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Full text of "Giornale di Malacologia."

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GIORNALE 


DI 

MALACOLOGIA 

compilato  per  cura 


DI  PEIil^EGBIIVO  DTROBl^  X  ^ 

DI  MILANO 


Anno  I. 


PAVIA 

TIPOGRAFIA  DEI  FRATELLI  FCSI 

1853 


.1 


i 


Satis  lapillis  et  testis  lusum  est. 
O.  F.  Muller. 


aixa^iCE 

Stiidi  per  la  storia  degli  Auriculacei-,  del  dott.  L.  Pfei  ffer, 
Traduzione,  pag.  i  e  i7, 

Sulla  non  esistenza  dell’  Helix  hortensis  Miill.  di  qua  delle 
Alpi ;  di  P.  Strobel,  p.  6. 

Gonsiderazioni  sulla  perforazione  delle  pietre  fatta  dai 
molluschi  litofagi  e  specialmente  dalle  Folladi  j  del 
dott.  Teodoro  Prada,  p.  38,  113  e  129. 

Dei  dardi  nelle  Elici\  di  P.  S  t  r  o  b  e  1 ,  p.  22  e  33. 

Differenze  anatomiche  tra  1’  Helix  pomatia  L.  e  la  luco- 
rum  Miill.;  di  Paolo  Panceri,  p  30. 

Sui  molluschi  viventi  del  lembo  orientale  del  Piemonte  , 
dalla  Toce  alia  Trebbia;  di  P.  S  t  r  o b  e  1,  p.  49, 63,  81  e  97.  ^ 

Sulle  ghiandole  del  pene  nella  hiltorina\  del  dott.  Carlo 
Gegenbaur.  Traduzione,  p.  38. 

Dell’ Ectocotile;  di  P.  Panceri,  p.  72  e  138. 

Aggiunte  al  catalogo  dei  molluschi  della  Lombardia;  di 
A.  e  G.  B.  Villa,  p.  142. 

Estratti. 

Ricerche  sullo  sviluppo  dei  Fettinehranchii',  di  J.  Korea 
e  D.  G.  Danielssen,  (Panceri)  p.  9. 

Monografia  de’  Brachiopodl  britannici ;  di  Tomaso  David¬ 
son,  ult.  fasc.  ( estratto  di  Ed.  Suess  trad. ),  p.  36. 

Paludina  thermalis  L.  var.  PFiedenhoferi  Frauenfeld, 
(St.)  p.  37. 

Diraora  precisa  del  Carychium  spelceum  Rm.  ;  di  A. 
Schmidt,  (St.)  p.  46. 

D’  un  mollusco  terrestre  viviparo ;  del  m  e'd  e  s  i  m  o,  ( St. ) 
p.  47. 

Dei  cromatofori  nella  Cymhulia\  di  Kolliker  ed  E. 
Muller,  (  St.  )  p.  61. 

Dei  fulcri  nelle  chiocciole  delle  Elici\  del  dott.  Lea,  (St) 
p.  62. 

Dei  fossili  del  terreno  neocomiano  nella  Nuova-Granata ; 
di  A.  d’  Orbigny,  (  St. )  p.  63. 


Parassiti  di  alcuni  molliischi  (  St.  ) : 

a) .  Doridicola  agilis  Leydif^,  p.  64. 

b) .  Acaro  Helix  aspersa  Miill.  ,  del  dott.  Pontal- 
lie,  p.  WO. 

c) .  Leukochloridium  paradoxu77i  Cams  :  di  Siebold, 

p. 

Osservazioni  sopra  alcune  conchi^lie  dei  generi  Fupa  € 
Pomatias  ;  di  Vincenzo  G  r  e  d  I  e  r,  [St.)  p.  75. 
Fossili  del  terreno  carhonifero  della  Nuova-Scozia  ;  di  C. 

Lyell  e  J.  W.  Dawson,  [St.)  p.  79. 

Sopra  un  sistema  di  vasi  capillari  nell’  Anodonia  \  di 
Carlo  Danger,  (  St. )  p.  89. 

Sui  Brachiopodi  degli  strati  di  Kossen;  di  Ed.  Suess. 
(  St.  )  p.  92. 

Studi  su  la  storia  naturale  del  Chili;  dideBibra,  [St.) 
p  ^24. 

IVecrologie ,  notizie. 

Vecrologia  di  G.  B.  Adams  e  L.  F.  A.  Souleyet;  di  P  e- 
tit  ,  (  Prada)  p.  45  e  44. 

Dimore  delle  Helix  frigida  Jan.  e  nautili f ormis  Porro, 
p.  94  e  96. 

Dei  dardi  delle  Elici ;  di  Giacomo  T  a  s  s  i  n  a  r  i,  p.  444. 

Avvisi,  annunci,  p.  46,  45,  48,  ill  e  143. 

Bibliografia,  p.  14,  42  ed  80. 

Rivista  bibliografica  del  1853,  p.  144  e  161. 

Elenco  delle  specie  nuove,  p.  169. 

Aggiunle  e  correzioni,  p.  192. 


Patti  d’  associazione  al  secondo  anno  del 

giornale  di  'malacologia. 


Ij  abbonamenio  al  secondo  anno  di  questo  giornale  avra  luogo 
verso  il  pagamenso  anticipato,  per  semestre  o  per  intern,  di  ita- 
liane  lir.  6  in  moneta  suonante  ,  da  effettuarsi  franco  di  spese 
nelle  mani  del  sottoscrilto  compilatore  ,  e  coll’  indicazione  del 
nome,  cognome  e  domicilio  dell’ associate.  Ai  soscrittori  che  di- 
morano  negli  stati  compresi  nella  lega  postale  germanico-austro- 
italica,  e  vigente  questa,  qualora  al  prezzo  dell’  abbonamento  ag- 
giungano  centesimi  30  per  semestre  ,  il  compilatore  spedira  pel 
mezzo  poslale  e  franco  di  porto  i  singoli  nnmeri  del  giornale,  di 
mauo  in  mano  che  si  publicherantio :  gli  allri  abbonati  dovranno 
pensare  essi  slessi  a  farli  ritirare. 

Pavia,  aprile  1854. 

Pellegrino  Strohel , 

compilatore  del  giornale. 


GIORNALE  DI  MALACOLOGIA 


4853.  N."  1. 

Studi  per  la  storia  degli  Auriculacei  (l). 

®cl  S^ott.  LsacSovico  Pfeiffer. 

(  Zeitsclirift  fiir  Malakozoologio  1853  p.  -1  (2)  --  ) 


F ra  le  famiglie  dei  mollnschi  ,  sulla  composizione  delle 
quali  rimangono^ancora  dei  dubbi,  avvi  quella  assai  inte- 
ressante  degli  Auriculacei,  stabilita  pel  priuio  da  Lamarck. 
Sorpassu  qui  naturalmente  la  sua  storia  piu  antica,  giae- 
che  se  ne  possono  trovare  i  dati  necessari  iiell’  Index  ge- 
nerum  Malacozoorum  I.  di  Herrmann  sen  (2)  agli  arti- 
coli :  Auriculacea  Lam.  ,  Blainville  ,  Auriculacese  Menke  , 
Auriculadae  Gray,  Auriculae  Ferussac,  Auriculidae  Risso  ed 
Auriculidea  Beck.  La  storia  letteraria  di  questa  famiglia 
viene  completata  sino  agli  ultimi  tempi  da  alcune  rettifi- 
che  ai  predetti  articoli  e  dai  nuovi:  Auriculae'ina  Strob.(3), 
Auriculata  Sism. ,  Auriculiadae  De  Kay ,  Auriculidae  Gray, 
Auriculina  Agassiz ,  Auriculoidea  De  Cristofori  et  Jan  e 
Conovulidae  Clark ,  che  sono  contenuti  nel  supplement© 
alia  delta  opera  di  Hei  rman  nsen,  la  stampa  del  quale 
e  ora  terminata  (2). 

(1)  Preferirei  1’ aggetlivo  Auricolacee,  sendo  derivato  dal 
soslantivo  femwinile  Auricola. 

(2)  Yedi  1’  articolo  Bibliografia. 

(3)  L’  aiitore  di  questo  nome  non  e  gia  Strobel,  ma  il  profes- 
sore  Jan  nella  :  Clavis  systenialicae  distribulionis  generum  testa- 
ceonim  in  Museo  Mediolanensi  exstantium.  jVIediolani,  1844,  p.  7. 

1 


2' 

Egli  e  noto  ,  come  da  principio  ed  in  parte  anche  in 
tempi  posteriori  venisse  compresa  in  questa  famiglia  una 
quantity  di  generi ,  che  sembravano  concordare  o  per  la 
struttura  analoga  degli  animali ,  o  per  la  forma  con- 
simile  dei  gusci;  senza  avere  riguardo  se  la  loro  dimora 
fosse  piuttosto  nell’  aqua  che  sulla  terra  (  circostanza 
pur  troppo  non  sempre  nota  ) ,  e  se  respirassero  piutto¬ 
sto  per  branchie  che  per  polmoni. 

La  famiglia  ,  quale  la  costitui  per  la  prima  volta 
Lamarck  nel  d809,  comprendeva  i  generi  Auricula, 
Melanopsis,  Melania  e  Limneea;  e  quindi  un  ag¬ 
gregate  del  tutto  inservibile.  Meglio  la  compose  Blainville 
nel  dizionario  delle  scienze  natural!  XXXII  (nongiaXXX, 
come  per  errore  di  stampa  trovasi  accennato  nel  sup- 
plemento  di  Herrmannsen)  pag.  245  (d),  ove  pe- 
ro  vi  unisce  ancora  il  genere  ctenobranchio  (2)  Py- 
ramidella.  —  Menke  e  Deshayes  furono  i  pri- 
mi ,  che  nell’ anno  4850  la  ridussero  entro  i  suoi  giusti 
confini. 

La  famiglia  cosi  emendata  sarebbe  dunque  da  definirsi 
nel  modo  seguente  :  «  Gasteropodi  che  respirano  con  pol¬ 
moni;  la  cui  testa  termina  in  un  muso  alcun  poco  lobato, 
con  due  tentoni  quasi  cilindrici  non  retrattili  ,  alia  cui 
base  interna  trovansi  gli  occhi.  Conchiglia  spirale ,  colla 
columella  fortemente  piegata  e  spesso  col  labbro  esterno 
dentate  ;  senza  opercolo  ?5.  —  I  prossimi  suoi  affini  so- 
no  dair  un  lato  i  Limneacei  ,  dall’  altro  gli  Aciculacei. 

(1)  Dictionnaire  des  sciences  naturelles,  Strasbourg  4824,  art. 
Mollusques, 

(2)  petiinebranchio,  da  ^ersLc;,  evoQ  pettine,  e 
OV  branchie. 


5 

(Confrontisi  la  monografia  dei  Fneiimonoponii  (1)  di  L. 
Pfeiffer  p.  2,  3  ). 

Vari  autori  riia  specialmente  Beck  nel  suo  Indice , 
4837  (2),  e  Gray  nel  sistema  completo  de’ molluschi 
viventi  ( Proceedings  of  the  Zoological  Society  of  London 
4847  p.  429 — ^206  )  divisero  questa  famiglia  in  un  gran 
numero  di  generi  e  sottogeneri ;  pero  iina  parte  di  essi 
e  appena  accennata  col  nome  o  tuttalpiu  coll’  indicazione 
di  una  specie  tipica  ;  ed  egli  riesce  quindi  difficile  di 
riconoscere ,  su  qiiali  caratteri  sia  in  tal  caso  hasata  la 
separazione  di  quei  gruppi. 

Rivedro  quindi  in  primo  luogo  ed  in  ordine  alfabeti- 
co  tutti  i  nomi  qui  pertinenti  e  Liro  poscia  seguire  il 
mio  parere  sull’  ammissibilita  dei  caratteri  de"  singoli  ge¬ 
neri  e  gruppi;  come  pure  sul  numero  e  la  definizione 
dei  generi ,  che  a  mio  avviso  sarebbero  da  adottarsi. 

4.  Alexia  Leach  mss.  4848,  istituito  secondo  Gray 
per  la  Voluta  denticulata  Montagu  ^  accettato  da  Gray 
nel  4847  come  genere ;  ma  non  si  puo  riconoscerlo 
che  dal  tipo  e  dai  sinonimi  Ovatella  Gr.  4840,  Pythia 
Gr.  4824  e  Jaminia  Brown. 

2.  Auricella  Jurine ,  Hartmann  nella  nuova  Al- 
pina  I.  p.  20f^  (3)  zz  Carychium  Muller  et  Acicula  Hart¬ 
mann. 

3.  Auricula  Lam>  Fondato  da  principio  sul  tipo  della 

(1)  opercolati  polmaoacei ,  da  'Juvevfjbov  polmone  e 
opercolo.  —  Vedi  in  fine  alia  rubrica  :  Bihliografia. 

(2)  Index  molluscorum  praesenlis  aevi  principis  Christiani  Fre- 
derici ,  Hafniae. 

(3)  Neue  Alpina  —  1.  p.  194:  Erd-und  Fluss-Schnecken  der 
Schweiz  —  Winterthur,  1821. 


4 

Vol.  Ann's  midae  L.  ,  confuso  in  segnito  con  mofteplici 
componenti  estranei.  11  genere  Conoviilus  da  esso  stac¬ 
cato  nel  ^8^2,  gli  viene  ricongiunto  nel  d822.  —  Beck 
nel  d8o7  e  Gray  nel  4840  e  4847  ricondussero  il  ge¬ 
nere  alle  originarie  forme  tipiche  ,  dopo  che  Ferussac 
nel  4824  le  avea  gia  separate  qual  sottogenere  col  norae 
di  Auricula.  —  Gray  (  Synopsis  of  the  Contents  of  the 
British  Museum  4842,  p.  70)  da  come  carattere  il  peri¬ 
stoma  (  lembo  della  bocca  )  incrassato  e  1’  epidermide 
bruna. 

4.  Auriculus  Monifort ,  4840.  Limitazione  del  genere 
Auricula  al  primiero  tipo  =:  Auricula  Lam.  em. 

5.  Carfchium  Mull.  Stabilito  sulla  nota  specie  tipica 
(  C.  minimum  M.  )  ed  accettato  come  genere  ed  in  quella 
significazione  dalla  massima  parte  degli  autori.  Soltanto  po- 
chi  scrittori  vi  unirono  generi  estranei  \  cosi  p.  e.  il  ge¬ 
nere  opercolato  Acicula  ,  alcune  Elicee  —  e  Michaud 
vi  comprende  a  dirittura  tutte  le  specie  d'Auricola  viventi 
io'Francia. 

6.  Cassidnla  Fer.  4824  ,  Prodr.  (4)  p.  405;  • —  Cas- 
sidultis  Berthold  nelle  famiglie  naturali  di  Latreille  (  Cas- 
sidule  Latr.  )  (2);  sottogenere  dell’ Auricula,  senza  1’ indi- 
cazione  dei  caratteri  distintivi.  Tipi :  A.  felis  e  nucleus. 
Gray  Y  adotto  nel  4847  e  vi  uni  i  generi  Sidula  Gr.  , 
Lirator  Beck,  Tralia  e  Detracia  Gray. 

7.  Conovula  F&r. ,  Scliwe  'iggej\  Berth,  ecc.  —  Cono- 
vulum  Sowerhy  4842  —  Conovulus  Lam.  Eretto  nel 
4842  per  le  specie  col  margine  semplice ,  tagliente  ;  piu 

(4)  Tableaux  syst4matiques  des  animaux  mollnsques  ,  suivis 
d’  un  Prodrome  general  ,  Paris.’ 

(2)  Families  naturelles  du  R^gne  animal  etc.  Paris.  4825, 


5 

tardi  ricongiunto  coll’  Auricola;  accettato  pero  da  altri.  — 
Gray  (  Syn.  Br,  Miis.  4842,  p.  70)  dice:  «  La  conchi- 
glia  dei  Conovoli ,  i  quali  vivono  sotto  le  pietre  ai  lidi 
del  mare  e  nel  fango  delle  paludi  salmastre  (i) ,  ha  la 
forma  d’  un  cono  rovescio  e  1’  apertura  ristretta  ,  linea- 
re  Piu  tardi  (  1.  c.  p.  91  e  nel  4847  )  il  genere  vie- 
ne  giustamente  iudicato  come  sinonimo  di  Melampus 
Montfort. 

8.  Detracia  Gray  Man.  4840  ,  p.  20  (2),  istituito 
come  nuovo  genere  delle  Auriculidee  per  la  Yol.  bullaeoi- 
des  Mont.,  e  distinto  per  avere  una  piega  semplice  sulla 
columella  ;  riunito  pero  in  seguito  (  4847  )  colla  Gas- 
sidula. 

9.  Ellohium  Bollen  4798  (  Mus.  p.  405  ),  composto 
di  specie  dei  generi  Auricula,  Melampus  e  Bulimus. 

40.  Geovula  Swainson  4840  ,  fondato  come  sottoge- 
nere  del  suo  Melampus  per  1’ Aur.  Midae  zz  Auricula 
Lam.  sensu  stricto. 

41.  Leuconia  Gray  Man.  4840,  p.  227  ,  stabilito 
come  sottogenere  del  Conovulus  (  «  Columella  con  2  pie- 
ghe ,  palato  liscio  ,  peristoma  semplice  «  ) ;  tipi :  Vol.  bi- 
dentata  ed  alba  Mont.;  conservato  nel  1847  come  gene¬ 
re  per  le  stesse  specie. 

42.  Lirator  Beck  4837,  addotto  come  sottogenere  del 
Melampus,  ma  senza  V  indicazione  dei  caratteri  distin- 
tivi ,  per  una  specie  dell’  isola  Opara  (  L.  multisulcatus 
ined.  );  unito  da  Gray  nel  4847  colla  Cassidula. 

(1)  Bracksumpf  f  palude  che  si  forma  la  ,  ove  le  aque  dolci 
si  mescolano  con  quelle  del  mare. 

(2)  Turton  Will.  — -  A  manual  of  the  land-and  fresh-water 
Shells  of  the  British  island  ;  2d  edit,  by  I.  E.  Gray.  London. 


6 

43.  Marinnla  King  ^  creato  nel  4834  coi  segiienti  ca- 
ratteri:  «  Testa  ovato  -  producta,  subsolida;  apertura  ova- 
ta  j  Integra ;  columella  bidentata  et  basin  versus  uniplica- 
ta ;  dentibus  magnis  subremotis  conniventibus ,  superiore 
maximo ;  operculum  nullum.  —  Non  vi  trovo  alcuna 
dilferenza  generica  da  raolti  altri  Auriculacei  a  margine 
tagliente;  Gray  pero  adotto  questo  genere  nel  4842  e 
nel  4847. 

44.  Marsyas  Oken  4845  e  sinonimo  di  Auricula. 

4  5.  Melampa  Sdmeigg.  4  820  (4)  —  Melampus  3Ionlf. 
4840;  genere  giustamente  separate  dietro  il  tipo  della 
Vol.  coffea  L. ,  e  da  molti  accettato.  —  Beck  lo  divide 
in  tre  sottogeneri :  Conovuliis,  Melampus  e  Lirator^  non 
ne  da  pero  i  caratteri  distintivi  (  Confrontisi  Anton  (2) 
nel  giornale  di  malacozoologia  4847  ,  p.  468  ).  Fra  i  Co- 
novulus  egli  coraprende  le  A.  biplicata  e  coffea^  fra  i  Me¬ 
lampus  tra  le  altre  le  A.  lutea,  fasciata  e  monile.  lo  non 
vi  trovo  differenze  essenziali. 

46.  Melampus  Sni'ains.  4840  ,  genere  della  sottofami- 
glia  delle  Turbinas.  Sottogeneri:  Geovula  ^  Pedipes ,  Sca- 
rabus  ,  Melampus ,  Rhodostoma  zz;  Auriculacei. 

(  Sara  continuato.  ) 


U  Helix  horlensis  Milll. 
non  esiste  al  di  qu^  delle  Alpi ! 

Gi^  Martens,  Cantraine,  Rossmfessler  e  Se- 
ckendorf  avevano  avvertito  che  la  H.  hortensis  non 

(1)  Handbuch  der  Nalurgeschichte  der  skeletlosen  iingeglieder- 
ten  Thiere,  Leipzig. 

(2)  Einige  Bemerkiiugen  zu  H.  P.  Rlisters  Ohrschnecken. 


7 

trovasi  in  Italia.  Ma  alcuni  altri,  come  Bruniati^  Porro, 
Spinelli,  Villa  opinarono  il  contrario ,  ritenenclo  ap- 
partenere  a  quella  specie  gli  individui ,  che  nel  resto  si- 
mili  alia  H,  nemoralh  ,  ne  diversificano  per  avere  la 
bocca  bianca.  Ed  Adolfo  Schmidt  di  Aschersleben  nella 
Prussia  (  Zeitsch.  fiir  Mai.  4855  p.  25  )  assicura  ,  che 
nel  mezzodi  della  Germania  non  avvi  quasi  raccolta  di 
qualche  entita  ,  che  sotto  il  nome  di  H.  hortensis  non 
possegga  tali  individui  ^  provenienti  specialmente  dall’  alta 
Italia  e  dalf  Elvezia  meridionale. 

Sino  dal  4844  (  Gior.  dell’Istituto  Lombardo  e  Biblio- 
teca  italiana  t.  IX  p.  508  )  emisi  T  opinione ,  che  simili 
Elici  non  sono  che  semplici  jalinismi  deU’Ef.  nemoralisy 
e  nel  4847  (  1.  c.  nuova  serie  t.  II  p.  69  e  264  (4)  -  ) 
addnssi  i  motivi  di  quell’  asserzione ,  desunti  dal  modo 
loro  di  formare  il  guscio  e  le  fascie.  L’  anno  passato 
(  Malacologia  trentina  p.  55  )  riferendomi  al  gia  detto 
ed  accennando  alia  differenza  sensibile ,  che  passa  tra  il 
dardo  della  H,  nemoralis  e  quello  della  H.  hortensis  , 
scoperta  dal  prelodato  signor  Schmidt  nel  4849  ,  an- 
nunciai  che  attendevo  fra  breve  la  soluzione  del  que- 
sito  dall’  esame  appunto  dei  dardi  delle  Elici  in  qui- 
stione. 

Nella  scorsa  state  Schmidt  trovo  queste  lumache  a  Ve¬ 
rona  ed  a  Riva  di  Garda,  e  gli  esemplari  ivi  raccolti  posse- 

(1)  Note  sullo  sviluppo  delle  fascie  nelle  B,  nemoralis  e  po~ 
matia  — •  lavoro  ,  che  polra  forse  non  riuscire  affatlo  inutile  a 
F.  G.  Assmann  nel  comporre  la  promessa  conUnuazione  del- 
r  articolo  ;  Gesetz  der  Baendervertheiluug  an  H.  nemoralis  (  Leg- 
ge  della  distribuzrone  delle  fascie  nella  H.  nemoralis  ) ,  stampato 
nel  succitato  giornale  di  malacozoologia  1852  p.  11. 


8 

devano  il  darcio  della  H.  nemoralis  (d).  Ora  Paolo  Panceri, 
studente  in  medicina ,  ne  seziono  di  quelli  dei  contorni 
di  Pavia  ,  e  vi  rinvenne  pure  il  dardo  proprio  alle  H. 
nemoralis  normali..  Ammessa  la  differenza  dei  dardi  co¬ 
me  criterio  di  distinzione  tra  le  due  specie  in  discorso  , 
e  cliiaro,  che  gll  individui  delle  accennate  contrade  non 
possono  essere  riguardali  ,  che  come  variazioni  dell’  U, 
nemoralis ,  e  stando  alle  leggi  di  distribuzione  geografi- 
ca  si  potra  pure  con  bastanle  fondamento  concbiudere  , 
che  lo  siano  del  pari  quelli  viventi  nelle  terre  poste  Ira 
1’  lino  e  r  altro  di  quei  paesi. 

Incontrai  simili  jalinismi  (  od  albinismi,  come  vogliansi 
nominare  )  a  Yerona ;  a  Pavia ,  Bergamo  e  Villa  Alme, 
nelle  valli  bergamasche  Brembilla,  Cavallina  e  Camonica 
(  giorn.  cit,  2.^  seric  t.  II  p.  68  e  257 ),  a  Sondrio  e  Mon¬ 
tagna;  a  Stenico  ,  Borgo  di  Valsugana ,  alia  Rocchetta  di 
Valdinon ;  a  Planizing  presso  Bolzano.  Ne  posseggo  pure 
da  Tramezzina  sul  lago  di  Como  ( Trotti )  e  da  Canzo 
nella  Brianza;  da  Arco  e  Pine  (Mai.  trentina  p.  52  e  5A); 
da  Lausanne  (  Charpentier  ).  Come  H.  horlensis  vengono 
inoltre  indicati  da  Jan  nel  Parmigiano ,  da  Lanfossi 
nel  Mantovano ,  da  Spinel li  sulla  Bresciana  e  da  Bru¬ 
in  a  ti  a  Monfalcone.  —  Fra  tanti  esemplari  del  H.  nt- 
moralis  raccolti  nella  Valcavallina,  uno  solo  presentava  il 
peristoma  scuro  ;  a  Verona,  Canzo,  Arco  e  Stenico  gli 
individui  coll’  apertura  bianca  sembrano  essere  comuni ; 
a  Pavia ,  Bergamo,  Villa  Alme,  nella  Valcamonica  inferio- 
re,  a  Sondrio,  Borgo  questi  non  sono  rari;  in  Valbrem- 

(1)  Nel  prossimo  numero  si  dara  il  sunto  dei  lavori  sui  dardi 
delle  Elici ,  di  A.  Schmidt;  conteuuli  Liella  Zeitsch  fiir  Mai. 
1849  p.  49,  1850  p.  I  ,  1852  p.  1  ,  1856  p.  17. 


9 

billa ,  alia  Rocchetta ,  a  Planiziiig  invece  non  ne  incon- 
trai  che  esemplari  isolati.  —  Non  consta  ancora  quale 
sia  la  causa  della  maggiore  o  minore  frequenza  di  quest! 
jalinismi  nella  nostra  grande  vallata ,  giacche ,  come  ve- 
demmo,  si  rinvengono  su  ogni  sorta  di  terreno,  si  nelle 
contrade  umide  che  nelle  asciutte ,  tanto  nel  piano ,  che 
pei  colli  e  fra  i  monti.  Sembra  pero  che  vengano  gene¬ 
ral!  a  preferenza  sui  colli  e  nel  fondo  delle  valli ,  ne 
m’  incontrai  in  essi  al  di  sopra  dei  600  metri.  E  questa 
circostanza  cade  pure  in  conferma  dell’  opinione ,  che  le 
Elici  in  discussione  non  possano  appartenere  all’  H.  hor- 
tensis  \  giacche  in  tale  caso  dovrebbero  anzi  presentarsi 
in  maggiore  copia  col  crescere  delle  altezze  e  colla  con- 
seguente  diminuzione  della  temperatura;  mostrandosi  1’^. 
hortensis  appunto  copiosa^  e  preponderante  sopra  Y H.  ne- 
moralis  al  di  1^  delle  Alpi  ,  ossia  in  paesi ,  che  godono 
un  clima  meno  mite  del  nostro  ;  ed  in  molti  luoghi  vi 
^  anzi  esclusiva.  •—  Notisi  inoltre  che  quasi  tutti  i  no- 
stri  individui  in  quistione  hanno  le  fascie  jaline;  soltanto 
a  Bergamo,  in  Valcamonica  ed  a  Borgo  mi  riusci  di  rintrac- 
ciarne  degli  esemplari  isolati  colie  fascie  score  ,  oppure 
interrottamente  jaline  e  brune.  A  Ganzo  le  mutazioni  col- 
le  fascie  brune  sembrano  occorrere  meno  rare.  —  Si 
consider!  finalmenle,  che  il  predetto  signor  Panceri 
trovo  degli  individui  dell’  H.  nemoralis  a  peristoma  oscu- 
ro  accoppiati  con  individui  a  peristoma  bianco. 

Ricerche  sitllo  sviluppo  del  PeitinebrauckiL 

Un  fatto  fisiologico  molto  strano  venne  annunciato  dai 
signori  J.  Roren  e  D.  C.  Danielssen  in  proposito  del 
primitive  sviluppo  del  Bucemnm  undatvm\  desso  potra 


iO 

interessare  d'  assai  come  il  fisiologo ,  cosi  il  cultore  della 
anatomia  comparata. 

I  suddetti  signori  Roren  e  Danielssen  si  procura- 
rono  delle  capsule  ovifere  di  Buccinum'^  ciascuna  capsu- 
la  conteneva  un  liquido  limpido  al  par  dell’ aqua,  visco- 
so ,  analogo  all’  albume  dell’  uovo ;  in  questo  umore  ed 
al  fondo  della  capsula  si  trovava  un  numero  conside- 
revole  d’  uova  tenacemente  adese  insieme.  Giascun  uo¬ 
vo  ,  del  diametro  di  2b7  a  264  millesimi  di  millime- 
tro ,  constava  d’  iina  membrana  assai  tenue  esterna  ,  il 
corion  ,  e  d’  un’  altra  concentrica  contenente  il  vitello  ; 
tra  queste  due  membrane  eravi  dell’  albume.  Il  vitello  di 
forma  sferica  era  formato  da  un  muco  vischioso  ,  nel 
quale  stavano  una  quantita  di  globuli  di  volume  vario  e 
di  color  giallo -chiaro.  Non  vi  si  vedeva  traccia  ne  della 
vescicola  ne  della  macchia  germinative.  Le  prime  osser- 
vazioni  istituite  in  queste  uova  non  vi  lasciarono  scor- 
gere  veruna  suddivisione,  solo  che  invece  di  essere  spar¬ 
se  come  lo  erano  prima  si  erano  avvicinate  molto  fra 
loro.  A  tal  punto  il  corion  cominciava  a  scomparire , 
il  vitello  ad  espandersi,  sempre  perb  circondato  dall’ umo¬ 
re  albuminoso  esteino  alia  membrana  vitulina.  Qualche 
giorno  appresso  le  uova  eransi  agglomerate  in  una  sol 
massa,  divisa  pero  alia  superficie  in  tante  porzioni  ,  in 
ciascuna  delle  quali  anche  ad  occhio  inerme  si  potevano 
ben  distinguere  le  uova  comprese ,  in  numero  di  sei  a 
sedici.  Esaminate  ancora  molte  capsule  si  scorgevano  i 
gruppi  a  contorni  assai  piu  decisi  aver  costituite  in  cia¬ 
scuna  capsula  delle  masse  ovoidali  o  reniformi.  Una  suc- 
cessiva  osservazione  rivelo,  che  nelle  diverse  capsule  sot- 
toposte  alia  disamina,  nuotavano  nel  liquido  contenutovi, 
divenuto  assai  piu  fluido  e  scorrevole,  da  quattro  a  se¬ 
dici  embrioni. 


11 

La  fusione  di  un  gran  nuniero  di  nova  ,  onde  co- 
stituire  un  numero  cosi  piccolo  di  esseri  novelli ,  par- 
ve  tanto  strana  agli  osservatori  che  si  decisero  a  ri- 
petere  le  loro  indagini  sul  Buccmn?/i  ttndattim  ,  ed  a 
intraprenderle  in  generi  affini.  L’esame  delle  capsule  ovi- 
fere  della  Purpura  lapillus  li  ebbe  ad  assicurare  del  fat- 
to  d’  altronde  assai  interessante  ,  indipendentemente  dalla 
interpretazione  che  gli  si  vorra  dare.  Gray  aveva  di  gia 
osservato  che  una  capsula  ovifera  contenente  piu  di  cen¬ 
to  uova  non  forniva  origine  che  a  quattro  o  cinque  em- 
brioni  ^  ed  aveva  interpretato  questo  fatto  come  prodotto 
della  legge  d’  atrofia ,  cioe  che  lo  sviluppo  di  qualcuno 
delle  uova  distruggesse  le  altre  o  ne  impedisse  totalmente 
r  accrescimento.  II  sig.  Edwards  dubita  che  le  credute 
uova  non  sieno  invece  masse  vitelline.  E  sicuramente  un 
fenomeno  qiiistionabile  e  che  potra  fornire  materia  di 
studio  a  chi  si  trova  nella  opportunita  di  procacciarsene 
i  materiali. 

Estratto  dagli  Annahs  des  sciences  naturelles, 
ser.  t.  XYIII  p.'  257  ,  pi.  V.  f.  15  —  50. 

P . i. 

Vonsiderazioni  siilla  perjorazione  delle  pietre  fat- 
id  dai  moiliischi  litofacji  e  specialmenle  dalle 
FoUadi. 

3>el  Te®d©E*®  Frada. 

11  fenomeno  della  perforazione  delle  pietre  fatte  da  al- 
cuni  molluschi  marini  fii  soggetto  di  ammirazione  non 
che  di  controversie  pei  naturalist!  di  tutti  i  tempi  e  di 
tutti  i  luoghi:  un  tale  argomento  discusso  gia  da  molti 
chiarissimi  autori  venne  di  nuovo  richiamato  in  scena  in 


quest!  iiltimi  tempi  per  sottoporlo  a  nuova  disamina  , 
senza  pero  ottenerne  conclusioni  e  conseguenze  affatto 
positive.  Da  prima  si  era  ammesso  che  un  tale  fenomeno 
avesse  luogo  pel  solo  concorso  della  conchiglia  la  quale 
agendo  meccanicamente  valesse  a  traforare  le  pietre :  altri 
rifuggendo  da  nna  tale  idea  cercarono  di  trovare ,  e  de- 
scrissero  organi  speciali  interni  destinati  alia  secrezione 
di  im  umore  particolare  di  natura  acida  ,  umore  desti- 
nato  a  disciogliere  o  a  rammollire  almeno  la  sostanza 
della  pietra  per  poter  essere  quindi  facilmente  scavata  : 
in  fine  alcuni  si  appigliarono  all’  opinione  di  attribuire  il 
fatto  al  concorso  di  cause  chiraico  -  meccaniche ,  non  sa- 
pendo  diversamente  trovare  plausibile  spiegazione  ai  fe- 
nomeni  che  accompagnano  le  perforazioni  in  discorso. 
Le  diverse  opinioni  pertanto  fino  ad  ora  emesse  su  que- 
sto  argomento  si  ponno  tutte  ridurre:  I.  all’impiego  esclu- 
sivo  di  niezzi  meccanici ;  II.  al  concorso  di  agenti  chi- 
m>ci  j  III.  al  simultaneo  concorso  di  mezzi  meccanici  e 
chimici. 

Scopo  delle  presenti  mie  considerazioni  pertanto  sa- 
rebbe  di  passare  brevemente  in  rivista  le  diverse  opinio¬ 
ni  ,  dando  di  queste  una  succinta  idea  ,  aggiungendo  in 
fine  alcune  mie  poche  osservazioni  tendenti  a  chiarire  le 
cause  del  fenomeno  :  tali  mie  osservazioni  per  altro  sa- 
ranno  assai  limitate  avendole  dovute  circoscrivere  al  sem- 
plice  esame  di  alcuni  pezzi  di  pietra  che  trovansi  nel 
museo  di  Storia  Naturale  di  questa  nostra  Universita,  ma 
qiiantunque  poche  e  forse  imperfette,  mi  lusingo  pero  po- 
tranno  ,  in  aggiunta  a  quelle  gia  fatte  da  altri  ,  ed  a 
quelle  che  potrebbero  essere  ulleriormente  istituite  da  chi 
trovasi  in  posizione  piu  favorevole  della  mia,  concorrere 
a  rischiarare  Y  argomento  presente  ,  argomento  al  certo 


43 

degno  di  tutto  V  interesse  tanto  pel  fisiologo  quanto  pel 
filosofo  naluralista. 

Fino  dal  d7d2  ( Memorie  dell’Accademia  delle  scienze ) 
il  celebratissinio  Reaumur  ed  A  dan  son  nel  4757  (  Viag- 
gio  al  Senegal  p-  260)  attribuirono  alle  folladi  la  facol- 
ta  di  traforare  le  roccie  servendosi  soltanto  delle  valve 
della  loro  conchiglia ,  le  quali  valve  essendo  fornite  di 
punte  e  coste  acute  ponno  cosi  abradendo  le  pietre  tra¬ 
forare  in  esse  la  propria  abitazione  ^  ritennero  non  esser 
quindi  necessario  ricorrere  all’  idea  della  presenza  d’  un 
fluido  dissolvente  per  la  spiegazione  di  tale  fenomeno  : 
i  sullodati  autori  pero  non  ammettono  che  la  perforazio- 
ne  delle  roccie  calcaree.  —  Fleurian  di  Bellevue  ( Os- 
servazioni  sulle  conchiglie  litofaghe  delle  coste  della  Ro¬ 
chelle)  confuto  tale  opinione:  egli  e  d’avviso  che  il  con- 
tinuato  sfregamento  della  conchiglia  sia  insufficiente  ad 
intaccare  e  quindi  forare  una  inassa  petrosa,  e  che  in- 
vece  tali  pietre  vengano  perforate  col  mezzo  d'  un  dis¬ 
solvente  particolare,  probabilmente  somministrato  dal  pie- 
de  dell’ animale.  Il  signor  Fleurian  si  e  indotto  ad  ab- 
bracciare  quest’  opinione  principalmente  dal  considerare 
essere  il  guscio  di  queste  conchiglie  perforanti  assai  gra- 
cile  e  sottile  ,  e  dal  vedere  che  detti  guscii  anche  dopo 
la  perforazione  conservano  illese  le  loro  parti  piu  delicate 
come  le  punte,  le  costole,  1*  epidermide  delle  quali  molte 
specie  sono  fornite  alia  loro  esterna  superficie,  fatto  questo 
che  secondo  Lui  non  potrebbe  sussistere  considerando 
queste  parti  quali  esclusivi  mezzi  meccanici  destinati  al 
traforo  di  materie  in  confronto  di  esse  assai  piu  dure. 
Dietro  tali  considerazioni  il  sig.  Fleurian  ammise  posi- 
livamente  1’  azione  di  un  dissolvente  di  chimica  natura 
in  questa  operazione  ,  dichiarando  impossibile  la  perfora- 


u 

zione  di  sostanze  che  non  sieno  di  natura  calcarea,  quali 
i  raicaschisti,  i  gneiss,  ecc.  II  siiddetto  autore  in  fine  in- 
dicherebbe  essere  V  acido  fosforico  quello  cbe  tali  mollu- 
scbi  impiegano  essendone  essi  copiosamente  provveduti  , 
ed  una  tale  deduzione  la  trae  dal  vedere  cbe  questi  ani- 
mali  sono  inolto  fosforescenti  osservati  nelle  tenebre. 

II  sig.  Osier  (  Transazioni  filosoficbe  di  Londra  4826, 
parte  III.  p.  542)  indagando  i  diversi  modi  ed  i  diversi 
mezzi  coi  quali  pareccbi  molluscbi  marini  si  traforano 
una  dimora  in  diverse  materie  dure  ,  ba  creduto  di  po- 
ter  stabilire  cbe  alcuni  di  essi  si  scavano  tali  fori  solo 
col  concorso  di  mezzi  meccanici  quando  si  tratti  di  so¬ 
stanze  molli  come  1’ arena  ,  il  fango,  ecc.,  ma  cbe  poi 
sia  indispensabile  un  dissolvente  cbimico  quando  si  tratti 
di  materie  piii  compatte  ,  come  lo  sono  le  pietre.  II  sul- 
lodato  sig.  Osier  per  altro ,  dopo  d’ avere  ammesso  il 
concorso  d’  un  dissolvente  cbimico,  dicbiara  d’altra  parte 
di  non  aver  mai  potuto  dimostrare  ne  la  presenza  ne  la 
natura  di  tale  dissolvente. 

(  Sai^a  contmuato.  ) 

Bibliografia^  necrologia,  ammnci,  notizie. 


Herrmannsen  D.  N.  —  Indicis  generura  malaco- 
zoorum  primordia.  Nomina  subgenerum  ,  generum  ,  fa- 
miliarum  ,  tribuum  ,  ordinuui ,  classium-,  adjectis  auctori- 
bus ,  temporibus  ,  locis  systematicis  atque  literariis ,  ety- 
mis  anonymis.  Praetermittuntur  Girripedia  ,  Tunicata  et 
Rbizopoda.  4846  ecc.  —  8.°  gr.,  2  vol. 

Prezzo . 9  Tblr.  5  Sgr. 

Indicis  generum  malacozoorum  suppleraenta  et  corri¬ 
genda  4852.  —  8."  gr. ,  leg.  Prezzo  ....  4  Tblr. 


45 

Pfeiffer  Lud.  —  Monographia  Pneumonopomoriim  vi> 
ventium.  Sistens  descriptiones  systematicas  et  criticas  om¬ 
nium  hnjus  ordinis  generum  et  speclerum  hodie  cogni- 
tarum  ,  accedente  fossilium  enumeratione.  —  8.°  gr. 

Prezzo . 5  Thlr.  45  Sgr. 

Menke  K.  T.  und  Pfeiffer  Lud.  —  Zeitschrift  fiir  Ma- 
lakozoologie  ,  anni  III -IX,  4846  -  4852,  —  8.°  gr. 
Prezzo . 40  Thr.  45  Sgr. 


Le  suddelte  opere  sono  vendibili  presso  il  librajo  e  stampa- 
tore  I'eodoro  Fischer  in  Cassel  nell’  Assia. 

G.  B.  Adams  professore  di  Zoologia  al  collegio  d’ Am¬ 
herst  (  Massaccinsetts),  uno  dei  conchigliologhi  piu  distinti 
degli  Slati-Uniti,  si  applico  principalmente  alio  studio  della 
distribuzione  ' geografica  dei  molluschi :  esploro  gia  da  al- 
cuni  anni  con  grande  diligenza  il  territorio  della  Giamai- 
ca  (  e  fanno  fede  di  cio  le  molte  specie  nuove  da  lui 
scoperte  in  quei  paraggi,  massime  dei  generi  Cylindrella 
e  Cfclostoma) ,  indi  nel  4854  si  reco  sulla  costa  ovest 
deir  America  centrale ,  a  Panama,  dove  trovo  i  materiali 
che  gli  servirono  all’  ultima  sua  pubblicazione  (  Catalo¬ 
gue  of  Shells  collected  at  Panama  ,  etc.  Un  Vol.  in  4*^, 
4852 ).  Nel  4852  per  ultimo  si  trasferi  nell’isola  San  To¬ 
maso  (  Antille )  affrontando  quivi  tutti  i  pericoli  di  un 
clima  inospitale  pel  solo  amore  della  scienza ,  pel  quale 
araore  dove  soccombere  colpito  dalla  febbre  gialla. 

La  morte  di  Adams  deve  essere  certamente  pei  con¬ 
chigliologhi  una  perdita  assai  grave ,  essendoche  fu  prin¬ 
cipalmente  per  questo  dotto  naturalista  che  si  intese  la 
necessita  dello  studio  delle  faune  locali,  e  dei  costumi 
e  delle  abitazioni  dei  molluschi  ,  studii  questi  importan- 
lissimi  pei  progressi  di  questo  ramo  di  storia  naturale. 

Estratto  dal  Journal  de  Conchy liologie  di  Petit  de  la 
Saussaye,  fasc.  I.  4853. 


i6 

Questa  trista  notizia  ci  era  gia  stata  comunicata  per 
lettera  dal  prof.  Bronn,  direttore  del  Museo  zoologico  di 
Heidelberg  nel  Baden ,  in  data  dell’  8  corrente. 

Nel  suddetto  giornale  viene  pure  annunciata  la  morte 
di  S  0  u  1  e  y  e  t  Ne  daremo  un  cenno  piu  esteso  nel 
prossimo  numero.  P.  . .  a. 


Giovanni  Guglielmo  Edoardo  Millhr  delta  Ed  mlille  r, 
in  Berlino  ,  Landsbergerstrasse  n.  31  ,  tiene  un  magazzi- 
no  ben  fornito  di  conchiglie  ( nonch^  di  minerali,  fossili, 
scarafaggi  e  farfalle  ).  La  redazione  ,  per  esperienza  fat- 
tane,  lo  raccomanda  ai  malacologhi  italiani  sia  per  la  rao- 
dicita  de’  prezzi ,  sia  per  la  bellezza  e  la  giusta  classifi- 
cazione  dei  pezzi.  Le  lettere  per  commissioni  gli  si  pos- 
sono  scrivere  anche  nella  nostra  lingua  e  saranno  da 
dirigersi  franche  di  porto  all’  indirizzo  suesposto. 


II  prof  E.  A.  RossmjBssler  di  Lipsia  dietro  avviso  da 
lui  avuto  il  d7  p.  s.  febbrajo ,  parti  per  la  Spagna.  Lo 
scopo  principale  di  questo  suo  viaggio  si  e  quello  di  ra- 
dunare  dei  materiali  per  1’  annunciata  Fatina  mollusco- 
rum  extram arinorum  Europm  ;  egli  non  tralasciera  pe- 
ro  di  raccorre  oltre  ai  molluschi ,  anche  altri  oggetti  di 
storia  naturale,  come  crostacei,  piante,  fossili  ecc.  Ed  ap- 
punto  colie  raccolte ,  che  fara  in  quelle  contrade ,  cosi 
poco  conosciute  in  fatto  di  storia  naturale  ,  egli  si  ofTre 
di  ricompensare  gli  ajuti ,  che  gli  verranno  prestati  alia 
compilazione  della  suddetta  opera.  Lettere  franche  di  por¬ 
to  si  potranno  presentemente  dirigergli  a  il/wrc/a ,  da  do¬ 
ve  gli  saranno  imraancabihnente  ricapitate. 

(  Dispensato  ne!  mese  di  maggio  ) 

Pavia,  Tip.  Fasi. 


GIORNALE  DI  MALACOEOGIA 


^853.  N.”  n. 

Sttidi  per  la  storia  degli  Auriculacei. 

Pel  Pott,  Ludovico  PfcifTer. 

(  Conljnuazione  ) 

47.  Ophicardelus  Beck  4837.  Genere  degli  Auriculi- 
dei  5  istituito  senza  I’indicazione  dei  caratteri  proprii  siil- 
la  A.  australis  Quoy  et  Gaimard^  adottato  da  Gray,  4847. 

48.  Olina  Gray,  sezione  di  Vehitina,  istituita  nel  4  847 
sulla  Helix  otis  Turton,  accennata  dubbiosamente  da  Clark 
nel  4850  fra  i  generi  delle  Gonovolidi. 

49.  Ovatella  Bivona ,  introdotto  nel  4832  per  gli  Au¬ 
riculacei  marini;  accettato  da  Gray  nel  4840  entro  li- 
miti  un  po'  differenti  (  «  Columella  con  5-5  pieghe  ; 
apertura  dentata ;  peristoma  alquanto  ricurvcT  vivente 
nelle  paludi  )  come  sezione  del  Conovulus  pel  lipo  della 
Vol.  denticulata  Mont.,  ma  cancellato  nel  4847  come  si- 
nonimo  di  Alexia. 

20.  Pedipes  Adanson  4757  (4).  Genere  distinto,  po- 
co  numeroso ,  adottato  dalla  massima  parte  degli  autori 
recenti ,  e  solo  da  Blainville  circoscritto  entro  confini 
un  po’  diversi. 

24.  Phftia  Gray  4821,  Lond.  Med.  Rep.  XV  p.  231, 
istituito  come  nuovo  genere  suH’  A.  myosotis ,  omesso 
nella  Synops.  Brit.  Mus.,  soppresso  nel  4847  come  sino- 
nimo  di  Alexia. 

(!)  Histoire  oaturelle  des  coqnilles  du  Senegal.  Paris. 

2 


18 

22.  Polydonta  Fischer  von  fJ^aJdheim  4807.  Separate 
prima  di  Montfort  dal  genere  Helix  per  I’H.  scarabseus 
L.  5  accettato  come  genere  da  Beck,  ma  siiperfluo  per 
la  priorita  di : 

23.  Prthia  Bohen  4798  (  Mus.  p.  405),  genere  in- 
trodotto  per  lo  stesso  tipo,  e  ritornato  ne’suoi  dirilti  di 
priorita  da  Link  4807  ,  da  Schumacher  4817,  da 
Mdrch  (  Catal.  Yold.  )  e  da  Herrmannsen  4852. 

24  Pfthia  Beck  4837  ,  correzione  di  Phytia  Gray 
(  probabilmente  usato  in  senso  piu  lato,  cosicche  vi  ven- 
ga  compresa  anche  la  Tralia  pusilla  Gr, ,  Man.  p.  24  )  • 
riconosciuto  in  tale  guisa  come  sottogenere  ,  da  Anton 
(  Giorn.  di  malacoz.  4847  p.  468  )  e  da  K us  ter  (  Catal. 
sistem.  degli  Auriculacei  p.  V  (1)-). 

25.  Rhodostoma  Swains.  4840.  Sottogenere  del  Melam- 
pus  (  forma  generale  de'  Melampus  e  delle  Tornatelle  ; 
ma  r  apertura  non  e  scanalata  ed  il  margine  interne  del 
labbro  e  largo ,  considerabilmente  incrassato  e  distinta- 
mente  intagliato  verso  la  parte  superiore.  )  zz  Cassi- 
dula  F6r. 

^Q.Scarabcea  Schweigg.  —  Scarabceus  Blainv.,  PfOrbigny 
— -  Scarabns  Monif  4810.  Genere  distinto ,  fondato 
sulla  Helix  scarabaeus  L.,  ed  accettato  dalla  massima  par¬ 
te  de’  moderni ,  da  abbandonarsi  pero  a  motive  della 
priority  del  Bolten  e  del  Link  Pythia  Bolten. 

27.  Sidula  Gray  4840  in  Turt.  Man.  p.  24  e  4842 
nella  Synops.  Br.  Mus.  p.  70  (  jj  le  Sidulae  hanno  al  la- 
bro  esterno  una  lamina  interna,  tagliente  ^?  ) ,  usato  per 
r  A-  felis  Lam.,  ma  nel  4847  unito  alia  Cassidula  Fer. 
come  sinonimo. 


(i)  Die  Familie  der  Ohrschnccken  (  Auricuiacea  ).  Niimberg. 


19 

28.  Strigula  Perry  1811,  Conch,  t.  15  (1)  =:  Pythia 
Bolten. 

29.  Tralia  Gray  1840,  Man.  p.  21.  Nuovo  generc 
eretto  sulla  Vol.  pusilla  (  distinto  per  un  labbro  interne 
semplice ,  con  iina  incavatura  interna  posta  alqiianto  al- 
r  indictro  la  appunto ,  ove  trovasi  la  tacca  nella  Sidula 
anris  felis  «  ) ,  accennato  solo  per  noine  nella  Synops. 
Brit.  Mus. ,  e  nel  1847  congiunto  colla  Gassidiila. 


Questo  ^  il  materiale  a  me  noto,  che  deve  essere  sot- 
toposto  ad  accurate  esame ,  onde  peter  poi  decidere  sul¬ 
la  ammissibilit^  dei  singoli  generi.  Una  gran  parte  dei 
nomi  addotti  ,  come  Auricella  ,  Auriculus  ,  Gonovulus  , 
Geovula  ,  Marsyas ,  Melampa  ,  Polydonta  ,  Pythia  Bcck^ 
Rhodostoma ,  Scarabus  ,  Sidula  ,  Strigula  cadono  da  se, 
perche  sinonimi  di  nomi  piu  vecchi.  Rispetto  agli  altri 
si  dovr^  farsi  la  domanda,  quai  tipi  generici  principali 
occorrano  nella  famiglia  e  quali  caratteri  subordinati  pos- 
sano  indurre  a  stabilire  dei  sottogeneri  e  dei  gruppi. 

Due  serie  principali  si  presentano  a  prima  vista  alPoc- 
chio  esaminatore,  delle  quali  1’  una  ofFre  il  peristoma  piu 
0  meno  incrassato  o  patulo  ,  Y  altra  semplice,  tagliente. 
Salve  poche  eccezioni  le  specie  della  prima  serie  si  di- 
mostrarono  quali  molluschi  di  terra  e  quelle  della  se- 
conda  come  molluschi  d’  aqua,  e  si  potrebbe  quindi  am- 
mettere  le  due  sottofamiglie :  Attricnlea  e  M-elarupea 
(  Gonovulidse  Clai  k  ).  Alla  prima  apparterebbero  fra  i  ge- 
ncri  adottati  da  Gray  nel  1847  i  seguenti  .  Auricula, 
Gassidiila,  Scarabus,  Garychium  —  alia  scconcla:  Melam- 
pus,  Pedipes  ,  Marinula ,  Ophicardelus  ,  Alexia,  Leuconia. 

(1)  Gonchology  ,  or  the  nalarai  iiistory  of  Shelis.  London. 


^0 

Fra  i  primi  si  distinguono  come  buoni  i  generi : 
Pfthia  Bolt.  (  Scarabus  ) ,  ora  sufficientemente  ricco  in 
specie ,  per  le  varici  ai  due  lati  della  spira  ,  pel  labbro 
patulo  e  per  ayere  dei  denti  ad  ambi  i  lati  delF  apertura; 
il  genere  Carychium  per  la  forma  simile  ai  Bulimus 
per  la  mancanza  di  epidermide  e  pel  peristoma  iin  poco 
ricurvo.  Fra  gli  altri  due  pero  io  non  veggo  che  dilfe- 
renze  gradual! ,  e  sarei  quindi  inclinato  ad  accettare  co¬ 
me  terzo  genere  V  Auricula  Lam.  coi  gruppi:  Auricu- 
lus  Blonif.y  Cassidula  Fer.  ed  un  terzo  stabilito  sull’ A. 
myosotis  Drap  (*)  e  sulle  specie  a  questa  piu  affini. 

Neir  altra  serie  si  distingue  bastantemente  il  Pedipes 
per  la  conformazione  del  piede  (i),  mentre  mantiene  del 
resto  i  caratteri  dell’ animale  proprii  alia  famiglia.  Forse 
vi  appartengono  ancora  varie  altre  specie  a  margine  acu- 
to  e  simili  nella  forma  della  conchiglia,  come  p.  e.  31a- 
rinula  King.  Gli  altri  generi  fondati  dietro  il  numero  e 
la  posizione  delle  pieghe  columellari  e  la  striatura  o  la 
liscezza  del  peristoma  non  dovrebbero  a  mio  avviso  for- 
mare  che  delle  sezioni  del  genere  3ltlampus.  Il  genere 
Otina  dubbiosamente  qui  addotto  da  Clark  mi  e  ancora 
totalmente  sconosciuto. 

Gome  risultato  preliminare  delle  mie  ricerche  offrirei 
quindi  il  seguente  prospetto  ,  che  potr.^  pero  subire  an¬ 
cora  qualche  modificazione. 

(*)  Le  recenti  osservazioni  di  Moquin  -  Taiidon  (Journal 
de  Conchyliologie ,  Paris ,  dSSl  p.  348  )  non  lasciano  piu  nessun 
dubbio ,  cbe  questo  mollusco  in  onta  a  tutte  le  asserzioni  in 
coiitrario  sia  un  vero  polmonaceo. 

Nota  deir  aulore. 

(1)  di  forma  ellitica  ,  diviso  in  due  talloni  da  un  largo  solco 
trasversale. 


2i 

Alla  famiglia  dei  Limncacci  si  Icga  quclla  degli 
A  uric  Ilia  cea  (4)  Blainv.  emend., 
della  quale  indicai  diggia  piu  sopra  succiutamente  i  ca- 
ratteri,  che  la  distinguono.  Essa  si  divide  nelle 

Subfam.  I.  Mel  am  pea. 

Auriculacei  anfibii  od  abitanti  nolle  aque  salmastre  (Brack- 
wasser)  col  margine  tagliente,  rctto.  I  suoi  generi  sono: 

1.  M  e  1  a  m  p  u  s  M  o  n  t  f. ,  pel  quale  si  puo  adottare  con 
lievi  modificazioni  la  defiuizione  data  da  Lowe  (in  Zool. 
Journ.  V.  p.  1^80  (2)  - ).  Assolutaniente  sinonimi  sono  Gono- 
vulus  Lam.  e  Pedipes  Blainv.,  esclusa  pero  la  Tornatel- 
la.  —  Si  possono  accettare  come  sezioni :  a.  Mela?/iptis 
(  Gonovulus  Beck  ) ,  b.  Ophicardelus  Beck  ,  c.  Pfihia 
Beck  ,  d.  Leuconia  Gray  ,  e  ?  Alexia  Leach. 

2?  Pedipes  Ad  a  ns.  )  forse  pertinenti  ai  Gteno- 
3?Otiria  Gray.  (  branchi  ? 

1 

Subfam.  IL  A  u  r  i  c  u  1  e  a. 

Auriculacei  terrestri  col  margine  incrassato  o  patulo.  Ge¬ 
neri  : 

1.  Pythia  Bolt.  (  Scarabus  Montf. ,  Polydonta  Fisch. 
ecc.  ) 

2.  Auricula  Lam.  emend,  colle  sezioni;  a.  Atiricu- 
Ills  Montf.  ,  b.  Cassidula  Fer.  ,  c.  Auricula  myosotis 
{  Alexia  Leach  ?  ) 

5.  Garychium  Miill. 


(1)  Menke  ia  letl.  opina,  che  negli  aggettivi  indicaati  le  sud- 
divisioni  degli  aniraali  molli  essendo  sottioteso  il  sostantivo  plu- 
rale  neutro  molliisca,  quelli  debbano  prendere  la  desioenza  plu- 
rale  neutra. 

(2)  On  the  genera  Melampus ,  Pedipes  and  Truncatella,  with  ex¬ 
periments  tending  to  demonstrate  tiie  real  nature  of  the  respi¬ 
ratory  organs  in  these  Mollusca. 


22 

Se  (jucsta  famiglia  chiude  la  serie  clei  molliischi  poU 
monacei  non  opercolati,  le  si  collegherebbe  in  successione 
naturale  Tordine  dei  Pneumonopomi  col  primo  sottoor- 
dine-  gli  Aciculacei  opisoftalmi  (1),  e  per  tal 
modo  i  Garychium  lineatum  ,  politum  e  spectabile 
diverebbero  nel  sistema  in  modo  sorprendente  i  primi  vi- 
cini  del  C.  minimum. 

Dei  dardi  nelle  Elici. 

Pin  di  dugento  anni  ora  sono  Y  ilaliano  Marco  Aure- 
lio  Scverino  di  Tarsia  nelle  Calabrie  (2)  scopri  nella 
Cochlea  ierrestris  delle  secrezioni,  che  descrisse  nel  modo 
seguente :  «  Lapilli  oblongi  ac  perpusilli  duo ,  obelisci 
figura,  /  litterulae  minoris  magnetudinem  sequantes^  can- 
didissimi  atque  asperi  in  torulo  uno  ^  qui  est  e  nonnul- 
lis^  inventi.  Torulus  inter  cesophagum  et  omentum  alius  5?. 
Ma  da  questa  descrizione  succinta  ne  accompagnata  da 
tavole  non  si  puo  bene  deciferare  qual  Helix  (  probabil- 
mente  qualcuna  dei  gruppi  della  //.  pomatia  L.  o  del- 
r  H.  aspersa  Mlill.  )  egli  abbia  anatomizzato  ^  ne  se  le 
secrezioni  da  lui  rinvenute  siano  realmente  due  cosi  detti 
dardi  o  piuttosto  i  frammenti  di  uno  solo ,  come  fareb- 
bero'^supporre  la  ruvidezza  e  le  dimensioni  loro,  nonche 
la  circostanza  che  si  trovavano  in  un  unico  sacco.  — 
Nel  4678  Pinglese  Martino  Lister  (3)  annuncio  di  ave- 

(1)  retrooculati,  da  OOZLffO  di  dietro  ed  0(p^a?.fJL0q  ,  2^ 
occhio ;  a  motivo  che  hanno  gli  occhi  di  dietro  ed  alia  base  dei 
tentoni. 

(2)  Zootomia  democritea.  NoribergiT,  1615,  p.  331. 

(3)  Hislurice  aosmaliiim  Angliae  tres  traetatus,  Loudini,  p.  114, 
t.  II  b  2, 


23 

re  osservato  piii  volte,  come  gli  individiii  dell'  H.  asptr- 
sa  (  Cochlea  vulgaris  hortcnsis  )  all'  atto  del  coito  s’  in- 
figgano  (  0  tentano  d'  infiggersi  )  a  viccnda  nel  corpo  im 
dardo  testaceo ,  friabile  ,  elegante ,  del  quale  diede  la 
figura  ,  il  meglio  che  si  pote  per  quei  tempi ,  e  che 
chiamo  spiculum.  —  Quasi  contemporaneamente  (  1679  ) 
lo  svizzero  Gian-Giacomo  Harder  (1)  publico  la  descri- 
zione  e  la  figura  del  dardo  della  H.  pomatia  (  Cochlea 
terrestris  domiporta  )  e  del  sacco  (  corpus' cylindraceum ) 
che  lo  contiene  ,  denominando  pero  il  dardo  impropria- 
mente  ossiculum,  —  L’illustre  Francesco  Red i  (2)  Tan- 
no  d684  figuro  il  sacchetto  bianco  di  parieti- grosse  , 
e  come  cartilaginose  delle  chiocciole  terrestri  (  proba- 
bilmente  delT  aspersa  ),  «  dentro  del  qual  sacchetto 
sta  collocate  un  ossetto  lungo  bianco  spugrioso  angolare, 
scanalato  fatto  quasi  a  piramide ,  che  posa  la  sua  base 
ne!  fondo  del  sacchetto  sopra  un  piccol  globo  cartilagi- 
noso  ,  il  qual  globo  con  una  quasi  sua  papilla  entra  ,  e 
penetra  nella  base  delT  osso  (  la  corona  del  dardo.  — 
Vedi  anche  Fer.  hist.  pi.  XXIV  A  f.  3  ).  E  dichiaro  di 
non  avere  mai  trovato  due  dardi,  come  asseri  Severino, 
ne  vedervi  luogo  da  potergli  adattare.  —  Nel  d694  il 
suddetto  Lister  (3)  riconfermando  le  osservazioni  da  lui 
gia  latte ,  descrisse  pure  la  posizione  del  dardo  nel  sac¬ 
co  ed  il  modo  per  cui  vi  aderisce ,  e  diede  le  figure, 
non  troppo  felici ,  dei  dardi  di  varie  specie ,  cioe  delle 

(1)  Examen  aoatomiciim  cochleae  terrestris  domiportae.  Basi- 
leae ,  p.  12 ,  f.  5. 

(2)  Osservazioni  intorno  agli  animali  che  si  trovano  negli  ani- 
mali  viventi.  Firenze,  p.  55  ,  t.  XIII  ,  f .  3  ,  lett.  h. 

(3)  Exercitatio  anatomica  ,  in  qua  de  cochleis  ,  maxime  ter- 
restribus  ,  et  limacibas  agitur.  Londini ,  p.  121. 


24 

H.  pomatia*  (  Cochlea  Pomatia  Gesnero  dicta  )  ;  t.  I  t. 
5  ,  H,  aspersa  :  t.  11  \  ,  H.  nernoralis  L.  (  Cochlea 

nigrita  ) :  t.  II  f.  7  —  NelP  opera  postuma  deU’olandese 
Giovanni  Swamm er damm  (1)  si  descrive  egregianiente 
il  dardo  dell’^.  pomatia  (Cochlea  opercularis  ),  distin- 
guendosi  in  esso  la  corona,  i  qiiattro  lenibi  longitudinali 
saglienti ,  il  canaletto  nel  mezzo  ,  V  iimore  limpido  in 
questo  contenuto  e  si  dii  una  buona  figura  della  sezione 
trasversale  dell’  asta  del  dardo  ,  dall’  autore  denominato 
stylus.  Egli  ne  osservo  pure  la  natura  chimica,  1’ uso  e 
r  epoca  della  comparsa.  Quest’ opera,  la  quale  puo  essere 
considerata  come  il  lavoro  miglioi  e  ,  che  siuo  ai  tempi 
di  Cuvier  fu  prodotto  su  tale  argomento,  contiene  pure 
una  buona  descrizione  del  dardo  dell’i?.  nemoralis  (  Co¬ 
chlea  hortensis  ),  ma  la  figura  relativa  non  vi  corrispon- 
de  (2).  Giorgio  Cuvier  (o)  alia  descrizione  del  dar¬ 
do  della  H.  pomatia  e  del  sacco  che  lo  custodisce  ,  ag- 
giunse  1’  indicazione  del  modo  con  cui  quello  si  forma  , 
ma  non  se  ne  occupo  piii  parlicolarmente.  Dipinse  pure, 
ed  in  modo  meno  poetico  dello  Swammerdamm  ,  i  pre- 
ludii  al  coito  di  questa  Elice  ,  accenno  rovesciarsi  in 
quell’  alto  il  sacco  del  dardo  intieramente  al  di  fuori  e 
sortirne  questo  ;  ma  non  riesci  a  scoprire  a  che  serva 

(1)  Biblia  naturas.  Leyda^,  1737,  p.  128  et  158,  t.  Y  f.  11-14 
ct  vin  f.  5. 

(2)  L’  autore  asserisce  che  il  dardo  di  questa  specie  uguaglia 
ill  dimeasione  quello  della  //.  pornalia.  Da  cib  si  deve  indurre  , 
che  il  dardo  da  lui  esamiuato  non  era  ancora  completaniente  for¬ 
mate  ,  giacche,  al  dire  di  Schmidt,  nello  stato  di  compimento 
egli  e  miuore  che  nel  periodo  di  formazioue. 

(3)  Memoires  pour  servir  a  I’histoire  et  a  ranatomie  des  mol- 
lusques.  Paris,  1817  ;  Mem.  sur  la  limace  et  le  colima^on  p.  3, 
pl.  H  f.  3. 


25 

realmcnte  il  dardo ,  sc  soltanto  conic  sti  unicnto  stimo- 
lante  od  a  qual  altro  fine.  —  J.  Daiidebard  de  Ferus- 
sac  (\)  riprodusse  la  figura  di  Cuvier  e  dic^  con  ingran- 
dimento  quella  del  dardo  dell’  H.  aspersa  ,  raffigurato 
pure  da  E.  A.  Rossinaessler  (2),  che  vi  uni  1’ iinnia- 
gine  ingrandita  della  sezione  trasversale  (  non  e  indicate 
il  Canaletto!)  e  della  corona  del  medesimo.  Gio.  Federico 
Brandt  e  Giulio  Teodoro  Ratzeburg  (3)  figurarono  del 
pari  il  dardo  MY H.  pomalia,  nia  malamente;  Cams  (4), 
Neumann  Giov.  Gugl. ,  Prevost(3),  Paasch  (6), 
Scholtz  Enrico  parlarono  pure  del  dardo  di  alcune  sin- 
gole  specie.  Carlo  Teodoro  Si e bo  Id  (7)  nel  classico 
suo  tiattato  di  anatoniia  comparata  riferisce  ,  che  il  sac- 
co  del  dardo  manca  in  alcune  specie  ed  in  altre  e  dop- 
pio,  che  perduto  il  dardo,  la  papilla  ne  riproduce  un 
altro,  che  qiiesto  in  alcune  e  cilindrico  ed'in  altre  ha 
quattro  lembi  longitudinali  saglienti;  i  quali  pero  non 
presentano  ,  come  egli  asserisce  ,  delle  dentellatiire  ,  a 
meno  che  non  siano  ancora  in  processo  di  formazione 
0  guasti. 

(1)  Histoire  g^uerale  et  particuliere  des  Mollusques  terrestres 
et  fliiviatiles.  Paris  ,  1820-51  ,  pi.  XXHl  f.  6. 

(2)  Iconographie  der  Land-und  Siisswasser-Mollusken.  Dresden 
und  Leipzig,  1835,  p.  123,  t.  V  f.  75. 

(3)  Medizinische  Zoologie.  Berlin,  1827-34. 

(4)  M  ii  1 1  e  r  Job.,  Archiv  fiir  Anatomie  ,  Physiologic  nod 
wissenschaftliche  Medicin.  Berlin,  1835,  p.  494,  laf.  XII.  f.  9-10. 

(5)  Des  organes  generaleurs  chez  qnelques  Gast^ropodes.  Estr. 
dai:  Mem.  de  la  soc.  d’  hist.,  nal.  de  Geneve,  Y.  p.  121,  pi.  1.  f.  7. 

(6)  De  Gasteropodnm  nonnulloruiri  hermaphroditicorum  syste- 
inate  genitali  et  uropoetico.  Berolini ,  1842. 

(7)  Manuels-Roret.  Nouveau  manucl  d’ anatomie  comparee , 
traduit  de  1’  allemand  (  Berlin,  1848).  Paris  ,  1819  ,  I ,  p.  340. 


26 

Ma  il  primo  cho  studio  quest!  organ!  singolari  ^  carat- 
teristic!  net  genere  Helix ^  servendos!  delle  loro  difFeren- 
ze  come  criterio  d!  distinzione  delle  specie  ,  particolar- 
mente  quando  le  loro  conchiglie  sono  molto  rassomi- 
glianti,  e  che  su  tale  e  su  altr!  caratter!  anatomic!,  com- 
binati  colie  differenze  ed  analogic  apparent!  dal  guscio  , 
tenta  di  fondare  un  sistema  veramente  raalacologico  pei 
molluschi  terrestri  e  d’  aqua  dolce  j  si  e  il  prussiano  Ad. 
Schmidt,  arcidiacono  in  Aschersleben.  Egli  seziono 
a  tale  scopo  una  ottantina  di  specie  d’  Elici  ,  fece  varie 
belle  scoperte  sulla  struttura  delle  mascelle  superior!  e 
della  lingua  in  divers!  generi,  e  continua  indefessamente  il 
suo  lavoro ,  pel  compimento  del  quale  sono  da  augurar- 
gli  maggiori  mezzi  ,  maggiori  appoggi  e  maggiore  com- 
partecipazione  attiva. 

La  quistione  ,  se  si  debbano  risguardare  le  H.  nemo- 
rails  L.  ed  hortensis  M.  come  due  specie  ,  oppure  come 
varieta  di  una  sola  ,  teneva  divisi  i  vari  autori.  Gli  uni 
stando  alia  rassomiglianza  dell’  animale  e  della  conchiglia 
ed  alia  circostanza  di  avere  ,  come  dicevano  ,  trovato 
accoppiati  individui  dell’  H.  nemoralis  con  individui  del¬ 
la  hortensis  (  probabilmente  jalinismi  della  prima),  rifiu- 
tavano  di  ammcttere  questa  come  specie.  Altri  invece 
valutando  la  diversa  loro  distribuzione  geografica  ed  il 
modo  dilFerente ,  con  cui  variano  nelle  fascie  ,  e  facen- 
dosi  carico  di  quell’  insieme  di  caratteri  indefinibili ,  che 
costituiscono  il  cosi  detto  habitus,  non  dubitavano  punto 
di  asserirle  due  specie  ,  quantunque  deplorassero  di  non 
averne  ancora  trovato  il  carattere  distintivo  evidente  e 
fermo.  Sebbene  paragonando  la  descrizione  del  dardo  del- 
VH.  nemoralis  data  da  Swammerdamm  ( foveolis  et  con- 
currentibus  apiculis  exornabatur  ??  )  con  quella  del  dar- 


27 

do  della  H,  horlensis  data  da  Siebold  (  «  quatre  aretes 
tranchantes  ....  dans  toutc  sa  longueur  ,  si  potesse 
notare  la  differente  struttura  di  quelle  secrezioni  e  di  lil 
desumere  il  criterio  di  distinzione  tra  le  due  specie ; 
pure  cio  non  era  stato  avvertito,  ed  a  Schmidt  compete  so 
non  il  merito  della  scoperta  materiale  ,  almeno  quella  di 
avere  pel  primo  rilevate  e  debitamente  valutate  quelle  dif- 
ferenze  e  di  averne  cavato  profitto  per  la  posizione  delle 
specie  nel  genere.  Nel  4849  egli  fece  le  prime  esperien- 
ze  sulle  dette  specie  in  una  localita  (  Apothekergraben  (1)  -) 
di  Aschersleben ,  ove  entrambe  convivono  in  abbondan- 
za,  senza  pero  presentare  forme  di  transizione ;  e  con- 
stato  la  notabile  diversity  de’  loro  dardi. 

Allettato  da  questo  bel  successo  egli  estese  tosto  (4850) 
le  ricerche  ad  altre  specie  della  sua  patria  ,  ne  descrisse 
e  paragono  i  dardi ,  e  stabili  a  tale  uopo  la  terminolo- 
gia  ,  distinguendo  nel  dardo  la  corona  ,  la  testa  ,  il  col- 
lo  ,  r  asta  ,  la  punta  ,  parti  bensi  che  non  si  discernono 
in  tutte  quelle  secrezioni,  raa  che  preseiitandosi,  impor- 
ta  che  siano  precisate.  Inch  (  1852  e  4853  )  publico  i 
resultati  delle  osservazioni  fatte  di  mano  in  mano  su 
molte  specie  d’  altre  contrade  ,  anche  non  europee.  Tan- 
to  di  queste  che  delle  prime  daro  qui  un  prospetto  rias- 
suntivo  (2).  Gome  accennai  piu  sopra  ,  le  specie  da  lui 
esaminate  in  proposito  ammontano  a  77.  Di  queste  26 
sono  prive  di  dardo  ,  fra  le  quali  le  H.  cellar ia  Miill., 
nitida  Drap.  ,  nitens  Mich.,  nilidtila  F6r. ,  (  algira  L. , 
Sieb. )  verlicillus  F^r.,  ruder  at  Q'  Studer,  roltmdata  Mull., 
angigyra  Ziegler  ,  ohvoluta  Miill.  ,  ciliata  Venetz  ,  slri- 

(1)  anche  interessanle  per  la  circostanza ,  che  vi  si  trovano 
di  frequente  delle  H.  nemoralis  con  (I  fascie  (  4.  2.  6.  3-4.  5.) 

(2)  Vedi  il  n.  del  giornale  alia  pag.  8. 


28 

gella  Dr.,  carlhusiana  Mlill.  (  nec  Dr.  (1)-),  hyalina  Fer., 
pulchella  Miill.  ?  ,  compacta  ^  pauperculal  ,  arenicola  e 
lincia  Lowe,  conica  Drap.  ,  elegans  Gmelin,  candidlssi- 
ma  Draparnaud.  “  Altre  ,  e  sono  il  maggior  numero  , 
59,  posseggono  u n  dardo  solo.  Questo  ora  e  semplice, 
e  della  forma  delle  Bele?nniti :  H.  fruticum  Miill. ;  o 
retto  ,  liscio  ,  con  4  lembi  saglienti  verso  la  punta  ;  H. 
bideniata  Gmel.  ;  o  ricurvo  e  soltanto  con  2  lembi  ver¬ 
so  la  punta  :  H,  umbrosa  Partsch  —  ora  s’  attortiglia  a 
spira  ,  e  cioe  a  diritta  :  H.  cinclella  Drap.  ,  incarnata 
Miill.:  a  sinistra;  H.  sericea  Miill.  —  ora  e  curvo  colla 
punta  a  lancetta:  H.  Ziegleri  Schmidt  F. ,  intermedia 
Fer.,  Preslii  Z.  ,  cingulala  Stud,  colie  var.  baldensis . 
Villa  e  cohibrina  Jan,  tigrina  Jan,  alpina  Faure  Biguet, 
Scfimidtii  Z.,  phalerata  Z.,  arbustoricm  L.,  zonal  a  Stud., 
Feburiana  Fer.,  hirta  Menke ,  planospira  Rossm.  ;  - 
banaiica  Partsch  ,  lap'icida  L.  ,  holoserica  Stud.  ,  perso¬ 
nal  a  Lam.  —  ed  ora  ha  quattro  lembi  saglienti  su 
tutta  la  lunghezza  deli' asta ,  ed  e  ricurvo  nelie  R.  {  lu- 
corum  Miill.,  Panceri')  cincta  auct.  ,  pomatia  L.  ,  de- 
stra  e  sinistra,  aspersa  Miill.,  [punctata  ,  Rossm.) 
Iiorte?/sis  Miill.,  sdvalica  Drap.,  ausiriaca  Megerle ;  ret¬ 
to  nell.  R.  pisana  Miill.  \  in  forma  di  lancia  nelle  R. 
7iemoralis  L.  ,  (  lactea  Miill.  ,  Possm.  )  spiriplana  Oli¬ 
vier  ,  alonensis  Fer.  colla  var.  ca^iipesina  Ezquerra , 
Gualteriana  Ferussac.  —  Anche  le  R,  candidula  Stud., 
capcrata  Mont.  (  striata  Drap.  nec  Miill.  (2)-  ),  variabilis 
e  marithna  Drap.  sono  fornite  di  un  sol  dardo  ,  ma 

(1)  Anche  1’  II.  cantiana  Mont,  [carlhusiana  Drap.)  nella  se- 
zione  fattale  da  Panceri  risnlto  priva  del  sacco  del  dardo. 

(2)  Schmidt  e  Schollz  si  inaravigliarono  di  trovare  V  H.  stria¬ 
ta  a  Verona,  lungi  dal  mare,  mcntre  che  Rossmaessier,  T  aveva 
indicata  come  specie  liloraie.  Ci6  fa  snpporre  ,  civ  essi  non  co- 


29 

Schmidt  non  ne  dicdc  la  descrizionc,  come  non  la  pote 
dare  sinora  di  qnello  delle  H.  naticoides  Drap.  e  vermi- 
culata  Mull.,  perche  il  sacco  del  dardo  degli  individui  po¬ 
st!  a  sua  disposizione  era  vuoto.  Alcune,  42,  specie 
finalmente  sono  armate  di  d  u  e  dardi  ,  curvi  nelle  H. 
cricetortim  Drap.,  obvia  Hartm.  (4)  ,  instahilis  Ziegl.  (2) , 
apicina  Lam.;  e  quasi  retti  nelle  H.  costulata  Z.  (  slriata 
Mull.  nec.  Drap.),  hispida  Miill. ,  circinata  Stud.,  villosa 
Drap.,  lurida  Z.,  filictna  Schmidt  (  nec  Hartm.  ) ,  leuco- 
zona  Z.,  Cohresiana  Alten  (  unidentata  Drap.  ). 

(  La  fine  nel  prossimo  niimero  ) 

noscevano  i  lavori  posteriori  di  Porro,  Spioelli  e  Yilla  e  V opera 
di  Hartmann  G.  sui  Gastcropodi ;  giacche  i  primi  adducono  quel- 
la  specie  come  vivente  nel  comasco  ,  nel  bresciano  e  nella  pia- 
uura  lombarda  ,  e  quest!  1*  accenna  (  p.  445  )  come  ricevuta  da 
Milano.  La  raccolsi  pure  a  Mantova  e  Cremona  ,  1’  ebbi  da  Vi¬ 
cenza,  dai  contorni  del  lago  Balaton  e  dalla  Sirmia  (  Malac.  un- 
garese  n.  43  ) ;  Jan  la  trow'd  a  Parma  e  Felisi  a  Ferrara;  tutte 
localita  queste  lontane  dal  mare. 

(4)  Hartmann  nell’ opera  succitata  (  tav.  45  )  figurb  benissimo 
r  n.  ohvia  (  IJ.  neglecta  olim  )  ,  diVersa  pero  dall’  H.  obvia  di 
Jan  e  di  Parr.;  e  Gharpentier  ed  altri  osservarono  ch’ essa  ve- 
niva  da  molti  confusa  coll’  ericetorum.  A.  Schmidt  avendola  ve- 
duta  sotto  tal  nome  nelle  raccolte  di  Praga,  Vienna,  Lubiana  ecc., 
crede  di  poter 'conchiudere ,  che  la  vera  ericetorum  non  si  trova 
negli  stati  austriaci,  se  non  nei  contorni  di  Salisburgo ,  paese 
confinante  colla  Baviera  ,  ove  occorrono  ambe  le  specie.  Ed  in- 
fatti  non  incontrai  1’  ericetorum  ne  nell’  Austria  ,  ne  nel  Tirolo  , 
ne  nel  Trentino,  ne  nel  Lombardo- Veneto,  ma,  nelle  prime  con- 
trade  V  ohvia  f  neir  ultima  V  H.  Candida  Porro.  field  ritenendo 
r  ohvia  per  la  ericetorum  ,  diede  a  questa  ,  da  lui  raccolta  ad 
Ingolstadt ,  il  nome  di  H.  Kiisteri ;  e  gli  esemplari  ricevuti  con 
questo  nome  concordano  perfettamente  nella  forma  con  quelli 
delP  en'cetorwm ,  mandati  dalla  Francia  e  dalla  Svizzera  francese. 

■ —  Tuttavia  Parreyss  persiste  ancora  a  riguardarc  1’  obvia  per  la 
vera  ericetorum. 

(2)  A.  Schmidt  trovh  nell’ Arena  di  Verona  una  lumaca  molto  af» 


50 


Differenze  anatorniche  ira  Y  H.  pomatia  L. 
e  la  liicorum  Miiller. 

Esaminando  in  molte  specie  cli  gasteropodi  del  genere 
Hel?^  i  dardi  ,  i  qiiali  assumendo  forme  diveise  al  va- 
riare  delle  specie,  furono  dallo  Schmidt  giudicati  come 
uno  dei  criterii  per  la  rispettiva  classificazione  ,  mi  ven- 
ne  fatto  di  scorgere  qualche  differenza  anatomica,  finora 
da  altri  non  avvertita  ,  tra  V  apparecchio  riproduttore 
deir  If.  pomatia  e  qnello  dell’  If.  hicorum. 

Fuvvi  ed  e  tuttavia  quistione,  se  quest’  ultima  si  deb- 
ba  considerare  quale  specie  distinta  dalla  poinaiia,  co¬ 
me  opina  Deshayes  (i)  ,  oppure  semplice  di  lei  va- 
rieta,  dipendente  dalle  locali  influenze ,  come  propende- 
rebbero  a  ritenerla  vari  altri ;  d’  onde  il  nome  alia  lu- 
corum  di  H.  mutata ,  datole  da  Lamarck  (2).  I  ca- 

fine  alia  H.  ohvia ,  nella  quale  credelte  di  ravvisare  1’  H.  insla- 
hilis  Z.  La  sua  conchiglia  ,  come  osservo  anche  quell’  autore ,  e 
piu  piccola  e  meno  depressa  che  nella  prima  ,  ed  il  sacco  del 
dardo  negli  individui  da  lui  sezionati  era  vuoto  ,  quantunque  fos- 
sero  quasi  completi ,  mentre  che  nella  prima  i  dardi  si  formano 
diggia  negli  individui  giovani.  Dessa  ^  la  H.  candidula  Z.  (  nec 
Stud.  ) ,  che  nel  trentino  convive  coll’  oivia ,  quantunque  meno 
comune  di  questa  (  Conch,  terr.  d’ Innsbruck  n.  25  —  Mai.  tren- 
tina  n.  39  )  ,  e  che  nel  lombardo  -  vencto  (  anchc  a  Yerona  ) 
assumendo  maggiori  dimension!  (  a.  12.5,  d.  49  mill.  )  viene  a 
costituire  1’  H.  Candida  Porro  ( Z.  in  litt.  ad  D.  Porro  :  22  giugno 
4838  )  et  Z.  (  Porro  in  coll.),  H.  candicans  Z.  Pfeiff.  L.?,  della 
quale  la  candidula  Z.  non  sarebbe  che  una  variazione  di  gran- 
dezza. 

(1)  nella  conlinuazione  «  all*  Ilistoire  geuer.  et  partic.  des 
mollusques  terr.  et  fluv.  »  di  Ferussac. 

(2)  Histoire  naturellc  des  auimaux  sans  vertebrcs.  Paris,  1819. 


o\ 

ratteri  (iifFerenziali  esterni  della  conchiglia  si  ponno  ri- 
durre ,  alia  diversila  (3i  colorito  si  delle  f;fscie  come  del¬ 
la  rinianente  superficie,  alia  forma  della  spira,  al  rappor- 
to  tra  gli  anfratti,  alia  posizione  ed  alia  figura  dell’aper- 
tiira  e  dei  labbri. 

,A  prima  giunta  1’  esame  dell’  apparecchio  bisessuale  , 
constando  di  parti  analoghe  nelle  due  Elici,  farebbe  sup- 
porre  una  perfetta  somiglianza  nel  complesso ,  come  la 
esiste  nei  dardi ;  ma  chi  attento  prosegue  nella  disamina 
degii  oi’gani ,  all’  assieme  dei  quali  e  affidata  la  funzione 
riproduttiva  ,  non  puo  a  meno  di  scorgere  differenze  in 
quelle  parti,  nelle  quali  sogliono  le  diverse  specie  piu  o 
meno  tra  loro  differire.  I  rapporti  intanto  di  tutto  1’  ap¬ 
parecchio  colie  parti  degii  altri  sistemi  sono  gli  stessi ; 
solo  che  la  glandola  uterina ,  alia  quale  incumbe  di  ri- 
vestire  d"  albume  le  uova  provenienti  dall’  esterna  por- 
zione  della  ermafroditica ,  e  qualche  poco  piu  volumino- 
sa  nella  lucorvm  ,  mettendosi  cosi  a  contatto.  con  mag- 
gior  superficie  del  fegato  che  in  parte  la  cingc.  II  con- 
dotto  die  fa  comunicare  colla  vagina  la  vescicola  desti- 
nata  a  ricettare  1’  elemento  maschile  proveniente  dall’  in- 
dividuo  che  funge  le  veci  di  fecondatore ,  e  nella  po~ 
matia  privo  di  diverticolo ,  o  se  lo  possiede ,  e  breve 
d’  assai  ,  mentre  che  costanteniente  1’  altra  e  fornita  di 
un  diverticolo  piuttosto  lungo  e  posto  a  cavalcioni  del¬ 
le  anse  dell’  utero  intestiniforme.  E  duopo  notare  che 
questo  diverticolo ,  che  talora  manca ,  varia  di  volume  e 
di  relazioni  nelle  diverse  specie;  mentre  non  trovasi  nel¬ 
le  H.  fruticum  ,  strigella,  pisana  c  qualche  volta  nella 
pomaiia  ,  e  assai  prolungato  nella  arbiistorum,,  lactea  e 
vermictdata'^  algira  comunica  direttamente  colla  ve¬ 
scicola  suaccennata.  Le  tasche  mullifide  del  7mico  ,  pro- 


52 

babilmente  destinate  a  versare  iina  tal  secrezione  nella 
cloaca  genitale  ^  onde  possa  servire  di  veicolo  si  alio 
sperma  come  alle  nova  ,  ricche  di  fondi  cechi  nella  po- 
maiia ,  nell’  altra  all’  incontro  sono  ridotte  a  meta  volu¬ 
me  ad  onta  che  il  modo  loro  di  ramificarsi  si  manten- 
ga  dicotomo.  E  qui  pure  e  da  osservarsi  ^  che  queste 
appendici  glandolari  variano  di  numero  e  di  forma  nelle 
singole  specie ;  cosi  sono  in  numero  di  due  per  par¬ 
te  nella  lapicida^  arbustorum  e  personata ,  di  tre  nella 
nejnoralis  ed  incarnata ,  di  quattro  nella  striata ,  stri- 
gella  ed  'nmhrosa\  conglomerate  in  una  sol  massa  nella 
fruticum.  Riscontrai  gli  altri  organi  componenti  questo 
complicato  apparecchio  precisamente  identici,  identita  pero 
di  poco  cento,  come  quella  che  si  rinviene  pure  tra  animali, 
che  appartenenti  alio  stesso  genere ,  occupano  posti  lon- 
tanissimi  nella  scala  dfelle  specie.  Avendo  ripetuto  I’esame 
in  un  gran  numero  di  individui ,  mi  convinsi  della  co¬ 
stanza  delle  esposte  difFerenze ,  che  in  fine  spettano  alia 
sola  porzione  femminile  del  sistema  degli  organi  sessuali, 
mentre  che  la  maschile  h  perfettamente  simile  nelle  due 
Elici. 

Queste  osservazioni  qualora  il  malacologo  le  congiunga 
a  quelle  degli  esterni  caratteri  puramente  zoologici  ,  gli 
potranno  servire  di  guida  alio  scioglimento  della  quistione. 

P.  Panceri. 


(  Dispensato  nel  mese  di  Giugno  ) 


Pavia.  Tip.  Fusi. 


GIORNALE  DI  MALACOLOGIA 


1853.  N.“  111. 

Dei  dardi  nelle  Elici. 

(  Fine  ) 

Dalle  dissezioni  sinora  publicate  dallo  Schmidt  risiil- 
terebbe,  toccare  il  dardo  della  H.  asptrsa  la  massima  liin- 
ghezza  assoluta  ,  ii  mill. ,  e  quelli  della  hispida  la  mi¬ 
nima  ,  d/3  :  0.8  mill.  Se  si  ha  pero  riguardo  alle 
dimensioni  degli  animali  e  delle  conchiglie,  i  dardi  del- 
\  eric et or um^  liinghi  2  2/3 :  6.7  mill.,  sarebbero  re- 
lativamente  i  piu  lunghi ,  essendo  di  essi  piu  breve  pcr- 
sino  qiiello  della  spiriplana  ,  lungo  soli  6.5  mill. ;  e  vi- 
ceversa  quello  della  fruiicu7n  ,  lungo  d'"  :  2.5  mill.  , 
rimarrebbe  in  proporzione  il  piu  corto,  minore  benanco 
di  quello  della  sericea  ,  lungo  d  d/3  :  3.5  mill.  — 
In  certi  gruppi  pero,  come  in  quello  della  H.  hispida  , 
si  nota  una  corrispondenza  tra  la  lunghezza  dei  dardi 
delle  varie  specie  e  la  grandezza  della  loro  conchiglia. 

Da  quanto  si  vide ,  il  dardo  diversifica  d’  assai  in  al- 
ciine  specie,  quantunque  portino  una  conchiglia  consi- 
mile  (  H,  hortensis  e  nemoralis  ) ,  e  viceversa  si  rasso- 
miglia  moltissimo  in  altre,  ad  onta  che  quella  sia  molto 
differente  cingulata  ,  arhusiormn ,  planospira,  ha^ 
natica^  lapicida,  holoserica ,  personata),  Cosi  pure  man- 
ca  il  dardo  in  alcune  specie  (  H,  angigyra  ,  obvoluta), 
mentre  si  presenta  in  altre,  che  sono  ad  esse  affini 
{  H.  holoserica  ),  ed  all’ incontro  manca  in  molte,  quan¬ 
tunque  il  loro  guscio  sia  assai  diverse.  Egualmente  so- 


novi  varie  specie  (H,  incarnatay  Rtriceay  candidttla)  che  non 
secernono  contemporaneamente  che  un  sol  dardo.  laddove 
altre  a  conchiglia  simile  a  quella  delle  predette  (  H, 
hiridciy  hispida  y  cosinlata)  ne  presentano  due;  e  vice- 
vei’sa  molte  specie ,  le  cui  conchiglie  sono  tra  loro  assai 
difTerenti ,  ofTrono  un  numero  eguale  di  dardi.  Percio  le 
difTerenze  ed  il  vario  numero  di  questi  servono  a  distin- 
guere  le  specie  aflini  e  ad  ordinarle  in  sezioni,  e  la  so- 
miglianza  ed  il  numero  conforme  dei  medesirai  ajutano 
a  ravvicinare  tra  loiar  quei  gruppi  e  quelle  specie ,  le 
cui  conchiglie  presentano  forme  disparate.  Il  criterio  di 
distinzione  delle  specie  di  questi  gruppi  sara  poi  da  cer- 
carsi  in  altri  caratteri  anatomici ,  come  nel  diverticolo 
della  vescicola  peduncolata ,  nelle  tasche  multifide  del 
muco  ,  che  Schmidt  p.  e.  trovo  di  forma  differente  nelle 
affini  H,  planospira  e  Febziriana ,  nella  glandola  uteri- 
na  ^  ecc.  Pero  le  diversita  di  struttura  delle  mascelle  su¬ 
perior!  e  della  lingua  non  sembrano  sinora  poter  essere 
utilizzate  ,  se  non  a  stabilire  delle  division!  in  grande 
nel  sistema. 

Rispetto  al  numero  dei  dardi  come  criterio  di  distin¬ 
zione  delle  specie  debbo  far  osservare^  che  Panceri 
estrasse  dagli  individui  pavesi  dell’  H.  fruticum  due  di 
queste  secrezioni,  ciascuna ,  s’ intende ,  contenuta  da  un 
sacco  proprio,  mentre  che  Schmidt  assegnerebbe  a  que- 
sta  specie  un  sol  dardo.  Ora  rassomigliando  gli  esem- 
plari  dei  contorni  di  Pavia  e  nella  configurazione  e  nel 
colorito  si  delPanimale  che  della  conchiglia  perfettamentc 
a  quelli  ,  che  con  egual  nome  provengono  da  oltremon- 
te ,  ne  segue :  o  che  i  primi  in  onta  alle  apparenze 
esterne  non  formano  una  sol  specie  coi  second! ,  o  che 
il  numero  dei  dardi  e  dei  loro  ricettacoli  varia  nella 


medesima  specie  col  variare  clelle  contrade  o  dei  climi  , 
c  che  qiiindi  il  numero  dei  dardi  non  piio  formare  , 
almeno  per  certe  specie  o  per  certi  griippi  ,  il  loro  ca- 
rattere  distintivo, 

Ma  e  appunto  per  esso  numero  ,  che  Schmidt  vorreb- 
be  decidere  ,  se  una  certa  Helix  da  lui  raccolta  a  Ve¬ 
rona  ,  e  che  Biasoletto  gli  mando  pure  dall’  Istria ,  la 
cui  conchiglia ,  mentre  presenta  1’  habitus  ed  i  disegni 
deiriT.  ericetorum  ^  offre  pero  il  peristoma  rossastro  del¬ 
la  H.  variahilis  ,  appartenga  al  gruppo  della  prima  che 
possiede  due  dardi ,  od  a  quello  della  seconda  che  non 
ne  ha,  che  uno  solo.  Prada  nel  catalogo  dei  gastero- 
podi  terrestri  dell’  Istria  (  Giornale  dell’  istituto  lomb.  , 
serie  II,  tomo  III,  p.  47  )  enumera  varie  locality,  ove  di- 
mora  1’  Helix  in  quistione ,  che  egli  ritiene  diibbiosa- 
mente  per  1’  H.  neglecia  Draparnaud.  Nella  malacologia 
trentina  (n.  39)  diedi  ragione  di  questa  denominazione  ed 
accennai  pure  come  Porro,  Villa  ed  altri  autori  lombardi 
la  confondessero  coll’  H.  ericetorum.  Essa  trovasi  sparsa 
pel  piano  e  pei  colli  della  valle  del  Po,  dal  mare  a  Va- 
lenza  e  probabilmente  sino  a  Torino  e  s’  interna  anche 
nel  fondo  di  qualche  valle  laterale.  —  Parreyss  ne  fa 
tutt’  una  colla  H.  ohvia  ,  ritenendole  entrambe  per  1’  H. 
ericetoru7n  ,  mentre  che  ne  separa  i’iiZ.  Candida  Porro. 

Per  quanto  spetta  alP  epoca  dello  sviluppo  dei  dardi 
devesi  osservare ,  che  in  alcune  specie ,  come  nelle  H,  eri¬ 
cetorum  ^  ohvia  ^  essi  si  presentano,  quantunque  di  di¬ 
mension!  minor! ,  negli  individui  ancora  giovaoi  ,  laddo- 
ve  in  alcune  allre ,  come  nelle  H.  hortensis ,  nemoralis, 
non  si  rinviene  il  dardo,  sino  a  tanto,  che  il  peristoma 
della  conchiglia  non  sia  perfettamente  compito.  Se  la  pre- 
senza  del  dardo  indicasse  la  capacita  a  fecondare,  le  pri- 


'  :>() 

me  sarebbero,  al  pari  clelle  Snccinee  ^  dei  Lijnnei  e  de- 
gli  AcefaU\  abili  alia  procreazione  mollo  prima  di  es- 
sere  adulti. 

Essendosi  il  signor  Schmidt  per  le  sue  osservazioni 
procurato  di  preferenza  quelle  specie,  le  quali  esso  pote- 
va  presumibilmente  trovare  fornite  di  dardo ;  cosi  le  ci- 
fre  indicate  piii  sopra  delle  specie  da  lui  analizzate,  non 
rappresenteranno  probabilmente  le  proporzioni  giuste  tra 
le  specie  prive  di  dardo  e  quelle  che  ne  vanno  prov- 
vedute,  come  egli  stesso  accenno.  St. 


T.  Davidson,  Monografia  de'  Brachiopodi 
britannici ultimo  fascicolo. 

Estraltd  di  Ed.  Suess. 

Innanzi  tulto  sono  di  decisa  importanza  le  scoperte 
falte  neiresaminarc  il  genere  Argyope.  Sinora  si  credeva 
di  vedere  in  questo  genere  in  luogo  delle  braccia  sol- 
tanto  una  serie  di  ciglia  collocate  alia  base  del  mantello. 
Ma  Davidson  dimostro  ora  che  queste  serie  di  ciglia 
sono  in  soslanza  delle  vere  braccia  fermate  ad  un  disco 
muscoloso  ,  fra  il  quale  c  la  parte  interna  del  mantello 
si  trova  un’  apofisi  fragile ,  calcarea  ,  che  corrisponde 
perfettamente  ai  fulcri  calcarei  (  Ralkschleifen  )  dei  B7'a- 
chiopodi  cosi  detti  regolari.  Con  cio  cade  ogni  motive 
per  r  erezione  d’  una  sottoclasse  col  nome  di  Brachiopo- 
des  cirrhides ,  come  fu  tentato  ultimamente  dagli  scien- 
ziati  francesi.  =  La  quistione  sul  posto  che  nel  sistema 
devono  occupare  i  Budisti ,  gnippo  numeroso  di  mollu- 
schi  e  finora  collocate  accanto  a  quei  Brack,  ckrhides^  en- 
tra  per  lo  scioglimento  di  questa  sezione  di  Brachiopodi 
in  una  niiova  fase. 


o7 

Al  genere  Kincjma  ,  poco  fa  istltuito  dallo  stcsso  au- 
tore  per  forme  viventi,  si  annovera  la  Terebralula  lima 
Defrance ,  una  delle  specie  piu  conosciute  della  forma- 
zioiie  cretacea. 

Le  osservazioni  sul  genere  Magas ,  in  parte  gia  da  luii- 
go  tempo  note  come  modello  di  esattezza  ,  si  trovano 
riunite  per  esteso  in  questo  fascicolo. 

Dagli  atli  della  societal  zoologlco-bolanica  in  Vieniia( Verharid- 
Inngen  des  zoologisch-bolanischen  Vereins  in  Wien  )  1853,  rap- 

porti  delle  sednte  (  Sitzungsberichte  )  p.  15. 


Pahidina  ther7/ialis  Linn.  var.  W  i  e d  e  n  h  o  f  e  r  i  Fraii- 
cnfeld.  ^ 

Questa  varietii  si  distingue  pei  seguenti  caratteri : 

La  sutiira  e  piu  profonda ,  per  cui  gli  anfratti  appa- 
jono  pill  ventricosi  e  qiiindi  tutta  la  conchiglia  risulta 
piu  scalare.  11  penultimo  giro  di  spira  e  in  proporzione 
assni  piu  largo,  ed  il  suo  distacco  dall’  ultimo  riesce  per- 
cio  molto  meno  sensibile.  L’  apertura  rimane  proporzio- 
nalmente  assai  piu  piccola.  La  chiocciola  e  brunastra  , 
meno  trasparentc  ,  piu  solida,  e.  generalmente  maggiore. 

"Yive  nelle  vicinanze  delle  terme  di  Abano  nel  Padova- 
no ,  ove  Wiedenhofer  la  raccolse  nel  fango  freddo  ,  ros- 
sastro  ,  ancora  penetrate  dal  minerale ;  mentre  che  la  P. 
thcr7nalis ,  la  quale  prospera  nello  scolo  caldo  della  sor- 
gente  principale  di  quelle  terme,  scompare  col  raffreddarsi 
deir  aqua. 

Dagli  atli  precitati  ,  p.  74. 


Considerazioni  sulla  perforazione  delle  pietre 
fnlla  dai  moUuschi  Utofagi  e  speciulmente 
dalle  FoUadi. 

Del  Dotloi*  Teodoro  Prada. 

(  Gontiouazione  ) 

11  sig.  Gray  (  Associat.  Britannique  des  Sciences  New¬ 
castle  1858  )  avendo  veduto  le  folladi  perforare  la  creta 
di  Brigton  si  e  assiciirato  che  I’azione  ne  era  meccanica. 
In  fatti  sugli  esemplari  che  egli  presento  fece  riraarcare 
nella  creta  forata  delle  scannellature  circolari  che  furono 
prodotte  dalle  spine  esistenti  sulla  faccia  esterna  della 
conchiglia ,  ed  una  impressione  centrale  dovuta  ad  im 
allungamento  della  conchiglia  sii  un  punto  della  sua 
faccia  inferiore.  Egli  di  piu  si  assicuro  che  Tanimale  non 
occupa  tutta  Testensione  della  cavita  che  egli  forma,  ma 
soltanto  la  sua  parte  superiore.  Egli  e  evidente  cio  non 
di  meno  che  vi  sono  animali  i  quali  traforano  le  roccie 
col  mezzo  di  agenti  chimici,  e  cio  avviene  nella  Patella 
in  cui  la  conchiglia  appianata  non  ammette  un’  azione 
meccanica,  cio  pure  accade  pel  piccolo  annelide  Diplolis 
che  pratica  nelle  roccie  delle  caviU  allungate  mentre  e 
privo  di  conchiglia.  11  sig.  Alder  confermando  quest!  fat¬ 
ti  ,  e  mostrando  che  la  struttura  particolare  della  con¬ 
chiglia  delle  folladi  dei  teredo  ecc.  d4  loro  la  possibilita 
di  traforare  le  roccie  meccanicamente ,  aggiunge  aver 
egli  osservato  che  tutte  le  roccie  intaccate  da  quest! 
animali  sono  molli  sott’  acqua  ,  e  non  s’  indurano  che 
quando  vengono  esposti  all’  aria,  circostanza  questa  mol- 
to  favorevole  per  render  pin  facile  la  perforazione. 


59 

11  sig.  V.  Walker  ircravigliato  dalla  prcstezza  colla 
quale  le  Saxicave  traforano  le  muraglic  che  formano  le 
(lighe  lungo  la  baja  di  Plymorilh,  propose  a  qiiesito  (i84d) 
qual  mezzo  mai  tali  conchiglle  impieghino  ad  effettuaro 
slmili  perforazioni.  II  sig.  Buk  land  attribuisce  qiiesto  ef- 
fetto  ad  una  secrezione  acida  che  rammollisce  la  roccia  , 
e  permette  alia  conchiglia  il  facile  traforo.  11  sig.  De  la  Be¬ 
ebe,  attribuisce  il  fenomeno  alia  presenza  dell’ acido  car- 
bouico  espirato  dalT  animale  che  converte  il  calcare  in 
bicarbonate  che  e  solubile  nelT  acqua.  In  fine  1’  Owen 
lo  attribuisce  alb  azione  d’  una  corrente  d’  acqua  messa 
costantemente  in  movimento  intorno  alia  conchiglia  per 
mezzo  delle  ciglia  vibratili  e  delle  branchie  che  si  muo- 
vono  senza  interruzionc  ed  indipendentemente  dalla  vo- 
lonta  deir  animale.  Una  secrezione  acida  non  renderebbe 
ragione  della  perforazione  delle  roccie  non  calcaree  ,  le 
quali  come  il  trappo  a  Tor -bay  ed  i  gres  sono  sovente 
perforati  dalle  falladi.  Del  resto  tali  molluschi  non  attac- 
cano  il  granito,  e  questo  fatto  mostrerebbe  il  vantaggio 
che  si  avrebbe  col  non  impiegare  materiali  calcarei  nelle 
costruzioni  che  devono  stare  sotto  il  livello  delle  acque 
marine  venendo  questi  in  breve  tempo  a  guastarsi  per 
le  copiose  gallerie  che  i  molluschi  litofagi  vi  vanno  di 
solito  praticando. 

In  aggiunta  alle  opinioni  su  esposte,  il  sig.  Buchland, 
sostenitore  della  teoria  d’  una  secrezione  di  natura  acida, 
presento  ai  membri  dell’  associazione  britannica  (4842) 
degli  esemplari  di  calcare  di  Plymonth  con  entro  opera- 
tivi  de’  buchi  profondi  arrotondati  ,  la  formazione  dei 
quali  egli  attribuisce  all’  azione  lungamente  protratta  del¬ 
la  mucosita  delle  lumache  dei  giardini  {  Helix  aspersa  Fer.) 
Egli  si  assicuro  che  questi  molluschi  arrossano  leggier- 


40 

mente  la  carta  colorata  in  azzurro  per  la  tinlura  cli 
tornasole  sulla  quale  si  facciano  strisciare.  L’  azione  di 
im  acido  ,  quantunque  debole ,  continuata  per  lung'o 
tempo  sullo  stesso  punto  della  medesima  pietra  calcarea 
gli  sembra  rendere  abbastanza  ragione  del  fenomeno  pre- 
detto  sul  pezzo  che  egli  ha  presentato,  fenomeno  che  fu 
pure  attribuito  ad  animali  marini.  Visitando  il  sig.  Bu- 
ckland  la  localita  d’  onde  proveniva  il  menzionato  pez¬ 
zo  pole  osservare  delle  lumache  ancora  viventi  sulla  su- 
perficie  del  calcare  ,  come  pure  dei  gusci  abbandonati 
entro  le  cavita  della  pietra  stessa.  In  seguito  egli  ha 
osservato  dei  fori  consimili  contenenti  dei  gusci  d’  una 
lumaca  piu  piccola  (  Helix  nemoralis  Linn.  )  sulla  super- 
ficie  inferiore  degli  strati  calcarei  del  Cumberland,  ed  il 
sig.  Baker  ha  recentemente  notato  lo  stesso  fenomeno 
nel  calcareo  di  Cannington-Park  presso  Bridgewater. 

Il  sig.  Hancock  (  Associat.  Britannique  4848  )  rigettan- 
do  come  insufficienti  o  false  tutte  le  opinion!  su  esposle 
ed  emesse  dai  diversi  autori  per  ispiegare  il  fenomeno 
della  perforazione  delle  pielre  fatta  dai  molluschi  ,  ne 
propone  egli  una  che  a  suo  credere  e  piu  giusta  e  ra- 
zionale  e  tale  d’  essere  applicabile  piu  generalmente  alia 
spiegazione  del  fatto.  Egli  dice  che  i  molluschi  perfo- 
rano  le  pietre  col  mezzo  del  loro  piede  che  e  cosparso 
d’  una  quanlita  di  piccoli  punti  neri  liicenti  e  duri  I’uso 
dei  qiiaii  deve  essere  eguale  a  quello  delle  protuberanze 
d’  una  gratuggia  o  d’  una  lima.  Questa  spiegazione  viene 
appoggiata  dal  sig.  Philips ,  il  quale  asserisce  conoscersi 
gia  da  molto  tempo  un  gran  niimero  di  molluschi  for- 
niti  di  queste  granulazioni  sul  loro  piede  ,  granulazioni 
che  sembrano  essere  di  natura  silicea.  Addotta  pure  tale 
opinione  il  sig.  Owen  ammcltendola  come  bastevole  a 


spiegare  la  niaggior  parte  dei  casi  ,  selo  egli  pensa  che 
si  dovrebbc  fare  una  eccezione  per  la  Follade  navale , 
la  quale  esso  ritiene  si  scavi  le  proprie  gallerie  dentro  il 
legno  col  solo  intervento  delle  propria  conchiglia.  II  sig. 
E.  Forbes  ,  nel  suo  lavoro  siiHa  storia,  dei  niolluschi 
della  Gran-Brettagna ,  avendo  esauiinate  le  diverse  tesi 
messe  fuori  sulle  perforazioni  operate  dai  inolluschi  lito- 
fagi  dice  di  conoscere  gia  da  tempo  questa  ora  comu- 
nicata  dal  sig.  Hencock  ,  ma  che  del  resto  ei  la  stima 
insufficiente  come  tulte  le  altre  fin  qui  immaginate,  poi- 
che  parecchii  molluschi  litofagi ,  come  le  Saxicave^  non 
ofirono  mai  granulazioni  di  sorta  ad  onta  che  si  sca- 
vino  al  pari  degli  altri  litofagi  delle  gallerie..  II  sig.  Hen- 
fray  ed  il  sig.  Henry  che  esaminarono  al  miscroscopio 
molti  di  questi  animali  non  poterono  mai  giungere  pero 
a  discoprire  si  fatte  granulazioni.  Il  sig.  Forbes  non 
trovando  plausibili  spiegazioni  al  fenomeno  in  discorso 
non  dubito  di  attribuirlo  ad  una  azione  elettrica. 

(  Sara  coniinualo  ) 


Bibliografia  .  necroloijia ,  annunci ,  notizie. 

Opere  vendihili  presso  Teodoro  Fischer  in  Cassel: 

Pfeiffer  Ltid.  —  Symbolse  ad  historian!  Heliceonini  , 
Sectio  I -111.  d84i  -46.  -  8.°  gr  ,  leg.  Prezzo:  2  Thlr.  o  Sgr. 

Conspectus  Cyclostoniaceoi’iim  emendatus  et  auctus. 
Pneumonopomorum  monographia3  prodromus  (  estratto 
dalla  Zeitschrift  fiir  Malacozoologie,  1851,  p.  129  )  -  8“ 
gr.,  leg.  Prezzo . 20  Sgr. 

Turlon  William  —  Conchylia  dithyra  insularum  bri- 
tannicarum.  The  bivalve  Shells  of  the  british  islands.  1848 
-  4.°  ord.,  con  20  tav.  color.,  cart.  Prezzo  .  46  Thlr. 

Lavori  inediti  presentati  all’  Academia  delle  scienze  delV  istitu- 
to  di  Francia  e  conscgnati  ad  un  apposita  commissione  per  I’esame: 

Gauthier  —  Memoire  sur  les  huitres  en  general  et  en 
particulier  sur  les  huitres  de  Marennes. 

De  Lamarre  —  Traiteinent  et  guerison  radicale  de  la 
phthisic  pulmonaire  par  1’  einploi  de  1’  helicine  ,  ou  mu¬ 
cilage  animal  concentre  provenant  des  limacons. 

Marcel  de  Serres  —  Des  gres  coquilliers  de  differen- 
tes  parties  de  rAmerique,  qui  offrent  dans  leurs  masses 
des  coquilles  petrifiees. 

Opece  ,  delle  quali  si  dd  un  sunto  nei  vari  giornali : 

Aradas  Andrea  —  Prospetto  della  storia  della  Zoolo- 
gia  di  Sicilia  del  secolo  XIX  ,  movendo  da  quello  di  An¬ 
drea  Bivona.  Catania,  1845  -  1851.  -  4.’  {  Estratto  daglt 
atti  della  acade7nia  Gioenia  ). 

Tratta  in  particolar  modo  dci  molluschi.  II  prof.  Bianconi  nel 
Repertorio  italiano  per  la  storia  iialurale  ( stampato  in  Bologna)  no 
porge  un  sunto  alia  pag.  10. 


45 

Baudon  A.  — -  Catalogue  des  inolIus(|ues  du  departe- 
nient  de  T  Oise.  Beauvais,  4853.  -  8."' ,  di  20  pagine 
(  Estr,  dal  iomo  II  dei  Memoires  de  la  soc.  acad.  de 
r  Oise  ,  4852.  ). 

Description  des  mollusques  du  departenient  de 
r  Oise,  4.®  partie  (  Estr.  dal  niedesimi  memoires  ). 

Nella  Revue  de  zoologie  di  Guerin  -  Meneville,  2.^  serie,  tomo 
V. ,  pag.  436,  se  ne  da  ud  estratto.  Yengono  enumerate  in  quel 
catalogo  118  specie  terrestri  e  d’ aqua  dolce,  fra  le  quali  due 
specie  nuove  :  Succinea  Baudonii  Drt.  e  Limnea  microstoma  Drt. 

Bavaine  C.  —  Recherches  sur  la  geriecation  des  hiii- 
Ires.  Paris  ,  4855.  -  8.%  di  fogli  3  1/2  con  due  tavole 
(  Estr.  dai  coinpies  rendns  des  seances  de  la  soc.  de 
Biologic,  4852.). 

Se  ne  legge  ‘un  breve  sunlo  nella  Gazette  medicate  de  Pans  , 
4852 ,  p.  552  :  ed  uno  piii  esteso  nel  Journal  de  Conchylioldqie , 
4853  ,  f.  I,  pag.  30. 

De  Betta  Edoardo  —  Descrizione  di  due  nuove  con- 
chiglie  terrestri  del  Veneto.  Verona,  4852.  -  8^*  ,  di  8 
pagine  con  una  tavola. 

Secondo  Pfeiffer  L.  ,  nella  Zeitsch.  fur  Mai.  4853  ,  P-  46  , 
Tuna  di  esse,  V  Helix  Martinatiana ,  non  e  allro  che  V  H.  cemu- 
la  descrilta  da  Piossmaessler  nel  4851,  I’allra,  la  Clausilia  fusca, 
appartiene  alia  sezione  della  Cl.  laminata  Turton  (  Cl.  bidens 
Drap.  ). 

Opere  non  enlrafe  in  commercio  : 

Be  Betta  Edoardo  —  Malacologia  della  valle  di  Non. 
Verona  ,  4852.  -  8."  (  m  continuazione ). 

Duvernor  —  Memoires  sur  le  systeme  nerveux  des 
mollusques  acephales  lamellibranches  ou  bivalves.  Paris  , 
4855.  -  4.'  (  Fard  parte  del  to7no  XXiF  dei  Xltmoires 
de  f  academie  des  sciences  de  t  institvt  de  France). 


44 

Crediamo  non  sara  per  esseie  disaggraclevole  ai  letlori 
del  presente  giornale  d’avere  un  breve  cenno  necrologieo 
risgiiardante  il  valente  conchigliologo  Souleyet  ,  test^ 
rapito  alia  scienza  ,  nella  quale  tanto  si  era  distinto  ,  la- 
sciando  colla  sua  morte  una  prnfonda  lacuna  che  non 
verra  si  facilmente  ricolma. 

Luigi  Francesco  Augusto  Souleyet  nato  a  Besse  (Va- 
ro  )  ,  r  otto  Gennajo  1811  ,  entro  ,  assai  tardi  ,  nel  ser- 
vizio  di  sanita  della  marina ,  ed  ottenne  nel  4855  d’ im- 
barcarsi  a  bordo  della  corvetta  la  Bonite  ,  destinata  a 
fare  il  gii*o  del  globo.  In  questo  viaggio  il  detto  conchi¬ 
gliologo  ebbe  1’  incomparabile  vantaggio  d’  avere  a  com- 
pagno  r  illustre  natui  alista  sig.  Gaudichaud  ,  ora  membro 
deir  Accademia  delle  scienze ,  e  fu  principalmente  dal- 
r  amicizia  di  questo  dotto  ,  che  il  Souleyet  ritrasse  in- 
sienie  coi  principii  della  scienza  malacologica  profondis- 
sime  ed  esattc  cognizioni ,  che  lo  resero  in  seguito  di¬ 
stinto  in  questo  ramo  di  Zoologia.  Tomato  a  Parigi  , 
diede  principio  alia  publicazione  delle  proprie  osserva- 
zioni  zoologiche  ,  fatte  nel  corso  del  lungo  e  disastroso 
suo  viaggio  ,  publicazione  che  dovette  tosto  interrompe*- 
re,  per  intraprendere  nuovi  viaggi  di  mare  nel  corso  de- 
gli  anni  1846,  47,  48  e  49.  In  fine  tomato  di  nuovo 
a  Parigi  nel  mese  di  Gennajo  1850  ripiglio  la  publica¬ 
zione  del  lavoro  incominciato ,  che  termino  nel  4854. 
Ora  egli  sperava  dopo  tali  viaggi  di  poter  godere  di  qual- 
che  riposo,  e  quindi  si  applico  a  piu  profondi  studii 
nella  lusinga  di  prender  parte  attiva  nella  publica  istru- 
zione ;  ma  dietro  un  online  ricevuto  dove  recarsi  al 
po'rto  di  Tolone,  onde  imbarcarsi  per  le  Antille,  mentre 
in  quelle  terre  la  febbre  gialla  produceva  una  grande 
morlalita.  Ad  onta  di  quesla  circostanza  il  Souleyet  non 


45 

si  lascio  sgomentare  ,  ed  abbandono  coraggiosaniente  la 
sua  patria.  Giunse  alia  Martinica  il  20  Giugno  4852  , 
dove  piu  che  in  altro  luogo  infieriva  il  morbo  letale  ,  e 
quivi  con  ogni  cura  presto  V  opera  medica  agli  infetti  , 
ma  dopo  qiialche  tempo  colpito  egli  stesso  dal  malore  ne 
rimase  la  vittima  il  7  Ottobre. 

Fu  il  Souleyet  iiomo  distinto  e  per  profondo  spirito 
di  osservazione ,  e  per.  giustezza  di  giudizio  nelle  de- 
duzioni  dei  fatti  osservati  ,  qualita  queste  molto  apprez- 
zabili  per  non  trovarsi  molto  frequentemente  associate  , 
per  cui  pote  sempre  con  chiarezza  emeltere  le  proprie 
opinion!  ,  e  quindi  sostenerle.  Gome  iiomo  private  poi 
fu  di  dolce  e  schietto  carattere ,  franco  e  leale.  La  sua 
/  costituzione  fisica  sgraziatamente  era  assai  gracile  e  dili- 
cata ,  per  cui  i  suoi  amici,  che  furono  molti,  lo  viddero 
partire  per  le  Antille  con  gravissimo  dolore,  prevedendo- 
ne  r  irreparabile  perdita  ,  che  tutt’  ora  giustamente  com- 
piangono. 

Estratto  dal  Journal  de  Conchy- 
liologie,  4853,  fas.  I. 

P.  .  .  a. 


Richiesta  la  redazione  inserisce  di  hnon  grado  nel  gior- 
nale  il  seguente  : 

I  fratelli  Ant.  e  G.  B.  Villa  di  Milano  vennero  fatti 
accorti,  che  in  varie  copie  della  loro  mcmoria  geologi- 
ca  sulla  Brianza  ,  publicata  e  dispensata  all’  epoca  del 
congresso  degli  scienziati  italiani  in  Milano  nel  4844  , 


46 

occorse  la  sostitiizione  di  un  foglietto  di  materia  estranea 
in  luogo  delle  pagine  29  a  52.  Queste  cssendo  ora  state 
impresse,  gli  autori  lo  rendono  noto  per  coloro  che 
possedessero  la  copia  imperfetta  ,  onde  le  ritirino  o  fac- 
ciano  ritirare  presso  i  medesinii,  servendosi  per  contra- 
segno  del  foglietto  sbagliato. 

Con  questa  stessa  occasione  i  fratelli  Villa  avvisano  gli 
amatori  della  geologia  e  della  paleoniologia  ,  che  essen- 
dosi  adoperati  anche  in  questi  ultimi  anni  a  raccogliere 
possibiimente  tutte  le  specie  fossili  della  Lombardia,  essi 
non  trasciirarono  di  provvedersi  anche  di  varii  eseraplari 
delle  diverse  serie  di  rocce  d’  ogni  formazione ,  per  cui 
sono  in  grado  di  offrire  delle  collezioni  pahontologicht 
e  geologiche  statistiche  tanto  special!  ,  di  50  a  dOO  pez- 
zi ,  quanto  generali ,  di  50  a  500  pezzi.  In  cambio  si 
desiderano  dei  fossili  dei  terreni  cretacei  ,  giuresi  e 
loro  inferior!  d’  altri  paesi  ,  oppure  altri  oggetti  che 
riguardano  i  rami  delle  loro  raccolte,  e  specialmente  delle 
conchiglie. 

Milano,  luglio,  1855. 

fsola.  Simili  ed  aitre  collezioni  di  storia  naturale  si  possono 
avere  e  per  cambio  e  per  denaro  anche  dal  museo  civico  di  sto¬ 
ria  naturale  in  Milano.  Bed. 


Come  e  noto,  Rossraaessler  scopri  gli  esemplari  del 
suo  Caijchium  spolcsum  sii  di  una  stalattite  asportata 
dalla  grotta  di  Adelsberg  nella  Carinzia.  Vari  tentativi  in- 
fruttuosi  furono  indi  fatti  per  rintracciare  quel  inollusco 
nella  grotta  stessa.  Finalmente  nella  scorsa  estate  riusci 
ad  A.  Schmidt  di  trovaivelo  in  abbondanza.  Quantun- 
que  nessuno  degli  iiiclividui  raccolti  fosse  vivente  ,  pure 


47 

ritiene  cgli  che  non  possano  appartenere  che  alia  fauna 
attuale ,  e  perche  la  chiocciola  di  una  parte  di  essi  e 
tuttora  trasparente  e  senza  traccie  di  decomposizione  ,  e 
perche  ne  trovo  in  copia  sulle  pietre  d’  una  strada  for- 
mata  dall’  arte.  —  Lungi  dal  seguire  I’esempio  di  taluni, 
che  per  vili  mire  d’  interesse  tengono  nascosto  il  luogo 
di  dimora  di  certe  specie  rare  od  interessanti ,  il  signor 
Schmidt  credette  di  dovere  invece  per  T  utile  della  scien- 
za  indicare  circostanziatamente  il  posto  ,  ove  ritrovo  il 
detto  Carychium  ^  e  di  lasciarvi  sulla  roccia  un  segnale 
in  matita  ,  affinche  ognuno  possa  esplorarlo  a  piacimen- 
to.  Vi  si  giunge  percorrendo  la  strada  a  destra  (  entran- 
do  )  dello  spazio  detto  der  Tanzplatz,  la  piazza  da  ballo^ 
e  precisamente  allorquando  svoltato  il  primo  suo  angolo, 
si  e  entrato  nella  stretta  via  laterale. 

Estratto  dalla  Zeitschrift  fur  Malacozool.  4853  p.  47. 


A.  Schmidt  anatomizzando  dclle  Ptipa  n7nh\Ucala 
Drap.  ,  da  lui  raccolte  nel  Boschetto  di  Trieste  ,  scorse 
quasi  in  tutte  da  4  a  5  embrioni.  E  gli  osservo  pure  nel¬ 
la  P.  miconosioma  Lowe  di  Madera  ,  ch’  egli  non  sa 
quindi  distinguere  dalla  precedente  ^  se  non  per  le  mag- 
giori  dimensioni  della  conchiglia  (  0.5  mill,  piu  alta  ). 
Dando  la  notizia ,  che  la  P.  umhilicata  e  vivipara ,  egli 
era  pure  lieto  di  poter  annunciare  d’  averla  trovata  nel 
territorio  germanico  (  Zeitsch.  sudd."  p.  48  ).  Ma  in  pro- 
posito  gli  si  puo  rimarcare ,  che  Parreyss  spediva  gi^ 
nel  4841  degli  esemplari  di  questa  specie  provenienti  da 
Trieste  ,  come  risulterebbe  anco  dal  catalogo  dei  Gaste- 
ropodi  terrestri  di  quel  litorale ,  publicato  da  T.  Prada 
nel  4854  ;  e  che  le  condizioni  geografico  -  fisiche  ,  non 


48 

mai  le  divisloni  politiche  ,  devono  segnare  al  naturalistu 
r  area  d’  un  paese  ,  e  che  cpiindi  per  liii  Trieste  appar- 
ler^  ognora  all’  Italia  ,  come  d'  altra  parte  alia  Francia 
assegnera  egli  sempre  la  Savoja  e  Nizza,  che  la  politica 
uni  al  Piemonte. 


Sino  dalla  fine  dell’  anno  scorso  qualche  giornale  di 
zoologia  aveva  anniinciato  il  progetto  del  prof.  Ross- 
m  36  s  s  1  e  r  di  intraprendere  un  viaggio  nelle  Spagne. 
La  redazione  del  giornale  avendo  ricevuto  da  lui  mede- 
simo,  pochi  giorni  prima  dell’  epoca  fissata  per  la  parten- 
za,  r  avviso  di  quel  progetto  in  termini,  che  non  lascia- 
rano  piu  nessun  dubbio  sulP  esecuzione  del  medesimo  , 
ne  di^  cenno  alia  p.  46  del  giornale.  —  Ma  il  dottore 
Menke  con  lettera  del  4®  corrente  le  fece  gentilmente 
sapere  ,  che  quel  viaggio  non  ebbe  luogo,  a  quanto  pa¬ 
re,  per  essere  mancati  a  Rossmsessler  i  promessi  sussidi. 
E  questa  notizia  riescira  tanto  piu  spiacevole ,  in  quanto 
che  i  cultori  della  malacologia,  consapevoli  della  valentia 
di  quel  professore,  avevano  gi^  calcolato  di  fare  per  ope¬ 
ra  sua  degli  acquisti  interessanti. 


(  Dispensalo  nel  mese  di  Luglio  ) 


Pavia.  Tip.  Fusi. 


49 


GIORNALE  DI  MALACOLOGIA 


1853, 


IV. 


Sui  molhischi  vivmli  del  lemho  orientate 
del  Piemonte  ^  dallu  Toce  alia  Trebbia, 

11  suolo  del  Piemonte  propriamenle  detto  per  la  sua 
conformazione  e  pei  suoi  componenti  puo  facilmente  di- 
stingiiersi  in  tre  parti  principal! :  V  irrigua  ,  dduvionale 
pimiura  padana  ,  le  arse^  terziarie  colUne  dell’ Apennino 
ligiire  ,  le  primitive  montagne  alpine  ,  serbatoi  perenni 
delle  nostre  ricchezze.  II  lembo  orientale  di  questo  paese 
tocca  tiitte  e  tre  le  dette  variazioni  di  terreno  e  lo  stu¬ 
dio  dei  suoi  prodotti  puo  quindi  offrirci  un  saggio  di 
quelli  di  tutta  la  contrada,  Una  fauna  dei  molluschi  vi- 
venti  del  Piemonte  sarebbe  di  sommo  interesse  ,  perche 
essendo  questo  posto  tra  la  Francia  ed  il  Lombardo-Ve- 
neto  5  essa  dovrebbe  presentarci  1’  anello  di  congiunzione 
tra  la  fauna  occidentale  dell’Europa  e^quella  del  mezzodi 
della  sua  parte  centrale.  Cio  non  ostante  quella  fauna  e 
tuttora  un  pio  desiderio.  Gli  ostacoli  posti  in  questi  ul- 
timi  anni  nei  rapporti  fra  la  Lombardia  ed  il  Piemonte 
in’  irapedirono  di  sodisfarlo  e  mi  costrjnsero  ben  anco 
a  ricorrere  alia  gentilezza  altrui  per  ottenere  varii  dati 
compresi  in  questo  saggio  ,  che  pei  motiyi.  anzi  esposti 
oso  raccomandare  alia  indulgenza  dei  malacologhi. 


f 


Emiinerazioue  delle  specie 


SO 


Molhischi  terrestri, 

ARION  r  u  f  u  s  L.  —  Boschi  del  Ticino  (  Prada  ). 

LIMAX  agrestis  L.  ,  mut.  filans  Hoy  —  Monte  Pe- 
nice,  valle  del  Ticino  (  Lomellina  ). 
reticulattis  Mitll  —  Bobbio  in  Yaltrebbia,  Yarzi 
in  Yalstaffora  ,  valle  del  Ticino, 
variegatus  Drap.  —  Bobbio,  valle  del  Ticino, 
c  i  n  e  r  e  u  s  Miill.  —  Borgopariolo  in  Yalcoppa  , 
Guasta  in  Lomellina. 

var.  solea  nigroUmbata ,  mut.  drier ea  ,  nigro- 
maculata  —  Tra  Calasca  e  Pestarena  nella 
valle  Anzasca  (  Prada ). 

mut,  rufescens ,  carina  et  rugis  rubris  — 
Guasta  (  Prada ). 

VITRINA  diaphana  Drap.  var.  gladalis  Forbes  — 
Presso  al  ghiacciajo  delF  alpe  di  Filar  al  M. 
Rosa  (  Stabile  ). 

p  e  1 1  u  c  i  d  a  Miill.  nec  Drap.  —  Apennini,  valle 
del  Ticino. 

SUCCINEA  0  b  1  0  n  g  a  Drap.  — *  Yalle  del  Ticino, 
amphibia  Drap.  —  Bobbio ,  Guasta. 

HELIX  glabra  Stud.  —  Rive  del  Yerbano  ( Balsamo ). 
c  e  1 1  a  r  i  a  Miill.  —  Arona  al  lago  Maggiore 
(  Prada  ). 

var.  nitida  Drap.  —  Zavatarello  in  Yaltidone  , 
Yalstaffora ,  valle  del  Ticino ,  Orta  (  Marani ). 
n  i  t  e  n  s  Mich.  —  Macugnaga  in  Yalanzasca  {Stab.), 
var,  hiulca  Jan  —  Rive  del  Yerbano  ( Mousson 
in  litt.  ). 


51 

olivetorum  Gmel.  var.  Leopoldiana  Gharp.  — 
M.  Penice,  Valstaffora^  Zavatarello,  Torraz- 
zetta  in  Valcoppa. 

lucid  a  Drap.  —  Valle  del  Ticino, 
f  u  1  V  a  Miill.  —  Valle  del  Ticino, 
p  y  g  m  ae  a  Drap.  — -  Valle  del  Ticino  (JJel  Marno\ 
rupestris  Drap.  var.  spirula  Villa  —  Domo 
d’  Ossola  (  Prada  ). 

rotundata  Miill.  —  Apennini ,  valle  del  Tici¬ 
no,  Orta  (  Marani ). 

a  n  g  i  g  y  r  a  Ziegl.  —  Rive  dei  laghi  [Mousson). 
0  b  V  0  I  u  t  a  Miill.  —  ValstafTora,  Valtidone,  Tor- 
razzetta,  da  Torino  al  lago  Maggiore  {Mous^ 
son  ),  Arona  (  Prada  ) ,  Orta  (  Mar. ) ,  Ga- 
nobbio  al  Verbano,  Domodossola  [Prada), 
nautiliformis  Porro  (  Drepanostoma  )  — 
Da  Galasca  a  Macugnaga  ,  Borca  al  M. 
Rosa  (  Stabile  ). 

hispid  a  Miill.  var.  spira  minus  depressa  — 
Valenza  (  Prada  ) ,  Stradella,  Mezzana-Gorti. 
incarnata  Miill.  —  Valle  del  Ticino. 

mut.  monodon  Villa  —  Rive  del  Ticino 
presso  il  Verbano  (  Porro  Mai.  Gom.  ). 
s  e  r  i  c  e  a  Miill.  —  Rive  dei  laghi  (  Mousson ). 
var.  badiella  Z.  ( fide  Villa )  —  Valle  del  Ticino, 
a  c  u  I  e  a  t  a  Miill. —  Valle  del  Ticino.  {Del  Mayno), 
c  i  1  i  a  t  a  Venetz  —  Zavatarello,  Baveno  {Mouss.). 
s  t  r  i  g  e  1 1  a  Drap.  —  Valle  del  Ticino  ,  Novara 
(  Pagano  ). 

mut.  hexagyra  Meg.  — ^  Rive  del  Ver¬ 
bano ,  Galasca  {Prada),  Macugnaga 
(  Stabile  ). 


carthusiana  Drap.  var,  minor  ,  globosa 
(mass.  a.  id.  5,  d.  d6.  5;  min.  a.  8.  5, 

•  d.  id.  0  mill.)  —  Bobbio,  M.  Penice,  valli 
della  Staffora,  del  Tidone,  della  Coppa,  del- 
lo  Scurpasso,  dell’ Aversa,  rive  del  Verbano. 
carthusianella  Drap.  —  Valstaffora,  Zava- 
tarello  ,  Valcoppa  ,  Voghera  ,  Valaversa  , 
Valenza,  Stradella,  Sartirana  in  Lomellina  ^ 
Mezzana-Corti,  Novara  (  Pagano  ). 
mnt,  Olivieri  Mich.  —  "Valenza. 
p  n  1  c  h  e  1 1  a  Miill.  —  Mezzana-Corti. 

mut,  costata  Mull.  —  Zavatarello. 
h  y  d  a  t  i  n  a  Rossra.  —  Zavatarello. 
c  i  n  c  t  e  1 1  a  Drap.  —  Bobbio  ,  Romagnese  in 
Valtidone  ,  Rivanazzano  presso  Voghera^. 
Valcoppa  e  Valaversa. 
fruticum  Miill.  —  Valle  del  Ticino, 
arbiistorum  L.  var.  picea  Z.  —  M.  Rosa 
(  Villa  coll.  ). 

z  0  n  a  t  a  Stud.  var.  vitiaia  Villa  ,  H.  planospira 
Mich.  —  Macugnaga  {  Stab.  ) ,  S.  Gottardo 
{Pfeiff.  L.  Mon.)  zz  Alpi  piemontesi  {Pfeiff.), 
valle  d’  Aosta  (  Fer. ),  S.  Martino^  nella  pro- 
• '  vincia  di  Pinerolo  ?  (  Ross?/?.  Icon.  ). 
c  ae  s  p  i  t  u  m  Drap.  var.  introducia  Z.  —  Bobbin^ 
ValstafFora,  Alessandria  [Mar.),  Voghera. 
n  e  g  1  e  c  t  a  Drap.  var.  —  Bobbio,  Valstaffora  ^ 
^Voghera,  Valenza,  Montebello,  Casteggio  e 
.  Cicognola,  Stradella,  valle  del  Ticino, 
candidula  Rossm.  (mass.  a.  7,  d.  dd;  min. 
a.  3,  d.  5  mill.  )  —  Bobbio  ,  valli  della 
Staffora  ,  del  Tidone  ,  della  Coppa  ,  Valen¬ 
za  ,  Valaversa  ,  Stradella  ,  Mezzana-Gorti. 


55 

nem  oralis  L.  —  Voghera  ,  Stradella,  Sartira- 
na,  Novara  ed  Arona  {^ag.),  Orta  {Mar,), 
Calasca  {Stab,),  Canobbio,  priina  galleria 
del  Sempione. 

>  var,  etrusca  aucl.  (*),  H,  genuemis  Porro  —  Bob- 

bio  ,  M.  Peiiice  ,  valli  della  Staffora,  del  Ti- 
done  e  della  Coppa  ,  Casteggio  ^  valli  dello 
Scurpasso  e  dell’  Aversa. 

1  u  c  o  r  u  m  Miill.  —  Valcoppa,  Gasteggio  ^  valle 
del  Ticino.  ' 

p  o  m  a  t  i  a  L.  —  Valli  e  colli  dell’  Apennino  , 
Sartirana,  valle  del  Ticino^  Arona  {Prada) , 
Orta  (  Mar,  ),  valli  d’  Ossola  e  di  Vedro  , 
prima  galleria  del  Sempione. 

ACHATINA  aciculoides  Jan  —  Valle  del  Ticino. 

a  c  i  c  u  1  a  Brug.  —  Mezzana-Gorti. 

1  u  b  r  i  c  a  Menke  —  Mezzana-Gorti. 

mut,  lubricella  Z.  —  Valle  del  Ticino. 
BULIMUS  quadridens  Brug.  —  Bobbio,  ValstalFora, 
Zavatarello,  A^alcoppa,  Voghera,  Valaversa  zi: 
Piemonte  (  Cantrame  ), 

t  r  i  d  e  n  s  Brug.  —  Bobbio  ,  Torrazzetta  ,  Va- 
lenza  {  Prada  ) ,  Mezzana-Gorti ,  Guasta. 
mut,  spretus  Z.  —  Mezzana-Gorti  (  tra- 
sportato  ). 

obscurus  Drap.  —  Zavatarello ^  Valaversa  , 
Mezzana-Gorti,  rive  del  Verbano  (  Mouss, ) , 
Domodossola  (  Prada  ). 

(*)  Ziegler  nella  corrispondenza ,  che  teneva  con  Porro,  di- 
chiar6  di  non  avere  mai  istituito  ne  1’  H.  etrusca  il  Planor- 
his  etruscus  )  per  cui  questi  non  possono  venire  controsegnati  col 
suo  nome. 


54 

PUPA  vertigo  Drap.  —  Rive  del  Verbano. 

V  e  n  e  t  z  i  i  Charp.  —  Valle  del  Ticino, 
p  y  g  m  ae  a  Drap.  —  Valle  del  Ticino  ,  rive  del 
Verbano. 

antivertigo  Drap.~  Valle  del  Ticino  (trasportata?). 
S  e  m  p  r  0  n  i  i  Charp.  —  Rive  del  Verbano,  Sem- 
pione  (  Charp.  ). 

marginata  Drap. ' —  Zavatarello,  Doraodossola 
(  Prada  ). 

mut.  nnidentata  PfeifF.  C.  — »  Zavatarello, 
valle  del  Ticino. 

m  i  n  11 1  i  s  s  i  m  a^Hartm.  —  Valle  del  Ticino. 
Ferrari  Porro  —  Arona  (  Prada  ). 
frumentum  Drap.  var.  triticiim  Z.  —  Valli 
della  Staffora  ,  del  Tidone,  della  Coppa  e 
deH’Aversa,  Mezzana-Corti  (trasportata?). 
var.  minor.  —  S.  Gottardo  (  Rossm.  Icon. ). 
a  V  e  n  a  Drap.  var.  major  (  alt.  mass.  8,  min.  6 
mill.  ),  cornea  —  Monte  Penice. 
g  r  a  n  u  m  Drap.  —  Valle  del  Ticino  (  traspor¬ 
tata  dal  Po  e  dal  Ticino  ). 

BALEA  f  r  a  g  i  1  i  s  Drap.  —  Apennini ,  Orta  (  3Iar.  ) , 
Domodossola  (  Prada  ). 

CLAUSILIA  p  1  i  c  a  t  a  Drap.  —  Rive  del  Verbano  (^Stah.). 
d  ii  b  i  a  Drap.  —  Monti  intorno  al  Verbano. 
basileensis  Fitz.  —  Rive  del  Verbano  {Bals.), 
Galasca  (  Stabile  ). 

albopustiilata  Jan  var.  punctata  Mich.  — 
Bobbin ,  Zavatarello. 

GARYCHIUM  mini  m  u  ra  Mull.  —  Valle  del  Ticino. 

UYGLOSTOMA  e  1  e  g  a  n  s  Drap.  —  Bobbin  ,  valli  della 
Stafibra  ,  del  Tidone  ,  della  Coppa  ,  Ales¬ 
sandria  (Mar.),  Valaversa,  Stradella. 


55 


3Iollusclii  (ujuatici. 

G  e  f  a  I  i. 

LIMN;EUS  s  t  a  g  n  a  1  i  s  Drap.  —  Po ,  Ticino  ,  Dora 
Baltea  {Mar.),  Mezzana-Gorti^  Guasta^  laghi. 
mut.  turgida  Menke  —  Valle  del  Ticino, 
p  a  I  u  s  t  r  i  s  Drap.  Ticino,  Guasta,  lago  d’  Or¬ 
ta  (  Porro  coll.  ). 
mut.  corvus  Gmel.  —  Ticino. 
var.  obscurus  Parr.  —  Valle  del  Ticino, 
m  i  n  u  t  u  s  Drap.  —  Valle  del  Ticino,  laghi. 
pereger  Drap.  —  Bobbio,  Varzi  ,  Borgopa- 
riolo,  Galasca  (Slab.),  laghi. 

mul.  IcBvigatus  Ziegl.  (  fide  Stentz  )  — 
Guasta. 

var.  Blauneri  Shuttl,  L.  cariosus  Bell.  ?  • —  Ospi- 
zio  del  Sempione  ( Prada )  zz:  M.  Gervino 
(  Porro  Mus.  Mediol. ). 

ova  t  us  Drap.  —  Valle  del  Ticino,  laghi. 

mut.  bulla  Hartm.  —  Ticino,  Guasta. 
Hartmanni  Gharp.  —  Valle  del  Ticino  ,  Ver- 
bano  (  Porro  coll.  )  ,  lago  d’  Orta  (  Mar.  ). 
auricularius  Drap.  m7it.  subcorneus  Z.  — 
Ticino,  Guasta,  Verbano  presso  Arona  (Prada). 

PHYSA  f  0  n  t  i  n  a  1  i  s  Drap.  —  Valle  del  Ticino  ,  lago 
Verbano  (  Charp.  ). 

hypnorum  Drap.  —  Valle  del  Ticino. 

PLANORBIS  Cornells  Drap.  —  Po,  Ticino,  Mezzana- 
Corti,  Guasta. 

var.  elruscus  auct.  —  Gava,  Guasta. 
h  i  s  p  i  d  u  s  Drap.  —  Guasta ,  laghi. 
var,  devians  Porro  —  Paludi  del  Ticino. 


56 


ni  a  r  g  i  D  a  t  u  s  Drap.  —  Ticino^  Guasta,  laghi. 

mut.  suhmarginattis  Jan  —  Ticino, 
carinatus  Drap.  —  Ticino  ,  laghi. 

mnt.  dubiiis  Hartni.  —  Ticino  ,  Guasta. 
complanatus  Drap.  —  Paludi  del  Ticino, 
vortex  Miill.  —  Po ,  Ticino  ,  Mezzana-Corti. 
leucostoma  Mich.  —  Paludi  del  Ticino. 
VALVATA  s  p  i  r  0  r  b  i  s  Drap.  —  Valle  del  Ticino. 

771711.  planorhis  Drap.  —  Valle  del  Ticino, 
piscinalis  Lam.  — “  Ticino. 

mut.  'uonhilicata  Parr.  (  fide  Porro  )  — 
Valle  del  Ticino. 

PALUDINA  i  m  p  u  r  a  Lam.  —  Mezzana-Corti  ,  Guasta  , 
Orta  (  Marani ). 

a  c  h  a  t  i  n  a  Lam.  —  Sartirana  ,  Guasta  ,  Orta 
{Mar.  ),  Verhano. 

V  i  V  i  p  a  r  a  Lam.  —  Ticino,  Guasta,  lago  d’  Orta 
(  Porro  Mus.  Med.  ),  Verhano. 

NERITIINA  f  1  u  V  i  a  t  i  1  i  s  Lam.  —  Ticino  ,  laghi. 

mut.  trifasciata  Menke  —  Ticino. 

7'hodocolpa  Jan  —  Po  {Jan  Consp.) 
var.  ticmensis  Villa  —  Ticino, 
s  e  r  r  a  t  i  1  i  n  e  a  Z.  (^)  —  Po  (  Jan  Consp.  ). 
ANGYLUS  f  1  u  V  i  a  t  i  1  i  s  Miill.  —  Valle  del  Ticino, 
laciistris  Miill.  —  Valle  del  Ticino. 

A  c  e  f  a  1  i. 

ANODONTA  ponderosa  Pfeiff.  C.  —  Ticino  e  Verba- 
no  (  Porro  Mai.  Com.  ). 

(*)  Jan  ( Consp. )  indica  pure  come  vivenii  nel  Po  la  Neritina 
similis  e  la  Melanopsis  miriuta.  ch’  ebbero  da  lui  il  nome ,  ma 
che  egli  non  descrisse. 


57 


c  y  g  n  e  a  Drap.  —  Laghi. 

I  e  p  r  o  s  a  Parr._,  A.  variahHis  Bell.  —  Ticino  zz 
Piemonte  (  Villa  disp.  ). 
a  n  a  t  i  n  a  Drap.  —  Laghi. 

ALASMODOiNTA  B  o  n  e  1 1  i  i  Per.  —  Po  (  Jan  Consp. )  , 
Dora  Baltea  (Bals.)  zz  Piemonte  (Villa  disp.). 
var.  uniopsis  Lam.  —  Valle  del  Ticino,  Sartirana. 
UNIO  g  1  a  u  c  i  n  u  s  Z.  (  fide  Parr.  )  —  Ticino  ,  Orta 

(  Marani ). 

R  e  q  u  i  e  n  i  i  Mich.  var.  crassidcns  —  Ticino 
'  (  Rossm.  Icon.  ). 

*  p  i  c  t  0  r  u  m  Nilss.  var.  DeshayesU  Mich.  (  fide 
Charp.  )  —  Po ,  Ticino  ,  Guasta. 
longirostris  Z.  —  Ticino  ,  lago  Verbano 
(Porro  Mai.  com.), 
t  u  m  i  d  u  s  Retz.  {*)  —  Ticino. 

GYCLAS  calyciilata  Drap.  —  Laghi. 

cornea  Lam.  nec  Drap.  —  Valle  del  Ticino. 
PISIDIUM  p  a  1  u  s  t  r  e  Nilss.  —  Valle  del  Ticino,  laghi. 

SOMMA:  Gefali  terresiri^  generi  12,  specie  64,  va- 

rieta  6,  mutazioni  9. 

A  acqua  dolce  ,  generi  7 ,  specie  25  , 
varieta  5,  mutazioni  10. 
in  iutto,  generi  i9 ,  specie  89;  va¬ 
rieta  11,  mutazioni  19. 
Acefali  generi  5,  specie  13,  varieta  1. 
Somma  to  tale  generi  24,  specie  102,  va¬ 
rieta  12,  mutazioni  19. 

(  Sard  continuato  ). 

(*)  L’  V.  carnea  Jan  (  I.  c.  )  fu  scoperta  nel  Po;  ma  1’ au- 
tore  non  ce  ne  diede  la  frase. 


58 


Sulle  ghiandole  del  pene  nella  lAtlorina, 

Del  Dott.  Carlo  Gegenbanr. 

Nella  Littorina  (*)  la  verga  sporge  sotto  e  rasente  il 
tentone  diritto ,  e  nello  stato  di  riposo  trovasi  sempre 
rivolta  air  indietro  sotto  il  mantello.  Essa  misura ,  se- 
condo  le  differenti  specie  e  le  diverse  et^,  da  2'^'  a  5'", 
prende  anteriormente  la  forma  di  lingua  ,  curvandosi  de- 
bolmente  a  mo'  d’  un  S ,  e  termina  in  una  punta  trian- 
golare  ora  piu  ora  meno  prodotta.  Liingo  la  sua  parte  in¬ 
terna  decorre  una  stretta  piega  ,  la  quale  ora  continua 
sin  nella  punta  della  verga  ,  ora  termina  obliquamente 
alia  sua  base.  11  primo  ha  luogo  nella  L.  obtusata ,  il 
secondo  nella  L,  neritoides.  Nell’  accoppiamento  questo 
margine  piegato  forma  verso  il  piano  della  verga  una 
doccia,  per  la  quale  il  seme  giunge  ai  genitali  femminili. 
11  margine  esterno  convesso  del  pene  e  fornito  di  una 
serie  di  prominenze  papilliformi  ,  le  quali  dietro  esame 
piu  minuto  risultano  d’  una  struttura  alquanto  complicata. 
Ciascuna  di  queste  papille,  che  si  presentano  in  numero 
vario ,  e  cioe  una  glandula  costrutta  nel  modo  seguente. 

Per  meta  immersa  nella  massa  della  verga,  e  per  meta 
rilevata  sopra  di  essa ,  ogni  singola  papilla  forma  un 
apparato  di  follicoli  ,  il  quale  consta  di  un  sacchetto 
centrale  ,  otriforme  ellittico ,  fornito  d’  un  sottile  condot- 
to  deferente.  che  sbocca  alia  punta  della  papilla  ;  il  qual 
sacchetto  a  luce  viva  si  distingue  specialmente  per  la 

(*)  Le  specie  da  me  esaminate  furono  le  L.  littorea  Fer. ,  L. 
neritoides  Fer. ,  e  L.  ohtusata  Fer, ,  tutte  e  tre  abitatrici  della 
costa  di  Helgoland  nel  mare  del  Nord. 


59 

sua  colorazione  chiara ,  bianco-giallognola.  II  contenuto 
nel  follicolo  centrale  forma  una  massa  tenace,  finamente 
granellosa.  Lo  stroma,  in  ciii  trovasi  immerso  questo 
otricello ,  si  distingue  con  marcati  contorni  dalla  rima- 
nente  massa  del  corpo  della  verga,  e  consta  di  uno  stra- 
to  di  lunghe  fibre  con  nucleo  distinto  ,  eguale  in  gros- 
sezza  al  diametro  del  follicolo.  Quantunque  queste  fibre 
differiscano  assai  dagli  altri  muscoli  di  questo  animate , 
esse  devono  cio  non  ostante  essere  .  riguardate  come 
aventi  la  natura  muscolare  ,  a  motivo  del  loro  modo  di 
funzionare.  Queste  fibre  costituiscono  soltanto  uno  strato 
sottile  circolare ,  serrato  attorno  air  otricello ,  mentre 
tutta  la  rimanente  massa  carnosa  decorre  in  direzioni 
longitudinali.  Interessante  e  in  cio  la  presenza  di  nume- 
rosi  follicoli  (10-25),  i  quali ,  immersi  in  serie  molte- 
plici  r  uno  sovra  T  altro  nello  stroma  risultante  dalle 
preaccennate  fibre ,  si  collocano  all’  ingiro  della  cavita 
centrale.  La  loro  forma  e  rotonda  ,  ovale.  Se  si  osserva 
dal  disopra  una  papilla  del  pene ,  si  scorgera  facilmente 
sotto  una  compressione  moderata  i  follicoli  minori  ag- 
grupparsi  in  forma  'di  rosetta  all’ ingiro  dell’ otricello 
centrale.  Un  breve  condotto  deferente  conduce  da  cia- 
scuno  di  questi  follicoli  lateral!  nella  cavita  centrale.  Essi 
circondano  soltanto  la  meta  inferiore  dell’  otricello  cen¬ 
trale  ,  la  superiore  ,  che  termina  nel  canale  deferente ,  e 
per  lo  piu  libera.  Solo  nella  L.  ohlusaia  trovai  spesso  i 
follicoli  lateral!  ascesi  sino  in  vicinanza  alio  sbocco.  Ed 
inallora  1’  intiero  apparato  era  sempre  piu  profondamente 
immerso  nella  massa  della  verga.  I  follicoli  non  sono 
tutti  della  medesima  grandezza  e  difieriscono  in  cio  spe- 
cialmente  secondo  la  loro  posizione ,  di  modo  che  i  piu 
vicini  alio  sbocco  della  cavita  centrale  compajono  sempre 


60 

i  piu  piccoli  ,  e  quelli  posti  intorno  al  fondo  della  me- 
desima  si  presentano  come  i  piu  sviluppati. 

II  contenuto  nei  follicoli  laterali  e  ora  la  medesima  so- 
stanza  del  follicolo  centrale^  ora  la  trovai  composta  da 
cellule  multinucleate  alquanto  grandi.  Una  piccola  pres- 
sione  pote  sempre  cacciare  il  contenuto  nel  follicolo 
mediano. 

Al  primo  momento  dell’  osservazione  io  credea  ,  che 
i  follicoli  altro  non  fossero  che  lacune  prodotte  nel 
tessuto  circostante  per  la  compressione  e  rese  visibili  dal- 
r  uscita  del  contenuto  della  cavita  centrale  ;  ma  una  dili- 
gente  preparazione  mi  persuase  presto  del  mio  errore  e 
delle  giuste  relazioni,  come  vennero  sopra  esposte. 

La  quantita  delle  papille  follicolari  al  margine  della 
verga  e  determinata  dell’  eta  degli  animali ,  e  precisa- 
mente  in  modo,  ch’esse  aumentano  continuamente  sino  ad 
un  certo  periodo  ,  e  si  puo  quindi  dedurre  1’  eta  dal  nu- 
mero  delle  papille  del  pene ,  che  esistono.  Le  primitive 
si  presentano  nel  mezzo  del  margine  della  verga ,  al¬ 
quanto  avvicinate  alia  radice  del  medesimo  ;  accanto  si 
mostrano  verso  ambe  le  direzioni  i  rudimenti  di  nuove 
papille.  Le  prime  distano  sempre  alquanto  V  una  dall’  al- 
tra ;  qnalora  pero  ne  sia  formata  una  quantita  maggiore, 
s’  accostano  a  vicenda  ,  e  guadagnano  inallora  di  piii 
nelle  dimensioni  longitudinali.  II  massimo  numero  die  si 
trova  ^  senza  che  sia  visibile  un  aumento  per  mezzo  di 
giovani  apparati  follicolari  in*  processo  di  sviluppo,  oscilla 
tra  le  8  e  le  Una  sol  volta  osservai  nella  L.  neritoi- 
des  49  papille.  Questa  specie  ne  possiede  oltraccio  la 
massima  quantita,  mentre  la  minima  risulta  nella  L.  ob~ 
iusata.  ^  ' 

La  secrezione  somministrata  da  questo  apparato  di 


61 

ghiandole  pare  serva  ad  agevolare  1’  atto  generativo  du¬ 
rante  r  accoppiamento ,  nel  quale  le  Littorine  perdurano 
assai  a  lungo\,  ne  si  lasciano  minimamente  sconcertare 
nemeno  da  forti  eccitamenti.  Comunque  sia  ,  la  secrezio- 
ne  viene  completamente  emessa  durante  V  accoppiamento, 
come  mi  consto  dietro  molteplici  osservazioni.  La  secre- 
zione  si  forma  nei  follicoli  ghiandolari  della  periferia , 
che  sono  forniti  di  cellule  secernent!  ,  e  viene  condotta 
da  quest!  nella  cavita  centrale,  la  quale  non  e  veramente 
che  un  canal  deferente  per  tutti  i  follicoli  periferici,  am- 
pliato  a  guisa  di  serbatojo,  ove  la  seciezione  rimane  rac- 
colta,  sinche  giunga  T  occasione  propizia  per  I’evacuazione. 

Dalla  Zeitschrift  filr  wissenschaftUche  Zoologie  di 
Siebold  e  Kolliker,  tomo  IV.  p.  233. 

Notizie. 

Cromatofori  (*)  nella  Cymhulia, 

In  una  CfmbuUa  radiata  Q.  e  G. ,  il  qual  animale, 
non  pria  veduto  nel  mediterraneo ,  fu  raccolto  nel  1832 
in  tre  esemplari  intorno  a  Messina,  osservarono  i  signori 
Kolliker  ed  Enr.  Muller  dei  cromatofori,  i  quali, 
come  e  noto,  non  vennero  sinora  scoperti  che  ne’ cefalopo- 
di.  Per  un  accidente  essendo  caduta  la  delicata  bestiuola  da 

(*)  Ghiamansi  cromatofori  quelle  cellule  irregolari,  stellate, 
sparse  tra  gli  intrecci  delle  fibre  cutance  ,  e  conlenenti  un'  pig- 
mento  colorato  nelle  une  giallo ,  in  altre  rosso  ,  in  altre  ancora 
azzurrognolo  o  bruno.  A  norma  della  varia  contrazipne  sia  delle 
cellule  come  delle  fibre ,  quest!  colori  sono  in  vario  mode  ed  in 
varia  proporzione  distribuiti  sulla  superficie  ;  d’  onde  la  variabi¬ 
lity  di  colorito  nel  tegumento.  —  De  Filippi  F. ,  Regno  animale, 
Milano  ,  1852  ,  p.  186. 


62 

una  sufficiente  altezza  in  un  bacile  piatto  ripieno  d’aqua, 
il  suo  corpo  tonde^giante  si  coperse  sul  momento  di  mac- 
chie  grandi  d’ un  bel  color  di  rosa,  le  cpiali  dopo  alciini 
minuti  second!  si  contrassero  di  nuovo  in  piccoli  punti 
pignientarii  bruno-nerastri ;  ed  il  medesimo  fenoineno  si 
ripete ,  ogni  qual  volta  I'  animaletto  veniva  toccato  bru- 
scamente,  o  si  scuoteva  il  recipiente,  che  lo  conteneva; 
air  incontro  non  si  mostrava  il  cangianiento  di  colorito  ^ 
appena  che  T  animale  veniva  abbandonato  a  se  stesso. 
L’  esistenza  di  cromatofori  fu  pure  confermata  dall’  esa- 
me  microscopicb ,  istituito  dal  signor  E.  Muller ;  giac- 
che  si  inostrarono  grand!  cellule  di  pigmento  ,  le  quali , 
come  ne’  cefalopodi  ,  erano  circondate  a  mo’  di  raggi  da 
molte  fibre  muscolari  spiral!  (  cellule  fibrose  ).  —  I  si¬ 
gnori  Muller  e  Gegenbaur  trovarono  simili  cel¬ 
lule  pigmentarie  con  muscoli  esterni  disposti  a  raggi  , 
anche  in  altri  pteropodi  ed  eziandio  negli  eteropodi;  co¬ 
me  Muller  nella  Phyllirrhoe,  Gegenbaur  nella  Tiedeman- 
nia  ed  in  un  pteropode  probabilmente  nuovo  ,  affine 
alia  Cymhulm^  le  cui  natatoje  si  distinguono  per  quat- 
tro  grand!  macchie  brunastre.  —  Siebold  u.  Kol- 
liker  Zeitschrift  u.  s.  w.  IV.  p.  352. 

F  u  1  c  r  i  nelle  chiocciole  delle  Elici. 

Nell’ anno  scorso  il  dott.  Lea  scopri  nell’interno  della 
conchiglia  di  alcune  (9)  Elici  {Carocolla,  Helix,  Poly  gyro) 
degli  stati  uniti  d’  America  una  colonna  addizionale  ^  po- 
sta  a  guisa  di  sostegno  (  fulcro  )  contro  la  parete  della 
colonna  della  spira  e  distante  dall’  aperture  d’  un  quinto 
0  d’  un  terzo  d’anfratto.  Questo  fulcro  varia  di  forma,  di 
grandezza  e  di  posizione  nelle  difierenti  specie ,  e  puo 
ordinariamente  essere  veduto  dal  di  fuori  ad  occhio  nu* 


63 

do ,  quando  la  conchiglia  sia  sottile,  giovane ;  nelia  con- 
chiglia  adulta  lo  si  scorge  chiaramente  col  mezzo  d"  una 
lente ,  ma  senza  poterne  ben  precisare  i  contorni.  Per 
ottenere  cio ,  fa  d’  uopo  rompere  la  parte  della  chioc- 
ciola ,  che  trovasi  vicina  al  fulcro.  Questo  in  alcune  spe¬ 
cie  e  una  semplice  colonna  saldata  alle  pareti  della  co- 
lonna  principale,  in  altre  e  una  colonna  compressa  o 
piatta,  che  s’ interna  nelia  cavita  della  spira.  Lea  opina, 
che  esso  serva  a  dare  maggior  forza  all’  ultimo  giro  di 
spira ,  il  quale  allargandosi  di  molto ,  sembra  avere  ^  bi- 
sogno  d’  un  sostegno  addizionale,  specialmente  in  alcune 
delle  specie  le  piu  fragili.  Se  il  fulcro  e  veramente  desti- 
nato  a  questo  scopo  ,  si  dovra  riscontrarlo  anche  in  al¬ 
cune  delle  Elici  europee  ,  giacche  in  caso  diverse ,  si 
potrebbe  attribuirne  la  presenza  ad  un’  altra  causa.  — 
Journal  dt  conchfliologie ,  4853,  p.  206. 

F  0  s  s  i  1  i  del  terreno  neocomiano  nelia  nuova  Granata 
(  gia  Colombia  ). 

A 1  c  i  d  e  d’  0  r  b  i  g  n  y  in  un  lavoro  sulle  pietrifi- 
cazioni  portate  da  de  Boussingault  dalla  nuova  Granata 
e  specialmente  dai  contorni  di  Santa  Fe  de  Bogata  aveva 
riconosciuto  appartenere  esse  alia  medesima  epoca ,  cui 
spettano  quelle  della  parte  superiore  del  terreno  neoco¬ 
miano  della  Francia  ,  sia  per  1’ analogia  delle  lor  forme, 
sia  per  1’  esistenza  di  alcune  specie  identiche  in  entrambi 
i  luoghi.  Nuove  scoperte  fatte  nelle  medesime  contrade 
della  nuova  Granata  dal  generale  Gioachino  Acosta  (*)  con- 

(*)  La  scienza  in  generale  e  la  geologia  dell’  America  meri- 
dionale  in  particolare  fecero  una  perdila  irreparabile  per  la  sua 
morte  prematura.  Appena  rilornato  dalle  montagne  della  provin- 
cia  d’Antioquia,  ove  sulle  rire  della  Magdalena  avea  raccolto  al- 
cuni  pezzi  importanti  ,  una  grave  malattia  lo  tolse  di  vita. 


u 

fermarono  nel  modo  il  piu  complete  quelle  sue  osservazioni. 
Infatti  non  sono  piu  alcune  forme  zoologiche  analoghe 
isolate  ,  ma  bensi  un  gran  numero  di  specie  identiche  , 
che  stabiliscono  la  perfetta  contemporaneita  della  loro 
esistenza  ,  e  dimostrano,  che  queste  specie,  in  quella 
remota  epoca  geologica ,  abitavano  simultaneamente  e 
probabilmente  senza  discontinuita,  i  mari  dalle  regioni 
equatorial!  dell’  America  meridionale  si  no  agli  oceani,  che 
coprivano  allora  il  terrene ,  oggidi  occiipato  dalla  catena 
delle  Alpi  —  Journal  de  conchyliologle,  4853,  p.  2(^8. 

Parassiti  di  alcuni  molliischi :  a)  Doridicola  agilu 
Leydig. 

11  dottore  Fr.  Ley  dig  raccolse  a  Trieste  tre  indivi- 
dui  della  Doris  luguhris  ,  cadaiino  de’  quali  portava  sul 
suo  corpo  air  incirca  set  piccoli  animaletti  giallognoli.  Al- 
lorche  si  voleva  pigliarli,  essi  sdrucciolavano  destramente 
qua  e  la  sulla  superficie  della  Doris,  sinche  cacciati  final- 
mente  dalla  pelle  di  questa ,  nuotavano  liberamente  nel- 
r  aqua  a  modo  de’  Cichpi,  La  loro  grandezza  e  ad  un 
dipresso  d’  una  mezza  linea;  la  femmina  e  sensibilmeute 
maggiore  del  maschio.  Questi  crostacei  parassiti,  sinora 
unici  sui  molluschi  sono  format!  da  un  eefalotorace  ,  da 
un  addome  a  quattro  anelli,  il  quarto  dei  quali,  special- 
mente  nel  maschio  ,  e  molto  dilatato  ,  e  da  una  coda 
composta  di  quattro  segment!.  Dal  disotto  della  parte  an- 
teriore  del  eefalotorace  sporgono  due  antenne  setacee  , 
formate  da  sette  pezzi.  A  sei  paja  ammontano  le  loro 
zampe,  1’ ultimo  pajo  e  atrofico.  Leydig  ravvisa  in  questi 
crostacei  dei  Ciclopi,  i  quali  avendo  .assunto  un  modo 
di  vita  parassito,  subirono  anche  i  cambiamenti  nella  for¬ 
ma  a  cio  necessarii  ,  e  si  avvicinano  quindi  ai  Caligi.  E 
gli  introduce  nel  sistema  fra  quei  due  generi,  sotto  il 
nome  di  Doridicola  agilis.  —  Siehold  u.  KolUker,  Zeit- 
schrift,  IV.  p.  377.  (  Sara  continuato  ). 

(  Dispensalo  nel  mese  di  Oltobre  ) 

Pavia.  Tip.  Fiisi. 


GIOUNALE  m  MALACOLOGIA 


1853.  N."  V. 

Sui  moUuschi  del  lemho  orientale  del  Piemonte, 

(  Gonlinuazione ) 

Alc^ne  os!i»er¥azloni  geogs^afieo  fis^iche. 

Ecco  quanto  ebbi  campo  di  conoscere  circa  la  fauna 
malacologica  della  frontiera  orientale  del  Piemonte !  ^  e 
tali  notizie  le  debbo  in. gran  parte  alle  altrui  sollecitudi- 
ni ,  specialmenle  quelle  che  riguardano  le  valli  alpine.  E 
questa  regione  e  percio  appunto  la  meno  esplorata,  men- 
tre  la  pianura  e  la  piu  studiata  di  tutte.  Dopo  questa 
premessa^  necessaria  per  poter  ben  valutare  i  fatti^  le  de* 
duzioni  ed  i  confront!  passero  ad  esaminare  il  raodo  , 
col  quale  i  molluschi  viventi  si  trovano  ripartiti  nelle 
varie  region!  del  paese  in  discorso  ,  ed  indi  dedurne  al- 
cune  leggi  di  distribuzione  geogralica.  Ed  in  questa  se- 
guendo  i  molluschi  terrestri  norme  diverse  da  quelle,  che 
regolano  la  distribuzione  degli  aquatic! ,  conviene  per 
maggiore  chiarezza  trattargli  separatamente. 

MoUuschi  terrestri, 

V  esistenza  in  Piemonte  dei  generi  Arion  ,  Achatina 
e  Carychium  non  si  noth  sinora ,  che  in  pianura,  e  la 
presenza  della  Succinea  e  del  Cyclostoma  si  verified 

5 


66 

soltanto  nella  pianura  e  negli  Apenaini.  Sparsi  pero  come 
sono  quei  generi  per  le  valli  e  le  colline  limitrofe  del 
cantone  ticinese ,  del  comasco  e  del  parmigiano ,  nonche 
per  la  Liguria ,  il  Delfinato  ed  il  vallese  ^  non  v’  e  mo- 
tivo  per  credere  ,  ch’  essi  manchino  a  qualcuna  delle  tre 
regioni,  che  si  distinsero  nel  Piemonte  :  il  piano^,  I’Apen- 
nino  e  1’  Alpe.  Lo  stesso  non  si  potrebbe  pero  asserire 
con  altrettanta  certezza  dei  generi  Balea  e  ClausiLia  , 
sinora  riscontrati  soltanto  negli  Apennini  e  fra  le  Alpi.  E 
bensi  vero  ch’  essi  trovansi  in  qualche  localita  della  pia¬ 
nura  lombardo-veneta,  come  la  Balea  in  Milano  e  la 
Clausilia  nel  miianese ,  a  Cremona  ,  Man tova  e  Venezia; 
ma  la  loro  comparsa  in  questi  luoghi  e  eccezionale  ,  e 
dovuta  a  cause  puramente  accidentali  ,  come  sarebbe  il 
trasporto  loro  dalle  colline  colle  rocce  impiegate  nelle 
fabbriche  di  grotte  nei  giardini  (  Bal.  fragilis  e  CL  aU 
hopustulata,  dalla  Brianza  a  Monza  e  Milano  ) ,  di  mura 
di  circonvallazione ,  ecc.  (  Cl  papillaris^  dal  parmense  a 
Cremona,  dagli  Euganei  a  Venezia  );  oppure  1’  asporta- 
zione  loro  o  delle  loro  uova  dai  paesi  nativi  per  mezzo 
dei  fiumi,  che  poi  li  depositarono  alle  lor  sponde  la,  ove 
essi  arrestano  il  corso  (  67.  itala  Mart.,  dalle  rive  del 
Verbano  a  Mantova  ).  Ma  per  cio  appunto  non  sarebbe 
poi  improbabile  ,  che  quei  generi  possano  rinvenirsi  an- 
che  in  qualche  localita  della  pianura  piemontese  ,  massi- 
me  in  vicinanza  ai  colli.  Gli  altri  sette  generi  terrestri 
s’  incontrano  da  per  tulto  nel  paese  in  discorso. 

I  generi  Avion  ,  Balea ,  Carycliium  e  Cyclostoma 
non  vi  sono  rappresentati  che  da  una  singola  specie  ca- 
dauno  ,  quelle  del  genere  Helix  all’  incontro  ammontano 
esse  sole  alia  meta  del  numero  totale  delle  specie  terre- 
slri  (52).  Le  Bupa  sono  4i  ,  le  Clausilia  4,  i  generi 


or 

Limax  ^  Achaiina  c  Bulimns  vengono  costituiti,  cia- 
scuno  da  3,  c  le  Fitrma  e  Succinea  ,  cadauna  da  2 
specie.  Ma  iilteriori  ricerche  in  queste  contrade  varieran- 
no  le  proporzipni  di  quelle  cifre,  aggiungendo  altri  due 
generi_,  la  Pa  pula  ed  il  Pomatias  ,  senza  pero  miitare 
la  somma  delle  specie  dei  generi  Succinea  ,  Jchatina  , 
Balea ,  Carychium  e  Cyclostoma  \  come  si  vedr^  alia 
fine  di  questd  paragrafo. 

Delle  sessantaquattro  specie  terrestri  del  Piemonte 
orientaie  quattordici  si  presentarono  sinora  solo  nel  p  i  a- 
no}  avuto  pero  riguardo  alia  ..circostanza  preaccennata  , 
che  cioe  il  piano  e  la  parte  maggiormente  esaminata  di 
quel  territorio  ,  ed  appoggiato  ai  motivi  che  verro  espo- 
nendo  5  oso  sostenere,  non  poter  essere  nessuna  di  esse 
esclusiva  a  quella  regione.  E  quanto  all’  Arion  rufus  , 
alle  Succ.  ohlonga  ,  HeL  fulva ,  hispida  ed  aculeata , 
Ach.  acicula  e  lubrica ,  Pupa  V enetPii  e  minutissima 
ed  al  Car.  minimiim^  vivendo  essi  e  nell’  alta  valle  del 
Ticino  e  lungo  gli  Apennini  di  Parma,  nonche  al  di  la 
delle  Alpi  nella  valle  del  Rodano  e  per  la  massima  parte 
anche  in  quelle  dell’  Isera  e  del  versante  meridionale  de- 
gli  Apennini  liguri  ,  bisogna  pure  ammettere  ,  che  abite- 
ranno  anche  le  interposte  valli  dell’  Apennino  e  delle  Alpi 
decorrenti  verso  la  porzione  piemontese  della  pianura  pa- 
dana ;  a  meno  che,  contro  ogni  ossservazione  ,  si  voglia 
negare,  che  le  specie  nel  distribuirsi  sulla  superficie  della 
terra  siano  procedute  progi  essivamente,  e  non  gia  a  sbalzi, 
essendo  del  resto  indilTerente,  per  la  piccola  estensione  qui 
contemplata ,  quale  sia  il  numero  dei  centri  d’  irradiazio- 
ne  dei  varii  tipi.  Fuori  del  Piemonte  le  H.  lucida  q  pyg~ 
mcea  furono  incontrate  su  ambi  i  pendii  delle  Alpi  ,  e 


68 

Y  Ach.  aciculoides  dimora  in  Lombardia  non  solo  nella 
pianura,  ma  anche  lungo  le  diramazioni  montiiose;  quelle 
specie  dovranno  quindi  riscontrarsi  in  qualcuna  alnieno 
delle  tre  valli  alpine,  della  Toce,  delbAgogna  o  della 
Sesia.  Ma  nelb  Apennino  forse  non  compariranno,  giacche 
non  mi  consta  ,  che  siano  state  raccolte  ne  nel  territorio 
di  Parma  ,  ne  in  quello  di  Genova.  L’  M.  pfgmcea  viene 
pero  indicata  sulle  Madonie  nella  Sicilia  (  Piraiao  )  e 

V  Achatina  nel  napoletano  (  A.  Eohenvvarti  Rossm.  — 
Pfeiff.  L.  ).  L’  H,  fruticum  ha  bensi  stanza  nel  Delfinato 
e  nel  vallese  ed  anche  nei  monti  lombardi,  ma  non  pote 
essere  rintracciata  ne  nel  cantone  Ticino ,  ne  in  Valtelli- 
na  ,  e  nella  provincia  di  Como  non  si  presenta  che  nei 
piani  meridionali  ed  anche  quivi  rara.  Si  puo  quindi  in- 
durne ,  ch’  essa  manchera  pure  alia  parte  alpina  della 
frontiera  orientale  del  Piemonte,  posta  in  condizioni  geo- 
grafico-fisiche  analoghe  a  quelle  degli  accennati  limitroli 
territorii.  Viene  indicata  nel  parmigiano ,  ma  non  veden- 
dola  enumerata  fra  le  specie  liguri  ,  dubito  che  cola 
non  viva,  se  non  nel  piano,  e  che  quindi  anche  nei 
colli  apennini  versanti  al  Po  possa  verificarsi  la  defi- 
cienza  eccezionale  di  questa  specie.  Nelle  valli  occidental! 
del  Piemonte  forse  si  rinverra,  trovandosi,  come  si  disse, 
nei  vicini  paesi  d’  oltralpe.  —  E  dal  sin  qui  detto  credo 
di  poter  conchiudere,  che  la  pianura  non  pos- 
siede  alcuna  specie  terrestre  propria.  — 
La  conchiglia  di  qualche  specie  vi  riceve  pero  una  im- 
pronta  particolare.  Cosi  1’  H.  hispida  vi  innalza  alquanto 
la  spira,  tenendo  percio  meno  aperto  1’  umbilico,  al  pari 
della  sorella  H.  sericea ;  questa  sviluppa  inoltre  con 
maggiore  i  apidita  i  suoi  anfratti  ed  olfre  quindi  1’  aper- 
tura  trasversalmente  ovata,  mancante  sempre  di  cercine 


69 

e  quindi  anche  di  qiiaiunque  callosita  (  //  badiella  Ziegl. 
fide  Villa),  mentrc  la  varieta  ,  che  vive  sulle  raontagne, 
presenta  il  peristoma  tondeggiante  e  la  sua  bocca,  a  mo¬ 
tive  del  cerchio  e  del  callo,  che  la  rafforza  spesso  verso 
la  columella  ,  tende  nell’  interne  alia  forma  quadrata. 

Sei  specie  furono  raccolte  soltanto  sii  pei  colli  del- 
r  A  p  e  n  n  i  n  0.  Le  H.  o/ivetorum^  hydatina  e  cctspilnm 
appartengono  alia  fauna  meridionale  ,  ma  la  poca  altezza 
dei  passi  dell’  Apennino  ligiire  permise  loro  di  varcarli  e 
di  stendersi  lungo  le  falde  settentrionali  del  medesimo  , 
protendendosi  ben  anco  nella  pianura  a  poca  distanza 
dalle  colline ,  come  e  provato  della  M.  ccespitum  ,  e  co¬ 
me  si  puo  presumere  delle  altre  due,  le  quali  nella  valle 
orientale  del  Po  ricompajono  sulla  bresciana  ,  ove  appun- 
to  ,  secondo  Gesati ,  la  Oora  alpina  tocca  qiiella  del  mez- 
zodi.  11  Bui.  quadrldms  deve  incontrarsi  anche  nelle  Alpi 
piemontesi ,  occorrendo  nelle  lombarde ,  nelle  elvetiche 
ed  anche  in  quelle  del  Dellinato.  E  lo  stesso  dicasi  pure 
delle  Pupa  avena  e  CL  alhopustulata  \  solo  che  queste 
sobiscono  nelle  Alpi  qualche  mutazione  nella  conchiglia  , 
e  vi  costituiscono  quindi  delle  varieta  diverse  da  quelle, 
che  sviluppansi  negli  Apennini.  Gioe  in  luogo  della  variety 
cornea  della  P.  avena  di  questi  troverai  col^  la  var. 
megacheilos  Jan  ,  ed  in  vece  della  varieta  striata  {  CL 
punctata  Mich.  )  della  CL  albopustulata  v’  incontrerai 
la  varieta  liscia.  E  quest’  ultima  specie  ,  pei  motivi  espo- 
sti  la,  ove  si  ragiono  dei  generi  ,  potrA  riscontrarsi  qua 
e  la  anche  nella  pianura  piemontese,  e  presentarvi  ambe 
le  delte  varieta  ,  a  seconda  che  essa  si  avvicina  od  agli 
Apennini  od  alle  Alpi.  —  Ed  ecco  che  anche  V  Apenni¬ 
no  piemontese  non  offre  alcuna  specie  terrestre  ad  esso 
esclusiva!  —  Ma  oltre  le  anzidette  varieta  delle  P,  avena 


70 

e  CL  alhopustulata ,  gli  e  propria  quella  varieta  della 
IleL  nemoralis ,  che  fu  chiamata  H.  etriisca ,  e  che  si 
distingue  per  le  maggiori  dimensioni  (  mass.  a.  28,  d. 
35  mill;  min.  a.  17,  d.  23  mill.  ),  la  maggiore  consi- 
stenza  e  la  superficie  evidentemente  martellata  della  con- 
chiglia. 

Quindici  specie  si  presentarono  sinora  soltanto  fra  le 
A  1  p  i.  La  V it.  diaphana  e  1'  M.  rupestris  pero  devono 
occupare  anche  gli  Apennini  piemontesi,  giacche  la  prima 
ba  stanza  nclla  Liguria  e  la  seconda  nell’  Apennino  di 
Parma;  ma  quella  vi .presentera  difficilmente  la  var.  gla- 
cialis,  perche  gli  Apennini  di  queste  contrade  rimangono 
di  lunga  pin  bassi  deile  altezze ,  aile  quaii  comparve  si¬ 
nora  quella  varieta  ( a  2300  m.  ).  Yi  si  potra  pure  rin- 
Iracciare  qualche  varieta  della  H.  zonata  e  della  CL  du- 
bia  ,  avendole  Berte  raccolte  negii  attigoi  Apennini  parrni- 
giani.  Le  undid  spede,  che  ci  rimangono  e  che  sem- 
brano  essere  e  s  c  !  u  s  i  v  e  d  s  1 1  e  r  e  g  i  o  n  i  alpine, 
sono ;  Hel.  glabra ,  nitens,  angigyra,  nautili  for  mis,  ar- 
bustorum ,  Pupa  vertigo,  antivertigo,  Sempronii ,  Fer¬ 
rari,  CL  plicata  e  hadkensis.  V  H.  angigyra  pero,  tra- 
sportata  nel  piano  lombardo  ( Monza,  Milano)  assieme  alia 
roccia ,  sulla  quale  dimora  nelle  colline  circostanti,  \i  si 
propago.  Ma  siccome  essa,  non  viveodovi  che  su  quella 
roccia  o  su  altre  consimili  ,  vi  si  conserva  tuttora  rupi- 
cola  ,  e  la  sua  propagazione  nel  piano  non  ^  quindi  iili- 
mitata  ,  non  si  puo  asserire,  avere  essa  perduto  il  carat- 
tere  essenziale  di  specie  f)ropria  aile  Alpi  (  meridionali  ). 
Potra  pero  essere  sorpi  esa  anche  in  qualche  localita  della 
pianura  piemontese  in  compagnia  della  Balea  e  della  CL 
alhopustulata ,  deile  quaii  si  parlo  pin  addietro. 

Dodici  specie  si  moslrarono  ed  in  p  i  a  n  u  r  a  e  sui  colli 


7i 

a  p  c  n  n  i  n  i.  Ma  sette  di  esse,  cioe  il  Lim,  agrestis,  le 
Vitv  pdlucida  ,  Sticc.  amphibia  ,  Eel.  car  thus  ianella  , 
pulchella  e  candidula,  ed  il  Bui.  tridens,  sono  ovvie  in 
tutti  i  versanti  delle  Alpi  e  segnataniente  poi  nel  ticinese 
e  nel  comasco  ,  non  v’  e  quindi  alciin  niotivo  plausibile 
per  credere,  che  possano  mancare  nelle  Alpi  piemontesi. 
E  per  le  medesime  cause  dovranno  pure  avervi  stanza 
V  H.  cinctella  e  neglecia  ed  il  Cyclostoma  elegans  ;  ma 
amando  quest!  un  clima  mite,  si  arresteranno  ai  colli  ed 
air  entrata  nelle  valli,  od  internandosi  in  queste,  di  poco 
s’ alzeranno  dal  loro  fondo.  Quanto  al  Crclostoma  giova 
poi  avvertire,  ch’  esso  non  abita  la  pianura  se  non  a 
piccole  distanze  dai  colli  e  dagli  scaglioni  de’  monti,  per 
cui  a  stretto  rigore  non  dovrebbe  avere  il  suo  posto  fra 
le  specie  abitatrici  del  piano.  Che  il  Lim.  variegatus  e 
r  H.  lucoru7n  possano  giungere  sino  alle  Alpi  piemonte¬ 
si  ,  e  cosa  molto  dubbia  ,  perche  sono  specie  meridional!, 
che  varcando  i  bassi  Apennini  calarono  nella  nostra  pia¬ 
nura ,  e  dovrebbero  quindi  seguire  ad  un  dipresso  I’an- 
damento  delle  loro  compagne,  le  H.  olivetorum ,  hydatina 
e  ccespitum. 

Quattro  specie  dimorano  e  nella  pianura  e  nelle 
valli  alpine.  In  queste  ultime  una  di  esse,  Y  H.  incar- 
nata ,  prende  qualche  volta  una  forma  un  po’  conica  ed 
arma  d’  un  callo  il  cercioe  deli’  apertura  della  sua  chioc- 
ciola,  vicino  alia  columella,  per  cui  alcuni  (Porro,  Villa) 
credettero  di  riconoscervi  1’  H.  monodon  Ferussac.  Dices! 
che  \  H.  incarnata  viva  negli  stati  parmensi;  esiste  pure 
una  var.  apciinina  Meg.  della  H.  strigella ;  sembrerebbe 
quindi  che  queste  due  specie  possano  campare  anche 
lungo  le  diramazioni  settentrionali  degli  Apennini  liguri. 
Ed  oserei  quasi  argomentare  lo  stesso  delle  altre  due  , 


72 

r  H.  sericea  e  la  Vupa  pygmcea  ,  quantunque  non  mi 
consti  ancora  ,  che  siano  state  rinvenute  almeno  nei  paesi 
attigui  a  quei  colli,  e  posti  in  condizioni  orografiche  ad 
essi  analoghe.  La  priraa  viene  pero  indicata  come  indige- 
na  del  napoleiano  (  Costa  )  e  la  seconda  delle  Madonie. 

(  Sara  continuato  ) 


Dell'  Ectocotile. 

^ .  Sembra  che  fin  dalla  piu  remota  antichita  si  avesse  co- 
noscenza  della  perdita,  alia  quale  qualche  cefidopode  an- 
dava  soggetto ,  di  uno  tra  le  sue  braccia ;  ma  alcuni  opi- 
navano  che  1’  animate  nell’  inverno  se  lo  divorasse  per 
fame ,  altri  che  gli  ^enisse  divelto  da  qualche  grosso  pe- 
sce,  A  r  i  s  t  0  t  i  1  e  (i)  fu  il  primo  ,  il  quale  accennando 
all’  uso  delle  braccia  dei  cefalopodi,  attribuisse  al  braccio 
ectocotiliforme  ,  che  distinse  come  il  piti  pontuto,  quello 
di  service  all’  atto  copulative. 

Nel  4825  il  prof.  Delle  Chiaje  (2)  descrisse  e 
figure  quale  elminto,  un  parassito  che  rinvenne  fissato  al 
corpo  deir  Argonauia,  ed  abbenche  presen tasse  desso  la 
proprieta  non  comune  agli  altri  vermi ,  di  possedere  un 
doppio  range  di  ventose  ,  rifuggendo  dal  creare  un  ge- 
nere  nuovo,  lo  ascrisse  al  Tricocephalus  di  Rudolfi,  costi- 
tuendone  la  specie  acelabularis,  ® 

Qualche  tempo  dope,  Laurillard  osservo  a  Nizza 
suir  Octopus  graiiulosus  Lam.  cinque  esemplari  del  pa¬ 
ll)  Historiee  animalium  lib,  IV.  cap.  I.  6  ,  lib.  V.  cap.  V.  4. 
(2)  Memoria  sulla  storia  e  notomia  degli  aoimali  senza  verte- 
bre  del  regno  di  Napoli.  1825  pag.  223  tav.  XV5  fig.  4.  2. 


75 

rassito  ,  da  Cuvier  (4)  in  appresso  nominato  Ueclocoty- 
Jus  Oclopodis  ,  appcsi  all’  imbuto  della  femmina ,  ed  iino 
col  capo  nascosto  in  una  vescica,  d’  ondc  sporgeva  il  re- 
sto  del  corpo ,  che  di  Icggeri  si  sarebbe  confuso  colle 
braccia  dell’  Octopus  \  mentre  al  di  d’  oggi  a  noi  e  facile 
comprendere ,  che  X  Octopus  che  lo  portava ,  non  era 
che  un  maschio  col  braccio  ectocotiliforme  in  atto  di  sor- 
tire  dalla  borsa ,  nella  quale  qucsto  aveva  avuto  forma- 
zione. 

Cuvier  descrivendo  si  esternamente  come  anatomi- 
camente  il  novello  suo  elminto ,  gli  assegno  una  borsa 
ed  uno  stomaco  ,  ne  descrisse  il  sistema  muscolare  ,  as- 
segnando  al  filamento  che  noi  conosciamo  sotto  il  nome 
di  flagello  1’  ufficio  della  riproduzione. 

Pill  tardi  Costa  di  Napoli  (2)  publico  delle  osserva- 
zioni  suir  ectocotilo  Argonaut  a ,  che  credette  uno 

spermatoforo ,  e  descrivendolo  e  figurandolo  assai  male , 
rappresento  il  sacco  del  flagello  come  una  porzione  di 
pelle  superflua,  ed  il  flagello  come  diviso  in  due  all’  estre- 
mita,  ritenendone  le  circonvoluzioni  per  altrettante  mac- 
chie  generate  da  vasellini  ravvolti  a  spirale.  In  seguito 
I)  u  j  a  r  d  i  n  (3)^  abbenche  abbia  collocato  il  geriere  ecto- 
cotile  tra  i  trematodi ,  pure  sospetto  che  pote^se  essere 
qualche  braccio  d’  un  altro  cefalopode  della  stessa  specie 
e  che  potesse  servire  alia  fecondazione;  e  fa  egli  il  pri- 
mo  che  abbia  parlato  di  un  condotto ,  scorgibile  sola- 
mente  grazie  1’ azione  dell’ alcool,  che  ne  coagulava  il 

(1)  Annales  des  sciences  naturelles  tome  XVIII  pag.  147. 

(2)  Annales  des  sciences  naturelieS;  seconde  seric ,  tome  XYl 
pag.  184. 

(3)  Histoire  naturelle  des  Helminthcs  (  Suite  a  Buffon  1848  ) 
pag.  481. 


74 

conteniito.  E  cfuesto  egli  disse  essere  composto  di  fila- 
menti  bianchi  analoghi  agli  spermatozoi  de’  cefalopodi. 

Nel  4842  Koelliker  avendo  scoperti  nel  mare  di 
Sicilia  sopra  molte  femmine  ileXV  Argonaut  a  I’ectocoti- 
le ,  che  Oelle-Ghiaje  aveva  anteriormente  descritto ,  ed 
aveniione  trovata  una  nuova  specie  siil  Tremoctopus  vio- 
laceus  D.  Ch. ,  fece  mutar  periodo  alia  storia  di  questo 
corpo.  Egli,  fondandosi  sulle  osservazioni  da  lui  fatte  sulla 
struttiira  del  preteso  elminto  ,  asseri  che  questi  non  era 
altro  che  V  individiio  mascolino  della  specie  su  cui  lo 
rinvenne,  lo  sviluppo  del  quale  non  aveva  per  anco 
raggiiinto  il  suo  termine.  Trasmise  in  allora  a  Si  eh  old 
qiialche  esemplare  degli  ectocotili  da  lui  trovati  ed  il  ri- 
sultato  de’  suoi  lavori  in  proposito ;  e  questi  abbenche 
non  si  accordasse  troppo  seco  lui  rapporto  alia  struttura 
deir  ectocoliie ,  pure  abbraccio  la  sua  opinione  circa  il 
significato  fisiologico  di  questo^  e  credette  poi  opportune 
di  inserirla  nell’  eccellente  suo  trattato  di  anatomia  com- 
parata  degli  invertebrati,  che  in  allora  stava  compilando. 

In  una  memoria  assai  estesa  che  Koelliker  publico  nel 
4849^  egli  appoggia  la  sua  asserzione  di  ritenere  1’ ecto- 
cotile  per  1’  individuo  maschio  di  alcune  specie  de’  cefa¬ 
lopodi  ,  sulle  rassomigiianze  e  le  corrispondenze  di  strut- 
tiira^  che  riscontrava  tra  gli  ectocotili  ed  il  corpo  de’  ce¬ 
falopodi  in  genere.  L’  averli  trovati  isolati  e  semoventi , 
la  presenza  in  essi  delle  ventose,  delle  cellule  croinatofo- 
re  ,  di  un  sistema  nervoso  provvisto  di  gangli ,  di  un 
cuore  j  di  un  sistema  vascolare,  di  pretesi  filarnenti  bran- 
chiali  ,  infine  lo  sviluppo  a  si  alto  grade  dei  loro  organ! 
generator!,  unitamente  alia  perfetta  identita  degli  element! 
istologici ,  furono  argornenti  che  lo  indussero  a  fondare 
la  sua  novella  teoria ,  dichiarando  false  tutte  le  ipotesi  e 


le  credenze  che  i  suoi  antecessori  avevano  su  tale  og- 
getto  pronunciate. 

Ecco  quanto  rai  venne  concesso  di  raccogliere  intorno 
alle  discrepanze  ed  alle  asnbagi^  nelle  quali  versarono  i 
naturalisti  ed  i  fisiologi  rispetto  alia  storia  della  riprodu- 
zione  di  alcuni  fra  i  cefalopodi ;  in  fino  a  che  le  osser- 
vazioni  di  Yerany  addiniostrarono  non  essere  altro 
r  ectocotile,  che  la  parte  csterna  dell’  apparecchio  maschi- 
le,  la  quale,  veniva  a  staccarsi  dall’  individuo  ai  quale 
apparteneva ,  per  passare  alia  ricerca  della  femmina  cor- 
rispondente  ,  onde  renderla  feconda. 


(  Sara  continualo  ) 


liwista. 


G  r  e  d  I  e  r  Yincenz  Maria  —  Eemerkungen  iiber  eini- 
ge  Conchylien  der  Gattungen  Pupa  und  Vomatias  (  Os- 
servazioni  sopra  alcuoe  conchiglie  dei  generi  Fupa  e 
Pomaiias  ). 

Estratte  dal  terzo  programrna  del  ginoasio  superiore  di  Bol¬ 
zano  ,  4853,  in  8.®;  pagine  otto. 

Nella  introduzione  a  questa  niemoria  Y  autore,  non 
tanto  intento  ad  istituire  nuove  specie,  quanto  a  ben  de- 
terminare  ed  emendare  specie  gia  descritte ,  nia  cono- 
sciute  solo  incompletamente ,  si  pone  come  guida  nelle 
sue  ricerche  la  seguente  massima.  Nel  genere  Pupa  il 
numero  dei  denti  e  dei  calli  ora  e  maggiore  dell’ordina- 
rio  ,  come  in  alcuni  individui  molto  vecchl ,  e  deve  ri- 
tenersi  effetto  di  una  anomalia,  ora  e  minore,  come  ne- 
gli  esemftlari  non  ancora  adulti,  e  deve  appiinto  atlri- 


76 

buirsi  alio  stato  di  giovinezza  dei  medesimi.  Ma  quando 
questa  giovanile  imperfezione  in  certe  condizioni  si  raan- 
tiene  costante  in  una  determinata  specie,  mentre  la  me- 
desima  posta  in  altre  circostanze,  negli  individui  non  pe- 
ranco  maturi  presenta  diggia  la  completa  dentatura,  al- 
meno  rudimentale;  alia  prima  forma  si  compete  il  valore 
di  semplice  varieta  ed  alia  seconda  quello  di  specie  nor- 
male  (^). 

Gio  premesso  egli  passa  in  rassegna  tre  specie  di  Pt^pa, 
la  P.  triplicata  Stud.,  la  P.  Strobell  Gredler  e  la  P.  Sem~ 
pronii  Gharpentier.  Accettando  V  opinione  di  Strobel  (  ma- 
lacologia  trentina),  Gredler  non  riconosce  nella  P.  higra- 
naia  Kossm.,  die  una  varieta  della  P.  triplicata,  rimasta 
al  grado  di  semiperfezione  ,  ossia  proveduta  di  soli  due 
denti.  Egli  distingue  inoltre  nella  medesima  specie  altre 
forme  meno  complete  della  P*  bigranata ,  cioe  coll’ aper- 
tura  unidentata  ed  edentiila.  La  P.  triplicata  colle  diverse 
sue  variazioni  fu  da  lui  raccolta  a  Dolsach  nell’  alta  valle 
della  Drava  ,  a  Klausen  (  Ghiusa )  nella  valle  delL  Isarco 

(*)  Ma  si  rifletta,  non  esistere  in  natura  di  determiDato  cbc 
gli  individui  j  le  varieta  e  le  specie,  al  pari  dei  generi  e  delle 
altre  division!  adoltate  nella  classificazione  scientifica,  non  so- 
no  per  ora  che  pure  astrazioni  ,  necessarie  per  facilitare  col- 
r  indiizione  la  conoscenza  degli  esseri  e  delle  leggi ,  che  li 
regolano.  E  come  per  varieta  si  deve  imagmarsi  il  complesso 
di  tutti  gli  individui  aventi  determinati  caratteri  di  somiglianza  ; 
cosi  1’  idea  di  specie  deve  comprendere  in  se  tutte  indistintamente 
le  varieta,  che  rassomigiiandosi  tra  loro  per  altri  caratteri  piu 
generali,  si  distinguono  da  tutti  gli  altri  esseri;  e  cosi  via  dei 
generi  j  delle  famiglie  ,  ecc.  Non  esistono  quindi  ,  come  sembre- 
rebbe  ammettere  1’  autore  ,  forme  varieta  e  forme  specie ,  ma 
quanto  egli  cbiama  specie  e  la  varieta  piu  perfetta,  la  quale  al  pari 
delle  meno  perfette  concorre  cssa  pure  a  costituire  la  specie. 


77 

ed  a  Bolzano,  paesi  del  Tirolo  di  (jiia  del  Brennero;  ne' 
primi  due  luo^hi  sullo  schisto  argilloso  ed  a  Bolzano  siil 
porfido.  —  La  P.  Stroheli  rappresenta  la  P.  minutissima 
Hartin.  giunta  al  massimo  dello  sviluppo  ,  cioe  con  tre 
denti ,  uno  sulla  parete  deir  apertura,  immerso,  iino  pic¬ 
colo  alia  columella  ed  uno  nel  palato  in  forma  di  goccia. 
Coerentemente  alia  massima  professata  nell’  introduzione 
r  autore  ritiene  questa  forma  per  la  specie  normale ,  ora 
soltanto  scoperta ,  le  da  percid  un  norae  e  le  subordina 
come  varieta  le  altre  forme  sinora  conosciute ,  cioe  la 
P.  minutissima  e  la  P.  costulata  Nilsson  {*),  Le  varieta 

(*)  Dal  priocipio  esposto  nella  precedeote  nota  segue,  che  il  no- 
me  dato  alia  specie  e  un  nome  collcttivo,  che  abbraccia  tulte  le 
variety,  e  percio  ritengo  ,  che  a  qualunqne  forma  ,  perfetta  od 
imperfetta,  d’  una  specie  sia  slato  impartito  per  la  prima  un  qua- 
lunque  nome  ,  queslo  debba  essere  rispettato  come  nome  speci- 
fico  ,  cui  tutti  quelli  ,  che  venissero  imposti  in  seguito  a  forme 
anche  piu  perfette  della  medesima  specie  ,  devono  essere  subor- 
dinati  come  nomi  di  varieta:  giacch^  1’ idea  della  specie,  comun- 
que  imperfetta,  pure  non  d  piu  nuova  ,  e  non  ha  bisoguo  di  es¬ 
sere  creata,  ma  solo  di  venire  ampliata.  Ed  il  bisogno  di  proce- 
dere  in  tale  modo  si  fa  di  giorno  in  giorno  maggiormente  senti- 
re,  in  quantoche  il  cumulo  dei  nomi  e  dei  sinonimi  va  continua- 
mente  ammassandosi ,  o  genera  un  vero  caos,  un  impaccio  quasi 
insuperabile  per  chi,  non  facendo  suo  scopo  il  gretto  studio  delle 
forme,  vuole  da  esso,  come  da  punto  di  partenza  iodispensabile, 
passare  a  quello  veramente  scientifico  delle  leggi;  cui  adunque  la 
stabilita  della  nomenclatura  e  un  assoluta  necessita.  Giacche  in- 
iroducendo  nella  scienza  le  nuove  forme  sotto  il  nome  piuttosto 
di  variety,  anziche  di  specie,  si  rende  possibile  la  conoscenza 
approssimativa  delle  medesime  anche  a  chi  le  vede  per  la  prima 
volta  semplicemeote  citate  ;  venendo  il  nuovo  nome  preceduto 
inallora  da  uno  gi^  noto.  E  questa  cognizione  approssimativa  del 
valore  di  questo  nuovo  nome  forse  basta  a’  suoi  bisogni  e  lo  eso- 
nera  dallo  scartabellare  piCi  oltre  e"  con  perditempo  qualche  volta 


78 

meno  complete  ora  portano  due  denti  ,  uno  sulla  parete 
deli’ apertura  ed  uno  nel  palato ,  ora  uno  solo  o  sulla 
prima  o  nel  secondo,  ora  sono  totalmente  prive  di  denti. 
Nel  Tirolo  cisalpino  la  specie  si  estende  per  le  valli  del- 
r  Isarco  e  dell’  Adige  da  Klausen  sino  a  Salorno  ,  com- 
presa  la  valle  laterale  di  Tiers  ,  dimorando  suilo  schisto 
argilloso ,  sul  porfido  ,  sulla  dolomia  e  sul  calcare,  ed 
ascendendo  verticalmente  (pel  monte  Tschaffon)  sino  a 
5000'.  —  La  P.  dihicida  1a.  fu  scoperta  da  Stentz  jun. 
sulle  rocce  vicino  al  castello  di  MauUasch  nei  contorni  di 
Bolzano.  Oltre  alia  forma  sdentata  di  qiiesta  specie  ^  co- 
nosciuta  da  Ziegler ,  1’  autore  nelle  medesime  localita  ne 
trovo  una  col  dente  rudimentale  sulla  parete  dell’  aper¬ 
tura.  Ora  la  P.  Sempronii  Gharp.  non  differisce  dalla 
P.  dilucida  che  pel  dente  distinto  posto  sulla  parete  del- 
r  apertura  e  congiunto  ai  margini  di  questa  mediante  un 
callo ,  spesso  discontinuo ;  quindi  Gredler  riconosce  nella 
P.  Sempronii  la  forma  piu  perfetta  della  specie,  cui  la 

infruttuoso.  Si  aggiuoga  infine  quanto  sia  disobbligante  lo  scar- 
tare  il  nome  imposto  ad  una  specie  da  chi  la  scopr'u  —  Golui  che 
volesse  approfondire  di  piu  la  quistione  ,  legga  la  critica  dettata 
da  Petit  (  Journ.  de  conchyl.  4853  p.  200  )  a  proposito  della  so- 
stituzione  del  nome  Ancylus  Janii  a  quello  di  A.  capuloides  Jan, 
eseguita  da  Bourguignat  pel  solo  motive,  che  la  desinenza  in  oides 
e  contraria  alle  leggi  di  uomenclatura  stabilile  da  Linne.  —  Men- 
tre  quindi  mi  professo  sommamente  tenuto  al  signor  Gredler  per 
la  cortesia  usatami  nel  dare  il  mio  nome  a  quella  Pupa,  mi 
permetta  pure  cbe  rifiuti  francamente  di  accettarlo  come  nome 
specifico,  ma  che  io  subordini  a  quello  gia  noto  di  P.  minutissi- 
ma  Hartm. ;  cui  ,  non  comprendendo  la  frase  di  Hartmann  la 
forma  scoperta  da  Gredler,  apporro  per  maggiore  precisione  la 
convenuta  formula  emendata  (  a  Gredler  ). 


Strobel. 


79 

P.  dilucida  fa  passaggio  mediante  la  delta  variety  col 
dente  rudimentale ,  e  propone  quindi  di  unire  la  P.  di¬ 
lucida  come  varieta  alia  P.  Sempronii.  L'  autore  la  tro- 
vo  nelle  fenditure  delle  rocce  pordriche  sul  versante  bo- 
reale  del  monte  Virgl  presso  Bolzano  ,  ove  vive  fra 
la  Barhula  crispa  in  compagnia  delle  P.  pygmcca  e  Siro- 
beli  e  della  Balea  fragilis.  —  Le  P.  umhilicata  Drap. , 
nmhilicus  Roth,  Sempronii  e  Netimeyeri  Riist.  essendo 
provedute  neilo  stato  di  massima  perfezione  d’  un  dente 
sulla  parete  dell’  apertura  ,  formano  percio  un  gruppo 
distinto. 

Da  E.  A.  Bielz  Y  autore  ebbe  varii  esemplari  d’  un  Po- 
matias  raccolti  nei  dintorni  di  Rivoli ,  che  nell’  habitus 
rassomigliano  perfettamente  al  P.  scalarinum  Villa.  Ma 
la  loro  costolatura  ne  differisce  in  cio,  che  delle  costicine 
sottili  bruno-grige  alternano  con  delle  coste  rialzate  blan¬ 
che  per  modo,  che  queste  racchiudono  di  rado  due  delle 
prime.  Gredler  crede  di  ravvisare  in  questo  Pomatias  il 
P.  macnlatum  di  Philippi  e  riportandosi  alia  frase  data 
da  questo ,  gli  impartisce  il  nome  di  P.  Philippianum  ; 
lasciando  per  ora  indeciso  se  costituisca  una  specie  di- 
stinta,  oppure  se  sia  il  passaggio  dal  P.  scalarinum  a! 
P.  maculatum  Drap.  nec  Philippi. 

Notizie. 

F  0  s  s  i  1  i  del  terreno  carbonifero  della  niiova  Scozia. 

Nel  settembre  d852  G.  L  y  e  1 1  e  J.  W.  Dawson 
esaminarono  nuovamente  gli  strati  carboniferi  di  South 

(*)  Tutte  e  tre  le  dette  forme  trovansi  anco  in  Lombardia  , 
e  convive  con  esse  in  varie  locaiita  una  forma  d’  un  terzo  piu 
alia ,  piu  consistente  e  di  colore  brunastro  (  P.  Villce  Gharp. ) 


80 

Joggins  nella  nuova  Scozia  ,  a  fine  di  poter  scoprire  le 
circostanze,  che  vi  favorirono  la  conservazione  d’lm  gran 
numero  d’  alberi  fossili  a  difFerente  livello  ed  in  posizione 
verticale,  fatto  assai  raro  specialmente  nel  terreno  carbo- 
nifero  dell’  America  settentrionale.  Essi  desideravano  altresi 
rivedere  la  Stigmaria ,  considerata  qual  radice  della  Si- 
gillaria ,  e  verificare  le  differenze  fra  i  deposit!  che  in- 
viliippano  gli  alberi  ancora  ritti ,  e  quelli  che  gli  riem- 
piono.  Esaminando  questi  vi  trovarono  degli  avanzi  di 
felci  5  di  Flabellarie ,  di  Sigillarie  ,  di  Calamiti  e  di 
Stigmarie.  'Nel  tronco  d’ uno  degli  alberi  .  fra  un  aggre¬ 
gate  composto  di  piccole  ossa ,  di  frammenti  di  legno 
carbonizzato  e  d’  iina  materia  pietrosa  di  colore  scuro , 
poterono  discernere  una  piccola  conchiglia,  pertinente  ad 
iin  mollusco  terrestre  del  gruppo  delle  Pupa  e  Clausilia, 
e  varii  avanzi  d’ossa,  che  A¥ynam  ed  Owen  riconobbero 
avere  appartenuto  ad  un  batracio  vicino  ai  Menobranchus 
ed  ai  Menopoma ,  i  quali  abitano  attualmente  i  fiumi  ed 

i  laghi  deir  America  settentrionale.  —  Bibliotheque  uni- 
verselle  de  Geneve.  4853  tome  XXIV,  bulletin  scientifi- 
que  pag.  92. 

Alla  pagina  46  di  questo  giornale  venue  preci- 
sata  la  dimora  del  Caryetotm  spelaeam  nella  grot- 
ta  di  Adelsberg.  Per  chi  volesse  cold  recars i  in 
cerca  di  cpiel  mollusco  ^  sard  caro  il  sapere  ^  che 

ii  dotl.  Adolfo  Schmid  I  publico  una  guida  scien- 
tif ICO- economica  alia  delta  grotta  ed  alle  vicine  ca- 
verne  del  Carso  sotto  il  titolo :  Wegiveiser  in  die 
Adelsberger  Grolte  und  die  benachbarten  Holden 
des  Karst.  Wien,  Sommer,  1855  ^  in  16.^  con  tre 
tavole  litografate  rappresentanti  la  pianta  delle 
grolte  di  Adelsberg  ,  Planina ,  Lueg  e  Magdalena. 

(  Dispensato  nel  mese  di  ottobre  ) 

Pavia.  Tip.  Fusi. 


GIORNALE  DI  MALACOLOGIA 


4853.  N.“  VI. 

Sui  moUuschi  del  lembo  orientale  del  Piemonte. 

(  Gonlinuazione  ) 

La  presenza  nel  Piemonte  delle  H.  ohvolnta  ,  ciliata  ^ 
carlhusiana,  Pupa  frtmientiim  e  Bal.  fragilis  non  si 
manifesto  sinora  che  negli  A  p  e  n  n  i  n  i  e  nelle  A  1  p  i. 
Rispettb  alia  Balea  pero  si  richiami  alia  mente  V  osserva- 
zione  fatta  parlanclo  del  genere,  il  quale  nell’ alta  Italia 
non  e  rappresentato  che  da  quell’ unica  specie.  Lungo  le 
pendici  meridionali  delle  Alpi  piemontesi  le  sole  rive  in- 
feriori  ,  tiepide  del  Verbano  sembrano  *aver  potuto  acco- 
gliere  eccezionalmente  V  H.  carthusiana,  specie  piuttosto 
meridionale,  che  tanto  lungo  quelle  rive,  quanto  negli 
Apennini  liguri  rimane  molto  piccola  e  da  alia  conchiglia 
una  forma  piu  globosa,  che  non  abbiano  gli  individiii  del 
basso  piano  lombardo  e  delle  provincie  venete,  parmensi 
e  toscane.  ’  Dalle  sponde  del  Yerbano  e  dell’  attiguo  lago 
di  Yarese  !’  H.  carthusiana  fu  trasportata  dai  fmmi  nel 
territorio  di  Milano  (  Stabile  )  ,  e  dal  parmigiano  s’  estese 
alia  pianura  meridionale  di  Cremona ;  si  puo  quindi  de- 
durre  che  sia  calata  anche  nel  piano  del  Piemonte.  La 
Pupa  granum  venue  raccolta  nelle  alluvioni  del  Ticino, 
quindi  deve  abitare  le  Alpi  ,  d’  onde  appunto  esso  fiume 
proviene.  Ma  fu  pure  trovata  ne’  sediraenti  del  Po  ,  il 
quale  riceve  anche  i  torrenti  dell’  Apennino  ;  e  siccome 

6 


82 

questa  specie  vive  eziandio  nel  Nizzardo  ^  cosi  riten- 
go  che  abbia  stanza  anche  nei  nostri  Apennini.  Questa , 
la  Fu]ia  frumeritum  e  le  H.  ciliata  ed  obvoUita  sareb- 
bero  percio  specie  proprie  delle  localita 
m  0  n  t  u  0  s  e.  La  P.  fru^iieninm  salita  ad  una  notabile 
elevazione  sopra  il  livello  del  mare  rimane  atrofica ,  cioe 
non  sviluppa  che  molto  imperfettamente  le  pieghe  del- 
Tapertura  della  chiocciola  ,  e  resta  molto  piccola^  var. 
minor  Rossraaessler. 

Le  rimanenti  sette  specie :  him.  cinereus  ,  Hel.  cella- 
ria  5  rotundata ,  nemoralis ,  e  pomaiia  ,  Buh  ohscurus 
e  Fupa  margmaia ,  popolano  promiscuamente 
il  piano  ,  il  colle  ed  il  monte.  \J  H.  cellaria  pero  por- 
tandosi  verso  mezzodi  mostra  una  tendenza  ad  innalzare 
gli  anfratti  della  conchiglia,  restringendone  per  conse- 
guenza  V  umbilico,  al  pari  delle  H.  hispida  e  sericea  , 
ed  a  svilupparne  piu  rapidamente  la  spira ,  come  V  H.  se¬ 
ricea  ;  per  cui  foggiasi  nella  U.  nitida  Drap. ,  accostan- 
dosi  nella  forma  in  modo  singolare  alia  H.  glabra  delle 
Alpi.  Id  H.  nemoralis  ^  come  venne  gia  avvertito,  giunta 
dal  piano  ai  piedi  delL  Apennino  ,  variando  nelle  dimen- 
sionij  nello  spessore  e  nella  superficie  della  chiocciola  , 
vi  costituisce  la  var,  etrtisca. 

Le  specie  terrestri  rinvenute  nella  pianura  sommereb- 
bero  a  37  ;  quelle  riscontrate  sull’  Apennino  a  5i  ,  e 
quelle  rintracciate  fra  le  Alpi  a  52.  Avuto  perb  riguardo 
alle  rettifiche  sin  qui  eseguite,  basate  sulle  molteplici  os- 
servazioni  di  oltre  dieci  anni  fatte  nella  vicina  Lombardia, 
queste  cifre  verrebbero  a  subire  un  notevole  cambiamen- 
to.  Alle  specie  del  piano  si  aggiunsero  piu  sopra  dubita- 
tamente  le  seguenti  7:  Hel,  olivetor^im,  angigyra^  car- 


83 

thusiana ,  hfdatina  ,  mspitnm  ,  BaL  fragi/is  c  67.  al- 
hopustulata ,  e  si  detrasse  il  Cyclostoma ,  e  cosi  esse 
ascenderebbero  tutt’ al  piii  a  43,  ossia  a  0,678  ^due. 
terzi )  del  numero  complessivo  delle  specie  raccolte  nel 
Piemonte  orientale,  che  ammoritano  a  64.  Al  piano  manca- 
no  quindi  21  specie.  La  somma  ‘di  quelle  degli  Apennini 
fu  portata  a  47  mediante  1’ aggiiinta  di  ^6  specie;  e 
forse  si  potrebbe  aumcntare  ancora  d’  altre  6  ,  cioe  delle 
TL  lucida,  -pygmcca,  sericea  ,  friiticum  ,  Jch.  acicnloi-' 
des  e  Pupa  pyg7?icca  ,  fissandola  per  tal  guisa  a  53,  os¬ 
sia  ad  0, 828  (  piu  di  ire  qiiarti )  del  novero  totale.  Le 
44  specie,  delle  quali  T  Apennino  risiilterebbc  deficiente, 
sarebbero  quelle ,  che  si  mostraroiio  esclusive  della  re- 
gione  alpina.  La  somma  delle  specie  di  questa  contrada 
venne  accresciuta  di  27,  ossia  di  quasi  altrettanto,  e  por¬ 
tata  quindi  a  59,  che  eqiiivale  a  0,922  del  numero  com¬ 
plessivo.  Le  5  sole  specie,  che  non  sembrano  camparvi, 
sono  il  Lim.  variegatus  e  ie  H.  olivetorum ,  hydatina  , 
ccespHum  e  Incorum  ^  specie  del  mezzodi,  le  quali  ec- 
cettuata  V  H.  emspitum  ,  che  non  si  scosta  dall’  Apenni- 
no  ,  nelle  nostre  Alpi  non  ricompajono,  che  sui  pendii 
bresciani,  ove  1’  ampiezza  della  valle  padana  lascia  libero 
il  passo  ai  venti  caldi  dell’  Adriatico  ed  ammette  una  vege- 
lazione  meridionale.  Dalle  cose  predette  seguirebbe,  che 
la  p  i  a  n  u  r  a  e  1  a  parte  p  i  u  p  o  v  e  r  a  i  n  s  p  e- 
cie  terrestri  e  TAlpe  la  piu  rice  a.  L'Apen- 
nino  potrebbe  pero  contendere  con  questa  e  fors’anco 
superarla,  se  quella  parte  di  esso,  alia  quale  si  limita 
il  presente  studio,  non  fosse  tanto  riarsa  e  povera  d’ aque, 
eppercio  priva  d’  uno  degli,  elementi  indispensabili  per  la 
vita  della  plurality  dei  molluschi. 


V  H.  rupestris  e  la  Pupa  avena  non  dimorano  che 
sul  calcare  e  raramente  anche  sull’arenaria.  De\h  P.  gra- 
nu7n  non  furono  scoperte  che  le  spoglie  nelle  alluvioni 
del  fiiimi  ;  quindi  non  si  puo  con  sicurezza  determinare 
quale  roccia  dei  raonti  liativi  prescelga  a  sua  stanza.  Es- 
sendo  pero  della  famiglia,  cui  appartiene  la  P.  avena  , 
giova  supporre,  che  avra  con  questa  comuni  le  abitudini^ 
cosicche  vaghera  essa  pure  per  1^  I'occe  calcaree  e  le 
miste.  Le  H.  angigyra  ,  na^itiliformis,  ciliata  e  zonata 
il  Bui.  quadridens  e  le  Pupa  Sempronii  e  Ferrari  abi- 
tano  tanto  sulle  rocce  calcaree ,  che  sulle  miste  e  sulle 
silicee.  L’  H.  pygmcea  non  s’  incontro  sinora  che  sulle 
rocce  silicee  e  sui  lerreni  di  trasporto  ,  ma  dovra  mo- 
strarsi,  come  altrove  ,  anche  sulle  rocce  calcaree  e  sulle 
miste.  E  su  entrambe  queste  qualita  di  rocce  nonche  sui 
terreni  di  trasporto  si  presentarono  il  Lim.  variegatns  , 
le  U.  olivetorum,  hispida ,  carthusiana  ^  hydatina  ^  cin~ 
della,  ccespitum,  negleda  e  lucorum  ,  \  Ach.  aciculoi- 
des  ed  il  Cycl.  elegans ,  e  queste  specie^  meno  1’  FI.  hi- 
spida ,  amando  un  clima  mite  ,  e  qualcuna  un  clima 
benanche  caldo ,  non  possono  internarsi  nelle  Alpi  del 
lombardo-veneto  a  segno  di  toccare  le  rocce  silicee.  Ma 
se  cio  avvenga  o  no  nel  Piemonte ,  non  appare.  Le 
rimanenti  42  specie  compajono  indistintamente  su  tut- 
te  le  qualita  di  terreno.  —  Quanto  alle  varieta  ac- 
cennero  solo  .  che  la  var.  picea  della  FI.  arhusto- 
rum  non  si  sviluppa  che  sulle  rocce  silicee,  mentre  che 
la  var.  alpicola  si  forma  soltanto  sulle  calcaree;  la  fra- 
gilita  e  trasparenza  della  prima,  la  compattezza  ed  opa¬ 
city  della  seconda  devono  quindi  essere  attribuite  alle 
mutate  condizioni  geognostiche  delle  loro  dimore. 


85 

Adunque  nel  Piemonte  orientale  s  n  1 1  e  r  o  c  c  e  c  a  1- 
caree  ed  anchesulle  iiiiste  possonovi- 
V  e  r  e  t  ii  1 1  e  (64)  le  sue  specie  terrestri, 
un  numero  molto  minore  (54)  puo  aver  stanza  sul  ter¬ 
rene  di  trasporto  ed  il  minimo  (51)  campa  sulle  rocce 
silicee.  Qualora  pero  non  si  voglia  attenersi  soltanto  ai 
risiiltati  delle  indagini  limitatamente  istituite  nel  Piemonte, 
ove  la  parte  meno  esplorata  e  appunto  quella  ,  in  cui  le 
rocce  silicee  occupano  le  maggiori  estensioni ,  ma  si  vo- 
glia  tener  conto  anche  delle  osservazioni  fatte  in  altri 
paesi  deir  Italia  superiore  ^  risulterebbe,  che  fra  tutti  i  1 
terreno  di  trasporto  conta  il  numero 
minimo  d  i  specie  t  e  r  r  e  s  t  r  i.  Ed  eccoci  giunti 
per  un’ altra  via  alia  conferma  di  due  leggi  pin  sopra 
stabilite,  che  cioe  i.”  la  pianura  e  la  parte  pin  povera  in 
specie  terrestri,  e  cio  appunto  perche  dessa  non  e  for- 
mata  che  da  terreni  di  trasporto,  in  cui  quelle  scarseg- 
giano,  e  mancano  le  specie  proprie  alle  varie  rocce;  2.° 
che  nessuna  specie  e  esclusiva  della  pianura,  perche  tutte 
quelle  che  possiede,  possono  occupare  anche  le  rocce  cal- 
caree  e  le  miste  ,  le  quali  concorrono  a  formare  i  colli 
e  gli  scaglioni  delle  montagne  che  la  cingono.  E  questi 
colli  e  questi  scaglioni  debbono  per  cio  essere  i  piu  ric- 
chi  in  specie  terrestri,  e  se  il  tratto  dell’  Apennino  con- 
templato  in  questo  saggio  non  si  presenta  come  tale,  ne 
venne  piu  in  addietro  indicate  il  motivo  particolare.  Se 
le  vette  de’  nostri  monti  primitivi  offrono  pochissimi  mol- 
luschi ,  cio  non  e  gia  dovuto  alia  qualita  della  roccia , 
raa  alia  elevazione  loro  ;  anche  le  alte  cime  calcaree  non 
ne  sono  ricche  e  per  la  stessa  causa. 


La  somma  totale  delle  specie  terrestri  riscontrate  sulla 


86 

frontiera  orientale  del  Piemonte  (64)  potra  cssere  aumen- 
tata  di  iin  buon  terzo  median te  iilteriori  diligenti  ricer- 
che  in  quelle  contrade. 

E  primieramente  neil’  A  p  e  n  n  i  n  o  si  troveranno  le 
H.  conspnrcala  Drap  ,  aspcrsa  Miill.  e  CL  papillaris 
Drap.,  inccle  della  Liguria  e  del  parmigiano,  d’  onde  si 
estesero  nel  S,  E.  della  pianura  lombarda,  facendosi  com- 
pagne  alle  H.  olivelortim ,  carthnsiana ,  hfdaiina  e  lu~ 
coriim.  La  Pupa  cinerea  Drap. ,  che  insieme  alia  Claus, 
papillaris  venne  per  crrore  di  stampa  accennata  dai  Villa 
come  abitatrice  delle  nostre  Alpi,  dimora  (secondo  Berte) 
negli  Apennini  di  Parma  ,  e  nel  genovese ;  potrebbe 
qiiindi  darsi ,  che  venisse  rintracciata  anche  nelT  Apenni- 
no  piemontese.  Esisle  im  Bi^L  apenninus  Jan;  non  essen- 
do  precisata  la  iocalita  degli  Apennini,  scelta  per  sua  di- 
raora  ,  si  puo  pure  snpporre,  che  viva  di  qua  della  Li¬ 
guria. 

Tra  le  A  1  p  i  occorreranno  la  Vitr.  tlougala  Drap.  var. 
pyrenaica  Fer.  ,  le  H.  nitidosa  Fer.,  ruderata  Stud., 
holoserica  Stud,  e  hyalina  Fer.,  le  Pupa  umbilicata 
Drap. ,  triplicata  Stud,  e  pagodula  Des  Moul. ,  le  67. 
plicatula  Drap.  e  parvula  Stud,  ed  il  Po7naiias  macula- 
turn  Drap.,  specie  che  abitano  lungo  la  frontiera  N.  0. 
della  Lombardia  o  nel  cantone  Ticino,  e  di  la  delle  Alpi 
nel  vallese  e  nel  Delfinato  ;  le  prime  tre  Ridix  e  la  CL 
parvula  lungo  le  vette  dei  monli  e  le  altre  da  posizioni 
meno  elevate  sino  quasi  alia  pianura,  e  la  Vitrina  e  la 
CL  plicalula  eccezionalmente  benanco  in  questa  (a  Mon¬ 
za,  trasportate  dalle  vicine  colline  colie  puddinghe  impie- 
gate  nella  costruzione  delle  grotte  nei  giardini  ).  Gli 
Arion  suhfuscus  Fer.  ed  horteiisis  ,  il  Lhn.  cinctus 
Miill.?,  I’  M.  pcrsonata  Lam.,  il  BuL  monlanus  Drap.  , 


87 

la  Pupa  dolium  Drap.  e  le  67.  gracilh  Pfeiff.  C.  e  bi- 
dens  Drap.  furono  trovate  tanto  nelle  Alpi  centiali  della 
vallata  del  Po,  quanto  oltre  I’Alpe  per  le  valli  del  Pioda- 
no  e  deirisera;  V  H.  glacialis  Tom.  si  rinvenne  e  sul- 
r  Orteglio  e  sul  Cenisio,  e  nell’  Elvezia.  Qiieste  specie  do- 
vranno  quindi  presentarsi  in  tutle  od  almeno  in  qiialcuna 
delle  valli  della  Toce  ,  deli’Agogna  e  della  Sesia  ,  poste 
fra  quelle  contrade. 

Si  raccoglieranno  tanto  sugli  A  p  e  n  n/i  n  i  quanto  fra 
le  Alpi  il  hims  margin aUis  Drap.,  V  H.  cingiilata.  Stud, 
le  Pupa  dolioltim  Drap.  ed  edentula  Drap.  ,  la  Ch  Stro- 
hel  Porro  (1847,  Cl.  Gharp.  4852  )  e  la  Pupu- 

la  lineaia  Drap. ,  specie  abitatrici  dell’  Apennino  ligiire  o 
del  parmense,  dei  rnonti  comaschi  e  ticinesi  e,  meno 
V  H.  cingulata  e  la  67.  Strobel ,  anche  delle  valli  di  la 
delle  Alpi  occidentali.  11  Bnl.  radiatus  Brug.  e  la  Pupa 
biplicaia  Mich,  abitano.  gli  Apennini  di  Parma  e  le  dira- 
mazioni  orientali  delle  Alpi  di  Lombardia,  ma  al  pari  della 
H.  frziticum ,  non  furono  mai  osservati  ne  nelle  valli 
deir  Adda,  ne  in  quelle  del  Ticino;  percio,  mentre  si  do- 
vra  ammettere,  che  vivano  negli  Apennini  del  Piemonte, 
si  dovra  d’  altra  parte  dubitare  fortcmente  di  poterli  in- 
contrare  nelle  valli  orientali  delle  Alpi  piemontesi. 

Le  H.  ' cTfstallina ,  Miill. ,  striata  Drap.  e  cincta  auct. 
dovranno  presentarsi  e  fra  le  A  1  p  i  e  per  gli  Ape  n- 
n  i  n  i  e  nella  p  i  a  n  u  r  a,  perche  si  rinvengono  tanto  sui 
colli  del  genovesato  e  del  parmigiano ,  quanto  nel  piano 
e  sugli  ultimi  scaglioni  dei  monti  lombardi  ,  e  la  prima 
eziandio  sulle  raontagne  ticinesi. 

II  numero  totale  delle  specie  terrestri ,  che  presumibil- 
mente  occorreranno  lun2:o  il  lembo  orientale  del  Piemon- 
te,  polra  quindi  essere  portato  a  100  specie,  ossia  a  due 


88 

terze  parti  circa  della  somiiia  coniplessiva  delle  specie 
indigene  nell’  intiera  valle  del  Po  od  alia  Italia,  che  sten- 
desi  tra  le  Alpi  e  gli  Apennini  dal  Monviso  a  Fiume,  dal 
Brenner  alia  Cattolica.  Quelle  specie  risultano  ripartite  in 
44  generi ,  come  segue:  Arion  3,  Limax  5,  Vitrina 
3,  Snccinea  2,  Helix  44,  Acliatina  o,  Bulimns  6, 
Pnpa  49,  Balea  4,  Clatisilia  40,  Carychium  1,  Pu~ 
pula  4,  Pomatias  1,  Cyclostoma 

H  H.  Preslii  Schm.  var.  nisoria  Rossm.  sembra  tocca- 
re  il  suo  limite  occidentale  nella  Valgana  presso  Varese, 
r  H.  tigrina  Jan  presso  Bellagio  sul  Lario,  1’  H.  Candida 
Z.  et  Porro  nel  mezzodi  del  comasco  e  la  CL  dyodon 
Stud.  var.  comensis  Shuttl.  a  Tramezzo  sul  lago  di  Co¬ 
mo  ,  e  non  presentandosi  desse  nel  cantone  Ticino ,  non 
ardirei  supporre,  che  possano  mostrarsi  nel  Piemonte 
orientale.  Ad  occidente  pero  si  potra  forse  scoprire  qual- 
che  forma,  che  rappresenti  le  R.  tigrina  e  CL  comensis 
0  che  segni  il  passaggio  da  esse  alle  sorelle  H.  Fonte- 
nilli  Mich,  della  valle  dell’  Isera  e  CL  dyodon  Stud,  della 
valle  del  Rodano. 

La  var.  nilidula  Fer.  della  R.  niiens,  e  la  varieta  al~ 
picola  Charp.  e  la  comune  della  H.  arbustorum  debbono 
essere  indigene  nel  Piemonte  orientale,  la  prima  tanto 
suir  Apennino  quanto  all’  Alpe ,  perche  vive  si  nello  stato 
parmense  che  nella  provincia  di  Como  e  nel  cantone  val- 
lese  ;  le  altre  solo  sulle  Alpi ,  perche  non  si  raccolsero 
nei  paesi  limitroli ,  che  nei  contorni  di  Airolo ,  Aosta  , 
Bex  e  Grenoble. 


(  Sara  conlhiuato  ) 


89 


Fiivisln 

'  L  a  n  g  e  r  Karl  —  Vorlaufige  Mittheilung  iiber  ein  ca- 
pillares  Gefass -System  der  Teichmuschel  (  Comunicazione 
preliminare  sopra  un  sistema  di  vasi  capillari  hqW  J no- 
don  t  a  ). 

Letta  air  academia  delle  scienze  in  Vienna  nel  marzo  1853  ed 
inserita  nei  rendiconti  delle  sue  sedate  lomo  X.  pag.  432,  giugno. 

Si  ammette  quasi  generalmente  (1) ,  che  negli  acefali 
le  arterie  perdono  le  loro  pareti  e  che  il  sangue  circola 
liberamente  entro  gli  organi  e  fra  i  medesimi ,  negando 
assolutamente  la  presenza  in  quegli  esseri  d’  un  sistema 
di  vasi  capillari  ed  in  parte  anche  delle  vene;  mentre  la 
circolazione  vi  e  completata  per  semplici  lacune  ( spazii 
esistenti  nei  tessuti  e  negli  organi ).  Pero  Souleyet  e  spe- 
cialmente  Robin  ( rapport  k  la  societe  de  Biologie  sur  le 
phlebenterisme )  appoggiati  ad  injezioni  di  vasi  capillari , 
si  sono  decisamente  pronunciati  contro  ogni  ammissibilit^ 
di  una  interruzione  nel  circolo  del  sangue. 

(1)  Milne  Edwards,  zoologia,  edizione  itatiana,  p.  89,  Milano 
1846. 

»  Onant  aux  vaisseaux  sanguins  memes .  V  opinion  admise 
jusqu’  ici  comme  certaine ,  a  ete,  dans  ces  deruiers  temps,  I’ob- 
jet  de  graves  objections.  II  parait  qu’  il  n’  existe  chez  tous  les 
Acephales  qiie  des  arteres  et  des  veines  ,  et  que  ces  deux  sortes 
de  vaisseaux  ne  sont  relies  entre  eux  par  un  reseau  capillaire  , 
que  dans  les  organes  de  la  respiration  ».  Siebold ,  nouveau  ma- 
nuel  d’  anatomie  comparee ,  trad.  p.  268,  Paris  1849. 

»  Infine  troviamo . il  sangue  circolante  in  parte  en¬ 

tro  cauali  o  vasi  proprj  ,  in  parte  ne’  vuoti  o  nelle  lacune  del 
corpo.  Le  lumache  e  le  ostriche  ce  ne  danno  un  esempio  »  Dc 
Filippi,  il  regno  animale  ,  p.  17,  Milano  1852, 


90 

Longer  avea  gia  nel  4850  dimostrata  ia  continuita  del 
sistema  circolatorio  nei  cefalopodi  (1),  oi'a  egli  estese  le 
sue  ricerche  agli  acefali ;  ma  nella  citata  memoria  non  ci 
porge  per  ora  che  alcuni  cie^  risnltati  delle  medesime. 

Egii  ottenne  injezioni  capillari  del  mantello,  del  piede, 
dei  inuscoli  d’  altacco  ,  delle  branchie  ,  dei  tentoni  labiali, 
deir  intiero  tiibo  intestinale  e  del  corpo  di  Bojanus.  Nel 
marghie  del  mantello  egli  vide  sconiporsi  le  arterie  in 
una  rete  capillare  e  nascere  da  questa  le  vene  (2).  Le 
forme  di  queste  reti  sono  diverse  nei  diversi  organi  a 
seconda  della  disposizione  dei  tessuti  ;  e  nei  singoli  or* 
gani  il  grado  ed  il  modo  della  loro  contrazione  esercita 
nn’ influenza  sulla  grandezza  e  sulla  forma  delle  magliej 
giacche  sotto  una  contrazione  maggiore  queste  si  restrin- 
gono  e  si  stirano  in  determinate  direzioni.  I  capillari  ^ 
salve  poche  eccezioni,  sono  grand!  (  sino  0,  0520  M.  ra.  nel 

(1)  Vedi  Sielold  1.  c.  p.  385  -  387  e  Milne  Edw.  I.  c.  p.  594. 

(2)  Ge  systeme  de  lacunes  forme,  surtout  dans  le  manteau,  un 

beau  reseau  de  canaux  gre’.es  qui  s’  apergoit  meme  a  1’  oeil  nu 
chez  les  Naiades.  On  ne  doil  cependant  pas  les  confondre  avec 
un  autre  reseau- plus  difficile  a  dislinguer  etqui,  tres - probable- 
ment  ,  conslitue  un  systeme  do  canaux  aqaif^res  (  p.  271)  .  .  .  il 
cxiste  chez  les  Lamellihrandies  un  double  systeme  de  lacunes 
dans  V  interpretation  duquel  on  rencontre  .  .  .  piusieurs  difficul- 
tes . Il  est  difficile  de  croire  que  deux  especes  de  ca¬ 

naux  sans  parois  peuvenl  traverser  le  corps  sans  se  confondre. 
D’ un  autre  cote  si  i’ oa  regarde  les  canaux  aquiferes  comme  des 
veines  et  les  autres  comme  des  arteres ,  .  .  .  le  systeme  sanguin 
s’ouvriraii  au  dehors.  »  (  p.  277  et  278  ).  Siebold  1.  c. 

«...  les  nombreux  canaux  capillaires  des  divers  organes, 
et  surtout  du  manteau,  s’ empliraient  difficilement  sous  1’ in¬ 
fluence  d’ impulsions  peu  energiques  ».  Baudon  et  Drouet.  etudes 
sur  les  Anodontes  de  I’Aube,  5. me  article,  juin  4853.  (Revue  de 
zoologie  pag.  252 ). 


94 

caiiale  intestinale  ),  piu  grandi  ancora  de’  capillari  dei  ret- 
tili  nudi  (  batraci  ). 

Quesle  forme  di  vasi  ,  le  estese  reti  venose  e  quindi 
la  grande  ricchezza  di  sangue  nel  corpo  dell’  ^'4ji.odonta 
spiegano  la  sua  facolta  di  gonfiarsi. 

.  I  tentoni  labiali  e  tutto  I’intestino  vengono  nudriti  dal- 
r  aorta  ;  il  solo  tratto  estremo  del  retto  riceve  il  sangue 
dair  aorta  posteriore ,  tutto  i!  resto  ,  compresa  ia  porzio- 
ne  deir  intestino  retto  cbe  attraversa  il  cuore ,  lo  riceve 
dair  aorta  anteriore.  Quella  parte  della  superficie  interna 
dei  Untoni  labiali,  che  confina  colla  bocca  e  non  e  sca- 
nalata  ,  ha  come  questa  ima  rete  con  maglie  piu  rotonde 
e  vasi  piccoli.  Il  ventricolo  colie  sue  pieghe  possiede,  spe- 
cialmentc  in  queste,  dei  capillari  raaggiori ,  che  progre- 
dendo  nella  direzione  delle  scanalature ,  si  dispongono  in 
gruppi  di  maglie  stirate  in  sensi  diversi.  La  superficie 
interna  dell’  intestmo  stesso  presenta  un  colorito  intense^ 
che  proviene  dai  capillari  grandi  e  ravvicinati  dalla  con- 
trazione,  per  modo  che  a  mala  pena  si  possono  ^corgere 
delle  maglie  queste  pero  divengono  fiicilmente  visibili , 
qualora  il  pezzo  dell’  intestino  venga  disteso  con  precau- 
zione  o  maggiormente  schiacciato.  La  piega  sagliente  del- 
r  interno  del  tubo  intestinale  non  lo  percorre  per  intie- 
ro ,  ma  dal  ventricolo  giunge  soltanto  sino  al  termine 
del  primo  giro ,  e  ricompare  piu  sporgente  nell’  ultimo 
giro,  ove  si  prolunga  sino  alia  fine  del  canale.  In  que¬ 
sta  piega  non  si  puo  a  meno  di  scorgere  le  reti  capil- 
lari  -  le  maglie  sono  tanto  piu  grandi  e  distinte  quanto 
piu  la  piega  e  sagliente.  Le  maglie  vascolari  di  questa 
sono  allungate  e  sinuose  per  il  decorso  ondulatorio 
dei  capillari.  Si  puo  facilmente  persuadersi,  che  nell’  estre- 
ma  parte  dell’  intestino  arabe  le  forme  delle  reti  ,  quelle 


92 

della  piega  e  quelle  della  siiperficie  liscia ,  sono  in  so- 
stanza  le  medesime ,  solo  che  trovansi  ora  piu  ora  meno 
avvicinate.  Al  principio  dell’  intestino ,  ove  la  piega  e  piii 
bassa  ed  il  suo  lembo  e  tagliente,  \  vasi  maggiori  di 
essa  si  convertono  in  vasi  assai  miniiti,  i  quali  decorrono 
obliquamente  paralelli  lungo  la  direzione  dell’  intestino. 
Nelle  piege  del  corpo  di  Bojamis  (4)  i  vasi  ( le  vene) 
hanno  diametri  ancor  maggiori ,  e  la  loro  divisione  ed  il 
loro  costiluirsi  in  reti  ha  luogo  con  una  certa  regolarit^; 
e  rispetto  alia  direzione  della  corrente  del  sangue ,  1’  au- 
tore  trovo  di  confermare  nell’  essenziale  le  vedute  di 
Bojanus. 

S  u  e  s  s  Eduard  —  Ueber  die  Brachiopoden  der  Kossener 
Schichten  (  Sui  Bracbiopodi  degli  strati  di  Kossen ). 

Inserito  nei  rapporti  delle  sediue  dell’ academia  delle  scienze 
di  Vienna,,  tomo  X.  p.  283;  gingno,  1853. 

Lo  scopo  principale  di  questo  lavoro ,  che  verr^  pu- 
blicato  per  esteso  nelle  memorie  della  preaccennata  aca¬ 
demia  ,  e  di  riunire  mediante  il  confronto  esatto  delle 
specie  fossili  d’  un  gruppo  specialmente  rappresentato  nel¬ 
le  Alpi  orientali,  una  somma  di  prodotti  analoghi  ,  onde 
per  tal  guisa  stabilire  una  serie  di  locality  ,  e  direbbesi 
quasi  un  orizzonte  ,  che  possa  service  di  guida  sicura 
neir  esame  degli  altri  strati.  —  Quantunque  si  consider! 
la  paleontologia  come  scienza  ausiliare  della  geologia,  es¬ 
sa  deve  cio  non  ostante  seguire  la  direzione  propria^  zoo- 
logica.  I  fossili  non  hanno  semplicemente  da  service  ai 
geologhi ,  come  le  monete  agli  storici ;  raa  essi,  debbo- 

(1)  »  .  .  .  organe  qui  sans  aucun  doute  repr^sente  un  rein  » 
Siehold  1.  c.  pag.  278. 


95 

no  procurarci  una  imagine  delle  relazioni  vitali  nelle  pas- 
sate  epoche  geologiche.  E  percio  Suess  inlraprese  queste 
ricerche  anclie  alio  scopo  cli  illustrare  i  brachiopodi  delle 
formazioni  secondarie.  —  Indlcati  i  mezzi ,  de’  quali  si 
giovo,  e  gli  ostacoli,  che  s'hanno  a  combattere  in  simili 
lavori,  V  autore  passa  alia  sposizione  dei  risultati  ottenuti 
dair  esame  degli  strati  di  Rbssen. 

Sono  qiiesti  dei  calcarei  di  colore  nero  sino  al  griggio 
chiaro,  appartenenti  al  gruppo  del  Lias,  che  si  estendo- 
no  lungo  il  versante  settentrionale  delle  Alpi  oriental! 
dalla  Baviera  sino  a  Vienna.  Nel  versante  raeridionale 
possono  ad  essi  paragonarsi  i  deposit!  di  Col  des  Encom- 
bres  ,  di  Arzo  presso  Mendrisio.  La  localita  tipica  e  Kos- 
sen  nell’estremo  Nord-Est  del  Tirolo  transalpine.  —  Que- 
gli  strati  poco  potenti  di  calcare  rosso  chiaro  sino  al 
bianco  ,  spesso  zeppi  di  pietrefatti ,  delle  valli  sliriane , 
conosciuti  come  strati  di  Staremberg ,  non  contengono 
quasi  altri  brachiopodi  che  quelli  trovati  anche  negli  strati 
di  Kossen.  Sinora  manca  loro  la  Spirigera  oxyocolpos  , 
una  delle  specie  piu  singular!  e  piu  caratteristiche  degli 
strati  di  Kossen.  —  I  calcari  neri  di  Gresten  nell’Austria  in- 
feriore  non  hanno  di  comune  cogli  strati  di  Kossen,  che 
quelle  specie,  le  quali  nelle  Alpi  oriental!  occorrono  in 
tutti  gli  strati  liasici ,  p.  e. :  Spirifer  Munsterl  e  rostra- 
tus.  Se  da  una  parte  in  onta  alia  rassomiglianza  dei  rap¬ 
port!  geologic!  e  petrografici  non  e  ancora  stabilito ,  che 
quei  calcarei  siano  identic!  cogli  strati  di  Kossen,  dall’al- 
tra  r  autore  non  osa  neppure  risguardarli  ancora  come 
una  formazione  a  se  del  calcare  alpino  ;  per  cio ,  che  la 
loro  deviazione  dal  carattere  normale  degli  strati  di  Kos- 
sen  forse  non  e ,  che  un  prodotto  delle  circostanze  lo¬ 
cal!.  —  Piu  che  il  gran  numero  di  specie  nuove  in  que- 


94 

sti  strati  liasici  ,  fa  sense  la  presenza  in  essi  del  genere 
Spirigera ,  che  per  lungo  tempo  venne  risguardato  come 
esclusivamente  paleozoico  ,  e  solo  da  poco  fu  constatato 
anche  nel  Trias.  Questa  scoperta  non  e  meno  interessante 
di  quella  del  genere  Leptxna  ,  ritenuto  pure  per  paleo¬ 
zoico  ,  fatta  nel  Lias  d’  Inghilterra  e  di  Francia.  —  Delle 
specie  note  degli  strati  del  Lias  d’  aitri  paesi  rinvengonsi 
in  quelli  di  Kdssen :  Spirifer  rostraHis  e  Munsteri^  Te~ 
7'ebratula  cornula ;  Hhrnchonella  variahilis.  Garatteristi- 
che  sono  :  Spirigera  oxfocolpos ,  Spirifer  Emmrichi , 
Thecidea  Haidingeri ,  Rhfnch.  cornigera  e  fissicostata. 
Caratteristiche  pegli  strati  di  Gresten  sono  all’  incontro  : 
Spirifer  Haueri,  Ter.  grossulus  e  la  comunissima  Rhfnch, 
austriaca.  —  Gli  strati  di  Kossen^  sotto  il  nome  di  cal- 
careo  a  Gervillie,  vennero  paragonati  col  calcare  conchi- 
glifero  della  Germania  e  coi  deposit!  di  S.  Cassiano;  1’ e- 
same  de’  brachiopodi  nulla  porse  all’  autore  per  poter 
appoggiare  questa  opinione.  Gli  strati  di  Hallstatt  ,  fra  i 
quali  egli  comprende’^  qiielli  di  S.  Cassiano  ,  sarebbero  in- 
feriori  agli  strati  di  Rossen. 

fiolizie. 

,  .  I 

Helix  frigid  a  Jan. 

Verso  il  4830  i  noti  naturalisti  aflfratellati  Giorgio  Jan, 
ora  direttore  del  museo  civico  di  storia  naturale  in  Mi¬ 
lano,  eel  il  defunto  Giuseppe  De  Gristoforis  raccol- 
sero  pei  primi  sulle  Grigne  ,  monti  posti  ad  oriente  della 
provincia  comasca,  la  Helix,  che  avuto  riguardo  alia  sua 
dimora  ,  chiamarono  H.  frigida ,  e  diedero  alia  sua  va- 
riazione  minore,  fasciata,  che  abita  le  siesse  montagne, 
il  nome  di  F.  inmhrica.  Thomas  e  Boissier  ve  la  rin- 


95 

vennero  in  seguito ;  ma  altri  ,  come  i  fratelli  Villa  e 
Moiisson,  indarno  ve  la  cercarono.  Nello  scorso  autunno 
il  caso  voile,  che  1’  entoraologo  ed  ornitologo  Giuseppe 
Brambilla  di  Pavia  ed  il  dottore  Amanzio  Rezia  di  Bella- 
gio  sul  Lario,  die  con  amore  coltiva  varii  rami  di  scien- 
ze  naturali  ma  specialmente  la  malacologia ,  trovassero 
questo  interessante  mollusco.  E  dacche  essi ,  trasmetten- 
done  alcuni  esemplari  alia  redazione  di  questo  giornale  , 
si  compiacquero  pure  di  fornirle  dei  dati  precisi  sulla  di- 
mora  de’  medesimi ,  si  crede  di  agire  nelP  interesse  della 
scienza  e  dei  raccoglitori ,  facendoli  qiii  di  publica  ra- 
gione.  Il  primo  incontro  1’  H.  frigida  a  pochi  passi  dalla 
cima  del  Monte  Codeno  o  Moncodine  boreale,  o  Grigna 
settentrionale,  e  precisamente  sulla  rupe  che  guarda  In- 
trobbio  nella  Valsassina.  Rezia  ebbe  campo  di  istituire 
delle  osservazioni  piu  dettagliate,  e  che  comunico  nel 
modo  seguente :  ^5  A  meta  cammino  circa  dalla  grotta  del 
ghiaccio  (a  i675m. )  verso  la  cima  del  Moncodine  (a. 
241 2m.  i^)  -  )  trovai  il  primo  esemplare  dell’  H.  frigida 
Jan.  Postomi  tosto  con  qualche  cura  in  traccia  d’  altri  , 
ne  scoprii  qualcuno ,  ma  sporadico  ,  fra  i  crepacci  di 
quella  roccia  dolomitica,  sulla  quale  crescono  le  Digitalis 
lutea  Linn.  ,  Glohularia  cordifoUa  Linn,  e  Melissa  pf- 
renaica  Jacquin.  E  fu  solo  presso  la  cima  del  monte,  che 
potei  raccoglierne  in  maggiore  quantita ,  e  (|ui  1’  H.  fri¬ 
gida  vive  sulla  roccia  pressoche  nuda,  rivestita  solo  di 
quando  in  quando  da  qualche  Sassifraga  e  dalla  Primzi- 
la  glaucescens  Sprengel,  in  posizione  soleggiata,  asciutta 
o  per  dir  meglio,  secca  j?.  —  -  I  fratelli  Villa  enumerano 

(*)  Giusta  i  calcoli  istituiti  neil’  osservaforio  astronomico  di 
Brera  il  Codeno  boreale  sarebbe  elevato  2413m  sopra  il  livello 
del  mare  adriatico  ed  il  Codeno  australe  21.8 1 m. 


96 

questa  specie  ne'  loro  cataloghi  come  sinonima  della  //. 
Schmidtii  Ziegler.  Appartengono  bensi  entrambe  al  me- 
desimo  gruppo  ,  ma  vanno  tra  loro  distinte  per  caratteri 
notevolissimi.  La  conchiglia  della  H.  frigida  conta  6  giri 
di  spira ,  presenta  un  umbilico  larghissimo  ed  e  o  total- 
mente  bianca  e  qualche  volta  quasi  calcinata,  quantunque 
r  esemplare  sia  fresco,  o  biancastra  colle  traccie  di  due 
fascie  (  003-40  )  sbiadate  oppure  con  una  fascia  media- 
na  bruna  ( H.  mstibrica  ) ;  la  sua  superficie ,  special- 
mente  nelle  parti  inferiori  ,  e  segnata  da  atomi  oscuri 
a  modo  della  CL  dalmatina  Partsch  e  consortia  e  ne- 
gli  individui  giovani  ed  anche  in  qualcuno  dei  completi 
la  seconda  meta  delT  ultimo  anfratto  tingesi  leggermente 
di  un  colore  giallognolo  di  came.  1/ i7.  Schmidtii 
conta  soli  5  anfratti,  presenta  un  umbilico  di  poco  piu 
largo  della  met4  di  quello  della  B..  frigida  (3:5),  non 
ofFre  mai  fascie  ed  e  come  H.  coluhrina  e  iigrina 
di  Jan  macchiata  in  briino;  inline  la  sua  spira  si  svolge 
con  maggiore  rapidita ,  che  non  quella  della  H.  frigida. 
La  chiocciola  degli  individui  di  questa  specie  osservati  si- 
nora  misura  dai  24  ai  26  mill,  in  diametro  e  dagli  4 1 
ai  44  in  altezza.  Si  daranno  a  suo  tempo  e  liiogo  la 
descrizione  ed  i  caratteri  anatomici  del  mollusco. 

Helix  (  Drepanostoma  )  nautiliformis  Porro. 

Questo  singolare  mollusco,  proprio  del  versante  lom- 
bardo  ,  non  era  stato  raccolto  che  in  un  numero  limi- 
tato  di  esemplari  nella  Yalanzasca  ,  nei  contorni  di  Lu¬ 
gano  e  per  la  prima  volta  in  Yalgana.  Ora  il  signor  An¬ 
tonio  Yilla  lo  incontro  in  abbondanza  nella  valle  d'  Olona 
presso  Varese,  ove  ne  raccolse  una  settantina  d’  individui 
completi.  E  noto,  che  preferisce  nascondersi  sotto  le  pie- 
tre  argillose  o  di  melafiro  decomposto  o  di  puddinga ,  e 
che  manca  totalmente  nei  seni  della  ^valle  esposti  a  po- 
nente,  ove  il  sole  domina  per  la  maggior  parte  della 
giornata,  trovandosi  soltanto  in  quelli  volti  a  levante  , 
ove  anticipa  il  tramonto. 

(  Dispensalo  nei  mese  di  novembre  ) 

Pavia.  Tip.  Fust. 


GIORNALE  D1  MAL4C0L0GIA 


i853.  N.“  Vil. 

Sui  moUuschi  del  lemho  orienlale  del  Piemonte. 

Molluschi  aquatici. 

(  Generi  12,  specie  r38,  varieta  6,  nriutazioni  10  ) 
LCefali  o  Gasteropodi. 

Fra  i  generi  aquatici  il  solo  Lhnncpus  (*)  venne  ri- 
scontrato  da  per  tutto  nel  paese,^  che  forma  1’  oggetto 
della  presente  meraoria.  La  Phfsa  ,  il  Planorhis ,  la 
Palndma  e  la  heniina  non  furono  raccolti  sinora  ehe 
nella  pianura  e  fra  le^Alpi,  e  la  presenza  degli  altri  due 
generi:  V alvaia  ed  Jncflus ,  non  venne  coastatata  che 
nel  piano.  Ma  tutti  questi  generi  ^  eccetto  la  Neritina  , 
trovansi  rappresentati  in  tutte  le  conlrade  limitrofe  tanto 
alpine  che  apennine ;  percio  dovranno  rinvenirsi  anche 
fra  le  Alpi  e  fra  gli  Apennini  della  frontiera  orientale  del 
Piemonte.  La  ISeritina  raanca  secondo  ogni  probabilita 
negli  Apennini  d’  Oltrepo ,  come  in  quelli  di  Parma  e  di 
Genova  ;  ma  se  degli  altri  sei  generi  non  s’  incontro  per 
quei  colli  che  il  Limnxzis ,  cio  dipendera  dalle  peculiari 
condizioni  di  siccita  di  essi  colli  ,  e  dalla  circostanza, 
che  le  ricerche  nei  medesimi  rimasero  alquanto  limitate. 

(*■)  Derivato  dalla  voce  grcca  c  latina  limne  ,  lago  ,  palude. 
Fa  quindi  senso  ,  come  persino  ud  Morelet  scriva  tultora  il  no- 
me  di  questo  geoere  coll’  y  (  Lymnoea  ). 


7 


98 

I  generi  Physa  ,  Valvaia  ,  Neritina  ed  Ancylus  non 
vengono  costitiiiti  che  da  due  sole  specie  cadauno ,  la 
Palvdina  ne  conta  tre.  od  i  Limncdus  e  Flanorbis  com- 
pongonsi  ciascuno  di  sette  specie.  Ulteriori  indagini  nel 
territorio  in  discorso  niuteranno  le  proporzioni  di  queste 
cifre ,  aumentando  lo  species  dei  generi  Flanorbis  e  Fa- 
ludina  ,  come  si  vedra  in  seguito. 

A  venticinqiie  montano  le  specie  gasteropodi  fluviali  del 
Piemonte  orientale.  Dieci  di  esse  non  furono  ancora  rac- 
colte  che  nella  pianiira^  ma  meno  la  Ner.  serratili- 
nea^  che  mancher^  negli  Apennini,  le  altre  tutte  dovran- 
no  rinvenirsi  in  ciascuna  delle  tre  regioni,  che  si  distin- 
scro  nel  Piemonte;  giacche  vivono  tanto  fra  le  vicine 
Alpi  comasche,  ticinesi  ,  vodesi  e  savojarde  ,  quanto  nel 
limitrofo  Apennino  parmense  e  ligure.  —  Quindi  il  piano 
non  sembra  possedere  alcuna  specie  ce- 
fala  aquatica  propria.  —  Nei  piccoli  ruscelli 
della  pianura  il  Plan,  corneiis  rimane  alquanto  piccolo  e 
gli  anfratti  della  sua  conchiglia  presentansi  schiacciati. 
Questa  varieta  sarebbe  secondo  Rossmaessler  ( Iconographie 
IL  pag.  15  )  il  PL  etruscus ,  e  gli  esemplari  con  tale 
nome  spediti  da  Ziegler  e  conservati  nella  raccolta  Porro^ 
vi  corrispondono  perfettamente.  Charpentier  e  Villa  alPin- 
contro  danno  quella  denominazione  alia  varieta  massima 
rigonfia,  quale  abita  le  aque  dei  nostri  fiumi. 

Quattordici  specie  occorsero  soltanto  nel  p  i  a  n  o  e  nelle 
valli  alpestri;  ad  eccezione  pero  della  Ner.  flu- 
viatilis  e  forse  anco  del  him  Hartmanni,  si  riscontreranno 
tutte  eziandio  nell’  Apennino  piemontese ,  dimorando  in 
quello  di  Parma  e  nell’  attiguo  del  Genovesato.  —  Il  L. 
pakistris  allorquando  dimori  nelle  aque  piccole  e  cor- 


09 

renti  diminuisce  in  volume  al  pari  del  PL  corneus ,  ed 
allunga  la  spira  del  suo  nicchio  (  L.  obscurus  ).  A  ba- 
stanza  noti  sono  il  PL  devians ,  che  sviluppasi  ne’  laghi 
e  nelle  maggiori  paludi,  e  la  Ner.  ticinensis  propria  di 
alcune  rive  del  Ticino. 

II  solo  Lim.  pereger  fu  riscontrato  tanto  nella  p  i  a- 
n  u  r  a  e  fra  le  A  1  p  i,  quanto  nell'  Apennino.  —  A 
rilevanti  altezze  (  i400-2000m. )  egli  copresi  d’  una  con- 
chiglia  assai  fragile  ,  i  di  cui  primi  anfratti  sono  molto 
corrosi  (  L,  Blatineri ).  La  fragility  ed  in  parte  anche  la 
corrosione  dipendono  probabilmente  dalla  penuria  del 
carbonato  di  calce  nelT  ambiente ,  in  cui  vive  il  Lim- 
nwns.  Ma  perche  questa  variety  non  scorgesi  anco  a 
minori  altitudini,  in  quelle  aque  ove  scarseggia  pure  il 
carbonato  di  calce?  (*)•••  —  Si  noto  che  la  pianura  non 

(*)  La  corrosione  parziale  della  conchiglia,  che  si  osserva  in 
varii  molluschi  aquatici,  fu  attribuita  a  different!  cause  second© 
le  differenti  abitudini  delle  specie  e  le  differenti  aque.  —  Wei 
Xerithium ,  nelle  Melania ,  nelle  Nerita  ,  che  sono  alternativa- 
mente  od  immersi  nelP  aqua  od  esposti  agli  immediati  raggi  so- 
lari ,  a  seconda  che  la  marea  li  copre  o  li  abbandona,  T  erosione 
della  spira  del  loro  nicchio  fu  ascritta  appunto  a  questa  multi- 
plicata  alternanza  d’  umiditd  e  di  siccitd  ,  di  caldo  e  di  freddo. 
La  spira  come  la  pi6  esposta  a  queste  iotemperie,  giacche  il  re- 
sto  puo  venir  messo  al  coperto  nella  sabbia  del  lido,  si  screpola 
e  se  ne  distaccano  dei  pezzi.  —  Nei  molluschi  che  sono  alTin- 
contro  costantemente  immersi  nell’  aqua  ,  come  sarebbero  gli  Ace- 
fali  suhmitilacei ,  de  S  a  o  1  c  y  opina  ,  che  la  carie  dipenda  da 
un  incessante  lavoro  di  assimilazione  del  calcare,  eseguito  da 
certe  specie  a  spese  di  certe  altre ,  quando  1’  aqua  manchi  della 
quantita  sufficiente  di  calcare.  E  venne  indotto  a  tale  opinione 
osservando  ,  mentre  trovavasi  alle  Antilie  ,  un  buon  numero  di 
Ampullaria  effusa  Lam.  ,  col^  comuni ,  e  che  conservava  in  un 
vaso  di  vetro.  Oualche  tempo  prima  della  loro  morte ,  avvenuta 


dOO 

offre  fra  le  sue  specie  gasteropodi  d’  aqua  dolce  alciina  , 
che  le  sia  propria;  ma  si  osservi  pure,  che  ne  T  Apen- 
nino  ne  V  Alpe  non  ne  presentarono  di  quelle,  che’abitano 
esclusivamente  in  una  di  queste  regiom ,  ne  tampoco  di 
quelle,  die  dimorando  in  entrambe  quelle  region!,  ma 
non  in  pianura,  sembrerebbero  vivere  soltanto  nelle  loca- 
lita  raontuose. 

Tutte  le  25  specie  cefale  aquaticbe  del  lembo  orientale 

dopo  alcuni  mesi  ,  s’  accorse  ,  die  si  rinnivano  in  grnppi  di  tre 
a  quattro  per  modo,  che  ognana  avea  hssata  la  testa  sulla  spira 
della  conchiglia  della  sua  vicina  ,  mentre  che  in  istato  libero  vi- 
vono  isolate ;  e  quantunque  egli  avesse  avuto  la  cura  di  racco- 
gliere  solo  degli  esemplari  colla  chiocciola  intatta  ,  cionoriostante 
dopo  la  morte  tutli  la  presentavano  corrosa.  Egli  ne  deduce,  che 
le  Ampularia  non  avendo  potato  procurarsi  ii  calcare  indispensa- 
bile  per  la  secrezioue  del  loro  nicchio  ne  dal  vaso,  n^  dall’aqua, 
ne  dal  cibo  ,  che  veniva  loro  porto,  siano  stale  costrette  a  stac-' 
carlo  dalla  conchiglia  delle  loro  compagne  di  prigionia.  —  P. 
Fischer  ripete  le  esperienze  di  de  Saulcy  con  qualche  centi- 
najo  di  Limnceus  stagnalis  Drap.  e  L.  palustris  Drap. ,  che  a 
tale  uopo  privb  d’  ogni  cibo.  Alla  fine  del  terzo  mese  la  loro 
conchiglia  era  intieramente  spogliata  dell’  epiderma  e  la  cima  del¬ 
la  spira  di  qualcnna  era  corrosa  per  modo  ,  che  sembrava  tron- 
cata.  Anche  Fischer  osservb  ,  che  durante  la  prigionia  accompa- 
gnata  da  digiuno  i  molluschi  si  riuoivano  contro  i!  solito  in  grnppi 
di  cinque  o  sei.  Ridonati  loro  gli  alimenti,  essi  crebbero  bentosto., 
secernendo  degli  strati  colorati  e  senza  alcuna  traccia  di  erosio- 
ne  ,  che  contrastavano  coll’  aspelto  pallido  dei  precedenti  giri  di 
spira.  Egli  ne  induce  quiodi,  cb’e  nelle  specie  viventi  nei  ruscelli 
a  fondo  sabbioso  siliceo-ferruginoso  la  corrosioue  della  conchiglia 
dipende  dalla  maucanza  di  calcare  in  quelle  aque,  per  cui  i  mol¬ 
luschi  sono  costrelti  a  cercarlo  altrove,  sia  anche  sui  gusci  d’  al- 
tri  molluschi.  —  Kelle  aque  Iranquille  che  si  prosciugano  nell’eslate, 
sono  i  germi  depoFti  sulle  conchiglie  dalle  crittogame  dei  generi 
Choetophora ,  Batrachospermum ,  ecc.,  die  internandosi  nelle  piu 


iOi 

del  Piemonte  occorrono  nel  piano  ,  15  furono  raccolte 
anche  fra  1’  Alpe  ,  e  finora  i  sola  di  qaeste  pote  essere 
trovata  eziandio  nell’  Apennino.  Ma  si  vide  poc'  anzi,  che 
nelle  Alpi  debbono  vivere  tutte  le  25  specie ;  alP  unica 
specie  dell’  Apennino  se  ne  aggiunsero  dubitatamente  2i. 
—  Ne  segue  quindi  che  la  p  i  a  n  u  r  a  e  P  A  I  p  e  s  o* 
no  i  t  e  r  r  i  t  0  r  i  i  pin  r  i  c  c  h  i  in  specie  ga- 
s  t  e  r  0  p  0  d  i  d’  a  q  u  a  e  P  Apennino  ilpiupo- 

piccoie  fenditure  dell’ epiderma  di  quei  uiccbi,  prodotte  dal  calore, 
e  faceodole  scoppiare,  vi  dauno  luogo  a  delie  jirosioui  irregolari^ 
spesso  considerevoli.  —  Un’  azioiie  eguale  venue  attribuita  da 
G  assies  ai  germi  delle  Neritina;  ma  questi  lasciaao  bensl  una 
traccia  sul  nicchio  degli  Unio ,  deWe  Anodonla  e  d’altre  Neritina, 
ma  non  producono  mai  delie  corrosioni.  —  Woodwards  nel 
sno  Kudimentary  treatise  of  recent  and  fossil  shells  adduce  il 
gas  acido  carhonico  contenuto  nelle  aque  dolci  come  un’altro 
agente  di  erosione  delle  concbiglie  ,  specialmente  di  quelle  delle 
3Ielania,  degli  Unio  ,  degli  Alasmondonta.  Nei  terreni  calcarei 
I’aqua  contiene  abbastanza  calcare  per  deporlo  sui  molluschi;  ma 
ove  quello  manchi  essa  ,  onde  neutralizzare  1’  acido  ,  agisce 
sui  nicchi  di  questi  e  li  scioglierebbe  intieramente,  se  non  fos- 
sero  proletti  dalF  epiderma.  La  spira  nelle  univalvi  ed  i  rialti 
(  umbones  )  nelle  bivalvi  ,  siccome  piu  a  lungo  esposti  ad  una 
tale  azione  e  difesi  da  un  epiderma  pid  sottile^  sono  le  parti 
lese  a  preferenza.  E  secondo  Bland  di  Novayork  nella  erosione 
del  rialti  delle  bivalvi  1’  acido  sarebbe  non  poco  coadjuvato  dallo 
sfregamento  che  vi  producono  le  parti  terrose ,  condottevi  ' di 
cootinuo  dalla  corrente.  —  Infine  Fischer  ,  rigettata  come  insus- 
sistente  anche  1’  aitra  asserzione  di  Gassies  ,  che  cioe  nella  sua 
Lirnncea  Noulctiana  T  erosione  proveuga  da  un  Miriapode  ,  con- 
cbiude  che  la  corrosione  delle  concbiglie  non  dipende  da  un’  unica 
causa  .  ma  pub  bensi  anche  in  una  medesima  specie  essere  pro- 
dotta  da  agenti  differenti,  secondo  le  differenti  aque  in  cui 
essa  vive  (  Dal  Journ.  de  Conch,  4851  p.  438;,  4852  p.  303, 
1833  p.  306  ). 


102 

V  e  r  0.  E  cio  dipende  dalF  abbondanza  d’  aque  lente  e 
tranquille  nel  piano  e  dalla  formazione  di  laghi  alle  falde 
delle  Alpi,  e  viceversa  dalla  peniiria  di  aque  negli  Apeo- 
nini.  E  se  il  piede  dell’  Alpe  non  fosse  bagnato  da  laghi, 
questa  parte  non  potrebbe  stare  a  pari  colla  pianura  , 
mancherebbe  ad  essa,  come  all’Apennino  (  ed  al  Tirolo), 
il  genere  Neritina  e  qualche  altra  specie  ;  giacche  una 
gran  parte  dei  molluschi  cefali  aquatici  non  prospera 
che  nelle  aque  lente  o  tranquille  ,  le  quali  si  formano  a 
preferenza  nel  piano,  e  quivi  soltanto  crescono  alle  dovute 
dimension!  di  profondita  e  d’  estensione.  Solo  qual¬ 
che  piccola  Paludina  s  e  m  b  r  a  abitare  esclusiva- 
mente  le  aque  correnti  e  fredde  o  le  termali  ,  quali 
scorrono  giii  pei  nionti  e  pei  colli  ,  e  costituire  il 
carattere  distintivo  tra  la  fauna  mon- 
tuosa,  e  quella  della  pianura. 

T  u  1 1  e  le  25  specie,  vivendo  nel  piano,  d  i  m  o  r  a  n  o 
nel  terreno  di  trasporto,  ed  essendo  que- 
sto  composto  da  avanzi  d’  ogni  sorta  di  rocce  ,  esse 
potranno  campare  indifferentemente  su 
qualunque  roccia.  Sinora  pero  non  mi  si  presen- 
tarono  che  45  sulle  rocce  silicee  (e  sono  quasi  lutte 
quelle  riscontrate  nelle  Alpi  ),  44  sulle  calcaree  e  5  sulle 
miste.  —  La  conchiglia  loro  subisce  pero  le  influenze  del 
terreno,  nel  quale  stagna  o  decorre  I’aqua  che  le  alber- 
ga ,  dando  luogo  a  delle  varieta ,  come  s’  e  veduto ,  p. 
e.  ,  pin  in  addietro  ,  parlando  del  L.  Blauneri. 

Alle  specie  gasteropodi  fluviali  della  frontiera  Est  del 
Piemonte  si  potranno  aggiungere  col  continuare  delle  in- 
dagini  le  seguenti ; 


403 

La  ¥al,  viridis  Drap.  ,  che  vivc  nella  Svizzera  ,  nella 
bergamasca  e  fra  gli  Apennini  parmigiani  e  dovr^  percio 
trovarsi  tanto  fra  le  Alpi  che  negli  Apennini  piemontesi ; 

La  PaL  fluminensis  Lang. ,  riscontrata  nel  milanese  , 
sul  bergamasco  e  sulla  bresciana,  ed  il  L.  me7nhranaceus 
Porro  5  raccollo  nel  milanese  e  nel  comasco,  le  quali  due 
specie  vivranno  quindi  probabilmente  anche  nelP  attigua 
pianura  e  fra  le  Alpi  piemontesi ; 

I  Flan,  nitidus  Miill. ,  spirorh'is  Miill.  e  contortus  Miill,, 
i  quali  dimorando  tanto  nel  versante  lombardo,  quanto 
oltre  r  Alpe  nelle  valli  del  Rodau  )  e  delf  Iscra,  nonche 
sugli  Apennini  liguri  e  parmigiani,  non  possono  mancare 
nel  territorio  del  Piemonte  posto  fra  quelle  contrade  ,  e 
vi  abiteranno  per  conseguenza  si  il  piano  ,  che  V  Apen- 
nino  e  Y  Alpe. 

Adunque  il  numero  delle  specie  gasteropodi  aquatiche, 
che  presumes!  vivano  lungo  il  lembo  orientale  del  Pie¬ 
monte  ,  ascendera  a  31  ,  che  sarebbero  tre  quinte  parti 
circa  della  somma  delle  specie ,  che  nutre  Y  intiera  valle 
padana.  11  novero  delle  specie  gasteropodi  d’  aqua  sta 
quindi  a  quello  delle  terrestri  come  1  :  3  (  31  :  100 , 
50  :  150  ).  —  Dal  suddetto  segue  pure  che  le  perlustra- 
zioni  avvenire  nella  parte  del  Piemonte  in  discorso  accre- 
sceranno  il  genere  Lvmnxus  d’  una  specie  (  in  tutto  sp. 
8  ) ,  il  Planorbis  di  3  ( 10 )  e  la  Paludina  di  2'  (  5  ).  — 
11  L,  elongattis  Drap.  accennato  dai  Villa  come  vivente 
nella  pianura  lombarda  ,  h  secondo  ogni  probability  il 
L.  obscurns  ,  giacche  non  vi  ho  potuto  scoprire  nessuri 
altro  Limnwns,  che  a  quello  rassomigli;  e  certamente  il 
L.  elongatus  enumerato  da  Stabile  nella  raalacologia  del 
luganese  altro  non  e ,  che  il  predetto  L,  obscurus, 

Tanto  nella  pianura  quanto  negli  Apennini  e  nelle  Alpi 


10-4 

piemontesi  si  potranno  rinvenire  il  P/.  compressus  Mich. , 
varieta  del  P/.  vortex^  e  \  Anc,  capuloides  Jan,  varieta 
deir  J.  fiuviatilis  ,  giacche  si  presentano  si  nel  parmi- 
giano ,  che  nel  niilanese,  nel  coniasco  e  ticinese  ,  ed  ol- 
tre  le  Alpi  occidentali.  La  FaL  spirorbis  var.  atra  Berte 
fu  raccolta  nel  territorio  di  Parma  ,  donde  si  sara  pro- 
bahilmente  estesa  anche  alia  frontiera  S.  E.  del  Piemonte. 

II.  Ace  fa  I  i. 

Tntti  cinque  i  generi  acefali  dimorano.e  nel  piano  e 
fra  I’  Alpe ,  e  nessimo  pote  sinora  essere  raccolto  negli 
Apennini.  Ma  meno  1’  Anodonta  e  V  Alasmodonta  che 
amano  le  aque  tranquille  mancanti  fra  quei  colli ,  gli  al- 
tri  tre  dovranno  esservi  rappresentati  ,  ancorche  da  po- 
che  specie,  come  nelle  attigue  coHine  genovesi.  —  A  cinque 
montano  le  specie  del  genere  Unio,  a  quattro  quelle  del- 
V  Anodonla  ,  le  Cyclas  %oi\o  due,  X  Alasynodonla  ed  il 
Pisidium  non  presentarono  che  una  sola  specie.  Ulte- 
riori  ricerche  cambieranno  pero  le  proporzioni  di  quelle 
cifre ,  aumentanJo  d  alquanto  il  numero  delle  specie  dei 
generi  Anodonta ,  Cjclas  e  Pisidium, 

Sei  specie  si  presentarono  sinora  soltanto  nelle  aque 
della  p  i  a  n  u  r  a,  Ma  1’  Alasmodonta  ,  1’  Unio  Recjuienii 
e  pictorum  furono  raccolti  eziandio  nella  Tresa,  che  se- 
condo  ogni  probability  gli  avra  trasportati  anche  nel  Ver- 
bano.  L’  V,  tumidns  vive  nel  lago  di  Muzano  presso  Lu¬ 
gano  e  nei  laghi  della  Svizzera  transalpina  j  vi  e  dunque 
motive  sufficiente  per  credere ,  che  esso  dimori  pure  nel 
Verbano  ,  tanto  piu  che  il  Ticino,  il  quale  sorte  da  que- 
sto  lago  ,  come  si  vide ,  lo  nutre  del  pari.  La  C.  cor¬ 
nea  poi  e  ovvia  tanto  negli  Apennini  genovesi ,  quanto 
nelle  Alpi  comasche,  e  transalpine  del  Rodaiio  e  del  Ise- 


105 

ra  ;  per  cui  devesi  rinvenire  ancSic  negli  Apennini  e  fra 
le  valli  alpine  del  Piemonte.  La  sola  J.  leprosa  sembra 
sinora  propria  del  piano.  —  Fra  le  tredici  specie  del 
Piemonte  orientale  tre  sole  fnrono  trovate  esclasivamente 
ne’  laghi  a  1  p  i  n  i;  ma  forse  discenderanno,  come  altrove, 
eziandio  nella  pianura.  Sono  desse  le  A,  cygnea^  anatina 
e  C.  calyculata.  Quest’  ultima  abitera  pure  V  Apennino 
piemontese ,  essendo  stata  osservata  nel  parmigiano.  — 
Quattro  occorsero  e  nella  p  i  a  n  u  r  a  e  nelle  A  I  p  i.  L’  U, 
glaxicimis  pero,  riscontrato  nel  versante  ligure  delP  Apen¬ 
nino  ,  non  puo  mancare  nel  piemontese  ,  ed  in  questo 
si  mostrera  fors’ anche  il  Pis,  palustre.}i\AV A.ponderosa 
e  1’  U.  longiroslris  non  dovrebbero  avervi  stanza.  — • 
\J A lasmodonta  nelle  aque  minori  essendo  limitata  nell’  ac- 
crescimento  ,  vi  costituisce  la  varieta  uniopsis ,  dislinta 
anche  per  avere  i  denti  della  cerniera  ben  pronunciati.  —  ^ 
Nella  pianura  si  presentarono  sinora  iO  specie  acefale, 

7  furono  raccolte  ne’  laghi  alpestri,  e  nemmeno  una  ven- 
ne  finora  osservata  nell’  Apennino.  Gome  s’  e  pero  vedu- 
to  ,  sembra  probabile ,  che  nel  piano  vivano  tutte  le  13 
specie,  e  nei  laghi  delle  Alpi  parimente  tutte  ,  meno 
forse  V  A,  leprosa  -,  nelle  aque  degli  Apennini  si  trove- 
ranno  le  seguenti  4:  U.  glaucinus,  C.  calcyciilata,  cor¬ 
nea,  P.  palus^re.  —  Adunque  gli  ace  fall,  al  pari  dei 
gasteropodi  aquatici  e  per  le  medesime  cause  ,  a  b  b  on- 
d  a  n  o  n  e  1 1  a  pianura  ed  al  piede  delle  Alpi  ,  e 
sono  scar  si  negli  Apennini,  come  lo  sareb- 
bero  nelle  Alpi,  se  a  queste  mancassero  i  laghi  —  all’  op- 
posto  di  quanto  avviene  nei  molhischi  terrestri  ,  i  quali 
nel  piano  sono  rappresentati  da  poche  specie  e  da  mol- 
tissime  ne’  luoghi  montuosi. 

Anche  le  specie  acefale,  come  le  cefale  d’  aqua  dolce  , 


106 

occorrendo  tutte  nella  pianura  e  quindi  nel  terreno  di 
trasporto,  potranno  abitare  indistintameii- 
te  nelle  aqne  di  qualunque  terreno,  su- 
bendo  pero  svariate  modificazioni  nella  conchiglia  a  se- 
conda  delle  varie  rocce  ed  aque  prese  a  domicilio,  mo¬ 
dificazioni  che  invitarono  purtroppo  a  stabilire  una  infi- 
nita  di  specie  nuove,  le  quali  infine  ad  una  sana  critica 
non  reggono.  Sinora  presentaronsi  ii  sul  calcare  ,  7  fra 
le  rocce  silicee  e  2  fra  le  miste,  Ed  ancbe  nella  distribu- 
zione  delle  specie  pei  varii  terreni  geognostici  i  molluschi 
aquatici  sono  regolati  da  una  legge  inversa  di  quella,  che 
dirige  i  terrestri ;  mentre  sul  terreno  di  trasporto  pro- 
spera  il  massimo  numero  di  specie  dei  primi ,  non  cam- 
pa  air  incontro  che  il  minimo  dei  secondi. 

Alle  iZ  specie  acefide  sinora  raccolte  lungo  la  frontiera 
orientale  del  Piemonte  si  aggiungeranno  probabilmente 
in  seguito  ad  indagini  piu  accurate  alcune  specie  dei  ge- 
neri  Cfclas  e  Pisidium  ,  i  quali  dimorando  nelle  aque 
piccole  e  specialmente  nelle  correnti ,  sono  per  lo  piu  gli 
unici  acefali  delle  regioni  veramente  montuose.  E  quelle 
specie  sarebbero  le  C.  lacustris  Drap.  e  rtvicola  Lam. , 
i  F.  fonlinale  Drap.  ed  obtusale  Lam,,  ovvie  nella  pia¬ 
nura,  sui  c  0  1 1  i  e  pei  ni  o  n  t  i  d’  altri  paesi  della 
vallata  del  Po  e  d’  Oltralpe  ,  e  delle  quali  potra  quindi 
difficilmente  constatarsi  una  deficienza  eccezionale  nel  Pie- 
,  monte.  Anche  il  P.  inflaium  Meg.  variazione  del  P.  pa- 
lustre  vi  si  trovera.  Nella  Tresa,  vivono  le  cellensis 
Schrbt. ,  rostrata  Kok.  e  glabra  Ziegler.  Nulla  di  piu 
probabile ,  che  esse  ,  seguendo  la  corrente  del  flu¬ 
me  ,  siano  discese  nel  lago  Maggiore,  che  rice- 
vc  appunto  le  aque  della  Tresa.  —  E  con  cio  il  numero 
delle  specie  del  genere  Jnodonta  verrebbe  portato  a  7  , 


^  i07 

quello  della  Cfclas  a  4  e  quello  del  Fisidium  a  3  ;  la 
somma  degli  altri  due  generi  ,  X  A las7nodont a  e  X  Unio, 
rimarrebbe  invariato.  A  20  monlano  adiinque  le  specie 
acefale,  che  secondo  i  calcoli  di  probability  orora  espo- 
sti,  dovrebbero  esser  incole  della  frontiera  orientale  del 
Piemonte. 

Epilogo, 

Adunque  la  somma  to  tale  delle  specie  d’animali 
molli  ,  che  supponesi  possano  essere  rinvenute  in  quelle 
contrade,  ascende  a  circa  d50  specie,  mentre  le  raccolte 
sinora  non  ammontano  che  a  102.  Di  quelle  (150)  130  sa- 
rebbero  cefale  e  20  acefale^  100  terrestri  e  50  aquatiche, 
e  50  di  queste  sarebbero  cefale  e  20  acefale.  II  fatto  di- 
mostrera  ,  fin  dove  questi  calcoli  siansi  approssimati 
alia  realty.  In  ogni  modo  e  probabile  che  siano  rimasti 
al  dissotto  di  questa ,  e  che  specialmente  il  numero  delle 
specie  acefale  siasi  esposto  in  cifre  troppo  piccole. 

Nel  Piemonte  propriamente  detto,  meno  il  suo  lembo 
orientale  ,  non  mi  consta  finora  che  vivano  altri  mollu- 
schi ,  che  i  seguenti  pochissimi  : 

Helix  obvolnta  Miill.  —  Monferrato  (  Rezia ). 

Helix  carthusianella  Drap.  —  colla  precedente  (Rez.) 

Helix  arhustorum  L.  var.  alpicola  Gharp.  —  Aosta. 

Helix  glacialis  Th.  —  Valli  piemontesi  j  ghiacciai  di 
Vallanzo  (  Rossm.  )  e  d’  Ala  (  Charp.  )  presso  il  Genisioj 
M.  Pizzo  (  Porro  )  ,  ghiacciajo  d’  Arnusse  (  Arnauds  od 
Arnas  ? !  —  Charp.  ). 

Helix  lapicida  L.  —  Valle  d’  Aosta  (  Rezia  ). 

Helix  apicina  Lam.  —  M.  Cenisio  (  Charp.  ). 

Bulimus  guadridens  Brug.  —  Superga  e  Gassino. 


108 

Bulimus  tridms  Brug.  —  col  precedente  (  Villa). 

Cfclostoma  Drap.  —  Monferrato  (  Rezia ). 

Limncdus  pereger  Drap.  tout,  lasvigalus  Z.  albinus  - 
L.  candidus  Z.  —  Piemonte  (  Rarrtyss  ). 

Limnw?is  pereger  var.  minor,  fragilis,  anfr.  superiori- 
bus  corrosis  -  L.  7na.rmoraliis  Bell.  —  Canavese  [Belli). 

IJmnceus  pereger  var.  intermcdius  Mich,,  variabilis 
Bellardi.  —  Canavese  (Bellardi). 

Paludina  vivipara  Lam,  var.  minor,  fiisca  unicolor, 
anfr.  superioribus  decollatis  et  corrosis  -  P.  truncata 
Bellardi  —  Canavese  (  Bellardi ), 

Alasmodonta  Bonellii  Fer.  —  Torino  (  Mousson  ). 

Phid\u7ti  Renslov't an um  Beck  —  Piemonte  [Pot.  et 
Mieh.). 

Rossmsessler  indica  pure  X  M.yelegans  Gmel.  come  in- 
digena  nei  Piemonte,  Ma  egli  deve  aver  presa  e  confusa 
la  parte  per  il  tutto,  ed  aver  voluto  con  quel  nome  ac- 
cennare  all’  intiero  stato  sardo  ,  che  comprende  anche  la 
Liguria  ,  ed  in  questa  alberga  difatti  quella  Helix. 

Ne!  versante  meridionale  degli  Apennini  liguri  e  par- 
migiani  dimorano  la  Testacella  haliotidea  Drap.*  V  Heli- 
cophanta  microgyra  Rossm.  fide  Charp.  (  Berte  ),  le  He¬ 
lix  algira  L.,  candidissima,  Drap.,  vermicidaia  Miill.  (*), 
naticoides  Drap.;  il  Bui.  decollatus  Brug.  ;  V  Ach.  foU 
liculus  Groo. ;  il  Pom.  striolatum  Porro ;  il  Cycl.  sul- 
cattwi  Drap.  [Verany)\  la  V alv.  miriuia  Drap.  ed  il 
Pis.  vitreum  Pfeiff.  {  Risso  ).  Poco  elevati  sono  i  passi 
di  quei  monti  e  potrebbe  quindi  darsi  che  varie  di  que- 
ste  specie ,  varcandoli  ,  siano  discese  in  qualche  propi- 

(*)  Siranarneate  aonunciata  da  Itossmeessler  come  specie  mi- 
lanese. 


m 

zia  posizione  del  versante  settentrionale  dei  medesimi  3 
tanto  pill  che  alcune  di  esse  ricompajono  nel  vicentino  , 
nel  goriziano  e  neir  Istria  ,  come  il  Btdimiis  ,  la  V" al^ 
vata  e  T  J/.  vermiculata.  Lo  stesso  aVverra  dilficiliiiente 
dei  molluschi  che  abitaiio  i  paesi  limitrofi  transalpini  ,  a 
meno  che  appartengano  a  specie,  le  quali,  come  le  Helix 
villosa  Drap.,  alpina  Faure  Bignet,  Fontenilii  Mich., 
fsilvatica  Drap.  e  Pnpa  secalc  Drap.  ,  ascendono  o  ten- 
gonsi  costantemcntc  a  rilevanti  altezze  ,  cui  quindi  nulla 
si  oppone,  a  che  possano  varcare  gli  elevati  passi  alpini; 
e  nel  caso  che  gli  abbiano  realmente  sorpassati,  esse  se- 
gneranno  nel  Piemonte,  come  XH.  lapicida  L.,  il  limite  S.  E. 
della  loro  distribuzione  per  1’  Eiiropa  centrale,  giacche,  al 
pari  delle  H.  ericeiorum  Drap.  (  non  la  variety  della  H. 
ncglecta  presa  comunemente  per  essa  )  q  Pupa  variahilis 
Drap.,  non  si  riscontrarono  sinora  nclla  vallata  del  P6. 
Air  opposto  i  Flan,  imhricalus  e  cristatus  di  Draparnaud 
e  le  FaL  abbreviata  e  hulimoidea  di  Michaud  ,  che  di- 
morano  nelle  contrade  oltre  le  Alpi ,  vennero  raccolte  in 
varie  localita  di  quella  vallata  ,  e  per  cio,  dovranno  rin- 
venirsi  anche  nel  Piemonte.  —  Atteso  lo  stato  tuttora 
circoscritto  delle  cognizioni  sulla  classificazione  e  distri¬ 
buzione  dei  molluschi  midi ,  non  oso  pronunciare  alcuna 
opinione  in  proposito,  nemmeno  relativa  al  solo  Piemonte. 

Eccovi  quanto  potei  raccogliere  in  fatto  di  geografia 
malacologica  di  questo  interessante  paese  !  Possano  presto 
quegli  ,  che  hanno  la  fortuna  di  abitarlo  ,  accrescere  i 
fatti  ed  emendare,  ove  occorra,  le  opinion!  esposte  in 
questo  saggio ,  e  sara  posta  un’  altra  pietra  al  grande 
edificio  d’ una  Malacologia  Italian  a,"  gia  da 
anni  e  sotto  buoni  auspici  inaugurate  da  Carlo  Porro , 


iiO 

che  non  ebbe  pero  la  sodisfazione  di  vederlo  portato  a 
termine.  Ai  superstiti  incurabe  1’  obbligo  pio  di  adempiere 
il  patriotico  voto  d’  iin  defunto ,  e  di  svolgere  una  bella 
idea  lasciata  loro  in  retaggio. 

^  Pavia,  Settembre  4853. 

P.  Strobel. 

Aggiunta.  Mentre  qiiesto  articolo  trovavasi  in  corso  di  stampa, 
giunse  una  lettera  dei  fratelli  Villa,  nella  quale  accennano  d’ave- 
re  rdccolto  1’  Helix  spirula  anche  sui  monti  del  Verbano  ,  e  rin- 
venirsi  ad  ambe  le  rive  di  questo  lago  ,  nouche  rielle  isole  Bor- 
romee,  una  Helix  ,  che  Mortillet  chiama  H.  Villa,  distinguendola 
dalle  altre  del  gruppo  delle  lucenti  (  H.  cellaria )  nel  mode  se- 
guente  :  «  Le  caractere  essentiel  de  1’  H.  Villa  est  d’  etre  comple- 
tement  plane  supdrieurement  et  d’  avoir  les  tours  de  spire  qui 
se  recouvrent  presque  enti^rement  ,  on  peut  presque  dire  qu’  ils 
montent  les  uns  sur  les  aulres,  ce  qui  r^lrecit  beaucoup  ceux 
qui  ferment  la  spire  et  donne  un  grand  developpement  propor- 
tionnel  au  dernier  ».  I  fratelli  Villa  m’ avvertono  inoltre,  che 
la  Claus.  Villx  Meg.  ( var.  della  Cl.  plicatula  )  trovasi  negli 
Apennini  ed  alle  sponde  del  lago  Maggiore ,  e  che  in  questo  pe- 
scasi  V  Anod.  ventricosa  Pfeiffer. —  Secondo  una  nota  manoscritta 
di  Rezia  la  Ner.  serratilinea  sarebbe  stata  raccolta  anche  nel 
Ticino. 


Parassiti  di  alcuni  molluschi  :  b)  Acaro  AeW’ He¬ 
lix  aspersa  Muller. 

Un  anno  or  fa  ,  il  dottore  P  o  n  t  a  1 1  i  e  di  Rennes 
scopri  il  modo  ,  col  quale  T  acaro  della  H.  aspersa,  che 
appartiene  al  genere  Gamasus  ,  provede  alia  propagazip- 
ne  della  sua  specie.  Se  deponesse  le  uova  sulla  superficie 
del  corpo  della  lumaca,  esse  verrebbero  a  perire  in  con- 
seguenza  dello  sfregamento  di  quella  superficie  contro  la 


Hi 

conchiglia  e  contro  i  corpi  stranieri  ,  che  il  mollusco 
rafFronta  siil  suo  caiiimino.  Quindi  V  acaro ,  venuta  1’  e- 
poca  di  deporre  le  uova  ,  e  colto  T  istante  ,  in  cui  V  e- 
lice  dilata  il  suo  orificio  polinonare  e  vi  lascia  pe- 
netrare  V  aria  esterna  ,  si  introduce  nel  medesimo  e  vi 
depone  le  uova.  La  miicosita  dell’  orificio  ve  le  tratliene 
e  poste  per  tal  guisa  in  salvo  non  tardano  a  schiudersi. 
Allora  i  piccoli  che  ne  sortono,  onde  lasciare  il  loro  co- 
vo  ed  andare  a  vivere  parassiti  sul  corpo  del  mollusco  , 
impiegano  le  medesime  precauzioni  che  uso  la  loro  ma- 
dre  per  entrarvi.  L’  uovo  e  di  forma  ellitica  ,  ma  piu 
convesso  da  un  lato  che  dall’ altro,  e  misura  da  0,48  m. 
m.  a.  0.20  m.  m.  in  lunghezza  sopra  0,12  m.  m.  in 
larghezza.  L’  acaro  stesso  e  lungo  0, 30  m.  m.  e  largo 
0,40  m.  m.  —  Dagli  Annales  des  sciences  nat.  3.me  se- 
rie,  tome  XIX.  p.  407.  (  Sara  continuato  ) 

D  a  r  d  i  d  e  1 1  e  E  1  i  c  i.  Il  signor  Giacomo  T  a  s  s  i- 
nari  d’lmola  favori  in  aggiunta  all’ articolo  su  tale  ma¬ 
teria,  inserito  in  questo  giornale  alia  pag.  22,  la  descri- 
zione  e  le  figure  dei  dardi  delle  H.  naticoides  e  vermi- 
culata.  La  redazione  mentre  riservasi  di  parlarne  in  un 
articolo  che  si  sta  compilando  ,  si  limita  per  ora  ad  ac- 
cennare,  che  Tassinari  dopo  avere  trattato  quei  dardi  sia 
previa  calcinazione  che  senza  ,  tanto  coll’  acido  idroclo- 
rico  solo  quanto  saturato  coll’  amoniaca  e  colF  ossalato  di 
questa,  conchiuse  che  essi  sono  composti  di  semplice  car¬ 
bonate  di  calce  e  di  tenue  quantita  di  materia  organica. 

Il  signor  Luigi  Menegazzi  presento  all’  academia 
di  agricoltura ,  commercio  ed'arti  di  Verona,  della  quale 
e  socio,  nella  tornata  del  primo  settembre  scorso  una 
sua  opera  manoscritta  intitolata  :  Malacologia  Veronese,  ac- 


compagnandola  dal  dono  delle  conchiglie  che  ne  formano 
r  oggetto.  Una  commissione  academica  e  incaricata  di 
riferire  in  proposito  (  CoIIeltore  deW Adige  1833  n.  70  ). 
La  redazione  di  qiiesto  giornale  avendo  fatte,  molti  anni 
ora  sono  ,  delle  annotazioni  sidle  specie  spedite  dalF  au- 
tore  di  quelF  opera  alio  sfortunato  naturalista  Carlo  Por- 
ro  ,  nonche  sulle  lettere  dirette  al  medesiino ,  sarebbe  in 
grado  di  dare  sin  d’  ora  un  saggio  di  quel  lavoro  (  circa 
90  specie  gasteropodi  ) ,  ma  ritenendone  prossima  la  pu- 
blicazione  ,  repiiterebbe  indiscrezione  il  prevenirla,  men- 
tre  e  disposta  di  darle  il  piu  cordiale  benvenuto. 

I  naturalisti  e  segnatamente^  i  cultori  della  paleontolo- 
gia  accoglieranno  con  vivo  sentiraento  di  sodisfazione  la 
notizia ,  che  a  Parigi  si  penso  finalmente  di  istituire  una 
cattedra  speciale  di  paleontologia,  e  che  Alcide  d’ 0  r  b  i- 
g  n  y  venne  chiamato  a.  coprirla  —  Dal  Journ.  de  Conch 
d853  p.  343. 

Jnnuncio. 

Huet  du  Pavilion  toccherA  quanto  prima  la 
Francia  di  ritorno  da  un  viaggio  scientifico  nelle  contra- 
de  poco  conosciute  della  feconda  Armenia  ,  durante  il 
quale  raccoglieva  uccelli  e  le  loro  nova  per  Fatio  .  pesci 
d’  aqua  dolce  ,  lepidotteri  e  nevrotteri  per  de  Saussure  ^ 
molluschi  terrestri  e  fluviali  per  Mortillet,  piante  per 
Boissier  .  .  .  ,  G.  Mortillet ,  naturalista  in  Ginevra ,  con- 
trada  de  la  Machine  ,  223,  e  il  depositario  di  tutti  gli 
oggetti  duplicati  di  storia  naturale  raccolti  in  questo  viag¬ 
gio.  Tutte  le  persone  che  desiderano  approfittarne ,  pos- 
sono  annunciarsi  presso  il  suddetto  signor  Mortillet.  Gli 
oggetti  pei  quali  si  avr^  soltoscritto,  saranno  ripartiti  fra 
i  soscrittori  secondo  I’  ordine  d’  iscrizione.  Quando  verrA 
publicato  r  avviso  del  prezzo  e  questo  non  convenisse , 
rimane  libero  a  ciascuno  di  ritirarsi.  —  Dalla  Revue  de 
zool.  4833.  p.  431. 

(  Dispensato  nel  mese  di  dicembre  ) 

Pavia.  Tip  Fusi. 


GIORNALE  DI  MALACOLOGIA 


1853.  N.”  VII 1. 

Consider azioni  stiUa  perforazione  delle  pietre 
fatla  dai  molluschi  lilofagi  e  specialmente  dalle 
FoUadi,  Del  dottore  Teodoro  Prada. 

•  .  (  CoDlinuazione  )  .  .  • 

?  II  sig.  Deshayes  (Joiirn.  de  Gonchyliologie  1850 
pag.  22-34)  in  un  lungo  articolo,  che  in  complesso  non 
e  che  la  riproduxione  succinta  di  quanto  egli  espose  nel- 
la  sua  opera :  Traite  elementaire  de  Gonchyliologie. 
Paris,  d  843-50,  alia  pag.  464  dove  tratta  della  quat- 
tordicesinia  famiglia^intitolata  dei  Lziofagi,  si  sforza  con 
diversi  argomenti  e  colla  enumerazione  di  molti  fatti  di 
dimostrare,  doversi  la  perforazione  delle  pietre  per  parte 
dei  molluschi  litofagi  unicamente  attribuire  all’  azione 
d’  un  agente  chimico ,  e  per  nulla  all’  azione  meccanica 
esercitata  dal  guscio  di  tali  animali  contro  la  pietra  aucun 
mollusque  ne  perfore  la  pierre  a  1’  aide  d'  un  moyen  me- 
canique  ;  di  piu  mettendo ,  per  cosi  dire,  in  ridicolo 
chi  fosse  propenso  ad  accogliere  una  opinione  diversa  dal- 
la  sua  egli  aggiunge  «  presentate  al  piii  abile  operajo  una 
di  tali  conchiglie  litofaghe- '  dicendogli  di  traforare  colla 
medesima  la  pietra  calcarea  dove  questa  si  trovava  gia,  — 
et  cet  homme  regardera  votre  proposition  comme  deri- 
soire  «  In  tale  articolo  pertanto  il  dottissimo  ,au- 

tore  passa  in  rivista  diversi  generi  di>  molluschi  litofagi, 

8 


iU 

e  tutti  li  esamina  sotto  il  rapporto  della  loro  facolta  per- 
forante,  e  per  tutti  conchiude  doversi  sempre  questa  fa¬ 
colta  attribuire  all’  azione  d’  uua  sostanza  acida  destinata 
a  disciogliere  la  sostanza  petrosa  che  viene  traforata.  Pri- 
mieramente  egli  considera  come  favorevole  alia  propria 
opinione  il  fenomeno  che  offrono  alcuni  molluschi ,  come 
le  Clavagelle  e  gli  Aspergilli  (*)  di  poter  cioe  dissodare 
la  propria  dimora  o  guscio  quando  non  possono  piii 
per  r  accresciuto  volume  del  loro  corpo  esservi  con- 
tenuti,  dissodamento  che  attribuisce  all’ azione  esclusiva 
di  una  sostanza  acida  che  viene  ,  come  nei  litofagi  ,  se- 
creta  da  organi  appositi  interni.  In  appoggio  a  questa  sua 
idea  il  sig.  Deshayes  adduce  pure  1’  esempio  di  alcuni  al- 
tri  animali  perforator!,  come  le  Amelidi  ed  alcuni  Spon- 
giarii ,  i  quali  ad  onta  che  sieno  sprovveduti  di  parti 
dure,  pure  non  mancano  di  scavarsi  estese  gallerie  o  nelle 
pietre  od  in  altre  sostanze  dure  di  diversa  natura.  Un’  al- 
tra  prova  a  proprio  favore  il  sig.  Deshayes  la  deduce 
dalP  osservare  essere  le  sole  pietre  di  natura  calcarea 
quelle  che  si  trovano  perforate  da  questi  molluschi,  ma¬ 
teria  che  con  tutta  facilita  viene  intaccata  e  disciolta  da 
un  acido  qualunque.  In  tale  ipotesi  poi  egli  previene  V  ob- 
biezione  che  alcuno  potrebbe  fare,  che  cioe  V  acido  il 
quale  vale  a  disciogliere  la  sostanza  calcarea  della  pietra 
possa  anche  valere  a  disciogliere  la  conchiglia  del  mol- 
lusco  perforatore  che  e  pure  della  medesima  natura  ;  la 
previene,  dico,  ammettendo  che  il  continue  contatto  del- 
l’  acqua  marina  che  circonda  sempre  la  conchiglia  valga 

(*)  Giusta  la  classificazione  di  alcuni  dei  piu  recenti  nalura- 
listi  le  Clavagelle  e  gli  Aspergilli  non  apparterebbero  piu  alia 
classe  dei  Molluschi  propriamente  detti. 


145 

a  difender  qaesta  dall’  azioiie  corrodente  deir  acido,  il  qua¬ 
le  viene  cosi  diluito  e  reso  innocuo  alia  conchiglia  stessa. 
Ma  la  presenza  di  tale  acqua  destinata  a  diluire  T  acido  a 
favore  del  guscio  del  mollusco  come  potra  lasciar  con¬ 
centrate  r  acido  stesso  destinato  alia  decomposizione  ed 
al  successive  scioglimento  della  pietra  ? 

Per  appoggiare  senipre  maggiormente  la  propria  opi- 
nione  il  dotto  naturalista  francese  prende  in  considera- 
zione  altre  circostanze  particolari.  Egli  dice,  per  esempio, 
che  la  conchiglia  entro  il  foro  che  si  scava  e  perfetta- 
mente  immobile  e  che  quindi  non  puo  confricare  le  pro- 
prie  asperita  centre  le  pareti  della  pietra  che  la  circonda 
per  poterla  cosi  abradere.  Questo  fatto  in  moltissimi  casi 
per6  non  si  verifica ,  ed  e  facile  il  persuadersene  osser- 
vando  delle  roccie  traforate  dalle  Folladi.^  dalle  Petricole, 
dalle  Lime,  dalle  Sassicave,  dai  Litodomi  ecc.,  dove  in 
ciascun  foro  si  potr^  vedere  che  la  conchiglia  rinchiusavi 
ofFre  sempre  un  diametro  minore  di  quello  del  foro  me- 
desimo  di  qualche  millimetre  almeno ,  per  cui  la  conchi¬ 
glia  nella  propria  galleria  puo  godere  d*  un  libero  mo- 
vimento. 

Il  sig.  Deshayes  poi  ritiene  impossibile  che  il  guscio 
d’  una  conchiglia  possa  giungere  colla  sua  limitata  durez- 
za  ad  abradere  un  corpo  molto  piu  duro  che  essa  non  lo 
sia  senza  logorarsi  in  brevissimo  tempo ,  e  cio  tanto  piu 
se  si  consideri  il  guscio  assai  tenero  e  fragile  dei  neo- 
nati  ,  nei  quali  un  tal  guscio  si  riduce  ad  una  esilissima 
squammetta.  Tale  osservazione  si  puo  risguardare  di  po- 
chissimo  momento  dietro  due  principali  considerazioni : 
la  prima  si  e,  che  la  conchiglia  dei  molluschi  litofagi  non 
e  poi  tanto  sottile  e  tenera  da  non  poter  resistere  al  lun- 
go  e  lento  sfregamento  esercitato  su  di  un  corpo  di  na- 


ii6 

tura  petrosa  ,  e  che  e  pur  essa  dotata  d’  iin  grade  di 
durezza  ragguardevole.  Di  pin  si  puo  aggiungere  che  la 
durezza  di  tali  roccie  viene  d’  assai  dimiuiiita  per  trovarsi 
esse  costantemente  immerse  dentro  1’  acqua  del  mare,  che 
non  solo  vale  a  rammollirle  per  imbibizione  ,  ma  anche 
per  r  azione  chimica  che  devono  esercitare  su  d’  esse  i 
tanti  sali  che  nell’  acqua  marina  medesima  si  trovano  in 
copia  discioiti  ;  ed  un  tal  fatto  si  puo  anche  verificare 
con  un  facile  esperiraento.  Secondariamente  devesi  pure 
aver  "  mente  a  cio,  che  le  parti  della  conchiglia  che  sono 
destinate  ad  una  tale  funzione  non  sono  gia  parti  morte, 
ma  sibbene  parti  dotate  di  vita ,  o  per  meglio  dire  parti 
spettanti  ad  un  essere  vivente,  il  quale  puo  percio  risar- 
cire  e  riparare  con  tutta  facilita  e  prontezza  i  danni  che 
la  propria  conchiglia  viene  a  soffrire  e  mantenerla  in  tal 
modo  sempre  intatta  anche  nelle  parti  sue  piu  sottili. 
Cosi  pure  per  cio  che  riguarda  la  tenerezza  grandissima 
delle  conchiglie  appena  nate  ,  si  puo  ritenere  che  anche 
in  questo  caso  supplisca  la  forza  di  riproduzione,  che  qui 
e  anzi  di  maggiore  efficacia  ,  essendo  la  virtu  riprodut- 
trice  nei  giovani  individui  molto  piu  pronta  e  vigorosa 
di  quello  lo  sia  negli  individui  adulti  o  vecchii ,  il  che 
si  verifica  pure  costantemente  in  tutte  le  class!  di  ani- 
mali  qual  legge  generate  degli  organismi  viventi. 

Il  nostro  autore  adduce  pure  quale  prova  atta  a  so- 
stenere  il  proprio  assunto  I’osservazione  che  i  molluschi 
litofagi  non  intaccano  se  non  le  sole  pietre#  di  natura  cal- 
carea,  e  non  mai  quelle  di  natura  diversa,  essendo  que- 
ste  inattaccabili  dagli  acidi.  Con  tale  asserzione  il  sig. 
Deshayes  mostra  di  non  avere  per  nulla  tenuto  conto  di 
varie  osservazioni  fatte  gia  da  molti  anni ,  come  sono 
quelle  del  celebre  •naturalista  A  1  d  r  o  v  a  n  d  i ,  che  diede 


Ml 

pure  iina  figura  rappresentante  una  selce  del  Sanese  tutta 
traforata  da  meandri  praticati  dai  molluschi  litofagi.  Cosi 
anche  il  B  a  I  d  a  s  s  a  r  r  i  trovo  nei  dintorni  di  Montalceto, 
pure  nel  Sanese,  delle  pietre  focaje  anch’  esse  traforate  dai 
molluschi,  ed  in  tal  guisa  pote  confermare  V  osservazione 
fatta  dair  Aldrovandi  ;  oltre  a  questo  il  rinomato  0  1  i  v  i 
assicura  d’  avere  esaminati  dei  pezzi  di  lava  compatta 
tratti  dal  fondo  dell’  Adriatico,  i  quali  contenevano  ancora 
viventi  alcune  Folladi. 

11  sig.  Deshayes  in  fine  termina  il  propro  articolo  col 
dichiarare  positivarnente ,  e  senza  amettere  alcuna  ecce- 
zione  ,  che  i  molluschi  litofagi  non  potendo  scavarsi  le 
proprie  abitazioni  coll’  impiego  di  mezzi  meccanici,  devo- 
no  di  necessita  ed  esclusivamente  far  uso  di  mezzi  chi- 
mici;  solo  egli  dice,  che  bisognerebbe  ora  studiare  la  na- 
tura  deir  agente  che  viene  segregate  dal  mollusco ,  e 
quale  sia  1’  organo  secretore ,  organo  che  esiste  nell’  ani- 
male  senza  verun  dubbio.  Di  piu  osservando  egli  che  le 
pietre  di  natura  calcarea  sono  le  sole  che  vengono  in- 
taccate  dai  molluschi  litob^gi ,  ne  deduce  che  un  tale 
agente  non  puo  essere  d’  altra  natura  che  acida.  Circa 
alia  natura  poi  di  tale  supposto  acido  egli  dice,  che  ne 
sta  aspettando  la  determinazione  dalle  osservazioni  ed  espe- 
rienze  istituite  da  altri  naturalisti. 

Nel  medesimo  Journal  de  Conchyliologie  (  1850  p.  I7i) 
il  signor  Thorent  si  mostra  della  medesima  opinione 
del  signor  Deshayes ,  di  piu  egli  dice  d’  essersi  potato 
convincere  della  presenza  d’  una  materia  acida  negli 
umori  dei  molluschi  litofagi  ,  fatto  che  pote  constatare 
mediante  1’  arrossamento  indotto  nella  carta  colorata  in 
azzurro  dalla  tintura  di  tornasole  immersa  in  detti  umori. 
In  quanto  poi  alia  precisa  natura  di  questa  sostanza  aci- 


US  ■ 

da  il  sig.  Thorent  inclinerebbe  a  riteneila  costituita  dal- 
r  acido  cloridrico ,  acido  qnesto  ,  che  come  egli  crede 
potrebbe  derivare  dalla  decomposizione  operatasi  nell’  or- 
ganismo  di  tali  animali  dei  diversi  cloruri  che  in  tanta 
copia  si  trovano  disciolti  nelle  acque  del  mare.  Secondo 
questo  naturalista  la  conchiglia  del  mollusco  poi  rimar- 
rebbe  garantita  dall’  azione  corrodente  dell’ acido,  per  es- 
ser  questa  ricoperta  dalla  propria  epidermide  che  ne  im- 
pedisce  T  immediato  contatto,  e  non  gia  dalla  azione  di- 
luente  dell’  acqua  circostante  come  opina  il  Deshayes. 

Anche  il  sig.  Lovel  1-Reeve  e  dell’ opinione  del  sig. 
Thorent,  ma  egli  ammette  di  pin  che  in  tale  fenomeno 
concorre  pure  un"  azione  meccanica  dipendente  da  alcune 
particelle  di  natura  silicea,  delle  quali  sarebbero  cosparse 
certe  parti  dei  molluschi  in  discorso  e  che  farebbero  I’lif- 
ficio  di  raschiatojo  nell’  atto  della  escavazione  delle  roccie. 
Tali  granelli  silicei  furono  trovati  pure  sul  piede  e  sul 
mantello  di  alcuni  molluschi  dal  sig.  Hancok,  ma  il  Re- 
cluz  li  ritiene  piccoli  cristalli  di  natura  calcarea  e  non 
gia  di  silice. 

Il  sig.  Laurent  in  una  estesa  memoria  intitolata:  «  Ri- 
cerche  sui  costumi  delle  Teredini  9^  ( Journal  de  Conchy- 
liologie  d850  pag.  250  )  venendo  a  pa.rlare  della  per- 
forazione  dei  legni  operata  da  tali  molluschi  ,  ritie¬ 
ne  doversi  quest’ atto  attribuire  alio  sfregamento  pro- 
dotto  dalla  conchiglia  del  mollusco  col  legno,  il  quale 
friccandovisi  contro  produce  di  tal  guisa  un  canale  in 
cui  trovasi  in  seguito  rinchiuso  Y  animale  col  proprio  gu- 
scio.  Ammette  quindi  il  sig.  Laurent  per  le  Teredmi 

(*)  Quanlo  si  e  notato  circa  gli  Aspergilli  e  le  Clavagelle 
vale  anche  per  le  Teredini,  che  esse  pure  furono  smembrate  dalla 
classe  dei  molluschi  propriameote  detti. 


ii9 

un  azione  puraraente  meccanica  ,  ma  nello  stcsso  tempo 
egli  non  nega  la  possibility,  che  in  tale  fenomeno  concor- 
rer  possa  anche  un’ azione  chimica  proclotta  dalla  presenza 
d’  una  sostanza  acida.  Nel  medesimo  tempo  egli  assicura 
di  non  aver  mai  potuto  raccogliere  una  tale  materia  in 
sufficiente  quantity,  per  poterne  dimostrare  la  sua  natura 
acida  col  mezzo  della  carta  esploratoria  di  tornasole.  Par- 
lando  poi  delle  giovani  Teredini  dice,  che  per  queste  la 
perforazione  dei  legni  riesce  assai  piu  facile  e  pronta  di 
quello  non  sia  per  le  adulte,  poiche  i  neonati,  egli  prosegue, 
essendo  piccolissimi,  trovano  facilmente  qualche  piccolo 
foro  gia  formato  naturalmente  nel  legno  ,  e  quivi  ponno 
avere  un  punto  d’  appoggio  piu  comodo  pei  movimenti 
che  essi  eseguiscono  di  continue  da  destra  a  sinistra  e 
viceversa  ;  ed  e  appunto  per  tali  movimenti  indefinita- 
mente  protratti,  che  giungono  codesti  animali  a  scavarsi 
le  proprie  gallerie  dentro  il  legno  giy  d’  altra  parte  ram- 
mollito  di  molto  pel  suo  lungo  soggiorno  nelf  acqua :  nel 
caso  teste  considerate  delle  giovani  Teredini^  il  sig. 
Laurent  opina  doversi  ritenere  nulla  o  di  lievissimo 
vantaggio  V  azione  di  un  acido  quale  mezzo  per  agevo- 
lare  la  perforazione  ,  poiche  datane  anche  la  presenza , 
e»so  acido,  attesa  la  piccolezza  dell’  animale,  deve  essere  in 
iscarsissima  quantity,  e  verrebbe  quindi  assai  di  leggieri 
reso  inefficace  per  1’  istantaneo  mescolamento  dell’  a- 
cqua  ,  che  in  gran  copia  mantiene  sommerso  il  pic¬ 
colo  animaletto  perforatore.  Un  fatto  interessante  osser- 
vato  dal  sig.  Laurent,  atto  a  dimostrare  che  non  e  per 
r  azione  corrodente  d’  un  acido,  che  le  Teredini  traforano 
i  legni  ,  si  e,  che  le  Teredini  stesse,  a  quanto  sembra  , 
si  nutrono  dei  frammenti  del  legno  che  staccano,  avendo 
riscontrate  le  particelle  legnose  assai  distintamente  nelle 


120 

loro  intestina  ;  se  (juesto  legno  venisse  corroso  per  pre¬ 
via  decomposizione  operata  da  iin  acido  qualunqne^  come 
si  potrebbe  esso  rinvenire  ancora  riconoscibile  pe’  suoi 
caratteri  proprii  nel  tiibo  digerente  deir  animale  ?  Le  Te~ 
redini  pertanto ,  molluschi  litofagi,  che  del  resto  hanno 
una  conchiglia  assai  sottile  e  levigata  ,  si  ponno  scavare 
le  proprie  gallerie  ,  qualche  volta  assai  estese ,  col  con- 
corso  di  soli  mezzi  meccanici  e  nulla  piu. 

11  sig.  C  a  i  1 1  i  a  u  d  (Journ.  de  ConA  850  p.  563 )  ammette , 
che  i  molluschi  litofagi  possano  impiegare  due  difFerenti 
mezzi  per  scavare  le  pietre;  uno  di  questi  e  esclusiva- 
mente  meccanico,  mentre  Taltro  e  dovuto  alb  azione  d’un 
agente  chimico ,  ossia  ad  un  acido.  Del  primo  di  questi 
mezzi  secondo  questo  autore  si  valgono  le  Folladi-,  a  di- 
mostrare  la  verita  della  propria  opinione  ecco  quanto  fe- 
ce  il  sig.  Cailliaud.  Egli  prese  primieramente  un  pezzo  di 
pietra  calcarea  gia  traforata  dalle  Folladi,  e  nello  stesso 
tempo  prese  pure  alcuni  gusci  di  Folladi  estratti  dalla 
pietra  medesima,  ed  immerse  e  pietra  e  conchiglie  neb 
r  acqua  per  ventiquattro  ore.  Passato  questo  tempo,  pre- 
sa  la  conchiglia  di  una  delle  suddette  Folladi ,  si  accinse 
a  tentare  artificialmente  la  perforazione  della  pietra  cab 
carea  previaraente  imbevuta ,  operando  colla  conchiglia 
sotb  acqua  come  con  un  succhiello,  procurando  pure  con 
tale  manovra  d’  imitare  possibilmente  i  movimenti  che 
il  mollusco  vivente  esercita  colla  propria  conchiglia.  In 
capo  a  cinquanta  rainuti  esso  pote  ottenere  un  foro  del 
diametro  di  undici  millimetri  e  della  profondita  di  dieci  e 
mezzo;  ed  avendo  continuato  il  proprio  lavoro  per  lo  spa- 
zio  d’  un’  ora  e  mezza,  ottenne  un  foro  di  undici  milli¬ 
metri  e  mezzo  di  diametro  sopra  dieciotto  di  profondita. 
Di  piu  il  sig.  Cailliaud  fa  osservare  che  le  conchiglie 


adoperate,  dopo  d’  aver  eseguita  una  tale  perforazione,  era- 
no  in  istato  di  produrre  il  medesimo  effetto  ,  erano  cioe 
perfettamente  intatte  anche  nelle  loro  parti  pin  sottili,  co-- 
me  sono  le  asperita  e  scabrezze  che  rivestono  la  loro 
esterna  snperficie ;  fa  notare  eziandio  che  il  mollusco 
impiegando  nella  perforazione  delle  pietre  molto  maggior 
tempo  di  qiiello  irnpiegato  da  esso  lui  artificialmente  ,  in 
questo  periodo  la  conchigiia  viene  continuaraente  restau- 
rata  ed  anzi  accresciuta  per  la  secrezione  non  interrotta 
della  materia  calcarea  operata  dall’  animale  al  quale  essa 
appartiene. 

(  La  fine  nel  prosslmo  niimero  ) 


Rivista 


Von  ,Bibra  Beitraege  zur  Naturgeschichte  von 
Chile  (  Studi  su  la  storia  naturale  del  Chili  ). 

Inseriti  nelle  memorie  delT  academia  delle  scienze  in  Vienna 
tomo  Y.  parte  11.  pag.  73  con  5  lavole. 

La  prima  e  piu  estesa  parte  di  questo  lavoro  tratta 
della  topografia  e  geognosia  delle  contrade  percorse  dal- 
r  autore  (  pag.  73  a  103  ).  Segue  la  parte  meteorologica 
(pag.  105  a  443)^  nella  sezione  idrometrica. della  quale 
ofFresi  T  analisi  chimica  di  varie  aque  potabili  e  minerali. 
Limitate  sono  le  notizie  botaniche  (  pag.  445  a  420  )  e 
le  zoologiche  (pag.  420  a  433  ).  Cenni  etnografici,  spe- 
cialmente  sugli  Arancani,  chiudono  il  trattato.  (pag.  434 
a  441  ).  —  Dei  molluschi,  come  degli  altri  animali,  B  i- 
b  r  a  non  raccolse  che  le  specie  piu  comuni ;  giacche  egli 
non  si  era  in  cio  proposto  altro  fine  ,  se  non  quello  di 
porgere  un  quadro  del  carattere  zoologico  del  paese,  a  for- 
marsi  il  quale  basta  appunto  la  conoscenza  delle  specie 


m 

comuni.  Quindi  (alia  p.  421)  enumera  i  soli  molluschi 
marini  ovvii  lungo  tutta  la  costiera  del  Chili,  come  la 
-Liiorina  peruviana  ,  i  Trochus  niger  e  nigerrimus  ,  la 
Concholepas  peruviana  ,  varie  specie  non  determinate  di 
'Patella^  Chiton  ,  Balanus ^  Mjtilus,  Venus  ed  il  Solen 
guinensis ;  ed  un’  unica  specie  terrestre,  il  Bulimus  ro^ 
sacetts  Ring  ,  comune  sui  colli  presso  Valparaiso  e  Sant- 
jago;  come  pure  una  sola  conchiglia  fluviale,  la  Janthina 
communis,  frequente  nei  ruscelli  di  Valdivia.  Egli  ritiene 
poi  che  al  Chili  le  specie  terrestri  e  d’  aqua  dolce  siano 
poco  numerose.  — Il  nostro  M  o  1  i  n  a  (*)  osserva  in  proposito, 

(*)  Giovanni  Ignazio  Molina  nacque  bensi  a  Talca  nel  Chill 
Taono  4740  ,  ma  venuto  in  Italia  nel  4767  vi  ebbe  stanza  per 
pin  di  60  auni ,  cioe  sino  alia  sua  morte ,  avvenuta  nel  4829. 
Egli  scrisse  nella  favella  d’ Italia  e  T  Italia  pno  quindi  dirsi  la 
sua  patria  d’  amore ,  e  noi  lo  possiamo  perci6  chiamare  nostro. 
Nel  1782  egli  public6  a  Bologna  il  suo  Saggio  sulla  storia  natu- 
rale  del  Chill  ,  che  venne  in  seguito  tradotto  nelle  lingue  spa- 
gnuola  ,  francese  e  tedesca.  Nel  libro  IV.  di  quest’ opera  si  enu- 
merano  varie  specie  di  molluschi  ordinate  secondo  il  sistema  lin- 
neano,  ma  particolarmente  le  commestibili ;  si  acceunano  le  loro 
dimore,  i  loro  costumi,  il  modo  di  raccoglierle  e  di  utilizzarle  e 
si  controdistiuguono  anche  coi  nomi  dati  loro  nel  paese.  Parec- 
chie  sono  le  specie  nuove  ,  ioserite  anche  da  Gmelin  nel  Systema 
naturce  del  Linne;  ma  le  loro  diagnosi  sono  troppo  concise,  per 
cui  ,  mancando  le  figure,  riescono  insufficient!.  Ne  saprei  se  a 
questo  difetto  siasi  rimediato  nella  ristampa,  che  si  fece  di 
queslo  libro  nel  4840,  giacche  non  la  conosco.  Forse  nel  museo  di 
storia  naturale  dell’universita  di  Bologna,  ove  il  Molina  dimorb  per 
undid  luslri ,  esisteranno  i  pezzi  original!  delle  specie  da  esso 
descrilte,  ed  inallora  sarebbe  bene  confrontarli  colle  opere  degli 
autori  anterior!  e  posteriori  a  lui,  ed  ove  occorra  rivendicare  le 
sue  specie,  che  sono  :  Sepia  unguiculata,  tunicata  ed  he.vapodia, 
Pholas  chiloensis ,  Solen  macha,  Chama  thaca,  Mytilus  albus  ed 
ater  e  Murex  locus.  Molina  enumera  inoltre  come  molluschi 


423 

che  in  quel  paese  mancano  assolutamente  le  lumache  ter- 
restri  ignude ,  non  cosi  le  chiocciole ,  le  quali  si  propa- 
gano  in  gran  copia  in  tutti  quei  boschi.  Ad  una  di  que- 
ste  egli  dicde  il  nome  di  Helio)  serpentina  •  nia  essa  era 
gia  stata  anteriormente  (  1774  )  descritta  da  Muller  (  Hist, 
vermium  terr.  et  fluv.  p.  86  n.  284  )  come  H,  oblong a\ 
e  questo  nome  merita  quindi  pel  diritto  di  priorita  la 
preferenza  sopra  quello  del  Molina.  Posteriormente  (4786) 
Scopoli  ( Deliciae  florae  et  faunae  insubrica3  p.  67  ,  t.  25 
f.  B  )  cbiamo  la  stessa  conchiglia  Bullmus  Immastomus. 
Le  conche  d'aqua  dolce  sono  altresi  copiosissime  ne’ flu- 
mi  e  ne’  laghi  chilesi;  e  le  spiagge  del  mare  poi,  al  di¬ 
re  dello  stesso  Molina ,  si  veggono  coperte  di  nicchi 
d’  ogni  sorta ,  e  molte  delle  adjacenti  colline  ne  sono 
interamente  composte  ,  malgrado  la  gran  quantita  che  i 
maremmani  ne  raccolgono  ogni  anno  per  bruciarli  e  fame 
calcina.  —  Nella  parte  malacologica  del  lavoro  di  B  i  b  r  a 
le  analisi  chimiche  del  fegato  e  dei  muscoli  di  varii  ge- 
neri  di  molluschi  chilesi  sembrano  porgere  il  maggiore 
interesse  e  perciu  credesi  di  darle  qui  per  esteso,  tali  e 
quali  le  tradusse  lo  studente  in  medicina  Alfonso  Cossa. 

Concholepas  peruviana. 

Sostanza  muscolare. 

400.  00  parti  essicate  diedero:  Materie  grasse  .  4.  73 


Ceneri .  7.  08 

Sali  solubili  nell’  aqua  4.  25  .  60.  03 

Sali  insolubili  nell’  aqua  2.  83  .  39.  97 


chilesi  le  officinalis,  Ostrea  edulis,  Perna  ephippium ,  Me- 

leagrina  margaritifera ,  il  Mytilus  magellanicus  e  le  Tellina  vir- 
gata  ed  albida. 


424 


Fegato. 

400.  00  parti  essicate  dieclero:  Materie  grasse  .  44.  60 


Ceneri .  5.  24 

Sail  solubili  nell’  aqua  3.  37  .  64.  69 

Sali  insolubili  nell’  aqua  4.  84  .  35.  34 

Le  ceneri  contenevano  sopra  400.  00  parti  : 

Muscoli. 

Cloruro  sodico  .  34.  97  —  39.  87 

Solfato  potassico .  4  8.  49  —  20.  62 

Fosfato  sodico  .  .  .^ .  9.  57  —  4.  20 

Fosfato  calcico  .  .  .  • .  20.  40  —  20.  20 

Fosfato  magnesico  .  .  .  .' .  49.  87  —  45.  44 


400.  00  400.  00 

Chiton  {  muscoli ). 


400.  00  parti  di  sostanza  essicata  diedero  : 

Materie  grasse . ^ .  4.  00 

Ceneri . 43.  69 

Sali  solubili  nell’  aqua  7.  06  .  54.  56 

Sali  insolubili  nell’  aqua  6.  63  .  48.  44 

In  100.  00  parti  di  cenere  si  trovarono  : 

Cloruro  sodico . * . 35.  44 

Solfato  p'otassico .  44.  35  • 

Fosfato  sodico  .  2.  07 

Fosfato  calcico . 43.  25 

Fosfato  magnesico .  5.  49 


400.  00 


425 


Mytilus  (  sostanza  muscolare  di  piu  individui ). 

400.  00  parti  di  sostanza  essicata  diedero  : 

Materie  grasse .  4  54 

Ceneri  . . .  7.  69 

Sali  solubili  nell’  aqua  4.  68 . !  60.  86 

Sali  insolubili  nell’  aqua  3.  01  . .  39.  44 

Le  ceneri  in  lOO.  00  parti  contenevano  : 

Cloruro  sodico . 34.  77 

Solfato  potassico . * . 46.  32 

Fosfato  sodico .  9.  77 

Fosfato  calcico . 25.  90 

Fosfato  magnesico . 43.  24 


400.  00 

Venus  (  muscoli  delle  specie  commestibili  ). 

400.  00  parti  di  sostanza  essicata  diedero  : 

Materie  grasse  . .  3.  75 

Ceneri  . . 44.  93 

Sali  solubili  nell’  aqua  7.  46  .  62.  53 

Sali  insolubili  nell’  aqua  4.  47  .  37.  47 

400.  00  parti  di  cenere  erano  composte  di ; 

Cloruro  sodico . 40.  54 

Solfato  potassico .  7.  23 

Fosfato  sodico . 44.  76 

Fosfato  calcico . 22.  79 

Fosfato  magnesico  .  .  .  ‘. . 44.  68 


400.  00 


426 


Fissnrella  (  della  baja  d’  Algodon ). 
400.  00  parti  di  sostanza  essicata  diedero  : 


Materie  grasse .  4.  37 

Ceneri .  3.  42 

Sali  soliibili  nell’  aqua  5.  93  76.  73 

Sali  insolubili  nell’ aqua  4.  49  23.  27 

In  400.  00  parti  di  cenere  si  trovarono  : 

Cloruro  sodico . 54.  25 

Solfato  potassico . 44.  49 

Fosfato  sodico . 8.  29 

Fosfato  calcico . 48.  20 

Fosfato  magnesico  .  .  .  5.  07 


400.  00 

In  nessuna  di  queste  ceneri  il  B  i  b  r  a  pote  trovare  del 
jodio  0  del  bromo  ,  neppure  mediante  la  prova  col  clo- 
roformio.  La  massima  parte  delle  materie  grasse  estratte 
coir  etere  contenevano  del  fosforo  o  dell’  acido  fosforico, 
ed  alcune,  come  quelle  del  Chiton  ,  una  sensibile  quan- 
tita  di  solfo.  D’ordinario  le  quantity  di  materie  grasse 
erano  troppo  piccole  per  potere  istituire  con  esse  ulteriori 
analisi.  St. 

Notizie 

P  a  r  a  s  s  i  t  i  di  alcuni  molluschi  :  c)  Letikochlorldium 
paradoxum  Cams. 

G  a  r  u  s  (4)  diede  questo  nome  ad  una  produzione  pa- 

(l)  Nova  acta  naturae  curiosorum  ,  4837^  vol.  XVII  pars  I, 
pag.  87  ,  tab.  7. 


427 

rassita  scoperta  da  Ahrens  (1)  nella  Snccinea  amphi¬ 
bia.  Ha  dessa  sembianza  d’  uti  venue  biancastro ,  molle 
e  rugoso  ,  cilindrico  ,  lungo  da  9  a  42  m.  in. ,  largo  2 
m.  m.  circa  ,  e  prolungato  in  una  specie  di  coda  pin  o 
meno  flessuosa,  colla  quale  aderisce  all’ aggregate  di  fondi 
cechi ,  che  servono  di  punto  d’  attacco  a  varii  Leucoclo- 
ridii  conviventi.  Delle  fascie  verdi  e  dei  tubercoli  neri 
tingono  I’estremit^  anteriore.  Si  muove  con  molta  facility 
tra  i  visceri  e  sino  nei  tenloni  del  mollusco  ,  ove  si  la- 
scia  scorgere  attraverso  i  tegumenti.  Fra  le  luinache  af- 
fette  dal  Lezicocloridio  osservate  da  G.  0.  Piper  (2)  , 
alcune  contenevano  tre  ,  una  persino  quattro  di  quei  pa- 
rassiti.  1  molluschi  impiccolivano,  si  seccavano  ,  ed  in- 
giallivano.  Morirono  dopo  alcune  settimane  di  notte 
tempo ,  la  inassima  parte  ritirati  nell’  interne  della  con- 
chiglia  ,  due  sporgenti  fuori  dalla  inedesima  in  atto  di 
strisciare.  In  questi  i  LeucodoridU  ( due  in  ogni  mollu¬ 
sco  )  avevano  trafoi  ati  i  tentqni  per  mode  che  distesi  e 
morti  essi  pure  sporgevano  da  questi  colla  maggior  parte 
del  corpo.  Durante  il  periodo  d’  osservazione  Piper  non 
pote  scorgere  nei  LeucodoridU  alcun  aumento  ne  alcuna 
diminuzione  divolume.  —  L’  opinione  emessa  da  Carus,  che 
questi  parassiti  nascano  spontaneamente  dalla  sostanza  al- 
terata  del  legato  della  Succinea  viene  impugnata  da 
Siebold;  non  si  scorge  la  menoina  rassomiglianza  tra 
r  aggregate  dei  Leucocloridii  e  gli  otricelH  delle  glandule 
del  fegato  del  mollusco,  e  Carus  stesso  non  aveva  osser- 
vato  alcun  passaggio  organico  graduate  dal  fegato  ai  pa¬ 
rassiti.  W  i  e  g  in  a  n  n  (  4835  )  e  Nordmann  ( 1840 ) 
dubitano,  se  tali  esseri  possano  essere  introdotti  nei  si- 
stema  con  un  nome  generico,  mentre  non  sono  che  for¬ 
me  transitorie  d’  una  determinata  specie.  Steenstrup 
(4842  )  e  D  u  j  a  r  d  i  n  (  4845  )  considerano  il  Leucoclo- 

(1)  Abhandlung  iiber  Warmer  ,  welche  in  eiuer  Erdschnecke 
entdeckt  worden  sind.  Im  Magazia  der  Gesellsch.  naturf.  Freun- 
de  zu  Berlin,  1810,  p.  293,  taf.  IX.  f.  49. 

(2)  Wiegmann’ s  Archiv  fur  Naturgeschichte ,  1851,  Bd.  I, 
pag.  313  :  zoologische  Miscellen. 


428 

ridio^  che  contiene  sempre  dei  Distomi ,  come  una  nu- 
trice  analoga  alio  sporacisto  delle  Cercarie.  Siebold  espor.ta 
in  modo  piu  completo ,  che  non  fece  Carus ,  V  organiz- 
zazione  di  quel  parassito  ,  prova  essere  egli  lin  vero 
sporacisto  di  Distomi ,  i  quali  vi  nascono  per  generazio- 
ne  alternante  ,  e  conchiude  quindi ,  che  non  tutti  i  Z>2- 
stomi  si  sviluppano  da  Cercarie  ,  come  per  analogia  e 
soverchiamente  generalizzando  veniva  ammesso  per  tutto 
r  ordine  de’  Tre?natodi ,  raentre  in  tali  animali  inferiori, 
sottoposti  ad  un’  alternanza  di  generazione  ,  1’  esperienza 
dimostro,  che  non  si  poo  dalle  fasi  di  sviluppo  cono- 
sciute  d’  una  data  specie  dedurre  quelle  non  conosciute 
d’  un  altra  ,  anche  la  piu  affine.  I  Distomi  del  Leuco- 
cloridio  sono  senz’  altro  destinati  ad  essere  introdotti  ne- 
gli  intestini  di  qualche  altro  animale  ,  onde  raggiungervi 
il  massimo  sviluppo  e  deporvi  le  uova.  Gli  embrioni^  che 
ne’  sortono  ^  emigrando  si  introducono  nella  Succinea 
amphibia  e  vi  si  trasformano  nel  Leiicocloridio  ,  lo 
sporacisto  dei  Distomi.  Dalla  rassomiglianza  che  passa 
tra  questi  parassiti  ed  il  Distom-um  holostomum^  ,  che 
dimora  nel  retto  e  nella  cloaca  dei  Jlallidi  (1),  Siebold 
e  indotto  a  riguardare  quelli  per  le  larve  di  questo.  Che 
le  rane  non  siano  destinate  a  portare  a  completo  svilup¬ 
po  la  prole  distoma  del  Leucocloridinm  ^  venne  provato 
da  Siebold  con  esperimenti  sulla  'Rana  esculenta.  Quel 
anatomico  ritiene  poi,  che  il  Leucocloridio  con  quei  suoi 
movimenti  ^bruschi  e  ritmici  nei  tentoni  della  Succinea 
non  tenda  gia  a  rompere  i  tegumenti  di  questa,  onde 
sprigionarsi;  perche  se  vi  riuscisse  anche,  andrebbe  ben 
presto  a  perire^  ma  opina  ,  che  que’  moti  abbiano  bensi 
lo  scopo  di  richiamare  Y  attenzione  di  qualche  Rallide 
sovra  la  Succinea  che  alberga  il  Leucocloridio ,  onde 
possa  aver  luogo  I’accennata  emigrazione di  questo 
e  la  trasformazione  sua  in  Distomi  olostomi.  —  Dalla 
Zeitsch.iW  Siebold  u.  Kolliker,  4853,  Bd.  IV,  p.  425. 

(1)  Rallus  aqualicus  ,  Gallinula  Porzana  ,  Ghloropus. 

(  Uispensato  nel  mese  di  febbrajo  1854  ) 

Pavia.  Tip.  Fusi. 


GIORNALE  DI  MALACOLOGIA 


4853.  IX. 

Consider azioni  sulht  perforazi07ie  delle  pietre 
falta  dai  moUuschi  litofagi  e  specialmente  dalle 
Folladi,  Del  dottore  Teodoro  Prada. 

(  Fine  ) 

Passa  in  seguito  nella  siia  memoria  il  Cailliaud  all’  e- 
same  dei  fori  praticati  dalle  Folladi^  e  da  questo  esarne 
esso  ritrae  nuova  prova  in  appoggio  alia  propria  opinione. 
Per  do  che  rigiiarda  poi  il  modo  con  cui  questi  mollu- 
schi  procedono  alia  ^perforazione  delle  pietre  ,  egli  pensa 
che  si  servano  dessi  del  piede  ,  il  quale  sortendo  dalla 
fessLira  delle  valve  e  forniando  un  vuoto,  aderisce  alia  pie- 
tra  che  vogliono  ^scavare  ,  ed  in  tal  modo  viene  ad 
esercitare  contro  di  essa  una  determinata  pressione  colla 
conchiglia;  e  adunque  in  tal  raaniera  e  dirigendo  sem- 
pre  nello  stesso  senso  i  proprii  movimenti,  che  riescono 
colle  asperita  della  propria  conchiglia  ad  abradere  la 
pietra  che  destinano  a  loro  diniora.  In  fine  aggiunge  che 
questo  processo  nella  perforazione  e  esclusivo  alle  Folladiy 
per  le  quali  non  ha  luogo  azione  chiraica  di  sorta  desti- ' 
nata  a  coadjuvare  colla  decomposizione  il  dissodamento 
della  pietra ;  mentre  che  per  gli  altri  molluschi  litofagi 
invece  ammette  1’  azione  dissolvente  d’  una  sostanza  di 
Datura  acida. 


9 


i30 

II  sig.  Aucapitaine  ( Revue  et  uiagasin  de  zoologie 
^851.  pag.  A86  )  non  rigetta  interamente  T  opinione  del 
sig.  Cailliaiid ,  ma  dice  d’  avere  certezza  che  i  molluschi 
spettanti  al  genere  Pholas  secernono  anch’  essi  iin  acido, 
che  egli  ritiene  essere  acido  fosforico ,  col  mezzo  del 
quale  essi  molluschi  intaccano  le  pietre.  e  ritiene  pure  che 
il  movimento  della  conchiglia  non  sia  ad  altro  destinato^ 
che  a  staccare  ed  esportare  le  porzioni  petrose  previa- 
mente  disciolte  dall’  acido.  Questa  idea  pero  non  sembra 
la  pill  plausibile ;  infatti  non  si  saprehbe  comprendere  la 
necessita  del  concorso  contemporaneo  di  due  diversi  mezzi 
destinati  ad  ottenere  un  solo  scopo,  la  necessita  cioe,  che 
in  tale  fenomeno  vi  debba  concorrere  I’azione  d’  un  aci¬ 
do  destinato  a  disciogliere  la  materia  calcarea ,  ed  un’ 
azione  raeccanica  unicamente  destinata  ad  esportare  le 
porzioni  decomposte. 

II  G  a  i  1 1  i  a  u  d  in  una  memoria  letta  all’  accademia 
delle  scienze  di  Parigi  il  24  novembre  4851,  intitolata  : 
59  Nuovi  fatti  relativi  alia  perforazione  delle  pietre  ope- 
rata  dalle  FoUadi  55  crede  di  sciogliere  la  quistione  in 
discorso  col  presentare  all’  accademia  stessa  alcuni  pez- 
zi  di  Gneis  e  Micaschisti  interamente  perforati  dalle 
FoUadi  i  che  ancora  trovavansi  nei  fori  delle  dette 
roccie.  Con  questo  fatto  alia  mano  egli  non  dubita  di 
conchiudere,  che  tali  animali  non  poterono  scavarsi  le 
proprie  gallerie,  se  non  impiegando  mezzi  meccanici,  es- 
sendo  per  la  natura  delle  roccie  in  cui  trovavansi,  ineffi- 
cace  r  azione  d’  un  acido  qualunque,  a  meno  che  si  vo- 
glia  supporre  le  FoUadi  atte  a  secernere  dell’  acido  fliio- 
rico,  il  solo  che  valer  potrebbe  ad  intaccare  roccie  di  na¬ 
tura  silicea  ,  quali  sono  appunto  i  Gneis  ed  i  Micaschisti, 
Dietro  questi  fatti  il  Gailliaud  spiega  come  i  molluschi 


434 

antidiluviani  con  qnesto  solo  mezzo  meccanico  abbiano 
potnto  traforare  alciini  Porfidi  proto^inici  alterati ,  sco- 
perti  nel  Belgio  nel  1842.  Un  tale  fatto  per  altro  ,  del 
traforamento  cioe  di  materie  silicee,  non  e  nuovo  nella 
scienza  ,  e  come  lo  abbiamo  gia  fatto  notare,  venne  os- 
servato  dall’ Aldrovandi ,  dal  Baldassarri  e  dall’ Olivi  ^  e 
percio  in  tempi  a  noi  molto  anteriori. 

II  sig.  W.  V  r  0  1  i  k  (  Comptes  rendus  de  I’academie  dc 
France  tome  36,  pag.  796 ;  a.  1853)  in  una  lettera  indi- 
rizzata  al  secretario  dell’  accademia  delle  scienze,  reclama 
a  favore  di  iino  de’  suoi  compatriotti  la  priority  della  sco- 
perta  del  modo  d’^agire  delle  Folladi  nella  perforazione 
delle  pielre.  Una  tale  questione  di  ciii  1’  accademia  si  e 
interessata,  aveva  gia  dato  luogo  per  parte  di  M.  Ro¬ 
bertson  ad  nn  reclamo  di  priorita,  che  fa  contrastato  pin 
tardi  dal  Cailliaad.  W.  Vrolik  viene  ora  a  dimostrare  che 
il  fatto  della  perforazione  meccanica  elfettuata  dalle  Fol¬ 
ladi  col  mezzo  delle  valve  senza  il  concorso  d’  un  acido 
qiialunque,  fu  gia  debitamente  descritto  or  sono  piu  di  60 
anni(1778)da  un  direttore  della  compagnia  di  commercio 
di  Middelburg,  chiamato  Leendert  Bomme;  questi  scrisse  una 
memoria  nella  quale  trovansi  parecchii  ragguagli  intorno 
a  codesti  animali,  che  nel  ^759-60  minacciarono  distrug- 
gere  le  dighe  dell’isola  Walcheren:  essa  memoria  fu  pub- 
blicata  negli  atti  della  societa  scientifica  di  Flessinga.  W. 
Vrolik  rinvia  per  maggiori  ragguagli  ad  un’altra  memoria, 
che  sara  pubblicala  da  G.  Vrolik  nel  primo  volume  delle 
memorie  dell’  accademia  delle  scienze  dei  Paesi  Bassi. 

Per  fine  nel  suddetto  giornale  la  Revue  etc.  4853  p.  393 
ieggesi  una  breve  memoria  di  M  a  r  c  e  I  d  e  S  e  r  r  e  s , 
nella  quale  il  dotto  autore  espone  che  tra  le  diverse  cau¬ 
se  che  furono  ammesse  per  spiegare ,  come  i  molluschi 


^32 

litofagi  giungano  a  traforare  le  pietre  nelle  qaali  essi  si 
celano,  a  lui  sembra  che  le  due  principal! ,  cioe  la  chi- 
mica  e  la  meecanica,  possano  insieme  combinarsi  agendo 
simultaneamente.  Egli  aggiunge  pero  che  vi  sono  alcune 
eccezioni  forniteci  dalle  FoUadi,  le  quali  in  qualche  caso 
e  evidente  che  fanno  uso  di  soli  mezzi  ineccanici  come 
sarebbe  nella  perforazione  di  roccie  di  natiira  silicea,  ne- 
gli  altri  casi  poi  anche  le  FoUadi  si  valgono  d"  una  so- 
stanza  acida  ,  quando  cioe  trattasi  di  roccie  calcaree.  II 
prelodato  aulore  aggiunge  che  nelle  Fenerupi,  nelle  3Io- 
diole ,  e  nelle  Petricole,  come  pure  nella  maggior  parte* 
dei  molluschi  litofagi,  ha  luogo  senza  dubbio  il  concorso 
d’  una  sostanza  acida  energica  ,  la  presenza  della  quale 
viene  comprovata  dall’  arrossamento  della  carta  di  torna- 
sole.  Una  tale  sostanza  verrebbe  secreta  dallo  stomaco  e 
dalle  intestina,  trovandosi  infatti  questo  umore  in  detti 
organic  e  dessa  costituita  da  un  acido  che  lo  stesso  Mar¬ 
cel  de  Serres  ancora  non  seppe  determinare.  La  conclu- 
sione  per  altro  dell’  accennato  articolo  si  e,  che  i  mol¬ 
luschi  litofagi  traforano  le  pietre  col  concorso  simultaneo 
d’  un  liquido  di  natura  acida ,  e  del  meccanico  confric- 
camento  delle  valve  della  loro  conchiglia. 

Lo  stesso  Marcel  de  Serres  in  una  lettera  indirizzata 
al  sig.  Guerin-Meneville  (  Revue  et  mag.  de  zool.  4855 
pag.  584)  )  conferma  quanto  aveva  asserito  nella  preac* 
cennata  memoria,  e  passa  indi  a  spiegare  come  V  umore 
acido  secreto  dal  mollusco  e  destinato  ad  intaccare  la 
roccia  non  corroda  nello  stesso  tempo  il  guscio  del  mol¬ 
lusco  perforatore.  Egli  ammette  che  la  conchiglia  venga 
intonacata  da  un  leggier  strato  calcareo  di  colore  bianco- 
roseo  5  strato  che  dilTende  il  guscio  non  solo  dall’  azione 
corrodente  dell’  acido ,  ma  anche  dall’  abrasione  che  ri- 


433 

sulterebbe  dal  continiio  sfregamento  contro  la  roccia;  ed 
in  questo  caso  ,  e^Vi  dice  ,  che  la  conchiglia  non  offre 
traccia  di  epidermide.  Oltre  a  questo  strato  calcareo 
la  conchiglia  riniane  poi  sempre  cosparsa  d’  una  sostanza 
miicoso-albiiminosa  ,  che  pur  essa  concorre  a  difFenderla 
dair  azione  corrodente  dell’  acido  secreto  del  mollusco.  — 
Egli  fa  in  seguito  notare,  che  quanlunque  la  niaggior  par¬ 
te  dei  molluschi  litofagi  appartengano  all’  ordine  degli 
Ace  fall  0  dei  LawelUbrancM  ,  pure  questi  non  sono  i 
soli  che  scavano  le  pietre  ed  i  legni,  e  che  vi  sono  altri 
animall ,  pero  spettanti  tutti  agli  invertebrati ,  che  hanno 
simili  abitudini.  Tali  invertebrali  poi  non  si  riducono  ai 
molluschi  Acefali  dei  generi  Modiola,  Pholas,  V emru- 
pis ,  Gasirochmna  ecc.  ,  ma  se  ne  riscontrano  anche  tra 
i  Gasteropodi  del  genere  Helix  ,  come  si  e  potuto  con- 
statare  nell’  Helix  aspersa,  che  a  somiglianza  dei  Teredo 
si  scava  nei  legni  la  propria  abitazione.  Anche  alcuni 
anellidi  errand  del  genere  Nereis ,  come  pure  dei  ge¬ 
neri  Serpula  ,  Sabellaria  ,  Magihis  ,  e  cosi ,  a  quanto 
sembra,  i  Sipnnculus^  animali  spettanti  ai  zoofiti  Echi- 
nodermi,  si  scavano  nelle  pietre  o  nei  legni  gallerie  piu 
o  meno  estese. 

Da  quanto  venne  fin  qui  esposto  e  facile  poter  rileva- 
re ,  quanto  grande  sia  stata  fino  a  nostri  giorni  la  dispa¬ 
rity  delle  opinion!  emesse  anche  da  celebri  naturalisti  in- 
torno  ad  un  fatto,  che  a*prima  ginnta  sembrerebbe  della 
piu  facile  determinazione ,  ma  che  tutti  cercarono  d’ in- 
terpretare  diversamente  secondo  il  proprio  modo  partico- 
lare  di  vedere  con  ragionamenti  il  piu  delle  volte  piut- 
tosto  dettati  da  un’  idea  preconcetta  ,  che  non  suggeriti 
da  una  sana  critka  dei  Mil  Pertanto  in  aggiunta  alle 


i54 

opinion*!  gia  eniesse  accenneru,  ponendo  termine  al  presente 
scritto  ,  alcune  circostanze  relative  all’  argoinento  in  di- 
scorso  ,  circostanze  che  forse  varranno  ,  se  male  non  mi 
appongo  5  a  difTondere  qnalche  luce  sul  fenoineno  delle 
perforazioni  di  alcuni  almeno  tra  i  niolluschi  litofagi. 
Queste  mie  osservazioni  per  altio  dovetti  limitarle  alle 
Folladi ,  come  quelle  sole  che  abbia  potuto  studiare  per 
1’ opportunita ,  che  mi  si  offri,  di  trovare  nel  gabinetto 
di  storia  naturale  di  questa  nostra  universita  dei  pezzi 
anche  voluminosi  di  calcare  ,  quasi  interamente  pertugiati 
da  tali  animaii.  Dali’  esame  pertanto  degli  accennati  massi 
ecco  quanto  ho  potuto  rilevare  ! 

I  meandri  che  rendono  la  roccia  per  cosi  dire  tutta 
cavernosa  sono  nuinerosissimi  e  di  svariate  dimensioni  a 
seconda  della  grandezza  delle  Folladi  cui  danno  ricetto  , 
tutti  pero  alia  loro  origine  si  manifestano  con  un  picco- 
lissimo  foro ,  e  tale  da  presentare  un  solo  millimetro  od 
anche  meno  di  diametro ;  aperte  poi  alcune  di  codeste 
gallerie  ,  tutte  offrono  nel  loro  vano  la  conchiglia  della 
Follade  completa,  perfettamente  intatta  anche  nelle  aspe- 
rita  minutissime  delle  quali  la  conchiglia  stessa  e  tut¬ 
ta  irsuta  alia  propria  superlicie,  e  collocata  nella  par¬ 
te  della  galleria  opposta  all’  apertura  e  colla  sua  estremita 
anteriore  contro  il  fondo  cieco  di  essa.  La  superficie  in¬ 
terna  di  ciascuna  galleria  si  presenta  tutta  cosparsa  di 
solchi  poco  profondi  ,  trasversali  ed  undulati ,  prodotti 
probabilmente  dall’  azione  meccfmiea  delle  scabrosita  della 
conchiglia ,  la  quale  movendosi  orizzontalmente  sopra  se 
stessa ,  ed  alcun  poco  dall’  alto  al  basso  e  viceversa  ^  ha 
potuto  dare  origine  a  tali  solchi  undulati  e  trasversali.  I 
fori  poi  sono  tutti  perfettamente  rotondi,  ed  il  loro  dia- 
inetro  massimo  interno  e  sempre  superiore  di  qualche 


i35 

millimetro  al  diametro  niassirao  della  conchiglia,  cosicche 
questa  puo  godere  d’  un  libero  movimento  di  rotazione. 
L’  esame  istituito  sopra  diverse  conchiglie  e  siille  loro 
rispettive  gallerie  mi  ha  costantemente  fornite  le  stesse 
proporzioni  nei  corrispondenti  loro  diametri  :  ed  infatti 
una  conchiglia  della  lunghezza  di  41  millimetri  ^  e  del 
diametro  massimo  di  millimetri  d2  ,  aveva  scavata  una 
galleria  lunga  230  mill,  e  del  diametro  massimo  di  mill. 
44  ;  ed  un  altra  della  lunghezza  di  mill.  45  e  del  dia¬ 
metro  di  mill.  3  praticossi  un  foro  della  lunghezza  di  64 
mill,  col  diametro  di  mill.  5.  Da  cio  si  vede  chiaramente 
che  il  diametro  della  galleria  e  sempre  maggiore  di  due 
millimetri  almeno  di  quello  della  conchiglia  ,  e  tale  dif- 
ferenza  1’  ho  notata  ripelutamente  ed  in  tutti  i  casi  esa- 
minati. 

Dietro  ispezione  innoltre  delle  gallerie  scavate  dalle 
Folladi  ho  potuto  notare  alcune  circostanze  speciali  o 
particolarita  ,  per  quanto  e  a  mia  cognizione,  non  ancora 
avvertite  da  alcuno.  Queste  particolarita  consistono  in  cio, 
che  le  gallerie  5  quantunque  possano  essere  molto  nurae- 
rose,  e  qualche  volta  tra  di  loro  assai  ravvicinate,  come 
nei  pezzi  da  me  esaminati  ,  pure  non  s’  incontrano  mai 
tra  di  loro  ,  o  per  dir  meglio  ,  ogni  FoUade  si  scava 
una  galleria  a  pareti  esclusivamente  proprie  senza  mai 
penetrare  nella  galleria  della  sua  vicina,  lasciando  non  di 
rado  un  tramezzo  d’  un  millimetro  appena  ed  anche  me- 
.  no  di  spessore.  Come  cio  avvenga  e  certo  difficile  deter- 
minarlo :  che  la  FoUade  scavando  la  propria  galleria 
produca  un  leggiero  lumore  per  effetto  di  confricamento 
ed  avverta  cosi  la  vicina  della  sua  presenza  ,  e  che 
quindi  questa  diriga  da  altra  parte  la  propria  escavazio- 
ne ,  onde  non  penetrare  nei  meandro  della  compagna  ? 


436 

Ammesso  un  tale  fatto,  esso  ci  porgerebbe  un  esempio  di 
reciproca  osservanza  del  diritto  di  proprieta  alFatto  singolare, 
e  degno  d’ essere  da  molti  immitato.  —  Di  piii  ho  potuto 
notare,  che  moltissime  di  tali  gallerie,  limitandomi  pero  sempre 
ai  pezzi  da  me  esaminati,  offrono  alia  meta  circa  della  loro 
lunghezza  ud  angolo  ottuso  di  150  gradi  a  un  dipresso, 
ed  in  corrispondenza  di  tale  angolo  sono  molto  piu  am¬ 
ple  presentando  cosi  iin  rigonfiamento  notevole  ,  il  qual 
dilatamento  si  rende  necessario  perche  la  conchiglia  pos- 
sa  colla  sua  lunghezza  seguire  una  tal  curva.  A  prima 
giunta  ho  creduto  di  poter  spiegare  tale  deviazione  rite- 
nendola  destinata  a  schivare  V  incontro  d’  una  galleria  vi- 
cina  ,  ma  tosto  m’  accorsi  non  essere  V  angolo  determi- 
nato  da  questo  accidente  ,  poiche  V  ho  potuto  notare  in 
diverse  gallerie  affatto  isolate  e  lontane  da  altre.  Pertanto 
a  tale  particolarita  io  non  saprei  dare  una  plausibile  spie- 
gazione.  —  Per  ultimo  m"  e  anche  venuto  fatto  di  rilevare, 
che  le  gallerie  scavate  in  uno  stesso  masso  non  sono  gia 
praticate  arbitrariamente  e  senza  ordine ,  ma  offrono  una 
direzione  costante  e  tale,  che  tutte  sono  paralelle  tra  di 
loro.  Una  simile  direzione  certaniente  deve  essere  deter- 
minata  da  qualche  causa ,  ed  aver  forse  qualche  partico- 
lare  rapporto  esterno ;  ma  su  questo  io  non  saprei  ag- 
giungere  nulla  al  fatto  osservato  ,  per  aver  dovuto  limi- 
tare  il  mio  esarae  a  pezzi  staccati  e  fuori  di  luogo. 

Ora  per  cio  che  riguarda  la  natura  dei  mezzi  coi 
quali  le  Folladi  si  scavano  le  proprie  gallerie,  avendo  io 
sempre  inclinato  a  ritenerli  meccanici,  ho  voluto  ripetere 
le  esperienze  fatte  dal  sig.  Gailliaud,  modificandole  leg- 
giermente,  onde  convincermi  della  mia  opinione.  A  tale 
intento  presi  un  grosso  frammento  di  calcare  che  segai 
in  modo  da  tagliare  trasversalmente  due  gallerie,  avendo 


437 

pero  dapprima  levatc  le  conchij^lie  contenutevi.  II  diame- 
tro  d’  una  di  dette  gallerie  era  di  millimetri  21  e  la  pro- 
fondit^  di  mill.  20,  e  la  conchiglia  ivi  stanziante  della 
lunghezza  di  55  mill,  e  del  diametro  di  mill.  49;  T  al- 
tro  foro  era  del  diametro  di  mill.  48  e  della  profondit^ 
di  mill.  44,  e  la  conchiglia  estratta  misurava  46  mill,  di 
diametro  sopra  44  di  liinghezza.  Ho  immerso  il  fram- 
mento  di  roccia  insieme  colle  conchiglie  in  un  recipiente 
pieno  d"  acqna ,  che  prociirai  coll’aggiunta  di  parecchi 
sali  di  rendere  alqnanto  somigliante  all’  acqua  marina ,  e 
lasciai  il  tutto  somrnerso  per  dodici  giorni  alia  tempera- 
tura  di  4  a  7  gradi  del  termometro  centigrade.  Trascor- 
so  questo  periodo  di  ^macerazione  presi  le  due  valve  di 
ciascnna  delle  Folladi  e  ponendovi  entro  della  cera  rara- 
mollita,  come  a  sostitnire  in  certo  qual  modo  V  animale 
stalo  distriitto,  le  riunii  insieme,  ed  in  tal  modo  immi- 
tando  possibilmente  i  movimenti  e  la  pressione  esercitata 
dal  mollusco  vivente,  tentai  di  sfondare  i  fori  esistenti 
gia  nella  pietra  macerata  ,  operando  sempre  sott’  acqna. 
In  capo  a  50  minuti  primi  di  trivellamento  misurata  la 
profondit^  del  primo  foro,  1’ ho  trovata  di  mill.  25,  e 
qiiella  del  secondo  di  mill.  20,  cosi  che  I’anmento  fu 
pel  primo  di  5,  pel  secondo  di  6  millimetri.  Il  diametro 
dei  detti  fori  non  venne  aumentato  di  molto,  dacche  supera- 
va  gia,  come  di  regola,  il  massimo  diametro  della  conchiglia 
impiegata.  Forse  tali  risultati  potranno  semhrare  un  p6 
esagerati ;  per  con\incere  che  non  lo  sono  ,  faro  solo 
osservare  che  la  roccia  dopo  la  sommersione  olfriva  una  du- 
rezza  molto  inferiore  a  quella  del  Gesso  ,  talche  si  pote- 
va  con  tulta  facilita  intaccare  coll’ unghia  e  sgrettolare  fra 
le  dita,  mentre  le  conchiglie  state  macerate  anch’esse, 
conservarono  perfettaraente  la  loro  durezza  ,  che  era  di 

9^ 


^58 

certo  a  quella  molto  superiore,  ed  e  da  cio  che  si  pu6 
spiegare  la  facilita  colla  quale  si  ottiene  di  intaccare  an- 
che  rapidameute  la  roccia  stessa  senza  che  la  conchiglia 
venga  a  soffrire  abrasioni. 

Da  questo  fatto,  congiunto  a  quelli  altri  piu  sopra 
iiidicati  ,  e  principalmente  da  qiiello  ben  constatato  del¬ 
la  perforazione  dei  Micaschisti  e  dei  Gneis ,  mi  sembra 
che  sia  lecito  e  ragionevole  il  poter  concludere,  per  le 
Folladi  almeno ,  che  tali  molluschi  litofagi  si  scavano  '  le 
proprie  gallerie  col  solo  ajuto  dei  mczzi  riieccanici  loro 
forniti  dalla  natiira,  e  che  non  vi  concorre  altro  agente 
di  chimica  indole ,  come  sarebbero  acidi  od  altri  ,  che 
d’ altronde  sarebbero  loro  superflui;  e  ad  ogni  obbiezione 
che  si  potesse  fare  in  coritrario  alia  meccanica  perfora¬ 
zione,  si  potrebbe  sempre  e  molto  a  proposito  rispon- 
dere  col  vecchio  ma  giusto  detto  che  gutta  eavat  lapi- 
dem  non  vi ,  sed  sospe  cadendo. 

Deir  Ectocotile, 

(  Fine  ) 

Nella  sua  opera  intorno  ai  cefalopodi  del  Mediterra- 
neo  (i)  il  V  e  r  a  n  y  publico  la  scoperta  di  una  n-mva 
specie  da  lui  chiamata  Octopus  caretia.  Il  primo  individuo 
che  rinvenne,  in  luogo  del  braccio  destro  del  terzo  pajo, 
aveva  una  vescicola  fissata  al  corpo  per  mezzo  di  un  pe- 
duncolo.  Sopra  individui  raccolti  in  appresso  egli  osservo 
costantemente  che  quel  braccio  dilferiva  dagli  altri  e  pel 
volume,  e  percbe  teneva  all’ estremita  una  piu  piccola 

(1)  Mollusques  mediterraneens ;  4re  partie^  c^phalopodes ; 
Genes ,  4854. 


i39 

vescica ,  che  rammentavagli  quella  dell’  ectocotile  di  Cu¬ 
vier;  e  questo  braccio  aderiva  al  corpo  dell’  animale  me- 
diante  il  peduncolo  che  nel  primo  individiio  sosteneva  la 
vescicola,  matrice  del  braccio  in  formazione.  D  e  -  F  i  I  i  p  p  i 
c  L  e  y  d  i  g  ric'onobbero  in  questo  braccio  il  vero  ecto¬ 
cotile  ,  ed  osservarono  inoltre  che  a  dilFerenza  delle  al- 
Ire  braccia  era  suscettibile  di  distaccarsi  non  lasciando 
traccia  di  avvenuta  lacerazione.  Aperto  il  sacchetto  ovale 
posto  air  estremit^  ^  vi  scorsero  il  filamento  bianco  col 
quale  ha  termine  anche  V  ectocotile  dell’  Argonauta  e 
degli  altri  cefalopodi,  come  accennammo,  osservati. 

Le  osservazioni  a  tale  proposito  istituite  da  E.  Muller 
nel  1850  in  Sicilia,  il  risultato  delle  quali  venne  recente- 
mente  publicato  (i)  ,  convinsero  anche  Koelliker,  e  ci 
fornirono  i  niateriali  onde  darne  breve  cenno. 

Lo  sviluppo  del  braccio  ectocotiliforme  procede  di  pari 
passo  collo  sviluppo  totale  del  cefalopode  e  col  parziale  del- 
r  apparecchio  genitale;  e  percio  da  ritenersi  assurda  1’ as- 
serzione  di  Madama  Power  e  di  Maravigna  che 
assicurarono  trarre  origine  gli  ectocotili  da  singole  uova. 
La  vescica  suaccennata  e  appunto  quella  che  protegge 
questo  sviluppo  ,  e  che  ad  animale  adulto  pende,  divise 
le  pareti  ,  in  forma  di  una  ripiegatura  cutanea  dorsale 
del  braccio.  Non  sempre  questo  braccio  occupa  lo  stesso 
posto  rispetto  agli  altri ,  ma  la  sua  posizione  muta  al 
mutare  delle  specie  che  ne  sono  provviste  ;  i  suoi  rap- 
porti  col  reslo  dell’  apparecchio  pero  sono  sempre  gli 
stessi.  11  condotto  deferente  che  lo  attraversa  e  continue 
a  quello  che  parte  dal  testicolo.  Quest’  ultimo  giace  nella 
maggior  parte  delle  specie  al  fondo  della  cavita  del  sacco 

(1)  Zeitschrift  fiir  wissenscliafUiche  Zooiogse  ,  iV.  Band,  1. 
fieft  (1852),  Sei^e  !  u.  L22,  Taf.  I ;  4.  Heff  (i85§),  Seite 


uo 

in  forma  di  un  corpo  sferoidale  biancastro  ,  avvolto 
dal  peritoneo  ^  e  composto  da  una  serie  di  cilindri  ra- 
mificati ,  convergenti  ad  una  cavita  mediana  stretta  ed 
irregolare.  E  da  questa  cavita  che  parte  il  deferente  a 
pareti  spesse  e  glandolari ,  flessnoso ,  e  miinito  all’  intei- 
no  di  una  ripiegatura  longitudinale  ,  che  dopo  aver  co-, 
municato  con  un  ceco  parimenti  flessuoso,  probabilmente 
organo  di  secrezione,  dilatasi  in  un  sacco  costriltore,  costi- 
tuendo  la  cosi  delta  borsa  del  ISeedham.  —  A  maggiore 
chiarezza  e  d’  uopo  dividere  il  braccio  ectocotiliforme  in 
tre  parti  .*  il  peduncolo  ,  il  corpo  ed  il  flageUo.  Il  pe^ 
duncolo  attraversato  dal  deferente  e  fisso  e  serve  di  base 
al  braccio  e  di  comunicazione  al  corpo  di  questo  coll’  ani- 
male  ;  il  corpo  dell’  ectocotile  ne  rappresenta  1’  organo 
di  moto  e  di  preensione ,  nel  mentre  che  il  flagello  e 
aggomitolato  in  un  sacchetto  ovale,  d’ onde  all’occasione 
sfugge  in  forma  di  un  pene  filiforme  avente  alia  siia  estre- 
miU  libera  1’  orificio  esterno  del  deferente,  di  cui  abbia- 
mo  seguito  il  decorso ,  lasciando  cosi  al  piccolo  sacco 
pendente  il  nome  di  capsula  pigmentosa.  —  L’  ectoco¬ 
tile,  non  dissimile  dalle  altre  braccia  che  pel  maggior 
volume,  e  muscolare  ,  e  come  le  altre  possiede  un  dop- 
pio  rango  di  ventose,  simili  a  quelle  della  femmina  cor- 
rispondente ,  dei  cromatofori  ,  una  catena  di  gangli  posta 
lungo  il  suo  asse,  una  circolazione  viva  e  ritmica  ,  du- 
revole  anche  dopo  il  distacco.  E  qui  e  necessario  richia- 
mare  T  attenzione  sovra  lo  sviluppo  che  in  vicinanza  al- 
I’epoca  della  caduta  subiscono  alcune  appendici,  dai  mo- 
derni  ritenute  come  respiratorie ,  esclusivamente  proprie 
dell’  ectocotile  del  Trenioctopus ,  d’  onde  ne  segue  che 
questo  godr^  di  un’  esislenza  isolata  piu  lunga  al  certo 
di  quella  degli  altri. 


i4l 

La  caduta  di  quest’  organo  all’  epoca  degli  amori  non 
e  accidentale  ,  ma  il  prodotto  di  una  legge  costante  ,  ed 
in  allora  puo  essere  paragonato  a  qiialunque  altra  parte, 
che  staccata  da  individuo  vivente  conserva«per  iin  certo 
tempo  una  deterininata  copia  di  fenomeni  vitali  ,  i  quali 
hanno  per  elFetto  in  questo  caso  il  ritrovamento  della 
femmina  e  1’  accoppiamento.  ----  A  facilitare  il  distacco  del 
braccio  ectocotiliforme  servono  i  moti  d’  avviticchiamento 
che  compie  intorno  al  corpo  da  cui  e  per  emanciparsi  , 
c  le  cellule  epiteliali  del  flagello  sovrapposte  a  squamme, 
delle  quali  il  margine  libero  e  posto  in  opportuna  dire- 
zione.  Allora  ,  lutto  solo  ,  avente  in  se  il  deferente ,  che 
in  questo  stadio  non'  si  puo  piu  considerare  come  tale 
ma  come  serbatojo  ,  si  afTretta  guizzando  nell’  aque  a 
compiere  la  sua  missione,  e  non  e  improbabile  che  la 
femmina  contribuisca  ad  accogliere  nel  suo  grembo  1’  or- 
gano  fecondatore  adoperando  i  mezzi  di  cui  puo  disporre, 
onde  promuovere  current i  nel  mezzo  in  cui  vive.  E  certo 
d’  altra  parte  che  la  femmina  si  compiaccia  della  po- 
Uandria  ,  poiche  le  dissezioni  praticate  da  Koelliker ,  da 
Siebold  e  da  E.  Muller  ci  mostrano  come  abbiano  trovati 
nell*  ovajo  contemporaneamente  brani  di  pin  flagelli  che 
vi  aderirono  probabilmente  grazie  la  disposizione  delle 
loro  cellule  epiteliali. 

Ecco  un  modo  nuovo  col  quale  natura  provvede  alia 
riproduzione  di  questi  esseri  interessanti,  e  noi  dobbiamo 
molta  gratitudine  a  questi  ultimi  nominati  cultori  delle 
fisiologiche  ed  anatomiche  dottrine  ,  che  nulla  rispar- 
miarono  per  far  splendere  la  luce  della  verita  su  di  un 
fatto  che  fu  origine  di  tanti  errori  e  che  ad  onta  se  ne 
ignorino  moltissimi  particolari,  e  assai  mirabile  e  strano. 


P.  Paoceri- 


142 


i\oia 

clelle  specie  da  aggiungersi  o  da  emendarsi  nel  cata- 
logo  del  mollnschi  della  Lombardia  dei  fratelli  Ant.  e 


G.  B.  Villa,  inserito  nelle: 
la  Lombardia  vol.  I. 

'  NB.  P  signijfica  pianura, 

V  i  t  r  i  n  a  glacialis  Forb.  a 
Helix 

j  isodoma  Jan  a 

)  gemonensis  Fer. 
Leopoldiana  Charp.  m 
hiulca  Jan 

I  ceHaria  var.  a  hocca 
tonda  catal.  p.  6 
/  non  nitens  Mich. 

V  cat.  1.  c. 

Vill^e  Mortillet  c 
Pupa  doliolum  Brug.  m 
valsabina  Spinelli  m 
Sempronii  Charp.  m 
Vertigo  cylindrica  F  er.  p 
T  0  r  q  11  i  1 1  a 

5-dentata  Meg.  c 
(  apennina  Charp.  m 
I  pachygastra  Z.  Pf.  L. 
bergoinensisCharp.  m 
hordeum  Stud.  a 

Milano,  dicembre  1853. 


J^ota.  Vedi  inoltre  le  pagine 


Notizie  natural!  e  civili  su 


c  colli,  m  monti,  a  alpi. 

C 1  a  u  s  i  I  i  a 

comensis  Shuttlew. 
blanda  cat.  p.  7 
—  Porro  M.  Com. 
Balsami  Strobel  m 
oniista  Villa  m 

Braunii  Charp.  m 

leucensis  Villa  c 

j  Strobeli  Porro  ni 

I  Stabilei  Charp.? 
brembina  Strob.  m 
Whatelyana  Charp.  m 
gracilis  Pfr.  C.  m 
Pomatias  Porroi  Str.  m 
L  i  m  n  ae  u  s  solid  ulus  Villa  c 
P  a  I  u  d  i  n  a  alpestris  Villa  ni 
acuta  Drap.  .  c 
Anodonta  idrina  Spin,  c 
Unio  Spinelli  Villa  c 

Requienii  Mich.  p 
Villae  Stabile  c 


Ant.  e  G.  B.  Villa 

6  ed  86  del  giornale. 


La  red. 


Notizie. 


U3 


In  onta  air  avviso  contrario  avuto  dal  dottor  Menke 

; 

(  vedi  la  p.  48  )  il  prof.  Rossmaessler  esegui  nel- 
r  epoca  prefissa  (  vedi  la  p.  d6  )  il  progettato  viaggio 
nella  Spagna  meridionale ,  viaggio  che  per  gli  auspicii 
miitati  dovette  pure  miitare  di  scopo;  da  un  viaggio  di 
osservazione,  quale  V  avea  in  mente  Rossmsessler,  dovette 
liinitarsi  quasi  esclusivainente  ad  iin  viaggio  di  raccolta  , 
onde  retrihuire  i  privati  ,  che  concorsero  a  sostenerne 
per  la  maggior  parte  le  spese ,  dacche  i  sussidi  sperati 
dai  publici  stabilimenti  inancarono  totalmente.  Da  Parigi^ 
ove  Rossmaessler  avea  posto  1’  affare  nelle  mani  di  perso¬ 
na  influente,  che  s'  era  dichiarata  disposta  a  sollecitarlo, 
egli  non  ebbe  nemmeno  una  risposta.  —  Da  Marsiglia 
Rossmaessler  si  trasferi  per  mare  a  Barcellona,  ove  sosto 
per  due  settimane;  prosegui  indi,  pure  per  mare,  ad  Alicante, 
e  di  qui  per  terra  a  Murcia,  ove  dimoro  per  18  giorni 
nella  casa  del  suo  amico,  il  prof  Don  Angel  Q  u  i  r  a  o. 
Da  Murcia  egli  viaggio  in  una  iarlana  (carro  a  due  ruote) 
dal  d9  aprile  sino  al  dA  giugno  nelP  interno  del  peese  , 
cioe  per  Cartagena  ,  Mazarron  ,  Lorca  ,  Velez  el  Rubio  , 
Baza  ,  e  lungo  le  fable  della  Sierra  Nevada  ,  per  Porulla- 
na  e  Guadiz ,  a  Granada;  poi  valicando  la  Sierra  a  Loja, 
per  Colmenar  a  Malaga ;  e  costeggiando  il  mare  per  Velez 
Malaga  ed  Almeria  a  Vera;  indi  per  Lorca  c  Totana  di 
ritorno  a  Murcia.  Fece  inoltre  varie  lunghe  dimore  ad 
Alicante,  Valencia  e  Burriana.  Le  provincie  da  lui  per- 
corse  sono  quindi  le  piu  meridionali  ed  oriental!  della 
Spagna  ,  cioe  Granada ,  Murcia ,  Valencia  e  Catalogna. 


144 

C.  R  e  c  1  u  z  dopo  molti  anni  di  fatiche  era  riuscito  a 
formare  una  ricca  collezione  di  coiichiglie  dei  generi  Na~ 
tica  5  Nerita  ,  Neritina  ,  JSavicella  e  Sigaretus.  Poco  fa 
essendo  stato  costretto  a  spropriarsene ,  la  cedette  a  De- 
iessert ,  nella  di  ciii  bella  raccolta  figiira  accanto  alia 
preziosa  collezione  dell’  illustre  Lamarck.  —  Journ.  de 
Conch,  1853  p.  224. 

Annuncio. 

11  periodico  di  Menke  e  Pfeiffer,  avendo  sotto 
il  titolo  di :  Zeitschrift  filr  Malakozoologie  (giornale  di 
Malacozoologia  )  compito  il  decennio  di  esistenza,  sortira 
col  1854,  mantenendo  lo  stesso  formato,  sotto  Paltro  tito¬ 
lo  di :  Malakozoologische  Blatter  ( fogli  malacozoologici ). 
Le  dispense  saranno  composte  da  2  a  5  fogli  di  stampa 
e  la  loro  publicazione  non  saia  legata  ad  epoca  fissa. 
Ogni  volume  (  annata  )  comprendera  da  15  a  20  fogli  ed 
il  suo  prezzo  verra  regolato  appunto  dal  niiniero  di  que¬ 
st!  fogli,  calcolando  per  ognuno  di  essi  il  prezzo  sinora 
in  corso.  Quanto  alle  litografie ,  che  accompagneranno  il 
testo  ,  le  colorate  equivaleranno  a  due  fogli  di  stampa  e 
quelle  in  nero  ad  uno  di  essi. 


RiTieta  bibiiografica  deir  anno  1853. 
Giornali  ed  atti  acadcmici. 

I.  Zeitschrift  filr  3IaUikozoologie. 

(  Giornale  di  malacozoologia  ) 

Siudi  per  la  storia  degli  Auriculacei;  di  L,  Pfeiffer, 
p.  4-10.  ( Vedi  p.  1  e  17  del  giornale) 


lib 

Osservazioni  stii  IXajadi  europei;(H  E.J.  Rossmaess- 
ler,  p. 10-16. — Tratta  della  necessity  di  studiare  gli  animali  di 
questa  fami^lia,  onde  trovati  i  rapporti  tra  i  caratteri  loro  e 
qnelli  delle  conchi2:lie,  ed  appo^i^iati  agll  uni  e  a,"li  altri,  po- 
ter  stabilire  le  specie  con  criterio  scientifico.  L’antore  ad¬ 
duce  indi  alcuni  fatti ,  dai  quali  sembra  scaturire  ^  che 
varie  forme  di  Anodonta  ed  Unio  ,  sinora  ritenute  ge- 
neralmente  per  specifiche ,  non  sono  che  forme  d’  una 
medesima  specie  ,  poste  sotto  influenze  esterne  diverse. 

Dei  dardi  delle  Elici  \  S  c  h  m  i  d  t ,  p.  1 7  -  32. 

( Vedi  p.  22  e  33  del  giornale  ) 

Di  ttna  Fauna  moUuscorttm  exhamarlnornm  Eu~ 
ropce  e  d'  vn  prodromo  per  nna  tale;  di  Rossrnaess- 
ler,  p.  53-39.  —  Programma  di  un’ opera  che  intende 
di  publicare. 

Delle  lingve  delle  Inmaehe;  di  A,  Schmidt^  p.  39-47. 

Brevi  notizie  co7ichigliologiche  ;  dello  stesso,  p. 
47-51.  (  Vedi  p.  46  e  47  del  giornale  )  —  Inoltre 
cgli  vi  stabilisce  la  differenza  anatomica  tra  la  Snc- 
cinea  putris  L.  e  la  Pfeifferi  Rossm,  ,  desumendola 
dalla  strultura  della  mascella  superioie  ;  —  dichiara  la 
Cla^isilia  cana  Held  di  Monaco  identica  colla  Cl.  tes- 
selata  Parr. ,  e  non  gia  colla  Cl.  vetusta  Ziegl.  ,  come 
ritiensi  comunemente;  —  ed  accenna  al  carattere  distin- 
tivo  d’ una  Cyclas ,  rinvenuta  a  Francoforte  sul  Meno , 
ch’  egli  ritiene  essere  la  C.  solida  Normand  (  non  Nord- 
mann  ),  che  rassomiglia  tanto  alia  Cyrena  ptisilla  Parr, 
del  Nilo. 

Diagnosi  di  nuovi  Elicei;  di  L.  Pfe i ffer, ^p.  5 1 -58  e 
445- 1 57.  (  Vedi  I’elenco  delle  specie  nuove  nel  n.  X  del  gior- 
nale)  —  Quanto  aW H.7iicaiis  Costa  (p.  147),  si  osservi,  ch’es- 
sa  fu  gia  descritta  dalP  autore  nella  sua:  Fauna  del  regno 
di  Napoli,  Napoli  4859;  Animali  molli  p.  46  n.  5. 

Diagnoses  moll7tscoru7n  novoriiTii  scripsit  G7iil.  Hun¬ 
ker,  p.  58-60,  95,  96  e  i  iO-112.  ( Vedi  pure  I’elen- 
co  delle  specie  nuove  ) 

S71I  Bulimus  terebraster  La7n.',  di  L.  Pfeiffer,  p.  65-67. 
—  II  nome  di  Bttlimtts  terebraster  sarebbe  stato  impar- 
tito  a  quattro  forme  diverse:  ad  una  varieta  del  Acha- 


146 

lina  semiiarum  Rang  (  Hdix  ter ebr aster  Fer.  prodr.  et 
mus. ,  Ach.  terebrasler  Pfr.  L.  monog.  n.  55),  —  al 
Bid.  haplostylns  Pfr.  L.  mon.  n.  594  (  B.  lerebraster  Fer. 
Reeve  conch,  icon.  p.  34i ,  t.  52 ),  —  ad  iina  varieta  (?) 
del  B.  columella  Phil.  (  A.  terebrasler  Desh.  in  Fer.  hist. 
II.  p.  166,  pi.  442  A.  f.  7,  8  )  —  e  finalmente  ad  un 
Bulimus,  vicino  al  B.  odo^  vs  Lm.  (  B.  terehraster  Lam. 
hist,  nat  des  anim.  s.  vert.  VI  p.  124).  E  per  qnesta  forma, 
proveniente  da  Portorico ,  Pfeiffer  conserva  il  nome  di 
B.  terehraster. 

ConchigDe  di  St.  Vincent  con  annotazioni  critiche  ;  di  C. 
T.  M  enke,  p.  67  -  82.  —  Contiene  1’ enumerazione  ragio- 
nata  di  29  specie,  7  delle  quali  sono  nuove  (  vedi  I’elen- 
co  delle  specie  nuove  ),  e  nella  loro  illustrazione  s’  ehbe 
ispeciale  riguardo  all’  opera  di  Adanson  sulla  storia  natu- 
rale  del  Senegal. 

Mitilacei*  di  G.  Dunker,  p.  82-92.  (Vedi  I’elenco 
delle  specie  nuove)  —  Alla  fine  dell’ articolo  I’autore  riuni- 
sce  le  specie  del  genere  Tichogonia  Rossm.,  e  dedotte  le  spe¬ 
cie  fossili  del  terreno  terziario,  le  4  nuove  da  lui  descritte  e 
quelle  recentemente  comprese  nel  genere  Septifer  Recluz, 
le  riduce  alle  seguenli :  T.  polymorpha  Pallas,  cochleala 
Kickx  (Belgio),  afncana  van  Beneden ,  coernlescens  van 
Beneden  (  africana  var.  Red.  ),  Sallei  Reel.  (  Rio  dulce 
in  Guatimala  ) ,  dommgensis  fdeX.  ^  cranea  van  Beneden. 

Unio  litoialis  Lam.  (  pescato  in  un  ruscello  presso  Al¬ 
ien  ,  tra  Kolding  ed  Hadersleben  nello  Slesvigh  setten- 
triouale  );  di  R o ssm se s s ler,  p.  92  e  95. 

Ampullaria  eximia  ^  di  Dunker,  p.  95-95.  (  Vedi 
r  elenco  delle  specie  nuove  ) 

Lett  ere  da  I  la  Spagn  « ^  di  R  o  s  s  m  se  s  s  I  e  r  ,  p.  9  7  -  4  0  5. 

IDelh  Helix  Bivolii  Besh.  e  d'  vna  specie  con  essa 
confusa  (  H.  erronea  );  di  G.  C.  Albers,  p.  105  -  409. 

(  Vedi  r  elenco  delle  specie  nuove  )  —  II  fatto  che  le 
conchiglie  di  quelle  due  Elid  sono  liscie  alia  base  ed 
ai  lati  ,  mentre  il  piano  superiore  e  persino  1’  umbelico 
sono  costolati,  fa  presumere  all’  autore ,  ch’  esse  abbiano 
a  mo  delle  Nanine  un  mantello  che  involge  la  conchi- 
glia,  ed  ana  ghiandola  mucosa  al  termine  del  piede,  e 


147 

siano  quindi  animali  diurni  ,  che  sfidano  i  raqgi  del  sole 
nei  tropici,  mentre  le  vere  EUcl  sono  animali  notturni , 
amanti  dell’  iimido. 

Osservazioni  at  precedent e  articolo  \  di  L.  Pfeiffer, 
p.  109.  —  Egli  unisce  1’  i7.  erronea  Alb.  come  varieta 
colla  Ktvoln  Deshayes. 

Isnovl  Aiiriculacei ;  di  C.  T.  Menke  e  L  Pfeiffer, 
p.  124-127. 

Osservazioni  prelimmari  sidle  Pythia  scarabaeiis  L.  e 
Petiveriana  Fer.^,  di  L.  Pfeiffer,  p.  J27  e  128. 

Sidle  Vitrine  viventi  nell’ isola  di  Madera^  di  G.  C. 
Albers,  p.  129  -  152. 

Sill  genere  Testacellus  Cuv.'^  di  G.  C.  Albers,  p. 
1 55  -  i  56. 

Niiove  specie  del  genere  Bulla;  di  €>  T.  Menke,  p. 
156-142. 

Per  negligenza  libraria  i  numeri  8  e  9  della  Zeitsclirift  del 
'1853,  che  contengono  i  precedenli  cinque  articoli,  non  sono  an- 
cora  ginnti  :  se  ne  rendera  adunqne  conto  in  un  altro  numero 
del  giornale. 

Breve  rtlazione  del  mio  viaggio  malacozoologieo  per 
iina  parte  del  Sud-Est  della  Spagna  ;  R  o  s  smaess  ler, 
p.  16 1  - 171. 

Osservazioni  al  precedent  e  arlicolo ;  di  A.  Schmidt, 
p.  171-176.  —  IXei  primi  numeri  del  secondo  anno  del 
giornale  si  parlei’a  per  esteso  di  questi  due  articoli  , 
nonche  delle  preaccenuate  lettere  di  Rossm®ssler  sullo 
stesso  argomento.  Delle  cinque  specie  nuove:  Helix  Ard 
gonis ,  hcctica  ,  carthoginensis  ,  Guiraoana  e  loxana  , 
semplicemente  accennate  in  (piegli  ai  ticoli  ,  s’  e  tenuto 
conto  neir  elenco  delle  specie  nuove. 

Due  nuove  Melanie;  del  dott,  von  dem  Busch, 
p.  177  -  179.  (  Vedi  1’  elenco  delle  specie  nuove  ) 

ISotizia  intorno  ad  edeune  lurnache  serbe  e  siheriche; 
di  L.  Pfeiffer,  p.  185-  189.  —  Le  serbe  furono  rac- 
colte  da  Giov.  Zelebor,  preparatoie  nel  museo  di  sto- 
ria  naturale  della  corte  in  Vienna ,  durante  il  suo  viag¬ 
gio  nel  Banato  e  nella  Serbia ,  intrapreso  nella  scorsa 
state.  Riduconsi  a  pochissime ,  tutte  terrestri  e  ad  ec- 


148 

cezione  della  Helix  Zelebori  Pfr.  ,  per  la  quale  veggasi 
I’elenco  delle  specie  nuove  ,  tulte  gia  conosciiite.  Ma 
da  che  nulla  o  quasi  rrdla  si  seppe  finora  circa  la  ma- 
lacologia  della  Serbia  ,  non  conviene  tacerle.  Esse  sono  : 
Helix  anstriaca^l^^.,  planospira  Rm.,  Ziegl.  cura 

var.  (  albina  )  Franenfeldii  Zel  ,  candicans  Z.  var.  de- 
pressa Pupa  frumenlum  Di’ap,  cum  var,  irilicum  Z. , 
avenacea  Briig.  var.  hordeum  Stud. ;  Clansilia  dacica 
Friv. ,  gihbula  Z.  ,  oleata  Rossm.,  pagana  Z.  cum  var. 
hulgariensi ^  plicata  Drap.  e  Cyclostoma  costulatum  Z. 

■ —  Mescolata  con  (jueste  pochissime  lumache  serbe  Pfeif¬ 
fer  enumera  iina  ventina  di  conchiglie  tra  terrestri  e  flu- 
viali  della  Galizia  ,  delP  Austria  ,  della  Stiria  ,  della  Ta- 
lachia  ,  della  Schiavonia  e  del  Ranato,  raccolte  pure  da 
Zelebor,  nessuna  delle  quali  e  nuova.  Se  si  eccettui  la 
Claus,  varyiensis  e  \2i  var.  hulgariensh  pagana 
Z. ,  le  altre  specie  del  Banato  sono  tutte  diggia  contemplate 
negli  :  Stndi  su  la  malacologia  ungherese  di  P.  Strobel , 
Pavia,  i850.  —  Maggiore  interesse  ci  offi  e  la  lista  , 
egiialmente  scarsa  ,  delle  conchiglie  terrestri  (  Helix  e 
Buiinius)  raccolte  da  Kinder  m  a  n  n  nella  Siberia,  per- 
che  essa  pure  ci  porge  un  documento  per  la  rassomi- 
glianza  della  fauna  siberica  con  quella  dell’  Europa.  Dif- 
fatti  fra  le  specie  enumerate  in  quell’  articolo  le  Helix 
sirigella  Drap.,  fruticurn  Miill.  ed  incarnata  Mlill  sten- 
donsi  per  tutta  o  quasi  tutta  1’ Europa;  le  H.  rufescens 
Penn. ,  carlhusiana  Miill.  nec  Drap  e  person  ala  Lam. 

suh  person  ala  Middendorff  ?  )  abitano  1’ Europa  media. 
Dovrassi  ascrivere  ai  calori  estiyi ,  che  nella  Siberia  sono 
bensi  di  breve  durata  ,  ma  altrettanto  intensi ,  se  cola 
rinvengonsi  alcune  forme  ,  le  quali  nelT  Europa  limitansi 
alle  regioni  meridionali,  come  1’//.  suhmarilima  Rm.  ed 
il  Buhmus  guinq tied enl alus  Meg.  var.  approximalns  Friv., 
e  se  vi  si  presenta  una  forma  affine  alia  H.  Orsinii  Por- 
ro  degli  Abruzzi,  che  Pfeiffer  non  oso  ancora  denomina- 
re  ,  non  avendo  avuto  sotto  gli  occhi,  che  esemplari  in- 
completi  della  medesima.  Caratteristiche  della  Siberia  sem- 
brano  le  H.  sihirica  Friv.  (  H.  Schrenkii  Midd.  )  e  liel- 
vola  Friv.  (  vedi  P  elenco  delle  specie  nuove  ) ,  entrambe 
affini  alia  H.  frjtiicum ,  e  1’  i^.  bicallosa  Frivaldszky. 


U9 

ISuove  specie  del  generc  Pythia  (  Scarabus  );  di  L. 
Pfeiffer,  p.  189-492.  (  Vedi  1’ elenco  delle  specie 
nuove  ) 

AnnuQci  letterarii. 

De  Betta  — -  vedi  pag.  del  giornale. 

Lea  Isaac  —  A  synopsis  of  the  family  of  Naiades-, 
third  edition;  Philadelphia,  4852,  in  4.°  gr.  di  85  pagi- 
ne.  Pag.  64. 

Observations  on  the  genus  Unio,  together  with  de¬ 
scriptions  of  new  species  in  the  families  Naiades ,  Coli- 
macea,  Ly'mncrana,  Melaniana  and  Peristomiana ;  Phi¬ 
ladelphia  ,  in  4.°  gr. ;  vol.  IV  di  75  pagine,  4844  -  45; 
vol.  V  di  62  pagine  ,  4852.  —  Pag.  62-64. 

Q  uo y  et  G a i ma r d  —  Zoologie  du  voyage  autour  du 
monde  execute  par  L.  de  Freycinet  pendant  les  annees 
4817  -  4820.  Paris,  4824,  in  4.°  gr.  di  742  pagine  con 
atlante  in  foglio  di  96  tavole.  Pag.  413-117. 

Poey  — “  Memorias  etc.  Pag.  417- 422  e  481 -82.  {Ve¬ 
di  la  Pevne  de  zoologie  p  539  ,  e  Poey) 

Petit  —  Journal  de  conchyliologie,  4850-  52. 

Pag.  442-  44,  451  -  60  e  179  -  84.  ^ 

Zelebor  Johann  — r  Systematisches  Verzeichniss  der 
im  Erzherzogthum  Oesterreich  bisher  entdeckten  Land- 
nnd  Siisswasser  -  Mollusken  (  Catalogo  sisteniatico  dei  mol- 
luschi  terr.  e  d’  acpia  dolce  sinora  scoperti  nelT  arcidu- 
cato  d’ Austria  ).  Wien,  1851,  in  8.”  di  24  pagine.  — 
Pag.  483  -  84. 

Brevi  notizie. 

Necrologia  di  C.  B.  Adams.  —  Pag.  423.  ( Vedi  la  p.  15 
del  giornale  ) 

Sulb  Helix  alpina  e  Fontenillii  nella  Conch,  icon,  di 
Reeve.  —  Pag.  476. 

Le  figure  di  queste  due  specie  ri  sono  scambiale, 

11.  Journal  de  conchyliologie j  toiiio  IV. 

Observations  sur  /’  organe  de  la  glaire  des  Gastero- 
podes  terrestres  et  fluviatiles  ;  par  de  Saint-Simon^ 


^50 

pngel.  —  L’organo  chiamato  testicolo  superiore  da  Cu¬ 
vier  ed  orprauo  albuminiparo  da  Gratiolet  e  che  1’  autore 
colla  niagsrioranza  degli  anatomici  distingue  col  nome  di 
ghiandola  dell’  albume  ,  e  ordinariamente  posto  a!  lato 
diritto  deir  animale  ,  nella  parte  ravvolta  nella  S[u*ra  Gli 
spennatozoi  e  gli  ovuli  si  sviluppano  ad  un  tempo  nella 
ghiandola  ermafroditica  .  i  primi  nell’  interno  dei  lobuli  , 
i  second!  alia  loro  parete  interna.  Le  nova  da  qiii  passa- 
no  nel  canale  secretore  ,  penetrano  nella  ghiandola  del- 
r  albume  ,  s’ inviluppano  d’ una  quantita  d’ albume,  e  di- 
scendono  nell’  ut^ro.  ^aint  -  Simon  ,  avendo  osservato  la 
ghiandola  dell’  albume  in  un  gran  numero  di  specie  ^  ne 
da  in  questa  memoria  la  descrizione  dettagliata.  (  Yedi 
inoltie  la  p.  Wo  dello  stesso  giornale) 

Recherches  anatomo  ~ ph'vsiologujjies  snr  les  moUusqnes 
de  r Algerie^  par  Louis  Raymond,  page  44,  planche  I. 

■ —  Questo  articolo  tratta  della  Jchatwa  (Glandina)  algira 
Brug. ,  della  quale  1’  autore  presenta  la  sinonimia ,  la  de¬ 
scrizione  estei'na  e  I’anatomia,  suddivisa  in  anatomia  dei 
sistemi  digerente  ed  annessi  ,  respiratorio  ,  circolatoiio  , 
nervoso  ,  muscolare  e  riprodnttoi  e.  Segue  1’  indicazione 
dei  costumi  e  delle  funzioni  fisiologiche  di  questa  specie 
carnivora,  nonche  delle  i  assomiglianze  e  differenze  a  con- 
fronto  cogli  altri  molluschi ,  per  le  quali  I’  autore  viene 
condotto  a  considerare  il  genere  Gland'ma  come  un  ge- 
neie  ben  determinato  e  naturale,  da  po?’si  in  un  sol 
gruppo  colla  Tesiacella  ,  la  quale  non  e  che  una  Glan¬ 
dina  colla  conchigtia  rudimentale.  ' 

L^ote  snr  /’  anatojnie  de  la  Melania  fasciolata  Lam.  ; 
par  le  m  e  m  e,  page  o3  (  et  page  3^5  dti  tome  HI  J.  —  E  im- 
portante  T  osservazione ,  che  R  utero  di  questa  specie  si 
trova  nel  collo ,  e  che  lo  spazio  che  quell’  organo  do- 
vrebbe  occupare  sotto  il  coliare ,  e  occupato  invece  dalla 
tasca  ,  nella  quale  durante  la  notte  riparano  i  piccoli  , 
nel  numero  di  25  a  50  La  M.  fasclolala  e  (juindi  ovovivi- 
para  e  [U’obabilmente  unisessuale  ,  cio  che  1’  autore  non 
pote  peranco  certificare.  Egli  raccolse  gli  individui ,  che 
servirono  alle  sue  ricerche  ,  nelle  sorgenti  termali  che 
scorrono  rapidamente  al  piede  della  rupe  di  Costantina 


154 

e  la  cui  temperatura  tocca  a  +  32°  del  termometro  cen- 
tigrado.  Nel!a  primavera  ,  ossia  durante  il  periodo  in  cui 
la  prole  si  rifugia  nel  corpo  della  madre  o  sta  attac- 
cata  alia  sua  conchiglia  ,  la  Melania  adulta  si  tiene 
costantemente  vicina  alle  rive  delle  sorgenli  e  fuori  della 
corrente ,  onde  non  ne  venga  danno  alle  chioccioline 
fragili  dei  piccoli ;  quando  (juesti  1’  hanno  totalmente  ab- 
handonata-,  essa  si  lascia  rotolare  dalle  acjue,  e  muore  ben 
tosto.  —  Qiiesti  esseri  ra()prescntano  nella  classe  dei  mol- 
luschi  i  Marsnpiali  della  classe  dei  mainmiferi. 

Description  de  coqniUes  nonveUes ;  par  B  e  r  n  ar  d  i,  pa- 
ges  3o,  67,  448  et  303.  ( Vedi  Tclenco  delle  specie  nuove) 

Description  d'  une  espece  du  genre  Planorbis  (  denti- 
fer)*  par  Moricand,  page  57.  (  Yedi  I’elenco  delle  spe¬ 
cie  nuove  ) 

iVo/e  sur  le  genre  Mulleria  Ferussac  ;  par  Petit 
de  la  Saussaye,  page  39.  —  Questo  genere  fu  istitui- 
to  da  Ferussac  nel  4823  (  Mem.  de  la  soc.  d’  hist.  nat.  ) 
su  di  una  conchiglia  rassomigliante  all’  Etheria ,  ma  che 
al  pari  dell’  Ostrea  non  presenta  che  una  sola  impressio- 
ne  muscolare ,  quasi  centrale.  Nel  4831  (Revue  de  zoo- 
logie,  p.  483,' pi.  YI  )  d’ Orbigny  descrisse  col  nome  di 
Jcostcea  un  nuovo  mollusco  d’aqua  dolce,  il  quale  nel¬ 
la  prima  gioventu  e  provveduto  d’  una  conchiglia  libera 
a  due  valve  regolari,  anodontiformi,  mentre  che  piu  tar- 
di  egli  ha  due  valve  ineguali ,  irregolai  i  ,  con  cui  s’  at- 
tacca  come  1’  Ostrea  ,  e  nelle  quali  non  e  visibile  che 
una  sola  impressione  muscolare.  Le  valve  della  minor© 
eta  rimangono  entrambe  incastrate  nel  tallone  della  valva 
inferiore,  costituendone  la  punta.  Lea  (Proceedings  of  the 
Academy  of  natural  sciences  of  Philadelphia,  4  831  ),  raf- 
frontate  le  descrizioni ,  che  della  MnUeria  diedero  Fe¬ 
russac,  Sowerby  e  Deshayes,  e  d’  Orbigny  della  Jcostcea, 
venne  in  sospetto  ,  che  le  conchiglie ,  per  le  quali  si 
crearono  quei  due  generi ,  potessero  appartenere  ad  uno 
solo  ;  e  venuto  a  Parigi  ed  osservato  1’  esemplare  origi- 
nale  della  MnUeria  Mi  Ferussac  nella  raccolta  di  Deles- 
sert,  vi  trovo  sulla  valva  inferiore  le  due  valve  anodon¬ 
tiformi  proprie  Jcostcea,  che,  od  erano  sfuggite  sino 


>152 

allora  air  esame ,  od  erano  state  ri^iiardate  in  quell’ unico 
esemplare  come  un  caso  cli  ag^lomerazione  ;  e  trovo  per 
tal  modo  patentemenle  conferrnata  la  sua  opinione. 

Description  de  co(j7iil/es  nonvelles  ;  par  C.  Recluz  , 
pages  49,  io2  ,  245,  251,  257  ct  377.  (  Yedi  I’ elenco 
delle  specie  niiove  )  —  Nella  nota  alia  Poronia  rvgosa 
r  aiitore  enumera  tiitte  le  specie  finora  note  di  (juesto 
genere  di  piccole  conchiglie  ,  da  esso  liii  istituito  nel 
4843  (  Revue  de  zool.,  page  166),  le  cui  specie  trovan- 
si  sparse  pei  mari  dell’  Europa  ,  dell’  Affrica  ,  dell’  Ameri¬ 
ca  e  della  Nuova-Olanda.  Esse  sono  :  P.  Adansoninna  e 
Petitiana  Reel.  ,  rvhra  (  Cardium  )  Mont.  ,  nncleola  (  Am- 
phidesma  )  Lam.,  scalaris  ^  Parreyssii  e  ptirpnrata  Phi- 
lippi. 

Notice  snr  le  genre  Ancylus  ,  snivie  d'  nn  catalogue 
synonymique  des  especes  de  ce  genre  ;  par  A.  Bour- 
guignat,  pages  55  et  168.  —  E  il  prodromo  d’ una 
monografia  di  questo  genere  ,  che  1’ antore  diside  nelle 
due  sezioni  di  Ancylnstrum  :  animate  sinistro  ,  conchi- 
glia  a  vertice  piii  o  meno  inclinato  a  destra  ,  p.  e.  A. 
shnplex  (  Lepas  )  Buc’  hoz  ,  A,  fluviatilis  Drap.  —  e  di 
Velletia\  an.  destro,  conch,  a  vertice  piu  o  meno  in¬ 
clinato  a  sinistra  ,  p.  e.  A,  laenstris  L.  11  secondo  ar- 
ticolo  (  p.  ^69)  contiene  il  catalogo  delle  specie  Tinora 
conosciute,  seguito  dalla  critica  delle  sinonimie  e  dall’in- 
dicazione  della  dimora  delle  specie.  Queste  ammontano  a 
58  ,  comprese  5  dubhie  ;  quelle  del  sottogenere  A7icy la- 
strum  vengono  distinte  in  cin(]ue  gruppi  a  seconda  della 
loro  distribuzione  geografica  nelle  cinque  parti  del  glo¬ 
be  ;  le  Velletia  non  sono  che  6.  L’  autore  da  la  figura 
di  3  specie  ritenute  nuove  ,  nonche  dell’  A.  radiatilis 
Morlt.  (  pi.  6  f.  H  ).  Quanto  alle  prime  ed  alle  altre  7 
inedite  veggasi  il  relative  elenco  in  questo  gio?  nale  ;  e 
rispetto  alle  leggi  di  nomenclatura  propugnate  da  Bour- 
guignat  leggasi  la  nota  alia  pag.  78. 

Description  de  quelques  coqwlles  proven  ant  de  Sy'rie; 
par  le  me  me,  page  69.  (  Yedi  P  elenco  delle  specie  nuove) 

Description  de  coqn'dles  nouvelles  ;  par  Petit  de  la 
Saussaye,  pages  75,  83,  456,  463  et  249.  (Yedi  P elen¬ 
co  delle  specie  nuove  ) 


153 

ISotice  stir  /’Helix  nubigena ;  par  de  Saulcy,  page 
77.  (  Vedi  V  elenco  delle  specie  niiove  )  —  II  professore 
italiano  ,  die  nel  d84J.  scopri  pel  primo  quella  specie, 
e  il  signor  Orsini  ,  e  Porro  1’  ehbe  da  lui  col  nome  di 
H.  nuhila  Gharpenlier.  Nel  catalogo  della  raccolta  di  que¬ 
st’ ultimo  (1852)  essa  figura  come  H.  nu  b?  gen  a 
Saulcy  non  ne  sarebbe  quindi.  1’  autore. 

Description  de  coqniUes  notivelles  du  nord  de  r  ^fri^ 
(jue ;  par  L.  Raymond,  page  80.  (  Yedi  I’elenco  delle 
specie  nuove  ) 

Observations  relatives  au  Mytilus  siibdistortus ;  par  C. 
Pecluz,  page  85.  —  E  il  margine  postero  -  inferiore 
della  conchiglia  ,  che  presenta  la  sinuosita  caratteristica, 
ne  gi^  il  postero  -  superiore  ,  come  per  isbaglio  avea 
accennato  1’ autore  nello  stesso  giornale,  vol.  Ill  p.  159  , 
ove  diede  la  descrizione  di  questa  sua  specie  ,  che  pare 
provenga  dalla  Nuova-Caledonia. 

J\'ote  sur  /’  Area  Martinii  Reel.  ;  par  Petit  de  la 
Saussaye,  page  86.  —  Contiene  alcune  rettifiche  ed 
aggiunte  fatte'  da  Barthelemy  Lapomeraye  alia  descrizione 
di  quella  specie  data  da  Recluz  nel  medesimo  giornale, 
vol.  Ill  p.  409. 

Observations  stir  le  talon  de  T  organe  de  la  glaire 
des  Helices  et  des  Zonites  ;  par  d  e  Si.  Simon,  page 
dI3.  — ■  Vicino  alia  ghiandola  dell’ albume  (vedi  la  pri- 
ma  memoria  alia  pagina  7  dello  stesso  giornale  )  ossei  vasi 
nei  Zoniti  e  nelle  Elici  un  organo  assai  curioso  ,  che  da 
Gratiolet  (  Journ.  de  conchyl.,  tome  I.  page  237  )  fu  chia- 
mato  organo  ejaculatorio  accessorio  del  canale  deferente,  e 
tallone  da  Moipiin-Tandon.  Esso  aderisce  al  canale  defe¬ 
rente  verso  la  parte  di  questo  ,  che  penetra  nella  ghian¬ 
dola  deir  albume;  varia  nelT  estensione,  nelle  dimensioni , 
nella  forma  ,  nella  colorazione ,  come  osservo  I’  autore  in 
buon  numero  di  specie;  non  aumenta  mai  considerevol- 
menle  col  crescere  dell’ eta ,  come  avviene  invece  nella 
ghiandola  dell’  albume;  e  sembra  che  sia  destinato  a  ren- 
dere  lubrica  la  parte  del  canale  deferente ,  che  penetra 
in  quella  ghiandola. 

Description  </’  tin  getire  nouveau  :  Recluzia;  par 


^54 

Petit  (le  la  Saussaye,  page  di6.  (  Vedi  V  elenco 
clei  generi  niiovi  nel  numero  X.  di  questo  giornale  ) 

Dtt  genre  Rupicola  de  Flenrlan  de  Bellevue;  par  C, 
R  e  c  1 11  z  ,  page  —  La  conchiglia  di  questo  genere, 
istituito  nel  1802  (i),  somiglia  per  modo  a  quella  del 
genere  Thracia ,  che  Recliiz  avea  altrove  proposta  la  fu- 
sione  dei  due  generi.  Ma  ora  lo  studio  dei  loro  animali 
lo  condusse  nella  contraria  opinione.  11  piede  delle  Trade 
e  trilobato  ,  quelio  delle  Rupicole  invece  semplice ;  le 
prime  portano  un  pajo  di  branchie  a  ciascun  lato  del 
corpo  ,  le  ubime  alb  incontro  non  hanno  che  una  sola 
branchia  per  parte.  A  questa  diversita  nella  struttura  de- 
gli  animali  corrisponde  una  dilferenza  sinora  poco  avver- 
tita  nella  conchiglia  di  qiiei  due  generi.  II  legamento  in- 
terno  ri[)osa  su  dei  condrofori  (2)  orizontali  nelle  Trade, 
e  su  dei  condrofori  verticali  nelle  Bvpicole.  E  quantun- 
que  Rccluz  comprenda  poi  entrambi  questi  generi  in  una 
medesima  famiglia  ,  ne  costituisce  pero  due  sezioni  sepa¬ 
rate  ,  quelia  dei  Tradi  e  quella  dei  Bnp'icoth,  da  le 
diagnosi  si  dell’  animale  che  della  conchiglia ;  passa  indi 
alia  descrizione  del  genere  Rupicola  e  delle  due  sole 
specie  sinora  note:  i?.  concentrica  Fleur,,  in  coll.  Lamarck 
ah  auctore,  (  Anatina  rupicola  Lm.  ,  A.  truncata  Turton ) 
e  B.  distorla  Gray  ( An.  distorta  Turt. ,  Mya  distorta 
Montagu),  e  ne  accenna  la  patria  e  le  abitudini.  Le 
cole,  come  indica  il  loro  nome  ,  s’ adattano  nei  fori  gia 
praticati  dalle  Sassicave,  dalle  Petrieole  e  da  altri  mol- 
luschi  litofagi  nelle  rocce  calcaree;  quindi  la  forma  della 
loro  conchiglia  varia  immensamente. 

JSotice  sur  le  genre  Modulus;  par  Petit  de  la 
S  a  u  s  s  a  y  e;  page  152.  —  Souleyet  descrisse  e  figuro 
questo  genere  nella:  if  Zoologie  du  voyage  de  la  Bonite, 
vol  II  page  596  ed  Adams  negli :  ^5  Annals  and  ma¬ 
gazine  of  natural  history,  decembre  4851  «,  indico  del 

(1)  Memoire  snr  quelques  nouveanx  genres  des  mollusques 
et  vers  lilhophages  ,  ioserilo  nel  Journal  de  physique  di  Lame- 
therie ,  p.  345. 

(2)  0  ninfe,  da  yjopd poc;  carlilagine. 


1  o6 

pari  i  caratteri  ,  che  lo  distin^uono  dai  Trochus  e  dai 
Monodonta  e  lo  ravviciuano  alle  Litorina,  e  che  si  de- 
sumono  specialmente  dall’organizzazione  dell’ animale.  Ec- 
co  r  elenco  delle  specie  di  questo  genere  conosciiite  da 
Petit  :  M.  lentieularis  (  Trochus  )  Cheinn.  (  Tr.  modu¬ 
lus  Lhne)^  carchedonius  Lm  coll,  (lentieularis  var. ?  ), 
itcium  Gmel.,  eerodes  ,  diqjlicatiis  et  obliquus  Adams, 
disculus  et  cateniilatiis  Phil.,  trochifonnis  Souleyet.  A 
queste  egli  aggiunge  una  decima  nuova  specie  :  M.  can- 
didus ,  per  !a  quale  veggasi  I’  elenco  delle  specie  nuove. 

Nof/cc  sur  (judqnes  Helices  recueUUes  dans  It  Maroc 
par  Coqnand  •  par  A.  M  o  r  e  1  c  t  ,  page  ^38.  —  La 
malacologia  di  questo  stato  barbaresco  e  cosi  poco  co- 
nosciuta,  che  anche  le  cinque  specie  raccolte  da  Goquand 
non  lungi  dalla  costa  ,  presentano  qualche  interessc.  E  fa 
specialmente  senso  il  trovarsi  cola  V  H.  si/valfca  Drap.  , 
specie  delle  Alpi  occidental!  e  del  Giura,  quantunque  [)iu 
recentemente  sia  stata  scoperta  anche  nei  Pirenei,  e  V  H. 
oJivtiorurn  Gmel.  ,  che  pure  crederebbesi  esclusivamente 
europea.  Le  H.  lanuginosa  Boiss.  e  scahriuscula  Desh. 
vivono  nella  vicina  Algeria.  Nuova  e  1’  H.  lentieularis  e 
per  questa  veggasi  T  elenco  delle  specie  nuove  (1). 

Notice  sur  le  genre  Gyllene;  par  Petit  d  e  la 
Saussaye,  page  142.  —  Questo  genere  fu  creato  da 
Gray  nel  :  «  The  animal  kingdom  j5  ;  ma  la  descrizione 
e  la  figura  che  ne  da  sono  incomplete.  Sowerby  nel : 
>5  Gonchological  manual,  d 842  ^5 ,  lo  descrive  e  figura  del 
pari,  ma  in  modo  divei'so  da  Gray.  A  Adams  finalmente , 
onde  fissare  meglio  le  idee  dei  conchigliologhi ,  ne  da 
una  nuova  diagnosi  ,  prendendo  per  ti()o  del  genere  il 
Buccimmi  lyratum  Lamarck.  Petit  distingue  le  15  spe- 

(1)  k  queste  cinque  specie  terrestri  si  possono  agginngere  le 
seeuenii  pcjche  di  terca  e  d’  aqua  dolce  :  Helix  algira  L. ,  cario- 
sula  Mich.,  elegans  Gmel,  .  lactea  MiiU. ,  pisana  Mtill.  et  var.  al- 
boranensis  Webb.,  planata  Ciiemn.  ,  pumilio  Chemo.,  turbinata 
De  Crist.  ?  ,  turcica  Ddlwyn  ;  Bulimus  acutus  Mull,  et  var.  litlo- 
ralis  Bruniati  ,  pupa  L,  :  Achatina  folliculus  Grou,;  ■ —  Planorbis 
cannatus  Drap.  ,  marginatiis  Drap.  ;  Melnnopsis  costata  Per. , 
Dufourd  Per.,  prmosa  Ij.;  Paludina  tessellata  Neriti- 

na  (luviatilis  L.;  Ancylus  (Juviatilis  Miiller.'  St. 


i56 

cie  descritte  dai  detti  autori,  nonche  da  Reeve,  da  Kie- 
ner  e  da  liii  stesso  ( Journ.  de  conch.  ,  4850  )  in  due 
gruppi:  a  conchiglia  tubercolata  o  striata  ed  a  conchiglia 
liscia;  ed  aggiiinge  nna  nuova  specie:  C.  senegalensis  ^ 
per  la  quale  veggasi  Y  elenco  delle  specie  nuove. 

Description  d’  nne  variHe  dti  Pecten  histrionicus  Gmel.\ 
par  It  me  me,  page  150,  pi.  5.  f.  2. 

Notice  snr  le  Genre  Pachychilus  Lea-^  par  le  m  e  m  e, 
page  458.  —  Questo  genere  assai  diibioso  fu  create  da 
Lea  negli  :  ??  Annals  and  mag.  of  nat.  history,  4852  « 
per  una  sezione  delle  Melanie^  la  cui  conchiglia  presenta 
il  labbro  incrassato  e  la  columella  superiormente  callosa  ; 
r  animale  non  venne  studiato.  Lea  colloca  il  suo  nuovo 
genei  e  tra  la  Melania  ed  il  Melanopsis ,  e  ne  descrive 
una  nuova  specie:  il  P.  Cnmmgii.  Aucapitaine  nella  : 
n  Revue  de  zool.  4853,  p.  529  sostituisce  alia  voce 
Pachychilus  quella  di  Soiileyetia  ,  essendo  la  prima  gia 
stata  impiegata  da  Eschscholtz  per  un  genere  di  coleot- 
teri.  A1  genere  di  molluschi  in  discorso  appartengono  an- 
chtXdi  Melania  loevisshna  Sow.,  (\n2\c:\\  P.  Cumin gii 
Lea  non  e  forse  che  una  varieta,  e  la  3L  Indorum  Mo- 
relet ;  e  per  quest’  ultima  veggasi  V  elenco  delle  specie 
nuove. 

Description  d’  une  nouvelle  esptce  de  Murex  (  Moqui- 
nianus  );  par  Duval,  page  203.  (  Vedi  Y  elenco  delle 
specie  nuove  ) 

Observation  sur  une  coguille  decriie  par  A.  Adams 
sous  le  no77i  d'Eglisia  Cumingiij  par  Petit,  page  205. 
—  Questa  conchiglia  sembra  essere  la  Turritella  suturalis 
Griffith.  11  genere  Eglisia  poi  venne  istituito  daGraynel: 

Catalogue  of  British  museum,  4840??,  eda  lui  collocato 
tra  le  Eulimidce  ,  alle  quali  Adams  assegna  nel  sistema 
il  posto  tra  le  Turritella  e  le  Seal  aria.  La  conchiglia  di 
questo  genere  distinguesi  specialmente  per  le  varici  lon- 
gitudinaii,  di  cui  vanno  ornati  i  suoi  giri  di  spira. 

Observation  du  Doct.  Lea  sur  une  colonne  accessoire, 
ou  arc-boutant  gue  Lon  rencontre  dans  guelgues  co- 
guilles  du  genre  Helix;  par  le  me  me,  pa>gt  206. 
( Vedi  la  p.  62  del  giornale ) 


i57 

Note  sur  qnelques  coquilles  fossUes  ,  reeueillies  dans 
les  montagnes  de  la  Nouvelle- Grenade  par  le  general 
Joaqtiin  Acosta  ;  par  A  1  c  i  d  e  d’  0  r  b  i  g  n  y  ,  page 

208  ,  pi.  IV.  ( Vedi  la  p.  63  del  giornale )  — »  Vengono 

poi  descritti  e  fignrati  gli  Ammonites  Acostce  f.  5,  6  — 
A.  Solitos  f.  4  5  2  —  ed  guadtiasensis  f.  Z,  4. 

Geseription  de  coquilles  nouvelles  fossiles  de  Saint- 
Felix  (  Oise  )  ;  par  B  a  ii  d  o  n  ,  page  24  4  ,  pi.  VI ,  et 
p.  325,  pl.W.  —  Queste  specie  nuove  sono:  Toryiatella 
Bevaletii  pi.  VI  f.  5  ,  e  Turbo  ohtusalis  f.  4  ;  —  Acha- 

tina  acuminata  pi.  IX  f.  4  ;  Delphmula  crassa  f.  2  e 

D.  cristata  f.  3;  Turbo  costellifer  f.  4;  Ilissoa  pulchella 
f.  5  e  H.  abbreviata  f.  6 ;  ^Melania  tenuicosta  f.  7 ; 
Fusus  truncatus  f.  8  ;  Cerithium  semicristatum  f.  9  *, 
Pleurotoma  grata  f.  10  ,  PL  fusiformis  f.  44  e  PL 
TDanjouxii  f.  42  \  Mitra  olivula  f.  43;  Triton  Dumor- 
iieri  f.  44;  Buccinum  dilatatum  f.  e  B.  Rottcei  f.  46. 

Observations  sur  irois  Gasteropodes  ovovivipares  ;  par 
A.  Moquin-Tandon,  page  225.  —  Le  specie  os- 
servate  sarebbero  1’  Helix  rupestris  e  le  Pupa  margin 
nata  ed  umbilicata  di  Draparnaud.  Riguardo  a  quest’  ulti¬ 
ma  veggasi  pure  la  precedente  osservazione  di  A.  Schmidt 
alia  p.  47  di  questo  giornale.  Moquin-Tandon  annuncio 
gi^  altrove  ,  che  1’  Achathia  folliculus  Lam.  e  del  pari 
ovovivipara,  e  L.  Raymond  accenno  lo  stesso  fatto  rispetto 
alle  Glandina  procerula  e  lamellifera  Morlt.  dell’ Algeria. 

Observations  anaiomiques  sur  /’  Helix  lychnuchus 
Mull.  ;  par  de  Saint-Simon,  page  227.  —  Esposta 
dettagliatamente  I’  anatomia  di  questa  specie  1’  autore  viene 
a  conchiudere,  che  avuto  riguardo  all’  interna  sua  orga- 
nizzazione  ,  essa  va  esclusa  dal  genere  Helix  ed  aggre- 
gata  al  genere  Zonites  Month ,  che  Mo(juin-Tandon  pro¬ 
ve  (i)  essere  un  genere  naturale,  caratterizzato :  4.'"  da  una 
mascella  sprovveduta  di  coste  e  di  denti  marginali  e  che 
presenta  verso  il  mezzo  del  rnargine  libero  una  sporgenza 
rostriforme  piu  o  meno  larga ;  2.'’  dalla  mancanza  del 
dardo  e  del  suo  sacco,  e  delle  tasche  multifide  del  muco. 

(4)  Memoires  de  1’  academie  des  sciences  de  Toulouse,  4848, 
3me  sdrie ,  t.  IV  p.  374. 


^58 

J,  C.  Albers  (4) ,  conservando  quella  specie  e  le  affini  nei 
srenere  Helico ,  le  colloca  nel  gruppo  Vkiirodoiita  Fi¬ 
scher.  Questo  gruppo  e  bensi  naturale,  ma  per  le  ragioni 
esposte  deve  costituire  nna  sezinne  del  genere  Zon'iies^ 
distinta  [)er  la  carena  siiH’  ultimo  anfratto  della  conchi^lia, 
pel  suo  peristoma  piu  crasso  inferiormente  che  superior- 
mente  ,  e  pel  denti  al  margine  deirapertura. 

Notice  sur  le  genre  Phos  de  Denys  de  Mont  fort  (1810); 
par  Petit,  page  255.  —  11  Mnrex  senticosns  L.  {Can- 
cellaria  sent.  Lm. )  servi  di  tipo  a  questo  genere  Ma  la 
masgior  parte  dei  conchigliologhi  non  Padottarono,  e  ri- 
guardano  piuttosto  le  specie  ,  che  lo  comporrebbero  ,  come 
Bnceinnm  della  sezione  Nassa.  A.  Adams  (2)  pero  , 
avendo  esammato  I’animale  delle  tre  specie:  Phos  sent/- 
cosns .  rosealus  Hinds  t  textns  Gmel.  [  Bncc.  Blainvillei 
Desh. ),  e  scoperto  che  il  suo  piede  termina  posterior- 
mente  in  un  unico  filamento  lungo,  mentre  quello  del- 
r  animale  delle  Nassa  termina  in  una  coda  biforcuta  ,  ri- 
pristino  il  genere  Phos ,  e  diede  una  lista  delle  specie 
che  devono  entrare  a  costituirlo.  Petit  atnmette  pure  prov- 
visoriamente  questo  genere  e  ne  enumera  28  specie  ;  fra 
le  quali  10  sono  di  Adams  e  di  queste  riproduce  le  dia¬ 
gnosis  e  tre  sono  nuove  ,  e  per  queste  veggasi  I’ elenco 
delle  specie  nuove. 

Notice  sur  qnelqnes  especes  interessantes  du  genre 
Melania;  par  le  meme,  page  255.  — -  L’ autore  dopo 
avere  accennata  1’  infinita  variabilita  delle  conchiglie  di 
questo  genere  ,  passa  a  descriverne  tre  specie  di  forma 
dilFerentissima ,  cioe  la  M.  g/ans  v.  d.  Busch  (pi.  YIll 
f.  6  ) ,  e  due  nuove;  e  per  queste  veggasi  1’  elenco  delle 
specie  nuove. 

Observations  sur  /’ Essan  d’  Jdanson  (  Pecfen  orbicu¬ 
laris  ,  Sow.  );  par  Char  bonnier,  page  261.  —  Dai 
fatti  esposli  in  questo  articolo  1’ autore  conchiude;  che 
r  Essan  e  im  mollusco  bissifero  ,  semipelagico ,  esclusi- 

(!)  Die  Heliceen  nach  naturlicber  Verwandschaft  systematisch 
geordnet,  Berlin  ,  1850,  in  8.® 

(2)  Annals  and  magazine  of  natural  history,  1851,  tome  VIII;, 
page  79. 


459 

vamente  fitofago ,  ovoviviparo ,  in  cui  la  locomozione  si 
effetlua  in  tutte  le  direzioni. 

Lisle  des  rnollusijiies  terrestres  el  fluvial iles  trouves 
dans  la  vallee  de  Bareges  (  Hautes-Pf  renees  ) ;  par  F. 
d  e  S  a  u  1  c  y  5  page  266.  —  Lista  di  32  specie  tutle 
note  ,  seguita  dalla  indicazione  delle  loro  dimore  e  del- 
r  elevazione  delle  medesime ,  della  freqiienza  loro  ecc. 
Rimarchevole  gli  sembro  una  varieta  della  P^ipa  secale 
Drap.  5  ch’  egli  da  principio  avea  preso  per  la  P.  clatisi- 
lioides  Boube.  La  chiama  var.  elongala  ,  e  ne  da  la 
diagnosi. 

Observation  sur  la  valeur  du  Pisidinm  siniiatnm  Bourg.; 
par  B  a  u  d  0  n  ,  page  277.  —  L’  aiitore  lo  riguarda  co¬ 
me  una  deformity  accidentale  del  P.  cinereztm  Aid.  col 
margine  inferiore  anteriormente  sinuoso,  quale  incontrasi 
non  di  rado  in  varii  altri  Jcefali. 

Catalogue  des  mollusques  terrestres  et  fluviatiles  de 
V  Algerie  ;  par  A.  M  o  r  e  I  e  t ,  page  280.  —  E  T  enu- 
inerazione  di  431  specie  divise  come  segue  :  Limax  sp. 
3  5  Parmacella  sp.  4  ,  Testacella  sp.  1  ,  Helix  sp.  64, 
Bulimus  sp.  6,  Glandina  sp.  7,  Pupa  sp.  6,  Succinea 
sp.  4  5  Carychium  sp.  1  ,  Auricula  sp.  2  ,  Planorhis 
sp.  40,  Limncea  sp.  2,  Physa  sp.  2,  Ancylus  sp.  4, 
Cfclostoma  sp.  2  ,  Paludhia  sp.  7,  Neritina  sp.  2  , 
Melania  sp.  4  ,  Melanopsis  sp.  2  ,  Anodonta  sp.  4  , 
Unto  sp.  4  .  Pisidhim  sp.  2.  Le  specie  sono  disposte  in 
ordine  alfabetico  ed  illustrate  dalla  citazione  dell’  opera  , 
in  cui  sono  descritte  ,  e  dall’  indicazione  delle  sinonimie 
indispensabili ,  delle  principali  varieta,  e  del  luogo  di  di- 
mora.  Varie  sono  le  specie  di  Morelet ,  ma  desse  tro- 
vansi  gia  tutte  descritte.  Da  questo  catalogo ,  quantunque 
non  possa  dirsi  complete  ,  si  possono  pero  dedurre  dei 
fatti  interessanti.  I  generi  Vitrina ,  Balea ,  Clausilia  , 
Pomatias ,  Acme  e  Falvata,  che  sono  piu  o  meno 
sparsi  per  I’Europa,  mancano  nell’ Algeria.  Una  terza 
parte  circa  (42)  delle  specie  sinora  raccoltevi  appartiene 
esclusivamente  al  paese.‘  Questo  carattere  di  individualita 
si  fa  sentire  a  preferenza,  come  altrove ,  nei  molluschi 
terrestri  j  e  specialmente  nelle  Helix  e  Glandina ,  non- 


460 

che  nelle  specie  uniche  dei  generi  Parmacella  ed  Jno- 
donta.  Al  contrario  i  Bvlimus ,  le  Pupa,  i  Planorbis  e 
le  Paludina  contano  appena  una  o  due  specie,  che  non 
sono  state,  osservate  nel  vicino  continente.  L’  assienie  del- 
le  conchiglie  presenta  una  singolare  uniforinita;  esse  sono 
generalraente  scolorite,  cretacee,  senza  lucentezza ,  il 
bianco  ,  il  bruno  ed  il  giallo  ne  sono  gli  unici  colori ; 
le  specie  cornee ,  che  appartengono  piu  esclusivamente 
alle  localita  umide,  sono  in  piccolissimo  numero  ;  — 
tutto  porta  r  impronta  d’ un  paese  secco ,  sassoso,  ed 
ape?*to  ;  tutto  annuncia  la  vicinanza  del  continente  e^ro- 
peo;  r  Affrica  non  vi  si  rivela  ancora.  Delle  89  specie 
algerine ,  non  esclusive  al  paese  ,  56  appartengono  alia 
zona  mediterranea,  e  fra  queste  45  particolarmente  alia 
sua  regione  occidentale  e  44  alia  orientale  ;  53  spettano 
air  Europa  media.  Una  tale  divisione  e  pero  troppo  as- 
soluta  e  segnatamente  fra  quelle  dell’  ultima  categoria  av- 
vene  alcune  ,  che  veggonsi  sparse  per  tutta  V  Europa  ,  e 
qualcuna  che  puo  dirsi  cosmopolita. 

(  Sara  co7itmuato  ) 

^  Il  numero  delle  soitoscrizioni  al  giornale  di  mala- 
cologia  permettendolo  ,  la  redazione  del  medesimo  desi- 
derava  di  dare  ai  sigjiori  associati  per  la  fine  del  pri- 
mo  anno  gratis  una  tavola  in  litografia ,  che  rappre- 
sentasse  alcune  conchiglie  italiane  non  peranco  figurate 
e  varie  preparazioni  a^iatomiche.  Ma  non  essendo  oramai 
piii  in  tempo  di  adempiere  guest  a  hra^na  ,  ell  a  ,  onde 
in  gualche  altro  modo  compensare  i  signori  ahbonati  , 
aumenib  del  doppio  la  somma  delle  pagine  del  presen¬ 
te  numero  e  del  susseguente,  ritenendo  pero  fermo  per 
ciascuno  di  essi ,  come  pei  precedenti  ,  il  pr'ezzo  di 
centesimi  75;  e  si  riserva  di  publicare  la  tavola  nel  se- 
condo  anno. 

(  Dispensato  oel  mese  di  marzo  i854) 

Pavia.  Tip,  Fusi. 


(.lORNALE  DI  MALACOLOGIA 


N."  X 


RiTisti)  bibl&ografica  dell'  auiao  1S53. 

(  Continuazione  ) 

JSoies  mr  Us  causes  de  I' erosion  des  coquilUs  fluvia- 
tiles ;  par  Bland,  page  306.  ( Vedi  la  nota  alia  p.  iOl 
del  giornale  ) 

De  la  perforation  des  roches  par  certains  mollusgues  ; 
par  Petit,  page  308. 

Notice  stir  la  perforation  des  pierres  par  le  Pholas 
dactylus  ;  par  Robertson,  page  344.  (  Per  questi  due 
articoli  veggasi  la  relativa  memoria  del  dott.  Prada  in 
questo  giornale  ) 

Notice  sur  Us  genres  Macgillivrayia  de  Forbes  et  Lo- 
rica  de  Adams;  par  Petit,  page  346  et  347.  —  Pe¬ 
tit  non  conosce  la  diagnosi  del  prirao  di  questi  generi; 
ma  per  quanto  pote  rilevare  dalla  descrizione  d’una  nuo- 
va  specie ,  la  M.  spinigera  Adams  (  Annals  and  mag.  of 
nat.  hist.,  4852  ),  affine  alia  ifcT.  pelagica  Yovh. ,  egli  ritie- 
ne  che  possa  awicinarsi  al  genere  Trichotropis  Sowerby. 
L’  altro  genere,  Lorica^in  stabilito  da  Adams  (  I.  c.  i852, 
p.  355. )  sul  Chiton  cimolius  Reeve. 

ISotice  sur  Us  terrains  de  Saint-Felix  ;  par  Auguste 
Baud  on,  page  324.  —  Questo  terreno,  compreso  fra 
il  cosi  detto  parigino  ,  offre  tre  divisioni  perfettamente 
distinte  :  la  glauconia  grossolana  propriamente  detta  ,  il 
calcare  grossolano  medio  ed  uno  strato  con  Foraminiferi, 
superiore  a  questo,  ma  inferiore  al  calcare  grossolano  su- 
periore  propriamente  detto.  La  glauconia  contiene  delle 
conchiglie  per  lo  piu  intiere,  come  p.  e.  delle  Cfprcca 
inflatay  Ancillaria  canalifera  ,  hucclnoidea  ed  olivula  , 
Voluta  cithara  e  fyra  ,  Rostellaria  macroptera  ,  Harpa 
mutica,  Cardium  porulosum ,  Venericardia  planicosla, 

40 


i62 

Chaw  a  calcar  at  a  e  Corhis  lamellosa  ;  le  Turriiella  vi 
abbondano;  all’  incontro  i  Pileopsis  e  le  Ampullaria^  FP 
sinlana  e  Saoricava  vi  sono  poco  comiini.  E  la  glaucooia 
che  fornisce  gli  unici  generi  cefalopodi  Sepia  ,  Belopte- 
ra  e  Nanfih/s.  I  fossili  conteruiti  nel  banco  medio  sono 
d’ iina  bianchezza  lucente;  la  loro  conservazione  e  am- 
mirabile.  Vi  si  incontrano  la  Cyprcea  elegans,  la  Valuta 
lineolata ,  lo  Stramhus  ornatus  e  V  Em arg inula  clypeata. 
Comuni  vi  sono  le  piccole  Pleurotoma ,  varii  Cerithium 
ed  il  Pileopsis  cornucopice.  II  terzo  strato  presenta  dei 
fossili  liberi  per  lo  piu  piccoli  ,  fra  i  quali  meritano  di 
essere  marcati  :  Parmophorus  august atns  ed  clang atus; 
Cerithium  echinulatum  e  semicristatum  ;  Eelphinula 
crassa;  Buccinum  dilalatum  e  Boftcei;  Triton  Dumor- 
tieri  ;  Cardium  avictilare  ;  Avicula  triganata  e  Corhis 
subpectuncuhis,  Le  specie  raccolte  da  Baudon  in  d  5  anni 
ammontano  a  circa  400  ,  e  vengono  da  lui  ripartite  in 
85  generi ,  de’  quali  3  Cefalopodi ,  51  Gasteropodi , 
compresovi  il  Dentalium  ,  50  Conchiferi  ed  \  Brachio- 
pode\  3  terretri  {Achatina^  Auricula  ed  Hehcma) ,  2 
d’  aqua  dolce  (  Melania  ed  Ampullaria  )  ed  80  marini. 
Questo  articolo  e  seguito  dalla  descrizione  delle  specie 
nuovej  di  esse  si  fece  gia  precedentemente  parola. 

Bulletin  bibliographique. 

D  a  V  a  i  n  e  C,  —  Recherches  sur  la  generation  des 
Huitres  ,  (  Petit  )  p.  30.  ( Vedi  la  pag.  43  del  giornale  ) 

Ada  m  s  C.  B.  —  Catalogue  of  Shells  collected  at  Pa¬ 
nama  ,  4852,  in -4.',  {Petit)  p.  87. 

De  Konnick^ —  Notice  sur  le  genre  (  brachiopode, 
fossile)  Datridsonia  ,  Liege,  4852,  in- 8.“,  46  pages, 
avec  2  planches,  (  B.  ISyst )  p.  89. 

D’  E  i  c  h  w  a  1  d  Ed.  —  Lethaea  Rossica  ,  ou  le  mon- 
de  prirnitif  de  la  Russie.  Vol.  I:  Periode  moderne.  Stiitt- 
gard  ,  4852,  avec  44  planches,  {Petit)  p.  92. 

Eydoux  et  Souleyet  —  Zoologie  du  voyage  de 
la  Bonite  ;  Mollusques  et  Zoophiles ,  par  Souleyet,  ( Pier¬ 
re  Gratiolet )  p.  93. 

P  h  i  1  i  p  p  i  R.  A.  —  Die  Gattung  Ampullaria  ( il  ge- 


165 

Ampullar ia^  monoE^rafia  ),  Niirnbcrg,  185i  ,  in  4.“ 
Fa  parte  del  «Gonchylien-Cabinet^»  di  Kiister,  {Petit)  p.  248. 

Herrmannsen  —  Indicis  generum  malacozoo- 
rum  supplementa,  i^  Petit)  p.  221.  ( Vedi  la  pag.  44) 

B  a  u  d  0  n  —  Catalogue  des  mollusques  du  dep.  de 
r  Oise,  (  Petit )  p.  222.  ( Vedi  la  pag.  45  ) 

Gaskoin  I.  S.  —  Observations  sur  V  animal  de 
r  Helix  lactea  et  sur  quelques  autres  mollusques.  Extrait 
des:  Annals  and  magazine  of  natural  history,  4852,  page 
498,  (  Traduzione)  p.  275.  (Vedi  pure  gli  Annales  des 
sciences  naturelles ,  tome  XVIII.  page  65  ) 

Notices. 

Notice  sur  Souleyet  et  G.  B.  Adams  •  par  Petit ,  page 
407  et  414.  (Vedi  le  pag.  45  e  44  del  giornale  ) 

Note  sur  la  collection  de  Recluz  \  par  le  meme,  page 
224.  (  Vedi  la  pag.  444  ) 

Les  ennemis  des  Ancyles  et  du  Journal  de  conchylio- 
logie;  par  Petit,  page  555.  ( Polemica  )  . 

Creation  d’une  chaire  de  Paleontologie;  par  Petit,  pa¬ 
ge  545.  (  Vedi  la  p.  442  del  giornale  ) 

11  fascicolo  IV.  del  4853  non  e  ancora  arrivato. 

111.  Revue  et  magasin  de  zoologie  pure  et  np- 
pliquee  ,  par  F.  E.  Guerin  «  Meneville  ;  2e 
serie ;  tome  V. 

Monographie  de  Ancylus  Janii  (  An.  capuloides  For- 
ro  ) ;  par  J.  R,  Bourguignat,  page  205.  —  Indi- 
ca  r  origine  e  la  bibliografia  di  questo  Aneylus^  e  fatta 
una  non  breve  digrcssione  circa  T  influenza  degli  agenti 
esterni  sulla  conformazione  della  conchiglia ,  passa  in 
rassegna  e  rigetta  le  diagnosi  di  questa  specie  offertedai 
vari  autori,  senza  pero  darne  una  propria,  ma  acconten- 
tandosi  solo  di  dire,  che  e  una  buona  specie  e  che  il 
tutto  sta  nel  riconoscerne  i  veri  caratteri  ,  i  segni  real- 
mente  distintivi.  Forse  che  ce  li  indichera  nel  seguito 
della  memoria  promesso  fra  breve,  ma  finora  non  com- 


164 

parso !  Segue  la  critica  dell’  anatomia  di  questo  niollusco 
eseguita  da  Gassies  j  e  finalmente  la  battaglia  sulla  no- 
menclatura ,  per  la  quale  leggasi  1’  articolo  di  Petit  nel 
Journ.  de  conch,  alia  pag.  200. 

iHide$  sur  les  Anodontes  de  I’  Aube  (  o.*  et  6.®  arti¬ 
cle)  ;  par  Heiiri  D  r  o  u  e  t  et  Auguste  B  a  u  d  o  n  ,  pa¬ 
ges  et  495,  planche  17.  —  In  questi  articoli  spo- 
nesi  r  anatomia  dei  sistemi  digerente ,  circolatorio  e  re- 
spiratorio  ,  e  si  da  la  descrizione  degli  organi  secretori 
e  di  quelli  della  generazione.  Essi  articoli  formano  parte 
di  una  monografia  degli  Anodonta  dell’  Aube  ,  incomin- 
ciata  nella  medesima  Rivista  2‘^  serie  ,  vol.  IV.  pag.  51 
(d852),  ed  ora  terminata.  Dessa  e  troppo  estesa  ,  per- 
che  se  ne  possa  qui  offrire  un  sunto  ,  ne  d’  altra  parte 
conviene  presentare  1’  estratto  dei  due  soli  articoli  publi- 
cati  nel  4853,  perche  non  si  lasciano  staccare  senza 
pregiudizio  dell’  intiera  memoria.  Non  si  crede  pero  di 
dover  tacere  il  seguente  rilievo.  Baudon  parlando  del  nu- 
trirnento  degli  Anodonta  ,  che  dice  essere  quasi  esclu- 
sivamente  vegetale ,  riporta  in  una  nota  il  seguente  passo 
dell’  introduzione  al  catalogo  dei  molluschi  della  Lombar¬ 
dia  dei  fratelli  A.  e  G.  B.  Villa  :  Sembra  pero ,  che 
( le  bivalvi )  prestino  gia  naturalmente  un  prezioso  servi- 
gio,  col  distruggere  mold  infusorj ,  che  giacendo  morti 
corromperebbero  le  aque  Indi  esclama:  «  Il  y  a  la  le 
theme  d’  une  dissertation  interessante  et  neuve  1  «  Ma  si 
e  egli  scordato  ,  quanto  in  proposito  ebbe  a  dire  il  suo 
collaboratore  Drouet  in  uno  dei  precedenti  articoli  (  Re¬ 
vue  2®  serie,  vol.  IV.  page  367  )?,  ove  cosi  si  esprime: 

Leur  nourriture  consiste  .  .  .  generalement  en  substan¬ 
ces  vegetales . Je  crois  raeme  avoir  apercu  dans 

r  estomac  quelques  animaux  microscopiques 

Observations  sur  /’ Helix  pellis -serpentis  Che7nn.  et  des¬ 
criptions  d'  especes  nouvelles  du  genre  Helix  j  par  U. 
Hupe ,  page  296.  —  L’  autore  separa  dalla  H,  pellis- 
serpentis  quella  forma  ,  riguardata  finora  come  semplice 
sua  varieta ,  che  sul  penultimo  giro  della  spira  dal  lato 
opposto  air  apertura  presenta  un  doppio  incavo  diviso 
da  una  piega  rialzata  j  ed  a  questa  forma  da  il  nome 


465 

specifico  di  H.  constrictor.  Aggiun^^e  inoltre  tre  specie 
nuove  appartenenti  al  medesimo  gruppo  ,  cioe  le  U.  pel- 
lis-hoce,  anguicula  e  Feisthamelii  e  per  completarne  il 
qiiadro  enumera  ancora  cinque  specie  ,  le  H.  brasiliana 
Desh  5  heliaca  d’ Orb.  ,  Gihboni  Jay,  Cast  tin  eandii  Hu- 
pe  e  monile  Broderip.  Infine  descrive  una  quarta  nuova 
specie  di  un  altro  gruppo.  Per  qiiesta  e  per  le  altre  tre 
specie  di  Hupe ,  di  cui  sopra ,  veggasi  P  elenco  delle 
specie  nuove. 

Amenites  malacologiques :  du  genre  Sphaerium 

Scopoli ;  par  J.  R.  B  o  u  r  g ui  g  n  at,  page  340.  —  Bour- 
guignat  sostituisce  al  nome  generico  di  Cyclas  Brug.,  sin 
ora  quasi  generalmente  in  uso ,  quello  di  Sphmrium  , 
perche  il  primo  era  gia  stato  impiegato  da  Klein  (  Ten- 
tamen  meth.  ostrac.  P.  II.  p.  129,  4755  )  per  distinguere 
quel  gruppo  di  conchiglie  bivalvi ,  che  piu  tardi  Bru- 
guiere  comprese  sotto  il  norae  di  hucina.  11  genere  SphcB- 
rium  fu  creato  dal  nostro  Scopoli  nel  4777  (  Introd.  ad 
hist.  nat.  p.  397,  n.  88  ),  e  Gray  nel  1847  (1)  fu  Puni- 
co,  che  Pavesse  adottato.  L’ aulore  dolendosi  delPobblio, 
in  cui  caddero  quei  due  naturalisti  ,  ma  specialmente  ri- 
guardo  alio  Scopoli  ,  riproduce  P  elogio  ,  che  di  questi 
tesse  il  Deshayes  (  Traite  de  conch.,  tome  I  p.  704). 
Passa  indi  alia  rivista  delle  10  specie  di  questo  genere 
enumerate  da  Dupuy  nella  sua  opera  sui  molluschi  della 
Francia  ,  e  sopprimendone  3  :  le  Cyclas  nucleus  Stud.  , 
rivalis  (  pars )  Drap.  e  scaldiana  Norm.  ,  che  riguarda 
come  semplici  varieta  dello  Sphxrium  corneum  Scop. , 
le  riduce  a  7  soltanto.  Secondo  Bourguignat  la  C.  caly- 
culata  Drap.  non  e  che  la  C.  (  Tellina )  lacustris  Miill.; 
ed  egli  propone  quindi  per  la  C.  lacustris  Drap.  ,  che  e 
una  specie  ben  differente  da  quella  ,  il  nome  di  Sph. 
Deshay esianum.  L’articolo  termina  colP  enumerazione  al- 
fabetica  di  216  appellazioni  sotto  la  denominazione  gene- 
rica  di  Cyclas ,  fra  le  quali  pero  409  soltanto  apparten- 
gono  al  genere  Sphoerium  ,  dovendosene  riferire  51  al 
genere  Puidium  ,  e  56  a  vari  altri  generi ,  come  alle 

(4)  A  list  of  the  genera  of  recent  shells,  etc.  ...  in  Procee¬ 
dings  of  the  zoological  society  of  London  ,  p.  484, 


466 

Cf  rena,  Macira,  ecc.  Aggiungendo  a  quei  109  nomi  al- 
tri  24  ,  parte  dei  sinonimi  ,  s’  avra  un  elfettivo  di  435 
denominazioni  dilFerenti  relative  a  questo  genere ,  im- 
piegato  a  distinguerne  Ic  74  specie  ammesse  dall’  autore. 

2°  Ancylus  Ghittyi  Ada7ns  et  A.  Verreauxi  Bourg.  , 
page  350  et  554.  —  II  primo  ebbe  posteriormente  da 
Bourguignat  il  norae  di  A.  Petitianus  (  Journ.  de  conch. 
4855,  p.  472  )  ,  che  ora  ritira;  il  secondo  e  una  specie 
nuova,  e  per  esso  vedi  V  elenco  delle  specie  nuove. 

3.°  Simple  note ,  page  552.  —  Critica  del  sisteraa  di 
nomenclatura  adottato  da  Mortillet  nel  recente  suo  cata- 
logo  di  conchiglie  d^  Europa  e  dell’  Algeria. 

ISote  sur  Its  ^nollusgues  lithodomes\  Marcel  de 
Serres,  pages  595  et  584.  (  Yedi  le  pagine  451  e  452) 
■^Isote  sur  Its  depots  diiuviens  ,  les  sables  et  Its  mar- 
nes  tertiaires  d'  eau  douce  mis  d  decouvert  d  Mont¬ 
pellier  ;  par  le  m  e  m  e ,  pages  446  et  557.  —  Se  si 
esaminano  con  attenzione  i  depositi  diluvionali  della  riva 
sinistra  del  Lez,  e  si  comparano  con  quelli  della  riva  op- 
posta  e  specialmente  con  quelli  delle  fondamenta  del  pa- 
lazzo  di  giustizia  a  Montpellier,  scorgonsi  fra  essi  delle 
dilferenze  notabili,  sia  nella  natura  (  silicea  o  calcarea  ),  sia 
nelle  dimensioni,  sia  nella  quantita  dei  ciottoli  trasportati; 
cio  che  indusse  1’ autore  a  studiare  que’  depositi  in  tutto 
il  dipartimento  dell’  Herault.  Dai  fatti  osservati  egli  con- 
chiude ,  che  la  ghiaja  dei  depositi  diluvionali  non  fu 
sparsa  dalle  aque  marine  ma  dalle  correnti,  non  offrendo 
ciottoli  piatti  ,  discoidali ,  ma  rotondati  ,  sferoidali ;  che 
la  deposizione  di  ciottoli  di  natura  differente  in  localita 
vicine  non  puo  dipendere  da  un  accidente  ,  ma  deve  es- 
sere  ascritta  ad  una  causa  qualunque  ,  come  p.  e.  alle 
due  rive  di  un  fiume;  e  che  i  ciottoli  quarzosi  dei  de¬ 
positi  dell’  Herault  non  possono  essere  provenuti  che  dalle 
alte  Cevenne  ,  distant!  da  9  a  40  leghe  dalle  localita  esa- 
minate.  Nel  mezzo  del  diluvium  calcare  della  sola  riva 
destra  del  Lez  e  nella  sua  propria  massa  osservansi  dei 
frammenti  irregolari  di  sabbie  terziarie  indurite,  che  non 
costituiscono  pero  mai  dei  veri  banchi.  Questo  fatto,  quan- 
tunque  accidentale,  non  puo  essere  spiegato  se  non  am- 


467 

mettendo  ,  che  le  correnti  ,  le  quali  trassero  seco  i  cipt- 
toli  ed  il  fango  costituenli  il  diluvium  ^  abbiano  traspor- 
tato  anche  le  sabbie  e  le  inarne  dei  terreni ,  sui  quali 
esercitarono  la  loro  azione.  Ed  infalti  quelle  rocce  are- 
nacee  contengono  dei  frammenti  d'  ossa  di  raamraiferi 
{Cervus,  Rhinoceros),  dei  quali  non  scorgesi  traccia 
nel  diluvium.  Inferiormente  a  qucsto  presentansi  delle  pu- 
dinghc  calcarce  formate  per  lo  piu  da  frammenti  giuras- 
sici ,  indi  delle  sabbie  terziarie  d"  aqua  dolce  poco  po- 
tenti  e  poco  costanti.  Delle  marne  argillose  bianco-grigie 
succedono  alle  pudinghe  c  talora  alle  sabbie  suddette  ,  e 
contengono  come  queste  dei  fossili  (  Parmacella ,  Ursus 
arc/OS,  Hf(ena) ,  che  pero  sono  meno  numerosi  di  quelli 
delle  marne  calcaree  giallastre  d’aqua  dolce,  ad  esse  inferior!. 
Fra  i  fossili  di  queste  ultime  Marcel  de  Serres  enumera 
3  nuove  specie  d'  Helix 5  Auricula  ,  3  delle  quali 
nuove ;  \  Bulimus  pure  nuovo  ;  I  Carychium  ;  6  Pa- 
ludina ,  3  delle  quali  sono  inedite ;  i  Lnnnccus  nuovo  ; 
2  Planorbis  non  ancora  descritti  ;  \  Cyclostoma ;  \ 

Succinea',  i  Testacella  nuova ;  2  Cerithium  ,  uno  de’ 
quali  pure  nuovo ;  2  Unio  inediti ;  \  Lutraria  ed  i 
Mytilus  ;  in  tutto  28  specie.  La  Testacella ,  i  Cerithium 
e  gli  Acefali  non  furono  pei‘6  raccolti  nelle  marne  delle 
fondamenta  del  palazzo  di  giustizia  a  Montpellier  ,  ma 
nelle  vicine  di  Cette  e  Peyrou. 

Analyses  d’  ouvrages  nonveaux. 

Baudon  A.  —  (  Drouet  )  p.  136.  (  Vedi  la  p.  4-3  ) 

Petit  de  la  Saussaye  —  Journal  de  conchy- 
liologie  t.  lY  ,  4853,  n.  i  et  2,  (  He7tri  Aucapiiaine  ) 
p,  279  et  322. 

Norm  and  A.  S.  —  Notes  sur  plusieurs  nouvelles 
especes  de  Cyclades  decouveites  dans  les  environs  de 
Valenciennes.  Valenciennes,  in-8\  8  pages,  4  planche, 
{H.  A,)  p.  334. 

Description  de  six  Lhnaces  nouvelles  observees  aux 
environs  de  Valenciennes.  Valenciennes ,  in  -  8%  8  pages, 
{H.  A.)  p.  535. 

R  e  z  i  a  Amanzio  —  Enumerazione  sistematica  dei  ga- 


168 

steropoili  ten*,  e  fluv.  del  diiitorni  di  Pavia.  Dissertazione. 
Pavia  5  in -8",  32  pagine.  —  Page  479. 

P  0  e  y  F.  —  Memorias  sobre  la  historia  natural  de  la 
isla  de  Cuba.  Habana,  Tomo  I.  entregas  i  y  2,  d 85 1-52, 
in -8°  de  420  pages,  avec  46  planches  coloriees;  prix 
de  chaque  cahier  42  fr.  50  cent.  (  G.  M.  )  p.  539.  (Vedi 
ancbe  la  Zeitsch.  fur  Malak.  p.  447  ,  e  Poey) 

Dei  molluschi  traltano  le  segueoti  memorie  :  la  terza  ,  p.  45- 
23:  «  Introduzione  ai  molluschi  uuivalvi  terrestri  w;  1’ oUava  , 
p.  77-96:  «  lutroduzione  ai  Cyclostomi,  colle  generality  sui  molluschi 
gasteropodi,  e  particolarmente  sui  terrestri  opercolaliw;  la  nona, 
p.  96-107,  che  contiene  la  descrizione  di  14  specie  nuove  di 
Cyclostoma  di  Cuba  ;  e  la  decima ,  p.  407  -  120 ,  che  porge  la 
descrizione  delle  42  nuove  specie  di  Helicina.  —  La  3.^  dispense 
(  entrega  )  non  contiene  memorie  di  materia  malacologica. 

Nouvelles. 

Voyage  scientifique  de'  Huef  du  Pavilion  dans  1’  Ar- 
menie*  parlL  Drouet ,  page  431.  (Vedi  la  pag.  442  ) 

iV.  Zeitschrift  fur  wissenschafthche  Zoolog ie  he- 
rimsgegeben  von  Carl  Theodor  von  Siebold 
und  Albert  Kblliker ;  IV.  Band,  3.  und  4. 
Heft 

(  Giornale  di  zoologia  scientifica  ) 

Crornatofori  nella  Cymbiilia;  di  A.  K  o  1 1  i  k  e  r  ed  E. 
Muller,  pag.  332.  (Vedi  la  pagina  64  ) 

Sviluppo  del  Pneumodermon  ;  di  A.  R  o  1 1  i  k  e  r  c 
C.  Gegenbaur,  pag.  353  e  369.  —  Le  ricerche  in- 
traprese  in  proposito  a  Messina  diedero  in  complesso  i 
medesimi  risultati,  che  otteneva  J.  M  ii  1 1  e  r  dalle  osser- 
vazioni  istituite  contemporaneaniente  a  Trieste  e  publicate 
nel  rendiconto  del  mese  di  ottobre  4852  dell’ academia 
di  Berlino.  Le  poche  differenze  si  possono  forse  spiegare 
con  cio  ,  che  le  loro  osservazioni  furono  fatte  sii  specie 
diverse.  La  forma  del  Pneumodermon  di  Messina  rasso- 
miglia  piu  che  ad  altri,  al  Pn.  violaceum  d’  Orbigoy. 
Da  quelle  osservazioni  risulta,  che  esistono  delle  larve  di 
molluschi  perfettamente  vermiforrai  ;  riraane  ora  da  veri- 


469 

ficare  se  qiicste  larvc  nascano  direttamente  dall’  uovo,  op- 
pure  se  passino  prima  per  un  altro  stadio  ,  in  cui  pos- 
sedono  il  tipo  di  mollusco.  —  Colla  laiva  del  Pn&umo- 
dermon  Ge^enbaiir  trovo  non  di  rado  un’  altra  ,  della 
quale  non  pote  conoscere  con  certezza  lo  stato  completo. 
Ma  ne  studio  e  descrisse  qualche  metamorfosi. 

( Sard  conlinualo  ) 

IIIoIl8i»c®niisi  TiTentiiiBai 
li;eaBCfi*a  nova  specie!S4][iie  novse. 

(  ) 

Achatina  lnc?‘da  ?o^y  ,  Mem.  de  Cuba  p.  207,  t.  12 
f.  30,  34.  zz  Ach.  lubriex  Miill.  affinis ,  sed  subtiliter 
costulata. 

Ampullaria  exlmia  Dkr.  Zeitsch.  p.  93  —  Hab.  in 
provincia  Coro  ad  lacum  Maracaybo  reipublicae  Venezuela. 
“  Magnitudine  ab  A.  gigante  Spix  tantunimodo  su- 
peratur. 

An  atom  us  Montf.  —  Vedi  Scissnrella. 

Ancylus  Beani  Journ.  p.  476  n.  42  —  Hab. 

les  mares  de  la  Guadeloupe. 

Charpentierianns  Bourg.  1.  c.  p.  473  ,  pi.  6  f.  42  — - 
Hab.  Valparaiso. 

costulatus  Kiist.  Journ  p!  491  n.  37  —  Hab.  les  lies 
de  Corse,  de  Sicile,  de  Sardaigne  et  Baleares,  V  Algeria; 
la  var.  B  a  Port -Mahon. 

cyclostoma  Bourg.  1.  c.  p.  493  n.  44  —  Hab.  I’Aube. 

Deshay esianus  Bourg.  1.  c.  p.  183  n.  30  —  Hab...  in- 
connu.  zz  La  plus  grande  espece  de  ce  genre. 

glbhosus  Bourg.  1.  c.  (  A.  deperditus  Dupuy  ,  hist.  nat. 
des  moll.  terr.  et  d’  eaii  douce  qui  vivent  en  France,  p. 
494,  pi.  26  f.  4  ). 

Haldemanii  Bourg.  1.  c.  (  A.  depressus  Hald.  mon.  of 
the  freshw.  moll.  pi.  4  f.  2.  ). 

Janii  Bourg.  1.  c.  ( A.  capuloides  Jan  ). 

Moquinianus  Bourg.  1.  c.  p.  497  ,  pi.  6  f.  9  —  Hab. 
les  environs  de  Dijon  et  de  Toulon. 

Moreletii  Bourg,  1.  c.  p.  492  n.  44  —  Hab.  le  nord 
du  Portugal ,  dans  la  province  de  Beira. 


40^ 


470 

Orhignyamis  Bourg.  1.  c.  (  A.  deptrditus  d’  Orb.  prod, 
de  paleont.  III.  p.  d65. ) 

Pethianns  Boiirg.  1.  c.  p.  472  ,  pb  6  f.  40  (  ^.  Chit- 
iyi  Adams  contributions  to  conchology  n.  40,  p.  204.  ) 
’Raymondii  Bourg.  1.  c.  p.  482  n.  28  —  Hab.  Ham- 
man  Berda  ,  sous  Boghar,  au  siid  de  la  province  d’ Alger. 

strigaWs  Parr.  Journ.  p.  193  n  42  —  Hab.  les  ma- 
rais  de  la  Sicile. 

Verreanxii  Bourg.  Revue  de  zool.  p.  354  —  Hab.  au 
Cap  de  Bonne  -  Esperance. 

A  nostoma  carinatum  Pfr.  L.  Zeitsch.  p.  57  n.  48 

—  Hab.  in  Brasilia. 

Area  setigera  Dkr.  Ind.  Moll.  guin.  n.  448  —  Hab. 
ad  Loandam.  zz  Ab  A.  scapha  Chemn.  urabonibus  sub- 
medianis ,  epidermidis  formatione  nec  non  statura  minore 
diversa. 

stigmosa  Dkr.  I.  c.  n.  420  Hab.  ad  Loandam  zz 
Ab  A.  trapezma  Lam.  et  gramilata  Phil,  area  deficiente 
distinguitur. 

Auricula  Dunkeri  Pfr.  L.  Zeitsch.  p.  425  n.  4  — = 
Hab.  prope  Madras. 

faba  (  Gassidula  )  Mke.  Zeitsch.  p.  4  24  n.  2  —  Hab. 
in  insula  Java. 

Morchi  Mke.  1.  c.  n.  4  —  Hab.  in  insula  Java  ?  zz 
Ad  seclionem  A.  Midce  Lm.  pertinet. 

Sowerbyana  (  Cassidula  )  Pfr.  1.  c.  p.  425  n.  5  ^ — ■  Hab. 
in  insulis  Sandwich? 

tornatelliformis  Petit,  Journ.  p.  442,  pi.  42  f.  5,  6 

—  Hab.  les  iles  Philippines  (  Proc.  of  the  zool.  soc.  of 
London  ,  4842  ,  p.  204  ). 

Balea  glauca  Bielz,  Sieb.  Verein  H.  7  n.  44  —  Hab. 
in  Transilvania.  zz  Differt  a  B.  livida  Mke.  testa  sinistror- 
sa ,  costulata ,  apertura  pyriformi ,  peristomate  dilatato. 
Habitii  ClausilicB  Fussianos  Bielz  (  Cl  pruinosm  Parr.  ) 
simillima. 

Buccinum  —  Vedi  Bullia  ,  Columbella  ^  Cyllene , 
Nassa. 

Bulimus  Alcantaras  Bernardi,  Journ.  p.  35,  pi.  3  f.  4 

—  Hab.  les  lies  Salomon. 


474 

blandns  Frivaldszky  ,  Zcit  ch.  p.  149,  n.  10  —  Hab. 
prope  Amasia  Asise  minoris. 

conjunctus  Parreyss  ,  Zeitsch.  p.  448  ,  n.  8  —  Hab. 
in  Transilvania. 

contractus  Poey,  Mem.  cl e  Cuba  p.  205,  t.  26  f.  49-24. 
—  Sectionis  Bui.  suhulcc  Pfeiffer. 

Fairmaireanus  Petit,  Journ.  p.  456  pi.  5  f.  8  — 
Hab.  pres  de  Guayaquil,  zz  Sa  forme  rappelle  un  peu 
celle  de  F  Achatina,  columna  Muller. 

Fafssianus  Petit,  1.  c.  p.  250 ,  pi.  8  f.  7  —  Hab.  la 
republique  argentine  ? 

granum  Pfr.  L.  Mist.  Conch.  Cab.  n.  400,  Taf.  03 
f.  47  ,  48  —  Patria  ignota. 

homalogyrus  Shuttl.  Kiist.  Conch.  Cab.  n.  408,  Taf.  51 
f.  9 ,  40  —  Patria  ignota.* 

Lessoni  Petit,  I.  c.  p.  404,  pi.  41  f.  6  —  Hab.  la  Nou- 
velle- Caledonie  {B.  anris  hovina  Reeve  monog.  pi.  30 
f.  485  ). 

Milevianus  Raym.  Journ.  p.  81,  pi.  3  f.  4  —  Hab.  in 
monte  Dscebel  -  Marsciu  prope  Milach ,  vel  in  Mesid  pro¬ 
pe  Cirtam.  zz  11  differe  du  B.  montanns  Drap.  par  son 
ouverture  oblique ,  k  hords  non  reflechis  et  son  tet  fra¬ 
gile,  sans  granulations;  et  du  B.  tener  Z.  par  ses  bords 
tres  rapproches  et  termines  par  un  petit  tubercule  calleux. 

mundus  Pfr.  L.  Zeitsch.  p.  57,  n.  49  —  Hab.  Sinca- 
pore,  Borneo? 

nucfformis  Petit,  1.  c.  p.  365  ,  pi.  44  f.  7  —  Hab. 
les  lies  Gallopagos.  zz  II  differe  du  B.  nux  Brod.  par  sa 
coquille  plus  petite,  plus'  elancee,  moins  rugueuse  et  par 
les  flammules  jaunatres  dont  elle  est  peinte. 

sagax  Friv.  1.  c.  p.  448,  n.  9  —  -  Hab.  prope  Amasia. 

Saulcri  Bourg.  Journ.  p.  73  pi.  5  f.  6  —  Hab.  ad  Chan- 
el-Bedauisc  prope  Nazareth,  zz  Differt  a  B.  septemdentato 
Roth  testa  sinistrorsa. 

strictus  Poey,  Mem.  de  Cuba  p.  205,  t.  26  f.  46-48. 
zz  Sectionis  B.  suhulcs  Pfeiffer. 

vcsicalis  Pfr.  L.  I.  c.  p.  58 ,  n.  20  —  Hab.  in  Brasilia. 

(  Vedi  inoltre  la  voce  Fartula  ) 

Bulinus  ( Physa  )  Schmidtii  Dker.  Ind.  Moll.  guin. 


172 

n.  24.  —  Hab.  in  lacubus  qiiibiisdarn  regionis  paludosae 
ad  Bengiielani.  ~  Bid.  sea  lari  Dker.  simillimus  ^  distin- 
giiitur  vero  testa  breviore  paullo  solidiore ,  anfr.  magis 
inflatis  ,  superioribus  distincte  costulatis. 

Bulla  cerma  ( Haminea  )  Mke.  Zeitsch.  p.  442  n.  44 
—  Hab.  in  oceano  atlantico  ad  Portorico.  =  Differt  a 
B.  hydati  L.  tesla  minore ,  apertura  inferins  ampliata , 
vertice  imperforate ,  labio  nullo. 

cfprcp.ola  (Bullea)  Mke.  1.  c.  p.  440  n.  44  —  Patria 
ignota.  zn  Testa  ponderosa,  vertice  aperte  umbilicato  di- 
stincta. 

daciylis  (Bullea)  Mke.  1.  c.  p.  457  n.  4  - —  Hab.  in 
mari  mediterraneo,  ad  Gibraltar  ;  atlantico,  ad  Bengue- 
1am  [Niix  marina  minor  Gualt.  t.  XII  f.  G.). 

follicidus  (Haminea)  Mke.  1.  c.  p.  444  n.  45  —  Hab. 
in  mari  mediterraneo ,  ad‘  Gibraltar,  zz:  Bullce  (  Hamineae  ) 
hydatis  var.  striis  transversis  nullis  et  B.  (Aty)  Cranchii 
Leach  affinis.  Differt  ab  ilia  columella  basi  oblique  trun- 
cata  ,  a  B.  Cranchii  testa  fragili  ,  flavo-virescente. 

marginata  (Bullea)  Mke.  1.  c.  p.  159  n.  8  —  Patria 
ignota. 

nvx  (Bullea)  Mke.  1.  c.  p.  440  n.  42  — >  Hab.  in 
oceano  atlantico ,  ad  Gubam. 

omphalodes  (Bullea)  Mke.  1.  c.  p.  457  n.  5  —  Hab. 
in  mari  mediterraneo  ,  ad  Sicilian!  (  Panormum  ) ,  Sardi- 
niam  (  ISux  marina  ohlonga  Gualt.  t.  XII  f.  F. ,  B.  stria¬ 
ta  Brug.  Phil. ). 

perdicina  (Bullea)  Mke.  1.  c.  p.  440  n.  40  —  Hab. 
in  oceano  atlantico  guineensi,  ad  Sierram  Leonam,  Ben- 
guelam. 

perstriata  (Bullea)  Mke.  1.  c.  p.  458  n.  6  —  Hab.  in 
oceano  atlantico  ,  ad  Portorico. 

splendens  (Bullea)  Mke»  1.  c.  p.  457  n.  5  —  Patria 
ignota. 

staminea  ( Hydatina )  Mke.  1.  c.  p.  456  n.  4  —  Patria 
ignota.  zzz  A  B.  physi  L.  et  circulata  testa  strictiore , 
ovata  distinguitur. 

substriata  ( Bullea  )  Mke.  1.  c.  n.  2  —  Hab.  ad  Novani 
Holland iam  (  B.  striata  Quov  et  Gaim.  Voy.  de  V  Astrol. 
pi.  26  f.  8,  9  ?  ). 


173 

sulcata  (  Bullea )  Mke.  1.  c.  p.  158  n  7  —  Hab.  in 
laciibus  3alsis  ad  S.  Pedro  dos  Indies,  prope  Cabo  Frio, 
in  Brasiliae  litore.  zz  Testa  longitudinaliter  subsulcata  di- 
stincta. 

tenuicula  (  Bullea  )  Mke.  I.  c.  p.  159  n.  9  —  Patria 
ignota. 

Bullia  (Gray)  Tamsiana  Dkr.  Ind.  moll.  guin.  n.  47 

—  Statu  subfossili  ad  Loandam  lecta.  zz  Buccino  calloso 
Wood  affinis  ,  sed  statura  minore  ,  graciliore ,  et  spirse 
formatione  diversa. 

Cavolinia  (Hyalaea)  Reeveana  Dker.  Ind.  moll.  gain, 
n.  5  —  Hab.  in  sinu  guineensi.  iz:  Caa.  trispinoscc  Le- 
sueur  simiiis  ,  at  satis  aliena  cuspidibus  lateralibus  multo 
minoribus  ad  axin  testse  non  perpendicularibus ,  sed  obli¬ 
que  inclinatis. 

Cerithium  scabrkosta  Dkr.  Zeitsch.  p.  diO,  n.  36 
' —  Patria  ignota.  zz  Hsec  cochleola  ab  omnibus  specie- 
bus ,  quae  innotuerunt,  plane  diversa,  praesertim  insolito 
costularum  ordine ,  quae  sunt  aequales ,  confertae ,  granu- 
loso-scabrae  ,  liris  profundis  et  angustis  divisae. 

Clausilia  concilians  A.  Schmidt,  Sieb.  Verein  H.  7 
n.  1 8  —  Hab.  ad  Szaszesor  prope  Mliblbach  in  Transilva- 
nia.  zz  Intermedia,  inter  CL  rugosam  Drap.  et  gracilem 
G.  Pfeiffer  (Rossm. ). 

critica  Bielz,  1.  c.  H.  7  n.  21  —  Hab.  in  montibus 
Praesbe  ,  Kerzeschoar  et  Dregusch  Transilvaniae  meridio- 
nalis.  “  CL  fallaci  Rossm.  affinis. 

fausta  Friv.  Zeitsch.  p.  150,  n.  12  —  Hab.  prope 
Amasia.  zz  Differt  a  CL  hicristata  Friv.  testa  turrita,  cri- 
stis  ad  basin  validis ,  sutura  levi  nec  albofilosa  ,  limella 
valida ,  arcuala  ,  subangulata  atque  plicis  palatalibus  nul- 
lis  vel  brevissimis. 

htllenica  Kiist.  Conch.  Cab.  n.  82,  Taf.  9  f.  41-44 

—  Hab.  in  Graecia.  zz  Differt  a  CL  Draparnaldi  Beck 
cervice  tantummodo  costulato  -  plicata,  apertura  pyriformi, 
plica  columellari  emersa  ,  lamella  supera  valida. 

laiens  Friv.  1.  c.  p.  149,  n.  11  —  Hab.  prope  Buka- 
rest.  zz  Fortasse  tantummodo  var.  elatior  67.  Fussiance 
Bielz  ,  cujus  varietas  et  Balea  ?  glorifica  Pair,  esse  vi- 
detiir. 


Uvens  Bielz,  1.  c.  n.  45  —  Hab.  ad  cavernmii  la  pe- 
stere  prope  Tbrzburg  in  Transilvania.  “  A  CL  plnmbea 
B.m.  testa  dextrorsa ,  minore ,  cervice  costulata  distincta 
(  CL  Lischkeana  Parr.  ?  ).  Habitu  Baleen  lividcd  Mke.  si- 
milis. 

magniventris  Kiist.  I.  c.  n.  427  ,  Taf.  44  f.  ,  24 
—  Hab.  prope  Zara  Dalmatiae.  A  CL  semirugata  Z. 
testa  inflate  -  cylindracea ,  apertura  obliqua,  lamella  infera 
arcuata  subemersa  ,  atque  plica  columellari  emersa  distin* 
guitur. 

plaifstoma  Kiist.  1.  c.  n.  99,  Taf.  41  f.  20-25  — 
Hab.  prope  Budua  Dalmatise.  — r  CL  Cumingianx  Pfr.  L. 
ex  insiilis  Philippinis  sculptura  et  prsesertim  forma  anfra- 
ctus  ultimi  similis. 

prcsclara  Pfr.  Zeitsch.  p.  4  50,  n.  45  —  Hab.  prope 
Mirabello  insulae  Cretae.  ' 

procera  Bielz,  1.  c.  n.  22  —  Hab.  ad  raontem  Czi- 
bles  in  Transilvania  septentrional!,  zz:  CL  elatm  Z.  affinis. 

regalis  Parr.  Kiist.  1.  c.  n.  404,  Taf.  4  4  f.  42-45  — 
Hab.  in  Transilvania. 

Tugulosa  Kiist.  1.  c.  n.  458,  Taf.  45  f.  40-45  — 
Hab.  in  Dalmatia,  zz:  A  CL  gihhula  Z.  testa  sericina,  sub- 
tiliter  costulata ,  sutura  vix  papillifera  plicisque  palatalibus 
tantum  2  distincta. 

semicostaia  Kiist.  1.  c.  n.  45,  Taf.  45,  f.  44-47  — 
Hab.  prope  Budua  Dalmatia. 

ierehra  Pfr.  1.  c.  p.  454  ,  n.  44  —  Hab.  prope  Fair- 
haven  insul®  Cretae. 

Golumbella  Adansoni"^^.  Zeitsch.  p.  74  (Le  Sigtr 
Adanson  )  —  Hab.  ad  insulam  St.  Vincent,  zz  CoL  ru-^ 
stica  L.  et  striatce.  affinis ,  sed  minor  ;  a  CoL  rustica 
praeterea  discrepat  spira  breviore ,  anfr.  ad  suturam  stria 
impressa  marginatis  magisque  striatis. 

plicatula  (  Buccinum )  Dkr.  Zeitsch.  p.  58  ,  n.  29  — ■ 
Prope  Puerto  Gabello  lecta. 

rufa  Mke.  1.  c.  p.  75  —  Ad  St.  Vincent  lecta.  iz:  CoL 
Adansoni  Mke.  affinis:  dilfert  vero  colore  nigricante  et  la- 
bri  margine  infero  -  antico  subincrassato;  praeterea  minor. 

Schrammi  Petit,  Journ.  p.  564,  pi.  42  f  3,  4  Hab. 


175 

a  r  exslremite  nord  dc  la  Grande -Bale  ( Pointe  -  ^-Pitres). 

‘  Conus  Jiecluzianus  Bern.  Jonrn  p.  148,  pi.  6  f.  6  — 
Hab.  les  mers  de  Chine. 

Tainsianus  Dkr.  Ind*  Moll,  giiin.  n.  74.  —  Ad  insu* 
lam  Annabon  lectus.  ~  Inter  C.  medherraneum  et  gui- 
naicmji  Brug.  intermedins,  ab  hoc  striis  spirae  spiralibiis 
omnino  deficientibus  ,  ab  illo  spira  breviore  et  liris  ba- 
seos  fortioribns  differt 

Crepidula  sirigellata  Dkr.  Zeitsch.  p.  Ill,  n.  38  — 
Patria  ignota.  Species  lineolis  iindulatis  fuscis  atque 
sculptura  propria  insignis;  Cr.  Uneolaiw  Desh.  affinis. 

Cycl^) stoma  Beanmnr/i  Petit,  Journ,  p.  363,  pi.  11 
f  1 1  ,  12  —  Hab.  k  la  Grande-Terre  ,  an  qiiartier  dii 
Moule  (  Guadeloupe ).  11  differe  des  C.  pusillum  et 

mticro7iatum  Sow.  par  son  epiderme  presque  lisse  et 
brillant ,  de  couleur  olivacee  nuancee  de  rouge  ,  et  par 
un  peristome  droit. 

Belarri  Petit,  1.  c.  p.  360,  pi.  11  f.  2  —  Hab.  le  Ma¬ 
dagascar.  iz:  II  se  distingue  dn  C.  obsolehim  Lm.  par 
son  tet  sillonne  et  par  la  columelle  d’  un  orange  pour- 
pre ,  se  rebordant  sur  Y  ombilic. 

Macarex  Petit,  1.  c.  p.  361,  pi.  11  f.  1  —  Hab.  pres 
de  Saint  -  Augustin  dans  le  Madagascar,  zz:  II  differe  du 
C.  Desmouhnsii  Grat.  par  son  tet  plus  petit ,  plus  tur¬ 
bine  ,  par  ses  tours  plus  arrondis  et  plus  lisses ,  et  par 
V  ouverture  plus  ronde. 

majusculu7n  Morlt.  Kiist.  Conch.  Gab.  n.  251,  Taf.  36 
f.  1  ,  2  —  Hab.  in  insula  Cuba. 

Cyllene  (  Gray)  senegalensis  Petit,  Journ.  p.  144 
pi.  5  f.  5  —  Hab.  la  cote  ouest  de  V  Afrique.  zn  Voisine 
de  la  C.  concinna  A.  Adams. 

Cyrena  cordiformis  Reel  Journ.  p.  251  ,  pi.  7  f.  9. 

Cytherea  erubtscensYB^v.  Ind.  moll  guin.  n.  157  — 
Ad  Loandam  lecta.  nz  Ad  sectionem  6’.  tu7nentis  Gmel  per- 
tinet;  a  C.  bilunulata  Adams  differt  liris  concentricis. 

Dclph inula  cing7dat(iY\\Yi,  Kiist.  Conch,  Cab.  n.  35 
‘ —  Hab.  mare  rubrum  prope  Maksiir  et  Gumfudde  (  Descr. 
de  r  Egypte  pi.  V  f.  32  ,  jeune  ). 

pmilla  Phil.  1.  c.  n.  32  —  Hab.  mare  chinense. 


176 

Tamsiana  Dkr.  Kiist.  Conch.  Gab.  n.  20,  Taf.  V.  f.  9 

—  Hah.  acl  Puerto  -  Cabello.  zn  D.  muricatct  Reeve  et 
radiatm  Kien.  affinis. 

Diplodonta  (Bronn)  Dkr.  Zeitsch.  p.  i  1 1 

n.  39  Hab.  ad  Puerto  -  Cabello. 

Gruneri  Dkr.  Ind.  moll.  guin.  n.  doO  A  D.  circu^ 
lari  Dkr.  margine  cardinal!  interne  canaliculato  et  raa- 
gnitudine  distinguitur. 

Donax  Cumingii  Dkr.  Ind.  moll.  guin.  n.  140  — 
Hab.  ad  Loandam.  iz:  A  D.  tmt/culo  h.  latere  antico  ma- 
gis  attenuate,  forma  magis  compressa  differt. 

Deshafesii  Dkr.  1.  c.  n.  159  —  Hab.  in  eodem  litore. 
hi:  D.  ausirali  Lm.  cognata. 

Fusiis  Couderfi  Petit,  Journ.  p.  76,  pi.  2  f.  8  — ■ 
Hab.  les  mers  de  la  Chine. 

Cotiei  Petit ,  1.  c.  p.  249  ,  pi.  8  f.  1  —  Hab.  les  co¬ 
tes  du  golfe  du  Mexique. 

Globulus  (Schumacher)  anguUferus  Phil.  Kiist.  Conch. 
Cab.  n.  9 ,  Taf.  8  f.  3  ■ —  Patria  ignota.  hh  Difiert  a  Gl. 
{  Rotella )  giganteo  Lesson  angulis  duobus  in  ambitu  , 
basi  striata  ,  callo  parvo ,  etc. 

ariicztlattts  Phil.  1.  c.  n.  7  ,  Taf.  7  f.  24 ,  25  —  Pa¬ 
tria  ignota.  HU  Anfr.  rapide  crescentibus  a  Gl.  (Trocho) 
vestiario  L.  et  affinibus  distincta. 

australis  Phil.  1.  c  n.  4,  Taf.  7  f.  21  -23  —  Hab.  ad 
Novam  Hollandiam.  zz  A  Gl.  vestiario  L.  testa  minore 
et  coloribus,  quibus  Gl.  ( Rotellas )  eleganti  Beck  similis  , 
distinguitur. 

parvulus  ( Rotella )  Anton  ,  Kiist.  Conch.  Cab.  n.  5  , 
Taf.  7  f.  44-42^ —  Patria  ignota. 

Gnathodon  parvtim  Petit,  Journ.  p.  558  ,  pi.  45 
f.  9,  40  —  Hab.  Brisbane  -  River ,  Morton -Bay  {  Nou- 
velle  -  Hollande ).  hz  Cette  espece  est  la  plus  petite  du 
genre. 

rostraiu7n  Petit,  1.  c.  p.  84  et  464,  pi.  6  f.  4  -  3  — 
Hab.  la  cote  des  Florides  (  Gn.  flexuosa  Conrad  ?  ). 

trigonum  Petit,  1.  c.  p.  84  et  466  pi.  6  f.  45-45 

—  Hab.  les  environs  de  Mazatlan  dans  le  Mexique.  hh  II 
differe  du  Gn.  rostraium  par  sa  coquille  trigone ,  moins 


in 

bonibee  et  plus  petite ,  par  ses  crochets  plus  rapproches 
et  courbes  vei’s  le  cote  anterieur,  et  en  ce  que  la  partie , 
qui  supporte  la  dent  cardinale  et  la  fossette  ligamentaire, 
ne  se  projete  pas  en  avant-. 

Helix  (Rtnula  Rossm.  Kiist.  Conch.  Cab.  n.  745,  Taf. 
421  f .  4  -  6  —  Hab.  in  Istria.  nz  Est  U.  Amhrosi  Strob. 
(  MaK  trent.  n.  40,  4851  ),  B..  Marlinatlana  De  Betta 
(  4852). 

anguicuJa  Hupe,  Rev.  de  zool.  p.  300,  pi.  X  Hab. 
dans  la  mission  de  Sarayacu  dans  le  Perou.  m  Elle  se 
distingue  de  V  H.  hrasiliana  Dsh.  par  sa  forme  moins 
aplatie ,  ses  tours  plus  arrondis  son  ombilic  plus  ouvert, 
son  peristome  moins  flexueux  et  par  son  epaisseur 

Arigonis  Rssm.  Zeitsch.  p.  166  —  Hab.  ad  Calamo 
Hispaniae.  zzi  H.  cespitnm  Drap  proxima,  imprimis  ejus 
varietati :  B.  introductcB  Ziegler. 

Armida  Pfr.  L.  Zeitsch.  p.  53 ,  n.  9  —  Hab.  in  monte 
Isarog  insulae  Luzon. 

bwtica  Rm.  1.  c.  p.  470  —  Hab.  prope  Almeriam  Hi- 
spaniae.  H,  candidissimxR  Drap.  affinis. 

Baudoni  Petit,  Journ.  p.  364 ,  pi.  44  f.  4,  5  —  Hab. 
la  Guadeloupe,  zzz  Elle  se  distingue  de  \  H.  concolor  Fer. 
( Reeve  )  par  sa  coquille  lisse. 

carthaginiensis  Rm.  1.  c.  p.  168  —  Hab.  Garthagine  no¬ 
va  (  Cartagena )  in  Hispania.  zz:  Inter  B.  alonensem  Fer. 
et  spkndidam  Drap.  intermedia. 

ceroides  Pfr.  L.  1.  c.  p.  54  n.  40  —  Hab.  in  insula 
Juan  Fernandez,  m  Forma  persimilis  B.  sabuletorum 
Benson. 

cenompkala  Pfr.  L.  1.  c.  p.  55 ,  n.  43  —  Hab.  in 
insulis  Philippinis. 

constrictor  Hupe  (  pellis  serpentis  Fer.  pars  —  Vedi  la 
pag.  464  )  —  Hab.  la  Guyane  ? 

Dennisonl  Pfr.  L.  1.  c.  p.  56,  n.  47  —  Hab.  in  insu¬ 
la  Cuba  prope  Gabo  de  Santa  Cruz. 

erronea  Albers ,  Zeitsch.  p.  407  —  Hab.  in  insula  Cey¬ 
lon,  zzz  Differt  a  B.  Bivolii  Desh.  testa  supcrne  plana, 
oblongo  -  discoidea,  fusca ;  anfr.  ultimo  solum  in  latere 
sinistro  angu^tato ;  peristomate  breviter  reflexo ;  apertura 
intus  4  -  lamellata. 


Eugenice  ^^vv/l  Zeitsch.  p.  i48,  n.  7.  —  Hab.  in  Si¬ 
cilia. 

Feulhamdii  Hupe ,  1.  c.  p.  301  ,  pi.  XI  f.  i  —  Hab. 
la  province  de  Bahia.  :z=  Elle  sc  distingue  des  H.  pellis- 
serptiilis  Ghenin.  et  hrasiUana  Dsh.  par  son  test  plus 
mince  et  sa  spire  plus  aplatie ,  fortement  carenee. 

fimhriata  ( Zonites  )  Bourg.  Journ.  p.  69  ,  pi  5  f.  9  — 
Hab.  le  littoral  de  la  mer  Morte.  n:!  Elle  differe  de  1’  H, 
candidissima  Drap.  par  sa  carene  denticulee  et  surtout 
par  la  contraction  de  son  ouverture  ;  et  de  1’  H.  cario- 
sula  Mich,  par  son  ouverture  ai  rondie  et  son  dernier  tour 
jamais  aplati  inferieurement. 

finitimal  Fer.  [  H.  lenticiilaris  Morlt.  var.  ^  minor  ^ 
Journ.  p.  441  )  —  Hab  les  roches  de  Gibraltar. 

fucata  Pfr.  L.  1.  c.  p.  56,  n.  45  —  Hab.  ad  Wide 
Bay  in  ora  oriental!  Australise. 

furcillata  Hrpe ,  1.  c.  p.  302 ,  pi.  XL  f.  2  —  Hab. 
dans  les  Gordillieres,  aux  environs  de  Huancavelica  (  Pe- 
rou  ).  Elle  dilFere  de  Y  H.  furcala  Desh.  par  une 
taille  plus  considerable,  une  forme  plus  aplatie  et  par  les 
proportions  des  dents  de  Y  ouverture. 

Gniraoana  Rm.  1.  c.  p.  474  —  Hab.  in  monte  Sierra 
de  los  Dientes  de  la  Vieja  inter  Granada  et  Dermia  in 
Hispania  baetica.  “  Ab  affinibus  B.  niciensi  Fer.,  loxa- 
na  Rm.  et  hispanica  Partsch  umbilico  aperto,  ab  H.  in- 
lermedia  Fer.  ,  cui  habitu  simillima  ,  fasciis  quinque  di- 
stinguitur. 

gnllula  Pfr.  L.  1.  c.  p.  53  ,  n.  8  —  Hab.  in  Nova 
Seelandia. 

helvola  Frivaldszky,  Zeitsch.  p.  488  —  Hab.  in  Sibi- 
ria.  H.  frnticu7n  Midi,  affmis. 

huahein€7i sis  Pfr.  L.  1.  c.  p.  55  ,  n.  44  —  Hab.  in 
insula  Societatis  Huaheine.  m:  Facies  fere  II.  solarim 
Menke. 

Lardyi  Gliarp.  Zeitsch.  p.  145,  n.  i  —  Hab.  in  in¬ 
sula  Opara. 

lenticularis Journ.  p.  440,  pi  5  f.  43  ,  44  — 
Hab.  a  Fez  et  Tanger.  Elle  differe  de  //.  hns  Fer. 
par  son  tet  plus  mince,  moins  convexe  et  moins  strie  a 


179 

la  base  ,  par  son  ouverture  sans  callosite  et  son  peristo¬ 
me  non  epaissi ,  ni  aussi  fortejnent  reflechi. 

Icpida  Poey  (  nec  Reuss  ) ,  Mem.  de  Cuba  p.  209,  t.  26 
f.  6-10.  zz:  E.  gilvcc  Fer.  affinis. 

ioxana  Rm.  1.  c.  p.  \17>.  —  Hab.  in  Hispania.  zz:  In¬ 
ter  H.  carthaginiensem  Rm.  et  hispanica^n  Partsch  (  nec 
Mich.  )  intermedia. 

Mac  -  Andremiana  Pfr.  L.  1.  c.  p.  53  ,  n.  7  —  Hab. 
Great  Salvages  Island  izz  .4n  forte  H.  ustulata  Lowe 
hue  referenda  ? 

3Iof/tnniana  Raym.  Journ.  p.  80  ,  pi.  3  f.  2  —  Hab. 
prope  urbem  Cirtam.  in  File  differe  de  Y  H.  laanginosa 
Boissy  par  son  tet  constitue  par  des  papilles  assez  volu- 
mineuses ,  imbriqiiees  ,  et  en  forme  de  croissant. 

morosa  Mrlt.  1.  c.  p.  369,  pi.  H  f.  45  • —  Hab.  ad 
Moreton  bay  in  Australia  orientali.  zz:  Elle  s’  eloigne  de 
\H.  semicastanea  Pfr.  par  V  obturation  de  son  ombilic  , 
par  la  courbe  moins  arqiiee  du  peristome,  et  par  le  de- 
roulement  plus  accelere  de  la  spire,  dont  le  dernier  tour 
est  nullement  anguleux. 

nitelina  ( Zonites )  Bourg.  1.  c.  p.  72,  pi.  3  f.  5  — 
Hab.  I’  lie  (le  Rhodes  ,  et  les  environs  de  Naplouse  et 
de  Jerusalem.  ^ 

nubigena  (Gharp.)  Saulcy,  Jour.  p.  78,  pi.  3  f.  7  — 
Hab.  les  sommets  des  raontagnes  de  Bareges  ;  les  Abruz- 
zes  et  les  Apennins  (Orsini);  les  glaciers  du  Pic  du  Gers 
( Bourg. ).  zz:  Elle  se  distingue  de  V  H.  carascaUnsis  Fer. 
par  son  ombilic  assez  grand,  par  son  ouverture  petite,  ar- 
rondie ,  par  son  peristome  aigu  non  reflechi  sur  T  ombi¬ 
lic ,  par  ses  tours  non  carenes  et  plus  globuleux,  par 
son  test  moins  epais  et  ses  stries  moins '  marquees. 

Varreyssii  Pfr.  L.  1.  c.  p.  146,  n.  5  —  Hab.  in  Apru- 
liis.  m  M,  strigellcc  Drp.  et  leucozon(R  Z.  affinis.  Differt  a 
E,  leucozona  urnbilico  aperto  et  superficie  granulato-striata. 

pedis -hocc  Hupe,  1.  c.  p.  299,  pi,  IX  ■ —  Hab.  la  mis¬ 
sion  de  Sarayacu  dans  le  Perou.  zz  Elle  se  distingue  de 
F  H,  pedis  -  serpentis  Chemn.  par  sa  forme  plus  orbicu- 
laire  et  plus  deprimee  ,  ses  tours  de  spires  plus  etroits , 
plus  convexes  et  marques  de  stries  d’  accroissement  ru- 
gueuses,  enfin  par  sa  face  inferieuie  plus  convexe. 


d80 

picturata  Poey  ( nec  Adams )  ,  Mem.  de  Cuba  p.  209, 
t.  26  f.  i-5  zz  H.  gilvcd  Fer.  affinis. 

planella  Pfr.  L.  !.  c.  n.  4  —  Hab.  in  Sicilia,  zz  H. 
complanaKR  Desh.  affinis. 

polana  Schmidt  A.  Zeitsch.  p.  24.  zz  H.  murali  Miill. 
affinis. 

prophetarum  (Zonites)  Bourg.  1.  c.  p.  70,  pi.  5  f.  8 
~  Hab.  les  environs  de  Jerusalem  et  le  littoral  de  la  mer 
Morte.  zz  Ellc  se  distingue  de  1’  R,  candidisslma  Drp. 
par  son  test  ifeprime  ,  par  la  carene ,  par  son  ouverture 
oblique ;  et  de  V  H.  jimhriata  Bourg.  par  sa  coquille  plus 
deprimee  et  sa  carene  obtuse. 

ropida  Pfr.  L  1.  c.  p.  54,  n.  12  —  Hab.  ,  in  IXova 
Seelandia  et  in  insulis  Salomonis. 

shanghhnsis  Pfr.  L.  1.  c.  p  56  ,  n.  46  —  Hab.  Shan- 
ghi  Chinae. 

socia  Rossra.  1,  c.  p.  446,  n.  3  —  Hab.  circa  Gonstan- 
tinopolin. 

subfusca  Poey  (  nec  Beck ) ,  Mem.  de  Cuba  p.  210, 
t.  26  f.  41-45  B.  gilvod  Fer.  affinis. 

subrogata  1.  c.  p.  445,  n.  2  —  Hab.  in  regno 

Murciano. 

Veronica  Pfr.  L.  1.  c.  p.  54 ,  n.  4 1  —  Hab.  in  insulis 
Salomonis.  zz  Testa  superne  R.  vilrincc  Wagner  similli- 
ma,  minus  distincte  striata,  umbilico  parum  excavato , 
angustiore  prascipue  discrepans. 

Villa  Mortillet,  Giorn.  di  Malacologia  p.  440,  nota. 

Zelehori  Pfr.  L.  1.  c.  p.  486  —  Hab.  in  Serbia,  nz 
Habitu  R.  inter medicR  Fer. 'et  cccrtilanli  Meg.  affinis,  sed 
ob  peristoma  rectum  XerophUis  adnumeranda. 

Heterodonax  (  Morch  )  parvus  Dkr.  Ind.  moll.  guin. 
n.  441  —  Hab.  ad  Loandam.  zz:  Ttllince  bhnaculaice.  L. 
cognatus. 

Hyalsea  —  Vedi  la  voce  CavoUnia. 

I  Lacuna  (Turton)  arctica  Phil.  Kiist.  Conch.  Gab.  n.  5, 
Taf.  VI  f.  5  —  Hab.  ad  Groenlandiam.  zz  L.  fnscce  Bin- 
ney  affinis ;  differt  autem  testa  latiore  tenuissima  ,  alba , 
spira  breviore ,  anfr.  parum  convexis,  ultimo  ad  suturam 
appresso. 


18i 

horealis  Phil.  I.  c.  n.  ,  Taf.  VI  f.  2  —  Hab.  ad 
Islandiam. 

Thorpeana  Phil.  1.  c.  n.  ,  Taf.  VI  f.  — -  Hab. 

ad  Angliain.  rz:  A  X.  (Turbine)  puteolo  Turt.  magnitu- 
dine ,  columella  imperforata  et  testa  unicolore  diversa.  ' 

Lucina  —  Vedi  Drplodonla. 

Lutraria  inf  ala  Dkr.  Zeitsch.  p.  H2,  n.  40  —  E 
California,  zzz  Inter  omnes  Lulrarias  notas  tarn  fossiles 
quam  viventes  maxima  (  long.  4  poll.  3  lin.  ). 

Mactra  Cumingiana  Petit,  Journ.  p.  359  ,  pi.  12  f.  i,  2 
—  Hab.  la  cote  d’Afrique  pres  de  I’ embouchure  de  la  Gam¬ 
ble.  “  Elie  differe  de  la  M.  stthpUcaia  Lm.  par  sa  co- 
quille  presque  cordiforme ,  presque  lisse;  la  lunule  n’ est 
pas  circonscrite ,  et  la  fossette  qui  supporte  le  ligament 
se  projete  un  peu  en  avant. 

Margin  el  I  a  Beyerleana  Bern.  Journ.  p.  449,  pi.  5  f. 
45,  46  —  Hab.  .  .  Inconnu  (  M,  varia  var.  Sow.  The¬ 
saurus  pi.  76  f.  i39  ?  ). 

.  Le/e^;m  Bern.  1.  c.  p.  360,  pi.  42  f.  44 ,  42  —  Hab.  . .. 
Inconnu. 

Marfmi  Petit ,  Journ.  p.  367  ,  pi.  44  f.  8  —  Hab. 
pres  de  Rio  -  Janeiro,  zzz  Elle  differe  des  M.  cxrulescens 
Lm.  ,  pulchra  Gray  et  sapolilla  Hinds  par  son  tet  plus 
etroit,  d’  une  couleur  cornee  un  peu  fauve,  par  sa  spire 
plus  courte  et  par  les  plis  inferienrs  de  sa  columelle  moins 
obliques  et  plus  forts  que  les  sup^rieurs. 

V antieri  Bern.  1.  c.  p.  68  ,  pi.  2  f.  43  ,  14  —  Hab.  .  . 
Inconnu.  Elle  se  rapproche  de  la  M.  eattnata ,  mais 
celle-ci  est  moins  allongee. 

M  elampu s  Pfr.  L.  Zeitsch.  p.  426  n.  5  — 

Hab.  ad  Cayo  bianco  insulae  Gubae.  zz  M.  coffex  L.  af- 

finis. 

Poeyi  ^iv.  1.  c.  n.  6  —  Hab.  in  insula  Cuba,  zn  M. 
cingulato  Pfr.  affinis. 

Melania  gnayaguilensis  Petit,  Journ.  p.  457,  pi.  5 
f.  6  —  Elle  se  distingue  par  sa  forme  courte,  I’ampleur 
de  son  ouverture  et  le  petit  canal  a  la  base  de  la  colu¬ 
melle.  ^ 

Uerkloizii  Petit ,  1.  c.  p.  254 ,  pl.  7  f.  40  —  Hab. 


482 

les  eaux  douces  de  Java.  “  Elle  difFere  des  especes  du 
groupe  de  la  M.  ainarula  Lm.  par  ses  plis  subepineiix. 

Indorum  Mrlt.  Journ.  p.  462,  pi.  5  f.  7  --  Hab.  ri- 
vulos  circa  ruinas  Palenqueanas  (  M,  Icdvissima  Sow.  var., 
Pachfchilus  Lea  ). 

mucronata  von  dem  Busch,  Zeitsch.  p.  477  —  Patria 
ignota.  zi:  Differt  a  M.  aculeo  Lea  testa  crassiore,  basi 
sulcata,  striis  longitudinalibus  rugulosis  lirisque  cingulata; 
anfr.  minus  planis. 

pontificalis  v.  d.  Busch,  1.  c.  p.  478  —  Hab.  in  insula 
Borneo.  Ab  affinibus  3L  varicosa  Troschel  et  plicata 
Lea  anfr.  superioribus  tenuiter  striatis ,  nec  costatis,  pla- 
natis ,  basi  transverse  costulata  distincta. 

Themmckiana  Petit,  I.  c.  p.  255,  pi.  7  f.  14  —  Hab. 
Java.  Se  rapproche  de  la  Melafiopsis  Helena  Phil,  et 
beaucoup  plus  encore  de  la  Melanopsis  represente  par  Mous- 
son  (Die  L.  u  S.  W.  Mollusken  von  Java ,  Taf.  40  f.  2) 
comme  etant  cette  espece. 

M  i  t  r  a  caledonica  Reel.  Journ.  p.  248  ,  pi.  7  f.  7  — 
Hab.  la  Nouvelle-Caledonie.  =  Elle  difFere  de  la  M,  Ti- 
caonica  Reeve  par  la  couleur  roux-orangee  de  son  tet  et 
par  ses  4  plis  coluniellaires ,  diminuant  vers  la  base  et 
dont  le  dernier  est  pi^esque  efface. 

Grelloisi  Red.  1.  c.  p.  24  7  ,  pi.  7  f.  8  —  Hab.  une 
des  lies  de  1’  ocean  pacifique  ?  zzz  Se  rapproche  un  peu 
de  la  M.  ladea  Reeve  de  la  Mediterranee. 

PioUandi  Bern.  Journ,  p.  67,  pi.  2  f.  6,  7  —  Hah — 
Inconnu.  zz=  Elle  se  rapproche  de  la  M.  carhonaria  Swains., 
dont  elle  difFere  par  la  disposition  de  sa  spire  analogue 
a  celle  de  la  M.  virgo. 

M  0  d  ulus  ( Souleyet)  candidtts  Petit,  Journ.  p.  156, 
pi.  5  f.  44  —  Hah.  les  mers  de  1’  ocean  pacifique?  zzz 
II  difFere  du  M.  (  Trochus  )  tectum  Gmel.  par  son  tet 
imperfore,  par  sa  columelle  plus  arquee  et  la  suture  pro- 
fonde  qui  separe  le  dernier  tour ,  par  la  dent  plus  obli¬ 
que  et  la  blancheur  de  son  ouverture. 

Monodonta  calva  (  Trochus )  Mke.  Zeitsch.  p.  70 
—  Hab.  ad  St  Vincent.  =zz  Ad  sectionem  Osilinum  Phil, 
pertinet.  Trocho  crasso  Pult.  (  Mon.  lugubri  Lm. )  affi- 


485 

nis;  differt  autem  statura  minore^  anf.  ultimo  porcis 
duabus  subcarinato,  perforatione  profunda,  strigis  basi 
aterrimis. 

senegalensis  (  Trochus  )  Mke.  1.  c.  p.  7i  (  he  Sari 
Adans.  )  —  Cum  prjecedente  lecta.  zz:  Item  sectioni  Osi- 
lino  pertinet.  Trocho  arl'iculato  Lm.  [31o7i.  Draparnaudi 
Payr.  )  similis  ,  a  quo  differt  statura  multo  minore  et  co¬ 
lumella  latiuscula.  A  T,  alveolato  Phil.  anfr.  liratis  distin- 
guitur. 

Mur  ex  Moguiniantts  Duval,  Journ.  p.  205,  pi.  5 
f.  4  —  Hab.  la  cote  occidentale  d'  Afrique.  zz;  II  dif- 
fere  des  M.  calchrapa  Lm.,  megacerns  Sow,  et  aranta 
Blv.  par  le  nombre  des  varices  (  4  ) ,  le  tubercule  entre 
chaque  varice  ,  et  les  cotes  transversales  rudes  et  com- 
me  granuleuses. 

M  y  t  i  1  u  s  Charpentieri  Dkr.  Ind.  moll.  guin.  n.  425 
—  Ad  Loandam  collectus.  ziz.  k  M.  gra7iulato  Hanley 
sculptura  subtiliore  et  testa  variegata  differt. 

^  Gray' anns  Dkr.  Zeitsch.  p.  84,  n.  2  —  Hab.  ad  in- 
sulam  Javam. 

Grunerianus  Dkr.  1.  c.  p.  82,  n.  4  —  Patria  ignota. 
zz  Differt  a  M.  lato  Ghemn.  (  nec  Lam.  )  cai  dine  3-vel 
4-dentato  valvisque  intus  csesiis  parum  nitentibus. 

tenuistriatus  Dkr.  Ind.  moll.  guin.  n.  124  —  Gum  M, 
Charpentieri  lectus.  zz  A  31.  senegalensi  Lm.  testa  te- 
nuiore,  unicolore  et  sculptura  subtiliore  diversus. 

N  a  s  s  a  coturnix  ( Bucciniim  )  Dkr.  Zeitsch.  p.  59  , 
n.  34  —  Ad  Manilam  habitare  dicitur.  izz  Affinis  Bucc. 
picto  Dkr.,  a  quo  tamen  differt  fasciis  duabus  articulatis 
et  fascia  nigro-castanea  in  suprema  faucis  parte  plane  de- 
ficientibus ,  sutura- minus  profunda,  granulis  columellari- 
bus  et  fauce  subfusca  neque  alba. 

Darwini  (  Buccinum  )  Dkr.  1.  c.  p.  95,  n.  33  —  Pa¬ 
tria  ignota.  zz:  Inter  Bucc.  corniculum  Olivi  et  Reevea- 
num  Dkr.  intermedia. 

Forbesii  (Buccinum)  Dkr.  1.  c.  p.  60,  n.  32  —  Pa¬ 
tria  ignota.  zz  Bucc.  hirto  Kiener  baud  dissimilis ;  differt 
vero  statura  minore  ,  plicis  confertioribus  multo  minori- 
bus  ,  omnino  sculptura  elegantiore,  cauda  truncata  et 
breviore. 


184 

sculpta  ( Buccinum  )  Dkr.  1.  c.  p.  96,  n.  54  —  Patria 
ignota.  zz:  Bucc.  crenulato  Brug.  nec  non  ejusdem  va- 
rietati  eximise ,  B,  Hvescenti  Phil.,  simillima,  sed  spira 
distincte  gradata  magisque  exserta  ,  sutiira  profunde  ca- 
naliciilata ,  labio  hand  expanse  ,  anfr.  parum  convexis  , 
plicis  longitudinalibiis  striisque  Iransversis  confertioribus 
et  gracilioribus ,  omnino  sculptura  multo  magis  clathrata 
et  concinna  diversa. 

semiplicala  ( Buccinum  )  Dkr.  1.  c.  p.  59  ,  n.  30  — 
Patria  ignota.  ( Vedi  anche  la  voce  Phos  ) 

N  a  t  i  c  a  crenata  Reel.  Journ.  p.  520,  pi.  7  f.  4,  5  — 
Hab.  les  iles  Philippines. 

lemniscata  Phil.  Kiist.  Conch.  Cab.  n.  145  ,  Taf.  47 
f.  9  —  Patria  ignota.  zz  Distingnitur  a  Ts.  canrena  L. 
apertnra  basi  in  angulum  producta  calloque  umbilici  sulco 
modo  superficiali  extus  cincto  ( N.  canrena  var.  (j  Reel.? 
Zool.  ’  proceed.  4843  p.  207  -  ex  insula  Bohol). 

Mo(juiniana  Reel.  1.  c.  p.  454  ,  pi.  5  f.  9  ,  40  — 
Hab.  la  cote  ouest  de  I’Amerique  on  les  cotes  d’une  des 
lies  de  r  ocean  pacifique  ? 

Taslei  Reel.  1.  c.  p.  55  pi.  2  f.  44  ,  42  —  Hab.  les 
environs  de  Mazatlan  (  Mexique ).  zz  Eile  dilFere  de  la 
N.  cancellata  Lm.  par  V  absence  de  lignes  transverses 
formant  reseau. 

N  e  r  i  t  a  antiquata  Reel.  Journ.  p.  31 7,  pi.  8  f .  8  —  Hab. 
les  cotes  des  iles  Philippines.  =:Elle  differe  des  Nerites  polies, 
dont  elle  a  V  opercule,  par  son  tet  ride  dans  la  direction 
de  la  spire,  par  la  callosite  columellaire  plus  epaisse  et 
fortement  ridee ,  et  par  son  ouverture  plus  etroite. 

Neritina  adspersa  (  Clithon  )  Reel.  Journ.  p.  319, 
pi.  7  f.  6  —  Hab . inconnu. 

cyanostoma  Morlt.  Journ.  p.  573,  pi.  42  f.  9,  40  — 
Hab.  Novas  Hebridas.  zz  Elle  se  distingue  de  la  N.  va- 
riegata  Hinds  par  sa  spire  plus  obtuse ,  la  cloison  colu¬ 
mellaire  convexe  ,  et  la  dent  saillante  au  bord  de  cette 
cloison. 

Delessertii  Reel.  1.  c.  p.  260,  pi.  7  f.  2  —  Hab . 

inconnu. 

Delestennei  Reel.  1.  c.  p.  259,  pi.  7  f.  3  —  Hab . 


185 

incoiuKi.  zzr  Elle  appartient  ii  la  section  des  iV,  Petltii 
et  pulligera  Lamarck. 

Lecontel  Red.  1.  c.  p.  257  ,  ()1.  8  f.  3  —  Hah.  les 
cotes  de  la  Nouvelle  -  Galedonie. 

rcltisa  Merit.  1.  c.  p.  372,  pi.  li  f.  9  ,  10  —  Hab. 
Novas  Hebridas.  iz:  Elle  diflTere  de  la  iV.  interrupt  a  Red. 
par  sa  spire  courte  et  obtuse  ,  et  couronnee  d’  epines 
dans  le  jeune  age. 

Ostrea  guineensls  Dkr.  Ind.  moll.  gain.  n.  ^4  — 
Ad  Loandam  invenitur.  zn  Yarietates  nonrmll®  Ost.  mul- 
tiformi  Koch  et  Dkr.  e  formatione  oolithica  et  O.  larva 
Lin.  baud  dissi miles. 

P  a  1  u  d  i  n  a  aclciila  Held,  Kiist.  Conch.  Gab.  n.  70  , 
Taf.  1 1  f.  5  ,  6  —  Hab.  in  flum.  Isar  prope  Monacum 
et  Tauber  prope  Mergentheim  in  Virtenberga.  —  Differt 
a  P.  vitrea  Drap.  testa  dimidio  minore,  cylindracea,  anfr. 
convexioribus. 

hadiella  Parr.  Kiist.  1.  c.  n.  80,  Taf.  41  f.  25-28  — 
Hab.  in  Syria  ad  Beirut. 

bfzanthina  Parr.  L  c.  n.  77,  Taf.  44  f.  49,  20  — 
Hab.  Brussae  in  Natolia. 

eastanea  Moller ,  Kiist.  1.  c.  n.  84  ,  Taf.  1 1  f.  29-32 
—  Hab.  in  Groenlandia.  ^  P‘  acuta  Lm.  striis  ele- 
vatis  spiralibus  densis  praesertim  diversa. 

enrta  Kiist.  1.  c.  n.  89,  Taf.  42  f.  44,  4  5  — ■  Hab. 
in  fium.  Zeta  in  Montenegro.  —  P.  insubricce  Gharp. 
affinis. 

elata  Parr..  1.  c.  n.  73,  Taf.  11  f.  14  ,  42  —  Hab. 
in  fluvio  Tigri  prope  Mossul  in  Persia. 

Hohenackeri  Gharp.  Kiist.  1.  c.  n.  401,  Taf.  43  f.  48, 
49  —  Hab.  in  Graecia.  X  P.  gihba  Drap.  spira  apice 
truncata,  apertiira  ovata,  anfr.  ultimo  laevi  distincta. 

hyalina  Morlt.  Kiist.  !.  c.  n.  78,  Taf  14  f.  21,  22  — 
Hab.  in  Guatemala. 

insubrica  Gharp.  1.  c.  n.  402,  Taf  43  f  20,  21  — 
Hab.  in  lacu  Muzano  prope  Lugano  ( Stabile ).  m  Differt 
a  P.  curta  testa  elatiore  et  apertura  superne  augulata. 

Kutschigii  Kiist.  1.  c.  n.  94,  Taf  43  f.  3,  4  —  Hab. 
in  Dalmatia  ,  in  fluviis  Salona  prope  Spalato  et  Cettina 


186 

prope  Almissa.  zn  A  P.  acuta  Drap.  anfr.  convexioribiis, 
apertura  et  anfr.  ultimo  majoribus  distincta. 

7?i  aero  Estonia  Kiist.  1.  c.  n.  95^  Taf.  \o  f.  5-7  —  Hab. 
prope  Athenas.  P.  fluminenst  Sadler  affinis. 

uaiolica  Gharp.  1  c.  n.  73,  Taf.  ii  f.  43,  16  — 
Hab.  prope  Brussa  Nntoliae. 

Neumeferl  Kiist.  1.  c.  n.  94  (  P.  Kutschigil  Kiist. 
var.  A  ). 

saxatilis  Pieynier,  Kiist.  1.  c.  n.  76,  Taf.  41  f.  47,  48 
—  Hab.  in  Gallia  occidentali  prope  Montaiiban. 

sordida  Kiist.  1.  c.  n.  74,  Taf.  44  f.  15,  14  —  Hab. 
in  provincia  algirensi. 

iraussUvanica  Bielz,  Sieb.  Verein,  H.  9  n.  4  —  Hab. 
in  stagnis  fluni.  Maros  inter  Dobra  et  Lapusnyak,  atque 
fliim.  Akita  in  comitatii.  Reps.  DilFert  a  P.  impura 
Lm.  testa  unibilicata  ,  scalari ,  sutura  profunda  ,  apertura 
exinde  rotundata  ,  anf.  ultimo  4/5  magnitudinis  vix  su- 
perante. 

virescens  Kiist.  1.  c.  n.  87,  Taf.  42  f.  8,  9  —  Hab. 
prope  Macarsca  Dalmatiae.  zzz  A  P.  Salinesii  Phil,  testa 
minore,  imperforata  vel  vix  riraata,  pallide  virescente 
operculoque  corneo  distinguitur. 

fj^icdtnlioferi  Frauenfeld  (  Yedi  la  pag.  57  ). 

Par  tula  Erhelii  Morlt.  Journ.  p.  574,  pi.  42  f.  7, 
8  —  Hab.  Morea  insularum  Societatis.  izz  Elle  differe  de 
la  P.  CarieneMsis  Qiioy  par  son  dernier  tour  anguleux, 
son  ouverture  moins  etroite,  sa  spire  plus  conique,  son 
ombilic  moins  ouvert  et  sa  forme  moins  allongee. 

si77iplarm  Morlt.  1.  c.  p.  570,  pi.  41  f.  45,  44  — 
Hab.  in  insula  Taiti  zn  Elle  se  distingue  de  la  P.  varia 
Brod.  par  sa  forme  ventrue,  son  sommet  obtus ,  son 
ouverture  plus  large  ,  moins  oblique  et  plus  arrondie  , 
son  peristome  moins  epais  et  moins  dilate. 

Patella  Adansonii  Dkr.  Ind.  moll.  guin.  n.  444  — 
In  sinu  ad  Loandam  lecta  (Lister  tab.  557  f.  16?). 
gumeensis  Dkr.  1.  c.  n.  408  —  Habitat  ad  Loandam. 
Kraussii  Dkr.  1.  c.  n.  112— Gum  prsecedente  collecta. 
spectahilis  Dkr.  1.  c.  p.  407.  —  Habitat  ad  Loandam. 
:zz  P.  margarhacccc  Gmel.  et  coerulex  Lm.  affinis ;  sed 


187 

testa  majore,  crassiore,  baud  angiilata,  costis  inajoribus 
et  vertice  niagis  centrali  divcrsa. 

Pec  ten  Antillarum  Reel.  Joiirn.  p.  153,  pi.  5  f.  i 

—  Hab.  la  rade  do  la  Point-a- Pitre  (Guadeloupe). 

Loveni  Dkr.  Ind.  moll.  guin.  n.  115.  —  Ex  regione 

urbis  Loandae  reportatus.  zz:  Fossilem  P.  pygmccum 
Miinst.  e  tellure  lertiaria  Italise  inferioris  in  mentem  vocal. 

PhiUppii  Reel.  1.  c.  p.  52,  pi.  2  f.  15,  i6.  —  Hab. 
les  cotes  de  la  Sicile.  zz:  G’  est  peut-etre  V  espece  ,  que 
Philippi  dans  sa  Fauna  Moll.  Siciliae  rapporte ,  a  tort,  a 
r  Ostrea  gihba  Gmelin. 

Phasianella  xihioplca  Phil.  Kiist.  Conch.  Cab. 
n.  6  ,  Taf.  Ill  f.  3  ,  4-  —  Hab.  Africae  litora  orientalia, 
ad  Zanzibar  etc. 

amoentila  Phil.  1.  c  n.  18,  Taf.  IV  f,  7  —  Hab.  ad 
Novam  Hollandiam.  nz  A  Ph.  mbtnte  Lm.  anfr.  6,  ulti¬ 
mo  spiram  superante  et  coloribus  diversa. 

coturnix  Koch,  Kiist.  Conch.  Cab.  n.  44,  Taf.  IV.  f.  2  — 
Patria  ignota.  zr-  A  Ph.  fammulaia  Phil,  magnitudinc  , 
coloribus  atque  columella  crassa  distinguitur. 

fulgens  Koch  ,  1.  c.  n.  23,  Taf.  IV  f.  43  —  Hab.  li¬ 
tora  occidentalia  Novae  Hollandiac.  zz  Testa  turrita,  nlivea 
unicolore,  anfractibusque  perparum  convexis  satis  distincta. 

giiitaia  Phil.  1.  c.  n.  25,  Taf.  IV  f.  45  —  Patria 
ignota. 

inconspicua  Phil.  1.  c.  n.  26,  Taf.  IV  f.  46  —  Patria 
ignota.  zz;  Dilfert  a  Ph.  guttata  testa  perforata,  a  Ph. 
perforata  Phil,  testa  minore  ovato-  conoidca,  anfractibusque 
rapide  ci  escentibus,  a  Ph.  r/iinuta  Ant.  anfr.  rapide  cre- 
scentibus ,  ultimo  non  angulato. 

strigata  Phil.  1.  c.  n.  47,  Taf  IV  f.  6  —  Patria  igno¬ 
ta.  zz  Ab  affinibus  testa  perforata  sat  distincta. 

Pholas  Beauiana  Reel.  Journ.  p.  49,  pi.  2  f.  1-3 

—  Hab.  a  la  Guadeloupe,  zz;  Elle  dilfere  de  la  Ph.  crP 
spata  L.  par  son  ecusson  dorsal  transversalement  alonge, 
irregulier;  parses  valves  anterieurement  sculptees  de  stiies 
obliques,  sinueuses,  et  treillissees  par  d’  autres  stries  plus 
lines  et  longitudinales ,  et  posterieurement  ornees  de  sil- 
lons  concentriques  ;  enlin  par  sa  lenuite. 


m 

P  h  0  s  ( iMontf. )  dntillarum  Petit ,  Journ.  p.  242  , 
pi.  8  f.  9  —  Hab.  la  Giiayra  dans  V  Am6rique  meridio- 
nale,  et  la  Martinique. 

Billeheusti  Petit,  1.  c.  p.  244,  pi.  8  f.  o  —  Hab.  les 
cotes  de  1’  ile  de  Nouka  -  Hiva. 

Gratdoupianus  Petit,  1.  c.  p.  243,  pi.  8  f  4  —  Hab. 
les  cotes  du  Senegal,  n;  11  differe  du  P.  Antillariim 
Petit  par  sa  forme  plus  etroite,  par  ses  cotes  plus  rap- 
prochees  et  obtuses,  par  ses  tours  plus  arrondis,  et  par 
son  ouverture  plus  petite.  ^  , 

P  h  y  s  a  —  Vedi  Bul/ntis. 

Plan  ax  is  Alhtrsii  Dkr.  Ind  moll.  guin.  n.  40  — 
Ad  Loandam  lectus.  :zi  P/.  nigro  Q.  et  G.  peraffinis. 

Herrmannseni  Dkr.  1,  c.  n.  59  —  Obvenit  ad  Ben- 
guelam.  =  PL  lineato  d’ Acosta  similis,  sed  statura  multo 
niajore,  anf.  ultimo  valde  amplificato  ,  apertura  patula, 
cauda  rima  umbilicari  instructa  diversa  species. 

P  1  a  n  0  r  b  i  s  Brondelii  Raym.  Journ.  p.  82  ,  pi.  3 
f .  3  —  Hab.  ad  Meridj  prope  Girtam  (  An  P.  Imvis  Hai¬ 
der?,  Ancapit.  Revue  de  zool.  p.  323  ). 

defitifer  Moricand ,  Journ.  p.  57.  —  Hab.  le  lac  Baril, 
pres  Bahia,  11  ne  se  distingue  du  PL  higuhris  Wag¬ 
ner  que  par  la  dent  blanche ,  oblongue ,  situee  en  de¬ 
dans  de  r  ouverture  sur  le  milieu  de  ravant-dernier  tour. 

P  0  m  a  t  i  a  s  Philippi anum  Gredler  (  Vedi  la  pag.  79  ). 

P  0  r  0  n  i  a  rugosa  Reel.  Journ.  p.  oO,  pi.  2  f.  4-5  — 
—  Hab.  la  Nouvelle-Hollande.  zz:  Elle  dilFere  de  la  For. 
nucleola  (  Amphidesma  )  Lm.  par  sa  coquille  trigone,  ren- 
flee,  d’ un  blanc  sale  ou  jaunatre,  sillonnee  concentri- 
quement,  a  sillons  peu  reguliers,  et  toujours  plus  etroits 
que  les  cotes.  Peut-etre  elle  n'  est  que  la  P.  scalaris  Phi¬ 
lippi,  insuffisamment  decrite  dans  la  Zeitsch.  1847,  p.  72. 

Pupa  Passamaiana  Petit,  Journ.  p.  566,  pi.  43  f.  7, 
8  —  Hab.  r  lie  Socotora.  zz:  Cette  coquille  (haul.  44  mill.; 
larg.  8  mill. )  se  rapproche  par  sa  forme  du  Bullmus 
Lfonefianus  Pallas  et  par  ses  stries  de  la  P.  sulcata 
Lm. ;  elle  presente  aussi  Y  aspect  d’  un  Tomigerus. 

Siroheli  Gredler  (  Vedi  alia  pag.  77  del  giornale ). 

Purpura  denlata  Mke.  Zeitsch.  p.  74  —  Hab.  ad 


489 

St.  Vincent.  :iz:  Purp,  h(d7nastom(R  L.  affinis,  a  qua  differt 
statura  minore  et  labri  limbo  interno  dentibus  septem  , 
anterioribus  sex  binis,  munito. 

Forbesii  Dkr.  Ind.  moll.  guin.  n.  55  — ■  Hab.  ad  Loan- 
dam.  k  P.  bituherculari  Lm.  diversa. 

P  y  r  u  I  a  Etigenm  Bern.  Journ.  p.  305  ,  pi.  7  f.  i 
—  Hab.  les  mers  de  la  Chine  ? 

P  y  t  h  i  a  (  Scarabus  )  albovaricosa  Pfr.  L.  Zeitsch.  p. 
490,  n.  2  —  Hab.  in  insula  Celebes. 

Jrgenvillel  Pfr.  L.  I  c.  p.  494  ,  n.  5  ( Argenville  tab. 
9  fig.  T  )  —  Hab.  in  ora  septentrionali  Australige. 

ceylanica  Pfr.  L.  1  c.  p.  192,  n.  5  —  Hab.  in  insula 
Ceylon.  z=z  A  P.  plicata  Per.  testa  magis  pyramidata,  an- 
fractuum  (  40-44  )  numero,  quorum  ultimus  deorsum  sub- 
dilatatus  ,  spira  elongato  -  conica  diversa. 

inflata  Pfr.  L.  1.  c.  p.  492,  n.  4  —  Hab.  in  insula 
Borneo. 

Reeveana  Pfr.  L.  1.  c.  p.  490,  n.  4  (  Scarabus  im- 
brium  L. ,  Adams  and  Reeve  Voy.  of  the  Sarnarang,  t.  44 
f.  43)  —  Hab.  in  insulis  Philippinis. 

R  e  c  1  u  z  i  a  Petit,  Journ.  p.  44  7.  Animal  pelagkum  , 
magna  parte  ignotum,  Janthmarum  sat  affine.  —  Te¬ 
sta  ovalis  vel  oblong  a  ,  buceiniformis  ,  tenuis  ^  sub  epi^ 
dermide  fusco-albicans  \  spira  elongaia ;  anfr.  veniri- 
cosis ,  infmo  spiram  superante  ;  apertura  ovato-obli- 
q7ia  ,  ad  basim  parum  effiisa  f  marginibus  disjunctis\ 
labio  obliquo  j  medio  subsinuoso  ;  labro  acuto  ^  inte- 
gro  ;  operculo  nullo 

Jehennei  Petit,  1.  c.  p.  448,  pi.  5  f.  3  —  Hab.  le 
golfe  arabique. 

Rollandiana  Petit,  1.  c.  p.  449  ,  pi.  5  f.  42  —  Hab. 
les  mers  de  V  ocean  atlantiqiie ,  environs  de  Mazatlan 
( Mexique ).  z=:  Elle  differe  de  la  precedente  par  sa  co- 
quille  plus  allongee ,  avec  des  stries  plus  prononcees  et 
des  tours  plus  arrondis  et  s6pares  par  une  suture  plus 
profonde. 

Scissurella  ( Orbigny )  reticulata  Phil.  Kiist.  Conch. 
Cab.  n.  44,  Taf.  VI  f.  44  —  Hab.  mare  rubrum  prope 
Maksur.  (  Sc.  decussata  Audouhi,  nec  d' Orb. ,  Descr.  de 
PEgypte,  pL  V.  f.  29). 


d90 

Septifer  (  Red.  )  crasstis  Dkr.  Zeitsch.  p.  86  ,  n.  4 

—  E  litore  peruaoo  ? 

Herrmannsenii  Dkr.  I.  c.  p.  85  ^  n.  3  —  Hab.  in 
China  ?  Tichogonia  virgata  Wiegm.  (  ^fyt.  trifureatns 
Conrad?)  septis  integerrimis ,  Sept,  fuscus  Recliiz  et  ex- 
cisus  { Tichogonia  )  Wiegm.  cardine  edentulo  ab  hac 
specie  distingiiuntur.  5.  crassus  difFert  forma^  Myt.  eduli 
L.  siraili,  denteque  cardinis  in  valva  sinistra  ( nec  dextra  ) 
extante. 

Trosehelii  Dkr.  1.  c.  p.  87  ,  n.  5  —  Patria  ignota.  — 
Tich,  excisce  affinis  sed  statura  minore  septoque  minus 
inciso  distincta. 

S  i  g  a  r  e  t  u  s  Menkeanus  Dkr.  Ind.  moll.  guin.  n.  88 

—  Habitat  ad  Benguelam.  zz:  S.  depresso  Phil,  simillimus^ 
sed  fasciis  et  spira  minore  difFert. 

Siphonaria  pJaceniula  Mke.  Zeitsch.  p.  69  — 
Hab.  ad  St.  Vincent. 

nmhonata  Mke.  I.  c.  —  Patria  ignota.  =z  Hae  duae 
species  a  reliquis  ^iphonariis  vertice  medio  umbonato, 
circa  umbonem  depresso,  distinguuntur. 

S  n  c  c  i  n  e  a  margarita  Pfr.  L.  Zeitsch.  p.  52  ,  n.  6 

—  Hab.  in  insula  Haiti. 

nohilis  Poey,  Mem.  de  Cuba  p.  2i0,  t.  26  f.  25,  26. 
iz;  S.  Salleanm  Pfr  L.  affinis. 

patentissima  Mke.  Zeitsch.  p.  52 ,  n.  4  —  Hab.  ad 
portum  Natal  Africae  meridionalis. 

Riisei  Pfr.  L.  1.  c.  n.  5  —  Hab.  in  insula  Portorico. 

Tellina  Hanley i  Dkr.  Ind.  moll.  guin.  n.  144.  — 
Ad  Loandam  lecta.  Ad  Scrohicularias  Sebum,  pertinel. 

Schranimi  Reel.  Journ.  p.  452,  pi.  6  f.  7  ,  8  —  Hab. 
la  rade  de  la  Pointe-a-Pitre  (  Guadeloupe  ).  zzz  Se  rap- 
proche  de  la  T,  crystalHna  Hanley.  (  Vedi  anche  Poro?iia) 

T  e  r  e  b  r  a  eburnea  Dkr.  Zeitschr.  p.  96  ,  n.  35  — 
Patria  ignota. 

nodoso  -  plicata  Dkr.  1.  c.  p.  i  lO,  n.  37  —  Patria 
ignota.  zz:  Buccino  aciculato  Lm.  (  B.  clavulce  Mke., 
Ter.  Consenthii  Phil.  )  affinis.  Cum  praecedente  atque 
dicto  Bicccmo  propriam  Terebrarum  sectionem  vel  sal¬ 
tern  genus  proprium  Terthrm  et  Bullias  inter  haec  co- 
chleola  forraare  videtur. 


in 

Tichogonia  carinala  Dkr.  Zeitsch.  p.  90,  n.  8  — 
Patria  ignota  (  Italia  ?  ).  =;  Differt  a  Dreissena  africana 
van  Beneden  umbonibiis  acutis  siibincurvis  testaque  sequi- 
valvi. 

Pfeifferi  Dkr.  1.  c.  p.  88  ,  n.  6  —  Hab.  insulam  Cu- 
b®.  n;  MfiUo  cochleato  Kickx  siinilis.  < 

RYtsei  Dkr.  If  c.  p.  91,  n.  9  ~  Hab.  ad  insulam  St. 
Thomas,  n:  Tich.  ( Mytilo )  cochleatw  affinis. 

Rossfnccssleri  Dkr.  1.  c.  p.  89  ,  n.  7  —  Hab.  Brasiliarn? 
zn  Dreissencd  Sdltei  Reel,  similis ;  differt  tamen  forma 
ovato  -  trigona  ,  basi  magis  arcuata  valvisque  intus  albis 
unicoloribus.  (  Vedi  anche  Seplifer ) 

Triton  Jdansonri  Dkr.  Ind.  moil.  guin.  n.  66  — 
Ad  Loandam  lectum  (  Mnrex  argus  fasciains  Chemn.  X. 
tab.  160  f.  122  ). 

Cantrainei  Reel.  Journ.  p.  246 ,  pi.  8  f.  dO  —  Hab. 
la  rade  de  la  Pointe  -  a  -  Pitre  (  Guadeloupe  ).  zz:  II  est 
remarquable  par  ses  six  variees  ,  dont  trois  alternative- 
ment  plus  grandes  que  les  autres,  et  par  la  couleur  cha- 
moise  de  son  tet. 

Trochus  —  Vedi  Modulus^  Monodonta. 

Turbinella  dtibla  Petit,  Journ.  p.  75,  pi.  2  f.  9,  iO 

—  Hab.  4  Bahia,  zz:  Voisine  des  T.  cingnlifera  et  leu^ 
cozonias  Lm.,  mais  la  premiere  est  plus  grande,  ses  tu- 
bercules  sont  plus  anguleiix,  1’  ouverture  est  blanehe.  La 
seconde  differe  aussi  par  la  eoloration  de  1’  ouverture,  et 
en  ce  qu’  elle  est  ^  peu  pres  lisse  a  1’  exterieur. 

Turbo  correensis  Reel.  Jonrn.  p.  245  ,  pi  8  f.  2  — • 
Hab.  la  mer  de  Gorree.  ( Vedi  anehe  Lacitna  ) 

Turrit  el  I  a  fvscocincla  Petit,  Journ.  p.  368,  pi  i  i  f.  3 

—  Hab.  les  cotes  de  1’  ile  de  Java  ? 

Unio  lerminalis  Bourg.  Journ.  p.  74,  pi  3  f.  JO 

—  Hab.  le  lac  de  Tiberiade.  zz:  11  se  distingue  de  V  U. 
Tigridis  Bourg.  par  son  test  plus  epais  et  sa  coquille  plus 
ventrue,  par  ses  nates  plus  rapproches  de  son  extremite 
et  surtout  par  sa  dent  cardinale  plus  grande,  plus  epaisse 
et  moins  ailongee. 

Valvata  alpestris  Blauner,  Riist.  Conch.  Cab.  n.  5, 
Taf.  44  f.  7 ,  8  Hab.  in  Helvetia  in  lacubus  ad  fon- 


i92 

tern  torrentis  prope  Grindehvald.  =z  Intermedia  inter  F. 
piscinalem  Miill.  et  depressam  Pfr.  C.;  ab  ilia  differt  an- 
fractibus  rotundatis,  umbilico  lato  atqiie  apertura  minorCj 
circulari ;  a  V.  depressa  magnitudine  et  sutura  profan- 
diore  diversa. 

Bocconi  Calcara  ,  Kiist.  Conch.  Gab.  n.  9  ,  Taf.  14  1. 
16-19  —  Hab.  in  Sicilia  ad  Mondello  prope  Panormum. 

Venus  nodosa  Dkr.  Ind.  moll,  giiin.  n.  155  —  Ad  St. 
Vincent  lecta.  ^  La  Clonisse  Adanson  ,  Fen.  verrucosce 
L.  var.  Krauss ,  hue  pertinet, 

V  i  tr  i  na  Keppellii  Pfeiff.  L.  Zeitsch.  p.  51 ,  n.  1  —  Hab. 
in  Nova  Caledonia. 

planospira  Pfr.  L.  1.  c.  n.  2  —  Hab.  in  insulis  Salo- 
monis. 

salomonia  Pfr.  L.  1.  c.  n.  3  —  Hab.  in  insulis  Salo- 
monis.  Speciebus  sectionis  Simptilopsis  Beck  affinis. 


AggliBEiste 

e  CoE^resioasi. 

pag. 

lin. 

in  luogo  dl 

ponga 

1 

17 

Sism. 

Sismonda 

3 

5 

{  Proceedings 

(  A  list  of  the  genera  of 
recent  Mollusca  ,  their  sy- 
nonyma  and  types;  from  the 
'  Proceedings 

38 

8 

Briglon 

Brighton 

39 

2 

Saxicave 

Sassicave 

3 

Plymontli 

Plymouth 

5 

Buk  land 

Buckland 

18 

falladi 

foiladi 

23 

Buchland 

Buckland 

28 

Plymouth 

Plymouth 

4i 

9 

Hencock 

Hancock 

11 

Saxicave 

Sassicave 

18 

attribuirlo  ad  uoa  aziooe  attenersi  ad  una  opinione 

eletlrica. 

ecletica. 

63 

21 

Bogata 

Bogota 

73 

11 

borsa 

bocca 

118 

18 

Hancok 

Hancock 

143 

ult. 

Catalogna. 

Catalogna,  Zeitsch.  fur  Ma- 

lac.  1853,  p.  161 . 

(  Dispensalo  ne! 

mese  di  aprde  1834 ) 

Pavia. 

Tip. 

Fmi. 

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