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GIORNALE
DI
MALACOLOGIA
compilato per cura
DI PEIil^EGBIIVO DTROBl^ X ^
DI MILANO
Anno I.
PAVIA
TIPOGRAFIA DEI FRATELLI FCSI
1853
.1
i
Satis lapillis et testis lusum est.
O. F. Muller.
aixa^iCE
Stiidi per la storia degli Auriculacei-, del dott. L. Pfei ffer,
Traduzione, pag. i e i7,
Sulla non esistenza dell’ Helix hortensis Miill. di qua delle
Alpi ; di P. Strobel, p. 6.
Gonsiderazioni sulla perforazione delle pietre fatta dai
molluschi litofagi e specialmente dalle Folladi j del
dott. Teodoro Prada, p. 38, 113 e 129.
Dei dardi nelle Elici\ di P. S t r o b e 1 , p. 22 e 33.
Differenze anatomiche tra 1’ Helix pomatia L. e la luco-
rum Miill.; di Paolo Panceri, p 30.
Sui molluschi viventi del lembo orientale del Piemonte ,
dalla Toce alia Trebbia; di P. S t r o b e 1, p. 49, 63, 81 e 97. ^
Sulle ghiandole del pene nella hiltorina\ del dott. Carlo
Gegenbaur. Traduzione, p. 38.
Dell’ Ectocotile; di P. Panceri, p. 72 e 138.
Aggiunte al catalogo dei molluschi della Lombardia; di
A. e G. B. Villa, p. 142.
Estratti.
Ricerche sullo sviluppo dei Fettinehranchii', di J. Korea
e D. G. Danielssen, (Panceri) p. 9.
Monografia de’ Brachiopodl britannici ; di Tomaso David¬
son, ult. fasc. ( estratto di Ed. Suess trad. ), p. 36.
Paludina thermalis L. var. PFiedenhoferi Frauenfeld,
(St.) p. 37.
Diraora precisa del Carychium spelceum Rm. ; di A.
Schmidt, (St.) p. 46.
D’ un mollusco terrestre viviparo ; del m e'd e s i m o, ( St. )
p. 47.
Dei cromatofori nella Cymhulia\ di Kolliker ed E.
Muller, ( St. ) p. 61.
Dei fulcri nelle chiocciole delle Elici\ del dott. Lea, (St)
p. 62.
Dei fossili del terreno neocomiano nella Nuova-Granata ;
di A. d’ Orbigny, ( St. ) p. 63.
Parassiti di alcuni molliischi ( St. ) :
a) . Doridicola agilis Leydif^, p. 64.
b) . Acaro Helix aspersa Miill. , del dott. Pontal-
lie, p. WO.
c) . Leukochloridium paradoxu77i Cams : di Siebold,
p.
Osservazioni sopra alcune conchi^lie dei generi Fupa €
Pomatias ; di Vincenzo G r e d I e r, [St.) p. 75.
Fossili del terreno carhonifero della Nuova-Scozia ; di C.
Lyell e J. W. Dawson, [St.) p. 79.
Sopra un sistema di vasi capillari nell’ Anodonia \ di
Carlo Danger, ( St. ) p. 89.
Sui Brachiopodi degli strati di Kossen; di Ed. Suess.
( St. ) p. 92.
Studi su la storia naturale del Chili; dideBibra, [St.)
p ^24.
IVecrologie , notizie.
Vecrologia di G. B. Adams e L. F. A. Souleyet; di P e-
tit , ( Prada) p. 45 e 44.
Dimore delle Helix frigida Jan. e nautili f ormis Porro,
p. 94 e 96.
Dei dardi delle Elici ; di Giacomo T a s s i n a r i, p. 444.
Avvisi, annunci, p. 46, 45, 48, ill e 143.
Bibliografia, p. 14, 42 ed 80.
Rivista bibliografica del 1853, p. 144 e 161.
Elenco delle specie nuove, p. 169.
Aggiunle e correzioni, p. 192.
Patti d’ associazione al secondo anno del
giornale di 'malacologia.
Ij abbonamenio al secondo anno di questo giornale avra luogo
verso il pagamenso anticipato, per semestre o per intern, di ita-
liane lir. 6 in moneta suonante , da effettuarsi franco di spese
nelle mani del sottoscrilto compilatore , e coll’ indicazione del
nome, cognome e domicilio dell’ associate. Ai soscrittori che di-
morano negli stati compresi nella lega postale germanico-austro-
italica, e vigente questa, qualora al prezzo dell’ abbonamento ag-
giungano centesimi 30 per semestre , il compilatore spedira pel
mezzo poslale e franco di porto i singoli nnmeri del giornale, di
mauo in mano che si publicherantio : gli allri abbonati dovranno
pensare essi slessi a farli ritirare.
Pavia, aprile 1854.
Pellegrino Strohel ,
compilatore del giornale.
GIORNALE DI MALACOLOGIA
4853. N." 1.
Studi per la storia degli Auriculacei (l).
®cl S^ott. LsacSovico Pfeiffer.
( Zeitsclirift fiir Malakozoologio 1853 p. -1 (2) -- )
F ra le famiglie dei mollnschi , sulla composizione delle
quali rimangono^ancora dei dubbi, avvi quella assai inte-
ressante degli Auriculacei, stabilita pel priuio da Lamarck.
Sorpassu qui naturalmente la sua storia piu antica, giae-
che se ne possono trovare i dati necessari iiell’ Index ge-
nerum Malacozoorum I. di Herrmann sen (2) agli arti-
coli : Auriculacea Lam. , Blainville , Auriculacese Menke ,
Auriculadae Gray, Auriculae Ferussac, Auriculidae Risso ed
Auriculidea Beck. La storia letteraria di questa famiglia
viene completata sino agli ultimi tempi da alcune rettifi-
che ai predetti articoli e dai nuovi: Auriculae'ina Strob.(3),
Auriculata Sism. , Auriculiadae De Kay , Auriculidae Gray,
Auriculina Agassiz , Auriculoidea De Cristofori et Jan e
Conovulidae Clark , che sono contenuti nel supplement©
alia delta opera di Hei rman nsen, la stampa del quale
e ora terminata (2).
(1) Preferirei 1’ aggetlivo Auricolacee, sendo derivato dal
soslantivo femwinile Auricola.
(2) Yedi 1’ articolo Bibliografia.
(3) L’ aiitore di questo nome non e gia Strobel, ma il profes-
sore Jan nella : Clavis systenialicae distribulionis generum testa-
ceonim in Museo Mediolanensi exstantium. jVIediolani, 1844, p. 7.
1
2'
Egli e noto , come da principio ed in parte anche in
tempi posteriori venisse compresa in questa famiglia una
quantity di generi , che sembravano concordare o per la
struttura analoga degli animali , o per la forma con-
simile dei gusci; senza avere riguardo se la loro dimora
fosse piuttosto nell’ aqua che sulla terra ( circostanza
pur troppo non sempre nota ) , e se respirassero piutto¬
sto per branchie che per polmoni.
La famiglia , quale la costitui per la prima volta
Lamarck nel d809, comprendeva i generi Auricula,
Melanopsis, Melania e Limneea; e quindi un ag¬
gregate del tutto inservibile. Meglio la compose Blainville
nel dizionario delle scienze natural! XXXII (nongiaXXX,
come per errore di stampa trovasi accennato nel sup-
plemento di Herrmannsen) pag. 245 (d), ove pe-
ro vi unisce ancora il genere ctenobranchio (2) Py-
ramidella. — Menke e Deshayes furono i pri-
mi , che nell’ anno 4850 la ridussero entro i suoi giusti
confini.
La famiglia cosi emendata sarebbe dunque da definirsi
nel modo seguente : « Gasteropodi che respirano con pol¬
moni; la cui testa termina in un muso alcun poco lobato,
con due tentoni quasi cilindrici non retrattili , alia cui
base interna trovansi gli occhi. Conchiglia spirale , colla
columella fortemente piegata e spesso col labbro esterno
dentate ; senza opercolo ?5. — I prossimi suoi affini so-
no dair un lato i Limneacei , dall’ altro gli Aciculacei.
(1) Dictionnaire des sciences naturelles, Strasbourg 4824, art.
Mollusques,
(2) petiinebranchio, da ^ersLc;, evoQ pettine, e
OV branchie.
5
(Confrontisi la monografia dei Fneiimonoponii (1) di L.
Pfeiffer p. 2, 3 ).
Vari autori riia specialmente Beck nel suo Indice ,
4837 (2), e Gray nel sistema completo de’ molluschi
viventi ( Proceedings of the Zoological Society of London
4847 p. 429 — ^206 ) divisero questa famiglia in un gran
numero di generi e sottogeneri ; pero iina parte di essi
e appena accennata col nome o tuttalpiu coll’ indicazione
di una specie tipica ; ed egli riesce quindi difficile di
riconoscere , su qiiali caratteri sia in tal caso hasata la
separazione di quei gruppi.
Rivedro quindi in primo luogo ed in ordine alfabeti-
co tutti i nomi qui pertinenti e Liro poscia seguire il
mio parere sull’ ammissibilita dei caratteri de" singoli ge¬
neri e gruppi; come pure sul numero e la definizione
dei generi , che a mio avviso sarebbero da adottarsi.
4. Alexia Leach mss. 4848, istituito secondo Gray
per la Voluta denticulata Montagu ^ accettato da Gray
nel 4847 come genere ; ma non si puo riconoscerlo
che dal tipo e dai sinonimi Ovatella Gr. 4840, Pythia
Gr. 4824 e Jaminia Brown.
2. Auricella Jurine , Hartmann nella nuova Al-
pina I. p. 20f^ (3) zz Carychium Muller et Acicula Hart¬
mann.
3. Auricula Lam> Fondato da principio sul tipo della
(1) opercolati polmaoacei , da 'Juvevfjbov polmone e
opercolo. — Vedi in fine alia rubrica : Bihliografia.
(2) Index molluscorum praesenlis aevi principis Christiani Fre-
derici , Hafniae.
(3) Neue Alpina — 1. p. 194: Erd-und Fluss-Schnecken der
Schweiz — Winterthur, 1821.
4
Vol. Ann's midae L. , confuso in segnito con mofteplici
componenti estranei. 11 genere Conoviilus da esso stac¬
cato nel ^8^2, gli viene ricongiunto nel d822. — Beck
nel d8o7 e Gray nel 4840 e 4847 ricondussero il ge¬
nere alle originarie forme tipiche , dopo che Ferussac
nel 4824 le avea gia separate qual sottogenere col norae
di Auricula. — Gray ( Synopsis of the Contents of the
British Museum 4842, p. 70) da come carattere il peri¬
stoma ( lembo della bocca ) incrassato e 1’ epidermide
bruna.
4. Auriculus Monifort , 4840. Limitazione del genere
Auricula al primiero tipo =: Auricula Lam. em.
5. Carfchium Mull. Stabilito sulla nota specie tipica
( C. minimum M. ) ed accettato come genere ed in quella
significazione dalla massima parte degli autori. Soltanto po-
chi scrittori vi unirono generi estranei \ cosi p. e. il ge¬
nere opercolato Acicula , alcune Elicee — e Michaud
vi comprende a dirittura tutte le specie d'Auricola viventi
io'Francia.
6. Cassidnla Fer. 4824 , Prodr. (4) p. 405; • — Cas-
sidultis Berthold nelle famiglie naturali di Latreille ( Cas-
sidule Latr. ) (2); sottogenere dell’ Auricula, senza 1’ indi-
cazione dei caratteri distintivi. Tipi : A. felis e nucleus.
Gray Y adotto nel 4847 e vi uni i generi Sidula Gr. ,
Lirator Beck, Tralia e Detracia Gray.
7. Conovula F&r. , Scliwe 'iggej\ Berth, ecc. — Cono-
vulum Sowerhy 4842 — Conovulus Lam. Eretto nel
4842 per le specie col margine semplice , tagliente ; piu
(4) Tableaux syst4matiques des animaux mollnsques , suivis
d’ un Prodrome general , Paris.’
(2) Families naturelles du R^gne animal etc. Paris. 4825,
5
tardi ricongiunto coll’ Auricola; accettato pero da altri. —
Gray ( Syn. Br, Miis. 4842, p. 70) dice: « La conchi-
glia dei Conovoli , i quali vivono sotto le pietre ai lidi
del mare e nel fango delle paludi salmastre (i) , ha la
forma d’ un cono rovescio e 1’ apertura ristretta , linea-
re Piu tardi ( 1. c. p. 91 e nel 4847 ) il genere vie-
ne giustamente iudicato come sinonimo di Melampus
Montfort.
8. Detracia Gray Man. 4840 , p. 20 (2), istituito
come nuovo genere delle Auriculidee per la Yol. bullaeoi-
des Mont., e distinto per avere una piega semplice sulla
columella ; riunito pero in seguito ( 4847 ) colla Gas-
sidula.
9. Ellohium Bollen 4798 ( Mus. p. 405 ), composto
di specie dei generi Auricula, Melampus e Bulimus.
40. Geovula Swainson 4840 , fondato come sottoge-
nere del suo Melampus per 1’ Aur. Midae zz Auricula
Lam. sensu stricto.
41. Leuconia Gray Man. 4840, p. 227 , stabilito
come sottogenere del Conovulus ( « Columella con 2 pie-
ghe , palato liscio , peristoma semplice « ) ; tipi : Vol. bi-
dentata ed alba Mont.; conservato nel 1847 come gene¬
re per le stesse specie.
42. Lirator Beck 4837, addotto come sottogenere del
Melampus, ma senza V indicazione dei caratteri distin-
tivi , per una specie dell’ isola Opara ( L. multisulcatus
ined. ); unito da Gray nel 4847 colla Cassidula.
(1) Bracksumpf f palude che si forma la , ove le aque dolci
si mescolano con quelle del mare.
(2) Turton Will. — - A manual of the land-and fresh-water
Shells of the British island ; 2d edit, by I. E. Gray. London.
6
43. Marinnla King ^ creato nel 4834 coi segiienti ca-
ratteri: « Testa ovato - producta, subsolida; apertura ova-
ta j Integra ; columella bidentata et basin versus uniplica-
ta ; dentibus magnis subremotis conniventibus , superiore
maximo ; operculum nullum. — Non vi trovo alcuna
dilferenza generica da raolti altri Auriculacei a margine
tagliente; Gray pero adotto questo genere nel 4842 e
nel 4847.
44. Marsyas Oken 4845 e sinonimo di Auricula.
4 5. Melampa Sdmeigg. 4 820 (4) — Melampus 3Ionlf.
4840; genere giustamente separate dietro il tipo della
Vol. coffea L. , e da molti accettato. — Beck lo divide
in tre sottogeneri : Conovuliis, Melampus e Lirator^ non
ne da pero i caratteri distintivi ( Confrontisi Anton (2)
nel giornale di malacozoologia 4847 , p. 468 ). Fra i Co-
novulus egli coraprende le A. biplicata e coffea^ fra i Me¬
lampus tra le altre le A. lutea, fasciata e monile. lo non
vi trovo differenze essenziali.
46. Melampus Sni'ains. 4840 , genere della sottofami-
glia delle Turbinas. Sottogeneri: Geovula ^ Pedipes , Sca-
rabus , Melampus , Rhodostoma zz; Auriculacei.
( Sara continuato. )
U Helix horlensis Milll.
non esiste al di qu^ delle Alpi !
Gi^ Martens, Cantraine, Rossmfessler e Se-
ckendorf avevano avvertito che la H. hortensis non
(1) Handbuch der Nalurgeschichte der skeletlosen iingeglieder-
ten Thiere, Leipzig.
(2) Einige Bemerkiiugen zu H. P. Rlisters Ohrschnecken.
7
trovasi in Italia. Ma alcuni altri, come Bruniati^ Porro,
Spinelli, Villa opinarono il contrario , ritenenclo ap-
partenere a quella specie gli individui , che nel resto si-
mili alia H, nemoralh , ne diversificano per avere la
bocca bianca. Ed Adolfo Schmidt di Aschersleben nella
Prussia ( Zeitsch. fiir Mai. 4855 p. 25 ) assicura , che
nel mezzodi della Germania non avvi quasi raccolta di
qualche entita , che sotto il nome di H. hortensis non
possegga tali individui ^ provenienti specialmente dall’ alta
Italia e dalf Elvezia meridionale.
Sino dal 4844 ( Gior. dell’Istituto Lombardo e Biblio-
teca italiana t. IX p. 508 ) emisi T opinione , che simili
Elici non sono che semplici jalinismi deU’Ef. nemoralisy
e nel 4847 ( 1. c. nuova serie t. II p. 69 e 264 (4) - )
addnssi i motivi di quell’ asserzione , desunti dal modo
loro di formare il guscio e le fascie. L’ anno passato
( Malacologia trentina p. 55 ) riferendomi al gia detto
ed accennando alia differenza sensibile , che passa tra il
dardo della H, nemoralis e quello della H. hortensis ,
scoperta dal prelodato signor Schmidt nel 4849 , an-
nunciai che attendevo fra breve la soluzione del que-
sito dall’ esame appunto dei dardi delle Elici in qui-
stione.
Nella scorsa state Schmidt trovo queste lumache a Ve¬
rona ed a Riva di Garda, e gli esemplari ivi raccolti posse-
(1) Note sullo sviluppo delle fascie nelle B, nemoralis e po~
matia — • lavoro , che polra forse non riuscire affatlo inutile a
F. G. Assmann nel comporre la promessa conUnuazione del-
r articolo ; Gesetz der Baendervertheiluug an H. nemoralis ( Leg-
ge della distribuzrone delle fascie nella H. nemoralis ) , stampato
nel succitato giornale di malacozoologia 1852 p. 11.
8
devano il darcio della H. nemoralis (d). Ora Paolo Panceri,
studente in medicina , ne seziono di quelli dei contorni
di Pavia , e vi rinvenne pure il dardo proprio alle H.
nemoralis normali.. Ammessa la differenza dei dardi co¬
me criterio di distinzione tra le due specie in discorso ,
e cliiaro, che gll individui delle accennate contrade non
possono essere riguardali , che come variazioni dell’ U,
nemoralis , e stando alle leggi di distribuzione geografi-
ca si potra pure con bastanle fondamento concbiudere ,
che lo siano del pari quelli viventi nelle terre poste Ira
1’ lino e r altro di quei paesi.
Incontrai simili jalinismi ( od albinismi, come vogliansi
nominare ) a Yerona ; a Pavia , Bergamo e Villa Alme,
nelle valli bergamasche Brembilla, Cavallina e Camonica
( giorn. cit, 2.^ seric t. II p. 68 e 257 ), a Sondrio e Mon¬
tagna; a Stenico , Borgo di Valsugana , alia Rocchetta di
Valdinon ; a Planizing presso Bolzano. Ne posseggo pure
da Tramezzina sul lago di Como ( Trotti ) e da Canzo
nella Brianza; da Arco e Pine (Mai. trentina p. 52 e 5A);
da Lausanne ( Charpentier ). Come H. horlensis vengono
inoltre indicati da Jan nel Parmigiano , da Lanfossi
nel Mantovano , da Spinel li sulla Bresciana e da Bru¬
in a ti a Monfalcone. — Fra tanti esemplari del H. nt-
moralis raccolti nella Valcavallina, uno solo presentava il
peristoma scuro ; a Verona, Canzo, Arco e Stenico gli
individui coll’ apertura bianca sembrano essere comuni ;
a Pavia , Bergamo, Villa Alme, nella Valcamonica inferio-
re, a Sondrio, Borgo questi non sono rari; in Valbrem-
(1) Nel prossimo numero si dara il sunto dei lavori sui dardi
delle Elici , di A. Schmidt; conteuuli Liella Zeitsch fiir Mai.
1849 p. 49, 1850 p. I , 1852 p. 1 , 1856 p. 17.
9
billa , alia Rocchetta , a Planiziiig invece non ne incon-
trai che esemplari isolati. — Non consta ancora quale
sia la causa della maggiore o minore frequenza di quest!
jalinismi nella nostra grande vallata , giacche , come ve-
demmo, si rinvengono su ogni sorta di terreno, si nelle
contrade umide che nelle asciutte , tanto nel piano , che
pei colli e fra i monti. Sembra pero che vengano gene¬
ral! a preferenza sui colli e nel fondo delle valli , ne
m’ incontrai in essi al di sopra dei 600 metri. E questa
circostanza cade pure in conferma dell’ opinione , che le
Elici in discussione non possano appartenere all’ H. hor-
tensis \ giacche in tale caso dovrebbero anzi presentarsi
in maggiore copia col crescere delle altezze e colla con-
seguente diminuzione della temperatura; mostrandosi 1’^.
hortensis appunto copiosa^ e preponderante sopra Y H. ne-
moralis al di 1^ delle Alpi , ossia in paesi , che godono
un clima meno mite del nostro ; ed in molti luoghi vi
^ anzi esclusiva. •— Notisi inoltre che quasi tutti i no-
stri individui in quistione hanno le fascie jaline; soltanto
a Bergamo, in Valcamonica ed a Borgo mi riusci di rintrac-
ciarne degli esemplari isolati colie fascie score , oppure
interrottamente jaline e brune. A Ganzo le mutazioni col-
le fascie brune sembrano occorrere meno rare. — Si
consider! finalmenle, che il predetto signor Panceri
trovo degli individui dell’ H. nemoralis a peristoma oscu-
ro accoppiati con individui a peristoma bianco.
Ricerche sitllo sviluppo del PeitinebrauckiL
Un fatto fisiologico molto strano venne annunciato dai
signori J. Roren e D. C. Danielssen in proposito del
primitive sviluppo del Bucemnm undatvm\ desso potra
iO
interessare d' assai come il fisiologo , cosi il cultore della
anatomia comparata.
I suddetti signori Roren e Danielssen si procura-
rono delle capsule ovifere di Buccinum'^ ciascuna capsu-
la conteneva un liquido limpido al par dell’ aqua, visco-
so , analogo all’ albume dell’ uovo ; in questo umore ed
al fondo della capsula si trovava un numero conside-
revole d’ uova tenacemente adese insieme. Giascun uo¬
vo , del diametro di 2b7 a 264 millesimi di millime-
tro , constava d’ iina membrana assai tenue esterna , il
corion , e d’ un’ altra concentrica contenente il vitello ;
tra queste due membrane eravi dell’ albume. Il vitello di
forma sferica era formato da un muco vischioso , nel
quale stavano una quantita di globuli di volume vario e
di color giallo -chiaro. Non vi si vedeva traccia ne della
vescicola ne della macchia germinative. Le prime osser-
vazioni istituite in queste uova non vi lasciarono scor-
gere veruna suddivisione, solo che invece di essere spar¬
se come lo erano prima si erano avvicinate molto fra
loro. A tal punto il corion cominciava a scomparire ,
il vitello ad espandersi, sempre perb circondato dall’ umo¬
re albuminoso esteino alia membrana vitulina. Qualche
giorno appresso le uova eransi agglomerate in una sol
massa, divisa pero alia superficie in tante porzioni , in
ciascuna delle quali anche ad occhio inerme si potevano
ben distinguere le uova comprese , in numero di sei a
sedici. Esaminate ancora molte capsule si scorgevano i
gruppi a contorni assai piu decisi aver costituite in cia¬
scuna capsula delle masse ovoidali o reniformi. Una suc-
cessiva osservazione rivelo, che nelle diverse capsule sot-
toposte alia disamina, nuotavano nel liquido contenutovi,
divenuto assai piu fluido e scorrevole, da quattro a se¬
dici embrioni.
11
La fusione di un gran nuniero di nova , onde co-
stituire un numero cosi piccolo di esseri novelli , par-
ve tanto strana agli osservatori che si decisero a ri-
petere le loro indagini sul Buccmn?/i ttndattim , ed a
intraprenderle in generi affini. L’esame delle capsule ovi-
fere della Purpura lapillus li ebbe ad assicurare del fat-
to d’ altronde assai interessante , indipendentemente dalla
interpretazione che gli si vorra dare. Gray aveva di gia
osservato che una capsula ovifera contenente piu di cen¬
to uova non forniva origine che a quattro o cinque em-
brioni ^ ed aveva interpretato questo fatto come prodotto
della legge d’ atrofia , cioe che lo sviluppo di qualcuno
delle uova distruggesse le altre o ne impedisse totalmente
r accrescimento. II sig. Edwards dubita che le credute
uova non sieno invece masse vitelline. E sicuramente un
fenomeno qiiistionabile e che potra fornire materia di
studio a chi si trova nella opportunita di procacciarsene
i materiali.
Estratto dagli Annahs des sciences naturelles,
ser. t. XYIII p.' 257 , pi. V. f. 15 — 50.
P . i.
Vonsiderazioni siilla perjorazione delle pietre fat-
id dai moiliischi litofacji e specialmenle dalle
FoUadi.
3>el Te®d©E*® Frada.
11 fenomeno della perforazione delle pietre fatte da al-
cuni molluschi marini fii soggetto di ammirazione non
che di controversie pei naturalist! di tutti i tempi e di
tutti i luoghi: un tale argomento discusso gia da molti
chiarissimi autori venne di nuovo richiamato in scena in
quest! iiltimi tempi per sottoporlo a nuova disamina ,
senza pero ottenerne conclusioni e conseguenze affatto
positive. Da prima si era ammesso che un tale fenomeno
avesse luogo pel solo concorso della conchiglia la quale
agendo meccanicamente valesse a traforare le pietre : altri
rifuggendo da nna tale idea cercarono di trovare , e de-
scrissero organi speciali interni destinati alia secrezione
di im umore particolare di natura acida , umore desti-
nato a disciogliere o a rammollire almeno la sostanza
della pietra per poter essere quindi facilmente scavata :
in fine alcuni si appigliarono all’ opinione di attribuire il
fatto al concorso di cause chiraico - meccaniche , non sa-
pendo diversamente trovare plausibile spiegazione ai fe-
nomeni che accompagnano le perforazioni in discorso.
Le diverse opinioni pertanto fino ad ora emesse su que-
sto argomento si ponno tutte ridurre: I. all’impiego esclu-
sivo di niezzi meccanici ; II. al concorso di agenti chi-
m>ci j III. al simultaneo concorso di mezzi meccanici e
chimici.
Scopo delle presenti mie considerazioni pertanto sa-
rebbe di passare brevemente in rivista le diverse opinio¬
ni , dando di queste una succinta idea , aggiungendo in
fine alcune mie poche osservazioni tendenti a chiarire le
cause del fenomeno : tali mie osservazioni per altro sa-
ranno assai limitate avendole dovute circoscrivere al sem-
plice esame di alcuni pezzi di pietra che trovansi nel
museo di Storia Naturale di questa nostra Universita, ma
qiiantunque poche e forse imperfette, mi lusingo pero po-
tranno , in aggiunta a quelle gia fatte da altri , ed a
quelle che potrebbero essere ulleriormente istituite da chi
trovasi in posizione piu favorevole della mia, concorrere
a rischiarare Y argomento presente , argomento al certo
43
degno di tutto V interesse tanto pel fisiologo quanto pel
filosofo naluralista.
Fino dal d7d2 ( Memorie dell’Accademia delle scienze )
il celebratissinio Reaumur ed A dan son nel 4757 ( Viag-
gio al Senegal p- 260) attribuirono alle folladi la facol-
ta di traforare le roccie servendosi soltanto delle valve
della loro conchiglia , le quali valve essendo fornite di
punte e coste acute ponno cosi abradendo le pietre tra¬
forare in esse la propria abitazione ^ ritennero non esser
quindi necessario ricorrere all’ idea della presenza d’ un
fluido dissolvente per la spiegazione di tale fenomeno :
i sullodati autori pero non ammettono che la perforazio-
ne delle roccie calcaree. — Fleurian di Bellevue ( Os-
servazioni sulle conchiglie litofaghe delle coste della Ro¬
chelle) confuto tale opinione: egli e d’avviso che il con-
tinuato sfregamento della conchiglia sia insufficiente ad
intaccare e quindi forare una inassa petrosa, e che in-
vece tali pietre vengano perforate col mezzo d' un dis¬
solvente particolare, probabilmente somministrato dal pie-
de dell’ animale. Il signor Fleurian si e indotto ad ab-
bracciare quest’ opinione principalmente dal considerare
essere il guscio di queste conchiglie perforanti assai gra-
cile e sottile , e dal vedere che detti guscii anche dopo
la perforazione conservano illese le loro parti piu delicate
come le punte, le costole, 1* epidermide delle quali molte
specie sono fornite alia loro esterna superficie, fatto questo
che secondo Lui non potrebbe sussistere considerando
queste parti quali esclusivi mezzi meccanici destinati al
traforo di materie in confronto di esse assai piu dure.
Dietro tali considerazioni il sig. Fleurian ammise posi-
livamente 1’ azione di un dissolvente di chimica natura
in questa operazione , dichiarando impossibile la perfora-
u
zione di sostanze che non sieno di natura calcarea, quali
i raicaschisti, i gneiss, ecc. II siiddetto autore in fine in-
dicherebbe essere V acido fosforico quello cbe tali mollu-
scbi impiegano essendone essi copiosamente provveduti ,
ed una tale deduzione la trae dal vedere cbe questi ani-
mali sono inolto fosforescenti osservati nelle tenebre.
II sig. Osier ( Transazioni filosoficbe di Londra 4826,
parte III. p. 542) indagando i diversi modi ed i diversi
mezzi coi quali pareccbi molluscbi marini si traforano
una dimora in diverse materie dure , ba creduto di po-
ter stabilire cbe alcuni di essi si scavano tali fori solo
col concorso di mezzi meccanici quando si tratti di so¬
stanze molli come 1’ arena , il fango, ecc., ma cbe poi
sia indispensabile un dissolvente cbimico quando si tratti
di materie piii compatte , come lo sono le pietre. II sul-
lodato sig. Osier per altro , dopo d’ avere ammesso il
concorso d’ un dissolvente cbimico, dicbiara d’altra parte
di non aver mai potuto dimostrare ne la presenza ne la
natura di tale dissolvente.
( Sai^a contmuato. )
Bibliografia^ necrologia, ammnci, notizie.
Herrmannsen D. N. — Indicis generura malaco-
zoorum primordia. Nomina subgenerum , generum , fa-
miliarum , tribuum , ordinuui , classium-, adjectis auctori-
bus , temporibus , locis systematicis atque literariis , ety-
mis anonymis. Praetermittuntur Girripedia , Tunicata et
Rbizopoda. 4846 ecc. — 8.° gr., 2 vol.
Prezzo . 9 Tblr. 5 Sgr.
Indicis generum malacozoorum suppleraenta et corri¬
genda 4852. — 8." gr. , leg. Prezzo .... 4 Tblr.
45
Pfeiffer Lud. — Monographia Pneumonopomoriim vi>
ventium. Sistens descriptiones systematicas et criticas om¬
nium hnjus ordinis generum et speclerum hodie cogni-
tarum , accedente fossilium enumeratione. — 8.° gr.
Prezzo . 5 Thlr. 45 Sgr.
Menke K. T. und Pfeiffer Lud. — Zeitschrift fiir Ma-
lakozoologie , anni III -IX, 4846 - 4852, — 8.° gr.
Prezzo . 40 Thr. 45 Sgr.
Le suddelte opere sono vendibili presso il librajo e stampa-
tore I'eodoro Fischer in Cassel nell’ Assia.
G. B. Adams professore di Zoologia al collegio d’ Am¬
herst ( Massaccinsetts), uno dei conchigliologhi piu distinti
degli Slati-Uniti, si applico principalmente alio studio della
distribuzione ' geografica dei molluschi : esploro gia da al-
cuni anni con grande diligenza il territorio della Giamai-
ca ( e fanno fede di cio le molte specie nuove da lui
scoperte in quei paraggi, massime dei generi Cylindrella
e Cfclostoma) , indi nel 4854 si reco sulla costa ovest
deir America centrale , a Panama, dove trovo i materiali
che gli servirono all’ ultima sua pubblicazione ( Catalo¬
gue of Shells collected at Panama , etc. Un Vol. in 4*^,
4852 ). Nel 4852 per ultimo si trasferi nell’isola San To¬
maso ( Antille ) affrontando quivi tutti i pericoli di un
clima inospitale pel solo amore della scienza , pel quale
araore dove soccombere colpito dalla febbre gialla.
La morte di Adams deve essere certamente pei con¬
chigliologhi una perdita assai grave , essendoche fu prin¬
cipalmente per questo dotto naturalista che si intese la
necessita dello studio delle faune locali, e dei costumi
e delle abitazioni dei molluschi , studii questi importan-
lissimi pei progressi di questo ramo di storia naturale.
Estratto dal Journal de Conchy liologie di Petit de la
Saussaye, fasc. I. 4853.
i6
Questa trista notizia ci era gia stata comunicata per
lettera dal prof. Bronn, direttore del Museo zoologico di
Heidelberg nel Baden , in data dell’ 8 corrente.
Nel suddetto giornale viene pure annunciata la morte
di S 0 u 1 e y e t Ne daremo un cenno piu esteso nel
prossimo numero. P. . . a.
Giovanni Guglielmo Edoardo Millhr delta Ed mlille r,
in Berlino , Landsbergerstrasse n. 31 , tiene un magazzi-
no ben fornito di conchiglie ( nonch^ di minerali, fossili,
scarafaggi e farfalle ). La redazione , per esperienza fat-
tane, lo raccomanda ai malacologhi italiani sia per la rao-
dicita de’ prezzi , sia per la bellezza e la giusta classifi-
cazione dei pezzi. Le lettere per commissioni gli si pos-
sono scrivere anche nella nostra lingua e saranno da
dirigersi franche di porto all’ indirizzo suesposto.
II prof E. A. RossmjBssler di Lipsia dietro avviso da
lui avuto il d7 p. s. febbrajo , parti per la Spagna. Lo
scopo principale di questo suo viaggio si e quello di ra-
dunare dei materiali per 1’ annunciata Fatina mollusco-
rum extram arinorum Europm ; egli non tralasciera pe-
ro di raccorre oltre ai molluschi , anche altri oggetti di
storia naturale, come crostacei, piante, fossili ecc. Ed ap-
punto colie raccolte , che fara in quelle contrade , cosi
poco conosciute in fatto di storia naturale , egli si ofTre
di ricompensare gli ajuti , che gli verranno prestati alia
compilazione della suddetta opera. Lettere franche di por¬
to si potranno presentemente dirigergli a il/wrc/a , da do¬
ve gli saranno imraancabihnente ricapitate.
( Dispensato ne! mese di maggio )
Pavia, Tip. Fasi.
GIORNALE DI MALACOEOGIA
^853. N.” n.
Sttidi per la storia degli Auriculacei.
Pel Pott, Ludovico PfcifTer.
( Conljnuazione )
47. Ophicardelus Beck 4837. Genere degli Auriculi-
dei 5 istituito senza I’indicazione dei caratteri proprii siil-
la A. australis Quoy et Gaimard^ adottato da Gray, 4847.
48. Olina Gray, sezione di Vehitina, istituita nel 4 847
sulla Helix otis Turton, accennata dubbiosamente da Clark
nel 4850 fra i generi delle Gonovolidi.
49. Ovatella Bivona , introdotto nel 4832 per gli Au¬
riculacei marini; accettato da Gray nel 4840 entro li-
miti un po' differenti ( « Columella con 5-5 pieghe ;
apertura dentata ; peristoma alquanto ricurvcT vivente
nelle paludi ) come sezione del Conovulus pel lipo della
Vol. denticulata Mont., ma cancellato nel 4847 come si-
nonimo di Alexia.
20. Pedipes Adanson 4757 (4). Genere distinto, po-
co numeroso , adottato dalla massima parte degli autori
recenti , e solo da Blainville circoscritto entro confini
un po’ diversi.
24. Phftia Gray 4821, Lond. Med. Rep. XV p. 231,
istituito come nuovo genere suH’ A. myosotis , omesso
nella Synops. Brit. Mus., soppresso nel 4847 come sino-
nimo di Alexia.
(!) Histoire oaturelle des coqnilles du Senegal. Paris.
2
18
22. Polydonta Fischer von fJ^aJdheim 4807. Separate
prima di Montfort dal genere Helix per I’H. scarabseus
L. 5 accettato come genere da Beck, ma siiperfluo per
la priorita di :
23. Prthia Bohen 4798 ( Mus. p. 405), genere in-
trodotto per lo stesso tipo, e ritornato ne’suoi dirilti di
priorita da Link 4807 , da Schumacher 4817, da
Mdrch ( Catal. Yold. ) e da Herrmannsen 4852.
24 Pfthia Beck 4837 , correzione di Phytia Gray
( probabilmente usato in senso piu lato, cosicche vi ven-
ga compresa anche la Tralia pusilla Gr, , Man. p. 24 ) •
riconosciuto in tale guisa come sottogenere , da Anton
( Giorn. di malacoz. 4847 p. 468 ) e da K us ter ( Catal.
sistem. degli Auriculacei p. V (1)-).
25. Rhodostoma Swains. 4840. Sottogenere del Melam-
pus ( forma generale de' Melampus e delle Tornatelle ;
ma r apertura non e scanalata ed il margine interne del
labbro e largo , considerabilmente incrassato e distinta-
mente intagliato verso la parte superiore. ) zz Cassi-
dula F6r.
^Q.Scarabcea Schweigg. — Scarabceus Blainv., PfOrbigny
— - Scarabns Monif 4810. Genere distinto , fondato
sulla Helix scarabaeus L., ed accettato dalla massima par¬
te de’ moderni , da abbandonarsi pero a motive della
priority del Bolten e del Link Pythia Bolten.
27. Sidula Gray 4840 in Turt. Man. p. 24 e 4842
nella Synops. Br. Mus. p. 70 ( jj le Sidulae hanno al la-
bro esterno una lamina interna, tagliente ^? ) , usato per
r A- felis Lam., ma nel 4847 unito alia Cassidula Fer.
come sinonimo.
(i) Die Familie der Ohrschnccken ( Auricuiacea ). Niimberg.
19
28. Strigula Perry 1811, Conch, t. 15 (1) =: Pythia
Bolten.
29. Tralia Gray 1840, Man. p. 21. Nuovo generc
eretto sulla Vol. pusilla ( distinto per un labbro interne
semplice , con iina incavatura interna posta alqiianto al-
r indictro la appunto , ove trovasi la tacca nella Sidula
anris felis « ) , accennato solo per noine nella Synops.
Brit. Mus. , e nel 1847 congiunto colla Gassidiila.
Questo ^ il materiale a me noto, che deve essere sot-
toposto ad accurate esame , onde peter poi decidere sul¬
la ammissibilit^ dei singoli generi. Una gran parte dei
nomi addotti , come Auricella , Auriculus , Gonovulus ,
Geovula , Marsyas , Melampa , Polydonta , Pythia Bcck^
Rhodostoma , Scarabus , Sidula , Strigula cadono da se,
perche sinonimi di nomi piu vecchi. Rispetto agli altri
si dovr^ farsi la domanda, quai tipi generici principali
occorrano nella famiglia e quali caratteri subordinati pos-
sano indurre a stabilire dei sottogeneri e dei gruppi.
Due serie principali si presentano a prima vista alPoc-
chio esaminatore, delle quali 1’ una ofFre il peristoma piu
0 meno incrassato o patulo , Y altra semplice, tagliente.
Salve poche eccezioni le specie della prima serie si di-
mostrarono quali molluschi di terra e quelle della se-
conda come molluschi d’ aqua, e si potrebbe quindi am-
mettere le due sottofamiglie : Attricnlea e M-elarupea
( Gonovulidse Clai k ). Alla prima apparterebbero fra i ge-
ncri adottati da Gray nel 1847 i seguenti . Auricula,
Gassidiila, Scarabus, Garychium — alia scconcla: Melam-
pus, Pedipes , Marinula , Ophicardelus , Alexia, Leuconia.
(1) Gonchology , or the nalarai iiistory of Shelis. London.
^0
Fra i primi si distinguono come buoni i generi :
Pfthia Bolt. ( Scarabus ) , ora sufficientemente ricco in
specie , per le varici ai due lati della spira , pel labbro
patulo e per ayere dei denti ad ambi i lati delF apertura;
il genere Carychium per la forma simile ai Bulimus
per la mancanza di epidermide e pel peristoma iin poco
ricurvo. Fra gli altri due pero io non veggo che dilfe-
renze gradual! , e sarei quindi inclinato ad accettare co¬
me terzo genere V Auricula Lam. coi gruppi: Auricu-
lus Blonif.y Cassidula Fer. ed un terzo stabilito sull’ A.
myosotis Drap (*) e sulle specie a questa piu affini.
Neir altra serie si distingue bastantemente il Pedipes
per la conformazione del piede (i), mentre mantiene del
resto i caratteri dell’ animale proprii alia famiglia. Forse
vi appartengono ancora varie altre specie a margine acu-
to e simili nella forma della conchiglia, come p. e. 31a-
rinula King. Gli altri generi fondati dietro il numero e
la posizione delle pieghe columellari e la striatura o la
liscezza del peristoma non dovrebbero a mio avviso for-
mare che delle sezioni del genere 3ltlampus. Il genere
Otina dubbiosamente qui addotto da Clark mi e ancora
totalmente sconosciuto.
Gome risultato preliminare delle mie ricerche offrirei
quindi il seguente prospetto , che potr.^ pero subire an¬
cora qualche modificazione.
(*) Le recenti osservazioni di Moquin - Taiidon (Journal
de Conchyliologie , Paris , dSSl p. 348 ) non lasciano piu nessun
dubbio , cbe questo mollusco in onta a tutte le asserzioni in
coiitrario sia un vero polmonaceo.
Nota deir aulore.
(1) di forma ellitica , diviso in due talloni da un largo solco
trasversale.
2i
Alla famiglia dei Limncacci si Icga quclla degli
A uric Ilia cea (4) Blainv. emend.,
della quale indicai diggia piu sopra succiutamente i ca-
ratteri, che la distinguono. Essa si divide nelle
Subfam. I. Mel am pea.
Auriculacei anfibii od abitanti nolle aque salmastre (Brack-
wasser) col margine tagliente, rctto. I suoi generi sono:
1. M e 1 a m p u s M o n t f. , pel quale si puo adottare con
lievi modificazioni la defiuizione data da Lowe (in Zool.
Journ. V. p. 1^80 (2) - ). Assolutaniente sinonimi sono Gono-
vulus Lam. e Pedipes Blainv., esclusa pero la Tornatel-
la. — Si possono accettare come sezioni : a. Mela?/iptis
( Gonovulus Beck ) , b. Ophicardelus Beck , c. Pfihia
Beck , d. Leuconia Gray , e ? Alexia Leach.
2? Pedipes Ad a ns. ) forse pertinenti ai Gteno-
3?Otiria Gray. ( branchi ?
1
Subfam. IL A u r i c u 1 e a.
Auriculacei terrestri col margine incrassato o patulo. Ge¬
neri :
1. Pythia Bolt. ( Scarabus Montf. , Polydonta Fisch.
ecc. )
2. Auricula Lam. emend, colle sezioni; a. Atiricu-
Ills Montf. , b. Cassidula Fer. , c. Auricula myosotis
{ Alexia Leach ? )
5. Garychium Miill.
(1) Menke ia letl. opina, che negli aggettivi indicaati le sud-
divisioni degli aniraali molli essendo sottioteso il sostantivo plu-
rale neutro molliisca, quelli debbano prendere la desioenza plu-
rale neutra.
(2) On the genera Melampus , Pedipes and Truncatella, with ex¬
periments tending to demonstrate tiie real nature of the respi¬
ratory organs in these Mollusca.
22
Se (jucsta famiglia chiude la serie clei molliischi poU
monacei non opercolati, le si collegherebbe in successione
naturale Tordine dei Pneumonopomi col primo sottoor-
dine- gli Aciculacei opisoftalmi (1), e per tal
modo i Garychium lineatum , politum e spectabile
diverebbero nel sistema in modo sorprendente i primi vi-
cini del C. minimum.
Dei dardi nelle Elici.
Pin di dugento anni ora sono Y ilaliano Marco Aure-
lio Scverino di Tarsia nelle Calabrie (2) scopri nella
Cochlea ierrestris delle secrezioni, che descrisse nel modo
seguente : « Lapilli oblongi ac perpusilli duo , obelisci
figura, / litterulae minoris magnetudinem sequantes^ can-
didissimi atque asperi in torulo uno ^ qui est e nonnul-
lis^ inventi. Torulus inter cesophagum et omentum alius 5?.
Ma da questa descrizione succinta ne accompagnata da
tavole non si puo bene deciferare qual Helix ( probabil-
mente qualcuna dei gruppi della //. pomatia L. o del-
r H. aspersa Mlill. ) egli abbia anatomizzato ^ ne se le
secrezioni da lui rinvenute siano realmente due cosi detti
dardi o piuttosto i frammenti di uno solo , come fareb-
bero'^supporre la ruvidezza e le dimensioni loro, nonche
la circostanza che si trovavano in un unico sacco. —
Nel 4678 Pinglese Martino Lister (3) annuncio di ave-
(1) retrooculati, da OOZLffO di dietro ed 0(p^a?.fJL0q , 2^
occhio ; a motivo che hanno gli occhi di dietro ed alia base dei
tentoni.
(2) Zootomia democritea. NoribergiT, 1615, p. 331.
(3) Hislurice aosmaliiim Angliae tres traetatus, Loudini, p. 114,
t. II b 2,
23
re osservato piii volte, come gli individiii dell' H. asptr-
sa ( Cochlea vulgaris hortcnsis ) all' atto del coito s’ in-
figgano ( 0 tentano d' infiggersi ) a viccnda nel corpo im
dardo testaceo , friabile , elegante , del quale diede la
figura , il meglio che si pote per quei tempi , e che
chiamo spiculum. — Quasi contemporaneamente ( 1679 )
lo svizzero Gian-Giacomo Harder (1) publico la descri-
zione e la figura del dardo della H. pomatia ( Cochlea
terrestris domiporta ) e del sacco ( corpus' cylindraceum )
che lo contiene , denominando pero il dardo impropria-
mente ossiculum, — L’illustre Francesco Red i (2) Tan-
no d684 figuro il sacchetto bianco di parieti- grosse ,
e come cartilaginose delle chiocciole terrestri ( proba-
bilmente delT aspersa ), « dentro del qual sacchetto
sta collocate un ossetto lungo bianco spugrioso angolare,
scanalato fatto quasi a piramide , che posa la sua base
ne! fondo del sacchetto sopra un piccol globo cartilagi-
noso , il qual globo con una quasi sua papilla entra , e
penetra nella base delT osso ( la corona del dardo. —
Vedi anche Fer. hist. pi. XXIV A f. 3 ). E dichiaro di
non avere mai trovato due dardi, come asseri Severino,
ne vedervi luogo da potergli adattare. — Nel d694 il
suddetto Lister (3) riconfermando le osservazioni da lui
gia latte , descrisse pure la posizione del dardo nel sac¬
co ed il modo per cui vi aderisce , e diede le figure,
non troppo felici , dei dardi di varie specie , cioe delle
(1) Examen aoatomiciim cochleae terrestris domiportae. Basi-
leae , p. 12 , f. 5.
(2) Osservazioni intorno agli animali che si trovano negli ani-
mali viventi. Firenze, p. 55 , t. XIII , f . 3 , lett. h.
(3) Exercitatio anatomica , in qua de cochleis , maxime ter-
restribus , et limacibas agitur. Londini , p. 121.
24
H. pomatia* ( Cochlea Pomatia Gesnero dicta ) ; t. I t.
5 , H, aspersa : t. 11 \ , H. nernoralis L. ( Cochlea
nigrita ) : t. II f. 7 — NelP opera postuma deU’olandese
Giovanni Swamm er damm (1) si descrive egregianiente
il dardo dell’^. pomatia (Cochlea opercularis ), distin-
guendosi in esso la corona, i qiiattro lenibi longitudinali
saglienti , il canaletto nel mezzo , V iimore limpido in
questo contenuto e si dii una buona figura della sezione
trasversale dell’ asta del dardo , dall’ autore denominato
stylus. Egli ne osservo pure la natura chimica, 1’ uso e
r epoca della comparsa. Quest’ opera, la quale puo essere
considerata come il lavoro miglioi e , che siuo ai tempi
di Cuvier fu prodotto su tale argomento, contiene pure
una buona descrizione del dardo dell’i?. nemoralis ( Co¬
chlea hortensis ), ma la figura relativa non vi corrispon-
de (2). Giorgio Cuvier (o) alia descrizione del dar¬
do della H. pomatia e del sacco che lo custodisce , ag-
giunse 1’ indicazione del modo con cui quello si forma ,
ma non se ne occupo piii parlicolarmente. Dipinse pure,
ed in modo meno poetico dello Swammerdamm , i pre-
ludii al coito di questa Elice , accenno rovesciarsi in
quell’ alto il sacco del dardo intieramente al di fuori e
sortirne questo ; ma non riesci a scoprire a che serva
(1) Biblia naturas. Leyda^, 1737, p. 128 et 158, t. Y f. 11-14
ct vin f. 5.
(2) L’ autore asserisce che il dardo di questa specie uguaglia
ill dimeasione quello della //. pornalia. Da cib si deve indurre ,
che il dardo da lui esamiuato non era ancora completaniente for¬
mate , giacche, al dire di Schmidt, nello stato di compimento
egli e miuore che nel periodo di formazioue.
(3) Memoires pour servir a I’histoire et a ranatomie des mol-
lusques. Paris, 1817 ; Mem. sur la limace et le colima^on p. 3,
pl. H f. 3.
25
realmcnte il dardo , sc soltanto conic sti unicnto stimo-
lante od a qual altro fine. — J. Daiidebard de Ferus-
sac (\) riprodusse la figura di Cuvier e dic^ con ingran-
dimento quella del dardo dell’ H. aspersa , raffigurato
pure da E. A. Rossinaessler (2), che vi uni 1’ iinnia-
gine ingrandita della sezione trasversale ( non e indicate
il Canaletto!) e della corona del medesimo. Gio. Federico
Brandt e Giulio Teodoro Ratzeburg (3) figurarono del
pari il dardo MY H. pomalia, nia malamente; Cams (4),
Neumann Giov. Gugl. , Prevost(3), Paasch (6),
Scholtz Enrico parlarono pure del dardo di alcune sin-
gole specie. Carlo Teodoro Si e bo Id (7) nel classico
suo tiattato di anatoniia comparata riferisce , che il sac-
co del dardo manca in alcune specie ed in altre e dop-
pio, che perduto il dardo, la papilla ne riproduce un
altro, che qiiesto in alcune e cilindrico ed'in altre ha
quattro lembi longitudinali saglienti; i quali pero non
presentano , come egli asserisce , delle dentellatiire , a
meno che non siano ancora in processo di formazione
0 guasti.
(1) Histoire g^uerale et particuliere des Mollusques terrestres
et fliiviatiles. Paris , 1820-51 , pi. XXHl f. 6.
(2) Iconographie der Land-und Siisswasser-Mollusken. Dresden
und Leipzig, 1835, p. 123, t. V f. 75.
(3) Medizinische Zoologie. Berlin, 1827-34.
(4) M ii 1 1 e r Job., Archiv fiir Anatomie , Physiologic nod
wissenschaftliche Medicin. Berlin, 1835, p. 494, laf. XII. f. 9-10.
(5) Des organes generaleurs chez qnelques Gast^ropodes. Estr.
dai: Mem. de la soc. d’ hist., nal. de Geneve, Y. p. 121, pi. 1. f. 7.
(6) De Gasteropodnm nonnulloruiri hermaphroditicorum syste-
inate genitali et uropoetico. Berolini , 1842.
(7) Manuels-Roret. Nouveau manucl d’ anatomie comparee ,
traduit de 1’ allemand ( Berlin, 1848). Paris , 1819 , I , p. 340.
26
Ma il primo cho studio quest! organ! singolari ^ carat-
teristic! net genere Helix ^ servendos! delle loro difFeren-
ze come criterio d! distinzione delle specie , particolar-
mente quando le loro conchiglie sono molto rassomi-
glianti, e che su tale e su altr! caratter! anatomic!, com-
binati colie differenze ed analogic apparent! dal guscio ,
tenta di fondare un sistema veramente raalacologico pei
molluschi terrestri e d’ aqua dolce j si e il prussiano Ad.
Schmidt, arcidiacono in Aschersleben. Egli seziono
a tale scopo una ottantina di specie d’ Elici , fece varie
belle scoperte sulla struttura delle mascelle superior! e
della lingua in divers! generi, e continua indefessamente il
suo lavoro , pel compimento del quale sono da augurar-
gli maggiori mezzi , maggiori appoggi e maggiore com-
partecipazione attiva.
La quistione , se si debbano risguardare le H. nemo-
rails L. ed hortensis M. come due specie , oppure come
varieta di una sola , teneva divisi i vari autori. Gli uni
stando alia rassomiglianza dell’ animale e della conchiglia
ed alia circostanza di avere , come dicevano , trovato
accoppiati individui dell’ H. nemoralis con individui del¬
la hortensis ( probabilmente jalinismi della prima), rifiu-
tavano di ammcttere questa come specie. Altri invece
valutando la diversa loro distribuzione geografica ed il
modo dilFerente , con cui variano nelle fascie , e facen-
dosi carico di quell’ insieme di caratteri indefinibili , che
costituiscono il cosi detto habitus, non dubitavano punto
di asserirle due specie , quantunque deplorassero di non
averne ancora trovato il carattere distintivo evidente e
fermo. Sebbene paragonando la descrizione del dardo del-
VH. nemoralis data da Swammerdamm ( foveolis et con-
currentibus apiculis exornabatur ?? ) con quella del dar-
27
do della H, horlensis data da Siebold ( « quatre aretes
tranchantes .... dans toutc sa longueur , si potesse
notare la differente struttura di quelle secrezioni e di lil
desumere il criterio di distinzione tra le due specie ;
pure cio non era stato avvertito, ed a Schmidt compete so
non il merito della scoperta materiale , almeno quella di
avere pel primo rilevate e debitamente valutate quelle dif-
ferenze e di averne cavato profitto per la posizione delle
specie nel genere. Nel 4849 egli fece le prime esperien-
ze sulle dette specie in una localita ( Apothekergraben (1) -)
di Aschersleben , ove entrambe convivono in abbondan-
za, senza pero presentare forme di transizione ; e con-
stato la notabile diversity de’ loro dardi.
Allettato da questo bel successo egli estese tosto (4850)
le ricerche ad altre specie della sua patria , ne descrisse
e paragono i dardi , e stabili a tale uopo la terminolo-
gia , distinguendo nel dardo la corona , la testa , il col-
lo , r asta , la punta , parti bensi che non si discernono
in tutte quelle secrezioni, raa che preseiitandosi, impor-
ta che siano precisate. Inch ( 1852 e 4853 ) publico i
resultati delle osservazioni fatte di mano in mano su
molte specie d’ altre contrade , anche non europee. Tan-
to di queste che delle prime daro qui un prospetto rias-
suntivo (2). Gome accennai piu sopra , le specie da lui
esaminate in proposito ammontano a 77. Di queste 26
sono prive di dardo , fra le quali le H. cellar ia Miill.,
nitida Drap. , nitens Mich., nilidtila F6r. , ( algira L. ,
Sieb. ) verlicillus F^r., ruder at Q' Studer, roltmdata Mull.,
angigyra Ziegler , ohvoluta Miill. , ciliata Venetz , slri-
(1) anche interessanle per la circostanza , che vi si trovano
di frequente delle H. nemoralis con (I fascie ( 4. 2. 6. 3-4. 5.)
(2) Vedi il n. del giornale alia pag. 8.
28
gella Dr., carlhusiana Mlill. ( nec Dr. (1)-), hyalina Fer.,
pulchella Miill. ? , compacta ^ pauperculal , arenicola e
lincia Lowe, conica Drap. , elegans Gmelin, candidlssi-
ma Draparnaud. “ Altre , e sono il maggior numero ,
59, posseggono u n dardo solo. Questo ora e semplice,
e della forma delle Bele?nniti : H. fruticum Miill. ; o
retto , liscio , con 4 lembi saglienti verso la punta ; H.
bideniata Gmel. ; o ricurvo e soltanto con 2 lembi ver¬
so la punta : H, umbrosa Partsch — ora s’ attortiglia a
spira , e cioe a diritta : H. cinclella Drap. , incarnata
Miill.: a sinistra; H. sericea Miill. — ora e curvo colla
punta a lancetta: H. Ziegleri Schmidt F. , intermedia
Fer., Preslii Z. , cingulala Stud, colie var. baldensis .
Villa e cohibrina Jan, tigrina Jan, alpina Faure Biguet,
Scfimidtii Z., phalerata Z., arbustoricm L., zonal a Stud.,
Feburiana Fer., hirta Menke , planospira Rossm. ; -
banaiica Partsch , lap'icida L. , holoserica Stud. , perso¬
nal a Lam. — ed ora ha quattro lembi saglienti su
tutta la lunghezza deli' asta , ed e ricurvo nelie R. { lu-
corum Miill., Panceri') cincta auct. , pomatia L. , de-
stra e sinistra, aspersa Miill., [punctata , Rossm.)
Iiorte?/sis Miill., sdvalica Drap., ausiriaca Megerle ; ret¬
to nell. R. pisana Miill. \ in forma di lancia nelle R.
7iemoralis L. , ( lactea Miill. , Possm. ) spiriplana Oli¬
vier , alonensis Fer. colla var. ca^iipesina Ezquerra ,
Gualteriana Ferussac. — Anche le R, candidula Stud.,
capcrata Mont. ( striata Drap. nec Miill. (2)- ), variabilis
e marithna Drap. sono fornite di un sol dardo , ma
(1) Anche 1’ II. cantiana Mont, [carlhusiana Drap.) nella se-
zione fattale da Panceri risnlto priva del sacco del dardo.
(2) Schmidt e Schollz si inaravigliarono di trovare V H. stria¬
ta a Verona, lungi dal mare, mcntre che Rossmaessier, T aveva
indicata come specie liloraie. Ci6 fa snpporre , civ essi non co-
29
Schmidt non ne dicdc la descrizionc, come non la pote
dare sinora di qnello delle H. naticoides Drap. e vermi-
culata Mull., perche il sacco del dardo degli individui po¬
st! a sua disposizione era vuoto. Alcune, 42, specie
finalmente sono armate di d u e dardi , curvi nelle H.
cricetortim Drap., obvia Hartm. (4) , instahilis Ziegl. (2) ,
apicina Lam.; e quasi retti nelle H. costulata Z. ( slriata
Mull. nec. Drap.), hispida Miill. , circinata Stud., villosa
Drap., lurida Z., filictna Schmidt ( nec Hartm. ) , leuco-
zona Z., Cohresiana Alten ( unidentata Drap. ).
( La fine nel prossimo niimero )
noscevano i lavori posteriori di Porro, Spioelli e Yilla e V opera
di Hartmann G. sui Gastcropodi ; giacche i primi adducono quel-
la specie come vivente nel comasco , nel bresciano e nella pia-
uura lombarda , e quest! 1* accenna ( p. 445 ) come ricevuta da
Milano. La raccolsi pure a Mantova e Cremona , 1’ ebbi da Vi¬
cenza, dai contorni del lago Balaton e dalla Sirmia ( Malac. un-
garese n. 43 ) ; Jan la trow'd a Parma e Felisi a Ferrara; tutte
localita queste lontane dal mare.
(4) Hartmann nell’ opera succitata ( tav. 45 ) figurb benissimo
r n. ohvia ( IJ. neglecta olim ) , diVersa pero dall’ H. obvia di
Jan e di Parr.; e Gharpentier ed altri osservarono ch’ essa ve-
niva da molti confusa coll’ ericetorum. A. Schmidt avendola ve-
duta sotto tal nome nelle raccolte di Praga, Vienna, Lubiana ecc.,
crede di poter 'conchiudere , che la vera ericetorum non si trova
negli stati austriaci, se non nei contorni di Salisburgo , paese
confinante colla Baviera , ove occorrono ambe le specie. Ed in-
fatti non incontrai 1’ ericetorum ne nell’ Austria , ne nel Tirolo ,
ne nel Trentino, ne nel Lombardo- Veneto, ma, nelle prime con-
trade V ohvia f neir ultima V H. Candida Porro. field ritenendo
r ohvia per la ericetorum , diede a questa , da lui raccolta ad
Ingolstadt , il nome di H. Kiisteri ; e gli esemplari ricevuti con
questo nome concordano perfettamente nella forma con quelli
delP en'cetorwm , mandati dalla Francia e dalla Svizzera francese.
■ — Tuttavia Parreyss persiste ancora a riguardarc 1’ obvia per la
vera ericetorum.
(2) A. Schmidt trovh nell’ Arena di Verona una lumaca molto af»
50
Differenze anatorniche ira Y H. pomatia L.
e la liicorum Miiller.
Esaminando in molte specie cli gasteropodi del genere
Hel?^ i dardi , i qiiali assumendo forme diveise al va-
riare delle specie, furono dallo Schmidt giudicati come
uno dei criterii per la rispettiva classificazione , mi ven-
ne fatto di scorgere qualche differenza anatomica, finora
da altri non avvertita , tra V apparecchio riproduttore
deir If. pomatia e qnello dell’ If. hicorum.
Fuvvi ed e tuttavia quistione, se quest’ ultima si deb-
ba considerare quale specie distinta dalla poinaiia, co¬
me opina Deshayes (i) , oppure semplice di lei va-
rieta, dipendente dalle locali influenze , come propende-
rebbero a ritenerla vari altri ; d’ onde il nome alia lu-
corum di H. mutata , datole da Lamarck (2). I ca-
fine alia H. ohvia , nella quale credelte di ravvisare 1’ H. insla-
hilis Z. La sua conchiglia , come osservo anche quell’ autore , e
piu piccola e meno depressa che nella prima , ed il sacco del
dardo negli individui da lui sezionati era vuoto , quantunque fos-
sero quasi completi , mentre che nella prima i dardi si formano
diggia negli individui giovani. Dessa ^ la H. candidula Z. ( nec
Stud. ) , che nel trentino convive coll’ oivia , quantunque meno
comune di questa ( Conch, terr. d’ Innsbruck n. 25 — Mai. tren-
tina n. 39 ) , e che nel lombardo - vencto ( anchc a Yerona )
assumendo maggiori dimension! ( a. 12.5, d. 49 mill. ) viene a
costituire 1’ H. Candida Porro ( Z. in litt. ad D. Porro : 22 giugno
4838 ) et Z. ( Porro in coll.), H. candicans Z. Pfeiff. L.?, della
quale la candidula Z. non sarebbe che una variazione di gran-
dezza.
(1) nella conlinuazione « all* Ilistoire geuer. et partic. des
mollusques terr. et fluv. » di Ferussac.
(2) Histoire naturellc des auimaux sans vertebrcs. Paris, 1819.
o\
ratteri (iifFerenziali esterni della conchiglia si ponno ri-
durre , alia diversila (3i colorito si delle f;fscie come del¬
la rinianente superficie, alia forma della spira, al rappor-
to tra gli anfratti, alia posizione ed alia figura dell’aper-
tiira e dei labbri.
,A prima giunta 1’ esame dell’ apparecchio bisessuale ,
constando di parti analoghe nelle due Elici, farebbe sup-
porre una perfetta somiglianza nel complesso , come la
esiste nei dardi ; ma chi attento prosegue nella disamina
degii oi’gani , all’ assieme dei quali e affidata la funzione
riproduttiva , non puo a meno di scorgere differenze in
quelle parti, nelle quali sogliono le diverse specie piu o
meno tra loro differire. I rapporti intanto di tutto 1’ ap¬
parecchio colie parti degii altri sistemi sono gli stessi ;
solo che la glandola uterina , alia quale incumbe di ri-
vestire d" albume le uova provenienti dall’ esterna por-
zione della ermafroditica , e qualche poco piu volumino-
sa nella lucorvm , mettendosi cosi a contatto. con mag-
gior superficie del fegato che in parte la cingc. II con-
dotto die fa comunicare colla vagina la vescicola desti-
nata a ricettare 1’ elemento maschile proveniente dall’ in-
dividuo che funge le veci di fecondatore , e nella po~
matia privo di diverticolo , o se lo possiede , e breve
d’ assai , mentre che costanteniente 1’ altra e fornita di
un diverticolo piuttosto lungo e posto a cavalcioni del¬
le anse dell’ utero intestiniforme. E duopo notare che
questo diverticolo , che talora manca , varia di volume e
di relazioni nelle diverse specie; mentre non trovasi nel¬
le H. fruticum , strigella, pisana c qualche volta nella
pomaiia , e assai prolungato nella arbiistorum,, lactea e
vermictdata'^ algira comunica direttamente colla ve¬
scicola suaccennata. Le tasche mullifide del 7mico , pro-
52
babilmente destinate a versare iina tal secrezione nella
cloaca genitale ^ onde possa servire di veicolo si alio
sperma come alle nova , ricche di fondi cechi nella po-
maiia , nell’ altra all’ incontro sono ridotte a meta volu¬
me ad onta che il modo loro di ramificarsi si manten-
ga dicotomo. E qui pure e da osservarsi ^ che queste
appendici glandolari variano di numero e di forma nelle
singole specie ; cosi sono in numero di due per par¬
te nella lapicida^ arbustorum e personata , di tre nella
nejnoralis ed incarnata , di quattro nella striata , stri-
gella ed 'nmhrosa\ conglomerate in una sol massa nella
fruticum. Riscontrai gli altri organi componenti questo
complicato apparecchio precisamente identici, identita pero
di poco cento, come quella che si rinviene pure tra animali,
che appartenenti alio stesso genere , occupano posti lon-
tanissimi nella scala dfelle specie. Avendo ripetuto I’esame
in un gran numero di individui , mi convinsi della co¬
stanza delle esposte difFerenze , che in fine spettano alia
sola porzione femminile del sistema degli organi sessuali,
mentre che la maschile h perfettamente simile nelle due
Elici.
Queste osservazioni qualora il malacologo le congiunga
a quelle degli esterni caratteri puramente zoologici , gli
potranno servire di guida alio scioglimento della quistione.
P. Panceri.
( Dispensato nel mese di Giugno )
Pavia. Tip. Fusi.
GIORNALE DI MALACOLOGIA
1853. N.“ 111.
Dei dardi nelle Elici.
( Fine )
Dalle dissezioni sinora publicate dallo Schmidt risiil-
terebbe, toccare il dardo della H. asptrsa la massima liin-
ghezza assoluta , ii mill. , e quelli della hispida la mi¬
nima , d/3 : 0.8 mill. Se si ha pero riguardo alle
dimensioni degli animali e delle conchiglie, i dardi del-
\ eric et or um^ liinghi 2 2/3 : 6.7 mill., sarebbero re-
lativamente i piu lunghi , essendo di essi piu breve pcr-
sino qiiello della spiriplana , lungo soli 6.5 mill. ; e vi-
ceversa quello della fruiicu7n , lungo d'" : 2.5 mill. ,
rimarrebbe in proporzione il piu corto, minore benanco
di quello della sericea , lungo d d/3 : 3.5 mill. —
In certi gruppi pero, come in quello della H. hispida ,
si nota una corrispondenza tra la lunghezza dei dardi
delle varie specie e la grandezza della loro conchiglia.
Da quanto si vide , il dardo diversifica d’ assai in al-
ciine specie, quantunque portino una conchiglia consi-
mile ( H, hortensis e nemoralis ) , e viceversa si rasso-
miglia moltissimo in altre, ad onta che quella sia molto
differente cingulata , arhusiormn , planospira, ha^
natica^ lapicida, holoserica , personata), Cosi pure man-
ca il dardo in alcune specie ( H, angigyra , obvoluta),
mentre si presenta in altre, che sono ad esse affini
{ H. holoserica ), ed all’ incontro manca in molte, quan¬
tunque il loro guscio sia assai diverse. Egualmente so-
novi varie specie (H, incarnatay Rtriceay candidttla) che non
secernono contemporaneamente che un sol dardo. laddove
altre a conchiglia simile a quella delle predette ( H,
hiridciy hispida y cosinlata) ne presentano due; e vice-
vei’sa molte specie , le cui conchiglie sono tra loro assai
difTerenti , ofTrono un numero eguale di dardi. Percio le
difTerenze ed il vario numero di questi servono a distin-
guere le specie aflini e ad ordinarle in sezioni, e la so-
miglianza ed il numero conforme dei medesirai ajutano
a ravvicinare tra loiar quei gruppi e quelle specie , le
cui conchiglie presentano forme disparate. Il criterio di
distinzione delle specie di questi gruppi sara poi da cer-
carsi in altri caratteri anatomici , come nel diverticolo
della vescicola peduncolata , nelle tasche multifide del
muco , che Schmidt p. e. trovo di forma differente nelle
affini H, planospira e Febziriana , nella glandola uteri-
na ^ ecc. Pero le diversita di struttura delle mascelle su¬
perior! e della lingua non sembrano sinora poter essere
utilizzate , se non a stabilire delle division! in grande
nel sistema.
Rispetto al numero dei dardi come criterio di distin¬
zione delle specie debbo far osservare^ che Panceri
estrasse dagli individui pavesi dell’ H. fruticum due di
queste secrezioni, ciascuna , s’ intende , contenuta da un
sacco proprio, mentre che Schmidt assegnerebbe a que-
sta specie un sol dardo. Ora rassomigliando gli esem-
plari dei contorni di Pavia e nella configurazione e nel
colorito si delPanimale che della conchiglia perfettamentc
a quelli , che con egual nome provengono da oltremon-
te , ne segue : o che i primi in onta alle apparenze
esterne non formano una sol specie coi second! , o che
il numero dei dardi e dei loro ricettacoli varia nella
medesima specie col variare clelle contrade o dei climi ,
c che qiiindi il numero dei dardi non piio formare ,
almeno per certe specie o per certi griippi , il loro ca-
rattere distintivo,
Ma e appunto per esso numero , che Schmidt vorreb-
be decidere , se una certa Helix da lui raccolta a Ve¬
rona , e che Biasoletto gli mando pure dall’ Istria , la
cui conchiglia , mentre presenta 1’ habitus ed i disegni
deiriT. ericetorum ^ offre pero il peristoma rossastro del¬
la H. variahilis , appartenga al gruppo della prima che
possiede due dardi , od a quello della seconda che non
ne ha, che uno solo. Prada nel catalogo dei gastero-
podi terrestri dell’ Istria ( Giornale dell’ istituto lomb. ,
serie II, tomo III, p. 47 ) enumera varie locality, ove di-
mora 1’ Helix in quistione , che egli ritiene diibbiosa-
mente per 1’ H. neglecia Draparnaud. Nella malacologia
trentina (n. 39) diedi ragione di questa denominazione ed
accennai pure come Porro, Villa ed altri autori lombardi
la confondessero coll’ H. ericetorum. Essa trovasi sparsa
pel piano e pei colli della valle del Po, dal mare a Va-
lenza e probabilmente sino a Torino e s’ interna anche
nel fondo di qualche valle laterale. — Parreyss ne fa
tutt’ una colla H. ohvia , ritenendole entrambe per 1’ H.
ericetoru7n , mentre che ne separa i’iiZ. Candida Porro.
Per quanto spetta alP epoca dello sviluppo dei dardi
devesi osservare , che in alcune specie , come nelle H, eri¬
cetorum ^ ohvia ^ essi si presentano, quantunque di di¬
mension! minor! , negli individui ancora giovaoi , laddo-
ve in alcune allre , come nelle H. hortensis , nemoralis,
non si rinviene il dardo, sino a tanto, che il peristoma
della conchiglia non sia perfettamente compito. Se la pre-
senza del dardo indicasse la capacita a fecondare, le pri-
' :>()
me sarebbero, al pari clelle Snccinee ^ dei Lijnnei e de-
gli AcefaU\ abili alia procreazione mollo prima di es-
sere adulti.
Essendosi il signor Schmidt per le sue osservazioni
procurato di preferenza quelle specie, le quali esso pote-
va presumibilmente trovare fornite di dardo ; cosi le ci-
fre indicate piii sopra delle specie da lui analizzate, non
rappresenteranno probabilmente le proporzioni giuste tra
le specie prive di dardo e quelle che ne vanno prov-
vedute, come egli stesso accenno. St.
T. Davidson, Monografia de' Brachiopodi
britannici ultimo fascicolo.
Estraltd di Ed. Suess.
Innanzi tulto sono di decisa importanza le scoperte
falte neiresaminarc il genere Argyope. Sinora si credeva
di vedere in questo genere in luogo delle braccia sol-
tanto una serie di ciglia collocate alia base del mantello.
Ma Davidson dimostro ora che queste serie di ciglia
sono in soslanza delle vere braccia fermate ad un disco
muscoloso , fra il quale c la parte interna del mantello
si trova un’ apofisi fragile , calcarea , che corrisponde
perfettamente ai fulcri calcarei ( Ralkschleifen ) dei B7'a-
chiopodi cosi detti regolari. Con cio cade ogni motive
per r erezione d’ una sottoclasse col nome di Brachiopo-
des cirrhides , come fu tentato ultimamente dagli scien-
ziati francesi. = La quistione sul posto che nel sistema
devono occupare i Budisti , gnippo numeroso di mollu-
schi e finora collocate accanto a quei Brack, ckrhides^ en-
tra per lo scioglimento di questa sezione di Brachiopodi
in una niiova fase.
o7
Al genere Kincjma , poco fa istltuito dallo stcsso au-
tore per forme viventi, si annovera la Terebralula lima
Defrance , una delle specie piu conosciute della forma-
zioiie cretacea.
Le osservazioni sul genere Magas , in parte gia da luii-
go tempo note come modello di esattezza , si trovano
riunite per esteso in questo fascicolo.
Dagli atli della societal zoologlco-bolanica in Vieniia( Verharid-
Inngen des zoologisch-bolanischen Vereins in Wien ) 1853, rap-
porti delle sednte ( Sitzungsberichte ) p. 15.
Pahidina ther7/ialis Linn. var. W i e d e n h o f e r i Fraii-
cnfeld. ^
Questa varietii si distingue pei seguenti caratteri :
La sutiira e piu profonda , per cui gli anfratti appa-
jono pill ventricosi e qiiindi tutta la conchiglia risulta
piu scalare. 11 penultimo giro di spira e in proporzione
assni piu largo, ed il suo distacco dall’ ultimo riesce per-
cio molto meno sensibile. L’ apertura rimane proporzio-
nalmente assai piu piccola. La chiocciola e brunastra ,
meno trasparentc , piu solida, e. generalmente maggiore.
"Yive nelle vicinanze delle terme di Abano nel Padova-
no , ove Wiedenhofer la raccolse nel fango freddo , ros-
sastro , ancora penetrate dal minerale ; mentre che la P.
thcr7nalis , la quale prospera nello scolo caldo della sor-
gente principale di quelle terme, scompare col raffreddarsi
deir aqua.
Dagli atli precitati , p. 74.
Considerazioni sulla perforazione delle pietre
fnlla dai moUuschi Utofagi e speciulmente
dalle FoUadi.
Del Dotloi* Teodoro Prada.
( Gontiouazione )
11 sig. Gray ( Associat. Britannique des Sciences New¬
castle 1858 ) avendo veduto le folladi perforare la creta
di Brigton si e assiciirato che I’azione ne era meccanica.
In fatti sugli esemplari che egli presento fece riraarcare
nella creta forata delle scannellature circolari che furono
prodotte dalle spine esistenti sulla faccia esterna della
conchiglia , ed una impressione centrale dovuta ad im
allungamento della conchiglia sii un punto della sua
faccia inferiore. Egli di piu si assicuro che Tanimale non
occupa tutta Testensione della cavita che egli forma, ma
soltanto la sua parte superiore. Egli e evidente cio non
di meno che vi sono animali i quali traforano le roccie
col mezzo di agenti chimici, e cio avviene nella Patella
in cui la conchiglia appianata non ammette un’ azione
meccanica, cio pure accade pel piccolo annelide Diplolis
che pratica nelle roccie delle caviU allungate mentre e
privo di conchiglia. 11 sig. Alder confermando quest! fat¬
ti , e mostrando che la struttura particolare della con¬
chiglia delle folladi dei teredo ecc. d4 loro la possibilita
di traforare le roccie meccanicamente , aggiunge aver
egli osservato che tutte le roccie intaccate da quest!
animali sono molli sott’ acqua , e non s’ indurano che
quando vengono esposti all’ aria, circostanza questa mol-
to favorevole per render pin facile la perforazione.
59
11 sig. V. Walker ircravigliato dalla prcstezza colla
quale le Saxicave traforano le muraglic che formano le
(lighe lungo la baja di Plymorilh, propose a qiiesito (i84d)
qual mezzo mai tali conchiglle impieghino ad effettuaro
slmili perforazioni. II sig. Buk land attribuisce qiiesto ef-
fetto ad una secrezione acida che rammollisce la roccia ,
e permette alia conchiglia il facile traforo. 11 sig. De la Be¬
ebe, attribuisce il fenomeno alia presenza dell’ acido car-
bouico espirato dalT animale che converte il calcare in
bicarbonate che e solubile nelT acqua. In fine 1’ Owen
lo attribuisce alb azione d’ una corrente d’ acqua messa
costantemente in movimento intorno alia conchiglia per
mezzo delle ciglia vibratili e delle branchie che si muo-
vono senza interruzionc ed indipendentemente dalla vo-
lonta deir animale. Una secrezione acida non renderebbe
ragione della perforazione delle roccie non calcaree , le
quali come il trappo a Tor -bay ed i gres sono sovente
perforati dalle falladi. Del resto tali molluschi non attac-
cano il granito, e questo fatto mostrerebbe il vantaggio
che si avrebbe col non impiegare materiali calcarei nelle
costruzioni che devono stare sotto il livello delle acque
marine venendo questi in breve tempo a guastarsi per
le copiose gallerie che i molluschi litofagi vi vanno di
solito praticando.
In aggiunta alle opinioni su esposte, il sig. Buchland,
sostenitore della teoria d’ una secrezione di natura acida,
presento ai membri dell’ associazione britannica (4842)
degli esemplari di calcare di Plymonth con entro opera-
tivi de’ buchi profondi arrotondati , la formazione dei
quali egli attribuisce all’ azione lungamente protratta del¬
la mucosita delle lumache dei giardini { Helix aspersa Fer.)
Egli si assicuro che questi molluschi arrossano leggier-
40
mente la carta colorata in azzurro per la tinlura cli
tornasole sulla quale si facciano strisciare. L’ azione di
im acido , quantunque debole , continuata per lung'o
tempo sullo stesso punto della medesima pietra calcarea
gli sembra rendere abbastanza ragione del fenomeno pre-
detto sul pezzo che egli ha presentato, fenomeno che fu
pure attribuito ad animali marini. Visitando il sig. Bu-
ckland la localita d’ onde proveniva il menzionato pez¬
zo pole osservare delle lumache ancora viventi sulla su-
perficie del calcare , come pure dei gusci abbandonati
entro le cavita della pietra stessa. In seguito egli ha
osservato dei fori consimili contenenti dei gusci d’ una
lumaca piu piccola ( Helix nemoralis Linn. ) sulla super-
ficie inferiore degli strati calcarei del Cumberland, ed il
sig. Baker ha recentemente notato lo stesso fenomeno
nel calcareo di Cannington-Park presso Bridgewater.
Il sig. Hancock ( Associat. Britannique 4848 ) rigettan-
do come insufficienti o false tutte le opinion! su esposle
ed emesse dai diversi autori per ispiegare il fenomeno
della perforazione delle pielre fatta dai molluschi , ne
propone egli una che a suo credere e piu giusta e ra-
zionale e tale d’ essere applicabile piu generalmente alia
spiegazione del fatto. Egli dice che i molluschi perfo-
rano le pietre col mezzo del loro piede che e cosparso
d’ una quanlita di piccoli punti neri liicenti e duri I’uso
dei qiiaii deve essere eguale a quello delle protuberanze
d’ una gratuggia o d’ una lima. Questa spiegazione viene
appoggiata dal sig. Philips , il quale asserisce conoscersi
gia da molto tempo un gran niimero di molluschi for-
niti di queste granulazioni sul loro piede , granulazioni
che sembrano essere di natura silicea. Addotta pure tale
opinione il sig. Owen ammcltendola come bastevole a
spiegare la niaggior parte dei casi , selo egli pensa che
si dovrebbc fare una eccezione per la Follade navale ,
la quale esso ritiene si scavi le proprie gallerie dentro il
legno col solo intervento delle propria conchiglia. II sig.
E. Forbes , nel suo lavoro siiHa storia, dei niolluschi
della Gran-Brettagna , avendo esauiinate le diverse tesi
messe fuori sulle perforazioni operate dai inolluschi lito-
fagi dice di conoscere gia da tempo questa ora comu-
nicata dal sig. Hencock , ma che del resto ei la stima
insufficiente come tulte le altre fin qui immaginate, poi-
che parecchii molluschi litofagi , come le Saxicave^ non
ofirono mai granulazioni di sorta ad onta che si sca-
vino al pari degli altri litofagi delle gallerie.. II sig. Hen-
fray ed il sig. Henry che esaminarono al miscroscopio
molti di questi animali non poterono mai giungere pero
a discoprire si fatte granulazioni. Il sig. Forbes non
trovando plausibili spiegazioni al fenomeno in discorso
non dubito di attribuirlo ad una azione elettrica.
( Sara coniinualo )
Bibliografia . necroloijia , annunci , notizie.
Opere vendihili presso Teodoro Fischer in Cassel:
Pfeiffer Ltid. — Symbolse ad historian! Heliceonini ,
Sectio I -111. d84i -46. - 8.° gr , leg. Prezzo: 2 Thlr. o Sgr.
Conspectus Cyclostoniaceoi’iim emendatus et auctus.
Pneumonopomorum monographia3 prodromus ( estratto
dalla Zeitschrift fiir Malacozoologie, 1851, p. 129 ) - 8“
gr., leg. Prezzo . 20 Sgr.
Turlon William — Conchylia dithyra insularum bri-
tannicarum. The bivalve Shells of the british islands. 1848
- 4.° ord., con 20 tav. color., cart. Prezzo . 46 Thlr.
Lavori inediti presentati all’ Academia delle scienze delV istitu-
to di Francia e conscgnati ad un apposita commissione per I’esame:
Gauthier — Memoire sur les huitres en general et en
particulier sur les huitres de Marennes.
De Lamarre — Traiteinent et guerison radicale de la
phthisic pulmonaire par 1’ einploi de 1’ helicine , ou mu¬
cilage animal concentre provenant des limacons.
Marcel de Serres — Des gres coquilliers de differen-
tes parties de rAmerique, qui offrent dans leurs masses
des coquilles petrifiees.
Opece , delle quali si dd un sunto nei vari giornali :
Aradas Andrea — Prospetto della storia della Zoolo-
gia di Sicilia del secolo XIX , movendo da quello di An¬
drea Bivona. Catania, 1845 - 1851. - 4.’ { Estratto daglt
atti della acade7nia Gioenia ).
Tratta in particolar modo dci molluschi. II prof. Bianconi nel
Repertorio italiano per la storia iialurale ( stampato in Bologna) no
porge un sunto alia pag. 10.
45
Baudon A. — - Catalogue des inolIus(|ues du departe-
nient de T Oise. Beauvais, 4853. - 8."' , di 20 pagine
( Estr, dal iomo II dei Memoires de la soc. acad. de
r Oise , 4852. ).
Description des mollusques du departenient de
r Oise, 4.® partie ( Estr. dal niedesimi memoires ).
Nella Revue de zoologie di Guerin - Meneville, 2.^ serie, tomo
V. , pag. 436, se ne da ud estratto. Yengono enumerate in quel
catalogo 118 specie terrestri e d’ aqua dolce, fra le quali due
specie nuove : Succinea Baudonii Drt. e Limnea microstoma Drt.
Bavaine C. — Recherches sur la geriecation des hiii-
Ires. Paris , 4855. - 8.% di fogli 3 1/2 con due tavole
( Estr. dai coinpies rendns des seances de la soc. de
Biologic, 4852.).
Se ne legge ‘un breve sunlo nella Gazette medicate de Pans ,
4852 , p. 552 : ed uno piii esteso nel Journal de Conchylioldqie ,
4853 , f. I, pag. 30.
De Betta Edoardo — Descrizione di due nuove con-
chiglie terrestri del Veneto. Verona, 4852. - 8^* , di 8
pagine con una tavola.
Secondo Pfeiffer L. , nella Zeitsch. fur Mai. 4853 , P- 46 ,
Tuna di esse, V Helix Martinatiana , non e allro che V H. cemu-
la descrilta da Piossmaessler nel 4851, I’allra, la Clausilia fusca,
appartiene alia sezione della Cl. laminata Turton ( Cl. bidens
Drap. ).
Opere non enlrafe in commercio :
Be Betta Edoardo — Malacologia della valle di Non.
Verona , 4852. - 8." ( m continuazione ).
Duvernor — Memoires sur le systeme nerveux des
mollusques acephales lamellibranches ou bivalves. Paris ,
4855. - 4.' ( Fard parte del to7no XXiF dei Xltmoires
de f academie des sciences de t institvt de France).
44
Crediamo non sara per esseie disaggraclevole ai letlori
del presente giornale d’avere un breve cenno necrologieo
risgiiardante il valente conchigliologo Souleyet , test^
rapito alia scienza , nella quale tanto si era distinto , la-
sciando colla sua morte una prnfonda lacuna che non
verra si facilmente ricolma.
Luigi Francesco Augusto Souleyet nato a Besse (Va-
ro ) , r otto Gennajo 1811 , entro , assai tardi , nel ser-
vizio di sanita della marina , ed ottenne nel 4855 d’ im-
barcarsi a bordo della corvetta la Bonite , destinata a
fare il gii*o del globo. In questo viaggio il detto conchi¬
gliologo ebbe 1’ incomparabile vantaggio d’ avere a com-
pagno r illustre natui alista sig. Gaudichaud , ora membro
deir Accademia delle scienze , e fu principalmente dal-
r amicizia di questo dotto , che il Souleyet ritrasse in-
sienie coi principii della scienza malacologica profondis-
sime ed esattc cognizioni , che lo resero in seguito di¬
stinto in questo ramo di Zoologia. Tomato a Parigi ,
diede principio alia publicazione delle proprie osserva-
zioni zoologiche , fatte nel corso del lungo e disastroso
suo viaggio , publicazione che dovette tosto interrompe*-
re, per intraprendere nuovi viaggi di mare nel corso de-
gli anni 1846, 47, 48 e 49. In fine tomato di nuovo
a Parigi nel mese di Gennajo 1850 ripiglio la publica¬
zione del lavoro incominciato , che termino nel 4854.
Ora egli sperava dopo tali viaggi di poter godere di qual-
che riposo, e quindi si applico a piu profondi studii
nella lusinga di prender parte attiva nella publica istru-
zione ; ma dietro un online ricevuto dove recarsi al
po'rto di Tolone, onde imbarcarsi per le Antille, mentre
in quelle terre la febbre gialla produceva una grande
morlalita. Ad onta di quesla circostanza il Souleyet non
45
si lascio sgomentare , ed abbandono coraggiosaniente la
sua patria. Giunse alia Martinica il 20 Giugno 4852 ,
dove piu che in altro luogo infieriva il morbo letale , e
quivi con ogni cura presto V opera medica agli infetti ,
ma dopo qiialche tempo colpito egli stesso dal malore ne
rimase la vittima il 7 Ottobre.
Fu il Souleyet iiomo distinto e per profondo spirito
di osservazione , e per. giustezza di giudizio nelle de-
duzioni dei fatti osservati , qualita queste molto apprez-
zabili per non trovarsi molto frequentemente associate ,
per cui pote sempre con chiarezza emeltere le proprie
opinion! , e quindi sostenerle. Gome iiomo private poi
fu di dolce e schietto carattere , franco e leale. La sua
/ costituzione fisica sgraziatamente era assai gracile e dili-
cata , per cui i suoi amici, che furono molti, lo viddero
partire per le Antille con gravissimo dolore, prevedendo-
ne r irreparabile perdita , che tutt’ ora giustamente com-
piangono.
Estratto dal Journal de Conchy-
liologie, 4853, fas. I.
P. . . a.
Richiesta la redazione inserisce di hnon grado nel gior-
nale il seguente :
I fratelli Ant. e G. B. Villa di Milano vennero fatti
accorti, che in varie copie della loro mcmoria geologi-
ca sulla Brianza , publicata e dispensata all’ epoca del
congresso degli scienziati italiani in Milano nel 4844 ,
46
occorse la sostitiizione di un foglietto di materia estranea
in luogo delle pagine 29 a 52. Queste cssendo ora state
impresse, gli autori lo rendono noto per coloro che
possedessero la copia imperfetta , onde le ritirino o fac-
ciano ritirare presso i medesinii, servendosi per contra-
segno del foglietto sbagliato.
Con questa stessa occasione i fratelli Villa avvisano gli
amatori della geologia e della paleoniologia , che essen-
dosi adoperati anche in questi ultimi anni a raccogliere
possibiimente tutte le specie fossili della Lombardia, essi
non trasciirarono di provvedersi anche di varii eseraplari
delle diverse serie di rocce d’ ogni formazione , per cui
sono in grado di offrire delle collezioni pahontologicht
e geologiche statistiche tanto special! , di 50 a dOO pez-
zi , quanto generali , di 50 a 500 pezzi. In cambio si
desiderano dei fossili dei terreni cretacei , giuresi e
loro inferior! d’ altri paesi , oppure altri oggetti che
riguardano i rami delle loro raccolte, e specialmente delle
conchiglie.
Milano, luglio, 1855.
fsola. Simili ed aitre collezioni di storia naturale si possono
avere e per cambio e per denaro anche dal museo civico di sto¬
ria naturale in Milano. Bed.
Come e noto, Rossraaessler scopri gli esemplari del
suo Caijchium spolcsum sii di una stalattite asportata
dalla grotta di Adelsberg nella Carinzia. Vari tentativi in-
fruttuosi furono indi fatti per rintracciare quel inollusco
nella grotta stessa. Finalmente nella scorsa estate riusci
ad A. Schmidt di trovaivelo in abbondanza. Quantun-
que nessuno degli iiiclividui raccolti fosse vivente , pure
47
ritiene cgli che non possano appartenere che alia fauna
attuale , e perche la chiocciola di una parte di essi e
tuttora trasparente e senza traccie di decomposizione , e
perche ne trovo in copia sulle pietre d’ una strada for-
mata dall’ arte. — Lungi dal seguire I’esempio di taluni,
che per vili mire d’ interesse tengono nascosto il luogo
di dimora di certe specie rare od interessanti , il signor
Schmidt credette di dovere invece per T utile della scien-
za indicare circostanziatamente il posto , ove ritrovo il
detto Carychium ^ e di lasciarvi sulla roccia un segnale
in matita , affinche ognuno possa esplorarlo a piacimen-
to. Vi si giunge percorrendo la strada a destra ( entran-
do ) dello spazio detto der Tanzplatz, la piazza da ballo^
e precisamente allorquando svoltato il primo suo angolo,
si e entrato nella stretta via laterale.
Estratto dalla Zeitschrift fur Malacozool. 4853 p. 47.
A. Schmidt anatomizzando dclle Ptipa n7nh\Ucala
Drap. , da lui raccolte nel Boschetto di Trieste , scorse
quasi in tutte da 4 a 5 embrioni. E gli osservo pure nel¬
la P. miconosioma Lowe di Madera , ch’ egli non sa
quindi distinguere dalla precedente ^ se non per le mag-
giori dimensioni della conchiglia ( 0.5 mill, piu alta ).
Dando la notizia , che la P. umhilicata e vivipara , egli
era pure lieto di poter annunciare d’ averla trovata nel
territorio germanico ( Zeitsch. sudd." p. 48 ). Ma in pro-
posito gli si puo rimarcare , che Parreyss spediva gi^
nel 4841 degli esemplari di questa specie provenienti da
Trieste , come risulterebbe anco dal catalogo dei Gaste-
ropodi terrestri di quel litorale , publicato da T. Prada
nel 4854 ; e che le condizioni geografico - fisiche , non
48
mai le divisloni politiche , devono segnare al naturalistu
r area d’ un paese , e che cpiindi per liii Trieste appar-
ler^ ognora all’ Italia , come d' altra parte alia Francia
assegnera egli sempre la Savoja e Nizza, che la politica
uni al Piemonte.
Sino dalla fine dell’ anno scorso qualche giornale di
zoologia aveva anniinciato il progetto del prof. Ross-
m 36 s s 1 e r di intraprendere un viaggio nelle Spagne.
La redazione del giornale avendo ricevuto da lui mede-
simo, pochi giorni prima dell’ epoca fissata per la parten-
za, r avviso di quel progetto in termini, che non lascia-
rano piu nessun dubbio sulP esecuzione del medesimo ,
ne di^ cenno alia p. 46 del giornale. — Ma il dottore
Menke con lettera del 4® corrente le fece gentilmente
sapere , che quel viaggio non ebbe luogo, a quanto pa¬
re, per essere mancati a Rossmsessler i promessi sussidi.
E questa notizia riescira tanto piu spiacevole , in quanto
che i cultori della malacologia, consapevoli della valentia
di quel professore, avevano gi^ calcolato di fare per ope¬
ra sua degli acquisti interessanti.
( Dispensalo nel mese di Luglio )
Pavia. Tip. Fusi.
49
GIORNALE DI MALACOLOGIA
1853,
IV.
Sui molhischi vivmli del lemho orientate
del Piemonte ^ dallu Toce alia Trebbia,
11 suolo del Piemonte propriamenle detto per la sua
conformazione e pei suoi componenti puo facilmente di-
stingiiersi in tre parti principal! : V irrigua , dduvionale
pimiura padana , le arse^ terziarie colUne dell’ Apennino
ligiire , le primitive montagne alpine , serbatoi perenni
delle nostre ricchezze. II lembo orientale di questo paese
tocca tiitte e tre le dette variazioni di terreno e lo stu¬
dio dei suoi prodotti puo quindi offrirci un saggio di
quelli di tutta la contrada, Una fauna dei molluschi vi-
venti del Piemonte sarebbe di sommo interesse , perche
essendo questo posto tra la Francia ed il Lombardo-Ve-
neto 5 essa dovrebbe presentarci 1’ anello di congiunzione
tra la fauna occidentale dell’Europa e^quella del mezzodi
della sua parte centrale. Cio non ostante quella fauna e
tuttora un pio desiderio. Gli ostacoli posti in questi ul-
timi anni nei rapporti fra la Lombardia ed il Piemonte
in’ irapedirono di sodisfarlo e mi costrjnsero ben anco
a ricorrere alia gentilezza altrui per ottenere varii dati
compresi in questo saggio , che pei motiyi. anzi esposti
oso raccomandare alia indulgenza dei malacologhi.
f
Emiinerazioue delle specie
SO
Molhischi terrestri,
ARION r u f u s L. — Boschi del Ticino ( Prada ).
LIMAX agrestis L. , mut. filans Hoy — Monte Pe-
nice, valle del Ticino ( Lomellina ).
reticulattis Mitll — Bobbio in Yaltrebbia, Yarzi
in Yalstaffora , valle del Ticino,
variegatus Drap. — Bobbio, valle del Ticino,
c i n e r e u s Miill. — Borgopariolo in Yalcoppa ,
Guasta in Lomellina.
var. solea nigroUmbata , mut. drier ea , nigro-
maculata — Tra Calasca e Pestarena nella
valle Anzasca ( Prada ).
mut, rufescens , carina et rugis rubris —
Guasta ( Prada ).
VITRINA diaphana Drap. var. gladalis Forbes —
Presso al ghiacciajo delF alpe di Filar al M.
Rosa ( Stabile ).
p e 1 1 u c i d a Miill. nec Drap. — Apennini, valle
del Ticino.
SUCCINEA 0 b 1 0 n g a Drap. — * Yalle del Ticino,
amphibia Drap. — Bobbio , Guasta.
HELIX glabra Stud. — Rive del Yerbano ( Balsamo ).
c e 1 1 a r i a Miill. — Arona al lago Maggiore
( Prada ).
var. nitida Drap. — Zavatarello in Yaltidone ,
Yalstaffora , valle del Ticino , Orta ( Marani ).
n i t e n s Mich. — Macugnaga in Yalanzasca {Stab.),
var, hiulca Jan — Rive del Yerbano ( Mousson
in litt. ).
51
olivetorum Gmel. var. Leopoldiana Gharp. —
M. Penice, Valstaffora^ Zavatarello, Torraz-
zetta in Valcoppa.
lucid a Drap. — Valle del Ticino,
f u 1 V a Miill. — Valle del Ticino,
p y g m ae a Drap. — - Valle del Ticino (JJel Marno\
rupestris Drap. var. spirula Villa — Domo
d’ Ossola ( Prada ).
rotundata Miill. — Apennini , valle del Tici¬
no, Orta ( Marani ).
a n g i g y r a Ziegl. — Rive dei laghi [Mousson).
0 b V 0 I u t a Miill. — ValstafTora, Valtidone, Tor-
razzetta, da Torino al lago Maggiore {Mous^
son ), Arona ( Prada ) , Orta ( Mar. ) , Ga-
nobbio al Verbano, Domodossola [Prada),
nautiliformis Porro ( Drepanostoma ) —
Da Galasca a Macugnaga , Borca al M.
Rosa ( Stabile ).
hispid a Miill. var. spira minus depressa —
Valenza ( Prada ) , Stradella, Mezzana-Gorti.
incarnata Miill. — Valle del Ticino.
mut. monodon Villa — Rive del Ticino
presso il Verbano ( Porro Mai. Gom. ).
s e r i c e a Miill. — Rive dei laghi ( Mousson ).
var. badiella Z. ( fide Villa ) — Valle del Ticino,
a c u I e a t a Miill. — Valle del Ticino. {Del Mayno),
c i 1 i a t a Venetz — Zavatarello, Baveno {Mouss.).
s t r i g e 1 1 a Drap. — Valle del Ticino , Novara
( Pagano ).
mut. hexagyra Meg. — ^ Rive del Ver¬
bano , Galasca {Prada), Macugnaga
( Stabile ).
carthusiana Drap. var, minor , globosa
(mass. a. id. 5, d. d6. 5; min. a. 8. 5,
• d. id. 0 mill.) — Bobbio, M. Penice, valli
della Staffora, del Tidone, della Coppa, del-
lo Scurpasso, dell’ Aversa, rive del Verbano.
carthusianella Drap. — Valstaffora, Zava-
tarello , Valcoppa , Voghera , Valaversa ,
Valenza, Stradella, Sartirana in Lomellina ^
Mezzana-Corti, Novara ( Pagano ).
mnt, Olivieri Mich. — "Valenza.
p n 1 c h e 1 1 a Miill. — Mezzana-Corti.
mut, costata Mull. — Zavatarello.
h y d a t i n a Rossra. — Zavatarello.
c i n c t e 1 1 a Drap. — Bobbio , Romagnese in
Valtidone , Rivanazzano presso Voghera^.
Valcoppa e Valaversa.
fruticum Miill. — Valle del Ticino,
arbiistorum L. var. picea Z. — M. Rosa
( Villa coll. ).
z 0 n a t a Stud. var. vitiaia Villa , H. planospira
Mich. — Macugnaga { Stab. ) , S. Gottardo
{Pfeiff. L. Mon.) zz Alpi piemontesi {Pfeiff.),
valle d’ Aosta ( Fer. ), S. Martino^ nella pro-
• ' vincia di Pinerolo ? ( Ross?/?. Icon. ).
c ae s p i t u m Drap. var. introducia Z. — Bobbin^
ValstafFora, Alessandria [Mar.), Voghera.
n e g 1 e c t a Drap. var. — Bobbio, Valstaffora ^
^Voghera, Valenza, Montebello, Casteggio e
. Cicognola, Stradella, valle del Ticino,
candidula Rossm. (mass. a. 7, d. dd; min.
a. 3, d. 5 mill. ) — Bobbio , valli della
Staffora , del Tidone , della Coppa , Valen¬
za , Valaversa , Stradella , Mezzana-Gorti.
55
nem oralis L. — Voghera , Stradella, Sartira-
na, Novara ed Arona {^ag.), Orta {Mar,),
Calasca {Stab,), Canobbio, priina galleria
del Sempione.
> var, etrusca aucl. (*), H, genuemis Porro — Bob-
bio , M. Peiiice , valli della Staffora, del Ti-
done e della Coppa , Casteggio ^ valli dello
Scurpasso e dell’ Aversa.
1 u c o r u m Miill. — Valcoppa, Gasteggio ^ valle
del Ticino. '
p o m a t i a L. — Valli e colli dell’ Apennino ,
Sartirana, valle del Ticino^ Arona {Prada) ,
Orta ( Mar, ), valli d’ Ossola e di Vedro ,
prima galleria del Sempione.
ACHATINA aciculoides Jan — Valle del Ticino.
a c i c u 1 a Brug. — Mezzana-Gorti.
1 u b r i c a Menke — Mezzana-Gorti.
mut, lubricella Z. — Valle del Ticino.
BULIMUS quadridens Brug. — Bobbio, ValstalFora,
Zavatarello, A^alcoppa, Voghera, Valaversa zi:
Piemonte ( Cantrame ),
t r i d e n s Brug. — Bobbio , Torrazzetta , Va-
lenza { Prada ) , Mezzana-Gorti , Guasta.
mut, spretus Z. — Mezzana-Gorti ( tra-
sportato ).
obscurus Drap. — Zavatarello ^ Valaversa ,
Mezzana-Gorti, rive del Verbano ( Mouss, ) ,
Domodossola ( Prada ).
(*) Ziegler nella corrispondenza , che teneva con Porro, di-
chiar6 di non avere mai istituito ne 1’ H. etrusca il Planor-
his etruscus ) per cui questi non possono venire controsegnati col
suo nome.
54
PUPA vertigo Drap. — Rive del Verbano.
V e n e t z i i Charp. — Valle del Ticino,
p y g m ae a Drap. — Valle del Ticino , rive del
Verbano.
antivertigo Drap.~ Valle del Ticino (trasportata?).
S e m p r 0 n i i Charp. — Rive del Verbano, Sem-
pione ( Charp. ).
marginata Drap. ' — Zavatarello, Doraodossola
( Prada ).
mut. nnidentata PfeifF. C. — » Zavatarello,
valle del Ticino.
m i n 11 1 i s s i m a^Hartm. — Valle del Ticino.
Ferrari Porro — Arona ( Prada ).
frumentum Drap. var. triticiim Z. — Valli
della Staffora , del Tidone, della Coppa e
deH’Aversa, Mezzana-Corti (trasportata?).
var. minor. — S. Gottardo ( Rossm. Icon. ).
a V e n a Drap. var. major ( alt. mass. 8, min. 6
mill. ), cornea — Monte Penice.
g r a n u m Drap. — Valle del Ticino ( traspor¬
tata dal Po e dal Ticino ).
BALEA f r a g i 1 i s Drap. — Apennini , Orta ( 3Iar. ) ,
Domodossola ( Prada ).
CLAUSILIA p 1 i c a t a Drap. — Rive del Verbano (^Stah.).
d ii b i a Drap. — Monti intorno al Verbano.
basileensis Fitz. — Rive del Verbano {Bals.),
Galasca ( Stabile ).
albopustiilata Jan var. punctata Mich. —
Bobbin , Zavatarello.
GARYCHIUM mini m u ra Mull. — Valle del Ticino.
UYGLOSTOMA e 1 e g a n s Drap. — Bobbin , valli della
Stafibra , del Tidone , della Coppa , Ales¬
sandria (Mar.), Valaversa, Stradella.
55
3Iollusclii (ujuatici.
G e f a I i.
LIMN;EUS s t a g n a 1 i s Drap. — Po , Ticino , Dora
Baltea {Mar.), Mezzana-Gorti^ Guasta^ laghi.
mut. turgida Menke — Valle del Ticino,
p a I u s t r i s Drap. Ticino, Guasta, lago d’ Or¬
ta ( Porro coll. ).
mut. corvus Gmel. — Ticino.
var. obscurus Parr. — Valle del Ticino,
m i n u t u s Drap. — Valle del Ticino, laghi.
pereger Drap. — Bobbio, Varzi , Borgopa-
riolo, Galasca (Slab.), laghi.
mul. IcBvigatus Ziegl. ( fide Stentz ) —
Guasta.
var. Blauneri Shuttl, L. cariosus Bell. ? • — Ospi-
zio del Sempione ( Prada ) zz: M. Gervino
( Porro Mus. Mediol. ).
ova t us Drap. — Valle del Ticino, laghi.
mut. bulla Hartm. — Ticino, Guasta.
Hartmanni Gharp. — Valle del Ticino , Ver-
bano ( Porro coll. ) , lago d’ Orta ( Mar. ).
auricularius Drap. m7it. subcorneus Z. —
Ticino, Guasta, Verbano presso Arona (Prada).
PHYSA f 0 n t i n a 1 i s Drap. — Valle del Ticino , lago
Verbano ( Charp. ).
hypnorum Drap. — Valle del Ticino.
PLANORBIS Cornells Drap. — Po, Ticino, Mezzana-
Corti, Guasta.
var. elruscus auct. — Gava, Guasta.
h i s p i d u s Drap. — Guasta , laghi.
var, devians Porro — Paludi del Ticino.
56
ni a r g i D a t u s Drap. — Ticino^ Guasta, laghi.
mut. suhmarginattis Jan — Ticino,
carinatus Drap. — Ticino , laghi.
mnt. dubiiis Hartni. — Ticino , Guasta.
complanatus Drap. — Paludi del Ticino,
vortex Miill. — Po , Ticino , Mezzana-Corti.
leucostoma Mich. — Paludi del Ticino.
VALVATA s p i r 0 r b i s Drap. — Valle del Ticino.
771711. planorhis Drap. — Valle del Ticino,
piscinalis Lam. — “ Ticino.
mut. 'uonhilicata Parr. ( fide Porro ) —
Valle del Ticino.
PALUDINA i m p u r a Lam. — Mezzana-Corti , Guasta ,
Orta ( Marani ).
a c h a t i n a Lam. — Sartirana , Guasta , Orta
{Mar. ), Verhano.
V i V i p a r a Lam. — Ticino, Guasta, lago d’ Orta
( Porro Mus. Med. ), Verhano.
NERITIINA f 1 u V i a t i 1 i s Lam. — Ticino , laghi.
mut. trifasciata Menke — Ticino.
7'hodocolpa Jan — Po {Jan Consp.)
var. ticmensis Villa — Ticino,
s e r r a t i 1 i n e a Z. (^) — Po ( Jan Consp. ).
ANGYLUS f 1 u V i a t i 1 i s Miill. — Valle del Ticino,
laciistris Miill. — Valle del Ticino.
A c e f a 1 i.
ANODONTA ponderosa Pfeiff. C. — Ticino e Verba-
no ( Porro Mai. Com. ).
(*) Jan ( Consp. ) indica pure come vivenii nel Po la Neritina
similis e la Melanopsis miriuta. ch’ ebbero da lui il nome , ma
che egli non descrisse.
57
c y g n e a Drap. — Laghi.
I e p r o s a Parr._, A. variahHis Bell. — Ticino zz
Piemonte ( Villa disp. ).
a n a t i n a Drap. — Laghi.
ALASMODOiNTA B o n e 1 1 i i Per. — Po ( Jan Consp. ) ,
Dora Baltea (Bals.) zz Piemonte (Villa disp.).
var. uniopsis Lam. — Valle del Ticino, Sartirana.
UNIO g 1 a u c i n u s Z. ( fide Parr. ) — Ticino , Orta
( Marani ).
R e q u i e n i i Mich. var. crassidcns — Ticino
' ( Rossm. Icon. ).
* p i c t 0 r u m Nilss. var. DeshayesU Mich. ( fide
Charp. ) — Po , Ticino , Guasta.
longirostris Z. — Ticino , lago Verbano
(Porro Mai. com.),
t u m i d u s Retz. {*) — Ticino.
GYCLAS calyciilata Drap. — Laghi.
cornea Lam. nec Drap. — Valle del Ticino.
PISIDIUM p a 1 u s t r e Nilss. — Valle del Ticino, laghi.
SOMMA: Gefali terresiri^ generi 12, specie 64, va-
rieta 6, mutazioni 9.
A acqua dolce , generi 7 , specie 25 ,
varieta 5, mutazioni 10.
in iutto, generi i9 , specie 89; va¬
rieta 11, mutazioni 19.
Acefali generi 5, specie 13, varieta 1.
Somma to tale generi 24, specie 102, va¬
rieta 12, mutazioni 19.
( Sard continuato ).
(*) L’ V. carnea Jan ( I. c. ) fu scoperta nel Po; ma 1’ au-
tore non ce ne diede la frase.
58
Sulle ghiandole del pene nella lAtlorina,
Del Dott. Carlo Gegenbanr.
Nella Littorina (*) la verga sporge sotto e rasente il
tentone diritto , e nello stato di riposo trovasi sempre
rivolta air indietro sotto il mantello. Essa misura , se-
condo le differenti specie e le diverse et^, da 2'^' a 5'",
prende anteriormente la forma di lingua , curvandosi de-
bolmente a mo' d’ un S , e termina in una punta trian-
golare ora piu ora meno prodotta. Liingo la sua parte in¬
terna decorre una stretta piega , la quale ora continua
sin nella punta della verga , ora termina obliquamente
alia sua base. 11 primo ha luogo nella L. obtusata , il
secondo nella L, neritoides. Nell’ accoppiamento questo
margine piegato forma verso il piano della verga una
doccia, per la quale il seme giunge ai genitali femminili.
11 margine esterno convesso del pene e fornito di una
serie di prominenze papilliformi , le quali dietro esame
piu minuto risultano d’ una struttura alquanto complicata.
Ciascuna di queste papille, che si presentano in numero
vario , e cioe una glandula costrutta nel modo seguente.
Per meta immersa nella massa della verga, e per meta
rilevata sopra di essa , ogni singola papilla forma un
apparato di follicoli , il quale consta di un sacchetto
centrale , otriforme ellittico , fornito d’ un sottile condot-
to deferente. che sbocca alia punta della papilla ; il qual
sacchetto a luce viva si distingue specialmente per la
(*) Le specie da me esaminate furono le L. littorea Fer. , L.
neritoides Fer. , e L. ohtusata Fer, , tutte e tre abitatrici della
costa di Helgoland nel mare del Nord.
59
sua colorazione chiara , bianco-giallognola. II contenuto
nel follicolo centrale forma una massa tenace, finamente
granellosa. Lo stroma, in ciii trovasi immerso questo
otricello , si distingue con marcati contorni dalla rima-
nente massa del corpo della verga, e consta di uno stra-
to di lunghe fibre con nucleo distinto , eguale in gros-
sezza al diametro del follicolo. Quantunque queste fibre
differiscano assai dagli altri muscoli di questo animate ,
esse devono cio non ostante essere . riguardate come
aventi la natura muscolare , a motivo del loro modo di
funzionare. Queste fibre costituiscono soltanto uno strato
sottile circolare , serrato attorno air otricello , mentre
tutta la rimanente massa carnosa decorre in direzioni
longitudinali. Interessante e in cio la presenza di nume-
rosi follicoli (10-25), i quali , immersi in serie molte-
plici r uno sovra T altro nello stroma risultante dalle
preaccennate fibre , si collocano all’ ingiro della cavita
centrale. La loro forma e rotonda , ovale. Se si osserva
dal disopra una papilla del pene , si scorgera facilmente
sotto una compressione moderata i follicoli minori ag-
grupparsi in forma 'di rosetta all’ ingiro dell’ otricello
centrale. Un breve condotto deferente conduce da cia-
scuno di questi follicoli lateral! nella cavita centrale. Essi
circondano soltanto la meta inferiore dell’ otricello cen¬
trale , la superiore , che termina nel canale deferente , e
per lo piu libera. Solo nella L. ohlusaia trovai spesso i
follicoli lateral! ascesi sino in vicinanza alio sbocco. Ed
inallora 1’ intiero apparato era sempre piu profondamente
immerso nella massa della verga. I follicoli non sono
tutti della medesima grandezza e difieriscono in cio spe-
cialmente secondo la loro posizione , di modo che i piu
vicini alio sbocco della cavita centrale compajono sempre
60
i piu piccoli , e quelli posti intorno al fondo della me-
desima si presentano come i piu sviluppati.
II contenuto nei follicoli laterali e ora la medesima so-
stanza del follicolo centrale^ ora la trovai composta da
cellule multinucleate alquanto grandi. Una piccola pres-
sione pote sempre cacciare il contenuto nel follicolo
mediano.
Al primo momento dell’ osservazione io credea , che
i follicoli altro non fossero che lacune prodotte nel
tessuto circostante per la compressione e rese visibili dal-
r uscita del contenuto della cavita centrale ; ma una dili-
gente preparazione mi persuase presto del mio errore e
delle giuste relazioni, come vennero sopra esposte.
La quantita delle papille follicolari al margine della
verga e determinata dell’ eta degli animali , e precisa-
mente in modo, ch’esse aumentano continuamente sino ad
un certo periodo , e si puo quindi dedurre 1’ eta dal nu-
mero delle papille del pene , che esistono. Le primitive
si presentano nel mezzo del margine della verga , al¬
quanto avvicinate alia radice del medesimo ; accanto si
mostrano verso ambe le direzioni i rudimenti di nuove
papille. Le prime distano sempre alquanto V una dall’ al-
tra ; qnalora pero ne sia formata una quantita maggiore,
s’ accostano a vicenda , e guadagnano inallora di piii
nelle dimensioni longitudinali. II massimo numero die si
trova ^ senza che sia visibile un aumento per mezzo di
giovani apparati follicolari in* processo di sviluppo, oscilla
tra le 8 e le Una sol volta osservai nella L. neritoi-
des 49 papille. Questa specie ne possiede oltraccio la
massima quantita, mentre la minima risulta nella L. ob~
iusata. ^ '
La secrezione somministrata da questo apparato di
61
ghiandole pare serva ad agevolare 1’ atto generativo du¬
rante r accoppiamento , nel quale le Littorine perdurano
assai a lungo\, ne si lasciano minimamente sconcertare
nemeno da forti eccitamenti. Comunque sia , la secrezio-
ne viene completamente emessa durante V accoppiamento,
come mi consto dietro molteplici osservazioni. La secre-
zione si forma nei follicoli ghiandolari della periferia ,
che sono forniti di cellule secernent! , e viene condotta
da quest! nella cavita centrale, la quale non e veramente
che un canal deferente per tutti i follicoli periferici, am-
pliato a guisa di serbatojo, ove la seciezione rimane rac-
colta, sinche giunga T occasione propizia per I’evacuazione.
Dalla Zeitschrift filr wissenschaftUche Zoologie di
Siebold e Kolliker, tomo IV. p. 233.
Notizie.
Cromatofori (*) nella Cymhulia,
In una CfmbuUa radiata Q. e G. , il qual animale,
non pria veduto nel mediterraneo , fu raccolto nel 1832
in tre esemplari intorno a Messina, osservarono i signori
Kolliker ed Enr. Muller dei cromatofori, i quali,
come e noto, non vennero sinora scoperti che ne’ cefalopo-
di. Per un accidente essendo caduta la delicata bestiuola da
(*) Ghiamansi cromatofori quelle cellule irregolari, stellate,
sparse tra gli intrecci delle fibre cutance , e conlenenti un' pig-
mento colorato nelle une giallo , in altre rosso , in altre ancora
azzurrognolo o bruno. A norma della varia contrazipne sia delle
cellule come delle fibre , quest! colori sono in vario mode ed in
varia proporzione distribuiti sulla superficie ; d’ onde la variabi¬
lity di colorito nel tegumento. — De Filippi F. , Regno animale,
Milano , 1852 , p. 186.
62
una sufficiente altezza in un bacile piatto ripieno d’aqua,
il suo corpo tonde^giante si coperse sul momento di mac-
chie grandi d’ un bel color di rosa, le cpiali dopo alciini
minuti second! si contrassero di nuovo in piccoli punti
pignientarii bruno-nerastri ; ed il medesimo fenoineno si
ripete , ogni qual volta I' animaletto veniva toccato bru-
scamente, o si scuoteva il recipiente, che lo conteneva;
air incontro non si mostrava il cangianiento di colorito ^
appena che T animale veniva abbandonato a se stesso.
L’ esistenza di cromatofori fu pure confermata dall’ esa-
me microscopicb , istituito dal signor E. Muller ; giac-
che si inostrarono grand! cellule di pigmento , le quali ,
come ne’ cefalopodi , erano circondate a mo’ di raggi da
molte fibre muscolari spiral! ( cellule fibrose ). — I si¬
gnori Muller e Gegenbaur trovarono simili cel¬
lule pigmentarie con muscoli esterni disposti a raggi ,
anche in altri pteropodi ed eziandio negli eteropodi; co¬
me Muller nella Phyllirrhoe, Gegenbaur nella Tiedeman-
nia ed in un pteropode probabilmente nuovo , affine
alia Cymhulm^ le cui natatoje si distinguono per quat-
tro grand! macchie brunastre. — Siebold u. Kol-
liker Zeitschrift u. s. w. IV. p. 352.
F u 1 c r i nelle chiocciole delle Elici.
Nell’ anno scorso il dott. Lea scopri nell’interno della
conchiglia di alcune (9) Elici {Carocolla, Helix, Poly gyro)
degli stati uniti d’ America una colonna addizionale ^ po-
sta a guisa di sostegno ( fulcro ) contro la parete della
colonna della spira e distante dall’ aperture d’ un quinto
0 d’ un terzo d’anfratto. Questo fulcro varia di forma, di
grandezza e di posizione nelle difierenti specie , e puo
ordinariamente essere veduto dal di fuori ad occhio nu*
63
do , quando la conchiglia sia sottile, giovane ; nelia con-
chiglia adulta lo si scorge chiaramente col mezzo d" una
lente , ma senza poterne ben precisare i contorni. Per
ottenere cio , fa d’ uopo rompere la parte della chioc-
ciola , che trovasi vicina al fulcro. Questo in alcune spe¬
cie e una semplice colonna saldata alle pareti della co-
lonna principale, in altre e una colonna compressa o
piatta, che s’ interna nelia cavita della spira. Lea opina,
che esso serva a dare maggior forza all’ ultimo giro di
spira , il quale allargandosi di molto , sembra avere ^ bi-
sogno d’ un sostegno addizionale, specialmente in alcune
delle specie le piu fragili. Se il fulcro e veramente desti-
nato a questo scopo , si dovra riscontrarlo anche in al¬
cune delle Elici europee , giacche in caso diverse , si
potrebbe attribuirne la presenza ad un’ altra causa. —
Journal dt conchfliologie , 4853, p. 206.
F 0 s s i 1 i del terreno neocomiano nelia nuova Granata
( gia Colombia ).
A 1 c i d e d’ 0 r b i g n y in un lavoro sulle pietrifi-
cazioni portate da de Boussingault dalla nuova Granata
e specialmente dai contorni di Santa Fe de Bogata aveva
riconosciuto appartenere esse alia medesima epoca , cui
spettano quelle della parte superiore del terreno neoco¬
miano della Francia , sia per 1’ analogia delle lor forme,
sia per 1’ esistenza di alcune specie identiche in entrambi
i luoghi. Nuove scoperte fatte nelle medesime contrade
della nuova Granata dal generale Gioachino Acosta (*) con-
(*) La scienza in generale e la geologia dell’ America meri-
dionale in particolare fecero una perdila irreparabile per la sua
morte prematura. Appena rilornato dalle montagne della provin-
cia d’Antioquia, ove sulle rire della Magdalena avea raccolto al-
cuni pezzi importanti , una grave malattia lo tolse di vita.
u
fermarono nel modo il piu complete quelle sue osservazioni.
Infatti non sono piu alcune forme zoologiche analoghe
isolate , ma bensi un gran numero di specie identiche ,
che stabiliscono la perfetta contemporaneita della loro
esistenza , e dimostrano, che queste specie, in quella
remota epoca geologica , abitavano simultaneamente e
probabilmente senza discontinuita, i mari dalle regioni
equatorial! dell’ America meridionale si no agli oceani, che
coprivano allora il terrene , oggidi occiipato dalla catena
delle Alpi — Journal de conchyliologle, 4853, p. 2(^8.
Parassiti di alcuni molliischi : a) Doridicola agilu
Leydig.
11 dottore Fr. Ley dig raccolse a Trieste tre indivi-
dui della Doris luguhris , cadaiino de’ quali portava sul
suo corpo air incirca set piccoli animaletti giallognoli. Al-
lorche si voleva pigliarli, essi sdrucciolavano destramente
qua e la sulla superficie della Doris, sinche cacciati final-
mente dalla pelle di questa , nuotavano liberamente nel-
r aqua a modo de’ Cichpi, La loro grandezza e ad un
dipresso d’ una mezza linea; la femmina e sensibilmeute
maggiore del maschio. Questi crostacei parassiti, sinora
unici sui molluschi sono format! da un eefalotorace , da
un addome a quattro anelli, il quarto dei quali, special-
mente nel maschio , e molto dilatato , e da una coda
composta di quattro segment!. Dal disotto della parte an-
teriore del eefalotorace sporgono due antenne setacee ,
formate da sette pezzi. A sei paja ammontano le loro
zampe, 1’ ultimo pajo e atrofico. Leydig ravvisa in questi
crostacei dei Ciclopi, i quali avendo .assunto un modo
di vita parassito, subirono anche i cambiamenti nella for¬
ma a cio necessarii , e si avvicinano quindi ai Caligi. E
gli introduce nel sistema fra quei due generi, sotto il
nome di Doridicola agilis. — Siehold u. KolUker, Zeit-
schrift, IV. p. 377. ( Sara continuato ).
( Dispensalo nel mese di Oltobre )
Pavia. Tip. Fiisi.
GIOUNALE m MALACOLOGIA
1853. N." V.
Sui moUuschi del lemho orientale del Piemonte,
( Gonlinuazione )
Alc^ne os!i»er¥azloni geogs^afieo fis^iche.
Ecco quanto ebbi campo di conoscere circa la fauna
malacologica della frontiera orientale del Piemonte ! ^ e
tali notizie le debbo in. gran parte alle altrui sollecitudi-
ni , specialmenle quelle che riguardano le valli alpine. E
questa regione e percio appunto la meno esplorata, men-
tre la pianura e la piu studiata di tutte. Dopo questa
premessa^ necessaria per poter ben valutare i fatti^ le de*
duzioni ed i confront! passero ad esaminare il raodo ,
col quale i molluschi viventi si trovano ripartiti nelle
varie region! del paese in discorso , ed indi dedurne al-
cune leggi di distribuzione geogralica. Ed in questa se-
guendo i molluschi terrestri norme diverse da quelle, che
regolano la distribuzione degli aquatic! , conviene per
maggiore chiarezza trattargli separatamente.
MoUuschi terrestri,
V esistenza in Piemonte dei generi Arion , Achatina
e Carychium non si noth sinora , che in pianura, e la
presenza della Succinea e del Cyclostoma si verified
5
66
soltanto nella pianura e negli Apenaini. Sparsi pero come
sono quei generi per le valli e le colline limitrofe del
cantone ticinese , del comasco e del parmigiano , nonche
per la Liguria , il Delfinato ed il vallese ^ non v’ e mo-
tivo per credere , ch’ essi manchino a qualcuna delle tre
regioni, che si distinsero nel Piemonte : il piano^, I’Apen-
nino e 1’ Alpe. Lo stesso non si potrebbe pero asserire
con altrettanta certezza dei generi Balea e ClausiLia ,
sinora riscontrati soltanto negli Apennini e fra le Alpi. E
bensi vero ch’ essi trovansi in qualche localita della pia¬
nura lombardo-veneta, come la Balea in Milano e la
Clausilia nel miianese , a Cremona , Man tova e Venezia;
ma la loro comparsa in questi luoghi e eccezionale , e
dovuta a cause puramente accidentali , come sarebbe il
trasporto loro dalle colline colle rocce impiegate nelle
fabbriche di grotte nei giardini ( Bal. fragilis e CL aU
hopustulata, dalla Brianza a Monza e Milano ) , di mura
di circonvallazione , ecc. ( Cl papillaris^ dal parmense a
Cremona, dagli Euganei a Venezia ); oppure 1’ asporta-
zione loro o delle loro uova dai paesi nativi per mezzo
dei fiumi, che poi li depositarono alle lor sponde la, ove
essi arrestano il corso ( 67. itala Mart., dalle rive del
Verbano a Mantova ). Ma per cio appunto non sarebbe
poi improbabile , che quei generi possano rinvenirsi an-
che in qualche localita della pianura piemontese , massi-
me in vicinanza ai colli. Gli altri sette generi terrestri
s’ incontrano da per tulto nel paese in discorso.
I generi Avion , Balea , Carycliium e Cyclostoma
non vi sono rappresentati che da una singola specie ca-
dauno , quelle del genere Helix all’ incontro ammontano
esse sole alia meta del numero totale delle specie terre-
slri (52). Le Bupa sono 4i , le Clausilia 4, i generi
or
Limax ^ Achaiina c Bulimns vengono costituiti, cia-
scuno da 3, c le Fitrma e Succinea , cadauna da 2
specie. Ma iilteriori ricerche in queste contrade varieran-
no le proporzipni di quelle cifre, aggiungendo altri due
generi_, la Pa pula ed il Pomatias , senza pero miitare
la somma delle specie dei generi Succinea , Jchatina ,
Balea , Carychium e Cyclostoma \ come si vedr^ alia
fine di questd paragrafo.
Delle sessantaquattro specie terrestri del Piemonte
orientaie quattordici si presentarono sinora solo nel p i a-
no} avuto pero riguardo alia ..circostanza preaccennata ,
che cioe il piano e la parte maggiormente esaminata di
quel territorio , ed appoggiato ai motivi che verro espo-
nendo 5 oso sostenere, non poter essere nessuna di esse
esclusiva a quella regione. E quanto all’ Arion rufus ,
alle Succ. ohlonga , HeL fulva , hispida ed aculeata ,
Ach. acicula e lubrica , Pupa V enetPii e minutissima
ed al Car. minimiim^ vivendo essi e nell’ alta valle del
Ticino e lungo gli Apennini di Parma, nonche al di la
delle Alpi nella valle del Rodano e per la massima parte
anche in quelle dell’ Isera e del versante meridionale de-
gli Apennini liguri , bisogna pure ammettere , che abite-
ranno anche le interposte valli dell’ Apennino e delle Alpi
decorrenti verso la porzione piemontese della pianura pa-
dana ; a meno che, contro ogni ossservazione , si voglia
negare, che le specie nel distribuirsi sulla superficie della
terra siano procedute progi essivamente, e non gia a sbalzi,
essendo del resto indilTerente, per la piccola estensione qui
contemplata , quale sia il numero dei centri d’ irradiazio-
ne dei varii tipi. Fuori del Piemonte le H. lucida q pyg~
mcea furono incontrate su ambi i pendii delle Alpi , e
68
Y Ach. aciculoides dimora in Lombardia non solo nella
pianura, ma anche lungo le diramazioni montiiose; quelle
specie dovranno quindi riscontrarsi in qualcuna alnieno
delle tre valli alpine, della Toce, delbAgogna o della
Sesia. Ma nelb Apennino forse non compariranno, giacche
non mi consta , che siano state raccolte ne nel territorio
di Parma , ne in quello di Genova. L’ M. pfgmcea viene
pero indicata sulle Madonie nella Sicilia ( Piraiao ) e
V Achatina nel napoletano ( A. Eohenvvarti Rossm. —
Pfeiff. L. ). L’ H, fruticum ha bensi stanza nel Delfinato
e nel vallese ed anche nei monti lombardi, ma non pote
essere rintracciata ne nel cantone Ticino , ne in Valtelli-
na , e nella provincia di Como non si presenta che nei
piani meridionali ed anche quivi rara. Si puo quindi in-
durne , ch’ essa manchera pure alia parte alpina della
frontiera orientale del Piemonte, posta in condizioni geo-
grafico-fisiche analoghe a quelle degli accennati limitroli
territorii. Viene indicata nel parmigiano , ma non veden-
dola enumerata fra le specie liguri , dubito che cola
non viva, se non nel piano, e che quindi anche nei
colli apennini versanti al Po possa verificarsi la defi-
cienza eccezionale di questa specie. Nelle valli occidental!
del Piemonte forse si rinverra, trovandosi, come si disse,
nei vicini paesi d’ oltralpe. — E dal sin qui detto credo
di poter conchiudere, che la pianura non pos-
siede alcuna specie terrestre propria. —
La conchiglia di qualche specie vi riceve pero una im-
pronta particolare. Cosi 1’ H. hispida vi innalza alquanto
la spira, tenendo percio meno aperto 1’ umbilico, al pari
della sorella H. sericea ; questa sviluppa inoltre con
maggiore i apidita i suoi anfratti ed olfre quindi 1’ aper-
tura trasversalmente ovata, mancante sempre di cercine
69
e quindi anche di qiiaiunque callosita ( // badiella Ziegl.
fide Villa), mentrc la varieta , che vive sulle raontagne,
presenta il peristoma tondeggiante e la sua bocca, a mo¬
tive del cerchio e del callo, che la rafforza spesso verso
la columella , tende nell’ interne alia forma quadrata.
Sei specie furono raccolte soltanto sii pei colli del-
r A p e n n i n 0. Le H. o/ivetorum^ hydatina e cctspilnm
appartengono alia fauna meridionale , ma la poca altezza
dei passi dell’ Apennino ligiire permise loro di varcarli e
di stendersi lungo le falde settentrionali del medesimo ,
protendendosi ben anco nella pianura a poca distanza
dalle colline , come e provato della M. ccespitum , e co¬
me si puo presumere delle altre due, le quali nella valle
orientale del Po ricompajono sulla bresciana , ove appun-
to , secondo Gesati , la Oora alpina tocca qiiella del mez-
zodi. 11 Bui. quadrldms deve incontrarsi anche nelle Alpi
piemontesi , occorrendo nelle lombarde , nelle elvetiche
ed anche in quelle del Dellinato. E lo stesso dicasi pure
delle Pupa avena e CL alhopustulata \ solo che queste
sobiscono nelle Alpi qualche mutazione nella conchiglia ,
e vi costituiscono quindi delle varieta diverse da quelle,
che sviluppansi negli Apennini. Gioe in luogo della variety
cornea della P. avena di questi troverai col^ la var.
megacheilos Jan , ed in vece della varieta striata { CL
punctata Mich. ) della CL albopustulata v’ incontrerai
la varieta liscia. E quest’ ultima specie , pei motivi espo-
sti la, ove si ragiono dei generi , potrA riscontrarsi qua
e la anche nella pianura piemontese, e presentarvi ambe
le delte varieta , a seconda che essa si avvicina od agli
Apennini od alle Alpi. — Ed ecco che anche V Apenni¬
no piemontese non offre alcuna specie terrestre ad esso
esclusiva! — Ma oltre le anzidette varieta delle P, avena
70
e CL alhopustulata , gli e propria quella varieta della
IleL nemoralis , che fu chiamata H. etriisca , e che si
distingue per le maggiori dimensioni ( mass. a. 28, d.
35 mill; min. a. 17, d. 23 mill. ), la maggiore consi-
stenza e la superficie evidentemente martellata della con-
chiglia.
Quindici specie si presentarono sinora soltanto fra le
A 1 p i. La V it. diaphana e 1' M. rupestris pero devono
occupare anche gli Apennini piemontesi, giacche la prima
ba stanza nclla Liguria e la seconda nell’ Apennino di
Parma; ma quella vi .presentera difficilmente la var. gla-
cialis, perche gli Apennini di queste contrade rimangono
di lunga pin bassi deile altezze , aile quaii comparve si¬
nora quella varieta ( a 2300 m. ). Yi si potra pure rin-
Iracciare qualche varieta della H. zonata e della CL du-
bia , avendole Berte raccolte negii attigoi Apennini parrni-
giani. Le undid spede, che ci rimangono e che sem-
brano essere e s c ! u s i v e d s 1 1 e r e g i o n i alpine,
sono ; Hel. glabra , nitens, angigyra, nautili for mis, ar-
bustorum , Pupa vertigo, antivertigo, Sempronii , Fer¬
rari, CL plicata e hadkensis. V H. angigyra pero, tra-
sportata nel piano lombardo ( Monza, Milano) assieme alia
roccia , sulla quale dimora nelle colline circostanti, \i si
propago. Ma siccome essa, non viveodovi che su quella
roccia o su altre consimili , vi si conserva tuttora rupi-
cola , e la sua propagazione nel piano non ^ quindi iili-
mitata , non si puo asserire, avere essa perduto il carat-
tere essenziale di specie f)ropria aile Alpi ( meridionali ).
Potra pero essere sorpi esa anche in qualche localita della
pianura piemontese in compagnia della Balea e della CL
alhopustulata , deile quaii si parlo pin addietro.
Dodici specie si moslrarono ed in p i a n u r a e sui colli
7i
a p c n n i n i. Ma sette di esse, cioe il Lim, agrestis, le
Vitv pdlucida , Sticc. amphibia , Eel. car thus ianella ,
pulchella e candidula, ed il Bui. tridens, sono ovvie in
tutti i versanti delle Alpi e segnataniente poi nel ticinese
e nel comasco , non v’ e quindi alciin niotivo plausibile
per credere, che possano mancare nelle Alpi piemontesi.
E per le medesime cause dovranno pure avervi stanza
V H. cinctella e neglecia ed il Cyclostoma elegans ; ma
amando quest! un clima mite, si arresteranno ai colli ed
air entrata nelle valli, od internandosi in queste, di poco
s’ alzeranno dal loro fondo. Quanto al Crclostoma giova
poi avvertire, ch’ esso non abita la pianura se non a
piccole distanze dai colli e dagli scaglioni de’ monti, per
cui a stretto rigore non dovrebbe avere il suo posto fra
le specie abitatrici del piano. Che il Lim. variegatus e
r H. lucoru7n possano giungere sino alle Alpi piemonte¬
si , e cosa molto dubbia , perche sono specie meridional!,
che varcando i bassi Apennini calarono nella nostra pia¬
nura , e dovrebbero quindi seguire ad un dipresso I’an-
damento delle loro compagne, le H. olivetorum , hydatina
e ccespitum.
Quattro specie dimorano e nella pianura e nelle
valli alpine. In queste ultime una di esse, Y H. incar-
nata , prende qualche volta una forma un po’ conica ed
arma d’ un callo il cercioe deli’ apertura della sua chioc-
ciola, vicino alia columella, per cui alcuni (Porro, Villa)
credettero di riconoscervi 1’ H. monodon Ferussac. Dices!
che \ H. incarnata viva negli stati parmensi; esiste pure
una var. apciinina Meg. della H. strigella ; sembrerebbe
quindi che queste due specie possano campare anche
lungo le diramazioni settentrionali degli Apennini liguri.
Ed oserei quasi argomentare lo stesso delle altre due ,
72
r H. sericea e la Vupa pygmcea , quantunque non mi
consti ancora , che siano state rinvenute almeno nei paesi
attigui a quei colli, e posti in condizioni orografiche ad
essi analoghe. La priraa viene pero indicata come indige-
na del napoleiano ( Costa ) e la seconda delle Madonie.
( Sara continuato )
Dell' Ectocotile.
^ . Sembra che fin dalla piu remota antichita si avesse co-
noscenza della perdita, alia quale qualche cefidopode an-
dava soggetto , di uno tra le sue braccia ; ma alcuni opi-
navano che 1’ animate nell’ inverno se lo divorasse per
fame , altri che gli ^enisse divelto da qualche grosso pe-
sce, A r i s t 0 t i 1 e (i) fu il primo , il quale accennando
all’ uso delle braccia dei cefalopodi, attribuisse al braccio
ectocotiliforme , che distinse come il piti pontuto, quello
di service all’ atto copulative.
Nel 4825 il prof. Delle Chiaje (2) descrisse e
figure quale elminto, un parassito che rinvenne fissato al
corpo deir Argonauia, ed abbenche presen tasse desso la
proprieta non comune agli altri vermi , di possedere un
doppio range di ventose , rifuggendo dal creare un ge-
nere nuovo, lo ascrisse al Tricocephalus di Rudolfi, costi-
tuendone la specie acelabularis, ®
Qualche tempo dope, Laurillard osservo a Nizza
suir Octopus graiiulosus Lam. cinque esemplari del pa¬
ll) Historiee animalium lib, IV. cap. I. 6 , lib. V. cap. V. 4.
(2) Memoria sulla storia e notomia degli aoimali senza verte-
bre del regno di Napoli. 1825 pag. 223 tav. XV5 fig. 4. 2.
75
rassito , da Cuvier (4) in appresso nominato Ueclocoty-
Jus Oclopodis , appcsi all’ imbuto della femmina , ed iino
col capo nascosto in una vescica, d’ ondc sporgeva il re-
sto del corpo , che di Icggeri si sarebbe confuso colle
braccia dell’ Octopus \ mentre al di d’ oggi a noi e facile
comprendere , che X Octopus che lo portava , non era
che un maschio col braccio ectocotiliforme in atto di sor-
tire dalla borsa , nella quale qucsto aveva avuto forma-
zione.
Cuvier descrivendo si esternamente come anatomi-
camente il novello suo elminto , gli assegno una borsa
ed uno stomaco , ne descrisse il sistema muscolare , as-
segnando al filamento che noi conosciamo sotto il nome
di flagello 1’ ufficio della riproduzione.
Pill tardi Costa di Napoli (2) publico delle osserva-
zioni suir ectocotilo Argonaut a , che credette uno
spermatoforo , e descrivendolo e figurandolo assai male ,
rappresento il sacco del flagello come una porzione di
pelle superflua, ed il flagello come diviso in due all’ estre-
mita, ritenendone le circonvoluzioni per altrettante mac-
chie generate da vasellini ravvolti a spirale. In seguito
I) u j a r d i n (3)^ abbenche abbia collocato il geriere ecto-
cotile tra i trematodi , pure sospetto che pote^se essere
qualche braccio d’ un altro cefalopode della stessa specie
e che potesse servire alia fecondazione; e fa egli il pri-
mo che abbia parlato di un condotto , scorgibile sola-
mente grazie 1’ azione dell’ alcool, che ne coagulava il
(1) Annales des sciences naturelles tome XVIII pag. 147.
(2) Annales des sciences naturelieS; seconde seric , tome XYl
pag. 184.
(3) Histoire naturelle des Helminthcs ( Suite a Buffon 1848 )
pag. 481.
74
conteniito. E cfuesto egli disse essere composto di fila-
menti bianchi analoghi agli spermatozoi de’ cefalopodi.
Nel 4842 Koelliker avendo scoperti nel mare di
Sicilia sopra molte femmine ileXV Argonaut a I’ectocoti-
le , che Oelle-Ghiaje aveva anteriormente descritto , ed
aveniione trovata una nuova specie siil Tremoctopus vio-
laceus D. Ch. , fece mutar periodo alia storia di questo
corpo. Egli, fondandosi sulle osservazioni da lui fatte sulla
struttiira del preteso elminto , asseri che questi non era
altro che V individiio mascolino della specie su cui lo
rinvenne, lo sviluppo del quale non aveva per anco
raggiiinto il suo termine. Trasmise in allora a Si eh old
qiialche esemplare degli ectocotili da lui trovati ed il ri-
sultato de’ suoi lavori in proposito ; e questi abbenche
non si accordasse troppo seco lui rapporto alia struttura
deir ectocoliie , pure abbraccio la sua opinione circa il
significato fisiologico di questo^ e credette poi opportune
di inserirla nell’ eccellente suo trattato di anatomia com-
parata degli invertebrati, che in allora stava compilando.
In una memoria assai estesa che Koelliker publico nel
4849^ egli appoggia la sua asserzione di ritenere 1’ ecto-
cotile per 1’ individuo maschio di alcune specie de’ cefa¬
lopodi , sulle rassomigiianze e le corrispondenze di strut-
tiira^ che riscontrava tra gli ectocotili ed il corpo de’ ce¬
falopodi in genere. L’ averli trovati isolati e semoventi ,
la presenza in essi delle ventose, delle cellule croinatofo-
re , di un sistema nervoso provvisto di gangli , di un
cuore j di un sistema vascolare, di pretesi filarnenti bran-
chiali , infine lo sviluppo a si alto grade dei loro organ!
generator!, unitamente alia perfetta identita degli element!
istologici , furono argornenti che lo indussero a fondare
la sua novella teoria , dichiarando false tutte le ipotesi e
le credenze che i suoi antecessori avevano su tale og-
getto pronunciate.
Ecco quanto rai venne concesso di raccogliere intorno
alle discrepanze ed alle asnbagi^ nelle quali versarono i
naturalisti ed i fisiologi rispetto alia storia della riprodu-
zione di alcuni fra i cefalopodi ; in fino a che le osser-
vazioni di Yerany addiniostrarono non essere altro
r ectocotile, che la parte csterna dell’ apparecchio maschi-
le, la quale, veniva a staccarsi dall’ individuo ai quale
apparteneva , per passare alia ricerca della femmina cor-
rispondente , onde renderla feconda.
( Sara continualo )
liwista.
G r e d I e r Yincenz Maria — Eemerkungen iiber eini-
ge Conchylien der Gattungen Pupa und Vomatias ( Os-
servazioni sopra alcuoe conchiglie dei generi Fupa e
Pomaiias ).
Estratte dal terzo programrna del ginoasio superiore di Bol¬
zano , 4853, in 8.®; pagine otto.
Nella introduzione a questa niemoria Y autore, non
tanto intento ad istituire nuove specie, quanto a ben de-
terminare ed emendare specie gia descritte , nia cono-
sciute solo incompletamente , si pone come guida nelle
sue ricerche la seguente massima. Nel genere Pupa il
numero dei denti e dei calli ora e maggiore dell’ordina-
rio , come in alcuni individui molto vecchl , e deve ri-
tenersi effetto di una anomalia, ora e minore, come ne-
gli esemftlari non ancora adulti, e deve appiinto atlri-
76
buirsi alio stato di giovinezza dei medesimi. Ma quando
questa giovanile imperfezione in certe condizioni si raan-
tiene costante in una determinata specie, mentre la me-
desima posta in altre circostanze, negli individui non pe-
ranco maturi presenta diggia la completa dentatura, al-
meno rudimentale; alia prima forma si compete il valore
di semplice varieta ed alia seconda quello di specie nor-
male (^).
Gio premesso egli passa in rassegna tre specie di Pt^pa,
la P. triplicata Stud., la P. Strobell Gredler e la P. Sem~
pronii Gharpentier. Accettando V opinione di Strobel ( ma-
lacologia trentina), Gredler non riconosce nella P. higra-
naia Kossm., die una varieta della P. triplicata, rimasta
al grado di semiperfezione , ossia proveduta di soli due
denti. Egli distingue inoltre nella medesima specie altre
forme meno complete della P* bigranata , cioe coll’ aper-
tura unidentata ed edentiila. La P. triplicata colle diverse
sue variazioni fu da lui raccolta a Dolsach nell’ alta valle
della Drava , a Klausen ( Ghiusa ) nella valle delL Isarco
(*) Ma si rifletta, non esistere in natura di determiDato cbc
gli individui j le varieta e le specie, al pari dei generi e delle
altre division! adoltate nella classificazione scientifica, non so-
no per ora che pure astrazioni , necessarie per facilitare col-
r indiizione la conoscenza degli esseri e delle leggi , che li
regolano. E come per varieta si deve imagmarsi il complesso
di tutti gli individui aventi determinati caratteri di somiglianza ;
cosi 1’ idea di specie deve comprendere in se tutte indistintamente
le varieta, che rassomigiiandosi tra loro per altri caratteri piu
generali, si distinguono da tutti gli altri esseri; e cosi via dei
generi j delle famiglie , ecc. Non esistono quindi , come sembre-
rebbe ammettere 1’ autore , forme varieta e forme specie , ma
quanto egli cbiama specie e la varieta piu perfetta, la quale al pari
delle meno perfette concorre cssa pure a costituire la specie.
77
ed a Bolzano, paesi del Tirolo di (jiia del Brennero; ne'
primi due luo^hi sullo schisto argilloso ed a Bolzano siil
porfido. — La P. Stroheli rappresenta la P. minutissima
Hartin. giunta al massimo dello sviluppo , cioe con tre
denti , uno sulla parete deir apertura, immerso, iino pic¬
colo alia columella ed uno nel palato in forma di goccia.
Coerentemente alia massima professata nell’ introduzione
r autore ritiene questa forma per la specie normale , ora
soltanto scoperta , le da percid un norae e le subordina
come varieta le altre forme sinora conosciute , cioe la
P. minutissima e la P. costulata Nilsson {*), Le varieta
(*) Dal priocipio esposto nella precedeote nota segue, che il no-
me dato alia specie e un nome collcttivo, che abbraccia tulte le
variety, e percio ritengo , che a qualunqne forma , perfetta od
imperfetta, d’ una specie sia slato impartito per la prima un qua-
lunque nome , queslo debba essere rispettato come nome speci-
fico , cui tutti quelli , che venissero imposti in seguito a forme
anche piu perfette della medesima specie , devono essere subor-
dinati come nomi di varieta: giacch^ 1’ idea della specie, comun-
que imperfetta, pure non d piu nuova , e non ha bisoguo di es¬
sere creata, ma solo di venire ampliata. Ed il bisogno di proce-
dere in tale modo si fa di giorno in giorno maggiormente senti-
re, in quantoche il cumulo dei nomi e dei sinonimi va continua-
mente ammassandosi , o genera un vero caos, un impaccio quasi
insuperabile per chi, non facendo suo scopo il gretto studio delle
forme, vuole da esso, come da punto di partenza iodispensabile,
passare a quello veramente scientifico delle leggi; cui adunque la
stabilita della nomenclatura e un assoluta necessita. Giacche in-
iroducendo nella scienza le nuove forme sotto il nome piuttosto
di variety, anziche di specie, si rende possibile la conoscenza
approssimativa delle medesime anche a chi le vede per la prima
volta semplicemeote citate ; venendo il nuovo nome preceduto
inallora da uno gi^ noto. E questa cognizione approssimativa del
valore di questo nuovo nome forse basta a’ suoi bisogni e lo eso-
nera dallo scartabellare piCi oltre e" con perditempo qualche volta
78
meno complete ora portano due denti , uno sulla parete
deli’ apertura ed uno nel palato , ora uno solo o sulla
prima o nel secondo, ora sono totalmente prive di denti.
Nel Tirolo cisalpino la specie si estende per le valli del-
r Isarco e dell’ Adige da Klausen sino a Salorno , com-
presa la valle laterale di Tiers , dimorando suilo schisto
argilloso , sul porfido , sulla dolomia e sul calcare, ed
ascendendo verticalmente (pel monte Tschaffon) sino a
5000'. — La P. dihicida 1a. fu scoperta da Stentz jun.
sulle rocce vicino al castello di MauUasch nei contorni di
Bolzano. Oltre alia forma sdentata di qiiesta specie ^ co-
nosciuta da Ziegler , 1’ autore nelle medesime localita ne
trovo una col dente rudimentale sulla parete dell’ aper¬
tura. Ora la P. Sempronii Gharp. non differisce dalla
P. dilucida che pel dente distinto posto sulla parete del-
r apertura e congiunto ai margini di questa mediante un
callo , spesso discontinuo ; quindi Gredler riconosce nella
P. Sempronii la forma piu perfetta della specie, cui la
infruttuoso. Si aggiuoga infine quanto sia disobbligante lo scar-
tare il nome imposto ad una specie da chi la scopr'u — Golui che
volesse approfondire di piu la quistione , legga la critica dettata
da Petit ( Journ. de conchyl. 4853 p. 200 ) a proposito della so-
stituzione del nome Ancylus Janii a quello di A. capuloides Jan,
eseguita da Bourguignat pel solo motive, che la desinenza in oides
e contraria alle leggi di uomenclatura stabilile da Linne. — Men-
tre quindi mi professo sommamente tenuto al signor Gredler per
la cortesia usatami nel dare il mio nome a quella Pupa, mi
permetta pure cbe rifiuti francamente di accettarlo come nome
specifico, ma che io subordini a quello gia noto di P. minutissi-
ma Hartm. ; cui , non comprendendo la frase di Hartmann la
forma scoperta da Gredler, apporro per maggiore precisione la
convenuta formula emendata ( a Gredler ).
Strobel.
79
P. dilucida fa passaggio mediante la delta variety col
dente rudimentale , e propone quindi di unire la P. di¬
lucida come varieta alia P. Sempronii. L' autore la tro-
vo nelle fenditure delle rocce pordriche sul versante bo-
reale del monte Virgl presso Bolzano , ove vive fra
la Barhula crispa in compagnia delle P. pygmcca e Siro-
beli e della Balea fragilis. — Le P. umhilicata Drap. ,
nmhilicus Roth, Sempronii e Netimeyeri Riist. essendo
provedute neilo stato di massima perfezione d’ un dente
sulla parete dell’ apertura , formano percio un gruppo
distinto.
Da E. A. Bielz Y autore ebbe varii esemplari d’ un Po-
matias raccolti nei dintorni di Rivoli , che nell’ habitus
rassomigliano perfettamente al P. scalarinum Villa. Ma
la loro costolatura ne differisce in cio, che delle costicine
sottili bruno-grige alternano con delle coste rialzate blan¬
che per modo, che queste racchiudono di rado due delle
prime. Gredler crede di ravvisare in questo Pomatias il
P. macnlatum di Philippi e riportandosi alia frase data
da questo , gli impartisce il nome di P. Philippianum ;
lasciando per ora indeciso se costituisca una specie di-
stinta, oppure se sia il passaggio dal P. scalarinum a!
P. maculatum Drap. nec Philippi.
Notizie.
F 0 s s i 1 i del terreno carbonifero della niiova Scozia.
Nel settembre d852 G. L y e 1 1 e J. W. Dawson
esaminarono nuovamente gli strati carboniferi di South
(*) Tutte e tre le dette forme trovansi anco in Lombardia ,
e convive con esse in varie locaiita una forma d’ un terzo piu
alia , piu consistente e di colore brunastro ( P. Villce Gharp. )
80
Joggins nella nuova Scozia , a fine di poter scoprire le
circostanze, che vi favorirono la conservazione d’lm gran
numero d’ alberi fossili a difFerente livello ed in posizione
verticale, fatto assai raro specialmente nel terreno carbo-
nifero dell’ America settentrionale. Essi desideravano altresi
rivedere la Stigmaria , considerata qual radice della Si-
gillaria , e verificare le differenze fra i deposit! che in-
viliippano gli alberi ancora ritti , e quelli che gli riem-
piono. Esaminando questi vi trovarono degli avanzi di
felci 5 di Flabellarie , di Sigillarie , di Calamiti e di
Stigmarie. 'Nel tronco d’ uno degli alberi . fra un aggre¬
gate composto di piccole ossa , di frammenti di legno
carbonizzato e d’ iina materia pietrosa di colore scuro ,
poterono discernere una piccola conchiglia, pertinente ad
iin mollusco terrestre del gruppo delle Pupa e Clausilia,
e varii avanzi d’ossa, che A¥ynam ed Owen riconobbero
avere appartenuto ad un batracio vicino ai Menobranchus
ed ai Menopoma , i quali abitano attualmente i fiumi ed
i laghi deir America settentrionale. — Bibliotheque uni-
verselle de Geneve. 4853 tome XXIV, bulletin scientifi-
que pag. 92.
Alla pagina 46 di questo giornale venue preci-
sata la dimora del Caryetotm spelaeam nella grot-
ta di Adelsberg. Per chi volesse cold recars i in
cerca di cpiel mollusco ^ sard caro il sapere ^ che
ii dotl. Adolfo Schmid I publico una guida scien-
tif ICO- economica alia delta grotta ed alle vicine ca-
verne del Carso sotto il titolo : Wegiveiser in die
Adelsberger Grolte und die benachbarten Holden
des Karst. Wien, Sommer, 1855 ^ in 16.^ con tre
tavole litografate rappresentanti la pianta delle
grolte di Adelsberg , Planina , Lueg e Magdalena.
( Dispensato nel mese di ottobre )
Pavia. Tip. Fusi.
GIORNALE DI MALACOLOGIA
4853. N.“ VI.
Sui moUuschi del lembo orientale del Piemonte.
( Gonlinuazione )
La presenza nel Piemonte delle H. ohvolnta , ciliata ^
carlhusiana, Pupa frtmientiim e Bal. fragilis non si
manifesto sinora che negli A p e n n i n i e nelle A 1 p i.
Rispettb alia Balea pero si richiami alia mente V osserva-
zione fatta parlanclo del genere, il quale nell’ alta Italia
non e rappresentato che da quell’ unica specie. Lungo le
pendici meridionali delle Alpi piemontesi le sole rive in-
feriori , tiepide del Verbano sembrano *aver potuto acco-
gliere eccezionalmente V H. carthusiana, specie piuttosto
meridionale, che tanto lungo quelle rive, quanto negli
Apennini liguri rimane molto piccola e da alia conchiglia
una forma piu globosa, che non abbiano gli individiii del
basso piano lombardo e delle provincie venete, parmensi
e toscane. ’ Dalle sponde del Yerbano e dell’ attiguo lago
di Yarese !’ H. carthusiana fu trasportata dai fmmi nel
territorio di Milano ( Stabile ) , e dal parmigiano s’ estese
alia pianura meridionale di Cremona ; si puo quindi de-
durre che sia calata anche nel piano del Piemonte. La
Pupa granum venue raccolta nelle alluvioni del Ticino,
quindi deve abitare le Alpi , d’ onde appunto esso fiume
proviene. Ma fu pure trovata ne’ sediraenti del Po , il
quale riceve anche i torrenti dell’ Apennino ; e siccome
6
82
questa specie vive eziandio nel Nizzardo ^ cosi riten-
go che abbia stanza anche nei nostri Apennini. Questa ,
la Fu]ia frumeritum e le H. ciliata ed obvoUita sareb-
bero percio specie proprie delle localita
m 0 n t u 0 s e. La P. fru^iieninm salita ad una notabile
elevazione sopra il livello del mare rimane atrofica , cioe
non sviluppa che molto imperfettamente le pieghe del-
Tapertura della chiocciola , e resta molto piccola^ var.
minor Rossraaessler.
Le rimanenti sette specie : him. cinereus , Hel. cella-
ria 5 rotundata , nemoralis , e pomaiia , Buh ohscurus
e Fupa margmaia , popolano promiscuamente
il piano , il colle ed il monte. \J H. cellaria pero por-
tandosi verso mezzodi mostra una tendenza ad innalzare
gli anfratti della conchiglia, restringendone per conse-
guenza V umbilico, al pari delle H. hispida e sericea ,
ed a svilupparne piu rapidamente la spira , come V H. se¬
ricea ; per cui foggiasi nella U. nitida Drap. , accostan-
dosi nella forma in modo singolare alia H. glabra delle
Alpi. Id H. nemoralis ^ come venne gia avvertito, giunta
dal piano ai piedi delL Apennino , variando nelle dimen-
sionij nello spessore e nella superficie della chiocciola ,
vi costituisce la var, etrtisca.
Le specie terrestri rinvenute nella pianura sommereb-
bero a 37 ; quelle riscontrate sull’ Apennino a 5i , e
quelle rintracciate fra le Alpi a 52. Avuto perb riguardo
alle rettifiche sin qui eseguite, basate sulle molteplici os-
servazioni di oltre dieci anni fatte nella vicina Lombardia,
queste cifre verrebbero a subire un notevole cambiamen-
to. Alle specie del piano si aggiunsero piu sopra dubita-
tamente le seguenti 7: Hel, olivetor^im, angigyra^ car-
83
thusiana , hfdatina , mspitnm , BaL fragi/is c 67. al-
hopustulata , e si detrasse il Cyclostoma , e cosi esse
ascenderebbero tutt’ al piii a 43, ossia a 0,678 ^due.
terzi ) del numero complessivo delle specie raccolte nel
Piemonte orientale, che ammoritano a 64. Al piano manca-
no quindi 21 specie. La somma ‘di quelle degli Apennini
fu portata a 47 mediante 1’ aggiiinta di ^6 specie; e
forse si potrebbe aumcntare ancora d’ altre 6 , cioe delle
TL lucida, -pygmcca, sericea , friiticum , Jch. acicnloi-'
des e Pupa pyg7?icca , fissandola per tal guisa a 53, os¬
sia ad 0, 828 ( piu di ire qiiarti ) del novero totale. Le
44 specie, delle quali T Apennino risiilterebbc deficiente,
sarebbero quelle , che si mostraroiio esclusive della re-
gione alpina. La somma delle specie di questa contrada
venne accresciuta di 27, ossia di quasi altrettanto, e por¬
tata quindi a 59, che eqiiivale a 0,922 del numero com¬
plessivo. Le 5 sole specie, che non sembrano camparvi,
sono il Lim. variegatus e ie H. olivetorum , hydatina ,
ccespHum e Incorum ^ specie del mezzodi, le quali ec-
cettuata V H. emspitum , che non si scosta dall’ Apenni-
no , nelle nostre Alpi non ricompajono, che sui pendii
bresciani, ove 1’ ampiezza della valle padana lascia libero
il passo ai venti caldi dell’ Adriatico ed ammette una vege-
lazione meridionale. Dalle cose predette seguirebbe, che
la p i a n u r a e 1 a parte p i u p o v e r a i n s p e-
cie terrestri e TAlpe la piu rice a. L'Apen-
nino potrebbe pero contendere con questa e fors’anco
superarla, se quella parte di esso, alia quale si limita
il presente studio, non fosse tanto riarsa e povera d’ aque,
eppercio priva d’ uno degli, elementi indispensabili per la
vita della plurality dei molluschi.
V H. rupestris e la Pupa avena non dimorano che
sul calcare e raramente anche sull’arenaria. De\h P. gra-
nu7n non furono scoperte che le spoglie nelle alluvioni
del fiiimi ; quindi non si puo con sicurezza determinare
quale roccia dei raonti liativi prescelga a sua stanza. Es-
sendo pero della famiglia, cui appartiene la P. avena ,
giova supporre, che avra con questa comuni le abitudini^
cosicche vaghera essa pure per 1^ I'occe calcaree e le
miste. Le H. angigyra , na^itiliformis, ciliata e zonata
il Bui. quadridens e le Pupa Sempronii e Ferrari abi-
tano tanto sulle rocce calcaree , che sulle miste e sulle
silicee. L’ H. pygmcea non s’ incontro sinora che sulle
rocce silicee e sui lerreni di trasporto , ma dovra mo-
strarsi, come altrove , anche sulle rocce calcaree e sulle
miste. E su entrambe queste qualita di rocce nonche sui
terreni di trasporto si presentarono il Lim. variegatns ,
le U. olivetorum, hispida , carthusiana ^ hydatina ^ cin~
della, ccespitum, negleda e lucorum , \ Ach. aciculoi-
des ed il Cycl. elegans , e queste specie^ meno 1’ FI. hi-
spida , amando un clima mite , e qualcuna un clima
benanche caldo , non possono internarsi nelle Alpi del
lombardo-veneto a segno di toccare le rocce silicee. Ma
se cio avvenga o no nel Piemonte , non appare. Le
rimanenti 42 specie compajono indistintamente su tut-
te le qualita di terreno. — Quanto alle varieta ac-
cennero solo . che la var. picea della FI. arhusto-
rum non si sviluppa che sulle rocce silicee, mentre che
la var. alpicola si forma soltanto sulle calcaree; la fra-
gilita e trasparenza della prima, la compattezza ed opa¬
city della seconda devono quindi essere attribuite alle
mutate condizioni geognostiche delle loro dimore.
85
Adunque nel Piemonte orientale s n 1 1 e r o c c e c a 1-
caree ed anchesulle iiiiste possonovi-
V e r e t ii 1 1 e (64) le sue specie terrestri,
un numero molto minore (54) puo aver stanza sul ter¬
rene di trasporto ed il minimo (51) campa sulle rocce
silicee. Qualora pero non si voglia attenersi soltanto ai
risiiltati delle indagini limitatamente istituite nel Piemonte,
ove la parte meno esplorata e appunto quella , in cui le
rocce silicee occupano le maggiori estensioni , ma si vo-
glia tener conto anche delle osservazioni fatte in altri
paesi deir Italia superiore ^ risulterebbe, che fra tutti i 1
terreno di trasporto conta il numero
minimo d i specie t e r r e s t r i. Ed eccoci giunti
per un’ altra via alia conferma di due leggi pin sopra
stabilite, che cioe i.” la pianura e la parte pin povera in
specie terrestri, e cio appunto perche dessa non e for-
mata che da terreni di trasporto, in cui quelle scarseg-
giano, e mancano le specie proprie alle varie rocce; 2.°
che nessuna specie e esclusiva della pianura, perche tutte
quelle che possiede, possono occupare anche le rocce cal-
caree e le miste , le quali concorrono a formare i colli
e gli scaglioni delle montagne che la cingono. E questi
colli e questi scaglioni debbono per cio essere i piu ric-
chi in specie terrestri, e se il tratto dell’ Apennino con-
templato in questo saggio non si presenta come tale, ne
venne piu in addietro indicate il motivo particolare. Se
le vette de’ nostri monti primitivi offrono pochissimi mol-
luschi , cio non e gia dovuto alia qualita della roccia ,
raa alia elevazione loro ; anche le alte cime calcaree non
ne sono ricche e per la stessa causa.
La somma totale delle specie terrestri riscontrate sulla
86
frontiera orientale del Piemonte (64) potra cssere aumen-
tata di iin buon terzo median te iilteriori diligenti ricer-
che in quelle contrade.
E primieramente neil’ A p e n n i n o si troveranno le
H. conspnrcala Drap , aspcrsa Miill. e CL papillaris
Drap., inccle della Liguria e del parmigiano, d’ onde si
estesero nel S, E. della pianura lombarda, facendosi com-
pagne alle H. olivelortim , carthnsiana , hfdaiina e lu~
coriim. La Pupa cinerea Drap. , che insieme alia Claus,
papillaris venne per crrore di stampa accennata dai Villa
come abitatrice delle nostre Alpi, dimora (secondo Berte)
negli Apennini di Parma , e nel genovese ; potrebbe
qiiindi darsi , che venisse rintracciata anche nelT Apenni-
no piemontese. Esisle im Bi^L apenninus Jan; non essen-
do precisata la iocalita degli Apennini, scelta per sua di-
raora , si puo pure snpporre, che viva di qua della Li¬
guria.
Tra le A 1 p i occorreranno la Vitr. tlougala Drap. var.
pyrenaica Fer. , le H. nitidosa Fer., ruderata Stud.,
holoserica Stud, e hyalina Fer., le Pupa umbilicata
Drap. , triplicata Stud, e pagodula Des Moul. , le 67.
plicatula Drap. e parvula Stud, ed il Po7naiias macula-
turn Drap., specie che abitano lungo la frontiera N. 0.
della Lombardia o nel cantone Ticino, e di la delle Alpi
nel vallese e nel Delfinato ; le prime tre Ridix e la CL
parvula lungo le vette dei monli e le altre da posizioni
meno elevate sino quasi alia pianura, e la Vitrina e la
CL plicalula eccezionalmente benanco in questa (a Mon¬
za, trasportate dalle vicine colline colie puddinghe impie-
gate nella costruzione delle grotte nei giardini ). Gli
Arion suhfuscus Fer. ed horteiisis , il Lhn. cinctus
Miill.?, I’ M. pcrsonata Lam., il BuL monlanus Drap. ,
87
la Pupa dolium Drap. e le 67. gracilh Pfeiff. C. e bi-
dens Drap. furono trovate tanto nelle Alpi centiali della
vallata del Po, quanto oltre I’Alpe per le valli del Pioda-
no e deirisera; V H. glacialis Tom. si rinvenne e sul-
r Orteglio e sul Cenisio, e nell’ Elvezia. Qiieste specie do-
vranno quindi presentarsi in tutle od almeno in qiialcuna
delle valli della Toce , deli’Agogna e della Sesia , poste
fra quelle contrade.
Si raccoglieranno tanto sugli A p e n n/i n i quanto fra
le Alpi il hims margin aUis Drap., V H. cingiilata. Stud,
le Pupa dolioltim Drap. ed edentula Drap. , la Ch Stro-
hel Porro (1847, Cl. Gharp. 4852 ) e la Pupu-
la lineaia Drap. , specie abitatrici dell’ Apennino ligiire o
del parmense, dei rnonti comaschi e ticinesi e, meno
V H. cingulata e la 67. Strobel , anche delle valli di la
delle Alpi occidentali. 11 Bnl. radiatus Brug. e la Pupa
biplicaia Mich, abitano. gli Apennini di Parma e le dira-
mazioni orientali delle Alpi di Lombardia, ma al pari della
H. frziticum , non furono mai osservati ne nelle valli
deir Adda, ne in quelle del Ticino; percio, mentre si do-
vra ammettere, che vivano negli Apennini del Piemonte,
si dovra d’ altra parte dubitare fortcmente di poterli in-
contrare nelle valli orientali delle Alpi piemontesi.
Le H. ' cTfstallina , Miill. , striata Drap. e cincta auct.
dovranno presentarsi e fra le A 1 p i e per gli Ape n-
n i n i e nella p i a n u r a, perche si rinvengono tanto sui
colli del genovesato e del parmigiano , quanto nel piano
e sugli ultimi scaglioni dei monti lombardi , e la prima
eziandio sulle raontagne ticinesi.
II numero totale delle specie terrestri , che presumibil-
mente occorreranno lun2:o il lembo orientale del Piemon-
te, polra quindi essere portato a 100 specie, ossia a due
88
terze parti circa della somiiia coniplessiva delle specie
indigene nell’ intiera valle del Po od alia Italia, che sten-
desi tra le Alpi e gli Apennini dal Monviso a Fiume, dal
Brenner alia Cattolica. Quelle specie risultano ripartite in
44 generi , come segue: Arion 3, Limax 5, Vitrina
3, Snccinea 2, Helix 44, Acliatina o, Bulimns 6,
Pnpa 49, Balea 4, Clatisilia 40, Carychium 1, Pu~
pula 4, Pomatias 1, Cyclostoma
H H. Preslii Schm. var. nisoria Rossm. sembra tocca-
re il suo limite occidentale nella Valgana presso Varese,
r H. tigrina Jan presso Bellagio sul Lario, 1’ H. Candida
Z. et Porro nel mezzodi del comasco e la CL dyodon
Stud. var. comensis Shuttl. a Tramezzo sul lago di Co¬
mo , e non presentandosi desse nel cantone Ticino , non
ardirei supporre, che possano mostrarsi nel Piemonte
orientale. Ad occidente pero si potra forse scoprire qual-
che forma, che rappresenti le R. tigrina e CL comensis
0 che segni il passaggio da esse alle sorelle H. Fonte-
nilli Mich, della valle dell’ Isera e CL dyodon Stud, della
valle del Rodano.
La var. nilidula Fer. della R. niiens, e la varieta al~
picola Charp. e la comune della H. arbustorum debbono
essere indigene nel Piemonte orientale, la prima tanto
suir Apennino quanto all’ Alpe , perche vive si nello stato
parmense che nella provincia di Como e nel cantone val-
lese ; le altre solo sulle Alpi , perche non si raccolsero
nei paesi limitroli , che nei contorni di Airolo , Aosta ,
Bex e Grenoble.
( Sara conlhiuato )
89
Fiivisln
' L a n g e r Karl — Vorlaufige Mittheilung iiber ein ca-
pillares Gefass -System der Teichmuschel ( Comunicazione
preliminare sopra un sistema di vasi capillari hqW J no-
don t a ).
Letta air academia delle scienze in Vienna nel marzo 1853 ed
inserita nei rendiconti delle sue sedate lomo X. pag. 432, giugno.
Si ammette quasi generalmente (1) , che negli acefali
le arterie perdono le loro pareti e che il sangue circola
liberamente entro gli organi e fra i medesimi , negando
assolutamente la presenza in quegli esseri d’ un sistema
di vasi capillari ed in parte anche delle vene; mentre la
circolazione vi e completata per semplici lacune ( spazii
esistenti nei tessuti e negli organi ). Pero Souleyet e spe-
cialmente Robin ( rapport k la societe de Biologie sur le
phlebenterisme ) appoggiati ad injezioni di vasi capillari ,
si sono decisamente pronunciati contro ogni ammissibilit^
di una interruzione nel circolo del sangue.
(1) Milne Edwards, zoologia, edizione itatiana, p. 89, Milano
1846.
» Onant aux vaisseaux sanguins memes . V opinion admise
jusqu’ ici comme certaine , a ete, dans ces deruiers temps, I’ob-
jet de graves objections. II parait qu’ il n’ existe chez tous les
Acephales qiie des arteres et des veines , et que ces deux sortes
de vaisseaux ne sont relies entre eux par un reseau capillaire ,
que dans les organes de la respiration ». Siebold , nouveau ma-
nuel d’ anatomie comparee , trad. p. 268, Paris 1849.
» Infine troviamo . il sangue circolante in parte en¬
tro cauali o vasi proprj , in parte ne’ vuoti o nelle lacune del
corpo. Le lumache e le ostriche ce ne danno un esempio » Dc
Filippi, il regno animale , p. 17, Milano 1852,
90
Longer avea gia nel 4850 dimostrata ia continuita del
sistema circolatorio nei cefalopodi (1), oi'a egli estese le
sue ricerche agli acefali ; ma nella citata memoria non ci
porge per ora che alcuni cie^ risnltati delle medesime.
Egii ottenne injezioni capillari del mantello, del piede,
dei inuscoli d’ altacco , delle branchie , dei tentoni labiali,
deir intiero tiibo intestinale e del corpo di Bojanus. Nel
marghie del mantello egli vide sconiporsi le arterie in
una rete capillare e nascere da questa le vene (2). Le
forme di queste reti sono diverse nei diversi organi a
seconda della disposizione dei tessuti ; e nei singoli or*
gani il grado ed il modo della loro contrazione esercita
nn’ influenza sulla grandezza e sulla forma delle magliej
giacche sotto una contrazione maggiore queste si restrin-
gono e si stirano in determinate direzioni. I capillari ^
salve poche eccezioni, sono grand! ( sino 0, 0520 M. ra. nel
(1) Vedi Sielold 1. c. p. 385 - 387 e Milne Edw. I. c. p. 594.
(2) Ge systeme de lacunes forme, surtout dans le manteau, un
beau reseau de canaux gre’.es qui s’ apergoit meme a 1’ oeil nu
chez les Naiades. On ne doil cependant pas les confondre avec
un autre reseau- plus difficile a dislinguer etqui, tres - probable-
ment , conslitue un systeme do canaux aqaif^res ( p. 271) . . . il
cxiste chez les Lamellihrandies un double systeme de lacunes
dans V interpretation duquel on rencontre . . . piusieurs difficul-
tes . Il est difficile de croire que deux especes de ca¬
naux sans parois peuvenl traverser le corps sans se confondre.
D’ un autre cote si i’ oa regarde les canaux aquiferes comme des
veines et les autres comme des arteres , . . . le systeme sanguin
s’ouvriraii au dehors. » ( p. 277 et 278 ). Siebold 1. c.
«... les nombreux canaux capillaires des divers organes,
et surtout du manteau, s’ empliraient difficilement sous 1’ in¬
fluence d’ impulsions peu energiques ». Baudon et Drouet. etudes
sur les Anodontes de I’Aube, 5. me article, juin 4853. (Revue de
zoologie pag. 252 ).
94
caiiale intestinale ), piu grandi ancora de’ capillari dei ret-
tili nudi ( batraci ).
Quesle forme di vasi , le estese reti venose e quindi
la grande ricchezza di sangue nel corpo dell’ ^'4ji.odonta
spiegano la sua facolta di gonfiarsi.
. I tentoni labiali e tutto I’intestino vengono nudriti dal-
r aorta ; il solo tratto estremo del retto riceve il sangue
dair aorta posteriore , tutto i! resto , compresa ia porzio-
ne deir intestino retto cbe attraversa il cuore , lo riceve
dair aorta anteriore. Quella parte della superficie interna
dei Untoni labiali, che confina colla bocca e non e sca-
nalata , ha come questa ima rete con maglie piu rotonde
e vasi piccoli. Il ventricolo colie sue pieghe possiede, spe-
cialmentc in queste, dei capillari raaggiori , che progre-
dendo nella direzione delle scanalature , si dispongono in
gruppi di maglie stirate in sensi diversi. La superficie
interna dell’ intestmo stesso presenta un colorito intense^
che proviene dai capillari grandi e ravvicinati dalla con-
trazione, per modo che a mala pena si possono ^corgere
delle maglie queste pero divengono fiicilmente visibili ,
qualora il pezzo dell’ intestino venga disteso con precau-
zione o maggiormente schiacciato. La piega sagliente del-
r interno del tubo intestinale non lo percorre per intie-
ro , ma dal ventricolo giunge soltanto sino al termine
del primo giro , e ricompare piu sporgente nell’ ultimo
giro, ove si prolunga sino alia fine del canale. In que¬
sta piega non si puo a meno di scorgere le reti capil-
lari - le maglie sono tanto piu grandi e distinte quanto
piu la piega e sagliente. Le maglie vascolari di questa
sono allungate e sinuose per il decorso ondulatorio
dei capillari. Si puo facilmente persuadersi, che nell’ estre-
ma parte dell’ intestino arabe le forme delle reti , quelle
92
della piega e quelle della siiperficie liscia , sono in so-
stanza le medesime , solo che trovansi ora piu ora meno
avvicinate. Al principio dell’ intestino , ove la piega e piii
bassa ed il suo lembo e tagliente, \ vasi maggiori di
essa si convertono in vasi assai miniiti, i quali decorrono
obliquamente paralelli lungo la direzione dell’ intestino.
Nelle piege del corpo di Bojamis (4) i vasi ( le vene)
hanno diametri ancor maggiori , e la loro divisione ed il
loro costiluirsi in reti ha luogo con una certa regolarit^;
e rispetto alia direzione della corrente del sangue , 1’ au-
tore trovo di confermare nell’ essenziale le vedute di
Bojanus.
S u e s s Eduard — Ueber die Brachiopoden der Kossener
Schichten ( Sui Bracbiopodi degli strati di Kossen ).
Inserito nei rapporti delle sediue dell’ academia delle scienze
di Vienna,, tomo X. p. 283; gingno, 1853.
Lo scopo principale di questo lavoro , che verr^ pu-
blicato per esteso nelle memorie della preaccennata aca¬
demia , e di riunire mediante il confronto esatto delle
specie fossili d’ un gruppo specialmente rappresentato nel¬
le Alpi orientali, una somma di prodotti analoghi , onde
per tal guisa stabilire una serie di locality , e direbbesi
quasi un orizzonte , che possa service di guida sicura
neir esame degli altri strati. — Quantunque si consider!
la paleontologia come scienza ausiliare della geologia, es¬
sa deve cio non ostante seguire la direzione propria^ zoo-
logica. I fossili non hanno semplicemente da service ai
geologhi , come le monete agli storici ; raa essi, debbo-
(1) » . . . organe qui sans aucun doute repr^sente un rein »
Siehold 1. c. pag. 278.
95
no procurarci una imagine delle relazioni vitali nelle pas-
sate epoche geologiche. E percio Suess inlraprese queste
ricerche anclie alio scopo cli illustrare i brachiopodi delle
formazioni secondarie. — Indlcati i mezzi , de’ quali si
giovo, e gli ostacoli, che s'hanno a combattere in simili
lavori, V autore passa alia sposizione dei risultati ottenuti
dair esame degli strati di Rbssen.
Sono qiiesti dei calcarei di colore nero sino al griggio
chiaro, appartenenti al gruppo del Lias, che si estendo-
no lungo il versante settentrionale delle Alpi oriental!
dalla Baviera sino a Vienna. Nel versante raeridionale
possono ad essi paragonarsi i deposit! di Col des Encom-
bres , di Arzo presso Mendrisio. La localita tipica e Kos-
sen nell’estremo Nord-Est del Tirolo transalpine. — Que-
gli strati poco potenti di calcare rosso chiaro sino al
bianco , spesso zeppi di pietrefatti , delle valli sliriane ,
conosciuti come strati di Staremberg , non contengono
quasi altri brachiopodi che quelli trovati anche negli strati
di Kossen. Sinora manca loro la Spirigera oxyocolpos ,
una delle specie piu singular! e piu caratteristiche degli
strati di Kossen. — I calcari neri di Gresten nell’Austria in-
feriore non hanno di comune cogli strati di Kossen, che
quelle specie, le quali nelle Alpi oriental! occorrono in
tutti gli strati liasici , p. e. : Spirifer Munsterl e rostra-
tus. Se da una parte in onta alia rassomiglianza dei rap¬
port! geologic! e petrografici non e ancora stabilito , che
quei calcarei siano identic! cogli strati di Kossen, dall’al-
tra r autore non osa neppure risguardarli ancora come
una formazione a se del calcare alpino ; per cio , che la
loro deviazione dal carattere normale degli strati di Kos-
sen forse non e , che un prodotto delle circostanze lo¬
cal!. — Piu che il gran numero di specie nuove in que-
94
sti strati liasici , fa sense la presenza in essi del genere
Spirigera , che per lungo tempo venne risguardato come
esclusivamente paleozoico , e solo da poco fu constatato
anche nel Trias. Questa scoperta non e meno interessante
di quella del genere Leptxna , ritenuto pure per paleo¬
zoico , fatta nel Lias d’ Inghilterra e di Francia. — Delle
specie note degli strati del Lias d’ aitri paesi rinvengonsi
in quelli di Kdssen : Spirifer rostraHis e Munsteri^ Te~
7'ebratula cornula ; Hhrnchonella variahilis. Garatteristi-
che sono : Spirigera oxfocolpos , Spirifer Emmrichi ,
Thecidea Haidingeri , Rhfnch. cornigera e fissicostata.
Caratteristiche pegli strati di Gresten sono all’ incontro :
Spirifer Haueri, Ter. grossulus e la comunissima Rhfnch,
austriaca. — Gli strati di Kossen^ sotto il nome di cal-
careo a Gervillie, vennero paragonati col calcare conchi-
glifero della Germania e coi deposit! di S. Cassiano; 1’ e-
same de’ brachiopodi nulla porse all’ autore per poter
appoggiare questa opinione. Gli strati di Hallstatt , fra i
quali egli comprende’^ qiielli di S. Cassiano , sarebbero in-
feriori agli strati di Rossen.
fiolizie.
, . I
Helix frigid a Jan.
Verso il 4830 i noti naturalisti aflfratellati Giorgio Jan,
ora direttore del museo civico di storia naturale in Mi¬
lano, eel il defunto Giuseppe De Gristoforis raccol-
sero pei primi sulle Grigne , monti posti ad oriente della
provincia comasca, la Helix, che avuto riguardo alia sua
dimora , chiamarono H. frigida , e diedero alia sua va-
riazione minore, fasciata, che abita le siesse montagne,
il nome di F. inmhrica. Thomas e Boissier ve la rin-
95
vennero in seguito ; ma altri , come i fratelli Villa e
Moiisson, indarno ve la cercarono. Nello scorso autunno
il caso voile, che 1’ entoraologo ed ornitologo Giuseppe
Brambilla di Pavia ed il dottore Amanzio Rezia di Bella-
gio sul Lario, die con amore coltiva varii rami di scien-
ze naturali ma specialmente la malacologia , trovassero
questo interessante mollusco. E dacche essi , trasmetten-
done alcuni esemplari alia redazione di questo giornale ,
si compiacquero pure di fornirle dei dati precisi sulla di-
mora de’ medesimi , si crede di agire nelP interesse della
scienza e dei raccoglitori , facendoli qiii di publica ra-
gione. Il primo incontro 1’ H. frigida a pochi passi dalla
cima del Monte Codeno o Moncodine boreale, o Grigna
settentrionale, e precisamente sulla rupe che guarda In-
trobbio nella Valsassina. Rezia ebbe campo di istituire
delle osservazioni piu dettagliate, e che comunico nel
modo seguente : ^5 A meta cammino circa dalla grotta del
ghiaccio (a i675m. ) verso la cima del Moncodine (a.
241 2m. i^) - ) trovai il primo esemplare dell’ H. frigida
Jan. Postomi tosto con qualche cura in traccia d’ altri ,
ne scoprii qualcuno , ma sporadico , fra i crepacci di
quella roccia dolomitica, sulla quale crescono le Digitalis
lutea Linn. , Glohularia cordifoUa Linn, e Melissa pf-
renaica Jacquin. E fu solo presso la cima del monte, che
potei raccoglierne in maggiore quantita , e (|ui 1’ H. fri¬
gida vive sulla roccia pressoche nuda, rivestita solo di
quando in quando da qualche Sassifraga e dalla Primzi-
la glaucescens Sprengel, in posizione soleggiata, asciutta
o per dir meglio, secca j?. — - I fratelli Villa enumerano
(*) Giusta i calcoli istituiti neil’ osservaforio astronomico di
Brera il Codeno boreale sarebbe elevato 2413m sopra il livello
del mare adriatico ed il Codeno australe 21.8 1 m.
96
questa specie ne' loro cataloghi come sinonima della //.
Schmidtii Ziegler. Appartengono bensi entrambe al me-
desimo gruppo , ma vanno tra loro distinte per caratteri
notevolissimi. La conchiglia della H. frigida conta 6 giri
di spira , presenta un umbilico larghissimo ed e o total-
mente bianca e qualche volta quasi calcinata, quantunque
r esemplare sia fresco, o biancastra colle traccie di due
fascie ( 003-40 ) sbiadate oppure con una fascia media-
na bruna ( H. mstibrica ) ; la sua superficie , special-
mente nelle parti inferiori , e segnata da atomi oscuri
a modo della CL dalmatina Partsch e consortia e ne-
gli individui giovani ed anche in qualcuno dei completi
la seconda meta delT ultimo anfratto tingesi leggermente
di un colore giallognolo di came. 1/ i7. Schmidtii
conta soli 5 anfratti, presenta un umbilico di poco piu
largo della met4 di quello della B.. frigida (3:5), non
ofFre mai fascie ed e come H. coluhrina e iigrina
di Jan macchiata in briino; inline la sua spira si svolge
con maggiore rapidita , che non quella della H. frigida.
La chiocciola degli individui di questa specie osservati si-
nora misura dai 24 ai 26 mill, in diametro e dagli 4 1
ai 44 in altezza. Si daranno a suo tempo e liiogo la
descrizione ed i caratteri anatomici del mollusco.
Helix ( Drepanostoma ) nautiliformis Porro.
Questo singolare mollusco, proprio del versante lom-
bardo , non era stato raccolto che in un numero limi-
tato di esemplari nella Yalanzasca , nei contorni di Lu¬
gano e per la prima volta in Yalgana. Ora il signor An¬
tonio Yilla lo incontro in abbondanza nella valle d' Olona
presso Varese, ove ne raccolse una settantina d’ individui
completi. E noto, che preferisce nascondersi sotto le pie-
tre argillose o di melafiro decomposto o di puddinga , e
che manca totalmente nei seni della ^valle esposti a po-
nente, ove il sole domina per la maggior parte della
giornata, trovandosi soltanto in quelli volti a levante ,
ove anticipa il tramonto.
( Dispensalo nei mese di novembre )
Pavia. Tip. Fust.
GIORNALE D1 MAL4C0L0GIA
i853. N.“ Vil.
Sui moUuschi del lemho orienlale del Piemonte.
Molluschi aquatici.
( Generi 12, specie r38, varieta 6, nriutazioni 10 )
LCefali o Gasteropodi.
Fra i generi aquatici il solo Lhnncpus (*) venne ri-
scontrato da per tutto nel paese,^ che forma 1’ oggetto
della presente meraoria. La Phfsa , il Planorhis , la
Palndma e la heniina non furono raccolti sinora ehe
nella pianura e fra le^Alpi, e la presenza degli altri due
generi: V alvaia ed Jncflus , non venne coastatata che
nel piano. Ma tutti questi generi ^ eccetto la Neritina ,
trovansi rappresentati in tutte le conlrade limitrofe tanto
alpine che apennine ; percio dovranno rinvenirsi anche
fra le Alpi e fra gli Apennini della frontiera orientale del
Piemonte. La ISeritina raanca secondo ogni probabilita
negli Apennini d’ Oltrepo , come in quelli di Parma e di
Genova ; ma se degli altri sei generi non s’ incontro per
quei colli che il Limnxzis , cio dipendera dalle peculiari
condizioni di siccita di essi colli , e dalla circostanza,
che le ricerche nei medesimi rimasero alquanto limitate.
(*■) Derivato dalla voce grcca c latina limne , lago , palude.
Fa quindi senso , come persino ud Morelet scriva tultora il no-
me di questo geoere coll’ y ( Lymnoea ).
7
98
I generi Physa , Valvaia , Neritina ed Ancylus non
vengono costitiiiti che da due sole specie cadauno , la
Palvdina ne conta tre. od i Limncdus e Flanorbis com-
pongonsi ciascuno di sette specie. Ulteriori indagini nel
territorio in discorso niuteranno le proporzioni di queste
cifre , aumentando lo species dei generi Flanorbis e Fa-
ludina , come si vedra in seguito.
A venticinqiie montano le specie gasteropodi fluviali del
Piemonte orientale. Dieci di esse non furono ancora rac-
colte che nella pianiira^ ma meno la Ner. serratili-
nea^ che mancher^ negli Apennini, le altre tutte dovran-
no rinvenirsi in ciascuna delle tre regioni, che si distin-
scro nel Piemonte; giacche vivono tanto fra le vicine
Alpi comasche, ticinesi , vodesi e savojarde , quanto nel
limitrofo Apennino parmense e ligure. — Quindi il piano
non sembra possedere alcuna specie ce-
fala aquatica propria. — Nei piccoli ruscelli
della pianura il Plan, corneiis rimane alquanto piccolo e
gli anfratti della sua conchiglia presentansi schiacciati.
Questa varieta sarebbe secondo Rossmaessler ( Iconographie
IL pag. 15 ) il PL etruscus , e gli esemplari con tale
nome spediti da Ziegler e conservati nella raccolta Porro^
vi corrispondono perfettamente. Charpentier e Villa alPin-
contro danno quella denominazione alia varieta massima
rigonfia, quale abita le aque dei nostri fiumi.
Quattordici specie occorsero soltanto nel p i a n o e nelle
valli alpestri; ad eccezione pero della Ner. flu-
viatilis e forse anco del him Hartmanni, si riscontreranno
tutte eziandio nell’ Apennino piemontese , dimorando in
quello di Parma e nell’ attiguo del Genovesato. — Il L.
pakistris allorquando dimori nelle aque piccole e cor-
09
renti diminuisce in volume al pari del PL corneus , ed
allunga la spira del suo nicchio ( L. obscurus ). A ba-
stanza noti sono il PL devians , che sviluppasi ne’ laghi
e nelle maggiori paludi, e la Ner. ticinensis propria di
alcune rive del Ticino.
II solo Lim. pereger fu riscontrato tanto nella p i a-
n u r a e fra le A 1 p i, quanto nell' Apennino. — A
rilevanti altezze ( i400-2000m. ) egli copresi d’ una con-
chiglia assai fragile , i di cui primi anfratti sono molto
corrosi ( L, Blatineri ). La fragility ed in parte anche la
corrosione dipendono probabilmente dalla penuria del
carbonato di calce nelT ambiente , in cui vive il Lim-
nwns. Ma perche questa variety non scorgesi anco a
minori altitudini, in quelle aque ove scarseggia pure il
carbonato di calce? (*)••• — Si noto che la pianura non
(*) La corrosione parziale della conchiglia, che si osserva in
varii molluschi aquatici, fu attribuita a different! cause second©
le differenti abitudini delle specie e le differenti aque. — Wei
Xerithium , nelle Melania , nelle Nerita , che sono alternativa-
mente od immersi nelP aqua od esposti agli immediati raggi so-
lari , a seconda che la marea li copre o li abbandona, T erosione
della spira del loro nicchio fu ascritta appunto a questa multi-
plicata alternanza d’ umiditd e di siccitd , di caldo e di freddo.
La spira come la pi6 esposta a queste iotemperie, giacche il re-
sto puo venir messo al coperto nella sabbia del lido, si screpola
e se ne distaccano dei pezzi. — Nei molluschi che sono alTin-
contro costantemente immersi nell’ aqua , come sarebbero gli Ace-
fali suhmitilacei , de S a o 1 c y opina , che la carie dipenda da
un incessante lavoro di assimilazione del calcare, eseguito da
certe specie a spese di certe altre , quando 1’ aqua manchi della
quantita sufficiente di calcare. E venne indotto a tale opinione
osservando , mentre trovavasi alle Antilie , un buon numero di
Ampullaria effusa Lam. , col^ comuni , e che conservava in un
vaso di vetro. Oualche tempo prima della loro morte , avvenuta
dOO
offre fra le sue specie gasteropodi d’ aqua dolce alciina ,
che le sia propria; ma si osservi pure, che ne T Apen-
nino ne V Alpe non ne presentarono di quelle, che’abitano
esclusivamente in una di queste regiom , ne tampoco di
quelle, die dimorando in entrambe quelle region!, ma
non in pianura, sembrerebbero vivere soltanto nelle loca-
lita raontuose.
Tutte le 25 specie cefale aquaticbe del lembo orientale
dopo alcuni mesi , s’ accorse , die si rinnivano in grnppi di tre
a quattro per modo, che ognana avea hssata la testa sulla spira
della conchiglia della sua vicina , mentre che in istato libero vi-
vono isolate ; e quantunque egli avesse avuto la cura di racco-
gliere solo degli esemplari colla chiocciola intatta , cionoriostante
dopo la morte tutli la presentavano corrosa. Egli ne deduce, che
le Ampularia non avendo potato procurarsi ii calcare indispensa-
bile per la secrezioue del loro nicchio ne dal vaso, n^ dall’aqua,
ne dal cibo , che veniva loro porto, siano stale costrette a stac-'
carlo dalla conchiglia delle loro compagne di prigionia. — P.
Fischer ripete le esperienze di de Saulcy con qualche centi-
najo di Limnceus stagnalis Drap. e L. palustris Drap. , che a
tale uopo privb d’ ogni cibo. Alla fine del terzo mese la loro
conchiglia era intieramente spogliata dell’ epiderma e la cima del¬
la spira di qualcnna era corrosa per modo , che sembrava tron-
cata. Anche Fischer osservb , che durante la prigionia accompa-
gnata da digiuno i molluschi si riuoivano contro i! solito in grnppi
di cinque o sei. Ridonati loro gli alimenti, essi crebbero bentosto.,
secernendo degli strati colorati e senza alcuna traccia di erosio-
ne , che contrastavano coll’ aspelto pallido dei precedenti giri di
spira. Egli ne induce quiodi, cb’e nelle specie viventi nei ruscelli
a fondo sabbioso siliceo-ferruginoso la corrosioue della conchiglia
dipende dalla maucanza di calcare in quelle aque, per cui i mol¬
luschi sono costrelti a cercarlo altrove, sia anche sui gusci d’ al-
tri molluschi. — Kelle aque Iranquille che si prosciugano nell’eslate,
sono i germi depoFti sulle conchiglie dalle crittogame dei generi
Choetophora , Batrachospermum , ecc., die internandosi nelle piu
iOi
del Piemonte occorrono nel piano , 15 furono raccolte
anche fra 1’ Alpe , e finora i sola di qaeste pote essere
trovata eziandio nell’ Apennino. Ma si vide poc' anzi, che
nelle Alpi debbono vivere tutte le 25 specie ; alP unica
specie dell’ Apennino se ne aggiunsero dubitatamente 2i.
— Ne segue quindi che la p i a n u r a e P A I p e s o*
no i t e r r i t 0 r i i pin r i c c h i in specie ga-
s t e r 0 p 0 d i d’ a q u a e P Apennino ilpiupo-
piccoie fenditure dell’ epiderma di quei uiccbi, prodotte dal calore,
e faceodole scoppiare, vi dauno luogo a delie jirosioui irregolari^
spesso considerevoli. — Un’ azioiie eguale venue attribuita da
G assies ai germi delle Neritina; ma questi lasciaao bensl una
traccia sul nicchio degli Unio , deWe Anodonla e d’altre Neritina,
ma non producono mai delie corrosioni. — Woodwards nel
sno Kudimentary treatise of recent and fossil shells adduce il
gas acido carhonico contenuto nelle aque dolci come un’altro
agente di erosione delle concbiglie , specialmente di quelle delle
3Ielania, degli Unio , degli Alasmondonta. Nei terreni calcarei
I’aqua contiene abbastanza calcare per deporlo sui molluschi; ma
ove quello manchi essa , onde neutralizzare 1’ acido , agisce
sui nicchi di questi e li scioglierebbe intieramente, se non fos-
sero proletti dalF epiderma. La spira nelle univalvi ed i rialti
( umbones ) nelle bivalvi , siccome piu a lungo esposti ad una
tale azione e difesi da un epiderma pid sottile^ sono le parti
lese a preferenza. E secondo Bland di Novayork nella erosione
del rialti delle bivalvi 1’ acido sarebbe non poco coadjuvato dallo
sfregamento che vi producono le parti terrose , condottevi ' di
cootinuo dalla corrente. — Infine Fischer , rigettata come insus-
sistente anche 1’ aitra asserzione di Gassies , che cioe nella sua
Lirnncea Noulctiana T erosione proveuga da un Miriapode , con-
cbiude che la corrosione delle concbiglie non dipende da un’ unica
causa . ma pub bensi anche in una medesima specie essere pro-
dotta da agenti differenti, secondo le differenti aque in cui
essa vive ( Dal Journ. de Conch, 4851 p. 438;, 4852 p. 303,
1833 p. 306 ).
102
V e r 0. E cio dipende dalF abbondanza d’ aque lente e
tranquille nel piano e dalla formazione di laghi alle falde
delle Alpi, e viceversa dalla peniiria di aque negli Apeo-
nini. E se il piede dell’ Alpe non fosse bagnato da laghi,
questa parte non potrebbe stare a pari colla pianura ,
mancherebbe ad essa, come all’Apennino ( ed al Tirolo),
il genere Neritina e qualche altra specie ; giacche una
gran parte dei molluschi cefali aquatici non prospera
che nelle aque lente o tranquille , le quali si formano a
preferenza nel piano, e quivi soltanto crescono alle dovute
dimension! di profondita e d’ estensione. Solo qual¬
che piccola Paludina s e m b r a abitare esclusiva-
mente le aque correnti e fredde o le termali , quali
scorrono giii pei nionti e pei colli , e costituire il
carattere distintivo tra la fauna mon-
tuosa, e quella della pianura.
T u 1 1 e le 25 specie, vivendo nel piano, d i m o r a n o
nel terreno di trasporto, ed essendo que-
sto composto da avanzi d’ ogni sorta di rocce , esse
potranno campare indifferentemente su
qualunque roccia. Sinora pero non mi si presen-
tarono che 45 sulle rocce silicee (e sono quasi lutte
quelle riscontrate nelle Alpi ), 44 sulle calcaree e 5 sulle
miste. — La conchiglia loro subisce pero le influenze del
terreno, nel quale stagna o decorre I’aqua che le alber-
ga , dando luogo a delle varieta , come s’ e veduto , p.
e. , pin in addietro , parlando del L. Blauneri.
Alle specie gasteropodi fluviali della frontiera Est del
Piemonte si potranno aggiungere col continuare delle in-
dagini le seguenti ;
403
La ¥al, viridis Drap. , che vivc nella Svizzera , nella
bergamasca e fra gli Apennini parmigiani e dovr^ percio
trovarsi tanto fra le Alpi che negli Apennini piemontesi ;
La PaL fluminensis Lang. , riscontrata nel milanese ,
sul bergamasco e sulla bresciana, ed il L. me7nhranaceus
Porro 5 raccollo nel milanese e nel comasco, le quali due
specie vivranno quindi probabilmente anche nelP attigua
pianura e fra le Alpi piemontesi ;
I Flan, nitidus Miill. , spirorh'is Miill. e contortus Miill,,
i quali dimorando tanto nel versante lombardo, quanto
oltre r Alpe nelle valli del Rodau ) e delf Iscra, nonche
sugli Apennini liguri e parmigiani, non possono mancare
nel territorio del Piemonte posto fra quelle contrade , e
vi abiteranno per conseguenza si il piano , che V Apen-
nino e Y Alpe.
Adunque il numero delle specie gasteropodi aquatiche,
che presumes! vivano lungo il lembo orientale del Pie¬
monte , ascendera a 31 , che sarebbero tre quinte parti
circa della somma delle specie , che nutre Y intiera valle
padana. 11 novero delle specie gasteropodi d’ aqua sta
quindi a quello delle terrestri come 1 : 3 ( 31 : 100 ,
50 : 150 ). — Dal suddetto segue pure che le perlustra-
zioni avvenire nella parte del Piemonte in discorso accre-
sceranno il genere Lvmnxus d’ una specie ( in tutto sp.
8 ) , il Planorbis di 3 ( 10 ) e la Paludina di 2' ( 5 ). —
11 L, elongattis Drap. accennato dai Villa come vivente
nella pianura lombarda , h secondo ogni probability il
L. obscurns , giacche non vi ho potuto scoprire nessuri
altro Limnwns, che a quello rassomigli; e certamente il
L. elongatus enumerato da Stabile nella raalacologia del
luganese altro non e , che il predetto L, obscurus,
Tanto nella pianura quanto negli Apennini e nelle Alpi
10-4
piemontesi si potranno rinvenire il P/. compressus Mich. ,
varieta del P/. vortex^ e \ Anc, capuloides Jan, varieta
deir J. fiuviatilis , giacche si presentano si nel parmi-
giano , che nel niilanese, nel coniasco e ticinese , ed ol-
tre le Alpi occidentali. La FaL spirorbis var. atra Berte
fu raccolta nel territorio di Parma , donde si sara pro-
bahilmente estesa anche alia frontiera S. E. del Piemonte.
II. Ace fa I i.
Tntti cinque i generi acefali dimorano.e nel piano e
fra I’ Alpe , e nessimo pote sinora essere raccolto negli
Apennini. Ma meno 1’ Anodonta e V Alasmodonta che
amano le aque tranquille mancanti fra quei colli , gli al-
tri tre dovranno esservi rappresentati , ancorche da po-
che specie, come nelle attigue coHine genovesi. — A cinque
montano le specie del genere Unio, a quattro quelle del-
V Anodonla , le Cyclas %oi\o due, X Alasynodonla ed il
Pisidium non presentarono che una sola specie. Ulte-
riori ricerche cambieranno pero le proporzioni di quelle
cifre , aumentanJo d alquanto il numero delle specie dei
generi Anodonta , Cjclas e Pisidium,
Sei specie si presentarono sinora soltanto nelle aque
della p i a n u r a, Ma 1’ Alasmodonta , 1’ Unio Recjuienii
e pictorum furono raccolti eziandio nella Tresa, che se-
condo ogni probability gli avra trasportati anche nel Ver-
bano. L’ V, tumidns vive nel lago di Muzano presso Lu¬
gano e nei laghi della Svizzera transalpina j vi e dunque
motive sufficiente per credere , che esso dimori pure nel
Verbano , tanto piu che il Ticino, il quale sorte da que-
sto lago , come si vide , lo nutre del pari. La C. cor¬
nea poi e ovvia tanto negli Apennini genovesi , quanto
nelle Alpi comasche, e transalpine del Rodaiio e del Ise-
105
ra ; per cui devesi rinvenire ancSic negli Apennini e fra
le valli alpine del Piemonte. La sola J. leprosa sembra
sinora propria del piano. — Fra le tredici specie del
Piemonte orientale tre sole fnrono trovate esclasivamente
ne’ laghi a 1 p i n i; ma forse discenderanno, come altrove,
eziandio nella pianura. Sono desse le A, cygnea^ anatina
e C. calyculata. Quest’ ultima abitera pure V Apennino
piemontese , essendo stata osservata nel parmigiano. —
Quattro occorsero e nella p i a n u r a e nelle A I p i. L’ U,
glaxicimis pero, riscontrato nel versante ligure delP Apen¬
nino , non puo mancare nel piemontese , ed in questo
si mostrera fors’ anche il Pis, palustre.}i\AV A.ponderosa
e 1’ U. longiroslris non dovrebbero avervi stanza. — •
\J A lasmodonta nelle aque minori essendo limitata nell’ ac-
crescimento , vi costituisce la varieta uniopsis , dislinta
anche per avere i denti della cerniera ben pronunciati. — ^
Nella pianura si presentarono sinora iO specie acefale,
7 furono raccolte ne’ laghi alpestri, e nemmeno una ven-
ne finora osservata nell’ Apennino. Gome s’ e pero vedu-
to , sembra probabile , che nel piano vivano tutte le 13
specie, e nei laghi delle Alpi parimente tutte , meno
forse V A, leprosa -, nelle aque degli Apennini si trove-
ranno le seguenti 4: U. glaucinus, C. calcyciilata, cor¬
nea, P. palus^re. — Adunque gli ace fall, al pari dei
gasteropodi aquatici e per le medesime cause , a b b on-
d a n o n e 1 1 a pianura ed al piede delle Alpi , e
sono scar si negli Apennini, come lo sareb-
bero nelle Alpi, se a queste mancassero i laghi — all’ op-
posto di quanto avviene nei molhischi terrestri , i quali
nel piano sono rappresentati da poche specie e da mol-
tissime ne’ luoghi montuosi.
Anche le specie acefale, come le cefale d’ aqua dolce ,
106
occorrendo tutte nella pianura e quindi nel terreno di
trasporto, potranno abitare indistintameii-
te nelle aqne di qualunque terreno, su-
bendo pero svariate modificazioni nella conchiglia a se-
conda delle varie rocce ed aque prese a domicilio, mo¬
dificazioni che invitarono purtroppo a stabilire una infi-
nita di specie nuove, le quali infine ad una sana critica
non reggono. Sinora presentaronsi ii sul calcare , 7 fra
le rocce silicee e 2 fra le miste, Ed ancbe nella distribu-
zione delle specie pei varii terreni geognostici i molluschi
aquatici sono regolati da una legge inversa di quella, che
dirige i terrestri ; mentre sul terreno di trasporto pro-
spera il massimo numero di specie dei primi , non cam-
pa air incontro che il minimo dei secondi.
Alle iZ specie acefide sinora raccolte lungo la frontiera
orientale del Piemonte si aggiungeranno probabilmente
in seguito ad indagini piu accurate alcune specie dei ge-
neri Cfclas e Pisidium , i quali dimorando nelle aque
piccole e specialmente nelle correnti , sono per lo piu gli
unici acefali delle regioni veramente montuose. E quelle
specie sarebbero le C. lacustris Drap. e rtvicola Lam. ,
i F. fonlinale Drap. ed obtusale Lam,, ovvie nella pia¬
nura, sui c 0 1 1 i e pei ni o n t i d’ altri paesi della
vallata del Po e d’ Oltralpe , e delle quali potra quindi
difficilmente constatarsi una deficienza eccezionale nel Pie-
, monte. Anche il P. inflaium Meg. variazione del P. pa-
lustre vi si trovera. Nella Tresa, vivono le cellensis
Schrbt. , rostrata Kok. e glabra Ziegler. Nulla di piu
probabile , che esse , seguendo la corrente del flu¬
me , siano discese nel lago Maggiore, che rice-
vc appunto le aque della Tresa. — E con cio il numero
delle specie del genere Jnodonta verrebbe portato a 7 ,
^ i07
quello della Cfclas a 4 e quello del Fisidium a 3 ; la
somma degli altri due generi , X A las7nodont a e X Unio,
rimarrebbe invariato. A 20 monlano adiinque le specie
acefale, che secondo i calcoli di probability orora espo-
sti, dovrebbero esser incole della frontiera orientale del
Piemonte.
Epilogo,
Adunque la somma to tale delle specie d’animali
molli , che supponesi possano essere rinvenute in quelle
contrade, ascende a circa d50 specie, mentre le raccolte
sinora non ammontano che a 102. Di quelle (150) 130 sa-
rebbero cefale e 20 acefale^ 100 terrestri e 50 aquatiche,
e 50 di queste sarebbero cefale e 20 acefale. II fatto di-
mostrera , fin dove questi calcoli siansi approssimati
alia realty. In ogni modo e probabile che siano rimasti
al dissotto di questa , e che specialmente il numero delle
specie acefale siasi esposto in cifre troppo piccole.
Nel Piemonte propriamente detto, meno il suo lembo
orientale , non mi consta finora che vivano altri mollu-
schi , che i seguenti pochissimi :
Helix obvolnta Miill. — Monferrato ( Rezia ).
Helix carthusianella Drap. — colla precedente (Rez.)
Helix arhustorum L. var. alpicola Gharp. — Aosta.
Helix glacialis Th. — Valli piemontesi j ghiacciai di
Vallanzo ( Rossm. ) e d’ Ala ( Charp. ) presso il Genisioj
M. Pizzo ( Porro ) , ghiacciajo d’ Arnusse ( Arnauds od
Arnas ? ! — Charp. ).
Helix lapicida L. — Valle d’ Aosta ( Rezia ).
Helix apicina Lam. — M. Cenisio ( Charp. ).
Bulimus guadridens Brug. — Superga e Gassino.
108
Bulimus tridms Brug. — col precedente ( Villa).
Cfclostoma Drap. — Monferrato ( Rezia ).
Limncdus pereger Drap. tout, lasvigalus Z. albinus -
L. candidus Z. — Piemonte ( Rarrtyss ).
Limnw?is pereger var. minor, fragilis, anfr. superiori-
bus corrosis - L. 7na.rmoraliis Bell. — Canavese [Belli).
IJmnceus pereger var. intermcdius Mich,, variabilis
Bellardi. — Canavese (Bellardi).
Paludina vivipara Lam, var. minor, fiisca unicolor,
anfr. superioribus decollatis et corrosis - P. truncata
Bellardi — Canavese ( Bellardi ),
Alasmodonta Bonellii Fer. — Torino ( Mousson ).
Phid\u7ti Renslov't an um Beck — Piemonte [Pot. et
Mieh.).
Rossmsessler indica pure X M.yelegans Gmel. come in-
digena nei Piemonte, Ma egli deve aver presa e confusa
la parte per il tutto, ed aver voluto con quel nome ac-
cennare all’ intiero stato sardo , che comprende anche la
Liguria , ed in questa alberga difatti quella Helix.
Ne! versante meridionale degli Apennini liguri e par-
migiani dimorano la Testacella haliotidea Drap.* V Heli-
cophanta microgyra Rossm. fide Charp. ( Berte ), le He¬
lix algira L., candidissima, Drap., vermicidaia Miill. (*),
naticoides Drap.; il Bui. decollatus Brug. ; V Ach. foU
liculus Groo. ; il Pom. striolatum Porro ; il Cycl. sul-
cattwi Drap. [Verany)\ la V alv. miriuia Drap. ed il
Pis. vitreum Pfeiff. { Risso ). Poco elevati sono i passi
di quei monti e potrebbe quindi darsi che varie di que-
ste specie , varcandoli , siano discese in qualche propi-
(*) Siranarneate aonunciata da Itossmeessler come specie mi-
lanese.
m
zia posizione del versante settentrionale dei medesimi 3
tanto pill che alcune di esse ricompajono nel vicentino ,
nel goriziano e neir Istria , come il Btdimiis , la V" al^
vata e T J/. vermiculata. Lo stesso aVverra dilficiliiiente
dei molluschi che abitaiio i paesi limitrofi transalpini , a
meno che appartengano a specie, le quali, come le Helix
villosa Drap., alpina Faure Bignet, Fontenilii Mich.,
fsilvatica Drap. e Pnpa secalc Drap. , ascendono o ten-
gonsi costantemcntc a rilevanti altezze , cui quindi nulla
si oppone, a che possano varcare gli elevati passi alpini;
e nel caso che gli abbiano realmente sorpassati, esse se-
gneranno nel Piemonte, come XH. lapicida L., il limite S. E.
della loro distribuzione per 1’ Eiiropa centrale, giacche, al
pari delle H. ericeiorum Drap. ( non la variety della H.
ncglecta presa comunemente per essa ) q Pupa variahilis
Drap., non si riscontrarono sinora nclla vallata del P6.
Air opposto i Flan, imhricalus e cristatus di Draparnaud
e le FaL abbreviata e hulimoidea di Michaud , che di-
morano nelle contrade oltre le Alpi , vennero raccolte in
varie localita di quella vallata , e per cio, dovranno rin-
venirsi anche nel Piemonte. — Atteso lo stato tuttora
circoscritto delle cognizioni sulla classificazione e distri¬
buzione dei molluschi midi , non oso pronunciare alcuna
opinione in proposito, nemmeno relativa al solo Piemonte.
Eccovi quanto potei raccogliere in fatto di geografia
malacologica di questo interessante paese ! Possano presto
quegli , che hanno la fortuna di abitarlo , accrescere i
fatti ed emendare, ove occorra, le opinion! esposte in
questo saggio , e sara posta un’ altra pietra al grande
edificio d’ una Malacologia Italian a," gia da
anni e sotto buoni auspici inaugurate da Carlo Porro ,
iiO
che non ebbe pero la sodisfazione di vederlo portato a
termine. Ai superstiti incurabe 1’ obbligo pio di adempiere
il patriotico voto d’ iin defunto , e di svolgere una bella
idea lasciata loro in retaggio.
^ Pavia, Settembre 4853.
P. Strobel.
Aggiunta. Mentre qiiesto articolo trovavasi in corso di stampa,
giunse una lettera dei fratelli Villa, nella quale accennano d’ave-
re rdccolto 1’ Helix spirula anche sui monti del Verbano , e rin-
venirsi ad ambe le rive di questo lago , nouche rielle isole Bor-
romee, una Helix , che Mortillet chiama H. Villa, distinguendola
dalle altre del gruppo delle lucenti ( H. cellaria ) nel mode se-
guente : « Le caractere essentiel de 1’ H. Villa est d’ etre comple-
tement plane supdrieurement et d’ avoir les tours de spire qui
se recouvrent presque enti^rement , on peut presque dire qu’ ils
montent les uns sur les aulres, ce qui r^lrecit beaucoup ceux
qui ferment la spire et donne un grand developpement propor-
tionnel au dernier ». I fratelli Villa m’ avvertono inoltre, che
la Claus. Villx Meg. ( var. della Cl. plicatula ) trovasi negli
Apennini ed alle sponde del lago Maggiore , e che in questo pe-
scasi V Anod. ventricosa Pfeiffer. — Secondo una nota manoscritta
di Rezia la Ner. serratilinea sarebbe stata raccolta anche nel
Ticino.
Parassiti di alcuni molluschi : b) Acaro AeW’ He¬
lix aspersa Muller.
Un anno or fa , il dottore P o n t a 1 1 i e di Rennes
scopri il modo , col quale T acaro della H. aspersa, che
appartiene al genere Gamasus , provede alia propagazip-
ne della sua specie. Se deponesse le uova sulla superficie
del corpo della lumaca, esse verrebbero a perire in con-
seguenza dello sfregamento di quella superficie contro la
Hi
conchiglia e contro i corpi stranieri , che il mollusco
rafFronta siil suo caiiimino. Quindi V acaro , venuta 1’ e-
poca di deporre le uova , e colto T istante , in cui V e-
lice dilata il suo orificio polinonare e vi lascia pe-
netrare V aria esterna , si introduce nel medesimo e vi
depone le uova. La miicosita dell’ orificio ve le tratliene
e poste per tal guisa in salvo non tardano a schiudersi.
Allora i piccoli che ne sortono, onde lasciare il loro co-
vo ed andare a vivere parassiti sul corpo del mollusco ,
impiegano le medesime precauzioni che uso la loro ma-
dre per entrarvi. L’ uovo e di forma ellitica , ma piu
convesso da un lato che dall’ altro, e misura da 0,48 m.
m. a. 0.20 m. m. in lunghezza sopra 0,12 m. m. in
larghezza. L’ acaro stesso e lungo 0, 30 m. m. e largo
0,40 m. m. — Dagli Annales des sciences nat. 3.me se-
rie, tome XIX. p. 407. ( Sara continuato )
D a r d i d e 1 1 e E 1 i c i. Il signor Giacomo T a s s i-
nari d’lmola favori in aggiunta all’ articolo su tale ma¬
teria, inserito in questo giornale alia pag. 22, la descri-
zione e le figure dei dardi delle H. naticoides e vermi-
culata. La redazione mentre riservasi di parlarne in un
articolo che si sta compilando , si limita per ora ad ac-
cennare, che Tassinari dopo avere trattato quei dardi sia
previa calcinazione che senza , tanto coll’ acido idroclo-
rico solo quanto saturato coll’ amoniaca e colF ossalato di
questa, conchiuse che essi sono composti di semplice car¬
bonate di calce e di tenue quantita di materia organica.
Il signor Luigi Menegazzi presento all’ academia
di agricoltura , commercio ed'arti di Verona, della quale
e socio, nella tornata del primo settembre scorso una
sua opera manoscritta intitolata : Malacologia Veronese, ac-
compagnandola dal dono delle conchiglie che ne formano
r oggetto. Una commissione academica e incaricata di
riferire in proposito ( CoIIeltore deW Adige 1833 n. 70 ).
La redazione di qiiesto giornale avendo fatte, molti anni
ora sono , delle annotazioni sidle specie spedite dalF au-
tore di quelF opera alio sfortunato naturalista Carlo Por-
ro , nonche sulle lettere dirette al medesiino , sarebbe in
grado di dare sin d’ ora un saggio di quel lavoro ( circa
90 specie gasteropodi ) , ma ritenendone prossima la pu-
blicazione , repiiterebbe indiscrezione il prevenirla, men-
tre e disposta di darle il piu cordiale benvenuto.
I naturalisti e segnatamente^ i cultori della paleontolo-
gia accoglieranno con vivo sentiraento di sodisfazione la
notizia , che a Parigi si penso finalmente di istituire una
cattedra speciale di paleontologia, e che Alcide d’ 0 r b i-
g n y venne chiamato a. coprirla — Dal Journ. de Conch
d853 p. 343.
Jnnuncio.
Huet du Pavilion toccherA quanto prima la
Francia di ritorno da un viaggio scientifico nelle contra-
de poco conosciute della feconda Armenia , durante il
quale raccoglieva uccelli e le loro nova per Fatio . pesci
d’ aqua dolce , lepidotteri e nevrotteri per de Saussure ^
molluschi terrestri e fluviali per Mortillet, piante per
Boissier . . . , G. Mortillet , naturalista in Ginevra , con-
trada de la Machine , 223, e il depositario di tutti gli
oggetti duplicati di storia naturale raccolti in questo viag¬
gio. Tutte le persone che desiderano approfittarne , pos-
sono annunciarsi presso il suddetto signor Mortillet. Gli
oggetti pei quali si avr^ soltoscritto, saranno ripartiti fra
i soscrittori secondo I’ ordine d’ iscrizione. Quando verrA
publicato r avviso del prezzo e questo non convenisse ,
rimane libero a ciascuno di ritirarsi. — Dalla Revue de
zool. 4833. p. 431.
( Dispensato nel mese di dicembre )
Pavia. Tip Fusi.
GIORNALE DI MALACOLOGIA
1853. N.” VII 1.
Consider azioni stiUa perforazione delle pietre
fatla dai molluschi lilofagi e specialmente dalle
FoUadi, Del dottore Teodoro Prada.
• . ( CoDlinuazione ) . . •
? II sig. Deshayes (Joiirn. de Gonchyliologie 1850
pag. 22-34) in un lungo articolo, che in complesso non
e che la riproduxione succinta di quanto egli espose nel-
la sua opera : Traite elementaire de Gonchyliologie.
Paris, d 843-50, alia pag. 464 dove tratta della quat-
tordicesinia famiglia^intitolata dei Lziofagi, si sforza con
diversi argomenti e colla enumerazione di molti fatti di
dimostrare, doversi la perforazione delle pietre per parte
dei molluschi litofagi unicamente attribuire all’ azione
d’ un agente chimico , e per nulla all’ azione meccanica
esercitata dal guscio di tali animali contro la pietra aucun
mollusque ne perfore la pierre a 1’ aide d' un moyen me-
canique ; di piu mettendo , per cosi dire, in ridicolo
chi fosse propenso ad accogliere una opinione diversa dal-
la sua egli aggiunge « presentate al piii abile operajo una
di tali conchiglie litofaghe- ' dicendogli di traforare colla
medesima la pietra calcarea dove questa si trovava gia, —
et cet homme regardera votre proposition comme deri-
soire « In tale articolo pertanto il dottissimo ,au-
tore passa in rivista diversi generi di> molluschi litofagi,
8
iU
e tutti li esamina sotto il rapporto della loro facolta per-
forante, e per tutti conchiude doversi sempre questa fa¬
colta attribuire all’ azione d’ uua sostanza acida destinata
a disciogliere la sostanza petrosa che viene traforata. Pri-
mieramente egli considera come favorevole alia propria
opinione il fenomeno che offrono alcuni molluschi , come
le Clavagelle e gli Aspergilli (*) di poter cioe dissodare
la propria dimora o guscio quando non possono piii
per r accresciuto volume del loro corpo esservi con-
tenuti, dissodamento che attribuisce all’ azione esclusiva
di una sostanza acida che viene , come nei litofagi , se-
creta da organi appositi interni. In appoggio a questa sua
idea il sig. Deshayes adduce pure 1’ esempio di alcuni al-
tri animali perforator!, come le Amelidi ed alcuni Spon-
giarii , i quali ad onta che sieno sprovveduti di parti
dure, pure non mancano di scavarsi estese gallerie o nelle
pietre od in altre sostanze dure di diversa natura. Un’ al-
tra prova a proprio favore il sig. Deshayes la deduce
dalP osservare essere le sole pietre di natura calcarea
quelle che si trovano perforate da questi molluschi, ma¬
teria che con tutta facilita viene intaccata e disciolta da
un acido qualunque. In tale ipotesi poi egli previene V ob-
biezione che alcuno potrebbe fare, che cioe V acido il
quale vale a disciogliere la sostanza calcarea della pietra
possa anche valere a disciogliere la conchiglia del mol-
lusco perforatore che e pure della medesima natura ; la
previene, dico, ammettendo che il continue contatto del-
l’ acqua marina che circonda sempre la conchiglia valga
(*) Giusta la classificazione di alcuni dei piu recenti nalura-
listi le Clavagelle e gli Aspergilli non apparterebbero piu alia
classe dei Molluschi propriamente detti.
145
a difender qaesta dall’ azioiie corrodente deir acido, il qua¬
le viene cosi diluito e reso innocuo alia conchiglia stessa.
Ma la presenza di tale acqua destinata a diluire T acido a
favore del guscio del mollusco come potra lasciar con¬
centrate r acido stesso destinato alia decomposizione ed
al successive scioglimento della pietra ?
Per appoggiare senipre maggiormente la propria opi-
nione il dotto naturalista francese prende in considera-
zione altre circostanze particolari. Egli dice, per esempio,
che la conchiglia entro il foro che si scava e perfetta-
mente immobile e che quindi non puo confricare le pro-
prie asperita centre le pareti della pietra che la circonda
per poterla cosi abradere. Questo fatto in moltissimi casi
per6 non si verifica , ed e facile il persuadersene osser-
vando delle roccie traforate dalle Folladi.^ dalle Petricole,
dalle Lime, dalle Sassicave, dai Litodomi ecc., dove in
ciascun foro si potr^ vedere che la conchiglia rinchiusavi
ofFre sempre un diametro minore di quello del foro me-
desimo di qualche millimetre almeno , per cui la conchi¬
glia nella propria galleria puo godere d* un libero mo-
vimento.
Il sig. Deshayes poi ritiene impossibile che il guscio
d’ una conchiglia possa giungere colla sua limitata durez-
za ad abradere un corpo molto piu duro che essa non lo
sia senza logorarsi in brevissimo tempo , e cio tanto piu
se si consideri il guscio assai tenero e fragile dei neo-
nati , nei quali un tal guscio si riduce ad una esilissima
squammetta. Tale osservazione si puo risguardare di po-
chissimo momento dietro due principali considerazioni :
la prima si e, che la conchiglia dei molluschi litofagi non
e poi tanto sottile e tenera da non poter resistere al lun-
go e lento sfregamento esercitato su di un corpo di na-
ii6
tura petrosa , e che e pur essa dotata d’ iin grade di
durezza ragguardevole. Di pin si puo aggiungere che la
durezza di tali roccie viene d’ assai dimiuiiita per trovarsi
esse costantemente immerse dentro 1’ acqua del mare, che
non solo vale a rammollirle per imbibizione , ma anche
per r azione chimica che devono esercitare su d’ esse i
tanti sali che nell’ acqua marina medesima si trovano in
copia discioiti ; ed un tal fatto si puo anche verificare
con un facile esperiraento. Secondariamente devesi pure
aver " mente a cio, che le parti della conchiglia che sono
destinate ad una tale funzione non sono gia parti morte,
ma sibbene parti dotate di vita , o per meglio dire parti
spettanti ad un essere vivente, il quale puo percio risar-
cire e riparare con tutta facilita e prontezza i danni che
la propria conchiglia viene a soffrire e mantenerla in tal
modo sempre intatta anche nelle parti sue piu sottili.
Cosi pure per cio che riguarda la tenerezza grandissima
delle conchiglie appena nate , si puo ritenere che anche
in questo caso supplisca la forza di riproduzione, che qui
e anzi di maggiore efficacia , essendo la virtu riprodut-
trice nei giovani individui molto piu pronta e vigorosa
di quello lo sia negli individui adulti o vecchii , il che
si verifica pure costantemente in tutte le class! di ani-
mali qual legge generate degli organismi viventi.
Il nostro autore adduce pure quale prova atta a so-
stenere il proprio assunto I’osservazione che i molluschi
litofagi non intaccano se non le sole pietre# di natura cal-
carea, e non mai quelle di natura diversa, essendo que-
ste inattaccabili dagli acidi. Con tale asserzione il sig.
Deshayes mostra di non avere per nulla tenuto conto di
varie osservazioni fatte gia da molti anni , come sono
quelle del celebre •naturalista A 1 d r o v a n d i , che diede
Ml
pure iina figura rappresentante una selce del Sanese tutta
traforata da meandri praticati dai molluschi litofagi. Cosi
anche il B a I d a s s a r r i trovo nei dintorni di Montalceto,
pure nel Sanese, delle pietre focaje anch’ esse traforate dai
molluschi, ed in tal guisa pote confermare V osservazione
fatta dair Aldrovandi ; oltre a questo il rinomato 0 1 i v i
assicura d’ avere esaminati dei pezzi di lava compatta
tratti dal fondo dell’ Adriatico, i quali contenevano ancora
viventi alcune Folladi.
11 sig. Deshayes in fine termina il propro articolo col
dichiarare positivarnente , e senza amettere alcuna ecce-
zione , che i molluschi litofagi non potendo scavarsi le
proprie abitazioni coll’ impiego di mezzi meccanici, devo-
no di necessita ed esclusivamente far uso di mezzi chi-
mici; solo egli dice, che bisognerebbe ora studiare la na-
tura deir agente che viene segregate dal mollusco , e
quale sia 1’ organo secretore , organo che esiste nell’ ani-
male senza verun dubbio. Di piu osservando egli che le
pietre di natura calcarea sono le sole che vengono in-
taccate dai molluschi litob^gi , ne deduce che un tale
agente non puo essere d’ altra natura che acida. Circa
alia natura poi di tale supposto acido egli dice, che ne
sta aspettando la determinazione dalle osservazioni ed espe-
rienze istituite da altri naturalisti.
Nel medesimo Journal de Conchyliologie ( 1850 p. I7i)
il signor Thorent si mostra della medesima opinione
del signor Deshayes , di piu egli dice d’ essersi potato
convincere della presenza d’ una materia acida negli
umori dei molluschi litofagi , fatto che pote constatare
mediante 1’ arrossamento indotto nella carta colorata in
azzurro dalla tintura di tornasole immersa in detti umori.
In quanto poi alia precisa natura di questa sostanza aci-
US ■
da il sig. Thorent inclinerebbe a riteneila costituita dal-
r acido cloridrico , acido qnesto , che come egli crede
potrebbe derivare dalla decomposizione operatasi nell’ or-
ganismo di tali animali dei diversi cloruri che in tanta
copia si trovano disciolti nelle acque del mare. Secondo
questo naturalista la conchiglia del mollusco poi rimar-
rebbe garantita dall’ azione corrodente dell’ acido, per es-
ser questa ricoperta dalla propria epidermide che ne im-
pedisce T immediato contatto, e non gia dalla azione di-
luente dell’ acqua circostante come opina il Deshayes.
Anche il sig. Lovel 1-Reeve e dell’ opinione del sig.
Thorent, ma egli ammette di pin che in tale fenomeno
concorre pure un" azione meccanica dipendente da alcune
particelle di natura silicea, delle quali sarebbero cosparse
certe parti dei molluschi in discorso e che farebbero I’lif-
ficio di raschiatojo nell’ atto della escavazione delle roccie.
Tali granelli silicei furono trovati pure sul piede e sul
mantello di alcuni molluschi dal sig. Hancok, ma il Re-
cluz li ritiene piccoli cristalli di natura calcarea e non
gia di silice.
Il sig. Laurent in una estesa memoria intitolata: « Ri-
cerche sui costumi delle Teredini 9^ ( Journal de Conchy-
liologie d850 pag. 250 ) venendo a pa.rlare della per-
forazione dei legni operata da tali molluschi , ritie¬
ne doversi quest’ atto attribuire alio sfregamento pro-
dotto dalla conchiglia del mollusco col legno, il quale
friccandovisi contro produce di tal guisa un canale in
cui trovasi in seguito rinchiuso Y animale col proprio gu-
scio. Ammette quindi il sig. Laurent per le Teredmi
(*) Quanlo si e notato circa gli Aspergilli e le Clavagelle
vale anche per le Teredini, che esse pure furono smembrate dalla
classe dei molluschi propriameote detti.
ii9
un azione puraraente meccanica , ma nello stcsso tempo
egli non nega la possibility, che in tale fenomeno concor-
rer possa anche un’ azione chimica proclotta dalla presenza
d’ una sostanza acida. Nel medesimo tempo egli assicura
di non aver mai potuto raccogliere una tale materia in
sufficiente quantity, per poterne dimostrare la sua natura
acida col mezzo della carta esploratoria di tornasole. Par-
lando poi delle giovani Teredini dice, che per queste la
perforazione dei legni riesce assai piu facile e pronta di
quello non sia per le adulte, poiche i neonati, egli prosegue,
essendo piccolissimi, trovano facilmente qualche piccolo
foro gia formato naturalmente nel legno , e quivi ponno
avere un punto d’ appoggio piu comodo pei movimenti
che essi eseguiscono di continue da destra a sinistra e
viceversa ; ed e appunto per tali movimenti indefinita-
mente protratti, che giungono codesti animali a scavarsi
le proprie gallerie dentro il legno giy d’ altra parte ram-
mollito di molto pel suo lungo soggiorno nelf acqua : nel
caso teste considerate delle giovani Teredini^ il sig.
Laurent opina doversi ritenere nulla o di lievissimo
vantaggio V azione di un acido quale mezzo per agevo-
lare la perforazione , poiche datane anche la presenza ,
e»so acido, attesa la piccolezza dell’ animale, deve essere in
iscarsissima quantity, e verrebbe quindi assai di leggieri
reso inefficace per 1’ istantaneo mescolamento dell’ a-
cqua , che in gran copia mantiene sommerso il pic¬
colo animaletto perforatore. Un fatto interessante osser-
vato dal sig. Laurent, atto a dimostrare che non e per
r azione corrodente d’ un acido, che le Teredini traforano
i legni , si e, che le Teredini stesse, a quanto sembra ,
si nutrono dei frammenti del legno che staccano, avendo
riscontrate le particelle legnose assai distintamente nelle
120
loro intestina ; se (juesto legno venisse corroso per pre¬
via decomposizione operata da iin acido qualunqne^ come
si potrebbe esso rinvenire ancora riconoscibile pe’ suoi
caratteri proprii nel tiibo digerente deir animale ? Le Te~
redini pertanto , molluschi litofagi, che del resto hanno
una conchiglia assai sottile e levigata , si ponno scavare
le proprie gallerie , qualche volta assai estese , col con-
corso di soli mezzi meccanici e nulla piu.
11 sig. C a i 1 1 i a u d (Journ. de ConA 850 p. 563 ) ammette ,
che i molluschi litofagi possano impiegare due difFerenti
mezzi per scavare le pietre; uno di questi e esclusiva-
mente meccanico, mentre Taltro e dovuto alb azione d’un
agente chimico , ossia ad un acido. Del primo di questi
mezzi secondo questo autore si valgono le Folladi-, a di-
mostrare la verita della propria opinione ecco quanto fe-
ce il sig. Cailliaud. Egli prese primieramente un pezzo di
pietra calcarea gia traforata dalle Folladi, e nello stesso
tempo prese pure alcuni gusci di Folladi estratti dalla
pietra medesima, ed immerse e pietra e conchiglie neb
r acqua per ventiquattro ore. Passato questo tempo, pre-
sa la conchiglia di una delle suddette Folladi , si accinse
a tentare artificialmente la perforazione della pietra cab
carea previaraente imbevuta , operando colla conchiglia
sotb acqua come con un succhiello, procurando pure con
tale manovra d’ imitare possibilmente i movimenti che
il mollusco vivente esercita colla propria conchiglia. In
capo a cinquanta rainuti esso pote ottenere un foro del
diametro di undici millimetri e della profondita di dieci e
mezzo; ed avendo continuato il proprio lavoro per lo spa-
zio d’ un’ ora e mezza, ottenne un foro di undici milli¬
metri e mezzo di diametro sopra dieciotto di profondita.
Di piu il sig. Cailliaud fa osservare che le conchiglie
adoperate, dopo d’ aver eseguita una tale perforazione, era-
no in istato di produrre il medesimo effetto , erano cioe
perfettamente intatte anche nelle loro parti pin sottili, co--
me sono le asperita e scabrezze che rivestono la loro
esterna snperficie ; fa notare eziandio che il mollusco
impiegando nella perforazione delle pietre molto maggior
tempo di qiiello irnpiegato da esso lui artificialmente , in
questo periodo la conchigiia viene continuaraente restau-
rata ed anzi accresciuta per la secrezione non interrotta
della materia calcarea operata dall’ animale al quale essa
appartiene.
( La fine nel prosslmo niimero )
Rivista
Von ,Bibra Beitraege zur Naturgeschichte von
Chile ( Studi su la storia naturale del Chili ).
Inseriti nelle memorie delT academia delle scienze in Vienna
tomo Y. parte 11. pag. 73 con 5 lavole.
La prima e piu estesa parte di questo lavoro tratta
della topografia e geognosia delle contrade percorse dal-
r autore ( pag. 73 a 103 ). Segue la parte meteorologica
(pag. 105 a 443)^ nella sezione idrometrica. della quale
ofFresi T analisi chimica di varie aque potabili e minerali.
Limitate sono le notizie botaniche ( pag. 445 a 420 ) e
le zoologiche (pag. 420 a 433 ). Cenni etnografici, spe-
cialmente sugli Arancani, chiudono il trattato. (pag. 434
a 441 ). — Dei molluschi, come degli altri animali, B i-
b r a non raccolse che le specie piu comuni ; giacche egli
non si era in cio proposto altro fine , se non quello di
porgere un quadro del carattere zoologico del paese, a for-
marsi il quale basta appunto la conoscenza delle specie
m
comuni. Quindi (alia p. 421) enumera i soli molluschi
marini ovvii lungo tutta la costiera del Chili, come la
-Liiorina peruviana , i Trochus niger e nigerrimus , la
Concholepas peruviana , varie specie non determinate di
'Patella^ Chiton , Balanus ^ Mjtilus, Venus ed il Solen
guinensis ; ed un’ unica specie terrestre, il Bulimus ro^
sacetts Ring , comune sui colli presso Valparaiso e Sant-
jago; come pure una sola conchiglia fluviale, la Janthina
communis, frequente nei ruscelli di Valdivia. Egli ritiene
poi che al Chili le specie terrestri e d’ aqua dolce siano
poco numerose. — Il nostro M o 1 i n a (*) osserva in proposito,
(*) Giovanni Ignazio Molina nacque bensi a Talca nel Chill
Taono 4740 , ma venuto in Italia nel 4767 vi ebbe stanza per
pin di 60 auni , cioe sino alia sua morte , avvenuta nel 4829.
Egli scrisse nella favella d’ Italia e T Italia pno quindi dirsi la
sua patria d’ amore , e noi lo possiamo perci6 chiamare nostro.
Nel 1782 egli public6 a Bologna il suo Saggio sulla storia natu-
rale del Chill , che venne in seguito tradotto nelle lingue spa-
gnuola , francese e tedesca. Nel libro IV. di quest’ opera si enu-
merano varie specie di molluschi ordinate secondo il sistema lin-
neano, ma particolarmente le commestibili ; si acceunano le loro
dimore, i loro costumi, il modo di raccoglierle e di utilizzarle e
si controdistiuguono anche coi nomi dati loro nel paese. Parec-
chie sono le specie nuove , ioserite anche da Gmelin nel Systema
naturce del Linne; ma le loro diagnosi sono troppo concise, per
cui , mancando le figure, riescono insufficient!. Ne saprei se a
questo difetto siasi rimediato nella ristampa, che si fece di
queslo libro nel 4840, giacche non la conosco. Forse nel museo di
storia naturale dell’universita di Bologna, ove il Molina dimorb per
undid luslri , esisteranno i pezzi original! delle specie da esso
descrilte, ed inallora sarebbe bene confrontarli colle opere degli
autori anterior! e posteriori a lui, ed ove occorra rivendicare le
sue specie, che sono : Sepia unguiculata, tunicata ed he.vapodia,
Pholas chiloensis , Solen macha, Chama thaca, Mytilus albus ed
ater e Murex locus. Molina enumera inoltre come molluschi
423
che in quel paese mancano assolutamente le lumache ter-
restri ignude , non cosi le chiocciole , le quali si propa-
gano in gran copia in tutti quei boschi. Ad una di que-
ste egli dicde il nome di Helio) serpentina • nia essa era
gia stata anteriormente ( 1774 ) descritta da Muller ( Hist,
vermium terr. et fluv. p. 86 n. 284 ) come H, oblong a\
e questo nome merita quindi pel diritto di priorita la
preferenza sopra quello del Molina. Posteriormente (4786)
Scopoli ( Deliciae florae et faunae insubrica3 p. 67 , t. 25
f. B ) cbiamo la stessa conchiglia Bullmus Immastomus.
Le conche d'aqua dolce sono altresi copiosissime ne’ flu-
mi e ne’ laghi chilesi; e le spiagge del mare poi, al di¬
re dello stesso Molina , si veggono coperte di nicchi
d’ ogni sorta , e molte delle adjacenti colline ne sono
interamente composte , malgrado la gran quantita che i
maremmani ne raccolgono ogni anno per bruciarli e fame
calcina. — Nella parte malacologica del lavoro di B i b r a
le analisi chimiche del fegato e dei muscoli di varii ge-
neri di molluschi chilesi sembrano porgere il maggiore
interesse e perciu credesi di darle qui per esteso, tali e
quali le tradusse lo studente in medicina Alfonso Cossa.
Concholepas peruviana.
Sostanza muscolare.
400. 00 parti essicate diedero: Materie grasse . 4. 73
Ceneri . 7. 08
Sali solubili nell’ aqua 4. 25 . 60. 03
Sali insolubili nell’ aqua 2. 83 . 39. 97
chilesi le officinalis, Ostrea edulis, Perna ephippium , Me-
leagrina margaritifera , il Mytilus magellanicus e le Tellina vir-
gata ed albida.
424
Fegato.
400. 00 parti essicate dieclero: Materie grasse . 44. 60
Ceneri . 5. 24
Sail solubili nell’ aqua 3. 37 . 64. 69
Sali insolubili nell’ aqua 4. 84 . 35. 34
Le ceneri contenevano sopra 400. 00 parti :
Muscoli.
Cloruro sodico . 34. 97 — 39. 87
Solfato potassico . 4 8. 49 — 20. 62
Fosfato sodico . . .^ . 9. 57 — 4. 20
Fosfato calcico . . . • . 20. 40 — 20. 20
Fosfato magnesico . . . .' . 49. 87 — 45. 44
400. 00 400. 00
Chiton { muscoli ).
400. 00 parti di sostanza essicata diedero :
Materie grasse . ^ . 4. 00
Ceneri . 43. 69
Sali solubili nell’ aqua 7. 06 . 54. 56
Sali insolubili nell’ aqua 6. 63 . 48. 44
In 100. 00 parti di cenere si trovarono :
Cloruro sodico . * . 35. 44
Solfato p'otassico . 44. 35 •
Fosfato sodico . 2. 07
Fosfato calcico . 43. 25
Fosfato magnesico . 5. 49
400. 00
425
Mytilus ( sostanza muscolare di piu individui ).
400. 00 parti di sostanza essicata diedero :
Materie grasse . 4 54
Ceneri . . . 7. 69
Sali solubili nell’ aqua 4. 68 . ! 60. 86
Sali insolubili nell’ aqua 3. 01 . . 39. 44
Le ceneri in lOO. 00 parti contenevano :
Cloruro sodico . 34. 77
Solfato potassico . * . 46. 32
Fosfato sodico . 9. 77
Fosfato calcico . 25. 90
Fosfato magnesico . 43. 24
400. 00
Venus ( muscoli delle specie commestibili ).
400. 00 parti di sostanza essicata diedero :
Materie grasse . . 3. 75
Ceneri . . 44. 93
Sali solubili nell’ aqua 7. 46 . 62. 53
Sali insolubili nell’ aqua 4. 47 . 37. 47
400. 00 parti di cenere erano composte di ;
Cloruro sodico . 40. 54
Solfato potassico . 7. 23
Fosfato sodico . 44. 76
Fosfato calcico . 22. 79
Fosfato magnesico . . . ‘. . 44. 68
400. 00
426
Fissnrella ( della baja d’ Algodon ).
400. 00 parti di sostanza essicata diedero :
Materie grasse . 4. 37
Ceneri . 3. 42
Sali soliibili nell’ aqua 5. 93 76. 73
Sali insolubili nell’ aqua 4. 49 23. 27
In 400. 00 parti di cenere si trovarono :
Cloruro sodico . 54. 25
Solfato potassico . 44. 49
Fosfato sodico . 8. 29
Fosfato calcico . 48. 20
Fosfato magnesico . . . 5. 07
400. 00
In nessuna di queste ceneri il B i b r a pote trovare del
jodio 0 del bromo , neppure mediante la prova col clo-
roformio. La massima parte delle materie grasse estratte
coir etere contenevano del fosforo o dell’ acido fosforico,
ed alcune, come quelle del Chiton , una sensibile quan-
tita di solfo. D’ordinario le quantity di materie grasse
erano troppo piccole per potere istituire con esse ulteriori
analisi. St.
Notizie
P a r a s s i t i di alcuni molluschi : c) Letikochlorldium
paradoxum Cams.
G a r u s (4) diede questo nome ad una produzione pa-
(l) Nova acta naturae curiosorum , 4837^ vol. XVII pars I,
pag. 87 , tab. 7.
427
rassita scoperta da Ahrens (1) nella Snccinea amphi¬
bia. Ha dessa sembianza d’ uti venue biancastro , molle
e rugoso , cilindrico , lungo da 9 a 42 m. in. , largo 2
m. m. circa , e prolungato in una specie di coda pin o
meno flessuosa, colla quale aderisce all’ aggregate di fondi
cechi , che servono di punto d’ attacco a varii Leucoclo-
ridii conviventi. Delle fascie verdi e dei tubercoli neri
tingono I’estremit^ anteriore. Si muove con molta facility
tra i visceri e sino nei tenloni del mollusco , ove si la-
scia scorgere attraverso i tegumenti. Fra le luinache af-
fette dal Lezicocloridio osservate da G. 0. Piper (2) ,
alcune contenevano tre , una persino quattro di quei pa-
rassiti. 1 molluschi impiccolivano, si seccavano , ed in-
giallivano. Morirono dopo alcune settimane di notte
tempo , la inassima parte ritirati nell’ interne della con-
chiglia , due sporgenti fuori dalla inedesima in atto di
strisciare. In questi i LeucodoridU ( due in ogni mollu¬
sco ) avevano trafoi ati i tentqni per mode che distesi e
morti essi pure sporgevano da questi colla maggior parte
del corpo. Durante il periodo d’ osservazione Piper non
pote scorgere nei LeucodoridU alcun aumento ne alcuna
diminuzione divolume. — L’ opinione emessa da Carus, che
questi parassiti nascano spontaneamente dalla sostanza al-
terata del legato della Succinea viene impugnata da
Siebold; non si scorge la menoina rassomiglianza tra
r aggregate dei Leucocloridii e gli otricelH delle glandule
del fegato del mollusco, e Carus stesso non aveva osser-
vato alcun passaggio organico graduate dal fegato ai pa¬
rassiti. W i e g in a n n ( 4835 ) e Nordmann ( 1840 )
dubitano, se tali esseri possano essere introdotti nei si-
stema con un nome generico, mentre non sono che for¬
me transitorie d’ una determinata specie. Steenstrup
(4842 ) e D u j a r d i n ( 4845 ) considerano il Leucoclo-
(1) Abhandlung iiber Warmer , welche in eiuer Erdschnecke
entdeckt worden sind. Im Magazia der Gesellsch. naturf. Freun-
de zu Berlin, 1810, p. 293, taf. IX. f. 49.
(2) Wiegmann’ s Archiv fur Naturgeschichte , 1851, Bd. I,
pag. 313 : zoologische Miscellen.
428
ridio^ che contiene sempre dei Distomi , come una nu-
trice analoga alio sporacisto delle Cercarie. Siebold espor.ta
in modo piu completo , che non fece Carus , V organiz-
zazione di quel parassito , prova essere egli lin vero
sporacisto di Distomi , i quali vi nascono per generazio-
ne alternante , e conchiude quindi , che non tutti i Z>2-
stomi si sviluppano da Cercarie , come per analogia e
soverchiamente generalizzando veniva ammesso per tutto
r ordine de’ Tre?natodi , raentre in tali animali inferiori,
sottoposti ad un’ alternanza di generazione , 1’ esperienza
dimostro, che non si poo dalle fasi di sviluppo cono-
sciute d’ una data specie dedurre quelle non conosciute
d’ un altra , anche la piu affine. I Distomi del Leuco-
cloridio sono senz’ altro destinati ad essere introdotti ne-
gli intestini di qualche altro animale , onde raggiungervi
il massimo sviluppo e deporvi le uova. Gli embrioni^ che
ne’ sortono ^ emigrando si introducono nella Succinea
amphibia e vi si trasformano nel Leiicocloridio , lo
sporacisto dei Distomi. Dalla rassomiglianza che passa
tra questi parassiti ed il Distom-um holostomum^ , che
dimora nel retto e nella cloaca dei Jlallidi (1), Siebold
e indotto a riguardare quelli per le larve di questo. Che
le rane non siano destinate a portare a completo svilup¬
po la prole distoma del Leucocloridinm ^ venne provato
da Siebold con esperimenti sulla 'Rana esculenta. Quel
anatomico ritiene poi, che il Leucocloridio con quei suoi
movimenti ^bruschi e ritmici nei tentoni della Succinea
non tenda gia a rompere i tegumenti di questa, onde
sprigionarsi; perche se vi riuscisse anche, andrebbe ben
presto a perire^ ma opina , che que’ moti abbiano bensi
lo scopo di richiamare Y attenzione di qualche Rallide
sovra la Succinea che alberga il Leucocloridio , onde
possa aver luogo I’accennata emigrazione di questo
e la trasformazione sua in Distomi olostomi. — Dalla
Zeitsch.iW Siebold u. Kolliker, 4853, Bd. IV, p. 425.
(1) Rallus aqualicus , Gallinula Porzana , Ghloropus.
( Uispensato nel mese di febbrajo 1854 )
Pavia. Tip. Fusi.
GIORNALE DI MALACOLOGIA
4853. IX.
Consider azioni sulht perforazi07ie delle pietre
falta dai moUuschi litofagi e specialmente dalle
Folladi, Del dottore Teodoro Prada.
( Fine )
Passa in seguito nella siia memoria il Cailliaud all’ e-
same dei fori praticati dalle Folladi^ e da questo esarne
esso ritrae nuova prova in appoggio alia propria opinione.
Per do che rigiiarda poi il modo con cui questi mollu-
schi procedono alia ^perforazione delle pietre , egli pensa
che si servano dessi del piede , il quale sortendo dalla
fessLira delle valve e forniando un vuoto, aderisce alia pie-
tra che vogliono ^scavare , ed in tal modo viene ad
esercitare contro di essa una determinata pressione colla
conchiglia; e adunque in tal raaniera e dirigendo sem-
pre nello stesso senso i proprii movimenti, che riescono
colle asperita della propria conchiglia ad abradere la
pietra che destinano a loro diniora. In fine aggiunge che
questo processo nella perforazione e esclusivo alle Folladiy
per le quali non ha luogo azione chiraica di sorta desti- '
nata a coadjuvare colla decomposizione il dissodamento
della pietra ; mentre che per gli altri molluschi litofagi
invece ammette 1’ azione dissolvente d’ una sostanza di
Datura acida.
9
i30
II sig. Aucapitaine ( Revue et uiagasin de zoologie
^851. pag. A86 ) non rigetta interamente T opinione del
sig. Cailliaiid , ma dice d’ avere certezza che i molluschi
spettanti al genere Pholas secernono anch’ essi iin acido,
che egli ritiene essere acido fosforico , col mezzo del
quale essi molluschi intaccano le pietre. e ritiene pure che
il movimento della conchiglia non sia ad altro destinato^
che a staccare ed esportare le porzioni petrose previa-
mente disciolte dall’ acido. Questa idea pero non sembra
la pill plausibile ; infatti non si saprehbe comprendere la
necessita del concorso contemporaneo di due diversi mezzi
destinati ad ottenere un solo scopo, la necessita cioe, che
in tale fenomeno vi debba concorrere I’azione d’ un aci¬
do destinato a disciogliere la materia calcarea , ed un’
azione raeccanica unicamente destinata ad esportare le
porzioni decomposte.
II G a i 1 1 i a u d in una memoria letta all’ accademia
delle scienze di Parigi il 24 novembre 4851, intitolata :
59 Nuovi fatti relativi alia perforazione delle pietre ope-
rata dalle FoUadi 55 crede di sciogliere la quistione in
discorso col presentare all’ accademia stessa alcuni pez-
zi di Gneis e Micaschisti interamente perforati dalle
FoUadi i che ancora trovavansi nei fori delle dette
roccie. Con questo fatto alia mano egli non dubita di
conchiudere, che tali animali non poterono scavarsi le
proprie gallerie, se non impiegando mezzi meccanici, es-
sendo per la natura delle roccie in cui trovavansi, ineffi-
cace r azione d’ un acido qualunque, a meno che si vo-
glia supporre le FoUadi atte a secernere dell’ acido fliio-
rico, il solo che valer potrebbe ad intaccare roccie di na¬
tura silicea , quali sono appunto i Gneis ed i Micaschisti,
Dietro questi fatti il Gailliaud spiega come i molluschi
434
antidiluviani con qnesto solo mezzo meccanico abbiano
potnto traforare alciini Porfidi proto^inici alterati , sco-
perti nel Belgio nel 1842. Un tale fatto per altro , del
traforamento cioe di materie silicee, non e nuovo nella
scienza , e come lo abbiamo gia fatto notare, venne os-
servato dall’ Aldrovandi , dal Baldassarri e dall’ Olivi ^ e
percio in tempi a noi molto anteriori.
II sig. W. V r 0 1 i k ( Comptes rendus de I’academie dc
France tome 36, pag. 796 ; a. 1853) in una lettera indi-
rizzata al secretario dell’ accademia delle scienze, reclama
a favore di iino de’ suoi compatriotti la priority della sco-
perta del modo d’^agire delle Folladi nella perforazione
delle pielre. Una tale questione di ciii 1’ accademia si e
interessata, aveva gia dato luogo per parte di M. Ro¬
bertson ad nn reclamo di priorita, che fa contrastato pin
tardi dal Cailliaad. W. Vrolik viene ora a dimostrare che
il fatto della perforazione meccanica elfettuata dalle Fol¬
ladi col mezzo delle valve senza il concorso d’ un acido
qiialunque, fu gia debitamente descritto or sono piu di 60
anni(1778)da un direttore della compagnia di commercio
di Middelburg, chiamato Leendert Bomme; questi scrisse una
memoria nella quale trovansi parecchii ragguagli intorno
a codesti animali, che nel ^759-60 minacciarono distrug-
gere le dighe dell’isola Walcheren: essa memoria fu pub-
blicata negli atti della societa scientifica di Flessinga. W.
Vrolik rinvia per maggiori ragguagli ad un’altra memoria,
che sara pubblicala da G. Vrolik nel primo volume delle
memorie dell’ accademia delle scienze dei Paesi Bassi.
Per fine nel suddetto giornale la Revue etc. 4853 p. 393
ieggesi una breve memoria di M a r c e I d e S e r r e s ,
nella quale il dotto autore espone che tra le diverse cau¬
se che furono ammesse per spiegare , come i molluschi
^32
litofagi giungano a traforare le pietre nelle qaali essi si
celano, a lui sembra che le due principal! , cioe la chi-
mica e la meecanica, possano insieme combinarsi agendo
simultaneamente. Egli aggiunge pero che vi sono alcune
eccezioni forniteci dalle FoUadi, le quali in qualche caso
e evidente che fanno uso di soli mezzi ineccanici come
sarebbe nella perforazione di roccie di natiira silicea, ne-
gli altri casi poi anche le FoUadi si valgono d" una so-
stanza acida , quando cioe trattasi di roccie calcaree. II
prelodato aulore aggiunge che nelle Fenerupi, nelle 3Io-
diole , e nelle Petricole, come pure nella maggior parte*
dei molluschi litofagi, ha luogo senza dubbio il concorso
d’ una sostanza acida energica , la presenza della quale
viene comprovata dall’ arrossamento della carta di torna-
sole. Una tale sostanza verrebbe secreta dallo stomaco e
dalle intestina, trovandosi infatti questo umore in detti
organic e dessa costituita da un acido che lo stesso Mar¬
cel de Serres ancora non seppe determinare. La conclu-
sione per altro dell’ accennato articolo si e, che i mol¬
luschi litofagi traforano le pietre col concorso simultaneo
d’ un liquido di natura acida , e del meccanico confric-
camento delle valve della loro conchiglia.
Lo stesso Marcel de Serres in una lettera indirizzata
al sig. Guerin-Meneville ( Revue et mag. de zool. 4855
pag. 584) ) conferma quanto aveva asserito nella preac*
cennata memoria, e passa indi a spiegare come V umore
acido secreto dal mollusco e destinato ad intaccare la
roccia non corroda nello stesso tempo il guscio del mol¬
lusco perforatore. Egli ammette che la conchiglia venga
intonacata da un leggier strato calcareo di colore bianco-
roseo 5 strato che dilTende il guscio non solo dall’ azione
corrodente dell’ acido , ma anche dall’ abrasione che ri-
433
sulterebbe dal continiio sfregamento contro la roccia; ed
in questo caso , e^Vi dice , che la conchiglia non offre
traccia di epidermide. Oltre a questo strato calcareo
la conchiglia riniane poi sempre cosparsa d’ una sostanza
miicoso-albiiminosa , che pur essa concorre a difFenderla
dair azione corrodente dell’ acido secreto del mollusco. —
Egli fa in seguito notare, che quanlunque la niaggior par¬
te dei molluschi litofagi appartengano all’ ordine degli
Ace fall 0 dei LawelUbrancM , pure questi non sono i
soli che scavano le pietre ed i legni, e che vi sono altri
animall , pero spettanti tutti agli invertebrati , che hanno
simili abitudini. Tali invertebrali poi non si riducono ai
molluschi Acefali dei generi Modiola, Pholas, V emru-
pis , Gasirochmna ecc. , ma se ne riscontrano anche tra
i Gasteropodi del genere Helix , come si e potuto con-
statare nell’ Helix aspersa, che a somiglianza dei Teredo
si scava nei legni la propria abitazione. Anche alcuni
anellidi errand del genere Nereis , come pure dei ge¬
neri Serpula , Sabellaria , Magihis , e cosi , a quanto
sembra, i Sipnnculus^ animali spettanti ai zoofiti Echi-
nodermi, si scavano nelle pietre o nei legni gallerie piu
o meno estese.
Da quanto venne fin qui esposto e facile poter rileva-
re , quanto grande sia stata fino a nostri giorni la dispa¬
rity delle opinion! emesse anche da celebri naturalisti in-
torno ad un fatto, che a*prima ginnta sembrerebbe della
piu facile determinazione , ma che tutti cercarono d’ in-
terpretare diversamente secondo il proprio modo partico-
lare di vedere con ragionamenti il piu delle volte piut-
tosto dettati da un’ idea preconcetta , che non suggeriti
da una sana critka dei Mil Pertanto in aggiunta alle
i54
opinion*! gia eniesse accenneru, ponendo termine al presente
scritto , alcune circostanze relative all’ argoinento in di-
scorso , circostanze che forse varranno , se male non mi
appongo 5 a difTondere qnalche luce sul fenoineno delle
perforazioni di alcuni almeno tra i niolluschi litofagi.
Queste mie osservazioni per altio dovetti limitarle alle
Folladi , come quelle sole che abbia potuto studiare per
1’ opportunita , che mi si offri, di trovare nel gabinetto
di storia naturale di questa nostra universita dei pezzi
anche voluminosi di calcare , quasi interamente pertugiati
da tali animaii. Dali’ esame pertanto degli accennati massi
ecco quanto ho potuto rilevare !
I meandri che rendono la roccia per cosi dire tutta
cavernosa sono nuinerosissimi e di svariate dimensioni a
seconda della grandezza delle Folladi cui danno ricetto ,
tutti pero alia loro origine si manifestano con un picco-
lissimo foro , e tale da presentare un solo millimetro od
anche meno di diametro ; aperte poi alcune di codeste
gallerie , tutte offrono nel loro vano la conchiglia della
Follade completa, perfettamente intatta anche nelle aspe-
rita minutissime delle quali la conchiglia stessa e tut¬
ta irsuta alia propria superlicie, e collocata nella par¬
te della galleria opposta all’ apertura e colla sua estremita
anteriore contro il fondo cieco di essa. La superficie in¬
terna di ciascuna galleria si presenta tutta cosparsa di
solchi poco profondi , trasversali ed undulati , prodotti
probabilmente dall’ azione meccfmiea delle scabrosita della
conchiglia , la quale movendosi orizzontalmente sopra se
stessa , ed alcun poco dall’ alto al basso e viceversa ^ ha
potuto dare origine a tali solchi undulati e trasversali. I
fori poi sono tutti perfettamente rotondi, ed il loro dia-
inetro massimo interno e sempre superiore di qualche
i35
millimetro al diametro niassirao della conchiglia, cosicche
questa puo godere d’ un libero movimento di rotazione.
L’ esame istituito sopra diverse conchiglie e siille loro
rispettive gallerie mi ha costantemente fornite le stesse
proporzioni nei corrispondenti loro diametri : ed infatti
una conchiglia della lunghezza di 41 millimetri ^ e del
diametro massimo di millimetri d2 , aveva scavata una
galleria lunga 230 mill, e del diametro massimo di mill.
44 ; ed un altra della lunghezza di mill. 45 e del dia¬
metro di mill. 3 praticossi un foro della lunghezza di 64
mill, col diametro di mill. 5. Da cio si vede chiaramente
che il diametro della galleria e sempre maggiore di due
millimetri almeno di quello della conchiglia , e tale dif-
ferenza 1’ ho notata ripelutamente ed in tutti i casi esa-
minati.
Dietro ispezione innoltre delle gallerie scavate dalle
Folladi ho potuto notare alcune circostanze speciali o
particolarita , per quanto e a mia cognizione, non ancora
avvertite da alcuno. Queste particolarita consistono in cio,
che le gallerie 5 quantunque possano essere molto nurae-
rose, e qualche volta tra di loro assai ravvicinate, come
nei pezzi da me esaminati , pure non s’ incontrano mai
tra di loro , o per dir meglio , ogni FoUade si scava
una galleria a pareti esclusivamente proprie senza mai
penetrare nella galleria della sua vicina, lasciando non di
rado un tramezzo d’ un millimetro appena ed anche me-
. no di spessore. Come cio avvenga e certo difficile deter-
minarlo : che la FoUade scavando la propria galleria
produca un leggiero lumore per effetto di confricamento
ed avverta cosi la vicina della sua presenza , e che
quindi questa diriga da altra parte la propria escavazio-
ne , onde non penetrare nei meandro della compagna ?
436
Ammesso un tale fatto, esso ci porgerebbe un esempio di
reciproca osservanza del diritto di proprieta alFatto singolare,
e degno d’ essere da molti immitato. — Di piii ho potuto
notare, che moltissime di tali gallerie, limitandomi pero sempre
ai pezzi da me esaminati, offrono alia meta circa della loro
lunghezza ud angolo ottuso di 150 gradi a un dipresso,
ed in corrispondenza di tale angolo sono molto piu am¬
ple presentando cosi iin rigonfiamento notevole , il qual
dilatamento si rende necessario perche la conchiglia pos-
sa colla sua lunghezza seguire una tal curva. A prima
giunta ho creduto di poter spiegare tale deviazione rite-
nendola destinata a schivare V incontro d’ una galleria vi-
cina , ma tosto m’ accorsi non essere V angolo determi-
nato da questo accidente , poiche V ho potuto notare in
diverse gallerie affatto isolate e lontane da altre. Pertanto
a tale particolarita io non saprei dare una plausibile spie-
gazione. — Per ultimo m" e anche venuto fatto di rilevare,
che le gallerie scavate in uno stesso masso non sono gia
praticate arbitrariamente e senza ordine , ma offrono una
direzione costante e tale, che tutte sono paralelle tra di
loro. Una simile direzione certaniente deve essere deter-
minata da qualche causa , ed aver forse qualche partico-
lare rapporto esterno ; ma su questo io non saprei ag-
giungere nulla al fatto osservato , per aver dovuto limi-
tare il mio esarae a pezzi staccati e fuori di luogo.
Ora per cio che riguarda la natura dei mezzi coi
quali le Folladi si scavano le proprie gallerie, avendo io
sempre inclinato a ritenerli meccanici, ho voluto ripetere
le esperienze fatte dal sig. Gailliaud, modificandole leg-
giermente, onde convincermi della mia opinione. A tale
intento presi un grosso frammento di calcare che segai
in modo da tagliare trasversalmente due gallerie, avendo
437
pero dapprima levatc le conchij^lie contenutevi. II diame-
tro d’ una di dette gallerie era di millimetri 21 e la pro-
fondit^ di mill. 20, e la conchiglia ivi stanziante della
lunghezza di 55 mill, e del diametro di mill. 49; T al-
tro foro era del diametro di mill. 48 e della profondit^
di mill. 44, e la conchiglia estratta misurava 46 mill, di
diametro sopra 44 di liinghezza. Ho immerso il fram-
mento di roccia insieme colle conchiglie in un recipiente
pieno d" acqna , che prociirai coll’aggiunta di parecchi
sali di rendere alqnanto somigliante all’ acqua marina , e
lasciai il tutto somrnerso per dodici giorni alia tempera-
tura di 4 a 7 gradi del termometro centigrade. Trascor-
so questo periodo di ^macerazione presi le due valve di
ciascnna delle Folladi e ponendovi entro della cera rara-
mollita, come a sostitnire in certo qual modo V animale
stalo distriitto, le riunii insieme, ed in tal modo immi-
tando possibilmente i movimenti e la pressione esercitata
dal mollusco vivente, tentai di sfondare i fori esistenti
gia nella pietra macerata , operando sempre sott’ acqna.
In capo a 50 minuti primi di trivellamento misurata la
profondit^ del primo foro, 1’ ho trovata di mill. 25, e
qiiella del secondo di mill. 20, cosi che I’anmento fu
pel primo di 5, pel secondo di 6 millimetri. Il diametro
dei detti fori non venne aumentato di molto, dacche supera-
va gia, come di regola, il massimo diametro della conchiglia
impiegata. Forse tali risultati potranno semhrare un p6
esagerati ; per con\incere che non lo sono , faro solo
osservare che la roccia dopo la sommersione olfriva una du-
rezza molto inferiore a quella del Gesso , talche si pote-
va con tulta facilita intaccare coll’ unghia e sgrettolare fra
le dita, mentre le conchiglie state macerate anch’esse,
conservarono perfettaraente la loro durezza , che era di
9^
^58
certo a quella molto superiore, ed e da cio che si pu6
spiegare la facilita colla quale si ottiene di intaccare an-
che rapidameute la roccia stessa senza che la conchiglia
venga a soffrire abrasioni.
Da questo fatto, congiunto a quelli altri piu sopra
iiidicati , e principalmente da qiiello ben constatato del¬
la perforazione dei Micaschisti e dei Gneis , mi sembra
che sia lecito e ragionevole il poter concludere, per le
Folladi almeno , che tali molluschi litofagi si scavano ' le
proprie gallerie col solo ajuto dei mczzi riieccanici loro
forniti dalla natiira, e che non vi concorre altro agente
di chimica indole , come sarebbero acidi od altri , che
d’ altronde sarebbero loro superflui; e ad ogni obbiezione
che si potesse fare in coritrario alia meccanica perfora¬
zione, si potrebbe sempre e molto a proposito rispon-
dere col vecchio ma giusto detto che gutta eavat lapi-
dem non vi , sed sospe cadendo.
Deir Ectocotile,
( Fine )
Nella sua opera intorno ai cefalopodi del Mediterra-
neo (i) il V e r a n y publico la scoperta di una n-mva
specie da lui chiamata Octopus caretia. Il primo individuo
che rinvenne, in luogo del braccio destro del terzo pajo,
aveva una vescicola fissata al corpo per mezzo di un pe-
duncolo. Sopra individui raccolti in appresso egli osservo
costantemente che quel braccio dilferiva dagli altri e pel
volume, e percbe teneva all’ estremita una piu piccola
(1) Mollusques mediterraneens ; 4re partie^ c^phalopodes ;
Genes , 4854.
i39
vescica , che rammentavagli quella dell’ ectocotile di Cu¬
vier; e questo braccio aderiva al corpo dell’ animale me-
diante il peduncolo che nel primo individiio sosteneva la
vescicola, matrice del braccio in formazione. D e - F i I i p p i
c L e y d i g ric'onobbero in questo braccio il vero ecto¬
cotile , ed osservarono inoltre che a dilFerenza delle al-
Ire braccia era suscettibile di distaccarsi non lasciando
traccia di avvenuta lacerazione. Aperto il sacchetto ovale
posto air estremit^ ^ vi scorsero il filamento bianco col
quale ha termine anche V ectocotile dell’ Argonauta e
degli altri cefalopodi, come accennammo, osservati.
Le osservazioni a tale proposito istituite da E. Muller
nel 1850 in Sicilia, il risultato delle quali venne recente-
mente publicato (i) , convinsero anche Koelliker, e ci
fornirono i niateriali onde darne breve cenno.
Lo sviluppo del braccio ectocotiliforme procede di pari
passo collo sviluppo totale del cefalopode e col parziale del-
r apparecchio genitale; e percio da ritenersi assurda 1’ as-
serzione di Madama Power e di Maravigna che
assicurarono trarre origine gli ectocotili da singole uova.
La vescica suaccennata e appunto quella che protegge
questo sviluppo , e che ad animale adulto pende, divise
le pareti , in forma di una ripiegatura cutanea dorsale
del braccio. Non sempre questo braccio occupa lo stesso
posto rispetto agli altri , ma la sua posizione muta al
mutare delle specie che ne sono provviste ; i suoi rap-
porti col reslo dell’ apparecchio pero sono sempre gli
stessi. 11 condotto deferente che lo attraversa e continue
a quello che parte dal testicolo. Quest’ ultimo giace nella
maggior parte delle specie al fondo della cavita del sacco
(1) Zeitschrift fiir wissenscliafUiche Zooiogse , iV. Band, 1.
fieft (1852), Sei^e ! u. L22, Taf. I ; 4. Heff (i85§), Seite
uo
in forma di un corpo sferoidale biancastro , avvolto
dal peritoneo ^ e composto da una serie di cilindri ra-
mificati , convergenti ad una cavita mediana stretta ed
irregolare. E da questa cavita che parte il deferente a
pareti spesse e glandolari , flessnoso , e miinito all’ intei-
no di una ripiegatura longitudinale , che dopo aver co-,
municato con un ceco parimenti flessuoso, probabilmente
organo di secrezione, dilatasi in un sacco costriltore, costi-
tuendo la cosi delta borsa del ISeedham. — A maggiore
chiarezza e d’ uopo dividere il braccio ectocotiliforme in
tre parti .* il peduncolo , il corpo ed il flageUo. Il pe^
duncolo attraversato dal deferente e fisso e serve di base
al braccio e di comunicazione al corpo di questo coll’ ani-
male ; il corpo dell’ ectocotile ne rappresenta 1’ organo
di moto e di preensione , nel mentre che il flagello e
aggomitolato in un sacchetto ovale, d’ onde all’occasione
sfugge in forma di un pene filiforme avente alia siia estre-
miU libera 1’ orificio esterno del deferente, di cui abbia-
mo seguito il decorso , lasciando cosi al piccolo sacco
pendente il nome di capsula pigmentosa. — L’ ectoco¬
tile, non dissimile dalle altre braccia che pel maggior
volume, e muscolare , e come le altre possiede un dop-
pio rango di ventose, simili a quelle della femmina cor-
rispondente , dei cromatofori , una catena di gangli posta
lungo il suo asse, una circolazione viva e ritmica , du-
revole anche dopo il distacco. E qui e necessario richia-
mare T attenzione sovra lo sviluppo che in vicinanza al-
I’epoca della caduta subiscono alcune appendici, dai mo-
derni ritenute come respiratorie , esclusivamente proprie
dell’ ectocotile del Trenioctopus , d’ onde ne segue che
questo godr^ di un’ esislenza isolata piu lunga al certo
di quella degli altri.
i4l
La caduta di quest’ organo all’ epoca degli amori non
e accidentale , ma il prodotto di una legge costante , ed
in allora puo essere paragonato a qiialunque altra parte,
che staccata da individuo vivente conserva«per iin certo
tempo una deterininata copia di fenomeni vitali , i quali
hanno per elFetto in questo caso il ritrovamento della
femmina e 1’ accoppiamento. ---- A facilitare il distacco del
braccio ectocotiliforme servono i moti d’ avviticchiamento
che compie intorno al corpo da cui e per emanciparsi ,
c le cellule epiteliali del flagello sovrapposte a squamme,
delle quali il margine libero e posto in opportuna dire-
zione. Allora , lutto solo , avente in se il deferente , che
in questo stadio non' si puo piu considerare come tale
ma come serbatojo , si afTretta guizzando nell’ aque a
compiere la sua missione, e non e improbabile che la
femmina contribuisca ad accogliere nel suo grembo 1’ or-
gano fecondatore adoperando i mezzi di cui puo disporre,
onde promuovere current i nel mezzo in cui vive. E certo
d’ altra parte che la femmina si compiaccia della po-
Uandria , poiche le dissezioni praticate da Koelliker , da
Siebold e da E. Muller ci mostrano come abbiano trovati
nell* ovajo contemporaneamente brani di pin flagelli che
vi aderirono probabilmente grazie la disposizione delle
loro cellule epiteliali.
Ecco un modo nuovo col quale natura provvede alia
riproduzione di questi esseri interessanti, e noi dobbiamo
molta gratitudine a questi ultimi nominati cultori delle
fisiologiche ed anatomiche dottrine , che nulla rispar-
miarono per far splendere la luce della verita su di un
fatto che fu origine di tanti errori e che ad onta se ne
ignorino moltissimi particolari, e assai mirabile e strano.
P. Paoceri-
142
i\oia
clelle specie da aggiungersi o da emendarsi nel cata-
logo del mollnschi della Lombardia dei fratelli Ant. e
G. B. Villa, inserito nelle:
la Lombardia vol. I.
' NB. P signijfica pianura,
V i t r i n a glacialis Forb. a
Helix
j isodoma Jan a
) gemonensis Fer.
Leopoldiana Charp. m
hiulca Jan
I ceHaria var. a hocca
tonda catal. p. 6
/ non nitens Mich.
V cat. 1. c.
Vill^e Mortillet c
Pupa doliolum Brug. m
valsabina Spinelli m
Sempronii Charp. m
Vertigo cylindrica F er. p
T 0 r q 11 i 1 1 a
5-dentata Meg. c
( apennina Charp. m
I pachygastra Z. Pf. L.
bergoinensisCharp. m
hordeum Stud. a
Milano, dicembre 1853.
J^ota. Vedi inoltre le pagine
Notizie natural! e civili su
c colli, m monti, a alpi.
C 1 a u s i I i a
comensis Shuttlew.
blanda cat. p. 7
— Porro M. Com.
Balsami Strobel m
oniista Villa m
Braunii Charp. m
leucensis Villa c
j Strobeli Porro ni
I Stabilei Charp.?
brembina Strob. m
Whatelyana Charp. m
gracilis Pfr. C. m
Pomatias Porroi Str. m
L i m n ae u s solid ulus Villa c
P a I u d i n a alpestris Villa ni
acuta Drap. . c
Anodonta idrina Spin, c
Unio Spinelli Villa c
Requienii Mich. p
Villae Stabile c
Ant. e G. B. Villa
6 ed 86 del giornale.
La red.
Notizie.
U3
In onta air avviso contrario avuto dal dottor Menke
;
( vedi la p. 48 ) il prof. Rossmaessler esegui nel-
r epoca prefissa ( vedi la p. d6 ) il progettato viaggio
nella Spagna meridionale , viaggio che per gli auspicii
miitati dovette pure miitare di scopo; da un viaggio di
osservazione, quale V avea in mente Rossmsessler, dovette
liinitarsi quasi esclusivainente ad iin viaggio di raccolta ,
onde retrihuire i privati , che concorsero a sostenerne
per la maggior parte le spese , dacche i sussidi sperati
dai publici stabilimenti inancarono totalmente. Da Parigi^
ove Rossmaessler avea posto 1’ affare nelle mani di perso¬
na influente, che s' era dichiarata disposta a sollecitarlo,
egli non ebbe nemmeno una risposta. — Da Marsiglia
Rossmaessler si trasferi per mare a Barcellona, ove sosto
per due settimane; prosegui indi, pure per mare, ad Alicante,
e di qui per terra a Murcia, ove dimoro per 18 giorni
nella casa del suo amico, il prof Don Angel Q u i r a o.
Da Murcia egli viaggio in una iarlana (carro a due ruote)
dal d9 aprile sino al dA giugno nelP interno del peese ,
cioe per Cartagena , Mazarron , Lorca , Velez el Rubio ,
Baza , e lungo le fable della Sierra Nevada , per Porulla-
na e Guadiz , a Granada; poi valicando la Sierra a Loja,
per Colmenar a Malaga ; e costeggiando il mare per Velez
Malaga ed Almeria a Vera; indi per Lorca c Totana di
ritorno a Murcia. Fece inoltre varie lunghe dimore ad
Alicante, Valencia e Burriana. Le provincie da lui per-
corse sono quindi le piu meridionali ed oriental! della
Spagna , cioe Granada , Murcia , Valencia e Catalogna.
144
C. R e c 1 u z dopo molti anni di fatiche era riuscito a
formare una ricca collezione di coiichiglie dei generi Na~
tica 5 Nerita , Neritina , JSavicella e Sigaretus. Poco fa
essendo stato costretto a spropriarsene , la cedette a De-
iessert , nella di ciii bella raccolta figiira accanto alia
preziosa collezione dell’ illustre Lamarck. — Journ. de
Conch, 1853 p. 224.
Annuncio.
11 periodico di Menke e Pfeiffer, avendo sotto
il titolo di : Zeitschrift filr Malakozoologie (giornale di
Malacozoologia ) compito il decennio di esistenza, sortira
col 1854, mantenendo lo stesso formato, sotto Paltro tito¬
lo di : Malakozoologische Blatter ( fogli malacozoologici ).
Le dispense saranno composte da 2 a 5 fogli di stampa
e la loro publicazione non saia legata ad epoca fissa.
Ogni volume ( annata ) comprendera da 15 a 20 fogli ed
il suo prezzo verra regolato appunto dal niiniero di que¬
st! fogli, calcolando per ognuno di essi il prezzo sinora
in corso. Quanto alle litografie , che accompagneranno il
testo , le colorate equivaleranno a due fogli di stampa e
quelle in nero ad uno di essi.
RiTieta bibiiografica deir anno 1853.
Giornali ed atti acadcmici.
I. Zeitschrift filr 3IaUikozoologie.
( Giornale di malacozoologia )
Siudi per la storia degli Auriculacei; di L, Pfeiffer,
p. 4-10. ( Vedi p. 1 e 17 del giornale)
lib
Osservazioni stii IXajadi europei;(H E.J. Rossmaess-
ler, p. 10-16. — Tratta della necessity di studiare gli animali di
questa fami^lia, onde trovati i rapporti tra i caratteri loro e
qnelli delle conchi2:lie, ed appo^i^iati agll uni e a,"li altri, po-
ter stabilire le specie con criterio scientifico. L’antore ad¬
duce indi alcuni fatti , dai quali sembra scaturire ^ che
varie forme di Anodonta ed Unio , sinora ritenute ge-
neralmente per specifiche , non sono che forme d’ una
medesima specie , poste sotto influenze esterne diverse.
Dei dardi delle Elici \ S c h m i d t , p. 1 7 - 32.
( Vedi p. 22 e 33 del giornale )
Di ttna Fauna moUuscorttm exhamarlnornm Eu~
ropce e d' vn prodromo per nna tale; di Rossrnaess-
ler, p. 53-39. — Programma di un’ opera che intende
di publicare.
Delle lingve delle Inmaehe; di A, Schmidt^ p. 39-47.
Brevi notizie co7ichigliologiche ; dello stesso, p.
47-51. ( Vedi p. 46 e 47 del giornale ) — Inoltre
cgli vi stabilisce la differenza anatomica tra la Snc-
cinea putris L. e la Pfeifferi Rossm, , desumendola
dalla strultura della mascella superioie ; — dichiara la
Cla^isilia cana Held di Monaco identica colla Cl. tes-
selata Parr. , e non gia colla Cl. vetusta Ziegl. , come
ritiensi comunemente; — ed accenna al carattere distin-
tivo d’ una Cyclas , rinvenuta a Francoforte sul Meno ,
ch’ egli ritiene essere la C. solida Normand ( non Nord-
mann ), che rassomiglia tanto alia Cyrena ptisilla Parr,
del Nilo.
Diagnosi di nuovi Elicei; di L. Pfe i ffer, ^p. 5 1 -58 e
445- 1 57. ( Vedi I’elenco delle specie nuove nel n. X del gior-
nale) — Quanto aW H.7iicaiis Costa (p. 147), si osservi, ch’es-
sa fu gia descritta dalP autore nella sua: Fauna del regno
di Napoli, Napoli 4859; Animali molli p. 46 n. 5.
Diagnoses moll7tscoru7n novoriiTii scripsit G7iil. Hun¬
ker, p. 58-60, 95, 96 e i iO-112. ( Vedi pure I’elen-
co delle specie nuove )
S71I Bulimus terebraster La7n.', di L. Pfeiffer, p. 65-67.
— II nome di Bttlimtts terebraster sarebbe stato impar-
tito a quattro forme diverse: ad una varieta del Acha-
146
lina semiiarum Rang ( Hdix ter ebr aster Fer. prodr. et
mus. , Ach. terebrasler Pfr. L. monog. n. 55), — al
Bid. haplostylns Pfr. L. mon. n. 594 ( B. lerebraster Fer.
Reeve conch, icon. p. 34i , t. 52 ), — ad iina varieta (?)
del B. columella Phil. ( A. terebrasler Desh. in Fer. hist.
II. p. 166, pi. 442 A. f. 7, 8 ) — e finalmente ad un
Bulimus, vicino al B. odo^ vs Lm. ( B. terehraster Lam.
hist, nat des anim. s. vert. VI p. 124). E per qnesta forma,
proveniente da Portorico , Pfeiffer conserva il nome di
B. terehraster.
ConchigDe di St. Vincent con annotazioni critiche ; di C.
T. M enke, p. 67 - 82. — Contiene 1’ enumerazione ragio-
nata di 29 specie, 7 delle quali sono nuove ( vedi I’elen-
co delle specie nuove ), e nella loro illustrazione s’ ehbe
ispeciale riguardo all’ opera di Adanson sulla storia natu-
rale del Senegal.
Mitilacei* di G. Dunker, p. 82-92. (Vedi I’elenco
delle specie nuove) — Alla fine dell’ articolo I’autore riuni-
sce le specie del genere Tichogonia Rossm., e dedotte le spe¬
cie fossili del terreno terziario, le 4 nuove da lui descritte e
quelle recentemente comprese nel genere Septifer Recluz,
le riduce alle seguenli : T. polymorpha Pallas, cochleala
Kickx (Belgio), afncana van Beneden , coernlescens van
Beneden ( africana var. Red. ), Sallei Reel. ( Rio dulce
in Guatimala ) , dommgensis fdeX. ^ cranea van Beneden.
Unio litoialis Lam. ( pescato in un ruscello presso Al¬
ien , tra Kolding ed Hadersleben nello Slesvigh setten-
triouale ); di R o ssm se s s ler, p. 92 e 95.
Ampullaria eximia ^ di Dunker, p. 95-95. ( Vedi
r elenco delle specie nuove )
Lett ere da I la Spagn « ^ di R o s s m se s s I e r , p. 9 7 - 4 0 5.
IDelh Helix Bivolii Besh. e d' vna specie con essa
confusa ( H. erronea ); di G. C. Albers, p. 105 - 409.
( Vedi r elenco delle specie nuove ) — II fatto che le
conchiglie di quelle due Elid sono liscie alia base ed
ai lati , mentre il piano superiore e persino 1’ umbelico
sono costolati, fa presumere all’ autore , ch’ esse abbiano
a mo delle Nanine un mantello che involge la conchi-
glia, ed ana ghiandola mucosa al termine del piede, e
147
siano quindi animali diurni , che sfidano i raqgi del sole
nei tropici, mentre le vere EUcl sono animali notturni ,
amanti dell’ iimido.
Osservazioni at precedent e articolo \ di L. Pfeiffer,
p. 109. — Egli unisce 1’ i7. erronea Alb. come varieta
colla Ktvoln Deshayes.
Isnovl Aiiriculacei ; di C. T. Menke e L Pfeiffer,
p. 124-127.
Osservazioni prelimmari sidle Pythia scarabaeiis L. e
Petiveriana Fer.^, di L. Pfeiffer, p. J27 e 128.
Sidle Vitrine viventi nell’ isola di Madera^ di G. C.
Albers, p. 129 - 152.
Sill genere Testacellus Cuv.'^ di G. C. Albers, p.
1 55 - i 56.
Niiove specie del genere Bulla; di €> T. Menke, p.
156-142.
Per negligenza libraria i numeri 8 e 9 della Zeitsclirift del
'1853, che contengono i precedenli cinque articoli, non sono an-
cora ginnti : se ne rendera adunqne conto in un altro numero
del giornale.
Breve rtlazione del mio viaggio malacozoologieo per
iina parte del Sud-Est della Spagna ; R o s smaess ler,
p. 16 1 - 171.
Osservazioni al precedent e arlicolo ; di A. Schmidt,
p. 171-176. — IXei primi numeri del secondo anno del
giornale si parlei’a per esteso di questi due articoli ,
nonche delle preaccenuate lettere di Rossm®ssler sullo
stesso argomento. Delle cinque specie nuove: Helix Ard
gonis , hcctica , carthoginensis , Guiraoana e loxana ,
semplicemente accennate in (piegli ai ticoli , s’ e tenuto
conto neir elenco delle specie nuove.
Due nuove Melanie; del dott, von dem Busch,
p. 177 - 179. ( Vedi 1’ elenco delle specie nuove )
ISotizia intorno ad edeune lurnache serbe e siheriche;
di L. Pfeiffer, p. 185- 189. — Le serbe furono rac-
colte da Giov. Zelebor, preparatoie nel museo di sto-
ria naturale della corte in Vienna , durante il suo viag¬
gio nel Banato e nella Serbia , intrapreso nella scorsa
state. Riduconsi a pochissime , tutte terrestri e ad ec-
148
cezione della Helix Zelebori Pfr. , per la quale veggasi
I’elenco delle specie nuove , tulte gia conosciiite. Ma
da che nulla o quasi rrdla si seppe finora circa la ma-
lacologia della Serbia , non conviene tacerle. Esse sono :
Helix anstriaca^l^^., planospira Rm., Ziegl. cura
var. ( albina ) Franenfeldii Zel , candicans Z. var. de-
pressa Pupa frumenlum Di’ap, cum var, irilicum Z. ,
avenacea Briig. var. hordeum Stud. ; Clansilia dacica
Friv. , gihbula Z. , oleata Rossm., pagana Z. cum var.
hulgariensi ^ plicata Drap. e Cyclostoma costulatum Z.
■ — Mescolata con (jueste pochissime lumache serbe Pfeif¬
fer enumera iina ventina di conchiglie tra terrestri e flu-
viali della Galizia , delP Austria , della Stiria , della Ta-
lachia , della Schiavonia e del Ranato, raccolte pure da
Zelebor, nessuna delle quali e nuova. Se si eccettui la
Claus, varyiensis e \2i var. hulgariensh pagana
Z. , le altre specie del Banato sono tutte diggia contemplate
negli : Stndi su la malacologia ungherese di P. Strobel ,
Pavia, i850. — Maggiore interesse ci offi e la lista ,
egiialmente scarsa , delle conchiglie terrestri ( Helix e
Buiinius) raccolte da Kinder m a n n nella Siberia, per-
che essa pure ci porge un documento per la rassomi-
glianza della fauna siberica con quella dell’ Europa. Dif-
fatti fra le specie enumerate in quell’ articolo le Helix
sirigella Drap., fruticurn Miill. ed incarnata Mlill sten-
donsi per tutta o quasi tutta 1’ Europa; le H. rufescens
Penn. , carlhusiana Miill. nec Drap e person ala Lam.
suh person ala Middendorff ? ) abitano 1’ Europa media.
Dovrassi ascrivere ai calori estiyi , che nella Siberia sono
bensi di breve durata , ma altrettanto intensi , se cola
rinvengonsi alcune forme , le quali nelT Europa limitansi
alle regioni meridionali, come 1’//. suhmarilima Rm. ed
il Buhmus guinq tied enl alus Meg. var. approximalns Friv.,
e se vi si presenta una forma affine alia H. Orsinii Por-
ro degli Abruzzi, che Pfeiffer non oso ancora denomina-
re , non avendo avuto sotto gli occhi, che esemplari in-
completi della medesima. Caratteristiche della Siberia sem-
brano le H. sihirica Friv. ( H. Schrenkii Midd. ) e liel-
vola Friv. ( vedi P elenco delle specie nuove ) , entrambe
affini alia H. frjtiicum , e 1’ i^. bicallosa Frivaldszky.
U9
ISuove specie del generc Pythia ( Scarabus ); di L.
Pfeiffer, p. 189-492. ( Vedi 1’ elenco delle specie
nuove )
AnnuQci letterarii.
De Betta — - vedi pag. del giornale.
Lea Isaac — A synopsis of the family of Naiades-,
third edition; Philadelphia, 4852, in 4.° gr. di 85 pagi-
ne. Pag. 64.
Observations on the genus Unio, together with de¬
scriptions of new species in the families Naiades , Coli-
macea, Ly'mncrana, Melaniana and Peristomiana ; Phi¬
ladelphia , in 4.° gr. ; vol. IV di 75 pagine, 4844 - 45;
vol. V di 62 pagine , 4852. — Pag. 62-64.
Q uo y et G a i ma r d — Zoologie du voyage autour du
monde execute par L. de Freycinet pendant les annees
4817 - 4820. Paris, 4824, in 4.° gr. di 742 pagine con
atlante in foglio di 96 tavole. Pag. 413-117.
Poey — “ Memorias etc. Pag. 417- 422 e 481 -82. {Ve¬
di la Pevne de zoologie p 539 , e Poey)
Petit — Journal de conchyliologie, 4850- 52.
Pag. 442- 44, 451 - 60 e 179 - 84. ^
Zelebor Johann — r Systematisches Verzeichniss der
im Erzherzogthum Oesterreich bisher entdeckten Land-
nnd Siisswasser - Mollusken ( Catalogo sisteniatico dei mol-
luschi terr. e d’ acpia dolce sinora scoperti nelT arcidu-
cato d’ Austria ). Wien, 1851, in 8.” di 24 pagine. —
Pag. 483 - 84.
Brevi notizie.
Necrologia di C. B. Adams. — Pag. 423. ( Vedi la p. 15
del giornale )
Sulb Helix alpina e Fontenillii nella Conch, icon, di
Reeve. — Pag. 476.
Le figure di queste due specie ri sono scambiale,
11. Journal de conchyliologie j toiiio IV.
Observations sur /’ organe de la glaire des Gastero-
podes terrestres et fluviatiles ; par de Saint-Simon^
^50
pngel. — L’organo chiamato testicolo superiore da Cu¬
vier ed orprauo albuminiparo da Gratiolet e che 1’ autore
colla niagsrioranza degli anatomici distingue col nome di
ghiandola dell’ albume , e ordinariamente posto a! lato
diritto deir animale , nella parte ravvolta nella S[u*ra Gli
spennatozoi e gli ovuli si sviluppano ad un tempo nella
ghiandola ermafroditica . i primi nell’ interno dei lobuli ,
i second! alia loro parete interna. Le nova da qiii passa-
no nel canale secretore , penetrano nella ghiandola del-
r albume , s’ inviluppano d’ una quantita d’ albume, e di-
scendono nell’ ut^ro. ^aint - Simon , avendo osservato la
ghiandola dell’ albume in un gran numero di specie ^ ne
da in questa memoria la descrizione dettagliata. ( Yedi
inoltie la p. Wo dello stesso giornale)
Recherches anatomo ~ ph'vsiologujjies snr les moUusqnes
de r Algerie^ par Louis Raymond, page 44, planche I.
■ — Questo articolo tratta della Jchatwa (Glandina) algira
Brug. , della quale 1’ autore presenta la sinonimia , la de¬
scrizione estei'na e I’anatomia, suddivisa in anatomia dei
sistemi digerente ed annessi , respiratorio , circolatoiio ,
nervoso , muscolare e riprodnttoi e. Segue 1’ indicazione
dei costumi e delle funzioni fisiologiche di questa specie
carnivora, nonche delle i assomiglianze e differenze a con-
fronto cogli altri molluschi , per le quali I’ autore viene
condotto a considerare il genere Gland'ma come un ge-
neie ben determinato e naturale, da po?’si in un sol
gruppo colla Tesiacella , la quale non e che una Glan¬
dina colla conchigtia rudimentale. '
L^ote snr /’ anatojnie de la Melania fasciolata Lam. ;
par le m e m e, page o3 ( et page 3^5 dti tome HI J. — E im-
portante T osservazione , che R utero di questa specie si
trova nel collo , e che lo spazio che quell’ organo do-
vrebbe occupare sotto il coliare , e occupato invece dalla
tasca , nella quale durante la notte riparano i piccoli ,
nel numero di 25 a 50 La M. fasclolala e (juindi ovovivi-
para e [U’obabilmente unisessuale , cio che 1’ autore non
pote peranco certificare. Egli raccolse gli individui , che
servirono alle sue ricerche , nelle sorgenti termali che
scorrono rapidamente al piede della rupe di Costantina
154
e la cui temperatura tocca a + 32° del termometro cen-
tigrado. Nel!a primavera , ossia durante il periodo in cui
la prole si rifugia nel corpo della madre o sta attac-
cata alia sua conchiglia , la Melania adulta si tiene
costantemente vicina alle rive delle sorgenli e fuori della
corrente , onde non ne venga danno alle chioccioline
fragili dei piccoli ; quando (juesti 1’ hanno totalmente ab-
handonata-, essa si lascia rotolare dalle acjue, e muore ben
tosto. — Qiiesti esseri ra()prescntano nella classe dei mol-
luschi i Marsnpiali della classe dei mainmiferi.
Description de coqniUes nonveUes ; par B e r n ar d i, pa-
ges 3o, 67, 448 et 303. ( Vedi Tclenco delle specie nuove)
Description d' une espece du genre Planorbis ( denti-
fer)* par Moricand, page 57. ( Yedi I’elenco delle spe¬
cie nuove )
iVo/e sur le genre Mulleria Ferussac ; par Petit
de la Saussaye, page 39. — Questo genere fu istitui-
to da Ferussac nel 4823 ( Mem. de la soc. d’ hist. nat. )
su di una conchiglia rassomigliante all’ Etheria , ma che
al pari dell’ Ostrea non presenta che una sola impressio-
ne muscolare , quasi centrale. Nel 4831 (Revue de zoo-
logie, p. 483,' pi. YI ) d’ Orbigny descrisse col nome di
Jcostcea un nuovo mollusco d’aqua dolce, il quale nel¬
la prima gioventu e provveduto d’ una conchiglia libera
a due valve regolari, anodontiformi, mentre che piu tar-
di egli ha due valve ineguali , irregolai i , con cui s’ at-
tacca come 1’ Ostrea , e nelle quali non e visibile che
una sola impressione muscolare. Le valve della minor©
eta rimangono entrambe incastrate nel tallone della valva
inferiore, costituendone la punta. Lea (Proceedings of the
Academy of natural sciences of Philadelphia, 4 831 ), raf-
frontate le descrizioni , che della MnUeria diedero Fe¬
russac, Sowerby e Deshayes, e d’ Orbigny della Jcostcea,
venne in sospetto , che le conchiglie , per le quali si
crearono quei due generi , potessero appartenere ad uno
solo ; e venuto a Parigi ed osservato 1’ esemplare origi-
nale della MnUeria Mi Ferussac nella raccolta di Deles-
sert, vi trovo sulla valva inferiore le due valve anodon¬
tiformi proprie Jcostcea, che, od erano sfuggite sino
>152
allora air esame , od erano state ri^iiardate in quell’ unico
esemplare come un caso cli ag^lomerazione ; e trovo per
tal modo patentemenle conferrnata la sua opinione.
Description de co(j7iil/es nonvelles ; par C. Recluz ,
pages 49, io2 , 245, 251, 257 ct 377. ( Yedi I’ elenco
delle specie niiove ) — Nella nota alia Poronia rvgosa
r aiitore enumera tiitte le specie finora note di (juesto
genere di piccole conchiglie , da esso liii istituito nel
4843 ( Revue de zool., page 166), le cui specie trovan-
si sparse pei mari dell’ Europa , dell’ Affrica , dell’ Ameri¬
ca e della Nuova-Olanda. Esse sono : P. Adansoninna e
Petitiana Reel. , rvhra ( Cardium ) Mont. , nncleola ( Am-
phidesma ) Lam., scalaris ^ Parreyssii e ptirpnrata Phi-
lippi.
Notice snr le genre Ancylus , snivie d' nn catalogue
synonymique des especes de ce genre ; par A. Bour-
guignat, pages 55 et 168. — E il prodromo d’ una
monografia di questo genere , che 1’ antore diside nelle
due sezioni di Ancylnstrum : animate sinistro , conchi-
glia a vertice piii o meno inclinato a destra , p. e. A.
shnplex ( Lepas ) Buc’ hoz , A, fluviatilis Drap. — e di
Velletia\ an. destro, conch, a vertice piu o meno in¬
clinato a sinistra , p. e. A, laenstris L. 11 secondo ar-
ticolo ( p. ^69) contiene il catalogo delle specie Tinora
conosciute, seguito dalla critica delle sinonimie e dall’in-
dicazione della dimora delle specie. Queste ammontano a
58 , comprese 5 dubhie ; quelle del sottogenere A7icy la-
strum vengono distinte in cin(]ue gruppi a seconda della
loro distribuzione geografica nelle cinque parti del glo¬
be ; le Velletia non sono che 6. L’ autore da la figura
di 3 specie ritenute nuove , nonche dell’ A. radiatilis
Morlt. ( pi. 6 f. H ). Quanto alle prime ed alle altre 7
inedite veggasi il relative elenco in questo gio? nale ; e
rispetto alle leggi di nomenclatura propugnate da Bour-
guignat leggasi la nota alia pag. 78.
Description de quelques coqwlles proven ant de Sy'rie;
par le me me, page 69. ( Yedi P elenco delle specie nuove)
Description de coqn'dles nouvelles ; par Petit de la
Saussaye, pages 75, 83, 456, 463 et 249. (Yedi P elen¬
co delle specie nuove )
153
ISotice stir /’Helix nubigena ; par de Saulcy, page
77. ( Vedi V elenco delle specie niiove ) — II professore
italiano , die nel d84J. scopri pel primo quella specie,
e il signor Orsini , e Porro 1’ ehbe da lui col nome di
H. nuhila Gharpenlier. Nel catalogo della raccolta di que¬
st’ ultimo (1852) essa figura come H. nu b? gen a
Saulcy non ne sarebbe quindi. 1’ autore.
Description de coqniUes notivelles du nord de r ^fri^
(jue ; par L. Raymond, page 80. ( Yedi I’elenco delle
specie nuove )
Observations relatives au Mytilus siibdistortus ; par C.
Pecluz, page 85. — E il margine postero - inferiore
della conchiglia , che presenta la sinuosita caratteristica,
ne gi^ il postero - superiore , come per isbaglio avea
accennato 1’ autore nello stesso giornale, vol. Ill p. 159 ,
ove diede la descrizione di questa sua specie , che pare
provenga dalla Nuova-Caledonia.
J\'ote sur /’ Area Martinii Reel. ; par Petit de la
Saussaye, page 86. — Contiene alcune rettifiche ed
aggiunte fatte' da Barthelemy Lapomeraye alia descrizione
di quella specie data da Recluz nel medesimo giornale,
vol. Ill p. 409.
Observations stir le talon de T organe de la glaire
des Helices et des Zonites ; par d e Si. Simon, page
dI3. — ■ Vicino alia ghiandola dell’ albume (vedi la pri-
ma memoria alia pagina 7 dello stesso giornale ) ossei vasi
nei Zoniti e nelle Elici un organo assai curioso , che da
Gratiolet ( Journ. de conchyl., tome I. page 237 ) fu chia-
mato organo ejaculatorio accessorio del canale deferente, e
tallone da Moipiin-Tandon. Esso aderisce al canale defe¬
rente verso la parte di questo , che penetra nella ghian¬
dola deir albume; varia nelT estensione, nelle dimensioni ,
nella forma , nella colorazione , come osservo I’ autore in
buon numero di specie; non aumenta mai considerevol-
menle col crescere dell’ eta , come avviene invece nella
ghiandola dell’ albume; e sembra che sia destinato a ren-
dere lubrica la parte del canale deferente , che penetra
in quella ghiandola.
Description </’ tin getire nouveau : Recluzia; par
^54
Petit (le la Saussaye, page di6. ( Vedi V elenco
clei generi niiovi nel numero X. di questo giornale )
Dtt genre Rupicola de Flenrlan de Bellevue; par C,
R e c 1 11 z , page — La conchiglia di questo genere,
istituito nel 1802 (i), somiglia per modo a quella del
genere Thracia , che Recliiz avea altrove proposta la fu-
sione dei due generi. Ma ora lo studio dei loro animali
lo condusse nella contraria opinione. 11 piede delle Trade
e trilobato , quelio delle Rupicole invece semplice ; le
prime portano un pajo di branchie a ciascun lato del
corpo , le ubime alb incontro non hanno che una sola
branchia per parte. A questa diversita nella struttura de-
gli animali corrisponde una dilferenza sinora poco avver-
tita nella conchiglia di qiiei due generi. II legamento in-
terno ri[)osa su dei condrofori (2) orizontali nelle Trade,
e su dei condrofori verticali nelle Bvpicole. E quantun-
que Rccluz comprenda poi entrambi questi generi in una
medesima famiglia , ne costituisce pero due sezioni sepa¬
rate , quelia dei Tradi e quella dei Bnp'icoth, da le
diagnosi si dell’ animale che della conchiglia ; passa indi
alia descrizione del genere Rupicola e delle due sole
specie sinora note: i?. concentrica Fleur,, in coll. Lamarck
ah auctore, ( Anatina rupicola Lm. , A. truncata Turton )
e B. distorla Gray ( An. distorta Turt. , Mya distorta
Montagu), e ne accenna la patria e le abitudini. Le
cole, come indica il loro nome , s’ adattano nei fori gia
praticati dalle Sassicave, dalle Petrieole e da altri mol-
luschi litofagi nelle rocce calcaree; quindi la forma della
loro conchiglia varia immensamente.
JSotice sur le genre Modulus; par Petit de la
S a u s s a y e; page 152. — Souleyet descrisse e figuro
questo genere nella: if Zoologie du voyage de la Bonite,
vol II page 596 ed Adams negli : ^5 Annals and ma¬
gazine of natural history, decembre 4851 «, indico del
(1) Memoire snr quelques nouveanx genres des mollusques
et vers lilhophages , ioserilo nel Journal de physique di Lame-
therie , p. 345.
(2) 0 ninfe, da yjopd poc; carlilagine.
1 o6
pari i caratteri , che lo distin^uono dai Trochus e dai
Monodonta e lo ravviciuano alle Litorina, e che si de-
sumono specialmente dall’organizzazione dell’ animale. Ec-
co r elenco delle specie di questo genere conosciiite da
Petit : M. lentieularis ( Trochus ) Cheinn. ( Tr. modu¬
lus Lhne)^ carchedonius Lm coll, (lentieularis var. ? ),
itcium Gmel., eerodes , diqjlicatiis et obliquus Adams,
disculus et cateniilatiis Phil., trochifonnis Souleyet. A
queste egli aggiunge una decima nuova specie : M. can-
didus , per !a quale veggasi I’ elenco delle specie nuove.
Nof/cc sur (judqnes Helices recueUUes dans It Maroc
par Coqnand • par A. M o r e 1 c t , page ^38. — La
malacologia di questo stato barbaresco e cosi poco co-
nosciuta, che anche le cinque specie raccolte da Goquand
non lungi dalla costa , presentano qualche interessc. E fa
specialmente senso il trovarsi cola V H. si/valfca Drap. ,
specie delle Alpi occidental! e del Giura, quantunque [)iu
recentemente sia stata scoperta anche nei Pirenei, e V H.
oJivtiorurn Gmel. , che pure crederebbesi esclusivamente
europea. Le H. lanuginosa Boiss. e scahriuscula Desh.
vivono nella vicina Algeria. Nuova e 1’ H. lentieularis e
per questa veggasi T elenco delle specie nuove (1).
Notice sur le genre Gyllene; par Petit d e la
Saussaye, page 142. — Questo genere fu creato da
Gray nel : « The animal kingdom j5 ; ma la descrizione
e la figura che ne da sono incomplete. Sowerby nel :
>5 Gonchological manual, d 842 ^5 , lo descrive e figura del
pari, ma in modo divei'so da Gray. A Adams finalmente ,
onde fissare meglio le idee dei conchigliologhi , ne da
una nuova diagnosi , prendendo per ti()o del genere il
Buccimmi lyratum Lamarck. Petit distingue le 15 spe-
(1) k queste cinque specie terrestri si possono agginngere le
seeuenii pcjche di terca e d’ aqua dolce : Helix algira L. , cario-
sula Mich., elegans Gmel, . lactea MiiU. , pisana Mtill. et var. al-
boranensis Webb., planata Ciiemn. , pumilio Chemo., turbinata
De Crist. ? , turcica Ddlwyn ; Bulimus acutus Mull, et var. litlo-
ralis Bruniati , pupa L, : Achatina folliculus Grou,; ■ — Planorbis
cannatus Drap. , marginatiis Drap. ; Melnnopsis costata Per. ,
Dufourd Per., prmosa Ij.; Paludina tessellata Neriti-
na (luviatilis L.; Ancylus (Juviatilis Miiller.' St.
i56
cie descritte dai detti autori, nonche da Reeve, da Kie-
ner e da liii stesso ( Journ. de conch. , 4850 ) in due
gruppi: a conchiglia tubercolata o striata ed a conchiglia
liscia; ed aggiiinge nna nuova specie: C. senegalensis ^
per la quale veggasi Y elenco delle specie nuove.
Description d’ nne variHe dti Pecten histrionicus Gmel.\
par It me me, page 150, pi. 5. f. 2.
Notice snr le Genre Pachychilus Lea-^ par le m e m e,
page 458. — Questo genere assai diibioso fu create da
Lea negli : ?? Annals and mag. of nat. history, 4852 «
per una sezione delle Melanie^ la cui conchiglia presenta
il labbro incrassato e la columella superiormente callosa ;
r animale non venne studiato. Lea colloca il suo nuovo
genei e tra la Melania ed il Melanopsis , e ne descrive
una nuova specie: il P. Cnmmgii. Aucapitaine nella :
n Revue de zool. 4853, p. 529 sostituisce alia voce
Pachychilus quella di Soiileyetia , essendo la prima gia
stata impiegata da Eschscholtz per un genere di coleot-
teri. A1 genere di molluschi in discorso appartengono an-
chtXdi Melania loevisshna Sow., (\n2\c:\\ P. Cumin gii
Lea non e forse che una varieta, e la 3L Indorum Mo-
relet ; e per quest’ ultima veggasi V elenco delle specie
nuove.
Description d’ une nouvelle esptce de Murex ( Moqui-
nianus ); par Duval, page 203. ( Vedi Y elenco delle
specie nuove )
Observation sur une coguille decriie par A. Adams
sous le no77i d'Eglisia Cumingiij par Petit, page 205.
— Questa conchiglia sembra essere la Turritella suturalis
Griffith. 11 genere Eglisia poi venne istituito daGraynel:
Catalogue of British museum, 4840??, eda lui collocato
tra le Eulimidce , alle quali Adams assegna nel sistema
il posto tra le Turritella e le Seal aria. La conchiglia di
questo genere distinguesi specialmente per le varici lon-
gitudinaii, di cui vanno ornati i suoi giri di spira.
Observation du Doct. Lea sur une colonne accessoire,
ou arc-boutant gue Lon rencontre dans guelgues co-
guilles du genre Helix; par le me me, pa>gt 206.
( Vedi la p. 62 del giornale )
i57
Note sur qnelques coquilles fossUes , reeueillies dans
les montagnes de la Nouvelle- Grenade par le general
Joaqtiin Acosta ; par A 1 c i d e d’ 0 r b i g n y , page
208 , pi. IV. ( Vedi la p. 63 del giornale ) — » Vengono
poi descritti e fignrati gli Ammonites Acostce f. 5, 6 —
A. Solitos f. 4 5 2 — ed guadtiasensis f. Z, 4.
Geseription de coquilles nouvelles fossiles de Saint-
Felix ( Oise ) ; par B a ii d o n , page 24 4 , pi. VI , et
p. 325, pl.W. — Queste specie nuove sono: Toryiatella
Bevaletii pi. VI f. 5 , e Turbo ohtusalis f. 4 ; — Acha-
tina acuminata pi. IX f. 4 ; Delphmula crassa f. 2 e
D. cristata f. 3; Turbo costellifer f. 4; Ilissoa pulchella
f. 5 e H. abbreviata f. 6 ; ^Melania tenuicosta f. 7 ;
Fusus truncatus f. 8 ; Cerithium semicristatum f. 9 *,
Pleurotoma grata f. 10 , PL fusiformis f. 44 e PL
TDanjouxii f. 42 \ Mitra olivula f. 43; Triton Dumor-
iieri f. 44; Buccinum dilatatum f. e B. Rottcei f. 46.
Observations sur irois Gasteropodes ovovivipares ; par
A. Moquin-Tandon, page 225. — Le specie os-
servate sarebbero 1’ Helix rupestris e le Pupa margin
nata ed umbilicata di Draparnaud. Riguardo a quest’ ulti¬
ma veggasi pure la precedente osservazione di A. Schmidt
alia p. 47 di questo giornale. Moquin-Tandon annuncio
gi^ altrove , che 1’ Achathia folliculus Lam. e del pari
ovovivipara, e L. Raymond accenno lo stesso fatto rispetto
alle Glandina procerula e lamellifera Morlt. dell’ Algeria.
Observations anaiomiques sur /’ Helix lychnuchus
Mull. ; par de Saint-Simon, page 227. — Esposta
dettagliatamente I’ anatomia di questa specie 1’ autore viene
a conchiudere, che avuto riguardo all’ interna sua orga-
nizzazione , essa va esclusa dal genere Helix ed aggre-
gata al genere Zonites Month , che Mo(juin-Tandon pro¬
ve (i) essere un genere naturale, caratterizzato : 4.'" da una
mascella sprovveduta di coste e di denti marginali e che
presenta verso il mezzo del rnargine libero una sporgenza
rostriforme piu o meno larga ; 2.'’ dalla mancanza del
dardo e del suo sacco, e delle tasche multifide del muco.
(4) Memoires de 1’ academie des sciences de Toulouse, 4848,
3me sdrie , t. IV p. 374.
^58
J, C. Albers (4) , conservando quella specie e le affini nei
srenere Helico , le colloca nel gruppo Vkiirodoiita Fi¬
scher. Questo gruppo e bensi naturale, ma per le ragioni
esposte deve costituire nna sezinne del genere Zon'iies^
distinta [)er la carena siiH’ ultimo anfratto della conchi^lia,
pel suo peristoma piu crasso inferiormente che superior-
mente , e pel denti al margine deirapertura.
Notice sur le genre Phos de Denys de Mont fort (1810);
par Petit, page 255. — 11 Mnrex senticosns L. {Can-
cellaria sent. Lm. ) servi di tipo a questo genere Ma la
masgior parte dei conchigliologhi non Padottarono, e ri-
guardano piuttosto le specie , che lo comporrebbero , come
Bnceinnm della sezione Nassa. A. Adams (2) pero ,
avendo esammato I’animale delle tre specie: Phos sent/-
cosns . rosealus Hinds t textns Gmel. [ Bncc. Blainvillei
Desh. ), e scoperto che il suo piede termina posterior-
mente in un unico filamento lungo, mentre quello del-
r animale delle Nassa termina in una coda biforcuta , ri-
pristino il genere Phos , e diede una lista delle specie
che devono entrare a costituirlo. Petit atnmette pure prov-
visoriamente questo genere e ne enumera 28 specie ; fra
le quali 10 sono di Adams e di queste riproduce le dia¬
gnosis e tre sono nuove , e per queste veggasi I’ elenco
delle specie nuove.
Notice sur qnelqnes especes interessantes du genre
Melania; par le meme, page 255. — - L’ autore dopo
avere accennata 1’ infinita variabilita delle conchiglie di
questo genere , passa a descriverne tre specie di forma
dilFerentissima , cioe la M. g/ans v. d. Busch (pi. YIll
f. 6 ) , e due nuove; e per queste veggasi 1’ elenco delle
specie nuove.
Observations sur /’ Essan d’ Jdanson ( Pecfen orbicu¬
laris , Sow. ); par Char bonnier, page 261. — Dai
fatti esposli in questo articolo 1’ autore conchiude; che
r Essan e im mollusco bissifero , semipelagico , esclusi-
(!) Die Heliceen nach naturlicber Verwandschaft systematisch
geordnet, Berlin , 1850, in 8.®
(2) Annals and magazine of natural history, 1851, tome VIII;,
page 79.
459
vamente fitofago , ovoviviparo , in cui la locomozione si
effetlua in tutte le direzioni.
Lisle des rnollusijiies terrestres el fluvial iles trouves
dans la vallee de Bareges ( Hautes-Pf renees ) ; par F.
d e S a u 1 c y 5 page 266. — Lista di 32 specie tutle
note , seguita dalla indicazione delle loro dimore e del-
r elevazione delle medesime , della freqiienza loro ecc.
Rimarchevole gli sembro una varieta della P^ipa secale
Drap. 5 ch’ egli da principio avea preso per la P. clatisi-
lioides Boube. La chiama var. elongala , e ne da la
diagnosi.
Observation sur la valeur du Pisidinm siniiatnm Bourg.;
par B a u d 0 n , page 277. — L’ aiitore lo riguarda co¬
me una deformity accidentale del P. cinereztm Aid. col
margine inferiore anteriormente sinuoso, quale incontrasi
non di rado in varii altri Jcefali.
Catalogue des mollusques terrestres et fluviatiles de
V Algerie ; par A. M o r e I e t , page 280. — E T enu-
inerazione di 431 specie divise come segue : Limax sp.
3 5 Parmacella sp. 4 , Testacella sp. 1 , Helix sp. 64,
Bulimus sp. 6, Glandina sp. 7, Pupa sp. 6, Succinea
sp. 4 5 Carychium sp. 1 , Auricula sp. 2 , Planorhis
sp. 40, Limncea sp. 2, Physa sp. 2, Ancylus sp. 4,
Cfclostoma sp. 2 , Paludhia sp. 7, Neritina sp. 2 ,
Melania sp. 4 , Melanopsis sp. 2 , Anodonta sp. 4 ,
Unto sp. 4 . Pisidhim sp. 2. Le specie sono disposte in
ordine alfabetico ed illustrate dalla citazione dell’ opera ,
in cui sono descritte , e dall’ indicazione delle sinonimie
indispensabili , delle principali varieta, e del luogo di di-
mora. Varie sono le specie di Morelet , ma desse tro-
vansi gia tutte descritte. Da questo catalogo , quantunque
non possa dirsi complete , si possono pero dedurre dei
fatti interessanti. I generi Vitrina , Balea , Clausilia ,
Pomatias , Acme e Falvata, che sono piu o meno
sparsi per I’Europa, mancano nell’ Algeria. Una terza
parte circa (42) delle specie sinora raccoltevi appartiene
esclusivamente al paese.‘ Questo carattere di individualita
si fa sentire a preferenza, come altrove , nei molluschi
terrestri j e specialmente nelle Helix e Glandina , non-
460
che nelle specie uniche dei generi Parmacella ed Jno-
donta. Al contrario i Bvlimus , le Pupa, i Planorbis e
le Paludina contano appena una o due specie, che non
sono state, osservate nel vicino continente. L’ assienie del-
le conchiglie presenta una singolare uniforinita; esse sono
generalraente scolorite, cretacee, senza lucentezza , il
bianco , il bruno ed il giallo ne sono gli unici colori ;
le specie cornee , che appartengono piu esclusivamente
alle localita umide, sono in piccolissimo numero ; —
tutto porta r impronta d’ un paese secco , sassoso, ed
ape?*to ; tutto annuncia la vicinanza del continente e^ro-
peo; r Affrica non vi si rivela ancora. Delle 89 specie
algerine , non esclusive al paese , 56 appartengono alia
zona mediterranea, e fra queste 45 particolarmente alia
sua regione occidentale e 44 alia orientale ; 53 spettano
air Europa media. Una tale divisione e pero troppo as-
soluta e segnatamente fra quelle dell’ ultima categoria av-
vene alcune , che veggonsi sparse per tutta V Europa , e
qualcuna che puo dirsi cosmopolita.
( Sara co7itmuato )
^ Il numero delle soitoscrizioni al giornale di mala-
cologia permettendolo , la redazione del medesimo desi-
derava di dare ai sigjiori associati per la fine del pri-
mo anno gratis una tavola in litografia , che rappre-
sentasse alcune conchiglie italiane non peranco figurate
e varie preparazioni a^iatomiche. Ma non essendo oramai
piii in tempo di adempiere guest a hra^na , ell a , onde
in gualche altro modo compensare i signori ahbonati ,
aumenib del doppio la somma delle pagine del presen¬
te numero e del susseguente, ritenendo pero fermo per
ciascuno di essi , come pei precedenti , il pr'ezzo di
centesimi 75; e si riserva di publicare la tavola nel se-
condo anno.
( Dispensato oel mese di marzo i854)
Pavia. Tip, Fusi.
(.lORNALE DI MALACOLOGIA
N." X
RiTisti) bibl&ografica dell' auiao 1S53.
( Continuazione )
JSoies mr Us causes de I' erosion des coquilUs fluvia-
tiles ; par Bland, page 306. ( Vedi la nota alia p. iOl
del giornale )
De la perforation des roches par certains mollusgues ;
par Petit, page 308.
Notice stir la perforation des pierres par le Pholas
dactylus ; par Robertson, page 344. ( Per questi due
articoli veggasi la relativa memoria del dott. Prada in
questo giornale )
Notice sur Us genres Macgillivrayia de Forbes et Lo-
rica de Adams; par Petit, page 346 et 347. — Pe¬
tit non conosce la diagnosi del prirao di questi generi;
ma per quanto pote rilevare dalla descrizione d’una nuo-
va specie , la M. spinigera Adams ( Annals and mag. of
nat. hist., 4852 ), affine alia ifcT. pelagica Yovh. , egli ritie-
ne che possa awicinarsi al genere Trichotropis Sowerby.
L’ altro genere, Lorica^in stabilito da Adams ( I. c. i852,
p. 355. ) sul Chiton cimolius Reeve.
ISotice sur Us terrains de Saint-Felix ; par Auguste
Baud on, page 324. — Questo terreno, compreso fra
il cosi detto parigino , offre tre divisioni perfettamente
distinte : la glauconia grossolana propriamente detta , il
calcare grossolano medio ed uno strato con Foraminiferi,
superiore a questo, ma inferiore al calcare grossolano su-
periore propriamente detto. La glauconia contiene delle
conchiglie per lo piu intiere, come p. e. delle Cfprcca
inflatay Ancillaria canalifera , hucclnoidea ed olivula ,
Voluta cithara e fyra , Rostellaria macroptera , Harpa
mutica, Cardium porulosum , Venericardia planicosla,
40
i62
Chaw a calcar at a e Corhis lamellosa ; le Turriiella vi
abbondano; all’ incontro i Pileopsis e le Ampullaria^ FP
sinlana e Saoricava vi sono poco comiini. E la glaucooia
che fornisce gli unici generi cefalopodi Sepia , Belopte-
ra e Nanfih/s. I fossili conteruiti nel banco medio sono
d’ iina bianchezza lucente; la loro conservazione e am-
mirabile. Vi si incontrano la Cyprcea elegans, la Valuta
lineolata , lo Stramhus ornatus e V Em arg inula clypeata.
Comuni vi sono le piccole Pleurotoma , varii Cerithium
ed il Pileopsis cornucopice. II terzo strato presenta dei
fossili liberi per lo piu piccoli , fra i quali meritano di
essere marcati : Parmophorus august atns ed clang atus;
Cerithium echinulatum e semicristatum ; Eelphinula
crassa; Buccinum dilalatum e Boftcei; Triton Dumor-
tieri ; Cardium avictilare ; Avicula triganata e Corhis
subpectuncuhis, Le specie raccolte da Baudon in d 5 anni
ammontano a circa 400 , e vengono da lui ripartite in
85 generi , de’ quali 3 Cefalopodi , 51 Gasteropodi ,
compresovi il Dentalium , 50 Conchiferi ed \ Brachio-
pode\ 3 terretri {Achatina^ Auricula ed Hehcma) , 2
d’ aqua dolce ( Melania ed Ampullaria ) ed 80 marini.
Questo articolo e seguito dalla descrizione delle specie
nuovej di esse si fece gia precedentemente parola.
Bulletin bibliographique.
D a V a i n e C, — Recherches sur la generation des
Huitres , ( Petit ) p. 30. ( Vedi la pag. 43 del giornale )
Ada m s C. B. — Catalogue of Shells collected at Pa¬
nama , 4852, in -4.', {Petit) p. 87.
De Konnick^ — Notice sur le genre ( brachiopode,
fossile) Datridsonia , Liege, 4852, in- 8.“, 46 pages,
avec 2 planches, ( B. ISyst ) p. 89.
D’ E i c h w a 1 d Ed. — Lethaea Rossica , ou le mon-
de prirnitif de la Russie. Vol. I: Periode moderne. Stiitt-
gard , 4852, avec 44 planches, {Petit) p. 92.
Eydoux et Souleyet — Zoologie du voyage de
la Bonite ; Mollusques et Zoophiles , par Souleyet, ( Pier¬
re Gratiolet ) p. 93.
P h i 1 i p p i R. A. — Die Gattung Ampullaria ( il ge-
165
Ampullar ia^ monoE^rafia ), Niirnbcrg, 185i , in 4.“
Fa parte del «Gonchylien-Cabinet^» di Kiister, {Petit) p. 248.
Herrmannsen — Indicis generum malacozoo-
rum supplementa, i^ Petit) p. 221. ( Vedi la pag. 44)
B a u d 0 n — Catalogue des mollusques du dep. de
r Oise, ( Petit ) p. 222. ( Vedi la pag. 45 )
Gaskoin I. S. — Observations sur V animal de
r Helix lactea et sur quelques autres mollusques. Extrait
des: Annals and magazine of natural history, 4852, page
498, ( Traduzione) p. 275. (Vedi pure gli Annales des
sciences naturelles , tome XVIII. page 65 )
Notices.
Notice sur Souleyet et G. B. Adams • par Petit , page
407 et 414. (Vedi le pag. 45 e 44 del giornale )
Note sur la collection de Recluz \ par le meme, page
224. ( Vedi la pag. 444 )
Les ennemis des Ancyles et du Journal de conchylio-
logie; par Petit, page 555. ( Polemica ) .
Creation d’une chaire de Paleontologie; par Petit, pa¬
ge 545. ( Vedi la p. 442 del giornale )
11 fascicolo IV. del 4853 non e ancora arrivato.
111. Revue et magasin de zoologie pure et np-
pliquee , par F. E. Guerin « Meneville ; 2e
serie ; tome V.
Monographie de Ancylus Janii ( An. capuloides For-
ro ) ; par J. R, Bourguignat, page 205. — Indi-
ca r origine e la bibliografia di questo Aneylus^ e fatta
una non breve digrcssione circa T influenza degli agenti
esterni sulla conformazione della conchiglia , passa in
rassegna e rigetta le diagnosi di questa specie offertedai
vari autori, senza pero darne una propria, ma acconten-
tandosi solo di dire, che e una buona specie e che il
tutto sta nel riconoscerne i veri caratteri , i segni real-
mente distintivi. Forse che ce li indichera nel seguito
della memoria promesso fra breve, ma finora non com-
164
parso ! Segue la critica dell’ anatomia di questo niollusco
eseguita da Gassies j e finalmente la battaglia sulla no-
menclatura , per la quale leggasi 1’ articolo di Petit nel
Journ. de conch, alia pag. 200.
iHide$ sur les Anodontes de I’ Aube ( o.* et 6.® arti¬
cle) ; par Heiiri D r o u e t et Auguste B a u d o n , pa¬
ges et 495, planche 17. — In questi articoli spo-
nesi r anatomia dei sistemi digerente , circolatorio e re-
spiratorio , e si da la descrizione degli organi secretori
e di quelli della generazione. Essi articoli formano parte
di una monografia degli Anodonta dell’ Aube , incomin-
ciata nella medesima Rivista 2‘^ serie , vol. IV. pag. 51
(d852), ed ora terminata. Dessa e troppo estesa , per-
che se ne possa qui offrire un sunto , ne d’ altra parte
conviene presentare 1’ estratto dei due soli articoli publi-
cati nel 4853, perche non si lasciano staccare senza
pregiudizio dell’ intiera memoria. Non si crede pero di
dover tacere il seguente rilievo. Baudon parlando del nu-
trirnento degli Anodonta , che dice essere quasi esclu-
sivamente vegetale , riporta in una nota il seguente passo
dell’ introduzione al catalogo dei molluschi della Lombar¬
dia dei fratelli A. e G. B. Villa : Sembra pero , che
( le bivalvi ) prestino gia naturalmente un prezioso servi-
gio, col distruggere mold infusorj , che giacendo morti
corromperebbero le aque Indi esclama: « Il y a la le
theme d’ une dissertation interessante et neuve 1 « Ma si
e egli scordato , quanto in proposito ebbe a dire il suo
collaboratore Drouet in uno dei precedenti articoli ( Re¬
vue 2® serie, vol. IV. page 367 )?, ove cosi si esprime:
Leur nourriture consiste . . . generalement en substan¬
ces vegetales . Je crois raeme avoir apercu dans
r estomac quelques animaux microscopiques
Observations sur /’ Helix pellis -serpentis Che7nn. et des¬
criptions d' especes nouvelles du genre Helix j par U.
Hupe , page 296. — L’ autore separa dalla H, pellis-
serpentis quella forma , riguardata finora come semplice
sua varieta , che sul penultimo giro della spira dal lato
opposto air apertura presenta un doppio incavo diviso
da una piega rialzata j ed a questa forma da il nome
465
specifico di H. constrictor. Aggiun^^e inoltre tre specie
nuove appartenenti al medesimo gruppo , cioe le U. pel-
lis-hoce, anguicula e Feisthamelii e per completarne il
qiiadro enumera ancora cinque specie , le H. brasiliana
Desh 5 heliaca d’ Orb. , Gihboni Jay, Cast tin eandii Hu-
pe e monile Broderip. Infine descrive una quarta nuova
specie di un altro gruppo. Per qiiesta e per le altre tre
specie di Hupe , di cui sopra , veggasi P elenco delle
specie nuove.
Amenites malacologiques : du genre Sphaerium
Scopoli ; par J. R. B o u r g ui g n at, page 340. — Bour-
guignat sostituisce al nome generico di Cyclas Brug., sin
ora quasi generalmente in uso , quello di Sphmrium ,
perche il primo era gia stato impiegato da Klein ( Ten-
tamen meth. ostrac. P. II. p. 129, 4755 ) per distinguere
quel gruppo di conchiglie bivalvi , che piu tardi Bru-
guiere comprese sotto il norae di hucina. 11 genere SphcB-
rium fu creato dal nostro Scopoli nel 4777 ( Introd. ad
hist. nat. p. 397, n. 88 ), e Gray nel 1847 (1) fu Puni-
co, che Pavesse adottato. L’ aulore dolendosi delPobblio,
in cui caddero quei due naturalisti , ma specialmente ri-
guardo alio Scopoli , riproduce P elogio , che di questi
tesse il Deshayes ( Traite de conch., tome I p. 704).
Passa indi alia rivista delle 10 specie di questo genere
enumerate da Dupuy nella sua opera sui molluschi della
Francia , e sopprimendone 3 : le Cyclas nucleus Stud. ,
rivalis ( pars ) Drap. e scaldiana Norm. , che riguarda
come semplici varieta dello Sphxrium corneum Scop. ,
le riduce a 7 soltanto. Secondo Bourguignat la C. caly-
culata Drap. non e che la C. ( Tellina ) lacustris Miill.;
ed egli propone quindi per la C. lacustris Drap. , che e
una specie ben differente da quella , il nome di Sph.
Deshay esianum. L’articolo termina colP enumerazione al-
fabetica di 216 appellazioni sotto la denominazione gene-
rica di Cyclas , fra le quali pero 409 soltanto apparten-
gono al genere Sphoerium , dovendosene riferire 51 al
genere Puidium , e 56 a vari altri generi , come alle
(4) A list of the genera of recent shells, etc. ... in Procee¬
dings of the zoological society of London , p. 484,
466
Cf rena, Macira, ecc. Aggiungendo a quei 109 nomi al-
tri 24 , parte dei sinonimi , s’ avra un elfettivo di 435
denominazioni dilFerenti relative a questo genere , im-
piegato a distinguerne Ic 74 specie ammesse dall’ autore.
2° Ancylus Ghittyi Ada7ns et A. Verreauxi Bourg. ,
page 350 et 554. — II primo ebbe posteriormente da
Bourguignat il norae di A. Petitianus ( Journ. de conch.
4855, p. 472 ) , che ora ritira; il secondo e una specie
nuova, e per esso vedi V elenco delle specie nuove.
3.° Simple note , page 552. — Critica del sisteraa di
nomenclatura adottato da Mortillet nel recente suo cata-
logo di conchiglie d^ Europa e dell’ Algeria.
ISote sur Its ^nollusgues lithodomes\ Marcel de
Serres, pages 595 et 584. ( Yedi le pagine 451 e 452)
■^Isote sur Its depots diiuviens , les sables et Its mar-
nes tertiaires d' eau douce mis d decouvert d Mont¬
pellier ; par le m e m e , pages 446 et 557. — Se si
esaminano con attenzione i depositi diluvionali della riva
sinistra del Lez, e si comparano con quelli della riva op-
posta e specialmente con quelli delle fondamenta del pa-
lazzo di giustizia a Montpellier, scorgonsi fra essi delle
dilferenze notabili, sia nella natura ( silicea o calcarea ), sia
nelle dimensioni, sia nella quantita dei ciottoli trasportati;
cio che indusse 1’ autore a studiare que’ depositi in tutto
il dipartimento dell’ Herault. Dai fatti osservati egli con-
chiude , che la ghiaja dei depositi diluvionali non fu
sparsa dalle aque marine ma dalle correnti, non offrendo
ciottoli piatti , discoidali , ma rotondati , sferoidali ; che
la deposizione di ciottoli di natura differente in localita
vicine non puo dipendere da un accidente , ma deve es-
sere ascritta ad una causa qualunque , come p. e. alle
due rive di un fiume; e che i ciottoli quarzosi dei de¬
positi dell’ Herault non possono essere provenuti che dalle
alte Cevenne , distant! da 9 a 40 leghe dalle localita esa-
minate. Nel mezzo del diluvium calcare della sola riva
destra del Lez e nella sua propria massa osservansi dei
frammenti irregolari di sabbie terziarie indurite, che non
costituiscono pero mai dei veri banchi. Questo fatto, quan-
tunque accidentale, non puo essere spiegato se non am-
467
mettendo , che le correnti , le quali trassero seco i cipt-
toli ed il fango costituenli il diluvium ^ abbiano traspor-
tato anche le sabbie e le inarne dei terreni , sui quali
esercitarono la loro azione. Ed infalti quelle rocce are-
nacee contengono dei frammenti d' ossa di raamraiferi
{Cervus, Rhinoceros), dei quali non scorgesi traccia
nel diluvium. Inferiormente a qucsto presentansi delle pu-
dinghc calcarce formate per lo piu da frammenti giuras-
sici , indi delle sabbie terziarie d" aqua dolce poco po-
tenti e poco costanti. Delle marne argillose bianco-grigie
succedono alle pudinghe c talora alle sabbie suddette , e
contengono come queste dei fossili ( Parmacella , Ursus
arc/OS, Hf(ena) , che pero sono meno numerosi di quelli
delle marne calcaree giallastre d’aqua dolce, ad esse inferior!.
Fra i fossili di queste ultime Marcel de Serres enumera
3 nuove specie d' Helix 5 Auricula , 3 delle quali
nuove ; \ Bulimus pure nuovo ; I Carychium ; 6 Pa-
ludina , 3 delle quali sono inedite ; i Lnnnccus nuovo ;
2 Planorbis non ancora descritti ; \ Cyclostoma ; \
Succinea', i Testacella nuova ; 2 Cerithium , uno de’
quali pure nuovo ; 2 Unio inediti ; \ Lutraria ed i
Mytilus ; in tutto 28 specie. La Testacella , i Cerithium
e gli Acefali non furono pei‘6 raccolti nelle marne delle
fondamenta del palazzo di giustizia a Montpellier , ma
nelle vicine di Cette e Peyrou.
Analyses d’ ouvrages nonveaux.
Baudon A. — ( Drouet ) p. 136. ( Vedi la p. 4-3 )
Petit de la Saussaye — Journal de conchy-
liologie t. lY , 4853, n. i et 2, ( He7tri Aucapiiaine )
p, 279 et 322.
Norm and A. S. — Notes sur plusieurs nouvelles
especes de Cyclades decouveites dans les environs de
Valenciennes. Valenciennes, in-8\ 8 pages, 4 planche,
{H. A,) p. 334.
Description de six Lhnaces nouvelles observees aux
environs de Valenciennes. Valenciennes , in - 8% 8 pages,
{H. A.) p. 535.
R e z i a Amanzio — Enumerazione sistematica dei ga-
168
steropoili ten*, e fluv. del diiitorni di Pavia. Dissertazione.
Pavia 5 in -8", 32 pagine. — Page 479.
P 0 e y F. — Memorias sobre la historia natural de la
isla de Cuba. Habana, Tomo I. entregas i y 2, d 85 1-52,
in -8° de 420 pages, avec 46 planches coloriees; prix
de chaque cahier 42 fr. 50 cent. ( G. M. ) p. 539. (Vedi
ancbe la Zeitsch. fur Malak. p. 447 , e Poey)
Dei molluschi traltano le segueoti memorie : la terza , p. 45-
23: « Introduzione ai molluschi uuivalvi terrestri w; 1’ oUava ,
p. 77-96: « lutroduzione ai Cyclostomi, colle generality sui molluschi
gasteropodi, e particolarmente sui terrestri opercolaliw; la nona,
p. 96-107, che contiene la descrizione di 14 specie nuove di
Cyclostoma di Cuba ; e la decima , p. 407 - 120 , che porge la
descrizione delle 42 nuove specie di Helicina. — La 3.^ dispense
( entrega ) non contiene memorie di materia malacologica.
Nouvelles.
Voyage scientifique de' Huef du Pavilion dans 1’ Ar-
menie* parlL Drouet , page 431. (Vedi la pag. 442 )
iV. Zeitschrift fur wissenschafthche Zoolog ie he-
rimsgegeben von Carl Theodor von Siebold
und Albert Kblliker ; IV. Band, 3. und 4.
Heft
( Giornale di zoologia scientifica )
Crornatofori nella Cymbiilia; di A. K o 1 1 i k e r ed E.
Muller, pag. 332. (Vedi la pagina 64 )
Sviluppo del Pneumodermon ; di A. R o 1 1 i k e r c
C. Gegenbaur, pag. 353 e 369. — Le ricerche in-
traprese in proposito a Messina diedero in complesso i
medesimi risultati, che otteneva J. M ii 1 1 e r dalle osser-
vazioni istituite contemporaneaniente a Trieste e publicate
nel rendiconto del mese di ottobre 4852 dell’ academia
di Berlino. Le poche differenze si possono forse spiegare
con cio , che le loro osservazioni furono fatte sii specie
diverse. La forma del Pneumodermon di Messina rasso-
miglia piu che ad altri, al Pn. violaceum d’ Orbigoy.
Da quelle osservazioni risulta, che esistono delle larve di
molluschi perfettamente vermiforrai ; riraane ora da veri-
469
ficare se qiicste larvc nascano direttamente dall’ uovo, op-
pure se passino prima per un altro stadio , in cui pos-
sedono il tipo di mollusco. — Colla laiva del Pn&umo-
dermon Ge^enbaiir trovo non di rado un’ altra , della
quale non pote conoscere con certezza lo stato completo.
Ma ne studio e descrisse qualche metamorfosi.
( Sard conlinualo )
IIIoIl8i»c®niisi TiTentiiiBai
li;eaBCfi*a nova specie!S4][iie novse.
( )
Achatina lnc?‘da ?o^y , Mem. de Cuba p. 207, t. 12
f. 30, 34. zz Ach. lubriex Miill. affinis , sed subtiliter
costulata.
Ampullaria exlmia Dkr. Zeitsch. p. 93 — Hab. in
provincia Coro ad lacum Maracaybo reipublicae Venezuela.
“ Magnitudine ab A. gigante Spix tantunimodo su-
peratur.
An atom us Montf. — Vedi Scissnrella.
Ancylus Beani Journ. p. 476 n. 42 — Hab.
les mares de la Guadeloupe.
Charpentierianns Bourg. 1. c. p. 473 , pi. 6 f. 42 — -
Hab. Valparaiso.
costulatus Kiist. Journ p! 491 n. 37 — Hab. les lies
de Corse, de Sicile, de Sardaigne et Baleares, V Algeria;
la var. B a Port -Mahon.
cyclostoma Bourg. 1. c. p. 493 n. 44 — Hab. I’Aube.
Deshay esianus Bourg. 1. c. p. 183 n. 30 — Hab... in-
connu. zz La plus grande espece de ce genre.
glbhosus Bourg. 1. c. ( A. deperditus Dupuy , hist. nat.
des moll. terr. et d’ eaii douce qui vivent en France, p.
494, pi. 26 f. 4 ).
Haldemanii Bourg. 1. c. ( A. depressus Hald. mon. of
the freshw. moll. pi. 4 f. 2. ).
Janii Bourg. 1. c. ( A. capuloides Jan ).
Moquinianus Bourg. 1. c. p. 497 , pi. 6 f. 9 — Hab.
les environs de Dijon et de Toulon.
Moreletii Bourg, 1. c. p. 492 n. 44 — Hab. le nord
du Portugal , dans la province de Beira.
40^
470
Orhignyamis Bourg. 1. c. ( A. deptrditus d’ Orb. prod,
de paleont. III. p. d65. )
Pethianns Boiirg. 1. c. p. 472 , pb 6 f. 40 ( ^. Chit-
iyi Adams contributions to conchology n. 40, p. 204. )
’Raymondii Bourg. 1. c. p. 482 n. 28 — Hab. Ham-
man Berda , sous Boghar, au siid de la province d’ Alger.
strigaWs Parr. Journ. p. 193 n 42 — Hab. les ma-
rais de la Sicile.
Verreanxii Bourg. Revue de zool. p. 354 — Hab. au
Cap de Bonne - Esperance.
A nostoma carinatum Pfr. L. Zeitsch. p. 57 n. 48
— Hab. in Brasilia.
Area setigera Dkr. Ind. Moll. guin. n. 448 — Hab.
ad Loandam. zz Ab A. scapha Chemn. urabonibus sub-
medianis , epidermidis formatione nec non statura minore
diversa.
stigmosa Dkr. I. c. n. 420 Hab. ad Loandam zz
Ab A. trapezma Lam. et gramilata Phil, area deficiente
distinguitur.
Auricula Dunkeri Pfr. L. Zeitsch. p. 425 n. 4 — =
Hab. prope Madras.
faba ( Gassidula ) Mke. Zeitsch. p. 4 24 n. 2 — Hab.
in insula Java.
Morchi Mke. 1. c. n. 4 — Hab. in insula Java ? zz
Ad seclionem A. Midce Lm. pertinet.
Sowerbyana ( Cassidula ) Pfr. 1. c. p. 425 n. 5 ^ — ■ Hab.
in insulis Sandwich?
tornatelliformis Petit, Journ. p. 442, pi. 42 f. 5, 6
— Hab. les iles Philippines ( Proc. of the zool. soc. of
London , 4842 , p. 204 ).
Balea glauca Bielz, Sieb. Verein H. 7 n. 44 — Hab.
in Transilvania. zz Differt a B. livida Mke. testa sinistror-
sa , costulata , apertura pyriformi , peristomate dilatato.
Habitii ClausilicB Fussianos Bielz ( Cl pruinosm Parr. )
simillima.
Buccinum — Vedi Bullia , Columbella ^ Cyllene ,
Nassa.
Bulimus Alcantaras Bernardi, Journ. p. 35, pi. 3 f. 4
— Hab. les lies Salomon.
474
blandns Frivaldszky , Zcit ch. p. 149, n. 10 — Hab.
prope Amasia Asise minoris.
conjunctus Parreyss , Zeitsch. p. 448 , n. 8 — Hab.
in Transilvania.
contractus Poey, Mem. cl e Cuba p. 205, t. 26 f. 49-24.
— Sectionis Bui. suhulcc Pfeiffer.
Fairmaireanus Petit, Journ. p. 456 pi. 5 f. 8 —
Hab. pres de Guayaquil, zz Sa forme rappelle un peu
celle de F Achatina, columna Muller.
Fafssianus Petit, 1. c. p. 250 , pi. 8 f. 7 — Hab. la
republique argentine ?
granum Pfr. L. Mist. Conch. Cab. n. 400, Taf. 03
f. 47 , 48 — Patria ignota.
homalogyrus Shuttl. Kiist. Conch. Cab. n. 408, Taf. 51
f. 9 , 40 — Patria ignota.*
Lessoni Petit, I. c. p. 404, pi. 41 f. 6 — Hab. la Nou-
velle- Caledonie {B. anris hovina Reeve monog. pi. 30
f. 485 ).
Milevianus Raym. Journ. p. 81, pi. 3 f. 4 — Hab. in
monte Dscebel - Marsciu prope Milach , vel in Mesid pro¬
pe Cirtam. zz 11 differe du B. montanns Drap. par son
ouverture oblique , k hords non reflechis et son tet fra¬
gile, sans granulations; et du B. tener Z. par ses bords
tres rapproches et termines par un petit tubercule calleux.
mundus Pfr. L. Zeitsch. p. 57, n. 49 — Hab. Sinca-
pore, Borneo?
nucfformis Petit, 1. c. p. 365 , pi. 44 f. 7 — Hab.
les lies Gallopagos. zz II differe du B. nux Brod. par sa
coquille plus petite, plus' elancee, moins rugueuse et par
les flammules jaunatres dont elle est peinte.
sagax Friv. 1. c. p. 448, n. 9 — - Hab. prope Amasia.
Saulcri Bourg. Journ. p. 73 pi. 5 f. 6 — Hab. ad Chan-
el-Bedauisc prope Nazareth, zz Differt a B. septemdentato
Roth testa sinistrorsa.
strictus Poey, Mem. de Cuba p. 205, t. 26 f. 46-48.
zz Sectionis B. suhulcs Pfeiffer.
vcsicalis Pfr. L. I. c. p. 58 , n. 20 — Hab. in Brasilia.
( Vedi inoltre la voce Fartula )
Bulinus ( Physa ) Schmidtii Dker. Ind. Moll. guin.
172
n. 24. — Hab. in lacubus qiiibiisdarn regionis paludosae
ad Bengiielani. ~ Bid. sea lari Dker. simillimus ^ distin-
giiitur vero testa breviore paullo solidiore , anfr. magis
inflatis , superioribus distincte costulatis.
Bulla cerma ( Haminea ) Mke. Zeitsch. p. 442 n. 44
— Hab. in oceano atlantico ad Portorico. = Differt a
B. hydati L. tesla minore , apertura inferins ampliata ,
vertice imperforate , labio nullo.
cfprcp.ola (Bullea) Mke. 1. c. p. 440 n. 44 — Patria
ignota. zn Testa ponderosa, vertice aperte umbilicato di-
stincta.
daciylis (Bullea) Mke. 1. c. p. 457 n. 4 - — Hab. in
mari mediterraneo, ad Gibraltar ; atlantico, ad Bengue-
1am [Niix marina minor Gualt. t. XII f. G.).
follicidus (Haminea) Mke. 1. c. p. 444 n. 45 — Hab.
in mari mediterraneo , ad‘ Gibraltar, zz: Bullce ( Hamineae )
hydatis var. striis transversis nullis et B. (Aty) Cranchii
Leach affinis. Differt ab ilia columella basi oblique trun-
cata , a B. Cranchii testa fragili , flavo-virescente.
marginata (Bullea) Mke. 1. c. p. 159 n. 8 — Patria
ignota.
nvx (Bullea) Mke. 1. c. p. 440 n. 42 — > Hab. in
oceano atlantico , ad Gubam.
omphalodes (Bullea) Mke. 1. c. p. 457 n. 5 — Hab.
in mari mediterraneo , ad Sicilian! ( Panormum ) , Sardi-
niam ( ISux marina ohlonga Gualt. t. XII f. F. , B. stria¬
ta Brug. Phil. ).
perdicina (Bullea) Mke. 1. c. p. 440 n. 40 — Hab.
in oceano atlantico guineensi, ad Sierram Leonam, Ben-
guelam.
perstriata (Bullea) Mke. 1. c. p. 458 n. 6 — Hab. in
oceano atlantico , ad Portorico.
splendens (Bullea) Mke» 1. c. p. 457 n. 5 — Patria
ignota.
staminea ( Hydatina ) Mke. 1. c. p. 456 n. 4 — Patria
ignota. zzz A B. physi L. et circulata testa strictiore ,
ovata distinguitur.
substriata ( Bullea ) Mke. 1. c. n. 2 — Hab. ad Novani
Holland iam ( B. striata Quov et Gaim. Voy. de V Astrol.
pi. 26 f. 8, 9 ? ).
173
sulcata ( Bullea ) Mke. 1. c. p. 158 n 7 — Hab. in
laciibus 3alsis ad S. Pedro dos Indies, prope Cabo Frio,
in Brasiliae litore. zz Testa longitudinaliter subsulcata di-
stincta.
tenuicula ( Bullea ) Mke. I. c. p. 159 n. 9 — Patria
ignota.
Bullia (Gray) Tamsiana Dkr. Ind. moll. guin. n. 47
— Statu subfossili ad Loandam lecta. zz Buccino calloso
Wood affinis , sed statura minore , graciliore , et spirse
formatione diversa.
Cavolinia (Hyalaea) Reeveana Dker. Ind. moll. gain,
n. 5 — Hab. in sinu guineensi. iz: Caa. trispinoscc Le-
sueur simiiis , at satis aliena cuspidibus lateralibus multo
minoribus ad axin testse non perpendicularibus , sed obli¬
que inclinatis.
Cerithium scabrkosta Dkr. Zeitsch. p. diO, n. 36
' — Patria ignota. zz Hsec cochleola ab omnibus specie-
bus , quae innotuerunt, plane diversa, praesertim insolito
costularum ordine , quae sunt aequales , confertae , granu-
loso-scabrae , liris profundis et angustis divisae.
Clausilia concilians A. Schmidt, Sieb. Verein H. 7
n. 1 8 — Hab. ad Szaszesor prope Mliblbach in Transilva-
nia. zz Intermedia, inter CL rugosam Drap. et gracilem
G. Pfeiffer (Rossm. ).
critica Bielz, 1. c. H. 7 n. 21 — Hab. in montibus
Praesbe , Kerzeschoar et Dregusch Transilvaniae meridio-
nalis. “ CL fallaci Rossm. affinis.
fausta Friv. Zeitsch. p. 150, n. 12 — Hab. prope
Amasia. zz Differt a CL hicristata Friv. testa turrita, cri-
stis ad basin validis , sutura levi nec albofilosa , limella
valida , arcuala , subangulata atque plicis palatalibus nul-
lis vel brevissimis.
htllenica Kiist. Conch. Cab. n. 82, Taf. 9 f. 41-44
— Hab. in Graecia. zz Differt a CL Draparnaldi Beck
cervice tantummodo costulato - plicata, apertura pyriformi,
plica columellari emersa , lamella supera valida.
laiens Friv. 1. c. p. 149, n. 11 — Hab. prope Buka-
rest. zz Fortasse tantummodo var. elatior 67. Fussiance
Bielz , cujus varietas et Balea ? glorifica Pair, esse vi-
detiir.
Uvens Bielz, 1. c. n. 45 — Hab. ad cavernmii la pe-
stere prope Tbrzburg in Transilvania. “ A CL plnmbea
B.m. testa dextrorsa , minore , cervice costulata distincta
( CL Lischkeana Parr. ? ). Habitu Baleen lividcd Mke. si-
milis.
magniventris Kiist. I. c. n. 427 , Taf. 44 f. , 24
— Hab. prope Zara Dalmatiae. A CL semirugata Z.
testa inflate - cylindracea , apertura obliqua, lamella infera
arcuata subemersa , atque plica columellari emersa distin*
guitur.
plaifstoma Kiist. 1. c. n. 99, Taf. 41 f. 20-25 —
Hab. prope Budua Dalmatise. — r CL Cumingianx Pfr. L.
ex insiilis Philippinis sculptura et prsesertim forma anfra-
ctus ultimi similis.
prcsclara Pfr. Zeitsch. p. 4 50, n. 45 — Hab. prope
Mirabello insulae Cretae. '
procera Bielz, 1. c. n. 22 — Hab. ad raontem Czi-
bles in Transilvania septentrional!, zz: CL elatm Z. affinis.
regalis Parr. Kiist. 1. c. n. 404, Taf. 4 4 f. 42-45 —
Hab. in Transilvania.
Tugulosa Kiist. 1. c. n. 458, Taf. 45 f. 40-45 —
Hab. in Dalmatia, zz: A CL gihhula Z. testa sericina, sub-
tiliter costulata , sutura vix papillifera plicisque palatalibus
tantum 2 distincta.
semicostaia Kiist. 1. c. n. 45, Taf. 45, f. 44-47 —
Hab. prope Budua Dalmatia.
ierehra Pfr. 1. c. p. 454 , n. 44 — Hab. prope Fair-
haven insul® Cretae.
Golumbella Adansoni"^^. Zeitsch. p. 74 (Le Sigtr
Adanson ) — Hab. ad insulam St. Vincent, zz CoL ru-^
stica L. et striatce. affinis , sed minor ; a CoL rustica
praeterea discrepat spira breviore , anfr. ad suturam stria
impressa marginatis magisque striatis.
plicatula ( Buccinum ) Dkr. Zeitsch. p. 58 , n. 29 — ■
Prope Puerto Gabello lecta.
rufa Mke. 1. c. p. 75 — Ad St. Vincent lecta. iz: CoL
Adansoni Mke. affinis: dilfert vero colore nigricante et la-
bri margine infero - antico subincrassato; praeterea minor.
Schrammi Petit, Journ. p. 564, pi. 42 f 3, 4 Hab.
175
a r exslremite nord dc la Grande -Bale ( Pointe - ^-Pitres).
‘ Conus Jiecluzianus Bern. Jonrn p. 148, pi. 6 f. 6 —
Hab. les mers de Chine.
Tainsianus Dkr. Ind* Moll, giiin. n. 74. — Ad insu*
lam Annabon lectus. ~ Inter C. medherraneum et gui-
naicmji Brug. intermedins, ab hoc striis spirae spiralibiis
omnino deficientibus , ab illo spira breviore et liris ba-
seos fortioribns differt
Crepidula sirigellata Dkr. Zeitsch. p. Ill, n. 38 —
Patria ignota. Species lineolis iindulatis fuscis atque
sculptura propria insignis; Cr. Uneolaiw Desh. affinis.
Cycl^) stoma Beanmnr/i Petit, Journ, p. 363, pi. 11
f 1 1 , 12 — Hab. k la Grande-Terre , an qiiartier dii
Moule ( Guadeloupe ). 11 differe des C. pusillum et
mticro7iatum Sow. par son epiderme presque lisse et
brillant , de couleur olivacee nuancee de rouge , et par
un peristome droit.
Belarri Petit, 1. c. p. 360, pi. 11 f. 2 — Hab. le Ma¬
dagascar. iz: II se distingue dn C. obsolehim Lm. par
son tet sillonne et par la columelle d’ un orange pour-
pre , se rebordant sur Y ombilic.
Macarex Petit, 1. c. p. 361, pi. 11 f. 1 — Hab. pres
de Saint - Augustin dans le Madagascar, zz: II differe du
C. Desmouhnsii Grat. par son tet plus petit , plus tur¬
bine , par ses tours plus arrondis et plus lisses , et par
V ouverture plus ronde.
majusculu7n Morlt. Kiist. Conch. Gab. n. 251, Taf. 36
f. 1 , 2 — Hab. in insula Cuba.
Cyllene ( Gray) senegalensis Petit, Journ. p. 144
pi. 5 f. 5 — Hab. la cote ouest de V Afrique. zn Voisine
de la C. concinna A. Adams.
Cyrena cordiformis Reel Journ. p. 251 , pi. 7 f. 9.
Cytherea erubtscensYB^v. Ind. moll guin. n. 157 —
Ad Loandam lecta. nz Ad sectionem 6’. tu7nentis Gmel per-
tinet; a C. bilunulata Adams differt liris concentricis.
Dclph inula cing7dat(iY\\Yi, Kiist. Conch, Cab. n. 35
‘ — Hab. mare rubrum prope Maksiir et Gumfudde ( Descr.
de r Egypte pi. V f. 32 , jeune ).
pmilla Phil. 1. c. n. 32 — Hab. mare chinense.
176
Tamsiana Dkr. Kiist. Conch. Gab. n. 20, Taf. V. f. 9
— Hah. acl Puerto - Cabello. zn D. muricatct Reeve et
radiatm Kien. affinis.
Diplodonta (Bronn) Dkr. Zeitsch. p. i 1 1
n. 39 Hab. ad Puerto - Cabello.
Gruneri Dkr. Ind. moll. guin. n. doO A D. circu^
lari Dkr. margine cardinal! interne canaliculato et raa-
gnitudine distinguitur.
Donax Cumingii Dkr. Ind. moll. guin. n. 140 —
Hab. ad Loandam. iz: A D. tmt/culo h. latere antico ma-
gis attenuate, forma magis compressa differt.
Deshafesii Dkr. 1. c. n. 159 — Hab. in eodem litore.
hi: D. ausirali Lm. cognata.
Fusiis Couderfi Petit, Journ. p. 76, pi. 2 f. 8 — ■
Hab. les mers de la Chine.
Cotiei Petit , 1. c. p. 249 , pi. 8 f. 1 — Hab. les co¬
tes du golfe du Mexique.
Globulus (Schumacher) anguUferus Phil. Kiist. Conch.
Cab. n. 9 , Taf. 8 f. 3 ■ — Patria ignota. hh Difiert a Gl.
{ Rotella ) giganteo Lesson angulis duobus in ambitu ,
basi striata , callo parvo , etc.
ariicztlattts Phil. 1. c. n. 7 , Taf. 7 f. 24 , 25 — Pa¬
tria ignota. HU Anfr. rapide crescentibus a Gl. (Trocho)
vestiario L. et affinibus distincta.
australis Phil. 1. c n. 4, Taf. 7 f. 21 -23 — Hab. ad
Novam Hollandiam. zz A Gl. vestiario L. testa minore
et coloribus, quibus Gl. ( Rotellas ) eleganti Beck similis ,
distinguitur.
parvulus ( Rotella ) Anton , Kiist. Conch. Cab. n. 5 ,
Taf. 7 f. 44-42^ — Patria ignota.
Gnathodon parvtim Petit, Journ. p. 558 , pi. 45
f. 9, 40 — Hab. Brisbane - River , Morton -Bay { Nou-
velle - Hollande ). hz Cette espece est la plus petite du
genre.
rostraiu7n Petit, 1. c. p. 84 et 464, pi. 6 f. 4 - 3 —
Hab. la cote des Florides ( Gn. flexuosa Conrad ? ).
trigonum Petit, 1. c. p. 84 et 466 pi. 6 f. 45-45
— Hab. les environs de Mazatlan dans le Mexique. hh II
differe du Gn. rostraium par sa coquille trigone , moins
in
bonibee et plus petite , par ses crochets plus rapproches
et courbes vei’s le cote anterieur, et en ce que la partie ,
qui supporte la dent cardinale et la fossette ligamentaire,
ne se projete pas en avant-.
Helix (Rtnula Rossm. Kiist. Conch. Cab. n. 745, Taf.
421 f . 4 - 6 — Hab. in Istria. nz Est U. Amhrosi Strob.
( MaK trent. n. 40, 4851 ), B.. Marlinatlana De Betta
( 4852).
anguicuJa Hupe, Rev. de zool. p. 300, pi. X Hab.
dans la mission de Sarayacu dans le Perou. m Elle se
distingue de V H. hrasiliana Dsh. par sa forme moins
aplatie , ses tours plus arrondis son ombilic plus ouvert,
son peristome moins flexueux et par son epaisseur
Arigonis Rssm. Zeitsch. p. 166 — Hab. ad Calamo
Hispaniae. zzi H. cespitnm Drap proxima, imprimis ejus
varietati : B. introductcB Ziegler.
Armida Pfr. L. Zeitsch. p. 53 , n. 9 — Hab. in monte
Isarog insulae Luzon.
bwtica Rm. 1. c. p. 470 — Hab. prope Almeriam Hi-
spaniae. H, candidissimxR Drap. affinis.
Baudoni Petit, Journ. p. 364 , pi. 44 f. 4, 5 — Hab.
la Guadeloupe, zzz Elle se distingue de \ H. concolor Fer.
( Reeve ) par sa coquille lisse.
carthaginiensis Rm. 1. c. p. 168 — Hab. Garthagine no¬
va ( Cartagena ) in Hispania. zz: Inter B. alonensem Fer.
et spkndidam Drap. intermedia.
ceroides Pfr. L. 1. c. p. 54 n. 40 — Hab. in insula
Juan Fernandez, m Forma persimilis B. sabuletorum
Benson.
cenompkala Pfr. L. 1. c. p. 55 , n. 43 — Hab. in
insulis Philippinis.
constrictor Hupe ( pellis serpentis Fer. pars — Vedi la
pag. 464 ) — Hab. la Guyane ?
Dennisonl Pfr. L. 1. c. p. 56, n. 47 — Hab. in insu¬
la Cuba prope Gabo de Santa Cruz.
erronea Albers , Zeitsch. p. 407 — Hab. in insula Cey¬
lon, zzz Differt a B. Bivolii Desh. testa supcrne plana,
oblongo - discoidea, fusca ; anfr. ultimo solum in latere
sinistro angu^tato ; peristomate breviter reflexo ; apertura
intus 4 - lamellata.
Eugenice ^^vv/l Zeitsch. p. i48, n. 7. — Hab. in Si¬
cilia.
Feulhamdii Hupe , 1. c. p. 301 , pi. XI f. i — Hab.
la province de Bahia. :z= Elle sc distingue des H. pellis-
serptiilis Ghenin. et hrasiUana Dsh. par son test plus
mince et sa spire plus aplatie , fortement carenee.
fimhriata ( Zonites ) Bourg. Journ. p. 69 , pi 5 f. 9 —
Hab. le littoral de la mer Morte. n:! Elle differe de 1’ H,
candidissima Drap. par sa carene denticulee et surtout
par la contraction de son ouverture ; et de 1’ H. cario-
sula Mich, par son ouverture ai rondie et son dernier tour
jamais aplati inferieurement.
finitimal Fer. [ H. lenticiilaris Morlt. var. ^ minor ^
Journ. p. 441 ) — Hab les roches de Gibraltar.
fucata Pfr. L. 1. c. p. 56, n. 45 — Hab. ad Wide
Bay in ora oriental! Australise.
furcillata Hrpe , 1. c. p. 302 , pi. XL f. 2 — Hab.
dans les Gordillieres, aux environs de Huancavelica ( Pe-
rou ). Elle dilFere de Y H. furcala Desh. par une
taille plus considerable, une forme plus aplatie et par les
proportions des dents de Y ouverture.
Gniraoana Rm. 1. c. p. 474 — Hab. in monte Sierra
de los Dientes de la Vieja inter Granada et Dermia in
Hispania baetica. “ Ab affinibus B. niciensi Fer., loxa-
na Rm. et hispanica Partsch umbilico aperto, ab H. in-
lermedia Fer. , cui habitu simillima , fasciis quinque di-
stinguitur.
gnllula Pfr. L. 1. c. p. 53 , n. 8 — Hab. in Nova
Seelandia.
helvola Frivaldszky, Zeitsch. p. 488 — Hab. in Sibi-
ria. H. frnticu7n Midi, affmis.
huahein€7i sis Pfr. L. 1. c. p. 55 , n. 44 — Hab. in
insula Societatis Huaheine. m: Facies fere II. solarim
Menke.
Lardyi Gliarp. Zeitsch. p. 145, n. i — Hab. in in¬
sula Opara.
lenticularis Journ. p. 440, pi 5 f. 43 , 44 —
Hab. a Fez et Tanger. Elle differe de //. hns Fer.
par son tet plus mince, moins convexe et moins strie a
179
la base , par son ouverture sans callosite et son peristo¬
me non epaissi , ni aussi fortejnent reflechi.
Icpida Poey ( nec Reuss ) , Mem. de Cuba p. 209, t. 26
f. 6-10. zz: E. gilvcc Fer. affinis.
ioxana Rm. 1. c. p. \17>. — Hab. in Hispania. zz: In¬
ter H. carthaginiensem Rm. et hispanica^n Partsch ( nec
Mich. ) intermedia.
Mac - Andremiana Pfr. L. 1. c. p. 53 , n. 7 — Hab.
Great Salvages Island izz .4n forte H. ustulata Lowe
hue referenda ?
3Iof/tnniana Raym. Journ. p. 80 , pi. 3 f. 2 — Hab.
prope urbem Cirtam. in File differe de Y H. laanginosa
Boissy par son tet constitue par des papilles assez volu-
mineuses , imbriqiiees , et en forme de croissant.
morosa Mrlt. 1. c. p. 369, pi. H f. 45 • — Hab. ad
Moreton bay in Australia orientali. zz: Elle s’ eloigne de
\H. semicastanea Pfr. par V obturation de son ombilic ,
par la courbe moins arqiiee du peristome, et par le de-
roulement plus accelere de la spire, dont le dernier tour
est nullement anguleux.
nitelina ( Zonites ) Bourg. 1. c. p. 72, pi. 3 f. 5 —
Hab. I’ lie (le Rhodes , et les environs de Naplouse et
de Jerusalem. ^
nubigena (Gharp.) Saulcy, Jour. p. 78, pi. 3 f. 7 —
Hab. les sommets des raontagnes de Bareges ; les Abruz-
zes et les Apennins (Orsini); les glaciers du Pic du Gers
( Bourg. ). zz: Elle se distingue de V H. carascaUnsis Fer.
par son ombilic assez grand, par son ouverture petite, ar-
rondie , par son peristome aigu non reflechi sur T ombi¬
lic , par ses tours non carenes et plus globuleux, par
son test moins epais et ses stries moins ' marquees.
Varreyssii Pfr. L. 1. c. p. 146, n. 5 — Hab. in Apru-
liis. m M, strigellcc Drp. et leucozon(R Z. affinis. Differt a
E, leucozona urnbilico aperto et superficie granulato-striata.
pedis -hocc Hupe, 1. c. p. 299, pi, IX ■ — Hab. la mis¬
sion de Sarayacu dans le Perou. zz Elle se distingue de
F H, pedis - serpentis Chemn. par sa forme plus orbicu-
laire et plus deprimee , ses tours de spires plus etroits ,
plus convexes et marques de stries d’ accroissement ru-
gueuses, enfin par sa face inferieuie plus convexe.
d80
picturata Poey ( nec Adams ) , Mem. de Cuba p. 209,
t. 26 f. i-5 zz H. gilvcd Fer. affinis.
planella Pfr. L. !. c. n. 4 — Hab. in Sicilia, zz H.
complanaKR Desh. affinis.
polana Schmidt A. Zeitsch. p. 24. zz H. murali Miill.
affinis.
prophetarum (Zonites) Bourg. 1. c. p. 70, pi. 5 f. 8
~ Hab. les environs de Jerusalem et le littoral de la mer
Morte. zz Ellc se distingue de 1’ R, candidisslma Drp.
par son test ifeprime , par la carene , par son ouverture
oblique ; et de V H. jimhriata Bourg. par sa coquille plus
deprimee et sa carene obtuse.
ropida Pfr. L 1. c. p. 54, n. 12 — Hab. , in IXova
Seelandia et in insulis Salomonis.
shanghhnsis Pfr. L. 1. c. p 56 , n. 46 — Hab. Shan-
ghi Chinae.
socia Rossra. 1, c. p. 446, n. 3 — Hab. circa Gonstan-
tinopolin.
subfusca Poey ( nec Beck ) , Mem. de Cuba p. 210,
t. 26 f. 41-45 B. gilvod Fer. affinis.
subrogata 1. c. p. 445, n. 2 — Hab. in regno
Murciano.
Veronica Pfr. L. 1. c. p. 54 , n. 4 1 — Hab. in insulis
Salomonis. zz Testa superne R. vilrincc Wagner similli-
ma, minus distincte striata, umbilico parum excavato ,
angustiore prascipue discrepans.
Villa Mortillet, Giorn. di Malacologia p. 440, nota.
Zelehori Pfr. L. 1. c. p. 486 — Hab. in Serbia, nz
Habitu R. inter medicR Fer. 'et cccrtilanli Meg. affinis, sed
ob peristoma rectum XerophUis adnumeranda.
Heterodonax ( Morch ) parvus Dkr. Ind. moll. guin.
n. 441 — Hab. ad Loandam. zz: Ttllince bhnaculaice. L.
cognatus.
Hyalsea — Vedi la voce CavoUnia.
I Lacuna (Turton) arctica Phil. Kiist. Conch. Gab. n. 5,
Taf. VI f. 5 — Hab. ad Groenlandiam. zz L. fnscce Bin-
ney affinis ; differt autem testa latiore tenuissima , alba ,
spira breviore , anfr. parum convexis, ultimo ad suturam
appresso.
18i
horealis Phil. I. c. n. , Taf. VI f. 2 — Hab. ad
Islandiam.
Thorpeana Phil. 1. c. n. , Taf. VI f. — - Hab.
ad Angliain. rz: A X. (Turbine) puteolo Turt. magnitu-
dine , columella imperforata et testa unicolore diversa. '
Lucina — Vedi Drplodonla.
Lutraria inf ala Dkr. Zeitsch. p. H2, n. 40 — E
California, zzz Inter omnes Lulrarias notas tarn fossiles
quam viventes maxima ( long. 4 poll. 3 lin. ).
Mactra Cumingiana Petit, Journ. p. 359 , pi. 12 f. i, 2
— Hab. la cote d’Afrique pres de I’ embouchure de la Gam¬
ble. “ Elie differe de la M. stthpUcaia Lm. par sa co-
quille presque cordiforme , presque lisse; la lunule n’ est
pas circonscrite , et la fossette qui supporte le ligament
se projete un peu en avant.
Margin el I a Beyerleana Bern. Journ. p. 449, pi. 5 f.
45, 46 — Hab. . . Inconnu ( M, varia var. Sow. The¬
saurus pi. 76 f. i39 ? ).
. Le/e^;m Bern. 1. c. p. 360, pi. 42 f. 44 , 42 — Hab. . ..
Inconnu.
Marfmi Petit , Journ. p. 367 , pi. 44 f. 8 — Hab.
pres de Rio - Janeiro, zzz Elle differe des M. cxrulescens
Lm. , pulchra Gray et sapolilla Hinds par son tet plus
etroit, d’ une couleur cornee un peu fauve, par sa spire
plus courte et par les plis inferienrs de sa columelle moins
obliques et plus forts que les sup^rieurs.
V antieri Bern. 1. c. p. 68 , pi. 2 f. 43 , 14 — Hab. . .
Inconnu. Elle se rapproche de la M. eattnata , mais
celle-ci est moins allongee.
M elampu s Pfr. L. Zeitsch. p. 426 n. 5 —
Hab. ad Cayo bianco insulae Gubae. zz M. coffex L. af-
finis.
Poeyi ^iv. 1. c. n. 6 — Hab. in insula Cuba, zn M.
cingulato Pfr. affinis.
Melania gnayaguilensis Petit, Journ. p. 457, pi. 5
f. 6 — Elle se distingue par sa forme courte, I’ampleur
de son ouverture et le petit canal a la base de la colu¬
melle. ^
Uerkloizii Petit , 1. c. p. 254 , pl. 7 f. 40 — Hab.
482
les eaux douces de Java. “ Elle difFere des especes du
groupe de la M. ainarula Lm. par ses plis subepineiix.
Indorum Mrlt. Journ. p. 462, pi. 5 f. 7 -- Hab. ri-
vulos circa ruinas Palenqueanas ( M, Icdvissima Sow. var.,
Pachfchilus Lea ).
mucronata von dem Busch, Zeitsch. p. 477 — Patria
ignota. zi: Differt a M. aculeo Lea testa crassiore, basi
sulcata, striis longitudinalibus rugulosis lirisque cingulata;
anfr. minus planis.
pontificalis v. d. Busch, 1. c. p. 478 — Hab. in insula
Borneo. Ab affinibus 3L varicosa Troschel et plicata
Lea anfr. superioribus tenuiter striatis , nec costatis, pla-
natis , basi transverse costulata distincta.
Themmckiana Petit, I. c. p. 255, pi. 7 f. 14 — Hab.
Java. Se rapproche de la Melafiopsis Helena Phil, et
beaucoup plus encore de la Melanopsis represente par Mous-
son (Die L. u S. W. Mollusken von Java , Taf. 40 f. 2)
comme etant cette espece.
M i t r a caledonica Reel. Journ. p. 248 , pi. 7 f. 7 —
Hab. la Nouvelle-Caledonie. = Elle difFere de la M, Ti-
caonica Reeve par la couleur roux-orangee de son tet et
par ses 4 plis coluniellaires , diminuant vers la base et
dont le dernier est pi^esque efface.
Grelloisi Red. 1. c. p. 24 7 , pi. 7 f. 8 — Hab. une
des lies de 1’ ocean pacifique ? zzz Se rapproche un peu
de la M. ladea Reeve de la Mediterranee.
PioUandi Bern. Journ, p. 67, pi. 2 f. 6, 7 — Hah —
Inconnu. zz= Elle se rapproche de la M. carhonaria Swains.,
dont elle difFere par la disposition de sa spire analogue
a celle de la M. virgo.
M 0 d ulus ( Souleyet) candidtts Petit, Journ. p. 156,
pi. 5 f. 44 — Hah. les mers de 1’ ocean pacifique? zzz
II difFere du M. ( Trochus ) tectum Gmel. par son tet
imperfore, par sa columelle plus arquee et la suture pro-
fonde qui separe le dernier tour , par la dent plus obli¬
que et la blancheur de son ouverture.
Monodonta calva ( Trochus ) Mke. Zeitsch. p. 70
— Hab. ad St Vincent. =zz Ad sectionem Osilinum Phil,
pertinet. Trocho crasso Pult. ( Mon. lugubri Lm. ) affi-
485
nis; differt autem statura minore^ anf. ultimo porcis
duabus subcarinato, perforatione profunda, strigis basi
aterrimis.
senegalensis ( Trochus ) Mke. 1. c. p. 7i ( he Sari
Adans. ) — Cum prjecedente lecta. zz: Item sectioni Osi-
lino pertinet. Trocho arl'iculato Lm. [31o7i. Draparnaudi
Payr. ) similis , a quo differt statura multo minore et co¬
lumella latiuscula. A T, alveolato Phil. anfr. liratis distin-
guitur.
Mur ex Moguiniantts Duval, Journ. p. 205, pi. 5
f. 4 — Hab. la cote occidentale d' Afrique. zz; II dif-
fere des M. calchrapa Lm., megacerns Sow, et aranta
Blv. par le nombre des varices ( 4 ) , le tubercule entre
chaque varice , et les cotes transversales rudes et com-
me granuleuses.
M y t i 1 u s Charpentieri Dkr. Ind. moll. guin. n. 425
— Ad Loandam collectus. ziz. k M. gra7iulato Hanley
sculptura subtiliore et testa variegata differt.
^ Gray' anns Dkr. Zeitsch. p. 84, n. 2 — Hab. ad in-
sulam Javam.
Grunerianus Dkr. 1. c. p. 82, n. 4 — Patria ignota.
zz Differt a M. lato Ghemn. ( nec Lam. ) cai dine 3-vel
4-dentato valvisque intus csesiis parum nitentibus.
tenuistriatus Dkr. Ind. moll. guin. n. 124 — Gum M,
Charpentieri lectus. zz A 31. senegalensi Lm. testa te-
nuiore, unicolore et sculptura subtiliore diversus.
N a s s a coturnix ( Bucciniim ) Dkr. Zeitsch. p. 59 ,
n. 34 — Ad Manilam habitare dicitur. izz Affinis Bucc.
picto Dkr., a quo tamen differt fasciis duabus articulatis
et fascia nigro-castanea in suprema faucis parte plane de-
ficientibus , sutura- minus profunda, granulis columellari-
bus et fauce subfusca neque alba.
Darwini ( Buccinum ) Dkr. 1. c. p. 95, n. 33 — Pa¬
tria ignota. zz: Inter Bucc. corniculum Olivi et Reevea-
num Dkr. intermedia.
Forbesii (Buccinum) Dkr. 1. c. p. 60, n. 32 — Pa¬
tria ignota. zz Bucc. hirto Kiener baud dissimilis ; differt
vero statura minore , plicis confertioribus multo minori-
bus , omnino sculptura elegantiore, cauda truncata et
breviore.
184
sculpta ( Buccinum ) Dkr. 1. c. p. 96, n. 54 — Patria
ignota. zz: Bucc. crenulato Brug. nec non ejusdem va-
rietati eximise , B, Hvescenti Phil., simillima, sed spira
distincte gradata magisque exserta , sutiira profunde ca-
naliciilata , labio hand expanse , anfr. parum convexis ,
plicis longitudinalibiis striisque Iransversis confertioribus
et gracilioribus , omnino sculptura multo magis clathrata
et concinna diversa.
semiplicala ( Buccinum ) Dkr. 1. c. p. 59 , n. 30 —
Patria ignota. ( Vedi anche la voce Phos )
N a t i c a crenata Reel. Journ. p. 520, pi. 7 f. 4, 5 —
Hab. les iles Philippines.
lemniscata Phil. Kiist. Conch. Cab. n. 145 , Taf. 47
f. 9 — Patria ignota. zz Distingnitur a Ts. canrena L.
apertnra basi in angulum producta calloque umbilici sulco
modo superficiali extus cincto ( N. canrena var. (j Reel.?
Zool. ’ proceed. 4843 p. 207 - ex insula Bohol).
Mo(juiniana Reel. 1. c. p. 454 , pi. 5 f. 9 , 40 —
Hab. la cote ouest de I’Amerique on les cotes d’une des
lies de r ocean pacifique ?
Taslei Reel. 1. c. p. 55 pi. 2 f. 44 , 42 — Hab. les
environs de Mazatlan ( Mexique ). zz Eile dilFere de la
N. cancellata Lm. par V absence de lignes transverses
formant reseau.
N e r i t a antiquata Reel. Journ. p. 31 7, pi. 8 f . 8 — Hab.
les cotes des iles Philippines. =:Elle differe des Nerites polies,
dont elle a V opercule, par son tet ride dans la direction
de la spire, par la callosite columellaire plus epaisse et
fortement ridee , et par son ouverture plus etroite.
Neritina adspersa ( Clithon ) Reel. Journ. p. 319,
pi. 7 f. 6 — Hab . inconnu.
cyanostoma Morlt. Journ. p. 573, pi. 42 f. 9, 40 —
Hab. Novas Hebridas. zz Elle se distingue de la N. va-
riegata Hinds par sa spire plus obtuse , la cloison colu¬
mellaire convexe , et la dent saillante au bord de cette
cloison.
Delessertii Reel. 1. c. p. 260, pi. 7 f. 2 — Hab .
inconnu.
Delestennei Reel. 1. c. p. 259, pi. 7 f. 3 — Hab .
185
incoiuKi. zzr Elle appartient ii la section des iV, Petltii
et pulligera Lamarck.
Lecontel Red. 1. c. p. 257 , ()1. 8 f. 3 — Hah. les
cotes de la Nouvelle - Galedonie.
rcltisa Merit. 1. c. p. 372, pi. li f. 9 , 10 — Hab.
Novas Hebridas. iz: Elle diflTere de la iV. interrupt a Red.
par sa spire courte et obtuse , et couronnee d’ epines
dans le jeune age.
Ostrea guineensls Dkr. Ind. moll. gain. n. ^4 —
Ad Loandam invenitur. zn Yarietates nonrmll® Ost. mul-
tiformi Koch et Dkr. e formatione oolithica et O. larva
Lin. baud dissi miles.
P a 1 u d i n a aclciila Held, Kiist. Conch. Gab. n. 70 ,
Taf. 1 1 f. 5 , 6 — Hab. in flum. Isar prope Monacum
et Tauber prope Mergentheim in Virtenberga. — Differt
a P. vitrea Drap. testa dimidio minore, cylindracea, anfr.
convexioribus.
hadiella Parr. Kiist. 1. c. n. 80, Taf. 41 f. 25-28 —
Hab. in Syria ad Beirut.
bfzanthina Parr. L c. n. 77, Taf. 44 f. 49, 20 —
Hab. Brussae in Natolia.
eastanea Moller , Kiist. 1. c. n. 84 , Taf. 1 1 f. 29-32
— Hab. in Groenlandia. ^ P‘ acuta Lm. striis ele-
vatis spiralibus densis praesertim diversa.
enrta Kiist. 1. c. n. 89, Taf. 42 f. 44, 4 5 — ■ Hab.
in fium. Zeta in Montenegro. — P. insubricce Gharp.
affinis.
elata Parr.. 1. c. n. 73, Taf. 11 f. 14 , 42 — Hab.
in fluvio Tigri prope Mossul in Persia.
Hohenackeri Gharp. Kiist. 1. c. n. 401, Taf. 43 f. 48,
49 — Hab. in Graecia. X P. gihba Drap. spira apice
truncata, apertiira ovata, anfr. ultimo laevi distincta.
hyalina Morlt. Kiist. !. c. n. 78, Taf 14 f. 21, 22 —
Hab. in Guatemala.
insubrica Gharp. 1. c. n. 402, Taf 43 f 20, 21 —
Hab. in lacu Muzano prope Lugano ( Stabile ). m Differt
a P. curta testa elatiore et apertura superne augulata.
Kutschigii Kiist. 1. c. n. 94, Taf 43 f. 3, 4 — Hab.
in Dalmatia , in fluviis Salona prope Spalato et Cettina
186
prope Almissa. zn A P. acuta Drap. anfr. convexioribiis,
apertura et anfr. ultimo majoribus distincta.
7?i aero Estonia Kiist. 1. c. n. 95^ Taf. \o f. 5-7 — Hab.
prope Athenas. P. fluminenst Sadler affinis.
uaiolica Gharp. 1 c. n. 73, Taf. ii f. 43, 16 —
Hab. prope Brussa Nntoliae.
Neumeferl Kiist. 1. c. n. 94 ( P. Kutschigil Kiist.
var. A ).
saxatilis Pieynier, Kiist. 1. c. n. 76, Taf. 41 f. 47, 48
— Hab. in Gallia occidentali prope Montaiiban.
sordida Kiist. 1. c. n. 74, Taf. 44 f. 15, 14 — Hab.
in provincia algirensi.
iraussUvanica Bielz, Sieb. Verein, H. 9 n. 4 — Hab.
in stagnis fluni. Maros inter Dobra et Lapusnyak, atque
fliim. Akita in comitatii. Reps. DilFert a P. impura
Lm. testa unibilicata , scalari , sutura profunda , apertura
exinde rotundata , anf. ultimo 4/5 magnitudinis vix su-
perante.
virescens Kiist. 1. c. n. 87, Taf. 42 f. 8, 9 — Hab.
prope Macarsca Dalmatiae. zzz A P. Salinesii Phil, testa
minore, imperforata vel vix riraata, pallide virescente
operculoque corneo distinguitur.
fj^icdtnlioferi Frauenfeld ( Yedi la pag. 57 ).
Par tula Erhelii Morlt. Journ. p. 574, pi. 42 f. 7,
8 — Hab. Morea insularum Societatis. izz Elle differe de
la P. CarieneMsis Qiioy par son dernier tour anguleux,
son ouverture moins etroite, sa spire plus conique, son
ombilic moins ouvert et sa forme moins allongee.
si77iplarm Morlt. 1. c. p. 570, pi. 41 f. 45, 44 —
Hab. in insula Taiti zn Elle se distingue de la P. varia
Brod. par sa forme ventrue, son sommet obtus , son
ouverture plus large , moins oblique et plus arrondie ,
son peristome moins epais et moins dilate.
Patella Adansonii Dkr. Ind. moll. guin. n. 444 —
In sinu ad Loandam lecta (Lister tab. 557 f. 16?).
gumeensis Dkr. 1. c. n. 408 — Habitat ad Loandam.
Kraussii Dkr. 1. c. n. 112— Gum prsecedente collecta.
spectahilis Dkr. 1. c. p. 407. — Habitat ad Loandam.
:zz P. margarhacccc Gmel. et coerulex Lm. affinis ; sed
187
testa majore, crassiore, baud angiilata, costis inajoribus
et vertice niagis centrali divcrsa.
Pec ten Antillarum Reel. Joiirn. p. 153, pi. 5 f. i
— Hab. la rade do la Point-a- Pitre (Guadeloupe).
Loveni Dkr. Ind. moll. guin. n. 115. — Ex regione
urbis Loandae reportatus. zz: Fossilem P. pygmccum
Miinst. e tellure lertiaria Italise inferioris in mentem vocal.
PhiUppii Reel. 1. c. p. 52, pi. 2 f. 15, i6. — Hab.
les cotes de la Sicile. zz: G’ est peut-etre V espece , que
Philippi dans sa Fauna Moll. Siciliae rapporte , a tort, a
r Ostrea gihba Gmelin.
Phasianella xihioplca Phil. Kiist. Conch. Cab.
n. 6 , Taf. Ill f. 3 , 4- — Hab. Africae litora orientalia,
ad Zanzibar etc.
amoentila Phil. 1. c n. 18, Taf. IV f, 7 — Hab. ad
Novam Hollandiam. nz A Ph. mbtnte Lm. anfr. 6, ulti¬
mo spiram superante et coloribus diversa.
coturnix Koch, Kiist. Conch. Cab. n. 44, Taf. IV. f. 2 —
Patria ignota. zr- A Ph. fammulaia Phil, magnitudinc ,
coloribus atque columella crassa distinguitur.
fulgens Koch , 1. c. n. 23, Taf. IV f. 43 — Hab. li¬
tora occidentalia Novae Hollandiac. zz Testa turrita, nlivea
unicolore, anfractibusque perparum convexis satis distincta.
giiitaia Phil. 1. c. n. 25, Taf. IV f. 45 — Patria
ignota.
inconspicua Phil. 1. c. n. 26, Taf. IV f. 46 — Patria
ignota. zz; Dilfert a Ph. guttata testa perforata, a Ph.
perforata Phil, testa minore ovato- conoidca, anfractibusque
rapide ci escentibus, a Ph. r/iinuta Ant. anfr. rapide cre-
scentibus , ultimo non angulato.
strigata Phil. 1. c. n. 47, Taf IV f. 6 — Patria igno¬
ta. zz Ab affinibus testa perforata sat distincta.
Pholas Beauiana Reel. Journ. p. 49, pi. 2 f. 1-3
— Hab. a la Guadeloupe, zz; Elle dilfere de la Ph. crP
spata L. par son ecusson dorsal transversalement alonge,
irregulier; parses valves anterieurement sculptees de stiies
obliques, sinueuses, et treillissees par d’ autres stries plus
lines et longitudinales , et posterieurement ornees de sil-
lons concentriques ; enlin par sa lenuite.
m
P h 0 s ( iMontf. ) dntillarum Petit , Journ. p. 242 ,
pi. 8 f. 9 — Hab. la Giiayra dans V Am6rique meridio-
nale, et la Martinique.
Billeheusti Petit, 1. c. p. 244, pi. 8 f. o — Hab. les
cotes de 1’ ile de Nouka - Hiva.
Gratdoupianus Petit, 1. c. p. 243, pi. 8 f 4 — Hab.
les cotes du Senegal, n; 11 differe du P. Antillariim
Petit par sa forme plus etroite, par ses cotes plus rap-
prochees et obtuses, par ses tours plus arrondis, et par
son ouverture plus petite. ^ ,
P h y s a — Vedi Bul/ntis.
Plan ax is Alhtrsii Dkr. Ind moll. guin. n. 40 —
Ad Loandam lectus. :zi P/. nigro Q. et G. peraffinis.
Herrmannseni Dkr. 1, c. n. 59 — Obvenit ad Ben-
guelam. = PL lineato d’ Acosta similis, sed statura multo
niajore, anf. ultimo valde amplificato , apertura patula,
cauda rima umbilicari instructa diversa species.
P 1 a n 0 r b i s Brondelii Raym. Journ. p. 82 , pi. 3
f . 3 — Hab. ad Meridj prope Girtam ( An P. Imvis Hai¬
der?, Ancapit. Revue de zool. p. 323 ).
defitifer Moricand , Journ. p. 57. — Hab. le lac Baril,
pres Bahia, 11 ne se distingue du PL higuhris Wag¬
ner que par la dent blanche , oblongue , situee en de¬
dans de r ouverture sur le milieu de ravant-dernier tour.
P 0 m a t i a s Philippi anum Gredler ( Vedi la pag. 79 ).
P 0 r 0 n i a rugosa Reel. Journ. p. oO, pi. 2 f. 4-5 —
— Hab. la Nouvelle-Hollande. zz: Elle dilFere de la For.
nucleola ( Amphidesma ) Lm. par sa coquille trigone, ren-
flee, d’ un blanc sale ou jaunatre, sillonnee concentri-
quement, a sillons peu reguliers, et toujours plus etroits
que les cotes. Peut-etre elle n' est que la P. scalaris Phi¬
lippi, insuffisamment decrite dans la Zeitsch. 1847, p. 72.
Pupa Passamaiana Petit, Journ. p. 566, pi. 43 f. 7,
8 — Hab. r lie Socotora. zz: Cette coquille (haul. 44 mill.;
larg. 8 mill. ) se rapproche par sa forme du Bullmus
Lfonefianus Pallas et par ses stries de la P. sulcata
Lm. ; elle presente aussi Y aspect d’ un Tomigerus.
Siroheli Gredler ( Vedi alia pag. 77 del giornale ).
Purpura denlata Mke. Zeitsch. p. 74 — Hab. ad
489
St. Vincent. :iz: Purp, h(d7nastom(R L. affinis, a qua differt
statura minore et labri limbo interno dentibus septem ,
anterioribus sex binis, munito.
Forbesii Dkr. Ind. moll. guin. n. 55 — ■ Hab. ad Loan-
dam. k P. bituherculari Lm. diversa.
P y r u I a Etigenm Bern. Journ. p. 305 , pi. 7 f. i
— Hab. les mers de la Chine ?
P y t h i a ( Scarabus ) albovaricosa Pfr. L. Zeitsch. p.
490, n. 2 — Hab. in insula Celebes.
Jrgenvillel Pfr. L. I c. p. 494 , n. 5 ( Argenville tab.
9 fig. T ) — Hab. in ora septentrionali Australige.
ceylanica Pfr. L. 1 c. p. 192, n. 5 — Hab. in insula
Ceylon. z=z A P. plicata Per. testa magis pyramidata, an-
fractuum ( 40-44 ) numero, quorum ultimus deorsum sub-
dilatatus , spira elongato - conica diversa.
inflata Pfr. L. 1. c. p. 492, n. 4 — Hab. in insula
Borneo.
Reeveana Pfr. L. 1. c. p. 490, n. 4 ( Scarabus im-
brium L. , Adams and Reeve Voy. of the Sarnarang, t. 44
f. 43) — Hab. in insulis Philippinis.
R e c 1 u z i a Petit, Journ. p. 44 7. Animal pelagkum ,
magna parte ignotum, Janthmarum sat affine. — Te¬
sta ovalis vel oblong a , buceiniformis , tenuis ^ sub epi^
dermide fusco-albicans \ spira elongaia ; anfr. veniri-
cosis , infmo spiram superante ; apertura ovato-obli-
q7ia , ad basim parum effiisa f marginibus disjunctis\
labio obliquo j medio subsinuoso ; labro acuto ^ inte-
gro ; operculo nullo
Jehennei Petit, 1. c. p. 448, pi. 5 f. 3 — Hab. le
golfe arabique.
Rollandiana Petit, 1. c. p. 449 , pi. 5 f. 42 — Hab.
les mers de V ocean atlantiqiie , environs de Mazatlan
( Mexique ). z=: Elle differe de la precedente par sa co-
quille plus allongee , avec des stries plus prononcees et
des tours plus arrondis et s6pares par une suture plus
profonde.
Scissurella ( Orbigny ) reticulata Phil. Kiist. Conch.
Cab. n. 44, Taf. VI f. 44 — Hab. mare rubrum prope
Maksur. ( Sc. decussata Audouhi, nec d' Orb. , Descr. de
PEgypte, pL V. f. 29).
d90
Septifer ( Red. ) crasstis Dkr. Zeitsch. p. 86 , n. 4
— E litore peruaoo ?
Herrmannsenii Dkr. I. c. p. 85 ^ n. 3 — Hab. in
China ? Tichogonia virgata Wiegm. ( ^fyt. trifureatns
Conrad?) septis integerrimis , Sept, fuscus Recliiz et ex-
cisus { Tichogonia ) Wiegm. cardine edentulo ab hac
specie distingiiuntur. 5. crassus difFert forma^ Myt. eduli
L. siraili, denteque cardinis in valva sinistra ( nec dextra )
extante.
Trosehelii Dkr. 1. c. p. 87 , n. 5 — Patria ignota. —
Tich, excisce affinis sed statura minore septoque minus
inciso distincta.
S i g a r e t u s Menkeanus Dkr. Ind. moll. guin. n. 88
— Habitat ad Benguelam. zz: S. depresso Phil, simillimus^
sed fasciis et spira minore difFert.
Siphonaria pJaceniula Mke. Zeitsch. p. 69 —
Hab. ad St. Vincent.
nmhonata Mke. I. c. — Patria ignota. =z Hae duae
species a reliquis ^iphonariis vertice medio umbonato,
circa umbonem depresso, distinguuntur.
S n c c i n e a margarita Pfr. L. Zeitsch. p. 52 , n. 6
— Hab. in insula Haiti.
nohilis Poey, Mem. de Cuba p. 2i0, t. 26 f. 25, 26.
iz; S. Salleanm Pfr L. affinis.
patentissima Mke. Zeitsch. p. 52 , n. 4 — Hab. ad
portum Natal Africae meridionalis.
Riisei Pfr. L. 1. c. n. 5 — Hab. in insula Portorico.
Tellina Hanley i Dkr. Ind. moll. guin. n. 144. —
Ad Loandam lecta. Ad Scrohicularias Sebum, pertinel.
Schranimi Reel. Journ. p. 452, pi. 6 f. 7 , 8 — Hab.
la rade de la Pointe-a-Pitre ( Guadeloupe ). zzz Se rap-
proche de la T, crystalHna Hanley. ( Vedi anche Poro?iia)
T e r e b r a eburnea Dkr. Zeitschr. p. 96 , n. 35 —
Patria ignota.
nodoso - plicata Dkr. 1. c. p. i lO, n. 37 — Patria
ignota. zz: Buccino aciculato Lm. ( B. clavulce Mke.,
Ter. Consenthii Phil. ) affinis. Cum praecedente atque
dicto Bicccmo propriam Terebrarum sectionem vel sal¬
tern genus proprium Terthrm et Bullias inter haec co-
chleola forraare videtur.
in
Tichogonia carinala Dkr. Zeitsch. p. 90, n. 8 —
Patria ignota ( Italia ? ). =; Differt a Dreissena africana
van Beneden umbonibiis acutis siibincurvis testaque sequi-
valvi.
Pfeifferi Dkr. 1. c. p. 88 , n. 6 — Hab. insulam Cu-
b®. n; MfiUo cochleato Kickx siinilis. <
RYtsei Dkr. If c. p. 91, n. 9 ~ Hab. ad insulam St.
Thomas, n: Tich. ( Mytilo ) cochleatw affinis.
Rossfnccssleri Dkr. 1. c. p. 89 , n. 7 — Hab. Brasiliarn?
zn Dreissencd Sdltei Reel, similis ; differt tamen forma
ovato - trigona , basi magis arcuata valvisque intus albis
unicoloribus. ( Vedi anche Seplifer )
Triton Jdansonri Dkr. Ind. moil. guin. n. 66 —
Ad Loandam lectum ( Mnrex argus fasciains Chemn. X.
tab. 160 f. 122 ).
Cantrainei Reel. Journ. p. 246 , pi. 8 f. dO — Hab.
la rade de la Pointe - a - Pitre ( Guadeloupe ). zz: II est
remarquable par ses six variees , dont trois alternative-
ment plus grandes que les autres, et par la couleur cha-
moise de son tet.
Trochus — Vedi Modulus^ Monodonta.
Turbinella dtibla Petit, Journ. p. 75, pi. 2 f. 9, iO
— Hab. 4 Bahia, zz: Voisine des T. cingnlifera et leu^
cozonias Lm., mais la premiere est plus grande, ses tu-
bercules sont plus anguleiix, 1’ ouverture est blanehe. La
seconde differe aussi par la eoloration de 1’ ouverture, et
en ce qu’ elle est ^ peu pres lisse a 1’ exterieur.
Turbo correensis Reel. Jonrn. p. 245 , pi 8 f. 2 — •
Hab. la mer de Gorree. ( Vedi anehe Lacitna )
Turrit el I a fvscocincla Petit, Journ. p. 368, pi i i f. 3
— Hab. les cotes de 1’ ile de Java ?
Unio lerminalis Bourg. Journ. p. 74, pi 3 f. JO
— Hab. le lac de Tiberiade. zz: 11 se distingue de V U.
Tigridis Bourg. par son test plus epais et sa coquille plus
ventrue, par ses nates plus rapproches de son extremite
et surtout par sa dent cardinale plus grande, plus epaisse
et moins ailongee.
Valvata alpestris Blauner, Riist. Conch. Cab. n. 5,
Taf. 44 f. 7 , 8 Hab. in Helvetia in lacubus ad fon-
i92
tern torrentis prope Grindehvald. =z Intermedia inter F.
piscinalem Miill. et depressam Pfr. C.; ab ilia differt an-
fractibus rotundatis, umbilico lato atqiie apertura minorCj
circulari ; a V. depressa magnitudine et sutura profan-
diore diversa.
Bocconi Calcara , Kiist. Conch. Gab. n. 9 , Taf. 14 1.
16-19 — Hab. in Sicilia ad Mondello prope Panormum.
Venus nodosa Dkr. Ind. moll, giiin. n. 155 — Ad St.
Vincent lecta. ^ La Clonisse Adanson , Fen. verrucosce
L. var. Krauss , hue pertinet,
V i tr i na Keppellii Pfeiff. L. Zeitsch. p. 51 , n. 1 — Hab.
in Nova Caledonia.
planospira Pfr. L. 1. c. n. 2 — Hab. in insulis Salo-
monis.
salomonia Pfr. L. 1. c. n. 3 — Hab. in insulis Salo-
monis. Speciebus sectionis Simptilopsis Beck affinis.
AggliBEiste
e CoE^resioasi.
pag.
lin.
in luogo dl
ponga
1
17
Sism.
Sismonda
3
5
{ Proceedings
( A list of the genera of
recent Mollusca , their sy-
nonyma and types; from the
' Proceedings
38
8
Briglon
Brighton
39
2
Saxicave
Sassicave
3
Plymontli
Plymouth
5
Buk land
Buckland
18
falladi
foiladi
23
Buchland
Buckland
28
Plymouth
Plymouth
4i
9
Hencock
Hancock
11
Saxicave
Sassicave
18
attribuirlo ad uoa aziooe attenersi ad una opinione
eletlrica.
ecletica.
63
21
Bogata
Bogota
73
11
borsa
bocca
118
18
Hancok
Hancock
143
ult.
Catalogna.
Catalogna, Zeitsch. fur Ma-
lac. 1853, p. 161 .
( Dispensalo ne!
mese di aprde 1834 )
Pavia.
Tip.
Fmi.
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