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Full text of "I diarii di Marino Sanuto: (MCCCCXCVI-MDXXXIII) dall' autografo Marciano ital. cl. VII codd ..."

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DIARII 



MARINO SANUTO 




TIPOGRAFIA DEL OCOMMERCIO DI MARC VISENTIN! 



editori: 

Stefani Federico Fulin Ki salpo 

Jìerciiet Guglielmo Barozzi Nicolò 
Visentin! Marco, tipografo- 



A VENEZIA 



AUGURANDO 



CHE 



IL SENNO IL VALORE LA COSTANZA 



DEGLI AVI 



RIVIVANO 



NELLE NUOVE GENERAZIONI 



FEDERICO STEFANI 



D. D. 



DIARH 



DI 



MARINO SANUTO 



TOMO IX 

PUBBLICATO PKR CURA DI 

F. STEFANI 



VENEZIA 

A SPESE DEGLI EDITORI 

MDCCCLXXXIII 



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DIARII 



I AGOSTO MDIX. — XXVIII FEBBRAIO MDX 



THl mexe di avosto 1509 (1). 

A dì primo avosto, intrò cai di XL a la bancha 
di sora sier Domenego Tiepolo qu. sier Matio, sier 
Sebastian di Renier qu. sier Jacomo, sier Hironimo 
Barbarigo qu. sier Andrea, qu. Serenissimo; el capi 
del Consejo di X, sier Lorenzo di Prioli, sier An- 
drea Loredan et sier Francesco Bragadin Gobo. 

Vene in Colegio sier Nicolao Michiel procurator 
et sier Francesco Bragadin, quali hanno fiol e fradelo 
presoni in man dil ducha di Ferrara, erano rectori 
sul Polesene, pregando la Signoria volesse scriver 
al duca di Ferara una lettera fosseno ben tratadi li 
presoni ha zentilomeni nostri. Et parse al Colegio di 
non scriver nulla. 

Vene sier Daniel Dandolo qu. sier Hironimo, 
mandato per Colegio a Treviso a condur il capitanio 
zeneral col campo era li a Padoa, quando '1 sopra- 



(1) Nel tento originale, le notizie di questo mese sono precedute 
da un esemplare dei Capitula inter Sanctissimum Dominum no- 
strum Dom. Julium Divina Prowid&ntia Papam II et Iìlu- 
strissitnum Dominium Venetiarum, che furono sanzionati soltanto 
parecchi nv*i dopo, cioA nel febbraio dell' anno seguente. 

Considerando che l' importante documento, scritto d' altra ma- 
no, non per altro che per uno sbaglio del legatore aveva dovuto essere 
stato aggiunto in principio anziché in fine al volume ; per non alte- 
rare T ordine de 1 tempi, ci parve di doverlo rimettere nella stampa 
al luogo che, evidentemente, gli spetta. Avvertiamo quindi, che la 
numerazione delle carte del manoscritto, che da noi si suol notare nel 
margine, rom inderà qui dalla carta 12, dove cioè H volume vera- 
mente incomincia, mentre il documento sopraddetto, in fine al vo- 
lume, avrà la numerazione sua del testo originale, dalla carta 1. alla 
11. inclusive. 

F. Stefani. 



vene di Citadela sier Cristofal Moro proveditor ge- 
neral, et non fo altro bisogno. Tamen, etiam lui 
vene a Padoa ; e ogi refera quanto ha visto di le zen- 
te eie. 

Vene domino Alexandro Bagolin citadin padoa- 
no, al qual per el principe li fo dito di la colutala di 
cavali lizieri et fanti data eri in Pregadi. Lui ringra- 
tiò la Signoria, dicendo non voi condula, ma so- 
lum dimandò $00 cavali lizieri et f>00 fanli, e con el 
seguito P ha di zerca 4000 villani, feria facende con- 
tra Citadela perchè ha le so 1 possession e caxe sotto 
Citadela. Et disse havia nova lodeschi meleva a fo- 
cho e Gama tutto. Et il principe li usò bone parole, 
ringraziandolo di la sua fede, et ordinò una lettera 
ai proveditori a Padoa li dovesse dar cavali 300 e 
fanti 500 etc. E cussi subito si partì. 

Veneno li otto oratori di Cividal di Bellun, di- 
cendo erano venuti a inchinarsi a la Signoria no- 
stra iterum, ringratiando Iddio esser ritornati soto 
S. Marco; ma el castello si lien e sono todeschi 
dentro; hanno artellarie e vituarie. Etiam, hessen- 
do partiti li Brandolini per la Scala, veneno fuora 
di caslelo e tolseno vituarie dentro; et che, inteso 
la deliberation che i Brandolini vanno in Frinì, di- 
mandano di gratia non siano. abbandonati e se li 
provedi di presidio, perchè anderano altramente a 
focho e fiama. El principe li usò bone parole, e se li 
provederia. E se li manda un conestabile con 100 
boni fanti, oltra quelli vi sono etc. Et nota, é li pro- 
veditor messo per i Brandolini sier Anzolo Gabriel 
qu. sier Silvestro. Et sier Jacomo Gabriel era prima 



1IDIX, AGOSTO. 



8 



podestà et capitami) de li, é prìxon di todeschi in Pri- 
mier. El castelan sier Michiel Bon qu. sier Fantin, 
12 e in questa terra liberato dal re di romani, con 
dir era nobile su la galia di sier Domenego Malipie- 
ro proveditor di V armada qual soa maestà montò 
a Zenoa per andar a Pisa, et per questo il re lo. li- 
berò, e li dele uno salvoconduto et una lettera a la 
Signoria mandasse l' orator eie, come ho scripto di 
sopra. 

Veneno alcuni di Cotogna, quali fono quelli tol- 
scno zoso T insegna di Maximiano, tra i qual uno . . 

Guarniero, e fé' levar. S. Marco, dicendo 

quelli di Cotogna hanno iterum levalo V insegne di 
l'imperio per dubito dil sacho quando quelle zenle 
francese zonsc in veronese, tamen sono marchesclii. 
£ quesli è qui e voriano soldo ; è slato conestabile 
io campo etc. Li fo dato bone parole, e mandato con 
lettere a Padoa da li proveditori. 

Veneno li oratori di Cadore. Dimandono alcune 
cosse, et fo lettere di sier Alexandro da Pesaro ca- 
pitario di Cadore di quelle occorentie. Tamen, è 
liberali et non hanno movesla prò nunc. 

Di Padoa, di proveditori. Come voriano ussir 
in campagna, e di questa opinion è il capitario ze- 
neral. Vanno facendo -le mostre e dando danari ; si 
fu bastioni e si provede dove bisogna. E aricorda si 
provedi a lassar Padoa custodita, et altre occorentie 
ut in litteris. I nimici sono grossi verso Ciltadela 
e Bassan, perchè in Vicenza niun vi è restato. Van- 
no fazendo danno et brusando etc. 

Di Treviso. Come hanno li danni fanno tode- 
sehi et franzosi verso Ciltadela, brusando caxe di no- 
stri, et nel Barcho hanno impia' luogo, el qual arde. 
Itera, quelli sono in Castelfranco, hanno fatto venir 
alcuni villani dentro con le arme sotto specie far 
guardie, et zonti li hanno tolte le armi e parie tajali a 
pczi etc. 

Et in questa matina si parli di qua sier Gabriel 
Emo eleto per Colegio proveditor nel territorio tre- 
vixan. Tamen, non farà nulla. Et ogi vene sier An- 
tonio Venier slato provedilor ad Axolo per la reina. 
Disse il modo è fuzilo con suo fratelo, perchè quelli 
l'illadini li protestò non voler danno e volersi ren- 
der, et aperseno le porte, e lui fuzl a Treviso per un 
portello. 

Di Chiosa, di sier Sebaslian Moro capitano di 
le barche n.° 30, stato a Bovolenta fin ora. Come è 
amaialo e dimandava liccntia, poi che 'I proveditor 
di la armada è li con 4 galle zonto. Et per Colegio li 
fo scrilo venisse di qua, e le barche etiam venissero 
a disarmar. Erano 6 bojneni per barchu. 



É da saper, si ave aviso il duca di Ferara, inteso 
che 'I proveditor di V armada con galie era zonto a. 
Chioza per intrar in Po, licet il Po fusse basso e 
manco V Adexe, dove prima mostrava e feva fanti e 
cavali, reteniva li burchi e voleva far facende, ora 
non voi far nulla, et credo habbi mandato a dira la 
Signoria in secretis, voi star in paxe. 

Fo expedilo sier Michiel Baxadona castelan in la 1 
rocha de Lignago, qual fo eleclo per gran Consejo 
capitanio e proveditor a Lignago, e aceptò e vene la 
nova era perso, flora si ha oferto andar castelan, e 
per Colegio fo terminate mandarlo con ducali 20 al 
mexe. Dove è sta mandato 75 fanti, e in la terra re- 
sterà provedilor sier Carlo Marin qu. sier Antonio, 
e in la rocha et in Porlo fo mandato Matio Mozenigo 
per castelan con fanti 25 ; siche Lignago é seguro. 
Et nota, che il marchexe di Mantoa in questi zorni 
mandò uno trombeta lì a dir si rendeseno a lui, et 
il provedilor li rispose el voi tenir per S. Marco, e 
volendolo vegni a tuorlo. Li oratori di Lignago et 
quelli di Porto stali qui, fono licentiati, et expediti li 
capitoli ad vota, et serano liberi di la cita di Vero- 
na, e il proveditor vi anderà hora, harà civil e cri- 
minal, che prima non havia nulla. 

Di Friuì, si ave aviso, per messi venuti e poi 
per lettere dil proveditor zeneral confirmato, i ni- 
mici esser andati a dì 31 a campo a Cividal di Friul, 
dove è proveditor mandato di qui sier Ferigo Con- 
iarmi fo a Axola, qu. sier Hironimo, et fanti 

sotto Vigo da Perosa era conestabile in la rocha 
di Peschiera. Et se intese todeschi li haveano co- 
menzati a bombardar. El proveditor scrive aspetar 
le zente et farà eli;. 

In questa matina, in Colegio, per scurtinio, fo 
eleclo provedilor a Pordenon, justa la parte presa 
eri in Pregadi, con ducali 20 al mese, sier Alvise Bon- 
dimier, fo proveditor e castelan a Russi, qu. sier Fran- 
cesco, Et quelli fono tolti, sarano qui soto nominati. 

Electo proveditor a Pordenon. 

t Sier Alvixe Bondimier, fo proveditor et castelan 

a Russi, qu. sier Francesco. 
Sier Anzolo Trun, fo consier in Candia, qu. sier 

Andrea. 
Sier Trojan Bolani, fo proveditor a Lonà, qu. sier 

Hironimo. 
Sier Zuan Francesco da Canal, fo podestà a Mon- 

falcon, qu. sier Piero. 
Sier Lunardo Bembo, fo camerlengo a Napoli di 

Romania, qu, sier Francesco. 



9 



MDIX, AGOSTO. 



10 



Sier Àlvixe Bembo, fo podestà in Albona e Fia- 

nona, qu. sier Polo. 
Sier Alvixe Baffo, fo consier e capitano a Dulzi- 
13 gno, qu. Mafio. 

Di Roma. Fo lettere di oratori di 24. Come il 
papa havia publicà cardinal quel francese monsignor 
de Albi nepote dil gran maistro di Milan, qual per 
avanti, za più anni, havia electo ma mai li dete el 
capello. Hora P ha auto. Item, dil zonzer li di sier 
Francesco Corner stato orator nostro in Spagna, ve- 
nuto in sei zorni lì con una nave di Valenza. Item, 
di Milan, é nova il re omnino voi partir per Franza; 
et Roan non è morto, ma stava mal. Item, il papa 
ha parlato pur con V orator nostro solo sier Hironi- 
mo Donado, et hora ha fulminato voi far e voi dir 
e ruinar questa terra, e bora dà qualche bona paro- 
la. Tamen, in conclusion, non è cative letere, imo 
con speranza di ben. Li oratori nostri non sono stati 
ancora dal papa, ne li voleno aldir, ma vanno, a 
do a la volta, visitando cardinali e a messa. Item, 
il duca di Ferrara ha mandato a pregar il papa li 
mandi soccorso contro la Signoria, el qual li ha ri- 
sposto la Signoria non comenzerà lei a far guerra a 
lui si lui non principia ; et altri avixi ut in litteris. 
In conclusion, non è da sperar il papa ne lievi la 
scomunicha. 

Da poi disnar, fo Conscio di X con zonta. Noto, 
r ultimo Conseio di X fo assolto quelli di Ravena 
incolpadi di tratato etc. Item, levono li sacramenti 
de li scurtinii sì in Pregadi come in Colegio; ma so- 
Jum per il canzelier o vice gerente si dica sub de- 
bito sacramenti seti ubligati non voler quelli vi 
haverano pregato eie. 

Gionse Todaro Paleologo vien dal Zante con al- 
cuni stratioti n.° el qual portò lettere di Can- 
did, di 29 zugno, che le nave di Soria n.° 4 carge 
erano zonte a la Fraschia, e inteso de 11 le cative 
nove de Italia, feno Consejo di dodici e termiuono 
venir di longo in conserva con do galie sotil si arma- 
va de 11. Item, hanno messo 30 homeni di più per 
nave. Item, el dito Todaro portò nova a Corfd si 
diceva el Signor turco era morto etc. 

Di Brexa. Se intese per uno venuto partì do- 
menega de sera, a dì 29, come de lì era nova certa 
il re esser partito per Franza e aver menato con si 
quelli capelazi di Brexa ; et che il conte Alvise Avo- 
garo, il conte Zuan Francesco di Gambara e altri 
haveano scritto a Brexa a le sue donne questa par- 
tita dil re e andavano col re in Franza. Item, dice 
tutta Brexa, maxime le monache, prega continue 

I Diari» di M. Sanuto — Tum. IX 



Dio la Signoria mandi qualche uno lì, si voleno ren- 
der etc. 

Di Citadela. Se intese el signor Frachasso di 
Sanseverino esser intrato dentro come signor e fo 
sua : et che il signor Pandolfo Malatesta, di chi era 
Citadela, al presente era andato a trovar il re di ro- 
mani presso Trento. E fo dito che il prefato Fra- 
chasso manda uno suo canzelier grande a offerirsi 
voi esser bon fiol di questo stato eie. 13 * 

Noto. In questo zorno, la Signoria col Golegio 
mandoe uno mandato a lo officio di le raxon vechie 
dovesse confiscar e meter in la Signoria la caxa dil 
marchese di Ferrara qui a mi vicina e quelle caxete 
soto, e far nova afìtazion a li sazenti. Et erano ofl- 
ciali a le raxòn vechie sier Alvise Barbaro qu. sier 
Zacaria procurator et cavalier, sier Silvan Capello 
et sier Piero Pasqualigo dotor et cavalier. 

A dì 2, fo in Colegio sier Piero MarzeMo- venuto 
capitanio di Candia. Referì breve, perché hora im- 
porta altro. 

Vene Zuan Cotta secretano dil signor Bortola- 
mio di Liviano da Milan. Parti a dì . . lujo. Referi 
come certissimo il re andò fuor di Milan per andar 
in Franza a dì 26 lujo zuoba, et cussi il cardinal 
Roan-, e prima, la domenega, havia mandato dito 
signor Bortolamio e altri zentilomeni presoni a la 
volta di Franza, non dice il n.°, quali haveano 5Ql>a<» 
lestrieri in compagnia ; et che Roan andava in sba- 
ra, e per do zorni si disse per Milan che l' era morto. 
Item, il cardinal di Pavia Castel di Rio legato dil 
papa, é anda a compagnar il re fino a pe' de 1 monti. 
La causa di Y andata dil re, è sta per li caldi grandi, 
e a Milan dubitava non si amallar, e cussi \i baroni 
di Franza. El qual re lo vide a cavalo con pessima 
ciera, el par non sia malcontento Maximiano non 
prosperi contra la Signoria nostra. Item, disse esser 
venuto a Crema e Brexa, le qual terre desiderano 
S. Marco, e si tien farano novità contra francesi; e 
in Bergamo li francesi è reduti nel castello e in la 
Capella, e in Brexa missier Zuan Jacomo Triulzi era 
venuto, dove è il cardinal del Final, el qual missier 
Zuan Jacomo è sta lassa al governo di le cosse de 
Italia per il re suo capitanio, et ha parlalo a ditto 
Cotta dicendoli che presto la Signoria reaverà il suo 
stato, perchè un Doro astrologo li disse do cosse : la 
prima che '1 cardinal Ascanio mai ussira di prexon 
di Franza fin che la torre non crepava ; la torre crepò 
e lui ussì di prexon di volontà dil re: l'altra, che 
la Signoria perderia tutto il suo stato ; ma -subito si 
reaveria e cazeria barbari de Italia, e altri colo- 
quii etc. •• H 

2 



il 



MDIX, AGOSTO. 



12 



Da poi disnar, fo Pregadi et lete le infrascrite 
lettere : 

Di Padoa. Di provedilori. Chome attendono 
far certi bastioni etc. e danno danari a le zente. Sier 
Cristofa! Moro proveditor ha cavalchato verso Li- 
mene a veder quel castello propinquo a Gtadella. 
Item, scriveno zereha Lucio Malvezzo, qual si con- 
tenta di la conduta, voi il piato etc. et quanto ha 
ditto sopra zio. Item, scrivono desiderano esser 
agumentadi di zente e poder ussir in campagna-e 
non star lì. Hanno aviso i minici fanno gran danni 
in trivisana. 

Di Treviso, di sier Hironimo Marin podestà et 
capitario, et sier Pietro Duodo proveditor general, 
di eri. Di quelle occorentie, et i nimici vanno depre- 
dando per tutto verso il Monlello, facendo gran cru- 
deltà. Dil zonzer lì di sier Gabriel Emo proveditor 
éul Ieri torio, qual ha gran pruticha, promette far 
gran cosse e la matina ussira in campagna con li vi- 
lani. Reduti quelli, sarano bon numero et essi li (ta- 
rano 120 cavali lizieri è li, perchè più non ne han- 
no etc., ut in litteris. 

Di sier Gabriel Emo proveditor, date a 
Treviso a dì 2. Come eri zonse de lì, et voi andar 
metter bon hordine con li villani. Quelli reduti a 
Treviso, li capi ha fato per le ville di 100 1* uno, e 
*pói sotto 4 capi di 25 l' uno. Et ogi die insir fuora 
perchè i nimici hanno molto depredato presso il 
Monlello, e fanno danno assai, pezo che turchi, bru- 
cano le case, fano prede di quello trovano, amazando 
ognuno, fino li putì. Ben è vero non harà con lui 
Se non 120 cavali lizieri, che pili in Treviso non vi è. 
Prega la Signoria li mandi aftri cavalli Item, fin qui, 
ba villani da 10 in T2 mille, tutti disposti e marche- 
schi. Et per Colegio in questa matina li fo scripto lau- 
dandolo di T opera, et si li provederà di cavali, e 
fazi come scrive voler far provision a li passi etc, ut 
in litteris. 

Di Milan Fo leto la deposition di Zuan Cot- 
ta etc. 

Item di Crema. Una lettera di sier Nicolò da 
cha' da Pexaro fo podestà de li, qual é prexon in 
uno monastero di frati. Fenze scriver a uno prior de 
qui di cosse dil monastero. Tamen, tutto é sul re di 
Franza. Scrive la sua andata di là da* monti con Roan, 
e cremaschi sono marcheschi e voleno S. Marco. 

Fu posto per li savii. A tre bombardieri ai quali 
fo cavato li ochi, erano in casiel di Russi, che li sia 
dato cararia per uno, ut in parte, nominati. Et fu 
14 * presa di tutto el Consejo. 

IH Cor fu, di sier Antonio Morexini baylo e sier 



Priamo Contarmi capitani») et proveditor. Di quelle 
occorentie, e corfuati voleano trar li fanti del casteìo, 
inteso di V armata, havendo lo exempio dil Castel di 
Cremona etc. ut in litteris. 

Del capitanio zcneral, data in galia a 

Come va di longo verso G»rfù, dove era galie. 

Dfl Zante, di sier Antonio da Mula proveditor. 
Replica quello ha scrilo, e aria de li armato una ga- 
lia; ma manda una fusta e uno bragantin arma- 
to etc. 

Di Candì a y di sier Alvise Arimondo duca e sier 
Alvise Trivixan capitanio. Come ha armate le 4 galie ; 
e di le nave di Scria zonle a quella isola a h Fra- 
setta. Item, hanno trovato impresiedo ducati 17 
mille e porano armar altre 4 galie e altre nave e 
navilii bisognando, perche li. si diceva di le male 
nove di qui et di V armate di Franza e Spagna. Item, 
il gran maestro di Rodi, eh' é francese fratello dil 
cardinal Roan, convicina ben et voi esser amico di 
la Signoria nostra. 

Di Costantinopoli, di sier Andrea Foscolo 
baylo, di 18zugno. Come il fiol dil Signor turco 
primo qual steva in Amasia chiamato bassa Curchut, 
era partito con 4 nave, 4 fuste et 4 brigantini; non 
si sa dove sia andato. Si tien sia andato a la Mecha, 
o da Sofi. E questo perchè è sdegnalo; la signoria li 
vien a lui é primogenito, et Charzego bassa ha sa- 
puto tanto far che ha fato eh' el Signor turco voi 

resti in suo loco el secondo chiamato bassa 

qual sta et è zenero di ditto 

Charzego. Item scrive altre occorentie di quelle 
parti. 

Di Roma. Fo leto le lettere ; il sumario ho 
scritto di sopra. 

Fu posto per il Serenissimo e tuti di Colegio, uno 
quarto di tansa, a pagar la mità a di 10, l'altra mità 
a di 20 con arzenti; a l'incontro, aver de presenti 
tanti arzenti vivi et zenabrii, mila e mità, come Tal 
tro quarto preso. 

Fu posto ut supra una 'decima ai governatori 
(dell' Entrate), a pagar la mità dil prò di Monte 
nuovo e V altra mità in contanti, e li contadi con don 
di 10 per 100; la qual sia restituida di tanti debitori 
e si habi a pagar per certo termine, con altre clau 
siile ut in parte. 

Fu posto per li savii, che il Serenissimo debbi di 
mandar imprestedo, et quelli impresterano siano no 
tadi in canzelaria publice in uno libro di pergamena 
acciò sia eterna memoria di quelli voleno aidar la 
terra. Fu presa, e la restitution si fazi di beni di de 
bitori etc. 



13 



MD1X, ACOSTO. 



14 



Fu posto per li sa vii scriver a Padoa in risposta 
di tre lettere zercha domino Lucio M.dvezo, qual non' 
si consenta di la conduta, che li dehino dar per il 
15 piato ducati 100 al mexe. Et sopra questo fo seri lo 

molte Item, che ingroseremo il campo eie. 

ut in litteris. 

Noto. Si ha el duca di Ferrara aver fato una cri- 
da che niun suo subdito debbi, soto gran pene, pas- 
sar V Adese e vegnir a danizar sul padoan e altro di 
la Signoria. Item, le galie 5 con il proveditor sier 
Hironimo Contarini sono a Chioza. 

Item, ogi è venute barche con torménti di Ha- 
vena, siche sono aperte le trate, e lo vendeno . . . 
s. ... il staro, e si dice è tormenti, di nostri che 1 
governa tor per il papa li manda a vender di qua. 

Item, ogi in Pregadi fo Consejo di X con la 
zonta di danari, et ogi sera fo mandato danari in 
campo. 

Di sier Alvise Mocenigo el cavalier orator, 
da Treviso di ogi. Ch' è tornato Zuan Gobo stato 
per trovar il re di romani, qual non potè andar da 
Bassan, fo preso da villani. Et fo per la via di Feltre 
con il messo di li todeschi sono qui, et è stato dal re 
qual era a Ivan. E ha muta pensier, et li ha scrito 
non voi mandar niun ; siche ritorni via. 

Et cussi li fo dato licenlia dovesse venir a re- 
patriar. 

Iu questa sera, partì sier Alvise Bondimier per 
Pordenon el sier Michiel Baxadona per Lignago ; ma. 
sier Piero Balbi eleclo podestà di Padoa non é an- 
cora partito. Ha mandato le sue robe; dice è ama- 
lato, et che farà l'entrata domenega a di ó di questo. 
Mena vicario domino Bernardin da Feltre dotor 
avocato a li auditori, e altri zudexi, come dirò di 
soto. Si stenta aver ofieiali per li tempi presenti. Vo- 
lea menar vicario domino Francesco Fasuol dolor 
avocato ; non ha voluto andar. 

Noto. A Padoa è zonti 400 fanti brexani i quali 
è sta messi sotto le compagnie e datoli danari. Item, 
di Ravena é venuti qua assa' fanti, non stimando le 
proclamo dil papa, e Ha vena é molto marchesca. 

A di 3, la matina, la terra fo in moto per lettere 
di sier Antonio Zustignan dotor vice locotenente in la 
Patria di primo, e per lettere di la comunità a li soi 
oratori sono qui, domino Jacopo di Castelo dotor et 
domino Bar loia meo Zuanne, chome, essendo il cam- 
po di tedeschi acampalo a Cividal di Friul, al qual li 
ha via dà tre bataglie et loro difeso virilmente, dove 
è proveditor sier Ferigo Contarini qu. sier Hironimo, 
conestabile Vigo da Perosa, par il prefato sier Zuan 
Paulo Gradenigo proveditor zeneral li mandasse 



dentro per soccorso. Et strenzendo i panni a Gvidal 
i nimici, li parse di ussir a dì ultimo in campagna 
con quelli cavalli lizieri, computa li stratioti havia» 
n.° . . . et le fantarie n.° . . . et veneli contra alcuni 
corvati, con i quali in uno loco tra Moimas et Roma- 
zes fo combatuto et fono a le man scaramuzando, e lo* 
tornati erano rebatuti da li nostri, licet stratioti mai 
volseno andar avanti, non so la causa. Et sopravena 
uno squadron dil campo nimico et combalé con no* 
stri, et il proveditor combat è da bore 17 fino tardi, 
et fo ferito di una lanza in la gola et in la faza, et si 
convene redur, porlato da li fanti, in uno bojftheto 
dove siete fino la note, e meglio poteno nostri ritor- 
nono in Udene con danno di 10 di nostri e altri fé- 
riti. El si dise il Gradenigo non harà mal di pericolo, 
el nel ritorno scontrosi in domino Meleagro da Forti 
con la compagnia, era zonto quel zorno lì eie siche* 
si adulterano iterum per ussir e molestar i nimici, e 
si dise quelli di Cividal hanno morto assa' todeschi. 
Noto. Per Colegio fo suspeso il mandar in Friul de li 
Brandoliui a requisition de quelli oratori di Cividal 
di Belimi, contra la deliberatoti dil Pregadi eie, e 
tutta la terra molto li dispiacque di esser ferito il 
proveditor Gradcnico, qual ha gran fama. E par in 
dite lettere, Malfatto conestabile nostro non si trova; 
si tien sia perito nel combaler. 

Di Roma, fono lettere di oratori di 29 e 30. 
Avisa certo il partir dil re e Roan per Franza. Et 
sier Francesco Corner vien nostro orator di Spagna, 
tre volle ha instato haver audientia dil papa;. non 
P ha potuto aver, nò ha 'ulo ancora il salvo conduto 
di poter venir a Veniexia. 

Item, Tarma di Spagna era zonta a Napoli a tuor 
fanti e pichi per andar in Barberia per socorso di 
Oran, qual è asediata dal re di Termissen con molti 
mori acampadi. Item, V arma* di Franza ita verso 
Zenoa. 

Di Treviso. Di quelle occorentie, nulla da 
conto. 

Di sier Gabriel Emo proveditor, date a Treviso 
a dì 3. Come è stato il dì avanti fuora con 100 ca- 
vali lizieri, che più non ha potuto aver, et ha provi- 
sto a molli passi. Ha auto con lui gran numero di vil- 
lani. I nimici sono da 1000 che vanno danizando. Et 
scrive altre occorentie; ma voria più cavalli per non 
meter iu pericolo dilti contadini inspauridi. 

Da poi disnar, fo Conscio di X con la zonta et 
Colegio zercha trovar danari, perchè in questo hoc 
opus, hic labor est. Et nota fo manda uno libro, li 
in dito Consejo leto, dove è nota molti zentilonienj 
e pupillari più di 500, i quali pono imprestar da; 






15 



UDIX, AGOSTO. 



16 



nari ala Signoria, $ senta suo disconzo, in lutto da 
ducati 300 mille. Sicché sono assa' richi in la terra ; 
ma pochi voleno dar danari et ajutar il stato, perchè 
16 hanno exempio li prencipali nulla fanno. 

Et vene aviso chome ogi i nimici, zercha cavali 
400, erano corsi da Castefranco, dove è il campo ra- 
duto, verso Noal fino a Scorze brusando case et de- 
predando il luto fino mia . . . lontan di Mestre, adeo 
li villani erano in fuga, e tutti chi poteva fuzer fu- 
ziva. Et di questo fo lettere di Mestre di sier Loren- 
zo Salamon vice podestà. Et nota. La sera zonse li a 
Mestre 400 fanti brexani e di Salò stati a Padoa, 
qualli hanno auto soldo. 

Vene sier Alvise Mocenigo el cavalier savio a 
terra ferma, stato oralor per parlar con li messi dil 
re di romani a. Colalto, San Salvador et poi Treviso, 
-«spelando V ultima risposta di la lettera li portò al 
re di romani Zuan Cobo corier. El qual re era a Ivan. 
Et dito Zuan prima fo retenuto verso Bassan, poi 
lassato fé 1 la via di Feltre e trovò il re a Ivan, qual 
era con domino Mntheo Lang; et come dice el ditto 
Zuan Gobo, qual ogi vene etiam lui qui, che li dele 
al re la lettera dil suo thesorier domino Zuan Bon- 
temps e li altri presoni, e la lettera di la Signoria et 
quella dil Mocenico orator. Et il re le tolse e prima 
lexè quella di li presoni, e, leta, partono tra loro do 
insieme in todesco; poi li dele 100 raynes da dar a 
ditti presoni, et lo mandò in una hostaria in castello 
con guarda, e lo tene tre zorni, poi li fé 1 la risposta 
a T orator, vidélicet, come se inlese, non é più 
tempo di esser in tratamenti di accordo. Item, poi il 
re li dele lui secreto 50 raynes desse a ditto suo 
thesorier. Item, che domino Paulo Lictistener con- 
sier regio era li amalato. Item, par il re voj vegnir 
con le zente a luor Treviso, eie. 

Noto. Par che il re scrivesse a questo suo theso- 
rier eie. nescto quid. Unum est che fo tratalo ogi 
in Consejo di X di darli Iicenlia libere Y andasse dal 
dito re; qual si ha oferto far il lutto e adatar la 
pratichu di V acordo. E cussi fo fato chiamar la ma- 
lina in Colegio e datoli Iicenlia libere che '1 vadi eie. 
Tamen, fo poi suspesa. . 

Item, Fo terminato in dito Consejo di X con la 
zonla e 'l Colegio, scriver a Padoa subilo a sier Chri- 
stofal Moro si lievi con 1500 cavali e vadi a trovar 
i nimici fano danni in trivisana, e meni con lui quelli 
fanti li par etc. 

Noto. Zuan Vesiga referi il re li dimandò dove 
era H conte di Piliano. Rispose a Treviso. Li di- 
mandò cou che zente. Disse 2500 cavali lizieri, 5000 
cavali etc., da 7 in 8 milla fanti, come lui dice aver 



risposto sed non credo, perché non era a gran nu- 
mero ditte zente. 16* 

Questi sono li padoani fo proclamati a Padoa 
a dì . . avosto 1509, in termine zorni otto 
si venisseno a presentar a li proveditori, 
sotto poena rebellionis. 

D. Antonio Gaodivaca. 

Bortolo, so fiol. 

Nicolò Trapolin. 

Polo da Lion. 

Zorzi da Lion. 

Achiles Boromeo. 

Francesco Boromeo. 

Hironimo Boromeo. 

D. Jacoino Alvaroto, dolor. 

Aliduxe Buzacharini. 

D. Palare Buzacharini, dolor. 

Lodovicho Buzacharini. 

Bernardin Conte. 

Bonifazio so fiol. 

Antonio so fiol. 

Jacomo da Relogio. 

Isaach da Relogio dal Santo. 

Carlo Beraldo j de Francesc0 . 

Beraldin so fradello i 

Nicolò Sangonazo. 

Rigo Porro. 

Pereto da Brazuol. 

Orlando Cavodelista. 

Ferigo Cavodelisla, homo d 1 arme. 

D. Antonio Bagaroto, dolor, nepote di missier Ber- 
tuzzi. 

Marco Bagaroto. 

Antonio Maria so fradelo. 

Francesco Bagaroto fiol bastardo di missier Bertuzzi. 

Zuan Vitalian. 

Galeazo Gajardo. 

Zuan Francesco Pajarin da Piove over spadaro. 

Alexandro Paxin. 

Hironimo da Relogio, fradelo di missier Zuan An- 
tonio. 

Hironimo Pavin. 

Hironimo di Colli, homo d' arme. 

Beuelo Fabrizio balestrier dil Beraldo. 

Zuan Codazo, qu. missier Francesco. 

Jacomo Speron. 

Baptista e Francesco dal Legname e fradeli. 

Agnolo Conte, balestrier col Boromeo. 

Zuam Griego, guarda di uote in campo. 



17 

Zuam de Mandi, balestrier in campo. 
Julio Coradin, homo d'arme. 

Et luti li altri absentadi daprima. 

Item. 

Lionello da Lion. 
Francesco Buzacharini. 
Baptista e Francesco da Ligname. 
Jacomo Beraldo, qu. sier Bernardo. 

Etiam, a dì 15 fono chiamati : 

Citadini padoani mandati a Veneda 
a dì 4 avosto. 

Batista Paxin, fradelo di Àlexandro. 
Alexandro Cararo. 
Sachom d' Abrian. 
Lorenzo da le Campane. 
Alvixe Malorin, canzelier dil Serego. 
17 D. Francesco Musato, doclor. 

Sospeti altri citadini mandati, parte retenuti 
e parte in libertà messi a dì 4 avosto. 

D. Alvise da Porto, dolor. 

£1 gobo del Rio. 

Antonio Folchato. 

Zuan Folchato. 

Francesco Barbò. 

Julio Arzentin. 

Zuan Andrea dal Sai. 

Hironimo Chiaran. 

Jacob spizier su la piaza dil vin. 

Rizo, maraschalcho. 

Pre' Jacomo Folchato. 

Alvixe Fabian. 

Michiel Burleto. 

Fra' Matias, todesco a Sani' Agustin. 

Stefano calegaro trcntin a Santa Croce. 

Randolfo, suo fiol. 

Agustin da Panego e suo fradelo. 

Maislro Bortolamio da Montagnana fìsicho. 

Maislro Piero, bidelo francese. 

Alcuni milanesi confinati in Padoa. 

Maistro Lorenzo, sartor ferarese confinalo li. 

Zuan Spiron. 

Francesco, Alvise, Antonio Frigoleri. 

Andrea Doto de missier Francesco el cavalier. 

Marco da San Lazaro. 

Nicolò 

Hironimo \ da la Siegn, di sier Lorenzo. 

Sebastian 



MDiX, AGOSTO. 



18 



Agustin Barbò e suo fradelo. 

Senin da Marostega. 

Ruzier Cortuso, conte. 

Piero Matia Guerin da PorUge. 

Vetor da Este, dotor. 

Fra' Pasqual di Heremitani padoan. 

Thadio Lenguaza. 

Fra' Antonio d' Arlezega di San Domenego. 

Francesco Vertalo, zenero di Jacomo Spiron. 

Piero Buxichio. 

Messi in libertà a dì primo avosto. 

Livio da Bassan. 

Hieronimo da Ponte. 

Piero di Gabrieli. 

D.° Antonio di Porzelini, dotor. 

D.° Lorenzo Zacho, dolor. 

Sumario di una lettera di sier Zuan Paulo 
Gradenigo proveditor generai in la Patria 
di Friuli di 2 avosto 1509. 

Come, hessendo l' exercito nemico acampato a 
Cividal de Friul et bombardavate, et scoreva mani- 
festo pericolo ancor che per bon modo li havemo 
socorso di 300 provisionati ; et etiam eri matina, 
per un di soi primarii ussite la noie di la terra mi 
vene a trovar la malina a bona hora, che fu primo 
avosto, con protesti che dovesamo cavalchar eoo 
tulli cavalli stratioti et altri a veder de far retirar 
F exercito arquanto da la lerci, et con loro etiam 
vene missier Antonio Savorgnan et altri citadini con 
quai el sopradito protestò dicendo perso Cividal si 
poi dir perso Udene ; unde, missier Antonio Zusti- 
gnan et io, vedendo non poter far cavalchar del tutto 
senza la persona mia, deliberai a cavalchar et sfor- 
zarmi far tal effecto. Et cussi immediate montai a 
cavalo et fici venir con mi tuti li stratioti, balestrie- 
ri, domino Francesco Sbrojavacha et quelli de le Ta- 
le, ita che fussemo più de 500 cavali, con li qual 
andasemo fora de la (era. Et feci de dita zente tra 
squadroni, do de li stratioti, et uno de balestrieri et 
Taie, mandando 50 cavali mollo avanti per farle di- 
scoverte fosseno fate diligentemente. Hor se havias- 
semo verso Gvidal, et andasemo tanto avanti che 
discoprisene le sue vedete, che poteano esser da 50 
in 60 cavali, lo pensi 150 cavali per coipbater con 
loro, tamen ne foron mòrti alcuni eie. Zonse al- 
cuni cavali a la lora volta, et li se refleseno et rebaté 
li nostri, zoé quel squadron li mandai incontra. El 
qual dete a viso al so capitano, ita che lutto il suo 



IT - 



19 



yi>ix, AGOSTO. 



•20 



campo si mosse da Cividal et vene verso noi con 
fanterie, homeni d'arme et rorvati ordinatissima- 
mente; ma gran pezo avanti ex creilo venivano cer 
cha 150 cavalli lizieri de corrati, et io me andai re- 
tirando fin su la campagna lonlan da noi da quatro 
bone balestrate, et quando, come certi fosse come 
havea ordinato venendosi a retirando ordinatamente 
a passo a passo fin a Udene, st ratio ti se messe in 
fuga che mai li potei meter più in ordine, ita 
che con alcuni pochi valenti hon.eni restarono con 
mi fessemo testa, e cussi intertenissimo per do e tre 
volte in tempo, ita che quasi (uti fuzileno nostri in 
Udene: et si non fosse stato quel interlcnir che fes- 
semo, in vero ne saria periti assai. E per questo in- 
tervenir, perfin hora non polenio veder siano morti 
più di fc 22 di nostri et presoni cercha 10; ma de noi 
"18 che fosse m<> al combater, qualche un morto et io 
con qualche un altro ferito; io de ferite tre, una de 
lanza nel colo combatenrlo me dete con gran infu- 
sion de sangue, et due altre de stocho, perché pochi 
conveniva haver a far con assai. Tamen, spero non 
bavero mal; ma invero fessimo Pefecto per qual 
eramo andati, che 1 campo tutto se levorono da la 
terra et da la bataia li devano, ita che lì haveno 
tempo di riconzar li sui repari et altre di (Tese al suo 
bisogno, et retornati nemici de lì, et vedendo la terra 
aversi reparato mejo che prima, e forsi pensando che 
da rechao nndasemo ad asaltarli, ita che se hanno 
levati et andati a la malora. Et del tuto sia ri n gra- 
ttato missier Domine Dio et Nostra Dona, che in ve- 
ro, per quanto semo avisati da Cividal, ancor che 
loro non sapea che noi fossamo, li nemici haveano 
fin quel' hora devano crudelmente la bataia et aveano 
messo tre volte el stendardo su le mure; et ditti ale- 
mani arbandonono, sentendone noi, la balajn, e tutti 
si voltorono verso di noi, et noi si andassemo re- 
tirando al mcjo potessimo, perchè l'era grossissimo 
exercito. Et quelli di la terra di Cividal saltarono fora 
et inchiodorono la sua artellaria : quali inuma sono 
levati ut supra. Io non mi voglio doler del malo 
pericolo io ho auto, per esser sta causa de tanto bene 
a varenlar quella terra. Si persa la fusse, si poteva 
meler persa tutta sia Patria. In vero l'è sta 1 depen- 
to; ma tutto depende da lo Onnipotente Idio et de 
la Gloriosa nostra Dona etc. 

Utini die 2* augusti 1509, hora tertia. 

A tergo: Domino Sebastiano Contareno qu. An- 
18* tonii. 



Copia de una lettera di sier Ferigo Contar ini 
proveditor a Cividaì di Friul a la Signo- 
ria, yarra dil campo acanipato lì il suc- 
cesso. 

Serenissime princeps et cxc?Uentissime do- 
mine, domine observandissime etc 

Se non ho scripto a la Serenità Vostra in questi 
zomi, è processo da le grande occupatione. Ben pe- 
rò, de hora in hora, non son restato dar notioia al ma- 
gnifico proveditor zeneral et loc. ridiente de questa 
Patria de ogni successo, come credo per le loro let- 
tere la Excellentia Vostra il tutto haverà inteso. Non 
resterò per la presente dar noticia a Vostra Sublimità 
de ogni occorenze successe da poi le ultime scripsi 
a quella, a la quale fu dieta il campo nemicho a di 
30 del passato a hore 30 se acan.pò a questa terra. 
Da poi, la nocte, a hore 5, ne comenzono a bombar- 
dare ad una torre et cortina de muro al borgo 
dicto S. Dominico con grossissime boche de artel- 
larie, che le balote de ferro erano de peso de lire 
50 fino 135, come con el pegno in mano se puoi 
vedere; et bombardandone continuamente fino ad 
hore 15 del zorno sequente, minò assai de dieta 
torre et cortina. Da poi per loro fu mandato un 
Irombeta solo a le mure ad una certa posta quale a 
li dicti pareva forsi qui favorevole, dimandando se 
dovesseno rendere a la cesarea majestà. Inteso io 
questo, andai subito a dieta posta, et fici intender a 
quelli erano a la guarda che senza dir altro doves- 
seno scarchar una artellaria et amazar el dicto Irom- 
bela, reprendendoli Thavesseno lassato acostare a le 
mure. Mi fu dicto per quelli erano a la guarda, era 
sta uno de questi eiladini causa, el qual con tempo 
farò intendere a la Serenità Vostra chi el fu. Fuzite el 
dicto trombeta con grande terrore, et podio mancò 
che da uno archobuso non fusse morto. Li nemici 
nostri, perseverando ad bombardar, minò assai con 
grandissimo spavento de questi fidelissimi, i quali 
pianzeva et lamentavasi, el maxime le done, che 
grande pietade era a vedere. Non restava de con- 
fortarli et inanemar el popul<> stesse constante, prò- 
metendoli se senio vincitori. Molti de loro citadim 
titubavano et erano quasi morti, abenché tengo fosse 
da terrore ; pure non parlavano al proposilo di fe- 
deltà, che sentendo quelle voce me era crudel ferite; 
ma Dei gratta fici tanto che li redussi a lo aspe- 
ctar de le bataglie, le quali, ad ore 23, cessando de 
bombardar, li nemici, da poi tratane da 400 colpi 
de artellarie et minato da passa 6 de muro, se mes- 
seno in hordine cum tute le lor» zente, hon.eni d'ar- 



21 



MD1X, AGUSTO. 



22 



me, cavali lizieri et fantarie per darne la bataglia. 
Nui dentro, con le poche forze nostre ma con uno 
animo grandissimo, tutti disposti prima morire per 
la Signoria Vostra che perderli questa terra, se me- 
tessemo in bordine facendo el forzo nostro a dieta 
rota dove che li vedevemo venire per offenderci, et 
19 non ha vendo nui possuto reparare per el continuo 
bombardar feseno, metessemo fassine, paglia et pol- 
vere dove dubitavemo dovessino darne mazor mo- 
lestia, aspetandoli con forte animo a la bataglia. Li 
dieti veneno divisi in tre squadroni, apresentandosi 
con grandissimo impelo ; fussemo a le mano con li 
homeni d 1 arme et fantarie, i quali da nui rebatuti, 
se rimescono la seconda et terza bataglia, le quali 
durono per spazio de duo bore. Fu dato per nui el 
fodio preparalo, et parte de loro brusorno et parte 
da le arlellarie minute fumo morti, et asaissimi com- 
bat endo a fronte fumo deslruti. Si ritomomo cutn 
grande furia assai distanti di la terra, adeo, che, a 
gloria del nostro Signor Dio et de Vostra Serenità, 
siamo rimasti victoriosi. Rubiamo per certo da molti 
fuziti dal campo de li nemici, che dicono esser morti 
da 300 de loro et altratanti feriti, tra li quali et esser 
manchati tre homeni da capo. De li nostri ne sono 
morti da 25 et 4 feriti. Prometto a la Ex celienti a Vo- 
stra che li habiamo messi in tanto terrore, che se 
havessamo habuto cavali 200 lezieri li tolevemo le 
artellarie, el per la fuga pochi de loro seriauo ritor- 
nati a le lor stanzia Li dicti, el zorno sequente, ad 
hore 20, se levomo in gran pressa et tolseno la via 
verso Cremons; heri sera allozoroo miglia 3 lontani 
de qui. In questa hora, sono levati per dicto locho. 
De ogni suo andamento darò noticia a la Serenità 
Vostra. Oflìtio mio è dar noticia a la Excelienti i Vo- 
stra de li conestabeli quatro ho de qui. che son Vi- 
cho da Perosa. Paulo Basilio, Antonio de Pietrasan- 
cta, Lucha d' Ancona, i quali in tutto hanno de con- 
duta prò visionali 350, ma a tal fazione non sono slati 
da 250, haverse diportalo valorosamente con loro 
compagnie, et maxime el dicto Vicbo el Antonio i 
quali sono utilissimi servidori de la Signoria Vostra. 
Di me non dirò altro. Quella sia certa che, dove mi 
atrovo, li son oplimo servitore, el quanto per quella 
ho operalo in metter la propria vita, da molli la 
Signoria Vostra lo potrà intendere. A la cui gratia 
humilitcr me ricomando. 

Ex Civitate Austria die 3.'* augusti 1609. 

Serenitatis Vestrte mandato, 

Fedekicls Contareno 

Civitatis Austria provisor. 



Copia de una lettera scrita per la Signoria no- 
stra a sier Ferigo Contarmi, proveditor in 
Cividal di Friul. 

Havemo, per le lettere vostre, con summa sati- 
sfattone de r animo nostro intexe le prudente et vir- 
tuose operatone vostre, le quale in ogni parte ben 
corespondeno a la expectatione habiamo sempre be- 
vuta de la persona vostra, che siano sta per tre vol- 
te rebatuti da vui li inimici, et che ogni hora vi alro- 
viale con più intrepido animo. Possele immaginar 
quanto questo ve sia honorevole appresso la Signo- 
ria nostra. Meritano etiam laude et commendatone 
quelli strenui et fedelissimi nostri che, come scrive- 
te, hanno facto et fanno con ogni probità il dover 
suo, unde li conforterete in nome nostro a perse- 
verare, che non siamo per domentichar de loro in 
alcun tempo. Et sapiate che nui havemo mandati et 
hora siamo per mandar denari al locdtenente de la 
Patria precipue per satisfar a quelli valenti homeni 
che sono apresso vui in questa nostra cita, a li quali 
promelemo non lassar manchar el dover suo. 

Data in nostro Ducali palatio, die tertio 
augusti 1509, in hora 12.* 

Copia di una altra lettera scrita al prefato 
proveditor, la qualper raxon di eorni voria 
esser posta da drio. 

Per lettere vostre et de quella fidelissima comu- 
nità de 3 de l'instante, habiamo copiosamente et 
con singulare satisfattone nostra inteso li successi 
del campo alemano et la verilità et la inconcussa 
fede per lutti apertissime dimostrata verso la Signo- 
ria nostra, che invero ne e stalo de summa consula- 
tione, perchè quello se promeleveroo é prò voto 
successo con vostra immortai laude et memoria. Per 
il che, habiamo voluto farvi le presenti, certifican- 
dovi che non vi possamo exprimer quanto ne sia- 
no sia agrate le virtuose operalion vostre, ben con- 
forme alla expectation nostra Però grandemente vi 
laudcmtt, et sento per aver quella memoria che me- 
rito se convieii. Circha quella comunità fidelissima 
et digna di ogui exaltalione, li habiamo scripto 
seorsum in proposilo; però etiam vui li dechiare- 20 
rete che la fede sua già tanti anni per nui effectual- 
mente cognosiuta, ne ha hora più che più confirmato 
le preterite actione et optima disposilione, et semo 
per poner le operation sue a quel conto che merito 
si ricercha. Demuw, haveudo per vostre intexe le 



23 



IIDIX, AGOSTO. 



24 



vintissime et strenue opere de quelli fedelissimi co- 
nestabili ei precipue dil strenuo Vicho da Porosa 
et Antonio Pietrasanta, li direte in nome nostro che 
babiamo sempre facto de le persone sue existiroatio- 
ne, si per la perìtia et arte militare come per la fede 
sua ; ma bora havendo apertissime compreso el 
core, animo et virilità sua, siamo de constante opi- 
nione farli cognoscere con effecto die le opere sue 
ne sono state gratissime e de non vulgar contento. 
Data in nastro ducali palatio, die 7.° au- 
20 • gusti, indizione 12? 1509. 

A di 3. È da saper, ogi intesi da Piero di Bibie- 
na secretano del conte di Pitiano esser venuto uno 
homo di Roma, cbe 'l papa ha intimato de lì a i fi- 
glioli di ditto conte che 'I si parti dil servicio di la 
Signoria, aliter confischerà il suo stato etc. E cussi 
ditto messo con le lettere di Roma V ha expedito ogi 
a Padoa. Staremo a veder quello vorà far esso con- 
te, e lo aviso darà di questo a la Signoria nostra. 

Item, perchè molti nostri zentilomeni andavano 
in prexon a visitar Lunardo da Dresano eh' é in li 
andii, e il conte Brunoro di Serego e Bonifacio Jona 
et Paulo Luzasco, veronesi, presi a Padoa, offeren- 
dosi, vene uno comandamento di capi dil Consejo di 
X, che niun in pena di la testa non fosse lassato par- 
lar a ditti presoni etc. Tamen, li presoni todeschi è 
in casa dil capitanio con guardia, e li va todeschi e 
Piero Pender a parlar. 

Et in la Nuova é uno domino Hironimo Rocha- 
bruna, fo capitanio a Bassan, el qual, havendo com- 
pito P oflcio et volendo partirsi, fo in strada verso 
Asolo, a di 24 lujo, preso da uno di Bassan chiama- 
to Jacomo di Bortolamio Gampesan, e li dete taja 
ducati 100. Qual é signor, ut dicitur, di sette ca- 
stelli. 

A di 4, la matina, fo nuova in Colegio, per let- 
tere dil proveditor zeneral sier Zuan Paulo Grade- 
nigo, qual narra il modo dil combater contro i ni- 
nnici, et scriverò più avanti il tutto; et non ha mal di 
pericolo, et che domino Meleagro è alquanto ferito 
non da conto, e fo in la pugna. Jfem, hanno lettere 
di sier Ferigo Contarmi proveditor a Cividal di pri- 
mo, come, essendo venuti i nimici li erano a campo 
contra nostri, loro di Cividal ussiteno, ne amazono 
molti restati, e inchiodono certe bombarde. Item, 
scrìve il campo è levato di Cividal e andato verso 
Cremons. E nota: la comunità scrive etiam copiose 
di questo a li soi oratori ; et è da saper di sier An- 
tonio Savorgnan, dotor, castelan di la Patria e zen- 
tilhomo nostro fo in la pugna, et armato si portò 



ben. La qual nova di Cividal fo optima e con honor 
dil proveditor Contarmi, qual però non scrìve a li 
Signorìa. 

Fo divulgato una nova per lettere di Treviso, 
che domino Zuan conte Brandolin era sta preso da i 
nimici verso la Scala con 8 cavali, marti a di ultimo. 
Tamen, è sue lettere di primo da Feltre. Nulla dice 
di questo; siche non é vero. 

Di Nodi. Di sier Alvise Mudazo qu. sier Piero, 
podestà, di eri sera. Avisa la coraria fata per i nimici 
et il danno. E nota. Si hanno avisi i nimici esser re- 
duti a Castelfranco da cavalli 4000 et fanti 3 in 4 
mille, tra boni alemanni et comandali paesani etc. 21 

Et hessendo sta spazà za zorni .... Martin Be- 
stia corier a V Aquila in P Apruzo al conte di Po- 
pulo con la resolution, etc. et doveva ritornar subito 
perché li arsilii si meteno in ordine p r mandarlo a 
levar in loco securo e potrà vegnir con cavalli 3000, 
unde molti dubitava, et ogi si have per messo ve- 
nuto a posta, expedito per ditto Martin Bestia qual 
è sta retenuto a Rimano, che Tè contento e si mandi 
li navilii a levarlo eie. El cussi ogi fono mandati li 
executorì sier Vetor Michiel, sier Luca Tran zoso di 
Pregadi in pressa per expedir e compir di coniar li 
arsilii, dei qual é sta fato li patroni per li suvii à i or- 
deni justa il consueto. Et anderano via, e fò expedito 
uno breganlin in Apruzo a dir verano ditti quatro 
arsilii, e scripto a Chioza a sier Hironimo Contarmi 
proveditor di Y armada, qual é lì con 3 galie sotil, 
a levar diti cavalli, perchè li arsilii non è bastanti a 
levar tanto numero come par P babi modo di aver, 
tra li qual selle baroni di reame. Quello seguirà 
scriverò di soto ; siche la cossa di Ferara prò nunc 
non é altro, perchè lui non fa movesta alcuna ; ma 
ha fato crìde niun ne danizi. 

Da Treviso, dil podestà et capitanio et prove- 
ditor Duodo. Di quelle occorentie et di sier Gabriel 
Emo di ogi, z rrha quanto ha operato etc. 

Di Guagni Pincone conestabile, è a Treviso, fo 
una lettera la qual ogi fo leta in Pregadi. È savia 
lettera. Aricorda le provisione a Treviso, e si scrive 
di fortifìchar ogni dì, et nulla si fa; e bisogna se 
mandi zente; el altri aricordi boni. La qual lettera 
fo laudata da quelli di Pregadi. 

Da poi disua r, fo Pregadi, e lelo le soprascrìte 
lettere, e di più : 

Di Padoa. Di proveditori. Di quelle occorentie, 
et sono stati insieme col signor conte, et avisato dil 
partir dil re per Pranza ; scriveno coloqui etc. Item, 
sier Cristofal Moro proveditor si leverà juxta man- 
data. 



25 



MOtX, AGOSTO. 



2C 



Nota. A Padoa fo stropa' (re porte di la terra, 
videlicet Coalonga dove intrò nostri, la Savona- 
mola e Pontecorbo. ltem 9 in quella matina, essi pro- 
veditori feno publichar n.° 53 ciladini padoani ab- 
senli debano vegnir a presentarsi, àliter prozede- 
rano contra di loro etc. Lo nome di qual scriverò 
più avanti, et Piero Antonio Caodivacha. 

Dil conte di Pitiano capitanio general no- 
stro a Pietro di Bibiena suo secretano de occuren- 



tiis, et che la Signoria fazi il tutto di lenir Padoa e 
Treviso, perchè reaverano ogni cossa. 

Di sier Andrea Griti proveditor a sier Al- 
vise da Molin savio dil Consejo, particular. Lo 
avisa le cosse di Padoa, e bisogna far ogni cossa di 
21 * tenirla et mandarli zente di qua che la guarda ; et lo- 
ro, hessendo agumenladi, havendo 6000 fanti, ussi- 
ria in campagna, faria etc 

Di Verona, di uno amico. Chome veronesi, qual 
li chiama li baroni salvadegi, mandono per il mar- 
chese di Mantoa venisse in ajuto loro contra la Signo- 
ria, et non volendo vegnir, li mandono 4 oratori e li 
nomina, et hano promesso a queste lanze francese 
ducati 16 nulle, et hanno sborsato ducali 4000. Non 
hanno più danari, siche non sanno che far. Il populo 
desidera la Signoria nostra ; et veronesi crepano aver 
perso Lignago; et die I vene 1500 fanti di brexana 
in campagna per soccorer Lignago. Siche non sanno 
che farsi. 

Di Brexa. Di quesle occorenze, di uno amico, e 
dil partir dil re per Pranza, e di li fanti brexani venuti 
in veronese in ajuto di la Signoria nostra, et di missier 
Zuan Jacopo Triulzi venuto lì, e quello l' ha fato etc. 
Brexani hanno boti animo contro la Signoria nostra. 

Di Milan, di uno amico fìdel. Dil partir dil re 
a di 26 per Biagrassa. Stè do zorni ; a dì 28 poi 
parti per Franza; ma prima li presoni tulli e il si- 
gnor Bortolomeo, et ha lassa il governo di le zente 

a missier Zuan Jacomo Triulzi, videlicet lanze 

alozate in queste parte di qua da' monti. El cardinal 
Pavia lo va a compagnar fino a Sona a pe'de' monti ; 
è mal contento dil re ; non ha ulo nulla di quello vo- 
leva zercha possesso di beneficii etc 

Di Roma. Di oratori. Chome ho scripto di 30, 
et di li cardinali nostri Grimani et Corner cadaun 
scriveno separati chome sono slati dal papa, el par- 
lato di quesle materie zercha il levar la scomunicha. 
Scriveno il papa ritrovarsi in gran laberinto. S' il 
tien con Franza, non è ben satisfate da lui ; si col re 
di romani, li bisogna dar assa' danari; si con la Si- 
gnoria nostra, e cerio la recupera il tutto, e dubita 
di le (erre di Romagna e poi dil stato di suo nepote 

/ Diarti di M Saxlto. — Tutu. IX. 



ducha di Urbin ; siche non sa prender partito. L' a- 
quisto di Padoa li ha dispiacesto forte etc. 

E nota. Vidi una lettera di 30 scrita a sier Zuan 
Badoer dolor, cavalier, fo orator a Roma, per Zuan 
Battista da la Siega. Come eri vene lettere al papa 
di Maximian, ne le qual si contiene queste parole : 
che '1 se doleva molto dil papa, digando che '1 non 
li havea observalo li capitoli de le promesse; che 
assai cosse se conleniva e poche li haveva observalo, 
e altre parole assai, pur dolendosi, e li dimandava 
danari, si dice 100 mille ducati, e questo era per 
venir al suo disegno contra la Signoria nostra. El 
papa li rispose che '1 non havea danari, e che basta 22 
ben che li inauderia 200 lanze, e che ì gè ne havea 
dato pur tropo, e che questi che V havea li voleva 
per lui, e che '1 consumeria un mondo de danari e 
altre assa 1 parole, e mollo se corozò et era turbato 
con li oratori dil predito re. Etiam li scrisse che 
per niente non si fidasse dil re di Franza, perché li 
taria una barba di fen. Item, le zente dil papa non 
sono ancor mosse. Si aspeta risposta de Maximian 
predilo. Si tien il papa non gè le manderà. El signor 
Silvio Savello zonse terzo zorno lì a Roma, et il pa- 
pa dice andarà mercore a San Pietro ili Vincula per 
esser il suo dì, et lì disnerà etc. 

Da Udene. Si bave lettere di sier Zuan Paulo 
Gradenigo proveditor del modo fo il combater con 
i nimici, etc, chome dirò di soto. Et che Malfato 
conestabile è vivo prexon, e do capi di stratioti. 
Item, scrive insieme con sier Antonio lustinian do- 
lor vice locotenente, et manda una lettera di la co- 
munità di Cividal di Friul di quelle occorentie, e 
hanno inchioda le bombarde di inimici etc. Li qual 
sono levati e andati verso Cremous. 

Di Conejan. Di sier Bernardo Donado di sier 
Nicolò, podestà, di eri. Chome Fellre era in moto in- 
teso certe zente alemane e altri venirli adosso, adeo 
il vescovo e sier Andrea Arimondo proveditor e Pe- 
reto Corso conestabile, con li fanti ha via lì .... si 
tirò verso Castelnovo di Quer. Li Brandolini andono 
a Cividal di Belluno etc. Poi ha nova i nimici esser 
intrati in Fellre, el ebbeno poi Castelnovo di Quer, 
come dirò di soto. 

Di Chiosa, di sier Hironimo Contarmi pro- 
veditor di V armada. Come è lì, et si fazi proclama 
mancha homeni, siche galie debino ritornar etc. Et 
scrive il bisogno li achade. 

Di Maximian, fo leto una lettera mandata a sier Al- 
vise Mozenigo el cavalier orator in risposta di sua lei* 
tera. La qual é data a Igna a dì ... Li scrive non é tempo 
di mandar sui oratori, el debbi ritornar a Veniexia. 

3 



57 m>ix, 

Di Alexandria. Di sier Marin da Molin con- 
solo. Scrive come era zonto lì Curcut fio! dil Signor 
lurco con 

quel non era smontato, et 

•erano zonti messi di! padre ritornasse etc. Item, il 
Soldan ha mandato a cargar dil legname; voi far 
armata per P India contra portogalesi. Item, è zonte 
assa' specie, adeo al Chairo è calato ij precio di le 
specie etc. 

Di fra' Lunario governador di cavali li- 
fieri, fo una lettera data in Padoa. Scrive la 
condition dil campo et certa sua opinion, et quello 
lui voria far; in conclusion una optima lettera. 
22" Fu posto per i consieri e savii certa parte, ri- 
eonzada la parte di quelli impresteremo a la Signo- 
ria nostra, vidélicet posino con dar arzenti a du- 
cati 6, s. 6, et volendo al primo octobre siano fati 
eredilori al Montenuovo a ducati 80 il cento, et 
per il prò sia ubligà li G grossi per ducato di doana 
si soleva dar doni a le galie di Fiandra, e più non si 
possi dar di sti doni. Et questa ubligation sia fino a 
ta summa di ducati 30 milia ; et quelli impresterano 
siano notadi su uno libro in canzelaria, e volendo, 
possi scontar su le angarie, e altre particolarità, e 
il Serenissimo cortienzi a chiamar e dimandar im- 
prestalo. Ave tutte le ballote. 

Fu posto per li savii, exccpto sier Marco Bolani, 
sier Antonio Grimani savii dil Consejo, sier Alvise 
Mozenigo cavalier etc. che 1 luogotenente di Cipro, 
che si farà, non habi se non ducati 1000 neti; che 
prima havia 1500 ; né habi li pasazi eie. ut in par- 
le, la qual si babbi a meter a gran Consejo. Et fu 
presa etc. 

Fu posto per li savii, excepto sier Anlonio Gri- 
mani, atento domino Bortolamio Firmiano, é prexon 
qui, habi gran praticha apresso il re di romani, et 
si babbi oferto far gran cosse, che '1 sia relasato con 
la promision di ritornar, et la securtà di li tode- 
schi etc. Sier Antonio Grimani contradise, dicendo e 
da far da valenti homeni et non andar a mandar a 
chi non ne voi aldir; et si volemo far pase lassando 
Verona et Vicenza, con molte parole. Ma é vechio; 
anni 75. Li rispose sier Piero Capelo savio dil Con- 
sejo, poi parlò sier Zuan Trivixan è ai X savii; car- 
go il Colegio etc, e visto il Consejo non li piaceva, fo' 
termina indusiar, d' acordo, comanda gran credenza. 

Fu posto per li savii, atento sier Piero Duodo 

fo electo proveditor a per tre mexi con 

ducati 120 al rnexe, et hessetxlo compito li tre me- 
xi, sia electo uno proveditor a Treviso in loco suo 



ACOSTO. 



38 



con ducati 80 al mexe et 4 cavali, et si parti imme- 
diate. Et fu presa. E noia, fo electo ditto proveditor 
perette il prefato sier Piero Duodo si porta mal a 
Treviso ; niuii lo lauda ; sta sempre in casa et poco 
provede, come ha referito sier Alvise Mozenigo el 
cavalier in Colegio. Et fo electo sier Piero Mantello 
venuto capitanio 41 Carni ia, come a par per il scurti- 
nio qui avanti. 

Nota. In questi zorni, fu preso per Pregadi scri- 
ver al capitanio zeneral da mar vengi con l' armata 
in golpho a Zi ira etc. 23 

Fleto proveditor a Treviso con ducati 80 

al mexe: 

f Sier Piero Marzello, fo capitanio in Candia, 
qu. sier Iacomo Antonio cavalier . . 84 

Sier Andrea Loredan, fo luogotenente in la 
Patria di Friul 53 

Sier Piero Querini, fo cao dil Consejo di X, 
qu. sier Antonio 

Sier Zorzi Emo, fo savio dil Consejo, qu. 
sier Zuan el cavalier 44 

Sier Luca Trun, fo cao dil Consejo di X, 
qu. sier Antonio 

Sier Nicolò Corner, fo podestà e capitanio 
a Treviso, qu. sier Anlonio 

Sier Zuan Corner savio a terra ferma, qu. 
sier Antonio 

Sier Marco Antonio Loredan, fo cao dil 
Consejo di X, qu. sier Zorzi 

Sier Alvise Mozenigo el cavalier savio a 
terra ferma, qu. sier Thomà .... 83 

Sier Domenego Dolfin, fo proveditor in 
campo, qu. sier Dolfin 

Sier Lunardo Bembo è di la zonta, qu. 
sier Piero 

Sier Francesco Capello el cavalier, fo pro- 
veditor in Trieste, qu. sier Crislofolo . . 

Sier Piero Marzello, fo capitanio a Berga- 
mo, qu. sier Filipo 

Sier Daniel Dandolo, fo proveditor a Fel- 

tre, qu. sier Hironimo 

Non. Sier Nicolò di Prioli el governador di T en- 
trate, qu. sier Zuane 

A dì ."), domenega, in Colegio, vene domino Pie- 
ro Grimani di sier Anlonio comandador e ferier di 
Rodi, qual sento appresso el principe et expose al- 
cune parole con li cai dil Consejo di X, mandali li 
altri fuora. 



29 



UDJX, AGOSTO. 



30 



Di Treviso. Certissimo si ave aviso la perdeda 
di Caslelnovo di Quer, et Feltre item, per lettere di 
sier Anzolo Gabriel. 

Di Cividal, di 3, hore 18. Come haveano 
auto la rocha di lì, con questi pati : salvo le persone 
di soldati atamani, il resto a discretion. È. a quella 
impresa Zuan conte Brandolin. 

Di Treviso. Di sier Gabriel Emo avi let- 
tere di 4 e 5. Nulla da conto. Ha solum 180 cavali 
lizieri, computa 60 stratioti eri zonti: et ha villani 
adunati ; ma bisogneria almeno 400 in 500 cavalli 
per poter star a ia campagna. Et i nimici sono a Ca- 
stelfranco e se ingrossano, et a di 5 doveano ussir 
per dannizar. Vederà di reparar. 

Di Padoa, di proveditori. Chome domino Cri- 
stoforo Moro proveditor partirà con li cavalli, justa 
i mandati. Item, zercha domino Lutio Malvezo, è 
contento capitular con le condition etc. per uno 
anno, et la Signoria voleva per do ; tamen, per Co- 
legio li fo scrito siamo contentissimi afermi ditti ca- 
pitoli per uno anno. 

Vene sier Pietro Marzello electo proveditor a. 
Treviso, et nceplò dicendo desidererà star qualche 
zorno qui, niun di sci fradeli é qui ; tamen, si 'I bi- 
sognava, era presto a partir. Li fo 1 ditto de sì, e cussi 
disse partiria la matina. Li fo' dato danari et la com- 
missione etc. 

Noto. Eri fo per il Colegio dil Consejo di X exa- 
minato e dato corda a Alberto Trapolin di Padoa. 
Tochò il Colegio a sier Nicolò Pixani consier, sier 
Bernardo Bembo dotor, cavalier, avogador, sier Ni- 
colò Donado cao in loco dil Querini, sier Andrea Cor- 
53"- ner inquisitor. 

Da poi disnar, fo gran Consejo, et fo posto le 
infrascripte parte. La prima di elezer il capitan io di 
Padoa deprtesenti per scrutinio per questa volta et 
4 man di eletion, coq dacati 600 neli a 1* anno per 
spese, et debi risponder fra tre zorni e partirsi fra 
otto dì etc. ut in parte. Ave di la parte balote 9 
non sincere, 80 di no, 1515 di si. La copia sarà qua 
avanti; la qual parte fo posta solum per li con- 
sieri. 

Fu posta poi per li consieri la parte presa eri in 
Pregarti zercha il luogotenente et capitanio di Cipro, 
habi solum ducati 1000 a V anno. E fu presa. Ave 
di no 79, et de si balote 1071, et fu presa. 

Fu posta poi la parte presa in Pregadi zercha po- 
ter vender i stabeli conditionati per li debitori per 
conto di la guerra, con questo sia fatto le proclame 
in le chiesie eie. Item, il resto, trato quello dia aver 
la Signoria, sia posto in la procuratia di la chiesia di 



San Marco e, solo debito di sacramento, li procura- 
tori debbi comprar tanto altro stabele conditionato, 
dil qual si trazi le angarie. E li testamenti si registri 
a la procuratia in uno libro a questo deputato; con 
altre clausule ut in parte. Andò la parte senza con- 
traditione, e non fo presa. Have non sincere 7, di la 
parte 650, di no 700, e fo preso di no. E noto si dice 
è debitori di questa raxon per ducati 150 milia. 
Item, fo leto alcuni debitori di tanse perse zercha 
30, ttidelicet come missier Agustin Barbarigo fo 
dose ducati 50, sier Alvise Loredan qu. sier Polo 
ducati 5, sier Antonio Zustignan qu. sier Francesco 
el cavalier ducati 5, e molti altri. 

Et vedendo il prencipe esser persa questa parte ; 
dolendosi assai ha mandato a dir a li savii in Cole- 
gio, li quali mandò a persuader soa serenjti dovesse 
riconzar la parte et parlar. E cussi fé 1 riconzar per 
questa guerra solamente, et li procuratori e scrivani 
non habino alcuna utilità per il comprar di stabeli. 
Et cussi, avanti il balotar di li electi di Pregadi di 
nuovi, el doxe si levò e parlò il bisogno di danari 
per la guerra, et il numero grando di debitori di 
caxe conditionade, et con 70 milia ducati semo fuora 
di all'anni, e Dio ne ajuterà perché, poi la recupera- 
tion di Padoa, semo vegnudi in gran reputazion, 
persuadendo a voler questa parte, dicendo era sta 
conzà. El fé' lezer, el entrò el Serenissimo, consieri 
e cai di XL in la parte, la qual balotada, licet et al- 
cuni non voleva aldir el erano admoniti ad aldir il 
Serenissimo, fu presa. Ave i non sincere, 494 di no, 
864 di sì. 

Fu fato ogi capitanio di Padoa sier Zacaria Dol- 
fin savio dei Consejo qu. sier Andrea, mio cugnado, 
di largo judicio et in scurlinio el in gran Consejo, 
Item, fato eletion di tre dil Consejo di X ; non passò 
si noo do, licet molti con titolo fosseno nominati. 

Fo publica una condanason fata a di' primo nei 
Consejo di X contra sier Marin Coco di sier Zuan 
Alvise. Per soi mehsfati sia relega in perpetuo in Re- 
timo e distreto, e si '1 romperà e sarà preso, sia im- 
pichà in mezo le do coione. E habi la taja d. 500, « 
non si possi far gratia. $4 

Scurtinio di capitanio a Padoa. 

Sier Andrea Loredan, fo luogotenente in 
la Patria, qu. sier Nicolò 

Sier Luca Tran, fo cao dil Consejo di X, 
qu. sier Antonio 

Sier Piero Marzello, fo capitanio in Candia, 
qu. sier Jacomo Antonio cavalier . ' . ... 



31 



MDIX, AGOSTO. 



82 



Sier Stefano Contarmi, fo consier, qu. sier 

Bernardo o4 

Sier Polo Antonio Miani el consier, qu. 

sier Jacorno 

Sier Alvixe Marcelo, fo proveditor a Ha- 

vena, qu. sier Jacorno 

f Sier Zacaria Doliìn ei savio dil Consejo, 

qu. sier Andrea 150 

Sier Hironimo Donado dotor, fo consier, 

qu. sier Antonio cavalier 

Sier Francesco Capello el cavalier, fo pro- 

veditor a Trieste, qu. sier Cristofolo .... 
Sier Antonio Loredan el cavalier, savio 

dil Consejo, qu. sier Lorenzo 

Non. Sier Cristo fai Moro el provedilor zeneral 

in campo, qu. sier Lorenzo 

Non. Sier Hironimo Capello, qu. sier Alban .... 

In gran Consejo, captiamo a Padoa. 

f Sier Zacaria Dolfin savio dil Consejo, qu. sier 
Andrea. 

Sier Andrea Loredan, fo luogotenente in la Pa- 
tria, qu. sier Nicolò. 

Sier Bortolomio Minio, fo podestà a Padoa, qu. 
sier Marco. 

Sier Bernardo Bembo, dolor, cavalier, fo podestà 
a Verona, tolto per lui. 

Sier Antonio Loredan el cavalier, savio del Con- 
sejo, qu. sier Lorenzo. 

Et rimase il prefalo sier Zacaria, era in Colegio a 
consultar, et disse andaria di bon animo e partiria 
mercore. La qual cossa intesa di la lerra, ave mollo 
a ben, cargando sier Piero Balbi eleto podestà, qual 
za tanti zorni non è andato. Tamen, hora è amala- 
to di febre e fluxo, pur dice domenegha proxima 
farà, Deo dante, la sua inlrata. 

Nota. Eri Poficio di Pavogaria di eomun in pa- 
lazo, come P è al presento, fo compito di fabricar, 
et cussi eri, fo sabato, sier Bernardo Bembo dotor, 
cavalier, el sier Alvise firadcnigo andò a sentir ivi. 
Il terzo sier Marin Moresini, è ancora a Padoa. 

Gionse in questa sera Martin Bestia corier stato 
in P Apruzo a Populi dal conte et è stato tre di più 
dil termine a vegnir, et portò lettere a la Signoria 
di ditto conte. Qual è contento; ratificha et aprova 
li capitoli et la conduta, et voi venir omnino, o habi 
la licenlia dil re di Spagna o no, al qual ha scripto, 
et fin quattro zorni saria la dita risposta. Jfetw, li 
non si vede altro che barche ha mandato a tuor ar- 



me etc; siche tutto lo Apruzo é in moto, e la con- 
tessa mandò a dir a bocha per il ditto si racoman- 
dava al principe, e voleva venir a star a Veniexia et 
mandar una soa fiola, la seconda, in uno zentilhomo 
in questa lerra, perchè la mazor la maritò nel conte 

di a la qual ha dato el stato di Populi 

in dota, di consentimento dil re di Sjwgna. Questo 
conte ha gran fama di valente homo ; è di anni . . 24 

Di sier Anzolo Trivixan captiamo general 
di mar, di 26 lujo da Cor fu. Dil zonzer lì a di 
22, et confortar quelli popoli dicendo era venuto a 
visitarli. Etiam mandò do galie verso la Puja per 
intender qual cosso, qual prima, fo sier Hironimo da 
Canal, prese una fusta, et sier Zuan Mudazo uno bra- 
gantin, videlicet deteno in terra e li homeui fuzite; 
presono alcuni restati dentro franzozati, non hanno 
potuto aver corda. Referise P armada hyspana èsser 
nove galie, uno galion. una fusta, capitano Viilama- 
rin ; et in Barbaria esser barze quaranta. Item^ in 
el Tevere esser sie galie dil papa, quattro armate per 
forzi), et due per volontà dil signor di Monaco. Itetn, 
per avisi di P armata di Pranza, era nove charachie 
dì cantera 3f) milia in 30 milia P una, quattro galie 
sotil, due bastarde, una fusta et uno briganlin. Iter*, 
è nova li a CorlVi la Signoria ha reavuto Padoa, Vi- 
cenza, Verona, Brexa e Bergamo etc. et che li ora- 
tori andati a Roma nulla haveano fato, erano tornali 
in Ancona ; umle esso eapitanio desidera poter far 
qualcossa con tra il papa. Item, scrive dil zonzer 
dil eapitanio di le galie bastarde e conserve. In tutto 
e con galie n.° . . . . 

Di Corphù. Di reetori. di quelle occorentie. 

Di Candia et dil Zante. Sono lettere. Nulla 
da conto. 

Di Cataro, fo lettere di sier Polo Valarcs- 
so retor e provedi tor % di . . . lujo. Come de lì, a di 
(lete una savia in Sci i Uri e impiò luogo in al- 
cune caxe, adeo brusò tutto Scutari e li turchi habi- 
tavano li, excepto scapolati cinque. 

Nolo. (ìio!iseiio in questa lerra cinque cittadini 
di Moucelese mandali per sier Piero Gradendo pro- 
vedilor li in libertà, però per bon respelo. Li nomi 
di qual sono questi: Polo di Cumani, Zuan Balista 
Zago, Alvise Torta, Domenego Zucato et Bortola* 
mio Bonaldo. 

A dì li, fo San Salvador et per il dubito di la 
peste non procedesse, non si averze più chiesie il dì 
de la sua festa. Vene in Colegio domino Antonio Pi- 
zamano episcopo di Feltre, partito di Feltre poi che 
i nimici ite rum sono intrati, et disse alcune cosse, 



33 



MMX, AGOSTO. 



34 



et era fuzito de lì per venir in loco securo, et ale- 
mani haveano fato gran danni in Feltre etc. 

Di Cividal di Bcllun. Si ave il pr »veditor et 
sier Anzolo Gabriel era proveditor de lì, col conte 
Zuan Brandolin suo cugnato et le zente d'arme, 
inteso quella terra aversi data al re di romani e man- 
dato oratori a Feltre a darsi, questi nostri ussiteno 
fuora, et si tirono a Seravalle per mantenirlo. 

Di U.dene y di sier' Antonio Zustinian dotor 
vice locotenente, et sier Zuan Paulo Gradeni- 
go proveditor general. Come era quasi varito esso 
sier Zuan Paulo, et che il campo nemico era ito di 
là di l' Isonzo in Goricia. 

Di Treviso, dil podestà et proveditor Duodo. 
Nulla da conto. Aspeta il successor, et in questa ma- 
lina partì sier Pietro Marcello va provedidor a Tre- 
viso, per acqna. 

Di Padoa, di sier Andrea Griti provedi- 
tor zeneral. Dil partir questa matina per tempo 
25 con li cavali lizieri sier Crislofal Moro suo collega, 
per andar verso Noal e fino a Treviso, per contentar 
quelli che dubitavano molto di le zente alemane si 
adunava a Castelfranco. Item, si ave aviso dil partir 
di domino Lucio Malvezo con Feraguto et Hironimo 

di Pompei, in tutto cavali zercha et 

domino Zitolo da Perosa con fanti Et vanno 

verso Lignago per la intelligentia hanno di aver le 
zente dil marchese di Mantoa sono alozate a Isola 
di la Scala, et forsi esso marchese, qual è andato a 
Verona e doveva venir con le zente verso Lignago 
per aver quello castello. Etiam prender il signor ' 
Lodovico di la Mirandola qual vien per il papa in 
ajuto dil re di romani etc. come dirò. La qual pra- 
ticha fo menata, come dirò di sotto il tutto. 

Noto. Fo expedito il bragantin per mar al conte 
di Populo per solicitarto a la expedition, acciò si 
mandi li arsilii. Il qual conte scrive voler aspetar ri- 
sposta di Spagna, e dandola o no, vera a servir la 
Signoria nostra. 

Da poi disnar, fo Pregadi per compir di chiamar 
a T impresiedo. 

Fo leto le lettere soprascrite, et altre ogi ve- 
nute. 

Di Cividal di Friul, di sier Ferigo Conta- 
rini proveditor. Narra il modo si ha difeso dil 
campo nimico ; la copia di la qual lettera sarà qui 
solo. 

Di Cortole, di Zuan Alberto da la Pigna. 
Come voi uno salvoconduto di vegnir qui e tratar, 
et el suo signor ha bona mente contra la Signoria 
nostra. Item, manda a vender di soi villani do bur- | 



chii di angurie etc. Noto, per Colegio li fo fato il 
il salvoconduto che '1 potesse venir; tamen non 
vene. 

Di sier podestà di Valle. Come 

quelli di Pixin sono venuti fin li per aver la terra. Si 
ha difeso et combatuto. 

Fu posto per li savii, quelli sono debitori per li 
beni conditionati, habino tempo a pagar termine otto 
dì, senza pena. Fu presa ; 6 di no. 

Fu posto per li savii una lettera a sier Andrea 
Badoer oralor nostro in Ingaltera. Avisarlo di que- 
ste occorenze e dil papa etc. Presa. 

Fu continuato el chiamar patrìcii erano in Pre- 
gadi per T imprestedo, et trovono ut dieitur tutto, 
fin . . . milia ducati. Et fo dito el primo Pregadi sa- 
rano publichati queli barano prestato et quanto, et 
quel) non hanno prestato alcuna cossa* 

Noto. Li arsilii numero 6, tutta via si vanno 
compiendo di meter in ordine, e stanno a aspetar 
lettere dil conte di Populo, e si lavorano fuora di 
T arsenal, et li patroni è electi. 

A dì 7. Scrive da Noal di sier Cristofal Moro 
proveditor, esser eri zonto li con le zente. Anderà a 
Treviso, e manda uno frate preso lì per spion, etc 
qual fu posto in camera per i cai di X. 

Di Miran, di sier Alvise di Dardani pro- 
veditor. Come Camposanpiero li ha mandao a di- 
mandar socorso, perché il campo vien lì. Et lui va 
con villani, et mandò a dir al Moro proveditor soc- 
coresse quel loco. Rispose a la tornata di Treviso 
fari;i quella volta. La qual lettera vene eri, Riessen- 
do Pregadi suso, et fo lecta e con gran mormora- 
tion e vergogna di dito proveditor Moro. 

Da poi disnar, fo 25 



A di 8 avosto. mercore, si parti di qui sier Za- 
caria Dolfin eleclo capitanio di Padoa, qual in do 
zorni si ha expedito, e con gran laude di tutta la 
terra è partito. In tanlo bisogno, sier Piero Balbi, 
electo podestà za più zorni, dice ha mal, e farà V En- 
trata adì 12domenega. Or menò con lui alcuni paren- 
ti, palricii, i nomi de 1 quali sarano qui soto, tra i qual 
io suo cugnato. Et disnamo a Paluello in la caxa di 
sier Jacomo Contarmi qu. sier Piero rosso, e poi 
disnar, montati in barena per andar a Padoa, scon- 
tramo uno cavalaro di Padoa, disse a bocha nostri 
in veronese havia preso il marchexe di Mantoa e 
altri. Et cussi tutti che veniva ne verifichava tal 
optima nova, et con gran letizia zonzessemo al Por- 
tello. Et si dovea smontar in Porzia dove erano de- 



35 



UDtX. AGOSTO. 



se 



pula (ad) aspetarne, et zonti al Portello, tutti li fanti 
. corevano dentro, li ponti si levò, dicendo i nimici é 
in Caolonga, e tutti li fanti corevano a le sue guar- 
; .de: poteva esser zercha bore 2*2. linde, parse al ca> 
pitanjo e nui smontar, et le robe rimaseno in barcha 
tutte, et fo sera el porteleto di V aqua, e tutte le 
done pianzevano da paura. £1 capitanio e nui altri 
andavamo confortando tutti, et poi, più in qua di 
S. Sophia, se intese non esser nulla, come non fu. 
Imo, el prete di una chiesia a Ognisanli sonò cam- 
pana martello ; qual poi fu fato retenir per ditto ca- 
pitanio, perchè non bisognava meter questo teror. 
Et cussi, in veste picole, si vene a far F intra ta non 
ordinata, et reduli in una chiesia di S. Boltolo dove 
si aspettò il capitanio zeneral, el proveditor Griti e '1 
eao di X e P avogador. Erano parte in Porzia (ad) 
«spelarne et parte vene a scontrarne, et prima vene 
sier Hironimo Querini cao di X, sier Marin Morexini 
avogador, sier Constantin Zorzi camerlengo, e al- 
cuni patricii nostri erano in Padoa et citadini mar- 
cheschi, ma pochi, mdelicet missier Hironimo di 
Obizi el cavalier, missier Francesco Doto el cavalier, 
uno Papafava etc. et domino Raphael di la Saona- 
ruola dolor, domino Vicenzo di Mastelari dotor, e 
alcuni altri. Poi vene il conte di Pitiano capitanio ze- 
neral nostro, sier Andrea Griti procurator e prove- 
ditor zeneral, il conte Bernardin, domino Antonio 
di Pii, con altri condutieri e capi. E cussi, a piedi, 
con le trombe di bataja avanti, venimo in pinza el 
intrò felicis auspiciis nel palazo di! capilanio di 
Padoa, dove prima era alozati li proveditori, et hora 
andono (a) alozar nel vescoado. Et in itinere ne 
disse nulla era dil remor di ogi, et la nova dil mar- 
chexe di Manloa preso Qual F ebeno a bore 17, per 
lettere di 13 bore di ogi di sier Carlo Marin prove- 
ditor di Lignago, avisava nostri a Isola di la Scala 
aver preso il marchexe di Mantoa et altri, et questo 
Fhavia a bocha. linde, subito esso proveditor Griti 
spazò questa lettera a la Signoria, et p:»i, do bore 
da poi, zonzè una altra lettera di Lignago eertificha- 
vsi questa vitoria, et havia a viso di domino Lucio 
26 Malvezo vena col marchexe et altri presoni lì a Li- 
gnago a disnar. 

Item, da poi, a bocha, vene uno nontio di do- 
mino Lucio al proveditor Griti. Li disse solum ha- 
ver fornito la Incenda in ben ; siche era certa la vi- 
toria. E cussi con gran jubilo stemo quella sera. Ta- 
men, fin F altro zomo da matina, e poi fin hore . . . 
non vene altro ; che molto fé' star su pensier no- 
stri etc. Questa nova zonse a Veniexia a hore 

hessendo Consejo di X suso, e luta la terra fu piena 



con gran jubilo. Et per tornar al proposito nostro, 
in Padoa tuttavia si fortificha. Hanno molli homini 
villani che lavorano cridando : u Marco, Marco „ 
e volentiera, rcpari e bastioni atorno, et maxime a 
la Sarasinescba uno bello. Coalonga et ai Cannoni si 
fortillcha molto con do bastioni et ropari. Item, 
dentro le mure, da la Sarasinescba fino a Ognisanli. 
El la porla de Ognissanti e S. Zuane erano averte, 
ogi slropade solum do, la Saonarola e 1 Pontecor- 
bo. Et sier Nicolò Pasqualino patron a F arsenal è so- 
pra questi repari, e schalco dil campo domino Zuli*n 
di Codignola condutier nostro, e do citadini padoani 
a lozar il campo, domino Scipion Sanguinazo el ca- 
valier el Nicolò da la Saonaruola ut dicitur sono 
stali marcheschi. Tamen, li altri Sanguinnzi è re- 
belli. Vene la sera lettere di sier Mafio Querini pro- 
veditor a Caslelbaldo di ogi al proveditor Griti. 
Avisava de lì si diceva esser sia preso per nostri 
ditto marchexe di Mantoa. Et cussi veniva zente di 
Vicenza referiva esser certa dita presa, e di lì ogi si 
diceva in Vicenza esser venuti certo numero di fanti 
di F imperator, in loco di 1000 spagnoli era, quali 
è andati in campo predilo, eh' è a Castelfranco, dove 
fa la massa e di gran zente. Et perché ogi in Padoa, 
al tempo dil remor fu posto a sacho quasi la Cha v di 
Dio, et mandato a reparar per il capitanio di le fan- 
larie con sier Polo Nani pagador, qual prese uno 
fante havia una caldiera e la portava via, è di la 
compagnia di domino Latanzio di Bergamo, e pre- 
sentalo davanti il proveditor Griti, ordinò al bari- 
selo questa note Io apichasse al palazo. Et cussi fato 
confessar, fu apichato. Era di nalion di Orzivecchi, 
disposto zovene. Item, fo uno prete qual strazò 
S. Marco zoso di una porta, et accusato al predito 
proveditor Griti, fu fato retenir e posto in prexon, 
el meritava subito la forcha. 26* 

Et havendo scripto di sopra vo ! er far mentione 
quelli patricii veneno a compagna r sier Zacaria Dol- 
fin capitanio di Padoa e si trovono al remor sopra- 
dito, qui solo sarano noladi : sier Piero Querini qu. 
sier Antonio, sier Alvise, sier Antonio, sier Marin, 
sier Lunardo Sanudo qu. sier Lunardo, sier Zuan 
et sier Beneto Dolfin qu. sier D miei, sier Lunardo 
Contarmi qu. sier Marco, sier Zorzi Venier qu. sier 
Francesco, sier Lorenzo Falier qu. sier Toma, et 
sier Alvise Capello qu. sier Hironimo et sier Lunar- 
do Dolfin suo fiol. 

A di 9. Io era a Padoa, et però noterò le nove 
de lì. tutti eramo admirati non seguiva la nova di 
la capttira dil marchexe di Mantoa. eri dieta. Andato 
il capitanio a messa vestito di seta e altri di scariato 



37 



IIDIX, ACOSTO, 



38 



. a comedo al Santo, dove aldite do messe come li 
commise il Serenissimo a l'archa di Santo Antonio, 
et era zercha qualro citadini con lui marchese!» e 
non più. E venuti in piaza, era il capitanio zeneral, 
il proveditor Griti et il cao di X et V avogador, si 
ave aviso i nimici venuti a Gunposanpiero fino da- 
nizando, et quel proveditor sier Antonio Querini di- 
mandava ajuto, sopravene sier Alvise di Dardani 
proveditor di Miran e Uriago, dicendo venir di Cam- 
posanpiero et se mandi fanti e stralioli perché tutto 
va a focho e fiamma. Lui, di Miran é andato lì con 
bon numero di villani ma non poi più star, e mostrò 
una lettera de la Signoria di eri sera, li scriveva in 
risposta dolersi che sier Cristofal Moro proveditor 
sia andato di longo a Treviso e non haver provisto 
a Camposanpiero, ma ditto al ritorno provederia; et 
che hanno scripto a esso Moro a Treviso et al Griti 
a Padoa mandino zente etc. Et cussi dimandava soc- 
corso. Li fo dato bone parole e ditto si provederia, et 
il Moro dia tornar e lasserà li pressidio. E cussi fo 
licentialo ; qual a nona si parti, et in itinere ebbe 
aviso i nimici esser col campo venuti li et aver auto 
il castello, et in la rocha si era tirato i[ proveditor 
sier Antonio Querini qu. sier Francesco con alcuni 
fanti et si leniva; siche dillo Dardani tolse la volta 

• 

di soto e andò a Miran. In questo mezo, todeschi de- 
predava il paese, et villani fuzivano tutti, come dirò 
di solo. Et a hora zercha 15, vene lettere di Ligna- 
go al proveditor Griti di eri, a di 8 hore 10, li avi- 
sava la vitoria auta contra i nimici a Isola di la Scala, 
come, hessendo zonto con le zente a Lignago la 
notte, a l' alba fono a Isola di la Scala dove era il 
57 marchexe di Mantoa con 900 cavalli, et fono a le 
man con nostri, morti de 1 inimici 150 in 200. Pre- 
seno ditto signor marchexe di Mantoa e do soi pa- 
renti, et uno locotenente francese, et do comissarii 
veronesi, domino Galeoto da Nogaruole et domino 
Incorno Spolverino, et fato bon bulino di cavalli et 
arzenti et ducati 6000 havia auto a Verona con uno 
bazil doro. Et con questa vitoria e presoni era ve- 
nuto a Lignago a far colatione, et aspetta bordine dil 
proveditor di condurlo securo, per esser pericolo in 
la strada. Item, sier Carlo Marin proveditor scrisse 
in consonanza di questa vitoria, e fariano colatione 
e partiriano per Este etc. Or in ditte lettere di do- 
mino Luzio, lauda domino Zitolo di Perosa, Fera- 
guto capo di balestrieri dil capitanio zeneral, domi- 
no Hironimo di Pompei, Marco di Rimano et Mega- 
ducha capo di stralioli, quali lutti si hanno portalo 
valentemente. Et recevuto a Padoa ditte lettere, su- 
bito il proveditor Griti vene dal capitanio a consul- 



tar quid agendum, dove era il cao di X et lo avo- 
gador, e fo terminato con bon numero di cavali li- 
zieri dito proveditor subito li andasse contra, per 
assecurar la strada, in caso feraresi o altri volesseno 
venir a reaverlo. E cussi immediate si partì, e andò 
la sera a Este, dove vene ditto marchexe condulo li e 
li altri presoni, et dormileno quella noie li, e la ma- 
ttila vene a Padoa, et fo expedilo le lettere in nome 
di tutti quattro a la Signoria nostra. 

. In questo interim, il campo di l' imperalor, nel 
qual era in persona, auto Camposanpiero, etiam a 
pati ebe la rocha, che il proveditor Querini si rese 
al conte Federico di Bozolo zoé di Gonzaga. Tode- 
schi introno in la rocha et il proveditor fu fato pre- 
xon, et fo usato gran crudeltà per i nimici. Li intor- 
no villani coreano a Padoa cridando le crudeltà 
fanno i nimici. Et la sera vene alcuni villani dal ca- 
pitanio, quali menono uno prete italiano et uno co- 
rier dil re di romani todesco veniva di Vicenza e 
andava in campo dal re con lettere todesche di do- 
mino Nicolao Firmiano è governator di Vicenza, 
qual fo fitte trasiatar in latin per Valerio Lamberti 
era venuto con il capitanio li a Padoa, et mandate a 
la Signoria con alcune altre lettere strazate per dito 
prete scrite in latino vulgar, e drizate a li capi di X. 
Pareva fosse intelligentia in Padoa etc, et era di 
grandissima importantia, e loro fono messi in pre- 
xon. Et in questa sera, gionse a Padoa sier Cristofal 
Moro proveditor con li stralioli e cavali lizieri, stato 
a Treviso, perchè intese il campo veniva a la volta 
di Padoa etc. In questo mezo, eri, a di 8, vene le in- 27* 
frascripte noVe a Venecia, come ogi io le intesi per 
lettere a Padoa, che quelli di Cividal di fìellun ha- 
veano esborsato a' todeschi ducati 5000 acciò non 
intraseno in la terra, la qual tamen si teniva per la 
cesarea majeslà. Poi vene non esser vero, et cado- 
rini erano inlrati dentro e teniva per S. Marco, per- 
chè era la mina sua. Unde, per Colegio fo scritto 
a sier Zuan Vituri proveditor a Sazil vadi in Cividal 
a governo di quel loco, perchè la terra dimandava 
governo. Tamen non andoe, perchè si dete a V im- 
peralor dil tutto, et si ave, alcuni stratioti erano con 
domino Zuan conte Brandolin, sdegnati per certi 
bulini, esser fuziti nel campo nimico; ma non si 
crete, né fu vera. Et dito Zuan conte et sier Anzolo 
Gabriel, era proveditor in Cividal, si ritirono in Se- 
ravalle et li si forlificono. 

Di Roma. Fo ìeitere di 4. Come se diceva el 
re di Franga esser afebrato a Susa, et il papa con il 

re haver stipulato novi capitoli, i qual non 

se intende. Item, i! papa havia fato saper a li nostri : 



39 



ItDIX, AGOSTO. 



40 



oratori esser sta* preso Padoa, et I 1 imperator intrato 
dentro con occision di 30 milia nostri. 

Di Treviso, di sier Gabriel Emo. Come fu 
con villani bori numero et cavali 300, a di 7, apresso 
Castelfrancho, e mai parse alcuno, et il proveditor 
Moro la note andò con le zente si atrova a certi passi, 
acciò queste zente non se unissa con quelle sono in 
Feltre e di lì via ; et che Feltre, conlra la fede data, 
é sta sachizato e brusato. 

Di Friul. Nulla. Le zente erano verso Goricia ; 
et che sier Zuan Paulo Gradenigo proveditor zene- 
ral iterum li era mollato il sangue per la ferita aula ; 
pur stava meglio, et dimandava licentia, non po- 
tendo exercitarsi. 

Di Brexa e Crema. Fono avisi et relatione. 
Come aspetavano nostri noncii per levar S. Marco 
e far movesta contro francesi, perchè, di qua di 
Adda, non erano se non cavali 3000 francesi a la 
custodia posti. 

Di mar. Come sier Filippo Bodoer sopracomito, 
volendo ex pugnar uno casleleto soto Fiume chia- 
mato , fo da una bombarda lui et il suo 

scrìvan amazati, ita che re infecia la galia si par- 
ti eie. Et per Colegio fo mandato vice sopracomito 
in loco fratrie sier Alexandro Badoer suo fradello, 
qual subito si parli e andò via. 

Item, a dì 8, a hore di vesporo, vene uno inco- 
gnito vestilo a la todescha aconpagnato da Polacho 
capitanio, et siete con il Serenissimo e capi dil Con- 
sejo di X in dia' dil doxe longamente. Item, fu 
preso a Treviso uno frale per tratado etc 

Nota. Questo fo Antonio Caodivacha padoan, fo 

colatemi nostro, qual tramava tralar acordo con il re, 

et parlato quello volse, perché havia salvo conduto, 

poi si partì et fo acompagnato fino a Margera de le 

28' barche di cai. 

A dì 10, fo S. Lorenzo, venere. La matina, (la- 
vandosi auto lettere dil proveditor Grili questa note 
di Este che la matina inlraria in Padoa col marchexe 
e gli altri presoni, sier Chrislofal Moro proveditor li 
parse andarli conlra con domino Antonio di Pii, 
Guerier dil Castclazo, Zulian di Cori ig noi a e altri 
capi e slrutioli, et io con lui vulsi andar, e fuora dil 
Bassauello, a hore . . . sconlramo le zente. Venieno 
tulli stratioli cargi di botino e di cavalli, e li cavalli 
presi erano cavalchati da li fanti di Zitolo che a pe' 
andono. E fu bel veder. Poi, veniva alcuni presoni 
francesi homeni d' arme, pur a cavallo; poi vidi uno 
bellissimo corsier chiamalo il Favorito, Io stimava 
più di ducati 1000, qual e di Zitolo; poi vene il mar- 
chexe a cavallo con uno zipon slrichà d' oro e pao- 



nazo e una capa negra sopra, et erali apresso il pro- 
veditor Griti, domino Lucio Malvezo con uno sagio 
strìchà d* oro, et poi li altri capi e li presoni e li do 
veronesi nominati di sopra, e il francese, e do favo- 
riti dil marchexe, domino Lodovico da Fermo et Ju- 
lio mantoan. Et cussi tochalo la man al ditto mar- 
chexe tulli, fo messo in mezo di provedilori, e con 
gran numero di cavalli intrò in Padoa per la porta 
di Santa Croxe. Tutti cridava : u Marco, Marco, vi- 
teria, vitoria, „ et tutte le strade et fanestre erano 
piene di zente. E cussi cridando : * Marco, Marco, „ 
maxime da li villani e soldati et anche il populo me- 
nuto, vene in piaza, dove era il capitanio zeneral, 
qual volse dismontar, et dismontò etiam il mar- 
chexe, et il capitanio li fé* gran reverentia. Et la 
piaza era in ordinanza. Tochava la guarda a domino 
Latanzio da Bergamo. Et poi vene con li proveditori, 
e il capitanio restò in Domo, dove a la scala di mezo 
era sier Zacaria Dolfìn capitanio, el cao di X e V a- 
vogador e camerlengo e li palricii .veneti. E zonto 
ditto marchexe, il capitanio disse : « Signor marche- 
xe, sempre vi ho visto volentieri, ma hora vi vedo 
molto più volentiera » e li tochò la man. E lui ri- 
spose : « Son molto contento esser prixon de la illu- 
strissima Signoria >. Poi andò suso, e questi ri- 
mase lì. Et vene domino Galeolo da Nogaruole et 
domino lacomo Spolverin veronesi cavalieri, e il 
capitanio disse : « Missier lacomo, vui se* qua. L* é 
molti anni che merité la fòrcha, e io ne so qual- 
cossa » Lui si volse scusar, dicendo : « Si vederi la 
mia innocentia eie. > Or tutti andono a disoar. 
Etiam vene suso el resto di presoni, maxime quel 
francese fu primo con gran superbia. Fo expedito 
lettere di questo a la Signoria, et poi disnar, atento 
era nove il campo di T imperator era venuto a Tor- 
re e danìzava e veniva al Ponte di Vigodarzere, e 
cussi lì si acampoe di là di la Brenta, facendosi forte 
al Ponte, et andavano danìzando etc. 58 

Et fu posto bordine di condur ditto marchexe a 
Veniexia. con il qual doveano vegnir sier Hironimo 
Querini cao dil Consejo di X e sier Marin Morexini 
P avogador, quali però eri ebbeno la licentia dil Con- 
sejo di X di repalriar, el volseno restar fin ogi per 
acompagnar ditto marchexe, et fono in consulto de 
modo condtACcndi, et ivi dal capitanio di Padoa fo 
parlato assai sopra questo. Dubitavano i nimici hes- 
sendo propinqui, non li venisse voglia di tuorlo di le 
man, e però fo mandato a far comandamento a 
Iute le rive di qua et di là a 1 villani venisseno con le 
arme su le rive per dar animo, et che sier Crìstofal 
Moro proveditor dovesse cavalchar con stratioti fino 



41 



IfDIX, AGOSTO. 



42 



a Paluelo, e che il marchexe montasse in barcha al 
Portello con questi do sopraditti et con li do vero- 
nesi e il francese e non altri prexoni nunc; et cussi 
fu fato. Et poi disnar, hofe 17, si partino tutti, et 
esso marchexe a cavallo fin al Portello, e li montò 
in barcha. In questo mezo, il campo di V imperator, 
con lui in persona, si vene, come ho ditto, acarnpar- 
si al Ponte di Vigodarzere, et per villani tutto ogi 
veniva menati presoni todeschi scalzi e altri. Parte 
erano posti in prexon, e prima examinati dil nu- 
mero di) campo e altre parlicularità etc. Et era per- 
sone 20 milia, zoè 3000 cavali francesi sotto mon- 
signor di la Paliza e monsignor de Imbracurt. Item, 
3000 cavali alemani mal in hordine ; chi dice 3000 
tra borgognoni e italiani, chi più e chi mancho, et 
più di fanti 10 milia, e boche di fuogo 34, parte 
tiravano 6 cavali e parte pizole artelarie. Et era 
r imperador in persona. Et cussi a bore di nona, si 
acampoe ditto campo al Ponte di Vigodarzere mia 
do di la porla di Coalonga. Subito sier Andrea Griti 
proveditor col capitanio zeneral aiulono e altri con- 
dutieri per la terra a far provision, et fo ogi fato 
stropar do porte, Ognisanti e San Zuane. Alcuni vo- 
leva butar zoso il ponte di Ognisanti; ma fo termi- 
nato lassarlo. Et si continuava li repari con gran nu- 
mero di villani, e fato bastioni a Coalonga et ai Car- 
meni e a la Sarusinescha, con gran pressa, et fato le 
sbare tre fuora la porla di Coalonga, et altre provi- 
sion per la terra. A la qual porta di Coalonga, era in 
custodia Alvise Puochaterra mandato di Venecia con 
30 compagni venitiani. Et di queste nove di vegnir 
il campo a Padoa, subito fo expedile lettere per il 
proveditor Griti a la Signoria nostra, date a la por- 
ta di Ognisanti di bore ... le qual zonse a Venecia 
a hore una e meza di note hessendo venuto zoso 
Pregadi, et quel fu fato, noterò di soto. Et quelli 
zenthilomeni venuti a Padoa a compagnar il capita- 
nio, inteso questo, subito veneno a Veniexia, et io 
restai a Padoa exortato dal capitanio, et fui contento 
29 di restar per 8 zomi. 

Nolo. Eri gionseno a Padoa quattro villani, quali 
hanno preso il marchexe di Mantoa a Ixola di la 
Scala, e sono villani brazenti di Ixola predita. Il 
modo fu che, hessendo villani in arme, cridando 
Marco centra francesi e li altri roti da' nostri, que- 
sti andavano zerchando quelli si scondeva per spo- 
sarli, et in una melega vicina a la caxa dove havia 
dormito el marchexe quella notte, el prefato signor 
era disteso scalzo et in camisa senza arme, perché si 
butò zoso da una fanestra e corse li. Et questi vil- 
lani intrò dentro, e fo uno d' essi che lo cognobe 

/ Diarii di M. Sanuto. — Tom. IX. 



per averli porta una lettera a Verona in quelli zorni, 
che era alozato a S. Anastasia in cha' dei Megii, et 
cognosuto, lo aferrò per la manega di la camisa e lo 
tiroe fuora. Dito marchexe li proferse ducati 6000 
d' oro di taja. Lui disse : « Vi vojo dar in man di la 
Signoria > et lo conduseno tutti quattro in una caxa 
vicina, mandono per Feraguto capo di balestrieri dil 
conte, al qual si rese. E cussi fu preso. Qual mar- 
chexe si doleva esser sta preso si vilmente senza 
combater. Or questi villani in camisa venuti, fono 
carezati, et quello che 1 prese, nominato Domenego 
di Vinturin dal Termeno, alozò la note in palazo dil 
capitanio, e poi ogi tulli quattro veneno a la volta 
di Colegio per andar dal doxe con tal prexon. Li nò- 
mi di qual, sono questi : Domenego di Venturin dal 
Termeno da Ixola di la Scala, Cristofal di la Donola 
da Bovolon, Cabriel di Sonabiano etc. Et intesa que- 
sta nova certissima a Venecia di tal vitoria, fo ter- 
minato prepararli la Toresella dove. erano quelli 
francesi, e li francesi fono posti in Colegio di le bia- 
ve, e fo conzà dita Toresella con tapezarie, coltre 
d' oro etc, e fo per li capi dil Consejo di X sier 
Lorenzo di Prioli, sier Andrea Loredan, sier Fran- 
cesco Bragadin electi li custodi \) guardiani citadini, 
vidélicet 3 di sopra et 6 poi per le scale, i qual sa- 
rano notadi qui solo, et 10 fanti dil Consejo di X pa- 
gali da basso con le sue arme, et 10 altri a) ponte di 
la Paja, e do barche dil Consejo di X sempre stiano 
al ditto ponte. Siche sarà sicuro. Et fo terminato li do 
veronesi meterli in li chameroti. 

Guardiani primi dil marchese di Mantoa 

in Toreselle. 



Michiel da Ponte 
Antonio Gonella 
Zacharia Trìvixan 
Hironimo Bonamigo 
Hironimo Zorzi 
Andrea de Vivian 
Zuan Gafaro 
Zuan Francesco Zen 
Antonio di Bartoli 



con il marchexe. 



in la prima camera. 



in la seconda camera. 



in la terza camera. 



29 * 



Et perchè, hessendo a Padoa, convegno scriver 
un zorno da poi le nove di Venecia, eri, fo a di 9, 
fo Pregadi et leto lettere, et fu dato licentia, per 
parie posta per i savii, a sier Zuan Paulo Grade- 
nigo vengi'in questa terra a varir, et di elezer de 
presentì in suo loco proveditor zeneral in la Patria 
di Friul, con pena. Et presa ; fato il scurlinio, ri- 



43 



MMX, AGOSTO. 



44 



unase sier Andrea Loredan, fo locotenenle iu la Pa- 
tria di Friul, qu. sier Nicolo, qual era cao dil Con- 
sejo di X^ et subito refudò, dicendo esser cao di X 
et proveditor a Y arsemi eoo pena. Et iterum facta 
efectione, rimase sier Francesco Capelo el cavalier, 
fo proveditor a Trieste, qu. sier Cristoforo, el qual 
acejptò et partì subilo. Et li scurtinii saranno qui 
sotto posti 

Scurtinic di proveditor zeneral in Friul 

con pena. 

Rifiutò Sier Andrea Lorella n, fo luogotenente in la 
Palm, qu. sier Nicolò. 

Scurtinio di proveditor gennai in Friul, 

loco supradicti. 

Sier Francesco .Capello el cavalier, fo proveditor a 
Trieste, qu. siqr Crisiol'alo. 

Copia di la parte fo messa a dà 5 avosto in 
gran Consejo, far capitario di Padoa per 
scurtinio. 

Essendo sta Tato per questo Consejo li proximi 
zorni eletion de podestà de la cita de Padoa, é ne- 
cessario etiam fer eletion de capilanio, aziò quella 
terra e territorio sii recta et governata per forma, 
che sii con salisfazion nostra. Et peròl'anderà parte 
che ogi, per scurtinio, in questo Consejo et quatro 
man de eletion, sia eleto capitanio a Padoa, prò hac 
vice tantum per uno anno, et habi ducati G00 a 
T anno e a raxon de anno per spexe, de li qual non 
sia tenuto mostrar alcun conto a la Signoria nostra, 
et lenir deba cavali 4 a sue spexe et aceptar fra spa- 
zio de tre zorni, e sia tenuto partirsi fra spazio de 
otto immediate sequenti, computaci! dicti tre. Ve- 
rum, non possi ditto capilanio, nec etiam e! podestà 
electo esser aslreti in alcun tempo ad alcuna contri- 
buirti per li danari deputati per spexe, alcuna an- 
garia cujuscumque sit generis; la Signoria sia te- 
nula pagar per loro, Et insuper, circa la eletion, 
siano a la condilion di capitani e proveditori gene- 
rali, atento che ditto rezimento se pò 1 senza dubio re- 
putar extraordinario. Veruni, se alcuna parte circa 
ciò fusse in contrario, sii prò num revochata, De 
30 parte 121, de non 80, non sincere 9. 

Di Friul. Si ave lettere il campo inimico era a 
Goricia, et se ingrossava {kt andar a la volta de 
MonfaJeou, 



A di 10 fo etiam Pregadi per referir sier 
Duodo venuto proveditor di Treviso. Qua! andò in 
renga, e volendo comenzar, ageminò oro. Non fu 
lassato, et per le materie oceorente, foli dito venisse 
zoso. Siche non compì di riferir. 

Di Mestre, Noal et questi lochi. Si ave avisà 
de li incendii fauno tedeschi. Quali tutti fino a Me- 
stre sono in fuga. Et si ave la presa di sier Antonio 
Querini proveditor a Cafup06ai>piero* per lettere di 
sier Alvise di Dardani da Miran. Et fo chiamato ogi 
in Pregadi sier Viceuzo Valier, ha da far a le Gaio- 
barare, et mandalo zoso vadi con villani di le Gam~ 
barare a Mestre ; qual andò. 

Di Treviso. Si ave di pericoli hanno, et lettere 
di sier Piero Marzello proveditor si mandi zente. EA 
fo inandato subilo li tre polesladi di le Contrade, oou 
zercha 1000 homeni, con le barche a Treviso, vide- 
licei sier Francesco da Canai qu. sier Alvise pode- 
stà di Torzello, sier Piero Morexini qu. sier Fran- 
cesco podestà di Muran, sier Marco Malipiero qu. 
sier Polo podestà di Malamocho. Fo expedilo.co- 
nestabeli a far fanti etc. 

Fo letto le lettere di Padoa. 

Et in questa tnatina, a Padoa, fu fato una pro- 
clama da parte dil capitanio zeneral, capitanio e vice 
podestà di Padoa e proveditori zenerali, che tutti li 
citadini di Padoa, fino doman a nona, in pena di 1» 
forcha, habino a presentar le arme hanno, sì da ofe- 
sa come da difesa, et quelli acuserano li inobedienti, 
abino L. 500 di so 1 beni, e si non di danari di la Si- 
gnoria nostra. E nota, ogi pochi vene: Ira i altri, uno 
Zulian di Fabiani vene a dir havia una forcha di fe- 
ro, si la doveva apresenlar. El capitanio lo fé' rele- 
nir ; podio manchò non lo facesse apichar. Et io era 
presente a tutto, e fui operato zercha il recevere 
queste arme fazendo nota, perche in la proclama era 
sariano restituite, over pagale. Item, ogi il capitanio 
di le fanlarie, andato fuora di Coalonga con alcuni 
cavali lizieri e fanti, andò un poco più iu là, quasi 
non fu preso da' inimici, e fo alquanto scaramuzato. 

Nota. In questa sera gionse, a hore una e meza 
di note, hessendo venuto zoso Pregadi, lettere di 
Padoa il campo esser lì a Ponte di Vigodarzere 
acampati, et si provedi, e fo lettere dil proveditor 
Orili, come ho ditto. Adeo il principe subito mandò 

per il Colegio, qual vene lì el sleteno fino hore 

di note, et sopra vene altre lettere di sier Zacaria 
Doliìn capitanio di Padoa si mandasse fanti homeui 
di le contrade di Chioza e Malamocho pi*esto, pre- 
sto, corazine et altre cosse ut in litteris, el danari, 
per esser zercha 3000 fanti venturieri li et è mal 



45 



MD1X, AGOSTO. 



i6 



lenirli cussi. Et questo sera, per Colegio, fo mandato 
sier Piero Venier, sier Sebastian Moro a Padoa et 
sier Zuan Diedo quali si oferseno ; e scrito a sier Vi- 
30 * cenzo Valier vadi con zente e villani di le Gamba- 
rare; scrito a sier Anzolo Foscarini provedilor a 
Piove di Sacho vadi con quanti homeui el poi far in 
Padoa; mandato per quelli 12 capi di sestieri et or- 
dinato mandi li homeni di le contrade a Padoa, su- 
bito, subito; ma quella note nulla si potè far; scrito 
a Chioza mandi homeni con barche a Padoa ; item, 
terminato mandar danari e cosse richieste, e scrito 
di queste provision a Padoa. Siche la terra era in 
moto. 

Et a hore do e meza, gionse tandem il marche- 
xe di Mantoa prexon, et di Lizafusina in qua era 
tante barche fino a Santa Marta pareva un ponte, et 
luse su le fanestre, tutti cridando : u Marco, Mar- 
co, viteria, vitoria, apicha el traditor, sorze in 
cotego, Turco preso etc. „ Adeo erano tanti cri- 
dori che non si poteva udir altro che u Marco, 
Marco. „ Et fo mandato per li cai di X tutti fuora 
di corte, et poi con gran faticha smontoe et vene la 
barcha di Padoa a la riva di palazo. Et era 11 Gaspa- 
ro di la Vedoa e Nicolo Aurelio nodari dil Consejo 
di X, con molti, imo tutti capitani e oficiali di la 
piaza li in corte. Et cussi andò dito marchexe su per 
hi scala di Toreselle, et a la porta il cao di X e V a- 
vogador andono via, tolto licentia da dito marchexe 
qual molto si disconfortava, et il cao Querini dice- 
va: « Signor marchexe, sté di bona voja. Seti pre- 
xon di una Signoria benignissima eie. » Per questa 
note, li fo dato do soi ragazi con lui ; ma poi restò 
solum uno. Et li do veronesi fono posti in li chame- 

roti justa i loro demeriti, et il francese . 

.... Poi veneno domino Lodovico da Fermo et 
domino Julio Mantoan, Carlo Parmesan et il capeta- 
nio di le artilarie dil marchexe, li quali quatro fono 
posti 

Nota. In questa note, a hore .... zercha, a Pa- 
doa fo cridà : u arme, arine „. Il provedilor Griti 
era in Coalonga e il capitank) zencral facendo lavo- 
• rar li repari et provedendo, et sentiva li inimici, et 
mandò a dir al capitanio venisse in la piaza. La qual 
za di le fantarie era in ordinanza e cussi subito nui 
altri armati con curazine venisemo, el il capitanio 
disarmalo, però in piaza. E ivi slessemo pasizando 
con domino Latanzio da Bergamo zercha una hora, e 
venuto zorno, havendo prima expedilo lettere a la 
Signoria di questo moto, si aldite messa a S. Chi- 
menlo et non fu altro ; et veneno li proveditori ze- 
nerali in piaza etc. 



E cussi questa matina si atese a tuor le arme 
portate da li citadini ; ma poche, perchè molti le 
scondeva e in monasteri e altrove, e alcuni donavano 
a soldati et a soi amici dil populo; e più, essi citadini 
haveano seminato tra il populo tutti portasse le sue 
arme, tamen questi non erano compresi in la parte 
di Padoa. Item, è da saper le porte stevano serate 
fino sol levado. Et continuamente per villani era pre- 
so qualche uno todescho dil campo ninùcho, overo 
qualche altro per sospelo, et lo menavano dal capi- 31 
tanio. Tra i altri, fo meni un prete todesco ferito di- 
ceva esser cnpelan di l' imperator, qual andava fa- 
sendo danni, havia adosso certo bossolo di rame con 
polvere artificiada da brusar, per brusar caxc etc. 
Et per esser ferito, fo mandato a medichar in prexon. 

Noto. Questa matina, a di 10, fo lettere di Man- 
toa di la marchesana a sier Carlo Valier suo com- 
pare, portate per Francescheto suo con la sua gon- 
dola. Li scrive si ricomandava a la Signoria nostra, 
e ricomandava il signor suo marito non li mandas- 
se cossa alcuna. Et piacendo a la Signoria, lei con li 
Doli veriano in questa terra ai piedi di quella. Et 
portata tal lettera a la Signoria, fo ordinato a ditto 
sier Carlo la risposta, et concessoli il salvoconduto 
di venir lei e di soi. Et subito dillo Francescheto con 
la barcha ritornò a Mantoa. 

A di 1 1, sabato. Vene sopra li stechadi uno trom- 
beta di V imperator per parlar al capitanio zeneral, 
et consultato con li provedilori, fo licentiato senza 
volerlo aldir. Si tien dimandava Padoa. Tuta via, no- 
stri lavorava repari e bastioni a le porte, et in Coa- 
longa maxime, cìie, judicio meo, è il loco più de- 
bele. Tutta via etiam erano menati presoni scbalzi 
in la terra per villani, e slratioli, quaJli erano ussiti 
a danizarli, e i nimici haveano posto al Ponte di Vi- 
godarzere di qua alcune artilarie grosse. El loro 
erano alozati di là su la riva di la Brenta, e andava- 
no danizando el brusando caxe di venitiani eie. 

In dito campo, era Y imperator in persoua cer- 
tissimo, monsignor di la Peliza governador di le 
lanze francese, il signor Pandolfo Malatesta di Cita- 
della, il signor Federico di Gonzaga di Bozolo e suo 
fradelo signor Lodovico, et il signor Zuane di Gon- 
zaga fradelo dil marchexe. Ogi fo dito era levato e 
andato a Mantoa. Item, il signor Constantin Amiti 
et altri, e padoani Antonio Caodivacha et Achiles 
Boromeo, Zuan Vitalian, alcuni Sanguinazi el molti 
altri citadini padoani. I quali fevano ogni mal ; con- 
tinue mandavano in la terra avisi et di la terra ha- 
veano; ma si feva ogni inquisition, non si poteva 
saper la verità; ma ben questo: tulli padoani è re- 



47 



MD1X, AGOSTO. 



48 



belli. Et uno capitarne <Jil (levalo chiamato Spadazin, 
si fatichava molto sopra questo. Et la sera vene una 
voce stratioti ussiti Cuora questa note aver preso 
Antonio Caodivacha e lo menavano dentro; ma non 
fu vero, ma ben fu preso uno suo fator. Item, ogi 
zonse sier Anzolo Foscarini proveditor di Piove di 
Sacho con sier Fantin e sier Polo Bragadin qu. 
sier Zuan Alvise, di Terarsa, con zercha 600 villani 
di Piove di Sacho et 60 cavalli. Item, cridavano : 
81 * u Marco, Marco, „ et cussi altri villani gionseno. 
Per esser la note, in Padoa ne vene assa\ et quelli di 
le Gambarare con sier Vicenzo Valier. Vene etiam 
sier Zuan Diedo, sier Piero Venier, sier Sebastian 
Moro, et altri capi di contrade comenzono a zonzer 
con li zenthilomeni capi zercha 400 ogi, e ne vera 
di altri, scrisse la Signoria, fino al numero 6000. Et 
di soto, tutti li capi e il numero sarano notadi a uno. 
Et la sera si ave uno aviso da villani il campo anda- 
va al Ponte di Brenta per tuor la via delle vituarie 
e socorso da Veniexia ; et in questi tre zorni fo com- 
pito di butar zoso tutto il castello di Strà, justa la 
parte, perochè sier Zacaria Dolfin mandoe di Padoa 
homeni maestri a questo effecto, etiam di Veniexia 
veneno Marco Piero di Poli e altri; siche tutto fo 
minato. Et intesa questa nova per il capitanio di Pa- 
doa, subito mi mandò con sier Alvise Capello in 
Coalonga a dirlo al capitanio zeneral e proveditori 
erano li a solecitar li repari fuori di la porla. Et su- 
bito sier Andrea Griti proveditor montò a cavalo 
poi cena, e andò con cavali lizieri fino a Stri per pro- 
veder a li ponti di Graizzi et di Noventa, et bisognan- 
do farli butar zoso; ma non li parse; harìa aterato 
la Brenta per navegar a Padoa. E fé* far do rcpari a 
ditti ponti, et vi comandò custodia di villani, datoli 
qualche picola artelaria. Gionse ogi anche sier Lo- 
renzo Loredan capitanio di le galie di Alexandria, 
con alcuni soi patroni e homeni di le sue galie. Item, 
sier Zuan Moro capitanio di le galie di Baruto, sa- 
riano il dì sequenle qui con molti homeni di le Con- 
trade eie. Tamen, dito campo non andò al Ponte di 
Brenta. 

Nolo. In questi zorni, si ave aviso prima di Ve- 
rona che missier Zuan Jacomo Triulzi veniva con 
500 htnze in ajulo di l'imperator, et erano parte 
zonte in veronese. Item, il conte Lodovico di la Mi- • 
randola, qual è in veronese a Arbé, et pocho man- 
chò da nostri, quando fu preso il marchexe, etiam 
lui non fosse preso ; ma era alozato lì (a) Arbé di 
là di) Tartaro con la compagnia homini d' arme. 

Item, vien per il papa Zuan Paulo Bajon con 
boi) numero di homeni d' arme e fanti. Item, fo in- 



terceple ledere dil cardinal Santa Croxe. Scriveva a 
T imperator, il papa voi far ogni cossa per ajutarlo 
ad haver Padoa e Treviso eie. Item, il ducha de Fe- 
rara preparava zenle et feva bastioni sul Polesene et 
ponti per vegnir in ajuto di dito imperator. Et per 
non lassar le nove occorente, ogi fo Pregadi, et fu 
posto per sier Antonio Grimani savio dilConsejo, che 32 
'1 serenissimo principe nostro vadi a Padoa con 6 
consieri, qualli siano electi per scurtinio lì in Prega- 
di, dil corpo di Veniexia, con altre clausole ut in 
parte. Contradisse sier Alvise da Molin savio dil 
Consejo; poi parlò ditto sier Antonio Grimani, et il 
principe si alterò molto, dicendo non è suto ancora 
la condanason di dito Grimani, che 'I voi far etc. 
Adeo, li cai di X si levono e fo cessa li romori, et 
fo dato sacramento a cadaun di tal cossa importante. 
Pur andò la parte ; 52 di la parte, il resto di no, e 
fu preso di no per non esser tempo, e si tien il cam- 
po nostro, con le provision si fa, e bastante a questo 
campo di V imperator di persone "20 milia a difen- 
dersi e mantenir Padoa. Et cussi fu preso di no. 

Et fo posto per li savii una lettera al capitanio di 
Padoa e proveditori zenerali, chome haveano preso 
in Senato compir el numero di 8000 fanti, e però 
si li manda danari, et ne fa zi no lì a Padoa queli 
fanti potrano. Item, dagi quella condition li pareno 
a domino Baldisera di Scipioni era capo di 100 ho- 
meni d' arme dil signor Bortolomio, et preso nel 
fato d'arme, stato prexon fino hora, et a dì 8 di que- 
sto gionse a Padoa, havendo pagato la taglia. É homo * 
valoroso. 

Noto. Gionse a Veniexia sier Antonio Donado 
qu. sier Zuane sopracomito a Castel Lion, sier Se- 
bastian Balbi qu. sier Jacomo era caslelan, stati 
prexoni in man di francesi, quali hanno paga la sua 

taglia, il Donado ducati il Balbi ducali Et 

veneno per la via di Mantoa, et il Donato si amaloe 
subito hanno scapolato, e il resto, numero 17, é sta 
mandato in Franza ; ma sier Marco Loredan è reslato 
in caste! a Milan. 

Item, fo portato una barca di cuoro assa' longa, 
la qual fo mandata de qui per sier Anzolo Gabriel * 
qu. sier Silvestro è stato a queste imprese di Sera- 
valle et Cìvidal, et fo trovata in Cividal. La qual te- 
deschi l'aveano fata, et molte altre dicitur, per venir 
a Veniexia. La qual barena stete molti zorni in cha' 
Gabriel sora Canal grando a S. Zuane in Bragora, 
poi, di hordine di la Signoria nostra, fu porta in Tar- 
senal, dove la è al presente. Questa barcha e fata in 
questo modo 32 # 

A dì 12 domenoga, fo gran Consejo. Fato loco- 



49 



MDJX, AGOSTO. 



50 



tenente in Cypri sier Nicolò Pixani e) consier, et 
consolo in Alexandria sier Thoma Contarini, fo con- 
solo a Damasco, qu. sier Michiel, e altre voce, et 
fono striduto li debitori di lanse, justa la parte pre- 
sa. Noto. L' imprestedo fin qui è ducati 30 milia, e 
tutavia si va domandando imprestedo. 

El campo nemico è pur al Ponte di Vigodarzere. 
Stratioli enseno et prendono todeschi e altri, et ogi 
e sta presi più di 100 di ditto campo, parte etiatn 
da villani, e conduti a Padoa. Erano qualche uno 
examinati, altri lassali andar, dandoli a chi li pren- 
deva. In conci usion, dicevano di patir grandemente 
di vituarie ; vivevano di fugaze in focho ; non li era 
porta vituarie, se non che andavano depredando etc. 
et era 42 zorni non havia tochà danari niun ; erano 
tenuti con bone parole, dicendo si farà la mostra e 
si darà danari, et altre simel cosse. Parte di qual 
prexoni io li examinava, et la mia depositione era 
mandata tnanu mea in Colegio. 

Et ogi zonseno a Padoa sier Lorenzo Loredan e 
sier Zuan Moro sopra nominati. Item, sier Carlo 
Contarini qu. sier Francesco, sier Silvestro da Leze 
di sier Jacomo, sier Alvise Minoto qu. sier Jacomo, 
sier Marco Barbarigo qu. sier Antonio di San Tro- 
vaxo, e altri capi nobeli, come tutti noterò di soto, 
con homeni di le contrade di Veniexia, e si li deva 
per li proveditori e maistri dil campo alozamento. 
Et la sera fo mandato a tuor Alvise Puochaterra, era 
capitanio a la porta di Coalonga, et posto in prexon 
per il capita nio, atento havia lassa la guarda il zomo 
intrò il capitanio in Padoa, come apar per uno pro- 
cesso li fo mandato di Veniexia, di questo fato, per il 
cao di X et V avogadór. Et però fu posto a quella 
guarda sier Lorenzo Loredan capitanio di le galie 
di Alexandria, et patroni sier Zuan Batista Bembo 
qu. sier Francesco et sier Hironimo Falier qu. sier 
Thoma con li homeni di la galia a presso quelli era- 
no. Et fono deputati per li proveditori sier Piero 
Venier et sier Sebastian Moro a far la mostra in 
castello a tutti quelli fanti erano mandati da Venie- 
xia etc. Item sier Zuan Diedo, sier Vicenzo Valier 
erano andar a compir li repari, et sier Nicolò Pa- 
squaligo patron a l' arsemi. Si ave aviso di la Si- 
gnoria, aver che Seraphin da Cai, Francesco et Ni- 
colò di Pisa si haveano oferto far bon numero di 
fanti, e li mandavano a Padoa a questo effecto. Item, 
che si dovesse proveder a) castello di Bovolenta. 
Item, una lettera vene di Limene di Sebastian di 
Veniexia, é li con 80 fanti, si li mandasse vituarie et 
altri 50 fanti e danari per la compagnia, e presto 
33 se li provedesse, tamen nihil fecerunt. Item, 



sier Piero Balbi, podestà di Padoa electo, qual ogi 
dovea far 1* intrata, scrisse si partirla doman, e ve- 
na per' Brenta vechia. La qual indusia era molto no- 
civa a la Signoria nostra. 

Noto. Fo trova uno buso in le mura di la cha' 
di Antonio Caodivacha, qual andava a le mure di la 
seconda cortina, dove poteva star assa* homeni sco- 
si. Item, fo terminato mandar citadini sospeti, quanti 
podevano, zoso a Veniexia, licei non si mostravano 
per la terra, e a questo si atendeva per esser tutti 
rebelli ; né si poteva ussir di le porte senza buletiu 
dil capitanio; né fo lassa trar biava niuna né leti, 
che tutta Padoa saria venuta a Veniexia per fuzer. 
Et si atese a mandar Tormenti dentro per il bisogno, 
et mandoe el capitanio sier Anzolo Foscarini pro- 
veditor a Piove a far portar qual più numero di 
tormenti poteva in la terra, e far comandamento a 
li citadini padoani si venisseno a presentar a Padoa. 
Item, mandoe per domino Hironimo Bolani prior 

di Praja di sier Marco, qual oferse mandarli 

moza in Padoa di Tormenti, et per altri frati fo man- 
dato; et scrisse a la Signoria li mandasse 500 stera 
di farine per il bisogno, per il gran numero di zente 
è in Padoa. 

A di 13. La matina si ave il campo di nemici le- 
varsi, né si sapea dove volesse andar. Chi teniva 
verso Ponte di Brenta : chi altrove. Et vene una pò- 
liza di Limene, dil Contarini, di hore 16, sciita di 
Veniexia, come il campo nimico veniva li con 60 bo- 
che di focho. Loro si tenivano, ma dimandava pre- 
sto socorso, et haveano mandato il trombeta a di- 
mandar il castello per l' imperator. Or, da poi di- 
snar hore 50, vene uno fante dicendo la rocha e 
castello di Limene esser sta preso per forza e com- 
batuto zercha hore 4, et haveano amazato tutti li 
fanti erano dentro, excepto il conestabele fato pre- 
xon e do fanti scapolati. E l' altro fante etiam vene 
a dir questo medemo, et il campo era alozato li a 
Li mena. Questa nova fu cativa; tamen, non si po- 
teva tenir quel Castel contra artilarie, licei di mura- 
glie era fortissimo. E de qui si poi tuor V aqua di 
la Brenta vien a Padoa. 

Et cussi reduti in consulto, in camera dil capita- 
nio, el capitanio zeneral, capitanio di la terra, pro- 
veditori generali, domino Lucio Malvezo, Zuan Gre- 
co, Zitolo da Perosa, Latanzio da Bergamo, Agustin 
da Brigna', Hironimo di Pompei, Feraguto et altri, 
et il camerlengo Zorzi, sier Alvise Bembo qu. sier 
Polo, sier Alvise Minoto qu. sier Jacomo, sier Al- 
vise Capelo qu. sier Francesco et io Mann Sanudo 
et poi sopravene sier Polo Nani pagador, qual ha- 



51 



MDIX, AGOSTO. 



54 



via scripto Tanti et li ciana danari ; et qui parlato dil 
perder Limette, bisognava proveder a la terra, et 
fo parlato di fanti vien di Venecia, fato il conto 
sopra 6000, et compartiti come in la lista qui in- 
clusa apar, la quul, per non li esser chi scriveva, 
33 * io fui el scriptor di tutto. Et in questo mezo si era 
in consulto, et il capitanio di le fautarie a li repari a 
far compir con li altri, et il conte Bernardin, alozava 
in Santa Justina, bavia auto uno calzo a un piede e 
si stava, sopravene uno messo i nimici erano venuti 
apresso Coalonga et scaramuzavano con nostri. E 
lutti coreva a la porta, adeo, subito il capitanio ze- 
oeral et proveditori et altri condutieri montono a 
cavallo et corseno verso Coalonga. Et fo comandato 
tutti a le soe guarde, et a Zitolo tochava la guarda 
di la piaza. Era zercha bore 32, et in un subito li 
fanti, zercha 800, erano in piaza, tutti si messeno in 
ordinanza et in arme, che fo bellissima cossa ma 
paurosa a veder la terra iu arme. Et io armato con 
li altri et col capitanio di la terra, venimo in corte 
dil capitanio predito et il camerlengo Zorzi, e 11 
starno alquanto, poi venimo in piaza. Ma prima fu 
fato serar la porta dil palazo, e le guarde a la por- 
ta. Vasallo è capitanio di la piaza etc. con di 

Venecia menati con lui. Et inteso nulla esser, tutte 
le zente d* arme e altri tomono a li alozamenti et 
nui venimo in palazo, etc. 

Da poi disnar, a Venecia fo Consejo di X con la 
zonta, e, nota, si ave a Padoa lettere con do parti - 
«ilarità. Una, hanno di Roma el papa esser risolto 
non voler dar alcun ajulo a 1' imperator di danari, 
ni di zente, et non hanno bona intelligentia insieme; 
T altra che il re di Pranza era a Biagrassa amalato 
di malatia incurabile, e per varir si ftva portar a 
Milano. 

Di Roma. Fo lettere di oratori nostri, di 8. 11 
sumario scriverò poi 

Di Vicenza. Se intese a Padoa e si ave la copia 
di uno comandamento di domino Nicolao Firmiano 
governador cesareo in Vicenza, scriveva a un vica- 
rio dil territorio, come, per pagar e scuoder li du- 
cati dieci milia pagavano vicentini a la cesarea ma- 
jestà, dovesse 9cuoder da quelli dieno pagar justa la 
destribution fata, alitar etc. 

In questa note, fono mandati zoso per il capita- 
nio di Padoa, 15 padoani retenuti et presi per Spa- 
dazino con li soi, et li nomi loro sarano qui soto. 
Quali li menò Nicolò Verzo cavalier con bona cu- 
stodia, el fono posti in certi cabioni alcuni e altri in 
prexon. 



Cittadini padoani mandati a Venecia per il 
capitanio di Padoa, adì 14 avosto. 



Tutti di Albanexi partiali de Antonio 
Caodivacha. 



Bernardin 

Michiel 

Zanon 

Anzolo ] 34 

Francesco da Rio citadin padoan. 

Zulian di Fabiani citadin padoan. 

Chardin fiolo di Frizerin Caodivacha. 

Zuane j 

Vicenzo > da Panego citadini padoani. 

Agustin / 

Pre' Stefano da Rclogio. 

Julio Trapolin, fo lìol di missier Piero. 

Raphael tentor, fator di madama Malgarita Boro- 
mea madre di Achiles Boromeo. 

Francesco de Pirin da la Sea, fator di Antonio Cao- 
divacha. 

Alvixe Zaratin, qual fuzite in castello con li tode- 
schi e 

Alberto Trapolin, è servitor di Antonio Caodivacha. 

Da Lignago, di sier Cario Marin, provedi* 
tor. Si ave francesi esser venuti a Ixola de la Scala, 
et per il caso dil marchexe di Mantoa, esser et ha- 
vcr malmenata ditta villa. I tetti, ditto missier Zuan 
Jacomo Triulzi era con lanze 500 alozato verso Vil- 
lafranca, e veniva in ajuto di Y imperator. Item, 
esser venuto uno voi salvoconduto di venir a par- 
lar al marchexe di Mantoa, el qual vien di Mantoa. 
E nota, per la Signoria li fo risposto dovesse far 
ditto salvoconduto. 

A dì li. Il campo de' inimici, era parte al Ponte 
di Vigodarzere, parte a le Brentelle e fevano danni, 
e parte a Limene alozati de li via. Pativano molto 
de vituarie etc. Nostri tutta via alozavano lefantarie 
venute da Venecia, et fevano li repari e bastioni. Si 
atendeva aver in le man citadini rebelli et sospeli; 
ina non si mostravano. E poi disnar, reduti in Do- 
mo tulli a compir di far li colonclli di fanti ussiti e 
zente d'arme, e cussi io compito l'ordine. Qual io 
lo scripsi, et domino Janus di Campo Fregoso etc. 
et sarà tutto qui avanti posto, et il zeneral disse fin 
hora mai ha via potuto Sii per la zente. Et essendo 
su questi parlari, vene uno messo di Coalonga di- 
cendo uno trombeta di l' imperator era venuto per 
parlar al zeneral e proveditori, et cussi, sier Cristo- 
fal Moro proveditor, col zeneral e altri condutieri e 
domino Lucio et io, cavalchamo fuora di dita porta 
al terzo stechado, e lì, vene dito tiombeta et disse 



53 



MZ>lX, AG09T0* 



54 



da parie de Y iinperator voleva salvoconduto di 
mandar uoo messo da Mantoa a Veneeia al signor 
marchexe con alcune robe, il proveditor Moro, ha- 
vendo prima consultato la risposta, disse merave- 
gliarsi di la majestà di l' imperator che era venula 
cootra la Signoria, essendo in trieva zurato li capi- 
toli; et che la Signoria era contenta far questo sal- 
vocondulo; et che sempre era sta in observantia 
eoo la soa majestà, e cussi farà volendo quella etc. 
34 * CI nome di chi viene é Fuligineo secretano dil mar- 
cbexe, vien di Mantoa eie. Et poi, el capitario zeoe- 
ral disse : « Dì a la maestà di l' imperator, che que- 
sto exercito é al comando e al servicio di soa mae- 
stà, volendo esser quello el die con la illustrissima 
Signoria ; et che si fezi intender si '1 voi far la guerra 
a la italiana, over farla crudel ebome loro fanno cou- 
tra nostri >. E cussi fo iicenlialo. Si manderia do- 
man per il Irombeta il salvoconduto. E noia, che 
per avanti, fo mandato uno trombeta in dito campo 
a rechieder questo, el qual non parlò a l' imperator 
ma a uno, et dito, si li risponderla. Etiam, fo man- 
dato a dirli che restiluissa sier Antonio Querini pro- 
veditor preso a Camposanpiero, qual si ha reso al 
conte Federico di Bozolo, et loro l' haoo fato pre- 
xon e a pati se dete. Risposeno che non é vero, e si 
rese # descrition, et però è fato prexon. 

È da saper, il conte di Pillano capitano zeneral 
nostro di anni . . . tutto questo tempo poi la rota, 
ha portato barba, non però molto longa, et hora, 
quando fu preso il marchexe di Mantoa, si fece ta- 
gliar la barba, et cussi è restalo raso. Va con la sua 
vesta d' oro antiga, et fa gran fazione, il zorno a ca- 
vallo a le porte et li repari, e la note, per quattro 
note el vidi sempre in piaza sentato a le Bolele, dor- 
miva un poco cussi, e subito si svegliava, si feva 
lenir uno torso impizato davanti, el li cavalli et ar- 
me erano li in ordine per il bisogno. Stava etiam 
molti cavalli di homeni d' arme secondo chome to- 
chava la guarda in piaza, acciò fosseno presti a so- 
corer dove bisognava. 

Et venuti ogi a caxa, fo gran pioza ; ma durò pò- 
cho. Siche i minici a la campagna doveano star mal, 
et pativano mollo, et era zorni 42 non haviano auto 
danari. In campo era etiam il signor Frachasso. 

Vene sier Michiel Baxadona va proveditor nel 
caslel di Lignago con ducati 20 al mexe, et sier 
Carlo Marin ussirà et sarà proveditor in la terra. Fo 
scrilo per la Signoria a sier Carlo Marin, laudandolo 
perchè con' lui è sta mena la pratica di prender il 
marchexe, intervenendo Marco di Rimino conesla- 
bele. 



Fo electo, per Golegfo, ogi proveditor a Esle, 
in loco di sier Daniel Moro votea licentia, sier Zuaw 
Marin l'avochato al procurator, di sier Uiconiroo,. 
qual fu posto proveditor in Asolo, et mete sier 
Luca da ca' da Pexaro fo XL qu. sier Alvise, sier Al- 
vise Badoer fo avoehato al procurator qu. sier Ri- 
go, et alcuni altri acelò. Quando anderà via, Curò 
nota. 

Item. Fono etecti cinque ad udir la diferentia di 
signori di Andre, sier Sebastian Zustignan el cava- 
lier, sier Zuan Badoer dolor, cavalier, sier Antonio* 
Condohner, sier Daniel di Renier, et sier Piero Lan- 
dò; ma il Landò era amalato, et in so loco fo sier 
Gasparo Malipiero. 

Vene a Veneeia sier Andrea Morexini di sier Zu- 
sto stato presoo Gn hora di francesi, et fu preso a 
Trevi, qual ha tolto termine zorni 15 a tornar, et 
non tornando sia tajà la testa al padre è presoo. EL 
vien per la cooclusion di presoni, justa quello altre 
volte fu tra tato et voi il re di Franza, Trevi per Tre- 
vi, e di più danno sier Alvise Bon el dolor. Et fo 35 
dito sier Francesco Venier et sier Alvise da Mula 
se haveano tolto Uja ducati 500 per uno, et era. 
conza la cossa; ma li altri nostri preso&i invidi sco- 
perse la cossa, siche conveneno con li altri esser 
mandali in Franza numero diciotto. Si dice, sier 
Marco Loredan è restato in castello di Milan. 

Noto. Eri nel Consejo di X, sier Marin Morexini 
T avogador, per execution di le leze, comparse a la 
Signoria e fé 1 mandar zoso di dito Consejo sier An- 
drea Loredan era cao di X, per aver refudà prove- 
ditor iu la Patria di Friul, et era cazudo a la leze, ne 
havia scusa alcuna per esser chi Consejo di X, per- 
chè fo revochada. Et voi pagi li danari e vadi mesi 6 
di là di Quarner. Et cussi fo termina aspelar il ter- 
mine. Et ogi, da poi disnar, fo Pregadi et teto molte 
lettere. 

Di Roma, Di oratori, di 8. Come hanno il re 
di Franza esser amalato, e ritornava di Biagrassa a 
Milan per restaurarsi. Tamen, sier Andrea Morexini 
Stati vien di Milan, dice era a Vegevene risanato 
et si andava di longo in Franza. Item, il papa, inteso 
la praticità di condur con la Signoria el conte di Po- 
pulo, scrisse al vice re di Napoli non lo lassi venir 
a nostro stipendio. Item, ha comesso a do cardinali, 
videlicet Napoli et Santa Sabina, debino veder si el 
mandato li è sta mandato per la Signoria nostra e. 
dimandar venia et l' absolution di la scomunicha, é 
in bona forma, et tamen ancora non ha parlato el 
papa a niun orator nostro se no a sier Hironimo Do- 
nato. Item, le zente ispane erauo a Napoli, è state. 



55 



MDIX, AGOSTO. 



56 



licentiate dal vice re avendo auto le sue terre, vo- 
tano venir a soldo di la Signoria nostra; ma i no- 
stri non li voleno. 

Di Friuli di sier Antonio Zustignan dotor, 
vice locotenente. Come tedeschi erano a certo passo 
nominato Plezes, numero 500, et sentendo sier Fe- 
rigo Contarmi proveditor a Cividal di Friuli con 
fanti 600 andar a quella volta, si levono et andono 
dal resto dil campo a Goricia. Item, zonse poi sier 
Francesco Capello e) cavalier, proveditor zeneral ivi 
a di 14, et sier Zuan Paulo Gradenigo ave licentia 
venir a Venecia a curar la sua egritudine. Item, sì 
dice li boemi erano in Friul nel campo di V impe- 
ratore erano partiti. 

Di Trieste. Di sier Hironimo Contarini pro- 
veditor di V annoda, di 13 ', soto Trieste, in ga- 
lla. Come mandava il suo soramasser qui per alcune 

cosse per l' armata, et era con galie a la expu- 

gnation di Trieste, et per terra sier Francesco Pa- 
squaligo qu. sier Vetor proveditor con li stratioti e 
altri, et che voi do barbote per metersi soto le mure. 
E tutto eri bombardone) e ruinorono una cortina di 
muro. Spera di averla. Galioti li hanno tolto tutte 
le uve, et fato vino et impite le sue barile erano 
85 * vode etc. 

Relatione di uno prexon examinato in Padoa 
per mi Mar in Sanudo, essendo col capita- 
nio sier Zacaria Dot fin mio cugnado, quando 
il campo vi vene. Et fo a dì 14 avosto 1509. 

Rodrigo de Trigera spagnol, homo di cavalo li- 
zier di la compagnia dil comandador Agillera spa- 
gnol qual ha cercha 50 cavali lizieri con l' impera- 
tor, venuto a suo soldo zercha mexi do, dimandato 
si suo patron è ben in ordine, risponde di no per- 
chè T é mal pagato, et zercha 40 zorni che 1 non ha 
tochà danari. Dimandato quello tochò quando el 
vene in campo, disse scudi 5. Dimandato la qualità 
dil campo, disse esser zercha venti milia persone tra 
cavali e pedoni horneni di guerra ; ma è assa' cavali 
e pochi fanti, non sa il numero. Dimandato di vitua- 
rie, risponde stanno malissimo et a le volte non 
hanno pan e manzano solum carne, e a le volle vi- 
vono di fugaze fate sul focho, et che pochissima vi- 
tuaria vien porta in campo. Dimandato come fu pre- 
so, rispose questa malina da li stratioti nel levar dil 
campo, qual tutto si levò di Limene dove eri fo a 
prender quel castello, qual per forza fu preso ; et la 
crudeltà fu fata contra i fanti, fo li todeschi fanti a 
piedi, i quali atomo il castello erano 2000 todeschi : 



questi amarono li fanti nostri. Et che questa matim 
ditto campo tutto è levato di Limene per vegnir ase- 
tar il campo apresso la terra, come lui intese per il 
campo. Dimandato la causa del suo prender et esser 
partito di la bandiera, rispose esser partiti a 6 et IO 
a la volta di la compagnia per non vegnir per la pol- 
vere, e non credeteno esser presi da li nostri. Di- 
mandato se Timperator è in campo, rispose de si, 
et averlo veduto. Item, esser in campo bon numero 
di cavalli francesi, zercha 5000; ma non sa certo il 
numero, capo monsignor di la Peliza, et é stati in- 
sieme tutto el campo ; ma da zorni do o tre in qua, 
li francesi stanno separati et hanno alozamento da- 
spersi di todeschi e italiani. Dimandato si core da- 
nari in campo, rispose non molti. Dimandato come 
stanno de vin, dice esser podio in ditto campo. Di- 
mandato il modo è venuto il suo patron a soldo dil 
re, disse non lo saper, ma é zercha un raexe e me- 
zo dete soldo a lui con zercha venti compagni qualli 
veneno di Bologna, e volevano venir a tuor soldo di 
la Signoria, ma non fono lassati in ferrarese passar, 
e conveneno tuor soldo con l' imperator ; el qual to- 
chò 5 corone lui eh' é una paga, né da poi, za zorni 
42, ha tochato altri danari. Et dita relatione, scrita 
di mia mano, fo mandata a la Signoria et leta iu 
Pregadi. m 36 

A dì 14 avosto 1509. 

Bastian da Villatora, stato in campo de* inimici 
uno mexe per famejo di Francesco Albanexe fiol di 
Donin sta al Ponte di San Nicolò, et hora venuto a 
la sua caxa a Villatora, dice per causa di le cride 
fate che tutti padoani debano venir a le sue habita- 
tionc, chome l' ha inteso esser sta fata. Et examinato 
davanti il magnifico capitanio di Padoa, interogado 
di più cosse dil campo, perchè el dito, doinenega de 
sera, a di ... di 1* istante si parti dil campo, qual era 
alozato a Torre, el poi esser da persone, non sa il 
numero, ma tien sieno cercha 50 milia, come etiam 
veniva ditto per il campo, e poria esser fosseno assa' 
mancho. Et che l' imperator era alozato uno trar di 
arco lontan dil ponte in una caxa, et che in campo é 
il signor di Bozolo da Gonzaga con cavali 200, il si- 
gnor Pandolfo da Citadella, uno capitanio di francesi 
con 4000. Et ha visto questi citatimi padoani in cam- 
po: Antonio Caodivacha, Achiles Boromeo, France- 
sco Boromeo, Nicolò Sanguinazo, uno di Doti e Bu- 
zacharini. Etiam vi e Beraldin et altri, et ha visto 
Rigo Poro soldao. Disse la causa poi di esser sta 
proso etc. Altro non sa. 36* 



57 



MD1X, AGOSTO. 



58 



Deputazione di le Mente in Padoa, in castello, 
mure, et la Sarasineseha. 

Fanti venuti da Veniexia solò dieci capi, 

sopra i qual se dia far un proveditor . ò.* 1,000 

Porta di Santa Crotoc, principiando dal mona- 
stero di Santa Justina fino al castello. 

Fanti di Veniexia sotto dieci capi, sopra i 

qual se dia far uno proveditor. . . n.° 1,000 

Porta dil Portello e Ponte Corbo 
fino Santa Justina. 

Fanti di Veniexia solo dieci capi, sopra i 

qual se dia far uno proveditor . . . n.° 1,000 

Porta di Ogni Santi stropada, per la guarda 
che principia dal Portello fino ai Carmeni. 

Fanti di Veniexia soto dieci capi, sopra i 

qual se dia far uno proveditor . . . n.° 1 ,000 

Porta di Coalonga, comenzando ai Carmeni, 
dal lodi di sopra fino a la porta di la Sao- 
naruola stropada. 

Fanti di Veniexia soto dieci capi, sopra i 

qual se dia far un proveditor . . . n* 1 ,000 

Pòrta di S. Zuane, principiando la guarda a 
la porta di la Saonaruola, fino a la Sara- 
sinescha. 

Fanti di Veniexia soto 6 capi, sopra i qual 

se dia far uno proveditor .... n.° 600 

Compartitione de li fanti usati. 

ColoneUo dil magnifico capitando di le fantarie 

a San Zuane. 



Fanti di ditto magnifico capitante . 


. . ii.° 831 


Strenuo Bortolo de Chavina . . 


. . » 200 




. . » 200 




. . > 800 


Item, fanti che si fanno Ulta tia . 


. . » 500 



n.° 2,031 



Col&nello di domino Zitùlo da Perosa 
in Coalonga. 

Fanti di domino Zitolo n.° 900 

Strenuo Bernardin di Parma . . . . > 400 

Strenuo Piero Corso > 250 

Item, fanti che si fanno tuta via . . . > 500 

n.° 2,050 37 

Colonello di domino Zanon da Colvrgnó 

a Ognisanti. 



Fanti di dito domino Zanon . . 






n.° 500 


Strenuo Lucha da la Marcha 






> 200 


Strenuo Sebastian del Manzino 






> 250 


Strenuo Vigo da Lendenara . . 






, > 200 


Strenuo Athila da Bologna . . 






> 150 


Strenuo Poleto Corso . . . , 






. > 150 


Strenuo Baldisera da Roman . 






. > 150 


Item, fanti che si fanno tuta via 






. > 500 



n.° 2,100 

Colonello di domino Lactamio da Bergamo 

a Santa Croxe. 



Fanti di dicto domino Lactanzio . . 


. n.° 800 


Strenuo Guielmo Corso 


. » 200 




. > 100 




. > 100 


Strenuo Alvise Maria da Bologna . . 


. > 300 


Item, fanti che si fanno tuta via . . 


. > 500 



n.° 2,000 



Guarda per la pia sa. 



Strenuo Hironimo da Napoli n.° 250 

Strenuo Thomaso da Pistoja * 100 

Strenuo Lorenzo d* Alexandria . ...» 100 
Strenuo Serafin da Cai e li altri do pisani . » 500 

n.° 950 

Deputazione de le sente d' arme. 

Colonello de lo illustrissimo capitanio general 
a la guarda de Forgia et Ognisanti fino a 
Ponte Corbo. 

Lo illustrissimo capitanio renerai signor con- 
te di Pitigliano. Le zente d' arme sue 
sotto homeni d' arme 70, et di quelle 



/ Ditrii di M. Sanuto. — Tom. IX. 



59 



UDII, AGOSTO. 



60 



i 



erano dil signor Bortolo Liviano 36, e 

altri, in tutto homeni d' arme . . . n.° 1 10 



Domino Nicolino da Dresano, vicentino . » 
FioI dil conle Agnolo da Santo Angelo . . > 



23 

18 



n.° 151 



Secondo colonello. 



Colonello di domino Lucio Malvezo, a la guar- 
da de la Sarasinesca fino a la Saonaruola. 

Domino Lucio Malvezo . . . homeni d' arme 53 
Domino Guerier dil Caslelazo. » » 26 
Domino Auguslin da Brignan > > 25 
Domino Jacomo da Sonzin dit- 
to Sachardo, padoan . . > » 25 



37 é 



n.° 129 



Terzo colonello. 



Colonello del conte Bernardin Fortebrazo, a 
la guarda dil castello fino a Ponte Corbo. 

Conte Bernardin Fortebrazo . homeni d'arme 94 



Conte Carlo suo fiol . . . . 

Compagnia di domino Zuan 

Paulo Manfron .... 



26 



28 



n.° 148 



Quarto colonello. 



Colonello di domino Antonio di Pii, a la guar- 
da di la Saonaruola, fino ai Carmeni. 

Domino Antonio di Pii. . . homeni d' arme 52 

Conte Lodovico di San Bonifa- 
cio, veronese » > 37 

Domino Zulian di Codignola . » » 19 

Domino Thadeo cavalier di la 

Volpe » » 20 



n.° 127 



Balestrieri a cavallo. 






Balestrieri di lo illustrissimo capitanio ze- 

neral n.° 54 

Balestrieri dil magnifico capitanio di le fan- 
terie > 44 



Reverendo domino frate Lunardo da Pra 

to, governador 

Domino Thadeo cavalier di la Volpe 
Domino Hercule Malvezo .... 
Domino Zuan Grecho da la Guauza . 
Domino Vicenzo Cassina .... 
Domino Hironimo Pompeo, veronese 
Domino Pelegrin da la Riva, veronese 
Domino Piero Spolverin, veronese . 
Domino Silvestro Aleardo .... 
Domino Cesaro di Rossi .... 



86 

72 

43 
150 
55 
27 
24 
27 
25 
15 



n.° 622 
Item, li stratioti e schiavoni solo diversi 

capi > 952 3 

Questi sono alcuni zenthilomeni nostri quali 
fotw mandati a Padoa, parte per la Signo- 
ria, parte cai di contrada, et io li vidi, 15 
avosto 1509. 

Sier Zuan Vetor Badoer di sier Rigo, capo di coni ra\ 

Sier Marco Barbarigo qu. sier Antonio, qu. sier Ga- 
briel, capo di contra'. 

Sier Vetor Barbarigo qu. sier Nicolò, capo di con- 
tra'. 

Sier Andrea Balaslro qu. sier Piero, cao di contra*. 

Sier Zuan Batista Bembo qu. sier Francesco. 

Sier Mafio Bernardo qu. sier Beueto. 

Sier Zorzi Conlarini qu. sier Ambruoso. 

Sier Carlo Conlarini qu. sier Antonio, cao di contra*. 

Sier Zuan di Garzoni qu. sier Marin procurator. 

Sier Silvestro da Leze di sier lacomo, cao di contra*. 

Sier Zuan Francesco da Canal qu. sier Piero, cao di 
contra*. 

Sier Zuan Batista Falier qu. sier Thomà. 

Sier Bortolo Falier qu. sier Luca, cao di contra*. 

Sier Anzoto Conlarini qu. sier Nicolò, proveditor a 
Piove di Sacho, 

Sier Piero Gradenigo qu. sier Anzolo, cao di contra*. 

Sier Zusto Guoro qu. sier Pandolfo. 

Sier Beneto Guoro qu. sier Pandolfo, cao di contra*. 

Sier Lorenzo Loredan qu. sier Piero, capitanio in 
Alexandria. 

Sier Alvixe Minoto qu. sier lacomo, cao di contra'. 

Sier Hironimo Morexini di sier Piero. 

Sier Filippo Marcello di sier Hironimo, qu. sier An- 
tonio. 

Sier Vincivera Querini qu. sier Pelegrin, cao di 
contra*. 

Sier Vicenzo Salamon di sier Vido, cao di contra'. 



61 



MD1X, AGOSTO. 



62 



Sier Alban Zane qu. sier Andrea, cao di contra\ 

Sier Zìi ari Diedo qu. sier Alvixe. 

Sier Vicenzo Valier qu. sier Piero. 

Sier Piero Renier qu. sier Domenego. 

Sier Sebastian Moro qu. sier Damian. 

Sier Zuan Moro qu. sier Damian. 

Sier Fantin Bragadin qu. sier Zuan Alvise. 

Sier Polo Bragadin qu. sier Zuan Alvise. 

Sier Alvise Soranzo qu. sier Velor dal Banco. 

Sier Alvise Bembo qu. sier Polo. 

Sier Andrea Oriti qu. sier Lorenzo. 

Sier Arseni Memo qu. sier Zorzi. 

Sier Nicolò Pasqualigo qu. sier Vetor, patron a V ar- 

senal. 
Sier Zuan Dolfin qu. sier Hironimo. 

39 Questi altri aenthilomeni erano a Padoa, a 
dì 15 avosto, et inteso il campo veniva ator- 
no Padoa, non volseno star in V asedio : 

Sier Fantin Arimondo qu. sier Zorzi. 
Sier Beneto Barozi qu. sier Alvixe. 
Sier Alvixe Boldù qu. sier Filippo. 
Sier Zuan Bolani qu. sier Zuane. 
Sier Iacomo Gabriel qu. sier Bertuzi el cavalier. 
Sier Marco Cavatorta di sier Vido. 
Sier Beneto Calbo qu. sier Piero. 
Sier Alvixe Capello qu. sier Hironimo. 
Sier Andrea da Pexaro qu. sier Bortolo 
Sier Zuan Batista da Pexaro qu. sier Antonio. 
Sier Bernardin da Canal qu. sier Anzolo. 
Sier Andrea da Molin qu. sier Mann. 
Sier Cristofal di Prioti di sier Bernardin. 
Sier Piero Dolfin qu. sier Dolfin. 
Sier Thoma Donado qu. sier Nicolò. 
Sier Marco Gradenigo qu. sier Ferigo. 
Sier Alvise Foscari qu. sier Nicolò, tornò poi. 
Sier Domenego Lion di sier Alvixe. 
Sier Zuan Lion qu. sier Francesco, tornò poi. 
Sier Sebastian Loredan qu. sier Fantin. 
Sier Marco Marzello qu. sier Iacomo Antonio el ca- 
valier. 
Sier Sebastian Marzello qu. sier Antonio. 
Sier Piero Mudazo qu. sier Nicolò. 
Sier Lunardo Morexini qu. sier Gabriel. 
Sier Santo Moro dotor qu. sier Marin. 
Sier Hironimo Pixani qu. sier Piero. 
Sier Marin Sanudo qu. sier Lunardo. 
Sier Alvixe Sanudo qu. sier Domenego. 
39 * Sier Aguslin Valier qu. Bertuzi. 



Fo divulgato per la terra, et mi fo scripto a Pa- 
doa, che in Lubiana, vicino al Friul, erano reduti 
bon numero di turchi. Tamen, non fu vera. 

Fu posto in Pregadi, prima far le spexe al mar- 
chexe di Mantoa e guardiani, di danari di la Signo- 
ria nostra, e fu presa. 

Fu posto per li savii scriver a sier Hironimo Con- 
tarmi proveditor di 1* armada è soto Trieste, subito 
vengi a Chioza per intrar in Po, atento le prepara- 
tion fa il ducha di Ferara contra di noi ; et che lassi 
do galie a V impresa et asedio di Trieste. 

Fu posto per li savii dar provision a li quatro vil- 
lani hanno preso il marchexe di Mantoa in la melega, 
videlicet: a uno che '1 prese, nominato Domenego 
di Venturin dal Termeno da Isola di la Scala, du- 
cati 100 di provision a l' anno in vita soa, et ducati 
100 per maridar una sua sorela, et exente, et licen- 
tia d' arme : item, a tre altri villani fono a questa 
operation e tene prexon dito marchexe, li nomi di 
qual sarano qui solo posti, ducati 50 a V anno per 
uno di provision etc, ut in parte. E cussi si par- 
tino contenti, perché la matina per il principe li fo 
dito tal cossa. 

Noto. Questi quatro villani fono vestiti tutti, et 
donatoli ducati 20 per uno. 

Noto. Si ave riporti di Verona, missier Zuan Ja- 
como Triulzi, qual veniva con 300 lanze in ajuto di 
V imperato:*, zonto a Valezo e a Isola di la Scala, 
scrisse non volea venir di longo et esser preso da' 
vilani, come è stato il marchexe, se prima non havia 
con lui 3000 fanti. Et ditti hanno fato gran danno a 
Villafranca per vendicarsi contra li villani, dicendo 
hanno messo in arguaito il marchexe di Mantoa. 
Item y fo dito per la marchesana di Mantoa esser sta 
fato una proclama che tutti mantoani sono in campo 
di T imperator si partino, in poma capitis etc. 

Fu posto per li savii dar a Hironimo Pompeo ca- 
po dì balestrieri veronesi, oltra li balestrieri, 40 ho- 
meni d' arme di conduta. E fu presa. 

A dì 15, fo il zorno di Nostra Dona, io era a Pa- 
doa, stratioti bon numero e cavali lizieri ussiteno 
per molestar li inimici, et preseno, come P altro eri 
che preseno cari di vituarie e onto sotil andavano in 
campo, e fato molti presoni, come scriveno li pro- 
veditori, T archa di Noè, videlicet di ogni nation, 
francesi, spagnoli, todeschi e italiani pid di 100, par- 
te examinati, parte dati a chi li preseno etc 

Et in questa matina, a Padoa a fo che non era pan 
in piaza, adeo il capitanio dovete mandar pan in 
piaza dil suo per fornir le schafie. Et poi li forneri 
havia fato, et fo fornita la piaza, et ogi fo mandato di 



§3 



MMX, AGOSTO. 



64 



qui sten 500 ferine e veri fin stera 3000. Ito», fo 
pnandato monition pur per Brenta, licei di Strà in 
14 non si poteva andar per V aqua secha et bassa, 
40 adeo oonveneno esser porta con li cari. Et a bore 
22 in zercha, gionse tandem a Padoa sier Piero Bal- 
bi podestà, qual questa note desmontò et alozò a li 
frati di la riviera, et ogi per Brenta vecbia vene a 
Smontar al ponte Peochioso. Li vene contra el capi- 
turno e il zeneral e li proveditori, e fece V intrata ho- 
norata. Era con lui soi zeneri sier Agustin da Mulla 
et sier Lunardo Emo, e suo fiol sier Francesco, et 
Dio volesse fosse andato più per tempo. 

Il campo nimicho era pur a Limene, et presso a 
Vigodarzere al Ponte, et ogi nostri stratioti fé' certi 
danni, et di presoni, e ritornono in Padoa, preso 60 
cavalli. 

Et poi disnar, io et sier Alvise Capello savio ai 
ordeni armati di curazine, venimo fino a Strà con 
scorta di 50 stratioti, capi Nicola da Nona et Piero 
de Federicis, et lì montamo in barcha di Padoa per 
Veniexia. Et scontrai a Strà el Pisano bombardier 
fato conestabele con 100 fanti schiopetieri e con ar- 
chibusi, che andava a Padoa per terra expedito per 
il Golegio. 

Di Treviso. Di sier Hironimo Marin po- 
destà et captiamo, et sier Piero Martello pro- 
veditor. Come mancavano di qui molti trevisani so- 
speti. Item, baveano tajà certe aque, e meteriano 
Treviso in forteza, che un mio lontan non se li poria 
acostar il campo nemico quando a quella volta ve- 
nir volesse. 

Ogi fo Pregadi, licei fusse il zorno di Nostra 
Dona, e leto lettere. 

Fu posto e preso per li savii, che Marco di Ri- 
mano couestabile, qual ha menato la praticha di 
prender il marchese di Mantoa, habbi di provision 
ducati 200 a l' anno, e siali dato 300 provisionati. 
Et cussi subito fo expedito, e mandato in campo a 
Padoa. 

Fu posto, per tutti li savii, atento li movimenti 
dil ducha di Ferara, di elezer de pr essenti, capita- 
aio in Po, over in V Adexe, con ducati 30 al mexe, 
vadi con uno bregantin et diexe barbote, et preso. 
Fato il scurtinio, rimase sier Marco Antonio Conta- 
rmi, fo capitario di le galie di Fiandra, qu. sier Al- 
vise, e aceto. Fo soto sier Alvise Dolfin è di la zonta, 
qu. sier Dolfin, e qui avanti sarà notato el scurtinio. 

Fu posto, per li savii dil Consejo e terra ferma, 
axcepto sier Antonio Grimani, la relation de presoni 
francesi a V incontro di nostri, et contradixe sier Ma- 
ria Contarmi 1' avogador. Rispose sier Alvise da 



Molin savio dil Consejo. Itenun, parlò il 
Rispose sier Zorzi Emo, poi parlò sier Antonio Gri- 
mani, e messe de indusiar. Andò le parte. 52 di h 
parte, il resto di no zoé di V indusiar, e questa fa 
presa. Et nota. 11 cavalier Bianco, uno di presom, 
qual andò per menar tal praticha e doveva tornar! 
tamen, rota la fede non é più tornato, imo si dice é 
in campo dil re di romani e ha fato gran mali. 40 

Fu posto per li savii, dar provision a Bernardin 
di Parma conestabele, fo quello che menò la pratica 
di haver Padoa, ducali 200 de intrada a V anno di 
beni de' rebelli da Padoa, et a uno suo fradello, è 
cargo di fioli, uno oficio in Padoa eie. Fu presa. 

Fu posto, per i savii, sia scripto e proclama a 
Padoa che tutti li contadini patinano per questa guer- 
ra e hanno patito danni etc, per la Signoria nostra, 
tutto li sarà saliselo, e presa. E ohorne fo a Padoa 
publicata, tutti cridoe : u Marco, Marco, „ con gran 
jubilo et alegreza. 

Fu posto, por li consiefl, che si«*r Ferigo Conta- 
rmi proveditor a Cividal di Frinì, qual ha per spe- 
xe, et si porta ben come è noto a tutti, che 1 possi 
esser electo stante fuora, come ad altri è sta con- 
cesso. La qual prie si habbi a meter a gran Conse- 
jo. Ave 25 di no, tamen non fu messa, perché sen- 
za parte poteva esser nominato. 

Scurtinio di uno capitanio in Po, over 
in V Adexe, justa la parte presa. 

f Sier Marco Antonio Contarmi, fo capitanio in 
Fiandra, qu. sier Alvise. 41 

A di 16. Il secretano dil marchexe di Mantoa 
fo in Colegio, qual vieti di campo dil re con salvo 
conduto et è nominato Fulineo. Portò alcune caipise 
e altre robe al marchese. Voleva parlar. Li fo ter- 
minato non li parlasse. El qual credeva fusse morto, 
e li fo acertato è vivo. Et perchè dillo marchexe, 
qual era con uno suo ragazo et Y altro fo levato, sta- 
va mollo meninconicho et dubitava di la vita soa 
perche a niuno ancora havia parlato, fo terminato 
per Colegio mandarli do savii a parlarli ogi, e darli 
queste robe. I qual fono sier Alvise da Molin savio 
dil Consejo e sier Zuan Corner savio a terra ferma. 
E cussi andono, e feno la relation, come dirò di 
soto. 

Di Padoa, di hore 1.1. Come il campo era a 
Limene et li intorno, et è tornati li stratioti e preso 
alcuni dil campo, zercha 60 boni cavalli. Nota. Fo 
scriplo per Colegio a Fadoa li retori e proveditori 



«5 



IIDIX, AGOSTO. 



m 



acriveseno unidi, perchè scrivevano seperadi. Et li 
rectori rescrisseno loro non scriverla dil campo, ma 
fesseria el cargo a li provediiori, et loro atenderiano 
* la terra e di quella scrivevano. La qual lettera fu 
laudata molto dal Colegio. Nota. Tutto il di si man- 
dava danari in campo. Fin ogi é sta manda ducati 
7000 da 8 in qua, e, nota, dal primo di lujo in qua, 
é sta speso in questa guerra ducati 66 railia, eh 1 è 
gran cossa al pocho campo si ha. Si tien li danari siano 
ipal ministrati etc. Et lutavia a Padoa si scrive fanti. 

Da poi disnar, fo Colegio di la Signoria et di sa- 
vii ad consulendum. 

Di Padoa, di hore . . . Come il campo andava 
a Revolon, per quanto si havia da presoni e altri 
venuti di campo. 

À dì 17. La ma lina in Colegio vene il cavalier di 

la Volpe condutier nostro, qual fo ferito da uno 

schiopeto quando nostri introno in Padoa. È homo 

degno, et dimandò alcune cosse. Li fo fato careze 

41 • per il principe, e ritornò a Padoa. 

Vene alcuni villani soto Lignago, dicendo erano 
marcheschi et voleano essor seperadi di Verona e 
far con Lignago. El principe li carezoe molto, e cus- 
si li fu concesso. 

In questi zorni, la terra non stava bene di peste. 
Eri andò quatro a Lazareto amorbati in varie con- 
trade. Si fa ogni provision, et sier Vetor Morexini 
proveditor sopra la sanità, molto si afalicha. 

Veneno in Colegio li tre potestadi di le Contrade 
nominati di sopra, stati a Treviso et ritornati. Et è 
da saper, a Treviso si atende a tajar certa aqua et 
meterla atorno la terra, e sarà forte, et non si potrà 
acamparsi campo a uno mio apresso ; ma bisogna 
far paliGchate etc. 

Fo expedito il conte Guido Rangon, era a Cer- 
vignan a li soi castelli, con 100 balestrieri a cavallo, 
et mandato a Padoa. 

Di Zuan Alberto di la Pigna, da Cortole. 
Come vien qui, et quel signor ducha voi esser bon 
lol di la Signoria nostra. Item, si ave il cardinal di 
Ferara esser ritornato a Ferara, stato a compagnar 
il re di Franza fino a pe' di monti in Aste ; siche va 
in Franza il re certissimo. 

Da Fiorenza. Si ave aviso che a Roma il papa 
disse a sier Hironimo Donado dolor, orator nostro: 
« Doman vi darò uno bona nova > ridendo « zoé il 
re di romani sarà intrato in Padoa. Rispose l' ora- 
tor: « Non la credo ». Et partito scontrò il corier 
portava l' aviso al papa di la captura dil marchexe, 
e il papa biastemò e fece da infuriato. Item, è nova 
di li il re di Franza é andato certo in Franza. 



Di Castel Baldo et Montagnosa. Fono let- 
tere che feraresi si metevano in ordine ; feva bastio- 
ni ai Maxi ; havea sera la rota Sabadina, et dicono 
voler venir di qua in ajutò di l' imperator. Et no- 
stri villani li erano a rincontro facendo guardo non 
passasseno, et haveno licentia da li proveditori di 
campo di far etiam loro contra feraresi qual mal i 
poteva. 

Di Padoa, di eri sera. Come il campo si ri* 
trovava ut sopra verso Limene et Brenlele et Pon- 
te di Vigodarzere con gran desaxii di vituarie, e 
dise alcuni villani scampati di campo, che tanto pan 
quanto in Padoa vai un soldo, in campo nemico vat 
quatro : é pan tristissimo, e quando vien un caro di 
pan in campo, si amazano tra loro per averne. Dise 
etiam che fra loro è gran discòrdia, e spesso sono 
le arme uno contra V altro, e ha no disagio di danari, 
et é zorni 43 non hanno auto danari, e per questa 
caxon sono scampati di campo 300 fanti spagno- 
li etc. Item, nostri atendeno a far provision et bo- 
tar zoso e brusar le caxe di fuora apresso le mu- 
re eie. Fanno fanti tuta via etc. 

Nota, li è sta manda farine, et etiam 50 miera 
de biscoli. 

Item, si ave i nimici a le Brentele aver brusi 
certe caxe, e si dice etiam il ponte per piti segurtà 
loro. Item, in Padoa è sta preso Marco Beraldo, 
qual lo punirano de lì, et essi rectori manierano 
bon numero di citadini di qua, parte carzerati parie 
per sospeti a star di qui. E nota, i retori scriveno 
separadi, e i proveditori separadi. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con zonta, et poi 
rimase simplice, e.fo expedito sier Sebastian Ber- 
nardo qu. sier Hironimo, come scriverò quando 
sarà publichata a gran Consejo, et fo mandato a caxa 
di prexon, con ordine non si mostrasse. 

Noto. Per veder le raxon di la Signoria, fo man- 
dato a Padoa Piero di Paxe rasonato ducal, ma- 
xime in far questi fanti presenti. 

Di Padoa, fo lettere di hore 14. Nulla più di 
conto; solum de occu/rrentiis e munition e altro 
bisogna. 42 

Di Caodistria, et poi di Ruigno, di sier 
Hironimo Contarini proveditor di V armada. 
Scrive come in Istria era seguito certo scandolo. 
Par, quelli podesladi li intorno, volendo combater 
certo castello chiamato Vermo, fono da* inimici mal 
menati, tra i qual é morto sier Nicolò Tiepolo di 
sier Alvise podestà di Djgnan, et etiam sier Vi- 
cenzo Baxadona qu. sier Zuam Francesco podestà 
di Valle mal menato, con occision di molti nostri, 



67 



MD!X, AGOSTO. 



68 



e tolto certe artilarie a li ditti per li inimici. Siche a 
questo modo vanno le cosse nostre. Sier Francesco 
Pasqualigo proveditor di stratioti in Istria, è a l'as- 
sedio di Trieste. Il proveditor di V armada, scrive 
dolendosi di tal legereza di questi podestadi etc. 

Da Moncelese, di sier Piero Gradenigo 
proveditor. Come dubita per quelle zente ferarese 
si dice venir. Voria altra zente li. Tamen lui fa 
quelle provision che '1 poi etc. 

Di Lignago, di sier Carlo 3farin provedi- 
tor. Di quelle occorentie, et che missier Zuan Jaco- 
mo Triulzi, con zente francese, si dice è in verone- 
se. E, nota, ditto misier Zuan Jacomo, venuto a Va- 
lezo e Villafrancha dove alozoe con lanze 300 in 
cercha, e volendo intrar in Verona, par quelli di 
S. Zen fosseno in arme, unde, lui, dubitando, volse 
le chiave di la terra, e non gè le fo date, unde lui 
ritornò fuora di la terra ad alozar. 

Gionse di Padoa tre citadini padoani mandati a 
presentarsi, quali si presentarono a la bolli, Zuan 
da Lion, uno di Cortusi et uno Buzacharini ; et altri 
fono mandati da poi. 

Gionse a Venecia sier Zuan Paulo Gradenigo in 
questi zorni, vien proveditor di la Patria di Friul 
con licenza dil Colegio per varir. 

A dì 18, la matina, in Colegio, fo leto le lettere 
portate eri per Martin Bestia vien dil conte di Po- 
pulo, qual andò con el briganlin in 9 zorni. Trovò 
il conte a Populi, et vene per terra ; fo retenuto a 
Urbin. In conclusion, dice esso conte aspeta risposta 
dal viceré, e quantunque non venisse, l'animo suo 
è di venir; ma non voria venir in disgratia dil suo 
re etc. Si tien non vera. 

Di Padoa, di hore 3 di note, eri. Come il 
campo era a Limene. Nostri li davano speluzale. Et 
scrive il riporto di uno trombeta nostro stato in 
campo di l'imperator, qual ha parlato col signor 
Constantin Amiti e monsignor di la Peliza, quali 
hanno ditto: « Quelli di Padoa non si voi render? 
li amazeremo tutti. > Et il trombeta disse : « È ben 
munita ; 30 milia persone da fati, e non li stimava. 
E loro disseno : « Veremo edam a Venecia » con 
altri coloquii ut in litteris. E il signor Constantin 
disse : « Saria sta mejo la Signoria si havesse pacifi- 
che con questo re. » Item, pativano di vituarie mol- 
to, et per lettere di sier Cristofal Moro proveditor, 
vidi una particolarità non avisata a la Signoria, li 
frali di Praja e San Zuan di Verdara aver dato vi- 
tuarie di biave e vini per doi zorni al campo nemico. 
Item, avi lettere io dal capita nio, come i nimici scha- 
ramuzavano con nostri, et eri sera andò fuora el Pi- 



sano eonestabele con la compagnia di schiopetieri, e 
fono roti da' inimici. El Pisano non si trova, et di la 
compagnia è ritornati zercha 30 fin quella bora di 
note ; siche si scaramuza spesso con nostri e con 42 # 
villani e stratioti. Item, esso capitanio alendea a 
fortifichar il castello et conzar, e fin tre zorni Io 
meterà in bon hordine, et sarà dentro uno de quelli 
zenlhilomeni per castclano etc. 

Di Udene, di sier Antonio Zustignan dotor, 
vice locotenente, et sier Francesco Capello el ca- 
valiere proveditor cenerai, di 16. Dil zonzer a Go- 
ricia, come hanno per soi exploratori, esser zonta 
una careta coperta di panno rosso con 500 provi- 
sionati atorno. Si dice è danari per dar a le zente, e 
voleno venir a unirsi col campo è atorno a Padoa. 
Altri dice anderà a campo a Monfalcon, over per 
socorer Trieste ha tolto zorni quatro a rendersi. Et 
il proveditor Gipello fa ogni provision; ha scrito 
a Sazil et per la Patria star reguardosi, et loro in 
Udene provedono. 

Da poi disnar, fo Pregadi et leto molle lette- 
re etc. 

Fo leto la depositane di sier Alvise da Molin et 
sier Zuan Corner, stati a visilation dil marchexe di 
Mantoa in Toresele eri. Dicono che dito signor era 
di malavoja e come disperato; manzava pocho et 
dormiva manrho, e lo confortono da parie di la Si- 
gnoria nostra. E tutto si confortò. Dubitava esser 
fato morir, e comenzò a rasonar di la guerra ; e che 
'1 re di Franza è andà via de Italia, ne più è per tor- 
nar, tanta paura ha auto al fato d' arme. E si nostri 
stevano fermi, erano francesi rotti, perchè, con effe- 
cto, fono mal tratadi da le nostre fantarie e maxi- 
me il signor Piero dil Monte, qual fo morto perchè 
vele il re e li andò a quella volta e pocho lontan fu 
amazato ; qual combatè da un Cesare e il re haria 
paga una cita el fosse sia vivo; V haria tolto a suo 
soldo. Item, disse : «e Quando possono di qua a Cas- 
san, erano disordinati, et si nostri veniva a V incon- 
tro li rompeva, e missier Zuan Jacomo Triulzi li 
disse : « Marchexe, a questo cognoseremo Italia » et 
come passono più non dubitoe, e vene una artelarìa 
tra il re e il marchexe che rasonavano a Cassali, e 
lui disse al re: « Sire levamossc di qui, stemo con 
pericolo ». Il re disse: « Bombarda non amazare » 
tamen bave gran paura. E quando fo il fato d'arme, 
disse che sguizari, li capi, li vene a dir : « Sire, semo 
roti ». Ma che era tanti tradimenti in campo, che 
non si poteva far ben. E quando fo rizerchato esso 
marchexe di ronzarsi cor, la Signoria, saria venuto; 
ma sapea li tradimenti e non poteva haver honor. E 



69 



MDIX, AGOSTO. 



70 



che '1 nostro campo era bellissimo e di valenti ho- 
meni ; ma le zente d' arme si portò mal. Item, che 'I 
capitanio di le artilarie del re volea V artilarie prese 
in questa guerra, dicendo li vien a lui, numero 42 
in tutto, tra dil campo, di Brexa, Cremona e altre 
cita, e il re non le ha voluto dar, unde V ha fato ci- 
tar il re al parlamento di Paris, e lì si difìnirà. Item, 
che il cardinal Roan e sta malissimo e dubitava di 
43 morte certo; ma è varito e andà in Franza: conclu- 
dendo, il re non é per tornar in Italia per niun mo- 
do. Poi disse voleva esser servitor di questa illu- 
strissima Signoria, e li donava il suo stato, moglie e 
fioli, e faria venir qui, e li bastava l' animo, col papa 
e Ferara e ducha di Urbin suo zenero, adatar le 
cosse e cazar barbari de Italia. Et la Signoria coman- 
dasse ; con altre parole, ma questo è il sumario. 
Item, disse il campo di l'imperator non poteva du- 
rar molto, perché a dì 20 compie, et e il tempo di 
la paga e non ha danari, niun li voi dar danari. Et 
poi disse, sa che presto la Signoria sarà integrata 
dil suo stato, perchè li populi di Brexa e Crema ne 
chiama tutti, e cussi Bergamo. Non dice di Cremona 
perchè non è slato, e di Vicenza e Verona (poco) 
manca per la Signoria ad averle. 

In questi zorni, di ordine dil Consejo di X, fo 
ordinato et fato uno gabion in la sala dove era la li- 
braria, dove si reduseva la quarantia novissima l'in- 
stade, per meter dentro presoni trivixani et altri etc. 

Itevi, perchè il stato di terra era perso e non 
era più cause di terra ferma a la quarantia novis- 
sima, et li auditori novi haveano pocho da far, che 
prima non poteano suplir, unde fo terminato non 
elezer più li XL novissimi, che adesso era il tempo 
di principiarli a far, e si per schivar la spesa come 
perché non havea da far la quarantia ; e fo redulo 
chome prima, che la quarantia civil vechia uno mexe 
atendesse a le cause dentro, e V altro mexe a le cause 
di fuora. Et fo ben fato prò num. 

Noto. A dì 17 di questo mexe, in Colegio, juxta 
la parte presa in Pregadi a dì 21 lujo 1509, fono 
electi cinque sora la difereutia dil signor France- 
sco di Andre e altri pretendeno aver raxon in ditta 
ixola, et rimaseno sier Zuan Badoer dolor et cava- 
lier, sier Antonio Condolmer, sier Daniel di Renier, 
sier Marco Minio et sier Piero Landò. Et poi, in loco 
di sier Piero Landò non intrò, fu electo sier Gaspa- 
ro Malipiero. Et a dì 20 novembrio, in loco di sier 
43* Antonio Condolmer, fo electo sier Zuan Navajer. 

Di Padoa, di hore 14. Come hanno, il campo 
de i nimici in quella matina far gran remori di soni, 
di trombe, tamburlini e altri istrumenti di bataglia, 



e credono siano per levarsi. Non sano la volta tegni- 
rano. Item, se li mandi freze e altre artelarie, ut in 
litteris, e danari per la paga et far fanti, che ne 
fanno de lì, e maxime farine e biscoti, stentano a 
masenar. E altre lettere fono lecte. Et poi, sier An- 
drea Loredan cao dil Consejo di X andò in renga a 
scusarsi aver refudà proveditor in la Patria, et li 
avogadori sier Alvixe Gradenigo et sier Marin Mo- 
rexini voleva fusse cazuto a la leze. Et disse: è 
proveditor sora l' arsenal con pena, e non poi aver 
do officii; poi, quando el fo electo, non era in Pre- 
gadi, ma vene et rimasto refudò, e la Signoria acelò 
la sua scusa ; siche, si V avesse saputo non poter re- 
fudar, saria andato. Con altre parole ben acomodate 
pregando el Consejo acetasse la sua scusa. Li rispose 
sier Marin Morexini sopradito e fo longo. Mostrò le 
leze : non poteva refudar. Et poi la Signoria e savii 
messeno fosse aceptà la sua scusa, e havesse ben po- 
tuto refudar senza pena. Et Moisè Venier, è di Pre- 
gadi, volse parlar ; ma V hora era tarda, e perché 
volevano Consejo di X per tuor certe monizion ne 
le sale e mandar a Padoa, fo rimesso a un altro Con- 
sejo, et licentiato il Pregadi, et restò Consejo di X 
simplice suso a questo eflfecto etc. 

A dì 19, domenega, vene in Colegio uno secre- 
tano dil marchexe di Mantoa, vien di Mantoa, no- 
minato con una lettera di la mar- 

chexana a sier Carlo Valier suo compare, qual lo pre- 
gava pregasse la Signoria questo visitasse ditto mar- 
chexe. Et cussi venuto in Colegio, suplichò parlarli, 
et voleva darli in compagnia do servidori, uno me- 
dico e uno barbier per medicarlo. Li fo dito non vo- 
levamo niun, ma è ben medici qui, e quando el vo- 
leva, si manderia maistro Marin Brochardo medico a 
visitarlo. Et fo ordinato tre savii di Colegio, sier 
Piero Capello, sier Andrea Trivixan el cavalier, sier 
Domenego Trivixan, zoè uno per ordine, andasse 
ogi a visitarlo e confortar ditto marchexe, et questo 
messo, el qual, poi stato, ritornò a Mantoa. 

Vene domino Tuzo di Costanzo ciprioto, qual 
con licentia di la Signoria andò dal campo de 1 inimici 
quando si prese iterum Castelfranco, et vien di ditto 
campo. E referì alcune cosse in Colegio, et ha tolto 
caxa in questa terra con il fiol e sua famiglia in ca* 
Marzcllo a Sani' Anzolo sora Canal grande, et quivi 
stele. 

Di Padoa, di eri sera. Come, a hore 24, é ri- 
tornato il trombeta mandono in campo di hordine 
di loro proveditori per parlar al cavalier Bianco. 
Dise il campo esser levato e andava a la volta di S. 
Martin mia 8 di Padoa verso il monte, et haveano 



7i 



umx, Acofro. 



n 



carato focho nel caste! di Limette e messo uno tor- 
chio per tuorl'aqua a Padoa; ma non (èva opera- 
tion, perché le «pie vten di soto ria, e hasse visto 
44 che da quella matina a la sera, è cresute la aque */t 
pe'. Et besscndo zonto Zuan Alberto da la Pigna per 
il dueba di Ferara secreto in questa terra, scrisse ogi 
a la Signoria se li mandasse tre di Colegio che li 
parleria, e non voi parer publice. Et fo terminato di 
mandarli Alvise Sabadin secretano, e cussi andoe. 

In questa matina, fo dito una zanza, non vera, 
che tnissier Zuan lacomo Triulzi in veronese poco 
mancò non sia sta preso di villani ; ma una vcchia 
lo fe* avisar e scapolò. 

Da poi disnar, fo gran Consejo. Et perché ver- 
tiva diferentia si sier Zuan Paulo Gradenigo poteva 
esser nominalo consier di Ossoduro, ogi fu posto 
parte 3 per me, 3 i consieri per viam dcctoratio- 
nis. Ave 28 non sincere, 412 di no, 066 di sì, e fu 
preso di si, tamen contra le leze. Et tolto, ussl per 
scurtinio e rimase. Fo etiam, senza meter altra par- 
te, balotà in scurtinio patron a V arsenal sier Ferigo 
Contarini qu. sier Hironimo é proveditor a Cividal 
di Fritti e fo soto, perché senza altra parte poteva 
esser balotato. 

Fu puMieà la condanason fata a di 17 di questo 
nel Conséjo di X contra sier Sebastian Bernardo qu. 
sier Hironimo ; che 1 ditto sia priva di tutti officii, 
benefìcii, consegii di la Signoria nostra per uno 
anno, e pagi e restituissi tutto quello sarà justifichà 
aver auto di botini di Padoa. 

Di Fritti. Si ave lettere di Udene, di 18, dil 
ZusUgnan et Capello. Come i nimici erano venuti 
in la Patria facendo gran danni di focho e occision, 

fino de putì, a tre ville, zoé et 

erano tra Plezes et Tulmin bon numero. Et nostri 
erano in Udene. Sono pochi ; si lamentano di li stra- 
tioti é li disobedienti et nulla valeno. Et se li pro- 
vedi. 

A dì 20, in Colegio, vene Zuan Forte stato pre- 
son di franzesi, eriscatato parti a di 15 di Mìlan. 
Disse il re non é arida in Franza, e vien il gran 
maestro con 200 lanze a trovar missier Zuan laco- 
mo per ajutar l'imperator, e altre particularità, co- 
me dirò di soto. Et li fo dà zenle et mandato a Li- 

Di Padoa, fono lettere eri sera di hore 14. 
I flimici erano ritornati a Tendiamola et li si stava. 
E poi, questa matina, si ave lettere di eri sera i ni- 
mici certo esser col campo a Tencharuola et il re 
atozalo in la ca' di la Raina di là di la Brenta, e 
vanno dainzando lì intorno. E fo ditto, parte voleva 



passar verso h Bataja e Moncelexe per danfear. Si 
tien verano al Bassaneflo per tuor le aque. Solidta 
si mandi farine, btscoti etc E tieneno essi provedi- 
tori certo che, fin do zorni, si aproximerà ditto cam- 
po a la terra et darano la bataglia. Tutta la note sta- 
rano armati e a cavallo, havendo ordina le guardie 
per tutto. Noto. Per avanti si bave uno aviso che 
erano sonte molte scale in campo nimicho. 44 * 

A dì 19 avosto 1509. 

Zuan Forte homo d' arme olim dil signor Part- 
dolfo da Rimano, liberato da 9 francesi per aver pa- 
gato la sua taglia, parti da Milan a di 15 avosto. Ref- 
ferisse di ha ver aldito da molti signori etpraecipue 
da monsignor Ricardo locotenente del gran maistro 
di Franza existente a Milan, come dito gran maistro 
di Franza, a dì 16, saria a cena a Crema con lanze, 
chi diceva 100, chi 200, per conzonzerse con missier 
Zuan lacomo Triulzi, per venir a questa imprexa di 
Padoa. 

Che 1 re di Franza, intesa la captar* dil mar- 
chexe di Mantoa, se parti da Vigevene, dove era an- 
dato a caza, et vene subito a Pavia, dove ancor à di 

15 el se ritrovava Che 1 se divulgava 

che '1 re mandava per sguizari et vasconi e per K 
cavalli di la artesiana erano a Lion ; che francesi 
vengono mal volentieri per veder li populi ben di- 
spositi verso la illustrissima Signoria nostra. 

Che 1 cardinal di Ferara, preso el marchexe, era 
sta a stapheta a Milan marti passato, et ritornato su- 
bito, né se sa ad quid. Che 1 re dice che lui con- 
veniva esser quello fazi questa impresa, perché el 
cognosse che 1 campo de' todeschi fino do mexi si 
disolverà. 

Dicono etiam, che se 1 re di Spagna ha dato li- 
centia al conte de Populi, venire tempo esso re sari 
mal contento. 

Che 1 re di Franza ha fato levar tutti i merli de 
Brexa, el le torre de quella città. 

Che '1 ha dato de conduta al conte Zuan Fran- 
cesco di Gambara bomini d' arme 50; al conte Al- 
vise Avogaro 50, et a Sonzin Benzon 25. 

Demutn, che a Villanova hersera gionsenò cinque 
boche de artilaria grossa, videlicet falconeti, veni- 
vano a questa impresa. 

Et nota. Eri andono li tre deputali dil Colegio a 
parlar al marchexe di Mantoa, quali referiteno 
quanto esso marchexe havia ditto. Et par che questa 
matina sier Carlo VaJier, parlando in corte dil pahtzò 



73, 



MD1X, AGOSTO. 



74 



con quel messo venuto di Mantoa qual li dimandò 
si 'I marchese era ben tratato, rispose de sì e la Si- 
gnoria lo tratava da signor e non li lassava manchar 
niente. Et li disse : < Li danno ostrege ? el signor gè 
sa bone. > Disse sier Carlo : « Non se li dà questo 
mexe perché sono cative ; ma questo setembrìo se 
li darà ostrege, capelonge et quello vorà sua signo- 
ria. » Rispose quel mantoan : « Chome, durerevu 
questo altro mexe? » quasi dicat, Venecia sarà pre- 
sa questo septembre. Et sier Carlo con colera disse : 
« Aspetatime qui. » E vene a la porta di Colegio, e 
batè fo. te e intrò, e disse tal parole. Ha mandato per 
lui il principe; li fé* grandissimo rebufo, e lui inzeno- 
45 chioni confessò aver usale tal parole. Et mandato da 
parte, molti volevano statim farlo apichar; tamen, 
fo deliberato mandarlo subito via e mai piò non ve- 
nisse in le terre dil Dominio nostro. Et cussi fo fato, 
mandato Gasparo da la Vedoa a dir questo al mar- 
chese. Qual, inteso, si duolse mollo forte dicendo : 
« Dio mi é contrario ! lo voglio meter la vita ; dono 
il mio stato, la moglie et fioli a questa illustrissima 
Signoria, e li mei usano tal parole bestiai. » 

È da saper, il Colegio di padoani ogni zorno si 
reducevano, videlicet sier Nicolò Pixani consier, 
sier Hironimo Querini cao di X, sier Bernardo Bem- 
bo avogador, sier Andrea Corner inquisitor, et Gno 
qui hanno examinato, dato corda et expediti di Co- 
legio tre, Francesco Beraldo, Bertuzi Bagaroto do- 
lor, missier lacomo da Lion dotor et Alberto Tra- 
polin. Sarano mo' spazati per il Consejo. El di Pa- 
doa fono mandali bon numero; più di 100 per so- 
speto, oltra li retenuti, quali noterò più avanti, li 
qual ogni matina si andavano a presentar e darsi in 
nota a la bolla. Etiam veneno alcuni trevisani ci- 
tadini, qual si andavano a presentar a la bolla ogni 
zorno. 

Da poi disnar, fo Pregadi et leto molte lettere. 
Et vene di Padoa, di ogi ore 16, i nimici serano 
quella matina apresentati al Bassanello. Nostri vo- 
tano ussir fuora, tamen il capitanio non li ha las- 
sati; ma con le artellarie li hanno salutati acciò non 
si acampino vicino. Et za nostri havea hrusà tutte 
le caxe di la Saracinescha fino a Santa Croxe su V a- 
qoa, et quella di sier Zuan Valaresso al Bassanello, 
con molle caxe nel borgo fuora la porta di Santa 
Croxe. Item, nostri in Padoa stanno a le soe guarde ; 
dimandano danari, monilion eie. 

Et nota. Li è sta mandato da* 3 avosto fin que- 
sto di ducati 57 milia, et ogi si li manda ducati 4000 
in zercha, siche non mancha danari. Fo publichato, 
quelli hanno promesso a portar, li portino, in pe- 

/ Diarii di M. Sanuto. — Tom. /X. 



na etc. Tuttavia il doxe atende a dimandar l'impre- 
stedo zeneral a tutti, e zenthilomeni e populari richi 
e preti e piovani richi. Et veneno in questi dì in Co- 
legio episcopi, videlicet Y abate Mozenigo, lo epi- 
scopo Malombra di Arbe, lo primocierio Barbarigo, 
lo abate di Borgognoni Trivixan, l' episcopo di Cre- 
mona. E fo mandato al castelan di Bergamo el altri 
dimandando imprestedo eie. in tanto bisogno di la 
terra. 

Et poi andò in renga sier Piero Capello savio dil 
Consejo, et fé* la relatione di quanto havia dito il 
marchexe di Mantoa. Domenega, che foeri, andò con 
li altri a visitarlo, et vi fu etiam quel secretorio di 
la marchexana nominato di sopra. Et nota. Alcuni 
di Collegio voleva trarlo di là et meterlo in altro lo- 
cho; et si fa uno chabion grand o in una salla apresso 
gran Consejo soto la quaranlia novissima, dove al 
presente e li francesi ; ma il Consejo non sentiva per 
niun modo di moverlo, et per questo fu fato tal re- 
latione. 45 # 

Et perchè si lamentava di cimesi, fo chiamati sier 
Piero di Prioli et sier Anzolo Sanude proveditori al 
sai, quali andaseno a veder di remediar, facendo 
qualche provision etc. 

Fu posto, per li savii d' acordo, atento il conte 
di Pitiiano compiva la ferma, quello volleva far la 
Signoria di lui. E fu posto tuorlo ancora a nostro sti- 
pendio con ducati 1000 al mexe a lui per la sua per- 
sona, et si pagi le zente etc. Et fo scrito di questo in 
campo, et ditto la matina a Piero di Bibiena suo se- 
cretano. El fu presa. 

Fu posto, per li savii, a domino Thadeo cavalier 
di la Volpe, qual fu ferito di uno arebobuso a l'in- 
trar in Padoa, che havia 50 homeni d' arme et 25 
balestrieri a cavalo, li sia azonto altri 50 homeni 
d* arme et 25 balestrieri a cavalo. E fu presa, e fo 
comanda credenza acciò il principe li digi questo, e 
di altri non lo sapia. 

Di Padoa. Fo lettere, per le qual se intese man- 
davano de qui 7 padoani in prexon et 7 altri a star 
qui. Queli retenuti, sono : Alvise et Hironimo Fabian, 
Bastian Pizacomin, Hironimo Caodivacha, Zuan Ba- 
ptista Brazoduro e altri, qual non mi estenderò in 
scriverli. Item, come questa note passata haveano 
facto apichar al palazo Marco Beraldo ciladin pri- 
mario di Padoa, el qual scriveva in campo e tratava 
con nimici etc. Item, si have aviso esser zonlo Gor- 
leto con 300 fanti vien di trivisana, et aspettavano 
Pereto Corso con fanti .... pur di trivisana. Item, 
fo terminato mandar questa note e diman homeni 
per le contrade electi a Padoa, e li capi de li sestieri 



75 



MMX, AGOSTO. 



70 



erano occupati a questo. Noto : é sta fornito il ca- 
stello di Bovolenta per li provedilori, e mandato 
dentro Lucha d' Ancona in questi zomi, con fanti e 
artellarie. 

Noto. Ogi fo expedita una compagnia di fanti 
100, fata per agumentar Vigo di Perosa é in Gvidal 
di Friul. La qual ogi fé' la mostra per piaza, ave da- 
nari et si parti il dì driedo. 

A dì 21. Vene in Colcgio il cavalier di la Volpe, 
qual per avanti havia tolto licentia, dicendo esser 
pentido e voi sempre servir questa Signoria. Et il 
principe li disse quanto eri fu preso nel Senato, e lui 
ringratiò molto. Atende a varir e andari a Padoa, 
dove é la sua compagnia tutta li. 

' Fu dato 100 balestrieri a cavalo a Zuan Forte 
nominato di sopra, e lo veleno mandar a Lignago. 
Li aceto et li farà. 

Di Padoa, di eri, hore una di note. Come il 
campo de' nemici, questa matina si apresentò al Bas- 
sanello. El qual cegnava di achamparse lì, et per no- 
stri fo fato grandissime prò visione, e ha Irato molte 
artellarie, adeo si levoe et é andato di là dil ponte dil 
Bassanello, et si dice esser levati di ditto campo 1 500 
cavalli e sono andati verso el Piova. Et ogi sono ca- 
valchati assa' stratioti e ballestrieri a cavallo fuora, 
et quello i habino fato fin quella hora, non se in- 
tende. Et che ogi è pur ussito Zuan Griego e altri 
cavalli lizieri, et hanno preso do franzesi homeni 
d' arme, i qual sono benissimo in hordine di ar- 
madure et cavalli eie. Itetn, essi proveditori diman- 
dano danari. Et mandano il conto per dar le page, 
et eri fo leto in Pregadi una lista di le zente sono a 
Padoa sì da pe' come da cavallo, la qual sarà notada 
46 qui avanti. 

Et li fanti venuti da Veniexia per dieci zorni, vo- 
leno danari. Itcm li villani, a ognuno danno soldi 6 
per uno di ordine di la Signoria nostra, et sono zer- 
cha Itcm, tutti lavorano i bastioni e re- 
pari, e ora compieno quelli di Santa Croxe. Itetn, 
dil zonzer lì da Miran venuto Alvise di Dardani con 
villani numero utpatet in litteris. 

Di Treviso, di sier Piero Marzello prove- 
ditor general, di eri. Come non è lì 1000 fanti et 
180 cavali lizieri, et atendono a compir li bastioni, e 
bisognerà tajar per meter l' aqua atorno. Ila nova 
a Bassan esser zonti 4 canoni vano in campo a Pa- 
doa. ltem, di Citadella è sta porta 500 scalle in ditto 
campo, et esser venuti noncii regii ad Axolo a scuo- 
der 700 duellati che 'I re li ha dà di taglia; siche va 
.spojando tutto il paese. 

Di sier Gabriel Emo proveditor di Trevi- 



so, di 20, ore 16. Fo lettere, et etiam io ne avi. 
Come a Castelfranco non é niun. Bassan el Asolo 
fanti 200, Citadella 100, e adesso saria tempo farsi 
sentir per quelle campagne, perché, quando i nimici 
erano a Castelfranco, ogni zorno andavano fuora, e 
al presente non lo lassano ussir. Pur eri ussite con 
alcuni cavalli e andoc fino sotto Asolo, e non hanno 
sentito de 1 nemici alcuna cossa, imo stanno serali 
dentro. E con questi mezi si fa danno a li nemici et 
si asegura il paese, et per il suo venir ha preservato 
in quelle campagne più di 60 ville die sariano sta 
tutte sachizate. Itetn, ha posto ordine ita che in uno 
zorno poi levar 8000 villani ; ma senza cavalli non si 
pono tuor alcuna impresa. Voria qualche cavallo per 
poter ussir; farla etc. 

Di Udene, dil Capello proveditor generai* 
di 19. Come li e sta conduti do corieri portavano 
lettere di campo a Limene dil re al ducha di Brunx- 
vich è a Goricia, le qual le manda a la Signoria ; ma 
sono in todescho e zifra lodescha. Itetn, i nimici 
sono: cavalli 4500, fanti 1500, il resto villani coman- 
dati. Itetn, in questo numero, è venuto domino 
Zorzi di la Torre rcbello nostro, et dite zente ten- 
devano verso Belgrado, etc. 

Di Padoa, di retori, di ore 5 di note. Come 
hanno compito di meter in ascilo il castello, nel qual 

è sier Zuan di Garzoni posto con fanti Et è sta 

ben a proposito a farlo asetato, perchè andava in 
mina. E sopra questo scriverlo assa', dicendo: < Mi 
capitanio non l' ho fato per paura, perchè, si havesse 
paura, non saria venuto di qui etc. ». ut in ea. 

Da Constantinopoli. Di sier Andrea Fo- 
scolo bailo, di 22 luio. Come ha parlato con Ali 
bassa, qual è benissimo informato di le cosse de 
Italia, et ha gran paura di queste armate è fuora, el 
ha mandato custodia ai lochi maritimi, et dice que- 
sto acordo contro la Signoria fo fato quando il re di 
Spagna era a Napoli, dicendo: « La Signoria vostra 
ha galie 50 tra sotil e bastarde a Corphù per guar- 
da ». In conclusion, furiano ogni cossa, quando fosse 
richiesta. 

Noto. Di Padoa. Si ave uno aviso in campo 
de' inimici, domenega, a dì 19, esser zonlo il signor 
Lodovico di la Mirandola con 100 homeni d' arme, 
200 fanti, 12 boche di artillarie et 50 carra di vi- 
tuarie, a nome tutti dil papa contra la Signoria no- 
stra. 46 * 

Noto. È sta manda a Padoa, da dì 3 avosto fin 
ogi, ducati 32 milia et 700, come intesi da sier An- 
drea Bondimier camerlengo di comun. Et cussi é 
la verità, e tutti è spesi. 



77 



MD1X, AGOSTO. 



78 



Vcneno alcuni villani ili Cerea solo Verona vi- 
cini a Lignago, con lettere dil comun loro. Voleno 
far con Lignago et non con Verona. Et fono acc- 
iaili et charezadi mollo. 

Vene Batagion, fo caslelan di Cremona, e mostrò 
aver avisi certi di Milan che 1 re a dì 10 passò i 
monti, et che la raina l'ha mandato a chiamar 
omnino el vagi. Et che é restati pochi francesi di qua 
da' monti, dicendo altre particularità etc. 

Fu fato il scuriinio di proveditor a Estc in luogo 
di sier Zuan Marin, non voi andar, et fono tolti sie, 
et sono : sier Lucha da Pexaro, fo XL, qu. sier Alvi- 
se, sier Zorzi Valaresso, fo XL, qu. sier Marco, sier 
Zuan Contarmi, fo patron in Barbaria, di sier Marco 
Antonio, sier Francesco Gradenigo, fo vice sopra- 
comito, qu. sier Nicolò, sier Alvise Badoer, fo avo- 
chato al procurator, di sier Rigo, et uno altro. Non 
rimase niun perché non fo ballotado. 

Da poi disnar, fo Pregadi, et letto queste lettere, 
né altre sopravene. Et fo gran cossa di ogi non si 
abbi lettere eli Padoa. Se intende ben per li venuti, 
parti a hore 14, le cosse stavano utsupra, et nostri 
lavoravano i bastioni e repari a Santa Croxe. Item, 
di Roma non fo lettere di 8 in qua, e fo gran cossa. 

Fo posto per li savii tutti, quelli hanno ministra 
danari e artìlarie in questa guerra, siano commessi a 
li avogadori di comun. E sier Antonio Grimani sa- 
vio dil Consejo messe voler la parte, con questo sia 
etiam commesso li rectori e altri, exceptuando quelli 
per le leze é deputadi al Consejo di X. Et andò le 
do parte, 69 dil Grimani, 74 de li savii, et questa 
fu presa. 

Fu intrato in la materia di sier Andrea Loredan, 
si T era cazuto a la leze, over non, per aver refudà 
proveditor in la Patria di Friul. Parlò primo per lui 
sier Antonio Condolmer, fo savio a terra ferma. Ri- 
spose sier Alvise Gradenigo V avogador, poi parlò 
sier Piero Contarmi Philosopho è di Pregadi. Li 
rispose sier Marin Morexini, et per li consieri, cai di 
XL, e savii di Colegio, fo messo che sia aceta la scu- 
sa. Andò la parte, 4 non sincere, 61 di si, 79 di no, 
et fu preso che '1 pagasse la pena over andasse al 
confin. 

Noto. Ogi, hore 22, sier Uironimo Contarmi pro- 
veditor di T armada, con 5 galie computa la sua, 
parlilo da V Istria e di V impresa di Trieste per exe- 
qtoir li mandati, vene per il porto nostro via e andò 
a Chioza, e li starà aspetando mandalo. 

Vene Agustin et Alexandro di Pompei citadini 
veronesi scrivani di camera, i quali è (Vizili di Ve- 
rona per esser marcheschi. Et par che suo fratello, 



domino Thomio dolor, è sta mandalo per sospeto a 

Trento per quel vescovo. Etiam vene uno 

di Bassani et altri. Et se inlese missier Zuan Jacomo 
Triulzi con le zente aver fato preda sul veronese di 
animali più di 4000, e sachizato et partito. E quel 
vescovo di Trento governa Verona, li ha mandato a 
dir: < Quello voi dir questo? > Li ha risposto ha 
voluto far mal a li rebelli dil suo re, eie. 47 

In questo zorno, in quarantiacivil nuova, fu expe- 
dita una sentenlia di proveditori sopra le camere 
contra sier Secondo da ca' da Pexaro qu. sier Ni- 
colò, fo proveditor a Pexin, qual si havia pagato di 
tutto il salario licet non sia stato tutto il tempo, et 
casi seguiti; altri l' hano fato. Parse a questi prove- 
ditori sier Piero Loredan, sier Alvise Bernardo, sier 
Andrea Foscolo sententiar tal partita sia retrala dil 
conio, e cussi sari di altri retori a questa medema 
condition. Et disputata per avochati la causa, fo fata 
bona la sententia di largo, e restituirà il tolto di più. 

Di Bologna. Si ave avisi certissimi, il cardinal 
Pavia e cardinal di Narbona, zoè Aus, esser ritor- 
nati e aver acompagnato il re a 1 pe' di monti-, qual 
parti a di 7 di Milan per Franza. Etiam Raphael 
Basali) ha lettere di Milan di 8, li scrive uno è con 
T orator ispano questa partita dil re; e P orator va 
con soa majestà, e mandi certi panni di seda a Lion 
perché li si Iroverano etc. 

A di 22. In Colegio. È da saper, da cri matina in 
qua non fo lettere di Padoa, che tutti si maravcglia- 
va. Et fo lettere di eri, ore 15, il campo era lì dove 
slete al ponte dil Bassanello etc. Item, venne di ore 
3 di note, ditto campo esser li al Bassanello, et esser 
andata parte, capo Beraldin Beraldo e altri padoani 
che li ha guidati, e hanno messo a sacho Este, et 
partili, sier Daniel Moro è proveditor in Este si 
partì et é in Moncelese, el qual loco di Moncelcse 
si ticn, dove è sier Piero Gradenigo proveditor 
et homeni valorosi a difendersi da bataja di man, 
e con artellarie se tirerano in castello. Item, sier 
Cristofal Moro proveditor rimase questa note a la 
porta di Santa Croxe, et scrive esser sta preso per 
nostri struttoti e cavali lizieri 30 homeni d' arme 
inimici su cavalli a la liziera. 11 campo era alozato di 
là dil ponte dil Bassanello, e non si move. E, come 
avi lettere io dil capitarne mio cugnado, che nostri 
atendeva a fortifìchar li repari e bastioni, et ogni 
zorno fra conladini et populo di lì sono da zercha 
2000 che lavorano, et fino a dì 24 sarà compito di 
fortifìchar e tutto verso Santa Croxe che non dubi- 
terano. Item, ha manda Vasallo capitanio di la piaza 
di qui, ogi con 12 presoni, parte in prexon e parlq 



79 



MDIX, AGOSTO. 



80 



sospeti, a star qui ciladini. Et scrive, in zorni sette, 
sodo sta mandati, con questi di questa note che vie- 
neno, presoni numero 137 padoani, olirà li altri 
mandati per esso capitanio solo per avanti numero 
48. Siche, in tutto sono numero 175. Ne sono etiam 
de mandar de li altri, che si atende a expedirli. 
Item, solicita si li mandi danari, et farine sopra tut- 
to etc. 

Et questa sera, li fo mandato ducati 

In questa matina, fo divulgato una cossa per la 
terra, che a Padoa era scoperto uno tratado di uno 
caporal di Latanzio di Bergamo, voleva dar via una 
porta a li nemici, et era con più di 40 compagni in 
tal pratica, e per Lataàzio era sta preso e menato 
da li proveditori. Tamen, per lettere di Padoa, non 
si have alcuna cossa particular ; quel sarà, scrìverò. 

47 * Sumario di do lettere di sier Polo Capello el 
cavalier, orator a Roma, a sier Filippo suo 
fioì 9 venute in questi eorni. 

Lettera 15 avosto. Come hanno auto gran con- 
solatone dil prender dil marcbexe di Mantoa che 
de qui li fo scripto, et ave, non le lettere per Farfa- 
rello corier, ma do zorni avanti l' ebeno de 11 per 
pili staffete, e più grassa, maxime che etiam erano 
prese le zente pontificie; le qual nove si ave per via 
di Ferara, e per lettere di la marchesana di Mantoa. 
Il papa non ne volse haver pati. Romani jubilava, et 
tutta Roma. Il papa fé' molte provisione di mandar 
brevi atorno, e dete licentia al cardinal di Mantoa 
legato ne la Marcha, qual era a Macerata, dovesse 
andar a Mantoa per segurtà di quella terra. La nova 
é granda e pprfeta e principio di qualche bene, per- 
ché de li nulla si aspeta dal papa di buono, imo 
tutto quello contrario é possibile aspelar, dimostra 
farlo per paura dil re di Franza e Maximiauo. £1 
conclude, né absolutione n<- altro siamo per haver. 
Il re di Franza ha egritudine, non da conto. Ha auto 
quattro parasismi di terzana; pure, se Dio vorà, 
ne saperà ben ajutar. Si le terre franche e sguizarì 
non voi prestar ajuto al re di romani, è da sperar 
bene, perché, scorando uno mexe, zenle oltramon- 
tane non poi durar. L' é do zorni eh 1 è venuto nova 
l'armada nostri in Cicilia ha Lutato a fondi di le 
nave dil re di Franza era lì numero tre, e do prese. 
La qual nova l'hanno per una poliza la qual la man- 
da de qui; ma non li danno molta fede. Pur per ze- 
noexi è replichata, e dice esser stato 20 galie nostre, 
e butalo a fondi, e che seguiva Prejan capitanio, qual 
era insieme. Si l' é rosa, la fiorirà. E non fu vera. 



Eri, il papa, acompagnato da tutti li reverendissi- 
mi cardinali, andò a Sanrta Praxeida eh' è arente a 
Santa Maria Mazor, per la festa di Nostra Dona ch'è 
ogi. Si dice che stura lì cinque o sei zorni. 

Post scripta, é zonto do stafete de Milan, uno 
de' qual è Jachino messo fidato e solito a tai viaxi. 
E lui orator andò a cena dal cardinal Corner, e in- 
tesi eh' el riporta el re, zuoba passata, che doman 
sarà 8 zorni, partì da Biagrassa per passar i monti, 
e tien bora li abbia passati. E il re ha dato il pos- 
sesso di l' abazia di Chiaravalle, e tutti altri benefizii 
conferiti per il papa a' loro patroni, e ordinato che 
'1 stato di Milan non se impazi in alcuno benefizio de 
Italia, e ordinato al gran maistro de Milan, che l'a- 
compaginava a pe' de' monti, che ritornasse e pre- 
parasse tutte sue zente, e venisse in favor di la ce- 
sarea majestà. E si dice per molte vie i re de Inci- 
terà e Scozia hanno roto guerra a Franza ; e pas- 
sato il re i monti, si tien questa rotura possa esser etc 48 

Lettera, dil ditto, di 17 avosto. Chome le cos- 
se de lì passano molto secrete. Per ditte stafete ve- 
nule da Milan, se intese nova liga e intelligentia fata 
tra il papa e re di Franza a conserva tion «li stati 
loro, e precipue di quelli aquisla li per uno e l'al- 
tro novamente da' venitiani. Et é stata sigilata, con 
questo che 1 re di Franza rimove quella protetion 
contra quoscumque di Ferara e fiorentini, in quella 
parte dil stato apartenente a la Chiesia. Item, che 
de li benefìci! di Lombardia il re non se impazi più, 
e che 'I cardinal Roano, ne le cosse apartinente al 
papa, non se possa impedire. E il papa jubila. Dice 
etiam dito Jachino il roy aver parlato vituperosa- 
mente dil re di romani, dicendo, con le sue zente 
1' ha fato aquist ;rli sì gran stado, e si lassa tuor Pa- 
doa. E non poi più; ha mandato 500 lanze secondo le 
ubligalion, e non voi mandarli altre zente per nien- 
te, perchè '1 voi lassar lanze a le frontiere e a Brexa, 
inox ime per la captura del marchexe, lassa lanze 
100, 50 francese e 50 italiane. E di la presa dil mar- 
chexe mostrava far podio conto, e non daria uno 
de li nostri pres«>ni per esso marchexe. Il vescovo 
di Tioli orator dil papa è con il re. e scrive a Roma 
tien fermo avanti do mexi el re morirà. 

Da Napoli, hanno dil partir 10 lanze armade e 
ben, con p<»ehi fanti suso. Vanno in Cicilia per unir- 
se con le nave di Franza. E questi dì, e a Napoli e a 
Roma, hanno dato fama andar in Barbaria, a Tripoli 
e Zerbi e altri lochi ile mar. Hora é di Napoli lette- 



81 



MMX, AGOSTO. 



$2 



re di 12 di uno frate di la religione, quul era a Ve- 
necia con domino Andrea di Martini e messo di 
monsignor gran maestro di Rodi, quul l' altro di 
era li a Roma e andò a Napoli. Scrive al comesso di 
la religione el partir di essa armada con 10 galie 
forzade per unirse con quella di Franza e venir in 
golfo, per dar favor a le cosse di Maximiano e di la 
ljga. Sarta bon farsi honor. L' armata nostra é galie 
30 e ben in ordine. Item, I* armada dil gran mae- 
stro di Rodi, havea preso 8 fuste di turchi in Le- 
vante. Item, eri si ebbe, 4 galie dil papa andate 
verso Sardegna per certe fuste di mori, essendo la 
gal» dil capitanio Motino nova e bona de remi, andò 
avanti e se incontrò in do fuste ditte, e se perlongo- 
no eoo essa galia, la combatè e prese. £1 capitanio se 
botò a T aqua ferido. Fo recoìto da uno copano di le 
conserve e liberate, e la galia da essi mori fu mena- 
ta via, afondato però una loro fusta. Siche, di G ga- 
lie dil papa, sono restate 5. Il re di romani si ha do- 
luto con il re di Franza di la admisione dil papa di 
nostri oratori, e il roy ha scrito al papa voji lieen- 
tiarli senza 1* absolutione ; siche questo é di gran im- 
48* portantia. 

Di Rama, fono lettere di oratori nostri, di 
là et 15. Come de lì il zuoba, a di 9, fo la nova di 
la prexa dil marebexe di Mantoa, et etiam il conte 
Lodovico di la Mirandola, et che la Signoria havia 
rebauto Vicenza el Verona. Et intesa questa nova, 
il papa furioe, butando la bareta per terra, biaste- 
mando San Piero. £ il di da poi li vene la nova cer- 
ta di Ferara, che solum il marchexe di Mantoa era 
sta preso in veronese, unde si aquetò alquanto, e 
subito fé' brievi per tutto contra la Signoria nostra. 
Et mandò el cardinal di Mantoa fradello dil marche- 
xe, eh* era a Roma, per stafeta a Mantoa a governar 
Mantoa. Item, de lì, è certo il re esser andato a la 
volta di Franza, e che '1 mandava monsignor el gran 

maistro con lanzo in ajuto dil re di romani. 

Itene, ha dato esso re il possesso di V abazia di 
Ghiaravalle, dà de intrada ducati 12 milia a l'anno, 
al oepote dil papa cardinal San Piero ad rincula. 

Di Napoli. Di Lunardo Anselmi consolo. 
Avisa come erano partite barze 10 spagnole, tolto 
suso 500 fanti, et vanno in Cicilia a conzonzersi con 
galie 10 francese é li, e die no vegnir in golpho, chi 
dice andar verso Candia e Cipro etc. 

Di Pordenon. Di sier Alvise Bondimier pro- 
veditor. Come, di comandamento di la Signoria, 
havia tolto 120 arcfiibusi di quelli de li e posto in ca- 
stello, e aspela ordine di mandarli di qui per man- 
darli a Padoa. 



Di Cividal di Friul, fono lettere di sier Fé- 
rigo Contarini proveditor, di 20. Come, in quelle 
hore 22, havia auto lettere di quelli sono a custodia 
dil passo di Tolmino, che i nimici havia mandato a 
dimandar quel passo, e li risposeno volersi lenir per 
la Signoria e cazoli via. Et poi si apresentò li inimici 
3000 per darli la balaglia. Quelli dentro, con gran- 
dissima vigoria con le artilerie li saludò e ne amazò 
molti. Vedendo questo, i nimici, eh* erano da cavali 
700 il resto pedoni fin ditto numero 3000, si retra- 
seno quasi fuzendo, e vedendo non poter far cossa 
alcuna, si messeno a brasar, come è suo solito, poi 
tolse la volta di Goricia. Lauda Martin da Lignago 
coneslabile messo per lui lì a Tolmin, qual si ha por- 
ta da valente homo. Item, di hora una di note, han- 
no il campo voler passar per la Patria e andar a la 
volta di padoa na. Ha dato notizia al proveditor ze- 
neral a Udene el suo parer, che saria, con le zente 
di la Patria veder di obstar tal andata, et die a lui 
li saria a caro a trovarsi in campagna a tal impresa. 

Da poi disuar, fo Consejo di X con la zonta, e 
intrò ordenarii sier Alvise Michiel el sier Alvise Ca- 
pello elecli novi in loco di do manchavano, che il 
gran Consejo non li lassò passar, fata più volte ele- 
lione. Et dicitur fo Consejo di X importante. 

Di Treviso, fo lettere di sier Piero Mareel- 
lo proveditor general, di eri. Coinè, havendo 
slratioti ussiti fuora fato certi bulini di bestiame e 
altro, e tolto di nostri, videlicet di Soranzi da Ca- 
stelfranco, li ha parso farlo restituir a li patroni. Stra- 
tioti si lamentano, e lui dice li par non sia (da) de- 
predar nostri. 49 

Di Padoa. Fo lettere di ore 13, nulla da 
conto. Il campo è dove stava tra il Bassanello e le 
Brenlelle, over Tencharuola, dove é la persona dil 
re in la caxa di sier Zorzi Corner el cavalier prò- 
curator, et ha posto molle arlelarie alorno. Item, 
in quella nocle, per nostri è sta preso 25 homeni 
d 1 arme etc. 

Di Caodistria, fo lettere in questi zorni di sier 
Alvise Zustignan podestà et capitanio, zercha la 
cossa di podestadi, et che sier Nicolò Tiepolo pode- 
stà di Dignan è vivo, el è presoti a Galignana etc. 

In questo zorno, zonse sora porto do nave di 

Soria di numero vieti di Cypro «jon mercha- 

dautie, su le qual era sier Domenego fìeneto vien 
capitanio di Famagosla, per le qual se inlese do par- 
ticolarità. Una, hanno auto a bocha da uno maran 
veniva di Cypro, che sier Beneto Sanudo capitanio 
di Famagosta era morto: l'altra, Marco Antonio No- 
vello patron di una di queste nave in Candia, era 



83 



UDIX, AGOSTO. 



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morto. Et el di drìedo zonse il resto. Mancba la na- 
ve Bernarda. 

A di 23. In Colegio, veneno oratori di Maran con 
sier Bortolo Marin padre di sier Jacomo è podestà 
li, e dimandono monition e zente. Dubitano de* ini- 
mici. Fono confortati, etc. 

Di Padoa. Fo lettere di Kore 2 di note. 
Questo è il sumario di le lettere. Io avi per uno ve- 
nuto ogi lì, eh 1 è di le guarde di corte, el qual si 
parti con licentia di Padoa per andar a tuor sua mo- 
jer e fioli, in camino e fo preso da' inimici, e dato 
taja e pagata, fo lassato. Dice in campo nemico mo- 
reno assa' cavali per il manzar che li danno Tormen- 
to, e che ogni zorno si parte persone dil campo et 
ne vien di le altre; ma é più numero quelle si par- 
teno. Et quel campo è diviso in quatro parte, secon- 
do le natione, per non si portar ben le natione in- 
sieme. El qua], parte é alozato al Bassanello e parte 
a Tencharuola, e vanno vagando 11 intorno. Et eri, 
nel numero nostri preseno et di bulini fati, fo preso 
uno diceva era spendador di V imperalor, qual havia 
ducati 100 adosso. 

Di Roma. Di oratori, di 17, Come il re è 
andato certo in Franza e il cardinal Roan, qual é 
malato di malatia incurabile et durerà podio. E il re 
ha mostrato pocha slima di la captura dil marchexc, 
dicendo non lo rcscoderia per el più tristo preson 
ha qui. Li qual presoni nostri partino a dì 22 luio 
certo per Franza. 

Item, il re ha dato l'abazia di Chiaravalle, over 
il possesso, al cardinal S. Piero in Vincula, qual 
ha de intrada ducati 12 milia. Item, hanno auto per 
bona via la conclusion di la liga tra il papa e Franza 
a conservation di stati, e maxime quelli hano auto 
di la Signoria nostra, e con questi capitoli, che il re 
non se impazi di la protetion di le terre aspectante 
a la Chiesia di fiorentini e Fcrara. Item, che 'I car- 
A9 * dina! Roan più non conferissa benefici in la Franza, 
ma il papa sia quello li dagi, con altri capitoli, ut in 
litteris. Item, hanno che do fuste de mori sora 
Sardegna se scontrono in tre galie dil papa capita- 
nio Molino, et fono a le man, e le fuste prese la ga- 
lia capitania, e il capitanio si buio a V aqua et fo da 
li copani di altre galie recuperato. Le qual do fuzino 
via, e mori menono con si ditta galia. E intesa questa 
nova, il papa 1' ha aula a mal molto. La qual galia 
era arma per forza e non fé 1 molla difesa, et era la 
galia di la persona dil papa in caso convenisse par- 
tirsi di Roma. Item, scriveno aver di Napoli di le 
armate vieneno in golfo, et si 1 capitanio zeneral 
volesse, li poria dar el malano per non esser quelle 



ben in ordine etc. Item, il papa non voi aldirli ut 
supra, e ticn li darà licentia ; con altre particolari- 
tà, ut in litteris. 

Di Padoa, etiam si ave aviso che haveano par- 
te di inimici esser stati a Montagnana, et quelli den- 
tro aversi difleso con occision di molti. Item, par 
quel zorno una parte ora andata verso Bovolenta ; et 
che erano ussiti st rat io ti e cavali lizieri per farli dan- 
no etc. Et vidi lettere di sier Cristofal Moro prove- 
ditor, di hore 3 di note, come quella note dormiva 
a Santa Croxe il proveditor Griti, perchè si danno 
muda ; et ha aviso esser zonto in campo il signor di 
la Mirandola per nome di papa con 1000 cavalli, et 
aspetavano diman il signor Zuan lacomo Triulzi, 
qual, za si sa, era con zente a Valezo in veronese. E 
zonto che '1 sia, si vorano acampar a la terra da do 
parte, una li a Santa Croxe, l' altra in Coalonga. Et 
questo è quello si desidera, perchè non li tememo. 
Item, essi proveditori scriveno esser stati col capi- 
tanio zeneral, e ditoli la resolution dil Senato di ace- 
lar T anno de rispelo, et darli per la sua persona 
ducati 1000 al mexe, come el voleva. Qual ringratiò 
la Signoria, dicendo voler servirla e con danari e 
senza danari. El qual capitanio fa gran fazione, e mai 
non dorme. 

Noto. Di Verona, se intese che il vescovo, oltra 
li Pompei mandoe a Trento, etiam tre di conti di 
San Bonifazio in questi zorni ha mandato a star a 
Trento per dubito non siano marchese!», per aver 
suo fradello Lodovico conte in campo a 1 nostri sli- 
pendii, videlicet il conte Maregolà e il conte Anto- 
nio di San Bonifazio, fono fioli dil conte Iulio. Item, 
il conte Bonifazio, fo fiol dil conte Otto, chiamato 
Contin. 

Da poi disnar fo Pregadi, et fo lettere di Chioza 
di sier Hironimo Coniarmi proveditor di P armata. 
Come ha parlalo a Zuan Alberto di la Pigna, qual ri- 
tornava a Ferara, dicendoli era lì per andar in Po, 
et aspelava di di in di el zeneral con assà galie e 
stralioti e il capitanio electo in Po e V Adexc con le 
barbate ; siche verano a tuor Ferara e metcr a fuoco 
e fiama tutto. E lui dicea il duca è bon fiol di questa 
Signoria; convien temporizar etc. Et che 1 va in 
pressa a Ferara, e farà bon officio, et tremava quasi. 
Et è da saper, in l' arsenal si lavorava barbote et . . 
con gran presleza per Po e per Y Adexe nu- 
mero 40. 50 

Item, in ditte lettere di Chioza, scrive de Istria, 
come, in locho^di sier Nicolò Tiepolo podestà di Di- 
gnan preson de 1 todeschi a Galignana, ha messo vice 
podestà sier Salamoi! di sier Yido. Item, 



85 



MD1X, AGOSTO. 



86 



scrive ha ver fato cavar i ochii a uno Iricstin nomi- 
nato q qual strazò un San Marco, 

e diceva voleva comprar diexe zenthilomeni et ama- 
zarli etc. Noto. Le galic sono con dito proveditor 
zeneral a Chioza, é queste cinque : 

La galia dil proveditor sicr Heronimo Contarmi, 

Grillo. 
La galia di sier Alvise Loredan qu. sier Luca. 
La galia di sier Thoma Moro qu. sier Alvise. 
La galia di sier Zuan Duodo qu. sier Piero. 
La galia di sier Michiel Griego candiota. 

Fu posto, per sier Vetor Morexini proveditor 
sqpra la sanità solo, che, atento li pericoli di peste e 
la terra non esser sana, per uno mexe niun offìzio 
debbi ne possi far incanto di roba alcuna, drapi, letti, 
masarie etc, ut in parte. Ave 68 de sì, 74 di no et 
fu preso di no; siche l'opinion sua non potè otenir. 

Fu posto, per li savii, una lettera al capilanio ze- 
neral di mar, zercha queste armade di Franza e Spa- 
gna, darli la commissione quanto l'habi a far, ve- 
nendo in golfo over contra le terre nostre. E fo tre 
opinion, et fo gran disputation, et do savii ai ordeni 
sier Alvise Capello et sier Lodovico Falier, voleva 
fosse licentià le nave vanno in Soria. Parlò primo 
dito sier Alvise Capello; rispose sier Andrea Trivi- 
xan el cavalier savio a terra ferma ; poi sier Piero 
Capello, qual fo solo di opinion di scriver certa pa- 
rola al zeneral : credo tuor ajuto da turchi a le ma- 
rine. Poi parlò sier Alvixe di Prioli savio a terra fer- 
ma, poi sier Francesco Pasqualigo dotor cavalier é 
a le raxon vechie, poi sier Antonio Grimani savio 
dil Consejo et maxime contra la parte di mandar 
le nave, qual è bisogno stia qui. Poi, sier Lodovico 
Falier; ma non fo aldito. Andò le parte. Li do savii 
ai ordeni ave tre balote, et fu presa quella di sier 
Piero Capello, e fo comanda grandissima credenza. 

Fu posto, per li savii, atento sicr Andrea More- 
xini di sier Zustignan, preso da' francesi, è venuto 
qui per veder il riscato suo e di altri a V incontro di 
questi presoni francesi, et atento sia amalato, che si 
possi mandar uno di questi homeni d' arme presoni 
francesi a Milan a dir questo, acciò suo padre non 
palissa, che ha promesso la testa di ritornar. Or sier 
Marin Morexini V avogador volse contradir, et per 
T hora tarda, non fo mandato dita parte. 

Et licentiato il Pregadi, restò Consejo di X con 
la zonta poco. 

In questo zorno, morite sier Piero Mozenigo di 
sier Thoma procurator, amalato «ri sera, di anni 26, 



et fo dito da tutti per peste. Imo, la sera, fato ve- 
der il corpo per li deputati, trovono havia do gian- 
duse etc. Item, Marco Marin Brochardo medico lo 
visitò, fo serato in caxa. 

Di Padoa, di hore 12. Chome i nimici erano 
lì, aspetavano le artilarie da Vicenza e poi dariano la 
balaja, che sarà (uni a di 27. 

A di 24, fo San Bortolamio, vene in Colegio sier 50* 
Piero Baxadona vien consier di Cypro et capitanio 
di le nave di Soria. Disse aver convenuto venir per 
canal di Rodi per forza, dove era 4 barze franzese 
quale volleva ussir, et per il gran maistro non fo las- 
sate; qual é amico di la Signoria nostra. Item, disse 
su dite nave é assà orzi e formenti, et cargo la nave 
Bernarda su la qual è sier Domenego Beitelo, vien 
capitanio di Famagosta, qual patron non ha voluto 
obedir mai comandamento li sia sta fato, et cussi 
qualche altro patron. Li qual per il principe fono 
comessi a l' avogaria. Item, disse la galia sotto sier 
Zuan Francesco Polani, verso il Zante haver fato 
contra navilii spagnoli qual menava via un gripo di 
di Corfù. V ha recuperato, et preso quella fusta etc. 

Vene Thodaro Bua fratello di Mercurio e in cam- 
po di inimici a Padoa, qual con un compagno è Al- 
zilo a Padoa, e disc vien di altri stratioti che sono 
li numero . . . Item, disse la condition dil campo : 
qual è da persone 30 milia, et esser zonto il signor 
Lodovico di la Mirandola per il papa et domino Tho- 
daro Triulzi per il re di Franza ; e sono in gran di- 
scordia tra loro. Et fece una relatione, la qual per li 
capi di X fo fata meter in scriptura. 

Di Padoa, do man di lettere. Una di eri, hore 
18, come stratioti erano tornati con homeni d'arme 
18 presi e alcuni pedoni. Item, certe spade et mu- 
nition veniva di Vicenza in campo. Item, hanno fato 
una bona opera nostri, che diti stratioti hanno bu- 
tato zoso il ponte di San Nicolò passa la Brenta vec- 
chia, acciò i nimici non possino venir acamparsi al 
Portello, dove etiam si fanno bastioni et forlifichano 
quelle parte. Item, vene questa matina lettere di 
hore 2 di note, come il campo si atrova dove era, e 
dil fuzer di do stratioti, come ho dito di sopra, et 
doman se ne as pela no parechii. Item, questa matina, 
haviano ordenato far la mostra di tutte le fantarie 
con sue artellarie sul Pra' di la Valle, exceptuando 
però la guarda di la piaza per bon rispeto, et sarà 
bellissimo veder perchè hanno fanti zercha 10 milia 
in tutto, come si haveva per le mostre. Item, il ca- 
pitanio, lutto quel dì poi disnar fina hora una di 
note ha chavalchato a li bastioni e repari, e tutto 
presto si trarà a fine. Item, scriveno zercha altre 



87 



1IDIX, AGOSTO. 



88 



cosse li achade, et hanno auto li danari, adeo li 
mancha ducati undici milia per compir la paga. E 
nota, hanno posto per pili securtà quatro zentilho- 
meni per porla, et li fanti da Veniexia a custodia. 
Tamen, questi dicono esser sta mandati per zorni 
diexe, et aver compito il tempo. Voriano danari. E 
nota, sier Silvestro da Leze qu. sier lacomo capo 
di contra', ogi é venuto qui et fo in eletione. Item, 
eri il campo stele in arme perchè al Portello crido- 
51 no : arme ! et fo li nostri ritornava. Item, dil zon- 
zer lì di! conte Guido Rangon con 500 balestrieri a 
cavallo, et ben in hordine. 

Da poi disnar, fo gran Consejo, et fu posto per 
li consieri una parte longa. In conclusion, si possi 
vender li stabeli e mobeli, si liberi qual conditionati, 
senza alcuna apellation di debitori etc, ut in parie. 
Contradise sier lacomo Trivixan da la Dressa di- 
cendo è injusta, et è sta vendudo una soa caxa vai 
ducati 8000 per ducati 2500, e tamen lui hi pagato 
sempre le sue angarie etc, siche Galeazo di Spelni è 
di Pelai che pela tutti, e questi non è intention di 
la terra. Et mandati fuora quelli non era di questo 
Consejo, il principe li rispose e ben, dicendo il biso- 
gno, et nel 1495, per sier Luca Pixani consier, fo 
messa parte non si potesse vender beni conditionati 
e fo mala parte, et hora e assa' debitori. Bisogna 
ajutarse col nostro ; che se perdemo, non si porà far 
gran Consejo si non di 8 mexi una volta. Et che non 
lasseria far injustitia che fosse vendù i beni de chi 
non fosse debitor. Or andò la parte : 53 non sincere, 
571 di no, 681 di la parte, e fu presa. Tamen, inju- 
sta parte. 

Vene lettere di Padoa di ogi, hore 14. Come 
i nimici erano in arme tulio il campo, et cussi erano 
nostri. Non sanno quello voglino far. Et per lettere 
dil podestà sier Piero Balbi a' soi Coli di hore 16, 
par i nimici venisseno verso la porta di Santa Croxe 
con le artellarie trahendo a' nostri, et nostri li ri- 
sposeno con artellarie, adeo se retraseno i nimici di 
là dil ponte etc. Item, li proveditori scriveno sepa- 
ratamente quello li achade, e li rettori poi scriveno 
zercha citadini etc.,' ut in litteris. Tamen, è da sa- 
per tutti li citadini sospeti è sta mandati di qua, e 
più quelli non erano sospeti, e dotori lezevano, tra li 
qual el Butigella e il retor di scolari scutarini. Item, 
scriveno il populo ben disposto, e lavorano a li re- 
pari ogni dì con li villani, et quelli a chi è sta butà 
zoso le caxe. è sta contenti, et hanno ditto non cu- 
rarsi di dar fino la vita a conservation di quella cita 
a nome di la Signoria nostra; siche stanno di bon 
animo. Pur è gran cossa ! il campo uemicho è zorni 



1 5 e acampato 11 intorno, dove e da persone 50 mi- 
lia pagate a custodia. 

Et ogi, a gran Consejo fono chiamati do patrie», 
videlicet sier Francesco Arimondo, fo capitario al 
trafego, qu. sier Nicolò, et sier Zacaria Loredan, 
fo capilanio di le galie bastarde, qu. sier Luca, per 
mandarli a Padoa. Il Loredan non era a Consejo e an- 
dato a Chioza dal fratello Beneto, e il Rimondo disse 
esser presto. Mandono altri, come noterò di sotto. 

A dì 55 avosto. In questa note, venendo a di 55, 
a hore 5, fo lettere di rettori di Padoa di hore 58, 
et dil capilanio a suo Sol sier Andrea di hore 54. Et 
aute, mi mandò una poliza la note di questo tenor 
qui sotto, et subito ussii di caxa con mei fratelli e al- 
tri, perchè se diceva el campo di todeschi é fugado. 
E venuti in piaza di San Marco, il palazo era serato, 
né fo voluto aprir fin zomo, dicendo non esser nulla 
di conto. Et lutti poi fo in corte e in cha' dil doxe, 
et se inlese quello era ; non sì grassa, come fo ditta 51 * 
per la terra questa note. Et vene a meza terza lette- 
re di hore 5 di note, tra le qual una a mi drezata, il 
sumario e copia sarà qui sotto. Adeo, tutta la terra 
crete fosse levato; ma poi vene altre lettere che fé* 
star suspesi tutti. Questa é la poliza mi scrisse sier 
Andrea Dolfìn la note : 

Magnifico missier barba, 

A viso vostra magnificentia ho auto lettere in 
questa hora di hore 54, come il campo nemigo è le- 
vato da Padoa ; et é andato a Schavazacolo verso 
Moncelese, parte roti parte presi, et morti assai, et 
bulini assai. Ad aviso di vostra magnificentia, 

Andrea Dolfìn. 

Copia di la lettera di sier Zacaria Dolfìn 
capitanio di Padoa a sier Andrea suo fiól. 

In Christi nomine, 1509 in Padoa. 

Fiol carissimo. 

Te aviso che questa matina, a levar dil sol, el 
campo nemicho, comenzando levarse da Tencharuol 
mostrando voler vegnir verso qui, mandò una parte 
del campo al ponle del Bassancllo. el i nostri ussi- 
leno fuora, et fino a vesporo sono stali in schara- 
muza, e per nostri, morti et feriti molti. In questo 
tempo, tutto il resto dil campo, in do parte, si le- 
vono et a Schavazacolo la prima parte andono verso 
Moncelese, la seconda parte a Abano solo el monte. 
Nostri li sono slati a le coaze, et hano fato molti pre- 



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ìàDIX, AGOSTO. 



W 



soni, presi molti chariazi, et morti assai. Per viiani 
son sta fati botini assai, et a la sua levata de Ten- 
diamola hanno lassato molte sue robe, pavioni et 
viluarie et bestiame assai. Per un* altra mia, te dirò 
più copioso, et la causa de questa sua fuga, et spiero 
in el nostro Signor Dio del tutto saremo vitoriosi. 
Te ho voluto far questa de mia man a tua consola- 
tone. Idio laudato. Partizipa con missier Lunardo 
tuo barba et missier Mario e tutti i nostri parenti. 
Subito ricevute queste, che sarà questa note, man- 
dali a caxa per tua poliza brieve dito aviso, e quatn 
primum a missier Lunardo. Idio tuli sani vi con- 
servi. Scrivendo, è venuto nova che quella parte de 
campo era alozata a Abano, era levata con gran pau- 
ra fuzendo. Se villani sarano savii, se farano richi. 
Avixa etiam questa note missier Alvise Capelo. 
A di 24 avosto, a hore 24. 

ZaCHARIA DOLFIN. 

Nobili viro Andrete Delphino, /ìlio carissi- 
mo, cito, cito, etc. 

Lettera dil ditto a io Marin Sanudo 
1509, a dì 24 avosto, in Padoa. 

Cugnado carissimo. 

A hore 24, questa sera, fu spazato uno cavalaro 
de qui per avisar de la nova, come credo abiati in- 
teso, perché cussi ho comesso a Andrea immediate 
per sua poliza vi avixa, per non mi bastar il tempo 
52 di scrivervi. Hora ho inteso più distintamente el 
tutto, che la causa del levar suo cussi in furia è stato 
per aversi messo a remor fra loro et esserne gran- 
dissima discordia, adeo che si sono levati in tre 
parte, zoé tutte le nation separate, et hanno lassato 
tende, pavioni et chariazi, et sono in gran fuga, et 
sono andati a la volta di Vicenza. Il che é stato il 
suo meglio, et voria esser stato 150 milia persone, 
ancora non sariano stati sufizienli in haver questa 
cita. Li repari e bastioni si vanno fortificando, né 
per questo si resterà non si expedissa el tutto, per- 
ché cussi é di consentimento di nui retori et magni- 
fici proveditori. Slratioti, subito inteso questo, in- 
sieme con cavali lizieri sono cavalchati, chi per una 
via chi per una altra Speramo farano qualche be- 
ne. Di quello seguirà vi darò aviso. Ho ricevuto 
ogi vostre che mi sono state gratissiine. Vi prego al 
continuar di quelle. Non altro. Iddio da mal vi 
guardi, et sano vi conservi. A hore 5 di note. 

Zacharia Dolfin. 

/ Diarii di M. Sanuto. — Tutn. JX 



Et nota, le lettere di la Signoria di 23 hore, fo di 
retori, ma li provedilori loro sorisseno il campo 
esser andato verso la Bataja et Mezavia. Item, ha- 
veano mandato 150 fanti in Moncelese et 200 stra- 
tioli a quella volta per inlrar, quali non potino En- 
trar, e scaramuzono con alcuni homeni d'arme fran- 
cesi et ritornono. Et é da saper, questa matina, a di 
24, hessendo i nimici venuti apresso la terra, nostri 
ussiteno a la scaramuza et ne amazono molti inimi- 
ci, benché quelli havesseno do artelarie al ponte dil 
Bassanello. Et il capitanio zeneral e proveditori, 
quali quella matina erano in arme, subito, visto i 
nimici venir verso la porta, comenzono a serar dita 
porta con bote et repari et levar li ponti et fortifi- 
charsi dentro. Lassò solum la biancbeta, per la qual 
ussivauo li fanti a scaramuzar. 

Et inteso questa nova, scUtim dil levar dil campo 
propinquo a Padoa, per Colegio fo spazà lettere in 
Friul advisandoli di questo, per inanimar nostri. Et 
fo lettere di Udine, come i nostri ussiti haveano bru- 
si certa villa vicina a Gradisca de 1 inimici, li qual di- 
cevano voler andar verso Belgrado. 

Di Treviso. Fono lettere non lete, et di sier 
Gabriel Emo proveditor nel teritorio, date a 
Treviso di 23. Come hora saria tempo far faceti - 
de, perché in Castelfranco, Bassan e Cittadella et 
Asolo é pochissima zente alemana. Et voria cavali e 
hordine di la Signoria di ussir. Ha villani 4000 che 
lo aspetta, et il proveditor zeneral non voi i vadino. 

Da poi disnar, fo Pregadi, et leto le soprascrite 
lettere, et di più: 

Di Padoa. Di retori e proveditori generali, 
di hore 12. Come i nimici si erano acampati a la 
Bataja, parte di qua di V aqua et parte di là, et parte 
a Abano. Et nostri stratioti erano ussiti fuora e ca- 
vali lizieri per molestarli. Item, domino Alexandre 
Bigolin era ritornato, stato fuora con li cavati lizieri 
soi, et tolto otto cara tra vili e vituarie veniva di 
Vicenza in campo. 

Noto. Atento il signor Fracbasso voleva venir a 
nostro soldo, in questo Pregadi fu posto per li savii 
di condurlo, come fo pratichato prima, e darli salvo 
conduto. E fu preso et mandatoli. Tamen, non volse 
venir non li parendo tempo. 52 * 

Di Zuan Alberto di la Pigna, di Ferara, di 
eri. Scrive a sier Zuan Mocenigo, fo visdommo li, 
suo amico, come é zonto a Ferara e ha parlato col 
duca, qual si scusa non poter far di manco, e ha 
paura, et manda el cardinal suo fradello con 100 
lanze over homeni d' arme, 200 cavali lizieri et 1000 
fanti, ci qual si parte ogi et zonto el sia in campo 



91 



MD1X, AGOSTO. 



9-2 



dal re, farà bon oficio. Et quello el fa, fa per man- 
tenir el suo stato etc. Et per Colegio, fo ordinato dito 
sier Zuan Mocenigo li rescrìvesse in consonantia, che 
'1 duca fa ben a mantenir il suo stato, et cussi la Si- 
gnoria farà ben a far ogni cossa per mantenirsi, e 
tocha a chi voja, con altre parole minatorie. Et fo su- 
bito ogi cavato di l'arsenal 15 ganzaruoli, et ordi- 
nato armarli, et menati a la riva di San Marco al 
Ponte di la Paja con uno bregantin. Et fo mandato 
per sier Marco Antonio Contarmi eleto capitanio in 
Po e V Adexe, qual partirà subito et anderà in Po a 
meter a foco e fiama. Et a Chioza è il proveditor di 
T armada a questo effecto con cinque galie ; et (fu) 
terminato li executori fazi li patroni di ganzaruoli ; 
siche voleno mandar in Po a danizar Ferara. 

El noto. Ogi, a hora di disnar, fo dito una zanza 
levata per la terra, che 1 duca di Ferara, tra Este e 
Moncelese, era sialo preso da li villani. E non fu vero. 

Dil conte di Populo, date a Popolo, venute 
ditte lettere ogi col brigantin. Come è in hordine, 
e il vice re di Napoli non li voi dar licentia, et lui 
aspeta la licentia di Spagna dal re ; siche è disposto 
venir a servir la Signoria omnino. In conclusion, 
tengo non sarà nulla. Non ara licentia e non vegni- 
rà. Li arsilii é preparati per mandarlo a levar. 

Non voglio restar da scriver, vidi una lettera di 
ogi di sier Alvise di Dardani, qual è a Padoa con 
700 homeni di Miran e fa lavorar li bastioni e re- 
pari etc. e sono di bon animo. Scrive a sier Jacomo 
suo fiol, questa levata tien sia per la fama che turchi 
10 milia sia zonti a Lio. Poi, sentine tamburini assa' 
a bon hora al Pra' di la Valle, se doveva far la mo- 
stra quella matina a dì 25, et etiam qualche discor- 
dia tra francesi e todeschi, e però sono levati. Altri 
tien habino fato per far stratagemma et nostri ensa 
fuora. E questo loro zerchano ; ma il capitanio zene- 
ral, era a la porta di Santa Croxe dove el dorme ve- 
stilo, con uno proveditor a la note si danno muda, 
non volse nisun ussisse ; che nostri erano volente- 
rosi seguirli. Solum alcuni stratioti e cavalli lizierì 
ussiteno, e pur fo fato boni bulini. 

Fu posto per li savii a da 

Porto, qual, quando sier Carlo Marin andò a tuor 
Lignago li vene contra a darsi quel loco di Por- 
to eie., che '1 ditto sia exente de ogni angaria rea! e 
personal e soi heriedi, et babbi licentia di portar 
arine eie. Et fu presa. 

Fu poslo per li savii, una lettera per li oratori a 
Roma. Advisarli questo levar dil campo di Padoa, 
come in li sumarii vederano, et però vedino eie, so- 
licitino il papa li expedissi. 



Dil Fritd, dil proveditor Capello, di 23, 
date a Udene. Del reconziliar domino Antonio Sa- 
vorgnan con domino Hironimo so cuxin, i quali con 
domino Alovisio di la Torre poi etiam si reconzi- 
liono, e feno domino Hironimo capitanio di le zente 
e fanti dil paese. Item, dil prender do homeni d'ar- 
me et uno balestrier per li 200 stratioti mandati a 
Gradischa e per Todaro dal Borgo capo di bale- 
strieri, sopra i qual era proveditor sier Lodovico 
Quirini qu. sier Jacomo electo per ditto proveditor. 
Item, dil prender 18 conladini et li animali, et bru- 
sar una villa in la Palria, bella, chiamata Medea. 53 

Fu posto, per i savii, che uno homo d' arme 

francese chiamato possi andar fino a 

Milan a dir la causa sier Andrea Morexini non ritor- 
na, per esser amalato. Et dagi una securtà de uno 
banco di ducati 1000, e (con) sacramento zuri di 
ritornar in zorni Et fu presa, perchè sier Ma- 
rin Morexini V avogador lassò passar ; 24 di no, 95 
de sì. 

Fu posto, per sier Vetor Morexini proveditor 
s >pra la sanità, certa parte non si facesse incanti per 
un mexe di robe a li officii etc. e altre particularità, 
ut in parte, E andò in renga, e fé' una ridiculosa 
renga, cargando sier Nicolò Memo qu. sier Andrea 
suo compagno etc, dicendo lui voi sanar questa 
terra di giandusa ; è pur assa' lochi infetadi e non 
si ha dove scampar, el al tempo di suo avo missier 
Antonio Venier doxe, morite 1500 zenlhilomeni da 
giandusa qui, dicendo : « Serenissimo principe, bre- 

vis oratio, vui avete tulte le vostre in drio * 

e di più. E tulio il Colegio rideva. Et sier Nicolò 
Memo li rispose e ben ; qual, insieme con sier Hi- 
ronimo Grimani suo compagno, messe a rincon- 
tro certa opinion di questo vender etc. E iterum, 
sier Vetor Morexini fo in renga et parlò, e il Con- 
sejo ridendo tutti. Or andò le parte, 54 dil Morexi- 
ni, 125 di li do, e questa fu presa. 

El Pregadi vene zoso a bona hora. E nota, eri fo 
fato cao di X, in loco di sier Andrea Loredan è fuora 
per la parte, sier Alvise Capello stato altre fiate, ri- 
cevuto ordinario. 

Fo spazà li veronesi Agustin di Pompei e com- 
pagni, e datoli danari per viver prò nunc ducati 
100, per il Consejo di X. 

A di 26, domenega, la matina in Colegio, fo do 
man de lettere di Padoa, di bore 5 et 6 di note. Il 
surnario è questo, per una lettera io avi dil capita- 
nio di eri, hore 5. Scrive, come, per uno Beneto ba- 
lestrier dil capitanio di le fantarie, qual è stato quel 
zorno fino a Luvigian a' confini dil Visentin, dice che 



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MDIX, AGOSTO. 



94 



'1 campo nimico è partì in tre parti, zoé todeschi 
verso Vicenza, italiani a Teolo et Revolon, i francesi 
verso Monzelese. Et questo per esser grandissima 
discordia fra loro. Item, in quella sera, a bore 24, 
sono venuti otto contadini i quali hanno preso 9 ca- 
valli de balestrieri todeschi, che li hanno messi in fu- 
ga, perchè, veduti, cridavano arme, arme, fenzando 
di esser molti, e ditti contadini sono di quelli (a 
cui) esso capitano li dette le arme. Item, stratioti 
non erano ancora venuti, che 'l zorno ussiteno. Spia- 
no qualcossa. Di quello seguirà darà aviso. 

Et è da saper, li proveditori scrisseno di bore 4, 
come hanno il campo esser pur a la Bataja, et quel 
zorao hanno auto Moncelese; ma la rocha si tien, 
nel qual loco eri mandono 150 fanti in la terra sotto 
Peretto Corso etc. et li stratioti non poteno intrar, 
come scrisseno. Item, hanno sentito verso Monce- 
lese bombardar. Non sa quello sia. Item, mandano 
(etere intercepte di missier Zuan Jacomo Triulzi al 
re di romani, ut in eis. Item, el cardinal di Ferara è 
53 * zonto, over dia zonzer e unirse con ditto campo. 

De li rectori soli, di hore 6 di note. Come era 
venuto a loro domino Francesco Doto cavalier, ci- 
tadino de lì, marchesco. Dice esser venuto uno suo 
da Montagnana, dove lui ha le sue possession a Me- 
giain, come, hessendo venuti i nirnici lì a Montagna- 
na, capo Beraldin Beraldo, quelli dentro fenseno 
darli la terra a nome di l' imperator, e lassò intrar 
dito Beraldin con boti numero di cavali, qual intrò 
vestito d' oro. Et intrato, nostri cridono : u sacho, 
sacho, ama za, amaza „ e calono le sarasinesche 
di le porte, et fono tutti amazati, Beraldin preso con 
do ferite. La qual nova, cussi come V hanno la scri- 
verlo. Item, essi rectori mandono 44 padoani a star 
di qui. 

Di Treviso, dil proveditor. Fono mandati do 
in ferri, et fono lettere di sier Cabriel Emo prove- 
ditor, saria tempo di far qual cossa, perchè in questi 
castelli lì intorno non é alcun presidio. 

Da poi disnar, fo gran Consejo. 

Di Chioza, di sier Vetor Foscarini pode- 
stà, e dil podestà di Cavar zere. Come, ogi è pas- 
sato a T Anguilara el cardinal di Ferara con 100 tra- 
meni d'arme, 200 cavali lizieri, 1500 fanti, va in 
campo dil re. Item, tutti li intorno è in fuga etc. 

Di Padoa, di hore 16. 11 campo dove era. 
Item, mandano una deposition di uno vien di Vi- 
cenza, come vicentini hanno mandato al re ducali 
5000. Item, le artelarie grosse numero è an- 
cora lì a Vicenza. Non vien porta in campo dal re, 
per non esser animali li lieva, soliti a questo effecto. 



Di Friul, dil proveditor Capello. Come no- 
stri è corsi fin soto Cremons facendo danni ; et voi 
danari per quelle zente ha compio il tempo. 

Morite ogi sier Filippo Paruta qu. sier Nicolò, 
stato amalato zercha uno inexe di febre presa a 
Margera in far compir e lavorar a' villani quello 
alozamento per il nostro campo. 

Fu posto ogi, per li consieri e cai di XL, una 
parte. Atento sier Andrea da Riva, era castelao in 
la rocha di Peschiera, fo apichato da' francesi e pre- 
so quello lui havia de li et privalo uno suo nepote 
nominato sier Polo da Riva qu. sier Zuan Hironimo 
qual reputava fiol, però li sia concesso una baie- 
slreria ogni anno su le galie di Fiandra per anni die- 
xe, hessendo ubligato andar, né potendo venderla etc. 
Ave 124 di no, 1 100 di si e fu presa. 

A dì 27 di matina, quelli di Colegio fono molto 
di mala voja, e cussi tutta la terra. Prima veniva 
brigale in barche di Piove, Bovolenta e di qua di 
Strà, con le robe loro, tulli in fuga. 1 nirnici co re va- 
no per tutto. Item, fono lettere di Padoa di prove- 
ditori e rettori di eri sera hore 3 di note, come han- 
no i nirnici haver auto la rocha di Moncelese in que- 
sto modo, che con la furia questa matina andono sul 
monte con le scale, et dimandando la rocha, sier 
Piero Gradenigo proveditor, era lì dentro, et quel 

di Antelmi popular castelan con homeni di 

Veniecia e altri soldati dentro, i quali fevano con- 
sejo quid faciendum o tenirsi o darsi a pati, in 
questo mezo i nirnici messeno le scale a le mure e 
introno dentro, et amazono molti fanti facendo pre- 54 
soni altri, maxime el proveditor Gradenigo e sier 
Daniel Moro era proveditor a Este, qual era fuzito 
da Este in questi dì li, et ivi restoe. Item, il re era 
in Moncelese. Item, Montagnana è resa a pati, con 
darli ducati 3000 per il sacho. Et essi proveditori 
scriveno si mandi danari, orzi e altro. Item, il pro- 
veditor Grili andò a butar zoso il ponte di Graizi, e 
dubitano molto di Bovolenta, dove è Luca d' An- 
cona conestabele con fanti e certe artelarie etc. . 

Item, che Cristofal Moro provedador li era venuto 

la febre. 

Et io avi dil capitanio, di hore 4, come hanno, il 
campo dil re, qual è dove per altre ha scrito, alcuni 
dicono voi andar verso Lignago, altri verso Bovo- 
lenta. Item, che sier Beneto Marin proveditor in 
Montagnana, volendo fuzer vestito da frale, era sia 
preso, et che fra 1 Lunardo govemador di cavali li- 
zieri con bon numero di cavali era andato fuora, et 
fin quella hora non era ritornato. Quello seguirà, ne 
darà aviso il resto. Ha mandati) ogi essi rectori assa' 



95 



MMX, AGOSTO. 



96 



valenti liomeni a la rosta de Limene, i quali hanno 
Irato da quella bocha sie burchi afondati carchi di 
piere, et hanno distropato el tutto, adeo che, in 
bore 4, é cresuta Y aqua atomo Padoa un pe' e me- 
lo, e in Padoa li mulini masenano, e tutti in Padoa 
stanno di bona voglia et hanno ricevuto grandissi- 
ma consolation. Item, sier Cristofal Moro provedi- 
tor, li é venuto la febre etc. 

Di sier Zuan Diedo, fo una lettera a la Si- 
gneria. Avisava di quelle occorenlie, e si stesse di 
bon animo, né si dubitasse di Padoa etc 

Di Chiosa e Cavarsere. Come B, a le basse e 
verso Montealban, erano sta conduti da zercha diexe 
milia cai di animali, et è mal tesarli li. Saria bon le- 
varli ; adeo tutto el Piova 1 é in fuga, e tutti coreno 
de li per salvarsi. 

Fo terminato mandar a Padoa tre patricii per 
meterìi dove achadeva, atento di quelli erano D 
qualche uno era venuto, tra i qual sier Zuan Batista 
Bembo qu. sier Francesco, amalato. Or questa ma- 
tina fono expediti sier Zacaria Loredan, sier Piero 
Arimondo et sier Nicolò Balbi qu. sier Marco, or- 
dinato meni qualche homo con loro e datoli ducati 
25 per uno per spexe. 

Item, fo terminato mandar diexe bombardieri, 
e cussi la sera fono mandali, el orzi e danari ducati 
f milia. Et nota. De Strà a Padoa non si poi andar, 
per esser secho che si ca valcha per l' alveo, per esser 
atropa di sora. 

Da poi disnar, fo Pregadi, et leto molte lettere etc. 

Di Padoa, di hore 13, di proveditori. Come 
haveano aviso i nimici esser andati a Bovolenla et 
aver auto il castello in questo modo videlicet, man- 
dò uno trombeta a dimandarlo, et havendo cussi 
r bordine quel conestabele Luca de Ancona de non 
si poter lenir, tolse le artellarie e con li fanti montoe 
in alcune barche che *1 proveditor di l' armada é a 
Chiosa gè le havia mandate» et vene a segonda a 
54* Montealban e si segurò. Item, il campo nimico era 
pur 11 a la Bataja e Monzelese. El qual loco di Mon- 
zelese F hano messo a sacho etc. 

Et al lardi, fo ledere dil capitanio Dolfin a sier 
Andrea suo fiol, di hore 15. Come haveano i nimici 
corer quella matina fina vicino al Portello; siche 
non sari sicuro il mandar per quella via. Adeo, mo- 
strato queste lettere a la Signoria, unde haveano 
terminato mandar ogi ducati 10 milia li, et sier Pie- 
ro Capello con sier Andrea Bondimier camerlengo 
di comun erano venuti zoso a far li groppi, et revo- 
cò T hordine, et mandono solum 5000 per la volta 
dO Portello e andono securi. 






Nola. Zonse la nave Bernanla ogi sora porto 
carga de or/i. Vien di Cypri ; su la qual è sier Do- 
menego Beneto nominato di sopra. 

Di Frinì. Fono lettere dil ZusUgnan vice 
loeotenente e proveditor Capelo di Udene, di 
26. Come i nimici erano venuti a sette ville dil Friul, 
brasando e fazendo danni. Item, parte di ditto 
campo era andato verso la Chiusa, dove è caslelan 
sier Jacomo Sagredo, unde nostri mandoe domino 
Zuan da Sovergnan et domino Camilo da Coloredo 
con 500 fonti di le ordinanze per uno, over Zanetto 
da Novello conestabele di 150 et Francesco da Cer- 
gnon con 125 cavali lizieri, computi li stratioti, a 
uno passo chiamalo per socorer dita Chiu- 
sa. Et i nimici erano a Far e Villanova ivi posti; si- 
che non si partendo, nostri converano esser a le man 
con loro. Item. domino Antonio Sovergnan si ope- 
ra di là dal Tajamento, et domino Hironimo Sover- 
gnan é venuto di qua dil Tajamento per adunar 
fanti e le ordinanze ; siche harano da 8000 fonti. 
Item, solicitano li danari per pagar le zente etc. 

Et per Colegio fo senio a Chioza al proveditor 
di T armada et al podestà mandi la galia soracomi- 
to sier Zuan Duodo, et barche assa' a levar quelli 
animali et persone sono verso Cavarzere e Mon- 
tealban, e metcrii su quel di Chioza eie. E nota, tutto 
el Piova' era in fuga. Non si vedeva altro che barche 
con robe e done vegnir por Canal grando, qual era 
cossa molto paurosa eie Fo parlato in Colegio man- 
dar il proveditor di P armada in Brenta vechia ver- 
so Bovolenla per segurar quella strada et expugnar 
quel castello in caso i nemici lo volesseno lenir; ma 
se intese V aqua esser bassa e non poter intrar. Fo 
chiamato sier Alvise Dolfin qu. sier Dolfin e di la 
zonla in Colegio per mandarlo a Padoa, el non vol- 
se andar etc. 

Fu posto per li consieri, cai diXL e savii dil 
Consejo, che, atento li presenti tempi, sia foto gratia 
a sier Andrea Loredan, qual per la leze dia star 6 
mexi di là di Quarner, che 'I possi star a Tonello e 
solo quella podeslaria. Fu presa. 

Fu posto, per li avogadori di comun, che lutti 
quelli hanno ministra danari in questa guerra, jusU 
la parte qual domenega fu publichata a Consejo per 
noticia di tutti e presa in Pregadi a di 17, in termi- 
ne di zorni 8 debino haver presenta li soi conti a 55 
l' avogaria, aliter sarano expediti in absentia. E 
quelli sono fuora di la terra, habino zorni 8 poi ri- 
tornati, di presentarli. Et fu presa di tutto el Con- 
sejo. 

Fu posto, per li savii, atento sier Cristofal Moro 



97 MMX, 

provediior zencral ha la febre, che 'I sia electo uno 
altro proveditor con pena, possendo esser electo di 
ogni oficio etiam continuo, con ducali ... al mexe. 
Et fu presa, e tolto il scurtinio, rimase sier Zuan 
Paulo Gradenigo el consier qu. sier Justo ; qua! do- 
roenega era intrato a la bancha, et ussilo di caxa, fu 
ferito in Friul. El qual rimaso, aceptò alacri animo. 

Electo proveditor general in campo, con pena, 
justa la parte hora presa. 

7. Sier Antonio Grimani savio dil 

Consejo, qu. sier Mann . . 1 9. 1 49 

2. Sier Lorenzo di Prioli, fo Con- 

sier qu. sier Piero procurator 24. i 48 

10. Sier Nicolò di Prioli el governa - 

dor di T intrada , qu. sier 

Zuane 78. 98 

6. f Sier Zuan Paulo Gradenigo, fo 
proveditor zeneral in la Pa- 
tria 136. 37 

11. Non. Sier Piero Ri Ibi podestà a Pa- 

doa, qu. sier Alvise 

1 . Sier Zorzi Emo, fo savio dil Con- 

sejo, qu. sier Zuan el cava- 

lier 36.145 

15. Sier Zorzi Pixani dotor, cava- 

lier, fo savio a terra ferma . 10.164 

8. Sier Alvise di Prioli, fo savio a 

terra ferma, qu. sier Piero 
procurator 17.155 

5. Sier Piero Querini, fo cao di 
Consejo di X, qu. sier An- 
tonio 51.156 

4. Sier Piero Capello savio dil Con- 
sejo, qu. sier Zuan procu- 
rator 19.147 

3. Non. Sier Andrea Loredan, fo cao dil 

Consejo di X, qu. sier Nicolò 

9. Sier Marin Marexini l' avogador 

di comun, qu. sier Polo . . 37.142 

Fo in questo Pregadi intrato in certa materia 
qual sier Antonio Grimani sentiva, videlicet mandar 
uno secretano al Turco e tentar di far liga insieme a 
defeusion di stati etc. Tamen, il principe sempre é 
sta contrario. Or fo terminato tratar diman tal ma- 
55 * teria et secretissime. 

A di 28, de matina, fo confiuto per villani di le 
Gambarare uno prete spion qual loro Y haveano 
preso, et nel smontar di la barella, tutta la pinza li 



AGOSTO. 



98 

• 



corse driedo cridando : u vittoria, „ et fu menato 
fino in Colegio. Et mandato in le prexon, sarà exa- 
minato ogi per li capi di X et se li darà '1 mal anno. 
Di Padoa, di Kore 4 di note. Fo lettere, et 
io ne avi una. Come il campo nemicho si atrova 
pur a la Balaja, né altro di lui fino hora si sa. Item, 
quel zorno era sta retenuti per villani a Broxuolo 
soto Piove in caxa di uno di Papafava li infrascrìpti 
padoani citadini rebelli, li quali per loro fono con- 
duti poi in questa terra. Li nomi di qual é qui solo 
scripti, videlicet : 



Do. Buzacbarin Buzacharini 
Do. Guido Buzacharini 
Do. Roconei (Arcuan) Buzacharini 
Do. Francesco da Fiume 



Et posti in 
cabioni 



Carlo Schoin fator di domino Antonio France- 
sco di Dolori dotor, Lodovico da Colallo famejo di 
Francesco da Fiume, Agnolo da Bovolenta famejo 
di Guido Buzacharin. Item, che sier Cristofal Moro 
proveditor stava mejo di la febre. 

Ancora se intese come essi proveditori, havendo 
inteso che le artelarie erano a Vicenza si doveva 
condur, et esser venuto certo numero di cavali ne- 
mici a quelli passi, mamlono quella sera domino Ja- 
nus di Campo Fregoso, homo dil capitanio primario, 
con 150 homeni d 1 arme, Zuan Griego con 120 ba- 
lestrieri a cavallo, Dimitri Megnducha con 120 stra- 
tioti, i quali ussiteno di Padoa per veder di far qual- 
cossa. 

Et a nona, gionse Agustin servidor di sier An- 
drea Griti provediior, qual era questa matina al 
Portello per far li repari et far minar le hostarie 11 
de fuora ; et é venuto baiando. Fo in Colegio : disse 
in quella hora 12 esser venuto uno homo d'arme di 
domino Janus andato eri sera, come ho ditto, et 
per questo si ave l' aviso di V andar di queste zente 
nostre. El referisse, nostri, apresso la villa di San 
Marlin a Longare, mia 4 vicino a Vicenza, aver pre- 
so il conte Filippo di Rossi con bon numero di ca- 
valli, et fato botini. Et ditto proveditor Griti non ha 
auto tempo di scriver; ma manda a dir questa optima 
nova a bocha, e che farà etc. 

Etpocho da poi, fo lettere di rectori di que- 
sta nova, di Kore 13. Esser sta preso ditto signor, 
loro scrissero) Lodovico di Rossi, ma é il conte Fi- 
lippo fradello dil vescovo di Treviso et fo nostro 
soldato, fiol dil conte Guido, qual ha soldo con l' im- 
perator. Si dice etiam esser sta presi i signori di 
Bozolo era con loro, et in tutto cavali 600. Et che 



99 



MDlX, AGOSTO. 



100 



in quella hora sier Andrea Grili provedilor era 
montato a cavallo con certi homeni d' arme, cavali 
lizieri et Zitolo con 2000 fanti per andarli contra 
verso San Martin, per asecurar nostri a menar li 
56 presoni verso Padoa. La qual nova é perfectissima etc. 

Da Milan, di 22, si ave una relatione il re di 
Franza e Roan a dì 17 zonse a Garnopoli dove era 
la raina, et dovea andar do lige più in là. Item, ha- 
via fato redopiar a Crema le guarde e zente. per es- 
ser terra più marchescha di le altre. Item, a Brexa 
era il gran maestro, et a Peschiera missier Zuan la- 
como, qual havia comandato a le sue zen le alozate 
li intorno non venisse in qua sotto gran pene etc. 
Item, disse altre particularilà di le terre, qual tulle 
é marchesche, et come, vicino a Padoa, fu preso et 
spogliato da villani ditto relalor ; ma zonto e menato 
a Padoa, rehebe il suo. Item, si ave, per altra via, il 
re di Franza aversi fato intender a Maximiano haver 
foto assai et mandato le zente é ubbligato, e volendo 
ne mandi di le altre, voi ditto re li dagi Verona e il 
veronese etc. et lo ajuterà. 

Di Rongaria, tre lettere di Vicenzo Gui- 
dato secretorio nostro, da Buda, V ultime di 9 
di questo. Come quelli signori hanno mal animo 
contra la Signoria nostra, maxime el conte palatino 
voria quel re ne rompesse ; el qual re non é ancor 
zonto, é in Boemia. Et il papa fa il tutto ditto re ne 
sia contra. El qual re voi quello dia haver da la Si- 
gnoria. Et é lettere dil suo orator di qui la Signoria 
li havia voluto dar parte, e lui non ha voluto. Item, 
è nova che il Valacho con turchi ha dato certa rota 
a' Poloni ; la qual nova farà soprastar il re. Et alia 
ut in litteris. 

Di Napoli di Romania, di sier Domenego 
Maiipiero proveditor, di 17 lujo. Come ha auto 
la Irata di formenli e orzi di quel bassi), et manda 
una lettera li ha scritto di la bona paxe é tra il suo 
Signor e la Signoria, e si duol di questi movimenti 
di cristiani contra la Signoria. Si oflerisse etc. È 
bella lettera, da aver la copia. 

Di Friul, dil proveditor Capello, date a 
Udene a dì 27. Nulla da conto di quelle occuren- 
tie di la Patria, e aviso de' inimici. Et nostri haveano 
messo in la Chiusa l' ajuto e soccorso li bisognava, 
e dite nostre zente ritornavano verso Udene, et i ni- 
nnici erano tornati a Goritia. Item, per una altra 
lettera, scrive pur di 27. Come, hessendo andati 
verso Monfalcon cavali 1300 de 1 inimici in do squa- 
droni, per li stratioti et balestrieri erano in Gradisca 
fu preso homeni d' arme 4 et 3 corvati, fra li quali 
56* era uno retajado, over turco over tartaro. 



Da poi disnar, fo Pregadi. e leto le soprascripte 
lettere. Et di Chioza, dil proveditor di l'armada, zer- 
cha li homeni di Piove scapadi a quelle basse verso 
Montealban con animali assai. Ha mandato barche 
per segurarli, e mandato homeni con baili per tajar 
strade. Item ha, il ducha di Ferara ha fato uno ba- 
stion verso 1' Anguilara. Voi licentia di andar a mi- 
narlo etc. Item, li frati di Chorizuola ha mandalo 
vituarie al campo nemicho, e lui voria andar a meter 
a sacho quel monaslerio. 

Di Ferara, di Zuan Alberto di la Pigna. 
Come il ducha è bon fìolo di questa Signoria, et è 
partito il cardinal con 150 homeni d' arme, '200 ca- 
vali lizieri et certi fanti, et non ha potuto far di 
meno per il papa e il re. Tamen, il cardinal ha auto 
instruclion far bon officio col re, et si interponcrà a 
la pace. Et scrive sopra questo, et ha di Roma, il pa- 
pa, inteso la captura dil marchexe, fé' retenir li no- 
stri oratori etc., ut in litteris. 

Fo inlrato in una materia secret issi ma di turchi. 
Chi voleva far uno ambasador; chi uno secretario 
pubi i co; chi uno secretario privato; chi tratar per 
via dil baylo qual sia electo per scurtinio in gran 
Consejo etc. ut in opinionibus. Fo disputalion. 
Parlò sier Alvise da Molin per la soa ; credo voja 
baylo. Sier Antonio Grimani per la soa ; voi mandar 
secretario. Sier Luca Zen procurator contradixe, non 
voi ajuto di turchi. Volse parlar sier Zuan Corner 
savio a terra ferma ; ma per V hora tarda fo rimesso 
a uno altro Pregagli poi diman, eh' è '1 dì di San 

Zuane Digolado Volse etiam parlar sier Alvise 

Zuslignan qu. sier Marco è di la zonta ; ma non potè 
haver la renga. E fo sacramento in Consejo. Tamen 
per la terra si diceva sono in chiamar turchi, et tutti 
desiderava queslo. E Dio volesse fosse sta facto. 

Et venuto zoso Pregadi, fo lettere di Padoa di 
rettori e proveditori, di ogi, bore 18. Avisa esser 
ritornato sier Andrea Griti in quel hora con il conte 
Filippo di Rossi e altri presi in (ulto, e zonte le zente 
d' arme con cavali 60. Et come harà disnato, esso 
proveditor Grili, per risentirse il Moro, melerà a 
camino per Venezia in barcha ditto conte Filippo, 
qual con bon numero di zente lo acompagnerà fin a 
Stri, et manderà cavali lizieri per farli scorta di lon- 
go etc. Item, dillo conte ha ditto esser venuto lì per 
tre effeti : il primo per segurar le vituarie vien di 
Vicenza in campo ; secondo, le artellarie è a Vicen- 
za, qual dia esser condute in campo; tertio per 
slropar el Bachijon per tuor T aqua da Vicenza che 
vien a Padoa ; et che il conte Federigo di Bozolo era 
più in là, qual fuzite al monte. Item, scriveno nostri 



101 



MD1X, AGOSTO. 



103 



aver amazaio il signor Galaso da Carpi, come più 
difuse di sotto scriverò, qual da villani è sta morto, 
e il cavallo conduto in Padoa é sta cognossudo, qual 
valeva ducati 200, et é sta venduto per ducati 25. 
Item, che Manfrè Fazin é sta etiam preso. £ non 
lo manderano di qui, perché de lì voleno far di lui 
justicia, juxta i soi demeriti. 
57 Et la sera, a hore ... di note, gionse ditto conte 
Philippo di Rossi con do altri homeni da conto, 
uno chiamato el signor Ascanio era capo di certi 
homeni d' arme, e T altro homo d' ar- 
me pur di fazion. E nota. Veneno con le barche 
dil Consejo di X con Piero Grasolari secretano di 
sier Andrea Grili proveditor sopradito : et in barcha 
ditto conte disse molte cosse : che l' imperator ha 
cavalli 12 milia, fanti pagali 12 milia, et altri fanti 
comandati gran numero, e voleno venir omnino a 
Padoa a darli la bataglia, aspeta l' artilarie etc. Item, 
per esser T hora larda, per il Serenissimo fo fato 
meter in camera di uno di soi scudieri, con guarda, 
chiamato Fortuna, fin la malina. Et poi, la malina, 
fo cavato coverto che la corte era piena di zente, e 
col sajon listalo d' oro fo menato per corte da li cai 
di X a esser examinato. Et perché non compite, fo 
lassato in l' oficio di Y avogaria con guarda fin poi 
disnar, per compirlo di examinar e far Y inquisilion 
zercha il campo. 11 qual, disnando, disse alcune ma- 
terie, et che eramo spazadi, et si perderia tutto, 
adeo fu ordinato per la Signoria meterlo in la pre- 
xon forte con Lunardo da Dresano et il conte Bru- 
noro di Serego. Che se queste parole non era, li vo- 
leva dar bon alozamento et prexon con guarda. 

Questo fé 1 una longa relatione, come di solo no- 
terò, et concluse omnino il re di romani voi tornar 
a campo a Padoa, et vera con 40 milia persone. 
Item, tien immediate averla, e li francesi voleno 
combater al Portello per tuor il socorso di Veniexia, 
el aspetti rarlellarie, boche 14 è a Vicenza venute 11 
di Verona, zonzino in campo. Item, disse altre cosse 
ut in ea, et chome avi per via di Piero Graxolari 
secretano dil proveditor Griti vene qui con lui, qui 
sotto sarà il numero di le zente d' arme dito re ha 
in campo. Et ha da fanti pagati 12 milia e altre cer- 
nide e croati assai. Item, da cavali zercha 12 mi- 
lia, et ne aspeta di altri. Item, è andato col campo a 
Moncelese per asegurar le vituarie vien di Ferara, e 
altre parlicularita disse; et che '1 papa li ha manda 
57 * ducati 30 milia. 



Capi sono nel campò di V imperator 
V impresa di Padoa, con le sue condute. 



1,500 
1,500 

3,000 

450 

500 



550 
150 

700 
200 

60 



Il serenissimo Imperator, con cavalli ale- 
mani n.° 

Cavalli borgognoni 

Cavalli francesi, lanze 500, soto monsi- 
gnor di la Peliza 

Cavalli italiani soto il signor Constantin 
Amiti et suo nipote 

El signor Lodovico da la Mirandola, 100 
homeni d' arme 

La compagnia dil ducha d* Urbin, capo 
domino Francesco da Fan, tra homeni 
d' arme e cavali lizieri 

Signor Galeazo da Pexaro 

Signor Fedrico e Lodovico da Gonzaga 
da Bozolo 

Beraldin Beraldo e Rigo Porro . . . 

Conte Filippo di Rossi, zoé il resto di la 
compagnia non presa 

El reverendissimo cardinal di Ferara, ho- 
meni d'arme 150, et cavali lizieri 150 
in tutto 

Conti di San Bonifazio . . 

El signor Zuane di Gonzaga .... 

Mercurio Bua, con uno altro capo, stra- 
tioti > 

Item, dice dia zonzer in dito campo : 

Domino Renaldo Dalbef relievo dil 

marchexe di Mantoa . . . cavalli n.° 

El marchexe d' Ancisa, di quelli lo- 
chi di Monferà > » 

El ducha di Bresuichi, con homeni 
d' arme 200 et 500 cavalli cor- 
vali, credo voja (dir) Brexvich > > 

Item, il signor Frachasso, é senza 
conduta a Rezo. 

Item 



Ha in campo artellarie boche n.° 60, tra le qual é 
numero 8 grosse, el ne dia venir di Vicenza 
molte, et molte sono a Ispurch. 

Moto et poliza trovada 

Maximian va de canton in canton, e rimare 

da un babion. 



750 
100 
200 

200 



150 



200 



2,500 



58 



103 



UD1X, AGOSTO. 



104 



A dì 29. La matina fo lettere di Padoa di 
retori e proveditori. Come avisano la nova dil bu- 
tto di cavalli esser più numero di quello scrisseno, 
et come sono sta conduti 540 cavali in la terra, presi 
con dito conte PhiKppo di Rossi. 

/fera, bavi lettere dil capitario, di eri, bore 3 
di note. Mi avisa di la presa di ditto conte Philippo 
et Manfré Fazin veronese con bona suma di homeni 
d' arme et non sano ancora il numero, ma per li ca- 
vali sono intrali in la terra, sono zercha 300, fra i 
quali ne sono de bellissimi. Et il signor Fedrieo di 
Bozolo, qua) è zenero dil capitanio zeneral nostro, 
fuzite e si salvò a la montagna, et nostri non se cu- 
rano molto andarli driedo, havendo iato la presa e 
butin sopraditto. Et fono presi a Longara mia 4 
apresso a Vicenza la note ; i quali questa matina, a 
bore 17, sono intrati di li. Item, el campo neroicho 
si atrova al locho solito, né altro di lui si sa, vide- 
licet tra la Bataja e Moncelese. Item, come eri sera 
fo conduto li uno bellissimo corsier con cercha ca- 
vali 50 presi per villani ne la villa de Revolon, et 
hanno ditto quel corsier esser stato dil signor Ga- 
lasso da Carpi, el qual ditti villani hanno tajato a 
pezi per non aver vojudo mai render a loro. Et 
hanno ditto ditti contadini, che uno di suo 1 bale- 
strieri li dizeva : e Non lo amazati che 1* e el signor 
de Carpi. » Et visto che 1 non si voleva render, el 
tajono a pezi con venti insieme, e preseno li ditti 
cavalli, e hanno fato bon butin. Era etiam con li 
ditti 30 fanti, i quali da ditti villani tutti fono morti. 
Et el cavalo di ditto signor Galasso, per molti in Pa- 
doa è sta cognossuto esser suo. Item, per lettere 
publice dimandano danari, artihrie, ancora orzi etc. 
ut in litteris. 

Da poi disnar, fo gran fonscjo. Fo public» la 
parte presa in Pregadi, che in termine di 8 zorni si 
dagi a T avogaria i conti per quelli ha ministrado li 
danari e altro ut in parte. 

Di Padoa. Fo lettere di Kore 15. Come hanno 
aviso il campo vera omnino a la terra per accam- 
parsi a do bande. Item, esser venuto uno trombeta 
per nome dil cavalier Bianco. Voi salvo conduto di 
mandar a parlar a li soi francesi è qui etc. Item, 
atendono a fortifichar la terra, maxime hora di la 
bttBda dil Portello, et sier Andrea Griti proveditor é 
lì continue, e fa minar e brasar quelle hostarie di 
fuora. Item, ha mandato a brasar il castello di Bo- 
volenta etc. 

Di Chiosa, di sier Hironimo Contarini pro- 
veditor di V armada. Come voi andar in V Adese, 
a brasar e minar quel baslion fato a V Anguilara 



per il ducha di Ferara etc. Item, ha securato quelli 
meschini era a Montealban, el anderà in persona etc. 

Noto. Le ganzare, over ganzaruoli, non si arma 
più perché voleno ducati tre al mese ; cossa insolita. 
Et sier Vetor Michiel havia questo cargo come exe- 
cutor. Siche le cosse di Po fu sospese, né il capitanio 
sier Marco Antonio Contarini si partiva. 

In questa sera, gionse sier Gabriel Emo qual ogi 
ha auto lieentia di la Signoria di repatriar, stato un 
mexe proveditor de lì in trivisana nel teritorto; qual 
havia reduto li villani bon numero, ma, non acha- 
dendo, fu fato venir a caxa. 58 * 

A dì 59. È da saper, in questa matina vene in 
Colegio uno secretano dil marchexe, vien di Mantoa 
per la via di Padoa e ave salvoconduto, nominato Fu- 
lineo, mantoano, persona discreta, qual alias fo qui, 
e la Signoria non volse li parlasse. Hora, ricomandò 
il signor da parte di la marchesana, qual era servi- 
dora e bona Dola di questa illustrissima Signoria et 
il reverendissimo cardinal, qual era venuto a Man- 
toa perché si ritrovava legato in la Marcha, et era in 
Ancona, e con lieentia dil papa é venuto li. Disse 
aver portato do scuffie d' oro al signor da parte di 
la marchesana. El principe li disse bone parole, mo- 
tizando di quello havia usato F altro servidor dil 
marchexe fo qui, e le parole el disse, che '1 meritava 
la forcha, tamen la Signoria nostra li perdonò etc., 
et die a hii, eh' é persona discreta, eramo contenti 
lo vedesse e li parlasse presenti tre di Colegio. E 
cussi fo terminato mandar sier Antonio Loredan el 
cavalier savio dil Consejo, sier Nicolò Bernardo sa- 
vio a terra ferma, sier Anzolo da Pexaro savio ai 
ordeni. I quali, ogi andati, visitono ditto marchexe, 
et poi ditto secretano li parìoe confortandolo da 
parte dil cardinal e di la marchesana. Esso mar- 
chexe, poi che ebbe dimandato come stanno e de 
so fidi, dis6e : « Come sta i miei cavalli ? > et alcuni 
soi servitori, né altro li disse etc. 

A dì 30. La matina in Colegio fo lettere di 
Padoa, di eri hore 22, et vene di hore 3 di note. 
Prima, chome haveano al palazo, quella matina per 
tempo, fato apichar Manfré Fazin. Item, haveano 
aviso suo fradello Marco Fazin veniva con 500 fanti 
di Verona in campo. Vien etiam altri homeni co- 
mandati di veronese e visentina gran numero, ut 
tfiddicet in litteris. Si dice bara in campo 1* impe- 
tor persone 40 milia, el omnino vien acamparsi a 
Padoa. Item, ha manda -2000 cavali verso Vicenza 
a tuor la arlelarie, capo monsignor de la Peliza. 
Item, nostri haveano fato brusar il castello di Bo- 
volenta, et atcndeno di fortifichar il Portello quanto 



105 



1TOIX, AGOSTO. 



106 



pono, et zoruo e note lavorano. Il Moro proveditor 
è varito eri. Item, il campo uemicho é dove V era 
tra la Bataja posto. 

Di Treviso, di sier Piero Martello prove- 
ditor, di eri. Come, in quella matina, hessendò com- 
pita la paga, zoè il tempo di la compagnia di Ziprian 
da Forlì, e dimandando danari, alcuni di ditta com- 
pagnia, montati in una barcha, andono per il Sii e si 
calono fuora di la terra, inteso questo, il proveditor 
cavalchò con alcuni fanti et cavali, et questi fanti fu- 
fivano feno alto adeo per nostri fono retunudi tre, 
e menati al palazo li parse do far apichor, et per 
non ha ver boja, donò la vita al terzo apichasse li do. 
Et cussi, butato il primo, quella matina fuora di la 
fanestra si apichò, e il secondo butato. rupe il lazo e 
cade in piaza come morto, et tolto suso da li compa- 
gni fo menato a medichar. Adeo, li fanti tutti in ar- 
me erano in piaza et la compagnia di Guagni Pincone 
e altri conestabeli, e volseno aver il palazo e il pode- 
stà e il proveditor in le man, et combateno etc., adeo 
59 segui gran remor. Et però, scrive si mandi danari. 

Di Friul, dil locotenente e proveditor Ca- 
pélo, di eri 28. Come è venuto uno messo dil ve- 
scovo di Lubiana et dil capitanio regio con lettere 
drizate a loro, et e una bella lettera. Par si doglia 
de li incendii e crudeltà usate per la guerra in ama- 
zar putì e donne etc. E concludeno, si quella Patria 
li darano ducati 33 milia, non li farano più danni etc. 
Et loro li hanno risposto in bona forma, chome 
etiam nostri li duol di queste crudeltà, e che non é 
processo da la Signoria nostra ma dal serenissimo 
suo re che ne ha roto le triegue etc. ; et che loro do- 
veriano esser causa di aquielar le discordie, perchè 
la Signoria nostra sempre è stata obsequentissima 
di la cesarea majestà etc. Item, scriveno di quelle 
occorentie, e se li mandi danari per le zente, è passa 
il tempo di le page. Nota, lì è domino Meleagro da 
Forlì con homeni d' arme .... e cavali di stratioti 
numero 400, cavali lizieri . . . fanti . . . 

Di Ferara, di Zuan Alberto di la Pigna. 
Come el suo signor sarà bon fiol, e le zente mandate 
non farano mal perché é ceroide e non zente pagate. 
Et ha mandato liste di le zente, siche prega la Si- 
gnoria non mandi l'armada in Po, etc, con bone 
parole, e che '1 ducha ha bon animo; non poi più. 

Di Chioza, dil proveditor di V arniada, etiam 
da Montealban. Come è andato lì con barche, e ha 
provisto a quelle zente e animali era in strade, ita 
che i nimici, venendo, non li porano nuocer. Et li 
frati di Corizuola hanno mandato fermenti a S. Zor- 
zi. E scrive altre particularità , e voleva andar a 

/ Duini di M. Sanuto. — Tom. IX. 



minar il bastion fato per i) duca. Et fo terminato 
ogi che '1 sorastesse e non andasse. Item, -questi 
ganzaruoli non si armano, ma è scriti li boméni e 
iuto é suspeso. Questo caligo, per Colegio fo dato a 
sier Vetor Michiel executor. 

Dil capitanio generai da mar, da Corpkà 
in golia, di 7. Come va con 15 galie verso ilZaote 
e la Zefalonia, et ha mandato do galie in Cicilia per 
saper nova di V armate, qual de li non se dice nulla. 
Item, ha lassa quatro galie in golpho per sqprave- 
der. Scrive altre occorentie. 

Dil Zante, di sier Antonio da Mulla prove- 
ditor. Avisa come ha mandato il suo caneelier in k 
Morea a parlar a quel sanzacho, el qual ai ha offerto 
darli trata di formenti e orzi, et è nostro gran amico.; 
ma voi di la sua decima più precio di quello di altri, 
et però, si se li manda danari sotto man, farà tem- 
prar et si bavera gran quantità. 

Fu posto, per li savii, dar al capitanio di le fan- 
terie una caxa in Padoa di rebelli, quale a lui ptaoe, 
et ducali 200 di intrada a lui e soi heriedi,et ducati 
500 per il maridar di una sua Gola. El fu presa. 

Fu posto, per li consieri, che sier Zuan Pioto 
Gradenigo, qual é consier e va da matina proveditor 
zeneràl in campo a Padoa, non habbi più contornata 

a la consejaria di quanto é stato portiate di 

zorni ; e cussi a sier Cristofal Moro, e si dia meter 
la ditta parte in gran Consejo. Presa. 59 * 

Fu posto, per li savii, una lettera a sier Andrea 
Badoer orator nostro in lngaltera. Come debbi an- 
dar dal re et dirli come vanno le cosse, et debbi 
romper a Franza, e si '1 voi liga o ajuto di la Signo- 
ria e V armada, se li offerisse etc. Et che 1 re di ro- 
mani ne e con arme contra il dover atorno Padoa, 
la qual é munita, e speremo defendersi, con molte 
parole e avisi, dolendosi dil papa etc. Presa. 

Fu posto, per li savii, scriver una lettera te Hon- 
garia, quali, quel cardinal Istrigonia e altri btirooi, 
si doleno la Signoria non haver mai scrito di queste 
cosse, hessendo nostri coligati. E di questo fo scrito 
una lettera longa. Scusarsi averli scrito, et li manda 
una lettera antidata etc. Et si replicha le eondition 
dil stato nostro, pregando voji moverae in nostro 
ajuto et per la raxon, dolendosi dil papa etc Et sier 
Alvixe Zustignan, é di la zonta, qu. sier Marco, andò 
in renga e contradise, e non li fo 1 risposto, et bave 
tutte le balote la lettera. 

Fo terminalo, per Colegio, mandar 100 maran- 
goni e altri di l'arsenal e schiavoni a Padoa. E cussi, 
ogi fono expediti. Item, lezando le lettere, fo Cou- 
sejo di X con la zoula. 

8 



107 



MDIX, AGOSTO. 



108 



Di Padoa. Ogi fo lettere di hore 17. Come fo 
eridà : " arme, arme, „ dicendo i nimici venivano al 
Bassanello. E cussi, nostri lavorano al Portello, tutti 
in un subito si messeno in arme, et tamen non fo 
niente. Item, volendo nostri mandar cavalli fuora 
per quelli erano andà per tuor le ar tela rie a Vicenza, 
inteseuo dove fu preso il conte Philippo di Rossi 
erano 800 cavali. Siche non ussiteno fuori, et fo bel 
veder tutti in Padoa a le sue poste. Item, hanno 
aviso esser sta per nostri brusato il castello di Bo- 
volenta, et i nimici non sono andati a Piove. Diman- 
dano certe cosse, ut in litteris, et maxime danari 
e danari. Et é assà fanti di ventura lì et alcuni cone- 
stabeli, quali essi proveditori li hanno tolti loro per- 
sone e li pagano bene. Item, hanno, monsignor di 
la Peliza esser andato verso Vicenza con bon nu- 
mero di cavali per scorta di le artellarie. 

Et questa sera, fono mandali ducati 5500 da sier 
Zuan Paulo Gradenigo va da matina proveditor ze- 
neral a Padoa. 

Et venuto zoso Pregadi, il principe mandò a 
chiamar molli di Colegio, tra i qua! sier Alvise da 
Molin, sier Piero Capello, sier Alvise Mozenigo el ca- 
valier e altri. Questo, perché havia auto aviso di 
Treviso ogi la terra in arme contra il palazo,'li fanti 
voleno il proveditor etc sdegnati per non ha ver da- 
nari et per haver fato apicbar quelli do fanti, come 
ho scripto. Et subito fo terminato che sier Alvise 
Moeenigo el cavalier, savio a terra ferma, parti que- 
sta note e vadi lì, e con Guagni Pincone adati le 
60 cosse, e datoli certi danari per li fanti. 

A di ultimo avosto, la matina in Colegio, hessen- 
do venuto qui Piero di la Volta era conestabele in 
Moncelese, qual ha cavalchato col campo nemicho e 
mena certa praticha, fo chiame a bona hora li capi 
di X tutti tre in Colegio, et etiam sier Zuan Paulo 
Gradenigo va proveditor zeneral a Padoa in campo, 
qual za era per montar in barcha, mena con lui sier 
Vicenzo Contarmi qu. sier Hironimo, sier Daniel 
Dandolo qu. sier Hironimo. Et stali un pezo in Co- 
legio, si parti e andò a Lizafusina. Et poi il Colegio 
depotado andò a examinar a la corda, sier Piero 

Uon consier, sier Alvise Capelo cao di X, sier 

, avogador, sier Marco Zorzi inquisitor, el 

eonte Filipo di Rossi zercha certa cossa. El etiam 
fo examinato li do é con lui, videlicet Lunardo. Dre- 
sano e conte Brunoro di Serego, per saper la ve- 
rità. 

Di Padoa, di proveditori, di hore 2 di note. 
Come i nimici aproximati al Bassanello, et nostri in 
arme ussiteno alcuni fuora e scaramuzono. e fono 



amazati cercha 100 di inimici e altri presi, tra i qual 
uno faroejo di Alexandro Musato, dice ditte zente 
era venute lì sono la mila dil campo, per far scorta 
a le artelarie si aspela vengino. Item, V altra mila è 
resta a Mezavia, e par mandino alcune zente italiane 
verso Lignago. Tamen, tutto il campo é per vegnir 
di li col campo atomo la terra, et lo aspetano Saba- 
do da matina; perhò si provedi. Item, vidi una re- 
lation di uno Lorenzo schiavon vien di Verona. Di- 
ce aver scontra a Villabona in camino zercha 200 
homeni d 1 arme francesi in più pezi, andavano a la 
volta di Verona. Item, ha inteso le zente francese 
alozate a Soave si partiva per Brexa, e missier Zuan 
Jacomo Triulzi andava a Milan. Item, ha scontrato 
etiam zercha 50 balestrieri. E nota, quello capitolo 
non fo leto in Pregadi. 

. Di domino Lucio Malvezo a la Signoria, 
una lettera. Non si debbi manchar di le provision, 
perchè consiste in mantenir Padoa le leze e prophe- 
ti, e per reaquistar tutto il stato etc. Da lui non 
mancherà far il tutto etc. et si mandi zente. 

Di domino fra' Lunardo governador di ca- 
vedi lisieri a la Signoria. Una lettera bona zer- 
cha questo, non si manchi e si mandi quanto è re- 
chiesto. In conclusion, una bona lettera e molto 
savia. 

Di Padoa. Di reetori e proveditori, hore 4 
di note. De occurrentiis et provisione fanno et ha- 
no fato et farano. E si mandi qualche zenthilomo e 
zente suso e danari, perchè poi non si potrà mandar 
quando il campo sarà intorno. Qual Y aspetano, et 
per quanto hanno, è reduto a l' Albara mia do di 
Padoa, et ha visto gran spolverili el di, e la sera fo- 
chi etc. 

Fo terminato in Colegio mandar alcuni zenthilo- 
meni, quali si andono a oferir et fono notati, et altri 
scripti, e terminato mandarli ; ma perdi' è in gran 
pressa, questa matina alcuni fo chiamati e ditto tro- 
vi diexe homeni per uno et vadino a Padoa. 

Da poi disnar fu sospeso il mandar, perché si 
voi veder si potrano andar securi. go 



Questi sono citadini trivisani quali si apre- 
sentano a la bolla ogni zorno una volta, per 
comandamento di capi dil Consejo di X. 

A dì ultimo lujo 1509. 

Reverendo domino Francesco di Azali. 
Dom. Ambrosio Gazio, medico. 
Dom. Alvise Scolo. 



(*f\ • 



109 



VID1X. AGOSTO. 



110 



Doni. Agustin da Rovero. 
Dom. Hironimo Agolante. 
Doni. Matheo Bomben dolor. 
Dom. Batista de Verona. 

A dì 2 avosto. 

Dom. Priamo di Ravagiani. 

Dom. Hironimo di Bizignoli. 

Dom. pre 1 Marco Antonio di Renaldi. 

Dom. Alvise di Renaldi di domino Za caria. 

Dom. Vicenzo d' Arzenta. 

A dì 3 avosto. 

Dom. Albertin di Menegaldi. 

A dì 7 ditto. 

Sier Sebastian da Roera. 
Dom. Nicolò di Selnii. 

A dì 8 ditto. 
Sier Antonio da Ravena. 

A dì 11 ditto. 
Sier Dionisio di Premi da Castel Franco. 

A dì 17 ditto. 

Sier Hironimo da Doara. 
Marco Antonio suo fiol. 
Bernardin da Martignago. 
Nicolò di Selmi da Parma. 
M.° fra Martin da San Francesco. 
M.° fra Matio da Qucr di San Nicolò. 
Dom. Agustin da Montona dotor. 
Dom. Hironimo Avogaro dotor. 
Dom. Zuan Nicola da l'nigo dolor. 
Dom. Branca Scolari. 
Dom. Bortolamio di Renaldi. 
Sier Alvise da Medolo. 
61 Batista da Saon. 
Bernardin da la Bella. 

Dom. Scipion di Renaldi di domino Zacaria. 
Dom. Lelio di Renaldi. 
Sier Alexandro Volpato. 
Benedeto da Novelo. 
Matio di Mutoiii. 



Francesco da Sovernigo. 

Dom. Bianchin da Martignago. 

Dom. Paulo Avogaro. 

Dom. Galeazo dal Como. 

Sier Francesco da Noal. 

Sier Michiel da Martignago. 

Sier Stefano di Azoni. 

Dom. Alvise Sugana. 

Dom. Zuan Antonio da Unigo. 

Sier Jacorno da Quer. 

Zuan Batista de Istrana. 

Evangelista de Istrana. 

Eorialo da Treviso. 

Lodovico Cauzo da Cittadela. 

Antonio dal Bo.' 

Jacomo dal Bo so fradelo. 

Piero da Bassan. 

Dom. pre' Antonio dal Borgo, dito Fiorentin. 61 * 

Copia di una lettera per sier Antonio Zusti- 
gnau doetor vice locotenente in la Patria 
di Frinì et sier Francesco Capelo el cava- 
lier proveditar general in ditta Patria, in 
risposta di una lettera li fo mandata per 
uno capitanio dil re di romani tedesco, qua! 
era in campo dil serenissimo re di romani. 

Aecepimus litteras Uias, eques magnifice, quae re- 
ligiosissimam animi lui atfectionem prae se ferebanl, 
pracsertim cum paccm iniherent, quae maxime hu- 
mano generi est exoptabilis inprimisque principes 
decet ; quam semper nostra Respublica consequi 
studuit consecutamque servare, quemadmodum ex 
multis venetorum geslis cxcmplisque colligi potest, 
et paulo ante piane perspici potuit quantum tran- 
quillitati et publico omnium commodo Dominium 
venelum incubuerit. Nani, ut summum obseqium 
summamque mentis observantiam erga caesaream 
majestatem ostenderet, et in diuturno amore et con- 
cordia vivcret, licet, optimo jure belli, anno elapso 
Goritiam, Tergestem et alia plurima oppida pugnan- 
do subdidefit, nihilominus libere ejus majestati ces- 
sit : quamque deinceps, non tantum ex ipsius Csesa- 
ris sententia, ut arbitramur, qui justitia et aequitate 
prafulget, indutiac solcmni more celebrai» et sacro- 
sancto juramento subnixae, rescissa; disruptaeque el 
nobis, contra jus et fas, acerrimum bellum indictum 
illatumque fuerit ; quod quidem ut alacri animo pro- 
pulsaremus, cum unicuique injuriam repellere liceat, 
in hac Forijulii Patria, licet maximum delectum et 
plurimas comparaverimus copias, quae augentur in 



Ili 



ynrx, agosto. 



lti> 



dies et majores vires concipiunt, tacemus validissi- 
mum exercitum Dominii nostri qui m agro patavino 
castrametatur. Attamen, cum optimam meotein nia- 
gniGcentia* tu» et reverendi Laybacensis episcopi 
paci addictam intellexerimus, nohis visum est ut ve- 
stris litterìs responderemus, voscertiores facerequod 
si pio mentis affectu et religionis amore ne Christia- 
na respublica detrimentum paciatur, magnificentia 
tua et reverendus Laybacensis episcopus vebemen- 
tius impulsi quemadmoduni optulisti hanc provintiam 
suscipere vultis, ut sanctissimam pacem et integer- 
rimum pboeclus inter majestatem cesaream et illu- 
strissimum Dominium venetum concilietis, post h«c, 
ut huic vestrse Inonestissima* voluntati correspondea- 
mus, vobis, ut id efficiatur, omnem operam nostrani 
apud illustrissimum senatum nostrum offerimus et 
polllicemur, speramusque fore annuente Deo Opti- 
mo Maximo, quod ut conspirante omnium honorum 
consensu, hoc religiosissimum propositum optimaque 
mentis in leni io felicissimum sorciatur eventum. Et 
62 bene vale. 

Utini 58 augusti 1500. 

Da poi disnar, fio Pregadi per lezer solum let- 
tere e restar Consejo di X con do zonte, et poi feno 
li capi per il raexe di septembre, sier Stefano Con- 
ta ri ni, sier Marco Zorzi, sier Hironimo Querini. 

Di Padoa, vene di hare 17. Come il campo 
nemieho era sta in arme e cussi nostri ; qual era le- 
valo d' Albara et veniva verso S. Nicolo per pas- 
sur in Terranegra et al Portello per acamparsi a Pa- 
doa. Item, era aonto a Padoa li 5 canoni e altre ar- 
telarìe etc. Item y baveano ordinato tutte le guarde, 
eC scrive dove et chi ; qual ordine di solo sari nota- 
lo, e li capi e il numero di fanti. E il capitanio zene- 
ral sari al Pri di la Valle con le zente d' arme et 
900 «a«ali, andari atorno a la terra ; et domino An- 
tonio di Pii sari con la compagnia al Santo etc., ut 
in littori*. 

Vene, poi venuto zoso Pregadi, nel Consejo di 
X lettere di rectori e proveditori di bore 1 9. Come 
haveano tutto in ordine, et posto cadaun a la sua 
guarda e a le porte e a le mure, et manda la lista. 
La qual fo laudala da tutti. Stanno di bon animo; 
non sa quello vorano far li inimici, o acamparsi li 
al Portello, over passar a Stri e andar verso Tre- 
viso. 

Fu ogi feto una crida su la piera dil bando a 
S. Marco, da parte di V illustrissimo principe, che 
tutti quelli sono soliti andar balestrieri su le galie 
sutil e grosse, etiam galioti, quali vadino a Padoa 



per zorni 15, e tornati con la fede di haver servito, 
siano tolti senza alcuna contradition. 

Item. Fo mandato ducati 3000 a Padoa. 

Di Damasco, ogi fo letto lettere di sier Piero 
Zen consolo nostro, di mazo. Di quelle occoren- 
ze e di marchadantie, e che 1 cotinio, era in debito 
51 milia ducati, ha franchi 6000. Item. Quel signor 
voleva far certe manzarie, e volse retenirlo con 
mercadanli in castello, tamen non fe' nulla. Item, 
di specie, dice é sonte 30 nave in Alter; siche si fa 
merchati. Et scrive haver, seri la Irata colli 190 etc. 

Item, di Sofi, nulla. Di Goloqut, pur certa par- 
ticularità, ut in litteris. 

Di Famagosta, di sier Beneto Sanudo ca- 
pitanio, di mazo, tamen si ha certo la sua morte ; 
ma non è lettere. Avisa di esser stato a Gerines e 
fato fabrichar el castello; et cussi di le fabriche dil 
castello e mure di Famagosta, e la faticha V ha, et di 
quelle occorenlie avisava molto. 

Fu posto, per li savii, che sier Hironimo Gonta- 
rini proveditor di V armada debbi cernir di quelle 
galie è a Chioza homeni 500 ben armati, et per 
Brenta vechia con barche debbi andar a Padoa. Fu 
presa, et comanda stintissima credenza, acciò i ni- 
nnici non intendesseno tal cossa e li obviasse V an- 
data. 

Di Friul, di sier Francesco Capelo el ca~ 
valier, proveditor generai, date a Vdene a dì 
29. Scrive insieme col vice locotenente, come do- 
mino Hironimo Savorgnan era zonto con homeni di 
la Patria 3500, e di ora in ora ne azunzeano di altri, 
et si feva la massa uno mio fuor di la terra sul prà 
di S. Canzian. 63 

Questi sono alcuni padoani mandati in questa 
terra a presentarsi a la bolla in questo mexe 
di avosto 1505. 

A dì 25 avosto. 

Agnolo, trombeta. 
Zuan Matio da le Valle. 
Lodovico da le Valle. 
Stefano di Dotori de missier Beneto. 
Pre' Alvise di la Tacha. 

Do nevodi de maistro Beneto da Moncelese, di Co- 
nardi. 
Francescho Porzelin. 
Zanin, spizier. 

Dom. Francesco di Moncelese dotor. 
Dom. Beneto Capua dotnr. 



113 



UDIX, AGOSTO. 



M4 



Dom. Lodovico Barixon. 

Dom. Beneto di Dolori dolor. 

Doro. Hironimo di Dotori dotor. 

Dom. Jaoomo Cao dotor. 

.Michiel Qoarantaoito. 

Cristoforo Beraldo. 

El Campagnola provintial dei Carmeni. 

Gasparo Laoaro. 

Doro. Alvise da Ponte dotor. 

Hironimo da Monopoli frate di S. Agustin. 

Jacomo da la Saonaruola. 

Dom. Bonifazio Buzacharin canonico. 

Piero Zingano. 

Piero Ragazon. 

Bonzanello da Vigonza. 

Lodovico de Lia. 

Zuan Cavaza fio di Prosdozimo. 

• 

Francesco da Maxo. 

Pre* Sebaslian da Padoa. 

Zuan di Galeazi. 

Jacomo Frizimelega. 

Tre fradelli di Brazuoli. 

El Gonzaga mantoan. 

Francesco Botto drapier. 

Nicolò fio di Jacomo da Lignaro. 

Michiel Burleto, so fradello e un Gol balestrier. 

Bernardin Brazante da Brazuol. 

Pre' Jacomo da le Forfè, e suo fradelo. 

A dì 30 avosto. 

Francesco Tergola. 

Piero Boatin. 

Bonacorso. 

Michiel Livello e suo nievo. 

Zuan Maria Dona. 

Carlo Caodivacha. 

Michiel da Esle. 

Zuane fio] di Zuan Antonio Cainero. 

Hironimo da Maran. 

Francesco da V A vuol io. 

Lunardo fradelo di Batista da Legname con do so 

fioli. 
Jacomo Boatin et so fradello. 
Hironimo da Bologna fator de le Franche. 
Marchiò Lovato nodaro. 
Batista Patella. 
Jacomo da Gortaruolo. 
Zuane, sta in ca' di Antonio da Treviso. 
Lucha libraro. 
El Zinzinotto e Lucha so fradello. 



Beneto mantoan munaro. 

Dora. Marco dal Sol dotor. 

Dom. Piero dal Sol dotor. 

Dom. Tomaxo da laZuecha dotor. 

Hironimo Zaciio. 

Dom. Bortolo dal Oraro dotor. 

Antonio dal Oraro. 

Dom. Francesco da Porzile dotor. 

Dom. Francesco dal Oraro dotor. 

Marchiò Bedicho. 

Frati comandati a venir a star a Venecia. 

Do frati todeschi di Eremitani. 
Fra' Domenego di Dotti, padoan, di Servi. 
Fra' Antonio di Corte di Servi. 
Fra 1 Alvise Caldiera di Servi. 
Fra' Jacomo di Bagaton di Servi. 
Fra 1 Antonio di Padoa di Servi. 
Fra 1 Lucha di Padoa di Servi. 
Fra 1 Bernardo di Padoa di Servi, over fra 1 Bernar- 
dino. 
Fra 1 Antonio Andon di Padoa di Servi. 
Fra 1 Petronio di Bologna di Servi. 63 * 

Copia di una lettera scritta per la Signoria 
nostra a Padoa, a li rectori et proveditori 
generali ivi. 

Rectoribus Paduae et provisoribus gene- 
ral ibus ibidem. 

Ne havete, per lettere vostre scriptene da alcuai 
zorni in qua, significato quello che per relatione et 
de captivi et de exploratori ve è sta confinnato, del 
animo de 1 inimici disposto di venir ad acamparsi a 
quella nostra cita, il che, per le lettere di ogi ad 
hore 16 ne confirmate. Rengratiatno primum el 
nostro Signor Dio che ve ha concesso tanto spacio 
de tempo che ve havete proveduto per modo, ohe, 
mediante lo adjuto de la Sua clementi» qua nun- * 
quarn deserit sperantes in se, ve preserverete 
cwn vostro grande honore et cum vergogna et 
damno de li inimici, et forsi cum totale mina et 
consumptione loro. De questo ne dì gran speranza 
et fiducia la justitia de la causa nostra, i quali, tanto * 
acerbamente et iniquamente siamo perseguKadi sen- 
za alcuna culpa o demerito nostro, come a tutto «I. * 
mundo è manifesto. Poi, ne confirma in toh spe- 
ranza et quodammodo celsitudine la vatorosità, - 
experientia et virtù de tanti valenfuomeni ve sono 
apresso, et prtesertim da quello illustrissimo capi- 



115 



MDIX, AGOSTO. 



\U\ 



tanio zeneral et tanti altri consumatissimi capitanai 
et capi exercitalissimi ne 1* arte militare, adzonta la 
virtù vostra de nui molte volle in cosse ardue et 
importantissime experimentada, nec non la Tede in- 
comparabile de quel fidelissimo et meritamente a 
nui carissimo populo nostro, havendove prteterea 
nui largamente proveduto de tutte cosse necessarie 
a la vostra defensione, dal qual officio non siamo 
similiter per mancharvi de ora in ora e de mo- 
mento in momento, per abundar in ogni cautela 
possibile, siccome ve habiamo per altre dechiarito, 
et dechiariremo de zorno in zorno. Stante adunque 
le cosse nei presenti termini, resta che nui excitamo 
la virtù vostra et de tutti quelli valorosissimi capi- 
tanei et valent' horoeni, et conferiamo ad voler in 
questa, tanto grande et notabile occasione, demo- 
strar la loro fede, valorosità et virtù singulare, de 
la qual in tutte le future historie et annali se ne le- 
nirà special conto, et farassene particular memoria 
et mentione. Sono li ochii de tutta Italia, imo de 
luto el mondo redrezadi et expectanti ad veder le 
magnanime operalione vostre. Viri tuli combatete 
per la juslilia, per la patria, per la salute propria, 
64 per la liberti de la povera Italia da barbari lacerata, 
de la fede de i quali et dispositene verso tutti ita- 
liani se ne ha vedute tante antique et recentissime 
experientie quante ogniuno sa, et nui ne siamo per- 
spicuo et amplissimo exemplo et documento a tutti 
li posteri. Combatete denique per la fede de Cristo, 
la qual é per subir manifestissimo periculo patendo, 
quod absit, el stato nostro, come voriano li nimici. 
Li quali, a V incontro, combatono contro la justitia ; 
hanno rotte confederatone, treugue, jusjurandi tan- 
to solennemente facti, et demum conculcate tutte le 
resone divine et humane, usque adeo che indubi- 
tatamente se po' lenir che 1 nostro Signor missier 
Jesu Cristo qui estprotector iustitiee et veritatis, 
debi esser la protectione de luti vui cum darvi cer- 
ta Victoria de li inimici. Ne resta, ultimo loco, ad 
dirvi che de le egregie opere et fedi prestantissimi 
et ^delissimi de tutti li sopra memorati, nui siamo, 
non solum per conservarne perpetua et indelebile 
memoria, ma etiam per demostrarli et farli sentir 
tanto larga et grata retributione, et in genere et in 
particulare a chadauno, quanto mai fusse visto o 
lecto in consimili casi. El cussi li affirmarete, pro- 
metterete et certificharéte in nostro nome. 

Data in nostro ducali palatio, die ultimo 
augusti 1609, indictione . . . 

Gaspar a Vidua, secretarius. 



A tergo : Nobilibus et sapientibus viris Pe- 
tro Balbi de suo mandato potestati et Zacharim 
Delfino capitaneo, Cristophoro Mauro, Andrete 
Griti procuratori S. Marci, et Joanni Paulo 
Gradenigo provisoribus nostris Padwe. 64* 

Questi sono presonieri, parte rebelli et parte 
presi in questo tempo, et in le preson sono 
dil mexe di avosto 1509. 

Sotto la prexon forte. 

Zuan Iacomo de la Cicilia da Castelfranco, in la Nova. 

Zuan Ferro da Castelfranco, in la Novissima. 

Hanibal da Bologna, in l' Armamento. 

Iaches de Ioanne da Borgogna, in l' Armamento. 

Francesco Beraldo padoan, in la Forte. 

Signor Eugenio ciprioto 

Signor lane ciprioto 



in T Armamento. 



in cha' dil capita - 
nio Zuan Lore- 
dan. 

in cha' di l'altro 
capitanio. 



Conte Brunoro da Serego, in la Forte. 
Bonifazio Iona da Verona, in la Orba. 
Bartolamio da Martinengo \ 
El Spagnol da Verona > in la Orba. 
Paulo Luzasco 1 

Marco da Seravale, in Frescazoja. 
Dom. Leonardo da Dresano, in la Forte. 
Doni. Bortolo de Firmiano 
Marchio de Masamosto domino 

Zuan Gaspar 
El conte de Gì ri ago 
Dom. Ioan Bontemps tesorier di 

T imperator 
El general di Borgogna 

In Camera. 

Alberto Trapolin, padoan. 
Ruberto Trapolin, padoan. 
Ludovico Conte, padoan. 

In Terranova, nel cabion da basso. 

Conte Alvaroto dolor. 

Iacomo da Lion dotor, posto in la prima da basso. 

Marco Antonio Musato 

Alexandro Musato 

Zuan Antonio da Relogio. 

Zuan Domenego Spazarin canzelier di la comunità. 

Bertuzi Bagaroto dotor, in Gradonia. 

Antonio Francesco di Dotori dot^r. 

Frizerin Caodivacha dotor et cavalier. 



ì fradelli 



117 



MDIS, AGOSTO. 



118 



I 



1 



In Malpaga. 

Zuan Antonio Cainero di 16. 
Nicolò dal Ca vello Stringaro, di 1 6. 
Francesco Campolongo. 
Perìn marascalcho. 
65 Rofflulo Morelo, over Musato. 
Sebastian Brancha 
Cristoforo di Ànzelieri 



lieri S da 



Este. 



In la prexon nuova. 



da Conejan. 



[ 



Francesco de Lira 
Almerigo da Montealban 
Zuan Andrea di Benvegnudi 
Maistro Silvestro barbier 
Maistro Rigo caleger 

In Camera. 



Galeoto da Nogaruole cavalier veronese, 
lacomo Spolveri n dolor, cavalier veronese. 

Zulian di Fabiani, in la Catolda. 
Agnolo di Albanesi, in la Catolda. 
Zanon di Albanesi, in la Seconda da basso. 
Michiel di Albanesi, in Fresca zoja. 
Bernardin di Albanesi, in Malpaga. 

In Schalcta. 

lacomo Malacarne da Moncelese. 
Domenego Malacarne da Moncelese. 

In V Orba, 

Fra' Sebastian di 1' bordine di Santa Maria di Jeru- 

salem. 
Pre' Arcanzolo, in la Catolda. 
Nicolò da ca' Modoneo in la Terza da basso 

Bone padoane comandate a venir habitar 

a Veneda. 

Madona Ipolita mojer di domino lacomo Alvaroto 

dotor. 
La mojer di domino Aliduse Buzacharin. 
La mojer di Batista da Legname. 
La mojer di Lionello da Lion. 
La mojer di domino lacomo da Helogio dotor. 



La mojer di domino Carlo Manzon. 

La mojer di domino Hanibal Caodelista. 

La mojer di Zuan de Ellia. 

La mojer di Hironimo di Coli, over di Doti. 

La mojer dil qu. domino Piero da Sala. 

La mojer di Hironimo Sauro a San Zuane. 

Item, la mojer di Lodovico e quella di Hironimo 

Buzacharin. 
Madona Alba mojer di Orlando Caodelista. 
Madona Isabella Caodelista. 
La mojer di Rigo Poro. 65 * 

Citadini di Trevixo mandati in questa terra 
et inearzerati in la Quarantia novissima. 

Dom. Zuan Antonio da Piovin dotor. 

Alvixe dal Corno. 

Piero Francesco Barixan. 

Vido Antonio da Unigo. 

Rambaldo Avogaro. 

Zorzi Spineta. 

Dom. Alberto di Renaldi dotor. 

Zuan da Prato. 

Vielmo da Unigo. 

Troylo dal Corno. m 

Dom. Thadio dal Mar dotor. 

Paulo di Mutoni. 

Aurelio da Unigo. 

Bernardin di Rovere. 

Pompejo di Renaldi. 

Inearzerati. 

Vangelista caligber. 
Martin da Seravalle. 
Hironimo Schiavo. 
Sebastian triper. 

Mandati et si apresentano a la botta. 

Dom. Francesco di Azalli canonico. 

Maistro Ambrosio de Grizis medico. 

Aguslin da Rovere. 

Alvixe Scolo. 

Hironimo Valente. 

Dom. Matio Boni ben dotor. 

Hironimo Bicignol. 

Priamo Ravagnin. 

Pre' Marco Antonio di Renaldi. 

Francesco Menegaldi. 

Sebastian Rovere. 



il* 



1IDIX, SOTTÈMWIE. 



120 



Alvixe di Renaldi. 
Vicenzo di Aranta. 
Alberlin di Menegaldi. 
Balista da Verona. 
Antonio da Ravena. 

Questi fono mandati da Castelfranco 
e sono incamerati. 

lacomo de la Cecilia. 

Zuan Ferro. 

Dom. Sebastian di Preti dotor. 

Nicolò da cà' Modonéo. 

Mandati da Noal. 

Gabriel Carapagnaro. 
Dionisi Bastiato. 
Pre' Etor Bastiato. 

Mandati da Conejan. 

Francesco dal Ra. 
Almerigo di Montealban. 
Antonio di Montealban. * 
Zuan Antonio dal Bancho. 
Maistro Silvestro barbier. 
Maislro Rigo calegher. 

Mandati da Este, incarcerati. 

Cristopbolo d' Anzelier. 
Sebaslian Brancha. 
66 Domenego fiol di ditto Cristoforo. 

Dil mexe di septembriò 1509. 

A di primo, la matina, introe capi dil Consejo di 
X sief Marco Zoftri, sìer Stefano Contarmi e sier Hi- 
ronimoQuerini. Sono avogadori sier Bernardo Bem- 
bo dotor, cavalier, sier Alvise Gradenigo, sier Marra 
Morexini, et il Querìni era amalato. 

Di Padoa. Fono lettere di ore Set 4 di note. 
Come il campo de* inimici non era mosso dove V era 
alozato a V Albara. Par che alcuni venisseno per far 
le spianade verso il Portello, et nostri scarfcmuzono 
con loro, et ne amazono insieme con villani alcuni. 
Item, nostri vanno drio fortificando li repari, et 
maxime al Portello, et presto sarò fornito. Item, 
per uno vien di Vicenza parti a bore 14, ohe ancora 
le a r telane non erano mosse, licei sia addati assa 1 



cavali per tuorle et asegurarle a condur in campo. 
Item, dil zonzer a hore 23 sier Zuan Paulo Grade- 
nigo proveditor zeneral, qua! dismontò a Strà e con 
la scorta li vene contra introe in Padoa e portò li 
danari el porta etc. Et vidi una lettera di sier Cri- 
stofal Moro a sier Lorenzo suo fiol, che cavali 500 
francesi erano partiti dil campo e vanno a la volta 
di Ferara cargi di butini, e sariano partiti di altri si 
non fusse che a Vicenza hanno posto assa' butini fati 
per loro. Item, in campo nemico, é gran carestia dil 
viver. Item, è venuto a Padoa uno a dimandar dil 
conte Fedrico di Bozolo, qual njn si trova. Si tien 
sia sta morto da villani, over anegato nel Bachajon. 
Item, dimandano essi retori e proveditori certe 
cosse, ut in litteris, et zente e danari etc. 

Fono expediti questa matina diexe zentilhomeni 
a Padoa con diexe homeni per uno, a i qual se li dà 
ducati 25 per uno. Li nomi di quelli che questa ma- 
tina si partite, sarà qui soto posti. Item, mandono 
cercha 200 di V arsenal, a i qual deteno ducati uno 
per uno, da esser scontado chome lavorasseno a 
T arsenal; siche ogi assa' barche con zente andoe 
verso Padoa. Li nomi di zentilhomeni spediti, fono 
questi, zoé 8 : 

Sier Marco Bragadin electo sopracomito, qu. sier 

Zuan Alvise. 
Sier lacomo Corner electo sopracomito, qu. sier 

Donado. 
Sier Zuan Batista Falier electo sopracomito, qu. sier 

Thoma\ 
Sier Fantin Querini, fo patron di nave, qu. sier An- 

zolo. 
Sier Piero Zustignan di sier Francesco. 
Sier Francesco Barbaro, qu. sier Daniel, qu. sier 

Zacaria cavalier, procurator. 
Sier Zuan Contarmi, fo patron in Bar ha ria, di sier 

Marco Antonio. 
Sier Nicolò Vendramin electo sopracomito, qu. sier 

Polo, con homeni de la Zuecha. 

Di Treviso. Fono lettere di sier Hironimo Ma- 
rin podestà et capitario, sier Piero Marcello prove- 
ditor zeneral et sier Alvise Motenigo el cavalier sa- 
vio a terra ferma. Come è aquietade quelle cosse di 
fanti etc., et il Mocenigo ha visto il loco di tajar il Sii 
per meter Treviso in aqua atorno. Et scriveno altre 
occorentie. Et nota, eri 9era fu mandato a Trevixo tre 
barche di monition di V arsenal, et artellarie etc. 

Da poi disnar fo Pregadi, et fo leto quattro let- 
tere sole. 



6 



121 



MDFX, SETTEMBRE. 



122 



Di Litafusina, di sier Hirommo Conta- 
tini proveditor di l'armerìa, di hore 17. Che a 
Chiosa, a hore 4 di note, come ha auto la lettera di 
andar a Padoa quella sera, in quella note si partiva 
con 500 valenti torneili arcieri di Candia molti, et 
veniva a Lizafusina, et de lì per la Brenta, con le 
barche di Chioza anderia di longo a Padoa. Ha scrito 
ai proveditori li vengi centra. La qual lettera fo di 
gran sua laude etc. e li fo mandi ducati 500. 

Di Padoa, di hore 16, di rectori e tre prò- 
veditori generali. Come non volevano altro, e spe- 
ravano quella note haver compito li repari e ba- 
stioni al Portello. Item, i nimici non erano mossi. 
Le artelarie di Vicenza erano partite a hore 19 di 
Vicenza con scorta 2000 cavali et 4000 pedoni. Non 
sanno la volta tieneno, perché, per altre di questa 
note scrissero, erano tra quelli capi disacordi in 
condurle. Alcuni volevano per la via dreta, altri per 
aqua, altri da Lonigo via. Altro non zé eie. Item, 
nostri aver con artelarie rotto bote inimici haveano 
per tenir V aqua dil Bachilion vien a Padoa. 

Fo leto una lettera di domino Lucio Malvezo al 
suo canzelier Nicolò da Udene. Che si provedi, e in 
questo conservar Padoa consiste le leze e propheti ; 
e altre particolarità, die la vanno facendo inexpu- 
gnabile etc. 

Fu posto parte, per i savii, sospender per altri 
tre mexi (ulti i pagamenti in questa terra etc. ut in 
parte. Fu presa. 

Fu posto, per tutti i savii di Colegio, elezer de 

presenti uno orator in Hongaria con ducati al 

mexe per spexe et cavali . . . . , et debbi partirsi con 
la comission li sarà data per questo Cousejo. Et pre- 
sa la parte, rimase sier Piero Pasqualigo dotor, ca- 
valier, era a le raxon vecbie, qu. sier Filippo, el qual 
aceptoe. Et qui sotto sarà posto el scurtinio. 

Electo orator al re di Hongaria, justa la parte 

hora presa : 

Sier Santo Moro el dotor, fo auditor novo, 
di sier Marin 20 

Sier Antonio Condolmer, fo savio a terra fer- 
ma, qu. sier Bernardo 80 

Sier Vicenzo Queruli dolor, cavalier, fo am- 
basador in Aleniagna 75 

Sier Lorenzo Orio dolor, fo auditor e sinico 
a terra ferina, qu. sier Polo . . . . 25 
t Sier Piero Pasqualigo dotor, cavalier, fo am- 

basador in Spagna, qu. sier Filippo . . 126 

Sier Francesco Donado el cavalier, fo pode- 
stà a Vicenza, qu. sier Alvise ... 25 

/ Diarii di M Sam.to — Tom. IX. 



Sier Andrea Mozenigo dotor, fo auditor e si- 
nicho, di sier Lunardo 23 

Sier Marco Gradenigo dotor, fo auditor no- 
vo, qu. sier Anzolo 32 

Sier Vetor Capello, fo auditor novo e savio 
da terra ferma, qu. sier Andrea ... 44 

Sier Marin Bon, fo auditor novo e sinico di 
terra ferma, qu. sier Marco .... 16 

Sier Sebastian Zustignan el cavalier, fo am- 
basador in Hongaria 87 

Sier Lorenzo Bragadin di sier Francesco, che 
leze in philosofia 60 

Sier Nicolò Michiel dolor, fo di Pregadi, qu. 

sier Francesco 34 67 * 

E nota. La causa di questa eletion fo perché quel 
re è nostro colegado, et licet habiamo uno secreta- 
no de li, tamen, il re di romani e il re di Franza 
hanno li soi oratori de 11, quali solicitano quella ma* 
jestà ne rompi in Dalmatia et recuperi le sue terre. 
Etiam il papa con lettere, e poi qui è ancora V o- 
rator hungaro domino Filippo Ferri. Et però fu fata 
questa electione. 

Et venuto zoso Pregadi, restò Gonsejo di X con 
zonta, ut dici tur, in materia turcorum, la qual il 
principe ha voluto sia tratà li secretissima. 

Fo mandato in questa sera a Padoa ducati 4000, 
et fo scripto per Pregadi una oplima lettera lau- 
dando tutti etc. 

In questa matina, in Rialto, fo incanta il dazio 
dil vin per uno anno, et deliberato per ducati ses- 
santasie milia cinquecento e trenta a sier Nicolò Lon- 
go, participi molti richi e primi di questa terra. E 
nota : quello di P anno passato, qual have sier Lu- 
nardo di Leze e compagni, fo di ducati 80 milia et 
500. 

Adì 2 domenega. La matina fo do man di 
lettere di Padoa, di 3 et 5 ore di note. Come i 
nimici erano al loco solito di l' Albara e Baiando, et 
scaramuzono con nostri, e de* inimici fono morti et 
presi alcuni pochi e menati con li cavali mal in bor- 
dine. Item, hanno uno reporto che le artdlarie vien 
per la volta di Lonigo a Este, et sono pesi nume- 
ro 12, et za é zonte a Este, siche sarano ogi da aera 
in campo. Unde, o luni da matina o marti, tieneno 
vorano dar la bataja e comeuzar a trar. Nostri vanno 
drio compiendo di fortificarsi, e stanno di bon ani- 
mo, e coinè io avi lettere dil capitatilo, che deside- 
rano menar le man. Item, dil zonzer a hore 4 con 
la scorta sier Hironimo Contarmi proveditor di l'ar- 
mada con li homeni di le galie 550, tra i qual 100 

9 



123 



MD1X, SETTEMBRE. 



m 



arzieri di Candia. Item, dil zonzer di zentilhomeni 
et altre provision mandate etc., et che la lettera li 
fo scripta in laude di tutti V hano leci&publice, adeo 
il capilanio zeneral e tutti condutieri é benissimo di- 
sposti. 

Di Treviso. Fo lettere. Nulla da conto, et sier 
Alvise Mocenigo el cavalier, savio a terra ferma, 
stalo a Treviso, è ritornato. Referi di quelle cosse 
con li capi dil Consejo di X in Golegio. 

Di Friul. Fono lettere. I nimici erano a Gori- 
cia et Cremons et fortiQchavano Cremons. Nostri se 
ingrossava et fariano qualcossa. Laudano li Sover- 
gnani et domino Hironimo venuto con bon numero 
di fanti, et aspetano Malfato, qual é zonto con fan- 
ti etc. 

Di Cividal di Friul, fo etiam lettere di quelle 
occorrenlie. Nulla da conto. 

Vene in Colegio sier Domenego Bendo ritornato 
capitanio di Famagosta, et referì, justa il solito, licei 
è assa' mexi ha compito, e il suo successor sier Be- 
ndo Sanudo e morto. 

Da poi disnàr, fo gran Consejo, et a nona vene 
di Padoa, lettere di ogi hore 13, una sola 
drenata a i cai di X. £1 altri non ave lettere. 11 
68 campo nemico ut supra. Et ditte lettere la Signoria 
con li capi dil Consejo di X disseno esser bone let- 
tere. Et se intese el signor Frachasso di Sanseverino 
esser in campo dil re e far facende, lui e Antonio 
Caodivacha. E nota, a ditto Frachasso, per Pregadi 
za 8 zorni fo preso darli conduta et venisse di la 
banda di qua ; qual mandò a dir a Padoa voleva ve- 
nir e fuzer de 1 inimici, et però secretissime fu preso 
in Pregadi sacramento a tutti. 

Vene in Colegio uno nontio dil conte di Populi, 
qual portò lettere dil suo signor, qual voi omnino 
vegnir con la Signoria nostra et aspela la risposta di 
Spagna non poi star non zonzi, e venendo o no, voi 
partirsi e vegnir di qua con li cavali e zente, qual 
tutto in hordine se ritrova etc. Zanze e longole! 

A dì 3 da matina, fo lettere di Padoa, di 
hore 3 di note, et io ne avi una. Come il campo 
se ritrova pur dove V era a la Mandria et Bassanel- 
lo, et alcuni di loro hanno tutto eri scaramuzato con 
nostri a Santa Croxe, et è sta' morti assa 1 inimici, 
zercha 30, et di nostri manca 2 soli, et al continuo 
sono salutali da le nostre arfellarie. Etiam i nimici 
hanno trato a la terra lì a Santa Croxe alcune bote; 
ma non ha fato danno ; butà zoso certi merli. Et è 
sta porta do ballote a esso capetanio trate da' inimi- 
ci, di ferro, di ,lib. 50 I' una di peso. Et che tutti 
stanno di perfetissimo animo, e desiderosi di menar 



le mani. E dil zonzer dil proveditor di V armada con 
le zente e altri, che sarano perfettissimi de lì. Item, 
scriveno chome, hessendo i nimici andati drio alcune 
muraglie di le caxe brusate per nostri li di fuora a 
Santa Croxe con schiopeti per amazar nostri quando 
ussivano a la scaramuza, unde per il capitanio zene- 
ral fu fato diserar un canon a quel muro, e lo mi- 
nò e frachasso e ne amazò molti nimici. Item, di- 
mandava danari e poi danari per meterli in deposi- 
to, per dar la paga quando sarà el tempo, perchè 
si 1 campo va atorno, maxime dal Portello, più 
non si porà. 

Et fo terminato mandarli danari. Item, scriloli 
che sier Hironimo Contarmi proveditor di l'armada, 
quale andò li a ubidientia di proveditori zenerali, 
che sia chiamato in tutti i consulti etc. 

Di Friul. Di primo. Chome i nimici erano an- 
dati a campo a Tulmin, al qual loco era sta provisto 
di pressidio per il proveditor Contarmi di Cividal di 
Friul ; et altre occorentie, ut in litteris. 

Et si mandi danari per quelle zente, aliter segui- 
rà qualche mal. 

Vene uno Vanissa di Poliza, qual per il Consejo 
di X è sta tolto a gratta e perdonatoli, qual si ofe- 
risse venir con 500 cavali lizieri turchi etc. Item, 
alcuni turchi, e da cavalo numero 5, e da piedi nu- 
mero erano zonti a Chioza, vien con la Signo- 
ria nostra, li quali è sta expedili a Padoa. 

Di Friul poi fo lettere dil proveditor Ca- 
péllo, vidi di 2 setenibre. Come i nimici, a di pri- 
mo, andorono a bore tre avanti zorno ad acamparsi 
a Tolmin, dove continuamente haveano bombardalo. 
Et quelli di Tolmin si difendeano valentemente, et 
erano dentro. 68 * 

Et fo dito una nova, qual sier Vicenzo Balbi di 
sier Piero ci) 1 è podestà di Padoa, portò una poliza 
in Colegio li scrivea di qui suo cognado sier Beneto 
Vituri qu. sier Alvise, qual li scrive esser uno vilan 
suo venuto di Camposanpiero, partì eri a hore 25, 
dove intese certo, e cussi aferma, che domino Ale- 
xandro Bigolin havia preso a Curiamolo il signor 
PandoHo Malatesta ; tamen non fu vera. Pur alcuni 
la credeva, perché sapevano dito Bigolin, eh" è ci- 
tadin padoan, haver questa trama in hordine, et 
atendea haver questo signor in le man, el qual an- 
dava dil campo a Citadela, e lui ha possession de 
lì via. 

Da Treviso, fo menato per il conestabele dil 
podestà uno parente dil ducha di Ferara nominato 
signor Julio di Este, nepote fo dil signor Nicolò che 
a Ferar.t li fo tajà la testa, e con taja dil duca, qual 



125 



IID1X, SETTEMBRE. 



12G 



stava in Alemagna. È sta trova in Treviso e conduto 
qui. In Colegio fo terminato liberarlo, perché non 
vien come nimicho, imo è bon servitor di la Signo- 
ria nostra. 

Vene etiam ogi, da poi disnar, Guagni Pincone 
conestabele é a Treviso primario di le fantarie é lì, 
qual, sier Alvise Mozenigo, quando fo lì, li dete li- 
cenza venisse a la Signoria per uno zorno e tome- 
ria poi suso. Quello vorà, noterò di sotto. 

Fo expedito ogi in Colegio il cavalier di la Volpe, 
stato amalato di la ferita di schiopeto quando si ave 
Padoa, et bora guarito. La compagnia sua é in Pa- 
doa. Fo expedito andasse a Padoa. 

A vesporo, vene lettere di Padoa di rettori 
e proveditori, di hore 14, qual fono lete ogi nel 
Consejo di X con la zonta di danari. Scriveno, in 
conclusion, i nimici non haver fin quella fato altra 
movesta. Solum, esser zonte in campo le sue arte- 
larie erano a Vicenza numero \% vidéliceik grosse 
et 8 più picole. E nota. Il re ha V artelaria era in 
Castelnovo di Quer, che per nostri non fo tolta e 
portata a Treviso per negligentia. Item, scriveno i 
nimici haver retenuto e fato venir 11 al Bassanello 
alcune barche di Este e Moncelese e di Vicenza. 
Quello voglino far, non l' intendono. 

A di soprascrito, da malina per tempo fo 

in Colegio per caxa dil principe el prior de la Tri- 
nità alemano, qual è stato in campo dal re di roma- 
ni. Quello disse, fo secreto. Unum est che si dice 
si trata acordo fra dito re e la Signoria nostra. 

A dì 4, di Padoa. Fo lettere do man, et io avi 
di hore 4 di note di eri. Come il campo nemicho si 
ritrovava dove era eri, e quelle artellarìe haveano 
piantate acosto la terra, le hanno levate e condute 
per bon spazio lontan. Et quel zorno non hanno 
trato se non do colpi, e non si ha più sentito alcuno, 
e doveano quel zorno scharamuzar con nostri, et 
non si ha visto alcuno. Item, tutto quel zorno esso 
capitanio havia cavalchato a quelli bastioni e repari 
che si lavoravano a furia, et sperava di breve el 
69 tutto sera in securtà. 

Da mar. Dil capitanio zeneral fo più lettere, el 
sumario di le qual scriverò di soto. L 1 ultime é di ... 
da . . . Chome el vien in golfo con f armata. Manda 
molti reporti di sopracomiti e di V armate ispane e 
francese, e di parole dite per il sanzacho di la Valona, 
qual si duol di queste motion e si offerisse etc. Item, 
di una barza francese presa per nostri, e altri navi- 
lii, ut in litteris, e gripi presi verso Colron e in la 
Puja per sier Zuan Francesco Polani et sier Hirotii- 
mo da Canal sopracomiti, e altre particularita ut in 



litteris. Et che 'l vien con V armada verso Bocha 
di Cataro. 

Di Candia. Avisi di la morte di sier Beneto 
Sanudo capitanio di Famagosta, et é nova più fre- 
scha di le nave. Item, capitoli di lettere dil consolo 
di Syo zercha il fio] dil Signor turco andato in A- 
lexandria, nominato Corchul, e che '1 soldan l' ha 
sostenuto 11, qual voleva andar a la Mecha, et ha 
manda uno ambasador al Turco. Item, el Signor 
tene Porta di zuoba per darli audientia, eh 1 è cossa 
inusitata etc. 

Di Zara. Di sier Valerio Marzello conte e 
sier Francesco di Prióli capitanio. Come hanno 
avisi il re di Hongaria voi venir in Dalmatia e tuor 
quelle nostre terre. Manda reporti etc. et però si 
provedi. 

Vene Guagni Pincone conestabele é a Treviso, 
qual dimandò alcune cosse e compir la sua compa- 
gnia di fantarie. E cussi li fo concesso, et molto 
charezato ritornò a Treviso. 

Da poi disnar, fo gran Consejo, licet fusse mar- 
ti. El qual fo sona da poi terza, e tutti si merave- 
gliò; ma fo comandato inconsideratamente perché 
non bisognava, tamen il principe li parse e alcuni 
di Colegio di chiamar ogi gran Consejo, et che 'l 
principe parlasse persuadendo tutti andar a Padoa e 
prestar danari a la Signoria. E cussi fo divulgato 
per la terra saria. E reduto, fo mandato quelli non 
erano dil Consejo fuora, et il principe comenzò par- 
lar e ben, persuadendo tutti andar a Padoa soli e 
con zente, e charezar li capitani, condutieri e fanti 
per far il fato nostro ; et etiam quelli ha promesso 
imprestar, vadino a dar et altri voglino ajutar la 
terra. Disse il pericolo eramo, e tutto il mondo sti- 
va a veder lo exito di Padoa ; e che omnino Y impe- 
rator voi dar la bataglia. Tamen è ben custodita ; 
pur bisogna più zente, e lui in persona anderia si *l 
paresse far ben ; ma voi mandar do soi (ioli omnino. 
E cussi, tutti quelli vorano andar o dar danari, si 
vengino a dar in nota e portarli a li camerlengo 
perché presto li bisogna. 

Item, disse faria lezer fina lettera fo scrita a li 
retori e proveditori, e la risposta data eri hore 16 di 
proveditori, chome in Santa Juslina il capitanio ze- 
neral e tutti altri jurono sacramento etc. E cussi, 
per Gasparo di la Vedoa fo leta la sua, e per Zuat) 
Batista di Adriani fo leto la risposta di proveditori ; 
le qual lettere tutte do sarano qui avanti poste, Qd * 



137 



MDIX, SETTEMBRE. 



138 



Samaria di una lettera di sier Andrea Griti 
procurator, proveditor eeneraì, data in Pa- 
doa, a di 4 settembre 1509. 

Eri, lo illustrissimo capitanio, insieme con li pro- 
veditori et io, messe ordine che ad bore 21 tutti li 
condutieri, capi di balestrieri et capi di fantarìe si 
bavesseno a redur a Santa Justina. Et posto tal ordi- 
ne, nui proveditori ne dessemo noticia a li magnifici 
retori et magnifico missier Hironimo Contarìni pro- 
veditor di l'armada, con rechiederli ne intra venisse- 
no a r hora deputata nel consulto ; ma per non lassar 
le piaze del (ulto in abandon, fu deliberato che 1 ma- 
gnifico podestà restasse in piaza. Tutti veramente li 
altri nominati si redusseno a V hora deputata, e per 
i frati ne fo preparata la sacrestia, ne la qual intras- 
semo con zonta di tutti venetiani si a Irò va vano de 
qui. Et serata la porla, havendo nui nauta una lettera 
di la illustrissima Signorìa in bona sustanzia da esser 
comunicata a tutti, premesse alcune parole per lo 
illustre capitario, fessemo lezer ditta lettera, la qual 
fu di grande satisfatene. Et letta, fo confortato el 
magnifico capitanio volesse parlar, qual non volse, 
et il proveditor Moro etiam per non esser ben sa- 
no, unde convini io Andrea parlar. E tulsi il fonda- 
mento di la sustantia di la lettera di la illustrissima 
Signoria, mi afforzai ampliar quella sententia dichia- 
randoli T ampia fede havia quella exeelenlissima re- 
publica nella persona dil capitanio e tutti magnifici 
condutieri e altri capi, preeterea dimostrandoli la 
importaniia de questa impresa, l' interesse suo par- 
ticular e non meno general per la liberatori de Italia, 
restrenzendomi se *1 seguiva, come per rasone con- 
veniva seguir quel nui aspetavemo di questa impre- 
sa, che tutti loro in genere el in specie, secondo i 
gradi loro, se potevano prometer e acertar de haver 
tutte quelle remuneration dal slado veneto che gli 
desse le forze. Et con questo missi fine. A che, in 
breve parole ma optima conclusione, lo illustrissimo 
capitanio rispose con una gran riverenza et diroo- 
stralion di affecto, dechiarando qual fusse il debito 
suo e di tutti quelli erano presenti in le occorentie 
presenti ; concludendo che, sopra ogni altra cossa, el 
Se dovea in questo ponto tra nui lassar andar li od», 
e lutti insieme con una mente e volontà atender al 
servigio di la illustrissima Signoria con una costante 
e sincera fede, di la qual tutti dovea a la presentia 
di la Divina Majestà jurar su uno messal che la sua 
signoria havea posto aperto su l' aitar. Et cussi, con 
una demostration ardentissima, principiò lui e fece 



un solenne sacramento di fideltà, e cussi tutti lo se- 
guitene di grado in grado. Da poi, fu proposto che 
1 si dovesse ordenar particularmente le cosse no- 
stre, acciò che in ogni occorentia cadaun fusse ai suo 1 
servicii con quel ordine rizerchava el bisogno, et ol- 
tra i colonelli ordinati ne li lochi deputati, come più 
oltra se dechiarirà, fu rechiesto che '1 fusse fatto le 
guarde tutta la notte per la terra con cavali e fanti, 
notifichandoli che, hessendo tre provedilori, come 
eramo, intendevemo, per più certeza di le cosse no- 70 
stre, continuamente uno di nui esser con loro. Inte- 
sa la proposta, post multa, fu deliberato che, ve- 
dendosi el nemicho alozato verso Santa Croxe, era 
necessario far forzo da quella banda. Et fu deputato 
domino Zacaria Loredan, domino Vicenzo Contarìni 
e domino Marco Bragadin star a la porta di Santa 
Croxe tra i do ponti con zercha bomeni 150 di no- 
stri, el forzo maislranze ; su le mure apresso la por- 
ta, domino Andrea fìalastro et domino Zuan Conta- 
rìni con altri homeni 150 e piui. Lo illustrissimo capi- 
tanio non si parte né de dì né di nocte con molti di 
soi valenti nomini de lì, et Latanzio da Bergamo, con 
la sua compagnia e suo colonello, che fazo conto sa- 
rano da 3500, in Santa Justina. El magnificilo ca- 
pitanio de le fantarìe a la guarda di le mure fino al 
ponte del Businello con la sua compagnia, e '1 resto 
dil suo colonello a la guarda di San Zuane e la Sa - 
rasinescha. Sul Prà di la Valle, la compagnia di ho- 
meni d' arme dil conte Bernardin e da zercha 300 
balestrieri a cavallo. Verso el Santo, si ha fornito 
tra el Busenello e Ponte Corbo di più di 1000 fanti, 
el su quel cauton ne sarà più di altri 100 homeni 
d' arme et altratanli cavali lizieri. Fra Pontecorbo e 
Ponte Peochioso, su quelle mure, meio di 500 fanti 
con modo di poterne azonzer bisognando. Nel bor- 
go verso il Portello e Ogni Santi, Zanon da Color- 
gno con 3500 fanti et una parte di la compagnia di 
lo illustrissimo capitanio, et 350 cavali lizieri, et al 
Portello zercha 350 di le nostre maislranze, e sopra 
loro e altri provedimenti, si ha messo domino Piero 
Venier el domino Sebastian Moro. In Coalonga, el 
Zitok) di Perosa con 3500 fanti, et domino Antonio 
di Pii con bomeni d' arme 100 et cavali lizieri 300. 
A San Zuane e a la Sarasiuescha, la compagnia di 
missier Lucio Malvezo con più di 100 homeni d' ar- 
me et 300 balleslrieri, et più di 1000 stratioti et da 
1500 fanti dil colonello dil magnifico capitanio di le 
fantarìe. A la piaza, el magnifico missier Hironimo 
Contarìni proveditor di l' armata con 500 di soi et 
altri 500 provisionati sotto domino Pereto Corso, 
con homeni d' arme e balestrieri al bisogno ; poi 



no 



MMX, SETTEMBRE. 



130 



per (ulta la (erra se (era di le compagnie a guarda 
dil tutto. Siche ; per ogni loco ne sarà le guardie, e 
t tutte le porte, si serade come a quelle di mezo, si 
ha messo di nostri zenthilomeni con qualche nume- 
ro di fanti. Questo é V ordine, con deliberation poi 
di coadiuvarsi da un locbo a V altro; et muterasse 
secondo che '1 nemicho ne dimostrerà et necessiterà 
70* si debbi far. Padue etc. 

Et volevano far voxe di podestà a Conejan, te- 
sorier in la Patria di Friul e conte a Grado et dil 
Consejo di Pregadi; ma il Consejo mormorò, et sier 
Nicolò Bernardo savio a terra ferma andò a la Si- 
gnoria, et aricordò non era bon far voxe volendo 
tuor in nota quelli volevano andar a Padoa. Et cussi 
fo dito non si faria voxe ; ma quelli volesseno andar 
a darsi in nota, venisseno davanti il serenissimo prin- 
cipe. Et cussi molti, zercha 300, si andono a dar in 
nota per andar a Padoa, chi con homeni a sue spe- 
xe, altri imprestava, altri donava, et fo trovato zer- 
cha ducati 3000 e più. Et molti disse non haver ar- 
me, dimandano le arme dil Consejo di X. Li fo ri- 
sposto ogi si reduria Consejo di X in Pregadi, eh* era 
sta comandato poi gran Consejo, et si vederia di ha- 
ver licentia di darle. Et sopraveoe : 

Di Padoa lettere di questa matina di hore 
15, di proveditori. Come i nimici erano ut supra 
et per quella nocte non haveano fato movesta, ma 
ben sentito star in arme ; e cussi nostri é stati tutta 
quella nocte in arme; e hanno fatodicti nimici gran 
fiochi : non sanno la causa. Starano reguardosi. Di- 
mandano danari e danari, e tanto più che hanno 
promesso de dar la paga a li fanti dil capitanio di le 
fantarie et di domino Latanzk) etc. Item, hanno ter- 
mina mudar di zorno in zorno le guardie per più 
securtà di la terra, et vanno provedendo et fortifi- 
candola etc. Questa lettera fo leta in gran Consejo, 
mandati quelli non meteano balota fuora. 

Da poi gran Consejo, fo Pregadi et leto le lettere 
di Padoa e di mar, et fo Consejo di X, et non fu preso 
di dar le arme dil consejo di X a li zenthilomeni vano 
a Padoa, ma ben arme inastadc et lasagne (spade 
corte?) e curazine sono in l'arsenal e non di quelle 
di le sale dil Consejo di X. Per la qual cossa, molti 
zenthilomeni, per non haver arme, restono di andar. 
Altri questa nocte andoe, come scriverò di sotto. 

Fu posto, per li sa vii, dar provision a Marco Pe- 
lizer da Treviso, atento li sci meriti verso il stado 
nostro et esser sta causa di haver tenuto Treviso, 
che V babbi ducati diexe al mexe di provision di da- 
nari di la guerra, fino li sia dato ducati 200 di intra - 
da lui e soi heriedi di beni di roteili et una caxa in 



Trevixo, et sieno exenti di ogni angaria in perpetuo, 
et licentia di le arme etc. ut in parte. Fu presa, et 
etiam fu fato dil Consejo di Treviso. El qual Marco 
é a Treviso, et non è venuto ancora qui. 

Fu posto, per li savii, li debitori dil quarto di 
tansa habino termine quest' altra setimana a pagar 
di arzenti in zecha ; passada, non habino li zenabrii e 
arzenti vivi el siano fati debitori a ducati 40 per 
100, ut in parte. Fu presa. 71 

Fo mandato a far comandamento per la Signoria 
a tutte le barche di Padoa andasseno di là di Lizafu- 
sina, e cussi parti alcuni zenthilomeni con homeni 
armati questa note. Da matina va di altri ; siche si 
asoldava homeni per zenthilomeni a ducati 4 al mexe 
et le spexe per menarli a Padoa. 

A dì 5, in Colegio, fo lettere di Padoa, di 
hore 3 di note, con molte particolarità, et io avi. 
Come il campo nimicho si ritrovava dove l' era, et 
hanno trato quel zorno alcuni colpi di artelarie et 
dato in uno camin e batuto alquante piere ; ma no- 
stri, per quello se judicha, li danizavano assai. I qual 
nemici haveano piantate nel borgo di Santa Croxe 
alcune boche di artelarie, et nostri li deseroe a l'in- 
contro, et dete in uno muro di una caxa di quelle fo 
per nostri brasate et minò, siche amazoe alcuni ho- 
meni quali li coverzeno con il ruinazo. Siche el bor- 
go é resta libero nostro, et nostri scaramuzoe con 
inimici, et amazati 8 di loro, di nostri morti 2 et fe- 
riti % uno di qual è sta ferito da uno schiopeto. 
Item, dil zonzer li, a hore 24, quello capo di Polizza 

con alcuni cavali e li turchi numero et dete 

fama venivano il resto. Item, per altre lettere di 
proveditori, si ave come i nimici erano sta quel zor- 
no malmenati da* nostri, prima morto monsignor 
di la Grota governador di le zente di Monferà, et tre 
altri presi. Item, stratioli 15 menono in la terra ho- 
meni d'arme 10 borgognoni, et le spoglie e cavali 
di 7 altri. Item, scrisse sier Alvise di Dardani, è li, 
a suo fiol Iacomo, e io vidi la lettera, che il conte 
Bernardin, qual sta a Santa Croxe a la custodia e 
Santa lustina, havia dito al capitanio zeneral e pro- 
veditori i nimici haver fato consulto in campo di dar 
la bataglia, e li condutieri non li pareva dicendo sa- 
riano malmenati ; e che V imperator voleva darla, e 
chiamò Antonio Caodivacha dicendo : « Mi havete 
promesso in tre dì dar Padoa. » El qua! rispose : 
« Sacra Majestà ! si quando vegnesti a campo li davi 
la bataglia, V avevi senza dubio. Hora è ben munita 
di zente e repari, et hanno vituarie per uno anno e 
mezo, e cavalo fuora li citadini, fino le donne etc. » 
Et nota. Per altra via, se intese dito Antonio e pa- 



131 



MD1X, SETTEMBRE. 



13-2 



doani erano partili di campo e andati ad Arqua' over 
Teolo. Item, che 4 fanti di Brisegela havia menato 
in Padoa 8 homeni d'arme francesi presi. Item, 
par nostri mandasse fuora sier Daniel Dandolo con 
400 cavali lizieri, e il dì drio manderano sier Seba- 
stian Moro e poi li altri. Item, sier Hironimo Conta- 
rini proveditor di V armada è sta posto a guarda di 
la piaza. Et scrisse nostri andati verso Vicenza haver 
menato preson uno dotor, era in villa, nominato 
domino Francesco di la Scrova. 

Item, vidi lettere di sier Sebastian Moro, come 
quella matina era zonto lì a Padoa el prior di la Tri- 
nità alemano con lettere di la Signoria a li provedi- 
71 * tori, e V hanno lassato andar in campo, dove par sia 
sta chiamato da ditto re per tratar qualche praticha. 
Item, par alcuni cavalli di la Mirandola, 200, «ano 
per andar a Citadela, et nostri voleno veder di pren- 
derli. Item, si ave dil zonzer domino Fregosin fra- 
delio di missier Janus che è col capitanio zeneral, 
el qual Fregosin vene con cavali 12 in campo de' i- 
nimici, et referì molte cosse ut in ìitteris. 

Di Roma. Fo lettere per tre corieri, 24, 29 
et 31 avosto, stati 8 (di) in mar da Bimano in 
qua. Il sumariodi le qual lettere, scriverò poi. Unum 
est, le cosse dil papa ut supra, e dia andar, per le 
lettere di 24, a Ostia a la sua festa di Santa Maura, 
e si dicea l' anderìa poi a Civilavecbia dove starà 
diexe over dodexe zorni. Item, a dì 21, zonse el 
cardinal Aus per le poste. Vien dal re di Franza, et 
a dì 22 disnò col papa con molte parole, volendo li 
nostri oratori siano licentiati. Disse il re e Roan sta- 
vano bene. E si aspeta il cardinal di Albi per tuor 
il capello, et il cardinal de Libret et uno altro pur 
francese quali vieneno a Roma, e sarà concistorio 
publico, e vien etiam il cardinal Pavia è legato a 
Bologna. Per le lettere di 29, come è nova de lì le 
nave francese esser tornate a Rapalo verso Zenoa, e 
hanno manda in Franza per intender se li dieno di- 
sarmar. Item, il papa, diman va a Hostia per veder 
la fusta prese la galia dil capitanio Motino, perché 
mori lassò la fusta e menò via la galia. Item, lì a 
Roma, si fa 1000 fanti spagnoli, et domatina el car- 
dinal Santa Croxe fa la segurtà al papa che anderano 
in campo di l' imperator. Item, la compagnia di 
domino Guido Guain cavalcha in Romagna. Item, 
il papa non era ancora andato a Hostia aspelando 
qualche nova di Padoa, el visto non vien altro, ite- 
rum ha deliberato andar a dì 2 septembre e va recto 
tramite a Civita Vechia, e li starà 15 zorni tra li e 
Hostia, e voi far lavorar a Qvita Vechia la rocha. E 
va con lui cinque cardinali, San Piero in vincala, 



Senegaja, Farnese, Lucemburg et Aus. Item, il pa- 
pa, mo' quarto zorno, fece un grandissimo rebufo a 
T orator di l' imperator che li dimandava danari, e 
lo caziò di camera con cativa ciera. El qual voleva 
questi danari per far alcuni fanti etc Item, tutti sta 
in aspetation quello sarà di Padoa. Item, il papa 
manda 30 milia ducati a l' imperator per uno cechi- 
no, e li manda per la via di Ferara. Item, scrisseno 
essi oratori altri coloquii col cardinal Grimani zercha 
la volontà dil papa, qual non sa che far. Li par ver- 
gogna tenir li oratori cussi, et dice il mandato non è 
in forma. Da V altra banda, li colegati instano la li- 
centia, e lui non sa che far e voria veder la resolu- 
tion di Padoa. Item, ha fato lezer tre lettere in con- 
cistorio dil re di romani ; per una, che 1 re di Hon- 
garia é intra in la liga di Cambray e voi romper a 
la Signoria ; per l' altra vien gran ajulo a esso re da 72 
certo signor alemano ut in ìitteris etc. Item, la 
lettera di ultimo, fo drizata a li capi dil Gonsejo di X. 

Di Napoli, dil consolo fono tre lettere di quelli 
successi, e di le armate, e coloquii abuti, e di l' impe- 
rator e di Padoa etc. 

In questa matina, partite sier Alvise et sier Ber- 
nardo Loredan dil Serenissimo con zercha 25 patri- 
cii in sua compagnia, e zercha 200 homeni con loro, 
tra i qual 100 vanno a loro spexe in quatro barche 
di Padoa. Partite assa' altri patricii et populari, et 
tra i altri uno Gol di sier Hironimo Grimani di sier 
Antonio con 25 homeni a sue spexe, et io el vidi a 
Lizafusina, che andai a veder, che tutto ogi andò 
brigate. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta 
granda. Fo judichato in materia di acordo, intrave- 
gnando il prior di la Trinità, qual andò in campo etc. 
Tamen, fu secreto. Item, eri sera et ogi è sta man- 
dato danari in campo, in tutto, da dì 3 avosto fino 
ogi, ducati 66 milia et 500. 

Di Padoa, di hore 14. Nulla da conto. Il campo 
è dove T era, e fin quella bora non si havia sentito 
nulla. Item, di uno nostro bombardier qual li pro- 
veditori lo hanno fato relenir, qual trazeva a Santa 
Croxe a li nemici, et rupe certe artelarie nostre. Et 
dubitando de intelligentia, fo fato retenir dal prove- 
ditor Griti et dicitur saria apichato ogi a Padoa ; 
tamen non fu. 

Di Udene, di 3. Come, da poi molti consulti 
fati, haveano deliberato, a hore 2 de note, con el 
nome di Dio levarsi il campo, qual si havia conzo in 
Udene a ordinanza, videlicet: in primis, uno squa- 
dron di cavali lizieri ; poi domino Hironimo Savor- 
gnan capitanio di le fantarie dil paese; poi domino 



133 



MD1X, SETTEMBRE. 



134 



Zinne Savorgnan suo cuxino capo di colonello; da 
poi li fonti uxati con Y artellaria ; da poi domino 
Zuane conte Brandolin e domino Meleagro da Forlì 
con li soi homeni d 1 arme. Sono etiam 150 cavali 
di la Patria insieme, e da le bande per fianco il resto 
di balestrieri et cavali lizieri et li chariazi. Et che le 
zente di Savorgnan sono da 7000. Item, li cavalli 
lizieri 500 tra stratioti e balestrieri ; li cavali di la 
Patria 150; li fanti uxati 700; li homeni d'arme 63. 
Et vanno acamparsi a Cremons. Li inimici, a di pri- 
mo da matina, 3 hore avanti zorno, andò ad acam- 
parsi a Tolmin, dove continuamente aveva bombar- 
dato, et quelli di Tolmin si defendeano virilmente. 
Questo si ave per le lettere di 2 dil mexe ricevute 
per avanti, et in questa sera vene : 

Di Udene, di 4. Come haveano auto nova no- 
stri haver brusato la terra e borgo di Cremons, e 
posta a sacho, e fato gran danni e brusato formenli 
assa', strami etc. come più diffuse noterò più avanti 
il tutto, videlicet vidi lettere dil proveditor Capello 
scrive le nostre zente erano andate a Cremons, ha- 
ver brusato tutta la ccntena di Cremons e la villa e 
fato alguni bulini, e presi e morti molti homeni, bru- 
sato biave, feni e strami assai, et havea tolto certe 
artelarie, videlicet spingardoni, e che le nostre zente 
72 * erano tornate a Cividal di Friul. 

Adì 6 septetnbre, la matina, fo lettere di 
Padoa di hore 3 di note, io avi, et in la seconda 
di hore 6. Come il campo atrovasi al loco solito, 
et hanno quel zorno bombardato assai; ma non 
hanno fato danno. Nostri li rispondono gajardamen- 
te, e si judicha li fazino danno assai. Hanno etiam ogi 
scaramuzalo con nostri, et per quello si ha potuto 
veder, è sta morti de inimici cercha vinti, de 1 nostri 
mancato uno, ferito uno ; siche al continuo inimici 
vien danizati da li nostri. Etiam nostri hanno preso 
una barcha di vin andava per il Bachajon in campo 
de chara 9, e eri vene aviso stratioti aver preso vin 
e polvere veniva di Vicenza in campo etc. Item, elicti 
rectori scriveno a la Signoria dimandando stera 2000 
farine, perchè i nimici atendeuo a far certa fossa a 
stropar l' aqua dil Bachajon non vadi più a Padoa ; 
siche presto se li mandi dite farine etc. Item, li pro- 
veditori scriveno di quelle occorenze et dil zonzer 
li (ioli dil Serenissimo, conlra li qual fo mandato 
scorta a Slra 1 a hore 5 di note, e altri zenthilomcni. 
Itemi, il proveditor Contarmi scrisse a la Signoria 
esser in guarda di la piaza etc. 

Di Treviso, dil podestà sier Hironimo Ma- 
rin et sier Piero Marzello proveditor gemmi. 
(ionie haveano comenzà a lajar 1' aqua acciò vadi 



atorno la terra ; ma havia certo relegno. Bisognava 
conzar, e fin do zorni o tre saria compito, e poi T a- . 
qua per mezo mio andana atorno la terra. Item, 
dimandano si la Signoria voi mandino a brasar stra- 
mi, quali è adunati a Axolo etc. Et per Colegio, li h 
scrito subito li mandasse a far brasar. 

Vene in Colegio Fuligino secretano dil marchese 
di Mantoa, stato fuora, qual vene con uno altro e fo 
con cai di X in Colegio, e ordinato parlino ogi al 
marchexe. Et cussi, hessendo Pregadi suso, sier Al- 
vise di Prioli, sier Alvise Mocenigo el cavalier savii 
a terra ferma, sier Lodovico Falier savio ai ordeni 
andono con li ditti a visitar e parlar al ditto mar- 
chexe di Mantoa in Toreselle, qual sta con bona cu- 
stodia. 

Et per lettere di proveditori di Padoa, havemo 
il signor Zuane di Gonzaga esser andato con zente 
verso Lignago e dimandalo il loco, qual quelli den- 
tro risposeno volersi tenir, et lui e andato a Mantoa. 
Item, li signori di Bozolo é andati con bon numero 
di cavali, cercha 800, dove fu preso il conte Philip- 
po di Rossi, per far certa cossa sul Bachajon. Item, 
hanno si aspeta in campo artellarie di Ferara, et che 
'1 re ha dato al ducha Este e Moncelese e Montagna- 
na, e za è V insegne di Ferara suso. E di Ferara vien 
vituarie in campo, e altre particolarità, ut in Ut- 
teris. 

Fo termina far Colegio di savii poi disnar, e cussi 
andato in Colegio, a caxa si have lettere di Udene 
di eri. Come sier Francesco Capello el cavalier pro- 
veditor zeneral era pur amalato in Udene; et che 
Tulmin si havia reso a pati, non si sa il modo; eh' é 
la chiave e passo di Friul. El li oratori di la Patria 73 
et domino Nicolao Sovergnan di domino Antonio, 
fono dal principe a pregar si provedesse. Et, come 
per lettere di Udene, se intese che sier Francesco 
Capello el cavalier proveditor zeneral era ancora con 
la febre in Udene, né era ussito con le zente, né si 
poteva exercitar. Unde, in gran pressa, fo ordina 
per il Serenissimo e alcuni pochi savii sonar la cam- 
pana di Pregadi e mandar a comandarlo a caxa a ca- 
xa, licet V hora fosse passada, per far uno proveditor 
in Friul, e chiamar Conscjo di X in Pregadi con la 
zonla. A tulli parse di nuovo questi Pregadi, et ve- 
neno, e fo gran moto e molto mormorato per cussi 
piccola cossa. Tulli credeva fusse venuto qualche ca- 
tiva lettera di Padoa, over el Consejo di X volesse 
aprir qualche materia al Pregadi. 

Et reduto, letto le lettere, fo Consejo di X con 
la zonla assà\ 

Di Padoa, di hore lo. Dil zonzer a hore 6 li 



135 



UDII, SETTEMBRE. 



136 



fioli del Serenissimo con altri zenthilomeni e fanti, 
e li proveditori li mandoe contra fra 1 Lunardo con 
molti cavali lizieri. Et che sier Daniel Dandolo era 
resta a h porta al Portello per numerar li zenthilo- 
meni vieneno e li fanti, e manderà poi el numero. I 
nimici é stati ut supra, e hanno mandato 400 ca- 
vali lizieri verso el Piovi e Bovolenta per passar e 
danizar, unde nostri hanno mandato quella matina 
fuora zercha 500 cavali lizieri, quali, con li contadini 
dil Piova eh' é gran numero, obstino a ditti nemici 
a passar la Brenta, et li a Bovolenta etc. Item, man- 
dano altre zente ; dove achade fortiBchano etc., ut 
in litteris. Et li redori et sier Hironimo Contarmi 
proveditor di V armada etiam loro scrisseno de oc- 
curentiis nihil novi. E li rectori mandono undexe 
padoani retenuti qui, di qual tre fono messi in pre- 
xon, et li otto lassati in libertà a presentarsi ogni 
matina a la bolla con li altri è qui. 

Di Cypro, di sier Lorenzo ZusUgnan loco- 
tenente, e consier sier Dona da Lese. Di quelle 
ocoorentie, di 16 zugno, e che a di 8 ditto morite 
in sette zorni sier Beneto Sanudo capitario a Fama- 
gosta, e lo laudooo assai, atendea a quelle fabri- 
che etc. Et hanno mandato de li vice capitario sier 
Ulivier Contarini consier, juxta il solito, linde, in- 
teso tal nova vera, fo strida far capitario a Fama- 
gosla. 

Di FriuC Fo letto le lettere di 5. Chome i ri- 
mici baveano auto la rocha et cortina di Tulmin, 
resa per quelli erano dentro caslelani di h Patria, 
per esser acordati con inimici. Li nomi di qual, sari 
73 ' qui sotto posti. 

Di Roma. Fo leto lettere venute l' altro zorno, 
et prima di 24. Come ebeno avrso, per lettere di sier 
Hirooimo Lipomano al protonotario suo fradelo di 
15, a bore 13, come nostri erano ussiti di Padoa e 
di T altro li villani, e tajato assi dil campo di tede- 
schi et guasconi e toltoli le vituarie. Item, eri sera 
zonse el cardinal de Aus venuto per statela da Bolo- 
gna a Roma in zorni do. Ogi ha disnato, eri sera ce- 
nò col papa, e sta molto acharezato dal papa. Ha re- 
chiesto con gran instantia voj retenir essi nostri ora- 
tori per recuperation dil marchexe di Mantoa, e 1 
papa, stante il salvooonduto, non ha voluto far nulla. 
Tamen, alcuni di loro oratori dubitano. Tamen, il 
cardinal ha fato tutto, e visto non voler retenir, ha 
ditto sieno lioentiati, unde il papa ha fato dir a essi 
oratori per li nostri cardinali non poi né voi asolver, 
si la Signoria non manda uno mandato ne la forma 
di quello fece far de lì e fo mandalo a la Signoria, 
tUiter li licentierauo, ac usando la causa é proceduta 



da nui. Tamen, saria mal a far quel mandato a quel 
modo etc. e cussi essi oratori scrisseno non si fa- 
cesse, perché saria le cosse dil stato nostro in gran- 
dissimo pericolo. Concludendo, tieneno il papa non 
sia per asolverne in vita sua, salvo in uno di do caxi : 
che si serva Padoa e si disolva il campo di l' impe- 
rator; l'altro che '1 capitolo di Cambrai sia adim- 
pito, zoé che tutto il resto dil stato capiti in le man 
di T impera tor, come tutti si afatichano che cussi sia. 
Item, ogi é stato concistorio, e letto Ire lettere di 
T imperator date a le Brentelle di 13, drizate a Santa 
Croxe. Come el re di Hongaria é contento, a sua 
contemphtion, intrar in la liga di Chambrai, e che 
1 mete in bordine le sue zente per tuor la Dalmatia, 
et zi zorni diexe, el papa spazò uno in Hongaria. La 
seconda lettera, di 17, dice aspetar il marchexe di 
Brexsvich con 15 milia tra cavali e pedoni in campo. 
La terza, di 18, ringratia il papa de li presidii man- 
dati de li 200 homeni d' arme, pregando voglia man- 
dar altri 400 homeni d' arme, e a questo il papa ri- 
spose che non voleva far niente. Tamen, tieneno 
fori il pezo che '1 potrà etc 

Lettera di 29. Come tutta Roma aspeta el suc- 
cesso de le cosse de Padoa, dal qual depende el tutto. 
El cardinal Santa Croxe fa 11 a Roma certe fontane 
per numero 1000 per andar in campo dal re di ro- 
mani, e il papa non é per manebar in alguna cossa 
per favorizar el prefoto re contra la Signoria nostra, 
non soìum di zente ma di danari. El papa si parte 
di li domenega a di 2, con zerti cardinali, tra i qual 
sari il Corner. Va a Civita Castelana per qualche 
zorno, poi a Viterbo, e in questi luogi stari tutto se- 
tembrio. Poi a Gvitavechia et a Hostia, e in questi 
lochi stari l'octubrio. Et loro oratori restano li a 
Roma con pocha reputatione, et aspetano V ordine 
di la Signoria nostra etc 7 

Fu posto, per i savi, elezer uno proveditor ze- 
neral in la Patria di Friul atento la egritudine di 
sier Francesco Capello el cavalier, et che sia tenuto 
risponder immediate et partir subito, con ducati 
100 al mexe. Et rimase sier Alvise Dolfin, eh' é di 
la zonta, qu. sier Dolfin, el qual subito aceptoe. Et 
il scurtinio sari qui soto posto. 

Fo scrito, e posto una lettera a Padoa ai prove- 
ditori, e tra le altre debino veder di mandar a pren- 
der uno sechino qual porta danari in campo dil re 
e vien di Roma con ducati 30 miKa. E altre particu- 
foriti ut in litteris. Etiam di qui fo mandato. 



137 



MJJJX, SEXTEMBAK. 



139 



Scurtinio di proveditor general in la Patria 

di Friid. 

Sier Domenego Dolfin, fo proveditor in 

campo, qu. sier Dolfin 

Sier Carlo Valier, fo a le raion vechie, qu. 

sier Hironimo 

Sier Alvise di Prioli è di Pregadi, qu. sier 

Zuane 

f Sier Aìvixe Dolfin é di la zonta, qu. sier 

Dolfin 94 

Sier Silvestro Trun, fo sopracomito, qu. 

sier Mafio . . . , 

Sier Vicenzo Valier é di Pregadi, qu. sier 

Piero 

Sier Zuan Diedo, fo proveditor in campo, 

qu. sier Alvise 

f Sier Alvise Mocenigo el cavalier savio a 

terra ferma, qu. sier Thoma 

Sier Zuan Capello, che fo di Pregadi, qu. 

sier Francesco 

Sier Zulian Gradenigo, fo capitanio a Ra- 

vena, qu. sier Polo 

Sier Daniel Dandolo, fo proveditor a Fel- 

tre, qu. sier Hironimo 

Sier Francesco Valier, fo di la zonta, qu. 

sier Hironimo 

Non. Sier Nicolò di Prioli el governador de l' in- 

trade, qu. sier Zuan 

A di 7, la malina, in Colegio, fo lettere di Padoa. 
lo avi di hore 3 di note. Come il campo é dove l'era, 
et trùzeuo qualche colpo de artellaria, el nostri li 
respondeno, et si judicha li danizano assai e loro non 
ne fanno danno alcuno. Ogi non si ha visto alcuno 
di soi, nò hanno scaramuzato. 

Item, V è schampati dil campo e venuti in Pa- 
doa t> fanti, i quali dicono esser ussiti di ca' dil dia- 
volo e venuti al paradiso; e che se la Signoria no- 
stra volesse di suo 1 homeni d' arme italiani, ne ve- 
rebeno assai. Item, quel zorno, esso capitanio, da 
poi disnar, ha cavalcalo per la terra a li bastioni et 
repari, et il tulio si expedisse e di brieve sarà com- 
pilo. Item, quella matina é venuti iu piaza li (Ioli 
dil Serenissimo con zeulhilomeni assai, et in quella 
bora, 3 di note, Lalantio di Bergamo li ha via dillo 
che nel campo nemicho era sia Lia una arida, che, 
solo pena di la forcha, che algtin dil suo campo non 
vegni a scharamuzar con nostri. Et questo si judicha 
habino fato perché, ogni volta che scharamuzavano, 

/ Diarie di M. Sanlto. — 71 m. II 



hanno la pezor. Item, li proveditori scrissero) , 4j. 
hore 6, come i nimici fevano una certa ebava per. 
oviar l'aqua dil Bachajon non vengi, unde nostri 74* 
mandoe fuori di Padoa domino Lucio Malvezo eoo 

homeni d' arme el Zitolo di Perosa con doti 

per obviar non facesseno dita chava età 

Item, che quelli andono verso al ponte di S. Mi* 
colò et Bovolenta contri i nimici, erano tornati ; i 
quali, insieme con li villani eh' é da numero . . . ba- 
veano obviali i nimici non passasseno; e cussi Ji vil- 
lani é restati a quella guarda. 

Item, è da saper, eri si ave aviso ebe Este, Mon- 
oelese, Montagnana haveano levi le insegne dil du- 
cila di Ferara, perché l'imperator, che V avfc aqui- 
state, gè le concesse. E di Ferara vien gran vituarie 
e assa' iu campo, et si dice dia venir etiQm norie 
artellarie. 

In questa matina, fo fato una crida in Rialto, et» 
tutti quelli voleano portar vini e malvasie a Padoa 
per il campo, le potesseno portar senza pagar alcun 
dazio ut in proclama. El cussi alcuni ne portono. 

Da poi disnar, fo Coosejo di X con la zonta fin 
bore 24. Item, fo mandato a Padoa ducati 3500, 4 
li mandono per le barche dil Consejo di X Ugate a 
una barcha di viazo et vanno securi. Et si a Stri o 
altrove vedesseno i nimici, potrebeoo vogar a ae- 
gonda e salvarsi eie. 

A dì 8, fo la Nostra Dona. Avanti il principe ve- 
nisse in cbiesia a messa, fo letto lettere di Padoa. fo 
avi di hore 4. Chome il campo era più aebostato a 
la terra, et pareva volesseno piautar le bombarde, 
et ogi hanno (rato ma non fato danno a la terra né 
ad altri, ma ben le artellarie nostre li (anno gran 
danno, per quanto se intende per alcuni fuziU dì) 
campo e venuti in Padoa. El che banoo visto in una 
bota ha ver amazalo 4 o 5 de' inimici; et che '1 cam- 
po patisse assa' di vituarie ; ma al presente sono ben 
socorsi per via di Ferara. Item, quella sera li pro- 
veditori e loro retori hanno partito tutti quelli zen- 
thilomeni a le porte et a la piaza, et 16 di loro a 
cavalo cou li soi homeni meuali, et 4 per quartier, 
i qualli tutta la nocte vadano sopravedando tutte le 
guarde di la terra, di le mure, porte, piaze, et pon- 
ti. El tien si sera ben servili, et spera in Dio si ini- 
mici vegnirauo tanto avanti quanto i dicono, sarano 
i maturatati e venuti. Item, li proveditori, di bore 
6 scriveno essi tre, et questo é il sumarìo di le let- 
tere. Chome i nimici, a hore 21, veneno piti propin- 
qui a la terra verso la porta di Santa Cróxe et Ponte 
Corbo cou 14 boche di artellarie, et nostri da le 
mure li treleno assa', adto ne fo morti 5 nel vegnir 

io 



139 



MDIX, SETTEMBRE. 



140 



et 4 nel ritrarse che feno li diti inimici, Item, no- 
stri hanno posto quattro falchoneti di là di la Brenta 
per obstarli. Item, che hanno 400 cavali francesi 
esser andati a la volta dil veronese ; unum est, sono 
andati verso Moncelese et di là passati. Item, che 
400, chi dice 600 cavali di i niniici andono verso 
Vicenza, et stratioti nostri cavali . , . . capi Domene- 
go Busichio e Zuan Snati, li andono driedo, et im- 
75 boscati, par che, vicino a Vicenza, 25 homeni d' ar- 
me de i nimici erano venuti contra diti stratioti, et 
diti stratioti non poteno aspetar il resto che si mo- 
strano e li fono adosso et li amazò e presi nume- 
ro e il resto di cavali fuzino et si salvono. E si 

non era l' ingordìa di stratioti, li haveano in le man 
et uno bon butino di animali veniva di Vicenza in 
campo. Et hanno diti stratioti menati homeni d'arme 
borgognoni presoni in Padoa, et domino Zuan Snali 
é ferito ; ma non harà mal da conto, 

Item, che Antonio Caodivacha, con 400 cavali, 
era andato verso Montemerio e Montegaldeo per 
far certa cava e tuor P aqua dil Bachajon e mandar- 
la verso Moncelese et Este, si lo potrano far. Altra 
nova non zè. 

Di Padoa, vidi li ordeui de li zenlhilomeni po- 
sti a le guarde, in una lettera di sier Cristofal Moro 
proveditor zenera) a sier Lorenzo suo fiol la qual 
sarà notada qui avanti. 

Di Fritti, fono lettere di 6. Come il proveditor 
Capello era pur con la febre e fluxo, et i nimici, poi 
preso Tulmin, li cavali erano andati in Goricia, e li 
fanti per quelli lochi e monti, e dizevano voler venir 
omnino a Cividal a campo et averlo. Et che Tulmin 
non fo combatufo ; ina quelli citadini si reseno subi- 
to zonti, perchè con loro haveano intelligentia di 
darsi. Et che haveano essi nostri di Udene mandato 
fanti in Cividal, videlicet Camillo Malfa lo con 140 
fanti et Zuan di Novello con 200 ; siche vi sono in 

tutto fanti Et altre provision fate, ut in lit- 

teris. 

Di Treviso. Dil proveditor Marzello. Nulla da 
conto. Chome atende a far 1* aqua vadi atorno a Tre- 
viso, e fin tre zorni anderà. Item, exeguirà di far 
brusar strami e paje etc. 

Vene in Colegio Fregosin di Campo Fregoso che 

fuzl dil campo neinicho con cavalli et vene in 

Padoa e di domino Janus, qual è col conte di 

Pitian capitanio nostro il primo homo. Or questo 
fo fato retenir per i capi dil Consejo di X et menato 
in camera. Era vestito con calze di scartato, zipon 
di raso cremesin et bareta di scarlato, e li fo butà 
uno mantello in cao et per il capitanio dil Consejo di 



X menato in camera, e statini veneno zoso il Cole- 
gio per examinarlo, et fono sier Francesco Zustignan 
consier e cao di X, sier Hironimo Querini avogador, 
sier Alvise Gradenigo, et lo inquisitor manchava che 
era Et questi tre andono ad examinar- 
lo. Quello sari scriverò. 

Da poi leto le lettere, il principe vene zoso con 
P orator di Hongaria, qual ogi solo volse venir a 
compagnar la Signoria a messa, et poi la Signoria 
et altri patricii, parte vestili di scarlato e parte di 
paonazo. Et erano pochi, et fono a messa in S. Mar- 
co. Poi Colegio si reduse. 

Da poi disnar, fo Colegio di savii, et vene zercha 
vesporo do man di letlere di hore 12 e hore 12 i/i 
di proveditori. Chome il campo nemicho, da bore 
17 fino Palba, tutto el dì e la note era stato in arme, 
e cussi nostri erano. Item, le letlere di hore 12 «/t, 75* 
scriveno che hanno per alcuni fuziti di campo che 
manchavano le polvere a' inimici etc. Item, nostri 
atendevano a far masenar a furia, a ciò, se li inimici 
tolesse Paqua, non si patissa di farine; e questo per- 
chè le farine dimandono di qua non è sta mandale. 

In questa sera, vene el prior de la Trinila venu- 
to di campo dil re di romani, col qual (rata etc. Et 
disse una parola al principe, poi iterum a hore 24 
ritornoe. El fo visto da molti. Quello seguirà, scri- 
verò poi. 

A dì 9 domenega. Fo lettere di Padoa. Io 
havi di hore 4 di note. Come il campo è dove 
Pera, et nostri, tornali di la scaramuza, dicono esser 
stati fuora el non è comparso alcun, et che alcuni 
andavano per strada, visti da nostri, ne hanno mor- 
ti 2 et presi 6, i quali li hanno menati iu Padoa. Si- 
che il campo non fa altra movesta. Sono etiam 
scbampati alcuni di dito campo, quali dicono esser 
assa' zentaja, ma di homeni mal in hordinc ; e che 
erano mal visti lì in campo Antonio Caodivacha e li 
altri citadini, et che patinano di le vituarie si non 
fusse la via di Ferara che li sovieneno; et che in ditto 
campo è molli infermi. Concludendo, si el venisse 
una bona pioza, si compiariano di consetar (?) et 
avertano menato le sue artelarie per nui. Item, vidi 
una di sier Cristofal Moro, che nostri haveano preso 
14 cara di formento con do para di buoi per caro, 
el qual formento era ut dicitur di Achiles Boromeo. 
Item, dimandano danari, et mandano la descrition 
di zentilomeni zonti li e citadini, col numero di le 
persone hanno menato, videlicet zenlhilomeni 173 
con 7 homeni utpatet. 

Vene uno corier todesco venuto per via di Trevi- 
so con una lettera dil ducha di Brexvich drizata a la 



141 



IID1X, SETTEMBRE. 



Mi 



Signoria, molto superba, che 1* ha inteso che a li 

76 presoni havemo 

Di Friul, di 7 et 8. Chorae i nimici erano re- 
cluti a Goricia, tamen andavano depredando e bis- 
sando quelle ville nostre vicine, facendo gran danni, 
e scorsizavano vicino a Porlogruer, ehome per let- 
tere di sier Piero Marcello qu. sier Zuane podestà 
de lì se intese eie. Ut in litteris. 

Et in questa matina, parti sier Alvise Dolfin va 
proveditor zeneral in la Patria, e menò con lui . . . 



Di Treviso. Di quelle occorentie, et come han- 
no cavali 400 nemici venuti verso Citadela, et etiam 
si fa preparation a Bassan e de li intorno di alza- 
menti, et che a tenderà no a star con bone guardie. 
Tutavia vanno lavorando per rneter V aqua ator- 
no etc. 

Vene el prior di la Trinità stato in campo di 
Timperator, et portò certa scriptura over inslrulion. 
Qual fo in Colegio con li capi di X et dicitur è sta 
preso da' francesi, et disse era spion di l' imperator 
qui a Venetia, et convene ritornar per la via di Tre- 
viso. Quello ha reportato, fu secreto etc. 

Da poi disnar, fo gran Consejo, et fu posto pri- 
ma per li consieri che il capitario di Famagosta da 
esser ogi electo in locho di sier Beneto Sanudo, a 
chi Dio perdoni, atento la importantia di quella ixo- 
la, respondi in termine di zorni 3 el parti con le 
prime nave. Ave 29 di no, el resto di si, el fu fato 
sier Piero Lion el ronsier, qu. sier Mafio. 

Fu posto, per i consieri, la parte che fu presa a 
dì 30 avosto in Pregadi, che sier Zuan Paulo Gra- 
denigo, qual ha acetado e va proveditor zeneral no- 
stro et è consier, non babi più contumatia di quello 
é stato consier. Ave 178 di no et 1018 di si, et fu 
presa. 

Fu posto, per li consieri, che al fio di Zuan Spi- 
neti et a Pasqualin Trevisan, qualli hanno servito a 
li X savii a tansar cussi come del 1483 fu preso, e 
li é sta per la Signoria promesso li do primi officii 
vachanti, che a questi do, per autorità dil mazor 
Consejo, li sia dà la expetativa di sazadori al sai in 
locho di primi vachanti, in vita etc. ut in parte. 
Ave 5 non sincere, 480 di la parte, 741 di no, et 
fu preso di no. 

Fo publichà una parte letta per Alvise Sabadin, 
presa nel Consejo di X a di 3 di l' istante, che tutti 
li beni mobeli et stabeli che sono venduti et si ven- 
derono, li compradori siano veri padroni, né possi 
ditte vendede esser revochade, sotto le piò sirete 
parte dil Consejo di X. 



Vene, hessendo in scurtinio reduti, lettere di 
Hongarin dil secretano nostro, di 27 avosto. 11 su- 
mario dirò poi. 

Di Padoa, di proveditori, di hore 13. Come 
in quella note i nimici erano stati in moto, e si sen- 
tiva manizar legnami e artellarie e animali, e nostri 
etiam loro steteno in arme. Et inteseno, per uno 
fuzito di campo, i nimici volevano venir con le ar- 
tellarie verso Ponte Corbo e mandar inanzi italiani, 
li qualli non hanno voluto esser li primi, dubitando 
di nostri. 

Di Padoa. Di sier Hironimo Contarini pro- 
veditor di V annoda. Eri fo lettere dil zonzer suo 
lì con li galioti e sier Zuan Duodo et sier Thoma 
Moro sopracomiti. E ha visto li repari fati atorno la 
terra, et scrive non stevano bene. Et di homeni si 
manda fuora a scharamuzar con i nimici é mal, per- 
chè ne muor di nostri et maxime di quelli hanno 
cuor etc. 76 * 

E non voglio restar di scriver alcune cosse no- 
lande vidi io Marin Sanudo in questi zorni in questa 
terra. Prima, a Santa Malgarita uno caro cargo di 
fien con bovi che 'I tirava per il campo, el qual caro 
é sta conduto qui fuzendo i nimici. Item, per que- 
sta terra, su le strade, li villani spaolavano il suo 
vin, et essi villani, per deliberation dil Colegio, por- 
tavano il suo vin senza dazio per suo uso per fuzer- 
lo di man d' inimici. 



Padoani mandati in questa terra a dì 6 
setembrio, quali si aspetano. 

Paulo Ongarello. 

Batista Caslignola. 

Hironimo Folchato. 

Milan, servitor di domino Conte Alvaroto. 

Dom. pre' Zuane da Lion. 

Maistro Zuane orexe. 

Rocho Stringaro. 

Francesco da Cotogna famejo dil Dressano. 

Questi altri fono mandati a dì ditto di Padoa 
et incarzerati di qui. 

Nicolò di Albanesi. 

Hironimo suo zerman. 

Lunardo Gusardo. 77 



143 



UDII, SETTEMBRE. 



144 



Partition di senthilomeni in Padoa, fata 
a dì 7 septembrio 1509. 

Porta Santa Craxe. 

Sier Zacaria Loredan qu. sier Loca. 
Sier Viceùto Contarmi qu. sier Hironimo. 
Sier Marco Bragadin qu. sier Zuan Alvise. 
Michiel da Ponte. 

Porta di Ponte Corbo. 

Sier Alvise Pizamano qu. sier Francesco. 
Sier Hironimo Moro qu. sier Lunardo. 
Zuan Bomben. 

Porta del Portello. 

Sier Piero Venier qu. sier Domenego. 
Sier Toma Moro qu. sier Alvise. 
Sier Piero Antonio Falier qu. sier Tbomà. 
Sier Arseni Memo qu. sier Zorzi. 
'Francesco Rizo. 

Porta de Ogni Santi. 

Sief Agustin da Multa qu. sier Polo. 

Sier Antonio Loredan qu. sier Mathio. 

Sier Lunardo Emo qu. sier Zuan el cavalier. 

Sier Beneto Veturi qu. sier Alvise. 

Dimitri Bastardoculo ad obedientia di soprascrili. 

Porta de Portìa. 

Sier Polo Bragadin qu. sier Zuan Alvize. 
Sier Alvise Zustignan qu. sier Unfrè. 
Sier Lorenzo Zustignan qu. sier Unfrè. 

Porta de Coalonga. 

Sier Antonio Contarmi qu. sier Zentil. 
Sier Marco Trun qu. sier Hetor. 
Sier Andrea Contarmi qu. sier Marco. 
Sier Donado da Leze di sier Michiel. 

Porta di la Sa oriamola. 

Sier Toma Michiel qu. sier Zuan Mathio. 
Sier Stefano Ferro qu. sier Antonio. 
Sier Lunardo Dolfin qu. sier Vetor. 
Sier Anzolo Michiel qu. sier Tbomà. 



Porta di San Zuan*. 

Sier Fantin Querini qu. sier Anzolo. 
Sier Jacomo Corner qu. sier Donado. 
Sier Trojan Bolani qu. sier Hironimo. 

A la Sarasineseka. 

Sier Alvise Barbaro qu. sier Zacharia procurata. 

Sier Hironimo Marzello qu. sier Antonio. 

Sier Piero Mozenigo di sier Lunardo. 

Sier Vicenzo Pixani di sier Antonio. 

Sier Marco Zorzi qu. sier Hironimo el cavalier. 

Sier Andrea Barbaro. 

Zuan Rota. 

Segonda centena di mure 

Porta dil Prà. 

Sier Alvize Baffo qu. sier Maffio. 
Sier Almorò Grìti qu. sier Homobon. 
Sier Filippo Vendramin qu. sier Lunardo. 
Sìer Andrea Vendramin qu. sier Lunardo. 

Al Boss anello. 

Sier Zuan Moro qu. sier Damian. 

A Ponte Peoehioso. 

Sier Justo Guoro qu. sier Pandolfo. 
Sier Michiel Bon qu. sier Fantin. 

A Santa Sophia. 

Sier Zuan Paruta qu. sier Alvise. 

Sier Bonifazio Paruta. 

Sier Zuan Basadona. 

Sier Mann Falier qu. sier Luca. 

Sier Alvise Basadona qu. sier Alvise. 

Per la piaga, soto il magnifico proveditor 

di l'armata. 

Sier Francesco Baxejo qu. sier Piero, provisionati 4*. 
Sier Nicolò Trivixan qu. sier Piero, provisionati 3. 

Sguaraguaiti et varde depiasa. 

Sier Bortolo Contanni qu. sier Polo. 
Sier Zuan Diedo qu. sier Alvise. 



U5 



MDIX, SETTEMBRI. 



146 



Sier Nicolò Pasqualigo qu. sier Velor. 
Sier Vicenzo Valier qu. sier Piero. 
Sier Daniel Dandolo qu. sier Hironimo. 
Sier Sebastian Moro qu. sier Damian. 
Sier Vetor Diedo qu. sier Baldasar. 
78 Sier Anzolo da Leze qu. sier Antonio. 

Sier Francesco Corner qu. sier Zorzi procuraior. 
Sier Zuan Francesco Malipiero di sier Troilo. 
Sier Zuan Emo di sier Zorzi. 
Sier Piero Trevisan di sier Domenego cavalier, pro- 
curaior. 
Sier Catarin Zen di sier Piero. 
Sier Piero Marzelo qu. sier Velor. 
Nicolò de Pasqualin. 
Zuan Carlo. 

Zenthilomeni posti a la guarda di la piata, 
per lettere di 9 septembre. 



Sier Francesco Baxejo qu. sier Piero, con 
Sier Domenego da Molin qu. sier Bernardin 
Sier Thoma Gradenigo qu. sier Anzolo 
Sier Francesco Mudazo qu. sier Polo > 
Sier Zacharia Mudazo qu. sier Polo ) 

Sier Daniel Bon 

Sier Lunardo Foscarini qu. sier Zacaria 
Sier Anzolo Guoro di sier Hironimo 
Sier Zorzi Guoro di sier Hironimo . 
Sier Nicolò Trevixan qu. sier Piero di sier 

Baldisera 

Sier Bernardo Pixani qu. sier Francesco 
Sier Andrea Capello di sier Domenego . 
Sier Marco Antonio Memo di sier Lorenzo 
Sier Piero Orio qu. sier Bernardin . . 
Sier Hironimo Coniarmi qu. sier Piero . 
Sier Francesco Zen di sier Piero . . . 
Sier Andrea Valier qu. sier Antonio 
Sier Thomà Memo di sier Nicolò 
Sier Andrea Lion qu. sier Alvise 
Sier Agustin Valier qu. sier Bertuzi . 
Sier Piero Morexini di sier Batista . 
Sier Francesco Bembo qu. sier Domenego 
Sier Antonio Zorzi qu. sier Francesco 
Sier Gregorio Pizamano di sier Manto 
Sier Marco Gradenigo qu. sier Ferìgo * 
Sier Hironimo Gradenigo qu. sier Ferìgo } 
Sier Bernardo Boldù qu. sier Filippo j 
Sier Nicolò Lion qu. sier Andrea . . . 
Sier Sebastian Navajer di sier Michiel . . 
Sier Alvise da Riva di sier Bernardin . . 



proviùonati «oi 

n.° 4 
1 

2 



1 

3 
2 
1 
1 

3 
2 
2 
2 
1 

1 

5 

2 
4 

5 
3 



2 
3 
1 



6 
5 

3 

2 

4 

2 



5 



4 
2 




preràtouMi Mi 

Sier Nicola Erizo di sier Batista con . . . n.° 2 
Sier Alvise Zorzi qu . sier Antonio el cavalier » 2 
Sier Piero Contarmi qu. sier Matio ...» 1 
Sier Daniel Barbaro qu. sier Zacaria . . » 2 
Sier Vetor Diedo qu. sier Baldisera . . . > 2 

Sier Daniel da Molin qu. sier » 3 

Sier Zuan Corner qu. sier Cornelio ...» 1 
Sier Marin Michiel qu. sier Mafio ...» 1 
Sier Gasparo Contarini qu. sier Francesco 

Alvise 

Sier Tiberio Minio di sier Luca . 
Sier Vicenzo Michiel di sier Nicolò pro- 
curaior 

Sier Bertuzi Contarini di sier Domenego 
— Ziprian da Mosto di sier Hironimo, na 

turai 

Sier Zuan Morexini qu. sier Domenego 
Sier Vetor Duodo qu. sier Zorzi > 
Sier Luca Miani qu. sier Anzolo > 
Sier Simon Lion di sier Thomi . . 
Sier lacomo Surian qu. sier Michiel . 
Sier Marco Trun qu. sier Antonio . 
Sier Zuan Francesco Badoer di sier 

Francesco 
Sier Antonio Badoer di sier lacomo 
Sier Zuan Alvise Soranzo qu. sier Benelo 
Sier Malhio Sanudo qu. sier Beneto 
Sier Zuan Badoer qu. sier Marco Antonio 
Sier Hironimo Soranzo qu. sier Beneto 

Sier Piero Loredan 

Sier Constanlin da Molin qu. sier Zuane 
Sier Hironimo Zustignan di sier Marin . 
Sier Piero Polani qu. sier lacomo ) 
Sier Zuan Batista Zane qu. sier Alvise ' 
Sier Francesco Grimani di sier Hironimo di 

sier Antonio 

Sier Hironimo Lion qu. sier Piero . , 
Sier Zuan Lion qu. sier Francesco . . 
Sier Marco Miani qu. sier Anzolo . » 
Sier Marco Antonio Foscarini • < 

Sier Lorenzo Honoradi qu. sier Francesco 
Sier Lunardo Foscarini qu. sier Zacaria 
Sier Piero Surian di sier Francesco . . 
Sier Marco Antonio i 
Sier Zuan Francesco [ da Mo,in V*- sier 
Sier Vicenzo ) Mafio ■ • 

Sier Andrea Grioni qu. sier Marco . . 

Sier Nicolò Boldù 

Sier Agustin Moro di sier Marin . . . 
Sier Faustin Dolfìn qu. sier Hironimo . 



78* 







3 

1 

12 



25 
13 
2 
1 
1 
7 
5 
6 



1 
2 
4 



U7 



MDIX, SETTEMBRE. 



U8 



proritiouti sol 









Sier Piero Griti qu. sier Homobon con . . n. ( 
Sier Hatbio Orio qu. sier Zuane .... » 
Sier Marco Antonio Contarmi qu. sier Lu- 

nardo 

Sier Zorzi Valaresso qu. sier Marco . . 
Sier Zuan Pixani qu. sier Zuane dal Banco 
Sier Marin Contarmi qu. sier Bortolo ) 
Sier Gasparo Zancbariol qu. sier Marco * 
Sier lacomo Miani > , 
Sier Batista Miani J d ' sier Pol ° An,onio 
Sier lacomo Contarini di sier Zuane qu 

sierTroylo .... 
79 Sier Zuan Contarini di sier Marco Antonio 
Sier Zacaria Gradenigo qu. sier Zuane . 
Sier Marco Moro qu. sier Bortolo . . 
Sier Urban Bolani di sier Alexandre 
Sier Francesco Lipomano qu. sier Zuane 
Sier Thomà Michiel qu. sier Zuan Matio 
Sier Nicolò Michiel qu. sier Francesco . 
Sier lacomo Zen qu. sier Alvise qu. sier 

Marin 

Sier Zuan Francesco Marzello qu. sier 

Fantin 
Sier Alvise Grilli di sier Andrea 
Sier Andrea Grilli qu. sier Lorenzo 
Sier Hironimo Micbiel di sier Alvise 
Sier Alvise Marzello di sier Zuan Fran- 
cesco 
Sier Mafio Bernardo qu. sier Beneto . . 
Sier Beneto Morexini qu. sier Iusto . . . 
Sier Francesco Bragadin qu. sier Vetor 
Sier Alvise Bon qu. sier Hironimo . . . 
Sier Batista Contarini di sier Carlo . . . 
Sier Zorzi Loredan di sier Marco Antonio 

Sier Marco Loredan » 

Sier Alvise Foscari di sier Francesco el ca- 

valier » 

Sier Marco Contarini di sier Zacaria el ca- 

valier » 

Sier Hironimo Morexini di sier Piero da 

San Cassan » 

Sier Alvise Foscari qu. sier 

Nicolò 
Smt Anzolo Morexini 
Sier lacomo Foscari qu. sier 

Nicolò 
Sier Andrea Bragadin di sier 

Francesco 
Sier Fantin Bragadin qu. sier Zuan Alvise 
Sier Piero Marzello 



1 

2 

I 


10 



10 
5 
2 


4 


8 



12 
9 
3 
3 
6 
4 
7 

12 







12 



San Agustin 



Bembo qu. sier Hiro- 
nimo .... 



Sier Marin 

Sier Polo 

Sier Zuan Alvise 

Sier Domenego 

Sier Alvise 

Sier Gasparo Valier qu. sier Stefano . . 

Sier Hironimo Pixani qu. sier Francesco 

dal Banco 

Sier Zuan da Mosto di sier Francesco . . 
Sier Zuan Maria Malipiero qu. sier Piero . 
Sier Marco Antonio Erizo qu. sier Antonio 
Sier Piero Tnin qu. sier Priamo . . . 
Sier lacomo Michiel qu. sier Biaxio . . . 
Sier Zuan DolGn qu. sier Hironimo . . 



Populari. 



Amadio de Tibaldo 
Domenego Bianco 
Hironimo Grasolin 
Santo Sanson . . 
Alvixe Trivixan . 
EtorZon . . . 
Zorzi Mavnardo . 
Andrea Malombra 
Vicenzo Girardo . 
Domenego Ciera ) 
Polo Ciera > 

Piero Pontremolo 
Piero Saracini 













Sier Zuan Barbarigo qu. sier Antonio con . n.° 4 
Sier Hetor Loredan qu. sier Nicolò ...» 
Sier Nicolò Yendramiu qu. sier Zacaria qu. 

sier Marco » 

Sier Michiel Barbarigo qu. sier Andrea qu. 

sier Marco 

Sier Zuan Antonio Zustignan di sier Marco 
Sier Francesco Contarini qu. sier Alvise di 



i 

2 



2 


2 

3 
3 79 



1 
1 
3 




4 
10 



1 
1 80 



4 
2 



Da poi gran Consejo, fo Pregadi e leto do let- 
tere di Padoa, con la lista di zente e citadiui andati, 
e con li homeni, la qual sarà scripla qui avanti. 

Di Hongaria. Dil secretano, di 27 avosto, 
da Buda. Come é sta fato la dieta e parlamento di 
quelli baroni et eravi il reverendissimo cardinal 
islrigoniense, e fu proposto, zereba a intrar in la liga 
di Chambrai et esser contra il Turcho, come li ora- 
tori sono lì dil re di romani et Franza et noncii dil 
papa hanno exposto, et a recuperar il suo tien vi- 



149 



MDIX, SETTEMBRE. 



150 



nitiani, dicendo la Dalmatia era di! re di Hongarìa et 
é bon recuperarla. Tatnen, non si voi corer a furia, 
perché la Signoria moveria turchi contra Hungaria 
e saria meler in prerla V Hongarìa. E però, è bon 
mandar oratori al papa, a l'imperator, a Fra n za e 
Spagna, e saper che liga é questa, e si è contra il 
Turco, e che cossa. Et cussi fo concluso questa opi- 
nion esser bona, et elexeno in dita dieta li oratori 
ut supra, ut in litteris, et li manderano. Itern, 
mandouo etiam oratori al re di Hongaria qual è in 
Boemia, che debbi ritornar in Hongaria per queste 
occorenze etc. 

Di Ingoi tera, di sier Andrea Badoer.ora- 
tot nostro, de . . . avosto. Chome era zonto 11 uno 
orator dil re di Franza chiamato l' abate di Fechen, 
qual e grasso, e il re terminò darli audicntia, et era 
nel suo palazo a Vasmonestier, e lo fece venir pre- 
parato a darli audicntia. El qual expose el suo re 
haver auto una sua lettera, per la qual lo prega vo- 
gli esser suo amico el haver bona paxe insieme. 
Unde, soa majestà l' havia mandato 11 per confirmar 
dita paxe. Et che a questo il re have a mal, e si 
voltò verso li soi dicendo : « Chi ha scrito questa 
lettera ? io dimando paxe al re di Franza che non 
é sufficiente a vardarmi non che a farmi guerra ? > 
E si levò e no 1 volse più udir. Unde, esso orator 
si parti, e poi, volendo far certo gioeho di V anello 
a dar in una lanza, era preparato uno mastabè a la 
larga. Fo invidato ditto orator; ma non li fo salva 
il luogo, adeo el si parti corozato. E il re lo fé 1 chia- 
mar indrio e li fé' dar un cussin e sento. Conclu- 
dendo, quel re fa podio caso di Franza. Jfem,.auto 
esso nostro orator le lettere di la Signoria di Fa viso 
di T aquistar Padoa, ha mandato uno suo a comuni- 
ebar questa nova al re etc. 

Fu posto, per li savii, scriver a Treviso mandi 
cavali lizieri di quelli stratioti e lì in Friul. Et sier 
Alvixe da Moliti savio dil Consejo parloe, e ben di- 
cendo il bisogno, e fu presa. 

Fu posto, per li savii, una lettera ben composta 
per Gasparo di la Vedoa in risposta al duca di Brex- 
vich, come nui femo bona compagnia a li presoni, 
imo, presi, li havemo dato danari ; el che nostro co- 
stume é queslo; ma ben loro usa gran crudeltà con- 
tra nostri, come si fosscno turchi e intideli. E altre 
81 parlicularita ut in litteris. Et fu presa. 

Fu posto scriver a li oratori a Roma certa opi- 
nion cercha il mandato etc. Et sier Moisé Venier, é 
di Pregadi, andò in renga, et disse non era tempo 
di corer cussi presto. È gran materia ; è bon indu- 
siar a doman. E cussi d' acordo fo in lusialo, et fo 



intrato in una altra materia di grandissima credenza 
e sacramenta il Consejo. 

In questa niatina, vene a la Signoria Sebastian da 
Veniexia era conestabele in Limene, stato preson fln 
bora in campo de 1 inimici, et è fuzito za . . zorni etc 

A di 10, la matina, fo lettere questa note di prò- 
veditori, di eri hore 19. Come haveano il campo es- 
ser andato a Tencharuola, et starano a veder quello 
voglino far. 

Noto. La comunità di Vicenza scrisse una lettera 
al re di romani, dolendosi che quelli alemani é li et 
altri fanti spagnoli li fanno molti danni et extrusion 
in le caxe, brusano le porte etc., et che soa majestà 
provedi. La qual lettera, quello la portava a ditto re, 
la portò in Padoa a li proveditori. 

Vene alcuni di Piove di Sacho, con una lettera 
li ha scrito il re di romani li mandi ducati 3000, 
àliter vegnirà a meterli a focho e fiama. Et quelli 
di Piove, li hanno risposto esser sotto la Signoria 
nostra, e non volerli dar danari, né hanno di darli etc. 
E nota. Tutto il bon dil Piova e sta porta in questa 
terra, e li animali venuti a le basse verso Montealban, 
et sier Anzolo Foscarini proveditor, era a Piove, si 
parti a li di passati, et fu causa di meter in remor 
quel Piova. Tamen, sono da 5 in 6 milia villaui re- 
duli su dito Piova, el or questi dimandono freze, 
archi etc, et li fo dato. Item, è da saper si ave avi- 
so, et sier Otavian Valier qu. sier Dolfin afirmò, come 
alcuni cavalli de 1 inimici, zercha 400, erano corsi a 
le basse et menato via alcuni animali, è sta guidati 
da li frati di Corizuola di V bordine di San Zorzi 
Mazor, perchè de li animali di li frati nulla é sta 
mosso, adeo dubita non vengino a brusar li molini 
apresso le Bebé etc 

Di Padoa. Fo lettere di 3, hore 10, avi, et di 6 
fo de li proveditori. Il sumario di le mie é questo. 
Chome li inimici, fino a bore 18, erano stati guati 
che mai non si ha sentito, et zercha hore 18 parse i 
se levasseno e tirossi verso la terra tino a le Albare, 
et par se hanno aOrmati, et hanno scaramuzato 
molto con nostri da hore 18 fino 24. Et per nostri 
s;>no sta morti et feriti assai; de 1 nostri anche é sta 
morti alcuni. El per nostri é sta preso una bandiera 
de 1 inimici, con grande honor de chi r hanno presa. 
Et per questa movesta de' inimici, tutti se meseno 
in arme, zente d' arme, fanti et zenthilomeni che 
sono deputadi a la piaza con li soi homeni, tutti be- 
nissimo in ordine in piaza insieme con il proveditor 
di Tarmata et fanti 600. In tutto, polea esser in 
piaza homeni da fati benissimo in ordine da 1500. 81 * 
ltsm, scrivendo questa, é venuto uno da esso capi- 



151 



MMX, SETTEMBRE. 



152 



tank), quai sta dì e note a la torre granda a veder 
quello fa li inimici e come se moveno. Niente im- 
mediate vien da essi rectori. CI qual li ha ditto li 
inimici si hanno retrato di V Albara et reduti verso 
la Mandria et verso il monte, et stanno bassi et con 
pochi fochi e più lontani di la terra di quello era eri 
sera. Quello seguirà, aviserà. Item, manda la poliza 
di nobeli e citadini deputadi a la piaza, con li soi ho- 
meni menati de qua, e sarà scrita avanti. Item, li 
proveditori scriveno, et io vidi dil Moro, che i nimi- 
ci quel zorno erano mossi e venuti piti propinqui a 
terra, videlicet una parte verso Ponte Corbo e vi- 
cino al Portello, e una verso a Techaruol, crede per 
andar in Coalonga. Siche, da tre canti crede vorano 
circondar la terra. Et ditte lettere è di bore G di 
note. E dicono essi proveditori che i nimici hanno 
brusato li alozamenti, et quello dove stava al Bassa- 
odio T imperator, et che hanno visto gran fuogi. 
Stanno reguardosi tutta quella note etc. 

Da poi disnar, fo Pregadi, et leto poche lettere, 
si redusse Consejo di X con la zonta. Et tutti si me- 
ravegliava non venisse lettere di Padoa. Molli cre- 
devano i nimici fosseno apropinquati a la terra. Hor, 
a hore 22 e pili, vene lettere desiderate molto di 
Padoa, di hore 14, di proveditori. Chome hanno per 
bona via i nimici haver mandato li chariazi loro 
verso Moncelese, et esser apropinquati a la terra. Et 
persona fide digna parti di campo, é venuta a dirli 
voleno venir verso Ponte Corbo et al Portello que- 
sta notte, et voleno venir a la liziera a far uno ar- 
salto. Nostri starano reguardosi, et fanno ogni pro- 
vision, et starano in arme. Et l' amico é ritornato in 
campo et saperi meglio dir la verità dil tutto. 

Et leta questa lettera al Pregadi, hessendo pur 
dentro el Consejo di X, poi fo licentiato el Pregadi, 
e restò Consejo di X fino hore 24. E sopravene let- 
tere di Padoa di hore 1 8. Come certo i nimici si 
apropinquavano a la terra, et andavano parte verso 
Bovolenla, per passar e venir al Portello. Siche, in 
questa note voleno apropinquarsi a la terra. 

A di 11. Fo verificata la nova venuta eri, che 
sier Daniel da Molin qu. sier Antonio qu. sier Zuane, 
che veniva camerlengo da Corphu su uno gripo, si 
havia anegato. Et cussi, soi fradelli e parenti levono 
coroito. 

Di Padoa, fo lettere di hore 5 di provedi- 
tori, et io non avi; ma il sumario è questo. Cho- 
me inimici in quel zorno erano levati, parte andati 
ver» Bovolenla e parte, zoé li francesi, verso Mon- 
celese. Et che si diceva venivano al Portello ad 
aramparsi. Et hessendo diti nemici, in li qual si dice 



era el cardinal di Ferara con molti italiani, venuti 
verso Bovolenla, fono a Ronchajete, dove su la 
Brenta era domino Alexandro Bigolin con 200 bale- 
strieri et molli villani. E perchè i nimici veneno con 82 
artilarie, zoé archibusi e schiopeti, messeno in fuga 
nostri, et cussi a guazo passono la Brenta vechia, et 
dieitur mancha 34 balestrieri a cavalo, tra i qual il 
Col di Alexandro Bigolin et uno fiol di Bonifazio da 
Sonzin, et non sanno si sieno vivi o fuzili. Et questi 
nimici veneno sul Piova ; concludendo essi provedi- 
tori che verano al Portello, over passerano a la Mira 
per andar sul Mestrin et a Treviso. Et però dimandano 
danari etc. E nota, che essi tre proveditori si parli- 
no, il Grili al Portello, il Gradenigo a Santa luslioa, 
il Moro a la Sarasinescha, il Contarmi proveditor di 
T armada a la piaza. El eri tutti fono in arme a li sol 
ordeni, et in piaza fono esso proveditor tulo armato 
et 60 zenlhilomeni nostri lutti armati, che fu bel 
veder. 

Noto. Eri sera li fo mandato ducati 4000 a Pa- 
doa, et r altro zorno vene qui da Padoa Zuan Fineti 
rasonato dil pagador con li libri et bolete, acciò si 
vedi quele raxon. Concludendo, la Signoria nostra 
sta su grandissima spesa e intolerabile. 

In questa matina, si ave nova i nimici eri a hore 
18 esser passati la Brenta, et venuti sul Piova, et 
hanno brusato molte caxe in Piove. Fo ditto il pa- 
lazo, et caxe di zenlhilomeni molte. Et cussi, veniva 
villani assa' con le done e puti dil Piova fuzili, quali 
erano subvenuti per la Signoria di alozamcnlo et 
viver, parte a la cha' dil marchexc di Ferara, parte 
a T hospedal di Santo Antonio, parte in diverse caxe 
per la terra, pagato il fitto per i frati di San Zorzi 
Mazor. El era sopra questo alozamenlo sier Zuan 
Antonio Dandolo, qual etiam è sopra li presonieri 
in Terranova numero 51, et era gran compassione 
veder quelli fuzivano. El per non esser barche, fo 
ordinato per la Signoria nostra di mandar tre bar- 
che per traghetto a levar ditti poveri contadini. E 
nota, se intese poi le done in Piove corseno in chie- 
sia, et non si salvono perchè i nitnici, usando gran 
crudeltà, le trahevano fuor di chiesia tolendol quello 
pò tea no haver. Item, vene feridi da' inimici fino in 
corte di palazo. El fu menade da villani di le Gam- 
barare, da poi disnar, uno preso lì atorno, qual era 
famejo di uno de 1 Porzelini, et fo subito examinà 
per il Colegio sier Francesco Zuslignan consier, sier 
Uironimo Queruli cao di X, sier Bernardo Bembo 
avogador, sier Alvise Capello inquisitor, el inteso 
quanto volevano, fu lassato andar. 

Non voglio restar di scriver, c<»me, essendo ri- 



153 



MDIX, SETTEMBRE. 



154 



tornato el prior di la Triniti di campo dil re, expose 
haver parlato col re, e che tieo haver preso Padoa 
subito presentatosi a la terra, et si la Signoria voi, 
lasserà Veniexia col darli ducati 150 milia al* anno. 
E disse aver dà la paga et avanzarli danari, et averne 
manda in Alemagna, et che più di acordo non si 
parlasse, et altre parole, ut in instrutiane patet, 
$2* tratata e leta nel Consejo di X. 

Di Friul. Come i nimici erano a Goricia et ha- 
veano danizato e brusato molte ville, et minazavano 
assai. Et il proveditor Capello, zonto sia il Dolfin, 
vera di qui justa la licentia hauta, megliorato che '1 
sia alquanto. 

Di Mestre. Di sier Antonio Badoer vice po- 
destà et capitanio. Come tutti trema de li. Hanno 
inteso il campo venir a quella volta, et si provedi, 
ut in litteris e tutto il Mestrin é in fuga. 

Da poi disnar, fo Pregadi, et vene lettere di 14 
hore di Padoa. Come haveano i nimici parte esser 
andati a la volta di Mezavia, dove è Y impera (or in 
persona, e parte a Bovolcnta e passa e danizà sul 
Piova. E si dice vogliano venir (ad) acamparsi al 
Portello, e li altri a Santa Croxe, e hanno hrusà 
eerte ville e fato gran danni. Item, si ave aviso eri 
el capitanio zeneral fé 1 far una crida, che tutti chi 
era in Padoa portasse una croxe rossa, ali ter t si fos- 
seno morti, fusse suo danno a queli non l' avesseno. 
Item, alcuni cavali e stratioti esser ussiti fuora etc. 

Di sier Lorenzo Sagredo capitanio di le 
barche armate, date a Montealban. Di quelle oc- 
corenze, et inimici quello fanno et han fato in quelle 
bande, depredando verso Piove de Sacho. 

Fu posto, per li savii, scriver in Hongaria una let- 
tera, ut in ea secreta. Et parlò sier Piero Pasqua- 
ligo dotor et cavalier eleclo orator in Hongaria. 
Etiam parlò sier Alvise di Prioli è di Pregadi qu. 
sier Zuane, et fu presa la lettera. 

Fo posto, per li savii, scriver a li oratori a Roma 
in risposta di sue, et mandarli nova forma di man- 
dato ut in litteris, et fu presa, con molte parole 
sente in ditte lettere. 

E nel licentiar di Pregadi, vene lettere di Padoa 
di proveditori di hore 51. Come hanno tutto il cam- 
po esser leva e andato a Bovolcnta, dove hanno fato 
un ponte per passar sul Piova. Non sano quello ra- 
glino far, o vegnir al Portello ad acamparsi, chome 
alcuni dicono, overo passar a Strada, over a la Mira 
la Brenta, et andar sul Mestrin danizando et a Tre- 
viso. Siche starano a veder etc. 

Et reduto il Colcgio in camera dil principe fu 
fato certe provisione per Treviso, et ditto di man- 

/ Diarii di M Sanuto. — Tom IX 



dar sier Alvise Mozenigo el cavalier savio a terra 
ferma proveditor a Treviso, qual refudoe di andar. 
Fo mandato sier Carlo Valier li con homeni, e ordi- 
nato a barche di Torzelo e Muran e contrade vadino 
con podestadi verso Treviso. Item, ordinato a man- 
dar homeni di le contrade di questa terra a Treviso, 
et fo expedito Sebastian da Veniexia conestabele fo 
preso in la rocha di Limene, qual fazi 100 fanti, qual 
vadi a Mestre etc. Item, fo scrito a Padoa ai retori 
e proveditori che, consultato, parendoli lassar la se- 
gurtà di Padoa, che sier Zuan Paulo Gradenigo pro- 
veditor vadi con 1 000 cavali e 2000 fanti a Treviso. 
Et altre provision fu fate con lettere, e mandato du- 
cati 3000 a Padoa, perchè li proveditori non fauno 
altro che dimandar danari. 

Noto. Ogi fo disputato in materia turcheseba, 
et parlò sier Alvixe Capello savio ai ordeni et sier 
Bernardo Barbarigo governador di le intrade; fo 
comanda secretissima credenza etc. 83 

Tutta questa note, villani e villane con puti et 
robe venivano a Veniexia fuzendo la persecutione 
de 1 inimici, et alozavano in diversi lochi, come ho 
scrito di sopra, et era gran extremiuio a vederli 
venir. 

In questa note, fu menato per Vasallo, di Padoa, 
uno a requisition dil Consejo di X, chiamato Fran- 
cesco Veronese, qual era stravestito a Padoa. Fo tro- 
va e conduto qui. 

A dì 12 di matina fo lettere di Padoa, di 
hore 4. lo avi dal capitanio di sua mano. Et di hore 
5, fo di proveditori. In conclusion, il campo tutto 
era levato dil Bassanello, et lassoe assa' formenti 
dicitur stera 2000, vini, fave, cari e altre cosse 11 
al Bassanello, qual per nostri ussidi di Padoa fono 
tolti e portati in la terra. Item, hanno esser andati 
verso Bovolenta tutto dito campo, parte pur verso 
Moncelese, et hanno fato un ponte su la Brenta a 
Bovolenta. Non sanno quello voglino far. Item, è 
andà fuora quel zorno alcuni stratioti e cavalli linie- 
ri etc. 

Item, come per villani erano sta presi do pa- 
doani e menati in Padoa dal capitanio, videlicet Ale- 
xandro Caodivacha naturai et Piero Antonio dal Do- 
gion nodaro, et la matina li examinerano per saper 
la verità dil campo, et quello i fevano. Item, essi 
retori scriveno di hore 4, haver mandato sopra la 
torre a veder de 1 inimici, et dice non haver visto 
focho alcun verso Padoa propinquo, ma ben in ver- 
so Moncelese ; siche non sano quello si voglino far. 

Di Treviso. Fo lettere et di Friul. Nulla da 
conio. 

11 



1;);) 



MDIX, SETTEMBRE. 



150 



In Colegio, slcteno lardi suso por far provision 
zercha Treviso et mandar zenlliilomeni con fanti ; 
ma pochi trovono. 

Da poi disnar, fo Pregadi per far uno proveditor 
zeneral a Treviso, atento sier Piero Marzelo, è pro- 
veditor de li, è mal voluto con soldati è in Trevi- 
so etc. et ha pocha fama. 

Fu posto di far uno proveditor zeneral a Trevi- 
so con ducati 80 al mexe, et pur resti ancora lì dito 
sier Piero Marzello. Et presa la parte, rimase sier 
Alvise Mozenigo el cavalier, el qual acelò et partirà 
da malina, et portarà danari. Et qui soto sarà el 
scurtinio, acciò lutto si vedi. 

Eìecto proveditor zeixeral in Treviso 
justa la parte presa, con pena. 

Sier Piero Querini, fo cao dil Consejo di X, 
qu. sier Antonio 100 

Sier Domenego Dolfin, fo proveditor in cam- 
po, qu. sier Dolfin 

Sier Zuan Diedo, fo proveditor in campo, 
qu. sier Alvise 

Sier Panfilo Contarmi è proveditor a la Mota, 

qu. sier Francesco 

f Sier Alvise Mozenigo el cavalier savio a terra 

ferma, qu. sier Thoma 150 

Sier Daniel Dandolo, fo proveditor a Feltre, 
qu. sier Hironimo 

Sier Alvise di Prioli elf è di Pregadi, qu. sier 
Zuane 

Sier Marco Antonio Contarmi, fo capitanio 
in Fiandra, qu. sier Alvise 

Sier Girlo Valier, fo a le raxon vecliie, qu. 
83 * sier Hironimo 

Fu posto, per i consicri, perlongar salvo condu- 
to a sier Zuan Saba el sier Bernardin Contarini qu. 
sier Nicolò per altri (> mexi, da potersi acordar con 
li soi creditori. E fu presa. 

Fu posto, per li diti, atento sier Andrea Badoer 
è oralor in Ingallera a' nostri servicii, sia suspeso di 
quanto è debitor di la Signoria nostra et altri fino 
el ritorni. Et fu presa. La qual parte ave ì) di no, 
105 de sì, et fu presa. 

Fu posto, per li savii, quelli restano a pagar la 
decima 81, 85 presa, la pagino fin 50 dil mexe, poi 
sia manda a le cantinole e scossa con 10 per 100 di 
pena. Presa. 

Di sier Lorenzo Sagredo capitanio di le 
barche armadc. lhx terra a presso il Monte Al- 



ban ogi. Chomc i nimici è vicini, et poriano venir 
con zatre a tuor quelli animali è a Montealban, e far 
danno. Iteni, brusar quella galia era li. E altre oc- 
corenze; et si provedi. It-em, vidi lettere di sier 
Otavian Valier da li molini di le Bebé. Dubita, et voi 
artellaria, ut in litteris. 

Di Roma, vene letere a nona di 6 et 7. Cho- 
mc el papa era ritornato di Hostia et partiva per 
Civitavechia, col qual va il cardinal Corner e altri 
cardinali. Itetn, di la morte lì a Roma di domino 
Filippo Ferre orator ispano era qui, homo da ben. 

Item, che li 1000 fanti spagnoli erano partiti di 
Roma con un ducato per uno, con promision, zonli 
in campo de V imperator, haverano danari. 

Item, il papa è stato a Hostia a veder le sue ga- 
lie, et le voleno disarmar. 

Di Napoli. Dil consolo, di primo. Cornee 
nova certa a Zenoa è sta disarma le nave armate per 
Franza, e che a Trapano era A galie. Et altre occo- 
renze di V armata ispana, la qual certissimo va in 
Barbarla . 

Da Palermo, di sier Pelegrin Venier qu. 
sier Domenego, di 2 avosto. Come, per via di 
Messina, era nova Y armada nostra, videlicet galie 
8 grosse, 8 bastarde, 35 sotil et 15 nave esser so- 
pra Cotron, et havea preso una barza de zenoesi 
carga de merchadantie e lassola andar, e prese uno 
bregantin di uno corsaro di Portovenere e lassolo. 
Che volta Fhabia tenuta, non sa. Et che l' armada di 
Franza in Zarzenta si atrova e le galie da Trapano 
si partì per trovar le A charache. Et è nova di Na- 
poli quella armada non venir qui per passar in Bar- 
baria ; ma il re di Franza intendeva averla e man- 
darla in Levante. Quello seguirà, el saperete. Et 
scrive questo capitolo a' so' fradelli sier Alvise e sier 
Piero Venier in questa terra. Et poi, di 3 ditto, scri- 
ve T armada di Franza dia venir qui, e la nostra ha 
messo in fuga questa. Se voria butar a fondi queste 
charache e li navilii di Provenza per farli star sal- 
di etc. 

Nolo. In questi zorni, fiorentini mandono soi 
oratori al re di romani, videlicet Alemano Salviati 
et Piero Guizardini, e, nota, za uno anno ne elexeno 
do e fono suspesi di mandarli, i qual fono Joanhe 
Vitorio Soderini et dito Piero Guizardini; siche, 
hora tutti ne è contraili. 84 

Et leto le lettere, lo licentiato il Pregadi, et re- 
stò Consejo di X con la zonta. 

A dì 13, la matina, fo lettere di Padoa di 
hore 3 di note, et di proveditori di hore 5. Como 
i nimici haveano fato quel ponto su la Brenta voehia 



157 



MD1X, SETTEMBRE. 



158 



va sul Piova li a Bovolenta, dove era tulio il campo 
redulo e alozalo, et quello fortifichava. Item, havea- 
no fato uno altro su dita Brenta va verso Moncelese 
et P Anguilara, per il qual potesse venir le viluarie 
vien in campo. 

Item, che 500 cavali inimici erano venuti quel 
zorno verso Bassanello etc. per tuor il fomento las- 
soe et altro, et a caso era alcuni galioti et altri poveri 
homeni li e done tolevano quello potevano, et per 
inimici fono morti, et, chorrie intesi, bon numero. 
Item, li cavali lizieri andono fuora e ritornati, preso 
uno homo d' arme francese et uno todesco etc. 
Item, hanno ditto campo omnino voi venir al Por- 
tello acamparsi, et con le artellarie qual haveano. 
Erano 9 boche a Bovolenta ; il resto è a Moncelese. 

Itetn, scrisseno altre particularità ut in litteris, 
et si mandi danari etc. E nota. Li proveditori feno 
sier Daniel Dandolo e sier Sebastian Moro capi di 
500 cavali lizieri P uno, quali andaseno fuora a le 
volte etc. 

È da saper, si have uno aviso che '1 re di roma- 
ni fece consulto in campo, quando P era al Basanel- 
lo, di dar la bataglia a Padoa un zorno da quattro 
bande, et cussi lo terminato; e disciollo el consulto, 
uno suo capo todesco li disse aversi pensato é mala 
opinion, perchè si da una de le bande fossepo da'no- 
slri roti, tutto el campo saria roto, però é meglio 
tutto unito darli la bataglia. Item, che il re li piacque 
questo aricordo, e la causa di levarsi dil campo dil 
Basanello è sta per dubito nostri non li asalti, inte- 
so che ebbeno la crida che tutti in Padoa portasse 
la croxe rossa. 

Itern, che è sia ditto al re, Padoa è ben munita 
di zenle e presidii, et è venuti do (ioli dil principe 
con zenlhilomeni e assa' zente di Veniexia, i qualli 
non sariano intrati in Padoa si non sapeseno certo 
di mantenerla etc. 

Di Verona. Si ave aviso prima a li dì passati, 
che a dì 2 fo fato una crida dar Lignago a sacho. E 
noviter, havendo voluto il re ducati IO milia da Ve- 
ronesi, chiamono il suo Consejo et fu proposto di 
darli in tanto bisogno a la cesarea majestà. Et parlò 

domino di Pelegrini, esortando il Consejo 

a darli. E di numero erano in ditto Consejo, non 

have si non balote di darli, et fu preso non 

84* li dar alcun dinaro. 

Ancora, fo ditto vicentini feno Consejo havendo 
il re richiesto li mandasse certo numero di fanti pa- 
gali per quella comunità ; et proposto questo al Con- 
sejo, fu preso non li dar di grandissimo numero di 
ha Iole. 



Di Chioza. Di sier Velar Foscar ini podestà 
fo lettere (e) di sier Lorenzo Sagredo capita- 
nio di le barche armade è verso Monteaìban. Di 
quelle occorentie de' inimici lì intorno era. 

Di Miran. Di Alvise di Dardani provedi- 
lor. Come, jusla li mandati, è partito di Padoa e 
venuto lì a Miran. Vedcrà confortar li villani e 
star eie. ut in litteris. 

Fo parlato mollo segurar li animali è reduti ver- 
so Monteaìban, et mandato barche tutte di Malamo- 
cho e Chioza lì, e ordinato li lievi e meni su lido 
verso Chioza eie. E nota. Ogi fo aldito assa 1 bombar- 
de. Si dice i nimici bombardavano a la Torre dil Co- 
rame, ci nostri di la galia e barche li respondevano. 
Siche quelle cosse è in gran moto. Et dicitur inimici 
ménono via assa 1 animali grossi, et brusoe una caxa 
bellissima di sier Jaconio Morexini qu. sier Carlo, lì 
verso a Monteaìban. Quel sarà, scriverò. Continua- 
mente villani d' intorno veniva, e di Botenigo e di 
le Gambarare eie. et erali provislo di alozamenli, 
sopra li qual era deputati per la Signoria sier Zuan 
Antonio Dandolo et sier Francesco Gradenigo et al- 
tri etc. 

Di Cypro et Candia, fono lettere, il sumario 
scriverò di sotto, et di Corphù, nulla da conto però 
da far nota. 

Da poi disnar fo Consejo di X con la zonla, et 
vene de Padoa lettere di hore 15. Come i nimici 
atendevano al ponte, e quello fortifichavano, et par- 
te dil campo è venuto sul Piova e feva gran danni, 
e voleno venir acamparsi a Padoa da la banda del 
Portello. Itetn, hanno per uno preso, che menando 
ili qua sul Piova P artelarie, sopra il ponte a Bovo- 
lenta è cazuto una artelaria grossa in la Brenta etc. 
Item, voleno danari e danari, e certe lanze, freze e 
altro ut in litttris. 

Item, fo uno aviso di Vicenza, che francesi tor- 
navano indrio, e che a Vicenza feno Consejo si do- 
vcano passar per la terra over non. E fo terminalo 
passasseno di fuora et li fanno uno ponte va aprcs- 
so certa porta el passa in Campo Marzo, et vanno 
in veronese. 

Nota. Vidi una lettera di sier Lorenzo Loredan 
a sier Nicolò Zorzi di San Moisè, di 1 1. Come sier 
Marco Barbarigo qu. sier Antonio, havia trovalo nel 
monastero de i Girmeni uno gran mazo de chiave, 
qual le presentoe al proveditor Grili. Et mandò a 
provar a le porte, trovò apriva le porte dil Portello, 
Castello, Sarasinescha, Santa Sofia e altre. 85 

Da Maran. Di sier Jacomo Marin podestà, fo 
ledere El podio da poi, da l'dene, fo verificilalo a 



159 



IIDIX. SETTKUARK. 



160 



di 1 1 i nimici esser vernili a Cervignan loco situalo 
in una isola vicino Aquilegia, dove era rettati assa' 
villani con tormenti etc. Et tandem i nimici introno 
et usono grandissima crudeltà, amaznndo done e 
puti, e tolto li tormenti e altro che trovono, e bru- 
sono il loco cussi chome nostri brusono Cre- 
more etc. 

Noto. In questi dì, domino Scipion Sanguinazo 
el cavalier, citadino padoano reputato marchesco in 
Padoa, et era con domino Nieolao Saonaruola molto 
operato, per sospeto, atento ha nipoti e parenti nel 
campo nimicho, ita volente el Consejo di X, fo man- 
dato in questa terra a star. E cussi é et starà fln 
passa questt turbolentie. 

Item, fo fato alcuni lochi a la porta dil palazo 
ducal di legno, dove starano la note a dormir ofl- 
ciali per guarda di palazo, ita volente li capi dil 
Consejo di X, che mai più fu fato. 

Et etiam fo seralo di tavole in palazo dove stan- 
no li guardiani dil marchete di Mantoa. 

A dì 14, la matina, se intese per via di Chioza 
che i nimici a Montealban haveano preso li do sehie- 
razi con le arlellarie erano suso di sier Lorenzo Sa- 
gralo capitanio di le barche armade, et che lui si 
havia butà in una altra barcha picola e scapolato. Et 
che i nimici havia menato assa' animali di quelli via, 
et altri erano sta m.mlati a levar per le barche di 
Chioza e condurli su lio di Chioza e altrove, e sono 
per più valuta di ducati 30 milia. La qua! nova fo 
cativa ; ma, poi disnar, si ave il certo per lettere non 
esser tanto mal ; non esser preso per i nimici, salvo 
tolto dil sehierazo una artelaria, e partite ; e nostri 
recuperono il sehierazo con I' artelaria restante, e 
vanno recuperando e salvando li animali, benché 
molti è sta rubati e pre>i e tolti per nostri, e venduti 
a chiozoti e altri. Item, i nimici brusono la caxa di 
sier Jacoino Morexini qu. sier Girlo, come ho scrito. 

Et veneno in Colegio oratori di Chioza e di Ca- 
valiere etc. Item, fo mandato monilion a Maran etc. 

Veneno in Colegio li oratori di l'dene, domino 
Jacomo di Caslelo dolor e domino Nicolò Zuane, et 
exposeno dil loco Cervignan preso et il modo. Item, 
si ave dil zonzer a Udene sier Alvise Dolfin prove- 
ditor. 11 Capello sta meglio. 

Et in questa matina, partì sier Alvise Mozenigo 
el cavalier va provedilor a Treviso, et portò danari 
con lui. 

Di Mirati. Di sier Alvise di Dardani provedi - 
tor. Come, juxta mandata, era eri venuto li di 
Padoa ; ma tutti è in fuga, ed etiam lui vene a Ve- 
85* niexia. 



Dil capitanio general di mar, date in golia 
a dì 4 septtmbre apresso Bocha di Cataro. Co- 
me, da Ragusi, intese molte cose e dil mal animo dil 
papa eie. Item, ricevete lettere di '24 avosto di la 
Signoria per una barcha aposta di pedota, per le 
qual li scrive sia vigilante in saper di Tarmata ne- 
mica che senteno veniva in golfo, et venendo li Irati 
da nemici con securtà di F armata, et mandasse a 
revochar le galie li scrisse mandasse in Gypri acciò 
el tosse più grosso. Tamen lui non le mandò ve- 
dendo el pericolo a mandarle, e le lene apres90 lui. 
E venendo, ancora sia inferior di armata de i nimici, 
spera in Dio haver vitoria. E cussi é venuto lì, loco 
molto idoneo, et a dì 2(>, dil Sasno, spazò 2 galie, 
una per Zara con lettere a la Signoria, la qual ancor 
non é tornata, F altra a Spalatro con lettere e Trau 
per notificarli la sua venuta e confortarle, se li acha- 
deva nulla subito li desse aviso. E questa é tornata 
con la risposta non li achade cossa alcuna. Et a di 
27, spazò una altra galia a Zara pur con lettere a la 
Signoria, per la risposta F havia auta di Puja. Item % 
a di primo, zonse le do galie di Candia molto da lui 
desiderate, e sfate longe, e li fé' gran rehufTb di quel 
i feze sopra la tosta maltese a Zerigo, et forma pro- 
cesso per governarsi come si richiede. Et perchè è 
un poco resentita una di ditte galie quando volse 
combater una barn, F ha mandata a Cataro a con- 
zar e tuor una altra artelaria. È zonlo etiam el bra- 
ganlin spazò in Puja con un suo homo vadi a Messi- 
na per saper di le armate: dice aver bufato in terra 
a Cao di Otranto, e dia tornar a levarlo. Et mandò 
do galie a quelle parie per saper el tutto. Item, e lì 
con galie 51 ritornate sieno tutte le galie mandate 
ut supra, e ben in ordine, e per via di Ragusi ha i 
nimici esser galie 20, nave et barze 40. Tamen spe- 
ra vitoria. Item, ave di Ragusi di 2, che a dì primo, 
mia do lontan de li, si ribaltò uno sehierazo cargo 
di tormenti di la Signoria, era suso alguni pasagieri 
et sier Daniel da Molin veniva camerlengo di Corto, 
el qual con altri 8 se anegò. È andato a tondi in pi* 
55 aqua. E mandò due galie a veder di recuperar, 
si poteva, qualcossa. Ha lettere uno: el voi cavarlo. 
Li ha scrito fazino el lutto per cavarlo. 

Di Padoa. Fo lettere di hore 5 in questa 
matina. Chome il campo nemico era venuto parte 
sul Piova, e voleno certo venir al Portello acamparsi. 
Nostri provedeno etc. Item, che stratioti 15 hanno 
preso verso Vicenza 4 citadini vicentini presi in 
villa, e quelli menati in Padoa. 

Et a vesporo, vene lettere di hore 10. Come i 
nimici erano venuti col campo a Ronchajete mia 4 



161 



MDIX, SETTEMBRE, 



169 



lonUn di Padon, siche voleno venir acamparsi. Loro 
é stali tutta la note in arme. Et scriveno più non si 
mandi dinari ni altro per la via dil Portello ; ma per 
86 la longa. 

Da poi disnar, fo Pregadi et letto queste lettere. 
Et anche da Constantinopoii, di sier Andrea Foscolo 
baylo nostro vene lettere di 8 avosto, molto bone, 
imo perfettissime. Il Signor turco voi esser nostro 
e far quello si voi. Et perchè fo comanda stretissima 
credenza, il sumario scriverò poi. 

Fu posto, per li savii tutti, licenliar le nave di 
Scria, e vadi sotto sier Piero Lion capitanio di Fa- 
magosla, e parti a dì 99 di questo. Et fu preso ut 
in ea. 

Fu posto, per lutti di Colegio, che tutti quelli 
hanno tolto di animali sono a Montealban e de U 
via, si vadino a dar in nota in termine di zorni Ire, 
soto pena di la forcha. Item, fo etiam preso che 
quelli hanno compra ditti animali, si vadino a dar 
in nota ut in parte. Presa. 

Fu posto, per sier Vetor Morexini, sier Nicolò 
Memo, sier Hironimo Grimani proveditori sopra la 
sanità, atento ne muora in questa terra et ne vengi 
et sia venuti una grandissima quantità di villani, vil- 
lane e puti qui scampali da' inimici, i qual non hanno 
dove star, che debino andar a star a San Zorzi Ma- 
zor, e li frati sia obligati alimentarli di pan et vin etc. 
ut in parte. Fu presa, et subito feno far una crida a 
S. Marco: tutti li villani voleno alozamento, vadino a 
presentarsi a l' oficio di la sanità. Et cussi ditto sier 
Vetor ne alozoe tutti a San Zorzi quelli poteno star, 
e parte erano altrove alozati, et nel Fontego di Tope- 
schi. E nota. Era un grandissimo pecato veder tanta 
quantità di contadini fuzir. E inimici veneno ogi a la 
Mira ; passono la Brenta, et però venene zercha 4000 
homeni e doue di villa a Lizafusina ; etiam molti a 
Margera con quello potevano e bestiami, fuzendo. E 
per la Signoria fò manda barche e fino le ganzare 
di T arsenal a levarli, adeo le strade e tutto era pie- 
no, da li qual se intese inimici fevano gran crudeltà 
contra puti e done. 

Di Mestre. Fo lettere di sier Antonio Badoer 
vice podestà e capitanio, che si provedesse, perche 
za 400 cavali erano passati a la Mira di qua di la 
Brenta, et scorziserano tino a Mestre. 

IH Treviso. Fo lettere, come haveano tajà l'a- 
qua, et che reuseria benissimo. Et aspetavano il novo 
proveditor electo etc. 

Fo Gonsejo di X con la zonta. 

Fo intralo in una materia secretissima, et dato 
sacramento al Consrjo, creili» zercha turchi, perchè 



li papalisti restono dentro. Et fo varie opinion. Par- 
tono quatordexe, tra i qual sier Alvise da Molin, sier 
Piero Capello savii dil Consejo, sier Alvise di Prioli 
savio a terra ferma, sier Domenego Trivixan, sier 
Alvise Capello savii ai ordeni, sier Zorzi Emo et al- 
tri. Et non expedita. 

Nota. Si fa per tutte le chiesie in questa terra 
•oratione, e si dice messe di Spirito Santo. Si tien si 
habbi a diliberar qual cossa grande. 86 * 

A di 15 septembre, di matina, tutta la terra stava 
in aspectation di avisi di Padoa, maxime perché eri 
inimici veneno a la Mira ; siche si desiderava saper 
T exito dil campo. Et sopravene, poi terza, lacoroo 
Marinato cavalaro venuto fuora di Coalonga et per 
la via di Vigodarzere a Camposanpiero e Noal e Me- 
stre, e portò molte lettere di retori e proveditori di 
eri, hore 19, 24 et 5 hore di note. Il sumario é que- 
sto di molte lettere vidi, et io non avi lettere. Pri- 
ma, come in quella matina i nimici, partiti da Ron- 
chete, veneno al Ponte di Graizi et Noventa, et li n 
alozono, et zercha 95 cavali veneno corando verso 
il Portello. Ussite fuora Zuan Griego con certo nu- 
mero di balestrieri a cavalo, e nota, molti volevano 
vegnir, ma il proveditor Griti non li lassò ussir, et 
scharamuzoe con inimici, di quali ne preseno do, 
chi dixe 4 et chi più homeni d' arme, morti 4 bale- 
strieri. E tra li presi fo uno di capo nominato Ga- 
spar di Stappi da Bologna, dal qual intendernno qual- 
cossa. Et hanno, per avisi, che omnino inimici vo- 
leno venir diman a camparsi a la terra da Ire bande, 
Portello, Ognisanti e Porzia, et voleno dar la bata- 
glia. Et questo hanno, per presi et altri, questo esser 
certo. Item, nostri è di bon animo. Ha tochato la 
guarda dil Portello al Griti, di Porzia al Gradenigo, 
et il Moro va atorno. 11 proveditor Contarmi è pur a 
la pinza etc. Item, è zonti molti villani fuziti lì, et in 
tutto reduti in corte dil capitanio, li persuase andar 
a lavorar in Porzia, dove fanno un bastion a reparo 
fortissimo, et lavorano la note da 1500 villani, e il 
dì lavorano 1000 homeni di la terra freschi; siche 
tra quella note e diman lo harano compilo. Item, che 
hanno a hore 18 fato meler focho in l'hospedal over 
caxa di Lazareto, eh 1 è sta gran pechato brusar tanta 
roba era lì e fabricha nova. Item, farano brusar le 
raxe verso Porzia forsi la note ; vedrà se inimici pa- 
serano, perchè tutto è preparato. Item, e la caxa di 
Nani e di sier Nicolò Trivixan proveditor eh 1 é pa- 
lasi bellissimi, e di sier Piero Marzello e il mona- 
stero di San Marco. Item, inimici hano preso quatro 
barche di viazo venivano suso, presi zercha 40 pa- 
sagieri. Item. nostri Irete tre colpi di le colubrine, 



163 



MD1X, SETTEMBRE- 



UU 



et hanno do di quelle andono fino nel campo ni 
micho. 

De Ingolferà, fono lettere di sier Andrea 

Badoer orator nostro, di 2 di V istante. Chome 

é stato a la presentia di quel re, e di la bona ciera 

fatoli, e chome é nemicho di Franza, e altri coloquii 

87 abuti insieme. In conclusion, é bone lettere. 

È da saper, ogi, a bora di disnar, i nimici veneno 
a la villa di Miran e Chiarignago e apresso Mestre si 
astalono. Fono da cavali zercha 50. Et 4 balestrieri 
veneno sino sul ponte di San Lorenzo. Tutto Mestre 
fo in arme, et Rodio cao di cavalari et Iacomo lusto 
capitanio dil devedo di Padoa, qual havia conduto 
certo preson li per condurlo a Veniexia, si feno testa 
contra inimici. Et andati più avanti, ditto Rodio fo 
trapolato da ditti inimici, che erano in arguaito, ita 
che non si sa si è morto o foto prexon. Et dopo, i ni- 
mici preseno alcuni cari di Spinca, numero 5, con robe 
e done fuzivano a Veniexia. Item, audono da i lavo- 
rudori di frati di San Zorzi, da li Capanni in la villa 
di Chiarignago, et li feno gran danni etc. come diman 
si sapera più difuso. Item, veneno in questa matina 
etiam inimici a Lizafuzina, dove erano assa 1 villani, 
villane, puti et li animali e li cari reduti, quali tutti 
non haviano potuto passar di qua, et menono via 
certi animali ; et li villani a l' incontro. Ne fo morto 
alcuni villani et do di loro inimici, et li rebateno di 
là di Uriago. Item, a le Gambarare, hanrio fatto 
danni et amazato zercha 18 villani, con occision 
etiam de inimici etc. Concludo, non si poi più navi- 
gar a Padoa, et per la Signoria fo mandate molle 
barche di trageti a tragetar ditti villani, e lutto Rialto 
era pien. Vendeano oche, anere, galine e altro per 
aver danari, et li era provisto di lo alozamento, et 
fino le ganzare di l' arsenal fono mandate a levar li 
animali et condurli in questa terra eie. 

Da Chioza, dil capitanio di In riviera di la Mar- 
ella. Fo lettere di sier Lorenzo Sagralo capitanio 
come passò la cossa a suo modo, scusandosi, et sier 
Alvise Loredan sopracomilo qu. sier Luca, qual andò 
lì e recuperò li schierazi, scrisse il tulio, et che ha 
trovato dentro fermenti, legumi e altro che galioti 
haveano tolto da li villani, cargatido mollo el capi- 
tanio sopraditlo, che per suo dettelo seguile questo 
disordine eie. ut in litieris. E come recupera li ani- 
mali, e li fa menar e condur su lio. 

Et leto questa lettera, sier Alvise Gradenigo et 
sier Marin Morexini avogad<>ri di comun messeno 
per parte che questo capitanio vengi a presentarsi a 
le prexon etc. ut in parte, et sier Filippo Sagredo 
qu. sier Alban el XL criminal suo fradello. andò in 



renga dicendo non è di vergognar suo fradello prima 
che non si vedi la verità, e disse V odio ha sier Al- 
vise Loredan contro a ditto suo fradelo, e si volseno 
dar su la piaza di Chioza. Adeo, parse a la Signoria 
non lassar andar la parte, et mandar uno scrivan a 
Chioza a far processo di questa cossa. Et cussi, sier 
Alvise Gradenigo V avogador, che andò in renga 
per parlar, contentò e vene zoso. El qual capitanio 
vene in questa terra a justificharsi, e fo manda de li 
a Chioza sier Marco Antonio Contarmi electo capi- 
tanio in Po. 87 

Fu posto, per li consieri, perlongar il salvocon- 
duto a sier Agustin di Garzoni per altri mexi 6. Ave 
45 di no, 154 de si, e fu presa. 

Fu posto, per i dilli avogadori, atento si ha che 
molti bardiamoli hanno tolto da vilani per trage- 
tarli da Margera e Lizafusina qui precii excessivi, 
che publice sia proclamato che tutti quelli si vorano 
lamentar si possino lamentar a li avogadori, e li sia 
fato raxon eie. ut in parte. E fu presa. 

Fu posto, per i proveditori sopra la sanità, che 
'1 monastero di San Nicola de Lio et di San Andrea 
di la Certosa se intendi etiam esser dato a P habi- 
tation di villani, e non vadino femene, et essi frati 
siano ubbligati farli le spexe di pan et vin etc. justa 
la parte. Et parlò sier Vetor Morexini in renga, di- 
cendo quanto havia fato a San Zorzi etc. El fu presa ; 
10 di no. 

Fu intrato in la materia magna, ut judico, de' 
turchi, e andò varie opinion de modo. Parlò sier 
Antonio Grimani savio dil Consejo, sier Alvise di 
Prioli et sier Zuan Corner savii di terra ferma, sier 
Alvise Capclo savio ai ordeni, sier Zorzi Emo et altri 
fuora di Colegio, videlicet sier Antonio Condolmer 
et altri. E compito le despulalione, andò le parte, 
et fo expedila con grandissima credenza. La qual 
materia fortassr noterò più avanti. Et Pregadi vene 
zoso a bore 2 di note. 

Nota. Ogi vidi cossi notando. Prima, porzi e pie- 
gore in chiapo in piaza di San Marco ; item, uno 
aseno con sachi di farina adosso passar per il Ponte 
di Rialto; item, il Fontego di Todeschi novo fo tutto 
empito de villani, et per le caxe di Veniexia, che 
tutti dava recapito a li soi lavoradori. Adeo, el Pa- 
doan e Meslrin era in fuga. Portavano cofani, leti, 
fermenti e altro etc. 

Et a Lizafusina, per inimici verso la chiesia ve- 
nuti et li villani a V incontro, et di villani fo morti 
zercha X, maxime di quelli aleiidcvano a tragetar 
barche et altri. E tornono poi verso Padoa over a la 
Mira ditti inimici. 



165 



MDIX, SETTEMBRE. 



166 



A dì 16 domenega. Hcssendo cri ordina far gran 
Conscjo ogi per far consier di Canaregio che mali- 
ca va, fo terminalo far Pregadi per chiamar el Con- 
sejo di X con la zonta di danari, e far provision di 
danari perchè ne bisogna. Et tutavia si mandava per 
patricii, populari, preti et altri che venisseno in Co- 
legio a prestar a la Signoria nostra. 

Di Padoa. Venne Bernardin di Chiari cavalaro 
venuto per la via di Treviso, qual partì eri matina 
di PadoH con scorta etc. Et ha con i uimici comba- 
tuto, et scapolato, et portò lettere di retori et pro- 
veditori di hore 5 di note, a dì il, et di hore 14 a 
dì 15. In le prime, mandano la deposition di quel 
Gaspar di Stalpi bolognese preso, et era ferito, qual 
dice scampava in Padoa. Or referisse il campo ne- 
88 micho omnino volersi acampar atorno Padoa, et 
verano da la banda di Porzia picola p r esser più 
debele, et la causa de venir è sta perchè l' imperator 
ha inteso che di Padoa era ussito alcune zente d' ar- 
me e fantarie e andate a la volta di Treviso e Me- 
stre. Item, disse altre particularità ut in litteris. 
Scrivono essi retori e proveditori che atendeno a 
compir li repari e bastion lì a Porzia, et che fino li 
fidi dil Serenissimo hanno portato in quella note la 
ziviera et ajulato a compirli, e altri zenthilomeni e 
condutieri, ita che sono 5000 persone che lavorano; 
siche compiti, non li stimano. Item, voriano danari 
e danari etc. Noto eri sera fo pur spazato il cavalaro 
a Padoa con lettere picole di la Signoria e non di 
altri, si non picole e in zifra. 

Di Padoa, pur di retori e proveditori, di 15, 
hore 23, vene lettere per uno vilan portate. Co- 
me, in quella matina, i nimici si partino dil Ponte di 
Graizi e venivano verso Porzia et Coalonga desten- 
dendosi di lì via, et nostri con le artellarie li saluta- 
vano. Siche, aspetano li dagi la bataglia ad ogni mo- 
do ; et nostri vano compiendo li repari, et stano di 
bon animo, et voleno danari etc. 

È da saper. In questa matina, molti sentìno bom- 
barde e fo judichato esser atorno a Padoa, et nostri 
trar fuora. E cussi fo tutto ogi, et come intesi, prin- 
cipiò questa note a hore 8, che sempre quelli stanno 
a Lizafusina i sentìno. 

Di Mestre. Fo più lettere di sier Antonio Badoer 
vice podestà et capitanio. Che si provedi e si mandi fan- 
ti e zente etc. Item, dil zonzer lì 1 50 stratioti di Trevi- 
so etc. e i nimici erano in Botenigo e di sora a Miran etc. 

Di Friul. Dil locotenente et provedi tor ge- 
neral Dolfìn. Come i nimici sono a Goricia, et vo- 
leno venir a Gradiscila. Item, dimandano danari, 
al iter quelle zente si vanno disolvendo eie. 



Di Treviso. Dil podestà et proveditori. Come 
T aqua dil Sii tajata fa optima operatione. La Bote- 
niga non ancora cussi ; ma spera farano. Vanno con- 
zando i bastioni e repari. Item, se li mandi da- 
nari eie. 

Fo parlato di proveder a Mestre e far un prove- 
ditor in Mestrina con ducati 50 al mexe. Et fato in 
Colegio il scurtinio, rimase sier Andrea Contarmi fo 
patron di barza armada qu. sier Pandolfo, da sier 
Alvise Badoer V avochato al procurator qu. sier Rigo, 
sier Zuan Contarmi fo conte a Cherso qu. sier Fran- 
cesco, sier Alvise Barbo qu. sier Zuane, et alcuni al- 
tri. El qual Contarmi aceto e si parte da matina. 

Da poi disnar, fo Pregadi. Letto lettere et licen- 
tiato a bona hora, restò Consejo di X con la zonta di 
danari etc. 

Di Cypro, fo lettere di certo caligo che daniza 
i formenti. 

Di Candia. Di oratori di Sophi zonti li, parti di 
qui, do di qual erano amalati. Item, che a Rodi 4 
nostre nave dubitavano passar carge di orzi et for- 
menti vien di Cypro. Hanno mandato a segurarle. 
Item, che vanno fabricando certe mure in la terra ; 
e altre occorenlie ut in litteris. Et hanno nova da 
Constantinopoli, che '1 Signor turco ha provisto a le 88 * 
terre maritane di presidii, per questi potentati ligati ' 
a la destrution di vcniliani. 

In questo zorno, fo mena uno balestrier preso 
da villani, el menato qui verso Lizafusina. Et fo fa- 
ma era il signor Pandolfo Malatesta, tamen, non fu 
vero etc. Item, la sera vene uno vilan partì dil cam- 
po nemico questa nocte. Dice che dito campo tutto 
eri e questa note al Portello ha tentato meter l' ar- 
tellarie, et che nostri con l' artellarie hanno fato de- 
fesa grandissima, adeo non li hanno potuto far alcun 
danno eie. 

Noto. Ogi fo fato una proclama su la piera dil 
bando in pinza di San Marco da parte dil Serenis- 
simo, che tutti quelli villani é qui con le sue arme, 
da matina si vengino a presentar. Item, quelli non 
harano arme, le saran date. Et è da saper, tutto ogi 
si atese a mandar villani a Lizafusina dove è Nicolò 
Gallo da le Gambarare con zercha 600 villani ra- 
duto, el vi è sta manda do pezi picoli de artellarie e 
do bombardieri. E voleno meterli aziò nemici non 
corino fin lì, et nostri ivi si farano forti. Etiam, al- 
tri villani anderano a la volta dil Mestrin col pro- 
veditor sier Andrea Contarmi, qual è sta electo e 
parte da matina. 

In questi zorni, si ave aviso in merchadanti da 
Lion, rome il signor Bortolo da Liviano e altri zen- 



167 



MDIX, SETTEMBRE. 



168 



thilomeni presoni erano passati de li e andati più in 
su in la Franza, et era morto quel zenthilomo era 
amalato in Savqja, qual è sier Francesco Venier 
dim capitank) a Bergamo. Tamen, suo fiol non 
levò coroto, per non saper certo. Item, di Mantoa, 
si have aviso come el Gavriana favorito olim dil 
marchese e poi, per aver fato amazar lì in Mantoa 
il Bolognese etiam più favorito et tandem fato ve- 
nirsi in le man ditto Cavriana fo retenuto per il mar- 
chese et posto nel castello di Mantoa in destreta, or 
ha auto modo di fuzer. Qual si ha inamorato ne la 
fia dil castelan, la qual li ha dato chiave, adeo con 
lui è fuzita et do fradelli dil Cavriana, et per monti 
caminando e in loco securo, et si aspetta in questa 
terra. 

A dì 17 da malina, non fo lettere di Padoa, ma 
solum questa matina si ha sentito bombardar. 

Et di Mestre, fo lettere di quel vice podestà. 
Che li stratioti erano andati fino al ponte di Vigonza 
dove erano le guarde dil campo, qual ne hanno do 
morte et cinque schavalchati, et sono tornati a Tre- 
viso. Et nota, li villani erano mandati a Mestre et a 
Lizafusina, et sier Andrea Contarmi electo provedi- 
tor in Mestrina vene in Colegio ; voleva più di 20 
ducati al mexe etc. 

Or per Colegio fo scrito a sier Piero Marzello 
proveditor a Treviso, subito con quelli cavalli vengi 
89 a Mestre. 

Et li villani si poteno haver, parte fono mandati 
a Mestre e parte a Lizafusina. Item, li signori di 
note, eri et ogi do di loro andono a Lizafusina e 
Margera a far condur qui le robe di omeni da villa. 
Et perché alcuni bardiamoli haveano robato alcune 
villane nel vogarle in qua, per li signori di note li 
fo dato su la piaza di S. Marco a do tre scassi di 
corda per uno. 

Fo publichato in Rialto una crida, tutti quelli 
hanno cavalli in questa terra, da parte dil Serenissi- 
mo li vengino a dar in nota, in pena di ducati "25 
per uno etc. ut in proclama. 

Et è da saper, erano molti cavali qui di zenthi- 
lomeni e altri citadini, mandati a tuor di le ville e 
qui conduti per più securtà. 

Vene uno vilan vien di Slrù. Parti eri a hore una 
di note, qual é ferito in una man e a Fieso fu preso 
da' inimici, et è scampato. Dice il re è alozato a No- 
venta in ca' Marzelo, et il campo di li verso Padoa 
posto, et che non hanno fin hore 23 piantato le ar- 
tellarie perchè nostri con le bombarde non li lassa- 
vano acostir, et voleno a tre bande, al Portello, 
Porzia et Coalonga darli la batagHa etc. 



Da poi disnar, fo Consejo di X simplice, et Co- 
legio daspersi. 

Di Li za f urina, di Nicolò Gallo. Come i ra- 
mici, zercha cavalli 100, erano corsi vicino 11, et 
quelli erano reduti, feno testa et fo tralo certe arte- 
larie qual è li a questo effecto di qui mandate. Adeo 
i nimici (a Padoa) non haver ancora piantalo le 
artellarie, perché nostri non li lassano acostar ; ma 
ben l'artillarie di le charete hanno Irato e fato certo 
rombo ne le mure non da conto verso San Lazaro etc. 

Item, vene uno famejo di sier Beneto Mann, 
qual era proveditor a Montagnana e fato preson 
de* inimici, qual è in campo, et parti questa matina 
a hore 2 di di di campo. Referi in Colegio che an- 
cora i nimici non haveano pianta le bombarde per- 
chè nostri non li lassano acostar, et al Portello han- 
no fato gran frachasso de inimici, amazati bou nu- 
mero, et è in campo gran carestia di pan. Quatro 
pani picoli, vai uno marzelo etc., e pur lettere di Pa- 
doa non si ave. 

Di Treviso. Fo lettere questa matina, come le 
aque fevano il dover. Rcparavano il tutto, et sariano 
ben fortificati ; siche non temeno e V aqua li va in- 
torno. 

A dì 18, questa matina, gionse Fuligino secreta- 
no dil marchese di Mantoa. Vien di Mantoa con uno 
altro, et fo in Colegio con li capi di X, nescio quid, 
et fo a visitar la matina il marchexe in Toresele con 
sier Andrea Trivixan cavalier savio a terra ferma, 
et sier Anzoto da Pexaro savio ai ordeni. E t rata no 
certa materia, credo tratar acordo mediante il si- 
gnor Zuane suo fradello qual è in campo col re. 
Etiam poi disnar fue, et la sera si parti con certa 
risposta secret issi ma etc. 89 * 

Item. Vene etiam Vigo di Camposanpiero pa- 
doano citadino favorito dil cardinal di Mantoa, et 
fue secrete in Colegio. Et fo relenuto in caxa dil ca- 
pitanio di le prexon et esaminato (da) sier France- 
sco Zustignan consier, sier Bernardo Bembo dolor, 
cavalier, avogador, sier Hironimo Querini cao dil 
Consejo di X, uno padoan chiamato Francesco da 
Ponte, qual stava in Veniexia in liberta, dicitur per 
certe lettere trovate. 

Di Mestre. Fo lettere come i nimici erano corsi 
in Botenigo, et menavano via animali. Et stratioti 
erano tornati a Treviso, et si provedi di zente, ali- 
ter el Mestrin anderà in preda. E nota, sier Piero 
Marzello proveditor zeneral è a Treviso, si aspeta 
ogi, et sier Antrea Contarmi proveditor a Mestre è 
partito, e fo spazi certe zente e fanti solo un cone- 
stabele a Mestre. 



169 



MDIX, SETTEMBRE. 



170 



Et fo fato una crida in Rialto, che tutti quelli 
hanno cavalli in questa terra li debano la matina se- 
quente presentar sul campo di San Stefano che sa- 
rano stimati e tolti, e questo in pena ut in proclama. 

Vene uno vilan vechio. Disse parti eri matina 
dil campo nemicho dove e sta prexon con do altri, 
e ha auto taja lui ducati 8 per esser povero, li altri 
do ducati 20 per uno. Sono di Miran, et é venuto 
aver la taja soa et di altri. Disse i nimici esser col 
campo in Coalonga, e non haveano pianta' le bom- 
barde, et nostri trazcva assa' artellarie, ma alte. Et 
è carestia di pan in campo, e abondantia di galine e 
carne. 

Vene uno di Camposanpiero, parti eri sera, chia- 
mato Francesco da la Porta, olim cavalaro, el qual 
io fici intrar in Colegio. Disse eri, a bore 22, erano 
zonti 12 vasfatori slati in campo e fuziti per dubito 
di le nostre artellarie che ne amazono assai, e i ni- 
mici non si ha potuto acostar a la terra ne piantarle, 
per nostri che continuamente li traze. Et che vene 
una la sera e dete sora il cao dil re che cenava in 
Coalonga in una caxa del vescovo di Ceneda Trivi- 
yixan, unde il re subito si levò e si ritirò verso il 
Ponte di Vigodarzere; e che '1 campo si é acampato 
in Coalonga. Item, in campo, è gran carestia. Un 
pan vai per uno a Camposanpiero, vai in campo 
soldi 7 ; et che è gran zente in ditto campo. 

Nota. Di 1 4 dil mexe hore 23, che fono V ultime 
lettere si bave di Padoa, non si ha auto alcuna lette- 
ra. Molti si meravejava. Etiam, non si aldiva bom- 
bardar ogi come eri, imo nulla. Tutti stava sopra 
de sì di non aver aviso di Padoa. 

Di Treviso. Fo lettere, come il proveditor Mar- 
zello la sera saria con tutti li cavalli lizieri, justa i 
mandati, a Mestre. Jtew, si ave per uno vien lì a 
Francesco Calison conestabele, come si partì di Bre- 
xa, e certo aferma la morte dil signor Zuan Jacomo 
Triulzi. 

Di Fritti e Cividal. Fono lettere. Come li fanti 
si parte, et li stratioti non vogliono cavalchar senza 
aver danari; é compito il tempo di le page etc. 
Item, i nimici sono a Goricia, minazano voler venir 
e brusar a Gradischa e Moftfalcon. 

Noto. L'altro zorno, sier Francesco Capello el 
cavalier proveditor zeneral in Friul, rilornoe in que- 
90 sta terra. É malato di febre et tluxo. 

Da mar. Fo lettere dil capitanio zeneral di Bo- 
cha di Cataro. Nulla da conto. Il sumario scriverò di 
solo. 

Da poi disnar, fo Pregadi, et a vesporo vene 
uno fator di sier Piero Bernardo qu. sier Ilironiino, 

/ Di arti di M. Sanuto. — Tom IX. 



homo di descrition, partì questa matina da Campo- 
sanpiero. Disse che quel governator e lì per V impe- 

rator, qual é veronese, nome domino di 

Grassi, ave una lettera dil campo, e letta lacrimò, e 
disse era sta amazà per nostri assa 1 homeni da con- 
to; unde lui portò qui questa nova. 

Item, Essendo Pregadi suso e disputando una 
materia, credo di turchi, parlò molti, sier Piero Ca- 
pello, sier Mann Morexini F avogador, e sier Anto- 
nio Grimani era in renga quando zonse uno parlò 
a sier Bernardo Barbarigo goveruador e altri. Or 
vene uno fante napolitano. Disse esser di la compa- 
gnia di Latanzio, et intrò in Pregadi e referì al prin- 
cipe eri, fo 17 dil mexe, limi, a hore 22, ditto La- 
tanzio con 1 500 homeni el 4 boche de artellarie su 
charete ussì fuora di la porta dil Portello, con (lor- 
dine a certo segno tutti li fanti si bassasseno. Et 
ussiti fuora, i nimici, che erano parte dil campo ivi, 
veneno a l' incontro a la scbaramuza, et Latanzio fé 
il segno, tutti nostri si butono a terra el deserò le 
artellarie et amazono zercha 3000 de 1 inimici, belli 
cavalli et homeni, et poi nostri si retirono in la terra. 
E rimase di fuora zercha 12 fanti, parte feriti altri 
fati presoni, e lui fo fato preson et ogi è fuzito via. 
Item, disse il proveditor Griti havia inteso voleva 
far impichar lì al Portello 4 zeuthilomeni venitiani, 
dicendo non saveva questa nova etc. Or tutto el 
Pregadi fo in jubilo, et non si compì la materia, et 
fo licentiato il Pregadi con grandissima credenza et 
sacramento. 

Vene uno nontio di sier Zacaria Coniarmi el ca- 
valier é preson a Lion, qual parte di Lion. Referi 
molte cosse, el messe in scriplura, et confìrmò la 
morte di sier Francesco Venier olim capitanio di 
Bergamo qu. sier Alvise a Lion. E cussi li soi levono 
coroto. 

A di 19, tutto il Colegio, maxime il principe era 
sopra di loro per non haver lettere di Padoa. Ta- 
nte*», questa note non si ha sentito a bombardar. Et 
fo fato diponcr al fante venuto eri nominato di na- 
tione neapolilano, e siete saldo, dicendo: « feme la- 
jar la testa si non é vero ». Item. vene uno altro vi- 
lan. Parlò al principe. Disse haver passa mezo mio al 
Portello supra corpi morti da ditte artellarie ; adeo 
tutti creteno questa nova fusse vera. Et nota, sette 
nostri con lettere fo spazali a Padoa, et noti si ha 
nulla di loro. 

Veneno oratori di Cividal di Friul, et fono in 
Colegio. Voleno presidio e danari perchè quelli fanti 
si parleno etc. Item, li oratori di la Patria, etiam 
loro solieilavano eie. 

12 



171 



MDIX, SETTEMBRE. 



172 



Di Mestre. Dil zonzer eri sera sier Piero Mar- 
zello provedilor zeneral, con li cavalli stratioti nu- 
mero Item, sier Andrea Contarmi provedilor 

zonse la malina, et dimandano certe cosse. 

Et noia. Fono quesla matina, per quelli capi so- 
pra i sestieri, fati a San Stefano stimar e scriver ca- 
90* valli di nostri zercha numero 

A nona, vene lettere di Padoa portole per uno 
fante venuto per il portello di Ponte Peochioso et 
passò in Terranegra, di 17, hore -20 et *24 in la Si- 
gnoria, et di hore 3 di note dil capitanio a suo fiol. 
In conclusion, come i niinici erano acampati da Coa- 
longa fino a San Zuane, et lì haveano piantato 8 pezi 
di artellarie, et il resto pianterà la note. Et haveano 
trato a la terra ; ma non feva danno, et le nostre 
feva danno a li nemici. Item, dimandano danari e 
danari, aliter farano mal etc. Et che quelli di le con- 
trade venuti lì, sono molto insolenti etc. Et diman- 
dano ducati 16 milia a ogni modo. Et nota. Le let- 
tere vieti in zifra, et cussi brevi ai fioli di retori e 
non altri. 

Et recluto parte di Colegio avanti intrasseno in 
Pregadi in camera dil principe per consultar di que- 
ste lettere et aldirle, et visto non era vero la nova 
ditta eri sera per quel fante napolitano e confirmata 
questa matina, fo terminato per la Signoria man- 
darlo a zerchar e darli il malanno trovandolo; ma 
non fu trovato. Era partito, et fo una sogia. 

Da poi disnar fo adoncha Pregadi, et Ietto poche 
lettere, et la relation di quel vien da Lion. Come il 
re di Franza è zonto a dì ~2G avosto a Lion, et che 
a Ferara ha scontrato 4000 fanti venivano in campo, 
i qual mandano fiorentini e Ferara etc. sichome il 
sumario di dita relatione scriverò di sotto. 

Fo miralo in la materia di Turchi eie. Fo dispu- 
tatoli. Parlò molli. Sier Antonio Grimaiti, sier Al- 
vise di Prioli, sier Andrea Trivixan el cavalier savii 
a terra ferma, sier Marin Morexini avogador et al- 
tri, et tandem fo expedito le lettere et preso la par- 
te, la qual fo comanda secretissima, et sacramenta 
il Consejo. Etiam, fo preso mandar certi presenti 
ad alcuni sanzachi etc. 

Et avanti il licentiar di Pregadi, veneno do fanti 
con lettere di Padoa, di 18 hore "24, venuti fuora di 
Santa Croxe et fuori di strada lino a la Cagnola, è 
lì verso Chioza, caminando la note. Et erano le let- 
tere in zifra di relori e proveditori. Come, a hore 
14, quel zorno scrisseno copioso, et i nimici erano 
verso Coalonga et haveano pianta le artellarie e tre- 
vano; ma leva pocho danno, solvm in li merli et in 
qualche caxa in la terra. Et par non haveano molto 



frequenta il trazer. Item, fevano cave per acostarsi 
più a la terra. Item, replicano danari e danari, et 
che i nimici haveano Irato molti passadori con lette- 
re, le qual le manda a la Signoria, di tenor bestiai. 
E perchè non volseno fosse dà la copta fuora, non le 
scriverò qui solo, ma sanno più avanti. 11 tenor è 
che si rendano: li farà bona compagnia, aliter li 
manderà a focho e a sacho, con occision di tutti etc. 
ut in ìitteris. 

E nota. Quelli fanti, a bocha, disseno che uno 
nostro bombardier havia fato una bela bota e roto 
una grossa artellaria dil re, e ha amazato uno da 
conto, adeo li proveditori li promeseno ducati 100 
a T anno di provisiou. 

Item, stratioti haveano preso alcuni cara di pan, 
el bote di polvere n.° 1"2 cara andava in campo. 91 
Item, disse a Padoa era sta apichato uno con un 
sajon di veludo etc. tamen in le lettere queste par- 
ticularità non era. 

Et nota. Per la Signoria, li fo scrilo lettere in 
zifra confortandoli etc. El perchè scriveno il modo 
se li dia mandar danari, questa sera li fo manda du- 
cati 16 milia secretissima per la via di Bovolenta, 
con hordine li venisseno scorta fuora a tuorli. 

Di Mestre. Fono lettere dil provedilor Marzello 
di hore 19. Come i nimici erano corsi fino a Marge- 
ra, et nostri a rincontro andati col proveditor Con- 
tarmi, et fino a quella hora era sta menato 5 preso- 
ni homeni, parte rnantoani, feraresi e cremonesi, i 
quali erano ben armati etc , ut in ìitteris. 

El Pregadi vene zoso hore "2 di note, tutti con 
la musa serata e non di bona voglia. 

È da saper, eri, in caxa di sier Moisè Venier, è 
di Pregadi, inlrò la peste, amalati Ire. E questo per- 
chè, sotto caxa, ne morì uno fo portato a Lazarelo: 
et hora in caxa sua è venula. 

A dì 20, la malina, fo lettere di 19, hore 13. Re- 
plica quanto havia seripto la sera, et i nimici quella 
nocte erano venuti verso il Portello, adeo di Coa- 
longa fino al Portello leniva il campo dil re. Et ha- 
veano prepara assa' numero de fassine, et V aqua 
atomo Padoa era molto calata, eh' è signal de sora 
V avia tolta etc. et altre particolarità, come dirò più 
di sotto. Et nota che ditte lettere vien portale per 
soldati e villani a modo brievi e in zifra. Et eri sera 
li fo seripto a Padoa non scrivesseno più a niun di 
sui, né qui fo ordinato si tolesse letlere parlicular. 
Et questo fu causa sier Vicenzo Balbi di sier Piero 
podestà di Padoa, per haver dato certa lettera a uno 
portava lettere a Padoa, el qual fo trovato da* ini- 
mici et con le lettere della Signoria, erano in zifra 



173 



MDIX, SKTTI-IMBRE. 



174 



91 



ina le particular no, et per questo fo apiehato eie. 
Siche più non si haverà di Padoa lettere durante 
l'assedio. . 

Fono menati questa matina da 1 stratioti di Me- 
stre 5 presoni fati eri, videlicet parte mantoani, fe- 
raresi et cremonesi, et uno prete con loro, quali 
erano in numero di quelli eri veneno fino a Margera 
a far danni, di qual numero ne fo morti alcuni per 
nostri etc. Or, esaminati, erano mal vestiti et fono 
dati a chi li preseno a farsi dar la taja. Et il prete, 
per certe parole dite, (o cazalo in presoli. 

Di Mestre. Vene lettere di eri sera dil mandar 
di questi presoni, et esser sta morti alcuni, et stra- 
tioti non hanno voluto far eie. 

Di Lizafusina, di Nicolò Gallo. Come eri i 
nimici parsene fino apresso lì, et nostri in arme per 
do volte, et diserato l'artellarie, si rctrassino. Itern, 
lavora lì reparo, et è quel Achiles di Bologna cone- 
stabele con li 30 compagni venuti. Et vorìa altri ho- 
meni a compir ditto lavor, et questo per manteuir 
li bestiami sono a la bassa a Lizafusina per la valuta 
di ducati forsi 10 milia cai di animali etc. 

Noto. Villane e puti andavano per la terra su le 
porte di le chiesie, e batendo alle porte dimandando 
pan e altro da viver etc. 11 patriarca li mandò alcuni 
sachi di pan, over San Salvador. Et le barche di Pa- 
doa, con bote, andavano a Lizafusina a tuor aqua 
per il ber di ditti di villa; che era cossa terribilissi- 
ma. Fu fatto una crida in Rialto, da parte de la illu- 
strissima Signoria et serenissimo principe, che hes- 
sendo venuti molti contadini qui con farine, quali le 
possano vender fuori dil fontego di la farina a chi 
le vorano comprar etc. 

Ittrn. Fo falò una crida. Tutti li contadini è qui, 
vadino damalina a Mestre dove sarà sier Alvise di 
Dardani proveditor di Miran, e se li darà le arme. 
Al qual fo ordinalo meni con sì cavali di quelli sono 
qui. Et ogi, per li deputali soia li sestieri, fo fato 
questo eftecto. 

Da poi disnar, fo Pregadi et Consejo di X con la 
zonta. 

Et vene do man di lettere, di 24, hore ... et di 
2 hore . . . di note, portate per villani. 11 sumario 
scriverò di sotto. Unum est, nostri stanno di bon 
animo auti che sarano li danari eri sera mandateli, 
ducati 10 milia. 

Item. Ogi non è sta aldito bombardar a Padoa, 
adeo, da luni in qua eh 1 e tre zorni, podio è sta ai- 
dito; che domenega si aldiva bombar la r benissimo 
a quelli stava in Terranuova. Et erano le nostre che 
se sentiva assai. 



E da sjj per. Questa matina, fo ditto esser nova 
di Padoa a bocha, ditta per chi portò le lettere, che 
nostri stratioti e cavali lizieri haveano preso 64 cara 
over casoni di pan andava di Ferara in campo, e 5 
cara per una altra via. Tamen, non era questa nova 
per lettere in Collegio. 

Et ogi fo Consejo di X con la zonta longamenle 
in Pregadi. 

Di Padoa. Questo è il sumario di le lettere ogi 
venute, et V ultime di hore 2 di note in la Signoria, et 
quatro particular di rectori. Et fo una di sier Hiro- 
nimo Contarmi proveditor di Y armada, che avisa di 
cara 22 di pan presi per nostri cavali lizieri e stratioti, 
et 3 cara di balote di ferro et polvere di bombarda 
che venivano in campo de Ferara. 

Fu preso parte nel Consejo di X con la zonta, e 
publicà in Pregadi, che li debitori dil dazio dil vin 
nuovi, eh 1 è di ducati 15 milia, et li debitori dil da- 
zio de T ojo nuovi, eh 1 è per ducati milia. debi- 
no pagar in termine di zorni 8 senza pena ; et pas- 
sadi, debino esser mandati a le cazude et pagino con 
ducati 25 per 100 di pena, e li sia venduti li stabeli 
condilionati et altro, et possino etiam esser rete- 
nuti in persona etc. ut in parte. E cussi fu posto 
per tutti di Colegio, che li debitori di le raxon nuo- 
ve, di proveditori som i officii et 3 savii sora i conti, 
debino, in termine di zorni diexe pagar, aliter sia- 
no amoniti per il Serenissimo a pagar. E non volen- 
do pagar, siano mandati a le cazude con 25 por 100 
di pena, et etiam siano li debitori retenuti in per- 
sona et se vendi li soi stabeli liberi et condilio- 
nati. I<a qual parte si babbi a meler a gran Conse- 
jo, aliter non se intendi presa. Ave 25 di no, 149 
de si. 

Fu poslo per li ditti, che li debitori di le decime 
e tanse siano a questa moderna condition di esser 
admouiti a pagar per il Serenissimo, aliter siano re- 
tenuti in persona etc ut in parte. Fo conexa. 

Fo posto per li ditti, che tutti quelli hanno auto 
doni di galie a li acresci menti, li debino andar a tuor 
in certo termine, el qual passato, non possino tuor 
altri debitori 'etc. Et fo presa, come più diffuse que- 
ste provision di danari noterò. 

A di 21, fo S. Matio, fo menali di Mestre tre pre- 
soni presi eri per nostri lì intorno, videlicet uno 
trombala, uno homo d' arme et uno ragazo. E dice- 
va il trombeta era venuto con una patente del si- 
gnor Costanlin Amili per cambiar certi presoni etc. 
Tamen, erano spioni. E fati retenir, fo il Colegio 
ad cxaminarli ogi, sier Francesco Zustignaii ronsicr, 
sier Marin Morexini avogador, sier Marco Zorzi cao 



02 



175 



MMX, SETTEMBRE. 



176 



di X, sier Alvixe Captilo inquisito!', et li examinono 
tutti tre etc. 

Noto. Eri fo leto in Pregadi le deposition di li 
presoni presi verso Mestre, quali si conformano, che 
i nimici sono 60 milia persone, e vogliono omnino 
dar la bataglia a Padoa da tre bande, Portello, Coa- 
longa e Santa Croxe ; et che l' imperator é in per- 
sona e ogni sera fanno consegli, et tieneno ha ver 
Padoa et Veniexia poi. E li francesi la voleno a sacho, 
et P imperator non voi ma voi conzar con danari. E 
monsignor di la Peliza dice dover aver dal conte di 
Pittano due. .... milia, et si voi pagar. Item, che 
hanno assa* danari in campo. 11 papa li manda. E 
aspetano sette milia combatenti; e eh 1 el duca di 
Brexvich dia vegnir con gran zente, e fanti spagnoli, 
e di fiorentini. E di vituarie, hora hanno assa' pan, 
hora e) ne manca. Item, disse la condition di le ar- 
tilarie etc. et che erano venuti in qua per calar stra- 
mi. Et altre particularità ut in depositionibus suis. 
Et nota. El prete, qual è cremonese, fu fato meter 
in prexon per certe parole usate con Batajon, che 
Veniexia presto sarà presa. 

Fo letto ogi in Colegio una lettera di Bortolomio 
Vianello a sier Luca Vendramin di 19, hore 6, que- 
sto é il sumario. Come, per messi scampati di cam- 
po e venuti de li, hanno le artillarie nostre hanno 
fatto gran danno ; morti da 500 tra piedi e cavallo, 
e fin hora non hanno lassato metter P arteJIarie 
arente la terra, solum alcuni archibusi e falconati 
hanno posto in la caxa dil Gì pela e Trivixan in Coa- 
longa con cinque canoni. E questo è a P impresa de 1 
francesi che li sono, perchè è divertidi in do parte. 
L' imperator è in Porzia pizola verso il Portello. E 
non hanno posto artellaria alcuna sotto, ma tirano 
in la terra qualche colpo, e fin' hora non hanno fato 
un danno al mondo. Se dice fanno una strada co- 
verta per venir con le artellarie sotto. Hora mai è 
zorni diexe che dicono ogi in doinan. Pur tien i ve- 
gnirano a trar, e vegnando, nostri li risponderà con 
le miglior artellarie i habino. Item, eri fono prexi 
per stratioli cara 21 di pan e vin, e cara 2 di balote, 
e 5 di polvere venia di Ferara in campo, et ogi gè 
sono sta tolti 7 cara pur di vituarie con homeni 
d' arme, dize venia di Bologna, sono parenti dil si- 
gnor Luzio Malvezo, e fati prexoni, e feridi, i quali 
havia la croxe de 1 inimici, et non sa quello di loro 
seguirano. Item, è sta tolto di Paqua bonamente 
per via di Limene; ma per questo non si resta di 
92* masenar. Et nostri stanno in Padoa di bona voglia. 

Et giunse lettere di Padoa portate da villani, di 
eri, hore "20. Come i nimici erano, il forzo, reduti a 



Coalonga, et li bombardavano quel bastion, et era 
alquanto resentito, qual per nostri si andava repa- 
rando. Stavano de bona voglia ; tuttavia è gran zen- 
te in campo nemico. Item, replica quanto hanno 
scripto avanti, et si li provedi de danari etc. Et dil 
prender di 20 cara di pan e balote e polvere; et che 
credevano darà no da matina la bataglia a ditto ba- 
stion, et bombardavano piti di P usato. A la guarda 
è Zitolo di Perosa con 1000 fanti. 

Da poi disnar fo gran Consejo, et ordinato Pre- 
gadi da poi Consejo. 

Di Chiosa. Vene lettere di sier Vetor Foscari- 
ni proveditor, di questa matina. Come sier Marco 
Antonio Contarmi capilanio, con barche de lì n.° . . . 
ben in hordine, era partito per andar a prender e 
ruinar el bastion fato per ferraresi a P Anguilara etc 

Di Mestre. Di sier Alvixe di Dardani proveditor. 
Come é zonto li, e quanto ha operato. Et fo cridato 
u arme, arme ! „ e lui a cavalo, con li pochi cavali 
ha auto et li villani e sier Andrea Contarmi provedi* 
tor, andoe verso li nimici. Tamen, non fo nulla etc. 

Noto. Si ave aviso certissimo il signor Fracasso 
esser venuto con 500 cavalli verso Camposanpiero e 
Castelfranco. 

Item, questa matina fo aldito bombardar a Pa- 
doa, ma poi disnar no. È da saper, si alde in canal 
di la Zueca e a Santa (Maria) M izor bombardar 
benissimo. 

Da poi gran Consejo, fo Pregadi, et letto pochis- 
sime lettere, si reduse il Consejo di X con la zonta 
per far una ubligation a uno Monte novissimo vo- 
glino far a P oficio dil sai. Et hanno trovato il prò' 
di due. 1 10 milia, eh* è due. 6000 a P anno, in que- 
sto modo che le 3 per cento si depositi s. ti di più ; 
item, a P ojo è eresuto s. 10 di più per mier a P in- 
trada, che tutto questo farà due. COOO ubligndi a 
questo Monte novissimo. Et fo opinion di sier Alvise 
da Molin Siivio dil Consejo. Et poi fu posto, per luto 
il Colegio, una meza tansa al Monte novissimo, ria 
esser pagata a P oficio dil sai per tutto questo mexe 
di arzenti, overo la mila in contadi e l'altra miti dil 
prò di Monte nuovo di questi paga di septembre 
che ancora non è principia' a pagar, e pagando di 
contanti, habino il don ducati 10 per cento. Item, 
sia posta una decima a questo Munte novissimo a 
pagar ut supra. Et dita parte fu presa, per la qual 
si tien Irò vera no zercha due. . . . milia. Tamen, di 
sconti sarà assa' ; ma la Signoria si servirà di dana- 
ri dil prò. 

Et licentiato il Pregadi, etiam restò per un po- 
dio Consejo di X, ma subito veneno zoso. 



177 



MDIX, SETTEMBRE. 



178 



Noto. Li danari è sia manda a Padoa, due. 15 
tnilia, con sie barche dil Consejo di X sino a Monte- 
alban, dove vera di Padoa la scorta a tuorli. £ sono 
in oro, in centure, ducati d' oro et per lettere di 
cambio nel capitanio zeneral due. ... et in domino 
Bernardin Spiron ducati 1000 e altri etc. a la dita 
stimma, eh' é quanto loro proveditori di Padoa han- 
no richiesto. 

Fu posto ogi, per li savii, certa parte di 3 per 
03 cento ut in ea. E fu presa. 

A di 22 da matma, fo referito in Golegio pesca- 
dori tutta questa notte hanno sentito fortemente 
bombardar. Et cussi tutto ogi hanno bombardato 
grandemente, e tutti sentiva é bombarde grosse a 
Padoa. 

Di Chiosa. Si ave aviso, per lettere di sier 
Marco Antonio Contarmi capitanio, come eri andoe 
verso el bastion de l' Anguilara con le barche di 
Chioza numero .... et 8 barche aute di Cavarzere. 
Si apresentò al bastion predito, qual era munito per 
feraresi, et con artellarie e combatuto P hanno preso, 
con occision de inimici e presi undexe fanti et 12 
pezi de artellarie, zoè . . . . et P hanno ruinato tutto. 
Et si non veniva 50 cavalli et 200 fanti inimici, no- 
stri andavano a Veneza et P haveano, eh* è il passo 
vien le vituarie in campo etc. 

Di Treviso. Dil podestà, etproveditor Mo- 
senigo. Come, havendo inteso certe vituarie anda- 
vano iu campo, quelli pochi cavali restati li di stra- 
tioti numero .... feceno ussir e dar adosso i nimici 
et nostri ne preseno sette. Et altre particolarità ut 
in litteris. Tamen, non se incura niun sentir di 
Treviso; tanto ne preme Padoa! 

Di Padoa, nulla era. Solum, uno aviso a li cai 
di X per uno vilan venuto di Camposanpiero, che i 
nimici haveano dà una bataja a Padoa, et erano sta 
rebatuti, et pocho manchò non sia sta preso Pimpe- 
rator che era li a presso. Tamen, questa nova fu te- 
nuta secreta in Colegio con li cai. È da saper, sier 
Francesco Falier eh' è in exilio in Cipro, ha mandato 
a far una oblation a la Signoria, si lo voi asolver dil 
bando voi pagar dil suo fanti 200 per do mexi in 
campo. Et questa gratia si ha a meter nel Consejo di 
X, tamen la voi tutte 17 balote a otegnirla. 

Da poi disnar, fo Consejo di X et 

avanti vesporo vene lettere di Padoa di 20 et poi 
vene di 21. In conclusion, le vechie vene più tardi 
di le fresche zoè di 21 avanti 20, et fo lettere in zifra 
et altre particular a modo brevi. Et le lettere di 20, 
hore b\ questo è il sumariu. Che a dì 20, fo la zuoba 
vezilia do San Matio, a hore 22, i nimici in arnie tutto 



il campo di P imperator a la porta di Coalonga, et 
dato la butaglia dil bastion a' spagnoli, a i qual pro- 
messe P imperator ducati 5000 si li dava dito ba- 
stion, et si apresentò cinque bandiere di spagnoli per 
otegnir ditto bastion con gran vigoria, havendo pri- 
ma trato assa' bombarde a quello. Et Zitolo di Pe- 
rosa, con la compagnia che era a la custodia, ordinò 
li soi stessano bassi, et montati i nimici suso, haven- 
do preparati certi fuogi artificiadi, adeo i nimici fo- 
no malmenati, morti et brusati assai, chi dice 200, 
chi dice zercha 250, adeo nostri fono vitoriosi et il 
bastion si varentò. El questo fo a hore 23 in zercha. 
Siche i nimici fono rebatuti ; ma se i nimici P baves- 
seno otenuto, saria stato mal ; et che nostri era in 
grau vigoria e di bon animo etc. Item, per le lette- 93 * 
re di hore 2 di note a dì 21, che fo eri, scriveno quel 
zorno i nimici haver bombardato assai a le mure, 
tamen non hanno fato danno, solum butato zoso 
passa cinque alle perno, et bisognava butar più 
basso volendo dar la bataglia. Item, che stralioti 
erano ussiti, videlicet domino Dominico Busichio 
et Repossi Busichio, e andati fuora a la scharainuza 
tino su li stechadi dil campo, e con uno squadron 
di todeschi scaramuzato, di quel ne hanno presi 
n.° . . et menati in la terra, et sopravene altra zente 
et conveneno ritornar in Padoa. Item, nostri stanno 
di buon cuor e reparano dove i nimici butano zoso 
e stanno allegri, et volenterosi haver la bataja. Do- 
mali aspetano la bataja, et come sperano mediante 
il Divin auxilio aver vitoria. Et in la lettera di 20, 
par che a hore 2 di note Latanzio di Bergamo con 
la compagnia ussite fuora di la porta dil Portello, et 
con soni e trombale assai, et fono a le man con i ni- 
mici, di li qual ne preseno el menoli in la 

terra. Item, examinati per esser francesi, dicono 
francesi omnino si ha a partir il dì di Sau Michiel, e 
cussi li ha scripto il re si levino, perchè a tempo 
novo lui voi venir a tuor Padoa. Item, altre relation 
disseno, utpatet in litteris. Et la sera, gionse Vi- 
cenzo Fermento atende a P avogaria, stato con sier 
Alvise Loredau dil Serenissimo tino bora in Padoa. 
Dice li danari esser za seguri, et che lui era venuto 
con la scoria et sier Sebastian Moro et 300 stratioti 
fino a Moutealban et ivi fono tolti li danari, eh' è 
mia 20 di Padoa. Siche, tien sarano passati saura- 
mente. Et nota. Francesco de la Zuecha secretano 
nostro, con 6 barche dil Consejo di X andoe fino a 
Montealban a portar ditti danari, ducali .... milia 
tra oro e moneda, et ivi erano dillo sier Sebastian 
Moro et sier Marco Bragadin con li 300 cavali di 
stratioti, et chome sarano apresso Padoa, ne dia us- 



179 



MD1X, SETThMKHK. 



180 



sir altre zente d' arme per dar spale a' nostri, et En- 
treremo per la porla di Santa Croxe, dove però i ni- 
nnici non è lì. Item, altre particularità disse di le 
cosse di Padoa, et come nostri stanno di bon animo, 
e Padoa è ben munita. In questo Consejo di X, fu 
preso che mercore, a dì 26 di l' insanie, su la piaza 
di San Marco, poi nona, su la forcha za molti mexi 
preparata e mai non operata, sia apichato per la gola 
uno Zuan Francesco da Ponte padoan stava in que- 
sta terra in libertà mandato qui da Padoa, ha uno 

fradello nominato in campo dil 

re, al qual li è sta trova lettere aute in risposta, adeo 
li avisava molte cosse di quello si leva qui. Item, 
questo havia usa eerte parole a vilani scampati qui, 
dicendo : « Se vui fosse con l' imperador. non vi in- 
traveniva questo. j> Or sarà apichato. Et fo fato vice 
cao di X, in loco di sier Ilironimo Querini amalato, 
sier Alvise Capello. Etiam, fu preso, a dì 24, a Me- 
stre sia apichato uno boaro di nation qual 

era guida di inimici a farli venir sul Mestrin a de- 
predar animali, e con soni chiamava ditti animali. Et 
cussi, fo scripto al proveditor generai Marzello exc- 
94 quissa. Itnn, ctìam ogi a Mestre fo apichato uno 
Zaneto da Leze bastardo fo di sier Domenego, et do 
padoani di Albanesi, qualli haveano depredato e fato 
gran danni e guida de inimici a venir sul Mestrin, e 
da' nostri fono presi eie. 

In questa matina, in Rialto, fo publichà la parie 
presa nel Consejo di X con la zonta. Zercha li debi- 
tori dil dazio passato dil vin e di 1' ojo, pagino ut 
superius dictum est, aliter pagino con 25 di pena, 
e possino esser astreli in haver e in persona. Et a 
questa condition siano i debitori di dadi ditti pre- 
senti. 

A dì 23, domenega da matina, vene in camera 
dil principe Rocho cao di cavalari di Mestre, stato 
preson in campo dil re. Fu preso sora Mestre, et si 
ha riscatato. Referisse esser stato in campo al tempo 
deleno la bataglia al bastion, et fo li spagnoli, di 
qual da' nostri fono morti zercha 200 e più, e che i 
nimici hanno pianta le sue artelarie in Coalonga. Ha 
hoche 20 molto grosse, e di le altre assa\ et conti- 
nuamente bomhardeno. et tien aver Padoa. E quan- 
do li soi monlono sul bastion, erano 10 milia cavali 
preparadi armadi con le lanze in resta per intrar in 
Padoa. Et francesi sono valenti homeni ; ma todeschi 
non vai nulla: et è in campo 60 milia persone. 
Item, le nostre bombarde trano in campo, vanno 
alte. Item, lui è sta davanti V imperator, qual li di- 
mandò alcune cosse, come referite, et poi fo manda 
dal signor Constanlin Amiti, e li de corda, e lui disse 



era di Levante greco, famejo di uno zenthilomo, et 
era venuto a tuor quel cavallo e arme che erano 
bellissime soe. Item, che in campo è assa' signori. 

Et nota. Di Padoa, vidi una lettera di Bortolo- 
mio Vianello è con il proveditor Griti, scrive a sier 
Luca Vendramin qu. sierLunardo di 20, hore6di no- 
te. Come quel zorno, a hore 22, cinque bandiere de 
spagnoli vene per pigliar el bastion di Coalonga, quel 
di fuora, donde per nostri con lo ajulo de Dio è sta 
morti da 230 e feridi più di altratanti, e hanno po- 
sto dopio cor a nostri ; ma schiavoni, che erano a 
quella guardia, hanno fato il dover. Et si hanno i ni- 
mici esser retirati a driedo Zudega. Da matina li da- 
nno la bataglia, e scrive certo Faspetemo con gran 
cuor eie. 

È da saper. Si ha esser con l' imperator in cam- 
po soto Padoa 3000 cavali borgognoni, capo Imbra- 
curt, et 3000 cavali alemani. El signor Zuane di 
Gonzaga vene di Mantoa in ditto campo come ora- 
tor di la marchesana di Mantoa, e Alexio, homo dil 
marchexe, andò orator al duca di Urbin per la dita 
marchesana. Etiam, in dito campo soto Padoa, è il 
fìol dil marchexe di Brandiburg. Item, il marchexe 
di Bada e il fiol conte Valentin di Baviera. Ma i ni- 
mici temevano la Signoria nostra volesse far uno al- 
tro campo «li zente a Mestre, e dando la bataja a 
Padoa, dite zente non li venisseno da driedo, e no- 
stri di Padoa ussisseno fuora. 

Di Mestre. Si ave aviso, per lettere dil prove- 
dilor Marzello. chome fé va ritornar le zente e cavali 
lizieri, e Fregosin e stratioti mandoe a Treviso, du- 
bitando per la venuta di Frachasso eie. Item, scrive 
sier Alvise di Dardani che li villani non vieneno, ai 
qual se li dà le arme e s. 8 per uno al dì per farsi le 
spexe. Adeo, fo ordina per la Signoria molte cride, 
che questi villani vadino a Mestre. Et molti ne an- 
doe, dove si tarano zenti. El quello sarà, scriverò al 

loco SUv). 

Da Roma. Fo lettere di oratori di 17 et 18. In 
conclusion, il papa era stalo a Civita Castellana, et 
era il zorno presente per zonzer a Viterbj. Item, 
haveano auto le nostre lettere con il mandato etc. et 
mandono a dir al cardinal Corner, è col papa, vo- 
riano audienlia dal papa o parte o lutti. El qual papa 
li rispose, zonlo el saria a Viterbo, in quella sera li 
risponderia. Item, come è fama de lì el re di Franza 
sia morto, overo stagi in extremis, et questo perchè 
è venuto eri lettere lì a Roma dil cardinal Aus fran- 
cese de Civita Gistelana responsive a uno si doleva 
di la morte dil maislro di casa di esso Aus lì a Ro- 
ma, in la qual dicea il cardinal haver auto una sla- 



94* 



181 



IIDTX, SETTEMBRE. 



182 



fela di Milan et haver dolor indigestibile, e che ha- 
vea visto gran cosse, ma che 1 vederla di grando 
ancora, dicendo : u Tristis est anima mea. „ Per 
le qual parole, si comprendeva la morte dil roy, o 
esser propinqua. Item, vidi lettere p:irtieular, dicea 
ogi Lunardo Bertolini fiorentino banchier ha dito il 
re di Pranza esser morto, et aversi per lettere ve- 
nute a Aus. Item, il papa parti a dì 29 di Roma. Va 
verso Civita Castola na ; col qual è andato pochi car- 
dinali, tra i qual el cardinal Corner e oggi Flisco e 
Regino. È restato di andar el cardinal Lucemburg 

per la morte dil nepote episcopo di qual 

si amalo per venir a stafeta con Aus. Item, è andato 
col papa l'auditor di camera, il datario et secretano, 
et di ogni oflìcii do, zoo do scriptori, do abrevia- 
tori ete. Et il papa ha condulo iterum la guarda ve- 
chia italiana, et V ha lassata in Roma a palazo, et ha 
dito sarà in Roma per San Lucha omnino. Si dice 
chiamerà il resto di la corte e andare in Romagna. 
Item, il pupa dette ducali 1000 a li fanti spagnoli 
vanno in campo a V imperator, e disse a V orator 
di l'archiduca che più non li dimandasse danari per 
nome di l' imperator, perchè 'l non ha modo ni bor- 
dine in el spender et simitia verba. V orator ri- 
spose se melerà ben ben modo dil tutto. Antonio 
di Piombin, fo capo de li fanti a condurli. Et a dì 
7, zonse a Roma 700 fanti spagnoli venuti di Napoli. 
Non hanno auto recapito. Voriano esser conduti da' 
veneti. E il cardinal Santa Croxe volse mandar il 
fratello per capo di li 1000. Il papa non volse, e 
quel cardinal è andato a Savina suo titulo: poi si 
apropinquerà a Viterbo il papa, fa preparar per lui 
in rocha. Sera etiam apresso San Zorzi e Sanseve- 
rino. A Roma è rimasto li cardinali vechii, e quelli 
95 non hanno voluto spender (per) andar col papa. 

Da poi disnar, fo gran Consejo, et fato consier 
di Canaregio sier Domenego Bendo fo consier, et 
altre voxe. 

Di Padoa. Vene lettere di eri, horc una di 
note. Come li danari erano zonti con gran jubilo di 
tutti quelli fanti, et domino Luzio Malvezo con la 
compagnia ussite di Padoa per farli scorta a l'iulrar 
a li 300 cavalli di stratioti erano andati a levarli a 
Montealban, mia 20 di Padoa, con sier Sebastian 
Moro et sier Nicolò Bragadin. Et par che zercha 800 
cavalli di franzesi si movesseno dil campo et audono 
verso Moncelese, unde nostri fono a le man con 
loro in le coaze, acciò in questo mezo li stratioti in- 
trasscno in Padoa con li danari, come introno. Siche 
fono a le man nostri con i nimici, et il cavallo di 
domino Luzio fu ferito in la testa. El al meglio po- 



teno, nostri introno in Padoa, che erano più di cha- 
vali 1000. Tamen, mancavano a intrar certi homeni 
d'arme di la compagnia, che di hora in hora intra- 
va, morti do stratioti di nostri etc. Item, i nimici 
bombardavano tutto il zorno e forte a Coalonga, 
dove hanno le bombarde, et maxime una grossa, 
era al Portello, 1* hanno portata de lì. Et hanno bu- 
tato zoso mure e fatto rombo, tamen il capilanio di 
le fanterie, con li soi, haveano reparalo a tutto ; si- 
che stanno di bon animo tutti, e tieu certo darano, 
ogi over luni, una bataglia. Item, hanno preso al- 
cune lettere scrile di campo a Ferara, e par che di- 
cono quelli di campo prometersi haver Padoa ; ma 
dicono è cossa difficile etc. ut in ìitteris. 

Di Roma. Vidi lettere particular, di 17, di Hi- 
ronimo di conti di Purlilia di Friul, parte dil qual 
sumario ho scripto di sopra. Avisa, come de lì si ha 
dil campo di l' imperalor esser ussiti alcuni di Pa- 
doa e andati da 1* imperator dicendoli molte gente 
d' arme da conto e fantarie veriano a suo soldo si 
credesseno haver la sua gratia e boni parliti ; e che 
facesse far una proclama di questo avanti Padoa, che 
vederia V efecto. Item, è morto lì a Roma domino 
Mariano Bertolini perusino auditor di rota, qual era 
bon venitiano. Item, par sia sta tratà tra V impera- 
tor e il re di Pranza, li dagi V impresa a esso roy, e 
lui darà a V imperator certo stalo in Borgogna. 

Item, si dice francesi hanno voluto far amazar 
il signor Constantin Amiti, el qual é sta avisato. 

Item, eri, a dì 1 G, vene in Roma Paulo Semen- 
za stato in campo, et stato amalato in strada da V ul- 
timo dil passato in qua. Item, è nova di la total di- 
solutione di Tarmata de 1 francesi videlicetle nave a 
Zcnoa, e cussi quelle de Ispagna andate in diversi 
lochi, e do nave hanno caricato formenti, è andate a 
Rhodi ete. 

Di Napoli. Dil consolo nostro fono lettere di 
quelli successi. Et par le armate cegnano voler tor- 
nar in golpho a requisition di T imperator. Et scrive 
r aviso da chi l' ha auto. 

Di Chiosa. Di sier Vclor Foscarini podestà, 
fono lettere di quelle occorenze, et sier Marco An- 
tonio Coniarmi scrive come vieti zo per la Brenta 
vechia molti corpi morti eie. 95 * 

A dì 24, la matina, fo lettere di Padoa, di 
hore 17, a dì 23. Come i nimici haveano Irato da 
400 colpi di bombarde quel zorno avanti, e buia 
zoso assa* mure di la terra. Et nostri hanno repari 
con cestoni e altro, e fato repari, ita che non sli- 
mano. Et perchè le nostre artellarie non fevano mol- 
to danno a' nemici, et però le hanno retrate e messe 



183 



MDIX, SETTEMBRE. 



184 



che bateno per costa. Item, dil venir 60 fanti spa- 
gnoli dil campo nemico in Padoa, a li qual li prove- 
ditori hanno dato soldo. Itetn, è sta intercepte al- 
cune lettere dil cardinal di Ferara scriveva a Ferara 
li mandasse polvere e presto, aliter non bisognerà- 
no più. Item, per nostri è sta roto 4 pezi di artela- 
rìe le qual é sta mandate a Ferara, et che li 800 ca- 
vali veneno contra nostri quando si portò li danari 
in Padoa, scrìveno fo per ventura non per saputa, 
perché li ditti andavano contra do oratori fiorentini 
venivano in campo dil re. Altri dicono li porta da? 
nari, e nostri deteno a le coaze loro aziò b danari 
intrasseno in Padoa, come introno, et fono a le man 
con la compagnia di domino Luzio Malvezo, come 
ho scripto, et di nostri manchava 8 homeni d' arme 
et 2 stratioti. Item, si ave il re esser reirato verso 
la Bià Lena, ed parte dil campo vanno verso Cam- 
posanpiero, altri dice verso Ferara. Et si have aviso 
i nimici haver abandonà il castello di Bovolenta, et 
che li danari zonti hano dato gran vigoria a' nostri, 
e si chiamano li danari di la viteria. 

Noto. Fu divulgato questa matina in chiesta di 
San Marco una nova, incerto auctore, che Bernar- 
din di Parma conestabele é in Padoa, et é padoan, 
qual, insieme con so fradelli bave intelligentia di dar 
una porta a la Signoria quando nostri intrò in Pa- 
doa et é sta ben provisionato lui e soi, chome ho 

scripto di sopra, et ha fanti or fo dito era sta 

da li proveditori fato retenir perché volea dar una 
porta a Timperator; et che il proveditor Griti fo 
avisato per uno frate spagnol venuto di campo ne- 
micho in Padoa. Etiam questa cossa Tintesi da uno 
portò lettere qui di proveditori, che udì dir questo 
in Padoa. Tamen, non fu vero. 

Etiam, fo dito sier Marin Zorzi dotor, fo pro- 
veditor in Bergamo et prexon di francesi, esser zon- 
to a Milan liberato, perché uno baron dimandò in 
gratia al re la sua liberation ; siche senza taja vera 
qui. Tamen, non fu vero. 

Di Ferara. Fo aviso che de lì si diceva il re 
di Franza esser morto, siebome si ha auto di Roma, 
e non fu vero. Ogi fono expediti tre conestabeli con 
fanti 100 e più per uno, et mandati a Mestre, vide- 
ìicet tre venuti di Corphù, zoé Schiaveto dal Deo, 
Jacometo da Novello et Ziprian da Forlì etc. Et sier 
Luca Trun executor fo a questo effecto a S. Zacaria 
ogi a farli la mostra e darli danari. E nota. In que- 
sta terra, era assa' fanti forestieri venuti disposti e 
armati per tochar danari, inondando la Signoria 
96 nostra feva zente. 

Da poi disnar, fo Pregadi chiamato solum per 



far li savii ai ordeni, a compiacenti! di uno cao di 
XL si. feva tuor, con promission, rimasto, refudar 
cao di XL acciò si cavi uno altro cao, per aver il ti- 
tolo di XL. Et a questo bordine, in questi tempi, 
molti con titolo, stati altre fiate za molti anni, si 
fenno tuor per intrar in Golegio e Pregadi ; tra i qual, 
eh' é za diexe anni e più, rimasi, et rimasto sic volte 
in Pregadi, et non senza pratieba, adeo havia 80 che 
mi tolleva, e fui tolto per tutte cinque man di eie- 
tion, et caziti. Et h&c satis. 

Fo in Pregadi Gonsejo di X con la zonta ; ma 
stete pocho. 

Fo posto, per i Consieri, far 5 savii ai ordeni 
justa el solito, et presa la parte, fato eletion, rima- 
seno sier Jacomo Gabriel, fo a la camera de l' im- 
prestidi, qu. sier Bertuzi el cavalier, sier Vetor Ca- 
pelo, fo auditor nuovo et synico da terra ferma, qu. 
sier Marco, sier Hironimo Barbarigo cao di XL qu. 
sier Andrea qu. Serenissimo, sier Marco Antonio 
Calbo, fo auditor nuovo, qu. sier Hironimo, sier Do- 
inenego Venier, fo auditor vechio, di sier Andrea 

procurator, el con titolo. Cazete numero tra i 

qual io et sier Lorenzo Orio dotor, fo auditor e sy- 
nico a terra ferma. E nota. È molti anni non fu tan- 
ta concorentia a questi savii ai ordeni, come é sta 
questo tempo. Et li XL non mi volse ni il Colegio ; 
ma li padri vechii tutti, adeo avi 92 balote e caziti. 

Et domente Pregadi era suso, vene grandissimo 
vento e pioza con fortuna granda, e la note piovete. 
Tamen, ogi fo sentito bombardar a Padoa. 

In questi zorni, a Padoa, per bon respeto, per 
assecurar le cosse, uno Rames spagnol, fo conesta- 
bele nostro et havia di provision a la camera di Pa- 
doa ducati diexe al mexe, fu posto in castello con 
hordine non ussisse fuori. Tamen, Maldonato spa- 
gnol, etiam provisionato, havia conduta di fanti, et 
(era) ben operato dal capilanio. 96 * 

A dì "25 la matina, nulla fu. Solum, eri fin sera 
e questa note e questa matina e sta aldito bombar- 
dar assai a Padoa. 

Fu fato comandamento, per li capi dil Consejo 
di X, a padoani e trevixani erano qui, quali do vol- 
te al zorno se dieno apresentar a la bolla da Alvixe 
de Marin deputato a questo, a darsi in nota, che de 
ccetero non vengino più in palazo, né in piaza, ni a 
Rialto si non per transito, in pena etc., ma ben ven- 
gino in la capella di San Thodaro drio la chiesia a 
darsi in nota do volle al zorno. Et questo perché 
andavano ivcizando da novo, scriveano in campo 
nemicho a li soi. Et questo ordino fu fato con voluti- 
la dil Colegio etc. 



185 



MDIX, SETTEMBRE. 



186 



Di Padoa, a nona, fo lettere di 23, hore 6 
di note. Chome i nimici havcano Irato quel zorno più 
di 300 colpi di arlellarie in Coalonga a le mure, e 
butato zoso zercha 30 passa di muro; ma non è 
molto danno, perchè nostri reparano, e poi il ruina- 
zo di le mure va sul repnro e fortificha più quello. 
Item, a hore 22, si ha presentato tre bandiere di 
fantarie e allre zente (P arme a le mure, e nostri 
messe 400 schiopeti e arehibusi a quella volta et 
trete adeo ne fono vasti molti, e cussi i nimici se 
ritraseno. Item, nostri stanno di buon cuor, et che 
stanno in arme e tien li daranno la ba taglia. Item, 
che quando treteno, amazono uno homo da conto 
vestito con un sajo listalo d' oro ; tien sia il capitanio 
di le fantarie dil re. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonla, et 
asolseno sier Francesco Falier qu. sier Piero confi- 
nato alias in Cypro sotto grandissime pene non 
possi haver gratin. Et par el se oflerissa pagar 200 
fanti per do mexi. Tamen, questo fo tenuto secreto. 

A dì 26. Fo lettere di Padoa, di 25, hore 
lo. Come la note erano stati in arme, el i nimici 
hanno bombarda grandissimamente tutto eri et la 
note, et butato assa' passa di muro zoso, ut patet 
in litteris; siche tieneno certo darano la bataglia. 
Et di 100 fanti nostri ussiteno fuora per scaramuzar. 
Et quella matina i nimici si presentono a le mure in 
amie; ma non si aproximono per rartellarie nostre 
che li treteno assai, et fo ImjI veder il populo di Pa- 
doa in arme tutto mostrando bon voler e fedeltà a 
la Signoria nostra in volersi difender. Item, dil 

scampar di uno struttolo da conto nominato 

con 22 cavali, et andato in campo de i nimici. Item, 
nostri mandono alcuni cavali lizieri e altri a romper 
le roste fate sul Bachajon, che leniva l' aqua non 
veniva in Padoa, adeo non si poteva masenar. Si- 
che è stato bona opera, et ha auto effeclo. Item, 
stanno di bon animo, et aspetano certo la bataglia. 
E nota, e sta butti a terra di le mure passa ta- 
men in alcuni lochi ha più reparato li repari. 

Di Moncelese. Si ave uno aviso particular a 

uno sia in cha' di Duodi da Sani' Ànzolo di 

Che par sia pasato de li zercha 2000 cavali di fran- 
cesi vanno verso Este per tornar in driedo, el non 
97 contenti di P imperator. 

Da poi disnar, avanti vesporo, fo apichato, |>er 
detiberation fata nel Consejo di X con la zonta, 
Zuan Francesco da Ponte citadin padoan di anni 
zercha . . qua! stava qui con do altri fradolli, et uno 
altro era in campo di l' imperator, mdeìicet domino 
Alvise el dolor. E questi fono Irati di Padoa perso- 

/ Dinrii di M. Sanuto. — Tom. IX 



speto. Or questui deva aviso al fratello di molte cos- 
se, et li fo trova una lettera adosso dil fradello re- 
sponsiva a la sua. Et colegiato da sier Marin More- 
xini avogador, sier Francesco Zustignan consier, sier 
Marco Zorzi avogador, sier Alvise Capelo inquisitor, 
confessò la verità e altri mali fati e operati contra 
la Signoria nostra. Or fo ogi apichato su la forclta 
nova e alta. Questo, venuto fuora da prexon, mai 
volse vardar niun per la faza, et la piaza era piena, 
e domente fo apichato niun cridò : Jesu, come si 
suol far a quelli é justiciati. E questo per li meriti di 
questi tristi padoani contra la republica nostra. 

Fo Consejo di X con la zonta, et fo lettere di 
Chioza che i nimici si preparavano per venir verso 
Cavarzere a danizar. Item, fo uno aviso che il duca 
di Ferara mandava 1000 guastadori in campo dil re, 
li qual, zonli a Ruigo vene discordia tra loro et non 
volseno venir più avanti. 

Tutto ogi fo sentito bombardar a Padoa, adeo 
la caxa mia sentì le bombarde e grossi colf», e que* 
sto per il vento di garbin. 

A dì 27, la matina, vene uno bergamasco in Co- 
legio dicendo vien di Brexa, et ba visto morto mis- 
sier Zuan Jacomo Triulzi a Brexa, et meterlo in 
cassa per mandarlo a Milan il suo corpo. Item, che 
a Bergamo si diceva di la morte dil re di Franza, et 
fo fato uno comandamento da parte di quel gover- 
nador regio die, sotto gran pene, niun non dicesse 
dil re di Franza, ni el nominasse fusse morto etc. 
Unde, inteso queste nove, parse al Colegio farlo re- 
tenir in caxa di uno capitanio di le preson fin si sap- 
pi la verità, acciò non sogii la Signoria nostra come 
fé* quello vene di Padoa con quella nova bufa e 
fuzì. 

Di Padoa. Non fo lettere di provedilori, ma 
solum particular molte, qual fono lete in Colegio, 
videlicet di sier Arseui Memo a sier Stefano suo 
fratello, di sier Hironimo Moro qu. Lunardo a sier 
Bernardo suo fradello, di Zuan Rtzo a suo fradello. 
Et venne Nicolò di le Taje, partì eri sera di Padoa, 
conferma. Or le lettere è di eri, hore 22. Come i 
nimici, a hore 19, si apresentò al bastion di Coalon- 
ga tre squadre over bandiere, et per fochi artiikiatii- 
posti a ditto bastion fono nel montar vasti e feriti 
molti di loro, et si ritirano, el ussite fuora domino 
tatanzio di Bergamo con la compagnia soa e inchio- 
dò, chi dice ;> chi 7 bombarde, et brusò cassoni di 
polvere, et alcuni utri di polvere condusse in Padoa 
con tre falconeti. Item, esser ussiti di P altra porla 
di Santa Croxe cavali lizieri et slratioti, li quali an- 
cora non erano ritornati. Item, in la lettera dil Mo- 



187 



IID1X, SETTEMBRE. 



188 



ro, è di più che i provetti lori hanno falò cavar tulli 
li fanti spagnoli sono in le compagnie, et non li vo- 
ghilo più a nostro soldo per sospeto de intelligentia 
con i ninnici. Or queste lettere (fo) divulgate per la 
terra, et parse di novo non esser lettere di retori ni 
proveditori, et sono venute per la via di Strà, uno 
le portò in uno carnier a soldi 2 P una ; siche el via- 
zo comenza a poter venir; pareria i nimici non fosse 
più al Portello. Etiam, fo lettere di sier Daniel Dan- 
dolo scrive di questo, et più in campo nemicho si 
dicea la morte dil re di Franza, et per questo fran- 
97 ' cesi si levava etc. ut in eis. 

Jèsu Christo, 1509, 25 septembre. 

in Padoa, a hore 23, marti. 

Magnifico fradelo. 

Un' altra mia ve scrissi a la qual non ho abudo 
risposta ; tamen, per esser debito mio, non resterò 
darvi qualche avixo di le chose nostre. E per esser 
brieve, dirò che '1 zorno de venere pasato, che fo a 
di 14 di P instante, é zonto de qua el campo, zoè al 
Portelo, Ognisanti, Porzia e Codalonga, e comenzo- 
no a saludare con archibuxi, falchoneti e passavo- 
lanti e canoui, e tutto sora via le mura. Et alozoxe 
taliani verso nui al Portelo et Ognisanti; el cardinal 
dì Ferara era alozato driedo Lazaretto, che è per 
mezo la porta d' Ognisanti. Et de questi taliani è 
capo el signor Constantin Amiti. 1 todeschi alo- 
zono pocho più in suso verso Porzia, et de questi 
é capo el re de 1 romani, e la so 1 perdona alozò a la 
Beata Elena. Et li francesi et spagnoli alozò in dro- 
mo (sic) de Codalunga, et è capo monsignor di la 
Peliza, el qual aloxò in quela chaxa da cha'Trivixan. 
E questo animoxamente corse la prima sera fino a 
la porta di Codalonga, e la note e '1 sabado piantò le 
bombarde, e la domenega, che fo a di 16, comenzò 
a bombardar, et la note piantò altra bombarda, et 
poi de zorno in zorno bombardò, fino a questa 
hora bombarda, et butado forsi diexe passa de mu- 
ro zoxo. Tamen, io pensava veder questo in tre 
zorni, nonché in undexe. I nostri, per avanti, aveva- 
no fato uno bastion in el fosso fuora de la porta e 
P hanno ben fornito. Costoro sono molto dexideroxi 
d' aquislarlo, et a questi zorni el ora che aveano re- 
messo el bombardar, che lo remeteno a hore 23 in 
24, et che nostri erano quaxi asegurati de non 
aver più bataia, pur quela note alcuni spagnoli mon- 
tono suso e fezono gran experientia per averlo. Ta- 
men, la guarda ordinaria de quello sallono a defen- 



derlo, e corseno noslri et maxime missier Zilo a 
chi é imposto per sorte questa guarda, e con fuogi et 
lanze fono cazati e morti. Da 200 de' mior spagnoli 
si (af)fogono, et uno franzese mollo reputato. Co- 
storo non pensano altro eh 1 a poter intrar con ca- 
valli, et fano forzo de aver sto bastion, perchè essen- 
do nel fosso, ruinado quello, pono admunir el fosso 
et (con) pocho poter pono far intrar cavali, el ma- 
xime trovando el teren basso dredo el bastion, che 
e a la porta. E perchè dandoghe soehorso non lo 
noria (or né tegnir, i se hanno pensado (or la via 
dil soehorso: hoc est die le noslra zente non possino 
andar, né a cavalo né a pie 1 a socorer quello. El mo- 
do é che, essendo Codalonga in pozo, et in zima de 
quel pozo è la porta e lo bastion, loro hano el modo 
de bater le mure per fiancho da una banda e da 
P altra, ita che el campo dentro da ste mure riman 
spazado et bresajado da le sue bombarde, che ho- 
meni né cavali non pono de la terra per questo cam- 
po andar a socorer quel pozo, zoè quel bastion. E se 
i nostri fano ripari apreso le mure da una banda e 
da P altra, loro trano un pocho alto sora el reparo; 
siche quelle bombarde che trano da una banda, nuo- 
xono al mezo de la campagna fino al reparo de l'al- 
tra banda, et chussì quei da P altra. A questo nostri 
uxano P arte e la diligentia. Se gà reguardi, in alzar 
i suo* ripari, a far al mezo bastioni per trar a chi li 
traze; el fanno vie coverte da poder socorer, zoé 
vie basse in una cava et el terren da la banda ; siche 
nui se rendemo seguii se non intra vien Pira del Si- 
gnor Dio contra de nui. El qual nui tuli dovemo 
cerchar de plachar, et humiliarse pregandolo che 
nel furor de P ira sua, etiam che justa sia, non ne 
voja reprender, ma con la infinita sua misericordia 
perdonar. Et a questo, vui mio carissimo fradello, 
el qual cognosso pien di charità, e da li altri sete 
cognossuto, non cessati persuader tutti quelli con i 
qual poleti, che son certo vi accreserano P amor con- 
siderando la bona opera, nui indubitatamente sare- 98 
mo victorioxi. L'altro zorno, zonse i danari che 
mandò la ili. 11 * Signoria, i qual fono mandati a tuor 
per cavali 600 de stratioti et 100 homeni d* arme, 
zoè missier Lucio Malvezo con la sua compagnia, e 
fono fino a Chioza, et de ritorno fono asaltadi da 
mile cavali franeexi, e fono a le man, e restò fendi 
di P una parte e P altra. Manchò pocho missier Lucio 
non fosse prexo. 1 danari veramente erano in gropi 
in man de più capi de stradioti, i qual corendo se ne 
vene. Tulio, a honore de Dio, ha abudo bon fin, 
etiam che sia sia de ponto (sic), come fo de i danari 
e artelarie che ultimamente vene. De le chose per 



!hr„ 



189 



MMX, SKTTKMBHE. 



HK) 



zornada passa non ve dirò, parelio saria lungo ; ma 
ogni zorno se fa qualche cosa de bon, et sempre i 
nostri pelano bora 10, hora 20 cavali, et honieni e 
fanti, et poche volte di nostri se perdono, e per Dio 
nui siamo in ordene da valentissimi homeni ! Lasa- 
nio star fanli da Veniexia che stanno a guardar mu- 
re; ma de fanti uxadi e capi, i primi d* Italia. E le 
porte sono chustodidc per nui medemi, che siamo 
seguii le chose non poi passar mal in questi lochi. 
Tuti, capi e zente, parelio esser benissimo disposti 
et aflecionati, e quaxi mostrano aver più amor a la 
chosa che nui medemi, per honor de Italia et utele 
e ben suo, considerando che, se franeexi o tedeschi 
otegnisseno questa pugna, sariano del Ulto privi dil 
viver e reputation de lor soldati ; et considerano, ©ti- 
gnando nui, prozeder fino a Milan e farsi tuti richi 
et accresser de reputation. Et fano discorsi insieme 
con nui, fazandose richi sopra i nemici e luoghi sui, 
et acomodati de' beni di rebelli. Et io fra li altri li 
affirmo con raxon che molto li piazono lutto quello 
se discorre, et metoli in el terzo zielo, e fazoli in- 
mortali de fama per esser de mente di la Signoria 
nostra farli scriver particularmente ne le croniche, 
et maxime quelli che fo' stretto abandonar terra, 
luogi suo e beni per servir la illustrissima Signoria 
nostra, non temendo schomunice né dani loro. Or 
ben pensati, li tegnimo ben edifichati, et maxime 
dicho per la parte mia. 

Questi inimici hanno tolto molto le aque de qui; 
tamen se maxena più lentamente e pur se maxena. 
Et a questi zorni fono mandati 400 stratioti verso 
Vicenza donde i slropono el Bachijon che passa de 
qui, et faza destropar. Et eri i vicentini, de mandato 
di T imperator, hano manda a stropar, e nui domati 
manderemo a ruinar. A verno in efieclo dauo ; ma 

pur seguremo e segurereino un De qui è 

buon merchado de pan, a raxon de lire 5 al stero; 
el vin lire 3 al mastelo; carne de manzo soldi 1 •/*, 
el vcdelo 2, et assai è vituarie in piaza, erbagi, fruii, 
polli, vovi. Vilani intra et esedi la Saraxinescha fino 
al Ponte Peoehioxo. E dal Portelo fino a la porta de 
San Zuane se lien serada la lerra, tamen, se non 
fuse |K?r i nostri che fariano qualche srandolo in in- 
sir mora, se tegneria, da Coalonga in mora, luto 
averto. Pensati fralelo; questa terra è mirabile et 
territorio, e per Dio! basteria a uno regno tanta 
zente, tanti viluaria che non se poria dir. So ben in 
questa terra ne son, tra soldadi, populi e vilani de 
le anime da otantamilia: cosa bela da veder et in- 
tender. Et el campo de 1 inimici da anime 50 milia 
in (IO milia ; ma homeni, da li cavali in Cuora che sono 



da 14 milia, et fanti boni che son da 1G milia, el re- 
sto sono venturieri e merchadanti che vano driedo 
bulini, et altri schalzi et afamadi che non vai 10 uno. 
Et anche de' suo' fanti, non ne son i milia che sia 
ben armadi. Horamai stentano da fame, et son cer- 
to che se 1 vegnisse uno pocho de pioza, i se perde- 98 * 
riano la mità d' essi. Voria uno sirocheto per sie zor- 
ni. E senza questo i se desperdeno, e fin hora sono 
levadi i fanti franeexi, zoé la mazor parte, et le 
zente franzese stevano levando, et per uno se parti 
del so campo eri sera, intixi se dizeva di la morte 
dil re di Franza. e tuti erano turbadi. Questo populo 
è benissimo disposto, e vede molto volentiera i zen- 
tilomeni nostri de qui, e li par non poter aver mal 
essendo nui con le persone de qui. Et 1* altra sera fo 
alcuni inimixi, a hore 3 di note, per far uno arsalto 
al bastion, donde fo cridalo : u arme, arme, „ e tutti 
se metlcssemo in arme, e fo lochada una campana a 
martello. Vi prometo, e populo e vilani corevano, 
credo da diexe milia homeni in arme, olirà le zente 
deputade. lo ne avi gran contento. 

Item. Fradel carissimo, in questa hora, a di 26 
a hore 22, i minici hano asaltado el bastion, e sono 
sta con luogo et arme rebatudi e morti molli, et i 
nostri fanti, con grande vigoria, sono saltadi Cuora et 
chorsezà fino a V arlilarie, et li hano inchiodade al- 
cune bombarde, abruxada la polvere V haviano lì per 
bombardar, e morti alcuni che guardavano l' artile- 
ria, el retornadi con gran honor. Spero sii poltroni 
si leverano con vergogna. Tamen, non restamo pre- 
gar el Signor ne doni la sua gratia. 

Se mandereti vostra letera, vi prego mandatela 
qui al Portelo donde è la mia guarda e sempre mi 
troverà, perchè dì e note son lì sempre vestido e in 
ordene. E sapiate, el ledo nostro è una tavola in 
tera con un tapedo, e mi sento megio che a Venie- 
xia, con T esperanzia de bon fine. 

Sapiati fradelo, de qui è grandissima spexa in 
fabrichar arzeri e re|>ari a soldi 10 per homo al zor- 
no a tuto omo, e sempre lavora 2000 homeni. E poi 
marangoni et altra zente, e le zente hordinarie et 
straordinarie; el infermi, zoè feridi, et altre spexe 
infinite e necesarie, che stupisco. El credete, che, ol- 
tre le spexe, ne son le robarie, che se vedessi stru- 
siar, robar a tutomo, ve vegneria pietà. Tamen, bi- 
sogna aver pazienzia e sofrir. Et io vi prego, per 
amor de Dio, con quei poseti solicilar questi pro- 
veditori habino danari, che, per Dio! se quei inan- 
ella, staremo mal. Non temo i nimixi un pollo et 
questo el temo, perchè a questi di aldiva el diavolo 
(U quei non aveano abudi i suo' danari de zorni 40. 



tot 



MMX, SETTEMBRE. 



1^2 



Bisogna aver denari, se li se dovesseno luor impre- 
sicelo da missier Jesu Clirislo. Ne altro per hora nou 
achade, se non che a voi ini racomando e aspeto ri- 
sposta. 

Non scrivo a li altri nostri amixi per esser mis- 
sier Jacoino di Pregadi, e missier Andrea Bondimier 
e missier Pelegrin non atende, et missier Marcho é a 
la boia. 

Vi prego scusatemi con loro et comunichati con 
loro. 

V.° fradelo s. s. 
Jacomo Michiel. 

In questa hora é sta fata una bella bota de una 
coluvriua trata in uno squadron de homeni d'arme, 
99 et ne é morti da 40 tra homeni et cavali. 

A tergo : Magnifico et generoso domino An- 
drete Fuscareno qu. magnifici domini Bernar- 
99 * di tanquam fratri carissimo^ A San Polo. 

Da poi disnar fo Pregadi, et Ietto di Padoa, per 
non esser di eri di proveditori, lettere particular di 
sier Arseni Memo a sier Stefano suo fradello, e di 
Zuam Rizo a Marco suo fradello, come ho scripto di 
sopra. Et questa matina, a nona, fo lettere di Padoa 
di retori e proveditori di b 25, il sumario quanto é 
scripto, et di 26, hore 14, come i nimici con fassiue 
erano in arme et si preparavano a la ba taglia, et 
ha ver con V artillarie butà zoso passa 100 di muro, 
et nostri ha reparato etc. Et di eri, di le nove, non 
fo lettere di proveditori, come ho scripto. 

Di Mestre. Dì sier Piero Marzello proveditor 
zeneral. Che va adunando cavali, fanti usati et villa- 
ni ; et s' intende V imperator voj dar la balaglia a 
Padoa. Quello voi il fazi, o andar verso il campo 
per divertir, o far altro. Item, altre occorenze ut 
in ìitteris. 

Di Treviso. Di sier Alvise Mozenigo el cavalier 
proveditor zeneral. Zercha quelli repari, e biasema 
quanto è sta fato in tempo di sier Piero Duodo pro- 
veditor etc. 

Di Udene. Di sier Antonio Zustignan dotor, 
vice locotenente, et sier Alvise Dolfin proveditor ze- 
neral. Come aspcta certa zenle, et ussirà a la cam- 
pagna, dove è li Sovergoani con 7 in 8 milia perso- 
ne. 1 nimici sono a Goricia e voleno brusar lì in la 
Patria. 

Di Lignago Di sier Girlo Marin proveditor. 
Come ha ricevuto li danari, durati T>00. È pochi. 
Voria di altri, e stanno con bon cuor. 



Fu posto, per li sa vii. una lettera a sier Marin 
da Molili consolo in Alexandria. Avisarli di le occo- 
renze presente, et debbi avisar quello armirajo e 
soldan eie che si prevaleremo, ut in ìitteris. 
Presa. 

Fu posto, per li ditti, atento domino Beitelo di 
Musoli dotor é morto, qual ha via la canzelaria di 
Cherso, che ditta canzelaria sia data a la comunità, 
con questo siano ubligati a lenir li muri in conzo e 
fabricarli etc. ut in suplicatione. Presa. 

Fu posto, per li savii dil Consejo e terra ferma, 
una lettera a sier Piero Marzelo proveditor zeneral, 
in risposta. Che inteso quanto el ne scrive, reduto 
sia quelle zente in uno, qual nui agumenteremo, in- 
tendendo i nimici voler dar la bataglia a Padoa, 
debbi andar con quelle zente fin li apresso per di- 
vertir etc., tutavia si li par, con salvation di quelle 
zente. Et fu presa, et di questa lettera comanda stre- 
tissima credenza. 

Fo leto ana deposition de uno parti de qui a di 
15 di questo, stato a Ferara. Milan et Brexa. Et re- 
ferisse molle cosse. Tra le altre, di una crida fata a 
Brexa che niun non porti barba si non di zorni 12, 
in pena grandissima, exceptuando quelli hanno legi- 
timo coroto. 

Itcm, a Bergamo, se diceva di la morte dil re 
di Franza. È sta fato una crida niun parli di morte 
di ditto re. solo gravissime pene etc. Item, altre re- 
latione disse, e dil bon voler di populi verso la Si- 
gnoria nostra. Et il Triulzi con le zente era a Pe- 
schiera alozato, partiva et va in suso verso Bre- 
xa etc. 

Fo fato li savii di Colegio ordenari, videlicet tre 
dil Consejo, sier Andrea Venier procurator, ave 15 
di no, sier Andrea Trun procurator et sier Marco 
Bolani, era savio dil Consejo di zonta. Cazete con 
titolo sier Piero Duodo, sier Nicolò Michiel procu- 
rator, sier Zorzi Emo, sier Polo Pixani el cavalier 
ave 35 et altri assa' senza titolo. Item, fato scurti- 
nio di do savii a terra ferma, tolti 37, et niun non 
passò; tolti con titolo questi: sier Antonio Condol- 
mer, sier Francesco Foseari, sier Zorzi Pixani do- 
lor, cavalier. sier Piero Landò, sier Antonio Zusti- 
gnan dotor e vice luogotenente in la Patria di Friul, 
sier Tadio Contarmi et sier Francesco Orio. 100 

A dì 28, la matina, fo bone nove di Friul per 
lettere di domino Antonio Savorgnan dotor a suo 
fiol domino Nicolò è qui, di 26, hore 3 di note. Co- 
me, hessendo zonti li cavali 130 stratioti venuti di 
Zara, in tutto zercha 300 cavali con bon numero di 
pedoni, erano slati a le man con i nimici verso .... 



m 



MDIX, SLTTKMBRK. 



1!M 



et ne era sta morti 100 di quelli conati et presi 

100; siche nostri si hanno portato ben. Et vanno con 
vigoria verso Cremons, come più diffuse scriverò 
per lettere poi venute di sier Alvise Dolfin pro- 
veditor zeneral in ditta Patria, date in Gradiscila a 
di 2(3, a hore 20, et questo é il sumario. Come eri 
sera di note montò a cavalo per quel locho, et ve- 
nendo la note, hessendo zercha mia diexe lontan da 
Udene, et per i nimici hessendo sta fìchà focho in 
una villa nostra chiamada Chlaozan, et erano cavali 
40 et fanti 300, et circondata ditta villa e messo 
ogni uno a le sue poste, esso proveditor intrò in 
quella con cavalli 25, e zerchada tutta non trovò 
nulla. Zudegono che villani havesse fato questo per- 
ché poi si scondeno in alcune machie che mal si poi 
trovarli, et cussi vene di longo a Gradischa. Et zon- 
se una hora avanti zorno, e messe in hordine una 
cavalchata, ancor che li cavalli fosseno strachi li 
pense a la volta di Goricia con bon bordine. Per 
moilo che, andati ditti slratioti insieme con domino 
Thodaro dal Borgo, e posto V arguaito, fenzendo 
mandar avanti i balestrieri, quelli di Goricia, hes- 
sendo mal uxi, ussite fuora et con grandissimo im- 
pelo vene contra nostri. I qual si portono benissimo 
et rupe et fracassoc ditti inimici sì homeni d' arme 
come li corvati e fanterie, e presi de presoni n.° . . . 
e animali grossi e pieoli, per modo che hanno fato 
bellissima preda, e corseno fino su le porle di Gori- 
cia, per modo che le artellarie comenzono a offen- 
der. E fra dilli presoni, è molli homeni da ben che 
ancora non poi saper chi, ma tra li altri è uno vilan 
fìol di uno Charzello, el qual ha fato mal assai in 
questa Patria. Et scrive, examinato el sia, li fari 
portar la pena di so 1 pechati. Et spera di aver fallo 
tassar le ale a quelli corvati e zenle barbare». El scri- 
ve fin quella bora son fuora ancora eavalli '200 di 
slratioti et ditto domino Thodaro dal Borgo, i qual è 
andati a la volta di Cremons. Tien verano con assais- 
simi animali e preso ni villani, per esser bora li no- 
stri signori di la eanquigna ete. 

Di Mestre. Di sier Piero Marzello proveditor 
zeneral. Come, con domino Alvise di Dardani et 
zercha cavali 300 e fanti el contadini bon numero, 
sono andati verso Mira, et mandato alcuni slratioti 
fino apresso il campo uemicho, et presi alcuni etc. 

Et nota. Sier Andrea Contarmi proveditor e in 
dito numerò. 

Di Padoa. Di reclori e provedilori sono Ielle- 
re di eri, hore 13, venute per la via longa. Verificha 
quanto si bave eri per lettere partirular, e come i 
nimici si apresentono al botimi di diafonia e fono 



da 1 nostri retatati, con gran danno loro, et preso 
una bandiera et do strazate. Item, di Latanzio da 
Bergamo che ussite fuora con la compagnia el fé 1 al- 
cuni danni, inchiodar bombarde, et tornato con udri 10 1 
di polvere dentro e uno falchoneto. Item, diman- 
dano danari sopra tulio etc. Et per lettere particu- 
lar, si ave di la morie lì da fluxo di sier Zuan Ba- 
doer qu. Marco Antonio, andato con li altri zenthi- 
lomeni per difender Padoa. Questo era di eia di 
anni .... 

Item. Vene pocho da poi lettere di Padoa di 
hore 5 di note eri. Come i nimici, quel zorno, havia 
bombardato non molto, ma ben hanno omnino ogi 
voler dar la bataglia zeneral. Tamen, non credeno, 
et nostri stanno di bon animo. Et per lettere parti- 
cular, si ave nostri, erano su le mure a la guarda, 
mostravano una Gala a li nemici, zoè la coda, ama- 
tandoli li venisse a tuorla. Item, esser venuto in 
Padoa uno Irombeta, el qual li proveditori lo feno 
rctenir, perchè il re fe'retenir uno altro nostro 
mandato in campo. Item, par siano fuzili di Padoa 
alcuni fanti mantoani e andati nel campo nemicho, 
quali hanno referito al re che nostri hanno fato al- 
cune cave subteranee, adeo è pericoloso a darli la 
bataglia. La qual cossa ha suspeso fin hora che 1 re 
non I* babbi data. Pur dice doman la darà ad ogni 
modo. Fo dito ogi una zanza, che 'I cardinal di Fe- 
rara, ritornando a Ferara, fu preso da villani; to- 
men, non fu vero. E che quelli francesi fono a Mon- 
eelese, fo per tuor alcune polvere di bombarda era- 
no li, e arlellarie venute di Ferara e condurle in 
campo, e cussi feno, e non per partirsi, benché si 
babbi a visi che non starano più di questo mexc di 
septembre ditti francesi in campo, ma si partirano. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta, et 
expedileno molte cosse per esser V ultimo zorno 
dillo Consejo compie. Et fo dilto che sier Lorenzo 
Capello qu. sier Bernardo, sier Hironimo Zuslignan 
qu. sier Antonio, sier Francesco Foscari qu. sier Ni- 
colò, sier Almorò Donado qu. sier Piero el sier Zuan 
Vend rimili qu. sier Alvise banditi di Consejo el offi- 
cii ad tempus jht haver compra voxe. questi hanno 
porla una gratia di esser assolti al Consejo di X, et 
voleno prestar a la Signoria ducati 300 tra loro, da 
esser scontati in le so angarie. Or non fono asolli ; 
credo non sia sta presa etc. 

Di Chiosa. Di sier Marco Antonio Contarini 
proveditor, fo leltere di ogi che sier Julio Lombar- 
do suo eognado è posto provedilor a Cavarzere, per 
veder di difender quel locho da 1 inimici con barche 
di Chioza eie. El quello seguirà, avisera. 



195 



IIDIX, SETTEMBRE. 



196 



Dil capitaniti zeneral di mar, fo lettere di 50 di 
Bocha di Cataro, et perchè non fo lete nel Consejo di 
101 * X, scriverò poi il sumario. 

A di 59, la matina, fo San Michiel, avanti il serar 
di gran Consejo, li consejeri e savii si redusseno in 
camera dil principe a lezer molte lettere in questa 
note venute. 

Di Padoa. Di retori e proveditori, di eri hore 
55. Come i nimici atendevano a bombardar mo' di 
qua da Coalonga verso i Carmeni, et trazevano mol- 
lo, et ha ver butà passa 150 di mure zoso. Tamen, 
nostri reparava. Item, esser apresenlà uno squa- 
dron tra cavalli e fanti verso el bastion di Coalonga, 
et nostri con gran vigoria li fenno ritrarsi. 

Item, il re haver falò far una crida nel suo cam- 
po: chi voi venir avanti a dar la bataglia a ditto ba- 
stion li voi dar danari, prometendoli bon numero. 
Tamen par niun vogli acetar il partido ; siche no- 
stri stanno di bon animo. 

Di Mestre. Dil Marcello proveditor. Chome eri 
andò verso Miran, et la sera tornono a Mestre per- 
ché inteseno i nimici solum bombardar, ma non dar 
la bataja. 

Di Lizafusina. Di Nicolò Gallo. Chome è lì 
con quel coneslabele da Bologna con 30 compagni, 
e la note fono in arme perchè i nimici, zercha cavali 
15, veneno mia do lontan, et in una massa ria tolse- 
no alcuni boi, et li villani, fuzendo a l' aqua, alcuni 
si anegono numero quatro non sapendo schivarsi da 
la Brenta. Et i nimici tornono indrio. Scrive saria 
bon compir il reparo, aciò i nimici non venisseno 
una note forti a tuor quelli animali, eh 1 è gran nu- 
mero, reduti mia do lontan verso Resta d 1 ajo etc. 

Da poi disnar, fo Pregadi, et letto le soprascripte 
lettere. 

Di Ingaltera. Di sier Andrea Badoer orator 

nostro di Come ha ricevuto nostre lettere. 

Andarà dal re. Et scrive dil partir di V orator fran- 
cese non con gratia dil re, qual ha mandato a dir al 
roy li mandi il tributo etc. Et V oralor li disse ha- 
verlo manda a suo padre, et il re rispose : « Mio pa- 
dre è mi, et mi son mio padre, siche 1 vojo omni- 
no etc. > Et altre particularità, ut in litteris. 

In conclusion, non è in bona con Franza. 

Fu posto, per i consieri, elezer tre savi dil Con- 
sejo di zonta per mexi Ire, et fu presa, et questo fu 
per far intrar alcuni dubitavano, come fu, di cazer 
di la zonta. El tolto il scurtinio numero nove, rima- 
seno solum do, altri non passò. Videlicet, (passò) 
sier Alvise da Molin savio dil Consejo qu. sier Nico- 
lò et sier Francesco Trun, fo savio dil Consejo. qu. 



sier Piero. Non passò questi : sier Alvise Venier sa- 
vio dil Consejo, sier Antonio Loredan el cavalier 
savio dil Consejo, sier Piero Duodo fo savio dil 
Consejo, et quatro altri. Et il Trun introe. 

Fu fato scurtinio dei do savi a terra ferma. Pas- 
sò solum sier Hironimo Querini fo savio a terra 
ferma, tolti li soliti. 

Noto. Io fui a Lizafusina ogi con sier Antonio Sa- 
nudo, sier Beneto Gabriel et sier Antonio Zustignan, 
et vidi uno vilan qual diceva venir di campo, parti 
questa matina a dì ... e che tutto il campo era in 
arme per dar la bataglia a Padoa. Diceva vegnir a 
Veniexia a portar una lettera di recapito di uno è 
prexon per ducati 55, etiam lui fu preso a Lignaro, 
nome Cecho. Or mi parse questo era spion, et tolto 105 
in la nostra barcha per condurlo a Veniexia, lo exa- 
minai, mi disse molte cosse, adeo conobi el vacilava 
a dir la verità. E fatoli paura, prometendoli la vita, 
mi confessò esser messo da Antonio Caodivacha dri- 
zato qui a uno Francesco da Brazuol padoan e a li 
Albanexi etc. Or ne parse darlo in man di capi di X, 
et cussi, smontati a San Marco, lo femo retenir, et 
fo examinato da Nicolò Aurelio de plano et poi po- 
sto in camera per inquerir meglio la verità. 

Di Caodistria. Di sier Alvise Zustignan pode- 
stà et capitanio fo lettere. Et di Mocho di sier Alvise 
Loredan castelan, et di altri. Come i nimici erano 
andati a Castelnovo passo verso Istria, dove era ca- 
stelan Damian di Tarsia, qual in questi zorni fo le- 
vato de lì e posto un zovene per castelan di anni 13, 
et ivi è solum compagni Or par ditte zente ale- 
mane li habi dato do bataglie, a la fine lo preseno ; 
siche è perso. 

Dil capitanio zeneral, di Bocha di Gilaro . . . 



El ogi, in Pregadi, fu fato la nomination de li 
electi di la zonta, justa il solito, tolti numero 175, 
et il Consejo di X novo introe, fato capi di X di 
octubrio sier Alvise Grimani, sier Alvise Emo et sier 
Lucha Trun slati altre fiate. 105 

A dì 30. Fo il zorno si fa la pruova di la zonta 
in gran Consejo, et reduti li consieri in camera dil 
principe, fono lettere. 

Di Padoa. Di retori e proveditori, di eri hore 
18. Come haveano i nimici tutta la note e fin quel 
hora bombardato, et con mortari Irato in la terra, 
adeo vene una piera grossa di lire 130 di peso in 
Corte dil Capitanio. Itenì, a hore ... si apresentò al 
bastion di Coalonga 5 bandiere de' inimici, tra ale- 



197 



MDIX, SETTEMBRE. 



198 



mani, spagnoli e taliani, et nostri li lassò montar 
suso, poi con fuogi artificiali e con lanze comba- 
teno, adeo fono rebatudi, con occision di molti di 
loro, adeo le fosse restono piene di corpi di morti ; 
siche nostri stanno con bon animo, non stimando 
detti inimici. 

Di Roma. Fo lettere di oratori, di 23. Come 
hanno de li auto aviso, per lettere di 17 da Bologna 
e di Ferara, il campo nemicho haver auto bon nu- 
mero di zente alemane sì da piedi come da cavalo, 
et erano ritornali al Portello. Item, si ha de li, per 
più vie, il re di Franza esser infermo di una egritu- 
dine solita haver, la qual è butata in etiche Et per 
lettere quel zorno zonte di Franza, conferma il lutto. 
Di la qual egritudine, dicono in podio tempo morirà 
et non viverà fino a Nadal. Et è sta suspeso le in- 
trade de tutti i benefìcii per il re nel stado di Milan 
e Franza, si de' cardinali come de altri, per causa di 
uno episcopato zi molli zorni vachato in Provenza 
e conferito per il papa a uno provcnzial contra il 
voler dil re, adeo esso re l' ha auto tanto a mal, che 
feze suspcnder le intrate di V abazia di Chiaravalle 
et Zereto e di altri, linde, il papa ha scrito in Fran- 
za per adatar questa cossa, per la qual par el cardi- 
nal Pavia sia molto imputado per i trutamenti fati 
per avanti con ditto re di qua da' monti. 

E par il papa babbi mandalo per dito cardinal, e, 
trovandolo in defetto, lo castigerà gajarda mente, e 
de primo ha dito non voi li stagi in palazo. Siche, 
quesle cosse occoreno a cui fa gran fatti. Item, che 
'1 re di romani ha dimandato danari al papa, atento 
che T ha speso in la impresa di Padoa grandissima 
quantità di oro; e servendolo, promete far gran cos- 
se e di gran reputazion di la liga. E il papa li ha ri- 
sposto non voi far niente, e si '1 farà belle cosse le 
sarano per lui, e non voi trazer, et che si '1 papa 
fusse certo el dovesse haver Padoa li daria danari ; 
ina si pensa ben che tutto V oro dil mondo non li 
faria etc. 

Item, essi oratori hanno zerchato con ogni stu- 
dio il papa vogli ad me ter qualche uno di loro a la 
prese ntia sua per exeguir i mandati di la Signoria 
nostra per la lettera aula, el in quella matina, per 
uno breve al reverendissimo cardinal Grimani ve- 
nuto, il papa è contento esso cardinal vadi con uno 
di essi oratori li a Viterbo. E cussi, a dì 25, partirà 
con sier Hironimo Donado dolor ; ma tieneno que- 
sta andata sarà frustra, e si darà reputazion e con- 
zerà le sue cosse con Franza et Maximian. Item, di 
Napoli fono lettere in rncrchadanti. zerte galie sotil 
103 dil re di Spugna e dil (ìobo Zustignau zenoese sora 



Ponza sono sta assaltate da 27 fuste di mori, et essi 
mori hanno preso tre galie, zoé do dil Góbo et una 
di Villamarin e le altre disipade e fuzide. Prima fu 
ditto era sta Camalli, et che la Signoria nostra V ha- 
veva fato far. Item, il vescoado di Gvidal di Bellun, 
il papa T ha dato a domino Galexe. 

Di Lignago. Fo inteso per alcuni venuti, come 
i nostri Zuan Forte et Marco di Rimano in quelle 
bande haveano, con ajuto de 1 villani, fato un bon 
butin di some 14 di seda andavano da Vizenza a Ve- 
rona, le qual valevano da ducati milia et ducati 

35 milia di contadi, chi dize 5000, che uno francese 
chiamato el cavalier Biancho li portava di Verona in 
campo. El qual francese fu preso per nostri in Trevi 
e lassato con sacramento tratar di contracambiar li 
presoni con nostri e poi tornar. Tornò una volta ; 
ma la seconda non ha pili voluto tornar et de là è 
restalo. 

Di Friul. Fo lettere di sier Alvixe Dolfin pro- 
veditor zeneral de occurrentiis. 103* 

Copia de una lettera scritta per el Zitolo di 
Perosa a Piero di Bibiena, et letta in gran 
Consejo a dì 30 setembrio 1509, el dì di la 
zonta. 

Magnifico missier Piero mio. 

Per doi altre mie ve ho significhato qualmente 
questi nostri inimici hanno dato doi bataglie, et che 
alfine sempre hanno staccato et partitosi con loro 
grandissimo vituperio vergogna et danno. Hora, in 
questo ponto, sono de novo venuti al bastione dove 
fo deputato ad la custodia ordinatamente, et li hanno 
facto prova, et con scale et con ogni altra cosa opor- 
tuna de pigliare el prelibalo bastione. Et noi, vide- 
licet io et la mia compagnia, habiamo facto in modo 
che de loro ne sono restali pieni i fossi de morti et 
senza alcuna nostra lesione. Se ne sono partiti, et 
cosi spero far sempre ; che quanti ce ne capiterano, 
tanti ne resterano morti. Siche, ve prego confor- 
tiate et exortate questi nostri illustrissimi signori a 
star de bona voglia et non dubitare, perché tutte 
queste cose sono grandissimo fundamento de una 
gloriosa et triunphal Victoria, et spero in Dio che già 
habbiamo fabricato due role del nostro plaustro 
triumphale. Bene valete. 

Ex Padua, die 29 septembris, hora 13."* 
1 50JÌ. 

Vester 
ZiToi.us Perusints. 



199 



IfDlX, SETTEMBRE. 



200 



A tergo : Al mio magnifico missier Piero da 
Bibiena, in Venetia eie. A San Stefano. 

Et perché si ave aviso di Padoa molte persone 
di Veniexia mandate per le contrade venivano in 
questa terra, et Nicolò Gallo di Lizafusina scrisse 
questo, dove é sier Sebastian Zorzi qu. sier Alvise 
deputato li, or la Signoria chiamò li Signori di no- 
te, e ordinato do di loro vadino, uno a Lizafusina 
r altro a Margera con oficiali, a far quelli zoveni ve- 
nivano tornaseno indriedo. Et cussi, ogi vi andoe 
sier Pelegrin Venier el signor di note qu. sier Jaco- 
mo, verso Margera. 

Et fo compito, di balotar la zonta. Passono so- 
luta 55, et cazete molti soliti rimagnir, li nomi di 
qual sarano qui soto posti. Et solum cazete do ve- 
chii per la età, ma soliti a intrar, sier Zuan Surian 
et sier Zuan Batista Soranzo con titolo di sai. 



Questi soliti a intrar cazeteno di la eonta 

e non passoe. 

Sier Zorzi Pixani dotor et cavalier, fo savio a terra 

ferma, qu. sier Zuane. 
Sier Zorzi Emo, fo savio dil Consejo, qu. sier Zuane 

el cavalier. 
Sier Domenego Contarmi, fo capitanio a Verona, 

qu. sier Mafie. 
Sier Polo Pixani el cavalier, fo capitanio a Padoa, 

qu. sier Luca. 
Sier Francesco Foscari el cavalier, fo podestà a Pa- 
doa, qu. sier Alvise. 
Sier Alvise da Molin,.fo savio dil Consejo, qu. sier 

Nicolò. 
Sier Polo Capello el cavalier, fo consier, qu. sier 

Vetor. 
Sier Zuan Gritti, fo podestà et capitanio a Rimano, 

qu. sier Beneto. 
Sier Antonio Condolmer, fo savio a terra ferma, qu. 

sier Bernardo. 
Sier Francesco di Garzoni, fo podestà a Verona, qu. 

sier Marin procurato^ 
Sier Piero Landò, fo savio a terra ferma, qu. sier 
104 Zuane. 

Sier Zuan Mocenigo, fo capitanio a Padoa, qu. sier 

Piero. 
Sier Francesco Orio, fo savio a terra ferma, qu. sier 

Piero. 
Sier Zuan Venier é di Pregadi, qu. sier Francesco, 

zenero dil Serenissimo. 



Et rimase primo di bai ole sier llironimo Savor- 
gnan qu. sier Pagan con titolo, fo mandato apresso 
sguizari, et fo cossa novissima far un zenthilomo fo- 
restier nel nostro Consejo secreto. Ave balote 714 
et 122 di no. Rimase molti novi e non soliti rima- 
nir, tra i qual sier Andrea Badoer eh' è ambassador 
in Ingaltera qu. sier Zuane, sier Alvise Dolfin é pro- 
veditor zeneral in la Patria di Friul qu. sier Dolfin 
e altri ; et sier Ferigo Contarmi è proveditor a divi- 
da) di Friul qu. sier llironimo passò di tre ballote, 
ma non introe perché do altri da cha' Contarmi ave 
più balote. 104 

Copia di una lettera di V imperator, tratta 
in Padoa con veretoni a dì 10 septembre 
1509. 

Maximilianus, Divina favente clementia 
Romanorum imperator, semper Augustus. 

Significhamo a tutti capitani, proveditori e sol- 
dati, cussi da cavalo come da piedi de lo exercito 
veneto quali de presente se atrova ne la cita nostra 
de Padua ; similiter etiam a tutti li nobeli, citadini, 
comunità et a V universo populo de dita cita, come, 
sperando nui che non scordandovi del comune co- 
modo et salute vostra, et ben examinate le occoren- 
ze de li tempi presenti dovessi tandem ritornare 
al vero e legitimo signore et principe vostro, siamo 
andati un tempo retenuti de non venire a la obsi- 
dione de la predita terra nostra de Padoa, et vi ha- 
biamo concesso spazio et tempo assai da pensar et 
provedere a Y utele et bene vostro comune. Hora, 
compulsi e constreti a la obstinatione e rebelione 
vostra, ne la quale obdurantemente perseverate non 
vi partendo da' venitiani inimici e rebelli de la fede 
apostolicha e nostri, havemo determinato et conclu- 
so, senza più dimora e interralo, con l' ajutorto de 
lo onnipotente Iddio, acamparsi a le mure de que- 
sta cita nostra de Padoa, et quella con el potentissi- 
mo nostro exercito e con innumerosa artellarta asali- 
re, le mure e repari e munizione vostre minare e de- 
stinerò, e vui tutti, e beni e robe vostre, a l'exercito 
nostro dare in preda. Rechiedendovi tamen, avanti 
la impia ruina de si preclara cita, avanti l' achada a 
cagione vostri, che ritornando a magiore conside- 
ratione de) bene vostro comune e de la conservato- 
ne vostra e salute de le moglie e figlioli vostri, su- 
bito e senza alcuna retardatione vogliate rendervi et 
ponervi ne la clementia e benignila nostra, perché 
ne dubitemo che, posta che habiamo la obsidione 



201 



MDIX, SETTEMBRE. 



302 



a la citi et comenzato a tirare la artelaria, per la 
gnndesa de lo exercito nostro e per la varietà de 
diverse lengue e natione, quando vi vogliati poi ren- 
dere e pentire de la obstinatione vostra, non possia- 
mo nui retcnire lo impeto e furore di le gente no- 
stre, et vui allora indarno reccrchati lo ajulo et mi- 
sericordia nostra. In che ne potereti pigliare exem- 
pio de li altri lochi quali li giorni passati ne haveano 
rebelato. E nui niente di meno prosequendo la ju- 
sticia de la presente nostra guerra contra exeomu- 
nichati intrediti e segregati di la Catholicha Ecclesia 
e comunione de cristiani, con lo ajulo de Dio, etiam 
facendo voi ogni resistenza, non dubitamo de aqui- 
stare la desiderata vitoria. 

Data in castris felicissimis die 10 r° septem- 
bris, anno Domini 1509, regni nostri Romano- 
rum XXIIIL 

Subscriptum, ad mandatum domini Impera- 
toria proprium. 



105 



Copia de wtw altra lettera de Vimperator, tra- 
ta in Padoa con veretoni a dì 22 septembre 
1509. 

Maximilianus, Divina favente clenientia, 
dectus Romanorum imperato)' y seniper Angu- 
stia eie. 

Considerando noi in questa nostra terra di Pa- 
doa ritrovarsi bon numero di capitani! et capi, sì de 
gente d' arme come di cavali lizieri e fanti, et oltra 
questi, esserli ancora molta gente da cavalo et da 
piedi; per esser noi amatori di ogni persona di va- 
glia et precipuamente di quelli che ne l'arte militare 
hanno de la lor virtute facto prova, siamo induci! 
per le presente nostre admonir amorevolmente tutti 
li prefati capitami, capi et genti, die, da la receputa 
di questa, lasciando questi rebelli de Santa Maire Ec- 
clesia et nostri et inimici infestissimi de tutta la re- 
puMicha cristiana subito et con ogni celcritate, vo- 
gliano ussirc de ditta terra, et come veri cultori de 
la fede cristiana, debiano venire a noi come veri et 
legitimi patroni di la terra, non volendo deviare 
de la via justa, et refusando de morire in ira et in- 
dignatone de nostro Signor Dio et damnati a li per- 
petui et eterni suplicii, secondo ci tenore de lo inter- 
tlicto della Sede Apostolici^ emanalo et publicato. 
el quale non è levato, \\v revocato, come intendiamo 
vi viene persuaso falsamente, ma ancora persiste 

J Dm ni di M. San UT< i. — Tutu. IX. 



nel suo vero et vivo vigore contro venitiani et qua- 
lunque li presta adjuto et favore; daché non potè 
veruno esser absoluto da altra persona che dal Su ru- 
mo Pontifìce. Et se alcuno de li autedicti capitami, 
capi et gente, come indubitatamente se confìdemo, 
aprirano li ochi et serano obedienti a questa nostra 
jussione, sotto parola di principe et fede cesarea 
prometemo vederli volentiera, et grassamente ace- 
ptare a li servigli nostri dicti capitami et capi, con 
farli augmento de 1 stipendii et loro provisione, per 
modo che se chiamarono de noi ben contenti, reco- 
gnosendosi haver provisto uno tracio a la salute de 
de lor anime et a I honor et utililade de li corpi; 
facendo certissimo cadauno che da lo imperiale no- 
stro exercito non receverano nocumento né lesio- 
ne alcuna, né in le persone, né in le robe, anzi da 
tutti come da noi in prima sarano racolli con più 
aflecto et tractati honorificamente. Et simelmente, le 
gente da piedi et da cavalo che partendosi da 1 ve- 
nitiani interdicti et maledicti haverano recorso a noi, 
senza molestia alcuna da tutti sarano ben visti, et 
faremo provisione effettuale die non receverano in- 
juria né contumelia alcuna, anzi li certifichamo che 
immediate li faremo militare contra li spurissimi 
turchi inimici de la fede et nome cristiano cum sti- 
pendii perpetui, provisione, doni et remuneratane 
amplissime. Et quelli che a le preditte imprese et 106 
expeditione vorano et delibererano esser con noi a 
participar de la gloria et premii, se retirino ad una 
porta de ditta terra, certifichandoli che non man- 
cheremo in cosa alcuna de prestar ogni auxilio et 
favore a tanto justo et commendabile et sancissimo 
proposito et desiderio, comparendo dove fia bisogno 
e noi in persona armata manu con li nostri. El de 
presenti, se alcuni voglino far questo eflecto et re- 
dursi ad una porta, ne lo furano intender, che, come 
é dicto, non se li mancharà. Et quelli che per qual- 
che rispetto judicarano esser più expediente expe- 
ctare la bataglia nostra, simelmente, facendolo sape- 
re, serano soccorsi et salvali cum careze et doni. 

Datce in castris nostris felicissimis apud 
Paduam, die22septembrio, anno Domini 1509, 
regni nostri Romanorum XXIIIL 



Subscriptio. Ad mandatum domini Impera- 
toris proprium. 1 06 * 



li 



903 



IID1X, SETTEMBRE. 



204 



Copia di uno mandato dil re di romani gene- 
ral, scrisse per tutti i lochi e terre vicine a 
Padoa quando era per levarsi col campo di 
ditto assedio. 

Maximilianus, Divina f avente clementia, Ro- 
manorum imperator, semper Augustus eie. 

Fideles dilecti etc. 

Non dubitamo ve sia manifestamente cognito 
come li venitiani inimici nostri, rebelli de la Santa 
Ghiexia, exeomunichati, interdicti et maledecti, per 
poner a mina tutto questo paexe circumvicino, nelli 
mexi passati da poi la rebelione di Padoa hanno ra- 
duto in ditto loco le forze sue, con proposito di 
astracame, non perché spierano di restar vincitori 
contra tante potentie qual sono unite contra loro; 
ma per far minare insieme con loro tutto questo 
paexe. Unde noi, desiderando obviar a simel incon- 
venienti, benché la imprexa di Padoa, per lo grande 
exercito et munitione li si trova dentro ne paresse 
difficile, niente di mancho, per non manchar di al- 
cuno debito et offitio nostro, havemo voluto andar 
in persona alla obsidione di ditta terra. Dove, fatto 
ogni prova et diligentia, et minata grandissima par- 
te di muri, et usato ogni inzegno per superarla, ha- 
vendo ritrovato et compreso, con consiglio de tutti 
li principi et capitami nostri de diverse natione et 
lingue che sono apresso de noi de presente, non 
esser ben possibile per forza vincer ditta città per le 
grande munitione, repari, artigliane et zente che se 
trovano dentro ; e però lo assalto e la bataglia esser 
pericolosa, e più presto de rizerchar altri remedii 
con li qual securainente se possia vincere che appo- 
ner tante zente et cussi nobeli personagii a la fortu- 
na ; imperò, ne ha parso, lassato lo insulto da uno 
canto, per adesso retirar lo exercito nostro da le 
mure in locho dove, seguri dalle sue artellarie, pos- 
siamo con tempo e con ogni altra provixione e con 
torli la speranza de soccorso et vituarie costrenzerli 
a spontanea dedilione. Restando adonque lo exercito 
nostro de qui, et ha vendo bisogno di vituarie, si per 
li homeni come per li cavali, ve rechiedemo, per el 
zuramento ne havete fatto e per la debita vostra ob- 
servantia verso noi, vogliate far ogni debita provi- 
sione che tutte le vituarie se trovano ne la terra e 
teritorio vostro, si per homeni come per cavalli, 
quanto plui sia possibile se conducha nello exercito 
nostro, perché sarano a tutti integramente satisfa- 
ti. Et perché sono alcuni lochi a imi rebelli, eprce- 
107 cipue Lignago, nel qual se atrovano alcuni inimici 



che vanno danizando el paexe, havemo etiam dispo- 
sto che parte de lo exercito nostro vada a la obsi- 
dione de ditta terra, per liberare in circuito lutti li 
vezini quali possano esser da ditto locho dannizati. 
Et havendo etiam noi di bisogno di alcuni guasta- 
dori, si per questa impresa di Padoa come per 
quella di Lignago, vui che sete plui vicini di Pa- 
doa, farete provisione di guastadori 50 che ad ogni 
nostra requisitane se possano mandar de lì, fazen- 
doli le solite provisione di le spexe loro. Et in que- 
sto che ve dizemo, ve portarete talmente che cogno- 
samo con eflfeto la vera fede et observantia vostra 
verso noi, et non sia de bisogno plui dover seri- 
vervi, perché noi, dal canto nostro, non vi manche- 
remo a tutti li honori, comodi et conservatone vo- 
stra. 

Date in castris nostris félicissimis apud 
Paduam, die primo octobris, anno Domini 
1509, regni nostri Romanorum anni XXIIII. 

Ad mandatum domini Imperatoris prò- 
prium, 

E. Tergestinus. 

A tergo : HonorabiUbus, fidelibus nobis dile- 
ctis, potestatis ac deputatis ad utilia oppiai 
nostri Montugnance. \ qj * 

Copia di uno capitolo di lettere scrite a la Si- 
gnoria nostra per li rectori di Padoa et pro- 
veditori generali, a dì 8 di septembrio 1509, 
qual è notado in Notatorio di canaelaria. 

Mandamo a la excelentia vostra, in execution di li 
mandati de quella, la description de li zenthilomeni 
et provisionati per loro conduti per defension de 
questa cita. Sono fin qui in tutto zentilhomeni 174, 
citadini 23, provisionati 645. 

Li infrascripti zenthilomeni sono venuti noviter 
da Veniexia, et apresentatisi justa la oblation fata a 
illustrissima Signoria insieme con li proveditori in- 
fra dechiariti, a li quali se li ha tolto nome, cognome 
et padri sui. 



provisiontti 



Sier Antonio Loredan qu. sier 
Mathio 

Sier Aguslin da Mulla qu. sier 
Polo 

Sier Lunardo Emo qu. sier Al- 
vise el cavai ier 



cavali 3 n.° 17 



205 



UDIX, SinTLMHRE. 



2<M> 



prò visiona ti 

Sier Bendo Vituri qu. sier Alvise, 

a cavalo n.° 10 

Sier Francesco Basejoqu. sier Piero 
Sier Domenego da Molin qu. sier 

Bernardin 

Sier Francesco Gradenigo qu. sier 

Nicolò, a cavalo 

Sier Francesco ì àf . ni 

Mudazo qu. sier Polo 



Guoro di sier Hironimo . 



Sier Zacaria 

Sier Michiel Bon qu. sier Fantin . 
Sier Lunardo Foscarini qu. sier Za- 
caria 

Sier Anzolo 

Sier Zorzi 

Sier Nicolò Trivixan qu. sier Piero, qu. sier 

Baldisera 

Sier Bernardo Pixani qu. sier Francesco 

dal Bancho 

Sier Andrea Capelo qu. sier Domenego . . 
Sier Marco Antonio Memo di sier Lorenzo . 
Sier Hironimo Moro qu. sier Lunardo . . 
Sier Piero Orio di sier Bernardin qu. sier 

Piero, a cavalo ........ 

Sier Hironimo Contarmi qu. sier Piero 
Sier Francesco Zen qu. sier Bacalano el ca- 

valier 
Sier Trojan Bolani qu. sier Hironimo . 
Sier Andrea Valier qu. sier Antonio 
Sier Tlioma Memo di sier Nicolò 
Sier Andrea Lion qu. sier Alvise, qu. sier 

Jacomo 
108 Sier Agustin Valier qu. sier Bertuzi . . 
Sier Alvixe Pizamano qu. sier Francesco 
Sier Piero Morexini di sier Batista . . 
Sier Francesco Bembo qu. sier Domenego 
Sier Antonio Zorzi qu. sier Francesco, qu 

sier Hironimo 

Sier Gregorio Pizamano qu. sier Marco . 
Sier Marco Gradenigo j qu. sier Fedrigo 
Sier Hironimo I Dieno apresentar. 

Sier Bernardo Boldu qu. sier Filippo 
Sier Nicolò Lion qu. sier Andrea . . 
Sier Sebaslian Navajer di sier Michiel 
Sier Alvise da Riva di sier Bernardin 
Sier Nicolò Erizo di sier Batista . . 
Sier Zuan Paruta qu. sier Alvixe 
Sier Bonifazio Paruta qu. sier Alvixe 
Sier Zuan Baxadona di sier Andrea 
Sier Marin Falier qu. sier Luca ) 

Sier Alvixe Baxadona qu. sier Alvise > 



2 
1 

3 

2 
1 



C) 

1 

2 

3 



5 



2 
5 
4 



proviaimutl 



2 
2 
3 
1 
1 



Sier Alvixe Zorzi qu. sier Antonio el cavalier n/ 
Sier Piero Contarmi qu. sier Antonio . . » 
Sier Daniel Barbaro qu. sier Zacaria, qu. 

sier Matio 

Sier Vetor Diedo qu. sier Baldisera . . . 
Sier Andrea da Molin qu. sier Bernardo, qu. 

sier Andrea 

Sier Zuan Corner di sier Alvise .... 
Sier Marin Michiel qu. sier Alvise, qu. sier 

Mafio 

Sier Gasparo Contarmi qu. sier Francesco 

Alvixe 

Sier Francesco Corner di 
sier Zorzi cavalier prò- 
curator 
Sier Zuan Francesco Ma- 

lipiero di sier Troylo 
Sier Piero Trevixan di sier 
Domenego cavalier pro- 
curator 
Sier Calarin Zen di sier 

Piero 
Sier Zuan Emo di sier Zorzi , con cavalo 

uno 

Sier Tiberio Minio di sier Luca .... 
Sier Vicenzo Michiel di sier Nicolò dotor 

cavalier procurator 

Sier Bertuzi Contarmi di sier Andrea . . 
Sier Cyprian da Mosto di sier Borlolomio . 
Sier Zuan Morexini di sier Hirouimo . . 
Sier Vetor Duodo qu. sier Zorzi > a ^^q 
Sier Luca Miani qu. sier Anzolo ) 
Sier Simon Lion de sier Thoma .... 



a cavalo, tutti 
con 4 altri 
a cavalo e 
provisiona- 
ti .. . 



2 
1 

2 
2 

3 
1 



G 



j 



30 
5 

3 
2 
4 

2 

5 
4 



Zenthilomcni 64 . . . n.° 130 108* 



Sier Jacomo Surian qu. sier Michiel 

Sier Alvise Barbaro qu. sier Za- 
caria cavalier procurator 

Sier Hironimo Marzelo qu. sier 
Antonio, qu. sier Jacomo 

Sier Piero Mozenigo di sier Lu- 
nardo qu. Serenissimo 

Sier Viceuzo Pixani qu. sier An- 
tonio, qu. sier Marin 

Sier Marco Zorzi qu. sier Hironi- 
mo el cavalier 

Sier Andrea Barbaro di sier Al- 
vixe 



provisioMti 

. u.° 2 



a cavalo » 1*2 



207 



UD1X, SETTEMBRE. 



508 



Sier Zuan Francesco 
Sier Antonio 
Sier Alvixe 






prò visiona ti 

Zuan Rota ! n.° . . 

Sier Marco Trun qu. sier Antonio ...... 

Badoer di sier Ja- 
como, qu. sier Sa- 
bastian el cavalier, 
a cavalo . . . 
Sier Juan Alvixe Soranzo qu. sier Benelo . 
Sier Zuan Badoer di sier Marco Antonio . 
Sier Hironimo Soranzo qu. sier Beneto. . 
Sier Piero Loredan di sier Alvixe da San 

Thomà 

Sier Constantin da Molin 

Sier Hironimo Zustignan di sier Marin . . 
Sier Polo Bragadin qu. sier Zuan Alvixe, a 

cavalo 

Sier Piero Polani qu. sier Jacomo i 
Sier Zuan Batista Zane qu. sier Alvixe ) 
Sier Francesco Grimani di sier Hironimo, 

di sier Antonio 

Sier Hironimo Lion qu. sier Piero, con tre 

cavali 

Sier Zuan Lion qu. sier Francesco . . . 
Sier Marco Miani qu. sier Anzolo . . . 
Sier Marco Antonio Foscarini di sier Al- 

moro 

Sier Lorenzo Honoradi qu. sier Francesco . 
Sier Lunardo Foscari qu. sier Nicolò . . 
Sier Pietro Zivran di sier Francesco . . 

] da Molin qu. sier 
Sier Marco Antonio f Filipo, quali hanno 
Sier Zuan Francesco 1 servito molti zor- 

] ni e serveno . . 
Sier Vicenzo da Molin qu. sier Filippo . . 
Sier Andrea Grioni qu. sier Marco 
Sier Alvise Baffo qu. sier Mafio 
Sier Almorò Grilli qu. sier Homobon 
Sier Filippo i Vendramin qu. sier Lu- 
Sier Andrea \ nardo 

Sier Nicolò Boldii di sier Alvixe . . 

109 Zenlilhomeni n.° 37 . n.° 1 10 

prorisionati 

Sier Alvise > Zuslignan qiL sier Unfrè . n/ > 5 
Sier Lorenzo ) 

Sier Piero Antonio Falier qu. sier Thomà . » 4 

Sier Fauslin Dolfin qu. sier Hironimo . . » 2 

Sier Agustin Moro di sier Marin .... » 2 

Sier Matio Orio qu. sier Zuane .... » 2 
Sier Marco Antonio Contarmi di sier Andrea, 

qu. sier Carlo, a cavalo » 1 






» 
» 



1 

5 

55 

13 

1 

1 

7 
5 
7 



9 



1 



provisiouati 

Sier Zorzi Valaresso qu. sier Marco . . . n.° . . 
Sier Zuan Pixani qu. sier Francesco dal 

Banco » . . 

Sier Marin Contarmi qu. sier Bortolo > t j 
Sier Gasparo Zancharuol qu. sier Marco > 
Sier Jacomo Contarmi qu. sier Zuane, qu. 

sier Antonio 

Sier Zuan Contarmi qu. sier Anzolo . . 
Sier Batista > Mianj di sjer Po)o Anlonio , 
Sier Jacomo ) 

Sier Za caria Gradenigo qu. sier Zuane . . » 
Sier Marco Moro qu. sier Bortolomio . . » 
Sier Piero Marzelo qu. sier Vetor da la 
Zuecha, a cavalo, con 6 balestrieri a ca- 
valo, tutti con sue arme et cavali a sol- 
do et spese sue, et serve za molti zorni 
con tre stafieri, in tutto . . . > 

Sier Urban Bolani di sier Alexandre 
Sier Francesco Lippomano qu. sier Zuane 
Sier Thomà Michiel di sier Piero 



10 
5 

5 
2 



Zentilhomeni n.° 21 . n.° 58 



Li infrascriti sono popuìari (cl>e) andono a 
servir con li modi sono andati a servir li 
zenthilomeni. 

proviaionati 

Marco Antonio Maza di Zuan Stefano . . n.° 5 
Michiel da Ponte qu. Hironimo, do cavali 
Hironimo Arnoldi qu. Francesco 
Agustin Rizo qu. Zuane 
Piero Gonella de Antonio 
Anlonio di Franceschi qu. Silvestro 
Amadio de Tibaldo qu. Zuane 
Domenego Bianco patron di nave 
Francesco Rizo qu. Zuane . . . 
Baldin di Garzoni qu. Alvise . . 
Hironimo Grasolari qu. Antonio . 
Nicolò Pasqualin qu. Alvise, a cavalo ben 
mati a so spexe da V aquisto in qua 
Zuan Bomben qu. sier Piero . . . 
Dimitri Bastardopulo qu. Constantin 
Santo Sanxon qu. Cristoforo . . . 
Alvise Trivixan qu. Francesco . . 
Hector Zon qu. Marco . . . 

Zorzi Mainardo de Nicolò .... 
Antonio Malombra de Bortolomio a cavalo » 
Vicenzo de Girando, per nome de Girardo 



ar- 



> 



8 



3 
1 
1 

«2 109* 
3 
3 

7 

50 

9 






309 



MDIX, SETTEMBRE. 



210 



provbtionati 

spizier. capilanio di le prexon di Me- 
stre, con n.° 10 

Domenego | Ciera qu. el reverendo do- 

Polo I mino Piero > 4 



Pupillari i>.° 23 . n.° 8i 



Altri zenthilotneni. 



provisionati 



n. % 



Sier Piero Grifi qu. sier Homobon . . 
Sier Antonio Contarmi qu. sier Zenlil 
Sier Marco Trun 

Sier Andrea Contarini qu. sier Marco 
Sier Donado da Leze di sier Michiel, a cavalo 
Sier Nicolò de Mezo q. sier Santo, a cavalo » 
Sier Nicolò Michiel qu. sier Francesco da 

Santa Malgarila » 

Sier Jacomo Zen qu. sier Alvixe, qu. sier 

Marin » 

Sier Thomà Michiel qu. sier Zuan Mutio 
Sier Stefano Ferro qu. sier Antonio . . 
Sier Lunardo Dolfin qu. sier Vetor . . 
Sier Anzolo Michiel di sier Toma . . 
Sier Juan Francesco Marcelo qu. sier 

Fautin 
Sier Alvise > 

Sier Andrea I Crili ^ sier Franccse0 
Sier Ilironimo Michiel di sier Alvise 
Sier Alvixe Marcelo di sier Zuan Fran- 
cesco 



1 



27 



8 



> 


i) 


» 





» 


2 


> 


1 



HO Zenlliilonicni li. 17 . n.° 57 

provisionati 

Sier Mafio Bernardo qu. sier Beneto, cava- 
li 2 n.° 12 

Sier Beneto Morexini qu. sier Justo . . . > 9 
Sier Francesco Bragadin qu. sier Vetor, ca- 
valo uno > 3 

Sier Alvixe Bon qu. sier Ilironimo, cavalo 

uno > 3 

Sier Batista Contarini di sier Girlo ...» 6 
Sier Zorzi Loredan di sier Marco Antonio . » 4 
Sier Marco Lombardo qu. sier Lunardo, per 
nome di sier Marco Antonio Contarini 

qu. sier Alvixe » 7 

Sier Arseni Memo qu. sier Zorzi . . . . » 1 
Sier Alvixe Foscari di sier Francesco el ca- 

valier » 12 | 



provixionati 

Sier Marco Contarini di sier Thadio, qu. sier 

Andrea procurator n.° 4 

Sier Ilironimo Morexini di sier 
Piero 

Sier Alvixe Foscari qu. sier Ni- 
colò 

Sier Andrea Bragadin di sier ) a cavalo . > 17 
Francesco 

Sier Jacomo Foscari qu. sier 
Nicolò 

Jacomo Bianco qu. Antonio ' 

Sier Fantin Bragadin di sier Zuan Alvixe 
cavali do . . . 

Sier Piero Marcelo di sier Zuane da San 

Gregorio » 2 

Sier Zuan Barbarigo qu. sier Antonio, qu. 

sier Ilironimo procurator » 4 

Sier Heclor Loredan qu. sier Nicolò . . 

Sier Nicolò Vcndramin qu. sier Zacaria 

Sier Zuan Antonio Zustignan qu. sier Mar- 
co da San Moisè » 2 

Sier Francesco Contarini qu. sier Alvixe . » 5 

Sier Marin » 

Sier Polo f Bembo qu. sier Hironi- 

Sier Zuan Alvise l mo qu. sier Zorzi . » 5 

Sier Domenego ] 

Sier Alexandro Bembo qu. sier Zuane . 

Sier Gaspare Valier qu. sier Stefano . . 

Sier Ilironimo Pixani qu. sier Francesco dal 
Banco 

Sier Zuan da Mosto di sier Francesco . 

Sier Zuan Maria Malipiero qu. sier Piero 

Sier Marco Antonio Erizo qu. sier Antonio 

Sier Piero Trun di sier Silvestro . . . 

Sier Jacomo Michiel qu. sier Biaxio . . . > 3 

Sier Zuan Dolfin qu. sier Ilironimo ...» 3 

Sier Michiel Barbarigo qu. sier Andrea qu 

Serenissimo » 1 HO* 



Zenthilomini n.° 35 
Stimma summarwn. Zenthilomeui 

Citadini . . 
Provisionati 



n 



115 

174 

23 

645 



Tutto, . n.° 844 

Sier Zuan Diedo qu. sier Alvise a di 13 

avosto ducati 15 

Sier Alvise Soran/o qu. sier Vetor a di 

17 ditto » 110 



211 



MDIX, SFTTEMBRE. 



212 



Sier Zara ria Loredan qu. sier Lucha a di 

27 ditto ducati 

Sier Francesco Arìmoodo qu. sier Ni- 
colò a di 27 dillo » 

Sier Nicolò Balbi qu. sier Marco a dì 
27 dillo * 

Sier Francesco Barbaro qu. sier Daniel 
a di 31 ditto » 

Sier Fanlin Querìni qu. sier Anzolo a di 
31 ditto » 

Sier Jacomo Corner qu. sier Domenego 
a di 31 dillo » 

Sier Zuan Balista Falier qu. sier Thonia 
a di 12 setembrio » 

Sier Marco Bragadin qu. sier Zuane a di 
12 dillo > 

Sier Zuan Contarmi di sier Marco An- 
tonio 

Sier Piero Zustignan di sier Fraucesco . 






25 

25 

25 

25 

25 

25 

12 

25 

25 
25 



Tulti questi andono con homeni numero diexe per 
uno, salvo che il Falier che menò la mila. 

A sier Alvixe Soranzo fo manda a Padoa ducati 100 
perché havea homeni 100 a Padoa, de i qual 
homeni 30 erano per conto di sier Andrea da 
Molin qu. sier Mann. 

Exemplum litterarutn capitami ceesarei ad 
illustrissimum ducem et Dotninium Vene- 
• tiarUm. 

Enricus Dei grafia Brunsuigi ac Luneburgi dux, 
ac sacratissimi Romanorum Imperatoris supremus 
capitaneus ac locumtenens, illustri Leonardo Laure- 
dano Venetiarum duci, juxta temporum qualitate 
salutem. Intelleximus, crebris auctoribus, vos prae- 
ter justum belli usum omnemque nobilitatis con si - 
derationem et respectum, omnes quos sub alis et 
obedienlia, fido et observantia Sedis Apostolica? 
Sacratissimique Imperatoris ac conslantissimorum 
con fodera torum mililantes et existentes caplivos 
tenetis, artius debito variisque vinculorum generi- 
bus inhumanisque tormentis aflligere, et qui dete- 
rius est, aliquos variis ingeniis neci tradere. Qua? 
res etsi nobis omnino displiceat, nec christianorura 
bello conveniat, ipsaque tyrannide in subditos et 
annexos caesareo culmini exortenda minime liceat, 
cum ipse Sacratissimus Imperator jusle et pie prò 
juribus propriis provintiis atque dominiis pieno 
jure sibi spectantibus lacessilus ac provocatus justis- 
simum ducat bellum. Poluissemus quidem, simili 



et crudelitate et tyraiinide justius in vestros utì, cum 
longe plures ex veslris caplivos teneamus, quos pie 
ac tolerande traclamus, imo, misericordia impulsi, 
ingentem nimirum pupillorum, foeminarum, puefla- 
rum, etiam omnis conditionis caplivorum, libero» 
libenter ac pie absque onerìbus remisimus, et io 
multos magis officio patris quam belli debito usi su- 
mus; abstinuimus praeterea ab incendiis, et qua» fe- 
cimus, magis in admonilione quam devastatane 
fieri commisimus, neminem enim prorsus latet quod 
si nostra voluplas et animi cupido foret incendiis, 
hormeidiis ac rapinis in vestros ferre, obtulissent et 
se oflerunt quotidiana? occasiones quibus nec vestro 
ingenio nec vestris viribus obviare possetis, quibus 
multa milia captivorum ducere omnemque Forìjulìi 
Palriam ferro ac fiamma usque ad arborum radice» 
extirpare possumus. Quare considerata, magis mi- 
ramur vos a tyrannide in ipsos caplivos non absti- 1 12 
nere, cum ad obedientiam Serenissimi domini nostri 
Osareaeque majestatis, Christiana? religionis effectus, 
conferentia? stimulus, Sacratissima? Majestatis Cesa- 
rea? legiptima, juslissima et prorsus clarissima causa 
et occasio ipsos merito ad monitis vocaverit ac impu- 
lerit. Et si singula justo sinceroque corde ponderave- 
ritis et ex Deo estis ac Christiana fide profitemini, 
ipsos omni culpa, labe ac macula carere merito ac 
jure judicabitis. Nec omitlimus pensitate qua? enor- 
mia vestri in nos egerint et agant, qui fides datas 
violant, nulla prorsus promissa observant, nuncios, 
heraldos armorum, officiales, (ubicines quos et jus 
gentium ac belli usus et observantia securos reddit, 
abjecto pudore spoliarunt et irreverenter tractarunt; 
qua?, suo tempore, juxta compensatone exquiren- 
tur. His itaque consideratis, per pra?sentium latorem 
ca?sareum armorum officialem et heraldum Austria 
nuncupatum ac nostras patenles litleras vos admo- 
nendum et cohortandum duximus, ut omnes et sin- 
gulos caplivos cujuscumque status, pra?minentia?, fa- 
cullalis, nationis sive conditionis existant, quos in 
obbedientia, fide, observantia Sedis Apostolica?, Sa- 
cratissimi Imperatoris et confoederatorum hoc pre- 
senti bello reti bus vestris intricastis et caplivos ha- 
buistis, aut sint alemani, aut galli, aut romani, aut 
hispani, aut itali, aut croati, nullis demptis, ad justas 
conditiones relaxetis, et mitius, et mililantes nobiles 
et cives dc;et Iractetis, et ab nece et tormentis in 
illos prorsus abstineatis Leonardum de Dresseno et 
quoscumque veronenses, vicentine», patavino» et 
alios in debita justaque obedientia divi Caesaris ca- 
ptos et interceptos, ut alios milites Sedi Apostoli- 
I ca? ac Sacratissimi Oesaris subditos et annexos Ira- 



MD1X, SETTEMBRE. 



213 

ctetis, sicut honestaii et christianis convenil. Si vero 
perseverare velitis in duritia ac in captivos tyrannide, 
avisamus vos quod tunc inviti astringemur pium 
nostrum animum in hostilem furorem convertire, 
quod tamen cupidius obmittere quani ferocilate in 
112* aliquos irruere cupiamus. ltaque, veslrum erit eli- 
gere quod velit, si juslis conditionibus et milibus 
tractamentis in captivos cesareae partis usi fuerilis, 
offerimus pares vices ; si vero tyrannide in illos exer- 
cueritis, nobis pariter et pares et forte grandiores 
non deerunt compensationes. Qui bus de rebus, et 
quomodo intelligatis de captivis in hoc bello agen- 
dum esse, cupimus per praesentium latorem caesa- 
reum heraldum vestris litteris cerliores fieri, nos ad 
mones pias justas equascumque conditiones cupide 
offerentes. 

Datum in castris noslris felicibus apud Goriliam, 
die 24 augusti, anno Domini 1509. 

Caesareus armorum cancellarius 
HeiNRicus Herideri eques. 

Die 9 septembris 1509, in Rogatis. 

Leonardus Lauredano Dei Gratia dux Venetia- 
rum etc. Illustri domino Henrico duci Brunsvigi ac 
Luneburgi, Caesareae majestatis supremo capitaneo ac 
locumtenenti. Non potuimus non commoveri lectione 
litterarum excellenliae vestrae quas Austria ctesareus 
armorum ollìcialis et heraldus nuper ad nos detulit, 
datas die 24 mensis praeteriti. Siquidem videmus ac- 
cusali in plurimis, et ab omni veritate et ab ingenio 
ac insliluto nostro prorsus alienis. Neque id a seri - 
bimus excellenliae vestre, cujus bonitas et prudentia 
est nobis explorato, sed iis qui et (alia relulerunt et 
institerunt ut ejusmodi lilterae ad nos scriberentur. 
Non consuevimus saevicies aut lyrannidem exercere, 
nihilque est magis a veneta republica abhorrens, quae 
non propria libidine et parliculari passione, sed mi- 
tissimis et juslissimis legibus conslat et gubernatur. 
Narrat excellenlia vestra juslum geri conlra nos bel- 
lum, quod, quale sii, omnibus patet, cum nulla pc- 
nitus legitima causa nobis fucril illalum. Et in hoc 
nolumus diutius immorari, ne modum litterarum 
113 excedamus. Ex multis, unum dicemusquod est om- 
nibus manifestum, paulo post initas inducias trien- 
nales per tot et lales viros Iractatas et legittime con- 
clusas ac solemni juramento firmatas, in nos, nil tale 
timenles nec suspicanles quidcm vcluli omni ralioni 
repugnans, factum fuisse hoslilem irruptionem nullo 
oflensionis genere prcrlermisso. rum etiam. sponto 



214 



nostra, loca omnia superiore anno justo bello a no- 
bis capta, ob summam nostram erga caesaream ma- 
jestalem observantiam et devotionem, illi promptis- 
sime resliluissemus. Possunt decipi homines; pos- 
sumus nos ipsos scducere nobis ipsis et sensibus 
nostris nimium blandeutcs ; Deus certe falli non po- 
tesl, cui aperta sunt quae corda et cogitationes ho- 
minum inluentur, cuique in oculto et abscondito 
est nichil. Sed haec in praesenti ni issa faciamus. Ha- 
bemus captivos complures praestantes viros Caesareae 
Majestatis milites et subditos divino numine in po- 
testatem nostram deductos, quos nedum impie et 
inhumane, ut scribitis, affligimus multoque minus 
neci tradimus, verior etiam omni officio et quibus- 
cumque commodis, ut par est, prosequimur : nec eis 
quisque deest quam sola facultas discedendi, quia 
imo magnum gregariorum militum et peditum nu- 
merum a nostris captum et ad nos perductum li- 
bere dimisimus inoffensos, ac etiam pecunia nostra 
prò viatico donatos. Et haec est crudelitas ; haec se- 
vitia; haec tyrannidis exercitatio nostra. Pro his nos 
habemus ; prò his nobis rcpenditur quicquid inhu- 
manum, saevium et inaudilum dici aut excogitari 
potest. Qualia sint incendia, violentiae, rapinae, deva- 
stationcs, homicidia, nulla aetatis, sexus aut locorum 
ratione, nulla in Deum reverenlia aut timore habito, 
strupia, incestus virginum, prostituliones, etiam Deo 
dicatarum, sacrilegia et omnifaria crudelitates quae a 
caesareo exercitu et militibus commissa sunt et com- 
miltentur, passim conspiciunlur, ab omnibus praedi- 
cantur. Non ipsis tabcrnaculis in quibus Sacralissi- 
mum Corpus Domini nostri lesu Christi collocatum 
fuerat perperuerunt; et quod sine horrore et lacri- 
mis dici a nobis non potest, ipso Sacratissimo Cor- 
pore projeclo, super additis quoque verbis scoele- 
stissimis, divina omnia foedissime prophanarunl. Cap- 
tivi nobiles nostri, et ex eis aliqui in ipsis locis ex- 
cellentiae vestrae subjcclis, in catenis delinentur et 
immanissime tractantur, ut nobis est relatum. Hic 
certe scimus esse praeter mentem Majestatis Cesareae: 
licci verissimum est et notorium ab ipsius militibus 
fuisse perpetrata, qui quotidie magis ac magis ac- 113* 
cendi videntur, et in christianum sanguinem crassan- 
tes debachari. Inviti haec dicere coacti sumus excel- 
lentiae vestrae, ut ipsius litteris et malivolorum ma- 
ledictis respondeamus. Christianorum miseriam et 
calamitateli! data est enim et a Deo potestas atque 
auctoritas christianis principibus ulSanctissimumno- 
men suum ab infìdelium rabiem tueantur, et tamen, 
conversis in Christiana viscera christianorum armis, 
maxima et opportunissinja praebclur infidelibus oc- 



19!) 



MD1X, SETTEMBRE. 



200 



A tergo : Al mio magnifico missicr Piero da 
Bibiena, in Venetia eie. A San Stefano. 

Et perchè si ave aviso di Padoa molte persone 
di Veniexia mandate per le contrade venivano in 
questa terra, et Nicolò Gallo di Lizafusina scrisse 
questo, dove é sier Sebastian Zorzi qu. sier Alvise 
deputato li, or la Signoria chiamò li Signori di no- 
te, e ordinato do di loro vadino, uno a Lizafusina 
T altro a Margera con oficiali, a far quelli zoveni ve- 
nivano tornaseno indriedo. Et cussi, ogi vi andoe 
sier Pelegrin Venier el signor di note qu. sier Jaco- 
mo, verso Margera. 

Et fo compito, di balotar la zonta. Passono so- 
limi 55, et cazete molti soliti rimagnir, li nomi di 
qual sarano qui soto posti. Et solum cazete do ve- 
chii per la età, ma soliti a intrar, sier Zuan Surian 
et sier Zuan Batista Soranzo con titolo di sai. 



Questi soliti a intrar cazeteno di la eonta 

e non passoe. 

Sier Zorzi Pixani dolor et cavalier, fo savio a terra 

ferma, qu. sier Zuane. 
Sier Zorzi Emo, fo savio dil Consejo, qu. sier Zuane 

el cavalier. 
Sier Domenego Contarmi, fo capitatilo a Verona, 

qu. sier MaGo. 
Sier Polo Pixani el cavalier, fo capitanio a Padoa, 

qu. sier Luca. 
Sier Francesco Foscari el cavalier, fo podestà a Pa- 
doa, qu. sier Alvise. 
Sier Alvise da Molin,.fo savio dil Consejo, qu. sier 

Nicolò. 
Sier Polo Capello el cavalier, fo consier, qu. sier 

Velor. 
Sier Zuan Gritti, fo podestà et capitanio a Rimano, 

qu. sier Beneto. 
Sier Antonio Condolmer, fo savio a terra ferma, qu. 

sier Bernardo. 
Sier Francesco di Garzoni, fo podestà a Verona, qu. 

sier Mario procuralor. 
Sier Piero Landò, fo savio a terra ferma, qu. sier 
104 Zuane. 

Sier Zuan Mocenigo, fo capitanio a Padoa, qu. sier 

Piero. 
Sier Francesco Orio, fo savio a terra ferma, qu. sier 

Piero. 
Sier Zuan Venier è di Pregadi, qu. sier Francesco, 

zenero dil Serenissimo. 



El rimase primo di baio te sier Hironimo Savor- 
gnan qu. sier Pagan con titolo, fo mandato apresso 
sguizari, et fo cossa novissima far un zenthilomo fo- 
restier nel nostro Consejo secreto. Ave balote 714 
et 122 di no. Rimase molti novi e non soliti rima- 
nir, tra i qual sier Andrea Badoer eh 1 è ambassador 
in Ingaltera qu. sier Zuane, sier Alvise Dolfin e pro- 
veditor zeneral in la Patria di Friul qu. sier Dolfin 
e altri ; et sier Ferigo Contarmi è proveditor a Civi- 
dal di Friul qu. sier Hironimo passò di tre ballote, 
ma non introe perché do altri da cha' Contarmi ave 
più balote. 104 

Copia di una lettera di V imperatoti tratta 
in Padoa con veretoni a dì 10 septenibre 
1509. 

Maximilianus, Divina favente clemenza 
Romanorum imperator, semper Augustus. 

Significhamo a tutti capitani, proveditori e sol- 
dati, cussi da cavalo come da piedi de lo esercito 
veneto quali de presente se atrova ne la cita nostra 
de Padua ; similiter etiam a tutti li nobeli, citadini, 
comunità et a V universo populo de dita cita, come, 
sperando nui che non scordandovi del comune co- 
modo et salute vostra, et ben examinate le occoren- 
ze de li tempi presenti dovessi tandem ritornare 
al vero e legitimo signore et principe vostro, siamo 
andati un tempo retenuti de non venire a la obsi- 
dione de la predita terra nostra de Padoa, et vi ha- 
biamo concesso spazio et tempo assai da pensar et 
provedere a l' utele et bene vostro comune. Hora, 
compulsi e conslreti a la obstinatione e rebelkme 
vostra, ne la quale obdurantemente perseverate non 
vi partendo da' venitiani inimici e rebelli de la fede 
apostolicha e nostri, havemo determinato et conclu- 
so, senza più dimora e intervalo, con l' ajutorio de 
lo onnipotente Iddio, acamparsi a le mure de que- 
sta cita nostra de Padoa, et quella con el potentissi- 
mo nostro exercito e con innumerosa artellarta asali- 
re, le mure e repari e munizione vostre minare e de- 
sumere, e vui tutti, e beni e robe vostre, a l'exercito 
nostro dare in preda. Rechiedendovi tamen, avanti 
la impia mina de si preclara cita, avanti V achada a 
cagione vostra, che ritornando a magiore conside- 
ratione del bene vostro comune e de la conservata- 
ne vostra e salute de le moglie e figlioli vostri, su- 
bito e senza alcuna retardatione vogliate rendervi et 
ponervi ne la clementia e benignità nostra, perché 
ne dubitemo che, posta che habiamo la obsidione 



301 



JÉDIX, SETTEMBRE. 



302 



a la citi et comenzato a tirare la artelaria, per la 
grandeza de lo exercito nostro e per la varietà de 
diverse lengue e natione, quando vi vogliati poi ren- 
dere e pentire de la obstinatione vostra, non possia- 
mo nui retenire lo impeto e furore di le gente no- 
stre, et vui allora indarno recerchati lo ajulo et mi- 
sericordia nostra. In che ne potereti pigliare exem- 
pio de li altri lochi quali li giorni passati ne haveano 
rebelato. E nui niente di meno prosequendo la ju- 
sticia de la presente nostra guerra contra excomu- 
nicbati intrediti e segregati di la Gatholicha Ecclesia 
e comunione de cristiani, con lo ajuto de Dio, etiam 
facendo voi ogni resistentia, non dubitamo de aqui- 
stare la desiderata vitoria. 

Date in castris felicissimis die 10 r* septem- 
bris, anno Domini 1509, regni nostri Romano- 
rum XXIIII. 

Subscriptum, ad mandatum domini Impera- 
torie proprium. 



105 



Copia de una altra lettera de Vimperator, tra- 
ta in Padoa con veretoni a dì 22 scptcmbre 
1509. 

Maximilìanus, Divina f avente clementia, 
electus Romanorum imperator, semper Augu- 
stus etc. 

Considerando noi in questa nostra terra di Pa- 
doa ritrovarsi bon numero di capitami et capi, sì de 
gente d' arme come di cavali lizieri e fanti, et oltra 
questi, esserli ancora molta gente da cavalo et da 
piedi ; per esser noi amatori di ogni persona di va- 
glia et precipuamente di quelli che ne l'arte militare 
hanno de la lor virtute facto prova, siamo inducti 
per le presente nostre admonir amorevolmente tutti 
li prefati capitami, capi et genti, die, da la receputa 
di questa, lasciando questi rebelli de Santa Matre Ec- 
clesia et nostri et inimici infestissimi de tutta la re- 
pubhcha cristiana subito et con ogni celeritate, vo- 
gliano ussire de ditta terra, et come veri cultori de 
la fede cristiana, debiano venire a noi come veri et 
legitimi patroni di la terni, non volendo deviare 
de la via jusla, et recusando de morire in ira et in- 
dignatane de nostro Signor Dio et damnati a li |>er- 
pelui et eterni suplicii, secondo ci tenore de lo inter- 
dirlo della Sede Apostolici^ emanato et publicato. 
ci quale non è levalo, né revocalo, come intendiamo 
vi viene persuaso falsamente, ma ancora |>ersiste 

/ Di firn di M. Sani to. — Tum. IX. 



nel suo vero et vivo vigore contro venitiani et qua- 
lunque li presta adjuto et favore; daché non potè 
veruno esser absoluto da altra persona che dal Sum- 
mo PontiGce. Et se alcuno de li antedicti capitami, 
capi et gente, come indubitatamente se coniidemo, 
aprirano li ochi et serano obedienti a questa nostra 
jussione, sotto parola di principe et fede cesarea 
prometemo vederli volentiera, et gratiosamente ace- 
ptare a li servigii nostri dicti capitami et capi, con 
farli augmento de 1 slipendii et loro provisione, per 
modo che se chiamarano de noi ben contenti, reco- 
gnosendosi haver provisto uno tracio a la salute d« 
de lor anime et a V bonor et utilitade de li corpi; 
facendo certissimo cadauno che da lo imperiale no- 
stro exercito non receverano nocumento né lesio- 
ne alcuna, né in le persone, né in le robe, anzi da 
tutti come da noi in prima sarano racolti con più 
affato et traclati honorificamente. Et simelmente, le 
gente da piedi et da cavalo che partendosi da' ve- 
nitiani interdicti et maledicti haverano recorso a noi, 
senza molestia alcuna da tutti sarano ben visti, et 
faremo provisione eflectuale che non receverano in- 
juria né contumelia alcuna, anzi li certifichamo che 
immediate li faremo militare contra li spurissimi 
turchi inimici de la fede et nome cristiano cum sti- 
pendi perpetui, provisione, doni et remuneratione 
amplissime. Et quelli che a le preditte imprese et 106 
expeditione vorano et delibererano esser con noi a 
participar de la gloria et premii, se relirino ad una 
porta de ditta terra, certifichandoli che non man- 
cheremo in cosa alcuna de prestar ogni auxilio et 
favore a tanto justo et commendabile et sancissimo 
proposito et desiderio, comparendo dove fia bisogno 
e noi in persona armata marni con li nostri. Et de 
presenti, se alcuni voglino far questo eflecto et re- 
dursi ad una porta, ne lo tarano intender, che, come 
é dicto, non se li manchari. Et quelli che per qual- 
che rispetto judicarano esser più expediente expe- 
ctare la bataglia nostra, simelmente, facendolo sape- 
re, serano soccorsi et salvati cum careze et doni. 

Data in castris nostris felicissimis apud 
Paduam, die 22 septembrio, anno Dom ini 1509, 
regni nostri Romanorum XXIIII. 



Subscriptio. Ad mandatum dotnini Impera- 
toris proprium. 1 OC * 



li 



199 



MD1X, SETTEMBRE. 



200 



A tergo : Al mio magnifico missier Piero da 
Bibiena, in Venetia etc. A San Stefano. 

El perché si ave aviso di Padoa molte persone 
di Veniexia mandate per le contrade venivano in 
questa terra, et Nicolò Gallo di Lizafusina scrisse 
questo, dove é sier Sebastian Zorzi qu. sier Alvise 
deputato lì, or la Signoria chiamò li Signori di no- 
te, e ordinato do di loro vadino, uno a Lizafusina 
F altro a Margera con ofieiali, a far quelli zoveni ve- 
nivano tornaseno indriedo. Et cussi, ogi vi andoe 
sier Pelegrin Venier el signor di note qu. sier Jaco- 
mo, verso Margera. 

Et fo compito di balotar la zonta. Passono so- 
lum 55, et cazete molti soliti rimagnir, li nomi di 
qual sarano qui soto posti. Et solum cazete do ve- 
chii per la età, ma solili a intrar, sier Zuan Surian 
et sier Zuan Batista Soranzo con titolo di sai. 



Questi soliti a intrar cazeteno di la zonta 

e non passoe. 

Sier Zorzi Pixani dolor et cavalier, fo savio a terra 

ferma, qu. sier Zuane. 
Sier Zorzi Emo, fo savio dil Consejo, qu. sier Zuane 

el cavalier. 
Sier Domenego Contarini, fo capitanio a Verona, 

qu. sier MaGo. 
Sier Polo Pixani el cavalier, fo capitanio a Padoa, 

qu. sier Luca. 
Sier Francesco Foscari el cavalier, fo podestà a Pa- 
doa, qu. sier Alvise. 
Sier Alvise da Molin,.fo savio dil Consejo, qu. sier 

Nicolò. 
Sier Polo Capello el cavalier, fo consier, qu. sier 

Vetor. 
Sier Zuan Grilli, fo podestà et capitanio a Rimano, 

qu. sier Beneto. 
Sier Antonio Condolmer, fo savio a terra ferma, qu. 

sier Bernardo. 
Sier Francesco di Garzoni, fo podestà a Verona, qu. 

sier Marin procurator. 
Sier Piero Landò, fo savio a terra ferma, qu. sier 
104 Zuane. 

Sier Zuan Mocenigo, fo capitanio a Padoa, qu. sier 

Piero. 
Sier Francesco Orio, fo savio a terra ferma, qu. sier 

Piero. 
Sier Zuan Venier è di Pregadi, qu. sier Francesco, 

zenero dil Serenissimo. 



Et rimase primo di balote sier Ilironimo Savor- 
gnan qu. sier Pagan con titolo, fo mandato apresso 
sguizari, et fo cossa novissima far un zenlhilomo fo- 
restier nel nostro Consejo secreto. Ave balote 714 
et 122 di no. Rimase molti novi e non soliti rima- 
nir, tra i qual sier Andrea Badoer eh' é ambassador 
in Ingaltera qu. sier Zuane, sier Alvise Dolfin é pro- 
veditor zeneral in la Patria di Friul qu. sier Dolfin 
e altri ; et sier Ferigo Contarini è proveditor a Qvi- 
dal di Friul qu. sier Hironimo passò di tre ballote, 
ma non introe perché do altri da cha' Contarini ave 
più balote. 104* 

Copia di una lettera di V imperator, tratta 
in Padoa con veretoni a dì 10 septembre 
1509. 

Ma&imiliamts, Divina favente clementia 
Homanorum imperator, semper Augustus. 

Significhamo a tutti capitani, proveditori e sol- 
dati, cussi da cavalo come da piedi de lo exercito 
veneto quali de presente se atrova ne la cita nostra 
de Padua ; similiter etiam a tutti li nobeli, citadini, 
comunità et a F universo populo de dita cita, come, 
sperando nui che non scordandovi del comune co- 
modo et salute vostra, et ben examinate le occoren- 
ze de li tempi presenti dovessi tandem ritornare 
al vero e legitimo signore el principe vostro, siamo 
andati un tempo retenuti de non venire a la obsi- 
dione de la predita terra nostra de Padoa, et vi ha- 
biamo concesso spazio et tempo assai da pensar et 
provedere a F ulele et bene vostro comune. Hora, 
compulsi e constreti a la obstinatione e rebelione 
vostra, ne la quale obdurantemente perseverate non 
vi partendo da' venitiani inimici e rebelli de la fede 
apostolicha e nostri, havemo determinato et conclu- 
so, senza più dimora e interralo, con F ajutorio de 
lo omnipotente Iddio, acamparsi a le mure de que- 
sta cita nostra de Padoa, et quella con el potentissi- 
mo nostro exercito e con innumerosa artellaria asali- 
re, le mure e repari e munizione vostre minare e de- 
striere, e vui tutti, e beni e robe vostre, a Fexercito 
nostro dare in preda. Rechiedendovi tamen, avanti 
la impia mina de sì preclara cita, avanti F achada a 
cagione vostra, die ritornando a magiore conside- 
ratane del bene vostro comune e de la conservato- 
ne vostra e salute de le moglie e figlioli vostri, su- 
bito e senza alcuna retardatione vogliate rendervi et 
ponervi ne la clementia e benignila nostra, perché 
ne (lubitemo che, posta che habiamo la obsidione 



221 



MMX, SETTEMBRE. 



222 



udito, quando si perse Otranto, in quanto spavento 
si ritrovava Italia et tutta Roma. Et tanto più é for- 
midabile, che ditte essere rinovato et fatto più fer- 
mo. Le discordie cristiane sempre sono stale la sua 
grandeza. Però, valde dubito, Reverende Pater, 
che sia venuto il tempo di quelle prophetie che ali- 
quando audivi de ilio drachone et reformatione 
Ecclesia etc. Non vede quella Sede che, debilitate 
le forze venete, sono ampliale le sue: et l'adito di 
passare in Italia a lui fatto più fazile, aliceque vires 
christianorum mul tutti distant? Conoserano pre- 
sto la Italia et ipsa Ecclesia quanto importava ad 
salutem et libertatem suam le forze venete a ba- 
ttile ! Et dubito, come vui ditte, che conosserano il 
male et a tempo che la medicina non potrà operare. 
Non sono queste diaboliche cecità che vui atribuite 
a noi quanto dite : «e Che diaboliche cecità sono que- 
116 ste; possendo estinguere il focho lenirlo aceso? » 
Et non dite il modo, né ce insegnate l' aqua ad ex- 
tinguerlo, se non voleste dire : lassate tutta terra fer- 
ma et fativi schiavi et tributari de' oltramontani, 
quod non credo, perchè non sarebbe da vero ita- 
liano et homo libero a una republica eh* è mille et 
più anni libera et suis legibus è vissa, et in mazor 
perìculi et streteze si ha trovata, et evasisse viri- 
liter, come sperìmo ne la Divina Clcmentia me- 
diante la justa causa nostra nunc erit. Quanti exem- 
pj se potriano adure greci, latini et altri, de quelli 
che havevano perduto i loro stati una sola forteza 
tegnesse, et poi riavere il lutto. Pensale che li animi 
et virtù veneta sia tanto invilita et manchata che vi- 
rilmente et con il proprio sangue non volgiam man- 
tenire libertatem quatti patres nostri relinque- 
runt nobis ? questo vogliam fare magnanimamente 
sine ullo timore; restat adhuc aurum; restant 
et mille Catones. Avete sentito de quel allo magna- 
nimo del gran numero de 1 nostri nobeli et citadini 
che voluntarii et ipsis expensis introrono in Padua 
essendo il campo inimicho intorno cum gran nu- 
mero de armati, disposti a morire prò patria et 
libertate tuenda ? Tutti eodem animo sumus ci- 
ves, populique, omnes, benigniate Bei, abiamo 
il modo r anno futuro, ochorando, di expendere al- 
tratanto auro de quello è stato (speso) in questo, che 
sono un million et duxento millia (ducati). Et se 
questi non basterano a defenderci per conservatane 
de la ditta libertà, se ne troverà altratanti, et alt re- 
tanti fino che a Dio piazerà, nel quale sempre spere- 
mo, et sapemo che non est abreviata tnanus sua. 
Non sapeti, monsignore mio, quanto conato feze Pip- 
pino (ìol de Girlo Magno? Simili ter januenses con- 



juncti con el Charariense et altri per submetlere 
questa città, et come in fine Dio ajulò pur la justitia. 
Dovevansi, reverende domine, la Ecclesia romana 
et tanti principi christiani moversi contra questa re- 
publica solum, ut dicitis, per causa del suo formi - 
dabil imperio ? Certo no, perchè mai la terra nostra 
mosse r arme contro alcuno nisi lacessita et pro- 
vocata. Presto conosserà la Ecclesia, et forsi fino a 
qui (ha) con ossuto, qual siano più formidabili a la 
sua Sede le venete over le galliche forze. La qual, ut 
ita dicam, in gàllicam potestatem devenit, et in 
nutu cardinalis, et omnia ad eius libitum pa- 
rere necesse est. Non est sibi locus aut refugium 
gallicis minis; procedat caute; puto insidile 
undique, fidesque gallica sibi nota est. Poi dite, 
una Ecclesia lesa, uno Imperatore irritato, unoChri- 
stianissimo spreto et uno Calholico diminuto in re- 
gno suo, qua magna lomo est ista Ecclesia, per 
la quale ha posto il mondo in arme et tal focho 
aceso che par abrusare tutta Italia? Forsi voteti dire 
per Rimano et Faventia ? Quele città mai furono 
sunt jam multas atates possedute ab ipsa Ec- 
clesia, nec aliqua emolumenta habuit ab eas, 
salvo infiniti homicidii et grave discordia in Italia, et 
in mano de' tirani sempre slate, rebelles et inimici 
ipsius Ecclesia, et da loro mano pur assa' et più 
volte tolte come da* soi inimici ; et dato el contra- 
cambio ad uno, el tutto quello che ipsa Ecclesia 
possidebat restituito et acetato per servitio de que- 
sto medemo ponthifice, el contentato per bene et 
quiete de Italia et sicurtà del stalo suo, et bora vo 
luntarie restituito non solum le due città ditte, ma 
etiam le altre che già tanti anni possedevamo justis 
rationibus et promissionibus di tanti preteriti 
ponthifici ; et fractas conventiones et capitula ju- 
risdictionis facta, non solum retenuti li captivi, le 
munilion, le artilarie promesse; ma etiam li prove- 
ditori et rectori delle città et altri cittadini che lì se 
alrovavano, et le intrale de povere vedove et pupilli 
et hospedali, soldati spolgiati et il publico nuntio 
mandato a posta in charzere posto, et etiam, contra 
jusgentium, retenuti nostri oratori in reversione, 
et lizenziati da li principi de la sua medema liga. Cui si 
potria persuadere, monsignor mio, che in tale animo 
sia intentione di salvare questa città, come vui ditte 
essere, benché fatis agimur, mutanturque Con- 
silia hominum ? Considero etiam quod Sancia 
Ecclesia mater est Italia* et non noverca, la 
qual ha pur veduto il suo sangue sparso, mine, in- 
cendii, e molti et infiniti danni et periculi futuri, fo 
spero pur de si. Uno Calholico diminuto in regno 



223 



miX, OTTOBRE. 



<ft\ 



suo ? Pur intendete rome passò quella materia. Et 
90 che sapete quanto fu instata questa republica 
dà Alexandre VI et da questo medemo Catholico 
che mandasse li exercili soi per chafcar franzexi da 
quel reame, el qual era in ultimo periculo, et ex 
torniti consensi* li furono consegnate quelle terre 
et porti per chautione expensarum, utpatetpu- 
blico instrumento rogato per quelli oratori che a 
tjuel tempo si trovarono a Vehetia, le copie et tenor 
dil quale furono mandate a tutti li principi. Qua 
diminutio htec? qua iniuria? Perché non dare 
li danari expesi e dimandare computo ? Se allora le 
forze nostre avesseno manchato, sarebe lui signor 
di questo reame che dite esser suo ? Fi come suo ; et 
comeaquistato? Vostra signoria ben lo intende. Era 
difeso dalle forze nostre senza alcuna sua spexa. Ve- 
drassi de qui avanti come si farà, et conoscerà el 
fructo di la invidia ; ma non li poi manchar la infe- 
deltà gallicha, da lui pur experimentnla, et altre ve- 
116* xation marittime da' infideli. Christianissimo, qua- 
le intitulati spreto, utinam che questo Senato non 
.avesse tanto honorato et creto, el stato tanto costan- 
tissimo in fide el conservatoti di la alianza, che tanto 
non ti glorìaresti del tuo italicho trionpho! Ben 
spreto Imperatore, che mai é stato udito da questa 
republica per largo partito ofertoli; con meglior ar- 
gumento lui se potrà intitulare spreto. Ubi est fi- 
des tua, Chtistianissime Rex, che totiens et con 
lettere di tua mano a la Republica Veneta hai pro- 
cesso di obsefvare? Credis ne quod heec aliquan- 
dó céelos terrùmque non moveantur? Non ti ricor- 
di più a quanto periculo si mise questa città Tanno 
preterito pei* conservation del slato tuo de Italia ? 
Se allotta li veneti volevano congiongersi con P im- 
perio, non eri cassato de Italia ? Ma sempre li tro- 
vasti costantissimi in fide sua per largo partito of- 
fertoli, ut tota orbi constai. Sed fera pessima ob- 
eechavit te et infine devorabit. Né tuis mribus 
bastoti P animo invadere ditta Republica; ma volesti 
le ispane, alemane, ecclesiastiche ambarum eia- 
vium el altre fere itale ; né fidandoti a neh ora in que- 
ste, hai tenuti altri modi non laudatali a tanta mae- 
stà, come a tutto il mondo é noto. Cesarea maestà, 
presto hai mandato in oblivione le tante injurie al 
mondo publica che hai ricoputo da questo intilulalo 
Chrislianissimo et sancia fides Imperii. Che mai 
crete questa Città, che uno Imperatore famosissimo 
rompesse le tregue solemniter stipulale et da te poi 
confirmate; anzi leniva per fermo questa Republica 
Saltini per li Ire anni poter vivere in pace cum el 
tuo impero ; la quale mai le irritò, come li é oposto, 



ma coacta pigliò Parme per defensione contra di te; 
et se non hanno voluto udire nuntios oblationes- 
que tuas y non per altro é stalo che per non romper 
fede al tuo inimicho che allora, senza causa, ha rotta 
et a te et a tutti li altri é per romper, come é suo 
instinto. Conosserai in fine il tuo precipite consilgio, 
el quanto importa a la tua corona la grandeza gal- 
licha in Italia. Leva ormai il velame dagli occhi loi 
che non li lassa vedere il darò lume, excitaque do- 
minane et sponsam tuam la quale si mostra impla- 
cabile a questa christianissima Republica. Nec patii 
faciem suam audire sex prmstantissimos orato- 
res suos, quali omni submissione petunt veniam 
si pechaverunt ; tu verus judexes; servati su- 
mus christianorum ofitium apud superos homi 
nesque, sed quid inde ? forsan bona verba. Ben 
conosse vostra signoria, non patisse dimora il tempo 
et il chaso, starsi né fidarsi più di quello. Et però, 
reverende pater, dubito de magiore inconveniente, 
perché la necessità astrenze li homeni a pigliar duri 
partiti. Et hoc satis. Pregiamo la Maestà Divina 
mostri il vero lume a li erranti, et misereatur re- 
bus italicis. 

Totus vester 
Jo. Mathbus Girardo. 1 17 

A tergo : Reverendo Patri Domino Bartolo- 
meo Saliceto Ptothonotario apostolico dignis- 
simo. 

Roma. 117 

Dil mexe di ociubrio 1509. 

A di primo. Introno in Colegto li sa vii dil Con- 
sejo e di ordeni novi, et eri do consieri el li capi di 
XL sier Zuan Francesco Bragadin, sier Zuan Anto- 
nio Contarmi et sier Marco di Garzoni. Et hessendo 

venuto a Mestre zercha cavalli di si rat ioti capo 

Megaducha, qual fu a P impresa dil marchese di 
Mantoa et ha la sua spada a ladi, fo in Colegio a dir 
era qui a 1 comandi di la Signoria, e non havia scon- 
tra niuno. Et li fo dato ducati XV milia, i qual lui e. 
altri capi erano a Mestre, in questa note li portasse- 
no a Padoa. 

Vene il Cavriana e suo fradello, qual eri per let- 
tere dil proveditor di Treviso se intese era sta preso 
verso Conejan da villani e condulo li, et una dona 
P havia é rimasta a Conejan. Et mandoe la sua depo 
sition di le cosse dil campo per esservi stato, la qual 
sarà qui sotto scripta, el é chiamato il cavalier Ca- 
vriana, qual diceva voleva venir di volontà a la Si- 



225 



«niX, OTTOBRE 



226 



gnoria nostra. Et in sumario referi, come vidi lette- 
re dil podestà di Treviso, esser stillo in campo ne- 
miche sotto Padoa, e che le nostre artellarie fa gran 
danno, et esser venuti in campo 18 in 20 stratioti 
nostri. Conferma le cosse seguite al bastion di Coa- 
longa et li preparamenti a quella fossa fatti per no- 
stri, et che zercha 90 tedeschi fono sofegati li da li 
fochi. £ in campo non esser disacordia tra loro capi, 
nonché francesi dicono dipartirsi» perché sono il fior 
di quel campo, zoé lanze 500. È cavalli todeschi 
2000 ; il resto zentaja et assa' venturieri, e al partir 
duo ragionavano voler invernar sul vexentin e Mon- 
selexe e lochi circum circha, e hanno in campo 
assa' viluarie. Dice l' imperato!* averli voluto dar 
soldo, e lui desidera servir la Signoria. Questo ave 
per moglie una fiola bastarda dil marohexe di Man- 
toa eh 1 é in Toresele, et era con lui uno suo fratello 
e altri servitori. Li fo fato per il principe bona ciera, 
et bissato in libertà come bon servitor nostro. 

Di Padoa,) di retori e proveditori, di hore 
17 y erù Come la note, i nimici hanno Irato assa' 
bombarde a le mure, et il Zitolo di Perosa, volendo 
conzar certo reparo, dna di dille bombarde li dete 
in una piera la qual tochò la gamba sora la chaichia. 
Tamen, si tien non ara mal di pericolo. Et esso ha 
posto a la custodia dil bastion di Coalonga, dove lui 
era, do soi caporali valentissimi e fedelissimi homeni 

chiamati Seraphin da Cai et da Corpi* i quali 

hanno gran volontà di farsi honor. Item, che zercha 
100 nostri fanti sono ussiti di Porzia pizola la note 
e andati verso il campo, et hanno fato meter quello 
in arme, et si stratioti fossenò stati fuora, hariano 
fatto assà ben ; ma ditti fanti conveneno ritornar in 
la terra etc. 

Fo leto le lettere di Roma di 23, venule eri. Il 
118 sumario ho scripto di sopra dil mexe di sep lem brio. 

Di Caodistria, di sier Alvixe Zustignan po- 
destà et capi tanto, et di sier Francesco Fa- 
squaligo proveditor di stratioti in Istria. Come 
i nemici hanno auto il castello di Castelnovo, et sono 
venuti in Istria depredando quelli castelli e lochi. 
Sono cavalli zercha 3000 e molti pedoni, e vanno a 
campo a Raspo dove é capitanio sier Francesco Dol- 
fln da San Salvador. Et scrive le provision fate, e si 
provedi, aliter V Istria sta mal. 

Di Cataro. Di sier Polo Valaresso retor e 
proveditor, di 12 septembre. Come do sanzachi 
erano in hordine per venir a li danni in Alemagna e 
corer verso Lubiana, videlicet il sanzacho de ... . 

con cavali 5000 et quel de con 

cavali 700. Et scrive sopra ciò molle particularilà. 



Da poi disnar, fo Pregadi, e lezando le lettere, fo 
Consejo di X et fo leto il suo Capitular de more etc. 

Fu posto, per li savii* che la decima numero 81, 
82 è ai governadori presa, debbi star a le cantinele 
per certi zorni e 11 si pagi; poi sia manda a le ca- 
zude etc. Fu presa. 

Fu posto, per li ditti, li debitori di l' ultima meza 
tansa novissima si paga al sai, quelli sono debitori, 
debbi per tutta quella settimana aver ronzo con li 
arzenti, et stagi fin mezo il mexe al sai, poi sia man- 
da il libro a le cazude e si scuodi a raxon di 60 per 
100 persi. Fu presa. 

Fu posto, per li savii tutti et quelli a li ordeni, 
atenlo le nove si ha di Caodistria, che sier Alvixe 
Dolfin proveditor zeneral in la Patria di Friul, con 
quelli stratioti li par e altre zenle d'arme, debbi pas- 
sar in Istria. Sier Piero Capello savio dil Consejo 
contradixe, dicendo non e di opinion si muovi, e si 
mandi galie o altre provision, ut in parte. Li ri- 
spose sier Antonio Grimani savio dil Consejo, et fu 
presa la parte. 

A dì 2. È da saper, la note, a hore 4, zonse let- 
tere di Padoa di hore 17. Come il campo nemicho, 
in quella matina, a hore 9, prima francesi et alemani, 
si havia comenzato a levar di V assedio di Padoa, et 
erano andati verso Vicenza e parte verso Bovolenta. 
Etiam erano levate le artellarie; et che stratioti 
erano ussiti quel zorno di Padoa et non erano tor- 
nati ; et hanno esser restali sólum tre falconeti e le 
zehte italiane, eh 1 é il relroguarda, fin il campo si 
salvi. Itern, vidi lettere di sier Cristofal Moro pro- 
veditor, diceva, per relation auta, erano 7 homeni 
apichati a li arbori. Si dice sono Antonio Cao di Va- 
dia e li altri padoani che il re ha fati apichar. Ta- 
men, seriveno nostri esser in arme, et starano la 
note chome si '1 campo li volesse dar la bataja etc. 
Et nota, eri per lettere, si ave Y imperator aver pro- 
messo uno, do, fin tre raines per uno a quelli vo- 
leano esser primi a dar la bataglia al bastion, e non 
ha viano trova chi volesse. Et questa nova, la note fo 1 18 * 
mandato per il principe il campo esser levato di Pa- 
doa a molti di Colegio, et sier Vetor Capello savio 
ai ordeni me lo mandò a dir a mi. 

Et la matina; tutta la terra era aliegra, et per 
esser Fani versano dil Serenissimo, che compie anni 
8 che fu creato doxe, el vene, justa il solito, in chie- 
sia a messa con V orator di Hougaria e molti patrie» 
vestiti di scartato e paonazo che lo acoropagnoe, et 
procuratori sier Luca Zen vestito di veludo negro, 
sier Nicolò Michiel, sier Antonio Trun et sier Zorzi 
Corner el cavalier. El u lito messa, si redusse in Co- 



227 



MDIX, OTTOBRE. 



228 



legio a lezer le leliere. Et tamen, di Padoa non era 
altre lettere questa matina venute, solum uno fante 
parti eri hore 22 di Padoa, qual examinato in ca- 
mera dil principe, referì ditto campo esser levato 
certissimo etc. Et fo lettere di sier Bernardo Pixani 
qu. sier Francesco dal Banco a suo cugnado sier 
Marco Antonio Loredan di eri hore 24, li avisava 
certo il campo esser levato, et esser sta morto da 
uno archobuso che li portò la testa via sier Thoma 
Memo di sier Nicolò era sopra le mure a la guar- 
dia, qual andò con li altri per difender Padoa, di 
anni 26. Itetn, fo lettere di uno in sier Sebastian 
Zen. Li scrive di Padoa certissimo il levar dil cam- 
po, et esser ritornali li stratioti in Padoa con ca- 
nari eie. 

Di Treviso. Dil podestà sier Hironimo Ma- 
rin et sier Alvise Mostenigo el cavalier provedi- 
tor general, di ogi. Come, per uno fante partì di 
Padoa a hore 7, ha i nimici esser levati. Item, di 
r ussir fuora di Treviso il dì avanti li frati di San 
Francesco con le croxe, e a do a do comenzono aju- 
tar a far li repari per le aque per fortifichar Trevi- 
so. E havendo inteso a Citadela era sta comanda far 
assa' pan, dubitando il campo non venisse a Treviso, 
feno star le porte serade fin hore 15, e poi, visto 
nulla era, le feno aprir e cussi li frati di San Dome- 
nego con le croxe e altri assa 1 drio per andar a la- 
vorar. E cussi il Còlegio di nodari ; siche tutti ajuta- 
no volentieri et voleno difendersi. 

Di Chiosa. Fo lettere. Manda uno aviso ha 
auto di Cavarzere, che di sopra era sta ordina 1 carri 
per andar a levar le artellarie sono atorno Padoa in 
campo e condurle a Ferara. 

Di Mestre. Di sier Piero Marcello prove- 
ditor general, di questa matina. Come l'andava 
a Mestre, et sier Alvise di Dardani con li 300 cavali 
et li fanti e contadini, era partito per tempo e an- 
dava verso Noal eie. Ut in litteris. 

Da poi disnar, fono Pregadi, et a nona zonse 
lettere di Padoa, di hore una fin tre di note, di eri. 
Qual lettere bora poi vegnir per il Portello a suo 
piacer, et erano di quelli portò assa' lettere a soldi 
119 uno Tuna. Avisa stratioti esser ritornati, e haver re- 
ferito i nimici esser andati a Vigodarzere di là dil 
ponte, e aver brusà il ponte fino li pali. Tatnen, par 
il re sia restato in campo a la Bià Lena con zercha 
15 milia persone, come più diffuse dirò di soto. Et 
vidi una lettera di Girolimo Vianello di eri a sier 
Luca Vendramin, come, inteso li proveditori il cam- 
po esser levato, mandò fuora Vido Rangon con 200 
cavali lizieri, il qual scaramuzò con inimici qualli 



erano zercha 8000 uniti e serati in uno. E mandò 
per socorso a essi Zuan Griego et Monte Acuto ca- 
pitanio di balestrieri dil capitanio zeneral, con zer- 
cha 150 cavali, et fono a la scuramuza et preseno 
diexe cavali boni e li menono in Padoa per la porta 
dil Portello. E poi la sera, etiam loro ritornono. Et 
hessendo Pregadi suso, verso sera vene altre lettere 
di Padoa di retori e proveditori di ogi hore 13, 
come li danari in questa note erano zonti, videlicet 
ducati 15 milia portati per li stratioti. Item, a hore 
9, i nimici, zoè l' imperator, qual era restato in ca ni- 
do a la Bia' Lena, con zercha 15 milia todeschi si 
apresentono al bastion di Coalonga in arme et niun 
con le artellarie. Li feno tornarsi indriedo, adeo, 
come desperadi, si sono levati et partiti in soa ma- 
lora, el andati verso Vicenza con gran vergogna 
loro, et hanno brusà li loro alozamenti haveano 
apresso Padoa. È da saper, in questa matina, molti 
villani erano in questa terra, inteso il levar dil cam- 
po di Padoa, si sono partiti per andar a far le ven- 
derne ; siche fo gran remor di barche andavano chi 
a Margera e chi a Lizafusina. 

Di Hongaria. Fono lettere di Vicenzo Gui- 
dotto secretorio, di Buda, di 8 septembre le ul- 
time. Come atendeno a spazar li 6 oratori per li 
potentati dil mondo. Il re è pur ancora in Boemia, 
et in conclusion voria la Signoria li desse li danari 
dia aver il re, e altre parlicularità ut in litteris. 

El nota. L' ora tor è qui, solicila la Signoria di 
haver licentia, et li sia dato danari. Non voi il re 
zoje ni panni d'oro ni di seta, et importuna la licen- 
tia. Il principe li usa bone parole, dicendo in la spe- 
xa semo et pericolo etc. 

Di Candia. Fono lettere di sier Alvise Ari- 
mondo ducha et sier Alvise Trevixan capita- 
nio, di 28 avosto. Chome hanno inteso l' acquisto 
di Padoa e la captura dil marchexe di Mantoa con 
gran conforto di quelli populi etc. et l' hanno scripta 
a Rodi, Syo e altrove etc. de occurentiis. 

Di Lignago. Fono lettere dil proveditcr 
sier Carlo Marin, dil prender di le 14 some di 
seda et il cavalier Bianco. Tamen non fu a la Signo- 
ria, ma una poliza particular leta in Colegio; conclu- 
sive fu la verità, chome più diffuse dirò di soto. 1 1 9 

Fu posto, per li savii, che a li villani di padoana, 
di trevisana e mestrina, atento la fidelità loro et li 
danni patiti, che i sieno fati liberi, zoè habino salvo- 
fonduto di ogni loro debito per un anno proximo. 
El fu presa. 

Fu poslo, per li savii, scriver a Roma, a li ora- 
I lori in Hongaria el in Ingaltera tre lettere. Advisar 



r-— 



229 



MDIX, OTTOBRE. 



230 



chome il campo é leva di Padoa, et altre particula- 
lariià ut in litteris. Fu presa. 

Et domente si lezeva le lettere, intrò Consejo di 
X per far le sue zonte, videlicetdì danari, di rebelli 
et di Cypri, et fono electi 15. 

Sier Luca Zen procurator. 

Sier Thoma Mozenigo procurator. 

Sier Andrea Venier procurator. 

Sier Bortholomeo Minio. 

Sier Andrea Corner, fo consier. 

Sier Marco Bolani savio dil Consejo. 

Sier Lorenzo di Priuli, fo Consier. 

Sier Piero Duodo savio dil Consejo. 

Sier Bernardo Barbarigo el governador. 

Sier Marco Zorzi, fo cao dil Consejo di X. 

Sier Francesco Bragadin, fo capitanio a Verona. 

Sier Vincenzo Dandolo, fo avogador. 

Sier Nicolò Pixani, fo consier. 

Sier Andrea Trevixan el cavalier savio a terra 

ferma. 
Sier Anzolo Sanudo el proveditor al sai. 

£1 poi, licentiato il Pregadi, fu fato tre cassieri 
per 4 mexi l' uno dil Consejo di X, sier Batista Mo- 
rexini, sier Alvise Grimani, sier Hironimo Contarmi, 
et uno sopra le artellarie, sier Piero Querini. 

Et in questo zorno, fono mandati a visitar il 
marchexe di Mantoa sier Andrea Trivixan el cava- 
lier savio a terni ferma, sier Vetor Capello savio ai 
ordeni, et con quello partono confortandolo assai. 

A dì tre, la matina, fo lettere di Padca di 
eri, Kore 17. Chome i nimici erano di là dil Ponte 
di Vigodarzere, e francesi andavano verso Vicenza ; 
siche da Vigodarzere a Limene in quel spazio sono 
alozati etc. 

Item, in questa notte, fo mandato per la Signo- 
ria nostra barche a Padoa carge di orzo e polvere, 
che pur in Padoa ne manchava et erano quasi a la 
fine. Vene alcuni villani, vien di Bovolenta. Dice eri 
nostri cavali lizieri e slratioti aver preso il castello e 
con occision di zercha 100 fanti et presi altratanti, 
di qual quelli da campo hanno fato presoni, et preso 
20 pezi de artellaria, tra le qual tre grosse, et pocho 
manchò non prendesse il cardinal di Ferara, qual 
con cinque cavali era fuzito a Ferara; et preso 50 
cari di vituarie eie. Et il capo di ditti cavali, era 
Zuan Griego etc. 

Di Padoa, di eri, hore tre di note. Chome 
acertano la cussa seguila a Bovolenta, el come se 
intese, e piti preso 100 cara di vituarie, 24 pezi de 



artellarie, tra le qual tre grosse, et preso 100 fanti. 
Et Zuan Griego esser sta ferito in la gola, ma non 
havea mal da conto etc. Item, el campo è pur re- 
duto a Vigodarzere. Non sa quello si fazi, e li fran- 
cesi par sono tirali a la volta di Vicenza. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta, et 
voleano intrar su li presoni rebelli ; ma fu termina 
indusiar 8 zorni, et fusse compito li processi e bu- 
tar Colegio nuovo. 

Di Istria, fo lettere. Chome il campo è atorno 
Raspo. El vidi lettere dil proveditor, di primo al 
secondo dì, di sier Francesco Dolfin capitanio di 
Raspo. Come, havendo più volte scripto si provedi 
de li, mai li é sta creduto, et ultimate andò lui in 
persona da sier Francesco Pasqualigo proveditor di 120 

slratioti era con cavali di stratioti poco lontan, 

qual li dette 50 fanti, el ritornando li fanti lo (asso- 
no et non volseno intrar, et 20 cavali di stratioti lo 
acompagnoe fino a Raspo, et a hore 8 zonse il cam- 
po nemicho qual di continuo lo bombarda con bom- 
barde numero 5, che traze balote di ferro di lire 
40 in 50 T una. Lui si defende meglio che 1 poi. Ha 
sento a li rectori di Istria li soccori de fanti, et 
niun vien ; scrive a la Signoria li provedi etc. 

Di Padoa. Fono lettere di ogi. Come i nimici 
erano pur di là da Vigodarzere verso Limene. Item, 
conferma la nova di Zuan Greco dil botin fato a 
Bovolenta, et é pezi 30 di artellarie, tra li qual tre 
di grosse, et 60 cara di vituarie, presi 100 fanti, 60 
cavali di homeni d' arme tutti italiani, et 400 moza 
di formenti, li quali li villani hanno volesto etc. 

Vene ogi di Padoa qui sier Mafio Bernardo qu. 
sier Francesco, sier Zorzi Loredan di sier Marco 
Antonio et sier Pietro Polani qu. sier Jacomo erano 
a Padoa in 1* assedio. Confermano il partir de i ni- 
mici et esser zercha tre mia lontan posti, e si dice 
vanno a Vicenza, el alcuni judicha la meterano a sa- 
cho. Et in Padoa, sia le mure come caxe e monaste- 
ri é ruinati molto da le artellarie de' inimici, e il 
campo atorno era da 60 milia persone. 

A dì 4, la matina, fo lettere di Padoa di 
hore una et hore tre di note. Come hanno i nimici 
esser passati tutti il Ponte di Vigodarzere et di Li- 
mene, e andar a la volta di Vicenza con questo or- 
dine. Prima li italiani, poi le fantarie et arlillarie, li 
francesi, poi il re di romani con li alemani ; et é re- 
sta rclroguarda un grosso squadron, é do reporti e 
contrarli, l' uno dice è de alemani, V altro dice é di 
frunzesi, e vanno tutto il campo unito da 60 milia 
persone verso Vicenza. E di lì si partirano ; parte 
resterà a Vicenza per presidio ; parte anderà verso 



231 



MDIX, OTTOBRE. 



23-2 



Bassan ; li italiani, zoo feraresi, perchè el cardinal è 
in campo, tirarà a la volta di Ferara verso Lignago ; 
et che T imperator voleva francesi restaseno in ve- 
ronese alozati, li quali non hanno voluto per niun 
modo restar. Item, dil zonzer de lì orzi stera 200, 
et aspetano la polvere. Item, mandano la poliza del 
botin qual è conduto li in Padoa, fato per Zuan 
Greco e Monte Acuto, qual è sta buono, e Y arlella- 
rie pezi 30 di campo, sono sul Pra di la Valle tut- 
ti eie. Item, mandono una lettera intercepta dil du- 
cha di Ferara drizata in campo al cardinal suo fra- 
delio in zi fra, la qual per Zuan Sorro che atende a 
queste zifre è sta (rata, e par il ducha li scriva aver 
inteso la impresa di Padoa esser difidle, et si duo! 
perchè dubita venetiani non si voltino contra di lui, 
e da T altro canto, avisa il papa e altri collegati 
non si contenterà dil suo servir dicendo non ha 
fato il dover, e sopra queste scriverò, concludendo 
li danari erano za zonti a Ruigo etc. ut in Ut- 
120* teris. 

Di Treviso. Fo lettere dil provedilor di hore 5. 
Come andando quella note per la terra a hore 6, 
fono visti e sentiti tre quali mesuravano l' aqua di 
le fosse, e li fé' trar alcune artellarie e ussir a zor- 
carli ; ma non fono trovati. 

Di Mestre. Dil proveditor Martello, di ogi 
per tempo. Di levarsi con sier Alvise di Dardani e 
quelli cavali e fanti, e iti verso Noal vicino a Padoa 
per esser al bisogno di proveditori preparati, justa i 
mandati. 

Di Padoa. Di sier Hironimo Contarmi 
proveditor di V armada, di eri. Come si congra- 
tula con la Signoria di esser leva i nimici di 1' as- 
sedio, et che la causa è stati tanto fi atorno è sta il 
ducha di Ferara. Però voria licentia ritornar con li 
homeni su le so' galie è a Chioza, e eh* è hora il 
tempo di (arsi pentir al ditto ducha de li eror com- 
messi. Si offerisse, e prega si prepari li danari per 
le galie. 

Di Tran. Di sier Alexandro Viaro conte. 
Avisa come turchi erano corsi su quel teritorio fino 
al Castello dil Vescovo eh 1 è a la marina, dove era 
raduti molti animali dentro, et par habino roto le 
porte et menato via 3000 animali menuti et alcuni 
grossi, morto uno homo, et fo morto uno turco. 

Da poi disnar fo Prcgadi, et giouse lettere di 
sier Alvise Zustignan podestà et capitario di Cao 
d' Istria di eri. Come ha aviso del perder de Raspo, 
qual si ha reso a pali quelli erano dentro eie. 



Questa è la poliza dil butin fato in Bovolenta 
per Zuan Griego e altri, etcondutepoi V ar- 
tellarie in Padoa. 

Boche de artellarie 25 suso le sue charetc, e li soi 
cavali. 

Pan cara 60, conduto da Ferara. 

Formagi in gran numero in un magazen. 

In castello, candele di sedo, selle el fornimenti da 
cavallo in gran numero. 

Cavalli 60, olirà quelli tolti per li villani et duo pa- 
ra bo\ 

Fermenti assa' tolse li villani et spartiti. 

Presoni 100, tra i qual cinque da conto, videlicet, 
Piero Baleta conestabele et do homeni d'arme 
governador nel castello, el do altri homeni 
d* arme. 

Conditone di le artellarie, qual tutte fono poste 
in Corte dil Capitanio di Padoa. 

Uno canon di bronzo buia piere di . . . lire 40 

Uno cortaldo di bronzo » 50 

Do falconi di bronzo » 6 

Do charete con 4 ruode per una, con falco- 

neti 6, zoé tre per una di ferro ...... 

Tre canoni di ferro » 12 

Sette falconetti piccoli di ferro ....... 

Do falconeti die buia balota di ferro da » 3 

Uno falconeio, resta a condur in Padoa . » . . 
Do faleoneti di ferro » • 121 

Fu posto, per sier Vetor Morexini e compagni 
proveditori sopra la sauità, che li villani e villane 
sono in questa terra, sia publice proclamato che in 
termine di zorni tre debino ritornar a le so' caxe, e 
li sarà dato barche di tragetarli, sì di zeniilomeni, 
populari et bardiamoli senza pagar alcuna cossa. Et 
passadi li tre zorni, non habino più alcuna cossa, né 
siano vogati gratis, ut in parte. Et ave 35 di no, 
et fu presa. 

Fu posto, per li savii tulli di Coiegio, atento le 
nove aule di l' Istria, che sier Alvise Dolfin prove- 
dilor zeneral in Friul, con li slralioli, cavali lizieri 
et altre zenle a la liziera, debbi andar subito per 
terni o per mar in Istria, et esser proveditor zene- 
ral a quella impresa. Fu presa. 

Fu fato scurtinio di un savio dil Consto di zonta 

che mancava, tolti con (itolo, et niun non passò. 

Fo meglio sier Alvixe Venier; ma li maueha . . . balote 



533 



MDIX, OTTOBRE. 



234 



a passar. Tolti sier Piero Duodo, sier Antonio Lore- 
dan el cavalier, sier Zorzi Emo con titolo, e poi al- 
tri. Item, fo fato scurtinio di do savii a terra ferma 
ordenarii, uno di qual in locho di sier Hironimo Que- 
rini ha mandato a refudar era amalato, e tolti nume- 
ro passò solurn uno, che fo sier Francesco 

Foscari, fo savio a terra ferma, qu. sier Filippo pro- 
curatore di una balota. El qual subito introe con 
grandissima consolatone. 

A dì 5, la matina, fo lettere di Padoa di 
eri Kore 22. Che il campo nimicho era di là di Li- 
mene, et hanno è alozato a Longara mia diexe di 
Padoa verso Vicenza. E la tardità di V andata, è sta 
per condur una bombarda grossa la qual li cazete 
in aqua sul ponte a Limene, e l' hano Irata fuora, et 
per condur le altre artellarie che sono molte grosse, 
et altre particularità. Come lì in Padoa si slenta a 
masenar, e non è aqua, e se li mandi farine e dana- 
ri etc. 

Di fra' Lunardo governator di cavali tizie- 
r», di Padoa, di eri. Come si alegra con la Signo- 
ria nostra di esser levato l'assedio di Padoa. Lauda 
molto li zenthilomeni stati, li quali si hanno portato 
benissimo, e conforta si dagi a l' arte militare 

Di Caodistria. Come certissimo Raspo é reso 
a pati, et altre particularità. E si dice il capitanio 
sier Francesco Dolfin et quelli erano dentro è fato 
presoni. Tamen non fu vero, et il Dolfin vene in 
questa terra e siete secreto. 

Da poi disnar fo Pregadi, et leto le lettere fu 
posto per li consieri salvoconduto a sier Bernardo 
Navajer qu. sier Andrea per 6 mexi, et fu preso. 
Item, fu posto uno altro salvoconduto a Francesco 
Perduzi esser per altri 6 mexi, et sier Francesco 
Duodo é di Pregadi qu. sier Piero, andò in renga 
dicendo é creditor, e non se dia far, é contra la 
leze etc., adeo li consieri si tolse zoso. 

Fu posto, per li savii, che tutti li debitori di le 
decime e tanse poste di aprii in qua, habino termi- 
ne a pagar fin mezo il mexe con 10 per 100 di don, 
aliter pagi con pena, et siano mandati li debitori a 
le cazude etc ut in parte. Presa. 

Di Padoa. Fo lettere di ogi, hore 15. Come 
hanno certo i nimici esser partiti di Limene tutto il 
campo e vano uniti a la volta di Vicenza, et altre 
121 * particularità ut in litteris, maxime si dieno lenir 
li zenthilomeni più li, quali molti voriano licentia di 
partirsi, et cussi quelli di le Contrade. Et se li mandi 
danari e farine etc. 

Et nota. In questi zorni, sier Andrea Oriti pro- 
veditor, con volontà di altri, cassoe Gorleto fo tìol 

/ Diarii di M. Sanlto — Tutu. IX. 



di Gorlin coneslabile, qual era li a Padoa con con- 
duta di fanti tamen non li havia eie. 

Fu posto, per li savii d' acordo, una lettera ai 
retori e proveditori a Padoa, laudandoli le operation 
fate per tulli etc. Et zercha il licentiar di zenthilo- 
meni, si remete questo al judicio e voler loro, e pa- 
rendo il bisogno, li tegni e cussi quelli mandati di 
qui etc Fu presa. 

Fu posto, per li savii tutti di Colegio, una lettera 
al secretano nostro in Hongaria, et fo varie opinione 
de modo. Parlò contra la lettera sier Piero Capelo 
savio dil Consejo. Li rispose sier Antonio Grimani 
savio dil Consejo, poi sier Zuan Corner savio a terra 
ferma, poi sier Marin Zustignan fo avogador, el ulti- 
mo sier Alvise di Prioli è di Pregadi qu. sier Zuaue. 
E andò la parte presa dit Grimani, et fo comanda 
grandissima credenza etc. Credo zercha i danari li 
si dia dar, et zercha quel si trata con turchi. Et fo 
terminato che V orator eleclo in Hongaria debbi su- 
bito andar via licet non sia zonto lettere di 11 con 
salvoconduto, et avisarlo qual via el dia tegnir. 

Noto. Ogi fo dito, incerto auctore, eh' el zene- 
ral havia preso Fiume, Bochali et veniva in Istria. 

A dì 6. Fo letlere di Friul. Come nostri erano 
andati soto Cremons, et brusalo e fato ass;i' danni, 
adeo poleno anelar [>er tutta la Patria perchè non 
hanno contrasto, per esser il campo nemicho in 
Istria etc. 

Di Damasco. Fo lettere di ultimo lujo con avi- 
si di specie etc Item, di nave, et una nave di sier 
Marco Zustignan carga di orzi veniva di Cypro a 
Rodi esser andà a fondi, et il gran maistro, eh* é 
francese, li à dà grandissimo ajulo. Item, di altre 
nave rote, et a di 3 septembre zonse in Candia con 
una galia sotil la moglie e fioli fo di sier Beneto Sa- 
nudo morto capitanio a Famagosta. Et fo altre nove 
di mar. 

Da poi disnar. per esser San Magno, fo audien- 
tia di la Signoria el di savii daspersi, el poi con- 
sultato. 

Di Padoa. Fo lettere di eri di quelle occorren- 
te etc. et non so che, per non esser in la terra etc. 

Et in questa matina, andai a Padoa con sier Al- 
vise e sier Antonio Sanudo mei fratelli et sier Fran- 
cesco Malipiero qu. sier Perazo, et vedemo molte 
cosse, et ne l' andar per Brenta, vedemo molte bar- 
che e cari con robe di villani tornavano a loro ville, 
et poi sentimo una voce ogi i nimici aver corso fin 
a Peraga e di li via, adeo quelli villani voleano ri- 
tornar. Tamen non fu vero, et li confortavamo an- 
dar di longo, et non cn verità. Pur eramo in qual- 

16 



235 



UDII, OTTOBRE. 



336 



che dubilationp, et zeliti a Stri, perchè non si poi 
più andar avanti, si va a cavallo o a piedi per non 
122 esser l' aqua di Strà in là. Et erano assa 1 patricii ve- 
nivano zoso, alcuni stati fin hora in V assedio a Pa- 
doa, et altri soldati, et andamo a Padoa con sier 
Marco Zustignan qu. sier Jacomo, sier Nicolò Zorzi 
qu. sier Bernardo, sier Luca Vendramin qu. sier Lu- 
nardo, sier Luca Loredan qu. sier Francesco et sier 
Lorenzo Moro di sier Cristofolo. Et vidi gran mine 
di caxe al Portello e dove siete alozato il campo 
quando era li, et li ponti di Noventa e di Graizi bu- 
fi 2Ò. E intrati in Padoa, vidi li repari fino ai Car- 
meni e (fummo) alozati dal capitanio nostro cugna- 
do. Ne) qual zorno haveano certo il campo nemico 
esser levato di Limene e tirar verso Vicenza, et fran- 
tesi tiravano verso il veronese, e par vesentini non 
volleva intrasse il campo in la terra et haveano man- 
dato oratori a l' imperalor a persuader questo, et 
maxime perchè convegneria far spianata grand», 
qual furia tajar li moreri e fruteri eh' e il viver e fa- 
culla di vicentini eie. Item, par quelli di Este aversi 
dato a la Signoria, zoè li villani hanno cazi via chi 
vi era al governo dentro; tatnen niun vi andò di 
nostri fuora di Padoa, imo tulle le zente stavano in 
Padoa a la sua guardia. Tamen. i nimici haveano a 
Limene tolto le aque adeo mal si poteva masenar in 
Padoa, maxime a Ponte Molin, et era carestia di pan, 
adeo molti fanti vidi a la porta dil capitanio diman- 
dando pan. Era zouto farine et biscott, e il capitanio 
di la terra feva far pan continuamente, et in corte 
soa e per tutti li monasteri! e pistori di Padoa per 
lenir il campo fornito, et dicitur voleano di pan al 

zorno stera 700. Et vidi in castello mollili da 

man che mazenavano al dì stera i qual erano 

menati per todeschi presoni, tra i qual vidi 

finti et preti eie. Et in ditto castello è castelan sier 
Zuane di Garzoni qu. sier Mann procurato^ et cu- 
stodia di fanti. Era vi etiam alcuni padoani citadini 
sospeti, et Rames spagnol fo conestabele nostro etc. 
A dì 7, domenega da matura, sier Hironimo Con- 
tarmi proveditor di l'armada, con alcuni cavali lizie- 
ri et ar/ieri et altri, cavalebò verso Limene, e intese 
certo eri tutto il campo esser partito verso Vicenza, 
e vele la roslra fata lì per tuor le aque, la qual da 
guastatori si fari cavar li burchi et piere. Item, il 
capitario zeueral, domino Lucio Vtalvezo e altri capi, 
il podestà e capitanio e tutti 4 proveditori, fono in 
Coalonga a veder le muraglie bulade zoso per i ni- 
mici, che vogliono cornar ; et poi disnar fono in l'A- 
rena dove aloza il capitanio ad consulendìim de 
modo et ubi etc. Et nui cavalchamo per la terra 



\ edando li repari et mine sì fuora di Santa Croxe, 
come poi disnar andamo fuora di Coalonga a piedi 
fino a la Bia' Lena, visto dove aloza vano il campo 
in grote in terra, et dove erano li cestoni che (ma- 
scheravano) Y artellarie trava a la terra, et le cave 
e vie subteranee di andar a V artelarie. Jtem % vi- 
sto a la riva dil fiume dove slevano in cave i nimici ; 
et T imperalor in la Bia' Lena. Visto l' artellarie no- 
stre, maxime quelle colubrine le bote le travano 122* 
fino a la Bia' Lena pocho lontan dove era l' impe- 
ralor. Visto assa 1 fosse ei in chieste per li morii 
sepulii, et ancora erano corpi sora terra che puza- 
vano ; oossa spaventosa. Et intesi che do caxe 11 in 
borgo di Coalonga, che fo lassade in piedi, fé 1 gran 
danno a Padoa, perchè erano bastie contro Padoa, 
videlicet quella di Capella perché Alexandro Ca- 
pella è secretano con il Grifi, ei quella dil vescovo 
di Ceneda ; le qual tutte do, il zorno drk) si levò il 
campo, nostri le feno brusar et ruinar. Siche ator- 
no Padoa tutto è minalo, et hanno terminato far 
che un mio atomo la terra non possi esser caxe ni 
albori grandi di alcuna sorte. La qual diliberaiion si 
farà in Pregadi over Consejo di X. Visio il basiion 
di Coalonga bellissimo e forte, qual (ha) auto do 
bataglie, dove il Zitolo di Perosa con la sua compa- 
gnia che era a quella guardia benissimo si por- 
toe, el qual Zitolo è ancora in leto per la bota di 
l'archibuso; ma non ha vera mal da conto. Visto 
dove fo' porla via la testa di sier Thomà Memo lì 
nei bastion; e intesi che 1 zorno i se parlino il cam- 
po, fo morti da le sue artellarie più di nostri li nel 
bastion che per avanti ; et vidi teste di morti con li 
capelli li di nostri, qual fo' tolte via e porta a sepe- 
hr eie. Vidi le mure atorno, e di qua e di là di Coa- 
longa butate zoso con l' artellarie de' inimici per spa- 
zio zercha di passa zercha 200; cossa spaventosa. 
Etiam le nostre fera gran frachasso in campo, et 
anche con freze ei veretoni molti erano amazati. 
Visto molle caxe assa' busate lì iu Coalonga da le 
artellarie nemiche, et maxime una dove il capita- 
nio zeneral e proveditori stava a consultar, qual fo 
dito a' inimici e loro di e note Irete IL Jtem, vidi li 
repari in Coalonga ; cossa degna e fortissima. Vidi 
atorno la terra mine di caxe e monasterii. La chie- 
sta di Lazareto è solum in piedi, e il monasterio di 
la Certosa ; il resto botato a terra. Li frati è venuti 
in Padoa ; le monache etiam, benché parte di quelle 
di la Bia 1 Lena volse restar e Y imperalor l'ha man- 
date a Vicenza; il corpo di la Bia' Lena fo porta in 
Padoa etc. Vidi in la terra alcune caxe da artellarie 
et mortari danizade, videlicet* V Arena, a San Zuan 



587 



1IDIX, OTTOBRE. 



$38 



di Verdura ne ]' ochio di la chiesia, et fin su una 
coIona dil palazo dil podestà. E trevano balote di 
pieni molto grosse, qual vidi in palazo di! capitarne 

di peso lire et di ferro di lire In somma, 

hanno trato più di 10 milia bote di artillarie in 
Padoa. Et nota. Nostri erano a la fin di balote, di 
polvere, manrhava le freze, et non haveano forine; 
et si stevuno 3 zoroi più, nostri hariano convenuto 
(narrar fermento cotto. Tamen, tutti in Padoa 
stava di bona voglia, e non dubitavano per la gran 
zente vi era dentro e il fior de Italia de fantarie, e 
123 per K gran repari Tatti; cossa inexpugnabile. Item, 
vidi al Bassanello la chava fevano inimici per meter 
il Bachajon e farlo andar verso Monzelese, et mis- 
siva, et era uno arboro gran lo qual lo tajono e feno 
andar a la via dil Bachajon per serark); tamen poi 
non seguì V opera. Item, intesi li zenthilomeni nostri 
stati li aversi ben portato, e li soldati li laudano as- 
sai. Item, vidi assa' villani con li cari pieni di robe 
e done e pulì di le ville di visentina che fuzivano dil 
campo, e disseno francesi esser passa di Bovolon via 
et altrove e danizar assai. In Padoa era assa'bò e va- 
che e porzi e altri animali di villani, li quali hora 
ritornano a li soi lochi. Et nel bastion di Coalonga, 
dove era il bisogno, oltra li fanti di la compagnia dil 
Zitolo e altri, fo posti zercha 18 altri homeni da ca- 
po stati altre volle conestabeli, li nomi di qual sa- 
rano qui sotto posti. Li quali erano pagali per lanze 
spesate. Et nota. Soldati in Padoa ne fevano bona 
«era carenandone molto; et intesi (dire) hanno 
combatuto per honor de Italia e per il ben loro. 

Conestabeli erano nel bastion al tempo di le 
bataje senza compagnia, pagati per lanze 
spezade quél tempo. 

Vicenzo Rizo. 
Tiracossa Corso. 
Silvestro da Gonejan. 
Spinalo da Bologna. 
Lodovico da Chaltran. 
Pasqual da Cataro. 
Bortolo da Cotogna. 
Zuan Jacomo da Crema. 
Alvixe da Crema. 
Ruberto Grimaldo. 
Zorzi di Todaro. 
Antonio de la Valle. 
Pelegrìn de Zanmato. 
Zuan Francesco da Veniexia. 
Zan da Rieto. 
Hironimo da la Mota. 



Et ogi, reduti in consulti li rectori e proveditori 
col capitalo zeneral e altri capi, terminono dar li* 
cenlia a li zenthilomeni erano in Padoa stati, volen- 
do venir venissimo via ; etiam quelli di le Contrade 
et altri da Veniexia stati li in assedio. 

Item. die sier Zuan Paulo Gradenigo proveditor 
zeneral vadi la matina con zente e guastadori a re- 
parar a Limene vengi aqua. Item, provisto al pan, 
per esser gran carestia di farine e pan. 

Nota. Eri gionse in Padoa do araldi dil re di ro- 
mani con una lettera drizata per il re al capitanio 
zeneral ; par il maistro dil campo mandi diti araldi a 
Veniexia dal doxe etc. Et fono fati intrar, e posti ne 
lo alozamento di domino Zuan Diedo drio corte in 
caxa di domino Zuan Antonio dal Relogio, qual é in 
prexon a Veniexia. Et io parlai a ditti araldi : uno, 
nome Michiel, sa talian, P altro é todesco. Non voi» 
se dir la causa ; ma disse per bona caxon, e voria 
fosse paxe. Or fo scritto a la Signoria di questo, 
et ogi vene lettere di la Signoria che subito fos- 
seno aviati a Strà a cavalo la note con Piero Cra- 
solaro secretano in ca' di qual steteno, e a Stri 
montoe in barche dil Consejo di X, e a meza terza 
fono poi in Colegio per ca* dil doxe. 123 * 

lu questo zorno, a dì 7, fo gran Consejo, et fo 
posto una parte per li consieri. Atento che sier Pe- 
legrìn da Canal di sier Bernardin morite combatai- 
do in castello di Stri, che per alimento di floli due 
li siano date per gratia balestrane diexe in Fiandra 
meli per uno, con questo vadi al viazo sier Piero da 

Canal di sier Bernardin, over uno sier Ma- 

nolesso etc. E fu presa, 7, 160, 1059. 

Item. Si ave a viso certo il capitanio zeneral ha 
auto Fiume et sachizato et brusato, et é stato fato bu- 
lini per ducati 12 milia, come di questo qui avanti 
sarà una lettera di esso capitanio zeneral copiosa, 
come aqurstoe ditto loco di Fiume, et il sequito. 

Di Forlì. Vidi lettere di Zuan lacomo Caroldo 
secretano nostro, qual é presoti, drizate a sier Fran- 
cesco Contarmi di sier Zacaria el cavalier, di primo 
di questo. Avisa il cardinal di Pavia é a Faenza con 
domino Antonio de Monte auditor de camera manda- 
to dal pontifica per concluder, insieme con ditto car- 
dinal, i capitoli di questa città, zoè di Forlì. Et hanno 
expedito quelli di Faenza, et certe possession che 
solevano esser di quella comunità, hanno distribuite 
in questo modo. Una é sii data a certo hospitale, et 
il resto, parte a la dilla comunità, et parte ad alcuni 
che altre volte se chiamavano Compagnazi al pre- 
sente se dimandano Marchadanti, perchè dicono 
aver dato la terra al sopra se ri pio cardinal. Russi ri- 



*w 



VD1X, OTTOBRE. 



540 



man a Faenza. Ditto cardinal dia andar a Ravena, e 
successive in li altri lochi per tal eflecto. Jtem, que- 
sti di passò de qui el conte Lodovico da Carpi : venia 
di Roma per le poste, andava al cardinal. Disse a 
questo castelan il papa havea deliberato andassemo 
a Roma. Scrive haver visto Franceschi fo fio! di 
papa Inocentio mendichar in Alemagna. et Valenti- 
nos a Medina di Gtmpo in Spagna in gran miseria 
in presone. Spera veder etc. di chi li fa sto torto. È 
stato amalato etc. Et uno Bernardino fiorentino è il 
primo in caxa di ditto cardinal Pavia legato, ha ditto 
die di Padoa dipende il tutto; et che nel convento 
fece Maximilian con Roan a Ombrai, fo Irata di Ve- 
necia e mandar i zenthilomeni chi in Spagna chi in 
Alemagna e altrove. Item, li a Forlì è domino Marco 
Orio e domino Alvise d' Anuer e domino Piero So- 
ranzo con lui, et domino Zuan Baptisla Memo a sua 
posta, e domino Alexandre Minio et domino Seba- 
124 stian Michiel erano insieme, pur tutti presoni. 

A dì 8, luni da matinu in Colegio, veneno per 
caxa dil principe li do araldi di P impera tor in Co- 
legio con le zorneJe, con P arma di P imperio e di 
Austria, e disse venivano, da |)arle dil maistro dil 
campo, a dir quello voleva far il doxe di presoni 
a verno ; si se vuol far conlracambio con quelli loro 
hanno et manierano la poliza, overo lenirli fin a 
guerra finida. Poi disseno doveva dir un'altra cossa 
che loro si haveano domentichà ; unde fo consul- 
tato in Colegio mandarli via con uno nostro nomi- 
nato Gujelmo eh' è interprete, per veder di adatar 
qualche praticha sotto specie esser sta mandalo 
per saper P altra cossa, per poter farli risposta; 
ma poi non andò. El cussi, a dì . . da matina, par- 
lino con guardia niun li parlasse, et con Piero Ora- 
xolari secretano di sier (leggi Andrea Gritti) 
Cristofal Moro prov&litor zeneral. 

Di Noal. Di sier Piero Martello proveditor 
general. Come havia auto Camposanpiero perchè 
niun vi era dentro, et lui e con la zente, et mandò 
400 fanti in Padoa sotto quelli conestabeli ut in Ut- 
teris Paduce. El li è domino Alvise di Dardani. 
Item, havia posto proveditor in Camposanpiero sier 
Bertuzi Contarmi di sier Andrea, che è proveditor 
con lui in Meslrina eie. 

Di Treviso. Come quelli di Castelfranco erano 
sublevati e preso quel comissario de P imperator 
era li e conduto a Treviso, qual è anconitano, et per 
esser sta homo da ben fo lassato; siche tieneno la 
terra per la Signoria nostra. 

Di Padoa. Fono lettere di quelle occorenze, 
et inimici esser vicino a Vicenza tutto il campo uni- 



to, e si tien parte voglino andar a Lignago. Et altre 
cosse, ut in litteris. 

Da Roma. Non fo lettere. Solum di Viterbo 
di sier Hironimo Donado dotor orator, et il car- 
dinal Grimani e Corner, di 27. Come erano 
slati in coloquio col papa. Più duro che mai a levar 
la scomunicha. Voi si dagi Padoa, Treviso e Udene 
a P imperator, e poi lui ronzerà le cosse, et che per 
San Lucha sarà a Roma. In conclusion. cative lettere ; 
ma non sapeva il levar dil campo di Padoa. Pur con 
Franza era qualche disturbo con il papa. 

Da poi disnar, fo Pregadi et fu leto le lettere e di 
Istria. Come i nimici, otenuto Raspo, non fanno altro. 

Dil capitanio cenerai, in galia, a dì 3, 
apresso ohm fo Fiume. Narra il modo di P acqui- 
sto, sacomanar e brusar, come qui soto apar, et vera 
in Istria justa i mandati. 

Fu posto, per i savii, che li debitori di fitti pagi- 
no sora li odi di fin 20 di questo coti don 10 per 100, 
aliter pagi con pena di 5 per 100; et li osti pagino 
solum il quarto di quello i paga di fitto. Presa. 

Fu posto, per sier Antonio Trun procuralor sa- 
vio dil Consejo, che atento sier Hironimo Contarmi 
proveditor di P arinada è fu ora, che se indusii al suo 
vegnir a pagar le so angarie. Sier Piero Capello savio 
dil Consejo contradixe e si alterò, e il Trun rispose. 
Et non fo ballotado. 

Et fo licenliato el Consejo di Pregadi, et intrò 
Consejo di X con la zonta per far le dille (com- 
missioni) a sier Piero Pasqualigo dotor cavalier va 
orator in Hongaria, acciò abbi li danari li bisogna. 

In questo zorno, gionse sier Alvise e sier Ber- 
nardo Loredan fìoli dil Serenissimo, stati in Padoa 
in P assedio con molli zenthilomeni. Et cussi il forzo 
di zenthilomeni et altri venitiani el homeni di le 
Contraile veneno a repatriar. 

A dì 9. Fono lettere di Padoa di eri, di 
hore 3 di note. Che il campo era a Longara verso 
Vicenza unito, et sier Zuan Paullo Gradenigo pro- 
veditor, stato a Limene, farà cavar li saxi e burchii 
per remediar P aqua vengi a Padoa. Item , fo dillo 
il re esser intrato in Vicenza, et parte dil «un pò, 
zoè francesi e italiani, esser andati a Lignago. Item, 
dimandano danari, danari e danari. 

Da Ligìiago. In questi zorni fo lettere di 
sier Carlo Mariti proveditor et sier Michiel 
Baxadona proveditor in castello, di 5. Come 
aspetano il campo. Loro fano provision; ma bisogna 
danari. Meteno assà villani dentro e bestiami, et 
sono desiderosi a difendersi. Li è Zuan Forte et 
Marco di Rimano. 



124* 



541 



MDIX, OTTOBRE. 



545 



Di Noal. Fo lettere di! provedilor Marzello di 
quelle occorentie, et si dice per uno vieti di campo, 
il re dovea intrar in Vicenza con 500 cavali. 

Di Treviso. Chome nostri,, verso San Salvador 
baveano fato botin di boy 500 et castroni 1500 che 
andavano in campo, venivano di Alemagna, et presi 
H mercbadanti ; siche si potrà haver carne, et sarano 
cooduti in Treviso. Item, lutti alendeno a far repari 
de li etc. 

Dil captiamo tetterai, da Purenzo. Chome e 
in bordine per andar a l' impresa di Trieste. Fa adu- 
nar le zente tutte di l'Istria. 

Di sier Francesco Pasqualigo proveditor di 
stratioti, date a in Istria. Come li cor- 
vati erano partiti, siche il campo si va disolvendo. 
Et altre occorentie di Istria. 

Vene in Colegio Hironimo di Pompei et Piero 
Spolverili veronesi, quali hanno cavali lizieri con la 
Signorìa nostra et sono fidelissimi. et dimandono 
alcune cosse. È partiti di Padoa con lettere di pro- 
veditori per aquietarli, perchè par uno Baldesar di 
Scipioni senese, qual è lì e fo capo di zente dil si- 
gnor Bortolomio e preso da* francesi e reschalato 
et li fo dato per nostri a Padoa conduta di cavali li- 
neri, or par nel butin fato a Bovolenta con questo 
Hironimo Pompei venisse in parole, adeo in questi 
di a Padoa, in camera di sier Zuan Paulo Gradenigo 
proveditor, esso Baldassar li dete uno schiaffo, e il 
dì drìo questo Hironimo vene con zente per ama- 
zarlo fino a la sua caxa. Or inteso la Signoria questo, 
scrissero) a Padoa, et li proveditori cassoe subito 
ditto Baldesar di Scipioni etc. Et questi doi tornono 
a Padoa, e lui vene a star a Veniexia tanto si miti- 
gasse le cosse. Tamen, è homo valentissimo. 

Noto. In questi zorni, fo mandato a#inguento 
50 schiopetieri, et a Montona altri 50 per custodia 
25 di quelli castelli. 

Da poi disnar fo Pregadi, et vene lettere di Pa- 
doa di ogi hore 15. Come il campo é pur a Longure 
tutto unito. Item, dimandano nostri danari e da- 
nari etc. et altre occorentie. 

Fu posta, per li savii, la commission a l' orator 
nostro va in Hongaria secretissima. Fo disputation. 
Parlò solo sier lacomo Gabriel savio ai ordeni ; ma 
non otene. Li rispose sier Nicolò Bernardo savio a 
terra ferma, e fé' certa relation stato da V orator 
hongarico é qui. Et par si voghi darli ducati diexe 
milia di panni d* oro e di seda, e ducati diexe milia 
di zoje etc. 

Fu posto, per li savii ai ordeni, che le galie di 
Baruto et Alexandria, qual è passa li soi tempi di 



navichar per le cosse di Padoa, melino li patroni 
banco a dì 50; a dì 55 il capitanio di una e l' altra 
muda siano confinati in galia, et per tutto questo 
mexe partir, e vadino con la muda in borsa (sic) 
zoé tanto tempo etc. ut in parte. Sier Piero Capello 
savio dil Consejo contadisé, e messe siano reincan- 
tade a beneficio di la Signoria. Li rispose sier Marco 
Antonio Calbo savio ai ordeni; poi parlò sier Anto- 
nio Trun procura lor, voi indusiar. Li rispose sier 
Vetor Capello savio ai ordeni, et sier Marco Antonio 
Loredan, parlò podio. Andò le 3 parte. 16 sier Piero 
Capello, 48 dil Trun, 74 di savii ai ordeni, e questa 
fu presa. 

A dì 10. Fo ditto una nova incerto autore; ma 
vien per relation in Colegio, che, hessendo intrati 
400 fanti in Vicenza, tra i qual 100 spagnoli alozati 
in el borgo di San Piero, volendo far insolentie, fo- 
no da 1 vicentini tajati a pezi. Tamen, poi non se in- 
tese altro, et non fu vera. 

Di Padoa. Fo lettere di eri et ogi. Il campo è 
pur a Longara e Barmaran, e sta cussi unito, et si 
dice parte vanno verso Lignago. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta per 
danari, et valer si dia pagar Montenovo. È zi un 
mexe pasato il tempo, et ancora il Colegio non è fato 
e si va scorando, imo a voler ubligar il suo prò bi- 
sogna 3 boletini, cazude, govemadori sora i ofiicii 
el ultimo X savii sora i debitori. 

Fu fato per Colegio proveditor a Castelfranco, 
con ducali diexe al mexe sier Bortolomio Moro, fo 
capitanio di la citadela di Verona, qu. sier Fran- 
cesco. Tolti diexe ; soto una balota sier Batista Bo- 
lani fo sopracomito di Candia, el qual poi, venuto 
in Colegio, voleva 500 fanti et 100 cavali lizieri, et il 
Colegio disse il campo era li propinquo etc. Et ace- 
tono la sua scusa di haver refudato etc. 155 * 

A dì 11, la matina, fo lettere di Padoa. Il 
campo é ut supra tra Longara et Barmaran e parte 
andato a Lignago, et hanno mandato loro provedi- 
tori a Lignago a confortar queloro. Et scriveno altre 
occorentie e consulti fati eie. 

Di Friul. Fono lettere. Il Dolfin proveditor era 
a Monfalcon et paseria in Istria. Aspetava li danari 
per dar a le zente et stratioti. Et li Savorgnani erano 
con zente assa' adunati. 

Di Poma. Fono lettere di 7. Come el di di San 
Francesco el papa disse messa solenne a Corneto, e 
ogi é partito de lì et dia esser zonto a Civitavechia, 
e mercore, che sarà a dì 10, dicese sarà concistorio 
per conferir vescoadi e arzivescovado di Taranto, 
per esser manchato qui in corte. El qual era theso- 



243 



MDIX, OTTOKRE. 



Mi 



rier <lil papa; |ht la morie dil qual, fra ofieii e altro, 
il papa vìen avanzar zercha ducati 30 milia. /^m, 
se parti di la corte quelli zomi e vene qui in Roma 
et cardinal de Aus, insieme con li altri do cardinali 
francesi, zoo de Boni e il fradello del gran maistro 
di Milan monsignor di Albi, al qual il papa non li ha 
voluto dar il capello a Viterbo per queste sue dife- 
rentie di sospension di beneficii ha fato il re di 
Franza ne le terre di Lombardia. I qual cardinali, 
aspetano li a Roma la venuta dil papa, e atendeno le 
lettere di Franza, et hanno questa cossa per adatar 
prteeipue dal canto dil papa, el qual convegnirà 
certo al voler del roy, e tor il vescoado di Provenza 
a cui T ha dato, e darlo a cui vorà esso re. Per le 
qual deferentie, par el papa dà gran cargo al cardi- 
nal di Pavia, per la qual cossa li ha sciite el vegna 
lì a Roma; e per quello è sta ditto, esso cardinal è 
schampato a la volta di Franza. Non se intende ben 
con verità ; unum est che per i rechiami venuti a 
esso papa de li portamenti di esso cardinal segnan- 
te in Bologna, ha mandato il governador di la ca- 
mera a intender e sindachar, et non sanno quello 
habia a suzieder. Di) re di Franza, nulla si ha con 
certeza ; solum, che per el zonzer in Francia, fece 
molti desordeni si in manzar come in coyto con la 

regina, adeo ebbe febre et alcuni accidenti de 

adeo si dubita de la persona. Mora se ha star me- 
glio di la persona, e cavalcha a piazer qualche volta ; 
ma che 'I non poi andar a piedi, e che la sua infer- 
mità son eticha. Li a Roma é dito il papa ha di cam- 
po molte stafete che fanno le cosse di V imperator 
molto prospere, e luto si divulga per aver danari 
da soa santità, la qual si ha aversi resoluto non li 
voler dar un bagatin. E loro oratori credeno, s' il 
papa tegnisse che 1 re fosse per aver Padoa, li daria 
danari e lutti li favori li sana possibele ; e tien il pa- 
pa habbi più paura di l' imperator che non hanno 
quelli fo dentro di Padoa. El é refrescato la fama 
data per nostri a dì 28 a 1 todeschi solo Padoa dan- 
doli la bataja, et da li cavali lizieri fo resallà il 
campo da drio, e di le nostre fantarie ussite; tamen 
aspetano saper. Item, scriveno di certe galie dil 
126 papa eombatute da turchi etc. ut in litteris. 

Vene in Colegio domino lanus di Campofregoso 
é il primo apresso il capitanio zeneral, inandato per 

lui per causa di la expedilion di Fregosin^uo 

qua! P ultimo Consejo di X con la zonta fo expedito. 
Et li fo dito con li capi la expedilion come reo e ve- 
nuto in Padoa per tratar contra la Signoria nostra 
in favor di l' imperator, che 1 dito sia messo in man 
dil capitanio et esso domino lanus, a darli qual pu- 



nition li par etc. E dito domino lanus usò alcune pa- 
role, dicendo il capitanio zeneral farà quello vorà la 
Signoria, e si parti per Padoa. Item, fo ordina far 
mostre a Padoa, e mandalo Francesco Duodo raso- 
nato acciò vedi le condute di fanti, e terminato di 
mandar ducati 10 milia a Padoa per comenzar a far 
le page. In conclusion, la terra ha gran bisogno di 
danari. Item, se intese una nova, che 1 signor Pan- 
doro Malatesta signor di Gtadela havia posto a sa- 
cho Citadela, e con la sua brigata era partito e an- 
dato, chi dice a Mantoa, chi altrove per dubito di 
perder la vita, perchè sa ben non poter tenir Cita- 
dela. Et si ave di Treviso esser sta preso per nastri 
cento bote con badili, andavano lì a Gtadela per for- 
tiflcharìa etc. 

Da poi disnar fo Pregadi, et fo letto molte let- 
tere di ogi. Hanno i nimici col campo andar verso 
Vicenza, parte esser pur a Barbaran e parte va 
verso Lignago. Loro proveditori ha mandato a Li- 
gnago a confortarli etc. Item, scriveno relation di 
uno Francesco Zacharia venitian, qual fu preso da' 
inimici in scharamuza al partir di Padoa, et referisse 
molte cosse, come di sotto dirò. Item, laudano li 
zenthilomeni stati, ut in litteris 

Di Treviso. Esser intrato lì li botini fati di bovi 
e castroni, et scriveno el numero, e parte é venuti 
verso Margera per venderli ; siche li merchadanti, 
volendo compar, vengino a Treviso. Item. scriveno 
nove di lì, et quanto senteno etc. 

Di Noaì. Di sier Piero Mar Bello provedi tor. 
Quanto sente di zente intrade in Bassan, et scrive il 
numero di la custodia li ha manda V imperator. Et 
è 11 reduto con quelle zente, et sier Alvise di Dar- 
dani verso Minn. 

Fu p^to, per li savii certa parte di tro- 
var danari, videlicet le nave di bole 100 in suso 
pagino 2 per 100 di bote, et in zoso una e meza. 
Item, tutte le barche di questa terra, exceptuando 
quelle di trageti, pagino ducati 2 per una, e le fixo? 
lere due. 10; et in termine zoroi 8 si dagino in nota 
al sai, e termine zorni 15 a pagar etc. ut in parte, 
la qual sarà copiada qui avanti. Et sier Marco da Mo- 
lin et sier Hironimo Tiepido consieri volseno in tutto 
la parte, con questo quelli hanno ogii pagino du- 
cati 2 per mier. El a questa parte tutta contradise 
sier Bernardo Barbarigo e voleva far do, per contro, 
zentilomeni e tansar poi etc Non li fo risposo. Parli 
poi sier Luca Trun cao di X. Voleva si potesse tan- 
sar più di ducati 50 presi, perch* è solum 37, e tan- 
sar ducati 50. Or senza risposta andò la parte. Ave 
152, et fu presa. 



S45 



MDIX, OTTOBRE. 



346 



Fu posto, per li ditti, li zudei di Candia pagino 
due 4000, et quelli di Corphu due. 3000, et fu presa 
ut in termino compreso in la parte ; e si li retori li 
par tropo, fazi mancho. 

Fu posto, per li ditti, che le Scuole grande pa- 
giuo due 300 per una, et quella di San Rocho due. 
100, et per le pizole ducati fin 35 per una. E presa. 

Fu posto, per li savii, che sier Piero Pasqualigo 
va orator in Hongaria, possi spender a conto di la 
Signoria nostra in viazo etc. ut in parte. Presa. 

Fu posto, per li savii, che sier Hironimo Conta- 
rmi proveditor di l' ariuada, qual é a Padoa, si scrivi 
debbi esser col capitanio zeneral, retori et provedi- 
tori, et non bisognando più, possi venir con quelli 
andò a Chioza su le sue galie. Et fu presa. 

Fu posto, per li ditti, che, atento li villani di Pa- 
doana hanno auto gran danno et non hanno for- 
manti di semeoar, che li patroni sieno ubligali darli 
le semenze; con questo al racolto sia prima trato 
fuora quanto formento harano auto, e p >i si partissa, 
MI* ut in parte. Et fu presa. 

Fu posto certo capitolo in la commission di l' o- 
rator nostro va in Hongaria, et fo disputation tra li 
savii. Parlò sier Antonio Truo procurator et sier 
Antonio Grimani savii dil Consejo, sier Andrea Tri- 
vixan el cavalier savio a terra ferma, sier Iacomo 
Gabriel savio ai ordeni et sier Sebastian Zustignan 
d cavalier è di Pregadi, stato orator in Hongaria. 
E andò le parte, e il Gabriel ave 16 et il Grima- 
ni otenne. Et fo materia secretissima, nescio quid. 
Et doman si parte il prefato orator, come noterò di 
soto. 

Fo leto una parte vechia presa nel Consejo di X, 
che non possi slar in Colegio si non li deputati. E 
questo perchè tutti veniva in Colegio li olici di Pre- 
gadi, et non si poteva lezer lettere etc 

Fo io questa sera, che Pregadi stè suso fin bore 
3 di note, gran pioza a scassi edam la note, ma 
apena bagnoe la terra che la matina cessò; siche 
nulla ha fato. 

Adi 13, la matina, vidi su una coIona alta di la 
chiesia di San Marco una scomunicha fata conlra il 
reverendo dom. Stephano archiepiscopo di Patras 
et episcopo torzelano per non haver dato ducati 300 
dia aver dom. Valerio Dolze da lui, ut patet in 
scomunicha, non havendo obedito li mandati dil 
papa. Et subito fo tirata zoso. 

Di Padoa. Fo lettere di eri sera. Hanno certo 
il campo nimicho è andato verso Lignago. Item, la- 
corno Marinato cavalaro è zonlo li a Padoa slato 
presoli in campo nemicho zorni '27, et é fuzito, il 



qual referisse il re esser in la villa di Custoza sera 
il Bachajon mia 6 di là di Vicenza in cha' di quelli 
da Porto, et lì fé' consejo dove intrò Antonio Cao- 
divacha et Achiles Boromeo, che avanti non erano 
intrati. Item, in Vicenza e intrati 400 cavali et 400 
fanti soli, perchè vicentini non voleno il campo vi 
entri ; ma ben parte di V arlellarie grosse è intrade 
e alcuni per custodia di la terra. Et feraresi et le 
zente dil papa é partite e andate verso Ferara. Item, 
domenega a di 7, fo impichà quatro spagnoli in Vi- 
cenza per robamenli fati etc. Item, che in campo è 
400 padoani quali moreno di fame la più parte, et 
convieneno, per viver, atender a li cavalli, et sono 
tratadi come zudei e mal visti da' oltramontani. . 137 

Di Noal. Di sier Piero Marcello proveditor 
generai. Come in Bassan erano intrati 400 borgo- 
gnoni a cavalo et ... . fanti, et scrive particularità 
alcune ut in litteris. 

Di Lignago. IH sier Carlo Marin provedi* 
tor, di 10. Cbome, havendo inteso quelli è li, zoè 
Zuan Forte e Marco da Rimano, venivano alcuni di 
Ferara con danari per portarli in campo e dovendo 
passar per Castelbaldo, nostri, con la intelligentia di 
quelli di Este e Montagnana, (ha) dato hordine di 
scontrarli. Et cussi venuti, par che, passato che ebeno 
l' Adexe i nimici, nostri, senza aspetar il resto di Li- 
gnago, deteno dentro e ruppeli et ebbeno Castelbal- 
do, e sopravene cavali di la Badia in ajuto de 1 ini- 
mici. Or vene poi alcuni cavali di francesi venivano 
a quella banda per acamparsi a Lignago, e fonno a 
le man con nostri, di qua] morti 30 e di francesi 30, 
et nostri conveneno ritornar chi in qua chi in là e in 
Legnago, e francesi andoe a Castelbaldo e T ebeno e 
lo sachisono tutto, e come poi se intese, con occision 
di più di 1000 tra homeni, done e puti. Conclusive 
scrive il campo vieti li. Loro hanno fato ogni pro- 
vision ; ma dubitano assai. Voria capo e danari so- 
pratutto, e altre cosse ut in litteris. 

Di sier Michiel Baxadona proveditor dil 
castello e rocha di Lignago, di 10. Scrive questa 
cossa, et esser andati contra il suo voler, et esserne 
sta m»rti più di 350 di nostri, e il campo certo vien. 
Si duol non haver danari per li fanti in rocha ; ta- 
men, fari ogni cossa, e si tegnirà sempre;, e non sa 
dir parole ma a la fin si intenderà, pur non sia tra- 
tato. L' Adexe è bassissimo, e questo è il mal. Item, 
altre particularità scrivono, ut in litteris. 

Di domino Hironimo Sovergnan, si ave avi- 
so, per lettere di Friui dil vice locotenente, che 
con le zente V ha era andato a Gistelnuovo et quello 
havia ricuperato, come di soto scriverò, videlicet 



\ 



247 



UDIX, OTTOBRE. 



248 



Irato 27 colpi di artelarfa, e a la fine si reseno a de- 
scrition. E scrive quelli successi, ut in litteris. 

Dil capitanio general di mar, date in galia 
a dì 7 a Muja. Come era lì per la impresa di Trie- 
ste, e havia scripto a sier Alvise Dolfin proveditor 
zeneral in la Patria di Friul, qual é a Monfalcon con 
127 * lì stratioti e zente d' arme, stagi in bordine etc. 

A dì 11 octubrio 1509, in Rogatis. 

A cadauno é manifesto el gran bisogno del da- 
naro che gè é al presente per poter suplir a le im- 
portantissime occurentie dil stato nostro. Et perché, 
volendose trar ditto danaro da pochi, come fin qui 
é sta fatto, con tanxe et decime solamente, li danari 
edam sono pochi et consequentemente non pono 
suplir a le grande indigentie, é necessario trovar 
una angaria general la qual sia tollerabile et dagi 
etiam bona summa de danari a la Signoria nostra, 
acciò ogniun la pagi tanto più volentiera ; et però 
l'andera parte: Che tutte nave, marani, navilii, bur- 
chi, piate, barche de stajera e legni de ogni sorte de 
portada de bote 100 in suso, siano stimade con li 
corieri el obligate pagar per una volta solamente 
ducati 2 per 100 di la valuta a la Signoria nostra 
per cadauna. Quelli veramente de portada de boti 
100 in zoso, siano similiter stimadi et ubligati pa- 
pagar una e meza per 100 per cadauna. Le burchiele 
veramente debbano pagar quanto sarà tanxado per 
li proveditori nostri al sai. Le barche da balotar, 
ducali 10 T una. Le barche di questa nostra cita, 
di zenthilomeni, citadini et altri che tien barcha, sì 
in caxa come fuora de caxa, et similiter le barche 
de pedota, ducati 2 per una, intendando etiam 
quelle che fosseno sta tirade in terra, excetuando in 
questa contri bulion le barche da trageti, da soldi e 
da bagatini. 

Tutti li noli siano ubligati pagar uno per 100, 
principiando da quelli che vegnirano adesso fino a uno 
anno proximo. Le cinque Scuole grande siano ubli- 
gate pagar per una volta ut supra, videlicet: le 4 
prime ducati 500 per una ; quella di San Rodio 100 
per esser povera. Le Scuole piccole veramente, da 
ducati uno fino ducati 25 secondo la condition sua, 
corno a parerà a li proveditori nostri del sai per la 
mazor parte, a li quali si i commessa la execution di 
la dita parte e la execution de questo danaro; e 
sano obligati tutti i sopraditti andar a darse in nota 
ài ditti proveditori, in termine di zorni 8 proximi, 
sotto pena di pagar el doppio, et in termene di altri 
8 zorni da poi pagar quanto sono obligati. Et a que- 



sta condition siano chi hanno nave, burchi, navilii et 
altri legni. Quelli veramente le nave e navilii de li 
qual fosseno fuora, siano obligati a depositar a boa 
conto nel ditto tempo, sotto pena de pagar el doppio. 
Dechiarando che, per questo, alguno ha li prediti, 
non possino crescer el precio de li soi noli, soto 
pena di I. 25 di pizoli per cadauna volta fosseno tra- 
vato haver excesso li priexii ordenarii et consueti. 
Et si alguna parte fusse contraria, sia suspexa. 

Item, che tutti quelli che hanno fato deposito di 
olii fin questo zorno in questa nostra cita, siano obli- 
gati pagar do per 100 per una volta solamente, et 
siano obligati darsi in nota ut supra. 

Copia di una lettera di sier Angolo Trivixan 
capitanio general di mar, data in golia 
apresso i seogii di Ruigno, a dì 5 octobrio 
1509, a sier Marin Trivixan qu. sier Mar- 
chiò, et sier Zacaria Valaresso qu. sier 
Zuane. Narra V aquisto di Fiume. 

A dì 27 dil passato, da Zara fo V ultima mia, e 
vi dissi, per l' bordine havia da la nostra illustrissi- 
ma Signoria, vegnia a la volta de questa Istria ; ma 
che prima voglia dar una volta per questo golpho di 
Quarner, per veder de dar qualche soveuzion a que- 
ste fedelissime ma povere zurme, come ho fato, con 
el voler et ajuto de Dio. Del qual loco mi parti a di 
28 et vini a San Piero in Leme, dove stiti do zorni 
a meterme in hordine de schale, gradizi e altro. Et 
poi mi partì e vini a 1* ixola de Vegia a Castel Mu- 
schi ', dove per tempo stiti fin a dì 2 dil presente. 
Del qual locho mi levai con galie 1 5, hore do avanti 
zomo, et al levar del sol se apresentassemo a la terra 
de Fiume, et avanti fussemo salutati con assai artel- 
larie. El smontati in terra de le galie homeui 2200 
et zercha 300 da Vegia molto vigorosamente, et al 
continuo da quelli de la terra salutali con molte ar- 
telarie et archibusi, da i qual ne fouo morti 8 di no- 
stri, de li qual ne fono di la mia galia 3 et assai fe- 
ndi, tandem, con el voler de Dio et honor del ex- 
celentissimo nostro stato, a hore 2 </t di zorno i no- 
stri virilmente montò suso le mure et in la terra. Et 
tutto quel zorno sachizono la terra non la spara- 
gnando ad algun ; et molti tajati a pezi ; et plui son 
stato el disipato che el tolto; e dove i se cazava i 
meteva fuogo, per modo tuta fono brasata, et mai 
plui non se dirà : « qua son Fiume > ma : « qua 
fono Fiume. > Et in el medemo zorno mandai 
atorno el castello, et combatendolo virilmente, i 
messe fuora bandiera di voler patti, et ussino el ca- 



249 



MDFX, OTTOBRE. 



250 



stelan, che son fi <lo di Pas Marcho e il capitanio in 
questa parte di Maximiliano, con el suo canzelier. Et 
vene da mi, et oferseme quello, salvo T aver e le per- 
sone. A i qual dissi volerli a mia descrition, et loro, 
pur dizendo almen salvo le persone, io li dissi non 
si dagando a mia descrition i prenderla e tutti an- 
deria per el fil de la spada. Tandem, contentò e 
volse esser mie 1 presoni, et apresentomi le arme, e 
tornò suxo e tulli si rexe. Ordenai i 40 principali 
fbsseno posti in ferri, come i sono et tignirolli fin al- 
tro delibererò. Et el zomo seguente fono compido 
de sachizar e brusalo el resto, si de la terra come el 
castello. Et in quel zorno mandai galie 5 a Bochari, 
et Ozi dimandar uno navilio de Fiume mie* nemixi. 
El qual locho son de hungari, ma signorizato per 
suo rebello che son in campo de Maximilian atorno 
Padoa, et suo fiol atorno Raspo. Tandem, i con- 
tentò el tolesse, el qual era cargo de cuori, et apre- 
sentosi con quelli di la terra. 1 qual tornati, fisi tre 
butinicri, zoé missier Hironimo Capello, missier Al- 
vixe Contarmi et missier Antonio Marzello, et la ma- 
tina mi levai per andar a tuor remi 800 fono l' anno 
passato tajati per P arsenal, mia 7 fin 10 lontan de 
li. Dove zonto, trovai per i nimixi era sta posto fo- 
cho in quelli, et solutn ne trovai numero 100 boni, 
era in do lochi, i qual fizi levar in galia. Et questa 
note siamo zonti qui a questi scogii dove se fanno el 
botin. Dinotandovi, el focho fono posto in Fiume è 
sta messo oltra el mio hordine, perché mia intenzion 
era di scriver de lì per saper la intenlion di la no- 
stra illustrissima Signoria ; ma galioti, che son gente 
bestiai, havendo visto che el San Marcho con le ar- 
me di retori era sta guasti da questi rebelli, disse : 
« Bruxemo la terra » et cussi feze. Dinotandovi, al 
continuo la mia pope fo berseiada da archibuxi, e 
molti me ne vene subiando atorno le rechie ; ma per 
la bontà de Dio, tutti mi preservò. Di qual 8 morti, 
3 fono di la mia galia. Io ho scrito la opinion mia di 
far altra impresa a la nostra illustrissima Signoria. 
Atenderò sua risposta, et pregovi zerchati non sia 
tenuto al palo ; et se i me ne havesse a tegnir, i me 
129* lassi vegnir a caxa. Dio in ben vi conservi. 

Sumario di lettere di sier Piero Marzello prò- 
veditor tetterai, date a Noal a dì 23 octu- 
brio 1509. 

Da novo, per uno mio messo venuto da Vicenza, 
mi é referito come certamente non li è restato nella 
terra oltra cavalli 800, tra balestrieri et homeni 
d' arme, et fanti 700 todeschi in cercha ; et che al 
continuo li nostri rebelli se ne andavano con le loro 

/ Diarii di M. Sanuto. — Tom. IX. 



robe; et che per questo ogni zorno se faceva Con- 
sejo, et havevano mandato ambasadori al re di ro- 
mani a suplicharlo ne volesse far provisione, qual 
per tal causa era ritornato a Soave. Me é sta man- 
dato a far una oferta de importantia, et per questo 
mando da matina per tempo in bon locho a parlar 
con uno homo da ben, e son certo io cazerò lo lie- 
vre et altri lo piglierà ; che, se pur li potesse esser 
in compagnia, non mi rincreseria. 

Lettera di 21 da Noal, hore 3 di note. Gno- 
me ha di novo, per uno da Marostega che V altro 
zorno fo etiam qui a parlarmi, come lo imperator 
fino eri ancora si ritrovava a Soave, e divulgava» 
chome V era ritornalo per qualche dubio 1* avea 
de 1 francesi a passar per la via di Trento; e che 
'1 dovea vegnir a la volta di Bassan per passar de 
li, over andar per la via di Friul in Alemagna. E che 
a Bassan era zonto zercha carete 100 de farine, car- 
ne salate et altre vituarie, et che li dovea restar fan- 
ti 1 000 et a Marostega 800, dove era zonto eri ca- 
rete 3 de dite vituarie. Et che già havea principiata 
a passar el de hora in hora passava gente che veni- 
va dal campo a quella volta. Lui é ritornato questa 
sera, et bollo pregato vogli tornar a dirmi qual via 
el tegnirà ; e cussi mi ha promesso di far. A Vicenza 
ho mandato, e dimane aspeto risposta per certa bo- 
na praticha, e similiter de Bassan mi e promesso 
per persone de li che sono qui e hanno parentà assai 
in quel locho, et con mezo di contadini e de li soi 
eh* è là dentro, de intrar in la terra e tajar a pesi 
tutti li todeschi che li sono e tegnirla a nome di la 
Signoria nostra. Item, Axolo sta a posta mia. Et ho 
modo, con el mezo de domino Alexandro de Bigo- 
lin, che con favor de contadini et intelligentia de 
qualche uno de quelli dentro, che V intrerà in Cita- 
della et tajarà a pezi tutti li todeschi che li se atro- 
vano, che sono, per quanto intendo, da zercha 300; 
e che, poi intrato che '1 sia, fazi corer quelli cavalli 
che qui mi atrovo fin sopra le porte per darli favor, 
e poi se ne ritornano perchè lui se offerisse mante- 
gnirla a tutte sue spexe senza altra spexa di la Si- 
gnoria nostra, pur che 1 sia subvenuto de 4 pezi de 
artellaria. Et non havendo libertà de mi, non vojo 
tuor simel né altre imprese senza saputa e consulto 
di lo illustrissimo capitanio, de* magnifici retori e 
proveditori di Padoa con quelli condutieri li parera- 
no. Li ho scripto zercha Asolo et Citadella aziò pos- 130 
sino consultar e avisarmi il parer suo ; siche atende- 
rò risposta, come ho in commissione, da la Signoria 
nostra. Siche io meno le pratiche, et altri ctc. 130* 

n 



251 



MMX, OTTOBRE. 



•25-2 



Swnario di una lettera di Roma dì 7 octu- 
brio 1509, dil conte Jacotno di Por zìi a sier 
Zuan Badoer dolor, caralier. 

Chome, a di primo, domino Hironimo Donado 
orator, stato dal papa a Viterbo, ritornò a Roma 
con il secretano. Il papa andò a Toschanella, poi a 
Cornclo dove farà capella por la festa di San Fran- 
cesco, poi va a Civilavcchia, e deinde si crede a 
Ostia, et ha mandato a far preparar de lì ; e si tien, 
andando, non anderà per mare per quelle fuste che 
jie scoperseno di turchi sopra Civitaveehia, le qual 
fuste li bastò P animo scargar 600 homeni e saltò 
Saragosa a hora exlraordinaria, e scoperti fono re- 
jecti. Da ispani è leva una zanza el roy e il suo re si 
dieno abochar. Si aspeta lettere di Franza per rese- 
tamenti de le cosse, e si dice il pontifice compiacerà 
el roy di quello episcopato in Provenza con ricom- 
pensa di ducati 400 di beneficii, con uno episcopato 
titolare. II roy voi poler conferir li beneficii lui, e 
eh' el cardinal Pavia l' ha promessa. Il pipa diniega ; 
ma starano in quello dirà Pavia : si P ha promesso 
d no. 11 papa è sapientissimo, e si servirà di tutti 
secondo il tempo. Le cosse di veneti ada piavano za 
phì dì, si 1 I non fosse stato Franza el quale obslò, e 
saria mejo haver fato caxo più di Franza cha de 
l' imperator : vox mea non erat mea, sed omnium 
bene sentientium. Li cardinali francesi gionseno in 
Roma a la fin di septembre, e qui aspeterano rispo- 
sta di Franza, et aspetano il papa per far concistorio 
publico. Di Ferara si ha nova Franza exigebat a 
subditis. Si aspeta fin 20 dì lo episcopo ehoracense 
orator dil re di Anglia. Vera a star in la caxa dove 
nunc stanno li oratori nostri. Da Fiorenza, in questi 
di fo lettere li oratori fiorentini erano a Ferrara per 
andar da P imperator, e dubitavano non esser svali- 
gati per la strata. E luchesi andati per questo erano 
stati spogliati, e si dice luchesi portavano ducati 
•2000, fiorentini 8000. Domino Francesco da Casti- 
glione seeretario apostolico, dice è stato fior. 13000. 
Fiorentini feno saper al roy, Maximian volea danari 
da loro. Non li piaque, o per averli lui, o perchè fio- 
rentini non se aderisenj a P imperator e stesseno 
con lui. E però soprastelero; pur hanno mandato li 
oratori per convenir di la quantità. Sono lettere di 
Ferara i romici hanno pochissima polvere, e se ne 
feva a Ferara per mandar, in campo. E per la fineza 
di le polvere, erano roti alcuni canoni dil dueha in 
campo. E a Ruigo e nel Polirsene ogni dì se fa moza 
J5 de pane per lo campo eh' ò atomo Padou. Da 



Na}M)li, v lettere il re ispano ha comandato a la ini- 
provisa al vice re subito vada in Spagna da lui, non 
se sa perchè. A dì 6 di questo si partiva, e in locho 
suo venirà el vice re di Sicilia domino Raimoodo 
Cardona, e per fin die 1 veglia, sarà vice re el conte 
de Poteniia. 

L' orator ispano pregò il papa per queste fuste 
volesse armar qualche gaha. 11 papa se alterò, dicen- 
do il re è potentissimo e si poi difender lui. Siche, 
G fuste turche combaté 6 galie, di le qual 3 fo prese 
realiter, una minata, le do frachassale che più non 
serano bone, e morti e feriti li homeni. E quando 
turchi smon torno a Saragosa, haveano lanzoni, ar- 
chibusi, schiopeti oltra li ardii, e amazarono il primo 
homo di la terra e ferito lo governatore, ita che li 
hi necessario retirarse in Saragosa, e li turchi con 
gran preda e pregioni se ne andorno al suo viazo : 
hac sunt initia dolorum. Il tesorier dil papa no- 
viter morto, ha lassato ofidi si venderano zercha 
ducali 1-2000, e sarano (in) locho (dei) P2 milia 
numerati per mandar uno quartirone a le zente d'ar- 
me. A questi fanti ultimi, oltra la prima paga, non 
se li manderà più danari. Da Lucha, è lettere li ora- 
tori loro ritornati da P imperator satisfai, e quella 
terra star di bona voglia. 11 cardinal Voliera era a 
Pisa a visitatane de quella terra. Quelli do cardinali 
a Viterbo aspectono il papa a certo monasterio fuo- 
ri, non poteno mai haver audientia se non a dì 27 
septembrio per destorità dil cardinal Lusimburg, et 
ebbe secreta, ma che i venisse a bona hora, e intras- 
seno in la rocha per la porta secreti de fora. I quali 
dimandouo audientia publicha in concistorio e il ca- 
pello a monsignor di Albi uno di doi. 1 quali si 
dice, per esser superbi, si volseno tune partir per 
Franza, e sariano andati si non fusse sta el cardinal 
preditto Luccinburg. 11 papa rispose andassero) a 
Roma, e che aspetava lettere di Franza, e die '1 roy 
non ttavia osservato molti capitoli di la liga con lui. 
Li cardinali repliche : « S* il roy non fosse in acor- 
do con vostra santità, non saria dato il capello a 
monsignor di Albi. > Il papa non rispose mai altro 
si non : « Andate a Roma. > È praticha secretissima 
di far cardinali. Si dice Pavia ha conzo con il roy 
uno suo nepote con 50 lanze. Eri è sta dito certo 
esser IO rnilia cavali di turchi a la Valona, e questo 
ha ditto missier Fabrizio fa le facende di Rhodi. Di 
Pavia molte cosse si dize. Li cardinali Grimani e 
Corner è col papa. Iddio li doni bona gratia, ma 
non creilo il papa sarà qui per San Lucha o li zer- 
chn. Omnia pendent de Padua. Si dice il papa 
pili teme l'imperato? che quelli sono in Padoa. Il 



131 



253 



MD1X, OTTOBRE. 



254 



roy si ave stava mal per crapule et coytu con la re- 
gina, di che li vene una febre di mala sorte, con al- 
cune vertigine e altri accidenti periculosi. È ritorna- 
to al suo viver a mesura prcesentibus semper mc- 
dicis, e sta bene assai e va a spasso. Di Pavia, vul- 
gus ait queste oppositione: primo, lui ha in omni- 
bus datosi in preda a 1 francesi in ista legatione, 

131 * prceter voluntatem pontifkis ; secundo, che Pha 
liberato diexe zenlhilomeni veneti per ducali 12 
milia ; tertio che lui ha venduto tutte le arlellarie 
erano in sua mano ih locis suce legationis, et ha 
tochato gran dinaro ; quarto, che lui ha levato se- 
cretissime sei some di sue robe di Roma ; quinto, 
che '1 signor Obizo suo fratello, in li governi soi, ha 
fatto molle robarie. Et è quatro dì, è levato fama el 
ditto cardinal è fuzito. È andato l'auditor di camera 
da lui, el qua! è mandato per esser persona dota e 
dabene in Romagna, acciò insieme con esso cardi- 
nal habia a proveder e satisfar a quelli populi di 
quelle terre noviter acquistate in Romagna, e capi- 

132 tular con loro. Recepta die ..... 

In questi zorni, sier Andrea Contarmi qu. sier 
Pandolfo, electo per Colegio proveditor a Mestre e 
in mestrina, non hessendo più bisogno, ave licentia 
et vene a repatriar. 

A dì 12. Et in questa note parli sier Piero Pa- 
squaligo dolor, cavalier, va orator in Hongaria per 
mar fino apresso Zara, dove sarà il conte Zuane di 
Corbavia Boi di madonna Dornthea. qual ha slipen 
dio con la Signoria nostra, al qual li porta ducati 
400 per suo stipendio, et lui ii darà passo e scoria 
fino in Hongaria, perchè per altra via non poi andar 
securo si non \vv quella. 

Francesco Zacaria venilian stato prexon in cam- 
po de' inimici, et fu preso al tempo si levava il cam- 
po di Padoa perche era ussito con li altri a la scara - 
inuza, et rosea tato per la taja di ducati 31, che era 
prexon di un francese ; questo, zonto a Padoa, refe- 
rì molle cosse qual fo mandate in scritura a la Si- 
gnoria, maxime che 'I re era a Custoza e il campo 
unito a Barbaran. Item. che Antonio Caodivacha li 
havia ditto era bon rnarchosco, el per lui non ha 
manchato di far ogni ben ; ma da la causi) a li altri 
padoani v in campo, e si la Signoria volesse farli 
salvoconduto et perdonarli, diria cosse bone etc. 

Disse assa' eosse ut in relatione. et che i nimici 
dicono havendo Lignago vogliono inventar in Italia ; 
ma non lo havendo si parlirano etc. 

Et par Vicentini non habino voluto il campo en- 
tri in la terra ; ma f en v intra P arlellarie grosse < te. 



Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonfa, et 
fu preso dar a Hironimo di Pompei di Verona et li 
altri fradelli, sono numero sci, di qual questo é no- 
strj dutor, Agustin, Alexandro el .... è qui fuziti 
di Verona, et domino Tornio dolor è in terra lode- 
scha mandato per esser marchese!», ducati 600 di 
provision a Tanno, videlicet ducati 100 per uno. 
Questi haveano la scrivania et nodaria di la camera 
in vita. Fono fìoli di domino Zuan di Pompei fedelis- 
simo nostro; et questi ducati 600 si habino a trar di 
beni di rebelli. Item, habino il Castel d' Ilaxi dove 
hanno le loro possession, che sia suo recuperato' el 
se habbi. El questo li fu dato perchè cussi par dimnn- 
dasseno essi Pompei in Colegio per suplication. 
Etiam, a quelli è qui, si li dà danari da viver. 

Item, fono (in deliberatione) zercha il Monte 
nuovo il prò', per esser passa' il tempo di pagar. E 
fo terminato far il libro dil prò' di la paga di septem- 
bre 1509, e conzar e scontar li creditori con li de- 
bitori di la Signoria nostra nuovi e vechii de ogni 
officio, et poi si vedrà etc. Siche Monte nuovo non 
è per pagarsi di contanti questo anno. 

Noto. Per homeni venuti da Padoa, ogi se intese 
esser sta fato una crida in Padoa da parte dil capi- 
lanio zeneral, retori e proveditori, che niun, sia di 
che sorta si sia, vadi a far danno fuora di Padoa a i 
villani, cittadini e altri, ne subditi di P imperio zoè 
li villani, né nostri rebelli, soto pena di la forcha etc. 
ut in proclama. E questo feno perche nostri ussi- 
vano di Padoa, tolleva robe de villani e altri dicen- 
do è beni de 1 ribelli, e di amici si fevano inimici. 
Tamen, inteso nostri di Venecia tal crida, dicea si 
tratava paxe. 133 

A dì 13. Di Padoa fo lettere. Hanno aviso Par- 
tellarie grosse erano in Vicenza esser aviate a la 
volta di Verona, e 1 campo esser dove era, tutto 
unito, e francesi esser andati verso Lignago con par- 
te di P artillarie piccole. Item, scrisseno di le occo- 
renze di Padoa, e voleno mandar alcuni fanti in Li- 
gnago. Item, dil partir di sier Hironimo Contarmi 
proveditor di Parmada con volontà loro per Chioza, 
e '1 resto di soi homeni veruno a Lizafusina dove 
siano barche per tragetarli a Chioza, dove è le loro 
galie. E cussi el vene ditto proveditor con sier Tho- 
ma Moro e sier Zuan Duodo sopracomiti. 

Di Friut. Di sier Antonio Zustignan do* 
tor, vice locotenente etc. Scrive di Udene di quelle 
occorenlie, et sier Alvise Dolfin proveditor zeneral 
scrive di Monfalcon. Come era in hordine havendo 
dato certi danari a le zente, et le galie erano lì viri- 
no venute per aiutar; ma vene calivo l mpo, et per 



255 



yDix, ottobri-:. 



TjG 



dubito dil golpbo di Trieste, si levono le dite galie 
e andono a Muja. Tornale le sari, monterà. 

Da poi disnar, fo Colegio di la Signoria e savii, 
e consistono parte et deteno audientia ad alcuni sol- 
cali etc. 

Di Padoa. Fo lettere di ogi. Chome haveano 
trovato che Jacometo da Novello conestabele con 
fanti era contento di andar a Lignago per le valle, 
et li bastava Panino a intrar. E russi li haveaoo 
dato danari a lui e li fanti, et expedito partirà da 
uatina. 

A di 14, domenega. Li patroni di le galie di Ba- 
ttito et Alexandria messeno banco, capitani sier 
Zuan Moro et sier Lorenzo Loredan; et fo fato li offi- 
ciali di le galie di Bonito. Diman si farà quelli di 
Alexandria. £1 qui fo comeuzà a dir li meriti di quelli 
é stati a Padoa, (e) rimase armirajo Hironimo Ne- 
gro stato a Padoa con sier Sebastian Moro etc. 

Di Padoa. Fo lettere. Chome hanno certissimo 
l'arlellarie erano in Vicenza esser Irate fuora et 

vano verso Item, quelli erano in Monce- 

lexo, hanno porta via V artellarìe, i presoni erano in 
rocha et quello hanno potuto, et è andati a la volta 
di h passiva per passar a Ferara. Este etiam fo 
abandonato da 1 inimici. Tamen, in rocha di Monce- 
lese é resta certi fanti. Et scriveno altre occoreulie, 
ut in eis. 

Di Noeti. Di sier Piero Martello provedi* 
tor. Choroe ha nova quelli erano in Bassan esser le- 
vati, et vano in Valsugana per audar in terra lode- 
scha et é resti 100 fanti in Bassan. Item, le nostre 
sente, zoè fanti e altri e a Noa), si parte non ha ven- 
do danari. Et sopra questo scrive si proveda. 

Da poi disnar, fo gran Consejo, et fo comeuzà a 
lezer il libro di debitori di mezi fili, et leto quatro 
lettere, e stridalo non vadino a capello Ano non pa- 
188' gerano. 

A dì 15 octubrio. Fono lettere di Padoa di 
eri. Chome il campo era pur a Barbaran, e il re a Cu- 
stoza. El qua! campo leniva 3 mia, e haveano tajà li 
ponti. Item, nostri recuperò a Limene, adeo l'aqua 
veniva in Padoa e si masenava ben. Item, hanno 
aviso per villani venuti di Est<>, che il cardinal di 
Ferara era stalo do note li con zente italiane, e poi 
partito con assa' cari di robe et presoni tolti et me- 
nati con lui, et va verso Montagn-na. Si dice passe- 
rà sul Polesene, anderà a Ferara. Ha etiam molte 
artellarìe con lui; tamen si tien non auderà a cam- 
po a Lignago per li sigiali dimostra. Item, francesi 
erano alozati a la Bivilaqna, mia ... di Lignago, el 
Jaoometo da Novello con "200 fanti é partito per Li- | 



gnago. Item, lì a Padoa hanno fato le mostre eri de 
li stratioti tutti, esameno la condilion loro, e cassati 
alcuni. Item, domino Andrea Grili proveditor era 
amalato di febre etc. Nota. 1 nimici, quando i alozo- 
no a Longaro, i feno li una altra rostra per tenir le 
aque dil Bachajon veniva a Padoa, et nostri voleva 
mandar etiam lì a veder di aprir etc 

Di Lignago, fono lettere di 13. Chome stan- 
no con bon animo, e de quelle occorentie, e inimici 
ancora non si sono acampati. Item, provision hanno 
fato li dentro, e ivi è uno chiamato Schandarbeeho, 
fo capo di squtdra di domino Philippo Albanese, 
qual si portava lien etc ut in litteris. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta, e 
tra le altre cosse fu terminato che domino Bernardo 
di Rossi episcopo di Treviso, qual fiu hora è stato 
per il Consejo di X nel mouisterio di San Spirito né 
si poteva partir per sospeto etc. che al presente el 
possi vegnir a star a Veniecia i i una caxa ; ma non 
ussir di caxa né partirsi. Item, fo preso che li pa- 
doani si apresentano ogni zomo do volte et no po- 
leno venir a San Marco, che hora possino andar 
dove li piace, et si apresenti solum una volta al z >r- 
no a darsi in noia. E voleno queSta altra septimana 
expedir li padoani presoni, e luta via il Colegio si 
reduse a compir di examinar il resto. 

A dì 16, vene in Colegio dom. Hironimo Sover- 
gnan venuto di Friul el rimasto di la zonta, qual il 
principe li fe f bona ciera, et ogi andò in Pregadi ; 
cossa notanda etc. etc etc. 

Eri malina, in Colegio, fono electi li onciali di le 

galie di Alexandria, et rimase armirajo Va- 

sallo etc. 

Di Padoa. di eri sera. Chome erano ritornati 
li stratioti, quali hanno preso 40 cavali di sacomaui 
todeschi li vicino dove é alozato il campo. Il re é 
pur a Cusloza, et per relation aula, par domino Ni- 
colao Firmiano governalor di Vicenza era venuto 
dal re in campo, et menato con lui alcuni citadini 
vicentini marcheschi, videlicet don». Rigo Antonio 
de Godis et altri ut in litteris, sotto specie venis- 
scno a parlar al re, et non li parloe perchè il re fa- 
ceva certa dieta etc. Et par in Vicenza sia custodia 134 
di zente alemane, et par sia venuto in campo danari 
al re mandatili per il papa, et però il re fa mostre 
di le zente et voi danari. 

Item, le zente francese, che fo ditto andavano a 
campo a Lignago, erano a la Bivilaqua. Item, lì a 
Padoa li proveditori haveano fato la mostra a domi- 
no Lucio Malvezo, el era ben in hordinc. Non li 
manchava altro che li 8 homeni d'arme che li man- 



257 



MMX, OTTOBRE. 



5:>8 



chò combatendo con francesi etc. el lo laudano 
assai. 

De poi disnar fo Pregadi, et leto molle lettere 
et nove di Padoa di ogi. Dil zonzer li di uno iner- 
chadante todesco vien in questa terra, chiamato Bui- 
fardo Negro, qual ha salvoconduto, et ha voluto 
uno cavalaro vengi con lui, et ha etiam uno cava- 
laro todescho dice esso merchadante voi parlar al 
doxe. 

El cussi è parlilo la matina, et vien di longo a 
Venecia. Item, nostri provedilori atendeno a far le 
mostre. Item, l'aqua di la Brenta e Bachajon é ere- 
suta, e si poi masenar benissimo. 

Di Lignago fono leto le lettere. Hanno buon 
cuor aspetar il campo, maxime sier Michiel Baxa- 
dona proveditor in castello. 

Item, di Treviso, di quelle occorentie; di Friul 
dil vice locoteiieute e di) proveditor zeneral da Mon- 
falcon, et dil zeneral da Muja, qual vuol tuor V im- 
presa di Trieste e voi alcune barbole è qui et altre 
cosse. Item, ha scrito al proveditor Dolfìn vengi 
per terra a ditta impresa. 

Item, fo letto le lettere di Udene di domino Hi- 
ronimo Savorgnau che ha preso Casleluovo iti Friul; 
poi bombardato 17 colpi si reseno a descrition. El 
dito sier Hironimo era in Pregadi, e udiva questo. 

Di Caodistria. Di sier Alvise Zustignan 
podestà et capitanio. Manda certo capitolo auto di 
Ancona di uno prete, par il papa si acorderà con la 
Signoria per esser inimicitia con Pranza etc. Nota. 
Dito retor é imputato assa' perché levò Damian di 
Tarsia era castelan in Caslelnuovo imputandolo di 
fedeltà, e messe uno garzon qual si ha res > a' tede- 
schi. El zeneral inquirerà el tutto. 

Di Cividal di Friul. Fo lettere di sier Fé- 

rigo Contar ini proveditor di Come 18 fanti 

de lì hanno fato butin li apresso; preso 50 some di 
ribuola e altro de 1 inimici. Nota. Mal lato concstabele, 
era in CiviJal con la compagnia, in questi zorni vene 
qui per non esser pagato, et la Signoria fu contenta 
perchè non bisogna. Li resta coneslabili 11 Vigo da 
Perosa et altri. 

Et leto le lettere, non fo messo alcuna parte, so- 
lum electi otto di X savii a tansar, videlicet cinque 
ordenarii, sier Francesco Bragadin fo capitanio a 
Verona, sier Marco Antonio Loredan fo cao dil Con- 
sejo di X, sier Polo Nani fo podestà et capitanio a 
Treviso, sier Alvise Sanudo fo proveditor al sai, sier 
Marin Grill fo proveditor al sai, et di respeto sier 
Hironimo Grimani è di Pregadi qu. sier Bernardo, 
sier Zuan Zanhni fo cao dil Consejo di X sier An- | 



drea Erizo fo podestà et capitanio a Ruigo, tolti 30, 
tra i qual, sier Antonio Condolruer fo savio a t< rra 
ferma qu. sier Bernardo e andò mal. Et licentiato il 
Pregadi, restò Consejo di X con la zonta, et feoo 
CcTta deliberation, come dirò di solo. 134* 

A dì 16. In questa matina, per deliberation di la 
quaranlia hessendo in li zorni passati seguito uno 
caxo a San Symion Pizoio, la note, venendo una 
barcha di done da cha 1 Donado de puovolo con uno h 
suo fratello a eaxa, par che su la fondamenta erano 
alcuni quali feno arivar (la barcha) da parte di 
avogadori e di cao di X, e, arivata, butò il barcha- 
ruol in aqua, et diti zoveni usoe con le done per 
forza e li tolse certi tondini e robe. Or dato la mati- 
na querela a li avogadori, andono in quaranlia et 
deteno taja ut in ea. E par uno di loro si habbino 
acusato e li compagni, et però ogi fo chiama sier . . 

Grimani de sier Domenego et alcuni altri si 

vengino apresentar in termine di zorni 8, altramen- 
te si procederà ooulro di loro, non obstante la sua 
absenlia. Et questo è sta un caso cai ivo e di mala 
sorte. 

Noto. Fin hora, non si ha potuto andar a Padoa 
ma fino a Slrà, et al presente, per esser cresuto le 
acque in Padoa pie' 5, la Brenta è vegnua nel Piove- 
go et il Bachajon intra in el Piovego tanto è gran- 
de, adeo le barche sono andate fino al Portello ti- 
rando T alzana. 

ltem y sier Hironimo Contarmi proveditor di 
T armada, stalo qui do zorni eie, poi partì e andò a 
Chioza su le sue galie. 

A di 17. La matina vene in Colegio con li cai di 
X quel marchadante todesco et parloe. Non so se 
sia materia di acordo con V imperator. Si dice per 
la terra si Irata acordo, el nel Consejo di X si trata 
con la zonta. Et dominò Bortolomio Firmiano, qual 
havia dimanda di partirsi e voi ir da V imperator, e 
li basta V animo tratar acordo, el dete piezaria du- 
cati 3000. T'amili, dal principio el Consejo di X vo- 
leva darli licenlia et addasse et tornasse, tamen poi 
non volseno si partisse ma restasse preson. 

Di Padoa. Come slratioti, capo domino Tho- 
daro Frassina, con 100 cavali, hessendo andato ver- 
so Rovolon, trovò 100 cavali de 1 inimici e fono a le 
man e li rupe, et parte morti e presi 60 cavali con 
li homeni, e li hanno menati in Padoa. Siche, eri 60 
et P altro di 40 cavali (i) nostri hanno presi e con- 
duti in Padoa. Item, diexe villani hanno preso diexe 
homeni d' arme francesi. Item, hanno a Lignago le 
aque erano cressule, adeo Lignago è in forteza e 
V Adexe li va atorno. 1 nimici sono verso Monta- 



259 



MD1X, OTTOBRE. 



•>r.o 



gnana e la Bivilaqua, e non pono andar avanti per 
le aque. Item, pur che 1 cardinal di Ferara, volen- 
do inlrar con zente in Montagnana, quelli dentro, 
dubitando di sacho, levono i ponti. Et vene poi 500 
fanti aleniani ocr custodia, et cussi intrò solo il car- 
dinal e il conte Lodovico di la Mirandola e li signori 
di Bozolo di Gonzaga. 

Item, il campo è alozato dove era a Longaro e 
« fìarbaran e ha auto danari, e voi dar paga a le sue 

zente etc. Item, Jacorneto da Novello con fanti 

et quatro valenti homeni lanze spezade parlino per 
135 Lignago, e tien sieno zonti ogi. Et che sier Andrea 
Griti proveditor slava meglio leviato di la febre, et 
sier Cristofal Moro proveditor dimandava ti fosse 
dato licentia etc. 

Da Lignago, fono lettere. Stanno constanti et 
(anno provision. Il campo nimicho è lì vicino; ma 
loro hanno tajato Y aqua di Y Adexe, ita che li va 
atorno, et è in forteza. 

Di Noal, di sier Piero Marzello proveditor 
Menerai. Chome ha aviso che a Bassan è rimasto po- 
che zente alemane eie. Item, ha uno aviso che Mar- 
co di Rimano a Lignago, scoperto di tratado con 
inimici, era sta squarlado etc. come dirò. 

In questa matina, fo publichà una parie in Rialto 
molto longa, et una crida da parte di capi dil Con- 
sejo di X. Che lutti vardaseno ben le monete Iole- 
vano, et maxime Mozenigi, perchè sono sta falsiti - 
chati molti, et non li dovesseno spender quelli li 
hanno ma presentarli a li capi dil Consejo di X. E 
nota. L* imperator fé' far di questi Mozenigi nuovi, 
et li feva spender nel suo campo gran quantità, cho- 
me è venuto a nolicia di capi dil Consejo di X eie. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta, et 
fo electo et preso che sier Ilironitiio Suvorgnan qu. 
sier Pagan, qual rimase di la zonta el è in questa 
terra et fo l'altro zorno in Pregacii, che sia e fiaterai 
zeneral nostro. E noia. Questo feuo perchè è mal 
un foreslier sia del nostro Consejo secreto quantun- 
que sia zenlhilomo et azonto a la dignità, li soi ante- 
cessori, dil Mazor Consejo. 

Ancora, eri proveleno che levono li tre grossi 
per marcha che pagavano li arzenti si conduseva in 
questa terra in peze, acciò ne venisse. E par un to- 

descho vid+licet si ha oferto farne 

vegnir arzenti eie. Tàmen, non ne veneno. 

A di 18, fo San Lucha, fo chiamato in Colegio 
domino Hironimo Savorgnan, e ditoli la eletion fata 
di esser nostro colateral zeneral, et bisognava si 
partisse subito perchè tutta via si fa le mostre. El 
qual prima recusoe, pur a la fin aceptoe e parli po- 



dio da poi. e andò a Padoa. Siche non sarà più in 
Pregadi. 

Di Padoa. Si ave aviso, per lettere di evi han- 
no di Lignago, li fanti 000, capo Jacorneto da Novel- 
lo, a dì 10 al tardo esser intrati in Lignago con gran 
festa. Le aque è atorno; siche non hanno paura al- 
cuna dil campo vi va. 

Item, Domino Lucio Malvezo scrisse a la Si- 
gnoria aver uno aviso che 1 gran maistro di Milan 
veniva con zente a Verona per securar li sui, zoè 
monsignor di la Peliza che ritornava, stati in campo 
de T imperator atorno a Padoa. Et a Verona erano 
sta apichati quatro, pretendendo Franza a quella 
cita. 

Item, hanno il campo nemicho esser ut supra, 
ancor si dicha va verso Verona. Et a Vicenza è sta 
taglia la testa a do todeschi per custion tra loro. Li 
italiani, col cardinal di Ferara, quelli di Bozolo e li 
altri, erano a Monlagnana. Francesi pur ancora a 
Barbaran. Todeschi con rim|>erator a Costoza e 
Longara alozati. Item, che francesi parlano vitupe- 
rosamente de r imperator. Item. per lutto si dice 135 
si Irata pace tra la Signoria nostra e dito imperator. 
Item, H a Padoa si fanno le mostre, et si redurà in 
menor numero di zente, maxime fanti. 

Da poi disnar, fo Colegio di la Signoria et savii, 
et questa matina et ogi fono li capi di X con cerli 
todeschi dentro, nescio causa, cazadi tutti fuora. Si 
Irata acordo, et è pratiche tralata per via di todeschi 
marchadanli et di questi presoni, maxime quel do- 
mino Bortol mio Firmiano dice ha gran poter. 

Dil capitani o zeneral da mar, fo lettere date 
in Istria. Vo! zente e molte cosse per V impresa de 
Trieste; siche san dificile. 

Fono electi «lo proveditori con ducati 10 al me- 
xe in do castelli recuperali, per scurlinio, tolti 18. 
Primo, a Castelfranco rimase sier Lucha da cha* da 
Pexaro fo por lesta a Concjan, qu. sier Alvise, etiam 
fo podestà a Camposmpiero; et proveditor a Piove 
di Sacho sier Zuan Antonio Barbaro qu. sier Josa- 
phat, qual ha da far lì a Piove di Sacho etc. 

Vene lettere da mar, zoè la nave 

qual partì a dì 05 seplembre da Consta ntinopo- 
li, et venula in Ire zorni dal Zante in qua con syro- 
cho. Et porlo leltere a sier Alvise et sier Piero Zu- 
stignan qu. sier Marco di sier Nicolò suo fradello, 
de uno gran terramoto stato in Conslantinopoli et 
Pera, come dirò in el capitolo ad litteras acopiato 
posto qui solo, qual fo leto in Colegio. Item. altre 
nave di formcnli e orzi di Cypro zonseno in Istria, 
come particularmente dirò di solo. 



261 



MDIX, OTTOBRE. 



362 



Copia di capitolo di lettera di sier Nicolò Zu- 
stignan qu. sier Marco a sier Alvise e sier 
Piero Zustignan so f radetti, scrita in Con- 
stantinopoli a dì 15 septenibre 1509, zoè in 
Pera, et di 25 dito, ricevuta a dì 17 oc- 
tubrio. 

Non credo potervi per la presente esser tropo 
copioso, perchè mi atrovo quasi ancor for de mi, 
per lo extremo spasemo che habiamo auto a dì 10 de 
T instante a bore 4 di note da uno grande et estre- 
missimo terramoto che mai più in ricordo de homo 
è stalo lo simile, ne qui né in altro loco del mondo, 
et maxime quello di Candia e de Rodi za fa molti 
anni, che fo dito esser sta exlremissimo tanto. Per 
persone che ha sentito l'uno e V altro, questo è stato 
senza comparation mazor, et bene l' ha dimostrato, 
che tra qui in Pera et in Costantinopoli, se dice es- 
ser minato da case 1500 in suso et hasse trovato de 
morti da 4000, et arsirati da più di 10 milia. Nui 
tutti di la nazion, a Dio laude, siamo sani et non ha- 
biamo patito senestro alcun. Una caxa de fiorentini 
minata fino a le fondamenta, in la qual ne era per- 
sone 10, le 7 miracolosamente è schampate, ma ar- 
sirati i tre sono morti, tra i altri uno nominato An- 
tonio Miniato, homo di condilion et zeutilissima per- 
sona. Idio li perdoni li pechati e a l'anima li doni re- 
quie. La mazor parte di le mure di Costantinopoli,' 
136 sì da terra come da mar, minate (ino sopra le fon- 
damente. Li inarati ilei Signor vecbio va in rovina, 
et la mazor parte de le moschee. Per concludervi, 
ne qui, ne in Pera, nò in Costantinopoli non è re- 
stato casa sana, maxime questo mia che miracolo- 
samente se ha tenuto. E per mazor miracolo, tutta la 
pasiona, sì de Pera come de Consta ntinopoli, arente 
la marina è aperto el teren, che va zoso fin in fondi 
<r abisso, cossa afato per conclusion incredibile. Et 
ogni zorno et note ancor non cessa, per modo che 
tutta la terra è campata fora a le vigne. E pur estre- 
ma cossa è questa che, non solamente è sta qui ma 
etiam in quel hora moderna in Bursa, a Galipoli, 
Andernopoli, et zudega etiam per tutto questo 
paexe, el in tutti questi lochi è stato exlremissimo. 
Per la qual cossa, questi capi sono in grande affanni, 
parendoli sigimi cativo al stado loro. Ho inteso di 
l'aquisto di Padoa e di la prexa dil marchexe di 
Mantoa eie. In Pera, a dì 15 septembrio 1509. 

Lettera di 25 ditto, ivi dil dito. Per causa di 
questo terremoto che lui minalo questa terra, et per 
ronzarla, el Signor ha comandato per tutto zener 



che debbano esser de qui homeni SO milia, et ma)- ~ 
stri mureri el marangoni 5000, per la qual cossa se 
poi creder che formenti sarà sempre etc. 

A dì 19 di Padoa. Fono lettere di eri sera. 
Hanno a viso il re voi lassar 10 milia persoue in Ve- 
rona, 10 milia in Vicenza, 6000 in Bassan, 4000 in 
Citadclla. Item, dil socorso mirato in Lignago no- 
stro, che '1 cardinal di Fé rara, eh' è a Monlagnaua, 
si ha voluto manzar le man. Item, nostri stratioli 
hanno corso fin sul campo nemicho e fato meter in 
arme e preso alcuni. Item, il re dovea intrar in Vi- 
cenza, et che dito campo si va disolven lo et vanno 
verso Verona, et li francesi za sono partili per Ve^ 
rona per andar in Lombardia eie. 

Di Noal, di sier Piero Martello proveditor 
generai, di 18, hore 16. Vidi lettere a sier Ber- 
nardo Donado qu. sier Zuane, questo è il su mar io 
et copia, come qui soto apar. El qual proveditor é li 
con 250 cavali et 250 fanti, et dimanda danari a la 
Signoria per le zente d' arme. Or la lettera : 

Questa malina e venuto uno messo qual man- 
dai in Vicenza, qual partì eri a mezo zorno, et dize 
che lì dentro erano horamai pocha giente, perchè 
ogni zorno andavano et vegnivano. Ben se diceva 
aspetarsi cavali 2000 et la persona del signor Con- 
stante per invernarse de lì, et che per questo quelli 
citadini erano in divisione cercha lo aceptarli, e de 
li renitenti ne haveano relenuti da 40 per mandarli 
in Alemagna. Et gli erano lì più di 2000 amalati 
feriti et brusati per li nostri di Padoa. El che lì è 
12 pezi di artellaria malissimo in hordine, tra li 
qualli gè n' è do de inchiodati et una rota, qual 
cerchavano de reconzare. E che dentro et de fora 
tutti stavano malissimo contenti, chiamando San 
Marcho e aspetando con desiderio vedere le giente 136* 
nostre, perché erano asasinati et robati de bestiami 
et de la so altra sustantia. El che li francesi et spa- 
gnoli se ne andavano verso Montebello, erano afer- 
mali de qua de le Tavarnelle dove ancor se tro- 
vava F artellaria parlila già zorni 8 sopra cari as- 
saissimo et questo |>er dubito di Montebello et Torre 
de le Confine dove erano reduli da cercha villani 
7000 tra vesentini et veronesi, et che stavano in 
duhio qual via dovevano prender per andarsene; et 
che li villani che conduseno Y artellaria verso Ve- 
rona, se trafuga lasando li cari et menando via li 
bestiami. El che li francesi dicevano volerli lassar 
sememi r et poi volevano tornar a tajarli tutti a pezi 
el hahitar lo paexe de altra gente, e che 1 suo re 
a tempo novo vegniria ili persona e non slana 



263 



MMX, OTTOBRE. 



264 



tanto atorno Padoa. Item, dize che 1 mandò uno 
suo zenero da Bassan qual e uso a portar lettere nel 
campo inimicho, per intender quel si faceva, qual 
subito visto per lo maistro di coricri, fu mandato 
con lettere al cardinal di Ferara. Qual trovò a esser 
a Este, e che 'I fazeva levar tutte le artellarie che lì se 
atrovavano et a Monselese, et questo fu marti 16 
del mexe, et che a li 27 se dovea levar con zercha 
persone 12 milia tra da pe* et da cavalo, ne le quale 
erano certi spagnoli, et andari contra Lignago; fc*- 
men, che se divulgava non farìano cosa alcuna non 
li hessendo tratato, per esser molto ingrossato le 
aque. Item, che 1 campo tegniva da la porta de Vi- 
cenza fina al ponte di Barbaran, ch'è circha mia 12, 
alozati molto sparti et disordinatamente. Item, per 
uno partito eri da Bassan, mi è ditto de li atrovarse 
de 600 in 700 fanti todeschi desarmadi et malissimo 
in hordine, quali ogni zorno se ne andavano. Et con- 
ferma il mandar in Alemagna li 7 di la terra che per 
le altre mie scripsi ; et che havea visto andar de li 
verso Marostega tre carete de tenzoni ; e che tutto 
quel paexe chiama San Marco, et non vedeno bora 
die le gente nostre vadano in là. Per uno altro ve- 
nuto da poi, mi ha dito certo li francesi tutti et spa- 
gnoli esser sta licentiati, et che eri sera la persona del 
re con li italiani solamente dovea intrar in Vicenza, et 
che dentro stavano malissimo contenti et disposti. 
A Citadela non era venuto altra giente, et domino 
Almerigo da Sanseverìno che li era locotenente dil 
signor Pandolfo, era partito perchè stava li dentro 
con grandissimo timor et suspeto, et cussi stavano 
tutti li altri de lì, per non li esser se non zercha 
300 fanti todeschi malissimo in hordine. Restando la 
persona del re in Vicenza che non lo credo, Té 
da judicar vorano fornir et legnir Ciladella etc. 

Noto. Veneno alcuni citadini et contadini in Co- 
legk), di Camposanpiero, rìngratiando Idio e la illu- 
strìssima Signoria nostra esser ritornati solo San 
Marco, laudando sier Bertuzi Contarmi di sier An- 
drea loro proveditor messo per sier Piero Marcello, 
e pregando la Signoria lo confirmasse. Il principe li 
usò grate parole, et cussi resteri lì proveditor ditto 
137 sier Bertuzi. 

Da poi disnar, fo CoJegio di la Signoria e savii, e 
consultorio zercha danari et le zente d' arme etc. 

A dì 20, la matina, fono lettere di Padoa. 
Chome hanno aviso de Lignago lacometo da Novello 
esser intrato in rocha con 25 compagni et uno ca- 
poni. 11 resto di fanti é li apresso la rocha alozati; 
siche stanno di boo animo etc. Item, hanno di 
Vicenza, a dì 17 a bore 21 el re di romani inlrò 



in Vicenza e andò al Domo, e fata la oratione vene 
in palazo, dove li fo fata una oratione. Poi el dete 
el juramento a quelli citadini di fedeltà, et nomi- 
natim uno Hironimo da Nogaruole el cavalier ze- 
nero di sier Piero Michiel, et domino Antonio da 
Tiene, uno da Porto e altri, i quali fanno il tutto per 
il re. E il re slè tre bore solutn in Vicenza, e ussite 
fuora e andò in campo per andar a la volta di Ve- 
rona. E che erano certo numero di citadini marche- 
sebi retenuti, tra li qual domino Rigo Antonio de 
Godis dolor avochato, per mandarli in Alemagna, 
el qual pianzeva. Et vicentini haveano eletti 25 ora- 
tori al re pregando sua majestà non mandasse ditti 
citadini via, et domino Rigo Antonio ha conzà la soa 
cossa in ducati 1000 et resti, et uno altro, qual la 
relation nomina, con ducati 500. Item, che spagnoli 
voleano danari dal re, et fo assa' remor, et haveano 
messo (a sacco ?) la chiesia de Santa Maria di Mon- 
te, tamen, per quelle ente erano in Vicenza, fo re- 
parato e tolto quello portavano via. Li qual per 
quelli monti eridavano : „ Marco, Marco „ unde il 
re mandò a tasentarli e darli danari. Item, par che 
1 re quando parti di Vicenza, dicesse a quelli cita- 
dini li quali si racomandavano, dicendoli : t Sté di 
bona voglia. O non mi partirò di Italia, o vi lassarò 
in paxe etc. > 

Item, par, per relation hanno, che a Verona il 
gran maistro di Milan veniva con 4000 cavalli et 
3000 fanti per tuor la cita per il re ili Franza, et era 
sta scoperto il tratado di alcuni citadini numero un- 
dexe li quali erano sta apichati, tra li qual uno da la 
Torre, fo Gol di maistro Hironimo medico et altri. 
Et per questo il re di romani partì presto di Vicen- 
za per Verona. Item, par, etiam in questo partir 
dil re, francesi che erano alozati lì apresso Vicenza 
voiseno intrar in Vicenza, et non fono lassati intrar 
da una porta e introno per V altra, zoé voleano in- 
trar ma non fono lassati. Item, hanno H campo di 
qua dil cardinal di Ferara e altri erano a Montagna- 
na alozati, e per l' aque grande non poteano andar 
a campo a Lignago ne passar sul Poiesene. Item, il 
re ha lassa in Vicenza domino Constantin Amiti con 
2000 cavalli et 1500 fanti per custodia. 

Noto. Fo ditto et fu vero, per certo remor a Pa- 
doa di questione seguita fo apichato tre fanti et poi 
uno altro spagnol da conto, di comandamento dil 
capitank) zeneral e proveditori. El qual, tolto di la 
foreba, fo sepulto con honor grande etc 137 • 

Di Noal. Fono lettere di eri di sier Piero Mar- 
zello proveditor zeneral con molli avisi, il sumario 
e copia scrìverò di solo etc. 



265 



MDIX, OTTOBRE. 



16G 



Di Treviso, dil podestà e proveditor Moce- 
nigo. Di quelle occorenze, e zerclia il fortilichar la 
terra eie. 

Di Udene, di sier Antonio Zustignan dotor 
vice locotenente. Chome quelle zente voi danari, et 
zercha quelle materie. 

Di Gradiscila, di sier Alvixe Dolfin prove- 
ditor general. Come é lì, et domino Meleagro di 
Forlì con le zente, qual se intende col zeneral. 

Dil capitanio zeneral da mar, di Caodi- 
stria. Voi zente, cavali 2000, fanti 3000, et molte 
cosse ut in litteris per V impresa di Trieste, et è 
intra in Trieste fanti assa\ Item, hanno preso alcu- 
ne lettere scriveva triestini a li Frangipani che li ve- 
nisseno ajutar et soccorerli et alia ut in litteris. 

Noto. Per el Consejo di X ultimo, quando fo 
fato colateral zeneral domino Hironimo Sovergnan, 
fo dato Castelnovo in la Patria a domino Antonio 
Sovergnan dotor suo cuxino, licet dito domino Hi- 
ronimo fosse andà con le zente a prenderlo. Et par 
che lui el voleva per lui. El qual domino Antonio 
scrìsse a suo Gol prete domino Nicolò è qui, andasse 
a la Signoria a dolersi di questo, linde, fo chiama 
ditto domino Hironimo in Colegio e ditoli etc. Or fo 
manda per ditto domino Antonio venisse etiam lui di 
qui. Et però ancora non è partito per andar colateral 
zeneral, il qual officio V aceto contra sua voglia etc. 

In questa matina, in Rialto, per sier Alvise So- 
ranzo et sier Silvan Capello oGciali a le raxou ve- 
chie, fo vendute alcune robe di rebelli mandate di 
qui da Trevixo, videlicet di Rocha bonella. Edam 
parte dil presente dil soldan, zoè aloè et porzelane. 
Item, Sier Carlo Valier et sier Daniel Vendra- 
min, richiesti dal marchexe di Mantoa, con licentia 
di cai di X, andono questa matina in Toreselle a 
disnar col marchexe di Mantoa. Dovea andar etiam 
sier Alvise Marzelo qu. sier Jacomo, e non andò. 

Da poi disnar, fo Pregadi et leto lettere, et il 
capitolo da Costantinopoli di le lettere di J usti ma- 
ni etc. notato di sopra. 

Fu posto, per li savii, che, atento li contadini si 
haveano dolesto di trivisana di le tanxe ha (riscosse 
da) dom. Alvise Valaresso; che le dite e tutte al- 
tre tanxe in trivixana siano suspese prò nunc, et 
sia leva la ubligation havia dito dom. Alvixe Va- 
laresso, ut in parte. E fu presa. 

Fu posto, per lutti li savii di Colegio, che quelli 
sono stali in Y assedio di Padoa, sì marangoni, cale- 
fadi e altri, siano li primi tolti balestrieri di le galie 
di viazi eie. Et fu presa, ut inparte. Et questa ma- 
tina le #ilie di Baruto messe banco. 

/ Diarii di M. Sanuto. — Tom /X. 



Et altro non fu fato in Pregadi, nel qual etiam 
vi fu sier Hironimo Sovergnan eh* è di la zonta, 
electo colateral zeneral nostro. 138 

Sumario di lettere di sier Piero Marcello pro- 
veditor z neral, date a Noal, a dì 19, fio- 
re 17. 

Chome, per uno venuto de Valstagno, ha che 
molti lodcschi andavano ogni zorno per quel passo 
a 30 et 40 al tratto. Et li vien oferto per fìdelissimi 
di la Signoria nostra di darli il Castel di Bonvesin 
et el Covolo, per non li esser se non nomini 5 per 
locho. Et voleno dar per segurtà de questo per ob- 
staxi le mojer e (ioli, dummodo che subito li sia dato 
soccorso. Item, dize che in la Schalla non zè altro 
cha 7 descalzi, e che facili ma mente se haveria quella 
forteza ; et che in Basano uon li è resta più che zer- 
cha ~200 fanti, quali ogni zorno se ne vanno a pezo 
a pezo per non li esser dato danari; et che quelli di 
la terra che doveano esser mandali in terra todescha 
non hanno voluto an lar, digando voler andar a tro- 
var la majestà del re, e questo per non ha ver paura 
de loro per esser pochi; el cussi sono ancora in Bas 
san. Da poi scripta, è venuto uno messo de uno che 
eri mandò in Vicenza, e li disse che mercore 17 dil 
mexe la persona de Y imperator è inlralo in Vicenza, 
e convochato el Conseglio generale, volse che li zu- 
rasseno fedeltà a homo per homo, e poi se ne andò 
verso le Tavarnele miglia 5 fuora di la terra verso 
Verona, dove li haveano preparalo alozamento. Spe- 
ra questa note esser del tutto avisato. 

Lettera del dito, a dì 19 Kore 20. Si scusa di 
certi danni fati su quel di Citacela per domino Fran- 
cesco Sbrojavacha et soi balestrieri, qual fo trovati 
in caxa di una dona stata a posta di Antonio Maria 
e poi di Frachasso etc. Et scrive a la Signoria di 
questo, intervenendo certa chareta di sier Andrea 
Contarmi qu. sier Marco, che non è sua. 

Lettera di ditto, ivi, a dì 19, hore 5 di note. 
Chome, per uno altro venuto questa sera de verso 
Vicenza, ha come li spagnoli se trovavano nel cam- 
po inimicho erano andati in Campo Marzo per inlrar 
per forza ne la terra, la qual tutta se havea posto in 
arme per contrariarli. Il che per loro visto, erano 
andati a sachizar il Monte et chiesia devotissima de 
Santa Maria in Monte sopra la terra eie. 

Lettera dil dito, a dì 20, hore 13. Questa ma- 
tina, a hore \% mi è soprazonlo uno che zuobia 18 
dil mexe man. lai in Vicenza, qual conferma esser 
verissimo mercore 17 la persona del re passò de lì, 

lb 



2<i7 



MDIX, OTTOBRE. 



2158 



e andò poi ;ilozar a le Tavarnelc; ci chczuobia sora 
levalo è andato fino a San Martin miglia 5 aprcsso Ve- 
rona; et clic eri, over ogi dovea intrar ne la terra; 
e che lutti li lodeschi el seguiva a parte a parte ; et 
similiter tutti li francesi et spagnoli se ne erano 
andati, salvo che m issici- Lunardo Felzer capitanio 
generale de le fantarie che ancora se atrovava a Co- 
stoza con zercha parsone 0000 todesehe, qual eiiam 
questa malina se ne dovea andare. In Vicenza resta 
Frachasso governai lor et lo signor Lodovico de la 
Mirandola capitanio e >n alcuni cavali et fanti italiani, 
de li quali interogato el numero, non lo sa dire; et 
che era sta aldito dire a Frachasso publichamente : 
138 * « Al corpo de la Nostra Dona uno zorno se ne an- 
darono tutti ! » Et che parte de quelli ci ladini che 
per sospeto doveano andar in Alemagna, erano fuzi- 
ti nò voleva andarli ; et haveano aldito zuobia a P in- 
canto una decima di Hironimo da Nogurola qual é 
in qualche contumacia, posta per lui de volontà per 
ducati 500, che ne vai più de 1000, per trovar da- 
nari, ne se trovava chi la volesse. Item, dize non 
esser sta vero che li spagnoli sachizaseno el Monte 
et chiesia de Santa Maria in Monte; madie, Riessen- 
do loro andati a tal efletto, li frati comenzorno a dar 
campana a martello, et quelli de la torre dentro de 
la terra la cominziò dar ancora loro, siche tutti se 
poseno in arnie et ussiteno fora, amazò uno di loro 
et fugorono lo resto; siche la chiesia fu conservata. 
Dize etiam che missier Nicolò Firntiano, che prima 
era deputato lì capitanio, era partito uè voi leva più 
starli etc. Item, per l'altra via, ho che zobia ussì di 
Vicenza cavali 1000, et an dono alozar a fìreganza 
con fama che la mila dovea andar a Citadella et Pal- 
tra mila a Bassa n ; el che 1 fu visto eri al passo de 
la Brenta uno Antonio trombila del siguor Pandol- 
fo con 7 citadini di Ciladcla che li aspela vano et 
che non poleno passar per esser la Brenta molto 
grossa, et tiense, dovendo vegnir, anderano a passar 
el ponte de Bassan. Li ho man- lato driedo per in- 
tender che via farano. Tegno alcuui de questi bale- 
strieri a Castelfranco, et ho scripto provedi di stra- 
mi per ambir forsi in persona ; ma non vi è 1 modo 
di haverne. Item, ha ricevuto lettere di la Signorìa 
manda danari \mr quelle fan Urie, eh' è signal voler 
far qual cossi». As|tela altri messi. 

A di 51, domenega, in Colegio, fu domino Latan- 
zio da Bergamo deputato sopra V artellarie et cone- 
stabele di fanti 800. Vieti di Pad uà, e disse molte 
cosse di quello bisognava a Padoa di artellarie e al- 
tro. Parlò longo e laudato assii. 






Di Padoa. Come in Vicenza è resta il signor 
Fracasso e uno di signori di B zolo con cavali "2000 
el fanti 1500. Il re è ito a Verona e ha fato coman- 
damento, per uno altro aviso, tulle le zente sieguir 

10 debbia. £1 altri a visi, ut in litteris. 

Di Lignago. Hanno aviso quelli stanno con bon 
animo. Se li apresentò alcune bandiere de inimici, 
et loro cou V artellarie li salulono, adeo ritornono. 

11 cardinal cou le zente é pur a Montagnana, né poi 
passar sul Poleseue per le aque tajate etc 

Da poi disnar, fo gran Consejo, et fo leltere di 
Honga/»ia. Il sumarìo scriverò poi di solo. 

Noto. In questi zorni, per deliberation del Con- 
sejo di X, il prìor di la Trinila et uno merchadantc 
todescho fono expediti andar dal re di romani, e 
comenzar la praticha di tratar acordo. È materia 
traUla uel Consejo di X, peroché in Pregadi non zè 
nulla. Quel sarà, scriverò. 139 

A dì -2*i, la matina, fo divulgato verificarsi V avi- 
so di Verona, e che 1 gran maistro di Milan, con 
zercha p. rsone 12 milia era a Peschiera et veniva 
di longo per intrar in Verona ; et che uno Tranquelin 
d 1 Arcole menava la prati cha con alcuni citadini, el 
qual fo preso etc. Et che 1 vescovo di Trento fé 1 se- 
rar le porte e trar arte llaric, adeo il tratato non an- 
dò fato di tuor Verona per Franza. Etiam da la 
porta dil Vescovo quesli altri francesi volleva intrar 
e non fo lassati. Item, che fono retenuti cinque ci- 
tadini, e li vele menar in Gistelvechio poi la reten- 
tion di questo Tranquelin qual fo a Milan per lai 
praticha, videlicet domino l*iero Salerno, domino 
Maregola di Sanbonifack), uno Spolverili fradelo di 
domino Jacomo é qui presoli, Nieuola di Verità et 
Marco Antonio di la Torre. Et dicitur quatro di 
lon> è sia apichati. Tamen, in Colegio non è (al 
nova. 

Item. Fo dito questa note a Padoa nostri cavalli 
5000 lizieri e fanti 3000, con sier Zuan Paulo Gra- 
denigo provcdilor zeneral, a bore 5 di note esser 
ussiti di Padoa per andar verso Moncelese et Mon- 
tagnana per aver il cardinal è lì. Tamen non fu 
vero. 

Di Padoa. Fono leltere di eri sera die hanuo 
il re, stato che i fu una note in Verona, parli e ve- 
ne a dormir a Soave, et de lì anderà per i Lcxini in 
terra todescha. Item, il resto dil aimposi va disfai) - 
laudo. E li francesi è a le Tavarnele e vanno etiam 
loro via. El per uno reporto, hanno che quando il 
re partì da Verona, senti campana martello in la 
terra, e dimandato perchè, disse perché nostri di 
Lignago erano eorsi propinqui a Verona etc. Item, 



$G9 



MMX, OTTI IURE. 



J70 



in Vicenza era rimalo Frachasso co» certa zonto ut 
in litteris, et che quelli eiladini mandavano il suo 
verso Trento, e Fradtasso e le zentc dubitava di 
starvi. Item, hanno avisi di Lignago le cosse vanno 
bene e stanno di bona voglia. Jfewi, scrìvono di Pa- 
doa aver ricevuto li danari e fato le mostre etc. 

Di Lifjnago. Fono lettere dil proveditor .ver 
Carlo Marin et di sier Michiel liaxadona pro- 
veditor in castello, di 19. Stanno di bona voglia, 
nò temono. Et in castello è SO da Venccia et li 25 
fanti con Jacometo da Novello; poi in la terra assa' 
eente, et le aque tajate che non si ponno acostar a 
Porto. 

Di Noni. Fono lettere di sier Piero Mar- 
tello proveditor. Il sumario scriverò poi di solo. Et 
ivi zonse il prior di la Trinità ; alozoe con sier Alvise 
di Dardani proveditor di Miran, qual è 11 a Noal etc. 

Da poi disnar fo Pregadi, et fo pur sier Hironi- 
mo Sovergnnn eleto pagador, perché ancora non è 
partilo, et fo leto lettere. 

Di Rongaria, di Buda, di Vizeneo Guìdoto 
seeretario, l'ultime di 25 septemhrio. Il re è pur 
in Boemia. Havia inteso V aquislo di Padoa per la 
Signoria nostra, e comunichato a quelli baroni etc. 
Item, zcrcha i danari, il re li voi; et altre particola- 
rità secreto. 

Di Constantinopoli. Di sier Andrea Foscolo 
baylo nostro fo lettere; ma |>er esser secretissime 
in ìnaterìa etc. non scrìverò qui alcuna cossa. Et 
139* avisa dil terraiuolo etc. 

Di Padoa, fjionse lettere di retori e provedi - 
tori. Come hanno avisi el cardinal di Fer.ira non è 
intrato in Monbignana, imo si apresenlò acciò li fos- 
se aperto le porto, et quel governador per nomo di 
l' imperator, li disse non voler intrasse senza man- 
dato dil re. HI cardinal li mostrò uno mandato, e lui 
disse ora verino et ne havea auto più novo non la- 
sasse intrar alcun. Siche alozò in li borghi con gran 
paura, e con lui or.i il signor di Bozolo et il signor 
Lodovico di la Mirandola. E per le aque di I* Adexe 
grosse e la rota fata, non |>otcva passar sul Po- 
lesene. 

Ih Chioz'i, di sirr H troni mo Contarini 
prorrditor di V armario. Come arieorda questo 
saria toni|io far danno a Ferara eie. Et scrivo molto 
gajanlamenle, e lauta quelli e slati in l'assedio di 
I*adoa lutti indiflemiter, dieendo non voi nominar 
niu!) pen'hè lui non navega per questo vento etc. 

Dil rapitanio zrnrral di mar, di Caodistria. 
Conio aleiide a far le galie Ingoi i le /onte è in Frinì 
su T Istria, et maxime Mclcagro da Forlì eie Itcm, 



ha scribi una lettera a quelli Frangipani, videlicet 
al eonte Cristofaro, i indagandolo vogli star ben con 
la Signoria, si non li fari sentir etc. e mandò la co- 
|>ia, la qual fu laudata dal Pregadi, dicendo si la Si- 
gnoria non havesse rispeto al re di Ilongaria, za sa- 
ria venuto a so 1 mina. 

Fu posto, per li savii, aleuto per lellerc di pro- 
veditori di Padoa et retori molti si lamentava che li 
era sta tolto a le (>ortc quando erano deputali nostri 
la decima di quello portavano ole. die in certo ter- 
mine, tutti vadiuoa dar in nota a li avogadori quello 
ha auto, aliter eie. et debili etiam restituir, sotto 
pena ut in parte. Nota. A questo fo cargà sier Za- 
ccaria bire.lan, sier Pieni Venier et altri. 

Fu posto, por li savii d 1 acordo, a i provedilori 
in campo zcrcha darli licentia di luor impresa eie. 
ut patet in litteris. 

Et poi inlrù Consojo di X el sleteno un podio 
dentro, e poi licentiò il Pregadi e restò Consojo di 
X pur con la zouta di Colegio. 

Nolo. In questi zorni il reverendo domino Pioni 
Crimani di sier Antonio, volendo andar a Roma, 
mandò le sue robe avanti ; ma inteso nescio quid, 
fé' ritornar qudle et non andò. Fo ditto il duca di 
l'rbin lo voleva far prender. 

Item. Hogi, di honline dil reverenti issi mo pa- 
Iriarcha, fo 1 comenzà per tutte le chiesie a dir ogi la 
messa della Trinità, diman di la Madona over Spi- 
rito Santo, e V altro di San Marco. E cussi fo fato 
per tutte le chiesie con le processione solile e lelanie. 
Si dice la Signoria praticità eerta cossa, e voi tor 
nova impresa. 

A di '2:]. Fo lettere di Iuguli era verino. Nulla di 
conto. Le «piai non fo lete in Pregadi. Si dice il ro 
ha serilo a V im|>era!or e re di Franza lassi navogar 
le galie di venitiani de lì, et passar per li porti soi di 
Franza e Spagna justa li capitoli. 

Di Padoa. Fono lettere. Come il re di mmani 
fi a Soave. Item, venuto quel todesco mcrchadanle 
Rulfanlo Negro etc. Item, li a Padoa, si fa mostre 
di fanti e zonle <Y arme. 

Da poi disnar, fo Cilcgio di la Signoria, dato 
audientia e |h >ì eonsullalo. 1 40 

A ili *2i. In questa matina, ferialmente, senza 
soni ne vestirsi di color, si» r Jacoino Corner di sier 
Zorzi el oavalier pmeurator. qual, za più mogi, si 
mandò in ima Ha qu sier Orsato Morexini heriedo 
et ridia, sposoe, fé' pasto » pamiti e sposò in caxa. 
Siche, questa terni a questo è vcnu*a; ehè, si non 
fusse *là queste piene, s.iria sta di le Sompluose 
IH»Z«; di qu.'sl.i terra. E da llot..r, SuItltH i pera di 



271 



MDIX. OTTOBRK. 



175 



noze è sia falò da marzo in qua, ri fo fate avanti la 
rota : et più non si fa di nobeli. 

Di Padoa fo lettere, il re era a le Tavarnele. 
Item, slratioti noslri erano andati apresso Vicenza 
e preso do citadini da Dresano, uno chiamalo do- 
mino Zuane dotor, P altro Bori olomio. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta. 

Noto. Il prior di la Trinila è tornato, et fo in Co- 
legio con li cai. Referì il voler di P imperator è che 
voria la Signoria lasasse uno di questi soi presoni, 
videlicet domino Borlolomio Firmiano, over Zuan 
Bontemps etc. Cussi fo divulgalo; tamen, questa 
materia scriverò mejo. 

A dì 25. La matina fo mandato domino maislcp 
Benelo da Moncelese el domino inaisi ro Marin Bro- 
chardo medici dil marchexe di Mantoa in Toreselle, 
qual è molto meninconicho e ha mal franzoso a una 
gamba etc. 1 qual referino il lullo a i cai di X. 

Di Corbole. Di Zuan Alberto da la Pigna, 
una lettera drizata a sier Zuan Mocenigo. Gno- 
me il ducha è bon fiol di la Signoria, et saria boti la 
Signoria li scrivesse una bona lettera etc. Tutte 
zanze e barane; qual è ben conosciuto in questa 
terra. ' * * 

Di Lignago. Di sier Carlo Marin prove- 
di tor. Chome stanno di bona voglia, et di nulla le- 
meno, et voriano danari per quelle zelile. 

Di Padoa. Hanno reporli dil re. Hora è a Soa- 
ve, bora a le Tavarnelle. Non sta fermo. Le zente 
soe verso le Tavarnele, e monsignor di la Peliza si 
dice dia andar alozar sul ferarese, o sul Polesene 
con le zente francese. Item, il cardinal di Ferara 
atende a far ponti, e passa di là de P Adese sul Po- 
lesene e conduse le sue arteflarie. Nota. Dito cardi- 
nal, quando intese era intra fanti in Lignago, biaste- 
mò Dio crudelmente etc. ut in relatione. 

DiNoal. Dil proveditor Marcello fo lettere. 
Scriverò il sumario poi. 

Di Trevixo. Dil podestà et sier Alvise Mo- 
cenigo el cavalier proveditor zcneraL Chome 
atende a far compir i bastioni, maxime quel di 
Santi Quaranta. È bellissimo. E altre occorentie. 

Di Frinì. Di sier Antonio Zus tignati dotor, 
vice locotenente. Chome domino Antonio Sover- 
guan dolor, justa i mandati, vien qui. 

È da saper. 1/ altra sera parli domino Hironimo 
Sovergnan eolateral zeneral nostro, el andò a Padoa 
di hordine di la Signoria noslra per esser lì per le 
mostre si fa. E tutta via si manda danari a Padoa 
per dar a le zente. 

La terra di morbo pur stava mal, et in yarie 



contrade 5 el lì andava al dì al Lazarelo. Et si amal- 
lò di peste la mojer qu. sier Domenego Pixani el ca- 
valier fo bona (sic) a Muran, la qual morite poi. E 
prima morì una (ia e una femena in caxa. 140 

Da poi disnar, fo Pregadi et leto molte lettere. 

Di Famagosta. Di sier Antonio Viaro e 
sier Marco Barbarigo castelan. In laude di sier 
Beneto Sanudo capitanio, a chi Dio perdoni, qual 
per le fabriche è morto, e ha fato assa* passa di fa- 
bricha. E prega la Signoria fazi compirle al succes- 
sor vera. 

Fo dispulato certa materia secretissima, nescie- 
ham quid, non expedita, ma dato sacramento al 
Consejo. Or la materia fo questa. Fo leto le deposi- 
lion di do medici andati a veder il marchexe di 
Mantoa, quali referiscono esser in pericolo; è bon 
ralegrarlo alquanto, acciò possi far exercilio come 
era uso. 

Fu posto, per alcuni savii, di slargarlo alquanto, 
videlicet di far una porta possi vegnir in gran Con- 
sejo, et ivi con compagnia e custodia possi ve- 
gnir etc. ut in parte. Contradixe primo sier Zuan 
Badoer dotor e cavalier è di Pregadi. Rispose sier 
Francesco Foscari savio a terra ferma ; poi sier An- 
tonio Trun procurator savio dil Consejo ; poi sier 
Antonio Grimani savio dil Consejo; poi sier Lorenzo 
di Prioli ; poi sier Alvixe Grimani cao di X do volte, 
et sier Luca Trun cao di X do volte zercha alcune 
cordele li fo porta al marchexe per sier Carlo Va- 
lier, eh* è la mesura di soi cavali etc. Or andò la 
parte, el di largo fo preso di no; siche resterà dove 
e. 

A di 2tì fo gran piozi. 

Da poi disnar, fo Colegio di la Signoria e savii. 
Fo dito una nova, esser ussiti 300 triestini fuori per 
danizar verso Caodistria, e nostri a P incontro sono 
stati a le man et li hanno lajali a pezi; tamen non è 
lettere. Quello sarà, scriverò di solo. 

Di Padoa. Chome hanno avisi il re esser pur a 
le Tavarnele, el partiva per andar a Verona. 

Nolo. A Padoa è sta fato una erida tutti asuni il 
suo mezo mio atorno a Padoa, perchè voleno lassar 
vacuo in certo termine, al iter quelli andarà tuorli, 
sarà ben tolti. Et cussi fo lerminà lassar vacuo. 

A dì -27. Di Padoa. Chome hanno aviso il re 
havia mandalo in Vicenza fanti 5000, e volendo an- 
dar verso Verona, li fo ditto francesi volevano me- 
terli le man adosso, adeo tornò et de lì voi ir in Val 
di Lagron. 

Nolo. A di 5 di note, hessendo andati do Signori 
di note con la zercha dopia verso Castello, videlicet 



273 



MD1X, OTT011KE. 



574 



sier Pelegrin Queriiii qu. sier Jacomo el sier Seba- 
stian DoIGn qu. sier Donailo, fono asaltali verso le 
furatole, et fo morto il dito Querini et fo suo danno. 
141 Fo per quaranlia chiamali eie. 

Sumario di do lettere di sier Piero Martello 
proveditor zeneral, date a Noal a dì 25, 
et 26. 

Lettera dil dito, data in Noal a dì 25, hore 
6 di note. Come, in questa hora 4 di note, sono ri- 
tornati li miei mandati eri verso Vicenza a parlar a 
uno amicho di condition. Qual mi fa intender il re di 
romani, a 53 dil mexe, si partì di Soave et se ne ri- 
tornò a Verona, et mandò in Vizenza fanti 3000. E 
questo perchè Frachasso e Hironimo da Nogaruola 
havea scripto e rechiesto a sua majestà che, per se- 
gurlà di la terra, mandasse altra gente, et per nome 
di la comunità, et promessoli di trovar li danari. 
Imperò quella (maestà) gè recliiedeva (alla comu- 
nità) ducati 10 milia de pani per vestir li soldati et 
ducati 5000 de contadi, et prometcvali de darge 
segurtà li ambasadori Fiorentini ; et che loro gè ha- 
veano risposto non haver il modo, et che cui li 
havea fato tal rechiesta e oferta lo havea scripto de 
suo capo senza sua saputa e consentimento, perchè 
ben bastavano con quel populo a vardar la terra 
senza tanta gente; tamen, che li haveano oferto 
ducati 5000 de sede. 

Item, li ha dato in nota tutti li cavali e fanti sono 
ne la terra, e tutti li citadini retenuti, chome qui solo 
apar, li qual citadini non si po' intender dove siano, 
dicendo che chome el re sarà passarlo in Alemagna, 
de neccessita di danari quelle gente di zumo in zor- 
no se andarano disolvendo ; e mi farà intender di 
continuo per suo messo secretisene ogni cossa fino 
ne li soi più secreti consigli, per averne bon modo, 
offerendomi a magior cossa quando sera il tempo. 
Li francesi erano in pedemonte de là de Verona. 
Parte de quelli se ne erano andati a la volta de Lom- 
bardia. Item, mi promete disviar e mandarmi fina 
qui le compagnie di Rigo Porro et Beraldin quando 
vorò, cavali 300. 

Zente sono in Vicenza. 



Dom. Vangelista da Carara 

Frachasso, conduta homeni (V arme 50, ca- 
vali lizieri 200, tamen 

Doni. Auzo to losco 



cavali 

n.°300 



cavali 

Doni. Zuan Francescho di la Mirandola . n.° "20 

Doni. Antonio nevodo dil signor Constati- 

lin Amiti > 50 

Dom. Rigo Porro, homeni d'arme 50, ca- » 

vali lizieri 50, tamen ha > 150 

Beraldino, homeni d* arme 50 e cavali li- 
zieri 50, tamen ha » 1 50 



Totale . n.° 780 



Fanti. 



fanti 



Dom. Auzo todesco fanti 500 de condu- 
ta, tamen n.° 500 

Dom. principe di Naldo todesco . . . > 3,000 
Uno altro conestabele todesco . . . . > 500 
Incastello > 50 



» 

» 



60 
50 



Totale . n.° 3,450 141 * 

Citadini retenuti, che non se sa dove siano, 

per todeschi. 

Missier Rigo Antonio de Godis. 

Vicenzo suo fradelo. 

Missier Lionelo suo nevodo. 

Missier Bortolornio da Barbaran. 

Jacometo Ragona. 

Missier Lodovico da Merigo. 

Missier Alexandro da Dresano. 

Missier Hironimo da la Scrova. 

Missier Aluise Pajelo. 

Uno di Altardi. 

Francesco da Maran fo conestabele nostro. 

Dui altri che non sa il nome. In tutto numero 13. 

Lettera dil dito ivi, a dì 26 oetóbrio. Come 
ha ricevuto lettere de i proveditori di Padoa, per le 
qual li scriveno V opinion dil capitanio zeneral esser 
per il presente ateuder a pratiche ; ma non far nulla 
per la propinquità de li inimici, apti e potenti a di- 
sturbar et impedir ogni nostro disegno. Laudando 
a lenir in piedi le pratiche etc. 

Item, ha, come, tra Este dove se atrovava el 
cardinal di Ferara et Montagnana, dovea vegnir ale- 
mani 10 milia tra da piedi e da cavalo. Eri vene qui 
sier Luca da cha' da Pesaro va proveditor a Castel - 
francho. L 1 ho fato acompagnar a 50 balestrieri a 
cavallo, e sta ben la sua andata, perchè quel lociio 



275 



MMX, OTTOBRE. 



27*0 



non stcva ben senza governo, Item scrive di I' ar- 
salto fé 1 il Sbrojavaeha a Axolo. In Colegio è sia mor- 
morato, tamen, quella comunità e il comissario su- 
bito mi mandò a offerir la terra, benché 1 comis- 
sario diceva voleva giorni tre di termine etc. Et non 
fu fato danno a 1 eiladini, imo restituitoli il tutto. 

Da poi disnar, lo Pregadi et leto le soprascrite 
lettere. 

Di Padoa. Chome stratioti sono insolenti, ma- 
xime Busichii e Sgnati et quelli altri preseno li do 
citadini Dresani lasati con danari, i qual ancora non 
è ritornati in Padoa, e venendo li farano portar la 
pena. Item, dimandano danari e danari, e fanno le 
mostre a le zente d' arme. 

Item. Hanno avisi francesi iti di Verona via, zoè 
di Campo Marzo, e vanno in Lombardia. 11 re torna 
a Verona ; lassa Frachasso in Vicenza con fanti 5000. 
Edam resterà il signor Constanti!) Amiti. 

Fu posto, per li savii d 1 aeordo, scriver a li ora- 
tori è a Roma di qual è molti zorni non si ha lette- 
re, che cinque di loro, et uno rimangi qual sarà ter- 
minato per il Pregadi tutti balolati, debino veder 
di aver licentia dal papa di repatriar, e uno di loro 
resti lì. Et fu presa, et balotati tutti, rimase a restir 
sier Hironimo Donado el dotor. 

Fu posto, per sier Antonio Grimani savio dil 
Consejo, sier Vetor Capello savio ai ordeni, che '1 
sia scripto che sier Auzolo Trivixan capitario zene- 
ral di mar con l' armada vengi a Chioza, dove é il 
proveditor Contarmi, et che sier Marco Antonio Con- 
tarmi capitario in Po electo armi e vadi a minar 
142 ferro ignequ? tutto il ferarese, ut in parto. Parlò 
contra sier Antonio Trun procurator savio dil Con- 
sejo, el qual, con li altri savii, messe che 'I debbi 
prima spazar le cosse di Y Istria etc. Li rispose il 
Grimani; poi parlò sier Alvise da Molin savio dil 
Consejo qual non voi adesso ; rispose sier Vetor Ca- 
pello; poi parlò sier Domenego Venier savio ai or- 
deni e ben, qual, con sier Jacomo Gabriel messe di 
armar barbote e ganzarioli prò nunc etc. Poi parlò 
sier Zuan Trivixan è ai X savii voi l'impresa contra 
il ferarese; poi parlò sier Marco Antonio Calbo savio 
ai or leni voi la indusia a marti, et cussi, insieme con 
li altri savii, messe indusiar a luni. Andò adoncha 
tre parte: una di no, due non sincere, dil Gabriel e 
Venier 22, dil Grimani e Capello 81, di savii de Y in- 
dusia a luni, 81. Iterum le do, uni non sincera, dil 
Grimani 94, <li Y indusiar 1)7 e questa fu presa con 
gran credenze. 

A dì 28, la matina, fo lettere in Colegio di 
Padoa. Chome hanno aviso il re di romani esser stalo 



in Verona a parlamento col gran maislro, e monsi- 
gnor di la Peliza con 300 cavali intrò in Verona, et 
ditto re e in Val di Lagre per andar a Trenlo. 

Di Noal. Di sier Piero Marzello proveditor 
zeneral, di ogi 28. Come ha scrito ai proveditori 
zenerali a Padoa zercha tuor Y impresa di Citadela, 
ha auto risposta fazi ; siche loro non mancherà no dar 
ogni ajuto a Y impresa, linde, lui ha mandato per 
domino Alcxandro Bigolino per ben consultar insie- 
me le cosse, e dedurle a bon One et meterii bon 
bordine. Item, per uno de li miei mandato a Vi- 
zenza a parlar con uno mio secreto amico, venuto 
in questa hora 20, come il re a di 2G partì di Vero- 
na e andò alozar mia 25 lontano a la Chiusa ; et che 
eri el se ne andò a Trento con zercha 150 in 200 
cavali. E che eri partì di Vicenza dui capitami tode- 
schi con fanti 800, e uno altro con cavali 100, quali 
tutti, insieme con vituarie che i portono, se ne an- 
dono per la via di Forni a la volta di Trento. Et che 
in Vicenza sono restati in tutto fanti 2200 in 2300 
in borgo de porta San Piero, con falconeti 10, et 900 
in el borgo de Berga. Item, in Portauova esser alo- 
zati tutti li cavalli, che sono in tutto numero 600, 
et che su l' Ixola sono falconeti 15 et 4 su la piaza 
tutti cargati in hordinc et ben guardati ; et che quelli 
de porla San Piero fidelissimi nostri stavano de ma- 
lissima voglia vedendo da quelle fantarie consumar 
e minar le loro caxe, digando che se le cosse dia 
esser e andar cussi, i voi più presto cazar focho 
dentro loro proprii. Item, che Hironimo di Noga- 
role, con tre altri rebelli, a di 26*, con quanto el po- 
tè portar del suo, se ne partì seguitando la majestà 
dil re. Et dize che a Brendola, miglia 7 lontan di la 
terra, se ritrovavano fanti spagnoli 1200 mandati 
per inirar in la terra, et che non li haveano voluti 
aceeptor, e legnivi no dovesse esser tajati a pezi da 142* 
li contadini. Quel amico mi promete cosse assai, di- 
cendo mi tegnirà advisato di ogni successo. Li ho 
fato il salvoconduto. Item, di Bassan atendo uno 
mandalo a meter bon hordine, pur me sia dato 
modo el libertà. 

Da poi disnar, fo gran Consejo et fato tra le al- 
tre voxe un di la zonta in locho di sier Hironimo 
Savorgnan è andato colatemi zeneral ; siche è fuora 
di Pregadi. 

Fu posto, per li consieri, atento sier Marin Falier 
qu. sier Luca electo consicr a la Gmia era sta in In- 
sedio di Padoa, el^è passa il tempo di andar al suo 
rczimento, che frlfla dato do mexi di tempo, acciò 
possi andar. Ave 100 e più di no, il resto de sì et 
fu presa. 



277 



MDIX, OTTOBRE. 



278 



Dil capitanio cenerai da tnar, date in galia 
in Istria, a dì 25. Scrive zercha quelli successi et 
la verification di la rota data a triestini, chome per 
una lettera di sier Francesco Pasqualigo proveditor 
sora i stratioti data a San Servolo apar, la copia di 
la qual sarà qui solo scripta, vidélicet. 

Magni fice et clarissime tanquam pater ho- 
nefandissime. 

Cavalchando per andar a la volta de Mocho in 
questa hora cercha 4 de nocte, et hessendo avanti il 
strenuo domino Damiano de Tarsia con li soi fanti, 
et essendo per discender ne la vale de Sandurligo, 
a caso se inbatcssemo in nemici, quali erano 150 
fanti usati, el forzo de loro, et apti a Y exercitio de 
le arme, ussiti de Trieste per venir ad arsaltar que- 
sti de San Servolo et tuorli li loro animali. Dicto 
domino Damian, qual era avanti, valentissimamente 
se affrontono con quelli, quali inimici viriliter con- 
bateano co i lui et la sua compagnia. Et combatendo 
dicto domino Damian, morti alquanti inimici, sopra 
zonse li stratioti con altri cavali quali cussi presto 
per il passo streto passar non poteno, et tutti insie- 
me per un pezo combaterno con quelli, i quali con 
1* ajuto de Dio hanno .roti et de quelli morti gran 
parte et molli etiam presi vivi, per modo che, tra 
li morti, che è bon numero, li presi et feriti, pochi 
ne ritornarano in Trieste. I quali etiam sarebeno 
sta morti et ruinati ; ma per esser scampali in uno 
certo boschetto dove non si polca adoperar cavalli, 
sono scapolati ma mal contenti et conditionati. Li 
presi manderò dimane da la maguificeulia vostra, 
qual da loro potrà intender quello li parerà. Per 
esser li cavalli caldi, et per la scharamuza et se- 
quir de 1 inimici, ne è sta forzo alozar de qui a San 
Servolo per questa nocle. Mando tre de li presoni 
per questa sera a vostra magnifìcentia acciò quella 
li possa examinar. Li altri manderò da matina. Mis- 
sier Constantin Paleologo è sta ferito, per quanto 
me vien referito, et non so che volta Y habia preso, 
che molto me dole del suo mal. Alcuni me dice 
143 quello ha ver tolto la volta de Gaodistria. 

Nec alia. Magnificentice vestree me commen- 
do. Ex Sancto Servolo, die 24 octobris 1509. 

Francisco Pasqimligo 
super stratiotis provisor. 

In questo zorno, fono comonzà a lavorar bar- 
bute e brigantini in Y arsenal con furia per Y im- 
presa di Forum, ridrlivrt por Colcgin lo ordinato o 



doman se comenzerà. Et vene una galia sotil solo 
sier Michiel Grego di Candia, qual era con il prove- 
ditor di T armada a Chioza, et per esser vedila e 
innavegabele, vene a cambiar galia. Et auta, subilo 
ritornò a Chioza eie. 

A dì 2!), la matina, tutti tre li capi di X fono in 
Toresille a visitar il marchexe di Manto», et fono 
etiam li do medici sopra nominali, et lo conforto- 
no eie. 

Di Noal. Fo lettere di 28, hore 4 di noie. 
Chome, per uno venuto di Bassan, son avisato de li 
esser gionto eri sera fanti et cavalli, che se cussi è t 
credo siano quelli se parlino da Vicenza con fema 
andavano dai Forni a la volta di Trento. Ilo man- 
dalo driedo do messi, che Y uno non sa di Y altro, 
per saper la verità. Item, é ritorna il messo man- 
dato a domino Alexandro Bigolino. Dice è stalo di 
rilorno a la Villa del Colile, et ogi esso domino Ale- 
xandro si partì in disacordia con li soi balestrieri, et 
con una parte se ne andò a la volta di Padoa. Mi 
dispiace, per esser mal a proposilo questo. Ho spa- 
zato a lui uno altro messo etc. 

Di Padoa. Chome hanno.il re di romani va a 
Trento, et non si hanno abochati in Verona col gran 
maislro ancora. El qual re zercha haver danari da 
Vicenza e Verona. Et ha gran carestia di pan noslri 
lì in Padoa, e dimandano danari, fanno le mostre, e 
il capitanio zeneral ancora non si ha ubligato. Voi 
far moslra, et è contento star chome voi la Signoria 
nostra. ' 

Di Treviso. Zercha quelle fabriche di bastioni 
e repari e altre occorenlie de lì, e de li fanti sono lì 
e coneslabeli. 

Da poi disnar, fo Pregadi et fo leto queste let- 
tere : 

Di sier Alvixe di Dardani proveditor di 
Miran data a Noal. Una savia e bona lettera, la 
qual, per esser degna di memoria e laudata da ogni 
uno, qui soto sarà posta. 

Dil capitanio zeneral da mar. Conferma la 
nova contro triestini. Morti 40, presi 30, e recupe- 
rato certo castello. 

Di Vegia. Di sier Francesco di Prioli 
conte e proveditor, di 25. Avisa turchi haver cor- 
so a quelli castelli di Frangipani lì vicini, e fato 
danni assai e tutta via fanno, el sono corsi (ino a Mo- 
drusa. 

Questa nova fo optima et laudata da tutti, spe- 
rando turchi saranno con nui, et za si vede qualche 
oxporiontia ohe danni/ano li nostri nimici. 143' 



279 



MDlX, OTTOBRE. 



280 



-* 



Serenissime Prineeps et Damine Excel- 
lentissime, cum commendatione. 

Nel riferir de le cose e opere de viiilici scripto- 
ri, non poi esser varietade alcuna in facto maxime. 
Trovandomi adunque qui adherido al magnifico et 
preclaro proveditore vostro Marcello de comanda- 
mento de Vostra Serenità, za zorni 40 tra Mestre 
prima et qui ad hora, non mi ha parso errare non 
scrivere a Vostra Sublimitade quello che àbun- 
danter in dies continue è stata per sua magni ficen- 
tia Vostra Serenitade avixata cercha i progressi e 
conditone degli inimici soi, quia maiori cedendus 
semper est locus, et semel recte scriptum non cri- 
ticandum est amplius. Tamen, quia in opinio- 
nibus sono varii sentimenti, chadauno fidel amatore 
del suo signore, etiam non rechiesto, debbe el pa- 
rer suo a quello presentare. Diu tamen meditando, 
hinc et inde judicando io esser varie opinione cer- 
cha imprcesentiarum luor imprese d'Asolo, Cita- 
della e Bassan singulariter, non per oppugnar la 
opinion de alcuno; ma per non mi rendere penitus 
inutele et ingrato tenendo, etiam che indigne, que- 
sto officio a me per Vostra Sublimitade conferito di 
proveditore, mi ha parso, cum quella debita rive- 
renza a me se conviene, non tacere la opinione mia. 
Et utinam prò mea maiore satisfactione havesse 
etiam prima quella dechiarita ; sed res est soliciti 
piena timoris amor. Et non è dubio, Serenissime 
Prineeps, che chi havefcse Asolo, Cittadella e Bas- 
san, ha vendo come si ha Noal et Cam posa npiero e 
Castelfranco, precluderia penitus lo adito a li ini- 
mici nostri di extendersi circumcircha questa parte 
del padoan e trevisan ; a non depopulare el paese e 
bolinar e far presoni li poveri fedeli contadini no- 
stri; et questi tre loci, cum questa s >la zenle che se 
atrovamo qui et senza far fruclo alcuno se mante- 
gnariano al despedo de li inimici, forniti tamen de 
vituarie et artillarie, cum assistentia (?) si dentro 
come di fuori de 1 favori de 1 nostri populari et con- 
tadini, posti in exilio rei interempti li soi ribelli, 
daria etiam causa conquistar de brevi et confestim 
el Covolo, la Scala e Feltre, et quod maximum 
est cum più facilitade Vinzenza trepidante et Maro- 
slica, come melgio sa et intende Vostra Serenità. Né 
è da dubitare del ritorno più hormai del impera- 
tor, ne de sua zenle, la qual se havesseno veduto 
poter tenere ditti loci non saria partita, mandati troi- 
mila fanti lodeschi dischalzi senza danari in Vin- 
zenza per esser li altri erano lì partiti, et questo fa- 
rano in quatro zorni questi altri ; né etiam hariaso 



tanto iniinichati cum li contadini, ha sacomanati et 
brusali li loro domicili!, né a la terre dato talgia, né 
permesso impune (anta violentia ne le citade ; né é 
raxonevole, tante potenlie vergognosamente depar- 
tite da T impresa, se habiano più a riunire imprie- 
sentiarum, maxime nel intrar de 1* inverno, con- 
sonato el paese de strami e biave de cavali, lasati 
tanti de soi morti e strupiati senza impulsion del no- 
stro exercito non anchor mosso, et spaurosamente 
levati da V impresa patavina. Né etiam è da dubi- 
tare del conquisto di ditti loci, si perché li defensori 
loro sono invalidi et in grande teror, et senza li quali 
li è impossibele poter viver né reguardire; si etiam 
perchè manchano del sperato et promesso sufragio 
valido del imperalor; si perchè el campo loro è se- 
gregato, el ziaschuno è reverso in regionem suam, 
et T imperalor haver, non senza pericolo, discoperto 
el tradimento li pretendea far V infedel gallo novis- 
sime; si etiam perché cognoscono P impotente del 
danaro si del imperator qual del re gallo. Et benché 
li soi et altri habiano botinado, questo è pervenuto 
in particulari, non autem in socorso del imperalor. 
Et iterum, Serenissime Prineeps, perchè i cieli 
non sempre stanno in uno medemo segno, proceda 
adunque audaciter la Celsitudine Vostra, Serenis- 
sime Prineeps, questa parve et leve impresa, ha- 
veinlo maxime tanto fiorito exercito quanto P ha, 
et quanto citius, tanto melius et gloriosités, es- 
sendo etiam l'imperatore hora a Trento; nam au- 
daces fortuna invai. Io veramente che ho ad hora 
reducti li mei equestri et pedestri ad numero solum 
de 1 15, per poter cum uno pocho che me resta de 
danari corsizar per qualche zomo anchora a servitio 
de Vostra Sublimità, non mancherò d' amor e fede 
al usato, postposto ogni pericolo de la vita et per- 
sona mia, et finiti questi pochi de giorni et denari, 
ritornerò a fruire la dolce mia patria et la gratia de 
Vostra Sublimità, a la quale humiliter me reco- 
mando. 

Iterum, intenda Vostra Sublimità, Serenissime 
Prineeps, in Bassan sono lodeschi a piedi solamente 
in numero 400, e Iorio Tropo suo chapetauio et Fa- 
bio gubernator imperiale sono levati za più zorni de 
la terra cum li soi carizi, sotto pretexto andava a la 
Scalla. Se ha avixo esser modo, senza campo e bom- 
barde, de intr ir una nocle per una via, cum favore di 
zente fidata mandarase ad uno ad uno in una caxa 
de ampia habilatione remota da la piaza in dì de 
merehado, cum sue arme da t»jo solum, che pren- 
deriano la nocte quello poche guarde custodiscono 
una porta, et Inverano per forza cum una liviera 



281 



MD1X, OTTOBRE. 



282 



la seradura, donde hanno adito li nostri inlrar in 
terra. Item, per una fractura de muro granda quan- 
to può intrar uno homo, se ne potrà metter numero 
grande de homeni la nocte et tagiar a pezi li tede- 
schi e tuor la terra. In la qual è uno Iosepli lì foene- 
rator et leniva etiam banche in Gistelfrancho et 
Citadella, reducto tutto suo grande haver in Bassan ; 
et alcuni ricchissimi judei tutti rebelli. Da Asolo ve- 
«mente siamo aspedati. Da Citadella etiam se ha 
il modo, come etiam ha scripto questo magnifico 
proveditore proximameute a Vostra Sublimità. Que- 
ste cose, a mio giuditio, se voleno far presto quanto 
se pole, et come più presto melgio, quia periculum 
in mora. Come scripsi, feci et avixai et operai de 
Padova, come son certo se aricorda Vostra Sublimi- 
tà, a la quale me racomando non li para sia pre- 
somptuoso cusì largamente scriver a quella. Lo fazo 
de sviscerato amore et fede in quella, a la quale sta 
144 el disponer et a me obedire. 

Fu posto, per li savii ai ordeni, che 1 capita nio 
di le galie di Haruto sier Zuan Moro sia confinato a 
di primo novembrio in galia, et sier Lorenzo Lore- 
dan, di Alexandria, a dì 4 ditto, in pena eie. Presa. 

Fu inlralo in la materia secretissima et de im- 
portanza zercha l 1 impresa di Ferara. Et prima fo 
leto una lettera di Chioza di sier Hironimo Coniarmi 
proveditordi Parmada; ehome al presente è il tem- 
po non star a dormir, e andar a ruinar il ferarese. 

Fu posto, per sier Antonio Grimani savio dil 
Consejo et sier Velor Capello savio ai ordeni, che 'I 
capitarne zencral, con Y armada V ha, vengi subito a 
Chioza per andar a ruinar il ferarese. Sier Antonio 
Trun procurator savio dil Consejo, sier Iacomo Ga- 
briel, sier Marco Antonio Calbo et sier Domenego 
Veuier savii ai ordeni, messe che si atenda a meler 
in bordine in l' arsenal e le barbote e ganzaruoli, e 
si scrivi al capitanio zeneral a Padoa questa opiniou. 
Et sier Francesco Foscari, sier Zuan Corner, sier An- 
drea Trivixan el cavalier, sier Nicolò Bernardo sa- 
vii a terra ferma, voi la indusia. Li altri di Colegio 
nulla messe. Parlò prima sier Piero Capello savio 
dil Consejo, qual è sopra il dinaro, dicendo il biso- 
gno di quello e da zener in qua è sta speso un mi- 
lion et sctanla rnilia ducati, e si lazi provision di da- 
nari. Parlò poi. per la sua opinion sier Antonio Gri- 
mani ; e ben li rispose sier Antonio Trun poi sier 
Alvise da Moliti savio dil Consejo, qual disse voleva 
mandar sier Marco Antonio Coniarmi capitanio ele- 
do in Po con ganzaruoli e barbote, etiam far venir 
el zeneral, et cussi inlrò tV acordo con il Grimani e 

/ Dia* ti dt M. Samto. — 7'c#//. IX. 



Capello, azonto questo qual etiam loro fono conten- 
ti. Parlò poi sier Iacomo Gabriel ; poi sier Sebastian 
Zustinian el cavalier è di Pregadi biasma (le) do 
opinion, più presto andar a far danno ; poi parlò per 
la indusia sier Zuan Corner. Andò le parte : una non 
sincera, 2 di no, 13 dil Trun e compagni, 23 di T in- 
dusia, U2 dil Grimani e altri nominati, e questa fu 
presa : et con questo, dar fama andar a l' impresa di 
Trieste, et comanda gran credenza di la diliberation, 
et si dicesse il va a Trieste. 

Fu posto, per li savii, mandar uno di questi pre- 
soni al re di romani, qual dà piezaria di tornar, et 
con questo comenzar per questa via praticha di acor- 
do col re preditto. Et sier Antonio Trun procurator, 
qual non era in parte, conlradise; et sier Piero Duo- 
do è di la zonta, stalo savio dil Consejo, disse era 
mejo mandar altri; et sier Alvise da Molin volse 
parlar. Or vene una lettera a la Signoria, qual leta 
per il principe, fo chiama i cai di X el fo licentià il 
Pregadi senza balotar la parte. E noia. Intesi questa 
lettera è di domino Antonio Pizamano episcopo di 
Feltre è qui in li Iesuati, qual scrive esser lì zonto 
uno nontio di Frachasso di Vicenza qual voi esser 
mediator col re e acordar, et alia etc. 

Nolo. In questa matina fo termina in Colegio di far 
contracambio di domino Zuan Camillo de Montibus, 
fu fato presoci in Seravalle, a V incontro di sier An- 
tonio Querini qu. sier Francesco falò preson in Cam- 
posanpiero poi reso salvo le persone. Et dia andar a 145 
Padoa, et lì si farà el contracambio, zoè, zonto sia 
dito sier Antonio Querini a le porte di Padoa, el 
qual è prexon a , si li darà dito de Montibus. 

A di 30, di Padoa, nove. A P usalo, atendeno 
a far mostre. Voleno danari, et se li manda tutta 
via. E nota. Sier Polo Nani pagador, in questi zomi 
fo cargato in Colegio, maxime per sier Piero Ca- 
pello savio dil Consejo, dicendo in li soi conti mete, 
tra le altre cosse, do parlide quel zorno dil fato d'ar- 
me, fo da ducati 10 milia, licet habi bolete. Poi il 
lazo di ducati da 1. 6 mete un ducato e non fa credi - 
tor la Signoria di lazi ; poi ha dà monede e ori scarsi. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta etc. 

Di Roma, gionse lettere di Iti. Il sumario scri- 
verò poi. Par il papa habi mostra piacer dil levar 
dil campo* di Padoa, dicendo questo sarà causa di 
acordo etc. El qual non era zonto a Roma ancora ; 
saria a dì 18. Item, dil zonzer lì dil vice re di Na- 
poli slato, ritorna in Spagna per terra. Item, dil 
zonzer uuo orai or di Hongaria qual vien di hordiue 
di una Dieta di baroni, ne la qual non è stato il 
re eie, ut in littcns. 

19 



283 



MDIX, OTTOBRE. 



284 



A dì 31, di Padoa, fu lettere. A P usalo, vo- 
lerlo danari eie., et sier Polo Nani pagador scrisse a 
la Signoria pregando li fosse dato licentia di rcpa- 
iriar, è slato davanzo. Et li provedilori scrisseno in 
sua laude e saria mal levarlo hora per la praticha 
r ha, et il suo rasonato Zuan Fineti. 

Di Nodi. Dil proveditor Martello, di 30, 
hore 6 di note. Come ogi, per dui venuti da Basa- 
no separali che Y uno non sa di Y altro, son advisalo 
che sabato 27 dil mexe lutti quelli Tanti lodeschi, da 
zercha 350 in 400, se messeno in uno batagion su 
la piaza, il che visto, tutti li terieri se messeno in 
arme per dubio de esser svalizali. U che si lien ave- 
nano fato indubitatamente se loro non havesseno 
mostrato volerse defender. E questo perchè tulli 
dilli fanti sono desperati per non haver un soldo. 
Et che haveano fato una descrittone ci mandato co- 
mandamenti fuora per le ville, che tutti per la loro 
rata dovesino portar farine per lo viver loro, et ha- 
veano mandato diexe ciladini a li govemadori di 
Vicenza a dolersi de li spagnoli che se ritrovavano 
per lo paexe, che haveano voluto intrar per forza ne 
la terra. Ne voleano più soldati ; ma che dovesseno 
proveder a quelli haveano, perché loro non li pote- 
vano più substentare. Et che per questo tre di loro 
erano sta mandati al re di romani, dicendo che, co- 
me se acostassemo con queste gente a la terra, in- 
dubitatamente tutli sì dentro come di fuora si sub- 
leveriano e li tajeriano a pezi. Aspeto di hora in 
hora altri messi mandati, che vegnirano con mazor 
145* fondamento. Et etiam intendo eri parti di Vicenza 
el signor Pandolpho Malatesta con cavali 5 e andò 
a passar al ponte de Bassa n, e che de Citadella li 
andò contra 10 cavali e pedoni cercha persone in 
tutto 100; che se a tempo Phavesse saputo, el nou 
mi ussiva di le mane. L' intrò in Citadela a hore 4 
di note. Per persone infralì dentro senza suspelo, 
spero di zorno in zorno sarò avisalo di ogni suo an- 
damento, et averlo per traza (sic) volendo ussir de lì. 
Item, per uno de' miei venuto da Vicenza, partì eri 
a mezo zorno, mi vieti fato intender, per parte di lo 
amico mio, che quelli borgesani di porta San Piero 
haveano tanto cridato, che con il mezo di amici soi 
haveano fato leVar de le loro caxe tutti quelli fanti 
che lì erano alozati, e similiter in borgo di Berga, 
numero zercha 2000. Et erano sta alozati parte a la 
caxa de Y Ixola, e parte fuora di la terra a li maga- 
zeni dove se cargavano le barche; et che lì se fa uno 
bastione per dubio che per via de Paqua non se 
meta gente ne la terra; e che tutli li falconcti erano 
sta posti in la dita caxa de P Ixola, salvo che 7 pe- 



zi che haveano messi solo el porlego de la chiesia 
de Santa Corona, che sono lutti quelli erano in por- 
ta San Piero, P Isola et su la piaza. Et che domene- 
ga de note, 28 dil mexe, se levò voze ne la terra 
che '1 campo nostro era levato per andar lì, et che 
tutti li todeschi se poseno in arme ; ma con pocho 
hordine. Et che alcuno de la terra non se mosse, ma 
ben stanno con desiderio di veder P hora per suble- 
varsi e tajarli a pezi. Et die, a di dito, fezeno far un 
bando a pena de la testa, che, in termene di meza 
bora, tutli li spagnoli havesseno sgombrato el paexe 
et la terra ; et che quelli governadori dimandavano 
a la terra 40 peze di panno alto et ducali 5000 de 
contadi per vestir et pagar li soldati restavano, et 
maxime le fantarie, che era Ire mexi non haveano 
lochalo altro che uno raynes per uno. Et che per 
questo se dovea far Cònseglio, e tegniva la terra non 
lo faria per esser mal disposta a tal cossa, dicendo 
che di zorno in zorno mi legnirà advisato di quanto 
occorerà, con qualche promessa de importanlia etc. 
Da poi dtsnar, fo Consejo di X el feno li soi capi 
per il mexe di novembrio, sier Balista Morexini, sier 
Hironimo Contarmi da Londra, et sier Alvixe Ca- 
pello stali altre fiate. Et fo Consejo con la zonta. 146 

Die 19 octobris 1509. 

Commutati Auguste cceterisque comunitatibus 
et principibus Germania. 

Bis proximis pracleritis mensibus, lilleris no- 
stris, omni cum sinceritate successus occurrentium 
in bis partibus Magnifìcentiis veslris signiGcavimus, 
declaravimusque nos omni modo quassivisse et in 
nullo defuisse ut Majeslatem Caesaream in nos a rege 
Francis, non minus ipsiusquam Veneti nominis ini- 
mico, incitatam placaremus, et quod nunquam ab 
ipsa Cesarea Majestate nobis ut, vel oratores audi- 
ret, vel litteras nostras videret, concessum fuerat; 
et tamen nos propterea non defuturos, qui, quo- 
cumque in casu, singularem devotionem et obser- 
vantiam qua Majeslatem suam prosequimur sacrum- 
que Romanum Imperium, cujus, ut toto orbi no- 
tum semper fuimus observandissimi, promptissime 
ostenderemus. Sed cum amicitirc et benivolentiae 
noslne maxime convenire videatur ut Vestras Ma- 
gnificenlias ccrtiores reddamus de bis qnae, post 
ipsas lillcras nostras, successere, has ad eas dare vo- 
luimus, ut sciant Majestatem Cwsaream, recuperata 
a nobis urbe Padua, potentissimo cum exercitu et 
a gallis militibus, summi ponlifìcis, ducis Ferrari» 



285 



MD1X, OTTOBRE. 



280 



aliisque genlibus adjutam ad ipsius civilatis expu- 
gnationem venisse, ubi aliquandiu stelli omniaque 
possibilia media et vario multipliciquc tormentorum 
genere quibus moenia maximo cum impelu quassan- 
tur et alio quocumquc oppugnationis modo ut ur- 
bem caperei et expugnaret, tentare non destitit. Ta- 
men, Omnipotentis Dei auxilio qui justam fovcnles 
causam non deseril, et validi et fidelis mililis nostri 
viribus eam lutati sumus, suaque Majestas, re infccta, 
ab oppugnatione discessit, in qua et tormentoni») 
vi, et l'erro et fame et alii necessitatibus quae in hu- 
jusmodi evenire solent, non vulgaris christianorum 
numerus est consumptus, res quidem impia, a mitis- 
simaque Caesaris natura aliena. Nos vero, hac de 
147 causa non surnus elati, nec desistemus quin Maje- 
stati Caesareae intelligere faciamus nos devolissimos 
et observanlissimos Ejus sacriquc Romani Imperli 
esse, siculi semper fuit estque inteutio et desiderium 
nostrum ; hoc autem, praeter omne aliud particulare, 
commodum nostrum suadet, quia si persistere Ma- 
jestas Cesarea in hoc suo proposito bellum inferendi 
reipublicae nostrae quae semper, prò Ghristi nominis 
defensione, non minus sanguinis quam auri effusit, 
necessarium esse eognoscimus, ut, ultra alia innu- 
merabilia et nepharia mala hactenus secuta, inter- 
veniant alia incendia, violationes, rapinai, occisiones, 
urbium eversiones, et populorum desolationes et 
extcrminia, ac alia immanissima facinora quae bella 
producere solimi, haec tamen omnia ad Divinae Ma- 
jeslatis quae actiones bonas ire muneratas malasque 
impunitas nunquam pcrmiltit praesentiam aditura 
credere debernus. Hucusque tamen, Majestas sua in 
sententia aliena certe ab omni juslitia et honestate 
persistit ; non quia ipsa maxima non sit clemenlia 
predila, sed sic a malorum suggestionibus qui nutlam 
dignitatis, coni modi et gloriai Majestatis Caesareae 
rationem habent, nobis vero neccsse fuerit id quod 
ab omni tam divino quam humano jure permissum 
est, quo polcrimus modo statum ac res nostras ta- 
tari freti procul dubio fore, ut ab Omnipotente Deo 
haudquamquam derelinqucmur. Haec sunt quae si- 
gnificanda Magnificenliis Vestris duximus, quas ro- 
gamus ut prò antiqua et continuata benivolentia 
et amicitia quae semper inter Magnifìcentias Ve- 
stras et universam germanicam nalionem et Rem- 
publicam nostrani intercessi^ velini his mediis qui- 
bus buie rei conducere videbunlur, dare omnem 
operam ut pax et concordia inter Gaesaream Maje- 
statem et nos fiat, ut re ipsa optimum nostrum ani- 
mimi er#i ipsam et illud Sacrum Romanum Impe- 
rium oslcndcrc valeamus, et etiam commercium 



utriusque nalionis, quod est tanta) utililatis et com- 
modi comunis, continuare possit. Rogatas etiam vo- 147* 
lumus Magnifìcentias Vestras, ut hac in re velini 
sententiam suam nobis aperire, ac id quod expedire 
ipsi videbitur declarare, nam ut et aliis nostris dixi- 
mus, et praesentibus litteris affirrnamus, nostra fir- 
ma et immutabilis sententia est unam et eadem for- 
tunam habendi cum Magnificentiis Vestris caeterisque 
magnificis comunilatibus et primalibus Germani®, 
quos omnes, non aìiter quam Rempublicam no- 
strum, salvos et res suas secundas esse cupimus. 

Similes lilterae script* fuerunt comunitatibus 
Nurimbergi, Argentina;, Ulmi, Chempten, Memin- 
ghem et Salzburg. 

Die (lieto. 

Serenissimo Aragonum Regi etc. 

Siamo soprastali fino al presente ad scriver a la 
Catholicha Majestà Vostra de li inconvenienti et si- 
nistri termini se tengono per representanti sui in el 
regno de Napoli contra li subditi et merchadanti no- 
stri et aver suo, invero da ogni humanità e contra 
ogni raxon divina et humana, tenendo per certo che 
dovesseno cessar sirael modi, maxime havendosi 
veduto per Essa experientia con quanta demostra- 
tion de singular amor si habiamo porta in ogni tem- 
po, et etiam al presente verso le cose di la Majestà 
Vostra Catholicha ; ma vedendo loro persevera in li 
sui mali portamenti, con non solum far sequestrar 
le merchantie et beni de* subditi nostri, verutn 
etiam tuorle et venderle, non havendo respecto che 
sono venuti in quel regno soto la fede de Vostra AI- 
teza, ne ha parso scriverli le presente per pregarla 
che, sapendo ben Lei come in ciascun tempo siamo 
sta unitissimi con quella el sempre desiderosi de la 
grandeza et prosperità sue, né, dove habiamo pos- 
sulo, siamo mai mancha' de dimostrarli in qualun- 
que caso lo animo nostro, dalchè prineipaliter è 
processo V odio ne vien portato, La non voglii per- 
meter che i subditi nostri siano strusiadi et toltoli il 
suo contra ogni dover, et prcecipue essendo veduli 148 
et tratati li subditi de quella in el dominio nostro 
non altramente che se fusseno proprii nostri. Non 
sapemo dove possi eausar che siino usali tanto enor- 
mi termini, havendo pur nui sempre prosequilo la 
Majestà Vostra de singular benivolentia, et con Lei 
sempre habiamo voluto aver ogni fortuna comune. 
Però, volemo creder che, per la solita sua bontà et 
juslitia, La commetterà che a cadami sia restituito el 



;» 



• 



387 



MDIX, NOVEMBRE. 



288 



sno, e! cussi ne expetamo sentir la efectual provi- 
sione. El che, ancor che sera convenienlissimo, semo 
per tenirne optima memoria, rendendosi certi che 
Vostra Catholicha Majestà, con la solita sa pieni ia sua, 
considererà ormai dove tendano i pensieri dei prin- 
cipi cristiani ohe ne fanno guerra, et quello seguiria 
se sortiseno, quod Deus avertati lo intento loro; 
et melerà quel pensier che merita la grandeza et 
irnporlantia de la materia, ponendo in considerato- 
ne lo amor et fede nostra verso la Catolica Alteza 
Vostra, et qual sii sta sempre lo animo et operalion 
nostre verso Lei. Da la qual semo certi aver risposta 
conveniente a la sapientia et bontà sua a uui optine 
noia. 

Questa lettera fu posta per i savii di scriver in 
Pregadi, et ave 177, (non sincere) nulla, (contro) 

148* nu l' a - 

Dil mexe di novembrio 1509. 

A di primo, fo el zorno de Ogni Santi, el prin- 
cipe fo in chiesia a messa justa il solito. Eravi Y ora- 
tor ungaro, che altri non è qui, el qual sta per haver 
danari da la Signoria. 

Da poi, Colegio si reduse per lezer lettere etc. 

É da saper, in questa matiua sier Marco Antonio 
Contarmi electo capitanio in Po, messe bancho a 
r armamento per armar barbote et altri navilii si 
prepara in V arsenal, et la sua fusta ; et il Colegio, 
consultalo è mal meter baneho publice, ìicet desse 
fama andar a l'impresa sotto Trieste, tamen fo con- 
sultato meglio esser levar bancho et non far altro, 
atento si perderia li danari, perchè è lettere dil ze- 
neral di Istria che '1 tuo' l' impresa di Raspo e Ca- 
stellavo a recuperarli, e poi vegnirà con 1' armada 
a Chioza. Siche, dito capitanio di Po levò man el 
non andò più fazando altro. 

Da poi disnar, fo Pregadi et leto molte lettere 
et maxime di Padoa. Chome voleno danari per pa- 
gar le zente d' arme; et che sier Polo Nani pagador 
dimanda lieentia, el loro scrivono in sua laude, et è 
mal removerlo per adesso per la gran praticha V ha 
con le zente etc. Item, Iranno auto fin qui per la 
paga due. 15 milia. 

Di sier Polo Nani pagador da Padoa. Scri- 
ve esser stato assa' a' servicii di la Signoria nostra, 
e voria lioentia di repatriar etc. 

Di Noal. Fono lettere. Scriverò il sumario poi ; 
et par sia sta inlercepto una lettera dil re di romani 
scrive di "28 in Val di Lagre ai signori di Bozolo e 
altri, che ha inteso la Signoria voi vegnir a recupe- 



rar Citadella e Bassan etc. et saria mal el vergogna 
de T imperio questo, e però si uniscano con le altre 
zente e vengiuo etc. 

Fu posto, per li savii, dar lieentia a sier Polo 
Nani pagador, et che sier Constantin Zorzi camer- 
lengo di Padoa fazi l' oficio di pagador ut in parie. 
Ave 54 di no, 120 de sì, et fu presa. 

Fu posto, per i savii, il Serenissimo, coosieri etc. 
una decima al Monte novissimo numero 2 da esser 
scossa a l' oficio dil sai, scontando dil primo di Mon- 
tenuovo et pagando di credito di arzenti messi in 
zecha, termine a dì 6 di questo etc. Fu presa, con 
don 10 per 100. 

Fu posto, per i ditti, meza Uosa da esser pagata 
ut in parte. Item, quelli non sono tansadi a pre- 
star, pagando tutta intriega (intera?) la qual sia 
persa etc. ut in parte, chome più diffuse dechia- 
rerò. Et fu presa. 

Fu posto per li diti, atento li meriti di Zuan Ma- 
xa bombardier, li sia concesso (ufficio di) capita- 
nio di la justicia nuova in vita. 14 di no. Fu presa. 

Noto. Si ave una relatione, che il re di romaui 
si havia abocato col gran maistro di Milan in Val di 
Lagre in uno Iodio chiamato Arze. El qual gran 
maistro si ha dolesto che '1 re non ha potuto otegnir 
Padoa, mostrando da parte dil re una lettera che li 
scrive che a tempo nuovo el vegnirà in Italia con la 
rama et assa' zente, e farà esso imperator babbi 
quello li aspetta dil stado de' veniliani, e vorà veder 
la loia! mina nostra. Et cussi hanno confirmato tra 
loro lige et intelligentie. Nota. Con esso re di romani 
è li oratori di la so liga (ulti etc. 

Itetn. Esso gran maistro si scusò che '1 vene 
apresso Verona con le zente : non per tuorla ; ma 
perchè el sapeva quelli dil borgo San Zen erano 
marcheschi, et per castigarli bisognando. Item. Noto 
che francesi stati al servizio dil re, chome ho scrito 
per avanti, tutti è passali per il veronese e iti in 
Lombardia. 

Dil generai di mar, fo leto lettere. Chome ha 
ricevuto il noslro hordine che 1 vegni con l' armada 
a Chioza. Cussi farà; ma tutto é ordinato per l 1 im- 
presa di Raspo et Gpslelnovo per recuperarlo, et 
sier Alvise Dolfin provedilor è in hordine con le 
zente, e domino Meleagro da Forlì e li stratioti. Et 
expedita ¥ impresa, subito vera justa i mandati. La 
qual impresa sarà facile, perchè nou ha contrasto. 

Fo inlrato su la materia di mandar quel tode- 
scho prexon al re di romani, chome l' ha richiesto, 
videlioet domino Bortolomio Firmian per inlrar in 
praticha di acordo. Fo disputation, et tandem fu 



389 



IIDIX, NOVEMBRE. 



290 



terminalo mandarlo, dando piezaria di tornar ut in 
parie. La qual fu secretissima. Et cussi poi fo ter- 
minato di suspender V andata, per quello ebeno nel 
Gonsejo di X. 

A dì % fo il zorno di morti, da poi disnar fo Co- 
legio di la Signoria e li savii. E la sera fo grandissi- 
ma pioza, et io veni di Treviso dove son stato a ve- 
der li bastioni, qual eri viti, maxime quel di Santi 
Quaranta belissimo, poi quel di San Thomaso, e quel 

di Atilia non compido eie. Li é fanti zercha 

solo Guagni dal Borgo 300, Francesco Calison 

Ziprian da Forli 200, Domenego da Modon et altri 
che non mi exlenderò scriverli tutti, e zercha cavali 
di stratioti n.° 60. Et il proveditor zeneral sier Alvi- 
se Mocenigo el cavalier ha bona fama. È suo secre- 
tano Zorzi Francbo, qual li era in exilio per il Con- 
sejo di X, ma poi asolto, ma ancora non tolto a la 
canzelaria. 

Noto. In T arsenal si lavora barbote e ganzaruoli 
a furia, videlicet 3 fuste, una per il capita nio, l'altra 
per do patroni populari Lucha Boycho e Andrea di 
9* laJanina. 

A dì 3 novembrio. Da poi disnar, fo Pregadi et 
leto: 

Dil capitanio zeneral da mar, date in golia 
in Caodistria a dì primo. Chome atende a Firn- 
presa di Raspo, e spera ultimarla presto. Le zente 
sono li vicine, et li manda V artellarie. Item, altre 
occorenze di V armada, ut in litteris. 

Di Slisa, di sier Piero Pasqualigo dotor, 
cavalier, va orator in Hongaria, di 28 octo- 
brio. Dil zonzer li con la galia Canata, et il conte 
Zuane di Corba via non era lì perché turchi hanno 
corso su li castelli di Frangipani e fato gran danni, 
et sul nostro non hanno fato alcun danno. Et il con- 
te Zuane era cavalehato per questo. Flavia mandato 
a dirli dil suo zonzer li etc. 

Nolo. Sier flironimo Capello sopracomito e an- 
dato, con le lettere di la Signoria vanno a Constanti - 
nopoli, a la Valona a portarle. 

Di Cavar Bere. Di sier Julia Lotnbardo pro- 
veditor. Chome il ducha di Ferara fa far un baslion 
verso Veneza etc. 

Dì Padoa. Di retori e proveditori. Chome 
hanno fato le mostre. Hanno fanti 8000, cavali lizie- 
ri 1200, stratioti 900, homeni d* arme 573. Et scri- 
ve la conditione etc. e mancha a compir la paga pa- 
saU ducati 25 milia, et a dì 6 novembrio vien V al- 
tra ; siche si proveda di danari. Item, zercha tuor 
imprese, hanno consultato col capitanio zeneral e 
domino Lucio Mulvezo e li altri. Sitriano de opinion 



tuor Moncelese, Este e Montagnana prima, poi Vi- 
cenza etc. Scriveno avisi hanno di Vicenza, et, come 
la Signoria ave per relalione di uno, che a Vicenza 
sono in arme tutti e desiderano San Marco, e volen- 
do dimandar danari il capitanio todesebo a uno da 
Porlo, eh' è di primi, tolse rispeto, et volendo chia- 
mar il Consejo per dar li danari richiesti dal re, po- 
chi citadini si reduse, imo quasi niuno, adeo quel 
capitanio fé' certa crida in todesclio, et ha vendo 
quelli fanti dito si non li daria danari li meteriano 
a sacho, tutti vicentini in caxa si preparano zente et 
armati eie. 

Fo leto altre depositione zercha pratiche si ha in 
Vicenza, et quelli é lì voriano soldo con la Signo- 
ria, videlicet Rigo Porro, Beraldino e altri etc. 
Etiam con Frachasso é praticha, e Alvixe di Mazu- 
chi di Caodistria olim canzelier suo, è qui. 

Di Noal. Fono lettere. Scriverò il sumario 
da poi. 

Fu posto una lettera ai proveditori a Padoa per 
sier Antonio Grimani savio dil Consejo et sier Fran- 
cesco Foscari savio a terra ferma, che debino, col 
nome di Dio, ussir col campo di Padoa e andar a la 
volta di Vicenza. Fo disputation. Partono molli Era- 
no varie opinione. Il Colegio voleva l'indusia. Or 
parlò sier Alvise Zuslignan è di Pregadi qu. sier 
Marco, primo, sier Antonio Grimani, sier Antonio 
Trun procurator, sier Gasparo Malipiero è di Pre- 
gadi, sier Francesco Truu savio dil Consejo et sier 
Luca Trun. Parlò etiam sier Vetor Michiel è di la 
zonta executor etc. Or nulla fu preso di le opinion ; 
ma rimeso a luni, e cussi fu preso. 

Nola. Lezandose le lettere, intrò in cheba la Si- 
gnoria con li cai di X et Colegio per lezer certe let- 
tere etc. 1 50 

Di Noal. Dil Martello di 4. Chome ha haulo 
lettere di Padoa di proveditori di andar loro a Mon- 
celeze, Este e Montagnana, et che lui vadi con quelle 
zente l' ha e con quelle sono a Treviso a V impresa 
di Bussano. E li ha risposto esser in hordine ; ben 
voria certe artelarie, bombardieri e mouition sono 
a Treviso. Item, per uno di soi venuto da Vicenza 
ogi, ha nova non esser innovato altro, solum quelli 
soldati non hanno auto né sono per ha ver di la terra 
uno soldo, e stanno malcontenti e desperati, roban- 
do e stando per le caxe a spexe de li homeni con 
mala contenteza de tutti ; e che mercore ultimo octo- 
bre sachizono el pane di la piaza, e cussi fanno in 
dies su lutti li marchadi, siche a perni si trova cui 
voja portar roba a la piaza. Item, di Citadella, ha 
etiam non esser innovato altro. L' andata dil re di 



591 



MDIX, NOVEMBRE. 



202 



romani a Trento si verificha, dove el si trova con 
150* la raina sua moglie. 

In questi zorni, fra Lunardo governador di ca- 
vali lizieri vene di Padova, et fo in Golegio et disse 
molte cosse, el la opinion sua non sana cussi presto 
andar a Vicenza, perchè la non si poi lenir senza 
aver Verona etc. Poi tornò a Padoa. 

Itern. Vene el Foligino secretano dil marchexe 
di Mantoa, qual è stato dal re di romani per prati- 
char acordo con la Signoria, et fo più volte in Cole- 
gio con li cai di X, et va a parlar al marchexe a suo 
piacer. El qual portò a la Signoria uno libreto fato 
per fra' Batista Manluano frate di Carmeni, excelen- 
tissimo poeta, chiamato Fortuna (1), che conforta 
il ditto marchexe. El qual fo visto, et fo la Signoria 
contenta el portasse al marchexe. Dil qual io ne avi 
poi la copia. 

Itern. Morite in questi zorni uno citadin padoa n, 
era retenuto in cheba, chiamato domino Zuan Anto- 
nio dal Relogio dotor. Etiam morite uno fradello 
di quel Zuan Francesco da Poiue che fo apichato, 
qual si apresentava, chiamato 

Fu mandato a Padoa ducati 4000 per dar danari 
a le zente. 

A dì 4, domenega, fo gran Consejo et fo fato 
conte a Zara, capitanio in Cadore e castelan a Mo- 
cho in loco di quelli vi sono in li rezimenti, che han- 
no refudato. Etiam altre voxe. Itern, non fo strida 
più debitori ; ma ben do zcnthilomeni fono mandali 
zoso di (^lelione, che erano debitori, vidclicct 
sier Zuan Alvise Sanudo qu. sier Piero, sier Piero 
Antonio Marzello qu. sier Fantin. 

A dì 5. Fra* Lunardo fo in Colegio. Tolse licen- 
zia di andar a Padoa et fé 1 longi discorsi zercha le 
occorenlie presenti. Et per la terra fo dito la Signo- 
ria havia auto la cilà di Vicenza et erano venuti 
quatro citadini a Padoa a capitolar, e Fraehasso, con 
intelligentia di la Signoria nostra, havia tolto certi 
stratioli dentro, e il nostro campo era ussilo di 
Padoa. 

Di Padoa. Fono lettere chome vicentini è mal 
tratati, el par che li 6 nostri stratioli manchono, 
quale prcseno li do Dresani e li (assono con ducati 
100 per uno, el questi citadini li feno comandar da- 
vanti quelli governa Vicenza, dicendo voler li danari 



(1) Qui il Sanuto accenna al poemetto intitolato Fortuna Frem- 
eteci Gonzaga di Battista Mantovano detto Spagnolo., carmelita- 
no, chiarissimo oratore e poeta di quel tempo. 

Quest' opuscolo è compreso nel tomo 3.° delle ojwre del Manto- 
vano (Antuerpicr, Ì57C. in 8.°). 

FEl'ERICO SrEFANI. 



li hanno dati in driedo etc. Item, par domino Ale- 
xandre Bigolin hahi refudà la compagnia. Non voi 
far più el mestier dil soldo. 

Di Friul. IX sier Antonio Zustignan dotor, 
vice locotenente. Chome ha aviso a Goricia esser 
zonti 500 cavali. Però fa provision, et stara riguar- 
doso etc. 

Itemi. Si ave uno aviso il re di romani esser io 
Val di Lagri a Avi, dove è venuta la raina con assa' 
zente alemane, videi icet fantarie. 

Da poi disnar, fo Pregadi et lelo le lettere. Et 
reduto Consejo di X, fo preso una parte e leta al Pre- 
gadi, che, atento che si rompeva quelli parlavano io 
renga, che de capterò niun li rompa, ni stagi in pie- 
di, ne apuzati etc, solo pena privi di officii i sono, 
e di Pregadi per certo tempo ut in parte. Et fo 
ben fato, perchè era grandissima confusion al remor 
si feva su le banche, ut dicitur. Fo poi intralo in la 
materia non difinita zercha tuor impresa di andar a 
Vicenza, et sier Antonio Grimani messe la sua parte, 
et sier Francesco Foscari. Parlò conlra sier Antonio 
Trun procurator, sier Zuan Corner savio a terra 
ferma quali, col resto dil Colegio, messeno indusiar. 151 
Parlò sier Antonio Grimani et mollo gajardamente. 
Sier Domenego Venier savio ai ordeni parlò, voi la 
indusia. Parlò etiam sier Zuan Trivixan è ai X sa - 
vii, voi si vadi a Vicenza. Or andò la parte, et di 
largo fo preso che li proveditori zenerali è a Padoa, 
con il capitanio zeneral e le zente debino ussir di 
Padoa e andar a la volta di Vicenza etc. ut in par- 
te, e comanda gran credenza. E nota. Sier Nicolò 
Michiel dotor è di Pregadi. parloe. Havea certa opi- 
nion et non li fu risposto etc. 

A di 6 di malina, fono lettere di Roma di 26. 
Bone lettere e principio di speranza. Il sumario scri- 
verò di solo. 

Vene in Colegio sier Polo Nani venuto pagador 
di campo di Padoa, vestito di negro, con barba, 
acompngnato da suo fradello et cugnati. Era con lui 
Zuan Finelo suo rasonato. Tamen, vien con mala 
fama, aver vadagnato assai. Quello sarà, scriver!) al 
suo locho etc. 

Vene sier Alvixe Loredan qu. sier Polo soraeo- 
mito di una galia, e a Cliioza col proveditor, et vene 
per dimandar li danari di sacho quali il zeneral li ha 
spesi per i bisogni di la Signoria in Y armada, aliter, 
disse, le so zurme voleno andar via. 

Di Padoa. Fono lettere. Atendeno a pagar le 
zente; ma voleno danari e danari ad ogni modo, 
aliter non ussirano. 

Di Xoal. Di sier Piero Marzolla proveditor 



203 



MDJX, NOVEMBRE. 



294 



zeneral, di 5, hore 6 di note. Come, di hora in 
hora, aspeta P bordine de li provedilori in Padoa de 
levarsi de lì con le zenle, et quelle li dieno mandar 
con qualche parte di quelle se ritrovano in Treviso 
per andar a P impresa per loro ordinata, videlicet 
per il capilanio et proveditori zenerali, dove scrive: 
ho mandato avanti a confirmar e preparar qualche 
intelligentia et praticha ho de li, acciò la sia in bor- 
dine. Si duol li danni de misier Balagino et misier 
Francesco Sbrojavacha, qual ha bona e utel compa- 
gnia ; etiam de li st rat ioti non siano ancor gionti, e 
dubita per tal causa li bordoni non se disturbano, 
perchè senza denari non si leverano, e venendo sa- 
rano tardi, nò se li potrà far la mostra. Item, per 
uno di mei venuto questa sera da Vicenza, mi è fato 
intender quelli todeschi esser tutli sublevati rechie- 
dendo danari a quel suo capilanio, qual li voleva dar 
braza 3 di pano et uno raynes per uno. Non li han- 
no voluti aceptar, dicendo avanzarli almancho ray- 
nes 10 per uno, minazando de sacbizar la terra e far 
mal assai ; la qual volevano li provedesse. Et per que- 
sto tutti stavano in arme deliberali non li dar un 
soldo, aspetando con desiderio che de li si aproxi- 
mamo con qualche numero di gente per sublevarse 
e tajarli tutti a pezi. E che di questa volontà è tuta 
la terra, salvo che da 25 in 30 de quelli principali 
rebelli et inimici dil stato nostro, causa de ogni mal, 
li qual ogni zorno zerchano con quanto ponno ritrar 
del suo et andarsene a la volta di Verona verso 
Trento, dubitando, come nostri si aproxima a la 
151 * terra, esser tutti sacbizati et tajali a pezi, per esser 
li todeschi nudi et scalzi et senza arme comprate da 
loro per li homeni di la terra. Quali todeschi dize 
non esser più di 2000 in 2200, et che lì sono ho- 
meni d'arme, prima dil ducha di Urbin numero 
100, et cavali lizieri 100. Item, de Beraldino et Rigo 
. Porro homeni d* arme 50, et altri cavali lizieri 30 
de quelli fonno dil signor Bortolomio che questo 
anno fuziteno dil campo nostro, capi di loro uno 
nominato el Zingano, quali, con quelli del Beraldino 
et Rigo Porro et di altri assai, mi è fato saper è 
oferto per bona via de farli vegnir de qui ad ogni 
posta mia, pur che li voglia acceptar e darli recapito. 
Ilo scrilo a la Signoria, e questo é il pili bel modo 
di haver Vicenza senza contrasto. Etiam, ho modo 
meter in la terra 1000 homeni con le arme in mano, 
ad ogni mia richiesta et requisitione. Item, dice, eri 
Frachasso non fu visto, e si dice per molti segnali 
veduti che sabado di note 3 de P instante el se ne 
andò con Dio. Item, elice che li francesi orano aleg- 
giali a Villafranchu de veronese con li lauti vascoui 



inanti et li spagnoli di driedo, et che monsignor di 
la Peliza è andato a Peschiera per provederli di darli 
alozamento. Tamen, che fina alhora non se inten- 
deva dove dovesseno alozare. 

Di Padoa. Si ave avisi molti fanti esser parliti, 
et maxime di la compagnia di Pereto Corso, /few, 
voleno danari, altramente non potrano ussir. Item, 
hanno che domino Rigo Antonio è a Verona; il re 
verso Trento. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con zonta di da- 
nari, el fo mandati la sera a Padoa ducati 8000. 

A dì 7. Domino Baldissera di Scipioni senese, 
qual era uno di capi de la compagnia dil signor Bor- 
tolomio al tempo Pera con nui, et fo ferito di 5 fe- 
rite nel fato d' arme et preso, et lassato, venuto a 
Padoa bave conditione, poi, per haver dato uno 
schiafo a domino Hironimo di Pompei in camera dil 
proveditor Gradinico fo casso, el qual si partì di 
Padoa, al presente fo in Colegio, et havendo la Si- 
gnoria conze le cosse con la parte contraria, fo ter- 
minato darli conduta et mandarlo in campo, tamen 
non cussi presto. Item, fo expedito quel Foligino 
secretano dil marchexe di Manloa, et va a Trento 
da P imperator, dove è il fratello dil marchexe. 

Di Noal. Fono lettere. Scriverò il sumario poi. 

Dil capitanio general da mar, date in golia 
in Caodistria, di 5. Manda una lettera auta di sier 
Francesco Pasqualigo proveditor sora li strati oli, di 
4, hore una di note, et di sier Alvise Dolfin prove- 
ditor zeneral. Avisa P aquisto di Raspo, qual, a dì 4, 
hore 24, fo aquistato, e fato preson misier Bernar- 
din Raunicher che é quello ha messo a ruina tutta 
P Istria. Nostri che andono a ditta impresa, fono 
persone zercha 5000, et con 9 pezi de artellarìa etc. 
Item, compita dita impresa, perchè voleno aver Ca- 
st elnovo qual par sia abandonato, e reduto le zurme 
in galia, vera esso zeneral a Chioza justa i mandati 
dil Senato. 152 

Et di sier Francesco Pasqualigo proveditor 
sora i stratioti, vidi una lettera drizata a sier 
Nicolò suo fratello, data a dì 4, hore una di no- 
te apresso Baspo. Chome eri, a dì 3, per le gran 
pioze e venti e malissimo tempo che usò, non poteno 
partir con le zente da Popechio per l'impresa di Ra- 
spo, dove lì alozono tutti e sier Alvise Dolfin prove- 
ditor zeneral e domino Meleagro da Forlì. E ogi, do 
hore avanti sera, zonti apresso Raspo per accamparse 
e aspelar le artellarie venivano drieto, che per la 
mala via e grande aque non haveano possuto far il 
carnin, le zurme de galioti con qualche altro fante se 
calomo a ditto castello, et per una bora e ultra li 



295 



IIDIX, NOVEMBRE. 



296 



deténo ba taglia di man, che li inimici che erano den- 
tro li fu forzo arendersi. Siche l'hanno in pocho 
reaquistato, et erano per tuor qualche altra impresa. 
Lauda sier Alvise Dolfin proveditor zeneral, che ha 
gran cuor etc. 

Noto. Sier Francesco Dolfin, era capetanio a 
Raspo, in questi zorni vene in questa terra, ma sta- 
va in caxa, e diceva fu preso e lassato per aversi il 
locho dato salvo le persone etc. Siete in casa fino si 
ebbe la nova dil reaquistar Raspo, poi vene fuor di 
caxa senza dir altro. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con zonta, et an- 
dono seguendo di spazar i padoani, et spazono Zuan 
Francesco Musato qual lo confinò a la Cania. 

E nota. Intesi haveano a la fin di octobrio nel 
dito Consejo di X preso di apichar tre, a di 12, luni, 
videlicet Alberto Trapolin, Ludovico Coute cavalier 
et Bertuzi Bagarolo dotor padoani. Ogi, nel Consejo 
di X suspeseno, et fosse indusialo fino a dì 17 ad 
apicharli. 

Itetn. Fo dito, per parte presa nel dito Consejo 
di X, fono asolti tutti li rebelli vicentini et veronesi 
quali veruno sotto la Signoria nostra, et li sia per- 
donato ogni rebellione etc. Tamen, questa delibera- 
tone fu tenuta secreta. 

Itetn. In questa sera, atento fo lettere nel Con- 
sejo di X, di Padoa, che voleano danari e danari, li 
fo mandato ducati 6000 ; siche barano auto per que- 
sta paga fin qui ducati 18 milia. 

A dì 8. Vene sier Antonio Querini qu. sier Fran- 
cesco episcopo (di Selenico), qual é slato preson 
de inimici. Fu preso proveditor a Camposanpiero, e 
contracambiato con domino Zuan Camillo de Mon- 
tibus per deliberation dil Colegio. El qual è stato fin 
bora prexon a 

Di Nodi. Dil ìlarzello proveditor, di 8. Cho- 
me ogi haveano de ii fato la mostra a li cavali lizierì 
di! Batagin et Alessio Bua capo di stratioli. Et Seba- 
stian di Paxe rasonato é lì andato per questo. Man- 
cha a domino Francesco Sbrojavacha, qual ha cavali 
lizierì, far la mostra. Itetn, ha ricevuto lettere di 
proveditori di Padoa, che prepari cara 25 con tre in 
quatro para di buo' per caro et uno homo suficien- 
te. Item, vastadori 200 tra lì Noal, Camposanpiero, 
Miran e Uriago. E cussi farà e stari in bordine. 
Item, vera lì a Noal Guagni dal Borgo, Francesco 
Calison et Carlo Corso con loro compagnie erano a 
Treviso et li gì valli di stratioti, et in Treviso resterà 
152* 300 fanti «otto tre conestabdi ; siche starà preparalo. 



Sumario di le lettere di Roma di sier Polo Ca- 
pello el cavalier uno di oratori, date a dì 
26 octobrio 1509, in Roma. 

Chome il papa zonse a Roma a dì 18 dil mexe, 
el qual si partì da Civilavechia. Et poi andò da soa 
santità uno nontio dil re di Hongaria, qual andò a 
Viterbo per haver audientia dal papa e non la potè 
ha ver; ma fo mandato qui a Roma, et poi tornato il 
papa T ha auta. El qual dimandò, atento il suo re e 
T Hongaria voi recuperar la Dalmatia possessa per 
venitiani, però voria danari dil papa per far questa 
expedition. Et il papa li rispose non voi dar danari 
a far guerra contra cristiani ma ben contra infedeli, 
e tunc li darà etiam zente. El qual nontio con tal 
cativa risposta si parte doman de qui. Item, è gran 
controversia tra il papa e il re di Franza, et il papa 
è indegnato per la suspension di le intrade ha fato 
il re in la Franza e sul slato di Milan, e il dar di 
beneficii el fa. Et a dì mercore, fo primo con- 
cistorio, fo acetà il reverendissimo cardinal Baju il 
qual per avanti ave il capello hessendo in Franza ; 
ma monsignor cardinal de Albi fradello dil gran 
maistro monsignor di Chiamon, ancora non l'ha po- 
tuto haver. El qua] è alozato in la vigna dil cardinal 
Napoli, el visto non poter haver il capello, volea li- 
cenlia dal papa per andar a Napoli. Il papa non l' ha 
voluta dar, dicendo aspelava le decime di Franza 
per adatar cosse beneficiali, e poi li daria licentia. 
Item, in quella matina, il papa mandò a chiamar a 
bona bora li do nostri cardinali Grimani e Corner e 
stetcno insieme in coloquii, e tratato di acordo con 
la Signoria, e fato le proposi! ion el voi, adeo questa 
zornata si poi reputar principio di gran ben, e perà 
spazano la posta. Et perché il re di Franza sperava 
ritornar li Bentivoi in Bologna, il papa li ha tolti 
a gratia, e doman si aspela qui a Roma domino 
Hermes Bentivoi qual è in acordo col papa. Item. 
Il ducha di Ferara ha scrito al papa dubitar la Si- 
gnorìa nostra non vadi col campo e armata a tuorli 
il stato, e che 1 si defenderà fin el potrà, e si raco- 
manda aver ajulo. 11 papa ha fato intender si habbi 
rispelo a Ferara eh' è terra di la Chiesia ; ma che dil 
Polesene non s' incura per esser sta nostro ; sichò 
sarà bon sachizar Ferara presto. Item, par il re di 
Franza voji far recuperar Monlepulzano che tien se- 
nesi a' fiorentini, e più dar Siena a Fiorenza, qual è 
ricomandà dil papa. Utide, il re mandava sue zente 
verso Fiorenza. 11 papa ha scrito al cardinal Pavia 
legalo a Bologna non dagi il passo a ditte gente. 



297 



MD1X, NOVEMBRE. 



298 



Item, eri gionsc qui in Roma el cardinal San Zorzi 
uno di deputati di 6 a la congregation a udir diti 
nostri oratori ; siche sarano con essi cardinali a ve- 
153 der di expedirsi. Item, il papa ha dito a li cardinali 
la Signoria ha praticha con Maximiano, e Tarano 
trieve insieme. Item, el signor Prospero CoIona è 
stato qui. Parti eri. Va a Piombin per tuor la nuora 
fia di quel signor. È stato col papa. Ha fato bon ofi- 
cio per esser nemicho de' francesi, poi in chiesia di 
Santo Apostolo si trovò con essi oratori nostri, con 
il qual parlono et etiam ha parlato con sier Àgustin 
Copo qu. sier Fantin è con lui etc. Item, sier Fran- 
cesco Corner orator nostro di Spagna, per via di 
cardinali ha auto licentia dal papa che 1 vegni a Ve- 
necia, et dom enega, che sarà a dì — li voi dar au- 
dientia con li oratori di la liga, et dirli alcune parole 
che 1 diga a la Signoria. Item, hanno inteso, per 
via di Napoli, dil gran terremoto stato a Costanti- 
nopoli. 

Noto. Per avisi in Lipomani dil Bancho, si ha 
il papa é in inimicitia con Franza, et in concistorio, 
havendo voluto dar uno vescoado in Franza a certo 
fraucese, si levò il cardinal Àus dicendo é nemicho 
dil re. 11 papa disse : « Parlate mal. È nemicho di 
tradimenti di Roan e non dil re. > E pur gè lo dele. 

Item. Sier Polo Pixani el cavalier, uno di ora- 
tori, era risentito e non pocho da meninconia per 
esser, dil primo huomo di Venecia, cazuto di la zon- 
ta. Noto. Li 6 cardinali quali fono alias per il papa 
deputati a udir li oratori nostri, sono Napoli, San 
Zorzi episcopi, preti Santa Croxe et Regino, diaconi 
Medici et Volterra. 

Sumario di lettere di 3 novembre dil dito, 

date in Roma. 

Come questi tre dì é stato capelìa, zoè la vezilia 
de Ogni Santi, il zorno el il di di Morti. 11 papa non 
é stato. È risentito per le gote. Et che soa santità 
ordinò che uno di loro oratori andasseno dal cardi- 
nal di Napoli, dove saria San Zorzi, eh 1 è do di car- 
dinali deputati et amici nostri, e si tratasse zercha 
le proposition voi el papa di la Signoria. E non ha 
voluto sia li altri quatro cardinali, per esser Santa 
Croxe schiavo di Maximian et Volterà di Franza et 
fiorentiuo etc. Eri il papa comunichòal cardinal Gri- 
mani aver lettere di Franza fresche dil suo orator 
episcopo di Tioli, chome el roy fa gran provision di 
danari e zente per tempo nuovo, dicendo, chome 
dire la lettera di Tioli, per cazar vinitiani che non se 
impaxino di altro che di mercliadanlia. El papa ha 

/ bia.il di M Sa.M'to — Tvfn. IX. 



gran suspeto di l' abochamento hanno fato V impe- 
rator col gran maistro di Milan, dubitando non si 
acordino di far Roan papa; e dimostra voi far inlel- 
ligentia con la Signoria nostra. Item, quel zorno, 
sier Domcnego Trivixan cavalier procurator e lui 
sier Polo Capello cavalier erano slati dal cardinal di 
Napoli, dove era San Zorzi e monsignor Sigismondo 
secretario dil papa e 1' Acolti auditor di rota, e han- 
no trova le cosse in bon aseto, e questi do cardinali 
è nemici di Franza. Item. Chome sier Francesco 
Corner la matina era partilo ; et zonti loro a caxa, 
trovono lettere di la Signoria con la licentia e la use- 
rano chome li parerà, per non esser tempo. Hanno 
inteso la morte di sier Hironimo Corner e mandato 
le lettere drio a suo fratello. 153* 

Da poi disnar, fo Pregadi et vene lettere di Ro- 
ma, qual tulli dicevano erano bone lettere, di 3 dil 
mexe. El coricr doveva esser eri qui. Il sumario è 
questo. Chome li oratori nostri erano stati con do 
cardinali deputati per il papa ad aldirli, videlicet 
Napoli e San Zorzi, et alcuni secretarli dil papa, vi- 
delicet lo episcopo de Coltis, et scriveno rasona- 
menti fati insieme, et che 1 papa va a bon camino 
et voi sette cosse di la Signoria, tre spiritual quatro 
temporal, zoè : che la Signoria più non se impuzi a 
dar vescoadi ni beneficii. Secando, che le appelalion 
vengino in Rota e non in partibus come si feva. 
Tertio, che la Signoria non possi rneter dexime al 
clero nisi de consensi* ponti ficis. Et le temporal : 
che la Signoria rimuovi il vice domino di Ferara ; 
secundo, che non habi alcuna action di le terre sub- 
poste a la Chiesia, chome è Y ojo di Fan etc. ; tertio, 
che cadami navegi nei golpho libere; quarto che 
la Signoria, in recompenso di la spexa fata per il 
papa dil campo et di le inlradc aute di le terre di la 
Chiesia possesse, che debbi armar quando occorerà 
a la Chiesia galie etc. per sua defension a nostre 
spexe e obedientia di la Chiesia. A le qual proposi- 
tion, li oratori risposeno con la instrution aula di la 
Signoria nostra e dil Senato. Primo, eramo con- 
tenti el papa fusse dominus benefitiorum ; ma ben 
per Pregadi si feva la nomination di persona grata 
al Senato. Al secundo di la Rota, che levano per 
mancho spexa di litiganti. Tertio di le decime, che 
era una bolla di papa Paulo et era contra infideles. 
A le temporal : che dil vice domino di Ferara era 
per pali, quando fo recupera Ferara rebella di la 
Chiesia duce domino Iacopo Tiepolo ne fo con- 
cesso il vice domino, e poi, in la pace 1 \x*2, fo fato 
questo di volontà dil papa e tulli altri, ò'ecundo. che 

20 



599 



MD1X, NOVKMBRE. 



300 



di Fan haveano por promision falane loro per averli 
defesi di P armata di mori, et P ojo va a la chiesi* 
di San Marco. Tertio, dil navigar in golpho, che nel 
Concilio di Avignon fo decisa questa eossa quod nos 
haberemus dominium in gulpho. perché più volte 
volte è sta difeso, maxime centra infideles. Quar- 
to, di T armar galie, che sempre die P acade per li- 
bera tion de f Lilia e de la Chiesia P ha verno fato, et 
il faremo etc. Et par essi cardinali et secretano dil 
papa rimaseno salisfati, et doveano esser col papa. 

Item. Si dice il papa aver dato licentia a lo epi- 
scopo di Tioli, era orator in Franza, ritorni a Roma. 
Item, scriveno in quella matina, a di 3, sier Fran- 
cesco Corner era partito di Roma per vegnir a Ve- 
necia, qual era sta benedeto dal papa et diloli alcune 
parole. Item, che in quella sera, tornati a caxa, ebe- 
no lettere nostre con la licentia, et scriveno Popere- 
rano come li parerà, vedendo maxime il papa voler 
andar a bon cainin. Scriveno molte altre cosse ut 
in litteris. 

Di sier Francesco Corner vien orator di 
Spagna, di 2, di Roma. Chome è slato dal papa, 
154 ha auto audientia et lo ha benedeto etc. Et scrive 
quello li ha ditto debbi dir a la Signoria, chome di 
soto scriverò più copioso, et li ha dato salvocon- 
• duto, et partirà la matina per vegnir in questa terra. 
Non havia saputo la morte dil fratello sier Hironimo 
ancora, ma li oratori P liebeno di Roma e li scris- 
seno driedo tal nova. Et per lettere di ori tori, se 
intese li presoni, zoè sier Marco Orio, sier Alvise 
d* Armer, sier Piero Soranzo, sier Alvise Minio, sier 
Vicenzo Barbo, sier Zuan Batista Memo et Viceuzo 
Caroldo, di P ordine dil papa venivano mandati a 
Roma, et erano zonti a Civitavechia. 

Di Napoli. Fono lettere dil consolo Lunardo 
Anselmi, di 20. Dil zonzer li il vice re deputato, 
qual era vice re in Sicilia, chiamato don Raimondo 
Cardona. Item, zonto alcune fuste et altri navih'i di 
spagnoli. Et scrive di quelle mine et cardinali do 
stanno li, quali erano slati a li sezi etc. Item, che 'I 
vice re di Calavria era andato al governo di la Sici- 
lia fino veria uno altro vice re di Spagna, et quello 
era in Napoli é mandato a Roma, va per terra in 
Spagna etc. 

Di Palermo, di sier Pelegrin Venier. A visi 
di quelle occorenlie, e fra' Bernardin corsaro fran- 
cese zonto li, et con altre nove ut in litteris, e di 
formenti, e dil vice re venuto li, qual è amicho mollo 

di la Signoria nostra, chiamalo domino 

Di Zuan Alberto di la Pigna, date in Cor- 
bole. Una lettera. Chome el signor ducha si duol di 



le zanze vien dito, et è bon fiol. Faria ogni inlelli- 
gentia secreta etc. Zanze! 

Di Padoa. Chome vano dagando danari a le 
zente, et che domino Antonio di Pii dice si partirà 
e leverasi con la compagnia senza danari, e cussi 
suo zenero conte Lodovico di San Bonifazio. Item, 
si leverano expedite le page. Scrive avisi di Vicenza 
et altrove etc. 

Noto. Si ha avisi di Ferara, che quella terra è in 
gran trepklation. Fano procession ; mandano la roba 
via verso Bologna, e tutti li animali è sta menati di 
là etc. 

Fu posto, per i consieri e tutto il Colegio, exce- 
pto sier Francesco Nani consier, la parte di servir 
di bando per altri mexi 6, comenzando a dì primo 
novembrio pasato ut in parte. Et si babbi a meter 
in gran Consejo, e sia tajà ogni cossa fata per la Si- 
gnoria et Colegio contra la predita parte. Et fu pre- 
sa. Ave 54 di uo. 

Fu posto, per li savii, far uno pngador in campo 
con ducati 30 al raexe. Tegni 3 cavalli et 3 fameglii. 
Et fu presa. 

Fu posto, per li savii d' acordo, una lettera a 
Roma a li oratori. Laudarli di le risposte, et dirli 
che di la licentia la debino usar chome a loro parerà 
expediente, e soliciti il papa voji levar le scomuni- 
che etc. ut in parte. Presa. 

Fu posto la expedition di domino Bortolomio 
Firmiano va a P imperafor, qual era prexon qui e 
ha dato segurtà ducati 8000 todeschi stanno qui, e 
jurato sacramento di ritornar. E ditoli quello habi a 
dir a T imperator zercha el trala* acordo. Et noia. 
Va insieme con Fuligino secretano di Mantoa. Et fo 
comanda gran credenza. 154 

A dì 9. Da poi disnar, fo Pregadi et leto queste 
lettere. 

Dil capitario cenerai da mar, di 6 di Cao- 
distria. Chome nostri, quali erano andati a l' im- 
presa di Popechio, li ha mandati a solicitar vengino 
a galia per poler venir verso Chioza. Et cussi, per 
lettere di 7, par dite zente habi lasato la impresa, e 
tutti se redusseno a galia. Ha mandato a Castel- 
novo alcuni, perché ha aviso inimici P hanno aban- 
donato. 

Di Hongaria. Di Vicenzo Guidoto secreto- 
rio. Scrive da Buda chome il re è pur in Boemia e 
non tornato. El cardinal è a Strigonia, e di Poiana 
si ha quel re esser stato a le man col Moldavo e 
tartari e rimasto vincite >r. Item, di P o alor nostro 
scrive nulla, perchè ancora non ha auto risposta. 
Di Padoa. Zercha danari, e j>oi ussirauo jusla 



301 



MD1X, NOVEMBRE. 



302 



i mandati ; ma mancha pagar molta zente ut in Ut- 
teris. 

Di Noal. Dil Marcello, di 9. Chome ha po- 
sto le zente é li in bordine. Aspeta aviso di Padoa 
quello habbi a far. Item, da Vicenza ha chome han- 
no fato impichar el conestabele di la porta di San 
Biaxio et quatro altri visentini soldati nostri che por- 
tavano sue lettere a Padoa. Item, fazeano lavorar 
uno certo bastionzelo over reparo principiato al por- 
to dove se carga le barche, et fevano cavar le fosse 
di la terra. Et che aspetava quella note uno homo 
di qualche conto, qual li refereria cosse verissime. 

Di Zuan Alberto di la Pigna, date in Cor- 
òde. Fo leto una altra lettera a la Signoria, che 'I 
scrive nove. Mostra esser bon servitor di questo 
slato, et voria la Signoria, over mister Zuan Moze- 
nigo, scrivesse una lettera al ducha, el qual sa faria 
ogni cossa eie. £1 che la Signoria fa cavar certi pali, 
eh 1 e signo voi mandar armata suso, et è mal per 
esser il ducha bon dolo eie. 

Fu posto, per li savii, certa parte di le nave è 
fuora, depositi in termine zorni 8 a bon conto. Item, 
li ogii a ducati 20 al mier. Item, le barche pagino 
aliter pagi il dopio. Item, le navi e navilii é qui, 
pagino, aliter pena 10 per 100 ut in parte. La co- 
pia di la qual, sarà qui avanti posta. £ fu presa. 

Fu posto, per li savii, far per election di la ban- 
eha e do man di eletion uno castelan a Padoa per 
uno anno, con ducati 15 al mexe per spexe, e stagi 
serato a ubidicntia dil capitanio. Fu presa. 4 di no. 

Noto. Era castelan sier Zuan di Garzoni qu. sier 
Mann procuratcuL et poi in loco suo fu posto sier 
Zuan Corner qu. sier Cornelio. 

Fu posto, per li savii, una lettera a Roma a li 
oratori in risposta di soe, el non scriverò il sumario 
155 per esser secreta. 

Fo fato eletion dil pagador in campo et castelau 
a Padoa, come qui soto sarà notado, con le ballote. 
Li quali do rimasi aceptono, et partino do zorni 
da poi. 

Electo pagador in campo. 

Sier Filippo Capello di sier Polo el cavalier . 53 
Sier Vetor Diedo, fo camerlengo in Cypri, qu. 

sierBaldasar 78 

Sier Zacharia Vendramin qu. sier Zacharia, 

qu. sier Bortolomio 48 

Sier Polo Morexini qu. sier Francesco ... 36 
•J- Sier Francesco Morexini, fo provcdilor sora 

r armar, qu. sier Nicolò 90 



Sier Piero Donado di sirr Bernardo di San 
Polo 40 

Sier Francesco Barbaro qu. sier Daniel, qu. 
sier Zacharia el cavalier procurator . . 66 

Sier Antonio Nani, fo cao di XL, qu. sier Fran- 
cesco 43 

Sier Cristophal Capello qu. sier Francesco el 
cavalier 35 

Sier Bernardo da Molin, fo al Fontego di To- 
deschi, qu. sier Francesco 30 

Sier Sigismondo di Cavali, fo proveditor in 
campo, qu. sier Nicolò 34 

Sier Beneto Trivixan di sier Zacharia ... 23 

Sier Nicolò Vendramin qu. sier Polo, qu. Se- 
renissimo 64 

Sier Lodovico Falier, fo savio ai ordeni, qu. 
sierThoma 87 

Sier Polo Bernardo qu. sier Antonio dotor et 
cavalier 28 

Castelan a Padoa, justa la parte. 

m 

Sier Piero Morexini, fo podestà a Muran, qu. 

sier Francesco 80 

Sier Stefano Viaro, fo XL zivil, qu. sier 

Zuane 75 

Sier Mallo Zanlani, fo XL zivil, qu. sier An- 
tonio 58 

Sier Sebaslian Trivixan di sier Baldessar . . 43 
Sier Alban Zane, fo Signor di note, qu. sier 

Andrea 38 

Sier Jacomo Antonio Tiepolo l' avochato al 

procurator qu. sier Malio 37 

Sier Zacaria Bondimier, fo di Examinador, 

qu. sier Hironimo 26 

Sier Fantin Marzello di sier Piero .... 34 
Sier Filippo Donado, fo di Mobele, di sier 

Mathio 26 

Sier Alvixe Baffo, fo cao di XL, qu. sier Maphio 53 
Sier Alexandro Lippomano, fo XL zivil, qu. 

sier Zuane 38 

Sier Vicenzo da Molin, fo podestà a Piove di 

Sacho, qu. sier Mafio 32 

Sier Vicenzo Bembo, fo XL zivil, qu. sier 

Biaxio 75 

Sier Santo Zane, fo conte a la Braza, qu. sier 

Alvise 25 

Sier Zuan Francesco Bragadin el cao di XL, 

qu. sier Bernardo 82 

Sier Piero Zustignau di sier Francesco el eon- 

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303 



MMX, NOVEMBRE. 



304 



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Sier Aurelio Michiel, fo castelan a Brisigele, 

qu. sier Alivi iva 22 

Sier Piero Corner qu. sier Ilironimo, qu. sier 

Marco 57 

Sier Antonio Nani, fo conte in Arbe, qu. sier 

Francesco 63 

•J- Sier Zuan Francesco Marcello el XL criminal, 

qu. sier Fantin 83 

Sier Ilironimo di Prioli, fo XL zivil, qu. sier 

Lorenzo 08 

Et in questa sera fono mandali a Padoa duetti 
3000; siche ha auto fin qui ducati 21 milia per dar 
155*- la paga. 



Die 9 novembris 1509. In rogatis. 

Essendo passato il tempo de pagar la graveza 
imposta a le nave, navilii, scuole, ogli, barche etc. 
come particularmente in quella deliberation se con- 
tien ; havendo pagato fin qui una minima quantità, é 
ben conveniente proveder die tutti pagino, come 
ricercha il presente bisogno. 

Et però r anderà parte: che tutti quelli che sono 
debitori de rason de nave et altri navilii; et sitnili- 
ter le scuole et olii che in termene de zorni octo 
proximi non haverano pagato la limitation sua, la 
qual possino etiam pagar cum el prò* del Monteno- 
vo presente, cadano de 10 per cento più per pena. 

Dechiarando che dicti 8 zorni se intendino de le 
nave et navilii estimati fin questo zorno ; el che quelli 
non sono sta estimati, i habiuo termene de pagar 
senza le dieta pena 8 zorni da poi che sarano sta 
slimati. Veruni, le nave e navilii che sono fori, de- 
bano depositar nel dicto termene, et depositando 
mancho de quel le serano poi slimale, cadano de' 10 
per cenlo più de pena. 

Li altri debitori de barche, burchii et altre cosse 
nominate siano obligati pagar in contadi quanto die- 
uo dar nel sopraseriplo termene di zorni octo, pas- 
salo ci qual cadano ad pena de pagar altro tanto più 
de la sua limilatione per cadaun ; et de le soprascri- 
te pene, la mila sia del accusa Jor ei qual sia tenuto 
secreto, et V altra mila di V officio nostro del sai, 
dove se scuodono li soprascriti danari. 

Et per dechiaration dil pagamento de la graveza 
di ogli, sia preso che li dicti ogli pagar debano a 
stima de ducati "20 al miaro. 

Et ex nunc sia preso: che li proveditori nostri 



del sai siano obligati sub debito sacrmnenti, fra 
termene de zorni 15 proximi stimar tute nave et 
navilii che restano, et portar le stime in Colegio al 
serenissimo principe et a la Signoria nostra. 15G 

A dì 10, la matina, fono lettere di Padoa. 
Chome manchavano ancora danari per compir la pa- 
ga, pur ussiriano ; ma el capitanio zeneral ha dito 
doman fa la luna, però voi indusiar al di sequente. 
Et scrive altre particularità. 

Di Noal. Di sier Piero Martello provedi tor 
cenerai, di 10. Chome ha aviso dia esser lì sier 
Alvise Mozenigo el cavalier proveditor zeneral di 
Treviso con cavali 1 50 di stratioti et fanti 1000 di 
Treviso etc. Li aspeta, e insieme anderano justa 
T hordine dato. Item, da Vicenza ha aviso che sono 
li in tutto fanti todeschi numero 5000 computa 1000 
venuti di Monlagnana, et che mercore 7 dil mexe 
introno di note ne la terra ditti 1000 fanti capitanio 
uno chiamato el principe di Naldo. Item, dil ducha 
di Urbino, li sono homeni d* arme 70 et cavali lizie- 
ri 50, governador uno Evangelista da Carara in Io- 
dio dil conte Zuan Francesco da la Mirandola qual 
eri partite ; et di Rigo Porro e Beraldino in tutto 
cavali 100. E che marti 6 dil mexe erano zonli el 
marchexe di Bresvich con cavali 130, et Antonio 
nepote dil signor Consentili Amiti. Et che sabado, 
a di 3 dil mexe, Frachasso mandò via tutte le sue 
robe, et che eri matino era montato a cavallo el 
ditto Frachasso per andarsene dicendo volersene 
andar per non haver obeJientia, et che Nicolò Chie- 
regato dolor e cavalier capo di dentati era stato ad 
pregarlo volesse indusiare Ono che mandaseno ora- 
tori al re di romani a pregarlo volesse mandarli uno 
altro capitanio italiano, e che li havea promesso re- 
star per altri tre zorni, e convochato el Consejo, ha- 
veano dato libertà a li ditti deputali li dovesseno 
elezer li oratori, e cussi haveano fatto. Iicm, hanno 
dato al re di romani in tutto ducali 12000 computa 
ducati 2500 che li deteno za zercha zorni 20, e vo- 
leva ancor ducati 5000 per imprestedo, offerendoli 
darli per segurtà la camera de Ispruch ; e che li ha- 
veano promesso darli tante sede, taìnen non le ha- 
veano ancor date. Erano stati al ditto principe di 
Nalt a pregarlo volesse aleviarli de presenti di 
quelli fanti, dolendosi che haveano lassato intrar li 
ultimi 1000 venuti da Monlagnana contra quello li 
havea promesso ; et che la risposta fu che non havea 
potuto far de meno di lassarli intrar; ma che li tro- 
vasseno ducati 2000 per darli et li manderia via. Et 
ju ìichase el dillo Chieregato esser slato causa di 



305 



MDIX, NOVKMBRR. 



30G 



farli intrarc, e voglia trar li danari per pagarli e farli 
157 restar lì in Vicenza per cuslodia. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con zonta per 
compir di expedir li padoani; ma accidit che intra - 
vene uno caso che sier Hironimo Capello el consier 
qu. sier Alban, hessendo a la bancha et sano, li vene 
uno accidente over cazete apoplelicho, over se li 
voltò il budello, adeo da sier Alvise Capello cao di 
X suo zerman cuxin e altri fo menato mora di cheba 
in Pregadi e posto a scnlar dove sentano li savii ai 
ordeni, et revene un pocho e disse : « La testa mi 
va atorno » e più non parlò, adeo si tien expirasse, 
et il budello aversi voltalo, perchè, nel render che 
'I feze, pareva malitia schieta. Or fo portato in pa- 
lazo dil principe e posto su leto in camera di domi- 
no Bernardo fiol dil Serenissimo, e venuto soi pa- 
renti e sue sorele et maistro Benedeto da Moncelese 
phisico e altri, tatnen era morto, adeo a hore 2 di 
note fo portato a caxa ; siche fo caxo grandissimo, 
che Iddio lutti guardi. Et per questo il Consejo di X 
si risolse et non fo compilo nulla. 

A dì 11, fo San Martin, domenega. Fono 
lettere di Padoa di eri sera. Chome el capitanio, 
perchè ogi fa la luna, non voi ussir di Padoa. Ha 
sento a Treviso e Noal si aviano. ltem, hanno aviso 
di Vicenza esser partiti 3000 fanti alernani, siche è 
resta solum 2000 ; et che domino Lucio Malvezo 
voi ducati 6000. 

Di Roma. Di 5. Calive lettere. Come in quella 
matina haveano che 1 nostro cardinal Grimani fo 
dal papa a parlarli zercha quelle proposition etc, el 
qual papa è più costante che mai, imo in colera li 
parlò; siche non è da sperar che lieva la scomuni- 
cha, unde el cardinal Grimani dimandò licentia al 
papa per cinque oratori, justa la diliberation dil Se- 
nato. Il papa rispose: a Non solum cinque ma tulli 
sie, e a voler levar la scomunicha ne vorò dodexe ». 
El cussi, fin do zorni la dimanderano dita licentia e 
le lettere di passo, e verano verso Ancona. Conclu- 
deno, sì ben la Signoria asscnlissa a quelle proposi- 
tion voi il papa, non asolverà di la scomunicha per- 
ché ha paura di F impera lor. Item, come de li è 
fama il nostro campo è ussilo di Roma (leggi Pa- 
dova) e ito a Vicenza. 

Da poi disnar, fo gran Consejo e ordinalo Pre- 
gadi poi Consejo. Et in gran Consejo fu fato gover- 
nador di 1* intradc sier Alvise Grimani fo cao dil 
Consejo di X, qu. sier Bernardo, et podestà a Cam- 
posanpiero, poi la recuperatimi de quello il primo, 
dove al presente è sier Berluzi Coniarmi di sier Ma- 
rio. Et vene solo, el rimase sier Hironimo Ballo, lo 



a la ternaria nova, di sier Bendo. Item, fu butado 
la paga 1470, Montevechìo. Vene primo Castello. 

Fu leto la parte di offici di bando, che deba con- 
tinuar, presa a dì 9 di questo in Pregadi, e comenzi 
a dì primo novembrio a durar mexi 6, e ogni de- 
chiaration fata per la Signoria over Colegio contra 
dita parte siaTcasada, siche la parte habbi il suo vi- 
gor in totum. Ave una non sincera, 570 di no, 997 
de sì e presa. 157* 

Da poi gran Consejo fo Pregadi, et leto lettere 
di Roma contrarie di quello se extimava, imo cal- 
vissime. 

Di Noal, di IL Di sier Piero Mantello, eoe 
questa matina. Come ha F hordine a cavalchar di- 
man omnino verso Vicenza per unirsi col campo 
con tulle quelle zente non havendo da la Signoria 
nostra allro hordine : et che per exploratori di pro- 
vedilori nostri di Padoa, hanno esser partiti da Vi- 
cenza 3000 fanti aleinani e andati verso Bassan. È 
voce F imperalor etiam dovea esser de li ; sich«? 
scriveno mandi questo aviso al proveditor Mocenigo 
a Treviso, qual etiam lui diman si dia levar. 

Nota. Etiam sier Alvise di Dardani proveditor 
a Miran va con zente. 

Di Treviso. Dil podestà e proveditor Moce- 
nigo. Come si leverà con le zente, et hanno hordine 
trovarsi a Castelfrancho col Marcello. Resterà in Tre- 
viso 300 fanti solo 3 conestabeli. 

Fu posto, per li savii, che sia scrilo a sier Alvise 
Mocenigo el cavalier proveditor a Treviso che, atento 
li avisi si ha, non si parti, imo atendi a far provi - 
sion etc. E sopra questo fo disputation di alcuni. 
Parlò sier Zuan Corner savio a terra ferma et sier 
Andrea Trivixan il savio, sier Antonio Trun procu- 
rator savio dil Consejo qual non voleva et nulla 
messe, poi sier Francesco Foscari savio a terra fer- 
ma. E andò la parte che 400 fanti restasse in Trevi- 
so e il proveditor predillo, e cussi fu presa. 

A dì 12, di Padoa. Fono lettere di refori e 
proveditori. Chome il campo, a hore \% col nome 
di Chrislo si era levalo per andar a la volta di \i- 
cenza lutto in arme e a hordine, e cussi il capitanio 
zeneral e proveditori tutti tre ; ma primo fo il Gra- 
denigo con li cavali lizieri, poi il Moro col capitanio 
zeneral e il Orili fo F ultimo. Et in Padoa resta fanti 
1000, et Zitqlo per esser amaialo. Resta etiam do- 
mino Lucio Malvezo con la compagnia soa, qual non 
ha haulo danari e voi ducali 6000. Resta etiam 
Zuan Greco con li soi balestrieri a cavalo et stralio- 
li, et Zanou da Colorgno coneslabele. 

Item, che si mandi danari per quelli fanti resta- 



307 



MDIX, NOVEMBRE. 



308 



ti, alitar si leveremo. Et ullre parlicularità. E nota. 
Scrisseno di sier Marco Marcello qu. sier Jacomo 
Antonio el cavalier venuto li di bordine di la Signo- 
ria per aver Moneelese ; ma Moncelese é ben muni- 
to etc. 

Item, par il ducha di Ferara habbi mandato 
verso Montagnana uno suo governador per tuor 
quel loeho per lui. 

Dil eapitanio general di mar, di 10. Come 
é zonto a Piran con galie 12 per venir a la volta di 
Chioza, e resta in Istria A galie bastarde, et sier Al- 
vise Dolfin proveditor zeneral e lì in Istria con Me- 
leagro da Forlì e altre zente. Hanno recuperato Ra- 
spo et non ancora Castelnuovo. Et il eapitanio scrive 
158 il Dolfin scriverà la causa non si ha auto. 

Da poi disnar, fo Pregadi e fo per trovar dana- 
ri. El parlò longamente sier Alvise da Molin savio 
dil Consejo, dicendo ne bisognava esser valenti ho- 

roeni et trovar ducati milia, e aricordò molti 

yiodi e angarie bisognava meter e cosse nove etc. 
maxime uua di dar il sai per la terra, et di le volte 
e altro, e disse haverano ducati 200 milia di beni di 
rebelli padoani et trivisani. Et poi parlò sier Piero 
Capello savio dil Consejo, qual è sora i danari, e dis- 
se il bisogno si ha dil danaro etc. El fo letto la par- 
te di dar il sai, et tandem fo terminato indusiar a 
un altro Pregadi. 

Fu posto, per li savii, quelli tutti hanno mercha- 
dantie in doana le vadino a trar in certo termine, 
àliter li provedilori sora la doana le vendino etc. 
ut in parte. Nota. Di tre era sora i dacii, do fono 
fati proveditori a (Ioana, sier Francesco da Mosto e 
sier Alvise da Canal qu. sier Jacomo, qual, licei 
habbi compito sora i dacii, ancora va in Pregadi. E 
fu pressi. 

Fu posto, per li savii, che tutti quelli non hanno 
traslatado i beni ai X savii, in certo termine li tran- 
slati, subpeena ut in parte. E fu presa. 

A di 13. Fono lettere di proveditori di cam- 
po, date a Camisan a hore tre di note. Chome 
tutto il campo era zonto lì mia 6 di Vicenza, con 
pioza, et pessima via. Etiam sier Piero Marcello 
proveditor con le zente, et sier Alvise Mozenigo el 
cavalier pur con le zente erano zonti lì ; siche sono 
cinque proveditori. El hanno conduto F artellarie ; 
ma è gran fangi. Et molte ville circostante di visen- 
tina é venute a oferirsi a li proveditori. Et la matina 
si presenterano a Vicenza. 

Fu posto, per i savii, la parte di dar il sai per la 

terra a raxon di caxe, da ducali 8 fin 15 stera 

ogni 4 bochea ducati unel sier, e da ducati 15 in suso 



stera 2 per 4 boche a ducati 2 el ster, non melando 
quelli da 6 anni in zoso. E sia scossa per quelli sora 
le contrade, e dà li danari a quelli sora i sestieri, e 
si pagi in certo termine ut in parte, la copia di la 
qual sarà scripta qui avanti. Et si dice si troverà da 
ducati 130 milia. Et sier Bernardo Barbarigo qu. 
serenissimo governador di F intrade contradise, e 
voleva fosse messa certa angaria universal qual si 
scodesse do volte a Fanno e più non si metesse 
decime ni tanse, et disse alias a tempo di le guerre 

fo fata etc. Andò la parte. Ave di no et fu 

presa. 

Fu posto, per li savii, che tutti quelli hanno vol- 
te restante a depositar, debbi depositar a 5 per 
100 etc ut in parte. Et fu presa. 

Et fo letto una relation di uno. Chome il duca 
di Ferara ha fato un bastion a F Anguilara et posto- 
vi fanti dentro. Item, erano partiti alcuni dubitando 
di F armada. Item, havea fato fichar pali in F Ade- 
xe ; e 1 cardinal era a la Badia, qual a dì 9 intrò in 
Ferara etc. ut in ea. 158 # 

MDVIIII, die 13 novembris, in Iìogatis. 

V anderà parte, che per F officio nostro del sai 
sia dato per una volta tantum indifferenter a tute 
le caxe che pagano de Tito a F anno da ducati 8 fina 
a 15 inclusive, stara uno de sai de Opro per ogni 
quatro boche, le qual se infeudino uno sacho a rason 
de ducati 2 el star. Non se intendi in questo numero 
de boche quelli che havesscno de anni 6 in zoso. 
A le case veramente che pagano dp filo da ducati 15 
in suso a F anno, siano dati stira 2 de dicto sai per 
ogni boche quatro, pur di ducati 2 el stero ut su- 
pra. El qual sai sia dato la mila in questo mese, 
F altra mila il mese futuro, et al dar de quello sia 
scosso el danaro; et se alcuno de le case a chi sara- 
no dati i sali di Cipro vorano, in loco de quelli, più 
presto altri sali minudi di quello instesso pretio, sia- 
no obligati li proveditori nostri dil sai dargeli et sa- 
tisfarli. 

La destri bution veramente del dicto sai, se faci 
per li deputadi de le contrade electi per li dodeci 
zenlilhomeni nostri sopra li sestieri, insieme cum el 
piovan de la contrada. I qual debano dar sacramen- 
to al capo de casa per intender el vero numero de 
le boche. I qual deputadi siano etiam obligati scuo- 
der el denaro tenendo de quello particular conto, et 
de zorno in zorno siano obligati portar a F officio 
nostro del sai i denari i scoderano de questa rason, 
insieme cum el conto. Et sieno obligati dicli prove- 



309 



MD1X, NOVEMBRE. 



310 



ditori del sai far lenir uno libro separato de li da- 
nari se trarano de questa rason : di qual li deputadi 
per le contrade che li scoderemo haver debano mezo 
per cento, et Y altro mezo a Y officio nostro del sai. 
Veruni, perchè é conveniente haver respedo a 
quelle persone che per povertà non potesseno tuor 
dicto Sili, ex nunc sia preso che '1 sia in facilità de li 
deputadi che andarono per le contrade insieme cum 
el piovan, cognoser, tuli d' acordo, quelli tal impo- 
tenti per non li gravar in tuor de dicto sai, over 
tuor in quella quantità ebe i potrano; et siano obli- 
gali li dicti deputadi andar ad referir alli zentilho- 
meni de quel sextier per suo sacramento da esserli 
dato per loro, quelli che epsi, d' acordo, harano co- 
gnosciuto impotenti del non poter sottostazer alla 
presente delibcration nostra, et essendo ratificato 
per li dicti do la opinion de li deputadi, sia quella 
ferma et valida. Et dichiarando però che '1 non se 
deba restar de vender sai a menudo per la terra per 
159 la povera zente, come bora se fa. 

Die 15 novembris MDVIIII, in Rogatis. 

L' anderà parte che, per auctorilà de questo Con- 
segno, sia azonto a la parte predicta che '1 sia com- 
messo alli deputadi et al piovan che andarano per 
le contrade per destribuir dicto sai, che debano 
etiam dar de dicto sai in quella quantità che li pa- 
reri a quelle case che pagano de fleto da ducati 8 
in zoso, videliect cognoscendo loro, tutti d' acordo, 
per sua conscientia, quelle case che potrano tuor 
qualche portion secundo la possibilità loro, havendo 
etiam libertà, tutti ci' acordo ut supra, absolver 
quelle case li parerano meritarlo per povertà. 

Et perche, come a tulli è nolo, tre sorte de perso- 
ne consumano sai assai, che sono li pistori, li hosti el 
quelli insalano carne el pesce, non seria conveniente 
che sottostazesseno a la picola limitation de la parte; 
et però sia preso che 1 sia in fa cui là de li deputadi 
supra scripti excieder la parte in darli sai a le diete 
tre sorte de persone, in quella quantità che li parerà 
159* a lutti d' acordo, per sua conscientia. 

Questi sono li exordii di dite do Parte. 

La prima, a dì 13 novembrio 1509. 

Niuna cossa è più propria et peculiar de tutti li 
signori et republico, del sai, el qual è uno de li mem- 
bri principali che dano utilità et emolumento a li 
stali. Et perchè el se vede manifestamente che, da 



mollo tempo in qua, la Signoria nostra traze un.i 
pocha utilità de dicto sai per li contrabandi et altre 
fraude che se cometeno contra la forma de le leze 
nostre in danno de la Signoria nostra, é conveniente 
proveder che dicto sai torni al dreto camiu per be- 
neficio di la Signoria nostra, et però eie. 

A dì 15 novembrio 1509. 

Terzo zorno. Fu deliberato in questo Conseglio, 
che a tute le case che pagane de fitto a l' anno da 
ducati 8 fino a 1 5 per l' oficio nostro del sai li fusse 
dato staro uno de sai per ogni boche quatro a du- 
cati 2 el staro, come in quella particularmente se 
contien. Et perchè è sta facta relation a la Signoria 
nostra esser uno gran numero di persone che stano 
in case de ficto da 8 ducati in zoso, che sono ben 
stagente, che potriano comodatamente etiam loro 
tuor dicto sai etc. 160 

Hor licentiato il Pregadi, restò Consejo di X 
con la zonla di danari per mandar a Padoa, e tro- 
vono ducati 8000, di qual 5000 fo mandati a Padoa, 
il resto a Treviso, el per armar le fuste e ganzare e 
barbote per Po, etc. 

A di 14, da matina. Tutta la terra era in aspela - 
tion di Sii per l'exito dil campo a Vicenza; tamen di 
proveditori nostri non era lettere, che la briga' 
assa' si mcravegliava. 

Di Padoa. Fono lettere di rettoti. Chome 
non hanno nulla dil campo, solum dil zonzer a Glia- 
misan. Et scrive li fanti rimasi in Padoa, Zanon da 
Colorgno con fanti 1000, Zuan Griego con li soi ba- 
lestrieri etc. Et scrive che saria bon far cavar le fos- 
se dove bisogna etc. 

Vene in Colegio sier Vicenzo e Marin Trivixan 
qu. sicr Marchiò nepoti dil zeneral, dicendo aver let- 
tere di suo barba qual è a Piran con galie e aspeta 
tempo a vegnir a Cliioza, et voria licentia di la Si- 
gnoria, zouto che 1 sia, poter venir a dir una paro- 
la sccrctissima et importante in Colegio e subilo ri- 
torna ria a Chioza. E consultato li savii, li parse di 
novo tal richiesta, e li scrisseno per Colegio si è 
cossa importante che achada, li manderano uno di 
Colegio over secrelario dil Consejo di X fin li, over 
scriva per sue lettere, e, si pur li par, che '1 vegni. 

Noto. Si arma lutlavia la fusto capitanio sier 
Marco Antonio Coniarmi per Po, et di altre do fuste 
fono fati patroni Lucha Boycho e Andrea di la Jani- 
na, ecussì a l'armamento si arma. Ha questo ear^o 
sier Vetor Michiel cxeeutor. et il numero di Tarmata 



311 



MD1X, NOVEMBRE. 



31-2 



picola noterò di solo. E fo ordinalo le barche per le 
contrade, videlicet Malamocho, Muran, Mazorbo, 
Buran et Torzello. 

Da poi disnar, fo Gonsejo di X con la zonta per 
expedir padoani e il resto. £ perché a dì 17 si do- 
veano impichar li tre, fu sospeso, chome dirò di so- 
to, fino a dì 

Et vene, poi vesporo, lettere di campo di prò - 
veditori da Chamisan, di 13, hore 10. Dil venir 
lì tre oratori vicentini li nomi di qual è noladi in una 
lettera qui avanti posta, e feno li capitoli di dar la 
terra, con do capitoli, videlicet: Come prima erano 
solo la Signoria nostra ; 2.° che li todeschi et altre 
zente dil re di romani che sono in Vicenza e il capi- 
tanio et altri, con tutte robe loro, potesseno libere 
andar fuori. E cussi fono acetadi etc. Siche la mati- 
na, scriveno, cntreriano in Vicenza ; et che Frachasso, 
eh 1 era dentro, era partido quella note e andato via. 
Eravi etiam Rigo Porro et Geraldino. Item, scriveno 
chome sier Zuan Paulo Gradenigo proveditor andò 
prima a luor le Torele etc. ut in Utteris. Et nomi- 
na domino Nicolò Chieregato qual era venuto lì a 
dir quelle zente voleano portar con sì le artellarie 
161 tutte etc. ut in Utteris. 

A dì 15 da matina, a terza, vene lettere. Chome 
eri, li proveditori scriveno tutti qualro, videlicet 
Moro, Marzello, Grill e Gradenigo di Y intrar in Vi- 
cenza, e il modo e il combater fu fato a la terra, qual 
le zente si voleano legnir. Laudano mollo il capi- 
tanio di le fantarie el Latanzio da Bergamo eli' è so- 
pra Tartillarie etc. Item, scriveno che voleano ditti 
alemani condur via tutte le artelarie, et qui fo un 
pocho di disturbo, tandem nostri sono intrati con 
grandissimo plauso di la terra et l' hano schiva dil 
sacho, et tre voleano sachizar alcune caxe, li feno 
apichar subito a li balconi di dite caxe. Item, di 
T ussir di li fanti inimici, el scriveno il numero ut 
in Utteris, quali voleano andar verso Verona ; ma 
non li hanno lassati et vanno verso Marostega e Bas- 
san. Laudano alcune parole usate per il capitanio ze- 
nera! a quelli tre oratori veneno a capitular, in laude 
di la Signoria nostra etc. 

Di Chioza. Dil capitanio zeneral da mar. 
Dil zonzrr suo in questa matina lì con galie sotil nu- 
mero 12, dove ha trova il proveditor di Y armada 
con 5 galie computa la sua. Item, manda qui quel 

capitanio todescho domino Bernardin 

fu preso in Raspo, el tre altri alemani etc. il qual fu 
presoli nel gabion con li altri francesi presi. 

Di sier lui io Lombardo proveditor a Ca- 
rattere jwsto per sier Marco Antonio Conta- 



rini suo cugnado. Àvisa di bastioni fati a Veneza 
et a l'Anguilara sul padoan per smagrir lAdexe 
acciò Y armada non vadi suso, e fa starvi custodia. 
Con altre particolarità ut in Utteris. 

Di Padoa. Di retori et sier Andrea Griti 
proveditor zeneral. Chome, volendo fortifichar Co- 
dalonga, fo necessario butar zoso una chiesia apresso 
la porta chiamata Santa Trinità, over di la Trinità, 
la qua! li soldati non la volseno butar si non li pro- 
meteano di refarla. E cussi li promesseno ; però pre- 
ga la Signoria sia contenta la refazino.. i/em, che 
una sena di Dio parlò a esso Griti dicendoli aver 
auto in vision si 'I feva vodo mandar una Padoa 
<T arzente a la Madona di Loreto di valuta di ducati 
100, e cussi ldio mantegniria Padoa. E fé 1 il voto. 
S' il par a la Signoria farlo, si no lui el pagera e 
fari dil suo etc. 

Di Treviso. Di sier Alvise Mocenigo el ca- 
vaìier proveditor zeneral, di eri. Come parti da 
Chamisan, justa i mandati è tornato a Treviso etc. 
Et scrisse mal di sier Andrea Arimondo qu. sier Si- 
mon eh' è lì, qual si ha fato di proveditor e fato 
molte cosse lui e so' fioli : adeo il cargoe assai ut in 
Utteris. 

Di Zuan Alberto di la Pigna, da Corbole 
a sier Zuan Mozetùgo. Come el ducha è bon fiol 
di questa Signoria, e pur l' intende Y armada si fa 
per Po a farli danno, e non sa, e saria bon el sa- 
pesse, perchè la liga si lien mal salisela di lui eie. 161 * 

Et nota. Per lettere e avisi particolari, si ave a 
Ferara in castello esser morto sier Anto- 
nio Bragadin fo podestà el capitanio a Ruigo qu. sier 
Alvise procuralo!*, qual era prexon. Adeo, soi fra- 
telli steteno in caxa, e tameti non sapevano cerio: 
pur poi se intese a dì 10 morite; che ldio li doni 
requie. 

Di Lignago. Di sier Carlo Marin provedi- 
tor di si ave lettere. Chome inimici erano ve- 
nuti videlicet Renier di la Saseta e altri cavali zcr- 
cha et fanti el ha veano preso el ca- 
stello di Sanguauè e fé vai io danni assai, et ha veano 
mandato a dir a Cerea si rendesseno, eh' è una villa 
grossa 5 mia da Lignago e tegniva con Lignago; si- 
che lien la bruseriano. Sono assai, maxime alcuni 
fanti spagnoli etc. numero 1000. 

Fu posto, per li sa vii ai ordeni, iterum di con- 
finar li capitani di le galie Barulo et Alexandria iti 
galia in certo termine, ut in parte. Siche, do volte 
è sta messo questa parie ; ma la prima le galie non 
erano conze. Presa. 

Fu |>osl<>, por li savii. una adition : che se intendi 



313 



MDIX, NOVEMBRE. 



314 



pagar li mezi fili etiam quelli da ducati 8 fin 15 che 
per ¥ altra parte fono exceptuadi. Itern, in la parte 
di dar il sai, che etiam quelli da ducati 8 in zoso di 
(ito sia in libertà de li deputali a darlo over non etc. 
ut in parte. E fu presa. 

Fu posto, per li savii, atento la lettera del Moce- 
nigo proveditor a Treviso contra sier Andrea Ari- 
mondo qu. sier Simon, che li sia scrito a ditto pro- 
veditor che *1 ditto sier Andrea e Goti che lì si atrova 
debbi lenirli apresso de sì con custodia, et debbi far 
proclamo chi si voi lamentar di lui si lamenti, et 
passato li 8 zorni, debbi le querele e processo man- 
dar a T avogaria, e lui e fioli vengi. Li qual avogadori 
Io debbi expedir con li Conscgii. Ave 13 di no. 

Fu posto, per li savii, una lettera a li proveditori 
a Vicenza ut in ea : et zcrcha laudar V intrar, et 
quello hanno fato etc. Tamen, credo fosse scrita per 
Colegio : non so certo, ergo etc. 

Fu posto, per li savii tutti di Colegio, una lettera 
a Gonstantinopoli. Avisar il Signor turco di aver re- 
cupera Vicenza, e che P exercito nostro prospera, e 
celerar la cossa eie. ut in ea secreta. Tamen, tutta 
la terra dice: « Si jesuati non ci ajula, idest turchi, 
uno altro anno le nostre cosse anderà mal ». 

Fu posto, per li savii, una lettera a sier Andrea 
Badoer orator nostro in Ingaltera. Avisarli di Tacqui - 
IC2 sto di Vicenza etc. 

A dì 16. La matina non fo lettere diprove- 
ditori di Vic<mza, ma di Padoa di retori. Chome 
hanno auto li ducati 5000 et (a) domino Lucio Mal- 
vezo, quaPc ancora lì con la compagnia, li proveditori 
li hanno scrito li dagi ducati 5000, e cussi darano. 
Itern, scrivono altre particularità, ut in litteris, 
et che hanno auto aviso de Benedeto Ambrusani, è 
proveditor a Gonselve, che quelli di Moncelese fanti 
erano ussiti et venuti a Pernumia a far danni et bru- 
sato la caxa di sier Thadio Coniarmi etc. È andato 
con zente et villani lì et reparato meglio ha potuto. 
Voi stratioli 55. Et essi rectori li mandano 60 la- 
vali di stratioli etc. Siche in Moncelese è fanti e bona 
custodia per il re di romani. Itern, scriveno darano 
li danari a li fanti per il camerlengo. 

Et nota. In questa note partì sier Francesco Mo- 
rexini va pagador in campo, et anderà di longo in 
campo. Itern, sier Panfilo Contarmi, era proveditor 
a la Mota mandato per Colegio, fo licentiato et vene 
qui, e a la Mota andò il podestà clcclo. 

IH Caodistria, di sier Alvise Dot fin prove- 
ditor zeneral. Chome ha posto in Raspo sier Zuan 
Bolani qu. sier Zuane. Itcm, quelli fanti e zente non 
voi levarsi si non se li manda danari ; sitili'* sana an- 

/ Diari, di M San ito - Tut". IX 



dato verso Castelnuovo e altro ; ma bisogna danari 
e danari. 

Vene in Colegio fra' Hironimo Bolani di sier Mar- 
co, è prior a Praja. È stato a San Benedeto. Veuuto 
per Po zoso, disse il duca di Ferara aver fato molti 
bastioni per Po e assa' repari et (iellato pali etc. e 
voi morir su le rive, et multa alia. 

Di Padoa, di retori. Chome hanno aviso drio 
il campo nostro va assa 1 persone venluriere, adeo 
sono più di 30 milia. Itern, scriveno altre particola- 
rità ut in litteris. 

Di Vicenza, nulla si ave fino a nona etc. 

Da poi disnar, fo Pregadi, leto lettere Padoa et 
Vicenza et dil capitanio zeneral di Chioza, et dil Dol- 
fin etc. 

Di Vicenza, vene lettere di proveditori. Chome 
el campo patisse. Voleno mandar fuora alozar a Lo- 
nigo e altrove per le vituarie. E di consulti fati col 
capitanio zeneral, è bon aver Cotogna e Marostega, 
e voleno danari e danari. Quelle zente dimandano 
ogni dì. 

Fu leto una relation, che '1 re è stato a Rovere 
e in Val di Lagre 8 dì con la raina, e poi vien a Ivan 
et altri dice verso Bassan, e altre particularità. Unum 
est, non è ancora di là da' monti. 

Fu posto, per li savii, che li zudei, zoè V univer- 
sità, pagino in termine mexi 6 ducati C000 a ducati 
1000 al mexe a li govemadori da essi messi, a conto 
di le sue decime future etc. Et fu presa. Nota. Li 
zudei non poi più star. Hanno assaissime angarie, et 
za più zorni non imprestano pur su oro e arzento, 
et ogni dì si fa incanto in Rialto di pegni. 

Fu posto, per li savii, far exenti Vicenza e il Vi- 
sentin per anni cinque, et che siano per uno anno 
liberi et habino salvoconduto di ogni loro debito etc. 
Et fu preso. Et questo fo fato per gratuirli, perchè 
il popolo mostrò gran apiacer. 162* 

Sumario di quatro lettere di sier Piero Mar- 
zelh proveditor zeneral a sier Bernardo Do- 
narlo qu. sier Zuane, date a Noal el poi in 
Vicenza. Scrive il modo nostri ebeno Vi- 
cenza. 

Lettera di 11 novembrio, data in Noal. Cho- 
me havea aviso da li proveditori di Padoa dil levar 
di Vicenza di le fantarie todesche, e non gè restava 
zercha 1000. E aspetava, di hora in hora, uno de li 
soi, e sperava intender la verità. E tra li altri, a dì 
8 dil mexe di noie mando uno con lutti li bordelli 
per far inchiodar quelle artelarie, el in quel hora 

21 



315 



MDIX, NOVEMBRE. 



3IG 



55 ritornalo, referisse esser intrato in la terra eri 
matina et vele ussir dite fantarie in gran numero 
con certe charele cP arlelarie; siche in la terra non 
ermo restali più che zercha 800 in 1000 fanti, con 
fama andavano verso Marostega e Bnssan. E che, 
stato a Pisola, trovò dite arlelarie erano state levate 
e similiter quelle de Santa Corona ; siche non ne 
vote si non pezi 4 su la piaza, quale slevano con 
gran guardie. Et se parti subito, che fu cercha il 
mezo zorno, nò ha più presto potuto venir per il 
cavai tristo e straeho. È da judichar questi di Vi- 
cenza zerchano salvarsi e non vanno per incontrar 
lo imperator a Bassan, come dize. Essi proveditori 
et lui haria nova, perchè ogni zorno ha messi da 
quelle parte. El Mocenigo dovea esser ogi li a Noal 
con le zente, é andato a Castelfranco per scartar la 
via e aver più abondantia di vituarie, et é zonto in 
questa matina e dimane cavalcherà e anderà a la 
volta di Padoa. Item, poi scripta, scrive esser ve- 
nuto uno altro messo che conferma de li fanti quanto 
è dito, e che venere, a dì 0, a requisition di Fra- 
chasso, mandono vicentini uno ambasudor a P im- 
perator a rechieder, se '1 dia romagnir a quel go- 
verno, che '1 voi homeni (P arme 300, cavali lizieri 
500 et almeno fanti 5000. Et in quella note averà 
altri che li riporterà di meglio. Voria saper la inten- 
tjou di la Signoria. 

Lettera dil dito di 11, hore 5 di note, di 
Noal. Come il proveditor Mocenigo, a hore 51, 
gionse a Custelfrancho con le zente erano a Treviso, 
ssoè fanterie e cavali lizieri, e damatina si drezerano 
verso Padoa tutti e passerano la Brenta etc. Voria li 
danari per compimento di le page di quelli bale- 
strieri et stratioti. Et che, per il messo vene di Vi- 
ceuza, ha inteso, meglio esaminato, che tutta la ter- 
ra, da alcuni pochi in fuora de quelli principali che 
se haveano posti in fuga e ogni zumo fuzivano, sla- 
vano in grandissima expetatione de sentir che 1 cam- 
po nostro si acosti a la terra per sublevarse e tajar 
a pezi li todeschi e lo resto di soldati inimici, pro- 
metendoli che, de ogni bora che se lievi a remor, 
el cererà a una de le porte, la qual li avisò quale, con 
molti amixi et parlesani, et quelli piglierà a sua re- 
quisition di esso proveditor Marzello, e come Io 
'1 sente, el manderà uno homo fuori a parlarli e 
darli il modo et Phora. Et con questo t feria* spazò 
ditto messo indriedo, et spiera le cosse procederano 
ad vota. Item, in quella sera è venuti doi stanno 
163 in li borgi di Ciladela. Dicono el partir dil signor 
Pandolpho de li con zercha cavali 40, et che quelli 
todeschi, numero zercha 400, stavano |>er sachizar 



la terra, e haveano relenuti alcuni de quelli principali 
et brunitone alcuni fino in le caxe, et haveano fato 
comandamento che tutti de li borgi si reduseseno 
dentro con le sue robe et arme; eh* è |>er la move- 
sta di quelle gente nostre. E sono in gran fuga, e 
spera presto siano per abandonar quel Iodio, e no- 
stri lo harano de brieve con pocha dificultà. Item, 
retenute fin hore IO, ha ricevuto lettere di hore 4 di 
la Signoria, con la deliberalione che 1 Mocenigo tor- 
ni a la guardia de Treviso con fanti 400, e lui Mar- 
zello con il resto di le zente vadi a trovar li provedi- 
tori di lo esercito. Siche lui anderà con le zente a 
passar al passo de Curtarolo, drezandose verso la 
Torre miglia uno lontan de Camixano, dove dieno 
esser ogi li proveditori con lo esercito. Et cussi per 
tempo partirà. Item, scrito fin qui hore 15, dice 
esser venuto P amicho mio da Vicenza, dicendo che 
1 principe di Nall cri voleva andarsene, qual è capi- 
tanio di todeschi, e che uno citadino li andò a dir che 
1 non partisse perchè el campo nostro era fuora di 
Padoa et andava a quella volta; e che lui restò. Ta- 
men, si tien P anderà ad ogni modo; et è restati in 
la terra fanti todeschi 5500. 

Tamen, che tutto quel populo ne aspeta con de- 
siderio per tajarli a pezi, e li villani a Montebello 
avevano morti 500 spagnoli, e vegnirano in favor 
nostro più de 10 milia. Credo da matina saremo 
dentro. 

Lettera dil dito, di 13, a Chamixan. Come 
eri matina, hore 15, partì di Noal con le zente, con 
tanta aqua che minava il mondo, e la sera gionse lì 
a Chamixan e siete mal alozato e senza manzar infin 
a note, e convene dormir sopra una bancha, come 
conveguirà far ttiam questa note, che speravano En- 
trar in Vicenza ma sono restati di fuora. El hessen- 
do in quella matina, 13, levati da Chamixan dove 
alozono, mia 18 grossissimi da Noal, e stali tutto 
ogi a cavalo in arme a P aqua senza manzar, ne be- 
ver, ne smontar fino a note, desprovisti de ogni 
bene, e gionti, questa matina andono fin soto la terra 
con li cavalli lizieri et fanti, et tandem, non veden- 
do alcun signal d' acordo, ehome speravano, delibe- 
rono far tirar P artelaria avanti a la porta dil borgo 
de San Piero verso Padoa. E tirali molti colpi de 
canoni et falconeti ; rota la prima porla del revelin 
e fato certo buxo del muro, alcuni fanti saltò dentro 
et fono rebatuli et morti parechii de loro. E tandem 
venuto note, alozono lì Lactanzio da Bergamo con 
una parie de le fantarie et cavali lizieri, el al borgo 
de Pusterla mandono el capilanio de le fantarie con 
P altra parte di fanti et cavali lizieri, e loro provedi- 



317 



MIHX, NOVKMHRE. 



318 



tori tutto ogi mo 1 da un canto, mo'da P altro sono 
stali a solicilar, con tanta aqun che ha desipato le 
fanterìe e gente d' arme, cir è stato una pietà. Ul- 
timate, el capitario predillo ha preso dito borgo et 
fortifichntose lì dentro con tuti li fanti ci cavali el so 
Ì63* atrovava, et ne mandò a dimandar artellarie grosse 
oltre A falconeti che l' ha. Et ordinoe essi proveditori 
e il capitanio zeneral li sia conduti canoni doi questa 
note aziò el comenzi a bater la porla di la terra da 
matina dal canto de lì, né se mancherà andandoli in 
persona etiam loro proveditori et lui Marzello ma- 
xime come tutto ogi e stato, aziò non si manchi eie. 
Del dito capitanio ne son sta morii molli valenti ho- 
meni, et era sta preso Sebastian da Parma concsta- 
bele, qual da poi hanno inleso esser fugilo gitandose 
a F aqua e pasalo le foze. Ne li soi inimici ne son sia 
morti Torsi apresso 100, presi 50 et 3 in 4 ciladini 
che erano saltati fuora ad seharamuzar con li nostri 
a la porta de qui. De questi di Latanzio ne son etiam 
morti parechii fanti, e non e slati de li tristi quelli 
che son li primi a presentarsi in simel lochi. L' ò 
usanza, a simel cosso non gè nasse niuno. 

Lettera dil dito, data in borgo di Vicenza a 
hore 10, a dì 13. (Ionie in quella note, bore 9, 
erano venuti da loro tre oratori di la terra e uno 
messo che li manda l' amicho suo, a farli intender 
che la terra si voi render. E cussi slati tutti insieme 
col capitanio, hanno rechiesto do cosse: l'una, li ca- 
pitoli consueti ; P altra salvocondulo a li soldati di 
andarsene con le sue robe. E cussi li hanno promes- 
so et acceptati. et li farano acompagnar per la via li 
parerà, e da matina, a dì 1 i. con la Dio grafia e di 
missier San Marco farano 1" intrata in la terra. 

Lettera dil dito. Data in Vicenza, a dì 15. 
Avisa chome, essendo venuto di Noal con le zente 
r havia et quelle venute di Treviso, et vene a Cha- 
misano a dì 1*2, et la matina poi a l'alba con lo eser- 
cito se levono el veneno soto quella terra senza 
smontar ne pigliar alozamento, et mandato uno 
trombeta per parlar a li homeni de la terra, per li 
inimici fu cazato senza voler esser alitilo; imperò 
deliberono meterli P artellarie a la porta de verso 
Padoa. E tirato molti colpi con frachasso de la porta 
el parte del muro del revclin, le fanlarie del eolo- 
nelo de Lutiiizio li feno uno gagliardo arsallo et in- 
trono dentro «Sai dito revelino alcuni fanti, quali per 
li inimici furono rebatuti et morti qualche uno, et 
similiter de li soi. Et da 1' altro canto, el capitanio 
di le fanlarie lece uno allro arsalto al borgo de Po- 
steria el prexelo c»n qualche uno Si ni il iter Cu soi 
et di nostri morti et qualche uno anegalo no le fosse 



per passar, con tanta vigoria et animo che più dir 
nò desiderar se potria. El alogiose 11 con tutto el 
colonello suo al despcto di inimici, insieme con al- 
cuni homeni d'arme et cavali lizieri che li mandono. 
Frachasso ussì fuori con alcuni homeni d' arme et 
fanti a P incontro, el fu rebatulo in la terra a la por- 
ta dil Monte. Alcuni dentro corseno a gilar zoso la 
porta et intrò alcuni slratioti et fanti, quali preseno 
etiam la porla dentro et tandem furono rebatuti 
perché non furono a tempo subvenuti, et tuta via 
piovendo con tanto fango et aqua di soto e sopra 164 
che tutti erano anegati, sino note senza manzar, be- 
ver nò smontar, che se '1 fusse stato due altre hore 
de zorno, tanto era P ardor de le fanlarie del gua- 
dagno speravano del sachizar la terra, che senza al- 
cun dubio la prendevano per forza, né la scapolava 
da Dio in zoso che la non fusse slù sachizata, con 
tanto sangue che 1 saria venuto pietà; ma Dio non 
volse tanto male, et andono essi nostri proveditori 
a pigliar li alozamenli bagnadi, con pocho ordine di 
manzar et dormir, e tute le sue robe erano state a 
P aqua fino sera. La note, a hore cercha 9, vene da 
loro tre ambasadori fuora a parlar et oferime la terra 
con due conditionc : P una, di soi capitoli et privile- 
gii consueti, P altra che luti li soldati potesseno an- 
dar salvi per li fati sui. Et cussi li fu promesso, et 
la matina per tempo se ne veneno et leueno le zente 
fuora per obviar a li sellandoli, et mandono via li 
inimici, quali volevano andar a la volta di Verona 
ma non volseno questo concie: lerli, ma li duseno 
per la via di Rissano et Marostega. Da poi ordinono 
essi proveditori atomo la terra di fuora verso Loni- 
go li alozamenli per tutto il campo, salvo alcuni che 
li reteneno per li bisogni in la terra ; et e sta ordi- 
nato che uno di loro proveditori resti lì con fanti 
w 2000 el qualche homo tParme fin al numero di 
100, et altratanti cavali lizieri; et hanno scripto a 
la Signoria nostra che disponi qual di loro provedi- 
tori habino a restar. Et il signor capitanio zeneral 
con lo exercito se ne vaili a Lonigò con li altri pro- 
vedilori per esser sul passo de andar a Montagnana, 
Estc et Moneelese et sul Polesene, over a la volta de 
Verona, Dassan, Feltre, Cividal et altri lochi. Lo im- 
perador, per missier Rigo Antonio gionlo questa 
sera da Trento, senteno esser a Castel Ivan partilo 
da Trento con zereha cavali 100, mia 20 da Bassan, 
che judicio suo Trevixo non sta troppo seeuro sen- 
za altro presidio de la guarda di le porle, dove re- 
star dovea per la deliberalion di Pregadi fanti 400. 
Non li poteno far tornar di quelli lì erano, hcssendo 
venuti senza daiuri el scorso il tempo di inulti gior- 



319 



MDIX, NOVEMBRE. 



320 



ni di la soa paga. Etiam mancha danari a li baie- 
slrieri di domino Francesco Sbrojavaeha el slralioti 
venuti con lui. Le giente del papa sono andà verso 
il ferarese con promisione de non restar, ma passar 
in Romagna eie. Conclude, voria andar con !' exer- 
164* cito et non restar in Vicenza. 

Copia di una lettera di domino Hironimo Sa- 
vorgnan colatemi zeneral ai Truni soi cu- 
gnadi. Nara di V intrar de 9 nostri in Vi- 
cenza. 

Magnifico fratelo. 

Luni, come vi scripsi, partimo da Padua per 
questa impresa, et, scompagnali sempre da una 
grandissima pioza, alozasemo a Qimisan. Heri mati- 
na a bon bora ci partimo, et ordinate le squadre, 
andò el magnifico domino Zuan Paulo G radon ico 
cum li cavali lizieri avanti. Et zonlo a la terra, certi 
stratioti primi introrno in un borgo, et per non ha- 
ver altro subsidio de fanti, forno rebatuti et cazati 
fuora. Fu mandato un trombeta a la terra, lo quale 
fu repulso da' todeschi. Tandem, zonseno le fanta- 
rie, et piantate zercha bore 20 le artelarie, con una 
grandissima pioza la qual ne a compagno da la mati- 
na in fin a nocte, batessemo la terra a la porta de 
Padua, et facto un gran rombo ne le mura, facesse- 
mo un tentativo de ba taglia, ne la qual morì 14 to- 
deschi et de li nostri doi e fcridi alquanti. Et per la 
sopravenientia de la nocte, fu lassata l' impresa con 
animo e deliberation ferma de questi Carissimi pro- 
veditori di far questa malina ogni possibel experien- 
tia di optenir la impresa. A quel tempo medesimo, 
el magnifico et valoroso capitanio zeneral de le fan- 
tarie, havendo sentito che 500 de li homeni sui, cu- 
pidi di gloria et di preda, senza timor de periculo 
alcuno (nel) passar una grossa aqua ne la qual se 
anegomo alcuni valenti homeni erano andati a la 
impresa del borgo de Pusterla, se li aviò drietocon 
el resto del e/lonelo suo, el trovò li dicti 500 haver 
preso el borgo; ma per la gran furia de 1 inimici et 
maxime de li homeni d' arme del papa che li veni- 
va adosso, cedevano et al meglio potevano se retira- 
vano. Dove, per el soprazonzer de esso magnifico 
capitanio, li noslri preseno vigor et forza, et valoro- 
samente cazando li inimici obietterò diclo borgo, 
con occision de zercha 15 de' inimici et brede (pre- 
de?) de tre boni cavalli grossi. El ivi se alozorno. 
Orcha hore 7 (sic) de nocte, vene missier Simon de 
Porto, misier Bernardino de Sessa et missier Jacomo 
da Tliieue a le Torre dove alozavano li clarissimi ca- 



pitauio el proveditori, et finalmente eoncluseno la 
dedition cum pacti et modi che harete inteso. Questa 
matina si ha traetato del modo de mandar prima 
(le) zente imperiai salve con le sue robe, justa la 
promessa per li capitoli facta, et tandem, a hore 
zercha 50, facti li debiti preparatorii, ussirno prima 
una bandera de zercha 400, drieto la quale seguita- 
va una turba magna quam denumerare nemo po- 
terai di femene el sguatari et altra canaglia inutile. 
Seguitava poi certo numero di cariazi et due boche di 165 
focho cum circha 30 cavalli, tra quali erano alquanti 
homeni armati di arme bianche. Succedevano poi tre 
altre bandiere solo le quale judico fusseno 1500 ho- 
meni. Da poi zercha 16 cavalli cum el principe de 
Haolt over de Haalt capitanio zeneral di le fantarie 
imperatorie, drieto a' quali venivano 6 falconeti. Poi 
seguitavano 7 bandiere cum zercha 5800 homeni. 
In fine de tutta questa ordenanza, erano zercha 60 
schiopetieri. Forno in summa bandiere 11, fanti de 
T ordinanza 4400, cavalli zercha 60, boche di fuogo 
8. Queste zente erano assai belle, ma mal armate 
di arme da difesa. Lo principe capitanio, homo de 
zercha anni 50, bona presentia, et servava conve- 
niente gravità. Era el borgo per ci qual ussivano 
pieno di nostri cavalli lizieri et di populo, li quali in- 
cessanter cridando : « Marco, Marco » a confusion 
di quelle bestie fazeano risonar tutto quel locho. Ho 
pretermesso che Frachasso, con zercha 50 homeni 
cT arme di sui, fu el primo a ussir. Et cussi, tutti 
insieme cum scorta de 100 balestrieri de' nostri, se 
aviomo verso Marostica, poi Bassano. Da poi, li ho- 
meni d'arme del pontifice el balestrieri a cavallo, 
che erano dentro de la terra, forno facti ussire et 
alozati in uno borgo per questa nocte, cum bordine 
che da matina se ritornello. Sono homeni d' arme 
70 et balestrieri 40 benissimo in hordine et d' ar- 
me, cavalli el careazi. Et poi hisperactis, el magni- 
fico zeneral et proveditori inlrarno dentro de la 
terra, la quale, al loro venire, credo non habiano fa- 
cto menor segno de letizia che li sancti padri al zon- 
zer di Cristo al limbo; che se 1 si volesse narar el 
tutto, seria longa cossa. Non voglio obmeter questo: 
che havendo alcuni fanti di nostri dato principio di 
sachezar alcune caxe, ne forno presi 4 et immedia- 
te impichati, alcuni a le fenestre et alcuni a le porle 
de le caxe ne le qual erano relrovali a robare ; la 
qual cossa è stata di grandissimo contento di questo 
populo, et optimo exempio. Speremo se piglierano 
de T altre imprese, et cum lo ajuto de Idio et di la 
bona fortuna, ci condurano al desideralo fine. Altro 
non mi occorc, salvo che faziate intender a quei Si- 



321 



MMX, NOVEMUHE. 



322 



gnori die se ricordono di me, altramente impossibcl 
è io el slia (sic). Stati sano et a li signori fratelli et 
a li amici ricomandatime. 

Data Vincenti^, die 14 mensis novenibris 
1509. 

A tergo : Al magnifico signor missier Filippo 
Trun fo dil clarissimo missier Priamo come fratello, 
165* aut a missier Vicenzo e missier Nicolò fratelli. 

A di 16. Fu posto por li sa vii una lettera a li 
proveditori zeuerali in Vicenza. Chome havemo aute 
sue lettere e inteso il tutto. Che saria bon andar di 
longo e usar la viloria, perchè non li manchere- 
mo etc. Itetn, debbi proclamar quelli citadini man- 
cano in la terra, che, in pena de rcbelion, in termine 
di zorni 15 debino ritornar e ritornando li sia per- 
donado etc. exceptuando Hironimo da Nogaruola, 
i Trenti, i Tiene et i Drcsani, quali e slati in dolo, e 
altri chi par a loro ; ma queste 4 caxade reputemo 
certo per rebelli. Or sier Alvise Zuslignan è di Pre- 
gadi, qu. sier Marco, qu. sier Bernardo el cavalier 
procurator, andò in renga dicendo questa lettera 
non è calda, e si voi usar la viloria, e suo avo non 
governava cussi e non deva le terre via, dicendo : 
« devento mato Serenissimo Principe eie. » Or tan- 
dem fo conzà la parte per i savii e scaldi, che l'opi- 
nion del Senato è si vadi a Verona e non a questi 
castelli etc. Et cussi fu presa la lettera. Siche ussi- 
rano. Et fu preso di balotar 4 proveditori, uno di 
qual rimagni proveditor a Vicenza, li altri tre vadi- 
no col campo verso Verona. Et rimase sier Cristofal 
Moro per esser più vechio, et lo soto il Marcelo, poi 
il Gradenigo et il Griti. Ave de sì 13 balde. 

Et in questa matina fo puhlichà in Rialto una 
parte mollo longa presa nel Colegio di le biave, 
zercha 1" bordine di forneri, panniamoli, monari etc. 
ut in ca. Fortasse la copia sarà qui sot> scrita. Et 
el di sequente, che fo domcnega, fo puhlichà a San 
Marco a noticia de tulti. 

A dì 17, la matina, vene Zuun Gobo corier con 
lettere di Roma, qual vene di Rimano in (pia con 
uno nonlio di sguizsiri el qual è stalo a Roma dal 
papa etc. Era un todesco, bel homo, con una cadena 
<r oro al collo. 

Di lioma. Di oratori, di 11. Chome il cardi- 
nal Grimani havia dimanda liccntia per cinque ora- 
tori al papa, qual disse : « tutti sic o niun » e che 
'I non i ha per oratori, con parole molto coleri- 
che. Et poi dimandò almen una suspension di la 
scomunicha: (piai disse chome s: mo in praticità di 



far una altra mazor che la prima. Siche di Roma 
nulla si poi sperar, perchè il papa e d' acordo con 
Franza, e voi dar il capello al cardimi fratello dil 
gran maistro. Et va per San Martin, zoè è andato a 
Hostia con alcuni soi cardinali, e starà 3 zorni, ci 
tornato, essi oratori insterano la liccntia. Tamen, 
concludcno de li non è da sperar nulla, imo è da 
far quanto si poi etc. 

Da Napoli. Di Lunardo Ansclmi consolo. 
Avisa chome ha lettere di Palermo di sier Pelegrin 
Venier, eh 1 e nova quella galia che; le fuste di turchi 
la prese dil papa, hessendo a Tunis di Barbaria con 
tutte le bandiere dil papa, la mandavano essi turchi 
a donar al Gran Turche Item, scrive altre occo- 
rentie di Napoli, et dil zonzer dil vice re era in Ci- 
cilia, nominato don Raymondo Cardona, chome ho 
scripto di sopra. 

Di sier Piero Marzello proveditor. Vidi let- 
tere di 16 date in Vicenza. Chome la matina 
mandavano cavali lizieri 400, sì per tentar di averlo, 
come edam per scorer il paese che da li todeschi 
che di Vicenza partìno vieti ruinato etc. 

Di Padoa. Di rectori. Chome hanno mandi 
farine verso Vicenza per il campo ; et che '1 campo 
ha gran scquilo ; et che domino Luzio Malvezo ha 
auto li ducati 2000 et è levalo con la compagnia per 
Vicenza. 

Di Lignago. Di sier Carlo Marin provedi- 
tor. Chome i nimici hanno brusi Cerea e vano a Bo- 
volon facendo danni, maxime a le caxe di nostri 
zenthilomeni, et brusi la caxa di sier Lorenzo Ca- 
pello. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con zonta zercha 
la expedition de' padoani, et fu suspeso l' apichar di 
tre, come ho scrito, fino a sabado, sarà a dì ... di 
questo, acciò veronesi etc. 

Et a vesporo vene a palazo il capitanio zeneral 
di mar vestito di veludo negro, maneghe strete, et 
una barcta di veludo negro in capo, et soi parenti. 
È venuto di Chioza. Era con lui sier Marco Antonio 
Contarmi eleclo capitanio in Po. Et andato dal prin- 
cipe, poi insieme iutroe nel Consejo di X et parlò 
molte parole. In conclusion, non sente andar con 
Tarmada in Po per esser periculosa impresa, e poi 
tutti li animali è sta mena sul bolognese el il Po e 
T Adexe è smagrito e basso eie. Lauderia andar con 
Parmada a luor Ravena et Ancona, dove e cerla 
praticha, licet sieno terre di la Chiesia, et brusar et 
minar Fan et Sinigaja, over andar a tuor le terre di 
Puja eie. E noia. Zuan Francesco d' Ascolo, fo no- 
stro conestabele è qui, si ha oferlo con ducali 8000 



166 



323 



«1)1X, NOVKMBRE. 



im 



far zente e dar Ancona e allre (erre di Y Apruzo, et 
non ottenendo, voi dar segurtà de V impresa e dar 
li danari indrio. Or dito capitanio zeneral stele do 
bore nel Gonsejo di X, et consultato fra li savi, fo 
terminato : primo non lassar l' impresa contila Fe- 
ra ra, maxime perchè bisogna zente di terra, qual 
son occupade verso Verona ; e che V annada picola 
vadi a minar Comachio. Or ussito il capitanio dal 
Gonsejo di X, vene per piaza con assa' zente drio a 
bore 53, e andò a caxa sua e la matina tornò a 
Chioza. 

A dì 18 domenega, di Vicenza si ave lette- 
re di eri di proveditori generali. Chome haveano 
mandato fra' Lunardo conestabele con li cavali lizieri 
verso Soave, e il capitanio zeneral e allre zente era- 
no andate alozar a Lonigo Item, hanno ricevute le 
nostre lettere, et diman a dì 11), tutto el campo di 
Vicenza ussirà lassando custodia dentro di cavali . . . 
et fanti 1500, et rimagnìrà sier Cristofwl Moro pro- 
veditor zeneral ; ma el Moro non voi restar, come 
dirò poi, et dimanda licentia. Item, hanno in Vero- 
na è intrati fanti 5000 spagnoli, e 11 è *1 vescovo di 
Trento, e altre particularità ut in litteris. Item. 
Chome Piero Spolverin et Hironimo di Pompei con 
cavali lizieri erano andati verso Soave, et haveano 
intercepte lettere dil vescovo, di Verona, andava al 
capitano era in la rocha di Soave alemano, che lo 
confortava a lenirsi et il re li manderia soccorso qual 
vegneria con gran zente, et veniva 50 fanti per Soa- 
ve la matina seguente. Et che li ditti haveano inteso 
dove venivano, e li aspeterano etc. Item, scrive si 
fazi imprestar 50 raynes che li manderia etc 

Di Padoa. Di quelle occorentie, e dil partir di 
domino Lucio Malvezo pel campo. Etiam parti el 
pagador Morexini per campo. Item, che 11 a Padoa 
è zonli Beraldin e Rigo Porro quali erano con Y im- 
perator, et di Vicenza mandati con un Irombeta, et 
era gran mormoration, unde li mandano a la pre- 
166* sentia di la Signoria nostra. 

Noto. Fo dito sier Sigismondo di Cavalli zenthi- 
lomo nostro et veronese, stato fin hora a Verona et 
veronese dove ha possession, par con 500 cavali el 
2000 villani di veronese sia venuto a trovar li pro- 
veditori nostri. Tamen, per lettere di proveditori, 
nulla se intese. 

Di Castel { rancho, di sier Lucha da cha' da 
Pexaro podestà. Chome ha aviso il re eli romani si 
aspetta a Bassan, dove è assa 1 fanti, li quali vanno 
danizando et hanno brusato quatro ville etc. Et che 
li in Bassan si fortifichano facendo bastioni. 

Di sier Piero Pasqualigo dotor, cavalier, va 



orator in Hongaria, date a Sgriza a dì 4 no- 
vembrio. Replicha il zonzer a di 55 octobrio, et poi 
dil venir li dil conte Zuan di Corba via, qual si dolse 
esser venuto de lì via, perchè Bot Andreas è suo 
amicho eie. Scrive coloquii auti, et che si ha fato fra- 
delio zurado con ditto conte Zuane e basatosi per 
la bocha. Qual li dà 550 cavali, e va con lui fino in 
Zagabria, e de lì poi intrarà in Hongaria. Item, par 
ditto Both An !reas li ha srrito che Y è servitor di 
la Signoria e bon amico e voleva andasse da lui; el 
qual non ha voluto andar, ancora che 'I fosse avi- 
sato li faria salvoconduto, perchè el lien non lo 
mantegneria. Siche va al so camin. Scrive altre par- 
ticularità, e di turchi nulla, per non esser nulla de II. 

Da poi disnar fo gran Consejo, fato consier di 
Santa Croxe, in luogo di sier Hironimo Capello a 
chi Dio perdoni, sier Piero Morexini fo consier da 
San Cassan, el qual la matina sequente introe. 

Fo letto, a nolicia di tutti, la parte presa a di 15 
di questo in Pregadi zercha le traslation da esser fate 
ai X savii ut in ea, assa' longa. Vene di Roma sier 
Francesco Corner, vien orator di Spagna, stato zor- 
ni (SO a Roma che non ha potuto haver licentia, e 
auta vene a Pesaro, dove montò in barena e ogi è 
zonto. É in panni logubri e barba per il fratello 
morto. In questo zorno, si partì le barbote n.° 3, 
ganzaruoli n.° 5 1 1 le fuste 5, capitanio di dita ar- 
mada sier Marco Antonio Contarmi ditto Camalli, 
va a Chioza, dove starà a ubidientia di là Signoria 
nostra di andar in Po o in Y Adexe, benché il Cole- 
gio sente vadi a minar Comachio. 

Nolo. Eri, in Colegio, fo dato licentia a Zuan Al- 
berto di la Pigna aver salvoconduto, qual voi vegnir 
in questa terra a dir alcune bone cosse per ben dil 
stato nostro intervenendo il ducha di Ferara, qual 
dice esser bon fiolo di la Signoria nostra etc. 

IH sier Piero Marzello proveditor zeneral, 
di Vicenza, di 17 novembrio, hore 17. Chome 
nostri haveano tolto Soave, zoù la terra, et la rocha 
ancor se tien. El hanno auto Cotogna. El conte Al- 
berto da Serego che de lì volse andar a Verona con 
molti cavali, fo da li nostri de Lignago arsaltalo et 
mortoli et presoli molli homeni, et volendo con cer- 
ti pochi che li è restati tornar a Cologna, inteso li 
nostri erano entrati, se n' è andato a M ntagnana, 
dove nostri mnndono por veder quel voleno far e il 
messo non era ancora tornato. Item, in Vicenza, 
havendo auto Y hordine di la Signoria nostra e dil 
rimanir dil provedidor Moro lì, qual non voi star e 
voi licentia, resta homeni d' arme zercha 70, cavali 
lizieri 500, el fanti da zercha 1500 in 1500 capo 



3-23 



MD1X, NOVKMBRE. 



3:20 



Guagoi Pincone. E il campo da matina si leverà no 
per Lonigo lutto, dove, secondo li andamenti de' i- 
nimici, si governerano. Di Verona intendeno il po- 
pulo esser per imi et chiamar San Marco; ma che li 
167 ciladini e zentilhomeni sono contra, et che '1 Con- 
seglio havea inandato a dimandar francesi in suo 
soccorso, et è certo che più presto de' francesi che 
de 1 todeschi fazino il suo fondamento. Et potria esser 
che questo fusse causa di meler zelosia et dissension 
tra loro, tamen saria mal francesi li inlrasseno et 
2*200 spagnoli e vasconi in zercha che erano |>er 
lo paese. Né li averiano lassati intrar in la terra; ma, 
intexa la nova dì Vicenza, li hanno acceptati ciré un 
mal segua! per noi. Item, a Bassano è fama, sia tra 
li fanti todeschi die prima erano e li partiti da Vi- 
cenza et quelli che li proveditori mandono via, sono 
da 6 in 7 milia fanti. Lo imperator e a Ivan 20 mia 
lontan de li, con fama de vegnir avanti ; tatnen non 
è da eroder, non ha vendo più genie di quello l' ha, 
e ultimamente el parli da Trento con cavali 100 so- 
lamente. El vescovo di Trento, eh 1 è in Verona, ha- 
vea mandato lettere con uno suo messo al caslelan 
di Soave confortandolo a tegnirse perchè subito li 
manderia, olirà 50 fanti P havea, allri 50. Li nostri 
preseno il messo con le lettere, qual se manda a la 
Signoria nostra, per el qual el dice aver mandato per 
francesi, et che '1 re di romani vegnirà da P altro 
canto et meteria nostri di mezo, né dubitava de 
certa Victoria. Li 50 fanti gionseno la note. Li fczmo 
aspelar in certe caxe nel borgo, et a 1* alba ussileno 
li nostri el taglioli parte a pezi et parte fenno pre- 
soni. Item, hanno mandato messi da ogni canto per 
intender li andamenti de' inimici, et secondo quelli 
poi governarsi per non meler le cosse in pericolo et 
a sbarajo, né meler il pe' a fallo ma andar con ogni 
segurlà, tanto più che, convenendo lassar giente a 
Treviso, Padoa, Vicenza. Lignago e Soave, è forzo 
mandar etiam qualche fante volendosi acostar a Ve- 
rona senza intelligentia di la terra ; e il nostro exer- 
cito è debile e senza un soldo, che è molti di questi 
balestrieri e stratioti e fanti che non son pagati e 
stanno mal conlenti lamentandose al continuo, siche 
di loro mal si po' sperare non li satisfacendo. Et 
scriveno a la Signoria. 

A dì 1!), la matina, si ave aviso a bocha, tamen 
le lettere di proveditori no 'l diceva, die veronesi, 
inleso nostri esser mirati in Vicenza, la qual nova 
Pebcno il mcrcore a dì 15, subito chiamono il Con- 
sejo generale, dove era tre parte: una I* imperator, 
una Frauza, una la Signoria nostra, la qual era 
molto più, e che 1 vescovo di Trento persuase avan- 



ti la Signoria cha Franza, tamen che mandasseno 
oratori a P imperator eie. Item, il re esser a Trento 
con la rayna. Tamen, si have lettere di eri bore 17 
di proveditori, che ussivano col campo di Vicenza. 
Item, par nostri verso Marostega amazaseno alcuni 
fanti alemani, et Thodaro Frassina capo di stratioti 
ne amazò alcuni, zercha 300, verso Bassan, venivano 
per ajuto di Marostega, et è nominato Piero Testa 
capo di cavalli lizieri. Item, che hanno mandato prò- 
vedilor a Cotogna sier Andrea Vendramin qu. sier 
Lunardo, et quelli di Lonigo e Cotogna è venuti a 
inchinarsi eie. 

Di Vicenza, di sier Cristofaì Moro prove- 
ditor. Chome voi licentia, e non voi restar lì prove- 
dilor. Dice è vechio etc. Item, non ha ancora procla- 
mato quelli vicentini per bon rispetto, et alcuni vien 
in la terra. Item, scrive altre cosse di Vicenza, cho- 
me achade etc. 167* 

Di sier Piero Martello proveditor, vidi let- 
tere di 18, da sera, date in Lonigo, Come, in 
quella matina si levoe col campo e li altri do pro- 
veditori zencrali Griti e Gradenigo, e zonseno lì et 
hanno auto a pali nostri la rocha di Soave. Di Mon- 
tagnana dove mandono, quelli soldati feraresi erano 
dentro e (si) mostravano bravi di volersi tegnir, 
tamen, intendono da quelli di Montagnana, maxime 
di Alvixe Gtijoto, che mandandoli gente, nostri P ba- 
nano senza contrasto. Item, di hora in bora, aspe- 
lano messi mandati a Verona, el quello riporterano 
cussi farano. 

Di Trevixo, dil proveditor Mocenigo. Chome 
domino Zuan conte Brandolin con le sue zente é li 
vicino, et voleno tuor 1' impresa di Citadela over 
Feltre etc. e lui proveditor etiam sari etc. 

E nota. Se intese flironimo da Noganiola over 
presta e dato ducati 500 al re, per pagar alcuni fanti 
per mandarli a Citadela. 

Noto. In questi zorni, el conte di Colalto 

zencro di sier Bernardo Zane, stato fin hora a San 
Salvador et Colalto, et si havea no aderito a P impe- 
rio, tamen sempre hanno mostrato bon voler lui e 

il fratello et el conte Iacomo soldato, 

sono zentilhomeni nostri et hanno moglie nobele, 
or dito conte vi ne a Venecia et fo domenega a Con- 
sejo etc. 

Item, tuttavia vien vicentini in questa terra; si- 
che non potevano star senza questa terra ; et ragio- 
nano molte cosse zercha le spurzizie alemane etc. 
Item, sier Marco Trun qu. sier Antonio, qual andò 
a Padoa el fo a l'asedio e fu posto sopra li amatali, 
or ritornò a Veueeia non havendo più bisogno di 



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MD1X, NOVEMBRE. 



328 



starvi per esser variti, et maxime el Zitolo che sta 
bene e Zuam Griego etc. 

Noto. Si have uno aviso di Treviso, che verso 
Gtadella erano sublevati zercha 2000 villani in arme; 
et dimandatoli la causa, diceano perché quelli sono 
in Citadella ussivano a Tarli danni et voleano bis- 
sarli le caxe. El signor Pandolfo Malatesta se ritro- 
va (là). Gionse sier Andrea Donado qu. sier Polo, 
fo podestà e proveditor a Martinengo e prcson di 
francesi, qua! ha pagato ducati 800 et é sta liberato, 
et referi molte cosse viste per viazo etc. come di- 
168 rò poi. 

Da poi disnar fo Pregadi, el leto molte lettere et 
uno riporto di uno vien di Brexa, che in brexana è 
da zercha 6000 cavali di francesi alozati. Item, che 
in Brexa la Signoria vien desiderata e, come nostri 
haverà Verona, si vederà mutation. E una canzon e 
polizc trovate, dicono Avogari, Martinenghi, Ave- 

roldi et hanno tradito la Signoria eie. Item, 

altre cosse ut in relatione, qual ben non ho potuto 
intender. 

Di sier Andrea Arimondo qu. sitr Simon 
a Treviso una lettera a la Signoria in sua excusa- 
tione, e come il Mocenigo ha fato per malivolentia, 
e si vederà la verità, e prega il podestà fazi lui il 
processo. Or li savii messeno una parte che il pode- 
stà e il proveditor tutti do fazino li processi, e li 
mandi a l'avogaria facendo le predarne. E fu presa. 

Fu posto, per li savii, che li debitori di l' ultima 
tansa et ultima dexima al sai si pagi termine tutto il 
mexe, aliter siano mandati li debitori a le cazude 
con 60 per 100. E fu presa. 

Fo Consejo di X con la zonta in Pregadi, et pre- 
seno di elezer do sopra le confiscation, con do per 
100 di utilità di quello confischerano in la Signoria 
nostra, zoé di padoani e trivisani e vicentini beni di 
rcbelli. E rimasene sier Zuan Corner savio a terra 
ferma qu. sier Antonio et sier Antonio Condolmer 
savio a terra ferma qu. sier Bernardo, con P auto- 
rità ut in parte. Fono tolti sier Hironimo Querini 
fo cao di X, sier Daniel di Renier fo avogador, sier 
Nicolò Dolfin fo di la zonta, sier Francesco da Leze 
è proveditor sora il phisco, sier Francesco da cha* 
da Pexaro è proveditor sora il phisco el alcuni 
altri etc. 

Et poi, venuto fuora il Consejo di X, sier Alvise 
da Molin savio dil Consejo andò in renga, dicendo 
fin hora non si ha pagato Monlenuovo et vien al 
basso, et è bon legnirlo in reputalione. Et però voi 
pagar li prò' et ubligarli li sali si durano a Padoa e 
Vicenza et Verona aquistala la sarà, e ineter certa 



dexima a restituir 1510 dil primo Montevechio di 
la paga di septembrio etc. zoé di "27 milia ducati 
erano ubligati al Montenuovo ; con altre sue fanta- 
sie, dicendo chadaun pensi. Fo longo, disse assa' cos- 
se etc. e di questo (fu) comanda credenza. 

A dì 20, veneno in Colegio do, videlicet Rigo 
Porro et Beraldin Beraldo, quali erano con P impe- 
rator, haveano 30 homeni d' arme per uno, e presa 
per nostri Vicenza, non andono via con li altri e ve- 
neno da li proveditori zenerali, li quali li mandono 
con uno trombeta fino a Padoa. Or li rectorì di Pa- 
doa, visto stevano in Padoa con murmoralion di 
tutti, li feno dir venisseno a la Signoria nostra. E 
cussi e venuti, e intrati dentro, volendosi scusar, 
atento haveano fato assa 1 danni a 1 nostri el Rigo 
Porro era soldato dil capitanio zeneral nostro, il 
principe li mandono in una altra sala dove erano li 
capitani e officiali e ti butono una capa in cao per 
uno 'et li messeno in prexon in li chameroti; siche 
sarano spazati chome voi li soi demeriti etc. 

Vene sier Francesco Corner, vien di Roma, stato 
orator in Spagna, vestito di panno negro a manege 
dogai, et disse poche parole, et fo remesso che re- 
ferisse ogi in Pregadi. 168 # 

Noto. Fo dito una nova non vera, che veronesi 
haveano mandato fuori di la terra li fanti spagnoli. 
Tamen, fu vero che nostri ebbeno la rocha di . . . 

Di sier Piero Marcello proveditor general, 
vidi lettere date in Lonigo a dì 19. Come diman 
• per tempo partiva il campo per andar verso Vero- 
na, et anderano a Caldiero mia 10 dì Verona per 
acoslarsi poi mercore a dì 50 apresso la terra, per 
apresentarsi con le artelarie a le mure over porte. 
Et hanno aviso in Verona esser zercha fanti 3000 e 
il signor Constanti!) Amili e il signor Zuan Francesco 
di la Mirandola con numero ... di cavalli. Et in Mon- 
tagnana è presidio di zente da pe* e da cavalo, e 
mostra volerse defender. Item, che Verona è in tre 
parte : una todeschi, una francesi et una venitiani ; 
et che Lonigo e Cologna si hanno mostrato tanto 
marcheschi quanto si pò dire, e tutto il contado Vi- 
sentin e veronese le femene coreno per tutte le 
strade con tanta fede et devotion, eh* è cosa incre- 
dibile. Itcm, a Citadela mandono alcuni cavali li- 
zieri per tender con domino Alexandro Bigolino 
eh' è lì de averla. E non fano altro etc. 

Item, per lettere di proveditori, se intese have- 
rano vituarie da Lonigo et Cologna assai per il cam- 
po ; et che quelli di Lonigo mandano oratori a la Si- 
gnoria nostra e volcno il suo podestà, era sier Fran- 
cesco Cocho qu. sier Antonio ; el a Cologna fo man- 



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MDIX, NOVEMBRE. 



330 



dato por proveditor sier Andrea Vendramin qu. sier 
Lunardo parente di sier Andrea Griti proveditor, et 
in Lonigo sier Simon Valier qu. sier Piero. 

Vene in Colegio sier Francesco Pasqualigo qu. 
sier Filippo, et mostrò una lettera auta da sier Lo- 
renzo Pasqualigo suo fradello di w 26 oclubrio, rice- 
vuta eri. La copia del capitolo dice cussi ad Ut- 
teram: 

Sapiate che la nave Rezante dil re che andava 
a Ligorna con la nave di Frescobaldi, non voi che 
la vadi e fata discargar. Né non voi vadi altra nave 
inglexe di là dil streto di Zibeltera per niente, e que- 
sto perchè Y ha per certo che 1 re di Franza fa far 
preste (sic) da 60 nave de portada de toneli 600 in 
zercha per tempo novo, e le solizita molto ; le qual le 
fa ogni sua terra una nave a tutte sue spese secondo 
suo poter. Le qua! nave erano principiale fina l'altro 
anno, e la majestà di questo re li voi aver l' ochio a 
le mane, che non è da fidarsi, ancor che pocho lo 
stima. 

Noto. Si ave in Colegio una relatione mandata 
per li rectori di Padoa per uno fante di Zunon di 
Colorno vien di Trento. Come il re di romani era a 
Trento quando intese la nova dil perder di Vicenza, 
et sopravene il principe di Nalt partito etiam lui di 
Vicenza, qual il re lo fé 1 sentar a taola con lui pe- 
rò che 1 distrava, e volse el disnase con lui. Vene 
etiam Hironimo Nogaruole, e il re lo cazò via. El 
qual e pochi di che 'I dete a ditto re ducati 500 per 
pagar certi fanti. Item, la rayna par sia slata col re, 
169 e tornata a Trento. 

Da poi disnar, fo Pregadi et leto molle let- 
tere etc. 

Fu posto per li savii, atento le lettere dil prove- 
ditor sier Cristofal Moro di Vicenza eh' è una dona e 
fidi di uno era conestabele a la porta dil Monte, 
qual fo morto da 1 todeschi con furia et uno suo fio! 
perché el basò il ponte e tajò le cadene per introdur 
nostri stratioti dentro, e introno e fono rebatudi e 
con furia essi todeschi lo amazono ; che la dita mo- 
glie e fioli abbi in vita la castelanaria di Brendola. 
Et fu presa. Val ducati .... 

Fu posto, per sier Vetor Morexini proveditor 
sopra la sanità, per causa di la peste che pur pize- 
gava, che doman eh' è 'I di di Nostra Dona, videli- 
cet la Conception, che non si averzi la chiesia dil 
Sepulcro. Sier Nicolò Memo suo colega andò in ren- 
ga e oontradisé, dicendo non si voi far questo danno 
a quelle monache perché bisogneria serar più presto 

/ Diarii di M Sanuto — Tom IX. 



le chiesie di Frari e San Zuan e Polo dove fano la 
festa, cha questa. Et disse che 1 dito sier Vetor da si 
solo fé' meter in prexon quelli bagnò il corpo di sier 
Lunardo Bondimier e poi fo cavati, (Targandolo voi 
esser solo, e vien a bona hora a Y oficio e si parte 
subito etc. Sier Vetor andò suso et disse quello li 
parse. Andò la parte : 35 dil Morexini, 120 dil Me- 
mo e Grimani soi collega, che non si serri. E questa 
fu présa. 

Fu posto, per li savii alcuni di Colegio, che 'I ca- 
pitanio zeneral, era a Chioza con Y armada, che 
mandi galie a levar 250 cavali di stratioti è in Istria 
con sier Francesco Pasqualigo suo proveditor e torni 
a Chioza, e in questo mezo, l' armata picola capitanio 
sier Marco Antonio Contarmi, vadi a tuor et ruinar 
Comachio etc. Questa parte messe sier Antonio Gri- 
mani, sier Francesco Trun, sier Thoma Mozenigo 
procuratori savii dil Consejo, et sier Andrea Trivi- 
xan savio a terra ferma el cavalier. Et sier Marco 
Antonio Calbo, sier Vètor Capello, sier Domenego 
Venier savii ai ordeni, messe Y armada piccola entri 
in V Adexe et la grand a in Po ruinando etc 11 resto 
di savii di Colegio, messe Y armada vada in Istria e 
aspeti mandato, e l'arma' picola a Comachio. Or 
parlò primo sier Francesco Foscari savio a terra fer- 
ma, poi sier Antonio Grimani, poi sier Lucha Trun 
e dil Consejo di X molto gajardamente e ben, e con- 
fortò mandar Y arma in Po et ruinar tutto atento i 
mali ne ha fato il ducha di Fera ra, et parlò sapien- 
tissimamente. Et poi andò sier Alvise Zustignan é di 
Pregadi qu. sier Marco, qual sentiva etiam lui que- 
sta opinion ma disse zercha cavali etc. Or perché il 
Pregadi sentiva, li savii messeno d' acordo scriver al 
capitanio zeneral é a Chioza che con tutta l' armada, 
la picola e grande, entri in bocha di Po di le Foroa- 
xe e vadi verso Ferara brasando e ruinando il tutto, 
e doman si publichi chi voi andar a 1 danni de 1 fera- 
resi vadi che quello pierà sarà suo, non tochando 
robe de nostri ; e sia sento a Padoa mandi 500 fanti 
verso Montealban di quelli sono li, per montar su 
dita armada eie. Andò le do parte, perchè li savii 
tre ai ordeni voleva mandar Tarma picola in Y Ade- 
xe, 1 non sincera, 2 di no, 35 di savii ai ordeni, 140 
e più di la parte. Et fu presa. Veneno zoso hore 5 
di note. 169* 

A dì 21, la matina, in Colegio non fo let- 
tere di campo, ma solum di Vicenjfa di sier 
Cristofal Moro proveditor general. Come ha ri- 
cevuto lettere di la Signoria nostra che romagni li, 
et lui dize non voi restar et voi vegnir a caxa. Ha 
da far assai et é vocino, e se pur la Signoria voi che 

22 



331 



MDIX, NOVEMBRE. 



332 



'1 resti, è contento aiutar col campo ma non star lì. 
Item, non ha proclamato li citadini etc. f>er li re- 
speli scrive in ditto sue lettere. 

Di Castel (rancho, di sier Lucha da cha' da 
Pexaro. Come i nimiei sono a Bassan e Citartela, 
hanno brusalo li borgi et vanno facendo danni assai 
per i contildi lì intorno, e li villani sono in arme, et 
altre particularità ut in litteris. 

Di Padoa, di rectori. Nulla da conto. 

Dil Zante, di sier Antonio da Multa prove- 
ditor. Di alcune (uste di turchi quat per fortuna si 
smarì alcune di le altre, e quel bassa di la Morea 
dubitò le nostre gatie non P havesseno prese, et re- 
lene certe navi nostre, linde , lui proveditor li scris- 
se che questo è conlra li capitoli di la pace, unde le 
lassò etc. Scrive di quelle cosse. 

In questa matina, sopra la piaza di San Marco 
erano adunate assaissimo persone per u.lir la crida 
di dar Ferara a saclio, et cussi tandem venne Bapti- 
sta di Conforti comandador, et publichò una crida 
la qual qui soto è posta. Etiam in questa matina in 
Rialto fo publiehada. 

Copia di la crida di dar a saclio Ferrara. 

El Serenissimo Principe fa a saper a cadauno : 
esser sta deliberato che tutti quelli che vorano an- 
dar, si con barche come (in) qualunque altro modo 
et via ai danni del ducha di Ferara et del ter i torio 
suo, habino et godino tutto quello che (in) qualun- 
que modo aquisterano, siche el sia suo libero senza 
alguna eoiTtradilione ; exceptuando li homeni che 
hanno tolto soldo su le galie da Baruti et Alexan- 
dria, quali non possino andar sotto pena de esser 
dati per fatlidi e star 6 mexi in prexon et perder tutto 
quello i avesseno guadagnato. Se dechiara etiam, che 
lutti quelli anderano a dieta impresa, debino star ad 
obedientia dil capitanio nostro zen crai de mar, et de 
quelli che da lui sera ordinato. 
170 Eviva San Marco. 

Da poi disnar fo Pregadi et letto le infrascripte 
lettere : 

Di Padoa, di rectori. Come hanno di quelli 
fanti è li tolto numero W0 solo 4 coneslabeli, et li 
mandano juxta mandata a Montealban per mon- 
tar su P armada per andar in Po, et sono partili 
questa matina con gran jubilo. Vano a Bovolenta, e 
il di sequente per aqua sarano a Montealban. Et il 
resto restanti voleano etiam loro andar, tanto è il 
desiderio di andar a Ferara. 



Di Trevixo. Di sier Andrea Arimondo qu. 
sier Simon. Ha inteso la parte presa in Pregadi che 
1 proveditor Mocenigo fazi el processo insieme col 
podestà, et dice il proveditor fa a odio, et che P ha 
Irato di caxa dil podestà e messo in prexon in una 
torre, dolendosi etc. 

Dil capitanio zeneral di mar, di eri Kore 9. 
Come ha ricevuto la lettera con la deliberation dil 
Senato, e cussi si leverà con galie 17 che lì si atro- 
va, et P armata picola. E fato zorno, darà la trom- 
beta et si aviari verso Po a la bocha di le Fomase 
jusla i mandati di la Signoria nostra, libentìssime 
facendo. 

Di Chioza, di sier Vetor Foscarini pode- 
stà. Chome, in quella matina, il capitanio zeneral, 
con tutte le galie e P armada picola era reduto al 
porto di Chioza per intrar in mar. 

Di sier Alvixe Dolfin proveditor, date in 
Caodistria. Cbome è lì, el quelli di Pixin fanno 
danni assai. E se ingrosano inimici di zente e tende- 
vano a la volta di Trieste, unde, dubitando di Mon- 
falcon, li ha provisto e mandato certo pressidio. 
Item, il dito scrive poi dite zente esser intrate in 
Trieste. 

Di Vdene, di sier Antonio Zustinian dotor 
vice locotenente. Zercha quelle occorenze di la Pa- 
tria, e le zente voleno danari. 

Et fono leto altre lettere di Vicenza, Padoa, Zan- 
te etc. 

Fu posto, per li savii, dar licentia a li citadini 
trivisani sono in quesla terra ubligati presentarsi, 
che possino andar conlra Ferara, con condition re- 
tornino poi compita P impresa qui. E fu presa. 

Fu posto, per li savii, una lettera a sier Alvise 
Zustinian podestà et capitanio di Caodistria, zercha 
debbi far restituir le robe fono tolte a Damian di 
Tarsia castelan a Castel novo ; qual non ha voluto 
obedir a tre lettere scriteli per la Signorìa nostra 
col Colegio etc. ut in ea. Parlò in defension di suo 
fratello sier Sebastian Zustinian el cavalier. Rispose 
sier Antonio Trun procurator savio dil Consejo e 
cargo molto dito sier Sebastian di le cosse di Brexa 
dove era podestà, et che P ha mina el signor di An- 
dre eie. Et andò iterum suso dito sier Sebastian e 
disse alcune parole in sua excusatione. Andò la littc- 
ra, et balotada do volte non fu presa ; ma la pende. 
Fu posto, per il Serenissimo e tutti di Colegio, 
meza tansa et una dexima a li govcrnadori a pagar 
termine dì 10, da esser restituita in questo modo di 
debitori da poi 4 mexi in là, et si possi pagar con 
don 10 per cento, e possino tuor di debitori e scon- 



333 



MD1X, NOVEMBRE. 



334 



tar con ehi li par, ci si possi pagar con arzenti mes- 
si alias in zectia eie. Sicr Marco Bolani savio dil 
Gonsejo, messe do dexime con questa moderna con- 
dition. Andò le parte. 5G del Bolani, 97 di li altri sa- 
70* vii. Et questa fu presa. 

A dì 22, la mulina, vene in Colegio Spadazin ca- 
pitario dil devedo di Padoa, qual vien di Vicenza, 
ha portato danari. Dize eri nostri intro nel borgo 
del Vescovo a hore 18 in Verona; siche la terra è 
nostra. Tamen, non fu vero. 

Di proveditori generali, date in campo a 
San Bonifazio a dì 20. Chome erano venuti li 
propinqui a San Marti), et il zorno sequente sarano 
con li stratioti e cavali lizieri quali vanno avanti. 
Tamen, non vedono movesta di la citi, et si preseli - 
terano a la terra la matina sequente. Item, dil zon- 
zer li in campo domino Lucio Malvezo con la com- 
pagnia etc. 

Di sier Piero Marcello proveditor general, 
vidi lettere di 20, hore 4 di note, date in campo 
a San Bonifacio. Chome erano venuti lì per esser 
dimane apresso Verona, e il zorno sequente erano 
per arsaltar la terra da do parte, e mandano 400 
cavalli in quella note di là di l' Adexe per unirse con 
quelli di Lignago et annerano al borgo di San Zen, 
e nostri dal canto di qua, et vederano.di aver la ter- 
ra. In la qual, intendono sono el signor Zuane di 
Gonzaga e alcuni altri cavali da 500 in 600, e fanti 
2000 fin 2~>00 tra spagnoli e vasconi, e le forleze 
hanno sono ben fornite de fanti alemani, et erano 
gionli lì certi capi francesi con pochi cu valli e fevano 
apariar stanzie con fama die francesi vegnino. Ta- 
men, per messi vegnuti di brexana, non se intende 
preparamenti de francesi da conto. Item, che de 
grossi citadini mandano via le sue robe e vanose 
absentando; et che quelli che restano, bravano di 
gran soccorso, fazen lo il suo fondamento su france- 
si. El che a Rovere si dimostrava far preparamenti 
de alozamenti, et è fama che il re havea coman- 
date gienlc assai. Tamrn, per quello essi provedi- 
tori senlino da le parte di sopra, le forze dil re era- 
no molto alongatc da li contini, siche non pono 
esser presti. Et il vescovo di Trento havia consegna- 
te le chiave di la terra a li zentilhomeni veronesi, e 
fatoge intender che se sapiano governar saviamente 
perchè lui averi cura e governo di le forleze. Et 
che li merchadanti e citadini bassi el il populo tutto 
ne desiderano; et li contadini ne seguitano con tanto 
cuor e alegreza che più non se poria desiderar. 
Item. li cavali lizieri, clic sono alozati a San Martin 
mia .') di Verona, sono siali a le man con i nimici 



che erano venuti fuora a sachomano per non haver 
strami, et nanne morti et presi molti de guadagno, 
cavali zercha 20, con do belli muli. Itetn, li altri 
nostri che sono verso Marostega, sono stati a le ma- 
ne con quelli di Bassano che vegnivano in soccorso 
de Marostega, el hannoli roti et cazati fin dentro de 
Bassano. Item, de verso Citadela hanno gente, et a 
Treviso, Padoa e Vicenza è rimasto fanti; siche 
Pexercito nostro è picolo, et uno soldo non è in 
campo, e molti non è pagati cridano e si lamentano. 
Però vanno a bel asio per non si redur con le fanta- 171 
rie fin solo la terra,. le qual sono quelle che hanno 
a far li primi arsalti, et non hessendo compiti di pa- 
gar, faria mal assai etc. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta et 
fono per compir di expedir padoani; et feno, in lo- 
cho di sier Zuan Corner e sier Antonio Condolmer, 
eleti proveditori sopra le conliscation a Padoa e in 
padoana, con 2 per 100 di utilità, sier Marco Lore- 
dan fo ai X savii qu. sier Domenego et sicr France- 
sco Barba rigo fo capitanioa Vicenza qu. sier Zuane, 
i quali poi refudono. 

In questa matina fono lettere di Hungaria 
di Vicenza Guidoto secretano nostro, date a 

Bada a dì Il sumario di le qual scriverò 

poi di solo. 

Ancora, in questa matina veneno in Colegio diexe 
oratori di la comunità di Vicenza, parte vestiti di 
scarlato et sci di veludo negro et do di pano negro, 
li nomi di qual sarano qui avanti scripti, et hebbeno 
audientia publica. Fé V oratione domino Nicolao 
Chieregato dotor et cavalier, la copia di la qual sarà 
scripta qui avanti, et il principe li rispose acelandoli 
per diarissimi. Io era, udì et non fui satisfato di la 
risposta ; solum uno exempio fo bon di uno corpo 
egroto che nulla appetisse, ma risanandosi, tutto li sa 
bon. Et li aceptoe per fidelissimi, et cussi veneno 
zoso di Colegio. 

X oratori di la comunità di Vicenza. 

Dom. Bartolomeo Pajello cavalier. 
Dom. Bernardin da Sesso cavalier. 
Doni. Nicolao Chieregato cavalier. 
Dom. Simon da Porto cavalier. 
Doni. Antonio da Lonigo dotor. 
Doni. Rigo Antonio de Godis dotor. 
D >m. Ludovicho da Schio dotor. 
Dom. Zuan da la Serova dolor. 
Sier Borlholamio Bisaro. 
Sicr Borlholamio dal Nievo. 



335 



IIDIX, NOVEMBRE. 



33G 



Di Chiosa. Si avelettere di sier Vetor Fosca- 
rini podestà. Cliome il zeneral era mirato con l'ar- 
inada in Po a le Fornaxe, et erano assa' barche di le 
Contrade, et sier Marco Antonio Contarini capitanio 
di Po con la sua armata et altre barche a F a vada - 
gno, vele 300 in zercba. E questa nova fo dito que- 
sta sera in Rialto. 

Noto. Era stampado una canzon si chiama : La 
Gaia di Padoa, con una altra in vilanescho di 
Tonin : EV è partì quei lanziman, qual, per non 
offender il re di romani, cussi chome si vendevano 
un bezo F una, fo mandato a tuorle per li capi di X, 
adeo pid non si vendetene Tatnen, vene Cuora al- 
tre canzon fate con Ira Ferara numero tre, e fono 
171* lassate vender. 

A di 23. La matina in Golegio veneno diexe ora- 
tori e più dil populo vicentino, et uno domino Tho- 
maso Zanechin dolor fece l' oratione pur vulgar, 
ringratiando Iddio de esser ritornati soto il vexillo 
di questa Signoria di la qual sempre erano stati fi- 
delissimi e sviserati et voleno viver et morir. Et rin- 
gratiò di la immunità fata per cinque anni, et offerse 
pagar 500 fanti per i mexi in campo a loro spe- 
xe etc. II principe li usò bone parole, et li recevete- 
no come fedelissimi. 

Item, si ave aviso che alcuni nostri andati verso 
Ferara al sacho, tra i qua! sier Beneto Viluri qu. 
sier Alvise e compagni, preseno certi burchi veni- 
vano di mantoana con caponi et galine. Et perché 
erano dil marchexe di Mantoa, fono per la Signoria 
fati restituir, perché haveano patente di salvocon- 
duto etc. 

Item, assa* barche si meteano in bordine ad an- 
dar al sacho. Fo preso altri burchi di merchadantia 
che andavano in ferarese et mantoana con le bolete, 
e fono fati restituir poi. 

Di Padoa et Treviso. Fono lettere; ma uulla 
da conto. Solum mandano una lettera aula da do- 
mino Alexandro Bigolin é a la Rosa vicino a Bassau 
cou villani et dimanda fanti et ajuto, dicendo: « Son 
vostro servitor al nome dil diavolo, si volle e no, e 
presto presto mandarne zente che ha vero Bassan *. 

E nota. Molti villani erano sublevadi ; ma volea- 
no capi experli; tamen molli vanno a la volta di 
Ferara. Item, si ave nostri di Lignago, capo Zuan 
Forte et Marco di Rimano, con zente esser venuti e 
aver auto il castello di la Bivilaqua qua! i uimici te- 
uiva. Et in Montugnana esser bon presidio. 

Di campo, di 3 proveditori generali, di 21, 
hors 5, date a la Colignola. Come li cavali lizieri 
erano andati di San Martin verso Verona, et era- 



no venuti 100 homeni d' arme borgognoni fuora a 
scharamuzar, e nostri ne prese uno di loro, dil qual 
intese esser Verona ben munita, utpatet in reta- 
tione, come diro di soto. E nota. Eri si ave dil zon- 
zer nel nostro campo 200 sguizari venuti di Monta - 
gnana e aspelavano altri 100, a i quali la Signoria li 
ha dà soldo. Item, dimandano danari, et che Vero- 
na, (tessendo ben munita, sari dificile. Pur la mati- 
na si dovea presentar tutto il campo in su la campa- 
gna, per veder quello furano. 

lu questa matina si ave aviso certo il zeneral 
esser mirato in Po, che prego Dio li doni viteria con 
danno di feraresi. 

Item. In XL criminal et zivil fo preso reteuir sier 
Lorenzo Sagredo fo capitanio di le barche armade qu. 
sier Alban stato questo anno a Chioza, et sier Mario 
Morexini 1* avogador el menò facendoli alcune oppo- 
stone ; qual per sier Alvise Loredan qu. sier Luca 
sopracomito si ha auto assa* avisi di quello el feva 
manzarie. Or, di 3 balote é sta preso la retention. 

Da poi disnar, fo Gonsejo di X con la zonta et 
fo preso suspender per altri 8 zorni l' impichar di 
tre, do padoani et uno veronese, videlicet fino sa- 
bado proximo, acciò veronesi si dagino. Item, fo 
spazà uno altro padoan da esser apichato nominato 17*2 
lacomo da Liojn dotor, el qual fo quello fé' la ora* 
tione a l' tnipcrator cargando molto venitiani. Siche 
hanno spazà quasi lutti padoani retenuti, e vanno 
spazando il resto. Tieneno secreto, perchè il tutto si 
saperi in una bota. 

A dì 24, la matina, fo lettere di sier An- 
drea Foscolo baylo nostro a Costantinopoli, 
di 5 octobre, vechie. Chome haveano inteso l'aqui- 
sto nostro di Padoa li bassa, et che Ali si doleva di 
certe cosse ut in litteris pertinenti a lui con el 
baylo, quasi dicat: < La Signoria ha un amicho ma 
non lo cognosce etc. Item, il Signor fa lavorar le 
mura minate per il teramoto. 

Di campo, di proveditori, date pur a la Co- 
lignola a dì 23. Chome erano a presentati in cam- 
pagna et niun parse di Verona per darsi, imo hanno 
aver tolto 500 cavali di francesi dentro; siche sono 
da 3000 cavali et 3000 fanti etc. maxime molti 
fanti spagnoli. Item, feno consulto quid fiendum, 
et manda le opinion de tutti. Primo, el capitanio 
zeneral non li par mandar soto la terra né piantar 
artellarie per aver debile exercilo, e li fanti voleno 
andar a Ferara, et ne vanno via e molli cileno aver 
danari ; e che sier Piero Marzello provedilor ù di 
questa opinion e sier Andrea Grili acciò uun siegua 
qualche disordine, e cussi domino Lucio Malvezo ; 



337 



UDIX, NOVEMBRE. 



338 



ma sier Zuan Paulo Gradenigo voleva andar sotto 
la terra con le arlellarie, et il capitario di le fantarie. 
Siche aspeta Y hordine di la Signoria quello voi i fa- 
zino. E T opinion loro saria vegnir a Montagnana, 
Este e Moncelese e averli, e questo é con seguila de 
T esercito. Et che haveano dà hordine che sier Carlo 
' Mann proveditor di Lignago, qual con zercha 200 
cavali iizieri 700 Tanti et villani 4000 era in hordine 
per venir di quella banda di là di l'Adexe verso 
Verona, al qual li manderemo a dir non si movano. 
Item, scriveno che quelli veronesi sono in campo, 
videlicet Hironimo Pompei, Piero Spolverio, Pele- 

grin da la Riva et di San Bonifacio, che 

hanno soldo e sono ductori di la Signoria nostra, 
voriano andar solo, tamen, è il gran desiderio i han- 
no. Noto. Nostri in Soave trovono 40 chara di baio- 
te su li diari, le qual le mandouo li proveditori a 
Vicenza e poi a Padoa. Item, dil zonzer in campo 
di sier Francesco Morexini pagador, qual ha porta 
solum 3000 ducati. Voi di altri, e presto se ne 
mandi. 

Di Vicenza. Di sier Gristofal Moro prove- 
ditor, di eri. Chome ha cavalchà atomo la terra 
per fortificarla. Aspeta fra 1 Jocondo inzegner, per il 
qual ha mandato. Scrive il modo bisogna fortifichar. 
Cavar certo teren e far li spalti alti 22 pie'. Item, 
ha aviso Bassan é sia abandonà da* todeschi, et quelli 
tedeschi erano dentro esser parliti, andati verso 
Trento. 

Di Padoa, di rectori. Chome hanno eri, eh 1 è 
a di 3 da sera, nova per oratori venuti di Lonigo 
vieneno a la Signoria, che nostri haveano capitola 
con Verona eri, et a bore 22 doveano intrar in la 
terra. 

Tamen, non era vero. 

Di Castelfranco, di sier Lucila da cha 1 da 
Pexaro proveditor. Chome i nimici haveano aban- 
donà Bassan, et altre occorentie ; et quelli fanti è in 
Ciladela fé va no danni lì intorno. Et li fo scrito per 
Colegio andasse proveditor a Bassan a tuor il pos- 
r 2* sesso. 

Di Treviso, di sier Alvise Mozenigo el ca- 
valier proveditor. Chome da malina, eh' è ogi, si 
lieva con quelle zente el potrà et anderà verso Se- 
malie dove è il conte Zuan Brandolin con la com- 
pagnia, et adunerà più zente el potrà e anderà a tuor 
Cividal e Feltre, dove ha inteliigentia, el poi la Sca- 
la. Item, ha nova Bassan é sta abandonà et Axolo. 
Item, prega la Signoria fazi che sier Andrea Ri- 
mondo qu. sier Simon, qual 1* ha lassalo venir a Ve- 
nerili, et ha formato processo di man dil canzelier 



dil podestà et lo manda a l' avogaria, die lui né fidi 
non vadi dicendo mal de lui, e sia admonido. Et cussi 
fo chiama in Colegio dito sier Andrea, ordinato tasi. 
Sarà expedilo per li avogadori con i Consegii. 

Da Constantinopoli, a vesporo vene un' al- 
tra man di lettere dil baylo, di 21. Chome non 
haveva ancora auto la nostra lettera drizata a sier 
Nicolò Zustignan qu. sier Marco per tratar acordo 
e liga. E si mandi uno orator al Turco; e che 'l Si- 
gnor era andato in Andernopoli 4 zornate più iu qua 
di Constantinopoli e va in 12zorni chazando; col 
qual va sier Nicolò Zustignan. E va dito Signor per- 
ché ha fato vegnir in Constantinopoli assa 1 maistran- 
ze per lavorar le mure et il seragio che per il lera- 
moto é conquasado e vasto, per dar luogo a le fa - 
briche. 

Item, il fermento de li è caro. Val ducati uno 
el ster, e il Signor fa armar certe vele acciò possi 
intrar in streto navilii con formenti e andar a Con- 
stantinopoli, che per rodiaui uon é lassali. 

Item, scrive altre particularità ut in litteris. 

Nota. Le lettere di Hungaria ultime lete ogi in 

Pregadi de oclobre, dice che *1 re è ancora a 

Buda (Praga?) né vegnirà si presto. Et però non 
ha potuto aver il salvocondulo per l' orator nostro. 
Item, scrive di quelli valachi e vayvoda, le discordie 
loro. Item, dil ritorno del nontio sialo a Roma età 

Nota. L' orator hungaro é ancora qui. Sta in 
caxa. Aspeta risposta. 

In questa malina, fo conduto per corte di pa- 
lazo Zuan Alberto di la Pigna con i ferri ai piedi et 
mandato per il zeneral, che pocho mancoe non fosse 
apichato. El fo poslo in prexon, et poi fo colegiado 
per sier Marco da Moliti consier, sier Alvise Capello 
cao di X, sier Alvise Gradenigo avogador, sier Al- 
vise Emo inquisitor. Et fo lettere dii zeneral dil su- 
cesso di T armata et danni fati e brusar Corbole eie. 
come dirò di solo nel sumario di lettere di dita ar- 
mada. E nota. Ogi per Colegio li fo scrito dovesse 
brusar mancho el potesse, ma ben far bulini. 

Da poi disnar, fo Pregadi per il Montenuovo, 
qual non ha precio et saria bon sustenlarlo. Tamen, 
non si paga il prò di se plein bre ; ma si sconta in le 
sue angarie. 

Fu posto per li savi) d' acordo una lettera in 
campo a li proveditori zenerali in veronese, che, in- 
teso quanto ne scriveno, é pericolosa cossa andar 
acamparsi solo Verona con rartellarie hessendo cussi 
ben fornita ; e inleso l' opinion di quel illustre capi- 
tanio e loro proveditori e condulieri, nui con il Se- 
nato remelemo questo a loro eh' è sul fato, a tuor 



339 



MMX, SOVKMURE. 



340 



qual impresa li piace e andar a Monlngnana etc. ut 
in Utieris. E ave tutto il Consejo perchè voleno le- 
173 varsi, adeo tutta la terra fo di mala voja. 

Fu posto per li savii d 1 acordo certa parte di 
Montenuovo, videlicet che quelli comprerano il ca- 
vedal durante bello, «on possi esser riscosso per 
la Signoria si non per quello volerò. Contradise sier 
Nicolò Michiel dolor è di Pregadi: voleva la Si- 
gnoria fusse ubligà tuorlo a ducali 75 volendolo ri- 
scuoder, e non manche Parlò poi sier Luca Trun è 
dil Consejo di X e cargo il Colegio che questa parte 
è in danno di San Marche Rispose sier Alvise da 
Molin savio dii Consejo per la parte. Iterum sier 
Luca Trun parloe ; poi sier Antonio Trun procura- 
lor savio dil Consejo parlò e disse era bon provar 
dil Montenovissimo etc. e messe indusiar. Andò do 
parte, et di 3 balote fo presa la indusia. 

In questa matina, fo in Colegio Marco Pelizerda 
Treviso. Ringraliò la Signoria di la provision datoli 
offerendosi fedelissimo, et maxime di averlo fato 
intrar nel Consejo come citadin. 

Vene domino Bonifazio da Sonzin padoan, di- 
cendo esser sta fidelissimo et voria far el mestier dil 
soldo e aver certa compagnia mancha li capi, ma- 
mme durante bello. Il principe li usò bone parole, 
il qual portò lettere in sua racomandatione di retori 
di Padoa, et lo commesse a li savii di terra ferma. 

Di Vicenza. Fo lettere di sier Cristofal 
Moro proveditor. Chome, havendo li inimici aban- 
donà Bassan, ha mandato lì sier Antonio Michiel de 
sier Piero era 11 a Vicenza per proveditor a tuor il 
possesso etc. El nota, fo trova in Bassan 14 pezi de 
artelaria inchiodata. 

Sumario di lettere di sier Polo Contarini di 
sier Zaearia el cavalier, date in golia in 
armada col general apresso Corbola, a dì 
22 novenibrio, hore 24, drizate a sier Fran- 
cesco suo fradcllo. 

Come marti 20 di l' instante la note el zeneral 
hebbe comissione di levarsi, e avanti zorno, data la 
trombeta, con tutte le galie n.° 17 erano a Chioza 
con fuste, el li brigantini si levò et vene in porto di 
Chioza. Stete li tutto eri, fu a dì 21, e questa note 
sono zonte le barche armade mandale da Venetia 
con molte altre de venturieri de diversi luogi, el a 
hore 11 tuta la soprascrita armada si aviò a la 
volta de le Fornaxe. Era bellissima cosa da veder 
per le galie tutte in bordine quanto è possibel dir ; 
poi T armata mentirla. Era per antiguarda la galia 



soracomilo sier Antonio Mar/elio et la galia soraeo- 
mito sier Thoma Moro, poi quella dil clarissimo ze- 
neral, poi il magnifico proveditor di V armada con 
tutte le altre galie, quale venivano ragatando. Et a 
hore 17 zonseno a le Fornaxe, e de lì se aviono 
verso Corbole, dove erano zonli in quella hora, e 
dove ogni cosa va a Dama et fuogo. Quante case e 
coverti sono atorno, tute se brusano; ch'é invero 
cossa spaventosa e de gran pielade a veder el tulio 
andar cussi in ruina. Tamen, se fa con tónto cuor 
di quelle zurme et galioti, che più non si potria dir. 
Diman si scorerà a la Peloxela e altri luogi fazando 
ci simile. Pochissime persone se atrovano et etiam 
pochissima roba, per esser sta za abandonato tutto el 
paexe. Et ogi era sta preso uno zentilhomo mantoan 173 * 
scolaro et certi feraresi li qual sono sta messi ad im- 
parar a vogar di bordine dil zeneral, el qual admi- 
nistra V oficio di capitaneato che non seria possibel 
meglio. Ogni uno li porta una obedienlia incredibi- 
le. É amalo da cadauno. Usa equalilà e justilia gran- 
dissima in tulle sue operatione. Ifan, adesso adesso 
é sta messa fuogo in uno superbo palazo che era dil 
conte Guzon di Contrarii ; eh' è gran compassion a 
veder tanlo incendio. Item, de quelli de Zuan Al- 
berto di la Pigna lì a Corbole. 

Lettera dil dito, in galia, navegando, a dì 
23. Chome V era sta preso Zuan Alberto di la Pigna 
et menato dal capilanio zeneral, qual desmontando 
in galia volse far riverentia al zeneral con acostarsi 
alado per abrazarlo, et il zeneral li fece uno rebuffo 
e ordenò fosse inalborado per farlo apichar. E avanti 
fusse messo in hordine, soprazonse una lettera dil 
podestà di Chioza con uno salvocondulo fatoli per 
la Signoria a dito Zuan Alberto; siche de un mise- 
rare scapolò di non esser apichato, et il zeneral lo 
manda in ferri a la Signoria nostra. Et che Tarmata 
era levata di Corbola e vanno a la volta de la Pelo- 
xela brusando et ruinando ogni cossa. Item, quelli 
di Are hanno mandato dal zeneral a darsi e diman- 
dar misericordia ; et za è sta manda alcune barche 
de lì a brusar e ruinar ogni cossa. E nota. 11 zeneral 
aceto Are, et non li fu fato alcun danno. 

A dì 55. Domenega vene in Colegio li oratori 
vicentini per acompagnar uno loro collega qual si 
voi far cavalier, è citadin richo e mollo da ben, no- 
minato domino Borlolomio Bisaro. Li acompagnò 
sier Francesco Donado el cavalier fo loro podestà 
invidalo a melerli li spironi, qual, con sier Andrea 
Trivixan el cavalier savio a terra ferma, stalo etiam 



»■-»--- r 



341 



MDIX, NOVEMBRE. 



342 



podestà a Vicenza, li calzono li spironi e fo fato ca- 
valier. E diti oratori parlirano a di 27. E poi fono 
a tuor licentia, et rimase il Chieregato qui. 

Di Castelfrancho, di sier Luca da cha' da 
Pexaro proveditor, di eri. Chome quelli di Cita- 
dela é venuti in campagna a parlarli dicendo è con- 
ienti darsi a la Signoria con certi capitoli; ma vo- 
tano mandar a veder si è vero li todeschi erano in 
Bassan esser parliti, et aversi dato a la Signoria. Era 
con quelli di Ciladela etiam uno todescho. E cussi 
manderano a veder et si darano a la Signoria. Scrive 
altre cosse ut in litteris, et per Colegio li fo scrito 
non andasse a Bassan ma alendesse ad aver Citadel- 
la, et auta andasse poi proveditor de li. Et cussi fe- 
ce, et acquistata Citadela, andò proveditor a Bassan. 

Di Treviso. Di sirr Alvise Mozenigo el ca- 
valier proveditor, di eri. Chome si levò et ogi an- 
derà a Seravale. 

Di campo, di proveditori, date a Lonigo a 
di ... Chome sono venuti lì, et anderano la matina 
a Montagnana, et altre occorentie, chome scriverò 
in le lettere dil proveditor Marzello. 
174 Di Padoa. Fono lettere. Nulla da conto. 

Noto. Zunn Alberto di la Pigna, hcssendo sta 
examinato per il Colegio et con li cai di X in Cole- 
gio di la Signoria consultato, visto il snlvoconduto 
T havia, fo lassato quanto al publico e dato in le man 
di quelli e sier Thoma Moro sopracomilo che 'I pre- 
se, che li.dagi taja o no. El qual, per aver gote, 
andò in cha' di Piero di Bibiena secretano dil capi- 
talo zeneral nostro conte di Pitiano, dove soleva 
alozar quando el veniva in questa terra. 

Da poi disnar, fo gran Consejo, et fo publichà 
tutti li debitori di le barche vadino a pagar aliter 
le leze sarano mandate ad execution, el deputado a 
scuoder questa angaria sier Anzolo Sanudo prove- 
ditor al sai, che lui la ricordò. 

Di Vicenza, dil Moro proveditor. Chome no- 
stri hanno auto la rocha di Marostega, e nota chi é 
andato a quella impresa, e scrive le farine erano 
dentro e li todeschi partiti salvo le persone. Itern, 
prega sia fato in locho suo, perchè non voi restar in 
Vicenza. 

x Et in questa note, vene lettere dil capitanio 
general, et (è) il su ma rio, et di l'altra di sier Polo 
Contarmi di sier Zacaria el cavalier data in 
golia apresso Crespin a dì 23, hore 2 di note. 
Chome in quella malina, a hore 15, Tarmata si levò 
di Corbole, et pusalo le Papoze, dove non feno alcun 
danno per esser di nostri zenlilhomeni da cha' Que- 
ruli, e di* li poi vmeiio a Yillatiuva, ol qual locho è 



sta tutto brusato, e li fu messo in terra da homeni 
300 quali seharamuzono un pezo con zercha 100 ca- 
valli de' inimici. De* nostri ne forno morti doi, e 
de 1 inimici fendi da 15 in 20. Et che la ditta armata 
era alozata (un) mio (e) mezo lontan da Crespin, 
eh 1 è un gran vilazo, nel qual la matina sarà messo 
tutto a (lama et fuogo, et se bruserano de belissimi 
palazi ; et che V è una coni passio n, olirà li incendii, 
a pensar quanta roba vien desipala. El che é sta 
brusà una infinità de fermenti, farine, altre biave, 
lini, et spanto tanti vini che 1* é un ex termi u io a pen- 
sarlo. E questo per non haver quelli dismontano in 
terra dove meter e logar le sopraditte robe. Item, in 
quella sera, hanno lettere dil capitanio di Po sier 
Marco Antonio Conlarini, qual é andato a un altro 
ramo, chome quelli di Are si hanno reso a la Signo- 
ria nostra, et haveano zurato fìdeltà. 

Noto. In questo zòrno, fu fato a gran Consejo 
camerlengo a Padoa, con condition vadi in termine 
di zorni 8, sier Zuan Alvise Pisani fo podestà a Mu- 
ran qu. sier Bernardo. Acetoe e andò da li a pochi 
zorni. 

In questi zorni, per V avento, andò a Vicenza a 
predichar fra Francesco Zorzi di P bordine di San 
Francesco observanleet predichator excellentissimo. 

Nolo. Uno sier I polito Tiepolo di sier Donado, 
hessendo inimici atomo Padoa, ussito fuora fo preso 
etstè presoti 40 zorni; poi scampò et senza pagar 
taja vene in questa terra. 174* 

A dì 26, la matina, fo lettere di campo date 
in borgo da Montagnana, a hore 6, a dì 24. 
Chome, hessendo zonto il campo de li e mandato a 
dimandar il locho, veneno a parlarli alcuni dicendo 
quel locho si teniva per il ducha di Ferara, et erano 
800 e più fanti dentro e uno comissario dil ducha 

nominato ferarese. Et non volendo 

rendersi, nostri li piantono le bombarde, e trato 
certi colpi, a la fin a hore 5 veneno fuora alcuni ci- 
tadini a darsi a la Signoria, et li fanti e comissario 
ferarese a descrition. E cussi li aceptono, et ande- 
rano la matina dentro. Poi sul Polesene, dove hanno 
dal proveditor di Lignago che sarano li burchii per 
far il ponte ; i quali da Lignago han preso vicino a 
Verona 25 spagnoli eie. et inlendeno in Verona non 
esser molta zente. 

Item, essi proveditori hanno lassato verso Ve- 
rona sier Polo Contarmi con alcuni cavali de slra- 
tioli et domino Thodaro Frassina etc. Item, voleno 
danari. 

Et se ave una relation di le cosse di Verona. 
Chome francesi non erano inlradi |>erchè voleano le 



343 



UDII, NOVEMBRE. 



341 



forteze, et il vescovo di Trento né li citadini non gè 
le hanno volute dar. Solum è dentro li signori di 
Bozolo con cavali . . . Etiam è intrato il signor Zuan 
di Gonzaga con altri cavali et 1500 spagnoli. Item, 
il re era a la Piera. E altri avisi ut in relatione. 

Di Padova, di rectori. Chome li proveditori 
di campo li hanno scripto voleno certi fanti di quelli 
restati de li, perchè molti di campo se parteno ; et 
loro non vorìano disfornir la terra etc Item, il ca- 
pitario è cavalchato atomo la terra per far cavar 
acciò si possi navegar et farla più forte; siche farà- 
no dar principio. Et altre occorenze. 

Dil capitanio generai di mar, di 24, da sera. 
Chome nostri hanno brusà Crespili, et dil zonzer li 
500 fanti mandati da Padoa, capo Piero Corso. 

Et io vidi lettere di sier Polo Contarini di 
sier Zacaria el cavalier, date in golia apresso 
la Pelosela, a dì 24 hore 2 di note. Chome in 
quella matina zonse domino Piero Corso con altri 
conestabeli con fanti 500 mandati da Padoa e venuti 
con le barche a V armata, el zonzer de li quali è sta 
di piazer a tutti ; ma é pochi a tanta impresa, perchè 
bisognerà baver un bon numero de cavali e mazor 
summa de fantarie per dar favor e ajuto a V armada, 
etiam iazendo testa li inimici in qualche tocho, cho- 
me se tien (arano. Danno avanti, et a hore 15 se 
levò T armada da Crespin, el qual locho è sta messo 
a fiama e fuogo, e cussi è sta fato a Pontichio, a la 
Guardizola e tute altre ville sono sopra questa rivie- 
ra de Po, ne li qual luogi non si trova alguno, che 
tutti sono fuziti. E tutto vien messo a sacho; le bia- 
ve et vini se brusano, e si fa il mazor frachasso de 
animali del mondo; a tutti li molini se tagliano le 
catene che sono legati e se mandano a segonda a la 
volta de le Fornaxe; et comenza a zonzer tanti vi- 
lani venturieri eh* è eossa da non creder. Item, in 
175 quella hora, 3 di note, Y armata è zonta a la Pelo- 
xela. Li nimici fono a Y incontro de quelli fanti no- 
stri, et deserono alcuni colpi de arlelaria. Le galie e 
fuste voltono la prova in terra, per il che li inimici 
tagliono el ponte e se messeno a fuzer con l' artela- 
ria. Item, Y armata ha passato el sostegno, et, se- 
gondo usanza, tutto vien messo a fiama et fuogo. Et 
per relation de alguni, si ha come el ducha havea 
mandato polvere assai a la volta di Ruigo, et poi 
T havea fata condur a Ferara dove se sta in gran 
spavento; et che el cardimi di Ferara era andato a 
Lendenara et la Badia con zente etc. 

Et poi, da note, vene altre Uttere dil zeneral 
di 25. Chome da le artelarie de' inimici poste a le 
rive di Po era sta romba la galia di sier Toma Moro. 



Etiam la galia dil zeneral, adeo si era retrato a la 
Pelosela e volea far uno bastion per segurtà; ma li 
fanti non voloano andar, volendo danari, perochè, 
quando si parlino di Padoa, non ebeno danari. Però 
si mandino danari ; et voria cavali etc. Siche sopra- 
sterà li. 

Da poi disnar, fo Pregadi et lelo una relatione 
che 'I ducha di Ferara era venuto chome fuora de si, 
et non sapea che farsi. Havea posto cinque tajoni a 
la terra, e il cardinal in leto ha mal a uno pe'. 

Fu posto per li savii, exceplo sier Marco Bolani 
et sier Antonio Trun procurator, una parte dil Mon- 
tenuovo: che quelli comprerano durante bello, vo- 
lendo la Signoria riscuoder, non possi se non per 
quanto valere al tempo vorano riscuoder. Sier Marco 
Bolani vuol che la Signoria scuodi per il predo li sta 
a chi venderà dito Monlenuovo; et sier Piero More- 
xini consier intrò in questa opinion. Sier Antonio 
Trun procurator voi che, volendo la Signoria scuo- 
der, la possi da quelli vorano darli, e niun sia sfor- 
zado a darli etc. Parlò sier Antonio Trun preditto. 
Li rispose sier Antonio Grimani. Andò le tre opi- 
nion. Balotè do volte, fu preso la parte di savii, el 
meglio di l' altra fu la parte dil Trun. 

Et fo Consejo di X in Pregadi con la zonta di 
danari, et trovono ducati 7000 per mandar in cam- 
po et in armada. 175* 

Sumario di lettere di sier Piero Marcello prò- 
veditor zeneral, di 21 fin 26 novembrio 
1509. 

Lettera di 21, hore una di note, data in fe- 
licibus castris, a Codignola. Come in quella matina 
il campo si levò da San Bonifacio, et veneno a pi- 
gliar alozamento loro Ire proveditori et lo illustre 
capitanio li a Colignola mia 10 lontan di Verona. El 
capitanio di le fantarie e Latanzio, con tutti li provi- 
sionati, alogiano a San Martin mia 5 apresso la terra 
con r artellaria. Le altre zente d' arme fono alozate 
per quelle ville intorno, e non poleno alozar più 
stretti rispeto il manchamento di coperti. Et di là di 
l'Adexe, hanno fato passar balestrieri etstratioti 
cavali zercha 400, per unirse con quelli di Lignago 
che sono cavali zercha 500 che ussirano, fanti 700 
et contadini da zercha 3000, per andar da matina ad 
asaltar la terra al borgo de San Lazaro, che se dise 
esser molto marchescho. Et essi proveditori, col ca- 
pitanio, a le 10 hore di lì si leverano, et cussi fan- 
no tutti li altri per atrovarsi a l'alba su la campagna 
de là de San Marlin, per melerse insieme in orili- 



345 



MD1X, NOVEMBRE. 



3 iti 



nanza, el con 6 falconeti per andar asaltar la terra 
da questo altro canto. L' artelaria grossa, che sono 
canoni 4 e alcuni sacri con li cortaldi, laserano su 
la campagna per governarsi de quelli e dil loro alo- 
lamento nel borgo la note come li parerano. £ in 
questo caxo bisognerà alozar bona parte al disco- 
perto, e star tutta la note a cavallo per manchamen- 
to de coperti che non poria capir tutti, et etiam 
per star reguarJosi, hessendo lì propinqui a la terra 
dove intendeno esser pur bon numero di cavali et 
fanti. £ se governerano secondo le cosse se dimo- 
slrerano propizie o contrarie. Et cussi, fato colalio- 
ne, montadi a cavallo audono su la campagna de 
San Martin dove se trovò etiatn tutte le persone 
de condutieri, et trovono eh* era ussito uno squa- 
drati di zente d' arme mimiche nel borgo, et erano 
penti avanti zercha 60 cavali a cavo dil borgo a la 
bocha de campagna, quali erano atachati con zercha 
25 cavali schiavoni st rat ioli di nostri, et li steteuo a 
veder a scharamuzar un pezo. Li nostri preseno uno 
homo d' arnie borgognon ferido lui et il cavalo, et 
di nostri è sta preso uno di le lanze spezate del si- 
gnor capitanio che li caschò el cavalo sotto, qual tu 
recuperato, el lui ferito restò prexon. Siche è mal 
signal che questi escono di la terra, perchè, o sono 
potenti tanto dentro che non lemeuo el populo, ove- 
ro non se dubitano de loro. Siche, lin qui, non ve- 
de favor de messi che vengano Cuora a farli asaper 
cossa alguna ne invidur il campo ad andar di lungo, 
come si sforava el li era sta promesso. Et cussi, in 
176 quella bora una di noie, sono ritornati a lo alza- 
mento a la Colognola, et cussi quella note si leverà - 
iio per esser da matina sul fatto, et dil successo avi- 
sera. El dize hanno inteso che di principali di Vern- 
ila hanno mandato via le loro mior robe et partiti 
inulti di loro, ita che 1 governo di la terra è resta- 
to in pochi. 

Lettera dil dito, 21, ivi, hore 6 di fwte. Come 
non hanno ancora auto Marostega, et mandono ca- 
vali 400, tra balestrieri et stratioti, a quella impresa, 
i quali tien stretti quelli alemani sono a Bassan non 
vengino a danizar nostri, et hanno roto li molini 
ito che non hanno da viver per tre di. I quali ca- 
valli, li capi dimandano zente e artelarie e uno zen- 
lilhomo per dar reputation; ma loro proveditori 
non hanno chi mandar. Ha senio a Vicenza e Padoa 
li mandi uno. Itnn, hanno in quella sera esser ni- 
trati in Verona cavalli francesi l.">00; et li fanti, bale- 
strieri et stratioti nostri in cnui|>o reclamano dana- 
ri, |>er non haver auto le loro page. Item % dil zon- 
zer a Vicenza sier Francesco Morexini pigador con 

/ Uiarii di M. Saniti». — /'</«/< /X 



ducati 3000. ciré una miseria a tanti danari bi- 
sogna. 

Lettera dil dito, 22. ivi. Come, in quella note, 
chome scrisse voleano far, si levono di Colanola e 
andono su la campagna di Verona de là de San Mar- 
tin apresso la terra tre miglia, dove a V alba se atro- 
vono. Et quelli di Lignago se atrovò fino a la Tom- 
ba miglia tre apresso la porta di San Zen, dove era 
promesso a essi proveditori una porta. E mandono 
li cavali lizieri tino al capo di la campagna a la bocha 
dil borgo di la terra, et li stratioti schiavoni se ne 
andono fin sopra le porte, dove trovono zercha ca- 
vali 60 et certi fanti inimici, e fono con loro a le 
mane. Ne amazono più de 20, et ne menono prexi 
zercha 10, feriti parte di loro e mal menati. Et che 
ebeno, per diversi mandati et ritornali el per ogni 
altra via, come veramente som», tra quelli erano 
prima in la terra et gioliti da giorni doi in qua, da 
zercha cavali 3000 et allretanti fanti, et che aspetano 
de bora in bora altri presidii, con fama che 'l vieti 
Zuan Francesco di Gambara prima et poi el signor 
gran inaisi ro de Milan con presidii assai, et che 'I re 
di romani se atrova ad Ala et aspeta gran numero 
di giente si da piedi come dà cavalo; di le qual cos- 
se ne bateno il terzo e forsi la mila. El che erano 
stati da P alba fino note li, né mai visto che di la 
terra sia venuto oferta o speranza alcuna de exequir 
el desideri > nostro. E tandem, zercha a hore una 
di note, erano ritornali a li aizzamenti de eri sera, 
con bordine che la matina avanti zorno tutti siano 
uniti a San Martino per far spale a li nostri fanti, che 
nel levar, non li fusseno, per esser antiguarda più 176* 
propinqui a la terra, fato per li inimici qualche ar- 
sa! to con danno et vergogna, et per ritrovarsi etiam 
sopra il fato, acciò che, se in quella notte li occoresse 
da la terra qualche parlilo, che non lo crede, lo po- 
sano pigliar. Senonchè, enino stati in consulto et ri- 
solti levarse de lì col campo et ritornar a Lonigo 
et Cotogna, |>er esser con tra Montagnana, Castelbal- 
do, Este et Moncelese, poi el Polirsene intra vegliando 
lo mirar in Po di la nostra armada, et poi atender 
a Bassan, Citadcla e altri lochi circonvicini die li 
molestano per ogni via. E dice, lui mal sentiva l'im- 
presa di Venma non hessrudo il campo nostro più 
potente di quello era, et esser con lo inverno a le 
spille e le forze de inimici commode a poter obviar. 
et non ha ver favor di la terra di Verona, siche non 
slaraiio più a |M*rdcr tcm|>o li. Item in quella sera, 
è zon lo lì il pagador con ducali v 2000, eh' é una sa- 
lata al bisogno. 

Lettera dil dito a Lonigo. a dì 23 norem- 



347 



IIDIX, KOVKU11RE. 



348 



brio, hore 4 di ìtofe. Come in quella matina, a l'al- 
ba, mentono a cavallo di Golignolla e tornono a San 
Martin a far spule a li nostri lauti restali lì con l'ar- 
telaria, aziò che, levati (ose, in le codaze non li fusse 
fato danno per li inimici. E cussi tutti insieme de lì 
se levono e vencno parte dil campo lì a Lonigo e 
parte a Cotogna. E tien, per quanto ha dito el capi- 
tami), diman starano fermi per comodità di la gente 
d'arme et fanterie, et poi andenno a la impresa de 
Montagnana dove hanno intelligentia, et spiera, o per 
amor o per forza, l'averano. E poi Este et Moncele- 
se, e (arano far uno ponte de burchiele su V Adexe 
e paserano sul Polesene, et hessendo l'armata in Po, 
reputa fazil impresa. Poi si potrà andar a Bassan e 
Citadela etMarostega, quando per li nostri de lì man- 
dati non se habbi |>otuto averli. E fato questo, non 
mancherà ritornar a le frontiere di Verona più gros- 
si di quello sono perché manche giente basterà a 
lassar da driedo, e sicome intenderano passar le 
cosse, si potrano governar. E interim, hanno lassa- 
to a Soave, tra balestrieri e stratioti, zercha cavali 
250 et uno conestabile con fanti 200. Et altri stra- 
tioti lasserano etiam a Lignago per corer da l'uno 
a T altro canto di l' Adexe ogni zorno fin sopra le 
porte di Verona ; non li lassando menar strami in la 
terra, di qual sono malissimo forniti et stentano ne 
la terra. El quelli che maudono dal canto di là di 
I' Adexe, trovò fuora molti sacomani de li quali ne 
preseno più di 30 et tolseli li cavalli et rnulli, essen- 
177 do a le mane con molti homeni d' arme che ussiteno 
ftiora a farli scorta fin sopra le porte di la terra. 
Item, li nostri stratioti, questa matina, nel levar dil 
campo, corseno fin sopra le porte e trovono alcuni 
cavali de nomini d' arme insiti fuora per vegnir a 
veder et scoprir quel che fevano li nostri, con li 
qual furono a le mane et preseno do homeni d' ar- 
me, quali sono stali conduti a Lonigo feriti da loro 
proveditori. Item, li nostri mandati a Marostega, 
sono stati a le mane con li fanti di Bassan che anda- 
vano con le artelarie in ordinanza verso Citadela ; 
chi dize per soccorerla, e chi per trar fuor quelli 
alemani che li sono e condurli via con loro ; el per 
quanto advisano, ne hano morti et feriti assai di 
I* una et l' altra parte. 

Item, che tutti quelli paesi, che erano resussi- 
tati per la venuta dil campo nostro, vedendo ritor- 
nar, erano Tintasi morii piangendoli driedo; el li 
hanno confortali, et diluii che in Soave, lì a Lonigo 
e Cotogna lasserano boni presidii, el che non erano 
per abandonarti né slargarse troppo lontano; ma 
che vanno a far altri? o|>ere utile per lo stato che li 



piazerano. Siche li poveri sono restali alquanto con- 
solati. In Verona sono homeni d' arme francesi nu- 
mero 300; el signor Zuàne di Gonzaga con 100; 
altri condutieri fin al numero di altri 100, et fanti 
3000 tra spagnoli et todeschi. Et eri li intrò Zuan 
Francesco di Gambara e dizese si aspetava il gran 
maistro, etiam Io imperator, che non lo crede. 
Item, scrivendo, hanno nova da li nostri de verso 
Marostega et Bassan, che la terra di Bassan con la 
forteza si ha resa a la devotion di la Signoria nostra ; 
et che 15 bandiere de alemani che li era, sono partiti 
et vanno a la volta di Valstagno verso Trento. 

Lettera dil dito, ivi a Lonigo, a dì 24. Come 
diman il campo sarà solo Montagnana, poi paserano 
sul Polesene e sarà fazile impresa. Soave è fornita 
di balestrieri e fanti e artellarie al bisogno, e man- 
datoli stratioti lì et a Liguago per far baler ogni dì 
fin sopra le porte di Verona, tenendoli assediati de 
strami che ne hanno gran manchamento. Et expedi- 
to il campo di qua, convegnirano redursi a quelle 
frontiere per tentar l'impresa di Verona. 177 é 

Sumario di do lettere di sier Piero Martello 
proveditor cenerai, di 25 novembrio 1509. 

Lettera dil dito, data in felicihus caslris a 
presso Montagnana, a dì 25 novembrio, hore 8 
di note. Chome in quella matina erano per tempo 
zonti lì col campo, el mandato a dimandar la terra. 
El comissario et soldati li fenno risponder la volea- 
no defender. Piantate l' artelarie et minato uno gran 
pezo de muro, li homeni di la terra erano ussiti 
quella sera fuora dimandando voler dar, salvo l'aver 
e le persone loro et de li soldati con il comissario 
di) ducha di Ferara. Li risposcno che, poi che non 
erano venuti centra a portarli le chiave et che ha- 
veano aspetalo lo exercito con le artellarie, e minate 
le muraglie, Irato in bona parte l'aqua di le fosse et 
fato la fassinada per intrar per forza ne la terra, 
non li pareva conveniente li toleseno a pali alcuno; 
ma die volevano loro, el comissario et li soldati a 
descritione. El cussi se ne rilomorono dentro, et in 
quella hora, loro et poi el comissario erano venuti 
da loro proveditori a darsi a descritione; et li co- 
messeno desse le chiave di la terra a li homeni di 
quella, et che diman tutti se ne vengano senza arme 
a presentarse a loro proveditori. El cussi voleno 
ditto comissario per presone et a requisitone dil 
proveditor Oriti, per cambiarlo con sicr Ferigo 
Vendramin qu. sier Lunardo era podestà a la Badia 
suo !iq>o(e, el qual è presoo a Ferara. El li soldati 






34!) 



MDIX, NOVEMBRE. 



350 



voleno tutti sinno svalisati, e Torsi bona parte tajati 
a pezi, quali sono da zercha 600 in 700, per quanto 
dicono la magior parte francesi, con alcuni pochi ro- 
magnoli e toscani, spagnoli e vasconi, da 40 in 50/ 
Item, manderano a Este qualche uno, e sono 
certi subito 1' barano; et cussi Moncelese, ancorché 
ne la rocha, per quanto intendono, sono zercha 300 
fanti. Et il campo, con loro proveditori, si vollerano 
a la Badia e Len denaro e Ruigo sopra il Polesine, e 
non dubitano sarà fazile impresa, rispeto maxime 
V armata nostra dove la é. Scrive, si 'I se atrovasse 
solo provediìbr, toria ogni sbaraglio cognoscendo la 
intenlion di la terra ; ma havendo compagnia, è con- 
tento sempre insieme con loro governarse. Et in 
campo ogni di dimandano dinari, adeo essi prove- 
ditori si vergognano dicendo : < Dio volesse non 
havessemo a far con altri cha con todeschi e taliani, 
che podio li stimariano; ma hanno a far con fran- 
cesi che sono potenti e propinqui. » Concludendo, 
vegnendo occaxione raxonevole, non la laserano; 
178 clié ad altro non atendeno né invigilano. 

Sumario di lettera di sier Polo Contarmi di 
sier Zacaria el cavalier è in Po col cenerai, 
a sier Francesco suo fradello. 

Lettera di 25 novembrio. Come, volendo el 
zeneral levarse de la Pelosela, ordenò che sier Hi- 
ronimo da Canal e sier Zuan Duodo sopraeomiti 
andaseno per terra con bona parte de le zurme de 
le galie in compagnia de li 500 provisionati. Et per- 
chè el non era gran numero de zente, fo delibera 
che le andaseno de una banda sola, videlicet da la 
banda dil Polesene. A bore 18 le galie si levorono, 
et do mia lontan de Fraucolin, trovono tre bandiere 
de ferraresi, quali haveano certi falconeti su le cha- 
rete et li comenzono a saludar le galie. Li nostri a 
T incontro; ma pocho danno se li poteva far per li 
arzeri ; e li sorseno le galie. E tandem, fo deliberalo 
retirarse a la Pelosela, et cussi se ne veneno ; ma in 
quel locho fu sfornirà la galia del zeneral et morto 
uno balestrier che era in schandoler; fo feriiti li do 
bombardieri di dita galia, ma non de mal da conto. 
La galia soracotnito sier Antonio Marcello, che era 
per antiguarda, fo sfondrà in doi lochi, et morti do 
178* de' sui homeni. 

A dì 27 novembrio. In Colegio. Vene sier Ma- 
rta Trivixan qu. sier Marchiò nepole dil zeneral, 
et disse al«*une cosse da parlo dil zeneral, maxime 
si mandi danari per quelli fanti. Et fo leto le lettere / 



dil capilanio. Come è recluto a I;» Pelasela, perché 
verso Francolin fono salutati di bombarde e fato 
buso in la galia Mar/ella et in quella dil zeneral. Et 
voleano far do bastioni per segurtà di V armada, el 
quelli fanti voleano danari, et si provedi; el aspeta 
il campo qual intende vien, et farà etc. Item, volse 
alcune barbote, erano in V arsenal, se mandasse subi- 
to. Nolo. Dito sier Marin, il dì sequente ritorno in 
armada. 

È da saper, veniva assa' barelle in questi zorni 
carge di bottai, di formenti, legumi, porzi, lini, vini, 
galine, oche, vedelli e altre cosse ; siche tutto el di si 
vedeva barche carge venir, e ritornavano poi iterum 
suso a far bulini ; siche il ferarese v sta molto dani- 
zato da* nostri. 

Di Padoa. Di rectori. Come cavano le fosse, 
e a questo atendeno. El mandano una relation il re 
é a la Piera, et si dice per tutto fari paxe con la 
Signoria, e ha comandato certe zente le qual dicono 
verano in ajuto de la Signoria a recuperar le so' ter- 
re, perché il re è in acordo con la Signoria contro 
Franza. 

Di Treviso. Di sier Hìronimo Marin pode- 
stà et capitanti. Come voi danari per quelli è a le 
porle. 

E nota. A Santi Quaranta fo messo sier Alvise 
Valaresso qu. sier Gabriel, era soldato. A le altre é 
Vetor Trun et V altro di Venecia. Item, che Bulfar- 
do Viener alemano é zonto lì stato dal re, e vien a 
Venecia a parlar a la Signoria per cosse importante. 

Vene sier Alvixe di Dardani in Colegio» stato 
proveditor a Miran, et ha auto licentia di repatriar 
el si ha porta benissimo. El il principe lo laudò e li 
tochò la man. Merita ogni ben. 

Vene in Colegio, con li cai di X do volte Piero 
di Bibiena secretano dil capilanio zeneral conte di 
Piliano. Si judicha per pratieha di Verona, interve- 
nendo il signor di Bozolo ciré zenero dil coute, 
eh* è in Verona, etc. È cossa secretissima. 

Item. Si dice per la terra si averà di bon e pre- 
sto, videlicet pratiche di pace, qual si Irata per via 
di le terre franche con V imperalor. 

Di campo di Montagnana, di 24, di prove- 
ditori. Di T aquislo di la terra, e il modo, e intre- 
rano e scriverà il successo. 

Di sier Alvixe Mozenigo el cavalier prove- 
ditor, date a Seravale. Dil suo zonzer lì con le 
zente 1' ha, e dove é li Brandolini. E torà l' impresa 
di Cividal e Feltre, dove ha intelligenlia. 

Da poi disnar, Po Pregadi el leto le lettore ; nw 
poche. 



351 



UDIX, NOVKMIIRE. 



352 



Fu posto, per sier Antonio Trun procurator sa- 
vio dil Consejo, atenlo sier Cristofa) Moro provedi- 
tor a Vicenza suplicha sia fato in suo loco : che per 
scurlinio ogi sia eleclo uno proveditor a Vicenza con 

ducati al mexe etc. ut in parte. Il resto di sa- 

vii messe de diferir tal eleclion. Andò le parte, 22 
dil Trun, il resto de P indusia. 

Fu posto, per li savii, atento le letlerc di sier 
Luca da Pexaro podestà a Castelfranco con le rela- 
tion aute dil bon animo di 8 ville, videlicet quatro 
su quel di Noal et quatro soto Citartela, che le siano 
exente per anni cinque; et per uno anno liberi di 
debito etc. Fu presa e nominati li comuni e ville in 
179 la parte. 

Fu posto per li savii, atento li 3 proveditori so- 
pra i conti habino gran faticha a recuperar per la Si- 
gnoria nostra, che non sotostazino a la parte dil ser- 
vir gratis. Et ave 83 di no et 80 de sì, e non fu 
presa. 

Fu posto per li savii ai ordeni, atento le galie 
di Baruto et Alexandria é in hordine, e li capitani 
confinarti ma non poleno far la cercha perchè non 
hanno li danari di so groppi quali per la Signoria li 
fo tolti : però non si possi far partida alcuna se pri- 
ma non si dagi li diti danari etc. Et fu presa. 

Di Castelfranco, di sier Luca da Pesaro 
proveditor. Chome ha capitolato con quelli di Cita- 
deia, siche é venula soto il dominio di la Signoria 
nostra. Et é andato a tuor il possesso, et manda li 
capitoli e la risposta a quelli per lui fata, videlicet 
tra li altri voleano la terra sia risalvà al signor Pan- 
dolfo Matatesta, e a questo rispose non voler far 
nulla. 

El qual Pandolfo e a Trento. 

Et intrò Consejo di X con la zonta, e fo licenlia- 
to il Pregadi. 

E nota. Si tien tratano acordo col re di roma- 
ni etc. 

Et fo terminato trar di la prexon forte Lunardo 
da Dresano, il conte Brunoro di Serego et li altri, 
et meterli in la caxa dil capitanio di le prexon soto 
la scala, con guarda però, E questo fu fato a requi- 
sition di lettere dil re. E cussi la matina il capitanio 
dito' si parti con la roba e andò a star in procurala 
in la cha' di sier Antonio Trun, qual ancora non era 
venuto. Et cussi, li presoni fono irati e posti in dito 
loco, e fato una porta, ita che questi vanno da li 
altri, videlicet il Firmiano e Bontemps presi tutti in 
Padoa. 

A di 28 di matina, inteso per la terra questa 
mutation di Lunardo di Dresano, tutti tien sia pace 



e bona praticità col re, qual si trita nel Consejo di 
X. Quello sarà, scriverò di soto. Et ogi fo sposa la 
Ha di sier Gabriel Emo in sier Zuan Zust ignari f rial- 
mente, come veleno li tempi presenti, et in caxa etc. 
Vidi in Rialto do maschare, et fo apprime bonum 
omne. 

Di campo, di provedi tori, date a Montagna- 
na. Chome, a dì 26, erano intrali dentro, e con gran 
faticha (di) essi proveditori remediato il sacho. Et re- 
duti su la piaza, feno unacrirta, in pena di la vita, lutti 
li fanti erano li si apresentasseno. E cussi veneno, e 
posti in una chicsia eh' é su la piaza, e a un a un 
ussivano et erano spogliati le arme, n.° 705. Et ussiti 
di la terra, erano da villani spogliati fino in camisa 
e parte amazati. Hanno retenuto il comissario fera- 

rese nominato ot quatro altri capi. Item, 

scriveno di quelle occorenze ut in litteris, el vano 
sul Polesene, e hanno scrito al zeneral dil suo 
esser lì. 

Di Padoa, di rectori. Hanno mandato uno 
trombeta a Este, el qual, per non vi esser niuno 
dentro, si ha dato subito a la Signoria, et hanno 
mandato de lì per custodia 

Item. Il trombeta mandato a Monzelese non era 
tornato, dove intendevano la rocha esser fornita di 
fanti e viluarie. Unde, per il principe fo mandato 
per sier Marco Marzello qu. sier Jacomo Antonio el 
cavalier, qual fo a questi dì et era ritornato et ha 
pratiche in Moncelese, acciò andasse a tuor dito Io- 
dio. Siche lo avremo. 179 * 

Di sier Marcho Antonio Contarini capita- 
nio di Po. Chome quelli di Ruigo li hanno mandato 
a darsi, e voleno ritornar soto la Signoria nostra, 
unde li ha mandato sier Otavian Valier qu. sier 
Dolfin et sier Julio Lombardo a questo efecto, era 
proveditor in Cavarzere. Et altri avisi. E la Badia e 
Lendenara si mandò a dar a li proveditori. 

Di sier Alvise Mozenigo el cavalier prove- 
ditor, di Seravalle. Chome nostri ha auto Enego 
eh' é uno castello, el harà Feltre dove ha intelligen- 
tia, e Cividal. 

Item. Sono assa* villani reduti in favor di la Si- 
gnoria nostra ; et vederi poi aver la Scala. 

In questa matina, é da saper li cai di X spesso 
vanno in Colegio. Si tien tramano paxe con P impe- 
ra tor; tamen quelli di Pregadi non sa nulla. 

Di Roma. Nulla zè da 10 dil mexe, che fo P ul- 
time lettere, in qua. 

Eri fo mandato danari in campo. Etiam a li 
fanti in armata. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta, et 



353 



MMX, NOVEMBRE. 



354 



tandem fo terminato sabado a dì primo dezembrio 
exequir la sententia za presa contra qua Irò padoani, 
videlicet siano impichati per la gola come rebelli 
dil stato nostro, i quali erano di 16 et di deputadi 
al governo al tempo Padoa era solo lo Imperio, et 
feno gran danno a la Signoria nostra, videlicet: 
Bertuzi Bagaroto dotor, lezeva in leze, havia ducati 
300 da la Signoria per lezer, et era il primo dolor di 
Padoa ; Jacomo dal Lion dolor, qual fé' V oration a 
T imperator; Alberto Trapolin et Lodovico Conte, li 
quali do fono presi in castello di Padoa col Dres<*no ; 
questi é de le prime caxe di Padoa. Et più copioso 
scriverò quando sarano apichati. Et cussi, la sera, 
venuto zoso il dito Consejo di X a hore zercha 4, 
andono justa il solito uno avogador et uno cao di X 
a le prexon a dirli la deliberatoti fata, acciò si con- 
fesso etc. Et andò sier Marin Morexini avogador et 
sier Alvise Emo ólim cao di X, et ditoli la delibe- 
ration, Jacomo dal Lion et Lodovico Conte eomen- 
zono a pianzer forte; il Bagaroto fé' certo atto var- 
dando in su et nulla disse ; il Trapolin disse : fìat vo- 
luntas Domini, et disse : < Non volevu se confes- 
sano? » Li fo risposto di sì. Disseno : < Dene al- 
mancho un confessor che ne pinza. » Et fo ordinalo 
toiesseno quel confessor paresse a loro. 

Et ancora fo terminato publichar la matina a 
Rialto la condanason : a Zuan Francesco Musato do- 
tor, era di primi a Padoa, che 1 sia confina in per- 
petuo a la Cania e si presenti ogni zorno, con taja 
ducati et si 'I romperà e sia preso, sia impiccia- 
to in mezo le do coione in questa terra, e li soi beni 
sia ubligadi a questa taja. Etiarn fu preso, atenlo 
lui fé 1 apichar uno barcharuol dil Portello per cri- 
dar : Marco, Marco ! che de li soi beni a la moglie 
180 e fioli li sia dato ducati 20 a Y anno in vita loro. 

Item. Uno Lorenzo di la Gimpana era capitanio 
a la porta di Coalonga al tempo Padoa era soto P Im- 
perio, che '1 dito, per parole dite contra la Signoria 
nostra, sia relega per anni cinque in questa terra 
con taja. Si '1 se parte, el stagi uno anno in prexon 
et ritorni a li cinque anni a comenzar di novo, et 
hoc totiens qtwtiem, e li soi beni a la laja sia ubli- 
gali. Item, fo asolto uno maraschalcho qual era 
etiam lui di retenuti come padoan. 

A dì 29, la matina in Rialto lo publicà la dita 
condanalion, e tutta la terra fo piena sabado questi 
quatro rebelli sarano apichati. Alcuni dicevano li do- 
vevano far morir secrete et non era tempi di far tal 
grande movesla; altri li piaceva, et io son de quelli. 

Dil capiianio zrmral dì nwr, data in (jalia 
a la Peloseìla, a d) 20. Come era recluto li con 



T armata in loco securo, e fato di là uno bastion; et 
inimici di la banda di là ne hanno fato uno altro 
verso Francolin con artelarie fornito. 

Item, desidera il campo vegni, farà etc. Item, 
Ruigo si ha manda a oferir di darsi, et ha mandato 
sier Vicenzo da Riva soracomito con 150 fanti a 
tuor il possesso. Item, ha nova esser morto a Fera- 
ra il primo homo apresso il ducha capitanio dì le 
sue zente, nominato Julio Taxon eie. Non fu vera. 

Da poi disnar. fo Pregadi et leto molte lettere. 

Fu posto, per li savii, dar a domino Alvise da 
Porlo vicentino fidelissimo nostro di conduta cavali 
25 lizieri ; el fu presa per esser la caxa da Porto fi- 
delissima nostra. 

Fu posto, per i savii da terra ferma, dar certa 
provision a uno stratioto da esser pagata in Candia, 
et presa. 

Et intrò Consejo di X, et stato uno pezo, fo li- 
cent ià il Pregadi e restò pur Consejo di X con la 
zonta, e poi rimase semplice, et feno li capi per de- 
zembrio, videlicet sier Francesco Tiepolo, sier Al- 
vise Emo et sier Luca Trun stati altre fiate. 

Noto. Havendo refudato sier Marco Loredan et 
sier Francesco Barbarigo electi per il Consejo di X 
som il phisco di padoani atento andavano a spender 
dil suo prima ; et poi iterum fo fato in loco loro 
per dito Consejo di X con la zonta, con condition li 
siano dati per sovcnlion ducati 50 per uno da esser 
scontadi de le 2 per 100 hanno. Et rimase sier Marco 
Loredan sopradito, fo ai X savii, qu. sier Domenego, 
el sier Nicolò Dolfin, fo di la zonta, qu. sier Mar- 
co, i quali etiam refudono. 

Noto. Per Colegio, con li capi di X, fo mandato 
sul Polesene sier Priamo da Leze eleclo, era prove- 
dilor sopra la camera de 1 imprestidi, qual havia la 
jurisdition sul Polesene per le possession afitava la 
Signoria. Et fo mandato a tuor li formenti si ritrova 
de lì e altro dil dito conto, e farli condur in questa 
terra. El qual subito partite e andò a Ruigo. 180* 

Noto. Eri li deputadi sopra la contrade, andono 
col piovan per le contra' a caxa a caxa a far la de- 
scrittoli di le boche, per dar il sai justa la parte 
presa. 

A dì 30, in Colegio, fo leto le infrascripte lettere. 

Di Bassan. Di sier Antonio Michiel prove- 
ditor. Come erano passali de lì zercha 300 fanti ar- 
mati alemani erano stati in Citadela, et andavano via 
per T acordo fato, et li hanno lassati andar per una 
via, dnmmodo non vadino verso la Scala, la qual si 
lien per il re, et nostri la voi recuperar; la qual re- 
cuperata, questa parte di trivixana è socura. 



355 



MDIX, NOVEMBRE. 



35G 



Di sier Andrea Oriti provediior general, 
data a Cotogna. Chome va verso Soave, e ha nova 
che francesi è mirati in Verona e vien il gran mai- 
stro e missier Zuau Jacomo Triulzi. 

Etiam SiirTt il re di romani, qual é verso Trento, 
e veni con gran zen le. 

Di sier Piero Morsello proveditor, da Lo- 
nigo. Come é lì col capitarne zeneral, et alozato asse- 
terà hordine dal Griti etc. 

Di sier Zuan Paulo Gradenigo provedi tor 
aeneral, da Castelbaldo. Come va dal capitanio 
zeneral di Y armada, eh 1 è a la Pelosela, con 400 ca- 
vali lizieri et 400 fanti. 

Di sier Marco Antonio Contarmi capita- 
nio di Po. Chome, havendo tolto la Signorìa nostra 
quelli di Are e Ariano, manda li loro capitoli a la 
Signoria. Qual fo leti in Colegio, e tra li altri é uno 
che non siano ubligati andar in campo si non quan- 
do il doxe anderà in persona, et altri ut in eis. 

Di sier Viceneo da Riva soracomito, date a 
Ruigo, adi . . , . Come inlrò dentro a hore 17 di 
note con 150 fanti, et fo acetato con jubilo de tulli, 
et dete termine una hora a la rocha a rendersi. La 
qual si rese a pati. 

Noto. Fo 9crito a sier Luca da Pesaro provedi- 
ior a Castelfranco, vadi provediior a Bassan. Et in 
Citadela restò provediior sier Gregorio Pizamano 
qu. sier Marco. A Castelfranco, sier Antonio Michiel 
di sier Piero era provediior a Bassan, vene a quel 
governo. 

Da poi disnar, fo Pregadi et letto le soprascrite 
lellere. 

Di Soave, di sier Andrea Griti proveditor. 
Dil zonzer suo lì, qual tutti havia paura de' inimici. 
Et francesi, zercha 1000 cavali, erano ussiti di Vero- 
na et fanti, et venuti per venir a Soave. Qual zonti 
a Chaldiera, havendo nostri, videlicet Hironimo 
Pompei, Piero Spolverin e li altri, zercha cavali 400, 
li andono contra, et col favor di li villani relene 
ditti inimici che non passono Cahliera, et fo morto 
uno vilan. Adeo si lui provediior (non era) con le 
zente di cavali lizieri, lutti erano persi, et Soave et 
quelli erano dubitava assai. Le qual zenle za è an- 
date verso i nimici, et non erano ancor tornate. Non 
181 sa quello harano fato. 

Di sier Alvise Mocenigo el cavalier pro- 
veditor, date a Cividal. Chome ha auto Feltre 
dove mandò Domenego da Modon conestabele e 
ave la terra. Niun vi era. E poi ave la rocha e fé' 
ugsir li fanti spojadi, li lassò andar, et retene il ca- 
slelan qual havia amazà alcuni ciladini marcheschi. 



Item, ha auto Cividal di Belun. Et scrive di quelle 
occorentie. È con domino Zuan conte Brandolin etc. 
ut in litteris. Anderano verso la Scala etc. 

Da poi disnar, fo Pregadi et lei lo queste lettere. 
El qual Pregarli fo ordina molto tardi, perochè era 
terminato far Colegio per consultar, e poi terminono 
far Pregadi per scriver a Costantinopoli. 

Fu posto, per li savii, scriver a Padoa a li retori 
che summamente desideremo aver Moncelese, però 
mandino quelli fanti e zente sono lì verso Moncele- 
se, si, fin el recever, sier Marco Marzello qu. sier 
Jacomo Antonio el cavalier mandato per Colegio a 
questo effetto, non haverà fato qualche opera di aver 
dito castello. Fu presa. 

Fu posto, per li ditti, dar a domino Aloisio da 
Porto vicentino altri 55 cavali lizieri; siche in tutto 
babbi 50. E fu presa. 

Fu posto, per i savii, atento una lettera aula da 
sier Zuan Paulo Gradenigo proveditor contra sier 
Piero Marzello proveditor che l' havia tolto uno ca- 
vallo dil capitanio di le fantaric et certi danni a uno 
fante, che, visis prcesentibus, debbi restituir il 
tutto etc. Fu presa, et ordina gran credenza di que- 
sto, et maxime chi scrive. 

Fu posto, per li savii, far el primo Pregadi per 
scurtinio uno proveditor a Vicenza con ducali 500 
a T anno neti per spexe. Et fu presa. 

Fu posto, per li savii, far el primo Pregadi per 
scurtinio uno proveditor a Fellre e uno proveditor 
a Cividal di Belimi con ducati 400 netti per spexe a 
T anno, e meni con si vicarii et judexi consueti etc. 
ut in parte. Fu presa. 

Fu posto, per i savii, una lettera a Costantino- 
poli in accelerar il Signor turcho a far liga con la 
Signoria nostra, et si manderà uno oralor nostro. 
Et parlò primo sier Alvise Zustignan e di Pregadi 
qu. sier Marco fradello di sier Jacomo è a Costan- 
tinopoli; poi sier Domenego Venier savio ai ordeni 
per la sua opinion; poi sier Marin Griti è di la zon- 
ta; poi sier Marco Antonio Calbo savio ai ordeni; 
poi sier Zuan Corner savio a terra ferma. Et sier 
Jacomo Gabriel et sier Vetor Capello messenoindu- 
siar Andò le parte, et fu preso la lettera di largo, 
e fo comandi gran credenza e sagrameli tà el Con- 
sejo. Et sleleno lardi a venir zoso Pregadi. 

Dil capitanio cenerai, fono lettere di 27. Co- 
me li homeni di Are haviano mandato sui messi a 
lui a darsi, e cussi Arian, Goro et Codegoro lochi 
vicini T uno di l' altro a le boche di Po, et poleno 
far da 2000 homeni da fati et olirà. Sier Vicenzo da 
Riva sopracomilo fo manda in Huigo proveditor a 



357 



MDIX, DICEMBRE. 



358 



luor la terra, e castelan sier Marin Malipicro di sier 
Piero era nobele in armada. Et posto sopracomito 
181 su la galia dil Riva sier Alvise so fradello. 

Sumario di lettere di sier Aneolo Trivixan 
capi tanto general da mar, da dì 30 novem- 
brio. 

Chomè, a dì 30, bore 16, vene un squadron de 
feraresi fra cavali e fantarie, da persone 6000, per 
dar la bataglia al bastion nostro, nel qua! era da 400 
fanti e galioli, et scaramuzorno per bon pezo. Fo 
morti de 1' una parte e V altra da 40; feridi de li 
nostri da 65 e de li soi da 500. Et in ditta schara- 
muza, uno Gol dil dueba di Sora, qual era su uno ca- 
vai frizou bardo cum una sopravesta de soprurizo 
et un sagion d' oro et de veludo, armado a la lizie- 
ra, essendo monta sopra V arzere, el cavalo vene 
d' alto a baso et mese el pe' in un pocho di giara 
tenera, et non se potendo aidar cussi presto, li fu 
taglia la testa, ben ebe lui prometesse ducati 4000 
perchè li fusse donato la vita. Et essendo li inimici 
in quella sebaramuza con nostri a le man, era biso- 
gno meter alcuni homeni di le galie in terra, per il 
che fo comanda a le barche de Venturini che non se 
partiseno, ma alendesseno a far questo. Et vedendo 
ci magnifico zeneral che algune se partivano, de sua 
propria bocha li comandò che venisseno a lai la ga- 
lia, et immediate mandò alquanti galioti che le 
afondaseno, non volendo che li homeni de esse over 
robe fusse guarentade. El zonse quella sera sier Zuan 
Paulo Gradenigo proveditor con cavali 400, et tan- 
ti 400. 

Copia di una lettera di sier Hironimo Conta- 
rmi proveditor di i armata, data in galia 
apresso la Pelosela a dì ultimo novembrio 
1509. 

Come in quella matina, ad hore una di zorno, li 
inimici comenzono a salutar V armata nostra con ar- 
chibusi e falconeli, e con gente in bon numero a 
piedi et a cavalo si aviono per expugnar il nostro 
bastione facto da la banda di Fcrara. Dove li nostri 
risposeno a la gajarda, sì quelli de Tarmata, benché 
con pocho nocumento respelo li arzeri grandi, come 
etiam quelli del bastione ussiti l'ora. E benché li 
inimici più volte con loro bandiere s* abino acostato, 
tamen finaliter suno sta profugati con turo grave 
danno e incargo, e coi) morti e feriti gran numero 
di loro. l)i nostri etiam alquanti. E Ira li altri de' 



inimici, é sta amazato uno Ercules Cantelmi homo dà 
conto, mantoano per quanto se judicha per lettere 
trovatoli adosso de sua matre 9crite in Mantoa, el 
qual, sopra uno cavalo liardo con barde dorate 
essendo venuto fin apresso el bastion, fn traspof- 182 
tato zoso ne la spiaza dove caschò, et fu morto e 
spogliato. Durò questa bataglia hore tre bone, e po- 
cho da poi li inimici hanno mandato offerir ducati 
3000 per recato dil ditto essendo vivo. El magniGco 
missier Zuan Paulo Gradenigo proveditor zeneral, 
con cavali 4<)0 et fanti 500, hore tre dopo el finir 
de la bataglia é sopragionto ; che se a tempo fosse 
venuto, se haria facto becharia de' inimici ; ma ancor 
n' el resta dil tempo a farlo etc. Da matina se ha a 
concluder se dovemo proceder avanti, al die io per- 
suadeva, o pur farsi forti dove siamo e star sopra li 
nostri termini, lo mai ogi son sta quieto. Hora al ba- 
stione in terra per animar li nostri, et hora sopra le 
galle per mandar le cosse necessarie. Et abisogna 
far cussi, e più di quello mi tocha, per honor e ben 
di la patria mia e di questo clarissimo zeneral, che 
reputo non cugnato ma fratello. Questa nocte mando 
certe barche armate a tuor do burchii de' inimici 
circha mezo miglio sopra de nui, quali sono scostali 
a la ripa di la banda di Ferara, non posso judichar, 
salvo a qualche calivo fine; e fogliandoli, come spe- 
ro, harasse minato qualche loro disegno etc. Questa 
lettera è drizata a sier Sancto Tran suo zenero. 182* 

Dil mexe di desembrio 1509. 

A di primo, introno cai di XL sier Piero Ferro, 
sier Vicenzo Bembo, et sier Nicolò Lion di sora a la 
bancha, et cai dil Consejo di X sier Francesco Tie- 
polo, sier Alvise Emo, et sier Lucha Trun. 

In questa matina, eh 1 é sabado, a terza, justa la 
deliberation fata nel Consejo di X con la zonta, fono 
apichati li quatro citadini primarii padoani, etera la 
piaza tutta piena di populo, adeo posso dir questo: 
nunquam vidi tanto populo. Forno menati fuora 
di prexon acompagnati de more da la scuola de San 
Fantin e da quatro frati di San Francesco observan- 
ti, tra i qual fra Lodovicho da Chioza. Tutti erano 
con barbe, veste longe a manege strele e l'habilo di 
la scuola di tela negra, con la croce rossa et il lazo 
al collo. Primo era Alberto Trapolin, fo fradello di 
misier Piero dolor excellentissimo, el qual Alberto 
era di XVI al governo di Padoa, homo di gran in- 
zegno, et anche suo avo fo apichato a Padoa a tempo 
di la novità di misier Marsilio di Carara dil 1437. Il 
secondo era Lodovico Conte, fato eavalier per V im- 



359 



I1DIX, DICEMBRE. 



3G0 



peralor presente noviter. 11 terzo, Berluzi Bagaroto 
dotor, qual lezeva publice injure canonico a Pa- 
doa et havia 300 ducati a l' anno di la Signoria, era 
richo e famoso. Il quarto, Jacomo da Lion dotor, el 
qual fé' la oration a l' imperator quando se deteno 
padoani, ne la qual dice gran mal de' venitiani. Or 
menati fuora, questi quatro venivano confortati da 
li frati, chome etiam iu questa note sono stati ; et di- 
citar le loro donne et parenti fono in prexon a tuor 
combiato. 1 qual pareva morisseno assa' disposti. Il 
primo che fo apichato fu il Trapolin, el qual su la 
scala in alto disse molti salmi e oration et pareva 
non temesse la morte, imo disse al boja : « Vuotu 
che mi buta zoso? » 11 secondo fo il Conte, qual era 
perso : disse poche parole. Il terzo, il Bagaroto, qual 
disse moriva innocente et non era sta rebello, et ri- 
comandava suo Sol a la Signoria perchè non è sta 
rebello : questo havia una vesta di varo. Et il quarto 
fo il Lion, qual diceva oration et era tolto e perso, 
licei dicesse a Lodovico Conte quando tochò a lui 
andar su la forcha : « Ande da valente cavalier > et 
apichati li tre, alzò li ochii a vederli, dove molto si 
perse. Erano molli padoani in piaza ; donne assai in 
barena. Or apichati, steteno cussi Ano hore una di 
note, poi fono tirati zoso et posti in casse, et vene il 
Capitolo di San Marco con 14 torzi elacompagnò le 
4 casse per barella fino a San Francesco di la Vigna 
dove ordinono fusseno sepulli, dove etiam fu se- 
pultoZuan Francesco da Ponte padoan che fo etiam, 
pocho è, apichato. E nota. Li beni di questi quatro 
citadini fono confìscadi e presi per deliberation dil 
Consejo di X. Restane a spazar li altri padoani. Quello 
di loro sarà, scrìverò. Li trevisani erano al balcon 
di la quarantia dove sono, et il marchexe di Mantoa 
183 messe il cao fuora per veder. 

Da poi disnar, fo Pregadi per lezer lettere e far 
li tre proveditori. 

Di sier Alvise Mozenigo el cavalier prove- 
ditor, date a Feltre. Chome è in hordine con le 
zente e artelarie, e va a l' impresa di la Scala, et è 
reduti assa 1 villani con lui e farà facende. 

Di Vicenza, di sier Cristo fai Moro provedi- 
ter. Aspeta zonsi de qui fra' Jocondo per fortifichar 
la terra. E nota, ancora non è sta chiama li citadini 
absenti, per bon rispeto etc. Item, voi mandar a 
recuperar certo castello si tien ancora per inimici 
chiamato Bonvexin sopra li monti etc. 

Di Padoa, di rectori. Chome sier Marco Mar- 
cello qu. sier Jacomo Antonio e) cavalier, con zente 
va verso Monzelese, et darà li fanti justa i mandati 
di la Signoria nostra. El qual dice ha certa iulelli- 



gentia con alcuni citadini dentro. E nota. In Monce- 
lese, in la rocha, è zercha 300 fanti et Galeazo Ga- 
jardo, Artuso Conte e altri citadini padoani di nu- 
mero 9. Item, loro rectori a Padoa atendeno a far 
levar le piere etc. et fortifichar la terra. 

Di sier Piero Marzéllo proveditor, date a 
Castelbaldo. Chome di Montagnana è venuto li con 
le zente e il capitanio zeneral di terra. Et anderà 
verso Lonigo et se intenderà col proveditor Grifi, 
qual é andato avanti con li cavali lizieri verso Soave, 
perché hanno aviso del capitanio zeneral esser molla 
zente in Verona. 

Dil capitanio zeneral da mar, tre lettere. 
Chome, a di ultimo novembrio, hore 17, veneno al 
baslion fato per nostri di là di Po feraresi in gran nu- 
mero, si dice da 15 milia, parte a cavalo e a piedi, e 
deno una bataja. Galioti erano dentro, si difeseno. 
Item, per una altra lettera più tarda, iterum i nimici 
tornono a darli una altra bataja, etiam nostri si de- 
feseno con occision de una parte e di l' ultra. Et tra 
i altri, di inimici fo preso uno homo da conto qual 
il cavallo il trasportò, et per galioti li fo tajà la te- 
sta. Era vestito di uno sajon d'oro con roveri, e cussi 
la sopravesta dil cavallo. Si tien sia nepote dil pa- 
pa, per aver la soa arma. Scrive: si sier Zuan Paulo 
Gradenigo, qual si aspeta et era mia 6 lontan, fosse 
venuto a tempo, si haria fato ben assai. Item, di 
hore 53. Scrive poi dil zonzer di dito sier Zuan 
Paulo li a la Pelosela con 400 cavalli e 400 fanti, et 
hanno consultato insieme zercha passar di là di Po 
con diti cavali etc. ut in litteris, chome più diffu- 
se scriverò di solo. 

E poi leto le lettere, intrò Consejo di X con la 
zonla. 

Fu poi tolto el scurlinio per far li proveditori a 
Vicenza in uno, el a Feltre e Cividal in l' altro, e 
tono tolti gran numero, adeo parse a li savii mudar 
parte, perchè mai si haria compito ogi. 

Et messeno li savii d' acordo, elezer doman a 
gran Consejo uno podestà a Vicenza con ducati 60 
al mexe neli per spexe senza contradition alcuna 
ut in parte, et meni il vicario e judese consueti, e 
si fazi per scurlinio et quatro man di eletione. 183 * 

Item, etiam si fazi per quatro man di eletione 
podestà et capitanio a Feltre et podestà et capitanio 
a Cividal de Belimi con ducati 40 neti per uno al 
mexe, et meni li oficiali consueti, intendando che 1 

podestà di Vicenza legni cavali, videlicet piato 

et cao di lanza, el nel compir siano tolti per la Si- 
gnoria e dati a le zente d' arme ut in parte. Et fu 
presa. 



361 



MDIX, DICEMBRE. 



3ti2 



Fu posto, per i savii ai ordeni, utenlo li patroni 
di Barato non se curano a partirsi, che sier Piero 
Antonio Morexini et sier Piero Polani patroni, aten- 
to il suo capitanio é in Istria, si parlino al zorno ut 
in parte, ali ter comenzi quel dì la paga a le zur- 
me, et la storia dil capitanio vadi a loro conto, ut 
in parte. Presa. 

Fu posto una lettera al capitanio zeneral di mar, 
mandi sier Marco Antonio Coniarmi con V armata 
picola a Comachio a minar quel locho etc. ut in 
parte. Et fu presa. E nota. Fo mormoralion che '1 
zeneral toleva la dexima di botini e non dia tuor, e 
si dice ha manda a discargar a caxa sua assa' botini. 

Di sier Piero Pasqualigo dotor e cavalier 
orator nostro va in Hongaria, fo lettere di. . . 
novembrio da Xagabria. Dil suo zonzer lì, et par- 
lato in itinere a Both Andreas che '1 vene a scon- 
trar con bon numero di cavali. Et cussi le so 1 zente 
stete diseparate, e quelle erano con T orator per 
scorta etiam steteno in là, e cussi loro do partono 
assa' insieme. E dice è scrvitor di la Signoria e voi 
venirla a servir etc. e molti coloquii Tati ut in litte- 
ris. Item, scrive alcuni altri signoroli corvati veria- 
iio a servir la Signoria nostra ut in litteris, e li 
nomina. Item, ha auto il salvocoudulo dil cardinal 
istrigoniense che '1 vegni di longo. 11 re è in Boemia 
ancora, e ha scrito dito cardinal li sia fata bona com- 
pagnia. 

A dì 2, domenega, la matina, fono lettere di 
Roma; V ultime di 19. Il papa, a dì lf>, tornò a 
Roma stato ad Hoslia. Ordinò concistorio, dato il 
vescoa' di Venosa a uno havia quel di Avignon in 
Franza, et quel di Avignon dato al cardinal di Albi. 
Item, coloquii di do cardinali nostri Gcimani e Cor- 
ner col papa, qual è più duro che mai e voi sie cosse 
richieste di la Signoria, aliter non voi levar le sco- 
munege ; et di dar licenza a li cinque oratori, non voi. 
a tutti, o a niun. E nota. Ancora non era la nova 
li nostri esser intrati in Vicenza, né di l'intrar Y ar- 
ma* in Po. Item, uno aviso ha sier Hironimo Dona- 
do dolor orator, di uno suo de Ingaltera. Par, il re 
di Scocia e quel re habino fato paxe e liga insieme 
contra Franza, imo si dice ha licenlialo uno orator 
di Franza etc. ut in litteris diffusius legitur. 

Di Lonigo. Di sier Andrea (ìriti provedi- 

tor. Chome ha uno aviso che in Verona e li atorno 

é da fanti 15 milia, et il re di Franza ha di Brexa 

in qua 900 homeni d' arme ; e che il re di romani 

1 84 si dia abochar col gran maistro a Arzc. 

Da poi disnar, lo gran Cousejo e lato elelion di 
|xxlestà a Vicenza, e ussite |>er seurtinio sier Piero 

/ Diarii di M. Sanuto. — Tom. IX 



Mar/elio fo capitanio a Bergamo qu. sier Filippo, 
tolti 22. Fo sotto sier Andrea Douado è di la zouta 
qu. sier Antonio el cavalier. Fato elelion di podestà 
et capitanio a Cividal di Belluu, et niun non passò. 
Fo fato podestà a Lonigo, locho reaquistato, sier 
Carlo Zen qu. sier Bachalario el cavalier. 

Di Bassan. Fono lettere di sier Lueha da 
Pexaro proveditor. Chome ha nostri aver auto la 
Scala, et che mancando ballote di trar a le artelarie 
perchè quelli dentro si lenivano, par uno villan tro- 
vasse zercha 27 scose (palle nascoste), qual fo di 
Tanno passato, et erano di ferro et steteno ben a le 
artelarie. E compito di bombardarla, nostri vigoro- 
samente, chome da poi si ave lettere dil proveditor 
Mocenjgo, ebeno dito castello el amazono li fanti 
erano dentro, zercha 50 lodeschi, et il caslelan fece 
prexon. Siche la Scala si ha aula, la qual fornendo- 
la, lenirà questo brazo de qua securo. 

A dì 3 da poi disnar, fo Pregadi el leto queste 
lettere. 

Dil Mocenigo, date ala Scala. In che modo 
ave ditto castello, e dil vilan di le ballote. E treteno 
28 colpi di artelaria, e amazà li fanti 50, preso il 
caslelan, utpatet, Girardo Sister mandato di qui. 

Di Bassan. Di sier Luca da Pexaro prove- 
ditor. Chome sier Antonio Michiel è venuto prove- 
ditor a Castelfranco justa i mandati. Item, ha avi- 
so quelli di Covolo si ha mandato a render, salvo 
T aver e le persone, al proveditor Mocenigo. Siche, 
di recuperar nulla resta. 

Di Vicenza. Dil Moro proveditor. Cbome 
ha mandalo certe zente per tuor quel castello di 
Bonvexin, et mandato danari. 

Di Soave. Dil proveditor Griti. Manda uno 
aviso di le zente francese e altre sono in V- rona, e 
li capi e la loro conduta ut in litteris. E sono da 
lanze 450 francese, et è gran charestia in Verona. 
Val ducati uno il minai dil formento ; non è feni, ni 
strami e valeno assai. Item, li francesi e fanti spa- 
gnoli è alozati in Verona a le caxe a descrittoli, adeo 
veronesi hanno mandali 4 oratori a T imperator, 
qual e a Avi verso Trento, a pregar soa majestà lie- 
vi tal zente de lì. Li quali sono questi : Domino Bor- 
tolo di Pompei dolor, domino Antonio Montanaro 
dotor, domino Bernardo Salerno el cavalier e do- 
mino Anzolo Maria dil Borgo. Item, ha aviso il re 
é in Val di Lagre, va bora in qua bora in là etc. ut 
in litteris. E si mandi danari per le zente: questo 
è sempre nel fin de le lettere. 

Dil capitanio zeneral da mar. Chome sier 
Zuan Paulo Gradendo proveditor è passalo di là 

24 



363 



SIDIX, DICEMBRE. 



3G4 



fon le zente l'ha, e anditi verso Francolin un pocho, 
visto il bastion nostro et quello ha li inimici etc. ut 
in litteris. Item, ha comandato, justa i mandati, a 
sier Marco Antonio Contarmi, vadi con V armata pi- 
cola a Comachio. Et scrive esso zeneral una lettera 
molto colericha, che la Signoria non voi mandarli 
zente, che lui ha ria fato assa'. 

Fo Conscjo di X con la zonta per far la comission 

a sier Marco Minio rimasto proveditor a le biave, 

qual va in padoana e trivisana a far descrition di 

biave et mandarle di qua, juxta la parte presa in 

184* ConsejodiX. 

Di Udene. Di sier Antonio Zustignan do- 
tor, vice locotenente. Chome quelle zente è in hor- 
dine, capo domino Antonio Savorgnan, per andar a 
tuor Tolmin. Ma bisogna si mandi danari per dar a 
li stratioti et fanti sono de lì eie. ut in litteris. 

Fu posto, per li savii, scriver a Roma a li ora- 
tori nostri. Et fo varie opinion. Sier Antonio Trun 
procurator messe di compiaser al papa a le propo- 
sition; li altri messe scriver (le) raxon per le quali 
il papa doveva quietar eie. ut in litteris. Fo gran 
disputalion. Parlò sier Francesco Trun savio dil 
Gonsejo, sier Antonio Trun procurator savio dil 
Gonsejo, sier Vetor Michiel é di la zonta, sier An- 
drea Trivixan cavalier savio a terra ferma, sier Luca 
Trun cao di X et sier Castelan Boi d ti el XL criminal. 
Or andò le parte, et fo preso la lettera di savii di 
largo, scripto ut ante, et fo comanda gran credenza 
e sacramenta il Consejo. 

Noto. Il cavalier Biancho francese fo preso a . . . 

, qual si parti con fede di ritornar e non tornò, 

et per nostri fo poi preso a Lignago e mandato in 
questi zorni in questa terra per la Signoria in Cole- 
gio, fo terminato rimandarlo a Lignago a quelli lo 
preseno, et li ha dato taja ducati 5000 ; siche vien 
rimanda de li. 

A di 4 da matina, se intese sier Vicenzo Balbi 
di sier Piero podestà di Padoa esser morto mollo 
repentinamente, venuto di Padoa amalato. Et man- 
dato a veder il corpo per quelli sopra la sanità, Irò- | 
vono havia già nd use driedo in copa, adeo fo porta 
a sopelir con la barcha di Lazareto, et scruto molti 
so' parenti in caxa, et medici, videlicet maistro Ma- 
rio Brochardo e altri. Si dice ha preso a Padoa, do- 
ve è morto etiam uno famejo dil vicario. 

Da poi disnar, fo Colegio di la Signoria e savii 
per consultar. E nota. In questi zorni, havendo auto 
la Signoria nostra lettere che la galia soracomito 
sier Zuan Francesco Polani qu. sier Jacomo andava 
a fondi, la qual è di le vechie, unde, per Colegio fo 



terminato scriverli una lettera venisse a disarmar. 
Et fo gran mormoration di tutti che senza Pregadi 
si facesse disarmar una galia, sì per le zurme chome 
perche voria ducati 2500 a disarmarla et mancha la 
moneta al stato per la gran spexa di la guerra. El 
cussi ogi dito sier Zuan Francesco, con la soa galia, 
zonse qui a disarmar. 

Dil capitatilo zeneral da mar, di 3. Chome 
feraresi haveano abandonà il loro bastion fato con- 
tra il nostro di là di Po, et che nostri atendea a la 
fortification dil nostro, e fano far uno altro bastion 
di qua di Po di la banda di la Pelosella, e voleno far 
uno ponte su le galie acciò nostri possino abelmente 
passar di là a soccorer il bastion ditto. Item, stra- 
tioti é passa di là e corsi fino Francolin, et crede il 
zeneral tornerano con preda per esser molto cauti. 
Item, si dice il cardinal di Ferara fo ferito da nostri 
da una freza in la gola. Item, ha ricevuto una lettera 
di domino Costanzo di Sora padre di quello si diceva 
era nepote dil papa, per la qual li dimanda il corpo dil 1 85 
fiol morto. Et il zeneral li ha risposto una dolze let- 
tera, che si duol di la morte dil fiol ; ma che questi 
è li fruti di la guerra. Et li darà il corpo sempre che 
1 mandi a tuorlo, senza testa, perchè la testa fo bu- 
tata via da' galioti. Et altri avisi ut in litteris. Et 
il proveditor Gradenigo é li con zente pocho lontan 
alozato etc. 

Di Caodistria, di sier Alvise Voi fin prove- 
ditor. Di certa preda fata per stratioti, capi Thoda- 
ro Manassi e Thodaro Rali, et Constantin Paleologo 
non fu per la morie dil fratello etc. El par che, di 
verso Postovma, da 60 cavali de corvati venivano 
in quelle parie, e diti stratioti fono a le man et li 
malmenono, amazali 50 in zercha, presi 30 animali 
grossi el 3000 menudi, e con la preda rilornono in 
Caodistria. 

Di Udene, dil Zustignan vice locotenente. Si 
mandi danari a quelli stratioti e fanti, aìiter voleano 
partir. Et la comunità li ha donalo 100 ducati acciò 
aspetino 6 zorni che zonzi le loro page; siche si pro- 
vedi omnino etc. 

Di Cadore. Di sier Alexandro da cha' da 
Pexaro capitanio. Chome quelli di vai di Zolt loro 
vicini, erano subditi de l'imperalor, sono venuti a 
la devution di la Signoria nostra etc. 

A dì 5. La matina in Colegio fu fato lezer per il 
principe uno inventario datoli di le reliquie e croxe 

e paramenti erano in la chiesia di a Fiume, 

per gran valuta di zercha ducati 7000, qual tutte 
cosse il capitanio zeneral V ha aule, e par siano in 
una cassa. È tra le altre la testa di Santa Orsola, di 






3G5 



MMX, DICEMBRE. 



36ti 



li capelli di la Madona e molle reliquie, e una croxe 
di arzento di peso 70 marche. Item, apparamene* 
richi et belli. Si judicha ditto aventario lo desse sier 
Hironimo Querini stato provedi lor li a Fiume. 

Di Padoa, di rectori. Chome hanno sier Mar- 
co Marzello aver auto la rocha di Moneelese a pali, 
per relation di uno venuto li dice eri aver visto in- 
trar nostri in la terra, e quelli fanti erano in rocha 
ussir eie. ; et che Galeazo Gajardo citadin padoan et 
uno Zuan todescho vien a la Signoria; et che li fanti 
erano dentro fono lassati andar. 

Di sier Andrea Grifi proveditor, date a 
Soave. Chome ha aviso in Verona esser francesi 
assa' et spagnoli, li quali (sono in discordia) ? per 
esser stati diti spagnoli con quelli di la terra, per 
aver messo una bolega a sacho. El era grandissima 
carestia. Item, esso proveditor Griti, con fra' Lu- 
nardo, era andato sopra quelli monti a veder li pas- 
si et quelli assicurarli, acciò da 1 inimici non fosseno 
li a Soave arsaltali, et far certi repari, e trovò quelli 
conladini tanto marcheschi quanto si potria dir, e 
volenterosi far ogni faticha per la Signoria nostra, 
e sono con le arme. Conclude, in Verona esser gran 
carestia di biave et di fem et strami, et si tien li 
francesi partano perchè non pono star con li soi 
cavalli dentro, et nostri non li lassano venir molto 
185* lontan fuora a far strami etc. Item, ha inteso fran- 
cesi fortificha Peschiera. Item, mandò una lettera 
ha auto da uno citadin di Verona. Li scrive quello 
é in la terra. E nota. Mandò le condute et zente tutte 
di ogni natioii vi e, e conclude patiseuo mollo per 
la farne di viluarie. Et sono francesi 3000; et che el 
signor Zuan di Gonzaga fradelo dil marchexe di 
Mantoa, che era li con la compagnia soa, si partiva 
per andar a Ferara in ajuto dil ducha. Item, par la 
comunità babbi mandalo do oratori a V imperator a 
dolersi de le insolente de* franzesi et spagnoli vi 
sono lì dentro, et non pono tollerar la charestia etc. 
Item, par che habi aulo esso proveditor Griti, vi- 
delicet il pagador, ducati 5000, et ne ha mandato 
1000 a Lignago, che za quelli fanti si partiva. 

Di sier Piero Mar sello proveditor, date a 
Lonigo, dove è lì alozato col general. Che atendeno 
a fortificarsi lì per star ad alozar lì quelle zente, ch'é 
vicino a Soave, et aspetar il tempo di aver Verona. 
Item, scrive in sua exeusation zercha la lettera li fo 
scrita per Pregadi per il cavalo tolto, veniva al capi- 
tanio di le fanlarie. Dice è ben vero; ma non cussi. 
Et si scusa assa', e di danari tolti al fante. 

In questa ma! ina veneno alcuni todeschi stanno 
qui, dicendo cinque merchadanti todeschi voleno 



venir qui a comprar marchadantie, et ha auto licen- 
za dil re condurle in Alemagna per la via dil Friul, 
et volse salvoconduto di la Signoria. Et cussi, liben- 
tissime li fo fati cinque (salroconduti) et ogi si 
dovea dar principio a ligar balle in Fontego, che in 
questo tempo nulla si ha fato. 

Noto. Sier Alvise da Molin savio dil Consejo, 
propose in Colegio : aleuto bisognava solicitar le ga- 
lie bastarde si fanno in V arsenal, che importa assa 1 
averle a tempo nuovo ; et che sier Marco Querini 
qu. sier Alvise si ha oferlo solicitarle e farle compir 
dummodo habbi titolo di Colegio, né voi premio 
alcuno, e laudò fosse eleclo. El sier Antonio Trun 
contradixe, dicendo e mala stampa far a questo mo- 
do ; e che è molti Venturini che zerchano con questi 
modi ; e non volse far altro. Etiam, sier Vetor Mi- 
chiel disse che li patroni a T arsenal erano assa 1 su- 
ficienti ; et che se li tajeria le gambe. Quali sono sier 
Daniel Dandolo, sier Zuan Foscarini et sier Dome- 
nego Capello qu. sier Girlo. 

Fo letto una lettera drizala a sier Francesco Ca- 
pello el cavalier, li scrive maistro Martin da Treviso 
frate menor, date a Cividal di Bellun a di "29 no- 
vembrio. Avisa chome, a dì 27, il nostro campo 
andò a Cao di Ponte, et a dì 28 di matina introno 
in Cividal, e si ave insieme con la rocha ne la qual 
la sera intrò il proveditor di Treviso. E il di driedo, 
poi disnar, partì missier Zuan conte Brandolin per 
andar a la Scala, perché Domenego da Modon cone- 
stabele era inlrato in Feltre et havia hauto la rocha 
e facto preson el castelan e li todeschi erano in la 
rocha. Di Castelnovo, li villani el preseno e tagliò 
quelli todeschi erano In dito Castolo a pczi, e poi 186 
hanno preso el camino verso la Scilla dove e inlelli- 
gentia, e V averano perchè tutta Valsugana è affama- 
ta. El staro venitiauo si vende 2 ducali. El per ri- 
torno di uno suo mandò a Trento, referisse questa 
penuria, e di cavali 400 che erano al Borgo, et il 
nome di tre bandiere, e solo le dite erano da zercha 
150 homeni in tutto afamati, cussi quelli erano a 
cavalo come li altri. È senza un soldo, e tutti onda- 
vano pan, pan, e ogni zorno se partivano a 20 et 
30 per compagnia, et judichava non erano per du- 
rar Ire zorni. E che tien Maximiano era in Rovere o 
li ambasalori di Franza a Trento, dove era ancora 
la rezina, la qual instava ohe 1 re non si lassasse 
azonzer da li ambasadori di Franza, e ita finse an- 
dar a la caza e audò a Bolzan. E che la rezina ò 
molto contraria a Franza, et per questo si sforzava 
li ambasadori non havesseno audienlia per fin tanto 
si facesse una dieta, l.i qual si di.» far el dì de Sau 



367 



MMX, DICEMBRE. 



3G8 



186* 



Andrea e dia venir li noncii di le terre franche, e 
par dite terre franche volea diferirla a Nadal. Et di 
tutto ha dato aviso a domino Zuan conte Brtn- 
dolin. 

Itetà, si ave aviso de li alozamenli de 1 inimici in 
veronese. El marchexe d' Anziza aloza a Nogaruole 
con cavali 100. Benaldo Bese rnantoan aloza a Villa- 
francha 100. Lo signor Fedrigo da Bozolo, ha ho- 
meni d' arme et cavai lizieri, aloza a San Na- 

zaro in Verona, homeni d' arme 30. Lo signor Zuan 
da Manica, ha homeni d' arme n.° 30, aloza a San 
Polo in Verona in caxa di Piero Sagramoso, cavali 
lizieri n.° 50. 

Mercurio Busa stralioto, ha cavali 180, alo- 
za in Verona in caxa di missier Agustin 
diJusti n.° 180 

Tonin Cremonese, aloza atorno la pinza, 

cavali n.° 70 

Capo di borgognoni, aloza atorno la piaza, 

cavali n.° 40 

Fanteria todescha, aloza a San Polo . . n.° 4,000 

Lo signor capitanio di ventura, aloza a 

San Lazaro n.° 300 

Spagnoli e vasconi aloza, li capi, in dia' di 

Francesco di Fiorio e de Manarini . n.° 400 

In Citadela, Martelon rnantoan . . . . n.° .... 

Da poi disnar fo Pregadi et leto molte lettere. 

Di Vicenza. Di sier Cristofal Moro prove- 
ditor. Chome alende a voler fortiflehar la terra et 
a recuperar il castello de Bonvexin a li monti, eh* è 
di qualche importanza. 

Di Padoa, di rettori. Chome, volendo far pa- 
gar a li calonegi quello dieno dar, et loro scusandosi 
esser poveri, dicono voler venir a la Signoria, unde 
essi rectori mandono una parte che loro calonegi 
messeno al tempo de l' Imperio, qua! dice esser con- 
tenti dar ducati 1000 a Lunardo da Dresano per 
difender Padoa da V exercito de' venitiani etc, ut 
in parte, chome scriverò qui solo la copia di la 
parte, et é soto scritto il primo, domino Zuan da 
Roma et altri. 

Di Udene. Di sier Antonio Zustignan dotor, 
vice locotenente. Chome quelli stratioti sono 11, si 
voleno partir ad ogni modo vedendo non aver le 
loro page, e la comunità li ha doni ducati 100 acciò 
aspetino zomi 6 che zonzi la paga. Però suplicha 
presto si la mandi. 

Di Caodistria. Di sier Alvise Dolfin prove- 
ditor, fo leto lettera notada di sopra dil butin fato di 



50 cavali, di numero CO di conati, altri morti, et 
presi 300 animali grossi el 3000 menudi. 

Fu posto, per li savii, una lettera ai proveditori 
Marcello el Griti, che si unissimo il campo in uno 
locho per star più securo. Et oltra li ducati 5000 
mandati, se li manda ducali 7000, et non si man* 
cherà di mandarli perzornata per dar paga a le zen- 
te d' arme. Et vedino di haver Verona quando li pa- 
rerano il tempo etc. El fu presa. 

Fu posto, per li savii, scriver a sier Alvise Mo- 
cenigo el cavalier provedilor che mandi el conte 
Zuan Brandoliti e quelle zente 1' ha, fornito V habbi 
la Scala, verso il campo per unirse insieme. Et 
etiatn fu preso scriver a li retori di Padoa che quel- 
lo li richiederà li proveditori di campo, debbi man- 
dar di quelli fanti sono in Padoa etc. ut in parte. 
Presa, 

Et nota. Sier Zuan Paulo Gradenigo, con li 400 
cavali P ha et 400 fanti, resterà sul Polesene verso 
Po, chome V altro Pregadi fu preso et ho scripto. 

Fu posto, per li savii, atento sier Andrea Lore- 
dan, era provedilor sora F arsenal, qual per aver 
refudà provedilor in Friul per mexi ti è absente 
e sta a Buran et li mancha do mexi a compir, che 
per autorità di Pregadi el possi vegnir a solieitar le 
galle bastarde e compir V oficio suo di provedilor a 
P arsenal. Et sier Alvise Gradenigo et sier Marin 
Morexini avogadori non volseno andasse dita parte 
perchè non la poteano meter; e li savii volendo pur 
meterla, a la fin li avogadori disse : « Mete, che vi 
toro la pena. » Et niun la volse più meter. Et poi 
si levò il principe suso, persuadendo tutti a pagar le 
sue tanse e altre angarie, atento il bisogno dil dana- 
ro per conservation dil stado, aliter non si potrà 
durar. Et poi fé* chiamar quelli sopra li sestieri era- 
no di Pregadi, acciò si solicitasse il scoder, quelli 187 
dieno dar per il sai. Et mandati zoso di Pregadi sier 
Anzolo Sanudo proveditor al sai per scuoder le bar- 
che, et sier Piero di Prioli le dexime, et sier Bernar- 
do Barbarigo governndor le tanse, et sier Andrea 
Bondimier camerlengo di comun a farli groppi con 
sier Andrea Trivixan el cavalier savio a terra ferma 
e cassier di Colegio. 

Et licenliato il Pregadi a bona hora, restò Con- 
sejo di X con la zonta di danari etc. 

A ili ò\ Fo San Nicolò. Si ave aviso a bocha, 
per barche venute carge di botini, sier Marco Anto- 
nio Contarmi capitanio di Po aver auto Comachio, e 
nostri ha fato assa' bulini, maxime di anguille sa- 
late et altro. 

Di Lonigo. Di sier riero Martello prove- 



3ti9 



MMX, DICF.MIME. 



370 



di tot. Ha uno aviso che sier Polo Contarmi, con 
500 cavalli di stratioti, esser passato di là di V Adc- 
xe e andato verso Verona, e scontrato alcuni cavali 
di francesi ussili per sacomano e la scorta e fono a 
le man, di qual hanno preso 40 cavali, morti alcuni 
et altri anegati in V Adexe per fuzer, chome più difu- 
samente scriverò il tutto. 

ltem. In Verona, esser sta fato una crida che 
. spagnoli e guasconi si debano partir imm diate di 
la terra. 

ltem, che 'I signor Constantin Amiti era partito 
de Pimperator et va a Roma. Fa la volta di Mantoa; 
et fo ditto per todeschi li era sta tolto li soi cariazi. 

Da poi disnar, fo Pregadi in materia turcorum, 
et leto molte lettere. II sumario scriverò qui solo. 

Fu posto, per li sa vii tutti di Colegio, elezer uno 
synicho in l' isola di Cypri per uno anno tanto, con 
ducati 500 neli per spexe. Meni con sì ut in parte, 
et sia eleto per Pregadi per scurtinio, con pena per 
forma di boletini. Et presa. 

Fu posto, per li savii, certa parte di cotimo di 
Damasco. Si scrivi al consolo seri cotimo a 10 per 
100, et qui si deposili 3 per 100 da esser dati a 
quelli di Alexandria etc. E fu presa. 

Di Moncelese. Di sier Marco Marsilio qu. 
sier Iaeomo Antonio ql cavalier. Si ave il modo 
di T aquisto di la terra e rocha, et fu leto in Pre- 
gadi. E perchè vidi una lettera dii dito scrita in Mon- 
celese a dì 5, drizata a sier Omobon Grilli qu. sier 
Bap Lista, il sumario qui soto ne farò mentione, per 
esser molto copiosa. Et dice cussi: Luni proximo, fo 
a di 3, mi partiti da la Bataglia con el nome dil Spi- 
rito Santo, et primo travia solum uno conestabele 
nomina Antonio d' Ascoli con 80 fanti solamente, li 
qual messi per ordinanza a longo la riviera, et fra 
dicti fanti li mescolai circha villani 600, li quali 
cussi posti pretino assai più di quello erano. Da poi, 
io, con missier Guerier dal Caslelazzo et missier 
Marco fradelli, con zercha 40 cavali, et Spadazin con 
zercha cavali 6, seguitasene diete fantarie, e cussi 
ordinatamente zonzessemo ne li bor^i di Monze- 
lese. Da poi, feci apresentar da la parte de Monleri- 
cho Bortolo Lovato con zercha villani 200; dHìuìe. 
187* da la parte de verso Este, feci venir missier Beneto 
Calbo con zercha villani 400; da la prie verso Per- 
numia, missier Beneto Ambrosani ve! Alborsani pro- 
veditor di Conselve con zercha contadini 1000. Et 
tutti a un Irato se apresentassemo et fussemo sco- 
perti da quelli del castello, con lauto ordine et re- 
putatone, che, per quello ho compreso da poi per 
le cosse seguide, se messeno in gran timor de la 



cosa. Mandai el trombeta a la terra a dirli che se 
rendesseno, over che me vegniseno a parlar. Poco 
stando da poi, el vene fora tre todeschi insieme con 
Zuan todesco, Zuan Antonio Bonmartini et molti 
altri, a li quali io primo li dissi che se dovesseno 
render et non esser obstinali, che da mo' io voleva 
salvar le persone sue. Et tandem me respose che 
erano contenti darmi la terra ad ogni mia requisi- 
tone ; ma le forleze le volevano per 1 5 giorni, et 
che non li venendo socorso in questo tem|>o, me le 
dariano. A li qual io dissi che da alcuna banda non 
aspectavano socorso, ne potevano venir; et che, se 
i volevano, me contentava darli termine tre zorni. 
Li qual me disse non haver tal commissione; ma che 
ritorneria a la terra e saria con li soi compagni et 
renderà risposta el zorno sequente. El mi parse, pei* 
metterli mazor suspeto e spavento, de andar alozar 
ne li borgi, e cussi a torno a torno fin su le fosse le 
circondai da ogni banda. La nocte sequente, come 
el Signor Dio volse, hehbi lettere da li magnifici re- 
ctori di Padoa. per le qual me significavano come 
me mandavano boche 4 de artelarie grosse. Da poi 
poco stando, sopragionse uno messo che mi fece in- 
tender diete artelarie esser gionte a la Rivèlia. Im- 
mediate, per dar reputation a la impresa et acid 
paresse che apresso diete artelarie etiam venisse 
subsidio de fantarie et gente, però immediate man- 
dai comandamento a missier Bendo Arbosani, che ò 
vicario di Conselve, che levar facesse tutti li conla- 
dini con lui venuti, quali erano alozati a Pemumia, 
el la persona sua, et andar dovesse contra diete ar- 
telarie a la Riveli;». E li mandai etiam due capi di 
squadra venuti con me acciò metesseno in ordinanza 
li (lieti contadini, et ultra etiam feci ineter a ea- 
vallo tutta la compagnia del ditto missier Gueriero 
el li mandai per la via de Pemumia la nocte, aziò 
non fusseno visti levar dil borgo. Quali condusse di- 
eta artelaria acompagna ta ut supra su per la diti 
riviera, vegliando in cospeto et veduta de quelli dil 
castello, che in vero, se prima erano spaventati, per 
questa venula rimaseuo morti. Per la qual cosa, la 
matina sequente, subito che 1 fu zorno, ditti tode- 
schi me veneno a trovar a lo alozamento de la casa 
mia a la Costa, et dissemi queste formai parole: 
« Magnifico proveditor. fieri sera ve diecssemo vo- 
lervi dar la terra et tenir le forleze 15 zorni. Hora 188 
ve dicemo voler termine solum 8 zorni. » A li quali 
io resposi : « Eri sera io vi dissi che vi daria termine 
zorni tre. Hora vi dico non vi voler dar termine 
salvo bore tre. El pensate ben ci fato vostro; che, 
per lo vero Iddio, se io vi melo le artelarie a la 



371 



UDIX, DICEMBRE. 



;m 



terra, vi voreli render che io non vi acccptarò. » Et 
lor me rispose non haver altra dimissione die de 
quanto me haviano risposto; ma che tomeriano a la 
terra et parleriano a li compagni et poi mi torneria 
la risposta. A li qual suzonsi et dissi : « Abreviaino 
parole et tempo. Vui andareti et referireti a li vostri 
compagni quanto vi ho diclo, et se serano contenti 
bene quidetn. Et quando non volesseno, non vi afa- 
tichati più ma provedeti a li fati vostri, che, passato 
el tempo, io farò quel che potrò per farvi pentire. » 
Quali andorno, et poco stando rilornorono et dis- 
seme esser contenti di quanto li dissi, con condilion 
li facesse salvo lo haver et le persone. Et cussi, con 
la gratia del Signor Dio concluderemo, et ogi a hore 
do di zorno me condussi fuor nel borgo di San 
Marco et messi in schiera tutta quella brigata, che 
parse un grandissimo numero, et feci venir tutti i 
todeschi fuor di la (erra, quali passono in ordinanza 
che in vero a vederli mi stupì, perchè non li judi- 
chava si ben in hordine né tanto numero, con gran 
quantità de schiopetieri ; et. numerati per missier 
Barbon Morexini et altri, me referi esser numero 
550. Siche mi ha parso haver facto el mazor mira- 
colo che facesse mai homo in terra, perché de gran 
numero de villani podio fondamento ne facio a dar 
bataglia et strenzer una terra re vera, et in conclu- 
sali posso dir cussi che, con la gratia del Signor 
Dio, tal vitoria non voglio (attribuire) a me ma a 
la Maestà sua. Con 80 fanti et 40 cavali ho cazato 
costor fuor di la forteza ; che considerandolo non- 
ché essendo stato con efleto, me ne stupisso. Questa 
raatina, per mie, la illustrissima Signoria ne fo avi- 
sata. Et per esser stalo occupato tutto ogi in alozar 
et regolar le a r tela ri e et molte altre cosse, non ho 
possuto far inventario de monition et altre cosse re- 
state si ne la forteza come pef la terra; ma dimane 
farò ditto inventino ete. 
1 88 * Die 5 decembris 1509. 

Et leto le lettere, fo intrato in certa materia se- 
c retissima di mandar uno nostro zentilhomo in Bos- 
sina, eh' é sier Hironimo Zorzi fo soracomito qu. sier 
Andrea da San Marcuola, qual ha gran amicitia con 
quel sanzacho nominato Ferisbei. Et fo varie opinion 
zen ha questo per li padri di Colegio, et fo per aver 
turchi a nostro soldo, over perchè 'I rompa di sora 
a P imperator. Or fo gran dispulation. Tarlò di Co- 
legio sier Antonio Grimani, sier Alvise da Molin, 
sier Francesco Trun savii dil Consejo, sier Zuan Cer- 
ner savio a terra ferma, sier Vetor Michiel é di la 
zonta e exeeutor di le parte, sier Alvise Zustignan è 



di Pregadi qu. sier Marco, sier Sebastian Zustignan 
el cavalier è di Pregadi. Et perchè altri voleva par- 
lar, fo rimessa a doman. 

A dì 7. La matìna fo lettere da Roma di 26, il 
sumario scriverò di solo. Et altre lettere venute. 

Da poi disnar, fo Pregadi el leto le infrascripte 
lettere : 

Da Roma. Di 26, di oratori nostri. Chome, 
a dì 24, zonse lì lo orator dil re di Ingallera, qual é 
lo episcopo Eboracense, venuto con cavalcature ... 
Li fo contra li oratori e la fameja dil papa e cardinali 
justa il solilo. El zonto a caxa, li nostri oratori man- 
dò a dirli sariano venuti contra per far el debito loro 
per la observantia di la Signoria nostra verso il re; 
ma, per la scomunicha, non hanno osato perché il 
papa voi cussi. El qual orator fé* gran careze al se- 
cretano, e li scusò dicendo il suo re é tutto di la Si- 
gnoria nostra, el romperia a Franza, etha scrito let- 
tere in favor di la Signoria, et altri coloquii etc. 

Item. Portò una lettera dil re al papa in favor 
nostro. Et il papa è amalato ; altri dice, visto la let- 
tera, si amaloe etc. Item. Il papa intese la nova di 
P aquistar di Vicenza, et si alegrò col cardinal Cor- 
ner nostro che fo da sua beatitudine; et che il car- 
dinal Grimani era alquanto amalato. In conclusion, 
il papa più duro che mai. Item. Il di avanti, intese 
la nostra armada esser ini rada in Po e far grandis- 
simi danni, e si dice manda Guido Guain et Zuan di 
Saxadello verso Ferara con cavali lizieri, et scrito al 
conte Lodovico di la Mirandola vi vadi con le zente; 
e voi far fanti e mandarli. 

Di Napoli. Di Lunario Ansclmi consolo. 
A vis» di quelle occorentie, e de lì si dice la liga con- 
tro la Signoria nostra è più soda che mai, e fata più 
Grmata che prima. El altre nove. Nulla da conto. 

Di campo. Date a Lonigo. Dil venir li sier 
Andrea Griti provedilor stalo a Soave dove ha pro- 
visto, et consulterano col capilanio zeneral et pro- 
veditor Marzello, domino Luzio Malvezo, capitanio 
di le fantarie, conte Bernardin et altri condutieri 
quid fiendum, e di fortifìeharsi lì a Lonigo. Item, 
hanno reporti di Verona ch$ vien 3000 fanti tode- 
schi et è passadi per la Chiusa, i quali ogni sette di 
loro hanno ducati 5. et a Verona averano il resto. 
E si dice il re, eh' è verso Trento, prepara gran 
zente e scrive gran numero. Item, hanno uno aviso, 
francesi erano per partirsi da Verona. Item, manda 
una lettera li scrive sier Polo Gontarini qu. sier Fran- 
cesco, qual con slratioli e cavali lizieri passò P Ade- 
xe el andati verso Verona, et par habbi fato bona 189 
preda contra alcuni francesi el preso 40 cavalli di 



373 



XID1X, DICEMBRE. 



374 



homeni iT a me et 25 cavali di franchi arzieri, et al- 
tri morti et altri fugati, quali si bulono in P Adexe, 
si anegoe etc. ut in ea. Et manda la lettera li scrive 
ditto sier Polo. E questo fo . . . Et è uno aviso li 
fanti spagnoli partivano di Verona per andar a Fe- 
rara in ajuto dil duca. 11 signor Zuane di Gonzaga 
è pur con la compagnia ancora a Verona. Item. Esso 
proveditor Oriti et il Marzelo si scusano non haver 
auto loro roba di botini etc. et /o in risposta di' let- 
tere scritoli per Golegio a lutti li proveditori zene- 
rali per certa relation auta. 

Di Vicenza. Di sier Cristofal Moro prove- 
ditor general. Scrive di quelli successi, e quello in- 
tende di Verona, et chome Schio, non volendo star 
solo vicentini più, et hessendo in quelli lochi sier 
Hironiino da cha' da Pexaro di sier Fantin è ai tre 
savii sora i conti, esso proveditor Pha fato provedi- 
tor a* pe' de monti, el qual, con alcune zenle pae- 
sane e con pratiche ha auto il castello di Bonvexin 
eh' è di la juridition di Vicenza, che inimici lo teniva, 
per ducati 2G '/« che ha dato a chi era dentro. Item, 
scrive altre cosse. Et è da saper che ditto sier Hiro- 
nimo ha lì in vicentina certe buse da cavar arzenti 
con sier Dona Marzello e sier Vicenzo Grimani e al- 
tri, et danno la dexima a la Signoria, et è vicario 

zeneral di dite buse di Lorenzi etc. Item. 

È da saper, li oratori vicentini sono tornali a Vicen- 
za, chome esso proveditor scrisse la relatione, et 
Guagni Pincone coneslabile è resta a custodia di Vi- 
cenza con fanti. 

Di Lignago. Di sier Carlo Marin provedi- 
tor. Chome ha auto ducati 1000 dal proveditor Grili 
e Marcello, e daranno a quelle zente eie. Item, hanno 
di Verona, che missier Zuan Jacomo Triulzi era con 
zenle a Peschiera francese, el prima il gran maistro 
esser parlido e andato a Brexa. Et forlifichano Pe- 
schiera, et hanno brusate le hostarie erano di qua 
dal Menzo tutte etc. 

Di Padoa. Di sier Zacaria Dolfin capita- 
nio. Scrive solo perchè il podestà sier Piero Balbi è 
in palazo alieno di altri per il morbo dil (iol morto, 
e non se impaza in nulla. E il capitanio è vice pode- 
stà. Scrive se li mandi danari per quelli fanti eie. 
Item. Una relation di uno, che P imperator fa zente 
et harà 30 milia persone etc. 

Di Treviso. Di sier Hironimo Marin pode- 
stà et capitanio, di ogi. Dil zonzer lì 150 cavali di 
slralioti partiti di la Patria per non haver danari, e 
dicono voler andar a trovar il capitanio zeneral da 
mar e andar a butiu contra Ferara. El volendo bia- 
ve, lui non ha auto clic darli eie. 



Di sier Alvise Mocenigo el cavalier prove- 
ditor. Scrive aver lassato in la Scala Domenego da 

Modon conestabele con fanti El che il re in 

persona voleva venir a soccorer ditto locho per esser 
di gran imporlaulia ; e si provedi di castelan et cu- 
stodia perchè Domenego da Modon voi far fati etc. 
Et lui proveditor è ritornato a Feltre. 189* 

Dil capitanio zeneral da mar, date in ga- 
lla apresso la Pelosela. Scrive quelli successi, et 
dil baslion, et si provedi. E li fanti forestieri bona 
parte è parlidi per non haver danari ; et che '1 sta li 
con pocha ripulalion etc. 

Di sier Zuan Paulo Gradenigo proveditor 
zeneral, date in una villa sul Polesene nomi- 
nata ut in lilleris. Scrive si mandi danari per quelle 
zei.le. Item. Ha recevuto una lettera di la Signoria 
zercha bulini, dicendo lui è anni 20 serve questo 
slado ci non per utilità ; e quando fo a P intrar in 
Vicenza, la faticha P ebbe perché non fosse sachi- 
zada etc. E si più intravegnirà, che '1 sa ben quello 
P averà a far. In conclusion, una lettera molto cole- 
richa, eljnditio meo, ha raxon eie. 

Da Londra. Fo lettere di sier Andrea Ba- 
doer orator nostro, di 9 novembrio. Come quel 
re di Ingaltera havia fato paxe con suo cugnado re 
di Scoria, et che '1 mandò il re li noncii con le let- 
tere e in Pranza e in Spagna in favor di la Signoria 
nostra ; e cussi ha scrito al papa, come per avanti si 
ave la copia di le lettere. Et quello andò in Franza, 
par sia tornato, et tien non babbi portato bona ri- 
sposta. Et havendo il re d'Ingallerra messo bordine 
far cerio parlamento a di 21 zener zercha le cosse 
con Franza, hora par non si voghi aspetar; ma si 
dice de li il re ditto voi far guerra a Franza e far 
passar zente di qua. Siche si ragiona di guerra. Item. 
Esso orator prega li sia mandalo lettere di cambio 
per danari di lì non poi aver. Item, par quel re era 
alquanto indisposto. 

Di sier Marco Antonio Contarini capitanio 
in Po. Scrive il modo che ave Comachio, dove era 
450 homeni da fati, 200 forestieri e 250 dil loco, i 
quali fuziteno parte per le valle e si a nego no alcuni. 
Et scrive esser sia fato gran bulini lì, et era pessi 
per ducati 6000, vini per ducati 1000, et magazeni 
di sali. In conclusion, esser sta fato assa 1 bulini. Et 
quelli homeni si rese a descrition, unde li farà por- 
tar la pena di loro pechati etc. 

El lelo le lettere, fo intrato in la materia di tur- 
chi. Partono qualro : sier Marco Boia ni savio dil Con- 
sejo, qual messe de indusiar, con alcuni altri. Parlò 
sier Antonio Trini procuralor savio dil Consejo, sier 



375 



MDIX, DICEMBRE. 



Iaconio Gabriel savio ai ottieni per la sua opinion e 
sier Nicolò Michiel dolor è di Pregadi, e fo mala 
renga. Or balotate le parie, fo preso la indusia. 

Item. Fo fato il scurtinio di uno synico in Cipro 

justa la parte presa, et rimase sier Marco Loredan 

fo ai X savii qu. sier Domenego. Il scurtinio sarà 

notado qui avanti. Fono tolti numero 32. Et Pregadi 

190 vene zoso hore 5 di note. 

Scurtinio di uno synicho in Cipro, 
justa la parte presa. 

Sier Lorenzo Orio dolor, fo auditor e 

synicho di terra ferma, qu. sier Polo. 
Sier Velor Caglio, fo auditor e synicho 

da terra ferma, qu. sier Andrea. 
Sier Mario Bon, fo auditor e synicho da 

terra ferma, qu. sier Michiel. 
Sier Antonio Surian dolor 1* auditor ve- 
ehio, qu. sier Michiel. 
Sier Zuau Antonio Yenier l' avochato di 

presonieri, qu. sier Jacomo Alvise. 
Si<T Piero Boldu qu. sier Luuardo. 
Sier Jacomo Barbaro, fo provedilor di 

comuu, qu. sier Bertuci. 
Sier Alvixe Zen, fo capilanio a Ravena, 

qu. sier Francesco. 
Sier Carlo Contarini, fo savio ai ordeni, 

qu. sier Francesco. 
Sier Domenego Trivixan, fo auditor ve- 

chio, di sier Zacaria. 
Sier Zuan DolOn, fo auditor nuovo, qu. 

sier Nicolò. 
Sier Francesco Zurzi, fo auditor veehio, 

qu. sier Antonio. 
Sier Hironimo Baffo, fo ai X savii, qu. 

sier Mafio. 
Sier Marco Antonio Calbo, fo auditor 

nuovo, qu. sier Hironimo. 
Sier Domenego Venier, fo auditor ve- 
ehio, di sier Andrea procurator. 
Sier Lucha Trun el cao dil Consejo di X, 

qu. sier Antonio. Non voleva. 
Hefudò. f S» er Marco Loredan, fo ai X savii, qu. 

sier Domenego. 
Sier Marco Gradenigo dotor, fo auditor 

veehio, qu. sier Anzolo. 
Sier Velor Morexini el provedilor sora la 

sanità, qu. sier Jacomo. 
Sier Piero Mudazo, fo auditor nuovo, qu. 

sier Marco. 



376 

Sier Hironimo Zuslignan, fo avochato 
grando, qu. sier Mariti. 

Sier Hironimo Polani dolor, fo auditor 
nuovo, qu. sier lacomo. 

Sier Pasqua! Malipiero el proveditor sora 
li officii, qu. sier Donado. 

Sier Domenego Querini, fo auditor nuo- 
vo, di sier Zanoto. 

Sier Trojan Bolani, fo proveditor a Lo- 
nà, qu. sier Hironimo. 

Sier Domenego Baffo el grando, qu. sier 
Andrea. 

Sier Marin Sanudo qu. sier Lunardo. 

Sier Santo Moro el dotor, fo auditor nuo- 
vo, qu. sier Marin. 

Sier Carlo Contarini el grando, qu. sier 
lacomo da San Agustin. 

Sier lacomo Michiel, fo auditor nuovo, 
qu. sier Biaxio. 

Sier Thoma Donado, fo zudexe di peli- 
zion, qu. sier Nicolò. '^* 



A di 8. Fo in Colegio Foligino, qual alias me- 
nava pralicha di acordo col re di romani ; ma poi 
nostri ave Vicenza e la praticha andò in fumo. Vien 
di Mantoa ; é secretano dil marchexe, et ringratiò 
la Signoria di la bona compagnia fati al signor suo 
da parte di la marchesana, et pregò fosse lassato vi- 
sitarlo. Et cussi fo ordinato andasse alcuni savii a 
terraferma con lui da dillo marchexe. El qual Foli- 
gino stele zercha 8 zorni qui, poi tornò a Mantoa. 
È da saper, il marchexe faria ogni cossa per ussir, 
et si oferisse esser medio di tratar pace con 1* im- 
peratore e oferisse li soi homeni d' arme V ha a Man- 
toa, il stato, moglie e figlioli. 

Nolo. Eri, per Colegio, sier Alvixe di Dardani fo 
remandato provedilor a Miran et Uriago a gover- 
nar quelli contadini, come prima. 

Da poi disnar, fo Pregadi el leto le infrascrite 
lettere: 

Di campo, date a Lonigo di proveditori. 
Chome consultano di fortifichar il campo e star 
li. Item. Francesi è pur in Verona, e si dice do- 
veano partir, et che quelli citadini, per dar a le zen- 
te, haveano tolto ducati 6000 dil Monte di la pietà. 
Item. Par francesi e veronesi governano Verona. 
Frachasso è pur lì per V imperator, e lo episcopo 
di Trento. Item. Essi proveditori dimandano dana- 
ri etc. 

Di Padoa. Dil capitan-io. Chome voi si li 
mandi danari per dar a le porle, aliter si voleno 



Ole 



MMX, DICEMBRE. 



378 



partir. E cussi a quelli fanti, et non se indugia per- 
che T importa. Sono insolenti eie. 

Dil capitanio general da mar, date in galla 
ut supra a la Pelosela, adì . . . Chorne havia fato 
far il ponte passava Po per soccorer il bastion su 
barche e burchii, che prima era fato su galle, e que- 
sto perchè in ogni tempo che inimici venisseno, le 
galie fosseno in libertà. Et che ha aviso i nimici si 
mette in hordine e sono in gran numero per vegnir 
a expugnar il bastion nostro; e però se li mandi 
fanti e danari. 

Di sier Zuan Paulo Gradenigo proveditor 
general Come e venuto dil Polesene, dove era alo- 
zato, lì dal zeneral a consultar. E nota. Sier Vicenzo 
da Riva soracomito è proveditor in Huigo, e in la sua 
galia è sier Alvise suo fradello per vicesoracomito. 
È castelan in Ruigo sier Mariu Malipiero. In Lende- 
nara è proveditor sier Zuan Marzello qu. sier Piero, 
e in la Badia é sier Zuan Corner di sier Alvise. E 
nota. Sier Priamo da Leze proveditor sora la camera 
de impresiedi, scrisse a la Signoria chome havia fato 
cargar 12 burchii di formeuti di ruxon di la Signo- 
ria, et li manderia in questa terra, et quello ha tro- 
vato li eie. E dite lettere fo lete in Colegio e non in 
Pregadi. 

Fu posto, per li savii, che si attendi a la exalion 
dil dinaro, e che uno consier e uno savio dil Consejo 
et uno savio di terraferma che serano ussiti di seli- 
mana, vadino ogni matina a Rialto a solicilar il scuo- 
der di debitori, e far ogni provision eie. Fu presa. 

Fu posto, per li dilli, che tutti quelli scodouo 

danari di la Signoria deputadi a la guerra, vengino 

191 ogni matina in Colegio con la poliza di quello ha 

scosso ; e cussi li proveditori sopra le veudede, di 

quello barano venduto etc. Fu presa. 

Fo posto, per li ditti, che li deputadi sora le con- 
trade per far la exation dil sai, si debano redur ogni 
zorno da matina e poi disnar in chiesia, et mandar 
per quelli dieno tuor il sai e farsi pagar, e dar li bo- 
letini del sai etc. et dagi sacramento a le caxe a li 
capi quante persone sono. E fu presa. 

Fu posto, per li dilli, elczer il primo Pregadi per 
scurtinio do caslelani, uno a la Scala con ducati 30, 
et uno a Moncelese in la rocha con ducati 20 al mexe 
per uno, per anni ... et quello harà più balote, stia 
a lui elezer qual cast ciana ria che '1 vuol. E fu presa. 

Fu posto, per li ditti, che 1 sia tajà, cassa e anul- 
là tutte le suspension fate per la Signoria et per il 
Colegio de li debitori di la Signoria nostra. Item, 
che le sieno di niun valor, si non sarano facte per 
questo Consejo etc. ut in ea. Fu presa. 

/ Utai'ii di M. Sanuto. — Tuiu. IX. 



Fu [kjì intrato in materia di scriver a li oratori 
a Roma. Sier Antonio Trun procuralor savio dil 
Consejo, volea ussir e compiacer il papa di le propo- 
sition fate etc. come el messe un 1 altra volta e non 
fu preso. Or conlradise sier Marco Bolani savio dil 
Consejo, e messe indusiar. Parlò poi dito sier Anto- 
nio Trun et ultimo il principe, et cussi il Bolani con 
altri di Colegio messe la indusia el questa fu presa. 
In eonclusion, la terra tien le cosse di Ingaltera bab- 
bi a dar molestia a Pranza, e si sta con questa spe- 
ranza, et fo comanda «lietissima credenza e caza li 
papalisti. 

Noto. In questa matina, fo conduto in questa 
terra in ferri sier Thoma Morexini qu. sier Marco da 
San Zane Polo, el qual portava barba per il stado e 
andava vestito di paonazo, et è sta mandalo per il 
capitanio zeneral per disobedientia. Eie da saper: 
Questo, come ha fato altri zentilhomeni Venturini, 
andoe con la barcha in Po a far butini, et hesseudo 
a certa riva, il zeneral volea le barche si molasse per 
far il ponte ; e mandato a far comandamento a costui, 
non volse, et iterum mandato uno suo compagno 
di stendardo, non volse, imo usò certe parole conlra 
il zeneral, adeo pocho inanellò che 1 zeneral lo fa- 
cesse apichar; ma pregato da sier Hironimo Conta- 
ri ni proveditor di P armada e sier Zuan Paulo Gra- 
den go proveditor zeneral, li sparagnò la vita e lo 
mandò in questa terra con lettere a li cai di X. Et 
cussi zonto, fu posto in 

A dì 9, tulta la matina i cai di X fo in Colegio, 
nescio ad quid. 

Di sier Zuan Paulo Gradenigo proveditor. 
Chome è tornato di l' armata al suo alo amento sul 
Polesene in la villa chiamata V Inferno, el ha aviso 
inimici esser grossi e za è principiato a passar parte 
e arlilarie a Figaruol. El però si provedi a mandarli 
zente e altro. 

Et perche, poi disnar, era domenega e gran Con- 
sejo per far Consejo di X, fo ordinato poi Consejo 
chiamar Pregadi. 191 * 

Da poi disnar adoucha, fo gran Consejo, et prima 
serato, per Zuan lacomo secretano dil Consejo et 
vice canzelier primo fo leto una parte che meteva i 
consieri di elezer de prcesenti do avogadori di co- 
mmi, quali habino a exercitar Y otìcio suo per uno 
anno, et in quello (Mirerà a la Signoria nostra con 
autorità di avogador, et poi entri avogadori ordeua- 
rii etc. ; non possi esser eleclo alcun sia creditor di 
nostri rebelli, e altre particolarità. La copia di la qual 
parte sarà nutada qui avanti ; et ave l.~>4 di no, 900 
e più di sì e fu presa. Item, fo poi publichalo far li 

25 



379 



IIDIX, DICEMBRE. 



380 



ditti do avogadori, e podestà a Vicenza in luogo di 
sier Piero Mantello ha refudado, podestà e eapitanio 
a Feltra podestà e capitauio a Cividal di Bellun, pò* 
desta a Ciladella secondo usanza, podestà a Castel- 
francho e altre voxe, et uno dil Consejo di X che *l 
manchava. Et fato scurlinio, veneno fuora sierZuan 
Corner savio a terra ferma qu. sier Antonio et sier 
Antonio Condolmer, fo savio a terra ferma qu. sier 
Bernardo, tolti in scurlinio numero 38, tra li qual 
io me nolente fui nominato, et li dicti rimaseno, et 
il Corner^poi refudò, e il Condolmer aceto e vene 
statini in Pregadi. Item, podestà a Vicenza rimase 
sier Vicenzo Grimani è di Pregadi di sier Antonio, 
venuto per scurtinio da sier Mann Griti fo provedi- 

tor al sai qu. sier di una balola. El qual 

Griti non vene fuora a gran Consejo, tolti in scur- 
tinio n.° 22. Il resto di le voxe, per Torà tarda, 
andò zoso. Et nota. Avogador sier Gasparo Malipiero 
è di Pregadi qu. sier Michiel in gran Consejo fo no- 
minato, e non si provò perchè lui andò a la Signo- 
ria a dir era creditor di padoani di ducati 5000, vi- 
delicet di Lodovico Conte eh' è sta apichato, et ha 
li iustrumenti. 

Et licentiato gran Consejo, si redusse Pregadi, et 

leto: 

Di campo, da Lonigo, di proveditor zene- 
redi Marcello et Griti. Come in Verona sono da 
9000 persone tra francesi, spagnoli et alemani, et 
per zornata se ingrossano. 11 re va verso Ispruch 
dove fa certa Dieta, et dubitano inimici non ensano 
di Verona et vengi asaltar il campo, perchè nostri 
si va disolvendo, maxime li fanti di le compagnie, 
per non haver danari. Siche, si provedi di danari e 
danari e presto. E stanno li in consulto con il eapi- 
tanio et fortificarsi. 

Di sier Zuan Paulo Gradénigo. Dil passar 
inimici a Figaruol, ho scripto di sopra il sumarìo. E 
nota, fo scrito per Colegio a Padoa mandi sul Pole- 
sene villani, maxime dil Piova. 

Di Mestre. Di sier Bernardin Badoer pode- 
stà et eapitanio. Ogi si ave lettere dil zonzer di 
100 e più cavali di stratioli U vien di Treviso, e fo 
termina mandar Francesco Duodo rasonato li a Me- 
stre e farli la mostra, mandarli biava e darli danari. 

Di Padoa. Dil eapitanio Dolfin. Chome, ju- 
sla i mandati di la Signoria et le ledere di provedi- 
tori zenerali di mandar quelli fanti sono lì in Padoa 
in campo, li manderà; ma voleno danari; è passa il 
tempo di le so page, e si provedi perché imporla 
192 assai. 

Di sier Marc' Antonio Contarmi eapitanio 



in Po, da Comachio. Scrive aver fato brusar 250 
caxe, adeo si poi dir « qui era Comachio » et a do 
magazeni di sai ha fato meter fuogo dentro et mi- 
narti et vastarli eie. ut in litteris. 

Di Hongaria. Di Vicenzo Guidoto secreta- 
no alcune lettere, V ultime di 19 novembrio da 
Buda. Scrive coloquii abuti col reverendissimo car- 
dinal istrigonicnse, qual conscja che V orator nostro 
non vadi perchè il re non lo aldirà stante la scomu- 
nicha dil papa. Il re è pur in Boemia. 

Item, zercha far liga col Turcho, che '1 re non 
vorà consentir per nienle ; et che il papa con sue 
lettere fa mal assai. Et altri avisi calivi. 

Di sier Piero Pasqualigo dotar et cavalier, 
orator nostro, di 28 novembrio, di Xagabria. 
Chome è li. Ha ricevuto lettere dil secretano nostro 
è a Buda che '1 non vadi di longo, che non sarà 
admesso. Non sa che far ; ma è pocho distante el ve- 
scovo di Cinquechiese, e voi andar da lui a veder 
di esser admesso a la corte o dal cardinal. 

Et leto le lettere, non fu posto alcuna parte. In- 
trò Consejo di X con la zonta prima, et licentiò il 
Pregadi et restò Consejo di X ; ma steteno podio, 
etiam loro veneno zoso. Si judicha hanno qualche 
praticha, et bisognava far risposta. 

A dì 10. Noto. In questi di, uno eapitanio di 300 
sguizarì è in campo, fo in Colegio et li fo dato sti- 
pendio ducati 20 al mexe, et si contentò, et promes- 
se farne venir di altri si pareva a la Signoria nostra. 
Fo in Colegio con domino Ilironimo Savorgnan co- 
lateral nostro, qual vene di campo in questa terra 
per alcuni zorni. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta, et 
fo spazato alcuni presomeli asolti, erano in presoli. 

Item, fo connesso a 1* oficio di V avogaria sier 
Tomaxo Morexini mandato per il zeneral in ferri 
qui : che lo dovesseno expedir con la quarantia. 

Di Padoa. Fo lettere dil eapitanio. Chome 
quelli fanti sono a la piaza, haveano messo a sacho 
i botege di pan per non haver danari, e datoli le 
arme dicendo: « Va dal eapitanio te pagi. > Però, si 
mandi li danari, aliter sarà qualche scaudolo. E lui 
non ense di caxa, di gran chiamori ha di danari, 
danari. 

Noto. Intesi esser uno aviso che a Verona Anto- 
nio Caodivacha havia auto tre sellassi di corda, di- 
cendo che T havia fato andar il re solo Padoa e che 
lo T haria in tre zorni, et è partilo con gran vergo- 
gna. Tamen, legno sia sta questo a Trento, non a 
Verona. 

Item. Intesi Brexa, Bergamo, Crema et Cremo- 



381 



MDIX, DICEMBRE. 



382 



na tutti desiderano far movesta contra franzesi, et 
za erano in moto credendo nostri haver auto Vero- 
na ; ma hora che non si ha potuto averla, stanno so- 
pra de si, né si moveno aspetando il tempo. Item, 
quelli francesi erano a Salo, vene una voce nostri 
aver auto Verona. Subito mentono a cavalo e lassò 
tutto il suo e fugiteno a Brexa. 

In questo zorno, in Fontego di todeschi novo, fu 
ligato balle per mandarle in terra todescha, eh 1 é 
1 93 * molti zorni non si ha ligato. 

A di 11. La matina fo dito una nova di Verona 
per uno parli venere a dì 7, et fu autor sier Fran- 
cesco Capello el cavalier che parlò con il nontio, che 
francesi con spagnoli e todeschi in Verona erano a 
le man, e francesi nel borgo di San Zen e con tode- 
schi si bombardavano. Et da Lignago si ave lettere 
chome, per esploratori, hanno sentir a trar bombar- 
de a Verona, e non intendeno la causa; et in Vero- 
na esser gran carestia e patir molto de strame. 

Dil campo, da Lonigo. Chome hanno aviso 
francesi voleno ussir in campagna e s' ingrossano, e 
cussi todeschi s 1 ingrossano, adeo essi proveditori 
hano mandato a tuor 4 falconeti erano a Padoa per 
custodia di campo. 

Dil capitanio tetterai di mar. Fo lettere. 
Nulla da conto. Stanno li, et aspeta li danari e fanti; 
et il ponte é su burchiele. 

Da poi disnar, fo nudientia di la Signoria col 
Colegio. Fono alditi li oratori di Lonigo e Marostega 
et altri, et expedito quel capitanio de sguizari. E 
torna in campo. 

Dil capitanio zeneral di mar. Fo lettere di 
10. Dil venir 11 Zuan da Molin citadin da Ruigo da 
parte dil ducha, dolendosi de le crudeltà vien fate; 
e si 1 zeneral voi far guerra da turchi o da cristiani. 
Il zeneral li disse che, non havendo lettera di cre- 
denza, non li voleva dir altro. El qual, partito, vene 
uno trombeta dil duella e li usò queste instesse pa- 
role, e che 1 ducha non sa la causa etc. 11 zeneral li 
disse che li meriti soi erano tanti che più non si po- 
rla dir; e averspogià inostri soldati venivano di 
Ravcna contra la fede data ; et tolto il Polesene che 
per capitoli era nostro et sempre sialo nostro; et 
dato vituarie al campo nimicho atorno Padoa, e il 
cardinal con zente venuto in arme bianche a tuorne 
li nostri castelli, e farne tanti danni ; e che a far la 
guerra sta al suo signor a far come el vuol. E cussi 
licontiò dito trombeta. Item, che 1 Poe solum pie' 
6 e le gnlie voleno cinque e un quarto. Item, si dice 
de li i nimici ingrossati e venir 50 lanze francese et 
Sonzin Benzoli, e verano al baslinn, et si prove- 



di etc. Et il provedilor Gradenigo dil Polesene seri 
ve etiam queste nove. 

Et per Colegio fo sc'rito al zeneral che, sempre 
che '1 vedesse pericolo di P armada, sta a lui a par- 
tirsi etc. Et che conservi P armada. 

Di Verona. Si ave uno aviso di la gran chare- 
stia era. La bota dil vin valeva ducati 14, il minai 
dil tormento ducati uno, eh 1 è ducali do il staro; il 
carro dil fien ducati 10. E francesi erano in San Zen, 
chi dice haveano Castelvechio, e todeschi in San Pie- 
ro e San Felixe, e spagnoli in citadela, li quali fono 
fati ussir per il vescovo di Trento governador di 
Verona solo specie voler far la mostra e darli dana- 
ri e cussi fé intrar in citadela per una altra porta 
todeschi, et poi disse a 1 spagnoli: « Chi vi ha fato 
vegnir vi paga. » E che francesi si voleno partir ; e 15)3 
che le porle di Verona è tenute serate e niun vi poi 
intrar né ussir. Et questo aviso è sta porta per una 
femena etc. 

Di Feltre. Di sier Alvise Mossenigo el cava- 
lier provedi tor. Di quelli successi, e si provedi di 
governo a Feltre e Cividal, e di homeni non 3Ìano 
avari e siano valorosi di cuor et afabeli etc. 

A di 12, la matina in Colegio, fo uno todescho 

con li cai di X nominato Bulfardo qual vien 

di Alemagna, et par meni praticha di acordo con 
P imperator, et intra vien Marco Antonio Alberti san- 
ser. Questo todescho tien una garzona ai Do Ponti 
chiamata , la qual fo in campo dal re quan- 
do P era atorno Padoa etc. Et cussi tutta la matina 
fo in Colegio con li cai di X etc. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta. 

A di 13, la matina, se intese per la terra si tra- 
tava paxe, et eri esser sta electi do oratori al re di 
romani con 40 cavalli, sier Zuan Corner savio a ter- 
ra ferma qu. sier Antonio, et sier Alvise Mozenigo 
el cavalier è proveditor fuora, hora a Feltre, e stato 
alias ora t or al re di romani et assa' amato da esso 
re. Et il Corner partì in questa sera, andò a Treviso, 
sarà col Mocenigo et anderano verso la Scala. Menò 
secretano Nicolò Ottobon. Si diceva etiam Zuan 
Piero Stella, é secretano col Griti in campo, licei 
non sia a la canzelaria. E il todesco et Marco Anto- 
nio Alberti partite eri sera, va a tuor il salvocon- 
duto. E nota. Questa deliberation di mandar questi 
do oratori, fo secretissima, tamen la terra tutta fo 
piena, et questo fu per via di Piero Pender e di certi 
varoteri et di Marco Antonio Alberti, e fo mala cos- 
sa. E si dice dia vegnir domino Matheo Lanch, do- 
mino Paulo LetirJiwr et Certainer corrieri regii a 
parlamento a' diti nostri oratori, e conclu ler Pacor- 



883 



1IDIX, DICEMBRE. 



384 



do, non volendo il re parlarli. Tamen, si licn li 
parlerano, e si concluderò, e si dice le terre fran- 
che è sta causa, maxima queste vicine che non pono 
più star senza far marchadantia, et hanno mandato 
a dir al re si acordi. Etiatn domino Paulo Lietiste- 
ner, eh* è governador di! Tiro!, desidera molto que- 
sto acordo ; poi il re non ha un soldo, et ha presso 
(disc) uno orator anglico che solicita a questo. 
Etiam la raina fa ogni cossa. Et però ha voluto do 
oratori primarii et con gran comitiva, e siano electi 
per il Consejo di X, dicendo quello si fa in Pregadi 
il papa il sa. Li fo dato per il camerlengo di comun 
ducati 400 a dito sier Zuan Corner; e nota, fu pre- 
paralo malvasie etc. in caxa dil Mocenigo in chara- 
felli per far presenti. 

Da poi disnar, fo Colegio di la Signorìa et di 
savii. 

A dì 14, di campo, fo lettere che a Verona si 
traze bombarde; ma non si sa perché. Tien perché 
193' habi tropo polvere. Item, voi danari. 

Da poi disnar, fo Consejo di X per la comission 
a li oratori. Et in questa matina, per Colegio con li 
capi di X, per avisi auti da Lignago che sier Carlo 
Marin proveditor ha via vadagnato di ducati 10 milia 
e fato assa' cosse cative etc. et sono in remor con 
sier Michiel Baxadona castelan é in rocha, lieet fosse 
per gran Consejo elccto capitanio e proveditor in 
Lignago, unde fo terminalo statim mandar sier 
Marin Morexini l' avogador di cornuti e fasi proces- 
so e con gran autorità. El qua! la matina sequente 
parti e andò a Lignago. 

Et nota. In questa matina etiam fo dito una 
zanza per la terra, che Verona havia leva San Mar- 
co, e che si dice Y imperator è d' acordo con la Si- 
gnoria. 

Di Padoa. Dil capitanio. Chome ha auto li 
ducati 1000. Non basta a li fanti di Zanon da Color- 
ilo è 11, e si mandi di altri, e presto. Itcm, ha uno 
aviso di uno vien di Trento, che 1 re è andà verso 
Inspruch e di la raina, e si dice in vai di Brcntonega 
che V imperator ò in acordo con San Marco etc. 

A di 15, la matina, se intese che, havendo etiam 
sier Vicenzo Grimani refudado andar podestà a Vi- 
cenza, et con mormoration do' vicentini che non 9i 
habbi trovato ancora chi voji andar podestà a Vi- 
cenza, par che sier Zuan Mantello, fo podestà a Chio- 
za, qu. sier Andrea di San Vidal, sii andato dal prin- 
cipe a oferirsi di andar lui podestà a Vicenza per 
aie mexi senza alcun salario. Et cussi il prìncipe, eri 
nel Consejo di X propose (al oblation, et |>er dito 
Consejo fu aceta la, et anelerò podestà a Vicenza, | 



e non si farà per gran Consejo il podestà che si do- 
veva elezer etc. Chi laudo questa cossa, et a chi di- 
spiaque questi muodi, che per vegnir grandi si usi 
tal termeni. Et perchè manchava uno dil Consejo di 
X, dillo Marzello si feva tuor. Or chome anderà e 
con che modo, noterò di solo. 

Et nota che, alias, per gratia, sier Polo Michiel 
qu. sier Jaromo ave la castelanaria di Maroslega, et 
poi soi fioli, et era castelan sier Marco, eh' è il ma- 
zor, el qual perse lutto il sub 11, e poi suo fradelo sier 
Lodovico è preson di francesi preso castelan in Cha- 
ravazo. Hora, hessendo recuperado, ditto sier Marco 
et sier Jacomo fradelli comparseno a la Signorìa in 
Colegio dimandando fosse rimesso a la sua castela- 
naria. Et cussi li fo concesso, et fatoli le lettere al 
proveditor Moro in Vicenza. 

Ancora, sier Hironimo et Alexandro Malipiero 
qu. sier Francesco, quali, per gratia, per la morie 
di sier Zuane suo fradello soracomito da turchi in 
Modon ave la castelanaria de la Sarasinescha di Pa- 
doa in vita loro, et in questo tempo, sier Alexandro 
che stava 11 è stato in questa terra, et hora compar- 
seno a la Signorìa in Colegio e li fu concesso una 
lettera ut supra. 

In questa matina, l' orator dil re di Hongaria fo 
in Colegio. 1 M 

Da poi disnar, fo Pregadi et leto le infrascripte 
lettere. 

Di campo, di Lonigo. Di successi, et si mandi 
danari, et dil zonzer di 800 fanti schiopelierì arma- 
di brexani. et havendo danari li torano. Et hanno 
aviso in Verona esser abondanlia e non tanta care- 
stia come fo dito, et francesi é pur dentro etc. Et si 
dice francesi hanno brusato Zeveo et intrati in Val- 
lezo. 

Di Vicenza. Dil proveditor Moro. Chome ha 
aviso in Verona esser carestia, e si bombardavano 
francesi e todeschi. E altri avisi e particolarità, e si 
mandi danari per li fanti. 

Di Padoa. Dil capitanio. La relation ho 
scrìpto di sopra, e si mandi danari per li fanti e 
porte. Non poi ussir di caxa etc. 

Di Caodistria. Di sier Alvise Dolfin prove- 
ditor. Chome Damian di Tarsia & andato verso i Mi- 
mici, é stato a le man con alcuni verso Castelnovo, 
e si havesse auto le zento, harìa fato etc. E nota. Per 
Colegio fo sento al ditto proveditor venisse in la 
Patria. 

Di Udene. Di sier Antonio Zustignan do- 
tor, vice hcotenmte. Di quelli successi, et i nimici 
si meteano in hordine per far alcuni danni. Et man- 



385 



MDIX, DICEMBRE. 



386 



da una lellera aula da sier Lorenzo Minio provedi - 
tor in Gradiseha. Avisa di Goricia etc. ut in ea. 
Itcm, Mcleagro da Forlì con le zcnle è passa di 
qua. 

Di Xagabì'ia, di sier Piero Pasquali go do- 
tar et cavalier, ora tor nostro va in Hongaria, 
di 28. Cliome, volendo andar dal reverendissimo 
episcopo di Cinquechiesic, ricevete lettere dil secre- 
tano è a Buda eh' el non si movi etc. et fo per do 
messi a posta, che 1 resti lì ; e cussi resterà. Et che 
Bot Andreas vene con zente zercha 400 tra cavalo e 
a piedi per intrar lì; ma quelli prescidi non volseno 
dicendo é rebello di la majeslà dil re, et hanno man* 
dato a dir ad alcune terre vicine stiano in hordine 
in ogni bisogno accadendo etc. Conclude resterà lì 
fino harà altro di la Signoria nostra, e dil signor in 
Hongaria. 

Dil capitanio zeneral di mar, date in golia 
apresso la Pelosela. Come ha auto li danari per li 
fanti, quali fati dar, ha mandato 250 Tanti nel ba* 
stion. Et i nimici stanno a Francolin al bastion. Et è 
venuto 11 il capitanio Contarmi con l' armata picola. 
E scrive é in pericolo Y armata ; tamen partendosi, 
el Polesene resleria perso, atento i nimici é da 10 in 
12 milia persone. 

Di sier Zuan Paulo Gradenigo proveditor 
generai, date sul Polesene. Come i nimici sono 
grossi da 10 in 12 milia. Dubita non venginodi qua 
sul Polesene. Fa ogni provision. Voi danari. E nota. 
Poi se intese esser zonto in Ruigo sier Zuan Anto- 
nio Barbaro proveditor di Piove di Sacho con 500 
villani di Piove. In castello di Ruigo e or castelan 
sier 

Dil capitanio di le galle bastarde sier Zuan 
Moro qu. sier Antonio. Fo lettere dil prender di 
uno corsaro, et il successo dil navegar suo verso 
Rodi ut in litteris, el esser venuto in Istria con le 
conserve etc. La copia sari quivi posta. 

Fono electi li docastelani justa la parte, sier An- 
drea Contarmi fo proveditor a Mestre qu. sier Pan- 
dolfo, sier Luca Miani è XL qu. sier Anzolo, tolti . . 



Fu posto per li consieri, a tento il tempo che ne 
muor di peste in la terra, li scrivani e fanti sora la 
sanità sia ecetuadi di servir vii bando. Ave 48 di no, 
104- * 102 di si, e fu presa. 



A dì 1~> drzembrio 1~>09, in Pregadi. 

Scurtinio di do castellani, uno a la Scala con 
ducati 30 e V altro a Monetitene con ducati 
20, justa la parte. 

Sier Jacomo Diodo, fo castelan a Famagosla, qu. 

sier Lunardo. 
Sier Aurelio Michiel, fo castelan a Brixighella, qu. 

sier Andrea. 
Sier Vicenzo Bembo el cao di XL, qu. sier Biaxio. 
Sier Alexandro Contarmi di sier Andrea. 
Sier Hironimo Avogaro, fó castelan a San Piero 

di Verona, qu. sier Bortolomio. 
Sier Jacomo Loredan, fo XL zivil, qu. sier Do- 

menego. 
Sier Cristofal Zivran qu. sier Piero. 
f Si r Andrea Contarmi, fo proveditor in Mestrina, 

qu. sier Pandolfo. Refudò. 
Sier Thoma Donado, fo cao di XL, qu. sier Nicolò. 
Sier Hironimo de Renier, fo cao di XL, qu. sier 

Gasparo. 
Sier Francesco Baxejo, fo castelan a Riva, qu. 9ier 

Piero. 
Sier Hironimo Moro, foXL zivil, qu. sier Lunardo. 
Sier Vicenzo Magno, fo conte a Pago, di sier 

Piero. 
Sier Nicolò Gradenigo, fo castelan a Castelnovo 

di Quer, qu. sier Anzolo. 
Sier Antonio Malipiero, fo XL zivil, qu. sier Do- 

menego. 
Sier Hironimo Donado, fo castelan a San Felixe 

di Verona, di sier Mutino. 
Sier Piero da Mosto, fo castelan a San Felixe di 

Verona, di sier Francesco. 
Sier Carlo Contarmi qu. sier Antonio. 
Sier Scbastian Navajer di sier Michiel, fo zudexe 

di foreslier. 
Sier Lorenzo Marzello'di sier Nicolò. 
Sier Alvise Michiel di sier Vetor, qu. sier Michiel. 
Sier Zusto Guoro, fo proveditor in Mestrina, qu. 

sier Pandoifo. 
Sier Hironimo di Prioli, fo XL zivil, qu. sier Ru- 
berto. 
Sier Silvestro da Leze, fo a la taola di l' inlrade, 

di sier Jacomo. 
Sier Piero Gradenigo, fo cao di XL, qu. sier An- 
zolo. 
Sior Nicolò Marcello, fo signor di notte, di sier 

Francesco. 



387 



IIDIX, DICEMBRE. 



388 



Sier Zuan Badoer, fo signor di notte, qu. sier An- 
drea. 

Sier Michiel Foscarini el XL criminal, qu. sier 
Andrea. 

Sier Zuan Francesco Gradcnigo, fo conte a la Bra- 
za, qu. sier Lionello. 

Sier Hironimo Baffo, fo ai X savii, qu. sier Mafio. 

Sier Alvise Baffo, fo conte e capilanio a Dulzigno, 
qu. sier Mafio. 

Sier Vicenzo da Molin, qu sier Mafio, fo podestà 
a Piove di Sacho. 

Sier Bernardin Bondimier, fo XL zivil, qu. sier 
Hironimo. 

Sier Jacomo Dolfm, fo castelan a Porlo di Legna- 
go, qu. sier Galeazo. 

Sier Zuan Corner, fo vice soracomito, qu. sier 
Cornelio. 

Sier Jacomo Venier, fo camerlengo a Pago, di sier 
Zuane. 

Sier Marco Contarmi di sier Thadio, qu. sier An- 
drea procurator. 

Sier Jacomo Loredan, fo di sier Francesco, fo pa- 
tron di galia. 

Sier Barbaro Barbaro, fo capitanio a Soave, qu. 
sier Zuane. 

Sier Filippo Corner, qu. sier Hironimo, fo vice 
govemador a Brandizo. 

Sier Zuan Donado, fo avochato grando, di sier 
Hironimo dolor. 

Sier Alvise Pizamano, qu. sier Fantin, fo podestà 
a Montona. 

Sier Lunardo Bembo, fo zudexe di examinador, 
195 qu. sier Francesco. 

Sier Vicenzo Zanlani di sier Zuane. 

Sier Polo Zustignan, qu. sier Piero, qu. sier Dio- 
nixio. 

Sier Jacomo loredan, fo signor di noie, qu. sier 
Antonio cavalier procurator. 

Sier Fantin Moro, fo XL zivil, qu. sier Antonio. 

Sier Alvise Grimani, fo castelan a Monfalcon, qu. 
sier Nicolò. 

Sier Polo Panila, fo XL zivil, qu. sier Zuanne. 
f Sier Lucha Miani el XL criminal, qu. sier An- 
zolo. 

Sier Anzjlo Guoro, fo castelan dil Scojo di Bran- 
dizo, di sier Hironimo. 

Sier Lodovico Querini, qu. sier Jacomo. 

Sier Lorenzo Gradenigo, fo XL zivil, di sier 
Marin. 

Sier Nicolò Badoer, fo signor di notte, qu. sier 
Orso. 



Sier Paulo Baxadona, fo podestà a Trevi, qu. sier 

Hironimo. 
Sier Honofrio Gradenigo, fo castelan a Sibenico, 

qu. sier Zuane. 
Sier Hironimo Barbaro, fo proveditor ai Orzi 

novi, qu. sier Piero. 
Sier Bernardo Boldù, qu. sier Filippo, fo patron 

al Zaffo. 195 

Di Feltre. Di sier Alvise Mocenigo el cava- 
lier proveditor, date a Feltre. Replicha, fo assa' 
aver recuperato la Scala ; et se li provedi perchè, 
tenendo la Seal», questa parte è sicura. Et scrive al- 
tri successi di lì, et si provedi di rectori etc. 

Fu posto, per li savii, che li Agustini dal banco 
siano asolti di pagar tanxe da poi che fallitcno in 
qua, e questo perchè quelli danari dieno andar a li 
soi creditori ; et è justo, non havendo facoltà, non 
pagino tanxe. E fu presa. 

Fo leto una parte presa questo aprii pasado di 
cazar di oficii, XL e Pregadi quelli sono debitori di 
la Signoria nostra. Et fono ad moniti tutti che pagar 
dovesseno in termine zorni 8, aliter la ditta parte 
si manderia in tutto e per tutto ad execution. 

Noto. In questi zorni, la galia Baroza di Candia, 
qual é stata in armada et è vechia, et foli dato a le 
zurme et sopracomito una altra galia nuova et dato 
certi danari, et questo perchè havesseno a menar 
dito arsii in Candia. Et a questo era uno pagador a 
F armamento, et sier Vetor Capello savio ai ordeni. 

A di 16, la matina, Zanon da Colorgno conesta- 
bele nostro è a Padoa con fanti .... et capo era di 
colonello, venuto in questa terra fo in Colegio ; qual 
si ha portato ben, et dimandò alcune cosse. Fo lau- 
dato dal principe e comesso a li savii di terra ferma. 

Slete qui zorni, poi partite expedito e tornò a 

Padoa, et con la compagnia poi andò 

Di campo. Fo lettere di Lonigo. Le cosse 
chome erano. Nulla da conto. Solum danari e dana- 
ri se li mandi etc. 

Dil Gradenigo, sul Polesene. Chome era ama- 
lato con febre et mal de ochii eie. Voria licentia an- 
dar a Lonigo. 

Noto. Eri, per sier Andrea Bondimier camerlen- 
go di comun, fo mandati ducati 9000 e più, videli- 

cet ducati 5000 in campo, ducali in armada, 

et ducati 1200 a Padoa e il resto altrove. 

Di Feltre. Di sier Alvise Mozenigo el cava- 
Iter proveditor. Come era indisposto di colico et 
certi dolori. 

Item. Scrive la recuperulion di la Scala fo bona, 



389 



MDlX, DICEMBRE. 



390 



el che da poi inimici, che solevano bravizar de lì in- 
torno, par non fazino altra movesla, perché etiam 
lui non ha voluto si fazi danno su quel di l' impera - 
tor. Ma ben fa star le zente in bordine per mostrar 
non haver paura etc. 11 re va verso Ispruch. 

Da poi disnar, fo gran Consejo. Fato avogador 
di comun in luogo di sier Zuan Corner ha refutado, 
sier Zuan Trivixan è ai X savii qu. sier Zacaria do- 
lor cavalier, et intrò. Qual in scurtinio fo rebalotado 
con sier Piero Contarmi fo a le raxon nove qu. sier 
Alvise, et rimase di do balote. Fu fato eletion di po- 
destà e capitario a Feltre, el niun rimase ne passò. 
Et podestà e capitario a Cividal di Bellini sier Nico- 
lò Balbi, fo provedilor a Brisegela e capitario di la 
Val di J^amon, qu. sier Marco. Podestà a Castelfran- 
196 co, niun passò etc. 

Fu posto la parte presa a dì 26 novembrio in 
Pregadi zercha il Montenuovo, che quelli compara- 
no el cavedal durante la presente guerra, volendo 
la Signoria poi recuperarlo, non possi per mancho 
precio di quello valerano allora etc. Ave 1 1 1 di no, 
1 1 16 di la parte, et fu presa. 

Fo lelo la parte leta eri in Pregadi, presa questo 
aprii pasado, di cazar fuora di oficii, consegii secreti 
el quaranlie quelli sarano debitori di la Signoria 
nostra di danari aspetanti a la guerra, et poi fo ad- 
moniti tutti che in termine di zorri 8 andasseno a 
pagar, perché passati i, sariano imbossoladi et man- 
dato la leze ad execulion. Et fo strida : esser venuto 
a palazo do libri di governadori e di proveditori 
sora li oiiicii per conio di mezi liti, et admoniti tutti 
vadino a pagar in termine zorni 8, aliter non sa- 
rano provadi, et sarano publichadi e privi di andar 
a capello. 

Noto. Per esser molti debitori publichadi per 
conto di angurie di questa guerra non venivano a 
Consejo, adeo solevano esser 1600 et hora non se- 
mo 1200, ergo etc. 

Fo lettere dil zeneral di 14. Come havea in- 
leso inimici haver fato preparar burchiele 16 a Fran- 
colin per butar un ponte ; et che la note volea esso 
zeneral mandar 4 barche suso per veder di bru- 
xarlo etc. 

196* Sumario di una lettera di sier Piero Marcello 
provedi tor zeneral, data a Lonigo a dì 16 
dezembrio 1509, drizata a sier Bernardo 
Donado qu. sier Zuane. 

Come, per alcuni venuti da Bolzano partì lutti 10 
de T instante, intendo coinè la domenica precedente 



veleno il re de* romani andar a messa con Frachasso 
e '1 vescovo de Trieste et alcuni da Bassan che beri 
cognosceno; et che si divulgava come lì el slaria 
fina a Nadal, dove el doveva far una Dieta; et che 
l' era con pochissime persone. Item, dize che, pas- 
sando da Trento, intese che la rezina se atrovava 11 
con pochissime persone simelmente. Dicono prue- 
terea esser stati in Verona, dove, per quanto hanno 
potuto veder el intender, non gè sono altro in tutto, 
tra da piedi et da cavalo, che persone da 10 in 12 
milia mal in bordine, et maxime todeschi. Quali 
tieneno le chiave de la porla di San Zorzi ; li fran- 
cesi quelle de la porta di San Zen et di Calzari; el 
lo signor Zuan di Gonzaga quella di la porla del Ve- 
scovo. Item, che hanno grandissima necessità de 
biave. Danno li Tormenti a li cavali. Et che quelli di 
la terra universalmente sono malissimo traeteti, el 
maxime da 1 francesi ; el che '1 vescovo di Trento 
babita in palazo con pocha obedientia et gran confu- 
sione in le sue audientie ; et che molti citadini ogni 
zorno se ne andavano, ad chi erano tolte le sue robe, 
et in specie domino Bortolomio di Maphei fu svali- 
sato 10 miglia di là di Verona verso il lago di Garda, 
et toltoli danari, arzenti et mobeli assai. El che '1 se 
diceva Maximiano havea donato Valezo al re di 
Franza, dove da Verona erano andate alcune ban- 
diere de fanti spagnoli. Item, questi lavorieri de 
verso Soave et qui si solicitano, siche spero presto 
se atroverano in optimi termini, perché volemo 
mandar ad alozar a Villanova uno colonello de fanti, 
sì per vardia de quel passo, come per aleviar al- 
quanto questo loco. Le zente d' arme et slratioli ne 
slimola al continuo de* soi danari, et quelli ne resta- 
no andamo distribuendo a queste fantarie per inler- 
tenirli che non se ne vadano, chome haveano prin- 
cipiato. De quelli di Legnago, eri, cavalcbando con 
lo illustrissimo signor capitario, ne sconlrassemo zer- 
cha 60 che se ne andavano. Li persuasi et astrinsi al 
ritornare, fazendoli far uno mandato che fusseno 
alozati per una sera de là di V Adexe, con promis- 
sione che subilo se li manderia li soi danari. Quelli 
di Moncelese ne mandano a protestar, non li man- 
dando subilo danari,.! se ne anderano e pezo, e che 197 
fin tanto i stano per le caxe a le spexe de quelli po- 
veri destruti et sachizati. Non poleino far altro che 
scriverlo et aricordarlo a la Signoria, ne mandi da- 
nari etc. Item, tutti li castelli di Verona, dicono 
questi venuti di fìolzan aver inteso lì a Verona, che 
i sono de ogni cossa malissimo in bordine. Bore una. 197 • 



301 



MDIX, DICEMBRE. 



3« 



Avuta de Rodi, da persona fide riigna 
de essa zitta de Rodi. 

Informazione. 

k>aii Rois bisehaino abitatile de lì za' piui de anni 
30, chon uno suo barzoto de portada di bolle 300 
iu zcrcha, armato in Rodi, aver proximamenle so- 
pra Famagosla prexo et sportato uno schirazo char- 
go de savoni de raxon di domino Domenego et do- 
mino Àngielo Contarmi, per la valuta de ducati 5000. 
ltem, etiandio una charavcla de uno ferier de Rodi 
aver depredati alcuni candiotti nostri subditi ; ettun- 
bidue corsari ritrovarse nelle acque de essa ixola de 
Rodi verso l' Arcipelago. Inteso questo, quampri- 
mum me levai da essa zitta de Rodi seguitando el 
inquirendo i dui chorsarj chon ogni solitudine, per 
far contro loro con li convenienti termeni quanto 
all' officio mio, l' onor delle chose pubblico el cho- 
modo de 1 privati. El venuto che io fui a 1* ixola di le 
Simie et fata inquisition de essi chorsari clion tutte 
quelle drcoostanzie, ebi notizia de ditto loan Rois 
esser a l' isola di Cargo awf a l' ixola di Gero, et la 
charavela predichi a V ixola di Limonia hover Sun 
Nicolò de Quarquj visino a V ixola de Rodi. Per il 
che, desiderando aver uno et V altro ne le mane, et 
azò, domenle seguitava uno, V altro non ine fugise, 
mi parse ispedienle divider da me per pocho spazio 
due de le chonscrve, et itta mandai subito ad essa 
ixola de Limonia et Quarqui el magnifico domino 
Francescho Marzelo sopracomito chon la galia Dan- 
dola de Chandia (?) ad ogni obedienzia sua, chon or- 
dene et chomission parlicular in scriptis, che tro- 
vando ditta diaravella, dovesseno prenderla et far 
F honor de la illustrissima Signoria et l'officio loro, 
chonservando el navilio, li homeni, et robe et il 
lutto intatto justa el mandato del clarissimo zeneral 
a me ingionto et a loro assaissime volte mostrato et 
letto. Non la trovando veramente, senza deviar al- 
tramente de chamino, dovesse volando (?) venir at- 
tivarmi a T ixola de Gero nel porto de Panarmo 
dove io P aspettarla ; et che zonzendo de 11 prima 
che io, il dovese nihilominus, (minino espetarme 
rie li, et non partirse aliquo modo. El qual domino 
Francesco, chon tal commissione partito da me con 
la galla deputatali, et io proseguendo el chamino, 
me chonferiti nel porto et Iodio statuito spelandolo 
chon atenzion et dcxiderio de la execuzioue impo- 
stali. Esso domino Francesco veramente, ritornando 
da tal eletto, et uon avendo trovata la sopraditla 



cliaraveila, |«ssò da la ixola de Clero et andò di loti- 
go verso V ixola de San Zuan de Palamosa senza 
che per me fosse discoperto aliquo modo, nò che 

mi avesse dato alcuna nova choutra la chomis- 

sione datali, existimando esso, per quanto mi ha re- 
ferito, chon la opinion di sui ollizialli, che San Zuan 
de Palamosa fosse l' ixola de Gero, et in questo mo- 
do digando aver equivocata et tolta una ixola per 
V altra, quantunque el cornilo de ditta galia Dandola, 
el qual è homo antiquo, optimo marinaro et peritis- 
simo dei lochi el ixole del Arzipielago, juslifichau- 
dosi de tal oposition per me fattali, dicha altramente, 
et affermi aver ben chonossuta )' ixola di Gero da 
San Zuan de Palmosa, et che ci suo patron, come 
interior el che sleva a la obedientia de esso missier 
Francesco, lo avea seguito come suo capo, et die 
perhò, se l' era sta chomeso alchun eror, non era 
de imputarlo a lui ma a chi aveva avuto el governo 
et obedienzia. lntexo da me poi da li abitanti di 
essa ixola de Gero el prenominato Joan Rois esser a 
la volta di Palamosa, considerando io le preditte ga- 
lie Marzela e Dandola esser anchora adrieto, et du- 
bitando chon el molto dimorar loro el uon mi fu- 
gise da le mano, fizi arestar de lì el magnifico domi- 
no Marco Salomon et aspetar esse galie, chon or- 
dene che zoute, quamprimum unitamente veniseno 
verso ditta ixola di Palamosa dove me rilrovcriano, 
conferendone io a quella volta. In lo interim, chon 
ogni zelerità zoulo adonque ad essa ixola di Pala- 
mosa, trovai el barzoto del prefato Joan Rois, et le 
diete galie Marzella et Da mi ola che, venute pocho 
avanti contro V ordine mio, aveano dato alquanto lo 
incalzo a detto harzotto, el qual, viste et discoperte 
tutte le galie et deseratoli el basilischo et aldiuni 
colpi di artilarie, aveva investito in terra con tutte le 
vele con vento frescho sopra ditta ixola di Palamosa 
de zorno a' "20 de passato, et la persona del capila- 
nio et lutti li omeni se erano fugitti in terra. Al qual 
barzoto acostatomi chon le altre chonserve quasi ad 
un medesimo tempo, trovai esser sta quasi al forzo 
meso a sacho da le zurme di diete galie Marcela el 
Dandola, die zerto mi fu molestisi mo, et contra ogni 
intention et ordine mio. Quo facto, vedendo io 
ditto barzoto con lo investir presto andar a fondo, 
et falolo con diligentia veder et examinar per li of- 
ficiali di le galie, et trovato quello esser tutto fram- 
mentato ne la prova et pope et reduto a termine et 
peni t us inavigabele, parseme espediente, adibitto el 
consegio de li sopracomili, farlo immediate redur 108 
in terra a segno di fondo, et ricuperar quelle poche 
artelarie rimaste, se |>ossibele era, el poi, aziò al- 



393 



IID1X, DICEMBRE. 



3iM 



chuno altro chorsaro del còrpo del navilio aut de 
alchuna parte de quello non avesse chomodità et 
modo de servirse contra li sudditi nostri ; per me- 
ritar chussì etiam al debito del prefato Joan Rois, 
et per dar exemplo ad altri de abstenirse de ofender 
le facilità de 1 cittadini nostri, in conspectu et ante 
oculos de dicti chorsari che stavano sopra un monte 
a veder lo exito, fezi bruxar lo prefato barzoto. El 
che seguite, fatta ogni opportuna provixion per aver 
li omeni ne le mani, con mandar per l' ixola i bale- 
strieri et homeni de le galie. Et zercha zio, usatone 
ogni diligentissima inquisitione per tre zorni chon- 
tinui, furono trovati et prexi piui de homini 60, et 
tra li altri pregioni la persona del prefato chapitanio, 
del nochiero et de li primarii promotori et autori de 
ogni loro operation et de la preda sopradita. I quali, 
despensati sopra le galie intatti et illesi, reservo in- 
tender T ordine dil prefato clarissimo zeneral per 
chondurli aut mandarli a quelo, aziò de loro possi 
terminar et disponer quanto li aparerà convenirse a 
la justilia. Non voglio restar a questo proposito 
agionger a vostra magnificentia questa parte, che, 
chonsiderata la natura e condizion de 1 galiotti, prima 
che volesse poner in terra homo alcuno per mandar 
a prender ditti chorsari, fezi ogni instantissima re- 
chiesta a li chalogieri et a quelli hanno el governo 
de ditta ixola di Palamosa, che li vilani et homeni 
de T ixola, senza che mandasse de questi de le galie, 
doveseno proveder de far prender et prexentarmi li 
ditti chorsari per evitar ogni inchonveniente potesse 
sequir; i quali, dizendo non volerse impedir in simel 
cose, mai volseno asentir a richiesta mia, imo per li 
villani de T ixola veniva dato recapito et vituaria a li 
ditti chorsari, per modo che, per non intertenerse 
in tempo et aspetar che se tragetaseno chon barche 
fuora di l' ixola, fo necesario meter in terra dei ba- 
lestrieri et omeni de le galie, chome fo qui ditto, per 
far lo effetto prememorato. 

La lettera fo data a a dì 24 zonse 

198* a Rodi a di 16 de ottubrio. 

Sumario di piui lettere scritte per el clarissimo 
zeneral a missier Marin Trivixan, 1509. 

Per lettera di 3 di scpternbre, scrive. Come, 
essendo a disnar quel di, vene una lettera da Ferara 
da lo illustrissimo Sigismondo Cantelmo duca di 
Sora, a rechieder a sua magnificentia el corpo del qu. 
Hercules suo fìolo, morto a la scaramuza del ba- 
stion. El zeneral gè lo offerse ad ogni sua apiazer, e 
gè feze salvoconduto a chi lo venise a tuor. Inlero- 

/ Diari i di M. Sànlto — Tom. IX. 



gado el messo del predicto signor Sigismondo, dice 
che, a la bataglia i deteno al bastion el venere di 30 
del pasato, gè era el cardinal el qual fo ferido da 
freza in la gola, ma non de pericolo; gè era anche 
el duca et persone 10 mila. Ne sono morti alquanti 
di loro et assaisimi feridi. El duca se ritirò a Fran- 
colin ad uno bastion i hano fatto. Che Ferara et el 
territorio é in gran fuga; che in Ferara non son ol- 
tra provixionali 500, et che, da poi V armala é in 
Po, non si averze le botteghe. E che il duca havea 
tolto molte zernide, a le qual el gè dava el pan, el 
vin et uno bolognin al zorno. Quel zorno era sta 
butado un ponte sopra galie undexe, et la note do- 
veano far passar certi cavalli per correr su quel ter- 
ritorio. 

Per lettera di 5, scrive. Come a di 4 de mat- 
tina, el passò sopra el ferrarexe domino Andrea Zi- 
vran cum cavalli 50, et andando verso el bastion de 
Francolin, se scontrono in la scolta di nemici, che 
era le lanze spezade del signor, da cavalli 50 ben 
in ordine. Fono a le man, et amazono 15 de li ini- 
mici, e tre feriti fono conduti al clarissimo zeneral, 
et sua magnificenzia li havea fato confessar et erano 
col lazo a la gola. Ne la sua depoxition, dicono che 
in Ferara se era in gran trepidation, che il papa li 
havea mandato homeni 60 et certa suma de danari 
per far fanti; che aspetavano lanze 200 francese; 
che al governo del campo ne era el cardinal, ma era 
pocho governo. Quela niatina era venuto un messo 
del duca di Sora per tuor el corpo del fiol, et gè lo 
fo dato, e portolo via. 199 

Per lettere di 6. Come erano ritornali alcuni 
cavali de stratioti, et havevano condutto animali 
grossi 300 et assaisimi de menudi. Et che V havea 
licentiato le do galie candiote, che andaseno a de- 
sarmar. 

Per lettere di 7, scrive. Come havevano deli- 
berato disfar el ponte di sopra le galie et ridurlo 
sopra barche grosse e burchi, per lenir le galie ex- 
pedite. Et essendo sta fatto comandamento che tutte 
le barche se redusesseno al locho, sier Thoma Mo- 
rexini, che era sopra una di quelle, dixe vilania a 
quel compagno de stendardo et mese la man su 
T arma. Lui se retirò, et el dicto sier Thoma tolse 
una balestra per tirarge. El zeneral el mandò a chia- 
mar, et in quella hora fo mandato in feri a Veniexia. 

Per lettere di 9. Scrive che, el zorno prece- 
dente, se mostrò da cavalli 300 de' inimici, et essen- 
doli tirati più colpi de a rie la ria da le galie, ne fu 
morti tre. Li altri non si accostarono. Item, del 
prender de Comuchio; el che V liavia scritto al capi- 
sti 



395 



MD1X, DICEMBRE. 



306 



lanio de Po andasse subito a lui per poder star uniti. 
Itetn, sua magnificentia havia spazato missier Nadai 
Marzelo cum 4 barche in Are, azò vedeseno di haver 
ne le man alcuni venturieri che bruzavano quelli 
lochi. 

Per lettere di 10. Scrive che per una depoxi- 
zion da Ruigo, haveano che a Ferirà se facea adu- 
nanza de zenle; et che do miglia solo de la Polexela 
voleano far uno bastion per malmenar le galie al ri- 
torno. El magnifico proveditor di Y armata era andà 
a veder quel locho, et era sta messo ordine de mi- 
narlo. E scrive che el bastion da la banda de Ferara 
era fornito; et che 'I se ne attendeva a far un altro 
da T altra banda a Y impeto de quello. Quel zorno 
venne uno troni beta da parte del cardinal a diman- 
dar a la magnificentia del zeneral, s' el voleva far la 
la guerra segondo Italia opure a la furchesca, et che 
fin a quella hora lo Y havea fata a la turchesca. Sua 
magnificentia rispose che l'era preparato a farla co- 
me el voleva lui, digando che '1 se havea portato più 
modestamente de quello havean fatto loro sopra el 
padoan. Ditto trombetta dimandò se 1 voleva con- 
tracambiar certi prexoni havevano contra alcuni ga- 
lioti. El zeneral li rispoxe de si; ma che '1 voleva 
100 galioti per uno presone. Quel zorno zonse un 
199* ambassador de la majestà del re de Ongaria per 
haver un salvoconduto. Fo molto acarezato da la 
magnificentia dil zeneral. Et dimostrava el suo re 
haver oplima dispoxition verso questa illustrissima 
Signoria. 

Per lettere de 12. Scrive mandar 4 citadini de 
Ruigo in questa terra. Item, che 1 clarissimo zene- 
ral havea fatto intender al proveditor Gradenigo che 
'1 dovesse alozar cum le sue zente sopra la riva per 
più segurtà. El proveditor li havea rìspoxo : esser 
questa una bona deliberation ; ma che le zente non 
volevano assentir a questo se prima non haveano da- 
nari. Come la Signorìa havea scritto al zeneral che, 
parendo, se se ritirase; et che sua magnificentia non 
voleva per niente se prima non se asegurase tutto 
el Polesene de zente, si che '1 fusse seguro. 

Per lettere di 13. Scrive haver manda sier Ni- 
colò Venier sotto cum barche 250 de venturieri a 
bruxar le saline de Comachio, et danizar e bruxar 
tutti altri luochi che se tien per ferarexi. 

Per lettere di 14. Come havevano intexo ne- 
mici haver fato aparechiar burchiele 16 a Francolin 
per butar un ponte; et che la notte volea mandar 4 
barche per veder de bruxarlo. 

Per lettere di 16. Come el zorno precedente 
era mossi da zercha 400 cavalli de 1 nemici cum al- 



cuni fanti, et andati da driedo el bastion nostro scu- 
rendo a la volta de Arian. De ritorno, el vene sul 
arzere el conte Lodovico da la Mirandola, et essendo 
per mezo algune galie, fo desera lo uno falconeto, et 
a dito conte portato via meza la testa. Et cazete 
morto. Tutte le sue zente se aviono a la volta de 
Gixo (sic). El qual conte governava el campo. 200 

A di 17 dezembrio, la matina, fogran pioza. 

Da poi disnar, fo Pregadi et ordina (k>nsejo di 
X con la zonta. 

Di Padoa. Dil capitanio. Chome ha ricevuto 
li danari, li qual per sier Constantin Zorzi camerlen- 
go fa pagar a quelli fanti et porte, et poi avieri 
quelli fanti in campo justa le lettere di proveditori. 
Et se ne mandi di altri. Item, di Vigo de Lendenara 
conestabele, e li con la compagnia. 

Di campo, di proveditori, di 15. Come si for- 
tifichano de li, et danno danari. Item. hanno in Ve- 
rona non esser quella carestia etc. Item, dopo, e sta 
intereepto alcune lettere veniva da Milan, avisava il 
gran maistro mandava ducati 8000 a l' imperator a 
conto di certi danari promessi. Item, altre oceoren- 
tie dil campo. 

Dil capitanio cenerai, di 14. Come Po eresse 
a furia ; et ha mandato a minar le saline tutte di Co- 
machio, e scrito al capitanio di Po con quella sua 
armata vengi a trovarlo etc. 

Di sier Zuan Paulo Gradenigo proveditor, 
date a Bastardo sul Polesene, di 15. Come è in- 
disposto, et voria licentia etc. 

Di Feltre, di sier Alvise Mocenigo d cava- 
lier proveditor. Come era amalato di dolor colici, 
pur sperava star bene. Item, il suo star li é bon con 
con le zente l'ha, perché inimici non osano moversi ; 
et etiam lui ha comanda non si fazi danno prò 
nunc. 

Fu posto, per li savii di Colegio, atento é sta feti 
molti rechiami a la Signoria nostra che quelli sono 
andati ai bulini, sì in Istria come sul Polesene, i è sta 
tolti etc. et però, atento la crida fata che fosseno soi, 
sia publichà su le scale di Rialto e San Marco e su 
T armada, si niun si vorà lamentar esserli tolti ditti 
bulini fati da chi esser se voglia, debano venir da- 
vanti li savii ai ordeni, che li sarà fato justicia. Ai 
qual savii sia concessa licentia di sententiar et piedar 
li desobedienti a le quarantie etc. ut in parte. Et 
fu presa. E nota. Dita parte fo messa per sier Marco 
Antonio Contarmi capitanio di Po et sier Zuane so 
fio!, si dice hanno vadagnà grossissimamente e tolto 
decime (dei botini). Etiam si dice il capitanio ze- 



397 



MMX, DICEMHRE. 



3^8 



neral ha tolto decima contra la intcnlion di la terra. 
Quello seguirà, se intenderà. Fo presa. 

Fu posto per li diti, atento è sta fato consientia 
a la Signoria nostra che in questa terra sono alcuni 
schiavi turchi fo di Ali bassa presi su li do galioni ; 
però chi li ha, in pena di ducati 50 per uno, debi ma- 
nifestarli a fa Signoria nostra, etiam quelli li haves- 
seno comprati; e chi accuserà quelli non li manife- 
sterano in termine di zorni tre, habi da la Signoria 
nostra ducati ... per cadauno schiavo che manife- 
sterano etc. Et questa parte sia publichala su le scale 
di Rialto. Fu presa. 

Fu posto, per li Consieri, di acetar la scusa di 
sier Marco Loredan electo synicho in Cypro. Ave 
10*2 di si e fu presa. Et cussi si farà, uno altro Pre- 
gadi, in suo locho. 

Fu posto, per li savii di Colegio, di disarmar sier 
Zuan Moro capitanio di le galie bastarde et le so 1 con- 
serve, videlicet sier Alvise Contarmi qu. sier Piero, 
sier Lunardo Zustignan, sier Francesco Marcello et 
sier Hironimo Barbarigo, le qual sono venute in 
Istria. E vadi a disarmarle uno savio ai ordeni et uno 
a V armamento, in Istria. E fu presa. Nota. Fo mal 
)1 fato, perché le altre vorano questo instesso. 

Fu posto, por i savii di elezer, il primo 

Pregadi, per eletion di la bancha e do man di eletion, 
uno castelan in la rocha di Lignago con ducati 25 al 
mexe, per tempo non dize, et che sier Michiel Baxa- 
dona, che al presente è proveditor in castello, resti 
proveditor in la terra, come fo electo per gran Con- 
sejo. Item, alento sier Andrea Coniarmi ha refuda- 
do la castelanaria electo era a Moncelese, et sier 
Luca Miani aceta esser castelan a la Scala, che etiam 
per eletion di la bancha si fazi et do man de eletion, 
uno castelan a Moncelese con ducati 20 al mexe. Et 
fu presa. Sier Antonio Trun savio dil Consejo, messe 
per qualro man di eletion. Ave 61, il resto 84. Et 
fo poi licentiato il Pregadi, et restò Consejo di X con 
la zonla. Et intesi scrisseno Ire lettere eie. 

A di 18, la matina, per lettere di sier Velor Fo- 
scarìni podestà di Chioza, se intese aver, per alcuni 
venuti da Y armata, che, hessendo a dì 16 venuto il 
conte Zuan Francesco di la Mirandola con alcuni ca- 
vali e fanti a sopra veder il baslion nostro sora Po 
verso la Pclosella, fo da le nostre artelarie bulatoli 
la testa via ; siche inorile de facto. 

Da poi disnar, fo Colegio di la Signoria e savii 
per dar audientia. Et nota. Per Colegio, fo terminato 
che le galie bastarde 3 si hanno a disarmar, lievino 
quelli slralioti sono in Istria con sier Francesco Pa- 
squalino proveditor, et vengino a Chioza. e li starà 



a ubidientia dil zeneral. Et fo scrito le lettere subito, 
d 1 acordo il Colegio, a sier Zuan Moro capitanio di 
dille galie. 

Noto. In questi zorni, fo expedilo Sebastian da 
Veniexia conestabele, qual in Limene si portò valo- 
rosamente et si tene et foli amazà homeni e lui 

fato presoli di todeschi e poi scapolato, che '1 dito 
vadi ad esser conestabele in la Scala con 50 fanti, in 
luogo di Domenego da Modon è li, qual vadi in 
campo per non esser homo di perdersi in forteza. 

A dì 11). La matina, fo verifichata la nova di la 
morte dil conte Zuan Francesco di la Mirandola per 
lettere dil capitanio zeneral di 16, il sumario di le 
qual sarano scriple qui avanti. 

Item. Se inlese li oratori nostri vanno a l' impe- 

ralor, partino a dì di Feltre, et andavano verso 

la Scala. Et par che li fosse venuto uno araldo dil re 
da loro. Quello sarà, scriverò poi. Questa materia, 
fin qui, si Irata nel Consejo di X. 

Item, Se ave lettere di Constantinopoli fre- 
schissime di 26 aorni, zoè di 26 novembrio, ve- 
nute p?r via di Dulzigno, e di sier Andrea Foscolo 
baylo nostro, et sier Nicolò Zustignan qu. sier 
Marco. 

Di campo, di Lonigo, fo lettere di 17. Cho- 
me sier Polo Contarmi, con li cavali lizieri e slratio- 
ti, haveano trovato 40 cara di strami e feno andava 
in Verona acompagnati da alcuni guasconi, et li han- 
no morti et brusati etc. come di questa nova cussi, 
dito più diffuse, di solo scriverò la verità ; et che 
pur in Verona era gran penuria. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta, et 
fono su cosse di stalo. 201 * 

A dì 20, la matina, nulla più di conto. Si aspeta 
bone nove di ogni banda, e lutto si tien passerà ad 
vota. La farina valeva lire 6 la mior. 

In fontego di vin pur caro, perché non poteva 
venir di Vicenza molto. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta. E 
nota. Zuan Alberto di la Pigna ferarese, qual per la 
Signoria, hessendo sta mandato per il capitanio ze- 
neral in ferri, fo lassato prexon di sier Thomà Moro 
che il prese, sopracomito é in Po, e stava in caxa a 
San Stephano con Piero di Bibiena secretano dil 
capitanio zeneral nostro; or, nescio qua causa, in 
questo Consejo di X fu preso di retenirlo et cole- 
giarlo eie. e lochò il Colegio sier Hironimo Tiepolo 

constar, sier , sier Alvise Graderò- 

go avogador et sier inquisilor. E 

cussi, la matina sequente, a la corda lo examinono. 

Ancora, in questo Consto di X, fono asolli 11 



399 



MDIX, DICEMBRE. 



400 



citadini trivixani stavano iu questa terr^ e si presen- 
tavano, che potesseno ritornar a Treviso. Et alcuni 
erano in libertà, fo preso relenerli con custodia etc. 

Fo expedito Sebastian da Veniexia va conesla- 
bele in la Scala con 50 fanti, et il castelan sier Luca 
Miani electo si parte fin do zorni, e li fo dà la sua 
sovenzion. 

A dì 21, fo San Thomio, se intese eri sera esser 
zonto sier Francesco di Cavalli qu. sier Nicolò stato 
in queste turbolentie a Verona, et è zenthilomo no- 
stro, vien di Trento, partì a di auto dal re 

salvoconduto ampio. £1 qua! re é lì. E dize che suo 
cugnado domino Nicolao Firmiano é a Trento amal- 
lato, et conclude che tien P acordo seguirà con Pim- 
perator et la Signoria nostra, perché il re ha voja, poi 
la raina ; e questo domino Nicolò e domino Paulo 
Lechtistener fanno ogni cossa. Item, di nostri ora- 
tori, nulla sa dove i siano ; e che dòmino Matheo 
Lanch non era li, qual (è) tutto francese e si dicea 
era andà a una dieta. 

Noto. In questi zorni, per Colegio, per la libertà 
auta in Pregadi, fo spazà et risposo a bosoli et ba- 
lote a certi capitoli di Citadella, utpatet. 
302 Et questo fo a 1 di 18 dezembrio. 

Dì proveditori, da Lonigo, fo leftere di . . . . 
Chome hanno di Verona era parlide lanze 1500, e 
vanno a la via di sopra. Et par essi francesi habino 
Valezo, eh 1 é un forte passo, in suo poter. Item, che 
quelli di Valpelosela havia impetra da l' imperator 
che si francesi o spagnoli venisseno in dita valle per 
farli danni, li potesseno amazar, et si difendeseno 
loro. 

Di Vicenza, di sier Cristofol Moro prove- 
ditor, fo questo instesso aviso di partir parte di 
francesi di Verona, e dover ussir il resto. 

Di Feltre, di oratori nostri, di eri. Come 
sono lì, et aspetano quello habino a far e di abo- 
charsi. Et che li deputarti regii verano a Grin et loro 
a Feltre etc. Et è lettere drizate ai cai di X. Item, 
andono verso la Scala, eh' é mia 10 lontan, si veni- 
va la risposta, et non pareva etc. 

Dil eapitanio general da mar, date in golia 
apresso la Pelosella, a dì 18 et 19. Che il Po 
eresse a furia. È pie' 12. Et voi mandar di sopra il 
eapitanio di Po Coniarmi con l 1 artnada menuda a 
tajar, e che P aqua rupe le cadene dil ponte su bur- 
chiele e barche, e bisognava refarlo più forte per il 
bastion dove è fanti e gulioti dentro; e cussi di 
qua etc. 

Item. Verificha di la morte dil signor Zuan 
Francesco di la Mirandola, e altre occorentie. Item. 



Ha intesa, et è sta lassa di brasar. Uno palazo di 
Turchi di Ferara ha mandato a brusarlo, e scrive a 
la Signoria. 

Di sier Zuan Paulo Gradenigo proveditor, 
da una villa vicina mia 6 ala Polesella chiar 
mata V Inferno. Come è partido con le zente l'ha, 
et Zuan Forte con li cavali lizierì di la villa di Bu- 
sardo, et venuto alozar lì per esser più vicino a Par- 
mada et veder si tagii Po, hessendo cresudo le aque; 
ma ancora non è sì grande. 

Item. Dil zonzer a Figaruol 800 fanti spagnoli 

soto uno capo corso, i quali vien di et sono 

mal vestiti e in bordine e pochi armati. E questo 
aviso medemo si ha per lettere dil eapitanio zene- 
ral etc. Item. È uno aviso che in Havena é seguito 
certo molo, e però il eapitanio di le fan tari e di Fe- 
rara era andato verso Arzenta. Item. Scrive il zene- 
ral, il corpo dil signor Zuan Francesco di la Miran- 
dola é sta venuto a tuor con preti e altri honori, e 
portato in Ferara. E il zeneral li ha dà salvoconduto 
a quelli. 

Da poi disnar, fo Pregadi et leto queste lettere. 
E nota. Se intese, per messi venuti da Rimano a bo- 
cha, che erano tre corieri vien di Roma con lettere 
di oratori nostri, i quali montono in barella e si 
tien siano anegati per questi porti ; eh' é gran cossa 
non si habbi nulla di Roma za tanti zorni. 

Fu, poi leto le lettere, fato per il principe al Con- 
sejo la relatione di la praticha irata nel Consejo di 
X, per la qual si ha manda per dito Consejo li do 
oratori nostri a P imperator, e fo aperta tutta la ma- 
teria al Pregadi, per esser cussi sta termina nel Con- 
sejo di X. E leto la commissione data a diti orato- 
ri etc. E fo comanda grandissima credenza ; e chi 
acusava uno parlasse fuora, avesse ducati 3000 dil 
Consejo di X etc. 

Fu poi leto le lettere di Costantinopoli di 
21 novembrio; di Andernopcli, di sier Nicolò 
Zustignan qu. sier Nicolò, e come ha parlato con 
li bassa, e la risposta. 202 

Fu posto, per li savii, dar a domino Baldisera di 
Scipioni da Siena di conduta 50 homeni d' arme. 
Qual fu preso da' francesi al fato d' arme a Rivolta ; 
era favorito dil signor Bortolo d' Alviano, et homo 
valoroso, el qual dete uno schiafo a Hironimo di 
Pompei a Padoa e fo fato venir qui, e sempre è sla- 
to qui. Et perchè al presente non potrà far li home- 
ni d' arme, fu preso li sia dato 50 cavali lizierì al 
presente. El fu presa. 

Fu posto, per li savii, atento la (ideila di domino 
Bonifazio da Sonzin citadin padoan e fiuti, che sia 



401 



MDIX, DICEMRRK. 



40-2 



exente in perpetuo e (data) licentia a loro di por- 
tar arme, e lui sii dil Consejo di Padoa senza esser 
balotato e i fieli. Item, babbi di provision a l' anno 
di beni de rebelli ducati 100 lui e (Soli. E fu presa. 

Fu posta, per li savii, certa provision a uno slra- 
tioto qual fo morto, ut in parte. 

Fu posto, per li savii ai ordeni, che sier Vicenzo 
Polani qu. sier Jacomo, fo proveditor sopra le ca- 
mere, possi andar patron di una galia al viazo di Ba- 
ruto, in luogo di sier Piero suo fradello. Et fu presa. 

Fu posto, per li savii d' acordo, una lettera a 
l'oralor nostro in Ingallera. Advisarli li successi, e 
dil campo nostro è propinquo a Verona, e Parmada 
in Po contra Ferara, et quello l'ha fato; et li oratori 
mandati per tratar acordo con P imperator et di la 
praticha ; et ringratiar soa majestà di la bona opera 
di aver scrito al papa e ai reali in favor nostro; et 
debbi perseverar, et scriver al re di romani etc. ut 
in ea. Fu presa. 

Fu posto, per sier Piero Capello, sier Alvise da 
Molin savii dil Consejo, sier Marco Antonio Calbo, 
sier Vetor Capello, sier Domenego Venier savii ai 
ordeni, scriver a Constantinopoli a sier Nicolò Zu- 
stignan è con la corte etc. Sier Antonio Grimani sa- 
vio dil Consejo, et il resto di savii, voleva indusiar e 
aspetar l'exito di li oratori a T imperator, et parlò. 
Li rispose sier Piero Capello, et di largo fo preso 
scriver la lettera ut in ea, molto secrelissima. 

Et perchè, per il Colegio, era sta termina, poi le 
feste, mandar a Padoa sier Zuan Trivixan e sier An- 
tonio Condolmer avogadori electi sora le confisca- 
tion di padoani rebelli etc. or ogi, olirà la commis- 
sion predita, etiam fo messo per i Consieri e savii 
un capitolo che fosseno sopra quelli havesse tolti bo- 
tini a Padoa. E fu presa ; ma (a) sier Alvise Gra- 
denigo avogador parse, hessendo questa cossa com- 
messa a loro avogadori, fosse denigra P officio di 
P avogaria. Et venuto in Pregadi, andò in renga et 
intromesse questa parte presa, e messe fusse nulla. 
Li rispose sier Antonio Trun procurator savio dil 
Consejo, e poi volse parlar il doxe per dar favor a 
l'opinion di cometer tal cossa, et la parte presa. Il 
Gradenigo iterum parloe, et iterum il doxe rispo- 
se. Or andò la parte, 46 di no, 92 di la parte di 
P avogador, et fu revochala. Et Pregadi siete fino 
bore 4 di note. 

In questi zornì, fu preso parte che, da ducati 20 

in suso di debitori di beni conditionati si vendino, e 

da 20 in zoso si afiti le caxe. Item, siano suspesi li 

pagamenti di eamerlcngi per tri* mexi. Ave di no 

503 (ìf>, et di si 92. Fu presa. 



A di 22 da matina, in quarantia criminal, fo in- 
troito per sier Alvise Gradenigo P avogador ii 
caso di sier Thomà Morexini qu. sier Marco, man- 
dato de qui a le prexon, di Po, per disobedientia dil 
zencral. E leto le scriture et parlato, li rispose sier 
Zuan Antonio Venier avochato, et andò la parte: di 
procieder 12, et di no 21. Et cussi fu asolto. Et il 
resto fo non sincere. 

Da Padoa. Lettere di sier Zacaria Dolfin 
capitario. Di quelle cosse. Nulla da conti). Né altre 
ledere sono. Fo terminato, doman eh 1 é domenega, 
non far gran Consejo et redursi poi disnar il Colegio 
per expedir molti oratori di comunità ritornate solo 
la Signoria, volcno capitoli etc. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta per 
compir di expedir alcuni trivisani di quelli si apre- 
sentano, et fono asolti che ritornaseno a ca- 
sa etc. Item, fu asolto domino Scipion Sanguinalo 
cavalier padoan, qual ha do fioli in campo dil re di 
romani, perchè lui è marchescho, come è sta justifi- 
chà nel processo; che 1 ritorni a Padoa. Questo era 
etiam al tempo di P assedio, e si operava con do- 
mino Nicolao di la Saonarola sora li alozamenli, et 
per dubito fo mandato di qui. Tamen, non havendo 
colpa, ogi fo asolto. 

Etiam, fu asolto uno altro padoan domino .... 

dolor va zudexe a Vicenza con sier Zuan 

Marzello proveditor. 

Di campo, di Lonigo, fo lettere. Come certis- 
simo francesi erano la più parte parliti di Verona. 
Et altre occorentie, come dirò di solo, lette le sara- 
no in Pregadi. 

Di Vicenza, dil proveditor Moro. Chome ha 
uno aviso in Verona esser francese lanze ita- 
liane 40 et fanti 4000 alemani mal in hordine etc. 
ut in litteris, et pativano pur di vituarie, chome 
di solo dirò più diffuse. 

In questo zorno, vene sier Conslantin Zorzi di 
San Marcitola stato camerlengo a Padoa, qual per 
Colegio poi P aquisto fu mandato, et è stato in P as- 
sedio, et a dì 25 novembrio fu fato camerlengo in 
suo loco con condition partisse in 8 zorni, et rimase 
sier Zuan Alvise Pixani qu. sier Bernardo fo pode- 
stà a Muran. Et cussi eri andò suso e fé 1 Pintrada. 
È solo camerlengo : solea esser do. 

Et venuto zoso il Consejo di X a hore 4 di note, 
poi a hore 9 gionse a la porta di palazo dil principe 
nobele di la galia soracomito sier Ale- 
xandre Badoer, et disse come la nostra armada, eri 
matina, da' feraresi con artelaria era brusada et il 
zeneral scampa a Ruigo, e scapola il proveditor Con- 



403 



MMX, DICEMBRE. 



404 



tanni e il suo soraeomito Badoer: il resto di V ar- 
mata mal menata. Et era venuto batando con bar- 
cha a portar questa pessima nova a la Signoria, acciò 
si provedesse. Et il bastion era roto e preso etc. Et 
inteso il principe questa nova dolorosa, a questi 
tempi non mancho di le altre cative si ha aute in 
questo anno, subito mandò tutti soi donzeli per la 
terra a chiamar i Consieri e i savii dil Conscjo e di 
203* terra ferma e cai di X e avogadori e per li secreta- 
rli, i quali subito fono lì in questa note a hore 10. 
Et inteso tal nova, feno molte provisione con lette- 
re. Primo, scrisseno a sier Zuan Paulo Gradenigo 
proveditor é sul Polesene, che vedesse segurar Ruigo 
et tirarse con le zen le V ha a la Badia per poter pas- 
sar di qua da V Adexe; et in caso inimici passasse, 
che "I tajasse T Adexe e anegasse el Polesene tutto, 
e passasse di qua con le zente. Item, fo scrito in 
campo a Lonigo stesse riguardosi per esser seguito 
questo disordine, acciò quelli è in Verona non ussis- 
seno e questi di qua, e meterli di mezo. Fo scrito a 
Vicenza al proveditor Moro stesse cou custodia; et 
a Padoa, mandasse 400 fanti in Moncelese. Item, in 
Istria al capitanio di le galie bastarde sier Zuan Moro 
é con 5 galie bastarde e do sotil, videlicet sier Al- 
vise da Canal et sier Hironimo Gì pel lo, venisse in 
bocha di Po dal proveditor Contarmi etc. Ifem, fo 
scrito a Chioza a sier Vetor Foscarini podestà man- 
dasse con le barche de lì verso Po a recuperar li 
bomeni e quello el poi di le galie nostre, e tragetar 
li homeni e zurme de qui. Item, altre lettere fu fate 
per Colegio a far provision di tal cossa, et siete il 
Colegio da IO hore fin nona a consultar, reduli in 
camera da basso in palazo dove soleva esser il Co- 
legio, perché di suso si preparava per il pasto dil 
principe solito far questo nadal. Et cussi edam, a 
tempo di l' altra rota, fo do zorni avanti la sensa, 
che '1 principe fa pasto; ergo etc. Or consullono far 
molte provisione, armar in Candia e Corphù, in Dal- 
matia et in questa terra, e atender a V arsenal e far 
bona armada. Parloe sier Antonio Crimani, sier Al- 
vise da Molin, sier Piero Capello e altri, e sopra tutto 
fo parlato di trovar danari e scuoder da li nostri 
debitori di questa guerra, che sono assai, non voleno 
pagar o per non haver o per non voler; e far altre 
provisione. Et cussi, la matina per tempo, gionse sier 
Anzolo Trivixan capitanio zeneral venuto con una 
barena, qual é scapolato. Ha porta con se 1 il gropo li 
é resta di danari di la Signoria. L' havia ducati zer- 
cha 300, e il suo stendardo e alcune scriture ba- 
gnate. 

Et vestito di zambeloto negro a manege strele, 



vene in Colegio e referì il modo, qual, come intesi, 
fo cussi. Che, havendo le aque roto il ponte fato su 
le barche, fo di bisogno farlo su galie e burchie, e 
cussi era fato su .... galie. Et par che venere a 
hore venisse certe zente nemiche verso il ba- 
stion per espugnarlo, et per li nostri erano li den- 
tro, zoè questi conestabeli : Piero Corso, Lucha da la 204 
Marca, Luca d' Ancona el Athila da Bologna con 
fanti zercha et galioti scaramuzato al- 
quanto insieme, (i nemici) mostrono voler piantar 
le bombarde : et le galie nostre et il zeneral stavano 
di la banda di qua per ajutar dito bastion. Et in que- 
sto mezo, la note veneno gran quantità de inimici 
fuora di Ferara, con una moltitudine di artelarie, di 
solo el bastion a certo poleseneto era a V incontro 
di le galie e dil ponte, et per esser Y aqua di Po 
granda, le galie erano di sora le rive. Et cussi, 4 
hore avanti zorno, eri, fo a di 52, comenzono a de- 
serar artelarie et sfondrar V armada, e la prima fo 
la galìa dil zeneral, qual lui era in leto, e si levò e 
col copano scapolò meglio el potè. E le altre galie 
fono mal menate, e presa la galia Catarina sopraco- 
mito Triffon Burchia, et amazati tutti li galioti. Con- 
clusive V armata rota e disipata, scapolando solum 
do galie, il proveditor Contarmi e la Badoera. Non 
è perso alcun sopracomito. Le zurme scapolate, per- 
chè, chi se butono a P aqua, chi smontano e veneno 
sul Polesene. E il bastion poi fu preso da' inimici, et 
dicitur che quel conesUhele Piero Corso tajò a pezi 
li galioti et criilò: Duca, Duca. Itern, che li fanti 
spagnoli montò su una galia che (irono di là per li 
remi, e vene verso le altre et brusono una galia. Il 
capitanio di Pò sier Marco Antonio Contarmi è sca- 
polato ; ma è sta presa una fusta, et barbote 

solum una scapolala eie. come più diffuse scriverò 
di soto. Siche, la nostra armada è sta rota e presa 
in Po da fanti a piedi; che 'I Turco, con potente ar- 
mata non ha potuto prenderla. E questo è sta per 
mal governo a tenir la ditta armata in Po, con ma- 
nifesto pericolo etc. Et a dì 23, domenega, la mati- 
na, tutta la terra era piena di tal mala nova. La chie- 
sia di San Marco piena. Chi rasonava in uno zirculo, 
chi in un altro, nò si sapeva ben il modo, lo era per 
vestirmi, che a terza dal mio fante V intesi si diceva 
tal nuova, et venuto a San Marco, fu zertiGchato la 
cossa. Non è tanto il danno : solum di corpi di le 
galie n.° 1 5, e le artelarie ; basta le zurme e homeni 
da capo è scapolati. Con danari si refarà una altra 
armata e presto; ma è mal per la fama anderà 
atorno, maxime in questo tratamento di paxe con 
T impcrator, e in questo che nostri erano per aver 



405 



1IDIX, DICEMBRE. 



406 



di breve Verona, e Torsi in queste feste di nadal. Et 
204 * il Golegio era molto biasemato haver lassato Y ar- 
mata lì senza far nulla. Bisognava, o darli zente per 
terra, o farla ussir et andar per quelle boche cor- 
zisando et brusando. Et si dieea era sta fato per 
concorentia dil capitanio zeneral, acciò non fosse pri- 
mo procurator e doxe ; e molto li è sta contrario sier 
Antonio Grimani, per la inimicitia con sier Marchiò 
Trivixan suo fradello che li successe zeneral. Altri 
biasemava il zeneral dovea far tajar Po, e il bastion 
e T armada saria sta in forleza etc. E venuto zoso di 
Golegio dito capitanio zeneral, li audò molti zenthi- 
lomeni a caxa a visitarlo, et Golegio vene zoso a 
nona et mollo di mala voja. E tutto ogi veniva bar- 
che con galioti scapolati. Etiam vene sier Alvise 
Barbaro qu. sier Zacharia el cavalier procurator stato 
li sul Polesene, qual per il capitanio zeneral non fu 
voluto meter proveditor in Ruigo chome lo elexeno 
li proveditori dil campo, ma volse restasse sier Vi- 
cenzo da Riva sopracomito, e su la galia Riva era il 
fradello del dillo sier Vicenzo nominato sier Alvise. 
El referì il modo, e che lutti li sopracomiti è scapo- 
\(at)\ e a Ruigo. 

Di sier Zuan Paulo Gradenigo proveditor, 
fo lettere in qtiesta matina di eri hore . . . date 
sul Polesene a V Inferno. Come è seguito questo 
disturbo di V armata; et é lì su la riva con le zente, 
e farà ogni provisione, e non si sparagnerà la vita e 
in asecurar il Polesene. Da poi vene in Colegio An- 
selmo et Abram banchieri zudei con altri ebrei, di- 
cendo voler dar a la Signoria tra loro ducati 1000 
per servir la terra, e fosseno posti ad imprestedo da 
esser scontadi in quello essi vorano. Et fono acetati, 
et tamen altri non imprestò di Colegio. 

Da poi disnar, fo Pregadi, et lettere di Lo 
nigo di proveditori. Dil partir di francesi di Ve- 
rona. 

Item, dil proveditor Griti di Cologna. Cho- 
me, chiamato da sier Andrea Vendramin provedi- 
tor de lì, e andato con alcune zente per sedar certo 
tumulto ivi seguito ut in litteris. Et scrive a li cai 
di X, alcuni citadini sariano ben fusseno fuora, e ha 
falò chiamar alcuni altri ut in litteris, e poi ritornò 
a Lonigo. 

Dil proveditor Gradenigo, di eri sera. Cho- 
me è andato in Ruigo, e provede. Et scrive di quelle 
galie e dil bastion preso per inimici, qual si rese etc. 
ut in litteris e zonse a hore 22. 

Di sier Hironimo Contarmi proveditor di 
V armada, date in galia eri a Corbola. Narra la 
cossa e il modo dil venir inimici, e la galia Duo la 



fo brasa perchè il focho se empio in la polvere. 
Etiam la galia Catarina fu presa ed amazà li homeni 
tutti da' feraresi. Et erano undexe galie soto il pon- 
te. E come lui e il Badoer scapolò licei li fosse tra- * 
lo, e se tirò zoso a Corbole, e conza la galia e crede 

galie si potrà recuperar qual era di qua di la 205 

riva di Po; e mandato a veder etc. Item, che lui 
mandò la barcha a levar il zeneral, perchè la sua ga- 
lia fo manda a fondi. Et altri avisi ut in litteris. ÌA 
copia di una scripta di qui a sier Santo Trun suo ze- 
nero, sarà qui solo. 

Di Chioza, di sier Vetor Foscarini podestà, 
di ogi. Chome ha mandato barche a veder di recu- 
perar verso Po li galioti et altro, e fa e farà ogni 
provision justa i mandali. 

Fo lelo le lettere scrite per Colegio in questa 
note e in campo e al proveditor Gradenigo e a Chio- 
za e a Padoa e in Istria, et una scrita a dì 10 per Co- 
legio al capitano zeneral che li dava ogni libertà a 
venir via con Tarmata, et havesse cura a la con- 
serva ti on di quella etc. ut in litteris. 

Fu posto, per li savii, una lettera a sier Zuan 
Paulo Gradenigo è proveditor sul Polesene, che con- 
servi quel Polesene, e non polendo, si redugi a la 
Badia e lagii le aque e passi etc. Fu presa. 

Fu posto, per li ditti, un'altra lettera a li prove- 
ditori in campo a Lonigo. Slagino reguardosi e se 
intendino con il proveditor Gradenigo e, bisognan- 
do, vengino con zenle in qua, havendo cura a la 
conservatoli di quel exercito etc. Et nota. Si doveva 
scriver a Costantinopoli, in Ingaltera, in Hongaria 
et a Roma il modo é seguito ; el che é pocha cossa, 
solum perso 15 galie per disordine e niun homo, 
acciò inimici, che harano scriplo per tutto, non ope- 
rino mal. E tamen, non fo fato, e fo mal. 

Fu posto, per li savii tulli, che il primo gran 
Consejo sia electo un capitanio zeneral di mar con 
li modi soliti, et in questa parte fu preso armar 30 
galie, videlicet 14 in questa terra computa 5 ba- 
starde, 8 in Candia, 2 a Corphu et 6 in Dalmatia. Et 
sier Domenego Venier savio ai ordeni, volse la parte 
con questo che do galie sotil damatina metesse ban- 
cho. Et li soi compagni intrò in questa opinion, e li 
altri savii voleva metesseno bancho mercore. Li qual 
do sopracomiti, è sier Zuan Francesco Polani qu. 
sier lacomo e sier Marco Antonio da Ginal qu. sier 
Francesco. Et sier Alvise di Prioli qu. sier Zuaoe é 
di Pregadi, andò in renga e disse saria bon far galie 
in Gìndia, e non si harà le galie etc. Non fo bona 
renga, e non li fo risposto. Andò le do parte, di 
quella di savii et di savii ai ordeni e 



ivr 



IIDIX, DICEMBRE. 



408 



questa fu presa, et la matina si messeno diti do so- 
racomiti banche 

Fu posto, per li savii d' acordo una 

parte zercha i debitori di Otti di le barche, di sali, 
eli le tanse et decime ut in parte, habino tempo a 
pagar in tre termini, a di 4, 8 et 15 di zener, et pas- 
sado, siano cazadi di offìcii e consigli, ebome alias 
• fu preso, ut in parte, la qual sarà qui soto posta. 
Et fu presa. 

Di Rovigo. Fo lettere di sier Vicéneo da 
Riva sopracomito proveditor. Come sta con bon 
205 * animo, et galioti vien lì, e provederà eie. 

Fu posto, per li savii, che atento le lettere di 

Udene, Sazil e la Mota lete in questo Consejo zercha 

vender beni, gastaldie etc. qual è d' intrada ducati 

1500, e boschi nel conta di Prata, che 'l sia scrito 

206 debi pralichar di venderle etc. 50 di no, 117 di si. 

Da Lignago, di sier Carlo Marin prove- 
ditor y di . . . Chome ha inteso di le opposilion fate, 
e si justificha benissimo ; e di 4 cavali l' ha, come li 
ha comprati ; e di la mula li donò il marchexe ; e di 
la coladena che li soi justiOcherà a la Signoria etc. 

Fu fato eletion di do castelani a Lignago et Mon- 
celese, justa la parte, et passò solum uno, qual sta 
a lui a elezer qual castelaneria el vuol, videlicet 
sier Anzolo Guoro, fo castelan dil Scojo di Brandizo, 
di sier Hironimo, come qui sotto a par, per li altri 
nominati. 

E nota. In questo Pregadi, sier Piero Capello sa- 
vio dil Consejo andò in renga, preso la parte di me- 
ter bancho doman a do galie, dicendo lui é sora i 
danari publici, e che non è danari e queste feste vien 
sdosso, e aricordava si tolesse imprestedo ogi in 
Pregadi 10 over 15 milia ducati, a restituirli subito 
di danari si scuoderano di le angarie messe. Et il 
principe parlò dicendo é mal che non si paga le an- 
garie messe, e sa certo, boni debitori e di mezi fili. 
E disse aver paga da zener in qua di angarie ducati 
8000, oltra la gran spexa ha in palazo e di fioli e 
nepoli etc. e che tutti pagasse in tanto bisogno. Et 
sier Alvise da Molin savio dil Consejo, andò in ren- 
ga dicendo aver una opinion di trovar danari presti, 
la qual la propone al Consejo acciò si pensa. Che ne 
son debitori a le cazude per ducati 250 milia, et è 
una diferentia tra i governadori e cazude per la uti- 
lità, e saria di conzarla ; e voria si tolesse stabeli in 
la Signoria per ducati 70 milia e si desse a quelli 
impresterà e darà danari e dia aver dil suo prò 1 Mon- 
tenuovo e vechio, a raxon di 8 per 100 d' intrada ; e 
con questo non pagasse si non do dexime a Y anno 
questo stabile sopradito chi li haverà ; et che quelli 



de chi fosseno, havesse termine do anni a recuperar 
il suo stabele etc. E venuto zoso, fu posto la parte 
che i debitori pagi etc. 

Noto. In Pregadi, di n.° 230 che poi vegnir in 
tutto el numero licet sia Cuora 14, tamen non fre- 
quenta i Pregadi zercha 160 eh' é mala cossa ; e so- 
pra tutto pochi vechi. E questo dico di quelli che 
meteno balota, e non di altri. 207 

A dì 23 dezembrio. 

Eletion di do castelani, uno a Lignago con 
ducati 25, V altro a Moncelese con ducati 
20 al mexe netti, et solum uno passò. 

Sier Sebastian Querini di sier Carlo. 

Sier Cristofal Surian qu. sier Piero. 

Sier Lunardo Bembo, fo judexe di examinador, 
qu. sier Francesco. 

Sier Nicolò Marzello, fo signor di note, di sier 
Francesco. 

Sier Zuan Corner qu. sier Cornelio, dopio. 

Sier Alvise Baffo, fo cao di XL, qu. sier Maffìo. 

Sier Fantin Moro, fo XL zivil, qu. sier Antonio, 
dopio. 

Sier lusto Contarmi, fo cao di XL, qu. sier Lo- 
renzo. 

Sier Antonio Nani, fo cao di XL, qu. sier Fran- 
cesco. 

Sier Francesco Gradenigo qu. sier Nicolò, dopio. 
f Sier Anzolo Guoro, fo castelan al Scojo di Bran- 
dizo, di sier Hironimo, dopio. 

Sier Piero Zustignan di sier Francesco el consier. 

Sier Carlo Donado di sier lacomo, fo al dazio 
dil vin. 

Sier Zuan Morexini qu. sier Domenego da San 
Cassai). 

Sier Vetor Pixani, fo di sier Piero, triplo, fo pro- 
veditor. 

Sier Mathio Barbarigo qu. sier Andrea, qu. Sere- 
nissimo principe. 

Sier Sebastian di Renier, fo cao di XL, qu. sier 
lacomo. 

Sumario di lettere di 9 di Roma, di domino 
Hironimo conte di Porzil, a sier Zuan Ba- 
doer dotor et cavalier drizate. 

Come certo si ha Roan laborat in extremis. 
Sono lettere di Bios di 28 a Zenoa, e di Zenoa a dì 4. 
A Roma il papa si sforza persuader a' senesi siano 



409 



MD1X, DICEMBRE. 



410 



boni italiani. E voria si acetasse le proposition fate a 
lu Signoria nostra per il papa ; e quanto al golfo si 
contenterà quelli di le sue terre possino navicar. È 
bon trovar sesto e acordarsi col papa. Sono lettere 
di Fiandra, che '1 re di Franza fa far armada per 
Italia a tempo novo, e mandava gente in Normandia 
per paura de englesi. Li francesi è a Roma stanno 
molto sopra de si, per esser stato in la congregatio- 
ne de li cardinali lo orator de Ingaltera et do de li 
207 # nostri. 

A dì 24, fo la vizilia di nadal, a bona bora i capi 
dil Consejo di X fo in Golegio per lettere di oratori 
nostri da Feltre. Altri disse per lettere di campo, 
per certa praticha di Verona. E cussi steteno quasi 
tutta questa rnatina. 

Et vene di Roma do man di corieri, fo dito 
erano peridi e non fu vero, et il stimano se in- 
tese. Ghome é pezo che mai indurato il cor dil papa 
a non voler levar la scomunicha; et che P orator di 
Ingaltera episcopo di lorche, ha fato bon oGcio per la 
Signoria nostra col papa; el qual papa ha voluto el 
sia con li cardinali deputati a udir li oratori e le pro- 
position fate a la Signoria per il papa. È cussi, sier 
Domenego Trevixan procurator e sier Hironimo 
Donado dotor oratori, é stati da diti cardinali, et il 
Trevixan justifichò ben le cosse di la Signoria no- 
stra e dil golpho e dil vicedomino di Ferara. Unde, 
P orator anglico fu satisfate, e parlò al papa, qual li 
disse : < Scriveremo in ingaltera al re e averemo la 
sua opinion. » Siche è longole. E che dito orator va 
per Roma con gran reputation, et (ha) acertato li 
oratori nostri il suo re ha fato liga con il re di Sco- 
via e voleno passar con zente su la Franza. Item, 
che il cardinal Santa Croxe et il cardinal Aus e altri 
oratori di Franza e di Pimperator é andati dal papa 
quodammodo a protestarli non vogli levar la sco- 
municha etc. e il papa li ha risposo : « Sapemo ben 
quello havemo a far etc. » Item, che, non esser 
presto andati a tuor Verona, ha disturbi le cosse as- 
sai, e il papa P ha dito di sua bocha ; et che di Fe- 
rara si aspeta lo exito quello farà P armata in Po etc. 
ut in litteris, come più diffuse scriverò più avanti, 
lete le sarano. Et altre lettere fo di campo. Sperano 
aver Verona etc. 

Da poi disnar sul tardi, fo ditto messa a San 
Marcho de more. Vi fu il principe e P orator ungaro 
sta quivi, qual mai partite, et altri patricii. Poi si re- 
cluse Golegio, e steteno suso in palazo dal doxe fin 
bore 5. Et per la terra, in diverse chiesie, fo divul- 
gato nostri esser intrali in Verona; tamen, non fu 
vero. 

/ Diarit di M Sanlto — Tom. IX. 



Efo lettere di campo. Che mandavano sul Po- 
lesene domino Antonio di Pii con 150 homeni d'ar- 
me el G00 fanti di la compagnia dil Zitolo. Item. 
Par essi proveditori habino comandato assa 1 conta- 
dini, numero 15 milia di vicentina, Verona, et altro- 
ve, e voleno ussir di Lonigo e vegnir in campagna 
di Verona, et hanno praticha dentro. Altri diceano i 
capitolava ; solum era quella diferentia de Lignago, 
qual veronesi voleno sia ritornato solo Verona. E 
nota. Francesi erano ussiti, e il conte Zuan France- 
sco di Gambara è andato verso Brexa. Etiam il ve- 
scovo di Trento, era al governo di Verona, par sia 
partilo, e resta solum il signor Zuane di Gonzaga 
fradello dil marchexe di Mantoa. E fo dito, di Man- 
toa si deva vituarie a Verona, et fono mandati per 
Colegio do savii a dolersi di questo al marchexe. Et 208 
fo dito esso marchexe aver scrito caldamente di que- 
sto a Mantoa, et fa bona operation poi eh 1 è qui 
prexon. 

Et di oratori nostri, sier Zuan Corner et sier 
Alvise Mocenigo el cavalier. Sono ancora a Feltre 
et haviano mandato avanti il presente manda a do- 
nar la Signoria al re a Trento, eh' è caratelli di 

malvasia e muschatello in tuta bontà, cere e confe- 
cion etc. Item, si disse si preparava a Trento stan- 
zio per alcuni deputati alemani doveano vegnir li a 
esser insieme con li oratori nostri e tratar acordo. 
Il re è a Trento, et queste feste si fa certe diete etc. 
Et nota. Fo mandalo ogi a dir per il patriarcha per 
tutte le chiesie, che per otto zorni continui, comen- 
zando diman eh' è el di di nadal, che si dovesse far 
procession atomo le chiesie con le letanie di la Ma- 
dona e altre a pregar Dio dagi pace a questo popolo 
venitiano, ut in eis missis. E cussi, per tutte le 
chiesie fo fato, poi dito messa granda, e questo fo di 
hordine di la Signoria nostra. 

Tuto ogi veniva sopracomiti in questa terra di 
le galie perse in Po, i quali tutti imputava molto il 
capilanio zeneral. E nota. Sier Zuan Duodo sopra- 
comito vene eri, et fo la mulina in Colegio e disse la 
cossa. Sier Nadal Marzello, sier Alvise Loredan qu. 
sier Luca, sier Alvise Loredan qu. sier Malhio, et poi 
sier Bernardin Tajapiera amalato, sier Antonio Mar- 
zello qu. sier Andrea, Trifon di Buchia catarin et . . 

zaratin et il Pula ni di Candia et sier Alvise 

da Riva, et tutti dicevano gran mal dil zeneral, e che 
é sta seguilo gran disordine e in meter te galie sotto 
il ponte. Veniva etiam molti galioti, et anche assa' 
ne manchava, e chi morti, chi anegati. E fo dito el 
bastion si defese fin che 1 p->tè, e par Piero Corso, 
volendosi render al troni beta dil duca vene il venere 

27 



411 



MDIX, DICEMBRE. 



41-2 



e salvar li fanti, fosse iln'galioti morto; poi fo amazà 
da li fanti uno capo di galioti, e si reseno. Chi dize 
ha auto ducati 4000 dito Piero Coreo, e non fu 
morto dal ducha e havia intelligentia ; et Muscba- 
tello armiragio dil zeneral era nel bastion, visto la 
furia, si parti. Par che uno Serafin da Chai conesta- 
bele con sier Thomà Moro soracomito, brusase una 
galia eie. Et sier Hironimo da Canal di sier Bernar- 
din, era sopracomito, venuto a Ruigo, ha voluto re- 
star li a difender quel loco, e fo laudalo da sier Vi- 
censo da Riva proveditor che 1 stara li insieme con 
lui, e altri di le galie melerà a le porte e in castello, 
dove pel castello era castelan, posto per il zeneral, 
sier Et nota. Sier Alvise Bar- 
baro qu. sier Zacaria el cavalier procurator , che 
j per Colegio fo fato proveditor in Ruigo, il zeneral 
ihmi volse meterlo, come ho scripto di sopra, e lassò 
dito sier Vicenzo da Riva ; el qua) sier Alvise era lì 
sora Po, et eri vene quivi. Fo dito grandissimo mal 
dil zeneral da tutti. Era chiama* in armada Butin 
208* perchè '1 cargava burchi di bolini et mandava a 
Veniexia ; e fo dito non havia perso nulla dil suo, 
licei dicesse in Colegio havia perso li soi arzenti, 
ma el scapolò ducati 350 in uno gropo, come el 
portò in Colegio: etiam li arsenti fo tolti etc. Et in 
conclusion, la terra mormorava che questo zeneral 
fosse venuto di qui senza licentia. Dovea restar su 
la galia Badoera a Corbole, over a Chioza. Quello se- 
guirà di lui, scriverò di soto. Etiam sier Zuan Pau- 
lo Gradenigo proveditor fu molto imputado, qual 
«lava 6 mia lonlan di V armada e non volea vegnir 
dal zeneral. Sier Marco Antonio Contarmi, era capi- 
tank) di T armada picola, è restato verso Loredo e 
quelli lochi. 

Et nota. Il dover era, immediate refar una ar- 
mata soto il proveditor Continui eh' è in Po, con la 
galia Badoera et 3 galie bastarde é in Istria et 4 so- 
li!, li nomi di sopracomili uoterò di solo, et 2 altre 
galie si arma qui, che ogi li soraromili justa la parte 
ha messo bancho; et armar ganzaruoli è in arsenal 
e eoo barche etc. e andar in Po a veder recuperar 
le galie, over brusarle, over afondarle, e poi le no- 
stre zente di qua sul Poleseue. Taìnen, non semo 
quelli veni(iaui eramo : perchè, si fa mal non è puni- 
ti; solum con le ballote etc. 

A di w 25, fo el dì di nadal, il principe a messa in 
chiesia de mare, con l' orator ungarico e altri patri- 
cii vestiti di scartato e paonazo, pochissimi di seda, 
e 1 principe di veludo eremexin, con uno manto di 
raso eremexin di sopra et il bavaro. El poi si reduse 
in Colegio pocho, el fo lettere di Roma di oratori di 



13, et per le private se intese l' orator di Ferara aver 
instalo col papa die la Signoria voi minar Ferara, e 
debbi ajutar il suo Signor ; et die è sta fato gran 
crudeltà, brusa palazi etc. et brusà Comachio. E che 
1 papa ha dito pocho stima questo per non esser soto 
la Chiesia ; ma ben si Ferara havesse danno, li pro- 
vederia. Et par habbi parlato con sier Hironimo Do- 
nado dolor orator nostro di questo, e letoli lettere 
di avisi di Fenfai et con qualche collera ; tatnen, che 
pocho s' incura questo, e che V orator anglico fa bou 
officio. 

Item, hanno di Franza, Roan star malissimo et 
abandonalo da 1 medici. Item, etiam il papa è indi- 
sposto. Et il stimano di dite lettere più copiose, con 
quelle di 5 et !), scriverò più avanti. 

Da poi disnar, fo predicbalo a San Marcilo per 
fra 1 Francesco Zorzi di V bordine di San Francesco 
di la Vigna de pace, e il suo principio fo: < Et in 
terra pax Itominibus bonce voluntatis, > ma fo 
acelerato. El poi il principe restò a vesporo in chie- 
sia di San Marco, che era solito andar a San Zorzi 
Mazor, e diman a messa ; ma perché al presente, 
per la exeomunicha, non è frati a San Zorzi, non vi 
è andato ; che mai è restato niun principe, over la 209 
Signoria, che in tal zorno non sia andato a San Zor- 
zi si non questo anno. Era il principe con le cerimo- 
nie solite. Portò la spada sier Nicolò Pixani va luo- 
gotenente in Cypro. Fo suo compagno sier Andrea 
Corner, fo consier. Era etiam V orator di Hongaria, 
e cussi doman anderà al pasto col principe. Et com- 
pito vesporo, Colegio si reduse et steteno fino ore 3 
di nule. 

Di Ruigo, fo Uttere di sier Zuan Paulo 
Gradenigo proveditor, di eri. Chome era venuto 
li uno trombeta dil duca a dimandar quella terra, et 
li hanno risposo volersi lenir per la Signoria nostra. 
Et altre provision fanno eie. Et sier Vicenzo da Riva 
proveditor in Ruigo, scrive di questo a la Signoria, 
e il proveditor Gradenigo era venuto a la Badia, et 
comenzava a zonzer di zente d' arme e fanti mandati 
lì sul Polesene da li proveditori di campo da toni 
goetc. 

Di Bongaria. Fo lettere di VincenMo Gui- 
doto, di 14 da Buda. Come il re è pur in Boemia. 
Et zercha V orator nostro Pasqualigo, che è in Xaga- 
bria et aspeleri lì ; et che il re di Poiana ha manda- 
to orator al Tureho a dir non dagi ajulo al Valacho; 
et che il papa ha serito al re di Hongaria e al suo 
(di Polonia) voglino vegnir a luor la Dal malia di 
la Signoria ; et che 'I Tureho li ha dito che quelli 
reali si vanii di offender venitiani, perchè sono so' 



413 



MMX, DICEMBRE. 



414 



grandi amigi eie. Et nota, questo aviso etiam si ha 
per lettere di nostri oratori di Roma, che l' hanno per 
li agenti dil re di Hongaria, quali hanno fato saper 
questa risposta al papa dil Turcho. Item, di Honga- 
ria si ha etiam che de lì e sta dito esser in Bossina 
1000 cavali di turchi, i quali stanno cussi preparati 
per esser a danni di V Hongaro a requisitiou di la 
Signoria; per la qual cossa hongari volea mandar 
uno suo orator per questo qui. E altre particularità, 
chome dirò di soto. 

Vene sier Julio Lombardo, era proveditor in 
Are, partito per dubito di feraresi, dicendo che quelli 
di Cavarzere dubitava non venisseno i nimici a bru- 
sarii li molini e le caxe, chome etiam esso sier Ju- 
lio eri scrisse a la Signoria che si fosse manda so- 
corso. Et par che questi di Cavarzere li feva provi- 
sione, e con le barche di Ghioza, et stavano guar- 
doli. 

Fo consultato diman in Pregadi scriver a Roma. 
Etiam fo terminato, oltra li do sopracomiti ha mes- 
so bancho, che etiam do altri da matina melino 
bancho, videlieet, sier Zuan di Garzoni qu. sier Ma- 
nn procura lo r, e sier Jacomo Corner qu. sier Dona- 
209 A do, et armar gauzaruoli etc. 

A di 26 da matina. La note navegoe alquanto. Il 
prìncipe, non potendo andar a San Zorzi justa il con- 
sueto con li zenlhilomeni invidati al pasto, vene in 
chiesia di San Martho a messa, vestilo di veludo ere- 
mesi ri, con uno manto di veludo cremexin, e bareta 
di veludo cremexin col fuxo d'oro. Era l' orator di 
Hongaria domino Philippo More, vestito di raso pao- 
nazo. Portò la spada sier Zuan Marzello va pode- 
stà a Vicenza. Fo suo compagno sier Marco Antonio 
Loredan ; el li patricii erano vestiti parte di scartato 
e parte di paonazo, e V ultimo fo sier Domenego 
Contarmi, fo capitanio a Verona, che non dovea 
esser invidado havendosi porta mal a Verona. El 
sier Anzolo Trivixan venuto capitanio zeneral di 
mar, eri fo a San Zane Polo, el questa matina a 
messa. E tutta la terra mormorava di lui, e si tien 
ogi in Pregadi si farà provision contra di lui che si 
presenti a le prexon, et li avogadori, formato pro- 
cessa, lo meni. Li sopracomiti venuti dicono mal 
assai ; etiam cargano sier Hironimo Contarmi prove- 
ditor di P armarla el qual è venuto a a rìcon- 

zar la sua galia e coti la Badoera, di bordine però 
dil Colegio che li scrisse venisse. Quello sarà lo scri- 
verò. Et poi messa, con le cerimonie, perchè 1 ne- 
vegava, ussite per la porta soto il portego, e andò 
atomo il palazo a pranso. Et poi disnar fo Pregadi. 

Di Roigo, questa matina fo lettere di sier 



Viceneo da Riva proveditor. Come ha uno aviso 
inimici aver conduto 9 galie a la volta di Ferara, et 
cavato suso alcune artelarie. Item, che venendo a 
rumor uno fante di Ramazoto con uno francese di 
monsignor di Milion francese, qual era venuto in 

ajuto dil ducha con cavalli per caxon di bulini 

di certo formazo di le galie, il fante amazò il fran- 
cese, adeo fono a le man ivi francesi e italiani, i 
qual italiani cridando: Italia! ne amazono da zer- 
cha 300 (sic) francesi. 

Item, che hanno disfato il ponte haveano ricon- 
zato sora Po per passar sul Polesene; siche non ve- 
gnirano di qua. Tamen fa ogni provision eie. 

Di la Badia, fo lettere dil proveditor Gra- 
denigo. Come ha provisto, et ha ricevuto le nostre 
lettere col Senato e le prime, e venendo inimici gros- 
si, exequirà dil tajar etc. Item, dil zonzer lì li ho- 
meni d' arine 130 di domino Antonio di Pii et 600 
fanti di la compagina dil Zitolo, et hanno mandati 
parte in Ruigo. 

Et nota. Sier Priamo da Leze proveditor sopra 
la chamera de 1 imprcstedi, era a Lendenara per asu- 
nar fermenti di la Signoria e di altri et mandarli 
de qui, seguilo questo inconveniente, montò in bar- 
eba e vene a Venccia, riavendo mandato prima certa 
quantità di formenli dil Polesene in questa terra. 

Vene etiam ogi Muscatello armirajo dil ztneral. 310 

Da poi disnar, fo Pregadi el telo molte lellerr, il 
sumario ho scripto di sopra. El in quelle di Rom« : 
Chome il papa mandò per il cardinal Corner e sier 
Hironimo Donai Io dolor oralor nostro, dolendosi di 
le cosse di Ferara. El qual orator (di Ferara) non 
havia la lettera dil duca, lo fé' chiamar dentro dal pa- 
pa, e li fé 1 un gran rebuflb e la mandò a tuor. E 
scrìve coloquii abuti col cardinal predito. Qual di- 
cendoli che la Signoria non facesse danni sul Pole- 
sene di San Zorzi per esser soto la Chiesia, e che di 
Are e Comachio non se impaza, disse il cardinal : 
€ Beatissime Pater, saria gran avantazo che loro 
tossono venuti sul padoan a far danno, et che li nastri 
non polesseuo andar su quel di la Chiesia a danizar 
quelli li ha fato danno a loro >. Et il papa non disso 
altro. In condusion, è più duro che mai, maxime dil 
golfo navegar i subditi di la Chiesia possi, e si lievi 
il vicedomino di Ferara eie. ut in litteris. Et scri- 
veno quello li ba consigliato fazino lo oralor di Iu- 
gulerà, qual fa bon otìtio. Item, esser lettere di 
Frariza da la corte di 15, il cardinal di Roun stava 
malissimo. Tamen, li cardinali francesi dicono era 
migliorato. Item, che '1 cardinal Grimani è levalo 
di lelo ; è cussi. Il qual si havia rcsen li lo. 



415 



MUIX, DICEMBRE. 



in; 



Di sier Marco Antonio Contarini, date a 
Loredo, fo lettere. Come era li, et con le barche 
alendeva s' il poteva recuperar qualcossa di le galie. 
Et hanno recuperato certe cosse di corieri etc. 

Di Xagabria, di sier Piero Pasqualìgo ora- 
tot nostro, di là. Chome anderà dal conte palatino 
over dal vescovo di Cinquechiesie. Item, alcuni ba- 
roui li intorno veriano a soldo di la Signoria noslra, 
ut in litteris, nomina eorum. 

Item, la nova di turchi 10 milia sono in tossi- 
na, chome ho scripto di sopra, et che quel Boi An- 
dreas fa pur danni li intorno. 

Di Padoa, di sier Piero Balbi et sier Za- 
caria Dolfin reofori. Chome hanno mandato certi 
fanti in Moncelese. Et allre occorenze de li non da 
conto. 

Da Vicenza. Di sier Cristo fai Moro prove- 
ditor. Dil partir certo di francesi e guasconi di Ve- 
rona, tamen restali alcuni nel borgo di San Zen. 
Item, è restali solum todeschi et italiani, e ha inte- 
so di T armata nostra. Stara riguardoso, e farà ogni 
provision in caso etc. 

Di Lonigo. Di proveditori generali Marcel- 
lo et Griti. Come intese, per nostre lettere, dil 
caso di T armata. Si duol etc. E subito proveteno di 
mandar domino Antonio di Pii con 130 homeni 
d' arme et 600 fanti di la compagnia dil Zitolo, qua! 
subito si messeno a camino. E stanno riguardosi per 
r ussir di francesi di Verona. 

Di Feltre. Di sier Zuan Corner et sier Al- 
vise Mocenigo el cavalier oratori nostri, di eri. 
Dil ritorno dil messo da l'imperator con il salvo- 
conduto di voler aldirli, et manderà do soi, scrive 
li nomi in le lettere e li noterò poi, in una villa soto 
Castel Ivan chiamata V Ospedaleto, mia di Fel- 
tre. Et ivi si abocherano a di 27 zuoba, e dil succes- 
210 V so aviserano. 

Fu posto, per sier Marco Bolani, sier Piero Ca- 
pello savii dil Consejo, sier Francesco Foscari savio 
a terra ferma el sier Marco Antonio Calbo savio ai 
ordeni, che sier Anzolo Trivixan, fo capitanio ze- 
neral di mar, atento a dì 10 di questo li fosse scrito 
eh' el venisse via e atendesse sopra tutto a la segurlà 
di l'armata ; et hessendo seguitò l' inconveniente e di 
la perdeda di quella con danno e vergogna dil stato 
nostro, che 'I dito sier Anzolo sia contesso a li avo- 
gadori di comun, i quali, formato processa justa 
l' bordine di l' oficio suo, el che, in termine di zorni 
15, debano venir con quello i barano a piedarlo a 
questo Consejo di Pregadi. Et sier Jaoomo Gabriel, 
sier Vetor Capello, sier Domenego Veuier e sier Hi- 



ronimo Barbarico savii ai ordeni vnlscno la sopra- 
dita parte, con questo diman si fazi capitanio zene- 
ral, et il primo di de anno nuovo meli bancho. Ta- 
men, si tolseno zoso di questa opinion, et messeno 
la parte dita con li altri. Ave 25 di no, 122 di si, e 
fu presa. E si doveva meler si apresenlasse a le pre- 
xon ; tamen, non fu messo, né niun di altri savii 
non fo in parte, videlicet sier Antonio Trun, sier 
Francesco Trun, sier Andrea Venier procuralor et 
sier Alvise da Molin savii dil Consejo, sier Nicolò 
Bernardo savio a terra ferma, el sier Andrea Trivi - 
xau el cavalier era cazado, et sier Antonio Grimaui 
non vene in Pregadi. Et fo poi licentiato il Consejo. 

Nolo. In questa sera, di comandamento dil prin- 
cipe, uno Zuan Caena, teniva zuogo in una caxa sora 
la Riva dil Carbon dove molti zenthilomeni si redu- 
cevano a zuogar, non però molti danari, fo retenulo 
per Polacho capitanio, et posto in Caxon poi in ca- 
mera, et la matina in Colegio fo commesso a li avo- 
gadori di comun. et la sera fo lassato. 

Et ogi, in Pregadi, fo lettere di sier Carlo 
Marin proveditor a Lignago. Scrive chome ha 
uno a viso di le cosse di Brexa, che il conte Alvise 
Avogaro sta molto mesto, e uno suo fìol è sta man- 
da in Pranza. E che domino Tadeo di la Motella 
etiam sta meninconicho, et il conte Zuan Francesco 
di Gambara allegro ; e che il popolo di Brexa é mar- 
chescho tutti, e aspelano Verona sia di la Signoria. 
Et allre jwrticularità, ut in litteris. 

A dì 27 in Colegio. Veneno li sopracomiti venuti 
tutti, excepto che sier Bernardin da cha' Tajapiera. 
Fo sier Alvise Loredan qu. sier Luca, sier Alvise 
Loredan qu. sier Malio, sier Nadal Marzello, sier 
Antonio Marzello qu. sier Andrea, sier Alvise da 
Riva di sier Bernardin per suo fratello sier Vicenzo, 

et sier Polani di Candia et sier Michiel 

Griego di Candia et altri. Et parloe per tutti sier 
Antonio Marzello, scusandosi di l'eror sequito; di- 
cendo non hanno colpa alcuna. Et cargoe molto il 
capitanio zeneral qual è sta causa di ogni mal ; et 
narò la cossa. Poi si oferseno tutti ritornar ad ar- 
mar, i quali però erano stati con la parte di 6 mexi, 
che pono ritornar una altra fiata. El principe li 
disse si vederia, et li aldiria una altra volta con li 
sopracomiti elecli, quali loro voleno armar. 21 1 

Da poi disnar, fo gran Consejo et fato capitanio 
zeneral di mar, che non si sapeva chi dovesse esser 
perché uiuno era in fama. Sier Antonio Trun pro- 
curator di San Marcho qu. sier Stai fo rebalotà in 
scurtinio con sier Piero Balbi, chome qui soto sarà 
posto. Et in gran Consejo fono tolti sier Domenego 



> 



\ 



417 



MMX, DICKMHHK 



418 



Malipiero, fo proveditor in armada, qu sier France- 
sco dopio, qual era proveditor a Napoli di Komania^ 
et sier Bernardo Barbarigo el governador di V in- 
trade qu. Serenissimo, che non fu lotto in scurtinio, 
et sier Nicolò di Prioli, fo governador di l' intrade. 
Et perché, poi gran Cousejo fo Pregadi, sier Antonio 
Trun predito, eh* è savio dil Consejo, si voltò rin- 
graciando il Pregadi che lo havesse electo, e disse 
non era suo offitio andar in mar, e si facesse un più 
pralicho di lui ; siche refudoe. In questo Consejo, fu 
fato etiam podestà et capitanio a Feltre sier Nicolò 
Lipomano e ai X savii qu. siér Francesco tolto per 
lui medemo, e podestà a Castelfranco sier Nicolò 
Marzello, fo signor di note, di sier Francesco, e al- 
tre voxe. Tutti passoe. 

163 Scurtinio di capitanio general 

di mar. 

Sier Domenego Malipiero, fo proveditor in 
armada, qu. sier Francesco 49 

Sier Andrea Griti procura tor el proveditor ze- 
neral in campo 56 

Sier Marco Antonio Loredan, fo cao dil Con- 
sejo di X : qu. sier Zorzi 

Sier Piero Capello el savio dil Consejo, qu. sier 
Zuan procurator 57 

Sier Zorzi Emo, fo savio dil Consejo, qu. sier 
Zuan el cavalier 58 

Sier Lunardo Mozenigo, fo podestà a Padoa, 
qu. Serenissimo principe 

Sier Piero Marzello el proveditor zeneral in 
campo, qu. sier Jacomo Antonio cav. . . 8 

Sier Nicolò di Prioli, fo governator di l' intra- 
de. qu. sier Zuane 55 

Sier Hironimo Contarmi el proveditor di T ar- 
mada, qu. sier Francesco 59 

Sier Andrea Loredan, fo luogotenente in la 
Patria di Friul, qu. sier Nicolò .... 33 

Sier Piero Moro, fo di la zonla, qu. sier Ga- 
briel 

Sier Alvise Arimondo el ducila di Crede, qu. 
sier Piero 55 

Sier Piero Lion, fo consier, qu. sier Maphio . SI 

Sier Zacharia Dolfin el capitanio a Padoa, qu. 
sier Andrea 41 

Sier Polo Capello el cavalier, fo consier, qu. 
sierVetor 14 

Sier Andrea Vernar procurator, qu. sier Lion . 51 

Sier Zuan Zanlani, fo cao dil Consejo di X, 
qu. sier Marco 



Sier Velor Michiel è di la zonla, qu. sier Mi- 
chiel . . '. 5i 

Sier Thadio Contarmi, fo savio a terra ferma, 
qu. sier Andrea procurator 

Sier Piero Balbi è jKxlesta di Padoa. qu. sier 
Alvise 70 

Sier Francesco Capello el cavalier, fo provedi- 
tor zeneral, qu. sier Cristofolo . . . .17 

Sier Hironimo Tiepolo el consier, qu. sier An- 
drea - 21 

Sier Cristofal Moro el proveditor zeneral, qu. 
sier Lorenzo 49 

Sier Nicolò Pixani, fo consier, qu. sier An- 
drea 

Sier Antonio Trun procurator di San Marco . 71 

Sier Hironimo Duodo el governator di V in- 
trade, qu. sier Piero 

Rebalotadi. 

Sier Piero Balbi el podestà di Padoa, qu. sier 

Alvise 74 

f Sier Antonio Trun procurator di San Marcho . 81 511* 

Et nota. Non fo tolti in scurtinio do quali era 
judichalo fosseno nominati, videlicet sier Antonio 
Grimani fo capitanio zeneral di mar, qual però non 
voleva andar, et sier Piero Duodo, fo savio dil Con- 
sejo, qu. sier Luca, homo pratichissimo in mar. La 
causa non fono nominali, non so. 

Da poi Consejo fo Pregadi ; ma steteno pocho, 
et fo leto solum queste lettere, et fo per scriver a 
Roma, e non fo scrito. 

Di Londra, Di sier Andrea Badoer orator 
nostro, di là novembrio. Come era amalato da 50 
septembrio fin quel zorno con febre ; pur era mio* 
rato. Et havia impegnato li arzenti per non trovar 
danari a cambio, zoé chi li voglia servir ctc. Item, 
ha inteso e auto le nostre lettere di esser leva il 
campo di Padoa, e lo comunicherà al re. Item % re- 
plicha altre cosse scritte per avanti eie. e di la bona 
mepte di quel re verso la Signoria nostra. 

Di domino Antonio di Pii condutier nostro, 
date a la Badia sul Polesene. Dil suo zonzer 11 
con la compagnia, e li fanti parte zonti e va zonzan- 
do ; et asrgurato è quel Polesene, perchè li inimici 
non pono venir con arlelarie. Convien passar do fiu- 
mi Po e V Adexe ; siche non é da dubitar eie 

* 

Di sier Zuan Paulo Gradenigo proveditor 
general, date a la Badia. Come quel Polesene è 
asecurato, et licei babbi auto bordine di la Signoria 



419 



JJDIX, DICEMBRE. 



450 



duplichato di lajar, non li par, potendo manlenir 
dito Polesine. Scrive dil zonzer zente nostre, e ne 
vien altri fanti. 

Di Lonigo. Di proveditori, di 25. Chome 
non era di Verona altro, e atendeano a far mostre 
di le zente. A le fantine principiavano a dar danari. 
Haveano auto duetti 7000. E il capitanio zeneral voi 
ètiam lui si fazi la mostra, e cussi si farà, e a domi- 
no Lucio Malvezo. E domino Andrea Grili provedi- 
tur anderà Gn a San Bonifacio a far la mostra e pa- 
gar li stratioti. Item, è sta dito stratioti nostri aver 
ftfeso alcuni cari di fermento che vegnivano di ver- 
so Mantoa a Verona, et uno citadino da conto qual 
pagerà bona taglia etc. 

Ut le lettere di 24 lete eri, questo è il suma- 
rio, ehome vidi per lettere di hore 4 di note di 
sier Piero Mantello proveditor. Chome hanno in 
Verona esser lanze 500 francesi et 500 italiane, et 
fanti, computa alemani, 4000 in 5000. 

Item, inteso inimici quel zorno la nova dil per- 
der di le nostre galie, hanno preso vigoria et sono 
venuti fuora di là di P Adexe, et hanno dato P in- 
calzo (ad) alcuni stratioti nostri stanno a Ligna- 
go, et poi sarhizono una villa di qua di Zeveo pur 
di là de r Adexe, et menato via molto bestiame. 
Item, hanno veronesi fato 4 oratori a P imperator, 
non sanno la causa. Et che brexani asunavano li fie- 
ni et li fevano condur a la terra, e la mazor parte di 
te Eente franzese erano andate in bergamascha. Item, 
il re di Pranza é a Lion e dovea andar con alcune 
galie a Zenoa per esser a carlevar a Milan. Itevi, 
hanno de li, P imperator ha mandato il salvoconduto 
a li nostri oratori. 

Fu posto, per i savii, far proveditor a Fiume con 
ducati 30 al mese per scurtinio in Pregiali, ut in 
212 parte. Ave di no 8 e 130 di la parte. 

Di D&ltre, di oratori, di eri. Dil zonzer di 
deputadi regii al loco deputato, et manda la nota 
quali sono, et sanino insieme a di 58 dito in nomi- 
ne Domini a tratar. 

Fu posto, per li sani, una lettera a sier Zuan 
Paulo Gradenigo proveditor zeneral sul Polesene, 
die, non ostante col Senato li fosse scrito e poi per 
Colegio omnino tajasse P Adexe et inondasse il Po- 
lesene per 9egurar il padoan, bora se li scrive, in- 
leso sue lettere e di domino Antonio di Pii, remele- 
mo questa cossa a loro che sono sul fato, e si gover- 
ni secondo il bisogno. E fu presa di tutto il Con9ejo, 
et veneno zoso a bona hora. 

Noto. Ogi fo Irato il palio di la balestra a Lio 
solito, che si dovea trar eri e fo resta per il tempo. 



V ave primo mejo sier Zuan Corner qu. sier Gon.e- 
lio, et il secondo uno Marco Manolesso bastardo etc. 
Quid per proveditori sopra la sanità, per il morbo, 
non volea si t resse. 

Item, eri gionse in questa terra sier Ferigo Con- 
tarmi qu. sier Hironimo, slato proveditor a Cividal 
di Friul et si ha porta benissimo et difeso di inimici 
che li fo atomo e li dete la bataglia, qual è venuto 
con licentia di Colegio a repatriar prò nune. Et sier 
Alvise Dolfìn proveditor zeneral in Friul, qual era 
in Istria, con licentia dil Colegio vene a Udene, et li 
è proveditor in la Patria. 

Vene in questa sera una lettera di si(T Zacaria 
Contarmi el cavalier é prexon in Franza, fo capita- 
nio a Cremona, scrita di 8 novembrio a'soi fiofi, 
eh' è za 4 mexi nulla sapevano di lui. Et par il re 
sarà contento, pagando la taglia, vengi. La copia di 
la qual lettera sarà qui soto posta. El vene aperta 
in man dil principe ; non so la via. E nota. Sier Ma- 
nn Zorzi dotor, fo capitanio a Brexa, qual è preson 
etiam lui in Franza, si aspcta fin 8 zorni, cum sit 
che si ha liberalo con 1000 scudi, et li e sta za più 
zorni provisto di danari ; siche si aspcta. 

Copia di la lettera di sier Zacaria Contari- 
ni el cavalier prexon in Franza, a li soi 
fioli. 

Filii amatissimi. 

Sapiate che io stago Iwme, et cussi prego il no- 
stro Signor Dio che me fazi intender cussi esser di 
voslra madre e de tutti vui; et tutto el despiaser 
che io ho, è P afano che io dubito de vostra madre 
e de tutti vui più che de mi. Ve prego che atendiate 
a star bene, et quando io sia certo de questo, an- 
cora mi serò ben conlento. A dì 55 lujo partisemo 
da Milan, et zonzrssemo a Lion a dì 5 avosto. 

A dì 5G dito partisemo de 11, et k> zonsi al Bos 
de Vinsenova a dì 4 setembrio. Piero è andato a 
Lixignan de Lion, in un castello sopra la slrada de 
andar da Bles a Perpign n, cercha GO miglia lonlan 
da Bles, et credo che el stagi bene. 

A di 30 octobrio io son venuto qui a Marchesi 
che P è un Castel de monsignor P armira^lio 15 mi- 
glia lontan de Paris, et son ben tratadoda la Signo- 
ria sua. lo ho fato rizerchar la maestà dil re, che 1 515* 
vogli esser contento che vui me posiate mandar qui 
un messo per intender in che termene se (sono) le 
nostre cose, per poter far pratiche di esser secondo 
il desiderio de la prefala mijestà. a la quale ho fato 
intendi r tutto quello havemo perso, et che non so 



421 



MMX, DICEMBRE. 



m 



quello che ne sia restado. La qual, per sua demen- 
lia, ba contentado che vui me possa mandar ditto 
messo; però fatiate quanto è dito di sopra per la 
causa soprascrila. luipcrtanto, io saria contento che 
vui me mandaste qui uno de li nostri, et se po- 
rteti aviar Otavian, lui sarà bon più de altri che non 
se podria elezer. £1 ve lasso in libertà vostra ; tuta 
volta fate che quello che mandereti sia ben infor- 
mato de tutte le cosse nostre, segondo el presente 
bisogno. Monsignor gran maistro da Milan li farà el 
salvocondulo de poder venir seguramente, con el 
qual ve intenderete, siche quelui che mandarele pos- 
si venir seguramente et senza che el possi aver offen- 
sion alguna. Et sopra questo, siate ben Ciuti. Non 
altro, salvo che me racomando a tua madre; che 
Dio ve guardi de male el vi dagi ogni bene. 
In Marchesi, a di 8 novembrio 1509. 

Zacarias Contareno, eques. 

A tergo : Francisco Contareno et fratribus 
filiis amatissitnis Venetiis. 

A dì 28, la matina, domino Bartolomeo Firmiano 
é preson qui> era governador a Padoa, con uno al- 
tro di presoni, havendo voluto andar a veder il cam- 
jKiniel di San Marco, per la Signoria col Colegio li 
fo concesso. E cussi questa matina andoe coi) do ca- 
pitani et altri, et stete una bora suso; poi ritornò al 
prestino locho suo eie. 

Veneno in Colegio 4 turchi come marchadanti 
vien di Bossina, et aveno audienlia secreta. Fo dito 
da basso sono noncii di quel bassa e di sanzachi, 
sono in bordine da turchi 10 milia per vegnir a ser- 
vigli nostri etc. Tamen, fo di Ali: voi li schiavi. 
Itern, se intese in Istria esser zonti 30 navilii, parte 
con formcnli slera assà, di quelli hanno fato le ubli- 
galion a Y oficio di le biave, et altri navilii de vini etc. 

Da poi disnar, fo Pregadi, e poi leto le lettere 
che di soto scriverò il sumario venute questa matina 
et ogi, fu fato scurtinio di tre savii dil Consejo or- 
denarii, in luogo di sier Antonio Grimani, sier Tho- 
mà Mozenigo procurator el sier Piero Capello che 
compivano. El tolti 8, non passò se non uno, sier 
Alvise da Molin, qual era savio dil Consejo di zouta 
et compiva. Cazete con titolo sier Piero Duodo, sier 
Antonio Loredan el cavalier e sier Zorzi Emo. El 
iterum fato uno altro scurtinio di do savii sopraditi, 
tolti questi moderni, niun passò. El cussi fo rimesso 
di far altro scuri inio di ordinarli. Fu fato scurtinio 
di 4 savii di terra ferma in locho di sier Zuan Cor- 
ner, sier An Irea Trivixan el cavalier, sier Nicolò 



Bernardo che compivano, et uno manchava. Et ri- 213 
mase primo sier Alvise Mozenigo el cavalier, sier 
Alvise di Prioli et sier Alvise Pixani dal bancho 
stati altre fiate, et il quarto non passò. Fo solo sier 
Piero Querini, fo cao dil Consejo di X qu. sier An» 
Ionio, tolti con titolo sier Tadiò Contarmi, sier Zorji 
Pixani dotor et cavalier e sier Piero Landò. Fono 
tolti numero 33. 

El visto che 1 Pregadi non volseno far savii dil 
Consejo ordenarii in do scurtinii, fu posto parte per 
i savii di Colegio di elezer de presenti tre savii dil 
Consejo di zonla al Colegio per tre mexi, potendo 
esser eledi quelli poriano esser nominati Su 3 me- 
xi eie. Et fu presa. Hi ma seno tutti tre quelli savii in* 
sivano di G>legio, videi icet 150 sier Antonio Gri» 
mani, 116 sier Thomà Mozenigo procurai or et 119 
sier Piero Capello. E nota. Nel secondo scurtinio, 
fono tolti li oratori sono a Roma, videlicet sier Do- 
menego Trivixan el cavalier procurator, sier Lunar- 
do Mocenigo et sier Polo Pixani el cavalier con ti- 
tolo, e do, sier Alvise Malipiero e sier Polo Capello 
el cavalier fono consieri e tamen non passono. 

Di campo, da Lonigo, di proveditori. Chome 
a Verona era sta fato grandissima festa per la vitoria 
di le galie prese, ut in Utteris. 

Di sier Zuan Paulo Gradenigo proveditor 
zeneral, date a la Badia. Come il Polesene è ase- 
curato, et di feraresi non è nulla etc. Domino Anto- 
nio di Pii scrisse una altra lettera di quelle cosse dil 
Polesene, qual sono asegurate, et la Signoria non se 
dubiti. 

Fu posto, per i savii di Colegio, di contracambiar 
li presoni francesi sono qui, exceplo il cavalier Bian- 
cho, a T incontro de li nostri presoni fono presi a 
Trevi, et sier Alvise Bon dolor fo preso podestà a 
Cazalmazor etc, ut in parte; et ave 145 di no et . . . 
di la parte, el fu presa. E nota. Causa fu sier Alvise 
da Molin savio dil Consejo, qua] é zerman di sier 
Zuslignan Morexini è preson. 

Noto chome, eri in gran Consejo, in scurtinio dil 
capitanio zeneral, ballotoe sier Zuan Trivixan et sier 
Antonio Condoline electi avogadori di comun, justa 
la parte, et questo perche la Signoria contentò ve- 
nissero) in Pregadi come avogadori. Or, sier Alvise 
Gradenigo, l'avogador di comun, andò a la Signoria 
dicendo non poleano venir in Pregadi, ni meter bal- 
lota nisi un anno da poi exercitato V oficio, chome 
ne la parte di la sua eletion si contien : et volendo 
la Signoria in questa matina termenasse, la non volse, 
et cussi ogi la Signoria, visto la leze, lerminò fosseno 
fuora di Pregadi. Unde. sier Antonio Coudolmer, 



4-23 



MD1X, DICEMBRE. 



AH 



vislo cazado di Pregadi, rcfudò P avogaria, e cussi 
Tarasse in locho suo. 

Noto. In questo zoroo, in Pregadi, fo scrito una 
lettera per li presoni nostri sono a Milan a la Signo- 
ria, videlicet Vitello Vitelli, Vicenzo di Naldo, sier 
Zuslignan Morexini, sier Nicolò Memo et il resto, 
pregando la Signoria li vogli observar la fede data 
di lassar li francesi sono qui presoni in contracambio 
loro, perché quel gran maistro, non volendo darli, 
li furano decapitar; con altre parole compassionevo- 
le. Et questa lettera indblzi il Pregadi, et però fu 
213 preso la parte sopra scrita. 

A dì 29, la niatina, vene lettere di oratori 
nostri date a V Hospedaleto, a dì 28 da sera, 
eh 9 è mia .... di la di la Scala sotto il Castel 
de Ivan. Scrivono esser zonli li a hore 18, et li 
tre deputati regii a bore "23, li quali sono nominati 
in altre lettere, et di cinque pcrnise baveano loro, 
mandono tre a donar a ditti nostri oratori. Et poi, a 
hore ... di note, se reduseno insieme, e fate le de- 
bite acoglientie, poi introno in coloquii ut in litte- 
ris. In conclusione, come fodito, P imperala non 
voi tratar acordo se non v reintegrado di le terre li 
tocha per la liga fata a Cambrai, dicendo tutti li reali 
e il papa hanno auto le sue terre e P imperator no, 
con molte parole ; et che se non si vora darle, si 
tra tara con la liga di Venecia etc. Et la risposta li fe- 
llo li oratori nostri, parlando sempre latine. Et poi 
loro toehono P è tanti anni che quella Signoria tien 
queste terre di P imperio senza alcuna recognition 
da quello; et altri trai a meni i ut in litteris. Item, 
V imperator è verso Bolzan, et domino Matheo Lanch 
è andato orator in Franza ; il signor Constantin Ar- 
niti andoe a Fiorenza dove era e trata per nome di 
dito imperator lì alcune cosse, poi va a Roma. Et a 
di 8 zener, chome per avanti se intese, si fa in Au- 
gusta una dieta imperiai dove vi va tutti li principi 
et prelati, et il re ha comandato vengino in persona 
et non per nuntios etc. linde, inteso in Colegio 
queste lettere et consultato, vedendo non esser tem- 
po de indusiar ni aspctar a scriver con Pregadi, ogi 
lerminono far una lett< ra a li oratori nostri Corner 
et Mozenigo che vedessino di aver queste terre con 
recognition etc. ut in littera secretissima, e fo 
spazi Zuan Vesiga qual si oferse in 10 hore esser in 
Ospédaleto da dicti oratori. Et fo parlato in Colegio 
di far provision, et di scriver ogi a Roma e conten- 
tar il papa di quello el voi, videlicet dil golfo et di 
Ferara, perche dil resto si è d* acordo. Item, man- 
dar uno nostro in Bossina da quel sanzacho a con- 
durlo etc. Et fo ordina tardissimo Pregadi. 



Di campo, di proveditori, date a Lonigo, 
fono lettere di eri. Nulla da conto, e tendeano a 
dar danari, né altro voleno che danari. Il Grifi era 
andato a San Bonifacio etc. 

Da poi disnar, fo Pregadi et fu posto, per sier 
Antonio Grimani, sier Alvise da Molin sa vii dil Con- 
sejo, sier Francesco Foscari, sier Andrea Trivixan el 
cavalier, sier Nicolò Bernardo savii a terra ferma et 
sier Marco Antonio Calbo savio ai ordeni, mandar 
sier Hironimo Zorzi qu. sier Andrea da San Mar- 
cuoia, qual ha gran famigliarità con il bassa di Bos- 
sina nominato Feris bei, orator nostro al ditto con 
ducati 80 al mexe, per veder vengi con la Signoria 
nostra etc. ut in parte, molto secretissima. Conlra- 
dise sier Piero Capello savio dil Consejo, dicendo 
aspetemo. Il qual, insieme con sier Marco Boia ni e 
altri savii e sier lacomo Gabriel, messeno de indu- 
siar. Li risftose sier Alvise da Molin e ben. Poi volse 
parlar sier lacomo Gabriel ; ma non fo aldito. Andò 
le do parte, et di largo fo preso la parte di man- 
darlo. 2 1 4 

Fu posto, <P acordo per li savii, scriver a li ora- 
tori nostri di Roma debbi esser con quelli reveren- 
dissimi cardinali, e non potendo far altro, volendo 
il papa benedirne, senio contenti che li subditi di la 
Chiesia possi libere navegar in golfo come voi il pa- 
pa. Item, che sia rimesso il nome dil visdomino di 
Ferara ; ma sia uno dagi raxon a li nostri chiamato 
consolo etc. ut in parte. Conlradisé sier Hironimo 
da Mulla e di la zonta, dicendo non si dovea sminuir 
le jurisdition nostre etc. Non li fo risposo, el andò 
la parte, el di largo fo vadagnà la parte et subito 
expedito le lettere. 

Fu posto, per li savii tutti, atento la suplication 
fata per Trifon di Buchia sopracomito catarin, qual 
virilmente la sua galia ha combatuto con feraresi in 
Po, et amazati tutti li homeni di la galia et preso uno 
suo fradello e nepote et lui scapolato, che di w 200 du- 
cali dia aver dil suo servir, li siano dati contadi du- 
citi 100. Item, rimesso do durati pagavano a Pan- 
no a la Signoria di certo livello. Item, habbi provi- 
sion a Panno a la camera di Cataro ducati 6 al mexe, 
a raxou di 8 page a P anno. Et fu presa di tutto el 
Consejo. 

Fu posto, per i savii dil Consejo e di terra ferma, 
dar a domino Traversili Traverso vicentino, qual 
havia 50 cavali lizieri a tempo di la rota e fu preso 
da 1 francesi e rischatato, che li sia dato di conduta, 
comj' il voi, cavalli l>0 lizieri. E fu presa. 

Noto, che la lettera fo posto di scriver a Roma, 
ave 3r> di no. E perche, per la leze, a voler dar via 



425 



IID1X, DICEMBRE. 



426 



terre o juridilion di la Signoria voi li tre quarti, fo 
mandato per la leze e lela, et iterum balotata, ave 
28 di no e fu presa. E nota. Quando fo dato in un 
zorno 13 terre via, non fo vardà la leze come adesso; 
che fo cossa mal fata, come ho scripto di sopra. 

Fo Gonsejo di X per un pocho, et expediteno 
certe lettere e feno li capi per zener, sier Batista 
Morexini, sier Hironimo Contarmi et sier Piero Que- 
rini stati altre volte. 

É da saper, perché sul campo di Santa Malgarita 
si feva la festa gran batagie de pulì et altri horoeni 
grandi, et cussi sul ponte a San Zulian et per la ter- 
ra, eh 1 è mali signali, unde Hironimo Sagredo capi- 
tanio dil Consejo di X, andato a Santa Malgarita per 
remediar, par retenisse uno zenthilomo nominato 
sier Andrea Minio di sier Lorenzo, qual, non haven- 
do licentia da li cai di X, lo volse retenir, et retenuto 
poi lo lassò. Et lui non volse, imo si dolse a li cai di 
X et voi sia visto et punido dito capitarne Quello 
sarà, scriverò di solo. 

Item. Benché sia inverno, pur in varie contrade 
si moriva di peste in questa terra. Tamen, li prove- 
ditori sopra la sanità feva ogni provision, maxime 
sier Vetor Morexini, e non si predicha in niun luogo, 
né si averze chiesie quando é festa, né si poi vender 
robe di vestir a marchado alcun; ma per le provi- 
sion grande non fu altro. Anche a Padoa e a Vizen- 
za pizegò alquanto ; ma non fu altro. 

In questo Pregadi, fu posto, per i savii, provision 
a Sebastian Becharditi da Spoleti caporal di Gitolo 
di Perosa, ducati 5 al mexe a la camera di Padoa 
per aversi ben portado in questo assedio. Ave 8 di 

214* no, 157 de si. 

A di 30, domenega, in Colegio. Fo fato cavalier 
uno Zuan Vaniza di Poliza valentissimo, qual era sul 
Polesene et era sul ponte quando fo prese le galie, 

et havia cavalli. Unde, li fo donado una vesta 

d' oro di ducati 70, et ritornerà in campo con questo 
honor eh' é molto stima. 

Fono alditi alcuni vien di Salò e di brexana, 
chome tutti sono marcheschi e aspetano si habbi 
Verona. 

Vene sier Hironimo Zorzi di San Marcuola, al 
qual li fo dito per il Serenissimo la diliberation di 
eri che '1 vadi in Bossina etc. Disse esser preparato, 
et si partiva fin 6 zorni. 

Item. Questa matina parti V ultima galia di Ba- 
rati patron sier Vicenzo Polani, et anderano al suo 
viazo. E! capi tanio é stato in Istria assa 1 zorni. Di le 
galie di Alexandria, ancora il capitatilo non è partito. 

Item. Molle zurme di le galie naufragale, sono 

/ Diari i di M. Sanlto. — Tom. IX. 



de qui partite e andate in Schiavonia. Etiam, alcuni 
galioti fono messi nel monasterio di San Zorzi. 

Li 4 sopracomiti messeno bancho ; ma non dan- 
no danari perché li sopracomiti venuti loro voleno 
armar. 

Di campo, da Lonigo, fono lettere. Nulla da 
conto, et che sier Andrea Griti era stato a Soave et 
l'aspetava li. 

Di domino Lucio Malvezo, una lettera a la 
Signoria data a Lonigo. Chome, per il disordine 
seguito, le nostre cosse ha recevnlo qualche sinistro, 
et si haria auto Verona. 

Tamen, che hora le cosse anderano bene, et se 
dà danari a le zente, et si farà eie. ut in litteris. 

Di sier Hironimo Contarini proveditor di 
V armata, date a Loredo. Come ha lassa la galia a 
Chioza et andato con barche lì, dove é sier Marco 
Contarini capitanio e fa repari e provede etc. 

Et nota. Se intese 9 galie certissimo esser sta 
menate in Ferara con gran triumpho et gran festa, 
et è sta date per il cardinal le tende a le chiesie di 
Ferara, et le bandiere poste per chiesie ; siche tuta 
Ferara é in jubilo per la vitoria auta disordinata- 
mente. 

Et fo menate a San Marcho 1 1 ganzare di re- 
mi per una et boche 4 di artelaria, et voleno 

nostri armarle et mandarle in Po achadendo. 

Da poi disnar, fo gran Consejo et fato capitanio 
zeneral di mar, in luogo di sier Antonio Trun pro- 
curator ha refutado, sier Piero Balbi é podestà di 
Padoa qu. sier Alvise. Vene per scurtinio da sier 
Antonio Griroani fo capitanio zeneral, qual non vo- 
leva esser, et per eletion tolto esso medemo sier 
Piero Balbi, sier Hironimo Contarini fo proveditor 
in armada qu. sier Francesco, sier Zuan Zantani fo 
proveditor in armada qu. sier Marco, et sier Andrea 
Loredan, fo luogotenente di la Patria di Friul, qu. 
sier Nicolò, qual per esser in exilio ad tempus, per 
le leze non fo provato. Etiam, fo fato avogador di 
comun, in luogo di sier Antonio Condolmer ha refu- 
dado, sier Marco Loredan fo ai X savii, qu. sier Do- 
menego. 215 

Scurtinio dil capitanio general di mar. 

Sier Piero Duodo, fo savio dil Consejo, qu. sier 

Luca. 
Sier Piero Balbi el podestà di Padoa, qu. sier 

Alvise. 
Sier Mann Morexini Y avogador di comun, qu. 

sier Polo. 

28 



427 



1IDIX, DICEMBRE. 



428 



Sicr Voi or Micliiel e di la zonta, qu. sier Mi- 

cbiel. 
Sier Piero Lion, fo consier, qu. sier Mafia 
Sier Marco Antonio Loredan, fo cao dil Con- 

sejo di X, qu. sier Zorzi. 
Sier Alvise Arirnondo è durila in Crede, qu. 

sier Piero. 
Sier Stefano Contarini, fo consier, qu. sier 
* Bernardo. 
Sier Lunardo Mozenigo, fo podestà a Padoa, 

qu. Serenissimo principe. 
Sier Zacaria Dolfìn el capilanio a Padoa, qu. 

sier Andrea. 
Sier Hironimo Contarini el provedilor di P ar- 
mada, qu. sier Francesco. 
Sicr Alvise Mozenigo el cavalier proveditor ze- 

nerjil, qu. sier Thomà. 
Sier Zuan Zantani, fo proveditor in arniada, 

qu. sier Marco. 
Sicr Antonio Grimani, fo capilanio zeneral di 

mar, qu. sier Marin. 
Sier Zuan Foscarini e patron a P arscnal, qu. 

sier Nicolò. 
Sier Domencgo Malipiero, fo proveditor in 

armada, qu. sier Francesco. 
Sier Piero Moro, fo di la zonta, qu. sior Ga- 
briel. 
Sier Polo Capello el cavalier, fo consier, qu. 

sicr Vetor. 
Sier Bernardo Barbarigo, fo govcrnador a 

P intradc, qu. Serenissimo principe. 
Sier Nicolò Prioli, fo governator de P intrude, 

qu. sier Zuane. 
Sicr Francesco Capclo, fo provedilor zeneral, 

qu. sier Cristofalo. 
Sier Hironimo Duodo el governator di Pin- 

trada, qu. sier Piero. 
Sier Antonio da Canal, fo a la camara di im- 
presiedi, qu. sier Piero. 
Sier Crislofal Moro el proveditor zeneral, qu. 

sier Lorenzo. 
Sier Piero Capello el savio dil Conscjo, qu. sier 

Zuan procurator. 
Non. Sier Andrea Loredan , fo luogotenente in la 

Palria di Friul, qu. sier Nido. 

Io questo Conscjo, fo publichà esser venuto a 
palazado libri di le cazude Monlevechio et Mon- 
tenuovo, et quelli sono debitori vadino a pagar da 
ino' 8 zumi, perche, pussadi, sarano publiclmdi e 
privi andar a capello. 



A dì 31 dezembrio, la matina, veneno in Colegìo 
uno grandissimo numero di galioti di quelli erano 
sopra le galie prese in Po. Et perché erano spogiati 
et non baveano da viver, fati venir alcuni di loro io 
Colegìo, il principe li usò bone parole : et che si ar- 
ma, et che dovesseno ritornar in armada, et che se 
li daria uno gaban per uno da le procurale, et la 
Signorìa li darà uno sier di Discolo per uno. £1 
cussi li fo dato e prò visti a questo modo. 

Di campo, di proveditori, di Lonigo. Chome 
francesi et tedeschi erano con le artelarie ussiti di 
Verona di là di P Adexe, et non sa dove andar vo- 
lesseno. Slavano riguardosi eie. Iter*, poi si ave 
chome dite zente erano andate verso Nogaruola, che 
è un castello dil veronese dove soleva andar caste- 
lan nobele, et hora par li villani erano intrati nel 
castello e si tieneno per la Signoria ; siche dite zente 
è tornate senza aver potuto far nulla. 

Item, essi proveditori scriveno che si havesseno 
più numero di fanti, che anderiano solo Verona ; et 
hanno certe pratiche, et sperano averla di breve. 

Item. Li oratori veronesi stati da P imperator, 
è ritornati e par che li sia sta dito che 'I voi dar Ve- 
rona a suo nepote, eie. Et fo leto una deposition di 
uno ha aviso et vien di Verona, dice che tutto il po- 
polo e anche di ciladini é marcheschi, excepto zer- 
cha 30 citadini di principali, li quali fanno ogni cossa 
contra la Signoria nostra. Item, ancora è francesi e 
spagnoli dentro, e scrive il numero. Item, dice di la 
festa fo fata per P armada nostra presa in Po. Item, 
hanno gran charestia di strami, e non potrano durar 
15 zorni al più ; ma dil resto non hanno tanta cha- 
restia. Item, dicono il numero di alemani e U, et vi 
e il vescovo di Trento e il signor Zuane di Gonzaga. 
Fracbasso non é li. Item. La più parte di francesi 
sono partiti etc. 

Di Polesene. Fono lettere di Zuan Paolo 
Gradenigo proveditor general di la Badia, et 
di Ruigo di sier Viceneo da Riva proveditor. 
Chome quelle cosse è assecurate; tamen, che le 
zente nimiche parte sono ancora alozate a Lagoscu- 
ro ; et eh 1 è seguito certa discordia ancora tra fran- 
cesi e taliani ; et che Ramazoto ha dispersa la sua 
compagnia, la qual si va disolvendo di fanti etc. 
Item, sier Zuan Antonio Barbara, era proveditor a 
Piove di Sacho e andò lì di bordine di la Signoria 
con villani dil Piova in Ruigo, etiam lui scrisse a la 
Signoria, el si ave una depositione di uno explora- 
tor slato in Ferara, chome è sta menato in Ferara 
7 galie el una fusla, et per uno altro aviso dicono \), 
el il resto sono ancora in Po, et le vanno rompcn- 



■A4 



429 



ymx, DICEMBRE. 



430 



do, et trano l' artelarie fuora e le metcno su le rive. 
Et altri avisi. Iietn. Che in Ferara, su la piaza, era 
sta fato uno aitar, et cussi chome zonzevano le ga- 
lle, li coriedi erano trali fuora e oferto a V aitar con 
gran jubilo, et erano snudate e Y artelarie e tutto, 
et le tende con li San Marchi donate a le chiesie per 
il cardinal in memoria etc. Item. Che '1 populo feva 
gran festa ; ma il duca steva suspeso et quelli primi, 
perché si diceva la Signoria feva una gran armata e 
voleva tornar in Po (e) ha via mandato a far uno ba- 
stion verso Corbole. 

Di li oratori nostri Corner et Mozenigo, 
date a Hospedaleto eri. Chome, a bore 17, riceve- 
tene nostra col Colegio scritoli, e poi, bore 21, eba- 
no quelle col Senato. Et cussi la sera, hora deputata, 
fono insieme con li oratori regii, et expostoli quanto 
si conteniva in le lettere ducal, et mostrate le lette- 
re, disseno questa cossa di recognition di le terre 
za do anni saria sta gran cossa, imo grandissima ; 
ma al presente 1* imperator voi le sue terre li vieti, 
216 parte per esser di la casa di Austria, parte soto l'im- 
perio, et il resto li tocha per la liga di Chambrai ; et 
che non bisognava dir altro se el non fusse l' impe- 
rator reintegra di quanto li tocha etc. Et per tanto, 
essi do nostri oratori dovesseno venir a Feltre, et 
loro anderia a Perzene mia 3 lontan de li ; et che 
scriveriano a Y imperator eh* era a Bolzan, et auta 
la risposta di quello l'hordinava, manderia uno co- 
rier con soe lettere fino a Feltre. Et li oratori nostri 
parlono assai dicendo le raxon di la Signoria nostra, 
et feva per l' imperator acordarsi con quella, vo- 
lendo darli recognition et far etc. prometendoli poi, 
a loro in specie, juxta mandata dil Senato, se vo- 
tano far bon officio acciò segui questo acordo da 
tutti desiderato etc. Item, per una altra lettera di 
bore 7, scriveno che, hessendo partiti per vegnir a 
caxa, li vene uno messo di diti oratori a dirli che 
era venuto una stafeta di Y imperator con le lettere 
che dovesseno aldir le proposition di essi oratori 
nostri. Et cussi messeno bordine di esser la matina 
insieme; e cussi sarano, et di coloquii et successi 
aviserano. 

Fu posto, per li savii, far salvoconduto a Bulfar- 
do todesco, qual é sta causa di questi tralamenti, 
chome ho strilo di sopra, che é debitor ad alcuni in 
questa terra, che per do anni non possa esser mole- 
stalo. E fu preso. 

Fu posto, per alcuni savii dil Colegio ut in par- 

te nominati, che Bivilaqua, fo sora masse r di 

sier Anzolo Trivixan fo zeneral, debbi, in termine 
di zomi 3, aver consiglia li sdì conti di danari dispen- 



sadi in armada, atento il zeneral babbi dito non aver 
le scriture; aliter sia commesso l'avogaria. Fu 
preso. 

Fu posto, per alcuni savii di Colegio nominati in 
parte, e fo opinion di sier Alvise da Molin qual per 
avanti la disse al Pregadi, videlicet de li debitori di 
le dexime 81, 82 et quella 83 a restituir, che sono 
a li governadori, et do quarti de tansa et la 7* tan- 
sa, a tuor zenabri et arzenti vivi, et debitori di ac- 
cresimenli, siano tutti mandati a le chazude ; et che 
ivi sia tolto in la Signoria tanto stabele per ducati 
6o milia di debitori questi e di quelli di X officio 
suo; et sia dato a chi vorà prestar, a raxon di du- 
cati 8 per 100 da 15 in suso, et di ducati 15 in zoso 
di filo a ducati 10 per 100; et quelli depositerano, 
non siano ubligati a pagar dexime in do anni, nel 
qual tempo quelli (de' quali) sono li sta beli," possi - 
no recuperarli etc. ut in parte; et quelli torano in 
la Signoria habbi 4 per 100, et la mità sia di go- 
vernadori et la V? di li oficiali a le cazude. Item, 
certa utilità a Zuan Fermai) di governadori ut in 
parte, la qual sarà script! qui avanti. Et fo gran 
disputation. Parlò sier Alvixe da Molin per questa 
parte. Sier Piero Capello parlò conlra e voleva dar 
termine a li debitori a pagar tutto zener. Parlò poi 
sier Antonio Grimani ; poi sier Bernardo Barbarigo 
governador, non sente questo, dicendo non si trarà 
30 milia ducati e non sarano presti. Parlò poi sier 
Alvise Pixani savio di terra ferma, qual ogi introe 
in Colegio, et voleva pagasseno leangarie chi li ave- 
ri li stabeli. Parlò sier Gasparo Malipiero è di Pre- 21 6* 
gadi, qual non sentiva una parte cb' è di poter scon- 
tar col prò 1 di marzo di Montenuovo che vien la 
mità e mità contadi, e col primo di Montevechio 
hora si paga, dicendo : « Questo non é il bisogno. » 
Parlò poi sier Alvise da Molin iterum justificando 
la parte, et li altri savii si tolse zoso di le opinion 
loro e andò solum la parte, la qual ave 40 di no, 
125 di si e fu presa. Et stete Pregadi fino bore 4 di 
note per questa cossa suso. 

Item. Ogi vene l' armirajo a la porta di Pregadi 
a dir come era zonte a Chioza 6 galie, videlicet 5 
bastarde con sier Zuan Moro capitanio, et una sotil 
di sier Hironimo Capello vice capitanio al golfo, et 
sier Alvise da Canal qu. sier Luca resta in Istria. Et 
li sopracomiti di le bastarde sono : sier Hironimo 
Barbarigo, sier Lunardo Justinian, sier Alvise Con- 
tarmi qu. sier Piero et sier Francesco Marnilo. qu. 
sier Andrea, armate per 6 raexi et state più di 8 
fuora. El dite galie è venute per obedir a li mandali 
ili Culaio; erano in Istria, e doveano le bastarde 



431 



MDIX, DICEMBRE. 



432 



disarmar a Chioza. Etiam si trova sier Hironimo 
Contarini proveditor di V armada con la sua galia, 
et sier Alcxandro Badoer sopracomito. 

Noto. In questi zorni, vidi sopra alcune coione 
discomunegado domino Francesco Marcello episco- 
po di Trau, per non aver pagado certa pension al 
Malombra episcopo di Arbe, con il qual ha certa di- 
ferentia. E Arbe otene per lui. 

Item. È da saper, che venuto che fo il capitanio 
zeneral in questa terra, et havendo tolto a Fiume 
molte reliquie et paramenti di chiesia, item arzenti, 
calexi, patene, croxe, e tabernaculi, item una testa 
di una Santa Chiara fo compagna di Santa Orsola ; 
item, tolto a le Papoze e Crespin di le chiesie cale- 
xi, et tutto era in casse in casa sua, unde> di hordi- 
ne di la Signoria, fo mandato a tuor dite reliquie e 
arzenti, e lui le consigliò, chome apar per l' inventa- 
rio sarà qui soto posto. E nota. Lui zeneral scrisse 
voleva dar dite reliquie a la Croxe di la Zuecha do- 
ve è procurator di dito monasterio, si cussi piaceva 
a la Signoria nostra. 

Vene in questi zorni Zuan conte Brandolin con- 

dutier nostro di cavoli stato in trivisana col 

proveditor Mozenigo a la recuperation di la Scala. 
Fo in Colegio ; volse alcune cosse. 

Item, Zitolo di Perosa, era a Padoa amalato 
non ben vanto, vene in questa terra alozato a San 
Moisé, et per Colegio fo mandato i savii ai ordeni a 
visitarlo et oferirli ; el qual poi, levato dil leto, vene 
in Colegio, fo molto charezato dal principe e tutto 
H Colegio, e fatoli dar danari, et consegnalo stagi 
qualche zorno a restaurarsi. 

Vene etiam domino Meleagro da Furll condu- 
tier nostro, qual con la compagnia era partito di 
217 Friul justa la deliberation fata a IL zorni passati in 
Pregadi, et lui mandò la compagnia et vene qui. Fo 
in Colegio, dimandò alcune cosse, et fo commesso a 
li savii la soa expedition. Fu preso poi vaili in 
campo. 

Noto. In questo ultimo Pregadi, fu posto, per i 
savii, atento li bisogni occorenti, trovar ad impre- 
stedo ducati 10 milia da zenlhilomeni nostri di Co- 
legio et Pregadi. Et fu presa. Tamen, fono trovati 
assa' meno. 

É da saper. In questi zorni, vene in Colegio uno 
nontio dil re di Hongaria con lettere credentiale di 
esso re, et é date in Boemia za un mexe. 11 re scrive 
per lettere a la Signoria, che voglia satisfar di quello 
el dia haver da la Signoria nostra, et dar licentia al 
suo orator, é qui za tanti mexi, et con altre parole 
ut in Utteri8. Et il principe li disse havemo man- 



dato il nostro orator a la maestà dil suo re, dal qual 
aspetemo lettere, et però è mal questo orator si 
parta, atento la liga è insieme. Et etiam per avanti 
vene uno fiorentino per la via di Mantoa con lettere 
di esso re, qual voi danari da la Signorìa a conto dil 
re. A tutti fono date parole, e pur F orator stava 
qui ; ma bisogna aspetar, atento le occorentie de pre- 
senti tempi, e la terra su gran spesa. Et nota. Intesi 
da dito nontio primo, come il re questo mazo, per 
T orator francese venuto in Boemia, fo institato do- 
vesse romper guerra a la Signoria e tuorli la Dal- 
mata eh* è sua, e il re disse: « É nostra confederata 
quella Signoria, e non havemo causa. » Poi li disse 
che non lassasse vegnir ni boemi ni hongari a soldo 
nostro, et il re disse che questo non poteva lenir 
che chi volesse tuor soldo non tolesse di soi subditi 
hongari, perchè quelli viveno a tre modi : over sono 
preti, over di mililia, over di agricoltura, perché 
hongari non lavorano; ma ben che lui non darà aju- 
1 to né mandarà zente etc. Et é da saper, che li preti 
di Boemia sono poveri e viveno di elemosina, et 
quelli di Hongaria sono prelati richissimi, et (è) tal 
episcopo che ha ducati milia d' intrada. 217 

MD1X, die ultimo decembris. In Rogatis. 

Non é necessario cum molte parole explicare a 
questo Conseglio F urgente bisogno ha el slato no- 
stro de recuperar denari per supplir a le necessità 
terrestre et maritime, per esser a tutti notissimo. Et 
perché justa cossa è scuoder in primis da li debi- 
tori che sono in grandissima quantità, è etiam con- 
veniente usar tal modo et mensura ne la exation de 
dicti debitori, che la sia cum sua habilità et parimen- 
te cum beneficio de la Signoria nostra. 

Et però. 

L' anderà parte: che tutti li debitori de le decime 
numero 81, 85, 83, et quelli de li do quarti de lan- 
sa, et de la penultima meza tansa, et similiter tutti 
li debitori de rason de crescimenti che se trovano 
a T officio de le cantinelle di governatori, passati 
che sia octo del mese futuro, mandar se debano a 
Foficio nostro de le cazude da esser incorporati cum 
li altri debitori de quel officio, sotto pena de ducati 
500 d' oro a li contrafacenti, da esser scossa per li 
avogadori nostri de comun, senza altro Conseglio. 

Mandati veramente che serano tutti li debitori 
nostri a le cazude, siano obligati quelli prò veditori, 
insieme con li deputadi sopra le vendede, in terme- 
ne de zorni 15 proximi, melter in la Signoria nostra 



433 



MDX, GENNAJO. 



434 



tanti beni de quelli reslerano debitori, che sieno al- 
meno per valuta de ducati 60 milia. 

Et perché la Signoria nostra al presente ha bi- 
sogno de danari presti et prompti, ex nunc sia pre- 
so, che a tutti quelli che presterano de pr cesenti de- 
nari a la Signoria nostra, gè siano dati in pagamento 
tanti de dicti beni de debitori messi in la Signoria 
nostra, che siano per l' amontar del danaro sborsa- 
to, i qua! debano esser neti da ogni angaria e grave- 
za; dechiarando che li stabeli che pagano di fitto 
ducati 15 et da due. 15 in zoxo, li siano dati a raxon 
de 10 per 100, et da 15 in suso a rason di 8 per 
100, eum questa condilion, che li patroni de dicti 
beni habiano termene anni do ad recuperarli da 
quelli li havesseno tolti, et passati li do anni, et non 
se recuperando, siano poi dicti beni liberamente sui 
juxta la forma de le parte sopra eri prese, et alhora 
sottozasano a le dexime et altre angarie, come é ho- 
nesto. Non derogando però a li creditori de le an- 
garie passate, che per virtù di le parte prese in que- 
sto Conseglio, dieno esser satisfacte di beni di debi- 
tori di la Signoria nostra. 

Ulterius, sia in libertà de quelli che presterano 
a la Signoria nostra, poter servire quella cum la 
paga de marzo del 1477 del Montevechio, et pree- 
terea possano prestare cum la mila de li danari del 
prò* del Montenovo de marzo proximo, et V altra 
mità in danari. 

Et per meglior execution de quanto é predicto, 
sia obligato el fedelissimo nostro Zuan Ferman, da 
T officio de le cantinelle, portar a V officio predicto 
de le cazude li libri di nostri debitori, et coadiuvar 
questa opera finché in la Signoria nostra serano 
messi beni per la summa antedita, non derogando 
per questo ad alcuna utilità de dicto Zuan Ferman. 

Haver deba T officio de le cazude, de quello per- 
vien in la Signoria nostra de rason di debitori de 
dexime 4 per 100, da esser divise fra dicto officio 
et quel di governadori nostri di le intrade, come 
parerà a questo Conseglio non se accordando fra 
218 loro. 

Die 8 januarj 1509. In Rogatis. 

V anderà parte che, a tutti quelli che a V officio 
nostro di le cazude sono debitori de raxon di dexi- 
me, tanse etc, che non hanno stabeli ma ben pos- 
sessione, li siano tolte tanto de le sue possessione, 
moli ni, feudi, livelli, dexime, folli, caxe e tuli li altri 
beni havesseno in terra ferma, quanti siano per V a- 
montar del suo debito, et messo in la Signoria no- 



stra, come se fanno li stabeli, con li modi et condi- 
tion de quelli. 

Dechiarando che le possesion siano tolte in la Si- 
gnoria nostra a raxon di 10 per 100 de intrada, et 
possano quelli che sono creditori de le angarie pas- 
sate, che per deliberation di questo Conseglio dieno 
esser satisfati sopra li stabeli, fuor la sua satisfation 
eHam sop a ditte possessione. 

In Notatorio XXIV 



218* 



1509 die . . . jmuarj. 

Serenissimo principi et illustrissimo Dominio 
Venetiarum, ego Antonius Contarono patriarcha Ve- 
netiarum, post humilem commendationem etc. 

Volens, ut meum est, morem semper gerere Se- 
renitati vestrae et illam reddere certiorem quod 
fuerit responsum meum traditum Antonio Entio se- 
cretano suo circa caput beate virginis et martiris 
Ursolae et quamdam reliquiam sancte Clara etc ut 
dicitur, nuper delatam ad hanc civilatem, ipsi Sere- 
nitati vestrae, ea qua decet reverentia, fidem facio 
die secundo instantis, eidem secretano, prosente et 
frate Sixto priore monasterii sanctorum Ioannis et 
Pauli et nobili domino Marco Lauredano procura- 
tore ejusdem monasterii, responsum dedi : esse a 
sacris canonibus dare statutum, reliquias sancto- 
rum non posse auferri de aliquo loco vel alio illas 
transvehi inconsulta Sede Apostolica, attamen, exquo 
istic reperiretur, opinio mea extiterat quod caput 
praedictum deponeatur apud monasterium predi- 
ctum ubi constructa est capella ad honorem diete 
beate virginis et martiris, et reliquia prafata sancte 
Clara apud monasterium monialum Sancte Gara de 
Venetiis, ubi deberent honorifice conservali et co- 
stodiri donec esset restaurata ecclesia de qua fuerant 
ablata, seu de alio loco deliberatum, servata in hoc 
semper forma sanctionum Sanctorum Patruum. Et 
haec, Serenissime princeps, fuit responsio mea ema- 
nata ad petitionem Serenitatis vestrae, cui me hu- 
millime commendo. 

Ex patriarcali palatio Venetiarum, die 24 ja- 
nuarii 1509. 

Del mexe di zener 1509 ( 1 5 1 0). 

A di primo, il principe de more vene in chiesia 
di San Marco a messa. Era vi V orator di Hongaria, 
e la Signoria ben accompagnata. Et poi udito messa, 
se reduseno hi Colegio perchè era venuto lettere di 



2J9 



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435 



MDX, GENNAJO. 



430 



li oratori nostri tratano acordo con li agenti dil re 
di romani a V Ospedaleto sotto Castel Ivan, date a 
di 30 dezembrìo. Chome erano stati in coloquio con 
li ditti, et ben inteso quanto la Signoria li voleva dar 
et recognoser le terre da la cesarea majestà con da- 
nari et pension annua!, et far acordo insieme, et 
che habiamo le terre ne ha tolto il re di Franza in 
Lombardia, et ajular V imperator aver il duchato de 
Milan età ut in commissione. Al che essi oratori 
fono ben atenti, et si fé' replichar do volle per poter 
scriver ben il tutto a V imperator, qual era a Bolzan 
venuto, chome diceano. Ma disseno che la Signoria 
leniva terre di raxon di V imperio, di raxon di la 
casa di Austria, e di raxon dil conta de Tiruol, e 
parte li tocha per la division di capitoli di Chambrai ; 
però era ben intender, a cadauna terra separada, 
quello voleva dar la Signoria a Y anno. Item, che di 
le terre tien Franza, che fo nostre, saria gran cossa : 
quasi dir V imperator non vorà ; con molti coloquii 
hinc inde factis, come in le lettere si contien et 
scriverò il tutto di sotto. 

Et avanti fosseno zonte dite man di lettere, fo 
ordinato Pregadi per far molle previsioni di danari 
et altro, el far i savii do dil Consejo che manebava, 
etiam di terra ferma, che uuomancha elsier Alvise 
di Prioli non voi intrar dicendo non esser ben sano, 
licet non possi andar in Pregadi per niun officio 
over Consejo. Tamen, poi parse ai savii ogi consul- 
tar ben questa materia et far poi domati Pregadi, e 
cussi fo dismesso. Tamen, molti veneno a V hora di 
vesporo et conveneno ritornar via, et parse di novo 
a la brigata. 

Da poi disnar non fo nulla. Li savii si reduseno 
a consultar, et a Lio fo provado alcuni pezi de arte- 
larie nove numero 22. Fo sier Piero Querini depu- 
tato per el Consejo di X sopra dite arlelarie, qual é 
cao di X, et con li soi compagni sier Batista More- 
xini et sier Hironimo Contarmi ; etiam li capi di X 
pasadi sier Francesco Ticpolo, sier Alvise Emo et 
sier Lucha Trun, et li patroni a V arsenal sier Zuan 
Foscarini, sier Daniel Dandolo. Et sier Domenego 
Ci pollo non è qui : è andato Cuora a far tajar legna- 
mi in Cadore. 

Et in questo zorno, vene a veder il mio studio 
et altre cosse sier Lorenzo Loredan dil Serenissimo 
con sier Hironimo Lipomano et sier Nicolò Salamoi), 
220 et sterno fin -24 hore. 

A dì 2, la mulina, tutta la terra era piena in que- 
sta nocte esser venuto di campo da Lonigo uno zo- 
vene di sier Andrea Grili proveditor zeneral, con 
lettere a la Signoria che Verona si havia auto. Ta- 



men, questa fama pocho durò perché non era veri ; 
pur per la terra assa' se ne diceva. E poi se intese 
che scrisseno di certa praticha con quelli todeschi 
sono in castello, quali, havendo 8000 raynes, eh' e 
ducati 6000, dariano li castelli a la Signoria, e cussi 
si haria Verona. Tamen, questa praticha è ai cai dil 
Consejo di X, et vidi lettere di ultimo, di 4 bore 
di note, di sier Piero Marzello proveditor, chome li 
nostri stratioti erano andati verso Valezo et fato bo- 
tini di certi animali, et con gran vigoria mostratosi 
fin apresso Verona; et che alcuni nemici erano ve- 
nuti verso Cologna per far danni, e tamen che li vil- 
lani si messeno a uno et con campana martello per 
le ville adunati, adeo li fono a V impeto et non ha- 
veno alcun danno, chome più diffuse scriverò poi. 

Di Gradischa. Di sier Alvise Dot fin prove- 
ditor tetterai, qual era de Istria venuto ft con 
zente. Che volendo andar alcuni nostri stratioti el 
altri per certi cari di fieni, i nimici si meseno fuori 
di Goricia e fono a le man. Di i nimici morti 22; di 
nostri uno morto et uno ferito. Altri presi, ut in 
litteris, come dirò poi. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta fio 
hore 3 di note, che tutti credeva ogi dovesse esser 
Pregadi. Et la terra sta di bona voglia. Sperano 
molti che l' acordo seguirà. Che Idio el voglia, et io 
nou lo credo. 

In questo zorno, fo principiato a far doa pera di 
noze, che, poi la rota dil campo, più noze di patricii 
non fu fato, e tutti stavano sopra de sì, et avanti h 
rota, da marzo (in mazo, fu fato solum 4 pera di 
noze. Siche si mandò sier Marco Antonio Calbo qu. 
sier Hironimo, è savio ai ordeni, in la fia di sier 
Zuan Francesco Pixani qu. sier Lunardo, et sier 
Zuan Batista Contarmi qu. sier Baldisera, in la fia di 
sier Zustignan Morexini é preson in Franza, et veri 
per il contracambio. 

Et nota. Za 3 zorni, partite de qui el capitanio 
Tibaldo francese, era preson, va a Milan con fede di 
tornar, per far che li nostri presoni, justa la parte 
presa, sia contracambiati. Siche di breve sarano de 
qui, et loro di là. Li nomi di nostri presoni sono : sier 
Zustignan Morexini qu. sier Marco, sier Nicolò Me- 
mo qu. sier Lodovico fo podestà a Trevi et sier 
Francesco suo fiol, sier Piero Gradenigo di sier Ga- 
briel, Vitello Vitelli, Brazo Fortebrazo et Vicenzo 
di Naldo. Tutti questi fono presi in Trevi; et sier 
Andrea Morexini di sier Zustignan, qual è qui e si 
partì con promessa di ritornar e non tornoe. Etiam 
si averi sier Alvise Bon dolor fo podestà a Cazalma- 
zor, qu. sier Michicl. Et z«.»nlo ditto francesi 1 a Lodi- 



437 



IIDX, GENNAJO. 



438 



go, mandono li proveditori una lettera a quel capi- 
tank) francese è lì (a Verona), per aver salvocon- 
20 * duto che *1 potesse passar. Quel seguirà scriverò. 

A dì 3 zener, la matina per tempo si reduse il 
Colegio et li capi di X, et era lettere di oratori no- 
stri, et non lassono intrar niun in Colegio si ben 
erano di Pregadi e solili intrar per i officii, excepto 
quelli di Colegio. Et fo ordinato da poi disnar far 
Pregadi. Et fono etiam lettere di campo da Lonigo, 
zercha pratiche hanno di aver Verona etc. 

Da poi disnar, fo Pregadi et letto molte lettere. 

Di oratori nostri di Ospedaleto, più lettere di 
tratamenti con quelli agenti regii, et chome hanno 
scripto a T imperator, qual' è a Bolzan, et stanno lì 
aspectando la risposta si voi che entri in la praticha 
over non. Et in questo mezo, essi oratori alemani, 
con sier Alvise Mozenigo el cavalier orator nostro, 
andono a la caza a piazer etc. 

Di Lonigo, di proveditori generali. Di quelle 
occorentie dil campo, et hanno auto, olirà li 7, etiam 
5000 ducati e darano a le zente ; et se mandi di altri. 
Item. Vidi una lettera di 2, di sier Piero Marzello, 
chome era ussiti di Verona 300 cavali francesi e an- 
dati verso Peschiera. Et hanno, in Verona, come tra 
francesi, borgognoni, spagnoli et todeschi, sono da 
7000; et esser sta fato a dì primo una crida in Ve- 
rona che tutti francesi et spagnoli in termene di 4 
zornl debiano ussir. Item. Voriano nostri aver più 
zente, perchè li fanti mancha etc. Et se li mandi da- 
nari. 

Di Vicenza. Di sier Cristofal Moro prove- 
ditor. Chome manda una relation di uno stato in 
Verona ; ma è vechia. Ha fato la volta di sopra. Nulla 
più di quello si (ha) auto per avanti. 

Di sier Zuan Paulo Gradenigo proveditor 
generai, date sui Polesene a la Badia, et di sier 
Vicenzo da Riva proveditor in Ruigo. Come non 
si dubitano di nulla. Tamen % che sora le rive di Po, 
di là fino a Corbole, sono alozati francesi et altre 
zente d' arme non poche e artelarie. Et questo per- 
chè dubitano di le nostre galie sono zonte a Chioza, 
et tien dieno tornar in Po. 

Di sier Zuan Moro capitanio di le galie ha- 
starde, date a Chiosa, a dì primo. Chome di 
Istria, justa i mandati, è venuto de lì con 6 galie, 
cinque bastarde, zoé lui capitanio, sier Francesco 
Marcello, sier Alvise Contarmi qu. sier Piero, sier 
Lunardo Zustignan, sier Hironimo Barbarigo, et la 
galia sotil di sier Hironimo Capello vice capitanio al 
golfo. El ha lassato in Istria, |>er custodia di quella 
cussi volendo quel podestà di Cao d' Istria, la galia 



sotil soracomito sier Alvise da Canal qu. sier Luca. 
Et che dite galie starano lì ad obedientia etc Item. 
Lì è do altre galie sotil, il proveditor di l' armada et 
la Badoera. 

Di Padoa. Di sier Piero Balbi podestà 
decto capitanio general di mar. Come ha inteso, 
per lettere nostre eri ricevute, la sua eletione. Rin- 
gratia et acepta libentissime ; et che la Signoria co- 
manda quando V habi a venir zoso. Ben ricomanda 
la sua corte, che sia messa col podestà sarà electo, 
come è il consueto ; qual é stata in l' assedio e a le 
fatiche etc. 221 

Fo Consejo di X con la zonla per una hora in 
zercha, et ussiti, fo diliberato aprir certe materie 
al Pregadi intervenendo pratiche di haver Verona, 
et fono lecte al Consejo le deposition et lettere di 
proveditori di campo in questa materia, et leto le 
parte di savii di Colegio che alcuni vuol tuorla, altri 
indusiar (per attender) la risposta de l' imperator 
a li oratori nostri. Et fo sacramenta el Consejo, et 
dito si vera uno altro zorno. 

Fo prima fato che sier Bernardo Bembo dolor 
et cavalier et sier Alvise Gradenigo avogadori di co- 
mun, messeno per parte che sier Anzolo Trivixan, 
fo capitanio zeneral de mar, per tuto doman si debi 
apresentar a le prexon etc. ut in parte. Sier Marco 
Antonio Loredan è dil Consejo di X, andò in renga 
dicendo era stato avogador, e non si meteva di re- 
tenir uno reo ai Consegii se non si lezeva prima la 
querela e qualche testemonio; e però li avogadori 
prima dovevano lezer al Consejo quello i ha, e poi 
meter di relenir. Li rispose sier Bernardo Bembo. 
Poi parlò sier Gasparo Malipiero è di Pregadi, difen- 
dendolo: non doveano meter questa parte. Li rispose 
sier Alvise Gradenigo e ben, dicendo non bisognava 
testimonii perché tutti el sa che lui capitanio è ve- 
nuto qui a portar la nuova di V armada persa ; e che 
non bisognava altro, dicendo poi che bisogna che *1 
stagi serado per poter far le examination etc. Li con- 
trasse sier Castelan Boldù el XL criminal. Or andò 
le parte. 4 non sincere, 64 di no, 90 di la parte, et 
fu presa. E a dì 5 si presentò. 

Fo etiam fati do savii dil Consejo ordenari che 
inanellavano, perchè l' altro zorno niun non passò. 
Et tolti otto et tre con titolo, rimase sier Zorzi Emo 
qual passò di tre ballote, et sier Piero Duodo che 
passò di una balota. Solo sier Antonio Loredan el 
cavalier pur con titolo. Et introno il dì sequente sier 
Zorzi Emo, perchè non era in Pregadi per esser ca- 
zuto questo anno di la zonla, et il Duodo inlrò 
subilo. 



439 



MDX, OENNAJO. 



440 



Vene lettere de Ingolferà di sier Andrea 
Badoer, qual, per esser in si fra, non fono lede. 
Era di 6 deeembrio. Et per lettere private in sier 
Almorò Pixani fo dal banco, se intese é nova de lì 
che il signor Bortoloniio Liviano, qual era prexon a 
Lochies dove stete il signor Lodovico apresso Lion, 
era morto. 

Et poi, la matina, per lettere private di 5 in ra- 
porto, se intese che quel re é benissimo disposto per 
la Signoria nostra. Ha anni 18, è liberal e belicoso e 
ben voluto da li soi ; ha assa' danari, e omnino voi 
far guerra al re di francesi, che cussi lo chiama, e 
lui si dà titolo di re di Franza. Et che a di primo de- 
zembrio, a Londra e per Y ixola, fo fato crida che 
tutti quelli potesseno portar arme dovesseno esser 
in hordine per il zorno di Candelorum, zoé per la 
Madona di le Candele, perchè '1 voi passar su la 
Franza dite zente, et ha preparato nave a questo ef- 
fecto. Item. Come de li se iutese Y aquisto di Vicen- 
za, et per englesi fo fato gran demostratione di ale- 
221 * greza; et che nostri è ben visti, imo, dovendo pagar 
certo costume qual era il tempo propinquo, il con- 
solo eh' è e li marchadanti suplicono 

aver tempo do anni, et che il re è sta contentissimo 
a far tal gratia, che de lì non è usanza perlongar tal 
pagamenti. Item. Che V orator nostro é amalato et 
voria esser altri homeni oratori de lì a questi tempi, 
che si faria assa' cosse in benefìcio di la Signoria no- 
stra. Item. De lì si dice che sarà paxe tra l' impe- 
rator e la Signoria nostra ; et che in Normandia et 
iu Bertagna il re di Franza fa con gran celerilà com- 
pir 60 nave, si dice, per vegnir a Veniexia. Conclu- 
dendo, tutti li marchadanti nostri scriverlo de qui 
che quel re e tulli fanno optima compagnia a 1 nostri, 
e si dice palam voi andar contra Franza. E nota. 
Questi avisi vidi per lettere di sier Ferigo Morexini 
qu. sier Hironimo, di 5 in Londra, a sier Pandolfo 
suo fratello. 

Nota. Eri gionseno in questa terra 4 oratori vi- 
centini, vidélicet domino Antonio Loscho cavalier, 
domino Nicolò Chieregato dolor et cavalier, domino 

Lodovico da Schio et domino Simon da 

Porto cavalier. 1 quali fono poi in Colegio, et expo- 
seno chome quella fi delissima comunità desiderava 
esserli ateso a le promesse di esser con li capitoli 
primi ; et che Schio et Maroslega voriano esser se- 
paradi da Vicenza, cossa che sempre è stata solo Vi- 
cenza la criminalità, et a Schio mandavano vicario, 
dove al presente è provedilor sier Hironimo da Pe- 
xaro di sier Fantin. Pertanto, suplicavano aver diti 
lochi. 



Et è da saper. Per Colegio, fo rimandato camer- 
lengo a Vicenza a compir il suo rezimento, che pri- 
ma era avanti si desse a l' imperator, sier Piero Baflò 
qu. sier Antonio, qual stagi in castello etiam per ca- 
stelan ; e fo mal facto. Si dovea far election di novo 
per gran Consejo, e non mandarlo. 

Tamen, questi altri zenthilomeni fo posti per li 
proveditori in li castelli rea u li. A Montagnana, pro- 
vedilor sier Cristofal di Prioli di sier Bernardin. A 
Este, sier Beneto Mann qu. sier Marco. A Monzekse, 
sier Marco Marzello qu. sier Iacomo Antonio el ca- 
valier. A Gtadella, sier Gregorio Pizamano qu. 
Marco. A Castelfranco, sier Antonio Michiel qu. 
Piero. A Bassan, sier Lucha da Pexaro. Et era caste- 
lan in Moncelese mandato per Colegio, Vicenzo di 
Ante! ini. 

In questi zorni, veneno do oratori di la Patria di 
Friul in Colegio, domino Iacomo da Castello dolor 
et domino Nicolò Zane. Fono in Colegio et diman- 
dono certe cosse eie. 

In questo zorno, partì de qui per andar podestà 
a Vicenza sier Zuau Marzello qu. sier Andrea da San 
Vidal, eleelo per il Consejo di X, che lui si oferse al 
principe di andar e menò la corte solita. 

È da saper. In questi zorni, la cita di Feltre è go- 
vernata, a nome di la Signoria nostra, per il vicario 

dil podestà di Treviso chiamato domino 

.... dolor, et Cividal di Bellun per domino Batista 
Vezato doctor ciladin de lì, fino li vadi li rectori o 
proveditori sarano electi. 2K 

A dì 4, la malina, in Colegio fo leto lettere de 
Ingaltera. Da poi disnar, fo Pregadi, et comanda 
Consejo di X con la zonta di danari, et leto pochis- 
sime lettere, zoé queste : 

Di Ingaltera, di sier Andrea Badoer orator 
nostro, di 6 dezembrio. Di la crida fata, el primo 
di quel mexe, per la Madona di le Candele tutti siano 
in arme ; et si dice contra il re di Scoria suo cogna- 
to, qual li ha mandato a dimandar a questo re certo 
castello che 'I tien che za fo suo, e questo per insti- 
gation dil re di Franza. E dil bon animo ha questo 
re a la Signoria nostra e mal voler contra Franza. E 
altre parlicularità, ut in litteris. 

Di Lonigo. Di proveditori. Nulla da conto. Le 
cosse stanno come erano, et voleno danari e poi 

danari. 

Fu fato scurtinio di do savii di terra ferma in 
luogo di sier Alvise di Prioli non è intrado, et di 
uno che mancha. Et tolti numero .... et rimase 
sier Sebaslian Zustignau el cavalier fu podestà a 
Brexa qu. sier Marin, et l'altro non passò. Man- 



441 



MDX, CE.NNAJO. 



44*2 



chava do balote a passar sier Vetor Micliiel é di la 
zonta qu. sier Michiel. Fo solo sier Antonio Zusti- 
gnan e vice locotenente in la Patria ; ha titolo e non 
saria sia a tempo. Cazete con titolo sier Antonio Con- 
dolmer che refudò avogador. 

Fo leto una lettera di sier Vetor Foscarini 
podestà di Chiosa. Come il suo cavalier era sta 
amazalo, e vorìa dar taja a quelli prenderano li mal- 
tatori. Et cussi, per li consieri fu posto taja ducati 
100 ut in parte, et presa. 

Fu intralo in la materia secrelissima di rispon- 
der a li proveditori di campo, quali scrisseno al 
Consejo di X potevano haver una porta di Verona, 
videlicet quella dil Vescovo, con danari. Et fu posto 
per li savii, d' acordo, una lettera a diti proveditori 
che remelemo questo a loro et al illustrissimo capi- 
tanio zeneral : havendo il modo di haver Verona con 
segurtà di l' exercilo nostro, che la debano tuor, si 
cussi li parerà no; con altre parole ut in litteris. Et 
sier Antonio Trun procurator savio dil Consejo, 
andò in renga dicendo questo discorderà la praticha 
di la pace et acordo si Irata con V imperator, et se 
indusii sino si habbi la risposta di oratori nostri, che 
è do zorni. Et cussi messe de indusiar. Li rispose 
sier Antonio Grimani savio dil Consejo, et a tempo 
fo leto le lettere de Ingal terra che il re ha vìa inteso 
l'aquisto di Vicenza, et li piaceva, et voria si ricupe- 
rasse Verona, perché tanto più presto l' imperator 
si acorderà con la Signoria nostra. Et questo fo in 
proposito di la materia ; oltra che otnnino è da tuor, 
potendo averla. Et andò le do parte, et di largo fu 
presa la lettera sicome è notata di sopra, et fo co- 
manda grandissima credenza e sacramenta il Con- 
sejo. 

Di oratori nostri, date a V Ospedaleto, fo 
lettere di eri. Chome sono lì et sianosi aspelando 
la risposta dil re. Et si dice che il re era partito di 
Bolzan per andar verso Ispruch over Augusta, dove 
sarà a dì 6, eh' è il zorno di re, nel qual di si prin- 
cipierà la dieta imperiai za ordinala. Et che è bon 
segno che '1 re non habbi manda ris|>osta ; che si 
non volesse atender, haria scripto essi nostri oratori 
3?2 * ritomaseno via. Li quali stanno in caxa e non vanno 
molto atomo, si jkt esser il luogo piccolo et villa, 
chome cussi consigliali da li oratori regii, et però 
non pono saper nulla di novo, se non quanto essi 
agenti li fanno intender. Li quali sono homeni degni, 
et desidereriano l' apontamento seguisse. 

Et poi fo licentiato Pregadi, et restò Consejo di 
X coti la zonta di danari, per aver danari e mandar- 
li in caini*). 

1 Dti.ru Ut M. Sani tu. — Tum IX. 



Noto. Di annar, non si fa nulla. 4 galie messe 
bancho ; ma non danno danari, et che 'I zeneral eie- 
cto eli* é a Padoa podestà vengi, non se ne parla. 

A di 5. È da sa|>er, eri nel Gmsejo di X con la 
zonta, fu a sol lo uno trevisan era in preson in qua- 
rautia civil chiamato Hironimo da Hovcro, qual do- 
vea dar certa quantità di danari per conto di dacii, 
zercha ducati 5000, et voi pagar. Unde, fu absolto, 
e die ritornasse a caxa sua. 

Da poi disnar, fo Pregadi et fo per scriver in 
lngallera. Et fo leto solum do lettere. Non fo lettere 
di oratori nostri, che si aspeta. 

Di Padoa, di rectori, di eri. Chome haveano 
fato principiar a cavar el fosso verso Santa Croxe 
largo pie '2*2, et mai mancherà aqua, e da quella 
banda sarà forte la terra. E di la crida fata : die 
quelli non vorano andar a tuor i legnami e piere di 
le caxe minale et altre mezo mio lontan di la terra 
per tutto il mexe pasado, sarano di la Signoria no- 
stra. Itern, dil zonzer di sier Zuan Marzello va po- 
destà a Vicenza, et quel zorno é montato a cavalo 
per far l'intrata. E altre occorentie deli; nulla però 
da conto. 

Di Vicenea. Di sier Cristofal Moro prove- 
ditor Menerai. Chome havia incanta 4 dacii, qual è 
stato meglio incantarli che lenirli |>er conto di la Si- 
gnoria. El altre occorentie di li. 

E nota. Eri, bore 23, il podestà sier Zuau Mar- 
zello fé' T mirata honorata. Li andò contra il prove - 
ditor con le zente in hordinanza eie. 

Fu falò scuri inio di uno savio a terra ferma che 
manchava, et non passò nessuno. Fo meglio di altri 
sier Vetor Michiel è di la zonta qu. sier Michiel ; man- 
chava do balote a passar. Et fu fato eletion di uno 
castelan a Moncelese et tolti solum do col titolo di 
XL, sier Midiiel Foscarini el XL qu. sier Andrea, et 
sier Hironimo di Prioli fo XL zivil qu. sier Ruberto ; 
et per l' bora tarda, non fu balotati, et si farà nova 
detion un altro Pregadi. 

Fu posto, per li savii tutti, mandar do galie ba- 
starde in Candia nel numero di le 8 solil si ha a 
mandar, acciò de li siano armale ut in parte. Et 
fu presa. 

Fu posto, per i savii ai ordeni, die tutti quelli 
sono stili boti meri, sì a Fiume chome a Ferara, in 
termine di zorni 4 debano aver apresentà li soi libri 
a li savii ai ordeni di tal raxou, acciò si veda si han- 
no fato il dover. Et altre |*rticularilà ut in parte. 
Et fu presa. 

Fu posto, per i savii tutti di Colegio, una lettera 
a sier Andrea BuJoer oritor nostro iu Inciterà, iu 



443 



UDX, CENNAJO. 



444 



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risposta di sue. Et che, inteso la l>ona voluntà di 
223 quel re verso la Signoria nostra, e atento le parole 
r ha usato de inlcrponersi mediante madama Mar- 
gharita a paeificliar la Sigiloria nostra con il re di 
romani, che ex nuìic semo contentissimi, et reme- 
temo a la majestù regia E altre particolarità ut in 
litteris. Item, che li mandcino duciti 300 per con- 
to di quello li occorre spender, e in caso esso orator 
fusse simulato e non si podesse exereilar, che sier 
Lorenzo Pasqualigo consolo nostro di li debbi andar 
dal re a dirli quanto si contien in ditte lettere no- 
stre. Fu presa. 

Et in questo Pregadi si reduse Consejo di X con 
la zonta, et chomc la matina se inlese, preseno rete- 
nir sier Michiel Baxadona qu. sier Francesco era 
proveditor in caste! di Lignago e dovea restar pro- 
veditor in la terra. Et questo, perchè sier Marin Mo- 
rexini V avogador, qual è ancora in Lignago, man- 
dato a far processo conlra sier Girlo Marin prove- 
ditor di la terra, formato processi* e inlesola verità, 
atento dito sier Michiel con sue lettere ai cai di X 
cargoe dito sier Carlo, bora, trovato la verità, parse 
a dito avogador licenliar il prefalo sier Michiel et 
scriver al Consejo di X prendesse di relenirlo, per- 
chè lo havia per intromesso. El cussi, in dito Con- 
sejo di X ogi fu preso, et sier Carlo Marin ancora è 
lì proveditor. Quel sarà, scriverò. 

Noto. Fu mandato in campo a Lonigo ducati 
4000, et ducali 300 a sier Zuan Paulo Gradenigo 
sul Polesene per pagarli fanti. Et è da saper: la 
terra sta mal, non ha danari, et pocho si scuode da 
debitori. E ogi alcuni sa vii volevano meler una tan- 
sa et una decima, tatnen non fu messa. 

A dì 6 domenega, el zorno di la epiphania, il 
princi|>e vene in chiesia a messa vestilo col manto 
di veludo cremexin, e V orator ungarico vestilo di 
scarlato, et poi la Signoria et altri senatori, patri- 
eii etc. Compito messa, volendo il principe ritornar 
in palazo, erano l'eduli assaissimi galioti di le galie 
prese in corte el su la scala dil palazo, vestiti però 
con li gabani abuti da le procuratie, et dimandar 
voleano danari dil suo avanzo, maxime quelli di la 
galia sier Ilironimo di Canal siala 3ti mexi in arma- 
da, et di sier Zuan Muazo et sier Thoma Moro "24 
mexi, benché eri per Colegio fo mandato ducali 
1000 a l'armamento acciò sier Velor Michiel execu- 
tor desse di sovenzion a questi tal galioti tutti duca- 
ti 2 per uno, et loro non li volscn <>. El cussi questa 
matina lì reduli, voeiferaveno assai. Et mandalo 
avanti li capitani et sier Velor Michiel per placarli, 
pur cridavano, e zonto il priucipc al pato di la scala 



di piera, alcuni capi li domandò danari, e lui li par- 
lò benigne che steseno di bona voglia et sanali 
provisto etc. Et poi si reduse Colegio con li capi 
diX. 

Et in questa matina fo lettere di aratori 
nostri, date a V Hospedaleto di eri. Come era 
zonta (risposta) a li oratori regii dil re, et haveano 
messo hordine di esser insieme, et quello riporiera- 
no aviserano subito. 

Noto. Eri si presentò a li avogadorì sier Anzolo 
Trivixan fo capilanio zeneral, et fu posto in camera 
dil scaleno dil doxe con uno suo servilor. 

Da poi disnar, fo Colegio di savii, et vene lettere 
a hore 23 di oratori sopraditi con quanto erano se- 
guito con li oratori regii etc. come dirò di soto. In 
conci usion, nihil boni, tamen stanno ancora lì essi 
nostri oratori et li soi, aspelando risposta. Et la die- 
ta si dovea far a lspurch et principiar ogi, è sta ri- 
messa a comenzar a dì 11 di questo, e il re era an- 
dato verso lspurch et partito di Bolzan. 

In questo zorno, sier Michiel Baxadona, era pro- 
veditor in la rocha di Lignago et per Pregadi dovea 
restar proveditor in la terra, cimine ho scripto di 
sopra, et per sier Marin Morexini Y avogador è sta 
mandato di qui a presentarsi a li capi dil Consejo di 
X, conlra di qual ha formato processo et è resta li 
in la rocha lino zonzi il castelau electo, videlicet 
sier Anzolo Guoro qual eri partite per li ; hor zonto 
dito sier Michiel in palazo dil principe, fo mandato 
per li capi di X, ci poi fo per il capilanio menato in 
prexon justa la dclibcration fata nel Cousejo di X, 
et posto in camera di signori di noie. 

Item. Ogi a Lio fo prova alcuni pezi de artcla- 
ria. Era sier Piero Queruli cao di X qual è sopra 
T artelarie, el do schiopoe. Siche, si atende a far di 
qui artelarie a furia. 

Di Lonigo, vidi lettere di sier Piero Mar- 
cello provedi f or general, date ivi a dì 3, Iwre 4 
di note. Chome hanno auto a viso che di Verona si 
partite il marchexc di Y Anzisa francese con 50 lan- 
zc, e andò verso Nogaruolc ; ma non potè far nulla. 
Et che in Verona si feva 500 fanti in Iodio di quelli 
si partiva. Et esser intra' uno signor todescho di le 
terre franche per governo di la terra, unde per 
questo si lieti el vescov » di Trento sia per parlirse. 
Jtrm, Frachasso etiam lui è venulo lì, et il princi|>e 
di Nalt, che era in Vicenza, per esser al governo de 
li alemani ; el che monsignor di Obignì (rancese è 
in Verona con cavali 1000 francesi ancora ; et che il 
signor Zuane di Gonzaga dovea partirsi de lì [>er 
mauchameiito di strami, di che pativano assai ; et 



445 



MDX, GENNAIO. 



44(i 



ohe inteso veronesi li nostri oratori erano andati a 
parlar con li oratori regii, haveano mandalo 4 ora- 
lori loro a T imperator, i qual sono el marehexe 
Zuan Philippo Malaspina, missier Zuan Lodovico 
Faella, missier Andrea di Pelegrini dolor et missier 
Antonio di Verità dolor. Item, scrive che per quelli 
guardano il baslion fato per guarda di le arte! a rio, 
hanno inteso che in questa sera una parte do' inimici 
erano andati e assa' numero ussiti di Verona verso 
Lignago. Non feno però nulla; che lutto era sta vi- 
sto et provisto. 

Dil dito proveditor, di 4, date ivi. Chome 
erano zonti li slralioti di Friul, di quali a Mestre 
fono per Francesco Duodo cassi cavali 70. Et cussi 
questi cassi è venuti drio li altri, et l'altro eri scam- 
pò 27 cavali di diti cassi et andò in Verona, et ogi 
$4 sono di dito numero andati altri 10 cavalli. Siche è 
mal siano venuti lì. Nui li mandemo a tuor di Le- 
vante, e altri li opererano. Meglio era averli mandati 
indrio sopra navigli eie. 

Item. Qie li nostri slralioti in quel zorno havea- 
no preso 17 cavali di balestrieri inimici. Et conelu- 
deno, si avesseno li danari li bisogna da dar a le 
zente, poriano far qual cossa eie. 

Dil dito, di 5, ivi, hore 4 di note. Chome, per 
uno vien di Brexa, hanno aver scontra zercha 300 
cavali de* francesi partiti da Verona che andavano 
verso Brexa ; et che (a) Peschiera si fortifichavano ; 
ma quelli soldati erano disperati perchè non havea- 
no danari etc. Item, hanno di Verona, in quella sera 
esser ussiti molti cavali di francesi, et che il resto è 
stati licen tia li dal vescovo perché sono andati da lui 
a dimandarli danari ; qual li ha risposo : < Fative 
pagar da chi vi ha mandato de qui. Non ho ordine 
da T imperalor darvi alcun danar. » Et cussi tutti si 
leverano. E dize, si havesseno zente, fariano etc. et 
se li mandi danari. 

A di 7, da poi disnar, fo Pregadi, et fu fato scur- 
tinio di do savii di terra ferma, uno che mancha et 
P altro fino veri sier Alvise Mozenigo el cavalier é 
orator fuora. Et passò solum uno, sier Jacomo Tre- 
vixan e di la zonta qu. sier Thomà procuralor ; ave 
93. Sier Vetor Michiel è di la zonta, 82 di si et 82 
di no; tolti con titolo sier Francesco Orio, sier An- 
tonio Condoliner et sier Piero Landò, et cazeteno. 

Di oratori nostri, fo leto lettere e coloquii 
abuti con li oratori regii. Che P imperator non 
voi per niun modo romper la liga di Cambrai, né 
far acordo contro Frunza; et che '1 re sarà a la die- 
ta. Et tacite disseno voi saper quello voi darli la Si- 
gnoria nostra investendola di le terre, el la pensione 



annuatim. El altri coloquii ut in litteris, qual 
fono mollo seeretissime. 

Fu posto, per li savii d* acordo exceplo sier An- 
tonio Trun procuralor, scriver a li prefati nostri 
oratori, in conclusion, si la soa cesarea majestà voi 
farne le investiture di le terre eie. darli 100 milia 
raynes, et poi raynes 10 milia a P anno in recogno- 
ser quelle da la soa majestà. Et si di questi 10 milia 
fusse qualche diferentia di più numero, ex nunc se- 
nio contenti rimeter tal cossa nel re de Ingallera etc. 
con altre parole ut in parte. Sier Francesco Trun, 
fo savio dil Consejo, conlradise dicendo meglio era 
intender quello voi P imperator da nui cha farli que- 
sta oferla, perchè lui vurà più. Li rispose sier Zorzi 
Emo savio dil Consejo dicendo non è tempo di aspe- 
tar e bisogna vegnir a le conclusion : semo a tempo 
nuovo. Poi parlò sier Antonio Trun et messe indù- 
siar a farli tal oferta ; ma vediuo di saper di quanto 224 * 
la cesarea majestà si contentasse aver etc., ut in 
parte. Poi, sier Zuan Trivixan, è ai X savii, etiam 
parloe dicendo si va mollo presto. Tamen, andò le 
parte. 30 dil Trun, il resto di savii, et la lettera fu 
presrf et comanda strelissima credenza. 

Fu fato eletion di uno castclan a Moncelese con 
ducati 20 al mexe. Tolti 18, rimase sier Zuan Cor- 
ner qu. sier Cornelio, fo vice soracomito et questo 
anno ha vadagnà il palio a Lio. Fu solo sier Ilironi- 
mo di Prioli, fo XL zivil, qu. sier Ruberto, et fono 
tolti altri con titolo di XL zivil. 

Vene lettere di Vicenza di sier Cristo fai 
Moro proveditor zeneral di eri, di hore 5 di 
note. Chome, hessendo andato lo illustrissimo capi- 
tanio zeneral et essi proveditori, per esser bella zor- 
nata, un podio atorno con li cavali lizieri et zonti a 
Villabella, inteseno i nimici esser ussiti di Verona, 
et per quelle ville sonavano campana martello. Et sier 
Perduzi Perduzi è proveditor in Soave licet popular 
sia posto per essi proveditori, scrisse che dubitava 
dite zente non venisseno lì e stavano preparati. Un- 
de, subilo mandono fra' Lunardo governador di ca- 
vali lizieri con altri cavali lizieri et slralioti et altri 
fanti a sopraveder quello era. Quali, zonti a San 
Martino eh 1 è mia 5 lontan di Verona, trovono i ni- 
mici esser a quel ponte in li ordinanza, et nostri a 
P incontro, scharamuzando alquanto, loro stavano 
(ostavano?) che niun potevano passar dito pon- 
te. De che, zercha cavali 25 di slratioti andono co- 
rando più in su, et possono l'aqua a guaza, et ve* 
nono corando verso ditti inimici cridando, et quelli, 
dubitando non fusseno il banco (sic), si inesse in 
rota, et nostri passoni» el !bno a le man et nostri 



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147 



Ml>X. OE.NMJO. 



448 



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ebeno vitoria. preso 50 homeni <V arnie, tìO bale- 
strieri a cavalo morti, et presi altri zercha 200 tutti 
italiani, et presi 4 homeni da capo, ridelicet domino 
Cario Bajon, et il conte Zuan Francesco di San Bo- 
nifazio, fo fio dil conte Julio et zenero di sier Marin 
Grifi. Item. S^gramoro Yiseonte et uno locotenente 
di le zente dil signor Zuane di Gonzaga mantoano. 
Et il signor Federico da Bozolo, fo fiol dil signor 
Zuan Francesco, zerman dil marchexe et zenero dil 
c^nte di Pitiano capitanio zeneral nostro, si dice é 
preso o morto, perchè do soi famegli lo zerchavano 
pianzeniio, dicendo era in dita compagnia. Et che fra 1 
Lunanlo era ferito su la testa di do ferite non da 
225 conto. Et che manierano diti presoni in questa terra. 

Et questa nova gionse zercha a hore 23, e tutta 
la terra fo piena e maxime di quel da Bozolo. che 
do volle ha scapolato : prima era col marchexe quan- 
do fu preso; poi soto Padoa quando fu preso il con- 
te Filippo di Rossi. Et si mostrava allegreza assai 
per la terra. 

A di 8. Nolo. Eri el capilanio di le galie di Ale- 
xandria sier Lorenzo Loredan partite, et subsequen- 
ti partirono le altre do galie, qual questo septembre 
doveano parlir etc. 

Da poi disnar, fo Pregarli et fo leto prima una 
lettera sola di sier Zuan Paulo Gradenigo prò- 
reditor zeneral, data sul Polesene a la Badia , 
di eri. Gnome alcuni fanli, erano a Lagoscuro fera- 
rese, passono di qua sul Polesene, et haveano falò 
preda di alcuni animali et in bon numero. El li no- 
stri, inteso questo, li cavali lizieri di Zuan Griego et 
altre zenle li fono adosso, recuperono la preda, et li 
fugono e malmenono, come di soto scriverò più 
diffuse. 

Et poi vene lettere al tarli. 

Di Lonigo. Di proveditori, di eri. Che li era 
sta aprcsentado 94 cavali con li homeni suso presi 
de* inimici, et in questo numero erano li nominati 
di sopra homeni da capo, et tre altri, videlicet Ber- 
nardin Crivello, uno Brusca et uno Rasmin milanesi, 
et tutti questi li mandano a la Signoria nostra. Li 
altri hanno dato a quelli li hanno presi, et che mor- 
morano dicendo voleano etiam quesli homeni per 
dargli taglia, perchè non sono eapetanii etc. Ai quali, 
essi proveditori li ha mitigati etc. Et che quel Sagra- 
moro Visconte era scoso sopra i monli in certa chie- 
sia, et scapolava se non era quel Perduzi è provedi- 
tor in Lonigo (recte Soave). Item. Il signor Fede- 
rico di Bozolo non si trova. Tien sia sta stra furalo 
e scoso via. Item. Che Megaducha capo di stratioti, 
li era sta fato mal a una spalla per aver roto la soa 



lanza in uno homo d' arme; ma non mal di peri- 
colo etc. ut in litteris, come più diffuse scriverò 
in li sumarii di ditte lettere. 

Di Roma, di oratori, ren* lettere di 28 et 
29. Chome la vigilia di nadal inteseno essi oratori 
la nuova di P armata per lettere dil ducha di Ferara 
a T orator suo de li, qual, an lato dal papa, par 
papa non mostrasse molta alegreza, imo, hanno si 
ha dolesto di questo disordine etc. Et che P orator 
ferarese ha dito ha auto danno il ferarese per valuta 
di ducati 200 milia. Item, che essi nostri oratori 
aspetavano risposta di quelle sue lettere, qual non 
era zonta, et credeno, zonta. il papa farà etc 

Item. Alcune parole usate in concistorio per il 
cardinal San Mallo francese per certi beneficii alta- 
mente, ut in litteris. Item. Essi oratori aricordano 
la Signoria per questo disordine di P armata non re- 
sti di far potente annata, perchè hanno el re di 
Franza prepara grandissimo exercito, e voi aver in 
Italia 2000 lanze. Et altre cosse ut in litteris. 223 

Fu posto, per i savii tutti, dar ducati 100 per 
galia a do galie candiole, videlicet Poiana et Griega, 
per sovention : et che le zurme montano su galie 
nove chome arsili et li conducano in Candia da 
esser armati de lì insieme con le altre 6 galie si 
manda per arsili, come fu preso. Et sia dato per so- 
venzion a le zurme zerto quid, ut in parte. Presa. 

Fu posto, p t li savii, che li debitori di mezi fili 
et di le barche et nave el quelli dil sai, debano pa- 
gar fino a dì 20 dil mexe senza |>ena, et pasado, sia- 
no scossi per oflìeii deputali con pena di 10 per 100, 
ut in parte. Et fu presa. 

Fu posto, por li savii, che li procuratori di San 
Marcho debano tuor tanto stabele, di quello si me- 
lerà in la Signoria nostra, che sia aconto dil prò' dil 
Montevecliio di la paga si paga, eh' è 1477 de marzo, 
e dil prò dil Monten uovo di marzo 1 510, con le clau- 
sule ut in parte, che quelli de chi sono li stabeli ha- 
bino do anni di tempo a rescuoderli, come fu preso. 
Item, che le scuole grande debano esser ubligade 
di loro prò* ut supra tuor etiam stabele etc. Andò 
la prie senza contradition, el non fu presa. Et baio- 
tata do volte, a la (in di i halote fu presa. 

Quesli danari Stirano da zercha milia ducati. 

Fu posto, per li savii, che, atento li debitori di la 
Signoria noslra hanno livelli, possession, caxe. fitti, 
ruolini el altro in terra ferma, che quelli proveditori 
sopra le exation possano tuor in la Signoria nostra 
etiam di tal sorte beni, quali siano dati a quelli de- 
positerano, chome fu preso in la parte de li stabe- 
li etc. ut in parte. Et fu presa. 



449 



Ml>X, (JENNAJO. 



450 



Fu posto, per sier Antonio Trun procurator sa- 
vio ciil Consejo, che li debitori pagaseno in certo 
termine senza pena eie. Et li conlradise sier Alvise 
da Molin savio dil Consejo dicendo non si dovea far, 
che ruineria le parte prese. Et parlò sier Antonio 
Trun predito per la sua parte, et el Consejo non la 
sentiva ; et andò la parte. Li altri savii messeno in- 
dusiar, et questa indusia fu presa, atento che questa 
parte minava le parte prese a trovar danari etc. 

Sumario di do lettere di sier Piero Mantello 
provediior zeneral, date a Lonigo, guai io vidi. 
Scrive il prender di quelli capi etc Et è lettera di 6 
gener, hore 8 di note. Come in quella matina i ninni- 
ci erano ussiti di Verona molto grossi, con cari per 
tuor strami, che li molto patiseno, et veneno fin a 
San Marlin, et vene nova a essi proveditori che dite 
zente venivano verso Soave. I quali mandono a so- 
praveder fra' Lunardo capitanio di cavali lizieri con 
li balestrieri tutti di quelle compagnie, et il capitanio 
zeneral et loro proveditori montono a cavalo e ve- 
neno fino a Villanuova, et ivi, inteso questo, mandò 
226 avanti dito fra 1 Lunardo con lutti li balestrieri di le 
compagnie in hordinanza, con molle lanze spezade 
et altri cavali. Li quali andati lì a San Martin, trovo- 
no li inimici, fono a le man et rompeli, preso 200 
cavali, tra i qual 50 homeni d' arme et 50 balestrie- 
ri a cavallo, lo resto sachomani et alcuni mulli belli, 
preso 3 bandiere et presa la bandiera di domino Sa- 
gramoro Visconte, et presi molti soi homeni d' ar- 
me. El qual è sta menalo a Soave. Fu morto el ca- 
valo solo el signor Fedri co da Bozolo. Di lui non si 
sa dove el sia, o morto o preson. Et per esser l' bo- 
ra tarda, el capitanio zeneral et essi proveditori par- 
tino di Villanuova et veneno in Lonigo con le torze, 
zonti a hore tre di note. Et vene 300 cavali fuora di 
Verona fin a San Martin in soccorso ; ma fra 1 Lunar- 
do restò da driedo di altri e missier Janus di Campo 
Fregoso fino li presoni fosseno eonduli via, facendo 
testi contra li inimici. El qual fra* Lunardo se ha 
porta valorosamente, et uno suo nepole. Megaducha 
et Alexio Bua capi di st rat ioli e altri slratioti si han- 
no portato benissimo. Et Megaducha e spalato per 
haver roto la lanza ad osso a uno homo d' arme qual 
si scontrò con lui. Scrive li presi, eh' è Carlo Bajon 
et el conte Francesco di San Bonifacio zenero di sier 
Marin (ìriti et uno mantoan locotenente dil signor 
Zuine di Gonzaga et altri. 

Dil ditto, ivi, a dì 7. Chome quel zonio hanno 
fato Unto zerchar, eh' è sta trovato domino Sagra - 
moro Visconte scoso di sopra di Soave in una chie- 
sta, trafugato per certi balestrieri a i qual havia pro- 



messo ducati 500. El è sta conduto li in Lonigo, et 
lo mandano insieme con Carlo Bajon, conte France- 
sco di San Bonifacio, uno di Crivelli milanese capi- 
tanio di balestrieri valente homo, et do altri homeni 
da conto ut patet, in tutto numero 6. Et che uno 
mantoan locotenente dil signor Zuane di Gonzaga, 
con uno altro homo da conto milanese et rieho, il 
provediior Grifi li haveano dati a li stralioti che li 
preseno, che li desse taja, i quali za li haveano me- 
nati a San Bonifazio dove alozano, et esso provedi- 
ior Marzello suspese et voi mandarli a la Signoria 
per conlracambiar con qualche nostro preson have- 
mo in le man dil re di Pranza. E cussi scrive a la 
Signoria e aspeta risposta. Et per Colegio li fo sento 
li mandasse de qui. 

Item. Scrive il signor Fedrico di Bozolo si dize 
fuzite sopra uno cavalo turcho; siche é trafugato. 

Item. Che è stati apresentati fin quel zorno ho- 
meni d' arine et balestrieri a cavalo zercha 100 etc 226* 

Qtiesti fono nominati castelana Moncélese, tolti 
per eletion et per la bancha, a dì 7 gener. 

Sier Lunardo Bembo, fo camerlengo a Napoli 
di Romania, qu. sier Francesco. 

Sier Antonio Nani, fo cao di LX, qu. sier Fran- 
cesco. 

Sier Sebastian Navajer di sier Michiel. 

Sier Julio Lombardo qu. sier Lunardo, fo pro- 
vediior a Lendinara. 

Sier Hironimo di Prioli, fo cao di XL, qu. sier 
Ruberto. 

Sier Zuan Corner, fo vioesoracomito, qu. sier 
G>rnelio. 

Sier Zuan Arimondo, fo extraordinario, qu. 
sier Zorzi. 

Sier Anzolo Marzello, fo cao di XL, qu. sier 
Lorenzo. 

Sier Filippo Marzello di sier Hironimo, qu. sier 
Antonio. 

Sier Zuan Francesco da Canal, fo podestà a 
Monfalcon, qu. sier Piero. 

Sier Thomà Michiel di sier Piero. 

Sier Polo Zustignan qu. sier Piero. 

Sier Francesco Gradenigo qu. sier Nicolò. 

Sier Malio Barbarigo, qu. sier Andrea qu. Se- 
renissimo principe. 

Sier Alexandro Upporoano, fo XL zivil, qu. 
sier Zuane. 

Sier Vicenzo Magno, fo conte a Pago, qu. sier 
Piero. 



451 



MDX, OENN.UO. 



m 



Sier Filippo Marcello, fo castelan a Brexa, di 

sier Piero. 
Sier Crìstofal Zivran qu. sier Piero. 
Non. Sier Antonio Malipiero, fo XL zivil, qu. sier 

Domenego. 

A di 9 da matina, non fo nulla da conto; la 
note nevegò. Et a terza in zercha, zonsc do bar- 
elle di Padoa con 6 presoni mandati qui da li pro- 
veditori di Lonigo, i qual sono : domino Sagramoro 
Visconte, domino Carlo Bajon, el conte Francesco di 

San Bonifacio, Biaxin Crivello Et 

smontati, era il palazo e la riva pien di zente, et di 
bordine di la Signoria nostra, fo mandato quel di 
San Bonifazio in la preson forte, perché era nostro 

soldato, et poi la rota, bessendo a li fo dato 

ducati 1000 da far balestrieri a cavalo, e lui andò a 
Verona e si conzò poi con l' imperator, et è stato 
contra la Signoria nostra. Et suo fradelo Lodovico é 
in campo nostro soldato, nò mai si ha voluto partir. 
Questo conte Francesco e zenero di sier Marin Griti 
qu. sier Triadan, maridato zi do anni ; qual ha una 
altra fia mandata nel Fio dil eonte di S jano, come 
ho scripto in mei libri. El li altri cinque presoni fono 
mandati in uno locho senati solo la quarantia novis- 
sima, dove é li trevisani, et starano ivi con guarde 
et bona custodia. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta, et 
poi rimase tardi Consejo di X simpliee. Questo, per- 
chè sier Zuan Emo de sier Alvise eh 1 è dil Consejo 
di X, sier Donado di sier Andrea e certi al- 
tri nostri zenthilomeni, verso i Servi iinpegolono 
certa porta di uno popular, el qual si andò a lamen- 
tar a li cai di X e dete la querela. Or proposta tal 
cossa al Consejo di X, fono asolti et ditto non esser 
ofitio dil Consejo di X, ma di F avogaria, over si- 
227 gnori di note. 

A di 10, da matina, tutta la terra in Rialto fo 
piena nostri havia auto Verona. Tamen, non era 
vero. 

Et in Coìegio fo lettere di proveditori di 
Lonigo, di 8, et di nostri oratori da V Ospeda- 
leto, di 8, di grande jmportantia, adeo il Colegio 
sleleno molto tardi a consultar quid fiendum. 

Et nota. Eri partì sier Hironimo Zorzi qu. sier 
Andrea da San Mareuola, va orator nostro in Bossi- 
na a Ferisbeì sanzacho. Et li fo dato la commissione 
per Colegio eie. 

Itcm. Foligino di Manto:) secretano dil mar- 
chexe. in questi zorni vene qui di Manina per visitar 
el signor suo. Fo in Colegio e poi visitò il marchese. 



E nota. Uno medicho nominato nniistro Andrea 
Mantoana medicho di dito marchese sta qui, et lo 
visita spesso et ogni zorno, et disna a palazo. 

Et sier Alvise Badoer qu. sier Zuan Gabriel, qual 
per Colegio fo mandato sopracomìto su la gali* di 
sier Filip(K) suo fnidello che fo amazato, el qual sca- 
polò iu Po et reduto a Chioza, hcssendo armato per 
G mexi, li fo dato licentia venisse a disarmar, et cussi 
venne con la sua galia. Resta solum 3 galie sotil. 
In Fontego di t od escili, alcuni todeschi venuti, quali 
hanno salvoconduto di P imperator, comprono go- 
ti (sic) et altre specie, non però molta quantità, e 
tutti sta con desiderio le cosse si conzano, si nostri 
per vender le specie, che questo è il tempo per la fie- 
ra, qual merchadanti alemaui, die fa etiam per loro. 

Di sier Piero Marzello proveditor general, 
vidi lettere di 8, in Lonigo. Come haveaoo inteso 
nostri in la vitoria aver preso il conte di ftfelz, qual 
era sta trafugato. linde, loro hanno mandato a zer- 
charlo, et fato ogni provisionc, et spera V averano. 

Da poi disnar, fo Pregadi et telo solum 4 lettere 
videi icet: 

Di Lonigo, di proreditori, di 8. Chome era 
sta cala, nel numero di presoni, uno da conto mila- 
nese di Visconti, e lo mandano a la Signoria. Ittm, 
in Verona sono ancora 2(HX) cavali de francesi, et 
todeschi voleano partirsi, zoc li fanti, per non aver 
danari, et za erano ussiti una parte, adeo convene il 
vescovo ussir di la terni p^r farli ritornar, proroe- 
tendoli danari etc. ut in litteris. 

Dil Polesene, di sier Zuan Paulo Grade- 
nigo proveditor zr neral , date a la Badia. Come, 
per relatione di messi, ha che a Ferara si tien loro 
non paserano sul Polescne, perchè francesi erano 
partiti e resta a Ferara solum Sonzin Benzon con 
50 lanze. Item, ha visto li solum 9 galie nostre et 
una fusta. 

Di oratori nostri, date a V Ospedcdeto a 
dì 8. Come sono stati con li oratori regii do zorni a 
piacer fazendo bona cera P uno a P altro, et presen- 
tandoli etc. Et in quel zorno, essi oratori regii ve- 
neno a trovar li nostri per conferir zercha la prati- 
cità di P acordo, dicendo haria no grandissimo desi- 
derio di poterla concluder, si per honor suo chome 
per ben de Italia, el per P amor portano a la illu- 
strissima Signoria nostra ; et che sanno ben che in 
Pregadi sono zoveni che hanno il sangue caldo, li 227 
quali saltano in renga dicendo cazeremo questi ale- 
mani de Italia chome havemo fato de Padoa, e il re 
di romani non ha forze etc, et poi sono di vechii più 
maturi, che compensano ben il tulio. Et per tanto, 



r 



453 



1IDX, GENNAJO. 



454 



vedendo loro il danno, e per esser in queste terre 
ne resta, come da loro voleno dir qualcossa. Et in- 
Irò che la Signoria doveria far ogni cossa per di- 
sfar quello si prepara a tempo nuovo, et aver il se- 
renissimo re di romani per suo difensor. Ad ogni 
modo, la tien un capitanio zeneral ; fazi conto di te- 
nirlo etc. Poi disse, come da lui, che si la Signoria 
havesse Treviso solo, dove havesse il civil et crimi- 
nal, et che il re tenisse uno suo homo dentro per 
segno; et che le castelle tutte sia in man di T impe- 
rator, e li villani cognoscino T omagio dal dito impe- 
rator, e tutto il resto sia suo, et le possession tutte 
di venitiani siano nostre, et si dagi certa quantità a 
Tanno per recognition, et etiam dar a Tanno pocha 
quantità, considerando il mal harà a seguir etc. (sic), 
Et scrive coloquii abuti insieme. Item, receveleno le 
lettere nostre, et per T hora tarda lolseno licentia 
per lczerle, et sarano poi insieme et adviserano il 
successo. Item, poi, per altre lettere, scriveno esser 
stati insieme, et diloli la deliberation dil Senato di 
dar al re fiorini di raynes 100 milia per la investi- 
tura et IO milia a T anno per recognition di terre; 
e si di questo sarà alcuna dificultà, si mctevano nel 
re di Ingaltera. Et inteso che ebeno, dicti oratori re- 
gii sbefono tal risposta, dicendo: il suo serenissi- 
mo re è dilegiato ; et non è da parlar di tal cossa ; et 
non è da far marchado di più danari e mancho da- 
nari chome fanno li marchadanti ; ma è da vcgnir a 
la real con il re. Et deteno termine fino a di 1 1 do- 
vesseno scriver a la Signoria et veder si risolva di 
quanto loro hanno dito volendo far qualche acordo, 
altramente non sequirà nulla. Et che uno di loro 
disse: « Chi farà cauto il re che quello li promete la 
Signoria, la observerà? » Con altri coloquii hinc 
inde facti, come in le lettere si contien. Di le qua] fo 
comandalo grandissima credenza ; ma questo é quasi 
228 tutto il sumario. 

Fu posto, per li savii, dar a uno trombeta acusò 
certi stratioti si partivano etc. che T habbi ad esser 

trombeta al chome T ha domandado. Et 

fu presa. 

Fu posto, per li consieri, a uno ha servito in 
campo 4 mexi, che, havendo la paxe, sia cava di 
bando justa la parte etc. Presa. 

Fu posto, per i savii dil Gonsejo e terra ferma 
excepto sier Zorzi Emo, dar al sinicho da esser ele- 
clo in Cypro ducati GO ncti al mcxe per spexe, 
atento non poria andar con ducati ... al mexe come 
fu preso. Et contradise sier Zorzi Emo, dicendo non 
è tempo di bular via danari. Li rispose sier Antonio 
Trun procura tnr savio dil Consejo, et T Emo messe 



star su la prima parte. Et andò le do parte, et fo 
presa quella di savii : di poche balote però. 

Fu posto, per li savii tutti excepto sier Antonio 
Grimani, dar a T orator hungaro è qui, a conto di 
quello dia haver il re da la Signoria nostra di ducati 
30 milia a T anno, li sia oferto darli al presente du- 
cati 10 milia di panni di seda e di lana, et ducati 10 
milia di zoje, scusando che per le guerre non se li poi 
dar danari. Et contradise sier Antonio Grimani. Li 
rispose sier Sebastian Zustignan el cavalier savio a 
terra ferma, qual é stato orator in Hongaria, dicen- 
do : < Se non se li dà qualcossa, ne romperà in Dal- 
mata. » Or il Grimani messe indusiar. Et andò le 
do parte, et fu posto la parte di savii di darli ut 
supra. 

Fu posto, per do savii dil Consejo, zoé sier Al- 
vise da Molin et sier Zorzi Emo, di scriver a li ora- 
tori nostri a T Hospedaleto che, non si contentando 
quelli oratori regii, li prometi fiorini 50 milia di più 
per la investitura, et 20, fin 25 milia fiorini di ray- 
nes a T anno. Et contradise a questa opinion sier 
Antonio Trun procurator. Li rispose sier Alvise da 
Molin. Parlò poi sier Piero Duodo. Li rispose sier 
Zorzi Emo, el li savii messeno star sul preso. Et ul- 
timo parloe il Serenissimo, qual messe una lettera a 
ditti oratori nostri eh' è star sul preso, et semo con- 
tenti darli ogni cauzion di observarli la promessa ; et 
debbino chiarirli la observantia nostra verso la ce- 
sarea majestà, et semo per voler omnino questo 
acordo. Et vedino di sotrazer quello voi dir quello 
disse uno di oratori che '1 re saria nostro defensor, 
over capitanio eie. ut in litteris. Andò le tre parte, 
et questa dil principe fu presa, et fo comanda gran- 
dissima credenza. 

In questo zorno, sier Marco Minio electo prove- 
ditor a le biave et non intrato, qual per il Consejo 
di X fo mandato in padoana a far la descrition di le 
biave, ritornoe, slato fuora zorni ... Et vene instru- 
cto di le biave sono, e poi intrò nel suo ofitio. 

Etiam sier Marin Morexini T avogador di co- 
mun ritornò, stato a Lignago. Et ha fato restar sier 
Carlo Marin provedilor in la terra, contra il qual non 
ha trovato nulla ; ma ben contra sier Michiel Baxa- 
dona era provedilor in rocha, che fo causa di farlo 
mandar, et ha formato il suo processo, et il Baxa- 
dona è qui retenuto etc. 

A dì 11, la matina, non fo nulla di novo, solum 
la terra era di mala voglia vedendo questi tracta- 
menti di oratori andar mal. Et li savii, quelli che ha- 
veano qualche jnditio, leniva certo non 
acor<!o alcuno. 



228* 



seguirla 



455 



MDX, GENNAIO. 



456 



Da poi disoar, fo Pregadi et leto solutn una let- 
tera di Lonigo di proveditori, di 10. Il sumario scri- 
verò poi. Nulla da conto; ma che di Verona doveano 
ussir certe zente, et nostri si messeno in hordine et 
non fo nulla. Item, mandano do presoni de qui, ut 
patet in litteris. 

Fu posto, per sier Antonio Trun procura tor sa- 
vio dil Consejo, la revocation di la parte presa che 
dil prò • di le procuratie et scuole debano tuor tanti 
stabeli etc. dando una parte apresso de contadi. Et 
in la parte dice : atento questi danari è deputati ad 
pias causas, el saria tuor il viver di molte per- 
sone etc. Et li capi di X, sier Balista Morexini, sier 
Hironimo Contarmi et sier Piero Querini, andono a 
la Signoria dicendo questa materia se dia tratar nel 
Consejo di X, per esser de prò* de im presiedi aspe- 
tante al Consejo di X tal materia. E cussi fo chiama el 
Consejo di X con il Colegio e la zonta di danari, et 
steteno assai, et a la fin ussiteno fuora et sier Alvise 
da Molin savio dil Consejo andò in renga dicendo di 
questa opinion dil Trun era sta messo fin nel Consejo 
di X, che quello fusse fato sia fato ; siche la starà per 
il bisogno di la terra dil danaro. Poi disse proponeva 
al Consejo di vender Fiumisello e alcuni altri lochi 
et possession in la Patria di Friul, li qual forestieri di 
la Patria le compreriano. Et fato certo suo conto a 

ducati 6 al campo, si traria da ducati milia etc. 

Et poi, sier Piero Capello savio dil Consejo andò 
suso dicendo questo non era il bisogno, e bisogna 
trovar danari e danari per armar maxime e per al- 
tro, et era molti debitori che non pagavano. Or d'a- 
cordo, per Colegio fo scrito a Udene desse informa- 
zion di tal possessione, et si nostri de li le compre- 
riano etc. Fu poi leto una parte per li savii tutti di 
Colegio, zercha lo armar queste 4 galie sotil ha 
messo bancho, et già scripto al capilauio zeneral di 
mar eiecto, eh' è podestà a Padoa, vengi zoso, et a dì 
2 fevrer metta bancho con 4 altre galie, tra le qual 
do bastarde; et li savii vengi con le opinion al Cole- 
gio di trovar ducati 25 milia ubligali a questo ar- 
mar solutn etc, ut in parte, fata notar per i savii 
ai ordeni. Et sier Francesco Foscari savio a terra 
ferma, voi la parte con questo sia posto do dexime 
al Montenovissimo, e meza lansa a pagar ut in parte. 
Et volendo sier Vetor Michiel parlar su le parte, fo 
rimesso a doman, con hordine dato di chiamar il 
Pregadi in materia pecuniaria. Tamen, poi non fo 
229 chiamato. 

Lettera di sier Piero Martello proveditor 
general, data in Lonigo a dì 10, hore 5. Questa 
note, havessemo nova li inimici esser ussiti di Vero- 



na molto grossi, per vegnir questa matina per tempo 
ad arsaltar el bastione nostro de la tagliata fata. Im- 
però, mandassemo subito per li alozamenti a co- 
mandar a tutte le zente d' arme che questa matina 
dovesseno esser preparati in arme a cavalo a la volta 
del dito bastion et Villanova, aziò che, se li inimici 
mostraseno de vegnir da un canto vegnando da V al- 
tro, i non uè trovaseno iucauti et disprovisti. Et noi 
per tempo fussemo a cavalo insieme con lo illustris- 
simo signor capitanio, magnifico capitanio de le fan- 
Urie et con la compagnia sua et domino Latanzio con 
12 falconeti, di quali 3 ne mandassemo al ditto ba- 
stione. Et lasate le fanlarie et gente d' arme per ca- 
mino, andassemo avanti con alcuni cavali lizieri, et 
per camino scontrassemo alcuni messi de li nostri 
da Soave, per li quali inlendessemo le scolte e vedete 
nostre che se atrovavano a San Martino esser stati 
fina su la campagna apresso San Michiel, né haver 
visto né sentilo cosa alcuna. Tamen, questa move- 
sta non é stata fora de proposito per tegnir questi 
soldati in exercitio, et veder come a li bisogni li se 
atrovano pronti ; come etiam per esser mancho ma- 
le haver cento beffe che star a pericolo de ricever 
un dano. Fesemo ristar le giente et scoressemo fina 
a Villanova, et de li fina a Monteforte per veder et 
examiuar quel alogiamenlo, et damatina aneleremo 
etiam fina al bastion de la tagliala predieta per exa- 
minar li lochi et ville lì intorno, et veder se '1 gi è 
modo de redur lutto questo exercito unido a quelle 
frontiere dove el starà con più reputatane, et più 
unido ad ogni bisogno et occorentia per le cosse di 
Verona, e <x>n allevamento de questi lochi et populi, 
che è tutti zardini, et mancho danno dil paexe. 11 
che bisogna consultare con questi magnifici condu- 
tieri insieme con lo illustrissimo capitanio, et di la 
deliberatone daremo notizia a la illustrissima Si- 
gnoria, perchè habiamo etiam intentione far uno 
ponte sopra V Adize al bastion habiamo fato, et me- 
terlo in forteza dal canto de là, per poter esser pre- 
sti et de là et de qua ad ogni nostro proposito. Ha- 
biamo recuperato uno prexon di Visconti di Milano 
el uno altro mantoano primo di la compagnia et che 
la governa dil signor Zuaue di Gonzaga, qual era in 
lo alozamento di domino Ianus di Campo Fregoso, 
trato de man di stratioti di consentimento dil capi- 
tanio per liberarlo. Volemo non sia relasato senza 
nostra lizentia, et avisemo la Signoria, si voi si man- 
di col Visconte. Tutti li altri presoni sono sta, per 
quanto intendemo, relassati per li stratioti senza ta- 
glia alcuna, imo che li hanno lassato ogni sua roba 
da le arme et cavali in fuora, cossa molto cortese, 



457 



MDX, GENNAIO. 



458 



contra il consueto e costume suo. Li havemo dito la 
Signorìa averne connesso remunerarli de li presoni li 
habiamo tolti, e di le fatiche e probità di quelli si 
hanno trovati a far li fati ; dil che sono restali ben 
>29 contenti e satisfati. Et cussi si informeremo eie. 

A dì 12 di matina, vene in Colegio 1* orator un- 
garo, el qual fo persuaso per il principe a voler ace- 
tar questi ducati 20 milia tra zoje et panni per parte 
di quello dia aver il re, et non si havia danari da 
darli. Et fo zerchato di aquietarlo. Qual dicea il suo 
re dovea aver ducati 100 milia e più, et a la fine si 
aquietò e voi tuorli, et è zentilissima persona. Vene 
domino Hironimo Savorgnan colateral zeneral no- 
stro, qual refudoe tal cargo, dicendo non fa per lui, 
et voi servir questa Signoria in altro. Siche non è 
più colateral nostro. 

Et in questi zorni, vene uno preson era in man 
di todeschi et il primo fato, che fo sier Trifon Gra- 
denigo era proveditor in Agresta, et dicea aversi ri- 
scoso con danari, non però molta quantità, zercha 
ducati 100. Et cussi, a dì 13, vene a Consejo, e la 
briga li tochava la mano. 

Da poi disnar, fo Colegio di la Signoria et savi! 
ad consulendum, et maxime a trovar danari, et 
alcuni di Colegio voleano meter decime e tanxe, al- 
tri scuoder da li debitori die sono assai. Et sier Al- 
vise da Molin savio dil Consejo voi non meter anga- 
rie fino al primo di marzo, per esser stato questo 
anno 14 decime et . . . tanxe. Tamen, bisogna da- 
nari per armar et per il campo. 

A di 13, domenega da matina, fo lettere di Lo- 
nigo. Nulla da conto. Zercha volersi mover di alo- 
zamenlo, e voleno danari. 

Di Padoa, di recioti. s Vanno fabrichando e 
eonzando le mure. Si cava i fossi, e fanno quello 
poleno ctc. Nulla da conto. 

Di oratori nostri, date a V Hospedaleto a dì 
11, hore 5 di note. Come erano stati con li oratori 
regii, et exposto quanto per il Senato li é sta scripto. 
Li quali disseno sariano insieme, et la sera poi li re- 
sponderiano. Et scriveno coloquii abuti et altre par- 
ticularita, ut in litteris, il su ma rio di le qual scri- 
verò da poi qui solo. 

Da poi disnar, fo gran Consejo, e posto per sier 
Piero Morexini, sier Francesco Nani, sier Domenego 
Bencto, sier Marco da Molin elezer podestà di Padoa 
ogi io luogo di sier Piero Balbi, acetando capilanio 
zeneral di mar; et sia electo per scurtinio, con li 
modi e oondilion fo electo ditto sier Piero Balbi ; et 
chi sarà electo, possi menar con sì qual ofiiiali li 
piacerano. Et sier Francesco Zustignan et sier Hiro- 

/ Di ani di M Sanuto. - Tom l\ 



nimo Tiepolo consieri, messeno che voleno la parte, 
con questo quello sarà electo sii obligato lenir li ofi- 
ciali sono dil dito sier Piero Balbi etc. ut in parte. 
Andò le do parte, 26 non sincere, 62 di no, di do 
consieri 445, di 4 consieri 787, et questa fu presa. 
Et rimase sier Cristofal Moro el proveditor zeneral 
qu. sier l^orenzo. Vene per scurtinio et per elction 
sier Marco da Molin consier qu. sier Polo et sier 
Stefano Coniarmi fo consier qu. sier Bernardo do- 
pio, et etiam il Moro, et il scurtinio sarà posto qui 
avanti. Fu fato podestà (?) a Cologna, ciré locho rea- 
quislato. Et nota. Fo tolto sora consolo sier Bernar- 
do Boldù qu. sier Filippo con titolo fo al soccorso 
di Padoa al tempo di l' assedio, et cazeie. Etiam, 
fo principiato a stridar debitori di mezi fili e privi 
di vegnir a capello, e fo leto tre lettere. Tra li qual, 
sier Bernardo Bembo dotor et cavalier V avogador 230 
di comun, et non erA a Consejo. Et è da saper, per 
questa parte di privarli di capello, non sono a Con- 
sejo zercha 1200, che polriano esser 1800 e più. 

Scurtinio di podestà a Pddoa. 

Sier Cristofal Moro el proveditor zeneral, qu. 

sier Lorenzo. 
Sier Polo Antonio Miani, fo consier, qu. sier 

Jacomo. 
Sier Alvise Malipiero, lo consier, qu. sier Jacomo. 
Sier Nicolò di Prioli, fo goveruador di l' intra - 

de, qu. sier Zuane. 
Sier Luca Trun, io cao dil Consejo di X, qu. 

sier Antonio. 
Sier Marcho da Molin el consier, qu sier Polo. 
Sier Alvise Emo, fo cao dil Consejo di X, qu. 

sier Michiel. 
Sier Domenego Benedeto el consier, qu. sier 

Piera 
Sier Stephano Contarmi, fo consier, qu. sier 

Bernardo. 
Sier Piero Duodo el savio dil Consejo, qu. sier 

Lueha. 
Sier Piero Marzello proveditor zeneral, qu. sier 

Jacomo Antonio el cavalier. 
Sier Lorenzo di Prioli, fo consier, qu. sier 
Piero procurator. 
Non. Sier Antonio Loredan el cavalier, fo savio dil 

Consejo, qu. sier Lorenzo. 
Non. Sier Bernardo Bembo dotor et cavalier fo po- 
destà a Verona, qu. sier Nicolò. 
Non. Sier Zuan Paul» Gradcnigo el proveditor ze- 
neral. «(ti. sier Zusto. 

30 



4:>9 



MDX, r.ENN.UO. 



uv> 



lìebalofudi. 

f Sier Cristofal Moro el provedilor zoneral, qu. 
sier laurenzi». 
Sier Pirro Duodo, fo savio dil Consejo, qu. 
sier Lucila. 

In questi zorni, hesscndo seguitato in questa ter- 
ra alcune violentie de gal ioli li quali si meteann a 
far mal la noie per le strade togliendo barde ili 
capo a le brigale el tal spogliandoli, adeo era da 
dubitar l'andar di noie: e pur non si armava, et 
tulli portavano arme, adeo fu publicà eri in Rialto, 
di comandamento di lo excelentissimo Consejo di X, 
che uhm, sia di die sorte si voglia, |>ossi portar ar- 
me, ni soldati ni altri, sotto gravissime pene. Et li 
soldati che portavano arme, le messeno zoso. 

A dì li, la matina, fo lettere venute questa 
noctp di oratori nostri. Come |Kirtivano di Hos|>e- 
daleto et erano venuti a Griglia, eu:>si volendo li 
oratori regii, li quali ermo an lati loro a Trento. Et 
che essi nostri veriano a Fellre, justa V bordine da- 
to, aspetando u* zorni la risposta di la Signoria no- 
stra a le proposi tion fate eie. ut in litteris, come 
dirò di solo. El la terra fo piena che li oratori no- 
stri erano sta licenliuti et tornavano a Fellre. Fo 
etiam lettere di camp') ila I^onigo et altrove. Nulla 
da conto. 

Da poi disnar, fo Pregadi el leto p-»ehe lettera: 

Ih Padoa, di sier Zaearia Dot fin eapitanio. 
Come è amatilo. Ila certa doja di schena, \v: poi 
ussir di caxa. Si scusa n >n poter atender a ultimar 
le fubriebe e cavazion di fosse eie. 

IH Liunagn. di sier Andrea Uriti provedi - 
tot zeneraì. Chome è andato di Lonign lì a veder 
quelle cosse, far mostre et dar danari. Jtem. Zuaii 
530* Forte capo di cavali lizieri era li, vien a la Signoria. 
El che lui sier Andrea (ir.ti suplica la Signoria. hes- 
seudo sta tanto a servicii nostri in campo, bora mai 
saria tempo de repalriar. et voria licenlia etc. 

IH Lonigo. dil pro vedi tor Marzolla. CI ionie 
domino Lucio Malvczo voleva tuoi* in la soa compa- 
gnia di fonussili uno Visentin et uno veronese era- 
no col signor Pan lolf.i Malalcsla, el a lui prove» litor 
non li ha parso, hesseudo subdih el stali nostri re- 
belli. El qua! domino Lucio, voria vegnir in questa 
terra. Item, zeivha le cosse di Verona, par non vo- 
glino andar. Il capitani» zenera! disse: « E assi' zen- 
te dentro. » E altre parliruiariià, ut in lìtteris. Et 
manda uno reporto di uno frale di San Francesco 



vien di Verona, schampato perché il monasterio suo 
è pien di zente. li hanno brusato le legne, zoé a San 
Fermo, et tolto le schiavine et materazi loro, siebé 
niun frate vi |x>l più star da le insolente de' soldati. 
Et esser zouti 1500 fanti di quelli erano a Ferara, 
et 100 cavali : siche in Ferara non vi è rimasto più 
zente. Jfcw, in Verona si dize il re di Pranza ha 
liberato ii signor Bortolo d' Alviano e datoli 100 
lauze, el mandato verso 1' biga Itera. E altre partico- 
larità, come diffuse di soto scriverò. 

Di oratori nostri Corner et Moe*nigo, da 
r Osp'daleio di 11, 12, et 13 da Feltre. Chonie 
fono con li oratori regii a di 1 1, et ditoli quanto per 
il Senato li era sia scripto. Li quali oratori fono in co- 
lera, dicendo è un delizar (dileggiare?) né si voi 
concluder; et che non si faria nulla; et che la sera 
li ris|H)iidcriano la conci usion loro per non star più 
su queste pratiche, ltem* poi la sera, fono insieme . 
et scrive coloquii abuti. El che questo saria da par- 
lar ; che la Signoria noslra desse al suo re et impe- 
ra tor per Veniexia ducali, zoc certa quantità di mi- 
lia ; et di le altre lerre che per li capitoli di Cambraj 
tocha al dito, volendole lassar a la Signoria, quella 
desse la mila de la intrada di quello li danno. Et 
acciò T imperati >r sia cauto, bisogna do cosse: prima 
che li citadini e villani zurano homagio al re et ob- 
STvarli qu^lo ; V allra che il re meli in cadauna 
terra uno suo a seuoder la parte li tocherà. Et a 
questo modo si potrà parlar di aeordo, aliter vede- 
no la rossa anlar in rota. Et che la dieta in Augusta 
si faria a dì 1*< certo, dove sani l'imperalor, et loro 
oratori voleno andar e tarano bon oficio per la Si- 
gnoria. Et che essi nostri oratori venisseno a Fellre; 
et li devano termine zorni ti ad haver la risposta di 
la Signoria a quanto loro hanno dillo; el loro ande- 
raiio a Trento, ne si p;.i tirano, perchè li a P llospe- 
daleio pativano de alozamenli. Et li deteno uno sal- 
vocondulo, acciò, haveudo essi nostri oratori rispo- 
sta da la Signoria, li possi no mandar a dir quello 
dieno far, o esser insieme lì a P HosjKHlalelo, over 
altro (te.; ma questa è la conclusion, con coloquii 
Itine inde l'adi. Et poi essi nostri oratori scrivono 
dil zonzer 1 >ro a dì 13 a Feltre. 33 j 

Fu, poi leto le lUore, posto una parie per .... 
. ... di ai-nini ha veauo servilo in campo justa la par- 
ie, die tossono absolli di loro bandi ut in parie. 
Et fu prosa. 

Fu poi miralo in la materia descriverà li orato- 
ri nostri sopradiii, et fu posto per sier Antonio Gri- 
maiii, sier Thon.à Moccnigo procurator, sier Zorzi 
Emo savii dil Consejo, sier Nicolò Trivixan et sier 



461 



MI)X, C.ENSAJO. 



40*2 



Alvise Pixani savii a terra ferma, scriver a li dilli 
oratori che se darà a l' imperalor, dandone la inve- 
stitura di le nostre (erre tutte locha, come el dixe, a 
la sua majestà ut in parte, fiorini di raynes 150 
milia, che prima se li oferiva 100 milia, ed ogni 
anno fiorini 20 milia liberi. Et sier Sebaslian Zusti- 
gnan el cavalier savio a terra ferma, voi la parte 
con questo che siano 30 milia ducati li annuali, zoè 
fiorini di raynes, et questo per veder di ultimar la 
praticha. Or coulradise sier Piero Capello savio dil 
Consejo, dicendo è bon indusiar e non corer cussi 
presto; aspetar lettere di Roma che non poi star 
non zonzino di hora in hora, et saremo absolti e il 
papa ha promesso far gran cosse si Y era compiaze- 
sto etc. e zonte dite lettere, si potrà venir a deli- 
berar meglio. Li rispose sier Zorzi Emo. Parlo poi 
sier Piero Duodo savio dil Consejo; poi sier Seba- 
slian Zustignan el cavalier; poi sier Nicolò Trivi - 
xan, qual ringratiò el Consejo etc. Or, sier Marco 
Bolani, sier Andrea Venier, sier Piero Duodo, sier 
Piero Capello, sier Francesco Foscari savio a terra 
ferma, messeno indusiar a mercore a dì . . . et quel 
zorno sia chiama questo Consejo per deliberar tal 
materia. E andò le do parte, la indusia et la lette- 
ra. Et nota. Sier Alvise da Molin savio dil Conse- 
jo etc. io in la indusia, la qual di largo fu presa. Et 
veneno zoso zercha bore *2 di note. 

Et nota. Sier Antonio Trun procurator, qual era 
savio dil Consejo, poi che fo impedito a revochar 
una parte presa in Pregadi, come ho scripto di so- 
pra zercha i prò' di le procurale et scuole, si coro- 
zò, né ha voluto più vegnir in Colegio, ni esser savio 
grando. Imo, intesi, disse nel Consejo di X conlra il 
doxe: che domente el saria in quella sedia, mai in 
questa terra non haveria ben. llor, unum est, non 
va in Colegio, ne in Pregadi. 

Noto. In questi zorni passali, fu preso parte in 
Pregadi, posta per i savii, che cussi come il sai si 
vendeva in questa terra s. 4 al quartaruol, che de 
ctetero vender si dovesse b. Et questo fo perchè 
villani ne comprava e altri, et era danno molto di 
dazieri ; etiam per cresser I* angaria a la terra a quel 
li convegnirano comprar il sai e non V ha vera no 
auto per le eaxe per la impotenza loro etc. Et fu 
presa. 

Itetn, Ogi, havendo sier Zuan Moro qu. sier La- 
zaro compilo diece anni stato in exilio a Portogruer, 
confinato perché era retor e proveditor a Nepanto 
quando turchi l'ha ve, unde fu menato per li avoga- 
dori in Pregadi et preso di procieder et conlinato 
ut supra, hor vene a Venecia, e per li avogadori lo I 



terminato V havesse compito il bando, perchè inan- 
ellava a star certi lìiexi in prexon. El cussi vene fuo- 
ra, e tulli li tochoe la mano. 

Noto. A dì 1-2 partite di qui sier Hironimo Zorzi 
da San Marcuola, va in Bussili» con li presenti et 
lettere di credenza a Ferisbei sanzacho. "23 1 9 

Sumario di lettere di sier Piero Martello pro- 
veditor zeneral, date a Lonigo, recevute in 
qu^ti zorni. 

Lettera di 11 zener y hor e 5 di note. Come, 
in quel zorno, domino Andrea Griti e lui erano stati 
al baslion, el qual tirili de lì se ne andò a Ligna- 
go. Item, ogi ho, per do venuti di Verona che fu- 
rono de li nostri presi al bastion de Po, chome, 
marti, 8 di T instante, introno in Verona con fanti 
zercha H00 tra spagnoli e italiani e guasconi, et cavali 
100 francesi che vegnivano de ferarese etc. 

Lettera di 12, hore 3 di note. Come da Ve- 
rona se conferma de lo inlrar in la terra marti 8 de 
V instante li 800 fanti venuti di Ferara, et ini rato il 
conte de Maza et el conte Zuan Francesco di Gamba- 
ra. Dicese tutta la terra sta mal contenta e disperata 
per li soldati che li stanno per le caxe a so spexe 
senza pagamento alcuno, et se quelli si vanno a la- 
mentare de le extursione vengono fate, non trovano 
cui li alda e faza ragione, adeo che la mazor parte 
stanno con desiderio grandissimo de ritornare soto 
la felice ombra de la Signoria nostra. Et mi è fato 
intender per uno di la terra, che ad ogni posta no- 
stra el se atrova in hordine con homeni d'arme 50 
over 100 balestrieri a cavalo da vegnir a servirne 
in campo, lo li ho mandato a risponder, per hesser 
homo di bona condition et credito, che hessendo 
bon servitor di la Signoria, lo habiamo più caro 11 
dentro che qui, e quando ci farà qualche bona ope- 
ra, siamo per honorarlo et darli bona conditione, 
che 'I sarà ben contento e satisfato. Intendo che i 
menazano de vegnir fuora molto grossi per brusar 
e ruinare tutte le ville fina apresso Soave: et che 
li hanno ordinato de far ussir su la campagna de 
San Martin la scorta di saccomani. lo andarò diman 
a Soave, et melerò sì fato hordine con fra* Lunar- 
do e quelli capi di slralioti, che spero non potrano 
far nulla. Item, intendo Valpolesella aver zurato fe- 
deltà a T imperio, con condiiioue de darli homeni 
"2000. Item, che Val de Pantena molto è solicitatn 
et protestata et menazata a darsi a l'imperio; et che 
se la non fa el simile come Valpolesella, saranno 
brusati et minati; « l che ancora quelli lioueni per- 



4$) 



MDX, OEVNAJO. 



M 



severa ne la devotione di la Signoria nostra, mo- 
strandose mollo duri a (al effecti eie. 

Lettera di 13. Come dimane aspelo qui el capi- 
tanto Anbaldo francese che V altro zorno passò con 
patente di la Signoria per lo fato di presoni se hanno 
a contracambiar, qual me scrive aver obtenuto dal 
333 gran maistro quanto per la Signoria li fu dimandato, 
etvien con uno di presoni nostro zenthilomo, et di- 
rame a bocha il tutto a compimento, et li mandi uno 
trombeta fino a Verona per vegnir seguro. E cussi 
fazo. Sono venuti etiam Ire servitori, con uno sal- 
voconduto, de domino Sagramoro Visi-onte et com- 
pagni, con robe et danari per quanlo dicono, et per 
star de II domente li starano li presoni soi introni, 
quali da matina farò acompagnarli tino a Padoa con 
mia patente. Narano haver, per via di Milano, come 
el re di Franza ha dato condilione al signor Bortolo 
d'Alviano de lanze 100, et mandalo a le contine 
contra eoglesi, che saria contra quel fu dito l'altro 
zorno di la morto sua. Ogi ho fato a Soave la mo- 
stra di balestrieri dil conte Guido Rangon. Ho tro- 
vati bella compagnia et ben in hordine. Et ho me- 
nato domino Lucio Malvezo et domino Janes de 
Campo Fregoso, et principiato a far far la descritto- 
ne di «logia meni», et damatina li fazo ritornare per 
eompirla, per poter redur questo exereilo più avanti 
a quelle frontiere, per le cosse ne pò 1 occorer de 
Verona. Ogi ho, per uno frale de Santa Maria de 
Grada qual à da la Mota, fradelo de uno homo d'ar- 
me de domino Zuan conte Brandolino, del mone- 
slier de San Zen in Monte de Verona, qual parti eri 
matina de li et capitò eri sera a Soave, referisse co- 
rno uno fra* Zuan Hironimo da Cremona, qual se 
suol intrometer uè le fuzende del vescovo de Lodi e 
del conte de Melze suo fradelo, se parli la vezilia de 
nadai de Verona e andò a Bolzan a trovar lo impe- 
rator, et ritornò a Verona zuoba proxima pagata. Et 
diie li nostri oratori se ritrovavano al Borgeto po- 
dio lontan da Bolzau, dove etiam se atrovava la 
imperatrice; et che li se divulgava che li diti oratori 
andavano trasvestiti a parlar a P imperator, et die 'I 
se tegniva generalmente per tutti che certo seguiria 
acordo tra lo imperator et la nostra Signoria ; et che 
a la fine del mexe se dove» far una dieta in Augu- 
sta ; et cho vete partir dui «missatori che mandava 
1* imperator al re di Franza, la qual cossa non me 
piaxe e dubito siamo menali a spasso per far el fato 
suo. E che se divulgava che questa doveva esser la 
ultima ambasata el gè avesse a mandare, per tenirse 
de Lui malissimo contento ; et che 11 publichamente 
se dizeva el pontefice esser fato mimicissimo dil re 



di Franca, e che 1 ducha dì Ferara é in gran disgra- 
da di T imperator ; et che atrovandose lì, vete dar 
licentia de corte a dui soi oratori. Item, che in quella 
corte se atrovavano molti padoani, vexenfini, trevi- 
xani et veronexi. Item, che in Verona, venere da 
matina ne l' alba, se levò uno remor che durò fln a 
bore de vesporo, con voce che li nostri erano a le 535' 
porte, et cui dizeva che erano intrati, per modo che 
tutti soldati confusamente si poseno in arme stando 
con grandissimo suspeto et dubito, et che quelli di 
la terra tutti se reduseno ne le case, uè mai si potè 
intender da che procedesse tal remor. £ eredo sia 
sta fato de dita opera, per veder quel volevano far 
li terrieri. 

Item, che li 4 oratori veronesi che per avanti 
andono a l' imperator, tornarono a di 5 dil mexe, 
et die a di 7 fu fato Consiglio, dove forono lete cer- 
te lettere che per molti forono judichate false ; ma 
che tamen el dito frate aferma esser vere, per la 
qual par V ini|>erator conforta la terra a tolcrar el 
voler scorer fina a 1 *2 de marzo, et esser conlenti te* 
gnir fanti 6000, cavali lizieri 1000 et cavali de home* 
ni d' arme 3000. Et dize che diti ambasadori vero- 
nesi sleteno zorni 6 in corte avanti che vedeseno lo 
imperator et poterli parlar. Item, che 1 vescovo di 
Trento é stato molte in Verona al suo monestier, di- 
mostrando sempre esser afectionato de la Signoria 
noslra. Item, dize che uno certo pisan che finite dil 
nostro campo, ha fatto scriver ne la terra de 1000 
in 1500 fanti veronesi senza darli danari, et volevali 
menar a Zenova per levarli de la terra, et che loro 
non lo voleno consentire. Item, che francesi lavo- 
rano dui bastioni a Valezo, dove sono andati el ca- 
pitanio di vasconi et Mercurio Bua per obviar non 
li fazano; et che in Verona non corono altra moneta 
che scudi francesi ; el che pur venera, a dì 1 1, furo- 
no dati a li fanti lodeschi dui scudi per uno, che pa- 
rerla (usseuo pagati (ter francesi. Dice praeterea de 
la gran miseria et disperazion di quella terra, et 
come quel populo sta con grandissimo desiderio de 
ritornar solo l' ombra de la Signoria nostra. Dal 
canto nostro, non se mancha, riè mancherà dal de- 
bito, pur che Dio ne presti occasione, come spera - 
ino, ancor che siamo tenuti molto slreli di le provi- 
sione bisogneria, et prcecipue di danari, senza li 
qual non si può fare, ci prmeipue a questi tempi. 

A di 15 da mulina, nulla fo in Colegio, solum 
dil zonzer a Verona il capitanio Ubaldo francese, qual 
é venuto per preparar li prosoni per il contracambio 
si voi far, chome ho scripto di sopra. E li nostri ve* 
rano a li couflni, e questi etiam si nianderauo. 



4c:> 



MDX, CENNAJO. 



4(56 



Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta, et 
tra le altre cosse expedilo sier Michiel Baxadona era 
proveditor in la rocha di Lignago. Et fu leto il pro- 
cesso fato per sier Marin Morexini avogador a Li- 
gnago et quello qua per la examination fata dal Co- 
legio dil Gonsejo di X, et tandem fu preso di proeie- 
33 der, et fu condanato in questo modo, zoè che 'I sia 
privo di esser proveditor di Lignago, et più non 
possi andar ni proveditor ni castelan in ditto loco, né 
etiam andar in Lignago, ut in parte, 

A dì 16, la matina, fo lettere di Lonigo. Di 
eerta baruffa fata per fra* Lunardo contra inimici, di 
qual ha preso 60 cavali ut in litteris. Et che sier 
Andrea Griti proveditor era a Lignago, et ha man- 
dato io quesla terra al Gonsejo di X do nominati in 
le lettere che stavano lì a Lignago, per certo sospe- 
to etc. 

È da saper. 11 cavalier Cavriana, qual stava qui 
desiderando haver t'ondula, hor hessendo in questi 
zorni amallalo, et era Foiigino secretano dil mar- 
chexe qui et uno Zuan Francesco milanese maislro 
di stalla del marchexe, par venisse di Roma certa 
lettera dil papa a ditto cavalier che V andasse lì che li 
daria conditione. El qual mandò do soi a la Signoria 
con ditta lettera, et dimandò & cosse: o conduta, o 
danari da viver et li sia fato restituir il suo li ha tolto 
a Mantoa il marchexe per gran valuta, over li sia 
dato licentia che vadi a Roma. Et cussi, a dì 17, li soi 
ebeno in Colegio audientia, et fono expediti con que- 
sto che fusse commesso a li savii di terra ferma. 

Di sier Piero Marzello proveditor general, 
mài lettere di 14, hore 8, date in Lonigo. Qual 
dice cussi. Ogi, subito disnato, ebbi lettere di domi- 
no Leonardo Grasso da San Bonifazio, et subito 
driedo da Villanova da missier Guagni dal Borgo 
ooneslabele sta lì, et da Soave, per le qual fui advi- 
sato de V ussir de inimici grossi de Verona, et esser 
venuti brusando et minando molle ville verso Soa- 
ve. Subito, insieme con lo illustrissimo signor capi- 
tario, montai a cavalo, et mandasemo per li alza- 
menti ad far comandamento a tutte le giente d* ar- 
me et fanlarie che steseno in bordine, el noi, con li 
cavali lizieri che qui se alrovamo, andasemo fin de 
là da Villanova, dove intenderemo tutti li balestrieri 
et stratioti de là esser cavalchati contra li inimici. Né 
de 11 si partissemo, che vedessimo tornar li nostri 
eoo molti presoni et cavali de sacomaui, per quanto 
dicono et podesemo veder, da zercha 50 in 60. Et 
de lì tardi si partisemo insieme con domino Luzio 
et domino Janes de Gmipo Fregoso, che erano an- 
dati a segnar la descritione principiata de li alza- 



menti, et qui giongesemo ad ore do di note. De li 
quali se ritrovono sopra il fato, et da li stratioti et 
alcuni de li presoni, intendessemo che li ussiti sono 
stati tutti li francesi, ben in hordine, in tre squadro- 
ni, con certi falconeti et da 1500 in 2000 fanti gua- 
sconi e spagnoli ; siche ne la terra non erano restati 
se non li todeschi et italiani. Li qual squadroni ve- 
neno uno miglio et mezo de qua de San Martino, 
brusando et minando certe ville, el usando la mazor 233 * 
crudeltà del mondo in menar via ed amazar done et 
putì, lo, per le lettere di \% scrissi haver inteso che 
i doveano far tal cavalchata con mandar sacomant 
avanti per veder de tirar li nostri a la (rata, che ne 
adviseria dissi el capitanio fra* Lunardo et quelli capi 
di stratioti, siche sperava non seguiria danno; et 
cussi è slato. Dicti presoni dicono aspetarse missier 
Zuan Jacomo Triulzi con lanze 300 per cambiar 
questi altri che dieno andar via, che saria malissimo 
segno. Tamen. non credo vegni, perché la compa- 
gnia T ha renonziata al fiol che dia vegnir. 

Item, zontoqui a Lonigo, ho inleso missier An- 
drea Griti stato a Lignago ha passa T Adexe et é an- 
dà verso el bastion, et quesla nocte è restato a 
Soave. 

Dil Polesene. Di sier Zuan Paulo Grade- 
nigo proveditor general, date a la Basria. Come 
é stato a Lignago dal proveditor Griti, et posto h >r- 
dine mandar le zente in campo per agumentarlo etc. 
Di Ferara non zé nulla, ni é zente. Item, voi da- 
nari etc. 

Di sier Alvise Dolfin proveditor general in 

la Patria, date Come quelli conati el 

alemani erano in Goricia sono stati a le mano, et ta- 
jatosi a pezi tra loro. Item, voi danari. 

Da poi disnar, fo Prega di per risponder a li ora- 
lori nostri, perché diman compiva 6 zorni dati per 
li oratori regii etc. Sier Alvise da Molin savio dil 
Gonsejo era amallato, et sier Anlonio Trun non voi 
più vegnir in Colegio, ni vien in Pregadi. 

Fo leto le lettere di campo, et altre hora ve- 
nute di Lonigo, di 15. Scriveno tutti do li prove- 
dilori, perché il Griti vene 11, et scriveno esser stati 
in consulto con il capitanio e condutieri et capitanio 
di le fanlarie e domino Latanzio, zercha redur lo 
exercito a Soave, San Bonifazio et quelle frontiere, 
per averlo più unito che dove sono, et per più re- 
putatione. E fo concluso compir quelle fortification 
et proveder di strami, acciò lo exercito non palissa. 
E voleno far vegnir quelle zente sono sul Polesene 
et quelli fanti è a Vizenza, per agumenlar T exercito. 
Item che questa malina, alcune ville di là da Suave, 



i 



467 



UDX, CEN.YUO. 



4(18 



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s 



scolate di quello feno i nimici eri, deteno campane a 
T arme per certi cavali che forono visli, erano ussiti 
di Verona. E andati alcuni di nostri, non trovarono 
cossa da conto. ltem, voleno danari età, altramente 
il campo si risolverà e li fanti si partirono. 

IH Hongaria. Di sier Piero Pasqualigo do- 
tot et cavalier orator nostro, date in Xaga- 
bria adì 2 et 4. Vene questa sera lettere. 11 stima- 
no è questo. Chome non é partito e sta lì, e il re dia 
vegnir in una terra una zumata e meza di Buda, 
et spera avera licentia de vegnir da soa majeslà. Non 
é andato dal conte palatino né dal vescovo di Cinque 
chiesie justa le lettere di la Signoria nostra recevute, 
et é stato li dove è venuti alcuni baroni. Et scrive co- 
234 loquii abuti insieme. Li quali sono il despoto di Ser- 
via eie. ; et che Bot Andreas è venuto a parlarli, et 
scrive quello eh* hanno dito zercha turchi eie. Item, 
che la mojer dil ducha di San Saba ongaro, qual è 
zentildona nostra da cha' Querini fo Ha di domino 
Francesco episcopo, qual convicina lì, ha mandato 
certi presenti di vini e rcCreseamenti. 

Fu posto, per sier Bernardo Bembo dolor et ca- 
valier, sier Alvise Gradenigo et sier Marin Morexini 
avogadori di comun, una parte che sia proclama a 
San Marco e a Rialto: che tulli quelli havesseno dà 
decima over bulini al capitanio zeneral, debann iti 
termine di zorni 8 aversi dato in nota a li avogadori ; 
et quelli sono fuora, in termine di zorni IT), altra- 
mente, chi quelli acuserà, habino certa pena ut in 
parte, la qual qui avanti sarà posta la proclama 
fata. Ave 8 non sincere, 48 di no, 70 di la parte, et 
fu presa. 

Fu intrato in la materia di scriver a li oratori no- 
stri, che sono a Feltre aspelando la resolution di le 
proposte fate per li oratori alemani. Et fu posto 

per sier Antonio Grimaui, sier Thomà 

Mozenigo procuralor, sier Andrea Veuier procura- 
tor, sier Zorzi Emo savii dil Consejo, scriverli che 
sia iterum insieme con ditti oratori, et li (ligi la Si- 
gnoria nostra darà al suo re et imperalor fiorini 150 
milia per la investitura, et 20 milia annu«.l per censo 
di le terre, et vogli accordarsi con la Signoria no- 
stra etc. ut in parte. Era etiam in questa opinion 
sier Francesco Foscari, sier Nicolò Trivixan, sier Al- 
vise Pixani savii a terra ferma. Sier Sebaslian Zusti- 
gnan el cavalier savio a terra ferma, voi la parte et la 
lettera, con questo se li promeli fiorini di raynes 30 
milia a Tanno. Sier Piero Duodo savio dil Consejo voi 
un 1 altra lettera a suo modo, ma non venir a più da- 
nari. Sier Marco Bolani et sier Piero Capello savii dil 
Consejo voleno una altra lettera et indusiar a dirli al- 



tri danari, aspetando la resolution di Roma etc. Or fo 
gran disputatoti. Parlò s:er Piero Duodo, sier Anto- 
nio Grimani, sier Piero Gap, Ilo, sier Zorzi Emo sa- 
vii dil Consejo, sier Sebaslian Zuslignan el cavalier 
per la sua opinion, et sier lacomo Gabriel savio ai 
ordeni, che sentiva questa opinion dil Zuslignan. El 
fuora di Colcgio, j>arlù e ben sur Francesco Capello 
el cavalier è di Pregadi, e disse che 'l re di Ingal- 
tera saria bona causa dil conzar le cosse ; e si 'I fosse 
11 lui, li basleria l'animo di far etc. et aver etiam 
danari da lui in ajuto di la Signoria conlra il re di 
Franza suo capital inimico de* englesi, disse di V im- 
peralor, [wr esser stato lì orator etc. Or andò 4 
parte, el di largo fo presa quella di savii, videi icet 
Grimani, qual ha questa couclusion, che si niuna di- 
ferenlia è, si metemo nel re de Ingaltera eie. 

Fu poi posto, per sier Antonio Grimani solo, 
elezer de prcesenti uno orator al re de Ingaltera 
con 8 cavali et ducati 1*20 al mexe neti per spexe, e 

sia scrito a per aver salvocondulo ebe 

'1 possi andar per la Alemagna via. Contradise sier 
Zorzi Emo. Li risposi» sier Antonio Grimani. Parlò 
poi sier Nicolò Trivixan savio a terra ferma e mal, 
et ultimo sier Domenego Venier savio ai ordeni in 
favor di la parte, et aricordò è bon dir lo mandemo 
per ralegrarsi di esser re etc. Tamen, il Consejo 
lutto sentiva la parte, umle sier Marco Bolani savio 
dil Consejo, sier Francesco Foscari savio a terra fer- 
ma, sier lacomo Gabriel, sier Vetor Capello et sier 
Domenego Venier savii ai ordeni, introno in la parte 
dil Grimani. el li altri savii non volse iutrar. el sier 
Marco Antonio Calbo non era perchè ogi poi disnar 
sposoe, et sier Hironimo Barbarigo era intrato ju- 
dexe di procuratori. Or andò la parte: 15 di no, il 
resto di la parte, et fu presa, et illieo fu falò il scur- 
tinio. Rimase sier Francesco Capello el cavalier, come 
qui solo a par, et veneno zoso Pregadi bore 4 di noie. 

Scurii nio di orator in Ingollerà, 
justa la parte presa. 

Sier Antonio Zuslignan dolor vice luogo- 
tenente in la Patria 65.101 

Sier Domenego Venier, fo auditor vechio, 

di sier Andrea procurator . . . . 21.1 42 
f Sier Francesco Capello el cavalier è di 

Pregadi, qu. sier Crislofolo . . . 99. GÌ 

Sier Sebaslian Zuslignan el cavalier savio 

a terra ferma, qu. sier Marin ... 69. 93 

Sier Santo Moro e! dotor, lo auditor no- 
vo, qu sier Marin 17.147 






t 



469 



MDX, GENNAJO. 



470 



Sier Francesco Donado el cavalier, fo 
podestà a Vizenza, qu. sier Alvise 

Sier Nicolò Michiel el dolor è di Pregadi, 
qu. sier Fraucesco 

Sier Marin Satiudo qu. sier Lunardo 

Sier Lorenzo Orio dotor, fo auditor e sy- 
nieo di terra ferma, qu. sier Polo . 

Sier Marin Bon, fo auditor e synico a 
terra ferma, qu. sier Marciai . . . 

Sier Lorenzo fìragadin che lexe in philo- 
sofìa, di sier Francesco 

Sier Hironimo da eha' Tajapiera dotor, 
qu. sier Quintin 

Sier Vicenzo Querini dotor, fo ambasa- 
dor al re di romani, qu. sier Hiro- 
nimo 

Sier Antonio Condoliner, fo savio a terra 
ferma, qu. sier Bernardo .... 

Sier Vicenzo Capello, fo di Pregadi, qu. 
sier Nicolò 



33.141 

34.1-27 
40.125 

26.139 

16.145 
54.110 
16.149 



74. 92 



55.113 



45.115 



A dì 17, fo el dì de Santo Antonio, vene in Co- 
legio T orator di Hongaria, et stete longamente, et 
mostroe capitoli di lettere dil re di 10 di Boemia, li 
scrive zercha aver li soi danari, et che '1 si duol di 
danni di la Signoria, et si oferisse interponevi in ogni 
acordo con Y imperator et altri etc. E nota. Dito ora- 
tor è contento tuor li 20 milia ducali parte inzojee 
parte in danari. El fo etiam lettere di Vizenzo Gui- 
doto secretano nostro in Hongaria date a Buda; il 
sumario scriverò poi. 

Da poi disnar, fo Colegio di savii e consultato 
zercha danari e scriver in Hongaria etc. 

Di Padoa, fo lettere di sier Zacaria Dolfin 
captiamo. Come é pur in caxa con doje, el fa la- 
vorar e cavar un fosso. E altre occorentie di Padoa, 
ut in eis. 

Noto. Eri sier Piero Balbi podestà di Padoa fé' 
far justicia publice, che più non è mai sta fata poi 
lui é podestà de lì, zoé fé' lajar la testa a uno et bra- 
sarlo, qual havia usato et ingravedà una soa fìola. Et 
35 (a) lei etiam li fece tajar la testa. Item, a uno altro 
fé' tajar la testa, et a uno le man el altro, adeo tutta 
Padoa fo a veder questa justicia fata su la piaza dil 
Vin justa il solito. 

Di campo, da Lonigo, vidi lettere di sier 
Piero Marcello, di 16. Dize cussi. Questa matina, 
essendo advisati per li nostri de Suave et altri a 
quelle frontiere che inimici erano ussiti grossi di 
Verona, fesscino indir in arine tulio questo exer- 
cito, et audassemo tino a Villanova. El mandati li ca- 



vali lizieri avanti, trovasemo non esser ossiti alcuni. 
Et trovandose sopra il fato, deliberassemo exequir 
quello che tante volte havevamo ordenalo, de man- 
dar a brusar tutti li strami che sono de là de San Mar- 
tino. El cussi habiamo fato, che è stalo oplima cossa, 
perchè de quelli li inimici al suo (prò') se ne servi- 
vano, per esserli propinqui et comodi. Li noslri cor- 
seno fina su le porle di Verona, adeo che sentiteno 
gran remor de campane a Tarme. Tamen, se ne ri- 
tornorono senza esser da alcuno de inimici seguitati. 
Et nui ritomasemo qui zercha a hore do di note, 
con tutte le gienle d' arme e fanlarie. Et perchè el 
vene, hessendo lì, el capitanio Anibaldo francese con 
sier Nicolo Memo fo podestà a Trevi, era prexon, 
acompagnato con uno trombeta dil signor capitanio 
che eri li mandasemo contra, qual ne ha dito aver 
inteso de lì et compreso per molti signali che ini- 
mici questa nocte deno ussir grossi per vegnir ad 
asaltar li nostri a quelle frontiere, imperò habiamo 
ordinato che tutti stiano per damalina avanti zorno 
preparati e in bordine per moverse a quella volta 
ad ogni comandamento, dove per tempo saremo 
tulli da matina, acciò non siamo trovati incauti. E 
però saria bon redur questo exercito tutto unito, 
perché di qui, per li alozamenli, si convien alozar 
mollo sparto e lontano. E benché non sia molti gua- 
stadori, pur solizitererno a farlo etc. Le fanlarie no- 
stre è molto diminuite. El capitanio di le fanlarie 
dize, la causa é per darli lardi li pagamenti, eh* è, 
non solum a li 36 zorni, ma a li 40 et 45, adeo, 
quando lochano la paga, per non aspclar tanto a to- 
char l 1 altra, se ne vanno con li danari. Li stratioti, 
da alcuni pochi in fuora che sono andati con li lor 
capi, il resto non hanno voluto cavalchar dicendo 
per manchamento de le lor biave, eh* è assa' zorni e 
mexi non le hanno aule, li cavali sono mezi morii e 
non poi star in piedi. Et ozi 6 ne sono fuziti oltra li 
altri andati per avanti a Verona, et hanno menato 
via 6 boni cavali, et lasatone 6 altri tristi. Scrìvemo 
a la Signoria aricordandole il bisogno et pericolo, et 
ne provedi di biave da cavallo e danari etc. 

Di Hongaria, fo lettere di Vicenzo Guidoto 

secretano di Nulla da conto. Coloquii auli e 

mal animo de quelli ; et il re è pur in Boemia etc. 

Di sier Piero Pasqualigo dotor, cavalier, 
orator nostro, da Xagàbria di 29 desetnbrio. 
Più vechie di le altre. Nulla da conto. 

A dì 18 la matina, non fo nulla da conto di let- 
tere ; solum deliberato mandar 10 milia ducati in 
campo a Louigo, eh' è zorni 17 non è sta mandalo, 
el dar senza altra parie quest' altra setimana danari 



235- 



471 



IIDX, CENNAJO. 



472 



a do galie hanuo messo bauco, zoé sier Marco An- 
tonio da Canal et sier Zuane Francesco Polani. Et 
senza altro, seguir lo armar. 

Da poi disnar, fo Pregadi et leto molte lettere, 
etiam: 

Di aratori nostri, date a Feltre, do man di 
lettere di eri. Per una, che hanno ricevuto le nostre 
lettere, et hanno mandalo uno suo homo con il salvo 
conduto a trovar li oratori regii a Trento et dar 
hordine di abocharsi insieme etc. lì a l'Hospedaleto. 
Item, sier Alvise Mozenigo el cavalier, come prove- 
dilor zeneral, scrive aver fato redur a uno molti le- 
gnami di rovere in quelle parte et Cividal e trivixa- 
na fati tajar por todeschi. numero ->000, et li manda 
in questa terra per V arsenal eie. Item, altre occo- 
renze di quelli lochi, ut in litteris. 

Di Lonigo di proveditori, di 17, et vidi una 
di sier Piero Mareello. Qual dice cussi : Questa 
matina siamo stati a 1* alba a cavallo fin sopra la 
campagna di Verona per veder se alcuno de inimici 
compareva, come eri ne fo fato inten ler doveano 
ussir molto grossi per vegnir asallar i nostri a quelle 
frontiere di Soave, San Bonifazio e altri lochi li in- 
torno, et niun è sta visto ni sentito. Et la sera tor- 
nasemo qui; et è meglio aver cento beffe che uno 
solo danno. Et ho, si aspeta lanze 300 a Verona di 
missier Zuan lacomo Triulzi e di Zuaii Francesco di 
Gambara, per cambiar questi altri frana si e Iwrgo- 
gnoni. Item, do bandiere di todeschi sono partite 
per manchamenlo di danari; et che in Verona si ri- 
sona da loro che la liga tra loro è refennada. e il re 
di Franza fa grandissimi preparamenti per tempo 
novo. Item, havemo falò restar il capitanio di le 
fantarie con il suo colonelo a Monteforte, et li cavali 
lizieri di! signor capitanio zeneral et altri che qui ol- 
irà se atrovano, et altro non è resti qui a Lonigo 
cha le zente d' arme; et andemo preparando li al- 
zamenti per unirsi etc. Item. Per le publice diman- 
dano danari; et hanno dato taja a li slratioti fuziti, 
chi li piglierano habino ducati òO per uno. et a li al- 
tri ducati 4, ut in proclama eie. 

Di Vicenza. Fo leto una lettera dil proveditor 
Moro zercha li Sette Comuni, quali voleno esser bo- 
ni marcheschi; et di ducati -200 dieno dar a la co- 
munità, voriano lermene a pagar. 

Fu posto, per li savii, far diti Comuni exempti e 

habino termine do anni a pagarli, sichome per loro 

noncii a la Signoria hanno dimandato et fu preso la 

la soa suplication. Nota. Li Selle Comuni è, Rozo, 

236 Roana. Asiago, (lalio, Foza. Enego e Lusiana. 

Fu |K>sto, per li savii, una jiarlc zercha li debi- 



I 



tori. Che, atento era una parte che da ducati 50 io 
zoso li debitori non si potesse vender il stabele, ma 
ben alitar le caxe etc. ; et per il bisogno al presente 
di danari, el esser assa* numero di debitori da du- 
cati 50 in zoso a le cazude, che dita parte sia limi- 
tada, videheet da ducati 20 in zoso si afitti le caxe, 
et da li in suso si possino vender etc. ut in parte. 
Ave di no 65, et tf2 di la parte, et fu presa. 

Fu posto, per li savii, condur a nostri slipendii 
certi signori corvati ut in parte, viddicet cavali 
1500 lizieri a ducali tre per uno e la biava, e non 
dagandoli la biava, ducali 4. Et la praticha è sta per 
man di sier Alvise Badoer qu. sier Rigo Iratata, qual 
ha pratica a Vegia. Et però fu preso di mandar el 
dito sier Alvise Badoer a questo effetto di condurli, 
el qual ha ia eossa certa, et é venuto loro noncii a 
la Signoria. E fu presa. 

Fu poi mirato in le parte di trovar danari, et fo 
varie opinion leto al Consejo, videlicet: sier Zorzì 
Emo e alcuni savii dil Gìusejo e terra ferma voleno 
do decime al Monteno vissi mo e (ansa, e darli il prò* 
di soldi 4 dì più è cresudo il sai si vende in la terra, 
co i.e tdtimate fu preso, che prima si vendea s. 4 
el quarta ruol. bora vendesse s. 8. Sier Antonio di- 
mani, con altri savii, voi do decime et una meza 
tansa et a restituir, pasadi 8 mexi, di beni di debitori 
dì la Signoria, et si |K>ssi meter arzenti e ori in zecha, 
come etiam voleno sier Zorzi Emo et compagnL Et 
sier Alvise da Moliti voi un altra opinion: che sia 
bandito ludi li ori e arzenti di Vcnecia, et quelli li 
meterano in zecha, siano fati creditori et possi com- 
prar sta beli passa 8 mexi etc, e solo pena a quelli 
legnirann ori ni arzenti in caxa, ut in parte. Or fo 
gran disputalion. Parlò sier Alvise da Molili do volte, 
sier Antonio Griinani, sier Zorzi Emo savii dil Con- 
sejo, et volendo mandarle parte, il principe volse 
meglio si considerasse queste opinion, e doman poi 
si chiamasse il Pregadi per deliberar tal materia. 

Fu posto, per li savii, una lettera, d' acordo, in 
campo a li proveditori, che li mandemo in questa 
sera ducati 10 milia, et che loro stagino uniti et ri- 
guardosi, havendo l'ochio a la segurta di quel eser- 
cito che sopra tutto desideremo etc. Fu presa, et 
cussi li fo mandato li diti ducali 10 milia. 

A dì I IK da matina in Colegio, vene el capitanio 
Unbaldo francese venuto da Milan con sier Nicolò 
Memo qu. sier Lodovico, fo preso proveditor a Trevi, 
qual vene in Colegio con uno Tuliman. E il capitanio 
predito, eh 1 è guascon, disse al principe il gran mai- 
slro esser conlento di dar tutti li presoni, et si man- 
di perche loro vera no a V incontro el si contracam- 



473 



MDX, GENNAJO. 



474 



bierà etc. Et cussi fo ordinato meterli a camino, et 
parlino la matina a dì 20, Irati numero 14 di Terra- 
nova di cabioni per sicr Bortolo Contarmi et sier 
Zuan Antonio Dandolo deputarli alias sopra questi 
è in li cabioni. Et si messeno a camin per campo. Et 
sier Nicolò Memo restò, e sier Bernardo Morexini 
236* andò con loro. 

In questa matina, fo publicà in Rialto la parte 
presa l'altro eri in Pregadi, posta per li avogadori, 
che quelli haveano dato decima o altro di bulini al 
capitanio zeneral da mar, si vadino a dar in noia ut 
in parte. 

Di Gradischa, fo lettere di sier Alvise Boi- 
fin proveditor zeneral. Chome era zonto li uno 
nontio dil re di Hongaria destinato a la Signoria no- 
stra. Lo ha honorato ; et postosi poi a camino per qui. 

Da poi disnar, fo Pregadi et fo leto solum let- 
tere di proveditori, da Lonigo, di eri. Come vo- 
leno danari e danari, e tutti vocifera. E stanno con 
pericolo. Si dice inimici veleno ussir. Loro fa ogni 
preparation etc. Item, si lamentano che ne li gropi 
mandati mancha danari al numero. È posto raynes 
per ducati, et in un sacheto, 1. 36 voi esser 62 etc. 
Et tamen, non fo nulla, perché di qui è chiarito il 
tutto. Et questa sera fu posto a camino li ducati 10 
milia. E nota. Si fa il tutto di non mandar in campo 
ducati venitiani, ne unguri, ni moneda di zecha, ac- 
ciò non dichano siamo a la fine. Et però vien bone 
monede fuora. 

Fu posto, per li savii, dar conduta a domino la- 
nes da Campo Fregoso, e col capitanio zeneral, 50 
cavali lizieri. Et fu presa. 

Fu posto, per li diti, crescer a domino Meleagro 
da Forli, qual ha homeni d' arme .... altri 40 ho- 
meni d' arme, con questo possi lenir 40 balestrieri 
a cavallo in loco di 20 homeni d' arnie. Et fu presa. 

Fu posto, per li savii d' acordo, una lettera a li 
oratori nostri a Roma. Che debatio solicitar il papa 
a la expedition di levar di le censure; et esser tem- 
po horamai di voler esser bon ilalian et conservar 
questa republica obsequentissiina a la soa beatitu- 
dine; e che si mcravegliemo è molti zorni non ha- 
vemo lettere di essi oratori ; et che adesso non è più 
scuse, havendo compiaceste il papa di quello l'ha di- 
mandato. Et altre parole iti questa materia. Et fu 
presa. 

Fu poi fato una relatione per sier Nicolò Trivi- 
xan savio a terra ferma, qual con sier Alvise Pixani 
suo collega, di comandamento dil Colegio, fo in To- 
reselle dal marchexe di Manina. Et re ieri coloquii 
abuti, e come la Signoria si liavea doltsto che la 

/ Diaài di M. Sanuto. — Tutu. IX 



marchesana mandava da Mantoa vituarie in Vero- 
na etc. El qual si dolse, et dimandò uno suo nomi- 
nato Lodovico de qua], poi la presa dil 

marchexe, vene qui senza salvoconduto et fo rete- 
nuto, el qual voi mandarlo a Mantoa, et opererà as- 
sai e darà piezaria de ritornar etc. per ducati 1000 
e più in questa terra. Et fu posto, per li savii, che '1 
dito Lodovico sia liberato di la retenlion acciò vadi 
a Mantoa a questo effeclo, et dagi segurtà di ritor- 
nar li ducati 1000, ut in parte. Et fu presa, et co- 
manda stretissima credenza. 237 

Fu poi intrato in materia di danari, et leto le 
parte di sier Zorzi Emo et altri savii, meter do de- 
cime al Monte novissimo et ineza tansa a pagar di 
arzenti e ori in zecha, in li termini ut in parte. 
Et in questa era il forzo di savii del Colegio, zoè 
del Consejo. Et poi, sier Antonio Grimani et sier 
Nicolò Trivixan messe do decime a li governadori a 
restituir da seplembre in là di beni di debitori, et 
meza tansa a pagar di arzenti ut saprà. Et sier Al- 
vise da Moiin solo, messe che non voi ni decime ni 
tanse fin 1510 marzo; ma che fosse bandizati, du- 
rante questa guerra, li arzenti tutti lavoradi, excepto 
6 taze, 2 saliere, 6 pironi et 6 cuslier per cadauna 
fameja, soto pena di perder quelli. Et chi accuserà, 
babbi ut in parte, excepluamlo il Serenissimo. Et 
quelli meterano in zecha per tutto il mexe, habi a 
raxon credito al sai di ducati 6 et un quarto la mar- 
cila i schieti, et quelli di manifatura a quello sarà 
stimado valer da do stimadori sacramentadi, (com- 
putado?) da 8 (in 10 grossi la marcila, et (di) 
queste manifature, sia fati creditori a scontar da se- 
ptembre in là. Et li ori, a ducati 75 la marcha redu- 
ti a fin, e sia bau lito li tondini d'oro et le gorzariue 
e cadene di le done durante la presente guerra. Et 
quelli meterano in zecha, possi scontar con le anga- 
rie si meterano per loro e p t altri, e comprar sta- 
beli et possession etc. con altre clausole chome in 
la parte si contien, la qua! sarà qui avanti scripta. 
Et fo gran disputatori. Parlò sier Antonio Grimani, 
sier Z^rzi Emo, sier Alvise da Molili et sier Nicolò 
Trivixan di Colegio; et fuora, sier Bernardo ftirba- 
rigo el governador di V inlrade, jqual aricordò si poi 
dar prò 1 al Montenuovo, zoè melando angaria a li 
ogii vegnirano qui niezo ducato per mier a la paro- 
la (sic), con questo non siano ubligali a meter in 
ternaria. Et disse era depositi di ogii in questa terra 
per 10 anni. Or disputato le parte, li sei consieri in- 
trono in la opinion di sier Alvise da Molin, et baio- 
tale: ti dil Grunani, 1* di T Emo e altri zoè sier Mar- 
co Bolani et compagni nominati, 130 di cuusieri e 

31 



/ 



475 



MDX, GENNAJO. 



47G 



dil Molin. Et questa fu presa, la qual el di sequente 
fo publichata per Zuan Baptista de Vielmi secretano, 
a gran Consejo. 

Noto. Di Roma nulla era. Tutti si meravigliava, 
et fo dito esser aviso da Ferini, per lettere in Ale- 
xandro de Fmnza merchadante sta qui, che il papa 
levava l'interdilo. Altri dicea non era vero, imo 
mandava "20 milia ducati a Ferirà per armar quelle 
galie, qual il ducha V ha cavate di Po quasi tutte, e 
fa condur olir.» le 8 prime il resto in Ferirà, et si 
dice ha mandato a tuoi* zunne et homeui a Zenoa 
et il Gobo Zustignan zenoese, di' è homo marìtimo, 
per esser capitanio di dite galie. Quello sarà, scrive- 
rò di soto, Deo dante. 

Fu posto etiam }>er sier Alvise da Moliti savio dil 
Consejo, che quelli vormo depositar danari a li ca- 
merieri^ a li tempi come li arzenti, ha bino quella 
medeina utilità, e i modi chome si fosse arzenti. Et 
237 * fu presa. 

1509, die 19 januarii. In Royatis. 

L'anderà parte: che tutti li arzenti lavoraci non 
se possiuo usar durante la presente guerra, sotto pena 
de perder li arzenti a quelli che eontrafaeeseno, exce- 
ptuando pironi, corlelli, cuslieri et taze sic et do sa- 
liere per fameglia, excludendo da la presente parte el 
serenissimo principe nostro, come è l>en conveniente. 

Et se alcun con tra farà a la presente parie, et 
sari acusato, V accusai or habia la inità di la |>ena et 
sia tenuto de credenza, et V altra mila sia de la Si- 
gnoria nostra. 

Verum, tutti quelli che inetlcrano arzenti schie- 
ti in cecha per tuto el presente mese, siano facli cre- 
ditori di nson di durali (i et uno quarto la marcita. 
Quelli venmente li metlerano per tuto 15 del mese 
futuro, siano facli creditori di rason di (lucidi 6 et 
grossi 3 la marcila. El quelli li meterauo per tuto il 
mese, siano facli creditori di rason di ducati ti Li 
marca. 

El quelli che mei termo arzenti in cecha ut sa- 
prà, possino scontar cum le angarie che de cmte.ro 
si meteseno ; et simUiter, cum luti li altri che de 
ctetero serano debitori de qualunque graveze e de- 
bito quovis modo, exeoptuando li otto oflìcii, cum 
questi conditimi fiero, che non dettano haver alcun 
don sopra le angarie, come è honesto. 

Deehiaranlo (he li elicti |K)ssino etinnt, cum 
questo creili to, comperar case et possessiou poste, 
over da esser poste, in h Signoria nostra, cum li 
mod et eondilion de le parte sopri ciò prese. 






Et perchè alcuni restano (dal) metter li sui ar- 
zenti in cecha per haver assai manifactura, et non 
voleno quel danno, é honesto haver qualche coosi- 
deration di questo. Et però, sia statuido che la ina* 
nifactura de dicti arzeuti sia estimata per do estima* 
tori pratici cum suo sacramento, et de dieta ma- 
nifactura non possi haver più danno la Signoria no- 
stra che di grossi 8 Gn 10 la marcha. De la qual 
manifattura, siano facti creditori sopra le angarie 
che se metlerano da septembrio 1510 io driedo. I 
qual arzenti, de V una et 1* altra sorte, siano fon- 
duti ; et T oro che se trarà, sia de li patroni de li 
arzenti, non comprendendo però in la presente par- 
te quelli che volesseno metter danari in oecha, quali 
non se possano metter. 

Propterea, non se |>ossino usar, durante la pre- 
sente guerra, tondini d' oro, cadenelle d' oro da eol- 
io de ogni sorta, de done et da horneni, sotto la pe- 
na predicta. Et quelli li metterano io cecha per luto 
el presente mese, siano facti creditori a rason de du- 
cati 77 la marcha reduti a (in. El quelli i metlerano 
per tuto 15 dil mese futuro, siano facti creditori di 
ducati 75 la marcha reducti a fin, possendo scontar 
cum le angarie et cum tuli i altri modi et eonditioo 
de quelli che mctteno i arzenti come de sopra se 
contien. 

Die dicto. 

L'anderà parte: che tutti quelli che porternno 
danari contadi a Y officio nostro di camerlengi de 
comun |>er tutto el mese presente per imprestedo 
da esser facto a la Signoria nostra, suino facti credi- 
tori cum le utilità de li arzenti; et quelli die preste- 
rano, possino scontar cum le angarie che se mete- 
rauo de ceetcro, si sue come de altri, che senno de- 
bitori de ceetero, de qualunque nson et debito quo- 
vis modo, exceptuando li 5 offìcii; non havenito pe- 
rò altro don de le angurie che se meli eseno. 

Prteterca, possino li dicti che prestano, com- 
prar cum questo suo credito de le case et possessiou 
messe et che se metlerano in la Signoria nostra, 
juxta la forma di le leze nostre. 

Ex nuìic, sia preso die li Siivi dil Colegio nostro 
siano obligali, sodo debito de sagramento, venir a 
questo Conseglio questa altra septìmana per trovar 
el fondo de ducati *iOO milia, acciò, cum mazor fer- 
ii ieza el fuodaineulo, metter se possino nuove an- 
garie. 2?8 

A ili *M), doiuenega, timi fo lettere in Colegio da 



477 



MUX, GENNAJO. 



478 



conio. Fo li cai di X con la Signoria. Et poi disuar, 
fo gran Cousejo, fato ducha in Candia sier Polo An- 
tonio Miani fo consier, et fu fato tre podestadi in tre 
castelli recuperadi di man de 1 inimici : a Este sier 
Urban Bolani di sier Alexandro ; a Seravalle sier Al- 
vise de Mezo di sier Francesco ; a Piove di Sacho 
sier Francesco Lippomano qu. sier Zuane. Item, fo 
butado uno sestier di la paga di marzo 1470 a pagar 
t la camera de imprestidi, e fo San Marco. 

Item, fo publichado debitori di mezi fili, et 
admonido tutti li deputadi per li sestieri si reduguno 
ogni matina questa setimana a scuoder li danari dil 
sai ; et passadi, lieverasse li alpLabeti et saranno 
publichali etc. 

Et a nona, vene lettere di Roma di oratori 
nostri, per do corieri di 2 et 9 di questo. Quale 
erano parte in zifra, et però non fono lete da la Si- 
gnoria tutle; ma erano cative lettere. In conclusion, a 
dì 4 riceveteno le nostre lettere, et che il papa havia 
dato il capello al cardinal di Albi francese, qual fece 
un pasto a tutti li cardinali, e non li fu il Corner. Et 
è da saper. In quelle di % par che 1 papa mandasse 
per il cardinal Corner et sier Hironimo Donado do- 
ctor orator nostro, et fé 1 gran coloquii di le cosse de 
Italia, e di la potentia di Franza, e di preparamenti 
el (re) fa, e che '1 voi venir in Italia, con molte pa- 
role. Che desidera T acordo con il re di romani et la 
Signoria, ben che '1 disse : « Si '1 se concluderà senza 
nostra saputa, non solum (non) leveremo V inter- 
dito a la Signoria ; ma etiam discomuncgeremo Ma- 
ximiano etc. » El che la Signoria doveria far quello 
el voi ; che non è niente. Et in questa lettera é tutto 
bon quasi, e par il papa voy andar a bon camin. 
Item, per lettere di 9, par che a di 4 ebeno le no* 
sire lettere, e perchè li é sta scripto per il Senato, 
che caute, come da loro, vedino si contentando el 
papa di le do proposi tion, videlieet dil golfo e vice- 
domino di Ferara, si 'I sarà conlento simul et semel 
levar V interdito, unde parse a essi oratori parlar 
con uno cubiculario dil papa, qual sta in camera col 
papa a tempo si Irata il tutto, qual fa bon officio per 
la Signoria, nominato domino Francho de Ubcrtis 
zenoese, al qual consigliano essi oratori la Siguoria 
li scriva una bona lettera ringratiandolo etc., el qual 
a di 5 fo da loro oratori et disseno ut supra; el 
qual disse voler parlar al papa. Et poi tornò la ri- 
sposta che 'I papa andò in colera, dicendo: « É con- 
ditionata che i subditi soli di la Chiesia possi navegar 
in golpho ; ma i altri vojo tutti, perché la Signoria 
non ha r.txon nel mar etc. » Et parlò con gran colora, 
et voi la Signoria armi certe galie 1 5 per la Chiesta 



per le intrade scosse di le terre, contra turcos etc. 
Et infine, scriveno essi oratori che '1 papa é voltato 
di tutto quello era a di % et dicono: « lo Domenego 
Trivixan credo, quando ben il papa fusse contentalo 
di quello el domanda, non fari nulla per esser fato 
tutto francese. Item, che il cardinal di Napoli e San 
Zorzi fanno bon officio per la Signoria e il forzo di 
cardinali ; e il cardinal Santa Sabina, domino Fazio, 
vechio d'anni t>2, fo maistro di casa dil papa e ami- 
co di la Signoria, stava in extremis, e morendo, il 
papa locherà, di danari e beneficii, ducati 50 milia. 239 
Item, che in quella matina, a dì 9, in concistorio 
publicho, il papa dete il capello al cardinal di Albi 
francese, e fo acompagnalo da tutti li cardinali fino 
a caxa e quelli disnono, excepto il Corner che non 
volse rimuguir. E il Grimani é pur fiacho dil mal; 
né ense di caxa. E benché il re di Franza non babbi 
levato la suspension di tutti i beneficii, si dice dito 
cardinal ha dato segurlà al papa per ducati 20 milia 
che li leverà il roy. 

Item. Eri il papa expedite, et si parti di Roma, 
domino Achides le Grassis auditor di rota episcopo 
di Civita di Castello, el qual va a l' imperator, si dice 
per esser a la dieta, acciò el non si acorda con la Si- 
gnoria. Et va con lo episcopo sedunense, qual uno 
andara a' sguizari, e, come vidi in una lettera parli - 
cular, li porta a ditti sguizari ducati 20 milia acciò 
non si accordino con altri. Item, Che el re d' lngal- 
tera, ha T orator suo, esser stato dal suo re tre ora- 
tori francesi et portato li 40 milia ducati dil tributo, 
et do é partiti et uno é restato. Tamen, questo avi- 
so non é in le lettere publiche. Et ben è che 1 papa 
la domenega dia andar a Hostia, che sarà a di 13, 
a* soi piaceri, e si aspeta a Roma suo nepote ducha 
di Urbin et la sposa Ha dil marchexe di Manloa per 
star in feste. Item. Aricordano essi oratori si debbi 
armar e armar, e non restar di far ogni provision. 
Et vidi lettere di uno fio! di sier Francesco da Lcze 
qu. sier Lorenzo, qual (è) a Roma col cardinal Re- 
gino. Scrive a suo padre, di 9, che 1 papa è fato 
tutto francese; siche non é da sperar di otegnir nul- 
la. Tamen, in rei veritate, lete tutte le lettere, non 
sono cussi cative; ma il papa voi tutti possi navegar 
in golfo, et acadendo contra turcos, la Signoria sia 
ubligà, in ilefension di la Chiesia, armar 15 galie etc. 
Et nota, ohe il papa disse che l' havea saputo la de- 
liberation di la Signoria zercha Ferara e il golfo; per 
la qual cossa fo gran remor in Colegio e poi quando 
fono lette in Pregadi, dicendo il tutto si sa, et é 
qualche uno che avisa, e saria bon di provider, far 
inquisitimi etc. 



47:» 



MliX, OtWUO. 



4*0 



Di Lonigo, ridi Ietterò di Uh di sicr Pirro 
Mnrzello proveditor. Dice. Intendemo di Verona 
eri si parlino li francesi e intrò Zuan Francese*) di 
Gambara con certi milanesi, broxani e altri lomlmr- 
di al numero, per quanto se dice, tanti quanti parli- 
no. Etiam se parti 800 fanti tedeschi ; si dice per 
mangiamento di danari. 

Lettera dil dito, di 20. ivi. Di Verona, con 
effeto, é partiti tutti li francesi e mirato Zuan Fran- 
cesco di Gambara e monsignor de Grua. con lanze 
100. Per quanto intendemo, i hano retenuti M cita- 
dini di la terra per suspeli, e liali mandati verso 
Trailo. Avevemo mandati 300 cavali lizieri de' sfra- 
ttali per tuorli la via manzi e liberarli. Li villani non 
li ha voluti lassar passar per le montagne, dubitan- 
do non li sia fato portar le pene a loro. Abiamo 
mandato messi in la terra per intender meglio in 
che termini i se atrovano, el secondo intenderemo, 
239 * si governeremo. 

A dì 21 la ma t ina* fono lettere di oratori 
nostri da Feltre. Come haveano auto risposta da 
Trento ili oratori rej:ii, li (piali scriveiio che, ha ven- 
do auto ledere loro che. si non haveano risposta di 
la Signoria a le tre proposition late, che poteano ri- 
tornar a Venecia, et havendo auto qual cossa di no- 
vo manderà no soi noncii acciò se li dicha il tutto 
seuza esser più insieme; li qual nostri oratori li han- 
no rescripto che non hanno commision di parlar con 
altri che con essi, et dir oretenus et non per inter- 
posttam personam. et pero debano redursi a quel 
loco voleno, perchè etiam li nostri anderano etc. El 
tspetano questa risposta. 

Di Gradisela, di sier Alvise Dot fin prove- 
ditor renerai. Gnome 100 fanti nostri è andati a 
una villa soto Cremons, et fato danni et amazalo al- 
cuni erano lì. Item, poi i stralioli Paleologi è corsi 
di sora Cremons et fato danno di 4000 animali su 
quel di l' imperator. Item. che è stati a le man con 
30 homeni d'arme alemani el di quelli ne hanno 
preso do, et scrive la cossa. ut in litteris. 

Da poi disnar fo Pivgadi per scriver a Kotna, et 
cazadi li papalista justa il solilo, et fo leto etiam que- 
ste letlere. 

Di' campo, di Lonigo. Chi mie i! conte di Pitia- 
nò erasi sentilo e stato la noie in leto, che non e so- 
lito mai spogliarsi; el è da cataro, eh' è pieno. l'a- 
men, non bari mal da conio. Itevi, che havendo il 
vescovo di Trento ordinato che 34 citudini veronesi 
marcheschi fosseno mancati a Trento per sospeto, 
tra i qual Nicolò Schiopo e altri, ut in litteris, i { 
quali, Luvendo luto iuteuder ui proveditori nostri 



che mandasseno zenle a liberarli ne F andata, unde 
essi proveditori mandono Domenego Buskhio con 
alcuni cavali di stratioti et altri. 1 quali, hessendo 
essi citadini zonli a la Chiusa per andar a Trento, e 
li nostri andando per tuorli, par che in quelle valle 
zercha 2000 villani se messeno a V incontro di no- 
stri che andavano per li monti, el non li lassono pas- 
sar a certo passo mia 1*2 di la Chiusa; che si anda- 
vano, erano liberati essi citadini. 1 qual villani, pro- 
messalo prima esser boni marclieschL Item, scri- 
veno altre ocroiviitie dil rampo, ut in litteris. 

Di Vieenea, di sier Cristo fai Moro prore- 
ditor renerai. Dil zonzer lì di ducati 10 milia por- 
tati per Jacomo Marinato cavalaro etc. ut in litte- 
ris. E nota. Li oratori vicentini ancora sono qui, et 
domino Simon da Porto, qual. insieme con tolti 
quelli ila Porlo sono marcheschi, contrarli a la parte 
Dresana. 

Di Iioma % oltra le lettere di oratori y fo ìeto 
do lettere dii cardinal Corner a sier Zormi H 
cavai ier suo padre. Zercha questi tractamenti col 
pontefice eie. ut in eis. 340 

Fu Consejo di X simplice, poi leto le lettere, et 
molti creteno fosse preso di relenir qualche uno per 
queste cosse di Roma che 'I papa sappi il tutto etc. 
Et sier Francesco Ztislignan consier, sier Alvise Gra- 
dendo avogador, sier cao di X et 

sier andono da basso in Colegio, non 

si sa ad quid, f'num est, è mal a Roma se intendi 
cosse scerete di Pregadi. 

Fu posto, per li savii ai ordeni, certe parte, vide- 
licetiìì expedir queste dogalie hanno messo banche, 
Canal et Polani ; et che uno savio ai ordini et uno 
pagador a V armamento vaili no a Chioza a disarmar 
a do galie bastarde a la volta ; e cussi come vernilo 
qui, senza mirar in V arsenal, siano consignate a li 
sopracomiti annerano, qual le debano far conzar 
fuora ili V arsenal, el siano armate immediate. Et 
fu presa. 

Fo poslo, per sicr Batista Polani, li sia dato una 
galia di quelle m manda in Candia, et sia sopracomi- 
lo, et la debbi armare de lì. Presa. 

Fo lettere di Zara, di sier Valerio Morsello 
et sier Francesco di Frioli ree tori. Diceria in- 
cursion fata de lì per hongari over martalossi, e fato 
danni, ut in litteris. 

Fu posto dar ducati 100 per il castello di Ahuis- 
sa, e preso ; et altre parteselle non da conto. 

Fu poi mirato in la materia di scriver a Roma, 
et fu posto, per li savii nominati in parte, sier Marco 
Bolani e compagni, scriver che senio contenti che. 



481 



MDX, GENNAJO. 



48-2 



volendo cussi la beatitudine pontifìcia, tulli possi 
navegar in golfo. Iiem y di lo armar le 15 galie, che 
semo contenti ; ma che non poni in scriptura per 
caxon del Turcho non ne vegni adosso, e altre 
clausole ut in parte. Et sier Zorzi Emo contradixe, 
e voleva indusiar a doman. E sier Piero Duodo sa- 
vio dil Consejo era con l' Emo. Li rispose sier Alvise 
da Molin. Parlò poi sier Sebastian Zuslignan el ca- 
lier savio a terra ferma, qual era di opinion prome- 
ter etiam in scriptis di armar le 15 galie, ut su- 
pra. Or andò le tre opinion, 27 dil Zustignan, 40 dil 
Duodo et Emo, et il resto di altri savii. Et fu presa 
la lettera ; siche si vedrà quello voi far il papa, qual 
é sta compiaciuto di quello l' ha voluto. Et veneno 
* zoso hore 3 di note. 

A dì 22 la matina. È da saper, in questi zorni, 
vene V oralor di Hongaria in Colegio dicendo era 
contento di luor li ducati 20 milia tra panni e zoje, 
chome fu preso, ma che li bisogneria de contadi du- 
cati 6000. linde, questa matina, consultando in Co- 
legio tra li savii, fo varie opinion di darle over non, 
non havendo da esso re alcun ajuto eie. linde, fo 
terminato far Pregadi per questa materia. 

Et hessendo venuti tre oratori di Are, loco fo 
dil ducha di Ferara, dicendo, benché sia seguilo il 
danno di l' armata, voleno esser boni subditi di San 
Marcho e non ritornar più soto il ducha di Ferara. 
El qual li ha mandato a danizar vedendo non volerli 
dar obedientia, et però rechiedeno uno proveditor 

zenthilomo, licet sia al presente al governo po- 

pular qual l' oteneno per loro proveditor. E voleno 
qualche barcha armada per mantenir dito loco a la 
devution di la Signoria nostra. Et p'T Colegio, fo ter- 
minato farli uno proveditor, qual loro il pagerano 
con ducati 20 al mexe; et darli 10 barche armate 
et artelarie etc. 

linde, in questa matina, fu eleclo proveditor in 
Are sier Lunardo Bembo fo camerlengo a Napoli di 
Romania, qu. sier Francesco. Et perché sier Marco 
Marcello proveditor in Moncelese havia scripto a la 
Signoria fosse provislo di successor atento le cosse 
sue de qui pativano assai, unde fo eleclo etiam pro- 
veditor a Monselice con ducali 20 al mexe sier Zuslo 
Guoro fo proveditor in Mestrina qu. sier Pandolfo. 
I quali ambedoy acceptono. 

Da poi disnar, fo Pregadi. 

Et vene lettere di campo da Lonigo, di pro- 
veditori, di certa vitoria aula contra alcuni cavali 
ussiti di Verona, chome dirò di solo diffuse il lutto. 

Io leto ìe lettere di Zara, di 14. Di certi» in- 
cursion fata per turchi over martalossi su quel teri- 



torio, tamen fato pocho danno, chome ho scripto 
nel Pregadi di eri la continentia. 

Et intrò Consejo di X do volte simplice, tamen 
non se intese nulla. Et inlisi li capi di X hanno a le 
man certa materia granda di stalo; ma non sanno 
reussir etc. 

Fu posto, per li savii dil Consejo e terra ferma 
nominati, dar a l' oralor hongaro, a conto di quello 
dia aver il serenissimo re da la Signoria nostra, ol- 
irà li 20 milia ducali di panni e zoje de conto, du- 
cati 6000, chome instanter V ha richiesto in Cole- 
gip. Sier Antonio Grimani contradixe, et messe in- 
dusiar. Li rispose sier Piero Capello, e andò le par- 
te. 48 dil Grimani, il resto di altri savii quella fu 
presa. 

Di Lonigo, vidi lettere di sier Piero Mar- 
tello proveditor cenerai, de 21, hore 4 di nocte, 
qual dice cussi. Havendo inteso ogi i nimici esser 
ussiti fuora di Verona molto grossi, mandassemo per 
tutti li alozamenti a far comandamento a le zente 
d' arme che se meteseno a cavalo a la volta de Vil- 
lanova, dove noi avanti se aviasemo, et trovassemo 
li balestrieri con il capitanio fra* Lunardo esser an- 
dati da Soave contra de loro ci similiter alcuni capi 
stratioti. Ma el forzo dejoro stratioti non havevano 
voluto a tempo debito cavalchar, con dir li cavalli 241 
non poter star in piedi per manchamento de le sue 
biave; che se li andava a tempo i havevano ogi la 
più bella vitoria del mondo, e forsi li rompevano 
lutti. E, a dir il vero, hanno in grandissima parte 
rasone per quelle biave, di le qual patisseno grande- 
mente. Andasemo cazandoli da li soi alozamenti de 
San Bonifazio; ma non andono a tempo. Fessetno " 
mover de là de Villanova le giente d' arme et fan- 
Urie in hordenanza. Loro erano un squadron molto 
grosso de zente d'arme ussiti per necessità de stra- 
mi, el haveano mandali li soi cavalli lizieri et saco- 
mani per doe vie, con qualche homo d' arme in com- 
pagnia per farge spalle, et el squadron grosso, con 
più de 1000 fanti et 4 falconeti, stavano ad aspetarli. 
El capitanio fra* Lunardo, con li balestrieri, se ala- 
chono con li soi che andono de verso il monte, et 
rompeli amazandone assai, per quel dicono, più de 
150 spagnoli, borgognoni et qualche italiano, et 
hanno presi zercha 100 cavali, tra li quali sono forsi 
40 homeni d' arme borgognoni, ma non homeni da 
capo. Era con loro el signor Zuan da Mantoa e quel 
da Bozolo. L* é sii preso di nostri Alexio Bua, uno 
di capi di stratioti, per manchamento del cavalo che 
li vene a manche, et quatro compagni con lui. Voleno 
veder con questi homeni d'arme borgognoni di con- 



483 



MDX. GENNAIO. 



4*4 



trarambiarlo se potremo, perchè è mal el sia preso 
per esser valente homo. Questa, grafia Dei, è stata 
una bella zomata ; Tursi meglio di quella di V altro 
zumo, ancorché non gè sia tanti homeni da conio. 
Questi homeni d' arme, alozano tanto indriedo pcr^ 
manchamento di alozamenti, che quando sono con- 
duti sopra il fato, li inimici hanno fato il fato suo e 
se ne ritornano. Bisogna trovar modo di tornirli più 
avanti. Et inimici sono ussiti tanto mal in bordine et 
senza governo, che più non se potria dir, et hanno 
gran desasii de strami, et com'erano ussir al saco- 
inano. Havemo più volte mandato a hrusar li feni li 
intorno, e bisogna etiam mandar a hrusar le paglie, 
e manchando queste, li cavalli convegniranno par- 
tirse di necessità, e sarali forza vardar la terra con 
fantarie. El capitanio zeneral, za dui zorni in qua, se 
trova indisposto da cataro con qualche alteration di 
febre, che è mal a proposito. Da matina io vado 
a Suave a far la paga a quelle fantarie et cavalli li- 
zieri, e il provoditor Grill va a Monteforte a farla 
a quelle fantarie che lì se a trovano, et li farà la mo- 
stra etc. 

Di sier Andrea Grifi proteditor zeneral, fo 
leto una lettera. Scrive insfanter suplicando la Si- 
gnoria vuy coneiederli uno^gustin da Villa ferarese 
fo comissario in Montagnana et per lui fato prexon, 
qual é qui in caxa di sier Luca Vendramin e fratelli 
soi nipoti, et questo perche 'l voi riscalar sier Fe- 
rigo Vendramin fo podestà a la Badia suo nepote, 
241 * qual a Ferara è maltratato etc; con molle parole. 

A dì 23, la matina, fo ìefo ìeffere di sier 
Zacaria Dolphin capifanio di Padoa. Chome 
refutava la capitaniaria, el con li soi parenti e Hol, 
efiam io vi fui per esser mio cucinalo, pregando, 
atento é indisposto di la persona, ne si poi adoperar 
per una doglia 1' ha ne la schena che li dà gran fa- 
stidio, processa hora uno anno che '1 cazete a la riva 
di San Francesco di la Vigna tramando di condurci 
conte di Populo, qual non ave etFeclo, et hora è ri- 
novata. Et peritò, fo puhlichalo a la Signoria fosse 
messìi parie in gran Consejo che 'I potesse venir in 
questa terra, e il podestà facesse Polìeiu suo fin vadi 
il successor etc. E tal refudason, non lo senza gran 
mormoration di la terra. 

Di ora fori nostri di Eleniagna. fono ìeffere 
da fé a Feìfre di eri. Chome haveano auto la ri- 
sp«»sla di oratori regii da Trento. Che ha vendo rice- 
vuto sue lettere e inteso quanto scrivono, e ben che 
tieneno non sarà nulla perche non se risponde a le 
proposilion fate, pur, perche desiderano ben, hanno 
scripto al serenissimo imperalor. qual è andato in 



Augusta a la dieta, et quello li ordinerà soa 
rescriverano; siche aspetino la risposti. 

Di sier Nicolò Balbi podestà et capitanio 
a Cividal de Béllun, fono lettere de V intrar in 
quel rezimento, e come ha trovato li tem de li di* 
sfornita, e altre occorenze, ut in littori*. 

Vene in Colegio domino Piero Bembo di sier Ber- 
nardo dolor et cavalier, eh* è ferier di Rodi. Vien 
di Urbin. È stato a Ferini et ha parlato col duchi, 
qual T ha molto acharezalo et fato scompagnar fin 
sul Polesene ; ma non ha voluto che 'I vadi a Franco- 
lin. El qual, cazado ti papalista perche el vien di Ro- 
ma, referì alcune cosse, e dì la volunla dil papa aju- 
tar questa terra domenle el sia compiaciuto di le 
cosse richieste etc. Item disse dil suo ducha di Ur- 
bin, et poi dil ducha di Ferara qual si ha dolesto di 
quanto li ha fato la Signoria, di la qual è sta bon fiol, 
et altre parole. Ifem, dice a Ferara non ha visto le 
girile prese. Tien le siano sta condute a Franeolin et 
lì si coiizano etc. 

Noto. Li eossa di eri dil redur Consejo di X sini- 
plice do volle, fo perchè, havendo expedito V altro 
zomo il corier la Signoria con lettere a Roma a li 
oratori, per trovar quelli scrivono di novo, fo scripto 
a sier Vetor Foscarini podestà di Chioza per li capi 
di X, che, zonto fusse il corier, dovesse tuorli tulle 
le lettere particular et mandarle di qui. E cussi fece, 
e mandò assa* lettere a diti cai di X, ne le qual fo 
trovato una serivea sier Francesco di Mezo qu. sier 
Antonio con nove etc. unde, eri, nel Con- 
sejo di X, fo preso mandar per lui et examinarlo etc 
Et cussi Nicolò Aurelio secretarlo, con il capitanio 
dil Consejo di X, an So per lui. Qual vene a palato, 
el exaininalodai cai di X. ifemm fo chiama el Con- 
sejo e lirentiato el vadi a caxa, et si apresenti la ma- 
tina a li capi di X. Quello seguirà, ne darò aviso. Le 
lettere di privati a li oratori drizate, fono rema oda te 
subito al e rier. 345 

E nota. i>i Chioza vanno con barche fino a Ri- 
mino, et fo ordinato la barcha resti lì aspelar corieri 
e condurli qui. 

Ifem Sier Alvise da Canal qu. sier Luca sopra- 
cornilo di una galia sotil era in Istria, vene a Chicca 
dal provoditor di l'armada. et con licentia vene in 
questa terra et fo in Colegio. Expose cercha le galle 
sono lì, da parte dil provoditor, et poi 3 dì ritornoe. 
E nota. Non si arma qui, licrt li sopracomiti babino 
messo bancho, perchè le galie di V arsenal non è in 
bordine. Gionse in Istria e: rie nave di tormenti car- 
gade in canal «li Negroponte, perchè si ha la irata 
dil Signor turco, et e |kt Ih uhiigutiou fata per sier 



485 



MDX, GfcNNAJO. 



486 



Thadio Contapini qu. sier Nicolò et compagni. Fo 
dito è stera 30 milia. Item, di Cypro, vene una na- 
ve con orzi stera 10 milia in zercha, et fo opiima 
cossa. Item, eri vene di Milan Hironimo d'Ada 
marchadante milanese, venuto con gran difieullà. 
Nou lo voleano lassar venir. Dice certo il re di Fran- 
za per pasqua sarà a Milan, et fa grandissimi prepa- 
ramenti in la Franza ; e perche dubita non haver 
biave da cavallo e strami di Provenza, volea far car- 
gar nave et condurle a Zenoa eie. Item, fo dito il 
viazo di Coloqut per le parte di Lisbona horamai va 
mal, perchè le nave mandate ne è rote alcune, et 
non si trova più cui voy andar. Etiam todeschi non 
fa per loro il viazo di Lisbona, perchè a comprar le 
specie li vieti mollo care; poi non spaza le sue mer- 
chadaotie ehome fano qui a Veniecia. Siche li mar- 
chadauli alemani non pono più star a questa guerra 
presente. 

Noto. A li zorni passati, per il Consejo di X, fo 
expedito uno servitor fo di sier Zacaria Contarmi el 
cavalier, nominato Hironimo da Castelfrancho, in 
Augusta a quelli capi di la dieta et electori et a certo 
amico nostro alemano, con le lettere portate in li 
stivali cusite piombate di la Signoria, che avisano li 
partiti hanno voluto et sono per far a P itnperator 
volendo acordarsi con questa terra, et la recogni- 
lion li volemo dar etc. linde, per il Consejo di X 
fo preso darli una slajera, la prima vachante, al dito 
Hironimo, tornato che 'I sia et babbi la fede di haver 
portato le ditte lettere. 

Da poi disuar, fo Consejo di X con zonta, et fono 
expedicti alcuni trivisani retenuti in quarantia novis- 
sima, videlicet Alvise dal Corno et Troylo dal Cor- 
no. Che siano cavati de lì, et stogino qui et si apre- 
sentino. 

Di campo, di proveditori, vene lettere. Qual 
uno era a Soave, V altro andato a San Bonifazio a 
tir la mostra di zente, e sier Francesco Morexini pa- 
gador amalato è venuto a Padoa, con loro licentia, 
a varir. Item, il capitanio zeneral havia la febre 
granda, e pien di catari e humori calivi ; ha mandato 
a Padoa per medici. Item, el voria far li 300 ho- 
meni d' arme eh' è la sua conduta, et aver uno co- 
lonello di fanti, e altre particularità, ut in litteris. 
2 * £ voleno danari. Et per il Consejo di X con la zonla, 
li fo scripto a diti proveditori che, atento il capita- 
nio zeneral é amalato, che esso sier Andrea Griti sia 
proveditor et governator zeneral di tutte le zente 
d' arme di pie' e da cavallo, et debano carczar quelli 
capi, e tutti siano sotto di lui etc. ut in litteris. 

Et volendosi slridar capitanio a Padoa in loco di 



sier Zacaria Dolfin havia refudato, li avogadori non 
volseno, dicendo è cazuto a la leze, e non poi refu- 
dar per la parte dil servir de bando, senza pagar la 
pena, 

A dì 24, fono lettere da Constantinopoli 
di 8 dezembrio, venute per via di Ragusi. È fre- 
sche. Si dice bone. Il sumurio scriverò di solo. 

De Istria. Di sier Francesco Pasqualigo 
proveditor di stratioti, di 22, date a Bugie. Co- 
me i nimici erano venuti per quelli lochi a far danni. 
Et venuti a Portole, lui è li vicino, ha stratioti ca- 
vali .... et è venuti fanti et cavalli di quelli lochi di 
T Istria, et vederi di proveder etc. 

Da poi disnar, fo Pregadi et leto molte lettere. 

Di la Badia. Di sier Zuan Paulo Grade- 
nigo proveditor zeneral. Chome quelle zente no- 
stre è corse fino apresso Figaruol; fato certi danni 
ma pochi, perchè fono avisati, ut in litteris. 

Di Lonigo, di proveditori /venerali, di eri. 
Chome erano tutti do venuti lì, e ì capitanio stava 
meglio. Era zonto maistro Bortolo di Monlagnana 
da Padoa medico per il capitanio. Item, mandano 
deposition di Verona, che patiseno assai per quelle 
zente vi sono fanno mille oltrazi, chome dirò di solo. 

Di sier Alvixe Dolfin proveditor zeneral in 
la Patria di Friul, date a Gradischa. Qioiue 
quelli stratioti hanno corso vicino a Goricia et fato 
certi danni, ut in litteris, non però da conto. 

Noto. In questi zorni, fono in Colegio, venuti di 
Friul, zercha 50 castelani di la Patria conlra domino 
Antonio Sovergnan dolor, dicendo si fa da signor 
e voi esser sopra li altri. E dimandono alcune cosse 
è di la Signoria. Fono assa' acharezali et expediti 
ad vota, e rilomono in la Patria. 

Da Andernopoli, di sier Nicolò Zustignan 
qu. sier Marco et Nicolò Baldini secretario dil 
baylo, di 8 dezembrio. Chome riceveleno le nostre 
lettere. Fono da li bassa, et scriveno coloquii abuli 
insieme. Hanno bon voler; ma non è tempo. 11 Si- 
gnor è amalato, e allo più presto a la quiete al pre- 
sente che a far guerra. Poi è inverno; hanno assa* 
tempo. Li dispiace di ogni mal di la Signoria. Li 
piace il campo de l' imperador sia leva di Padoa, et 
si stari a veder. Et in conclusion, da* turchi è podio 
da sjierar prò nunc. 

Item. Il Signor arma a Costantinopoli Camalli, 
qual ussirà con vele per andar conlra corsari. E altre 
occorenlie, ut in litteris. 243 

Fu poslo, por i savii d' acordo, una lettera a Ro- 
ma a li oratori. Che al recever di queste, credemo 
il papa harà levalo l'inlerdilo, el per* vedinodiha- 



487 



UDX, GENNAJO. 



488 



243- 



ver a 1 nostri stipendi! quelli 4 capi, videlicet Julio 
Orsini, Renzo da Cere, Silvio et Marco Savello, i 
quali si conzono Tanno presente con la Signorìa no- 
stra et poi non volseno venir, et tochono danari etc. 
Item, vedino di haver il signor Prospero CoIona ; 
con altre parole in hac materia. Et fu presa. 

Fu posto, per li ditti, scriver una lettera ai pro- 
veditori zenerali in campo a Lonigo zerckia li 300 
homeni d' arme voleno il capitanio zeneral, eh' é la 
sua conduta, havendosi a far zente questo anno, et 
uno colonello di fanti etc. Et li fo scripto in risposta 

che 

Et parlò sier Luca Zen procura t or, tomen senza 
conclusion, et chiamò sier Zorzi Corner el cavalier 
procurator in renga, ciré stato proveditor in campo, 
el qual etiam andò in renga et parloe zercha il con- 
te di Pitiano, laudandolo di fede et bon governo. Or, 
per niun di Colegio non li fo risposto, e andò la let- 
tera e fu presa. 

Fu posto, per i savii 4 ai ordeni, che le galie di 
Alexandria che se parteno, atento la galla di sier 
Zuan Batista Bembo è più carga di quella di sier 
Zuan Batista Falier, che '1 possi el debbi meter dil 
cargo su la Faliera, non obstaute il cargar fato per 
li marchadanti. Item, sia scripto a Corfù, Zante et 
Candia che, zonte saranno in Alexandria, si debano 
avisar uno rezimento a P altro zercha armade fos- 
seno in mar; e si le galie fosse partide di Alexan- 
dria, debbi tochar Candia in certo loco etc. ut in 
parte. Contradise sier Marin Zustignan fo savio a 
terra ferma, dicendo si voria armar do galie ba- 
starde qual stesse a Corphù a questo effecto, e per 
le galie e per il stato. Ifem, che dite galie di Ale- 
saudria, ne l'andar e nel ritorno, lochino Gmdia etc. 
Li rispose sier Vetor Capello savio ai ordeni, e disse 
in che mali lermeni si trovava P arsenal. Fu presa. 

Et nota. Dite galie, oltra i rami e altro, portano 
de contadi da ducati setauta milia e più 

Fu posto, per li savii, el leto lettere di sier An- 
tonio Zustignan dolor vice locolenente in la Patria, 
che scrive si troveria di vender quelle possession de 
lì di Sabionzello, e altre di la Signoria. Item, certi 
boschi di Caneva, et dicitur si trarà da ducati 40 
milia. Unde, fu posto che 1 Colegio babbi libertà di 
pratichar di vender, e vengi poi al Pregadi con 
quello i barano. Et fu presa. 

Fu posto per certa gratia di uno 

Cambello lavora curazine in P arsenal, ut in ea. E 
fu presa. 

Fu posto certa provision a uno di Antivari. 

In questa matina, in quarantia criminal, el perchè 



era uno solo consier da basso, sier Polo Antonio 
Miani fo chiama da* consieri di sopra, zoè sier Fran- 
cesco Zustignan et sier Hironimo Tiepok), et fo pie- 
dato per sier Alvise Gradenigo avogador, che sier 
Luca Falier di sier Marco eri era intrato in caxa del 
padre et roboe molte robe ut in processu ; unde 
fu posto di retenirlo et proclamarlo etc. Et presa la 
parte, fu proclamato in Rialto si vengi a presentar 
al Consejo di X. 

A dì 25, fo San Polo, et fo chiaro et sol tutto il 
zorno. Et la matina si ave in Colegio, per lettere di 
sier Marco Antonio Contarmi capitanio, era con 7 
barche armade a Loredo, dove era podestà sier Hi- 
ronimo Zigogna di sier Francesco qual era amalato 
a Veniexia et era ivi vice podestà suo fradello sier 
Zuan Domenego, scrive chome eri sera, a bore zer- 
cha 5 di note, havendo i nimici feraresi preso la bar- 
ella di la guarda che lenivano mia do lontan, veneno 
di longo, zoè do fuste et barbote etc. con zente. Et 
esso capitanio subito, volendo intrar nel baslion, ma 
non havendo homeni perclié Loreo era sta desabi- 
tato quasi e le done e robe menate a Chioza etc., li 
fo forzo con 7 barche venirsene li a Cavarzere. Et 
inimici messono fuogo a le caxe di Loreo, e lo vano 
brusando. 

Et intesa questa nova, che solo il dogado si feva 
questi danni, per Colegio fu fato molte provision per 
vareutar Cavarzere et Chioza. Prima scrito a Chioza 
al podestà el al proveditor di P armada, eh' è lì con 
galie bastarde et sotil, che lazi proclame con gran 
pene tutti li galioti vengino in galia, et debino man- 
dar barche e I podestà el zenle a Cavarzere. Item, 
in Piaza ili San Marco, fo fato cride tutti li galioti di 
le galie è a Chioza, vadino su le so' galie subito, sotto 
pena di esser l'alidi etc. Item, scrito a sier Zuan 
Paulo Gradenigo proveditor zeneml eh' è sul Pota- 
sene, che 1 mandi 300 fanti a Cavarzere. Item, or- 
dinalo armar qui do fuste et mandarle de lì, et fo 
dato li danari a sier Vetor Michiel executor acciò 
facesse tal effecto. 

E nota, che poi non fono armate. 

Ancora è da saper, li 1 1 redeguardi erano a la 
Piaza di San Marco za 8 zorni, fo tirali in P arsenal. 
Item. Eri sera fo mandalo in campo ducati 4000, 
et sul Polesene ducati 3000 per pagar le zente é al 
stipendio nostro. 

Da poi disnur, fo Colegio di la Signoria e savii, 
e dato alquanto audienlia. Poi vene lettere di Cavar- 
zere che i nimici haveano brusà tutto Loreo, et che 
Are si havia reso. Et provision fate, et stanno ri- 
guardosi. Et nota. Qui erano 3 oratori di Are, quali 



489 



MDX, GENNAJO. 



490 



erano per Golegio sta expediti di capitoli ad vota, 
U et electo il suo proveditor sicr Lunardo Bembo qu. 
sier Francesco, ehome ho scripto di sopra, con «lu- 
cati 20 al mexe, et si pagava de II con quelli dacii, 
et li era ogi in Colegio sta fata la commission e tutto, 
e doveva partir; ma inteso tal nova, non anderà più. 
Vene etiam lettere di sier Hironimo Contarmi pro- 
veditor di T armada di provision fate, cbome più 
diffuse scriverò di soto. Et li savii mandono a chia- 
mar sier Antonio Trun procurator, qual era coro- 
zato e non veniva in Golegio, el qual vene e siete a 
consejar certa materia. 

Di Feltre. Fono lettere di oratori nostri. 
Chome ancora non haveano auto risposta, et stavano 
ad spetarla. Item, zonseno qui oratori di la comu- 
nità di Feltre. 

In questi zorni, per il Consejo di X, fu dato a 
Zuan Forte stato in Lignago, qual é venuto qui, era 
col signor Pandolfo Malalesta, or li fo dato di con- 
duta 50 homeni d'arme. In questa terra erano molti 
conestabeli a le scale, et assa 1 soldati in questa terra 
tutti aspetando si fazi fazende, perché in campo li 
danari erano un podio longi di zorni 40 et 50, 
ergo etc. 

A di 26 la matina, in quarantia criminal, menato 
sier Hironimo Tiepolo consier di sora da basso acciò 
fossetto tre, justa la parte, fu preso, per il piedar di 
avogadori, di retenir sier Andrea Querini di sier 
Piero de Cypri, qual è a la justicia nuova, e questo 
per aver tolto certa femena di una barcha per forza 
et auto a far con lei, né la voleva restituir al pa- 
dre etc. Siche tutte le balote fo a la sua retenzion. 

Di Lonigo. Fo lettere di proveditori vene- 
rali, di Sèi. Chome il capilanio zeneral stava meglio, 
et altre occorentie. Nulla da conto. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta. Fo 
ditto per trovar danari, zoé prò 1 al Monte novissimo 
di ducati 200 milia. E si melerà angarie, et si trove- 
rà li danari perché bisogna ajutarsi. 

Di Roma, vene Farfarello corier con lettere 
di oratori nostri, di 17. 11 sumarìo é questo. Cho- 
me il papa va a bori camino, et coloquii abuli col 
cardinal Corner, e fato varii discorsi, e ditogli e ju- 
ratoli in pectore suo che, si la Signoria li compia- 
sea dil golfo per li subditi di la Chiexia, che '1 leverà 
le censure, e farà anche altro in beneficio di questo 
slado. Et li ha mostrato lettere dil vescovo de Tioli 
eh' è suo oralor in Franza, et che '1 re di Fraina 
aspira farsi re de Italia etc. Item. Il signor Constan- 
te Amiti, qual è nemiclio di Franza, fa l>on officio 
col papa pr»r la Signoria nostra, e esisti i! cardinal di 

/ Diari i di M. Sanlto — 7W IX 



Napoli e San Zofzi. E altre particularila, ut in Ut- 
teris. Item, che 1 papa ha soldato 10 milia sguizari 

zoé cantoni, et li dà ducati 20 milia in tempo 

di pace, et in tempo di guerra ducati tre per uno al 
mexe operandoli, et li ha mandalo danari et uno 
orator episcopo nominato in litteris, et si ticn lo 244 * 

farà cardinal, eh 1 é lo episcopo Item, che 

a Napoli é seguido certo rumor : che havendo il rt 
di Spagna mandato 11 uno inquisitor per inquerir 
contra marani sono in quel regno, et fato certe io- 
quisitione, par il populo di Napoli et quelli primi se 
siano sublevati contra di lui ; qual ha convenuto an- 
dar in castello etc. Item, che sier Polo Pixani el ca» 
valier orator nostro stava malissimo, et é venuto . . 
et si ha confessato e comunichato el ben pre- 
parato a morir, e il papa 1' ha mandato asolver et 
benedir (in ai lecto. In conclusion, le lettere di Ro- 
ma sono bone etc. Et fo terminato, domati eh 1 é do- 
menega, non far gran Consejo, licei bisognasse far 
tre consieri di Veniexia, che era il tempo, et capila- 
nio a Padoa in loco di sier Zacaria Dolfiu ha via re- 
fudado per invalitudine et non migliorava, imo si 
ave lettere poi di sicr Piero Balbi podestà, che ac- 
certava esso suo colega non potersi operar. Et cussi 
fo terminato doman far Pregadi per scriver a Ro- 
ma. Et Consejo di X vene zoso a bore 5 di nocle. 
Steteno lardi, per veder le lettere di Roma che era- 
no in zi ra. 

In questo zomo, su la Piaza di San Marco, more 
solito, a la campana io apichato uno ladro di nalio- 
ne padoan, qual fu preso a Padoa el menato in que- 
sta terra. Havia taja, et rubò una botega in Marzaria 
ormesini e altro é zercha un anno, per assa 1 valuta. 

Noto, chome in questi zorni, per il Colegio, fu 
mandato a Padoa sora le fortification qual si va fa- 
zando e bisogna far, sier Alvise Barbaro era a le ra- 
xon vechie qu. sier Zacaria el cavalier procurator, 
qual, al tempo di V asedio, era lì proveditor a la Sa- 
rasinescha, et su li ripari ben si operoe, posto per li 
provedilori dil campo. Item, li fo dato et limitato 
ducati 20 al mese per spexe, et poi fu fato a le ra- 
xon vechie in suo locho uno altro. 

A di 27, domenega le matina, fu principiato a 
dar danari a P armamento, et armar sier Zuan Fran- 
cesco Polani sopracomito, el qual fo expedilo et a di 
3 febrajo partite per Chioza. 

Tutta la terra parlava che ogi non si feva gran 
Consejo, et che di Roma è bone lettere, e che 1 papa 
voi andar a bon camino. 

Di Cacar. ~cre, di sier Marco Antonio Con- 
tarmi capitanio di Po, qual è lì con barche. 

3» 



491 



MDX, GENN.UO. 



49-2 



Avisa che i nimici a Loreo ha fato pocho danno, 
brasato solutn 4 in 5 caxe et tornono ind riodo; et 
che qaelli di Arian é sta causa dil tutto; et sono an- 
dati etiam verso Are a danizar e farli danni. Item, 
se inlese a Ferara si preparava di armar le gaiie, et 
si aspetava zurme et sopracomiti pratici. 

Di campo. Vidi lettere di sier Piero Mar- 
tello proveditor genera 1 , di 25, da Lonigo. Co- 
me li nostri cavali lizieri che vanno ogni zorno a la 
scoperta et la note a la scolta, prcseno eri sera a San 
Martino zercha cavali 84 de sacomani, che erano 
545 ussiti di Verona per strami ; né mai escono, che da 
la necessità sono cazati, che i non lassano dil pelo. 

Item, che ogi erano stati a Villauova a soprave- 
der quelli lavorieri et consultarli, et luni proximo, a 
dì 38, haveano posto bordine de haver bona suma 
de guastadorì per expedirli, et speravano, per tutta 
questa altra setimana, andarvi. Et zercherano di re- 
strenzer quello exercito più avanti a quelle frontiere, 
et erano per far vegnir parte di le fantarie dil Pota- 
sene et quelle gente d' arme vi sono lì in campo, et 
cussi parte di le fantarie di Vicenza per ingrosar 
r exercito, et haveano fati vegnir quelli fanti sono 
in Moncelese. Item, che 'l capitanio zeueral, par sia 
alquanto miorato. 

Dil dito, ivi, de 26, hore 2 di note. Come que- 
st'i note ebeno nova nimici di Verona doveano ussir 
la matina a danno di nostri, et immediate mandono 
comandamento per tutti li alozamenti che subito si 
ineteseno in arme a cavalo, e andasseno verso Villa- 
nova. Et loro proveditori a hore 7 andono a dormir, 
et a le 8 fono a cavallo. Et gionti de là de Vii la no va, 
mandono le loro scoperte et vedete fin sopra la cam- 
pagna de San Martino el vedendo fina 17 non esser 
ussiti, licentiono le zenle, et cussi loro proveditori 
ritomono lì in Lonigo a disnar. Et cussi stavano in 
exercitio, et dormiva vestito. Item, che zonti, vene 
a loro un messo di P illustrissimo capitanio a dirli 
che questa note soa excelenlia havia molto pezorato, 
e che li medici P aveano per disperato. Unde, poi 
disnar, loro proveditori andono a vederlo, e lo tro- 
vono star malissimo et in gran alteratione et smanie. 
Et scrive cussi : « adeo che io credo che a la più 
lunga el non possi passar diman damatina a morir. 
Et é grandissimo disfavor a le cosse nostre. Il corpo 
si farà meter più honorevolmenle si potrà in depo- 
sito a li frati di San Francesco di observantia, fin 
che '1 se possi mandar a Padoa, over far quello vorà 
la illustrissima Signoria. Se mandò ogi per uno suo 
fiolo de anni 12, eh' é a Padoa. » 

Et nota. Per le lettere puhlice, par dito conte et 



capitanio zeneral nostro, in questa malatia, chiamò 
a se li proveditori et alcuni capi, tra i qual domino 
Lucio Malvezo, qual lo constituì in loco suo et rico- 
mandoli P exercito, dicendo fosse tenuto ben con- 
lenti li soldati et pagati, et che loro dovesseno ser- 
vir con fede questa Signoria, perchè, chome lei fus- 
se minata, tutta Italia starebbe mal, e la militia ita- 
liana saria persa. Et disse molte cosse zercha lo exer- 
cito, né di altro mai parlava cha dil campo et di l'a- 
nima, ne mai disse di (ioli. Qual però, havia per 
avanti fato testamento etc. La qual nova in Colegio 545 * 
fo aldilà da tutti mal volentieri ; che si perdeva cussi 
excelente e degno e fidato capitanio, el in che tem- 
po. El qual havia anni .... però che 1 naque 1443 
a dì 6 oclubrio, a hore 19 avanti mezodì. 

Da poi disnar, fo Pregadi et sopravene altre let- 
tere. 

Di Roma, di oratori nostri, di 23. Come il 
papa persevera nel bon voler, e desidera vengi la ri- 
sposta zercha il golfo ; et era rimasto col cardinal 
Corner, col qual parla di questa materia, che zercha 
il golfo, che tutti possi navegar, che volendo la Si- 
gnoria li subditi di la Chiesia libere navegi, che, dil 
reslo, a veder se aveino raxon o no, si melerà in . . 

cardinali, pur che non siano veneti, i quali ju- 

dicherano questa materia ; ne per questo non impe- 
dirà che '1 non lievi le censure. Siche Paspeta rispo- 
sta di qui presto. Et che 1 cardinal Pavia, era legato 
a Bologna, qual e venuto lì, è sta in camera col car- 
dinal Corner e il papa soli e fato varii discorsi e di 
gran preparamenti fa il re di Pranza etc. Item. Ha 
dito al cardinal Corner : < Quella Signoria crede li 
domanderemo il marchexe di Mantoa. Non è vero; 
ma bensì faremo altro. Si quella Signoria vorà lo 
lasserà, perchè sarà bori capitanio italiano. » Item, 
che '1 papa va a Hostia, poi a Civitavechia, e tornerà 
a la fin dil inexe. 

Item. Par si voy interponer in acordar Maxi- 
mian con la Signoria, el za ha mandato uno episco- 
po nominato di sopra oralor a la dieta, et uno altro 
a' sguizari. Item. Par. il cardinal Regino ciré agen- 
te dil re di Spaglia, è andato dal pipa a dir che 'l 
suo re non e più in liga, perchè P ha inteso il papa 
voi mandar 4 cardinali nel regno. Item. Che dilo re 
di Spagna é rimasto d' acordo e fato liga col ducha 
di Bergogna el madama Margarita che quello duca- 
to governa, et è certa. Et essi oratori mandono li 
capitoli di la dita liga auli per bona via in questa 
terra a la Signoria, li quali ogi fono ledi secretissi- 
me in Pregadi, tra li qual è uno capitolo che pro- 
mele ajutar il re di romani contra venetos con ar- 



403 



MDX, GENNAJO. 



41>4 



mada, si opus fuerit. Itetn. È lettere, di 29 dil pa- 
sato di Ingaltera nel suo oralor è li a Ruma, che '1 
re ha fato paxe con suo cugnato re di Scoda. Itetn. 
Havia elecli do oratori in Franza, et con commission 
in favor de' veniliani ; et che 'l re di Franza ne man- 
dava tre in Ingaltera ; et che (a) englesi non pareva 
quelli do partiseno, se prima non fosse zonti quelli 
francesi al re, per saper quello vorano. E altre nove 
e parole dite al re per sier Andrea Badoer orator 
nostro. In conclusion, V oralor de Ingaltera fa bon 
officio. 

Itenk Coloquii abuti con il signor Constantin Ar- 
niti ; et che '1 signor Prospero Colonna, eh' è stalo 
a Roma dal papa, ha fato bona opera in favor no- 
stro. Itetn. Mandono certo capitolo di una lettera 
di 2 di questo di Franza dil vescovo di Tioli orator 
2 lo dil papa, che scrive al papa, chome li ha sorilo sem- 
pre di gran preparamenti feva il re per Italia, hora 

li scrive da che col re di Ingaltera non sie- 

gue acordo alcun, imo non si parla di altro de lì 
cha di guerra con englesi, e che lien il re non vera 
in Italia. Itetn. Altre particolarità contien dite lettere 
di Roma, ut in eis. Et sier Polo Pixani orator stava 
a T usato. Si havia iterutn voluto comunichar, et 
fato testamento. Et uno medico, che li ha dato il car- 
dinal di Medici, li ha dato certa medesina eh 1 é di 
aurum potabile, adeo li ha fato venir assa' sangue 
fuora per la bocha. Pur sta grieve; né se li mancha 
le provision. 

Et fo leto lettere dil cardinal Corner a la Signo- 
ria in Pregadi mollo laudate da tutti; siche hora 
dito cardinal v in gran reputalione. Dil cardinal Gri- 
mani, par sia indisposto, et di lui nulla si parla, né 
va a palazo dal papa. 

Fu posto, per li savii d' acordo, (scriver) a Ro- 
ma a li oratori, laudando il cardinal Corner di l' ope- 
sa sua ; et che semo contenti, si non si poi far senza, 
ineter la cossa in li cardinali zercha il golfo etc. Et 
debano solicitar, poi che 1 pontefice da di 9 fin 2S 
é constante in voler venir a bon camino. E altre par- 
ticularità, replicando quanto li fu scrito etc. Fu 
presa. 

Nolo. Fo dito il papa aspira a gran cosse. A me- 
ter Zenoa in libertà ; et haver il reame di Napoli 
eh' é di la Chiesia ; a cazar francesi e spagnoli de, Ita- 
lia etc. Quel sarà, si saperà. 

Fu posto, per li savii d 1 acordo, una lettera a li 
proveditori zenerali in campo, che con gran displi- 
centia sentimo il pezorar et star in extremis dil ca- 
pitarne zeneral nostro. Et però debano star reguar- 
dosi et uniti, et con quelli capi conduticri, et sten- 



der a le menaze li fanno quelli é in Verona de ussir. 
Et altre parole ut in litteris. Et fu presa. 

Fo Cousejo di X con la zonta, lezendo le lettere 
assa 1 dentro. 

Fu posto, per li savii ai orde ni, che sier Zuan Ba- 
tista Bembo patron di una galia di Alexandria, possi 
dismonlar di galia dove li par per far le sue merca- 
dantie e altro, lassando un vice patron in galia, cho- 
me a sier Mallo Bernardo fu concesso. Et fu presa. 

Fu posto, per li savii d 1 acordo, una lettera a li 
oratori nostri sono a Fellre, quali aspelano la rispo- 
sta da Trento di esser insieme con li oratori regii 
un 1 altra volta, come era lettere di Roma, et avisarli 
quanto si ha, et che con diti oratori, quando sarano 
insieme, vadino reguardosi, et tratino la materia di 
l'agumenlo di danari paulatim. Et fu presa. 

Fu posto, per li savii, alento sier Nicolò Lippo- 
mano fo electo podestà et capitanio a Feltre poi a- 
cetado havesse refudà, et però sia electo de pre- 
senti uno proveditor a Feltre con ducati 400 neli a 
Tanno per spexe, et sia per uno anno. Et fu presa 
la parte, et tolto il scurlinio, fono nominali numero 
45. Et perchè erano assai tolti, per l' hora tarda non . 
fono balotadi, et il scurtinio andò zoso. 246* 

Sumario di do lettere di Roma, scripte per do- 
mino Hironimo conte di Forgia doctor a 
sier Zuan Badoer doctor et cavalier, fo ora- 
tor a Roma. 

Lettera di 21 eener. Come si muratura che 
T auditor Grassis bolognese, che fu legalo io terra 
de' sguizari questo estale, dia ritornar presto con lo 
episcopo sedunense sguizaro a trovar la cesarea ma- 
jestà, overo pur in terra de 1 sguizari. Quello vadino 
a fare, non se intende. Questo sedunense é molto 
amico de V imperator e inimico de Franza. Si dice 
il re di Franza (ha) hauto 6000 sguizari. Qui tan- 
dem é giolito lo signor Constatino Amiti con Ululo, 
ut dici tur, di orator cesareo. Questo é vero : che il 
re di Franza fece intender a V imperator, che se '1 
leniva lo signor Constantino aprcsso lui, non potea 
durar pace tra loro. Forsi é partito per questo. Que- 
sti galli mollo meuazano che il re lornarà in Italia a 
la aperta con 300 homeni d' arme, olirà quelli ha in 
Italia, che dicono esser 1700. Et è una lettera de 11 
facta in Brexa, che scrive : sono asecurate le cosse 
di Brexa ; habiamo comprato Valezo per 25 niilia 
ducati, e francesi sono in Verona. E si dice che loro 
hanno le roche di Verona, e si dice che '1 re di Pran- 
za ha comprato Lignago <lc. 



495 



UDX, GENNAJO. 



496 



Lettera dil dito, di 23 dito. Ogi el pontefice, 
principalmente per andare a Civilavechia, è andato 
a Bostia per veder la rocha che se fa, et si dice 12 
galie. 

A Zenoa fa fare una galeaaa bellissima per la sua 
persona, e dice per andar centra turchi. E tornerà 
a P ultime di) mese per la Puribcatione. 

Di Franta, sono lettere dil legato che 1 re 
non e per venir in Italia, imo bisognando, manderà 
monsignor di Tremoja con el gran maistro de Mila- 
no. El simile é sta fato intender a 1 fiorentini che 1 
ditto re non venire. Il quale se sforza persuader 
questo al papa ; ma credo che 'I se vorà molto ben 
asecurare de questo venir dil re in Italia; ma quanto 
più negerà il re di venir, tum tninus est creden- 
dum. Il papa ha scrito a Grassis vogli celerar il suo 
andar in Germania, credo ad instantia di lo episcopo 
sedunense eh 1 è andato con lui. Sono lettere di 15 
del passato vechie a Y orator ispano, che lo impera- 
Uìt havea mandato uno al re di Franza per farli in- 
tender che se '1 non li dava ajuto de sorte che '1 se 
, potesse prevalere conlra la Signoria nostra, li seria 
necessario acordarsi con quella. De Ingaltera, sono 
lettere de ultimo del passato, le qual replicha, et se 
expeeta dui oratori novi a prestar ubedieiilia al pon- 
tefice, et barano etiam quella moderna comissione 
che ha quest' altro. Questi di, fu certa fuma che Ur- 
sini si conzavano con Franza. Il papa, l'orsi per que- 
247 sto, mandò per il signor Prospero, il quale vene qui 
a Roma e stete poco e se partile a* 20 dil mexe e 
tornò a le sue castello, el quando le eosso de lo im- 
peratore fosseno conzate, veneria volentieri a li ser- 
vici! di la illustrissima Signoria nostra. A* 17 gionse 
qui il reverendissimo legato di Bologna Pavia, et fu 
ricevuto il di sequente in concistorio publico, et in 
la solita gratia del ponlifice. Se expeeta il ducha de 
Urbino con la moglie, e ancor Juliano de* Medici con 
lui, per purgarse di certa suspicione di eerto tra- 
ttato del Bentivoy. E per lo venire dil ducha, il qua- 
le desmontera nel pulazo che stava il cardinale ale- 
xandrino, se prepara le feste iutermissse alcuni anni 
per carnevale molto magnifloe. Il signor Zuan Paulo 
Bqjon é qui chiamato ci il pontitiee, ut ereditar, per 
farlo in loco di quello de la Mirandola che ftj morto 
a Ferara. Il magnifico missier Polo Pisani, homo 
come sa peti raro, consu:nalissimo, et opus naturi* 
absoìutum, è infermo gravemente morbo quem vo- 
eant Timpanite. Dubito che disseivetur, se Dio 
non mete la mano. Et con quello vigore di animo e 
de prudentia se prepara a tal viazo, come se *l vo- 



lesse venire a Venecia : tir nunquam satis lauda- 
tila etc. 247 * 

Di Lonigo, di proveditori, nel levar di Tre- 
godi zonse lettere, di 26 di note, breve. Come in 
quella hora era spirato lo illustrissimo signor capi- 
tanio zeneral conte di Pitiano, con gran dolor di 
tutto quel exercilo etc. Lo farano meter in deposito 
et in una cassa, et lo manderano a Padoa aspetando 
hordine di la Signoria nostra. 

A dì 28 la matina, in Colegio fono lettere 
dil secretarlo nostro di Hongaria Vicenao Gui- 
doto in 8ifra, et di Zagabria di sier Piero Pu- 
squaligo dolor et cavalier orator nostro. Il su- 
mano scriverò poi, perchè non fono lecte. 

Di Lonigo, di proveditori, di eri. Ghome ha- 
veano fato meter il corpo dil capitanio in una cassa 
vestito da frate. Quel zorno posto a camino per il 
Frassine, poi per barena sarà conduto a Padoa. Et 
pregano la Signoria si scrivi a Padoa debbi hono- 
rarìo, perché soa excelentia merita ogni honor. Item, 
starano reguardosi et uniti. Et si stagi di bon animo. 

Et in Colegio, fo parlato di honorar il corpo e 
farli uno exequie in questa terra honorifìcho a San 
Zane Polo, e far il corpo sia portato qui et posto in 
San Marco, et ordinato domino pre' Zuan Baptist a 
Egnatio, homo doto, fazi la oratione funebre; qual 
etiam la fece a V orator ispano che morite qui. Ri 
sier Zorzi Emo savio dil Consejo, si tolse il cargo di 
far far dito exequio. Et fo scrito a Padoa fusse ho- 
nora' il corpo, et zontn lo mandasseno in questa 
terra con Arati in compagnia. 

Da poi disnar, fo Pregadi et leto poche lettere, 
videlicet : 

Di Buda, dil secretorio nostro Vicenso Gui- 
doto, di 2. Coloquii auti de li, et che 1 re di Franza 
ba scrito a quel re di Hongaria, qual è ancora in 
Boemia, voy tuor la Dalmatia di man di la Signoria 
nostra, perchè a lui aspeta ; si non la torà lui. Et ohe 
*> eonte palatino e alcuni baroni ha dito saria meglio 
la Signoria la desse voluntarie etc. Tamen, il re 
non ha dito nulla, et non voi però admeter, per le 
censure, Y orator nostro. E altri avisi ut in litteris. 

Di Xagabria, dil Pùequaligo, di 9. Chome 
sta 11 ; aspeta aver salvoconduto di andar dal re. 

Item. Altre occorentie et ooloquii con quelli un- 
gali, et che 1 Bot Andreas si era amalato et havia 
dil mal assai. 

Di Roma. Fo leto una lettera scrita a uno qui, 
eh* è Piero di Bibiena, di 17, ed è molto copiosa. E 
di la bona mente dil papa verso questo stado e voi 



407 



VJDX, 1ÌENNAJO. 



4U8 



levar le censure; et che madona Felicita fia dil papa 
moglie dil signor Zuan Zordan Orsini, ha mandalo a 
dir al signor Julio Orsini si prepari, perché il papa 
voi esser con venitiani conlra Pranza. Et è uno aviso 
in Franza esser sta' fato parlamento zercba el venir 
dil re in Italia, e concluso uon vengi. Et fa gran pre- 
paramenti ; si dice chi per Italia chi contra il re di 
ìngaltera. Et che Spagna fa armata, et il re di Fran- 
za disse fa armata contra saracini ; nui semo quelli 
saracini. Et li ha dispiaceste di V acordo ha fato Spa- 
18 gna con Bergogna. 

Fu posto, per li savii d' acordo, dar a fra 1 Lunar- 
do da Prato, e governador in campo di cavali lizierì, 
ducati 200 di provision a V anno di più olirà quello 
havia, eh 1 era prima ducati .... e più cavali 300 li- 
zierì di conduta, el certa provision a do soi nepoli 
di ducati 10 per uno al mexe, che prima haveano 
ducati .... manche Et fu p esa. 

Et nota. Ave tutte le balote de si, el niuna di no, 
et niuna non sincere. 

Fu posto, per li savii tutti, che durante bello, 
siano suspese tutte le ripresale, ita che possi vegnir 
qualunche ogii, grassa e altro qui per far abondante 
la terra. Fu presa, et sia la presente parte publi- 
cataetc. 

Fu posto, per sier Piero Capello savio dil Con- 
sejo solo, per il qual fo chiama* il Pregadi, scriver a 
li oratori nostri sono a Feltre che non debano dir a 
li oratori regii, si sarano insieme, l' ultima delibera- 
tion fata di darli li 50 milia ducali più et li 25 milia 
annuali etc., atenlo la praticha si ha a Roma etc. 
ut in parte; ma a li altri savii di Colegio, non par- 
se strenzerli altramente la commissione, né fidarsi 
totalmente dil papa. Et li contradise sier Antonio 
Grimani. Li rispose esso sier Piero Capello. Poi par- 
lò sier Zorzi Emo. Andò le parte. Ave 16 balote, el 
nulla fu preso. 

Fu posto, per li savii tutti, elezer deprcesenti 
uno capitanio di le galie bastarde con li modi di al- 
tri, con questo possino esser elecli quelli sono in 
officio el quelli sono in conturoatia di dita capitaria- 
ria. Et fu presa, et per 1* bora tarda, non fu fato el 
scurtinio. 

Et letto le lettere, la prima cossa fu fota in Pre- 
gadi, fo fato, hessendo li savii in cheba a consultar 
le parte, scurtinio di proveditor a Feltro chome eri 
fu preso, et fono tolti numero 40, di quali 7 fono 
debitori et 33 balotadi. Et rimase sier Zuan France- 
sco Pixani, fo podestà a Rovere di Trento, qu. sier 
Lunurdo, el qual poi aceto. Et il scurtinio sani qui 
solo posto. 



Scurtinio di proveditor a Feltre, 
justa la parte presa. 

Sier Joxaphat Lion, fo proveditor sona i officii, 

qu. sier Andrea. 
Sier Cristophal da Canal, fo camerlengo de co- 
rnuti, qu. sier Luca. 
Sier Bortolo Moro, fo capitanio di la cita di 

Verona, qu. sier Francesco. 
Sier Alvixe Zorzi, fo capitanio di le barche ar- 

made, qu. sier Antonio cavalier. 
Sier Trojan Boiani, fo proveditor a Lonà, qu. 

sierjlironimo. 
f Sier Zuan Francesco Pixani, fo podestà a Ro- 
vere, qu. sier Lunardo. 
Sier Alvixe Bembo, fo podestà in Albona e Fia- 

nona, qu. sier Polo. 
Sier Alvixe Barbarigo, fo cao di XL, qu. sier 

Antonio. 
Sier Zuan Antonio di Renier, fo proveditor a 

Riva, qu. sier Jacomo. 
Sier Pelegrin Venier, fo castelan a Rovere, qu. 

sier Nadal. 
Sier Zusto Contarmi, fo proveditor a Meldola, 

qu. 9ier Lorenzo. 248 * 

Sier Nicolò di Prioli, fo proveditor ad Axola 

di brexana, qu. sier Malia 
Sier Lunardo Emo, qu. sier Zuane el cavalier. 
Sier Vetor Capello el s.vio ai ordeni, qu. sier 

Andrea. 
Sier Domenego Tiepolo, fo sopragastaldo, qu. 

sier Matio. 
Sier Vetor di Garzoni el grando, qu. sier Vi- 

cenzo. 
Sier Antonio Badoer, fo eao di XL, qu. sier 

Marin. 
Sier Andrea Dandolo, fo consolo di mercha- 

danti, qu. sier Antonio dolor. 
Sier Jacomo Antonio Tiepolo , fo avochato 

grando, qu. sier Matio. 
Sier Francesco Duodo, fo podestà a Caxalma- 

zor, qu. sier Lunardo. 
Sier Hironimo Barbaro, fo proveditor ai Orzi- 
nuovi, qu. sier Piero. 
Sier Piero Boldù, fo conte in Arbe, qu. sier 

Lunardo. 
Sier Hironimo Nani, fo podestà el capitanio a 

Bassan, qu. sier Francesco. 
Sier Vetor Pixani, fo proveditor ai Orzinuovi, 

qu. sier Piero. 



499 



IIDX, GENSAJO. 



500 



Sier Nadal Marcello, fo sopracomito, qu. sier 
Nadal. 

Sier Zuan Vituri è proveditor a Sazil, qu. sier 

Daniel. 
Sier Zorzi Simiteeolo, fo sopracomito, qu. sier 

Zuane. 
' Sier Andrea Surian, fo auditor nuovo, qu. sier 

Francesco. 
Sier Marco Memo, fo zudexe di procurator, qu. 

sier Andrea. 
Sier Hironimo Zulian, fo cataver, di sier An- 
tonio. 
Sier Antonio Loredan, fo cataver, qu. sier 

Mathio. 
Sier Zusfo Guoro, fo provedilor in Mestrina, 

qu. sier Pandolpho. 
Sier Bernardin da Canal el grando, qu. sier 

Piero. 
Sier Anzolo Trun, fo consier in Candia, qu. 

sier Andrea. 
Non. Sier Carlo Contarmi el grando, qu. sier Jaco- 

mo da San Agustin. 
Non. Sier Marco Gradenigo, fo sopracomito, qu. sier 

Justo. 

A dì 29, marti di matina, in Colegio fono 
lettere di oratori nostri, date a Feltre, di eri. 
Chome hanno recevuto lettere di oratori regii da 
Feltre, che i se debano redur a P Ospedaleto dove 
alias i fono, che loro vegnirano et udirano quanto 
loro vorano exponer etc. Et cussi anderano, (e) ju- 
sta i mandati e lettere exequirano. 

Di Padoa. Dì sier Piero Balbi podestà, di 
eri sera. Chome, a hore "24, era zonto lì il corpo dil 
capitanio zeneral in una cassa, et fu posto in chiesia 
di Santo Agustin. El la matina, esso podestà, perchè 
il capitanio è amalato né poi ussir di palazo, anelerà 
con la chieresia comandata di Padoa et lo condurà al 
Santo honorifice, et poi lo farà meter in harchu per 
qui, justa i mandati nostri. 

Et lo ordinato fusse dito corpo over capsa posto 
in la espella di San Zuane a San Marco, coperto di 
panno d' oro, et sopra uno soler allo con 4 torzi 
grossi impiatì, et poi si farà, a dì 30, el dì de San 
Marco, le exequie. Et il patriareha fo in Colegio, et 
posto bordine a questo. El qual etiam fo perché si 
provedi contra le sodomie et li monasterii averti ; et 
249 si dolse di uno medico zudeo qual (ha) auto lieentia 
di portar la bareta negra, et è sta mal fato. E disse 
altre cosse, e per li pechali si fa, vien le adversilà. 

De Histria, fono lettere di sier Francesco 



Pasqualigo proveditor di stratioti, date a dì 
23 in Grisignana. Come in quella note si levò da 
Bugie con cercha cavali 80 et pedoni 250, et vene fi 

in Grisignana hore inanti zorno, dove po- 

soe alquanto aspetando diti corvati che ussisseno 
fuora di Piamonte per far le solite sue corarie. Do- 
ve, ussiti a circha hore 4 di zomo cercha cavali 50 
corvati con bon numero di pedoni, nostri ussiteno 
fuora, et esso proveditor mandò Thodaro Remesi 
con li cavali a la via de la valle, et lui proveditor, 
con cercha cavali 10 et li pedoni tolse la via del mon- 
te. Dove tolseno de mezo ditti corvati et pedoni, 
el il fìol di missier Dieta Remesi et suo barba tutti 
si portono molto bene, et investite valentemente 
per mezo li inimici, et rompete li diti corvati, et ne 
deschavalcono zercha 30, i qual tutti fono tajati a 
pezi. In tra li altri, é il capitanio di dito loco no- 
minato missier Andrea Durmi, qual crede sia morto 
perché ebeno il suo cavalo. De li pedoni etiam molti 
fono feriti, morti e malmenati. Da poi veleno fuogi 
che quelli de Montona sono ussiti et hanno brusado 
una villa grossa de dito loco di Piamonte nominata 
Visinà. Questa matina, intende per li presoni fati, 
come cercha cavali 30 corvati, i quali erano compa- 
gni de questi, pasano a la via de Pixin ; siche non 
resterà, con ogni suo poter, de difender li subditi 
de la Signoria nostra et ofender a li inimici; ma vo- 
ria danari per li slratioti, eh' è assa 1 mexi non hanno 
auto danari. 

Scurtinio dil capitanio a Padoa ogi electo. 

Sier Alvixe Emo, fo cao dil Consejo di 

X, qu. sier Michiel 55.113 

Sier Domenego Benedelo el consier, 

qu. sier Piero 34.154 

f Sier Stephano Contarini, fo consier, 

qu. sier Bernardo 83. 70 

Sier Piero Marcello el provedilor ze- 
neral in campo, qu. sier Jacomo 
Antonio el cavalier 61. 84 

Sier Nicolò di Prioli, fo governator di 

P intrade, qu. sier Zuane . . . 58. 97 

Sier Hironimo Querini, fo cao dil Con- 
sejo di X, qu. sier Andrea ... 59. 98 

Sier Alvixe Mozenigo el cavalier el 

proveditor zeneral, qu. sier Thomà 78. 81 

Sier Luca Trun, fo cao dil Consejo 

di X, qu. sier Antonio . . . .60.100 
Non. Sier Piero Duodo el savio dil Consejo, 

qu. sier Luca 



50! 



MDX, GENNAJO. 



50? 



Et in gran Consejo, fono nominati sier Domene- 

go Benedeto dopio, et sier Hironimo Contarmi el 

cao dil Consejo di X qu. sier Beri u zi procurator, et 

sier Piero Duodo sopra nominato, che per non vo- 

> * ter andar, si messe debitor. 

Da poi disnar, fo gran Consejo et fu posto per 
4 consieri, alento la egritudine di sier Zacaria Dol- 
On capitanio nostro di Padoa, qual ha refudado, che 
de presenti sia eledo in questo Consejo in suo 
loco, qual sia tenuto risponder in termine di zorni 
10, et compiti, possi el dito sier Zacaria vegnir al 
suo piacer senza altro impedimento. Ave 15 non 
sincere, 343 di no, 910 di sì e fu presa. 

£1 fo eleclo per scurtinio sier Stephano Conta- 
rmi, fo consier, qu. sier Bernardo, et rimase et il 
scurtinio sarà qui solo posto. Fu fato etiam tre con- 
sieri, et podestà a Marostega, castello reaquistado, 
sier Vicenzo Baffo di sier Beneto ; et altre vose. 
Item, fo seguitalo il publichar di debitori di mezi 
fili. 

£1 in questa sera, gionse il corpo dil conte di 
Pitiano, qual fu portato a San Marco in la capella di 
San Zuane dove é il bap tesino, et posto sopra uno 
soler allo coperto di uno coperlor d* oro la cassa, et 
4 torzi mollo grossi uno per canton, el San Marchi 
el T arma Orsina etc. 

A dì 30, fo lettere di Lonigo di sier Piero 
Martello proveditor general. Come refudava, ne 
più voleva star per niun modo. Et per Colegio li fo 
scrito una lettera, persuadendolo a rimaner. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta, et 
tra le altre cosse fu asollo Stephano Moneta cone- 
stabele, qual era in prexon el posto per certi incon- 
venienti fati a Padoa quando la fu presa, conlra 
quelli di Zitolo da Perosa. El qual Zitolo, bora in 
Colegio ha dimandato lui gratia che li sia donato el 
asollo tal homo, eh' è gran valente homo. Item, fu 
preso di dar una scrivania in Fontego di lo; 1 escili a 
Michiel da Ponte, atento certi soi meriti che non si 
sa, el qual stete al principio in guarda dil marchexe 
di Mantoa qui, et Nicolò suo fradello é a Londra e 
con quel re fa boi) oflicio. 

Di oratori nostri, da Feltre. Fono lettere 
di questa matina. Chome erano partili di Feltre, 
et vanno a Y Ospedaleto. Et nota. La dieta in Au- 
gusta si dice ancora non è cominziata, el si princi- 
perà a di 2 fevrer, el dì di candelorum. 

Fono elecli capi dil Consejo di X di fevrer que- 
sti: sier Alvixe Emo, sier Marco Antonio Loredan et 
sier Luca Trun. 

Noto. In questa sera, fo releuulo, di bordine dil 



Consejo di X, uno padoan nominato da 

Santa Sofia, per aver scripto certe lettere di nove 
in (erre aliene. Et venuto zoso il Consejo di X, il 
Colegio si reduse in camera ad examinarlo et darli 
la corda fino hore 5 di note. I qual fono sier Fran- 
cesco Zus tignai) consier, sier Batista Morexini cao 
di X, sier Alvise Gradenigo avogador et sier .... 
inquisitor. 250 

A di ultimo zener, fo il zorno di San Marco. 

La matina in^ Colegio, si ave lettere di 
Chioea et di sier Marco Antonio Contarmi 
capitanio. Chome feraresi, con le barbote et fuste, 
con bon numero di zente, erano venuti a Loredo et 
quello compilo di brusar. Item, fino a la Torrenuo- 
va, et quella brusata et a Fosson etc. come in le let- 
tere si contien. Et fo gran vergogna dil slado nostro. 
E questo vien per il poco goveruo. 

Di sier Zuan Paulo Gradenigo proveditor 
general, fo lettere dil Polesene di 30. Come, a di 
29, di noie, nostri, capo Zuan Griego, havendo in- 
teso inimici haver trato di aqua e recuperato la ga- 
lla sotil fo di sier Anzolo Trivixan capitanio zeneral 
di mar che era in Po, e posta su certo polesene per 
farla conzar, unde, nostri mandono alcuni li et la 
brusono, e ldio volesse che le altre galie fosseno sta 
brusate, più presto che siano in man di feraresi. 
Item, che esso proveditor, con alcune zente, scorse 
verso Figaruol facendo certa preda. Et ha aviso il 
ducha, qual ancora non ha fato ponte su Po ma 
passa con burchiele, voi far alozar certe zente d' ar- 
me e fantarie tra Figaruol e Castelnuovo di qua di 
Po, che saria con pericolo dil Polesene si fusse le- 
vate le zente erano e sono lì sul Polesene. 

Item. Fo letto una lettera particular in Colegio, 
di Ferara, che il papa voi levar le censure a la Si- 
gnoria nostra el di de la Madona, et si acordera con 
quella, e non voi più la ruina de Italia. 

D-à poi disnar, fo fato le exequie a lo illustrissi- 
mo conte Nicola Ursino de Piliano capitanio zeneral 
di la Signoria nostra fidatissimo, et fo portato per 
terra di San Marco a San Zane Polo, dove in mezo 
la chiesia fu fato un gran pulpito over soler, chome 
si fa a 1 principi, coperto di tele negre et candele di 
sopra, atomo, et arme San Marchi et Ursini. Et fu 
etiam preparalo una cassa di deposilo coperta di 
panno campo d' oro in alto in dita chiexia, dove fo 
poi posto la dita cassa in 3 casse ivi, e starà fin se 
li fazi archa. Or fo, poi vesporo, cominziato dito 
exequie. Prima, 84 peneli di le scuole picole, con 
do dopieri per uno. Poi le cinque scuole grande. Poi 
le \) congregatali di preti. Poi il Capitolo di Castello 



[ 



503 



MDX, KOBRAJO. 



504 



el li calonegi di Qtstello. Poi li comendadori ; et il 
corpo in oaaea coperta di restagno d* oro, portata 
da sei degni soldati li nomi di qual sanino solo scri- 
pti di solo, e atorno tutti quelli sono stati conesta- 
beli di la Signoria nostra con uno torzo per uno in 
man. Poi dito corpo, over cassa, fu posta sora el 
predito soler. Demum, vene li calonegi di San Mar- 
co. Poi li scudieri dil Serenissimo et secretarti et il 
principe vestito di scartato in meco dil patriarcha 
nostro et di uno fiol di esso capitanio legitimo di 
anni 11 nato a Godi, da poi è con la Signoria, chia- 
mato Cbiapino, zoé Ursino quasi. Poi era Torator di 
Hongarìa, et li consieri aladi uno di corozosi per 
numero 1 1 vestiti con mantelli, tra li qua! Piero di 
250* Bibiena secretano. Et eravi cinque procuratori: sier 
Andrea Venier, sier Nicolò Michiel dolor cavalier, 
sier Antonio Trun con mantello, sier Thomà Moze- 
nigo, et sier Zorzi Corner el cavalier. Poi li capi di 
XL, avogadori el capi di X, et sier Lorenzo Lore- 
dan fiol dil Serenissimo avanti i avogadori, che li é 
il suo loco, et altri assa 1 putridi tutti vestiti di ne- 
gro, exeepto sier Batista Morexini cao di X, qual 
bavia becheto di scartato. Et intrali in chiesia et sen- 
tali iu choro, fu fato la oratione per pre' Balista 
Egnatio veneto, homo doctissimo. Et compita, il prin- 
cipe vene con li piati a San Marco, et poi si reduse 
col Colegio a lezer lettere venute. 

Di Caodistria, di sier Alvise Zustignan po- 
destà et capitanio, date a dì 20 dito. Scrive li 
slratioti è alozati una parte in Polisana e Pinguento 
e Raspo, e V altra verso quella terra di Caodistria, 
capi Gela Renesi, Thodaro Manasi et Thodaro Rali. 
Item, esser scampa di Trieste uno garzon piranese, 
dice esser li fanti 100; non hanno largeza dil viver, 
e si dicea saria pace. El é arivate barche 4 e una l'u- 
sta carga di ojo di Ancona ; e che la galia conduse i 
sarasini a Corfù, ha preso una barza carga de co- 
rami e feramenti che vegnia di Trieste verso Anco- 
na. Ikm, triestini, con uno brigant n, si (anno sen- 
tir verso Muja per far danni a barche di pescadori. 
Item, scrive zercha corer la strada, et vegniriano 
cinturi di li pagando le regalie consuete; e si porta 
pagar Mocho e il castello di Caodistria. Et voria una 
galla de li over do brigantini, di quelli fati sul sesto 
di Portovenere. 

Dil dito, di 27. Come il proveditor di stratioti 
voi ritornar con artellarie a Piamonte per esser vi- 
cino a Portole, Grisignana e Montone. Manda avisi 
auli dil capitanio di schiavi. Item, domino Caluro 
de Cadubrio dolor, senza fanti usarli ma solum con 
300 homeni de lì, (offre) aver dito loco di Piamonte 



in do zorni. Etiam si ha offerto armar una galia 
senza danno e angaria dil contado, e senza refusun. 
É homo di optimo voler, gran cuor e molto liberal. 
Item, richiede si concieda che i cranzi possmo ve- 
nir de li con le loro some, senza pagar le regalie al 
ducato. Item. Manda una lettera auta di Pasqual 
lngaldeo capitanio di schiavi, data io Zeraical a di 
35 zener. 

Et in dite lettere, é uno capitolo di nove aule 
ut supra, qual dice cussi. Che li scrive el prefato 
capitanio di schiavi : Come el dito prete mi ha dito 
che 1 re di Fraoza ha scripto al re di romani che 1 
non stia di mala voglia per Vicenza, che 'I castigare 
i ribaldi, over rebelli, e che lui re di Franza voi ve- 
nir a campo a Padoa ; et che le terre franche non si 
muoveria se non fusse lo papa, lo qual fa ogni cossa, 
e che tutti lo maledisse. Item, disse die 'I re pre- 
dito di romani, questa pasqua tofania, é sta in una 
terra in Carantan chiamata Asupigar a far una dieta, 
che tutti é stati in quel consejo. Item, dise che tutti 
fin a Lubiana ha dato una stiura (sic) al conte Cri- 
stoforo de 1. 2, 1. 4, 1. 6 |>er uno secondo il poter. 
Item. Dice che 300 cavali de slanieri (sic) che era a 
Goricia, sono andati a la volta de Lubiana in questi 
dì ; che hanno compilo li sui tre mesi e die andar dil 
Carantun altri 300 per li soi tre mesi, et cussi fanno 
le altre provintie. 

Non voglio restar di scriver, come in questo 
mexe seguite che sier Corner qu. sier Be- 
itelo di la Piscopia, qual è muto tamen va fuor di 
caxa a manege a comedo, fo menado a caxa soa da 
sier Luca Minio qu. sier Nicolò, et fato per ati pro- 
meter di tuor per moglie una soa fìola. Unde, in- 
teso per li soi parenti questo, non volseno consentir 
per niente. Tamen, andono a Castello, e poi molto 
tempo, fu dato la sententia in favor di la dona, et 
fo so mojer, et la menò a caxa. 

Nuove dil mexe di fevrer 1509. 

A dì primo. Introno cai di XL a la bancha sier 
Alvixe Barbarigo el grando qu. sier lacomo et sier 
Yetor Duodo qu. sier Zorzi. Et in Colegio fo lettere 
di eri matina di oratori nostri da Y Ospedaleto, et 
che erano lì aspetando li oratori regii, et non erano 
ancor zonti. Et che sier Alvixe Mocenigo el cavalier 
proveditor zeneral uno di essi oratori nostri, era 
venuto quel zorno a Feltre a far certo eflfecto, el poi 
tornava a V Ospedaleto. El altri avisi, ut in Ut- 
teris. 

Da poi, inlroc li c;i|>i di X in Colegio, sier Al- 



505 



MDX, FEBBRAJO. 



506 



vise Emo, sier Marco Antonio Loredan et sìer Luca 
Trun, et steteno assai. 

Et poi disnar, per esser la vizilia di Nostra Do- 
na, che 1 prìncipe é solito andar per terra a vesporo 
a Santa Maria Formosa con le cerimonie dueal, et 
cussi vi andoe vestito di panno d' oro, biancbo il 
manto. Era F orator ungaro et altri patrìcii vestiti 
di scartato però. Portò la spada sier Stephano Con- 
tarmi eleeto capitanio a Padoa; fo suo compagno 
sier Hironimo Duodo el governador de le inlrade 
qu. sier Piero. Et li savii si reduseno in Colegio poi 
a consultar, et vene queste lettere. 

Di aratori nostri sier Alvixe Mosenigo el 
eavaiier proveditor Menerai et sier Zuan Cor- 
ner, di ultimo, da sera. Chome erano lì tre oratori 
tegii stali li altre volte, nominati di sopra. Et erano 
siati insieme, et li nostri partoe di la oferta di darli, 
volendo la cesarea majestà acordarsi con la Signoria 
nostra e lassarli le terre la possedeva prima età an- 
nuatim fiorini di Rens mBia, et per la inve- 
stitura fiorini 150 roiiia ut in commissione che per 
il Senato li fo mandata. Et che essi oratori aMiteno 
il tutto, poi dimaodono: « Avevu altro da la Signo- 
rìa a dirne ? » Et nostri risposero di no. Et loro ora- 
tori disseno: « Nui noo ha verno altra commissione 
da l 1 imperator, si non eh aver tutte le terre U tocha 
per la Hga di Cbambrai, e a questo non gè respon- 
dete nulla ma voler dar danari. Nui scriveremo a 
T imperator, qual era a Alla et è andato a Ispruch 
per esser in Augusta a la dieta, la qaal é sta diferita 
a di 8 fevrer a tarla. Vui lornarete a Feltre e starete 
fino luni che sari a dì 4 di questo; et si non have- 
rete altro, poreti andar a Venecia, et nui in persona 
aodaremo in Augusta a la dieta a trovar la cesarea 
incesta, né mancheremo di far ogni bon officio che 
seguisse sì bon acordo ». El cussi, che h matina pri- 
mo fevrer, essi nostri oratori tornariano a Feltre 
«spelando mandato et quid agendum di k Signoria 
nostra. Le qual lettere non fo bone, imo si tien non 
seguirà acordo. 

Dì campo, da Lonigo, vidi lettere di sier 
Piero Marcello proveditor general, di ultimo. 
Primo, replicba et importuna aver licentia di repa- 
triar, né per niun modo voi più starvi. Nola. Lui ha 
ducali 80 al mese, et il Grill ha ducati 120. Item. 
Chome fevano le mostre a domino lanes di Campo 
Fregoso qual è al governo di la compagnia dil capi- 
tanio zeneral defunto, eh' è zercha homeni d'ar- 
me la qual etìam in vita dil capitanio la gover- 
nava, e cussi per Colegio fo coniirmalo. EUam, fa 
la mostra al conte Bernardin Fortebrazo. Et che | 

/ Diari i di M. Sanlto. — Tutn. IX. 



hanno avisi da Verona, che 4000 tedeschi, che sono 
in la terra, voleano partirsi per non haver danari ; 
li quali erano intertenuti in le caxe di citadini li 252 
quali li fevano le spese, con promission restasene 
fino luni a di 4 dil presente, che poi bariaoo li soi 
danari. Item. Che le compagnie dil signor Zuane di 
Gonzaga e di quel da Bozolo erano partite ; et che 
erano 400 guasconi ben iu hordine; et che francesi 
stevano molto suspesi perché in Verona se diceva 
seguiria l' acordo tra V imperator et la Signoria no- 
stra. Item. Scrive di alcuni nostri stratioti, quali 
erano sublevati et voleauo partirsi dicendo non aver 
li danari ai tempi, et le so biave, et 400 cavali erano 
za -partili per venir verso Mestre ; et sono alcuni 
capi quali, non seìum vanno con le loro compagnie, 
ma zerchano suscitar li altri capi. Li quali slariano 
uno paro ben apichati etc. 

In questo zorno, zonseno li presoni nostri con- 
tracambiati eon li francesi a Lignago, videlicet sier 
Zustignan Morexini, qual è venuto con la febre e 
sta in caxa, sier Alvixe Bon el dolor qu. sier Michiel, 
sier Piero Gradenigo di sier Gabriel et sier France- 
sco Memo di sier Nicolò : suo padre vene per avanti. 
Item, domino Vicenzo di Naldo, domino Vitello Vi- 
telli et domino Brazoforte Brazo. El il Bon fo in Co- 
legio questa matina vestito a la francese, et alcuni di 
questi altri. 

De Ingalterra, fono lettere particular di mer- 
chadanti, di 30 dezembrio, tra le qual di sier Lo- 
renzo Pasqualino cousolo et Alberto Bavarin, Nicolò 
da Ponte, sier Ferigo Morexini qu. sier Hironimo e 
altri. Non fu di l' orator nostro sier Andrea Badoer. 
Il sumarìo é questo. Chome li stagni erano montadi, 
et questo perchè quel re ne havia fato comprar gran 
quantità perchè '1 voi far 100 pezi di artelaria. Item. 
4 barze che ha fato far in Antona, le voleva far va- 
rar et armarle etc. Item. Poi si ave per lettere dil 
Bavarin, che era znnto al re il tributo li manda il re 

di Franza, eh 1 è scudi milia a Y anno. E altri 

avisi ut in litteris. La qual lettera fu leta in Cole- 
gio dil Bavarin. 

A dì % fo il zorno di la Madona. Et questa note, 
besseodo, di hordine dil Colegio, venuto a disarmar 
do galie bastarde, videlicet sier Zuau Moro capita- 
nio et sier Francesco Marcello qu. sier Andrea, esso 
capitanio vene questa matina vestilo di allo e basso 
a manege dogai a la Signoria per referir ; ma nou 
fu hordine, et andò in chiesia con la Signoria di sora 
di altri come capitanio apresso domino Piero Mar- 
chovich, qual è qui et è polizano, el fu per avanti 
fato eavaiier nostro e donatoli una caxacha d' oro. 



507 



MDX, FEBBR.UO. 



508 



Or il principe vene in chiesia con la Signoria e V o- 
rator di Hongaria, e fo ben acompagnato per esser 
il zorno di la Madona di le Candele. 

Da poi, si reduse il Colegio e fo leto molle let- 
tere venule, et fo ordinato da poi disnar far Prega- 
di. Et fu fato. 

Di Chiosa. Di sier Ilironimo Contarini 
proveditor di V armada, date in golia ivi. Cho- 
me è amalato di gole. Et inteso i nimici haver auto 
animo a venir fin a la Torrenuova e compir de bru- 
sar Loreo, mandò certe barche armade et sier Lu- 
nardo Zustignan sopracomilo, et ivi fono a le man 
con inimici, et li rebatè. E nota. Diti inimici brusoe 
252 ' li mulini di sier Zuan Corner qu. sier Francesco. 

Di Vdene. Di sier Antonio Zustignan do- 
tar, vice ìocotenente. Prima, certo scandolo segui- 
to lì Ira uno fiol di domino Alvise da la Torre et 
uno fiol di domino Zuan Sovergnan che fo ferito; 
et uno borgo de Udene si levò a remor, et voleva 
brusar la caxa di quel da la Torre. Tandem, esso 
sier Antonio saltò li con una roncha in zipon, et re- 
mediò a tutto questo. A viso è certo venuto; ma fo 
drezà ai cai di X e non fo leto in Pregadi ; ma ben 
alcuni avisi di sopra, di zente che vien a cambiarsi 
a Goricia per custodia, perchè son stati fin bora 
quelli di Tiruol eie. 

Di sier Alvixe Dot fin proveditor generai, 
date a Gradischn. Chome se li manda danari per 
quelle zente. Item. Si mandi uno proveditor a Civi- 
dal di Friul, dove era sier Ferigo Contarini. E altre 

occorenze. 

Di Spalato, di sier Jacomo Lion conte. Dil 
zonzer li el conte Zuane Vanissa di Poliza, et venuto 
a far cavalli et ne farà 500 e più. Item. Certe nove 
di turchi voleano venir a tuor Poliza, et il remedio 
fato, el mandar zente a li passi. Et etiam si ave avi- 
so di questo di sier Alvise Capello proveditor di Po- 
liza etc. 

Di campo, fo leto lettere et di primo. Di certa 
novità seguita in Verona tra li fanti spagnoli e gua- 
sconi, morii 13 di loro etc. Item. Li stratioti erano 
ritornati, et si aquieterà. 

Dil Poi esene, di sier Zuan Paulo Gradeni- 
go proveditor zeneral, da la Badia. Chome repli- 
cha il brusar per Zuan (ìriego di la galia fo dil ze- 
neral, qual era piena di sartie eie. Et uno di nostri, 
da una bombarda Irata per inimici è sta morto etc. 
Item. Voi danari |>er quelle zente è sul Polesene, 
dove è il Zitolo di Perosa. 

Item. Uno reporto di aviso di Ferara, che non 
vi è zente li ; ma aspetano. E si dice voleno armar | 



per forza do di quelle galie et venir, et ha armato 
le fuste et barbote. Et altri avisi di quelle cosse, 
come in le lettere si contien. 

Fo tolto il scurtinio di far capitanio di le galie 

bastarde, tolti numero ma li savii veneno fuora 

di cheba per meter le parte, e non fo tempo di ba- 
llarli. 

Fu posto, per li savii, dar a Jacomo di Friul, fo 
mamalucho, havia 20 cavali, qual in questa guerra si 
ha portato ben, che li sia dato cavali 25 lizieri di 
conduta, el cresuto provision mensual ducati 10 al 
mexe, ut in parte. Presa ; uno di no. 

Fu posto, per li diti, dar a domino Piero Mar- 
chovich di Poliza cavali 50 lizieri, et vadi in campo. 
Et certa prò vision presa. 

Fu posto, per li diti et savii ai ordeni, che tutti 
li banditi di Corfù e Candia e altre terre di mar, 
excepto assassini, homicidio pensado, rebelion di 
stato et monetarii, venendo a servir la Signoria no- 
stra in armada per mexi siano absolti, et non 

potendo venir pagino uno, et quelli merita più pagi 
più, stando questo in descrittori di rectori. Et con 
questo non sia mormora tion in quella terra, ut in 
parte, et con molte clausole. Et fu presa. Non fo in 
parte sier Marco Bolani savio dil Consejo. 

Fu posto, per li diti tutti savii. atento che 1 fide- 
lissimo Daniian di Tarsia, era castelan a Casi el novo 
in Istria, si babbi oferlo andar in Istria con fanti che 
farà di qui come capitanio di ventura, et seguito 
Tharà de lì di fanti 2000 de Istria, et voi da la 
Signoria ducali 500 imprestedo et 4 pezi de artela- 
rie el certe monition richieste ut in poliza dando 253 
segurlà di render li danari et arlelarie et arme io 
termine di uno mexe, e con questo che quello che 
Pha guadagna de inimici sia suo excepto li castelli 
quali siano di la Signoria nostra, et pertanto fu pre- 
so acelar ditto partido. 

Fu posto, per li savii, una lettera a li oratori no- 
stri a Feltre, die dovesseno restar lì, maxime sier 
Zuan Girner, perche il Moeenigo è proveditor zene- 
ral in trevixaua el saria rimaso; et questo perchè, 
accadendo alcuna cossa, si possi deliberar quanto 
accaderà : con altre parole in le lettere ut in eis. Et 
fono fati restar aspetando risposta, et per dar ripu- 
tation a la materia. Et fu presa. 

Di sier Alvise Moeenigo el cavalier, prove- 
ditor zeneral, fo leto lettere date a Cividal di 
Bellun. Chitine è venuto li per far provision; prima 
fa forlifichar la Scala, el sono persone 800 al zorno 
che lavora. Ivi è castelan sier Luca Miani, et cone- 
stabele Sebastian da Veniexia con fanti 50. Item. 



509 



MDX, FKBHRAJO. 



510 



Ha trovalo 2000 remi tajali in quelle montagne di 
Cividal, qua) sarano boni per l'arsenal, et voi soìum 
100 stera di mejo, et ne spera aver di altri, et se 
manderà di ¥ altro mejo poi. Item, scrive altre oc- 
corentie di provision el voi far. 

Fu posto, per li savii d' aoohlo, una lettera al 
ducha Federicho di Saxonia, che è elector di V impe- 
rio et aspeta esser il primo re di romani si questo re 
si incoronasse imperador; et li fo scripto la oferta 
havemo fato a li oratori regii, et che soa excelentia, 
qual sarà in la dieta, trati questa materia che fa per 
lui. Et altre parole, ut in litteris. Et fu presa. 

Fu poi intrato in certa materia secretissima, di 
la qual per li capi di X fo sagramentato il Consejo. 
Et fo in risposta di lettere di campo di proveditori, 
quali hanno certa praticità in Verona di haver una 
porta etc. E scriveno si la diano tuor, over non. 
Unde, li fo scripto d' acordo, per i savii, che si re- 
metemo a loro, eh 1 é sul facto, che fazino quello li 
pareno con segurtà di l' exercito etc. ut in litteris; 
et che se li manda ducati 8000 etc. Et sier Luca 
Trun procurator parlò longamente, et si provedes- 
se di capitanio, et altri aricordi. Non li fu risposto, e 
fu presa. 

Noto, come in zecha, fin questo zorno, é sta po- 
sto arzenti per zercha ducati 1*2 milia, et de contadi 
a li camerlengi zercha ducali 10 milia, et tutavia si 
mete arzenti in zecha. 

Item. In ¥ arsenal, si prepara gran numero di 
barche picole più grosse di le altre di le contrade et 
San Nicolò, forsi al numero de 30, per mandarle a 
custodia verso Cavarzere over le boche di Po, o per 
altro. Et era secreto. 

A di 3 fevrer, domenega la matina, fo in Colegio 
Vicenzo di Naldo et Vitello Vitelli el Brazo presoni 
recuperati da 1 francesi el tochono la man al principe, 
dicendo aversi ben portado in servicio di questa Si- 
gnoria, el se niun volesse dir mal di loro, voleno 
star a ogni prova. E cussi tutti tre disseno. Poi rico- 
mandò tre zentbilomeni quali sono a Milan in la ro- 
cheta presoni, zoé sier Marco Loredan qu. sier An- 
tonio cavalier procurator, fo proveditor nel Castel di 
Cremona, sier Zorzi Barbaro, (b a Roman, et sier 
Marco Manolesso fu preso a Pizigaton, i quali é mal 
tratadi e moreno di fame, el li tratano pezo che non 
fariano turchi etc. 

Vene sier Zuan Moro stato capitanio di le galie 
bastarde, et referl assa' cosse zereba quelle galie et 
¥ armala ; et che le galie si arma in Caudia di 4 me- 
xi in su, non vai nulla ; et e (in) gran reputation le 
galie bastarde. Fo laudalo de more dal principi» eie. 



Di Padoa, di rectori. Chome fanno cavar ii 
fossi, et è sta buia zoso li muri mezo mio atorno, e 
si lavora tutta via tajando li albori et altro. Et sier 
Zacaria Dolfìn capitanio è pur amalato di la so' doja 
a la schena, né ense di caxa. Item. Sier Alvixe Bar- 
baro scrisse etiam di le forlifichation fa, et quello 
bisogna. 

Di Trevixo, di sier Hironimo Marin pode- 
stà et capitario fo lettere. Chome si atende tuta- 
via a cavar fossi et fortifìchar. El la festa, et ogni 
zorno, più di 1000 horneni lavorano. 

Di Vicenza, di sier Cristofal Moro prove- 
ditor. Solicita aver licentia per venir podestà a Pa- 
doa. Item. Altre occorenze, e dil campo, et che e 
nova slratioti 180 nostri esser scampa in Verona. 
Tamen, non fu vero. Item. È da saper, vicentini 
hanno posto in bordine villani 8000 per 8 zorni al 
bisogno di proveditori di campo, volendo andar 
solo Verona eie. Item. Molti citadini vicentini hanno 
tolto caxe in questa terra a fido, el mandano zoso 
le sue robe, el loro starano con le persone in la ter- 
ra. El Ira tutti, li più fìdelissimi è domino Simon da 
Porlo el cavalier, e li altri tutti di quella famcja, el 
rebelli sono li Dresani. 

Di campo, da Lonigo, vidi lettere di sier 
Piero Marzello proveditor zeneral, di 2. Chome 
sier Andrea Griti proveditor era andato a San Bo- 
nifacio. 1 ni mici stanno in Verona mollo stretti, con 
sinistri assai, maxime de strami, per aver nostri fati 
brusar quelli erano atorno. Li todeschi e taliani sono 
in confusion. Per manchamento di danari, vivono a 
spexe de li horneni di la terra, con mala contenleza 
e disperation loro ; e de li si divulga ¥ acordo con 
Maximian seguirà. Item. Che se inimici si slargano 
di qua di l' Adexe, sempre lassano del pelo. -254 

Di Cao d' Istria, di sier Alvixe Zustignan 
podestà et capitanio. Come domino Caluro dolor, 
qual alias fo soracomito, si ha oferto, volendo la 
Signoria, de 11 armar una galia etc. 

In questa matina, sier Alvixe Gradenigo et sier 
Marin Morexini avogadori de comun, in Colegio, 
comparseno a la Signoria volendo per damatina gran 
Consejo per menar sier Anzolo Trivixan fo capitanio 
zeneral di mar, eh 1 é retenuto in camera dil cavalier, 
con guarda niun li parli. Et il principe li disse la parte 
voleva fusse menato in Pregaci i, et saria mejo cussi, 
e per non disordenur la terra a questi tempi. Et leto 
la parte, non fo termina altro. 

Da poi disnar fo gran Consejo, et fu posto, per- 
ii consieri e cai di XL t acciò sier Cristofal Moro ven- 
gi podestà a Padoa, el Vicenza babbi do- rectori elio- 



1 



511 



yDX, FEBBRAIO. 



512 



i 



254* 



me prima, die ogi, per scurtinio et 4 man di ele- 
tion, sia eledo uno vice capitanio et proveditor a 
Vicenza per uno anno, con durali 500 neti per le 
spexe, et fari l'oGcio di capitario, come fo electo per 
il Consejo di X sier Zuan Marcello vice podestà et 
proveditor. Et quello sarà electo rispondi in tre 
zorni, et vadi in termine zorni IO. Ave 6$ di no, 
101 1 de sì, e fu presa. E nota. Pochi vien a Consejo 
per li stridati debitori, quali sono privi di capello. 
Et fu fato sier Marin Grìti, fo proveditor al sai, qu. 
sier Trìadan. et qui solo sarà notado el scurtinio et 
li nominati in gran Consejo. 

Fu fato etiam podestà et capitario a Sazil, dove 
é proveditor sier Zuan Vituri mandato per Colegio, 
sier Marco da cha' da Pexaro qu. sier Hironimo; et 
podestà a Montagnana, castello reaquistado, sier Ma- 
rin Zustignan qu. sier Zustìgnan. Et etiam altre 
voxe. 

Sumario dil capitanio e vice proveditor (sic) 

a Vicenza, 

Sier Alvixe Lion, fo governador a Brandizo, 
qu. sier Domenego. 

Sier Hironimo da cha' da Pexaro é proveditor 
m Piamonte, di sier Fantin. 

Sier Anzolo Trun el proveditor sora il cotimo 
di Alexandria, qu. sier Andrea. 

Sier Nicolò Malipiero, fo patron in l' arsenal, 
qu. sier Antonio. 

Sier Piero Contarmi, fo a le raxon nuove, qu. 
sier Alvixe. 

Sier Andrea Donado è di la zonta, qu. sier An- 
tonio el eavulier. 

Sier Andrea Bragudin, fo capitanio di le galie 
di Fiandra, qu. sier Hironimo. 

Sier Marco Gradenigo, fo soracomito, qu. sier 
Justo. 

Sier Luca di cha' Tajapiera, fo di Pregudi, qu. 
sier Bortolo. 

Sier Francesco Duodo, fo podestà a Caxalma- 
jor, qu. sier Luuanlo. 

Sier Piero Venier, fo di Pregadi, qu. sier Do- 
menego. 

Sier Piero Balbi, fo di la zonta, qu. sier Beueto. 
f Sier Marin Griti, fo proveditor al sai, qu. sier 
Trìadan. 

Sier Andrea Contarmi, fo goveruator a Otran- 
to, qu. sier Ambruoso. 

Sier Piero Boldù, fo conte io Arbe, qu. sier 
LunarJo. 



Sier Daniel Dandolo, fo proveditor a Fdtre, 
qu. sier Hironimo. 

Non. Sier Francesco Capello d cavalier, fo provedi- 
tor zeneral in la Patria, qu. sier Cristofolo. 

Non. Sier Moixe Venier, fb di Pregadi, qu. 
Moisè. 

In gran Consejo electi. 

Sier Nicolò Marin, fo di la zonta, qu. sier Piero. 

Sier Luca da dia 1 Tajapiera, fo di Pregadi, qu. 
Bortolo. 

Sier Marco Arimondo é di Pregadi, qu. sier Crìsto- 
folo. 

Sier Cario Valier, fo a le raxon vechie, qu. sier Hi- 
ronimo. 

Fo seguitato a lezer debitori di mezi fili. Quatro 
lettere. 

Adì4 y fo lettere di campo da Lònigo. Nulla 
da conto. 

Et vidi di 3. kore 4, dil proveditor Marceli*. 
Scrive. Ogi son stalo ad Arcole a far la mostra a la 
compagnia dil eavulier di la Volpe, e tutavia fatan- 
dola, vene nova die inimici, più di cavali 300, erano 
andati di là di I' Adexe per feri, et erano stati a le 
mani con domino Francesco Sbrojavacha et soi ba- 
lestrieri et homeni dil paese. Montai a cavalo e an- 
dai fina al bastion nostro fato sopra V Adexe, e Ozi 
passar li balestrieri dil dito cavalier, talmente die 
hanno fato lassar molte torse de feri a li inimici, et 
certe piegore tolte, et hauno amazati et feriti aldini 
e menati dui presoni, tra li qual uno francese ferito ; 
qual ho dato a uno per aver uno contadino, per con- 
tracambiar uno suo Bolo ebo se atrovava presoli 
de 1 inimici. El missier Andrea é stato a San Bonifa- 
zio a compir di far le mostre a li stratioti. 

Noto. Domino Dominico Busichio capo di stra- 
tioti, in questi zorni vene in questa terra, et diman- 
dò a la Signoria alcune cosse. E fo contesso ai «vii. 

Et per non esser lettere di Roma, che molto 
erano desiderate 

Da poi disnar fo Colegio di savii ad consu- 
lendum. 

A di 5 la matina, zonse sora porto et poi intrò 
la gnlia sotil vien di Cipro, fo Lauda, vice soracomi- 
to sier Antonio Memo qu. sier Francesco, fo camer- 
lengo in Opro za alcuni anni. Et portò lettere di 
mar vechie, d 11 sumario dirò di solo. Et fo ldtere 
di Damasco di 28 octubrio. Di certi fuogi aparse 
iu delo in V ajere, cossa miranda, come dirò poi. 



513 



M»X, FEBBRAIO. 



514 



Di Lonigo, di proveditori, di 4, fiore 3. Gio- 
ire si preparavano per levarsi et redursi con le zen- 
te a San Bonifazio ad alozar, eh* é mia 7 più verso 
Verona, dove tuttavia si va fortifichando per tenir 
lo exercito in securlà etc. Secretiora, cercha prati- 
che hanno in Verona. 

Da poi disnar, fo Pregadi et leto molte lettere 
di mar. 

Di Alexandria. Di sier Marin da Molin 
consólo. Zercha specie di Candia. Di Napoli di 
Romania, di sier Domenego Maiipiero propedi- 
tor. Di quelle occorenze. Et di Cypro, zercha tor- 
menti. Et di Corfù. 

Fo leto una lettera molto longa, bona et ringra- 
ciaioria de fra 1 Lunardo, di uno sfojo di carta, et si 
55 debbi far valentemente. 

Fu posto, per li savii, dar al Sol fo dìl conte di 
Pitiaoo olim capitanio tenera! nostro di terra, di 
anni \% nominato Chiapino fin la morte dil padre, 
poi morto sia chiamato Nicola come lui, la cooduta 
di homeni d* arme havta il padre, zoé tanti quanti 

al presente si trova, eh* é zercha Et habi ducati 

50 al mexe per lo piato, et il caposoldo, et debi go- 
vernarla domino Jauus di Campo Fregoso, qual abbi 
ducati 100 al mexe, e questo fina el predito fiol sia 
io età legilima. Et fu presa. 

Ri posto, per li savii, perlongar il termine pas- 
sato dil meter arzenti in zecha, et dar dinari a li ca- 
merlengi fino a mezo questo mexe con il don primo. 
Et fu presa. 

Fu posto, per alcuni savii di Colegio, che il luogo 
di Schio sia ritornato chome era prima sotto la ju- 
risdition di Vicenza, et questo a requisition di ora- 
tori di la prefata comunità venuti qui a questo efe- 
cto. Altri savii voleano che fosseno separati etc. et 
fo gran disputa tion. Parlò sier Piero Duodo, sier 
Antonio Grimani, sier Zorzi Emo et ultimo il doxe, 
qual parlò non era tempo de tratar tal materia, imo 
exortò non fosse balotà le parte, atento é pericolo 
sia nota tal cossa in li libri. Et cussi, d* acordo, non 
fo manda parte, e li savii la remesse. 

Et fo comanda segretissima credenza, et dato sa- 
cramento a banco per li avogadori e capi dil Con- 
sto di X. 

Fu fato scurtinio di capitanio di le galie bastar- 
de, justa h parte presa, et rimase sier Bortolooiio 
da Mosto, fo capitanio di le galie di Barbarla, qu. 
sier Jaoomo. Tamen, tutti judicàava sier Zoan Mo- 
ro, qual é venuto di diti capitantaria, fosse rifato 
|ht esser venuto con bona fama. Tamen, non fu. 

Iiem. Fu fato, per eletion, pagador in campo, | 



in luogo di sier Francesco Morexini, é amalato et 
venuto a Padoa a medicharsi et ha mandato a refu- 
dar. Et rimase sier Ijodovioo Falier, fo savio ai or- 
deni, qu. sier Thomà, qual non voleva esser tolto et 
refudò. Et il scurtinio sarà, di un e V altro, posto 
qui solo. 

Elecio capitanio di le galie bastarde, 
per scurtinio. > 

Sier Francesco Marzello, fo sopraoomiio, qu. 

sier Andrea 

Sier Alvise Zorzi, fo capitano di la riviera di 

la Marcha, qu. sier Antonio el cavalier .... 
Sier Hironimo Capello, fo vice capitanio al 

golfo, qu. sier Carlo 

Sier Zorzi Simitecolo, fo sopracomito, qu. 

sier Zuane 

Sier Zacaria Loredan, fo capitanio di le galie 

bastarde, qu. sier Luca 66 

Sier Andrea Contarmi, fo patron di barza 

armada, qu. sier Pandolfo 61 

Sier Andrea Bragadin, fo capitanio di le ga- 
lie di Fiandra, qu. sier Hironimo 

Sier Trojan Bolani, fo proveditor a Lonà, qu. 

sier Hironimo 

Sier Francesco Coniarmi, fo sopracomito, qu. 

sier Alvixe 

Sier Jacomo Marzello, fo capitanio di le galie 

di Baruto, qu. sier Zuane 

Sier Ferigo Contarini, fo proveditor a Civi- 

dal di Friul, qu. sier Hironimo ... 69 
Sier Andrea da Mosto, fo capitanio in Po, qu. 

sier Piero 255 

Sier Francesco di Prioli, fo sopracomito, qu. 

sier Mafio 

Sier Francesco Pasqualigo, fo sopracomito, 

qu. sier Vetor 

Sier Anzolo Trun el proveditor sora el coti- 

mo di Alexandria, qu. sier Andrea . . 5 
Sier Nadal Marzello, fo sopracomito, di sier 

Nicolò 

Sier Hironimo da Canal, fo sopracomito, qu. 

sier Bernardin 

Sier Marco Gradenigo, fo sopracomito, qu. 

sier Juslo 

Sier Justo Guoro, fo sopracomito, qu. sier 

Ptndolpho 

Sier Francesco Arimondo, fo capitanio di le 
galie dil trafego, qu. sier Nicolò . . . 97 

Sier Thoma Moro, fo sopracomito, qu. sier 
Alvixe 



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Sier Pexaro da eha'da Pexaro, fo sopraco- 
mito, qu. siep Francesco 

Sier Lunardo Emo, qu. sier Zuane el cava- 
lier 

Sier Andrea Bondimier capitanio di le galie 
di Alexandria, di sier Zanoti .... 96 

Sier Vicenzo da Riva è provedilor in Ruigo, 
di sier Bernardin 

Sier Zuan Moro, fo capitanio di le galie ba- 
starde, qu. sier Antonio 91 

f Sier Borlolomio da Mosto, fo capitanio di le 

galie di Barbarla, qu. sier Jacomo . .113 

Pagador in campo, per la bancha et eletion. 

Sier Piero Donado di sier Bernardo da San 

Polo. 
Sier Piero Morexini, fo podestà a Muran, qu. 

sier Francesco, dopio. 
f Sier Lodovico Falier, fo savio ai ordcni, qu sier 

Thoma. 
Sier Polo Bernardo, qu. sier Antonio dolor el 

cavalier, dopio. 
Sier Zacaria Vendramin, qu. sier Zacaria, qu. 

sier Bortolomio, qu. Serenissimo, dopio. 
Sier Francesco Barbaro, qu. sier Daniel, qu. 

sier Zacaria cavalier procurator, dopio. 
Sier Bortolomio Moro, fo capitanio di la cita di 

Verona, qu. sier Francesco. 
Sier Zuan Francesco Malipiero, fo a la becha- 

ria, di sier Troylo: 
Sier Filippo Capello di sier Polo el cavalier, 

triplo. 
Sier Zuan Francesco Dolfin, fo al Fontego di 

lodeschi, qu. sier Vctor, dopio. 
Sier Sigismondo di Cavalli, fo provedilor in 

campo, qu. sier Nicolò. 
Sier Vicenzo Bembo, fo cao di XL, qu. sier 

Biaxio, dopio. 
Sier Thomà Michiel di sier Piero da San Polo. 
Sier Jacomo Antonio Tiepolo, fo avochalo 

gran lo; qu. sier Matio. 
Sier Lorenzo Marcello di sier Nicolò. 
Non. Sier Zuan Emo di sier Zorzi, qu. sier Zuan el 

cavalier. 

Di Roma, pur nulla era. Tamen, fo dito esser 
venuto certo soldato di Romagna e aver aldito cri- 
de, si renda quelli ba tolto i beni di venitiani di chi 
erano etc. Item, esser sta lassa certi presoni. Ta- 
men, nulla con cerleza era. 



Vene in Colegio sier Alvise Bembo, qu. sier Lo- 
renzo, ha da far in vicentina, et oferse ben numero 
de villani, da 4000 in suso, volendo tuor l' impresa 
di Verona. Et fo acetato V oferta, et expedito subito 
a tal efecto. Et edam domino Simon da Porto el 
cavalier oralor vicentino, fu operato in tal materia. 

Fu posto, per li savii, salvoconduto a Perduzi 
Perduzi qual serve la Signoria nostra in diversi luo- 
gi, fino el starà fuora. 21 di no, 130 di si e fo 
presa. 256 

A di 6 di matina. In questa note partì la galia di 
Alexandria ultima di sora porto, patron sier Mano 
Bernardo, molto richa et carga, per la qual è sta 
manda ducati 5000 in Candia per armar. Et per 
avanti partì li arsilii. Et nota. Dite galie di Alexan- 
dria, porta de contadi 50 milia ducati di rami, e 
merze e panni per ducati 250 milia. 

In Colegio, non fu lettere da conto. Item. Si 
atende a expedir la galia sotil sopracomito sier Mar- 
co Antonio da Canal, et se dà danari. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta, el 
fono expediti 14 Irivisani cìladini che erano qui e si 
presentavano : atento la innocenza loro, che potese- 
no ritornar al suo piacer a Treviso e goder i soi be- 
ni. Item. Fu preso dar a li (ioli di domino Zacaria 
di Rinaldi el cavalier citadin di Trevixo absentado, 
acciò possino viver eie. di soe inlrade et beni ducati 
500. Item. Fu preso dar a domino Damian di Tar- 
sia, va capitanio di ventura in Istria, 4 pezi di artela- 
ria di bronzo etc. 

A dì 7, fo il zuoha di la caza. Noto. In questo anno, 
prceter solitum, non si dà il zozolo a li zentilhome- 
ni. Questo, perchè non è porchi in la Patria di Friul, 
che li castelani è ubligadi a darli ; e questo per le 
guerre è stale. Siche, si resterà tal bona usanza. 

Et in quarantia criminal, reduta tre zorni di so- 
pra col Serenissimo e consieri, fo expedito una causa 
di avogadori, intervenendo i tre savii sier Zuan Bar- 
ba rigo el sier Jacomo Marcello conlra li patroni olim 
dil trafego, videìicet Marcelli, Malefìn, che a la guer- 
ra dil Turco fono in armada e tolseno certum quid 
conlra il dover. Or fo gran disputatane. Tandem, 
ogi parlò sier Marin Morexini avogador. el li rispose 
domino Rigo Antonio (de Godis) per li patroni. Et 
andò la parte di avogadori. Fo 6 non sincere, 9 di 
la parte, 20 di no, et fu preso in favor di patroni. 
E nota. Prima questa causa fo inlroduta in quaran- 
tia zivil ; poi il Consejo di X tajò . . . Fo tirata al cri- 
minal, et tandem è sia expedita conlra il publico et 
in favor di privati. 

Da poi disnar, fo fato la caza in piaza. Juxta il 



517 



ItDX, FEBBRAJO. 



518 



solito, fu el principe al suo loco con r orator di Hon- 
garia etc. 

El Colegio di savii si reduse ad consulendum. 

Et fono lettere di campo di proveditori da 
) * Lonigo. Nulla da conto. 

A dì 8 da matina, in Colegio vene uno fiorentino 
fratello di Unicho Aretino, eh 1 é col ducha di Urbino 
et dovea con esso ducha andar a Roma. Et disse 
parti di Roma a di 29 dil passato, et il papa era an- 
cora a Hostia e '1 cardinal Corner era andato a tro- 
varlo, et dovea ritornar a Roma quel zorno dito car- 
dinal. E si dicea per Roma, il papa era d' acordo con 
la Signoria nostra. Item, che sier Polo Pixani el ca- 
valier orator nostro era migliorato; et che a Ravena 
ha trovalo do nostri coricri andavano a Roma con 
lettere. 

Da poi disnar, fo Pregadi et leto poche lettere di 
campo. Solicitano aver danari e danari per pagar le 
zente. 

Di Udene, di sier Antonio Zustignan dotor 
vice locotenente, et di sier Alvise Dolfin prò- 
veditor zeneral in la Patria. Voleno danari. 

Fu posto, per sier Vetor Morexini proveditor 
sora la sanità, che, atcnto il pericolo dil morbo, que- 
sta quarexcma non se debbi predichar in alcuna 
chiesia di questa terra. E andò la parte. 33 (di sì) 
et 1 19 di no. Et fu preso che si predichasse. 

Fu posto, per li savii, certa parte. Atento è sta 
messo in la Signoria fin qui stabele-per valuta di du- 
cati 33 milia, come fu preso, e perchè li procuratori 
solum et le scuole, per il suo prò 1 dil Montenuovo, 
hanno tolto certe caxe, però sia preso : che tutti chi 
vuol tuor dite caxe, le passino, termine zorni 8, et 
passado, quelle si debbi vender a benefizio di la Si- 
gnoria nostra come prima etc. El sopra questo fo 
gran disputatici!. Parlò contra sier Alvise da Molin. 
Li rispose sier Piero Capello, e tandem fo adatà la 
parte d' acordo, e tutti i savii la messeno, et fu 
presa. 

Et poi, sier Alvise da Molin andò iterum in ren- 
ga, dicendo voler calar il prò' al Monte novissimo, 
et ha trovalo assa' cosse per calar il fondo, et non 
invigila in altro, et prò nunc voi meter cresser i 
dacii, exceptuaudo alcuni, a raxon di 3 per 100 di 
più; e questo sia ubligà al dito Monte novissimo. Et 
altri savii erano di oppinione de cresser solum ojo, 

carne etc chejpro nunc non si meleria alcuna 

cossa ; ma ben si consejerà la materia, e un altro 
Pregadi si melerà. El voi calar il prò 1 per ducati 
400 milia. Et cussi d' acordo, lo iicenliato il Prega- 
di ete. 



Noto. Fo scrito a sier Zuan Corner e orator no- 
stro et è a Feltre, qual andò con 20 cavalli, che deb- 
bi licentiar 12 et resti solum con 8. E il Mozenigo é 
proveditor, e stagi no 11 ad aspetar quello sarà ter- 
minato etc. 257 

A dì 9 la matina, vene in Colegio Hironimo da Ca- 
stelfrancho stato in Alemagna dal vescovo di Magonza 
a portarli una lettera di la Signoria chome ho scripto 
di sopra, qual è ritornato, fato la volta di Verona, 
et fu preso da' stratioti eie. come dirò di soto diffu- 
se. Et che '1 dito vescovo ringratia la Signoria e farà 
bon officio ; e che in Augusta par non si fazi dieta, e 
il re di romani è a Ispurch e va a la caza, e aspeta- 
va lì la raina per far carlevnr insieme. Et disse altre 
particularilà, chome più diffuse di solo scriverò. Et 
per aver fonto ben 1' officio suo, oltra V ofìcio é sia 
preso darli nel Consejo di X una stajera, ogi li fo 
donato ducati 15. El qual, venuto fuora di Colegio, 
in T anticamera aperse il pugno e cridò: « Marco, 
Marco > unde tulli tene fusse bona nova e avesse 
porla qualche lettera di le terre franche. E tutta la 
terra fo piena etc. 

Da poi disnar, fo Pregadi et leto alcune lettere 
venute. 

Di Chioza, di sier Hironimo Contarini 
proveditor di V artnada et sier Marco Antonio 
Contarini capitanio di Po. Chome sariano di opi- 
nion, havendo le barche richieste, andar a brusar 
Are eie. et Ariano, eh 1 è sia causa de ogni mal di Lo- 
reo etc. Item, dimandano danari per V armata, e li 
non hanno da viver, el molestano assa* esso prove- 
ditor. 

Di campo, date a Lonigo, vene lettere di 8, 
Kore 3 di note. Et vidi di sier Piero Marzello pro- 
veditor zeneral. Chome el Griti era cavalchato a Vil- 
lanova a solicitar quelli lavori, e interim si levò a 
remor che alcuni stratioti che erano andati fin su le 
porle di Verona, erano incalzati da alcuni homeni 
d'arme borgognoni, et insieme Mercurio Bua. Unde, 
alcuni altri di nostri stratioti andono in suo soccor- 
so et atrovono a Caldiero che erano a le mane, et de- 
teno dentro, et rompeli, et hanno presi homeni d'ar- 
me, per quauto dicono, cercha 20 borgognoni, quali 
da malina sarano lì a Lonigo fonduti. Siche, mai non 
excono che non lassano dil suo. Et questo è andato 
a l'incontro de 12 poltroni stratioti di quelli sono a 
Lignago, che mai non stanno a obedientia né a or- 
dene alcuno, quali andono robando el paese di là de 
1' Adexe, et si poseno a dormir in certa villa dove 
li inimici li ebbeno per spia, et eri di noie li andono 
a trovar el preseli tutti 1:2 dormendo come he- 



519 



NDX, FEBBRAIO. 



520 



slie eie Et per le lettere pubkche, eoneludeoo la 
praticha di Verona esser in mali termini, et esser 
scoperto uno tratta a la porta di San Zorzi per quel 
governata* episcopo di Trento, et é sta feti reteuir 
alcuni. Item, che dentro vi é assa' zente, et francesi 
hanno li castelli e porle in poder, e si lieo li habino 
per ducati 50 milia, in pegno li castelli dati a Maxi- 
957 * miano. Item, dimandano danari e presto, perché 
tutte le zente li molestano. Et altre occorentie, ut 
in Utteris. 

Di Hongaria, di Vicetuto Guidoto secreta- 
rio, date a Buda, adi 22 tener. Cbome è stato 
dal cardinal Istrigonia per veder voy far el re et soa 
signoria admeli Y orator nostro, qual é in Xagabria. 
El qual li ha dito el re non voi perché semo exeo- 
inunichali ; et che il papa e il re di Franza ha scrito 
al re entri ne la liga et vengi a tuor la Dalmata ; et 
altri coloquii abuli ut in Utteris ; et che il re si 
aspeta de li per San Gregorio ; et è ancora in Boe- 
mia ; et vien uno suo nepole, et vederà olegnir eie. 
Item, scrive coloquii abuli con quelli baroni etc. 

Fu fato eletion di uno pagador in campo, in luo- 
go di sier Lodovico Falier havia refudalo, et rimase 
sier Francesco Barbaro qu. sier Daniel qu. sier Za- 
caria cavalier procurator. Fu solo sier Vicenzo Pi- 
xani di sier Antonio, el li nominati sarano qui solo 
posli. 

Item. Fu fiato seurlinio di 5 savii a tanxar, che 
mancavano, et rimasene questi: sier AnJrea Magno, 
fo podestà et capilauio a Crema, qu. sier Stefano, 
sier Alvise Malipiero è di la zonta qu. sier Stefano 
procurator, sier Lorenzo Capello è di Pregadi qu. 
sier Zuan procurator, sier Hironimo da Mulla, fo 
provedilor al sai, qu. sier Zuaue, et sier Michiel Na- 
vajer, fo podestà a Bergamo, qu. sier Luca. 

Fu posto, per li savii tulli d 1 acordo, una lettera 
a sier Hironimo Coniarmi provedilor di l' armata e 
a sier Marco Antonio Contarmi capilauio di Po, che 
debano andar a brusar Arian e non Are, perchè 
quelli di Are è marcheschi; et andando con segur- 
là etc. detono brusir et ruiuar dito loco di Arian. Et 
se li manda barche e altro a questo efecto. 

Fu posto, per li savii dil Consejo e terra ferma 
ò' acordo, che tutti li dacii, excepto sai, formento 

et debano pagar 3 per 100 di più durante 

hetto etc. ut in parte, et sia ubligati al Monte no- 
vissimo. Fu presa. 

Fu posto, per li savii, de catero siano soìum 
quatro proveditori al sai, che sono hora ti, et quelli 
danari vadino ut supra. Fu presa. 

Fu posto, per li savii excepto s er Alvise Pixani 



savio a terra ferma, che di le decime al Mootevedrio 
si melerà prima, siano trati ducati 1000 per decima, 
et siano ubligati ut supra. Et sier Alvise Pixani eoo- 
tradise. Andò la parte, et fu persa. 

Fu posto, per il Serenissimo, consieri et altri talli 
di Colegio excepto sier Francesco Nani el eonsier, 
do decime al Monte novissimo et meza tansa, a pa- 
gar la prima decima a di 20 di questo, e l' altra per 
tutto il mexe, e la tansa On a dì 8 di mano, con dea 
di 10 per 100, posando pagar di arzenti posli io se- 
dia e scontar dil Monlenuovo marzo 1510 e seleni- 
brio, con altre clausole ut in parte. Et contrada» 
sier Marco Antonio Loredan cao di X, qual voleva 
etiam si potesse scontar dil Montevechio. Et vernilo 
zugo, sier Antonio Trun procurator, qual non vói 
più esser di Colegio, andò in renga et etiam disse 
centra la parie in favor dil Montevechio, acciò si usi 
(tt^guaianza. Or andò la parte senza altra risposta. 
Ave 60 el più di no. Et fu presa. 

Fu posto, per li savii, elezer il primo Pregadi dil 
corpo di Pregadi Ire savii sora le scaosation di ofi- 
cii etc. Et quello scarcerano, sia deputa al Monte no- 
vissimo. Et fu presa. 

Nota Fo manda in campo io questa sera, per 
sier Andrea Bondimier camerlengo di comuo, duca- 
ti 7000 etc. 

Fo lelo la depositione di quelui venuto di Ale- 
magna, la qual sarà qui solo posta. 

Noto. Eri zunse Falziuella zovene di sier Mario 
Zorzi dotor è preson in Franza, qual è stalo lì 6no 
a Lochies, dove è dito suo patron, con I' bordine di 
la laja di scudi 1000. Et par non habbi potuto far 
nulla ; nepur veder ni parlar al patron, et li move- 
no garbujo con dir quel capitanio di Lochies voi du- 
cati 300 per le spexe facloli. Siche, é tornato in qua 
a questo eflecto. Item. Che lì in Franza, ha inteso 
sier Alvixe da Mula, fo podestà a Cremona, esser 
morto. Etiam fo dito per la terra che 1 disse sier 
Zacaria Contarmi el cavalier, tamen non è vera 
Item. Disse di le preparatiti di franzesi per vegnir 
in Italia. 

Fu posto, in questo Pregadi, per i savii, etiam 
una altra parte per acrescer il prò" al Monte novis- 
simo, certa utilità dil sai che fo posta vender io 
questa terra il sai s. 8 el quartaruol, che prima si 
vendeva s. 4, per uno anno. Ora, è sta preso, pasato, 
si vendi s. ti, e quelli do di più vadi al Monte novissi- 
mo. Et di questa oppiuione non fu sier Alvise Pixani 
dal banctio savio a terra ferma, e coutradise et 
questa et quella di tuor li ducati 1000 per decima 
che si melerà e diirli a dito Montenuovo. Non bave 



358 



521 



MDX, FEBBRAJO. 



522 



risposta. Et andò questa parte, et fu presa ; ma ben 
poi l' altra si perse, come ho notato di sopra. 

Item. In questa sera, Damian di Tarsia va capi- 
pi tanio di ventura in Istria, havendo auto li ducati 
500 impresiedo da la Signoria, et altre artelarie e 
polvere, e dato securtà sier Pexaro da dia 1 da Pe- 
xaro qu. sier Francesco, poi ha etiam assa' beni in 
Caodistria, con zercha 300 fanti trovati qui, a i qual 
ha dato un ducato per uno. Et si reduse a Lio, et 
cussi el di sequente partite per Istria, che Idio li doni 
bona ventura per ben dil slado nostro. 

A dì 10, domenega di carlevar, in Golegio vene 
li sopracomiti stati et hanno perse le galie in Po, et 
parlò per tutti sier Alvise Loredan qu. sier Luca, 
dicendo voler ritornar armar justa la parte di la soa 
eletion; et si hanno fato mal, che voleno esser pu- 
niti, et non voleno che li sopracomiti nuovi electi 
armino avauti loro, chome za do è za armati etc. Et 
perché il capilanio zeneral Trivixan dia esser menato 
per li avogadori in gran Consejo questa prima seti- 
mana di quaresema si altro per la terra non achade, 
fo per la Signoria commesso che li avogadori di co- 
mun poi aldiseno li sopracomiti novi et vechii, et li 
ì * expediscano. Vene V oralor di Hongaria, qual si ha 
contentado tuor le zoje, el è sta viste et stimate, et 
li fo dato uua perla grossa di carati ... et do altre 
et uno diamante, et uno balasso, cosse bellissime 
poste ducati .... milia, et fono di quelle che 'l si- 
gnor Lodovico ducha di Milan mandò a impegnar in 
questa terra. El qual oralor etiam domandò altre 
cosse a conto dil suo credilo. 

Di campo, fono lettere di 9 da San Boni- 
facio. Chome erano mossi da Lonigo tutte le zente 
d' arme, et loro, et venuti li in uno alozamento fato 
fortissimo et comodo et piò vicino a Verona mia 
7 etc. ut in eis. 

Noto. Il conte di Pitiano capitanio zeneral fé* te- 
stamento di sua mano, e lassò il governo di tutto il 
suo e flgliol a la Signoria nostra. Il stato di Pitiano 
e Nolla al nepote fiol dil primogenito, et a l' arcive- 
scovo di Nichsia. 

Unde, per Colegio, fo terminato che domino 
lanus di Campo Fregoso fosse al governo fina vengi 
la moglie, qual è a Pitiano. E zonta, li procuratori 
di San Marco et dita moglie siano governadori di 
beni dil prefato capilanio, fino il fiol Chiapino, hora 
nominato Nicola perche cussi ha voluto il padre, 
che ha anni 1 1 (sic) et é in questa terra, con Piero 
di Bibiena suo secretano stava, babbi etade legip li- 
ma. El qual va a star a Padoa. 

Da poi disnar, per esser carlevar, fo Colegio di 

/ Diarii di M Sanlto. — Tom. IX. 



i savii etc. Et vene uno altro messo di Elemagna stato 
in Augnsla, el fo verifichamo quel Hirouiiuo» aver 
portato le lettere. Et dice die '1 vele in uno zorno 
zonzer 25 signori per esser, a la dieta, qual è sta re- 
messa a 8 dì de quarexema. Et disse altre parlieu- 
lari là in conformità ; el che il re era a Ispruch a so- 
laio, e andava a caza..E-nota. Non porlo etiam que- 
sto in risposta alcuna lettera. 

Scurtinio over eletion, dil pagador in campo, 
fato eri in Pregadi. 



Sier Nicolò Vendramin qu. sier Polo, qu. Sere- 
nissimo. 
Sier Zuan Francesco Dolpn, fo vicedomino in 

Fontego di lodeschi, qu. sier Vetor. 
Sier Alvise Micbiel di sier Vetor qn. sier Michiel. 
Sier Sebaslian Querini, fo signor di note, di sier 

Carlo. 
Sier Marco Miaui, fo proveditor a Marostega, qu. 

sier Luca. 
Sier Alvise Soranzo, fo extraordinario, di sier An- 

touio, di sier Zuan Baptista. 
Sier Vicenzo Morexjni qu. sier Zuane da San 

Polo. 
Sier Nicolò Barbo, fo piovego, di sier Piero. 
Sier Polo Bernardo qu. sier Antonio dolor et ca- 

valier. 
f Sier Francesco Barbaro qu. sier Daniel, qu. sier 

Zacaria el cavalier procurator. 
Sier Iacomo Antonio Tiepolo, fo camerlengo a 

Treviso, qu. sier Matio. 
Sier Vicenzo Pixani di sier Antonio, qu. sier 

Marin. 259 

Et in questa sera, a bore do di nocte, achadete 
cossa molto notanda, che hessendo sta posti per 
avanti in la caxa dil capitanio di le prexon solo la 
scala li todeschi presoni 4 homeni da conto presi in 
Padoa, et il capitanio era in Raspo e il capitanio era 
in Pexin presi in Istria, quali erano ben traladi e fa- 
tali le spexe per la Signoria, et visitati da 1 soi tode- 
schi, et haveauo li soi fameglii todeschi, erano cu- 
stoditi da 4 guardiani posti per li capi di X, e per 
slargarli fo stropà una porta di una caxa dita, di 
meza piera però et la porta serada ; or questi, aven- 
do la praticità di scampar, fato lenir a zanze li guar- 
diani quali zenavano etc, rupe.il muro di la porta 
stropada di fresco, e cinque ili loro ussiteno fuora et 
andono per la porla dil palazo granda, che non fu 
posto mente dove si andasse, el qual volta tenisse 

34 



553 



MDX, FEBBRAJO. 



524 



non si sa. Rimase quel capitanio era di Pixin, no- 
mina R) domino Bernardino qual non 

volse andar via con loro per aver dato la fede a la 
Signorìa, poi etìam teniva in zanze li guardiani. Or 
pur diti guardiani, non sentendo a parlar, vene a 
veder e trovono la rotura et esser fuzidi, e corse dal 
principe a dirli tal cossa a bore ^ e poco più. Il qual^ 
subito mandò per li cai di X sier Marco Antonio Lo- 
redan, sier Luca Trun e sier Alvise Emo e li disse 
tal cossi»; item. per Nicolò Aurelio secretano dil 
Consejo di X. Et feno diti cai retenir li guardiani 
ditti, et mandono barche per tutto a veder di averli, 
et scrisseno a Chioza al podestà et al proveditor di 
T armala et altrove più lettere. Et subilo, lì in ca- 
mera del principe, mandono per il prexon restò 
olim capitanio di Pixin, et lo examinono. Qual disse 
sapeva volevano fuzir; ma non volse acusarli perchè 
saria minate so' moglie e figlioli eh' è in terra toie- 
scha ; ma ben dove siano andati non si sa, né lui il 
sa. Et dimandato chi todesehi veniva, li disse chi et 
altro. Et steteno fin ti hore li cai di X a palazo per 
examinar li guardiani etc et fo ordina far la matina 
il Consejo di X a bona hora per darli taja ; eh 1 è 
cossa grandissima, atento eh 1 è signal sanno Fim- 
perator non si voglino acordar con la Signoria, che 
non sariano fu/iti, che acordando sariano sta libe- 
rali; et de questi vulcano dar taja fiorini di rens 10 
milia, et non fo voluti. 

Li nomi di qual, è questi qui soloposti : 

Domino Zuan Rontemps thesorier general di Bor- 
gogna. 
Domino Bortolamio de Firminno. 
Domino Zuan Gasparo dito Mans Muster. 
Domino Zuan conte de Tarlago. 



259 * Domino Marchioro 



1509 (1310) die 9 februarii. In Bogatis. 

L' andera parte : che a tutti indifferenter soliti 
pagar decime, siano im|>osle decime doe, et simi- 
ìiter meza tanxa al Monte novissimo; la prima di le 
qual decime pagar se debbi per tutta la mità del 
mese presente; la secunda per luto el dito mese, e 
la meza tanxa [w?r luto 8 del mese futuro, cum don 
de 10 per 100 a chi le pagerano in danari contadi 
ne li termeni sopraseripli, possendosi pagar el lutto 
cum li arzenti aut ori posti ultimamente in cecha, 
et che se metterano de ccetero fino al tempo limi- 
tado per la parte sopra ciò disponente. El simili ter. 
cum li danari deposiladi et che si depositerano fino 



al tempo limilado, per la soprascrìpla parte, a V of- 
ficio di camerlengi de comun, cum le utilità stataide 
in la parte predicta. El se possi etiam pagir cum 
el prò' del Montenovo de la paga del mese de se- 
ptembrio proximo passato, cum don di 10 per 100 
ne li termini predicti ; et quelli fusseno creditori de 
danari prestadi, et de arzenti in cecha posti per 
avanti in execution de le prime leze nostre, possino 
scontar in le presente duo decime et meza tanxa, 
cum le utilità alhora deliberate per questo Come- 
glio, quando loro poseno arzenti in cecha, et presto- 
rono danari a la Signoria nostra. 

Dechiarando : che acciò quelli haverano presta - 
do, et presterà no danari a li camerlenghi de cornuti 
ut supra, sa pi no dove ha ver il suo dono, siano te- 
nuti tuor uno boletiu del credito loro de i danari 
prestadi, et apresentarlo a li officiali nostri dil sai, i 
qual debino poi darli il dono statuido per le leze no- 
stre, non lo havendo però prima havuto, come se 
convene. 

Et quelli che haverano pagato le due dexime 
et meza tanxa soprascripte, principiando ad haver 
il suo prò' al Monte novissimo questo septembrìo 
proximo 1510, a rason di 5 per 100 a Tanno, juxta 
el consueto. 360 

A dì 1 1 limi da matina, tutta la terra fo piena di 
questo fuzir. El fo mormorato assai, dicendo el mar- 
chexe di Mantoa eh* è in Toreselle, etiam un zorno 
scamperà. El qual, la noie el vegia e el dì el dorme, 
et é molli matitoani qui alozati a I' osta ria apresso 
il Ponte di la Paja, ergo etc. E fo avisati li cai di X, 
el fo questa matina Consejo di X col Colegio, e tra 
le altre provisione, feno far una proclama a San 
Marco el a Rialto : che chi li darà in le man die ti 5 
presoni todesehi fu/iti, over aeuserà dove i sono si- 
che i se hahino in le man, li sia dati di dono dil 
Consejo di X ducati 1000 per preson ; siche saria sta 
ducali 5000 dandoli tutti. Item. Fo manda per sier 
Antonio Condolmer, fo savio a terra ferma, qual era 
in Colegio el parlava con questi presoni et con tode- 
sehi tralavano per loro. Item. Fono mandati li ca- 
pitami et barche per ogni banda a cerchar et inque- 
rir etc, et fo ordinato mior ordeni a la custodia dil 
marchexe di Mantoa eie. Item. Lunardo da Dres- 
sano, era sta per avanti trato da preson forte e po- 
sto in la camera nuova di signori di note, fu con il 
conte Filippo di Rossi posti li p r gratuir F impera- 
tor, dito Lunardo questa matina fo iterum menato 
da basso in la prexon forte, et li cai di X, zoé Co- 
legio, fo in camera. 



525 



MDX, FEBBRAJO. 



526 



Da poi disnar, fo Pregagli e leto le infrascrite 
lettere. 

Di campo, di San Bonifazio, di 9, et ogi 
vene di 10. Chome atendeano a fortificarsi et poner 
bordine; et che in Verona e pur gran zente ancora. 
Et quelli di Schio si hanno oferto a loro proveditori 
dar ad ogni richiesta fanti 4000 et 200 cavalli per 
andar a tuor Verona ; e cussi meteno in bordine, et 
vanno pratichando etc. Pur voriano più fantarie etc. 
Et vidi una lettera di sier Piero Marcello proveditor 
di 10, che solicita pur la sua licentia, over habi du- 
cati 120 a T anno chome ha il proveditor Griti, per- 
chè lui ha solum ducati 80. Et scrive, che zuoba, fo 
a di 8 di note, per Verona li spagnoli andono cri- 
dando : " Marco, Marco „ unde molte done di le 
caxe loro etiam cridono : u Marco, Marco „ et 
loro signono le caxe, et la matina le sachizono quelle 
caxe haveano cridato Marco. Et fo una astuzia che 
fenno. Siche, in Verona tratano mal quelli citadini. 

Di Udene. Fono lettere dil Zustignan vice loco- 
tenente, che sier Alvise Dolfin proveditor zeneral in 
la Patria è a Gradiscila, et che nostri di la Patria 
erano stati verso Cremons et a le man con inimici, 
di qual é sta morti de' inimici zercha 40. Et altri 
avisi. Et quelli di Cividal di Friul, li havia scripto e 
anche al proveditor Dolfin, che quelli di Tulmin mi- 
nazavano di vegnir. Et però voriano zente etc. ut in 
31 litteris. 

Et lezendo le lettere, si reduse Consejo di X in 
cheba con il Colegio in materia di presoni fuzidi. E 
poi vene una voce, dita per Nicolò Aurelio in Pre- 
gadi, che erano sta presi sopra certi burchii di fó- 
gne, adeo per la terra la voxe fo spanta ; tamen 
nulla fu. Et fono mandati li capitani! con oficiali, et 
etiam li signori di note a zerehar in diversi lochi 
suspeti, et nulla trovono. Et il Colegio fo in camera, 
videlicet sier Hironimo Tiepolo consier, sier Lucha 
Trun cao di X, sier Marin Morexini avogador et 

sier inquisilor et exa- 

minono alcuni et do todeschi, uno di qual fo rete- 
nuto per saper la verità, nominato Chi mento 

..... qual è bon rnerchadante et feva facende qui. 

Di Treviso. È da saper, in questi zorni sier Al- 
vise Mocenigo el cavalier proveditor zeneral in tri- 
visana, da Fellre scrisse a la Signoria el al Consejo 
di X chome, per cosse tangente al stato, havia ordi- 
nato a Treviso che Zorzi Francho suo secretano 
fosse, zonto che '1 sia li, qual è con lui et lo '1 man- 
deria, retenuto etc El fo scripto a Treviso lo mandi 
di qui con custodia a li cai di X. Et ogi si ave let- 
tere dil prefato proveditor, qual io lete in Pregadi, 



che 'I dito Zorzi Francho, qual fo col proveditor 
Marzello suo predecessor, ha tolto assa' manzarie da 
brigata, e chi non havia, fino le majete. Unde, l'ha 
fato retenir a Treviso, et prega la Signoria voy com- 
meterli, e che non sia mosso fino el non fazi la sua 
sentenlia justa i demeriti. Et cussi, per Colegio li fo 
scrito a Treviso non lo mandasse de qui. Tamen, 
avanti il recever, el podestà lo messe a camino per 
Veuiexia. 

El qual zonse ogi da sera, et poi fo rimandato a 
expedir al dito proveditor. 

Fu posto alcune parlesele per li savii, di stratioti 
ha servito in campo, juxta la parte sia absolti dil 
bando. Item. Posto certa provision ad alcuni, ma- 
mme ad uno fio di uno bombardier morto in questa 
guerra. Et altre non da conio. 

Fu posto d' acordo per tutti i savii, dar a V ora- 
tor ungaro le zoje chome è rimasto volerle tuor per 
ducati 27 milia, videlicet uno diamante chiamato 
ochio di bo, con tre perle, stimato ducati 20 milia, et 
un balasso con perle stimato ducali 7000. Item. 
Panni d' oro e di seda per ducati 7000, et ducali 
400 di contadi. Et fu presa, el have assa' di no, per- 
chè, per Dio ! è mal dar il suo a questi tempi e a chi 
che non gè dà ajulo al mondo, imo ne menaza tuor 
la Dalmatia. 

Fu posto, per sier Piero Capello savio dil Con- 
sejo, scriver in campo a li proveditori, toy li men- 
di (sic) in le mostre a le zente d' arme, alento a 
molti, chome scriveno, li mancha li cavalli etc. Par- 
lò sier Alvise da Molin savio dil Consejo, dicendo 
non è tempo fare al presente queste moveste. Li ri- 
spose sier Piero Capello, dicendo senio inganadi, e 
questo è tanti danari si manda in campo, et la Signo- 2til * 
ria é inganata. Andò la parte dil Capello et di savii 
indusiar prò nunc, et fu presa la indusia di largo. 

Fu posto, per sier Piero Capello et sier Alvise 
da Molin savii dil Consejo, aleuto le lettere di sier 
Andrea Griti proveditor zeneral nostro ne richiedo 
li sia dato domino Agustin da Villa era comissario 
per il ducha di Ferara in Montagnana, et per nostri 
preso quanto fo reaquistada, et è in caxa di sier 
Luca Vendramin el cavalier qu. sier Lunardo, et el 
voi contracambiarlo con sier Ferigo Vendramin era 

podestà a la Badia, eh 1 è preson a Ferara, suo 

Or sier Nicolò Michiel procuratorcontradixe,diceu- 
do ha suo fiol preson, sier Mafio, qual era podestà 
a Lendenara, el non (è) equalità etc. Unde, sier 
Mirco Bolani, sier Andrea Venier procurator, sier 
Piero Dundo el sier Thomà Mozeuigo procuralo!* 
savii dil Consejo, messeno de indusiar, et si procuri 



r>57 



MDX, FKKBRAJO. 



558 



darlo a V incontro de' noslri tutti zenthilomeni pre- 
soni esso ducha ha ne le man, dil nostro. Andò la 
parte. Ave 33 di la parte et 76 di no, et fu preso di 
no. Et poi si reduse Consejo di X col Colegio, et li- 
centiono il Pregadi qual vene toso a bore 54. 

A dì 15, fo il marti di càrie var, in Colegio non 
fo nulla da conto. Lettere di- Padoa, Vicenza, et 
Chioza non lecte. Fo parlato per i savii atender a 
meter strami et feni in Padoa et altre vituarie, et 
nihil conclusum de modo. 

Da poi disnar, fo Colegio di savii, et vene lèttere 
di Constantiìwpoli di 10 dezembrio, et di sier 
Nicolò Zustignan qu. sier Marco, di 26 dicto, 
di Andernopoìi. Il sumario poi più diffuse scri- 
verò di solo. 

Nolo. In quesli zorni, fo pur fato in Veniexia, 
che parve carlevar, videh'eet molti travestidi ma- 
xime con femene, et in più lungi la sera si ballava 
in diverse contrade : et fino in la caxa dil ducha di 
Ferara olim, qual hora è di la Signoria nostra et si 
afitta per le raxon veehie, fu fato questi zorni feste 
con pive (?) et femene varie. 

Tki Costantinopoli, zot Andernopoìi. fo 
ìeto do lettere. Una di sier Xicolò Zustignan 
qu. sier Marco, et V altra secreta- 
no dil haylo, di 26 dezembrio. Come il signor e 
li bassi sono ancora IL Non hanno ricevuto le nostre 
lettere scritoli, perchè non poteano esser zonte. 
Item. Ha ver parlato al bassa et Ali et Mustafi, che 
M Signor vov dar ajuto a la Signoria, perchè saria 
suo danno eie. et far liga insieme. Et li disseno non 
usavano tal praticlia di far liga con cristiani; si- 
che nolunt prò nunc. Item. Li disseno che la Si- 
gnoria a compiasentia dil Signor turco poria liberar 
il marchese di Mantoa ; et sier Nicolò Zustignan disse 
265 « È nostro gran nemicho e la Signoria no 1 farà. » E 
loro disseno « Si V è nimicho, perchè non farlo mo- 
rir? * Item. Disseno: « Quando vossemò ajutar la 
Signoria e darli zente e passar esercito in Italia, che 
cauzion haria il Signor da vuy cristiani non vi acor- 
dese insieme e tajarne tutti a pezi lì in Italia ?» E 1 
Zustignan jiistiflchò eie. Item. Scrive coloquii abuti 
sopra queste materie. Et per la lettera dil secretano, 
par certo (il) Valacho a li conGni li move guerra, 
adeo il Signor convien far hosle etc. Item. Che l'ar- 
mala dil Signor dovea ussir di Streto per tutto ze- 
ner, tamen lieo sarà fevrer non ussirà, et va contra 

corsari, et è capitanio uno nominalo 

come se inlese per le altre, et sono legni numero . . 
zoè.. . 

Di Cataro, di sier Polo Yalaresso retor et 



proveditor. Chome manda queste lettere vieo di 
Andernopoìi. Item, convicina ben con turchi. Item, 
voi danari per quelli fanti etc. E nota. Per questa 
via, si ave uno a viso eh' è fama Ferisbei sanzacho di 
Bossina il Signor voler levarlo, perchè non convi- 
cina ben con la Signoria nostra. E nota. A dito san- 
zacho è andato sier Hironimo Zorzi, come ho scripto 
di sopra, ergo etc. 

Di campo, vidi lettere di sier Lunardo Emo 
qu. sier Zuan el cavatier, et sier Zuan Emo di sier 
Zorzi, quali andono per avanti a le sue possession e 
restò in campo, et drizate a sier Gabriel Emo, date 
a di 8 a San Bonifazio. Chome erano lì con cavali 15, 
et haveano fato promessa di 4000 fanti ben in bor- 
dine et 60 cavali citadini di Vicenza boni, bisognan- 
do andar a tuor Verona. Item. Scriveno di la presa 
fu fata per nostri stratioti di 50 bomeni d* arme 
francesi et borgjgnoni. El hanno in Verona esser 
todeschi 4000 malissimo armati, et sono do mexi 
non hanno tochato danari; spagnoli et vasconi 1800. 
Itrm, cavali 50tK), nel numero di quali è li Gam- 
baresehi e sono ben in bordine. Vi è il principe di 
Nalt, qual è governador, con bela zente ma cavali 
forte desfati et capitanio di la dita, di quali li home- 
ni d' arnie presi dicono numero 10 esser di soi e di 
la sua compagnia, e a lui fu vasto il cavalo solo, et 
fuzite disperato. Fraehasso ha solum 55 cavali de li 
soi di caxa. Rcnier di la Saxela con alquanti cavali. 
El signor Zuane di Gonzaga con zercha cavali 15, e 
alcuni altri a la stimma di 5000 cavali. Aveano deli- 
berà cavar fuora di la citadcla uno chiamalo Zerpe- 
lon di Mantoa, per aver quel medemo sospeto che 
hanno dil signor Zuane di Gonzaga che non se in- 
tendano con la Signoria nostra, et.meteno spagnoli. 
El formento vai s. 45 el minai, eh' è ducali uno el 
ster venitiano. Li magnifici proveditori sono venuti 
alozar de lì a San Bonifazio, et hanno deliberà redur 
luto il campo più streto, eh 1 è cossa a proposito e ne- 
cessaria, e diman hanno deliberà far consulto et tra- 
tar dil modo si ha a far cercha quel achade. Voria- 
no 7000 fanti pagati, senza quelli dil contado, e biso- 
gna danari eie. E dubitano si romagnirà senza campo. 5G5 * 

A dì 13 fevrer, fo il primo di quaresema, la ma- 
tina per tempo che tutti andava per lechiesiea la pre- 
dioha, se intese in questa notte a bore 9 esser zonti tre 
corieri di Roma con lettere di oratori molto deside- 
rate, videlicet do corieri nostri et uno dil papa ve- 
nuto per terra per la via di Ferara. Le lettere sono 
di 58 dezembrio (leggi gennajo) primo, 4, 5, 6 et 
7. Etiam, era venuto uno corier dil conte di Pitia- 
no. zoè dil fio] (nipote); sich? 4 corieri erano zonti. 



r>29 



V1DX, FEBBRAJO. 



530 



La conclusion era, die 1 papa in concisioni), a di 4, 
havia promosso di levar la excomunieha a 1 veuitiani, 
perchè haveano obedito et (alo quello doveano in le 
richieste fate per esso papa, et che erano 26 cardi- 
nali, di quali 15 fono di levar et 1 1 di no, che erano 
6 francesi ; il cardinal Santa Croxe e il cardinal San- 
Severino et alcuni altri, chi disse solum 9, fono con* 
tra. Et che questo corier dil papa havia porle li cam- 
pitoli voi il papa per far l' instrumento, et il primo 
di quaresema saria leva la scomunicha. Adeo, la ter- 
ra4^iava ; ma poco durò questa alegreza ; che, lete 
letèltere, pur fo visto qualche difìculta, et quelli ca- 
pitoli molto vergognosi, come diro di goto. Item. 
Se intese, a dì 3 hore 15, morite sier Polo Pixani el 
cavalier orator nostro nel numero di sei de li, et era 
sta sepulto in Santa Maria Araceli, dove cussi havia 
ordinato, et lassoe certi arzenti a la Signoria, come 
dirò poi. E nota. Altri oratori cha questo e il qu. 
clarissimo domino Leonardo Sanuto mio padre ora- 
tor defunto a Roma non è sepulti ivi, però che esso 
mio padre fu sepulto a Santa Maria Major a V aitar 
di San Hironimo. Morite ancora sier Andrea Capello 
orator da poi, et il corpo fo porla de qui. Or ad 
rem nostram. Kedulo il Colegio, et lete dite lettere 
di oratori e do dil reverendissimo cardinal Corner 
che molto si opera in tal materie, dil cardinal Gri- 
mani non si fa menlione, e[ il sumario di tutte le 
lettere di Roma è questo. Chome il cardinal Corner, 
ricevuto la nostra risolution, andò a Hoslia dal papa, 
qual si contentò. El esso cardinal, a dì "20, tornò a 
Roma, et a dì primo fevrer il papa rìtornoe. A dì 3 
fo la Madona, el a dì 3 dotnenega ; poi limi, fo a dì 4, 
fo concistorio e proposto per il papa la materia di 
levar le censure. El cardinal Santa Croxe e il cardi- 
nal Sanseverin, il primo per l'imperator et il secon- 
do per Franza, fono molto contrarii, dicendo «aria 
bon far a saper questo a la liga di Chambrai, quo- 
rum interesse agitur. Et il papa parlò honorificha- 
mente di la Signoria ; et che questo non tochava a la 
liga ma a lui et a quel concistorio ; et che venitiani 
haveano obedito e fato quello el voleva. Etiam il 
cardinal di Napoli ajutò la materia, et omnes olii 
cardinaìes, preeter super nominatosi li francesi. 
Item. Che prima, sier Domenego Trivixan procura - 
tor et sier Hironimo Donado dotor, oratori nostri, 
con il cardinal Corner, a dì 3 fono dal papa in ca- 
mera, qual contentò a tutto, e zercha la jurisdition 
dil golfo è contento meter in do cardinali qual piace 
13 a' nostri oratori, e non la far spazar. 

Item. Chome, da poi che fu concistorio, il papa 
mandò la malina perii cardinal Corner el essi do | 



oratori, et li disse che dovesseno esser a caxa dil 
cardinal di Napoli insieme col cardinal San Zorzi, il 
cardinal Regino e il cardinal Medici, et vedesseno 
de forma et validitate mandati oratorum a far 
quanto è sta concluso. Fonò etiam certi auditori di 
rota et secretarli dil papa ut in litteris. Or tan- 
dem, poi stati essi cardinali dal papa, soa beatitudine 
terminò far far una modula chome dovea esser facto 
esso inslrumento in forma camera con le clauso- 
le, el qual, con li capitoli el voi da la Signoria, man- 
dò di qui acciò si fesse il mandato in forma etc. E 
loro oratori, parendo parole di gran importanza, 
mandono a la Signoria acciò quella terminasse, el 
mandò la forma si consueta de li inter personas 
privatas. E nota. È uno capitolo che sub poma ex- 
eomunichationis, in niun tempo la Signoria torri 
le terre restituite a la Chiesia etc. Item. Essi oratori 
scrivono diffuse di tal materia, et coloquii con re- 
verendissimi cardinali. El il ducha di Urbin e la mo- 
glie è lì infralì honoratamente. Item. Il papa parlò 
a li oratori che, levata la scomunicha, si farà altro. 
Et zercha al conte di Pillano eh 1 è morto, si ha do- 
lesto perchè era fedel capitanio, et considerando in 
Italia esser do soli capitani, uno é il marchexe di 
Mantoa, V altro è il signor Prospero CoIona, et che 
dil marchexe, quando la Signoria havesse cauzion dì 
fioli e moglie e stato in le man saria a proposito, per- 
chè ha inimicitia con Franza, perché, poi è prexon, 
mai il re non ha dito parola di lui. Poi saria a pro- 
posito per esser vicino a li confini di Brexa eie. Et 
Prospero Cotona, per lui farà il tutto; ma è subdito 
di Spagna etc. 

Item. Par che il cardinal Corner e li oralori 
babbi persuaso al papa voy mandar corieri in Ale- 
magna a la dieta, a dir che '1 papa voi levar la sco- 
municha. Rispose faria il lutto etc. 

Item. Hanno di Ingaltera, di \% che il re di 
Franza mandava uno orator in Ingallera, qual é con- 
sueto, smontato su risola, vengi oratori englesi con- 
tra, et non vi andò, unde si maravegliò. E li vene 
poi uno araldo, dicendoli non venisse di longo per- 
chè il re mandava do oratori soi in Franza a saper 
quello voleano dito orator dirli etc. Perilchè, par il 
re di Franza babbi scrito in Spagna a quel re dolen- 
dosi dil zenero che usa questi modi con lui ; et che 
li darà il tributo eie. Item. In le lettere dil cardinal 
Corner a la Signoria, è Uno capitolo che il re di 
Franza par non vera questo anno in Italia, ma ben 
manderà zente; et che era sia dito il doxe nostro 
esser morto, el era sta fato in loco suo sier Antonio 
fìrimaui eie. 






531 



MDX, KEBBRAJO. 



fl-i 



Sumario di tre lettere venute da Roma dil con- 
te Hironimo di Porzil di la Patria di Fritti 
doctor, drizate a sier Zuan Badoer fo ora- 
tor a Roma, 

Lettera dil dito, di primo fevrer. Come, su- 
bito gionto il coriero con lellere di 23, il reveren- 
dissimo Cornaro andò, a Oslia dal papa, il quale se 
expecla il penultimo di queslo mexe. Sono lellere 
dil vice re di Napoli per la via de Sardinia, haver 
inleso per cerle nave gionle li de F armala del re 
calholico, come da quella é sia preso in Barbarla la 
cita di Bucia. Tamen, fin a questa hora, eh' è el pe- 
nultimo di zenaro, non sono lettere di Spagna di 
tal materia. Mi ha ditto Flisco, che '1 me cerlificha 
che il re di Franza non passa, exeepto se 1 non ve- 
desse qualche unione conlra de lui, che tunc voria 
preocupar con preste/a. Et io credo che, quando el 
vedesse unione conlra de lui, che mancho penseria 
de passare. Ista pendent ab rerum eventu, quem 
bonum, Deo benejuvante eie. Ogi è slato il reve- 
rendissimo cardinal di San Geòrgie a casa de mon- 
signor reverendissimo de Neapoli, cum lo episcopo 
de Ancona more solito et missier Sigismondo per 
le ocurentie. Da poi, li magnifici oratori, con lo re- 
verendissimo Cornelio, sono slati a palazo. C<etera 
intelligetis ex litteris atiorum. 

Lettera, dil dito, di 5. Luni proximo che fu a 
(dì) 4, fu fato concistorio per le occurentie de la 
absolulione, la quale proposta, non fu tanto tumulto 
che se credea. Tamen, fu altercatone, ma niuno fu 
pezor de Santa Croxe, et questo perchè lui voleva 
satisfar a F imperator. Li francesi obstarono el San- 
severìn. Li altri par che non li contradicesseno. Li 
nostri cardinali ut audio voleano che a 8 del mexe 
fusse expedita tal cossa azò la cossa non andasse di 
longo, perchè, come francesi hanno tempo, sono 
molto apti a intrigare. Or fu quasi concluso per lo 
primo dì de quaresema, in die cinerum o in quello 
principio di quadragesima, et che interim, ceetera 
expedientur. Or questa malina a bona bora, il papa 
mandò per il reverendissimo Grimani et San Zorzi 
et Cornelio. Nota. Non fu il Grimani ma ben li doi, 
dove fu ordinato far ogi da poi pranzo una depula 
tione in casa dil reverendissimo Napoli, dove sono 
stati li reverendissimi cardinali San Zorzi, Regino et 
Medici con monsignor reverendissimo di Napoli, el 
apresso fu lo Acoltis episcopo de Ancona, el qual è 
auditor de rota et sempre è intravenuto in istis, et 
fu ancora dui altri auditori de rota, zoè Jacobatiis et 



Vamilio, et missier Sigismondo da Fuligno secreta- 
no, et li magnifici oratori vostri missier Dominico 264 
Trivisano et missier Hironimo Donato, ubi potissi- 
mum é stato disputato de validitate mandati prò 
petenda ista absolu tione eie. La causa de questo 
novo dubio, non so. Sono siali mollo tardi li cardi- 
nali soli tra loro. Hoc unum scio, che F orator di 
Anglia fu a' 4 dil mexe dal papa, el fece F oflìtio Se 
voi far ogni eossa omnino per obtenire questa abso- 
lulione; poi, per via se conza soma etc. Questo car- 
dinal Santa Croxe ha faclo pratiche mirabile contra 
con tulli li cardinali etc. Se dice che 1 re di Franza 
ha fato vice re per venire in Italia il ducha di Bar- 
bon, benché sia giovane, et capitanio generale mon- 
signor de la Tramoglia con 1000 lanze; el si dice 
farà una certa volla, et venire in Lion lo re. Lo ma- 
gnifico missier Polo Pixani orator morite a di 3 a 
bona hora. Non dubito che quella santissima anima 
è andata in paradiso. Fu sepulto eri in Araceli ho- 
noralissima mente. Avanti il concistorio predito di 4, 
la sorella dil marchexe di Mantoa, et la Boia eh* è 
moglie di ducha de Urbino, hano facto genibus fle- 
xis grandissima instantia ut dicitur al papa, che 
non absolvamini se prima non é lassato il mar- 
chexe de preson. E anche il ducha di Urbino, eh' è 
qui a Roma, fa ultimo de potentia a questo. Tamen, 
non vedo che 'I papa moveatur ad hoc. 

lettera dil dito di 8. Come, in quella congre- 
gatone che fu in casa del cardinal reverendissimo 
di Napoli, fu coneluso che se fesse in palazio una 
forma dil mandato come voleano ; poi se vederia. 
Hcec omnia procedunt secretissime. Poi, a dì 6, 
fu mandala dita forma a questi oratori, la quale non 
credo li piacesse non sine causa, perchè par volea 
se confesasse ri te fuisse exeomunicatos eie Dein- 
de oc per antea, fu parlalo che veneti obligaren- 
tur in dicto mandato in forma camerte etc. La 
qual cossa non parve forsi a tutti condecente, quia, 
aut est consueta ista forma in forma camera* in- 
ter principes ac magna tes, aut non. Si est con- 
sueta inter principes et magnates ista forma, 
tunc potest fieri rite ; et si non est consueta fie- 
ri ut supra, tunc magis coìisiderandum, benché 
bisogna far aliquando come si pole, non come si 
vole. A dì 7 fuerunt duo ex oratoribus a pala- 
tio propter hoc. Questa note spazo il corier. Questa 
matina il papa mandò per li reverendissimi cardinali 
Grimani et Cornelio e missier Dominico Trivisano 
e missier Hironimo Donalo, prò ostenda eis forma 
àbsolutionis etc. Res aguntur secr te. Prego 
Iddio ponat manum suani bonam eie. La nova 



533 



MDX, FEBBRAK). 



534 



ì " del prender Bugia in Barbaria a dì 6, fu veriGcata 
per lettere dil re catholico al papa. Si crede, con 
Tarmata grande che '1 fa questa estate, piglierà que- 
sta Africha eie. Et si dice anderi in persona a Na- 
poli. Eri intesi, che è certifichato da chi vien di 
Franza, che '1 re non fa penitus alcuno prepara- 
mento de arme per venir in Italia. Se aspettava, di 
hora in hora, coriero de Alemagna. Si expedisse 
queste lettere per uno corier dil papa qual vien per 
via di Ferara cum auctoritate pontificis, acciò si 
babbi presto risposta si li piace la forma etc. 

Noto. A dì 11 fevrer 1509. 

Fo dato zoje a domino Filippo More orator dil 
serenissimo re di Hongaria, justa la parie presa in 
Pregadi, a conto di quello soa serenità dia aver di 
la Signoria, zoje per P amontar di ducati 29 milia, 
trate di santuario, zoè uno diamante, uno balaso e 
una perla, le qual fono del signor Lodovico di Milan, 

date in pegno a la Signoria nostra per ducati 

35 imprestatoli. 

Di Roma, item di Spagna, è nova P armala 
di quel re, eh' è nave 20 et galie 9, aver preso Buzia 
terra di mori in Barbaria. Item. Per una altra let- 
tera di 8 di oratori, par habino parlato col signor 
Marco Antonio CoIona, qual è contento venir a ser- 
vir la Signoria nostra. E altre parlicularilà, ut in 
litteris. Et nota. Essi oratori, per haver danari 
loro cinque, treteno ducati 500 a cambio da esser 
. pagati a Raphael Bexalù, et li Ireteno in loro Coli et 
fradello inspicialila ; li qual però fono balotati et pa- 
gati di danari di la Signoria nostra. 

Di Napoli. Di Lunardo Anselmi consolo. 
Fono lettere di 26 dczembrio. Zercha le zente 
ispane alozate in Puja e quelle bande. Item. La no- 
va di Spagna, che P armata regia ha preso Busia 
terra di mori etc. Item. De lì era nova P armata 
nostra era intrata in Po, et havia preso Ferara etc. 
ut in litteris. Et manda uno capitolo auto di Paler- 
mo di sier Pelegrin Venier di questa nova di Buzia ; 
et che di formatti, volendo la Signoria, si harà la 
trata. 

Item. Fo letto un capitolo di lettere di sier Pel- 
legrin Venier drizato a' soi fradelli. Il sumario e co- 
pia scriverò di soto. 

Di campo, di San Bonifazio, di proveditori 
generali, di 12. Come nostri guardano il bastion, 
erano andati di là de P Adexe et preso 12 cavali de* 
inimici di sacomani. Item. Di Verona, che sono in 
gran confusion, et sono pur assi' zente dentro, adeo, 



non volendo la Signoria che habino 7000 fanti pagati 
olirà li altri, non e da tuor P impresa, maxime hes- 
sendo quasi scoperto il tratado. E però, hanno licen- 
tia' sier Lunardo e sier Zuan Emo di la oferta fa- 
ta etc. 

Di Chioza. Di sier Hironimo Contarini 
proveditor di l'armata. Come è li con 3 galie ba- 
starde et 3 sutil, computa la sua. Item. Ha aviso a 
Ferara si armava do galie per forza e con rufiani e 
altri, e il ducha in persona andava lu medemo a tro- 
varli; et che uno sopracomito zenoese é li, e li pro- 
mele, armando dite galie, far gran cosse etc. Et per- 
che steteno assa' a lezer le lettere, maxime quelle 
di Roma con P instrumenti et capitoli voi il papa, 
adeo li savii consultavano ditti capitoli et quello si 
havia a risponder a Roma, et non erano d' acordo, 
licet era consilium necessitatis et non si poi con- 
tradir stantibus terminis prtesentibus, pur, senza 
meter parte alcuna, ogi fo licenlia' Pregadi, el dito 
diman si redurà per far risposta a Roma. 

Noto. Di presoni fuzidi, se intese a bocha havea- 
no tolto la via di Trieste con uno bragantin a po- 
sta, che fu visto. Siche hanno tolto quella via, et é 
salvati. 266 

Copia di uno capitolo di Uttere di sier Pele- 
grin Venier qu. sier Domenego, drizate a' 
soi fradelli de qui, date in Palermo adì... 
zener 1509 (1510). 

Per via <li Sardegna e Majoricha, si ha nova el 
conte Piero Navaro, con 30 barze e 9 galie, aver 
preso Buzia e One ; ma de Buzia é certissima. . E 
meno di 500 anime hanno trovato; tutti fuzirno. E a 
Caleri di Sarei igna zudei e mori schiavi son sta con- 
duti. È fama atendeva altra armata. Altri dize aver 
14 nave, altri 7, ma el più parla di 30, e havia 5000 
fanti sopra. Mi doglio veder tal armada di zener, e 
con una lettera puoi e son presti a venir in golfo, o 
andar in Zipri e Corphù, e vien scrito a Roma e a 
voy, fatelo saper. E ne minazano assai questi vien 
di corte, che in lo paexe non parla di altro che di 
desfar Veniexia e assediarla. Però son zanze, e cre- 
perano più presto. 

Da Syo, son lettere di 24 del passato. Par 
che de tormenti habino manchamento, e di qui ne 
son sta caro comprato salme 3000 per Syo, valeva 
carati vinti. 

Di Candia, è lettere dil ducha, di 27 no- 
vembrio. Si lamentano assai de 1 tormenti, e dubito 
non ne haverete da quelle parte di Cypri. Le trate 



53 



^ 
a 



UDX, FEBBRAJ0. 



536 



di qui è serale per tutti i luogi di nostri, e per Bar- 
barla a parte, come ve scrìssi. 

Noto. Atento li presoni alemani erano fuziti con 
gran mormoration di la terra, e dubitando la Si- 
gnoria in Colegio con li cai di X che '1 marchese 
di Manloa, qual é in Toresele, non fuzisse, fo termi- 
nato farli bona custodia. E prima, che Folegino suo 
secretano mantoan, qual stava qui, andasse a Man- 
toa, e li mantoani erano in questa terra non soliti a 
star, vi andasse. 1 qual mantoani non potesseno ve- 
nir senza salvoconduto di la Signorìa e di cai di X. 
E le scuole grande dagino 25 homeni per una de 
meterli a custodia di ditto marchese, mutandoli, e li 
custodi li fazino buona guarda, e niun vadi forman- 
do solo il balcon su la piaza verso Ponte di la Paja 
dove la note si facia la guarda e il dì, et stava bar- 
che dil Consejo di X. Item. Nicolò Gambo da la 
bolla tien le chiave, e che il marchese, de cabro, 
si fazi le spexe lui e pagi le guarde dil suo, che pri- 
ma si feva per la Signoria nostra. Di qua in drìedo, 
266 ' lui spenderà. 

A di 14, da poi disnar, fo etiam Pregadi per 
scrìver a Roma, et fono leto le infrascripte lettere. 

Di Chioza. Di sier Hironimo Contarmi 
proveditor di V armada. Zercha aver homini di 
Chioza per andar a brusar Arìan, juxta i mandati ; 
et feno dificultà, pur li ebbeno. Tanien, non è il 
modo al presente, per le raxon ut in litteris. Et 
sier Marco Antonio Contarmi capitanio di Po, da 
Cavarzere, scrìve etiam in questa materia. 

Di campo, di San Bonifazio. Nulla da conto. 
Atendeno far mostre. Le cosse di haver Verona, è 
differite. 

Fo Consejo di X con la zonta, et Colegio assa' 
longo. 

Poi fu intrato in la materia de scrìver a Roma, 
et fo do opinion. Una di risponder semo contenti a 
quanto voi il papa poi che non si poi far altro; Y al- 
tra di sier Piero Capello et sier Zorzi Emo savii dil 
Consejo, che voleano ben questi capitoli ; ma vedes- 
seno etc. et avanti il concluder e far il privilegio, 
rescrivcsseno. Or, fo gran disputation etc, perchè 
sier Alvise Pixani savio a terra ferma voleva la par- 
te di savii excepto uno capitolo di quelli è a nostro 
soldo che sono rebelli dil papa debano esser licen- 
tiati, e voleva, de cateto quelli vegnirano, e non 
fono, e questo per Dyonisio di Naldo etc. Or parlò 
primo sier Gasparo Malipiero è di Pregadi. Poi sier 
Piero Duodo savio dil Consejo. Poi sier Zorzi Emo 
j)er la sua opinion. Poi sier Alvixe da Molin savio 



dil Consejo per la parte ; et sier Alvise Pixani per il 
suo capitolo; et ultimo fo sier Piero Tran è di la - 
zonta qu. sier Alvise, et persuase el Consejo a voler 
la parte di savii. eh' è consejo di necessità, et con- 
cluder presto. Et questa fu la prima volta che mai 
el parlasse in soa vita in Pregadi. Andò la parte, 17 
dil Pixani, 29 dil Capello et Emo, il resto di savii, 
et fu presa. E nota. Fo expedito le lettere per il co- 
rìer dil papa il dì sequente a nona, perchè Pregadi 
vene zoso hore 4 V* di note. Et (fu) fato il syndi- 
cha' a li oratori in debita forma. Et fo ordinato dito 
corier non portasse lettera particular niuna, et fu 
posto in una barcha di cai di X et mandalo Gno sul 
ferarese con dite lettere ; qual si offerse esser luni a 
dì 18 a Roma infallanter. Et tre zorni da poi, fo 
replichalo dita lettera per uno nostro corier, qual 
portò lettere di oratori et altre particular. 

A di 15 da matina, l'orator di llongarìa fo in 
Colegio et tolse licentia di repatriar, havendo auto 
in don da la Signorìa ducati 200, et "200 per lettere 
di cambio, et datoli le zoje per ducati 2!) milia et li 
pani di seda por ducati 7000. Qual, Jacomo di Zuan 
li ha dati, a esser Rigato da la Signorìa in do anni, 
in tre page. Et cussi benissimo satisfalo, si parti e 
farà bon oficio. 

Da poi disnar fo audientia di la Signorìa, et poi 
Colegio con li savii, et vene Cherea con lettere di 
campo di proveditori. Avisano il signor Zuane di 
Gonzaga et quelli di Bozolo esser partili di Verona, 
e altra praticità ; qual fo aldito con li cai di X in Co- 
legio etc. 267 

In questi zorni, vene lettere di Puola de le galie 
di Alexandria, et mandò il cargo, et fo di 12, et 
chome andavano al suo viazo. Et è bella cossa, in 
questi tempi tanto calivi, le galie sieno andate tanto 
riche. 

Cargo di le galie di Alexandria, capitanio 
sier Lorenzo Loredan. E prima. 

Panni di più sorte da Veniexia . . . balle 180 

Charisee » 100 

Panni di piò sorte di Ponente .... » 110 

Savoni, casse et sachi n.° 410 

Rami in pan coffe 316 

Rami in verga, barili et fardi .... n.° 327 

Zenabri casse 44 

Arzenti vivi barili 50 

Banda larga fardi 89 

Stagni casse 45 

Rami lavoradi balle 16 



537 



MUX, FEDDKAJO. 



538 



Fil di rame fardi 14 

Banda raspa barili 4 

Piompi (sic) peze 130 

Munii, bote et casse 

Solfali casse 90 

Barele » 21 

Bernusi balle 8 

Gripola casse 24 

Zisegal > 12 

Zafaran balle 1 </t 

Cròtali casse 3 

Carte balle 8 

Mense casse 15 

Panni di seda > 2 



Aver de cassa d' aviso, per ducati 40 milia. 
Aver de cassa in scrigni, per ducati 10 milia. 
Traze le galie de nolo, d' aviso ducati 2500. 

A di 16, in Colegio, fu domino Antonio Sover- 
gnan dotor venuto di Udene, con li capi di X assai. 
Et fo terminato expedir domino Baldisera di Sci- 
pioni con balestrieri a cavalo datoli per avanti, ita 
che ne habino n.° . . . et uno altro capo di balestrieri 
con ... Et vadi in Friul, e sia capo di quelle zente, 
et li fo dato li danari. Item. Fo termina mandar da- 
nari in campo, et ne mandono ducati 9000 la sera. 
Era camerlengo a la cassa sier Andrea Bondimier, 
et sopra tal exation è stato et é sier Piero Capello 
savio dil Consejo. 

Item. Fo parlato di lassar andar li debitori di 
le decime, tanse et altre arrgarie a capello, excepto 
le 30 et 40 per 100. Questo perchè, restando di an- 
dar, li homeni sa indura a pagar, et quella parte ha 
267 * iato pezo cha meglio eie. Quel sarà, scriverò. 

Da poi disnar, fo tytfsejo di X con il Colegio, et 
fu preso di far una rontajiova su le cosse di Roma 
al dito Consejo di X, cazado li papalisti. Et fono ele- 
eti n.° 10, Ifquali sarano qui solo noi adi, videlicet: 

Sier Andrea Venier procurator, savio dil Consejo. 

Sier Thomà Mozenigo procurator, savio dil Consejo. 

Sier Andrea Corner el consier, qu. sder Marco. 

Sier Francesco Bragadin el consier, qu. sier Alvise 
procurator. 

Sier Piero Duodo savio dil Consejo, qu. sier Luca. 

Sier Marco Bolani savio dil Consejo, qu. sier Ber- 
nardo. 

Sier Lucha Zen procurator, fo savio dil Consejo. 

Sier Alvise di Prioli el consier, qu. sier Nicolò. 

Sier Vincivera Dandolo, fo cao dii Consejo di X, qu. 
sier Marco. 

/ Diarii di M. Sanuto. — Tom. IX 



Sier Alvise Grimaui el governator di V inlrade, qu. 
sier Bernardo. 

Di campo, da San Bonifazio, fono lettere 
di proveditori di lo, et vidi di sier Piero Mar- 
zello proveditor. Come atendeano a far mostre. 
Era andato a la Torre di confinì, per far la mostra 
ai Brandolini. Item. In Verona hano esser sta gran 
rumor tra todeschi et spagnoli, el esser sta morto il 
cavalo soto al principe di Analt eh' è governador e 
capitario di alemani è li ; siche sono in gran confu- 
sion. Item. Che si fusse un capitario in el nostro . 
campo, si faria facende; ma per non haver capo, le 
cosse non va ben, imo le fantariesi vanno disolvendo. 

Noto. Fo dito in Verona esser sta squarta alcuni 
citadini marcheschi. Si '1 sarà vero, più di soto scri- 
verò. Item. Sier Alvise Bembo qu. sier Polo, stalo 
fin bora in campo a solicitar molte cosse, et havia 
ducati 20 al mexe, cussi volendo li proveditori, et ha 
gran laude etc, fo in Colegio. Disse alcune cosse,, et 
fo parlato farlo sora i strami a far condur in Padoa 
et expedirlo eie. 

A dì 17, domenega da matina, nulla da conto. 

Da poi disnar, fo grantCqpsejo, et fo publiebà 
far podestà di Chioza et altre voxe n.° 9. ; ma poi 
non fo fato eletion. Questo, perchè sier Alvise Gra- 
denigo et sier Marin Morexiui avogadori di comun, 
andono a la Signoria a dir voleano menar sier Ad- 
zolo Trrfixan olim capitario zeneral di mar in gran 
Consejo. El visto li obstava una parte presa in Pre- 
gadi quando el fu commesso, che dicea : formato 
processa, in termine zorni 15 li avogadori doves- 
seno venir al Pregadi ; et per tajar queste parole, 
che pareva fosse tolta l' autorità a li avogadori di co- 
mun, eh 1 è conlra il suo Capitolar, sier Alvise Grade- 
nigo avogador andò in renga, et cazadi li parenti di 
dito sier Anzolo, narò la cossa e la causa che havia 
convenuto andar in renga per tajar quel articolo, 
dicendo era conlra V autorità di 1* avogaria. Et fé' 268 
lezer una siine] parte fu posta nel caxo di sier An- 
tonio Grimani olim capitario zeneral di mar, quando 
a gran Consejo fu tajà una simel clausola presa io 
Pregadi, erano avogadori sier Nicolò Micliiel dotor 
et cavalier, sier Marco Sanudo el cavalier, sier Polo 
Pixani el cavalier. Et falò lezer l'autorità dil suo Ca- 
pitolar, qual voi sia in libertà di l' avogador andar 
a qual Consejo che meglio li parerà etc. confortando 
e tajar tal clausola acciò li avogadori possi vegnir a 
gran Consejo, se li parerà il meglio. E venuto zoso, 
sier Castelan Boidii el XL criminal, qual etiam con- 
tradixe in Pregadi quando fu poi poslo per li avo- 

35 



539 



UDX, FEBBRAJO. 



540 



gadori che '1 si presentasse, disse il caso. E prima 
tazadi quelli non erano dil gran Consejo, poi narò 
il modo fo processo contra dito sier Anzolo e le 
parie fo messe, dicendo è meglio sia mena in Pre- 
gadi perchè cussi fu preso; e chi messe di come- 
lerlo, messe con questo fosse expedi in Pregadi ; poi 
per non disordinar la terra in questi tempi impor- 
tanti, et li oflìcii et le quaranlie etc. E che loro avo- 
gudori haveano consenti a menarlo in Pregadi, quan- 
do poi messeno che 'I si presentasse. Dice infine la 
parte: « e sia poi expedito per questo Consejo » zoè 
di Pregadi, siche volenti et consentienti non fit 
injuria. Et venuto zoso, sier Mariti Morexini avo- 
gador li rispose, e ben et gajarda mente, e si fé' in- 
tender che lo '1 voleva menar a gran Consejo, non 
per far mal al dito sier Anzolo che meritava assais- 
sime opposition, et la mazor era apresso lui la mi- 
nima, qual per la perdeda di V armata ha fatto gran 
danno a questo stado ; ma aciù tal cossa ad exem- 
plum aliorum non passi impunita. Tochò V auto- 
rità di Tavogaria, e i caxi che poleno andar di minor 
in mazor Consejo, et non è controverso ; et che non 
non si poi derogar a V autorità publica ; e che lui 
non era in Pregadi ma a Lignago quando messeno 
la parte, ergo a lui non poi esser tolta T autorità da- 
tali per il suo Capitolar. Poi disse non disordenaria 
la terra. Farano 8 Conseglii. Da matina senterà un 
poco le quarantie, e compirà poi disnar. Li cassieri 
anderanno a' loro oflìcii a scuoder, e si starà fin 
nona. Li savii consulterano le lettere e le parte, e 
poi disnar ordinari quello vorano per la terra, per- 
chè, andando in Pregadi, saria disordine dil stato, e 
non si porà aver si non o uno o do Pregadi a la se- 
ptimana. Poi cargo sier Castelan era venuto per aju- 
tar sier Anzolo, che non feva V oficio di bon citadin. 
Si non era venuto per difenderlo ma per la republica, 
268* tanto pezo, perchè el diceva il conlrario di quello 
era il ben di questa republica, perchè il ben è (che) 
il signor di la terra, eh 1 è il gran Consejo, sapi li fati 
soi; qual è il supremo signor el li altri Consiglii è 
dependenli da quello. Alzò mollo la voxe, et parlò 
saviamente. Poi andò suso sier Francesco Bolani, fo 
di la zonta, qu. sier Candian. Alegò molte cosse di 
romani, et che era venuto a parlar da citadin per 
amor di la patria. El che era mal a menarlo a gran 
Consejo; ma ben in Pregadi, come era preso; et che 
li avogadori non podeva tneter questa parte; et che 
si questo indegno capitanio meritava, voria el fusse 
su mille forche ; et die lui parlava da bon servitor e 
fiol di missier Candian Bolani che servì 40 anni que- 
sto stado al governo, el morite povero con ducati 



15 in cassa e non più. E disse non si dovea corneo- 
zar da questo, ma da li altri che havia abandona Je 
terre et castelli eie. Tamen, non fu molto aldito per 
non aver autorilà ni credito; poi, il Consejo voleva 
la parte. Et venuto zoso, andò la parte. Ave 16 non 
sincere, 1 13 di no, 1116 di la parte et fu presa. 

Et poi, fo loto de more le parte di quelli rota- 
rono il publico hessendo in li oflìcii, siano stridati il 
primo Consejo di quaresema quando si farà il pode- 
stà di Chioza, vidclicet quelli robarano da 

Et leto molle parte, poi sier Alvise Gradenigo avo- 
gador andò in renga, et fato uno exordio, strìdo 
sie ladri, tre populari el tre zcnlhilomeni : il resto è 
morii. Il primo, Domenego di Martin era sora le 
fa bri che a Padoa; sier Bertuzi da Canal, fo visdo- 
mino in Fontego di lodeschi ; Renier Venier, fo exa- 
tor di le daje di venitiani a Padoa ; sier Zuan So- 
ranzo qu. sier Nicolò, fo a la juslicia vechia ; Zuan 
Jacomo Roseti), era pesador a la taola di V intrada, 
et sier Piero da Canal, fo camerlengo a Vicenza. E 
nota. Sier Antonio di Mezo era exator a le cazude è 
morto, però non fu stridalo. Poi exortò tutti a te- 
gnir le man a sì de li danari publici per conserva - 
tion di la republica, la qual per le leze e per li da- 
nari si manlien. E disse la pena, oltra il restituir il 
cavedal e la mità più per pena, e privi di oficii eie 
Etiam la morte anual di (nobili, deve) esser pu- 
blicata in tal zorno. Et venuto zoso, fo terminato 
per la Signoria non far ogi eletion ; ma far la pruova 
dil canzelier grando in Candia, che za tanti Consigli 
a le scale molli procuravano. Et cussi nominati nu- 
mero restono solum a esser balotadi, 

perchè li altri non haveano porta il bulelin di oficii 
di non esser debitori. E cussi, di tutto il Consejo, ri- 
mase Alvise Fileto qu. Francesco citadin di boni di 269 
questa terra, et ha gran parentela in zenthilomeni, 
et havia a gran Consejo grandissimo favor. El qual, 
insieme con li altri erano in Consejo, et come veni- 
vano balotadi, andavano al tribunal et atorno il 
Consejo. Et il scurlinio sarà qui posto. 

Electo canzelier grando in Candia. 

Valerio Bonlempo 373.1032 

Zorzi Ulaslò doctor 204.1196 

Francesco Aurelio, fo secretano e can- 
zelier a Modon 432. 966 

Nicola Sitila secretano za anni ... . 660. 745 

Marco Vidal secretano, fu in la obsi- 
dion di Cividal di Friul con sier 
Ferigo Coniarmi provedilor . . 146.1210 



541 



MDX, FEBBRAJO. 



542 



Zacaria di Martini secretano stato 

fuoraassa' 255.1143 

Vincenzo Caravello nodaro . . . . 137.1220 

Zuan Donin scrivali a li proveditori 

sopra le camere 441. 910 

t Alvise Feleto qu. Francesco . . . 1287. 128 

Pietro Grasolari secretano con Ir pro- 
veditori generali in campo. . . 342.1104 

Et rimasto, fo chiamato dito Alvise Fileto dal 
principe et licentiato il Consejo; ma sopravene una 
lettera : 

Di sier Zuan Paulo Gradenigo proveditor 
tetterai, data a la Badia a dì 16, qual per esser 
con vitoria, fu leta al Consejo et le porte erano aperte. 
II stimano é questo. Come, intendendo che inimici 
alozati a Figaruol, Castel nuovo et Melara, eh' è qua 
di Po, minavazano venir ogni zorno sul Polesene a 
far danno a 1 nostri, esso proveditor deliberò andar 
in persona contra di loro. E posto P bordine con le 
zente, eri, che fo a di 16, hore 12, si avioe con 200 
cavali lizieri et domino Antonio di Pii con la com- 
pagnia sua, et domino Zitolo di Perosa con 200 sui 
provisionati, et si aviono verso Castelnuovo. Et or- 
dinato 25 cavali nostri lizieri andasseno avanti fin 
vista de 1 inimici, et trovandoli venisseno indrio ac- 
ciò essi si venisseno poi a scontrar con nostri, posti 
tutti in ordinanza et cussi andati, li diti 25 cavali 
trovono inimici za erano levati et aviali verso il Po- 
lesene, che erano mia 5 lontano di Castelnovo. Et 
cussi ritratosi, tandem conveneno inimici esser a le 
man con nostri, li quali li rebateno. adeo conveneno 
ritrarsi in certa villa dove haveano fato i steehadi. E 
nostri vigorosamente seguitandoli, con gran animo 
ivi fono a le man, superati li steehadi, e tandem 
de essi inimici restono vitoriosi, fugudi parte fino ne 
li borgi di Castelnovo, et preseno 30 homeni d* ar- 
me capo uno domino Alexandro di Rizeri da Bolo- 
gna, et 60 balestrieri a cavalo, et il tamburini e il 
trombeta ; de' nostri morii 3 ; et feriti di una parte 
e l' altra, e morti qualche cavallo. Siche' e sta bella 
vitoria. E lauda molto domino Antonio di Pii qual si 
** ha portato benissimo, et Zuan Griego et Zorzi da 
Nona et domino Piero Marchovich et domino Zitolo 
da Perosa con li soi ; siche meritano la gratia di la 
Signoria nostra. 

Ancora, vene lettere di sier Alvise Dolftn 
proveditor general in la Patria di Friul, date 
a Gradiscila a dì 12 et 13. In la prima, chome 
essendo andato con li stralioti et quello zente verso 
Goricia, non trovono niun. Questo, perche inimici 



erauo ussiti et andati verso Cremons per andar su 
quel di Cividal di Friul a far danni. Adeo, slete 
tanto che li veleno a ritornar a lai il monte, né mai 
volseno venir zoso a combater insieme, e poi si sai- 
vono parte a Cremons et parte a Goricia. Et che 
havia deliberato mandar in quella note li stralioti a 
brusar alcune caxe et ville soto Goricia, acciò non 
habino recluto essi nemici. Poi in la lettera di 13, 
aver exequito et esser stati nostri a brusar 8 ville e 
coperti zercha 400 ; eh 1 é sta gran peccado, tamen 
è sta meglio far cussi. 

Di campo, di proveditori, di San Bonifacio, 
fono lettere di 16, hore 7. Come in quella hora, 
erano zonti li stralioti mandati eri sera verso Ligna- 
go, quali hanno fato presoni zercha 30 balestrieri et 
el capo suo nominato Gregeio, e uno cuxin dil si- 
gnor Lucio Malvezo, el uno nevodo de Rigino da 
Asola. Et questi ogi si partìno da zercha 80 bale- 
strieri inimici per andar da Villafranca a Verona a 
levar el conte Alberto da Serego et Frachasso, et 
andar lì a Villafranca a tuor la paga. Li nostri erano 
in arguaito in certo loco lontano da Villafrancha mia 
7, et haveano mandato a la scoperta 12 di lor stra- 
lioti, et quelli trovorono dilli balestieri de' inimici ; 
ma zercha 50 se messeno andar adosso li stralioti, 
et loro andorono retrazendose fina dove erano tutti 
li altri, et li hanno adontati et morti cercha lo et 
presi 30 in cercha eie. 

Di Gradischa, dil proveditor Dolfin, di 16, 
hore 24. Eri, havendo tralo di Goricia 9 in 10 schio- 
pi, mandò explorar a saper la causa. Riportano dil 
zonzer di presoni alemani erano a Veniexia, e di zen- 
te; nulla pid di consueto. Et eri zonse 6 spagnoli vo- 
tano stanzie per 100 fanti spagnoli; tamen non 
crede. Item. È zonti a Udene oratori di Cividal per 
sufragio di guardar alcune sue ville, eh' é cossa im- 
possibile per esser propinque a' inimici, e saria me- 
glio tirarsi quelli è 11 in forteze, come fanno inimi- 
ci, che fora di Goricia e Cremons non habita niun, 
né hanno robe per uno ducato. Item. Solicita si 
mandi danari per li slratioti, aliter i se leverano. È 
zente bestiai. Spera domino Constantin Paleologo, 
qual è a Veniexia, sia resanato. Desidera la sua tor- 
nata. Item. Lui voria licentia per zorni 4 di venir a 
Veniexia. 270 

Di sier Alvixe Mocenigo el cavalier, prove- 
ditor tener al, et sier Zuan Corner oratori no- 
stri, date a Feltre, fono lettere di eri. diurne 
era venuto li uno corier di oratori alemani sono a 
Trento. Li scrivono aver auto lettere di la cesarea 
majcslà, che li commete nomhv suo voler scriver 



543 



IIDX, FEBBRUO. 



544 



a essi oratori, die domandano a la Signoria che de 
li sol presoni sono in questa terra, a soa compiacen- 
tia la Signoria ne lasi tre, videlicet quelli primi te- 
deschi che scampono, con promission che sopra la 

fede regia ritornerano in termine di mexi tre 

Et fo cosa ridicula, perchè zi erano questi e do di 
più finiti a Trieste, chome ho scripto di sopra. Item. 
Esso proveditor Mozenigo scrive vegnirù a Treviso 
a expedir Zorzi Franco olim suo secretano, qual di 
qui, di bordine di la Signoria con li cai di X, fo re- 
mandato a Treviso acciò esso proveditor fazi la sua 
sententia, non hessendo per cossa de stato ma sólum 
per manzark*. 

A dì 18, la matina, vene in Colegio Batagincapo 
di balestrieri a cavalo, stato sul Polesene, et diman- 
dò alcuni danari, et li fo dati, et cresuloli balestrieri 
a cavalo fin numero 

Vene fra 1 Jocondo inzegner stato a Treviso, Pa- 
doa, et Moneelese, et disse quanto havia visto, et 
r opinion sua zercha il forlifìchar Padoa maxime a 
la Porta di Coalonga. Voria far li muri a cantoni, 
per più sicurtà ctc. Et tamen y eri sta terminato 
•prima farli dreti etc. 

Da poi disnar, fo Pregadi, lcto lettere di campo 
e con novi a visi zercha li presi di eri. Fono 34 ut 
palei, Item. (A) Verona si dice l'imperator ha 
venduto la citadella e il castello a* francesi. 

liem. Che quel Perduzi Perduzi, era proveditor 
in Soave per essi proveditori posto, per le (atiche 
aute stava malissimo, et suo fradello Francesco era 
tonto II. Poi si ave era morto etc. 

liem. Replicha se li mandi danari e danari etc. 

Et nota. Sier Crislofal Moro proveditor, è in Vi- 
cenza, dovea venir a far l' intrada podestà di Padoa 
diman, eh' è domenega, e li fo scrito per Colegio se 
li mandava ducati 1500, e dovesse far le page etc. 
lievi. Si ave uno aviso dil campo, che '1 gran mai- 
stro di Milan, con molte zente francese, erano venu- 
to verso Brexa. item. Di Elemagna, che '1 conta 1 dil 
Tirol havia promesso dar a V imperator al primo di 
marzo fanti 5000 a loro spexe. 

Fu posto, per li savii, crescer a sier Piero Mar- 
tello proveditor zeneral de cceiero ducuti 40 di più 
al mexe, siche sia egual con il proveditor Grifi, hes- 
sendo ubligato tener tanti cavalli etc. ut in parte. 
Ave 40 di no e 'I resto di sì, et fu presa. 

Fu posto, per sier Alvise da Molin savio dil Con- 
sejo, sier Nicolò Trivixan savio a (erra ferma, et sier 
Marco Antonio Calbo, sier Vetor Capello et sier Do- 
ìuenego Venier savii ai ordeni, tuor ducati 10 milia 
di arzenti sono iu zecha, li quali siano obligati a 



T armar, e non possino esser mossi etc Sier Piero 
Capello savio dil Consejo contradisse, dicendo per 
tutto è bisogno, maxime in campo. Pur, Ai presa. 
Ave assa' di no. 270 

Fu poi, con grandissima credenza, intrato in b 
materia di scriver a Costantinopoli al bayk) et sier 
Nicolò Zustignan qu sier Marco. Or fo gran disputa- 
tion. Il Colegio non era d 1 acordo. Quello fo, non Io 
so perché fo sagramenta' il Consejo. Unum est, fo 
scrito in conformità di le altre etc, et che '1 Signor 
turcho ne voy ajutar etc Parlò contra la lettera sier 
Sebastian Justinian el cavalier savio a terra ferma, 
poi sier Luca Zen procurator, qual non voi turchi, 
poi sier Antonio Grimani savio dil Consejo et gajar- 
de, poi il doxe e con colora, vedendo li savii non 
voleano indusiar, si parti e andò a caxa. Li rispose 
sier Alvise da Molin savio dil Consejo. Poi parlò sier 
Alvise di Prioli è di Pregadi qu. sier Zuane. Poi sier 
Zorzi Emo savio dil Consejo pur per la lettera che 
questi tre savii era in opinion, el ultimo sier Anto- 
nio Loredau el cavalier. Or andò la lettera, et fu 
presa. Et vene zoso Pregadi a bore zercha 4 di 
note. 

A dì 19, la matina in Colegio, fo terminato far 
scurtinio di uno proveditor a Cividal di Friul con 
ducati 30 al mexe, et rimase sier Andrea Contarmi, 
fo proveditor in Mostrina, qu. sier Pandolfo. Fu solo 
sier Alvise Bembo qu. sier Polo. Et acelò. 

Item. Fono lettere di merchadanti de Ingoi- 
tera, date a Londra, a dì 14 tener. Come era 
tandem venuto V orator di Franza con il tributo di 
scudi 50 milia, et a dì 13 ave audientia dal re. Item. 
È zonto etiam lì uno orator ispano. E altre parti - 
cularilà. Siche, le cosse si tien siano adatate con 
Franza, e le preparai ion si feva per el di di cande- 
ìorum si tien non sarà altro. Le qual nove, fé* mollo 
star suspesi nostri, dicendo esser persa la speranza 
de lì etc Resta questa di Roma die *1 papa lazi qual 
cossa, et poi che si dice il re di Franza non veri 
questo anno in Italia. 

Da poi disnar, fo audientia di la Signoria, et Co- 
legio poi con lì savii. 

Di Udene. Di sier Antonio Justinian dotor 
vice locotencnte, et di Gradiscila di sier Alvise 
Dot fin proveditor general in la Patria. Fono 
lettere. Inimici se ingrossano a Gorieia, et dubitava- 
no non undasscuo a Cividal di Friul. Hanno fato 
provision assa', et solitila si mandi uno proveditor 
a Cividal etc. Item. Che li tedeschi presoni fuzino 
de qui, erano zonti a Gorieia etc. Item. Erano sta 
presi de lì in Friul per nostri in certa villa, 4 di 



545 



MDX, FEBBRAJO. 



546 



quelli vogono li presoci quello note i seamponoa 
Duìd, e li mandenino a li capi dil Consejo di X. £ 
questo aviso è drizato ai cai di X etc. 

A dì 20 da matina, mercore, fo gran Consejo 
per T avogaria, per menar sier Anzolo Trivixan 
olim capilanio zeneral di mar retenuto. Et reduto, 
non però molta quantità, zercha 600, prima fono 
mandati fuora tutti quelli non erano dil Consejo, et 
poi tutti li oficii scodeno danari di la Signoria, et li 
proveditori sora le vendede e consoli di rnercha- 
TI danti, et cazadi li soi parenti et le persone di sora- 
. corniti, et quelli hanno testimoniado, et pare, fio et 
fratello di soracomito, et zeneri, itetn sier Toma 
Morexini, qu. sier Marco et sier Polo suo fradel- 
lo etc. Et reduto il doxe con la Signoria e tutti tre 
li avogadori, sier Bernardo Bembo dotor et cava- 
lier, sier Alvise Gradenigo, sier Marin Morexini, ve- 
ne suso sier Anzolo Trivixan in vesta negra, manege 
a comedo. Nola. Sier Antonio Grimani, quando el 
venia, el venia vestito a manege strete. Item. Vene 
dito sier Anzolo con li parenti, sier Zorzi Trivixan 
di sier Baldesar, et do soi fradelli sier Jacomo An- 
tonio et Stefano. Item, sier Vicenzo e sier Marin 
Trivixan qu. sier Marchio, sier Nicolò Trivixan qu. 
sier Piero di sier Baldasar, sier Hironimo Trivixan 
qu. sier Domenego, sier Antonio Trivixan zoto suo 
fradello, et li soi avochali, videìicet sier Zuan An- 
tonio Venier avochato di presonieri, domino Rigo 
Antonio de Godis dotor, domino Francesco Fasuol 
dolor, domino Bortolo da Fin dotor, et Marin Que- 
ruli, tutti quatro soi avochali. 

Et poi, sier Bernardo Bembo V avogador andò 
in renga, reduta la renga in mezo i banchi, et intro- 
duse il caso, dolendosi di la fortuna di questa repu- 
blica; et che questo missier Anzolo Trivixan non é 
sta hospes neque amicus reipublicee, sed hostis 
acerrimus, et ha pessundà questa republica, et non 
è sta neque patricius neque senator, licei patri- 
rida patria. Poi disse havia anni quasi 80, vechio 
di anni e panni ; e che questo missier Anzolo non é 
sta* anzolo ma in tutte operation sue un diavolo, co- 
me si vederà nel processo, qual farà lezer, poi dirà 
qualcossa. Et diceva : « Supremo et illustrissimo 
Consejo. » Dito sier Anzolo, era senta lì a basso a 
pie' di la renga. Poi, sier Andrea di Paxe nodaro a 
T avogaria, comenzò a lezer le scriture e grandissi- 
mo processo di carta assa\ et fono lecti dito di so- 
racomiti et secretano et altri tolti per li avogadori, 
numero 18 testimonii o^i, li quali tutti cardavano la 
rota è sta per poco governo dil zeneral. Et sonato 
nona, fo licentià gran Consejo eie. 



Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta. 

A dì 51 da matina, gran Consejo iterum reduto 
et il Serenissimo, fo seguito lezer il processo, la de- 
posilion di corniti et altri numero 33 examinati qui, 
et Zuan Forte condutier examinà a Lignago per sier 
Marin Morexini avogador era lì. Item, uno costituto 
di dito sier Anzolo. Et sonato nona, fo comanda 
Pregadi et licentià gran Consejo. Erano lettere di 
Costantinopoli et di Hongarìa. Nota. Li capi di X, 
non venivano a gran Consejo. 

Da poi disnar aduncha, fo Pregadi et leto queste 
letlere. 

Di Xagabria, dil Pasqualigo orator et Vi- 
cenzo Guidato secretorio, era venuto li, di 11. 
Zanze. In conclusione non voleno aldir V orator il 
cardinal, per esser scomunichato. Si fa una dieta 
questo San Gregorio in Istrigonia, dove sarà il re 
che vien di Boemia, e la farano lì per il morbo era 
a Buda. Et è sta chiama etiam li banni confina con 
la Dalmutia, eh 1 è cossa inusilada; che non è bon si- 571 * 
gnal etc. Itetn. Li è sta dito che 'I cardinal Istrigo- 
nia ha paura dil papa che non li toy il capello per* 
che è amicho di la Signoria, et altre cosse de li. Jn 
conclusion, hongari non ha bon animo contra la Si- 
gnoria: poi quel re è stimolado a romperne; non 
voi admeter l' orator nostro per la scomunicha etc. 
Item. Vidi nna scrii ura mandata di qua per V ora- 
tor Pasqualigo, dil leramoto fo in Costantinopoli: 
cossa mirabile, la qual, per esser notanda, qui avanti 
sarà posta etc. 

Di Andernopóli, fono lettere di sier Nicolò 
Justinian qu. sier Marco, et Lodovico Valtrin 
secretano dil baylo unidi, di 16 tener, venute 
per via di Dideigno. Avisano aver ricevute le no- 
stre lettere scritoli per il Senato a dì ... e ben in- 
teso il tutto, sono stati con ii bassa tutti tre, et di- 
tali le oferte di la Signoria nostra el voglino prove- 
der a la conservatoli nostra e soa insieme, con le 
parole in le lettere scritoli doveseno dir. Li quali 
disseno li piaceva aver inteso; et che al presente 
erano occupati in far hoste contra il Ulacho transal- 
pino (sic) che molestavi i confini dil Signor, et era 
con zente sora il Danubio. Adeo, con effecto man- 
davano 5 sanzachi contrali con gran numero di zén- 
te etc. Etiam dubitano il Sophì non si movi, perché 
hanno fa pur preparation di zente etc. Tamen, che 
a di 19 saria Porta, e trateria col Signor turcho 
questa materia etc. Item. Dil zonzer di uno orator 
dil soldan con cavali 300, qual ave audientia dal Si- 
gnor a dì ... e li portò presenti, come apar in una 
poliza, e disnò col Signor. Qual è sta molto achare- 



547 



MDX, FEBBRAJO. 



548 



zato, et dia disnar una altra volta, e il Signor li ha 
donato certe veste utpatet in ìitteris. Questo ora- 
to* si tien sia venuto per confirmar la liga e intelli- 
gentia hanno, vedendo questa union di cristiani. Ta- 
men y non sa etc. Et per le prime aviserà quello li 
dirano li bassa, né non resta per loro solicitar. 

Questi sono li presenti portati al Signor turcho 
per V orator dil signor soldati. 



Uno paviom con alcuni belli lavori. 

Do schiaveti negri eunuchi. 

Cavalli sie, uno con la sella et coperta d' oro, uno 

coperto de armadura de piastre, et altri quatro 

con le coperte di seda. 
Gambelli tre coradori. 
Tre simitare fornide d* oro. 
Do bisachi. 

Tre coraze de piastre dorate. 
Quatro targe lavorate a la damaschina. 
Uno cimier azalin belissimo. 
Alcuni ferri da lanze. 
Uno tapedo de seda finissimo. 
272 Molti fazuoli de sessa (sic). 

Alcune peze de ormesini, et altri lavori de seda non 

de molto valor. 
Alcune scatole con cosse odorifere. 
Alcune pignate de confetion. 
Diexe tepsi (sic) grandi de porzelana. 

Di campo. Fono leto lettere date a San Boni- 
facio. Nulla da conto di Verona. Non si poi far nulla. 
Danno danari nostri et fanno mostre, et solicita se 
ne mandino. Et altre occorenlie de lì. Scaramuzano 
con inimici, et é sta preso 4 nostri stratioti da 1 ini- 
mici etc. ut in eis. Nulla da conto. E che a Soave, 
in loco di Perduzi Perduzi, era morto proveditor de 
II, haveano posto suo fradello Francesco etc. ut in 
ìitteris. Item. Che si dice certo francesi aver auto 
da T imperator la citadela e il Castelvechio in pegno 
per danari dati, et li sono. 

Di sier Filippo Minio podestà di Albona et 
Fianona. Fono lettere. Avisa chome i nimici erano 
venuti zercha cavali 550 et pedoni *]00 solo Fianona, 
unde ussiteno de Fianona zercha 200 homeni. Fono 
a le man, et amazati 80. Et erano andati a Fianona, 
qual serono le porte, siche pocho ha manchato non 
sia sta presa. E cussi Albona. Et altre particularità, 
chome più diffuse si dirà di soto. 

Di Damian di Tarsia capitanio di ventura eh' è 



partito per Istria, ancora non si ha lettere quello ta- 
bi fato; ma ha 500 boni fanti. 

Item. Di 19, dìl proveditor Dól fin di Gra- 
discila. Eri fé 1 cavalchar i stratioti, et lui, e corer in 
un tempo soto Goricia, soto Cremons e soto Vigo 
Polzan per prender qualche uno e aver lengua, per- 
chè intendea in Goricia si feva adunanze. Et fo corso 
fin a li stechadi di diti tre lochi, e niun fo trovado. 
Ogi fari etiam corer. 

Di Friul. Fono leto lettere ut superius dixi. 

Di la Badia, di sier Zuan Paulo Gradetti- 
go proveditor zeneral. De occurentiis, et inimici 
hanno etiam tralo di Po la golia Canala. Siche, fin 

qui hanno condute a Ferara galie solum quella 

del zeneral che fo brusà, et la Duoda che si brusó. 

Fu posto, per li savii, elezer de presenti uno 
proveditor a Cividal di Friul in loco di sier Andrea 
Contarmi fo electo per Colegio, che havia refudà, 
con ducati 40 per spexe al mexe. E fu presa. 

Et fato el scurtinio, balotatl 19, i qual sarano qui 
soto posti, rimase sier Ferigo Contarmi, fo provedi- 
tor a Cividal di Friul qu. sier Hironimo 1 16, et sier 
Andrea Contarmi sopradilo 100. El qual sier Ferigo, 
per esser amalalo alquanto, refudò, adeo el dì se- 
quente, per Colegio, fo terminato, senza altra balo- 
tation, alento il bisogno, rimandar dito sier Andrea 
Contarmi per proveditor con li ducati 40, che con 
li ducati 30 che 1 fu electo non volse andar. El qual, 
venuto in Colegio da li savii, che la Signoria era in 
gran Consejo, aceptoe e si metea in hordine an- 
dar. Domino Baldasar di Scipioni va in Friul, par- 
tite poi. 

Fu poslo, per li savii d' acordo, revochar la parte 
che li debitori di decime e tanse e altre angurie di 
la guerra non potesseno andar a capello, ita che, 
de ccetero, chi sono debitori, possino audar a capello 
ut in parte, la qual se dia meter in gran Consejo. 
Ave 21 di no, e fu presa. 

Fo Consejo di X, con la zonta nova di X nomi- 
nati et chiamati a uno a uno di Roma, et stete al- 
quanto dentro. 273 * 

Fu posto, per li savii, che li zudei, quali paga- 
vano prima per decime e tanse a Tanno ducati 19 
milia, et hora eh 1 e sequito la perdeda di parte dil 
stado di terra ferma etc. non poleno pagar tanto, 
però sia preso che pagino solamente a P anno du- 
cati 5000, zoè ogni mexe, ut in parte, oltra li du- 
cati 800 pagano di banchi tieneno a Mestre etc. Et 
fu presa. 

Fu poslo. ut supra, una lettera a li proveditori 
in campo che stagino di bona voja. Li manderano 



549 



MDX, FEBBRAJO. 



550 



danari. Vedino di lenir uniti quelli capi, e si è di- 
scordia tra loro la sedano, e non li mancheremo. 
Stagino riguardosi eie. Fu presa. 

Fu posto poi., per li savii, una lettera a li orato- 
ri nostri a Roma, zercha il condur dil signor Pro- 
spero CoIona per capitimi») zeneral nostro. Vedino 
si 1 voi, et li offerissi et tratino etc. 

A dì 22, la rnatina, fo gran Consejo et lelo parte 
di le scriture, videlicet costituti di sier Anzolo Tri- 
vixan, più et altre examination, e testimonii, et sier 
Hironimo Contarmi proveditor di V armata exami- 
nato a Chioza, et testimonii dil zeneral predito. Et 
si stele Ano a nona etc. 

Et perchè sier Ferigo Contarmi electo provedi- 
tor a Cividal di Friul, fo chiama a la Signoria, non 
era, e suo fradello sier Marco Antonio vene a la Si- 
gnoria e refudò. Et fo mandi in Colegio, et consulta 
per li savii mandar sier Andrea Coniarmi qu. sier 
Pandolfo alias electo et refudoe, e poi iti Pregadi 
fo solo, qual però non era in Consejo. 

Da poi disnar, fo consejo di X con la zonta, et 
inier ccetera, feno scurlinio di proveditor a Cividal 
di Friul con ducali 40 al mexe, et rimase il predilo 
sier Andrea Contarmi, qual poi aceto. Fu soto sier 
Alvise Bembo qu. sier Polo da San Zulian. In questa 
matina, in Colegio, fo lelo le infrascripte lettere: 

Di Spalato, di sier Iacomo Lion proveditor, 
e di Poliza di sier Almxe Capelo proveditor. 
Chome mandano una lettera scrive il conte Vanissa 
a la Signoria. Come ha fato cavali 250 di Pi via, parte 
martalossi, turchi etc. et uno capo di parte, qual è 
turcho, si ha fato fradello zurao e si voi baptizar. 
Siche è in bordine. Aspeta li danari di darli ducali 
10 per cavalo, e verano. Sono valentissimi home- 
ni etc. E fo poi lete in Pregadi. 

Di Zara, di ree tori sier Valerio Mar sello, 
sier Francesco di Prioli. De incursion fate su 
quel di Trau per turchi e meni via 27 anime. Item. 
Li a Zara, voleno fare certi bastioni etc. et altre oc- 
cor en Uè ut in litteris. E cussi scrive sier Alessandro 
Viaro conte di Trau. 

Di Gradiscila. Di sier Alvixe Do J fin pro- 
veditor general. Chome i nimici erano grossi pro- 
pinqui a Cividal, et ha mandato zente de lì. Non tro- 
vono inimici. Erano inboscati, et sono ritornati. Ha 
3 fato provision, et fari ut in litteris. 

Di Damian di Tarsia capilanio di ventura in 
Istria, se intese a bocha dil suo zonzer a Parenzo, et 
ha fanti 600 et villani 4000 adunati armati, e boche 
d' artelaria numero 30, perochè, olirà le 3 li fo date 
di qui di bronzo, ha auto per quelli casteleli di l'I- 



stria il resto. Et é andato a certi castelli di todeschi 
et quelli ha presi ; ma non sa il nome. 

In questo zorno, a San Barnaba, seguì un caso 
miscrahele; che sier Baldisera Contarmi di sier Polo 
da San Sebastian, fu amazato in certa caxa da uno 
di Agnelina (sic) per uno soldo che '1 dimandava. 
Havia anni questo zercha ... 

Di campo, di San Bonifacio. Fono lettere, 
et io vidi una di sier Piero Mar/sello provedi- 
tor general, di 21. Chome eri in Verona erano ve- 
nuti di verso Brexa alcuni cari de armadure et vi- 
tuarie, eh 1 è signal francesi se sieno per ingrosar de 
lì. E se intende, in Alemagna nel conta de Tiruol es- 
ser pur comandato et adunato gente. In Verona se 
deva danari a le fantarie, e dicessi esser di raxou di 
ducati 12 milia recevuti dal re di Franza, che li ha 
imprestadi a V imperator, et per sua cauzione li ha 
impegnata la ciladela di Verona; eh 1 è calivi signali 
di compositione et acordi. Hanno mandato alcuni 
explorar per saper li andamenti de* inimici, et se- 
condo quelli si governerano. Item. Tulio eri et ogi, 
essi proveditori sono stati in far le mostre e dar da- 
nari a le fantarie. Item. Per quelli alozamenti ne 
sono molti infermi da flevre acutissime che spazano 
in pochi zorni, et ne e morii et moreno ogni zorno 
assaissimi. Dio voglia che la non se convertischa in 
peste, che mollo si dubita eie. 

A di 23, la matina, fo gran Consejo et compito 
di lezer le scriture, che in tutto sono slati A maline. 
Et fo letto testimonii et iterum costituti di sier An- 
zolo Trivixan, et uno processo di danni fati a sier 
Piero Querini a le Papoze, et di una caxa di Turchi 
a Crespin, che sono ciladini feraresi, et era un pa- 
lazo bellissimo et è sta riservalo solo da l' incendio. 
Et lelo molte teslemonianze, et artelarie di Fiume 
trovate in caxa soa, et animali mandati a San Dona 
a la sua gastaldia eie. Item. Alcune querele date a 
T avogaria di decima et bulini esso olim zeneral ba 
tolto. Et cussi compito fo le scriture. 

Da poi disnar, iterum fo chiama gran Consejo 
per li avogadori, per inlrar in le disputation dil caso. 
Et redulo, fo più numero dil solito. Sier Bernardo 
Bembo l' avogador andò in renga, et li fé una opo- 
sition in scriptura sola, et lo menò che non tochò in 
niuna parte il processo, dicendo é vechio, ha anni 
apresso 80, lassa a dispular dil processo a li soi ma- 273* 
gnifici coleghi. Ma, poi leto la sua oposilion in scri- 
ptura, qual sari posta qui sotto, li fé* etiam oppo- 
sition e corellarii chiamandolo missier Agnolo, e che 
ha fato mal è notorio e però non bisogna tanti pro- 
cessi, ma ha ruma' questa republica, e per sola sua 



551 



MDX, FEBBRAJ0. 



55-2 



colpa è segui il condilo di F armada, dicendo : « Che 
stracur.igine é sta questa ? primo, di predar di no- 
stri; ±° far il ponte su 10 galie non bisognava; 3.° 
come i ninnici vene, doveva far levar le galie o bra- 
sarle; 4.° esser partido e venudo a Veniexia. In re- 
liquie si riportò al processo, dicendo non era de- 
gno capitario electo; ma si dovea far degno di esser 
sta electo. Alegò molte autorità etc Et vene zoso. 
Stete in renga zercha hore ... Et volendo la Signo- 
ria che la parte rispondesse per esser a bona hora, 
mai volseno li avochati, dicendo luni da matina ri- 
sponderiano. E li avogadori impugnando, tandem 
fo termina a luni. Et cussi, venissemo zoso a bona 
bora, zercha hore "21 '/«. 

Et la sera, hore 2 di note, vene lettere di 
Roma, di 15 et 20. Come il papa era contento 
asolver venitiani, et cussi domenega, a dì 24. pu- 
Uice li asolverà. Et il principe, qual lexé le lettere 
con uno di Colegio, mandò a dir tal nova a quelli di 
Colegio, ita che la matina tutta la terra fo piena et 
di bona voglia. 

A di 24, domenega, fo San Mathio. La matina in 
Colegio fo le lettere di Roma lete, et di Caodistria, 
come dirò poi. Et fo terminato far Pregadi et Con- 
sejo di X con zonta di danari, per expedir dove 
achade etc. 

Vene in Colegio sier Piero Balbi venuto podestà 
di Padoa, in loco dil qual eri : 21 hora, sier Cristofal 
Moro di Vicenza vene e fé* V intrada, et lui, insieme 
con sier Zacaria Dolfin capitario, la note veneno et 
zonseno qui a hore 6 di note El Dolfin, per la doja 
di la scbena, restò in caxa che non si poi mover di 
sentar, et il Balbi referì e zercha Padoa e di le ca- 
vazion si fa. Qual si cava atorno tutta Padoa le fosse 
large pertege 26 et profonde, et sono 2000 zeroide 
talbora che lavorano. Et sier Zacaria Dolfin capita- 
nio, fo da lui assa 1 laudato di aversi ben portato. 
Item. Le mine atorno Padoa, e le caxe ancora non 
é sta compite di minar; ma ben tajà tutti li ar- 
bori etc. Laudò sier Alvise Barbaro proveditor so- 
pra quelle fortifichation. E nota. In Padoa é sta 1 fato, 
in palazo dil capitando in corte, una monilion bella, 
dove tutte le artelarie et altre arme tolte a citadini 
sono riposte lì etc. Item. Dito sier Piero Balbi, disse 
era in bordine di meter bancho capitanio zeneral, e 
far quanto comandava la Signoria. 11 principe lo lau- 
doe assai, maxime hessendo sta in assedio. Et era 
274 vestito di paonazo, con barba per il Gol. 

Da poi disnar, fo Pregadi et telo le infrascripte 
lettere. 

i Frinì, da Udene,più lettere. I nimici s' in- 



grosaito a Goricia, et dubita non radino a campo a 
Ci vida! ; siche quella Patria sarà la prima persegui- 
tata. Et mandoe una lettera di la comunità dì Gvi- 
dal di Friul a la Signoria drizata. Si racomandano 
se li proveda di zente, e si li mandi uno prove- 
ditor etc. 

Di Gradischa Di sier Alvise Dolfin prow- 
ditor zeneral, più lettere. Et che in Goricia e fanti 
700 et cavali 50, capo el ducha de Brexvich. E vo- 
leno andar a Zividal, et hanno brusì do ville grosse 
vicine a Cividal. Et come era andato con li stratioti 
vicino a Goricia et niun parse, unde intese erano 
imbotti et andati a fur V eflecto i fese. Item, per 
T ultima, scrive esser intrato in Cividal lui con li 
stratioti, ita che zonto non ha visto alcun, e le zente 
é ritornate a Goricia. 

Di Istria. Di sier Francesco Pasqualigo 
proveditor di stratioti, et di Damian di Tarsia 
capitanio di ventura quali sono insieme. Avi- 
sano esser partiti di Grisignana in hordine utpatet 
in litteris, con fanti paesani e cavali et artelarie, e 
zonti a do castelli di l' imperator soto Pexin, uno 
chiamato Rignana qual hanno sachizato et brusato, 
et poi Vermo si ha reso a la Signoria e I' hanno 
tolto, e sono andati in li borgi di Pixin et voleno 
averlo. Ben è dentro 100 fanti et zercha 500 dil 
loco. Pur voi certe artelarie, ut in litteris. Le qual 
cosse richieste, ogi é sta mandate. 

Da Chioza, di siw Hironimo Contarini 
proveditor di V armada, e di sier Marco Anto- 
nio Contarini capitanio di Po. Chome sono in 
hordine di andar a retuor Are e cazar quelli vi sono 
a custodia, et brusar Arian etc. Però, se li mandi 
barche ordinate etc. Et la lettera fu fata et\, ita che 
torano V impresa. 

Di campo. Lettere di eri, nulla da conto, et di 
T altro. E intendeno francesi lanze 300, eh' è di qua 
da 1 monti, tutte lirarse verso Brexa ; eh* è signal di 
far qualcossa. Et però, è bon ingrossar il campo di 
fanti usadi, perchè saria vergogna retrarsi. Et vole- 
no danari. Fanno mostre eie. Item. Uno reporto di 
uno stato in Verona. Chome quelli capi tutti sono lì, 
e francesi e borgognoni e lodeschi e spagnoli e ta- 
liani, feno uno consulto etc. Et fo dito che Y impe- 
rator non era di opinion venir a rampo a Padoa ; 
ma ben a Treviso. E fo causa Tannasse a Padoa 
Antonio Caodivacha, prometendoli gran cosse. El 
qual è in disgrafia dil re, e prima fo confina a Riva, 
poi T ha confinato a Mantoa. Siche, questo anno 
l' imperator vera, e farà a suo modo, e veri acain- 
parsi a Treviso etc. 274 



553 



MDX, FEBBRAJO. 



554 



Snmario di una lettera di sier Alvixe Dolfin 
proveditor zeneral in la Patria di Frinì, 
date in Gradiscila a dì 21 fevrer 1509 
(1510) a hore 24. 

Chome tutta quella note era stato in p'e', et da 
hore tre avanti zomo fina hore 51, era stato a ca- 
vallo. E li ha convenuto far cussi, perché era zorni 
4 che non havea potuto haver lengua da Gorizia, fa- 
cendo ogni experientia de zomo e notte. Eri sera, 
havendo messo a la strada cavali 20, veteno passar 
le zente nemiche a hore tre di note che andavano a 
la volta de Cremons, et erano da fanti 800 in zercha 
e cavalli da 80 con duo falconeti. Subito me 'l vene 
a fer intender. Io, che non sapevo che volta i ha- 
veano a far, delibero hore tre avanti zorno montar 
a cavalo per tirarse a la campagna, per veder se per 
via de fuogi o altramente potesse intender dove i 
fosseno. E stando fino al giorno chiaro, non havendo 
altro, me tirai verso Cremons. A hore una di zorno 
comenzò a parer fuogo driedo algune (sic) per es- 
ser lontan più de mia 16, et poi, non havendo fanti, 
me andai a Cremons con i cavali. Fato desmontar al- 
guni stratioti et ballestrieri, introno dentro, brusono 
atgune caxe et tolse alguni animali, con qualche oc- 
cision di loro. Nostri non ebbeno algun danno. Et 
per el continuo trar de Cremons, i nimici subito se 
retirono, et questo vedevamo per i fuogi i veniva 
fazendo. Non me contentai de questo. Andai a la 
volta de Gorizia, et corse i nostri fina dentro de le 
sbare, et prese alguni presoni e animali; ma pochi 
perchè i non ne hanno più eie. Io mi son tornado 
qui. Tegno nemici habino fato pocho ancor i siano 
sta gran numero, si per la brevità dil tempo, come 
per esser stadi in lochi brusadi e ruinadi, ancor che 
1 ducha di Brexsvich sia sta in persona etc. Per 
questi presoni et per el ritorno del mio explorator, 
in Gorizia ne son da fanti 1000 uxadi, cavalli 100, 
tra li qua) ne son da '25 stratioti che, hessendo io in 
Istria, de qui fuzite. Sono bandiere 7 de fanti, et già 
giorni 4 hanno fato la mostra et hanno auto le soe 
page. Diceva ben aspetar altra zente; ma questo mai 
mancha fra loro de dir tal parole. Et potrìa anche 
esser, perchè invero fanno gran monizion di biave 
da cavallo et vituurie. Hanno fato conzar tutte le 
sue artelarie. Io non mancherò de ogni solecitudi- 
ne etc. 

E se i nimici vegnirano a la campagna, vi farò 

T5 sentir da novo; ma al monte, senza fanti, non poria 

far frullo alguno. Mi doglio che non si voglii prove- 

/ Diarii di M. Sanlto. — Tom. IX 



der dov' è el bisogno, eh' è a Monfalcon che fazil- 
mente potria patir, per esser loco debolissimo. 
Hanno solo fanti 50 et uno bombardier. Scrivo a la 
Signoria etc. et, per Dio! dubito di qualche arsalto 
repentino. Etiam Cividal non sta come voria, e non 
poria star pezo senza uno proveditor. Etiam de 
questo ne scrivo a la illustrissima Signoria. Fino 
questa hora, non so la volta hanno tolto inimici; ma 
ogni raxon voi i siano tornadi a Goricia. lo ho le 
mie spie fora, et hora ne mando de le altre ; ma te- 
gno i sarano andadi per i colli e di sora Cremons, 
perché cussi voi el dover, e cussi tegno certo etc. 

Lettera di 23 dito, in Cividal di Austria. 
Chome eri si parti di Gradischa, et vene H e zonse 
con grandissimo contento di tutto questo populo, el 
qual mostrono di tal venuta tanto gaudio che più 
non se potria dir. Li abrazono, e fatoli le convenien- 
te exortatione si richiede a la fede e sinzerità sua, 
per modo i se comosseno a lacrimar. E starà de li 
per far alcune cosse consultate con il vice locotenen- 
te. Et tornerà a Gradischa, perché esser fooca de H 
non è a proposito per le cosse de Moofalcon e Aqtri- 
leja e altri lochi. Però aspeta con desiderio il prove- 
ditor de lì, perchè quella terra sta mal senza un capo 
di nostri. Item. Eri, venendo qui sempre per el te- 
ritorio de' inimici, prese alcuni vilani de Cremons e 
di quelle ville, per i qual ebbe la confirmation de 
esser vertuto la persona dil ducha a far questo oficio 
di bruxar diexe caxe di paja lontan de qui mia do. 
E, olirà i fanti 800 tra ti di Gorizia, haveano (atto 
calar zoso por queste vale et maxime per el canal 
de Ronzina molti vilani, fina i putti, che poteano 
asender a la summa di 700, che in vero li è sta di 
pocho honor. E ne la tornata sua a Goricia, passono 
per driedo Cremons et per Vigo Bolzan, temendo 
venir a la bassa. 

Noto. In lettere di 22, se intese che di comanda- 
mento di la Signoria andava a Cividal con balestrieri 
60 a cavalo di Thodaro dal Borgo, e starà secondo 
intenderà i progressi de 9 inimici. 

Lettera dil dito, di Udene, di 24. Come in 
Goricia erano fanti 1000, et ha, per relation di uno 
citadino, che eri zonse una bandiera de fanti. Item. 
LI in Udene, tra quelli castelani e domino Antonio 
Sovergnan, è gran discordia etc. 275 * 

Di Napoli. Dil consolo, di 9. Chome é sta 
fato una bella procession de lì per la vitoria di Bu- 
zia ha aula il re di Spagna, et è sta il vice re, quelle 
raine e altri cardinali e baroni eie. E coloquii auti: 
che '1 re di Franza non vera in Italia questo anno. 

36 



•• m m 



MDX, FEBBRAJO. 



056 



La qual cossa piace a quelli signori e anche al 
suo re. 

Di Homo. Di oratori, di 15. Chome stanno 
in aspectation di aver la resolution di la Signoria 
nostra, e il papa mostra aspetarla con desiderio, e 
voi tender a bon camino. Et altri coloquii auti ut in 
littoria. 

Itetn. Di 20. Chome quel zorno, la matina fo 
concistorio, et parlato che aspetavano risposta di 
Veniexia di capitoli mandati per levar la scomuni- 
cha etc. Et hessendo suso, zonse il corier dil papa 
con le lettere di la Signoria, qual però doveva esser 
li a di 18 da sera, e zonse a di 20, hore 17. E cussi 
feno asaper al papa era venuto lettere di Veniexia, e 
volcano audientia. Et quel zorno, andono essi oratori, 
et con li do nostri cardinali Grimani et Corner, et 
chome fono dal papa, li lexeno le lettere di la Signo- 
ria et risposta di capitoli, videlicet : quanto a quelli 
tre episcopi fé' la appelation, che vadino a Roma, 
che faremo il forzo vadino. Itetn. Di lenir li 5 pro- 
curatori quali si possano citar e rispondino nomitie 
Domimi in rota, leniremo l' orator nostro con pro- 
cura in forma. Itetn. Refar chiesie et ecclesiastici 
dannizadi, et altri capitoli, et farli in forma came- 
ra etc. ut patet in le risposte. Et il papa disse: 
€ Or ben e non faremo niente. Vuy volè far pia- 
zer a* vostri nemici; che pur eri T orator di Franza, 
eh" é il signor Alberto di Carpi, ne ha insta a meter 
tempo di mezo, e si scriva al re etc. So quel che ve 
digo. € Or visto li reverendissimi nostri cardinali 
et oratori che '1 papa non voleva altramente, dicen- 
do : € Avemo dito in concistorio e dato la copia di 
capitoli a li cardinali » li disseno che non è mera- 
veja tra flol e padre vien qualche parola, poi se 
aquetano. Et li disseno, la Signoria col Senato li pa- 
reva poter otenir questo da soa beatitudine ; ma 
non posendo, li scriveno debano asentir a quanto 
voi soa santità. Disse : « Ne piace assai. Vederete il 
ben sarà etc. et tanto più, havemo lettere d'Ingal- 
tera che quelle cosse con Franza non è in aseto, et 
poi Spagna va a bon camin; siche seguirà gran ben 
a quella Signoria poi questo. E perchè venere, eh 1 é 
San Piero in Catedra, zorno solenne, è sta deliberà 
procession e messa per la vitoria di Buzia, e F ora- 
tor ispano voi esser, e perchè quel di Maximiano ni 
quel di Franza non voleno trovarsi a questo asolver, 
e T ispano resteria solo mal volentiera, però la re- 
nderemo a domenega. « E cussi fo orditià in ca- 
pella li asolverauo : e dicendo li oratori pregava soa 
santità havesse in questo l' honor di la Signoria a 
caro, disse. > Ne è sta dato tre forme di absolution 



e modo di dimandar venia. Toremo la più mite. » Et 
li oratori disseno sariano con li cardinali deputali, et 
formeriano V instrumento. 

Di Feltre. Di sier Alvise Mocenigo prove- 
ditor generai, et di sier Zuan Corner orator 
nostro. Più lettere. In una, chome, per saper qual- 
cossa di la dieta, iiaveano mandato uno messo da 
Feltre a quelli fono oratori regii a Trento, per il sal- 
voconduto dil nostro orator dia andar in lngalte- 
ra etc. Per altre, scrive il Mocenigo zercha la forti- 
(ìcation di la Scala ut in litteris, et pagamenti di 
soldati. E vien a Treviso a veder quelle fortiflcation 
et expedir Zorzi Franco etc. 

Fu posto, per i consieri, che sier Piero Balbi 
electo capilanio zeneral, venuto podestà di Padoa, 
fino el vadi via possi vegnir in Pregadi non melan- 
do balota. Et fu presa di tutto il Consejo. 

Fu posto, per li savii, che quelli sono creditori 
de decime 83 et 84, possino scontar et tuor beni 
chome i altri debitori di la Signoria etc. eh 1 è a le 
cazude. E fu presa. Et licentiato il Pregadi, vene zoso 
hore 23. 

In questa matina, sier Borlolamio da Mosto ca- 
pitanio di le galie bastarde, messe bancho et armerà. 
Et ogi vene con la sua galia per mezo le coione. Et 
si arma tuta via sier Zuan di Garzoni, sier Jaconio 
Corner et sier Filippo Badoer. 

Item. Eri fo expedito la commission a sier Zuan 
Trivixan et sier Marco Loredan vanno avogadorì a 
Padoa sopra le confiscation di rebelli, et fo expedita 
per il Consejo di X con la zonta, et datoli danari, et 
partirono a di 56 di questo. Alozano in la caxa di 
conti di Colalto, la qual li è sta preparata. 

A di 55, luni da matina, fo gran Consejo per li 
avogadorì. Et reducti tutti et il Serenisssimo, parlò 
domino Rigo Antonio de Godis vicentino, dolor, 
avochato, et disse in risposta di V avogador, et for- 
mò lui zercha 14 opposition, dicendo: « Queste é 
qual si poi far a questo infortunato olim capitanio 
zeneral, dicendo : u Nolite judicare ab eventu. n 
V arma" é rota etc. Et leto li testimonii e lettere di 
la Signoria e soe, sonò nona el fo rimesso a domati 
a compir la renga sua etc. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con zonta di da- 
nari per sier Stefano Contarini. 

Di campo, di proveditori zenerali. Fo lette- 
re date a San Bonifacio, adì 24. Chome missier 
Zuan Jacopo Triulzi era zonto a Mantoa a dì 52, et 
andava a la Mirandola per veder la fìola vedoa fo 
moglie del signor Zuan Francesco fo morto in Po. 
Item. Come, intendendo i uiraici doveano ussir di 



557 



MDX, FEBBRAIO. 



558 



Verona, nostri si messeno in hordine. Et perché do- 
veano ussir di là da l' Adexe, mandono di là li stra- 
tioti, et li altri di qua stevano preparati. 

liem. Hanno uno aviso esser zonto a Ferara ho- 
mini 500 venuti di Zenoa per armar le galie, et ne 
aspetavano altri 500. 

A dì 26 da matina, reduto gran Consejo ut su- 
pra et il Serenissimo, domino Rigo Antonio com- 
pite la sua renga in defension di sier Anzolo Trivi- 
xan sopradito. Et acciò si expedissa il caso presto, 
fo ordina poi disnar di far gran Consejo, et li avo- 
gadori parlerano loro. 

In questo mezo che li gran Consejo sta suso, la 
matina il Colegio di savii si reduse a consultar, e 
] * poi disnar si expedisse. 

In questa matina, zonzeno qui conduti dà Por- 
iogruer 4 presi in la Patria di Friul, che fono de 
quelli vogono li tedeschi a Duin. Et fono messi a re- 
quisition di cai dil Consejo di X. Qual fono exami- 
nati etc. 

Da poi disnar, fo gran Consejo per li avogadori, 
et reduti tutti, sier Alvixe Gradenigo P avogador 
andò in renga, et rispose a domino Rigo Antonio. 
Et formò le opposition a suo modo, facendo 6 op- 
position etc. et poi 6 che seguita; concludendo, que- 
sto capilanio é sta per sua causa rota P armada, poi 
è venuto a Veniexia. Fé 1 bona renga, et laudata assai. 

A di 27 da matina, reduto gran Consejo ut su- 
pra tutti et il Serenissimo, domino Francesco Fa- 
zuol dotor avochato andò in renga e rispose a l' a- 
vogador, et fé 1 bona et optima renga da orator, et 
divise a suo modo, e rispose a quello havia opposto 
P avogador, e compite. 

Da poi disnar, per expedir questo caso fo etiam 
chiama el gran Consejo, et reduti più numero del 
solito, perchè molti stava in aspetation di aldir que- 
sto avogador. Sier Marin Morexini avogador andò 
in renga, et fé' una excelentissima renga da vero 
avogador, et fé' opposition valide. Rispose al Fazuol, 
et disputoe. In conclusion, che per sier Anzolo Tri- 
vixan P armada è persa, si per non aver obedido le 
lettere di la Signoria di 10 dezembrio, come aver 
fato ponte su galie, et seguito il caso non aver pro- 
visto, et esser venuto col stendardo in sacho a Ve- 
niexia. Et lo cargo assai, dicendoli molle vilanie, 
qual però a molti dil Consejo non piaque. Poi disse 
si dovea condonar tutti quelli ha dà le terre e ca- 
stelli via ; ma non poi più. È sta messo questo nel 
Consejo di X, e qui si tolse molti di quelli é in caso 
conlru (sic). Or compite, el fc' una veeinentissima 
renga. 



[ Dì campo, fo lettere di proveditori da San 
Bonifacio. Prima, di 25. Come la matina tutti 
fono in arme in bordine credendo i nimici dover 
ussir di Verona, et andono fino a San Marlin col 
campo, et stratioti corseno fino soto Verona. Ta- 
men, niun ussite fuora etc. 

Item. Lettere di 26. Come hanno domino Re- 
nier di la Saseta, è in Verona, vena a soldo di la 

Signoria nostra con Item. Uno altro 

nominato Cinganeto, qual fa cavali 50, et é in Ve- 
rona. Et mandano uno reporto di uno stratioto no- 
minato Raphael da Trau, fo preso a Ixola di la Sca- 277 
la. Item. Una deposition di quel Raphael capo di 
stratioti, questo é il sumario. Come P e sta, col pa- 
tron suo che '1 prese, in Lombardia, et visto Berga- 
mo, qual è senza custodia alcuna, e per le valade 
tutti desiderano la Signoria nostra. Et a Brexa é 
poche zenle francese, solum nel castello, qual è ben 
custodito et fornito di artelarie, et fato certo torion 
1) apresso a la porta per più forteza dil castello. Et 
che '1 conte Alvise Avogaro disse a quel suo patron 
saria bon mandar questo prexon in Franza. Et era 
missier Zuan Jacomo Triulzi, qual li dimandò se "1 
voleva servir il re. Disse voi servir la Signoria, per- 
ché é assa' anni è suo subdito, et ha manzato il suo 
pan. Qual li disse che 'I re di Franza vegniria in Ita- 
lia con 100 milia persone contra venitiani, e quello 
farà la Signoria ? Li rispose la Signoria averà 30 mi- 
lia ungari e qualche sia altri apresso. Et cussi, mis- 
sier Zuan Jacomo li disse: « Tu è valente homo, ra- 
comaudime al magnifico missier Andrea Griti pro- 
veditor etc. Item. Che 1 conte Zuan Francesco di 
Gambara lo menò a caxa sua, dicendo lui voi esser 
quello voi dar Brexa a la Signoria e amazar li fran- 
cesi vi sono. E lo menò in villa, qual vele 300 fanti 
ben in hordine e armati, e disse : « Questi tegno a 
requisition di la Signoria, di la qual son bon servi- 
dor. » E altre particularità ut in relatione, e più 
diffuse dirò di soto al locho suo 

De Istria, si ave aviso, per lettere e a bocha, 
per homeni venuti, che Damian di Tarsia era reira- 
to di Pexin et reduto a Piamonte, et voi di qui certe 
cosse non mandate ancora. 

Noto. Ogi sier Stefano Contarmi capilanio electo 
di Padoa, fé 1 la sua inlrada. Et sier Crislofal Moro 
podestà et vice capitanio li fé* la consignatione come 
vice capitanio etc. 

A di 28 da matina, reduto il gran Consejo ut 
mpra, parlò, in risposta di P avogador Morexini, do- 
mino Rigo Antonio dolor avochato un' altra volta. 
Et poi compito, sier' Anzolo Trivixaif rried^rao disse 



559 



MDX, FEBBRAJO. 



560 



alcune parole : come el non havia mai dormito la 
note considerando che l' avogador, olirà le vilanie, 
li bavia dito rebello. E quasi lacrimando, disse: 
« Mai non son sta rebello. > Poi, che l' è avaro ; et 
che prega Dio che si ha fato operation niuna per far 
conlra il stado, tutti li sia contra.' Et voi justicia e 
justicia e non misericordia eie. £1 qual sier Anzolo é 
mal andato, et quasi perso la mila dil naso per il 
mal P ha et avea. Et cussi ussite con li so 1 parenti e 
avochiti, et fu posto al luco suo in camera dil cava- 
lier, dove el steva, con guarda di fanti di l' avogaria. 
Et cazadi tutti li soi parenti, et li soracomiti, et pare 
et Goti loro e zeneri. Item, lutti li testimonii esami- 
nati, et sier Piero Querini e nevodi da le Papozo, 
277 * sier Polo e sier Thomaso Morexini qu. sier Marco, 
sier Francesco da Mosto qu. sier Piero e fioli, sier 
Panfilo Contai ini e fioli per una querela dele sier 
Polo suo fiol. Etiam quelli non metevano balola, 
ch'é molti zoveni era venuti per udir le disputalion; 
et legiptimà la bancha, buta vice consier in luogo di 
sier Piero Morexini mai é stato, el tochò a sier Velor 
Duodo. Item, cao di XL in loco suo fò buta di 3 
auditori Vechii sier Zuan Francesco Badoer, sier Al- 
vise Foscarì et sier Antonio Suria n dolor, e tochò a 
sier Alvise Foscarì ; e numerato il Consejo, fono 8 lì 
E posto la parte per li 3 avogadorì di comun, sier 
Bernardo Bembo dolor et cavalier, sier Alvise Gra- 
denigo et sier Marin Morexini di procieder contra 
dito sier Anzolo Trivixan, et balola ta, ave 9*2 non 
sincere, 366 di no, 377 di la parte, et nihil captum. 
Iterum balotato, 50 non sincere, 377 di la parte e 
890 di no. Et cussi la pende. E nota. La causa che 
Don fu preso di procieder, fo per li parenti et etiatn 
loro medemi di quelli in questa guerra baveano 
tbandonato le terre et castelli, li quali li devano uno 
estremo favor, loro et soi parenti. Poi, molti non 
volseno venir a Consejo eie. 

Fo lettere di Zara et Corphù e altrove. Qual, 
lete dal principe, fono mandate da li savii in Colegio, 
$1 il sumario scriverò di solo. 

Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonla, e tra 
le altre cosse, fu preso, atento una suplicalion porta 
per i fioli di sier Zacaria Contarmi el cavalier fo po- 
destà a Cremona é preson in Franza, dimanda di 
gratis che li sia concesso un preson francese é qui e 
fo preso insieme col marchese di Manica, nominato 
domino Gulielmo monsignor de Bonivet, acciò possi 
oontracamhiar con suo padre, et li offeriscono, oltra 
le angarìe tutte, servir la Signoria nostra di ducati 
4000 fiu la fin di la guerra, et cussi fu presa la par- 
te. Et sarà rescatà el dito sier Zacaria, perché que- 



sto francese è gran amicho dil gran maistro de Mi- 
lau, el qual fa el tutto per il suo rescato. Et cussi, la 
matina seguente, expedite a Milan et in Franza Octa- 
viano de Calepio per questa facenda. Et qui era uno 
francese che solicitava tal cossa etc. 

Item, fono fati li capi di X per il mexe di mar- 
zo, viddicet sier Francesco Tiepolo, sier Balista 
Morexini, sier Alvise Capello. 

Item. In questi zorni, in Canarejo, in alcune caxe 
state za infetade, comenzò il morbo e fé 1 qualche 
processo. El li proveditori sora la sanità fanno ope- 
ration etc. 278 

Noto. In questi zorni, per Colegio fo terminato 
mandar 300 fanti a Cividal di Friul solo Vigo da 
Perosa, stato lì a custodia l' anno passato al tempo li 
fo dà la bataglia. 1 qual, facti in questa terra, perchè 
molti fanti ne sono, da zercha 1500, ogi fé 1 la mo- 
stra et si partile. Et sier Andrea Coniarmi provedi- 
lor electo li a Cividal, per avanti parlile. 

Di Histria. Si bave aviso che Damian di Tarsia 
capilanio di ventura, qual era in li borgi di Pexin, 
non havendo auto quanto havia rechiesto, si era 
partito et levalo e reirato, come più diffuse dirò 
poi. 

Item. Fo dito, per uno frate vien di Ferara, se 
intese che domenega il papa asolse di la scomuni- 
cha la Signoria nostra ; el cussi vene nova di Roma 
a Ferara. 

Di campo, in questa sera vene lettere di pro- 
veditori, date, Kore 7, di San Bonifacio. Come el 
principe di Nalt todesco, eh* è governador di Vero- 
na, havia fato retenir il signor Fracbasso di Sanse- 
verin. Item. Che a Trento si feva grau preparation 
di guastadori et de zente, et che loro proveditori 
haveano mandato soi exploratori fuora. Solicilano 
li mandi danari etc. 

Di sier Alvise Dot fin proveditor cenerai in 
la Patria di Friul, date a Cividal di Friul, 
a dì 26 a Kore 20. Come da Udene eri scrisse 
zudegando dimorar a Gradisca, et zonse a bore 22. 
Poi, a bore 10 di note, ave lettere dil maguifico lo- 
colenente e de questi da Cividal, come i nimici era- 
no lonlan de qui mia 3 e dimandavali socorso. E 
senza altro rispeto, non guardando né a falicha né a 
sinistro, subito montoe a eavallo e vene de li a Ci- 
vidal, e zonse a bore 16, dove, né per camin, né per 
alcun loebo, non ha visto nemiebo alcun, che desi- 
derava trovarsi con loro una volta. E cussi zudegava 
non fosse nulla ; ma per nou esser imputado far 
ogni provision. 

Item. Eri, nostri stralioti, havendo corso solo 



561 



Vigo Polzan e fatali qualche danno, quelli di Con- 
cia treleno assa' artelarie, e cussi da Cremons e Vigo 
Polzan. E lui provedilor era in campagna, veniva di 
Udene a Cividal, adeo rimase stupefate. E per tal 
trazer, questi de canal de Ronzina se messeno in 
arme locho di nimici, et vene a li conGni di questi 
da Cividal, i qual si atrovono in tanta paura che più 
non se poria dar. Dubita che i nimici non fazi qual- 
che movesta verso Monfalcon, perche é sta visto da 
quelli di Cremons, e tanto li vene solo che hariano 
potuto contar i cavalli. Slarà quella note de lì, e di- 
man tornerà a Gradisca acciò i nimici non cora a far 
danno. 

Dil dito, di 27, ivi. Chome, hessendo richiesto 
da quelli di Cividal, lassò lì domino Thodaro dal 
Borgo Gn vengi il proveditor electo, e lui provedi- 
tor ritorna a Gradiscba a proveder e difeuder quelle 
cosse. Nota. In Gradiscila è provedilor mandato per 
gran Consejo, za assa', sier Lorenzo Minio qu. sier 
8* Almorò. 

Questo è uno scurtinio fato in Pregadi 
a dì 21 fevrer 1509 (1510). 

Electo proveditor a Cividal di Friul. 

Sier Tadio Contarmi, fo caslelan a Verona, 
qu. sier Sigismondo 

Sier Àlvixe Bembo, fo podestà in Albona e 
Fianona, qu. sier Polo 

Sier Hironiuio Baffo, fo ai X savii, qu. sier 
MaGo 

Sier Hironimo da Canal, fo sopracomito, di 
sier Bernardin 

Sier Francesco Marzello, fo sopracomilo, qu. 
sier Andrea 

Sier Zuan Marzello qu. sier Piero da Santa 
Marina 

Sier Hironimo di Prioli, fo XL zivil, qu. sier 
Ruberto 

Sier Alvise Zorzi, fo capilanio di le barche 
armade, qu. sier Antonio el cavalier 

Sier Andrea Coniarmi, fo proveditor in Me- 
ssina, qu. sier Pandolfo 100 

f Sier Ferigo Contarmi, fo proveditor a Civi- 
dal di Friul, qu. sier Hironimo . . .116 

Sier Nadal Marzello, fo sopracomito, di sier 
Nicolò 

Sier Trojan Boia ni, fo proveditor a Lonà, qu. 
sier Hironimo 

Sier Bortolo Moro, fo capitanio di la citadela 
di Verona, qu. sier Francesco 



MUX, FEBBRAIO. 

Sier Zusto Guoro, fo sopracomito, qu. sier 
Pandolfo 

Sier Andrea da Mosto, fo capitaoio in Po, qu 
sier Piero 

Sier Alvixe Michiel di sier Vetor . . . 

Sier Francesco Gradenigo, qu. sier Nicolò 

Sier Andrea Zivran, qu. sier Piero . . 

Sier Gasparo Zancaruol, qu. sier Marco . 



56* 



Qui farò mentione di tutti li patricii che nel 
Senato hanno fato renga del 1509, per V o- 
pinion loro a le parte. 

Sier Hironimo Donado el dotor. 

Sier Marin Zustignan. 

Sier Piero Capello. 

Sier Polo Pixani el cavalier. 

Sier Bernardo Barbarigo. 

Sier Polo Barbo procurator. 

Sier Antonio Trun procurator. 

Sier Domenego Trivixan cavalier procurator. 

Sier Andrea Loredan. 

Sier Vetor Michiel. 

Sier Moixè Venier. 

Sier Anzolo Malipiero. 

Sier Matio di Prioli. 

Sier Alvixe di Prioli, qu. sier Piero procurator. 

Sier Lorenzo di Prioli. 

Sier Alvixe di Prioli, qu. sier Zuane. 

Sier Alvixe da Molin. 

Sier Antonio Condolmer. 

Sier Zorzi Emo. 

Sier Zuan Trivixan. 

Sier Troylo Malipiero. 

Le infrascripte reliquie erano a Fiume nel 
Domo di Madonna Santa Maria, et ador- 
namenti di chiesta, in tempo di sier Hi- 
ronimo Querini proveditor nostro di Fiume. 

Una croxeta fata del legno de la Santissima Croxe, 
ligata in arzento, longa deda 4 per quadro. 

Una testa de una compagna de Santa Orsola, co- 
verta d* arzento, indorada da mero busto in 
zoso. 

La testa de una Santa Chiara eodem modo coverta 
d' arzento, con sua corona in testa. 

Una testa ligata et coverta di zendà negro di Santa 
Cristina. 

Sassi tre vel circha de la percussion de San Ste- 
phano. 



279 



563 MDX, FEBBRAIO. 

Una impoleta del sangue miracoloso del Crucifìxo 

de missier San Vide 
Molte altre reliquie de santi che non mi aricordo. 
Item. Un tabernacolo grando, nel qua! se porta el 

Signor nel zomo del Corpus Domini, salvo el 

vero, pesa marche 72. 
Una croxe d' arzento senza pe'. 
Uno altro tabernaculo pur de reliquie. 
Uno altro tabernaculo dove se leniva el corpo di 

Cristo. 
Una croscia d' arzento. 
Item. Uno par-amento d' oro, con le sue croxe de 

perle fate per mi Dionisi (sic) 

Do de campo d' oro. 

Paramenti di veludo cremexin, razi et damaschini 

de varii colori, con li soi fornimenti, numero 22, 

vel zircha. 
Amiti lavoradi con perle, numero 18. 
Do piviali de seda con sue broche d' arzento. 
Uno pano de aitar de damaschili negro, con i so fri- 
si fati per mi Dionisi 

Item. Amili molti. 

Chalesi d' arzento numero 22 vel zircha, con le sue 

patene. 
Uno leribolo d' arzento con sua navesella. 

Item. In Santo Instino de Fiume. 

Una croxe d' arzento gronda indorada, lavorada a 

smalto. 
Uno tabernaculo per reliquie, pien de reliquie. 
Croxe tre d' arzento, una granda el do mezane. 
Calexe, con soe patene, n.° 25 vel zercha. 
Udo paramento de campo d' oro, con la sua croxe 

de perle. 
Do altri paramenti de campo d' oro, con le sue 

striche. 
Paramenti de seda, de veludi, razi, damaschini, più 

di 20. 
Amiti di perle, pareehii. 
Uno tabernaculo d' arzento, con sua navizella. 
Pani d'aitar di seda, pareehii. 
Quiitro altri paramenti di campo d' oro, e molte al- 
tre cosse. 

De terremotu magno in urbe liisantii. 

Circumspecti vicini et amici nobis honorandi. 
Noveritis quod, his diebus, quidam nuncìus de Con- 
stantinopoli a fife nostro Amilo vayvoda renit ad 
nos, qui talia nobis scripsit. 



BC4 

Quod terremotus et fulmina magna in Constati 
tinopnli fuerunt, quales ab inilio mundi usque in 
prasentem non fuerunt. ll;ique, magna pars muri ex 
parte maris cecidi!; domus innumerabiles multi 
ludinesque hominum occidit ; ecclesia; magna? quas 
Matiumelhus imperator el modernus filius ejus cons- 
truxerant miro modo, et alia? quamplures ecclesiae 
lurcorum ceciderunt. Supcrslant autem quatdam 
domus el ecclesia? infinita? christhnorum, ad quas 
intra re non audent. Timenl cnim inlrare volcntes, 
quod slatini eaderenl in capita eorumdem. Habui- 
mus el nos domum ibi competenlem ; sed cum atiis 
ipsa dcslructa est. Imperator autem turcorum, pre- 
parai se cum hominìbus suis venire Drinopolim, 
quousque ipsa mina reformabitur prout ipse in fi- 
gura monslrare vull, nam enim, quousque super- 
vivenl, turci nunquam rea?dificare possunt, quia fos- 
salum plenum est mina et quacumque vias habeant 
ubicumque locorum, eis super fossa tiim libera? sunt 
Ad quinlum decimum autem diem mensis novem- 
bris, imperator crii Drinopoli. Dicunt etiam quod 
Sophiue de novo pnrparant venire ad lurcos, quod 
veraciter nescimus; sed proni speramus, si sic essel, 
ex lune imperalor non se elongaret de Costanti- 
nopoli. Nunc autem e converso misimus ad Por- 
lam, et cum quibus novitalibus ad nos reverlentur, 
cum vestris circumspectionibus communkabimus. 
Peti ni us veslras dominationes, ut bus litteras noslras 
magnifico domino Pclro vayvoda? (ransilvaniensi 
domino et patri nostro, quamprimum millere veli- 
li?, ut sua magnìficentia has sciat novilates. Et valete 
felices diu. 

Data? in arce nostra Bucbvich, feria sexta post 
Dyonisii. 

Mimmi e. Dei grafia 
vayvoda transalpincnsis. 

In civitale Conslantinopolilana, hoc anno 1509, 
in die Exaltationis Sancla? Cmcis, el aliis civitalibus 
adjacentibus, terremotus factus est magnus qualis 
ab initio mundi non fuit, adeo quam magna pars 
muri ex parte maris cecidil, el domus innumerabi- 
les et hominum mollitudines oppressi!. Quadraginta 5 
novem el thesaurorum quinque turres ca?saris mu- 
nilissima? ceciderunt, et illud mirabile a?ilificium prò 
fomento hepionum (legionum? ) corruit. Sepul- 
crum prioris caesaris, non parvis sumplìbus extru- 
ctum, et multai ecclesia? gracorum et turcorum, 
salvis omnibus ecclesiis chrislianis, cormerunt. Ca- 
nalia Illa sublerranea, laboriosa et maxima cura ela- 
borala, ex Danubio per tot montcs ci vallea difficiles 



565 



MDX, FEBBRAJO. 



566 



ad Conslantinopolim aquas ducenlia, pene omnia 
sunl obruta, qua?, ut ajunt, loto caesaris thesauro 
reparari non possent. 

Magna pars lurris plumbea* apud Galatas cor- 
ruit. Templum tamen Beata? Sophiae in Conslanti- 
nopoli, nil penitus ruinae passum, prohibetur. Sola 
turris, post caplam civilatem, a turcis extrucla prò 
ornatu et solenmitate templi, Iota precipitata esl, 
et omnino periit. 

Calx et cementimi quo omnes imagines Christi 
et Sanctissima? Matris ejus omuiumque sanctorum 
in perniliem nostra? religionis fuscatse fuerunt et 
cooperi», multo tamen tempore latentes, nunc, vio- 
lenta quadam istius terremotus, quasi quadam arte 
et industria, calx ipsa ab imaginibus cecùlit, quae 
jam, ut prius, suo splendore sunl dotato. 

In civitale Bolomonensi deeem et octo diebus 
terremo! us duravil; cadentes muri et fortissime 
turres. Qui quidem terremotus, per totam Chienam 
usque ad Danubium est protensus, et terrorem ma- 
gnum injecit. 

Iu ci vita te Galiopoli, castrum fortissimum peni- 
tus ruptum est. nulla domo integra permanente. 
Brachium maris inter Galatas et Conslantinopolim, 
violentia ipsius terremotus, montem utrinque divi- 
deus, ultra murum aquam injecit. 

Donius tributaria ad muros Gmstantinopolis 
e fundamento in mare cecidi!, ncque aliquod vesti- 
gium habet. 

Tempore ipsius terremotus, rucnlibus aedificis, 
tresdecim millia hominum miserabiliter perierunt. 

De familia Muslafa bassa primi consiliarii caesa- 
ris, terceuti et sexaginta bomines, simul cum om- 
nibus eorum equis, interierunt. 

Bay bassa, secundus consiliarus eaesariSj.de fami- 
lia sua innumerabiles amisit. et ex jumentis simililer. 

Aly bassa, tertius consiliarus caesaris, imbribus 
et tonitruis, domus, familia, equi, jumenta et omnia 
1 * sua bona, penitus sunt corrupta. 

Qesar turcorum, habet in curia sua quemdam 
graecum senem calogieruni, qui omnia illa accidentia 
et pericula longe ante praedixerat, nani, quemdam 
nubem antea in aere volantem super urbem Con- 
stantinopolitanam ostendit, quae demum versus Mol- 
daviam est protendi aeris molu. Ex quo, senex ille, 
M «ldavia? aliquid futuri mali esl vatieinatus, et in pri- 
mis, sedani turcorum iuterritum passurain vivo sci- 
licet moderno cassare incepturam : quod et saepius 
cesari intrepidus dixit; cujus praemonitu, imminente 
terremotu, cassar in ortum suum descendit, alias, sine 
&2 dui/io, praecipilio suae arcis obrulus fuissel. 



Die 2 februarii 1509 (1510). In Rogate. 

• 

Illustrissimo principi domino Federico 

de Saxonìa. 

Etsi aliis nostris ad illustrissimos principes et 
status excellenlissimi conventus Augustensis, hispro- 
ximis diebus excellentiam vestram arbitramur per- 
cepisse quod maximo tenebamur desiderio ut cum 
caesarea majestate sacroque romano imperio unitis- 
simi essemus, cujus eramus sumusque observantis- 
simi ; et eliam nos, oratoribus nostris qui cum cae- 
sariis convenerant, imposuisse ut articulos majestati 
caesarea? proponerent, visum est convenire singulari 
amicitia? et antiqua?, benivolentiae longissimoque 
commercio quod continue reipubliea? nostra? cum 
excellentia#vestra illuslrissimisque suis progenitori- 
bus ac caeteris principibus et universa germanica na- 
tione intercessit, ut his nostris excellentiam vestram 
certiorern redderemus nos, utpote qui semper devo- 
tissimi fuimus caesarea? majeslatis sacrique romani 
imperii, medio oratorum nostrorum, propositiones 
tam amplas et ejusmodi quaiitatis imperatoria? cel- 
situdini fecisse, ut non solum prò certo teneremus 
eas a majestate caesarea non rejici, verum etiam li- 
bentissime recipi debere, quum suum universaeque 
Germania? commodum jèi augumentum latissime 
concernerent. Quid tartien fuerit in causa cur huju- 
scemodi propositionibus aures adhibila? non fuerint, 
affirmare non possumus. Optime enim novimus cae- 
saream majestatem ab incendiis, rapinis, violentiis 
ac christiani sanguinis effusione, quae omnia mala 
pejoraque producere bella solent, abhorrere. Scimus 
etiam oralores gallorum regis continue majestati 
praefatae assistere, nil aliud curanles nec agenles 
quam ut Caesarem teneant ad regis sui nutum, cujus 
seutentiam et cupiditatem non alio spedare sane 
perspicuum est quam ad totius Italia? dominium oc- 
cupandum longeque majora usurpanda, excellen- 
tiamque vestram latere minime arbitramur. Usque 
adeo, ut plura in hoc dicere supervacaneum censea- 
mus, ca?terum excelleutiam vestram, prò mutua no- 
stra benivolentia, rogamus ut causarti nostram in 
hoc illustrissimorum principum ccetu fovere, tuta- 283 
rique velit, suaque auctoritate operam dare ut et 
caesarea majestas, rejectis oratorum gallorum regis 
malignis suggeslionibus, rempublicam nostram com- 
plecti honestissimasque propositiones recognoscere 
dignetur, et illustrissimi principes exeellentissimus- 
que conventus iste intelligant nos articulos et pro- 
posiliones exaltationem caesarea? majeslatis ac sacri 



567 



udì, febbraio. 



568 



romani imperii concernenles proponi ferisse, a qui- 
bus defuturi non sumus ; sciantque nostra constan- 
lissimae sententi» esse re ipsa ostendere quam prò- 
pensissimus sit nobis animus videndi omnem ampli- 
ludinem et gloriam sacri romani imperii, cujus 
exallationem et augumentum non secus ac reipubli- 
<• nostra proprium cupimus. 

Sìtniles literm scripfce fuerunt, mutatis 
283 * mutandis comunitati Auguste eie 

Lettera fenta che Iesu Cristo la manda a 
lutto papa II in questo anno 1509. 

Iesus Christus Marie Virginis fitius Iu- 
ho li vicario nostro indigno. 

Vedendo ogni giorno acumulatamente acrescere 
li toi errori, a li quali speravamo desti el freno, ha- 
vendoti, sicome a li altri babiamo, dato el libero 
arbitrio di coreggerti et emendarti ; ma, per esserti 
del tutto indurato el core, et de giorno in giorno 
perseverando de male in pegio a jactura de la re- 
ligione nostra et centra la nostra volunlà, habiamo 
voluto con questo inezo admonirti, reprenderti et 
comandarti che abstenire te debbi da tutte quelle 
cose che per ti sono concesse a la mina de la cri- 
stiana Nostra religione Noi venissemo al mondo et 
prendessemo humana carne, et nel tempo che durò 
la Nostra Immanità, operassemo con diversi mezi 
tutte quelle cose che a la Divinità Nostra apparavano 
salutifere a le anime rationale, et per più testimonio 
de T ardente Nostra caritatevole volunlà, permetes- 
semo che 1 Corpo Nostro fusse dato ad patire tanti 
supticii et finalmente una cosi vituperosa et acerba 
morte, et tutto per redimere le anime de le crea- 
ture Nostre rationale; et elegessemo li Nostri disci- 
puli che con Noi versavano, aciò che continuamente 
vedeseno quale fusse la Nostra voluntà et opera- 
tione, et che loro, ben instimeli, restando da poi Noi 
ne la humana carne, rendessero testimonio de la No- 

m 

stra voluntade; et cotnettessemo a Pietro, che in 
loco Nostro administrasse quelle cosse che fusseno 
concernente a la salvatione de le creature rationale. 
El qua) Pietro,, come Adele Nostro vicario, ha eser- 
citato f oficio suo con Nostra totale satisfattone, al 
quale habiamo dato el conveniente premio per le 
sue operazione. Et el medeximo Pietro, ha lassato, 
insieme con la soa de Noi concessa auctorilade, Io 
exeropto de le sancte see operatone a li soi succes- 
seri» non tanto de le sua vita particulare, quanto de 
k pastorale administratioae, come ampiamente se 



legie ne li adi de la vita soa : le quale tutte cosse fu 
da Noi concesse a comodo et salvatione del gregie 
catolicho. Hor examina la immonda et sordida ani- 
ma tua. Et prima, se le opere tue particulare sono 
simile a quelle di Pietro et de li altri sui successori 
honesti vicarii Nostri, li quali vivevano con povere 
vivande, poco curando de delitie, purpurati et fasti 
ne li quali a toa perditione sei sumerso; de la quale 
cossa pocho ne volemo dilaclare, ma se reservamo 
a darti quella pena che a noi apparerà conveniente 284 
a li demeriti toi. A questo bastare te potria lo esem- 
plo de humihtà ne la ultima cena che facessemo con 
li disripuli Nostri. Ma desendamo a la cura tua uni- 
versale, et te dimandamo se hai veduto ne li adi de 
alcuno de li Evangelista Nostri fidatissimi canzelieri, 
né de altri che habiano descripta la vita Nostra, la 
quale sei tenuto de imitare sicome te sforzi ne la 
auctorilade. se per Noi sia sta procurato la damna- 
tione eterna de le anime de* Nostri fideli, né che li 
corpi loro siano Y uno a l' altro dati in preda. Se 
rendiamo certi, che se considererai tulte le Nostre 
operatione, non troverai altro che paterne ad moni - 
tione, sanctissime demonstralione el clemente indul- 
gente. De ti che diremo, o cor indurato et vicario 
piti conforme a lo inimico Nostro che a Noi? che non 
basta le sugiestione et tentamene del Diavolo adver- 
sario Nostro, el quale ogn' hora con soleziludine 
cercha el precipilio de le anime de* Nostri fideli, le 
quale tu con li debiti el opportuni remedii dovresti 
defendere con lo ofitio a te indignamele commesso; 
ma più presto agiongi male a male, partendole da 
la justa Nostra voluntà, (e sforzi de a propinarti al 
Demonio infernale. Non volemo molto estenderci in 
particolarmente redarguire le nefande operation tue, 
come do vessa mo per loa confusione. Fame assai 
admonirti che te abstegni da le incepte prave tue 
operatione concernente la pernitia de le anime del 
grege Nostro catolicho. Et puole assai ha vere saciato 
el tuo abominevole appetito la sparsioue de tanto 
sangue sparlo hurnano et cristiano; tante mine, in- 
zendii, rapti, stupri, furti, sacrilega et infinito nu- 
mero de anime che sono andate in perditione, per le 
quale, Noi che habiamo creato el cielo e la terra, 
bavemo patito tanta amara passione, et de novo 
quella reasumessamo per liberare una minima de 
tante che per toa colpa sono andate al focho eterno, 
le quale chiamano a Noi vendeta per le tue inique 
operatione. Se havesti cussi la mente elevata a le 
cosse celeste chome 1' hai suflbeata ne le terrene 
anzi infernale, vederesti la Nostra dolcissima Madre 
ingenochiata a* Nostri piedi lacrimabile suplicare la 



5fi9 



MDX, FEBBRAIO. 



570 



misericordia Nostra per tante anime de miseri mor- 
tali, le quale, per colpa toa, patiscono pene assai : la 
quale Nastra Madre dovresti consolare con Noi in- 
sieme in redure le anime a la salute eterna, admi- 
nistrando l' olicio tuo con quella rectitudine et reli- 
ISi* gione cir é intentione Nostra a concederlo. Tutte le 
sopranominate insolente operalione tue, sono da te 
affectate per cupidità del regno temporale. Et non 
te ne a vedi, ciecho de ogni religione et buon consi- 
glio, che sei posto ad tale via che 'I male grandissi- 
mo che é successo é una minima parte de quelli che 
ban a succedere se presto non te emendi, a grandis- 
sima jaclura de la fede Nostra et religione, et ad 
eterna pcrditione de P anima toa? Ma perchè non 
volemo tenir l' animo Nostro in più longa admoni- 
tione verbale; ma attendere a regiere et gubernare 
le cose universale a la eternità Nostra destinate. E 
bastar te debbe 1' anjma che te habiamo insieme col 
corpo data con lo libero arbitrio et la degnitade che 
malamente posiedi, la quale solamente te fu con- 
cessa in favore de le anime, per quelle far conse- 
guire li beni de la eterna requie, et non de esser in- 
strumento de trarle dal paradixo et drezarle a le 
perpetue tenebre. Potresti fare questa comparatone. 
Se uno de li toi ministri contravenisseno a le toe de- 
soneste voluntade per le cosse temporale, quale 
saria la toa ira ; quale el suplicio al contrafazante; 
quale perseculione ! Che diremo in Noi? Quale do- 
veriano essere le Nostre juste ire verso de te? Quali 
suplicii; quale perseculione? Certo doveriano esser 
tanto mnjore de te in Noi, de quel che sia la sua in 
te, et quanto che el tuo delieto excieda a li soi, im- 
perochè tu punisti per ambitione, cupidità, avarilia, 
superbia, Noi dovessamo le punire per la perditione 
de tante anime per toa colpa, et per il perìculo nel 
quale hai posla la religione Nostra. Perchè Noi pro- 
cedendo con tra de te prima con el baculo de la ad- 
monitione, la quale non giovando, con la spada de 
P animadversione, sicome è solito ad farsi per la No- 
stra Divinità, per el presente mezo te admonimo et 
comandando che, con ogni celleritade, te debbi re- 
movere da questi abominevoli pensieri et inique 
operatone con le quale hai posta la religione Nostra 
in tanto precipito, et con ogni toa possa extinguere 
tutte quelle cosse che fusseno facte con Ira la Nostra 
voluntade, et procurar con ogni studio a confor- 
mare le tue et degli altri operatione justa le ordina- 
tone da Noi facte et descripte ne li libri del seculo 
a voslra inslruelione. Non volemo altramente parti - 
ciliari/arti, perchè facil cossa te sera a trovarle, se 
vorai con pocha toa fatica cercare. Et fa sopra lutto 

/ Diarii di M. Sasuto. — Tom. IX. 



penitentia, et de sorte che sia satisfactoria a li errori 
da te commessi ; perché, se non exequirai, presto te 
faremo sentire quanto siano posente le Nostre core- 
ctione et puuitione. Et non aspectar sopra de le Tira 
de la omnipotentia Nostra, la quale, se non te enien- 285 
darai presto, sera a te puuitione et exemplo a li toi 
posteli de gubernare questa sede justa la catholicha 
cristiana Nostra voluntade. 

Data ex Calo nostro etnpireo, die 26 di- 
cembris, anno Nostra ' nativitatis in seculo 
1509. 

Ioannes Evangelista 
de mandato subscripsi. 285 

Magnifice et honorande frater. 

Forsi ve maraveliate che non vi ho scritto da 
tanto tempo del mio ben star, et del succedente de 
qui. Sia certa voslra magnificentia, che non son ri- 
slado per non me aricordar de voi, perchè ve ho 
continue ne la mente et avanti li ochii ; ma le con- 
tinue occupation de P officio mio me ha tenuto op- 
presso cussi, che non ho auto tempo de manzar, 
imo son convenuto star, et stago a la zornala cum 
la curazina indosso, et tuia la nolte in pedi, circum- 
dando per le mure de la terra, che son poco manco 
de un milio, 5 et 6 volte la notte, perchè non me 
posso fidar de nesuna sorte de compagni che me sia 
mandati, prima per esser mal pagadi, 1' altra perchè 
tedeschi non cessano corromper brigate, el far tra- 
me de rubarme la terra. El za fono fatti diversi ar- 
salti a le mure per intelligentie erano dentro, per 
modo che una matina fo qua a P alba piui de 800 
cavalli cum altri schiopetieri cum ordene de arsal- 
tar a la porta nel aprir, et quelli del tralado de den- 
tro farsi forli fin che '1 veniva el squadron che era- 
no dui trar de balestra apresso; tandem, per le di- 
scoperte che fazo far avanti se apri el ponte, fo visto 
persona, et fo presa, che era quella che dovea trar 
un schiopeto nel aprir del ponte, et cussi apersi il 
ponte, et non puolé fare il signale, tamen vene da 
1*2 cavalli fina a la porta, et li fanti et io cum loro 
a P impilo, per modo che li fo morii dui cavalli, et 
feriti di loro, che hebeno de gralia tuorse via e cum 
le artelarie ne fo dormenzadi algun, el fo visto un 
falconeto dar fra li dui capitani de quelle zenle, i 
qual crida : «e Borgogna ». Andono a la mal hora. 
Da poi, ogni dì corarie fatte fina che si pono zonzer 
cum arlellarie, per far botini de homiui et bestiami, 
et aliquando scornano tropo avanti, che di loro 

•37 



571 



MDX, FEBBRAJO. 



57*2 



ne rominiva qualchuno. Da poi hanno falò so' sfor- 
zo, et adunanza de "2000 cavalli tra 80 homeni d'ar- 
me armati a la Liliana et cavalli lizieri cum 300 cor- 
vati, qual intendo servino de bando per poter bufi- 
nar, et hanno etiam pedoni, fantine et schiopeteri 
de 3500, poi hanno vilani da 4000 dil suo contado 
et schiavi suoi subdili che fanno pezo che li altri, 
parte de le qual sue zente ne li passati zorni asaltono 
el campo de la Patria fatto de vilani, erano in cam- 
pagna luntani a Udene da 8 mia, et cussi arsaltati, 
li nostri se deflendevano valentemente; ma li suo* 
capi se spaventono et scampono, dove li ini- 
mici et rumpeleno quelli vilani fazendone di lor 
molti presoni, ma pochi morti, più ne morite di 
suoi che di li nostri; e se li capi slevano saldi e dar 
cuor a li nostri, non scampava d' essi todeschi IO 
cavalli : e questo fo desordene de li capi. Da poi, to- 
deschi andorno a campo a Monfalcon cum aigune 
boche de arlellarie, non tropo grosse, et li condus- 
seno 300 scale, do\1? combateleno 1 1 hore continue, 
in modo che per viltà lassono la impresa, et le scale, 
et quasi le arlellarie ; cargono su li carri de le scale 
li corpi morti che poteno ha ver, et andono a la mal- 
hora. Ne morite de lor todeschi da 300 in suso, et 
feriti allritanti de arlellaria ; de la terra ne manchò 
da 11 in 13. Non contenti de questo, si hanno forti- 
fichati de zenle al numero, che ho preditto, perchè 
alora non erano tanti, et se hanno posto in campa- 
gna za 13 zorni, et hanno scorzezado per le terre 
nostre brusando e robaudo quello hanno potuto fa- 
re: poi me m&ndono un comandamento in scritura 
per un tromheta el qual quasi fo morto lui et un 
compagno da 1 nostri bombardieri, per lo qual man- 
dato ine domanda la terra, dicendo se io la darò 
che sarò suo bon amico, altramente fina hore 13 
loro veneriano a* danni nostri, con devastar terre el 
case, brusar e rapinar et far crudeltà grande. Li ri- 
sposi che questa terra io la volio tener salva per 
nome de la mia illustrissima Signoria, e che non 
credeva questa fosse la intention de la cesarea sacra 
majestà del suo re, imperoché fra quella et la illu- 
strissima Signoria nostra li è bona tregua ; ma chi 
vorà questo luogo per forza, li volemo veder per la 
faza, e farsi squartar a le mure prima che l'aquista- 
no; et che piui lui troni beta né altri per tal cosa 
non vegna qui, che li apicharò per la gola. Et cussi, 
in capo le 13 hore, lo suo campo si levò dal suo loco 
dil contado, et voltossi a la volta de Udene, fazando 
fuogi de tulle le nostre ville e presoni et bulini. In- 
tanto die sono stati fin hora, et ancora sono, fra 
questa terra e Udene. fono l'altro zumo sotto a Ude- 



ne a campo cercha 4 mia ; non che bombardesseno 
né se acampasseno per darli batalia, per quanto in- 
tendo ; ma zudego per veder se li suoi seguazi et 
parte, eh' è là dentro, se movevano a far qualche no- 
vità, perchè legno fermo che 'I gè sia assai che sono 
austriani. Tamen, la prudentia dil magnifico prove- 
ditor zeneral e luogotenente, che non feceno allra 
dimoslration et sleteno saldi, ben provisti et in or- 
dene, fete che 1 ditto campo se ha levato, piui cum 
vergogna et per fame cha honor né bontempo. Ben 
fo alguni de' nostri stratioti fora de Udene a le man 
cum certi corvati di li inimici et de loro ne fo morii 
parechi, et de 1 nostri un capo de stratioti et do altri. 

Hor desperati, vene a bombardarla per 

5 bore, et ebeno poco honor. Ancor se dice stanno 
cussi di là via temporizando, pur fazando inzendii et 
devastation per li luogi nostri. A rincontro, ho 
mandalo fora de li mei slratioli et balestrieri a far 
bulini e presoni per le sue ville, brasandone aigune 
piene di capitali inimici dil stado nostro. Et cussi, 386 
ogni dì et hora stemo in arme. Me dolio che '1 me 
vien mandado stratioti, balestrieri e provisionati a la 
zornada senza darli danari, che quando sono qui, 
subito me sono a la golia dimandando danari, e mi 
non cesso scriver a li magnifici proveditor e luogo- 
tenente cum littere de fuogo che li proveda, et nulla 
fanno. Ho scritto a la illustrissima Signoria che non 
me remeta a loro di qua che me proveda, perché 
non sarò mai provisto, et da alguna banda non son 
cum effetto servito, ma de promission ; per modo 
eh* è 1 mio forzo far fare le spese a molti slratioli e 
a fantarie per questi de la terra, aziò non si parlino. 
Se bavero queste zente che mi trovo al presente, 
aspetarò 30 milia todeschi che non li temerò; ma 
se se ne andaseno, per forza me vederia mal con- 
tento. Io mando a posta mio fio a la illustrissima Si- 
gnoria perchè ha bino a prò veder aziò che non sia 
tratado da negligente. Ve ho voluto aprir el cuor 
mio per vostra intelligentia el di li altri nostri com- 
pagni et fratelli, a li quali tutti me recomando, et 
massime a sier Andrea da Pexaro et a sier Lunardo 
Contarmi et a sier Francesco Bragadin et a sier Da- 
niel Trivixan et a sier Piero Marzelo et a sier Al- 
vise Arimondo, et a tutto el resto de la compa- 
gnia. Et a sier Nadalin Contarini diselteli che ho 
compra el suo cavalo, el qual son in tutta perfeziou. 
Et confortati lo amicho lo qual vui sapete, et dallime 
qualche volta de tutto ad planum avixo, et non 
fate falò, che ve ne prego, et date la lettera a mio 
fiol Zuan Battista. Et se de qui poso chosa alguna 
per vui el per li amizi, ni' avete a chomandar et non 



f)73 



MDX, FEBBRAJO. 



574 



mi sparagnate in alguna chosa. A la qua! m' ari- 
comando. 

Data in Gradischa a di ultimo lujo 1509. 

Vostro Lorenzo Minio 
provedador in Gradiscila. 



Retro : Magnifico et generoxo domino Tetro 
Bragadino q. magnifici domini Joannis tan- 
quam fratri diarissimo. 

In Venezia, 
In champo Huxolo. 286 



Capitola inter Sanctissimum Dominum no- 
strum Dominum Julium Divina Providen- 
tia Papam li et illustrissimum Dominium 
1 Venetiarum. 

Raphael, miseratone Divina Episcopus Ostien- 
sis Sacrosanctse Romanae Ecclesia Cardinalis Sancti 
Georg», domini Papae camerarius, universis et singu- 
lis praesentes literas inspecturis salutem in Domino 
sempifernam. Rationi congruil et con veni t honestati 
ut de biis quae a Romanis Pontifìcibus et eorum or- 
dinatione et conventione processerurit, ut firma et 
illibata perdurent, in eorum archiviis et registris ad 
perpetuane rei memoriarn conscripta et registrata 
sinf, ut cum aliquando petitur, testimonium veri- 
tatis praebealur. Hinc esl quod nos universilati vo- 
stre notuin facimus et altestamur per praesentes, 
quod in archivio et registro Camera; Apostolica est 
unus liber carta membrana antiquus Diversarum 
Memorabilium intilulatus, in cujus folio centesimo 
trigesimo lertio, quaedam manuscripta capilula, poeta 
et conventiones per oralnres, sindicos et procurato- 
res illustrissimi domini Ducis et Domimi inclita rivi- 
tatis Venetianun corani Sancissimo Domino nostro 
Julio Papa II et Sacro Collegio reverendissimorum 
dominorum Sacrosanctse Romanae Ecclesia cardina- 
iium exbibita, prasentata, lìrmata, solemniter stipu- 
lala et jurata, ac per notarius Camera Apostolica in 
publicam formam adsumpta et in dicto libro registra- 
ta et anuotata reperiuntur, huiusmodi sub tenore. 

(1) In Ch risii Nomine amen. Anno a nativitate 
Ejusdem millesimo quingentesimo nono, indictione 

(1) Il tasto di questi pravissimi documenti pervenne al Sanuto 
soltanto tre anni dopo, cioè nel 1513, in copia tratta assai scorret- 
tamente da un apografo dalla Cancelleria romana. Nel R. Archi- 
vio di Stato di Venezia, esistono (Smetto. Secreti Reg. 42) il se- 
condo e il terzo di e*si, e cosi ci venne fatto di ristabilirne quasi 
sempre l' esatta lezione, col gentile concorso di quel chiarissimo Di- 
rettore Gomm. B. Cecchetti. Anche il primo documento, o sinda- 
cato, per la ripetizione di formule usate, potè essere purgato da 
infiniti errori ; ma non possiamo affermare di estere riusciti del pari, 
■d onta della fatica fattavi sopra, nelle ultime tre colonne, dove ci 
mancavano gli clementi r**r raddrizzar.* il testo corrotto inserito nei 
Diarii. 

F. SlLK ANI. 



duodecima, die vero ultimo mensis julii, illustrissi- 
mus princeps et excellentissimus dominus d. Leonar- 
dus Lauredano Dei gratia inclytus dux et excellentis- 
simun» Dominium Venetiarum e te, una cum suis 
consiliis babentibus ad infrascripta omnia et singula 
exercenda et peragenda plenissimam auctoritatem et 
facultatem more vocatorum et rogatorum, omnibus 
viis et modis, juribus, titulis, formis et causis quibus 
melius potuerunt et possunt, prò se et successoribus 
suis, ac vice et nomine Domimi et Reipublicae Vene- 
te, fecerunt, consliluerunt et creaverunt et ordina ve- 
runi, ac facilini, eonstituunl, creant et ordinant suos 
et dicti Domimi et Reipublicae sindicos, actores, fa- 
ctores et procuratone, legitimos nègotiorum gesto- 2 
res et nuncios speciales, magniGcos ac pnestantes 
viros dominum Dominicum Trivisauo equitem pro- 
curatorem Sancti Marci, dominum Leonardum Mo- 
cenico, dominum Alovisium Maripetro, dominum 
Paulum Capello equitem, dominum Paulum Pisa- 
ni equitem et dominum Hieronymum Donato do- 
ctorem nobilcs venetos, et quemlibet eorum insoli- 
dum et de per se, ita quod occupantis condilio po- 
tior non existat, sed quod unus eorum inceperit, alius 
et eorum quilibet prosequi, mediare valeat, et fi- 
nire ac ad effeclum perducere, speciaiiter et expresse 
ad comparendum, nominibus quibus supra, corani 
Sancissimo et Beatissimo in Chrislo et domino d. Ju- 
lio Divina Providenlia Sacrosancte Romanae ac Uni- 
versalis Ecclesia Sunimo Pontifice, et similiter coram 
Sacro Collegio reverendissimorum cardinalium ejus- 
dem Sacrosancte Roman® Ecclesia, tam uniti quani 
separatim, et tam semel quam pluries siculi opus, 
fuerit; et post declaratam per eos singularem devo- 
tionem et filialem observantiam ipsorum dominorum 
constituentium qua?!, singulis temporibus, fuerunt 
erga Sauctilatem praefatam et Sanclam Sedem Apo- 
slolicam, et optimam et constantissimam meutem 
et disposilionem perseverandi, siculi semper luil pe- 
culiare institutum Veneti Dominii, supplicantes di- 
gnetur benignitati Suae atque clementi^ eosdem illu- 
strissimum Prìncipem, Dominium et Rempublicam 
Venetam ac slatum sunm in gratiam redpere ani- 
piedi el lo vere siculi picntissimo fornitici amvenit; 



575 



MDX, FEBBRAJ0. 



576 



# 



el sicuti reverenter parverunt Monitorio Apostoli- 
co, sic etiam deeeat Sua? Beatitudini singulis principi- 
bus et dominis christianis ipsa obedientia ac patema 
et clementissima susceplio per Beàtitudinem Suam 
pariler declarentur; el si quovis modo ipsi domini 
consti tuenli, nominibus ante dietis, vel eorum aliqui 
in ullas censuras et pcenas incursissent in dicto Moni- 
torio expressas, beneficiurn absolulionis ac totalein 
rernissionem et relaxationem interdiclorum specia- 
Kum vel generalium in eorum Monitorio contento- 
rum, tam in civilale quam in Dominio et aliis lo- 
eis eodem subjectis humiiiter et devote petendo, 
requireudo et oblinendo; et si opus fuerit renun- 
tiando omnibus et quibuscumque apeliationibus, ac 
protestationibus quomodoeumque et quaìitercum- 
que per ipsos dominos constiluentes inlerpositis co- 
rano quibuscumque personis, ac amissionibus, cartis 
et literis testimonialibus quomodotibet promulga- 
Hs ac conventis in eis, ac si nullo unquam tempore 
focta?, emanala? vel impetrala? fuissenl. Et si talia 
forent qua? de jure sub generalibus verbis non com- 
prehenderenlur vel venirenl, aut qua? de jure debe- 
9* reni expresse et specialiler nomiuari cum quibu- 
scumque proroissionibus, pactis, stipulationibus, re- 
nuntiationibus, instrumeutis etc. in anima pradicto- 
rum principalium conslituentium et cukislibet eo- 
rum, caulelis et clausulis opporlunis, et quae dictis 
eorum sindicis et procuratoribus el cuilibet eorum 
necessaria videbunlur, et omnia alia generalia et 
singula dicendo, faciendo, promitlendo el renun- 
eiando qua? in pra?diclis, et circa predieta et quoli- 
bet pradictarum et in dependentibus, connexis et 
annexis, eisdem vel ab eisdem, seu a laxo eorum 
ei pn>rsus exlraneis de jure aut consuetudine quo- 
modolibet requiranlur et exigentur, etiam si talia 
essent qua? mandatum exigerent speciale, qua? ex 
nunc prout extunc dicli illustrissimus Princeps et 
domini constiluentes ut supra nominatis sindicis el 
procuratoribus suis et eorum cuilibet expresse con- 
cesserunt, et prò concessis specialiler nominaudis 
ha bere voluerunt, ac si in presenti instrumento de 
eis facta foret mentio specialis a pra?fato illustris- 
simo Principe et Dominio Venetiarum facere pos- 
sent prò se in predidis, circa prs?dicta el quaelibet 
pradictarum, tam de jure quam de consuetudine, 
ut quilibet verus et legilimus sindicus et procurator, 
cum pieno, libero et generali mandato quomodo- 
tibet facere possil; danles et concedentes dicli do- 
mini constiluentes, nominibus quibus supra, pnedi- 
ctis eorum sindicis et procuratoribus et cuilibet eo- 
rum io pnedictis, circa preedicta et quolibet prae- 



dirlarum et dependenfium connexa eisdem, plenum, 
liberum et generale mandatum ac speciale ubi exi- 
gilur, cum piena, libera, speciali et generali ad mi- 
nistratone, bailia, poleslateque in pnedictis, et circa 
pra?dicta quacumque vi vel forma requiratur; pro- 
mittentcs dicli domini constiluentes, nominibus qui- 
bus supra, et mihi notario infraseripto uli publi- 
ca? et autentica? persona? stipulanti et recipienti vice 
et nomine sindicorum suprascriptorum ac aliorum 
omnium et singulorum quorum interest, intereri 
vel interesse poterli in futurum, se, perpetuo et omni 
tempore, firma, rata et grata habituros qua?cum- 
que dicti magnifici domini procuralores et sindici 
et eorum quilibet in pnedictis el circa pnedicta et 
quaelibet pra?dictarum et occasione earum duxerint 
faciendum, et con tra ea vel eam aliquid ullo tempo- 
re non facere vel venire per se vel alium seu alios, 
quavis occasione vel causa, tam de jure quam de 
facto vel consuetudine, sub obligatione et ipoteche 
omnium bo noni ni pra?fali illustrissimi principis et 
Domimi, pra?senlium et futurorum ; de quibus omni- 3 
bus et singulis, pnefati domini constiluentes unum 
vel pi ura insl rumenta in publica el autentica fonna 
fieri manda veruni, et ad maius robur, priesens in- 
strumentum jusserunt bulla sua plumbea perenni 
muniri. 

Actum Venetiis in sala majoris Consili i illustris- 
simi Dominii, pra?sentibus specialissimo viro domino 
Gaspare a Vidua, et spectabilibus dominis AloysioSa- 
badino et domino Andrea de Franciscis et domino 
Vincentio Sabadino ducalibus secretariis, testibusad 
pra?missa specialiler vocatis, habitis el rogulis. 

Ego Johannes Baplista de Andrianis q. domini 
Aloysii, publicus imperiali et veneta aucloritatibus 
notarius ac eiusdem illustrissimi Dominii secretarius, 
praemissis omnibus el singulis dum, sic ut pramilti- 
tur, agerenlur, interfui et rogalus scripsi, el aliis oc- 
cupalus negotiis, manu aliena scribi feci, ac diligen- 
ter cum originali collectavi, et quia in omnibus con- 
cordaci inveni ac in nullo penitus discordali, ideo in 
fide me subscripsi, signumque meum apposui con- 
suetum. 

In Christi nomine amen. Anno Nativitatis Ejus- 
dem millesimo quingentesimo nono, indiclione duo- 
decima, die vero undecimo mensis septembris. Cum 
Sanctissimus et Beatissimus in Christo pater et Do- 
miuus nosler d. Julius Divina Provideulia Sacro- 
sancta? Romana? ac universalis Ecclesia? Summus 
Pontifex velit nonnulla tractare et peragere cum 
maguificis oratoribus illustrissimi principis el domini 



r>77 



MDX, FLBURAJ0 



578 



nostri domini Leonardi Lauredano incliti ducis el 
excelientissimi Dominii Venetiarum eie. ad praesens 
in curia residentibus, prò bona conservatone devo- 
tionis et filialis observantiae suae erga Beatitudinem 
autedietam; ac licei ciare el perspicue videri potuerit 
per allenirci raandatum eiusdem illustrissimi prin- 
cipis el indili Domimi el lotius Rei pu 1)1 i cai Veneta? 
rogatum per me nolarium iufrascriptum sub die ul- 
timo mensis julii proxime preteriti, quanta fuerit, 
sii et deinceps procul dubio sii futura Glialis obse- 
quentia sua nec non circa Monitorium, veruni etiam 
ad alia omnia tractanda et fine debito lerminanda, 
cum consiliis plenissimam libertatem habentibus, 
fuerit eisdem magnificis dominis oratoribus amplis- 
sima lacultaset libertas atributa, tamen, proreveren- 
tia Sanclilatis Suae et ut cunctis perseverantiam di- 
cti illustrissimi principis et universi Dominii palefiat, 
una cum praefatis consiliis amplissimam facullatein 
habentibus, omnibus melioribus modis, viis, juribus, 
Utulis, formis et causis quibus melius et validius fieri 
potest et debet, fecerunt, constituerunt, creaverunt 
et ordinaverunt, ac faciunt, constituunt, creant et 
ordinaul suos et dicti Dominii ac lotius Venete Rei- 
public® sindicos, actores, factores, procuratores le- 
gitimos negotiorum gestores et nuntiòs speciales 
praefatos magnificos oratores suos, videlicet prae- 
claros virus dominos Dominicurn Trivisano equitem 
prociiratorem Sancii Marci, Leonardum Mocenico, 
Aloysium Maripetro, Paulum Capello equitem, Pau- 
lum Pisani equitem, Hieronymum Donato dodo- 
rem nobiles venelos absentes tamquam praesentes 
sed me notario, eorum nomine stipulante, recipien- 
te, ac eorum quendibet in solidum et de per se, 
ita quod occupantis coiiditio potior non existat, sed 
quod unus eorum inceperit alius et eorum quilibet 
prosequi, mediare valeat et finire ac ad eflectum 
perducere, specialiter et expresse ad omnia et sin- 
gula agenda, tractanda, peragenda, concludenda et 
fine debito lerminanda cum eodem SanclLssimo Do- 
mino Nostro ac ab eo deputatis vel deputandis vel 
alio quocumque eius nomine substituto vel substi- 
tuendo quocumque nomine et quovis titulo censea- 
tur, quaecumque, quocumque, quantacumque et qua- 
liacumque fuerinl, etiam si (alia forent quae de jure 
sub generalibus verbis non comprehenderentur vel 
venirenl, aut quae de jure deberent expresse et spe- 
cifice nominari el requirerenl speciale uiandatum, el 
ad rogandurn et fieri faciendum de praedictis omni- 
bus et singulis qua? stipulata et conventa fuerinl ac 
eorum omnium observationc unum vel plura publi- 
ca instrurnenla, rum quibuseumque pron-issionibus, 



paclis, slipulationibus, iuramentis el in anima pre- 
dictorum principalium conslitueutium el cuiuslibet 
eorum, cautelis, promissiouibus, obligationibus, ter- 
minisi conventionibus, formis, articulis et clausulis 
opportunis, et quae dictis magnificis dominis sindicis 
et procuratoribus ac eorum cuilibet necessaria et 
opportuna visa fuerinl, et generaliler ad omnia et 
alia singula diceudum, faciendum, procurandum et 
exercendum quae in praemissis et circa praemissa i 
el cuilibet praediclarum et in dependentibus emer- 
genlibus connexis et annexis eisdem vel ab eisdem, 
seu altero eorum, ac quibuscumque aliis majoribus 
remotis et prorsus extraneis, de jure vel de facto aut 
consuetudine, quomodolibet requirentur et exigan- 
tur, etiam si eius generis essenl quae mandatura exi- 
gerent speciale, quae ex nunc prout ex tunc iidem 
illustrissimus princeps et Domini constituentes prae- 
nominatis sindicis et procuratoribus ac eorum cuili- 
bet per se expresse et amplissime coocesserunt et 
attribueruut, ac prò concessis et alributis specialiter 
el nominatili» haberi voluerunt, acsi in praesenti in- 
slrumenlo de uno quoque eorum facta esset menlio 
specialis et prsefalus illustrissimus princeps et uni- 
versum Domiuium Venetum facere per se possent 
iu praedictis et circa praedicta et quolibet praedi- 
ctarum, tam de jure quam de facto vel consuetu- 
dine, et quae quilibet verus et legitimus sindicus et 
procuralor, cum pieno, libero el generali mandato 
quoquomodo facere possel , dautes et concedentes 
dicti Dumini constituentes, nomiuibus quibus su- 
pradiclis eorum. sindicis et procuratoribus ac uni- 
cuique eorum in praedictis el circa praedicta et quo- 
libet praedictarum ac dependentibus emergentibus, 
connexis el annexis eisdem, extraneis, maioribus et 
remotis, plenum, liberum et generale mandatimi 
ac etiam speciale ubi exigilur, cum piena, libera, 
speciali et generali administratione, bailia, poleslale- 
que in praedictis et circa praedicta, quaecumque via 
vel forma requiratur; promittentes dicti illustrissi- 
mus princeps et inclitum Dominium, una cum con- 
siliis antediclis mihi notario infrascripto, uti public» 
et autentica? personae agenti stipulanti et recipienti 
nomine et vice magnificorum dorainorum sindico- 
rum de quibus supra ac aliorum omnium et singu- 
orum quorum interest, intereri vel interesse poterit 
in futurum,se perpetuo et omni tempore, firma, rata 
et grata habituros quaecumque dicti magnifici domini 
procuratores et sindici ac eorum quilibet, tam con- 
iunctim quam divisim, in praemissis et circa praemis- 
sa, et eorum quolibet ac ab eis dependentibus, emer- 
gentibus, annexis et connexis et prorcus extraneis 






57 i* 1I0X, FEBBRAIO. 

lecermi, promiserinf, stipulaverinl, eonlra ea ulto 
unquam tempore non contrafacere vel venire per se 
rei alium seti alios, qua vis ocrasione vel causi, tam 
de iure quam de facto ve) consuetudine, sub obli- 
galione et ipotecha omnium bonorum praefali illu- 
strissimi principis et Dominii, prtesenlium et futuro- 
rum. Et in pramissorum fidem, jusserunt prcesens 
instrumentum bulla sua plumbea pendente m un tri. 
Acttim Venetiis in sala veleri pracfjli illustrissimi 
Dominii, pnesentibus ad pramissa sper labili bus vi- 
rìs d. Aloysio Sabadino, d. Aloysio Barbatela el d. 
Jobanne Soroduealìbus secretariis, le sii bus ad su- 
prascripta omnia vocatis, specialiler habitis et ro- 
' galis. 

Ego Johannes Baplista de Andrianis q. d. Aloy- 
sìi, publicus imperiali et veneta a udori la ti bus nota- 
rius, quia prie missis omnibus inlerfui, rogai us scripsi, 
et aliis occupai us negotiis, aliena manti scribi feci, 
et cum autentico, una rum observalione facla in 
prima linea, ad unguem concordare invenì. Et ideo 
in fide me subscripsi , ac signum menni apposui 
eonsuetum. 

In Chris!) Nomine amen. Anno nativilatis Eius- 
dem millesimo quingenlesimo decimo, indiclione 
tertia decima, die vero quinta decima mensis fe- 
bruarii. Licet illuslrissimus princeps et excel le ntissi- 
mus dominus dominus Leonardus Lauredano in- 
elytus dm el excellenlissimum Dominium Venetia- 
nim fecerint et instiluerinl suos legilimos procurato- 
res magli ificos et prteclaros virus dominus Do mi- 
ni cum Trivisano equi lem procura lorem .Sancii Mar- 
ci, Leonardum Mocenieo, Aloysium Marìpctro, Pau- 
lum Capello equilem, Paulum Pisani equitem lune 
in humanis agenlem, Hieronymum Donato (ludo- 
rem oratores suos in romana curia residentes, cum 
amplissimo mandato, facultale et liberlale ad omnia 
et singula agendum, tractandum el line debito ler- 
minandum cum Sancissimo domino noslro Julio 
Divina Previdenti» PonliGce summo, ac cum Sacro 
Coli-gio reverendissimoriim cardinalium, vel ab eis 
substitutonim vel substiluendorum, cum omnibus 
dausulis necessariis et opportuni», prout constai 
duobus procuratoriis inslrumenlis, primo sub ulti- 
mo mensis julii, secundo sub die undecimo mensis 
seplembris proxime praterilorum, rogalis el slipu- 
lalis roanu mei nolani infrascripti ; tamen, ut cum-lis 
innolescal propensissimus animus et lilialis disposino 
erga Beatissimum Dominum nostrum prefalum .et 
Sedem Sanclam Apostolica»] cum Conciliis plenam 
auctoritatem et farultatem babenlibus, voluerunt et 



580 

in nomine Domini Noslri Jcsu Ch risii, omnibus me- 
lionbus modis, vi, jure el forma quìbus magis me- 
lius et validius lìeri potest et debet, de novo fece- 
runt, consti tuerunl. crcaverunt et ordina veruni, ac 
virlute prasentis ptibliri et autentici Siisi riunenti fa- 
ciunt. consliluunl, creant et ordinanl suos ac dictae 
(tei pubi ira.' veros, legitimos el hulubilatos procura- 
tores, aclores, facl-res. sindiros, procuratores legi- 
timos et nuntios specìales et gcncrales, ita quod 
specialitas generalilati non derogel, nec e eonlra, ó 
eosdem magnificos el pra?stantes virus dominos Do- 
minicum Trivisano equi lem et procuralorem, L«o- 
nardum Morenico, Alovsium Maripelro, Paulum Ca- 
pello equilem el Hieronymum Donalo doctorem 
nobilcs venelos ad pnésens in romana curia resi- 
dentes, absenlrs lanquam praesenles, sed me noia- 
rio eorum nomine singularilcr stipulante el reci- 
piente, ac unumqiiemque eorum in solidum el de per 
se, ila quod occupanlis mndilio polior non exislat, 
sed quod unns incenerii alìus et ipsorum quilibet 
prosequi, mediare valeat et finire el ad effcclum per- 
ducere, specialiler et expresse, ad comparrndum eo- 
ram prsefaln Sancissimo et Beatissimo Domino no- 
stro Julio Divina Providentia Sacrosanclse Roman* 
el f niversalis Ecclesia? nontifiee maxìmo, ad confi- 
lendum el recognosccn cluni lileras apostolicas mo- 
niloriales alias per prcefatum Sanclisssimum Domi- 
num nostrum decretas sub data anno Inrarnalionis 
Domìnicae millesimo quingenlesimo nono, quinto ka- 
Icndas maii, ponlificatus ciusdem anno VI, eonlra 
prafalos illuslrissìniuni Prineipem ac universali! ri- 
vitatem Ycnctiarum, lerras el loca sua, ad eorum no- 
tìliam pervenisse, ac legilime ri veris el legitimis 
de causis processi sse ; ac el proplerea renuntiandum 
appellatimi! et protesta turni per eos internositae ac 
admissioni ipsins, el aliis quibusvis a eli bus super 
inde secutis, ac si nunquam facla; vel farti fuissent, 
ila quod nulliussinl roboris vel momenti; et insu- 
per ad petendum bumililer et devote a Sanctitale 
Sua veniam el absolulionem a censuris in eis con- 
tentis el a quibusvis aliis, el interdirli jn illis contenti 
relaxalionem, et eam vel eas dicto universali no- 
mine devote recipienduni ; el insuper ad infrascripU 
omnia el singula agendum, Iractanduin, concluden- 
dum et fine debito terminandum rum Sanctilale Sua, 
ac iaslnimentum cum capilulis, dausulis, condilionì- 
bus el obligationibus de verbo ad verbum inferius 
annolalis concludendum, slipulandum et roboran- 
dum, et cum eadam bailia, facilitate et liberiate ac Si 
idem illuslrissimus Princeps et excellentissimiim Do- 
minium Veneliarum inlcressent el facero possent. 



581 



IIDX, FEBBRAJO. 



582 



Tenorem anledicti instrumenii, cum omnibus et qui- 

buscumque capitulis, clausulis et obìigationibus con- 

' ficiendis, stipulandis et roborandis talis est, videlicet: 

In Nomine Domini amen. Per hoc praesens publi- 
cum instrumentum, cunctis pateat evidenter et sit 
notum quod, anno a nativitale Ejusdem millesimo 
quingentesimo decimo, indiclione XIII, die vero vi- 
gesima quarta mensis februarii, pontificala Sa net is- 
simi in Cbristo Patris et Domini nostri domini Julii 
Divina Providentia Papae 11 anno septimo. In pro- 
feti Sanctissimi Domini nostri Papae, mei notarli pu- 
blici et testium infraseriptorum ad haec vocatorum el 
rogatorum praesentia personaliter constituti magni- 
fici viri domini Dominicus Trivisano eques procura- 
lorque Sancii Marci, dominus Leonardus Morenico, 
domitius AloysiusMaripelro, dominus Paulus Gipello 
eques et dominus Hieronymus Donalo doclor nobi- 
les veneti, oralores, sindici et procuralores per illu- 
strissiinuin et excelleutissimum principem dominiun 
Leonardum Lauredano ducem, Rogatos, consiliato- 
res etDominiutn Venetiarum legitime el in sufficienti 
numero ac solilo loco congregatos, prout iu simili- 
bus et aliis gravibus negotiis peragendis Tacere con- 
sueverunt legitime constitutos; non vi, dolo, metu. 
fraude aut aliqua alia sinistra machinatione circum- 
venti, sed sponte et libere et ex certa eorum scientia 
ac deliberala voluntale maturaque deliberatione per- 
habita, in modum infrascriplum, et juxta capitula 
et conventiones infrascriptas ibidem exibitas ac de 
verbo ad verbum lectas el intellectas, promiserunt, 
convenerunl et obligaverunt; quorum capitulorum 
et convenlionum tenor, de verbo ad verbum, se- 
quitur el est talis : 

1.° In primis, praefati oralores, procuratores 
et sindici expresse renuntiaverunt cuicumque apel- 
lationi per dicium Dominium aut eius nomine ad 
futurum Concilium, et cuilibel prolestationi vel scri- 
ptura ad cani pertinenti, illamque ac illas, prout 
smt, prò nullis, frivolis et penitus infeclis haberi vo- 
luerunl; seque facluros el curaturos promiserunt 
quod episcopi seu praehiti coram qui bus apellatio 
et protestalio praediclae interpositae fuerunt, perso- 
naliter ad romana ih curiam venient et Sancissimo 
Domino nostro se praesentabunt veniam petiluri et 
pceuitentiam eis iniungendam recepturi. 

2.° ltem, nominibus et modo quibus supra, 
ante omnia recogrtoverunt et conressi fuerunt lite- 
ras apostolieas monitoriales alias per Sanclissimum 
'Dnniinum nostrum, sub data anno Incarnalionis Do- 
ininuie millesimo quingeutesimo nono quinto kalen- 



das maii pontificatus Ejusdem anno sexto contra Du- 
cem, Rogatos, consiliatores et alios Venetiarum civi- 
tatis praesidentes, Dominium, eiusque terras et loca 
decretas, de quibus illarumque tenore ac singulis 
clausulis et causis in easdemque contentis, plenam 
et imlubitatam notiliam habere asseruerunt legitime 
et ex veris et legitimis causis emanasse, petieruntque 6 
humiliter et devote absolutionem a censuris in eis 
contentis et a quibusvis aliis inlerdicti in ìllis con- 
tenti relaxationem. 

3.° ltem, nominibus quibus supra, expresse et 
solemniter promiserunt nullo unquam tempore aut 
quoviscumque queesito colore, seu quavis causa in 
futurum aliquas decimas seu imposiliones, collectas, 
aut qusecumque onera, clericis vel ecclesiasticis per- 
sonis, tam ratione personarum quam quorumeum- 
que benefitiorum ecclesiasticorum seu et ecclesia- 
rum, monasteriorum vel locorum religiosorum aut 
hospitaliurn imponere, seu impositas exigere. 

4.° ltem, nominibus et modo quibus supra, 
promiserunt de eaelero, perpetuis futuris tempori- 
bus, non impedire quoquomodo perse vel alium seu 
alios, collationes, praesenlaliones, institutiones, pro- 
visi nes seu quaslibet dispositiones per Sedem Apo- 
stolicam vel Romanum Pontificem prò tempore exi- 
stentem, seu Eiusdem Sedis legatos et quoscumque 
alios ordinarios de quibusvis dignitatibus ecclesiasti- 
cis tam metropolilanis quam palriarcbalibus, seu 
monasleriis et ex coucistorialibus aut. quibusvis aliis 
dignitatibus, oflìciis seu beneficiis ecclesiasticis, regu- 
laribus vel secularibus et aliis piis locis hactenus 
quomodolibet factas seu faciendas, et de illis se nul- 
latenus intromittere, quin imo illorum omnium et 
singulorum possessionem liberam et expeditam per 
eos ad quos speclet, sine contraditione vel molestia 
tradì et traditas retineri permittent. 

5.° ltem, nominibus et modo quibus supra, 
promiserunt deinceps, perpeluis futuris temporibus, 
per se vel alium seu alios, ex quavis causa seu quovis 
quaesilo colore aut ingenio, non impedire nec se quo- 
quo modo intromittere quo minus cognitio causa- 
rum fori ecclesiastici libere exerceatur per iudices 
ecclesiasticos, et per eos dictae causae cognoscantur 
et terminentur in quacumque instautia, tam in ro- 
mana curia quam in aliis locis prout Sanctiss. Do- 
mino nostro et Romano Pontifici prò tempore illas 
in quocumque slatu committere contingerit; nec 
apellaliones et procurationes in causis praedictis ab 
eadem Sede vel alias interponi et interpositas li- 
bere prosequere in romana euria impedient; nec pa- 
riter ecclesiasticos aut ecclesiasticas personas prandi- 



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583 



MDX, FEBBRAJO. 



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ctas absque express» licentia Sedis Apostolica vel 
alterius eclésiastici iudicis ad quem spectat, capi, car- 
cerari, detineri, aut quamvis molestiam in eorum 
bonis, personis aut beneficiis affici facient aut per- 
6* mittent. 

6.° llem, nominibus et modo quibus supra. 
promiserunt et convenerunt, de catero, perpetuis 
futuris temporibus, nullo modo impedire seu tacere, 
dhrecte vel indirecte, quovis quasito colore aut cau- 
sa, quin subditi omnes et singuli immediati ejusdem 
SancUe Romana Ecclesia, seu civitatum, castrorum, 
terrarum, locorum quorumcumque ejusdem; omnes 
et singuli cives, rustici habitatores et incolse sub Hi 
vero mediati ejusdem Sancla Romanae Ecclesia?, et 
terrarum, civitatum et castrorum ac locorum quo- 
rumcumque vicariatum seu feudum tenentes eorum - 
que subditi, ac civitatum, terrarum, castrorum et lo- 
corum eorumdem cives rustici habitatores et incolse 
in Marchia Anconitana et Romandiola, compren- 
dendo etiam civitatem Ferrariensem eiusque comita- 
tum, territorium etdistrictum dumtaxat cxistentem, 
cum eorum omnium et singulorum navibus et navi- 
giis cuiuscumque generis et qualità tis, ac mereantiis 
et bonis in illis existentibus, cuiuscumque generis 
fuerint, libere et expedite, penitus sine aliqua gabel- 
larum aut pedagiorum seu oneris cuiuscumque solu- 
tione vel exatione, ad quaecumque loca, tam per si- 
nus maris Adriatici quam quaecumque alia maria et 
aquas etiam dulces navigare possint; quin imo promi- 
serunt quod eos, ut praefertur, libere navigare per- 
mittent, nec navigia, homines, mercantias et b >na 
prsedicta, quocumque modo et sub quovis colore aut 
causa, impedient, retinebunt aut retardabunt aut 
prsetextu vel colore alicuius praetensae custodiae ma- 
ris, cui quoad praemissa specialiter et ex presse re- 
nuntiaverunt, sine etiam praelextu visionis dictorum 
bonorum seu mercantiarum aut librorum mercan- 
tilium in dictis navigiis aut peues ipsos navigantes 
quomodolibet existentium, etiam sub eo praelextu 
quod mercantiae et bona ac alia prsedicta ad qua- 
scumque alias personas etiam non subditas, in parte 
vel in toto pertinere dicerentur. 

7.* Item, nominibus et modo quibus supra, 
promiserunt et convenerunt, perpetuis futuris tem- 
poribus, parere mandatis Sancta Romanae Ecclesia, 
quin imo, tanquam ipsius devoti filii, nunquam ertint 
in facto, opere, Consilio aut auxilio contra Sedem 
Àpostolicara et Romanum Pontificem prò tempore, 
publice vel occulte, et hoc sub poeniset censurisin rii- 
7 ctis literis monitorialibus et aliis infra contentis. 

8.* Item, nominibus et modo quibus supra, 



promiserunt et convenerunt cassare et cum effectu ir- 
ritare, et prout ex nunc cassis, irritis perhabent 
omnes et singulos contractus, capitula et conventio- 
nes hactenus cum quibuscumque civitatibus. comita- 
tibus, terris seu locis eidem Sanclae Romanae Ec- 
clesia mediate vel imediate subiectis, in preiuditium 
ipsius Romana Ecclesia et Sedis Apostolica et con- 
tra eius liberta lem quomodolibet respective initos 
et facta. 

0.° Item, nominibus et forma quibus supra, 
promiserunt et convenerunt de catero, perpetuis 
futuris temporibus, aliquos futures rebelles seu ini- 
micos vel exititios eiusdem Sedis Apostolica in ter* 
ris eorum et (lieti Dominii ubicumque existentibus 
non reeipere vel admittere, aut illos seu aliquem ilio- 
rum quomodolibet protegere; et si quis in pneseti- 
tiarum in locis pradictis reperientur, illos infra men- 
sem proxime futurum licentiare et cum effectu ex- 
pellere; ac etiam quod quoscumque vicarios, feu- 
datarios aut domicellos seu barones terrarum et 
locorum quorumcumque eidem Romana Ecclesie 
mediate vel imediate sub<litorum, etiam duces aut 
quacumque praminentia titulis insignitos, si ve, eo- 
rum terras, civitates, status et bona in eorum seu 
dicti Dominii proteelionem non recipieut nec recipi 
permittent publice vel occulte, sioe expressa licentia 
Romani Pontificis prò tempore existentis. 

10.° Item, nominibus et modo quibus supra, 
promiserunt et convenerunt deinceps, perpetuis fu- 
turis temporibus, de civilate Ferrariense illiusque 
comitato territorio et districtu, eorumque guber- 
nioet regimine ad Romanam Ecclesiam et ad Sedem 
Apostolicam pieno jure legitime spectantibus et per- 
tinentibus, quovis modo seu causa, aut quovis que- 
sito colore, direcle vel indirecte etiam ratione pra- 
tensi vicedominatus, cui et pratensis juribus in pe- 
titorio et possessorio in eo quonuxlolibet rompeteti - 
tibus specialiter et expresse renuntiaverunt, se nulla - 
tenus inlromitlere. 

11.° Item, nominibus et modo quibus supra, 
promiserunt et convenerunt reficere et restituere 
cum effectu omnia et singula damna illata et facta, 
ac etiam pecunias et quacumque bona quibusvis 
monasteriis, ecclesiasticis, congregationibus at aliis 
locis et personis ecclesiasticis cuiuscumque qualitatis 
existanl, hactenus per ipsos eorumque ofliciales, prae- 
texlu vel occasione parilionis et observationis lite- 
rarum monitorialium pradictarum et interdirti cen- 
surarum in eis contentarum, eis et ab eis respective 
illalis et ablatis; si qua illata et ablata, resj>ective re- 
ponant dictasque personas et loca a damnis et bono- 



585 



MDX, FEBBRAJ0. 



586 



rum oWalionibus pradictis relevare et indemnes 
conservare. 

Pro quibus omnibus et singulis pnemissis et in 
prainsertis capitulis conlentis, sicut, ut pramittitur, 
lenendis, attendendis, complendis et inviolabiter 
observandis, dicti oratores, sindiei et procuratores, 
nominibus quibus supra prefatis domini Leonardi 
Lauredano et prò tempore existentis ducis, Roga- 
torum et totius Domimi Venetiarum, cum omnibus 
et singulis civitatibus, oppidis et terris, castris et 
rebus et bonis mobilibus et immobilibus, juribus et 
actionibus quibuscumque ad dictum Dominium qua- 
vis occasione vel causa spectantibus et pertinentibus 
et ubicumque existeulibus, prafato. Domino nostro 
Sanctisstmo Papa et prò tempore existenti Summo 
Pontifici et Sacro Collegio reverendissimorum eardi- 
nalium nec non Camere Apostolica, sub poenis ac in 
ampliori et strieliori forma Camene pradicta obli- 
garuut et ipoteearunt, dictosque D. Leonardum et 
prò tempore existentem ducem, Rogatos et Domi- 
nium, ac civitates, terras et alia bona, jura, actiones 
superius expressas jurisdictioni, cohertioni, compul- 
sioni, juribus et mero examini curia causarum Ca- 
mera Apostolica pradicta Domini nostri Papa, 
dominorum camerari!, vice-camerarìi eiusque audi- 
toris, vice auditoris, regentis, locumtenentis et com- 
missari} eiusdem, et per pactum expressum solemni 
stipulatione valalum, omniumque aliarum curiarum 
ecclesiasticarum et sacularium in quibuscumque 
mundi partibus existentium seu constitutarum, in 
qua seu quibus hoc presens publicum instrumen- 
tum exhiberi contigerit, seu etiam produci totaliter, 
supposuerunt et submiserunt; per quas qukiem 
curias et earum quamlibet ac ipsarum et cuiuslibej, 
earum auditores, iudices et ofìiciales, prefati domini 
Dux, Rogati, cousiliarii et Dominium toties quoties 
contraventum fuerit, in toto vel in parte, de contea- 
8 tis in dictis capitulis, voluerunt ad instantiam tam 
moderni quam prò tempore existentis Summi Ponti- 
ficis seu dicti Sacri Collegii vel Camene Apostolica 
posse cogi, compelli, constringi, excornunicari, agra- 
vari et reagravari, et cum iuvocatione auxilii brachii 
secularis, ac rea li ter et personaliter conveniri usque 
ad integrafi) obscrvationem omnium et singularum 
in dictis capitulis prainsertis et in presenti publico 
instrumento coutentoruni, ita tamen quod una di- 
ctarum curiarum ciccia per prefatum modernum 
et prò tempore existentem Summum Pontificem aut 
dictum Sacrum Collegium seu Cameram Apostoli- 
cani el juditio incepto in ea, nihilominus ipsa di- 
missa, ad aliam seu alias curia m seu curias ire et re- 

/ Diarii di M. Sanuto — Tom. IX 



dire possit et habere recursum, nullum -sibi neque 
suts propter electionem huiusmodi praiudicium ge- 
nerando. Renuntiaveruntque dicti oratores, nomi- 
nibus quibus supra, exceptioni dictorum capitulorum 
non sic ut preemittitur per eos celebralorum, et aliter 
fuisse dictum et recitatum quam scriptum et e con- 
verso, ac exceptioni doli mali, vis, metus, fraudis in 
factum, actioni. conditioni indebita, ob causam et 
sine causa, et ob iniustam sive (urpem causam resti - 
tutioni in integrum, et cuilibet protestationi publice 
vel occulte quomodolibet facta vel fienda, necnon 
omni iuris canonici et civilis auxi'io, omni appellatio- 
ni, remedio dalionique et oblationi, libello litis, con- 
testationi ad arbitrimi) boni viri, reductioni et recla- 
mationi copia presentis publici instrumenti seu eius 
nota et capitulorum predictorum, ac quibuscumque 
aliis privilegiis, beneficiis, feriis, judiciis, immunita - 
tibus factis vel fiendis, ac omnibus aliis et singulis 
' exceptionibus, juribus, et defensionibus impetratis et 
impetrandis quibuscumque et sub quocumque tenore 
verborum, quibus mediantibus, con tra pramissa vel 
aliquod pramissarum in presenti publico instru- 
mento et capitulis pradictis ac conventionum quo- 
modolibet contentarum facere dicere vel venire pos- 
sent, aut se in aliquo defendere, juvare vel tueri, et 
specialiter juridicendo generalem renuntiationem non 8 * 
valere nisi pracesserit specialis et expressa. Et ibi- 
dem incontinenti prefati oratores, sindiei et procu- 
ratores, nominibus quibus supra, ad maiorem fir- 
mitatem et cautelam omnium et singularum pramis- 
sarum ac aliarum in presenti publico instrumento et 
capitulis pradictis contentarum, omnibus meliori- 
bus modis, via, jure, causa et forma quibus melius 
et efficacius poluerunt et debuerunt, fecerunt, con- 
stituerunt, creaverunt et solemniter ordinaverunt 
suos veros, certos, legitimos el indubitatos procura- 
tores, actores, factores et negotiorum suo rum infra- 
scriptorum gestores ac nuntios speciales et generales, 
ita tamen quod specialitas generalitati non deroget, 
nec contra, providos et discretos viros magistrum 
Marinum de Cumis, Nicolaum de Parma et Petrum 
de Aretio nec non Joannem Baptistaro de Ecclesia, 
Andream de Portiis et Tranquillum de Ilomanulis 
dieta curia causarum Camera Apostolica notanos 
et alios quoscumque procuratores et notarios qui 
nunc sunt et prò tempore erunt, quorum nomina et 
cognomina hic haberi prò sufficienter exprcssis vo- 
luerunt licei absentes tamquam prasentes et eorum 
quemlibet in solidum, ita tamen quod nonsit melior 
conditio primitus oecupatotis nec deterior subsequen- 
tis, sed quod uuus eorum incteperit alter eorum id 

28 



587 uos, i 

prosequi, mediare, terminare valeal ri finire, ad com- 
parendum prò ipsis domino -Duce et Rogatis, eonsi- 
liariis el Dominio et predictis, orimi tempore, die 
et dora, ferialis el non ferialis, ac tolies quoties pne- 
dieto Summo Pontifici nunc el prò tempore esistenti 
et Sacro Colegio videbilur et placuerit, corani diclis 
dominis camerario, vice camerario, auditore, vice au- 
ditore, regente, iocumleneulc el commissario eius- 
dem et aliarum euriarum ofiìcialibus et judicibus seu 
eorum locum leu enti bus, el omnia et lingula in pne- 
missis eapilulis conlenta et expressa eorumque quani 
libet eorum conlravenlioncm seu inobservanliam , 
semel el pluries ac quoties opus lucri!, eonliiendam, 
recognoscendam, el ad pelendum, audiendum et re- 
ciptendum ipsorum Duris, Rogalorum et Domimi no- 

9 minibus, quoad ipsa, unine preceplum omnenique 
mouilkmcm , condemnalionem , senlenliain alque 
mandatimi quod quas et quam pnedieli d. camera- 
rius, vice camerarius, auditor, vice auditor, regens, 
locunilencns et cummissarius et alii judices el officia 
les, seu ipsorum locumlcnentes el eorum quilibcl, 
contra pra>dictos d. Duecm, Itopslos et Dominium, 
terras et loca el bona pradicta fecere et Tacere vo- 
luerinl, el eis sponte aquiesendum, et ad subii littèn- 
dum et resumtllendum propterca dictos dominum 
Duceni et Rogatos, consiliari!» el Dominium quoad 
prsmissa lìrmiter ohservanda jurìsditiotii euriarum 
supradiclarum et cuilibet ipsarum, et ad volendum 
et ad eonsenliendum esprèsse quod dicli d. eame- 
rarius, vice caiiierarius, auditor, vice auditor, regens 
et locum tene ns el conni lissa rius et alii judices el of- 
fìciales prcedictos d. Ducem, Rogatos, eonsiliarios et 
Dominium ciusque singulares perso nas ex comunica - 
tionis seutenf bm el per Sanclissimum Dominum no- 
strum seu lìomanum Ponlificem prò tempore, quod 
ipse inlerdicla quocumque feranlur (1), promul- 
gentur et decernentur, aliosque processus reales et 
personales gerant et facient quos rotuerint, et dicti 
Summo Pontilìci nunc et prò tempore esistenti et 

, Sacro Collegio visum fueril expedire; el generali ter 
omnia alia et singula faeieitdum, dieendum, geren- 
dum el procurandum qua; in pramissis et circa 



(l) Tati • 



h del citato Regiitro dei Sterili del Sa- 
la pano poco intelligibile. Ci pat» eba, nel 
■e «traila qumlche l montiti une di parata. 



fiala, exctmunicalionit trnrmliam el inlerdiela per Sancii*- 
*"•■ Dominimi unir™ mi Rominum Ponti/leali prò Km- 
por*, ronfia pradùtai dominai Duerni, Segalai, contiliariei 
Il Dominati» tjuteitt ttnaulnru ferie 



ti ni uio. 588 

ea necessaria merini seu opportuna, etiam si ta- 
lia forent qua; mandalum exìgerent magis speciale 
quam in presenti esl expressum ; promiltentes io- 
super ipsi domini oratore», sìndici el procuralores, 
nominibus quibus supra, eideai Sancissimo Domino 
nostro ibidem presenti et acceplanti. Sacro Collegio 
et Camera; Apostolica; el mini nolano publico in- 
frascripto lanquam publics authenliete persona;, 
prò eis et quolibcl eorum solemniter stipulanti et 
recipienti, el vice omnium et singulorum quorum in- 
teresse interest aut interesse poteri! quomodolibel, in 
ftiluruin se ralum, gratuiti alque Grmum perpetuo 
babiturum lotuin id etquidquid per dictos procura- 
lores consti tutos aclum, dictum, gestuin, factum, pro- 
curatuin fueril in pnemissis seu quoliliel pramissa- 
rum, reievanles niliilominus ex nunc el relevare vo- 
lentes eosdem suos procuralores ab ornai onere sa- 
tisfandi ac juJicii sisti et judicalum solvi, cum omni- 
- buselsiiigulLsclausulisncccssariisetùpportunis,sub 
ipoteca et obligatione dicti domini Ducis, Rogato- 
rum, consiliariorum et Dominii bonorum, terraruin 
el locorum pradiclorum mobilium et immobilium, 
jurium et aclionum pnesentium el fulurarum, et 9 
gener.diter alia juhs el facli renuutialione ad base 
necessaria pariter et cautela. El iusuper, pnefuti 
domini oralores, sindici et procuralores in mani- 
bus eiusdem Su nel issimi Domini nostri Papa; et in 
pnescntia mei notarti publici in frasai pi i nolani ut 
supra slipulanlis et recipientis, sponte et libere ad 
Sacra Dei Evangelia, taclis pur eos ob hoc corporali- 
ter Scrijiluris Sac rosa net is, soiemniU r juraverunl et 
promiserunt supradiclos suos procuralores ut su- 
pra consti lulos, aut eorum aliquem non revocare ne- 
que revocali Tacere, nec contra prcemissa aut quod- 
libet pnemissarum Tacere, dicere ve) venire, vel 
ullo unquam tempore consentire in judicio et extra, 
pubiice vel occulte et dircele vel indircele, quo vis 
quesito colore, sed ea attendere et observare et rata 
el graia habere donec el quousque omnia el singula 
in presenti iuslrumenlo et eapilulis pnediclis aut 
quolibet eorum realilcr ci cum effectu conlenta fue- 
rint lotaliter adimplcta; de et super quibus omni- 
bus el singulis prtemissis, dicti domini oralores, 
sindici et procura tores, nominibus quibus supra, 
eidem Sancissimo Domino Nostro Papa; el Sacro 
Collegio et Camene Apostolica; per me nolarium pu- 
biicuni itilrascriplum unum vel plura publicum seu 
publici fieri alque conliei peticrunt instrumentum et 
inslrumenla. 

Aclum in civilale Yenctiaruni in palalio illu- 



589 



MDX, FEBBRAJO. 



090 



strissimi Principis antedicli, prasenlibus ad omnia 
et singula sicut praemittilur, spectabilibus viris do- 
minis Nicolao Stella, Joannes Soro et Vincentio Sa- 
badino ducalibus secretariis, lestibus ad pramissa 
vocatis, notis, spccialiter habitis et rogatis. 

Ego Joannes Baptista de Andrianis quondam A- 
loysii suprascriptum sindicatum cum omnibus et sin- 
gulis capi ti bus, obligationibus et conditionibus roga- 
tus scripsi et stipulavi die et millesimo infrascriptis 
hora XX11II, veruni, aliis occupatus negotiis, aliena 
manu scribi feci, et in omnibus pracise concordare 
inveni, excepto quam sub locis infrascriptis, in qui- 
bus cum nonnulla verba deficereut et alia non bene 
cum originali sentirent, deficentiam et dissensum 
aptavi. Quae sunt haec, videlicet: ad lineam XXX. m 
IO quintam seu ad XXXVlI. m in fine, cum tempore exi- 
stent seu ad quadragcsirnam primam ; in medio li- 
neai, in margine anteriori, ex quavis causa, et in me- 
dio lineai quaesito: ad lineam XL1I11 in margine poste- 
riori, ecclesiastici judicis : ad lineam XLV in mar- 
gine anteriori, de coetero perpetuis futuris tempo- 
ribus: ad XLVI1 ubi est abrasimi, vult diceri me- 
diare: ad LVIII, in margine, et Scdis Apostolica;: ad 
LXl infra linea, tria verba, videlicet quorumcumque 
primum mediate vel imediate secundum civilalum, 
terrarum, sicut et alia tria verba abrasa quae, quia 
non sunt esentialia, non fit alia mentio. Inde in prae- 
m isso rum omnium fide me subscripsi signumque 
meum apposui consuetum, et ad majus robur prae- 
fatum illustrissimum Dominium solito suo plumbeo 
sigillo muniri mandavit. 

Die XXIII1 februarii, millesimo decimo, constituti 
personaliter coram Sancissimo Domino nostro Do- 
mino Julio Divina Providenlia Papa II, et Sacro re- 
verendissimorum d. Sacra Romanae Eeclesiae cardi- 
nalium Colegio astante, et ibidem reverendissimo d. 
Raphaele episcopo portuense camerario Domini no- 
stri Papae, ac reverendi* patribus dominis vice ca- 
merario, clericis et presidente Camere Apostolicae, 
nec non dominis Just ino de Carosiis advocato etc. 
Marino de Cumis procuralnribus fischalibus ac ma- 
gna parte pralatorum aliorumque romana; curiae 
offìcialium, infradicti Dominii oratores, sindici- et 
procuratores requisiti et interpellali per dictum do- 
minum Mariuum de Cumis fìsci provisor super ob- 
servationem suprascriplorum mandatorum et capi- 
tulorum in illis contentorum, promiserunt omnia et 
singula suprascripta se, Ducem, Rogalos et consilia- 
rios, cives et Dominium et cives venetos inviolabili- 



ter obsef vaturos, et paratos esse obsefvare mandai» 
ejusdem Sanctissimi Domini nostri et Sedis Apostoli- 
ca, subiicientes se ac D. D. Ducem, Rogatos, Consilia - 
rios, cives et Dominium praedictos jurisdictioni San- 
ctissimi Domini nostri Papae, canicrarii, auditoris et 
aliarum curiarum, juxta tenorem dictorum manda- 
torum; et ita ad Sacra Dei Evangelia, Sacrosanctis 
Scripturis corporaliter manu tactis, ante pedes San- 
ctissimi Domini Papae antedicti juraverunt et renun- 
tiaverunt et alia fecerunt ac se futuros dixerunt juxta 
dictorum mandatorum formam et tenorem, prosen- 
te eodem domino Marino procuratore et praefata o- 
mnia et singula stipulante et accipiente nomine pra- 
fati Sanctissimi Domini et Romanae Ecclesiae ac Ca- 
mera Apostolicae, et praeceperunt supra dictis unum 
vel plura fieri instrumentum et instrumenta per me 
Laurentium antedictum et omnes alios ejusdem Ca- 
mera notarios ad perpetuam rei memoriam, ac 
praedicta omnia registrari in libris et archivio dieta» 
Cnmerae. 

Quae quidem mandata, capitula et conventiones 
per oratores, syndicos et procuratores praelibati il- 
lustrissimi Ducis et Dominii Venetiarum prasen- 
tata, firmata et solemniter stipulata sic ut praemit- 

titur registrala per reverendos patres domi- 

nos Camera Apostolicae praesidentes et di- 

ctos vice gerenles et notarios eiusdem Ca- 
mera; infrascriptos de eodem tempore stipulationis 
conlractarum, de mandato et commissione, visis pal- 
patis et lectis, nos ad instantiam magnificae comu- 
nitatis civilalis Ariminensis, consideranles quod ju- 
xta praesentes non est denegandum assensum, de 
mandato Sanctissimi Domini nostri ac camerarii of- 
fitii de pradicto libro, nil addilo vel diminuto quod 
imminuet aut variet facti substantiam ve] intelle- 

ctum, extrahi, exemplari transcribi et in liane 

publicam transumpti formam redigi mandavimus, 
nostraque in dictae Camera a uc tori tate ordinavimus 
et ordinamus de mandato et auctorìtate praedictis, 
quod buie nostro transumpto pleuam et indubiam 
fidem ubique locorum exbibeatur et talem et tantam 
qualem et quantam originalibus m.ndatis praedictis 
adhibetur si in medium perducerentur et ostenden- 
tur. In quarum fide, praesentes lileras fieri et per 
notarium Cam crac Apostolicae infrascriptum subscri- 
bi nostrique sigilli camerarii offìcii jussimus et feci- 
mus extendere et communiri. 

Datum Romae, in Camera Apostolica, anno nati- 
vitatis Domini millesimo quingentissimo tertio deci- 



io* 



i 



I 

t 



591 



MDX, FEBBRAJO. 



592 



mo, die vero decima octava mensis februarii, ponti- 
fìcalus Sanclissimi in Christo Patris et Domini nostri 
Domini Julii Divina Pro vide ntia Papee secundi anno 
decimo. 

Visa Laurentius 

Camene Apostolica clerìcus. 

Et ego Melchior de Campania Camene Apostolica 

notarius, quia dicti transumpti exemplationi nec non 

1 1 mandatorum insertorum praesentationi ac capitulis 



stipulata praedictis, una cum dicto domino Laurentio 
Annerino nolano presens fui, eaque omnia sic fieri 
vidi et audivi, < t in nomine sumpsi, ideo hoc tran- 
sumpti instrumentum manu alterius, me aliis oc- 
cupato negotiis, fideliler scriptum de commissione 
prelibati reverendissimi domini camerarii exinde 
confeci, subscripsi, publicavi et in hanc publicam re- 
degi formarci signoque nomini mei soliti et consueti, 
una cum appensione sigilli Camene signavi, in fide 
et testimonio omnium et singularum pnemissarum, 
rogalus atque requisitus, ommisso signo. 



1 ; 



f 



* < 



FINE DEL TOMO SONO. 






INDICI 



/ Diarii di li Sanuto. Tom. - IX. 39 



INDICE GEOGRAFICO 



» « n 



"» '■■! 



Abano, 88, 89, 90. 

Abbiategrasso, 25, 51, 54, 80. 

Abruzzi, 24, 31, 82, 828. 

Adda (fiume), 39. 

Adexe v. Adige. 

Adige (fiume); 8, 13, 63, 64, 84, 91, 103, 246, 258, 

259, 269, 271, 308, 312, 322, 323, 330, 838, 837, 

344, 347, 369, 372, 373, 390, 403, 418, 419, 428, 

456, 466, 510, 512, 528, 533, 557. 
Adria, 340, 342, 355, 356, 395, 413, 414, 481, 488, 

491, 518, 519, 552. 
Adrianopoli, 261, 338, 400, 486, 527, 528, 546, 564. 
Adriatico (mare), 81, 83, 106, 160, 182, 298, 299, 409, 

414, 423, 478, 492, 534, 583. 
Africa, 533. 
Ala, 346, 505. 

Albara (presso Padova), 108, 111, 119, 122, 151. 
Albona (Istria), 547. 
Alemagna (Impero d'), 125, 153, 215, 225, 239, 241, 

250, 262, 263, 264, 267, 273, 284, 286, 366, 882, 

423, 429, 435, 468, 483, 495, 518, 520, 522, 580, 

583, 543, 550, 566. 
Alessandria (Egitto), 27, 126, 369, 487, 513, 516. 
Alexandria v. Alessandria. 
Alla v. Ala. 
Almi&sa, 480. 
Altor (Eltor), 112. 
Amasia (Cappadocia), 12. 
Ancona, 32, 104, 257, 305, 322, 503, 323. 
Andernopoli v. Adrianopoli. 
Andre v. Andros. 
Andrew, 54. 

Anguillara (Padovano), 93, 100, 103, 157, 176, 808, 
312. 

» suo bastione, 106, 176, 177. 

Antona v. Southampton. 
Apruzo v. Abruzzi. 
Aquila (Abruzzi), 24. 
Aquileia, 554. 



Arbe (isola dell'Adriatico), 431. 

Arbé v. Brbó. 

Arcipelago, 291, 292. 

Arcole (Veronese), 512. 

Are v. Adria. 

Argenta, 400. 

Argentina v. Strasburgo. 

Ariano, 355, 356, 396, 491, 518, 519, 535, 552. 

Arquà (Padovano), 131. 

Arze (Arz o Aralo nella Valle di Non nel Trentino), 

288, 361. 
Arzenta v. Argenta. 

Arzipielago, o Archipelago v. Arcipelago. 
Asiago (de* Sette Comuni nel Vicentino), 471. 
Asolo, 7, 23, 54, 75, 76, 90, 134, 250, 275, 279, 881, 

337. 
Aste v. Asti. 
Asti, 65. 

Asupigar (Awrsperger ?), 50£. 
Augusta (Germania), 284, 488, 441, 460, 463, 484, 

485, 501, 505, 518, 522, 567. 
Austria, 289. 

Avi (Avio nel Roveretano), 292, 362. 
Avignone, 361. 
Axolo y. Asolo. 



B 



Bachtfon v. Bachigliene. 

Bachigliene (fiume), 100, 120, 121, 133, 134, 138, 139, 

185, 189, 237, 246, 256, 257, 258. 
Badia (Polesine), 246, 308, 843, 349, 352, 403, 406, 

412, 414, 418, 422, 447, 452, 466, 486, 507, 541, 

548. 
Bairout (Bairut, Beirout o Barut, ant. Berjtus nella 

Siria, sul mare), 401. 
Barbarano (Vicentino), 242, 244, 253, 255, 259. 

» suo ponte, 263. 
Barbarla (Tripoli, Tunisi, Algeri, Marocco, età), 14, 

82, 80, 156, 531, 535. 
Barco (villa dell'Asolano), 7. 
Barmaran v. Barbarano. 



599 



INDICE GEOGRAFICO 



600 



Barati y. Bairout. 

Bassanello (presso Padova), 39, 72, 73, 82, 83, 88, 90, 
107, 122, 123, 125, 151, 154, 157, 237. 
» suo ponte, 73, 78, 88, 90. 
Bassano, 7, 13, 15, 23, 75, 76, 90, 141, 244, 246, 250, 
255, 259, 262, 263, 266, 267, 276, 278, 
279, 280, 281, 283, 288, 290, 306, 311, 
314, 315, 318, 320, 323, 325, 326, 331, 
834, 335, 338, 339, 341, 345, 346, 347, 
348, 354, 362, 390. 
» suo ponte, 267. 
Bastardo v. Bosaro. 
Bataja v. Battaglia. 
Battaglia (Padovano), 72, 90, 93, 95, 98, 103, 105, 

369. 
Bazia v. Badia. 

Bebé (Torre delle) (in quel di Chioggia), 151, 156. 
Belgrado (Friuli), 76, 90. 

Belluno, 6, 14, 26, 29, 33, 38, 48, 198, 318, 337, 350, 
352, 356, 360, 362, 366, 379, 382, 440, 
471, 484, 508, 509. 
» sua rocca, 29. 
Bergamasco, 419. 

Bergamo, 10, 32, 69, 186, 192, 380, 558. 
» (di) Capella, 10. 
» (di) Castello, 10. 
Bertagna v. Brettagna. 
Bevilaqua (Veronese), 255, 256, 259, 335. 
Biagrassa v. Abbiategrasso. 
Bivilaqua v. Bevilaqua. 
Bles v. Blois. 
Blois, 408, 420. 
Bochali o Bochari, v. Buccari. 
Boemia, 99, 149, 228, 269, 300, 361, 380, 412, 431, 

432, 469, 470, 496, 519, 546. 
Bois de Yincennes, 420. 

Bologna, 56, 78, 131, 135, 175, 197, 243, 296, 300. 
Bolognese, 322. 

Bolomonensi (in civitate)?? 565. 
Bolzano (Bòtzen in Tirolo), 366, 389, 390, 423, 429, 

435, 437, 441, 444, 463. 
Bonvesin v. Torre Belvicino. 
Borgeto v. Bor ghetto. 
Borghetto (Tirolo), 463. 
Borgo (Valsugana), 366. 
Borgogna, 182, 497. 
Bosaro (Polesine di Rovigo), 395. 
Bo8 de Vinsenova v. Bois de Yincennes. 
Bosnia, 370, 413, 415, 421, 423, 425, 451, 462. 
Boesina v. Bosnia. 
Boteniga (fiume), 166. 
Botenigo (luogo presso la laguna di Venezia), 158, 

165, 168. 
Bougie (Africa), 531, 533, 534, 554, 555. 
Bovolenta (Padovano), 7, 49, 84, 94, 95, 103, 135, 138, 
151, 152, 153, 154, 157, 158, 172, 183, 
226, 229, 232, 241, 331. 



» suo castello vecchio e nuovo, 49, 75, 95, 96, 
108, 104, 107, 229. 
Bovolone (Veronese), 322. 
Bovoion (Padovano) v. Bovolone. 
Bozzolo (Mantovano), 260. 
Brandizo v. Brindisi. 
Breganze (Vicentino!, 267. 
Brendola (Vicentino), 276, 329. 

Brenta (fiume), 39, 46, 47, 50, 63, 71, 121, 135, 139. 
152, 153, 154, 155, 161, 195, 234, 257, 258, 
267, 315. 
» Cha di la Rai Da oltre la Brenta, cioè Casa della 

Regina (Cornaro), 71. 
» vecchia, 50, 63, 86, 96, 112, 152, 156, 182. 
Brentelle (luogo nel Padovano) 52, 82, 136. 

» suo ponte, 66. 
Brentonega v. Brentonico. 
Brentonico (Val Lagarina), 383 
Brescia, 9, 10, 25, 32, 39, 69, 80, 99, 108, 169, 186, 
192, 327, 361, 380, 381, 410, 416, 445, 
494, 530, 543, 550, 552, 558. 
» sue torri demolite, 72. 
» suo castello, 558. 
Bresciano, 327, 333, 425. 
Brettagna, 439. 
Brexa v. Brescia. 
Brexana v. Bresciano. 
Brìndisi, 407. 

» suo castello detto dello Scoglio (Scojo), 407. 
Briaighella (Brisigela), 131. 
Broxuolo v. Prozolo. 

Brussa (antic. Prusa nell'Asia Minore), 261. 
Buccari (presso Fiume), 234, 249. 
Bucia o Buzia, v. Bougia. 
Buchvich (Bulgaria), 564. 
Buda, 99, 148, 269, 300, 338, 380, 385, 412, 467, 469, 

496, 519, 546. 
Bugie v. Buje. 
Buje (Istria), 486, 500. 

Burano (Estuario Veneto, v. Contrade), 311, 368. 
Bursa v. Brussa. 
Busardo v. Bosaro. 



Cadore, 291, 364, 435. 
Cagliari, 534. 

Cagnola (verso Chioggia), 171. 
Cairo, 27. 

Calcutta, 112, 485. 
Caldiero, 328, 355, 518. 
Caler i, v. Cagliari. 
Caliopolis (Gallipoli ?', 565. 
Cambray, 239, 423. 

Camisano (Vicentino), 307, 310, 311, 312, 316, 317, 
319. 



601 



INDICE GEOGRAFICO 



602 



Camposampiero, 34, 37, 38, 44, 53, 124, 162, 169, 170, 

176, 177, 183, 239, 263, 279, 282, 
295, 305. 
» suo castello, 37. 

» sua rocca, 37, 38. 

Candia, 8, 9, 12, 28, 32, 81, 82, 121, 126, 158, 160, 
166, 228, 234, 245, 261, 354, 388, 403, 406, 442, 
448, 480, 487, 508, 509, 516, 534, 540. 
Caneva (Friuli), 487. 
Cania (Canea in Candia), 295, 353. 
Cao di ponte, v. Capodiponte. 
Caodi8tria, v. Capodistria. 
Cao d'Otranto, v. Capo d'Otranto. 
Capo di Ponte (ora Ponte nell'Alpi, nel Bellunese), 366. 
Capodistria, 66, 82, 196, 225, 226, 233, 257, 265, 269, 
272, 277, 289, 294, 300, 313, 332, 364, 367, 384, 
503, 510, 521. 
Capo d' Otranto, 160. 

Carchi (isola dell'Arcipelago Rodiano), 391. 
Cargo, v. Carchi. 
Carentana, v. Carintia. 
Carintia, 504. 
Cassano (sul l'Adda), 68. 
Castelbaldo, 36, 66, 246, 346, 355, 360. 
Castel della Pietra (nella Valle Lagarlna sull'Adige), 

343, 350. 
Castel della Scala (sopra Primolano in Canal di Bren- 
ta), 6, 24, 266, 279, 280, 337, 352, 354, 856, 359, 
362, 366, 368, 374, 377, 382, 386, 388, 398, 399, 
423, 431, 508, 556. 
Castelfranco (Trevigiano), 7, 15, 24, 29, 33. 36, 39, 
70, 76, 82, 90, 119, 176, 239, 242, 260, 267, 279, 
281,306, 315, 822, 331, 337, 341, 351, 362, 379, 
389. 
Castel Ivan v. Ivano. 

Castel Lion, v. Castelleone (Cremonese), 48. 
Castel Muschio (Veglia), 248. 
Castelnuovo (Friuli), 246, 257, 265. 
Castelnuovo (Istria), 196, 225, 257, 287, 288, 294, 300, 

307, 332, 384, 508. 
Castelnuovo (del Polesine, sul Po), 502, 541. 
Castelnuovo di Quer (alto Trevigiano), 26, 29, 125, 366. 
Cataro, v. Cattare 
Cattaro, 32, 160, 225, 424, 527. 

» sue Bocche, 126, 160, 169, 195, 196. 
Cavarzere (hasso Adige).. 95, 96, 159, 177, 186, 227, 

289, 311, 413, 488, 490, 509, 535. 
Caio (luogo poco lungi dalla riva destra del Po di 
faccia alla Poi esella, non riconoscibile sulla carta 
militare), 896. 
Cefalonia, 106. 

Cerea (Veronese), 77, 312, 322. 
Cerigo, 160. 

Cerines (di) castello, 112. 
Cernical (Istria), 504. 
Cerreto (Badia sull' Oglio), 197. 
Cervignan (presso Aquileia), 159. 



» 



Cervignan (fèndo dei Raogoni) ▼. Cordignano. 
Chairo, ▼. Cairo. 
Chaldiera, v. Caldiero. 
Chamìsan, v. Camisano. 
Chempten (Eempten), 286. 
Cherso, 192. 

Chiaravalle (di) Badia nel Milanese, 80, 81, 197. 
Chiena (Nicopoli?), 565. 
Chierignago (presso Mestre), 163. 
Chioggia, 7, 8, 13, 24, 26, 44, 45, 62, 77, 84, 85, 88, 
91,93, 95, 96, 100, 103, 105, 112, 121, 
124, 158, 159, 163, 164, 176, 177, 182, 
186, 188, 194, 227, 231, 245, 254, 258, 
269, 275, 278, 281, 287, 288, 292, 294, 
300, 307, 310, 311, 322, 323, 324, 330, 
332, 335, 336, 397, 403, 406, 411, 414, 
426, 430, 431, 437, 452, 480, 484, 488, 
490, 502, 507, 518, 523, 527, 534, 535, 
538, 540, 549, 552. 
suo Lido, 158. 159. 
suo porto, 339. 
Chiosa, v. Chioggia. 
Chiusa (la) (Friuli), 96, 99. 
Chiusa (alto Veronese), 276, 372, 480. 
Chlaozan, v. Claujano. 
Chorizuola, v. Corezzola. 
Cicilia, v. Sicilia. 
Cinquechiese, v. Funfkirchen. 

Cipro, 27, 29, 81, 82, 86, 96, 135, 158, 160, 166, 177, 
185, 229, 234, 260, 308, 369, 3*75, 397, 453, 485, 
512, 513, 534. 
Cittadella (Padovano),' 6, 7, 10, 11, 75, 76, 90, 124, 
131, 141, 227, 244, 250, 262, 263, 266, 267, 276, 
279, 281, 283, 288, 290, 315, 316, 326, 327, 328, 
331, 334, 3S7, 341, 346, 347, 351, 354, 379, 399. 
Cividal d'Austria, v. Cividale (del Friuli). 
Cividal di Belluno, v. Belluno. 
Cividale (del Friuli), 8, 13, 14, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 
24,26,33, 71, 75, 82, 123, 124, 133, 139, 
169, 170, 257, 507, 525, 540, 542, 544, 548, 
549, 552, 554, 560, 561. 
» (di) Borgo S. Domenico, 20. 
Civita Castellana, 136, 180, 181. 
Civitavecchia, 131, 136, 156, 242, 251, 296, 298, 492, 

495. 
Claujano (Friuli), 193. 
Coalonga, v. Padova. 
Codignola, v. Colognola. 
Codigoro (Basso Po), 356. 
Covolo (o castelletto del Covolo, nell'alto Vicentino), 

266, 279, 362. 
Colignola, v. Colognola. 
Collalto (Trevigiano), 15, 326. 
Cotogna (Veneto), 7, 314, 324, 326, 328, 346, 347, 

355, 405, 436. 
Colognola (Veronese), 835, 336, 344, 345, 346, 347. 
Coloqut, v. Calcutta. 



607 



KiDTCE GEOGRAFICO 



60* 



Levante, 81, 1S6, 180, 445 

Lexini, t. Lessitii. 

Lido (di Venc/ia), 91, 416, 444, 521. 
» v. Cbioppia. 

Lignago, v. Legnago. 

Ligi] aro, v. Legnare 

Ligorna, v. Livorno. 

Liraena (Padovano), 11, 49, 50, 51, 52, 55, 56, 63, 6 
66, 67, 71, "6, 95, 150, 154, 175, 829, 23 
233, 235, 238, 240, 255, 398. 
» suo castello e Bua rocca, 50, 71. 

Limoiiìa (isola dell'Arcipelago Italiano), 391. 

Lio, v. Lido. 

Lion, v. Lyon. 

Lisbona, 485. 

Livorno, 329. 

Liiignan de Lieo, v. Luslgnan. 

Lizzafusina (poco lungi da Venezia, volgarmente F 
Sina), 45, 107, 121, 130, 132, 161, 163, 164, 16 
166, 167, 168, 173, 195, 196, 199, 228, 254. 

Lochies (Loches), 433, 520. 

Lombardia, 80, 243, 262, 273, 275, 288, 435, 558. 

Lo nato, 8. 

Londra, 374, 418, 439, 501, 544. 

Loagara e Longare (Vicentino), 103, 233, 240, 24 
242, 256, 259, 260. 

LoDigo, 121, 122, 314, 318, 323, 325, 326, 328, 33 
341, 346, 347, 348, 355, 360, 361, 36 
365, 368, 372, 376, 379, 381, 384, 38 
389, 398, 399, 402, 403, 405, 406, 41 
412, 415, 419, 422, 424, 426, 428, 43 
436, 437, 440, 444, 447, 449, 450, 4; 
452, 405, 451, 459, 462, 465, 466, 4( 
470, 471, 473, 479, 481, 482, 486, 4E 
489, 491, 496, 501, 505, 510, 512, 51 
517, 518, 521. 
d monastero di S. Francesco di frati Osscrv. , tì 

Lorcdo, v. Loreo. 

Loreo, 411, 415, 426, 488, 491, 502, 507, 518. 

Lubiana, 62, 235, 504. 

Lucca, 252. 

Lusiana (de' Sette Comuni nel Vicentino], 471. 

Lusignan, 420. 

Luvigian (Luvìgliano nel Padovano), 92. 

Lyon, 72, 78, 166, 170, 171, 419, 420, 439, 532. 



Maiorica [Major iena), 534. 

llalamocco (Lido di Venezia], 44, 47, 65, 158, 311. 

Malghera (presso Venezia), 39, 94, 161, 164, 167, 172, 

173, 199, 228, 244. 
Mandria (Padovano), 123, 151. 
Mantoana, v. Mantovano. 

Mantova, 46, 48, 53, 70, 73, 81, 104, 134, 167, 168, 
180, 244, 369, 375, 410, 419, 432, 451, 
474, 535, 582, 556. 



Mantova, ano castello, 167. 

Mantovano, 335. 

Marano (Friuli), 83, 158, 159. 

Marena (Marca d' Ancona), 104, 583. 

Marchesi, v. Marconssis. 

MarcouHris (Seine et Oiae), 420, 421. 

Margera, t. Malghera. 

Maroatega, v. Marostica. 

Marortica, 250, 263, 279,311,314,315,318, 320, 326 
334, 345, 347, 348, 381, 439. 

Masi (sull'Adige), 66. 

Maxi, v. Masi. 

Maxxorbo (Estuario Veneto, v. Contrade], 311. 

Mecca, 12, 126. 

Mecba, v. Mecca 

Medea (Friuli), 92. 

Medina del Campo, 239. 

Megiain, v. Megli ad ino. 

Me gli ad ino (Padovano), 93. 

Melara, 541. 

Memingen, 286. 

Menzo, v. Mincio. 

Messina, 156, 160. 

Mestre, 15,44, 153, 154, 161, 162, 163, 165, 166, 167 
168, 169, 171, 172, 178, 174, 175, 176, 17» 
180, 183, 191, 193, 195, 234, 227, 231, 253 
279, 379, 582, 385, 445, 506, 548. 
» ponte di S. Lorenzo, 163. 

Mostrino (contado di Mestre), 152, 153, 164, 166, 167 
168, 179, 228, 239, 253. 

Mezzavia [Padovano), 90, 108, 153. 

Milano (di), stato 80. 

Milano città, B, 10, 11, 48, 51, 54. 71, 72, TT, 78, 80 
85, 92, 99, 108, 181, 183, 186, 189, 192 
197, 268, 296, 396, 419, 420, 423, 435, 438 
463, 372, 485, 509, 560. 
» suo castello, 54. 

Mincio (fiume), 373. 

Mira, 152, 153, 161, 162, 164, 193. 

Mirandola, 131, 556. 

Mirano, 34, 36, 44, 75, 91, 158, 159, 163, 165, 169 
173, 195, 244, 278, 295, 306, 376. 

Mistrina, v. M estrino. 

Moccò (latria), 196, 277, 291, 503. 

Mocho, v. Moccò. 

Modone, 364. 

Modrusa (Croazia), 278. 

Moimaco (Friuli), 14. 

Moimas, v. Moi macco. 

Moldavia, 565. 

Monceleae, v. Monadica. 

Uonfalcone, 8, 43, 68, 99, 169, 242, 247, 254, 257 
332, 554, 561, 571. 

Monferà, v. Monferrato. 

Monferrato, 102, 130. 

Monaelice e sua rocca, 32, 72, 78, 88, 90, 93, 94, 95 
101, 103, 107, 125, 134, 138, 139, 15] 



609 



INDICE OBOGRAFICO 



610 



w 



154, 157, 181, 185, 194, 225, 
268, 268, 290, 307, 818, 318, 
347, 349, 352, 356, 359, 360, 
370, 877, 886, 890, 897, 403, 
415, 450, 491, 543. 
Borgo S. Marco, 270. 
Montagnana, 66, 84, 93, 94, 134, 138, 204, 

258, 259, 260, 262, 264, 268, 
290, 307, 318, 324, 326, 328, 
337, 341, 342, 346, 347, 348, 
360. 
» suoi borghi, 269. 

» Chiesa sulla piazza, 352. 

Montealban (in quel di Chioggia), 95, 96, 
105, 150, 153, 156, 158, 159, 161, 177, 
330,331. 
Montebello (Vicentino), 262, 316. 
Monteforte (Verona), 456, 471, 483. 
Montegalda, 139. 
Montegaldeo, v. Montegalda. 
Montello (bosco del Trevigiano), 11. 
Mon temerlo, 139. 

Montepulzano (Montepulciano), 296. 
Montericco (Padovano), 369. 
Montona (Istria), 241, 500, 503. 
Morea, 106. 
Mota, y. Motta. 
Motta (Trevigiano), 313, 407. 
Muggia (Istria), 247, 255, 357, 503. 
Muja, v. Muggia. 
Murano, 44, 47, 65, 154, 811. 



237, 255, 
337, 346, 
365, 369, 
407, 408, 



246, 255, 
269, 274, 
335, 336, 
350, 352, 



100, 104, 
178, 181, 



Napoli (reame), 493. 

Napoli (città), 14, 54, 76, 80, 81, 83, 132, 156, 181, 
182, 197, 252, 286, 296, 297, 299, 322, 372, 490, 
533, 554. 

Napoli di Romania, v. Nauplia. 

Nauplia, 8, 99, 513. 

Negroponte, 484. 

Noale, 15, 24, 33, 34, 44, 119, 162, 227, 231, 239, 
241, 246,249, 255, 259, 262, 264, 266, 269, 271, 
273, 276, 278, 279, 283, 287, 290, 292, 294, 295, 
301,304,305, 306, 314, 315, 316, 317, 351. 

Nogarola (Veronese), 367, 428, 444. 

Nogaruola, v. Nogarola. 

Nola, 521. 

Nolla, v. Nola. 

Norimberga, 286. 

Normandia, 409, 439. 

Noventa (Padovano), 47, 162, 167, 235. 
» suo ponte sul Brenta, 47. 
p casa dei Marcello, 167. 



Ognissanti, v. Padova. 

/ Diarii di M. Sanuto. — Tom. II. 



One, y. Orano. 

Orano, 534. 

Oriago (Prov. di Venezia), 36, 163, 295, 376. 

Orzivecchi (Lombardia), 36. 

Ospedaietto (Valsugana), 415, 423, 429, 435, 437, 441, 

444,451,452, 454, 457, 459, 460, 471, 499, 501, 

504. 
Ostia, 131, 136, 156, 251, 822, 361, 478, 492, 495, 
517, 531. 
» sua rocca nuova, 495. 
Otranto, 221. 



Padoa, v. Padova. 
Padoana, v. Padovano. 

Padova, 5, 6, 7, 11, 13, 15, 16, 23, 24, 25, 26, 27, 
29, 30, 31, 32, 33, 34, 35, 36, 37, 38, 39, 
40, 41, 42, 43, 44, 45, 46, 47, 48, 49, 50, 
51, 52, 53, 55, 56, 57, 58, 59, 60, 61, 62, 
63, 64, 65, 66, 67, 68, 69, 70, 71, 72, 73, 
74, 75, 76, 77, 78, 79, 80, 81, 82, 83, 84, 
86, 87, 88, 89, 90, 91, 93, 94, 95, 98, 98, 
99, 100, 101, 102, 103, 104, 106, 107, 108, 
111, 112, 114, 119, 120, 121, 122, 123, 124, 
125, 126, 127, 128, 129, 180, 131, 132, 133, 
134, 135, 136, 137, 138, 139, 140, 142, 143, 
148, 149. 150, 151, 152, 153, 154, 156, 157, 
158, 159, 160, 161, 162, 163, 164, 165, 167, 
168, 169, 170, 171, 172, 173, 174, 175, 176, 
177, 178, 179, 180, 181, 182, 183, 184, 185, 
186, 187, 189, 191, 192, 193, 195, 196, 197, 
198, 199, 200, 201, 202, 203, 204, 211, 218, 
224, 225, 226, 227, 228, 229, 230, 231, 232, 
233, 234, 235, 238, 239, 240, 241, 242, 243, 
244, 245, 249, 251, 252, 253, 254, 255, 256, 
257, 258, 260, 261, 262, 263, 264, 265, 267, 
268, 269, 270, 271, 272, 274, 275, 276, 278, 
281, 282,^284, 287, 288, 289, 290, 291, 292, 
293, 294, 295, 300, 301, 303, 304, 305, 306, 
310, 812, 313, 314, 315, 316, 319, 322, 323, 
325, 326, 327, 328, 331, 332, 334, 335, 336, 
337, 341, 342, 343, 844, 345,350, 351, 852, 
353, 356, 358, 359, 360, 363, 365, 367, 368, 
373, 376, 379, 380, 381, 383, 384, 388, 896, 
400, 401, 402, 403, 406, 415, 418, 425, 431, 
438, 442, 447, 452, 457, 458, 459, 463, 469, 
485, 486, 490, 491, 496, 499, 500, 501, 504, 
510, 514, 521, 522, 527, 538, 543, 551, 552, 
556, 558. 
» Piazza (dei Signori), 35, 40, 45, 51, 53, 58, 
62, 128, 144, 145, 152, 162. 

Palazzo del Capitano e Corte, 35, 51, 196, 
232, 236, 551. 

Palazzo del Podestà, 236. 

Vescovado e palazzo del vescovo, 35, 40. 

Ca' di Dio (ospizio). 36. 

40 



» 

» 
» 
» 



611 



INDICE GEOGRAFICO 



612 



Padova» Santo, cioè contrada, chiesa di S. Antonio e 
sua Arca, 36, 111, 128, 499. 
» Domo, cattedrale e v. Vescovado, 52. 
» Chiesa di S. Sofìa, 144, 158. 
• » e monastero di S. Gio. di Verdara, 

68, 236. 
» » d'Ognissanti, 35, 36. 

» ne mon. di S. Agostino, 499. 

» » di S. Bartolammeo, 35. 

» » di S. Chimente (S. Clemente), 45. 

» » e monastero dei Servi, 114. 

» » e monastero di S. Giustina, 51, 57, 

126, 127, 128, 130, 152. 
» » e monastero della Bia 1 Lena (Beata 

Elena), 183, 187, 227, 228, 236. 
» Castello alla Saracinesca, 57, 59, 68, 76, 158, 

235, 284. 
» Ponte Peochioso (sulla Brenta vecchia), 63, 

128, 144, 177, 189. 
» Ponte del Businello, 128. 
» Porta Coalonga (Codalunga), suo bastione 

(detto poi della Gatta), e 
sua triplice palificata este- 
riore (forse primo saggio 
di opere esterne di difesa 
in Italia), 25, 35, 36, 41, 
44,46,47, 49, 51, 52, 57, 
58, 84, 128, 143, 151, 162, 
165, 167, 169, 171, 172, 
175, 176, 178, 179, 180, 
182, 185, 187, 188, 190, 
193, 195, 196, 198, 225, 
235, 236, 312, 543. 
» » » Dromo (palificata esterna), 

187. 
» » » Zudega, fuori della porta, 

180. 
» » » S. Trinità, chiesa presso la 

porta, 212. 
» » » Case nel sobborgo, del ve- 

scovo Trevisan e del se- 
gretario Capella, 175, 187. 
» » Saonaruola (Savonarola), 25, 36, 57, 

59, 143. 
» » S. Giovanni, 36, 41, 57, 128, 144, 171, 

189. 
» » Saracinesca, 36, 41, 57, 59, 73, 128, 

144, 152, 158, 189. 
» » S. Croxe (Croce), suoi bastioni, sob- 

borgo e palificate esterne, 40, 57, 
58, 73, 75, 77, 78, 84, 87, 91, 123, 
124, 128, 130, 132, 138, 143, 153, 
171, 175, 179, 186, 236, 442. 
*> » e ponte d'Ognissanti, 36, 41, 57, 58, 

128, 143, 152, 187. 
» » di Pontecorbo, 25, 36, 57, 58, 59, 128, 

138, 142, 143, 151. 



Padova, Porta del Portello, suoi bastioni, sue osterie 

esterne, 34, 35, 41 , 57, 87, 95, 98, 
101, 103, 104, 107, 111, 119, 121, 
124, 128, 135, 143, 151, 152, 153, 
157, 158, 160, 161, 162, 166, 167, 
168, 170, 172, 175, 178, 182, 187, 
189, 190, 197, 227, 228, 235, 258. 
» » di Porzia (Porciglia), contrada e mura, 

34, 35, 58, 143, 162, 165, 167, 187, 
225. 
» Porzia piccola (verso il Portello), 165, 175. 
» Carmini, chiesa, monastero e contrada, 36, 

41, 57, 59, 158, 195, 235. 
» S. Lazzaro, 168. 

» Pra' della Valle, 86, 91, 111, 128, 231. 
» sua porta (seconda cinta), 144. 
j> Torre grande della città, 151. 
» Casa dei Co. di Collalto, 556. 
» Lazzaretto fuori d' Ognissanti, 162, 187, 236. 
» Monastero di S. Marco fuori delle mura, 162. 
» Ponte Molino, 235. 
» Arena, 235. 

» Monastero esterno della Certosa, 236. 
» Piazza del vino, 469. 

» Guasto attorno la città e sue fortificazioni 
nuove, 551. 
Padovano, 13, 82, 111, 164, 189, 228, 245, 334, 363, 

414, 419, 454. 
Palamosa (Pathmos, isola neir Arcipelago, 393. 
Palermo, 156, 299, 322, 533, 534. 
Paluello (sul Brenta), 34, 41. 

» casa di campagna di Giacomo di Pietro Con- 
tarmi, 34. 
Panarmo, porto nell'isola dt Gero, 391. 
Papozze (sul Po), 342, 550. 
Parenzo, 549. 
Paris, 420. 

Patria (cioè Patriarcato del Friuli), v. Friuli. 
Pavia, 72. 

Peloxela, v. Polesella, 
Pera, 260, 261. 
Peraga (Padovano), 234. 
Porgine, 429. 
Pernumia (Padovano), 313, 370. 

» „ casa di ser Taddeo Contarini, 313. 
Perpignan, 420. 
Perzene, v. Porgine. 
Pesaro, 324. 

Peschiera, 99, 192, 268, 294, 873, 437, 445. 
Pexin, v. Pisino. 
Piamente, v. Piemonte. 

Piemonte (Prov. di Rovigno neir Istria), 500, 508, 558. 
Piera (la) v. Castello della Pietra. 
Pievato di Sacco (Padovano), 75, 95, 96, 135, 150, 

152, 153, 157, 158, 100, 379, 428. 
Pinguente, 241, 503. 
Piombino, 297. 



613 



INDICE GEOGRAFICO 



614 



Piova, ▼. Pievato di Sacco. 

Piove di Sacco, 45, 50, 94, 100, 107, 150, 152, 158, 
260, 865. 

Piovego (Publico), canale del basso Padovano, 258. 

Pirano, 307, 310. 

Pisa, 7, 252. 

Pisino, 34, 78, 832, 500, 522, 523, 552, 558, 560. 
» suoi borghi, 560. 

Pittano, v. Pitigliano. 

Pitigliano, 521. 

Pixin, v. Pisino. 

Plezes (Plezzo, ted. Fletsch nel Goriziano), 55, 71. 

Po (fiume), 8, 84, 91, 104, 105, 287, 310, 312, 314, 
322, 324. 329, 331, 332, 335, 336, 346, 347, 349, 
355, 360, 361, 364, 368, 372, 377, 378, 381, 394, 
395, 896, 399, 400, 401, 402, 403, 404, 405, 406, 
409, 410, 411, 414, 418, 426, 428, 429, 437, 452, 
462, 475, 490, 502, 509, 518, 521, 533, 541, 548, 
556. 

» sua riviera, 343. 

Poglizza, 507, 549. 

Pola, 536. 

Poiana, v. Polonia. 

Polesella (sul Po), 340, 343, 344, 349, 350, 353, 355, 
357, 358, 360, 364, 374, 377, 385, 395, 397, 399, 
403, 404. 

Polesine di Rovigo, 5, 48, 251, 255, 264, 268, 269, 
271, 296, 318, 342, 346, 347, 348, 349, 352, 
354, 368, 374, 377, 378, 279, 381, 382, 385, 
388, 403, 404, 405, 406, 410, 411, 412, 414, 
418, 419, 422, 425, 428, 443, 447, 452, 466, 
484, 488, 491, 502, 507, 541, 543. 
» di S. Giorgio, 414. 

Polisana (forse il distretto di Pola in Istria), 503. 

Poliza, v. Poglizza. 

Polonia, 300. 

Pontecchio (Polesine), 343. 

Ponte di Brenta (Padovano), 47, 50. 

Ponte di Graizzi (Padovano), 47, 94, 162, 165, 235. 

Pontelagoscuro (sul Po), 428, 447. 

Ponte S. Nicolò (Padovano), 56, 86, 111, 138. 

Ponte di Vigodarzero, v. Vigodarzere. 

Ponticbio v. Pontecchio. 

Ponza (isola nel golfo di Napoli), 198. 

Popecchio (Istria), 294, 300. 

Popoli (reame di Napoli), 91. 

Populo, v. Popoli. 

Pordenone, 8, 81. 

Portogruaro (Portogruer), 141, 461, 557. 

Portole (Istria), 480, 503. 

Portovenere, 156, 506. 

Porzia, v. Padova. 

Postoyma (Adelsberg, lat. Arae Postumiae), 364. 

Pregila (monastero di Benedettini nei Colli Euganei), 
50, 67. 

Praja, v. Praglia. 

Prata (Friuli), 407. 



Primiero, 7. 

Provenza, 156, 197, 251, 485. 

Prozolo (Padovano), 98. 

Puglia, 32, 125, 160, 322, 533. 

Puja, v. Paglia. 

Puola, v. Pola. 



Quarnero (golfo nell'Adriatico), 54, 96, 248. 
Quarqui, v. S. Nicolò. 



Ragusa, 160, 486. 

Rapallo, 131. 

Raspo (Istria), 225, 230, 231, 233, 240, 249, 287, 288, 

289, 294, 295, 307, 311, 313, 503, 522. 
Ravenna, 13, 239, 322, 381, 400, 517, 
Reggio (Emilia), 102. 
Remanzacco (Friuli), 14. 
Resta d' Ajo (luogo e antico porto circa 3 miglia a sud 

di Lizzafusina), 195. 
Rezo, v. Reggio (Emilia). 
Revolon, v. Rovolon. 
Rignana (Istria). 
Rimano, v. Rimini. 

Rimini, 24, 131, 222, 321,. 400, 484, 590. 
Riva (Trentino), 552. 
Rivella (verso Monselice), 370. 
Rivolta (suir Adda), 400. 
Roana (de* Sette Comuni nel Vicentino), 471. 
Rodi (isola e città), 86, 166, 182, 228, 234, 252, 261, 
385, 391, 393. 
» suo canale, 86. 
Roigo o Ruigo, v. Rovigo. 

Roma, 9, 12, 14, 23, 26, 32, 38, 51, 54, 65, 77, 79, 80, 
81, 83, 91, 100, 131, 135, 136, 149, 153, 
156, 180, 181, 182, 197, 218, 220, 221, 225, 
228, 239, 240, 242, 243, 251, 252, 253, 270, 
275, 282, 292, 296, 297, 298, 299, 300, 301, 
305, 306, 321, 322, 324, 328, 338, 353, 361, 
363, 369, 372, 378, 400, 406, 408, 409, 413, 
414, 418, 422, 523, 424, 448, 461, 465, 468, 
473, 475, 477, 478, 479, 480, 484, 486, 489, 
490, 492, 493, 494, 495, 496, 497, 512, 514, 
517, 528, 529, 531, 532, 533, 534, 535, 536, 
537, 544, 548, 549, 551, 555, 560, 590. 
» Palazzo del Papa, 197. 
» Chiesa di S. Pietro in Vincoli, 26. 
» Chiesa di S. Maria Aracceli, 529, 532. 
» Chiesa di S. Praxeida (Prassede), 80. 
» Chiesa di S. M. Maggiore, 80, 529. 
» Campodi flore, 218. 
» Chiesa de 1 SS. Apostoli, 297. 
Romagna, 25, 131, 181, 253, 819, 511, 583. 
Romazes, v. Remanzacco. 



615 



1MJUCB OB0OBAF1O0 



616 



Roncajette (Padovano), 152, 160, 162. 
Ronzina (di) canale nell'alto Friuli austriaco, 564, 561. 
Rosa* (Bassanese), 885. 
Rotta Sabadina (luogo sull'Adige), 66. 
Roteo (de 1 Sette Comuni nel Vicentino), 471. 
Rovere, v. Roveredo. 
Roveredo, 814, 883, 866. 
Rovigno (Istria), 66, 248. 

Rovigo, 186, 281, 251, 258, 848, 849, 352, 856, 881, 
885, 895, 402, 408, 405, 407, 411, 412, 418, 
414, 428. 
» suo castello, 411. 
Rovolone (Padovano), 65, 93, 103, 287, 258. 
Rozo, v. Roteo. 
Ruigno v. Rovigno. 
Russi (Romagna) e suo castello, 11. 



8 



Sabina (nel Lazio), luogo che dà titolo ad uno de* car- 
dinali vescovi, 181. 

Sabioncello (Friuli), 487. 

Sacile, 88, 68, 407, 511. 

Salò, 15, 881, 425. 

Salzburg, 286. 

S. Benedetto (di Polirono), 814. 

San Bonifacio (Veronese), 333, 344, 419, 424, 466, 
471, 482, 485, 510, 512, 513, 521, 525, 528, 533, 
535, 538, 542, 547, 550, 556, 558, 560. 

S. Bortolo (S. Bartolammeo), v. Padova. 

S. Canzian (S. Canciano, un miglio da Udine), 112. 

S. Croce, v. Padova. 

San Dona (feudo della famiglia Trevisan nel Trevi- 
giano), 550. 

Sandurligo (di) valle nell' Istria, 277. 

S. Giorgio (di Carrara? nel Padovano), 105. 

Sanguanè, v. Sanguinetto. 

Sanguinetto (Veronese), 312. 

S. Martino (Veronese), 267, 333, 385, 344, 345, 346, 
347, 446, 449, 456, 466, 470, 491, 558. 
» suo ponte, 446. 

S. Martino (?) a Longare (Vicentino), 70, 98, 99. 

San Michele (presso Verona), 456. 

S. Nicola, v. Ponte S. Nicolò. 

San Nicolò di Quarqui (di Cardo, isola adiacente a 
Rodi), 891. 

S. Pietro in Leme (Istria), 248. 

S. Salvador, v. S. Salvatore. 

S. Salvatore (castello nel Trevigiano), 241, 826. 

S. Salvatore (Trevigiano), 15. 

S. Servolo (Servilio) (Triestino), 277. 

S. Sofia, v. Padova. 

S. Zorzi, v. S. Giorgio. 

San Zuan de Palamosa (nell 1 isola di Pathmos), 392. 

Saragozza, 251, 252. 

Sardegna, 81, 83, 531, 534. 

Sardinia, v. Sardegna. 



Sasno, 160. 

Savina, v. Sabina. 

Savoja, 166. 

Sazil, v. Sacile. 

Schala (la), v. Castel della Scala. 

Schavazacolo (dato per errore di stampa come none 

proprio. S' intende a rompicollo). 
Schiavonia, 426. 
Schio, 373, 439, 513, 525. 
Scio (Chioe), 228, 534. 
Scorzò (prov. di Venezia), 15. 
Scozia, 80. 
Scatari, 82. 
8erra valle (alto Trevigiano), 88, 38, 48, 282, 337, 

841, 850, 852. 
Sette Comuni (nell* alto Vicentino, cioè : Botxo, Roana, 

Allago, Gallio, Foia, Enego, Lusiana), 471. 
Sgriza, v. Grixani. 
Sicilia, 80, 81, 106, 299, 322. 
Siena, 296. 

Sile (fiume), 105, 120, 166. 
Simie (ant. Bleuaa, isola dell* Arcipelago Rodiano), 

391. 
Sinigaglia, 322. 
Siria, 82, 85, 161. 
Slisa (Szeleze, nel litorale ungherese sull'Adriatico), 

289. 
Soave (Veronese) e sua rocca, 106, 250, 268, 270, 271, 

278, 323, 324, 325, 337, 347, 348, 855, 360, 362, 

365, 372, 390, 426, 449, 456, 463, 465, 466, 469, 

471, 482, 485, 547. 
Sona (errore di stampa) v. Susa. 
Soria, v. Siria. 
Southampton, 506. 
Spagna, 12, 33, 85, 91, 149, 182, 239, 252, 270, 282» 

299, 374, 497, 530, 531, 533, 555. 
Spalato, 160, 507, 549. 
Spinea (prov. di Venezia), 163. 
Stra' (Strata o Strada, luogo del Padovano), 47, 63, 
94, 95, 100, 111, 120, 183, 188, 158, 167, 
187, 235, 238, 258. 
» suo castello demolito, 47. 
Strasburgo, 286. 

Strato (Stretto dei Dardanelli), 527. 
Strigonia (Gran), 800, 546. 
Susa, 25, 38. 
Syo v. Scio. 

T 

Tagliamento (fiume), 96. 
Tajamento, v. Tagliamento. 
Tartaro (fiume), 47. 

Tavernelle (Vicentino), 262, 266, 267, 268, 271, 272. 
Tendiamola (Tencarola, presso Padova), 71, 82, 88, 

88, 89, 150, 151. 
» casa di Giorgio Cornaro cav. proc., 82. 

Teolo (Padovano), 93, 131. 



617 



&UHC8 OBOORÀKOO 



618 



Tarara* (Padovano), 4*7. 

Termissen, v. Tlemcen. 

Terranegra (presso Padova)» 111, HI. 

Tevere (fiume), 82. 

Tiralo (contea del), 435, 607, 543, 550. 

Tiruol, v. Tirala 

Tlemcen (di) regno in Africa, 14. 

Tolmino (Frinii orientale), 71, 82, 124» 138, 184, 189, 

868, 525. 
Tomba (presso Verona), 346. 
Toroello (Estuario Veneto, ▼. Contrade), 44, 47, 65» 06, 

154, 811. 
Torete (le), ▼. Torri. 
Torre (villa presso Padova), 40, 56. 
Torre (Torre rossa, un miglio da Camisano nel Vicen- 
tino), 315, 819. 
Torre Belvidno (alto Vicentino), 266, 359, 362, 367, 

373. 
Torre del confine (fra Vicenza e Padova}, 262, 538. 
Torre del Corame (basso Padovano), 158. 
Torrenuova (o Tornuova, basso Adige), 502, 507. 
Torri (di Quarteaolo presso Vicenza), 311. 
Toscanella, 251. 
Trapani, 156. 
Tran, 160, 281, 549. 

» castello del vescovo, alla marina, 281. 
Trento, 10, 78, 84, 250, 269, 276, 278, 280, 291, 293, 
294, 318, 325, 326, 329, 337, 848, 351, 355, 362, 
866, 872, 880, 883, 390, 399, 410, 459, 460, 471, 
479, 480, 483, 494, 542, 556, 560. 
Trevi v. Treviglio. 
Trevigiano, 11, 74, 104, 265, 363. 
Treviglio, 54, 198, 422, 436. 
Trevisana, v. Trevigiano. 

Treviso, 5, 7, 11, 13, 14, 15, 24, 25, 27, 28, 29, 38, 
34, 36, 88, 39, 44, 48, 68, 65, 82, 90, 93, 
105, 107, 111, 120, 123, 124, 125, 126, 129, 
130, 133, 139, 140, 141, 149, 152, 153, 154, 
155, 159, 162, 165, 166, 167, 168, 169, 177, 
180, 191, 227, 231, 239, 240, 241, 244, 257, 
265, 271, 278, 289, 290, 293, 295, 304, 305, 
306, 310, 312, 315, 316, 317, 318, 325, 326, 
327, 332, 334, 335, 337, 389, 341, 350, 373, 
379, 382, 399, 440, 453, 510 «516, 525, 526, 
543, 552 556. 
» sue fortificazioni, 75, 166. 
» Porta e bastione SS. Quaranta, 271, 289, 350. 
» sua piazza e palazzo pubblico, 105, 107. 
» Bastione S. Tommaso, 289. 
» Bastione Atilia (Attinia), 289. 
Trieste, 43, 55, 62, 67, 68, 77, 110, 247, 257, 260, 
265, 277, 282, 287, 332, 503, 584, 543. 
» suo golfo, 255. 
Tripoli, 80. 

Triviaana, v. Trevigiano. 
Tulmin, v. Tolmino. 
Tunisi, 822. 



76, 82, 90, 92, 96, 
139, 158, 159, 191, 
863, 364, 367, 384, 
537, 542, 544, 551, 



148, 149, 153, 228, 
269, 282, 289, 296, 
885, 406, 412, 418, 



Udene, v. Udine. 

Udine, 14, 18, 19, 26, 83, 68. 71, 
99, 111, 119, 132, 133, 134, 
193, 240, 254, 257, 265, 332, 
407, 420, 455, 507, 517, 525, 
554, 560, 561, 571, 572. 

Ulma, 286. 

Ungheria, 99, 106, 121, 136, 142, 
234,240,241, 245, 253, 268, 
300, 324, 334, 338, 361, 380, 
467, 469, 470, 496, 519, 546. 

Urbino, 67. 

Uriago, v. Offiago. 

Y 



Valeggio, 62, 67, 84, 384, 390, 399, 436, 464, 464, 494. 

Valenza (di Spagna), 9. 

Valezo, v. Valeggio. 

Valle (Istria), 34. 

Valona, 252, 289. 

Val di Lagre o di Lagri o di Lagron, v. Val Lagarina. 

Val Lagarina, 272, 276, 287, 288, 292, 314, 362. 

Val Pantena (Veronese), 462. 

Valpelosela, v. Valpolicella. 

Valpolicella (Veronese), 399, 462. 

Valstagna (Canale di Brenta), 266, 348. 

Val Sugana, 255, 866. 

Vasmonestier, v. Westminster. 

Vegevene, v. Vigevano. 

Vegia, v. Veglia. 

Veglia (isola dell'Adriatico), 248, 278, 472. 

Venezia (Venecia, Veniexia), 14, 17, 26, 32, 35, 38, 
40, 41, 47, 48, 50, 51, 52, 53, 54, 57, 62, 
63, 65, 67, 75, 81, 85, 87, 88, 91, 100, 114, 
134, 141, 142, 152, 153, 154, 159, 161, 162, 
163, 164, 165, 166, 167, 168, 171, 172, 173, 
175, 176, 179, 189, 191, 196, 199, 218, 221, 
223, 238, 239, 241, 245, 247, 254, 256, 257, 
258, 259, 265, 269, 970, 271, 272, 287, 289, 
297, 299, 306, 314, 321, 322, 326, 329, 335, 
337, 338, 341, 350, 351, 354, 358, 359, 363, 
394, 411, 412, 418, 414, 416, 419, 421, 423, 
425, 426, 431, 434, 436, 439, 443, 444, 451, 
452, 460, 461, 467, 472, 473, 479, 483, 485, 
487, 488, 490, 496, 499, 501, 502, 505, 509, 
516, 522, 524, 526, 527, 534, 536, 542, 550, 
551, 555, 557, 560, 578, 574, 576, 577, 579, 
580, 582, 583, v. Udo. 
» Piazza, piazzetta e contrada di S. Marco, 88, 
140, 161, 164, 179, 184, 186, 256, 321, 331, 
358, 359, 396, 467, 488, 490, 503, 516, 524. 
» Chiesa di S. Marco, 183, 245, 287, 299, 404, 
409, 41 1, 412, 413, 434, 443, 496, 499, 501, 
502. 



619 



INDICE GEOGRAFICO 



630 



Venezia, Ivi, espella di 3. Teodoro, 184. 

» Palazzo Ducale, 22, 23, 45, 72, 88, 115, 116, 

184, 322, 338, 351, 409, 

443, 444, 451, 559, 579. 
» » Porta grande, 522. 

» » Corte, 45, 72, 88, 101, 152. 

» » Riva, 45. 

» » Sala del Magg. Consiglio, 576. 

» » Sala vecchia, 579. 

» » Sala della Libreria, ove ti 

radunava la Quarantia No- 
vissima, 69, 116, 118, 119. 

» » Camera dei Signori di Notte, 

444, 524. 

» » Casa del Doge, 39, 88. 

» » Camera dello Scalco del Do- 

ge, 444. 

» » Id. del Cavaliere del Doge, 

559. 

» » Casa del Capitano Grande, 

23, 116. 

» » Casa del Capitano di Guardia 

alle prigioni, 116, 351,522. 

» » Prigioni diverse, coi nomi di 

Torreselle, Orba, Forte, 
Nova, Novissima, Arma- 
mento, Andii (anditi), Cka- 
maroti (camerotti), Camere, 
Mal paga; Catolda, Fresca- 
zoja, Scaletta età, 23. 42, 
45,101,116,117,134,168, 
225, 259, 271, 278, 451, 
473, 524, 535. 

» Campanile di S. Marco, 421. 

» Pietra del Bando, 111, 166. 

» Riva di S. Marco (Molo), 91, 426. 

» Terranova (ora Giardino Reale), suoi capan- 
noni (cabioni) per navigli, e sue prigioni, 
116, 152, 173, 473. 

» Arsenale, 48, 84, 106, 120, 129, 289, 403, 
487, 488, 509. 

» Rialto, centro commerciale della città, 122, 
138, 163, 167, 169, 173, 179, 184, 259, 314, 
321, 331, 335, 351, 353, 377, 396, 397, 451, 
459, 467, 473, 488, 524. 

» Merceria (Merzaria), 490. 

» Sestieri della città, 74. 

» » Ossoduro (Dorsoduro), 71. 

» » Cannaregio, 165, 560. 

» » Castello, 272, 306, 502, 504. 

» Canalgrande (dagli attuali Giardini pubblici 
a S. Marta), 96. 

» Canale della Zuecca (Giudecca), 1*76. 

» Campo S. Stefano, 169, 171. 

» Ponte di Rialto, 164. 

» » della Paja (Paglia), 42, 88, 524, 535. 

» » di S. Zulian (S. Giuliano), 425. 



Venezia, Contrade (o parrochie), 49, 74, 154, 833, 
238, 240. 
» S. Barnaba chiesa e contrada, 550. 
» S. Margherita id. id., 142, 425. 
» S. Maria Formosa id. id , 505. 
» S. Maria Maggiore id. id., 176, 
» S. Marta id. id., 45. 
» S. Moisò id. id., 431. 
» S. Nicolò id. id., 509. 
» S. Polo id. id., 191. 
» 8. Symion pizolo (9. Simeone piccolo) id. id., 

258. 
» S. Stefano contrada, chiesa e monastero, 199. 
» Monasteri nella città: 
» » S. Chiara, 434. 

» » S. Croce alla Giudecca, 431. 

» » S. Francesco della Vigna, 483. 

» i) S. Giorgio Magg., 152, 161, 412, 

413, 426. 
» » SS. Gio. e Paolo (Zanipolo), 330, 

413, 434, 496, 502. 
» » S. Maria Gloriosa dei Frari, 330. 

» » S. Maria de 1 Servi, 451. 

» » S. Salvatore, 173. 

» » S. Sepolcro, 329. 

» » S. Spirito, 256. 

» » S. Trinità, 140. 

» » S. Zaccaria, 183. 

» Monasteri fuori della città : 
» » S. Andrea della Certosa, 164. 

» » S. Nicolò del Lido, 164. 

» S. Antonio, ospedale, 152. 
» Lazzaretto, 65, 172, 272, 363. 
» Fontico (Fontego) dei Tedeschi nuovo, 161, 

164, 381, 452, 501. 
» Scuola di S. Rocco, 247. 
» Casa del marchese (duca) di Ferrara (ora 

Museo Civico), 10, 152, 527. 
» » di Pier da Bibiena a S. Stefano, 398. 

» » dei Foscarini a S. Polo, 191. 

» » dei Gabrieli sul Canalgrande a S. Gio. 

in Bragora, 48. 
» *> dei Marcello a S. Angelo sul Canal- 

grande, 70. 
» Caxon (Casone) prigione a' SS. Apostoli, 416. 
» Riva del Carbone e banca segreta di giuoco 

ivi, 416. 
» Due Ponti (luogo della città), 382. 
Veneza, v. Venezze. 

Venezze (Polesine di Rovigo), 177, 289, 312. 
Venosa, 361. 
Verino (Istria), 66, 552. 

Verona, 27, 32, 33, 36, 42, 47, 62, 65, 67, 69, 77, 78, 
81, 84, 99, 104, 108, 157, 198, 254, 260, 
2G2, 264, 268, 272, 273, 275, 276, 278, 288, 
291, 293, 294, 311, 318, 321, 323, 325, 326, 
327, 328, 333, 335, 336, 337, 338, 842, 344, 



621 



INDICE GEOGRAFICO 



622 



345, 346, 348, 350, 355, 360, 361, 362, 365, 
367, 368, 369, 372, 373, 376, 379, 380, 381, 
382, 383, 384, 390, 396, 398, 399, 401, 402, 
403, 405, 409, 410, 413, 415, 417, 419, 422, 
425, 426, 428, 435, 436, 437, 438, 441, 444, 
445, 446, 449, 451, 452, 455, 456, 459, 460, 
462, 463, 464, 467, 469, 470, 471, 474, 479, 
481, 486, 491, 494, 506, 507, 509, 510, 513, 
516, 518, 519, 521, 525, 528, 533, 535, 536, 
538, 542, 543, 547, 550, 552, 557, 558, 560. 
Verona, Cittadella, 367, 382, 543. 
» Campomarzo, 275. 

Castelvecchio, 268, 382, 543, 547. 

Castel S. Pietro, 382, 543. 

Castel S. Felice, 382, 543. 

Piazza, 367. 

San Zeno, chiesa, porta e borgo, 67, 288, 
333, 346, 381, 382, 390, 415. 

San Nazaro, chiesa e contrada, 367. 

Porta S. Zorzi (Giorgio), 390, 519. 

Porta del Vescovo, 268, 333, 390, 441. 

Porta Calzari, 390. 

San Lazaro, borgo, 344, 367. 

San Fermo, chiesa e monastero, 460. 

Sant'Anastasia, contrada, 42. 

» ca'di Megii (degli Emilii), 42. 

San Polo, contrada, 367. 

» casa dei Sagramoso, 367. 

Casa di Agostino Giusti, 367. 

Monte di Pietà, 376. 

S. Zeno in Monte, monastero, 463. 
Veronese, 7, 34, 71, 78, 81, 84, 99, 104, 139, 158, 

231, 235, 288, 293, 323, 328, 338, 367. 
Vicentino, 92, 104, 237, 328, 373, 410, 516. 
Vicenza, 7, 27, 32, 36, 38, 51, 69, 81, 86, 89, 90, 93 
98, 100, 101, 102, 103, 104, 107, 119, 120 
121, 125, 131, 133, 139, 150, 158, 160, 189 
198, 226, 228, 229, 230, 233, 235, 239, 240 
241, 243, 244, 246, 249, 250, 253, 254, 255 
256, 260, 262, 263, 264, 266, 268, 269, 271 
273, 275, 276, 278, 279, 282, 283, 290, 291 
292, 293, 300, 301, 304, 305, 306, 307, 310 
311, 313, 314, 315, 316, 317, 321, 322, 323 
324, 325, 326, 327, 328, 332, 333, 334, 337 
339, 341, 342, 345, 351, 356, 359, 360, 361 
362, 367, 372, 373, 374, 376, 379, 383, 384 
398, 399, 402, 403, 415, 425, 437, 439, 441 
442, 444, 446, 466, 471, 480, 491, 504, 510 
511,513,527,528,543,551. 

Campo Marzo, 158, 266. 

Piazza, 276, 283, 315. 

Borgo S. Pietro, 242, 276, 283, 316. 

Porta S. Pietro, 276, 283, 317, 319. 

Domo o Cattedrale, 264. 

Porta S. Biagio, 301. 



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» 



Vicenza, Palazzo pnblico, 264. 

» Borgo e porta Posteria, 316, 317, 319. 

» Chiesa di S. M. in Monte, 264, 266, 267 

» Borgo Berga, 276, 283. 

» Porta a Monte, 317, 329. 

» Porta Nuova, 276. 

» Ixola (Isola), 276, 283, 315. 

» S. Corona, 283, 315. 
Vigevano, 54, 72. 
Vigo Bolzan (probabilmente Bolzano di S. Giovanni in 

Friuli), 554, 561. 
Vigodarzere (Padovano}, 40, 162, 227, 229, 230. 

» Ponte sul Brenta, 40, 41, 44, 46, 49, 52, 

63, 66, 169, 227, 229, 230. 
» Casa ove stava l'Imperatore, lontana dal 

ponte un tiro d'arco, 56. 
Vigonza, suo ponte, 167. 
Villabella (Veronese), 446. 
Villabona (Veronese), 108. 
Villa del Conte (Padovano), 278. 
Villafranca (Veronese), 52, 62, 67, 293, 367, 542. 
Villanova (di Farra, nel Friuli Orientale), 96. 
Villanova (Veronese), 72, 390, 449, 456, 465, 469, 482, 

491, 518. 
Villanova (sul Po), 342. 
Villatora (Padovano), 56. 
Vinzenza ( v. Vicenza. 
Visentina, v. Vicentino. 
Visinà o Visinada (Istria), 500. 
Viterbo, 136, 180, 181, 197, 240, 243, 251, 252, 296. 



W 



"Westminster, 149. 



Xagabria, v. Zagabria. 



Zagabria (Agram), 361, 380, 385, 412, 415, 467, 470, 

496, 546. 
Zante, 9, 12, 32. 86, 106, 260, 331, 332, 487. 
Zara, 28, 126, 160, 192, 248, 253, 291,480,481, 549, 559. 
Zarzenta, v. Girgenti. 
Zefalonia, v. Cefalonia. 
Zenoa, v. Genova. 
Zerbi, v. Gerbé. 
Zereto, v. Cerreto. 
Zerigo, v. Cerigo. 
Zernical, v. Cernical. 
Zeveo, v. Zevio. 
Zevio (Veronese), 384, 419. 
Zibeltera, v. Gibilterra. 
Zipri, v. Cipro. 

Zividal, v. Cividale (del Friuli). 
Zolt (Zoldo nel Bellunese), 364. 



INDICE 

DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



Abramo banchiere ebreo a Venezia, 405. 
Abriani (d') Saccone, cittadino di Padova, 17. 
Accoltis (de) o Accolti Pietro, auditor di Rota, vescovo 
di Ancona, 298, 531. 
» Bernardo celebre poeta, detto V Unico Aretino, 

517. 
» Michele, fratello dei precedenti, 517. 
Ada (d') o d'Adda Girolamo, mercadante milanese a 

Venezia, 485. 
Adimari Taddeo, dottore trevigiano, 118. 
Adria (di) cittadini, 340, 342, 356, 481, 488, 517, 586. 
Adriani Giambatista, segretario veneto, 126, 576, 579, 

589. 
Agillera, v. Aguilar. 
Agnolo, trombetta padovano, 112. 
Agolanti Girolamo, cittadino di Treviso, 109. 
Aguilar (d') commendatore, capitano di cavalli leggeri 

al servizio imperiale, 55. 
Ahmed-bassà (Stefano Cosacela, v. Indice dei Diarii 
T. V.), suocero del secondogenito dei Gransigno- 
re, 12. 
Albanesi (degli) famiglia di Padova, 196. 
» Angelo, 52, 117. 
Bernardino, 52, 117. 
Filippo, 256. 

Francesco di Donnino, 56. 
Girolamo, 142. 
Michele, 52, 117. 
Nicolò, 142. 
Zanon, 52, 117. 
due giustiziati per fellonia. 
Alberti Marco Antonio, veneziano, sensale (sanser), 

382. 
Albret (d') Amaneo di Alaino, diacono cardinale di 

S. Nicola in Carcero, 131. 
Aleardi Silvestro, capitano di balestrieri a cavallo de 1 

veneziani, 60. 
Alemanni, v. Tedeschi. 

/ Diarii di M. Saxi'TO — Tom. IX. 



» 

» 

» 
n 



Alessandria (d'j Lorenzo, capitano di fanti veneziani 

alla difesa di Padova, 58. 
Alessandrino cardinale, v. San Giorgio. 
Alessandro VI, papa, 223. 
Alessio oratore del marchese di Mantova al 

duca d 1 Urbino, 180. 
Alidosi Francesco, signore di Castel di Rio, cardinale 

del tt. di S. Cecilia* vescovo di Pavia, legato di 

Bologna, 10, 25, 78, 131, 197, 238, 239, 243, 251, 

252, 253, 296, 492, 495. 

— N. N. nipote del cardinale, 252. 

— Obizzo, fratello del cardinale, 253. 
Almerigo fd') Lodovico, cittadino vicentino, 274. 

Altardi (Aleardi?) di Vicenza, 274. 

Alvarotti, famiglia nobile di Padova, 

» Conte, dottore, 116. 
» Giacomo, dottore, 16. 
» Ippolita, moglie di Giacomo dottore, 117. 
Al viano (degli Atti signori d'), 

j> Bartolammeo, celebre condottiero de 1 veneziani, 
10, 25, 59, 166, 241, 293, 294, 400, 439, 
460, 463. 
A ly -bassa, ministro del Gransignore, 336, 397, 421, 
627, 565. 

— bascià delia Morea, 331. 
Amboise (d'), famiglia illustre di Francia. 

» Carlo di Chaumont gran maestro di Fran- 
cia, governatore di Milano, 9, 72, 80, 99, 
243, 264, 268, 275, 278, 288, 296, 298, 
346, 348, 355, 361, 373, 396, 421, 423, 
463, 47% 543, 560. 
Emerico di Pietro gran maestro di Rodi, 

12, 81, 86, 254. 
Luigi, nipote del gran maestro Carlo di Chau- 
mont d' Amboise, vescovo d'Albi, cardi* 
naie, 9, 131, 243, 252, 296, 322, 361, 4*77, 
478. 
Ambrosani rei Alboraani, v. Arbusani. 
Ambrusani, v. Arbusani. 

A merino Lorenzo, chierico e notaro della Camera Apo- 
stolica, 591, 592. 

41 



» 



» 



627 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



C28 



Amilo voyvoda, 563. 

Ancisa o Anzisa (d') marchese, v. Incisa. 
Ancona (d') Luca, contestabile di fanti veneziani, 21, 
75, 94, 95, 404. 
» vescovo, v. Accolti. 
Anconetano cittadino, commissario imperiale a Castel- 
franco di Treviso, 239. 
Anbaldo (forse Annebaut), capitano francese, 463. 
Andon fra' Antonio de' Servi, di Padova, 114. 
Andre o Andros (di) signori (Sommaripa), 54* 
Angelieri Cristoforo da Este, 117, 119. 

» Domenico di Cristoforo da Este, 119. 
Anglico (o d' Inghilterra) oratore presso Massimiliano 
Cesare, 383. 
» detto in Roma, v. Bainbrigg. 
Anhalt-Bernburg (di) principe Rodolfo di Giorgio, ca- 
pitano generale delle fanterie imperiali, 274, 304, 
316, 320, 329, 444, 528, 538, 560. 
Anselmi Leonardo, console veneto a Napoli, 81, 132, 

182, 299. 322, 372, 533. 
Anselmo, banchiere ebreo a Venezia, 405. 
Antelmi (di) Vincenzo, cittadino veneziano, castellano 

di Monseiice, 94, 440. 
Antonio, trombetta di Pandolfo Malatesta signor di 

Cittadella, 267. 
Anzelier, v. Angelieri. 

Aragona (d') don Giovanni, conte di Ripacorsa, vi- 
ceré di Napoli, 54, 55, 252. 282. 
Arbasani Benedetto, cittadino veneziano, provveditore 

a Conselve, 313, 969, 870. 
Arcangelo, prete, prigione a Venezia, 117. 
Archiduca, v. Austria. 
Arcole (d') Tranquillino, 268. 
Are (di), v. Adria (di). 
Aretino Unico, v. Accolti. 

Arezzo (da) Pietro, notaro della Camera Apostolica, 586. 
Argenta (d') Vincenzo, cittadino trevigiano sospetto, 

109, 119. 
Argentino Giulio, cittadino padovano sospetto, 17. 
Arianiti-Comneno Costantino di Giorgio, principe di 
Macedonia, 46, 67, 102, 174, 179, 182, 187, 
262, 264, 275, 304, 328, 369, 423, 489, 
493, 494. 
» Antonio suo nipote, v. Giuppo. 
Arimondo, casa patrizia di Venezia. 
» Alvise, 572. 
» Alvise di Pietro, duca, di Crede (Creta o 

Candia), 12, 228, 417. 
» Andrea, provveditor a Feltre, 26. 
j> Andrea di Simone, 312, 313, 332. 
» . Fantino di Giorgio, 61. 
» Francesco di Nicolò, già capitano delle ga- 
lere di traffico, alla difesa di Padova, 88, 
211, 514. 
» Giovanni (Zuan) di Giorgio, 450. 

» Marco di Cristoforo, senatore, 512. 
» Pietro, 95. | 



Arlesega o Arlesica (d') fra 1 Antonio de' Domenicani, 18. 
Armer (d') casa patrizia di Venezia. 

» Alvise, prigione del Papa, 239, 299. 
Arniti, v. Arianiti. 
Arnoldi Girolamo, cittadino veneziano, alla difesa di 

Padova, 208. 
Ara (d') Antonio detto il Cavalier Bianco, 64, 70, 

103, 198, 228, 363, 422. 
Arzente (di), v. Argenta. 
Arzentin, v. Argentino. 
A scanìo cardinale, v. Sforza. 

Ascoli (d') Antonio, contestabile di fanti veneziani, 369. 
» Gio. Francesco, fu contestabile di fanti venezia- 
ni, 322. 
Asola (da) Righino, 542. 

» Un nipote di lui, 542. 
Asolani cittadini, 7. 
Asolo (di) comunità, 275. 

» commissario imperiale, 275. 
Attila ricordato, 220. 
Aubigny (Roberto Stuart conte di Beaumont-le-Royer, 

signore d'), 444. 
Aurelio Nicolò, cittadino veneziano, segretario del Con- 
siglio de 1 X, 45, 196, 484, 523, 525. 
» Francesco, fu segretario e cancelliere a Mo- 
done, 540. 
Aus (d 1 ) cardinale, v. Castelnau. 
Austria (d 1 ) casa. 

» Bianca (Sforza) regina de 1 Romani, consorte 
di Massimiliano re de 1 Romani, imperatore 
eletto, 291, 326, 329, 366, 383, 390, 399, 518. 
» Filippo di Massimiliano, arciduca, duca di Bor- 
gogna, re di Castiglia, 181. 
» suo oratore a Roma, 181, 492. 
» Margherita di Massimiliano, duchessa di Sa- 
voja, governatrice del ducato di Borgogna, 
443. 
» Massimiliano re de 1 Romani, imperatore elet- 
to, 7, 10, 13, 15, 27, 33, 38, 39, 41, 46, 53, 
56, 65, 66, 71, 75, 76, 78, 79, 81, 82, 93, 
94, 99, 101, 102, 106, 110, 122, 125, 126, 
130, 132, 134, 136, 138, 140, 148, 150, 151, 
153, 157, 165, 167, 169, 175, 177, 178, 179, 
182, 187, 189, 191, 194,195,197,200,201, 
202, 203, 204, 211, 212,215,222,223, 225, 
226, 227, 228, 230, 231, 235, 236, 238, 239, 
240, 241, 243, 244, 246, 250, 251, 252, 253, 
255, 256, 258, 259, 260, 262, 263, 264, 266, 
268, 269, 270, 271, 272, 275, 276, 278, 279, 
280, 282, 283, 284, 285, 287, 288, 290, 291, 
292, 294, 297, 298, 300, 304, 305, 306, 311, 
313, 314, 315, 318, 323, 325, 326, 328, 329, 
333, 335, 343, 347, 348, 350, 351, 355, 361, 
362, 365, 366, 369, 376, 379, 380, 382, 383, 
385, 389, 390, 396, 399, 410, 412, 419, 423, 
428, 429, 435, 437, 441,443,452,454,456, 
400, 401, 463, 404, 409,477,478,483,492, 



629 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



630 



494, 504, 906, 500, 510, 518, 519, 522, 546, 
550, 552, 555. 
Austria (dell* Imperatore) Araldi due, 238, 239. 
» id. id. suo capitano a Fiume, 249. 
» suoi ambasciatori iu Ungheria, 148. 
n » » a Roma, 132. 

» nome dell 1 araldo del duca di Brunswick, 212, 
213. 
Auzo, capitano tedesco di cavalleggeri, 274. 
Averoldi, famiglia nobile di Brescia, 827. 
Avogador, v. Morosini Marino. 
Avogadro, famiglia nobile di Brescia, patrizia rene- 

ta, 327. 
Avogadro conte Alvise o Luigi, 9, 72, 416, 558. 
« Girolamo di Bartolammeo, ftt castellano a 

S. Pietro di Verona, 109, 386. 
» v. Azzoni-Avogaro. 

Avuolio (Avofio) dall' Francesco, cittadino padovano, 

113. 
Axolo (di), v. Asolo. 

Azali (di) Francesco, canonico di Treviso, 108, 118. 
Azzoni, famiglia nobile trevigiana. 
» Stefano, 310. 
» A vogaro, famiglia nobile trevigiana, ramo della 

precedente. 
» Paolo, 110. 
» Rambaldo, 118. 



B 



Bakacs di Erdod Tomaso, prete cardinale di S. Bu~ 
stacchio, arcivescovo di Strigonia (Gran), 106, 148, 
300, 361, 380, 519, 546. 
Bada (di), v. Baden. 
Baden (di) margravio Cristoforo, al campo imperiale 

sotto Padova, 180. 
Badoer o Badoaro, casa patrizia di Venezia. 

» Alessandro, vice sopracomito, 39, 402, 431. 
i> Alvise di Rigo o Arrigo, avvocato al procu- 
ratore, 54, 77, 166, 472. 
» Alvise di Giacomo di Sebastiano, alla difesa 

di Padova, 207. 
» Alvise di Gio. Gabriele, sopracomito, 452. 
» Andrea, ambasciate* veneto in Inghilterra, 34, 

106, 149, 155, 163, 195, 200, 313, 374, 418, 

439, 440, 442, 493, 506. 
» Antonio, vice podestà e capitano di Mestre, 153, 

161, 165. 
» Antonio di Giacomo di Sebastiano, alla difesa 

di Padova, 146, 207. 
» Antonio di Marino, fu capo dei XL, 498. 
» Bernardino, podestà e capitano di Mestre, 379. 
» Filippo, sopracomito, 39, 452, 556. 
» Giovaoni dottore e cavaliere, 26, 54, 69, 251, 

272, 408, 49*, 531. 
» Giovanni di Andrea, fu signor di notte, 387. 
» Giovanni di Marc' Antonio, 146, 194, 207. 



Badoer Giovanni Francesco, 148, Wl, 559. 
» Giovanni Vittore di Rigo, 60. 
» Nicolò di Orso, S87. 
Baffo, casa patrizia di Venezia. 
» Alvise di Mafflo, fu consigliere, capo de 1 XL etc„ 

9, 144, 207, 387, 408. 
» Domenico di Andrea, 376. 
» Girolamo di Mafflo, 305, 375, 887, 561. 
» Pietro di Antonio, 490. 
» Vincenzo di Benedetto, 501. 
Bagolin Alessandro, cittadino padovano, condottiero di 

cavalleggeri veneziani, 6. 
Bagaroto Bertucci dottore, cittadino padovano, già 
lettore allo studio di Padova, ribelle alla 
Republica, 73, 116, 295, 853, 859. 
Bagaroto Antonio dottore, nipote di Bertucci, 16. 
» Antonio Maria, 16. 
» Francesco naturale di Bertucci, 16, 
» Marco fratello .di Antonio Maria, 16. 
Bagaton fra' Giacomo de 1 Servi, padovano, 114. 
Baglioni di Perugia. 

» Carlo condottiero, 447, 449, 450, 451. 
» Gian Paolo, condottiero, 47, 495. 
Bainbrigg o Bambridge Cristoforo, arcivescovo di 
Yorck, ambasciatore d'Inghilterra a Roma, 251, 
372, 409, 414, 493, 532. 
Balestro, casa patrizia di Venezia. 

» Andrea di Pietro, alla difesa di Padova, 60, 
128. 
Balbi, casa patrizia di Venezia. 
» Nicolò di Marco, podestà e capitano a Bellu- 
no, 95, 211, 389, 484. 
» Pietro di Benedetto, fu dolla giùnta, 511. 
» Pietro di Alvise, podestà di Padova, e poi ca- 
pitano generale del mare, 13, 31, 34, 50, 63, 
87, 97, 116, 373, 415, 416, 418, 426, 438, 
457, 458, 469, 499, 551. 
» Sebastiano di Giacomo, 48. 
» Vincenzo di Pietro, 124, 172, 363. 
Baldini Nicolò cittadino veneziano, segretario del bailo 

a Costantinopoli, 486. 
Baleta Pietro castellano di Bovolenta per l' Impera- 
tore, 232. 
Banco (dal) Gio. Antonio di Conegliano, 119. 
Barbafela Alvise cittadino veneziano e segretario du- 
cale, 579. 
Barbarono (da) Bartolammeo cittadino vicentino, 274. 
Barbarigo, casa patrizia di Venezia. 
» Agostino, fu doge, 30. 
» Alvise, fu capo dei XL, di Antonio, 498. 
» Alvise il grande, di Giacomo, 504. 
» Bernardo del doge Marco, governatore del- 
l' entrate, 154, 170, 216, 229, 244, 318, 
368, 417, 427, 430, 474, 562. 
» Francesco di Giovanni, fu capitano a Vi- 
cenza, 334, 354. 
» Giovanni, 57G, 



681 



INDICE DEI NOMI 01 PERSONE E DI COSE 



633 



Bsrbarlgo Giovanni di Antonio di Girolamo procura- 
tore, 148, 210. 
» Girolamo di Andrea del doge Marco, capo 
de'XL,5, 184, 397, 416, 430, 437, 468. 
» Girolamo primicerio della basilica di S. 

Marco, 74. 
» Marco castellano di Famagosta, 272. 
» Marco di Antonio di Gabriele, alla difesa 

di Padova, 49, 60, 158. 
i) Matteo di Andrea del doge Marco, 408. 
» Matteo di Matteo del doge Marco, 450. 
» Michele di Andrea del doge Marco, 210. 
» Michele di Andrea di Marco, 148. 
» Vittore di Nicolò, 60. 
Barbaro, casa patrizia di Venezia. 

» Alvise di Zaccaria cav. procurator, 10, 144, 

206, 405, 411, 490, 510, 551. 
» Andrea di Alvise, alla difesa di Padova, 

144, 206. 
» Barbaro di Giovanni, 387. 
. » Daniele di Zaccaria di Matteo, 206. 
» Daniele di Zaccaria, 146. 
» Francesco di Daniele di Zaccaria cav. pro- 
curatore. 120, 211, 515, 519, 522. 
» Giacomo di Bertucci, 375. 
» Gio. Antonio di Giosafatte, 260, 385, 428. 
» Giorgio, 509. 

» Girolamo di Pietro, 388, 498, 522. 
Barbo, casa patrizia di Venezia. 
» Alvise di Giovanni, 166. 
» Paolo procurator di S. Marco, 562. 
» Vincenzo prigione del Papa, 299. 
Barbò Agostino cittadino di Padova, 18. 

» Francesco, 17. 
Barbon (di), v. Borbone. 
Barixon, v. Barisoni. 

Barisoni Lodovico cittadino padovano, 113. 
Barixan, v. Barisani. 

Barisani Pier Francesco cittadino trevigiano, 118. 
Baroni napoletani, 24. 
Barozzi, casa patrizia di Venezia. 
» Benedetto di Alvise, 61. 
Bartoli (di) Antonio, cittadino veneziano, 42. 
Basadonna, casa patrizia di Venezia. 
» Alvise di Alvise, 144, 205. 

« Giovanni di Andrea, 144, 205. 

» Michele di Francesco, provveditore nella 

rocca di Legnago, 8, 13, 53, 240, 246, 
257, 269, 383, 397, 443, 444, 454, 465. 
» Paolo di Girolamo, fu podestà a Treviglio, 

388. 
» Pietro, capitano delle galere di Soria, 86. 

» Vincenzo di Gio. Francesco, 66. 

Bassani, famiglia di Verona, 78. 
Bassano (di) fanti, 200, 266. 

» (da) Livio, cittadino padovano, 18. 
» (da) Pietro, trevigiano, 110. 



Baseggio, casa patrizia di Venezia. 

» Francesco di Pietro, alla difesa di Padova, 
144, 145, 205, 386. 
Basilio Paolo contestabile di fanti veneziani, 21. 
Bastardopulo Demetrio di Costantino, alla difesa di 

Padova, 143, 208. 
Bastiate Dionigi di Noale, 119. 

» Ettore prete id., 189. 
Batagin, v. Battaglia. 
Batajon o Batagion, v. Battaglia. 
Battaglia di Cremona, patrizii veneti. 

i» Lodovico condottier di cavalli, detto Batta- 
glino, 293, 295, 543. 
» Pier Antonio cav., già castellano di Cremo- 
na, detto Battaglione, 77, 175. 
Bavarln Alberto mercatante veneziano a Londra, 506. 
Baviera (di) conte Valentin. 

Il testo dice eh 1 erano, .fra altri, sotto Padova « il 
marchese df Bada e il fìol conte Valentin di Baviera ». 
Evidentemente vi ha errore. Forse l' A. intendeva dire 
« il Jlol dil cont$ Palatin di Baviera » 180. 
Bazadona, v. Basadonna. 
Baxeio, v. Baseggio. 

Becbarditi Sebastiano da Spoleto, caporale valentis- 
simo del Citolo da Perugia, 425. 
Bedicho Marchiò cittadino padovano, 114. 
Bella (da la) Bernardino cittadino trevigiano, 109. 
Bellunesi oratori al re de 1 romani, 33. 
Belluno (di) cittadini, 38. 

» oratori, 6, 14. 
Bembo, casa patrizia di Venezia 

» Alessandro di Giovanni, alla difesa di Pado- 
va, 210. 
Alvise di Paolo, da S. Giuliano, fu podestà in 

Albona, 9, 50, 61, 338, 498, 544, 561. 
Alvise di Girolamo, alla difesa di Padova, 148. 
Alvise di Lorenzo, 516. 
Bernardo di Nicolò, dottore, cavalier, avoga- 
dor di comune, 29, 31, 73, 119, 152, 168, 
216, 438, 458, 467, 545, 550, 551, 559. 
» Gio. Alvise di Girolamo, di Giorgio, alla di- 
fesa di Padova, 148, 210. 
» Gio. Battista di Francesco, patrono di galera 
d 1 Alessandria, 49, 60, 95. 487, 494. 
Domenico di Girolamo, di Giorgio, alla difesa 

di Padova, 148, 210. 
Francesco di Domenico, 145, 205. 
Leonardo di Francesco, 8, 387, 408, 450, 481 , 489. 
Leonardo di Pietro, senatore, 28. 
» Marino di Girolamo, di Giorgio, 148, 210. 
» Paolo di Girolamo, di Giorgio, 148, 210. 
» Pietro di Bernardo dottor e cavalier, ferier 

(cioè frate o cavaliere) di Rodi, 484. 
» Vincenzo di Biagio, 302, 358, 386, 515. 
Benedetto, casa patrizia di Venezia. 

» Domenico, già capitano a Famagosta, 82, 

86, 123, 501. 



» 
» 



» 



» 



» 



» 



633 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



634 



Benedetto Domenico, consigliere ducale, 181,215, 457, 

458, 500. 
Beneto balestriere, 92. 

» mantovano, magliaio a Padova, 114. 
Bentivoglio, «ignori di Bologna, 296, 495. 

» Ermes, 296. 

Benvegnudi (di) o Benvenuti Gio. Andrea, di Cone- 

gliano, 117. 
Benzone Soncino ribelle de* Veneziani, condotUeTe 
d'uomini d'arme del re di Francia, 72, 881, 452. 
Beraldo, famiglia di Padova. 

» Beraldino di Francesco, 15, 56, 78, 93, 102, 
272, 274, 290, 304, 311, 323, 328, 372. 
Beraldo Carlo di Francesco, 16. 
» Cristoforo, 113. 
» Francesco, 73, 116. 
» Giacomo di Bernardo, 17. 
» Marco, 66, 74. 
Bergamo (da) Lattanzio (Bonghi) eondottiere de' vene- 
ziani, 36, 40, 45, 50, 58, 79, 128, 129, 137, 170, 178, 
186, 194, 267, 311, 316, 317, 344, 456, 466. 

Bernardino capitano tedesco, 311, 523. 

» fiorentino, maestro di casa del cardinale 

di Pavia, 239. 
» corsaro francese, 299. 
n conte, v. Fortébraccio. 
Bernardo, casa patrizia di Venezia. 
w Alvise, 78. 

» Maffio di Benedeto, 60, 147, 209, 494, 516. 
» Maffio di Francesco, 230. 
» Nicolò, savio di terra ferma, 104, 129, 241, 

281, 421. 424. 
» Paolo di Antonio dottore e cavaliere, 515, 

522. 
» Pietro di Girolamo, 169. 
» Sebastiano di Girolamo, 66, 71. 
Bertoiini Leonardo, banchiere fiorentino a Roma, 181. 

» Mariano, perugino, auditor di Rota, 182. 
Besalù Raffaele mercadante veneziano, 78, 533. 
Bese Benaldo capitano mantovano, 367. 
Bestia Martino corriere veneziano, 24, 31. 
Bettignoli Girolamo cittadino di Treviso, 109, 118. 

Bevilacqua soramasser, cioè mastro di casa 

del capitano generale Trevisan, 429. 
Bexalu o Baxalu, v. Besalù. 
Bianco (il) cavalier, v. d'Ars. 

» Domenico padron di nave, 148, 218. 
» Giacomo di Antonio, 210. 
Bibiona (di) Pietro segretario del conte di Pitigliauo 
governatore generale dell'esercito veneziano, 23, 
25, 74, 198, 199, 3*1, 350/ 398, 496, 503, 521. 
Bicignol, v. Bettignoli. 

Bigolino Alessandro padovano, capitano di cavalleg- 
geri veneziani, 90, 124, 152, 250, 276, 218, 
292, 328, 335. 
» N. N. suo figlio, 152. 
Bissaro Bartolainmeo vicentiuo, 331, 340. 



Bizignoli, v. Bettignoli. 
Bò (dal) Antonio, 110. 
» Giacomo, 110. 
Boatin Giacomo, 113. 

» Pietro, 113. 
Boemi, 55. 
Bolani, casa patrizia di Venezia. 

» Battista df Candiano, fu sopracomito, 242. 
» Candiano, 539. 
» Francesco di Candiano, 539. 
» Giovanni di Giovanni, 61, 313. 
» Girolamo di Marco, priore di Praglia, 54, 814. 
» Marco di Bernardo, savio del Consiglio, 27, 
192, 216, 229, 333, 344, 874, 377, 415, 424, 
461, 467, 468, 474, 480, 508, 526, 537. 
Bolani Trojano di Girolamo, 144, 215, 376, 498, 514, 
561. 
» Urbano di Alessandro, 147, 208, 477. 
Boldù, casa patrizia di Venezia. 
» Alvise di Filippo, 61. 
» Bernardo di Filippo, alla difesa di Padova, 145, 

205, 888, 458. 
» Castellano, della XL. Criminale, 863, 438, 538. 
» Nicolò di Alvise, 146, 207. 
» Pietro di Leonardo, 375, 498, 511. 
Bologna (di) legato, v. Alidosi. 

» (da) Alvise Maria contestabile di fanti alla di- 
fesa di Padova, 58. 
» Attila id., 58, 404. 
» Achille id., 173. 
» Spinazo id , 237. 
» Annibale prigione in Venezia, 116. 
» Petronio frate de' Servi di Padova, 114. 
» Girolamo fattore, 113. 
Bombone Giovanni di Pietro, di Treviso, 143, 208. 

» Matteo dottore, 109, 118. 
Bon, casa patrizia di Venezia. 
» Alvise di Girolamo, alla difesa di Padova, 147, 

209. 
» Alvise di Michele, dottore, 54, 422, 436, 506. 
» Daniele, 145. 

» Marino di Michele (non di Marco o di Marziale), fa 
auditore e sindaco in terraferma, 122, 375, 469. 
» Michele di Fantino, 7, 144, 205. 
Bonacorso cittadino padovano, 113. 
Bona Idi o Bonardi Bartolameo, da Monselice, 32. 

» Benedetto e nipoti, 112. 
Bonamico Girolamo veneziano, 42. 
Bondimier, casa patrizia di Venezia. . 

» Alvise di Francesco, provveditor a Porde- 

none, 8, 18, 81. 
» Andrea camerlengo di Comune, 76, 95, 

191, 368, 388, 520, 537. 
» Andrea capitano delle galere di Alessan- 
dria, di Zanotto, 515. 
» Bernardino di Girolamo, 387. 

Nicolò, 330. 



» 



635 



INDICE DEI NOMI IH PERSONE E DI O06B 



636 



Bondimier Zaccaria di Girolamo, 308. 
Boni (de*) cardinale. Così il testo; ma è errore. I car- 
dinali francesi erano allora: Guibè di Nantet, che 
non era nelle grazie del suo Re; d'Albret; Castel- 
nau de Clermont detto d 1 Auch ; il d' Amboise detto 
d'Albi, il Briconnet di St. Malo, il Luxembourg 
di Le Mans e il Prie vescovo di Bayeux. Pare perciò 
che si debba sostituire quest' ultimo nome a quello 
erroneo di Boni. V. Prie. 
Bonivet (di) Guglielmo, signore francese fatto prigione 

dai veneziani, 559. 
Bonmartini Gio. Antonio, 370. 
Bontempo Valerio cittadino veneziano d'ella cancelle- 
ria ducale, 540. 
Bontempe Juan tesoriere dell 1 Imperatore, 15, 116, 271, 

851, 528. 
Borbone (di) duca Carlo HI, 532. 
Borgo (dal) Angelo Maria cittadino veronese, 362. 
» Antonio prete trevigiano, detto Fiorentino, 110. 
» Guagnl contestabile di fanti veneziani, 289, 

295, 465. 
» Teodoro (Thodaro) capo di balestrieri venezia- 
ni, 92, 193, 554, 561. 
Borgogna (di; duca, v. Austria (d*) Filippo, 
» Margherita, v. Austria (d*). 
» Generale, prigione de 1 veneziani, 116. 
» Jache8 de Joanne, v. Joanne 
Borgognoni uomini d' arme neli 1 esercito imperiale, 

102, 246, 336, 367. 
Boromeo, famiglia nobile di Padova. 
» Achille, 16, 46, 56, 140, 246. 
» Francesco, 16, 56. 
» Girolamo, 16. 

» Margherita, madre di Achille, 52. 
Both Andrea, magnate ungherese, 324, 361, 385, 415, 

467, 496. 
Botto Francesco drappiere di Padova, 113. 
Bovolenta (da) Agnolo famiglio de* Buzzaccarini di 

Padova, 93. 
Boyoo Luca patrono ai Fusta (nave) veneziana, 289, 

310. 
Bozzolo (da), v. Gonzaga. 

Braccio (da Montone) Braccioforte condottiero da 1 ve- 
neziani, 506, 509. 
Bragadino, casa patrizia di Venezia. 

Andrea di Francesco, alla difesa di Pado- 
va, 147, 210. 
Andrea di Girolamo, fu capitano delie ga- 
lere di Fiandra, 511, 514. 
» Antonio di Alvise procurator, fu podestà e 

capitano a Rovigo, 812. 
» Fantino di Gio. Alvise, alla difesa di Pa- 
dova, 47, 61, 147, 210. 
» Francesco il Gobbo, capo de* X, conBigliere 

ducale, 5, 42, 216, 229, 257, 537. 
» Francesco di Vittore, 5, 147, 209, 572. 

» Gio. Francesco di Bernardo, 221, 302. 



» 



» 



Bragadino Lorenzo di Francesco, lettore di filosofia, 

122, 469. 
» Marco di Gio. Alvise, alla difesa di Pado- 
va, 120, 128, 148, 178, 181, 211. 
» Nicolò (per errore), ▼. Marco. 
» Paolo di Gio. Alvise, 47, 61, 143, 207. 
» Pietro di Giovanni (avea casa in campo Ra- 
soio), 574. 
Branca Sebastiano di Este, 117, 119. 
Brandeburgo (di) marchese. 

» N. N. suo figlio al campo imperiale sotto 

Padova (probabilmente Casimiro di Co- 
lombari! figlio di Federico V Achille), 
180. 
Brandolini conti di Valdimareno, condottieri d'uomini 
. d' arme della Republìca, 6, 14, 26, 350. 
» Giovanni, 24, 29, 33, 88, 133, 326, 337, 
356, 366, 368, 431, 463. 
Braso, v. Braccio. 
Braxolo famiglia padovana. 
» Francesco, 196. 
» Pereto, 16. 
» fratelli, 113. 

» (da) Bernardino bracciante, 113. 
Brazuol, v. Brazolo. 

Brazzoduro Gio. Battista cittadino padovano, 74. 
Bresciani cittadini,. 25. 
» fanti, 13, 15. 
Bresciane monache. 9. 

Brexvich, o Bres vichi, o Bresvicb, v. Brunswick. 
Briconnet Guglielmo card, del tt. di Santa Potenaiana, 

vescovo di St. Malo, 448. 
Brignano (da) Agostino condottiere d 1 uomini d' arme 

veneziani, 50, 59. 
Broccardo maestro (non Marco) Marino, medico vene- 
ziano, 70, 86, 271, 363. 
Brunswick-Lunebourg (di) duca Enrico, 76, 102, 136, 

140, 149, 175, 211, 213, 304, 552, 558. 
Brusca \o Brasca?) gentiluomo milanese prigione de 9 

veneziani, 447. 
Brussa (di) signore, 261. 
Bua, condottieri di stradiotti. 
» Alessio capo di stradiotti veneziani, 295, 449, 

482. 
» Mercurio, al servizio dell' Imperatore, 102, 867, 

464, 578. 
» Teodoro fratello di Mercurio, 86. 
Bucchia Trifone sopracomito di galera di Cattaro, 404, 

410, 424. 
Bui fardo tedesco, v. Negro. . 
Burleto Michele padovano, 17, 113. 
» N. N. suo fratello, 113. 
» N. N. suo figlio balestriere, 113. 
Borsa (di), v. Brussa. 
Busichi condottieri di stradiotti. 275. 
» Domenico, 139, 178, 512. 
» Repossi, 178, 275. 



637 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



038 



Butigella (Girolamo) dottore, lettore in diritto civile 

allo studio di Padova, 87. 
Buxichio o Busichio, padovano, 18. 
Buzzaccarini, famiglia nobile di Padova, 56, 67. 

» Meduse, 16. 

» N. N. moglie di lui, 117. 

» Arcuan, 98. 

» Bonifazio canonico, 113. 

» Buzzaccarino, 98. 

» Francesco, 17. 

» N. N. moglie di Girolamo, 118. . 

» Guido, 98. 

» Lodovico, 16^ 

» N. N. moglie di Lodovico, 118. 

» Pataro, dottore, 16. 



Cadore (di) oratori, 7. 

Cadorini marcheschi, 38. 

Cadubrio (de) Cai uso dottore, 503, 510. 

Caena o Catena Giovanni, tenitore di casa da giuoco 

a Venezia sulla Riva del Carbone, 416. 
Cai (da), v. Cagli. 
Cagli (da) Serafino contestabile di fanti veneziani, 49, 

58, 225, 411. 
Cainero (Caponero?) Gio. Antonio padovano, 117. 
Calabria (di) viceré, 299. 
Calbo, casa patrizia di Venezia. 

» Benedetto di Pietro, 61, 369. 

» Marco Antonio di Girolamo, savio agli ordini, 
184, 242, 275,281, 330, 356,375, 415, 424, 
436, 468, 543. 
Caldiera fra 1 Alvise de* Servi, di Padova, 114. 
Caleppio (di) Ottaviano, 560. 

Calison Francesco contestabile di fanti, 169, 289, 295. 
Calorgno o Colorgno, (da), v. Colorno. 
Cai uso dottor, v. Cadubrio. 
Caltran (da) Lodovico contestabile, serve come lancia 

spezzata alla difesa del bastione di Codalunga a 

Padova, 237. 
Carnali capitano di corsari, 198, 486. 
Campagnaro Gabriele, di Noale, 119. 
Campana (da la) o Campane (da le) Lorenzo padovano, 

17, 353. 
Campagna (da) Melchiorre notaio apostolico, 591. 
Campesani Jacopo di Bartolomeo, di Baasano, 23. 
Campodifiore (di) facchini, 218. 
Campofregoso (di), v. Fregoso. 
Campagnola padre provinciale dei frati del Carmine 

a Padova, 113. 
Campolongo Francesco, padovano, 117. 
Camposampiero (da) Vigo o Lodovico gentiluomo pa- 
dovano, favorito del cardinal Gonzaga, 168. 
Camposampieroti (borghesi di Camposampiero), 263. 
Cane Giacomo dottore, di Padova, 113. 
Canale, casa patrizia di Venezia. 



Canale Alvise di Luca, sopracomito di galera, 430, 

438, 484. 
» Antonio di Pietro, 427. 
» Bernardino di Angelo, 61. 
» Bernardino di Pietro, 499. 
» Bertucci, 540. 
» Cristoforo di Luca, 498. 
» Francesco di Alvise, 44. 
» Gio. Francesco di Pietro, 8, 60, 450. 
» Girolamo di Bernardino, sopracomito di galera, 

32, 125, 349, 411, 443, 514, 561. 
» Marc' Antonio di Francesco, sopracomito di 

galera, 406, 471, 516. 
» • Pellegrino di Bernardino, morto combattendo 

a Strà. Ha due figli minori di età, 238. 
» Pietro di Bernardino, 238, 240. 
Cantelmo casa illustre di Napoli. 

» Ercole di Sigismondo, 358, 393. 
» Sigismondo duca di Sora, 393. 
» Rostaino conte di Popoli, 31. 
» Giovannelia di Giovanni Antonio Carafa, mo- 
glie di Rostaino, 32. 
» Porzia Briana di Rostaino moglie di Giulio 

Carafa, 32. 
» Giovanna secondogenita di Rostaino, 32. 
Caodelista, v. Capodilista. 
Caotorta, casa patrizia di Venezia. 

» Marco di Guido, 61. 
Caparmi, famiglia di Chierignago, 163. 
Capella Alessandro segretario del provvedit. generale 
Gritti, avea casa nel sobborgo di Codalunga a Pa- 
dova, 175, 236. 
Capello, casa patrizia di Venezia. 

» Alvise di Francesco, savio agli ordini, 47, 50, 

63, 85, 154, 162, 164. 
» Alvise di Girolamo, 36, 61. 
» Alvise, del Cons. de 1 X, capo e inquisitore, 

82, 89, 92, 107, 152, 175, 179, 216, 284, 

338, 560. 
» Alvise provveditore a Polizza, 507, 549. 
» Andrea di Domenico 145, 205, 529. 
» Domenico di Carlo, patrono all'Arsenale, 366, 

435. 
» Francesco, cavaliere, provveditor generale, di 

Cristoforo, 28, 31, 43, 55, 68, 71, 76, 92, 

94, 96, 99, 105, 110, 112, 124, 133, 134, 

136, 139, 153, 159, 169, 366, 381, 418, 427, 

468, 572. 
i» Giovanni di Francesco, 137. 
» Girolamo di Albano, consigliar ducale, 31, 215, 

305, 324. 
n Girolamo di Carlo, sopracomito di galera, 249, 

289, 403, 43 J, 437, 514. 
» Lorenzo di Bernardo, 194. 
» Lorenzo di Giovanni procurator, 322, 519. 
» Paolo cavaliere, amb. a Roma, 79, 80, 199, 296, 

298, 417, 422, 427, 574, 577, 579, 580, 581. 



639 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



CiO 



Capello Pietro di Giovanni procuratore, savio del Con- 
siglio, 27, 70, 72, 74, 85, 95, 97, 107, 162, 
170, 226, 234, 240, 242, 282, 401, 403, 407, 
411, 415, 417, 421, 422, 424, 427, 430, 455, 
461, 467, 468, 482, 497, 526, 535, 537, 544, 
562. 
» Silvano, 10, 265. 
» Vincenzo di Nicolò, senatore, 469. 
» Vittore di Andrea, savio agli ordini, 122, 184, 
226, 229, 242, 275, 281, 330, 356, 375, 388, 
411, 415, 468, 487, 498, 543. 
Capodilista, famiglia nobile di Padova. 
» Alba moglie di Orlando, 118. 

» Federico, 16. 

» Isabella, 118. 

» Orlando, 16. 

» N. N. moglie di Annibale, 118. 

Capodi vacca, famiglia nobile di Padova. 

» Antonio, già col la ter al generale de 1 ve- 

neziani, poi al campo imperiale, 16, 39, 
46, 47, 50, 52, 56, 123, 130, 139, 140, 
196, 226, S&6, 253, 380, 552. 
» Alessandro naturale, 154. 

» Bartolammeo di Antonio, 16. 

» Cardino di Frizerino, 52. 

» Carlo, 113. 

•» Frizerino dottore e cavaliere, 116. 

» Girolamo, 74. 

» Piero Antonio, 25. 

Capitano generale, v. Orsini Nicolò conte di Piti- 
gliano. 

— generale da mare, v. Trevisan Angelo e v. Balbi 
Pietro. 

— delle fantarie, v. Caracciolo Gio. Battista. 

— in Po, v. Contarini. 

— a Padova, v. Dolfin. 

— della Riviera della Marca, v. Memo. 

— de' francesi sotto Padova, v. Palisse (La). 

— tedesco a Vicenza, v. Anhalt. 
Capua Benedetto dottore padovano, 112. 
Cauzo Lodovico da Cittadella 110. 

Caracciolo Gio. Battista, capitano generale delle fan- 
tarie veneziane alla difesa di Padova, 57, 59, 
106, 128, 129, 182, 311, 316, 317, 319, 337, 344, 
466, 470, 471. 

Carafa Oliviero napoletano, vescovo cardinale d'Ostia, 
54, 296, 297, 298, 478, 530, 531, 532. 

Carato Alessandro cittadino padovano, 17. 

Caravello Vincenzo cittadino enotaro veneziano, 541. 

Cardinal (col. 300) v. Bàkacs di ErdÒU 
» (col. 268) v. Este (d') 

Cardinali francesi, v. Albret (d'), Castelnau, Prie, Bri- 
connet, Luxembourg. 

Cardona (di) don Raimondo viceré di Napoli, 252, 299, 
322. 

Carlo o Carli Giovanni cittadino veneziano alla difesa 
di Padova, 145. 



» 



» 



Caroldo Gio. Giacomo segretario veneziano prigione 
del Papa, 238, 299. 
» Vincenzo (forse per errore del testo. Dovreb- 
b'essere lo stesso che il precedente), 299. 
Carosiis (de) Giustino, avvocato fiscale pontificio, 589. 
Carpi (da), v. Pio. 
» (da) N. N. caporale del Zitolo da Perugia al ba- 
stione di Codalunga, nella difesa di Padova, 
225. 
Carrara (da) Francesco il veccbio signor di Padova, ri- 
cordato, 222. 
Marsilio, ricordato (1473), 358. 
Evangelista, gove^nator delle genti d'arme 
del duca d' Urbino al campo imperiale, 
304. 
Carretto (del) Carlo Domenico marchese del Finale, 

card, del tt. di S. Vito in Macello, 10. 
» Fabrizio procurator generale della Re- 

ligione di Rodi in Roma, 252. 
Carvajal Bernardino, prete cardinale del tt. di Santa 

Croce in Gerusalemme, 297. 
Cassina Vincenzo capitano di balestrieri a cavallo alla 

difesa di Padova, 60. 
Castel di Rio cardinal di Pavia, v. Alidosi. 
Castelfranco (di) borghesi, 239. 

» (da) Girolamo famiglio del cavai ier Zac- 

caria Contarini, mandato con segreta 
missione in Germania, 485, 518. 
Castellazzo (del) Guerriero, condottiero d'uomini d'ar- 
me veneziani, 39, 59, 369, 370. 
» Marco, fratello del precedente, 369. 

Castello (di) Jacopo (Frangipane) dottore, orator di 

Udine, 13, 159, 440. 
Castelnau di Clermont Lode ve Francesco, cardinale 
arcivescovo di Narbona e di Auch, 78, 131, 132, 
135, 180, 243, 251, 252, 297, 409. 
Castiglione (da) Francesco segretario apostolico, 251. 
Castignola Batista cittadino padovano, 142. 
Catone l'antico, ricordato, 221. 
Cattaro (da) Pasquale, contestabile che servì come 

lancia spezzata alla difesa di Padova, 237. 
Cattolico re, v. Spagna. 
Cavalli, casa veronese patrizia veneta. 
» Francesco di Nicolò, 399. 
» Sigismondo di Nicolò, fu provveditor in cam- 
po, 323, 515. 
Cavarzere (di) oratori a Venezia, 159. 
Cavatorta, v. Caotorta. 
Cavazza Giovanni di Prosdocimo, cittadino padovano, 

113. 
Cavello (dal) Nicolò Stringaro cittadino di Padova, 117. 
Gavina (da) Bartolammeo contestabile di fanti vene- 
ziani, 57. 
» Rizzo id., 57. 
Cavriana o Cavriani, il cavaliere, mantovano, genero 
del marchese di Mantova e già suo fa- 
vorito, 167, 224, 465. 



641 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



642 



Cavriana e N. N. N. N. suoi fratelli, 167, 224. 

Cecco villano, spione de' ribelli, 197. 

Cecilia (de la) o Cicilia Giacomo, o Gio. Giacomo, da 
Castelfranco 116, 119. 

Cecchetti Bartolammeo soprintendente al R. Archivio 
di Stato a Venezia, 573. 

Ceneda (di) vescovo, v. G rimani Marino. 

Cere (da) o da Ceri, v. Orsini Lorenzo detto Renzo. 

Cerea (di) villani 77. 

Cergnon, v. Cergneu. 

Cergneu (da) Francesco capitano di cavalleggieri ve- 
neziani in Friuli, 96. 

Certayner Gaspare consigliere dell'Imperatore, 282. 
Vedasi ciò che abbiamo osservato su questo nome 
nell'Indice del Tom. V dei Diarii. 

Certosa di Padova (della) frati 236. 

Chai (da), v. Cagli. 

Chaltran (da), v. Caltran. 

Cbarariense, v. Carrara (da) Francesco il Vecchio, 

Charlago (da), v. Terlago (di). 

Cbarzego-bassà, v. Ah med -bassa. 

Charzello o Carzello, contadino ribelle del Friuli, 193. 

Chavina (da), v. Cavina. 

Cherea .... messo dei provv. generali a Vonezia, 536. 

Chiamon (di) monsignor, v. A m bolse. 

Chiaran Girolamo cittadino padovano, 17. 

Chiari (da) Bernardino, cavallaro, 165. 

Chieregato Nicolò dottore e cavaliere vicentino, 304, 
311, 334. 341, 439. 

Chiesa (dalla) Giambattista notaro della Camera apo- 
stolica, 586. 

Chimento, o Clemente, mercadante tedesco dimorante 

a Venezia, 525. 
Chloza o Chioggia (da) fra Lodovico de 1 minori osser- 
vanti, 358. 

» (di) oratori a Venezia, 156. 
Churcut-bassà, v. Turchia, casa imperiale. 
Ciera Domenico del rev. Pietro, cittadino veneziano 
alla difesa di Padova, 148, 209. 

» Paolo id. id. 148, 209. 
Cinganeto capitano di cavalli imperiali in Verona, 558. 
Cinquechiese (di) o Fiinfkirchen vescovo, v. Szakmary. 
Cittadella (da) Pandolfo, v. Malatesta. 

» (di) borghesi. 841. 
Cividal di Belluno (di), v. Belluno. 

» del Friuli (di) cittadini, 14, 19, 20, 23, 26, 525. 

» » oratori a Venezia, 170. 

Cocco, casa patrizia di Venezia. 

* Francesco di Antonio, 328. 

» Marino di Gio. Alvise, relegato a Rettlmo, 30. 
Cocho, v. Cocco. 

Codazzo Giovanni di Francesco, cittadino padovano, 16.' 
Codignola o Cottignola (da) Giuliano condottiero de 1 

veneziani, 36, 39, 59. 
Coli (de') ovver de 1 Dotti (probabilmente Dottori) Gi- 
rolamo (di) moglie, 118. 
Collalto (di) conti, patrizi veneziani, 326. 

/ Diarii di M. San ito. — Tom. IX. 



Collalto (di) conte Nicolò di Vinciguerra, genero di 
Bernardo Zane, 926. 
» Antonio suo fratello, marito di una Moce- 

nigo, 326 
» Giacomo, condottiero d' uomini d' arme, 326. 
» (da) Lodovico famiglio di Francesco da Fiu- 
me, 98. 
Cologna (di) borghesi, 7. 

» (da) Bartolammeo contestabile di fanti, 237. 
» (da) Francesco famiglio di Leonardo T rissi- 
no, 142. 
Colonna, principi romani, capi di parte. 
» Marcantonio, 533. 
» Prospero, 297, 487, 493, 495, 530, 549. 
Colorno (da) Zanon contestabile di fanti veneziani, 58, 

128, 306, 310, 388, 585. 
Colloredo (di) Camillo gentiluomo friulano, colonnello 

di fanterie, 9o. 
Coltis (di», v. Accolti. 

Cotu pagliacci o Mercadanti, fazione di Faenza, 238. 
Condulmer, casa patrizia di Venezia. 

» Antonio di Bernardo, savio a terra ferma, 

avogador, 54, 69, 77, 121, 164, 192, 199, 
258, 327, 334, 379, 401,422, 426, 441, 
445, 469, 524, 562. 
Conegliano (da) Silvestro contestabile, servì da lancia 
spezzata alla difesa del bastione di Codalunga a 
Padova, 237. 
Conejan, v. Conegliano (da). 

Conforti Battista, comandador, cioè incaricato di far 
conoscere le leggi al pubblico e gli ordini del 
principe ai privati, 331. 
Consiglio di XII sulle galere veneziane di traffico, 9. 
Contadini padovani, 245. 
» trevigiani, 14, 15. 
» . rifuggiti a Venezia 161 , 164, 174. 
Contarini, casa patrizia di Venezia. 
» Alessandro di Andrea, 886. 
» Alvise di Pietro, sopracomito di galera, 249, 

397, 430, 437. 
» Antonio patriarca di Venezia, 434. 
» Antonio di Gentile, alla difesa di Padova, 

143, 209. 
» Andrea di Ambrogio, fu governatore di O- 

tranto, 511. 
» Andrea di Marco, alla difesa di Padova, 143, 

209, 266. 
» Angelo di Nicolò, 60. 
» Angelo di Maffio, 391. 
» Andrea di Pandolfo, provv. a Mestre, 50, 
166, 167, 168, 171, 172, 176, 193, 253, 
385, 386, 397, 514, 544, 548,549, 560, 561. 
» Baldassare di Paolo, da S. Sebastiano, 550. 
» Bartolammeo di Paolo, alla difesa di Pado- 
va, 144, 473. 
» Battista di Carlo, alla difesa di Padova, 147, 
209. 

42 



643 



INDICE DEI NOMI DI TERSONE E DI COSE 



Gii 



Contarmi Bernardino di Nicolò, 155. 

» Bertucci di Andrea, 206, 239, 2G3. 
» Bertucci di Domenico, alla difesa di Pado- 
va, 146. 
» Bertucci di Marino, 305. 
» Carlo di Antonio, alla difesa di Padova, 60, 

386. 
» Carlo di Francesco, alla difesa di Padova, 

49, 375. 
» Carlo detto il Grande, di Giacomo da San- 
t'Agostino, 376, 499. 
» Domenico di Maffio, fu capitano a Verona, 

199, 391, 413. 
» Ferigo, o Federigo, di Girolamo, provvedi- 
tore a Cividal del Friuli, 8, 13, 20, 21, 
22, 23, 24, 33, 55, 64, 71, 82, 124, 201, 
257, 420, 507, 514, 540, 548, 549, 561. 
» Francesco di Alvise da S. Agostino, alla 

difesa di Padova, 148, 210, 514. 
» Francesco di Zaccaria cavaliere, 238, 339, 

349, 421. 
» Gaspare di Francesco Alvise, alla difesa di 

Padova, 146, 206. 
» Giacomo di Giovanni, di Antonio, alla di- 
fesa di Padova, 208. 
a Giacomo di Giovanni, di Trailo, alla difesa 

di Padova, 147. 
» Giacomo di Pietro Mosso, 34. 
» Giorgio di Ambrogio, alla difesa di Pado- 
va, 60. 
» Giovanni di Angelo, alla difesa di Padova, 

128, 208. 
» Giovanni Battista di Baldassare, sposa la fi- 
glia di Giustiniano Morosini, 436. 
» Giovanni di Francesco, 166, 498. 
» Giovanni Saba di Nicolò, 155. 
» Giovanni Antonio, capo dei XL, 224. 
» Giovanni di Marco Antonio, fu patrono di 
galera di Barberia, 120, 147, 177, 211, 
396. 
» Girolamo detto da Londra, di Bertucci pro- 
curatore, capo dei X, 216, 229, 284, 425, 
435, 455, 501. . 
» Girolamo detto Ori Ilo, di Francesco, prov- 
veditor dell'armata, 13, 24, 26, 55, 62, 
66, 67, 77, 84, 85, 103, 105, 112, 121, 
122, 124, 127, 128, 131, 133, 135, 142, 
152, 162, 174, 231, 235, 240, 245, 254, 
258, 269, 275, 281, 357, 378, 402, 405, 
413, 417, 426, 427, 431, 489, 507, 518, 
519, 534, 535, 549, 552. 
» Girolamo di Piero, alla difesa di Padova, 

145, 205. 
» Giusto di Lorenzo, 408, 498. 
» Leonardo di Marco, 36, 572. 
» Marco Antonio di Alvise, capitano dell'ar- 
mata leggera sul Po, 63, 64, 91, 104, 



155, 164, 176, 177, 182, 194, 209, 275, 
2S1, 287, 310, 311, 322, 330, 335, 342, 
352, 355, 361, 363, 368, 374, 379, 385, 
396, 404, 411, 415, 426, 488, 490, 502, 
518, 519, 535, 549, 552. 
Contarmi Marco Antonio di Andrea, di Carlo, alla 
difesa di Padova, 207. 
» Marco Antonio di Leonardo, alla difesa di 

Padova, 147. 
» Marco di Taddeo, di Andrea procuratore, 

alla difesa di Padova, 210, 387. 
» Marco di Zaccaria cavaliere, alla difesa di 

Padova, 147. 
» Marin di Bartolammeo, alla difesa di Pa- 
dova, 117,208. 
» Marin l'avogador (errore del testo. Si ret- 
tifica Marin Morosini. V. a questo gen- 
tilizio). 
» Natalino, 572. 
» Oliviero, consiglier in Cipro, vice capitano 

di Famagosta, 135. 
» Panfilo di Francesco, provveditor alla Motta, 

155, 313, 559. 
» Paolo di Francesco, capitano di cavai leg- 
geri e stradiotti, 342, 369, 372, 398. 
» Paolo di Panfilo, 559. 
» Paolo di Zaccaria cav., 339, 341, 343, 349. 
» Pietro detto il Filosofo, senatore, 77. 
» Pietro di Alvise, 389, 511. 
» Pietro di Antonio, alla difesa di Padova, 206. 
» Pietro di Matteo, alla difesa di Padova, 146. 
» Priamo capitano e provveditore a Corfù, 12. 
» Sebastiano di Antonio, 19. 
» Stefano di Bernardo, fu consigliere ducale, 
capo dei X età, 31, lil, 119, 427, 458, 
500, 501, 505, 556, 558. 
» Taddeo di Andrea procurator, fu savio a 

terraferma, 192, 313, 418, 422. 
» Taddeo di Nicolò, 485. 
» Taddeo di Sigismondo, fu castellano a Ve- 
rona, 561. 
» Tomaso di Michele, console in Alessan- 
dria, 49. 
» Vincenzo di Girolamo, alla difesa di Pado- 
va, 107, 128, 143. 
» Zaccaria cavaliere, fu podestà a Cremona, 
prigione in Francia, 170, 420, 421, 520, 
559. 
Conte Agnolo, balestriere de" Borromeo di Padova, 16. 
Conti, famiglia nobilissima degli antichi conti di Pa- 
dova. 
» Antonio di Bernardino, 16. 
» Artuso, 360. 
» Bernardino, 16. 
» Bonifazio di Bernardino, 16. 
» Lodovico cavaliere, 116, 295, 353, 358, 379. 
Contrade (delle) cioè di Torcello, Murano, Malamocco 



645 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



646 



podestà tre, v. Canal (da) Francesco, Morosini Pie- 
tro e Malipiero Marco, 44. 
Contrari, famiglia nobile di Ferrara. 

» Guzon (Uguocione), suo palano a Corbole 
sul Po, 340. 
Copo o Coppo, casa patriaia di Venezia. 

» Agostino di Fantino, 297. 
Corbavia (di) conte Giovanni Carlovich, 253, 289, 824. 

» Dorotea contessa 253. 
Corezzola (di) frati Benedettini, 100, }05, 150. 
Corfuati (cittadini di Corfù), 13. 
Corizuola (di), ▼. Corezzola. 
Cornaro o Corner, casa patrizia di Venezia. 

» Andrea, del Cons. de 1 X, 29, 73, 216, 228, 

412, 537. 
» Catterina di Marco, regina di Cipro, signora 

di Asolo, 7. 
» sua casa sul Brenta presso a Padova, 71. 
» Filippo di Girolamo, 287. 
» Francesco di Fantino (della Piscopia), già am- 
basciatore in Spagna, 9, 14, 297, 298, 299, 
324, 328. 
» Francesco di Giorgio cavai ier procuratore, 

alla difesa di Padova, 145, 206. 
» Giacomo di Domenico, alla difesa di Padova, 

211. 
» Giacomo di Donato, sopracomito, alla difesa 

di Padova, 120, 144, 413, 556. 
» Giacomo di Giorgio cav. proc, sposa la figlia 

ed erede di Osato Morosini, 270. 
» Giorgio cavalier procurator di S. Marco, fra- 
tello della regina di Cipro, 82, 226, 480, 
487, 503. 
» Girolamo di Fantino, 298, 299. 
» Giovanni di Alvise, 206, 377. 
» Giovanni di Antonio, savio a terraferma, ora- 
tore air Imperatore, 28, 64, 68, 100, 164, 
235, 281, 282, 292, 306, 327, 334, 355, 371, 
379, 382, 383, 389, 410, 415, 421, 423, 429, 
460, 505, 508, 518, 543, 556. 
» Giovanni di Cornelio, alla difesa di Padova, 

146, 387, 408, 420, 446, 450. 
» Giovanni di Francesco, 507. 
» (Giovanni) di Benedetto (Piscopia), sposa la fi- 
glia di Luca Minio, 504. 
» Marco di Giorgio, diacono cardinale di S. 
Maria in Portico, 25, 80, 136, 156, 180, 181, 
240, 252, 296, 361, 372, 414, 477, 478, 480, 
489, 492, 493, 517, 529, 530, 531, 532, 535. 
» Nicolò di Antonio, fu podestà di Treviso, 28. 
» Pietro di Girolamo di Marco, 303. 
Corno (dal) cittadini di Treviso. 
» Alvise, 118, 485. 
» Galeazzo, HO. 
» Troilo, 118, 485. 
Corredino Giulio, padovano, uomo d'arme, 17. 
Corso (i membri delle più illustri famiglie di Corsica, 



quali i da Lece, i della Rocca, i d'Istria etc. 
militando sul continente italiano e più volen- 
tieri al soldo della Republica di Venezia e 
del Papa, soleano assumere questo nome gè- 
nerico, ed oggi è quasi impossibile ricono- 
scere il loro gentilizio individuale). 
Corso Carlo, contestabile di fanti, 295. 
» Francesco id. 58. 
» Guglielmo id. 58. 
» Micheletto id. 58. 
» Perette id. 26, 74, 93, 138, 294. 
» Pietro id. 58, 348, 404, 410, 411. 
» Poletto id. 58. 
» Tiracossa id. 237. 
Cortaruolo (da), v. Curtarolo. 
Corte (da) fra' Antonio de 1 Servi, di Padova, 114. 
Cortuso, famiglia nobile di Padova, 67. 

» Ruzier (Ruggero) conte, 18. 
Corvati, v. Croati. 

Costanzo (di) illustre casa cipriotta, originaria da Na- 
poli. 
» Tuzo, 70. 
» N. N. suo figlio. 
Cotta Giovanni, segretario di Bartolammco d'Alviano, 

11, 19. 
Cotti Girolamo, uomo d'arme padovano, 16. 
Crema (da) Alvise contestabile di fanti, servì come 
lancia spezzata alla difesa del bastione di 
Cod alunga a Padova. 237. 
» Giovanni Giacomo id. id. 237. 
Cremaschi, 11. 
Cremona (di) vescovo, v. Trevisan Girolamo. 

« (da) fra 1 Giovanni Girolamo, 463. 
Cremonese Tonin (Antonino) con dotti ere di cavalli im- 
periali a Verona, 367. 
» prete, prigione a Venezia, 175. 
Cristianissimo re, v. Francia, casa reale. 
Cristoforo conte, v. Frangipane. 
Crivelli Bernardino, Biagino, milanese, capitano di 
balestrieri, prigione de 1 veneziani, 447, 450, 451. 
Croati signorotti castellani, 361. 
» cavalleggeri, in Friuli e all'assedio di Padova, 
102, 193. 
Cumani (de') Paolo, di Monselice, 32. 
Cumis (de) Marino uotaro della Camera apostolica, 

586, 589, 590. 
Curcut, v. Turchia, casa imperiale. 
Curtarolo (da) Giacomo, padovano, 113. 
Cybo Franoescbino, figlio di papa Innocenzo Vili, 
esempio delle varietà di fortuna, 239. 



Daca(non daca') Nicolò modoneo (da Modone), 117, 119. 
Dalbef (?) Rinaldo capitano d'uomini d'arme, 102. 
Damasco (di) signor, 112. 
Dandolo, casa patrizia di Venezia. 



647 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



648 



Dandolo Andrea di Antonio dottore, fu console de' mer- 
canti, 408. 
» Daniele dì Girolamo, Ai provveditore a Fel- 
tro, alla difesa di Padova, capitano di 300 
cavalleggeri, patrono all'Arsenale, 5, 28, 
107, 131, 135, 137, 145, 155, 187, 366, 
435, 512. 
» Giovanni Antonio, 152, 158, 473. 
» Vincenzo, fu avogadore, membro del Consl- . 
gito dei X. 
Dardani, famiglia veneziana dell'ordine della Cancel- 
leria ducale. 
» Alvise, provveditor a Mirano, alla difesa di 
Padova, 34, 37, 44, 75, 91, 130, 158, 159, 
173, 176, 180, 193, 227, 231, 239, 244, 
269, 278, 850, 316. 
» Giacomo di Alvise, 91, 130. 
Deo (dal) Schiavetto, contestabile di fanti, 183. 
Diedo, casa patrizia di Venezia. 

» Giacomo, fu castellano a Famagosta, di Leo- 
nardo, 886. 
» Giovanni di Alvise, fu provveditor in campo, 
alla difesa di Padova, 45, 47, 49, 61, 95, 137, 
144, 155, 210, 238. 
» Vittore di Baldassare, fu camerlengo in Cipro, 
alla difesa di Padova, 145, 146, 206. 
Doara (da) Girolamo cittadino trevigiano, 109. 

» Marc* Antonio di Girolamo, 109. 
Doge, v. Loredano Leonardo. 
Dogion, v. Doglioni. 

Do gì ioni Pietro Antonio notaio a Padova, 154. 
Dolftn, o Delfino, casa patrizia di Venezia. 

» Alvise di Dolfin, senatore, provveditore gene- 
rale in Friuli, 63, 96, 136, 137, 141, 153, 
159, 165, 191, 193, 198, 200, 226, 232, 242, 
247, 254, 257, 265, 288, 294, 295, 807, 313, 
814, 332. 364, 367, 384, 420, 436, -466, 473, 
479, 486, 507, 517, 525, 541, 542, 544, 548, 
549, 552, 553, 560, 561. 
» Andrea di Zaccaria, 88, 89, 95. 
» Benedetto di Daniele, 36. 
» Domenico di Dolfin, fu provveditore in campo, 

28, 137, 155. 
» Faustino di Girolamo, alla difesa di Padova, 

146, 207.. 
» Francesco, da S. Salvatore, capitano di Raspo 

in Istria, 225, 230, 233, 295. 
» Giacomo di Galeazzo, fu castellano a Porto 

Legnago, 887. 
» Giovanni di Daniele, 36. 
» Giovanni di Girolamo, alla difesa di Padova, 

61, 148, 210. 
» Giovanni di Nicolò, 375. 
» Francesco di Vittore, fu vicedomino al Fontego 
dei Tedeschi, 515, 522. 
Leonardo di Vittore, alla difesa di Padova, 143, 
209. 



Dolfin Leonardo di Zaccaria, 36. 

» Nicolò di Marco, senatore, 327, 354. 
» Pietro di Dolfin, 61. 

» Sebastiano di Donato, signor di notte, 273. 
» Zaccaria di Andrea, savio del Consiglio, capi- 
tano a Padova, cognato dello scrittore dei 
Diari t, 30, 31, 84, 35, 36, 87, 40, 44, 45, 
47, 50, 51, 55, 62, 63, 67, 68, 78, 88, 89, 
92, 94, 95, 116, 122, 123, 125, 154, 171, 
235, 347, 373, 379, 402, 415, 417, 427, 459, 
469, 483, 486, 490, 501, 510, 551. 
Dolce Valerio, forse incaricato del vescovo di Chissa- 
mo Nicolò Dolce collettore delle decime apostoli- 
che a Venezia, 245. 
Donato, o Donado, o Dona, case patrizie di Venezia. 
» Almorò di Pietro, 194. 
» Andrea di Antonio cavaliere, senatore, 362, 

511. 
» Andrea di Paolo, fu prigione in Francia, 327. 
» Antonio di Giovanni, fu prigioniero dei fran- 
cesi, 48. 
» Bernardo di Nicolò, podestà di Conegliano, 26. 
» Bernardo di Giovanni, 314, 389. 
» Carlo di Giacomo, 408. 
» Filippo di Matteo, 302. 
» Francesco cavaliere, di Alvise, fu podestà a 

Vicenza, 121, 340, 469. 
» Giovanni di Girolamo dottore, 387. 
» Girolamo di Antonio, fu consigliere, amba- 
sciatore a Homa, 9, 31, 54, 65, 197, 240, 
251, 275, 361, 409, 412, 414, 477, 530, 
532, 562, 574, 577, 579, 580, 581. 
» Girolamo di Matteo, 386. 
» Matteo, del Cons. de 1 X, 216, 
i> Nicolò, del Cons. dei X, 29. 
» Pietro di Bernardino da S. Polo, 515. 
» Tomaso di Nicolò, 61, 376, 386. 
» N. N. di Andrea, 451. 
Donato cittadini (donne e un fratello di esse N. N. 

N. N.) 258. 
Dona Gio. Maria, cittadino di Padova, 113. 
Donini Giovanni, cittadino veneziano dell'ordine della 

Cancelleria .ducale, 541. 
Donola (de la) Cristoforo da Bovolone, uno de' vil- 
lani che presero il marchese di Mantova, 42. 
Doro, astrologo di Gio. Giacomo Trivulzio, 10. 
Dottori, nobili di Padova. 

» Anton Francesco dottore, 98, 116. 
» Benedetto dottore, 113. 
» Girolamo, 113, v. Coli. 
» Stefano di Benedetto, 112. 
Dotti (o Dauli Dotti), famiglia nobile di Padova. 56. 
» Andrea, di Francesco cavaliere, 17. 
» Domenico frate de' Servi di Padova, 114. 
» Francesco cavaliere, 35, 93. 
Dresano, o Dresseno (da), o Dresani, v. Trissino. 
Duodo, casa patrizia di Venezia. 



049 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



C50 



Duodo da Sant'Angelo, 185. 

» Francesco di Leonardo, 445, 498, 511. 

» Francesco di Pietro, senatore, 233. 

» Giovanni di Pietro, sopracomito, alla difesa di 
Padova, 85, 96, 142, 249, 254, 410. 

» Girolamo di Pietro, governatore delle entrate, 
418, 427, 505. 

» Pietro di Luca, podestà e capitano e provve- 
ditor di Treviso, poi savio del Consiglio, 11, 
24, 27, 28, 33,44, 191, 192, 196, 216,229, 
233, 282, 418, 421, 426, 438. 454, 458, 459, 
461, 467, 468,469, 481, 500,501, 518,526, 
535, 587. 

» Vittore di Giorgio, alla difesa di Padova, 140, 
206, 504, 559. 

» Francesco (cittadino) ragionato, 244, 379. 
Durmi Andrea capitano imperiale a Grisignana, 500. 



Eboracense episcopo, v. Dainbri gg. 
Ecclesia (de), v. Chiesa (dalla). 
Egnazio Giambattista (il vero nome è Cercbiari) prete 
veneziano ed umanista celebre, loda in funere il 
conte di Pitigliano, 396, 503. 
Elena (beata). Suo corpo trasportato dal monastero 
esterno, nell'interno di Padova, 236. 
» (della). Monache, 236. 
Bilia (de) Giovanni (di) moglie confidata a Venezia, 118. 
Emilii (degli) famiglia nobile veronese, 41. 
Emo, casa patrizia di Venezia. 
» Alvise di Michele, fu capo de' X, inquisitore, 
età, 196, 216, 338, 353, 354, 358, 435, 458, 
500, 501, 504, 523. 
» Gabriele di Giovanni cavaliere, provveditore nel 
trevigiano, 7, 11, 14, 24, 29, 39, 75, 90, 93, 
104, 352, 528. 
» Giorgio di Gio. cavaliere, fu savio del Consiglio, 
28, 64, 97, 162, 164, 192, 199, 233, 421, 438, 
446, 453, 454, 460, 461, 467, 468, 472, 474, 
481, 496, 497, 513, 535, 544, 562. 
» Giovanni di Alvise, 451. 
» Giovanni di Giorgio, alla difesa di Padova, 145, 

206, 524. 
» Leonardo di Gio. cavaliere (non di Alvise come 
è detto per errore del testo alla col. 204), alla 
difesa di Padova, 63, 143, 204, 498, 515, 528, 
534. 
Euzio Antonio segretario veneto ducale. 434. 
Eremitani frati due tedeschi a Padova, 414. 
Erizzo, casa patrizia di Venezia. 

» Andrea, fu podestà e capitano a Rovigo, 258. 
» Marco Antonio di Antonio, alla difesa di Pado- 
va, 148, 210. 
» Nicolò di Battista, 146, 205. 
Eete (tV) casa ducale di Ferrara, Modena e Reggio. 
» Alfonso d'Ercole I, duca di Ferrara, 5, 8, 9, 10, 



13, 48, 62, 63, 65, 71, 81, 84, 91, 100, 105, 
106, 134, 138, 152, 186, 231, 251, 271, 2&4, 
289, 296, 299, 307, 308, 814, 324, 330, 342, 

343, 344, 348, 378, 394, 414, 429, 448, 464, 
475, 481, 484, 502, 527, 534. 

Este (d') Giulio, nipote di Nicolò decapitato, 124. 
» Ippolito di Ercole 1 duca, cardinale diacono di 
S. Lucia in Selce, arcivescovo di Milano, ar- 
ciprete della Vaticana, 65, 72, 90, 93, 100, 
102, 152, 183, 187, 187, 194, 229, 231, 255, 
259, 260, 262, 263, 264, 268, 269, 271, 308, 

344, 348, 364, 394, 395, 414, 429. 

» Isabella marchesa di Mantova, v. Gonzaga. 
Este (di) cittadini, 235. 

» (da) Michele, 113. 

» (da) Vittor dottor, 18. 
Estensi villani, 255. 
Eugenio (signor), v. Lusignano. 



Fabiani, cittadini di Padova. 
» Alvise, 17, 74. 
» Girolamo, 74. 
» Giuliano fZulian), 44, 52, 117. 
Fabio governator imperialo di Bassano, 280. 
Fabrizio Benedetto, balestriere de 1 Beraldi, padova- 
no, 16. 
Fabrizio incaricato dell'Ordino di Rodi in Roma, v. 

Carretto idei). 
Facino Manfredo, di Verona, già condottiere de* ve- 
neziani, loro prigione, giustiziato come tra- 
ditore, 101, 103, 104. 
» Marco fratello di Manfredo, 104. 
Faella Gio. Lodovico, uno degli oratóri veronesi al- 
l'Imperatore, 445. 
Falier, casa patrizia di Venezia. 

» Bortolo (Bartolammco) di Luca, alla difesa di 

Padova, 60. 
» Francesco di Pietro, già confinato in Cipro, 

graziato, 177, 185. 
» Giovanbattista di Tomaso, sopracomito, 60, 120, 

211, 487. 
» Girolamo di Tomaso, patrono di galera d' Ales- 
sandria, 49. 
» Lodovico di Toma, savio agli ordini, 85, 134, 

514, 515, 519. 
» Lorenzo di Toma, 36. 
» Luca di Marco, 488. 
» Marino di Luca, eletto consigliere in Candia, 

alla difesa di Padova, 144, 205, 276. 
» Pietro Antonio di Toma, alla difesa di Padova, 
143, 207. 
Falcinella famigliare di Marin Zorzi prigione in Fran- 
cia, 520. 
Fano (da) Francesco comanda le genti d'arme del duca 
d' Urbino all' assedio di Padova., 102. 



651 



UiDlCE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



eòi 



Farfarello corriere veneziano, 79, 480. 

Farnese Alessandro, cardinale del ti di 8. Eustachio, 

139. 
Fasuol Franceaco cittadino veneziano, dottore e avvo- 
cato, 13, 545, 557. 
Fechen (di) abate, ambasciatore di Francia in Inghil- 
terra, 149, 195, 544. 
Federici* (di) Pietro capo di stradiotti veneziani, 63. 
Feletto Alvise di Francesco, eletto cancelliere grande 

in Candia, 540, 541. 
Feltra (da) Bernardino dottore, avvocato, vicario del 

podestà a Padova. 13. 
Feltro (di) oratori a Venezia, 489. 
Felze? (o Welser?) Leonardo capitano generale delle 

fanterie imperiali ali* assedio di Padova, 267. 
Feris-bey sangiacco di Bosnia, 371, 424, 462, 528. 
Ferraguto capitano de 1 balestrieri del conte di Piti- 

gliano, 37, 42, 50. 
Ferman Giovanni cittadino veneziano, ufficiale de 1 Go- 
vernatori dell'Entrata, 430, 433. 
Fermo (da) (Guerrieri) Lodovico favorito del marchese 

di Mantova, prigione de 1 veneziani, 40, 45, 474. 
Ferrara (di) orator a Roma, 412, 414, 448. 
» Vicedomino veneto, 424. 
» Commissario del duca a Montagnana, v. Villa 
Agostino. 
Ferrarési, 66, 67, 171, 176, 177, 186, 281, 246, 326. 
Ferrar Filippo, orator di Spagna a Roma, 156, 252. 
Ferri Filippo, orator d'Ungheria a Venezia, (errore 

del testo), v. More. 
Fieschi Nicolò, genovese, prete card, di S. Lucia in Set- 
tisolio, vescovo di Frèjus e di Ventimiglia, 181, 531. 
Filetto, v. Feletto. 

Ferro Giovanni da Castelfranco, 116, 119. 
» casa patrizia di Venezia. 
» Pietro, capo de 1 XL, 358. 
» Stefano di Antonio, alla difesa di Padova, 143, 
209. 
Fin (da) Bartolammeo dottore, 545. 
Finale (del) cardinale, v. Carretto (del). 
Finetti Giovanni cittadino veneziano, ragionato del 

pagatore in campo Paolo Nani, 152, 283, 292. 
Fiorentini, 80, 156, 175, 251. 

» (de') oratori all' Imperatore, 183, 272. 
Florio (di) Francesco, veronese, 367. 
Firmiano (o di Firmian) famiglia del Tiralo meri- 
dionale. 
Bartolammeo, già governatore imperiale a 
Padova, prigione a Venezia, 27, 116, 258, 
260, 271, 289, 300, 351, 421, 523. 
Nicolò, governatore imperiale a Vicenza, 38, 
51, 256, 267, 399. 
Fiume (da) Francesco padovano, 98. 
Flisco cardinale, v. Fieschi. 
Folcato, cittadini padovani. 
» Antonio, 17. 

Giacomo, prete, 17. 



» 



» 



» 



Folcato Giovanni, 17. 

» Girolamo, 142. 
Folegino, v. Fuligino. 
Forte (Forbici) dalle Giacomo prete padovano e tuo 

fratello, 113. 
Forlì (da) Cipriano contestabile di fanti veneziani, 105, 
183, 289. 
» Meleagro, v. Zampeschi. 
Formante Vincenzo ufficiale a r A vogarla, 178. 
Forte Giovanni da Orte condottiere al soldo de* vene- 
ziani, 71, 72, 75, 195, 240, 246, 335, 400, 459, 489. 
546. 
Fortebracci conti di Montone, di Perugia, condottieri 
de' veneziani. 
» Bernardino, 35, 51, 59, 128, 130, 506. 

» Carlo di Bernardino, 59. 

» Braccio, 436. 

Fortuna veneziano, scudiere dal Doge, 101. 
Foscari, casa patrizia di Venezia. 
» Alvise capo de' XL, 559. 
» Alvise di Francesco cavaliere, alla difesa di 

Padova, 147, 209. 
» Alvise di Nicolò, alla difésa di Padova, 61, 

147, 210. 
» Francesco cavaliere, di Alvise, fu podestà a 

Padova, 199. 
» Francesco di Nicolò, 194. 
» Francesco dì Filippo procuratore, savio a ter- 
raferma, 192, 233, 272, 281, 290, 292, 306, 
330, 415, 424, 455, 461, 467, 468. 
» Giacomo di Nicolò, alla difesa di Padova, 147, 

210. 
» Leonardo di Nicolò, id. id., 207. 
Foscarini, casa patrizia di Venezia. 
» Andrea di Bernardo, 191. 
» Angelo provveditor a Piove di Sacco, 45, 

47, 50, 150. 
» Giovanni patrono ali 'Arsenale, 366, 427. 435. 
» Leonardo di Zacaria, alla difesa di Padova, 

145, 146, 205. 
» Marc' Antonio di Almorò, id. id., 146, 207. 
» Michele di Andrea, della Quarantia Crimi- 
nale, 387, 442. 
» Vittore podestà a Chioggia, 93, 158, 176, 
182, 332, 335, 397, 406, 413, 441, 484. 
Foscolo, casa patrizia di Venezia. 

» Andrea provveditore sopra Camere, 78. 
» Andrea (altro) bailo della Republica a Co- 
stantinopoli, 12, 76, 78, 161, 269, 336, 338, 
398. 
Fracasso, v. Sanseverino Gaspare. 
Franceschetto famigliare della marchesa di Mantova, 46. 
Franceschi (de') famiglia veneziana dell'ordine della 
Cancelleria ducale. 
» Andrea segretario ducale, 576. 
» Antonio di Silvestro, alla difesa di Pado- 
va, 208. 



653 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



654 



Francesco ino figlio di pp. Innocenzo, v. Cybo. 
Francesi cardinali, 531, e v. Àmboise, Castelnau, Al- 
bret (d'), Briconnet, Luxenibourg, Guibé, 
Prie. 
» prelati aspiranti a vescovadi in Francia, 297. 
» capitani, 933 e v. Imbercurt, Trivulzio etc. 
» milizie al campo imperiale air assedio di Pa- 
dova, etc., 7, 10, 41, 62, 72, 90, 93, 101, 
102, 139, 151, 158, 175, 178, 179, 181, 182, 
185, 187, 190, 225, 226, 229, 230, 231 , 235, 
237, 240, 246, 250, 253, 254, 255, 258, 260, 
262, 263, 264, 267, 268, 272, 275, 284, 327, 
342, 348, 354, 355, 365, 369, 376, 381, 428, 
437. 
Francia (di) casa reale. 

» Luigi XII re, duca di Milano etc., 9, 10, 11, 
24, 25, 38, 51, 54, 65, 68, 69, 71, 14, 72, 
77, 78, 99, 80, 81, 83, 86, 99, 122, 131, 149, 
156, 171, 178, 180, 181, 182, 183, 186, 187, 
190, 192, 195, 197, 217, 222, 223, 243, 25Ì, 
252, 253, 257, 262, 264, 2^0, 296, 297, 329, 
361, 390, 408, 409, 419, 420, 435, 439, 440, 
445, 448, 450, 460, 463, 471, 475, 418, 485, 
489, 492, 493, 494, 495, 496, 497, 504, 506, 
519, 530, 531, 532, 533, 544, 550, 558. 
» Anna di Brettagna, consorte di re Luigi XII, 

regina di Francia, 77, 243, 253. 
» (di) ambasciatori a Massimiliano imperatore, 

366. 
» ambasciatore al re d'Inghilterra, v. Fechen 

(di). 
» ambasciatore al Papa, v. Pio Alberto di Carpi. 
» ambasciatore al re d' Ungheria, 148, 432. 
» Baroni, 10. 
Pranza (di) re, v. Francia (di), Luigi XII. 

» regina, v. Francia (di) Anna di Brettagna. 
Franco Giorgio, segretario veneziano, 289, 526. 543, 

556. 
Frangipane, casa principale di Croazia, 265, 270, 278, 

289. 
» Cristoforo, 270, 504. 

Frassina Teodoro (Thodaro), capo di stradiotti vene- 
ziani, 258, 326, 342. 
Frego» di Genova, capi di parte. 

» Janus, o Giano, condottiero d 1 uomini d'arme 
al soldo de 1 veneziani, 52, 98, 131, 139, 243. 
449, 463, 465, 473, 505, 513, 521. 
» Fregosino fratello di Giano, 131, 139, 180, 243. 
Frescobaldi (de 1 ) nave a Livorno, 329. 
Frigimelica (Frizimelega) Giacomo, cittadino padova- 
no, 113. 
Frìgoleri cittadini padovani. 
» Alvise, 17. 
» Antonio, 17. 
» Francesco, 17. 
Friuli (di) Giacomo fu mammalucco, capitano di ca- 
valleggerì al soldo de' veneziani, 008. 



Fuligino, o Fuligineo, o Fulineo, o Folegino, segre- 
tario del marchese di Mantova, 53, 64, 104, 134, 
168, 291, 294, 300, 376, 451, 535. 

Fuligno o Foliguo (di) Sigismondo (de 1 Conti) segre- 
. tarlo dei Papa, 532. 



6 



Gabrieli, casa patrizia di Venezia. 

» Angelo di Silvestro, provveditore a Belluno 
e poi a Serravalle, 6, 29, 33, 38, 48. 

» Benedetto, 196. 

» Giacomo, già podestà di Belluno, prigione 
dei todesehi a Primiero, 6. 

» Giacomo di Bertucci cavaliere, savio agli or- 
dini, 61, 184, 241, 245, 275, 281, 282, 356, 
375, 415, 424, 468. 

» (di) Pietro cittadino di Padova, 18. 
Gafaro o Gaffaro Giovanni cittadino veneziano, 42. 
Gajardo o Gagliardo Galeazzo cittadino padovano, 16, 

360, 365, 
Galeazzi (de 1 ) Giovanni cittadino padovano, 113. 
Galexe o Galese nominato vescovo di Belluno, v. Ni- 

che8ola. 
Galioti o Galeotti, ciurme delle galere veneziane, 249, 

428, 459. 
Gallipoli (di) signor, o governatore turco, 261. 
Gallo Nicolò dalle Gambarare presso Venezia nella 

terraferma, 166, 168, 173, 195, 199. 
Gambara conte Gianfrancesco di Brescia, capo di par- 
te, condottiere ai soldo di Francia, 9, 72, 346, 348, 

410, 416, 462, 471, 479, 558. 
Gambo Nicolò cittadino veneziano, 535. 
Garzoni, casa patrizia di Venezia. 

» Agostino dal Banco 164. 

» Francesco di Marino procuratore, fu podestà 
a Verona, 199. 

» Giovanni di Marino procuratore, alla difesa 
di Padova, 60, 76, 235, 413, 556. 

» Marco capo del Consiglio* de* X, 224. 

» Vittore il Grande, di Vincenzo, 498. 

» (di) Baldino di Alvise popolare veneziano alla 
difesa di Padova, 208. 
Gazio Ambrosio, v. Grisis. 

Gemmingen (di) Uri eie arcivescovo di Magonza, 518. 
Genovesi, 79, 156, 216, 217, 221. 
Góreb Pietro conte di Wingarth, conte palatino d'Un- 
gheria, 99, 415, 467, 496. 
Giocondo (fra) celebre ingegnere, 337, 359, 543. 
Girardo Gio. Matteo patrizio veneziano, 216, 224. 

» Vincenzo cittadino veneziano alla difesa di Pa- 
dova, 148, 208. 

» capitano delle prigioni di Mestre, 208, 209. 
Giudei usurai, 281, v. Ebrei. 

Giulio mantovano, favorito del marchese di Manto- 
va, 40. 
Giuppo della Rovere Antonio, o Antoniotto, nipote di 



655 



INDICE ORI NOVI 0! PERSONE E D! COSE 



fo 



Costantino Arianiti, capitano di cavalli leggeri al 
servizio imperiale, 2*74. 
Giustinian, cosa patrizia di Venezia. 

» Alvise di Marino, podestà e capitano a Ca- 

podiatria, 82, 190, 220, 231, 257, 332, 
510, 513. 

» Alvise di Marco di Bernardo procuratore, 

senatore, 100, 106, 290, 321, 330, 356, 
371. 

» Al viso di Marco, 260, 261. 

» Alvise di Unfredo, alla difesa di Padova, 

H3, 207. 

» Antonio dottore, di Francesco, cavaliere, 13, 

18, 26, 30, 33, 55, 68. 71, 96, 105, 110, 
191, 192, 196, 246, 254, 257,265,271, 
292, 332, 352. 363, 364, 367, 384, 441, 
468, 487, 507, 517, 525, 544. 

» Francesco consigliere ducale, 140, 152, 1C8, 

174, 186, 215, 457, 480, 488, 502. 

» Giacomo di Marco, mercadantc a Costan- 

tinopoli, 356. 

» Giovanni Antonio di Marco da S. Moisò, 

alla difesa di Padova, 148, 210. 

» Girolamo di Antonio, 194. 

» Girolamo di Marino, fu avvocato grande, 376. 

» Girolamo di Marino, alla difesa di Padova, 

146, 207. 

» Lorenzo luogotenente in Cipro, 135. 

» Lorenzo di Unfredo, alla difesa di Padova, 

154, 207. 

» Leonardo sopracomito di galera, 397, 430, 

143, 507. 

» Marco patrono di nave da traffico, 234. 

» Marco di Giacomo, 235. 

» Marino avogadore, sav io a terra ferma, 234 , 

487, 562. 

» Marino di Giustiniano, podestà a Monta- 

gnana, 511. 

» Nicolò di Marco (non già di Nicolò come 

per 'errore del testo alla col. 400), 260, 
261, 265, 3a8, 398, 400, 401, 486, 527, 
544, 546. 

» Pietro dì Francesco consigliere, alla difesa 

di Padova, 120, 211, 302, 408. 

» Pietro di Marco, 260, 261. 

» Paolo di Pietro dì Dionisio, 387, 450. 

» Sebastiano di Marino, cavaliere, fu amba- 

sciatore in Ungheria, savio a terra fer- 
ma, 54, 122, 245, 282, 332, 372, 440, 
454, 461, 468, 481, 544. 
Giustiniani di Genova. 

» N. N. detto il Oobbo, capitano di galere 

sottili, 197, 198, 475. 
Giusti Agostino nobile veronese, 567. 
Giusto Giacomo capitano del deredo (del Bargello) a 
Padova, 163. 

Godo o Gobìx), corner veneziano, 13, 15, 321. 



» 



Godis (de) Rigo Antonio dottor, arroeato, 256, 84, 
274, 334, 345, 510, 556, 557, 558. 
» Vincenzo fratello del precedente, 274. 
» Lionello nipote del precedente, 274. 
Gonella cittadini veneziani. 

» Antonio guardiano del marchese di MaLton 

prigioniero, 42. 
» Pietro di Antonio, alla difesa di Padova, 201 
Gonzaga di Mantova. 

» Giovanfranceaco marchese di Mantova, 8,», 
33, 34, 35, 36, 37, 38, 39, 41, 45, W, 
53, 62 v G8, 69, 74, 79, 80, 81, 102, 101, 
134, 159, 167, 168, 224, 225, 228, 229, 261, 
265, 27 1 , 272, 278, 291 , 335, 359, 305, 410, 
473, 478, 501, 527, 530, 532, 535. 
» Giova uni fratello del marchese e suo luogo- 
tenente, 46, 102, 134, 168, 180, 333, 343, 
348, 365, 367, 373, i90, 410, 428, 444, 447, 
449, 450, 456, 482, 506, 528, 53G. 
» Isabella del duca Ercole di Ferrara, mar- 
chesana di Mantova, 46, 62, 70, 79, 104, 
180, 376, 474. 
Sigismondo cardinale, 70, 81, 104, 168. 
N. N. bastarda di Gio. Francesco, moglie del 

cavaliere Cavi-lana, 225. 
Signori di Bozzolo, 98, 134, 259, 260, 265, 
287, 343, 482, 506, 536. 
» Federico, 38, 46, 53, 56, 100, 102, 103, 120, 

269, 350, 367, 447, 449, 450. 
» Lodovico, 46, 102. 
» cittadino di Padova, 113. 
Gorleto figlio di Gorlino contestabile di fanteria, 74, 

233. 
Gorlino contestabile di fanterie, 234. 
Goti, ricordati, 220. 
Gradenigo, casa patrizia di Venezia. 

» Alvise avogador del comune, 31, 70, 77, 

119, 140, 163, 164, 216, 388, 368, 398, 
401, 402, 422, 438, 467,480, 488, 502, 510. 
538, 540, 545, 557, 559. 
» Francesco di Nicolò, fu vice sopracomito, 
alla difesa di Padova, 77, 158, 205, 408, 
540, 562. 
Gio. Francesco di Leonello, fu conte alla 

Brazza, 387. 
Gio. Paolo di Giusto, provveditor general 
in campo, 13, 14, 18, 23, 26, 33, 39, 42, 
55,67, 71, 90, 106, 107, 116, 120, 141, 
152, 154, 162, 268, 294, 306, 311, 319, 
321, 326. 337, 338, 340, 841, 355, 356, 
357, 358, 360, 362, 308, 374, 877, 378, 
379, 382, 385, 395, 396, 400, 402, 405, 
406, 411, 412, 414, 418, 419, 422, 428, 
436, 437, 443, 447, 452, 418, 466, 488, 
502,507,541,548. 
» Girolamo di Feripro (o Federico) alla difesa 

di Padova, 115, 205. 



» 



» 



I 



I 

Grndenigo Giuliano di Paolo, 131. 

» Lorenzo fu do' XL ni civile, (li Marion, 38". 

» Marco dottoro, di Angelo, Tu auditor vec- 

chio, 122, 375. 
h Marco di Giusto, fu sopracomito, 499, 511, 

514. 
Marco di Federico, alla difesa di Padova, 
61, 145, 205. 
» Nicolò di Angolo, 386. 

Onofrio di Giovanni, 388. 
» Pietro di Angelo, prò v veditore a Moliseli - 

ce, 32, 60, 67, 78, 94. 38G. 
Pietro di Gabriele, 4311, 506. 
» Tomaso di Angelo, 145. 

» Trifone, 457. 

» Zaccaria di Giovanni, 117, 208. 

Gran Maistro di Mila», v. Atnboiso (d'i Carlo di Cliau- 

mont. 
Gran Turco, Gransignore, Signore, Signor Turco etc., 

v. Turchia, casa Imperiale. 
Grasolari Pietro segretario del provveditor generale 
Andrea Grilli, 101, 236, 238, 239, 541. 
» Girolamo di Antonio, alla difesa di Padova, 
208. 
Grasolin Girolamo cittadino veneziano, 148. 
Grossi N, N di Verona governator imperiale di Cam- 

]Hisampiero, 170, 
Grassis (de) Achille, bolognese, auditor di Rota, re- 
scovo di Città di Castello, oratore del Papa all' Im- 
peratore, 478. 494, 495. 
Grasso Leonardo da S. Bonifazio, 465. 
Greci antichi, ricordati, 221. 

Greco o Grlego Giovanni da la Guaina (dalla Guan- 

ein| condottiero di balestrieri al soldo veneto, 50, 

60, 15, 98, 162, 228, 229, 230, 231, 232, 306, 310, 

327, 447, 502, 507, 541. 

Gregeio o Grechetto, capo di balestrieri imperiali, 542 

Grlego Giovanni, padovano, 16, 

» Michele di Candia sopracomiio di (galere, 85, 
278, 416. 
Grimaui, casa patrizia di Venata. 

n Alvise di Bernardo, capo de' X, governator 
dell' Entrate, 196, 216, 229, 272, 305, 538. 
» Alvise di Nicolò, 387. 
» Antonio di Marino, fu capitano generale, sa- 
vio del Consiglio, 27, 48, 64, 68. 85, 97, 
100, 164, 170, 171, 226, 234, 245, 272, 
275, 281, 290, 292, 330, 344, 371, 401, 
403, 405, 418, 421, 422, 424, 426, 427, 
430, 441, 454, 460, 467, 468, 472, 474, 
482, 497, 513, 530, 538, 545. 
» Domenico ili Antonio, cardinale del tt. di S. 
Marco, patriarca di Aquileia, 25, 132, 197, 
240, 252, 296, 297, 305, 321, 361, 372, 
411, 478. 493, 530, 531, 532, 555. 
» Francesco di Girolamo di Antonio, alta di- 
fesa di Padova. 132, 146, 207. 
/ Piarti di M Sanato. — Tvi» IX 



indici: dki numi ih PtnsnsE e di cose 



c:>8 



Grimani Girolamo di Bernardo, senatore, 92, 161, 257. 
n N. N. (Marc' Antonio) di Domenico, 258. 
» Marino vescovo di Ceneda. 236. 
ii Pietro di Antonio, cavaliere (ferìer o frate) e 

commendatore di Rodi, 28, 270. 
» Vincenzo di Antonio, senatore, 373, 379, 383. 

Grimaldo Roberto contestabile di fanti al soldo vene- 
to, servi come lancia spezzata alla difesa del ba- 
stione di Codalunga a Padova, 237. 

Grioni, casa patrìzia di Venezia. 

» Andrea di Marco, alla difeso di Padova, 146, 



207. 



b (de) ì 



) Ambrogio, medico a Treviso, 1< 



Grilli, casa patrizia di Venezia. 

» Almorùdi Omobuono, olla difesa di Padova, 111. 

207. 
» Alvise ili Andrea, id., 147. 
ii Alvise di Francesco, id., 209. 
» Andrea di Lorenzo, id., 61, 147, 
» Andrea di Francesco, id.. 209. 
» Andrea procurator di S. Marco, provveditor ge- 
nerale in campo, 7, 25, 33, 35, 37, 39, 40, 44, 
45, 50,84,98.99,100, 101.103, 116,127.128. 
133, 152, 158, 162, 170, 180, 183, 233, 239, 
256, 259, 311, 312, 329, 336, 348, 355, 356, 
360, 361, 36G, 3B8, 372, 373, 379, 405, 415, 
417, 419, 426, 435, 450, 459, 462, 495, 466, 
483, 485, 510, 525, 526, 543, 55B. 
» Giovanni di Benedetto, fu podestà e capitano 

aRimini, 199. 
ii Marino di Triadano, fu provveditor ai sale, 257, 

379, 447, 44», 451, 511. 
» Omobuono di Battista, 369. 
i. Pietro di Omobuono, 147, 209. 
Grota (de la) monsignor, governatore delle genti d'ar- 
ine del Monferrato al campo Imperiale, 130, 479. 
Grua (de lai, v. Grotn (de la). 
Guagni Pincone comandante di fanterie veneziane, 325, 
Guain Guido, v. Vaini. 

Guarniero borghese di Cologua, 7 

Giurili Pier Mattia, padovano, 18. 
Guidotto Vincenzo segretario della Republiea in Un- 
gheria, 99, 141, 148, 228, 234, 269, 300, 334, 380, 
412, 469, 470, 40!), 519, 546. 
Guizardini (Guicciardini) Pietro, orator do' ftoreutlui 

all' Imperatore, 150. 
Gujoto Alvise da Montagnana, 326. 
Gujelmo (Guglielmo) interprete della Signoria di Ve- 
nezia, 239. 
Guoro, casa patrizia di Venezia. 

» Angelo di Girolamo, alla difesa di Padova, 145, 

245, 387, 407, 408, 444. 
» Giorgio di Girolamo, id. id., 145, 205. 
» Giusto di Pandolfo, id. id., 00, 144, 386, 181, 
4S9, 514, 562. 
Gusardo Leonardo, padovano, 142. 

43 



659 



H 



INDICE DEI NOUT DI PERSONE E DI COSE 

Justi, v. Giusti. 
Justinian, v. Giostinian. 
Justo, v. Giusto. 



GOO 



Herideri Enrico cavaliere, cancelliere al campo impe- 
riale in Frinii, 213. 
Hongaria (<T), re v. Ungheria (<T) casa reale. 

» orator, v. More Filippo. 
Hongari, v. Ungheri. 
Honoradi, casa patrizia di Venezia. 

» Lorenzo di Francesco, alla difesa di Pado- 
va, 146, 207. 



I 



Imbercourt (Hugonet d') capo di 3000 cavalli borgo- 
gnoni air assedio di Padova, 41, 180. 
Tmbracurt (d'), v. Imbercourt (d'). 
Imperator, v. Austria ;d') Massimiliano. 
Imperiali air assedio di Padova. Loro numero di ca- 
valli e di fanti, 189, 190. 
In ga Ideo Pasquale capitano di schiavi (cioè del di- 
stretto friulano di S. Giorgio degli Schiavi). 504. 
Inghilterra (d') casa reale. 

Enrico Vili (di Tudor) re, 80, 106, 149, 
163, 195, 270, 361, 372, 374, 409, 439, 
441, 443, 446, 453, 468, 478, 493, 497, 
506, 530. 
suo orator a Roma, v. Bainbrigg. 
Inquisitore del Consiglio de 1 X, N. N. 140, 398, 502, 
525. 
» mandato di Spagna a Napoli, 490. 
Ispani, v. Spagnuoli. 

Isuaglies Pietro, cardinale di S. Ciriaco nelle Terme, 
arcivescovo di Reggio di Calabria, 181, 478, 492, 
530, 531. 
Istrana (da) Gio. Battista, 110. 
Evangelista, 110. 



» 



» 



» 



Italiani, genti d'arme, all'armata imperiale, 62, 93, 
94, 102, 187, 197, 220, 230, 231, 240, 260, 255, 
263. 



J 



Jachino corriere, 79, 80. 

Jacob speziale sulla piazza del vino a Padova, 17. 

Jacobatiis (de) auditore di Rota, 531. 

Jacomo conte, v. Col lai to. 

Jane (signor) cipriotto, v. Lusignano. 

Janina (di) Andrea patrono di fusta, 289, 310. 

Joane (de) Jaches borgognone prigioniero a Venezia, 

116. 
Jocondo (fra), v. Giocondo. 
Jona Bonifazio di Verona, 23, 116. 
Joseph giudeo usuraio che teneva banco a Bassano, a 

Castelfranco e a Cittadella, 281. 
Julio II, v. Papi. 
Julio mantovano, v. Giulio. 



Lamberti Valerio segretario veneziano, 38. 

Lanaro Gaspare cittadino padovano, 113. 

Lanch o Lang Matteo vescovo di Giirck, consigliere 

imperiale, 15, 382, 399, 423. 
Landò, casa patrizia di Venezia. 

» Pietro di Giovanni, senatore, savio a terrafer- 
ma, 54, 69, 192, 199, 420, 445. 
Latini antichi, ricordati, 221. 
Latistener, v. Liechtenstein. 
Lattanzio, v. Bergamo (da). 
Laybacensis episcopus, v. Rauber. 
Legnago (da) Martino contestabile di fanti, 82. 
» (di) cittadini, 256, 257. 
» (di) oratori, 8. 
Legname o Li guaine (dal) cittadini padovani. 
» Battista, 16, 17. 
» N. N. moglie di Battista, 117. 
» Francesco fratello di Battista e del seguen- 
te, 16, 17. 
» Leonardo, con due figli, 113. 
Lena ;di Bià), v. Elena. 
Lendinara (da) Vigo o Lodovico, contestabile di fanti 

veneziani, 58, 396. 
Lenguaza Taddeo, cittadino padovano, 18. 
Leonini Angelo vescovo di Tivoli, nunzio in Francia, 

80, 297, 299, 489, 493. 
Leze o Lezze (da), casa patrizia di Venezia. 

Angelo di Antonio, alla difesa di Padova, 145. 

Donato consigliere in Cipro, 135. 

Donato di Michele, alla difesa di Padova, 143, 

209. 
Francesco di Lorenzo, 327, 478. 
N. N. figlio di Francesco, 478. 
Leonardo, 122. 
Priamo provv editor alla Camera d 1 Imprestiti, 

354, 377, 414. 
Silvestro di Giacomo, alla difesa di Padova, 49, 

60, 87, 386. 
Zanetto, o Giovannino, bastardo di Domenico, 
giustiziato, 179. 
Lia o Lio (de) Lodovico padovano, 113. 
Libret (di), v. AIbret (d'). 
Lictistener, v. Liechtenstein. 
Liechtenstein Paolo barone tedesco, governatore del 

Tirolo, consigliere imperiale, 15, 382, 389. 
Lignago, v. Legnago. 

Lignaro (da) Nicolò di Giacomo, padovano, 113. 
Lion o Leoni, casa patrizia di Venezia. 
» Alvise di Domenico, 511. 
» Andrea di Alvise di Giacomo, alla difesa di Pa- 
dova, 145, 205. 



» 



» 



» 



» 
» 
» 
» 



» 



» 



661 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



C62 



Lkm Domenico di Alvise, 61. 
» Giacomo conte e provveditore a Spalato, 507, 540. 
» Giosafatte di Andrea, 498. 
» Giovanni di Francesco, alla difesa di Padova, 61, 

146, 207. 
» Girolamo di Pietro, alla difesa di Padova, 146, 

207. 
» Nicolò di Andrea, id. id., 145, 205, 358. 
» Pietro di Maffio consigliere ducale e poi capi- 
tano a Famagosta, 107, HI, 161, 417, 427. 
» Simeone di Tomaso, alla difesa di Padova, 146, 

206. 
» (da) famiglia nobile di Padova. 
» Giacomo dottore, giustiziato per fellonia, 73, 116, 

336, 353, 359. 
» Giorgio, 16. 
» Giovanni prete, 142. 
» Giovanni, 67. 
» Lionello, 17. 

» N N. moglie di Lionello, 117. 
» Paolo, 16. 
Lipomano, casa patrizia di Venezia. 
» suo banco, 297. 

» Alessandro di Giovanni, 302, 450. 

» Francesco di Giovanni, alla difesa di Pa- 
dova, 147, 208, 477. 
» Girolamo di Tomaso, 135, 435. 
» Nicolò protonotaro apostolico, di Tomaso, 

135. 
» Nicolò di Francesco, 417, 494. 

Lira (de) Francesco da Conegliano, 117. 
Livello Michele e suo nipote cittadini padovani, 113. 
Liviano, v. Alviano (d'). 
Lochies (di) capitano, 320. 
Lodi (di) vescovo, v. Sforza Ottaviano Maria. 
Lodovico (signor), v. Sforza. 

» duca di Milano, v. Sforza. 
» .... (col. 474), v. Fermo (da). 
Lombardo, casa patrizia di Venezia. 

» Giulio di Leonardo, 119, 289, 311, 352, 

413, 450. 
» Marco di Leonardo, alla difesa di Padova, 
209. 
Longo, casa patrizia di Venezia. 

» Nicolò, uno de* più ricchi gentiluomini di Ve- 
nezia, 122. 
Longobardi, ricordati, 220. 
Lonigo (da) Antonio, uno degli oratori di Vicenza, 334. 

» (di) oratori a Venezia, 381. 
Loredan, casa patrizia di Venezia. 

» Alvise di Leonardo doge, alla difesa di Pa- 
dova, 132, 133, 135, 137, 157, 178, 240. 
•> Alvise di Luca, sopracomito di galera, 85, 

103, 164, 330, 410, 410, 521. 
» Alvise di Matteo, 410, 416. 
» Alvise di Paolo, sopracomito di galera, 30, 
292. 



Loredan Alvise castellano di Mocho in Istria, 196. 
» Andrea di Nicolò, de 1 X, già luogotenente 
in Friuli, provv editor all'Arsenale, 5, 
28, 30, 31, 42, 43, 54, 70, 77, 92, 96, 
368, 417, 427, 562. 
. » Antonio cavaliere, di Lorenzo, savio del Con* 
siglio, 31, 104, 196, 233, 421, 439, 458, 
544. 
» Antonio di Matteo, 143, 204, 499. 

» Benedetto, 88. 

» Bernardo, del doge Leonardo, alla difesa di 
Padova, 132, 133, 135, 137, 157, 240, 305. 

» Ettore di Nicolò, alla difesa di Padova, 148, 
210. 

» Giacomo di Antonio cavaliere, 387. 

» Giacomo di Domenico, 386. 

» Giacomo di Francesco, 387. 

» Gio. Andrea di Nicolò, de 1 X, 97. 

» Leonardo doge, 6, 12, 27, 29, 30, 37, 44, 
48, 62, 65, 73, 86, 87, 92, 97, 101, 104, 
107, 111, 122, 125, 126, 134, 138, 140, 
166, 167, 170, 171, 173, 174, 211, 213, 
225, 226, 238, 239, 256, 257, 263, 287, 
328, 339, 368, 378, 383, 401, 402, 407, 
409, 411, 413, 416, 428, 431, 432, 434, 
457, 472, 503, 505, 509, 513, 517, 520, 
530, 544, 545, 551, 556, 557, 574, 577, 
579, 581. 

» Lorenzo di Leonardo doge, 435, 447, 503. 

» Lorenzo di Pietro, capitano delle galere di 
Alessandria, alla difesa di Padova, 47, 49, 
60, 158, 255, 281. 

» Luca di Francesco, 235. 

» Marco di Antonio cav. proc.. prigione do 1 
francesi, 48, 54, 509. 

» Marco di Domenico, 147, 334, 354, 375, 897, 
426, 434, 556. 

» Marc 1 Antonio di Giorgio, del Consiglio dei 
X, 28, 227, 242, 257, 413, 417, 427, 438, 
501,505, 520, 523. 

» Pietro provveditor sopra Camere, 78. 

» Pietro di Alvise da S. Toma, alla difesa di 
Padova, 146, 207. 

» Sebastiano di Fantino, 61. 

» Zaccaria di Luca, capitano delle galere ba- 
starde, 88, 95, 128, 143, 211, 270, 514. 

» Giorgio di Marc 1 Antonio, alla difesa di Pa- 
dova, 147, 209, 230. 

» Giovanni cittadino, capitano dello prigioni, 
116. 
Lorenzi sopraintendento allo miniere d' ar- 
gento di Schio, dei Pesaro, Marcello e Grimani, 373. 
Lorenzo Sartor ferrarese a Padova, 17. 
Losco Antonio cavaliere e oratore vicentino a Vene- 
zia, 439. 
Lovato o Lupati Marchiò o Melchiorre, notaio pado- 
vano, 113, 3G9. 



663 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



664 



Lubiana (di) vescovo, v. Rauber. 

Luca libraio a Padova, 113. 

Lucca (di) oratori air Imperatore, 252 

Lucchesi, 251. 

Lucemburg (di), v. Luxembourg. 

Lusignano (di) figli naturali di re Giacomo II di Cipro. 

» Eugenio, o Genio, o Gemio, 116. 

» Giacomo, o lane, o Janus, 116. 
Lunardo (fra 1 ), v. Prato (da). 
Luxembourg (di) Filippo, prete cardinale de' SS. Pie- 
tro e Marcello, vescovo di Le Mans, 132, 252. 
Luzasco Paolo veronese, 23, 116. 
Luzio (dominoì. v. Malvezzi. 



Maffci (de') Bartolammeo, veronese. 390. 
Magno, casa patrizia di Venezia. 

» Andrea di Stefano, fu podestà e capitano a 
Crema, 519. 

» Vincenzo di Pietro, 386, 450. 
Magonza (di) vescovo, v. Gemmingen. 
Mainardo, o Mainardi, Giorgio di Nicolò, veneziano, 

148, 208. 
Maistro (o Maestro) dei corrieri dell 1 Imperatore, 263. 
Malacarne Domenico di Monselice, 117. 

» Giacomo, 117. 
Malaspina marchese Gianfìlippo, di Verona, 445. 
Malatesta Pandolfo, già signore di Rimini, signore di 

Cittadella, al campo imperiale, 10,46, 56, 72, 124, 

166, 244, 257, 283, 315, 327, 351, 489. 

— Galeazzo da Pesaro, al campo imperiale, 102. 

— Ramberto conte di Sogliano, 451. 
Maldonato, spagnuolo, condottiere al soldo de 1 vene- 
ziani, 184. 

Male fin, veneziano, già patrono di galera di traffico, 516. 
Malfatto Camillo, contestabile di fanti veneziani, 14, 

26, 123, 139, 257. 
Malipiero, casa patrizia di Venezia. 

» Alessandro di Francesco, 384. 

» Alvise di Giacomo, fu consigliere ducale, 

422, 458, 574, 577, 579, 580, 581. 
» Antonio di Domenico, 386, 451. 
» Angelo, 562. 

« Domenico di Francesco, provveditor del- 
l' armata, 7, 99, 416, 417, 427, 513. 
» Francesco di Perazo (Pietraccio), 234. 
» Gaspare di Michele, senatore, 54, 69, 290, 

379, 430, 438, 535. 
» Giovanni, fu sopracomito, 384. 
» Gio. Francesco di Trailo, alla difesa di Pa- 
dova, 145, 206, 515. 
» Gio. Maria di Pietro, id. id., 148, 210. 
» Girolamo di Francesco, 384. 
» Marco di Paolo, 44. 
» Marino di Pietro, castellano a Rovigo, 357, 
377. 



» 



» 



Malipiero Nicolò di Antonio, fu patrono all' Arsena- 
le, 511. 
Pasquale, provveditor sopra Uffixii, 376. 

Troilo, 562. 

Malori» Alvise cancelliere dei conti di Sarego, 17. 
Malombra, cittadini veneziani. 
Malombra Alvise vescovo d'Arbe, 74, 431. 
» Andrea, alla difesa di Padova, 148. 
» Antonio di Bartolammeo, id. id., 208. 
Malvezo, o Malvezzi, bolognesi, condottieri de' vene- 
ziani. 
» Ercole, 60. 

Lucio, 11, 13, 29, 33, 35, 37, 40, 50, 52, 59, 
108, 121, 128, 138, 175, 181, 183, 188,235, 
256, 260, 289, 305, 306, 313, 322, 323, 333, 
336, 372, 419, 426, 459, 463, 465, 466, 192, 
542. 
» Manarini, cittadini veronesi, 367. 
Manassi Teodoro, capo di stradiotti veneziani, 364, 

503. 
Manfrone Gio. Paolo (di) compagnia d' uomini d'arme 

alla difesa di Padova, 59. 
Manolesso, casa patrizia di Venezia, 
» N. N. 238. 
» Marco, 420, 509. 

Manoli Giovanni, capo di balestrieri, 17. 
Mansmiìn8ter Gio. Gaspare consigliere imperiale, pri- 
gione dei veneziani, 116, 523. 
Mantova (di) marchese, v. Gouzaga Gio. Francesco. 
» marchesana, v. Gonzaga Isabella. 
» cardinale, v. Gonzaga Sigismondo. 
» (di) Zerpellon capitano di gente d'arme di 
parte imperiale, 528. 
Mantovani cittadini, 62. 
Mantovano (Mantoan) Alvise medico, 4r2. 
» Battista, v. Spagnolo. 
» Giulio, 45. 
Manzino (del) Sebastiano, contestabile di fanti vene- 
ziani, 58. 
Manzon Carlo (di) moglie relegata a Venezia, 118. 
Maphei, v. Maffei. 
Mar (dal), v. Adimari. 

Maran (da) Francesco già contestabile di fanti vene- 
ziani, 274. 
» Girolamo, cittadino di Padova, 113. 
Marca (dalla) Luca, contestabile di fanti veneziani, 

58, 404. 
Marchioro (domino) tedesco prigione dei veneziani, 523. 
Marco vidi conte Pietro di Polizza, 506, 508, 541. 
Marin, casa patrizia di Venezia. 
» Benedetto, 94, 168. 

» Benedetto di Marco, provveditor a Est e, 440. 
» Bartolammeo, 83. 

» Carlo di Antonio, provv. a Leguago, 8, 35, 37, 
52, 53, 67, 91, 191, 228, 240, 246, 269, 271, 
312, 322, 337, 373, 383, 407, 416, 443, 454. 
» Giacomo, podestà di Marano, 158. 



665 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



666 



Maria Giovanni di Girolamo, 54, 77. 

» Girolamo, podestà e capitano di Treviso, 11, 

68, 120, 133, 227, 350, 373, 510. 
» Nicolò di Pietro, senatore, 512. 
» (de) Alvise, cittadino e segretario veneziano, 
184. 
Marinato Giacomo cavallaro, 162, 245, 480. 
Madonna di Monte (di) frati a Vicenza, 267. 
Marostega (Marostica, nel vicentino) di: 
» oratori alla Signoria, 881. 
» (da) Senin, cittadino padovano, 18. 
Marostegani (borghesi di Marostica), 250, 263. 
Martignago (da) cittadini trevigiani. 
» Bernardino, 109. 

» Bianchino, 110. 

» Michele, HO. 

Martinengo, famiglia nobile di Brescia, 327. 

» (da) Bartolammeo prigione a Venezia, 116. 

Martini (di) Andrea ferier (frate, o cavaliere) di Ro- 
di, 81. 
» Zaccaria segretario, 541. 
Martino (fra) di S. Francesco, trevigiano, 109. 

» (di) Domenico, popolare veneziano incrimina- 
to, 540. 
Marcello, casa patrizia di Venezia, 516. 

» avea casa di campagna a Noventa sul pa- 
dovano e vi alloggiò l'Imperatore, 167. 
» Alvise di Giacomo, fu prò v vedi tor a Raven- 
na, 31, 265. 
» Alvise di Gio. Francesco, fu alla difesa di 

Padova, 147, 209. 
» Angelo di Lorenzo, fu capo della Quaran- 
ta, 450. 
» Antonio di Andrea, sopracomito di galera, 

249, 340, 849, 410, 416. 
» Donato, 373. 
» Fantino di Pietro, 302. 
» Filippo di Girolamo, di Antonio, alla difesa 

di Padova, 60. 450. 
» Filippo di Pietro, 451. 
» Francesco vescovo di Trau, 431. 
» Francesco di Andrea, sopracomito, 391, 392, 

397, 430, 437, 506, 514, 561. 
» Giacomo di Giovanni, fu capitano delle ga- 
lere di Barati, 514, 516. 
» Giovanni, vice podestà e provveditore a Vi- 
cenza, 402, 413, 442, 511. 
» Giovanni di Andrea, da S. Vitale, 383, 384, 

440. 
» Giovanni Francesco di Fantino, 147, 209, 303. 
» Giovanni di Pietro da S. Marina, 377, 561. 
» Girolamo di Antonio, di Giacomo, alla di- 
fesa di Padova, 144, 206. 
» Lorenzo di Nicolò, 386, 515. 
»> Marco di Giacomo Antonio cavaliere, prov- 
veditore a Monselicc, 61, 307, 332, 3ò6, 
339, 3Go, 369, 410, 481. 



» 



» 



Marcello Nadal (Natale) di Nicolò, fu sopracomito, 395, 
410, 416, 499, 514, 561. 

Nicolò di Francesco, fu signor di notte, 386, 
408, 417. 

Pietro di Giacomo Antonio cavaliere, prov- 
veditor generale in campo, 10, 28, 29, 
30, 33, 44, 63, 75, 82, 105, 120, 133, 
139, 147, 155, 162, 166, 167, 168, 169, 
171, 172, 179, 180, 191, 192, 193, 195, 
227, 231, 239, 241, 244, 246, 249, 250, 
255, 259, 262, 263, 264, 266, 269, 271, 
272, 274, 276, 279, 283, 290, 292, 293, 
295, 304, 306, 807, 311, 314, 315, 316, 
317, 321, 322, 324, 226, 328, 833, 336, 
344, 348, 355, 356, 360, 365, 368, 373, 
378, 379, 389, 415, 417, 419, 486, 437, 
444, 449, 450, 452, 455, 456, 458, 459, 
462, 464, 465, 469, 471, 479, 482, 491, 
500, 501, 505, 510, 512, 518, 525, 526, 
538, 543, 550, 572. 
» Pietro Antonio di Fantino, 291. 
» Pietro di Filippo, fu capitanerà Bergamo, 28, 
361. 

Pietro di Giovanni, 141, 210. 

Pietro di Vittore dalla Giudecca, alla difesa 
di Padova, 145, 208. m 
» Sebastiano di Antonio, 61. 

Valerio conte a Zara, 129, 480, 549. 



» 
» 



» 



Mastelari Vincenzo, dottore padovano, marchesco, 35. 

Martellon mantovano capitano di genti imperiali a Ve- 
rona, 367. 

Mattia (fra) di S. Agostino a Padova, tedesco, 17. 

Maza o Massa (di) conte, 462. 
» Marco Antonio di Giovanni Stefano, cittadino ve- 
neziano alla difesa di Padova, 208. 

Maxa o Mazza Giovanni, bombardiere, eletto capitano 
di giustizia a Venezia, 288. 

Maximiano, v. Austria (d 1 ) casa: 

Mazo o Maso (da) Francesco cittadino padovano, 113. 

Mazamosto (da) Gio. Gaspare, v. Mansmiìneter. 

Mazucchi Alvise di Capodistria, già cancelliere di Fra- 
cassa Sanseverino, 290. 

Medici di Firenze, 

» Giovanni diacono cardinale del tt. di S. Maria 

in Domnica, 297, 493, 530, 581. 
» Giuliano, 495. 

Medolo (da) Alvise cittadino di Treviso, 109. 

Megaduca Dimitri, capo di stradiotti, 37, 98, 224, 447, 
449. 

Megii (di), v. Bmili. 

Melz o Malz (di) conte, v. Sforza Galeazzo. 

Memo, casa patrizia di Venezia. 
» Antonio di Francesco, 512. 
» Arsenio di Giorgio, alla difesa di Padova, 61, 

143, 186, 191, 209. 
» Francesco di Nicolò, 436, 506. 
» Giovanni Batt , prigione del Pontefice, 239, 299. 



6C7 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



668 



Memo Marco di Andrea, 499. 
» Marc 1 Antonio di Lorenxo, alla difesa di Pa- 
dova, 145, 205. 
» Nicolò di Andrea, provveditor alla sanità, 92, 

161, 329, 330, 423, 436, 170, 472, 473. 
» Stefano di Giorgio, 186, 191. 
» Toma di Nicolò, morto alla difesa di Padova, 
145, 206, 227, 236. 
Menegaldi (de*) Albertino cittadino di Treviso, 109, 

118, 119. 
Merigo (da), v. Almerico. 
Michiel, casa patrizia di Venezia. 

» Alvise, del Consiglio de 1 X, 82, 216. 

» Alvise di Vittore, di Michele, 386, 522, 562. 

» Angelo di Tommaso, alla difesa di Padova, 

143, 209. 
» Antonio di Pietro, fu provveditore a Bassano, 

339, 354, 355, 362, 440. 
» Aurelio di Andrea, fu castellano a Brighel- 
la, 303, 386. 
» Giacomo di Biagio, alla difesa di Padova, 148, 

187, 188, 189, 190, 191, 210, 376. 
» Girolamo di Alvise, alla difesa di Padova, 147, 

209. 

» Lodovico, 384. 

» M afflo di Nicolò procuratore, fu podestà a 
Lendinara, prigione del duca di Ferrara, 
526. 

» Marco, S84. 

» Marino di Maffio, alla difesa di Padova, 
146. 

» Marino dì Alvise, di Maffio, alla difesa di Pa- 
dova, 206. 

» Nicolò dottor, cavaliere, procuratore di S. Mar- 
co, 5, 192, 226, 503. 538. 

» Nicolò di Francesco da S. Margherita, alla 
difesa di Padova, 147, 209. 

» Nicolò di Francesco, dottore, senatore, 122, 
292, 339, 375, 469. 

» Paolo di Giacomo, 384. 

» Pietro, 264. 

» Sebastiano, 239. 

» Tommaso di Pietro da S Polo, alla difesa di 
di Padova, 208, 450, 515. 

» Tommaso di Gio. Matteo, alla difesa di Pa- 
dova, 143, 147, 209. 

» Vittore di Michele, 24, 104, 106, 290, 310, 
363, 366, 371, 418, 427, 441, 442, 443, 445, 
455, 488, 562. 

» Vincenzo di Nicolò cavalier procurator, alla 
difesa di Padova, 146, 206. 

» (Michiele) araldo dell'Imperatore, 238. 
Mezo (da), casa patrizia di Venezia. 
» Alvise, 477. 
» Antonio, 540. 
» Francesco di Antonio, 484. 
» Nicolò di Santo, alla difesa di Padova, 209. 



Miani, casa patrizia di Venezia. 

» Battista di Paolo Antonio, alla difesa di Pa- 
dova, 147, 208. 
» Giacomo di Paolo Antonio, id. id., 147, 208. 
» Luca di Angelo, id. id., 146, 206, 385, 387, 

397, 399, 508. 
» Marco di Angelo, id. id , 146, 207. 
» Marco di Luca, 522. 

» Paolo Antonio di Giacomo, consigliere ducale, 
poi duca in Candia, 31, 458, 477, 488. 
Mihmie voivoda transalpino (oltre il Balkan). 564. 
Miniato Antonio fiorentino morto nel terremoto di Co- 
stantinopoli, 361. 
Milion (di, d'Emilion?) monsignor, capitano france- 
se, 414. 
Milanesi confinati a Padova, 17. 
Minio, casa patrizia di Venezia, 
» Alessandro, 239. 
» Alvise, 299. 
» Andrea di Lorenzo, 425. 

» Bartolammeo, fu podestà di Padova, 31, 216, 228. 
» Filippo podestà di Albona e Fianona, 547. 
» Lorenzo di Al moro, provveditor a Gradisca, 

385, 561, 573. 
» Luca di Nicolò, 504. 

» Marco provveditor alle biade, 69, 363, 454. 
» Tiberio di Luca, alla difesa di Padova, 146, 206. 
Minotto, casa patrizia di Venezia, 

» Alvise di Giacomo, 49, 50, 60. 
Mirandola (della) e di Concordia, conti di casa Pico. 
» Gio. Francesco di Galeotto, 272, 304, 328, 

397, 398, 399, 400, 556. 
» Lodovico di Galeotto, 33, 47, 76, 81, 84, 86, 
102, 259, 267, 269, 372, 396. 
Milan (di) duca o signor Lodovico, v. Sforza. 
Milan servitore di Conte Alvarotto padovano, 142. 
Mocenigo, casa patrizia di Venezia. 

» Alvise di Tomaso, cavaliere, provveditor 
generale, orator all'Imperatore etc., 13, 
15, 26, 27, 28, 107, 120, 123, 125, 134, 
137, 154, 155, 159, 166, 177, 191, 227, 
231, 265, 271, 289, 304, 306, 307, 312, 
313, 315, 316, 826, 327, 332, 337, 341, 
350, 352, 355, 359, 362, 368, 374, 882, 
383, 388, 396, 410, 415, 423, 426, 427, 
429, 431, 437, 445, 460, 471, 500, 504, 
505, 508, 525, 542, 543, 556. 
» Andrea di Tommaso, abate di Coniolo, 74. 
» Andrea di Leonardo, dottore, 122. 
» Giovanni di Pietro, 90, 91, 199, 271, 312. 
» Leonardo del doge Giovanni, fu consiglier 
ducale, 417, 422, 427, 574, 577, 579, 580, 
581. 
Matteo, 8. 



» 



» 



» 



Pietro di Leonardo, alla difesa di Padova, 

144, 206. 
Pietro di Tommaso procuratore, 85. 



6G9 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



(V70 



Mocenigo Tommaso procurator di S. Marco, savio 
del Consiglio, 216, 228, 330, 421, 422, 
460, 467, 503, 526, 537. 
ModoDe (da) Domenico contestabile di fanti veneziani, 

289, 355, 366, 374, 398. 
Modoneo, v. Daca* 
Molino, casa patrizia di Venezia. 

» Alvise di Nicolò, savio del Consiglio, 25, 48, 
64, 68, 100, 107, 149, 162, 176, 195, 199, 
275, 281, 282, 307, 327, 339, 366, 371, 401, 
403, 407, 416, 421, 422, 424, 430, 449, 454, 
455, 457, 461, 466, 472, 474, 475, 481, 517, 
526, 535, 543, 544, 562. 
Andrea di Bernardo, di Andrea, alla difesa di 

Padova, 206. 
Andrea di Marino, 61, 211. 
Bernardo di Francesco. 
Costantino, alla difesa di Padova, 146, 207. 
Daniele, alla difesa di Padova, 146. 
Daniele di Antonio di Giovanni, camerlengo a 

Corfù, 151, 160. 
Domenico di Bernardino, alla difesa di Padova, 

145, 205. 
Giovanni, 381. 
Gio. Francesco di Filippo, di Maffio, alla difesa 

di Padova, 146, 207. 
Marco di Paolo, consigliere ducale, 215, 244, 

338, 457, 458. 
Marc 1 Antonio di Filippo, di Maffio, alla difesa 

di Padova, 146, 207. 
Marino, console in Alessandria, 27, 192, 513. 
Vincenzo di Filippo, di Maffio, alla difesa di 
Padova, U6, 207, 302, 387, (pei tre fratelli 
Gio. Francesco, Marc 1 Antonio e Vincenzo, 
il testo va corretto, come qui si vede). 
Moldavo, v. Moldavia (di). 
Moldavia (di} Stefano voyvoda, 300. 
Moocelese (da), v. Monselice. 
Moneta Stefano contestabile di fanti veneziani, 501. 
Monopoli (da) frate Girolamo di S. Agostino, di Pa- 
dova, 113. 
Monselice (da) Benedetto medico, 271, 305. 
» Francesco dottor, 112. 
» (di) cittadini, 32, 390. 
» (di) fanti, 313. 
Monta^n ai) a (da) maestro Bartolammeo medico, 17, 486. 
» (di) podestà imperiale e deputati ad ud- 

ita, 204. 
» (di) governatore pel duca di Ferrara, v. 

Villa. 
Montalbano [da) di Conegliano. 
» Almerico, 117, 119. 

» Autonio dottore, 119, 362. 

Monto (da) Antonio auditore della Camera Apostoli- 
ca, 238. 
» (del) Pietro generale delle fanterie veneziane, 
iiK»rto alla battaglia di Gìiiaradadda, G8. 



» 

» 
» 

» 

» 

» 

» 

» 

» 
» 



Monteacuto capo di balestrieri del capitano genera- 
le, 228, 231. 
Montebello (di) villani, 316. 
Montibus (de) Gio. Camillo prigione de 1 veneziani, 

282, 293. 
Montona (da) Agostino dottore, 109. 
More Filippo orator d'Ungheria a Venezia, 122, 140, 
226, 228, 282, 384, 409, 412, 413, 434, 443, 454, 
456, 457, 469, 473, 481, 482, 503, 505, 507, 517, 
519, 521, 533, 536. 
Morea (della) bascià, v. Aly. 
Morelo, over Musato, Romolo, padovano, 117. 
Moreiini, v. Morosini. 
Moro, casa patrizia di Venezia, 
» Agostino di Marino, alla difesa di Padova, 146, 

207. 
» Bernardo di Leonardo, 186. 
» Bartolommeo di Francesco, 242, 498, 515, 561. 
» Cristoforo provveditor generale in campo, e 
quindi podestà di Padova, 6, 11, 15, 24, 29, 
31, 33, 34, 37, 38, 39, 40, 50, 52, 53, 67, 78, 
84, 94, 95, 96, 98, 100, 105, 106, 116, 120, 
127, 139, 140, 151, 152, 162, 226, 239, 250, 
300, 311, 321, 323, 324, 326, 329, 330, 337, 
339, 341, 351, 362, 367, 373, 384, 399, 402, 
415, 418, 427, 437, 442, 446, 458, 459, 471, 
480, 510, 543, 551, 558. 
» Daniele, 54, 78, 94. 
» Fantino di Antonio, 387, 408. 
» Giovanni capitano delle galere di Bar u ti, 47, 

49, 255, 281. 
» Giovanni di Antonio, capitano delle galere ba- 
starde, 385, 398, 430, 437, 506, 509, 513, 
515. 
» Giovanni di Damiano, alla difesa di Padova, 61, 

144. 
» Giovanni di Lazaro, 461. 
» Girolamo di Leonardo, alla difesa di Padova, 

143, 186, 205, 386. 
» Lorenzo di Cristoforo prov. generale, 120, 139, 

235. 
» Marco di Bartolammeo, alla difesa di Padova, 

147, 208. 
» Pietro di Gabriele, fu senatore, 417, 427. 
» Santo di Marino, dottore, fu auditor nuovo, 61, 

121, 376, 468. 
» Sebastiano di Damiano, alla difesa di Padova, 
è fatto capo di 500 cavalleggeri, 7, 45, 47, 
49, 61, 128, 131, 145, 157, 178, 181, 255. 
» Tommaso di Alvise, sopracomito, 85, 142, 143, 
254, 340, 341, 343, 398, 411, 514. 
Morosini, casa patrizia di Venezia. 

» Andrea detto Brati di Giustiniano, prigione 

dei francesi, 54, 85, 92, 436. 
» Angelo, alla difesa di Pado\a, 147. 
Antonio, bailo a Corfù, 11. 
Barbone, 371. 



» 
» 



671 



INDICE DEI NOtfl DI PERSONE E DI COSE 



C72 



Morosini Battista, del Consiglio dei X, 216, 229, 284, 
425, 435, 455, 502, 503, 560. 
» Benedetto di Giusto, alla difesa di Padova, 

147, 209. 
» Bernardo, 473. 

» Federigo di Girolamo, mercadante a Lon- 
dra, 439, 506. 
» Francesco pagatore in campo, 313, 323, 337, 

345, 485, 514. 
» Giacomo di Carlo, sua casa a Montalbano 

nel distretto di Chioggia, 158, 159. 
» Giovanni di Domenico, da S. Cassiano, alla 

difesa di Padova, 146, 206, 408. 
» Girolamo di Pietro, da S. Cassiano, alla di- 
fesa di Padova, 60, 147. 210. 
» Giustiniano di Marco, prigione in Francia, 

422, 423, 436, 506. 
» Leonardo di Gabriele, 61. 
» Marino di Paolo, avogador di Comune, 31 , 35, 
38, 40, 49, 54, 63, 64, 70, 77, 85, 92, 97, 
107, 119, 163, 170, 171, 174, 186, 216, 
336, 353, 368, 383, 426, 443, 444, 454, 
465, 467, 510, 516, 255, 538, 545, 546, 
557, 558< 559. 
» Orsato (di) figlia ed erede, sposa Giacomo 

Corner di Giorgio cav. proc., 270. 
» Pandolfo di Girolamo, 439. 
» Paolo di Marco, 545, 559. 
» Pierantonio patrono di galera di Baruti, 361. 
» Pietro di Battista, alla difesa di Padova, 145, 

205. 
» Pietro, fu consigliere ducale, 324, 344, 457, 

559. 
» Pietro di Francesco, fu podestà a Murano, 

44, 515. 
» Tommaso di Marco, da 1 SS. Giovanni e Pao- 
lo, 378, 380, 394, 402, 545, 559. 
» Vittore di Giacomo, 65, 85, 92, 161, 164, 
232, 329, 375, 425, 517, 522. 
Mori corsari, 198. 

Mosto (da), casa patrizia di Venezia. 
» Andrea di Pietro, 514, 562. 
» Bartolammeo di Giacomo, capitano di galere ba- 
starde, 513, 515, 556. 
» Cipriano di Bartolammeo, alla difesa di Padova, 

206. 
» Francesco di Pietro. 307, 559. 
» Giovanni di Francesco, alla difesa di Padova. 

148, 210. 
» Pietro di Francesco. 386. 
» (cittadino) Cipriano naturale di Girolamo, 146. 
Motta (da la) Girolamo contestabile di fanti venezia- 
ni, 237. 

Motella (della) Taddeo, già condottiere de 1 veneziani, 

416. 
Motino (Lorenzo?) capitano delle galere pontificie, 81, 

83, 131. 



Mozenigo, v. Mocenigo. 
Muazzo o Mudazzo, casa patrizia di Venezia. 
» Alvise di Pietro, 24. 
» Francesco di Paolo, alla difesa di Padova, 145, 

255. 
» Giovanni, sopracomito, 32, 443. 
» Pietro di Marco, 375. 
» Pietro di Nicolò, 61. 

» Zaccaria di Paolo, alla difesa di Padova, 145, 
205. 
Mula (da), casa patrizia di Venezia. 
» Agostino di Paolo, alla difesa di Padova, 63, 

143, 204. 
» Alvise, 54, 520. 

» Antonio provveditor al Zante. 12, 106, 331. 
» Girolamo di Giovanni, senatore, 424, 519. 
Mussato, famiglia nobile di Padova, 108. 
» Alessandro, 116. 
» Francesco dottore, 17. 
» Gio. Francesco, 295, 353. 
» Marco Antonio, 116. 
Muscatello o Moscatello cittadino veneziano, 411, 414. 
Musoli (de'j Benedetto dottore cancelliere di Cherao, 

192. 
Mustafà bassa primo visir, 527, 565. 
Mutoni (de) Matteo, cittadino trevigiano, 109. 
» Paolo, id., 118. 



Naldo (di) da Brisighella, condottieri di fanterie al 
soldo dei veneziani. 
» Babone, 57. 

» Dionisio, capitano generale delle fanterie vene- 
ziane, 553. 
Vanno attribuiti a Dionisio tutti i numeri che 
furono assegnati a Caracciolo Gio. Battista, 
già ucciso a tradimento Tanno innanzi. 
» Vincenzo, 423, 436, 506, 509. 
Nalt (di), v. Anhalt. 
Nani, casa patrizia di Venezia. 
» suo palazzo presso a Padova, 162. 
» Antonio di Francesco, fu conte in Arbe, de* 

XL, etc, 393, 408, 450. 
» Francesco cousiglier ducale, 215, 300, 457, 520. 
» Girolamo di Francesco, 498. 
» Paolo pagatore in campo, 36, 50, 257, 281, 292, 
283, 287, 292. 
Napoli (di) cardinale, v. Caraffa. 

» (da) Girolamo condottiere di fanterie venezia- 
ne, 58. 
» (di) Viceré, v. Aragona (d'j. 
» (a) console veneto, v. Anselmi. 
Navagero, casa patrizia di Venezia. 
» Bernardo di Andrea, 233. 
» Giovanni, 69. 
» Michele di Luca, 519. 



073 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



674 



Navagero Sebastiano di Michele, alla difesa di Pado- 
va, 145, 205, 386, 450. 
Navnjer, v. Navagero. 

Navarro conte Pietro capitano spagnuolo, 534. 
Negro fiulfardo mercadante tedesco a Venezia, 257, 
270, 382, 429. 
» Girolamo veneziano, uomo di mare, 255. 
Neudeck (di) Giorgio vescovo di Trento, governatore 
imperiale di Verona, 78, 268, 321, 323, 325, 333, 
343, 376, 382, 390, 410, 428, 444, 445, 464, 479, 
519. 
Nichesola Gallese vescovo di Belluno, 198. 
Nichsia (di), v. Orsini arcivescovo di Nicosia. 
Nievo (dal) Bartolammeo di Vicenza, 331. 
Noale (da) Francesco, HO. 

» (di) borghesi, 283. 
Nogarola (da) famiglia nobile veronese. 

» Galeotto, prigione de 1 veneziani, 35, 40, 45, 

117. 
» Girolamo, 264, 267, 273, 276, 321, 326, 329. 
Nona (da) capi di stradiutti. 
» Nicolò, 63. 
» Giorgio, 541. 
Novello Benedetto, trevigiano, 109. 
- » Giacometto contestabile di fanterie veneziane, 
183, 255, 259, 260, 263, 269. 
» Giovanni iZuan, Zanetto) id., id., 96, 139. 
» Marco Antonio patrono di nave, 82. 



Obigni (di) monsignore, v. Aubigny (d'). 
Obizzi, famiglia nobile di Padova. 

» Girolamo cavaliere, 35. 
Ongarello Paolo, cittadino padovano, 142. 
Ongaria (d'), v. Ungheria (d'). 
Onigo, (d') famiglia nobile trevigiana. 
» Antonio, 118. 
» Aurelio, 118. 
» Gio. Antonio, 110. 
» Gio. Nicolò, 109. 
» Guglielmo, 118. 
Oraro (dall'), cittadini padovani. 
» Antonio, 114. 
» Bartolammeo dottore, 114. 
» Francesco dottore, 114. 
Oratori veneziani alla corte di Roma, v. 
Capello Paolo 
Donato Girolamo 
Pisani Paolo 
Malipiero Alvise 
Mocenigo Leonardo 
Trevisan Domenico 
e a colonne, 9, 14, 80, 83, 100, 136, 180, 
197, 228, 243, 251, 297, 298, 448, 477, 489, 
492, 555, 574, 577, 580, 581. 

/ Piarti di M. Sanuto — Tom. IX. 



Oratori veneziani all'Imperatore, v. 

Corner o Cornaro Giovanni 
Mocenigo Alvise cavaliere 
e le colonne, 415, 419, 423, 429,435, 437, 
441, 444, 452, 454, 457, 463, 467, 471, 479. 
483, 489, 499, 505, 542, 556. 
» id. in Inghilterra, v. Badoer Andrea e Capello 

Francesco. 
» id. in Ungheria, v. Gui dotto Vincenzo segre- 
tario residente e Pasqualigo Pietro. 
» imperiali a trattare coi veneziani, 415, 419, 
423, 429, 435, 437, 441, 444, 452, 454, 457, 
463, 467, 471, 479, 483, 489, 499, 505, 542, 
556. 
» francese in Inghilterra, v. Fechen. 
» id. in Ungheria, 432. 
» di Spagna a Roma, v. Ferrer. 
» d'Ungheria alle Potenze, 228. 
» del Soldano al Gran Signore, 546. 
» della Patria del Friuli ai Veneziani, v. Patria. 
» veronesi ali 1 Imperatore, 428, 464. 
» vicentini all'Imperatore, 235, 264. 
» id. al campo veneto, 311, 317. 
» id. alla Signoria, 334. 
Orio, casa patrizia di Venezia, 
» Francesco di Pietro, fu savio a terraferma, 199, 

445. 
» Lorenzo di Paolo, dottore, fu auditore e sindaco 

in terraferma, 121, 184, 375, 469. 
» Marco, 239, 299. 
» Matteo di Giovanni, alla difesa di Padova, 147, 

207. 
» Pietro di Bernardino, alla difesa di Padova, 145, 
205. 
Orologio (dall'), famiglia nobile di Padova. 
» Giacomo dottore, 16 

» moglie di lui confinata a Venezia, 117. 

» Gio. Antonio dottore, 116, 238, 291. 

» Girolamo fratello di Gio. Antonio, 16. 

» Isacco dal Santo, cioè abitante a San 

Antonio, 16. 
» Stefano prete, 52. 

Orsini, casa di principi romani, capi di parte, 502. 
» Aldobrandino di Nicolò, arcivescovo di Nico- 
sia, 521. 
» Chiapino [zoè Urtino quasi) di Nicolò, di anni 
11, nato legittimo a Ghedi, dovea, morto il 
padre, chiamarsi Nicolò, 503, 513, 521, 528. 
» Giovanni Giordano, 497. 

— Madonna Felicita sua moglie (seconda) figlia 
del Papa, v. Rovere (della), 497. 
» Giulio, 487, 497. 
» Lorenzo (detto Renzo) da Ceri, 487. 
» Nicolò conte di Pitigliano, principe di Nola, 
capitano generale dell'esercito veneziano, 5, 
7, 15, 23, 21, 25, 35, 40, 41, 44, 45, 46, 50, 
53, 58, 03, 74, 84, 86, 90, 91, 111, 123, 124, 

44 



675 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



C76 



126, 127, 128, 131, 137, 139, 153, 175, 176, 
235, 236, 238, 243, 245, 254, 264, 274, 278, 
280, 292, 304, 306, 311, 317, 318, 323, 336, 
338, 343, 344, 350, 355, 360, 365, 372, 419, 
441, 446, 447, 449, 459, 471, 473, 479, 483, 
485, 486, 487, 489, 491, 492, 493, 496, 499, 
501, 502, 503, 505, 513, 530. 
— nipote di lui, 521. 

Ottaviano famigliare del cav. Zaccaria Contarini, 421. 

Ottobon Nicolò segretario veneziano, 382. 



Padova (di) numero della popolazione e delle genti 
a difesa della città durante l'assedio, 189. 
» rettori, v. Balbi Pietro podestà e Dolfin Zac- 
caria capitano e le col. 193, 195, 225, 238, 
270, 289, 313, 328, 329, 331, 352, 370, 457. 
» Antonio (fra 1 ) de 1 Servi, 114. 
» Bernardo o Bernardino, (fra') de 1 Servi, 154. 
Padovani cittadini di parte imperiale e sospetti, 16, 
17, 18, 25, 46, 50, 51, 74, 79, 87, 112, 
113, 114, U2, 184, 212,235,246,236, v. 
Alvarotto, Capodi vacca, Conti, Lion, Baga- 
roto e te. 
» popolari fedeli a S. Marco, 36, 64, 78, 87, 

185. 
» contadini id. id., 36, 38, 46, 64, 78, 87, 150, 
152. 
Pajarin Gio. Francesco da Piove, sospetto, 16. 
Pajello Alvise cittadino vicentino marchesa), 274. 
» Bartolammeo cavaliere, oratore de* vicentini 
alla Signoria, 334. 
Paleologo Costantino capo di stradiotti veneziani, 277, 
364, 542. 
n Teodoro, id., 9. 
Palisse (de la) monsignor, governatore delle genti 
d' arme francesi, 41, 46, 56, 67, 102, 104, 107, 175, 
187, 260, 271, 276, 294, 495. 
Paliza (di la), v. Palisse. 

Panego (Panico) da, gentiluomini padovani di parte 
imperiale. 
» Agostino, 17, 52. 
» Giovanni, 52. 
» Vincenzo, 52. 
Papa Alessandro VI Borgia. 
» Giulio II, v. Rovere (della). 
» Innocenzo Vili, v. Cybo. 
» Paolo II Barbo, 298. 
Papafava, famiglia nubile di Padova, marchesca, 35, 

98. 
Parma (di) Bernardino contestabile di fanti, 58, 64, 
183. 
» Nicolò notaro della Camera Apostolica, 586. 

» Sebastiano contestabile di fanti, 64, 317. 

Parmesan (Parmigiano) Carlo fatto prigione col mar- 
chese di Mantova, 45. 



Paruta, casa patrizia di Venezia. 

» Bonifazio di Alvise, alla difesa di Padova, 144, 

205. 
» Filippo di Nicolò, 94. 
» Giovanni di Alvise, alla difesa di Padova, 144, 

205. 
» Paolo di Giovanni, 387. 
Pas N. N. di Marco, capitano imperiale a Fiume, 249. 
Pasquale (fra 1 ) degli Eremitani di Padova, 18. 
Pasquali go, casa patrizia di Venezia. 
» Francesco di Filippo, 329. 

» Francesco di Vittore, fu sopracomito, prov- 

veditore sopra gli stradiotti, 55, 67, 225, 
230, 241, 277, 294, 330, 397, 486, 499, 
514, 552. 
» Lorenzo di Filippo, consolo a Londra, 329, 

443, 506. 
» Nicolò di Vittore, patrono air Arsenale, 

alla difesa di Padova, 36, 49, 61, 145, 
294. 
» Pietro di Filippo (è detto, per errore del 

testo, Francesco alla col. 85), dottore e 
cavaliere, fu ambasciatore in Spagna, 
ambasciatore in Ungheria, IO, 85, 121, 
153, 240, 245, 253, 289, 323, 361, 380, 
385, 412, 415, 467, 470, 496, 549. 
Pasqualin Nicolò di Alvise, cittadino veneziano, alla 

difesa di Padova, 145, 208. 
Patella Battista cittadino padovano sospetto, 113. 
Patria del Friuli (della) oratori a Venezia, 134, 170. 
Patriarca (di Venezia), v. Contarini Antonio, e 173, 270. 
Paulo papa, v. Papi. 
Pavesi cittadini, 253. 
Pavia (di) cardinale, v. Alidosi. 
Pavin Girolamo, cittadino padovano sospetto, 16. 
Paxe, o Pase, o Pasi, famiglia cittadinesca di Venezia. 
» Andrea notaro, 545. 
» Pietro, ragionato ducale, 66. 
» Sebastiano, 295. 
Paxin, o Pasino, Alessandro cittadino padovano, 16. 

» Battista fratello del precedente, 17. 
Pellegrini, famiglia nobile veronese, 157. 

» Andrea dottore, 445. 

Pelizer Marco, di Treviso, popolano che salvò Travilo 
alla Republica, è provvisto di annua rendita e fatto 
del Consiglio di quella città, 129, 130, 339. 
Pender Pietro, tedesco, banchiere a Venezia, 23, 382. 
Perduzi, o Perducci, famiglia cittadina di Venezia, ohe 
aveva banca. 
» Francesco, 233, 543, 547. 
» Perduccio, provveditore a Soave, 446, 447, 516, 
543, 547. 
Perin marascalco di Padova, prigione a Venezia, 117. 
Perosa (da), v. Perugia (da). 

Perugia (da) Vigo, o Lodovicp contestabile di fanti ve- 
neziani, 8, 13, 21, 23, 75, 580. 
» Zitolo, o Citolo (il vero nome è Giovanni de 1 



677 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



G78 



Gregori), strenuo capitano di fanterie vene- 
ziane e difensore del bastione di Codalunga 
nell'assedio di Padova, 33, 37, 39, 50, 51, 
58, 99, 128, 138, 176, 178, 188, 198, 225, 
236, 237, 306, 327, 431, 501, 507, 541. 
Persia (di) casa reale. 

» Hismael o Ismael-Sophi , 12, 112, 166, 
546. 
Pesaro (da), v. Malatesta Galeazzo. 

» (da, o da ca' da), casa patrizia di Venezia. 

» Alessandro capitano del Cadore, 7, 364. 

» Andrea di Bartolammeo, 61, 572. 

» Angelo savio agli ordini, 104, 168. 

» Francesco, 327. 

» Gio. Battista di Antonio, 61. 

» Girolamo di Fantino, 373, 429, 511. 

» Luca di Alvise, 54, 77, 260, 274, 323, 331, 

337, 341, 351, 355, 362, 440. 
» Marco di Girolamo, 511. 
» Nicolò, 11. 

» Pesaro di Francesco, fu sopracomito, 515, 521. 
» Secondo di Nicolò, 78. 
Pexaro, v. Pesaro. 
Pexin (di), v. Pisino. 

Piero (maistro) bidello francese a Padova, 17. 
Pietrasanta (da) Antonio contestabile di fanti al soldo 

di Venezia, 21, 23. 
Pigna (della) Gio. Alberto, famigliare del duca di Fer- 
rara, 33, 65, 71, 84, 90, 100, 105, 271, 299, 312, 
324, 338, 340, 341, 398. 
Pii (de 1 ), v. Pio. 
Pincone Guagni, contestabile di fanti veneziani, 105, 

107, 125, 126, 373. 
Pio signori di Carpi, patrizii veneziani, 
» Antonio condottiero d' uomini d* arme de' venezia- 
ni, 24, 35, 39, 59, 111, 128, 800, 410, 414, 415, 
418, 419, 422, 541. 
» Alberto ambasciatore di Francia a Roma, 555. 
» Galasso signor di Carpi, 101, 103. 
» Lodovico conte, 239. 

Piombino (di) Antonio comandante di fanterie del Pa- 
pa, 181. 
Piove (di) borghesi, 150. 

» donne, 152. 
Piovin (?) Gio. Antonio dottore trevigiano, 118. 
Pipino re figlio di Carlomagno, ricordato, 221. 
Pisa (di) Nicolò contestabile di fanti, 49. 

» Francesco, id., 49. 
Pisani, casa patrizia di Venezia, 
» Almorò dal fianco, 439. 
n Alvise savio di terraferma, 422, 430, 161, 467, 

473, 519, 535, 536. 
» Bernardo di Francesco dal Banco, alla difesa 

di Padova, 145, 205, 227. 
» Domenico cavaliere (di) moglie (figlia di Otta- 
viano Bou), 272. 
» Gio. Alvise di Bernardo, 312, 102. 



Pisani Giovanni di Giovanni dal Banco, alla difesa 
di Padova, 147. 
» Giovanni di Francesco dal Banco, id. id., 208. 
» Gio. Francesco di Leonardo, fu podestà a Ro- 
veredo, 497, 498. 
— figlia del precedente, 436. 
» Giorgio di Giovanni, dottore e cavaliere, 97, 

192, 199, 422. 
» Girolamo di Pietro, 61. 
» Girolamo di Francesco dal Banco, alla difesa 

di Padova, 148, 210. 
» Luca, già consigliere ducale, 87. 
» Nicolò di Andrea, consigliere ducale, 29, 49, 

73, 216, 229, 412, 418. 
» Paolo di Luca, cavaliere, ambasciatore a Ro- 
ma, 192, 199, 297, 422, 490, 493, 495, 517, 
529, 532, 538, 562, 574, 577, 519. 
» Vittore di Pietro, 408, 498. 
» Vincenzo di Antonio, alla difesa di Padova, 
144, 206, 519, 522. 
Pisano contestabile di schioppettiori veneziani, 68. 

» bombardiere, contestabile di fanti veneziani, 63. 
Pisino (di) capitano imperiale, 523. 

» cittadini, 34, 332. 
Pistoia (da) Tommaso contestabile di fanti veneziani, 

63. 
Pizani, v. Pisani. 

Pizacomino Sebastiano padovano, prigione a Vene- 
zia, 74. 
Pizzamano, casa patrizia di Venezia, 
>» Alvise di Fantino, 387. 

» Alvise di Francesco, alla difesa di Pado- 

va, 143, 205. 
» Antonio vescovo di Feltre, 26, 32, 282. 

» Gregorio di Marco, alla difesa di Padova, 

145, 205, 355, 440. 
Polacco, veneziano capitano del Consiglio de 1 X, 39. 
Poiana (di), v. Polonia. 
Polani, casa patrizia di Venezia, 
» Battista, sopracomito, 480. 
» Gio. Francesco di Giacomo (di Candia) sopra- 
comito, 86, 125, 363, 364, 406, 410, 416, 
471, 490. 
» Girolamo di Giacomo, dottore, auditor nuovo, 

376. 
» Pietro di Giacomo, patrono di nave, alla di- 
fesa di Padova, 146, 207, 230, 361, 401. 
» Vincenzo di Giacomo, patrono di nave, 401 , 425. 
Poli (di) Marco (recte maistro) Piero, dell' Arsenale di 

Venezia, 47. 
Polizza (di) conte Vanissa o Gio. Vanissa, 124, 130, 507. 
Poloni, o Polacchi, 99. 
Polonia (di) re Sigismondo, 300, 412. 
Pompei, famiglia nobilo veronese fedele alla Repu- 
blica, 84. 
» Agostino scrivano della Camera a Venezia, 
77, 92, 253. 



679 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



680 



Pompei Alessandro, id. id., 77, 253. 
» Bartolammeo dottore, 362. 
» Ferra gu to, 33. 
» Giovanni, 253. 

» Girolamo condottiere do' veneziani, 33, 37, 
50, 60, 62, 241, 254, 291, 323, 337, 355, 
400. 
» Tornio, o Tommaso, dottore esigliato in Ger- 
mania, 78, 254. 
Ponte (da) famiglia nobile di Padova di parte impe- 
riale, 
» Alvise dottore, al campo dell' Imperatore, 113, 

185. 
» Giovan Francesco, giustiziato come fellone a 

Venezia, 168, 179, 185, 359. 
» Girolamo, 18, 291. 

— famiglia cittadinesca di Venezia. 

» Michele di Girolamo, alla difesa di Padova, 42, 

143, 208, 501. 
» Nicolò, fratello del precedente, negoziante a Lon- 
dra, 501, 506. 
Pontremolo Pietro, cittadino veneziano alla difesa di 

Padova, 148. 
Populi (Popoli) conte di, v. Cautelino Roetaino, e vedi 
eziandio alle col. 24, 27, 31, 33, 34, 54, 67, 
91, 123, 4S3. 
» (di) contessa, v. Cantelmo Giovannella e vedi 

colonna 32. 
» (di) figlio del conte, v. Cantelmo. 
Porcia (di) conti in Friuli e nella Marca Trevigiana. 
» Giacomo conte, 251. 
» Girolamo dottore, 182, 408, 494, 531. 
Porro Rigo, o Arrigo, già condottiere de' veneziani, 
passato agli imperiali, 16, 56, 102, 272, 274, 
290, 293, 304, 311, 323, 328. 
» moglie di lui relegata a Venezia, 118. 
Porta (da la) Francesco di Camposampiero, cavallaro, 

119. 
Portiis o Porzii (de) Andrea, notaro della Camera Apo- 
stolica, 586. 
Porto (da) famiglia nobile di Vicenza fedele alla Re- 
publica, 354, 480. 
» sua casa a Custozza, 246. 
» Alvise condottiere de 1 veneziani, 354, 358. 
» Simone cavaliere, 319, 334, 439, 480, 510, 516. 

— (di Padova) Alvise dottore (se non v'è er- 
rore nel testo, e non si debba leggere piut- 
tosto da Ponte). 

Portogallesi, cioè Portoghesi, 27. 
Porcelini, o Porcellini, cittadini padovani. 

» Antonio dottore, 18. 

» Francesco, 112. 

» loro famiglio, 152. 
Porzii, o Porzia, v. Porcia (di). 
Ponile (da), o Porciglia, famiglia di Padova. 

» Francesco dottore, 114. 
Potentia (di), v. Potenza, 



I Potenza (di) conte Antonio di Guevara, viceré di Na- 
poli interinale, 252. 
Praglia (di) frati Benedettini nel padovano, G7. 
Praia (di), v. Praglia. 

Prato (d8) fra 1 Leonardo cavalier di Rodi, goveruator 

generale de' cavalleggeri de 1 veneziani, 27, 

60, 94, 134, 233, 291, 323, 365, 446, 447. 449, 

462, 465, 466. 482. 497. 513. 

— Giovanni, cittadiuo di Treviso, 118. 

Prégeant de Bidoux, cavaliere di Rodi, capitano delle 

galere di Francia, 79. 
Prejan, v. Prégeant de Bidoux. 
Premi, o Preti (de') Dionisio da Castelfranco, 109. 
Prestito straordinario descritto in libro speciale su per- 
gamena, a eterna memoria di queli voleno aidar 
la terra, 12. 
Preti (de 1 ) Sebastiano dottor di Castelfranco, 119. 
Prie (di) Renato cardinale, vescovo di Bayeux e di Li- 

moges, 243, 251, 252. 
Prigionieri a Venezia, ribelli, sospetti, o presi in guerra 

nel 1509, 116, 117, 118, 119. 
Priuli, casa patrizia di Venezia. 

» Alvise di Giovanni, senator di Pregadi, 137, 

153, 155, 234, 406, 544, 562. 
» Alvise di Nicolò, consigliere ducale, 537. 
» Alvise di Pietro, savio a terra ferma, 85, 97, 

134, 162, 164, 171, 422, 435, 440. 
» Cristoforo di Bernardino, 61, 440. 
» Francesco capitano a Zara, 126, 480, 549. 
» Francesco, conte a Veglia, 278. 
» Francesco di Mafflo, fu sopracomito, 514. 
» Girolamo di Lorenzo, 303. 
» Girolamo di Roberto, 386, 442, 446, 450, 561. 
» Lorenzo di Pietro procuratore, capo dei X, con- 
siglier ducale, 5, 42, 97, 216, 229, 272, 458. 
» Nicolò di Giovanni, governator dell'Entrate, 28, 

97, 137, 417, 427, 458, 500. 
» Nicolò di Matteo, 498, 562. 
» Pietro, 74, 368. 
Procuratia della chiesa di S. Marco, 29, 30. 
Provveditor dell' armata, v. Contarmi Girolamo Grillo 
ed anche alle col. 7, 91, 95, 96, 100, 
124, 150, 15), 311, 340. 
» di Noale, v. Dardani e 616. 

Provveditori generali a Padova e in campo, v. Ora- 
denigo, Gritti, Moro, Marcello, Mocenigo, e alle 
col, 25, 44, 63, 75, 84, 90, 121, 124, 133, 138, 141, 
142, 150, 151, 153, 156, 165, 171, 172, 176, 186, 
187, 204, 235, 236, 238, 241, 244, 245, 254, 257, 
317, 318, 328, 333, 338, 343, 344, 349, 352. 
Pocaterra Alvise contestabile di fanti alla difesa di Pa- 
dova, 40, 41. 
Puochatera, v. Pocaterra. 
Purlilia (di), v. Porzia. 



681 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



Gfc> 



Quarantaotto Michele cittadino padovano, 113. 
Qucr (da) Giacomo, cittadino trevigiano, 110. 

» Matteo (fra) di S. Nicolò di Treviso, 109. 
Querini, o Quirini, casa patrizia di Venezia. 

» Andrea di Pietro, 489. 

» Antonio di Francesco vescovo di Sebenico, 
provveditore a Camposampiero, prigione 
degli imperiali, 37, 38, 44, 53, 282, 295. 

» Domenico di Giannotto, 376. 

» Fantino di Angelo, fu patron di nave, 120, 
144, 211. 

» Francesco, fu vescovo di Sebenico, 467. 

» (Quirina) sua figlia moglie del duca di San 
Saba (Erzegovina), 467. 

» Girolamo di Andrea, capo del Cons. de 1 X, 
(alla col. 140, linea 3., lo spostamento di 
duo virgole per errore di stampa, guasta 
il testo che va rettificato come segue : 
sier Francesco Zustignan cons ter, e cao\di 
X sier Hironimo Querini, avogador sier 
Alvise Qradenigo, et lo inquisitor man- 
citava etc. Non potevamo lasciare senza 
correzione questo passo importante, seb- 
bene altre volte ne 1 Diarii si accenni in 
simil guisa al modo on d'era composta al- 
lora l'Inquisizione di Stato) 35, 37, 38, 40, 
45, 49, 73, IH, 119, 140, 152, 168, 179, 
196, 233, 327, f>00. 

» Girolamo (forse lo stesso che il precedente) 
già provveditor a Fiume, 365, 562. 

» Lodovico di Giacomo, provveditore sopra gli 
stradiotti, 92, 387. 

» Maffio, 36. 

» Marco di Alvise, 366. 

» Marino, 545. 

» Pellegrino di Giacomo, signor di notte, 373. 

>» Pietro di Antonio, fu capo del Consiglio de' 
X, 28, 36, 97, 155, 216, 229, 422, 435, 
444. 
Pietro dallo Papozze, 550, 559. 
Sebastiano di Carlo, signor di notte, 408, 522. 
Vincenzo dottore e cavaliere, 121, 469. 
Vinciguerra di Pellegrino, 60. 



» 

» 
» 



Ra (dal) Francesco, di Conegliano, 119. 
Ragona Giacomo, cittadino vicentino, 274. 
Raffaele tentor, v. Tentor. 

Ragazon o Ragazzoni Pietro, cittadino padovano, 113. 
Rali Teodoro, capo di stradiotti, 364, 503. 
Ramazzctti Ramazzotto condottiero, 428. 
Rame* spagrmolo, fu contestabile de' veneziani, 181, 
235. 



Randolfo, di Stefano trentino, abitante a Padova, 17. 
Rangoni Guido conte di Cordigli ano, condottiere de* 

veneziani, 65, 87, 227, 468. 
Rasmin (Erasmino) gentiluomo milanese, 447. 
Rauber Cristoforo, vescovo di Lubiana, 105. 111. 
Raunicher Bernardino, capitano imperiale di Raspo, 

294. 
Ravagiani, v. Ravagnini. 
Ravaguini Priamo nobile trevigiano, 109, 118. 
Ravenna (da) Antonio cittadino trevigiano, 109, 119. 
Ravennati, 9, 13. 
Regino cardinale, v. Isuaglies. 
Relogio (da), v. Orologio. 
Remesi, o Renesi, capitani di cavalleria veneziana. 

>» Teodoro, 500. 

» Dieta o Geta, 500, 503. 

» N. N. figlio di quest'ultimo, 500. 
Renaldi, v. Rinaldi. 
Renier, casa patrizia di Venezia. 

» Daniele, fu avogador del Comune, 54, 69, 
327. 

» Giovanni Antonio di Giacomo, fu provvedito- 
re a Riva, 498. 

» Girolamo di Gasparo, fu capo de* XL, 386. 

» Pietro di Domenico, 61. 

» Sebastiano di Giacomo, fu capo di XL, 5, 408. 
Rettore de 1 scolari scutarini allo Studio di Padova, 87. 
Rettori di Padova, v. Balbi Pietro e Dolfìn Zaccaria, 

più alle col, 90, 165, 171, 204, 245, 254. 
Riario Raffaele cardinale del tt. di S Giorgio, 181, 

297, 298, 478, 490, 530, 531. 
Richardo {Richard ?) monsignore, luogotenente in Mi- 
lano del Gran maestro di Francia, 72. 
Rieti (da) Zan, o Giovanni, contestabile di fanti, 237. 
Rigoantonio, v. Godis (de) e le col. 294, 318. 
Rigo (maistro) calegher (calzolajo) di Conegliano, 1 17. 

119. 
Rimano (da), v. Rimini e v. Malatesta. 
Rimini (da) Marco contestabile di fanti veneziani, 37, 

53, 63, 198, 240, 246, 259, 335. 
Rimondo (A rimondo), v. A rimondo. 
Rinaldi, famiglia nobile di Treviso. 

» Alberto dottore, 118. 

» Ahise di Zaccaria, 109, 119, 516. 

» Bartolammeo, 109. 

» Lelio, 109. 

» Marc'Antonio., 109, 118. 

» Pompeo, 118. 

» Scipione di Zaccaria, 109, 516. 
Rio (da) famiglia nobile di Padova. 
n N. N. il Gobbo, 17. 
» Francesco, 52. 

Riva (da), famiglia patrizia di Venezia. 
» Alvise di Bernardino, sopracomito. alla difesa di 

Padova, 145, 205, 377, 405, 410, 416. 
» Andrea, già castellano a Peschiera, appiccato 
dai francesi, 91. 



683 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



084 



Riva Paolo di Oio. Girolamo, 94. 
» Vincenzo, sopracomito, provveditore a Rovigo, 
354. 355, 356, 377, 405, 407, 411, 412, 413, 
416, 428, 437, 515. 
» (dalla) Pellegrino gentiluomo veronese, capo di 
balestrieri a cavallo de 1 veneziani, 60, 337. 
Rizeri? (de') Alessandro di Bologna, capitano d'uo- 
mini d'arme, 541. 
Rizo, v. Rizzo. 

Rizzo, famiglia cittadinesca di Venezia. 
» Agostino di Giovanni, alla difesa di Padova, 208. 
» Francesco di Giovanni, id. id., 143, 208. 
» Giovanni, id. id , 186, 191. 
» Marco, 191. 

— Francesco contestabile di fanti, serve come lan- 

cia spezzata alla difesa del bastione di Co- 
dalunga a Padova, 237. 

— Marescalco di Padova, 17. 
Roan (di), v. Rouen. 

Roccabruna (di) Girolamo capitano imperiale a Bassa- 
no, 23. 

Rocco capo de* cavallari di Mestre, 163, 179. 

Rodi (di) gran maestro dell'ordine, Emerico d' Am- 
boise, v. Amboise (d'i. 

Roera, v. Rovero. 

Rois Giovanni biscaino, abitante a Rodi, armatore e 
corsaro, 391, 392, 393. 

Roma (da) Giovanni canonico di Padova, 367. 

Romani cittadini, 79. 

Romani (de') re, v. Austria (d') Massimiliano. 

» raina, o rezina, o reina, regina, v. Austria 
(d') Bianca. 

Romano (da) Baldassare, 58. 

Romanulis (de) Tranquillo notaro della Camera Apo- 
stolica, 586. 

Roseta Gio. Giacomo, 540. 

Rossi di Parma, conti di Sansecondo. 
» Bernardo vescovo di Treviso, 256. 
» Filippo di Guido, fratello del precedente, 98, 
100, 101, 102, 103, 107, 134, 447, 524. 

— Cesare, capo di balestrieri a cavallo veneziani, 

60. 
Rota Giovanni, cittadino veneziano alla difesa di Pa- 
dova, 144, 207. 
Rouen (di) cardinale Giorgio d 1 Amboise, arcivescovo, 
9, 10, 14,69, 80, 83, 99, 131,297, 298, 394, 408, 
412, 414, e v. Amboise (d'). 
Rovere (della) Giulio II papa, 5, 9, 23, 25, 26, 33, 38, 

48, 51, 54, 65, 79, 80, 81, 83, 84, 91, 
99, 100, 101, 106, 122, 131, 132, 135, 
136, 156, 175, 180, 197, 198, 218, 
231, 239, 240, 242, 243, 245, 251, 
252, 253, 256, 257, 282, 284, 296, 
300, 305, 322, 361, 372, 380, 388, 
394, 408, 409, 412, 413, 414, 448, 
161, 473, 475, 477, 478, 486, 489, 
490, 492, 493, 495, 497, 502, 517, 



519, 529, 530, 532, 533, 535, 544, 

551, 555, 560, 567, 573, 574, 576, 

580, 589, 590, 591. 

Rovere (della) Giulio II, suoi nunzli in Ungheria, 148. 

» » suoi segretari!, 298. 

» » Felice o Felicita sua figlia, moglie di 

Gio. Giordano Orsini, 497. 
» » Francesco Maria duca d'Urbino nipote 
di pp. Giulio II, 26, 102, 180, 270, 
293, 304, 478, 484, 495, 517, 530, 532, 
e v. Giuppo della Rovere. 
» » (Franciotti) Sisto cardinale di S. Pietro 
ad rinculai nipote del Papa, 81, 83, 
131. 
» » (Vigeri) Marco, cardinale del tt. di S. 
Maria in Tran ste vere, vescovo di Sini- 
gaglia, 132. 
Rovero (da), famiglia nobile trevigiana. 
» Agostino, 109, 118. 

» Bernardino, 118. 

» Girolamo, 442. 

» Sebastiano, 109. 118. 



S 



Sabadin, o Sabbatino Lorenzo, segretario veneziano, 
71, 141, 576, 579. 
» Vincenzo, 576, 589. 
Sagramoso, famiglia nobile di Verona. 

» Pietro, 367 

Sagredo, casa patrizia di Venezia. 
» Filippo di Albano, 163. 
» Giacomo castellano alla Chiusa, 96. 
» Lorenzo capitano delle barche armate, 153, 

155, 158, 159, 163, 336. 
» Girolamo (cittadino) capitano delle guardie 
del Consiglio de' X, 425. 
Sala (da) famiglia padovana. 

» Pietro (di; vedova relegata a Venezia, 118. 
Salamon, casa patrizia di Venezia. 

» N. N. di Guido o Vito, vice podestà a Di- 

gnano, 84. 
» Lorenzo, vice podestà a Mestre, 15. 
» Nicolo, 435. 
» Vincenzo di Guido, 60. 
Sale (dal) Gio. Andrea, cittadino padovano, 17. 
Salerno, famiglia nobile veronese. 

» Bernardo cavaliere, degli oratori di Verona 

all' Imperatore, 362. 
» Pietro. 
Saliceto Bartolammeo, protonotario apostolico, 219, 

224. 
Salviati Alamanno oratore de' fiorentini air Impera- 
tore, 156. 
San Malo card. v. Bricpnnet Guglielmo. 
Sambonifacio (di) conti di Verona. 

» di parte imperiale. 102. 



C85 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



686 



» 



» 



Sambonifacio (di) marcheschi, 84. 

» Antonio di Giallo, 84. 

Bonifacio detto Contino, di Ottone, 

84. 
Gio. Francesco di Giulio, 102, 447, 
449, 450, 451. 
» Lodovico di Giulio, 59, 84, 300, 337, 

451. 
» Marugolà, o Malregolato di Giulio, 

84. 
San Francesco (di) Treviso, frati, 227. 
San Giorgio Gio. Antonio cardinale vescovo di Ales- 
sandria, 495. 
Sangonazo, v. Sanguinazzi. 

Sanguinazzi, famiglia nobile padovana, parte mar- 
chesca e parte di fazione imperiale, 
36, 46. 
» Nicolò, 16,56. 

» Scipione cavaliere, 36, 159, 402. 

San Lazzaro (da) Marco cittadino padovano, 17. 
San Nicolò del Lido (di) frati, 164. 
San Pietro ad Vincula (di) cardinale, v. Rovere (della). 
San Rocco (di), scuola grande a Venezia, allora po- 
vera, 247. 
San Saba (di) duca. Portava allora il titolo ducale di 
S. Saba, ovvero dell' Erzegovina, Pietro di Uladis- 
lao Cosazza che avea sposato Quirina di France- 
sco Querini dama veneziana, dal quale connubio 
discesero i Balsa d'Ungheria, 467. 
San Salvatore (di) frati a Venezia, 173. 
Sanscverino di Lombardia. 

» Almerigo di Ugo, 263. 

» Antonio Maria, 266. 

» Federico di Roberto, cardinale di S. Teo- 

doro, 181, 529, 531. 
» Gaspare detto Fracassa, 10, 53, 90, 102, 

123, 176, 180, 266, 267, 268, 269, 272, 
275, 282, 290, 291, 293, 304, 311, 315, 
318, 320, 376, 390, 421, 444, 528, 542, 
560. 
Sansoni Santo di Cristoforo, cittadino veneziano, alla 

difesa di Padova, 148, 208. 
Sant'Angelo (del conte Angelo di) figlio N. N. 59. 
Sant'Andrea della Certosa (di) frati, di Venezia, 164. 
Santa Croce cardinale, v. Carvajal Bernardino, e v. 48, 

131, 136, 181, 409, 529, 531, 532. 
Santa Sabina (di) cardinale Fazio Santorio, 54, 478. 
Santasofia N. N. gentiluomo padovano sospetto, 183. 
San Giorgio Maggiore, di Venezia (di) frati, 152, 

161. 
San Giovanni di Verdara, di Padova (di) frati, 67. 
Sanudo, o Sanuto, casa patrizia di Venezia. 
» Alvise di Domenico, 61. 
» Ahise di Leonardo, 36, 234, 257. 
» Antonio di Leonardo, 36, 196, 234. 
» Angelo provveditore al sale, 74, 216, 229, 
3 il. 3<)8. 



Sanudo Benedetto capitano a Famagosta, 82, 112, 
123, 126, 135, 141, 234, 272. 
» moglie e figli suoi (Matteo, Marc' Antonio, 
Andrea, Nicolò, Pietro, Francesco), 334. 
» Giovanni Alvise di Pietro, 291. 
» Leonardo di Leonardo, 36. 
» Leonardo ambasciatore a Roma, padre del 

Diarista, ricordato, 529. 
» Marco cavaliere, 538. 
» Marino di Leonardo, V Autore dei Diarii, 10, 
30, 34, 35, 36, 39, 41, 44, 45, 46, 47, 50, 
51, 52, 55,61, 62, 63, 67, 71, 76, 78, 83, 
89, 92, 94, 98, 103, 108, 122, 123, 125, 
130, 133, 137, 138, 139, 140, 142, 150, 
151, 154, 156, 162, 164, 165, 180, 196, 
183, 184, 226, 234, 235, 236, 237, 238, 
289, 291, 376, 404, 469, 483, 573. 
» Matteo di Benedetto, 146. 
Sanxon, v. Sansoni. 
San Zorzi (di) cardinale, v. Riario. 
Saon, o Sapone Battista, padovano 109. 
Saonarola (dalla), v. Savonarola. 
Saracini Pietro, cittadino veneziano, 148. 
Saragozza (di) governatore, 252. 
Sassetta (della) Ranieri condottiere, 312, 528, 558. 
Sassatello (da) Giovanni, 372. 
Sassonia (di) duca Federico, elettore dell'Impero, 509. 

566. 
Sauro Girolamo (di) moglie relegata a Venezia, 118. 
Savelli, baroni romani capi di parte. 
» Marco, 487. 
» Silvio, 26, 487. 
Savonarola, famiglia di Padova. 
» Giacomo 113. 

» Nicolò, 36, 159, 402. 

» Raffaele dottore, 35. 

Savorgnano (da), o Savorgnani, signori di parecchi 

castelli in Friuli, capi di parte, pa- 
trizii veneziani, 123, 191, 242. 
Antonio dottore, col luterai generale e poi 
ribelle alla Republica, 18, 23, 92, 96, 
192, 265, 271, 363, 337, 554. 
Giovanni, capo di fanterie, 96, 133. 
~ suo figlio, 507. 

Girolamo di Pagano, cugino di Antonio, 
collaterale generale e senatore, 92, 
96, 112, 123, 132, 210,246, 256, 257, 
259, 265,266, 269, 271, 276, 319, 380, 
457. 
» Nicolò naturale di Antonio, 134, 192, 265. 

Saxeta (de la), v. Sassetta. 
Sazonia, v. Sassonia. 

Sbroiavacca Francesco, gentiluomo del Friuli, capi- 
tano di balestrieri a cavallo de' veneziani, 18, 266, 
275, 293, 295, 319, 512. 
Schanderbech capo squadra di s tra diotti, 256. 
Schiavo Girolamo cittadino trevigiano, 118. 



» 



» 



» 



(»87 



INDICE DEI NOMI DI PF.KSONE K DI COSE 



OS* 



Schiavo!) Lorenzo, esploratore, 108. 
Schinner Matteo vescovo di Sion (Scdunemis), 494. 
Schio (di) borghesi, 534 
— (da) famiglia nobile di Vicenza. 
» Lodovico dottore, oratore a Venezia, 33-1, 439. 
Schioppo Nicolò, cittadino veronese, 479. 
Schoin, o Scovin Carlo, fattore della famiglia Dottori 

di Padova, 98. 
Scipioni Baldassare di Siena, condottiere d'uomini de 1 

veneziani, 48, 241, 294, 400, 537, 548. 
Scozia (di) re, Giacomo IV Stuart, 80, 361, 374, 409, 

440, 493. 
Scolari Branca, nobile trevigiano, 109. 
Scotto, o Scotti Alvise, nobile trevigiano, 108. 
Scrova, o Scrofa (dalla) famiglia nobile di Vicenza. 
» Francesco dottore, 131. 
» Giovanni dottore, 334. 
» Girolamo, 274. 
Scuole a Venezia (fraglie, o di devozione), 
» grandi, 245, 247. 
» piccole, 245, 247. 
Sea, o Seta (dalla) Francesco di Pietrino, fattore di 

Antonio Capodivacca, 52. 
Sebastiano prete padovano, 113. 

» (fra') dell'ordine di S. Maria di Jerusalem, 

117. 
» triper, o venditore di trippe, di Treviso, 
118. 
Sedunense episcopo, v. Schinner. 
Selmi Nicolò da Parma, abitante a Treviso, 109. 
Semenza Paolo, 182. 

Senegaia (di) cardinale, v. Rovere (della) Vi gerì. 
Serra valle (da) Marco, 118. 

» Martino, 118. 

Serego (di) conti, nobili veronesi di parte imperiale. 
» Alberto, 324, 542. 

» Brunoro, 23, 101, 107, 116, 351. 

Servia (di) despota (Giovanni Brankovitz?), 467. 
Scs3a (da), v. Sesso. 

Sesso (da) Bernardino nobile vicentino, 319, 334. 
Sforza di Milano. 

» Ascanio cardinale, 10. 

» Galeazzo, naturale del duca Galeazzo Maria, 

conte di Malzo. 452, 463. 
» Lodovico il Moro, già duca di Milano, morto 
prigioniero dei francesi a Lochies presso Lyon, 
439, 521, 533. 
» Ottaviano Maria, naturale dal duca Galeazzo 
Maria, vescovo di Lodi, 463. 
Sguizari, v. Svizzeri. 
Siega (dalla) cittadini padovani. 
» Gio. Battista, 26. 
» Girolamo di Lorenzo, 17. 
» Nicolò di Lorenzo, 17. 
» Sebastiano di Lorenzo, 17. 
Sigismondo monsignor segretario del Papa, v. Conti 
e alla col. 298, 531. 



Signor Turco, v. Turchia, casa imperiale. 

Silvestro {inaistro; barbiere di Conegliano, 117, 119. 

Semitecolo, casa patrizia di Venezia. 

» Giorgio di Giov., fu sopra co mito, 499, 514. 

Sister (Siister?) Gerardo castellano imperiale a Ca- 
stel della Scala, 362. 
Sisto (fra'j del convento di SS. Gio. e Paolo a Ve- 

nezia, 434. 
Snati Giovanni, capo di stradiotti, 139. 
Soderini Francesco, fiorentino, vescovo di Volterra, 
diacono cardinale del tt. di S. Susanna, 
252. 297. 
» Giovanni Vittorio, 156. 
Sophl, v. Persia (di) casa reale. 
Sojano (di) conte, v. Malatesta Ramberto. 
Sole (dal) cittadini padovani. 
» Marco dottore, 114. 
» Pietro dottore, 114. 
Soldano di Egitto (Kansun-el-Gawri), 27, 126, 265. 
Sonabiano (di; Gabriele, uno de* villani che ficm 

prigione il marchese di Mantova, 42. 
Soncino (da) famiglia nobile padovana fodefcillaRe- 

publica. 
» Bonifacio, 339, 400. 

— suo figlio, 152. 
» Giacomo detto Saccardo, condottiere ài 

uomini d'arme, 59. 
Sora (di) duca, v. Cantelmo e ì cenni seguenti: 
» Sigismondo (ne' Diarii è detto per errare 

Costanzo), 357, 364, 394. 
» (Ercole) figlio di Sigismondo uccìso dai ga- 
leotti veneziani sul Po, cantato dall'Ario- 
sto nel Furioso, e. 36 — 857, 394. 
Soranzo, casa patrizia di Venezia. 

» aveva terre a Castelfranco, 82. 

» Alvise di Antonio di Gio. Battista, 265, 522. 

» Alvise di Vittore dal Banco, alla difesa di 

Padova, 61, 210, 211. 
» Gio. Alvise di Benedetto, alla difesa di Pa- 
dova, 146, 207, 
» Gio. Battista senatore, 199. 
» Giovanni di Nicolò, 540. 
d Girolamo di Benedetto, alla difesa di Pado- 
va, 146, 207. 
» Pietro, 239, 299. 
Soro Giovanni segretario veneziano, 231, 579, 589. 
Sovergnan, v. Savorgnano. 

Sovernigo (da) Francesco, cittadino trevigiano, 110. 
Spadaccino capitano del Deredo (bargello) a Padova, 

47, 333, 369. 
Spagna (di) re Ferdinando il Cattolico, 31, 32, 72, 7G, 
91, 197, 217, 222, 223, 251, 252, 490. 492, 530, 
531, 533,554. 
Spagnolo Battista carmelitano, poeta, umanista, 291. 
Spagnuoli, 54, 62, 100, 175, 178, 179, 183, 187, 188, 
197, 251, 262, 263, 264, 266, 267, 276, 283, 281, 
286, 365, 367, 373, 437, 525. 



OS!) 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



t*90 



Spazzarino Gio. Domenico cancelliere della Comunità 

di Padova, prigione a Venezia, 116. 
Spelai, o Speladi (de 1 ) Galeazzo, detto de' Pelai, 87. 
Speroni, famiglia di Padova. 

» Bernardino banchiere. 177. 
» Giacomo, 16. 
» Giovanni, 17. 
Spinelli, famiglia cittadinesca di Venezia. 
» Giovanni, 141. 
» figlio di lui, 141. 
Spineta, o Spineda Giorgio trevigiano, 118. 
Spiron, v. Speroni. 
Spolverini, famiglia nobile di Verona. 

» Giacomo, di parte imperiale, prigione dì 

veneziani, 37, 40. 
» fratello di lui, 268. 

» Pietro capitano di cavai leggeri veneziani, 
60, 241. 323, 337, 355. 
Stai pi, o Stappi (di) Gasparo, bolognese, capitano al 

campo imperiale, 162, 165. 
Stella, famiglia veneziana cittadinesca. 
» Gio Pietro segretario, 582. 
» Nicolò segretario, 540, 589. 
Stefani Federico, editore del presente volume, 5, 291, 

573, 587. 
Stefano calegaro (calzolaio) trentino dimorante a Pa- 
dova, 17. 
Stringare Rocco, padovano, 142. 
Sugana Alvise, nobile trevigiano, 110. 
Suriano, casa patrizia di Venezia. 
» Andrea di Francesco, 499. 
» Antonio dottore, di Michele, 375, 559. 
» Cristoforo di Pietro, 408. 
» Giacomo di Michele, alla difesa di Padova, 

146, 206. 
» Giovanni, senatore della giunta, 199. 
» Pietro di Francesco, alla difesa di Padova, 
146. 
Svizzeri, 72, 336, 380. 
Syo, o Scio (di) console veneto, 126. 
Szakmary Giorgio vescovo di Cinqueohiese o Fìinf- 
kirchen, 380, 385, 415, 467. 



Tacha (de la) prete Alvise padovano, 112. 

Tagliati, o Tagliazzi Stefano, arcivescovo di Patras e 

vescovo di Torcello, 245. 
Tajapiera, o Tagli apletra (da chaj, casa patrizia di 
di Venezia. 

» Bernardino sopracomito, 410, 416. 

» Girolamo dottore, di Quintino, 469. 

» Luca di Bartolammeo, senatore, 511, 512. 
Tnjo (dalle) Nicolò, 186. 
Taranto ;di) arcivescovo (Enrico Bruni) tesoriere del 

Papa, 212, 243, 252. 
Tnrlap-o. v. Terlago. 

/ Ditif.'i ili M. Saniti» — T.,„i. J\ 



Tarsia Damiano castellano a Castel nuovo d'Istria, poi 
capitano di ventura, 196, 257, 277, 332, 354, 508, 
516, 521, 547, 549, 552, 558 
Tassoni Giulio, 354. 
Taxon, v. Tassoni. 

Tedeschi (Todeschi, Alemanni) nell'esercito imperiale 
coutro i veneziani, 6, 7, 8, 13, 14, 15, 19, 
20, 24, 26, 33, 37, 38, 41, 46, 55, 62, 66, 
71, 82, 86, 90, 93, 178, 179, 180, 187, 
197, 225, 226, 228, 230, 243, 249, 250, 
255, 256, 259, 260, 262, 263, 266, 267, 
281, 283, 284, 290, 293, 306, 311, 314, 
365, 367, 372, 881, 428, 452, 466. 
» oratori, 399, 452, 460, 479, 505. 
» capitani (due), 276. 
» mercadanti, 258, 260, 268. 
» prigioni a Padova e a Venezia, 33, 46, 116, 
235, 523, 534, 535. 
Tentor, o Tintore Raffaele, padovano, fattore de 1 Bor- 
romeo di Padova, 52. 
Tergestinus E. v. Trieste (di) vescovo. 
Tergola (da) Francesco padovano, 113. 
Terlago (di) conte Giovanni, 116, 523. 
Termeno (del) Domenico di Venturino da Isola della 
Scala, uno de 1 villani che presero il marchese di 
Mantova, 42, 62. 
Termissen, o Tremecen (di) re, v. Tlemcen. 
Tesoriere del Papa, v. Taranto, 
Testa Pietro, capitano di cavai leggeri de' veneziani, 

326. 
Thiene (da) famiglia nobile di Vicenza, ribelle de 1 

veneziani, 821. 
» Antonio, di parte imperiale, 264. 

» Giacomo, oratore al campo veneto, 319. 

Tibaldo (de) Amadio, cittadino veneziano alla difesa 
di Padova, 148, 208. 
» capitano francese (Thibaut?), 436. 
Tiepolo, casa patrizia di Venezia. 

» Domenico di Matteo, capo di Quarantia, 5, 

498. 
» Francesco, de' X, e capo loro, 216, 354, 358, 

435, 560. 
» Giacomo doge, ricordato, 298. 
» Giacomo Antonio di Matteo, avvocato grande, 

498, 515, 522. 
» Girolamo consiglier ducale, 215, 244, 298, 

418, 457, 488, 489, 525. 
» Ippolito di Donato, presodai tedeschi air as- 
sedio di Padova, 342. 
» Nicolò di Alvise, podestà di Dignano, 66, 82, 84. 
Tioli, o Tivoli (di) vescovo, v. Leonini. 
Tlemcen (di) re, 14. 
Todaro, o Teodoro (di) Giorgio, contestabile di fanti, 

257. 
Torre (della), o Torriaui, famiglia castellana, capo di 

parlo in Friuli. 
» Alvise, o Luigi, 92. 

15 



r.!M 



indici: hi.r so\ir di pienoni r. ih ctxt: 



(W 



Torre fdella\ — figlio di luì, 507. 
» Giorgio, 7(3. 

— di Verona 
» Girolamo medico, 254. 

- figlio di lui, 254. 
» Marc 1 Antonio, 268. 

Torta Alvise, di Monselice, 32. 
Tramoggia, v. Trémouille (de lai. 
Tramoja, v. Trémouille. 

Transilvania (di) voivoda Pietro (Brankovan ?) 5G4. 
Trapolino, famiglia nobile di Padova. 

» Alberto, processato a Venezia come ribello 

e giustiziato, 29, 73, 116, 295, 358. 
» avolo di lui che subì la stessa sorte nel 

1437, 358. 
» Giulio di Pietro, 52. 

>» Nicolò, 16. 

» Roberto, 116. 

» Alberto (popolano) domestico dei Capodi- 

vacca, 52. 
Traverso, o Traversi, Traversino, vicentino, capo di ca- 

valleggeri veneziani, 424. 
Trémouille (de la) Luigi, 495, 532. 
Trento (di) vescovo, v. Neudeck. 
Trevisani, o trevigiani, cittadini, 73, 76, 108, 184, 

332. 
Trevisan, case due patrizie di Venezia. 

» Alvise di Francesco, alla difesa di Padova, 

208. 
w Alvise capitano in Candia, 12, 228. 
» Andrea cavaliere, savio a terraferma, 70, 72, 
85, 168, 171, 216 229, 245, 281, 306, 
330, 340, 363, 368, 421. 
» Angolo capitano generale del mare, 12, 
. 28, 32, 84, 85, 106, 125, 160, 169, 195, 
196, 134, 238, 240, 241, 247, 248, 249, 
257, 260, 265, 269, 270, 275, 277, 278, 
281, 287, 288, 289, 294, 300, 307, 311, 
314, 323, 330, 331, 332, 335, 336, 338, 
339, 340, 344, 348, 352, 353, 355, 357, 
360, 361, 362, 364, 374, 377, 378, 381, 
382. 385, 396, 397, 399, 403, 405, 411, 
415, 431, 438, 444, 502, 510, 521, 538, 
545, 546, 549, 550, 557, 258, 559. 
» Antonio, fratello del capitano generale, 545. 
» Daniele, 572. 

» Domenico cavalier procuratore, oratore a 
Roma, 298, 409, 422, 478, 530, 532, 562, 
574, 577, 579, 580, 581. 
» Domenico savio agli ordini, di Zaccaria, 70, 

162, 375. 
» Giacomo dalla drrssa (fascia nell'arme gen- 
tilizia, 87. 
» Giacomo Antonio, 545. 
» Giacomo di Tommaso proc. 445. 
» Giorgio di Baldassare, 545. 
» Giovanni di Zaccaria dottore o cavaliere,, ai 



X savi, avogadore, 27, 275, 292, 389, 
401, 422, 446, 556, 562. 
Trevisan Girolamo di Domenico, 545. 

» Girolamo abate dei Borgognoni , vescovo 
eletto di Cremona, 74, 

» Marchiò (Melchiorre) ricordato come capi- 
tano generale del mare, fratello del ca- 
pitano generale Angelo, 405. 

» Marino di Melchiorre, 248, 310, 349, 350, 
393, 545. 

» Nicolò di Pietro, alla difesa di Padova, 144. 

» Nicolò di Pietro di Baldassare, id. id. t 145, 
205, 545. 

» Nicolò di Giovanni, procuratore (non prot- 
veditorecome fu stampato per errore).? 
suo palazzo fuori di Padova, 162. 

» Nicolò savio a terraferma, 460, 461, 407. 
468, 473, 473, 474, 543. 

»> Pietro di Domenico oav. procuratore, aito 
difesa di Padova, 145, 206. 

» Stefano fratello del generale Angelo, 545. 

» Vincenzo di Melchiorre, 310, 545. 

— famiglia nobile di Padova. 

» Nicolò fu vescovo di Ceneda e sua casa 
nel sobborgo di Codalunga a Padova, 
169, 236. 

— famiglia cittadinesca di Venezia. 

» Alvise, alla difesa dì Padova, 148. 
» Pasqualino, 141. 
» Zaccaria, 48. 
Treviso (da) Eurialo, 110. 

» Martino frate minore, 366. 
Trieste (di) vescovo Pietro Bonomo, segretario dell'Im- 
peratore, 204, 390. 
Triestini, 265, 272. 
Trigera Rodrigo spagnuolo uno dei cavai leggeri del 

commendatore d'Aguilar, 55. 
Trinità (della) di Venezia, priore tedesco, 125, 131, 

132, 140, 141, 153, 269, 271. 
Tr issi no, famiglia nobile di Vicenza, capo della parte 
imperiale, 275, 291, 321, 510. 
» Alessandro, 274. 
» Bartolammeo, 271. 
» Giovanni dottore, 271. 
» Leonardo conte, 23, 101, 107, 116, 212, 351, 

367, 524. 
» Nicoiino, 59. 
Triulzi, o Trivulzi, di Milano, capi di parte guelfo. 
» G io. Giacomo, maresciallo di Francia etc. 10, 
25, 47, 52, 62, 67, 68, 71, 72, 78, 84, 93, 
99, 108, 169, 186, 192, 355, 373, 466, 471, 
556, 558. 
» Teodoro, 86. 
Trivisan, o Trivixan, v. Trevisan. 
Tropo (o Trapp ?) Giorgio capitano dei tedeschi a Pas- 
sano, 281. 
Trun. v. Tron. 



ÙM 



» 



» 



» 
» 



» 
» 
» 

» 



Troii, casa patrizia di Venezia 
»> Andrea (per errore. V. Antonio;. 

Angelo di Andrea, fu consigliere in Candia, 

8, 409, 511, 514. 
Antonio procurator di S. Marco, savio del Con- 
siglio, 226, 240, 242, 245, 272, 275, 281, 282, 
290, 292, 306, 332, 339 t 344, 351, 363, 366, 
374, 377, 378, 397, 401, 416, 417, 418, 426, 
435,441, 446, 449, 453, 454, 461, 466, 489, 
503, 520, 562. 
Filippo di Priamo, 321. 
Francesco di Pietro, savio del Consiglio, 195, 

290, 330, 363, 371, 416, 446. 
Luca, del Consiglio de' X e suo capo, 24, 28, 
30, 183, 196, 216, 244, 272, 290, 330, 339, 
354, 358, 363, 375, 435, 458, 500, 501, 505, 
509, 523, 525. 
Marco di Antouio, alla difesa di Padova, 146, 

207, 326. 
Marco di Ettore, id. id. 143, 209. 
Pietro di Priamo, alla difesa di Padova, 148. 
Pietro di Silvestro, id. id. 210. 
Santo, 358, 406. 

Silvestro di Maffio, fu sopracomito, 137. 
Vittore, 350. 
Trau (da) Raffaele stradi otto, 558. 
Turchia, casa imperiale. 

» Abou-Iózid (Bajazet li) Grausiguoro o Sul- 
tano, 9, 12, 97, 126, 148, 161, 166, 218, 
261, 313, 322, 336, 338, 356, 484, 486, 
527, 528, 544, 546, 547, 565. 
Chorchut, o Korkud, primogenito (?j del Sul- 
tano, 12, 27, 126. 
X. X. secondogenito, genero di A hm ed- bas- 
sa (Charzego) cioè Stefano Cosaccia dei 
duchi di S. Saba, 12. 
Mohamed li imperatore, 564. 
Turchi, 32,91, 99, 100, 161, 164, 170, 171, 220,234, 

251, 252, 278, 289. 
Turco, figura dell'impresa del marchese di Mantova, 
45. 



U 



Ubaldo, Anibaldo, U Ubaldo (forse Anncbaut; capitano 
francese, 464, 470, 472. 

Ubertis (de) Franco, o Francesco, genovese, camerie- 
re del Papa, 477. 

l'dene, v. Udine. 

Udine (da) Nicolò, cancelliere di Lucio Malvezzi, 121. 

Ursini, v. Orsini. 

Urbino (di) duca, v. Rovere 'della) Francesco Maria. 

Unigo (da', v. Onigo. 

Ulastò Giorgio dottore, segreta ri«» veneziano. 510. 

Ungheria (d*) ca>a reale. 

» Ladislao io U!:id;sl;i'i 11 .Jap'llmie. re d'Up- 

-Ihtì.i e. di ItifCuiiit.. marito «li Anna di 



INDICE i>EJ NUMI Di i'EltóUMi E DI COSE 

; 



<J!>4 



» 



» 



» 



Fuix di Caudale*, 126, 132, 136, 149, 228, 
270, 296, 300, 338, 361, 395, 412, 413, 
431, 432, 467, 469, 470, 496, 519, 546. 
Ungheria (d'j oratore del Re a Venezia, v. More, 
» Conte Palatino, v. Gereb. 
» nunzio del Re al Papa, 296. 
Ungheri, 249. 
Ulacho transalpino, o voivoda, 99, 346, e v. Mihmie. 



» 

» 

)) 
» 



Vai» i Guido condottiere del Papa, 131, 372. 
Valacho, v. Ulacho. 
Valaresso, casa patrizia di Venezia. 
» Alvise di Gabriele, 350. 

Giovanni, sua casa presso a Padova, 73. 
Giorgio di Marco, fu de' XL, alla difesa 

di Padova, 77, 147, 208. 
Paolo rettore e provveditor di Cattare, 32, 

225, 527. 
Zaccaria di Giovanni, 248. 
Alvise (cittadino), 265. 
Valle (della) Antonio contestabile di fanti, servì corno 
lancia spezzata alla difesa del bastione di 
Coda lunga a Padova, 237. 
» Lodovico cittadino padovauo, 112. 
» Matteo id. 112. 
Valacchi, 338. 

Valente Girolamo cittadino trevigiano, 118, 
Valentino duca (Cesare Borgia), ricordato, 239. 
Valier, casa patrizia di Venezia. 

» Agostino, alla difesa di Padova, 61, 145, 205. 
Andrea, id. id., 145, 205. 
Carlo di Girolamo, 46, 70, 72, 73, 137, 151, 

155, 265, 512. 
Francesco di Girolamo, seuatore, 137. 
Gasparo di Stefano, alla difesa di Padova, 118, 

210. 
Ottaviano di Delfino, 150, 156, 352. 
Simeone di Pietro, 329. 
Vincenzo di Pietro, senatore, alla difesa di 
Padova, 44, 45, 47, 49, 61, 137, 145. 
Valoua (della) sangiacco (Mustafà), 125. 
Valtrin Lodovico segretario del bailo veneto a Co- 
stantinopoli, 546. 
Vangelista caligher (calzolaio) di Treviso, 118. 
Vandali, ricordati, 220. 

Vaniza, o Vanissa Giovanni conte di Pogliza, 425, 549. 
Vasallo capitano della piazza a Padova, 6!, 78, 154. 

» ammiraglio, 256. 
Vasconi, o guasconi, 72, 367. 
Vedoa, o Vedova (della) Gaspare segretario veneto. 45, 

72, 115, 126, 149, 576. 
Vend ramili, rasa patrizia di Venezia 

» Andrea di Leonardo, alla difesa di l'a- 

do\a. quindi provveditor a (.'uiogiia, 
111. 2"7. 3itf. 3^. IMO. 



» 
» 

» 
» 



093 



INDICE DEI NOMI 1>1 PUbONE E DI COSE 



(>% 



Vendramin Daniele, 265. 

» Federico di Leonardo prigioniero a Fer- 
rara, 348, 483, 526. 
» Filippo di I*eonardo, alla difesa di Pa- 

dova, 143, 207. 
» Giovanni di Al vige, 194. 

» Luca di Leonardo, cavaliere, 175, 180, 

227, 235, 483, 526. 
» Nicolò di Paolo, sopracomito, 120. 

» Nicolò di Zaccaria, alla difesa di Padova, 

148, 210. 
» Zaccaria di Zaccaria, 515. 
Veneziani, gentiluomini e popolani ricchi, possono 
senza incomodo prestare alla Republi- 
ca 300 mila ducati d'oro, 14. 
» patrizi e popolani alla difesa di Padova, 
lodati per valore, 47, 49, 57, 60, 61, 
132, 137, 138, 143, 144, 145, 146, 147, 
148, 204, 233, 237, 238, 244, 253. 
» patrizi, distrutta la Republica, doveano es- 
sere dispersi in Germania e in Spagna, 
239. 
Venier, casa patrizia di Venezia, 
» Alvise di Domenico, 156. 
» Alvise, fu savio del Consiglio, 196, 232. 
» Andrea procurator di S. Marco, di Leone, 192, 

216, 228, 416, 417, 461, 503, 526, 537. 
» Antonio doge, ricordato, 92. 
» Antonio, provveditor in Asolo per la regina 

Cornaro, 7. 
» Domenico, savio agli ordini, di Andrea pro- 
curatore, 184, 275, 281, 292, 330. 356, 375, 

401, 406, 415, 468, 543. 

» Francesco di Alvise, fu capitano a Bergamo, 

54, 167, 170. 
» Giacomo di Giovanni, 387. 
» Giorgio di Francesco, 36. 
» Giovanni di Francesco, senatore, 199. 
» Giovanni Antonio di Giacomo Alvise, 375, 

402, 545. 

» Moisè, senatore, 70, 149, 172, 512, 562. 
» Nicolò, 395. 

» Pellegrino di Domenico, mercatante a Pa- 
lermo, 156, 299, 322, 533, 534. 
» Pellegrino di Giacomo, signor di notte, 199. 
» Pellegrino di Natale, 498. 
» Pietro di Domenico senatore, alla difesa di 
Padova, 45, 47, 49, 128, 143, 156, 270, 511. 
» Renier (cittadino) 540. 
Veniexia, o Venezia (da) Sebastiano contestabile di 
fanti, 49, 150, 154, 398, 399, 508. 
» Gio. Francesco contestabile di fanti, 237. 
Verità, famiglia nobile veronese. 
» Nicolò, 268. 
» Verità dottore, 445. 
Ver lato Francesco cittadino padovano, 18. 
Verona (da) Battista cittadino trevigiano, 109, 119. 



Verona (da) Spagnolo, 116. 

Veronese Francesco, 154. 

Veronesi, 25, 65, 67, 157, 212, 262, 205, 345, 365, 
428. 

Verzo, o Verzl Nicolò cavalier, 51. 

Vetóga, Veziga, o Vescica, Giovanni corriere vene- 
ziano, 15, 423 

Veturi, v. Vitturi. 

Vianello Bartolammeo, 175, 180. 
» Girolamo, 227. 

Viaro, casa patrizia di Venezia. 
» Alessandro conte a Trau, 231, 549. 
» Antonio, 272. 
» Stefano di Giovanni, 

Vicentini, 93, 150, 158, 189, 212, 235, 237. 242, 246, 
253, 262, 266, 267, 290, 293, 295, 315, 
317. 
» oratori, 311, 334, 335, 340, 373. 

Vidua, v. Vedoa. 

Vidal, o Vitale, Marco segretario veneziano, 540. 

Vielmi Gio. Battista segretario veneziano, 475. 

Viener Bulfardo tedesco e v. Negro, 350. 

Vigonza (da) Boi zane Ilo gentiluomo padovano, 113. 

Villa Agostino commissario del duca di Ferrara i 
Montagnana, 269, 307, 342, 352, 483, 526. 

Villamarina capitano delle galere di Spagna, 82, 
198. 

Villatora (di) Bastiano contadino padovano, 56. 

Visconti Sagramoso prigioniero de 1 veneziani, 447, 449, 
451, 452, 463. 

Vitaliani Giovanni, nobile padovano, 16, 46. 

Vitelli Vitello condottiero d'uomini d'arme veneziani, 
fatto prigione alla battaglia di Ghiaradadda, 423, 
436, 506. 

Vitturi, casa patrizia di Venezia. 

» Giovanni di Daniele, provveditore a Sacile, 

38, 499, 511. 
» Benedetto di Alvise, alla difesa di Padova, 
124, 143, 205, 335. 

Viviani Andrea cittadino veneziano 42. 

Volpato Alessandro cittadino trevigiano, 109. 

Volpe (della) Taddeo cavaliere, con dotti e re de' vene- 
ziani, 59, 60, 65, 74, 75, 125, 512. 

Volta (della) contestabile di fanti, 107. 

Volterra cardinale, v. Soderini. 



Zaccaria Francesco cittadino veneziano, 214, 253. 
Zacco, famiglia nobile di Padova. 

» Girolamo, 114. 

» Lorenzo dottore, 18. 
Zago G io. j Battista di Monselicc, 32. 
Zampe8cbi Meleagro di Antonello da Forlì, condottiero 

della Republica, 14, 23, 105, 133, 265 ; 269, 288, 

291, 307, 385, 431, 473. 



<W7 



INDICE DEI NOMI DJ l'KHSONE E DI COSE 



6ì>8 



Zanchariol, o Zancarolo, casa patrizia di Venezia. 
» Gaspare di Marco, alla difesa di Padova, 
147, 208, 562. 
Zane, casa patrizia di Venezia. 
» Albano di Andrea, alla difesa di Padova, 6L 
» Bernardo, 326. 
» Oio. Battista di Alvise, alla difesa di Padova, 

146, 207. 
» Nicolo, 440. 
» Santo di Alvise, 302. 
Zanechin Tommaso dottore, uno degli oratori vicen- 
tini a Venezia, 835. 
Zani Nicolò oratore di Udine a Venezia, 159. 

» Bartolammeo, 13. 
Zanin speziale padovano, 112. 
Zanmato Pellegrino contestabile di fanti, 237. 
Zantani, casa patrizia di Venezia. 

» Giovanni di Marco, fu capo del Consiglio di 

X, 257, 417. 
» Giovanni di Marino, Ai provveditore dell' ar- 
mata, 426, 427. 
» Matteo di Antonio. 
» Vincenzo di Giovanni, 387. 
Zaratin Alvise, padovano, 52. 
Zeneral, v. Orsini Nicolò. 

» da mar, v. Tre vi san Angelo. 
Zeno, casa patrizia di Venezia. 
» Alvise di Francesco, fu capitano a Ravenna, 

375. 
» Carlo di Bacca Iario cavaliere, 362. 
» Catterino di Pietro, alla difesa di Padova, 145, 

206. 
» Francesco di Pietro id. id. 145, 205. 
» Giacomo di Alvise di Marino, id. id. 147, 209. 
» Luca procuratore di S. Marco, 100, 216, 226, 

229, 487, 537, 543. 
» Pietro console a Damasco, 112. 
» Sebastiano, 227. 
» Gio. Francesco (cittadino), 42. 
Zenoexi, v. Genovesi. 

Zigogna, o Cicogna, casa patrizia di Venezia. 
» Giovanni Domenico di Francesco, 488. 
» Girolamo, 488' 
Zingano (II) capo di cavalleggeri al campo imperia- 
le, 293. 
» Pietro padovano 113. 
Zinzinotto, cittadino padovano, 113. 

» Luca suo fratello, 113. 
Zitolo, v. Perugia (da). 



Zivran, o Civran, casa patrizia di Venezia. 

» Andrea di Pietro, capo di stradiotti, 394, 562. 
» Cristoforo di Pietro, 386, 451. 
» Pietro di Francesco, alla difesa di Padova, 
207. 
Zolt, o Soldo (di valle di) borghesi, 364. 
Zon, o Zono, Ettore, cittadino veneziano alla difesa 

di Padova, 148, 208. 
Zorzi, casa patrizia di Venezia. 
» Alvise di Antonio cavaliere, alla difesa di Pa- 
dova, 146, 206, 498, 514, 561. 
» Antonio di Francesco di Girolamo, id. id., 145, 

205. 
» Costantino da S. Marcuola, camerlengo a Pa- 
dova, 35, 40, 50, 51, 288, 396. 402. 
» Francesco di Antonio, fu auditor vecchio, 375. 
» Francesco frate francescano, celebre filosofo e 

predicatore, 342, 422. 
» Girolamo, fu sopracomito, oratore a Ferisbey 
sangiacco di Bosnia, 371, 424, 425, 451, 462, 
528. 
» Marco di Girolamo cavaliere, alla difesa di Pa- 
dova, 144, 206. 
» Marco, oapo dei X, inquisitore di Stato, 107, 

111, 119, 174, 186, 229. 
» Marino dottore, fu capitano a Bergamo, 183, 

420, 520. 
» Nicolò di Bernardo da S. Moisò, 158, 235. 
» Sebastiano di Alvise, 199. 
» Girolamo (cittadino), 42. 
Zuan Jacomo, Giangiacomo, segretario del Maggior 

Consiglio e vice cancelliere, 378. 
Zuan (Giovanni) Francesco maestro di stalla del mar- 
chese di Mantova, 465. 
Zuan (Giovanni) di Giacomo, banchiere a Venezia, 

536. 
Zuan, tedesco, nella rocca di Monselice, 365, 370. 
Zuane orator di Udine, v. Zani. 

» famiglio di Antonio da Treviso, 113. 
» (maistro) orefice di Padova, 142. 
Zuccate Domenico di Monselice, 32. 
Zudei (Giudei, Ebrei), 314. 
» di Candia, 245. 
» di Corfù, 245. 
Zueca (della) Francesco, segretario veneziano, 178. 

» Tommaso dottore, di Padova, 114. 
Zulian, casa patrizia di Venezia. 

» Girolamo di Antonio, 499. 
Zustignan, v. Giustiniani. 



Finb del Volume Nono. 



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