della feconda fefta , ed alla fera della terza
fcftafi dà la Benedizione , e per tutto il tem-
po che refta efporto di giorno , e di notte li
Confratelli a due adue rcftanodiftribuitia»,
lluvi l'ora di orazione .
Alle Fentccojle .
Alle Chicfe delle Monache di S.Chiara nuo2
va, ed a quella dello Spedai maggiore tutto
tre le fefte ftà tfpofto il SS. per le 40. ore , x: iì
dà la Benedizione del SS. alle fere .
tra ratino .
Nella Chiefa Fatrocch. di S. Biagio dopo li
Vcfperi delle fefte fcguéti confagrate ad onoc
della Vergine fi efponc il SS. , e dopo qualch»
tempo di orazione fi dà la.Bciicdiz. , e fono ;
LoSpofalizio. La Natività'.
La Purificazione, IISS. Nomefuo.
L'Annunciazione . Il Patrocinio ,
Li fette dolori . La Prefcntazione.
La Vifitazione . La Concezione , e
Della neve . Il giorno della fefta del
L'Afluiiziune . iuo Santo titsii.ue.
A S.Domenico nelle fefte fcgucnri della
B. V. l'Annujiciazione , l'AfTunzio^ie j la Na-
tività, e la pr. Domeuica d' Ottobre fulcnnità
dei SS.Rofario procefllone generale foleniie
perla Città coli' Immagine della B. Vergine
e Mifterj d'elfo Rolario .
AS. Viccnzo li 2(.,e 22. Gennajo ad ono-
re d'eflb Santo titolare efpofizione ,e Benedi'.
ziui-iC del SS. alle fere .
All'Annunziata il <>.Marzo la fefta di S.Ap-
polonia , e fi benedice il Popolo colia di lei
Reliquia.
A. y. Marco , ed a S. Gio. nelle vigne il io.
Marzo comincia la Novena del Gloriofo Pa-
triarca S. Giufeppe alla fera colla Ben. del SS»
A. S. Benedetto il |(,. 20. e 2 1. Marzo fefta
alla Chiefa d'elfo Sauto titolare colla Benedi-
zione del SS. alle fere .
A. S. Croce li i 2. 5. Maggio efpofizione , 9
Benedizione del SS. alle fere .
AS. Michele,cda S-Francefco del 17. Mag-
gio comincia la Novena della B.V. di Cara-
vagio colla Benedizione del SS. alle fcie .
A S. Filippo Neri per la fua fefta il 2ó.Mag.
per tre giorni tutto il di rella efpofto il SS.
Per la fefta diS.Ant. da Padova li 4. Giu-
gno comincia la fua N&veaa allapropr. Chie-
fa , e Jopo ]a fcfta per tiirra l'Orrava del San-
to la Benedizione del SS. a S. Fr.incerco .
Alla Cattedrale il giorno del Corpo del Si-
f!norc proceiTionc foleniiiis. , e Benedizione
del SS- mattina , e fera col Venerdì fegucnte,
ma necli alt ri giorni fra lOttava al dopo Vef-
pcro dopo la proccfs. lì da la Bcnediz. del SS.
A S. Franeefco cfpofizionc , e Bcnediz. del
SS- in tutta l'Ottava del Corpus Domini colla
proccf»-,e Benediz. al dopo Vcfp.dcirOtra\ a.
Air Annunziata il 7. Luglio comincia la
Novena della B.V. del Carmine colla Bene-
dizione del SS. ali* fere.
A S. Agncfc nella quarta Domenica diA-
gofto proccffioiic generale, e folenne ad onor
della B. V- detta della della Cojifolazionc , ed
il primo del mefc di Settembre vi comincia
la N)vcnna di S.Nicola colla Benedizione^
del SS- alle fere.
A S. Michele tutta l'Ottava del Santa cfpo-
Czion" , e Benedizione dtl SS. alle fere .
A S. Marco il 6. Ottobre comincia la No-
vena di S. Tcrcfa .
A S. Orfnia li 2 1. 22. 2 j., e 24. Ottobre fta
efpofto il SS- facendoli le 40. ore iiircrpolatc,
re' quali giorni rcftacomprc/a la fefla della
S.int3 titolare .
A S. Agnefe fi pr. Novembre fella di tutti
ì Santi fi comincia V cfpofizione , e la Benedi-
zione del SS-allc fere fino all'Ottava dcMorti,
e nella D.^mcnica fra l'Ottava proceflìone ge-
nerale della Scuola del fuffraggio eretta in
efla Cliiefa .
A S Domenico il 2. Novembre gi-nrno del-
la f otimcmorazionc de" Defunti fi recita il
Rofirio allama;tina molto per tempo,cd alla
fera colla Benedizione del SS., ed il giorno
feguére comincia la Novena alla mattina co-
me il giorno 2. e finifce il giorno di S-Marrino.
A S. Agnefe il 50. Novembre comincia la
Novena dell'Immacolata Concezione di M.
Vergine cella Benedizione de I SS- alla fera, e
ia lielTa pure alla Bafilica di S. Franeefco.
Nt! tempo d' Advenlo .
Si predica in Duomo , .'• S- Domenico, ed a
S. Fr.ancefco tutte le mattine delle Felle .
Il giorno 1 5. Dicembre comincia la No-
vena del SS. Natale a S. Domenico ,a ìs'. Lo-
renzo , ed in molte altre Chicfc colla Benedi-
2i one del SS. alle fere.
Il giorno 16. dello {IclTo comincia quella^
No vena anche in Duomo alla maiiioa mulio
£e r tempo .
5or
Ogni kfta nella Bafilica di S.Domciiico do-
po il Vcfptro fi recica il Rufario delia B. Ver-
gine , e dopo fi da la Benedizione del SS.
AllaB-iiìIica di S. Franeefco la Benedizio-
ne del SS.
Air Orato/ io di S. Filippo Neri la fpinga-
zione della Srictura Sacra .
A tutte le Chiefe de Confratelli, ed allo Spe-
dale le recite degli Ufficj mattina , e dopo
pranzo al Vefpero.
Ogni fella d.i'ir aimo da! pr. di Novembre
fino alla feconda Domenica di Setr. a S. Gio.
nelle vigne fi fa ilCatechifmo della Dottriiu
Clnilliana colla fpicgazione di qualche palio
fcritturalc, Littaiiie della B. Vergine , e fi di
la Benedizione del SS.
Ogni Domenica fra Tanjio, eccettuati i mefi
di Sctt. , e di Ottobre, nella Ciiiela di S. Filip-
po Neri de' PP. della Congregazione dell' Ó-
ratorio la leziojie fpiricuale, difcorfo , e Bene-
dizione del SS. dopo il Vefpero .
Ogni Domenica alla Bafdiea di S.Franccfco
fi fa r efcrciziù fpirirualc della f^ia Ciu:u al
dopo Vefpe*ro, prevenuto da un breve difcor-
fo del fuo Direttore , ed a norma dclli quadri,
che llano appefi alle colonne di cflà B.ifìlici, i\
vamedit.uido la Pa.lìonc di Gesù Crirtu Sal-
vator noflro , che confille dalla fc-ntcnza del-
la morte data da Pilato fino alla fcpoltura ìjs-
clufivc, qual divozione è fiata degnamente ar-
ricchita di molte Indulg. ancjic Plenarie', co-
me dal fuo Lib. llamp. in Lodi per iilru7i onc.
Ogni Domenica fi dà la Benedizione d^l SS.
nella Chicfa deU'Annunzi.ita de' PP. Carme-
litani dopo li Vcfpri .
Ogni prima Domenica del mefe fi fanno le
proctfiìoni del SS- alla Chiefa di S. Michele
alla mattina colla Benedizione del SS aiiehc
dopo Vefpero, ma in tenipod'iiivcrntj fi di
folamentc la Benedizione del SS. circa ij
mc72o giorno , ed alla fera .
A S. Marco la proccfFione del SS. eolla Be-
nedizione , ed a S- Domenico la proceflìone
dtl SS. Rofario.
Ogni feconda Domenica le ProccfTioni del
SS- alle Parrocchiali diS.M. Maddaie-na alia
mattina, e dopo Vefpero a S. Naborrc,air
Annunziatala proceflìoncdcilaB- V. del Car-
mine colla Benedizione del SS., ed alla Bafiii-
ca di S. Domenico la proceflìone del SS. no-
me di Dio.
Ogni terza Domenica la proceflìone del SS.
in Duumci alla nuuiiu colla pcHcdizione an-
562
che d )po Vefpcro. A S. Domenico la pro-
ccinone per la Croce, g vi intervengono li
Famigliali del S. Officio con torcia , e croce
lofìa nelle mani .
Ogni quarta Demenica alla mattina pro-
cciTionedclSS. a S. Lorenzo colla di lui Be-
nedizione al dopo Vcfptro .
Ogni quinta Domenica proceflione del SS.
alla mattina alla Parrocchiale di S. Vitto col-
la Benedizione anche dopo Vcfpro .
Ogni Lunedi alla mattina fi cfponc il SS.
alla Chiefa de' Confratelli di S. Maria del So-
le , ed a S. Agncfc , e circa mezzogiorno la
Benedizione , ma a S. Agnefe fé in Lunedi
corre qualche fcfta rcfta clpofto tutto il gior-
no, ed alla fera folamente fi dà la Bcncdi-
aionc .
Ogni Martedì alla mattina fi cfponc il SS.
alla Chiefa di S. Antonioda Padova, ma fé ca-
de in fefta reità clpofto tutto il giorno, e la
Benedizione del SS. fi dift-lamcnte alla fera .
Ogni Mercoledì alla mattina fi cfponc il SS.
air Amiunziata ,e circa mezzogiorno la Be-
nedizione, ed a S- Domenico alla fera fi recita
il Rofario , fé non cade fefta fra la fettimana ,
perchè allora fi tralafcia al Mccukdi per reci-
tarlo in tal fefta .
Ogni Giovedì alla fera vi è l'efpofizione , e
Benediz. del SS. in Duomo dopo le littanie
aLP Incoronata .
Ogni Venerdì alla Parrocchiale di S. M.
Maddalena , ed a S. Antonio da Padova , fi cf-
ponc il SS., e fi da la Benedizione circa a mez-
zo giorno,ma a S. Antonio fc corre oggi qual-
che feiU iìa efpoiio tUKoil£Ìomo,e li da la
Benedizione folamente alla fera'. A S.Do-
menico fi recita il Roftrio alla fera .
Ogni Sabato dopo Vefpcro fi efpone il SS.
alla Chiefa della B. V. dell' Incoronata , dan-
dofi la Benedizione di Eftate alle ore 22. o
mezza ,in circa , ed all' Inverno circa alle ore
2 3. e mezza. In oltre a queftaChisft in tal
tempo tutti ligiorni dell' anno fi cantano ia
mufica le Littanie della B. V. fuori che ne'
giorni fanti della fettimana maggiore , ne*
quali in vece fi canta il Miferere per confor-
mavfi alla mcftizia della Chiefa univerfale.
In efta Chiefa parimente fono mokifllnie altre
devozioni , ficcomc anche in Duomo, in_.
San Domenico , in San Francefco , in
S. Giovanni nelle vigne , in S. Marco,
in S. Agnefe, in S. Michele , in S.Naborre,
in S. Gcminiano, ed in varie altre Chicfe,
quali io tralafcio perchè o le ho nominate
nelle loro Iftorie , o perchè non fono fifte,
o perchè non ho potuto pienamente effer-
ne informato. E giacché ho avuto l'onore
di aprire qucfto mio Giardino col raccon-
to delle grazie che conccffc la SS. Trinità
a quefta Città , godo pure la fclicifllma forte
di chiuderlo col notare rofiequio , che nella
di ki Chiefa da' fuoi Confratelli deve preùailì
alla Vergine fiicratifTima in ogni giorno di
Sabbato colla proccITione , e fus Littanie i
E tanto mi bafti cVaver detto della Cirtà di
Lodi ad onore della SS. Trinità, della B.V.
Maria , de' SS. Baflano , t d Alberto di lei Pro-
tettori, e di tutti i Santi, e Sante , Beati, e
Beate della ChicfA Lodigiani ^ « deUiu^;
trioiifaace .
IL FINE.
INDICE
Del contenuto nella prcfcntc Opera .
!•?
ABbaria Ji S. Pietro di Lodi vecchio , pa-
5111.1 III., e Kg.
Abbu ndanz.1 d ì grano , e di vino • 1 1 p
Ag;iirelIo. 145.
Ali'H:rtinj . 2ai.
S. AlL>crto. 1 19.
AmaJci Frati, jtc. 185. , e 19S.
Ancon.i della Chicfa di S. Baffano . 19.
E. Andrea Criui. 35.
Arcidiaconi della Cattcdralò . 50.
Avvenimenti funcfti. y2. 1^5. 1 io., e 207.
B
Beate di S Clara nuova .155.
Benedizione Papale data alla Città , ed al
Contado. 4.2.
S- Bernardo. 1^2.
S. Bertaceino . 49.
Beftic morte nel mal' epidemico , e loro nu-
mero .119.
Bevilacqua. 16^.
Biandrato Città diftrutta . 9 J.
Bi'iiami Gefuita . 75.
S. Bor.ifivio. 12. 1S7. ,c 228.
S. B>jnomc . 1 j.
B. B.una. 6^.
Borgiii pet diftruggcrgli . 120.
Borgo di S Angelo, e Conti Bolognini . Zz.
B<.rgo a Porta d'Adda. 111.
S.Bovo. SS.
Càdel Conte. 63.
Caldc-ilnvemo. 124. ,C22S.
Caivcnzago. 145.
Cai. onici del Duomo con Cappa magna . 1 65
Caravagio , perche celebra la lefta de' SS. Fer-
mo, e Rnft^o. 152.
Careftia . Zz.
S.Carlo Borromeo. 141.
Cardinal! a Ledi. i*-.e2»''.
Cafa de ! Dott . Fifico Ferrandi . 22^.
Cafal Pu.lcrlengo . 82.
Cailci nuovo bocca d'Adda . 1 ì^.
CaftcIIo di Povta Crcmonefc dillnmo. 232.
Cailiraga. 141.
Cutalogo de" Decurioni fedenti. 2:54. dell'
nltima riforma . 255. d^lle Tene Vocali
256. di tutte le Terre Parrocchiali colle
miglia che fono diftanti dalla Città, e i
luto Santi titolari . 256.
S. Cattarina da Siena 6S. dalla Ruota 217.
Cavacorta 217.
Cerro villa 145.
Chiave d"oro donata da' Lodigiani .216.
Chiefc co' fuoi Moniflerj, Conventi, e Collegi
diS. Agnefe zS.,c $)i. di S. Andrea 217.
dell' Aniiun2iaca46. ,e ■'4. dell'Angelo
Cuftode 67. , e 199. di S. Antonio Abba-
te 15. di S. Antonio da Padova 44. e 20I
diS-B-iffano 27. di S. Benedetto 45. de'
Borghi diftrutti 125. diS. Bi.aggio ;;■'. di
Cereto 1 12. diS. Ctiftoforo, e di "V^illano-
va9. 15. e 198. de' SS. Cofmo, e Damia-
no 4'j. e 194. diS. Clara vecchia 155. di
S. Clara nuova 154. delle Cappuccine ijo
de' Cappuccini icS. di S.D nncnico 145.
di S.Gio^nnni nelle Vigne 225. di S.Gio-
vanni delle Monache 45. e 106. diS. Giu-
fcppe45. diS.Leonard>2„.7. di S. Fra-
celco in Lodi 2^0. di S. Franccfco a Maleo
104. diS. Marco <j5. di S. Maria bianca,
16. di S. Maria di Lodi vecchio 4T. di
S. Maria di Paullo4s. dtlla Clemenza 141
144.162.205. della Fontana vo. delle
Grazie 178. diPizighectonc 17. di
S- Marta delle Monache 45. 1 40. di S. Pie-
tro 111. di S. Romano 2S. 165.212. diS.
SteiTano all'Abbazia 225. di S. Terclà 66.
20J.204, dcllaSS.TrinitàdcUeOrfolc^ó
205. diS. Vicenzo 29.
Chicle laParochialedi S. Agnefe 2-'diS.Am-
br.jfio alla Parocchialc di Marzano 220. di
S. Barb.iziano Parrocch. d'efib luogo 22S. e
feq. diS. Aniu Oratorio 1 ^9. di S. Bar-
naba Oratorio 95. di S. Bartolomeo alla
Parrocchiale di Borghetto 165. diS. Biag-
gio alle Parrocchiali in Citta , ed in Cod.»
gno 36. di S. Bona alla Boi;ora Oratorio
^3. di S. Cieiuuuf alUr.uiocch. di Bcr-
304
tonico 2 1 6. dell' Eftkazione di S. Croce
alla Baroncini i S5 . Oracoiio di S. Colom-
bano alla Parrocch.di effo Borgo 214 di S.
Criftinziano74. Oracorio de SS .Cofmo e
Damiano demolieto 1^7. di S. Eufcbio a
Villambrcra al prefence Oracorio 162. di
S. Filippo Neri della Congregazione dell'
Oracorio 88. dì S. Fiorano alhParroceh.
à" eAb luogo 70. di S. Germano alla Par-
roech. di Sena 141. de' SS.Gervafòe Pro-
tafo in Cicrà, ed a Maleo 104. di S. Gual-
tcrio alla Parrocch. ne' Borghi 6S. 155. di
S. Gaudenzio alla Parrocchiale «li Secu-
gnago 50. 142. di S.Geminiano aliaPar-
rocii. in Città 3. di S. Gcnaro alla Parro-
chialc di Liuraga 177. di S. Giacomo alia
ParrochiJie in Città 50.15^. ed all' Orato-
rio 159. di S. Giuliano Ocatorio 105. di
S. Giovanni della Coiiienda Oracorio 107.
di S. Luddov'ico Oracorio 1 65. di S.Lorcn-
Collegiaca,cParrochiale 1 5 2. de' SS. Naza-
ro e Cclfo aliai Parrochiale di Caffino 1 40.
dcllaB. Vergine dell Incoronata 159. del-
la Pace Oratorio 177. 17S. del Bofco47.
Oracoiio, di Pefalupo <fO. 212. Oraco-
rio del Caftcllo itfo. di S. Zenone al-
la Parrochiale dicflb luogo 52. 205. di S.
Mauro 1 4. Oracorio di S. Marcino de Trcf-
fejii 2 I o. de' SS. Naborre e Felice 12». di
S. Materno alla Parroch. diCoinazo 127.
diS.MatceoApoftolo allo Spedale 1X7. di
S. Mattia 39. 162. d. S. Nicolò alla Tua Par-
rocchiale 2 19. di S.Pietro alla Parrocchia-
le di Lodi vecchio 39. 73. 112., in Campo
LoJigiano 91. di S.Pietro in Pirollo iJ!.
115. di S. Paolo 116. de' SS. Qiiiri-
CO , e Giulita alla Parrocchiale di Paul-
lo,e di Melito 125. di S.;Roccodue Oratorj
i6q. 161. di S.Salvadore Parrochiale 144.
di S. Stefano Oratorio 225. di S.Tomma-
fo del Ven. Seminario 10.23.223. de' SS.
Vitto, e Modefto Parrocch. loo. di S. Ma-
ria Madalena Parrocch. 131. di S. Michele
Parrocchiale i</31. de' SS.Baffano e Feriol-
Io Parrocchiale 27.
Cimitero de' Todefchi 104.
S. Ciriaco a Lav'agna 209.
Cleri alle Forciiìcazioni 129.
Colonne levate avanci le Porte j^l
Concilio di Coftanza 221.
CunfracernicA di S. Croce 69. di S-Defenden-
te I i.de'SS. Marca, e Rocco 140. della SS.
TrinitA i/8. di S. Maria dei Sole jj. di S.
BaffanodiLodi vecchio 2tf.
Concagio o Pefte 203 .
Concribuzione di aria 207.
Convenzione tra li Canonicidel Duomo i bS
Monaci dclir Ofpicaletto 57.
Corpi di Guardia 42. 145.
Cranio nella Chic fa di S. Defendente i j.
Sacro Crifma della Ghicfa Lodigiana 57.
Croci alzare nel temp» di pefte i 18.153. 205,
206.
CrocifiRb della Parrocchi.ale di S. Maria Ma*
dalena 1^2.
Dizj fofpefi 125.
Divozioni ciie corrono di giorno in giorno per
le ChiefediLodi 2^9.
Divozioni altre 13. 45-
Diavolo cftingue il lume in una conrefazion»
66.
Donna di Cofacco 1 1 .
Dottori Bulgaro , e Marcino 94.
Drago peftillente 9.
Duomo , e fua Iftoria appieno i S.
Duca di Madreda 74.
Dtichi o Signori di Milano FrancQfco prima
Sibrza 5 I. 2o6.Filippo Maria 1 sS.Fianccf^
co 1 1. 38. 162.20o.Azzo 193. Luchino 153.
MafTimigliano 1S5. Giovaiini 202. Gioy<u;j-
xiì Galcazo Vifconti 2 S2 . 40. 621 .
S
Ebreo batteeaco 13.
Effigie di Federico I. It J.
S. Ercolano 1 94.
Efeicico Milanefca Lodi vecchio 1 1 1^
Principe Eugenio ipj).
SS. Fabiano , e Sebaftiano 37.
Feria repentina 75.
Felle in Lodi per i Re di Spagna 52. perii
Cardinal ViJoni 51. 5 2.Per le Vircoricdi
Viena iS4.pcr le Viccorie diBuda 1 S4 185.
Perii Duca M iffimigliano 1 85 . A S.Fran-
cefco per le feftc de Santi di effa Religione
17X. A S. Terefa per la Canoiiizazione di
S. Giovanni dalla Croce 20J.
S. Filippino ?X.
S. f ilippo Bcniai i6j.
S.Fran-
S. Franccfco di Sale» ja.
S. FrJiictfca Romina 41.
S. Franccfco Saverio 21$.
Frate Ccieniia AIbcrtcngo 17.
Frate BriiiJtfi 166.
Frati Gcufati 1 12. 224. Umigliau,cdUmi-
gliatc 45. i</6. 225.
Fornaci in Città 91.
Frctido cvccfllvo 1?.
Fulmini 6v- ''^^ 1 '/+•
Fuoco fi iioiicmo 20S«
S. Gaetano 144-
Gatario Frani, liino 74-
Calcagnano iua Arciprccura foppre/Ta. Z4.
S.C.ìÙoio^..
Gallifpani 194.
SS. Giaccomo , e Filii>po tfS.
S. Giovanni di Pojano 17.
B.Giovanni da Lodi 42.
Giubileo ^2.
Giiiftiziati otto in un giorno 41.
Gonzaga Federico , e Dccuiioui di Lodi 74t
Gnco Pompeo 30.
Graffi M.irciKtto 195.
Gradella, e Grafitgnana 217,
S. Gregorio Papa 40.
Guclti,cGibcllinÌ42.
Caffi Prcpoilo IO.
Impcrador Federico I. 22. jj. jj. 9;. m.
141. 142- 2 i6. 219.
Federico II. 5X. 2 17. 221. 222.
Enrico VII. 14.45. Carlo Magno 5X.
Carlo V. 2.6. Carlo VI. 210. ali. Si-
gifmondo 225.
Impcrailrici S. EIcna 162.
Elisabetta Criflina 7 j.
Incendj 37. 40.
Indulgenza di S.Bananoi2j .,e tit,
Inundai!Ìcni >. ii.7ì-i/6 207. 211.
lavciiio iQukomitc 224. 22ÌS,
Ladri di Ch'efe 37.
Lago o Mar gerendo 9.
Lega della Lombardia jl.
S. Libano 137
305
Lodi Difendente S9. $.?.
Lodi Iua Irtoria in Compendio 2S5. Sacchcg-
gi-ato tre volte in un giorno 56. come_.
rapprcfcnt-uo 52. diftriitto 05. 91. aPx -
diato T4. XS. 95. (X>- III. opprcfib dal-
la pelle 101. Rifabbiicato 141. Sue
Mura 142. e 156. Si da a' Veneziani \6t.
Si d.iaGiovangaicazzo Duca di Milano <3S.,
è intcrdetto,cd aflbhitto 11. 6S. , e pri\ato
del Ve/covo , e gli è refo 200.
Lodi vecchio da chi piantato, e riftoraro
140. 2 11.
Lodigiani Cittadini fotto pena di confife»
3S. 40 fjtto pena di bando 21S. Col-
le Croci fulic fpallc 40. s arrendono ad
Enrico Impcradorc 45. ottengono pri-
vilcgj 46. dillruggono Porta Arienza , o
folle Orientale di Milano 49. dit'efi dal-
la B. Vergine Ili. dilla fterta pacificati
177- e 178., loro Confoli con Fede-
rico I. Impcradore 142. Saccheggiano
il Milancfc 2is. Suo Territorio inunda-
to appella 211. Sua copia di latte , 5^
cafcio fmifuraco 93.
M
Mafcherate 3?. yj,
Maccaftorna 165.
Majano Illorico 211.
Maledclfrcddorc.oCapronc J2.dc'fcgni 5 r.
Malto 104.
Manzo donato 1 1 S.
Marignancllo 202.
Marola terra 253.
Marmogno,e fua Iftoria iiS.
MalTalengo >; 1. <
Melcgnano SS. 145.
Mercati del Lodigian ) 231.
Miiancfi 40 41. 65. Hi. 91. 130- 104.
Monache 14. 1 S. 27. 37. 73. 133. 212.
Monaci Cluniaccniì 65. Oliveuni 10. CiUcr-
ficn/ì z-r. 112.
Monte Eghczonc 141.
Monte di Pietà 2 12.
Monte Malo 217.
Morena Acerbo 204.
Moronc Eraclito Governatore di Lodi SJ.
Muza 3S. e 2^9.
N
Narfccc Eunuco 50.
??**h
^e6
Naviglio de' Lodigiani 117*
Nevetemporita 206.
Oratori vedi Chicfe .
Orologio nella Piazza maggiore 22?.
Ofpicaìe di Milano 158. Di Lodi 187,
Paci di Coflanza 110., tra Mllancfi , e Lodi-
giani 1 5/4. 2 1 7 . , tra gli Cittadini di Milano
217. tra Spagna, e arancia 2 17. iraFran-
ccfco primo Sforza , e Veneziani 51.
Palazzi della Città 193. de' Nobili Cani , e del
Cardinal Somniariva 45. del Conte PrclTi-
dcnte Modegnani 13. del Conce Antonio
13arnÌ42.
Pavia alTediata 1 7 S. , e liberata IJ»?.
Perticato Lodigiano 2; l.
Pelli 101. 105. ic6. 141.
Pittore muore repentinamente 153»
Pò fiume 59.
Oldrado d^; Ponte 5 1.
Privilegi de' Vefcovi 14.
PontcficiS. PioV.45., Paolo V. 153., Gre-
gorioX. 222. Giovanni XXUI. 225. S.
Silvefii0 2 2S.
P. Quarefmi de" Min. OITervanri 205.
R
Re di Spagna Carlo IL 14.222.223. Ardoi-
110 Re dell' Italia a 06. Attil.1 Re degli Un-
ni 256.
Regine di Spagna 74. pOt 1 a/t
RhoAleffandro 165.
S. Riccardo 37.
RÌ0II0212.
Roncadelio 217.
Roncaglia 93,
Roncifvalle contrada 107.
Sacco de' Sacchi 217.
Saccheggio del Contado di Lodi n.
Monfig. Saifello 19.
Salarano 14.1. 164,
Sarzana Circa 255. e 259,
Scommuniciie fuiminate 49. 57.
Scuole della Dottrina Criftiaiia 50. de' Po-
veri 59.
Scuole pubbliche della vecchia , e nuova
Cicca 226.
Segni Ipavencofi 92. 5)6. e 263.
Segni colla Campana maggiore per la mes-
ce de' Decurioni I 5.
Sforza Actendolo 70.
S. Siro Vdlovo di Pavia 221. 238.
Soldati per fare e Grida 1S5.
Sommaglia 95.
Somazano 217.
Stato della vecchia , e nuova Città 238!.
S:rùZ2Ì Pietro 163.
Tabacco infetto 13.
Taglie graviffime 1%.
Tarando moiho io.
Tcdcfchi 194.
Temacold'j 1 1. 193.
Terre del Lodigiano donate 44.
Tcrremuoco 41. 9/^.
Teforo di S. Baffiuio 25.
Tintorio Generale dell' Efercico Lodigt»:
no 91.
Titco da Lodi 57.
Torrecta 74.
Traslazione di S. BalTano 207;
S. Tiziano 73. e 257.
Tregua S8.
Treflcni Oldrado 206.
Triulzi , e Codogno 36.
Uccello che canta 300. anni 17.'
De Vccchj Maffeo 42.
B. Vergine diDovera 75. di Caravaggio 51Q.
di Trcviglio 40. Delia Stella, e della.-
Canonica di S. Lorenzo i8j. Della Pal-
la in Pavia 193. Sotto la Scala in Duo-
mo 220. Di S. Giovanni nelle Vigne 227.
Di S. Chiara nuova ii6.
Vefcovi di Lodi, e loro Vite 23S. , e feg.
Vefcovi di Lodi creaci Principi dell' Im-
pero 94. 193.
Vcfcovaro da chi, e quando fabbricato 2 1 9.
Vicari Generali di Milano , e di Bergamo 50.
Vicadone 202.
Vircl-
Viccllo , e Pollino di due tefte 93.
Vittorie di Viena d'Auftria 1^4. diBuJa 184.
1S5.
Vi.adiS. Gcmiiii.ino sj. del B. Antonio da
LodÌ4i. DiS. O.iniolc sS. DclB.Ami-
cino5i. Di S. Zenone 5 . DiS. Ciil^in-
2Ìano-'4. Di S. Fiorano 70. DiS. Cio-
vaniii Nt'pomuccno 75., e feg. Del B.
GiaccomoOldo 83. Di S. S!finio9C. Del
B.Cali.'Ticro i?5. DJ B. MiehcIeCarcjno
100. Di S. Giuliano Mutile 105. DiS.
Materno 127. De' SS. Giuliano, e Comp.
3or
Marc. 137. Di S. Gualrcrio 13J. Do" SS.
Naborrc , e Feliec con S. Savina 1 20- Do'
SS.Qtiiiieo.e Giulita 125. De' SS. Fer-
mo, e R'Utieù 145. Di S. A le n"indro Mar-
tire i6(). Della B. Liicre^^ia Cadamofta
162. ,c fcg. Di S. Giovanni da Lodi Vcf-
covo 17S. DiS Feriollo 185. DiSCle-
mcntc Confeirorc 205. Di S. Colombano
214. Di S. Barbaziano 2'y. Del Dottor
Leineiie 15S. Di Giiifcppc Cirefa 156. Di
Moiiiig.Barm Vclcovodi Piacenza 174.
IN MILANO, AiDCCXXXII.
Nella Stamperia di Giureppc Morelli in Piazza de' Mercanti
al fc^rno della Fortuna.
CON LICE N'z a DE' SUPERIORI.
Errori. Corczionì.
pag. li"- ^ r
II. ji. Cafacco Cofacco^
io' 11. non fono flati fono itati
37. a8. Re d' Inghilterra , e^ Re d' Inghilterra fi celebra
febbene il Ferrar. &c.
fi celebra
3^. l^ fegeggia fcheggJa
i^i. i8. ii6i. 1. Marzo ii52. giorno avanti il i. Marzo
i85. ■28. liceppci,e lecctene li ceppi, e le catene
1^7. 32. la vita laviUa
aio. 37. Martino Martino
241. 35- Coftanzo Coftante
i<;y. 39. larga , ed alta largauna, edalta
183. 2' giorno anche giorno avanti
^
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UNIVERSITY OF ILUNOIS-URBANA
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