PERSPEGTIVA
P 1 C TORI! SÌ
E T
ARCHITECTORUM
ANDREA PUTEI
ESOCIETATEJESU,
In qua docetur modus expeditifsimus delineandi
opticè omnia , qua? percinent ad
Archice&uram .
R O M Mr M. DC. XCIII.
Typis Joannis Jacobi Komarek Bohemi apud S. Angelum Cuftodem.
S U P E 0 2? U M ? E % M I S S U.
PROSPETTIVA
DE PITTORI
E ARCHITETTI
D'ANDREA POZZO
DELLA COMPAGNIA DI G1ESU'.
In cui s'infegna il modo più sbrigato di mettere
in profpectiva ditti 1 difcgni
d'Architettura.
IN ROMA, M. DC. XCtìl
Nella Stamperia di Gio. Giacomo Komarek Boemo all' Angelo Cuftode.
C OK L I C E K Z A DE SU?Él(lO%I.
IMP< C^S- AUGUSTO
LEOPOLDO AUSTRIACO
PIO. JUSTO. FELICI-
ANDREAS PtITEUS E SOC. JESU F.
P US Tibi 'proferito Auguste C m s a k ,
quod & fuopte ingenio Tuis petit honoribus
famulari . Verfatur id fere in defcribendis
arcubus & columnis , quce res , veteri more
ac infittito , exornandis maxime triumpbis
inferviunt. Verno autem ejì omnium (abft modo invidia)
cui potius adornari triumphos oporteat, quam Tibi, Qui
tot, tamque praclaras , & immortali dignas memoria 8e
Thracibus vittoria* retulijìi. Ho nimirum, quce de Bar-
bar is, de ipjìus Cbrifliani nominis hojìibus referuntur vi-
ttoria? , ha? , inquam , fola funt , quo communem Chri-
Jìianorum omnium gratulationem, quoque triumphalesho-
nores mereantur : ce ter a magna ex parte funt ponitendo.
Porrò ftatuasT ibi, arcus, & columnas ponere,non ejl te-
imitatis meo: aliorum hoc cura fit , quibus & autor itas
adejì, &fuperatfacultas. Egoffaltem ijìainchartis deli-
ncarem , non omnino fpernendum opero pretium foret : nam
vel marmoreas moles diuturnitate fuperant perfope viva-
ce s charto. Sedenim quod meàprojìaremanupofum, nì-
mis quamparum id foret , ad Jìudium , quo flagro , Tuorum ,
CjE-
C je s a r , augendorum decorum : ac neque fi centimanus ef-
fem , huic reifufficerem . Ergo artem quondam inftitutio-
nemquc afferò , qua omnesubique pittoresfcite graphiceque
adumbrare queant Jmoprorfus exprimere, qua alti ex are,
aut mamme ftatuent Tuarum monìmenta vittori arum . Ita
fcilicet fiet , ut hacipfalocis omnibus • reprafententur ; utque
imago faltem eorum fuperft , pojìquam ipfa conciderint ac
interierint . Quamvis enim folidiffimas etiam moles , ac
fere adamantinas (qualesin hac prafertim Urbe , rerum
olim domina , fpettamus) longa imtninuat atas, & f lenti
dente penitus exedat atque confidai ; non etiam omnes ea-
rum imagines , utut in tenui elaborata materia, ullo faci-
le avo intercidunt. Artem porro, quam dicebam, ita ego
profero in medium , communifque juris facio , ut tamen eam
efk velini piane Cffarianam . Et ejì profittò Tua , C-M. s a r,
magis quam mea: quidquid enim hac in remihifuccurnt,
quod approbari mereatur , Tuus quodammodo fuggejjìt ,
dittavitque genius . Tantum fcilicetT uarum potuit gloria
vittoriarum, ut meum quoque, licei alias rude , incitarli
acueritque ingenium, ad excogitandum aliquid, illarum quod
immort alitati ferviret . MM ergo mihi , fed Majejìati
Tu§ debere fe fciant, quicunque hoc meo ex opere vel uti-
litatem aliquam capient , vel voluptatem . Ac quemadmo-
dum Tuifiet imitatione, quidquid unquam dlii gerent di-
gnum triumpho ; ita Ji quid ad eos decorandos , ex trium-
phali hoc apparatu defumere cuipiam libuerit, a Te illud
mutuetur , cujus Virtus & Felicitas , quidquid honeftandis
vicloribus excogitari poteJl,Jlbi vendicant , totamque adeò
exhauriunt artem .
THYRSUS GONZALEZ
Prsepofitus Generalis SocietatislEsu.
CUM librami cuititulus (PerfpeBivaPittorum, & Architetto-
rum ) ab Andrea Puteo Societatis noHrxReligiofo confcriptum,
aliquot ejufdem Societatis Sacerdotes harum rerum periti
recognoverint, fi? in lucem edipofìe probaverint ,/acultatemfa-
cimus ut typis mandetur,Ji iis ad quo s fpe&at, ita -videbitur.
Cujus rei grati d has literas manu nojìra fubfcriptas, & figli-
lo noBro munìtas dedimus.
Romce^.Maji 1692.
Thyrfus Gonralez .
Imprimatur
Si videbitur Reverendi/*. Patri Magijìro Sacri Jpqftolici Palatii.
Stephanus Jofeph Menattus Epifc. Cyrenen. Vicesger.
Imprimatur.
Fr. Thomas Maria Ferrari Ordinis Predicatorum , Sacri Apoflolici Palatii Magifler .
MONITA AD TYRONES.
COncìnn'tatem ac Symmetriam optici delìnea-
tiones JEdificiorum habere nequeunt,nifi utram
que mutuentur ab Arcbiteilurà . Proinde necejje efi
ut in iftiusgrapbide ac intelligenti,} Te aliquandiu
exerceas,donec uniufcujufique elevationis vejligium
formare didietri* , ex coque eruere fetlionem totius
longitudini! , ut in Opere tota videre ejt,pr1efertimfig.
68 & 70. Siquidem ex vejìigio & ex fefiione deriva-
tur in Optìcas imagines congruarerum fingularum
profhnd/tas .
Subiiciam bis conjìlium fummi momenti . Videli-
cet , egregiè imelligas oportet figurar» fecundam ,
priufquam progrediaris ad tertìam, idemquo de cete-
rit diHum velim ; nam fingulas eo difpofuimus ordi-
ne, ut qit£ pnecedit, necejjaria fit ad percipiendas eas
qua; fequumur . Sì aliqua fini in explicatione , qua:
inìtio non intelligas , ipfum febema fitpius diligati er
injpicies; ac vicijfìm fi aliqua definii in febematìbus ,
ex declarationibus ea JUpplebis .Lapfusverò quos
d?prebenderis facile prò tua bemgnitate , mibi ut /pe-
ro conionabis .
AVVISI A I PRINCIPIANTI.
LA Profpettiva degli Edifici , di cui trattia-
mo , non può ha ver bellezza e proportione ,
fe non le prende dalf Architettura . Perciò convie-
ne che vi efercitiate alcun tempo nel Difegno e
intelligenza di quella facultà,finche da ogni eleva-
tione Tappiate cavarne la Aia pianta , e tòrmar da
eMàlo rpaccato o profilOjCome vidimoftro in tut-
ta 1' Opera,e più ampiamente nella figura 68 e 70.
Poiché le piante e i profili danno a ciafeuna parte
delle Profpettive lo sfondato che le conviene .
Voglio qui foggiungere un configlio impor-
tantiilìmo, cioè che vi contentiate di ben intender
la feconda figura prima di paflàre alla terza , e 1'
ifteflb dico di tutte le altre: Ellèndo difpofte con
tal ordine,che ciafeuna di quelle che va avanti, è
neceflaria per capir quelle che vengon dietro . Se
viaccaderà di non intender qualche cofa nelle
fpiegationi , ajutatevi con rimirare attentamente
le figure ; e vicendevolmente , fe nelle figure non
trovate tutto quello che bramerefte,ricorrete al-
le fpiegationi , compatendo gli errori che fono
Itorfi in tutta l' Opera .
ALLA SACRA CESAREA MAESTÀ'
LEOPOLDO AUSTRIACO
IMPERADORE-
Ccomi, Augustissimo CESARE, all'Imperiai
Trono della Cesarea Maestà Vostra col tributo
d'un' Opera, che di fua natura brama impiegarli
tutta nelle glorie del Vottro Eccelfiffimo Nome. El-
la non ha quali altra mira, che defcrivere Archi e
Colonne , con cui, per iftituto e coftumanza degli
Antichi, fi adornavano le pompe de più degni Trionfi. E chi v'ha
tra' mortali, a cui più guittamente fi debbano i Trionfali onori,
che a Voi, Invittissimo CESARE? il quale numerate tante vitto-
rie, tanto chiare, e tanto degne d' immortai memoria, rapite alla
ferocia Ottomanna. Vaglia il vero, quette fono le più vere vitto-
rie, le quali fi riportano fopra la Barbarie, irreconciliabil nemica
del nome Crittiano; quette fon quelle, che fi meritano le gratula-
ziorii, e i giubili di tutto il Criftianefimo, ed a quette fole è dovuto
l'onore de' Trionfi; le altre non mai fono efenti da qualche penti-
mento. Or ella non è, Inclito Cesare, imprefa confacentefi alla
tenuità mia, l'ergervi Statue, Archi, e Colonne: fia d'altri la cu-
ra, a cui non manchi l'autorità, e foprabbondi la facoltà. Io per
me ftimerei di riportar qualche pregio dell' opera, fe almeno deli-
neaffi nelle mie carte tali finimenti di Gloria: eflèndo che fovente
avviene, che la durevolezza delle Carte fopravviva alla diuturnità
delle Moli, eziandio marmoree. Ma per dir vero, CESARE Cle-
mentissimo, tutto lo sforzo della mia mano non farà mai , eh' una
mera debolezza, dirimpetto a quel}' accefo defio, che ho di coope-
rare all'accrefcimento delle Voftre Glorie: nè mai appagherei le in-
focate mie brame , quantunque io fotti fornito di cento mani.
Adun-
Adunque produco in mezzo un'Arte, con cui tutt'i Dipintori pof-
fano inaeftrevolmente, e con leggiadria adombrare, anzi purefpri-
mere al vivo quelle Moli Trionfali, eh' altri formerà o di bronzo,
òdi marmi, ad eterna rimembranza delle ammirabili Voftre Im-
prefe . Così avverrà , che da per tutto fi rapprefenti alcun Moni-
mento de' Voftri Trionfi , e che almeno ne rimanga una qualche
Immagine, dapoi che le Colonne , gli Archi, e i Cploifi dagl' in-
contraftabili urti del Tempo faranno rovefeiati . Impercioche,
quantunque la lunga età con tacito invifibil dente fintoli , divori ,
e confumi eziandio le più falde e diamantine Moli ( quali fìngolar-
mente miriamo in quefta Città, una volta Signora del Mondo )
non ha però ella fìmilmcnte quefta ingorda balia fopra tutte le lo-
ro Imagini, come che lavorate fieno in più frale materia. QuefF
arte dunque, di cui parlai , efpongo io , e comunico al Publico;
con tal riferva però , che s'intenda effer ella propriamente di CE-
SARE. E di certo ella è Voftra, anziché mia. Conciofiache quan-
to m'è fovvenuto, che meriti approvazione, fuggerito mei' ha , e
dettato in una certa maniera la fquifitezza e grandezza del Voftro
altiflimo Genio. Tanto in me ha potuto la gloria delle Voftre Vit-
torie, che ha incitato, e alTòttigliato il mio per altro tardo e roz-
zo talento, affi ne d'inventare alcuna cofa che ferviife a immortalar-
le. A voi per tanto, CESARE Augustissimo, ne fappiano
grado coloro, che di queft' Opera traeffero qualche o utilità o pia-
cere . E ficome quanto mai altri opereranno , che degno fia di
Trionfo, il faranno perciòche ebbero Voi per Idea da imitare: così
fc alcuno vorrà prender qualche cofa di quefto trionfale apparato
ad onore e gloria di quegli Eroi, fel faccia predar da Voi, la cui
Virtù e Felicità, tutto quanto può cadere in penfiero, che fia d'
onore a' Vincitori, fe l' appropiano , e fole afforbifeono tutta l'Arte.
DELLA M. V. CESAREA.
UmiliJ/ìmo , Devùtijjimo , ObligatiJJÌmo Strvo
Andrea Pozzo della Compagnia di Giesù .
AD LECTOREM.
Perlpe&iv» Studiofum.
RS fcjÀfin», oculw, Ikn figaciffnnum hterfenfus
curnSpratedecipir, eademque neceffariaejl hs^mbus mingendo ^fij1
figuri pofitionem « defimatimm >f>m congrue tnbuere J™£
%hF*lmim, intendere aut remktere ,praut oportet, curtefi. f'*^™J%
firn line fenfu. itti perveniunt , qui filo fìudio Graphdisnon contennjmgulu Anbi
W™"** mibmm> «ter multai qui
SSflHBBUi!
docentium opìkas projeBiones, a prmapus hu]Us «or, ufi», ad ' om> "^J^ fJijMm m
bac dopimi mibi parafi: cenfeo Stud^^fW^fh^^^ ^J^
uones perfiaendas , *dbtb,t» cr^^L\0JMm'Bo^iU Dhin» dederit , propone* quaf
?£^J*U''J™ Zfr^dZJ™ *<rim. ItaiueLeaorftudiofi.cofanUamrno
felkker potìeris .
AL LETTORE,
Studiojò di Proiettiva <
ARTE della Proferiva con ammirabil diletto inganna il più accorto de no-
5^ Énfi Seriori che è l'occhio ; ed è neceffaria a eh. nella Pittura vuol .dar la
! l a Latione e dicanone alle figure; e la maggiore o minor vivezza^
Svien i colori e alle ombre. Al che infenfibilmente turo, fe la perfona
non comentandoG di fare itud,o nel fole Di fegno, s avvezza a digradare efat ta-
cente rutti S Ordini d'Architettura . Nondimeno tra moto che fin ora con gran
I S fono nulli a tal imprefa , pochi fe ne contano, , quah non fi fieno
_3] coraggio- 11 n maear;e dilibri, i quali con chiarezza e ordine mie-
ben prefto ^f^Ì^» alla total perfetti d'effa . Hot
gmnoa dare alle Prative « lo ro te , y r profcffi0ne, con Merano continuato di
trovandomi d'haver 10 acqu.ftata qualche acih 'd P d profitto loro,
Gianni-, .timo di dover incontrare ^^"^Cp^tiW gUoLi
dando in luce , ^^^^^Sào da effa tutti /.ntrighi delle linee occulte Dapo,,
lettura, per via della Regola «™™e^ , imporre un altro Libro, moftrero il modo di
fe la Bontà Divina mi darà tempo e terze W ve. • > ^ e „MycrfaIe
fare tutte le «^^Jg^ ffeìSSS^C^di dunque , mioLct-
dell ■ord.nana e »7^™^ rifDlutione di tirar Tempre tutte le linee delle volte opera-
tore allegramene .1 v , co a _ £ e v. promcttQ ^ 5Ì on0Mtl
tioni al vero punto dell occnio tue c j>>^>
defiderii feliciffimo riufeirnento »
Figura !•
FIGURA PRIMA»
Exphcatio lincarum plani & horizontis, ac punftorum
ocuJi & difìantia:.
T principi a Perfpaiytficiliu; intelligas ,ponotìbi oh oculo: Templum i» ■ ■ • ■
faaeprxter * etera p^iumjh aliquid JPerfpeSìuampVtìneT.T^m^r, T"'
geomemeum efik , elevati* geometrica in loJum eli B , ilutum efì C jf, A T/ VeM'"?
»<' afp>"eMisU,,eamm, cui parie: pinvendusii^
tiàintueturlinem FG, àuXreZtel^^«ZT ^ ì i'AT. Hom° erc 'Mem diftan-
rojapete infèuram C, ,»* ipfum in parvo LLcentat J 'sU"" ** Ve~
Prima ergo ImeaBIdìeitur linea terne vel Plani rem;;„;t;( „•,
ficium . Secuudalinea NON Priori Parai L ^ìr > u P ,? e'iem9ue »>eumbit adi-
Barn oculi , S N pu«sÌm dijlanti* . Duo M^^lìS^^^t'T^1 "' V*P"*** ° P">-
fartevolueris^LadJiguri opùcè c.Mr^SJmAuStl^J^'^9 "Z adhiieM '* 1uà
neatio, quinp^no loco àe/gnenir du.e plral^
pu»3um oculi fi» opticum, & pU!,sJ di Ih ■ Porri TÙÌZ ZI' bm™>»>, in li»e/bori*ontir
tuit -ut videasjocum « quo afpUnda efi Sa cSZ»sZZn^, T SfcW"**' "Panare opor-
«"'rmaliterinJ^aminO-JdilUntiJ^
InpiSuris multum /patii occlpantibv, , pìnZl o c ^fZirJli»LTr'^S-m^ A * DE> ""er B * GF-
piSu^ft major latitùdine, diftlntia NoSZSi K'*? bonz.o„ta/is : atque ubi. altitudo
KQfiettquMsUtìMinUhaenìmunYe^
diflantiadiverfo modo adbibeaturin ve li " ìt n TeìalZ&lcZKl'^^ ' *«*9—»*
r''um4vel A & ehvf'f,"'s D.' 'm»}'>ìeonJpirant ^/MioHibu^pÀu^fiZZ"é vifualium cum pa.
FIGURA PRIMA.
SfitgaUom delle Imo, del piano e dell' orbante, e de punti
dell occhio e della dijlan&a .
Ccioche meglio intendiate i principii della ProfncttiuT vino™ •
Ctaeft , in tefta della quale, fra le altre colè deE. ne! I ,l ?f ù "S""? a8h 0cchi un*
Ghiefi ve la metto in pian a "come riea^ t H ?g <*q»fche Profpettiva. Quella
largo C.JflMU luogo dond^uTlCmo rimi, " gSm?f' Per lunS° ^ per
glia da dipingerli. SaS^S^^^Z^^f^^^
la muraglia in elevatione . Z o^ma éS^^ m"'a la llnea FG > che *
murag,ia , ,a quale con tat^i^^^^g^^^.^ ™defima
, nella figuraC. y 1 ni"lmllule'laPoi'tatadigrandeinpiccolo
O punto dell'occhio, eATpuntodella diftànza- drt^SSffi»S^^0?!>,,to' in™'"'P0ne
a uno d, èffi da quella parte che vi piacerà , barbandone un foto ne 1, 0, %"" n\ettodue> a«<oche vi ferviate
e notare .n quella il punto dell'occhio o deìla prolbett va ^
d. porre u na medefima cofa in tre difegni , per Hrvfvèderè élK^f ' -H° gÌUdÌCat° cfP^iente'
è. 1 punto N d'una delle linee NO., la qulle dovete imtinarl^rhi^ cndecra;ienrimirarclil fi8ura C,
dovete mettere la medefima diftanza , ^ che traieM u?n7r% conficcataafiiu^ '"O ■ erfaOerf
Nelle pitture che prendono molto fpatio, il punto dell' orrhi/r'u c
fel'altezza della pittura farà madore ddL ESS^fe ?r.nel «"«^della linea orizzontale:
mincia la tabrica. La
e fe l'altezza della pittura farà maEgiore dell'a "arshe^a hfflT ' vnr ?r mCZZ° ddla linea on^ontale :
della pitterà farà maggiore dell'altezza Td Knf i^21 ? fera u8«ale aU'altezza. Se la larghezza
un'occhiata fifeorgera tutta la p tu "a'. VcuS^ ^T^ ^ "S^' Po'cheintal modo fn
modofiadoperinellapianta^eLlleelev^onifieC tuttavia i r^f 7'^ medefima in difierente
Pianta A e della elevatione B , hanno perfetti ^ cofriftòndenza co (f* 1 dfu ^ COn la mura?'lia ^
Se volete che allo fpettatoie in A e in B, il mum dlt ™ , P"? I dt le V,fuali ddla fi8ura
0 quadro P , l'elevatane del quale è O. d , j' puw"™e ffi vi ^fi T ''a eM' £ G^q«a«o è lungo
fegamenti delle vifuali col muro AeTW, eh amato Th ài™n? v 1« PUnt' e,ftremi dd quadro > notand° j
la , e troverete che RS è uguale a TV, XZ è uguale ° ?7C , e còì^ delle^tre .' tra Parenza 'fettione > te'a 0 tivo-
Figura a .
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FIGURA TRIGESIMASEXf A.
Preparano ad figuram .37.
N veMigio geometrico C, fi? in ejus elevatione Aìì,prce-
cipuas tantum lìneas adnotavi, ne figuram confunde-
rem, fi? ut Éudioforum induflrìx aliquid relinque*
rem.LineaplaniEG hai? et divìfiones latitudini s P,£?
longitudinis Qvesligii geometrici C . Ex punti is lati-
tudhiis ducentur more folito vifuales ad O punBunt
oculi ; ex punti is longitudinis fient occulta adpuntlum difiantice, quo d
extra lineam AB protenditur moduli s quatuordecìm : fi? ubi occulta ex
divijìonìbns longitudinis fecant vifualemVOfiunt par alleine ad li-
ne am plani,adhibitis fé elioni bus talium par alle laritm cum vifiualibus^
ad complendam deformationem ve siigli .
Ea de m line a qua in vesligio deformato funi parallela adEV ,pro-
longantur ufque advifualem EO , fi? continuantur cum aliis parallelis
adperpendiculum DE . Fiunt quoque -vifuales adpu ntlum oculi ex di-
vifionibus elevaiionis AB translatis inperpendiculum DE ; adhibitìs
fetlionibustaliumparallelarum cum vifualibus, ad complendam de-
formationem longitudinis eleva tionis .
FIGURA TRENTESIMA SESTA*
Preparatane della figura 37.
Ella pianta geometrica C, e nella fua elevatione AB ho meuè
{blamente le linee più principali , per non confonder la figu-
ra, e per hfciar qualche cofa alPinduftria degli ftudiofi . La
linea piana EG contiene le divifioni della larghezza P, e della
lunghezza Qdelh pianta geometrica C. Da i punti della larghezza fi fan-
no al folitolevifualialpunto 0 dell'occhio. Dai punti della lunghezza
fi fanno le linee occulte al punto della diftanza , il qual fi dilunga moduli
quattordici dalla linea AB : e dove le linee delle divifioni della 1 unghez-
zafegano la vifualeFO, fi fanno le paralelle alla linea piana EF , adope-
rando ifegamenti di tali paralelle con le vifuali, per finir di digradarla
pianta .
Le medefime linee le quali nella pianta digradata fono paralelle a EG,
fi prolungano fino alla vifualefiO, continuandole con altre paralelle al
perpendicolo DE: fi fanno altresì le vifuali al punto dell'occhio, dalle
divifioni dell'elevatione AB trafportate nel perpendicolo DE ; ad ope-
rando ifegamenti di tali paralellecon le vifuali per finir di digradare la
lunghezza della elevatione .
Figura. 37.
FIGURA TRIGESIM ASEPTIMA.
Deformatio columnae Etrulcas.
X praparatione quam exhibuimus figura 3 6 .
eruitur columna hac nitida Ordinis Etrufci
optici imminuta per latitudines & altitudi-
ne* partium Jìngularum ; qua accipiuntur
ope duorum circinorum ut fapius dittum eft .
FIGURA TRENTESIM A SETTI MA.
Colonna Tofcana in proiettiva .
g| ALLA preparatione che vi ho portata nella figu-
ra 36, fi cava quella colonna pulita d'Ordine
Tofcano, meda in profpettiva per mezzo delle
larghezze e delle altezze di ciafcheduna parte ; le quali li
prendono con due comparii al modo che habbiamo detto
altre volte .
Figura 38.-
FIGURA T R I G E S I M A O C T A V A.
Preparatici ad figurarti 39.
jEC figura eft fimillìma figura 36. In ve-
Jìigio P limeì prominenti^ coronicis eli R •
corona vero in ftylobatà ejì T. foliditas Jìy-
lobata eft V. ambitus columna in imo eft
X, in fummo Z.
FIGURA TRENTESIMOTTAVA.
Preparatane della figura 39.
UESTA figura è limile alla ? 6. Nella pianta P
il maggiore fporto del cornicione è R • della
cornice del piedeftallo è T. il vivo del piede-
itallo e K; il vivo della colonna nel fondo è X in
cima è Z.
<■
Figura 33.
FIGURA TRIGESIMANONA.
Defòrmatio asdificii Dorici .
ABES hoc loco adificium Doricum addito
jlatuce unius ornamento . Velim autem ut Jì
figurarti aliquam ex bis defumptam , deli-
neandam ajfumas , aliquid mutes fialtem in
loco pun&orum oculi aut diflantia . Hoc mo-
do majores in hac arte progrefìus facies ; & Jì alicubi cce»
lator aberraverit , ex lapjk illius nullum fenties detri-
mentum .
FIGURA TRENTESIMANON A.
Edificio Dorico in profpettiva .
I metto in quefto luogo un edificio Dorico , ag-
giungendovi l'ornamento d'una ftatua . Vorrei
però configliarvi, che lè vi piacerà di difègnar
qualche figura prefà da quelle, voi facciate qualche mu-
tatione , almeno nel luogo de' punti dell' occhio e della
dittanza . Poiché in tal guila farete maggior profitto in
quefta profelììone ; e le l'intagliatore in qualche colà have-
rà sbagliato , il fùo errore non vi farà di danno .
Figura 49.
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FIGURA aVADRAGESlMA.
Vcftigium geometricum affidi Ordinis
Dorici .
T Studiojcjrumqmfedulbfe exercuerint -in pra-
xibus huc^que traditi^ & ad majora inhìem,
Militati ferviam , delineandam fufcepi medie-
totem arem cum tribus columnis , ac toti-
demjtatuarum loculamentis . Ad vitandam au
tem confuftonem , ea dumtaxat membra in veiìi lo adZ-
FIGURA (IV AR ANTESIM A,
Pianta geometrica d'una fabbrica d'ordine
Dorico .
f)M£arSliStudiofìchehanno ridotte in pra-
tica le Regole date fin qui , e bramano femore più
coltrarli, ho pigliato a difegnare la metà d'un
Arcoeon treeolonneealtrettante nicchie di ftatue . Affi'
nepoidifchivare ogni confufione , ho meffi nella pianta
quefolimembn,dicuiparlammo alla figura 38, efonò
accennati da i caratteri J, B,C,D,E.
Figura jf i.
FIGURA QU ADR AGESI M APRI M A . *
Elevatio geometrica asdificii Dorici .
X vejìigio geometrico eruitur hac elevatio *
geometrica longitudinis adificii nojìri . Et
iccircb figura ifta 41 , cujus menfura otri- •
nes defumpta? Junt ex Barozzio , congruit
longitudini figura 40.
FIGURA QIIARANTESIMAPRIMA.
Elevatione geometrica d'una fabbrica Dorica.
ALLA pianta geometrica li cava queft' ele-
vatione della noftra fabbrica . E perciò la
prelènte figura 41 , le cui mifure fon tutte
prefè dal Vignola , corrifponde alla lunghezza della fi-
gura 40.
Figura 42.
FIGURA Q_U ADR AGESIM ASECUND A.
Modus vitandi confufionem in contrazione
veftigiorum, & elevationum.
OKTRACTIONES vejìigii figura 40 , &
elevationis figura 41 , ob nìmiam obliquità-
tera quam habent , valde confufie funt. Me-
debimur tamen incommodo ifli> uti fecimus
figura 10 & 11; Et ojìendit chartula, exhi-
bens in parvo tura figurarti hanc 42 , tura quatuor Jè-
quentes.
FIGURA QUAR ANTE SIM ASECONDA.
Modo di fchivar la confusone nel far glifcorci
delle piante e delle elevationi.
A pianta della figura 40 , e l'elevatione della 41
/cordando troppo , riefcono aliai confulè . Ri-
medieremo però all'uno e all'altro inconve-
niente , nel modo che praticammo nelle figure 1 o, e 11;
e ve lo moftra la cartuccia, la quale contiene in pic-
colo la prelènte figura 42 , e le altre quattro , che lè-
guono.
Figura 43.
FIGURA QJI ADR AGESIM ATERTT A.
Contraclio veftigii figura quadragefhme .
INE A plani multò remotior ejl a linea hori-
zontali in hoc /che mate ,quàm in prece edenti.
Ideo ijlud vejìigium vacai omni confujtone.
Catterà pateni ex iis qua fiepius dicla funt,
& ex figura? hujus injpetfione. Oportet autem,
reckas paralellas ad linearti plani, prolongari nfque ad vi-
fualem TO ( qu§ cadit extra paginam , ut admìnicuh para-
lellarum , fiat elevano longitudini nojìri gdificii eie qua di-
cemus figura 44.
FIGURA QUARANTESIMATERZA.
Pianta della figura quarante/ìma in proiettiva.
A linea del piano è molto più lontana dall' ori-
zontale nella figura prefente , che nella pancata.
Perciò quefta pianta è libera da ogni conflitto-
ne . Tutto il retto 1' intenderete con riflettere à ciò
che più volte s'è detto, e con rimirar la figura. Le para-
Ielle alla linea del piano convien prolungarle lino alla vi-
fuale TO ( la qual rimane fuori del foglio) per adope-
rarla à difegnar l'elevation della lunghezza del tioftro
edificio , di cui tratteremo alla figura 44.
Figura 44.
FIGURA QUADRAGESIMA QUARTA.
Contra&io elevationis figura; 41.
ECT/E parallela ad lineam plani figur ce 43,ubiper-
venerint ad vifualem TO contìnnandce funt more
folito cumparallelis ad lineam perpendicularem. In
hanc autem trans/èrre oportet omnes d'roijiones ,
quas ex Barozzio habet elevatio hujns ordinis ; ac
ducere vifuales . Quomodo autem adminiculo vi/
liunt & parallelarum compie atur elevatio , confi 'at ex figurà, &
clarius ex eh ar tuia figura 42. numeri 1,2, 3,4, geminati ojlendunt
centra altìtudines femicirculorum feti arcuum figura 4$. Vide-
licet numerus inferior dejìgnat centrum ^fuperior vero dejìgnat al-
titudine™ femicìrculi.
FIGURA QJU ARANTE SIMA QJI A R T A .
Elevatione della figura 4 1 in profpettwa .
/i? E paralelle alla linea del piano della figura 43, arrivando
alla vifuale TO fi continueranno al folito con altre para-
§ Ielle alla linea perpendicolare ; nella quale convien trasfe-
* rire tutte le divifioni , che hà nel Vignola l'elevation geo-
metrica di quefto medefimo ordine ; e fare le vifuali . Come poi con
Fajuto delle vifuali, e delle paralclle fi dia compimento all'elevatione
in profpettiva , fi ritrae dalla figura , e più chiaramente dalla cartuc-
cia della figura 42. I numeri 1,2,3,4, raddoppiati , danno i centri e
le altezze de' femicircoli ò archi della figura 45": cioè il numero che
ftà di fotto moftra il centro, quel che ftà di fopra moftra l'altezza del
femicircolo.
Figura 45.
FIGURA QUADRAGESIMAQJUINTA.
Dimidium sedificii Dorici opticè deformati .
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ÌUIC figura delineanda plures praiverunt , ejuf-
demque latitudines mutuati fumus ex figura
\ 43 , altitudine s ex 44. Super ejl autem ut lu-
I mina & umbra fette inducantur in fmgulas
partes cedificiì.
FIGURA QUARANTESIMAQUINTA.
La meta d* una fabbrica Dorica in profpettiva .
E figure precedenti fervono di preparatone
per quefta , le cui larghezze li prendono dalla
figura 43 , le altezze dalla 44. Ne altra cola vi
rimane , le non che voi lappiate dare à cialcuna par-
te dell'edificio i chiari e gli Èuri che le convengono .
Fiptra 46.
FIGURA QUADRAGESIMASEXTA.
Alterum dimidium eiufdem asdificii.
\UPERSEDERE poter •am delineatione alte-
rius medietatis cedificiì nofiri . Ver um opera
non peperei , ut ojìenderem diverjìtatem lu-
minum & umbrarum, qua conveniunt par-
tibus cateroqui omnino Jìmilibus .
FIGURA QUARANTESIMASESTA.
L' altra meta della medejìma fabrica.
O poteva far di meno di dilègnar l'altra me-
tà della preferite fabbrica . Tuttavia non hò
perdonato à fatica per inoltrarvi la diverti-
ta* de' chiari e degli feuri, che convien dare alle par-
ti per altro affatto limili.
Figura 4f-
FIGURA QUADR AGE SIMASEPTIMA.
Veftigia asdificii Jonici.
ESTIGIUM geometrìcum A adificii Jonici,
fub fe habet fuam deformationem B . Hac
autem Ut evadat diftinclior, linear» plani, qua
in fequentibus figuris habebit diftantiam PE
ab horizontali OE , deorfum protraximus in
ED, ut etìamfecimm figura 42 & 43. Linea vifualis OM
eundem habet ufum,quem vifualis OM figura 43 ; videli-
cet ut in eà terminentur parallela ad lineam plani ex mem-
bri s veftigii B , eademque contìnuentur cum aliis par alle lis
ad reclam EC prò deformando, elevatione quam apponemus
figura 49.
FIGURA QUARANTESIMA SETTIMA.
Piante d* una fabbrica fonica .
A pianta geometrica A , d'un edifìcio Jonico hà
fotto di se la fiia proiettiva B.E acciòche que-
lla venirle più diftinta , hò tirata giù in CD la
linea del piano , la quale nelle figure fèguenti haurà la
diftanza PE dall'orizontale EO, e l'iftetfò fù fatto nelle
figure 42 e 43. La vifuale OM ha l'iftefs'ufo della vi-
fuale OM della figura 43 ; cioè che inefTà finifcono le
paralelle alla linea del piano da i membri della piantai?;
e le medeme fi continuano con altre paralelle alla retta
EC , per fare in prospettiva l' elevatione che metteremo
nella figura 49.
Figura 48.
FIGURA QU A D R AGESI M A O C T A V A ,
Elevatio geometrica aedificii Jonici.
X hoc elevatane qua dare ojìendit membra
totius gdificii fecundum hngìtudinem diffetfz,
defumuntur altitudines ac terminationes mem-
brorum fmgulorum . Peritiores tamen bacfi-
— — guru dèlineandafuperfedercfolent, quia ter-
minationes haberi pofunt ex vejìigio A figurg 47, altitudi-
nes vero ponendo iterum funi figura fcquenti .
FIGURA QJIARANTESIM A OTTAVA.
Elevation geometrica d' una fabbrica ]omca .
A quefta elevatione , la qual chiaramente ino-
ltra i membri di tutto l'edificio fegnato per il
lungo , fi prendon le altezze di ciafchedun
membro d' elfo . Nondimeno coloro , che hanno acqui-
irata molta pratica foglion lafciar di tarla; potendoli ca-
vare i contorni dalla pianta A della figura 47 ; e doven-
doli porre le altezze di nuovo nella figura lèguente.
Figura 4$.
FIGURA QUADRAGESIMANONA.
Deformatio elevationis Eedificii Jonici.
MC figura continens deformationem prece-
denti* elevationis , perficitur methodo Ma
quam ojìendimus figura 42.nimirum ex vefii-
gio B figura 47 ducere oportet parallela* ad
lineam plani CD , 'atta ubi pervenerint ad vi-
fualem OM continuanda funt cum aliis parallelis ad li-
neam EC . Eqjdem parallela* in hanc figuram translatas
efcant vifuales ex linea retiti AB , in qua pojìta funt altitu-
dine s adificii J onici, defumpta vel ex figura precedenti vel
ex Barozzio . Nullum autem ejì punftum in me?nbris hujus
elevationis, quod non inveniatur per fettiones vifualium ex
linea AB, cum parallelis ad eandem lineam.
FIGURA QJLIAR ANTESIM ANON A.
UESTA figura contiene l'elevatione precedente
meflà in proiettiva nel modo che vi moftrai
alla figura 42 ; E confifte nel tirar dalla pianta
B della fi gura 47. le paralelle alla linea del piano CD, le
quali arrivando alia vifùale OM , lì continuano con al-
tre paralelle alla linea EC . Le medelìme paralelle trafc
portandole in quella figura vengon legnate dalle vinca-
li, che cominciano dalla linea AB, nella quale fon legna-
te le altezze della fabbrica Jonica , e fi prendon dalla fi-
gura precedente ò dal Vignola . Nè vi è punto veruno
ne' membri diquefta elevatione, il qual non fi trovi per
mezzo de' legamenti delle vifuali dalla linea AB, con le
paralelle alla medelima linea.
Figura ro.
FIGURA QUINQUAGESIMA.
Architeclura Jonica .
X vejìigio figura 47 , & ex elevatione figura
49 eruitur hoc gdificium J unicum, quod ejk
poterti vel principium alicujus turrìs campa-
narig , aut bqfìs cujufpiam arcum triumpha-
lis . Vereor ut cglator fuam diligentiam in hoc
fchemate fatis probaverit . Ejus tamen errata facile ipfe
deteges , & omni Jìudio cavebis .
FIGURA CINQUANTESIMA.
Architettura Jonica .
ALLA pianta della figura 47 , e dalla elevatio-
ne della figura 49 li cava quefta fabbrica Joni-
ca, la qual può fervire per principio d'un cam-
panile, ò per piede d'un arco trionfale . Temo che l'In-
tagliatore non habbia ufata quella puntualità che bifo-
gnerebbe . Nondimeno voi facilmente v'accorgerete de-
gli sbagli, e con ogni ftudio gli fuggirete.
Figura fi.
FIGURA QJUINQUAGESIMAPRIMA.
Ordo Corinthius .
OMPLECTITUR. haec pagina molem contrattarti
Ordinis Corinthii cum Juis prceparatìonibus . Ve-
Bìgium A exhibet parìetem pone columnas cavum
injlar canalis . Idem veBigium opticè deformatur
in D : omifsà quce elevatione geometrica , per ejtts
altitudine^ notatas in linea BC proiicitur eleva-
ti*) , ac methodo confuetà ex veBigio & elevatione componitur cedi-
ficium , addito Batux unius ornamento .
FIGURA CINQUANTESIMAPRIMA.
Ordine Corinthio .
N quefta pagina ho fatta in profpettiva una fabbrica <P or-
din Corinthio con le fue prcparationi . Il muro che voi
vedete nella pianta geometrica A , dietro alle colonne è
concavo come un canale . La pianta medefima , in D è
difegnata in profpettiva : e tralafciando l'elevatibn geometrica , per
mezzo delle altezze , che fon fegnate nella lin^a BC , fi fà in profpet-
tiva l'elevatione . E fi di quefta come della pianta D fs ne compone
la fabbrica, con aggiungervi l'ornamento d'una ftatua.
Figura /3
FIGURA QlIINQll ÀGESIMASECUND A
Dclineatio Columnas fpiralis Ordinis Compofiti .
Ofità elevatione geometrica calumila recla , ac divi/ione illìtts in 24
parie s «quale* , columna fpiralis abfohitur per par ics c ir citrnf erett-
ila; circnhrum , quorum diametri funi aquales diverfis latitudini,
bus calumna recla, ut attenda figura in A. Jdprojellionem opti-
cam elevatami , notando funi quatuor occulta reéìa , qua ex termi-
ni* convexi tati* & concitati* hifimarum fpirarum ejufdem eie-
tri ri R tra - Var10MS A ^efccnimt ac defmmt in duo* circutos vejligii geome-
tria B Vejtigum ipftm , opticè imminutum babetur in C : eadem autem/hft maxima
Urne inde latitudine*, timi» circulo majorì , tur» in compitate mfimarum columna
jprarum; eadem funi maxima latitudine* , tum in ciré ula minori , tum in concavitate
ipjarumj pirarum ut dignqfce* applicando regulam fpiri* fimul & circuii* Ex qua-
tuor-panai* maxima latitudini* duorum circulorum , incipiwit quatuor linea parallela
^eamplan,,quaubiperVenerintadvifualemElXcontinuanda funi cum paralleli*
adperpendiculumlW. Ineandem lineam DF, ex elevarne A tramferre oportet ,4
parte* aquale* altitudini* columna , ac ducere vifuale* ad O punfìum acuii Ter fcclio
,u2T!VÌf^UmCUmÌr'emÌS paralleli* ad lineai» DF, dùcnntur linea
u.idulata MN,PQ^ex qmbus eruuntur linea utrinque terminativa columna fpiralis ni-
tida Ex Imeàverò GH babetur facies antenorjlylobata , columna & coronici*; ex li-
ned il. babetur Jacies eorilm posìerior .
FIGURA C I N Qtl ANTE SIMA SECONDA.
Colonnafpirak d'Ordine Compofito .
Atta che ila l'elevation geometrica della colonna diritta, e dividila in 24
parti uguali , la colonna fpirale fi difegna con adoperare parte della circon-
ferenza dc'circoli, 1 diametri de'quali fono le diverfe larghezze della colon-
na diritta , come vi morirà la colonna in A. Per metter Ielevatione in pro-
spettiva, notate le quattro linee rette occulte , le quali da i termini de! con-
vello e del concavo che hanno le fpire più baflè delia elcvaticmc J, lecndon giìi.e fini/co-
no ne due circoli delia pianta geometrica B. In C ho fatta la Iteflk pianta in profpettiva ,
co imedeiim, due circoli. Il più grande vi dà le maggiori larghezze che ha il convello
delle fpire nella colonna pulita ; il più piccolo vi dà il concavo delle medefime , come ve
ne accorgerete , applicando la riga alfe /pire infieme e a circoli . I>a i quattro punti dei-
fa maggior larghezza de'due circoli , cominciano quattro paralelle alla linea del p'ano
le quali arrivando alla vifuale ED fi debbon continuare con altre paralelle al perpendi-
colo #F In ci asmi medefimah^ 34 parti uguali
che ha 1 altezza delia colonna,con tirar le vifuali al punto 0 dell'occhio E dove le vi-
faali legano le predette quattro paralelle alla linea DFfi fanno le lince a ferpe MN,FQ ,
donde fi cavano 1 due contorni della colonna pulita . Tutta la taccia davanti del pied?
f tallo, della colonna e del cornicione, litrova per mezzo delia linea GH; la faccia di die-
tro h trova per mezzo della linea IL . 'r " > " " 1 "
Figura f 3.
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FIGURA QyiNQlIAGESIMAQVARTA .
Vefb'gia asdifìcii Ordinis Corinthii.
ESCRIPTURI adificium Corinthium oBan-
gulare , ponimus hic vefligia unius ex qua-
tuorpartibus pilarum , quibus imponetur for-
ni* m modum tholi, ut conjìabìt ex figura y8.
Adfaciliorem defcriptionem , in parte inferio-
ri pagina pofui ve/hgìum geometricum ftjlobatce , in fupe-
riori vejìigium geometricum coronicis , cum latitudinibus
d longitudmibus membrorum fìngulorum ; ut eas transfe-
rendo in lineam plani more conjueto , utrunque vejìigium
optice deformetur. Ad vitandam confufionem , prius notare
oportebit punUa quafpettant ad membra propinquiora foli-
do parieti\ demde alia.
FIGURACI NQUANT E S I A I A QUARTA.
Pianta £ una fabbrica d'ordine Corinthio .
. O vendo fare una fabbrica Corinthia ottangolare
vi pongo qui le piante d'una delle quattro parti
de pilaftn , su i quali poterà una volta in for-
ma di cupola, come vedrete nella figura y8.Pcr maggior
facilita ho rnefTo nella parte di fotto del foglio la pianta
geometrica del piedeflallo; e nella parte di fopra quella
del cornicione , con le larghezze e lunghezze di ciafche-
dun membro ; accioche trafportandole fulla linea del
piano al fchto, 1 una e l'altra pianta pofTano digradarli.
Per fuggir la confufione, converrà prima fegnaie i pun-
ti che appartengono a i membri più vicini al vivo del
muro, e poi fucceflivamente gli altri.
Figura j-f.
FIGURA QJIINQJJAGESIMAQUINTA .
Elevatio «dificii Ordinis Corinthii.
LEVATIO geometrica cedificii octangularis
congruit cum duobus ejus vefiigiis figura
antecedentis . Quia vero elevatio parietis
' abfcondk fecundam ex quatuor columms ,
eademque in edificio deformato confpicua fi-
eli • iccircò eam lìneis occultis defignare oportuit.
FIGURA CINQU ANTESIM AQUINTA.
Elevatone della fabbrica d'Ordine Corinthio.
^^#'Flevation geometrica dell' Edifitio ottango-
11 |a lare , confronta con le due piante della fi-
fjjlll gura parlata . L'elevation del muro nafcon-
de la feconda delle quattro colonne , la quale nella
fabbrica digradata dourà eflcre fcoperta: perciò e ira-
to neceiTario difegnarla con linee occulte.
Figura f6.
FIGURA Q^UINQUAGESIM ASEXTA .
Deformatio veftigiorum & elevationis .«edificii
Corinthii .
N hac figura lineam plani coincidere volui cum
linea horizontis . Itaque videri non pojfiet ve-
Jìigium inferius , nifi ut alias deorfum -protra-
ci lineam plani , tic e converfo furfum pro-
movijkm lineam horizontis , quam con/litui
medium inter lineas plani utrnifque vefligii, ut amba? pro-
jetliones ejknt ceque dijìir&tc . In elevatione , columna fe-
cunda , quam, ut dixi^parì^s abfcondit , lineis occultis defi-
gr.anda efi.
FIGURA CINQUANTESI MASESTA.
Piante ed elevatione in proiettiva della fabbrica
Corinthia .
N quella figura la linea del piano ho voluto
che tocchi quella dell'orizzonte . Donde ne fè-
gue che non potrebbe vederli la pianta infe-
riore , fe come altre volte ho tirata in giù la linea del
piano , qui non havefìì tirata in su l'orizzontale , a cui
ho dato luogo nel mezzo tra le linee piane delle due
piante , accioche amendue riefcano ugualmente diftinte.
Nella elevatione, la feconda colonna, la quale, come vi
accennai , vien coperta dal muro , bifogna difegnarla
con linee occulte.
Figura y/.
FIGURA QUINQUAGESIMASEPTIMA,
Adumbratio figura lèquentis.
IGURAM hanc feorjìm delineavi , ut vi-
deas quomodo facienda Jìt operis totius a-
dumbratio , accipiendo altitudine s membro-
rum Jìngulorum ex elevatione ; latitudines
& longitudines ex veftigiis . Qua omnia ex
diagrammatis injpectione clarijjìme apparent.
FIGURA CINQUANTESIMA SETTIMA.
Abbozzo della figura feguente.
V Vesta figura l'ho dileguata fèparatamente
per moftrare come fi fa lo sbozzo di tutta
l'Opera, prendendo le altezze di cialchedun
membro dall' elevatione , e le larghezze e le lun-
ghezze dalle piante ; come apparile chiaro dal ri-
mirar la figura.
Figura f8.
FIGURA QUINQUAGESIMAOCTAVA,
i^dificium Ordinis Corinthii octangulare.
UCUSQUE defcrìpjìmus pilas anticas Jì-
nijlras a?dificii Corinthii. En hoc loco me-
dietatem dexteram totius Operis . Integrum
vero adificium habebis figura 60.
FIGURA CINQU ANTESIMOTTA VA.
Edificio ottangolare d'Ordine Corinthio.
I N qui habbiam difègnato i pilaftri della
parte anteriore lìniftra d'una fabbrica Co-
rinthia . Eccovi hora la parte delira dell'
Edificio , il qual tutto intero lo troverete nella fi-
gura 60.
<*.
Figura fg.
FIGURA QUINQUAGESIM ANONA,
Veftigia tabernaculi o&angularis .
ROJECTIONES rerum obìangularium
junt quadrati s dijficilior e s : idebineis explican-
dis diligenti^ non peperei . Moles cujus vefti-
gia vide sin A & B, conventi in multis cum eà
quamereximus figura y#. ViftialisCD recipit
fettiones perpendicularium , quee deferviunt prò elevatione fi-
gura fequentis ,utfapius diblum eft. Si facies interior deli-
rie and a fitfeorjim afacie anteriori, illam perficies ope linear um
CE, iftam ope linear um FD .
FIGURA GIN QUANTE SIMA NON A.
Piante d'un tabernacolo ottangolare .
E profpettive di cofe ottangolari fon più difficili
delle quadrate : perciò nel dichiararle non ho
perdonato a diligenza . La mole di cui vedete le
piante in AcB, ha gran fomiglianza con quella che dile-
guammo nella figura 5-8. La vifuale CD riceve le interfe-
cationi delle perpendicolari , per cavarne l'elevatione e
profilo della figura feguente , come più volte habbiam det-
to . Se la facciata di dentro dovrà difègnarfi feparatamen-
te dalla facciata davanti, per quella adoprerete le linee CE'
per quella , le linee ED.
Figura 60.
FIGURA S E X A G E S I M A.
Tabernaculunì oòtangulare.
OC tabernaculo aliquoties ufus fui prò expofì-
tione^ 40 horarum . Sicolores fette induclifue-
rintinduos ordines telariorum, refectis omni-
bus quczadmolemipfam non pertinent ,Jpe£ta-
toribus imponet, & folida videbitur . 'Opor te-
bit autem exemplar externa facieieruere ex parte DF vefli-
gifé elevationis ; exemplar interioris faciei eruere ex parte
EC Jervando in omnibus regulas quas hucufque tradidi-
mus.
FIGURA SESSANTESIMA.
Tabernacolo ottangolare.
fg||t| I quefto tabernacolo mi fon fervito alcune volte
ì 1111 "Per VdPohtlom deIle 4o hore . Se farà ben di-
iJgt^ pinto e adattato su due ordini di telari contor-
nati , ingannerà chi lo rimira e parerà di rilievo . Bifom-/
rà per tanto cavare il difegno della facciata davanti dalla
parte DF della pianta e della elevatione; e il difeso della
facciata di dentro converrà cavarlo dalla parte EC olTer-
vando in tutto le regole che finora vi ho date .
Fig«r* 61.
F I G U R A S E X A G E S I M A P R I M A.
Modus erigendi machinas qux conftantpiuribys ordinibus telariorum.
X figuri infpettione addifces modum erigendi machinas qua conftant pluribus
ordinibus telariorum. Tabernaculum hoc noftrum indiget duobus tantum ordini-
bus ; «a»? telarla propinquiora oculo exprimunt faciem externam , remotior»
exbibent faciem interrimi ■ Ne autem lateant ftlpites quibus telaria fufiinen-
tur, medietatem telariorum adumbrare omifimus. Reda LS efi linea plani , re-
tta DG efi linea boritimi alisi ac punii um difiantia quod cadit extra pagi-
nam in retti CG prolongata , debet effe remotum a funàio C , quantum òt*
fuperiori parte figura yj. punttum difiantie efi remotum a panilo acuii. Eadem borisontalis DG
fecatur normaliter in C a retta EF, qua efi fittio externa facieì .tabernacoli , ex C incipiunt
dnifanes in partes aquaks prò reticulatione anterioris fatiti telariorum, ut dicemus figura 6z. Re-
ila IL qux eftfeclio interne facili tabernaculi , difiat ad libitum a retta EF cui efi parallela . Por-
ro per dhifiones retta EF (ut vides in M,N,Oj ex panilo difiantia ducenda funt vifuales ad
rettam IL prò reticulatione aliorum telariorum: difiantia enim DC facit ut augere oporteat ea qunt
in telariis pinguntur, dtoquitt \ufto minora -oiderentur. Atque bine dignojces, cur arcus qui in te-
lariis anterioribus pertingeret folum ad B , in pofterioribus elevetur ufque ad H .
Figura fequenti proponemus modum del'meandi faciem ìnternam telariorum , adhibìtà reticu-
latione externa facieì : ad intelligenti am vero Ulius methodi , fiat in hac figura retta HP parallela
ad DC , ac retta BC divtdatur in tottdem partes aquales, in quot partes divifa furit retta PC,
FIGURA SESS ANTESIMAPRIMA.
Moia £ alzar le machine che fono compoUe di più ordini di telarla
y> ON rimirar la figura imparerete ad alzar in piedi le machine che fon comporre di
più ordm. di celati . Per quefto nottro tabernacolo non ve ne bifognan più di
due: poiché i telan più vicini all'occhio rapprefentano la facciata di fuori del ta-
bernacolo, i più lontani rapprefentano quella di dentro ; e per non coprire affat-
to i pah che foftengono i telari, ho lafciato di difegnarne la metà. La linea IS è
quella del piano; la linea DG è orizzontale . Il punto della diltanza riman fuora della pagina,
ed è lontano dal punto C, quanto nella parte di fopra della figura 59 il punto della diltanza è
lontano da quello dell'occhio . La medefima orizzontale DG viene fegata a fquadra dalla line»
EF che è il profilo della facciata di fuori del tabernacolo ; e da C cominciano le divifioni del-
la linea EF m parti uguali per la graticola de' telari davanti , come diremo nella figura 62 La
linea IL che è il profilo della facciata di dentro del tabernacolo, potete a piacer veltro metterla
più o men lontana da EF , a cui deve cfler paralella. Per le divifioni poi di EF (come vedete
in M,N,0) debbon pafTar le vifuali dal punto della diltanza alla linea /£,per far la graticola
de gli altri telari: poiché m riguardo della diltanza DC conviene ingrandir le cofe che lì dipin
gono fu 1 telari , alrrimente parerebbon più piccole del dovere. Di qui è. che l'arco il quale ne"
telari davanti non arriverebbe che al punto rB, in quei di dietro giunga fino in H
Nella figura feguente vi moftrerò la regola per difegnar la facciala di dentro del taberna-
colo con adoperar la graticola della facciata di fuori . Per intelligenza di tal regola convien qui
tirar la linea HP paralella a DC , e divider la linea <BC in tante parti uguali fin quante pani
fu divifa la linea PC. ■ *^
Figura 62.
FIGURA SEXAGESIMASECUND A.
De reticulandis telariis quse reprgsfentent jedificia folida.
HO ^mlfi* tfernaculi quafeorfr delmeanda funi, nmUnUm b*ies in A.
Utnfque defervit eadem r ette ul atto , quam fui; numeri* infinivimu; . Poliauam
ergo defgnaven; amplttudmem totius «dificii , cum proporrne ad ipfam rS
bis pavtmentum B aula cv}«fj>lamqmi capUtrm m*m aJiripJe\flem„ume.
vis 9»«s baiet esemplar: e,«fq«e reti; ofe , dueentur in pavimento linea termZ-
tivatotiàem membrorum , quot atura funi telarla esprimenti* faciem extemam
tabernacult Uè, bar parata fuerint , Jìngula àifponentur exaSèJUis loci, in ipl
me pavimentoi^funiculis colorendo ,miutis ,rePetetur in telaììis eadem rJL
— l**>°>ajdlt" fà 'libitum plunbu; vijualibus • quarum adiumento dum CeorRm tin-
guntur telarla, due, queant reS.e tendente; adpunHum oculi feu perfpehva . A! il quoque r7icuS Ìt7r
nem babebunt, quam babent divf ine; reHarum IL, EFfgur e 6 1.^ r«£ àuliufiem lin ea
telariorumcumrehquisutjamitidicavimu; . J ter minativi
Juxta \btmemetbodumnequetmt duci linea terminativa interiora fkr;*; «ili c*, s~* „.■ ;- ,
£g r?r ™Xr trJ»*r«Ur ?*« KM'"' « i» ^emplar faciei iltema Lmsferatur reSa BC . TZ.
tem , effa PC divtfijuertt ,n I 5 parte; aquales&videtur BC in , T parte; «quale;, atque ope har«m divi/ilnum
reuculare cfortebtt utrumque esemplar Porri licet quadrata in reti JmpUruficieLtn-natont^
q ad raUsetcemplarutnternafaem, „ bilominus idemrete pavimenti deferlnet prò ducendi; lineu termtllt
vis utrmfquefaciei . Qua i,Sa fmt de duobu; exemplaribu; , valent de alti; qi/otcunque . Ex.,r. SZf
pia a sordine; telariorumjent r exemplana inpapyro . Si in omnibus exemplar,bu;ufurPet«r eìdeJretiu
lat o ,n pavimento facere ofortet r diver/a; reticulaìiones . Si autem in exemplaribu; jiant, diverfe reti 2
none;, in pavimento fujjicit una reticu/atio . renewa-
fc£,dUVJ! mJ****, reti\ 'idrata in telarti; fmt exafìa , omnefque ìllorum amuti fatreSÌ Modus
I^^Jfc^J^^ty&fr*' «»"rure circhi i„ fuìta. TtitJr SaBF loZ
F^ÌSfÌiEF0,>/"rfW/a/0FI* *«°t*****-«*Gl. SifeaaWuanfeatpertZZZ
FIGURA SESSANTESIMA SECONDA.
Dei graticolarci telavi che rapprefentano fabbriche di rilievo.
Due difegni del tabernacolo, che Ci debbon far Sparatamele, fon qui conoiunti in jt ■ , ,
ambidue ferve lamedefima graticola , la quale va contrafegnata co" Sumeri ̣P*
, to, dopo havere ftab.lita la grandezza di tutta la machina K SSSS^f
fom.giiante graticola fui pavimentaci qualche fala , chefc^a^^^/lìt^ U"a
tendovi i numeri corrifpondenti a quei del difetto Cor w£ r n ?P?a ' met-
medeflmo pavimenta i contorni dW^SSwì ÓCntf Sw™^0-" ^ ful
iacc.atadifuor.efuticheiienoqueftidituttopu
do fopra di elfi la graticola con cordicelle bagnate di nero. Di aia lì 6™n„ , , ' E • • , , g°' llfacen-
acciocheneldipingerfeparatamenteciafcunVzzo,vii;enobuP^
|nee/Z,,£/nel.angUra6,ConlahS
liante, come già vi ho accennato. ^™1 ae tejan > e tuttoil re-
Per via di quefta regola non iipofion feenarei contorni della faccine Hi ,w r ,
fi fa un'altra graticola cancellando la prima iì che 'Sh! di rtonn ? J n 5 •! "elPavimento °on
dalla pianta della figura , due difoS Tnd SO^Mi^uJT99' ? ' 1 C1Ù d°P° haver «Vati
ra6i^e1difegnodtl,af,cJciatadide^fipo^
^viaiede^
E' neceflàrio, che neMe graticole i quadrati fienoe/ufi-iaranplln p»,.\f!,„ •
Cile d, far gli angoli afquadra Pofto u'n pie del S^I^>M^ftó^P»*-
que piacciavi in 0> fate 1 circolo GFI, e l dàmetm fi'rdal nnni>« r k 1 V, f Ì.COPlè dov"n-
t. / ed F, farà a fquadra con EF. puDCo & Se la hnca retta »f Pifferi per i pun.
Figura 65.
FIGURA SEXAGESIMATERTIA.
Velli ina 'xdificii quadrati.
EST IGIUM geometrìcum A hujus adifi-
cii bob et in B Juam deformationem . Difcri-
men inter pilas C & D oritur ex eo , quòd in
B pojìta Jìnt vejìigia Jìylobatarum , in D au-
tem pojìtajnt vejìigia coromeum,
FIGURA SESS ANTESIMATERXA.
Piante d'una fabbrica quadrata.
IgflllgA pianta geometrica A di quella fabbrica ha
H 112 in ^ la ^ua Pro*Pettiva • La differenza tra i pi-
jlÌJ|§fÌ laftri C e D nafee dall'haver fatte in C le pian-
te de'phdeftalli , dove che in D fi fon fatte le piante de'
cornicioni .
Figura 64.
FIGURA SEXAGESIM AQU ART A.
/Edifici uni quadratoni .
X deformatione vejìigii & elevationis , metbo-
do confuetà truitur imago totius adificii , qua
potejl ejk exemplar ara maxima? alicujus Ec-
\ clejìa . Hanc machinam non Jine communi
' approbatione aliquoties adhibui in apparati*
40 horarum , locum in medio vacuum occupantibus Ange-
lis cum nubìbus , addita figurar um aliquot copia in parte in-
feriori . Modus faciendi in telariis remotioribus ab oculo
partem tholi rotundi quam hic vides , deducitur ex iis qua
tradidimus in proje6lionc circulorum .
FIGURA SESS ANTESIM AQU ARTA.
Fabbrica quadrata.
Alla pianta ed elevaticene meflè in proiet-
tiva^ ne cava conforme al folito l'imagine di
tutta la fabbrica , la quale può fèrvir di dhe-
gno per l'aitar maggiore di qualche Chiefa. Quella ma-
china con fodisfattione comune l'ho adoperata alcune
volte nell'elporre le 40 hore , allogando nel vano del
mezzo vari Angeli fulle nuvole , e più a baffo metten-
do un gruppo di figure . La maniera di difègnare su i
telari più lontani dall'occhio quella particella di cupo-
la che qui vedete , fi cava da ciò che habbiam detto in-
torno al digradare de'circoli .
Figura 6j.
/
FIGURA S E X A G E S I M A QUI N T A.
Veftigium xdifìcii rotimeli opticè imminutum.
U I fedulam operarvi in circulis deformandis
non pofuerint , eqfque mìnimo negotio ex ufu
deferibere nequiverint , fruflra conabuntur
projicere vejìigia adificiorum rotundorum. Ad
vitandam confujìonem proderit in vefligio no-
tare primum lineas occukas membrorum pracipuorum ; iif-
que translatis in elevationem , addere fenjìm reliquas . Hac
indujìrià ego ipjè in hoc fchemate ufus fum . Quum autem
experimento didicerim fummam arduitatem harum deferi-
ptionum, aliam regulam adhibere jamdìu colpi , quam ut
fupra diximus, in aliud Opus rejervamus .
FIGURA SESS ANTESIMAQUINTA.
Pianta d'una fabbrica rotonda in prqfpettiva.
HI non haverà metto molto ftudio nel digra-
dare i circoli, e non farà giunto a dnegnarli per
pratica con poco fatica , indarno pretenderà di
tirare in prospettiva le piante di colè rotonde . Per fug-
gir la confufione converrà fegnar nella pianta in primo
luogo le linee occulte de' membri più principali; e traf.
portate che fieno nell'elevatione , aggiugner fucceffiva-
mente le altre. Tanto ho fatto io nella prefente figura.
Nondimeno havendo provata fòmma difficoltà in que-
lle colè rotonde , ho cominciato da lungo tempo a lèr-
virmi dell'altra regola; la quale come già ho detto la ri-
ferbo per un'altr'Opera .
Figura 66.
FIGURA SEX AGESIMASE XTA.
Proje&io asdificii rotundi .
IRIFICE oculis imponunt imàgines rerum rotunda-
rum, Ji omnibus refeclis quce ad eas non pertinente
exaclè delineata ne dcpi&ce fuerint . Hanc Jìguram
ex vefligio eruere oportebit methodo confuetà , eam-
que in Tempio S.Ignatii Collegii Romani conBru-
xi prò feria V &VI Hebdomadce fan&ioris . Intra
arcum fuper altari locus erat urnx fepulcrali cum Venerabili Sa-
cramento . Sub altari vifebatur Jìmulacrum ChriBi Domini e Cru-
ce depojìtì: in medio columnarum imago B.Virginis dolentis; fuper
balauBiis Angeli lugentes , cum inBrumentis cruciatuum Sai-
•vatoris.
FIGURA SESS ANTESIMASESTA.
Fabbrica rotonda in proiettiva ,
E imaginj di cofe rotonde, fe fieno fatte con buon difegno,
dipinte con macftria, e ben contornate , ingannano l' oc-
chio a maraviglia , Quefta figura dovrà cavarli dalla fua
pianta con la regola ordinaria : e io l'ho metta in opera
nella Chiefr di S.Ignatio del Collegio Romano per il Giovedì e Ve-
nerdì Santo . In mezzo all'arco è il luogo dell'urna fepolcrale con
dentro il SantilTìmo Sagramento . Sotto l'altare può collocarli una
figura di Gjesu Christo deporto di Croce :in mezzo al colonnato la
B- Vergine addolorata , e fopra i balauftri Angeli piangenti che por*,
tino gl'iltromenti della Palfione .
Figura 67,
FIGURA S E X A G E S I M A S E P T I M A.
Veftigium geomctricum ac prima praparatio
ad figurarti 71.
ÌGREGUM aieò fpecìem prafetulit , atque acuii s aitò »,
\fmt machina quam conHruxi anno 168 r, Pro ruhnlir^ì™
\ borarum in Tempio Urbis Fatano ,
Jt'^fr llhUS Vef&a * eln"tim" /«* omnia /a
^^^^^ ddtgenuà delineavwms , vektì Opus ipfum non pennicillJn
randum , fed lapidìbiu extruendum fuilTet s/Jl „ !
fohditatem defcnant barietum & columnarum CetTJzl 'r 7 "Wantia
Uff*.* 'coroniL . Mtinm SSSL ^SJ^^TJ^
ort untar linea occulta h«lìt* i» A f . / membri s , ex qui bus
ligi debent de aU^Jt'tul uZ m^/'/im de h«< beiate f Intel-
6 , . "a > ne mutuino linearum confuhonem hariat /« R
occulta funt wJHgium tholi qui complet fornii tatem Idilli \ V flliZTlT
bet ambulacrum interim . Omifimiu autcm velìirium tbrltri C exbt'
ftia illud non capii . vejtigmm tbeatri , quia pagina angu-
FIGURA SESSANTESIMA SETTIMA.
'Pianta geometrica e prima preparatane della
figura 7/.
, E CE sì bell'effetto, e talmente ingannò l'occhio una machina rh,
• » rn.fi m opera l'anno l685 per Infittone delle 4o iZ nTctt
d. Roma che ho Amato per contentar i curiofi di pubblicare i dS
gni non foto di tutto I'Edifitio , ma anche delle piante d c^f"
ni , 1 quali ho fatti con tal diligenza , come fé 1 Onera 1 t
colorirli co , pennèlli ma dovefTe realmente fabbricarli con pi«ST iT^oZ^
mura e delle cotonne fi conofee perche è tinto, il rello è l'aggetto de pSa1l
■de cornicioni. Accioche la moltitudine delle linee non arrcchfconfufionc n
cerete a difegnare da quei membri donde nafeono le linee di ,53^
(e ciò che diciamo di quella metà , deve intenderli dell'altra TE Pianta «
tata è della Cupola che fta in cima della fabbrica. La pilntn C >Yde fclfjTS
dentro . Mancandomi poi ,uogo ml fagHo , non ho ^ ^
Figura 68.
FIGURA SEX AGESIM AOCT A VA.
Elevatio geometrica veftigii pnccedentis , & fecunda
prxparatio ad figuram 7 1.
N hoc fchemate habes elevationem adificii fé-
ttammlongum, quam figura yo optici proji-
ciemusi eifdemque membris conjkare videbis
elevationem deformat am , quibus confiat eie-
vano geometrica. Rine difees ad exeogitan-
das hujufmodi machina.? , eandem Architettura feien-
ttam m Pittore necefkriam epe , qua? ad conjìruenda
Joliaa cedificia exigitur in Archi tetto.
FIGURA S E S S A N TESI H OTTAVA.
Elevation geometrica della pianta pafata, e feconda
preparai ione della figura 7 /.
N quefta figura vi inoltro la maniera di far lo
fpaccato o profilo per lungo dell'Edificio , il
^«11 qual poi nella figura 70 lì metterà in pro-
fpetttva : e enerverete che l'elevation digradata fi
compone de'medelìmi membri de' quali è comporta
l'elevation geometrica. Di qui ancora potrete accor-
gervi come per inventar fomiglianti difegni non fi
richiede nel Pittore minor peritia d'Architettura che
in un Architetto per alzar fabbriche di rilievo '
Figisra èij.
FIGURA SEX A GE SI MANO N A.
Deformatio vedigli figura; 6 7 A prxparatio
tertia ad figuram 7 1.
RTI FIC IUM projetiionis vejìigii hujus ,
explicatum a nobis eft figura 42. Nimirum
ut parallela fmt invicem diftantiores , li-
nearti plani deorfum protraximus , ut ex in-
TuJtiTfigura ftatim cognofces.
FIGURA SESS ANTESI M ANON A.
Pianta in ifcorcio della figura 67, e preparation
terza alla figura yi.
''ARTIFICIO con cui è digradata qucfta
pianta , lo fpiegammo nella figura 42, E
. confìtte nel tirare in giù la linea del piano,
accioche le linee paralelle fieno fra sè più lontane,
come v'accorgerete dal rimirar la figura.
Figura 70.
FIGURA S E P T V A G E S I AI A.
Deformatio elevationis figura: 68, & prsparatio
quarta ad figurarli 71.
V M di&a Junt de projetìione veftigii nqftri
cedificii \habent locum in elevatione. Nimi-
rum ut parallela , invice m notabiliter di-
Jìarent , ufi fumus indujìria quarn de-
claravimus figura 42.
FIGURA SETTANTESIMA.
Profilo in profpettiva della figura 68 , e quarta
preparatone alla figura 7/.
I O che fi dirle del digradar la pianta del
nofiro Edificio , ha luogo altresì nella eleva-
tone . Per tanto , volendo che le paralelle
havefTero fra di loro notabil diftanza , mi lòn pre-
valuto dell'induftria che vi accennai nella figura 42.
Figura 71,
FIGURA S E P T IT A G E S I M A P R I M A.
Theatrum reprrefentans Nuptias Cana; Calitele , conftruótum
Rom£e anno 1685- in expofitione V e n. Sacramenti in
Tempio Farnefiano Societatis li
I e s 11 .
A' antteederitibus prttparatìonibus eruìmus projetìiomm nobilis hu)us Archite-
Rure , qu<e oculus implebat tum ad lucem Solis diurnam , tum precipue ad
lumen candelarum ; ex quibus multi palam erant expofitte , aline omnino la-
tebant , ut illumìmrìnt fex dherfos ordwes telariorum quibus tota machi-
na curili abttt 1 non computando in hoc numero telarla , qua in medio arcus
maximi txprimebant nubes refèrtas Angelìs adorantibus Venerabile Sacra-
mentarti . N ubes ijìas omifirnus , ne abfcónderentur partes interiorum adi-
ficìorv.m ■ In difponen.lis autem ordinibus telariorum , Jèrvatus e/I modus
quem declarazii figura (Ti fS> Ss ; ac pr. eterea in eligendi eorum diftantii curatum fan , ut can-
dela in parte pv/licà telariorum collocata , illuminarmi faciem telariorum interiorum . Porro quot
membra precipua in duabus fàciebtis ma)oribus , tfltidtm difiinila telarla numira'oantur , quorum
proinde connexiones difetrni vix poterant ; earumque aliquot paria fèrnìs hamulis copulata erant-,
ut explicari ac replicar! pojJ'M -,ad faci/iorem traBationem diutumìorefnque confervationem .
èlui bucufqtu fiquuti mi fuerwt , nihil dui/ito quin Jìtum iter felicitimi fint profequuturì , at-
qu; yjptr* bis no/iris ma,ora miliorajue in vi ni diri •
FIGURA SETTANTESI U APRIMA.
Teatro delle Nozze di CanaGalilea fatto nella Chiefa del
GIESIT di Roma /' anno 1 68 f. per le 4.0 bore.
^■^Szg^M ALLE preparationi antecedenti fi è cavata quefh nobile architettura , la quale £e_.
empiva l'occhio mirandola alla luce del giorno, più campeggiava a lume di candele;
molte delle quali erano feopcrte, e altre mfeoite, per illuminare tutti i fei ordini di
telari che componevano la machina, lènza contar quelli i quali nel mezzo dell'arco
maggiore tìngevano nuvole piene d'Angeli che adoravano il Santiflìmo Sagramento:
e tali nuvole ho qui lafciato di dileguarle, per non coprir le parti delle fabbriche più indentro. Nel
fituare i telari , e nello fccglier le loro diftanze, oùcrvammo la maniera che fu dichiarata nelle figure_,
61 cól-, facendo anche in modo , che i lumi meffi dietro a ciafeun telare potettero invertir la facciata
di quei didentro . Il numero poi de'telari corrifpondeva a quello de'membri più principali delle due_,
maggiori facciate, onde appena fi poteva difeerneredove fi congiugneflero aflìeme . E oltre di ciò ,
alcune paja di telari erano unite con lefue centinctte , accioche potendo ftenderii e ripiegarfi , follerò
più maneggevoli , e più lungamente fi confervaffero .
Non dubito punto che chi mi bavera fegmto (ino a quefto termine, da sè ftcflb profeguirà felice-
mente il fuo viaggio , per arrivare a far cofe più belle e di maggior perfezione che non fon quefte .
Figura ?2.
FIGURA S E PTVAGES IMA SECONDA.
De Thcatris Scenicis.
I HE AT R IS quajam delineavimus affiata fùnt tbeatra Scenica : in bis tawte» mn_,
aito facili reperiti* punUum eculi fiuperfpeHivat . Pr eterea, quia ex obliquiate ca-
aalium intra quo; movemur fien.e , critur ut linea: reSa- q,t.e videri debem paralleli
ai liti* ampi ani, non iebeant effe parallela: fei obliqua , barum delincatili difficoltate non
caret. Incommodum pisi nitori poffet aibibeado canale; parallela ad pofeenium ut
alicubijterijiletpratfirtim i» Germania- . Kibihmipus u/ùs Italicus affèrt hoc odio-
mentum , ut tilt qttibus nteumbit fuggerere ASoribus,velfienas movere , aliifaue lìmi-
libus prttejje, faciliti; lateautS liberìusfungantur muiterefuo .
Ut brevem Jkmmam babeas eorum qux deinde latiti; declaratori fumus banc fizu-
ratti contemplare. 1,2,5,4,5/? vcfigium aula: qux babet w longitudine no palmo; Romana, i„ latitudine 60 pal-
ma , ut ojlendit ficaia S jopalmorum . Medietatem loci occupai tbeatrum , medietatem Ibtinent podia 8 locai
fpeSatorum. OpunHum in quo uniuntur linea- viftiale; , D locus prò apparentiis rerum magi, s ac mari; di
Jlaatium . BC locus pofienii . HHJ'utit canale! obliqui , quorum latitudo ejì dupla latitudini; feenarum FG
front <S facies ibeatri. AO ejus prfuniitas autlongitudo. E heuspro pfialtibu; tibicinibu; iSjìllulatoribu; IC
fpatiumpreJpeSatoribas, Ivejtigium pciiorum . LfcaUpodiorum . N ipforum elevatio. M declività; tabu
lati,cumfeSione tì elevatione iheatrijS fieni; ex latere infpenu , qua: cum fui; canalibu; consruunt ut demon
Jlrant linea ■occulta: . OO liaeanormalis ad linea/a boriaontalem . P & Qelevatio fienarum corata inCpeSa-
rum , qua: tntrorfumJieSuntur ; & in latitudine congruunt cum canalibu; vejfigii B , in altitudine cum feSio
nibus elevatiom; M , ut conjìat ex linei; occulti; . In eadem elevatione M pars altitudini; tribuenda eli tieni;"
par; laquearibu; R ,per qux jimgitur unumquodque par telariorum . VV lince ad explorandum an detur
yacuum tnterfcenas <ST laqueari» , vel inter fieua; , vel inter laqueario. In quibufdam autem feeni; loco
laquearium pinguntur nube; 3 a'ér. J '
FIGURA SETTANTESIM ASECONDA.
De i Teatri Scenici.
I teatri che fin qui habbiam difegnati fon Cimili i teatri Scenici. In quelli però non è sì
-,i trovare il punto dell'occhio 0 della proiettiva .Vie parimente un'altra difficolta
ptreliereltortucanaUdentrodicuiiimuovonle ("cene; donde ne ièoUe chelelineele
quali hanno a parer paralelle alla linea del piano , non le pollon efler paraleìle ma debbon
ellcre (torte . Si potrebbe fuggir quello fcoglio , mettendo i canali diritti , coinè fi coftuma
. u> alcuni luoghi fpecialmente in Germania. Tuttavia l'ufo noftro d'Italia riefee molto
comodo a quei che (ornano a'Recitanti , o muovon le (cene , o han no altre limili jncumbenze ■ poiché oiù
facilmente ftanno coperti, e con più libertà fanno le loro funtioni. *-}>uMK}nu
Inqueila figura ho medò un riftrettodiquellecofichedovrem poidichiarare nelle figure feeuenti
, 4,e la pianta d un filone che ha . uo palmi Romani di lunghezza^ di larghezza , come vi moftra là
itala 5 di 3o palmi La meta del (1:0 l'occupa il teatro , l'altra metà i palchetti e il luogo deoli Spettatori
0 è il punto in cui s unUcon le linee vifuali . D (ito per le tontananze . BC luogo del pofeemo HH c '
nali obliqui , la cui larghezza è il doppio di quella delle (tene . FG frontifpitio del teatro AO fuo'sfondato
o lunghezza, h luogo per 1 fonatori . Jf (patio per gli Spettatori . 7 pianta de'palchetti . L leale decal-
chete! . N loro elevatone .M pendio del palco , col profilo e l'elevation del teatro , e le feene vedute di
fianco ; le quali han no corrilpondenza co 1 loro canali , come li vede dalle linee occulte 00 linea a faua
dra con l'orizzontale . P e Celevation delle leene vedute in faccia , le quali torcono in dentro , e confiW
tanom larghezza co 1 canali della punta , in altezza con le feene del profilo, come li conefee da le linee oc-
culte . In quello medehnw profilo U parte dell'altezza convien darla alle feene , un'altra a'foffitti R i qua-
li congiungono allieme cialcun pajo di telati . VV linee per accertarli fe vi fia niun vuoto fra le feene e i
lòiHtti,otralefcenemedeiime,opurtraifomtti. In alcune forti perà di feene , in vece di foffittifidi
pinae aria con nuvole.
Fìgnra 73.
FIGURA SEPTUAGESIMATERTIA.
Aliud veftigium thcatri , ubi de modo inveniendi
ejus punóbum .
I pingcndx fint /cena Theatri dicujus antea conJiruBi , delineare
oportcbit wHìgiumgeometricum ex ipfo erutum{ ad formatti vejìi-
gii quod cerni? in hac pagina ) ut inveniatur longitudo theatri , feti
diHantia quam ejus punBum babet a punito A : idautem nullo nego-
tio fiet, accipiendo dijìantias BC inter primos canales , ©" DE in ter
ultimo? , ac ducendo vifttalet MO, NO ; nam tbeatrum babebit lon-
gitndinem AO , ac punBum perfpeBivtS in vefiigio theatri erit O .
Pr eterea fcire oportebit long itudinem & latitudinem canalium , eorumquc tiumerum, di-
fi anti a? & jlexus j ac pracipuè curandum eft ut licet fint obliqui ad lineam MN , fint in-
vicem paralleli in unoquoque latere , ac ItJiguli tangant lìneas MO , NO . Jamjt reBee
AO fiat <e quali s reBa FA, in F erit punti 'um difiaiitice : adeoque fi tbeatrum juxta metbo-
dum a nobis tradendam depiBum fuerit ,fpeBatori qui conjìUat in F apparebit velutì
tabula piBa juxta leges perJpeBiva , pofita in A .
FIGURA SETTANTESIMA TERZA.
Altra pianta del teatro , con la maniera di trovare
il fuo punto .
E fihaverannoadipingerlefcenedi qualche teatro già fatto, bifognerà
prima cavarne con diligenza la pianta geometrica ( e quefta mia vi fèrvirà
di modello ) per trovar la lunghezza del teatro , cioè la lontananza che ha
il punto di effo dal punto A. Ciò facilmente otterrete con mifurar la di-
ftanza BC deprimi canali,la diftanza DE de gli ultimi.e far le vifùali MO,
NO : poiché il teatro havrà la lunghezza AO , e il punto dell'occhio del teatro in pianta
farà in 0 . In oltre convien fapere quanti fieno i canali , quanto lunghi e larghi , quan-
to lìeno ftorti e fra sè lontani . Principalmente fi dovrà avvertire , che fè bene {torcono
dalla linea AlN, fieno in ciafcuna parte fra sè paralelli.e tutti tocchino le linee MO,NO.
Facendo poi la linea FA uguale ad AO, in F farà il punto della diftanza : e Ce il teatro
farà dipinto conforme le regole che noi daremo, a chi lo miri flando in F parerà un qua-
dro di proiettive collocato in A.
Figura 74.
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FIGURA S E P T U AG ESI MAQUINTA.
Elevatio fcenarum coram infpedlarum : ubi docetur artificium
ut fcenas obliqua appareant redtae.
CEN M quas vUtt in %habemfuam latitudinem a wftigio figure 73 , sJtituM
rum ab elevatane figure 74, oc cenfinmr erette cmdìbm infine , aue omnia
reprefntanturetiam figura 72 in P (T. Vdim obftrves quantum ekvetur ta-
bulai umm principio A , mpofeenio D, ir in puntto T beat ri O . Simili ter notare^
oportetelevationemfingularumfienarum , que propter obliquitatem canali um fie-
cluntur mtrofum : iccirco linee BL, U partii C non vidmtur parallele ad lineam
plani ut reipfafuntj ac vifualis LF non tendit adpunttum acuii Ofedad punBum
F. Si autemexceftsapparens,qusm retta Eli babet in fummo & 'imo Cuora re-
Barn LI tramfratur mpartem h fcenarum ( udem txcejfm defumi edam pojfunt ex figura 74 ) aeducan-
tur rette LG, IH, babebuntur linee apparenter parallele ad lineam plani . Si fiat retta lO,que cum LG
ficiat angulum CLO equalem angulo BLF, eadèm LO tendet exattiffime adpunttum O oculi , eàque^
utendum erit ti! iffuali ■
In Pfupponimusfcenas M £5° N jacere fuper pavimento unasfuper aliis , oc duas lineai RT, habere^
dijlantiameandem cum duabus LI, ^ ita in reliquis fcenis ■ Ubi notandum efl, lineas RS, TV, eafdem,
effe cum lineis LG, IH fcenarum E : nibilominus lineas RS, TV non effe parallelas, quum tamen LG , IH
■videantur parallele. Proinde fi fiat retta RL , ^ anguli SR.L, GLO fint equales , retta RL utenduvL,
erit tanquam uifuali, in L entpunttum accidentale oculi prò pingendis fcenis N , adirne RS , TV babe-
buntur ut parallele : id aiitem quodfuperefi in telarlo ultra tales lineas, prò vihilo computabile , ibique^
pingetur der aut aliquid aliud . Punttum accidentale oculi prò pingendis fcenis M erit in I .
FIGURA SETTANT E S I M AQUINTA
Elevatione delle/cene in faccia: e come le /cene Botte
Ji facciano parer diritte .
\ E i leene che voi vedete in S, hanno la lor larghezza dalla pianta della figura 73, l'altezza
1 dalla elevatone della figura 74 ; e fi fuppone che fieno alzate in piedi e nielli dentro i
canal., ilche tutto viene altresì rapprefentato dalla figura 7 2 in P e R Qui dovete of-
fervare quanto alzi il palco nel principio A, nel poicenio D, e nel punto^Odell'occhio.
Altresì notate quanto alzi ciafcuna (cena ; poiché per effer mefle ne' canali ftorti anch'
effe ftorcono, e piegano ,11 dentro, si che dalla banda C le lince TSL , KI non pajon paralelle alla linea
del piano, come fon veramente; e la vifuale LF non va al punto 0 dell'occhio, ma al punto F. Nondi-
meno fe quel poco per cui la linea SK nella cima c nel fondo par che avanzi la linea LI, fi porterà nel-
la parte E delle fccne ("tali particelle poflon anco prenderli dalia figura 74; e fi faranno le linee LG,IH-
quelle fembrerano paralelle alla linea del piano. Tirando poi la linea LO , ma in modo che l'angolo'
GLO ha uguale all'angolo 'BLF ; la medeiima linea LO anderà a dirittura al punto 0 dell'occhio , e
fcrvirà per vifualc .
In P fuppongo che le feene M e N giacciano in piana terra le une fopra le altre , in modo peròche
Je due linee RT habbiano la medefima diftanza che hanno le due LI, e cosi nelle altre feene. OiTervate
di grana, che fc ben le I mee RS, TV fon le medefime con LG, IH delle feene E, tuttavia RS,TV non
fon paralelle, dove che LG,I H fembrano paralelle. Per tanto , fe voi tirerete la linea RL , siche gli an-
goli SRL, GLO fieno urlali , la linea RL vi fervirà per vifuale ; L farà il punto accidentale dell'occhio
per dipinger le feene AT; e le lince RS,TV fediranno perparelelle: onde quel che avanza di telato fuor
di tali linee , lo terretepcr nulla, dipingendovi aria o altra cofa . 11 punto dell'occhio per dipinger le-
feerie M farà in / . r r fa
Figura /6.
FIGURA SEPTUAGESIM ASEXTA.
Modus delineandi exemplar fcenarum.
TE RUM deline avimus fcenas ereclas fuper
tabulato ; in B nudas , in A deptftas , addi-
tò projeBuris coronicum & aliorum orna-
mentorum . Deformatiti fcenarum A eruitur
methodo confuetà ex vejìigio C , in quo vide-
bis lineam plani deorfum protratlam . Vejìigium autem
geometricum ejì in Vi.
FIGURA SETTANTESIMA SESTA.
Modo di fare il difegno delle fcene .
CCO VI un altro difegno delle fcene alzate fui
palco . Nella parte B iòno nude , in A fon di-
pinte con gli aggetti delle cornici e altri orna-
menti . Quelle fon cavate al modo folito dalla pianta
C , la quale ho melTa in proiettiva con tirar in giù la
linea piana . La pianta geometrica del teatro è in D,
Figura 77.
FIGURA SEP TU AG ESIM ASEPTIMA.
Modus reticulandi Se pingendi fcenas theatri .
OST QU A A4 in pavimento exattijjimè difpofueris tum pofeenium ,
tum ex ordine fcenas reliquas,unam alteri incumbentem, ut figura
declaravimus ,jìet linea borizontalis , in quà notanda funt tria pun-
ii a perfpcttiva , unum in O ufui futurum in pingendo pofeenio, ac duo
reliquabinc inde Jhioulavidclicet prò feems partis oppofita . Jam
fupponendo quòd in parvo exemplari A prima /iena fatta fuerit re-
tieulatio per quadrata perfetta 5 proportionalis divi/io fìet tum in
rettà HI prima [cena B , tum in reità CD . PoHea ex pimelo E per fìngala pimela divi-
fionum retl.ee H i ,fent vifuales , adbi bendo funiculum colore nigro imbutum ; earumque
epe ut figura offendi t , reti calar e oportebit feenam B, tum remotà eà feenam illifubjettam,
eodem modo aham &" alìam ;- ac demum per divifwnes quas in rettà LM facilini vi-
fuales- ex puntto E , abfolvetur reticulatio pofeenii , cujus quadrata effe debent perfetta ,
fecus quadrata feenarum . In parte inferiori pagina , dna /cena; Cj & F qftendunt orna-
menta qua in fc-enis depingì poffunt . Velim autem obferves , tum lineas tranfuerfas coro-
nicum , qua non funt invicem parallela , tum vifuales , qua tendimi ad puntta oppofita .
Kam ejufmodi linea, continent duas peculiares dijficultates projettionum tbeatralium j
cafqut ut fuperes , ex atte fervanda funt r egida quas declaravimus .
FIGURA SETTANTESI MA SETTI MA.
Modo di graticolare e di dipingere le [cene del teatro.
O P O che haverete melTo in terra il pofeenio , e su quello per ordine le (ce-
ne tutte,con le loro diftanze a puntino come v'inlègnai alla figura 75 ; fa-
rete la linea orizzontale.fegnando i tre punti dell'occhio, l'uno in Oche
fèrvirà per dipingere il pofeenio, uno di qua per le feene di là, e l'altro di
làperlefcenediqua. Supponendo poi che habbiate già fatta la graticola
nel volko difegno ^per via di quadrati perfetti , a proportion d'eflì converrà divider la
Jinea HI della prima fcenajS, e altresì la linea CD . Dapoiconuna cordicella tinta di
nero fi faranno le vifuali dal punto E per le divifioni della linea HI} e con l'ajuto di que-
lle vifuali graticolerete la prima feena B 5 e levata via quefta , graticolerete quella che le
fta fotto , e cosi di tutte le altre . Finalmente per le divifioni della linea LM fi graticole-
rà il pofeenio , nel quale tutti i quadrati faranno perfetti , dove che nelle feene niun
quadrato può eflèr perfetto . Nella parte di fotto del foglio , le due feene G ed F moftra-
no la diverfità degli ornamenti che il Pittore può metter nelle feene . Con vien però no-
tare le linee per tra verfb delle cornici, le quali non fono paralelle tra di loro, e altresì le
vifuali che vanno a punti tra seoppofti. Poiché in sì fatte linee confiftono le due più
Angolari difficoltà della proiettiva de'teatri ; e per fuperarle bifògna olTervar diligente-
mente le regole che habbiam dichiarate .
Figura 78.
FIGURA SEPTU AGESIM AOCTA V A.
De proje&ionibus horizontalibus .
UEMJDMO DUM facilior éB deformatio coliimnarum jacen-
tiam quàm coliimnarum ereBarum ; nam linea qua in iftis funt pcr-
pendicularct , m ittis Jwnt vifualei , ac ttullus circulus amittitfuam
formam ita projeBiones borizontales, quas in laquearibm delineare
neceJSc eft , cantra quàm PiBores imaginantur , expedi tiores & faci-
li or cs funt -verticali bus- , quas- bucufque traBavimui : Nam ut fly lo-
bata & columna appareant ereBa ,pingendafunt velini jacentei .
Deformationei bnrizontales aufpicamur a mutulìs , quia columna ac Hylobata idea-
ti dem iis impommtur , ut magis in prqfpeBufmt . Ob diverfitatem vero quam babet ta-
tui mutulì afuà facie , utriufque delineationemgeometricamfeorfim in bac fgurà exbi-
bemiti .
FIGURA SETT ANTE SI MOTTA VA.
Prqfpettwe orizzontali .
I CCO ME è più facile il digradar le colonne gittate in terra che quelle
che iranno in piedi , poiché le linee che in quefte fon perpendicolari , in
quelle fon vifuali, e niun circolo perde la fua forma : così le proiettive
orizzontali che convien fare ne'foffitti , e foglion chiamarli proiettive di
fotto in su , contro il giuditio che ordinariamente ne fanno i Pittori , fono
più sbrigate e più facili delle ordinarie o verticali , di cui finora habbiamo difeorfo . Poi-
che ipiedeftalli e le colonne che debbon comparire alzate in piedi, convien di pingerle
come fe giaceffero ftefe in terra .
Cominceremo i difegni del fotto in su dalle menfole . Poiché per metter più in vedu-
ta le colonne e i piedeftalli , fpeffe volte fi finge che s'appoggino fulle menfole . E per ef-
fère il fianco della menfola diverfo dalla facciata, ho mefiò in quefta figura feparatamen-
te i difegni dell'uno , e dell'altra .
Figura
FIGURA SEPTUAGESIM ANONA.
Proje&iones veftigii & elevationis mutuli .
JCIES mutuli quamdelineavimus figura 78 gerit hic munus ve-
Sii gii , latti s vero gerit munus elevationis , ut ottendunt linea occulta,
qua ex dtvifionibusfaciei tendavi ad puntimi ocali , ex divifionibus
lateris tendant ad pitnclum dittatiti* ( panila oculi ac dittanti* in
hac& fequentibus figuri se adunt extra paginam.) Perfecliones ha-
rum linearum dncuntur linea qua termìnant ftngulas partes vettigii
deformati ; hujafque adjumento duci tur elevano lateris , ac metto-
do confuetalatitudines& longitudine t mutuli folidi eruuntur exvejltgio , altitudine s ex
elevatane . Hic & deinceps nomina longitudinis & altitudinis ufttrpamus , velati pla-
narci cujusltbetperfpetliva efet verticale ; in quafuppofitione , IL efet latitudo mutuli ,
SR altitudo , RL hngttudo : quum SR reverafit longìtuck , RL altttudo . M faciliorem
deferipttonem bujus figura obfervandum ett , reólts IL,LM, GH bnjus pagina itiefc divi
fioiiesreólarumDC,FE,ABfigura/8.
FIGURA SETTANTESIMANONA.
Pianta e alzata della menfola inprofpettiva .
A facciata della menfola che degnammo nella figura 7 8 ci ferve qui di
pianta , e il fianco ci ferve d'elevatione , come dimoftrano le linee occult e ,
le quali dalle divifioni della facciata fi tirano alla veduta , e dalle divifionì
del fianco fi tirano alla diftanza(i due punti della veduta e della diftanza
rimangon fuori del foglio.fi in quella figura, come nelle altre che feguono.)
Ifegamenti di tali linee ci danno lo feorcio per la pianta, la quale in tutte le fue parti
convien contornare , e con l'ajuto di effa fi farà l'elevatione del fianco , per cavare al mo-
.dofohto dalla p.anta le larghezze e le lunghezze della menfola folida, e le altezze dall'
elevatione. In quella figura e altresì nelle feguenti ufo i nomi di larghezze e altezze
come fe il piano d'ogni profpettiva fotte verticale $ nella qual fuppofitionc, IL farebbe h
larghezza della menfola, Sfarebbe l'altezza, Sfarebbe la lunghezza: dove che in
realtà SRèh larghezza , RL l'altezza . Per maggior facilità nel difegnar quefla figura
oflervate, che nelle \mttIL,LM,GH vi fon medefime divifioni che hanno le linee
DC, FE, JB, nella figura 7 8.
figura 80.
FIGURA OCTOG ESIMA.
Horizontalis projectio mutuli inumbrati .
N hac figura fuas umbras mutulo addìdi-
mus : eumque Jt in altum fupra oculum
elevaveris , & ex diftantià quam ipjì de
dimus fufpexeris ; miraheris profetò . in
alium longè cQncinniorem fubitò mutatuw fuifie .
FIGURA OTTANTESIMA.
Menfola ombreggiata di fitto in su .
la menfola ombreggiata , la quale le
Allevandola in alto fòpra l'occhio , vi pia-
cerà mirarla dalla diftanza che le riabbia-
mo data ; vi maravigliente , come habbia prefo un
garbo notabilmente maggiore.
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FIGURA OCTOGESIMASEPTIMA.
Frseparatio neceflaria ad fèquentem figurarci , & ad
prò je&iones horizontales in laquearibus
vel teftudinibus.
XHIBE T h ce c figura in A A unum ex quatuor
parietibus auLe,cujus altitudinem veram IH velis
attolkre apparenter ufque in L , pingendo in la-
queari vel in tejìudine feriem balaujìiorum . In B
ejì vejìigiumgeometricum quarta* partis laquea-
ris. InChabetur elevatio medietatis latitudinis . InDeflfle-
£tio coronicis & mutulorum . In E pojìta efl elevatio medietatis
longitudini s . InY eftpunttumoculi , inGpuntlumdiflantia:
adeoque tota diftantia efl GF .
FIGURA OTTANTESIMA SETTIMA.
Preparatone necejfaria per la figura feguente , e per tutte
le altre prospettive di flotto in su neflqffitti
o nelle volte.
Appresenta quella figura legnata AA una delle
quattro pareti di qualchefàla, la cui vera altezza IH
vogliate apparentemente farla giugnere fino a L,
dipingendo nel foffittoo nella volta un ordine di balauftri.
In B è la pianta geometrica della quarta parte del fòffitto .
In C Televatione della metà della larghezza . In D è il profilo
della cornice e delle menfole. In E l'elevatione della metà del-
la lunghezza. In F è il punto dell'occhio, in G quello della di-
ftanza : onde tutta la diftanza è GF .
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Veftigium templi Ludo villani S. Ignatii Almx Urbis .
ONS TI TV E RAM buie Libro finem imponer e figu-
ra 92. Nibilominus ut fatìsfiacìam precibus amìcorum,
cupientium addifeere modum retìculationis Opticce,
quee adbibetur in fuperficiebus irregularibus, ejufque
menimi figura 8 9; public/ jurisfacere decrevi ejus con-
Bruendce methodum . Ipfiusmet retis ope delineavi non
folìim cedificium mox reprcefentandum , fed etiam figuras omnes
teBudinisT empii Ludovìfianijn qua pingendà tunc occupor. Eadem-
que reticulatione,quce erit ultimafigura hujus Libri \dabimus Operi no-
ìlrojumn complementum ; quum nullafitfuperficies , in quàfuasdelì-
neationesjuxtaPer/petlivx regulas, earum rerumStudioJl abfolvere
nequeant.
Exbibet bxc figura VeHìgium totius templi . Quamvis enim non indi*
geam nifi tefiudìne interjanuam maximam & tholum ;proderìt nìhilo-
minus ArcbiteEiurx Studiofis , univerfiOperis eleganti ani ac Jymme-
trìam per otium contemplari ,
FIGURA NOVANTESIMATER Z A.
Viant a geometrie a della Chiefà diS. Ignatio di Roma .
AVEVA io detcrminato di finir quefto Libro con la figura
92, Tuttavia per fodisfare alle preghiere degli amici, i quali
bramavano intender la maniera di difegnare la graticolatione
profpettica, che fi adopera nelle fuperficie irregolari,come ac-
cennammo alla figura 89 ;hoftabilitodi publicareilmodo di farla. Con
rajutod'efla ho difegnato in grande non folo lArchitettura che fon per
inoltrarvi, ma anco le figure che hora fto dipingendo nella volta della
Chiefa di S, Ignatio . E con quefta graticola che è l' ultima figura del pre-
fente Libro,gli daremo la fua perfettione ; non efiendovi ninna fuperficie
quantofivoglia irregolare, fopra di cui gli Studipfi non pollano fare in
prospettiva qualunque cofa farà loro in grado ,
In quefta figura ho mefia la pianta di tutta la Chiefa . E benché non mi
bifognafiè altro che la volta dalla cupola in giù; ho {limato di far giova-
mento a quei che guftano d' Architettura, ponendo loro avanti a gli occhi
un difegno, che è tanto flimato per bellezza e fimmetria .
Figura 9 4.
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Difegnc di tutta L ' Opera .
7~"t Ccovi ora il difegno di tutta- C'Opera : ed acciocché meglio intendiate, if/igni/zcaio di tutte fé
/ sjryi/rr ( aggiungo fui una lieve deferitone, di effe . La mia. idea cn quefla. iPttturcifù di rap-
frefentare Le opere di S. Ignazio / della Compagnia di Gefù in dilatare per tutto il Mondo lafe-
de cristiana .
Jn primo luoaa abbracciai tutta. laVclta. con un. edipcic in Tro/pettiva . Uhi inmei^oad
effò dipinfz Le tre Ter/ine della JTnia. Trinità. dal petto d'una, delle, quali , cio è, del Figlio ^
umanato e/ce un nembo di raggi ,che net ajerire. il cuore di S- lanario ,e quindi di riflej"
jo _Ji jparge per le quattro parti del mondo dipinte in Jembianxa^ de Amaxoni ,olc premo-
no il dor/ò di Moftrijèroci , cioè , de ' "Rtf. adi quali erano Jìate tiranneggiate . Vicino a,
quefie vedonp alcuni uomini Apposolici della Compagnia carteggiati, da. diverfi Popoli
da. loro convertiti alla Hedt .
Quei JvcolarL ,che vedete nelle due e/rremità della. Molta- rapprt/entano il iglò diSant'
Jgnaxjo , il quale, nel mandarle, ijiioi Compagni a. predicare. l' evangela dica loro Tee fin-
cendite , infiammate, omnia. ; verificandoli in lui il detto di Cri/lo : Ignern -veni mittere in
eerram ,et 'quid 'volo ,ni/i ut accendatur . Quelli ,che Jeanne ivi d'intorno Jòno ^l 'Jhigelt
tutelari delle' nazioni 'alcuni de' quali arroventano in quefio fuoco lejpade per atterrare,
i Vtsj^ , che qui Ji vedono in Jembiania. umana, ò acce/i de sdegno -, ò pallidi per il timo
re : altri eflinguonn con l 'onde Jdcre l'amore profano ,ed accendono con que/ìo il' divino
Le altre Figure , che occupano tutto ciò che vi re/bava, di vuoto , ò Jòno Simboli di que
Jto incendio divina prefi dalla Jàcra. Jcnttura ,ò fono immagini delle virtù di S. Igna-
zio , ò finalmente Jono ornamenti dell 'Opera. , tutti però culo/ivi ali 'idea preparavi ,
come da voi Jieffò potrete intendere .
FIGURA SESSANTESIMA.
Altare di Samlgnatio fabrkato in I{oma .
ER nobilitar quello libro,& acciocché fpicchi maggiormente quella re-
gola di profpetti va , i'hò fatta entrare obliquamente nel difegno di que-
lla Capella , da me fatto in Roma , e meflo in opera l'anno 1700- ad
onore di Santo Ignatio di Loiola . Appena troveraflì altrove in varietà
di lavori , in ricchezza di metalli , e nella fceltezza delle pietre , una
mole sì valla, incominciata, e condotta à fine nello fpatio di quattr'
anni: mercè la maefiria degli artefici , i quali fecero à gara , perche i loro nomi vi-
vehero fempre nella memoria de' pofteri . E certo han confeguito l'intento , imper-
ocché ò fi confideri la delicatezza de' lavori nelli rilievi di bronzo dorato , in cui fi
elpnmono i fatti più illufiri del Santo , ò i due gruppi di fiatue , che fon porti da' lati
dell'Altare; Appena fi potrà veder opera più gentile . Ma di ciò non accade , che io
dica più altro, eflendo fiato deferi tto da penna molto più nobile, nella fua Roma,
moderna ; à cui rimetto il Lettore .
Figura 6i.
Back of
Foldout
Not Imaged
fi
Refpondetur obie elioni faBce circa punblum oculi opticum.
Non omnium ienfus eli uni optico operi unicum tantum punótum allignare, e. g.
toti /patio fornicis , tholi , & tribuna: , quam vocant , expreffie in figura 9 3 .
nolunt concedi unicum puncìrum, volunt concedi plura .
RESPONDEO obieélionem hanc duplicità intclligi poffe : nel enim intclligi poffet non effe affignandum unicum puntlum
loti lllì [fatto , atque m hoc Jcnfu -vera eli ; cum enim fpatiitm illud valdè oblongum fit, dividi debuit in, parta , atque
affilianda tribuna , quam diami , Tbolo ,& fornici propria pimela ; cum hoc communiter doccant ubi fitus nimiìim efi
longus, ej- parum alme . Vcl potefl intclligi de qualìbet ex diSiS partìbus , & fic intelleSa falja peniti,! eli , primi) quia prafian-
tiora fornica aidarum , &■ tcmploram, qui optico artificio ornati fmt , fi unicum opus reddunt , à fuifmet autboribu; determina-
tum idemque unicum puntlum accepiffe compertmn efi . Scendo quii cum ars optici fit mera verifico, non id piclor facere po-
tefi , ut a qualibet parte fimulet vcritatem , vtrùmabuno determinato punclo id ojicndit . Tcrtiò, qmàfie.%. fornici, qui uno intc-
groque optico opere ometur , plura puntla affignaveris, nullum reperia locum , linde integrum opus fpetlare poffis , & ad fummùm
ex quclibet punclo tantum partem illius fpetlabis , mfquam veri totitm opm . Ex ditlìs igitur rationibus concludo ab inducentibus
plura pimela m codem opere induci maliim majus co , quod unicum puntlum inducit , quari hoc omninh neceffarium efl fimi in qui
unicum opus formandumfit , ad quod collimare debetmt ex omnioperis parte figura: fimul & architettura . ,gui pofito negarl ra-
tionabiliter nequit i me enam concedi unicum puntlum Spedando fornici ampio, aptoque ad repmfentandum unicum opus , quahs efi
fornir m Z>. Ignatiì tempio . Sì-vero propter fitum irregitlarem , ut dicimus architctlura extrà puntlum tliquantulùm deformctur,
& figura pariter operi optico intcrmixu extrà cammune 'puntlum alìqualem patienmr deformìtatem, prxterquam quod d fupraditlis
rationibus excufatur , nequaquàm id vitio arti efi, jed laudi , qiiandoquidem ars àpio pimelo exhibet proporlionc pofito ut reclltm,
Ut planum, ut eoncavum id quod tale non efi .
Sirifponde ad un'obbiettione fatta al punto della Prolpettiva.
Non tutti approvano che in ima gran profpettiva Jìdiaun fol punto à tutta l'opera
per efempio alla nave di mezzo del tempio efprejfo nella figura yj.
non confentonoji affegni un fol punto mà ve ne vorrebbero molti.
RI S P O N D O, che quert'obbiettione può intenderli in due modi : ó può intenderti che non fi affegni un fol
punto à tutta la nave, e cosi è vera ; perche effèndo la nave affai lunga convien dividerla in più parti affe-
gnandoalla tribuna, allacuppola, & alla volta i loro punti diverti , il cheè configlio ramni une parricolar-
mente dove il fito è troppo lungo, e poco alto. O pure può intenderli di ciafeheduna delle ftiddette parti , &è
fjlfifiìma , primo perche le più belle volte delle fale , e de tempii dipinte à profpettiva fe formano un fol quadro ,
hanno havurodaloro autori un fol punto : Secondo, perche effondo la profpettiva una mera fintione del vero , non
s'obliga il pittore di farla parer vera da tutte le parti , mà da una detcrminata : Terzo, perche fe per efempio in uni
volta dove vogliate dipingere un folo corpo unito d'architettura ,e figure voi ponete più punti di veduta, non ha-
yrcteakun luogo d'onde poniate godertutta l'opera., mi vi converrà girarla per tutte le parti , e goderla al più
a poco a poco . Concludo dunque dalle ragioni dette , che il timedio di più punti farebbe un male maggiore di
quello che porti un punto folo ; onde è neeellàrio in un fitoproportionato un fol punto per un fol quadro , ò fia
operache f.iccia corpo da fe,e che à quello punto debba da ogni parte ridurli ogni tratto di profpettiva, fiali di archi-
tettura, o di figure . Porto ciò non fi può ragionevolmente negare , che ad una volta di grande altezza , e propor-
tionata a rapprefentarc un fol corpo d'opera qual'è quella di S. ìgnatio , affegni ancot'io un punto determinato , ef-
lendo in effa un folo quadro vado bensì mà tutto unito. Se poià cagione del fito irregolare l'architettura fuori del
punto fi deformi»» alquanto: e fe le fieure tramezzate nell'architettura fuori del punto coni mime havrann'anch'erte
qualche deformità ; ciò olite che è fcùfato dalle ragioni già dette , non è difetto mà lode dell'arte, che dal fuopunta
fa parer proportionato , diruto, piano, ò concavo cièche" tale non è-
!
V
Ut Perjpecli-v.e Tyronibus confiderem , qui fortore ?io?i adea facile perei pient iuolccìm
primatftgurarum cxplicationes,totidim novas, explicatìonem hic addo.
Per maggior commodità de' Principianti , e de meno verfati nelle cognitioni della "
Profpettiva, aggiungo altre fpiegationi delle prime dodeci figure .
FIGURA PRIMA.
Explicatio Jinearurn plani , & Horizontis,
punòìorum oculi , &diftanti&;} de hoc
ultimo prelfiùs.
TRES linea divsrjì Inter fenomiuis , cr munerìs , Item, ©-
duo pancia precipue necejfariafunt , ut ddineatio qua-
lìbet optici reddì queat : prima vocatur linea plani , fe-
ennda Orhovtalis ubi 60 punBum oculi de tertin loquar ineleva-
tionibus : alterum deduobus pnnBis affignatur oculo , cr vulgo
Ai citar pemBum cadi ; alterttm vero ajjìgnatur disìantia, àqu>l
tiomen habet . PunBum oculi notiffimum efi , punBum vero difian-
tia non itàf inhujus igitur explicatìone morabor , & ut clariùs
tfiendam quid Jìt , &■ quomodò formandttm fit , felegi deferiptio-
j.'em Ecclef a geometrici babitam , quam in tres parte! divijì , in
vefiigium , feBionem , é"ìnterioremfaciem, in qua facie veli t
quii pingere , fek delincare aliquid opticè , ut elongetur aJmenfu-
rnm apertura quadrati P. ut habes invrfiigio , &• admenfu, am
profunditatisQ^, quam habes in SeBione .
Super fciciem CCCC. quam putii effe dellneamentum , bobe;
rationem , qua debes difpmere fupradiBa punBa , (5" linea! .
H. I. eri t linea plani : N.O. N. erit linea Orizont ali! , qua fieri
fùlet dijìans à lineaplani altitudine hominis , ut videi in B. : Pun-
Bum oculi erit in 0. , punBum diflantia erit in N. , ex qua parte
maltiera . Hoc punBum N. debet tantum abejfe à punBo Q. , quan-
tum tuo arbitrati! tu vis procul effe ut vidsas prnfunditatem
itSttS Quadrati P. (\_ftcut vides in esemplo vefiigìi , & SeBionis :
jibiremvelut in fitto fiat u naturali exhibeo: iniisenim tamabefi
JW. abO. quam abesfhomo ab A. ad D. E., è" homo B. in SeBio-
ne ab F. G. ubi eji mar tu in qua pìngendum, vsl delineandum efi ,
Si tilterihi curiosò di-feri ptionem hanc confiderss , videbis
quam beni refpondeat qitadratumP. in plana, ó" elevatiofì^ ut
naturali! flatus rei in SeBione, PerfpeBiva pojìta in facie CCCC.qua
eli delineatio . Videbis enìm vifuahs , qua fecant in plano fpatium
j^. S. itit pari ter fecare fpatium T. V. in ekvatione : & fegmentum
vifualiumK.Z. in SeBione refponders T.K.in ekvatione , quod
demonjiratione non caret .
FIGURA PRIMA.
Spìegatìone delle lìnee del piano , e dell'Or ironie j de
punti dell" occhio , e dell et àificin^a ,
di queflo piufpecialmente .
PE R cominciare qnalfivoglia tlifcctno In Profpettiva fimo
principalmente neceflane tre linee, eduepunti. Una
linea fi pone dove flanno Ì piedi e fi chiama linea del pia-
no: La feconda fi pone dove ftà l'occhio, e fi chiama, lincia
On'zontale . Della terza parlari) nelle Elevationi. De' punti
uno fi dà per l'occhio , e quefto è notiifimo : l'altro fi dà per la
diftanza , non così noto , benché Ila il più nece/Tario dipendendo
da effb lo sfondato d'ogni oggetto. Lo fpiego dunque per più
chiarezza neldifegno d'una Chiefa fatta geometricamente, e
divifa in tre parti , cioè in pianta , profilo , efacciatadì dentro,
in mezzo alla qua! facciata fi voglia dipingere , ò difegnare una
profpettiva per {sfondarla quanto è il Quadro P. sù la pianta,
e lo sfondato Q- nel profilo .
Sù la facciata CCGC. che è come difegno , vi moftro il
modo come dovete difporre le due linee, e H due punti ; cioì
H. I. vi ferviranno per linea del piano . N. O. N. per linea
Orizontale , quale fifuol far alta dalla piana un huomo come lì
vede in B. Il punto dell'occhio farà in O. quello della dilianza
farà in N. dalla parte che volete . Queflo punto N- deve efTer
lontano da O. quanto ad arbitrio voflro vi ficee determinato di
flar lontano per veder Io sfondato del quadro P. Q;_ d! cib ve
ne moftro l'efempio sù la pianta , e profilo, che è come nel
naturale, dove tanto è lontano N. da O. quanto è lontano il
punto dell'occhio da A. à D. E. e ì'huomo B. nel profilo da
F.C.
E qui o/Tervate percuriofità quanto bene corrifpondano
il quadro P. e l'elevatione Q^ come naturale melìo in profpet-
tiva sù la facciata CCGC. come difegno perche vedrete , che
le vifuali le qnalì tagliano sù la pianta nello fpatio S. R. cor-
rifpondono nella facciata allo fpatio T. V. & il taglio delle vi-
fuali fui profilo della muragliain X. Z. corrifponde nella facciata
ad V. K.
FIGURA SECUNDA,
Quadratum opticè delineatum.
POSTQUAM deferififeris in papero /sparata quadratum
geometricnm A. facies duns lineas parallela! interfedi-
Jlantes altitudine \ quam dederìs punBo oculi f linea ìn-
ferior erit linea plani , linea fuperior erit linea Orizontalìs , j'uper
quam ponuntur punBa oculi 0. & difiantiaE. quodfit ex parte
quam mavis , linea disìautia non debet effe brevior magnitudine
rerum defcribendnrum . Transfer posleà etreìno latitudinem
quadrati A. in C. B. una cum vifualibus adpunBum 0. <&■ fimili-
ter transfer longitudinem ipfius quadrati in D. C. ducens lineam
ìipunBo D. ad punBum difiantia £. tranfeuntem per vifualem
C. 0. &■ ubi Illa fecat habebìs terminum quadrati optici . G. F. C.
B. ducens parallelam ad lineam plani in F.
Ut autem hoc idem citiùs abfolverem fapius chartam com-
plicavi ut ba,bes in 4 •
FIGURA SECONDA,
Quadrato in Profpettiva .
DOPPO d'haver fatto in una carta feparata il quadro A .
Geometrico farete le due linee parallelle trà di fé di-
ttanti l'altezza che vi piace di metter l'occhio quella di
fotto farà la linea del piano , quella di fopra l'Orizonte , fopra la
quale fi mettono li punti dell'occhio O., e quello della diflanzaE.
dalla parte che volete , non più curta della grandezza delle cofe ,
da farli rn profpettiva ; portate poi col compafTo la larghezza
del quadro A . in C. B. con le vifuali al punto O. , cosi farete della
lunghezza dell'ifieffo in D. C. tirando una linea dal punto D. al
punto della diflanza E.; e dove quella taglia la vìfuale C. O. , lì
farà il termine del quadro in profpettiva G. F. C. B. tirando una
paralella alla linea del piano in G.F.
Per far più preflo. fovente hb ufato piegar la carta, com?
fi vede in A .
FIGURA FIGURA
FIGURA TERTIA.
FIGURA TERZA.
Reftangulus altera parte oblongior opticè.
Q, HDQUID in proxìmo qaaclrat') vidi sii facies in pud*
feriti . transferres latitudinem B. C. in B. C. ér longi-
tiiàìnem in C. D. ducens latitudine-m B. C. ad punilum
" ocu/iO. & longitudimm C. D. adpuntlum dìfiantìa E.
ubi vero bac linea fecat vifaalem C. 0. erit terminus recìnuguli
Jupradicfi F. C. B. C. Aucens parallelam s ut faprà ,
FIGURA Q.UARTA.
Quadratimi duplex opticè .
EODEM modo conslrues quadratum duplex A. transferen;
circitio , aut duplicando chartulam latitudine?» cajufcum-
que linea, ut vides in pun&i's 1,2, 3,4, j-, 6, fuper lineam
plani in iifdem uumeris , &• ab ìfiis transferes vifuales ad pun-
Bum 0. . Fofieàtranfer longitudinem 7, 8, 9: io, Super lineam
plani tu iisdem pari ter numeris , ér ab ìfiis due lineas ad punilum
Aisiantia E. , ubi ba linea Jecant lineam 6, 7, O.fiunt linea paral-
lela ad lineam plani ; & quadratum confici tur, parem confiruUio-
nem facies de quadrato fecondo , ér tertio facile ex di&is .
FIGURA QJl I N T A.
Quadratorum veftigia cum Elevationibus .
FIGU!{AM hanc in duas parte! divifi 5 in fuperiori parte vi*
Aes tria quadrata optica aliquantulum adumbrata , eaque
tam inter fi Aijlantia , quanta efi difirìbutio fitper lineam
plani. B.C. erit quadratum primum. Secundum erit in E. F. Si ergo
pnfueris longit uditi em quadrati in B.C., eamque duxeris ad difian-
tìam , fecabit in D. D.vìfualem A. 0. Si par ìrer pnfueris alterttm
fpatittm longit udinis eiafdsm quadrati in E. F. &■ duxeris adii-
neam dijlantia , babebis fecttndum quadratum opticè . Idem facies
de tertio , Cjr de a/iis , qua difiribueuda funi .
In fecunda parte , Si defideres fuprà totidem veftigia formare
Tfevationes Cuborum , ér Stylobatarum , ut in inferiori figura
parte vi des , fati s erit exomnivesligiorum ano alo ehvare lineai
cccultas, & apparente! determinando altìtudinem faciei L. primo
cubo , &• anguli ejufdem faciei Aabunt altitudinem omnium alio-
rum.
Immò etiam totidem cnbos formare potè; fine lineìs occultisi
ducendo folùm apparentesait vides in tribus expofitis adumb- atis,
ty nitidis, quorum perpendiculares fammi tur ab OUgulit vefiigio-
rum , ut in fuperiori figura babes in H. \ é" linea plani trans lata
funi ab anguli s Elevati ortis , ut videtur in F.
FIGURA SEXTA.
Quadrato bislungo in profpettiva.
O \\ E del paflato quadrato havete fatto , farete di
quello portando la larghezza B.C. in li. C. e la lunghez-
za in C. D. tirando la larghezza 13. C. al punto dell'oc-
chio O. e la lunghezza alla dilhnza E. Dove quefta taglia la
vifualc C. O. fi lì il termine del quadro F. G. B. C, facendo la
paraleUa come fopra .
FIGURA 0_U A R T A .
Quadro doppio in profpettiva.
ALL'ifle/To modo farete il quadro doppio A. portando
col compano, ò con piegar la cartuccia la larghezza
d'ogni linea , come vedete ne' punti r, 3, 4, 6. fu
la linea del piano negl'iUdìi numeri, e da quefli le vifuali al
punto O. . Doppo portate la lunghezza 7, 8, 9,10, sù la linea
del piano negl'ifteifi numeri , e quelli portateli alla difìanza E. ,
dove fegano la linea 6,7,0 fi fanno le linee paralelle alia linea del
piano, e vien compitoli Quadro j così farete di quel dimezzo ,
e dell'altro vicino .
FIGURA QJl I N T A.
Piante de Quadrati con Elevatiom .
QUESTA figura l'ho divifa in due parti , nella prima ve-
dete lì tre quadrati alquanto tinti in profpettiva , che
reflano lontani trà di sè , quanta èia diftributi'one sù
». la linea del piano Jl primo farà in B.C.óc ii fecondo in
E. F. . Se dunque metterete la lunghezza di un quadro in B. C. ti-
randola alla diftanza taglierà in D.D. la linea vìfuale A.O.Così fe
metterete lo fpatio dWaitra lunghezza di detto quadrato in E.
F. e la tirerete alla diftanza , haverete il fecondo quadrato in pro-
fpettiva . Cosi farete del terzo, e di quanti ne vorrete diftribuire .
Nella feconda parte voi vedete , che fe desiderate fopra a 1-
tretantc piante fare elevationi di cubi , o piedeftalli , balla alzar
dàogn angolo delle piante le linee occulte , & apparenti", eoa
determinare l'altezza della facciata L. al primo cubo , gl'angoli
della qual facciata vi daranno l'altezza di tutti gl'altri .
Anzi più facilmente potete alzarci t retanti cubi fenza linee;
occulte con far folo le apparenti , come vedete nelli tre ombreg-
giati , e puliti ; le perpendicolari de quali fono cavate col com-
parto dagl'angoli delle piante , come fi vede nella figura dì fopra
in H. e le linee piane fono trafportate dagl'angoli delle elevatio-
ni > come fi vede in F.
FIGURA SESTA.
Modus delineandi opticè fine lineis ocultis.
DESIDEI{ANSfiici/i methodo figurata hanc exponere, daho
rationem elevandi corpora fine lineis occultis , ut in
fuperiori tetigi 5 ojlenAam igitur hic quomodo qttin-
que cubi adombrati defumautur ab eorttm vejìigiìs , it* eleva-
tionibus .
Duas debes fiteere praparationes , Jìlibeat, iti chartis etiam
feparatis . Prima erit formare geometrici vefiigium, ér eleva-
tionem ut vides inB. ór A.. Secunda erit dijlribuere fuper li-
neam plani latitudiuem vejligii B. , puta in N. M. ér in dtta-
hus proximimis : Illius longitudo M. X. dacia ad difiantiam
t>. fecat vifaalem M. 0. in lì,. . Spatium aatem obliquatimi E.
tifile etiam efi aliis duobus qtiadìatis pofitis fuper eamdem li-
neam plani; anguli quorum trans lati ad difiantiam E. totidem
auguhs dabunt inter vi fuales N. 0. M. 0. hoc pofito. Duces per-
pendicularem ad angalum N. qna in Elevationibus geometricis
Jèmper necejfiiria ejì, eaque tertia lima E. , quam Jkprì dixi.
Trans-
Modo di difegnare in profpettiva fen%a linee occulte •
"|T""^k ESIDER.ANDO fpiegarvi con facilità quella regola»'
U a bifogna che dica ii modo di alzare lì corpi fenza linee
JL_^^ occulte, come ho accennato nella figura precedente.
Moftrerb dunque qui come fi cavino dalle loro piante , óc eleva-
tioni li cinque cubi ombreggiati, che vedete in quefla figura .
Havete à far due preparationi , fe vi piace, anco in carte fe-
parate. La prima farà fare geometricamente la pianta , &elcva-
tione , come fi vede in B.&A. La feconda farà diflribuire su la
linea del piano la larghezza della pianta B., come per efempìo in
N.M.,e nelleduefufTequentiJa cui" lunghezza M.X. portata alla
diffanza D. fega la vifuale M.O. in R., il cuifeorcio E. ferve anco
per gl'altri due quadrati, che gli (tanno al pari sù la linea del pia-
no , gl'angoli de' quali portati alla diflanza D. ve ne daranno al-
tretanti trà le vifuali N.O, M.O. Fatto quello fate una perpedìco-
lare sù l'angolo N.,che per le mifùre dell'EIevatione geometrica
èfempreneceflaria, oc èia terza lineatile v'accennai di fopra.
Por-
Transfer pafie \ altituAinem A. in N. F. cum vifualib/is F. 0. N. 0.
ir invenies altituAinem S. T. Hoc pari ter Ae caler is eveniet .
Sci en Anni [upere.fi qunuam modo fupraAicla praparatione itti
pojjìs ad conJh-ttenAos Stylobatas adumbratos , ér ìnornatos .
Super ttliftm igitur chartam di/pone fitum cum duabus lìneìs
plani [ci licei , & Oriznntis, una cum punBo oculi 0. , &* perpendi-
culariV. ejuflem menfure cum [abradila praparatione t & fa-
cies uti me fecijìe viAes . Experire pofhi circino N. F. squali a ejje
I» f. &-1.6,. Metire partisi- S.T. tFàtVMMf aqtialia & 5,
facies pofieà lineas planas , érv-f'iales ad pfttt&mH oculi > &• ba-
bebìs planum fttperììis Cubi in 1, *, :;, 4, . Hoc idem faci end um efi
de aliis . Uno verbo : anguli vejii fior uni dabunt tibi lineas perpen-
Aiculares, ér anguli Elevati onis dabunt lineas plana* , atque hoc
femper erit .
FIGURA SEPTIMA.
Aliud exemplum conftruendi veftigium geome-
tricum cum elevatione longitudinis .
VIDES hìc Styhbatam P. in qnatuor partes Aivifnm ,&
aAumbratum . Siillum opticè delineare velis conjlruere
debes fupraAi&as praparationes , geometricam nempì , &
■ ìticamMtmine geometricaiutsl/igo vesligium A elevationem
. nomine vero optici, totum td qnoA incluAìtur iti G. C. D. E. 0.
Transfer igitar latituAinem geometricam CD. vejiigii A.
tper lineam piani pari ter C D. éf transfer IbngitnAimm D. E. fu-
;r lineam plani pari ter D. E. operans more /olito, f?- babebis vefiì-
ittm optici. Transfer posieù elevationem H.X.in C.G.perpeuAicu-
laris Aucens vìj'uakm G.O. eleva ad lineam G.O.omnem augnlum,
qatm planum facìt in linea CO. Ò" babebis altitudìnem necejfa-
riam etiarn SeBionìs .
Tran-fsres denique circino in alittm chartam angulos vejii-
gii , qui dabunt tibi lineas perpendiculares, & anguli Seclionis da-
bunt lineas planas : Vifunles vero duces ad punSum oculi .
FIGURA OCTAVA.
Portate poi l'altera A. in N. F. con le vifuali F. O. N. 0. c tro-
varete l'altezza S. T. Così farà degl'altri .
Reftaà fàperfi il modo di fervirfi della fopraaccenatapre-
paratione per farli piedestalli ombreggiati, e puliti .'
Sopra altra carta difponete il GtO con le due linee piana , &
Orizontale col punto ilei occhio O. e la fuddetta perpendicolare
V. dell'iftefTa rnifura della fuddetta preparatone , facendo come
ha fatto io. E provate col compafìo cheN.F. è uguale ad 1, 5-,
& a 2, 6» Mìfurate di nuouo S. T. , e Io trovarete uguale à y, e 3»
farete poi le linee piane, e le vifuali al punto dell'occhio, & riave-
rne il piano di fopra al CuboC neli.,2,3,4, e così farete degl*
altri. In una parola gl'angoli delle piante vi daranno le linee
perpendicolari, egl'angoli dell'Elevatone vi daranno le linee
piane , e così farà Tempre .
FIGURA SETTIMA.
Mrì altr^efempio Ai far In, flauto, geometrica coli*
Ele-vatìone della lungbe%%a.
QU I fi vede ilpiedeflallo P. fpaccato in quattro parti, &
ombreggiato volendolo mettere ìn prospettiva fi fanno
altresì le due preparationi la geometrica, e la profpet-
✓ tica • Per geometrica intendo la pianta A. , el'Eleva-
tione B. : e per profpcttica G. C. D. E. O.
Tranfportate dunque la larghezza geometrica CD. della
pianta A. , sù la linea del piano pure in CD. e la lunghezza D. E.
su la linea del piano pure in D. E. operando al modo folito , <Sc
riavrete la pianta in profpettiva . Tranfportate poi l'elevatione
H.X.in C. G. della perpendicolare , e tirando la vifuale G. O.
alzate alla linea G.O. ogni angolo che la il piano nella linea CO.
&haverete l'altezza neceiTaria anco del profilo .
Tranfportando poi col compaffb in carta pulita gli angoli
della pianta vi daranno le perpendicolari , egl'angoli del pro-
filo vi daranno le piane, le vifuali le tirarete al punto dell'occhio,
FIGURA OTTAVA.
Sty lobata opticè .
T IC ettmn pvflquam feceris fupradicfas praparatione;
■ ■ I ZL'ometricamfcilicet, é" opticam , facies prafentem Sty-
JL M- hhatam adumbratum , transferens circino angulos ve-
dati , ut coìijiruas perpendiculares, ér angulos fe3iotiis, ut formes
neasplanas , ut fuprà . Nam (ÌC duo angui: v<.jligiì M. 0. dabunt
•neas perpendiculares E. F. angulus vesUgii ì\ Aabit perpenAicu-
laremV. & ftc reliqui anguli Aabunt reliquas lineas perpenAi-
•ulvres . Simili ter àfeSione angulus l. Aabit linear» planar» H.
.N. Brevitsr frimus termìnus jsBionis I. D. dabit altitudi-
nem liutarttm planar nm ittfacie Sty lobata adnmbratì E. F.H.
N. Secundus terminus Q^dabit altitudìnem fteiei oppofita , &•
occulta P-
Duo tamen moneo , prìmum , ut facieus vejligìa geometrica
Aucas ab ehvatione A. totiAsm lineas aA faterà vejiigii B. quot an-
gulos invenies in prominentiis JupraAi&a elevatiouis A. , ut mani-
fefiè vi Aesìn linei s , quas expttn&is compofui , i/la enimAStylo-
bataA. caAunt fu per vesligìum B. quare prominenza major in
elevati one L.facit lineam majorem L. ìn vestigio .
SecunAum quo A monco fit, ut vo/ens elongare vejlìgìum opticè
Aelineatum M. 0. ì\ A linea plani K. quantum erit fpatiumC. in
in eaAem lìnea plani , tantumdem elongabitur fpatium G. h linea
tjufAem plani .
FIGURA NONA.
Opticadelineatio Archite&ura JacobiBarozzii :
& primum de Sty lobata ordinis Etruici .
QUANDOQlllDEM omnibus nota efi Architettura Baroz-
zii , eam hìc peuitàs ìmmutatam cum fuis regu/is parti-
cularìbus , é" generalìbus expono ; Metieris autem ìllam
*- moAulis ut feri folet j qui igitur illam AefiAerat . in
fequefitibus fgitris invemet totam tfmulque difest opticè reddere ,
Cum
Pìedejìalh i?i profpettiva *
ANCORA qui doppo fatte le due preparationi geometri-
ca^ profpettica farete il prefente piedeChllo ombreggia»
to trafportando col compatto gl'angoli della pianta per
far le perpendicolari, e gl'angoli del profilo per le piane, come di
fopra; tanto che li due angoli delia pianta M. O. vi daranno le
linee perpendicolari E. F. l'angolo della pianta R. vi darà la per-
pendicolare P., e così gl'altri angoli vi daranno le altre linee per-
pendicolari; parimente dal profilo l'angolo I. vi darà la linea pia-
na H. N. In una parola il primo contorno del profilo I. e D. vi
daral'altezza delle piane dellafacci'ata del piedeftallo ombreg-
giato E. F. H. N. il fecondo contorno Qi.vi darà l'altezza della
facciata di dietro , e nafeofìa P.
Avvertite perì) due cofe^ia prima, che volendo fare le piante
geometriche tiriate dall' Elevatione A. altretante linee a' laeì
della pianta B. quanti angoli trovarete negl'aggeti della fuddetta
Elevatione A. , come chiaramente vedete dalle linee puntate , le
quali cadono sù la pianta B.: onde l'aggetto maggiore L.nell'
Elevatione , fà la linea maggiore L. nella pianta .
La feconda che volendo diftaccare, ò allontanare la pianta
in profpettiva M.O.R. dalla linea del piano K. quanto fora largo
Io fpatio C. nella lìnea di detto piano > tanto fi allontanerà io
fpatio G. dalla linea del piano .
FIGURA NONA.
Architettura del Vignala meffa in Profpettiva].
E prima del piedejlallo dell'ordine Tojcano.
I AC HE è nota l'Architettura del Vignola , hb giu-
S dicato non alterarla , màefporla, comeeflb ì'hà infe-
%fcjf onata, cioè trattandone in particolare, & in generale
con le mftnte per via di modulojacciò chi non Phàja trovi qui eC
polla, e poffa di più imparare il modo di metterla in profpettiva.
Citm aittem non mìnìt! cpticxfiudhfo qtiam AvchìteBur^ neteffe
fu elìcere delineamenta rei con s'ir noi ria , ab hoc veri , ab illofiBì ,
id.ejì cum uterque f licere debjat vèjHgitim , ehvationem,feBionem ,
<S"jaciem , ob id delineavi hic Styfoiutam ordinis Etritfci cum fio
vesligio , qttem vide! in A. B, . ufficila,! percipia: quodin prosa-
fttù figura dixi , i totidem fciìicif OK&t&S prominentiarum eleva-
tionis totidem dncendus effe lineas fuper line.imvejh^ii , cum hoc
uscejje Jit ad inveniendum iihrtim angalorum cum ìjìit limi! con-
curjam in Jais degradatiouibus . Nota, kugitudinem , qitarn vaco
f. duBam in G. ejfe fflam** quà non folùm najcitur vejiigii obliqui-
ti! ,ver:ew stidm ab Ufo nafcititr obli qui tas , ìllius quamvoco fe-
Bionem E. , ob id in altero bujus ejufdem figura Sty lobata totum id
è contrario vid<d>i! .
Non ampliùs repstam qunnam modo eruatnr nitida d.dinea-
tio , de qua fnperi iti pluvie! , dicam tamen angnlos primi termini
jeaioìiis E, datavo! linea! planasfaciei D. , &• angulos vefiigji da-
tura! omne! per pendi aliare s .
FIGURA DECIMA.
Stylobata Doricus, & ratio vitandi difficultatem
quamdanij qure occurrit inter illuni
opticè delineandum .
"8" IT IC ori tur diffìculta! h<ec.Vefiigium A. optici trantlatnm
1 1 in C. ade'» contrahitur, ut dijlhiBì "Sideri nequeat ubi cqI-
_B. JL Incetur circìni pe! , ut p-amfervì poffint perpsndicultvei .
Sty lobata adumbraii , totaque h\cc diffìculta; ovititr à propinqui-
tate quamhabet linea Ovizontalii , jeù pnnBitm acuii cum Unga
plani. Ut.igiturillam vincasi Duces lineam plani infittito quan-
tum libusrit , & fuper ìllam feres demt'o latitudinem , é- fati--*
gitndinem more /olito , retinendo punBa ocul & dìftantidtO.
F. , <S" fic videbis vrfltgta magis minnfvè difiinBa ; Vefiigium
enim E. dijlinBius ejl , vefiigio B. , <& D. dijlinBius ejl -ve-
fiigio C.
FIGURA UNDECIMA.
Sty lobata Jonicus , & ratio vitandi aliam
ditHcuItatem in Elevationibus .
IN elev/ttionibus etiam fcBinnis optici potejì accidere , ut fi t>-
fualis L. K. nimìi rcBajit, feBio B. resfringatur . Elon-
gando lineam plani ab L. ad M. vìfualis M. N. erit in-
clinatior , <T confeqitenter feBio C. erit latìor s & dìjlìn-
Bior .
Nota , difficultatem hanc fiepe fapiùs te habìturum in figlivi s
precipui, quamultas Uneas habent , ut infigura 47. ubi paviter
rationem vitandi conf/tflonem reddam .
Nequetibi molejìiafim quod in hac figura lineam Orizon-
talem infra lineam plani collocaverim , id enim feci , ut illavum
diverfos ejfeBus videa! , utque tu in tuis sludiis mutes , ér
difetti r ,
FIGURA DUODECIMA.
Sty lobata Corinthius cum fuis pilis .
FECISSE feptimam figuram magno tibì documento erit
ad confiruendum, é- divìdendum Stylobatam A., &• vefii-
gium B., cumnihil addere debeas prctterpilas C. cum Co-
ronicsì qua duo latera ambii, Opticè hoc vefiigium deliueabis
znD., quadelineatin diflinB'tor esf , quia inferiti! duxi lineam
plani; & diffondi or etiam efiSeBioE., cum elongaverim vi f ita-
lem f.G. fic femper agam, ut detnr loctts figura adumbrata , Ór
ut etiam videa! pevpenàiculare! Stylobata adumbrati cadere fuper
angulo! vejiigii , & lineas planas incidere è diametro fuper an-
gulos feBionis E.. ìtertan libenter moneo , ut faci ai fupradiBas
fraparationes in chartulis feparatis , ut initio ajfuefca! trans-
ferendis figuris nitidis circino ; facile enim tibì pojìea erit in-
tegras Machina! perfpeBìva jucundioris delineare , ut videbis :
in boc enim tota regala huiufee } & totius operis facilitas fila-
ti,
Eflepdoperà necs/ftno egualmente ad un profpettico, <$c ad un'
Architetto fer'i difegni in pianta, & elevatone, h in profilo , ò in
Taccia, di quello s'Iva à fabricare , da cjneflo vero , da quello fin-
to, perciò v'ho dilegnato qui il piedeftailo Tofcano colla fua
pianta come fi vede in A. lì. acciò più particolarmente compren-
diate ciò che vi dilli nella paflata figura , cioè che da oon'angolo
degl'aggetti dell'elevatione doverle 'far'al tre tante linee su la pian-
ta , efiendo ciò nece/Tìirio per trovar la corrifpondenza di' quelli
con quelle nella loro degradatione . Notate che femprequelhi
che chiamo lunghezza, cioè F. portata in G. è quella che fàna-
feerc non folo lo feorcio della pianta , ma anco fa nafeere Io feor-
cio che chiamo profilo E. , perciò nel picdeftallo oppofto lo ve-
drete al contrario .
Non ripeto più come fi cavi il dileguo pulito, perhaverlo
ìi bafhnza detto , dico folo brevemente , che gl'angoli del primo
contorno del profilo E. vi darano le linee piane della facciata D.,
e gl'angoli della pianta vi daranno tutte le perpendicolari .
FIGURA DECIMA.
Piedeflallo Dorico col mododìfebivare
una difficoltà per metterlo in
Vrofpettiva t
QUI nafee una difficolta, òcè, che la pianta A. pofia in
profpetttva inC. riefee tanto fcorciata,che non fi vede
difiintamente dove collocare la punta del compafToper
^ trasportare le perpendicolari del pi'edeflallo om-
breggiato , à cagione della vicinanza . chehà la linea Orizontale
colia piana . Ecco dunque il modo di" fiiperarla . Farete un'altra
linea del piano più giù quanto volete fopra della quale d i nuovo
portarete la larghezza , e lunghezza $ operando al modo folito , e
confervando li punti di veduta , e di diflanza O. & F. vi riufeira
farle piante più ò meno diflinte , come fi vede che la pianta E.
e più diftinta di D. , e quefta è più diftinta di C.
FIGURA UNDECIA1A.
Piedejìallojonìco col modo di fuggire un'altra
difficoltà per Elevatione .
T|uO accadere l'iflefia difficoltà anco per TEIevatione del
g-^ profilo in profpettiva, cioè cflendo la vifuale L.K.troppo
JL dritta il profilo B. riefee flretto ; con allungare la linea del
piano da L. fino ad M. la vifuale M. N.farà più inclinata, e per
confequenza il profilo C. farà più largo , edi'fìinto .
E notate che quefla difficoltà v'occorrerà più volte, mafiì-
"mamente nelle figure più copiofe di linee, come vedrete nella
figura 42. dove puredirò il modo di ben formarla .
Non vi dia pena il vedere in quefla figura la linea Orizon-
tale fotto la linea del piano ; hò fatto ciò , acciò vediate i diverlì
effètti , <k acciò ancor voi ne volili difegni andiate mutando per
meglio imparare .
FIGURA DUODECIMA.
Piede/i 'allo Corintio conlefue Vilajirate .
VI darà gran lu me per fare,e dividere quello piedeftallo A.
e pianta B. l'haver fatto la fetti'ma figura , non riavendo
à crefeere fe non le pilafìrate C. con la cornice che gira
due lati . Quefla pianta la metterete in profpettiva in D., e riefee
pili diftinta per haver portato più giù la linea del piano; è ancora
più diflinto il profilo E.per haver allontanata la vifuale F.G. Così
farò fempre acciò retti luogo per la figura ombreggiata,& ancora
acciò vediate che le perpendicolari del piedeflallo ombreggiato
cadono fugl'angoli della pianta , e le linee piane incontrano à li-
neadiritta fugl'angoli del profilo E. . Volontieri vireplicoche
facciate le fuddette preparationi in carte feparate,per avvezzarvi
fui principio àtrafportar le figure pulite con la punta delcom-
paflo , perche vi riufeirà poi facile if difegnare mach ine intere dì
profpettive dilettevoli come fi vedrà più avanti : confiftendo in.
ciò tutto il facile di quefla regola, e del reftante dell'opera .
i
INDEX.
MOnita adTyrones .
Injlrumenta pafanda .
Figura i . Fundamenta PerfpeHivx .
Fig. 2. 3. 4. Deformationes quadratiritt» .
Fig. 5- Vefligia, <$ elevationes quadratorum .
Fig. 6. 7. Deformationes abfque lineis occultis .
Fig. s. Preparatici?!, ac Styhbata Etrufcus .
Fig. ^- li.Stylob.Doricus&Jonicits^ac modus vi.
tandi confufnriem in veftìgiis & elevationibus .
F ig; 1 2. 1 3 . Styldb. Corìntbius & Compofitus .
Fig -14. tf.Circulus&Columna.
Figura ai6.adxo. Bafes Ordinum Jimulorum .
Fig. a 21. ad 2f. CapitellafiiguUrum Ordìnum .
Fig. 26. 27. Coronix Etntfca 6 Dorica .
Fig. 28. 29. Alia Coronix Dorica .
F'f ÌO;PJlfpar' & f'"»«/«'«i "e modus copw
landìjicium cum vero .
Fig. a il. ad ir. Coronix Corimbi a & Compatita .
F'g- ; «• ai-i 7. Prxpar. & Calumila Etrufca .
Fig. a 38. ad 45. Prxpar. & ALdif.Doricum .
Fig. a 47. ad fo. Prxpar. & ArcbiteSuraJanìca .
Fig. f I . Pnepar. & Archi teSura Corintbia .
fig. fi. Ti ■ Collimili Spirala .
Fig. a fi. ad fS. Prxpar. & Màif. Corintbium .
pig- T 9- 60. Prxpar. ac Tabemaculum oiìangulare .
Fig- 61. Macbinx ex pluribus ordinibus telariorum.
Fig. 62. Reticulaìio telariorum .
fig. 63. 64. Prxpar. 6 AZdiftcium quadratum .
Fig- 6f. 66. Prxpar. & Aidificium rotunium .
Fig- a6y. ad 71. Prxpar. ac Tbeatrum in Tempio
Farnejlano .
Fig. 72. Tbeatrum Scenicum ejufque elevationes .
Fig. a 73. ad 77. Modus dclimandi ac pingendì
Scettas .
Fig- 78. 79-80 Horizontalis defirmatio mutulorum.
Fig.ab il. ad 8f -Membra Ordinis Corintbii .
Fig- 8 6. Or do Corìntbius ili laqueari .
Fig. 87. SS. 89. Projettiones borii.oittales in laquea-
rìbus ac tejludinibus .
Fig- 90. 91. 92. Prxpar. ac tbolus duplex .
Fig. <ì 9 3 . ad Qtj.Templum Ludovijìanum, & Archi -
teUura depitfa hi ejus tefìudine .
Fig. 100. Reticulatio tejludinum .
INDICE.
AVvifi a i Principianti .
Iftrumenti da prepararli .
Figura 1. Fondamenti delia Plolpettiva .
Fig. 2. 3. 4. Quadrati in Profpettiva .
Fig. 5.Pianteedelevationi de' quadrati .
Fig. 6.7.Modo di £ir prospettive séza linee occulte.
Fig. 8. 9. Preparationi e piedestallo Tofcano .
Fig. 10. 1 1. Piedestallo Dorico e Johico; colmodo
di Schivar la confusone nelle piante e alzate .
Fig. 12. 1 3. Piedestallo Corinthio e Compolito .
Fig. 14. ir.CircoloeColonna.
Figure da 1 6. a 20. Bali di ciafcutì Odine .
Fig. da 2 1 . a 2 r. Capitelli di ciafcun Ordine .
Fig. 26. 27. Cornicion Tofcano e Dorico .
Fig. 28. 29. Un altro Cornicion Dorico .
Fig. 30. Prepar. e Cornicione Jonico; col mo:!o
di attaccare il tìnto al vero .
Fig. da 3 i.a 3 j-.Cornicion Corinthio e Composito.
Fig. 3 6. 37. Prepar. e Colonna Tolcana .
Fig. da 3 8. a 46. Prepar. e Fabrica Dorica .
Fig. da 47. a ro. Prepar. e Architettura Jonica.
Fig. ri. Prepar. e Architettura Corinthia .
Fig. 52. j-3. Colonne Spirali .
Fig. da 5-4. a ; 8. Prepar. e Fabrica Corinthia .
Fig. r9. 60. Prepar. e Tabernacolo ottangolare .
Fig. 6i. Machine di più Ordini ditelari.
Fig. 62. Graticola de' tefari .
Fig. 63. 64. Prepar. e F^rica quadrata .
Fig. 6f. 66. Prepar. e Fabrica rotonda .
Fig. da 67. a 71. Preparat. e Teatro fielGiesùdi
Roma .
Fig. 72. Teatro Scenico e fue elevationi .
Fig. da 73. a 77. Modo di difegnare e dipinger le
Scène .
Fip. 78.79.8o.Menfole in prospettiva di Sotto inSu.
Fig. da 8 1. a 8,-. Membra dell'Ordine Corinthio .
Fig. 85. Ordine Corinthio di Sotto in Su.
Fig. 87. 88. 89. Sot:o in Su ne' Soffitti e nelle
volte.
Fig. 90. 91. 92. Prepar. e due cupole.
Fig. da 93 -a 99. ChieSa di S. Ignatio, e Architettu-
ra dipinta nella volta di ella .
Fig. 100. Graticola delle volte .