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Full text of "Il Chronicon farfense di Gregorio di Catino;"

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University  of  Toronto 


http://www.archive.org/details/ilchroniconfarfe01greg 


ISTITUTO   STORICO 


ITALIANO 


FONTI 


PER  LA 


STORIA  D'ITALIA 


PUBBLICATE 


DALL'ISTITUTO   STORICO 


ITALIANO 


SCRITTORI  •  SECOLI    IX-XII 


ROMA 


NELLA  SEDE  DELL'ISTITUTO 

PALAZZO    DEI    LINCEI,    GIÀ    CORSINI, 

ALLA      LUNGARA 


1903 


IL 


CHRONICON   FARFENSE 


DI 


GREGORIO  DI  CATINO 

PRECEDONO 

LA  CONSTRUCTIO  FARFENSIS 
E   GLI  SCRITTI  DI  UGO   DI  FARFA 

A     CURA 

DI 

UGO    BALZANI 


VOLUME  I 

CON      UNA     TAVOLA 
ILLUSTRATIVA 


ROMA 


FORZANI  E  C.  TIPOGRAFI  DEL  SENATO 

PALAZZO      MADAMA 


1903 


MOV    1  4  1947 


DIRITTI    RISERVATI 


PREFAZIONE 


Il  velo  mistico  di  una  leggenda  ravvolge  le  prime  lon- 
tane origini  del  monastero  di  Far  fa.  Secondo  questa  leg- 
genda, ai  tempi  dell'  imperatore  Giuliano,  un  santo  uomo 
venuto  di  Siria  a  Roma  insieme  a  sua  sorella  Susanna, 
dopo  avervi  fatta  alquanta  dimora  si  ritrasse  in  Sabina  e 
quivi  per  le  virtù  sue  reso  caro  a  tutti,  fu  eletto  vescovo. 
Ma  l'uom  di  Dio  tendendo  sempre  a  perfezione  maggiore, 
lasciata  Y  infula  episcopale  vesti  l'abito  monastico  ed  eresse 
una  chiesa  in  un  luogo  detto  Torano  donde  con  le  pre- 
ghiere aveva  scacciato  un  drago  pestifero  che  ne  infestava 
le  vicinanze.  Più  tardi,  cercando  un  ritiro  ancor  più  romito, 
scelse,  sempre  in  Sabina,  un  terreno  detto  Acuziano  situato 
alle  falde  d'un  colle  selvoso  per  edificarvi  una  chiesa  dedi- 
cata alla  Vergine,  e  un  monastero  che  poi  prese  il  nome 
di  Farfa  dal  fiumicello  che  gli  scorre  vicino  e  alquante 
miglia  più  oltre  va  a  gettarsi  nel  Tevere  '. 

*  Il  fiumicello  Farfa  è  1'  «  amoenae  Farfarus  umbrae  »  di  Ovidio  (Met. 
XIV,  331)  e  scorre  ai  piedi  del  monastero  di  Farfa  che  è  distante  da  Roma 
intorno  a  quaranta  chilometri  e  non  lontano  dalla  odierna  stazione  ferroviaria 
di  Fara  Sabina.  Circa  la  configurazione  e  struttura  della  valle  del  Farfa  ve- 
dasi la  memoria  del  dottore  G.  A.  Tuccimei,  Sulla  struttura  e  i  terreni  che 
compongono  la  catena  di  Fara  in  Sabina  nel  Bollettino  della  Società  Geologica 
Italiana,  anno  II,  fase.  i.  Una  elegante  descrizione  della  badia  nel  suo  stato 
attuale  è  stata  pubblicata  di  recente  dal  sig.  Diego  Angeli  col  titolo  Passeggiate 
Sabine:  Farfa  nella  Rivista  Moderna  politica  e  letteraria  del  1°  novembre  1902. 


vili  U.    BALZANI 


L' identità  della  persona  di  questo  santo  Lorenzo,  il 
tempo  in  cui  visse,  i  compagni  ch'egli  ebbe,  la  sede  epi- 
scopale che  avrebbe  tenuta  prima  di  ridursi  a  vita  mona- 
stica, hanno  dato  luogo  a  molte  congetture  erudite  che 
qui  par  superfluo  ripetere  \  Ci  basti  aver  seguita  l'antica 
lesfSfenda  come  ce  l' ha  tramandata  il  cronista  Greoforio 
di  Catino  il  quale  si  esprime  intorno  ad  essa  con  molta 
cautela,  massime  riguardo  alla  data  della  fondazione  del 
monastero  ch'egli  inclina  a  porre  nel  tempo  di  Graziano 
imperatore.  Il  monastero,  fondato,  a  quanto  pare,  come 
Subiaco  e  Montecassino,  sulle  rovine  di  un  antico  tempio 
pagano  *,  sarebbe  stato  distrutto  durante  il  periodo  delle 
invasioni  barbariche,  rimanendo  deserto  fin  verso  la  fine 
del  secolo  settimo,  quando  risorse  per  opera  di  Tommaso 
di  Morienna  ^ 

1  II  Marini  nella  sua  Serie  cronologica  degli  abbati  del  monastero  di  Farfa, 
Roma,  1836,  riassume  le  ipotesi  varie  intorno  a  questo  Lorenzo  detto  l'Illumina- 
tore o  anche  Siro  o  Latino.  Non  è  ben  chiaro  se  si  tratti  di  una  persona  sola,  o 
se  vi  sia  confusione  tra  più  persone  dello  stesso  nome,  e  se  il  Lorenzo  che  avrebbe 
fondato  il  monastero  abbia  occupata  la  sede  episcopale  di  Sabina  od  un'  altra. 
Vedasi  la  Vita  di  san  Lorenzo  Siro  nel  Bollando  al  3  di  febbraio  e  il  trat- 
tato preliminare  al  to.  I  di  lugHo;  Mabillon,  Ada  Sanciorum  O.  S.  B.  I,  231, 
an.  576;  Ughelli,  Italia  sacra,  I,  157  e  1257.  Mi  par  più  sicuro  rimandare 
il  lettore  a  quello  che  ne  dice  Gregorio  di  Catino  lasciando  questo  perso- 
naggio nel  vago  della  leggenda  che  in  fondo  serve  soltanto  a  indicare  la 
probabile  realtà  di  una  prima  antica  fondazione  anteriore  a  quella  più  certa 
di  Tommaso  di  Morienna  che  può  dirsi  il  secondo  fondatore  del  monastero, 
e  col  quale  la  vita  farfense,  pur  sempre  attraverso  la  leggenda,  incomincia  ad 
entrare  nella  storia. 

2  Cosi  par  che  dimostrino  alcuni  resti  d'iscrizione  e  gli  avanzi  d'un  an- 
tico muro  scoperti  alquanti  anni  addietro.  Cf.  Atti  della  R.  Accademia  dei  Lin- 
cei, Notiate  degli  scavi,  an.  1888,  p.  292. 

3  «  Ceterum  prudenti  lectori  relinquimus  ut  de  tempore  pr?fati  viri  Lau- 
«  rentii  eligat  sibi  placitum  quod  videatur  verius.  quo  autem  tempore  prius 
«  destructum  hoc  fuerit  monasterium,  sicut  et  constructum,  manifestius  cla- 
«  riusque  minime  scimus,  nisi  tantum  quod  legitur  in  ciusdem  libro  Con- 


PREFAZIONE.  IX 


La  Storia  della  seconda  costruzione  di  Farfa  ebbe  una 
narrazione  antichissima  in  un  Libellus  constritctionis  Far- 
fensis,  o  più  brevemente  Constructio,  di  cui  ci  rimane  una 
parte  che  riferisce  le  vicende  del  monastero  dal  cadere  del 
secolo  settimo  fino  alla  morte  del  quattordicesimo  abbate 
intorno  all'anno  857.  Opera  d'un  monaco  ignoto  del 
secolo  nono,  questo  scritto  non  è  pervenuto  a  noi  nel  suo 
testo  genuino  e  completo,  ma  solo  ce  ne  resta  quello  che 
ne  fu  inserito  in  un  codice  Farfense  del  secolo  unde- 
cimo  che  contiene  lezioni  sulle  Vite  di  alcuni  santi.  Gre- 
gorio di  Catino  riferendosi  ad  essa  accenna  esplicitamente 
ad  un  proemio  di  cui  nel  codice  non  rimane  traccia,  ma 

«  structionis  »;  Chronicon,  I,  131,  e  vedasi  tutta  la  sagace  dissertazione  di 
Gregorio  di  Catino  a  pp.  119-135  di  questo  volume  e  la  prefazione  al  Flo- 
riger  inserita  ivi  in  nota  a  p.  121.  Gregorio  inclina  a  credere  che  la  distru- 
zione del  monastero  avvenisse  ai  tempi  di  Genserico:  «  Temporibus  vero 
«  Zenonis  imperatoris  et  pap^  Leonis,  Gensericus  rex  Guandalorum  cum  exer- 
«  citu  Maurorum  Romam  cepit  anno  Christi  .cccclvil,  quo  tempore  arbitra - 
«  mur  hoc  c?nobium  fuisse  destructum,  post  beatissimi  Laurentii  constructio- 
«  nem  anno  .lxxxviii.  w  (prefazione  al  Floriger,  I,  123,  nota).  Questa  ipotesi 
di  Gregorio  che  par  contraddire  in  questo  punto  la  Constructio,  riferirebbe 
dunque  la  costruzione  del  monastero  all'  anno  369  e  porrebbe  all'anno  457 
la  sua  distruzione.  Gli  argomenti  che  reca  il  cronista  in  favore  della  sua 
supposizione  sono  certo  notevoli,  ma  conviene  osservare  che  la  dimora  effi- 
mera di  Genserico  nella  provincia  romana  difficilmente  può  avere  occasionata 
una  distruzione  completa  e  permanente  del  monastero,  e  par  più  probabile  che 
questa  avvenisse,  come  pei  monasteri  di  Montecassino  e  di  Subiaco,  nei  primi 
tempi  della  invasione  longobarda.  Montecassino  fu  distrutto  circa  1' anno  580 
e  Subiaco  circa  il  600,  e  furono  ricostruiti  il  primo  intorno  al  718,  il  se- 
condo intorno  al  705  ;  ed  è  bene  anche  tener  sempre  in  mente  che  per  alcuni 
secoli  i  momenti  critici  di  questi  tre  monasteri  sogliono  essere  contemporanei 
e  che  la  loro  storia  attraversa  fasi  assai  somiglianti.  Gregorio  di  Catino  si 
appoggia  per  il  suo  argomentare  ad  alcune  particolari  espressioni  della  Con- 
structio prendendole  come  certe,  ma  queste  espressioni  le  quali  si  basano 
sulla  leggenda,  che  il  cronista  accetta  per  intero  senza  discutere,  non  offrono 
per  noi  un  criterio  sicuro  contro  l'affermazione  diretta  della  Constructio  me- 
desima a  cui  si  accenna  nella  nota  seguente. 


^03 
.fi 


X  U.    BALZANI 


che  doveva  indubbiamente  contenere  la  leggenda  di  san  Lo- 
renzo Siro  e  qualche  notizia  intorno  al  monastero  e  alla 
sua  distruzione  che  l'autore  della  Cofistnictio ,  contraddetto 
in  ciò  da  Gregorio  di  Catino,  attribuisce  ai  tempi  longo- 
bardi '.  Gli  avanzi  della  Constmctio  inseriti  nel  lezionario 
che  ce  li  ha  tramandati,  recano  testimonianza  di  una  latinità 
assai  migliore  di  quella  che  si  trova  per  solito  nelle  scrit- 
ture ecclesiastiche  nostre  di  quella  età.  Ciò,  come  già 
ebbi  occasione  d'osservare  altrove,  è  dovuto. alla  influenza 
dei  legami  che  strinsero  sempre  il  monastero  di  Farfa  ai 
dominatori  longobardi  e  franchi  i  quali  nelle  loro  relazioni 
con  la  Sede  apostolica  lo  tennero  fin  da  principio  come 
il  baluardo  loro  più  prossimo  alle  mura  di  Roma.  Gover- 
nato da  abbati  di  origine  franca  quando  la  cultura  eccle- 
siastica era  meglio  curata  oltralpe  che  a  Roma,  il  mona- 
stero di  Farfa  sovrastò  alla  decadenza  letteraria  del  nono 
secolo,  e  più  tardi  fra  le  sue  mura  si  videro  sorgere  i 
primi  inizi  di  una  rinascenza  storica  di  cui  la  Cofistrtictio 
sembra  essere  il  germe. 

La  leggenda  della  seconda  fondazione  lascia  agevol- 
mente trasparire  il  vero  storico  ch'essa  contiene.  Tom- 
maso di  Morienna,  uomo  venerabile,  recandosi  con  alquanti 
seguaci  pellegrino  a  Gerusalemme,  passava  per  Roma,  e 
quivi  gli  si  accompagnavano  due  italiani.  Marziano  e  Mar- 
tirio, i  quali  sciolto  il  voto  tornavano  in  patria  dove  tro- 
viamo poi  Marziano  chiamato  a  reggere  la  sede  episco- 

I  «  Sed  et  illud  quod  in  proemio  legitur  Constructionis,  istud  nio- 
«  nasterium  aLangobardisdestructum,  effugatis  ab  eis  etinterfectis  eius  habitato- 
«  ribus,  corrigendum  arbitramur,  ut  non  a  Langobardis  sed  potius  a  Guandalis 
«  dicatur,  quod  accidit  temporibus  Zenonis,  vel  a  Gothis,  quod  temporibus 
«  Archadii  vel  Honorii  imperatorum  exlitit  »;  prefazione  al  Floriger  in  nota 
a  pp.  123  e  124  di  questo  volume. 


PREFAZIONE.  XI 


pale  di  Fermo,  e  Martirio  un  monastero  romano  presso 
la  chiesa  di  S.  Pietro.  Si  direbbe  che  rimpatriando  i  due 
pellegrini  avevano  lasciato  vivo  il  pensiero  d' Italia  nel- 
l'animo di  Tommaso  il  quale  coi  suoi  discepoli  rimase  per 
altri  tre  anni  pregando  presso  il  Santo  Sepolcro.  A  un 
tratto  la  Vergine  apparisce  in  visione  al  sant'  uomo,  e  da 
Gerusalemme  gli  addita  la  deserta  basilica  presso  i  tre 
cipressi  del  fondo  Acuziano  in  Sabina  dove  egli  doveva 
restaurare  il  monastero  destinato  a  vita  rigogliosa  e  po- 
tente. Tommaso  obbedisce  alla  visione  e  fa  rivivere  il 
monastero  di  Farfa  con  l'aiuto  del  duca  di  Spoleto  Fa- 
roaldo  ammonito  anch' egli  in  visione  di  dare  al  nascente 
istituto  una  protezione  che  fu  poi  continuata  sempre  dai 
suoi  successori. 

Questa  leggenda  sembra  accennar  chiaro  al  movimento 
del  monachismo  che  nel  secolo  settimo  penetrava  in  Italia 
dal  settentrione  a  rinnovare  la  tradizione  di  san  Benedetto 
e  risuscitarne  l'opera  incivilitrice.  Come  Bobbio  sorgeva 
verso  quel  tempo  per  opera  dell'  irlandese  Colombano, 
Farfa  tornava  a  vivere  per  opera  di  monaci  originari  della 
Gallia  col  favore  e  l'aiuto  dei  signori  longobardi  che  com- 
prendevano tutto  il  valore  di  un  focolare  di  civiltà  in  quel 
luogo  cosi  mirabilmente  situato  tra  Roma,  l' Umbria  e 
l'Abruzzo.  L'azione  propagatrice  del  monachismo  farfense 
si  rivela  ai  tempi  dello  stesso  Tommaso  con  la  leggenda 
della  fondazione  del  monastero  di  S.  Vincenzo  al  Volturno 
e  dei  suoi  tre  fondatori,  i  nobili  giovani  beneventani  Pal- 
done,  Tatone  e  Tasone  '.     Questa  poetica  leggenda  che  si 

I  Cf.  Chronicon  VuUurnense  in  Muratori,  Rer.  It.  Script.  II,  ii,  e  la  Vita 
Paldonis,  Tatonis  et  Tasonis  Vulturmnsium  pubblicata  dal  Waitz  nel  volume 
Script,  rer.  Langoh.  et  Ital.  saec.  VI-IX  dei  Mon,  Germ.  hist. 


XII  U.   B  AL  ZANI 


lega  cosi  strettamente  alla  vita  di  Tommaso  di  Morienna 
e  alla  storia  di  Farfa,  è  inserita  nel  lezionario  Farfense  in 
mezzo  alla  Constructio.  Ne  fu  autore  Autperto  monaco 
e  più  tardi  abbate  di  S.  Vincenzo  che  la  dettò  non  molti 
anni  dopo  la  morte  dei  tre  fondatori  beneventani.  Non 
si  può  dire  con  certezza  se  la  narrazione  di  Autperto  fu 
inclusa  nel  testo  originale  della  Co7istnictio  o  solo  poste- 
riormente dal  compilatore  del  lezionario,  ma  non  mi  pare 
improbabile  che  l'autore  della  Constructio  l'abbia  accolta 
nel  suo  lavoro.  Forse  già  fin  d'allora  s' infiltrarono  nella 
leggenda  quelle  varianti  ed  aggiunte  che  mancano  nel  rac- 
conto di  Autperto  ma  che  si  trovano  nel  lezionario  e  deb- 
bono essere  nate  a  Farfa  per  appoggiare  i  pretesi  diritti 
sul  monastero  di  S.  Vincenzo  sostenuti  poi  con  lungo  di- 
scorso da  Gregorio  di  Catino  nella  sua  cronaca.  Il  rac- 
conto volturnense  è  cosi  fuso  in  quello  della  Co7istriictio 
che  sembra  essere  stata  originalmente  compilata  nella 
forma  in  cui  ora  l'abbiamo,  per  legare  insieme  le  origini 
dei  due  monasteri  '. 

La  somiglianza  delle  cause  che  determinarono  il  sor- 
gere, il  decadere  e  il  risorgere  di  certi  monasteri  prossimi 


I  Un  frammento  della  Constructio,  tratto  dal  lezionario  di  cui  è  parola 
qui  sopra,  fu  pubblicato  dal  benedettino  Costantino  Caetani  nel  terzo  volume 
degli  Acta  Sanctorum  O.  S.  B.  e  riprodotto  nella  raccolta  dei  Bollandisti  al  vo- 
lume terzo  di  settembre.  Il  Bethmann  pubblicando  per  primo  1'  intero  testo 
nei  Moti.  Germ.  hist.  Script.  XI  credette  che  esso  contenesse  la  Constructio  com- 
pleta e  genuina  quale  essa  fu  scritta.  Il  dotto  tedesco,  del  resto  assai  bene- 
merito degli  studi  farfensi,  era  in  errore,  e  l'amico  mio  Ignazio  Giorgi  ha 
dimostrato  con  evidenza  che  il  vero  testo  originale  è  perduto  ;  I.  Giorgi,  lì 
Regesto  di  Farfa  e  U  altre  opere  di  Gregorio  di  Catino  in  Archivio  della  Società 
romana  di  storia  patria,  anno  II. 


PREFAZIONE.  XIII 


a  Roma  o  non  lontani  da  essa,  non  s'arrestò  ai  primi  secoli 
della  loro  vita.  Il  cessare  delle  incursioni  barbariche  e 
lo  stabilirsi  di  domini  regolari  e  ordinati,  favori  lo  sviluppo 
del  monachismo  e  fece  salire  a  stato  alto  e  potente  molti 
monasteri  tra  i  quali  primeggiava  quello  di  Farfa,  cosi  fio- 
rente che  appena  era  eguagliato  in  tutto  il  regno  Italico, 
e  non  interamente,  dalla  sola  badia  di  Nonantola  '.  Visitato 
da  pontefici,  da  re,  da  imperatori,  arricchito  da  oblazioni 
continue,  retto  da  abbati  ragguardevoli,  vicinissimo  a  Roma 
dove  aveva  possedimenti  e  chiese  proprie,  ma  collocato 
entro  i  confini  del  regno  Italico  e  indipendente  dalla  imme- 
diata giurisdizione  pontificia,  il  monastero  di  Farfa  era  di- 
venuto un  centro  notevolissimo  di  forza,  di  cultura  e  di 
religione.  Ma  come  prima  dal  settentrione,  ora  l' Italia 
era  minacciata  dall'Africa.  I  Saraceni,  posto  sicuro  il  piede 
in  Sicilia,  allargavano  la  loro  potenza  sulla  terra  ferma, 
e  dove  non  potevano  tenere  stabile  dominio  si  spingevano 
a  rapina  e  a  distruzione  con  incursioni  temporanee.  Come 
una  marea  che  s'avanza  e  si  ritira,  essi  avanzavano  o  si 
ritraevano  secondo  le  forze  di  resistenza  che  si  trovavano 
contro.  Roma  stessa  non  andò  immune,  e  nell'estate  del- 
l'anno 846  vide  le  orde  dei  Saraceni  irrompere  selvaggia- 
mente in  S.  Pietro  e  il  sacro  tempio  del  principe  degli  apo- 
stoli profanato  dal  saccheggio  degli  infedeli.  I  monasteri 
meridionali  o  non  lontani  dal  Mezzogiorno,  isolati  nelle 
campagne  e  perciò  male  sicuri,  noti  per  lo  splendore  e 
le  ricchezze,    focolari   della   fede   cristiana,    non  potevano 

I  «  Quid  multa  ?  in  toto  regno  Italico  non  inveniebatur  simile  illi  mo- 
«  nasterio  in  cunctis  bonis,  excepto  monasterio  quod  vocatur  Nonantul?  ;  sed 
«  non  ex  toto,  ut  plures  fatentur  »  ;  cosi  1'  abbate  Ugo  nella  Destructio  a 
p.  31  di  questo  volume. 


XIV  U.   BALZANI 


sfucrgire  alla  cupidigia  rapace  e  all' odio  degli  Arabi.  La 
badia  di  Farfa,  posta  alle  falde  di  un  colle  Sabinate  in 
luogo  molto  accessibile,  cedette  finalmente  alla  sorte  a  cui 
avevano  già  ceduto  S.  Vincenzo  al  Volturno  e  Montecas- 
sino.  Intorno  all'anno  890  era  divenuto  abbate  di  Farfa 
un  personaggio  di  nome  Pietro,  e  reggeva  la  badia  e  le 
terre  e  chiese  soggette  ad  essa  con  vigore  e  prudenza, 
quando  i  Saraceni  cominciarono  ad  infestare  il  territorio 
Farfense  e  a  minacciare  il  monastero  stesso.  Pietro  durò 
a  lungo  nella  difesa,  e  senza  smarrirsi  per  sette  anni  re- 
spinse con  le  armi  gli  assalti  frequenti.  Ma  gl'invasori 
erano  oramai  signori  delle  vicinanze,  e  resister  più  a  lungo 
non  era  possibile.  Pietro  decise  di  abbandonare  il  luogo 
che  non  poteva  difendere,  e  divise  in  tre  schiere  i  monaci 
e  partito  fra  esse  il  tesoro,  ne  mandò  una  a  Roma,  uii'  altra 
a  Rieti  e  la  terza  condusse  seco  nel  comitato  Fermano. 
I  Saraceni  penetrati  nella  badia,  invece  di  distruggere 
lasciarono  in  piedi  il  bello  edificio  per  valersene  come  di 
punto  d'appoggio  e  di  stanza  nell'andare  e  venire  dalle 
loro  incursioni,  ma  alcuni  ladri  cristiani  che  vi  si  erano 
rifugiati  una  notte,  accesero  un  fuoco  che  senza  loro  inten- 
zione divampò  in  incendio  e  mandò  tutto  in  rovina.  Intanto 
l'abbate  Pietro  durava  fatica  a  reggersi  nel  territorio  Fer- 
mano infestato  anch'esso  dagli  Arabi,  e  dovette  piantarsi 
sul  Monte  Matenano  dove  costruì  un  castello  a  difesa  di 
un  monastero  che  diventò  uno  dei  centri  Farfensi,  e  in  cui 
più  tardi  Tabbate  Ratfredo  trasferi  le  reliquie  di  santa  Vit- 
toria. Quivi  Pietro  fu  sepolto  intorno  all'anno  919  dopo 
aver  designato  a  suo  successore  l'abbate  Rimone  che,  a 
quanto  pare,  non  governò  a  lungo.  Dopo  Rimone,  o  forse 
per  qualche  tempo  contemporaneamente  a  lui,   fu  abbate 


PREFAZIONE.  XV 


Ratfredo  che  ricondusse  i  suoi  monaci  a  Farfa,  e  tra  gli 
anni  980  circa  e  9 36  ricostruì  il  monastero. 

E  qui  comincia  un  periodo  intralciato  nella  storia  di 
Farfa  e  pieno  di  tristizie.  L'  esodo  dei  Farfensi  in  tre 
luoghi  diversi  spezzò  in  certo  modo  V  unità  della  loro  com- 
pagine monastica.  Due  abbati,  Rimone  e  Ratfredo,  un 
dopo  l'altro  morirono  avvelenati  dai  loro  monaci,  i  quali 
nella  sede  di  Roma  par  che  avessero  una  scuola  di  medi- 
cina dove  insieme  all'arte  della  salute  dovettero  esercitarsi 
in  quella  di  trattar  veleni.  Due  monaci  scellerati,  Campone 
e  Ildebrando,  dopo  avvelenato  Ratfredo  s'erano  impadroniti 
dell'abbazia  dividendosene  i  beni  e  il  comando,  vivendo  vita 
dissoluta  e  distruggendo  nei  monaci  ogni  disciplina  e  ogni 
sentimento  di  virtù  monastica.  Del  resto  il  male  non  era 
solo  tra  i  monaci  di  Farfa  ;  tutti  i  monasteri  della  provincia 
romana  erano  in  grande  scadimento  di  cultura  e  di  costumi. 
Alberico  principe  dei  Romani  tentò  di  riparare  al  male  chia- 
mando a  Roma  Oddone  di  Cluny  che  portò  la  riforma 
Cluniacense  in  molti  monasteri.  L'abbate  Campone  che 
respingeva  i  Cluniacensi  fu  scacciato  a  forza  da  Alberico 
e  si  ritirò  a  Rieti,  mentre  l'abbate  Ildebrando  s'ingran- 
diva nella  marca  di  Fermo  coi  beni  del  monastero.  A 
Farfa  in  luogo  degli  abbati  scacciati  fu  preposto  Dagiberto, 
virtuoso  abbate  che  tentò  di  introdurre  la  riforma  Clunia- 
cense, ma  dopo  cinque  anni  fu  avvelenato  ancor  esso  dai 
monaci  insofferenti  di  giogo.  Il  monastero  era  di  nuovo 
spartito  come  al  tempo  dei  Saraceni,  e  la  confusione  e  il 
disordine  regnarono  più  che  mai  nella  famiglia  Farfense 
divisa  e  governata  contemporaneamente  da  diversi  abbati 
e  da  ogni  specie  d' intrusi  per  non  breve  tempo.  Sol- 
tanto verso  l'anno  967,  quando  Ottone  I  tornato  in  Italia 


XVI  U.    BALZANI 


ebbe  fatto  incoronare  il  figlio  Ottone  II  la  cui  mano  si 
fece  sentire  ferma  e  grave  in  Roma  \  fu  possibile  al  papa 
di  consacrare  un  abbate  Giovanni  III  che  potè  ricondurre 
a  una  certa  unità  il  monastero,  ma  non  senza  molti  con- 
trasti e  interruzioni  attraverso  trent'  anni  di  governo  abba- 
ziale  non  interamente  né  sempre  lodevole.  Alla  sua  morte, 
dopo  sei  mesi  di  reggimento  di  un  abbate  Alberico,  con 
l'accessione  dell'abbate  Ugo  il  monastero  venne  finalmente 
in  mano  dell'uomo  che  era  destinato  a  rialzarne  le  sorti 
e  lo  splendore. 

Il  primo  ingresso  di  Ugo  nell'  abbazia  di  Farfa  non 
fu  puro.  Nato  nell'aprile  dell'anno  972,  era  entrato  nel 
monastero  di  S.  Quirico  a  quattordici  anni  nel  986,  e  gio- 
vane di  ventisei  anni  nel  998  offrendo  danaro  al  pontefice 
Gregorio  V  ottenne  d'essere  nominato  abbate  di  Farfa  *. 
Ottone  III  venuto  a  notizia  della  elezione  simoniaca  avve- 
nuta senza  il  suo  assenso  in  un  monastero  imperiale,  scacciò 
Ugo  come  usurpatore,  ma  di  li  a  poco,  annuendo  alle  pre- 
ghiere dei  monaci,  lo  restituì  alla  dignità  abbaziale  e  lo 
prese  nella  sua  grazia  K  II  giovane  abbate  si  mostrò 
degno  della  fiducia  riposta  in  lui,  e,  come  ad  emendare 

1  «  Hoc  tempore  secunda  vice  rediit  Otho  prìmus  imperator  Italiani,  qui 
«  in  priori  suo  ingressu  coronatus  est  a  lohanne  papa  filio  Alberici  supra  no- 
ce minati  principis.  in  secundo  suo  adventu  fecit  coronare  filium  suum  Otho- 
«  nem  secundum  imperatorem  se  vivente  a  supra  scripto  lohanne  papa,  ut 
«  plures  sciunt.  qui  legem  et  iustitiam  fìrmiter  cepit  tenere  per  totam  Ita- 
«  liam  »  ;  Destriictio,  p.  45. 

2  «  Denique  cum  in  hanc  abbatiam  cupiditate  honoris  captus  venire  au- 
«  derem,  pecuniam  optuH  donino  pap?  et  studui  eam  acquirere  inique»; 
Relatio  conslittitionis  domni  HuGONis  abbatis,  a  p.  $5  di  questo  volume,  e  cf.  an- 
che il  Chronicon,  II,  3. 

3  Chronicon  Farfeme,  II,  3. 


PREFAZIONE.  XVII 


la  colpa  del  suo  primo  ingresso  simoniaco,  si  consacrò  con 
ardore  pertinace  alla  grandezza  spirituale  e  temporale  del 
monastero  che  gli  era  affidato.  Anzitutto  volle  rialzare 
la  disciplina  interamente  scaduta  fra  i  suoi  monaci  che  vive- 
vano ormai  secolarmente  quasi  come  laici.  Dopo  avere 
cercato  invano  chi  lo  aiutasse  nei  monasteri  di  Subiaco, 
di  Montecassino  e  di  Ravenna,  si  rivolse  a  Odilone  di 
Cluny  e  n'ebbe  conforto  ed  aiuto  a  rinnovare  nel  mona- 
stero quella  riforma  Cluniacense  che  non  aveva  potuto 
prendere  radice  ai  tempi  d'Alberico  principe  dei  Romani 
quando  Oddone  di  Cluny  aveva  tentato  d'introdurvela.  Nelle 
Provincie  prossime  a  Roma  il  monachismo  si  sforzava  allora 
di  uscire  dallo  stato  di  corruzione  in  cui  era  rimasto  pro- 
strato, e  il  momento  era  propizio  alla  fermezza  tenace  del 
giovane  abbate  di  Farfa.  Mentre  riformava  la  regola  mo- 
nastica, egli  aiutato  dal  gran  conto  in  cui  papi  e  imperatori 
lo  tenevano,  si  pose  con  energia  infaticabile  a  riordinare 
gli  affari  del  monastero  caduti  in  una  confusione  che  pareva 
disperata,  e  a  ricuperarne  i  possedimenti,  o  male  alienati 
dai  suoi  predecessori  indegni,  o  usurpati  da  potenti  vicini. 
Per  oltre  trent'anni  noi  lo  troviamo  del  continuo  innanzi 
ai  giudici,  nella  curia  pontificia,  nelle  reggie  o  nei  campi 
imperiali  inteso  a  sostener  senza  tregua  i  diritti  del  mona- 
stero e  a  respingere  le  pretese  dei  suoi  avversari.  Entro 
questo  periodo  di  tempo,  o  fosse  stanchezza,  o  dubbio  di 
sé,  o  qualche  sottile  avvedimento  di  cui  non  sappiamo  le 
ragioni,  per  due  volte  lo  vediamo  rassegnare  la  dignità 
abbaziale  e  trasmetterla  ad  altri,  ma  pare  che  anche  nel 
corso  di  questi  intervalli  la  sua  influenza  a  favore  del  mona- 
stero si  facesse  sentire,  e  ch'egli  non  lasciasse  mancare  la 
sua  ispirazione  e  il  consiglio  agli  abbati  che  lo  supplivano. 
e 


XVIII  U.   BALZANI 


Gli  effetti  di  un'azione  cosi  efficace  non  tardarono  a 
mostrarsi.  La  badia  di  Far  fa  sali  di  nuovo  rapidamente 
all'altezza  antica.  Con  le  restaurate  ricchezze  e  la  rin- 
novazione dei  costumi  incominciò  anche  per  essa  un  pe- 
riodo di  cultura  intellettuale  che  preludeva  a  quella  rina- 
scenza di  studi  monastici  che  si  svolse  poi  larga  nella 
seconda  metà  del  secolo  undecimo  quando  uno  spirito 
profondo  di  riforma  agitando  gli  animi,  s'appoggiò  al 
monachismo  per  purificare  la  Chiesa  e  chiamarla  ad  operare 
nei  tempi  nuovi.  Il  moto  partito  da  Cluny  non  era  rimasto 
senza  frutto  anche  pel  rinnovamento  del  sapere.  Il  rifor- 
matore Oddone  non  era  un  rozzo  santo  spregiatore  della 
civiltà  ma  uomo  assai  ben  letterato  che  in  Francia  si  era 
erudito  in  filosofia  grammatica  musica  e  arte  poetica.  Il 
suo  successore.  Odilone  seguiva  le  sue  orme.  Era  natu- 
rale che  Farfa,  non  più  immemore  del  suo  passato,  con 
possedimenti  e  scuole  entro  Roma  dove  ogni  luce  di  cul- 
tura non  era  spenta,  dovesse  ripigliar  pronta  le  sue  tradi- 
zioni dietro  la  guida  di  un  uomo  di  spirito  elevato  come 
l'abbate  Ugo. 

Ugo  stesso  aprì  la  via.  Le  vicende  patite  dal  mona- 
stero dopo  r  invasione  saracenica,  la  decadenza,  gli  errori, 
le  colpe  che  lo  avevano  condotto  alla  rovina  non  dovevano 
dimenticarsi  dai  monaci,  e  conveniva  perpetuarne  il  ricordo 
come  ammonimento  per  l'avvenire.  Mosso  da  questo  pen- 
siero, Ugo  consentendo  alla  preghiera  dei  suoi  confratelli, 
prese  a  scrivere  la  storia  della  sua  badia  dai  tempi  del- 
l'abbate Pietro  fino  ai  suoi  (SqoP-qqS),  e  poiché  era  storia 
di  rovine  e  di  mali,  mentre  il  primo  libro  che  narrava  la 
fondazione  e  il  salire  di  Farfa  era  stato  chiamato  Co?istnictio, 
cosi  ora  egli  e  i  suoi  monaci  vollero  che  il  suo  scritto  si 


PREFAZIONE.  XIX 


chiamasse    Destructio,    e   postosi  all'  opera,    testimoniava 
della  sincerità  sua  con  queste  parole  : 

Hoc  unum  volo  vos  scire  certissime  qui  audituri  estis,  quare  nichil  hic 
continetur,  nisi  quod  a  veridicis  compertum  est  relatoribus,  et  scimus  magis 
non  recipi  evangelia  illa  qu?  visu  exarata  sunt,  quam  illa  que  auditu;  id- 
circo  fiducialius  ista  ac  securius  componere  temptavi. 

Il  secolo  di  storia  che  Ugo  ha  trattato  è  dei  più  oscuri 
e  difficili  in  tutta  la  vita  della  badia,  e  la  sua  narrazione 
si  risente  qualche  volta  della  difficoltà  dell'argomento,  e 
in  qualche  passo  lascia  l'animo  dubbio  come  si  vedrà  dalle 
note  che  mi  sono  studiato  d'aggiungere  a  schiarimento  del 
testo.  Ma  pur  tenendo  conto  di  ciò,  riman  sempre  che 
l'autore  scriveva  di  tempi  vicini  a  lui,  quando  la  tradizione 
dei  fatti  era  ancor  viva,  e  per  la  parte  recente  aveva  testi- 
moni contemporanei  e  nell'archivio  documenti  sicuri.  Scrit- 
tore sincero  ed  onesto,  egli  ci  ha  lasciato  nella  Destrtictio 
un  racconto  prezioso  non  solo  per  la  storia  della  badia, 
ma  anche  per  quella  delle  incursioni  saraceniche  e  per  la 
storia  di  Roma  e  delle  provincie  in  cui  si  stesero  i  monaci 
Farfensi  durante  il  decimo  secolo  '. 

L'attività  letteraria  dell'abbate  Ugo  non  si  restringe 
alla  Destructio  ma  si  compenetra  coi  suoi  sforzi  per  il  rin- 
novamento spirituale  del  monastero  e  la  restaurazione  dei 
suoi  possessi  e  della  sua  influenza  nei  vari  luoghi  su  cui 
per  antichi  diritti  aveva  pretese.  Dell'opera  sua  egli  lasciò 
alcune  relazioni  per  memoria  dei  suoi  monaci.  Una  d'esse 
scritta  per  accompagnare  il  testo  della  sua  costituzione 
riguardante  la  riforma  del  monastero,  narra  schiettamente 

I  La  Destructio  fu  prima  pubblicata  dal  Muratori  nel  sesto  volume  delle 
Antiquitates,  da  cui  la  riprodusse  il  CoLUCCi  nel  volume  XXX  delle  Antichità 
Picene.  Il  Bethmann  la  ripubblicò  traendola  dal  manoscritto  Vaticano  6216 
adoperato  anche  per  questa  edizione. 


XX  U.  BALZANI 


la  colpa  del  suo  ingresso  simoniaco,  e  i  tentativi  da  lui 
fatti  per  introdurre  stabilmente  questa  riforma  in  ammenda 
del  suo  fallo.  Più  importante  ancora  è  un  altro  scritto 
che  fa  come  seguito  alla  Destructio  e  ch'egli  chiamò  della 
Dimimizione  del  ni^onastei^o,  in  cui  tratta  dei  contrasti  tena- 
cemente sostenuti  intorno  ai  possessi  di  Sabina  e  special- 
mente del  castello  di  Tribuco.  E  un  racconto  pieno  di 
vigore  e  di  colorito,  nel  quale  Ugo  ci  mostra  vivi  e  mo- 
venti in  azione  i  principali  personaggi  che  dominavano  e 
s' agitavano  nel  territorio  romano  sul  finire  del  secolo  de- 
cimo e  il  cominciar  dell' undecimo,  e  al  quale  fa  comple- 
mento il  Querimonio  conservatoci  nel  Regesto  di  Far/a, 
che  lo  stesso  Ugo  rivolse  più  tardi,  tra  1'  anno  1026  e 
il  1027  com'  io  credo,  a  Corrado  II  sempre  intorno  ai 
contrastati  castelli  di  Tribuco  e  di  Bocchio-nano.  Nessuno 
scritto  può  darci  un'  idea  cosi  viva  e  reale  degli  avveni- 
menti e  dei  costumi  di  quell'  età  se  non  forse  i  placiti 
famosi  nei  quali  ai  tempi  degli  abbati  Ugo  e  Guido  si 
difesero  i  diritti  del  monastero  contro  i  preti  della  chiesa 
romana  di  S.  Eustachio  per  i  possessi  farfensi  alle  Terme 
Alessandrine,  e  contro  il  monastero  dei  Ss.  Cosma  e  Da- 
miano per  la  cella  di  S.  Maria  in  Minione.  Intorno  alle 
contese  relative  a  questa  cella,  nel  Chro7iicon  Farfense  si 
trova  inserita  una  memoria  che  a  me  sembra  indubbia- 
mente composta  da  Ugo  ',  e  che  par  completare  l'elenco 
degli  opuscoli  di  questo  glorioso  abbate  il  quale  fermando 
il  ricordo  di  alcuni  fatti  importanti  pel  suo  monastero,  ci 
ha  lasciato  dei  quadri  preziosi  per  la  storia  dell'età  sua, 
A  chi  les^ee  le  sue  brevi  scritture,  le  attitudini  dell'abbate 


'&fc> 


^  Per  questa  memoria  e  per  le  contese  con  S.  Kustachio  e  i  Ss.  Cosma 
e  Damiano  cf.  Chronicon  Farfense,  II,  io  sgg. 


PREFAZIONE.  XXI 


Ugo  a  scriver  di  storia  appariscono  singolarmente  spic- 
cate, e  se  l'occasione  gli  si  fosse  pòrta  d'allargar  la  sua 
tela  ad  una  narrazione  più  vasta  delle  cose  occorse  in- 
torno a  Roma  nei  suoi  tempi,  noi  forse  avremmo  avuto 
in  lui  uno  dei  maggiori  cronisti  del  medio  evo  italiano, 
colorito  quasi  come  Liutprando,  e  per  sincerità  e  impar- 
zialità d'animo  assai  più  sicuro  di  lui. 

Nell'anno  io3g  moriva  Ugo  di  Farfa  e  gli  abbati  che 
gli  succedettero,  Almerico  e  Suppone,  serbarono  il  mo- 
nastero nel  buono  stato  a  cui  egli  lo  aveva  ricondotto. 
Alla  morte  di  Suppone  nel  1047  i  monaci  elessero  unanimi 
un  giovane  abbate,  Berardo  I,  cresciuto  fin  da  fanciullo 
a  Farfa  e  capace  di  continuare  le  tradizioni  di  Ugo, 
ch'egli  aveva  veduto  reggere  il  monastero,  e  di  far  fio- 
rire la  scuola  destinata  a  ripigliare  l' opera,  storica  del 
grande  restauratore  di  Farfa.  Già  V  abbate  Almerico 
aveva  posta  gran  cura  nell'  aumentare  la  biblioteca  del 
monastero  '  e  sotto  il  lungo  governo  di  Berardo  durato 
per  quarantadue  anni  fino  al  1089  i  monaci  Farfensi  non 
trascurarono  quegli  studi  pei  quali  l'azione  del  monachismo 
doveva  tanto  esplicarsi  in  un  tempo  che  fu  dei  più  cul- 
minanti nella  storia  della  Chiesa.  Sotto  le  cure  diligenti 
dell'abbate  Berardo  ^  venne  allora  educato  il  fanciullo  Gre- 
gorio di  Catino  che  doveva  più  tardi  seguitare  l' opera 
storica  dell'abbate  Ugo,  e  raccogliendo  i  ricordi  e  i  docu- 

1  «  Ecclesiastica  quoque  ornamenta  et  librorum  volumina  in  hoc  mona- 
«  sterio  studiosissime  auxit.  fertur  autem  quod  artis  grammatici  et  Scriptur? 
«  divin?  libros  quadraginta  duos  maiores  minoresve  hic  accumulare  curavit  »  ; 
Chronicon  Farfense,  li,   ii8 

2  «  Abbas  Berardus  noster  ab  annis  primevis  hic  receptor  ac  enutritor 
«  diligentissìmus  »  ;  Chronicon  Farfense,  II,  119. 


XXII  U.    BALZANI 


menti  del  suo  monastero  serbare   all'  Italia  un  tesoro   di 
storia  prezioso. 

Gregorio  era  nato  di  nobili  parenti  in  Sa]3Ìna  intorno  al- 
l'anno 1060  '.    Suoi  avi  paterni  furono  Giovanni  di  Giovanni 

I  Una  gran  parte  delle  notizie  che  ci  rimangono  intorno  a  Gregorio  di 
Catino  si  trovano  nel  prologo  che  il  monaco  Giovanni  grammatico  premise 
al  Regesto  di  Farfa.  Di  questo  Giovanni  sappiamo  soltanto  che  era  monaco 
di  Farfa  e  che  nell'anno  1091  o  1092  Rodolfo  vescovo  di  Narni  e  abbate  del 
monastero  di  S.  Cassiano  fece  rinunzia  a  lui  che  rappresentava  l' abbate 
Berardo  II  di  ogni  lite  relativa  ai  beni  del  prete  Pietro  di  Farisinda  (cf. 
Chronicon  Farfense,  II,  211  ed  il  doc.  11 28  del  Regesto  di  Farfa,  V,  129).  Mi 
par  bene  riferir  qui  per  intero  il  prologo  di  Giovanni  che  ha  tanta  importanza 
per  la  biografia  del  nostro  cronista. 

In  Christi  Dei  omnipotentis  nomine,  incipit  prologus  domini  lohannis  grammatici  super 
huius  opera  libri.  In  nomine  sancte  et  individue  Trinitatis.  ad  honorem  et  laudem  sanctc 
Dei  genitricis  semperque  virginis  Marie  gloriosissime  doming  nostrg. 

Imperante  domno  Heinrico  IIII  Romanorum  patricio  et  imperatore,  ab  incarnatione 
domini  nostri  Ihesu  Christi  anno  millesimo  nonagesimo  secundo,indìctione  .xv.,  .xiii.  kalendas 
maias.  divina  inspirante  gratia,  placuit  domno  Berardo  reverentissimo  abbati  huius  ecclesia 
Pharphensis  nobilissima  gente  progenito  Fiorenti^  urbis,  quatinus  istius  sacri  cgnobii  uni- 
versa privilegia  et  prfcepta  nec  non  et  tomos  et  legales  cartas  nimia  vptustate  iam  pene  con- 
sumpta,  in  unum  volumen  colligere  eaque  ad  memoriam  posteritatis  studiosissime  declarata, 
veracissime  transcripta  relinquere.  et  hoc  prudentissimo  actum  est  Consilio,  ne  forte,  quod 
sfpissime  iam  evenisse  novimus,  aut  custodum  negligentia,  aut  vetustate  consumente  nimia, 
prfdicta  oblivioni  traderentur  precepta,  tomi,  carte  et  privilegia,  quf  veraciter  elucubrando 
nichil  eis  omnino  addidimus,  vel  minuimus,  nec  mutavimus,  sed  corruptis  partibus  rethorice 
emendatis,  eo  respectu  quo  scripta  erant,  ea  legaliter  transtulimus  per  manus  confratris  nostri 
magnp  sagacitatis  Gregorii  Sabinensi  comitatu  oriundi,  in  castro  Catinensi  nobilissimis  paren- 
tibus  progeniti,  et  nostra  ecclesie  fere  ab  ipsa  infantìa  lacte  enutriti. 

Oregorius  sanctf  servus  famulusque  Marig, 
?3egni  perpetui  vitam  cupiens  adipisci, 
miusdem  semper  renovavit  scripta  beate, 
C  liscens  post  obitum  famosum  linquere  votum. 
Optulit  hunc  genitor  Donadeum  quoque  Dono, 
SJestituens  libras  centenas  ac  nonagenas, 
"-in  templi  fratres  ©eoTo'xo;  ede  benigne, 
c!t  caperent  norme  Pharphensis  premia  sacre. 
c/)ic  primus  pastor  Berardus  monachat  ambos. 
Oflum  paulo  post  migravit  in  ordine  maior, 
>  nnos  sex  denos  post  Christi  mille  vel  octo. 
Handem  qui  minimus  frater  Gregorius  auctus 
i-indeque  ter  denos  transcendens  plus  minus  annos, 
Zam  postquam  vestem  percepit  in  ordine  norm^- 
m  xpletis  denis  annis  bis  nec  ne  quaternis, 
Giostro  migrato  primo  pastore  Berardo, 
c/3cedas  has  compie  cartarum  Virginis  almp 
>-H  usàit  Berardus  tantum  quod  abba  secundus. 
cncripsit  enim  gratis,  vite  quia  premia  querit. 
Gregorium  nosces  de  versibus  his  Catinensem, 


PREFAZIONE.  XXIII 


Bove  e  Susanna  di  Berlengerio,  suoi  genitori  Dono  e  Tede- 
randa.  Nel  1064  essi  genitori  vendevano  per  cinquanta  soldi 
alcuni  beni  ai  loro  figliuoli,  Donadeo  e  il  nostro  Gregorio 
ancora  fanciulli.  Probabilmente  questi  beni  rappresentavano 
la  dotazione  dei  fanciulli  destinati  ad  entrare  nel  monastero  \ 
Se  Tederanda  la  madre  di  Gregorio  non  aveva  un  doppio 
nome  (non  ne  mancano  esempi  in  quel  tempo)  ed  era  chia- 
mata anche  Rogata,  convien  dire  eh'  essa  morisse  poco 
dopo,  e  che  Dono  presto  passasse  a  seconde  nozze.  Infatti 
vediamo  in  un  altro  documento  che  Dono  e  sua  moglie,  la 
quale  questa  volta  vien  detta  Rogata  e  non  Tederanda, 
nel  maggio  del  1067  vendettero  all'abbate  Berardo  per 
duecento  libbre  d'  argento  la  loro  porzione,  assai  conside- 
revole, di  alcune  castella  e  chiese  situate  nel  comitato  Sa- 
binense  "",  e  poi  restituendo  al  monastero  centonovanta  lib- 
bre Dono  offri  in  oblazione  a  S.  Maria  di  Farfa  i  suoi  due 
figliuoli  Donadeo  e  Gregorio.  Berardo  I  accolse  i  due  fan- 
ciulli tra  gli  oblati,  ma  poco  dopo,  nel  1068,  Donadeo  mori 
e  Gregorio  rimase  solo  ad  essere  educato  nella  scuola  del 
monastero.  Sebbene  egli  parli  modestamente  della  sua 
educazione  tutta  monastica  ^  non  può  dirsi  eh'  essa  fosse 
negletta  o  scarsa,  e  i  suoi  lavori  mostrano  una  conoscenza 

Grammata  si  relegis  que  siint  exordia  dicti. 
Scriptorem  Christus  donet  quem  scandere  cgluni. 
Presbiteri  Patri  sunt  hec  primordia  libri, 
Soidos  nanque  decem  prò  cartis  optulit  ipse. 

1  Regesto  di  Farfa,  doc.  965. 

2  Regesto  di  Farfa,  doc.  948  sgg.  ;  Chronicon  Farfense,  II,   152. 

3  Gregorio  sembra  accennare  alla  diiferenza  tra  le  scuole  laiche  e  le  ec- 
clesiastiche nella  prefazione  al  Regesto,  dove  dice  parlando  di  sé  :  «  Non  in 
«  scholis  eruditus  poetarum,  neque  profunditate  doctus  sum  garmmaticorum, 
«  sed  ab  ipsis  pene  cunabulis  in  huius  schola  sacri  c?nobii  divinis  solertiis 
«  nutritus,  Deique  lacte  Genitricis  sapientia  sum  alitus  fìdeli  »;  Regesto  di 
Farfa,  II,  6. 


XXIV  U.   BALZANI 


notevole  non  solo  delle  sacre  Scritture  e  dei  principali  Padri 
della  Chiesa,  ma  delle  discipline  canoniche  e  degli  scrittori 
di  storia  più  comunemente  noti  ai  suoi  tempi.  Cosi  studiando 
egli  visse  monaco  oscuro  fin  verso  i  trentadue  anni  di  età 
quando  nel  1092  suggerì  all'abbate  Berardo  II  e  ai  mag- 
giori del  monastero  il  vasto  lavoro  a  cui  voleva  consacrare 
la  vita  sua,  ed  ebbe  incarico  d' intraprenderlo  '. 

La  lunga  difesa  dei  diritti  del  monastero  sostenuta 
cosi  tenacemente  dall'abbate  Ugo  e  dai  suoi  successori, 
sembra  avere  ispirato  Gregorio  di  Catino  ad  un'  opera 
la  quale  trovò  presto  imitatori  in  altri  monasteri  che  ave- 
vano avuto  vicende  simili  a  quelle  degli  ultimi  due  secoli 
della  vita  farfense.  Le  invasioni  patite,  la  distruzione  e 
il  lungo  abbandono,  gli  abbati  dilapidatori,  avevano  ine- 
vitabilmente portato  disordine  e  indotto  mutazioni  nella 
proprietà  del  monastero  ch'erano  cagione  frequente  di  con- 
trasti giuridici.  Gregorio  propose  di  riordinare  l'archivio 
del  monastero,  e  radunando  tutti  i  documenti  su  cui  posa- 
vano i  diritti  di  Far  fa,  copiarli  ordinatamente  in  un  sol  libro. 
Per  tal  maniera  con  una  copia  autentica  e  maneggevole  i 
documenti  divenivano  facilmente  accessibili,  e  il  monastero 
si  premuniva  da  ogni  possibile  deperimento  o  dispersione 
degli  originali.  Affidatagli  l' impresa,  Gregorio  si  pose 
con  gran  zelo  al  vasto  lavoro,  e  lo  condusse  innanzi  da 
sé  solo  per  la  massima  parte,  ma  sul  fine  la  vista  affa- 
ticata lo  consigliò  d' aggiungersi  a  collaboratore  un  suo 
nipote  monaco  anch'  egli  e  dalla  fanciullezza  educato  nella 

^  Gregorio  precisa  nella  prefazione  al  Floriger  l'età  che  aveva  quando 
incominciò  i  suoi  lavori  :  «  in  nostr?  ?vo  iuventutis,  cum  esscmus  annorum 
«  ?tatis  .XXXII.,  ìncepimus  »  ;  Chronicon  Farfense,  I,  121,  nota.  Giovanni  gram- 
matico dice  più  genericamente  «  ter  denos  transcendens  plus  minus  anuos  ». 


PREFAZIONE.  XXV 


scuola  di  Farfa,  il  quale,  guidato  dallo  zio,  diede  l'ultima 
mano  all'opera  e  la  condusse  a  compimento. 

Il  Regesto  di  Farfa,  o,  come  Gregorio  lo  intitolò,  il 
Liber  gemniagraphtts  sive  cleronomialis  ecclesiae  Farfensis, 
è  senza  dubbio  uno  dei  monumenti  di  maggiore  impor- 
tanza che  noi  possediamo  per  la  storia  del  medio  evo  ita- 
liano dai  tempi  longobardi  fino  alla  fine  del  secolo  unde- 
cimo  '.  Premessi  due  prologhi,  una  collezione  di  canoni, 
un  catalogo  degli  abbati  e  uno  dei  pontefici,  e  alcune  note 
annalistiche  che  partono  dai  tempi  di  Tommaso  di  Mo- 
rienna,  Gregorio  incomincia  la  sua  raccolta  che  si  compone 
di  milletrecentoventiquattro  documenti.  Gli  antichissimi 
tra  questi,  assai  numerosi,  presentano  un  insieme  di  valore 
insuperabile  per  la  storia  del  diritto  e  pel  problema  delle 
relazioni  che  correvano  tra  le  popolazioni  latine  e  i  domi- 
natori longobardi  e  franchi  nei  secoli  ottavo  e  nono.  Re- 
lativi a  questi  due  soli  secoli  il  Regesto  contiene  quasi  tre- 
cencinquanta  documenti,  e  sovr'  essi  come  sovra  una  delle 
basi  principali,  si  fonda  molta  parte  degli  studi  fatti  in  Italia 
e  in  Germania  intorno  a  questo  periodo  della  nostra  storia. 
A  centinaia  trovansi  in  questa  raccolta  bolle  e  diplomi  di  papi, 
di  imperatori,  di  re,  di  duchi,  e  si  aggiungono  alle  carte 
piene  di  dati,  di  parole,  di  notizie  che  giovano  direttamente 
o  indirettamente  alla  storia,  o  allo  studio  del  diritto  o  della 
topografia  medioevale.  La  importantissima  storia  del  ducato 
Spoletano  si  attinge  tutta  per  la  parte  più  antica  al  Regesto 
di  Farfa,  che  inoltre  ha  capitale  importanza  per  la  storia 
particolare  di  Roma  nel  decimo  secolo  e  nel  decimoprimo. 

1  È  conservato  tra  i  manoscritti  Vaticani  e  porta  il  numero  8487.  Bel 
codice  membranaceo  in  folio,  tutto  scritto  di  mano  di  Gregorio  tranne  le 
ultime  settantadue  carte  che  sono  del  monaco  Todino. 

à 


XXVI  U.    BALZANI 


Il  Regesto  di  Far/a  è,  a  dir  cosi,  il  foriero  degli  altri 
regesti  che  comparvero  verso  quella  età  e  aiutarono  tanto 
validamente  a  fare  risorgere  non  pure  l'amor  del  racconto, 
ma  la  critica  della  storia  con  esso,  poiché  ai  regesti  o 
almeno  alle  indagini  fatte  negli  archivi,  tenevano  dietro 
come  naturai  conseguenza  le  cronache  delle  badie,  e  il 
lume  ciella  critica  si  accendeva  spontaneo  nei  monaci  archi- 
visti. Nei  pensosi  silenzi  di  loro  celle,  essi  interrogando 
i  documenti  e  comparandoli  insieme,  vedevano  uscirne 
la  storia  del  monastero  e  s' invogliavano  di  narrarla  ai 
posteri.  Gregorio  di  Catino  ci  porge  un  esempio  di  questo 
spontaneo  educarsi  ad  un  senso  sagace  di  critica.  Solo  e 
non  soccorso  da  verun  modello  anteriore,  egli  immaginò 
per  la  compilazione  dei  suoi  lavori  un  metodo  cosi  giusto 
e  semplice  che  quasi  non  potrebbe  aspettarsi  migliore  dalla 
critica  odierna.  Conscio  di  fare  con  essi  opera  storica  e 
degna  di  pregio,  egli  vi  si  consacra  con  dignitosa  coscienza 
e  con  un  concetto  limitato  si  e  manchevole  della  storia  ma 
moralmente  elevato.  In  qualche  modo  egli  s' accosta  alla 
definizione  ciceroniana  allorché  dimostra  la  storia  dover  gio- 
vare ai  posteri  narrando  per  loro  esempio  le  virtuose  opere 
compiute  dai  giusti  delle  generazioni  passate.  «  Le  età 
«  dei  giusti  » ,  egli  dice  in  un  luogo,  «  sono  principalmente 
«  descritte  affinché  noi  passiam  l' età  nostra  con  saggia 
«  e  somigliante  felicità  e  senza  offesa.  Imperocché  sta 
«  scritto  che  noi  siam  fatti  più  cauti  dagli  esempi  dei 
«  giusti,  le  cui  orme  seguendo  non  cadremo  per  via  > , 
E  tra  questi  pensieri  egli  cercava  con  amor  sincero  la 
verità  nella  storia  della  sua  badia,  respingendo  le  favole 
e  cercando  appoggio  nei  documenti  dell'archivio.  Per  le 
prime  leggendarie  notizie  sulla  antichissima  fondazione  di 


PREFAZIONE.  XXVII 


Farfa,  egli  non  ha  altra  guida  che  la  Consti^uctio,  ma,  come 
abbiam  già  veduto,  se  ne  serve  con  molta  cautela  e  senza 
affermar  nulla  dove  l'affermazione  non  ha  fondamento  di 
certezza  :  «  Basti  sapere  » ,  cosi  si  contenta  di  dire,  «  che 
«  questo  santo  cenobio  fu  costruito  da  questo  santissimo 
«  uomo  [Lorenzo]  e  non  per  opera  pubblica.  Siccome  poi 
«  il  tempo  di  tale  costruzione  ci  è  ignoto,  amiamo  meglio 
«  tacere  intorno  a  ciò  che  profferir  cosa  mendace  o  fri- 
«  vola.  Che  se  a  noi  non  è  lecito  ascoltar  la  menzogna, 
«  assai  meno  si  conviene  il  profferirla  in  alcun  modo  >  \ 
Nobile  sentenza  degna  veramente  di  uno  storico,  pur- 
troppo non  sempre  seguita  dagli  scrittori  di  storia  eccle- 
siastica !  Ma  se  da  un  lato  lo  scrupoloso  timor  d' ingan- 
narsi lo  ritiene  dal  credere  troppo,  dall'altro  non  si  perita 
di  cercare  talora  nella  critica  aiuto  a  congetture  ardite,  però 
senza  attribuire  ad  esse  altro  valore  che  di  congetture. 
Del  resto  le  norme  seguite  in  tutti  i  suoi  lavori  egli  chiari 
molto  bene  in  una  sua  prefazione  al  Regesto  la  quale  merita 
anche  d'essere  considerata  come  indizio  del  nuovo  movi- 
mento erudito  che  incominciava  ad  agitarsi  nei  monasteri  \ 
Al  Regesto  di  Farfa  Gregorio  di  Catino  fece  seguire 
intorno  all'  anno  1103  ^  un  altro  lavoro,  il  Largitorio^  libro 

*  il  Regesto  di  Farfa,  II,  5.  E  da  vecchio  nella  prefazione  al  Floriger 
Gregorio  insisteva  sullo  stesso  pensiero:  «  si  enim  in  aliis  libris  cum  iuvenis 
«  essem  transtuli  veritatem,  multo  amplius  nunc  iam  veteranus  id  ipsum  me 
«  conservare  corde,  et  animo  me  constituere  debeo,  quia  omne  mendacium 
0  ex  diabolo  est,  dominus  autem  Christus  via,  veritas  et  vita  »  ;  Chronicon 
Farfense,  l,  121  in  nota. 

*  Il  Regesto  di  Farfa,  II,  6.  Mi  corre  debito  di  notare  qui  che  in  un 
altro  mio  libro  discorrendo  di  cronisti  medioevali  italiani  ebbi  occasione  di 
parlare  del  Regesto  di  Farfa,  e  che  riparlandone  ora  ho  dovuto  di  necessità 
ripetere  in  parte  alcune  cose  già  dette  da  me  anteriormente. 

3  La  data  si  ricava  dal  prologo  del  Largitorio  dove  è  detto:  «michi  in- 


XXVIII  U.    BALZANI 


minore  di  mole  ma  pure  assai  vasto  che  serve  come  di 
complemento  al  primo'.  Simile  nella  disposizione  al  Re- 
gesto, esso  contiene  i  documenti  dei  beni  dati  dal  monastero 
in  enfiteusi  ai  coloni  che  ne  imprendevano  la  coltivazione. 
Cosi  mentre  il  Regesto  autenticava  i  titoli  originali  delle 
proprietà  e  dei  diritti  del  monastero,  il  Liber  largito7nus, 
o  anche,  per  usare  un  secondo  nome  che  gli  diede  pure 
l'autore,  il  Liber  notarins  sive  einpkiteuticics ,  registrava 
tutte  le  concessioni  che  il  monastero  faceva  ad  altri  per 
un  tempo  determinato  e  ne  designava  le  circostanze  e  il 
valore.  Esso  incomincia  con  un  documento  dell'anno  792 
e  termina  verso  il  principio  del  dodicesimo  secolo  coi  do- 
cumenti contemporanei  al  compilatore.  Le  formole  dei 
documenti  sono  abbreviate  ma  vi  si  riferiscono  per  intero 
gli  elementi  essenziali  di  ciascun  contratto,  i  patti,  la  data, 
i  nomi  dei  luoghi,  dei  contraenti,  dei  testimoni  e  dei  notai. 
Un  indice  e  un  prologo  indirizzato  all'abbate  Beraldo  III  spie- 
gano il  concetto  di  questa  raccolta,  ancora  poco  conosciuta 
ma  di  gran  pregio  per  la  storia  della  proprietà  fondiaria  e 
delle  condizioni  dell'agricoltura  in  Italia  durante  il  medio  evo^ 

«felici  huic  operi  insistenti  ...  iamque  ternos  et  bisvicenos,  non  minus,  ni 
«  fallor,  annos  %\A  gerenti,  Christi  clementissimi  pietas  subveniat  ». 

1  Si  conserva  nella  biblioteca  Vittorio  Emanuele,  Mi.  Farf.  2.  È  un  co- 
dice membranaceo  di  m.  0.270  X  o- 170-  Il  codice  consta  di  quattrocento- 
dieci carte  scritte  fino  alla  e.  340  a  da  Gregorio  di  Catino,  poi  segue  per 
la  maggior  parte  del  rimanente  un'altra  mano  somigliante  e  quasi  contem- 
poranea che  par  quella  di  Todino,  e  infine  dei  documenti  scritti  nel  se- 
colo XIII,  alternati  con  altri  di  mano  di  Gregorio. 

2  Mi  pare  utile  riferir  qui  l'ultima  parte  del  prologo  del  Largiiorio  per 
le  notizie  ch'esso  contiene  intorno  a  Beraldo  III,  e  alle  difficoltà  incontrate 
da  Gregorio  di  Catino  nel  corso  dei  suoi  lavori.  «  unde,  o  benignissime 
«  pastor  et  in  utroque  amantissime  abba,  opus  hoc  quod  et  iussisti  et  copiam 
«  agendi  pr^  aliis  operanti  dedisti,  fidentius  credo  ex  hoc  vos  magis  bravium 
«  perfectionis  percipere,  quo  in  hoc  perficiendo  opere  utillime  cerno  vos  be- 


PREFAZIONE.  XXIX 


Al  terzo  libro  cui  pose  mano,  Gregorio  non  diede  un 
titolo  ma  è  conosciuto  universalmente  col  nome  di  Chro- 
7iicon  Farfense  che  vien  mantenuto  in  questa  edizione  e  ne 

«  nivolos  ac  benignos  existere.  quamvis  enim  alii  iubendo  tantum  vel  potius 
«  inchoare  patiendo,  nequaquam  tamen  adipisci  premium  meruerunt,  quoniam 
«  in  operantis  beneficentia  omnimodis  defecerunt,  et  velut  superfluum  sibi  in 
«  omnibus  habuerunt.  illorum  denique  in  me  benignitatem  nec  in  modico 
«  persensi,  quia  nequaquam  operis  oportunitatem,  nequaquam  me?  concessele 
«  parvitati  necessitatem.  opus  enim  inìtio  solummodo  iusserunt,  sed  sumptus 
«  minime  perfìciendi  dederunt.  veruntamen  erga  me  benivoli  favoraliter 
«  opus  diligentes  istud  extiterunt.  enimvero  in  mihi  proficiendo  iccirco  ne- 
«  glexerunt  quia  prima  et  magna  parvipenderunt,  et  minora  sive  viliora  pr? 
«  maximis  habuerunt.  quod  vos  minime  in  hoc  facere  cerno;  quoniam  huius 
«  matris  et  domin?  nostr?  Deique  Genitricis  qu?  nos  a  pubertate  aluit,  ex  quo 
«  pr^lationis  domus  regimen  percepisti,  ab  omnibus  prout  valuisti  viriliter 
«  protectus  auxilio  Christi  exemisti  et  in  nullo  quieti  corporis  tui  pepercisti. 
«  nec  mirum  :  iccirco  enim  vos  su?  huic  domui  in  utroque  excellentem  pr?- 
«  posuit,  ceu,  o  pretiosissime  pater,  etiam  vos  recordari  potestis,  ut  sicut  quodam 
«  ex  nostris  per  somnii  visum  vidente  et  audiente,  beatus  Christi  confessor 
«  Euticius  per  bone  memori?  avum  tuum  Adam  vobis  transmisit  precepti 
«  legationem,  ut  ydola  dextruas  lucosque  succendas.  scilicet  quoque  intus 
«  quo  sunt  ydola,  vel  extra  quo  luci,  idest  silv?  consistunt,  ab  hac  domo  no- 
ce civa  confundas  et  obumbrantia  absumas.  quod  hactenus  adimpletum,  Christo 
«  propitio  annuente  ac  perficiente,  certissime  cernimus,  et  ut  magis  ac  magis 
«  in  posterum  per  vos  longo  perficiatur  tempore  omnimodis  beat?  semper 
«  Virginis  suffragium  postulantes  optamus.  interea  vestram,  excellentissime 
«  pater,  almitatem,  cum  omnium  fratrum  sive  seniorum  sanctitate,  obnixìs 
«  peto  precibus  et  immensis  flagito  supplicationibus,  quatinus  michi  infelici 
«  huic  operi  insistenti  et  cottidie  peccanti,  maximisque  offensis  et  plurimis 
«  negligentiis  assidue  delinquenti,  iamque  ternos  et  bisvicenos,  non  minus,  ni 
«  fallor,  annos  ?vi  gerenti,  Christi  clementissimi  pietas  subveniat,  in  omnibus 
«  vestris  sanctissimis  assiduisque  deprecationibus  ut  hoc  su?  integerrim?  Ge- 
«  nitricis  domui  nimis  utillimum  opus  digne  fideliterque  perficere  valeam, 
«  atque  ex  omnibus  quandoque  erutus  incommodis,  cunctorum  deinceps  vi- 
ce tiorum  cautelam  perfectamque  emendationem  et  omnium  delictorum  pie- 
ce nissimam  percipiam  remissionem  et  ex  hoc  ad  ultimum  vit?  merear  adipisci 
«  pr?mium  c?leste.  quod  ut  optinere  valeamus,  Ihesus  Christus  dominus  no- 
ce ster  eiusdem  perpetu?  Virginis  unicus  filius  precibus  sacratissimis  compla- 
ce catus  nobis  auxiliari  dignetur.  qui  cum  ?terno  Deo  patre  ac  Spiritu  sancto 
ce  vivit  et  regnat  in  s?cula  s?cuÌorum.     amen  ». 


XXX  U.    BALZANI 


parlerò  ora  dopo  avere  accennato  al  suo  quarto  e  più  breve 
libro  ch'egli  intitolò  Libei"  Floriger  chartartim  cenobii  Far- 
fensis  e  col  quale  conchiuse  l'opera  della  sua  vita  laboriosa'. 
Il  Floriger  fu  intrapreso  da  Gregorio  intorno  al  suo  settan- 
tesimo anno  d'età,  e  contiene  un  copioso  indice  topogra- 
fico riassuntivo  dei  principali  documenti  che  si  trovano 
negli  altri  tre  libri.  Destinato  a  render  più  agevole  e 
chiara  la  comprensione  dei  libri  precedenti,  il  suo  valore 
intrinseco  è  naturalmente  minore,  ma  non  è  privo  di  pregio 
ancor  esso  specialmente  per  le  indicazioni  topografiche,  ed 
è  preceduto  da  una  prefazione  nella  quale  l'autore  reca  il 
frutto  di  più  maturi  studi  intorno  all'arduo  problema  delle 
prime  origini  farfensi  procedendo  pur  sempre  con  la  critica 
cauta  e  lo  schietto  amore  del  vero  da  cui  fu  sempre  ispirato  ^ 
Con  la  compilazione  del  Chronicon  Farfense  che  dopo 
l'edizione  Muratoriana  l' Istituto  Storico  Italiano  ripubblica 
ora  in  questi  volumi,  Gregorio  volle  condensare  il  conte- 
nuto del  Regesto  e  del  Largitorio  e  sceglierne  il  meglio 
a  guisa,  com'  egli  dice,  di  quegli  orefici  che  purgan  l'oro 
e  l'argento  col  fuoco  per  trarne  lavori  splendidi.  Cosi 
la  storia  dei  diritti  del  monastero,  dei  suoi  possessi,  delle 
sue  libertà,  letta  di  frequente,  doveva  nel  pensiero  di  Gre- 
gorio giovare  e  servire  di  guida  ai  rettori  del  monastero 
e  far  noto  per  quali  vicende  prospere  e  avverse  esso  era 
passato  nel  corso  dei  secoli.  A  somiglianza  del  Regesto, 
il  libro  si  apre  con  alcuni  cataloghi  degl'imperatori,  dei 
re  d' Italia,  dei  papi  e  dei  diversi  principi,  a  cui  segue  un 

1  Si  conserva  nella  biblioteca  Vittorio  Emanuele,  Ms.  Farf.  3.  L  un  co- 
dice membranaceo  di  m.  0.230  Xo-i50  di  carte  dugenquarantuna  scritto  di 
mano  di  Gregorio  di  Catino. 

2  Vedasi  il  passo  della  prefazione  al  Floriger  citato  qui  sopra  in  nota 
alla  p.  XXVII. 


PREFAZIONE.  XXXI 


prologo  diretto  anch'esso  come  quello  del  Largitorìo  all'ab- 
bate Beraldo  III  nel  quale  si  spiega  la  ragione  dell'opera  '. 
Movendo  poi  dalle  origini  del  monastero  e  appoggiandosi 
come  nei  lavori  precedenti  alla  Constructio  e  alla  Destructio, 
Gregorio  di  Catino  narra  in  questo  libro  gli  avvenimenti 
dei  tempi  più  antichi  ponendo  le  sue  fonti  al  paragone  della 
critica  e  dei  documenti,  e  cercando  in  essi  la  conferma  dei 
fatti  narrati.  La  forma  narrativa  di  questo  libro  porge 
più  facilmente  modo  all'  autore  di  mostrare  la  sua  cultura, 
o  per  dir  meglio  porge  modo  a  noi  di  vederla  perchè  egli 
nella  semplicità  sua  non  ne  fa  pompa.  Le  sacre  Scritture 
gli  sono  assai  familiari  e  scrivendo  le  adopera  spesso  spon- 
taneamente a  rincalzo  del  suo  ragionare  come  uomo  che 
vive  col  pensiero  in  esse  e  se  ne  ispira.  Dei  santi  Padri 
sembra  prediligere  Agostino  e  Gregorio  Magno,  e  per  la 
storia,  oltre  gli  scrittori  Farfensi  che  lo  hanno  preceduto,  at- 
tinge principalmente  a  Isidoro,  ad  Orosio,  a  Paolo  Diacono, 
a  Liutprando  e  al  Liber  Pontificalis.  Di  quest'ultimo  libro 
egli  si  serve  seguendo  i  testi  pregevoli  scritti  nel  mona- 
stero di  Far  fa  dei  quali  il  Giorgi  ha  trattato  dottamente  con 
critica  sagace.  Il  codice  Casanatense  2010,  di  provenienza 
farfense,  contiene  il  frammento  di  un  compendio  delle  Vite 
pontificie  da  Pelagio  II  a  Pasquale  I,  scritto  di  mano  di 
Gregorio  e  probabilmente  compilato  da  lui,  che  fa  testimo- 
nianza delle  cure  ch'egli  poneva  nello  studio  della  storia 
della  Chiesa  ^      Conscio  del  valore  di  questo  studio  egli 

1  Dopo  il  prologo  si  trova  anche  un  breve  sermone  intorno  a  san  Lo- 
renzo Siro.     Vedasi  riguardo  ad  esso  la  nota   i  a  p,  103  di  questo  volume. 

2  I.  Giorgi,  Appunti  su  alcuni  manoscritti  del  «  Liber  Pontificalis  »  in  Ar- 
chivio della  R.  Società  romana  di  storia  patria,  XX,  247.  In  questo  bello  studio 
il  Giorgi  dimostra  con  molta  chiarezza  la  provenienza  di  alcuni  testi  del  Liber 
Pontificalis  che  indubbiamente  sono  usciti  dalla  scuola  scrittoria  di  Farfa,  e 


XXXII  U     BALZANI 


si  giovò  più  volte  nel  corso  dei  suoi  lavori  della  sua  eru- 
dizione in  fatto  di  storia  ecclesiastica,  e  ciò  m' inclinerebbe 
a  credere  originalmente  sua  una  calorosa  dissertazione 
ch'egli  inseri  nel  Chrojiicon  a  difesa  delle  immunità  e  dei 
possessi  Farfensi,  contro  le  tendenze  e  le  pretese  della 
curia  Romana,  e  che  un  manoscritto  della  biblioteca  di  Mo- 
naco sembra  attribuire  all'  abbate  Beraldo  III.  In  questa 
dissertazione  si  sente  che  chi  la  scrisse  era  mosso  dallo 
spirito  polemico  che  agitava  le  menti  al  suo  tempo  per  la 
lotta  tra  papato  e  impero,  lotta  in  cui  il  monastero  impe- 
riale non  restò  inerte  né  muto.  E  caratteristico  però  del- 
l'autore,  e  in  accordo  con  la  tendenza  letteraria  di  Gre- 
gorio, ch'egli  non  si  abbandona  all'  ira  impetuosa  dei  pole- 
misti contemporanei,  e  solo  si  contenta  di  guardare  i  fatti 
come  glieli  tramanda  la  storia  e  di  fondare  sovr'  essi  i 
suoi  argomenti  esortando  da  ultimo  i  pontefici  serenamente 
senza  adulazione  né  orgoglio  a  pensar  meno  alle  cose  della 
terra  che  a  quelle  del  cielo  '. 

l'origine  farfense  del  catalogo  dei  pontefici  contenuto  nel  codice  Casana- 
tense  2010  di  cui  si  servì  Gregorio  di  Catino  per  compilare  i  suoi  cataloghi, 
e  da  cui  derivarono  diversi  altri  cataloghi.  È  opinione  del  Giorgi  che  Gre- 
gorio abbia  cominciato  da  san  Pietro  il  compendio  di  cui  si  parla  qui  sopra 
e  che  ci  resta  solo  in  frammento. 

I  «  Ipse  [pontifex]  pastor  est  animarum,  ipse  doctor  fidei  electorum,  ipse 
«  caput  omnium  ecclesiarum,  in  his  tamen  rebus  et  causis,  non  qu?  sunt  ad 
«  seculum  sed  qu?  ad  Deum.  non  enim  claves  terr?  seu  regni  terrestris  sed 
«  claves  regni  c?lorum  concessit  illi  omnium  Pastor  pastorum,  ut  qu^  sol- 
«  venda  sunt  in  c?lo  solvantur  et  in  terra  ab  eo,  et  qu?  sunt  in  c?lo  liganda 
«  ligentur  et  ab  ipso  in  terra  »  ;  Chronicon  Farfense^  II,  240,  e  tutta  la  dis- 
sertazione II,  234-240.  L'esistenza  di  questo  scritto,  come  cosa  a  so  e  separata 
dal  Chronicon,  in  un  codice  di  Onofrio  Panvinio  conservato  nella  biblioteca 
di  Monaco,  fu  segnalata  di  passaggio  in  una  nota  da  P.  ScHEFFER-BoicHORLvr 
nelle  Forschungen  :(«/'  detitschen  GeschichU,  XI,  495,  con  queste  parole;  «  Noch 
«  bemerke  ich,  dass  Panvinius  in  demselben  Bande  (cod.  Lat.  Monacens.  149') 
«  ein  fur  die  Geschichte  Farfas  nicht  unwichliges  Werkchen  eintragen  Hess: 


PREFAZIONE.  XXXIII 


Né  soltanto  nello  studio  degli  avvenimenti  storici  e 
nella  raccolta  ed  esame  dei  documenti  Farfensi  Gregorio 
di  Catino  fondava  la  tutela  del  suo  monastero,  ma  le  rac- 
colte dei  canoni  più  in  voga  ai  suoi  tempi  furono  da  lui 
scrutate  e  rimaneggiate  per  dare  una  base  giuridica  ai 
diritti  di  Farfa.  Il  Regesto  contiene  una  collezione  cano- 
nica scritta  di  mano  di  Gregorio,  e  il  Fournier  stima  ragio- 
nevolmente ch'egli  non  solo  ne  sia  stato  scrittore  ma  anche 
compilatore  ed  autore  \  Nel  codice  Casanatense  2010, 
oltre  le  Vite  pontificie  delle  quali  si  è  già  parlato,  si  trova 
pure  scritta  di  mano  di  Gregorio  la  collezione  dei  canoni 
in  settantaquattro  capitoli  intitolata  comunemente  Diver- 
sorum  seiitentiae  patrum.  Dei  canoni  cosi  studiati  Gre- 
gorio fece  largo  uso  in  vari  luoghi  della  sua  Cronaca 
particolarmente  a  sostegno  delle  immunità  di  Farfa. 

Un  altro  scritto  generalmente  attribuito  a  Gregorio  di 
Catino  è  la  Orthodoxa  defensio  imperialis  pubblicata  prima 


«  Fratrìs  Beraìdij  monachi  et  ahhatis  monasterii  Farfeiisis  lìber.  Meines  Wissens 
«  ist  das  Bùchlein  anderweitig  nicht  erhalten;  auch  Bethmann,  der  Herausgeber 
«  der  Farfenser  Sachen,  hat  es  nicht  gekannt.  So  kann  ich  denn  nachtragen, 
«  dass  die  Ganze  Darstellung  des  Gregors  von  Catinn,  M.  G.  SS.  XI,  569-576, 
«  e,  20-29,  auf  diesar  Schrift  des  Abtes  Berald  beruht  ».  Un  giovane  eru- 
dito tedesco  sta  ora  studiando  il  testo  della  biblioteca  Monacense  e  conviene 
aspettare  il  risultato  delle  sue  ricerche.  Mi  limito  solo  ad  osservare  che 
nella  storia  di  Farfa  l'abbate  Beraldo  III  apparisce  piuttosto  come  uomo 
d'azione  che  di  lettere,  e  che  lo  stile  della  scrittura,  l'erudizione  di  essa  e 
Tuso  largo  del  Liher  Pontìficalis  fanno  pensare  a  Gregorio.  La  dissertazione 
potrebbe  essere  stata  scritta  da  Gregorio  per  presentarla  in  giudizio  a  nome 
dell'abbate  Beraldo  affine  di  contrastare  gli  argomenti  degli  avversari  che 
invocando  la  donazione  costantiniana  cercavano  di  rivendicare  alla  Chiesa 
Romana  ed  a  sé  dei  diritti  che  il  monastero  impugnava. 

I  Paul  Fournier,  La  coìleTJone  canonica  del  Regesto  di  Farfa  in  Archivio 
della  R.  Società  romana  di  storia  patria,  XVII,  285  sgg.  Sono  notevoli  le  os- 
servazioni del  Fournier  sulla  tendenza  imperialista  di  questa  collezione  in  cui 
non  si  tiene  conto  dei  testi  canonici  dei  papi  riformatori  del  secolo  undecimo 
da  Leone  IX  in  poi. 


XXXIV  U.    BALZANI 


dal  Giorgi  e  più  di  recente  dallo  Heinemann  '.  È  un  opu- 
scolo polemico  scritto  nel  1 1  i  i  intorno  al  tempo  della  inco- 
ronazione di  Enrico  V,  e  inteso  a  dimostrare  che  il  mona- 
stero di  Farfa  non  era  fuori  della  Chiesa  per  aver  prestato 
il  debito  ossequio  all'  imperatore  e  serbata  l'antica  fedeltà 
air  impero.  Il  nome  di  chi  lo  scrisse  non  apparisce  nel 
codice  unico  e  non  antico  che  lo  contiene,  e  mancano  indi- 
cazioni precise  per  stabilirne  l'autore.  Primo  ad  attribuir 
la  Defensio  a  Gregorio  fu  il  Bethmann  per  la  somiglianza 
ch'egli  trovava  in  essa  con  lo  stile  e  l' indole  degli  scritti 
del  Catinese  ^  La  stessa  impressione  ebbero  il  Giorgi 
e  lo  Heinemann,  ed  è  innegabile  una  certa  somiglianza 
e  una  tendenza  erudita  che  ricorda  gli  scritti  di  Gregorio, 
ma  non  mi  pare  che  la  somiglianza  sia  tale  da  non  lasciare 
per  lo  meno  molti  dubbi  intorno  all'autore  della  Defe7isio, 
L'erudizione  di  Gregorio  mi  par  sempre  assai  più  precisa 
e  appoggiata  a  testi  ben  chiaramente  indicati  sia  che  egli 
li  tragga  dalle  Scritture  o  dalla  storia  o  dalle  collezioni 
canoniche.  Veggansi  ad  esempio  quei  passi  del  Chro- 
nico7i  nei  quali  dimostra  che  san  Lorenzo  Siro  era  nel  suo 
diritto  abbandonando  la  dignità  episcopale  per  ridursi  a  vita 

'  I.  Giorgi,  li  Regesto  di  Farfa  e  le  altre  opere  di  Gregorio  di  Catino  in 
Archivio  della  Società  romana  di  storia  patria,  II,  409;  Gregorii  Catinensis 
MONACHI  Farfensis  Orthodoxa  defensio  imperialis  edidit  Lotharius  de  Hei- 
nemann in  Libelli  de  lite  imperatorum  et  pontifìcum^  II,  534.  Non  si  hanno 
testi  antichi  della  Defensio,  che  ci  rimane  in  un  solo  codice  Casanatense  del 
secolo  XV.  Il  Giorgi  ritiene  che  la  Defensio  sia  stata  scritta  nell'  anno  11 11 
anteriormente  alla  incoronazione  di  Enrico  V,  lo  Heinemann  invece  la  crede 
scritta  alcuni  mesi  più  tardi  e  dopo  la  incoronazione. 

2  «  Q.uamvis  in  unico  quem  vidi  saeculi  xv  codice  nomen  auctoris  non 
«  praeferat,  animus  tamen,  sententiae,  argumentatio,  sermo,  tota  denique  ìn- 
«  doles  eiusmodi  sunt,  ut  vix  possit  ab  alio  esse  composita  atque  a  nostro 
«  Gregorio  »;  L.  C.  Bethmann,  Historiae  Farfenses  in  Mon.  Germ.  hist.  5rr/7>/. 
XI,  558. 


PREFAZIONE.  XXXV 


monastica  ',  ed  anche,  se  veramente  è  di  Gregorio,  la  disser- 
tazione alla  quale  ho  accennato  qui  sopra,  dettata  a  difesa 
delle  immunità  farfensi,  che  è  pure  uno  scritto  polemico  ispi- 
rato dalla  stessa  tendenza  della  Defensio  ma  ben  diverso  nel 
modo  di  concepire,  d'argomentare,  d'esprimersi  \  A  me 
nell'autore  della  Defensio  par  di  vedere  piuttosto  un  imi- 
tatore di  Gregorio  che  Gregorio  stesso,  forse  un  suo  disce- 
polo, ma  basti  qui  avere  espresso  semplicemente  un  dubbio 
dove  non  è  possibile  esprimere  una  opinione  sicura. 

Le  notizie  che  abbiamo  intorno  alla  vita  di  Gregorio 
di  Catino  dopo  i  suoi  primi  anni  si  riducono  a  ben  poco. 
Le  sue  calde  parole  riguardo  all'abbate  Berardo  I  fanno 
credere  ch'egli  dovesse  essere  caro  a  quel  suo  primo  edu- 
catore. Men  buone  invece  appariscono,  da  quanto  egli 
ne  scrive,  le  sue  relazioni  con  Berardo  II  il  quale  accettò 
bensì  la  sua  proposta  per  la  compilazione  del  Regesto,  ma 
non  sembra  averla  poi  favorita  né  aiutata,  e  Gregorio  se 
ne  lamenta  a  più  riprese  con  un  senso  di  amarezza  che 
non  par  solita  in  lui  ^  ricordando  l'avarizia  dell'abbate  e 
la  durezza  dei  suoi  trattamenti,  ed  esortando  il  suo  suc- 
cessore Beraldo  III  a  tener  via  diversa  e  non  lasciarlo 
cosi  negletto  e  senza  i  mezzi  di  provvedere  alle  spese 
necessarie  per  la  compilazione   del   Chro7iicon  ^.      Non  si 

I  Chronicon  Farfense,  I,  124  e   133. 
^  Chronicon  Farfense,  II,  234-240. 

3  Vedasi  il  Rc^^esio  di  Farfa,  V,   135,  e  il  Chronicon,  I,  115  e  II,  214. 

4  «  Quapropter,  o  venerabilis  pater,  non  vobis  videnda  sunt  grandia  vel 
«  superflua  cibi  vel  potus  aut  indumenti  mei  regimina,  nec  patiamini,  obsecro, 
«  ceu  hactenus  ultra  raodum  me  sufì"erre  mei  habitus  vìlitatem,  neque  erga 
«  me  negligentes  sitis,  sicut  vestri  antecessores,  quoniam,  ut  veruni  in  Christo 
«  fatear,  quidam  eorum  maligni  mihi  extiterunt  gratis,  et  sumptus  necessa- 
«  rios  me?  parvitati  et  in  libro  scribendo  minime  dederunt.  unum  Deo  teste 
«  recte  profiteri  valeo,  illum  priorem  et  maiorem  librum  me  non  fecisse  de  huius 


XXXVI  U.    BALZANI 


trova  ch'egli  sia  salito  a  nessuna  dignità  nel  monastero, 
ma  certo  nelle  scuole  farfensi  la  sua  dottrina  e  il  lungo 
lavoro  debbono  avergli  procurata  considerazione,  e  il  modo 
liberamente  schietto  e  quasi  autorevole  col  quale  in  certi 
punti  della  prefazione  al  Chronicon  si  rivolge  all'  abbate 
mostra  ch'egli  non  doveva  esser  degl'infimi  tra  i  suoi  con- 
fratelli. Nel  1088  accompagnò  a  Roma  il  preposto  Do- 
nadeo  il  quale  presso  il  monastero  di  S.  Basilio  proclamò 
innanzi  a  Pietro  prefetto  della  città  e  ai  consoli  «  com- 
«  munitatis  boum  »  che  Rustico  di  Crescenzio  riteneva  il 
castello  di  Correse  appartenente  alla  badia  di  Farfa  \ 
Nel  1097  sottoscrisse  con  tutti  gli  altri  monaci  Farfensi 
il  documento  col  quale  Berardo  II  ordinava  la  rinnova- 
zione della  chiesa  e  la  costruzione  dalle  fondamenta  di  un 
nuovo  monastero  ^.  Altre  memorie  certe  di  lui  non  si 
trovano  né  sappiamo  quando  morisse.  L'ultima  data  sicura 
che  abbiamo  della  sua  vita  è  l'anno  11 32  quando  sui 
settant'anni  incominciò  il  FloiHger.  Scomparve  modesto 
e  ignorato  come  aveva  vissuto  dopo  essere  stato  testi- 
monio di  avvenimenti  o^randissimi  che  o^li  si  svolsero  intorno 
ma  non  sembrano  averlo  appassionato  ne  invogliato  a 
narrarli.  La  sua  passione  era  il  suo  monastero  e,  mal- 
grado il  suo  senso  storico,  non  amò  d'uscirne  col  pen- 
siero e  cogli  scritti.  Del  resto  lo  stesso  Chronicon  Far- 
fefise  nel  concetto  e  nella  partizione  non  ha  forma  propria 

«  monasterii  substantiis,  vel  adminìculo  culuscumque  prelati,  sed  de  nianiuim 
«  mearum  laboribus  et  a  quibuscumque  acquisitis  extraneis  non  tamen  pu- 
«  blicis.  hoc  vero  opus  vestr?  beatitiulini  erit  perennis  memoria,  honoris  su- 
«  bUmitas,  remuneratio  perpetua,  si  tamen  in  eo  fuerit  vestr?  soUicitudinis 
e.  indeficiens  sagacitas  et  largitio  oportuna»;  ChrouiiOUy  I,   114-115. 

^  Regesto  di  Farfa,  doc.   iii>  e  Chronicon  Farfense,  II,   181,  nota  7. 

2  Regesto  di  Farfa,  doc.   1135  e  Chronicon  Farfensc,  li,  216. 


PREFAZIONE.  XXXVII 


di  storia  e  ciò  farebbe  meraviglia  se  non  apparisse  mani- 
festo che,  non  ostante  la  latinità  sufficiente  del  suo  dettato, 
a  Gregorio  manca  l'arte  e  la  ispirazione  dello  scrittore. 
I  pregi  suoi  son  diversi  e  l'essersi,  egli  primo  e  meglio 
d'ogni  altro,  aperta  la  via  all'esame  critico  dei  documenti, 
il  suo  genio  erudito  e  il  suo  schietto  amore  del  vero 
levano  alto  il  valore  dell'  opera  sua  e  lo  fan  degno  di  una 
fama  assai  superiore  a  quella  che  gli  fu  concessa  finora. 

I  codici  sui  quali  è  fondata  l'edizione  degli  scritti  far- 
fensi  pubblicati  in  questi  volumi,  non  offrono  difficoltà  par- 
ticolari. Della  Coitstrudio,  come  si  è  già  detto,  il  mano- 
scritto originale  e  completo  è  scomparso.  Il  testo  che  ne 
avanza  è  contenuto  nel  Lezionario  farfense  che  ora  si 
conserva  tra  i  manoscritti  della  biblioteca  Vittorio  Ema- 
nuele e  porta  la  segnatura  Far/a,  32.  E  un  bel  codice 
in  folio  massimo  (m.  0,485  X  0,339)  mancante  dei  tre  primi 
quaternioni  e  mancante  di  alquanti  fogli  nel  fine.  Consta 
attualmente  di  cenventotto  carte  in  doppia  colonna.  Il  co- 
dice scritto  certamente  nel  monastero  di  Farfa  è  di  chiara 
e  bella  scrittura  minuscola  romana  del  secolo  und ecimo'. 
Le  lezioni  che  riproducono  la  Construdio  incominciano 
al  verso  della  prima  carta  e  finiscono  al  verso  della  quinta. 
Le  rubriche  dei  vari  gruppi  di  lezioni  hanno  iniziali  colo- 

'  Pier  Luigi  Galletti  che  ebbe  a  mano  il  codice,  notò  sul  foglio  cartaceo  di 
risguardo  della  legatura  :  «  Codex  membranaceus  exaratus  saeculo  xi  mutilus 
«in  principio  et  in  fine,  complectitur  Lectionarium  et  Passiones  San- 
«ctorum  martyrum  a  Paschate  usque  in  Adventum  Domini».  Il 
Galletti  si  riferiva  evidentemente  ad  una  rubrica  che  si  legge  alla  carta  72  b: 
«  Incipiunt  festa  sanctorum  martyrum  a  Pascha  usque  in  Adventum  Domini, 
«  qu?  forte  si  in  dominicis  evenerint  diebus,  tantum  in  .iij^.  n".  legantur  cum 
«  pr^scriptis  omeliis.     Aliter  autem  apud  nos  minime  leguntur  ». 


XXXVIII  U.   BALZANI 


rate  assai  semplici,  ma  la  prima  lezione  della  Constructio  ha 
una  iniziale  a  rabeschi  colorati  assai  più  grande  e  cospicua 
delle  altre.  Le  mutilazioni  del  codice  sono  antiche.  Già  or 
son  tre  secoli  accennava  ad  esse  G.  B.  Guazzaroni  in  una 
lettera  all'abbate  Costantino  Caetani  pubblicata  dal  Giorgi, 
e  forse  la  grande  iniziale  colorata  richiamando  l'occhio  sulle 
lezioni  relative  all'antico  fondatore  di  Farfa,  salvò  il 
testo  della  Consti^uctio  dalle  mani  rozze  che  strappavano 
le  carte  e  le  adoperavano  «  per  coperte  di  libri  et  altri 
«  bisogni  »  ^ 

Se  dobbiam  lamentare  la  perdita  del  codice  originale 
della  Constructio,  possiamo  almeno  consolarci  pensando  che 
il  testo  è  disceso  a  noi  in  gran  parte  entro  a  questo  codice  che 
per  la  provenienza  e  l'antichità  è  senza  dubbio  molto  autore- 
vole. Non  altrettanto  purtroppo  si  può  dire  per  il  testo  della 
Destructio.  Di  questa  scrittura  cosi  importante  per  la 
storia  di  Farfa  non  rimane  che  una  copia  del  secolo  xvi 
in  un  zibaldone  cartaceo  raccolto  dal  Contelori  e  conservato 
nella  biblioteca  Vaticana  con  la  segnatura  Vat.  6216 -. 
Alla  rilegatura  originale  che  era  in  pelle  verde  con  lo  stemma 
dei  Barberini  impresso  sui  due  cartoni  e  sormontato  nel 
primo  cartone  dal  triregno  e  dalle  chiavi,  nel  secondo  da  un 

'^  Il  Guazzaroni  così  scriveva  al  Caetani:  «Non  voglio  testare  di  dirle, 
«  che  io  di  d.°  santo  [Tommaso]  ne  ho  vista  un'altra  vita  assai  più  copiosa 
«  et  in  miglior  carattere  in  un  libro  di  tutto  foglio,  quale  trovai,  sebene  manco 
«  di  molte  carte,  sepolto  nella  paglia  in  dormitorio  di  d.°  monasterio  nel  luogo 
«  detto  la  Loggia,  et  se  ne  servivano  per  coperte  di  libri,  et  altri  bisogni,  ne 
«  so  se  più  vi  stia  »  ;  I.  Giorgi,  //  Regesto  di  Farfa  e  U  altre  opere  di  Gre^^orio 
di  Catino  cit. 

2  Non  tengo  conto  degli  apografi  più  recenti  come  il  Barberiniano  921, 
e  quello  adoperato  dal  Muratori  nel  sesto  volume  delle  Antiquilatcs  e  dal  Co- 
lucci  nel  trentesimo  delle  Antichità  Iticene,  perchè  derivano  dal  Vaticano  e  non 
hanno  autorità  per  so  stessi. 


PREFAZIONE.  XXXIX 


cappello  cardinalizio,  fu  sostituita  una  seconda  rilegatura 
con  gli  stemmi  del  pontefice  Pio  IX  e  del  cardinale  Pitra, 
ed  ora  una  terza  più  recente  in  pergamena  che  porta  gli 
stemmi  del  pontefice  Leone  XIII  e  del  Pitra.  Il  codice  si 
compone  di  una  miscellanea  cartacea  in  4°  di  carte  quattro- 
cenquattordici,  contenente  scritture  di  varie  materie  scritte 
da  mani  diverse  e  in  tempi  diversi.  Al  verso  del  primo 
foglio  si  \^gg^  :  «  Collegi  ego  Felix  Contelorius  anno  1628», 
e  più  sotto  a  matita  e  di  mano  recente  :  «  Archiepiscopi  Ta- 
«  rentini  fol.  2  5  ;  Hugo  abbas  Destructio  fol.  27».  La  mi- 
scellanea comincia  a  e.  i  con  Rerum  patriae  Andreae 
Alciati  liberprimus;  segue  a  e.  25  un  Catalogus 
archiepiscoporum  Tarentinorum,  e  poi  a  e.  27 
l'apografo  della  Destructio  scritto  intorno  alla  metà  del  se- 
colo decimosesto.  Dopo  la  Destructio  e  di  mano  diversa 
ma  anch'  essa  del  secolo  decimosesto,  il  codice  contiene  il 
Libellus  dimÌ7iutio7iis  Farfensis  e  alcuni  frammenti  del  Chro- 
nicon,  e  finalmente  molte  altre  scritture  di  vario  argomento 
e  diversi  appunti  che  sembrano  di  mano  del  cardinale  Sir- 
le to  al  quale  appartenne  l'opuscolo  della  Destructio  rag- 
gruppato poi  col  rimanente  nella  miscellanea  del  Contelori  '. 
Come  ho  detto,  1'  apografo  della  Destructio  fu  scritto 
intorno  alla  metà  del  secolo  decimosesto,  e  parrebbe  piut- 
tosto nella  seconda  che  nella  prima  metà  del  secolo.  Leg- 
gendolo si  ha  r  impressione  che  la  copia  sia  opera  di  un 
paleografo  poco  esperto  il  quale  copiava  da  un  testo  più 


I  Che  il  manoscritto  Vaticano  avesse  appartenuto  ai  Sirleto  è  affermato 
dal  Muratori  sull'autorità  del  Caracciolo  che  gliene  diede  la  copia:  «  Monuit 
«  autem  nuper  laudatus  P,  Caracciolus,  opusculum  hoc  descriptum  fuisse  e 
«  schedis  celeberrimi  cardinalis  Guilielmi  Sirleti,  in  Vaticana  bibliotheca  adser- 
«  vatis  »  ;  Antiquitates,  VI,  272. 


XL  U.    BALZANI 


antico  senza  saperlo  ben  leggere,  ciò  che  rende  maggiore 
il  danno  della  sua  perdita.  Questa  impressione  deriva  prin- 
cipalmente da  errori  manifesti  e  da  talune  omissioni  che  una 
mano  non  molto  posteriore  ha  corretto  o  supplito  talora  a 
margine  e  talora  interlinearmente.  Queste  correzioni  ed 
aggiunte  si  troveranno  sempre  indicate  nelle  varianti  al 
testo  in  questa  edizione,  e  mi  sembrano  mostrar  chiaro 
che  il  correttore  collazionò  la  copia  avendo  sott'  occhio  un 
testo  più  antico  e  sicuro. 

Gli  altri  scritti  dell'abbate  Ugo  ci  sono  stati  tramandati 
da  Gregorio  di  Catino  quali  si  riproducono  in  questa  edi- 
zione, e  sono  tutti  contenuti  entro  il  Chrojiìcon  tranne  il 
Querimonio  all'  imperatore  Corrado  II  che  si  trova  nel 
Regesto,  Il  manoscritto  del  Chronicon  si  conserva  in  Roma 
nella  biblioteca  Vittorio  Emanuele  tra  i  manoscritti  Farfensi 
e  porta  la  segnatura  Far/a,  i.  E  un  bel  codice  membra- 
naceo di  m.  0,270  X  o,  1 70  scritto  per  la  massima  parte  da 
Gregorio  di  Catino  tra  il  finire  dell'  undecimo  secolo  e  il 
principio  del  dodicesimo.  Quando  i  codici  di  Farfa  furono 
trasferiti  alla  biblioteca  Vittorio  Emanuele,  il  cattivo  stato 
dell'antica  consigliò  di  dare  una  rilegatura  nuova,  semplice  e 
decorosa,  ai  tre  manoscritti  di  Gregorio  di  Catino.  Il  Chroni- 
con ha  trecentottantasette  carte  e  le  carte  contengono  venti- 
cinque linee.  Due  fogli  di  risguardo  a  principio  di  mano  del 
cronista  sembra  che  siano  come  un  primo  saggio  del  Regesto, 
abbandonato  poi  per  la  sua  forma  definitiva,  e  contengono 
un  diploma  di  Liutprando,  la  notizia  biografica  dell'abbate 
Fulcoaldo,  e  due  privilegi  e  le  prime  parole  di  un  terzo  del 
duca  Lupo  di  Spoleto  (docc.  6,  13,  14  e  principio  del  15  del 
Regesto,  ma  con  qualche  variante).  Altri  due  fogli  di  ri- 
sguardo in  fine  contengono  un  frammento  di  salterio  e  son 


PREFAZIONE.  XLI 


di  mano  del  secolo  xiv.  La  scrittura  di  Gregorio  è  la  mi- 
nuscola romana  usata  in  Roma  al  suo  tempo  ',  e  si  mantiene 
nitida  e  bella  sebbene  si  alteri  in  qualche  pagina  e  sembri 
tradire  o  la  mano  invecchiata,  o,  più  probabilmente,  quella 
«  oculorum  caligo  »  che  lo  consigliò  di  affidare  al  nipote 
Todino  la  continuazione  del  Regesto  ^  Il  codice  non  è  tutto 
scritto  da  Gregorio  ;  in  varii  luoghi,  ad  intervalli,  special- 
mente verso  la  fine,  la  sua  mano  s'alterna  con  quella  di  To- 
dino e  di  altri,  e  sembra  come  s'  egli  o  dettasse  a  discepoli 
o  desse  loro  a  copiare  qualche  brano  di  altri  codici  o  docu- 
menti inseriti  nella  cronaca.  Ho  cercato  per  quanto  ho  sa- 
puto d' indicare  volta  per  volta  a  suo  luogo  tra  le  varianti 
questi  cambiamenti  di  mano  nella  edizione  del  testo.  Nel 
manoscritto  del  Chronicon,  come  in  quello  del  Regesto, 
spesso  innanzi  alle  biografie  degli  abbati  o  in  calce  alle  bolle 
pontificie  e  ai  diplomi  imperiali  reali  e  ducali  si  trova,  come 
ad  imitazione  dei  sigilli,  racchiusa  in  un  circolo  e  disegnata  a 
penna,  l'effigie  del  personaggio  a  cui  si  riferisce  la  biografia 
o  il  documento.  Facsimili  di  queste  immagini  di  sigillo  fu- 
rono già  pubblicati  nel  secondo  volume  del  Regesto,  e  perciò 
ritenendo  superfluo  riprodurne  degli  altri  in  questi  volumi 


1  «  Quello  che  mi  par  certo  è  che  a  Roma,  quando  per  i  codici  si  andò 
«  abbandonando  l'uso  della  scrittura  maiuscola,  prevalse  la  minuscola  rotonda 
«  del  tipo  del  codice  Vaticano  del  Diunius  e  del  nostro  frammento.  Ad  ogni 
«  modo  codici  romani  dell' viii,  ix,  x  e  xi  secolo  scritti  tutti  in  lettera  corsiva 
«  non  se  ne  conoscono.  E  v'  è  l'altro  fatto  assai  significante  che  i  codici  usciti 
«  dalle  scuole  calligrafiche  delle  chiese  e  dei  monasteri  presso  Roma,  come  Farfa, 
«  Subiaco,  Tivoli,  le  quali  naturalmente  dovevano  seguire  le  tradizioni  grafiche 
«  della  metropolijSon  tutti  di  scrittura  minuscola  romana  »  ;  Giorgì,  Appunti  cit, 

2  11  Floriger,  che  fu  l'ultimo  dei  lavori  di  Gregorio  e  compilato  nella  sua 
vecchiezza,  è  scritto  meglio  del  Chronicon  e  con  mano  più  uguale  e  più  sicura. 
Ciò  mi  fa  pensare  che  forse  la  vista  gli  si  fosse  indebolita  solo  temporanea- 
mente, mentre  lavorava  al  Regesto. 

f 


XLII  U.    BALZANI 


mi  son  limitato  ad  avvertire  in  nota  il  lettore  ogni  volta  che 
il  codice  contiene  una  effigie. 

I.e  norme  generali  seguite  per  la  presente  edizione  sono 
quelle  fissate  dall'  Istituto  Storico  Italiano.  Il  piano  della 
edizione  è  naturalmente  semplice,  perchè  basandosi  pel 
Chronicoìi  sopra  un  codice  autografo,  e  per  gli  altri  testi 
sopra  codici  unici,  il  primo  dovere  di  un  editore  è  quello  di 
una  riproduzione  scrupolosamente  fedele.  A  raggiungerla 
ho  cercato  di  porre  le  cure  più  minute  e  diligenti,  seguendo 
anche  fedelmente  l'ortografia  di  Gregorio  che  varia  alquanto 
talora  da  quella  del  Regesto,  e  non  ha  regola  fissa  e  costante 
specialmente  nell'uso  del  dittongo  e.  Del  pari  ho  ripro- 
dotto i  documenti  contenuti  nel  Chronico7i  precisamente 
come  si  trovano  nel  codice  e  senza  tener  conto  delle  edi- 
zioni critiche  che  se  ne  trovano  altrove,  mirando  a  dare, 
quando  ne  è  il  caso,  gli  elementi  offerti  dal  codice  per 
una  edizione  critica  agli  editori  di  raccolte  di  diplomi  o 
di  bolle,  e  senza  presumere  di  sostituirmi  ad  essi.  Ho 
mirato  invece  a  rilevare  costantemente  la  correlazione 
del  Chronicon  col  Regesto  di  Farfa,  e  con  l'aiuto  di  questo 
ho  stabilito  in  nota  l'origine  e  la  cronologia  delle  notizie  date 
dal  cronista,  indicando  per  ciascuna  notizia  il  documento  a 
cui  egli  l'attinge  e  la  data  di  esso,  e  del  pari  mi  sono  valso 
abbondantemente,  quando  occorreva,  dei  documenti  ancora 
inediti  del  Largitorio.  Siccome  i  documenti  del  Chronican 
presentano  talora  alcune  varianti  con  quelli  del  Regesto  e 
spesso  sono  qua  e  là  abbreviati,  ho  notato  le  varianti  a  pie' 
di  pagina  e,  ponendoli  tra  parentesi  quadrata,  ho  supplito 
col  Regesto  i  frammenti  omessi  nel  Chronicon.  Così  le 
grandi  raccolte  di  Gregorio  si  trovano  a  continuo  raffrc^nto 


PREFAZIONE.  XLIII 


in  questa  edizione,  e  si  riscontrano  e  si  confermano  ad  ogni 
passo  fra  loro. 

Nelle  note  al  testo  mi  sono  studiato  d'essere  sobrio, 
procurando  di  stringere  brevemente  in  esse  il  frutto  di  una 
esperienza  oramai  molto  lunga  delle  cose  farfensi  per  di- 
lucidare le  questioni  più  difficili  nella  storia  e  nella  crono- 
logia del  monastero,  massime  nel  periodo  più  intralciato  ed 
oscuro  dei  primi  secoli  della  sua  vita.  Allo  stesso  scopo 
ho  riprodotto  in  nota,  togliendoli  dal  Regesto,  alcuni  docu- 
menti che  Gregorio  di  Catino  non  ha  inserito  nel  Chronicon 
ma  che  mi  parevano  necessari  a  completare  la  storia  del 
monastero  in  ogni  sua  parte. 

Il  vasto  materiale  storico  contenuto  nelle  raccolte  Far- 
fensi non  potrebbe  essere  adoperato  con  piena  utilità  senza 
indici  copiosi  che  rendano  agevoli  le  ricerche  agli  eruditi 
che  le  studiano.  Perciò  nell'ampio  indice  che  segue  questa 
edizione  si  è  cercato  di  provvedere  a  questo  bisogno  degli 
studiosi.  L' indice  è  stato  compilato  con  diligenza  e  preci- 
sione grandissime  dal  cavaliere  Edoardo  Bianco  della  Tipo- 
grafia del  Senato,  al  quale  mi  è  caro  di  render  grazie 
pubblicamente  sia  per  questo  pregevole  lavoro,  sia  per  le 
osservazioni  utilissime  e  la  critica  acuta  con  le  quali  ha  ac- 
compagnato le  cure  date  alla  stampa  di  questo  libro.  E 
cosi  mi  è  caro  attestare  la  mia  riconoscenza  piena  d'affetto 
al  mio  amico  e  compagno  di  studi  farfensi,  Ignazio  Giorgi, 
benemerito  segretario  dell'  Istituto  Storico  Italiano,  per 
r  aiuto  prezioso  e  fraterno  che  mi  ha  dato  fino  alla  fine 
del  mio  lavoro.  La  paziente  cortesia  di  questi  due  valenti 
ha  di  molto  alleggerito  la  fatica  e  le  difficoltà  di  un  lavoro 
che  ha  richiesto  infinite  indagini  e  attenzione  minuziosa  e 
continua. 


XLIV  U.    B  A  LZ  ANI 


Da  oran  tempo  oramai  i^li  eruditi  hanno  attinto  lar- 
gamente alle  opere  di  Gregorio  di  Catino  come  a  fonte 
abbondante  e  perenne.  Ricorderò,  a  tacer  d'altri,  i  nomi 
del  Duchesne,  del  Mabillon,  del  Galletti,  del  Fatteschi, 
di  Carlo  Troya,  e,  tra  i  più  recenti,  dell'  Ozanam  e  del 
Bethmann,  i  quali  tutti  pubblicarono  notizie  e  documenti 
farfensi  tratti  specialmente  dal  Regesto  di  cui  la  Reale 
Società  romana  di  storia  patria  ha  da  ultimo  pubblicato 
il  testo  intero  '. 

Il  cardinale  Angelo  Maria  Ouirini,  volgendo  l'animo  ad 
un  vasto  lavoro  sulla  storia  del  monachismo  italiano,  si  pro- 
poneva d' illustrare  in  un  primo  volume  la  storia  di  Farfa  con 
dissertazioni  appoggiate  ai  documenti  farfensi  e  con  la  pub- 
blicazione integrale  del  Chromcon.  S'era  accinto  all'opera, 
ma  era  ancor  viva  allora  l'eco  delle  contestazioni  per  Co- 
macchio,  e  parve  al  papa  che  i  documenti  farfensi  avrebbero 
potuto  servir  d'appiglio  agli  avversari  delle  pretese  ponti- 
fìcie, talché  il  Ouirini  fu  costretto  ad  abbandonare  il  pensiero 
della  sua  pubblicazione  ^ 

Lo  riprese  però  il  Muratori  che  pubblicò  il  Chrofiicon 
nel  tomo  secondo  della  sua  erande  raccolta  ^  ma  non  senza 


*  ì\  Regesto  di  Farfa  compilato  da  Gregorio  di  Catino  e  pubblicato  dalla 
R.  Società  romana  di  storia  patria  a  cura  di  I.  Giorgi  e  U.  Balzani. 

-  A.  M.  QuiRiNi,  De  monastica  Italiae  historia  conscrihenda,  Romae,  De  Ru- 
beis,  ijij,e  Sopra  la  raccolta  de'  Monumenti  Farfensi,  alli  eminentissimi  e  reveren- 
dissimi cardinali  della  S.  Congregai^ione  dell'  Indice  de' libri  proibiti y  Roma,  Gian- 
nini e  Mainardi,  1730;  e  cf.  A.  Baudrillart,  De  cardinalis  Quirini  vita  et 
operibus^  Parigi»  Firmin-Didot,  1889. 

3  Chronicon  Farfense  sive  historia  monasterii  Farfensis  ab  eius  ori^im,  hoc 
est  ab  anno  circiter  DGLXXXi  usque  ad  annum  MCIV  deducta,  auctore  Gregorio 
monacho  et  chartophylace  eiusdem  coenobii,  mine  primum  e  manuscripto  codice  Ca- 
racciolano  descripta  et  iuris  publici  facta.  Accedunt  breves  notae  Ludovici  An- 
toni! Muratori  in  Rer.  It.  Script,  to.  I[,  par.  11.     Più  tardi  il  Muratori  lamentò 


PREFAZIONE.  XLV 


difficoltà  perchè  non  gli  fu  concesso  di  vedere  l' originale 
farfense,  né,  come  avrebbe  almeno  desiderato,  l'apografo 
della  biblioteca  Barberini'.  Cercando  ostinatamente  per 
tutta  Italia,  ottenne  alfine  da  Napoli  per  mezzo  di  Nicola 
Falcone  una  copia  del  Chronicon  tratta  da  un  manoscritto 
del  P.  Eustachio  Caracciolo  che  fu  largo  d'aiuti  al  Muratori 
e  gli  forni  diverse  trascrizioni  di  testi  per  la  raccolta  degli 
Scriptores  \  Dalla  copia,  che  era  piuttosto  imperfetta,  de- 
rivarono necessariamente  talune  evidenti  imperfezioni  e  man- 
canze nella  edizione  Muratoriana,  ma  il  grande  maestro, 
poiché  non  v'era  rimedio,  pensò  saviamente  non  essere  il 
caso  d' indugiarsi  ad  esse,  e  doversi   senz'  altro  portare  a 


che  il  Quirini  non  avesse  potuto  dare  esecuzione  al  lavoro  che  si  era  proposto  : 
«  Dolendum  propterea  est  praelaudatum  eminentissimum  sanctae  Romanae 
«  Ecclesiae  cardinalem  Quirinum,  cui  consillum  historiae  huiusmodi  con- 
ce texendae  susceptum  fuerat,  variis  occurrentibus  causis  manum  e  tabula 
«  sustulisse  »  ;  Antiquitates,  diss.  lxv,  V,  486,  e  scrivendo  al  Quirini  gli  di- 
ceva: «V.  E.  ha  poggiato  più  alto  e  messo  il  suo  amore  e  principale  studio 
«  nelle  lettere  ecclesiastiche,  ed  oh  !  non  le  fosse  mai  stato  tagliato  il  corso, 
«  che  ora  1'  Italia  avrebbe  dei  gran  lumi  della  di  Lei  sacra  erudizione.  Non 
«  ho  potuto  di  meno  di  non  dolermi  alquanto  nelle  mie  Antiquitates  Italicae 
«  meda  aevi  che  si  cominciano  a  stampare  del  non  averci  V.  E.  potuto  dare 
«  la  storia  monastica  d' Italia  »  ;  Lettere  di  L.  A.  Muratori  al  card.  Quirini 
in  Archivio  storico  italiano,  ser.  v^  IV,  3^0. 

1  Nella  sua  prefazione,  il  Muratori,  narrando  gl'inutili  suoi  tentativi  per 
avere  una  copia  del  Chronicon  da  Farfa  o  dalla  Barberiniana,  aggiunge  :  «  Ve- 
ce rum  quod  ohm  eruditis  facile  patebat,  hisce  temporibus  codicum  istorum 
«  possessores  religioni  sibi  ducunt  vel  ostendere,  nedum  quidpiam  describendi 
«  copiam  facere  ».  Dei  diversi  apografi  recenti  che  si  conoscono  del  Chro- 
nicon non  serve  tenere  ragione  in  questa  edizione  condotta  sul  codice  au- 
tografo. 

2  Intorno  agli  aiuti  che  il  Muratori  trovò  all'  opera  sua  nel  Regno  di 
Napoli,  vedasi  il  bello  studio  di  M.  Schifa,  Il  Muratori  e  la  coltura  napoletana 
del  suo  tempo,  Napoli,  1902.  Lo  Schipa  peraltro  non  fa  menzione  della  copia 
Caracciolana  del  Chronicon  Farfense,  Il  Caracciolo  fornì  al  Muratori  anche 
il  manoscritto  della  Desiructio  pubblicata  nel  sesto  volume  delle  Antiquitates. 


XLVI  U.    BALZANI. 


luce  nel  niiolior  modo  che  si  poteva  quel  ricco  tesoro  di 
storia  italiana. 

Venuto  ultimo  dopo  tanto  studio  sulla  storia  farfense, 
con  r originale  del  Chro7iicon  innanzi  agli  occhi  e  la  possi- 
bilità di  raffrontarlo  con  le  altre  opere  di  Gregorio  di  Catino, 
io  non  ho  gran  merito  se  la  presente  edizione  si  avvantaggia 
sull'altra,  e  se  potrà,  com'  io  spero,  considerarsi  definitiva 
per  la  fedeltà  del  testo.  A  me  basti  la  compiacenza  d'avere 
sciolto  come  ho  saputo  meglio  un  debito  di  gratitudine  che 
o-li  studiosi  del  medioevo  italiano  avevano  verso  il  o^rande 
e  tenace  lavoro  del  modesto  monaco  di  Farfa. 

Roma,  24  aprile  1903. 

Ugo  Balzani. 


I. 


CONSTRUCTIO  MONASTERII  FARFENSIS 


Chron.  Farf.  I. 


[Ms.  bibl.  Vittorio  Emanuele,  Farf.  XL,  32.] 

Incipit  de  venerabili  patre  nostro  Thoma.  c  i  c 

Lectio   prima. 

FuiT  namque  in  Gallia  vir  vite  venerabilis,  Thomas  nomine, 
ut  alii  ferunt  Maurigena  exortus  provincia.  hic  etenim  vir 
sanctus  presbiterii  fungebatur  officio.  cui  quippe  Dominus  in- 
spirare dignatus  est,  ut  Hierosolymis  ad  sepulcrum  Domini  atque 
alia  sancta  loca  adoranda  pergere  deberet.  qua  inspiratione  vehe- 
menter  accensus,  aliquantis  assumptis  secum  discipulis,  peregrina- 
io  tionis  arripuit  iter,  cumque  Romam  veniens,  sanctorum  aposto- 
lorum  limina  adorasset,  quantocius  ad  loca  destinata  festinabat, 
adiunctis  etiam  sibi  religiosis  de  Italia  viris,  Martiano  videlicet, 
qui  postea  Firmane  tenuit  aecclesie  episcopatum,  necnon  et  Mar- 
tyrio,  qui  apud  beati  Petri  aecclesiam  postmodum  monasterio 
15  prefuit. 

Lectio    .11. 

HI  namque  omnes  caritatis  annexi  vinculo,  socialis  vie  car- 
pebant  iter  ;  qui  post  longa  valde  itinera  tandem  optata  per- 
venerunt  ad   loca,      tunc  itaque   desiderii   sui  vota  complentes, 

20  vivificum  lignum  crucis  Christi,  et  sepulchri  venerabilem  atque 
gloriosum  adoraverunt  locum;  simulque  cuncta  sancta  loca  habi- 
tationis  et  passionis  Christi  visitantes,  similiter  adoraverunt.  sed 
Martianus  et  Martyrius  supradicti  religiosi  viri,  suam  repetentes 
viam.  Il  reversi  sunt  in  Italiam.      at  vero  venerabilis  Thomas  ad    e.  i  d 

25  gloriosum  Domini  reversus  est  sepulchrum;  ibique  per  tres  con- 
tinuos  deserviens  annos,  Dominum   die   noctuque  cum  fletu  et 


e.  2  A 


4  CONSTRUCTIO   MONASTERII  FARFENSIS. 

nimio  precabatur  merore,  ut  ipsum  prò  sua  clementia  ad  salutis 
dignaretur  dirigere  portum.  sed  quia  secundum  Domini  promis- 
sum  omnis  qui  petit  accipit,  et  qui  querit  invenit,  et  pulsanti 
aperitur  ('),  eum  quantocius  exaudire  dignatus  est  Dominus. 

Lectio   .II I.  5 

DENiQUE,  ut  nostrorum  relatu  comperimus  patrum,  dum  quadam 
nocte  ad  idem  Domini  pernoctaret  sepulchrum,  precibus  fati- 
gatus  nimiis  atque  vigiliis,  sopore  depressus  est.  tuncque  ei  beatis- 
sima Dei  genitrix  virgo  Maria  per  visum  apparere  eumque  percon- 
tari  dignata  est  dicens:  «  Quid  est,  frater,  quod  tanto  merore  ac  io 
«  fletu  confi ceris  ?  constans  esto  et  viriliter  age;  Dominus  quoque 
«  adimplebit  desiderium  tuum.  oportet  namque  te  Italicas  re- 
«  meare  ad  auras.  eumque  illuc  fueris  Deo  protegente  regressus, 
((  require  in  provincia  Savinensi,  in  loco  qui  dicitur  Acutianus, 
«  tres  magne  altitudinis  cypressos  simul  positas,  iuxta  quas  etiam  ^5 
«  basilicam  pulchri  decoris  in  meo  repperies  honore  dicatam; 
«  quem  vero  frequenter  visitare  soleo  locum.  hunc  quoque  cum 
«  reppereris,  ibi  cursum  tue  consumabis  vite;  in  quo  videlicet 
«  numquam  tibi  vel  posteris  tuis  aliquid  boni  veniet  minus,  sed 
«  omnibus  vite  presentis  ibidem  perfruemini  bonis,  copiosaque  ^^ 
«  fratrum  exinde  multitudo  tuo  exemplo  celestia  migrabit  ad 
«  regna  ».  cum  hec  beatissima  Virgo  per  revelationem  vene- 
rabili Thome  retexeret  verba,  panem  mire  magnitudinis  atque 
candoris  manu  gestans,  ei  detulit  dicens  :  «  Accipe  panem  hunc 
«  et  perge  securus;  lioc  autem  scito,  quia  numquam  ex  eo  minus  ^5 
«  habebis,  sed  omni  vite  tue  evo  habundanter  tibi  sufficiet  ». 
tantam  namque  deinceps  illi  gratiam  compunctionis  atque  lacri- 
marum  divina  largiri  dignata  est  pietas,  ut  pene  de  Deo  loquì 
vel  sine  lacrimis  posset,  et  die  noctuque  tempore  psalmodie  vel 
orationis,  de||siderio  accensus  divino  suaves  funderet  lacrimasi*).   3^ 

(i)  Matth.  vii,  8.  zìone  frequente   nelle  pagine  che  se- 

(2)  AuTPERTO,  nella  Vita  PaUonis,      guono,  narra  più  brevemente  il  fatto, 

Tatonis  et  Tasonisj  di  cui  si  fa  men-     e  senza  nominare  la  Vergine  nella  ap- 


CONSTRUCTIO  MONASTERII  FARFENSIS.  5 

vere  enim  hìc  cutn  Psalmista  dicere  poterat  :  «  Fuere  michi  la- 
«  crime  mee  panes  die  ac  nocte  »  ^').  igitur  venerandus  vir  de 
revelationis  sollicitus  ammonitione,  reversionis  ad  Italiani  cum 
omni  suo  comitatu  arripit  iter;  veniensque  per  Ephesum,  apud 
5  beati  evangeliste  lohannis  sepulchrum  moratus  est,  ut  ferunt, 
alios  tres  annos.  sicque  factum  est,  ut  inter  id  quo  ad  Orien- 
tem  de  Gallia  profectus  ibidemque  commoratus,  et  hoc  quo  inde 
reversus  est  tempus,  septem  complerentur  spatia  annorum. 


Lectio   .1111. 

IO  T)  EVERSUS  vero  in  Italiam,  Savinensem  peragrabat  provinciam, 
i\  locum  videlicet  querens  qui  ei  per  revelationem  fuerat  pro- 
missus.  sed  cum  nullum  invenire  loci  illius  potuisset  indicium,  de 
revelatione  diffidens,  iam  mente  deliberabat  ut  ad  suam  reverte- 
retur  provinciam.    veniensque  in  locum  qui  dicitur  Cervinaria,  ibi 

15  sub  quadam  arbore,  que  nunc  superest,  paulisper  requievit;  pla- 
cuitque  illi,  ut  ibi  Deo  sacrificium  offerri  deberet.  peractis  itaque 
missarum  sollemniis,  eum  gravitudo  arripuit.  tunc  vero  precepit 
discipulis,  ut  dum  ipse  paululum  requiesceret,  si  aliquid  in  suis 
haberent  marsuppiis,  ad  reficienda  corpora  pararent  mensam.     aie- 

20  bat  enim  se  festinanter  Romam  proficisci  velie,  ut  adora tis  iterum 
beatorum  liminibus  apostolorum,  suam  repetendi  patriam  assu- 
merent  iter,     mox  ut  sopore  depressus  est  vir  sanctissimus,  iterum 


parizione:    «  . . .  Coepto  itinere  dum  «  in  manu  mirae  pulchritudìnis  panem, 

«  pergunt,  ad  monasterium  gloriosae  «cui  et  dixit:  "  Accipe  hunc  panem 

«Dei  genitricis   Mariae   quod   est  in  «et  abscede;   scito  autem   te   minus 

«  Sabinis  perveniunt,  in  quo  vir  vitae  «  ex   eodem   numquam    habiturum.  " 

«  venerabilis  Thomas  pater  praeerat.  «  Tantae   etenim    deinceps,   ut   aiunt 

«  De  quo  a  pluribus  audivi,  quia  olim  «  qui    eum    viderunt,    compunctionis 

«  in  partibus  Orìentis  constitutus,  sicut  «  vir  fuit,  ut  pene  de  Deo  sine  lacri- 

«  ipse  narravit,  tamdiu  ad  Redemptoris  «  mis  nìl  posset  loqui  »;  Vita  Paìdonis, 

«  sepulchrum  orationi  vacavit,  quoad-  Tatonis  et  Tasonis   Vulturnensium,  au- 

«  usque  impetraret  quod  precibus  pò-  ctore  Autperto,  in  Mon.  Gemi.  hist. 

«  stulabat  ;  denique,  ut  adserunt,  nocte  Script,  rerum  Langoh.  et  Ital.  saec.  TI-IX, 

«  quadam  precibus  fatigato  soporeque  p.  549. 

«  depresso,  astititei  quidam,  gestans  (i)  Psalm.  XLI,  4. 


CONSTRUCTIO   MONASTERll   FARFENSIS. 


e.   2  B 


beata  Dei  genitrix  semperque  virgo    Maria  leto  ac  benignissimo 
ut  est  vultu  ci  apparuit  dicens:   «  Ecce,  frater,  iste  est  quem  tibi 
«  promiseram  locus.     mine  vero  confortare  in  Domino,  et  noli 
«  pusillanimis  esse  ».     iterumque  ostendit  ei  tres  in  visu  prefatas 
cypressos,    et   ait:    «  Vade  »,   inquit,  «et   iuxta  has  quas  cernis   5 
«  arbores  invenies  quam  tibi  predixi  basilicam   nomine  dicatam 
«  meo.     ibi  namque  permanens,  optimam  repperies  quietem;  et 
((  labora  sicut  bonus  miles  Christi  Ihesu,  ut  accipias  coronam  vite. 
«  ego  vero  tecum  semper  cum  tuisque  omnibus  ero,  tam  presen- 
«  tibus  quam  futuris;||  et  congregabitur  ad  te  ibi  quoque  copiosa   io 
«  fratrum  caterva,  ad  omnipotentis    Dei   servitium  animas   com- 
ic mendantes  suas  ».      cumque  evigilans  hec   fratribus   retulisset, 
circumquaque  respiciens  vidit  non  procul  contra  orientis  plagam 
tres  predictas  cypressos,    gavisusque  ait:   «  Ecce  in  ventate,  fra- 
«  tres,  iste  michi  modo  in  visione  ostense  sunt  arbores.     surgite    15 
«  itaque,  pergamus  ad  eas  ».     qui  iussa  complentes,  cum  multo  la- 
bore dextro  levoque  latere  condensa  que  ibi  succreverant  spinarum 
ac  veprium  cultris  succidentes  suis,  illuc  usque  profecti  sunt;  re- 
pertamque  ingressi  basilicam,  Domino  inmensas  retulere  grates. 
cumque  ibidem  aliquantos  in  Dei  peregìssent  laudibus  dies,  ce-   20 
perunt  memorati  viri  Dei  discìpuli  pùsillanimes  effici,  et  eum  cum 
magno    perconctari  merore    dicentes  :   «  Quid   faciemus,  o  vene- 
«  rabilis    pater,    cum   hec  que    nobiscum  detulimus    in   sacculis 
«  alimenta  defecerint  ?    locus  enim  iste  nulli  preter  bestiis  et  latro- 
«  nibus   est  pervius,   a  quibus  forsitan   latronibus  trucidandi  eri-  25 
«  mus  ».     quos  isdem  vir  venerabilis  Thomas  benigne  refovens, 
consolatus  est  dicens:  «  Confido  de  omnipotentis  Dei  magna  lar- 
«  gitate,  et  intercessione  beatissime  Dei  genitricis  Marie,  quia  neque 
«  fame  hic  laboraturi,  neque  a  latronibus  perimendi  erimus,  sed 
«cito  nobis  eius  subveniet  clementia:  quia   ipse   per   prophetam   30 
«  poUiceri  est  dignatus  dicens  :   "  Sperante?  in  Domino  non  de- 
ce ficient   omni  bono  "  (').       cuius   quoque   promissa  cito    nobis 
«  complebuntur  ». 

IO.  Nel  testo  era  prima  scritto  congregabuntur  corretto  poi  in  congregabitur  forse 
dalla  stessa  mano  che  scrisse  il  codice.         2$.  Nel  testo  pracvius 

(i)  Psalm.  XXXIII,  ri. 


CONSTRUCTIO   MONASTERII  FARFENSIS. 


De  Faroaldo.     Lectio   .v. 

PER  idem  namque  tempus  Faroaldus  magno  regimine  ducatum 
tenebat  Spoletanum  (^\  hic  denique  Romam  proficisci  ilio 
tempore  volens,  apparatum  suum  in  ciboram  atque  vini  copia 
j  cum  honeratis  hominibus  atque  iumentis  preire  iussit,  in  crasti- 
num  ipse  quoque,  ut  cogitabat,  suis  cum  comitibus  eos  secuturus  ; 
sed  eadem  sancta  Dei  genitrix  virgo  Maria  nocte  hunc  ammo- 
nere  per  visum  dignata  est  dicens:  «  Vide  ut  ab  hac  quandoque 
«  profectione  quiescere   debeas,  quia  ||  incommodum  est  nunc  te 

IO  «  pergere  Romam,  eo  quod  minime  tibi  expediat;  sed  potius 
«  meo  Consilio,  quod  tibi  magis  proderit,  prebe  consensum.  est 
«  namque  in  territorio  Savinensi  basilica  nomine  dicata  meo,  in 
«  qua  videlicet  monachi  degunt  peregrini,  qui  die  noctuque  in 
«  hymnis  et  orationibus  Domino  deserviunt.     has  itaque  omnes, 

15  «  quas  preire  iusseras,  deferre  facito  expensas,  quatenus  eorum 
«  adiutus  orationibus,  Deum  possis  habere  propitium  ».  qui  sta- 
tim  de  somno  consurgens,  hanc  suis  retulit  ministris  revelatio- 
nem,  dixitque  eis:  «  Requirite  quisnam  hic  de  Reatina  sit  urbe», 
at  illi  dixerunt,   quod    Probatus  ipsius  civitatis  castaldus  ibidem 


(i)  Il  Bethmann  (Mon.  Germ.  Usi.  cosi  strettamente  legato  alle  origini 
Script.  XI,  524)  a  questo  passo  annota:  del  monastero.  Mi  par  più  facile  cre- 
«  Inde  ab  a.  703.  At  infra  Thomas  dere  che  la  leggenda  ristringa  ad  «  ali- 
ce per  annos  35  baculum  tenuisse  di-  «  quantos  dies  »  i  primi  faticosi  ed 
«  citur.  Quare  aut  in  his  annis  error  ansiosi  anni  della  nuova  colonia  mo- 
«  est,  aut  quod  magis  crediderim  in  nastica  dal  suo  stanziarsi  in  Sabina  fino 
«  traditione  de  nomine  ducis  ».  In-  al  tempo  in  cui  Faroaldo  prese  a  pro- 
fatti nel  catalogo  degli  abbati  premesso  teggerla.  Tale  mi  sembra  che  sia 
da  Gregorio  di  Catino  al  Regesto  ed  anche  il  pensiero  del  Sansi  (J  duchi 
al  Chronicon,  e  che  per  la  prima  parte  è  di  Spoleto,  p.  40).  Del  resto  convien 
tratto  da  un  altro  ch'egli  chiama  in  un  ricordare  che  la  cronologia  delle 
luogo  «  antiquissimum  catalogum  »,  si  origini  farfensi,  a  detta  dello  stesso 
dice  che  Tommaso  resse  trentacinque  Gregorio  di  Catino,  è  assai  incerta,  e 
anni  la  badia  nei  tempi  di  Trasmondo  che  qui  la  luce  dell'avvenimento  sto- 
e  di  Faroaldo  duchi  di  Spoleto.  Non  rico  ci  giunge  illanguidita  attra- 
mi  pare  però  che  sia  da  ammettere  un  verso  le  nebbie  fantastiche  della  leg- 
errore  nel   nome  xii   Faroaldo,  che  è  genda. 


e.  2  e 


e.  2  D 


8  CONSTRUCTIO   MONASTERII    FARFENSIS. 

esset.  quem  accersitum,  percunctari  cepit  ubi  in  Savinis  ad  ho- 
norem beate  Marie  semper  virginis  esset  aecclesia  dedicata,  in  qua 
peregrini  degerent  monachi.  at  ille  inquit:  «  Multe  in  honore 
«  beate  Marie  basilice  Savinis  habentur  constructe;  sed  in  qua 
«  horum  monachorum  vel  peregrinorum  sit  habitatio,  penitus  j 
c(  ignoro  ».  tum  ille:  «  Vade  »,  inquit,  «  et  diligenter  fac  per- 
«  quirere  ubi  peregrini  habitent  monachi,  et  omnia  que  Romam 
«  adire  iusseram  alimenta,  eis  quantocius  facito  deferre  ».  cuius 
statini  imperio  parens,  omnes  illas  Savinis  direxit  impensas. 

Cumque  homines  illius,  qui  ea  alimenta  que  iam  dieta  sunt  pre-    io 
ferebant,  ad  locum  qui  dicitur  Pompeianus  pervenissent,  ab  incolis 
loci   iUius   inquirere  ceperunt,  quonam  in  loco  in  honore  beate 
Marie  Dei  genitricis  constructa   esset  basilica,  ubi  peregrinorum 
esset  habitatio  monachorum.     qui  omnes  una  voce  responderunt 
dicentes:  «  Equidem  in  honore  beate  Marie  Savinis  multas  no-   15 
<(  vimus  aecclesias  esse;  sed  ubi  monachorum  sit  habitatio,  omnino 
«  nescimus.      verumtamen    a    patribus    nostris    audivimus,  quod 
«  patres  vel  avos  suos   referre  audierint,  quoniam  in   casale  qui 
«  dicitur  Acutianus,  iuxta  tres  cypressos,  ibidem   posita  sit   aec- 
«  desia  beate  Marie  miro  fabricata  decore,  in  qua  antiquitus,  tem-  20 
«  pore  Romanorum,  habitatio    dicitur  fuisse  monachorum  ;  ||  sed 
«  modo  nuUam  ibidem  hominum  scimus  esse  habitationem  »  ;  et 
hec  dicentes,  ostenderunt  eis  non  procul  ab  ipso  loco  tres  predictas 
cypressos. 

Lectio    .VI.  25 

CUMQUE  ad  ipsum  pergere  locum  minime  scirent  viamque 
nequaquam  repperire  possent,  onerata  que  secum  habebant 
iumenta  eos  preire  ceperunt,  rectoque  itinere  ad  locum  pergere 
destinatum.  que  sequentes,  ad  locum  ipsum  pervenire  potue- 
runt.  sed  antequam  ad  ipsum  pervenirent,  voces  atque  stre-  30 
pitum  ipsi  audierunt  fratres.  qui  timore  perculsi  cogitabant, 
quod  armata  latronum  manus  ad  eos  perimendos  adveniret,  pro- 
tinusque  in  oratorium  confugientes,  venerabilem  virum  Thomam 
lacrimabili  voce  conquesti  sunt  dicentes:  «  Hccc,  pater,  sicut  dixi- 


CONSTRUCTIO   MONASTERII    FARFENSIS.  9 

((  mus,  latrones  adsunt,  qui  nos  interficere  voliint  ».  ianuam 
itaque  aecclesie  oppilare  curaverunt.  at  vero  hi  qui  honera  de- 
ferebant,  ante  fores  aecclesie  ipsa  ponentes,  iumenta  exhonerare 
fecerunt.  tunc  unus  ex  eisdem  venerandi  viri  Dei  discipulis  re- 
5  spiciens  per  foramen  ianue,  vidit  ipsum  apparatum  ante  fores  aec- 
clesie depositum  ;  revertensque  nuntiavit  patri  atque  sociis,  nichil 
mali  adesse,  sed  e  contra  largissimis  dapibus  ciborum  atque  vini 
dorsis  iumentorum  hominumque  humeris  advectatis  atrium  esse 
repletum.     tunc  exeuntes  ad  eos,  interrogare  curaverunt,  quenam 

IO  essent  ipse  dapes  aut  quis  eas  illuc  direxerit.  hi  vero  qui  adve- 
nerant,  prostrati  in  terrani  eorum  se  precibus  commendare  stu- 
duerunt  ;  primusque  eorum  per  quem  directa  fuerant  alimenta 
dixit  :  «  Faroaldus  gloriosus  dux  Spoletanus  ammonitus  a  beata 
«  Dei  genitrice  Maria  alme  vestre   beatitudini  benedictionem  di- 

15  «  rigere  curavit,  postulans  ut  eum  sanctis  precibus  Deo  commen- 
<(  dare  dignemini  ».  tuncque  oblatis  muneribus,  benedictìone  per- 
cepta  sanctorum,  ad  propria  reversi  sunt.  et  ex  eo  iam  tempore 
ipse  gloriosus  dux  eis  sepissime  sua  munera  dirigere  curavit, 
ipsumque  prefatum  virum  venerabilem  Thomam   abbatem  Spo- 

20  letum  ad  se  venire  rogavit,  atque  eius  orationibus  se  commen- 
dare! studuit,  aliquantamque  donationem  per  suum  preceptum  eius     e.  5  a 
contulit  monasterio. 

Igitur  cum  venerabilis  eiusdem  patris  sanctitas  odorisque  boni 
fama  longe  lateque  diffusa  esset,  ceperunt  ad  eum  tam  de  proxi- 

25  mis  quam  de  longìnquis  provinciis  certatim  concurrere,  ut  eius 
scilicet  magisterio  se  Domini  servitio  subderent,  atque  in  ipso 
cenobio  beate  Dei  genitricis  semperque  virginis  Marie  monasticam 
degerent  vitam. 


Le  et  io  .VII.     De  tribus  fratribus. 


30   T^ODEM  igitur  tempore  fuerunt  Benevento  tres  nobili  exorti  pro- 
r^        ...  ... 

-L-/  genie  viri,  consanguinitatis  quoque  iure  propinqui;  quorum 

uni  erat  nomen  Paldo,  alteri  vero  Taso,  tertius  namque  vocabatur 

Tato,     hi  enim  ex  duobus   progeniti   fratribus,  Paldo  scilicet  ex 

Chron.  Farf.  I.  -'  I* 


e.  3  B 


IO  CONSTRUCTIO   MONASTERII  FARFENSIS. 

uno,  Taso  autem  et  Tato  ex  altero,  divino  succensi  amore  uno 
Consilio  parique  voto  decreverunt,  ut  patriam  parentesque  relin- 
querent  ac  mundi  huius  se  pompis  fallacibusque  exuerent  divitiis, 
quatinus  veras  atque  celestes  attingere  possent  opes.     Galliarum 
itaque  desideranter  penetrare  volebant  provincias,  ut  ibidem  vi-  5 
delicet  corpore  non  animo  separati    per  diversa  sese  monasteria 
servitio  subiugarent  Dei  omnipotentis.     sed  cum  hoc  aperte  prò 
suorum  erga  ipsos  parentum  soUicita  cura  implere  minime  pos- 
sent, ad  sanctorum  adoranda  limina  apostolorum  Romam  se  ire 
velie  professi  sunt.      nam  honeratis  ex  bis  que  in  via  eis  vide-   io 
bantur  esse  necessaria  animalibus,  ascendentes  equos,  fulti  famu- 
lorum    profectionibus,   adorsi   sunt  iter  ^^\      ut   vero  Beneventi 
peragrati  sunt  fines  Marsorumque  ingressi  sunt  provinciam,  de- 
scendentes  de  equis,  pueris  precipiunt,  ut  equos  et  omnia  que  se- 
cum  detulerant  auferentes,  ad  propria  remearent.      dicebant  enim    15 
tale  se  votum  habere,  ut  hi  tantummodo  tres  Romam  suis  per- 
gere  deberent  pedibus.      quibus  quoque  remeantibus  pueris,  dum 
prefati  milites  Dei  ceptum  pergerent  iter,  viles  scissosque  habentes 
pannos  obviam  facti  sunt  eis  pauperes  ;  quibus  namque  pretiosa 
sua  II  largientes  vestimenta,  eorum  sordidis  atque  vilibus  adoperti  20 
sunt  indumentis.     recto  vero  pergentes  itinere,  Savinis  ad  ceno- 
bium  beate  Dei  genitricis  semper  virginis  Marie  pervenerunt,  in 
quo  tunc  prefatus  vir  vite  venerabilis  Thomas  regiminis  curam  ge- 
rebat.     qui  dum  eosdem  Christi  milites  suscepisset  hospitio,  more 
solito  cum  fratribus  perrexit,  ut  secundum  Domini  preceptum  eorum  25 
ablueret  pedes.       denique  dum  eorum  delicata  candidaque  mem- 
bra sordidis  contecta  vidisset  vestibus,  eorum  aspectus  preclaros 
cernens  atque  compositos,  intellexit,  nequaquam  eos,  publice  ut 
ipsi  fingebant,  esse  mendicos.       cumque  operis  Domini  comple- 
visset  mandatum,  in  sua  se  contulit  claustra.     mane  igitur  primo   jq 
eos  secrete  ad  se  fecit  venire,  subtiliterque  eos  ac  blande  interro- 
gare  curavit  dicens  :   «  Qui  estis  vos,  fratres,  vel  unde  venistis  ? 

(i)  AuTPERTO,  loc.  cit.  :  «  Sicut  au-  «  sibi  solique  cognitum  Deo  quid  agere 

«  tem  nobiles  decet,   oneratis  anima-  «  vellent,  gressus  ad  ambulandum  rao- 

«  libus  stipendiis,  preparatis  ad  sequen-  «  vent  ». 
«  dum  equis,  famulorum  fulti  obsequiis. 


CONSTRUCTIO    MONASTERIl   FARFENSIS.  II 

«  obsecro  itaque,  ut  non  me  adventus  vestri  celare  debeatis  can- 
ee sam.  forsitan  enim  aliquid  a  iudicibus  huius  seculi  sustinetis 
«  iudicium;  aut  etiam,  ut  humane  contingere  solet  fragilitati,  in 
«  aliquo  dilapsi  crìmine  fugitis.  credite  »,  inquit,  «  michi,  quia 
(c  in  quantum  valuero,  vobis  suffragium  prebere  conabor  ;  tantum- 
«  modo   secreti  vestri   michi  profitemlni  veritatem  » . 


Lectio  .vili. 

JLLi  vero  cernentes,  nequaquam  venerabili  patri  suum  abscondi 
posse  secretum,  ei  cuncta  que  egerint  et  unde  essent,  adventus 

IO  sui  causam  suaque  ac  patrum  suorum  nomina  per  ordinem  narrant  ; 
porro  quod  Romam  pergere  vellent  atque  inde  Galliarum  expe- 
tere  provincias  ei  minime  celant,  adiurantes  eum,  ut  nequaquam 
eorum  impediret  propositum.  at  ille:  «  Absit»,  inquit,  «  o  fìlii, 
«  ut   a   bono  proposito  vos   revocare   cupiam,   sed   potius  vobis 

15    «  amminiculum   impendere  volo.      nam  usque  ad  limina  beato- 

.«rum  apostolorum  vestri  socius  ero  itineris».      idcirco  namque 

hoc  venerandus  pater  volebat  facere,  ut  ipsos  religiosos  viros  suo 

sancto   Consilio    a  tam    longo    revocaret   itinere,  sicut  et  fecit. 

quod  II  utique    Dei  nutu  actum  fuisse,   minime  dubitamus.       qui 

20  cum  Romam  cum  beato  viro  Thoma  idem  viri  pervenissent,  suam 
cum  lacrimis  devotionem  suffragiis  apostolorum  commiserunt. 
erat  denique  Rome  eodem  tempore  anus  quedam  vidua  et  religiosa, 
que  cum  omni  domo  sua  magno  hospitalitatis  studio  serviebat. 
quotienscumque  vero  venerabilis  Thomas  Romam  causa  orationis 

25  vel  ad  salutandum  pontificem  pergebat,  in  eius  domo  hospitium 
habere  consueverat.  in  qua  etiam  tunc  cum  predictis  hospitatus 
est  viris.  peracta  igitur,  ut  supra  retulimus,  oratione,  eos  verbis 
cepit  ammonere  suasoriis,  ut  secum  ad  monasterium  deberent 
reverti,    quatinus  institutionis    sue    propositum    vivendo  et  ope- 

30  rando  addiscere  possent,  ac  deinceps  quo  eos  Dominus  vellet 
dirigere,  iam  instructi  securius  irent.  nam  huiuscemodi  eos  al- 
loquitur  verbis  :  «  Audite,  o  karissimi  filli,  consilium  meum,  et 
«  mecum  ad  monasterium  beate   Dei  genitricis   Marie,   ubi  Deo 


e.  3  e 


e.  3  D 


12  CONSTRUCTIO   MONASTERII   FARFENSIS. 

«  largiente  preesse  videor,  reverti  vos  minime  pigeat.  et  quamvis 
«  extra  usum  sit  nostri  monasterii,  propter  ardorem  tamen  vestri 
((  laudabilis  desiderii  vos  intrinsecus  recipi  faciam,  ut  videlicet 
«  communi  cum  fratribus  participetis  mense,  eademque  ubi  ipsi 
«  dormiunt  domo  vos  quoque  soporetis,  ac  simul  ad  opus  assi-  j 
«  statis  divinum,  ad  manuum  quoque  labores  pariter  exeatis,  ut 
«  eorum  imbuti  documentis,  scire  possitis,  quo  ordine  degere  mo- 
«  nachus  in  monasterio  debeat  ».  hec  autem  et  his  similia  ve- 
nerabili patre  dulci  ammonitione  prosequente,  assensum  ei  me- 
morati prebuerunt  viri,  sicque  cum  eo  ad  monasterium  redierunt.  io 
cumque  ibidem  paucis  diebus  morati  fuissent,  sancte  conversa- 
tionis  piene  edocti  sunt  normam. 

Igitur  cum  hec  omnia,  ut  diximus,  peracta  atque  patrata  fuis- 
sent, contigit  patrem  duorum  fratrum,  Tasonis  scilicet  atque  Ta- 
tonis,  cum  ceteris  parentibus  suis  huc  illucque  ad  eos  perquirendum  15 
anxiando  discurrere,  Romamque  pernici  volatu  ||  venire.  ubi  dum 
eos  studiose  per  monasteria  aecclesiasque  atque  domos.  singulorum 
perquirerent,  religiose  cuius  superius  memoriam  fecimus  vidue  in- 
gressi sunt  domum.  quam  sollicitius  perconctantes,  et  eorum  ei 
aspectus  signaque  dicentes,  hunc  ab  ea  acceperunt  responsum:  20 
«  Hos  quos  vos  queritis  viros,  ego  in  hac  domo  mea  cum  vene- 
te rabili  patre  Thoma  hospitio  suscepi.  nam  Savinis  eos  in  ce- 
«  nobio  beate  Marie,  ubi  prefatus  vir  Domini  regimen  tenet, 
«  absque  dubio  repperietis  » .  hec  autem  illi  audientes,  valde 
gavisi  effecti,  utpote  magni  amoris  stimuHs  agitati,  ad  predictum  25 
monasterium  veloci  properant  cursu,  obnixe  predictum  rogantes 
patrem,  ut  eos  aspectibus  eorum  presentar!  iuberet.  at  vero 
venerandus  vir  Domini  Thomas  compatiens  eorum  dolori,  sua- 
sibilibus  verbis  ammonuit  viros  religiosos  predictos,  videlicet  Pal- 
donem,  Tasonem  atque  Tatonem,  ut  ad  colloquium  suorum  exire  30 
deberent  parentum.  quibus  quoque  hoc  facere  rennuentibus, 
auctoritate  eos  cito  paterna  persuasit  eius  parere  preceptis.  cum 
vero  ad  eos  egressi  fuissent,  eosdem  sui  obiurgare  cepcrunt  pa- 


13.  ad  manca  nel  testo,      perquirendum  nel  testo,  sebbene  da  mano  abbastan:(a  recente 
la  parola  sia  stala  corretta  in  pcrquirendo 


CONSTRUCTIO    MONASTERII    FARFENSIS.  13 

rentes:  «  Quur  nos»,  inquiunt,  «  o  dilectissimi  filli,  tamquam  mor- 
((  tuos  estimantes,  relinquere  voluistis,  nostrarumque  deseruistis  cu- 
ce ram  animarum  ?  ^^)  etenim  nuUus  vobis  inest  pietatis  afFectus, 
«  consanguinitatisque  nulla  compassio.  nos  namque  converti 
5  «  ad  Deum  et  seculum  funditus  relinquere  parati  sumus.  pro- 
«  pterea  rogamus  vos  et  per  Deum  celi  ac  terre  conditorem  adiu- 
«  ramus,  ne  nos  deseratis,  sed  potius  nobiscum  revertamini  ; 
«  alioquin  sciatis,  de  vestra  manu  nos  esse  requirendos  ».  at  illi 
verba  eorum  lacrimasque  ac  singultus  prò  nichilo  ducentes,  nulla 
IO  omnino  pietate  permoti  sunt,  sed  Gallias  ut  Domino  voverant  se 
profecturos  esse  dicebant. 


L  e  e  t  i  o   .  X .  (2). 

TUNC  vero  venerandus  vir  Domini  Thomas,  Sancto  in  se  lo- 
quente  Spiritu,  his  eos  alloquitur  verbis:  «  O  dilectissimi», 

15  inquit,  «  filli,  Il  audite  consillum  meum,  et  de  Dei  misericordia  diffi-     e.  4  a 
«  dere  nolite.      si  enim  mea  monita  aure  cordls  vobis  percipere 
«  placuerit,  per  vestre  bone  operationis  exemplum  ad  celestia  multi 
«  regna  mlgrabunt.       propterea,  o  karissimi,  salubres  meos  auscul- 
«  tate  sermones,  et  vestrorum  nolite  preces  desplcere  parentum. 

20  «  nam  si  vultls,  ostendam  vobis  locum,  in  quo  vestri  possitis  adim- 
«  plere  desideri!  vota.  confido  enim  de  Domini  clementia  et 
«  largiflua  pietate,  quoniam  bonum  ibidem  Deo  acceptabilemque 
«  facietis  fiructum ».      siquidem  isdem  vir  Domini  dum  de  Orlentis 

3.  La  parola  animarum  mancava  nel  testo  e  fu  aggiunta  interlinearmente  da 
mano  del  secolo  xiii.  ti.  Dopo  la  parola  dicebant  segue  una  rubrica  di  due  righe: 
In  ili  .  t  .  Dix  .  Dns  .  ihs  .  Dis  .  SS  .  Nemo  Lucerna  .  Omel  .  Req  .  Retro  .  In  Sancti 
Sabe  abbatis  .  15.  et  -  misericordia]  Queste  parole  sono  state  scritte  sopra  le  antiche 

da  mano  recente,  ed  ora  si  leggerebbe  soltanto  et  Dei  misericordiam,  ma  nel  codice  ri- 
mane lo  spazio  per  il  de  che  si  supplisce. 


(j)  AuTPERTO,  loc.   cit.  reca:  «ut  zioni  non  è   indicata  affatto  la  L  e- 

«  quid    curam   animarum   nostrarum  ctio    .vini.,  sebbene   nel  filo  del 

«deseruistis».  racconto  non  apparisca  alcuna  inter- 

(2)  Nella    numerazione    delle    le-  ruzione. 


14  CONSTRUCTIO   MONASTERII   FARFENSIS. 


partibus  Italiani  remeasset,  per  Samnii  provinciali!  habuit  iter('); 
in  qua  videlicet  super  Vulturni  fluminis  ripa,  a  mille  fere  passibus 
a  quo  initium  sumit,  repperit  in  honore  beati  Vincenti!  martiris 
oratorium  dedicatum,  quod  densissima  quoque  ex  utraque  parte  flu- 
minis silva  ambiebat,  et  nulla  ibidem  erat  habitatio  preter  ferarum  5 
ac  latronum  fortasse  latibula.  ad  quem  igitur  locum  prefatos  di- 
rigere cupiens  viros,  hoc  quod  supra  diximus  eis  dedit  ipsius  loci 
indicium,  ad  eumque  locum  quantocius  eos  properare  aramonuit 
dicens  :  «  Ite,  o  fortissimi  athlete  Christi,  ite  securi,  et  in  eodem 
«  loco  itineris  vestri  figite  gressum.  valet  enim  omnipotens  io 
«  Deus  vos  in  eodem  loco  ab  omni  malo  servare  illesos,  et  a  ti- 
«  more  latronum  cunctos  per  id  iter  agentes  reddere  securos.  ego 
«  vero  ut  citius  potuero  veniam  post  vos,  et  de  eodem  loco  a 
«  principe  illius  terre  vobis  firmitatis  accipiam  preceptum  atque  in 
«  eius  vos  revocare  gratiam  curabo».  his  igitur  atque  huiusce-  15 
modi  emolliti  ammonitionibus,  ab  intentione  quam  ceperant  ad 
Gallias  eundi  suos  revocant  animos,  et  tamquam  Christum  lo- 
quentem  attendentes  in  venerabili  viro,  benedictione  ab  eo  per- 
cepta,  ad  ipsum  locum  profectionis  arripiunt  iter.  et  non  multo 
post,  sicut  promiserat,  isdem  vir  Domini  Thomas  nimio  caritatis  20 
succensus  ardore,  eorum  causa  Beneventum  pedester  profectus  est. 


De  Gisulphi  visione.    Le  et  io  .xi. 

e-  4B  r^RAT  enim  eodem  tempore  Gisulfus  vir  spectabilis.  Beneventani 
jLj  ducatus  tenens  principatum  (*).  cui  quadam  nocte  per  visio- 
nem  san  età  Dei  genitrix  Maria  cum  eodem  venerabili  viro  Thoma  25 


I.  La  parola  partibus  è  aggiunta  interlinearmente   in  alto  a  carattere  piti  piccolo 
e  posteriore.         9.  Nel  testo  ad  lete 

(i)  È  notevole  che  Autperto  non  p.  4,  nota  2),  si  vede  l'adattamento 

dice  che  Tommaso    era  passato   pel  del  racconto  d' Autperto  alla  leggenda 

Sannio    tornando    dall'  Oriente.       In  farfense. 

questo  particolare  e  in  qualche  altro,  (2)  Gisulfo  I  fu  duca  di  Benevento 

come  più  sopra  nella  menzione  della  dall'anno  689  al  706,  succedendo  ancor 

Vergine  che  apparisce  a  Tommaso  (cf.  minorenne  a  suo  fratello  Grimoaldo  li. 


CONSTRUCTIO    MONASTERII   FARFENSIS.  15 

apparare  dignata  est,  eique  precepit  dicens  :  «  Vide  ut  quicquid  a 
«  te  iste  postulaverit  peregrinus,  ei  nequaquam  negare  debeas,  quìa 
«  vir  sanctus  est  et  orabit  prò  te»,  et  hec  dicens  abscessit.  qui 
mane  idem  dux  de  suo  consurgens  stratu,  precepit  suis  ministris 
5  dicens  :  «  Ite  »,  inquit,  «  et  ante  fores  huius  perquirite  palatii  si  forte 
«  invenire  possitis  peregrinum  quemdam  virum  in  monachico  con- 
«  stitutum  habitu,  estque  venusti  aspectus  atque  calvus  ;  quem  cum 
«  inveneritis,  ad  me  cum  honore  introducere  festinate  ».  egressi 
vero  ministri,  statim  eum  repperiunt  ante  ianuas  stantem  palatii  ;  et 

IO  sicut  eis  preceptum  fuerat,  ipsum  sanctum  virum  ad  eundem  duxe- 
runt  ducem  Gysulfum.  quem  mox  quoque  prout  viderat  in  visu 
recognoscens,  continuo  de  suo  surrexit  solio  et  omni  in  terra  pro- 
strato corpore  eum  adorans  dixit:  «Alma  Dei  genitrix  Maria  te 
«  michi  hac  nocte  per  visionem  ostendit  ;  nunc  vero  quicquid  tibi 

I  j;  «  placuerit  pete  a  me,  et  ego  devotus  tue  libentissime  tribuam  san- 
«  ctitati  »,  atille  :  «  Unam  »,  inquit,  «parvulam  vestre  celsitudinis 
«  pietati  postulo  petitionem.  est  namque  in  Samnii  provincia 
«  super  Vulturni  fluminis  ripam  locus  quidam  in  solitudine  reda- 
«  ctus,  ubi  nulla  est  habitatio  hominum,et  in  beati  Vincentii  martiris 

20  «  ibidem  honore  habetur  oratorium  constructum.  quem  videlicet 
(c  locum  obsecro  ut  michi  pietatis  vestre  largitio  concedere  dignetur, 
«  quatinus  ibidem  habitatio  debeat  esse  monachorum,  et  vestre  prò 
«  hoc  pietati  magna  apud  Dominum  merces  accrescat  » .  quam 
videlicet  petitionem  ipse  dux  libenter  accipiens,  hilari  vultu  re- 

25  spondit  dicens  :  «  Ecce,  pater,  ipse  de  quo  postulas  locus  ab  hac 
«  hora  in  tua  permaneat  potestate,  et  firmitatis  ex  eo  a  me  accipe 
«preceptum».       quod  videlicet   mox  preceptum   scribere  iussit, 
roboratumque  eius  tradidit  ||  potestati.      prefatos  vero  viros,  Pai-     e  4  e 
donem  scilicet,  Tasonem  atque  Tatonem,  vir  Domini  Thomas 

30  in  gratiam  eiusdem  revocavit  ducis,  atque  cum  eis  festinanter  ad 
eundem  perrexit  locum.      ibi  quoque  aliquantis  demoratus  diebus. 


Durante  la  sua  età  minore  resse  per  del  culto  cattolico.  Fu  munifica  fon- 
lui  il  governo  sua  madre  Teoderada,  datrice  di  chiese  e  di  monasteri  nel 
donna  assai  pia  che  molto  si  era  ado-  ducato.  Cf.  Kirsch,  //  ducato  di  Be- 
perata  per  condurre  il  marito  e  i  suoi  nevento  sino  alla  caduta  del  regno  longo- 
Longobardi  ad  una  piena  osservanza  &ario,trad.  ScHiPA,Torino,  Roux,i890. 


l6  CONSTRUCTIO    MONASTERII   FARFENSIS. 

els  multa  dedit  monita  salutis,  ostenditque  eis  in  quo  loco  re- 
fectorium  dormitoriumque  atque  hospitum  siisceptionem  et  omnia 
que  necessaria  erant  habitacula  construere  deberent.  Paldonem 
quoque,  qui  his  omnibus  mitior  erat,  elegit,  ut  illis  in  regimine 
preesse  deberet.  ipse  autem  reverentissimus  vir  Domini  Thomas  5 
reversus  est  Savinis  ad  suum  monasterium,  deferens  secum  illud 
quod  ei  Gysulphus  dux  dederat  preceptum.  at  vero  memorati 
viri  successoresque  eorum  multa  per  annorum  curricula  congruis 
temporibus  ad  monasterium  sancte  Dei  genitricis  Marie  veniebant, 
et  ebdomadas  suas  in  coquine  officio  sicut  et  alii  fratres  in  ipso  io 
faciebant  monasterio;  atque  per  dispositionem  domini  Thome  ab- 
batis  successorumque  eius  ipsum  sancti  Vincentii  monasterium 
ordinabatur^'^ 


v 


Lectio  .XII. 

'ENERABiLis  igitur  Thomas  cum  in  suo  monasterio  per  longa  15 
annorum  spatia  exemplum  sancte  conversationis  discipulis 
dedisset  suis,  iam  senex  plenusque  dierum  migravit  ad  Dominum, 
corpusque  illius  humatum  est  a  discipulis  in  beate  Mariae  Dei 
genitricis  basilica.  prefuit  namque  huic  sancte  congregationi 
An.  716?  720?  annis  .xxxv.  et  mensibus  .vii.  ac  diebus  .v.;  obiit  vero  .iv.  idus  20 
decembris  in  pace  W. 

(i)  Di  tutto  questo  racconto  intorno  di  Tommaso  all'anno  716,  ma  intomo 
alla  visione  di  Gisulfo  e  alla  visita  a  questa  data  e  a  quella  della  morte 
di  Tommaso  a  Benevento,  non  si  trova  dei  suoi  primi  successori,  mi  pare  con- 
alcun cenno  né  in  Autperto  né  nelle  veniente  di  riferir  la  nota  apposta  alla 
altre  Vite  dei  tre  fondatori  Volturnensi  notizia  dagli  editori  del  Regesto.  «  In- 
scritte dal  monaco  Pietro.  È  leggenda  «  certa  e  avvolta  nel  dubbio  è  la  ero- 
sorta  evidentemente  a  Farfa  e  intesa  «  nologia  dei  primi  abbati  di  Farfa  e 
ad  appoggiare  le  pretese  farfensi  verso  «  più  specialmente  quella  del  governo 
il  monastero  di  S.  Vincenzo  al  Voi-  «  di  Tommaso,  di  cui  la  storia  é  quasi 
turno;  pretese  che  vedremo  esposte  «assorbita  dalla  leggenda.  Come  già 
diffusamente  e  sostenute  da  Gregorio  «fu  notato  dal  Bethmann  (op.  cit.  XI, 
di  Catino  nella  sua  Cronaca.  «  527  in  nota)  i  documenti  ^  e  4  [del 

(2)  Una  notizia  simile  si  legge  nel  «  Regesto  di  Farfa]  dati  l'uno  nel  718, 

Chronicon   e  nel  Regesto  di  Farfa,  II,  «  V  altro  nel  720,  per  la  menzione  che 

26.     Gregorio  di  Catino  riproducendo  «  vi  si  fa  di  Tommaso  come  vivente 

il  catalogo  degli  abbati  pone  la  morte  «  e  abbate  del  monastero,  dimostrano 


CONSTRUCTIO    MONAS  TER  IT  FARFENSIS.  17 


Secimdus  vero  a  venerabili  patre  Thoma  extitit  huius  mona-   An.  716? -724? 
sterii  rector  Aunepertus,  Aquitania  Tolosane  civitatis  exortus  pro- 
vincia ;  vir,  ut  fertur,  vivax  et  strenuus  ingenio,  consilioque  pru- 
dentissimo  multum  vigens.       hic  namque  huic  monasterio  prefuit 
5   annis  .vii.  et  mensibus  quinque  ac  diebus  decem  et  octo^^\ 

Tertius  namque  a  beato  Thoma  in  hoc  cenobio  surrexit  in  An  724? -740? 
regimine  Lucerius,  Maurigena  ortus  provincia,  quem  ipse  sancte 
recordationis  Thomas  puerum  enutrivit  ||  ac  sacris  litteris  erudire  e.  4  d 
curavit  presbiterumque  suo  in  monasterio  ordinare  fecit.  hic 
IO  enim  sancte  conversationis  exempla  discipulis  prebens,  per  an- 
nos  .XVI.  et  menses  .vi.  ac  dies  .x.  hoc  rexit  cenobium;  obiit 
quoque  .xiii.  kal.  idias^^). 

Quartus  igitur  huius  congregationis  pater  extitit  Fulcoaldus,  An.  740? -759? 
natione  Aquitanus,  ex  nobili  ortus  prosapia;  per  omnia  vir  mi- 
15   tissimus  legeque  divina  capacissime  imbutus;  qui  ad  superni  regni 
patriam  ardentissimo  flagrans  amore,  sese  in  magna  corporis  af- 
fligebat  maceratione.       qui  cum  Apostolo  dicere  poterat:    «  Ca- 
«  stigo  corpus  meum  et  in  servitutem  redigo,  ne  forte,  cum  aliis 
«  predicaverim,  ipse  reprobus  efficiar  »  (^\       magno  enim  karitatis 
20  ardore  erga  omnes  suos  accensus,  estimabat  aliis  onus  periculosum 
esse,  quod  se  minime  operari  posse  considerabat,  sicut  scriptum 
est,   «  quae  coepit  lesus  facere  et  docere  »  (^\      prefuit  namque 
huic  sancte  congregationi  annis  decem  et  novem  et  mensibus  sex 
ac  diebus  .xii.  ;  obiit  vero  in  pace  .iv.  nonas  decembris  (5). 
^5         Quintus  vero  post  hunc  in  regimine  huius  successit  monasterii  An.  759? -761? 

20.   Sopra   la  parola  onus  fu  aggiunta  forse  da  mano  del   secolo  xii  la  lettera  h 
25.  in  /m  aggiunto  in  alto  da  mano  posteriore. 

«contro  il  computo  di  Gregorio  che  «  non  ci  sembra  d'avere  elementi  baste- 

«  il  governo  di  Auneperto   non   può  «  voli  ad  una  precisa  induzione.     Que- 

«  essere  incominciato  nel  716,  né  in  «  sta  stessa  incertezza  ci  fa  notare  con 

«  quest'anno  Tommaso   esser  morto.  «  un  segno  di  dubbio  le  date  obituali 

«  Poiché  tutto  è  dubbio  e,  in  questo  «  che  abbiamo  da  Gregorio  per  i  primi 

«  caso,  la  fede  dei  documenti  é  mal  si-  «  successori  di  Tommaso  ». 

«  cura,  ci  é  parso  di  dover  dare  qui  so-  (i)  Cf.  p.  16,  nota  2. 

«  pra  le  due  date  senza  nulla  affermare.  (2)  Cf.  p'.  16,  nota  2. 

«Forse  né  l'una  data  né  l'altra  segna  (3)  I  Corinth.  IX,  27, 

«  il  vero  anno  della  morte  di  Tommaso  (4)  Acta^  I,  i. 

«  e  della  successione  di  Auneperto,  ma  (5)  Cf.  p.  16,  nota  2. 

Chron.  Farf.   I.  2 


l8  CONSTRUCTIO   MONASTERII    FARFENSIS. 

Wandelbertus,  et  ipse  Aquitania  ortus,  consanguineus  quoque 
prefati  Fulcoaldi  abbatis,  vir  mire  mansuetudinis  atque  patientie, 
qui  cum  magna  dulcedine  caritatis  prefuit  anno  uno  atque  mensi- 
bus  (')  septem  congregationi  huic.  consideransque  tanti  regiminis 
onussibi  fore  grave  ad  portandum,  humiliter  ac  benigne  postulavit  5 
a  fratribus,  ut  sibi  alium  eligerent  pastorem,  seque  ab  hac  pastorali 
absolverent  cura.  quod  et  fecerunt  (').  ipsi  vero  in  territorio 
Firmane  civitatis  sancti  Yppoliti  dederunt  monasterium,  ubi,  remo- 
tioris  vite  quietem  appetens,  cursum  consumavit  in  pace  suum. 

An.  761? -769?         Sextus  denique  in  liac  congregatione  Alanus  extitit  pater,  re-    io 
gione  exortus  Aquitania,  precipue  sanctitatis  vir,  qui  tam  spiritalis 
philosophie  quam  etiam  secularis  astutie  prudentissimus  fuit.       is 
e.  5  A         namque  huius  diuturna  monasterii  conversatione  probatus,]]  fraterna 
ex  acie  ad  singularem  pugnam  contra  vitia  carnis  certaturus  proces- 
sit.      in  Motilla  quoque  monte,  qui  hoc  supereminet  monasterium,    15 
iuxta  oratorium  beati  Martini  confessoris  per  annos  deguit  multos 
inclausus  ;  ubi  inter  alia  bone  operationis  exercitia  multos  etiam 
mirifìce  exaravit  codices.       ad  hunc  vero  omnis  ex  hoc  mona- 
sterio  congregatio  pergens,  uno  consensu   parique  voluntate  ro- 
gavit,  ut  sibi  preesse  deberet  ;  denique  de  ipsa  eum  extrahentes  20 
inclusione,  ad  monasterium  cum  honore  perduxerunt  atque  super 
se  rectorem  posuerunt  ;  quibus  in  bone  operationis  exemplo  pre- 
fuit annis  .vini.  (3),  obiit  quoque  .v.  nonas  martias  ('^\       qui   in 

An.  769?- 770?  extremo  obitus  sui  die,  quendam  episcopum,  Wigbertum  nomine, 

Anglorum  gente  exortum,  qui  adhuc  rudis  atque  hospes  erat,  ad  25 
se  venire  fecit,  eumque  suasit  promissionem  facere  regule,  ac  con- 
tinuo ipsum  constituit  abbatem.       quem  vero  nos  nequaquam  in 

4.  Il  segno  del  que  nella  parola  consideransque  fu  aggiunto  in  alto  posteriormente, 
forse  nel  secolo  xii.         5.  onus]  h  aggiunta  come  sopra. 

(i)  Il  Bethmann,  op.  e  loc.  cit.  per  In   quest'ultima    opera   si    legge   an- 

conto   suo    osserva  :    «  Corrigeadum  che  :  «  .vi.   nonas  marlii  »    invece  di 

«credo    diebus    prò    mensibus»,   ma  «  .v.  »;  ma  si  tratta  certamente  di  una 

non  mi  par  necessario.  svista. 

(2)  Cf.  p.   16,  nota  2.  (4)  Cf.  p.   16,  nota  2,  e   più   oltre 

(3)  «  Et  mensibus  .111.  atque  die-  le  osservazioni  alla  notizia  obituale  di 
«  bus  .vili.  »  aggiunge  Gregorio  di  questo  abbate  Alano  posta  da  Gre- 
Catino   nel  Chionicon  e  nel  Regesto,  gorio  di  Catino  nel  Chionicon. 


CONSTRUCTIO   MONASTERII    FARFENSIS.  19 

catalogo  annumeramus  abbatum,  quia  contra  sanctos  canones  ac 
regulam  beati  Benedicti  hoc  factum  fuit.  ordinatus  autem  super 
congregationem  huius  monasterii,  per  undecim  menses  exercuit 
tyrannidem  ;  qui  feroces  atque  inconditos  gerens  mores,  quosdam 
5  ex  ipsis  monachis  cedebat,  quosdam  vero  retrudebat  in  carcerem, 
atque  alios  in  exilium  mittebat.  qui  in  tantam  prorupit  superbie 
audaciam,  ut  etiam  qos  qui  eius  furoris  vesaniam  fugientes  sese 
post  sacrosanctum  altare  mittebant,  cum  ipso  sacro  velamine  al- 
taris  exinde   pellere  faceret.       ob  quam  causam  ad  Desiderium 

IO  regem  ipsi  confugientes  monachi,  rogaverunt,  ut  tantam  desuper 
ipsos  tyrannidem  auferri  iuberet.  qui  protinus  Alefrido,  Reatine 
civitatis  castaldio,  precepit,  ut  eum  de  ipso  monasterio  exire  com- 
pelleret  ;  ipsique  congregationi  dedit  licentiam,  ut  quemcumque 
vellent,  sibi  patrem  eligerent.      at  vero  continuo  Probatum  diaco- 

15   nem  elegerunt  abbatem. 

Septimus  enim  huic  congregationi   in   regimine  prefuit  Pro-  An.  770? -781? 
batus  diaconus,   Savinensi  natus  ||  provincia,   vir  mansuetissimus         e  5  b 
atque  benignus,  ita  bonis  ornatus  moribus,  ut  si  quis  eius  usus 
fuisset  colloquio,  statim  eum  ex  intimo  diligeret  mentis  affectu; 

20  lege  quoque  divina  sufficienter  eruditus,  sciens  de  thesauro  sui 
cordis  proferre  nova  et  vetera  ;  maxime  vero  sancte  Romane  Aec- 
clesie  cantu  a  pueritia  piene  imbutus.  extitit  huius  monasterii 
rector  per  annos  undecim  ac  menses  .1111.  diesque  quindecim; 
obiit  namque  ,1111.  idus  augustas  (^\ 

22.  Sopra  imbutus  fu  aggiunto  interlinearmente  di  mano  posteriore  fuit 

(1)  Nell'anno  773  il  pontefice  A-  «famuli  referuerunt,  eius  pedìbus  pro- 
driano  1  mandò  l' abbate  Probato  a  «  voluti  coram  iudicibus  Langobar- 
Desiderio  re  dei  Longobardi  per  chie-  «  dorum,  cum  lacrimis  ex  persona 
dergli  la  restituzione  delle  terre  ch'egli  «  antefati  vicarii  beati  Petri  eum  de- 
aveva occupato  :  «  Tunc  praefatus  «  precati  sunt  ut  a  tantis  malis  resi- 
«  sanctissimus  pontifex  accersiri  fa-  «  pisceret  et  praefatas  quas  abstulit 
«  ciens  Probatum  religiosum  abbatem  «  civitates  beato  Petro  redderet.  Sed 
«venerabilis  monasterii  sanctae  Dei  «  nequaquam  eius  lapideum  cor  fle- 
«  genitricis,situm  territorio  Savinense,  «etere  valuerunt  ».  Liber  Pontificalis^ 
«  cum  .XX.  senioribus  Dei  servis  mo-  ediz.  Duchesne,  1,492,  e  cf.  I.  Giorgi, 
«  nachis,  direxit  eos  ad  eundem  Desi-  Appunti  su  alcuni  mss.  del  Liher  Pontifi- 
«  derium  deprecationis  causa.  Quibus  calis  in  Arch.  della  R.  Soc.  rom.  di  st.pa- 
«  ad  eum  properantibus,  ut  ipsi   Dei  tria,  XX,  265.     Come  già  osservò  il 


20  CONSTRUCTIO   MONASTERII    FARFENSIS. 


An.78»?-786?  Octavus  itaquc  huius  fuit  cenobi!  rector  Ragambaldus  pre- 
sbiter,  in  Calila  civitate  ortus.  hic  enim  ad  lucrandas  Deo  animas 
ferventissimum  exercuit  zelum.  diligebat  quoque  fratres  amore 
sincero;  vitia  vero  odio  habebat,  que  evellere  ac  dissipare  sum- 
mopere  curabat,  quatinus  bonorum  operum  virtutes  in  discipu-  j 
lorum  cordibus  posset  edificare  atque  plantare.  prefuit  namque 
buie  congregationi  annis  tribus  et  mensibus  septem  diebusque  .xxiii.  ; 
obiit  quoque  .v,  nonas  martias  ('). 

An.  786  ?  -  790  ?         Nonus  deinceps  huius  congregationis  successit  pastor  Altbertus, 

Parisius  civitate  exortus  Galliarum,  mire  sanctitatis  atque  simpli-  io 
citatis  vir,  qui  caritatis  nimio  succensus  amore,  Deum  ex  toto 
corde  et  ex  tota  anima  et  ex  tota  virtute  diligens,  fratres  quoque 
sicut  semetipsum  sincero  anhelabat  affectu.  nam  quinque  annis 
ac  mensibus  decem,  diebus  quindecim  buie  prefuit  congregationi  ; 
obiit  vero  octavodecimo  kal.  ianuarias  ^^\  15 

An.  790? -802?  Decimus  quoque  buie  monasterio  in  sancto  prefuit  regimine 
vir  vite  venerabilis  Mauroaldus,  natione  Francus,  Warmatia  oriun- 
dus  civitate,  qui  valde  aecclesiasticus  fuit  vir.  nam  in  aecclesia 
beate  Marie  multum  pretiosum  ex  auro  et  argento  ornatum  fieri 
iussit.  per  duodenos  quoque  annos  mensesque  quaternos  ter  20 
quinosque  dies  huic  prefuit  congregationi;  obiit  in  pace  .viii. 
namque  kal.  novembres  ^3). 

2.  Gallia  -  ortus]  Cosi  nel  testo, 

Bethmann  (op.  cit.  XI,  529,  nota  6),  Adriano  I  in  una  lettera  a  Carlomagno 

la  data  della  morte  dell'abbate  Pro-  scritta  nel  maggio  o  nel  giugno  781. 

bato  è  incerta.     Vedasi  anche  il  Rege-  Cf.  Jaffé,  Motiimenta  Carolina,  p.  212, 

sto  di  FarfUy  compilato  da  Gregorio  ejAFFÉ-KALTENBRUNNER, /iiÉ;^^j/a />o«- 

DI  Catino  e  pubblicato  dalla  R.  So-  iificum,  n.  2431. 

cìetà  romana  di  storia  patria   a  cura  (2)  Vedasi  la  nota  precedente. 

di  I.  Giorgi  e  U.  Balzani,  11,74.  (3)  Cf.  R.  F.  II,  124.    Mi  pare  op- 

Avverto  che  per  le  frequenti  cita-  portuno  riprodur  qui  la  lettera  che  Al- 

zioni   di  questo   Regesto  che  occorre-  cuino    diresse   all'  abbate    Mauroaldo 

ranno  d'ora  innanzi  in  queste  note,  si  chiedendogli  d'essere  ascritto  alla  fra- 

adoprerà  l'abbreviazione  R.  F.  tellanza  farfense:  «  Beatissimae  et  san- 

(i)  La  incertezza   sulla  data   della  «  ctissimae  Dei  genetricis  semperque 

morte  dell'abbate  Probato  vieta  di  fis-  «  virginis  Mariae  congregationi,  et  pio 

sare  con   precisione  sicura    il  tempo  «  patri  Moroaldo  ultimus  sanctae  Ec- 

del  governo  abballale  di  Ragambaldo.  «  clesiae  clientellus  Alchuinus  in  Chri- 

Di  questo  abbate  fa  perahro  uìenzione  «  stl  caritate  salutoni,     saepius  vostrae 


CONSTRUCTIO  MONASTERII   FARFENSIS.  21 

Undecimus  denique  huic  monasterio  prefuit  pater  vìr  venera-  ^^-  802? -815? 
bilis  Benedictus,  qui  in  eis  que  ad  Deum  pertinent  valde  exti- 
tit  II  devotus  ad  suam  fratrumque  salutem,  necnon  et  in  exterio-  e.  $  e 
ribus  ornamentis  que  ad  cultum  aecclesie  utilia  videntur;  ita  ut 
5  in  libris  et  altaris  vestibus  atque  diversis  utensilibus  construendis 
nimis  sagacissimus  esset,  ut  usque  ad  presens  ex  parte  apparet. 
rexit  quoque  hoc  cenobium  religiosissime  .x.  annos  ac  mensi- 
bus  .V.  diesque  tres  (^);  obiit  in  pace  .111.  idus  augusti. 

Duodecimus  quoque  abbas  extitit  huius  loci  religiosissimus  In-  An.  815? -830? 

IO  gualdus,  benignissimus  per  omnia  atque  strenuus  in  cunctis  obser- 
vationibus  preceptorum  Dei  ac  sui  ordinis,  sicuti  in  quibusdam 
privilegiis  huius  cenobii  acquisitis  invenitur;  in  quibus  denique 
apertissime  cognoscitur,  qualiter  zelo  Dei  fervens,  in  spiritualibus 
atque  mundanis  rebus  suo  monasterio  pertinentibus  disponendo, 

15  incontaminatum  et  inreprehensibilem,  in  quantum  ei  divina  lar- 
gire dignata  est  miserarlo,  omnibus  se  ostendebat.  his  itaque 
optime  perfectis,  obiit  .vii.  kal.  aprilis. 

Tertiusdecimus  nempe   huic  monasterio   in   regimine  sancto  An.? 830 -842? 
prefuit  abbas  Sichardus,  qui  longe  lateque  exemplum  boni  cer- 

20  taminis  cunctis  per  omnia  ostendit.  ad  augmentum  quoque  huius 
loci  atque  habitantium  sicut  spiritalia  studebat  edificia  construere, 
ita  et  temporalia  diligenter  accommodare  non  neglegebat.  nani 
oratorium  hoc  quod  cernimus  in  honorem  Domini  Salvatoris, 
adiunctum  aecclesie  sancte  Marie,  ipse  construxit  cum  cripta  deor- 


«  sanctitatis    audiens  famarn,  et   ideo  «  vitae  vestrae  animo  complector  stu- 

«  me  vestrae    familiaritati    adiungere  «  dioso,  cupiens  vestram  ubique  pro- 

«  desideravi,     sed  modo    tempus  op-  «  lìcere   in  Domino   et  ad  perpetuae 

«  portunum  occurrit,  per  praesentem  «  pacis  pervenire  laetitiam.     orantes 

«  fratrem  obnixis  praecibus  me  ipsum  «  prò    nobis,    vos    semper    valete    in 

«  vobis  commendare,     quapropter  per  «  Christo,  fratres  dilectissimi  »;  Jaffé, 

((  sanctae  VirginisFilium,  vestram  sup-  Monumenta  Alcuiniana^  p.  630. 

«pliciterobsecrounanimitatem,ut  me,  (i)  I  documenti  del   Regesto  fanno 

«licet  indignum,  vestris  animis  atque  menzione  certa  dell'abbate  Benedetto 

«  manibus    accipere    dignemini,    non  dall'anno  803  all'anno  815,  ossia  per 

«  quasi    ignotum   sed    quasi    fratrem.  uno   spazio   notevolmente    più  lungo 

«  quia  licet  oculis  carnis  non  vidissera,  del  decennio  indicato  qui  sopra.    Cito 

«  tamen  oculis  cordis   vos  videre  vi-  questo  caso  che  non  è  il  solo  come  un 

«  deor  et  valde  diligo  ;  honestatemque  esempio  della  incertezza  di  queste  date. 


22  CONSTRUCTIO    MONASTERII    FARFENSIS. 

SUOI,  ubi  corpora  sanctorum  Valentin!  et  Hylarii  martyrum  de 
Tuscie  partibus  translata,  cum  corpore  sancti  Alexandri  sancte 
Felicitatis  filii  coniuncta,  honorifice  sepelivit  ('\  multasque  alias 
aecclesias  per  diversa  loca  istius  monasterii  et  antiquas  studuit  ree- 
dificare destructas,  et  noviter  plures  construere  ceu  usque  hodie  5 
apparet.  alia  quoque  multa  bona  huic  loco  acquisivit  lucra,  sci- 
licet  terras,  ornamenta  diversa  aecclesiastica  et  alia  innumerabilia, 
e.  s  D  ita  ut  pene  nuUus  suorum  predecessoram  illum  in  hoc  super||gre- 
deretur,  quemadmodum  in  epitaphio  illius  memorie  sciri  potest. 
nam  de  illius  conversatione  atque  regiminis  acceptione  necnon  et  io 
nativitate  et  transitu  ita  inibi  legitur  : 

Hoc  iacet  in  tumulo  venerabìlìs  abba  Slchardus, 

Cenobii  sacruni  qui  bene  gessit  opus. 
Hunc  Deus  adscivit  materno  viscere  septum, 
f        Hieremie  consors  vatis  ut  esse  qu?at.  Ij 

Nam  genitura  mundus  necdum  cognoverat  illum, 

Spondet  huic  tempio  iam  sed  uterque  parens. 

7.  Nel  testo  era  scritto  aecclesistica  corretto  posteriormente  con  V  aggiunta  di  un  a 
sopra  la  is 

(i)  Gregorio  di  Catino  nel  Chro-  «  bito  honore  levavit  Sicardus  abbas 
nicon  riferendo  questa  notizia  di  Si-  «  venerabilis  monasterii  sanctae  Dei 
cardo  vi  pone  questa  variante:  «  ubi  «  genitricis  et  semper  virginis  Marie 
«  corpora  sanctorum  Valentini  et  Hi-  «  sito  Savinis,  et  conlocavit  in  oratorio 
«  larii  martyrum  de  Tusciae  partibus  «  quem  ipse  construxit,  et  coniunxit 
«  translata,  cum  corpore  sancti  Alexan-  «  aulae  eiusdem  Dei  genitricis  et  sem- 
«  dri  sanctae  Felicitatis  filii,  quod  «  per  virginis  Mariae,  pariter  cum  cor- 
ade  Roma  adduxerat  conce-  «  pore  sancti  Alexandri  filii  sanctae  Fe- 
ce dente  Gregorio  quarto  Sedis  «  licitatis,  quod  denique  corpus  san- 
«  Aposto  lice  presule,  honori-  «cti  Alexandri,  concedente  praefato 
«fice  sepelivit  ».  Gregorio  di  «  domno  Gregorio  papa,  de  Roma  ad- 
Catino  deve  avere  attinto  questa  noti-  «  duxerat.  cuius  scilicet  oratorii  dedi- 
zia  da  un  lezionario  Farfense  antichis-  «  catio  ibidem  celebratur  .111.  kalendas 
simo  (è  del  secolo  ix)  che  si  conserva  «  ianuarias  ad  laudem  et  gloriam  do- 
tra  i  manoscritti  Farfensi  nella  biblio-  «  mini  et  salvatoris  nostri  IhesuChristi 
teca  Vittorio  Emanuele.  In  esso  par-  «  cui  honor  et  gloria  in  saecula  saecu- 
landosi  dei  santi  Valentino  ed  Ilario  «  lorum.  amen».  Ms.  della  biblioteca 
è  detto:  «  Supradicta  vero  martyrum  Vittorio  Emanuele,  fondo  Farfa,  n.  29. 
«  corpora,  Valentini  videlicet  et  Hila-  Intorno  ai  santi  Valentino  ed  Ilario 
«  rii,  de  eodem  loco  in  quo  usque  ad  cf.  anche  Andreucci,  Notiiie  istoriche 
«  tempora  Gregorii  quarti  Apostolicae  dei  gloriosi  santi  falentino  prete  ed  Ilario 
«  Sedis  praesulisrequieverant, cum  de-  diacono  martiri  Viterhesiy  Roma,  1740. 


CONSTRUCTIO  MONASTERII   FARFENSIS.  23 


Hec  loca  prudenti  construxit  et  ordine  miro, 

Commissumque  truci  cavit  ab  hoste  gregem. 
Pro  quo,  quisque  legis,  non  cesses  mente  benigna 

Fundere  votivas  nocte  dieque  preces, 
e  Angelicas  inter  mereatur  ut  tsst  cohortes, 

Morteque  devicta  regna  tenere  poli. 

nam  quattuordecim  aniiis  ac  mensibus  quinque  diebusque  decem 
huic  prefuit  congregationi  ;  obiit  vero  quartodecimo  kal.  octobris. 

Quartusdecimus  denique  prefuit   huic  loco  Hildericus  abbas,  An. 843? -857 

IO  satis  placabilis  atque  aptus  Deo  et  hominibus,  qui  quandiu  advixit, 
strenue  secundum  Deum  et  seculum  suum  peregit  officium,  ita 
ut  cunctis  spirituaJibus  per  omnia  amabilis  existeret.  gubernavit 
denique  hoc  monasterium  annis  undecim,  mensibus  sex  et  diebus 
quinque;  migravit  in  pace  idus  septembris.       liec  de  his  dixisse 

15  sufficiant,  quorum  nos  exempla  ac  fama  preclara  de  seculi  turbine 
ad  hanc  quietem  perduxit  ('). 

(i)  Giunti  al  termine  della  Constru-  p.  527,  nota)  essa  non  può  desumersi 

elio  ricordo  ancora  una  volta  che  la  ero-  con  sicurezza  dai  numeri  degli  anni  di 

nologia  dei  più  antichi  abbati  Farfensi  governo  degli  abbati  indicati  dalla  Con- 

è  molto  incerta,  e  che  come  osservò  structio,  né  dal  catalogo  che  Gregorio 

giustamente    il    Bethmann   (op.    cit.  premise  al  Regesto  e  alla  Cronaca. 


IL 

DESTRUCTIO  MONASTERII  FARFENSIS 

EDITA  A  DOMNO  HUGONE  ABBATE 


Chron.  Farf.  I. 


[Ms.  Vaticano  6216.] 

Incipit  prologus  Destructionis  monasterii  Farfensis  edite  a      c  27  a 
venerando   patre  domno  hugone  abbate  prelibati  mona- 
sterii, sanctissimo  valde  viro. 


5  ^^^OGENTiBUS  multis,  immo  multis  et  cunctis  maioribus  et  ca- 
v«>  rioribus  fratribus  nostri  cenobii,  quorum  rogatui  omnino  me 
non  obtemperare  absurdum  duxi,  opus  quapropter  adgressus  sum 
ex  toto  mihi  inutile,  quippe  qui  vitam  propriam  nescio  corrigere, 
aliorum  temerarios  ausus  nullo  modo  reprehendere  debeo  vel  de- 

IO  tractare;  quod  me  pre  cunctis  monacis  oportet  cavere,  qui  adeo 
reprehensibilis  invenior  culpis  propriis  facientibus,  ut  vix  ante 
clientulos  inexcusabilis  inveniri  queam,  quanto  magis  ante  maio- 
res  natu  et  doctrina,  necnon  et  coevos.  sed  quia  magis  non 
obest  aliquotiens  prava  presumptio,  quam  multotiens  noceat  obsti- 

15  nata  negatio,  ideo  extimavi  utiliorem  obedientiam  fore  que  sa- 
crifìcio preponitur,  quam  inobedientiam  que  damnationi  impu- 
tatur.  propterea  obtemperavi  precibus,  accommodavi  aures  sup- 
plicationibus  predictorum,  ut  de  nefanda  destructione  rerum  no- 
stri monasterii,  que  concesse  sunt  a  piis  misericorditer,  ab  impiis 

20  distribute  crudeliter,  aliquod  opusculum  eis  dictarem,  per  quod 
aperte  scire  possent,  qualiter  et  quo  tempore  vel  a  quibus  malis 
rectoribus  monasterium  predictum  ceperit  adnullari,  quod  per 
tanta  annorum  curricula  a  tot  sanctis  patribus,  qui  leguntur  in 
eius  Constructione,   quam  digniter  sciunt   ditari  et  subli- 

25  mari,  et  non  tantum  faciunt  prò  detractione  iniquorum  pastorum, 
quantum  prò  laude  bonorum;  ut  queque  venture  potestates  sunt 

IO.    Prima   era  scritto  quare    Deo      La   parola    quare    cancellata   e    corretta    qui 
II.  Nel  testo  fateiitibus  19.  Prima  era  scritto    apud,  cancellato   e  corretto   a   piis 

23.  Prima  era  scritto  perleguntur,,  cancellato  per  e  corr.  qui       26.  Nel  testo  honorum 


28         DESTRUCTIO    MONASTERII    FARFENSIS 

et  auditure  de  prioris  sublimitate  constructionis  et  de  posterioris 
e.  27  B  minoratione  destructionis,  quantum  ||  congaudeiit  de  bonis  collatis, 
tantum  condoleant  de  bonis  ablatis;  et  sicut  sequi  debent  exem- 
plum  honorum,  sic  fugere  studeant  exemplum  malorum.  isti 
sanctiores  volunt,  ut  sicut  prior  libellus  vocatur  Constructio,  5 
ita  iste  secundus  vocetur  Destructio.  Deus  vero  de  alto  di- 
gnetur  prospicere  vota  nostra,  atque  concedat,  ut  illis  rogantibus 
nobisque  obsequentibus,  Destructio  ista  noviter  dictata  prosit 
ad  nostra  vitia  destruenda,  et  antiqua  illa  Constructio  ob 
memoriam  patrum  inibi  continentium  sit  restauratio  ad  spiritales  io 
virtutes  nostris  pectoribus  inserendas.  hoc  unum  volo  vos  scire 
certissime  qui  audituri  estis,  quare  nihil  hic  continetur,  nisi  quod 
a  veridicis  compertum  est  relatoribus,  et  scimus  magis  non  recipi 
evangelia  illa  que  visu  exarata  sunt,  quam  illa  que  auditu  ;  idcir- 
coque  fiducialius  ista  ac  securius  componere  temptavi.  Ex-  15 
plicit  prologus. 


r 


Incipit  Destructio. 

'GiTUR  quemadmodum  prelibatum  est,  per  multa  annorum  cur- 
ricula  supradictum  monasterium  a  dictis  patribus  honeste  ac 
religiosissime  dispositum  est;  atque  de  die  in  diem  augebatur  et  20 
adcumulabatur  in  spiritualibus  et  corporalibus  beneficiis  non  me- 
diocriter  sed  perfecte,  pene  usque  ad  completum  imperium  Fran- 
corum  regum,  qui  post  espulsionem  Longobardorum  imperatorura 
Italicum  regnum  strenue  potenterque  per  multa  spatia  temporis 
honorifice  gubernarunt,  aecclesias  Dei  exaitando,  pauperes  re-  25 
creando,  iustitiam  et  legem  ubique  adimplendo.  postea  vero 
quam  illorum  potestas  ab  Italico  regno  peccatis  facientibus  cepit 
cessare,  predictum  regnum  paulatim  cepit  adnullari.  denique 
ipsis  recedentibus,  culpis  Christianorum  cooperantibus,  Pagano- 
c.  28  A       rum  multitudo,  id  est  Agarenorum   gens   Italiam  ||  intravit.      in   50 


I.  Nel  testo  posterius         6-7.  dirigetur,  corretto  dignetur         ij.  simus^  corretto 
scimus  I4-I5.  peccatque^  cancellato  peccato  e  corretto  idcirco        30.  adquae,  cor- 

retto atque  21.  et  manca  nel   testo.  25.   espletionem,  corretto   espulsionem 

24.  Nel  testo  multa  spatia  tempora;  la  parola  spatia  corretta  spatii 


EDITA    A   DOMNO    HUGONE   ABBATE.  29 

tantum  vero  cessante  militia  Italorum  crevit  illorum  potestas,  ut 
a  Traspido  usque  ad  flumen  Padum  perpauce  essent  civitates, 
videlicet  exceptis  Roma  et  Ravenna,  quas  ipsi  aut  non  destrue- 
rent  aut  non  suo  dominio  subiugarent.  quas  vero  provincias  et 
5  urbes  vi  obtinebant,  omnino  depopulabantur,  cunctaque  inibi  in- 
venta sibi  diripiebant. 

Sub  hac  vero  tempestate  Petrus  venerabilis  abbas  iam  dictum  An. sgop-gu»? 
monasterium  religiosissime  gubernabat,  et  sub  eius  magisterio 
multa  fratrum  caterva  non  solum  in  ipso  capite  monasterii,  ve- 
lo rum  et  in  cunctis  eidem  subiectis  celHs,  in  omnibus  que  ad  Do- 
minum  pertinent  ex  integro  pulchre  ac  docte  vigebat^^).  in  exte- 
rioribus  autem  quantum  longe  lateque  excrevisset,  in  collatis 
supradictorum  regum  legitur,  qui  illud  semper  propriis  manibus  ■ 
sub  sua  tuitione  tenuerunt,  et  ut  precepta  inibi  ab  eis  concessa  re- 
15  ferunt;  in  quibus  continetur,  quod  Carolus  ibi  contulisset  mo- 
nasterium sancte  Marie  quod  dicitur  in  Minione,  Hludovicus 
monasterium  sancti  Stephani  quod  ponitur  in  Lucana  inibi  subie- 
cisset,  alius  denique  Carolus  monasterium  sancti  Marci  subtus 
muros  civitatis  Spoletane  situm  ibi  concessisset.  hec  vero 
20  atque  alia  donarla  ceterorum  fidelium  maiorum  atque  minorum 
ibidem  concessa  quantum  illud  sublimaverint,  non  est  nostre  fa- 
cultatis  per  singula  evolvere.  sed  de  plurimis  unum  in  medium 
deducamus,  quod  pene  cuncti  antiquiores  fatentur.  ecclesia 
denique  quam  mirifice  ornata  erat  et  officine  cuncte  qualiter 
25  composite,  quis  ad  plenum  valet  referre  ?  tamen  dicamus  panca 
ex  plurimis.  ipsa  namque  maior  ecclesia  tota  plumbeo  tecto 
cooperiebatur.  altare  quoque  principale  ciburium  totum  ex  la- 
pide oniccino  habebat.  librorum  volumina||  quanta  et  qualia  vel  e  28  b 
quam  diversis   aureis   argenteisque    operibus   ac  gemmis    lapidi- 

I.  malitia^  corretto  militia  3.  aut]  Nel  testo  haud  5.  cuncta  quae  mihi, 

corretto  cunctaque  inibi         11.  ingebat,  corretto  vigebat         12.    excreverat^   corretto 
excrevisset         27.  tribunum^  corretto  ciburium 

(i)  Il  Regesto  di  Far  fa  non  contiene  nn.  537,  338, 339,  340).     Lospaziodi 

che  pochi  documenti  nei  quali  si  trova  tempo  tra  r890  e  898  par  corrispon- 

menzione   di    questo    abbate,  e   sono  dere  ai  sette  anni  di  resistenza  ai  Sara- 

degli  anni  890,  893,  897  e  898  (R.  F.  ceni  prima  dell'esodo  dal  monastero. 


30         DESTRUCTIO    MONASTERII    FARFENSIS 

biisque  pretiosis  intesta  habcbantur,  longum  est  enarrare.  ve- 
stes  quoque  maioris  altaris  deaurate  atque  gemmate  tot  erant, 
quot  fcstivitates  maiores,  id  est  adnuntiacio,  nativitas  Domini, 
circumcisio,  ac  adventus  Spiritus  Sancti,  necnon  assumptio  san- 
cte  Marie  et  nativitas  eius.  diei  namque  iudicii  talis  ibi  erat  5 
vestis  terribilis,  ut  quisquis  eam  videbat,  statim  timore  incredibili 
ac  pavore  graviter  replebatur,  ita  ut  sine  memoria  mortis  per  plures 
dies  esse  non  poterat.  ornamenta  vero  alia  que  ad  usum  ec- 
clesie pertinent,  quam  plura  et  mirifica  erant,  quis  valet  compre- 
hendere  ?  basilice  alie  absque  malore  quinque  ibi  erant,  quarum  io 
una,  que  adhuc  stat,  in  honorem  santi  Petri  constructa,  in  usu 
canonicorum  habebatur,  secunda  vero  et  tertia  ad  opus  erant  in- 
firmorum  monachorum.  harum  vero  duarum  una  erat  prò  in- 
firmis  qui  iam  convalescebant,  alia  vero  prò  illis  qui  proximabant 
morti,  simul  adiunctis  domibus  et  balneis,  que  ad  utrorum  or-  15 
dinum  utilitatem  composite  habebantur.  quarta  autem  in  palatio 
regali  constituta  erat,  quod  ibi  honorificum  satis  edificatum  erat^'^, 
in  quo  imperatores  hospitabantur,  quando  illuc  visitandi  gratia 
veniebant.  quinta  vero  ecclesia  extra  muros  ipsius  monasterii 
edificata  in  honore  sancte  Marie,  parva  quidem  sed  mirifice  con-  20 
structa,  ubi  mulieres  conveniebant  orationis  causa  et  visitationis, 
quia,  ut  senum  refert  relatio,  antiquitus  nulla  mulierum  intra 
muros  illius  ingrediebatur  monasterii;  sed  quotiescumque  regine 
aut  alie  mulieres  causa  qua  supra  diximus  illuc  properabant,  in 
basilica  parvula  quam  prediximus  faciebant  ad  se  venire  abbatem  25 
ipsius  loci  aut  fratres  quos  volebant,  ut  cum  eis  de  spiritualibus 
e.  29  A  agerent  que  oporterent.  ||  officine  cuncte  laterculis  cooperte  ha- 
bebantur, pavimenta  vero  lapidibus  quadratis  et  septis  omnia  strata 
erant,  ut  usque  hodie  ex  parte  apparent.  arcus  deambulatorii 
per  totum  circuitum  habebantur  intus  et  foris,  quia  ut  intra  erant  jo 
claustra  ad  utilitatem  monachorum,  ita  erant  extra  ad  laicorum. 

15.  Nel  testo  domibusque         17.  quod  -  erat]  Queste  parole  vennero   aggiunte  in- 
terlinearmente dal  correttore.       21.  illic,  corretto  uhi       24.  duximus^  forr^//o  diximus 

(i)  L'aggiunta  interlineare  fivtta  dal  correttore  prova    come  questi    colla- 
zionasse con  un  altro  testo. 


EDITA    A   DOMNO    HUGONE    ABBATE.  31 

foris  vero  claustrum  totius  monasteri!  ex  omni  parte  erat  fortiter 
munìtum  et  turritum  ad  instar  fortis  civitatis.  placita  quoque  et 
iudicia  nunquam  ibi  exercebantur;  sed  habebant  unum  palatium 
ultra  rivum  qui  Riana  dicitur,  ubi  hec  gerebantur.  quid  multa  ? 
5  in  toto  regno  Italico  non  inveniebatur  simile  illi  monasterio  in 
cunctis  bonis,  excepto  monasterio  quod  vocatur  Nonantule;  sed 
non  ex  toto,  ut  plures  fatentur. 

In  tali  namque   statu   ilio  permanente,   ut   supra  dictum  est 
supervenerunt  Saraceni,  qui  cuncta  circumquaque  iam  occupave- 

10  rant.  tandem  ad  ipsum  devenerunt  monasterium,  quod  undique 
circumdantes  expugnare  moliebantur,  sed  nequaquam  obtinere  va- 
luerunt.  venerabilis  namque  Petrus  ipsius  monasterii  abbas,  Dei 
auxilio  fretus  ac  solatio  militum  adiutus,  frequenter  illos  a  finibus 
sui  monasterii  expellens,  longius  insequi  faciebat,  plurimosque  in- 

15  terficiendo,  per  multos  dies  secure  manebat.  sed  illi  infesti  dum 
cuncta  vicina  loca  sibi  subiugassent  atque  devastassent,  ilio  semper 
revertebantur  pugnaturi.  predictus  vero  abbas  cum  hanc  oppres- 
sionem  per  septem  continuos  sustineret  annos  cum  suis  monacis, 
et  videret  quod  Deus  christianum  populum,  sua  malitia  faciente, 

20  omnino  oblivioni  traderet  et  potestati  Paganorum,  videns  se  nulla 
ratione  amplius  differre  posse  talia  in  ipso  loco,  Consilio  inito  di- 
visit  fratres  ac  thesauros  in  tres  partes.  unam  mandans  Romam, 
alteram  dimisit  in  Reatina  civitate,  cum  tertia  autem  per  se  ipsum 
ad  comitatum  Firmanum  veniens  confugium  fecit,  dimisso  ex  toto 

25  monasterio  (').  sed  antequam  egrederetur,destruxitciboriumquod 
supra  diximus,  et  abscondit  lapides  subtus  terram  ;  quos  usque  ||  ho- 
die  nuUus  potuit  reperire.  ipso  vero  cum  monacis  egresso, 
Agareni  intrantes  invaserunt  locum.  quo  perlustrato,  ita  illis 
complacuit,  ut   de   edificio   nihil   destruerent,   eo  quod  pulcerri- 

30  mum  illis  appareret,  sed  quando  eis  videretur,  intrarent  et  inha- 
bitarent.  quo  peracto,  accidit  ut  quidam  latrunculi  christiani,  qui 
huc  illucque  discurrebant  inopie  causa,  ibi  devenirent  noctu  et 
iacuissent  in  uno  angulo  ipsius  monasterii,  accenso  igne,  pavore 

21-22.  dimisit^  corretto  divisit         27.  Nel  testo  reperiri 
(i)  Vedasi  la  nota  i  a  p.  29. 


e.  29  B 


32         DESTRUCTIO    MONASTERII   FARFENSIS 

territi  fugerent.  ignis  vero  exarsit,  et  in  abseiitia  hominum  pre- 
valuit  atque  concremavit  cuncta  qua  remanserant.  predicti  vero 
latrunculi  fuerunt  de  oppido  quod  nuncupatur  Catino;  celare  non 
valuerunt  malum  quod  perpetraverant  negligenter. 

Prelibatus  vero  abbas,  ut  prefati  sumus,  ad  comitatum  Firmanum  5 
veniens,  in  monasterio  sancti  Hippoliti  et  sanai  lohannis,  quod  di- 
citur  in  Silva,  cepit  habitare  cum  fratribus  quos  secum  de  Sabinis 
duxerat  et  quos  ibi  invenerat,  lugens  ac  dolens  de  sui  monasterii 
desolatione.      bis  ita  peractis,  ceperunt  prelibati  Sarraceni  infra  ter- 
minos  comitatus  Firmani  ad  depredandum  introire,       qua  de  causa    io 
predictus  abbas  in  timorem  iterum  versus,  coadunatis  suis  monacis 
et  militibus,  fecerunt  castellum  in  Matenano  monte,  ubi  postea 
locatum   est  corpus    sancte  Victoriae.       ibi  quoque  usque   dum 
persecutio  illa  sedata  est  permanserunt,  quia,  sicut  antiqua  refert 
opinio,  per  quadraginta   octo    annos    iugiter  permanserunt  infra   15 
terminos  Italie  predicti  Sarraceni.       precipue  in  Valeria  provincia 
habitabant,  quam   magni  montes    occupant,   in   quibus  confugia 
semper  faciebant.      ibant  denique  a  mari  Tireno  usque  ad  Hadria- 
ticum  et  usque  ad  Padum  in  predam,  et  semper  ad  ipsos  montes 
revertebantur  ;  inde  autem  ad  flumen  Lirim,  quod  vulgo  Garilia-  20 
num  dicitur,  ubi  habebant  navigia  per  que  cuncta  in  suam  trans- 
portabant  patriam.       in  hac  quoque  miseria  constituto  regno  Ita- 
c.  30  A       lieo,  predictoque  abbate  ||  in  supradicto  oppido  constricto  cum  suis 
fratribus   et   militibus,   laudabiliter  vite  terminum  consummavit. 
cui,  antequam  moreretur,  consilium  dederunt  sui  monaci  et  laici,  25 
ut  quendam  clericum  nomine  Rimonem  in  abbatem  eligeret;  quod 
et  fecit,  ipsis  nihilominus  consiliantibus  (').       sepultus  vero  est  in 
supra  nominato  castello,  in  oratorio  sancte  Marie  quod  ipse  con- 
struxerat  ^^\ 

7.  Savinis^  corretto  Sabinis         20.  Lit,  corretto  Lirim         27.   Tra  ipsis  e  consi- 
liantibus era  una  lacuna  riempita  da  chi  corresse  il  testo  con  la  parola  nihilominus 

(1)  L'integrazione  del  testo  fatta  porsi  intorno  al  919,  se,  come  sembra, 
dal  correttore  è  un  altro  indizio  che  l'abbate  Rimone  gli  successe  intorno 
egli  non  correggeva  di  suo  ma  colla-  al  920.  Gregorio  di  Catino  se- 
zionando con  un  altro  manoscritto.  guendo   un   catalogo  più   antico,   se- 

(2)  La  data  della  morte  dell'abbate  gna  nel  suo  catalogo  all'anno  919  un 
Pietro  è  incerta,  ma  parmi  che  debba  Giovanni  abbate  di  cui  l'autore  della 


EDITA   A   DOMNO    HUGONE    ABBATE. 


33 


Quo  defuncto,  predìctus  Rimo  suscepit  regimen  loco  ìpsius.  An.  920? -930? 
qui  quamvis  in  canonicatu  ordine  esset  quando  hoc  recepit^^^  per 
unum  annum  quod  supervixit,  bonum  ostendit  exemplum.  in 
ipso  quoque  anno  respexit  Deus  super  afflictionem  populi  sui, 
5  effugatisque  undique  Paganis,  Hugo  rex  de  Burgundia  egressus 
super  Italicos  cepit  regnare  ac  regni  moderamina  disponere.  qui 
ad  Firmanam  properans  marchiam,  parentes  dicti  Rimonis  eiecit 
de  propria  provincia,  simulque  et  illum  cum  eis.  qui  veniens 
Romam,  completo  anno  mortuus  est  hoc  ordine;  nam  cum  san- 
ie guinem  minuere  sibi  fecisset,  flebotomarius  malivolus  veneno 
imposito  in  flebotomo,  eum  interfecit.  sepultus  est  in  oratorio 
santi  Stephani,  in  cella  ipsius  monasterii  Rome  sita  ^^\ 

6.  Nel  testo  regnum  moderamina    disponentem      Corretto  a  margine  moder""*  di- 
sponere        II.  Nel  testo  flebotonio 


Destructio  non  fa  menzione,  e  di  cui 
Gregorio  stesso  dice  nella  Cronaca  : 
«  Prefati  autem  domini  Petri  in  huius 
a  regimine  monasterii  successorem, 
«  iuxta  antiquissimum  catalogum  ab- 
«  balum  nominum,  a  venerabili  patre 
«  Thoma  domnum  lohannem  secun- 
«  dum  vicesimumtertium  extitisse  re- 
«  perimus.  cuius  aliquam  factionem 
«  minime  omnino  invenimus  ».  La 
povertà  dei  documenti  farfensi  intorno 
a  questi  anni  vieta  ora  a  noi  come  già 
vietò  a  Gregorio  di  Catino  ogni  sicu- 
rezza nelle  induzioni  intorno  alla  cro- 
nologia degli  abbati  che  precedettero  o 
che  seguirono  da  presso  il  governo  ab- 
baziale  di  Pietro.  Io  sono  di  parere 
che  verso  questo  tempo  il  governo 
del  monastero  fosse  spesso  diviso  fra 
diversi  abbati  più  o  men  legittimi. 
Ciò  spiegherebbe  la  presenza  di  questo 
Giovanni  abbate  di  cui  si  sa  cosi  poco, 
e  il  frequente  avvicendarsi  nei  docu- 
menti farfensi  del  nome  di  diversi  ab- 
bati entro  lo  stesso  spazio  di  tempo. 
La  storia  fortunosa  del  monastero  in 
questo  periodo  sembra  avvalorar  questa 
ipotesi. 

(i)  Riferisco  il  testo  come  lo  reca 


l'apografo,  ma  Gregorio  di  Catino 
riproducendo  questo  passo  nel  Cbro- 
nicon^  certo  da  un  testo  antico,  dice 
«  qui  quamvis  in  canonico  ordine  es- 
ce set  )).  Io  inclino  a  credere  che  debba 
leggersi  :  «  qui  quamvis  in  canonico 
«ordine  non  esset».  Infatti  la  sua 
nomina  fatta  direttamente  dal  suo 
predecessore  per  quanto  avesse  la  san- 
zione dei  monaci,  non  può  considerarsi 
canonica  e  conforme  alla  Regola  be- 
nedettina. In  simile  forma  abbiam 
veduto  (p.  18)  che  fu  scelto  Wigberto, 
il  quale  perciò  non  venne  dai  monaci 
annoverato  nel  catalogo  degli  abbati. 
Volendo  accostarsi  al  testo  dell'  apo- 
grafo, converrebbe  ritenere  che  Ri- 
mone non  fosse  propriamente  monaco 
ma  avesse  soltanto  dignità  canonicale. 
Tra  le  carte  farfensi  v'è  qualche  in- 
dizio di  canonici  mescolati  coi  monaci 
della  badia,  e  più  oltre  in  questa  stessa 
Destructio  a  p.  41,  r.  27  e  p.  44,  r.  16 
si  trova  menzione  di  un  «  canonicus 
((  clericus  ».  Cf.  anche  Ducange  alla 
voce  Canonicus. 

(2)  Quel  che  si  dice  qui  del  governo 
abbaziale  di  Rimone  è  oltremodo  con- 
fuso ed  oscuro,  massime  per  ciò  che 


Chron.  Farf.  I. 


3 


34 


DESTRUCTIO   MONASTERII   FARFENSIS 


An.  93o?-936?         Prcdìctus  Hugo  rcx  Rimone  expulso,  ordinavit  RafFredum  ab- 
batem  in  dicto  loco,  qui  erat  suus  nepos^').       ipse  vero  regimine 


riguarda  il  tempo  in  cui  Rimone  tenne 
questo    governo.      Seguendo    quanto 
parrebbe  doversi  desumere    dal  cata- 
logo degli  abbati  che  indica  l'acces 
sione  di  Rimone  al  920,  e  quella  de 
suo   successore   Ratfredo    al  930,  gì 
editori  del  Regesto  di  Farfa  posero  i 
governo    di    Rimone    tra  quelle   due 
date,  ma  non  senza  notarle  con  segn 
di  dubbio  e  non   senza  ammonire  ri 
petutamente  i  lettori  della  grande  in 
certezza  che  regna  durante  questo  pe 
riodo  nella  cronologia  farfense,  e  così 
faccio  anche  adesso.     Ma  qui  la  De 
structio    ci  dice   che   Rimone  soprav- 
visse un  solo  anno  all'  abbate  Pietro, 
e  che   scacciato  coi  suoi  parenti  dal 
re  Ugo,  riparò  a   Roma  dove  «  corn- 
ee pleto  anno  »  mori  avvelenato.    Che 
Rimone   non  governasse  oltre  il  920 
par  confermato  dal  fatto  che  cosi  nel 
Regesto  come  nel  Largitone  di  Farfa 
non  si  trova  alcun   documento   rela- 
tivo a  lui  che  non  appartenga  a  quel- 
r  anno.     Inoltre  alcuni  documenti  del 
Largitone   degli   anni   924,   926,  927 
portano  il  nome   di  Ratfredo,  e   mo- 
strano che  questo  abbate  cominciò  a 
reggere  il  monastero  assai  prima  del- 
l' anno  930  indicato  dal  catalogo.     Ma 
se  Rimone  non  era  più  abbate,  anzi 
era  stato  avvelenato  prima   del  925, 
come  mai  avrebbe  potuto  essere  de- 
posto dal  re  Ugo  che  cominciò  a  re- 
gnare nel  926?      Il  Bethmann  (op. 
cit.    XI,  534)    propone    una    ipotesi: 
«  crediderim  »,  egli  dice,  «  Rimonem 
«  a  Berengario  eiectum  fuisse,  si  om- 
«  nino  eiectus    fuit,  non  ab  Hugone  ; 
«  tunc    lohannem    abbatiam    admini- 
«  strasse  usque  ad  Raffredum;  Rimo- 
«  nem  autem  non  cessisse  sua  sponte 
«  sed  diu  in  Marchia  se  tenuìssc,  undc 
«  incertitudo     in    narrationibus     istis 
«  orta  ».    In  tal  caso  converrebbe  sup- 


porre che  Rimone,  deposto  prima  da 
Berengario,  sia  stato  costretto  solo  più 
tardi  e  dal  re  Ugo  a  lasciar  la  Marca 
per  Roma  dove  i  monaci  avevano 
una  sede  e  dei  medici  che  si  mostra- 
rono pochi  anni  dopo  non  ignari  del- 
l'arte dei  veleni.  È  una  ipotesi  non 
dispregevole,  ma  io  piuttosto  penderei 
a  ritenere  che  Rimone  nel  suo  reg- 
gimento anziché  in  Berengario  tro- 
vasse ostacolo  nei  monaci  per  la  sua 
elezione  irregolare.  I  quali  forse  gli 
contrapposero  prima  Giovanni  II  e  poi 
Ratfredo  che  dai  documenti  del  Lar- 
gitorie  apparisce  ordinato  abbate  non 
dal  re  Ugo  ma  prima  che  questi  ve- 
nisse in  Italia  a  prendere  la  corona. 
Ugo  però,  a  tenore  di  quanto  narra 
la  Destrudio,  avrebbe  potuto  poi  scac- 
ciar dalla  Marca  Rimone  co'  suoi,  e 
assicurare  a  Ratfredo  il  pieno  possesso 
della  sua  dignità.  Vedasi  anche  quanto 
si  è  detto  nella  nota  2  a  p.  32  circa 
la  possibilità  di  una  parziale  e  con- 
temporanea occupazione  della  dignità 
e  del  potere  abbaziale  da  parte  di  più 
persone.  In  cosi  oscura  storia  è  im- 
possibile uscir  dal  campo  delle  con- 
getture, ma  questa  eh'  io  propongo 
mi  pare  più  consentanea  alla  narra- 
zione che  ce  ne  dà  la  fonte  unica  ed 
autorevole  di  questi  avvenimenti,  dalla 
quale  non  è  prudente  allontanarsi 
oltre  il  necessario.  Il  Marini,  sulla 
scorta  del  Vogel,  suppone  che  Rimone 
e  Giovanni  II  non  fossero  abbati  ma 
semplicemente  procuratori  o  coadiu- 
tori di  Pietro;  Marini,  Serie  cronolo- 
gica degli  abati  del  monastero  di  Farja, 
Roma,  1836. 

(i)  Come  è  detto  nella  nota  pre- 
cedente, i  documenti  del  Largitorio  in- 
dicano che  Ratfredo  fu  ordinato  abbate 
prima  della  data  notata  nel  catalogo 
e  prima  che  re  Ugo  venisse  in  Italia. 


EDITA   A   DOMNO    HUGONE    ABBATE. 


35 


suscepto,  cepit  viriliter  agere  in  omnibus  utilitatibus  monasterii, 
quippe  quia  valde  oportebat,  eo  quod  undique  vastatum  erat. 
accersitis  itaque  centum  familiis  liberorum  hominum  ac  servorum 
de  comitatu  Firmano,  Savinis  secum  duxit,  cum  quibus  cepit 
5  rehedificare  caput  iam  dicti  monasterii,  quod  iam  per  quadraginta 
octo  annos^O  absque  habitatore  fuerat.  hoc  incepto,  cetera  loca 
circuire  non  negligebat  et  in  statum  pristinum  reducere.  the- 
saurum  quoque  et  fratres  qui  dispersi  erant,  simul  reducere  et 
coadunare  studebat.      sed  illa  pars  monacorum  et  thesauri,  quam 

IO  sepe   dictus   Petrus  abbas  in  civitate  Reatina  reliquit,  postquam 
ipsa  civitas  a  Sarracenis  capta  est,  monacis  interfectis  thesaurum 
secum  tulerunt.      nam  alias  ||  duas  que  Rome  et  in  Firmano  fue-  e.  30  b 
runt,  readunavit,  et  in  quantum  valuit,  que  prope  et  que  longe 
erant,  cuncta  loca  ibi   pertinentia  restauravit.       curtem  videlicet 

15   que  Montisfalconis  dicitur,  in  Firmano  comitatu  posita,  in  inte- 

12.  et  manca  nel  testo. 


Ciò  rende  poco  verosimile  questa  pa- 
rentela tra  Ugo  e  Ratfredo.  Più  pro- 
babilmente la  Destructio  confonde  Rat- 
fredo con  Teobaldo  parente  ad  Ugo 
e  da  lui  nominato  duca  di  Spoleto 
intorno  al  929.  Il  catalogo  Farfense 
menziona  Ratfredo  al  930  e  Teobaldo 
duca  al  931.  Assegno  con  questo 
catalogo  il  principio  del  governo  di 
Ratfredo  all'anno  930,  solo  in  base  alla 
ipotesi  accennata  sopra  che  egli  verso 
quell'anno  cominciasse  a  possedere 
intero  e  senza  contrasto  il  suo  domi- 
nio abbaziale. 

(i)  Il  Bethmann  (op.  cit.  XI,  534) 
annota  a  questo  passo:  :  «  Error  ma- 
«  nifestus:  ne  triginta  quidem  anni  fue- 
«  runt».  Se, come  sembra,!  monaci  di 
Farfa  guidati  dall'abbate  Pietro  abban- 
donarono intorno  all'  anno  898  il  mo- 
nastero, questo  dovette  rimaner  privo 
d'abitanti  non  per  trenta  ma  per  circa 
trentacinque  anni.  La  ricostruzione 
del  monastero  doveva  essere  in  corso 
intorno  all'anno  933,  perchè  vediamo, 
verso  quel  tempo,  Ratfredo  inteso   a 


procacciarsi  il  denaro  occorrente,  onde 
il  catalogo  premesso  al  Largitorio  nota 
di  lui:  «Ratfredus.  Hic  huius 
«  monasterii  res  primus  pecu- 
«nia  largitus  est».  Infatti  se- 
condo un  documento  del  Largitorio 
Farfetisey  Landsperto  figlio  di  Ardorico 
dà  all'abbate  Ratfredo  ottanta  soldi 
«  ad  restaurandum  vestrum  monaste- 
«  rium  quod  a  nefandissima  gente  Sar- 
«  racenorum  igne  crematum  et  destru- 
«  ctum  esse  videtur  »,  ricevendone  una 
prestarla  per  ventinove  anni  di  alcuni 
beni  in  territorio  Furconino.  Il  docu- 
mento è  del  I  agosto  933.  In  altri 
documenti  pure  del  Largitorio  e  tutti 
dell'anno  935,  si  concedono  prestarle 
a  Benedetto  di  Elpiano  che  dà  all'ab- 
bate Ratfredo  trenta  soldi  ;  a  Scaptone 
e  Romano  fratelli  che  ne  danno  cento  ; 
a  Pertone  e  Guimario  fratelli  che 
danno  dieci  libbre  sempre  «  ad  restau- 
«  randum  nostrum  monasterium  quod 
«  a  nefandissima  gente  Sarracenorum 
«  igne  crematum  vel  destructum  esse 
«  videtur  ». 


$6         DESTRUCTIO    MONASTERII   FARFENSIS 

grum  dato  pretio  noviter  companivit,  que  magaam  utilitatem 
iisque  hodie  eidem  prestat  monasterio^'^.  corpus  namque  san- 
cte  Vicrorie'ipse  transtulit  de  Sabinensi  territorio  et  adduxit  ad  illuin 
ubi  modo  incolitur  locum,  videlicet  in  monte  Matenano;  aliaque 
plura  beneficia  ibi  contulit;  et  ipse  in  eodem  loco  de  novo  eccle-  5 
siam  ipsam  et  monasterium  consecrari  et  fabricari  fecit,  ut  evi- 
denter  apparet(^).  hec  et  alia  multa  antiqua  restaurata  loca  et 
dicto  monasterio  restituta,  cepit  valde  potens  secundum  seculum 
esse,  et  monasterium  satis  locupletare  ;  precipue  quia  potentis  regis 
nepos  et  prudens  valde  in  scientia  seculari.  secundum  Deum  io 
non  adeo  eruditus,  quia  doctrina  regularis  ordinis,  sicut  in  ceteris 
religionis  doctrinis,  ab  Italico  subtracta  erant  regno,  presertim  prò 
vastatione  supradictorum  Paganorum;  tamen  secundum  doctrinam 
quam  cognoscebat,  satis  bonus  fuit,  et  monasterio  et  fratribus  per 
omnia  utilis.  ex  quibus  duo  scelerati  ac  pessimi  de  morte  illius  15 
tractare  conati  sunt;  sortemque  vero  qualem  unus  alteri  daret, 
monasterio  acquisito  post  necem  eius,  diffinierunt.  unus  voca- 
batur  Campo,  qui  ab  infamia  ipsius  nutricius  fuit,  cui  cuncta  bona 
contulit,  quem  et  medicine  artis  studio  satis  imbuere  fecit  ^5)  j  no- 

12.  Nel  testo  doctrine 

(i)  Intorno  a  Montefalcone,  ma  per  dizioni  mediche  e  forse  una  specie  di 

tempi  più  recenti,  cf.  Colucci,  Anti-  scuola.     Riferisco  dal  Largitorio  que- 

chità  Picene^  XXIX;   Cao  Mastio  e  sto  documento   dell'abbate  Ratfredo 

Feliciangeli,  Esame  testimoniale  circa  dato  nel  giugno  936,  che  mi  sembra 

•/  diritti  dell'  abhaxia,  ài  Farfa  su  Moti-  interessante  per   la    menzione   di  un 

tefalcone,  in  Archivio  della  R.  Soc.  rom.  monaco  medico,  e  del  futuro  abbate 

di  st.  patria,   voi.  XI,  e  i  documenti  Campone  che  forse  gli  fu  discepolo: 

editi  da  Marco  Tabarrini  tra  le  carte  «  Ego  Ratfredus  humilis  abbas  petenti 

fermane  eh' egli  diede  in  luce  nel  Vvo-  «  tibi   Leoni    presbitero   et    monacho 

lume  dei  Documenti  di  storia  italiana,  «  sancti  nostrimonasterii,  atq  u  e  lau- 

pubblicati    dalla   R.   Deputazione  to-  «  d  abili  medi  co,  habitanti  Romae, 

scana  di  storia  patria.  «  concedimusresiuris  monasteri!  nostri 

(2)  Intorno  a  S.  Vittoria  cf.  Co-  «  diebus  vitae  tuae,  casalem  nostrum 
LUCCI,  Antichità  Picene,  XXIX  (Codice  «  in  territorio  Sabinensi,  qui  nominatur 
diplomatico  delle  terre  di  S.  Vittoria)  e  «  Tervelianus,  cum  ipsa  Rosia,  ad  la- 
specialmente  le  note  alle  pp.  18-32.  «  borandum  et  meliorandum,  et  cqu- 

(3)  Pare  che  nella  sede  farfense  di  «  sum  annualiter  reddendum  nobis,  in 
Roma  più  d'un  monaco  esercitasse  la  «mense  augusti,  denarios  tres.  et 
medicina,  e  da  questa  notizia  si  pò-  «  pars  his  contraria  componat  soli- 
trebbe  congetturare  che  vi  fossero  tra-  «  dos  .xl.     >^  lohannes  levita  et  mo- 


EDITA   A   DOMNO    HUGONE   ABBATE.  37 

bilis  quidem  genere  de  Reatino  extitit  comitatu,  sed  innobiliter 
in  hoc  per  omnia  operatus  est;  radix  ipse  prima  malorum  om- 
nium predicti  monasteri!  vastatorum  fuit  post  Paganos.  alter 
quidem  falso  habitu  monachus  nomine  Hildebrandus,  de  alio  lon- 
5  ginquo  monasterio  a  predicto  abbate  susceptus  ad  habitandum, 
cui  cellam  que  adhuc  Rome  videtur  predicti  monasteri!  concessit, 
eumque  quasi  proprium  filium  diligebat.  cum  igitur  iam  vide- 
rent  eum  senio  deficere,  quia  ut  plurimi  asserunt  .xxx.  et  .vili, 
annos  vixit  in  hoc  regimine  ('),  et  opus  ei  iam  non  erat  alìud  pro- 
io  pinare  venenum  nisi  ipsam  senectutem,  qua  iam  mori  urge- 
batur:  tamen  ipsi  miserrimi  ob  ambitum  honoris  in  nullo  ei  pe- 
percerunt,  Il  sed  mortifero  eum  viru  interfecerunt.  qui  in  extremo  e.  31  a 
positus,  dum  illos  sentiret  ante  se  astare  et  mortem  suam  expe- 
ctare,  interrogavit  qui  essent.  cui  cum  diceret  quidam,  quod 
15  Campo  adesset,  illieo  suspirans,  voce  qua  poterat  est  eum  allo- 
cutus  ita: 

«  Campigenans  Campo,  male  quam  me  campigenasti  l  » 

I.  Nel  testo  inohiliter  5.   Nel  testo  suscepto  8.  .xxx.  et  .viu.  corretto 

a  margine  .lxxxviii.         15.  est]  Nel  testo  et 

«  nachus  subscripsi.  regni  Hugonis  cultura  medica  dei  monaci  farfensi 
«  anno  .x.,  et  Hlotarii  filii  eius  .vi.  accenna  il  Tiraboschi,  Storia  della 
«  mense iuniijindictione. vini.  ^J^Rat-  letteratura  italiana,  t.  Ili,  cap.  v. 
«  fredus  humilis  abbas  subscripsi.  (i)  Gregorio  di  Catino  nel  Cbro- 
a  >^  Campo  levita  et  monachus.  nicon  menziona  egli  pure  con  le  stesse 
«  ^  Elpericus  presbiter  et  monachus.  parole  i  trentotto  anni  del  governo  di 
«  f[i  Adelpertus  presbiter  et  monachus.  Ratfredo.  Ciò  mostra  che  il  testo  an- 
«  )J<  Leo  presbiter  et  monachus.  tico  della  Destructio  portava  anch'esso 
«  >5<  Tebaldus  presbiter  et  monachus.  .xxx.  et  .viii.  o  per  lo  meno  che  la 
«  \^  Samuhel  presbiter  et  monachus  lettura  di  quella  cifra  era  così  incerta 
«  consensi  »;  Largii,  e.  xxxi  a.  Un  al-  e  difficile  da  indurre  Gregorio  di  Catino 
tro  documento  (e.  XXV  g)  contiene  una  in  errore.  La  correzione  marginale 
concessione  di  Ratfredo  «  mihi  Leoni  che  si  legge  nell'  apografo  che  ci  è 
«  presbitero  et  monacho  atque  me-  rimasto,  probabilmente  proviene  da 
«dico  et  Rudi  ancillae  Dei  genitrici  una  ipotesi  del  correttore,  il  quale 
«  meae  ».  Concede  loro  a  vita  alcuni  volle  indicare  1'  età  che  aveva  Rat- 
beni  in  territorio  sabinense.  Il  docu-  fredo  quando  fu  avvelenato.  Infatti 
mento  dettato  da  un  «  Faustus  tabellio  non  sarebbe  possibile  ammettere  una 
«  urbis  Romae  »  porta  delle  note  ero-  cosi  lunga  durata  del  governo  di  Rat- 
nologiche  così  contradditorie  che  non  fredo  se  non  si  volesse  supporre  che 
è    possibile    fissarne    la   data.      Alla  questi  fosse  stato  prima  destinato  con 


58         DESTRUCTIO   MONASTERII   FARFENSIS 

((  O  Campo,   Campo,   quam   crudeliter   me   campigenasti!  », 
statimque  expiravit  ('). 
An.  936 1»  -  963  ?         Qlio  mortilo,  perrexit   Hildebrandus  Papiam  ad  iam  dictum 
Hugonem  regem  qui  adhuc  vivebat,  et  cum  magna  pecunia  acqui- 
sivit  abbatiam  ad  opus  Camponis  pessimi,     qua  acquisita,  reversus  5 
est  per  Marchiam,  ubi  occurrit  ei  isdem  Campo,  receptoque  dono 
a  rege  transmisso'de  regimine  monasterii,  atque  militibus  marchi- 
sianìs  susceptis,  cunctis  maioribus  et  minoribus  subiugatis  mona- 
sterio  pertinentibus,  adimplevit  predictam    sortem    Hildebrando. 
in  ipsa  denique  Marchia  dedit  ei  duas  cellas,  sancte  Marie  iuxta   io 
flumen  Clentis  et  sancte  Marie  in  Solestano  secus  civitatem  Escu- 
lanam,  et  in  comitatu  Reatino  alias  duas,  sancti  Angeli  iuxta  ipsam 
civitatem  Reatinam  et  sancte  Marie  in   Lodano.       hoc  expleto, 
reversus  est  Sabinis  cum  magno  gaudio,  non  spirituali  sed  car- 
nali, non  ut  monaci   sed  ut  impii,  sicut  postea  patenter  claruit.    15 
quia  concubinis  quas  prius  habuerant  occulte,  postmodum  palam 
abuti    ceperunt,  non  solum   ipsi,  sed  et   cuncti   illorum   monaci 
hoc  scelus   non  verebantur   patrare,  sed   nuptialiter  unusquisque 
suam  ducebat  scortam.       ipsa  namque  pax  non  permansit  inter 
eos  nisi  usque  ad  unum  annum.     completo  anno,  ceperunt  inter  20 
se  contendere.       Hildebrandus  vero  data  pecunia  iunxit  se  Mar- 
chisianis,  tulitque  Camponi  totani  hereditatem  monasterii  que  erat 

18.  fluptanter,  corretto  nuptialiter 

una  specie  di  delegazione  a  reggere  al  9^8.  Nel  Largitorio  vi  sono  alcuni 
una  delle  tre  schiere  in  cui  si  divi-  documenti  di  Campone  che  portano 
sero  i  Farfensi  all'epoca  dell'esodo  le  indicazioni  degli  anni  930  e  932,  ma 
quando  Pietro  era  abbate.  sono  date  di  cui  non  si  può  tener  conto 
(i)  Gli  ultimi  documenti  di  Ratfredo  anche  perchè  contraddicono  a  tutte  le 
(un  d'essi  è  quello  riprodotto  nella  altre  note  cronologiche.  Alcuni  altri 
nota  3  a  p.  36) si  trovano  nel  Largitorio  documenti  indicano  l'anno  936  e  tutte 
Farfense  e  sono  del  giugno  936  (Largii,  le  altre  note  cronologiche  concordano, 
e.  XXXI  a).  Il  primo  documento  di  tranne  l'indizione  che  non  corrisponde. 
Campone  nel  Regesto  pare  che  possa  Ma  è  da  osservare  che  Gregorio  di 
attribuirsi  all'ottobre  936  (/^.F.  n.  350),  Catino  avverte  che  per  la  troppa  ve- 
rna è  data  incerta  perchè  le  note  ero-  tustà  di  uno  di  questi  documenti,  egli 
nologiche  di  quel  documento  sono  di-  non  potè  leggere  i  nomi  dei  testimoni, 
scordi  fra  loro.  Dopo  quello,  il  primo  Segno  che  erano  di  lettura  difficile, 
documento  di  Campone  che  segue  nel  La  morte  di  Ratfredo  e  la  elevazione 
Regesto  è  di  data  certa  e  appartiene  del  suo  successore  possono  quindi  as- 


EDITA    A   DOMNO    HUGONE   ABBATE.  39 

in  Marchia    cum    monacis   et  militibus,  et    sibi  cepit  vindicare. 
Campo  autem  e  centra,  ampliori  pecunia  iis  ipsis  collata,  venit  illuc, 
ac  unam  suam  sororem  tradidit  marito  cui  nomen  erat  Transbertus, 
valdeque  eam  dotavit  de  bonis  monasterii  mobilibus  et  immobili- 
5   bus.     curtem  quoque  Sancti||  Marotis,  que  tam  magna  et  spatiosa  e.  51  b 
est,  ut   numero   sexdecim   milium   modiorum   contineatur,  sicut 
plures  affirmant,  ipso  suo  cognato  per  concambium  contulit;  unde 
in  PropetianOj  ut  ferunt  loco  squalido  et  inculto,  e  contra  concam- 
bium recepit;  alias  duas  curtes,  Sancte  Marie  in  Strada  et  Sau- 
ro  cte  Marie  in  Mura,  prò  prestarla  nichilominus  adiunxit.     unam 
vero  filiam  suam  alteri  viro  dedit,  cui  similiter  diversa  largitus  est 
donarla.      quibus  simul  coadunatis  cum  amicis  et  suis  auxiliato- 
ribus,  eiecit  predictum  Hildebrandum  de  castello  Sancte  Victorie 
et  a  cunctis   finibus  monasterii,  et  redegit  cuncta  loca  in  suum 
15   dominium,  reversusque  est  Sabinis  cum  triumpho;  ubi  cepit  cuncta 
secure  iam  distrahere  filiis  et  filiabus.      septem  filias  et  tres  filios 
habult,   quos  et  quas  cunctos  dotavit  de  rebus  monasterii  :    et 
alios  parentes  plurimos.       nam   in   Sabinis  castellum  de  Bucci- 
niano  et  Roccam  et  Salisanum  et  fundum  Casaprote  eis  contulit; 
20  in  Reatino  comitatu  et  Amiternino  et  Furconino  et  Balbensi  necnon 
et  Marsicano  illis  pene  cuncta  distribuit,  ut  perpauca  reservaret. 
In  hoc  malo  stetit  usque  ad  tempus  Alberici  Romanorum  prin- 
cipis.     qui  gloriosus  princeps  in  tantum  cupiebat  monastcria  sub 
suo  dominio  constituta  ad   regularem   reducere  normam,  quam 
25   amiserant  in  vastatione  predicta  Paganorum,  ut  de  Gallia  faceret 
venire  Oddonem  sanctum  abbatem,  qui  tunc  temporis  Cloniacum 
gubernabat  monasterium,  quod  (^)  usque  hodie  viget  in  religione, 
et  eum  archimandritam  constituit  super  cuncta  mon asteria  Rome 
adiacentia,  suamque  domum  propriam  ubi  ipse  natus  est  Rome, 

17.  Nel  testo  devovit         27.  quod]  Nel  testo  qui 


segnarsi  solo  dubitativamente  ma  con  Ugo  si  riferisce  al  monastero  Clunia- 

molta  probabilità  al  936,  che  è  r  anno  cense  e  non  può  parlare   di  Oddone 

indicato  dal  catalogo.  di  Clun}''  e  confonderlo  col  suo  suc- 

(i)  Come  è  notato  nelle  varianti  il  cessore    Odilone   ch'egli  conobbe  di 

testo  reca  «qui  »,  ma   è  chiaro   che  persona. 


40         DESTRUCTIO   MONASTHRII   FARFENSIS 

positam  in  Aventino  monte,  concessit  ad  monasterium  construen- 
dum,  qiiod  usque  ad  presens  stare  videtur  in  honore  sancte  Marie, 
monasterium  in  Sancto  Paulo  maiore  tunc  ordinavit,  in  Sancto  Lau- 
rentio  foris  muros,  et  in  Santa  Agnete  iuxta  pontem  Numenta- 
num.  Cassinense  quoque  monasterium  sub  illius  magisterio  ad  5 
e.  32  A  normam  regularis  ordinis  reductum  est,  ||  quod  in  vastatione  supra- 
dictorum  Agarenorum  omnino  destructum  fuerat,  sicut  pleraque, 
ut  prefati  sumus,  monasteria  regni  Italici,  ibi  denique  preposuit 
discipulum  suum  venerabilem  abbatem  Balduinum  nomine;  cui 
successit  in  regimine  suus  condiscipulus  atque  coabbas  Aligernus  (')  io 
almificus  pater,  quem  ipse  a  primevo  erudierat  regulari  tramite 
in  supra  nominato  Aventino  monasterio;  per  quem  ad  culmen 
iam  dictum  recuperatum  est  monasterium;  quem  plures  viventes 
recolunt.  in  monasterium  denique  prelibatum  sancte  Marie  Far- 
fensis  cum  monacos  regulares  mandasset,  noluit  illos  recipere  15 
Campo  maleficus  cum  suis  monachis,  sed  potius  conati  sunt  eos 
noctu  interficere  cum  cultris  in  lectis  pausantes.  qua  de  causa 
pavore  ducti,  Romam  redierunt  ad  predictum  principem.  unde 
in  iram  commotus  contra  predictum  Camponem  abbatem  nec- 
non  et  alios  monacos,  prescriptis  auditis,  eiecit  eum  de  predicto  20 
monasterio,  et  ordinavit  ibi  domnum  Dagibertum  venerabilem 
An.  9+7? -953?  abbatem,  de  Cumana  civitate  oriundum^*).  ipse  autem  Campo 
fugiit  ad  Reatinam  civitatem;  in  qua  adiutorio  parentum  suf- 
fultus,  cepit  inibi  habitare.     Hildebrandus  vero  in   Marchia  po- 

20.  Nel  testo  aliis  monacis,  corretto  alios  monacos  22.   orJundum  è  aggiunto 

dal  correttore. 

(i)  Bnlduino  e  Aligerno  abbati  di  «  pradicto  abbate  Baldoino  monachus 

Montecassino,  il  primo  dal  943  al  947,  «  factus,  postmodttm  autem  ab  eodem 

il  secondo  dal  949  al  986.     Tra  loro  «  abbate    huc    translatus,   atque    post 

due  resse  la  badia  cassinese  l' abbate  «  iransitum  Maiespolti  ut  dictum  est  de 

Maiepolto.    Balduino  nel  937  era  stato  «  praeposito  loci  huiusabbas  effectus  ». 

preposto  da  Oddone  di  Cluny  al  mo-  (2)  Gregorio  di  Catino  nel  catalogo 

nastero  di  S.  Paolo  in  Roma,  di  cui  attribuisce  all'anno  948   l'accessione 

è  menzione  qui  sopra.     Di  Aligerno  di  Dagiberto  al  governo  di  Farfa,  ma 

dice  Leone  Ostiense  {Chronicon  Cu-  i  documenti  381  e  382  del  Re^^esto  di 

sinense,  II,  i):  «  Hic  Neapolitanorum  Farfu  nei  quali  Dagiberto  figura  come 

«  nobilium  genere  ortus,  in  monasterio  abbate  mi  par  che  debbano  attribuirsi 

«  sancti   Pauli  apud  Romam   sub  su-  al  947.     Vedasi  R.  F.  Ili,  85,  noia  i. 


EDITA    A   DOMNO    HUGONE   ABBATE.  /j  I 

situs,  hoc  comperto,  iterum  invasit  castellum  Sancte  Victorie  cum 
omnibus  pertinentiis,  fìdenterque  cunctas  distrahebat  filiis  et  filia- 
bus,  quos  plures  habebat,  res  monasterii;  deditque  illis  curtem 
Molianam  magnani  et  inclitam,  curtem  quoque  Sancti  Benedicti, 
5  et  Fassenariam,  et  diversas  alias  res,  cum  castellis  et  pertinentiis. 
in  horum  duorum  distractione  cuncta  que  prelibatus  RafFredus 
congregaverat  dissipata  sunt  ('). 

Domno   itaque    Dagiberto  supradicto   monasterio   constituto, 
Albericus  princeps  ei  cunctas  restituit  curtes  que  in  Sabinis  erant 

IO  ipsius  monasterii   perditas;  diligebatque  eum  et  honorabat  satis. 

ipse  vero  in  cunctis  inreprehensibiiem  se  os|tendebat;  circa  fratres  e  32  b 
quoque  et  cunctos  ita  benivolum  se  prebebat,  ut  ab  omnibus  in- 
credibili diligeretur  affectu.      Campo  e  contra  mala  cuncta  exer- 
cebat,  deterius  quam  aliquis  secularis  vastator,  apud  Reatinos  ad 

15  quos  confugium,  ut  prediximus,  fecerat.  en  tres  abbates  in  uno 
monasterio  contra  morem  auditos,  duos  malos  et  unum  bonum 
quamvis  non  legaliter  (^\  quantum  duo  mali  devastabant,  tantum 
solus  bonus  congregabat,  ubi  manebat.  sed  non  multum  tempus 
advixit;  completo  quinquennio  pessimi  monachi  veneno  eum  oc- 

20  ciderunt.  de  quo  Dominus  magnum  in  ipso  anno  interfectio- 
nis  fecit  prodigium;  scilicet'de  ilio  qui  manibus  ei  venenum 
tradidit.  interfecto  ilio,  penitentia  ductus  abiit  ad  oratorium 
sancti  Michahelis  quod  ponitur  in  monte  Gargano.  quem  vero 
montem   nulla  ratione  potuit  ascendere,  cum  per  unum  annum 

25  in  pede  illius  consisteret,  sicut  vicini  illius,  qui  eum  recognove- 
runt  ibi,  testati  sunt;  postea  vero  nusquam  comparuit.  fuit 
denique  canonicus  clericus,  et  servitor  illius. 

Ilio  itaque  defuncto  necnon  et  Alberico  principe  migrato,  filius 
eius  Johannes,  qui  vivente  patre  papa  ordinatus  est  ^^\  Camponem 

30  malivolum  cepit   habere  exosum,  sicuti  et  pater  suus.       idcirco 

(i)  Un  elenco  dei  beni  dissipati  qui  taccia  d' illegalità  alla  nomina  del 
da  Ildebrando  si  legge  nel  Regesto  di  buon  Dagiberto  perchè  imposta  da 
Farfa  (III,  nn.  379,  380)  e  si  tro-  Alberico  e  non  uscita  dalla  libera  ele- 
verà pilli  oltre  ripetuto  a  suo  luogo  zione  dei  monaci  e  da  nomina  regia, 
da  Gregorio  di  Catino  nel  Chro-  (5)  Il  correttore  annota  :  «  Fallitur, 
nicon.  «  nani  mortuo  Alberico,  Ioannes  pon- 

(2)  Si  noti  come  l'abbate  Ugo  dà  «  tificatum  adeptus  est». 

Chron.  Farf,  I.  3 


42         DESTRUCTIO   MONASTERII   FARFENSIS 

non  permisit  eum  ad  regimen  redire  monasterii,  sed  statim  con- 
An.  953-963  stituit  alterum  abbatem,  Adam  nomine,  qui  Lucana  civitate  ortus 
fuerat,  ad  prelibati  monasterii  gubernacula  sustentanda  (').  preor- 
dinatus  vero  pauco  tempore  in  religione  perstitit,  et  non  bonam 
normam  duorum  bonorum  Raffredi  et  Dagiberti,  sed  malam  Cam-  ^ 
ponis  et  Hildebrandi  sequi  cepit,  videlicet  stuprando  atque  di- 
strahendo  illa  bona  quae  Dagibertus  in  Sabinensi  comitatu  recon- 
quisierat.  nam  prò  publico  stupri  scelere,  in  quo  detentus  est 
a  militibus  predicti  pape  et  marchionis  Theobaldi,  qui  tunc  Sa- 
binensibus  preerat,  dedit  totani  curtem  Sancti  Benedicti  de  Campo,  io 
e.  33  A  et  Sancti  Getulii,  et  fundum  Carbonianum,  et||  Privatim.  en  habes 
simul  tres  non  dicam  abbates  sed  dispersores,  Sabinis  unum,  Reato 
alterum,  in  Marchia  tertium. 

His  ita  gestis,  Campo  percussus  est  podagrico  ac  chiragrico 
dolore,  in  tantum  ut  omnino  destitutus  esset  solatio  manuum  ac  15 
pedum,  et  nisi  ab  alio  adiutus,  ad  aliquam  partem  vertere  se 
non  valebat.  nunquam  tamen  cessavit  a  flagitiis  supra  nomi- 
natis  usque  ad  diem  mortis;  et  ad  regimen  capitis  monasterii 
non  est  reductus,  sed  in  ipso  errore  pessime  fìnivit  vitam  suam. 
sepultus  vero  est  in  monasterio  sancti  Michahelis  iuxta  predictam  20 
civitatem  Reatinam. 

Per  idem  tempus  bellum  magnum  commissum  est  prò  con- 

tentione  marchie  Firmane  Inter  Sarilonem  et  Ascherium  ^^K      in 

An.  940        qua  siquidem  pugna  prevaluit  Sarilo,  et  interfecit  Ascherium  cum 

multis  suis,  obtinuitque   ipsam    Marchiam.       quo  audito,  Hugo  25 
rex  exarsit  contra  eum  magno  furore,  et  cepit  eum  persequi  prò 
ipso  Ascherio  germano  suo  quem  occiderat.      tunc  videns  idem 

(i)  Da  due  documenti  del   Regesto  lativi    ai   territori    sabinense  e  vlter- 

di  Farfa  si  ricava  indubbiamente  che  bense,  arrivano  all'anno  963.     Il  do- 

Adamo  era  già  abbate  nel  giugno  953  cumento  393  del  i^^^'^5/0  dell'anno  985 

(R.  F.  nn,  390,  391).     Alberico  morì  relativo  a  beni  in  territorio  di  Came- 

nel  954  e  suo  figlio  Ottaviano  gli  sue-  rino  si  riferisce   all'altro  Adamo  ve- 

cesse  bensì  subito  nel  principato,  ma  scovo  d'Ascoli  e  abbate    commenda- 

non  divenne  papa  e  prese  il  nome  di  tarlo  di    Farfa,  che    non    mi   pare  si 

Giovanni  XII  se  non  alla  fine  del  955.  possa  identificare  con  questo. 

È  quindi  da  credere  che  Adamo  fosse  (2)  Il  catalogo  Farfense   nota    an- 

nominato  ancor  vivente  Alberico.     I  eh'  esso    all'  anno    940    la    morte    di 

documenti  di  lui  nel  Regesto,  tutti  re-  Anscario. 


EDITA   A   DOMNO    HUGONE   ABBATE 


43 


Sarilo  quod  nulla  ratione  eum  fugere  posset,  cum  esset  reclusus 
in  uno  oppidulo  in  partibus  Tuscie,  noctu  indutus  monachilem 
vestem,  et  summo  diluculo,  ligato  fune  gutture  eius,  se  potestati 
tradidit.  qui  rex  misericordia  motus  super  eum,  perdonavit  ci 
5  ipsam  culpam,  ac  preposuit  eum  supra  cuncta  monasteria  regalia 
que  erant  infra  fines  Tuscie  et  Firmane  marchie  (').  cui  cuncti 
abbates  humiliati  sunt  illorum  monasteriorum,  excepto  Hilde- 
brando  invasore  qui  ei  restitit.  cui  prevaluit  ad  tempus  Sarilo,  ^n.  943?- 945 
et  eiecit  eum  de  iam  nominato  castello  Sancte  Victorie.       sed 

IO  iterum  supervenit  Hildebrandus,  et  turpiter  illum  inde  expulit. 
secunda  quoque  vice  recuperavit  Sarilo  ac  pepulit  eum;  sed  pauco 
advixit  tempore,  ibique  mortuus  est  et  sepultus.  deinde  ex  toto 
reintegrata  est  loci  ipsius  potestas  infestissimo  Hildebrando.  qua 
de  re  letificatus  valde,  fecit  quadam  die  magnum  convivium  con- 

15   cubine  filiisque  et  filiabus  militibusque  quos||  plures  et  magnos  ha-      ,c.  33  b 

II.  vite,  carretto  vice 


(i)  Veramente  pare  a  prima  vista, 
e  così  parve  al  Mabillon,  al  Muratori 
e  al  Bethmann,  che  la  narrazione  di 
questo  episodio  avrebbe  dovuto  trovar 
luogo  prima  di  quella  relativa  a  Da- 
giberto  che  fu  abbate  dopo  Sarìlone 
tra  il  948  e  il  953.  11  catalogo  del 
Regesto  Farfense  notata  la  morte  d'An- 
scario  al  940,  pone  Sarilone  nella  lista 
degli  abbati  prima  di  Dagiberto  al  943, 
quando  il  re  Ugo  toltogU  il  ducato  lo 
tramutò  di  tratto  in  abbate.  Ma  bi- 
sogna avvertire  che  qui  la  narrazione 
è  divisa  tra  i  fatti  avvenuti  in  Sabina  e 
quelli  avvenuti  nella  Marca,  e  che  que- 
sto episodio  è  semplicemente  una  di- 
gressione nel  racconto  generale.  Sari- 
Ione,  sebbene  notato  nel  catalogo,  non 
è  propriamente  un  abbate  di  tutto  il  mo- 
nastero Farfense,  ma  è  come  preposto 
sui  confini  della  Tuscia  e  nella  Marca 
a  combattere  Ildebrando.  Infatti  la 
Destrtictio  ce  lo  mostra  sempre  con 
varia  vicenda  in  contrasto  con  Ilde- 
brando, né  si  ha  memoria  di  lui  come 


abbate  nei  documenti  di  Farfa  fuorché 
una  volta  nel  Largitorio  all'  anno  945 
dove  peraltro  i  beni  di  cui  fa  conces- 
sione sono  situati  in  territorio  sabi- 
nense  {Largii,  e.  lxxviiii  b.  Fatte- 
scHi,  Memorie  istorico-diplomatiche  ri- 
guardanti la  serie  de'  Duchi  e  la  topo- 
grafia de*  tempi  di  me^XP  del  ducato  di 
Spoleto,  Camerino,  1801,  pp.  87-88). 
Quando  Sarilone  morisse  non  è  chiaro, 
e  un  altro  catalogo  degli  abbati  pre- 
messo da  Gregorio  di  Catino  al  Largi- 
torio ne  fa  menzione  così  :  «  S arilo  mar- 
ce chio  et  abbas  prefuit  a.  d. . .  »,  senza 
indicar  punto  la  data,  segno  che  Gre- 
gorio, il  quale  aveva  indicato  nel 
Regesto  il  943  come  il  primo,  non  sa- 
peva quale  fosse  l' ultimo  anno  di 
queir  abbate.  Ma  giudicando  dalla 
mancanza  di  documenti  e  dalle  pa- 
role della  Destructio  dove  dice  che 
dopo  la  seconda  cacciata  d'Ildebrando 
«  pauco  advixit  tempore  »,  non  pare 
eh'  egli  abbia  potuto  viver  molto  oltre 
il  945. 


44         DESTRUCTIO    MONASTERII   FARFENSIS 

bebat,  quia  quamvis  in  Sabinis  numquam  optineret  potestatem, 
tamen  totiim  quoti  in  Marchia  erat  bonum  predicti  monasterii 
potestative  tenuit  usque  ad  tempus  Ottonis  primi  imperatoris. 
qui  qualiter  postea  illud  perdiderit,  in  posterum  dicturi  sumus. 
ipso  namque  die,  quo  prandium  illud  celebratum  est  et  cenam  post  5 
ipsum,  insurgentibus  noctis  tenebris,  cunctis  vino  potionibusque 
sopitis,  nullus  sentire  potuit  illorum  quando  ignis  cepit  concre- 
mare predictum  castellum  ;  quo  consumpto,  cuncta  ornamenta 
que  de  Sabinis  antea  illuc  venerant  igni  adusta  perdita  sunt. 

Vertatur   iterum    stilus  Sabinis  disputandum.       Adam  preli-    io 
batus    cum    in    capite    monasterii   longum  peregisset  tempus,  in 
nullo  mutavit  vitam,  sed  potius  ad  deteriora  dilapsus,  morte  pre- 
ventus  defunctus  est  ac  sepultus  in  ipso  monasterio.       tunc  re- 
mansit  iam  dictum  monasterium  sine  abbate  omnino  annuUatum. 
quod  Theobaldus    marchio    invasit  ac  tenuit,    suumque  fratrem   15 
nomine  Ubertum  clericum  canonicum  valdeque  expertum  atque 
debilitatum  membris  ibi  preposuit  ad  habitandum.       qui  per  ali- 
quod  temporis  spatium    illud  tenuit,    quod  et  turpiter  dissipavit, 
quotidie  inibì  habitando  cum  meretricibus  et  canibus,  cunctisque 
secularibus  obscenitatibus  admissis  ^^\       deinde  papa  Johannes,  qui  20 
Narnensis  vocatus  est,    abstulit  ei  et  commendavit  illud  cuidam 
abbati  monasterii  sancti  Andree  iuxta  montem  Soratem  siti.      quia 
quando  potestas  imperatorum  cessabat,  pape  Romani  illud  intro- 
mittebantur;  aliter  numquam  habuerunt  ibi  dominium,  eo  quod 
illis  non  pertinet,   ut   privilegium  illius   refert.       sicque   factum  25 
est,  ut  tribus  annis  absque  abbate  proprio  esset.       is  autem  abbas 
predictus,  nomine  Leo,  quamdiu  illud  tenuit,  bene  tractavit,  atque 
compassus  illius  desolationi,  in  aliquo  recupera vit  de  suis  bene- 
c.  54  A       ficiis  in  libris  et  aliis  rebus,  ||  et  in  quantum  licuit  destructa  reedi- 

fìcavit.       monachi  vero  eiusdem  loci,  qui  viventibus  malis  abba-   30 
tibus  impie  cum  illis  eger^t,  posteaquam  sine  rectore  ceperunt 
esse,  non  iam  in  monasterio  sed  in  vilHs  ceperunt  habitare  publice 

25.  Nel  testo  referret         31.  Nel  testo  ceperit 

(i)  L'anno  1003  questo  Uberto  al      monastero  da  lui  posseduti  fino  a  quel 
suo  letto  di  morte  restituiva  i  beni  del      tempo.     R.  F.  n.  415. 


EDITA   A   DOMNO    HUGONE   ABBATE.  45 


cum  siiis  non  dicam  concubinis  sed  uxoribus,  quia,  ut  superius 
dictum  est,  nuptialiter  illas  suscipiebant.  solummodo  de  domi- 
nico  in  dominicum  revertebantur  ad  monasterium;  nam  pertotam 
ebdomadam  in  villis,  ut  dictum  est,  morabantur.  furabantur 
5  denique  quecumque  diripere  poterant  de  monasterio  ;  sigilla  aurea 
de  preceptis  toUebant  et  ponebant  plumbea  que  modo  apparent; 
ornamenta  quoque  aurea  et  argentea  de  vestibus  altaris  et  aliis 
utensilibus  auferebant,  et  faciebant  muliebria  monilia  ad  mere- 
tricum  ornatum.       destruebant  quoque  sua  sponte  edificia  antiqua, 

IO  quando  aliqua  occasio  se  dabat,  ne  umquam  ad  statum  redire 
valeret  id  ipsum  monasterium  aut  regale  diceretur;  quia  dicebant, 
non  tam  secure  illud  possent  possidere,  si  regale  appellaretur. 
religiosorum  aliquis  nuUus  se  illis  iungebat  ad  habitandum,  sed 
fugiebant  ad  alia  loca.       carnales  ibi  tantum  habitabant.       quid 

15  multa?  iis  et  huiuscemodi  malis  ibi  crebrescentibus,  monaste- 
rium ad  nihilum  redactum  est,  ut  sepe  diximus,  culpis  habitatorum 
illius  exigentibus. 

Supradictus  autem  papa  sub  hac  miseria  consecravit  ibi  lohannem     An.  966-997 
abbatem,  nostrum  antecessorem  qui  fuit,  quem  omnes  recolimus,  vi- 

20  vente  adhuc  miserabile  Hildebrando  in  Marchia  (').  hoc  tempore 
secunda  vice  rediit  Otho  primus  imperator  Itaham,  qui  in  priori 
suo  ingressu  coronatus  est  a  Ioanne  papa  filio  Alberici  supra 
nominati  principis.  in  secundo  suo  adventu  fecit  coronare  filium 
suum  Othonem  secundum  imperatorem  se  vivente  a  supra  scripto      25  dee  967 

25   lohanne  papa,  ut  plures  sciunt.       qui  legem  et  ||  iustitiam  firmiter        e.  $4  b 
cepit  tenere  per  totam    Itaham.       ad  Marchiam  vero  cum  pro- 
perasset,  prehbatus  Johannes  consecratus  abbas  istius  monasterii 
reclamare  cepit  de  Hildebrando  invasore,  qui  per  tanta  tempora        An.  971 
in  pertinacia  tam  crudeHter  perseveraverat.       quem  venerandus 

30  imperator  ante  suam  presentiam  stati m  exhiberi  precepit  cum  sua 
coniuge,  Inga  nomine,  videntibus  cunctis  qui  aderant.  cumque 
eum  fortiter  increpasset  et  reprehendisset,  ut  dignus  erat,  abba- 

(i)  Il  catalogo  di  Gregorio  di  Ca-  «fit».     Queste  parole  fanno  supporre 

tino   all'anno    966   nota:  «  lohannes  che  Giovanni  non  abbia  potuto  subito 

«abbas»,  e  subito  dopo  all' anno  967:  prender  possesso  della  badia,  ma  solo 

«  Hodelricus  recessit,  lohannes  abbas  nel  967. 


4^ 


DESTRUCTIO    MONASTERII    FARFENSIS 


tiam  predictam  eiim  renuntiare  fecit,  ac  imperiali  decrevit  iussione, 
ut  cuncta  scripta  que  facta  habebat  de  predicti  monasterii  rebus 
adnullarentur  et  evacuarentur;  unum,  quia  numquam  abbas  fuit 
neque  caput  monasterii  tenuit  ncque  a  monacis  est  electus  ncque 
ab  aliquo  imperatore  confirmatus;  aliud,  quia  ab  isto  sanctissimo  5 
imperatore  hoc  ordine  legaliter  depositus  est.  audiant  modo  et 
sciant,  qui  adhuc  defendere  volunt  sua  scripta,  qualiter  possint. 
ilio  deposito,  predicto  lohanni  abbati  abbatiam  donavit,  et  ccpit 
eum  satis  diligere  et  honorare.  super  impium  quoque  Hilde- 
brandum  misertus  est;  concessit  ei  curtem  Sancti  Benedicti,  pre-  io 
dicto  monasterio  pertinentem,  diebus  vite  sue  (').  similiter  et  mi- 
sere Inge  contulit  tres  mansos  ipsius  monasterii  secus  ecclesiam 


(i)  Riportiamo  qui  il  documento 
relativo  a  questo  giudizio.  R.  F. 
n.  395,  III,  97.  Il  documento  è  deK- 
l'anno  971.  Fu  anche  pubblicato  dal 
Fantuzzi,  Monumenti  Ravennati,  V, 
246. 

Anno  dominicae  incarnationis  .dcccclxxi. 
Dum  in  Dei  nomine  Otto  divina  previdente 
clementia  imperator  augustus  resideret  in  re- 
gia aula,  non  longe  a  moenibus  Ravennae  ur- 
bis sita,  quam  ipse  imperator  clarissimus,  in 
honorem  sui,  claris  aedificiis  fundare  praece- 
perat  iuxta  rivum  penes  muros  ipsius  civitatis 
decurrens,  qui  dicitur  Muronovo.  Tunc  eo 
imperatore  clarissimo  ibi  plurima  sui  imperii 
ordinans  et  disponens,  ante  eius  venerunt  prae- 
sentiam  Johannes  abbas  monasterii  Sanctae 
Mariae  quod  situm  est  in  comitatu  Sabinensi 
in  loco  qui  dicitur  Acutianus,  et  Heldepran- 
dus  ipsius  monasterii  monachus.  Qui  intro- 
gressi  altercari  inter  se  coeperunt  altis  conten- 
tionibus,  qui  illorum  abbas  ipsius  monasterii 
deberetesse  legaliter.  Heldeprandus  vero  qui 
antiquioris  erat  aetatis  et  annosior,  et  quia 
parti  ipsius  subiectae  monasterii  quae  conia- 
cet  in  comitatu  Firmensi  praeerat,  hac  occa- 
sione totius  monasterii  honorem  sibi  vendicare 
volebat  et  se  abbatem  fora  debere.  Johannes 
vero  abbas  ipsius  monasterii  dicebat,se  ipsius 
honoris  infulas  esse  adeptum  electione  et  con- 
sensu  omnium  monachoruni,  et  totius  congre- 
gatione  collegii.  Et,  quod  erat  fìrmius,  summi 
benedictione  pontificis.  Insuper  ex  ipso  im- 
peratore clarissimo  possidebat  de  ipso  mo- 
nasterio pragmaticam.  Quae  omnia  quae 
promulgata  sunt  ab  lohanne  abbate  fìrmis  as- 
sertionibus  vaerà  esse  claruerunt  corani  ipsius 
imperatorispracsentia,rcsìdcntibus  ibi  plurimis 


Hitaliae  principibus.  Videlicet  Pandulfo  prin- 
cipe et  marchione,  et  Ruberto  Furliensi  aepi- 
scopo,  atque  Petro  comite,  et  caeteris  quam- 
plurimis  aepiscopis,  comitibus,  sacerdotibus, 
diaconibus,  clericis  etiam  multis  et  laicis. 
Tunc  ipse  imperator  dissertissimus  et  sanctis- 
simus,  lohannis  abbatis  rectitudinem  sciens,  et 
mendacia  atque  iniustitias  praefati  Helde- 
prandi  providens,  praecepit  Pandulfo  principi 
et  marchioni,  et  Petro  corniti,  atque  Petro  suo 
cancellario,  ut  eos  ambos  in  sui  praesentiam 
ducerent  et  hanc  litem  inter  eos  definirent 
iuste,  legaliter  et  fìrmiter,  quo  nulla  alterca- 
tio  inter  eos  inde  fuisset  amplius,  eo  videlicet 
ordine,  ut  Johannes  abbas  ipsius  monasterii 
omnino  fuisset  cunctis  diebus  vitae  suae  ab- 
bas et  dominus.  Tamen  prò  Dei  amore  et 
remedio  suae  animae,  et  quia  Heldeprandus 
erat  vetulus  et  plurimum  canium,  atque  aeta- 
tis decrepitae,  concederunt  ei  vel  duo  loca 
un  de  victum  et  vestimentum  cum  caeteris  sibi 
subiectis  habere  potuisset.  Videlicet  curtem 
de  Muliano,  et  curtem  de  Sancto  Benedicto, 
cum  omnibus  earum  pertinentiis.  NichiI  ta- 
men amplius  quaereret  nec  aliqupm  quaere- 
lam  faceret.  Si  vero  futuris  temporibus,  ultra 
haec,  aliquam  praetaxato  lohanni  querelam 
temptaret  agere,  proprii  honoris  subiret  peri- 
culum.  Et  praedictis  vero  curtibus  nulla  ha- 
beret  potestatem  vendendi,  commutandi,  alie- 
nandi  vel  aliquid  faciendi,  nisi  fructum  in 
proprium  usum  accipiendi.  Quod  iuxta  san- 
ctissimi  imperatoris  decretum,  ante  praesen- 
tiam Pandulfi  principis  et  marchionis,  et  Pelri 
comitis,  atque  Petri  cancellarli,  definitum  et 
detcrminatum  est  inter  eos,  ea  ratione  ut  in- 
violatum  et  inconvulsum  inter  ipsos  omni 
permaneat  tempore  volumus.  Quod  ut  vae- 
rius  ab  omnibus  credatur,  nostro  sigillo  sigil- 
lari  iussimus. 


EDITA   A   DOMNO    HUGONE   ABBATE.  47 

sancti  Hippoliti  ad  tenendum  quoadusque  viveret.  in  tali  autem 
miseria  mortuus  est  prefatus  Hildebrandus,  et  sepultus  est  in 
oratorio  sancti  Benedicti.  monasterio  quoque  ipsi  et  iam  dicto 
abbati  restituit  cunctas  curtes  perditas,  ipse  et  filius  ipsius  post 
5  eum  ;  sed  quali  ter  postea  perdiderit,  ut  existimo  non  est  preter- 
mittendum. 

Ipso  denique  pio  imperatore  defuncto,  filius  ipsius  regnavit 
post  eum,  feliciterque  gubernabat  regalia  sceptra,iustitiam  et  legem 
faciendo.       predictum  quoque  monasterium  satis  diligens,  abbati 

I  o  ipsi  suum  cancellarium  tradidit  prò  ||  re  ipsius  monasterii  restauranda,       e.  35  a 
nomine  Petrus  diaconus,  qui  Papigensis  postea  episcopus  fuit,  ad 
ultimum  papa  ordinatus  est  ^').      qui  predicto  monasterio  et  ipsi  ab- 
bati cunctas  res  restituit  perditas  (^).       sed  inhoneste  vivendo  ipse 
et  sui  monachi,  apud  predictum  imperatorem  accusatus  est;  qua 

15   de  causa  eiecit  eum  de  ipso  monasterio,  et  cuidam  abbati  Adam 
nomine  illud  commendavit  usque  ad  audientiam  sub  tenore.       sed 
antequam  ad  examinationem  veniret,  defuncttis  est  imperator  Rome        An.  983 
ac  sepultus.       bine  iam  venerunt  predicti  abbates  in  convenientia, 
diviserunt    sibi    monasterium    prelibatum;    que  in  Sabinis   et  in 

20  ducatu  Spoletano  erant  et  in  Tuscia  de  ipsius  rebus,  tenuit  loan- 

nes  abbas,  et  que  in  Marchia  Adam  ipse<^5\       qccq  iterum  cepit      An.  e.  98 

4.  Nel  testo  cunctis 

(i)  Giovanni  XIV.  rende  più  che  improbabile  una  seconda 

(2)  Novembre  982.  R.  F.  nn.  399,  nomina,  dopo  oltre  venti  anni,  di  un 
400.  abbate    che    aveva    già   fatto   cattiva 

(3)  Di  questo  Adamo  il  Regesto  di  prova  di  sé,  sia  perchè  il  primo  Adamo 
Farfa  conserva  un  documento  del  de-  aveva  aderenze  e  si  reggeva  nei  pos- 
cembre  985,  relativo  ad  alcuni  beni  sedimenti  farfensi  di  Sabina,  mentre 
in  territorio  di  Camerino  (2^.  F.n.  393).  vediamo  il  secondo  preposto  a  quei 
In  quel  documento  Adamo  viene  chia-  della  Marca.  Inoltre  l'abbate  Ugo 
ramente  indicato  come  «  venerabilis  par  che  ne  parli  come  di  due  persone 
«  abbas  de  venerabili  monasterio  bea-  diverse,  e  certo  non  accenna  a  que- 
«  tae  sanctaeque  Dei  genitricis  vìrginis  st' ultimo  come  se  fosse  una  persona 
«  Mariae  de  Acutiano  territori!  Sabi-  sola  col  primo,  eppure  non  avrebbe 
«  nensis  ».  Come  già  si  è  detto  a  potuto  ignorarlo  egli  che  deve  averlo 
p.  42,  nota  i,non  mi  pare  che  possa  conosciuto  e  che,  a  distanza  di  circa 
in  alcun  modo  identificarsi  con  l'altro  due  anni,  morti  gli  abbati  Giovanni  e 
Adamo  che  fu  abbate  dal  953  al  963  Alberico,  gli  succedeva  nel  governo  del 
sia  perchè  la  gran  distanza  di  tempo  monastero.     Il  Regesto  di  Farfa  con- 


48  DESTRUCTIO   MONASTERII   FARFENSIS 

distrahi,  ut  cuncti  qui  supersunt  sciunt;  ideo  non  est  necesse 
scribere.  hoc  perduravit  usque  ad  adventum  tertii  Ottonis. 
iam  vero  predictus  Adam  episcopus  erat  ordinatus  Asculanensis 
ecclesie,  sed  adhuc  sortem  predicti  monasterii  tenebat.  cui  tulit 
ea  predictus  imperator,  et  Ioanni  abbati  restituit  ^'\  qui  abbatia  5 
reintegrata  uno  supervixit  anno;  defunctus  vero  ac  sepultus  est 
in  monasterio  sancte  Victorie  in  Matenano  monte. 

An.  997-998  Cui  successit  in  regimine  Albericus  eiusdem  monasterii  pre- 

positus,  qui  non  vixit  nisi  sex  menses,   mortuus  et  sepultus  est 
in  oratorio  sancti  Michaelis  iuxta  predictam  civitatem  Reatinam,   io 
in  sepulcro  Camponis  predicti. 

An.  998-1039  jiio  mortuo,  veni  ego  peccator  Hugo,  non  ut  legitimus  sed 

ut  abhortivus,  ut  Apostulus  ait  ^^\  qui  et  indigne  regimen  tenet, 
ut  omnes  sciunt  ^^\  unde  vos  seniores  obsecro  mihi  iubentes, 
atque  cunctos  hec  legentes,  ut  Domino  in  communi  supplicetis,  15 
quatenus  concedat  mihi  sua  miseratione  ad  meliora  convalescere 
e.  55  B  quam  nequissimi  suprascripti  ;  et  ||  potestatibus  que  auditure  sunt 
det  voluntatem  istum  recuperandi  locum,  ut  vos  vestrique  suc- 
cessores  quietem  liic  habere  possitis  Deo  serviendi.  inter  hec 
mecum  vos  admoneo,  dilecti  fratres  et  conservi,  ut  divina  eie-  20 
mentia  cooperante  patronaque  nostra  gloriosissima  virgine  Maria 
intercedente,  bonum  quod  nostris  temporibus  divina  pietas  in  hoc 
renovare  dignata  est  loco,  nostris,  quod  absit,  culpis  et  negli- 
gentiis  non  minuatur,  sed  potius  augeatur  Christo  donante.       hoc 

7.  Nel  testo  Materiano        14.  Nel  testo  sanctiores  corretto  in  seniores         18-19.  ^'^ 
testo  successoreni 

tiene  anche  un  altro  documento  in  cui  rendergli  la  dignità  dice  chiaramente 

Adamo,  nominato  solamente  come  ve-  la  ragione  per  cui  gliela  aveva  tolta: 

scovo  di  Ascoli,  fonda  un  monastero  «  Sibi  imperialis  abbatiae,  monasterii 

in  territorio  ascolano  nel  luogo  detto  «  videlicet  Pharphensis,  absque  nostro 

Sumati  (R.  F.  n.  1269).     Vedasi  an-  «  absensu  regimen  usurpaverat,  et  quod 

che  la  nota  a  quel  documento,  V,  245.  «  deterius  est,  praetio  a  Romano  pon- 

(i)  Privilegio   dell'imperatore  Ot-  «  tifice  emerat  ».     Il  diploma   (R.  F. 

tone  III  dato  nella  corte  di  S.  Getulio  n.  700)  che  si  leggerà  a    suo    luogo 

in  Sabina  il  25  maggio  996.  nel    Chronicotiy  è    dato    da    Roma   il 

(2)  I.  Corinti}.  XV,  8.  22  febbraio  998.     Credo  che  da  esso 

(3)  La   prima   nomina    dell'abbate  debba  cominciare  a  datarsi  il  governo 
Ugo    fu    irregolare.     Ottone    III  nel  abbaziale  di  Ugo. 


EDITA   A   DOMNO    HUGONE    ABBATE.  49 


dico,  non  ut  meis  mentis  in  nullo  confidam,  quia  in  omnibus 
segnis  invenior  et  fragilis  mea  faciente  miseria;  sed  Dei  largitate 
vestraque  cantate  confisus  fidenter  assero,  ut  si  perseverantiam 
habueritis  in  hoc  quem  inceptum  habetis  ordine,  in  isto  seculo 
5  prospera  vobis  cuncta  provenient,  et  in  futurum  eternam  possi- 
debitis  beatitudinem,  sicut  scriptum  est:  «  Qui  autem  persevera- 
«  verit  usque  in  finem,  hic  salvus  erit  »  (')  ;  et  item  :  «  Non  in- 
«  choantibus  premium  permittitur,  sed  perseverantibus  datur». 
tunc  enim  placet  Deo  conversio  nostra,  quando  bonum  quod  in- 

10  choamus,  perseveranti  fine  complemus  ;  ideoque  Christi  memoriam 
imploremus  ut  nobis  constantiam  ipse  donare  dignetur,  quatenus 
illi  devote  serviamus  et  nostrum  propositum  inviolabilem  custo- 
diamus;  quem  in  nullo  melius  custodire  poterimus,  quam  si  man- 
data eius  compleantur.     itemque  idem  ipse  :  «  Beati  qui  custodiunt 

15  «  iudicium  et  faciunt  iustitiam  in  omni  tempore»  ^^\  Salomon 
quoque  ait  :  «Omni  tempore  sint  vestimenta  tua  candida  »  (5).  his 
et  aliis  testimoniis  roboratì,  dilectissimi,  si  per  viam  preceptorum 
Dei  studeamus  currere,  illud  nobis  proveniet,  quod  Apostolus  de 
se  confisus  Dei  virtutem  aiebat  :   «  Ego  etiam  sic  curro  non  quasi 

20    «  in  incertum  »  (4).       ideoque  currere  nos  non  pigeat  per  viam 
iustificationum  Dei;    petere  non  desinamus  eius  auxilium,   cum 
certa  teneamus  eius  promissa  quibus  pollicitus  est||  dicens:  «  Petite    e.  36  a 
«  et  accipietis,  querite  et  invenietis,  pulsate  et  aperietur  vobis  »  (5). 
Inter  hec  notandum  est,  quod  multi  stulti  nostri  ordinis  fratres, 

25  dum  ab  aliquo  eis  proferuntur  antiqua  sanctorum  patrum  exem- 
pla,  respondent  et  dicunt:  «  Non  possumus  illos  sequi,  quia  illi 
«  fuerunt  sancti,  nos  peccatores,  illi  perfecti,  nos  imperfecti  », 
non  intelligentes  quod  usque  in  finem  mundi  non  deerunt  iusti, 
qui  Deo  ita  accepti  erunt,  ut  sancti  vocentur,  sicut  in  Apoca- 

30  lipsi  legitur  responsum  etiam  illis  qui  clamabant  sanctis:  «  Adhuc 

2.  Le  parole  segnis  invenior  e  mea  sono  state  aggiunte  dal  correttore  in  due  lacune 
lasciate  dal  copista.      Nel  testo  misericordia^  corretto   in  miseria  3.  Nel  testo  con- 

fessus 

(i)  Matth.  X,  22;  XXIV,  13.  (4)  I  Corinth.  IX,  26. 

(2)  Psahn.  CV,  3.  (5)  Matth.  VII,  7;  Lue.  XI,  g. 

(3)  Eccl  IX,  8. 

Chron.  Farf.  I.  4 


50 


DESTRUCTIO    MONASTRRII   FARFENSIS 


«  sustinete  modiciim  tempus,  donec  implcatur  numerus  fratrum 
«  vestrorum  »  (');  qui  si  completus  esset,  mundi  iam  finis  factus 
fuisset;  qui  statim  ut  complebitur,  mundus  finietur.  ideoque 
nuUus  nostrorum  diffidar,  nullus  tepescat,  quia  omnes  qui  digni 
sunt  regnum  celeste  introire,  sancti  erunt  sine  fine,  ut  Dominus  5 
dicit:  «Sancti  estote,  quia  ego  sanctus  sum  »  (^)  et:  «  Mea  membra 
((  estote, si  ascendere  vultis  in  celum  ».  quapropter,  dilectissimi, 
satagamus  quantocius  eius  precepta  et  patris  nostri  Benedicti  adim- 
plere,  sicut  tempore  consecrationis  nostri  monacatus  promisimus  ; 
quia  ipse  sanctus  pater  in  ultimo  capitulo  sue  Regule  ex  Dei  io 
largitate  suaque  in  ipso  suspensa  aviditate  ita  observatoribus  sue 
legis  pollicens  dicit:  «  Facientibus  hec  regna  patebunt  eterna», 
amen.       Deo  gratias  (3). 

I.    Nel   testo    implentur  4.    Nel    testo    repescat  8.   patres ,  corretto  patris 

8-9.   adimpleret ,  corretto  adimplere         11-12.  Nel  testo  sue  proposuit  legis 


(1)  Apocal,  VI,  II. 

(2)  L&vìt.  XI,  44. 

(3)  L' abbate  Ugo  allude  qui  alla 
riforma  ch'egli  introdusse  nel  mona- 
stero. La  prima  riforma  cluniacense 
introdotta  a  Farfa  per  volere  di  Al- 
berico da  Oddone  di  Cluny  intorno 
al  937,  ebbe  evidentemente  poca  du- 
rata, e  per  i  tempi  agitati  e  gli  abbati 
malvagi  non  potè  prendere  radice. 
La  rinnovò  Ugo  il  quale,  dopo  vari 
tentativi,  si  volse  per  essa  a  Odilone, 
un  altro  abbate  di  Cluny,  e  a  Guglielmo 
Divionense  come  apparisce  dalla  re- 
lazione che  si  legge  nel  testo.  Ugo 
mandò  a  Cluny  due  monaci,  disce- 
poli di  san  Romualdo,  a  studiar  la 
norma  eh'  egH  intendeva  di  dare  al 
suo  monastero.  Di  questa  missione 
è  reso  conto  nel  prologo  e  nella  pre- 
fazione alle  Consuetudities  Farfens<^s,  già 
pubblicati  dal  Mabillon,  Aniial  O. 
S.  B.  IV,  104  e  dalBizTHMAi^N,  op.  cit. 
p.  545.  Nella  Vdus  disciplina  mona- 
stica, opere  Congregationis  Sanblasia- 
nae,  Parisiis,  1726,  se  ne  pubblicò  l'in- 
tero testo,  ma  l'editore  si  servi  per  la 


sua  pubblicazione  di  un  codice  del  mo- 
nastero romano  di  San  Paolo  che 
differisce  talora  dal  testo  Farfense.  Il 
benedettino  Albers  ha  dato  in  luce 
ora  queste  Consuetudifii  secondo  il  co- 
dice Vaticano  6808  che  solo  ne  con- 
tiene il  testo  genuino.  Consuetudities 
monasticae,  voi.  I,  Consuetudines  Far- 
fenses  ex  archetypo  Vaticano  mine  pri- 
miim  receusnìt  Bruno  Albers,  Stuttgar- 
diae,  Roth,  1900.  Riproduco  questi 
due  brevi  scritti  seguendo  l'ediz.  del- 
I'Albers  che  ho  riscontrata  sul  codice. 

Dum  per  universam  Italiam  Christi  prece- 
pta anullarentur  et  velut  in  fastidio  versaren- 
tur,  diabolice  suggestiones  ceperunt  augmen- 
tari  et  opere  compleri,  ita  ut  etiam  in  sacris 
constituti  ordinibus,  sicut  mos  laicorum  est, 
uxores  acciperent,  et  sine  aliqua  ditìicultate 
lieresim  exercerent  simoniacam.  celesti^  tunc 
clementia  favente  Regis,  qui  pretioso  olim 
mundum  suo  redemit  cruore,  suscitatus  est 
quidam  decore  spiendidus  monachico,  Ro- 
mualdus  nomine,  qui  norniam  prisce  iustitie 
in  sexu  renovavit  utroque  et  ordine,  cuius 
exempla  imitutus  venerabilis  Hugo  renovavit 
prisca  sanctorum  patrum  exiniii  Benedicti  du- 
rissimi ac  luculenti  patris  in  cenobio  beate 
Marie  semper  virginis  in  loco  qui  dicitur  Acu- 
tianus,  ubi  destructus  crat  nimis  oninis  ordo 


EDITA    A   DOMNO    HUGONE   ABBATE 


51 


et  compositio  monachorum,  illorum  ulnis  im- 
poiiens  usum  Cluniaci  cenobi!  in  Gallia  edificati 
ac  per  totum  orbem  cuncta  ultra  monasteria  re- 
gulari  tramite  pollentis  ipso  tempore,  inso- 
nante etenim  longe  iateque  fama  prelibati  ceno  - 
bii,  necnon  et  predictorum  patrum,  Romualdi 
scilicet  et  domni  Hugonis  abbatis  benignissimi, 
hi  deniquc  patres  nimio  zelo  ferventes  et  inter 
se  concordantes,  domnus  Romualdus  in  theo- 
retica  preclarus  effulsit  necnon  et  in  edifica- 
tione  multorum  monasteriorum;  pater  vero 
Hugo  sequipeda  eius  effectus  in  regali  cenobio, 
in  tantum  ut  adGalliarum  studia  venerabilium 
cenobiorum  Cluniacensium,  ubi  venerabilis 
pater  Ocdilo  velut  lucerna  radians  adhuc  ful- 
get,  multa  de  illorum  consuetudine  ad  utili- 
tatem  fratrum  illi  commissis  et  in  ovile  Christi 
aggregatis  iraposuerit  ad  salutem  animarum. 
ex  quibus  unus  valde  inspiratus  et  accensus 
in  fervore  monastico  ex  discipulis  domni  Ro- 
mualdi, nomine  Johannes,  cum  uno  suo  socio 
ad  videndum  et  scribendum  properavit  apud 
eundem  Cluniacensem  cenobium  ;  et  ita  exa- 
ravit  in  paginulis,  ut  oculus  vidit,  et  in  codi- 
cibus  affixit  posterisque  legenda  contradidit. 
domnus  vero  Hugo  pater  per  omnia  imitator 
illorum  effectus,  hec  et  multa  alia  in  suo  an- 
tiquo cenobio  advexit,  ut  ab  illorum  usu  in 
nullo  discreparet,  cupiens  adimplere  quod  in 
Actibus  apostolorum  legitur:  «  Multitu- 
(1  dinis  credentium  erat  cor  et  anima  una  »  (*). 
quam  consueludinem  si  quis  adimpleverit, 
in  presenti  exaltabitur  vita,  et  post  intra  per- 
hennem  letabitur  pascuam.  et  mavult  operibus 
quam  dictis  adimpleri.    et  sicut  quis  infra  na- 


(*)  Att.  IV,  32. 


viculam  in  medio  amne  fluminis  positus  supe- 
riora aggredì  cupiens,  nisi  totis  viribus  certa- 
verit,  cito  relabitur:  ita  hec  consuetudo,  si 
carnalibus  quis  assenserit  desideriis,  in  fasti - 
dium  ei  vertitur:  si  quis  eam  imitaverit  et 
secutus  fuerit,  celeste  illi  revelabitur  archa- 
num,  et  amabilis  Deo  et  dulcis  erit  hominibus. 
sì  vero  perversus  fregerit  et  dereliquerit  eam, 
relinquetur  a  Deo  et  odiosus  erit  in  seculo, 
et  si  per  multos  creverit  annos.  tempore  uno 
destruetur,  unusque  extraneus  centum  suorum 
persequetur,  et  duo  fugabunt  decem  milia. 
et  non  solum  hoc  predictum,  sed  et  cuncta 
que  priores  nostri  bona  tenere  sancxerunt,  si 
derelicta  fuerint,  non  prosperabuntur,  sed  in 
arcum  convertentur  perversum,  agentibus  san- 
ctis,  quorum  nomina  sive  reliquie  hic  haben- 
tur.  facientibus  et  perseverantibus  regnum  pa- 
teat  sempiternum.  Explicit  prologus. 
Incipit  praephatio.  Summi  mo- 
deratoris  et  pii  favente  religionis  insigniti 
Christi  timoris  effìcatio,  dum  male  olita  usque- 
quaque  sentina  emergens  efferbuerit,  nostri 
olim  sacrati  institutio  ordinis  ita  dumtaxat 
vix  uspiam  perfecte  trames  semite  inesse  ne- 
quiret:  commonitus  ipse  lohannes  trans  Al- 
pium  huiuscemodi  discendi  negotium  finitima 
Cluniacum  cenobiorum  nobilissima  expetiit 
gratia,  atque  quecumque  ibi  probate  experien- 
tie  didicit,  duplici  hoc  prò  diffinitione  ad  pu- 
rum  contexuit,  et  ad  honorem  nostri  Salva- 
toris  intemerateque  eius  piissime  genitricis 
in  monasterio  suo  sub  religiosissimi  abbatis 
Joseph  san«torumque  piissime  monachorum 
Apuli  caterve  conspectui,  quatinus  salutis  sit 
solacium  presentibus,  hedifìcatioque  profutura 
succedenlibus  in  Christo  lesu  domino  nostro. 


III. 

RELATIO   CONSTITUTIONIS 

DOMNI  HUGONIS  ABBATIS 


[Ms.  bibl.  Vittorio  Emanuele,  Farf.  i.]  (i) 

A  UDITE,  fratres  dilectissimi  et  domini  mei  amantissimi,  quod 
modo  coram  Deo  omnipotente  et  domina  nostra  Maria  per- 
petua Virgine  profiteor  vestre  sanctitati.  denique  cum  in  hanc 
j  abbatiam  cupiditate  honoris  captus  venire  auderem,  pecuniam 
optuli  domno  pape  et  studui  eam  acquirere  inique,  post  hec, 
recognoscens  me  graviter  deliquisse,  cepi  de  hoc  ingemiscens 
cogitare  et  de  huius  monasterii  redintegratione,  si  forte  mihi 
propter  hoc  misereretur  Deus  et  per  sue  sanctissime  Genitricis  in- 
10  tercessionem  si  aliquem  fructum  efficere  possem  ad  huius  cenobii 
recupera  ti  onem. 

Erat  enim  tunc  iste  locus  in  omni  religione  pene  destitutus, 

ita  ut  plures  monachi  seculariter  et  cum  maxima  lascivia  forent, 

carnem  in  refectorio  manducantes  et  irreligiose  viventes.     vesti- 

15    menta  quoque  non  monachica  sed  quasi  laicalia  ad  suum  libitum 

ferentes.     perrexi  igitur  primo  ad  Sublacenses  monachos  et  huc 

(i)  Questa  relazione  dell'abbate  Ugo  tempi  del  governo  di   Ugo   dopo   la 

a  cui   si   accompagna   il   testo   della  sua  assoluzione  e  il  nuovo  riconosci- 

sua  costituzione  riguardante  la  riforma  mento  della  sua  dignità  (22  febbr.998). 

del  monastero,   ci  fu  conservata   nel  Negli  anni  998  e  999  furono  frequen- 

Chronicon  da   Gregorio   di  Catino,  tissimi  i  rapporti  tra  l'abbate  di  Farfa, 

Sebbene   essa  debba  venir  pubblicata  i  due  papi  Gregorio  e  Silvestro  II  e 

un'  altra  volta  a  suo  luogo,  la  connes-  l' imperatore  Ottone  III  al  cui  seguito 

sione  sua  con  le  altre  opere  di  Ugo  si  trovava  Odilone  di  Cluny.    Nel  999 

e  con  la  storia  del  suo  governo  abba-  Silvestro  II    ed   Ottone   visitarono  il 

ziale  è  così  stretta  che  mi  par  neces-  monastero  di  Farfa  e  forse  allora  Sil- 

sario  di  riprodurla  anche  qui.  vestro   II    confermò    la   costituzione. 

Da  quanto  si  legge  in  questa  rela-  Certo  questa  conferma  non  potè  essere 

zione,  mi  pare   che  la  data  della  co-  posteriore  al  1003   che  fu  l'ultimo  di 

stituzione  si  possa  attribuire  ai  primi  quel  papa. 


e.    2^,0   A 


S6  RELATIO    CONSTITUTIONIS 

inde  sustuli  aliquos  quia  mihi  aliqunntulum  videbantur  incedere 
melius.  sed  non  multo  post  eorum  cognita  religione,  non  ut 
e.  250  B  desiderabam  ||  in  eis  reperi  regularem  perfectionem.  dein  ad  Ca- 
sinense  properavi  cenobium  in  quo  similiter  inveni  quod  non 
cernebatur  commodum.  tunc  relatum  mihi  est  quod  Ravennate  5 
monasterium  regularem  tramiteni  observaret  plenius.  ego  autem 
ceu  sitiens  abii,  et  illinc  quosdam  qui  religiosi  videbantur  acqui- 
sivi, quorum  me  etiam  incondite  ferocitati  in  tantum  subdidi, 
ut  frequenter  ab  eis  disciplinarcr  indiscrete  prò  eorum  cottidiani 
victus  aliqua  defectione.  io 

Que  omnia  iccirco  sustinebam  ut  et  mihi  venia  peccaminum 
daretur  et  mei  exemplo  alii  erudirentur.  inter  ea  supervenerunt 
quidam  sanctissimi  viri  et  patres  Cluniensis  monasterii  in  hoc 
cenobium,  qui  meum  desiderium  de  huius  monasterii  recuperanda 
perfectione  cernentes,  valde  edificati  laudaverunt,  et  qualiter  ad  15 
magnum  pervenire  possem  proficuum,  utillimum  spiritualiter  mihi 
consilium  dederunt. 

Quorum  postremo  compunctus  admonitione,  dedi  operam  ut 
hanc  abbatiam  amitterem  et  penitentiam  ab  eis  congruam  susci- 
perem.     itaque  ut  dignam  penitudinem  perficerem  me  admonue-  20 
runt  et  ne  abbatiam  dimitterem  omnimodis  interdixerunt. 

Quod  mihi  sanctissimum  consilium  discrete  illatum  ab  eis 
e.  2SI  A  libentissime  suscepi,  et  qualiter  meam  salva||tionem  et  huius  mo- 
nasterii recuperationem  possem  adimplere  precipuorum  ortamine 
confratrum  et  suffragio  fultus,  sicut  infra  scribitur  exercere  et  or-  25 
dinare  studuimus,  adiurantes  et  optestantes  nostros  omnes  suc- 
cessores  et  huius  monasterii  futures  fratres  et  seniores  per  tre- 
mendi examinis  terribilem  diem  ut  quod  modo  communiter 
statuimus  non  ducant  in  aliquam  minorationem  aut  violari  tem- 
ptent,  ne  exinde  in  die  iudicii  rationem  reddentes  pavendam  re-  30 
cipiant  damnationem  et  in  hoc  seculo  Deus  illis  inferat  debitam 
ultionem. 

In  nomine  Domini,  ego  Hugo  humilis  et  indignus  abbas 
Pharphensis  cenobii  dum  per  Dei  omnipotentis  pietatem  rcco- 
gnoscerem  gravissimum  crimen  symoniace  hereseos  me  incurrisse,   55 


DOMNI    HUGONIS    ABBATIS.  57 


e.   251    B 


data  pecunia  prò  huius  honore  abbatie,  digne  confessus  sum  et 
penitentiam  suscipiens  eandem  abbatiam  in  manibus  sanctorum 
patrum  presentium  Odilonis  et  Guilelmi  Cluniensis  almi  mona- 
sterii  refutavi,  et  deinceps  me  quiescere  et  continere  ab  ea  fideli 
5  sponsione  promisi. 

Tunc  illi  magis  congruo  huic  monasterio  in  futurum  utentes 
Consilio,  prò  hoc  peccato  hanc  mihi  indixerunt  penitentiam,  ut 
prefati  Cluniensis  ||  monasterii  sanctam  consuetamque  religionem 
in  hoc  nostro  monasterio  introducerem,  et  proutcumque  plenius 

IO  valerem  iuxta  huius  loci  possibilitatem  facerem  retinere.  quam 
iussionem,  a  nostris  ortatus  precipuis  senioribus,  tamquam  ab  ore 
divino  ab  eis  suscepi,  et  viriliter  atque  constantissime  studui  per- 
fìcere.  unde  presente  venerabili  sanctissimoque  episcopo  A.  sancte 
Romane  Ecclesie*^')  et  prefatis  patribus  omnique  nostro  religioso 

15  conventu,  statuimus  et  confirmamus  ut  eandem  predictam  reli- 
gionem Cluniensis  monasterii  in  officiis  ecclesiasticis  et  dignis 
moribus  et  confratrum  cultu  vestium  sive  copia  victus  cottidie  et 
in  sanctis  sollemnitatibus  in  quantum  huius  loci  possibilitas  Deo 
administrante  exigerit,  in  hoc  monasterio  deinceps  sagacissime  et 

20  constantissime  teneamus  et  omnimodis  observemus  et  a  nullo 
nostro  successore  vel  huius  monasterii  prelato  in  quoquam  de- 
struatur  aut  transgrediatur.  quam  vero  nostrani  constitutionem 
ut  omnis  noster  conventus  voluntarie  suscipiat  et  Hbentissime 
observans  per  omnia  custodiat,  confirmantes  sancimus  eius  regi- 

25   mine  omnes  mortuorum  totius  abbatie  oblationes  et  decimas,  et 

molendinos  totius  alvei  ||  Pharphe,  et  manualia  Tornarie  et  Gra-     e.  252  a 
nice    ac    Sancti  Viti,  et    gualdum    Catini  cum  gualdo   circuitus 
huius  loci. 

Que  omnia  si  quis  abbas  aut  prelatus  vel  subditus  causa  ty- 

30  rannice  damnationis  aut  favore  sublimitatis  secularis  destruere  aut 
in  aliquo  minuere  quocumque  ingenio  presumpserit,  vel  consilium 
dederit,  aut  submissionem  fecerit,  prelatura  eius  deficiens  ad  ni- 
chilum  deveniat,  et  in  iram  incurrat  Dei  omnipotentis  donec 
vixerit  sub   perpetuo  permanens  anathemate,  et  in  tremendo  iu- 

(i)  «  Arnulfo  Remensi  »  ;  cfjAFFÉ-LòwENFELD,  Reg.  Pontificum,  n.  3908. 
Chron.  Farf.  I.  4* 


58  RELATIO   CONSTITUTIONIS   ETC. 

dicio  CLim  lucia  sacrilego  et  Dei  traditore  eternam  recipiat  damna- 
tionem  nisi  digne  penitens  emendaverit,  et  nisi  forte  aut  fratrum 
imbecillitas  vel  loci  impossibilitas  sive  temporis  aliquid  remitti 
cogerit  egestas.  quod  tamen  nullo  modo  nisi  communi  assenso 
et  equa  concordia  discretissime  fiat,  has  vero  constitutiones  pre-  5 
dicti  sanctissimi  patres  O.  et  G.  cum  venerabili  episcopo  A. 
coram  se  editas  corroborarunt,  optantes  ut  earum  observatores 
in  paradiso  eternam  percipiant  remunerationem. 
e.  252  B  Sed  et  Silvester  secundus  npostolicus  postea  collau||dans  sua 

auctoritate  confirmavit,  et  penitentiam  prò  eodem  peccato  adhuc    io 
canOnice  indixit  quemadmodum  in  eius  habetur  decretis. 


mi. 

EXCEPTIO     RELATIONUM 

DOMNI  HUGONIS  ABBATIS 


DE    MONASTERTI    FARFENSIS    DIMINUTIONE 

\ 


[Ms.  bibl.  Vittorio  Emanuele,  Farf.  i.] 

Incipit  exceptio  brevis  relationum  domni  Hugonis   abbatis,       c.  255  a 
QUAs  de  huius  monasterii  diminutione 
edere  curavit  ('\ 

e  TTERUM  iterumque  compellor  a  spiritiialibus  senioribus,  preci- 
1  pueque  a  miseria  quam  iugiter  patimur,  aliquid  disserere  adhuc 
de  nostri  monasterii  diminutione.  de  illa  enim  que  antiquitus 
contigit,  in  quantum  largitus  est  Deus,  illis  parere  non  distuli, 
et  nunc  de  ista  que  noviter  pululavit,  ipso  opitulante,  priori  opu- 

10  sculo  inserere  non  differam.  verumtamen  prius  mecum  vos 
admoneo,  fratres,  ut  in  nullo  prò  hoc  titubetis,  neque  tedio,  quod 
absit,  defecti  a  bono  incepto  proposito  declinetis,  sed  illud  quod 
Scriptura  dicit  pre  oculis  habeatis:  «  Vasa  figuli  probat  fornax, 
«  et  hominem  iustum  temptatio  »  ^^\  itemque  lacobus  apostolus  : 

15  «  Omne  gaudium  existimate,  fratres,  cum  in  varias  temptationes 
«  incideritis  »  (3).  volo  etiam  vos  absque  ulla  ambiguitate  credere, 
quia  ille  qui  dispersa,  ut  nuper  audistis,  huius  monasterii  a  pes- 
simis  Paganis  redintegrare  dignatus  est  ad  statum  quem  cernitis, 
bene  poterit  congregata  custodire  a  pravorum  Christianorum  in- 

20  sidiis.  tamen  si  non  egerit,  quod  absit,  culpis  facientibus  nostris, 
non  miremur,  cum  sciamus  scriptum  :  «  Ecclesia  Dei  crescit  et 
«  decrescit  ».  ipse  enim  creator  celi  et  terre,  quamvis  omnia 
gubernet  suo  potentatu,  tamen  pre  cunctis  aliis  locis  Hierusalem 

(i)  Anche   questo  scritto   dell' ab-      le  ragioni  indicate  alla  nota  i,p.  55. 
bate  Ugo  si  ritroverà  nel  C/;ro;nVow,  ma  (2)  Eccl.  XXVII,  6. 

è  riprodotto  qui  come  il  precedente  per  (3)  Jacob.  I,  2. 


C^2  EXCEPTIORELATIONUM 

e.  25JB  dilexit,  de  qua  Psalmographus  ||  dicit:  «  Deus  autem  rex  noster 
«  operatus  est  salutem  in  medio  terre  »  (').  ipsa  quippe  est  um- 
bilicus  totius  orbis  et  caput  terre  repromissionis  ;  de  ipsa  elegit 
patriarchas,  prophetas,  apostolos,  evangelistas,  et  quod  maius  est 
omnibus,  ipsam  honoravit  sua  sancta  nativitate,  morte  ac  resur-  5 
rectione,  ut  eius  sepulcrum  usque  hodie  testatur.  ascensione 
ctiam  et  adventu  Sancti  Spiritus  eandem  nichilominus  illustravit. 
et  cum  tantum  eam  dilexerit,  dum  tempus  venit  eius  consumatio- 
nis,  peccatis  habitantium  in  ea  facientibus,  funditus  permisit  everti. 
nullus  etenim  locus  desolatur,  nisi  ob  malitiam  in  eo  habitantium.  io 
in  lìoc  denique  cognoscere  possumus  quod  Deus  amplius  diligat 
eterna  quamtemporalia,  magisque  curam  gerat  de  salute  animarum 
quam  de  caducis  et  transitoriis  rebus,  cum  infernum  penetrasse 
dicatur  propter  salutem  animarum  ibidem  degentium.  inferno  enim 
expoliato,  cunctos  inde  iustos  abstraxit  et  omnes  ibi  peccatores  15 
reliquit.  iccirco  autem,  fratres,  hec  dico,  ut  in  quantum  valemus 
Dei  exempla  sequamur,  et  non  tantum  de  damno  secularium  do- 
leamus  rerum,  quantum  de  perditione  animarum.  quapropter 
recurramus  ad  Cliristi  auxilia,  si  eius  sequi  volumus  vestigia,  hec 
itaque  prelibasse  sufficiant;  tandem  veniamus  ad  causam.  20 

An.  985  Johannes  igitur  papa,  qui  appellatus  est  maior,  ingressus  pa- 

paticum  satis  exaltavit   quendam  nepotem  suum    nomine   Bene- 

c.  254  A  dictum,  Il  deditque  ei  Theoderandam  uxorem  satis  nobilem,  fìHam 
Crescentii  qui  vocabatur  a  Caballo  marmoreo  ;  et  comitatum  Sa- 
binensem  dedit  ei  et  plures  alios.  qui  veniens  Sabinis,  habi-  25 
tare  cepit  in  castello  Arci.  tunc  temporis  Johannes  abbas  no- 
ster antecessor  gubernabat  hoc  monasterium,  ut  multi  sciunt 
secularibus  actibus  deditus;  cui  prefata  Theoderanda  de  cibariis 
et  deliciis  diversis  famiUariter  serviebat,  et  per  se  suosque  fideles 
frequenter  loqui  satagebat.  abbas  autem  tenebat  tunc  castellum  50 
Tribuci,  cum  Martino  Riconis  et  eius  filiis  aliisque  consortibus. 
roccam  vero  desursum  tenebat  ad  suam  manum  abbas,  et  que 
deorsum  est  tenebant  ipsi,  sicut  a  prioribus  acquisierant  abba- 
tibus.      quotiens  abbas  proficiscebatur  longius,  suam  partem  illis 

(t)  Psalm.  LXXTII,  12. 


DOMNI    HUGONIS    ABBATIS  ^3 

relinquebat  ad  custodiendum,  et  recipiebat  cum  reverteretur.  ipsi 
autem  erant  valde  asperrimi  et  in  diversis  malis  nequissimi,  ideoque 
viatores  sepe  depredabantur,  et  eundem  abbatem  dedecorantes 
contristabantur.  qua  commotus  mestitia  centra  eos,  suasusque 
5  veneratione  et  obsequio  prefati  comitis  eiusque  coniugis,  sperans 
etiam  unum  ornamentum  misse  officii  sibi  promissum  accipere 
ab  eis,  fecit  illis  scriptum  quod  Romani  dicunt  tertium  genus  de 
predicto  castello  Tribuco  solummodo,  nullo  sciente  preter  Lupo- 
nem  monachum  et  Ursum  canonicum    qui   de  Malepassia  dice- 

10   batur.       sed  cum||nollent  ipsi  dare  ut  promiserant  ornamentum      e  254  u 
missale,  quod,  ut  fertur,  mirabile  erat  valde,  pretii  triginta  libra- 
rum,  quia    fuerat  pape  lohannis  avunculi   eiusdem    comitis,  nec 
ipse  abbas  idem  scriptum  corroborare  voluit.       tunc  ipse  comes 
cum  sua  uxore  cepit  callide  moliri  ut  illud  acquireret   castellum, 

I  j  quia  per  vim  nequiverant,  eo  quod  qui  tenebant  feroces  et  nimis 
astuti  erant.  fecitque  cum  eis  sacramenta  qualia  ipsi  quesie- 
runt,  eosque  ad  castellum  Arcis  ubi  habitabant  venire  fecerunt. 
quorum  prudentiores  duodecim  capientes,  in  ima  carceris  mise- 
runt  et  vinculis  ferreis   religaverunt,  aliosque  triginta,  ut  fertur, 

20  acceptis  pecuniis  dimiserunt.  in  qua  captione  acquisivit  predi- 
ctus  Comes  cum  sua  uxore  ab  filiis  Lotharii  scriptum  de  curte 
Sancti  Gethulii,  cui  Adam  abbas  concesserat  prò  stupro  ubi  illuni 
apprehendit;  et  a  filiis  Gregorii  diaconi  de  castello  Tribuco,  et 
ab  aliis  ibi  captis,  qui  ab  hoc  monasterio  scripta  habebant.      quod 

2c  factum  lex  omnino  interdicit,  quia  terram  censualem  nullus  po- 
test  sine  sui  licentia  patroni  alieni  dare.  illi  autem  qui  reman- 
serant  in  Tribuco,  adiutorio  cuiusdam  Senioricti  propinqui  sui 
suffulti,  filii  Arduini,  per  unum  annum  duraverunt.  post  hec 
vero,  accepta  pecunia,  prefatus  Seniorictus  dedit  ipsum  castellum 

^o  predicto  comiti  eiusque   coniugi.       quo  ingressi,  ||  cuncta  vicinia     e.  255  a 
nostrique  monasterii  predia  et  Sancti  Andree  atque  Romanorum 
sibi  subiugarunt.       que   omnia  non  sine  causa   a  Deo  permissa 
sunt;  dicit  enim  Scriptura:    «  Omnis  qui  se  exaltat,   humiliabi- 
«  tur  »  ^^\      que  audiant  divastatores  aecclesiarum  et  persequtores 

(I)  Lue.  XIV,  II. 


e.    255  B 


64  EXCEPTIO    RELATIONUM 

pauperum,  et  custodiant  se  a  depredationibus  eorum,  quia  Deus 
advocatus  est  et  defensor  illorum.  predia  vero  que  a  supra  scripto 
comite  a  nostro  abstracta  sunt  monasterio  hec  sunt:  curtis  Sancti  Ge- 
thulii,  quam  duces  Spoletani  Faroaldus  eiusque  successor,  dato 
concambio  episcopatui  Reatino  cuius  proprietas  fuerat,  nostro  mo-  5 
nasterio  contulerunt  temporibus  domini  Thome.  fundum  Ser- 
ranum  in  integrum,  quod  Milo  et  Domnella  diacona  huic  mo- 
nasterio concesserunt.  fundum  Cannali.  fundum  Verrucule. 
fundum  Cu  tri. 

Predicti  autem  comitis  Benedicti  fuerunt  filii  lohannes  et  Cre-    io 
scentius:  ex  quibus  lohannes  quodam  anno  in  vigilia  sancte  Marie 
voti  causa  per  suum  missum  mandans  duodecim  solidos  fecit  po- 
nere  super  altare  ipsius,  quos  sacristanus  assumpsit  et  inter  alia 
vota  reposuit,  nìchil  interrogans.       alia  autem  die  mandavit  di- 
cens  :   «  Dicite  abbati,  ut  solidos  duos  faciat  mihi  reddere,  quia    15 
((  non  debui  nisi  decem  prò  pensione  dare  » .       hoc  ingenio  frau- 
dulento  ab  hoc  monasterio  ablata  sunt  prefata  loca  usque  ad  no- 
strum ingressum.      ipso  denique  anno  interfectus  est  Crescentius 
Comes  iussu  Ottonis  ||  imperatoris  et  Gregorii  pape,  ut  audistis,  qui 
nimis  districte  placita  infra  Romam  exercebant.       quorum  territus  20 
pavore  prefatus  comes  quesivit  nobis  pactum,  imperatore  ac  papa 
scientibus,  et  refutavit  medietatem  curtis  et  aecclesie  sancti  Ge- 
thulii  cum  duobus  casalibus,  unde  brevem  testatam  habemus  (^); 
et  ego  rogavi  illi  tertium  genus  de  alia  medietate  cum  castello  Tri- 
buco,      quo  facto  Rome,  prelibatus  Crescentius  venit  illuc  levitatis  25 
causa.       quem  imperator  et  papa  capientes,  iusserunt  patri  eius, 
ut  redderet  Cerem  illis  quibus  abstulerat,  quorum  fuit.      tunc  in 
presentia  eorum  promisit  se  facturum  ;  et  egressus  de  Roma,  fu- 
giit  ilio.       quo  viso  imperator  ac  papa  nimis  irati  post  eum  pro- 
perarunt,  et  papa  secum    me   ire  precepit,  dicens  mihi  :   «  Veni  30 
«  mecum  ad  Cere,  eo   pacto,  ut  si  comes  Benedictus  reddiderit 
«  mihi  ipsam  civitatem,  recipiat  filium,  et  stet  finis  inter  vos;  sin 
«  autem,  filium  eius  suspendi  fliciam  ipso  vidente,  et  tibi  restituam 
«  Tribucum  ».       et  tunc  cum  ad   furcam  duceretur  ligatis  post 

(i)  R.  F.  n.  428. 


DOMNl    HUGONIS    ABBATIS.  6^ 

tergum  manibus  oculisque  panniculo  strictis,  videns  talia  pater, 
reddidit  civitatem  et  liberavit  filium,  co  die  Romam  reversl 
sumus.  et  cum  die  sequenti  Sabinis  venissemus,  manibus  nostris 
firmavimus  tercium  genus,  et  nostros  direximus  ad  eum  legatos, 
5  ut  acciperet  illud  prefatus  comes  et  appare  ab  ||  ilio  firmatum  nobis  e.  256  a 
mandaret.  sed  facere  noluit.  quapropropter  ab  omnibus  legem 
scientibus  non  ignoratur,  quoniam  numquam  stat  tercium  genus 
legaliter  sine  appare.  verumtamen  in  supra  scripto  pacto  pre- 
fatus Comes  nobiscum  stetit,  donec  advixit,  et  nullam  molestiam  de 

IO  predicta  curte  nobis  fecit;  licet  veliet,  non  audebat,  quia  in  regno 
imperator  erat. 

Mortuo  vero  ipso  imperatore,  Johannes  Crescenti!  filius  ordi- 
natus  est  patritius;  qui  lohannem  et  Crescentium  fìlios  predicti 
comitis  uti  dilectos  consanguineos  amare  cepit.       completis  vero 

15  post  hoc  duobus  annis,  Crescentius  supra  scriptus  abstuHt  nobis 
turpiter  eandem  curtem,  nec  est  recordatus  anathema  quod  pater 
eius  fecerat  ex  corde,  si  unquam  suus  heres  a  nostro  monasterio 
abstrahere  veliet.  post  hoc  nobis  nostrisque  hominibus  multa 
inferentes  mala  ipse  ac  frater  eius  Johannes,  de  Campo  Sancti  Be- 

20  nedicti  tulerunt  casales  tres.  castellum  quoque  Buccinianum 
supra  scriptus  Crescentius  furatus  est  nobis,  de  quo  tenebamus 
partem  tertiam  et  alias  duas  nostri  libellarii.  cuncta  etiam  ultra 
Farfam  redegit  dominio  suo,  etiam  nostros  molendinarios.  ca- 
stellum vero  Buccinianum   delegavit  quondam   huic   monasterio 

25  per  cartam  una  matrona  nomine  Theoderanda,  filia  Gratiani  con- 
sulis  Romani,  prò  anima  mariti  sui  Ingebaldi  Francigene,  tem- 
pore Alberici  Romanorum  principis,  qui  dederat  ei  Sabinensem 
comitatum  (*).       quod  castellum  Campo  abbas  genero  suo  Azoni 

(i)  Non    la    sola    Teoderanda   ro-  i  beni  donati  con  queste  parole  :  «ipsum 

mana  di  nascita,  ma  anche  suo  marito  «  castellum  quod  nominatur  Buccinia- 

Ingebaldo,  viventi    entrambi  a  legge  «  nus  cum  ipso  casale  de  Buccinìano,  et 

salica,  donarono  al  monastero  il  ca-  «  quantum  michi  evenit  a  Leone  cubi- 

stello  e  casale  di  Bocchignano  ed  altri  «  culario  in  territorio  Sabinensi,  duas 

beni  con  riserva  di  una  terza  parte  nel-  «  partes  cum  castello  et  casalibus,  et 

l'anno  939  (i?.  F.  n.  372,  dove  per  un  «  tertiam    nobis    reservavimus    quam 

errore  di  stampa  il  documento  è  asse-  «  vobis  numquam  dedimus,  michi  pla- 

gnato  al  920).     Il  documento  designa  «  cabile  in  omni  vaerà  decessione  ». 

Chron.  Farf.     I.  5 


66 


E  X  e  E  P  r  l  O    RE  L  A  T  I  O  N  U  M 


256  B  ludeo  posteli  dedit;  ||  modo  vero  dicunt  adversarii  nostri  quod  sit 
de  curte  Sanai  Patri,  illi  proxima,  que  Salla  vocatur.  ad  quod 
refellendum  acquisivi  antiquum  privilegium  a  quodam  factum  papa 
cuidam  nobili  Romano  de  ipsa  Salla,  quod  dat  Buccinianum,  af- 
fìnem  et  latus  ad  ipsam  curtem.  si  vero  domnus  Crescentius  5 
illud  sciebat  esse  Sancti  Petri,  ut  modo  dicit,  cur  de  ilio  cartam 
acquisivit  ab  Adam  nostro  libellario,  filio  predicti  Azonis  ludei,  vi- 
dentibus  cunctis  Buccinianensibus  ? 

Interea  contenti©  alia  orta  est  nobis  in  Marchia,  prò  qua  me 
oportuit  ire  ultra  montem  ad  Heinricum  regem;  ubi,  cooperante  io 
Deo,  rege  omnino  placato,  occulte  illi  refutavi  istam  abbatiam 
prò  peccato  quod  omnes  scitis.  qui  multum  rogavit  me,  ut 
usque  ad  suum  huc  adventum  illuni  prestolarer,  quem  ipso  di- 
cebat  anno  esse.  expectavi  autem  ilio  et  altero  et  usque  in 
tercium  annum;  quo  minime  veniente,  dimisi  illam.  vos  autem  15 
elegistis  domnum  Guidonem,  quem  Johannes  patricius  et  Rainerius 
gratis  fecerunt  cònsecrare  a  papa  lohanne,  prò  nostro  amore  ^'\ 


(i)  Nel  catalogo  degli  abbati  si  nota 
che  Ugo  fu  ordinato  abbate  una  se- 
conda volta  nel  1014  («  .mxiiii.  Hugo 
«  abbas  reordinatur  secundo  »)  ;  ma 
tutto  induce  a  credere  che  Guido  cessò 
d'essere  abbate  nel  1013.  Come  stiam 
per  vedere,  lo  stesso  Ugo  narra  qui 
appresso  ch'egli  andò  incontro  fino  a 
Pavia  ad  Enrico  II  che  recavasi  a 
Roma  per  la  corona  imperiale,  e  lo 
accompagnò  a  Ravenna  dove  Enrico 
e  l'abbate  Odilone  lo  strinsero  molto 
a  riprendere  l'abbazia,  ma  egli  non 
consentì  che  più  tardi  a  Roma  in  una 
sinodo.  Enrico  era  a  Pavia  sul  finire 
del  1013,  a  Ravenna  in  principio  del 
1014,  e  il  14  febbraio  pur  del  1014 
fu  coronato  a  Roma.  Da  queste  date 
mi  par  che  sia  da  ritenere  che  Ugo 
riprese  il  governo  di  Farfa  intorno  al 
febbraio  1014,  ma  che  b  sede  abba- 
ziale  doveva  essere  rimasta  vacante 
nel  IDI  3  o  per  rinunzia  o  per  morte 
dell'abbate   Guido.      L'uhimo    docu- 


mento nel  quale  si  trova  menzione 
di  Guido  nel  Regesto  di  Farfa  è  del 
settembre  1013,  e  non  si  ha  alcun 
cenno  che  lasci  supporre  che  Enrico  II 
nei  primi  giorni  del  1014  avrebbe  con 
tanta  insistenza  offerto  l'abbazìa  ad 
Ugo,  se  Guido  parente  di  questo  e 
nominato  senza  dubbio  col  suo  con- 
senso, non  avesse  già  cessato  in  qual- 
che modo  dalla  sua  dignità.  Forse 
parve  allora  un  buon  momento  per  ri- 
metter la  verga  pastorale  nelle  mani 
di  Ugo,  ed  è  possibile  che  Guido  abbia 
rinunziato  ad  essa  all'  avvicinarsi  di 
Enrico  da  cui  non  fu  mai  confermato 
dicendo  Ugo  di  lui  che  «  donum  ab 
«  imperatore  non  habuit  nec  prece- 
«  ptum  »,  e  nel  Querimonio  che  si  legge 
più  avanti:  «  electus  est  ibi  unus  noster 
«  nutricius  monachus  a  fratribus  ipsius 
«loci  et  a  papa  consecratus;  scd  ab 
«  imperatore,  cuius  monasterium  est, 
«  donum  et  preceptum  minime  con- 
ce secutus  est  ».    Certo  Ugo  col  recarsi 


DOMNI    HUGONIS    ABBATIS.  ^7 

patricio  quoque  mortuo,  ordinatus  est  domiius  Benedictus  bone 
memorie  papa  ('),  qui  contrarius  extitit  filiis  Benedicti  comitis. 
ablata  itaque  sunt  ab  eis  omnia  castella  eorum  preter  Tribucum 
et  Buccinianum  ;  lohannes  etiam  frater  Crescentii  obsidebatur  in 
5  turribus  Penestrini  montis.  tunc  in  soUenitate  sancti  ||  Petri  ^^^  venit  e-  257  a 
ad  nos  supra  scriptus  Crescentìus,  et  dixit,  revelatum  fuisse  cui- 
dam  servo  Dei  quod  suus  frater  lohannes  non  evaderet  nisi  per 
orationem  monachorum  Sancte  Marie.  deinde  vos  caritatem 
fecistis  in  'illis,  et  triduo  ieiunastis.       unde  predictus  papa  contra 

IO  vos  iratus  est.  post  hec  vero  eruitur  frater  eius  ab  illa  obses- 
sione,  prout  Deo  placuit.  tunc  venit  Crescentius  in  assumptione 
sancte  Marie  ^^\  et  renuntiavit  medietatem  ipsius  curtis,  ut  vo- 
verat,  et  misit  fratri  suo,  ut  et  ipse  confìrmaret.  sed  displicuit  illi 
hoc,  et  iratus  dixit  :   «  Quoquo  pacto  ego  teneam  terram  alicuius 

15  «  aecclesie  per  triginta  annos  absque  pensionis  redditione,  mea 
«  postea  erit  proprietas.  hoc  enim  nos  et  pater  noster  factum  habe- 
«  mus  de  illa  curte».  tandem  vero  rogatu  Grimaldi  presbiteri 
ipse  et  uxor  eius  Itta  confirmaverunt  eandem  refutationem  ;  po- 
stea autem  Crescentius  firmavit  ipsam  brevem  refutationis  et  dedit 

20  predicto  abbati  Guidoni  (^4)  ;  et  ipse  abbas  firmavit  tertium  genus 
de  alia  medietate  cum  castello  et  dedit  illi;  et  taliter  fecimus 
finem.  in  quo  me  minime  subscripsi,  quia  de  alio  existens  mo- 
nasterio,  Sancte  Marie  monachus  non  fui,  et  dimissa  abbatia  extra- 
neus  factus  sum. 

a  Pavia  e  a  Ravenna  incontro  ad  En-  1'  agosto  precedente  non  aveva  neppur 

rico  incominciava  ad  agire  già  come  sottoscritto  un  documento  a  quia  de 

se  fosse  virtualmente  a  capo  del  mo-  «  alio  existens  monasterio,  Sancte  Ma- 

nastero  e  non    gli    mancasse   che  la  «  rie  monachus  non  fui,  et  dimissa  ab- 

conferma  imperiale  di  una  rielezione  « batia  extraneus  factus  sum». 

fatta  dai  monaci.     È  notevole  che  un  (i)  21    maggio    1012.    Per   questa 

documento  in  data  del  6  gennaio  io  13  data  vedasi  il  Regesto  di  Farfa,  IV,  34; 

{R.  F.  n.  662)    contiene    una    dona-  Jaffé-Lòwenfeld,  Regesta  pontificum 

zione  ai  due  abbati  Ugo  e  Guido,  ma  (in  Addenda  et  corrigenda),  II, 

evidentemente  Ugo,  il   quale  dovette  708;  F.  Fedele,  Le  carte  del  monastero 

esercitare  una  grande  influenza  anche  dei  Ss.  Cosma  e  Damiano,  in  Archivio 

ai  tempi  di  Guido,  entrava  in  quella  d.  R.  Soc.  romana  di  st.patr.  XXII,  36. 

donazione    a    cagion    d'onore  e  non  (2)  29  giugno, 

come  abbate  effettivo,  che  anzi,  come  (3)  i  5  agosto, 

si  leggerà  poco    più    oltre,  egli  nel-  (4)  22  agosto  1012;  R.  F.  n.  628. 


68  EXCEPTIORELATIONUM 

In   hoc   stetimus,  dum   imperator  venir  et    coronatus  est  ('). 
cui  obvius  fui  Papiam;  cumque  venissemus  Ravenne,  imperator 

e.  257  B  cum  omnibus  cogere  ||  me  cepit,  et  maxime  pre  cunctis  domnus 
Odilo  abbas,  ut  reciperem  abbatiam  (*).  sed  non  acquievi  usque 
Romani  ad  sinodum  ^^\  predictus  autem  imperator  ex  quo  Raven-  5 
nani  venit,  precepit  cunctis  abbatibus  et  episcopis,  ut  scriberent 
res  perditas  suarum  aecclesiarum,  qualiter  et  quando  perdiderint 
vel  a  quibus  detinerentur.  quod  et  ego  feci.  deinde  venimus 
ante  presentiara  imperatoris  et  pape  coram  iudicibus  Romanis,  et 
enarravi  omnia,  qualiter  scripta  sunt  hic.  inter  alia  vero  prò-  io 
tuli,  quod  a  nullo  abbate  haberent  scriptum  de  predicto  castello, 
nisi  ab  ipso  Guidone,  qui  donum  ab  imperatore  non  habuit  nec 
preceptum.  tunc  ab  imperatore  iudices  interrogati,  uno  ore  dixe- 
runt:  «  Episcopus  aut  abbas  qui  pertinet  palatio  imperiali  vel 
«  pontificali,  nullo  modo  valet  facere  scripta,  nisi  prius  ab  ipsis  1 5 
«donum  acquirat  ».  deinde  dixit  imperator:  «  Domne  papa, 
«  date  milii  vestros  milites,  qui  cum  nieis  vadant,  ut  capiant  mei 
«  monasterii  castella».  subito  autem  orta  est  seditio  inter  Ro- 
manos  et  Teutonicos,  que  die  sequenti  sedatur  ^■^\  timebat  vero 
predictus  Johannes,  ne  a  papa  caperetur  consensu  imperatoris,  20 
quia  mentitus  fuerat  de  Penestrino  monte,  nolens  illum  reddere 
sicut  promiserat.  et  suasi  imperatori  ut  ad  locum  securum  si- 
neret  illum  abire.  qui  reverti  permisit  cum  tali  tenore,  ut  die 
tertia  rediret  ipse  aut  eius  frater,  et  legem  aut  convenientiam  fa- 
ceret.      sed  die  tertio  ut  promiserat  non  est  reversus,      tunc  con-  25 

e.  258  A  sensu  II  predicti  pape  et  cunctorum  iudicum  Consilio  reinvestivit  me 
imperator  de  ambobus  predictis  castellis  cum  suis  pertinentiis,  et 
commendavit  me  in  manu  pape  in  sua  fide,  ut  si  animam  suam 
diligeret,  milii  restitueret.  quod  strenue  postmodum  complevit 
ipse  venerabihssimus  papa.  interea  triginta  diebus  fecimus  in-  30 
dutias,  nec  super  ipsa   venimus  castella,  quia  finem  facere  cum 

(i)  14  febbraio  1014.  diffusamente  questi  fatti  è  detto:  «  Mo- 

(2)  Gennaio  io  14.  «  tio  facta  est  inter  Romanos  et  im- 

(3)  Febbraio  1014.  «  peratoris    plebem,    et    eani    legem 

(4)  Nel  documento  ^^92  del  Regesto  «  quam  imperator  inde   facere   male- 
di  Far/a  (III,   199)    dove    si   narrano  «  bat,  adimplere  non  poterat  ». 


DOMNI    HUGONIS    ABBATIS.  69 

eis  volebam  libentissime.  ipsi  autem  subdola  fraiide  prius  pro- 
miserunt,  et  postmodum  respuentes,  terribiles  minas  nobis  et 
intulerunt,  quia  ausi  fuimus  super  eos  imperatori  reclamare,  ti- 
more autem  perculsi,  ut  inermes  monachi,  fecimus  tandem  ve- 
5  nire  super  eos  predictum  seniorem.  illis  denique  qui  erant  intus, 
per  viginti  dies  et  eo  amplius  arefacti  prò  nimia  aque  siccitate 
ablate,  quadam  die  innundatio  pluvie  erupit  ex  omnibus  partibus 
ipsius  castelli,  ita  ut  rivuli  essent  turbidi.  tunc  ceperunt  va- 
sculaetpannos  extra  mansiones  ordinare,  ut  aquis  replerentur;  sed 

IO  tantum  non  pluit  infra  ipsum  castellum,  ut  aliquod  minimum  vas 
impleri  posset.  hoc  iUi  videntes  pavidi.  Dei  cognoscentes  vir- 
tutem,  sequenti  die  in  manibus  domni  pape  etiam  ipse  Crescen- 
tius  et  omnes  se  tradiderunt  et  castellum  ei  reddiderunt.  sta- 
timque  domnus  papa  Sancte  Marie  et  mihi  restituit  cum  omnibus 

15   qui  intus  erant,  et  redit  Romani*^').      ||  post  aliquantos  autem  dies      e.  258  b 
venit  iterum  Sabinis  prope  Tribucum,  in  quo  predictus  Johannes 
adhuc  sedebat,  cum    iudicibus   tantum  et    paucis   hominibus,  et 
mandavit  ei  famihariter,  ut  aut  ipsum  castellum  quod  iniuste  te- 
nebat  Sancte  Marie  redderet  sicut  imperator  preceperat,  aut  me- 

20  cum  staret  ad  legem.  et  si  eius  presentiam  timeret,  usque  ad 
carbonariam  ipsius  castelli  exiens  in  sua  virtute  staret,  et  ibi  cum 
iudicibus  et  paucis  aliis  Inter  nos  fieret  lex  :  quoniam  nolebat  ei 
absque  iuditio  toUere.  sed  hoc  ille  omnino  renuit.  triduo 
autem  ibi  stetimus,  et  cottidie  illi  nuntios  misìt,  sed  nullo  modo 

25  legem  facere  voluit.  deinde  per  iuditium  ipsorum  iudicum  rein- 
vestivit  me  de  ipso  castello  ac  fecit  breve  testatum  ^^\  et  reversus 
est  Romam.  completo  vero  anno  redit  illuc,  et  reacquisivit 
illud  castellum  ac  reddidit  Sancte  Marie,  sicut  domino  Deo  pia- 
cuit  et   predictus  imperator  rogavit,  et  ipse   domnus  papa  com- 

30  plevit.  postea  autem  domnus  papa  finem  cum  eis  fecit  absque 
nobis,  non  tamen  cum  bona  voluntate,  ut  sciunt  plurimi.  quod 
ut  audivimus,  consensu  ac  Consilio  Piligrimi  archiepiscopi  et  can- 

(i)  18  luglio  1014;    R.  F.  n.  491.  vedo  sufficiente  ragione  per  non  pre- 

Jaffé-Lòwenfeld,  nei  Regesta  ponti  fi-  star  fede  alle  note  cronologiche  del  do- 

cum,  credono   che  il  documento  491  cumento  stesso, 
debba  attribuirsi  al  18  agosto,  ma  non         (2)  2  agosto  1014;  R.  F.  n.  492. 


70  EXCEPTIO    RELATIONUM 

cellarii  predicti  imperatoris,  iunximus  nos  cum  Oddone  et  Cre- 
scentio  fìliis  Octaviani,  et  dediiiuis  eis  sortem  de  ipso  Tribuco 
e.  259  A  eiusque  pertinentiis,  ut  nos  ab  ipsis  defenderent,  nullo  ||  alio  acccpto 
pretio,  quod  usque  hodie  faciunt  per  divinum  auxilium;  sicuti 
postea  imperatori  intimavimus,  audiente  eodem  papa  et  Oddone,  5 
quando  nos  interrogavit.  tunc  domnus  imperator  voluit  inter 
nos  et  ipsos  lohannem  et  Crescentium  legem  facere;  quam  ipsi 
noluerunt  (*). 


(i)  An.  1022.     Intorno   all'arcivescovo  «Piligrimo»  vedasi  più  innanzi  la 
nota  2  a  p.  76. 


V. 
QUERIMONIUM  DOMNI  HUGONIS  ABBATIS 

AD  IMPERATOREM 
DE  CASTRO  TRIBUCO  ET  BUCCINIANO 


Incipit  q.uerimonium  domni   Hugonis  abbatis  ad  imperatorem 

DE    castro    TrIBUCO   ET   BUCCINIANO  ('\ 


DOMNE  senior,  intelligite  diligenter  contentionem  que  est  inter 
monasterium  Sancte   Marie   domne   nostre,   quod   vestrum 
5   proprium  est  secundum  seculi  dispositionem,  et  filios  comitis  Be- 
nedicti,  videlicet  lohannem  et  Crescentium,  et  accomodate  aures 
ad  hec  examinandum,  prò  redemptione  anime   vestre  et  amore 


(i)  R.  F.  n.  1279.  Intorno  alla  data 
di  questo  Oitcrimonio,  rivolto  a  Cor- 
rado II,  mi  par  bene  riferire  la  nota 
pubblicata  nel  V  volume  del  Regesto 
di  Farfa  a  p.  252:  «Il  Galletti  che 
«  pubblicò  per  primo  questo  impor- 
«  tante  documento  (Gahio,  p.  130) 
«  lo  attribuì  erroneamente  circa  al- 
te l'anno  1022  La  data  di  esso  che  sti- 
«  miamo  debba  esser  posta  tra  il  finire 
«  del  1026  e  il  principio  del  1027,  si 
«  ricava  da  tutto  il  contesto  del  do- 
«  cumento,  e  in  particolare  dal  passo 
«  seguente:  "  Modo,  venerande  senior, 
«  humotenus  vos,  obsecramus,  ut  ac- 
ce cepta  Deo  favcnte  imperiali  corona, 
«  quia  ante  quietem  non  habebitis  hoc 
«  perficiendi,  iubete  fieri  lex  "  &c.  Da 
«  queste  parole  è  chiaro  che  Ugo  si 
«  rivolgeva  a  Corrado  II  poco  prima 
«  della  sua  incoronazione  che  ebbe 
«luogo  il  26  marzo  1027,  ma  non 
«  è  altrettanto  chiaro  se  egli  ciò  fa- 
«  cesse  nello  stesso  anno  1027  ovvero 
«  sul  chiudersi  del  1026.  Il  Bethmann 
«  (Mon.  Genn.  hist.  Script,  voi.  XI) 
«  osservando  che  Ugo  nei  primi  mesi 
«  del  1027  era  stato  sostituito  nel  go- 


«  verno  della  badia  da  Guido  II,  at- 
ee tribui  senz'altro  il  Ouerimonio  al- 
ee r  anno  1026,  m.a  la  data  precisa  della 
ce  accessione  di  Guido  non  è  cono- 
ee  sciuta,  ed  è  anche  possibile  che  Ugo 
ee  almeno  nel  gennaio  1027  agisse  an- 
ee  cora  come  abbate  di  Farfa  e  come 
ee  tale  si  rivolgesse  a  Corrado  II.  In- 
ee  torno  a  questo  Ouerimonio  ed  anche 
(e  intorno  alla  data  "  .v.  kalendas  mar- 
ee tii  "  apposta  al  diploma  col  quale 
ee  r  imperatore  Corrado  da  Roma  a 
ee  richiesta  dell'abbate  Guido  II  con- 
ce ferma  il  monastero  nel  possesso  dei 
ee  suoi  beni  includendovi  i  castelli  di 
ce  Tribuco  e  Bucciniano,  si  vedano  le 
ce  buone  osservazioni  del  Bresslau, 
ce  Jahrhùcher  Konrads  II,  I,  165  sgg, 
ee  Cf.  anche  Stumpf,  Die  Reichskàniler 
ee  des  X,  XI  tind  xii  Jahrh under ts,  II, 
(c  n.  1926.  Il  diploma  trovasi  a  p.  77 
((  del  IV  volume  di  questo  Regesto, 
ee  doc.  675  )).  Si  noti  che  questo 
Guido  II  è  ben  diverso  dall'  altro  ab- 
bate Guido  I  di  cui  si  parla  più  sopra 
e  il  cui  governo  s' intrecciò  anch'esso 
con  quello  dell'abbate  Ugo.  Cf.  R. 
F.  IV,  I,  e  Galletti,  Gobio,  p.  119- 


Chron.  Farf.     I. 


5' 


74  QUERIMONIUM 


ipsius  genitricis,  necnon  et  prò  dilectione  fratrum  inibi  degentium, 
qui  cottidie  prò  stata  vestri  regni  Deum  rogare  non  negligunt. 
teste  Deo,  in  nullo  mentiar.  illud  quod  ab  aliis  audivi,  qui  ante 
me  fuerunt  in  ipso  loco,  ego  non  affirmo  ;  sed  illi  qui  adhuc  vivi 
sunt  de  illis  fratribus,  certificabunt  ita  esse,  si  iubetis.  dicunt  enim,  5 
quod  noster  antecessor  abbas  nomine  Johannes  (')  fecisset  de 
uno  nostro  castello  quod  Tribucus  vocatur  scriptum  quod  Ro- 
mani tertiogenerum  vocant,  Benedicto  comiti  patri  istorum  pre- 
dictorum  de  castello  solummodo,  sed  non  de  pertinentia  que 
curtis  Sancti  Gethulii  vocatur;  sed  non  eum  corroborasse  sua  io 
manu  et  monachorum  atque  testium,  eo  quod  dictus  ei  promi- 
sisset  dare  unum  ornamentum  misse  pretii  librarum  triginta,  quod 
sui  atavi  lohannis  pape  fuisse  referunt.  quo  minime  dato  su- 
pradictum  scriptum  affirmant  remansisse  intestatum.  tamen 
ipsa  occasione  invasit  predictum  castellum  cum  tota  pertinentia  15 
malo  ingenio  ac  pessima  fraude;  quod  onerosum  fuit  hic  scribere; 
tamen  ore  dicimus  si  iubetis.  appare  de  ilio  scripto,  ut  lex  pre- 
cipit,  non  fecit,  pensionem  numquam  persolvit.  hac  iustitia  et 
rectitudine  tenuit  eum  usque  ad  nostrum  tempus. 

Me  ordinato  a  seniore  nostro  tertio  Ottone  ^^\  Crescentioque   20 
occiso  ^^\  cepit  predictus  imperator  potestative  legem  facere  infra 
Romam. 

Qua  de  causa  predictus  comes  pavore  ductus,  cepit  me  rogare  et 
fratres,  ne  super  eum  reclamationem  faceremus.  quid  multa? 
fecimus  talem  finem  inter  nos.  ipse  refutavit  nobis  medietatem  25 
predicte  curtis  absque  aecclesia  sancti  Gethulii,  quam  reddidit 
nobis  cum  duobus  casalibus  prò  castello  ^4)-  et  ego  cum  monachis 
feci  ci  tertiogenerum  de  ipso  castello  Tribuco  cum  medietate 
ipsius  curtis,  excepta  predicta  ecclesia  cum  casalibus  illis  ^^\  fir- 
mato   tertiogenere    a  me    et  monachis  ac   testibus,  mandavimus  30 

11-12.  Nel  testo  promisisse 

(1)  Giovanni  III  abbate;  ann.  966-  (2)  22  febbraio  998;  R.  F.  n.  700. 

997;  cf.  p.  45,  nota  I.     Dello  scritto  (5)  29  aprile  998. 

di  terzo  genere  di  cui  qui  si  parla  non  (4)  4  giugno  998;  R.  F.  n.  428. 

si  trova   alcuna  menzione  nel  Lari,'/-  (5)  Anche  di  questa  concessione  non 

torio.  si  trova  ricordo  nel  Lar^itorio, 


DOMNIHUGONISABBATIS.  75 

illi  simul  cum  appare,  ut  ipse  firmaret  appare  et  nobis  daret,  et 
ipse  teneret  tertiogenerum,  sicut  rectum  est.  quod  ipse  facere 
noluit,  eo  quod  putabat  in  proprium  sibi  vindicare.  sicut  lohannes 
filius  eius,  qui  nunc  superest,  mihi  postea  dixit,  ideo  nolebat  ap- 
.5  pare  inde  apud  nos  esse,  ut  securus  ipse  possideret.  nostri 
vero  reduxerunt  secum  tertiogenerum  et  apparum,  quod  ipse  num- 
quam  requisivit.  tamen  nos  tenuìmus  ipsam  sortem  cum  ec- 
clesia quam  nobis  reddidit,  usque  dum  ipse  vixit,  et  post  mortem 
eius  usque   ad    annos    quattuor.       postea  tulerunt  nobis  isti  sui 

IO  filli  turpiter,  et  adbeneficiaverunt  de  illa  duos  nostros  milites 
quos  nobis  tulerunt.  insuper  invaserunt  alias  nostras  res  quas 
numquam  antea  tenuerunt  ;  necnon  et  castellum  Buccinianum, 
quod  prope  nostrum  monasterium  in  uno  miliario  stat,  quod 
numquam  hactenus  tenuerunt,  nobis  noctu  furati  sunt  ac  nostris 

15  libellariis,  qui  a  nobis  tenebant,  et  ceperunt  possidere  sibi.  post 
hec  ego  renuntiavi  abbatiam,  qualiter  multi  sciunt,  et  electus  est 
ibi  unus  noster  nutricius  monachus  a  fratribus  ipsius  loci,  et  a 
papa  consecratus;  sed  ab  imperatore,  cuius  monasterium  est,  do- 
num  et  preceptum  minime  consecutus  est  ^'K       cum  quo  postea 

20  renovaverunt  pactum  predicti  filli  Benedicti  comitis,  quod  mecum 
firegerunt.  renuntiaverunt  et  ipsi  sicut  et  pater  illorum  medie- 
tatem  predicte  curtis  cum  iam  dieta  ecclesia  et  casalibus,  et  abbas 
ipse  fecit  eis  scriptum  tertiogenerum  de  castello  cum  alia  medie- 
tate  curtis  predicte  ;  unde  postea  habuimus  conflictum  ego  et  lo- 

25  hannes  ante  presentiam  senioris  nostri  Heinrici;  de  quo  inter- 
rogavit  idem  senior  iudices  qui  aderant  plures  Romanos  et 
Langobardos,  utrum  illud  scriptum  legaliter  stare  posset,  quod 
ille  abba  fecit,  qui  donum  et  preceptum  ab  ipso  non  habet  ;  quia 
nostrum    monasterium  regale  est,    ut    omnes    sciunt.       ad   hoc 

30  cuncti  unanimiter  dixerunt  iudices,  quod  nulla  ratione  stare  pos- 
set.      hec  de  Tribuco  acta  sunt  Rome  in  placito  W. 

De  Bocciniano  vero  dixit  tunc  lohannes,  quod  nihil  illi  perti- 
neret,  sed  Crescentio  fratri  suo.       tunc  dedit  ei  senior  noster  in- 


(i)  Ann.    1009-1013.     Vedasi    qui         (2)  2  agosto  1014  ;  R.  F.  n.  492. 
sopra  la  nota  i  a  p.  66. 


7^  Q.UERIMONIUM 


diitias,  et  permisit  eum  redire  ad  Tribucum,  ubi  crat  frater  suiis, 
co  pacto,  ut  aut  ipse  aut  sulis  frater  Romani  rediret,  nobiscum 
finem  facturi  de  predictis  castellis  aut  per  convenientiam  aut  per 
legem.  sed  neuter  illorum  ad  terminum  est  reversus.  pre- 
dictus  senior  noster  cum  Consilio  domni  Benedicti  pape  et  iudicio  5 
iudicum  reinvestivit  nos  de  predictis  castellis,  et  commisit  inter- 
dum  ad  predictum  papam,  ut  si  animam  suam  diligeret,  nobis 
ipsa  reacquireret.  post  totum  hoc  volui  dare  Crescentio  de  solo 
Bucciniano  centum  septuaginta  libras,  si  mihi  redderet,  et  de  Tri- 
buco  assecurare,  ut  numquam  fuissem  in  facto  aut  Consilio,  ut  io 
illud  perderet.  quod  nullo  modo  voluerunt.  deinde  venit 
predictus  papa  super  eos,  et  ita  divina  dispensatio  ordinavit,  ut 
unum  caperetur  siti,  aliud  fame.  deinde  nobis  restituta  sunt. 
sed  de  Bucciniano  per  legem  diffinitum  est,  ut  vobis  ostendani, 
antequam  illi  proicerentur  de  castello  Tribuco.  Tribucum  vero  1 5 
tenemus  per  imperialem  predictam  investituram  et  predicti  domni 
pape  ;  utraque  vero  iam  per  annos  duodecim.  quando  vero  de 
exilio  redierunt,  similiter  volui  eos  de  Tribuco  assecurare,  ut 
supra  dixi,  si  illi  de  Bucciniano  quod  nichil  eis  pertinet  me  si- 
militer facerent.  quod  respuerunt  omnino.  postea  vero  dom-  20 
nus  papa  predictus  fecit  cum  eis  finem  absque  me,  non  sua  tamen 
sponte,  ut  plurimi  sciunt,  sed  coacte  constrictus  a  filiis  Rainerii 
et  pedonibus,  et  fecit  eis  iurare  Romanum  fratrem  suum,  qui 
modo  papa  est  ^^\  et  Gregorium  nepotem  suum,  quod  eis  red- 
deret predicta  nostra  castella,  et  adiuvaret  eos  ad  tenere  contra  25 
omnes  homines.  ego  autem  hoc  audito  timore  perculsus,  cum 
Consilio  tamen  domni  Piligrini  qui  cancellarius  adhuc  erat  et 
tunc  aderat  (^),  dedi  filiis  Octaviani  Oddoni  et  Crescentio  medieta- 

7.  ad]  Nel  testo  et 

(i)  Giovanni  XIX;  «  lohannes  co-  (2)  Arcivescovo  di  Colonia  e  biblio- 

«  gnomento    Roraanus   frater    illius  tecario  dì  S.  R.  C.     Il  giorno  8  feb- 

«  Benedicti  cui    in    episcopatum  sue-  braio  1024  sottoscrisse  in  Roma  una 

«  cesserat;  largitione  pecuniae  repente  bolla  di  Benedetto  Vili.     Cf.  Jaffé- 

«  ex  laicale  ordine  neophitus  constitu-  Lòwenfeld,  Kegesta potitijìcum.n. 40)^ , 

«  tus  estpraesul»  ;  RoDULFUS  Glaher,  e  cf.  anche  Bresslau,   Urkuiuìenkhre, 

Moìi.  Genn.  bist.  XIY,  6^;  \\h.  IV,  i.  I,  187-190,  ma   il   consiglio    ch'egli 


DOMNI    HUGONIS    ABBATIS.  77 

tem  de  predicto  Tribuco  cum  sua  pertinentia,  eo  pacto,  ut  nos 
defenderent  et  monasterium  ab  illis  cum  ipsis  castellis.  quod 
et  factum  habent  usque  hodie  Christo  favente.  quod  si  hoc  non 
fecissemus,  procul  dubio  hic  in  manibus  illorum  incideremus,  et 
5  non  solum  castella,  sed  etiam  nostrum  monasterium  perderemus 
et  forsitan  vitam  admitteremus.  talis  erat  illorum  insidia  super 
nos,  et  precipue,  quia  adiutorium  domni  pape  habebant,  ut  supra 
diximus.  post  hec  venit  senior  noster  Heinricus,  quando  Troiam 
acquisivit;  cui  intimavimus  cuncta  per  ordinem  ^^\       illi  vero  non 

IO  displicuit,  sed  et  complacuit;  atque  voluit  et  iussit  lex  fieri  inter 
nos  et  illos.  quod  illi  facere  noluerunt.  nos...  investitos  et 
tenemus  adhuc  Deo  favente.  modo,  venerande  senior,  humo- 
tenus  vos  obsecramus,  ut  accepta  Deo  favente  imperiali  corona, 
quia  ante  quietem  non  habebitis  hoc  perficiendi,  iubete  fieri  lex, 

15  quatinus  illorum  fidelitatem  hac  occasione  non  perdatis,  et  de 
nobis  in  peccatum  non  cadatis,  quia  in  nullo  melius  ab  utraque 
parte  custodiri  poteritis  Christo  adiuvante,  quam  si  per  legem 
habeat  illa  castella  qui  habere  debet,  utrum  Sancta  Maria  an  illi. 
unum  prò  certo  scitote,  quia  neque  isti  neque  pater  illorum  un- 

20  quam  pensionem  de  illa  curte  cum  castello  dederunt,  sed  quasi 
propriam  hereditatem  tenuerunt,  sed  etiam  iste  Crescentius  suus 
filius  isti  uxori  quam  modo  habet,  medietatem  ipsius  curtis  et 
castelli  in  dote  dedit.  similiter  de  castello  Bucciniano  nichilo- 
minus  fecit. 

II.  Lacuna  di  una  parola  nel  testo. 

diede  all'abbate  Ugo   dovette    essere  Regesto  di  Farfa   il    documento  1285 

anteriore  se  precedette   l'andata  del-  (V,  280-81)  dove  si  leggono  queste  pa- 

r  imperatore  Enrico  a  Troia,  role:  «  ...iamdictum  abbatem  [se.  Hu- 

(i)  An,  1022.     L'abbate  Ugo  fu  a  «  gonem]  a  Troia  ubi  fuerat  cum  prae- 

Troia  con  l' imperatore.     Vedasi  nel  «  libato  imperatore  ». 


VI. 
CATALOGI 

A  GREGORIO  CATINENSI  CHRONICO  FARFENSI  PRAEFIXI 

ADDITO  ALIO  ABBATUM  FARFENSIUM 

EX  IPSIUS    GREGORII  LARGITORIO 


IMPERATORUM,  REGUM  ALIORUMQUE  PRINCIPUM 
NEC  NON  PONTIFICUM  ROMANORUM 
CATALOGI. 

[Ms.  bibl.  Vittorio  Emanuele,  Farf.   i.] 

J    TULius  Cesar,     primo  imperavit  anno  Urbis  condite 
1    .Dcxcviiir. 

Octavianus    fiiius    Octavii  senatoris.     imperavit  an-  obiit 

nos  .XLvi.    vixit  .Lxxvii.    huius  anno  imperii  .XLir. 

Ihesus    Christus  fiiius  Dei  domìnus  noster  secun- 

10         dumcarnemnatusestjSexta  mundi  etate,  secundum 

Hebreos    a  mundi  principio   anno  .iii"dcccclii. 

secundum  Grecos  anno  .vi^'dviii.     Urbis  .dccli. 

Tyberius  privignus  gener  et  fiiius  adoptione  Augusti.  obiit 

imperavit    annós  .xxiii.      vixit   .Lxxviii.      huius 

15         anno  .xv.  Christus  est  baptizatus  et  .xviii.  passus. 

Gaius  Callicula  nepos  Tyberii.     imperavit  annos  .111.     o ce isus 

menses  .x.  dies  .viii.     vixit  annos  .xxxviiii. 
Claudius    patruus  Callicule    Brusi    privigni  Augusti  obiit 

Octaviani.     huius  anno  secundo  Petrus   Romam 
20         venit,  anno  dominice  incarnationis  .xlv.     et  sedit 
in  cathedra  annos  .xxv. 
Nero,     huius    avunculus    Callicula    fuit.     imperavit  se  occidit 
annos  .xiiii.    vixit  vero  .xxxi.    huius  extremo  anno 
Petrus  et  Paulus  apostoH  passi   sunt,  anno   Do- 
25         mini  .Lxx.,  passionis  .xxxviii. 

Galba    senator.      imperavit    menses    .vii.      vixit  an-     occisus 

nos  .Lxxiii. 
OthoLucius.     imperavit  dies .V.     vixit  annos .xxxviii,  se  occidit 
Vitellius.      imperavit    menses    .vili,  diem   ,1.      vixit     occisus 
30         annos  .lvii. 

Chron.  Farf.  I.  6 


e.   3  A 


82  CATALOGI 


Vespasianus  illustris.     imperavit  annos  .vini,  dies  .vii.  obiit 

vixit   .LXVIIII. 

Titus  filius  Vespasiani,      imperavit  annos   .11.  nien-  obiit 

ses  .vili,  dies  .xx.     vixit  .XLi. 
Domitianus  frater  Titi  iunior,     imperavit  annos  .xv.      occisus  5 

vixit  .XXXV. 

Nerva.     imperavit   annos  .1.  menses  .1111.  dies  .viii.  obiit 

vixit  .LXXI. 
Traianus  filius  consulis  Nerve  adoptatus.     imperavit  obiit 

annos  .xviiii.  menses  .vi.  dies  .xv.     vixit  .lxiii.  io 

Adrianus  filius    consobrine  Traiani.     imperavit    an-  obi  il 

nos  .xxi.  menses  .x.  dies  .xx.     vixit  .lx.  annos. 
e.  3  B    Antoninus    Pius  genere   clarus,  gener    et  adoptatus  obiit 

Adriani,     annos  .xxiii.     vixit  .lxxvii. 
Antonius    Severus    philosophus     nolpilissimus.      an-  obiit   ^5 

nos  .xviii.     vixit  .LXi. 
Severus  Annius  Antoninus  gener  eius  simul  imperavit  obiit 

annos  .xi. 
Antonius    Commodus,      imperavit  annos  .xii.  men-  obiit 

ses  .vili.  20 

Pertinax    prefectus.      imperavit    dies    .lxxx.      vixit      occisus 

annos  lxx. 
Salvius»»  lulianus.     imperavit  menses  .vii.  occisus 

Severus    Septimus    philosophus   ex  Africa,  tribunus,  obiit 

Pertinax   uocatus.      imperavit  annos   .xvi.  men-  ^5 

ses  .111. 
Antoninus  Marcus  Aurelius  Bassianus  Carcalla.     im-  obiit 

peravit  annos  .vi.  menses  .11.     vixit  .xliii. 
Macrinus  Opilius  prefectus  cum  filio  Diadumeno.    an-      occisus 

num  .1.  menses  .11.  3^ 

Aurelius  Antoninus  filius  Carcalle  putatus,  sacerdos      occisus 

Heliogabali.     annos  .11.  menses  .vili. 
Aurelius  Alexander,     annos  .xiii.  dies  .vili.  occisus 

Maximus  miles.     annos  .111.  diebusque  paucis.  occisus 

Gordianus  filius  Gordiani  et   Africc  proconsul.     an-      occisus  SS 

nos  .VII. 


e  A  T  A  L  O  G  I 


83 


Philippus  cum  fìlio  Philippe,    annos  .v. 

Decius   Pannonie    inferioris 

"  ry  Urbis  anno  millesimo, 

natus,    cum     rilio    suo.       a         n\^  -    • 

'  Anno  Christi  .ccxciii. 

annos  11. 
5   Gallus  Hostilianus  et  Galli  filius  Volusianus.    annos  .11. 
Emilianus  Maurus  fuit.     imperavit  menses  .111. 
Galienus  et  frater  eius  Valerianus  simul  imperaverunt. 

annos  .vini. 
Postumius.     annos  .x. 
IO  Carius.     diebus  .11. 
Victorinus.     annos  .11. 
Tetricus  senator.     imperavit. 
Odenachus. 

Claudius  post  Galienum  imperavit  annos  .11. 
15   Quintilius  frater  Claudii.     dies  .xvii. 
Aurelianus.     annos  .v.  menses  .vi. 
Tacitus.     menses  .vi. 
Florianus.     dies  .xxii. 
Probus  illustris.     annos  .vi.  menses  .1111. 
20  Carus  Narbonensis  et  Carinus   et  Numerianus.     an- 
nos .11. 
Diocletianus  Dalmatie    natus,    filius    Anuli  senatoris 

libertinus.     vixit  annos  .lxviii. 
Maximianus  cum  Diocletiano.  d 

25   Constantius,  proles  filli  Claudii  imperatoris,  ex  prima 
coniuge   sua    Helena   habuit  magnum    Constan- 
tinum.     ex  Theodora  quoque   privigna   Maximi 
imperatoris  cognomento  Herculii  sex  liberos  fratres 
Constantini  habuit,  ex  quibus  extitit  Constantinus 
30         pater  Galli  Dalmatii,  a  quo  genitus  est  Dalmatius 
iuvenis  et  lulianus  apostata,     imperavit  annos  .xiii. 
Galerius. 
Severus. 

Maximianus  socer  Constantini. 
Ì5  Maxensius  filius  Maximiani. 

Licinius  Dacie  oriundus.     annos  .xiiii.     vixit  .LX. 


o  e  e  1  s  u  s 
occisus 


occisus 
occisus 
occisus 

occisus 
occisus 
occisus 


obiit 
occisus 

occisus      e.  4A 

obiit 

obiit 
occisus 
o  ccisus 


epositus 
obiit 


occisus 
occisus 
occisus 
occisus 


84  CATALOGI. 


Maximiniis.  obiit 

Constantinus  vero  magnus  filius  Coiistantli  post 
mortem  patris  imperare  cepit,  atquc  anno  .xviii. 
imperii  baptizatus  est  a  sancto  Silvestro  papa, 
post  tyrannorum  interfectionem,  scilicet  Maxentii  5 

HercLilii  filli  et  Maximiani  atque    Licinii  cognati 
supradicti  Constantini.      imperavit   annos   .xxxi. 
vixit  .LXVI. 
Constans.  o  e  e  i  s  u  s 

Constantius.     annos  .xxxviii.     vixit  .lv.  occisus   io 

Magnentius. 
e.  4  B    Vetranius.  •  depositus 

Nepotianus    filius    sororis    Constantini.      imperavit     occisus 

dies  .XXVIII. 
Gallus.  occisus   15 

lulianus.     annos  .vii.     vixit  .xxxi.  occisus 

lobinianus    de    Pannonia.      menses  .vii.      vixit   an-  obiit 

nos  .XXXIII. 
XXXVIII    Valentinianus   [I]   filius  Gra-        Urbis  anno  .mcxviii.        obiit 

tiani  tribunus  scutariorum      Anno  Christi  .ccccviiii.  20 

Pannonic  christianissimus.     imperavit  annos  .xi. 
vixit  .LV. 
xL      Gratianus    filius   Valentiniani   Augusti.       annos    .vi.      occisus 
vixit  .XXVIIII. 

Valens  [I]  arrianus  fi-ater  Valentiniani  Augusti,     an-  occisus   25 

nos  .1111. 

Valentinianus  [II]  filius  Valentiniani  Augusti.  occisus 

xLi      Theodosius  [I]  Hispanensis,  orthodoxus,  filius  Theo-  obiit 

dosii.     annos  xvii.     vixit  .l. 

Eugenius.  occisus   3^ 

xLii     Archadius  annos  .xii.  et  Ho-      ^t  l-  obiit 

..     Urbis  anno  .mcxlviiii. 
norius    annos    .xxx.    filli 

Theodosii. 

xLiii     Theodosius  [II]  filius  Archadii.     annos  .lv.     Roma  obiit 

capta    est  a   Gothis,  conditionis  anno  .mclxiiii.  j5 

die  tertia. 


CATALOGI. 


85 


Constantius  [II]  Comes,     menses  .vii.  obiit 

Valentinianus  [III]  qui  Theodosius,  gener  Theodosii     occisus 
Augusti,  filius  Constantii  ex  Placidia  Augusta  so- 
rore  Honorii.     annos  .xxx. 
5   Martianus.      annos   .vii.  Urbis    .mccxv.       anno      occisus    xLim 

Christi  .ccccxL. 
Maximus.     menses  .11.  obiit 

Roma  capta  est  a  Genserico  et  a  Guandalis, 
conditionis     anno    .mccviii.    post    Alaricum    an- 
ip         nos  .XLiiii. 

Leo  [I].     annos  .xvii.  Urbis  .mccxi. 

Leo  [II]  filius  Leonis  Augusti. 
Maiorianus.     annos  .1111.     Ravenna  imperavit. 
Severus.     annos  .1111.     Ravenne  imperavit. 
15  Anthimius.     annos  .1111.     Ravenne  imperavit. 

Olibrius.     menses  .vii.     post  quem  Lucerius  dome- 

sticus  Ravenne  imperavit. 
Theodoricus  rex. 

Zeno  post  Leonem  imperavit.     Gensericus  rex  Guan- 
20         dalorum. 

Odovacer  rex.     annos  .xiiii.     in  tota  Italia. 

Augustulus.     men-       Urbis  condite  anno  .mccviiii.     ^epositus 
ses  .XI.  A  Gaio  Cesare  anno  .dxvii. 

Anno  Christi  .ccccLxxv. 

25   Anastasiiis  [I]   hereticus.       anno   incarnationis    Do-      occisus     xlv 

mini  .ccccxcii.     imperavit  annos  .xxvii. 
lustinus   [I]    catholicus.       anno    incarnationis    Do-  obiit 

mini  .Dxviii.     imperavit  annos  .xi. 
lustinianus  [I]  filius   sororis  lustini.      anno  Domini 
30         incarnationis  .dxxviiii. 

Athalaricus  rex.     annos  .1111.     Gothis  regnavit.     post  obiit 

quem  Theodatus.     deinde  vero  Guittigis.     tunc 

Hildebadus.     exhinc  Aeraricus.     post  hos  autem 

Totila. 


obiit  XLV 

occisus 

obii  t 
occisus     e.  SA 

obiit 

occisus 
obiit 


XLVIIII 


33.  Nel  testo  Aerarius 


8^  CATALOGI. 


lustinus  [II]  minor  Augustus.  annos  .xi.  anno  Do- 
mini .DLXViii.,  Albuin  rex  Langobardorum  apud 
Ticinum.     annos  .in. 

Tyberius  [II].     annos  .vii.     Langobardi   Italiani  ca- 

piimt.      Faroaldus    dux    primus    Spoletanus    .l.  5 

Zotto  dux  primus  Beneventanus. 

Clephus  regnavit  annum  .1.  menses  .vi.  Autharius 
filius  eius  annos  .vi. 

Mauricius  Cappadox.     annos  .xxi.     cum  Theodosio 

et  Tyberio   et   Constantino    filiis    suis.     Ariulfus  io 

dux  Faroaldo  successit  apud  Spoletum.  post  quem 
Teudelabius  filius  Faroaldi  ducis  superioris.  Agi- 
lulfus  regnavit  annos  .xxv. 

Focas  Augustus  prisci  patricii   strator.      annos  .vili. 

Arichis  dux  Beneventanus.     annos  quinquaginta.  15 

Heracleus  filius  Heracliani  Africani  regentis.  Ada- 
loaldus.     regnavit  annos  .x. 

Heraclonus  filius  Heraclei.  annos  .11.  Aio  dux  Be- 
neventanus. Arioaldus.  annos  .xii.  Rotharius. 
annos  .xvi.  et  menses  .1111.  20 

Constantinus  [II]  filius  Heraclei.  menses  .vi.  Tato 
dux  Spoletanus.     annum  .1.  menses  .v. 

Constantinus  [III]  qui  et  Constans  filius  Constantini.      occisus 
annos    .xxviii.      Radualdus    dux    Beneventanus. 
annos  .v.  25 

Mezecius  Augustus  tyrannus.      Grimualdus  dux  Be-      occisus 
neventanus.     annos  .xxv. 

Constantinus    [UH]    filius    Constantis    Augusti.       annos    .xvii. 
Transmundus  dux  Spoleti. 

lustinianus    [II]    filius  Constantini.     annos  .x.     hic  3^ 

Afi"icam  abstulit  Sarracenis. 
e.  5  B    Leo  [II].     annos  .111. 

Tyberius  [III]. 

lustinianus  [II]  iterum   imperavit   cum   filio  Tyberio   annos  .vi. 

II.  Nel  testo  Raroaldo 


CATALOGI.  87 


Philippicus    hereticus    qui    et    Bardans    dicebatur.      annum    .1. 

menses  .vi. 
Anastasius  [II]  qui  et  Artemius. 
Theodosius  [II].     annum  .1. 
5    Leo  [III]  hereticus  exustor  imaginum  sanctorum.     annos  .xxriii. 
Constantinus  [V].     annos  .xxxv. 
Leo  [IIII].     annos  .v. 


Albuin  Langobardorum  rex  decimus  de  Pannonia  Ticinum  venit, 
anno  Domini    .dlxviiii.  epacta   .vii.  concurrente  .vii.  et  ul- 
10         tra  annos  .111.  obsessam  optinuit,  et  regnavit  annos  .111.  men- 
ses .VI. 

Clephus.     annum  .1.  menses  vi. 

Post  hunc  sine    rege  sub  ducibus  Langobardi  fuerunt   annis  .x. 

Faroaldus  dux  primus  extitit  Spoletanus. 
15  Autharius  Clephonis  fìlius.     regnavit  annos  .vi. 

Zotto  dux  primus  Beneventanus. 

Agilulfus  dux  Taurinatium.    regnavit  annos  .xxv. 

Ariulfus  dux  Faroaldo  successit  apud  Spoletum.     post  hunc  Teu- 
delabius  fìlius  Faroaldi  superioris. 
20  Arichis  dux  Beneventanus.     annos  .L. 

Adaloaldus  fìlius  Agilulfi.     annos  .x. 

Arioald.     annos  .xii. 

Rotharius  genitore  Arodus  in  anno  .lxxvii.  Langobardorum  re- 
gnavit annos  .xvi.  menses  .1111. 
25  Aio  fìHus  Arichis.     annum  .1.  menses  .v.  e  6  a 

Radualdus  dux  Beneventanus.     annos  .v.     Grimualdus  dux  ger- 
manus  eius.     annos  .xxv. 

Radoaldus  fìlius  Rotharii.     regnavit  annos  .v.  dies  .vii. 

Aripertus  fìlius  Gundualdi.     regnavit  annum  .1.  menses  .111. 
30  Tato  dux  Spoleti. 

Grimualdus  gener  Ariperti  regis.     regnavit  annos  .vini. 

Transmundus  dux  Spoleti  comes  dudum  Campanus. 

21.  Nel  testo  Adadoloaldus 


e.  6  B 


88  e  A  T  A  L  O  G  I . 

Pcrctarit  solus  regnavit  annos  .vii.     cuni   fìlio  suo    Chunìpcrto 

annos  .x. 
Romualdus  (lux    Beneventanus.     annos  .xvi.     Grimualdus  filiiis 

eius.     annos  .in. 
Gisulfus  germanus  eius.  5 

Cunipertus  absque  patre  regnavit  annos  .xii. 
Liutpertus.     regnavit  menses  .viii. 

Regipertus  dux  Taurinensium  invaso  regno,  moritur  eodem  anno. 
Aripertus  filius  eius  regnavit  cum  eo  sive  solus  usque  annum  .xii. 
Faroaldus  filius  suprascripti 'Transmundi  dux  Spoleti.  io 

Ansprandus  regnavit  menses  .ni. 
Liutprandus  filius  eius.     regnavit  annos  .xxxi.  menses  .vii.     obiit 

•  indictione  .xi. 
Romualdus  filius  Gisulfi  dux  Beneventanus. 
Transmundus  contra  patrem  suum  Faroaldum  rebellans,  clericum    15 

illum  fecit,  et  ducatum  Spoletanum  invasit. 
Hildericus  dux  Spoleti. 
Agiprandus  nepos  regis,  dux  Spoleti. 
Hildeprandus  nepos  Liutprandi. 

Ratchisus  regnavit.  Lupo  dux  Spoleti.  20 

Haistulfus  regnavit. 
Desiderius  germanus   Ratchisi  regis.     hic  regnum   perdidit  circa 

annum  incarnationis  Domini  .dcclxxiiii.  et  una  cum  coniuge 

Franciam  est  delatus. 
Theodicius  dux  Spoleti.  25 

Hildeprandus  dux  Spoleti. 
Guinichis  dux  Spoleti. 


Karolus  rex  Francorum  et  Romanorum  imperator  primus,  filius 
Pipini  regis  Francorum.     coronatur  anno  Domini  .dcclxxiiii. 
Pipinus  filius  Caroli  imperatoris.  50 

Guinichis  dux  Spoleti. 
Karolus  II  imperator. 
Bernardus  rex  Langobardorum. 
Ludovicus  imperator  I  filius  Caroli. 


CATALOGI.  89 


Lotharius  filius  Ludovici  I  imperator. 
Gerardus  dux. 
Escrotonius  comes. 
Berengarius  dux. 
5   Ludovicus  II  imperator  filius  Lotharii. 

Karolus    IIII     filius    Ludovici     imperatoris.        anno     Domini 

.DCCCLXXX. 

Karolus  imperator. 


Guido  princeps  Itali^  imperavit  anno  Domini  .dcccxc. 
IO  Lambertus  filius  Guidonis  imperator. 

Hugo  rex  anno  Domini  .Dccccxxvii.  e  7  a 

Lotharius  filius  Hugonis  regis. 

Bonefatius  et  Tebaldus  filius  eius  duces. 

Berengarius  et  Adelbertus    filius  eius  regnaverunt  anno  Domini 

15  .DCCCCLI. 

S arilo  marchio. 

Leo  dux  Sabinensis. 

Rainerius  dux  Sabinensis. 

Azo  Comes  Sabinensis. 
20  loseph  dux  Sabinensis. 

Teuzo  Comes  Sabinensis. 

Transmundus  dux. 

Otto  I  imperator  anno  Domini  .dcccclx. 

Otto  filius  eius  II  imperator. 
25   Pandolfus  princeps  et  marchio. 

Benedictus  comes. 

Crescentius  comes. 

Ioannes  comes. 

Theophanius  imperator  anno  Domini  .dccccxc.  ^'\ 

12.  Nel  testo  Lotharii 

(i)  Ripubblicando  in  parte  dopo  il  Bethmann   alla  indicazione   «  Theo- 

MuRATORi  questo  catalogo  nel  volume  «  phanius    imperator»   annota    così: 

degli  Scriptores  rerum  Langobardicarum  «  hanc  lineam  pennae  lapsu  natam  esse 

el  Italie arum  saec.  vi-ix   (p.  521)  il  «  patet,  quam   expungere   oblitus  est 

Chron.  Farf,  I.  6* 


90  e  A  T  A  L  O  G  I . 

Otto  III  filius  Ottonis  II,  imperator   anno  Domini  .dccccxcvi. 
Rainerius  et  Crescentius  comites. 
Girardus  comes. 
lohannes  comes. 

Heinricus  I  rex  anno  Domini  millesimo  .in.  5 

Heinricus  II  rex  I  imperator  anno  Domini  millesimo  .xiiii. 
Crescentius  et  Oddo  comites. 
'^7  8    Oddo  et  Berardus  comites.  • 

Gregorius  comes. 

Oddo  et  Petrus  comites.  io 

Oddo  et  Crescentius  germani  comites. 
Chuonradus  imperator  anno  Domini  millesimo  .xxviii. 
Crescentius  et  lohannes  nepos  eius. 
lohannes  patricius. 

Crescentius  et  Otto  comites.  15 

Heinricus  III  rex  anno  Domini  millesimo  .xl. 
Heinricus  imperator  anno  Domini  millesimo  .xlvii, 
Heinricus  II  imperator  anno  Domini  millesimo  .XLVt. 
Heinricus  II  imperator  obiit  indictione  .vini,  anno  Domini  mil- 
lesimo .LVi.  20 
Heinricus  III  imperator  anno  Domini  millesimo  .lxxxiiii. 


8  A  T^EATUs  Petrus  primum  in  cathedra  Antiochia  sedit  annis  .vii. 
LD  deinde  urbem  Romam  ingressus  dominici  mcarnationis 
anno  .xlv.  eius  cathedram  sedit  annis  .xxv.  mensibus  .11. 
diebus  .VII.  Claudii  imperatoris  anno  .11.  temporibus  Tyberii  25 
Cesaris  et  Gaii  Claudii  et  Neronis.  hic  post  incarnationem 
Domini  anno  .Lxx.,  post  passionem  vero  eius  anno  .xxxviii. 
cum  coapostolo  Paulo  coronatur  martyrio.  f 

«Gregorius».  Invece  Gregorio  di  messo  al /^t;i,^<?j/o  dove,  sempre  persomi- 
Catino  interpretando  male  un  docu-  glianti  errori,  nella  interpretazione  dei 
mento  della  imperatrice  Teofania  dato  documenti,  registrò  pure  un  imperatore 
a  Ravenna  nel  990  a  favore  del  mo-  «  Conone  »  invece  di  Corrado  II  e  di- 
nastero  di  Farfa,  credette  alla  esistenza  verso  da  lui,  e  un  «  Imperio  »  impera- 
di  un  Teofanio  imperatore  e  ne  regi-  tore  invece  di  Berengario.  Cf.  K.  F. 
strò  il  nome  anche  nel  catalogo  pre-  11,8,  15,  17,  18  ;  III,  44,  1  J4;  IV,  1:56. 


CATALOGI.  91 


Linus    sedit   annis  .xi.  mensibus  .111.  diebus  .xii.      temporibus 

Neronis. 
Cletus  sedit  annis  .xir.  mense  .1.   diebus  .xi.     temporibus  Vespa- 

spasiani  et  Tyti. 
5   Clemens  sedit  annis  .vini,  mensibus  .11.  diebus  .x.     temporibus 

Galbe  et  Vespasiani,     cessavit  episcopatus  diebus  .xxii. 
Anacletus  annis  .xi.  mense  .1.  diebus  .vii.     temporibus  Domitiani. 

cessavit  diebus  .xiii. 
Evaristus  annis  .xiii.  mensibus  .vii.  diebus  .11.     temporibus  Nerve 
IO         atque  Traiani.     cessavit  diebus  .xviiii. 

Alexander  annis  .x.  mensibus  .vii.  die  .1.      temporibus  Traiani. 

cessavit  diebus  .xxxv. 
Xistus  annis  .x.  mensibus  .111.  diebus  .xxr.     temporibus  Adriani. 

cessavit  die  .1. 
15   Telesphorus  annis  .xi.  mensibus  .11.    diebus  .xxii.      temporibus 

Antonini  Marci,     cessavit  diebus  .vii. 
Yginus  annis  .1111.  mensibus  .mi.  diebus  .vii.     temporibus  Severi 

Marci,     cessavit  diebus  .111. 
Annicius  annis  .vili,  mensibus  .111.    diebus  .111.     temporibus  Se- 
20         veri  M.     cessavit  diebus  .xvii. 

Pius  annis  .xi.  mensibus  .1111.  diebus  .111.     temporibus  Antonini 

Pii.     cessavit  diebus  .xiiii. 
Sother  annis  .vini,  mensibus  .111.  diebus  .xx.     temporibus  Severi 

Septimi.     cessavit  diebus  .xxii. 
25    Heleuther  annis  .xv.  mensibus  .vi.  diebus  .v.     temporibus  Anto- 
nini Commodi,     cessavit  diebus  .vi. 
Victor  annis  .x.  mensibus  .11.  diebus  .x.     temporibus  Cesaris  *     * 

cessavit  diebus  .xii. 
Zepherinus  annis  .xvi.  mensibus  .11.  diebus  .x.     temporibus  An- 
30         tonini  Severi,     cessavit  diebus  .vi. 

Calixtus  annis  .vii.  mensibus  .11.  diebus  .x.     temporibus  Macrini 

et  Heliogabali.     cessavit  diebus  .vi. 
Urbanus  annis  .vm.  mensibus  .xi.  diebus  .xii.     temporibus  Maxi- 

miani  et  Africani,     cessavit  diebus  .xxx. 


27.  Lacuna  di  una  parola  nel  testo. 


92  CATALOGI. 

e.  8  u    Pontiaiiiis  sedit  annis  .v.    mcnsibus  .11.   dicbus  .11.      temporibus 
Alexandri.     cessavit  diebus  .x. 
Antheros  annis  .xii.  mense  .1.  diebus  .xii.     temporibus  Maximiani 

et  Africani,     cessavit  diebus  .xiii. 
Fabianus  annis  .xiiii.  mensibus  .xi.  diebus  .x.     temporibus  Maxi-   5 

miani  et  Africani,     cessavit  diebus  .vii. 
Cornelius  annis  .111.  mensibus  .11.  diebus  .x.      temporibus  Decii. 

cessavit  diebus  .lxvi. 
Lucius  annis  .111.  mensibus  .111.  diebus  .111.      temporibus  Galli  et 

Volusiani.     cessavit  diebus  .xxxv.  io 

Stephanus  annis  .xiiii.  mensibus  .11.  diebus  .xv.     temporibus  Gal- 
licani et  Maximi.     cessavit  diebus  .xxii. 
Xistus  [IIJ  annis  .11.  mensibus  .xi.  diebus  .vi.     temporibus  Vale- 

riani  et  Decii.     cessavit  diebus  .xxvi. 
Dionisius  annis  .11.  mensibus  .111.  diebus  .vii.     temporibus  Galieni.    15 

cessavit  diebus  .v. 
Felix  annis  .11.  mensibus  .x.  diebus  .xxv.     temporibus  Claudii  et 

Paterni,     cessavit  diebus  .v. 
Euticianus  annis  .viii.  mensibus  .x.  diebus  .1111.     temporibus  Au- 

reliani.     cessavit  diebus  .vili.  20 

Gaius  annis  .xi.  mensibus  .1111.  diebus  .vini,     temporibus  Cari  et 

Carini,     cessavit  diebus  .xi. 
Marcellinus  annis  .vili,  mensibus  .11.  diebus  .xxii.       temporibus 

Diocletiani   et  Maximiani.      cessavit  episcopatus   annis   .vii. 

mensibus  .vi.  25 

Marcellinus   annis  .v.    mensibus  .vìi.   diebus  .xxi.       temporibus 

Maxentii.     cessavit  diebus  .xx. 
Eusebius  annis  .11.  mensibus  .11.  diebus  .xxv.      temporibus  Con- 

stantis.     cessavit  diebus  .vii. 
Meltiades  annis  .111.  mensibus  .vii.  diebus  .xxii.     temporibus  Vo-  30 

lusiani  et  Rufì.     cessavit  diebus  .xvi. 
A  sancto  Petro  usque  ad  beatum  Silvestrum  anni  .cc.xc.  menses  .x. 

dies  .XII. 
Silvester  annis  .xxiii.  mensibus  .x.  diebus  .xi.     temporibus  Con- 

stantini  et  Volusiani.     cessavit  diebus  .xv.  SS 

26.  Marcellinus]  Cosi  nel  testo. 


CATALOGI.  93 

Marcus  annis  .11.  mensibus  .viii.  diebus  .xx.    temporibus  Coiistan- 
tini  et  Nepotiani  ac  Secundi  consulum.     cessavit  diebus  .xx. 

Julius  annis  .xi.  mensibus  .11.  diebus  .v.      temporibus   Constantii 
filii  Constantini.     cessavit  diebus  .xxv. 
5   Liberius  annis  .x.  mensibus  .111.  diebus  .1111.      temporibus  Con-         , 
stantii  filii  Constantini.     cessavit  diebus  vii. 

Felix  anno  .1.  mensibus  .111.  diebus  .11.      temporibus   Constantii 
filii  Constantini.     cessavit  diebus  .xxxvii. 

Damasus  annis  .xviii.  mensibus  .11.    diebus  .x.      temporibus  lu- 
10         liani.     cessavit  diebus  .xxxi. 

Siricius    annis    .xv.    mensibus    .xi.    diebus   .xxv.      cessavit   die- 
bus   .XX. 

Anastasius   sedit  annis  .11.   diebus  .xxvi.       cessavit   episcopatus    e.  9  a 
diebus  .XXI. 
15   Innocentius    annis  .xv.  mensibus  .11.  diebus  .xxi.        cessavit  die- 
bus .XXIII. 

Zosimus  anno  .1.  mensibus  .viii.  diebus  .xxv.     cessavit  diebus  .xi. 

Bonefatius  annis  .111.  mensibus  .v.  diebus  .xiii.   cessavit  diebus  .viin. 

Celestinus  annis  .vii.  mensibus  .x.  diebus  .vini,     cessavit  diebus  .xxi. 
20  Xistus  [III]  annis  .vili,  diebus  .xviiii.     cessavit  diebus  .xxii. 

Leo  annis  .xxi.  mense  .1.  diebus  .xxvi.     cessavit  diebus  .vii. 

Hilarus  annis  .vi.  mensibus  .111.  diebus  .x.     cessavit  diebus  .x. 

Simplicius  annis  .xv.  mense  .1.  diebus  .vii.     cessavit  diebus  .vi. 

Felix  annis  .viii.  mensibus  .xi.  diebus  .xvii.     temporibus  Odovacris 
25         regis.     cessavit  diebus  .v. 

Gelasius  annis  .mi.  mensibus  .vili,  diebus  .xviii.     temporibus  Ze- 
nonis  Augusti,     cessavit  diebus  .viii. 

Anastasius   anno   .1.   mensibus   .xi.    diebus   .xxiiii.      temporibus 
Theoderici  regis.     cessavit  diebus  .1111. 
30   Simmachus  annis  .xv.  mensibus  .viii.  diebus  .xxvii.     temporibus 
Anastasii  Augusti,     cessavit  diebus  .vii. 

Hormisda  annis  .vini,  diebus  .xvii.     cessavit  diebus  .vi. 

lohannes  annis  .11.  mensibus  .vni.  diebus  .xvii.     temporibus  lu- 
stini  Augusti,     cessavit  diebus  .lviii. 
SS   Felix  annis  .ini.  mensibus  .11.  diebus  .xiii.     temporibus  Theode- 
rici regis.     cessavit  diebus  .111. 


94  e  A  T  A  L  O  G  I . 


Bonefatius  annis  .ir.   diebus  .xxvi.      temporibus  AthaLirici  regis. 

cessa vit  mense  .i.  diebus  .xv. 
Johannes  annis  .11.  mensibus  .ini.  diebus  .vi.     temporibus  Atha- 

larici  et  lustini  Augusti,     cessavit  diebus  .vi. 
•        Agapitus  mensibus  .xi.  diebus  .xviii.     cessavit  diebus  .xxiiii.  5 

Silverius  anno  .1.  mensibus  .v,  diebus  .vi. 
Vigilius  annis  .xvii.  mensibus  .vi.  diebus  .xxvi.     temporibus  lu- 

stiniani  Augusti,     cessavit  mensibus  .111.  diebus  .v. 
Pelagius  annis  .xi.  mensibus  .x.  diebus  .xviii.     temporibus  Narsis 

patricii.     cessavit  mensibus  .11.  io 

Johannes  annis  .xii.  mensibus  .xi.  diebus  .xxvi.     temporibus  lu- 

stiniani  Augusti,     cessavit  mensibus  .x.  diebus  .iir. 
Benedictus  annis  .1111.  mense  .1.  diebus  .xxviiii.     temporibus  lu- 

stiniani  Augusti,     cessavit  diebus  .x. 
Pelagius  annis  .x.  mensibus  .11.  diebus  .x.     cessavit  mensibus  .vi.    15 

diebus  .XXV. 
e  9  B     Gregorius  annis  .xiii.  mensibus  .vi.  diebus  .x,     temporibus  Tyberii, 

Mauricii  et  Focae.     cessavit  mensibus  .v.  diebus  .xviii. 
Sabinianus  anno   .1.   mensibus   .v.   diebus  .vili.       cessavit   men- 
sibus .XI.  diebus  .XXVI.  20 
Bonefiuius   mensibus  .viii.    diebus  .xxii.      cessavit  mensibus  .x. 

diebus  .VI. 
Bonefatius  annis  .vi.   mensibus  .viii.    diebus  .xiii.      temporibus 

Focae  Augusti,     cessavit  diebus  .xiii. 
Deusdedit  annis  .111.  diebus  .xxiiii.    temporibus  Heleutherii  patricii,   25 

cessavit  diebus  .xiii. 
Bonefatius  annis  .v.  diebus  .x.      temporibus   Heleutherii  patricii. 

cessavit  diebus  .xiii. 
Honorius  annis  .xii.  mensibus  .xi.  diebus  .xvii.     cessavit  anno  .1. 

mensibus  .vii.  diebus  .xviii.  30 

Severinus  mensibus  .11.  diebus  .1111.     cessavit  mensibus  .1111.  die- 
bus .XXVIIII. 
Johannes  [IIIl]  anno  .1.  mensibus  .vini,  diebus  .xviiii.      cessavit 

diebus  .XLiin. 
Theodorus   annis  .vi.    mensibus   .v.   diebus  .xviir.      temporibus  $^ 

Theodori  patricii.     cessavit  diebus  .Lii. 


CATALOGI.  95 


Martinus  annis  .vi.  mense  .i.      temporibus   Olimpii    cubicularii. 

cessavit  diebus  .xxxvii. 
Eugenius  annis  .vii.  mensibus  .vini,  diebus  .xiiii.      cessavit  die- 
bus .LVIIII. 
5   Vitalianus  annis  .xiiii.  mensibus  .vi.     temporibus  Constantini  Au- 
gusti,    cessavit  mensibus  .11.  diebus  .xiii. 
Adeodatus    annis  .1111.  mensibus  .11.  diebus  .v.      cessavit   men- 
sibus .1111.  diebus  .XV. 
Donus  anno  .1.   mensibus  .v.    diebus  .x.      cessavit  mensibus  .11. 
IO         diebus  .XV. 

Agatho  annis  .11.  mensibus  .vi.  diebus  .1111.     temporibus  Heraclei 

et  Tyberii.     cessavit  anno  .1.  mensibus  .vii.  diebus  .v. 
Leo  [II]  mensibus  .x.  diebus  .xvii.      cessavit  mensibus  .11.  die- 
bus .XV. 
15   Benedictus  [II]  mensibus  .x.  diebus  .xii.     temporibus  Constantini 
principis.     cessavit  mensibus  .11.  diebus  .xv. 
lohannes  [VJ  anno  .1.   diebus  .vini,      temporibus  lustiniani   au- 
gusti,    cessavit  mensibus  .11.  diebus  .xviii. 
Conon  mensibus  .xi.     temporibus  Listini,     cessavit  mensibus  ,11. 
20         diebus  .XXIII. 

Sergius   annis  .xiii.   mensibus  .viii.   diebus  .xxiii.      temporibus 

lustini  Augusti,     cessavit  diebus  .li. 
Johannes  [VI]   annis  .111.   mensibus   .11.  diebus  .xii.     temporibus 
Tyberii  Augusti,     cessavit  mense  .1.  diebus  .xviii. 
25  lohannes  [VII]  annis  .11.  mensibus  .vii.  diebus  .xxii.     temporibus 
Tyberii  et  lustiniani  Augustorum.      cessavit  mensibus  .1111. 
Sisinnius  diebus  .xx.     temporibus  lustiniani.      cessavit  mense  .1. 

diebus  .XXVIII. 
Costantinus  annis  .vìi.  diebus  .xv.     temporibus  lustiniani.      ces- 
30         savit  diebus  .xl. 

Gregorius  annis  .xvi.  mensibus  .vini,  diebus  .xviiii.     temporibus 

Liutprandi  regis.     cessavit  mensibus  .11.  diebus  .v. 
Gregorius   annis  .x.   mensibus  .viri,  diebus   .xxiiii.     temporibus 
Leonis  et  Constantini  Augustorum.     cessavit  diebus  .viii. 
SS  Zacharias  annis  .x.  mensibus  .111.  diebus  .xim.      temporibus  Rat- 
chisi  regis.     cessavit  diebus  .xii. 


e.     IO   A 


9^  CATALOGI. 

Stephanus  [II]  annis  .v.  diebus  .xxxviin.      temporibus   Haistulfì 

regis.     cessavit  diebus  .xxxv. 
Paulus   annis  .x.  mense  .i.      temporibus  Constantini    et  Leonis 

Augustorum.     cessavit  anno  .i.  mense  .i.  -j- 
Stephanus  [III]  annis  .in.   mensibus  .v.   diebus  .xxviii.      tempo-  5 

ribus  Desiderii  regis.     cessavit  diebus  .vini. 
Adrianus  [I]  annis  .xxiii.  mensibus  .x.  diebus  .xvii.      temporibus 

Caroli  regis  primi,  j- 
Leo  [III]   annis  .xx.    mensibus  .x.   diebus  .xvii.      hic    coronavit 

Carolum  imperatorem.     cessavit  diebus  .x.  io 

Stephanus  [UH]  mensibus  .vii.     temporibus  Ludovici  imperato ris. 

cessavit  diebus  .11.  f 
Paschalis  [I]  annis  .vii.  diebus  .xvii.     cessavit  diebus  .ini.     tem- 
poribus Lhudovici  et  Hlotharii  imperatorum.  f 
Eugenius  annis  .1111.  mensibus  .vii.  diebus  .xxiii.  15 

Valentinus  mensibus  .x.  alias  diebus  .xl. 
Gregorius  annis  .xvi.     cessavit  diebus  .xv. 
Sergius  annis  .111.      temporibus  Lotharii  et  Ludovici,      cessavit 

mensibus  .11.  diebus  .xv. 
Leo  [IIII]  annis  .viii.   mensibus  .111.   diebus  .vi.     cessavit  men-  20 

sibus  .11.  diebus  .xv. 
Benedictus  [III]  annis  .xx.  mensibus  .vi.  diebus  .viii.     temporibus 

Constantini  et  Herene. 
Nycolaus  annis  .vini,  mensibus  .vi.  diebus  .xx. 
Adrianus  [II]  annis  .mi.  mensibus  .xi.  diebus  .xxii.  25 

lohannes  [VIII]  annis  .x.  diebus  .11. 
Marinus  anno  .1.  mensibus  .v. 
Adrianus  [III]  anno  .1.  mensibus  .1111. 
Stephanus  annis  .vi.  diebus  .vini. 

Formosus  annis  .v.  mensibus  .vi.  30 

Bonefatius  diebus  .xv. 
Stephanus  anno  .1.  mense  .1.  diebus  .xx. 
e.  lOB  Romanus  annis  .1111.  diebus  .xx. 
Theodorus  diebus  .xx. 

16.  alias]  Cosi  nel  testo. 


CATALOGI.  97 


lohannes  [Villi]  annis  .11.  diebus  .xv. 

Benedictus  [UH]  annis  .1111.  mensibus  .vi.  diebus  .xv. 

Leo  [V]  mense  .1.  diebus  .xxvi. 

Christophorus  mensibus  .vii. 
5   Sergius  annis  .vii.  mensibus  .111.  diebus  .xxvi. 

Anastasius  annis  .11.  mensibus  .11. 

Landò  mensibus  .vi.  diebus  .xxvi. 

lohannes  [X]  annis  .xiiii.  mensibus  .11.  diebus  .111. 

Leo  [VI]  mensibus  .vii.  diebus  .xv. 
IO   Stephanus  annis  .11.  mense  .1.  diebus  .xii. 

lohannes  [XI]  annis  .1111.  mensibus  .x. 

Leo  [VII]  annis  .111.  mensibus  .vi. 

Stephanus  annis  .111.  mensibus  .1111.  diebus  .xv. 

Marinus  annis  .111.  mensibus  .vi.  diebus  .xiii. 
15   Agapitus  annis  .x.  mensibus  .vii.  diebus  .x. 

lohannes  [XII]  annis  .viiii.  mensibus  .111. 

Benedictus  [V]  mensibus  .11.  diebus  .v. 

Leo  [Vili]  anno  .1.  mensibus  .viii. 

lohannes  [XIII]  annis  .vi.  mensibus  .xi.  diebus  .v. 
20  Benedictus  [VI]  annis  .11.  mensibus  .vi. 

Domnus  anno  .1.  mensibus  .vi.  (^\ 

Bonefatius  mense  .1.  diebus  .xii. 

Benedictus  [VII]  annis  .vini.  W. 


(i)  La  introduzione  erronea  di  un  e  b)  che  è  in  bianco.  Nella  strìscia 
supposto  Dono  II  è  di  mano  di  Gre-  rimasta  non  appariscono  traccie  di 
gorio  di  Catino.  Vedasi  intorno  a  rigatura,  e  molto  probabilmente  la 
questo  nome  ciò  che  ne  dicono  il  carta  tagliata  era  bianca  ancor  essa 
DucHESNE  e  il  Giorgi  nei  luoghi  ci-  come  la  sua  corrispondente,  e  il  ca- 
lati nella  nota  seguente.  talogo  cessava  con  Benedetto  VII,  ma 

(2)  Col  nome  di  Benedetto  termina  non   è  possibile   affermar  nulla   con 

la  e.  IO  B  e  il  primo    quaternione  del  sicurezza.     Intorno   ai   cataloghi   dei 

codice.    Il  quaternione  seguente  manca  papi  compilati  da  Gregorio  di  Catino, 

della  prima  carta  che  evidentemente  cf.    L.    Duchesne,    Liber   pontifìcalis, 

è  stata  tagliata  da  lungo  tempo  rima-  II,  xvii,  xviii  e  256,  e  I.  Giorgi,  Ap- 

nendone  solo  una  striscia  di  margine  punti  intorno  ad  alcuni  manoscritti  del 

la  quale  si  regge  per  la  legatura  agli  ((Liber  Pontifìcalis  »,  in  Archivio  della 

ultimi  fogli  e    corrisponde  all'  ultima  R.    Società    romana    di   storia    patria, 

carta  del  secondo  quaternione  (e.  19  a  XX,  247. 


Chron.  Farf.  I. 


98 


C  A  T  A  L  O  G  I 


ABBATUM  FARFENSIUM  CATALOGUS  (0. 


[Ms.  bibl.  Vittorio  Emanuele,  Farf.  2.] 


21    A 


IN    NOMINE   DOMINI   INCIPIT    CATALOGUS    ABBATUM    IIUIUS   MONASTERII. 


c 


AURENTius  fundator  huius  monasterii  primus  et  abbas. 
Thomas  restaurator  huius  monasterii  primus  et  abbas  bea- 
tusque  sacerdos. 
Haunepertus  presbiter  et  abbas,  pr^fuit  anno  Domini 
Lucerius  presbiter  et  abbas,  pr^fuit  anno  Domini 
Fulcoaldus  presbiter  et  abbas,  pr^fuit  anno  Domini 
Guandelpertus  presbiter  et  abbas,  pr^fuit  anno  Domini 
Halanus  presbiter  et  abbas,  pr^fuit  anno  Domini 
Probatus  presbiter  et  abbas,  pr^fuit  anno  Domini 
Ragambaldus  presbiter  et  abbas,  pr^fuit  anno  Domini 
Altpertus  presbiter  et  abbas,  pr^fuit  anno  Domini 
Mauroaldus  huius  monasterii  largitor  primus  et  parcus 
Benedictus  presbiter  et  abbas,  prefuit  anno  Domini 
Ingoaldus  presbiter  et  abbas,  prefuit  anno  Domini 
Sichardus  presbiter  et  abbas,  prefuit  anno  Domini 
Hildericus  presbiter  et  abbas,  prefuit  anno  Domini 
Perto  presbiter  et  abbas,  prefuit  anno  Domini 
Johannes  primus  presbiter  et  abbas,  prefuit  anno  Domini 
Anselmus  presbiter  et  abbas,  prefuit  anno  Domini 
Teuto  presbiter  et  abbas,  prefuit  anno  Domini 
Nordepertus  presbiter  et  abbas,  prefuit  anno  Domini 
Spento  presbiter  et  abbas,  prefuit  anno  Domini 
Vitalis  presbiter  et  abbas,  prefuit  anno  Domini 
Petrus  presbiter  et  abbas,  prefuit  anno  Domini 
Johannes  secundus  presbiter  et  abbas,  prefuit  anno  Domini 
e.   21  B    Rimo  presbiter  et  abbas,  prefuit  anno  Domini 

Ratfredus.     hic   huius   monasterii  res  primus    pecunia  largi- 
tus  est. 


.DCCXVI. 

.DCCXXIIII. 

.DCCXL. 

.DCCLVIIII. 

.DCCLXI. 

.DCCLXX. 

.DCCLXXXI. 

.DCCLXXXVI. 

.DCCXC. 

.DCCCII. 

.DCCCXVI. 

.DCCCXXXII. 

.DCCCXLVII. 

.DCCCLVII. 

.DCCCLXXII. 

.DCCCLXXXI. 

.DCCCLXXXIII. 

.DCCCLXXXVIII. 

supradicto 

.DCCCLXXXVIIII. 

.DCCCXC. 

.DCCCCXVIIII. 

.DCCCCXX. 

.DCCCCXXX. 


IO 


IS 


20 


25 


;o 


(i)  Mi  sembra   opportuno  aggiun-     bati  di  Farfa  che  Gregorio  di  Catino 
gere  anche  questo  catalogo   degli  ab-      premise  al  Largitorio, 


CATALOGI.  99 


Campo,     hic  acquisitis   immensis  pecuniis  res  huius  mona- 

sterii  large  distribuit  (0. 
Hildebrandus.     iste   concubinis  et  filiis    ac   filiabus   suis  res 

huius  monasterii  dedit. 
5    Dagibertus  presbiter  et  abbas,  prefuit  anno  Domini 
Adam  presbiter  et  abbas,  prefuit  anno  Domini 
Sarilo  marchio  et  abbas,  prefuit  anno  Domini 
Johannes  tertius  presbiter  et  abbas,  prefuit  anno  Domini 
Albericus  presbiter  et  abbas,  prefuit  anno  Domini  .dccccxcvi. 

IO    Hugo,     iste  in  utroque   restitutor,   sed  in  plurimis   discretus 

largitor.     prefuit  anno  Domini  .dccccxcviiii. 

Guido  presbiter  et  abbas,  prefuit  anno  Domini  Mill.  vini. 

Guido  presbiter  et  abbas,  prefuit  anno  Domini  (2) 

Suppo  presbiter  et  abbas,  prefuit  anno  Domini  Mill.  .xxxviiii. 

Ij    Almericus  presbiter  et  abbas,  prefuit  anno  Domini  Mill.  .xl. 

Domnus  Berardus  Hortanus  et  primus  presbiter  et  abbas      Mill.  .XLViii. 
Berardus  Florentinus  presbiter  et  abbas  secundus,  prefuit  anno 

Domini  Mill.  .xc. 

Domnus  Beraldus  diaconus  et  abbas,  prefuit  anno  Domini   Mill.  .xcviiii. 
20    Annis  Christi  .m.cxi.   Heinricus   rex  venit  Romam   et  capto 

Paschali  papa  coronatur  ab  eo.  (3) 
Vido  presbiter  et  abbas,  prefuit  anno  Domini  Mill.  .cxx. 

Adenulfus  diaconus  et  abbas,  prefuit  Mill.  .cxxv. 

23.  Nel  cod,  Denulfus. 

(i)  Da  Campone  a  Giovanni  terzo  dell'anno  anche  per  l'abbate  Guido, 

manca  nel   testo  la  indicazione  del-  (3)  Questa    nota    cronologica  e  le 

l'anno  in  cui  cominciarono  a  gover-  due  seguenti  che  chiudono  il  catalogo, 

nare  la  J?adia.  sono  di  mano  diversa  e  alquanto  po- 

(2)  Manca   nel  testo    l'indicazione  steriore. 


VII. 


SERxMO  DE  SANCTO  LAURENTIO 


SERMO  DE  SANCTO  LAURENTIO  0). 

[Ms.  bibl.  Vittorio  Emanuele.  Farf.  i.] 

IN  ILLO  TEMPORE  DIXIT  DOMINUS  IhESUS  DISCIPULIS    SUIS  :    «  Noil 
«  est  arbor  bona  que  facit  fructiis  malos,  ncque  arbor  mala  que 
5    «  facit  fructus  bonos  »  (2),  et  reliqua. 

[DJoMiNUS  Deus  noster,  dilectissimi  fratres,  qui  in  principio 
cuncta  creavit,  et  omnia  semper  novit,  ut  Scriptura  refert,  suo 
iussu  tunc  potentissime  precepit  dicens  :  «  Germinet  terra  herbam 
(.<  virentem  et  afferentem  semen,  et  lignum  pomiferum  faciens 
IO  ((  fructum  iuxta  genus  suum  )>  (3)^  ìpse  nunc,  ut  audistis,  in  sancto 
evangelio  per  similitudinem,  in  doctrina  sua  discipuiis  suis  locutus 
est  dicens  :  «  Non  est  arbor  bona  que  facit  fructus  malos,  neque 
«  arbor  mala  faciens  fructus  bonos  )>.  quam  utique  similitudinem 
iccirco  proposuit,  ut  discamus  quemadmodum  arborum  etiam  ho- 
15  minum  diversas  fore  naturas  et  varia  munera.  sunt  itaque  ar- 
bores  bone,  sunt  et  arbores  male.  nam  ut  arboris  bone  fructus 
dulcis  est  et  suavis  et  ad  edendum  salubris,  cuius  folium  iuxta 
prophetam  semper  est  viride  et  numquam  decidens,  ita  beati  viri 

(i)  Questo   sermone   si   trova   nel  rimanente  della  cronacd,  mi  è  parso 

codice  alla  e.  17  a,  dopo  le  ultime  pa-  opportuno  di  stamparlo  al  suo  luogo 

role  del  Prologo  che  si  leggerà  qui  naturale    e   farlo   precedere   dal   ser- 

appresso.     Gregorio  di  Catino  nei  due  mone.     Riguardo  a  san  Lorenzo  Siro 

primi  quaternioni  del  codice  scrisse  i  cf.  anche  la  sua  vita  nel  Bollando 

Cataloghi  e  il  Prologoe  lasciò  in  al  3  di  febbraio  e  il  trattato  preliminare 

bianco  le  tre  ultime  carte,  su  due  delle  al  t.  I  di  luglio  ;  Mabillon,  Acta  Sari' 

quali  scrisse,  evidentemente  più  tardi,  ctortim    O.    S.    B.    I,    231,   an.    576; 

il  sermone  intorno  a  san  Lorenzo,  ri-  Ughelli,  Ilalia  Sacra,  I,  157  e  1257; 

manendo  poi  bianca  una    carta  sola.  M ARm o  Marwi,  Serie  cronologica  degli 

Il   Chronicon   propriamente   comincia  abati   del  monastero   di  Far  Jay  Roma, 

col  quaternione  terzo  alla  e.  20  a  con  le  1836. 

parole  «Sanctorum  tempora patrum».  (2)  Lue.  VI,  43. 

Per  non  distaccare  il   Prologo  dal  (3)  Gen.  I,  11. 


e.   17  A 


104  SERMO    DE    SANCTO    LAURENTIO. 

fructus  est  carltas,  gaudium,  pax,  patientia,  bonitas,  benignitas  et 
cetera  que  Apostolus  commemorat.  cuius  etiam  voluntas,  secun- 
cium  psalmum,  in  lege  Domini  permaner,  et  meditatur  die  ac  no- 
cte('),  et  omnia  quecumque  fecerit  prosperabuntur.  male  autem 
arboris  fructus  amarus   est  et    venenosus   atque  mortiferus,  viri   5 

e.  17  «  iniqui  et  carnis  mala  opera  signifìcans,  ||  que,  ut  idem  ait  Apo- 
stolus, sunt  fornicatio,  immunditia,  luxuria,  ydolorum  servitus, 
veneficia,  inimicitie,  contentiones.  qui  vero  talia  agunt  regnum 
Dei  non  consequentur.  «  neque  enim  de  spinis  colligunt  ficus, 
«  neque  de  rubo  vindemiant  uvam  »(^\  quia  quicumque  luxuric,  io 
invidie  aliorumque  vitiorum  aculeis  sordent,  sive  stimulis  fedantur, 
et  iracundie,  detractionis,  odii  superbieque  asperitatibus  cumulati, 
insuaves  proximis  et  quasi  intractabiles  existunt,  exempla  vel  do- 
ctrinam  virtutum  ministrare  proximis  nequaquam  digne  prevalent. 

Ficus  autem  regni  celestis  dulcedinem,  uva  vero  flagrantiam    15 
dominice  dilectionis  significant.       «  bonus  homo  de  bono  thesauro 
«  cordis  sui  profert  bonum,  et  malus  homo  de  malo  thesauro  cordis 
((  sui  profert  malum  )>(3).     thesaurus  cordis  intentio  est  cogitationis, 
quam  internus  arbiter  decernens,  cum  aliquem  conspexerit,  maiora 
velie  bona  operari  quam  possit,  licet  ipsa  bona  minora  sint,  malori   20 
tamen  celestis  gratie  mercede  remunerar,  prò  malis  vero,  quam- 
quam minora  sint,  operantem,  tamen  malori  ultione  punit,  vide- 
licet  propter  intentionem  cordis,  quia  deteriora  si  valeret  operari, 
minime  cessaret.       nam  vidua  prò  duobus  nummis  exiguis  innu- 
meris  prefertur  divitum  donariis.       «  Ex  abundantia  enim  cordis  os   25 
«  loquitur  »  ^^\  quia  quod  cor  administrat  affluentius,  hoc  etiam 
OS  loquitur  abundantius.     quod  vero  locutio  bona  absque  operibus 

e.  iS  A  atjtestantibus  nichil  omnino  prosit,  subsequens  manifeste  astruit : 
«  Quid  autem  vocatis  me  Domine  Domine,  et  non  facitis  que 
«dico?»  (5)  Dominum  namque  vocare  bone  arboris  videtur  30 
esse  fructus.  sed  si  perverse  vivendo  preceptis  Domini  repu- 
gnat,  bonum  non  extitit  quod  lingua  sonuit,  quia  illud  procreavit 
conscientia  onusta  vitiis:  «  Omnis  qui  venit  ad  me  et  audit  ser- 

(t)  Cf.  Psaìm.  I,  2.  (4)  Matth.  XII,  34- 

(2)  Lue.  VI,  44.  (5)  Lue.  VI,  46. 

(3)  Matth.  XII,  35;  Lue.  VI,  45. 


SERMO    DE    SANCTO    LAURENTIO.  105 

«  mones  meos,  et  facit  eos,  ostendam  vobis  cui  similis  est.  si- 
«  milis  est  homini  edificanti  domum  »  (').  homo  hic  mediator 
Dei  et  hominum  Ihesus  Christus  est,  qui  sanctam  Ecclesiam,  in 
qua  perpetuo  maneret,  edificare  dignatus  est  et  consecrare.  qui 
5  videlicet  domino  Christo  quique  prò  modo  suo  similantur  electi, 
cum  ipsi  singuli  in  suis  cordibus  specialiter  agere  curant,  quod 
Christus  generaliter  agit  in  Ecclesia:  «  Qui  fodit  in  altum  et 
«  posuit  fundamenta  super  petram  »  ^^\  Christus  enim,  eiectis 
a  suorum  cordibus  fidelium  prave  consuetudinis  et  superfluis  co- 
io  gitationibus,  inconcussam  mansionem  in  eis  studet  stabilire, 
ipse  vero  petra  est  super  quam  fundamenta  huiuscemodi  domus 
locavit.  si  cut  enim  nil  petre  antefertur,  cui  fundamentum  im- 
ponitur  domus,  ita  sancta  Ecclesia  nichil  preponit  fidei  Christi  ac 
dilectioni,  adeo  ut  prò  ipso  etiam  mortem  non  dubitet  pati. 
15  «  inundatione  autem  facta,  illisum  est  flumen  domui  illi,  et  non 
«  potuit  eam  movere,  fundata  enim  erat  super  petram  »  ^3).  patet 
quia  Ecclesia  pulsatur  nec  deicitur.  et  si  quis  credentium  male 
victus  cesserit,  huic  non  pertinet  domui,  quia  non  super  petram 
fidei,  sed  super  arenam  levitatis  fundatus  extitit.  notandum  au- 
20  tem  quod  hec  inundatio  temptationum,  tribus  modis  Ecclesiam  im- 
pugnat,  videlicet  cum  a  sua  concupiscentia  quisque  temptatur  vel 
falsorum  fratrum  improbitate  fatigatur,  vel  apertioribus  externo- 
rum  appetitur  ||  insidiis.  hec  etiam  temptamenta  Dominus  alibi 
portas  inferi  nuncupat.  que  etsi  pulsant,  non  tamen  deiciunt 
25  Christi  Ecclesiam.  inundatio  vero  perfidie  non  subruit  domum 
fidei  nec  debellatur  ab  extraneis,  non  corrumpitur  a  falsis  fratribus 
neque  obcecatur  fumo  proprie  cupiditatis,  quia  fervet  interius  ar- 
dore dominicc  caritatis.  his  sancti  evangelii,  Domino  propitio, 
prout  potuimus  prelibatis  documentis,  libet  nunc  etiam  de  huius 
30  sanctissimi  patris  nostri  Laurentii  gestis  disserere  aliqua  huic  le- 
ctioni  congruentia,  ad  eius  venerationem  nostramque  edificationem 
pertinenti  a. 

9.  pravf  consuetudinis]  Cosi  nel  testo. 

(1)  Lue.  VI,  47,  48.  (3)  Lue.  VI,  48. 

(2)  Lue.  VI,  48. 

Cbron.  Farf.  I.  7* 


e.     18    B 


10^      SERMO  DE  SANCTO  LAURENTIO. 


Hic  denique  gloriosissimus  pater  noster,  cuiiis  hodie  celebra- 
mus  solemnitatem  annua  devotione,  de  Siria  provincia  extitit, 
qui  ab  omnipotente  Domino  inspiratus,  patriam  parentesque  sive 
consanguineos  diniisit,  et  cum  sua  sanctissima  sorore  Susanna 
Romani  venit,  et  inde  ad  haec  loca  construenda  devotus  propc-  5 
ravit,  et  tamquam  bona  arbor  fructus  hic  cquitatis  non  cessavit 
operari.  quo  nos  exemplo  tunc  docti  perficere  curabimus,  cum 
de  Siria,  quc  secundum  Prophetam  ab  oriente  consistit  Hierusa- 
lem,  ad  loca  Romana,  idest  excelsiora,  properamus,  et  patriam 
nostram,  hoc  est  carnis  delectationem,  parentesque  et  consangui-  io 
neos,  concupiscentias  scilicet  et  vitia,  reHnquimus,  et  in  hoc  loco 
nobis  a  Deo  destinato  in  eius  servitio  permanere  studebimus. 
et  bene  de  orientali  Siria  venimus  cum  Domini  iugum  et  sancte 
conversationis  in  primo  nostre  etatis  evo  suscipimus,  ut  quod  ait 
Propheta  in  nobis  adimpleatur:  «  Bonum  est  viro  cum  portave-  15 
«  rit  iugum  ab  adolescentia  sua,  sedebit  solitarius  et  tacebit,  quia 
(devavit  super  se  »  (^'\  .domum  quoque  congruam,  idest  Dei 
habitationem  in  nobis  ipsis,  sicut  supra  in  sancto  evangelio  audi- 
vimus,  una  cum  sorore  nostra,  idest  purissima  fide,  construere 
bonis  operibus  curemus,  et  super  petram,  idest  Christum,  firmis-  20 
sime  stabiliamus,  ut  una  cum  beatissimo  patre  nostro  Laurentio 
mercedem  eterne  remunerationis  capiamus.  in  hoc  quoque  quod 
ipse  a  fundamentis  construxit  cenobio  cunctis  diebus  fideliter 
perdurantes,  si  quando  oportuerit  passionibus  Christi  participemur, 
ut  et  regni  eius,  precibus  eiusdem  patris  suffulti,  consortes  effici  25 
mereamur.  credimus  enim  et  firmissime  tenemus,  quoniam  si 
pios  mores  actusque  sanctissimi  huius  patris  nostri  Laurentii  imi- 
tari  studuerimus,  in  domum  eterne  mansionis  quam  ipse  sanctus 
iustis  laboribus  acquisivit,  ingredi  et  cum  sanctis  omnibus  gaudia 
eterna  percipere  valebimus.  ad  quc  nos  gaudia,  optentu  Dei  $0 
genitricis  et  domine  nostre  Marie,  omnipotens  Dominus  sua 
magna  miseratione  perducere  dignetur,  qui  vivit  et  regnat  in 
secula  seculorum.       amen  ^^\ 

(i)  Ierem.   Thren.  Ili,  27,  28.  (2)  La  e.    19  a   e   b  è   in   bianco. 


vili. 

CHRONICON     FARFENSE 

GREGORIO  CATINENSI  AUCTORE 


CHRONICON    FARFENSE 

[Ms.  bibl.  Vittorio  Emanuele,  Farf.  i.] 

Incipit  prologus. 


E 


e.     II    A 


xcELLENTissiMO,  magnisque  honoribus  Dei  nutii  accumulato, 
j  I  'j  patri  reverentissimo  domno  et  abbati  Beraldo  (')  cunctisque 
senioribus  Pharphensis  sanctissimi  conventus,  infimus  omnium  et 
cunctorum  utinam  monachorum  uitimus  Gregorius  quicquid  in 
hoc  evo  sublimius  et  in  Christo  felicius. 

Nosse  vos  credo,  reverentissimi  patres,  quoniam  dominus  no- 
lo  ster  Ihesus  benignissimo  nos  edocet  exemplo  Patris  celestis  ce- 
lestia  simul  ac  terrena  moderantis,  ut  simus  perfecti,  sicut  et  ille 
perfectus  est,   «  qui  solem  suum  oriri  facit  super  bonos  et  malos, 
«  et  pluit  super  iustos  et  iniustos  »  ^^\      denique  dum  ipse  Salvator 
in  hoc  seculo  conversaretur  temporaliter  sine  peccato,  multorum 
ij   turbas  virorum,  honorum  sive    malorum,  amantium    se  vel  sibi 
invidentium  phariseorum,  uti  bonus    pastor  oves  proprias  suffe- 
rebat  misericorditer,  et  una  cum  se  sequentibus   discipuh's  alebat 
potentissime.       quod  etiam  Psalmista  refert  dicens  :  «  Hoc  mare 
«  magnum,  scilicet  presens  seculum,  et  spatiosum,  illic  reptilia 
20    «  quorum   non    est    numerus,   animaha    pusilla    et   magna  »  (^\ 
et  paulo  post:  «  Omnia  a  te  expectant,  Deus,  ut  tu  des  escam 
((  illis  in  tempore.       dante  te  iUi  coUigent,  aperiente  te  manum 
«  tuam  omnia  replebuntur  hubertate  »  <^4). 

Item  ahbi:    v  Oculi    omnium    in    te    sperant,  Deus,    et    tu 
25    ((  das  II  escam  illis  in  tempore  oportuno.       aperis  tu  manum  tuam  e  n  b 
«  et  imples  omne  animai  benedictione  »  (5).      sic  denique  honestis- 

(i)  Beraldo  III  che  governò  la  ba-  (3)  Psalm.  CHI,  25. 

dia  di  Farfa  dall'anno   1099  al  11 19.  (4)  Psalm.  CHI,  27,  28. 

(2)  Matth.  V,  45.  (5)  Psalm.  CXLIV,  15,  16. 


no  CHRONICON    FARFENSE. 

sime  patet  vestra  nobilitas  in  curia  vcstrc  celsitudinis:  diversi 
moris  viros  habere  consuevit,  singulosque  ferre  in  muneribus 
propriis.  alii  nainquc  vobis  referunt  qucdam  acta  profìcua,  alii 
verba  inania,  alii  adulationes,  alii  placitas  cantioncs,  alii  vero  ioca 
lubrica,  ut  mimones.  5 

Omnia  transitoria  sunt,  omnia  caduca,  omnia  terrena,  omnia 
pereuntia,  omnia  labentia.  cuncta  tamen  nos  ferre  congruit,  ut 
omnium  obsequiis  et  utilitatibus  ad  tempus  fruamini. 

Sed  et  apostolus  Paulus,  cantate  inestimabili  plenus,  omnia  su- 
stinet  et  omnibus  omnia  factus  est,  ut  omnes  lucrifaceret(').     sed    io 
nunquid  sic  utendum  est  minimis  quemadmodum  maximis?   absit. 

Omnis  enim  prelatus,  nisi  tribus    muneribus  decoretur,  non 

summus,  sed  videbitur    imperfectus.       videlicet:  primo    ordina- 

tione,  qua  omnia  discrete  noverit  imperare.       deinde  terrore,  et 

ex  bine,  ubi  expedit,  amore,      terrorem  erga  minus  sollicitos,  sive   15 

inutiles,  sueque  ordinationi  contrarios.       amorem  autem  adhibeat 

illis  qui  libenter  obsecuntur  suis  eque  preceptis. 
« 

Nani  si  malis  exhibeat  bona  et  bonis  tribuere  negligat  recta, 
e.  12  A  5t;  tortitudo   perversa,  ||  et    videbitur    hec   staterà  fore  dolosa,  et 

pondus  iniquum,  quod  est  abhominatio  apud  Deum.  quapropter  20 
iniqui  in  peius  proficient,  et  boni  in  rectitudine  tamquam  despe- 
rantes  deficient.  sed  meliora  iustis  et  media  saltim  retribuantur 
malis,  ut  insti  in  melioribus  fìant  iustiores  et  perversi  esse  con- 
tendant  in  mediis  correctiores.  ergo  ne  prelatus  fiat  inordinatus, 
et  in  suis  muneribus  largitor  haud  equus,  omnium  subditorum  ob-  25 
sequiis  inconfuse  utatur,  et  sic  in  pace  omnia  membra  erunt. 

Tunc  propria  munera  digne  singuli  referentes,  suum  Dominum 
glorificabunt  et  in  proprio  honore  accumulabunt;  hoc  quippe 
nobis  omnibus  maxime  congruit,  ut  domino  Deo  nostro  concessa 
nobis  talenta  cottidie  augentes  reconsignemus  duplicata,  et  nostris  30 
exhibeamus  senioribus  obsequia  digna.  in  Dei  namque  taber- 
naculo  in  deserto  quondam  edificato,  legimus  unumquemque 
tunc  prout  poterat  optulisse,   videlicet  aurum,  argentum,  lapides 

IO.  omnes]  Nel  testo  omnium 
(i)  Cf.  Paul.  I  Corinti).  IX,  22. 


CHRONICONFARFENSE.  Ili 

pretiosos,  bissum,  purpuram,  coccum  bistinctum,  iacinthum,  pelles 
rubricatas  pilosque  caprarum.  nos  autem  non  iam  in  taberna- 
culo,  quod  instabile  et  in  deserto  manebat,  eadem  convenit  of- 
ferre,  sed  ea  qu^  his  significantur  mimeribus,  in  Dei  Ecclesia  super 
5  lirmam  edificata  petram  referre  oportet.  scilicet  ||  prò  auro  sa-  e-  12  b 
pientiam,  non  huius  mundi  stultam,  sed  que  Dei  timore  discitur 
veram.  prò  argento,  fidei  non  fict^  sed  firme  puritatem.  prò 
lapidibus  pretiosis,  varias  fortesque  virtutes.  prò  purpura,  ut 
prò  amicis  nostris,  idest  Deo  vel  proximo,  efFusionem  sufferamus 

IO  sanguinis.  prò  cocco  bistincto,  caritarem  Dei  et  proximi.  prò 
pellibus  caprarum,  sustentationem  in  adversis  proximorum,  vel 
nostre  mortalitatis  signum.  prò  pilis  caprarum,  compassionem 
in  adversis  amicorum.  in  domo  quoque  regia  vasa  sunt  plu- 
rima, non    tantum   aurea    et  argentea,  sed  et  lignea   et   fictilia, 

15  fiale  etiam  et  ciati  proprio  habentur  munere  digni.  hcc  igitur 
omnia  ideo  commemoramus,  ut  nuUus  se  tam  pauperculum  fli- 
teatur  ut  quod  Deo  ofFerre  debeat  non  habeat  munus.  regnum 
enim  Dei  tanti  valet  quantum  quis  habet.  a  divitibus  namque 
omnibus   relictis    ^mitur,   voluntate    tamen    bona   a    pauperrimis 

20  acquiritur,  hac  enim  nichil  Deo  offertur  ditius.  his  nos  instructi 
institutionibus  divinis,  satagamus  fideliter  prout  cuique  donatur 
in  Dei  Ecclesia  fì'uctum  ofFerre  utilitatis,  ne  talentum  gratis  nobis 
a  domino  concessum  in  terra  abscondamus,  et  ex  hoc  velut  inu- 
tilis  servus  condemnemur,  et  in  tenebras  exteriores  mittamur. 

25  Sed  donec  dies  est  et  aHtus  in  nobis,  nostre  utiUima  ||  saluti 
attentius  operemur,  ut  in  extremo.  velut  fidelis  servus  ad  do- 
mini vocem  gaudeamus,  et  eterne  fructum  remunerationis  per- 
cipere  mereamur. 

Quibus  dictis  sanctioribus  roboratus  ego  infimus  omnium  et 

30  infelix,  huiusque  operis  editor  fidelis,  vestra,  pater  venerabiHs,  su- 
blimi caritudine  et  quorundam  precipuorum  seniorum  admoni- 
tionibus  cohortatus,  semper  gliscens,  secundum  datam  mihi  a  Deo 
gratis  scientiolam,  aliquem  offerre  fructum  utilitatis  in  Ecclesia, 
ad  augmentum  honorum  huius  sacri  cenobii,  vestramque  cdifica- 

^^  tionem,  domini  mei  reverentissimi,  hoc  tertium  assumpsi  cartu- 
larum  opus  laboris.       quod  quia  Christo  domino  adiuvante,  eius 


e.     i: 


112 


CHRONICON    FARFENSE. 


optentu  integerrime  Genitricis,  in  cUiobus  iam  aliis  expletis  vo- 
luminibus  magnis,  usitatissimum  habemus,  ideo  mine  breviatim 
deflorare  curamus,  ut  et  ad  legendum  levissimum,  et  ad  audien- 
dum  laborem  plenissimura  exercere  valeamus.  omne  quippe 
opus  vel  ars,  quanto  magis  frequentatur,  tanto  amplius  indagatur  5 
et  perfectius  operatur.  sic  etiam  ager,  sarculis  vel  rastris  aliis- 
que  utillimis  obsequiis  cultus,  purum  et  absque  zizaniis  profert 
fructum.  scriptura  quoque  sanctorum  patrum  nobis  emissa  prisco- 
rum  si  sepius  rum inetur,  magne  semper  utilitatis,  clariorque  sensus 
e.  1}  B  in  eis  invenitur.  quanto  enim  plus  eas  investigamus,  ||  tanto  io 
magis  velut  discretam  frumenti  medulLmi  vinique  optimam  in  eis 
meracam  reperiemus. 

Quapropter  et  nos  de  priori  cartarum  magno,  et  sequenti 
breviori  libello,  hoc  tertium  studuimus  opus  efficere  brevissi- 
mum  ^').       in  quo  etiam  aurificum  peritorum  mores  imitati  su-    15 


(i)  I  due  libri  anteriori  ai  quali 
Gregorio  di  Catino  allude,  sono:  1°  il 
Liber  ^emnlagraplms  sive  chroiiomialìs 
ecclesiae  Pharphensis,  che  si  conserva 
ora  nella  biblioteca  Vaticana  (ms.  Va- 
ticano n.  8487)  ed  è  stato  pubblicato 
dalla  R.  Società  romana  di  storia  pa- 
tria col  titolo  Regesto  di  Farfa  ;  (*)  2°  il 
Largitorium  Pharphense,  o  libro  delle 
enfiteusi,  che  si  conserva  nella  biblio- 
teca Vittorio  Emanuele  (ms.  Farfense 
n.  2)  ed  è  ancora  inedito.  Di  questi 
due  lavori  così  parla  Gregorio  nel 
prologo  al  Largitorium: 

Nos  quoque  divina  instigaute  potentia,  san- 
ctorum miserante  clementia,  ob  cunctorum 
continentiam  evasionemque  vitiorum,  et  mee 
atquc  omnium  consanguineorum  salutem  ani- 
marum,  opus  istud  cartularum  assumpsimus, 
et  ad  perfectum  in  nomine  Domini  deducere 
curavimus,  scientes  quod  non  qui  ceperit,  sed 
qui  usque  in  fìnem  peisevcraverit,  hic  salvus 
erit.  denique  primum  huius  magni  operis  li- 
brum  stilo  edere  veraci  studuimus,  quem  C  I  c- 
ronomialem,  idest  hereditale  appellari 
curavimus,  in  quo  Deum  testantes  confitemur 


(•)  //  Regesto  di  Farfa,  compilato  da  Grego- 
rio DI  Catino  e  pubblicato  dalla  R.  Società  ro- 
mana di  storia  patria  a  cura  di  I.  Giorgi  e 
U.  Balzani, 


nichil  nos  mendacii  in  rerum  translatione,  ni- 
elli! dubietatis  in  cartarum  transcriptione,  ni- 
chilque  superfluitatis  in  causarum  dimensione, 
sive  quantitate  aut  qualitate,  addidisse,  nec  om- 
nimodis  preter  quod  sillabarum  sive  partium 
litteraturas.  omnino  corruptas.  aliquantulum 
transferentes  correximus,  prolixitates  etiam 
verborum  caventes,  relhorice  contractus  car- 
tarum emendavimus.  demum  hoc  alterum 
librum  Largitorium  vel  Notarium 
appellari  censuimus,  eo  quod  res  nostri  mo- 
nasterii  notet  ab  eius  rectoribus  possessas,  vel 
alicui  petenti  legaliter  sive  usualiter  largitas. 
per  quod  videlicet  secundi  operis  volumen  non 
minus  bonorum  possessionum  ius  legaliter  et 
auctoraliter  defendi  potest,  quam  per  prioris 
0  pus  cartularum,  in  quo  dumtaxatacquisitiones 
inve.niuntur  rerum,  vel  conrtimationes  tempo- 
ralium  potestatum.  nam  nemo  plenius  largi- 
tur,  nisi  qui  prius  certius  possidere  videtur. 
ergo  res  primo  corporali  edita  traditione  acqui- 
site, et  postmodum  cuilibet  ecclesiastico  more 
largite,  firmius  certiusque  defendi  possunt 
equissima  ratione,  quia  liberius  ostendunt 
ipsarum  rerum  dominum  possessorem,  per 
eam  quam  alicui  tribuit  largitionem.  in  quo 
etiam  libro,  indictiones  cuiuscumque  tempo- 
ris,  et  vocabula  virorum  res  ipsas  petentium, 
abbatumque  largientium,  partium  quoque  em- 
ptionis,  peiiamque  obligationis,nomina  testium 
iudicumque  notantium,  sive  quautitates  rerum 
conventarum  pernotavimus,  ut  non  tìctas  vel 
apocrifas  translationes,  sed  verissimas  certis- 
simasque  et  absque  aliquo  scrupulo  dubietatis, 
qui  velit  intueri,  ccrneret  cartularum  siiigulus 


CHRONICON   FARFENSE.  I13 

mus,  qui  aurum  vel  argentum  igni  multoties  satagunt  purgare, 
ut  opus  splendidissimum  exinde  valeant  perpetrare.  enimvero 
tamquam  vina  que,  fecibus  ablatis,  mera  suaviora  fundunt,  et  in 
altero  nitidiori  vase  recondita  potantibus  nectaream  dulcedinem 
5  reddunt,  ita  hunc  cartularum  tertium  librum  studuimus  breviare, 
et  de  ampliori  fonte  in  breviori  locello  aquam  laboravimus  pu- 
riorem  transferre,  ut  lectus  et  relectus  sine  tedio  hic  liber  et  fre- 
quentius,  magnam  sollertìam  utillimamque  cautelam  prebere  valeat 
eo  utentibus,  et  notitiam  bonorum  omnium  huius  monasterii  admi- 
10  nistret,  presentibus  posterisque  rectoribus  fastidio  magne  remoto 
rei,  studioque  adhibito  perfecte  utilitatis.  in  hoc  enim  invenien- 
tur  antiquissima  novaque  et  verissima  huius  monasterii  libertas, 
propria  iura,  defensio  summa,  custodia  utentibus  recta.  refert 
enim  brachico  veracique  stilo  cuiuscumque  abbatis  singulas  acqui- 
ci sitiones,  iniquas  largitiones,  detestabiles  dispersiones,  etiam  ||  quo-  ^-  ^4  ^ 
rumcumque  hominum  iniustas  invasiones  et  impias  diremptiones. 
in  quibus  omnibus  numquam  me  fallere  studiose,  nec  in  aliquo 
apponere  aliquid  vel  minuere,  nec  a  vero  aliorsus  scribere  promitto, 
teste  omnipotente  Deo  eiusque  tremendo  iudicio,  nisique  equissima 
20  ratione  scriptoque  veracissima  per  omnia  fuisse  sano  intellectu 
capere  poterò.  salva  semper  huius  monasterii  libertate  antiqua 
vel  consueta,  a  pontificibus  sive  regibus  et  imperatoribus  largita, 
nec  mendacium  in  hoc  sive  falsitatem  laborare  debeo,  quoniam 
exinde  nil  mercis  temporalis  debitum  exigo,  nullumque  premii 
^5  munus  terreni  recipere  habeo.  quippe  quam  sepissime  etiam  in 
rebus  mihi  concessis  et  necessariis  penurias  ultra  modum  patior, 
cur  gratis  mendacium,  quod  ex  diabolo  est  mihique  non  lucrandum, 
agere  debeo?       scribam  sane  prout  certius  nosse  sive  posse  po- 


autenticarum  renovatìones.    que  omnia,  iuxta  ^^e  è  come  un  riassunto  dei  principali 

abbatum  catalogum,  sive  eorum  successiones  .                  .11                                 o- 

temporum  ordinantes,  descripsimus,  quarum  documenti  del  monastero.        Si  con- 

etiam  vocabula  rerum,  sive  terrarum  aut  lo-  serva    nella   biblioteca  Vittorio  Ema- 

corum,  ceu  in  alio  priori  libro,  alphabetice,  ad  nuele  (ms.    Farfense    n.   3).       Vedasi 

citissime  inveniendum,  inseruimus.  j^torno  a  questi  libri  anche  il  prologo 

premesso  al  Regesto  di  Farfa.     Ripeto 

Negli  ultimi  anni  della  sua  vita,  Gre-  qui  l'avvertenza  fatta  alla  p.  20,  che 

gorio  di  Catino  compilò  un  quarto  li-  questo  Regesto  è  citato  nella  presente 

bro  che  chiamò  Floriger  chartarum,  e  pubbHcazione  con  la  sigla  R.  F. 

Chron.  Farf.  I.  8 


114  CHRONICON    FARFENSE. 

tero,  huic  sacro  cenobio  vel  iure,  vel  iuste,  vel  legaliter,  vel 
consuete  pertinentes  vel  pertinendas  hereditates,  aut  ei  a  quovis 
potentissime  concessas  per  omnia  libertates.  alterius  bona  sive 
ius  Ecclesie,  aut  cuiuscumque  hominis  scienter  nunquam  frnu- 
dabo,  neque  quod  iniquum  vel  perversum  videro,  huius  mona-  5 
sterii   aliquando   fuisse    fraudulenter    ascribere    studebo.        foret 

e.  14  B  enim  impium  et  detestabile  ||  apud  Dominum  tamquam  crimen 
sacrilegii  pessimum  et  pene  homicidii  dignissimum.  ideoque 
nullum  exinde  meritum  apud  Altissimum  neque  per  hoc  tempo- 
rale prestolarer  commodum,  quia  Deus  index  iustus  non  hoc  io 
pateretur  inultum,  immo  Dei  non  evaderem  iudicium,  sed  cter- 
num  digne  perferrem  supplicium.  quoniam  iuxta  sanctum  evan- 
gehum  omnis  arbor  que  non  facit  fructum  bonum  excidetur  et 
in  ignem  mittetur.  ubi  attendendum,  quia  si  arbor  quc  licet  non 
mala  dicatur,  propter  fructum  tamen  quem  non  facit  bonum  in  1 5 
ignem  mittitur,  putas  ubi  arbor  mala  erit  mìttenda,  que  multa 
sagacitate  et  industria  prava  et  perversa  opera  malosque  fructus 
exercere  nititur?  cavenda  est  ergo  fraus,  cavendum  mendacium, 
et  detestande  operationis  incestus,  et  bis  similes  pestes,  quoniam 
hi  sunt  male  arboris  mortiferi  fructus,  qui  se  perpetrantes  de-  20 
mergunt  in  profundum.  hoc  interea  vos  omnino  postulo,  pa- 
tres,  ut  opus  istud  digne  suscipiatis,  et  nuUius  intentus  occupatio- 
nibus  postponatis,  quoniam  in  futurum  ex  hoc  permaximis  rebus 
poteritis  letari.  nam  ego  quamvis  magnus  videar  in  caritudine, 
tantillus  tamen  in  munere,  argentum  vobis  decens  vel  aurum  25 
non  habens,  Deus  scit,  istud  opus  maxime  huic  sacro  cenobio 
cerno  proficuum,  iccirco  vestrc  serenitati  vestrisque  temporibus 
illud  exercere  Domino  adiuvante  desidero   attentius.       cum  quo 

e.  15  A  etiam  opere  fidelia  obsequia  ||  vestro  honori  conferre  studeo,  et  non 

adulationis  nec  verba  inania,  non  levitatem  pulveris  vel  ventuosi  50 
faminis,  sed  cordis  purissimi  sinceritatem  non  solum  transeuntis, 
sed  potius  munus  operis  eterni  vobis  ministrare  satago.  qua- 
propter,  o  venerabilis  pater,  non  vobis  videnda  sunt  grandia  vel 
superflua  cibi  vel  potus  aut  indumenti  mei  regimina,  nec  pa- 
tiamini,  obsecro,  ceu  hactenus  ultra  modum  me  sufferre  mei  ha-  ;s 
bitus  vilitatem,  neque  erga  me  negligentes  sitis,  sicut  vestri  an 


CHRONICONFARFENSE.  II5 

tecessores,  quoniam,  ut  verum  in  Christo  fatear,  quidam  eoruin 
maligni  mihi  extiterint  gratis,  et  sumptus  necessarios  mee  par- 
vitati  et  in  libro  scribendo  minime  dederunt.  unum  Deo  teste 
recte  profiteri  valeo,  ill-um  priorem  et  maiorem  librum  me  non 
5  fecisse  de  huius  monasterii  substantiis,  vel  adminiculo  cuiuscumque 
prelati,  sed  de  manuum  mearum  laboribus  et  a  quibuscumquc 
acquisitis  extraneis  non  tamen  publicis  (0.  hoc  vero  opus  ve- 
stre  beatitudini  erit  perennis  memoria,  honoris  sublimitas,  re- 
muneratio   perpetua,  si   tamen   in   eo  fuerit  vestre  sollicitudinis 

IO  indeficiens  sagacitas  et  largitio  oportuna. 

Ad  quod  exercendum  si  ego  segnis  in  aliquo  a  vobis  forte 
viderer,  deberetis  certe  ne  deficerem  omni  studio  curare.  multo 
magis  vero  cum  per  omnia  sollicitum  me  cernere  potestis,  tri- 
buere   mihi  vel  operi  huic   commoda   neghgere  [non]    debetis. 

15  numquid  non  cuilibet  militi  omnia  armamenta,  etiam  pedum  ul- 
tima extremaque  ligamina,  et  equum  tribuitis  faleratum,  ad  vi- 
ctoriam  temporalem  exercendam,  et  non  multo  post  forte  op- 
pressLiro  ||  ab  hoste,  seu  quandoque  revincendo  et  aggredì  bella 
continuo   defcctura   insistitis?       hcc  omnia   magna    et    amabilia 

20  sunt  huic  seculo,  sed  Christi  inopibus  impossibilia  et  maxime 
despicabiha. 

At  quia  ad  hominum  plausus  et  temporale  commodum  agere 
conaminij  et  iuxta  quod  vulgo  proverbiatur  cuncta  volentia  sunt 

8.  Nel    testo    moemoria  14.    Supplisco    la  parola    non    che  manca   nel    testo. 

16-17.  ^^^^  ^^^'^  adiuctoriam 

(l)  Si  allude  qui  all'abate  Beraldo  II  vum   inutilem   illum   habens,   velut  exiguum 

che  governò  dal  1090  al  1099.     Di  lui  n;ercenarium  superflue  minabat,  et  in  tantum 

"  j      /^     •  •  1  amigebat  varns  fatigabilibus  tyrannicis  ac  im- 

Gregorio  di   Catino   dice   nel  Regesto  portabilibus  iussis,  plurimisque  moicstiis  an- 

(V,   155)  '.  gustiabat,  ut  et  opus  et  hoc  monasterium  de- 

sereret,  et  in  aliena  cenobia  tanquam  vagus 
Attamen  idem  abbas  post  aliquantum  tem-  r  „        ^  j      » 

-    .  .  ^  ?  .-  ac  profugus  pergens  secederet. 

pus  hoc  fieri  annuit  cartarum  minncum  opus, 

sicuti  in  prefatiuncula  eiusdem  operis  veraci  Nel  prologo  in  versi  che  Giovanni 

stilo  intimavimus.    non  tamen  ad  illud  perfi-       /^.,^,^^„«.,v«  „^^»,,:^^  ^i  tj^^.^v^   o:  ^„rv, 

.        ,.    ..                 ...           .  Urammatico  premise  al  i<^o^tJ5iO,  SI  ram- 

ciendum  aliquid  sumptus  tribuit,  quoniam  te-  p   rr          j*    j*     •        u*   r  ' 

nacissimus   extitit.      veruntamen   scribentem  menta  1  offerta  di   dieci  soldi  fatta  da 

lionorifice  se  prius  diligere  finxit,  et  ex  ciba-  un  tal  Pietro  prete,  per  dar  modo  a 

riis  suis  plurimum  honoravit,  atque  in  obse-  Gregorio  di  por  mano  al  lavoro  (R. 

quiis  ebdomadarum  agendis  pepercit.    in  ve-  p    tt         "x  . 

stimentis  vero  vel  eius  aliis   oportunitatibus  *       >     4.'  • 

non  benignus  sed  nimis  erga  illum  extitit  pi-  Presbiteri  Petri  sunt  haec  primordia  libri, 

gerrinius.    non  multo  post  autem,  siculi  ser-  Soldos  nanque  decem  prò  cartis  optulit  ipse. 


ìi6  CHRONICON    FARFENSE. 

levili,  et  omnia  nolentia  gravia,  labore  flxcili  perquiritis  et  hono- 
rificentissime,  non  tantum  annualiter  sed  etiam  sepissime  perlì- 
citis  ac  solemniter,  plusquam  omnes  vostri  antecessores  et  incliti 
comites,  etiam  sublimiores  potestates  vobisque  proximiores,  unum 
hodie  cunctis  viventibus  longe  quoque  manentibus  estis  notiores.  5 
quo  iccirco  putatur  a  plurimis  sollicitiori  vos  exercere  sagacitate, 
quia  temporalia  solummodo  diligentibus  magis  favere  videmini, 
et  de  cternis  ac  amplius  proficuis  vobis  rebus  nuUus  vestrorum 
famuloruni  nec  fidelium,  immo  nec  aliquis  confratrum,  forsitan 
audet  vobis  utìllimam  facere  suggestionem.  omnes  enim  tem-  io 
poraliter  et  ad  suum  questum  vos  vìdentur  diligere,  et  quoquo 
modo  sibi  libita  ex  vobis  festinant  rapere,  nec  anime  sue  parcunt, 
nec  super  vobis  de  crastino  cogitare  cernuntur,  sed  donec  hodie 
valent,  uti  sanguissuge  suggere  nituntur  quicquid  valent,  ita  ut 
vos  ad  nichilum  deducere  festinent,  quatinus  defectuose  vivatis,  15 
et  cogitare  de  cternis  minime  valeatis.  instant  adulationibus, 
renovantur  cotidie  variis  petitionibus,  nec  deficiunt  in  postulandis 
rebus,  obliviscuntur  a  vobis  accepta  et  dolent  se  perdidisse  ali- 
quantulum  dilata.  quia  igitur  bis  maximis  altisque  actibus  in- 
c.  16  A  sudatis,  ideo  a  plurimis  nobilibus  viris  penes  vos  pessi||mum  et  20 
detestabile  odium  contra  vos  generatis,  dum  ipsi  tam  magna  nec 
norunt  nec  valent  militibus  suis  libere  prebere  munera  memo- 
randa. 

Ergo,  precelse  pater,  omnia  hoc  quc  vobis  suggerimus  fide- 
lissime,  suscipite  placide  ac  benignissime,  quoniam  ea  vos  semper  25 
optamus  perficere,  in  quibus  vivatis  perpetue.  obsecro  etiam  ut 
secundum  prudentiam  vobis  maxime  concessam,  temporalia  sic 
exerceatis,  quatinus  felici  iocunditate  omnia  pertranseatis,  et  ad 
non  amittenda  premia  quandoque  perveniatis.  non  enim  Deus 
in  hoc  regimine  vos  vel  aliquem  pretulit  aut  preferre  permittit,  ^o 
ut  hec  temporalia  magis  nunc  exigat,  vel  si  neglecta  fuerint  in 
iudicio  requirat,  sed  potius  si  commissi  gregis  corporum  regimina 
vel  salutem  animarum  quis  parvipendat,  et  non  omni  exerceat 
diUgentia.       nec  miUtum  requirit  plurimorum  summam  vel  quot- 

25.  Nel  testo  suscipe 


CHRONICON   FARFENSE.  II7 

quot  illorum  preparare  satagat,  sed  magis  sibi  famulantibus  vel 
cuique  commissis  curam  soUicite  inpensam.  itaque  recte  ince- 
dentes,  et  ncque  ad  dexteram  neque  ad  sinistram  declinantes,  om- 
nipotens  Domiiius  custodir  in  omnibus,  et  in  omnia  quecumque 
5  fecerint  semper  prosperabuntur.  et  qui  agenda  vel  salutifera  ne- 
gligunt,  iusto  illos  iudicio  Deus  ducit  in  reprobum  sensum.  ut 
ea  faciant  que  non  conveniunt.  et  cum  recta  perficere  nolunt 
facillime,  ad  iniqua  perducuntur  exercenda  difficillime.  super 
hec  omnia  suggero  vobis,  excellentissime  pater,  quod  m emine- 
io  ritis  scriptum:  «  Quodcumque  potest  manus  tua  facere,  instanter 
((  operare,  quia  nec  opus  nec  ars  nec  ratio  valet  apud  inferos 
((  quo  tu  properas  »  ^').  inferos  hic  dicimus  sepulcra  in  quibus 
locati  nil  valent  operari.  item  Scriptura  dicit:  «  Eum  qui  po- 
«  test  benefacere  noli  prohibere,  si  potes,  et  ipse  benefac  )>  ^^^. 
I  5   sicut  enim  unusquisque  remuneratur  de  omnibus  que  in  se  vel  in 

aliis  bonis  operari  conatur,  sic  ||  etiam  dupliciter  condempnatur  e.  16  r 
qui  valet,  et  nec  in  se  nec  in  aliis  bono  aliquo  exercetur.  ergo, 
pater  alme,  sint  penes  vestre  soUicitudinem  dignitatis,  ad  aug- 
mentum  vestri  honoris,  omnium  subditorum  vobis  ordinate  uti- 
20  litates.  labentia  eternis  non  pr^feratis,  permanentia  prò  fugitivis 
non  negligatis.  uniuscuiusque  subditi  munere  fruimini  utiliter, 
et  omnium  obsequia  non  ducatis  segniter.  nullus  ex  vobis  com- 
missis ex  toto  vacet,  nullus  quiescat  a  bona  operatione,  ne  forte 
stolidus  in  eis  quis  inveniatur,  et  arboris  infructuose  maledictione 
25  multetur,  vel  quicquid  a  discipulis  delinquitur  a  magistro  exigatur. 
denique  sicut  securis  sine  precidente  inutilis  cernitur  et  nil  per 
se  valet  operari,  sic  subditorum  opus  vel  labor  quasi  inanis  vi- 
detur  fore  absque  patris  spiritualis  iussione.  iccirco  enim  nobis 
est  regulariter  preceptum  ut  cum  abbatis  voluntate  omnia  agantur, 
30  nam  equus  licet  magnus,  licet  validus,  licet  fortis,  videatur,  quis 
tamen  sine  insidente  vel  conducente  illum  audivit  triumphasse? 
sed  iam,  ne  diu  loquendo  vestram  serenitatem  gravemus,  a  prolixa 
locutione  fideliter  exhibita  sileamus.       hoc  ad  ultimum  suggeri- 

13.  Nel  testo  locatis 
(i)  EccUs.  IX,  IO.  (2)  Prov.  Ili,  27. 


Ii8  CHRONICON    FARFENSE 

mus,  ne  nostrani  scientiolani  parvipendatis,  sed  sic  agat  erga  me 
vestra  dignatio  ut  nunquam  vacet  in  me  cuiuscumque  utilitatis 
operatio.  enimvero  donec  vixero,  adiutus  Dei  omnipotentis 
eiusqiie  gloriose  Genitricis  ac  domine  nostre  suffragio,  non  erit 
segnis  nec  inutilis  scientiola  mec  parvitatis,  a  Deo  mihi  concessa  5 
gratis,  ad  semper  exercenda  huius  monasterii  utiliora  vestroque 
honori  decentiora.  opto  autem  vos  devotissime  operari  sollicite 
ac  discrete,  ut  in  nobis  et  prò  nobis  ac  de  nobis  et  temporaliter 
e.  17  A  gaudeatis,  et  uti    bonus  ac  soUicitus  pastor  digne  fructus  ||  rerau- 

nerationis  una  cum  ovibus  fidelibus  cternaliter  capiatis.     amen.        io 


CHRONICON    FARFENSE.  II9 


SANCTORUM  tempora  patmm  sive  gesta  virorum  cum  pie  rele- 
guntur,  et  audientium  religiose  auribus  notificantur,  prudentes 
edificantur  et  in  suis  sapientes  negotiis  Illa  imitando,  cautiores 
efficiuntLir,  et  feliciter  in  omnibus  prosperantur.  ob  hoc  pre- 
5  sertim  tempora  descripta  sunt  iustorum,  ut  nostra  dum  vivimus 
cautiori  consimilique  felicitate  et  absque  offensione  transeamus. 
scriptum  est  enim  quia  exempla  iustorum  et  actus  precedentium 
nos  cautiores  efficiunt.  et  Dominus  in  evangelio  :  «  Qui  am- 
«bulat»,  inquit,  «in  die,  non  offendit,  quia  lucem  videt  huius 

IO  «  mundi  »  ^^\  sancti  denique  dies  faerunt,  quoniam  in  luce 
huius  mundi,  que  Christus  est,  ambulaverunt.  qui  vero  aHorsus 
quam  sancti  temporibus  suis  conatus  fuerit  ambulare,  in  via  Dei  vi- 
debitur  errare,  sed  nec  in  hoc  Dei  iudicium  effugere  valet.  licet 
enim  sibi  videatur  ad  tempus  in  aliquo   prosperari,  sed  deterius 

15  illi  erit,  cum  hoc  dies  Domini  declarabit,  sive  vindicabit.  iudi- 
cium ergo,  fratres  dilectissimi,  omnipotentis  Domini  timeamus, 
et  sanctorum  terminos  patrum  in  nullo  transgrediamur.  ||  quid 
est  autem  terminos  patrum  transgredi  ?  hoc  est  sinistrorsum 
incedere,  et  quc  illi  gesserunt  vel  statuerunt,  negligere  sive  con- 

20  temnere.  illorum  enim  tramitem  si  sequimur,  in  nullo  ober- 
rare  videbimur,  et  si  tempora  quorumcumque  sanctorum  incerta 
habemus,  numquid  bene  acta  ab  eis  spernere  debemus  ?  mi- 
nime, nam  Hcet  cuiuscumque  temporis  sancti  extiterunt,  non 
tamen  transitorie  sed  eternaliter   vixerunt,  Deumque   in   se  non 

25  temporalem  sed  sempiternum,  non  localem  sed  ubique  presen- 
tem  et  in  omnibus  mirabilem,  et  verbis  et  operibus  permaxime 
ostenderunt.       quorum  nos  vitam  actusque  uti  veri  filii  patrum 

(1)  IOANN.  XI,  9. 


e.    20  A 


e.     20   B 


21    A 


120  CHRONICON    FARFENSE. 

imitari   certatim   debemus,    et  prout  potcrimus  in  omnibus  cum 
Dei  adiutorio  prosequamur  ut  illorum  in  eterna  patria  societatem 
adipiscamur.       nani  filius  qui   a   patrc  nititur  deviare,  patris  ne- 
quaquam    consequitur   hereditatem.       patria    namque  sanctorum 
est    paradisus,   ibique   fore   creditur  patrum  hereditas   sanctorum   5 
et  imitantium  filiorum.       Deus  vero   qui   non  localis  nec  tem- 
poralis,  sed   ubique    presens   et   sempiternus    permanet,  qucdam 
etiam  suo  mancipata  cultui  ad  suorum  salutem  fidelium  oportuna 
in  hoc  seculo  loca  eligit,  que  sanctorum  inibi  commorantium  au- 
gentur  mentis,  et  crescunt  ipso  perficiente  bonis  plurimis.       om-    io 
nis  namque  locus    aut    habitantium   beatis  meritis    augetur,  aut 
culpis  delinquentium  exterminatur.       revera,  quia  sepissime  per 
hominem  locus,  raro  autem  homo  per  locum  edificatur,  mirabilis 
quoque  Deus  in  sanctis  suis  predicandus  etiam  et  metuendus  ||  in 
omnibus   omnino   locis,    quia   dum  sanctorum  in    terris    exaltat   15 
habitationes,  haud  dubium  quin  eis  eternas  in  cdis  ac  lucidissi- 
mas  preparet  mansiones.       quotiens  enim  sanctorum  loca  divinis 
in  cultibus  augentur,  totiens  eorum  qui  edificarunt  merces  et  co- 
rona  in  patrie    celestis  regionibus  accrescunt.       ve  quoque  illis 
per  omnia  erit,  quorum  industria  divini  defectio  loci  vel  occasio  20 
fuerit  desolationis!       et  si  unius  Dei  templi  violatio  fit  illi  qui 
fecerit  perditio,  quanto   magis  plurimorum  ?       tot  prò   certo   in 
uno  tempia  violantur,  quot  profecto,  si    consisteret  ibi,  homines 
salvarentur.       nos  ergo,  fratres,  omnimodis  caveamus,  ne  nostris 
temporibus  templum  Dei  habitationis  violetur,  neque  negligentes  25 
in    divinis   augmentandis   rebus    inveniamur.       magis  vero    per 
omnia  satagamus  ut  sanctorum   augmentantes  loca,  illorum  pa- 
trociniis  adiuvemur,  eorumque  meritis  vel  in  ahquo  coequemur 
qui  omnia  in  bonum  operari  studuerunt,  et  in  vera  fide  iugiter 
permanserunt.     misericors  autem  et  miserator  Dominus  recte  in  30 
suis  mirabiliis  prcdicatur  sanctis  et  fidelibus,  in  quibus  per  singula 
seu  tempora  operatur  innumera  mirabiha.       ipso  denique  coope- 
rante, admiranda  et  stupenda  gesserunt,  et  recta  nobis  gradiendi 
itinera  reliquerunt.       in  quibus  semper  sunt  decentissime  prcdi- 
cabiles  et  in  omnibus  imitabiles.       in  hoc  vero  presertim  digna    55 
illi  efferendi  sunt  laude,  qui  ad   exemplum   beatissimi  patriarchc 


e  H  R  O  N  I  e  O  N    F  A  R  F  E  N  S  E  . 


121 


Abrahc  a  propriis  domiciliis  discedentes,  et  sua  queque  cum  pa- 
rentibus  relinquentes,  ad  exteras  properarunt  nationes,  quatinus 
fructum  II  transplantata  arbusta  expeditius  operarentur  vite,  et 
dignam  posteris  relinquerent  vere  imitationem  vie.  sic  prc- 
5  sens  beatissimus  gessit  pater  noster  Laurentius,  huius  sacri  ce- 
nobi i  cdificator  primus,  cuius  hodie  soUemnia  annua  venera- 
tione  recolimus,  quando  de  terra  atque  cognationc  sua,  hoc 
est  de  Siria  exivit,  propriamque  domuni  cum  parentibus  et  pro- 
priis omnibus  reliquit,  et  peregrinationis  iter  assumens,  in  hanc 
IO  Sabinensem  provinciam  post  beatissimorum  apostolorum  venit 
adorata  limina(').       in  qua  aliquantisper  commoratus,  dum  episco- 


C.     21    B 


(i)  Intorno  ai  tempi  più  remoti  del 
monastero  e  al  suo  primo  fondatore, 
Gregorio  di  Catino  tornò  nuovamente 
a  scrivere  nella  prefazione  al  Liher 
Floriger,  e  recando  il  frutto  di  più 
accurate  indagini  potè  dire:  «  aliquid 
«  de  beatissimi  patris  nostri  tempore 
«  verius  hic  indagatum  quam  in  aliis 
«  libris  inseruimus  ».  Mi  pare  perciò 
necessario  riferir  qui  intera  quella 
prefazione  per  dar  completa  la  leg- 
genda delle  remote  origini  farfensi 
quale  apparve  allo  sguardo  sagace 
di  Gregorio. 

[Ms.  bibliot.  Vittorio  Emanuele,  Farf.  n.   3.] 

In  Dei  omnipotentis  nomine.  Incipit  pro- 
logus  Libri  F  1  o  r  i  g  e  r  i  cartarum  glorio- 
sissime Marie  domine  nostre  semper  virginis 
liuius  Pliarphensis  cenobi]. 

[Explctis  igitur  huius  magni  operisrenova- 
tarum  cartarum  aecclesig  istius  beatissime 
semper  virginis  Marie  Dei  genitricis,  nostre- 
que  gloriosissime  domine,  tribus  voluminibus 
quos  domino  Cliristo  omnipotentis  Dei  filio  (*) 
in  nostre  evo  iuvcntutis,  cum  essemus  annorum 
elatis(**)  .XXXII.  incepimus.  deheinc]  (***) 
alium  [libeilum,  videlicet  quartum.Christo  do- 
mino iuvante,  inclioare  desiderans  in  graviori 
iam  evo  Ghristo  miserante  quo  sumus,  videlicet 


(*l  Cosi  nel  testo.  Probabilmente  fu  omessa  una 
parola  come  iuvante  0  concedente  0  simile. 

(**)  Lacuna  di  uva  parola  nel  testo. 

(***)  Le  parole  poste  tra  parentesi  furono  ri- 
scritte da  mano  recente  sopra  le  antiche  che  evi- 
dentemente dovevano  essersi  quasi  del  tutto  di- 
leguate. 


.Lxx.  vel  paulo  plus  annorum.  in  qua  ctate] 
omnis  levitas  vel  [falsitas  locuni  liabere  nec 
convenit  nec  decet.  liber  autem  iste  licct 
minor  omnium]  priorum,  erit  tamen  per  omnia 
utillimus  trium.  et  quoniam  in  aliis  me  re- 
colo spopondisse,  nil  falsum,  nil  mendacium 
nichilque  damnandum  in  rerum  translatione 
addidisse  vel  mutasse,  exceptis  partibus  per 
nimium  corruptis  rethoricg  iuxta  meo  scien- 
tiolam  parvitatis  compositis,  quod  Deum  omni- 
potentem  eiusque  angelos  testes  invoco  per 
omnia  me  observasse  confiteor,  salva  ergo 
huius  sancte  Ecclesig  antiquissima  libertate, 
rerum  omnium  studuimus  transferre  veritatem 
et  quaruncumque  causarum  concessionem. 
verum  nunc  in  hoc  .1111.  volumine  magìs  ma- 
gisque  id  observare  me  promitto,  ut  more 
.1111.  evangeliorum  voiuminum  hi  libri  .mi.  in 
nullo  a  veritate  devient  nec  discordar!  videan- 
tur.  si  enim  in  aliis  libris  cum  iuvenis  essem 
transtuli  veritatem,  multo  amplius  nunc  iam 
veteranus  id  ipsum  me  conservare  corde,  et 
animo  me  constituere  debeo,  quia  omne  men- 
dacium ex  diabolo  est.  dominus  autem  Chri- 
stus  via,  veritas  et  vita,  in  quo  etiam  libello 
aliquid  de  beatissimi  Laurentii  patris  nostri 
tempore  verius  hic  indagatum  quam  in  aliis 
libris  inseruimus.  et  huius  monasteri!  plenis- 
simam  libertatem  a  summis  pontificibus  et 
christianissimis  catholifcisque  imperatoribus] 
et  regibus  legaliter  concessa  et  semper  in  pre- 
tcritis  temporibus  custoditam  et  defensatam 
ostendimus.  sed  et  aliarum  rerum  possessio- 
nes  a  nobis  nostrisque  antecessoribus  habite, 
de  quibus  aliqua  controversia  vel  litis  intentio 
aliquando  evenit,  quomodo  legali  iudicio  sint 
terminata  veraci  relatione  rescribere  et  an- 
notare curamus.  prò  quibus  omnibus  preci- 
bussanctissimg  domine  nostre  Marie  et  omnium 
sanctorum  quorum  in  hoc  sacratissimo  loco 
beate  reliquie  habenlur,  vel  sancta  patrocinia 
veneramur,  ab  omnipotente   Domino  cuncto- 


Chron.  Farf.   l. 


8* 


I  22 


C  H  11  O  N  I  C  O  N    F  A  R  F  E  N  S  E  . 


patus  honore  fungeretur  et  Deo  ac  hominibus  carus  et  acceptus 
haberetur,  sedili  sublimia  sprevit,  favores  honiinum  et  ineptas 
mundi  adulationes  contempsit,  hiiius  secali  curis  reiiuntiavit,  epi- 


3.  Xel  testo  contepafh 

rum  veniam  delictorum  et  dignam  remiinera- 
tioiiem  in  scculo  venturo  ut  adipisci  merea- 
mursiippliciter  obsecramus.  omnesetiam  hoc 
legentes  voi  audientes  rogamus  ut  vestris  piis 
intercessionibus  nos  adiiivetis,  quatinus  quod 
llagitamus  optinere  a  Cliristo  domino  piissimo 
valeamus. 

His  aiitem  fideliter  premissis,  quod  de  tem- 
poribus sanciissimi  patris  nostri  Laurentii  ante 
gestis  beatorum  Euticii  et  Ysaac  aliorumque 
sanctorum  qui  eius  college  fuerunt  ropperi- 
mus,  stilo  iam  veraci  proferamus.  denique 
temporibus  luliani  imperatoriserat  in  partibus 
Syrio  vir  vite  venerabilis  Anastasius  cum 
duobus  filiis  suis,  Bricio  scilicet  atque  Euticio. 
ili  quippe  unanimi  voluntate  patriam  rclin- 
querunt  et  parentes,  ut  cclestcs  opes  attingere 
p;)ssoiit.  cum  iiis  ctiam  se  addiderunt  plurimi, 
maxime  nepotes  eorum  et  consanguinei  circi- 
ter  .XI.  videlicet:  Ysaac,  loliannes,  Laurentius, 
Proculus^  Paractalis,  Vincentius,  Crispolitus 
necnon  et  Herculanus.  cum  quibus  et  Susanna 
germana  soror  predicti  venerabilis  Laurentii 
profecta  est.  hi  namque  insimul  divino  re- 
specti  Consilio,  Romam  causa  orationis  adve- 
nerunt,  et  beatorum  apostolorum  Petri  et  Pauli 
limina  adoraverunt,  et  in  Dei  laudibus  ibidem 
apud  episcopum  Urbanum  aliquanto  tempore 
permanserunt.  sanctus  autem  episcopus  Ur- 
banus  de  eorum  adventu  gaudio  magno  re- 
pletus,  sine  aliqua  intercapedine  Bricium  et 
Carpoforum  ordinavit  presbiteros,  Lauren- 
tium  et  Abundium  constituit  diaconos.  qui 
occulte  per  plurima  tempora  ethnicos  predl- 
cantes  ad  Christum  convertebant. 

Tunc  iniqui  Pagani  nuntiaverunt  luliano 
quod  iam  dicti  sancti  cum  multis  discipulis 
docerent  populis  doctrinam  vanam  illius  ho- 
minis  quem  interemerunt  ludei,  et  ordinarent 
diaconos  et  prpsbiteros,  et  destruerent  culturas 
deorum,  et  facerent  sibi  fontes  ubi  multos  po- 
pulos  baptizarcnt.  quo  audito  lulianus,  rabie 
plenus,  iussit  ante  se  adduci,  et  nodosis  fu- 
stibus  eorum  corpora  vcrberari,  et  in  tenebroso 
carcere  retrudi,  famisque  penuria  fatigari. 
post  hoc  autem  prccepit  omnes  de  carcere 
educi,  et  in  loco  ubi  dicitur  Aqua  S.ilviae  sine 
aliqua  interrogatione  caput  beati  Anastasii 
abscidi  ut  celeri  metum  haberent.  cum  vero 
beatus  Bricius  et  Euticius  caput  sui  patris  vi- 
dissent  abscidere,  defccti  squaloribus  carceris, 
et  percussi  tormeniis  pestiferis,  cum  magno 
pavore  disccsserunt  ab  Urbe,  et  veiiientes  in 
viam  Corneliani  ubi  dicitur  Pax   Sanctorum, 


universi  orationem  Deo  dedorunt,  et  sanctis 
osculis  invicem  dalis.omnipotenti  Deo  se  com- 
miscrunt  et  sic  se  diviserunt.  l-iuticius  qui- 
dem  ad  Bulzena  loca  primo  pcrrexit,  ibique 
non  modicum  permansit.  deinde,  ut  creditur, 
divino  iussu  ad  locum  qui  Cample  vocatur 
abiit,  ubi  monasterium  construens  clarus  vir- 
tutibus  in  pace  quievit.  Bricius  vero  et  Ysaac 
atque  lohannes  ad  Spoletanam  profecti  sunt 
urbem,  ubi  diutius  commorantes,  niagnis  si- 
gnis  atque  miraculis  et  virtulibus  claruerunt, 
et  monasteria  ibidem  construentes  suum  lau- 
dabili atque  felici  fine  cursum  consumave- 
runt.  Vincentius  autem  Mevane  episcopus 
factus,  eandem  feliciter  gubernavit  ecclesiam. 
Proculus  vero  cis  pontem  ultra  Naricum  flu- 
men  sub  oppido  Carsulano  monasterium  sta- 
tuens,  aliquanto  tempore  ibidem  permansit. 
Crispolitus  quoque  Vectonj  [ecclesie  pro- 
fait,  Herculanus  autem  Perosine  civitatis  ec- 
clesiam rexit]  (*). 

[Laurentius  vero  una  cum  sorore  sua  ger- 
mana Susanna  Sabinensem  petiti  [sunt]  (**) 
regionem.  ubi  in  Dei  servitio  diutius  perma- 
nens,  carus  omnibus  effectus,  ad  summum  gra- 
dum  episcopatus  [recusans  est  electus]  (***). 
sed  vir  Dei  vitam  [meliorem  ista]  magis  eli- 
gens,  ipsum  episcopatum  reliquit,  et  monachi- 
cum  habitum  assumpsit.  quem  ut  Deus  omni- 
potens  ostenderet  perfectismeritis  apud  Deuni 
fore,eiusorationibuspostulatus  a  quodam  loco 
pcstiferum  expulit  draconem.  in  quo  videlicet 
loco  cui  vocabulum  est  Turianum,  ecclesiam 
construens,  non  parvo  tempore  m  Dei  laudibus 
permansit.  post  hoc  autem  locum  reperiens 
remotiorem  ubi  Deo  propitio  monasterium 
elegerit,  cuius  vocabulum  est  casalis  Acutia- 
nus,  quem,  ut  prò  certo  credimus,  beata  Dei 
Genitrix  semper  virgo  gloriosa  nostraque  pre- 
tiosa  domina  elegit  iuxta  ires  cypressos  ma- 
gne altitudinis,  construere  ccpit,  ut  coniici 
potest,  temporibus  Gratiani  imperatoris  qui 
regnavit  anno  incarnationis  Christi  .ccctxx. 
a  tempore  itaque  luliani  imperatoris  sub  quo 


(*)  Le  parole  tra  parentesi  sono  riscritte  sulle 
antiche   da  mano  recente. 

(*•)  Le  parole  tra  parentesi  sono  riscritte 
sullo  antiche  da  mano  alquanto  meno  recente 
delle   precedenti.  sunt   niancii  nel  tato. 

^***j  Queste  parole  e  le  seguenti  «meliorem 
«  ista  »  sono  riscritte  in  modo  così  incerto  che 
non  è  possibile  leggerle  con  sicurezza,  e  le 
diamo  soltanto  corno  ci  sembra  di  poterle  con- 
gotiuiaic. 


e  H  R  O  N I  C'  0  N  F  A  R  F  E  N  S  E  . 


123 


scopatum  deseruit,  et  contemplativam  vitam,  quo,  Christo  do- 
mino docente,  pars  est  optìma,  elegit,  et  soli  Domino  vacare 
desiderans,  monachicum   humile   indnmentum   accepit.       sed  si 


Romam  venerunt  prg fati  sancii  usque  ad  lem- 
pus]  Gratiani  .xl.  [imperatoris  anni  sunt.  xxv. 
in  quibus  ut  estimamus  aliquantulum  Rome 
moralum]  cum  aliis,  sicut  sopra  retulimu?, 
sanctis,  beatum  Laurentium  fuisse  et  Sabinen- 
sem  provinciam  properasse,  aique  in  episco- 
palum  electum  fuisse.  quo  relieto  et  mona- 
chicum habitum  accepit  et  draconem  pessimum 
efFugavit.  a  tempore  autem  Gratiani,  qui  re- 
gnavitcirca  annosChristi  incarnati. ccclxxxi., 
hoc  monasterium  inceptum  a  beatissimo  Lau- 
rentio  estimatur,ct  incolume  permansisse  usque 
ad  tempus  Zenonis.  annis  scilicet  .lxxxviii. 
nani  post  luliani  et  lobiani  tempora  impera- 
torum,  regnante  Valentiniano  Pannonense  tri- 
buno, Burgundiorum  .lxxx™.  ripe  Rheni  flu- 
minis  insederunt,  et  non  multo  post  christiani 
tìunt.  temporibus  vero  Valentis  fratris  prc- 
dicti  Valentiniani,  Gothi  per  Hunnos  a  sedibus 
propriis  expulsi,  transito  Danubio  fugientes  su- 
scipiuntur  a  iam  dicto  Valente  qui  postea  ab  eis 
in  Antiochia  crematur  igne,  temporibus  etiam 
Archadii,  Radagisus  rex  Gothorum  .ccxl'"., 
primo  Italiam  devastavit.  temporibus  quoque 
Honorii,Halaricus  rex  Gothorum  Romam  in- 
vasit  et  partem  eius  igne  cremavit  anno  Christi 
♦ccccxiiii.  temporibus  vero  Zenonis  impera- 
toris et  pape  Leonis,  Gensericus  rex  Guan- 
dalorum  cum  exercitu  Maurorum  Romam  ce- 
pit  anno  Christi  .cccclvii.  quo  tempore  ar- 
bitramur  hoc  cenobium  fuisse  dcstructum, 
post  beatissimi  Laurentii  constructionem  anno 
.LXXXVIII.  tot  cnimanni  sunt  a  Gratiani  pri- 
mordio imperatoris  usque  ad  terminum  prc- 
dicti  Zenonis.  in  quibus  forsitan  incolume 
permansit.  temporibus  vero  lustini  et  pape 
Agapiti  anno  Christi  .Dxxvnii.  Villisarius 
missus  a  lustiniano  imperatore  cum  exercitu 
contra  Guandalos  ad  Africam,  quam  multis 
labentibus  annis  possederant,  regem  eoru^i 
Gensmerum  vivum  ccpit,  et  Constantinopo- 
lim  mandavit.  post  hoc  Romam  venit  et  cum 
Guitlige  rege  Gothorum,  qui  Urbem  possede- 
rai, diripuerat  et  absumpserat,  pugnavit,  cuius 
maximo  exercitu  ceso  fugavit,  et  rcgeni  ipsum 
captum  Constantinopolim  asporlavit.  rursum 
ad  Africam  perrexit  et  Guandalorum  Gunta- 
rilum  regem  dolo  pacis  peremit,  et  reliquos 
reipublice  iugo  substravit,  Romeque  victor 
rediit.  temporibus  autem  Vigilii  pape,  Nar- 
ses  eunuchus  a  lustiniano  imperatore  missus 
Italiam  venit,  et  cum  rege  Gothorum  Totila 
qui  Urbem  ceperat  pugnavit,  eumque  inleili- 
ciens  omnem  Italiam  liberavit.  temporibus 
vero  lohannis  pape,   Sinuald   regem  Herulo- 


rum  cunctam  Italiam  opprimenlem,  Narses 
pugnans  occidit  et  omnes  sibi  subiugavit. 
deinde  Amingum  ducem  Francorum  et  Bucel- 
Unum  Italiam  nimis  opprimentes  occidit,  et 
Italiam  liberavit.  mortuo  autem  Narse  patri- 
ciò,  Albuin  Langobardorum  rex  .xx"*.  viro- 
rum  a  Saxonibus  amicis  in  auxilium  accepit, 
et  a  Pannonia  Italiani  venit  anno  .vii.  Tyberii 
imperatoris,  et  anno  dominice  incarnatior)is 
.DLxvini.  temporibus  quoque  Foce  Augusti, 
Romani  ceduntur  a  Persis.  postremo  autem, 
temporibus  .1111.  Constantini  .lx.  imperatoria, 
anno  eius  .xii.  venit  sanctissimus  Thomas  et 
hunc  locum  restaurare  cepit  anno  Christi 
.DcLxxx.,  qui  destructus  et  absque  habitalorc 
permansisse  arbitratur  annis  plus  minus 
.CLxxv.  tot  enim  anni  exliterunt  a  termino 
Zenonis  imperatoris,  cuius  temporibus  eredi- 
tar fuisse  destructus,  usque  ad  annum  dnode- 
cimum  quarti  Constantini  .lx.  imperatoris. 
iure  itaqueignorabatur,  quia  tot  annis  a  nullo 
ineolebatur.  a  (*)  luliano  igitur  imperatore 
usque  ad  Gratianum  anni  sunt  .xxiiii.  in  qui- 
bus sanctissimus  Laurentius  morasse  fertur 
Rome  atque  Sabinis  ante  huius  monasterii 
inceptionem.  a(**)  Gratiano  autem  usque  ad 
Archadium  anni  sunt  .xxv.  in  quibus  Italia 
erat  solida  et  incolumis  et  sine  gentilis  gladio 
dominii.  ab  Archadio  vero  usque  ad  Zeno- 
nem  anni  sunt  .lxx.  in  quibus  Italia  licei  op- 
pressa et  divastata  a  gentibus  legatur,  prius  a 
Raadgiso  cum  Gothis,  deinde  ab  Halarico 
cum  (*«*),  non  est  arbitrandum  quod  istud  ce- 
nobium lune  destructum  sit,  quia  Roma  qup 
proxima  est  incolumis  manebat,  postquam  au- 
tem Roma  temporibus  Zenonis  et  pape  Leonis 
primi  capitur  a  Genserico  rege  Guandalorum 
et  Maurorum,  lune  credendum  est  hoc  mona- 
sterium fuisse  desolaium  et  sic  permansisse 
hominibus  ignotum  annis  .clxxvi.,  videlieet 
usque  ad  tempus  quarti  Constantini,  quando 
sanctissimus  Thomas  eius  anno  .xii.  venit,  et 
restaurare  c^pit,  anno  Christi  .dc.lxxx.  post- 
quam Langobardi  in  Italiam  venerunt,  anno 
utique  .VII.  Tyberii  imperatoris,  a  cuius  tem- 
pore usque  quo  venit  sanctissimus  Thomas 
anni  sunt  .xc.  in  quo  tam  brevi  spatio  quo- 
modo  potuit  oblivisci  tam  famosus  (***»)  lo- 
cus?    sed  et  illud   quod   in   proemio   legilur 


(*)  a  inanca,  nel  testo. 
(**)  a  manca  nel  testo. 
(***)   Cosi  nel  testo. 
(****)  Nel  testo  fomosus 


1 24  e  H  R  O  N  I  e  O  N    F  A  R  F  ]•:  N  S  E . 

forsitaii  in  hoc  aliquis  pulsatur,  et  quod  episcopatuin  deseruit 
CLiiquam  displicere  vidctur,  rationem  eximii  doctoris  beatissimi 
Gregorii  attendai,  et  quid  de  sanctis  viris  ad  meliora  tendentibus 
docuerit,  non  improvise  spernat.  ait  enim:  Quoniam  sepe  agitur 
in  animo  perfectorum,  quod  silentio  prctereunduni  non  est,  quia  5 
cum  laborem  suum  sine  fructu  esse  considerant,  in  loco  alio  ad 
laborem  cum  fructu  migrant.  et  cum  in  aliquo  loco  minorem 
e.  22  A  sibi  fructum  adesse  conspiciunt,  et  gravem  laborem,  ||  ad  laborem 
se  alibi  cum  fructu  servant.  nani  ubi  omni  modo  fructus  de 
bonis  deest,  fìt  aliquando  de  malis  labor  supervacuus,  maxime  si  io 
e  vicino  cause  suppetant  quo  fructum  Deo  ferre  meliorem  valeant. 
sancti  enim  sapientìs  donum  lege  non  constringitur,  loco  non 
coartatur,  nec  tempore  comprimitur.  sed  quem  intrinsecus  do- 
cuerit, extrinsecus  quasi  in  sua  libertate  relinquit.  mentes  nam- 
que  electorum  semper  ad  alta  tendunt,  et  de  ininimis  ad  meliora  15 
precellere  nituntur.  sicut  enim  liquor  olei  in  omni  alio  liquore 
de  imis  tendit  ad  superiora,  sic  animus  iustorum  de  humili  iustitia 
ad  maiora  precepta  surgere  festinat.  sicut  scriptum  est:  Am- 
bulabunt  sancti  de  virtute  in  virtutem,  ut  Deum  deorum  in  Sion 
valeant  contemplare.       nani  quod  hoc  beatissimus  liic  pater  no-   20 


Constructionis,   istud    monasterium  a  In  hoc  itaque  codicello  continentur  tempora 

Langobardis  destructiim,  effugatis  ab   eis   et  diversarum  potestatum  a  primordio  huius  con- 

interfectis  eius  liabitatoribus,  corrigendum  ai-  ditionis  ccnobii,  ut  initium  eius  quando  san- 

bitramur,  ut  non  a  Langobardis  sed  potius  a  ctissimus  Laurentius  inchoavit  quoquo  modo 

Guandalis  [dicatur](*),  quod  accidil  tempori-  possit  sciri.     inveniuntur  hic   et   sanciorum 

bus  Zenonis,  ve)  a  Gotliis,  quod  temporibus  Ar-  apostolicorum  diverse  auctoritates,  et  eorum 

chadii  vel  Honorii  imperatorum  extitit.    liec  huic  cenobio  concessa  privilegia,  ad  eius  lì- 

de  temporibus  regum  et  imperatorum  presu-  bertatis  perpetuam  defensionem.    inveniuntur 

lumque  Romanorum  variisque  cladibus  super  et   catholiconim   imperatorum    prcceptiones, 

Italiam  a  diversis  gentibus  illatis  a  primordio  ad   eius   perfecie  securitatis  tuitionem.    inve- 

liuius  cfnobii  nos  exarasse  sufficiant,  de  qui-  ninntur  et    orthodoxorum  Patrum    sententie 

bus  notandum  quod  varie  ea  descripta  repe-  summa  auctoritate  piene,  ut  quc   vivens  pro- 

rimus.    verum   inspicientes   et   perscrutantes  latus  Ecclesie,  vcl  imperialis  aut  regalis  po- 

Chronicam  Hisidori  episcopi  et  Pauli  Oro-  testas   bene    ordinaverit,  vel   prò  quiete  (*) 

sii,   Historiamque    Romanorum    seu  causaque  vere  religionis  disposuerit,  nullate- 

Langobardarum    gentium,     marty-  niis  ad  irritum  deducantur.    inveniuntur  et  de 

rumque  passiones  nec   non   et   gesta  sancto-  aliquibus   rebus  a   pravis  hominibus   contra 

rum,  prout  certius  et  verius  valuimus,  in  hoc  jioc  monasterium  illate  (•*)    controversie  iii- 

nostro  ultimo  cartarum    opere  ipsa  tempora  tentiones,  in  placito  legaliter  ditfiniti?  vel  ter- 

ct  annos  transcribere   curavimus,   ut  tempus  minatf.    inveniuntur  etiam  vocabula  omnium 

beatissimi   Laurcntii   huius   primi    fundatoris  ecclesiarum  et  locorum,  sive  quarumcumquo 

ccnobii  suptilius  intimare  possemus.  rerum  huic  monasterioab  initio  pertineiitium. 


(*)  Nfl  testo  quietf 
(«)  Nel  testo  dar  («•)  Nel  testo  illate 


CHRONICONFARFENSE,  125 

ster  Laurentius  non  ab  re  nec  absque  omnipotentis  Domini  vo- 
luntate  fecerit,  in  posterum  qui  voluerit  perspicere  poterit.  forte 
tunc  tempus  exigit,  iccirco  iliud  viri  sapientis  efficere  maluit  : 
sapiens  in  tempore  mores  mutat  sine  crimine.  denique  et  Do- 
5  minus  dicit  in  evangelio  :  «  Bona  arbor  bonos  fructus  facit  »  ('). 
et  sicut  venientes  in  vestimentis  ovium  cognoscentur  utique  ab 
eorum  fructibus,  sic  presens  pater  noster  beatissimus  Laurentius 
nunc  et  in  perpetuum  cognosci  potest  quod  fructum,  postquam 
monachico  habitu  indutus  est,  omnipotenti  Domino  optulit  melio- 

10  rem.  cum  enim  in  quodam  puteo,  loco  qui  dicitur  Aturianus  <^^) 
Sabinensis  provincie,  immanissimus  tunc  draco  habitaret,  cuius 
pestiferum  flatum  ||  nuUus  mortalium  poterat  ferre,  vir  Domini 
Laurentius  a  dominis  ipsius  loci  tam  venditione  quam  conces- 
sione eundem  locum  accepit,  et  ab  eo  infra  paucos  dies  in  ora- 

15  tione  et  ieiunio  persistens,  sevam  pepulit  Domini  virtute  omni- 
potentis pestem.  capiat  in  hoc  cui  placet  ^quissimam  rationem, 
et  attendat,  quoniam  si  Deo  displiceret  episcopatus  amissio,  nullo 
modo  perfici  valeret  ab  eo  draconis  expulsio.  en  audisti  iam 
fructum  arboris  bone  in  loco  utillimo  transplantate.       audi  etiam 

20  et  fructum  alium,  multo  amplius  decentissimum  sive  prestantis- 
simum.  deinde  in  uno  ex  bis  que  ei  tradita  vel  vendita  fuerant 
loca,  idest  in  sito  cuius  vocabulus  est  Acutianus,  una  cum  sua 
germana  Susanna  monasterium  hoc  in  honore  sanctc  Dei  geni- 
tricis  semperque  virginìs  Marie  et  sanctorum   lohnnnis   Baptiste 

25  et  lohannis  Evangelista  idem  vir  Domini  Laurentius,  non  de 
publico,  construxit.  in  quo  facto  omnipotens  Deus  beati  viri 
merita  sibi  placuisse,  et  quod  episcopatum  desererat  non  se  of- 
fendisse,  sed  magis  sue  voluntati  ostendit  acceptum  fuisse.  nam 
ipso  cooperante,  et  gloriosissima  Maria  semper  virgine  continue 

30  suffragante  suis  sanctissimis  precibus,  predictus  vir  sanctissimus 
Laurentius  in  isto  loco  amplius  meritis  beatis  accrevit,  et  innu- 
merabilium  veniam  delictorum  animabus  hi  e  illuni  sequentium 
utriusque  generis  secum,  a  Domino  acquisivit.       audentius  enim 


(i)  Matth.  vii,  17. 

(2)  «  Aturianum  »  nel  Regesto  e  nel  Floriger  «  Turianum  »,  Torano. 


e.  22  B 


126  CHRONICON    FARFENSE. 

et  confidentius  crcdentcs  affirmamus,  quia  quousquc  volvitur  iste 
e  23  A  mundiis,  cius  laudabile  meritum  ||  semper  accipit  incrementum. 
ipsi  enim  iure  debentur  incrementa,  quia  ipsius  extiterunt  huius 
loci  fundamenta.  et  sicut  ex  omnibus  super  ea  bene  auctis  eun- 
dem  divina  dignissime  iustitia  remunerabit,  ita  istorum  bono-  5 
rum  violatorem  sive  distractorem  divina  ultio  districtissime  con- 
demnabit.  hoc  autem  factum  beatissimi  patris  nostri  Laurentii 
domnum  lohannem  papam,  ni  fallor,  sextum,  venerabiliter  lau- 
dasse arbitramur,  et  pontificali  confirmasse  atque  corroborasse 
auctoritate  apostolicaque,  minime  dubitamus,  cum  privilegium  io 
vere  paterncque  admonitionis  et  optime  huius  monasterii  liber- 
tatis,  beate  recordationis  duce  optinentc  Faroaldo,  domno  Thomc 
abbati  et  huius  sacri  ccnobii  congregationi  emittere  curavit. 
si  enim  hunc  virum  culpandum  vel  condemnandum  idem  pon- 
•  tifex  in  hoc   f;icto  decrevisset,  nequaquam   illum  venerande  me-    ^5 

morie  de  peregrinis  venientem  laudasset,  nequaquam  huic  mona- 
sterio  ab  eo  constructo  tam  prccipuam  libertatem  concessisset. 
et  si  sub  tributo  vel  censu  Romane  curtis  esse  deberet,  nullo 
modo  in  ipso  privilegio  prcdictus  pontifex  id  taceret.  iccirco 
autem  sub  tributo  vel  censu  aliquo  illud  fore  debere  non  iudicavit,  20 
quoniam  non  de  publico  constructum,  sed  tam  emptu  quamque 
ex  oblatione  fidelium  illum  fuisse  edificatum  certissime  cognovit, 
veluti  in  ipso  privilegio  apertissime  ostendit.  ad  hec  forsitan 
aliquis  calumniator  nobis  opponere  velit,  quod  beatus  Lauren- 
c.  2?  B  tius  II  episcopus  extitit,  ideoque  quicquid  operatus  est,  quicquid  25 
acquisivit,  ecclesie  illius  fore,  idest  sponse,  debuit,  aut  dominii  eius 
cui  pertinet  episcopatus.  contra  que  sit  hec  nostra  responsio, 
et  fidelis  per  omnia  defensio.  beatus  Paulus  apostolus  dicit  : 
«  Quandiu  vivit  vir,  uxor  eius  sub  mariti  lege  manebit.  mor- 
((  tuo  viro  nubat  cui  vult,  tantum  in  Domino  »  ('\  et  ut  doceat  30 
nos  hoc  debere  intelligere  in  ecclesiasticis  misteriis,  subintulit 
dicens  :  «  Sacramentum  hoc  magnum  est,  ego  autem  dico  in 
a  Christo  et  in  Ecclesia  »  ^^\  diximus  supra  quod  beatus  Lau- 
rentius,  episcopatu  derelicto,  monachicum  induit  habitum,  et  re- 

(i)  Paul.  I  Coriuth.  VII,  39.  (2)  Paul.  Epbcs.  V,  32. 


CHRONICON    FARFENSE.  127 

tulimus  illum  post  hoc,  omiiipotentis  Dei  cooperatione,  miraculo 
draconis  effugnti  claruisse,  et  a  summo  pontifice  lohanne  non 
condemnatum  in  lioc  sed  iaudatum,  et  venerande  memori^  fuisse 
appellatum,  atque  ducis  Faroaldi  rogatu  domno  Thome  abbati 
5  et  buie  monasterio  non  condicionis,  non  tributi,  non  census,  sed 
privilegium  totius  libertatis  mira  cantate  emissum  ab  eodem  pon- 
tifice fuisse.  perpendat  ergo,  si  placet,  oppositoris  controversia, 
quia  postquam  beatus  Laurentius  episcopatu  derelicto  monachicum 
habitum  accepit,  mortuus  est  mundo  buie,  sive  debito  episcopali, 

IO  et  ecclesia  eius,  que  iure  sponsa  illius  vocabatur  dum  ipso  uteretur, 
nupsit  deinde  cui  voluit,  ut  Apostolus  precipit.  mortuus  ergo 
in  priori  ministerio,  iani  in  alio  vivens  in  Christo,  quodcum- 
que  gessit  vel  acquisivit,  non  prioris  ministerii  sed  secundi  exti- 
tit,  Il  quoniam  sponsa  illa,  idest  ecclesia,  post  eum  alterum  virum   e.  24  a 

15  accepit  qui  deberet  debitum  reddere  sibi.  ex  tunc  ergo  beatus 
Laurentius  ab  eius  debito  extitit  per  omnia  liberrimus.  quod 
bene  idem  venerabilis  Laurentius  innotuit,  cum  in  istius  ecclesie 
absida  titulum  posuit,  in  quo  refertur  ab  eo  et  Susanna  eius  ger- 
mana hoc  monasterium  non  de  publico  fuisse  constructum.       pu- 

^0  bhca  enim  res  est  que  regali,  vel  imperiali,  aut  Senatus  sive  ci- 
vili, vel  pontificalis  patriarchìi  pertinet  iuri.  ex  neutro  ergo 
horum  hoc  monasterium  construitur,  sed  tam  de  emptu  sanctis- 
simi  Laurentii,  quam  de  concessione  sive  oblatione  edificatur  fi- 
delium.       cum  autem  beatissimus  pater  noster  Laurentius  diu  in 

25  hoc  monasterio  certamen  bonum  certasset,  cursumque  iustitie  con- 
sumasset,  recepturus  a  Domino  coronam,  ex  hac  luce  migravit. 
cuius  sanctissimum  corpus  in  hac  basilica  sanctp  Dei  genitricis 
Marie  a  discipulis  est  humatum  dihgenter  et  reconditum.  et 
non   post  longum   temporis   spatium  venerabilis  eius   soror    Su- 

3^  sanna  perrexit  ad  Dominum,  eiusque  cadaver  in  hoc  monasterio 
a  discipulis  iuxta  fratris  est  sepultum. 

Libet  autem  de  huius  sancti  tempore  historias  perscrutar!,  et 
quo  extiterit  evo  perspicacius  investigare,  et  quamvis  non  plenius 
sciri  possit  prò  temporum  magna  longinquitate,  et  barbarorum  im- 

* 

17.  innotuit]  Cosi  nel  testo. 


128  CHRONICON    1  ARIENSE. 


niìnente  postea  istius  loci  dcsolatione,  tamen  absque  ambiguitate 
novimus  id  quod  in  privilegio  domni  lohannis  prefati  pape  habetur, 
beato  Thome  abbati  concesso:  «  venerabile  monasteriura  sancte  Dei 

e.  24  B    ((  genitricis  semperque  ||  virginis  Marie  quod  Laurentius  quondam 

((  episcopus  venerande  memorie  de  peregrinis  veniens  in  fundo  qui   5 
{(  dicitur  Acutianus  territorii  Sabinensis  constituit,  et  propter  reli- 
«  giosam  eius  conversationem,  et  divini  servitii  sedulitatem,  ibidem 
((  secum  conversantium,  loca  qucdam  tam  emptu  quam  ex  obla- 
«  tione  fidelium  acquisivit  «  ^'\     bis  dictis  possumus  nosse  ab  boc 
sanctissimo  viro,  sed  non  de  publico,  sanctum  hoc  cenobium  con-    io 
structum  fuisse.       quia  vero  tempus  illius  conditìonis  ignoramus, 
iccirco  silere  de  hoc  magis  elegimus  quam  aliquid  proferre  men- 
dosum  ve!  frivolum.       nobis  quippe  audire  mendacium  non  llcet, 
quanto  magis  proferre?      legimus  tamen  in  autentice  Constru- 
ctionis  illius  proemio,  quia  temporibus  Romanorum,  prius  quam    15 
Hitalia  gentili  gladio  ferienda  traderetur,  tres  viri  de  Siria  adve- 
nerunt,  scilicet  Ysaac  et  Johannes  atque  Laurentius  cum  sua  ger- 
mana sorore  Susanna.       de  quorum  primo  duorum  beatus  papa 
Gregorius,  qui  a  beato  Petro  extitit  .Lxvi.,  et  post  annum  domi- 
nice  incarnationis  .dciii.  mensesque  .x.  atque  dies  .xx.,  indictione  20 
secunda,  tertio  nonas  octobris,  in  pontifìcatum  est  assumptus,  im- 
perante Ty berlo  augusto,  sic  in   D  i  a  1  o  g  o  r  u  m    libro    tertio, 
capitulo  decimoquarto,  mentionem  facìens  ait:  ((  Prioribus  quoque 
«  Gothorum  temporibus  fuit  iuxta  Spoletanam  urbem  vir  vite  ve- 
ce nerabilis  Ysaac  nomine,  qui  usque  ad  extrema  pene  Gothorum   25 
«  tempora  pervenit,  quem  nostrorum  multi  noverunt,  et  maxime 
((  sacra  virgo   Gregoria    que    nunc  in    hac   Romana    urbe    iuxta 

e.  25  A  ((  ecclesiam  beate  Marie  semper  virginis  habitat  ».||  et  post 
panca:  «Multa  autem  de  eodem  viro,  narrante  venerabili  patre 
((  Heleuterlo,  agnovi,  qui  et  hunc  familiariter  noverat,  et  eius  50 
«  verbis  vita  fidem  prebebat,  hic  itaque  venerabilis  Ysaac  ortus 
«  ex  Hitalia  non  fuit,  sed  primum  de  Sirie  partibus  ad  Spoleta- 
«  nani  urbem  venit  »  ^^\  prudens  lector,  animadverte  que  fue- 
rint  Gothorum  priora  tempora  vel  que  Romanorum  prius  quam 

(1)  R.  F.  doc.  2.  (2)  S.  GreuoriiMagni /)»ii/.  Ili,  i-|. 


CHRONICON    FARFENSE.  129 


Hìtalia  gentili  gladio  ferienda  traderetur.  constat  igitur  qnoniam 
ante  prpfati  gloriosissimi  pontificis  non  modicum  tempus  conditum 
est  monasterium  istud,  prò  eo  quod  venerabilis  memorie  beatum 
Ysaac,  collegam  scilicet  sanctissimi  huius  monasterii  Laurentii 
5  abbatis,  non  se  vidisse  nec  suis  temporibus  extitisse  descripsit, 
sed  prioribus  illum  Gothorum  temporibus  fuisse  manifesta  rela- 
tione  professus  est.  nam  priora  Gothorum  tempora,  ut  verius 
conici  potest,  ut  in  scriptis  Chr  onice  nistorie  Orosii  pre- 
sbyteri  reperitur  ('),  illa  fuerunt  quando,  regnante  Archadio  impera- 
lo tore  (quo  tempore  Ambrosius  apud  Mediolanum,  Martinus  vero, 
cuius  gloriosus  extitit  transitus  a  Domini  passione  anno  .ccccxii., 
Ctatis  autem  octogesimo  primo,  episcopatus  vero  .xxvi.,  in  Galliis 
apud  Turonos,  et  apud  Bethlehem  Hieronimus,  qui  expletis  .xci. 
vite  annis  ad  Christum   migravit,  velut  sidera  radiabant).  Rada- 

15  gisus  rex  Gothorum,  qui  virtute  et  natura  barbarus  erat  et  Scitha, 
habens  secum  .ccxc.  homines,  primo  Hitaliam  divastavit.  itemque 
post,  regnante  fratre  eius  Honorio,  Halaricus  rex  Gothorum  Ro- 
mam  invasit  partemque  eius  igne  cremavit  .vini,  kalendas  septem- 
bris,  anno  conditionis  eius  .mclxiiii.  ||  ac  die  .vi.  postquam  fuerat  e.  25  b 

20  in  eam  ingressus.  depredata  Urbe,  egressus  est  cum  incarna- 
tionis  dominici  ageretur  annus  .ccccxiir.  tunc  etiam  apud  Yp- 
poni  regium  fulgentissimus  totiusque  florebat  magister  Ecclesie 
Augustinus,  qui  tertio  ipsius  civitatis  obsidionis  anno,  mense  sexto, 
et  septuagesimo  vite,  in  Christo  quievit.       deinde  agente  presu- 

25  latum  Romane  Ecclesie  Leone,  a  Genserico  Roma  capta  est,  qui 
erat  fultus  exercitu  Guandalorum  ac  Maurorum,  postquam  primo 
eam  Halaricus  invaserai,  secunda  iam  vice,  expletis  ab  eo  tempore 
annis  quadraginta  quatuor,  a  conditione  eius  .mcc.  atque  .vili., 
et  ab  incarnatione  Christi  .ccccLVii.       post  hec  vero,  temporibus 

30  Agapiti  pape,  anno  dominice  incarnationis  .dxxviiii.  Gothi  Urbem 
possident,  universam  per  circuitum  direptionibus  et  incendiis  ab- 
sumunt,  quibus  Guittigis  regnabat.  quo  tempore  in  Oriente  lu- 
stinianus  imperabat.  denique  capto  Guittige,  Gothi  Hildebadum 
constituunt  regem.      qui  etiam  eodem  anno  perimitur,  et  regnum 

(i)  Oros.  Hist.  VII,  37. 

Chron.  Farf.   I.  q 


IjO  CHRONICON    FARFENSE. 

accepit  Eraricus.       qui,  necdutn  anno  expleto,  iugulatur.       tunc 
sibi  in  regnimi  preficiunt  Baduilam  qui  dicebatur  Totila.       qui 
undique  exercitu  collecto,  rursum  universam  Hitaliam  invadunt, 
Urbemque  obsessam  post  terdecim  dies  introierunt,  temporibus  Vi- 
gilii  pape  et  lustiniani  imperatoris,  scilicet  post  incarnationis  do-    5 
minice  annos  .dxl.,  indictione  .xiii.        ab  Archadio  itaque  rege 
usque  ad  lustinum  minorem,  sub  quo  Narses  Romanorum  pa- 
tricius  cum  Totila  novissimo  Gothorum   dimicans,   eumque  su- 
perans    eflPugavit,    anni    sunt    fere    centum   septuaginta    novem. 
priora    item    tempora    Gothorum    ceperunt    imperante   Valente,   io 
quando  idem  Gothi    per  gentem    Hunnorum  a  sedibus  propriis 
e.  26  A  expulsi,  Il  transito  Danubio,  fugientes  a  prefato  principe  suscipiun- 
tur.      nam  temporibus  Valentiniani  imperatoris,  intra  Tracie  fines 
cum  communiter  habitarent,  ibi  divisi  sunt.       Fridigernus  cum 
suis,  Ostrogothis    vocatis,  orientalem,  Alicernus   vero    cum  suo    15 
exercitu,  cui  vocabulum  erat  Guisigothus,  rempublicam  occiden- 
talem  optinentes.       hec  ideo  prolixius  narravimus,  ut  priora  Go- 
thorum tempora,  etiam  novissima  eorum,  que  ob   narrationem 
beati  Laurentii  huius  monasterii  abbatis   college,  scilicet  Ysaac, 
cuius  sanctissimus  papa  Gregorius  mentionem  fecit,  interposuimus,  20 
tempus  prout  potuimus  edisseremus.       Romanorum  quoque  tem- 
pora prius  quam  HitaHa  gentili  gladio  traderetur  ferienda,  quando, 
ut  prefatum  est,  tres  viri  fuerunt  in  Syria,  fuisse  arbitramur  quando 
tota  Hitalia  ab  omnium  iugo  vel  oppressione  gentium  erat  Uber- 
rima, et  ab  Orientalis  iussione  imperii  gubernabatur  respublica,  si-  25 
cuti  temporibus  imperatorum  luliani  apostate,  lobiniani,  Valentis, 
Gratiani,  Valentiniani  atque  Theodosii.      presidentibus  etiam  pon- 
tificibus  apostolicis  Damaso,  Siricio,  Anastasio  primo,  Innocentio, 
Zosimo  et  Bonefatio  primo,  quando  Placidia  augusta   cum  filio 
suo  Valentiniano  augusto  Ravenna,  et  Honorius  augustus  Medio-  30 
lani  residerent,  nec  non  et  pontificibus  aliis  Celestino  atque  Xisto 
tertio.       nam  temporibus    Leonis   primi   clades  guandalica  prc- 
mebat  Italiam.       deinde  temporibus  pontificum  Hilari,  Simplicii 
et  Felicis  III,  a  rege  Odovacro  dominabatur.       hic  a  Pannonic 

I.  Nel  testo  jrarius 


CHRONICON    FARFENSE.  131 

finibus  cum  fortissima  Herulorum  multitudiiie,  insuper  Turcilin- 
guorum  sive  Sirorum  |  auxiliis  fretus,  Italiam  venir  et  regnavit  e.  26  b 
annos  quatuordecim.  deinde  residentibus  Gelasio,  Anastasio  se- 
condo, Simmacho,  Hormisda,  lolianne  primo,  Felice  quarto,  Theo- 
5  doricus  regnabat.  post  quem,  presidentibus  Bonefatio  secundo 
et  lohanne  secundo,  Athalaricus  regnabat.  ex  tunc  presidentibus 
Agapito  primo  et  Silverio,  Theodatus  regnabat.  Vigilio  etiam 
presidente,  iam  Gothis  Guittigis  regnabat.  nam  a  tempore  Fe- 
licis  tertii,  qui  a  beato  Petro  apostolo   pontifex  quinquagesimus 

IO  extitit,  et  deinceps  Hitalia  pertulit  gladium  gentilis  dominii.  non 
ergo  erant  tunc  Romanorum  tempora,  quia  licet  per  patricios  vel 
cubicularios  sive  exarchos  Orientalis  imperii  respublica  aliquo 
modo  gubernaretur,  tamen  gladio  gentis  Gothorum,  Herulorum 
sive  Langobardorum  tota  Hitalia  premebatur.      nam  Theodorico 

15  regi  Zeno  imperator  omnem  Hitaliam  per  pragmaticum  dedit. 
ceterum  prudenti  lectori  relinquimus  ut  de  tempore  prefati  viri 
Laurentii  eligat  sibi  placitum  quod  videatur  verius.  quo  àutem 
tempore  prius  destructum  hoc  fuerit  monasterium,  sicut  et  con- 
structum,  manifestius  clariusque  minime  scimus,  nisi  tantum  quod 

20  legitur  in  eiusdem  libro  Constructionis.  quia  post  obitum 
beati  viri  sanctissimi  Laurentii,  a  Langobardis  circumquaque  in- 
terfectis  effugatisque  habitatoribus,  locus  ipse  desolatus  et  in  so- 
litudinem  est  redactus,  atque  per  multa  annorum  curricula  absque 
habitatore  permansit,  scilicet  donec  a  Gallia,  Maurigena  provincia, 

25  vir  vite  venerabilis  veniens  presbyter  Thomas,  ad  sepulcrum  Do- 
mini demoraretur,  ubi  admonitus  a  beata  Maria  semper  virgine 
Deique  genitrice,  ||  ad  Hitaliam  reversus  est,  et  hoc  sanctum  re-  e.  27  a 
perit  monasterium  et  restauravit. 

Cuius  scilicet  beatissimi  Thome  prefati,  huius  cenobii    sacri 

30  abbatis,  felix  et  gloriosum  tempus,  nos  per  annos  pontificum  et 
tempora  regum  successionesque  abbatum,nec  non  et  cartularum 
indictiones  subscriptarum,  secundum  annos  ipsius  trigintaquinque 
et  menses  septem  ac  dies  quinque(^),  quibus  huic  prefuit  recon- 

5.  residentibus]  Così  nel  testo. 
(i)  V.  la  nota  alla  notizia  obituaria  di  Tommaso  a  p.  16  di  questo  volume. 


132  CHRONICONFARFENSH. 

structo  ab  eo  monasterio,  enucleatius  et  perspicacius  colligentes, 
invenimus  extitisse  circa  incarnationis  dominice  aniium  plus  mi- 
iiLis  .DCLXxx.  et  indictionem  .vili.,  et  Constantiiii  filli  Constantis, 
et  lustiniani  filli  eius,  ac  Leonis  et  Tyberii  tempora  augustorum. 
qui  Tyberius  Leonem  imperatorem,  qui  lustinianum  augustum  5 
proiecerat,  cepit,  eiusque  imperium  invasit.  sed  hos  postmodum 
idem  lustinianus  augustus  captos  iugulari  fecit,  et  principatum 
recepit. 

A  tempore  igitur  Damasi  primi  pontificis  et  apostate  luliani  im- 
peratoris,  videlicet  pene  incarnationis  dominice  annum  .cccLXXXii.  io 
usque  ad  tempus  Leonis  primi  apostolici  et  Theodosii  filli  augu- 
sti Archadii,  quo  tempore  Gensericus  Romam  cepit  anno  Chri- 
sti  .ccccLVli.,  tempora  fuisse  Romanorum  arbitramur,  annorum 
plus  minus  .cxxxi.  infra  que  a  nostris  maioribus  estimatum  est 
sanctum  hoc  cenobium  a  beato  Laurentio  constructum  fuisse.        15 

Deinde  ab  hoc  Leone  presule  usque  ad  tempus  Adeodati  pon- 
tificis, qui  circa  annum  Christi  .dclxxvii.  extitit,  Constantinique 
augusti,  qui  et  Constans  vocabatur,  filius  Heraclei  imperatoris,  an- 
norum plus  minus  .ccxxvi.  horum  sane  temporibus  sanctissimus 
Thomas  hoc  sanctum  cenobium  reperisse  et  restaurasse  creditur.  20 
7  B  Quomodo  autem  a  Langobardis  interfectos  efFugatosque  huius 
loci  habitatores  possimus  estimare,  nequimus  plenius  nosse,  quia 
temporibus  Tyberii  augusti,  qui  post  lustinum  minorem  annis 
septem  imperavit,  ut  refert  Ysidorus,  Langobardi  Hitaliam  ca- 
piunt,  presidente  scilicet  Pelagio  secundo  pontifice,  et  anno  Chri-  25 
sti  .Dxciii.  ex  quo  usque  ad  tempus  Adeodati  pape,  qui  extitit  circa 
annum  Christi  .dclxxvii.  quando  sanctissimum  Thomam  reperisse 
et  restaurasse  monasterium  hoc  disseruimus,  anni  sunt  plus  minus 
octogintaquatuor.  quid  ergo  legitur  in  Constructionis 
proemio,  quod  multa  per  annorum  curricula  monasterium  hoc  30 
desolatum  permansisset  ? 

Denique  consulentibus  legatis  Faroaldi  ducis,  qui  admonitione 
sancte  Dei  genitricis  Marie  plurimas  illuc  direxerat  expensas,  vi- 
cini eiusdem  loci  referebant  non  se  omnino  nosse,  nec  recorda- 
rentur  huius  monasteri!  integritatem.       audierant  tamen   a   pa-  35 
tri  bus   suis   quod  ipsi  patres  vel  avos  suos  meminissent  dixisse 


CHRONICON    FARFENSE.  133 


quoiiiam  in  casale  qui  dicitur  Acutianus,  iuxta  tres  cypressos, 
posita  sit  ecclesia  beate  Marie  miro  fabricata  decere.  numquid 
tam  famosum  precipuumque  locum  per  octogintaquatuor  tantum 
annos  oblivioni  datum  fuisse  est  putandum  ?  tot  enim  anni  sunt 
5  a  divastatione  prima  Langobardorum  usque  quo  repperit  illum 
Thomas  Dei  servus.  ergo,  ut  verius  conici  potest,  non  Lan- 
gobardorum sed  potius  dicenda  est  destructio  Gothorum  vel  Guan- 
dalorum,  vel  illa  scilicet  que  temporibus  Leonis  pape  primi,  vel 
altera  annorum  centum  triginta  sex  que  presidente  Agapito  evenit. 

IO  ex  quibus  usque  ad  tempus  Adeodati  pape  anni  fuerunt  ducenti 
viginti  sex.     recte  ergo  censendum  est  tunc  illius  desolationem  exti- 
tisse,  et  per  tot  annorum  curricula  locum  liunc  oblivioni  vel  igno- 
rantip  deditum  fuisse.  ||    hec  omnia  iccirco  annotavimus  ut  men-  e-  28  a 
dacium  de  huius  loci  tempore  conditionis   sive    destructionis  in 

15  nullo  proferremus,  nec  dubia  prò  certis  scribentes  falli  videremur. 
in  omnibus  vero  legentes  vel  audientes  suppliciter  rogamus,  ut  si 
in  aliquo  ofFendimus  stilo,  non  condemnemur,  quoniam  teste  Deo 
omnipotente  quem  nemo  fallere  potest,  eiusque,  cuius  hpc  causa 
est,  integerrima  Genitrice,  nil  omnino  mendacii  proferimus  stu- 

20  diose,  nec  aliquid  transcribere  cupimus  mendose.  ut  etiam  vera 
tantum  scribamus  in  hoc  opere  ipsam  que  Christus  est  obsecro 
veritatem  vos  prò  nobis  orare  devotissime. 

Quoniam  autem  tempora  sanctissimi  Laurentii  suptilius  inda- 
gare hactenus  studuimus,  ideo  in  eorum  narratione  morati  sumus. 

25  verumtamen  adhuc  de  eius  amissione  episcopatus  aliquid  profe- 
ramus  et  auctoritates  vicariorum  beati  apostoli  Petri  hic  intro- 
ducamus,  qui  sic  in  decretis  suis  constituerunt.  Calixtus  papa: 
«  Si  episcopus  persecutus  in  sua  fuerit  ecclesia,  fugiendum  illi  est 
«  ad  alteram  eique  sociandum,  dicente  Domino  :  "  Si  vos  persecuti 

30  ((  fuerint  in  una  civitate,  fugite  in  aliam"  ('\  si  autem  utilitatis 
«  causa  fuerint  mutandi,  non  a  se  hoc  agat,  sed  fratribus  invitan- 
«  tibus,  et  auctoritate  huius  Sancte  Sedis  fiat».       item  Anteros 

II.  Nel  testo  desolatio  23-8  fp,  ijjj.  Dalla  parola  Q.uoniam  fino  alle  ultime 

parole  del  verso   di  questa  e.  28  vitam  f ternam  ^  la  scrittura    è  di  mano  diversa.    Si 
direbbe  che  Gregorio  fece  scrivere  questo  tratto  da  un  suo  discepolo.         50.  Nel  testo  alia 

(i)  Matth.  X,  23. 


e.     2 


134  CHRONICON    FARFENSE. 

papa  :  «  De  mutatione  episcoporum  scitote  eam  communi  utilitate 
«  et  necessitate  fieri  licere,  sed  non  libitu  cuiusquam  aut  domina- 
((  tiene,  sed  aut  vi  a  propria  sede  pulsus,  aut  necessitate  coactus, 
«  aut  utilitate  loci,  aut  electione  et  exortatione  sacerdotum  et  prc- 
((positorum  ».  non  sunt  ergo  mutandi  episcopi  de  civitate  in  ci-  5 
vitatem  nisi  utilitate  et  necessitate.  «  negantes  autem  hpc,  licet 
8  B  «  speciem  habeant  pietatis,  ||  virtutem  tamen  eius  abnegant  ('), 
«  quemadmodum  lannes  et  Mambres  restiterunt  ventati»  (').  nam 
sicut  episcopi  habent  potestatem  ordinare  regulariter  episcopos  et 
reliquos  sacerdotes,  sic  quotiens  utilitas  aut  necessitas  exposcerit,  io 
supradicto  modo  mutare  et  inthronizare  potestatem  habeant.  de- 
nique  Petrus  sanctus  magister  noster  et  princeps  apostolorum  de 
Antiochia  utilitatis  causa  translatus  est  Romam  ut  ibidem  potius 
proficere  posset.  Eusebius  quoque  de  parva  civitate  mutatus  est 
Alexandriam  apostolica  auctoritate.  similiter  Felix  de  civitate  15 
qua  ordinatus  erat  electione  civium  propter  doctrinam  et  bonam 
vitam,  communi  episcoporum  et  reliquorum  sacerdotum  ac  pre- 
positorum  Consilio,  translatus  est  Ephesum.  hec  igitur  precepta 
sive  decreta  tantorum  virorum  et  maxime  apostolicorum,  qui  ausu 
temerario  vel  cuiuscumque  specie  rehgiositatis  depravat  aut  con-  20 
tempnit,  non  modice  offendit,  quia  illum  pertinacius  Spiritum  San- 
ctum  spernit,  qui  locutus  est  in  sanctis.  quod  magis  cavendum 
est  ne  in  irremissibilem  incidat  blasfemiam,  de  qua  ncque  in  hoc 
seculo  neque  in  futuro  Deus  indulgentiam  illi  habeat.  de  uxore 
autem,  idest  sponsa  spirituali,  dicit  evangelium  quia  non  nisi  for-  25 
nicationìs  causa  sit  dimittenda.  quod  si  prò  illicita  re  vir  dimit- 
tere  valet  uxorem,  videtur  non  incongrue  dimittendam  esse  prò 
maioris  utilitatis  ratìone.  item  et  illud  animadvertendum  :  «  Quod 
«  Deus  coniunxit  homo  non  separet  »(5\  quod  est  homo  non  se- 
paret,  id  est  humano  vitio,  humano  emolumento,  humana  lascivia,  3^ 

4-5  e  17-18.  ì^el  testo  pp**'^  $ -6.  iY«;/ /«/o  civitate        27.  isT*/ /«/o  dimittenda 

(1)  S.'Paul. Ep. Il  ad  Timoth.Uly  <).      «  corrupti    mente,    reprobi    circa   fi- 

(2)  «  Quemadmodum  autem  lannes      «  dem»  ;    S.  Paul.  Ep.  Il  ad  Titnotb. 
«  et   Mambres    restiterunt   Moysi,  ita      III,  8. 

«  et    hi    resistunt    veritati,    homines         (3)  Matth.  XIX,  6  ;  Marc.  X,  9. 


CHRONICON   FARFENSE.  135 

humana  cupiditate.  nec  vero  dixit:  «  Quod  Deus  coniunxit 
«Deus  non  separabit»,  sed  tantum  homini  potestatem  abstulit. 
nam  Deo  nihil  est  impossibile,  quia  «  omnia  quecumque  voluit 
«  fecit  in  c^lo  et  in  terra  »  ^'\  denique  si  Deus  uxorem  a  viro  et 
5  virum  ab  uxore  separare  aliqaando  nollet,  nequaquam  in  evan- 
gelio doceret  dicens:  «  Omnis  qui  relinquit  patrem  aut  matrem 
«  aut  uxorem  aut  filios  aut  agros  propter  nomen  meum,  centu- 
«  plum  recipiet  et  vitam  eternam  »  ^^\ 

IGiTUR  post  obitum  beati  viri  sanctissimi  Laurentii,  peccatis  ^'  ^9  ^ 
exigentibus  Italici  populi,  ab  exterarum  gentibus  nationum 
Italia  capitur,  locusque  iste  desolatur  et  in  solitudinem  redigitur, 
atque  per  multa  annorum  curricula  absque  habitatore  permanens, 
ab  omnibus  pene  hominibus  ignoratur,  et  ubi  foret  tunc  omnino 
nesciebatur.     cum  vero  divine  placuisset  pietati  ut  restauraretur, 

ij  alm^  Dei  genitricis  et  semper  virginis  Mari^  admonitus  revela- 
tione,  sanctissimus  Thomas  (5)^  functus  officio  presbyterii,  a  Hiero- 
solimis  et  sepulcro  Domini,  quo  a  Gallia  et  Occidente  perrexe- 
rat,  reversus  Italiam,  repertor  et  reedificator  huius  sancti  c^nobii 
mirificus  extitit.     et  cum  ceu  novus  hospes  in  hoc  iam  invento 

20  loco  una  cum  aliquantis  discipulis  pauperrime  moraretur,  Faroal- 
dus  gloriosus  dux  Spoletanus,  in  somnis  a  beata  Dei  Genitrice 
iussus,  multas  ei  expensas  direxit,  plurimasque  donationes  pre- 
cepti  per  paginas  huic  sancto  monasterio  concessit.  quarum, 
per  longinquitatem  temporum  et  incuria  custodum,  multa  nunc 

25  minime  cernuntur.  antiquissimi  tamen  huius  loci  venerabiles  se- 
niores referebant  nobis,  sibi  ab  anterioribus  relata  veraci  relatione, 
quod  idem  dux,  Dei  sibi  suggerente  sanctissima  Genitrice,  huic 
sacro  cenobio  et  domno  Thome  optulerit  undecim  curtes,  et  per 

8.  Avverto  a  questo  luogo  che  nel  marcine  infondo  alla  e.  18  b  e  alla  e.  20  A  (ri- 
manendo interamente  bianca  la  e.  i^  a  e  b)  si  leggono,  come  sopranna  sola  l  inea,  queste 
parole  di  mano  di  Gregorio  :  manet  incolume  annis  .lxxii.  desolatur  a  Gothis  anno 
Christi  .ccccLvii.  destituitur  autem  annis  ||f'c.  20  4)  plus  minus.  ccxxiii.  regdificatur 
quoque  a   domno  Thoma  post  annum  Christi  .dclxxx.  19.  Nel  testo  hospis 

(i)  Psalm.  CXXXIV,  6.  (3)  Effigie    dell'abbate    Tommaso 

(2)  Matth.  XIX,  29.  con  l'aureola. 


IS6  CHRONICON    FARFENSE. 


<:•  29  n  earum  singulas  modia  terrarum  ||  undecim  milia  simul  congruentia. 
acquisivi  e  etiam  idem  serenissimus  dux  suo  optentu  huic  mona- 
sterio  optimam  perfectamque  omnium  rerum  vel  possessionum 
libertatem  a  domno  lohanne,  ni  fallor  sexto,  papa,  cui  ob  hoc  in 
hunc  modum  prccatorias  direxit  litterulas:  5 

^"-  7o;«  Domino  sancto  ac   ter    beatissimo  totoque  orbi  predicabili  et  nobis  in 

ca  ai'^^Spoieto  ac'-  Christo  patri  domno  lohanni  pap?,  Faroald  filius  vester.     credimus  sanctis- 

sur^encra^^Tom-  ^^^^9  paternìtati  vestr?  non  latere  qualiter,  propter  Dei  amorem  vel  reveren- 

maso  di  Morienna  ^j^j^-j  sanctc  Marie  scmpcr  virginis  erenitricis  domini  nostri  Ihesu  Christi,  mo- 

abbate  di  Farfa  al  t  r  r  o  o  > 

pontefice  Giovan-    nasterium    in  territorio  nostro  Sabinensi    consistens,  per  aliquas  donationes    io 

ni   VII    chiedendo  .     ,  ^    r  M 

un    privilegio    di   nostras  in  cespitibus  vel  servis  et  coloniciis,  locum  ipsum  per  Thomam  ab- 

conferma     per     le  .  ,  . 

concessioni  da  lui   batem  et  commenditum  vestrum  restauravermius.    at  ubi  per  pr?cepti  nostri 
firmitatem  locum  ipsum  venerabilem  stabilivimus,  unde  utile  pr^vidimus  pr?- 
sentem   nostrani    ^pistolam  ad  vestra  per  eundem   virum  venerabilem  Tho- 
mam dirigere  vestigia,     per  quam  rogantes,  ac  si  pr^sentialiter,  obsecramus    IJ 
ut  prò  futuris  temporibus  vestra  beatitudo  prò  perpetua    firmitate  privilegium 
in  scriptis  eidem  loco  facere  pr?cipiat.     sub  ea  scilicet  ratione,  ut  quod  nos 
devotissima  voluntate  Sanct?  Mari?  monasterio  contulimus,  vel  prò  consola- 
tione  peregrinorum  ibidem   deservientium  concessimus,  inspectas  ipsas  pr?- 
ceptiones  tali  privilegio  vestra  paterna  sanctitas  firmare  iubeat,  ut  nullus  uUo    20 
e.  50  A         tempore  pr^sumat  aliquas  insolentias  aut  concussionem  ||  facere,  aut  ipsas  res 
de  ipso  sancto  loco,  aut  de  dominatione  ipsorum  servorum  Dei  auferre.     et 
qui  hoc  pr^sumpserit   sub   anathematis  vinculo  vestra   almitas  eum  alligare 
iubeat.    salutantes    et    commendantes  nos   sanctitati   vestr?,  petimus  ut  prò 
nobis  orare  dignemini.    post  autem  relecta  epistola,  petimus  ut  eorum  mona-    25 
sterio  reddatur  prò  perpetua  securitate  (0. 

(i)  R.  F.  doc.  I.    Intorno  alla  data  «  bitativamente,  la  lettera  essere  stata 

di  questa  lettera  di  Faroaldo  e  della  «  diretta  a  Giovanni  VI,  ma  convien 

bolla  seguente  di  Giovanni  VII,  rife-  «  riflettere  che  a  Gregorio  non  era  ben 

risco  la   nota  apposta  nel  Regesto  di  «  nota   la  cronologia  dei  pontefici,  e 

Farfa:  «  Tale  a  noi  sembra  la  data  di  «  specialmente  quella  di  Giovanni  VI 

«  questo  documento.    Giovanni  VII,  se  «  e  di  Giovanni  VII.    Egli  infatti  negli 

«  veramente  diede  la  bolla  che  segue,  «  Annali  Farfensih  vìver g  Giovanni  VI 

«  certo  la  diede  nel  primo  anno  del  «  fino  all'anno  707.   Ora  Giovanni  VII 

«  suo  pontificato,  il  quale  corrisponde  «  quando  concesse  il  privilegio  all'ab- 

«  all'ottavo  dell'impero  di  Tiberio  Ab-  «  bate  di  Farfa  (30  giugno  705),  già 

«  simero.    Nessuna  ragione  conforta  a  «  da  quattro  mesi  era  salito  alla  dignità 

«  credere,  né  par  probabile,  che  la  let-  «  pontificia,  e  non  è  probabile  che  uno 

«  tera  di  Faroaldo  fosse  diretta  al  suo  «  spazio  più  lungo  di  tempo  corresse, 

«  predecessore  Giovanni  VI,  morto  il  «  a  così  breve  distanza  di  luoghi,  tra 

«  9  gennaio  705.  È  vero  che  Gregorio  «la  commendatizia  di  Faroaldo  e  la 

«  di  Catino  asserisce,  quantunque  du-  «  bolla  papale.    Il  Muratori  nel  Chro- 


CHRONICON   FARFENSE 


137 


Johannes  ?piscopus  servus  servorum  Dei  Thom?  abbati  religioso  presbi- 
tero et  congregationi  venerabilis  monasterii  sanct?  Dei  genitricis  semperque 
virginis  Mari?,  quod  est  in  fundo  Acutiano,  territorio  Sabinensi.  salubre  ni- 
mis  est  et  complacens  Deo,  prò  securitate  atque  munitate  religiose  viven- 
5  tium  providentiam  facere  pastoralem.  pr^sertim  autem  dum  religiosis  studiis, 
prò  timore  divino,  etiam  s^cularis  potestas  se  accomodat,  et  quod  pia  devo- 
tione  prò  intuitu  ^tern?  vicissitudinis  contulit,  cupit,  quibus  prò  servitìo  Dei 
concessum  est,  ill?sum  atque  immutilatum  perhenniter  conservar!,  hinc  est, 
quod  venerabile  monasterium  sanct?  Dei  genitricis  semperque  virginis  Mari?, 

IO  quod  Laurentius  quondam  ^piscopus  veneranda  memori?,  de  peregrinis  ve- 
niens,  in  fundo  qui  dicitur  Acutianus  territori!  Sabinensis  constituit,  et  propter 
religiosam  eius  conversationem  et  sedulitatem  divini  serviti!  ibidem  secum 
conversantium,  loca  quidam  tam  emptu  quamque  ex  oblatione  fìdelium 
acquisivit.      post  cuius  ad  Deum  excessum,  dum  tantam  religionem  sedule 

I  5  Deo  deservientium  agnosceret  gloriosus  filius  noster  ||  Farualdus  dux  Spole- 
tanus,  etiam  ipse  prò  Dei  amore  et  sustentatione  ibidem  tecum  deservientium 
Deo,  habitacula  quidam  et  loca  atque  cultores  per  donationìs  paginam  con- 
tulit, et  coUaturum  se  pollicetur,  ut  sint  qui  prò  eo  eiusque  progenie  ora- 
tionum  hostias  frequenter  offerant  Deo.      ut  qui  collaudatur  in  terris  a  fìde- 

20  libus  suis,  misereatur  de  c?lis  et  parcat  excessibus  nostris.  cupit  autem  et 
ortatus  est  idem  gloriosus,  ut  tam  priora,  quam  ea  qu?  ab  eo  sunt  condonata 
de  iure  eiusdem  monasteri!,  nec  in  posterum  abstrahantur,  sed  ad  sustenta- 
tionem  congregationis  proficiant  ibidem  conversantium  servorum  Dei,  et  per 
eos  possit  indigentium  ac  peregrinorum  hospitalis  susceptio  diligentius  pro- 

25  curari,  per  qu?  pietatis  officia  donantium  anim?,  de  quorum  munere  cele- 
brantur,  ^ternam  requiem  et  receptionem  in  sedibus  beatis  inveniant.  expe- 
tltioni  itaque  glorios?  atque  religios?  devotionis  eius  ac  postulationi  vestr? 
concedentes  effectum,  ex  auctoritate  beat!  Petr!  apostolorum  principis,  cui 
claves  regni  c?lorum  a  creatore  ac  redemptore  nostro  domino  Ihesu  Christo 

30  De!  filio  concess?  sunt,  ut  ligaret  in  terris  qu?  in  c?lo  liganda  sunt,  et  in 
terris  solverei  qu?  in  c?lo  solvenda  sunt,  tanquam  vicem  eius  et  locum,  di- 
gnatione  omnipotenti?  eius,  implentes,  statuimus  atque  decernimus,  ut  quoque 
in  eodem  monasterio  usque  hactenus  conquisita  sunt,  vel  postmodum  con- 
quirentur,  sive  domicilia  seu  loca  colonosve  et  mancipia,  vel  quoque  animantia 


An.  705. 

Il  pontefice  Gio» 
vanni  VII  con  ima 
sua  bolla  conferma 
le  concessioni  del 
duca  Faroaldo  al 
monastero  di  Far  fa 
e  ne  stabilisce  i 
privilegi. 


C.    30    B 


«  nicon  Farfense  (Rer.  Ital.  Script.  II, 
«  li,  330)  stima  scrittala  lettera  di  Fa- 
ce roaldo  intorno  all'a.  706,  e  negli  Art- 
«  Itali  la  riferisce  all'anno  705  ;  il 
«  Trova  (Codice  diplomatico  Longo- 
ni hardoy  III,  58)  è  dubbio  tra  il  704  e 
«  il  705,  e  il  Bethmann  nei  Lango- 
«  hardische  Regesten  (Neues  Archiv  der 


«  Gesellschaftfiiràltere  deiitscheGeschichts- 
«  kunde,  III,  2,  p.  243)  l'assegna  senza 
«  dubitare  all'anno  705)».  L'autenti- 
cità di  questi  due  documenti  è  conte- 
stata. Jaffé-Ewald  nei  Regesta  Ponti- 
ficum,  n.  2144,  osservano  bensì  che  la 
bolla  è  sospetta,  ma  non  la  pongono 
fra  le  spurie. 


Chron.  Far/.  I. 


IjS  CHRONICON    1  ARFENSE. 

vcl  mobilia,  nuUus  de  eodeni  monasterio  prfsumat  usurpare  vel  subtrahere 
e.  }i  A    vcl  per  cuiuscumque  ingenii  ||  circumventionem  alienare.       magis  autem  prò 
timore  Dei  eorum  studio  aique  concursu,  ut  ibidem  indiminuta  permaneant, 
procurare,  interdicentes  omnibus,  sive  episcopi  sint,  seu  presbiteri  vel  diaconi, 
vel  cuiuslibet  ecclesiastici  ordinis,  seu  laici  cuiuscunque  sint  dignitatis  atque    5 
militi?,  vel  privati,  ut  nullus  sibi  ius  aliquod  vel  susceptionis    usum    in    eo 
pr^sumat  defendere,  neque  dationis  aut   munerum  consuetudinem  quamlibet 
ibidem  imponere  vel  exigere,  neque  angariis  et  quibuscunque    condicionibus 
novis  summitere,  scientes  quod  in  districto  Dei  iudicio  ^tern?  se  p?ne,  talia 
presumendo,  summittant.       quisquis  h^c,  qu?  auctoritate  principis    apostolo-    IO 
rum  statuuntur,  tanquam  exsors  a  fide  Christiana  contempserit,  pr^ter  si  re- 
ligiositas  tua,  vel  qui  post  te   sepe   fatum  venerabile  monasterium  dispensa- 
verit,  spontanea  voluntate  in  tempore  dedicationis  ecclesie  vicinum  episcopum 
vel  quemcunque  de    clero  ad  caritatis   convivium  voluerit  convocare,  iuxta 
quod  monasterialis  mediocritas  habet,  et  victus  monachicus  consuevit,  in  ab-    15 
batis  Invitandi  quem  velit,  erit  arbitrio,      si  vero  quoquo  tempore  religiosum 
abbatem  de  hac  vita  migrare  contigerit,  quem  ibidem  posita  con^egatio,  de 
se  ipsis,  vel  ubiubi  meliorem  invenerint,  eligentes,  ad  dandam  ei  orationem 
rogatus  atque  vocatus  adveniat  reverentissimus  episcopus,  eumque  dum  ipsi 
voluerint  exortentur,  et  post  huiusmodi  orationem,  auctoritate  principis  apo-    20 
stolorum,  a  pontifice  qui  prò  tempore  fuerit,  abbatis  firmitatem   hinc  perci- 
c.  31  »    piat.      si  vero  presbiterum  vel  diaconum  sibi  ||  desiderai  eadem  religiosa  con- 
gregatio  consecrari,  eligentes  quem  ad  hoc  aptum  de  se  ipsis  vel  exteris  in- 
venerint, qui  primi  sunt  ad  reverentissimum  episcopum,  qui  vicinus  est,  una- 
nimi voto  perducant,  ut  et  ille,   requisitis  regulariter  queque  ad  disciplinam    25 
sacrorum  canonum  et  ecclesiasticam  tradìtionem  in  presbitero   vel   diacono 
facienda  respiciunt,  si  irreprehensibilem  et  aptum  invenerit,  hac  auctoritate, 
invocato   Dei    nomine,  solemnem  orationem  faciens,  presbiterum  consecret, 
nullam  tamen  ex  hoc  in  eo  se  dicionem  habere  cognoscat,  neque  licentiam 
habeat  ad  observationem  publice  ecclesie  sue  ^^^  compellere,  et  de  mona-    5^ 
sterii  mansione  subtrahere.     iccirco    vestra  religlo  hanc  apostolici  privilegii 
tuitionem  indeptam,  fructuosum   atque    laudabile  concessum  beneficium    de- 
monstret.      ante  omnia  in  psalmis  et  ymnis  et  canticis  spirituaUbus,  diebus 
ac  noctibus  permanentes,  iuxta  monachicam  disciplinam  et  regulam  a  patribus 
traditam  conversantes,    sincero  proposito  in  professione  vestra  Domino  ser-   S5 
vientes,  et  de  monasterii  salute  portum  non  relinquentes,  caritatem  invicem 
et  unanìmitatem  servantes.      nullus    sibi  proprium  aliquod  vendicet  in   ho- 
noribus  vel  rebus  vel  usibus,  sed  ut  apostolorum  Christi  discipuli  omnia  ha- 
bentes  communia,  non  divisa,   nichilque  vobis   proprium   defendentes,   iuxta 
quod  ab  illis  est  traditum  et  a  successoribus  observatum.       obedientiam  ha-   ^0 
bentes  religioso    abbati   atque  preposito  et  prioribus  vestris,  quod  est  sacri- 
ficlum  spirituale.      humilitatem    Christi    demonstrantes   in    moribus  vestris, 


CHRONICON    FARFENSE.  139 

beni|[volentiam  quoque  atque  hutnanitatem  et  compassionem  in  eis,  qui  aliqua-   e.  32  a 
tenus  fgrotaverint  vel  eguerint.      caritatem  etiam  et  religiosa  conversationis 
studium,  ut  demonstretur  in  vobis  et  floreat  pi?  professionis  integritas,  familiares 
vos  exhibentes  Deo,  religiosa  vit?  sedulitas  et  abstinenti?  atque  orationis  per- 
5    severantia  fructuosa,  ut  quantum  h?c  ex  puritatis  devotione  peragitis,  tantum 
Deo  in  vobis  operante  eius  clementi?  propinquetis.       orantes  etiam  prò  nobis 
et  prò  stabilitate  apostolica  Dei  Ecclesì?,  proque  pace  atque  securitate  totius 
populi  christiani,  et  prò  sospitate  gloriosi  filli  nostri,  qui  prò  timore  Dei  et 
religiosa  conversationis   augmento    huius   apostolici   privilegii,   utpote  ab  eo 
IO    inspiratus,  tuitionem  vobis  nisus  est  providere,  ut  et  orationes  vestras  et  ?ter- 
nam   de    vobis    mercedem  acquireret.      quod  apostolicum  privilegium,  qui- 
cunque  ille  est  qui  in  parte  vel  in  toto  contemnere  vel  evacuare  temptaverit, 
vel  ad  resistendum  contrariam   attulerit  voluntatem,  noverit  se  ?tern?   con- 
demnationi  submitti,  lud?  fieri  traditori  participem,  perpetui  anathematis  vin- 
15    culis  et  alienationis  a   Deo  prò   suis   se  illicitis  pr^sumptionibus  submisisse. 
benedictionem  autem  et  gratiam  a  Deo  se  percepturum  non  dubitet,  sed  con- 
fidat,  qui  fidelis  observanti?  reverentia  h?c,    qu?   sub    divino  conspectu  sta- 
tuuntur,  custodit.       bene  valete  (0.       data  .11.  kalendas  iulii.      imperante  do- 
mino nostro  piissimo  perpetuo  augusto  Tyberio  anno  .viii.,  post  consulatum 
20   eius  anno  .vi.,  sed  et  Theodosio  atque  Constantino  (2). 

Dedit  quoque  pr^fatus  dux  gloriosus  Faroaldus  huic  mona-  e  52  b 
sterio  res  in  comitatu  Reatino,  loco  ubi  nominatur  Clivianus,  per 
designata  loca  et  eorum  vocabula,  per  mensuram  modiorum  mi- 
lium  sexcentorum  decem  (^\  fines  eius  :  ab  una  parte  Frontini 
25  usque  Maclam  Felcosam  et  Criptam  Machelmi.  infra  istos  fines 
tertiam  partem  in  integrum  et  omnia  in  omnibus,  et  sunt  ibi 
constructp  ecclesìe  tres,  idest  Sancti  Sabini,  et  Sancti  Seba- 
stiani, et  Sancte  Anatholie,  cum  duodecim  manentibus.  post- 
modum  vero  domnus  abbas  *  *  C4)  dedit  Sanctam  Anatholiam  et 

18.  Nel  Regesto  pridie  kalendas 

(i)  Effigie   del   pontefice   Giovan-  notizia  dal  doc.  1303  del    Regesto  ci- 

ni  VII.  tato  qui  sopra  e  contenente  una  lettera 

(2)  R.  F.  doc.  2.  senza  data  del  prete  Adamo  di  Cliviano 

(3)  Cf.  R.  F.  doc.  1303,  s.  d.,  dove  all'abbate  Berardo,  in  cui  è  detto: 
però  è  detto:  «  terras  cultas  modio-  «  ludicamus  vobis  terras  quas  dux  Fa- 
«  rum  millium  quingentorum  arabiles  «  roaldus  dedit  Sanctae  Mariae,  vide- 
«  cum  manentibus  .xii.  ».  «  licet  in  Cliviano  et  per  eius  voca- 

(4)  Lacuna  di  una  parola  nel  co-  «  buia  »,  e  nominate  le  terre  come 
dice,  lasciata  espressamente  da  Gre-  nel  testo,  aggiunge  :  «  Abbas  autem 
gorio  di  Catino,  il  quale  trasse  questa  «  qui  erat  illis  temporibus,  fecit  con- 


140  CHRONICON   FARFENSE. 


acquisivit  per  concambium  Sanctam  Mariam  in  Loriano.  omnia 
alia  remanserunt  ad  opus  huius  monasterii.  estque  ibi  constru- 
ctum  unum  castellum  quod  nominatur  Corvarum. 

Venerabilis  vero  ac  sanctissimus  abbas  Thomas,  predo  solido- 
rum  aureorum  .vili,  dato  quibusdam  Barbato  et  Valeriano  clericis,  5 
emit  olivellum  noveilum  iuxta  fines  Scapligiani.  et  auri  solidis  .xii. 
de  alio  oliveto  olivarum  talias  .xii.  et  solidis  quatuor  alias  oli- 
varum  talias  quatuor  (').  item  in  Antiano  acquisivit  olivarum  ta- 
lias .1111.     et  pretio  auri  solidorum  .vi.  olivarum  talias  .xi.  (^\ 

Crescente  itaque  nominis  fama  sanctissimi  Thome  abbatis,  et  io 
huius  substantiis  monasterii,  in  peregrinis  et  hospitibus  suscipien- 
dis  secundum  Domini  preceptum,  honestissime  ampliatis,  cepe- 
runt  multi  ex  diversis  nationibus  istum  frequentare  locum,  vel 
gratia  visitationis,  vel  causa  hospitalitatis,  vel  ad  Deum  amore 
convertendi.  quo  tempore  de  Benevento  progressi  sunt  tres  ij 
e.  33  ^'  viri  II  nobiles  et  consanguinei,  scilicet  Paldo,  Taso  atque  Tato,  qui 
seculum  et  sua  omnia  prò  Christo  relinquentes,  peregrinationis  iter 
assumpserunt,  et  ad  prefatum  virum  Domini  Thomam  hic  perve- 
nerunt.  at  vero  venerabilis  Thomas  cum  eis  Romam  perrexit, 
eosque  secum  benignissime  refovens  huc  reduxit,  et  quamquam  20 
extra  usum  fuerit  monasterii,  propter  ardorem  tamen  laudabilis 
eorum  desiderii,  intrinsecus  recepit,  et  cum  fratribus  communiter 
participare  fecit,  et  sancte  conversationis  normam  docere  in  paucis 
diebus  curavit.  post  hec  ad  beati  Vincentii  martyris,  in  provin- 
cia Sam.nii,  super  ripam  Vulturni  fluminis  situm  oratorium,  in  25 
quo  nulla  tunc  erat  habitatio  hominum,  preter  ferarum  latibula 
vel  latronum,  eundi  eis  indicium  dedit,  et  se  ad  eos  illuc  citissime 
iturum  promisit.  non  multo  post  autem  vir  Domini  Thomas 
Beneventum  profectus  est  pedester,  et  ad  curiam  perrexit  Gisulfi 
ducis  spectabilis  viri,     tunc  vero  quadam  nocte  sancta  Dei  geni-  30 

«  cambium  cum  Soldone  et  dedit  illi  «omnia    et   vos    modicum    tenetis». 

«Sanctam  Mariam   de  Loriano,    ibi-  (i)  An.  718; /?.  F.  doc,  3.     Dal  do- 

«  qua  est  edificatum  illud  Corvarium.  cumento  nel  Regesto,  oltre  i   chierici 

«  ipsi  vero  homines  qui   tenent  con-  Barbato  e  Valeriano,  apparisce  come 

«  cambium  mandant  vobis  ut  veniatis,  venditore  anche  un  Baroncio  colono, 

«  quia  per  vos  volunt  retinere  vobìsque  fratello  loro, 

«servire,    eo    quod    seniores    toUunt  (2)  An.  720;  R.  F.  doc.  4, 


CHRONICON   FARFENSE.  141 

trix  Maria  cum  pr^fato  viro  venerabili  Ttioma  eidem  duci  per 
visionerà  apparens,  prpcepit  dicens  :  «  Vide  ut  quicquid  a  te  iste 
«  postulaverit  peregrinus,  ei  neqiiaquam  negare  debeas,  quia  vir 
«sanctus  est  et  orabit  prò  te»,  et  h^c  dicens  abscessit.  mane 
5  autem  facto,  idem  dux  per  suos  ministros  ad  se  introductum, 
prout  viderat  in  visu  illum  recognovit,  et  continuo  suo  de  solio 
surrexit  et  omni  in  terra  prostrato  corpore  adorans^  dixit  ei  :  «  Alma 
«  Dei  genitrix  Maria  te  mihi  hac  nocte  per  visionem  ostendit. 
«  nunc  vero  quicquid  tibi  placuerit  pete  a  me,  et  ego  devotus 
IO  «  tue  II  libentissime  tribuam  sanctitati  ».  at  ille:  «  Unam  »,  inquit,  e  33  b 
«  parvulam  vestr^  celsitudinis  pietati  postulo  petitionem.  locum 
«  quendam  in  Samnii  provincia  super  Vulturni  fluminis  ripam 
«  in  solitudinem  redactum,  ubi  in  beati  Vincentii  martyris  honore 
«  habetur  oratorium  constructum,  obsecro  ut  mihi  pietatis  vestre 
15  «  largitio  concedere  dignetur,  quatinus  ibidem  habitatio  debeat 
«  esse  monachorum  ».  quam  petitionem  ipse  dux  libenter  acci- 
piens,  hilari  vultu  respondit  dicens:  «  Ecce,  pater,  ipse  de  quo 
«  postulas  locus,  ab  hac  bora  in  tua  permaneat  potestate,  et  fir- 
«  mitatis  ex  eo  accipe  pr^ceptum».  quod  mox  scribere  iussit 
20  roboratumque  eius  tradidit  potestati.  prefatos  vero  viros  vir  Do- 
mini Thomas  in  gratiam  eiusdem  revocavit  ducis,  et  cum  eis 
festinanter  ad  eumdem  locum  pervenit.  ubi  aliquantis  demoratus 
diebus,  multa  dedit  eis  monita  salutis,  et  in  quo  loco  refecto- 
rium,  dormitoriumque,  atque  hospitum  susceptionem,  et  omnia 
25  opportuna  habitacula  construere  deberent,  ostendit.  Paldonem 
quoque,  qui  his  omnibus  mitior  erat,  ut  preesset  illis  in  regimine 
elegit.  ipse  autem  reverentissimus  vir  Domini  Thomas  reversus 
est  Sabinis  ad  suum  monasterium,  deferens  secum  illud  quod  ei 
Gisulfus  dux  dederat  preceptum.  at  vero  memorati  viri  succes- 
so soresque  eorum  multa  per  annorum  curri cula  congruis  temporibus 
ad  hoc  monasterium  sancte  Dei  genitricis  Marie  veniebant,  et 
ebdomadas  suas  in  coquine  officio  sicut  alii  fratres  in  hoc  facie- 
bant  II  monasterio,  atque  per  dispositionem  domini  Thome  ab-  e.  54  a 
batis  successorumque  eius  usque  ad  tempus  Fulcoaldi  abbatis, 
35  ipsum  Sancti  Vincentii  monasterium  ordinabatur.  hec  autem 
omnia  iccirco  veraci  relatione  brevissime  perstringentes  retulimus. 


142  CHRONICON    FARFENSE. 

Ut  pr^fatiim  beati  Vincentii  monasterium  buie  beate  Marie  ce- 
nobio pertinere  et  eius  fore  dominii  deberè,  et  canonica  et  legali 
auctoritate  asserere  per  omnia  valcamus.  denique  venerabilis 
Thomc  maximo  labore  eiusque  studio  et  sancta  sagacitate  acqui- 
sìtum  est,  et  alme  Dei  Genitricis  iussione  a  spectabili  viro  ac  5 
duce  Beneventano  Gisulfo  libentissime  concessum  est.  non  enim 
ab  re  idem  vir  Domini  Thomas  hinc  usque  Beneventum  pede- 
ster  profectus  est,  nec  frustra  gloriosa  Domini  Genitrix  prefato 
duci  precepit,  ut  quicquid  ab  eo  postulasset  nequaquam  ei  negare 
deberet.  cuius  petitione  predictum  beati  Vincentii  locum  omnino  io 
desolatum  incunctanter  novimus  fuisse.  de  quo  non  illis,  quos 
prefati  sumus,  viris,  sed  sibi  suoque  buie  monasterio  firmitatis 
preceptum  sanctissimus  Thomas  a  duce  predicto  suscepit.  ipsos 
auteni  viros  cum  in  suo  monasterio  extra  usum  ipsius  intrinse- 
cus  recepit  et  divina  doctrina  instruxit,  atque  ad  eundem  ire  lo-  15 
cum  suasit,  et  ibidem  in  quo  loco  diversa  ac  utilia  monasterii 
habitacula  construerent  ostendit,  profecto  intelligi  datur  quoniam 
et  eosdem  viros  Christo  domino  lucratus  est,  et  locum  ipsum 
e.  34  B  beati  Vincentii  suo  huic  monasterio  acquirere  conatus  est.  ||    sed 

et  cum  Paldonem  aliis  ibidem  in  regimine  prefecit,  et  sua,  scilicet  20 
domni  Thome  eiusque  successorum,  per  quadraginta  et  eo  am- 
plius  annos  prefatum   monasterium  beati   Vincentii  dispositione 
legatum  ordinatum  legaliter   edicta   condicione  per  tot  tempora 
fuisse  noscitur  possessum,  quot  lex  humana  auctoritasque  divina 
requirere  vel  defendere  queunt,  usque  ad  tempus  videlicet  domni  25 
Fulcoaldi  abbatis,  qui  prelato   ac  monachis   eiusdem  monasterii 
causa  pietatis  et  inconsulte  ebdomadas  in  coquine  officio  indulsit, 
et  preceptum  quod  vir  Domini  Thomas  a  duce  acquisiverat  Gi- 
sulfo largiens,  ut  sui  tantum  curam  gererent  monasterii  eis  dein- 
ceps  indixit.     quod  factum  contra  sanctos  canones  non  ignoratur  30 
admissum,  et  contra  sanctorum  auctoritates  Patrum  procul  dubio 
cognoscitur  fuisse  gestum.     ut  autem  hoc  certissime  comprobe- 
mus,  enucleatius  exinde  pertractemus,  et  sanctorum  auctoritates 
canonum  Patrumque  sententias  venerabilium    huic  inferre  operi 

IO.  Nel  testo  petitionem         ir.  Dopo  fuisse  par  che  manchi  una  parola  come  re- 
stitutum  0  simile. 


CHRONICONFARFENSE.  143 

procuremus.  verumtamen  primo  ea  que  supra  retulimus  reco- 
lamus,  et  cuius  fore  videantur  auctoritatis  perspicacissime  atten- 
damus,  et  si  iusta  ac  legalis  eius  acquisitio  existit,  fideliter  per- 
scrutemur.  videlicet,  quod  monasterium  beati  Vincentii  labore 
5  studioque  et  spirituali  industria  venerabilis  Thome,  et  revelatione 
atque  iussione  sanctissim^  virginis  Marie,  simulque  largitione 
gloriosi  ducis  Gisulfi  buie  monasterio  narravimus  iuste  ||  et  lega-  e.  55  a 
liter  fuisse  collatum.  deinde  si  iuxta  auctoritates  canonum  et 
sanctorum  decreta  pontificum,  et  imperatorum  vel  regum  buie 

IO  cenobio  ^ditas  preceptiones,  auferri  vel  amitti  sive  alienari  un- 
quam  potuit  donum  illud  ab  hoc  monasterio  beate  Marie,  omni- 
modis  perpendamus.  denique  in  domni  lohannis  pap^  privilegio 
rogatu  Faroaldi  ducis  huic  concesso  monasterio  sic  habetur  sine 
dubio:  «  Statuimus   atque  decernimus,  ut  quoque  in  eodem  mo- 

15  «  nasterio  usque  hactenus  conquisita  sunt,  vel  postmodum  con- 
«  quirentur,  sive  domicilia  seu  loca  colonosve  et  mancipia,  vel 
«  quoque  animantia  vel  mobilia,  nullus  de  eodem  monasterio  pre- 
«  sumat  usurpare  vel  suptrahere,  vel  per  cuiuscumque  ingenii  cir- 
ce cumventionem  alienare  »  ^^\ 

20  Item  in  concilio  septimo  Toletano  episcoporum  .xxxviii.  : 
«  Quecumque  res  pcclesiis  Dei  a  principibus  iuste  concesse  sunt 
«  vel  fuerint,  vel  cuiuscumque  alterius  persona  quolibet  titulo 
«  illis  non  iniuste  collate  sunt  vel  extiterint,  ita  in  eorum  iure 
«  persistere  firma  stabilitate  iubemus,  ut  evelli  quocumque  casu 

25    «  vel  tempore  nuUatenus  possint  » . 

Item  in  decretis  Anacleti  papp  :  «  Qui  pecuniam  vel  res  ec- 
«  clesi^  abstulerit,  rapit  vel  fraudar,  sacrilegium  facit.  privilegia 
«  enim  ^cclesiarum  et  sacerdotum,  sancti  apostoli,  iussu  Salvatoris, 
«  intemerata  et  inviolata  eius   decreverunt   manere   temporibus. 

30  «  leges  autem  Ecclesia  apostolica  firmamus  auctoritate  et  pere- 
«  grina  iudicia  submovemus  » . 

Lucii  pape:  «  Rerum  ^cclesiarum  et  oblationum  fidelium  ta- 
«  ptores  II  atque  suarum  facultatum  alienatores  a  liminibus  sancte  e  35  e 
«  matris  Ecclesia  anathematizatos  apostolica  auctoritate  pellimus 


(1)  R.F.  doc.2.     V.  a  p.  137,  r.  32,  di  questo  volume. 


144  CHRONICON    FARFENSE. 

«  et  damnamus  atque  sacrilegos  eos  iudicamus,  et  non  solum  eos 
<(  sed  omnes  consentientes  eis  ». 

Stefani  pape:  «  Quicquid  in  sacratis  Deo  rebus  et  cpiscopis 
«  ac  presbyteris  iniuste  agitur,  prò  sacrilegio  reputabitur,  quia  sacra 
«  sunt  et  violari  a  quoquam  non  debent  ».  5 

Gregorii  pape  :  «  Nullus  epìscoporum  aut  secularium  presumat 
«  ultra  de  reditibus,  rebus  vel  cartis  monasteriorum,  seu  cellis  aut 
((  villis  que  ad  ea  pertinent,  quocumque  modo  seu  qualibet  oc- 
«  casione  minuere  vel  dolos  sive  immissiones  aliquas  facere». 

Synodus  Romana  :  «  Si  quis  episcopus  vel  abbas  rem  mobi-    io 
«  lem  vel  immobilem  distraxerit  ecclesie  sue,  vel  quacumque  oc- 
((  casione  ditandi  tìlios  vel  parentes,  sive  uxorem,  anathema  sit. 
«  et  quod  datum  est,  nullo  modo  teneatur.     et  quamdiu  acceptum 
«  tenuerit,  communione  privatus  sit  ». 

Augustini  episcopi  :  «  Quacumque  Ecclesie  offeruntur,  Christo  15 
«  offeruntur,  sive  corporalibus  rebus  sive  spiritualibus,  et  que  ab 
«  ecclesia  eius  quocumque  argumento  tolluntur,  sive  alienando 
«  sive  vastando  sive  invadendo  sive  minorando  sive  diripiendo, 
((  Christo  tolluntur;  ideoque  et  qui  faciunt  et  qui  consentiunt  sa- 
«  crilegii  crimen  incurrunt,  atque  lupi  et  homicide  pauperumque  20 
«  necatores  sunt,  et  insuper  anathematis  vinculo  damnati  coram 
«  Deo  et  sanctis  eius  efficiuntur,  et,  nisi  per  puram  probatamque 
«  et  publicam  penitentiam,  et  per  Ecclesie  satisfactiones  et  recon- 
((  ciliationem,  regnum  Dei  non  possidebunt  ». 

Agatense  concilium  :  «  Mancipium  monachis  donatum,  ab  ab-  25 
e.  j6  A   ((  bate  II  non  licet  manummitti  » . 

In  lege  autem  omne  quod  dabatur  Aaron  in  hostio  taberna- 
culi,  ponebat  manus  suas  super  caput  hostip  sacerdos,  et  nemo 
poterat  commovere,  quod  significat,  omne  quod  datur  volun- 
tarie  Ecclesie,  cantata  oratione,  sub  se  nemo  retrahat.  30 

Item  :  «  Hostiam  prò  peccato  et  delieto  sacerdotum  erit  iure 
«  perpetuo,  ita  erit  quod  datur  Ecclesie  Dei  ». 

Toletani  concilii  :  «  Episcopi  qui  nichil  ex  proprio  suo  Ecclesia 
«  Christi  compensaverint,  divinam  sententiam  metuant,  et  liberos 
«  ex  familiis  Ecclesie  ad  condemnationem  suam  facere  non  prc-   35 
«  sumant.     impium  est  enim  ut  qui  res  suas  Ecclesie  Christi  non 


CHRONICON    FARFENSE.  145 

«  contulerit,  damnum  inferat  ei,  et  ius  Ecclesia  alienare  contendat. 
«  tales  igitur  libertos  successor  absque  aliqua  oppositione  ad  ius 
«  Ecclesia  revocabit,  quia  eos  non  equitas  sed  improbitas  solvit  ». 
Quibus  relatis  veteris  ac  novi  patrum  catholicorum  auctorita- 
5  tibus  Testamenti,  omnibus  omnino  patet  quoniam  Ecclesia  res  a 
nullo  et  in  nullo  queunt  aliquo  modo  distraili  vel  alienari,  ideoque 
quod  prefatus  domnus  abbas  Fulcoaldus  de  predicto  Sancti  Vin- 
centii    monasterio  inconsulte  fecit,  ab    hoc    cenobio   illud    alie- 
nando, et  ut  sui  tantum  curam  gererent  illis  indicendo,  non  mo- 
ie dice  deliquisse  videtur.    nam  si,  iuxta  Domini  vocem,  spiritualiter 
de  sponso  ac  sponsa  sancitur  dicentis  :  «  Quod  Deus  iunxit  homo 
«  non  separet  »  et  celesti  intellectu  omnis  anima  sponsa  Christi 
est,  omnisque  prelatus  sive  pastor  vicem  Christi  agere  creditur, 
profecto  constat  apertius  ||  quod  vicarius  Christi  commendatam  sibi  e.  56  b 
15   sponsam,  idest  cuiuscumque  animam  fidelis  sibique  subditi,  amit- 
tere  non  valet,  nec  unquam  repudiare,  nisi  forte   ad   altiora  vel 
meliora  tendere  videatur,  vel  quod  beati  edocet  patris  Benedicti 
R  e  g  u  1  a ,   eius    preceptorum  superfluus   contemptor  reperiatur. 
et  si  de  una  tantum  anima   est  ista  lex,  quanto  magis   plurime 
20  unius  loci  anime  a  capitis  sui  non  sunt  repellende   compagine  ? 
cuius  ergo  hec  libertas  auctoritatìs  esse  potest  ut  sui  tantum  cu- 
ram a  subdito  geratur,  et  proprii  subiectionem  capitis  et  reveren- 
tiam  obliviscatur?     denique  in  Toletano  quarto  concilio  habetur, 
ut  «  liberti  Ecclesie  qui,  a  patrocinio  eius  discedentes,  quibuslibet 
25   ((  personis  adheserunt,  si  admoniti  redire  contempserint,  manum- 
«  missio  eorum  irrita  sit,  quia  per  inobedientip  contemptum  ingrati 
«  actione  tenentur».     ad  hec  nos  libere  fateamur,  quia  si  liberti 
propri^  sue  ecclesie  vinculo  indissolubili  uniti,  quanto  magis  fiUi, 
idest  monachi,  perpetuo  debent  h^reditati  inherere  patris  ?    si  enim 
30  apostolus  Paulus  Corinthios    aliosque   discipulos,  proprios   fiHos, 
quia  doctrina  et  predicatione  in  Christo  eos  genuit,  appellat,  quid 
mirum  si  istos  nos  devotos   viros,  Paldonem  scilicet,   Tasonem 
atque  Tatonem,  fìlios  sanctissimi  Thome  huius   monasterii   ab- 
batis  censeamus  ?     nonne  ipse  illos  in  regulari  educavit  tramite  ? 
35  nonne  in  eodem  loco  illos  constituens  ordinavit  ?     nonne  omnium 

eos  monasterii  utiHtatum  habitu  et  religione  ||  instruxit  ?    quis  au-  e.  37  a 

Chron.  Farf.  I.  IO 


1^6  CHRONICON    FARFENSE. 

tem  eos  postniodura  ab  huius  patris  obsequio,  idest  a  patrocinio 
huius  ccnobii,  quod  idem  venerabilis  pater  Tiiomas,  beata  Domini 
revelante  Genitrice,  reperit  et  reconstriixit,  divelli  vel  iuste  alienari 
valuit  ?  cuius  actores  alienationis,  sive  consentientes  eis  vel  etiam 
in  huius  noxa  perdurantes  prcvaricationis,  in  sacrilegii  crimen  se-  5 
cundum  canonum  statuta  incurrere  censentur,  et  in  futurp  iudi- 
cium  damnationis  puniri  merentur.  quoniam  qui  licet  parum 
cuiquam  fraudatur,  nisi  restituat,  frustra  apud  Deum  ppnitebit, 
quanto  magis  qui  prpdia  magna  et  amplissimas  res  alicuius  iuri 
fraudaverit  ecclesie  puniendus  est  eternaliter?  servos  quoque  a  io 
proprii  discedentes  servitio  domini,  nullus  sacerdotum,  nisi  re- 
deat  ad  penitentiam,  suscipit.  monachi  autem  a  proprii  spiritua- 
lisque  patris  inique  et  inordinate  recedentes  tuitione,  si  pternam 
cavere  cupiunt  damnationem,  filii  more  prodigi  ad  patris  redeant 
unitatem,  et  prime  recipient  stole  dignitatem.  15 

Igitur  post  amissionem  monasterii  beati  Vincenti!  hoc  c^no- 
bium  non  multo  post  noverimus  in  plurimis  fuisse  diminutum  et 
in  multis  vacillatum  et  in  tantis  incommodis  occupatum,  ut  non 
solum  possessiones  requirere  longiores,  sed  vix  etiam  retinere  va- 
leret  proximiores.  ideoque,  dum  tempus  exigerit  oportunum  ut  20 
congrue  hec  aliaque  amissa  vel  alienata  bona  sibi  pertinentia  re- 
c.  57  B  quirantur,  ||  et  Dei  Genitricis  suffragio  ad  huius  sui  augmentatio- 
nem  loci  recuperentur  vel  potius  recipiantur,  operam  dare  in  hoc 
omnimodis  debemus,  quoniam,  iuxta  canonum  institutiones  et  de- 
cretum  Ylarii  pape,  «quecumque  inconsulte  et  illicite  decessor  epi-  25 
«  scopus  admiserit  vel  ab  aliis  inique  commissa  sunt,  ab  eo  qui 
«  successor  est  emendentur  ». 

Item  constitutio  sacre  legis  domini  Ottonis  imperatoris  in  ge- 
nerali habita  synodo,  ubi  omnes  qui  affuerunt  episcopi  subscripse- 
runt  :  «  Sit  ei  qui  in  regimine  successit  libera  facultas  omnia  que  30 
«  per  libellos  vel  alia  quelibet  scriptura  alienata  fuerint,  in  pro- 
a  prium  ius  Ecclesie  revocare,  solusque  detrimentum  habeat  qui 
«  se  eo  scripto  obligavit  atque  vinxit.  omne  quippe  ius  sive  lex 
«  vel  quodlibet  scriptum  aut  consuetudo,  si  contra  Ecclesia?  utili- 
«  tatem  fuerint,  in  irritum  deducenda  sunt,  et  hoc  solum  scriptum  55 
c(  prò  lege  in  talibus  causis  habeatur,  quod  Ecclesie  Dei  prosit  et 


CHRONICON    FARFENSE.  147 

«  nullo  modo  obessepossit».  bine  animadvertendum,  quia  si  qup 
per  libellos  vel  aliquas  scripturas  sunt  effecta,  in  irritum  sunt 
deducenda  cum  Dei  ecclesiis  obesse  videntur,  quanto  magis  ad 
ius  reducenda  sunt  Ecclesia  que  neque  legaliter  nec  alicuius 
5  scriptur^  munimine,  nec  in  religiosiori  commutata  loco,  sed  in- 
consulte alienata  sunt  ab  ^cclesi^  propri^  iure,  et  sue  dimissa 
libertatis  cur^? 

Silvestri  pap^:  «  Nemini  regum  aut  cuiquam  hominum  pro- 
«  prium  liceat  monasterium  tradere  nisi  ad  aliud  religiosius  mona- 
co  «  sterium,  vel  com||mutare  nisi  cum  alio  monasterio,  vel  quomo-        ^-  5^^ 
((  documque  commutato  vendere,  hoc  etiam  divina  et  apostolica 
«  atque  canonica  sub  anathematis  pena  sanxit  auctoritas.     quod 
«  si  factum  fuerit,  non  valebit.      sed  et  ipsum   monasterium  in 
«  pristinum  reformetur  statum  ». 
^5         Itaque  sanctissimus  Thomas  in  hoc  monasterio  longa  per  an- 
norum  spatia  exemplum  sancte  conversationis  discipulis  dans  suis, 
iam  senex  plenusque  dierum  migravit  ad  Dominum,  corpusque 
illius  humatum  est  a  discipulis  in  hac  beat^  Marip  Dei  genitricis 
basilica,     prefuit  autem  buie  congregationi  annis  .xxxv.  et  mensi- 
20  bus  .VII.  ac  diebus  .v.      obiit  vero  .1111.  idus  decembris  in  pace  ('\    An.  716?  720? 
Secundus  vero  a  venerabiK  patre  Thoma  extitit  huius  mona-  An.  716?- 724? 
sterii  rector  Haunepertus  ^^),  Aquitania  Tolosane  civitatis  exortus 
provincia,      qui  buie  prefuit  monasterio  annis  .vii.  et  mensibus  .v. 
ac  diebus  .xviii.<^3). 
25         Tertius  namque  a  beato  Thoma  in  hoc  cenobio  surrexit  in  re-  An.  724? -740? 
gimine  Lucerius^^),  Maurigena  ortus  provincia,  et  a  donino  Thoma 
a  puero  sacris  litteris  eruditus.       hic  per  annos  .xvi.  et  menses  .vi. 
ac  dies   .x.   hoc   rexit  cenobium,  et  obiit  .xiii.  kalendas  iulii  ^5). 
cui  etiam  Transmundus  gloriosus  dux  Spoletanus  et  fihus  quon- 
30  dam  Faroaldi  ducis  ad  huius  monasterii  ius  donavit  et  concessit 
ecclesiam   Sancti   Gethulii,  ubi   ipsius  requiescebat   corpus,  cum 
omni  integritate  eius  ^^\      item  Liutprandus  rex  confirmavit  mo- 

(i)  V.  la  nota  2  a  p.  16  di  questo  voi.  (4)  Effigie  dell'abbate  Lucerlo. 

(2)  Effigie   dell'  abbate  Auneperto.  (5)  V.  la  nota  2  a  p.  16  di  questo 

(3)  V.  la  nota  2  a  p.  16  di  questo  volume;  R.  F.  II,  26. 
volume;  R.  F.  II,  26.  (6)  An.  724;  R.  F.  doc.  5. 


148  CHRONICON    FARFENSE. 

e.  38  B         nasterio  huic  omnia  qupcumque  1  singuli  duces  Spoletani   seu  et 
rcliqui  iudices  vel  populus  eiusdem  ducatus  huic  contulerunt  mo- 
nasterio,  ubicumque  posita  sunt,  faciens  optimc  prcceptum  liber- 
tatis,  in  quo  edam  post  excessum  domni  sanctissimi  Lucerii  huic 
sanct^  congregationi  abbatem  eligendi  Hcentiam  tribuit  ^^\      pre-  5 
dictus  etiam  dux  Transmundus  huic  cenobio  concessit  terram  in 
fundo    Germaniciano  prope   pastinum   Sancti   AngeH  ^^\      item 
prefatus   Lucerius  vir  venerabilis   abbas   per  concambium  acqui- 
sivit  duos  casales,  idest  Asilianum  et  Fiolam  (J). 
An.74o.  -759?         Quartus  igitur  huius  congregationis  pater  extitit  Fulcoaldus  (4),   io 
natione  Aquitanus    et   nobiH  ortus  prosapia.       qui  prefuit  huic 
sancte  congregationi  annis  .xviiii.  et  mensibus  .vi.  ac  diebus  .xii. 
obiit  vero  in  pace,  quarto  nonas  decembris  (5).       hic  per  prpce- 
ptum  firmitatis  a  duce  Lupone   acquisivit  huic   monasterio  co- 
lonos  duos,  hoc  est  Calendinulum  et  Tursonem,  cum  eorum  rebus   15 
omnibus   et  substantiis,  in  territorio  Reatino  ad  Sanctum  Cas- 
sianum  vel  in  Moseleo  (^\       et  in  alio  precepto  eiusdem  ducis, 
petiam  terre  unam  ex  gualdo  Sancti  Iacinti.       idest  a  fluvio  Phar- 
phe  iuxta  fractam  Arnonis  anteriorem,  et  per  finem  de  Corneliano 
descendentem  per  fossatum  quod  nominatur  Ponticulus   et  con-  20 
iungit  Agello  et  Fornicate,  una  cum  casaliculo  qui  vocatur  Ce- 
sarianus  (?).       et  in  alio  precepto,  gualdum  ad  Sanctum  lacintum 
in  integrum,  cuius   etiam  terminus  usque  rivum  Currisem  per- 
transiens  in  aquam  Transversam,  deinde  in  gualdum  Pontianum 
e.  39  A        et  per  rivum   eiusdem  Pontiani  usque  in  Tyberem  ^^\  \\      et  in  25 
aho  precepto  eiusdem  Luponis  ducis,  casalem  unum  qui  dicitur 
Turris,  qui  excoHtur  per  Arnonem,  Mauronem,  Vindemium,  Da- 

(i)  An.  739;  R.  F.  doc.  6.  quel    tempo    Lucerlo    doveva    esser 

(2)  An.  740;  R.  F.  doc.  7.  morto.      Il    documento  9,  che    reca 

(3)  An.  745;  R.  F.  doc.  8.  Sem-  la  data  del  mese  di  decembre  745, 
bra  che  erri  Gregorio  di  Catino  at-  porta  già  la  menzione  dell'abbate  Ful- 
tribuendo  questo  concambio  ai  tempi  coaldo. 

di  Lucerlo,  e   certo    contraddice  alla         (4)  Effigie  dell'abbate  Fulcoaldo. 
cronologia  degli  abbati  fissata  da  lui.         (5)  V.  la  nota  2  a  p.  16  di  questo 

Le  note  cronologiche  del  doc.  8  del  volume;  R.  F.  II,  28. 
RegestOy  nel  quale  non  si  fa  menzione         (6)  An.  745;  R.  F.  doc.  9. 
del  nome  di  nessun  abbate,  indicano         (7)  An.  746;  R.  F.  doc.  io. 
chiaramente    il  novembre  745,    e    a         (8)  An.  746;  R.  F.  doc.  11. 


CHRONICON    FARFENSE. 


149 


mulonem  et  Lucciolonem,  cum  eius  pertinentiis  in  integrum  ^^). 
et  in  alio  pr^cepto  monasterium  Sancti  Petri  in  Classicella  in 
integrum  ^^\  et  in  alio  pr^cepto,  reconfirmationem  duorum  ca- 
salium,  idest  Asiniani  et  Fiole  ^^\  et  in  alio  precepto,  contextum 
5  precipuum,  ut  null^  mulieres  presumant  nec  habeant  licentiam 
transeundi  per  vias  que  secus  monasterium  percurrunt,  nec  ad 
monasterium  ambulandi,  nec  infra  fìnes  qui  prope  designati  sunt, 
nisi  per  viam  que  Salaria  est,  a  Sancto  Pancratio  recte  in  pontem 
Sancti  Viti  in  Sala  et  exinde  in  Textam,  deinde  in  Scapligianum. 

IO  per  vias  istas  antiquas  habeant  mulieres  licentiam  ambulandi. 
similiter  et  de  cellis  pertinentibus  ad  hunc  locum.  idest  de 
Sancto  Angelo  et  Sancto  Petro  ac  Sancto  Gethulio  constituit 
idem  dux  ut  ibi  nullatenus  mulieres  procedere  aut  ambulare  de- 
beant  ^^\      et   in   alio  precepto,  piscatorem  unum  nomine  Sin- 

15  dulum  cum  sua  portione  in  terra  et  aqua  in  Septepontio  (5).  et 
in  alio  precepto,  monasterium  Sancti  Georgii  martyris,  iuxta 
muros  civitatis  Reatine,  ut  ibidem  sanctimonialium  congregatio 
perpetuo  sit  feminarum  ^^\      et  in  precepto  Haistulfì  regis,  con- 


(i)  An.  747;  R.  F.  doc.  12. 

(2)  An.  747;  R.  F.  doc.  13. 

(3)  An.  749?  o  750?;  R.  F.  doc.  14. 

(4)  An.  749;  R.  F.  doc.  15. 

(5)  An.  750;  R,  F.  doc.  16. 

(6)  An.  751  ;  R.  F.  doc.  17.  Il  pri- 
vilegio relativo  a  questo  monastero 
di  S.  Giorgio  è  concesso  a  nome  non 
solo  del  duca  Lupo,  ma  anche  della 
duchessa  di  Spoleto  Ermelinda.  Nel 
privilegio  i  due  principi  dicono:  «  Do- 
«  namus  et  in  aeterna  traditione  con- 
«  cedimus  pr^dictum  monasterium 
«  Sancti  Georgii  martyris  Christi  cum 
«  omni  substantia  sua  quam  ibidem 
«  pertinuit  et  usque  nunc  possessum 
«  est,  in  eo  ordine,  ut  ibidem  con- 
ce gregatio  sanctimonialium  feminarum 
(c  esse  debeat,  quas  ibi  Dominus  digna- 
«  tus  fuerit  aggregare  tam  in  corales  (*), 


(*)  Cosi  nel  testo.    Il  Muratori  corregge  «  in- 
«colares  ». 


«  quam  de  dìversis  provinciis  undique 
(c  Dominus  adauserit,  hoc  est  Lan- 
ce gobardas  vel  Francas,  ut  secundum 
ce  Deum  et  sanctam  regulam  in  ipso 
ce  sancto  cenobio  vìtam  suam  degere 
ce  debeant,  et  cottidianis  diebus  prò 
ce  christianorum  animarum  salute,  ho- 
cc  stias  et  Deo  laudes  referre  debeant, 
ce  et,  qualiter  Dominus  inspiraverit, 
ce  omnem  ipsam  congregationem,  uno 
ce  consensu,  sive  priorem  eligant  sive 
ec  abbatissam  in  Dei  timore,  et  hoc 
ce  namque  monasterium,  vel  ipsa  san- 
cc  età  congregatio,  sub  tuitione  et  de- 
ce Tensione  debeat  esse  sanctae  Dei 
ce  genitricis  Mariae  monasterii  in  Acu- 
cc  tiano.  et  ibi  nunc  modo  Domno- 
cc  linam  abbatissam  constituimus,  et 
ce  usque  dum  ei  Dominus  vitam  di- 
ce gnatus  fuerit  largire,  custos  et  re- 
cc  ctrix  ibi  esse  debeat  regulariter,  uti 
ce  competit  Dei  famulam  et  abbatis- 
cc  sam  ».    Il  Muratori,  nella  sua  edi- 


150  CHRONICON    FARFENSE. 

firmationem  voluminum  quatuor  quc  iam  dictus  Lupo  dux  huic 
concesserat  monasterio.       unius  de  curticella  ad  Sanctum  Vitum 
prope   fluvium   Pharphe  ubi  dicitur  Bitianus,  alterius  de  gualdo 
Tancip  casalem  unum  ad  Sanctum  Pancratium,  tertii  ut  feminis 
e.  39  B    non  per  hoc  monasterium  sed  per  vias  ||  antiquas  ab  eodem  duce   5 
signatas  transire  liceat,  quarti  vero  de  monasterio  Sancti  Georgii 
iuxta   urbem   Reatinam  ^^\       et  a   quodam   Rotfredo   de   casale 
Sancti  Viti  terrulam   recisam    usque    in   fossatum,   a  latere  uno 
Farfa,  et  a  fronte  supra  terram  Sanctc  Marie  usque  in  vadum  W. 
et  de  casale  Fornicata  portionem  cuiusdam  Bone^'^.       et  medie-   io 
tatem  casalis  ad  Centum,  vel  Alivianum,  vel  ad  Stabla  Publica  ^'^\ 
et  in  placito  iudicatus  revicit  casales  in  gualdo  Sancti  Iacinti  ^^\ 
et  dato  pretio  equorum  duorum  valentium  solidos  quinquaginta, 
et  tende  solidorum  .xx.,  emit  quandam  portiunculam  in  Busiano 
et  in  Hilice  (^).       et  ad  pretium  equorum   .xi.   prò  solidis  sexa-   15 
ginta  et  auri  cocti  pensantis  solidos  .cccxl.  emit  casalem  in  Sa- 
binis  vocatum   Paternum,  et  olivetum,  et  vassilecam  et  molen- 
dinum  ^7).       et  acquisivit  in  Terentiano  ecclesiam  Sanct^  Marie 
et  Sancti  Michahelis  Archangi^li  (^).       et  in  Lamniano  portionem 
cuiusdam  Palumbi  diaconi  (9).      et  in  fundo  Fornicata  portionem  20 
Bone  anelile  Dei  ^^°\      et  per  precepti  firmitatem   acquisivit   a 
duce  Lupone  curticellam  unam  ad  Sanctum  Vitum,  prope  flumen 
Pharphe,  ubi  nominatur  Bitianus,   cum   colonis  ei  pertinentibus 
qui  resident  in  Bezano,  et  in  Montaniano,  et  in  Tauriano,  et  in 
Ortisiano,  et  in  Maurianula,  et  in  Nepotiano,  et  in  casale  Ren-  25 


zìone  del   Chronicon  FarfensCy   ripub-  mento  le  osservazioni  del  Trova  nel 

blicando,    dopo    il   Mabillon,    questo  Codice    Diplomatico    Lon^^obardOy    IV, 

privilegio,   si    maraviglia    di  vedervi  380. 

menzionate  le  donne  franche,  in    un  (i)  An.  751;  R.  F.  doc.  18. 

tempo  nel  quale  i  Franchi  non  pos-  (2)  An.  747;  R.  F.  doc.  19. 

sedevano  ancora    in  Italia  un   pugno  (3)  An.  748;  R.  F.  doc.  20. 

di  terra  (cf.  Chron.  Far/,  in   Rer.  It.  (4)  An.  749;  R.  F,  doc.  21. 

Script.  II,  li,  340).     Ma  non  par  cosa  (5)  An.  749;  R.  F.  doc.  22. 

da  maravigliarsene  se  si   rifletta   che  (6)  An.  749;  R,  F.  doc,  23. 

tutti  di  nazione  franca  furono  gli  ab-  (7)  An.  749  ;  R.  F.  doc.  24. 

bati  che  ressero  il  monastero  di  Farfa  (8)  An.  750;  R.  F.  doc.  25. 

intorno  a  quel  tempo.     Sono  anche  (9)  An.  746;  R.  F.  doc.  26. 

da    vedere    intorno    a    questo    docu-  (io)  An.  747;  R.  F.  doc.  27. 


CHRONICON    FARFENSE 


151 


tiano,  et  in  Toraniano,  cum  omnibus  adiacentiis  et  pertinentiis 
suis  ('\  et  suscepit  per  concambium  in  monasterio  Sancti  Georgii 
medietatem  casalis  qui  dicitur  Pacilianus  (^).  et  revicit  per  pla- 
citum  iudicatus  ||  gualdum  ad  Sanctum  lacintum  in  integrum  cum  e.  40  a 
5  octo  casalibus  (5).  et  alibi  revicit  casalem  Tulianum  ('^).  et  in 
Mussini  acquisivit  olivarum  talias  .xv.  ^^\  et  ad  pretium  argenti 
librarum  .xx.  a  quodam  Teudone  Sancti  Salvatoris  monache,  con- 
sensu  Adrualdi  abbatis  eius,  suscepit  casalem  qui  dicitur  Longitia 
in  integrum  (^).      et  per  placitum  iudicatus  revicit  casalem  Turra- 

10  nianum(7).  et  per  concambium  a  Tentone  episcopo  suscepit  ca- 
salem lunianum  ^^\  et  a  quodam  Guinelapo  acquisivit  in  Preto- 
riolo  foculares  .xi.  in  Actiano  quatuor.  in  Ficlinule  portionem 
eius.  in  Corneliano  uncias  .111.  in  Tariano  foculares  duos.  in 
Secundiliano  casam  unam  et  casalem  medium  (9).     hic  etiam  fecit 

15   convenientiam  de  curte  huius  monasterii  in  Germaniciano  (^°). 

Quintus  vero  in  regimine  huius  successit   monasterii  Guan-  An.  759? -761? 
delbertus  ("\  et  ipse  Aquitania  ortus,  consanguineus  quoque  prefati 
domini    Fulcoaldi    abbatis.       qui  uno  prefuit  anno,  atque  men- 
sibus  .VII.      post   hoc   fratres  benigne  postulavit  ut  absolverent 

20  se  a  cura  pastorali,  et  pastorem  eligerent  alium  sibi.  quo  facto, 
huius  curam  ^regiminis  reliquit,  et  in  Firmana  civitate  monaste- 
rium  Sancti  Yppoliti  a  fratribus  accepit  ('^). 

Sextus  denique  in  hac  congregatione  extitit  pastor  Halanus  (^3)^   An.  761  ?  -  769? 
regione  exortus  Aquitania.       is  denique  primo  in  congregatione 

25   fraterna  probatus,  ex  acie  deinde,  in  Motilla  monte,  iuxta  beati 

Martini  ||  oratorium  super  hoc  eminentem  monasterium,  per  annos        e.  40  b 
deguit  multos  inclausus,  contra  carnis  vitia  solus  pugnaturus  ('4). 
ubi  inter  alia  bon^  operationis  exercitia  multos  etiam  mirifice  exa- 

II.  Nel  Regesto  luvianum 


(1)  An.  750;  R.  F.  doc.  28 

(2)  An.  744;  R.  F.  doc.  29 

(3)  An.  747;  R.  F.  doc.  30 

(4)  An.  751  ;  R.  F.  doc.  31 

(5)  An.  752;  R.  F.  doc.  32 

(6)  An.  752;  R.  F.  doc.  33 

(7)  An.  753;  ^-  F'  doc.  34 

(8)  An.  755;/?.  F.  doc.  37 


(9)  An.  757;  R.  F.  doc.  38. 
(io)  An.  757;  R.  F.  doc.  40. 
(i  1)    Effigie  dell'  abbate   Guandel- 
berto. 

(12)  V.nota  I  a  p.  18,  e  i  a  p.  1 52, 

(13)  Effigie  dell'abbate  Alano. 

(14)  Su  ciò  più  chiaramente  la  Con- 
strucHo  a  p.   18. 


152  CHRONICON    1  ARFENSE. 

ravit  codices.  ad  qiiem  congregano  omnis  concorditer  perrexit, 
et  ut  sibi  preesse  deberet  rogavit.  unde  illuni  extrahentes,  ad 
monasterium  hoc  cum  honore  perduxerunt,  et  super  se  rectorem 
posuerunt.  qui  prcfuit  annis  .vini,  et  mensibus  .ni.  atque  die- 
bus  .vili.       obiit  quoque  .v.  nonas  martii  ^^\  5 

Hic  fecit  convenientiam  una  cum  Theodoro  habitatore  castri 
Urbis  veteris,  de  monasterio  sive  oratorio  Sancti  Angeli  quod 
pater  eius  Cunctarius  presbyter  et  mater  eius  Occliavia  presbytera 
dimiserunt  in  hoc  monasterio,  ut  prcfatus  Theodorus  et  eius  he- 
redes  per  singulos  annos  inferant  tritici  modia  .x.,  vini  decima-  io 
tas  .XL.,  feni  carra  .xx.  et  molarum  utile  par  .1.  et  quando 
monachi  ibidem  venerint,  si  quid  perdiderint,  restituat  de  suis 
propriis  (^).  et  ad  pretium  solidi  unius,  videlicet  pacca  lardi  una 
prò  medio,  et  milii  modia  .vi.  prò  medio  solido,  et  prò  mercede 
supra  solidum  in  auro  unum,  a  quibusdam  comparticibus  emit  15 
terram  eorum  in  Septepontio  (?).  et  auri  solidis  .e.  ab  Allone 
et  Albuino  monachis  Sancti  Vincentii,  consensu  Hermeperti  ab- 
batis  eorum,  emit  terram  cum  oliveto  in  Valeriano,  idest  quartam 
portionem  eorum,  et  .xv.  talias  ex  ipso  oliveto  ^'^h 

Quidam  autem  Audo  de  casa  Sanctp  Marip  furatus  est  equum  ||  20 
e-  41  A        unum,  qui  cum  venisset  in  iudicium,  prò  ipso  caballp  et  auri  so- 
lidis .e.  dedit  fidei  iussoribus  guadimonium.      et  cum  persolvere 
nequiret,  fidei  iussores  eius,  presentibus  aliis  testibus,  casam  il- 
lius  cum  oratorio  Sancte  Eugenie  in  Malliano  tradiderunt  in  hoc 


(i)  Segno  Panno  761  perchè  è  in-  Alano  fu  eletto  veramente  dopo  ra- 
dicato da  Gregorio  di  Catino  nei  prile  760,  questo  contratto  deve  es- 
suoi  cataloghi  come  il  primo  anno  sere  stato  concluso  durante  il  governo 
del  governo  di  Alano,  ma  vedansi  la  del  suo  predecessore,  o  durante  la 
nota  2  a  p.  16,  le  note  3  e  4  a  p.  18,  vacanza  del  governo  abbazìale.  Da 
e  la  nota  3  qui  sotto.  un  altro  documento  (R.  F.   doc.  45) 

(2)  An.  767;  R.  F.  doc.  41.  Alano  apparisce  come  abbate  già  nel 

(3)  An.  760;  R.  F.  doc.  42.  In  que-  gennaio  761.  Se  egli  morì,  come  af- 
sto  documento,  le  cui  note  cronolo-  ferma  Gregorio,  il  2  o  il  3  marzo  769, 
giche  indicano  chiaramente  V  aprile  dopo  nove  anni,  tre  mesi  e  otto  giorni 
760,  non  si  trova  menzione  del  nome  di  governo,  Alano  dovrebbe  essere 
di  alcun  abbate,  e  il  monastero  di  stato  eletto  sul  cadere  del  760. 
Farfa  è  rappresentato  nel  contratto  da  (4)  An.  761  ;  R.  F.  doc.  43.  V.  la 
un  monaco  di  nome  Raginfredo.     Se  nota  precedente. 


CHRONICON    FARFENSE.  153 

monasterlo.  deinde  centra  legem  in  ipsam  casam  introivit. 
quapropter  in  iudicium  venit,  et  solidorum  .xx.  guadiam  dedit, 
quam  minime  recepit.  tunc  vero  tam  prò  compositione  cul- 
parum,  quam  prò  animp  remedio,  eandem  casam  cum  oratorio 

5  supradicto,  et  casas  massaricias  duas  in  iam  dicto  casale  Malliano, 
in  hoc  monasterio  permanenda  tradidit  ^^\  post  quoque  eundem 
casalem  Mallianum  in  placito  iudicatus  revicit  ^^\  et  in  alio 
placito  iudicatus  ecclesiam  Sancti  Anthimi  in  casale  Antiano  re- 
vicit<^3).       et  per  preceptum   fìrmitatis    a   duce  Gisulfo   suscepit 

IO  medietatem  gualdi  ad  Sanctum  Angelum  in  Flumine,  in  finibus 
Ciculanis,  cum  ipsa  ecclesia  Sancti  Angeli  C4).  et  recepit  per 
concambium  terre  petias  duas  modiorum  quatuor,  ad  Sanctum 
Petrum,  et  tertiam  in  Rusia  modiorum  .viii.,  et  vineam  in  Petiano 
tabularum  .v.  ^^\       et  a  quodam  Theoderisio  suscepit  unam  casam 

15  ad  Aream  marmoream,  et  res  eius  in  valle  Tybe,  in  Sepiano,  in 
Pretorio  Sabinensi.  in  Cesinano  Ciculi  et  pratum  prope  civi- 
tatem  ^^\  et  per  preceptum  fìrmitatis  monasterium  Sancti  Yppo- 
liti,  et  omnes  res  cuiusdam  Gualtari  clerici  in  territorio  Firmano  (7). 
et  ad  pr^tium  placitum  terram  in  Criptula,  prope  flumen  Pharphe, 

20  emit  modiorum    .xii.  ^^\  \\       et  duas  portiones  de  oratorio  beati        e.  41  b 
Archangeli  Michahelis  in  Reate  ^^9).     quidam  autem  Corvillus  cum 
intraret  contra  rationem  in  ^cclesiam  Sancte  Eugeni^  de  Malliano, 
quam  quondam  germanus  eius  Eudo  in  hoc  monasterio  prò  anima 
sua  donaverat,  et  exinde  componete  deberet  solidos  .xl.,  donati 

25  sunt  ei  ab  Aroso  preposito  huius  monasterii,  proinde  spopondit 
quod  si  ipse  aut  heredes  sui  aliquando  contra  nos  de  ipsa  ecclesia 
Sanctp  Eugenip  et  de  casale  Malliano  agere  prcsumpsisset,  centum 
solidos  componeret  ('°).  quidam  quoque  Rimichis  dedit  nobis  per 
concambium  casalem  qui  diciturPinianus^").      Theodicius  autem 

30  dux  concessit  in  hoc  monasterio  per  pr^cepti  firmitatem  gualdum 
Turritam  in  integrum,  et  dedit  licentiam  ut  omni  tempore  decem 

(i)  An.  761;  R.  F.  doc.  44.  (7)  An.  762;  R.  F.  doc.  51. 

(2)  An.  761;  R.  F.  doc.  45.  (8)  An.  763;  R.  F.  doc.  52. 

(3)  An.  761  ;  R.  F.  doc.  46.  (9)  An.  763  ;  R.  E  doc.  54. 

(4)  An.  761;  R.  F.  doc.  48.  (io)  An.  764;  R,  F.  doc.  56. 

(5)  An.  761;  R.  F.  doc.  49.  (11)  An.  764;  R.  F.  doc.  57. 

(6)  An.  762;  R.  F.  doc.  50. 

Chron.  Farf.    I.  IO* 


154  CHRONICON    FARFENSE. 

turmc  iumentorum  et  duo  milia  pecora  huius  monasterii  pabulent 
cum  publicis  iumentis  atque  peculiis  in  gualdo  Ascle  et  Rivo 
Curvo  et  in  Monte  Calvo,  sicuti  fines  eorum  gualdium  pertinente'), 
et  de  casale  Antiano  concessa  est  in  hoc  monasterio  petia  una 
modiorum  .x.  sub  ripa  infra  congruum  casalis  nostri  Piniani,  et  j 
medietas  ecclesie  Sancti  Felicis  in  casale  Antiano,  et  vinea  tabu- 
larum  duarum,  et  olive  talli^  .viii.  in  pretio  unius  cavalli  ^^\  do- 
mnus  vero  Halanus  abbas  recepit  per  concambium  tertiam  por- 
tionem  casalis  in  Scandiliano  cum  colonis  ibidem  resedentibus  (3). 
et  de  casale  Antiano  acquisivit  partem  octavam  et  nonam^^^).  et  io 
in  Mallìano  ad  Sanctam  Eugeniam  casara  massariciam  unam  per 
concambium  (5).  et  a  quodam  Scamberto  filio  Scattolfi  susce- 
c.  42  A  pit||in  hoc  monasterio  curtem  que  dicitur  Cesonis  in  integrum. 
a  primo  latere  forma  ad  concurrendum  aquam  iuxta  Monumen- 
tum  antiquum  usque  in  cacumina  montis  Palumbi,  unde  rever-  15 
titur  in  flumen  Mellinum,  et  ex  alia  parte  fluminis  usque  ad  aho- 
rum  cacumina  montium.  a  secundo  latere  rivus  exiens  de 
cisterna  usque  in  cacumen  eiusdem  montis,  et  usque  in  predictum 
flumen.  et  ex  aUo  latere  fluminis  usque  ad  curtem  Hilderici  ca- 
staidi que  vocatur  Pontianus.  et  medietatem  curtis  Sancti  Mar-  20 
tini,  et  totam  curtem  de  Casalici.  et  unum  piscatorem  in 
Reate  nomine  Petrum.  et  in  Plaie  casalem  unum  vocabulo  Bru- 
stulata  ^^\  Theodicius  autem  dux  per  precepti  firmitatem  con- 
cessit  in  hoc  monasterio  casalem  Paternionem,  qui  pertinet  ad 
curtem  Germani cianam,  cum  duabus  casis  (7).  domnus  vero  25 
abbas  per  concambium  recepit  in  Casule  casas  .111.  ^^\  et  su- 
scepit  casalem  Sisinnianum  et  casalem  Busianum  in  Foro  Novo, 
et  in  Eciculis  casalem  in  Paterno  ^9).  et  in  Sabinis  casalem  Ci- 
cilianum  ^^°\  et  recepit  per  concambium  curtem  unam  in  Reate 
que  dicitur  Vallantis  (").  et  ecclesiam  Sancte  Cecilie  in  Beru-  30 
niano  ^").       Theodicius  item   dux  licentiam  dedit  per  precepti 

(i)  An.  765;  R.  F.  doc.  58.  (7)  An.  766;  R.  F.  doc.  68. 

(2)  An.  764;  R.  F.  doc.  60.  (8)  An.  768;  R.  F.  doc.  71. 

(3)  An.  764;  R.  F.  doc.  63.  (9)  An.  767;  R.  F.  doc.  72. 

(4)  An.  765;  R.  F.  doc.  64.  (io)  An.  768;  R.  F.  doc.  73. 

(5)  An.  766;  R.  F.  doc.  65.  (n)  An.  768;  R.  F.  doc.  74. 

(6)  An.  766;  R.  F.  doc.  66.  (12)  An.  768;  R.  F.  doc.  75. 


CHRONICON   FARFENSH.  155 

firmitatem  ut  decem  turme  iumentorum  pabulent  estivo  tempore 
cum  iumentis  publicis  reatinis,  ubiubi  per  gualdos  publicos.  si- 
militer  et  pecora  duo  milia  huius  monasterii  cum  peculiis  publicis 
reatinis  in  monte  Calvo  et  in  Rivo  Curvo,  postquam  exinde  iu- 
5  menta  exierint,  pabulent  confidenter  (^). 

Hic  quippe  Halanus  prefatus  abbas  in  extremo  obitus  sui  die,  e.  42  b 
quendam  episcopum,  Guicbertum  nomine,  suasit  facere  promis-  ""7  9-  770- 
sionem  regul^,  et  continuo  rudem  adhuc  hospitem  et  Anglorum 
exortum  gente  constituit  abbatem,  contra  sacros  canones  ac  re- 
io  gulam  sancti  Benedicti  agens.  qui  per  undecim  menses  exer- 
cuit  tyrannidem,  quosdam  ex  monachis  cedens,  alios  in  carcerem 
retrudens,  aliosque  in  exilium  mittens,  et  in  tantam  superbie 
audaciam  prorumpens,  ut  nonnullos  eius  fugientes  vesaniam  fu- 
roris,  seque  abscondentes  in  velamina  altaris,  exinde  pellere  fa- 
15  ceret.  et  quia  inconditos  habuit  mores,  rogantibus  monachis, 
iussu  regis  Desiderii,  Alefridus  castaldus  Reatinus  eumdem  mo- 
nasterio  exire  compulit,  et  eligendi  abbatem  demum  congregationi 
licentiam  contulit. 

Septimus  autem   ab  omni    congregatione  electus  huic  sacro  An.  770?- 781? 
20  cenobio  prefuit  abba  Probatus  (^*),  diaconus  quidem,  sed  Sabinensi 
provincia  natus,  per  annos  .xi.  ac  menses  .1111.  et  dies  .xv.     obiit 
namque  .1111.  idus  augusti  in  pace^'^ 

Qui  electus  a  fratribus  et  preordinatus  a  Domino,  in  regimine 
patris  elevatus  culmine,  cooperuit  os  fontis  aqup  manantis  ab 
25  evo,  et  traxit  aquam  [a  pristino  cursu  suo,  ab  hoc  loco  miliarios 
tres.  porro  hanc  fabricari  iussit  formam,  per  montis  huius  latera 
hpsam.  sub  terra  decurrens  constricta,  opitulante  Christi  gratia, 
hoc  loco  honeste  fluit  aqua.  perfectaque  est  hpc  operatio  ||  in-  e  43  a 
dictione  prima,  anno  vero  quinto  postquam  domnus  Carolus 
30  excellentissimus  rex  Italiam  cepitW.  huic  venerabili  patri  data 
est  quidam  portio  prò  anim^  remedio  in  Pitiliano,  et  de  ecclesia 

26-28.  porro  -  aqua]  Cosi  nel  testo.        27.  Nel  testo  decurrent 

(i)  An.  767;  R.  F.  doc.  76.  p.  16  e  la  nota  i  a  p.  19  relativa  alla 

(2)  Effigie  dell'abbate  Probato.  missione  di  Probato  presso  Desiderio 

(3)  La  data  della  morte  dell'abbate  re  dei  Longobardi. 
Probato   è  incerta.    V.  la  nota  2  a         (4)  An.  778. 


1^6  CHRONICON    FARFENSE. 

beati  Gregorii  (').  Theodicius  quoque  dux  per  confirmatìonem 
prccepti  in  hoc  monasterio  concessit  gualdum  qui  dicitur  Alegia  (2). 
domnus  auteiii  Probatus  abbas  ordinavit  quendam  Ubaldinum  in 
cella  huius  monasterii,  qup  est  in  Septepontio  ^^\  et  suscepit 
a  quodam  viro  Hilderico  curtem  que  vocatur  Pontianus  in  inte-  5 
grum,  et  curtem  Cesarianum,  et  Papcianum,  et  curtem  in  La- 
miano  (^\  et  in  Vico  Novo  et  plurimis  vocabulis  portionem 
Helenp  anelile  Dei  (5).  et  casalem  unum  qui  dicitur  Pantanula(^). 
et  casalem  Medianulam  (7).  et  casalem  Culianum  (^>.  Adrianus 
autem  papa  huic  monasterio  per  privilegium  optimam  contulit  io 
libertatem  in  hunc  modum  : 

An.  772.  Adrianus  episcopus  servus   servorum  Dei,  Probato  religioso,  Deo  ama- 

driano'Tconcedè    '^^^'>  ^^bati  venerabilis  monasterii  Sanct?   Dei   genitricis   semperque   virginis 
che  le  cause  del    Marie  domine  nostre,  siti  territorio  Sabinensi,  et  per  eum  in  eodem  venera- 

monastero      siano  * 

deferite  al  priore   bili  monasterio,  in  perpetuum.    cum  maximam  nobis  sollicitudinis  curam  in-    I  5 

del    vestiario      di 

Santa  Chiesa.         sistit  soUertia,  atque  efficaci  studio  erga  diversa  sanctorum  loca  sollicitudinem 
gerendi  et  indeficienter  pr?cogitandi,  ne  in  rebus  vel  possessionibus  atque  c?- 
teris  eis  pertinentibus  utilitatum   stipendiis,  aliquando  commoditatis  iactura, 
per  quarundam  insurgentium  causarum  eventus,  quoquo  modo  inferatur.      ic- 
c.  43  B  circo  congrua  nos  procul  dubio  considerationis  censura  convenit  ||  eorum  salutis    20 

integritatem  procurare,  et  omnes  qu?  cunctis  retro  temporibus  super  evenerint 
causas,  institi?  telo  abscidi,  atque  sub  ^quitatis  intuitu  definiri,  ut  ex  hoc  et 
eorundem  venerabilium  locorum,  maxime  in  quibus  multitudo  congregationum 
servorum  Dei  monachorum  consistens,  sedulas  Redemptori  nostro  referre  vi- 
dentur  laudes,  stabilitatis  integritas  proficiat,  nobisque  ob  huius  pii  operis  quod  25 
gerimus  studium,  copiosa  in  sidereis  arcibus  a  rerum  omnium  opifice  domino 
Deo  nostro  ascribatur  remuneratio.  ideo  constai,  Deo  amabilem  religiosi- 
tatem  tuam  nobis  intimasse  plura  incommoditatis  damna,  vestrum  pr^latum 
venerabile  monasterium,  in  suis  utique  utilitatibus,  in  eo  quod  plures  ac  di- 
versi nefarii  homines  nostr?  Romanorum  reipublic?,  tam  per  furta  quamque  yO 
per  alias  perversas  operationes,  plura  mala  eidem  sancto  ingerere  noscuntur 
monasterio.  unde  crebro  a  tua  religiositate  nobis  hac  de  re  interpellatio 
facta  est,  ut  nostro  intuitu  earundem  causarum  merita  perpendentes,  vestro 
studeremus  monasterio  iustitiam  faciendi.       quod  quidem  nos,  diversis  super 

(i)  An.  770;  R.  F.  doc.  79.  (5)  An.  770  e  771;  R.  F.  dece.  85 

(2)  An.  772  ;  R.  F.  doc.  80.     Teo-     e  86,  dove   la    donatrice  è  chiamata 
dicio  peraltro  si  riservò   il  diritto  di      «  Hclina  ». 

caccia  in  quel  gualdo.  (6)  An.  772;  R.  F.  doc.  87. 

(3)  An.  772;  R.  F.  doc.  81.  (7)  An.  773;  R.  F.  doc.  88. 

(4)  An.  773  ;  R.  F.  doc.  82.  (8)  Data  incerta.    V.  R.  F.  doc.  Se,. 


CHRONICON    FARFENSE.  157 


ingruentibus  causis,  ex  omni  parte  preoccupati,  nequaquam  continuo  in  vestris 
decidendis  causis  nostrum  accomodare  valuimus  auditum.  prò  quo  laboriosa 
tu?  religiositati  vel  directis  a  te  monachis  utile  esse  videtur,  dum  dilationis 
mora  ad  easdem  vestras  decidendas  causas  provenire.  et  ||  ecce  obnixe  nos,  e-  44  ■•^ 
5  religiosissime  Dei  cultor,  dinosceris  poposcisse,  ut  ex  nostri  persona  studuis- 
semus  adfrari,  qui  sine  nostra  inquietudine  easdem  vestras  causas  subtiliter 
perscrutare  vobisque  iustitias  facere  deberet.  quod  quidem  libentissime  tu? 
religiositatis  pr?cibus  annuentes,  id  quod  a  te  expetitum  est  efifectui  manci- 
pavimus,  constituentes  ex  nostri  persona   Miccionem  notarium  regionarium 

IO  et  priorem  vestiarii  sanct?  Ecclesi?,  atque  eius  omnes  successores  apostolica 
Sedis  vestiarii  priores,  ut  quotiens  qu?cunque  causa  vestro  monasterio  acces- 
serit,  confestim  ad  eos  omni  in  tempore  monachi  atque  missi  ipsius  mona- 
sterii  adveniant,  suasque  illis  referant  causas,  et  ab  ipsis  prioribus  vestiarii 
proprias  iustitias  recipiant.      unde  ecce,  auctoritate  beati  Petri  principis  apo- 

15    stolorum,  cuius,  licet  immeriti,  Deo  tamen  dignante,  vices  gerimus,  ita  de- 

cernentes  sancimus,  ut  laudatus  (0  fìd^lissimus  noster  Miccio  prior  vestiarii,  vel 

omnes  qui  prò  tempore  post  eius  discessum  priores  vestiarii  extiterint,  licen- 

tiam  habeant  potestative  distringendi  tam  ?cclesiasticam  personam,  quanque 

.    ex  militia  existentem,  vel  etiam  famulum  ?cclesi?,   aut    servum  cuiusquam, 

20   sive  ex  civitate  Romana,  seu  de  diversis  c?terìs  locis  et  civitatibus  istius  no- 
stra Roman?  reipublic?,  sive,  ut  dictum   est,   liber,  sive  servus  fuerit,  et  de 
presenti  absque  qualibet  anteposita  occasione,  ipse  prior  ||  vestiarii  qui  in  tem-       e.  44  b 
pore  fuerit,  sine  inquietitudinis  molestia,  beatissimorum  pontificum  qui  in  tem- 
pore apostolatus  culmen  gesserint,  plenarias  iustitias  tara  de  furtis,  quam  de 

25  aliis  super  accidentibus  causis,  partì  monasterii  vestri  sanct?  Dei  Genitricis 
perpetuis  temporibus  usque  in  finem  secoli  studeant.  et  quodcunque  ab 
eisdem  prioribus  vestiarii  prò  eiusdem  vestri  monasterii  perfìciendis  iustitiis 
diffinitum  fuerit,  irrefragabiliter  persistat  corroboratum.  h?c  vero  qu?  a  nobis 
prò  salute  antefati  venerabilis  monasteri!  Sanct?  Dei  genitricis  semperque  vir- 

30  ginis  Mari?  domin?  nostr?  statuta  sunt,  decernentes  coram  Deo  vivo,  et  eius 
futuro  iudicio  promulgamus,  firmiter  permanenda.  et  neque  uUus  succes- 
sorum  nostrorum  pontificum,  vel  alia  qu?cunquc  magna  parvaque  persona,  cuius- 
cunque  sit  dignitatis,  quoquo  modo  pr?sumat  centra  h?c  qu?  a  nobis  statuta 
sunt,  penitus  agere.      sed  neque  prior  vestiarii  qui  prò  tempore  fuerit,  ne- 

6.  adgrari]  Cosi  nel  testo.      Nel  Regesto  si  legge  ad  erari  16.  Nel  testo  e  nel 

Regesto  odatus         25.  Nel  testo  partis 

(i)  Il  significato  della  voce  «oda-  «  cantilenarum  magister  »  ;  ma  non  mi 

«  tus  »   registrato    dal  Ducange    non  par  lezione  probabile,  e  mi  pare  piut- 

può  corrispondere   al   caso   presente,  tosto  che  Gregorio  di  Catino  trascri- 

Forse  meglio  potrebbe  corrispondervi  vendo  abbia  letta  male  la  parola  «  lau- 

«  odararius  »  che  il  Ducange  spiega  «datusw. 


158  CHRONICON    FARFENSE. 

glectum  ponere  audeat  ad  facientlas  eidem  sancto  monasterio  plenarias  iu- 
stiiias.  nam  si  quis,  quod  non  optamus,  nefario  temeritatis  ausu  pr^sum- 
pserit  h?c  omnia  a  nobis  statuta  atque  confirmata  refragare  vel  in  quoquam 
iransgredì,  sciat  se  auctoritate  beati  Petri  principis  apostolorum  anathematis 
vincalo  esse  innodatum,  et  a  regno  Dei  alienum,  atque  cum  diabolo  et  omnibus  e 
impiis  eterno  incendio  deputatum.  at  vero  qui  observator  istius  nostri  apo- 
c.  45  A  stolici  constituti  extiterit,  divina  protectione  ||  adiutus,  suorum  veniam  conscqui 
delictorum  et  vitam  mereatur  adipisci  §ternam.  ^  bene  valete  (0.  data 
.X.  kalendas  maias,  imperantibus  domno  nostro  piissimo  augusto  Constantino 
a  Deo  coronato  magno  imperatore  anno  .lui.,  et  post  consulatum  eius  io 
anno  .xxxiii.  sed  et  Leone  magno  imperatore  eius  filio,  anno  .xxi.,  indi- 
ctione  .x.  (»). 

Hildeprandus  quoque  gloriosus  dux  per  precepti  confirmatio- 
nem  ad  Anastasii  religiosi  monachi  postulationem  concessit  in 
hoc  monasterio  et  venerabili  abbati  Probato  gualdum  qui  co-  15 
gnominatur  Tancia  positum  in  territorio  Reatino,  cum  ecclesia 
Sancti  Angeli  seu  cripta  illius  (3).  cuius  fines  in  alio  sic  repe- 
riuntur  precepto:  in  primis  a  cancello  Sancti  Angeli  in  arcum 
Sancti  Angeli,  deinde  in  aquam  de  Meianula,  deinde  in  confinium 
Cisternul^,  deinde  per  serrani  Calvisie,  deinde  in  aquam  Vena-  20 
toris,  deinde  in  caput  Scuruse,  deinde  in  aquam  Plumbiolp,  deinde 
in  vadum  Maianili,  deinde  in  lacum  Maianili,  deinde  in  hiUcem 
confinialem,  deinde  in  pedem  Maianili  per  semitam  que  dividit 
inter  Sindolfum  et  ipsum  gualdum,  deinde  in  c^sam  post  fagitum, 
deinde  in  fossatum  NumiHani,  deinde  inter  fagitum  et  episcopium  25 
et  redit  in  aquam  Antinianam,  deinde  in  Puteum,  deinde  in  Com- 
putum  Cuculi,  deinde  in  Cancellos  Ordiales,  deinde  in  caput  de 
Computo,  deinde  in  caput  Rosani  sub  maccla,  deinde  sub  Aquam 
Frigidam  in  fossatum,  et  inde  in  Pendinum  usque  in  Caneriam, 
e.  45  B  et  exinde  in  Genestritum  et  Luparinum  ||  seu  Adeodatunì,  deinde  3° 
sub  saxos  Teudericini,  et  Aionis,  deinde  per  fossatum  in  viam 
publicam,  recte  in  saxa  inter  Rimonem  et  ipsum  gualdum,  deinde 
in  caput  Fenestelle  et  tunc  in  caput  de  Fungita,  per  Vallem  Ge- 

(i)  Effigie  del  pontefice  Adriano  I.  righe  del  documento   di    cui    qui  si 

(2)  R.  F,  doc.  90.  parla.    La  carta  mancante  nel  Re^e- 

(3)  Circa  an.  774.  Il  Regesto  di  sto  conteneva  altri  quattro  documenti 
Farfa  manca  dì  una  intera  carta  a  i  quali  sono  così  perduti  ancor  essi. 
questo  punto,  e  non  reca  che  le  prime  R,  F.  doc.  91. 


CHRONICON    FARFENSE.  159 

minatn  redit  in  cancellum  Sanai  Angeli.  hec  tradita  sunt  per 
Rimonem  castaldum,  ex  iussione  supradictp  potestatis,  in  hoc 
sancto  monasterio.  et  per  primum  iam  dictum  preceptum  con- 
firmavit  idem  dux  piscatores  in  Marsi,  ubi  dicitur  Secundinus, 
5  casam  Astisii,  et  casam  Munuli,  et  casam  Genualdi,  cum  uxoribus 
et  filiis  et  portione  eorum.  et  duas  casas  in  luliano,  et  aliam 
in  Valeriane  in  fìnibus  civitatis  Reatin^.  et  in  Mediano  terras 
modiorum  centum,  ubi  est  metatus  Luceradi  cavallarii.  et  unam 
curtem  in  Nautona  in  finibus  Reatinis.  et  idem  domnus  Pro- 
io  batus  abbas  acquisivit  terras  secus  gualdum  huius  monasterii  qui 
dicitur  Tervilianus,  et  in  ipsa  terra  stat  Monumentum  Caput,  et 
casalem  Cicilianum,  et  alium  in  Agello.  et  pr^fatus  dux  Hil- 
deprandus  per  preceptum  firmitatis  concessit  in  hoc  monasterio 
massam  unam  in  integrum,  in  qua  est  ecclesia  Sancti  Viti  super 
15  Pharpham,  ab  uno  latere  usque  ad  silicem  qui  vadit  ad  Monu- 
mentum Longum,  ab  aHa  parte  usque  ad  Rivum  Curvum,  ab 
alia  parte  usque  ad  rivum  de  Cancellis,  ambo  revertentes  in  Ty- 
berim,  una  cum  edificiis,  familiis,  et  servis  vel  hberis,  et  casales 
cunctos  ad  ipsam  massam  pertinentes.  et  fundum  Pontianum 
20  cum  ecclesia  Sancti  Valentini  in  integrum.  et  casalem  qui  dici- 
tur Serranus  in  integrum.  et  casalem  qui  dicitur  Canalis,  ||  ubi  e  46  a 
est  ecclesia  Sancti  Heleutherii,  cum  omnibus  ad  ipsos  casales 
pertinentibus  (0.  et  in  alio  pr^cepto,  curtem  que  vocatur  Val- 
lantis.  et  hominem  publicum  in  Pitiliano  ad  Sanctum  Grego- 
25  rium  (*).  et  in  alio  precepto  restituit  huic  monasterio  casalem 
Balberianum  per  iudicium  iudicatus  (J).  et  in  alio  precepto  con- 
firmavit  in  Casa  Perotis  focularem  unum  W.  et  in  alio  iudi- 
catu  iterum  restituit  nobis  prefatum  casalem  Balberianum,  ubi 
resistebat  Sinualdus  episcopus  Reatinus,  qui  ipsum  casalem  cau- 
30  sabatur  ad  partem  sui  episcopatus.  in  quo  etiam  iudicatu  fertur 
quod  aliis  in  diebus  castaidi  qui  erant  aut  iudices  ducatus  istius, 
licentiam  non  habebant,  absque  duce,  cuicumque  homini  donandi 
casalem  integrum,  excepto  in  modico  terrulam  aut  casellam  absque 


(i)  An.  776;  R.  F.  doc.  93.  (3)  An.  776;  R.  F.  doc.  95. 

(2)  An.  776;  R.  F.  doc.  94.  (4)  An.  776;  R.  F.  doc.  96. 


1^0  CHRONICON    FARFENSE. 

herede.  nani  medium  aut  integrum  casalem  non  sine  palatio^'). 
et  in  alio  prccepto  confirmavit  monasterium  beati  Archangeli  Mi- 
chahelis  situm  iuxta  civitatem  Reatinam  foris  pontem,  in  quo 
etiam  sub  Guicperto  episcopo  ibidem  et  in  hoc  monasterio  con- 
cessit  aquam  de  alveo  fluvii  Mellini,  ubi  molinum  edificare  de-  5 
beant  ^^\  et  in  alio  precepto,  casas  quatuor  in  territorio  Reatino 
ubi  dicitur  Tagianus  (^\  et  in  alio  precepto,  casales  .11.  perti- 
nentes  in  curte  nostra  Reatina,  in  massa  Nautona,  idest  Sibianum 
et  Cicilianum  (A 

Domnus  autem  Probatus  venerabilis  abbas  acquisivit  medie-   io 
tatem  casalis  Marcianelli,  ad  aquam  per  formam  deducendam,  in 
e.  46  B      longitudinem  prout  fuit  pars  Aliperti  donantis,  et  in  la||titudinem 
quantumcumque  ad  ipsam  formam  opus  erat  faciendi,  et  arbores 
qualescumque  in   ipso  aque  ductu    incidendi  ^^\       et  portionem 
Haleradi  et  Ursi  germanorum  de   eodem  casale  similiter  acqui-   15 
sivit.        et  portionem  Leonis  filii  Teudemundi  de   aqua   casalis 
qui  dicitur  Casapendula,  et  de  ipso  casale  ad  idem  opus  forme 
faciendum  (^).       quendam  autem  virum,  nomine  Calventionem, 
collocavit  in  casale  huius  monasterii  qui  dicitur  Verrucule  una  cum 
filiis  eius  ad  persolvendum   annualiter  in  hoc   monasterio   grani  20 
modia  quatuor,  vini  tertiam  partem,  similiter  et  de  carnatico,  et 
angarias  tres  (7).       ipso  tempore  Hildeprandus  dux  gloriosus  re- 
vicit  per  iudicium  iudicatus  ecclesiam  Sancti  Angeli  iuxta  muros 
civitatis  Reatine  sitam,  ad  partem  palatii.      nani  Sinualdus  epi- 
scopus  Reatinus  illam  acquirere  ad  partem  episcopii  conabatur,  25 
sed  Rimo  castaldus  asserebat  eam  pertinuisse  ad  ius  et  defensio- 
nem  palatii.       tunc  iudicatum  est  a  iudicibus  ut  quinque  de  sa- 
cerdotibus    electis  sacramento   firmarent  quod   ipsa   ecclesia    ad 

(i)  «  Tunc  nos  gloriosus  dux  inqui-  «  rede.     nam  medium   aut   integrum 

«  sivimus  suprascriptum  ^piscopum  et  «  casalem  non  sine  palatio  »  ;  an.  776; 

«  castaldios  nostros  iam  pr^nomina-  R.  F.  doc.  97. 

«  tos,  si  talis  ante  tempora  ipsa  fuisset  (2)  An.  778;  R.    F,   docc.    104    e 

«  consuetudo,  ut    haberent    licentiam  105. 

«  iudices  ducatus  istius,  absque  duce,  (3)  An.  778;  R.  F.  doc.  113. 

«  cuicunque  homini  donandi  casalem  (4)  An.  778;  R.  F.  doc.  116. 

«  in  integrum.     at  illi  unanimiter  dixe-  (5)  An.  777;  R.  F.  doc.  99. 

«  runt  quia  non,  excepto   in   modico  (6)  An.  777  ;  R.  F.  doc.  100. 

«  terrulam    aut  casellam   absque  h?-  (7)  An.  777;  R.  F.  doc.  102. 


CHRONICON    FARFENSE. 


i6l 


puplicum  non  pertineret,  sed  ipsi  eo  ordine  noluerunt  iurare.  et 
rennuerunt  ipsum  sacramentum.  quidam  autem  Alefridus  dixit: 
«  Si  sic  iurassetis,  male  iurare  haberetis,  quia  ego  scio  quod  tem- 
G  pore  patris  mei  Scaptolfi,  qui  fuit  castaldus  in  Reate,  Teuderis 
5  «  quidam  eandem  ecclesiam  Sancti  Angeli  tenebat,  et  ad  publi- 
«  cum  exinde  rationem  faciebat  »  ^').  item  domnus  abbas  Pro- 
batus  acquisivit  in  Toligiano  terram  ad  aque  formam  construen- 
dam  et  arbores  evellendos  ^^\  et  acquisivit  casalem  qui  dicitur 
Gabinianus  per  designata  loca:  a  ||  capite  via  publica,  ab  uno  latere        e  47  a 

IO  usque  fossatum  de  casa  Librici,  ab  alio  latere  usque  limitem  qui 
vadit  ad  Monumentum,  a  pede  terra  huius  monasteri!,  et  ibi  re- 
sidentes  colonos  quatuor  (3).  et  in  Criptule  casas  duas  (4).  et 
in  Foro  Novo  casas  massaricias  decem,  et  portionem  unam  de 
gualdo  Coriose(5).      et  quasdam  res  in  fundo  Cesenano  de  Ci- 

15  culis,  cum  tribus  colonis,  et  in  Pompigiano  terre  petias  duas, 
modiorum  .viii.(^\  et  quandam  portionem  de  terra  in  Selva- 
nione,  prope  ecclesiam  Sancti  Felicis  huius  mionasterii  (7).  et 
medietatem  casalis  Cesariani  ^^\  et  casas  cultiles  in  Octavo,  cum 
ecclesia  Sancti  Victoris,  et  una  portione  in  Pantana  ^9).     et  casas 

20  in  Scandilia  ubi  dicitur  Occianus  cum  ecclesia  Sancti  Stephani  in 
Acusclo.  et  casalem  Cisternulp  in  Scandilia.  et  unam  eccle- 
siam Sancti  Helie  in  Beruniano  ^^°\  et  gualdum  in  Talli,  et  de 
casale  Marcianello  uncias  .111.  ("). 

Karolus  gratia  Dei   rex  Francorum   et   Langobardorum  atque  patrìcius         An.  775. 
2^    Romanorum.      omnibus  episcopis,  abbatibus,  ducibus,  comitibus,  vicariis,  do-      Diploma   d'ìm- 

"^  r  r     »  »  '  77  munita     spirituale 

mesticis,  centenariis,   vel  omnibus   missis  nostris   discurrentibus.       quicquid    concesso  da  Carlo- 
magno   al    mona- 
enìm  ob  amorem  ?cclesiàrum  vel  quietem  servorum  Dei  exercemus,  hoc  nobis   stero. 

procul   dubio,   Domino    adiuvante,  ad  ^ternam  beatitudinem  pertinere    confi- 

dimus.       igitur  comperiat  magnitudo  seu  utilitas  vestra,  qualiter  venerabilis 

30    vir  Probatus  abbas   monasterii  quod   est   constructum   in   honore   beatissima 

I.  puplicum]   Così  nel  testo. 


(i)  An.  777;  R.  F.  doc.  103. 

(2)  An.  777;  R.  F.  doc.  107. 

(3)  An.  777  ;  R.  F,  doc.  109. 

(4)  An.  778;  R.  F.  doc.  no. 

(5)  An.  776;  R.  F.  doc.  iir. 

(6)  An.  778;  R.  F.  doc.  112. 


(7)  An.  778;  R.  F.  doc.  115. 

(8)  An.  778;  R.  F.  doc.  117. 

(9)  An.  778;  R.  F.  doc.  118. 
(io)  An.  778;  R.  F.  doc.  119 
(11)  An.  778;  R.  F.  doc.  126. 


Chron.  Farf.  I. 


II 


l62  CHRONICON    FARFENSE. 

genitricis  Dei  semperque  virginis  Mari?,  quod  vocatur  Acutianus,  in  ducatu 
e.  47  D  Spoletano,  vel  fundato  in  territorio  Sabinensi,  missa  petitione,  ||  clementi?  regni 
nostri  dixit  suggerendo,  ut  prò  mercedis  nostr?  augmento  taliter  ei  vel  ipsi 
monasterio  concedere  deberemus,  qualiter  ipsa  casa  Dei  sub  tali  privilegio 
esse  deberet  sicut  estera  monasteria  Lirinensium,  Agaunensium  et  Luxovien-  5 
sium,  ubi  prisca  patrum  Basilii,  Benedicti,  Columbani,  vel  c?terorum  Patrum 
regula  custodir!  videtur,  ut  nullus  episcoporum  prò  electione  abbatis  dationem 
accipere  debeat,  et  potestatem  non  habeat  de  ipso  monasterio  auferendi  cruces, 
calices,  patenas,  codices,  vel  reliquas  quaslibet  res  de  ministerio  ^cclesi?, 
nec  ipsum  monasterium  sub  tributo  ponere  principum  potestatem  haberet,  IO 
nec  denuo  tributum  aut  censum  in  suprndicto  monasterio  eorum  exigere 
debeat.  sed  ipsa  casa  Dei,  sicut  suprascripta  monasteria,  qu?  infra  regna 
nostra  sunt,  sub  eo  privilegio  et  norma  patrum  consistat.  cuius  petitionem 
prò  divino  respectu  vel  mercedis  nostr?  augmento  noluimus  denegare,  sed 
ob  amorem  domini  nostri  Ihesu  Christi  ita  confirmasse  vel  a  novo  cessisse  15 
cognoscite.  pr9cipientes  ergo  iubemus,  ut  nullus  episcopus,  abbas,  dux,  ca- 
staldius,  vel  quislibet  de  fidelibus  nostris,  seu  iuniores  aut  successores  nostri, 
pr?dictum  abbatem  aut  monachos  suos  vel  agentes  ipsius  ?cclesi?  de  rebus 
prffati  monasteri!,  qu?  ibidem  ex  munificentia  regum  aut  reginarum,  vel  de 
collatis  populi  seu  pontificum,  vel  qu?  ad  ipsum  monasterium  pervenerunt,  20 
aut  in  antea,  Deo  adiuvante,  largit?  fuerint,  tam  per  venditionis  quam  et 
e.  48  A  donationis,  cessionis  vel  reliqua  ||  instrumenta  cartarum,  inquietare  aut  contra 
rationis  ordinem,  vel  quoquo  tempore  generare  pr^sumatis,  sed  sub  nostro 
privilegio  quieto  ordine  resideant.  et  si  quandoquidem  abbas  ipsius  mona- 
sterii  de  hac  luce  migraverit,  inter  se  ipsi  monachi,  quem  digniorem  inve-  25 
nerint,  secundum  regulam  sancti  Benedicti  et  sicut  eorum  ordo  edocet  et 
rectum  est,  vel  eis  in  unum  consentientibus,  quem  unanimiter  elegerint  licen- 
tiam  habeant  eligendi  abbatem.  et  neque  a  nobis  neque  a  successoribus 
regibus,  ea  qu?  prò  mercede  nostra  indulsimus  irruptum  aut  confractum  ali- 
quando  sit;  sed  de  proprio  valeant  semper  gaudere  patrono;  quatinus  melius  3^ 
delectet  ipsam  congregationem  Sanct?  Mari?,  prò  nobis  vel  stabilitate  regni 
nostri,  Domini  mìsericordiam  attentius  deprecare.  et  ut  h?c  pr?ceptio  nostris 
et  futuris  temporibus  firmior  habeatur,  vel  per  tempora  melius  conservetur, 
manu  nostra  propria  supter  firmavimus,  vel  de  anulo  nostro  sigillare  ius- 
simus.  signum  Kan-oli  invictissimi  regis.  Guigbald  ad  vicem  Hitherii  re-  ^^ 
cognovi.  data  sub  die  .vini,  kalendas  iunii,  anno  .vii.  et  .1.  regni  domni 
nostri  Karoli  gloriosissimi  regis.  actum  Carilego,  palatio  publico,  in  Dei 
nomine,  feliciter  (0. 

IO.  Nel  Regesto  potestatem  minime  haberet         17.  nostri]  Nel  testo  vestri 
(i)  R.  F.  doc.  128. 


CHRONICON    FARFENSE.  1^3 


Item,  in  alio  precepto: 

Probatus  vir  venerabilis  abbas  petlit  clementiam  regni  nostri  suggerendo,         ^^-  776- 

.  Carlomagno  con- 

et  pr?ceptTones  tam  regales  quam  et  ducales,  seu  et  commutationes  ?cclesiarum    ferma  ai  monastero 

1  .     Il  1.  «Il-  1     TT    .        1    1  /-     •        •  1  alcuni    privilegi   e 

nobis  II  ostendit.      pr^ceptum  videlicet  quod    Haistulphus  recit  eidem  mona-    donazioni. 
5    sterio  de  curte  qu?  dicitur  Germaniciana,  cum  omni  integritate  sua,  et  ipsi         e.  48  b 
actores  suptraxerunt  de  ipsa  curte  casales  duos:  Paternionem,  quem  Theodi- 
cius  dux  eidem  monasterio  per  suum  pr?ceptum  restituit,  et  Balberianum,  quem 
Hildeprandus  dux  noster  ad  ipsum  monasterium  reddere  fecit.       et  cartulam 
commutationis  de  ecclesia  Sanctì  Viti,  quam  commutavit  Halanus  abbas  cum 

IO  Theotone  episcopo  Reatino,  et  p^nas  interposìtas  perpetualiter  confirmamus. 
et  pr^ceptum  Hildeprandi  ducis  de  gualdo  Tancie  emisso.  et  aliud  de  Nautona. 
et  piscatores  in  Marsi  tres,  et  privilegium  quod  domnus  Adrìanus  apostolicus 
fecit  Luponi  de  curte  Taciana,  quam  idem  Lupo  per  cartam  simul  cum  ipso 
precepto  tradidit  pr^fato  monasterio.      et  preceptum  Hildeprandi  ducis  nostri 

15  factum  cuidam  Theudemundo  de  gualdo  Moiano,  quem  ipse  Theodemundus 
per  cartam  et  idem  preceptum  tradidit  monasterio  Sanct?  Mari?.  et  cartam 
de  casalibus  Ciciliano  et  Agello,  quos  Tanildis  quidam  tradidit  ipsi  mona- 
sterio. unde  petiit  nobis  pr^fatus  abbas,  ut  denuo  per  nostrum  preceptum 
hoc,  ad  pr^dictum  monasterium  omnia  confirmare  deberemus.       cuius  pQiì- 

^O  tloni  prò  reverentia  ipsius  loci  denegare  noluimus.  sed  ita  pr^stitisse  et 
confirmasse  omnibus  cognitum  sit(0. 

Guigbertus  quoque  episcopus  tradidit  huic  monasterio  eccle- 
siam  Sancti  Angeli  inter  duo  flumina  ad  pontem  Fractum  ante 
civitatem  Reatinam,  cum  omni  possessione.       in  primis  casalem 

25   Cicinianum,  ||  et  Canopem,  seu  Privatum,  et  Albicianum,  seu  Li-        e  49  a 
sinia,  et  Baiuarium,  seu  Magnanum,  et  Solinianum,  et  Quartum, 
Cocianum,  et  Longitianum,  et  in  Quilliano,  et  in  Pontiano,  seu 
ad  Sanctum  Thomam.      et  monasterium  Sancti  Angeli  in  Nar- 
nate  ^^\       domnus  vero  sepe  fatus  abbas  Probatus  acquisivit  in  hoc 

30  monasterio  ecclesiam  Sancti  Gregorii  quam  Liuspertus  presbyter 
habitator  Acutiani  a  fundamentis  construxit  ^^\  et  curtem  Tatia- 
nam  cum  ecclesiis  et  eius  omnibus  pertinentiis  in  integrum^^). 

Octavus  itaque  huius  fuit  cenobii  rector  Ragambaldus(5)  pre-  An.  781? -786? 
sbyter,  in  Gallia  civitate  ortus,  qui  prefuit  huic  congregationi  an- 

(i)  R.  F.  doc.  134.     Questo  non  è  (2)  An.  780;  R.  F.  doc.  129. 

propriamente   il  testo    originale    del  (3)  An.  775;  R.  F.  doc.  130. 

diploma   come  si   trova    nel  Regesto,  (4)  An.  776;  R.  F.  doc.  132. 

ma  un  sunto  di  esso.  (5)  Effigie  dell' abbate  Ragambaldo. 


164  CHRONICON    FARFENSE. 

nis  .III.  et  mensibus  .vii.  diebusque  .xxiii.     obiit  quoque  .v.  110- 
nas  martias^'). 

Quidam  interea  Paulus,  fìlius  Pandonis  Reatini,  querelatus  est 
donino  Karolo  regi  dum  esset  in  finibus  Florentinis  ad  vadum 
Medianum,  de  monasterio  Sancti  Angeli  iuxta  civitatem  sito  Rea-  j 
tinam,  dicens  quod  de  suis  parentibus  fuisset  et  sibi  pertineret. 
tunc  inquisitus  dux  Hildeprandus  respondit:  «  Monasterium  istud 
«  a  palatii  potestate  inveni,  quod  ego  donavi  Guigberto  episcopo 
((  et  confirmavi  in  monasterio  Sanctc  Marie  de  Acutiano,  et  per 
«  vestrc  potestatis  prcceptum  inibi  confirmatum  est».  et  p^c-  io 
cepit  illi  domnus  rex,  ut  revertens  Spoletum  cum  suis  iudicibus 
causam  ipsam  diligenter  inquisitam  finiret.  et  reversus  dux 
cepit  hoc  una  cum  iudicibus  sollicite  investigare,  et  afFuit  huius 
monasterii  abbas  domnus  Ragambaldus  cum  suis  monachis,  et 
e.  493  dixit  quod  ipsum  monasterium  iam  diebus  Teudicii  ducis  ad  ||  par-  15 
tem  palatii  per  sacramentum  firmatum  est,  et  iudicatum  exinde 
factum  est  per  iussionem  Theodicii  ducis,  per  manum  Dagarini 
castaidi  et  referendarii.  et  interrogatus  est  Pando  de  ipso  iudi- 
catu;  confessus  est  se  illuni  igni  combussisse  quia  contrarius  ei 
extiterat.  sed  et  Dagarinus  castaldus  dixit:  «Ego  interfui,  et  20 
«  ad  parteni  palatii  causa  vieta  est,  et  ipsum  iudicatum  manibus 
«  meis  scripsi».  post  hec  Pando  attestatus  est  dicens:  «Omnia 
«  vera  suiit  sicut  Dagarinus  castaldus  dicit,  et  sacramenta  exinde 
«  facta  sunt,  et  iudicatum  ipsum  nos  combussimus,  et  exinde 
«nulla  alia  munimina  habemus».  tunc  ab  omnibus  decretum  25 
est  ut  idem  Pando  guadiam  cum  suis  daret  ad  partem  palatii,  et 
componeret  iuxta  edicti  paginam  de  ipso  indicato  incenso,  et  pars 
predicti  abbatis  haberet  et  possideret  prenominatam  ecclesiam 
Sancti  Angeli  in  integrum.  et  ita  finitum  est,  quod  etiam  To- 
temannus  notarius  scripsit  ^^\  3^ 

Domnus  autem  abbas  Ragambaldus   per  concambium  acqui- 
sivit  silvam  et  terram   ac  pratum   in  loco   qui  dicitur  Cerquitus 

22.  Nel  testo  dixit  espunto  dopo  Pando 

(i)  V.  la  nota  i  a  p.  20  di  questo  volume. 
(2)  An.  781;  R,  F.  dee.  135. 


CHRONICON    FARFENSE. 


165 


super  flumeii  Mellinum.  ab  uno  latere  tenente  Sancto  lacobo, 
ab  alio  Causarlo.  et  clausuram  in  Rosia,  tenentem  unum  caput 
secus  pratum  Agionis  presbyteri,  et  aliud  in  prato  Allonis,  plus 
minus  modiorum  .vii.  et  casam  coloniciam  in  Pitiliano,  qui  et 
5  Servilianus  nuncupatur,  ad  Sanctum  Gregorium^').  Hildeprandus 
quoque  dux  per  precepti  firmitatem  concessit  buie  monasterio  et 
domno  Ragambaldo  abbati  casales  duos,  idest  Sibianum  et  Su- 
cilianum  in  territorio  Reatino,  de  massa  Preterii,  et  aquam  in  ||  Se-  e  50  a 
ptepontio  (^\       quidam  autem  Teuderadus    suptraxerat  de  dote 

IO  ecclesie  Sancti  Petri  site  in  atrio  Sancti  Angeli  super  pontem 
Fractum  aliquid  in  casale  Massiniano  quod,  una  cum  ipsa  ecclesia 
Sancti  Petri,  in  ecclesia  Sancti  Angeli  concessum  fuerat.  et  re- 
cognoscens  se  iniuste  egisse,  donavit  et  concessit  portiunculam 
suam  de   ipsa  dote   in  iam  dicto    monasterio   Sancti  Angeli  ^^\ 

15  Karolus  vero  rex,  visis  preceptis  et  iudicatis  que  Hildeprandus 
dux  evindicata  in  hoc  monasterio  concesserat,  per  precepti  sui 
firmitatem  omnia  confirmavit,  una  cum  ipsa  ecclesia  beati  ar- 
changeli  Michahelis  constructa  super  fluvium  Mellinum  prope  civi- 
tatem  Reatinam  M, 

20         Nonus  deinceps  huius  congregationis  successit  pastor  Altber-  An.  786-790? 
tus  (^\  Parisius  civitate  exortus  Galliarum,  qui  annis  .v.  ac  men- 
sibus   .X.    diebusque    .xv.     huic    prefuit    congregationi.        obiit 
vero  .XVIII.  kalendas  ianuarii  ^^\      hic  venerabilis  abbas  acquisivit 
quandam   portionem   in   Aufigiano,  et   de   ecclesia    Sancti   Lau- 

25  rentii<^7).  et  pratum  in  Lauriano  territorii  Reatini  modiorum  .x.  W. 
et  monasterium  Sancti  lacobi  apostoli  quod  avus  Hilderici  ca- 
staidi a  fundamentis  edificavit,  et  ipse  Hildericus  in  hoc  monasterio 
concessit  una  cum  Taciperga  genitrice  sua  et  Hilciperga  coniuge 
sua.       insuper   et    curtem   Interocrum  in  integrum,  et  casalem 

30   Collis  Veneni,  et  Furianum,  et  clausuram  in  Gualdo  Novo  usque 


28.  coniuge]  Nel  testo  genitrice 


(i)  An.  781  ;  R.  F.  doc.  136. 

(2)  An.  783  ;  R.  F.  doc.  137. 

(3)  An.  785;  R.F.  doc.  138. 

(4)  An.  782;  R.  F.  doc.  139. 


(5)  Effigie  dell'abbate  Altberto. 

(6)  V.  nota  2  a  p.  16. 

(7)  An.  785;  R.  F.  doc.  140. 

(8)  An.  786;  R.F.  doc.  141. 


l66  CHRONICONFARFENSE. 


in  viam,  et  usque  ad  Decempera,  et  usque  in  lacum  et  curtem 
e.  50  B  in  Pontiano  de  Sabinis.  ||  et  in  massa  Foro  Novo  portionem 
de  casale  Facciano  (').  et  ecclesiam  Sanctc  Agathes  prope  civi- 
tatem  Reatinam  ad  Arcim,  et  vineas  et  casellam  in  Pectorina  et 
in  Cordale.  in  Ornano  clausuram  modiorum  .xx.  pratum  in  5 
Singla  modiorum  .xx.  in  Caneria  modiorum  .xx.  in  Setu- 
riano  modiorum  .x.  in  Hilice  modiorum  .vi.  in  valle  Tybe 
plus  minus  modiorum  centum.  et  in  Caneria  modiorum  plus 
minus  .L.  et  in  Plaie  casalem  integrum  ubi  Sancta  Agathes 
edificata  est  ^^\  io 

An.  790?- 802?  Decimus  quoque  huic  sancto  monasterio  prpfuit  in  regimine 
Mauroaldus  (?>,  natione  Francus,  Guarmatia  oriundus  civitate, 
valde  ecclesiasticus  vir,  qui  in  hac  ecclesia  multum  pretiosum  ex 
auro  et  argento  ornatum  fieri  iussit.  per  duodenos  quoque 
annos  mensesque  quaternos,  ter  quinos  dies  huic  prcfuit  con-  15 
gregationi.  obiit  in  pace  .vili,  kalendas  novembris  W.  hic 
acquisivit  curtem  in  AseraC^)^  et  vineam  ad  Perelasium  (^\  et  quan- 
dam  portionem  ad  Sanctum  Ciprianum  in  casale  Albiano.  et 
in  Sabinis  de  fundo  Pretorio  sive  ecclesia  Sancti  Valentini.  et 
de  ecclesia  Sancti  Valentini  in  Antiquo  (').  et  de  curte  in  Asculo  20 
ubi  dicitur  Murrus  W.  et  clausuram  in  Rosia  ad  Decempera 
que  dicitur  Frassenetum,  et  aUam  que  dicitur  Vinealis.  et  vineas 
ad  Sanctam  Agathen,  alia  via  inter  sepes.  et  moUnum  ante 
portam  Interocrinam.  et  portionem  de  ecclesia  Sancti  luvenalis 
intro  civitatem  (9).  25 


(i)  An. 786;  R.  F.  docc.  142  e  1227.  Mauroaldo  che  in  quel!'  anno  non  era 

(2)  An.786;2^.  F.  docc.  143  e  1226.  ancora  abbate  di  Farfa.  Se  il  docu- 
Cf.  anche  la  nota  al  doc.  1226  in  R.  F.  mento,  come  pare,  è  genuino,  si  po- 
relativa  al  nome  d'Ildebrando  duca  di  trebbe  supporre  che  Gregorio  di  Ca- 
Spoleto.  tino  nel  trascriverlo  nel  Rei^esto  non 

(3)  Effigie  dell'abbate  Mauroaldo.  avesse  sott' occhio  l'originale  ma  una 

(4)  V.  nota  3  a  p.  20  di  questo  volume,  copia  posteriore   in    cui   il  nome   di 

(5)  An.  788;  R.  F.  doc.  149,  dove  Mauroaldo  fosse  stato  scritto  per  er- 
per  un  errore  di  stampa  il  documento  rore   invece  del   nome   di    Altberto. 
è  attribuito  al  787.     Le  note  cronolo-  (6)  An.  791  ;  R.  F.  doc.  150. 
giche  di  questo  documento  indicano  (7)  An.  792;  R.  F.  doc.  151. 
l'anno  788,  ma  questa  data  contrad-  (8)  An.  792;  R.  F.  doc.  152. 

dice  manifestamente  alla  menzione  di  (9)  An.  792;  R.  F.  doc.  153. 


CHRONICON    FARFENSE.  1^7 


Quidam  Goderisius  de  Reate  fecit  querelam  super  monachis 
istius  monasterii  ante  presentiam  Guinichis  ducis  vel  eius  iudicum 
dicens:  «Isti  monachi  de  monasterio  Sancte  Marie  comprehen- 
«  derunt  substantiam  meam  in  Spoleto  et  Interamni  seu  in  Fulgi- 
5  «  nea  contra  legem  ».  at  contra  responderunt  monaci:  «  Verum 
«est  quia  ipsam  tu  per  cartulam  optulisti  in  nostro  monasterio». 
respondit  Goderisius  :  «  Ego  quidem  cartulam  ipsam  feci,  sed  vos 
«  per  vos  ipsas  res  prehendere  non  debuistis».  et  relecta  est 
cartula   in   omnium   presentia,   que   non    referebat    ut   ad  usum 

IO  fruendi  ipse  res  in  eius  essent  potestate.  iterum  replicabat  idem 
Goderisius  :  «  Verum  est  quia  prò  anima  mea  feci,  sed  postea 
«  feci  filios,  et  modo  non  habemus  unde  vivere  possimus  ».  tunc 
dux  cum  iudicibus  secundum  quod  ipsa  cartula  contlnebat, 
quam  ipse  Goderisius  sua  bona  voluntate  fecerat,    et  secundum 

15  legem  et  edicti  paginas,  renuntiare  fecit  ipsum  Goderisium  de 
ipsis  rebus,  et  ut  quiesceret  imperavit  (^). 

Quidam  vero  Gemmulus  optulit  se  in  ecclesia  beati  Petri  que 
sita  est  in  Pisia,  qu^  pertinet  huic  monasterio  cum  suis  omnibus 
substantiis  ^^\       similiter  et  Maurus  clericus  se  ipsum  optulit  in 

20  eadem  ecclesia  beati  Petri  in  Pisia  pertinente  huic  monasterio 
Sancte  Marie  ^^\ 

Quidam  vero  viri  germani  Probatus  et  Picco  concesserunt  in 
hoc  monasterio  per  cartas  donationis,  prò  anime  sup  remedio, 
omnes  substantias  et  res  suas^^),  quarum  diffinitio  ista  fuit:  in  casale 

25  qui  vocatur  Lauri,  domum  cultam  unam  cum  casis  colOniciis  .vi. 
casalem  Lussianum  cum  casis  colonorum  quattuor.  et  de  casale 
Lucratiano  medietatem.  et  casale  Leoneca.  ||  et  in  casale  Ce- 
sariano  terras  et  pratum.  et  portionem  de  ecclesia  Sancti  Angeli 
in  Tancia  cum  gualdo  qui  in  ipso  monte  est,  cum  dote  ecclesie 

30  Sancti  Angeli,  et  de  casale  Paterno  cum  ecclesia  Sancte  Cecilie, 
et  in  gualdo  de  Anta  et  in  Cereniano.  et  in  casale  Tribiliano 
terras  et  vineas  et  oliveta  cum  casis  coloniciis  .vili.  et  in  casale 
Fundiliano  casas  .mi.       et  in  Scandilia  casas  .111.       et  in  casale 


(i)  An.  791  ;  R.  F.  doc.  1 54.  (3)  An.  793  ;  R.  F.  doc.  1 56. 

(2)  An.  793  ;  R.  F.  doc.  155.  (4)  An.  802;  R.  F.  doc.  157. 


e.  51  A 


e.    $1  B 


l6S  CHRONICON    FARFENSE 


e.    52  A 


PetroniLino   ccclesiam    Sancti   Angeli    cum    casis    coloniciis  .vii. 
in  Cabriciano  casas  .111.  ('\ 

Prefatiis  vero  domnus  abbas  Maurualdus  recepit  per  concam- 
bium  ab  Usualdo  abbate  Sancii  Salvatoris  terras  modiorum  .xi. 
in  valle  Tybc,  in  valle  Maiori,  in  pede  de  Ginestreto.  in  Plano  5 
modiorum  .vini,  et  semodialem  ^^\  domnus  vero  Karolus  rex 
per  preceptum  fìrmitatis  confirmavit  in  hoc  monasterio  omnes 
res  quas  Hildericus  castaldus  et  Taciperga  genitrix  eius  et  eius 
coniux  Hilciperga  per  cartas  donationis  nobis  concesserunt  ^^\ 
predictus  autem  domnus  abbas  Maurualdus  concessit  cuidam  Sa-  io 
rengoni,  in  finibus  Mediolane  civitatis  commanenti,  res  huius 
monasterii  iuris,  diebus  vite  illius.  que  posite  sunt  in  territo- 
rio Mediolano,  in  vico  Roctiano  super  fluvium  Olonna,  et  in 
territorio  Ticinensi  in  porto  Albaro,  et  in  Pigatiano  et  Aplictola. 
omnia  ad  usum  fructus,  ut  annis  singulis  in  hoc  monasterio  ad  15 
missas  sancti  Martini,  qup  evenit  undecimo  die  mensis  novembris, 
in  auro  aut  argento  vel  pannis  valentes  mancosos  decem  [solvere 
de  beat]  W, 

Quidam  vir  nomine  Berto  commisit  filium  suum,  Perculfum 
nomine,  in  manus  germani  sui  Liutprandi  presbyteri  ut  ipse  eum  20 
in  hoc  monasterio  Sancte  Marie  sub  sancta  regula  cum  omnibus 
rebus  eius  tradidisset.       quod  ita  factum  est.       et  ipse  quoque 
Perculfus   iunctis    manibos    domno   Maurualdo  abbati  et  in  hoc 
monasterio  cum  omnibus  rebus  suis  se  contradidit  iuxta  institu- 
tionem  genitoris  sui.       post  hec  vero    quidam   Ageris    eundem   25 
Perculfum    suasum   de  monasterio    effugavit,  et   uxori  sue,  eius 
germane,  de  ipsis  rebus  cartas  emittere  fecit.       tunc  introivit  in 
ipsas  res    in  loco  qui  dicitur  Pompinianus,  et  portionem  de  ec- 
clesia Sancti  Petri,  seu  et  casam  intra  civitatem  Reatinam.       que 
omnia  in  iudicio  duci  Guinichis  et  iudicibus  relata,  ipse  dux  di-  50 
rexit  ambas  partes  Rome  in  presentiam  domni  Leonis  pape,  ut 

13.  Nel  testo  molonna         17-18.  Le  parole  solvere  debeat  mancano  nel  testo.     Le 
supplisco  con  le  corrispondenti  del  doc.  16^  nel  Regesto. 

(i)  An.  802;  R.  F.  doc.  158.  cumenti  142  e  1227;  cf.  p.  165,  rr.  26- 

(^2)  An.  794;  R.  F.  doc.  160.  29  di  questo  volume. 

(3)  An.  791;  R,  F.  doc.  162  e  do-  (4)  An.  799;  R,  F.  doc.  163. 


CHRONICON    FARFENSE.  169 

secundum  Deum  terminum  his  imponeret.  qui  cuncta  cquus 
decernens,  iudicavit  ut  idem  Perculfus  cum  omnibus  rebus  suis 
secundum  institutionem  genitoris  sui  Bertonis  vel  suam  tradi- 
tionem  in  hoc  monasterio  secundum  regulam  deserviat,  et  si 
5  aliquod  munimen  cuiquam  emisit,  foret  irritum.  de  qua  re  idem 
domnus  papa  suum  emisit  iudicatum.  et  post  h^c  de  ipsis  rebus 
prefatus  Ageris  monachos  huius  monasterii  foras  expulit,  et  eas 
possedit.  et  cum  omnia  sic  referrentur  in  iudicio  Hebroardi 
comiti  palatii    et   eius  iudicibus,    iusserunt   ut    predi  ctus   Ageris 

IO  partem  huius  monasterii  de  ipsis  rebus  revestiret  et  guadiam 
nostro  advocato  daret,  ut  fruges  ipsarum  rerum  post  expulsionem 
sub  sacramento  redderet.     et  ita  factum  est  ^^\ 

Quidam  homines   Brixie  altercationem  habebant   contra  hoc 
monasterium    beate   Marie  de  celia   Sancti  Petri    in  Classicella. 

15  unde  misericordia  motus  domnus  Pipinus  piissimus  rex  direxit 
Halaboldum  abbatem  et  missum  suum  qui  ipsam  cellam  ad  partem 
liuius  monasterii  retraderet.  et  factum  est  ita  sub  die  .xi.  mensis 
maii,  indictione  .vini.,  anno  domni  Karoli  regis  et  filli  eius  Pi- 
pini  .xxvir.  et  .XXI.  (^\       cum  autem  missi  domni  regis  Mancio 

20  abbas,  Haroìnus  et  Hisembardus  resedissent  Spoleto  cum  iudicibus 
in  placito,  venit  ibi  domnus  Johannes  monachus  huius  mona- 
sterii, et  querelatus  est  super  Guinichisum  ducem,  qui  conten- 
debat  piscarias  per  singula  loca  ducatus  Spoletani,  et  retia  nostra 
ruperant  homines  eius,  et  pisces  tulerant,   atque  homines   huius 

25  monasterii  vapulaverant.  et  ex  hoc  interrogatus  dux  dixit: 
«Verum  est:  sed  homines  mei  sine  mea  voluntate  hoc  fecerunt. 
«  ego  autem  volo  exinde  parti  monasterii  iustitiam  facere  sicut 
«  mihi  iudicatis  ».  et  iusserunt  revestire  eundem  lohannem  mo- 
nachum  et  advocatum  eius  de  ipsis  piscariis,  et  guadiam  de  com- 

30  positione  iuxta  legem  dare  fecerunt.       et  ita  finitura  est  (3). 

Domnus  autem  Mauroaldus  abbas  acquisivit  huic  monasterio 
quatuor  casales,   idest   casalem   Sunsam  et  casalem  Surrinem  et 


(i)  An.  801  ;  R.  F.  doc.  165.  di  Carlomagno  e  di  Pipino  che  manca 

(2)  An.  801  ;  2^.  F.doc.i 66.    Supplì-  nel  Chronicoti,  togìÌGnóola.  dai  Regesto. 
SCO  la  indicazione  degli  anni  del  regno  (3)  An.  798;  R.  F.  doc.  171. 

Chron.  Far/.  I.  1 1* 


e.    52  B 


170  CHRONICON    FARFENSE. 

casalem  Campum  Aureum  et  casalem  de  Salicis,  cuni  omnibus 
eorum  pertinentiis  ('). 
An.8o2?-8is?  Undecimus  deiiique  huic  monasterio  prpfuit  pater  vir  venera- 
bilis  Benedictus  ^^\  qui  in  eis  quc  ad  Deum  pertinent  valde  extitit 
e.  53  A  devotus,  et  in  exterioribus  ornamentis  quc  ad  ||  cultum  ecclesie  5 
utilia  videntur,  ita  ut  in  libris  et  altaris  vestibus,  atque  diversis 
utensilibus  construendis  nimis  sagacissimus  esset,  ut  usque  ad  pre- 
sens  ex  parte  apparet.  rexit  quoque  hoc  ccnobium  annis  .x.  ac 
niensibus  .v.  diebusque  .in.       obiit  in  pace  .111.  idus  augusti  (3). 

An.  803.  [In  nomine  Patris  et  Filli  et  Spiritus  Sancti.]     Karolus  serenissimus  au-    io 

Carlomàeno"con-    ^^^^^^^  a  Deo  coroiiatus,  magiius  et  pacificus  imperator,  Romanorum  guber- 
ferma  il  monastero    pans  imperium,  Qui  et  per  misericordiam  Dei  rex  Francorum  et  Lanerobardo- 

nel      possesso     di  '  ^  '^  " 

tutti  i  suoi  beni.     rum.     SÌ  ca,  qu?  a  Deum  timentibus  hominibus,  locis  sanctorum,  ob  amorem 
Dei  et  oportunitatem  servorum  Dei,  condonata  esse  noscuntur,  nostris  con- 
firmaverimus  edictis,  non  solum  regiam  exercemus  consuetudinem,  sed  etiam    15 
hoc  nobis  procul  dubio  ad  mercedis  augmentum,  seu  stabilitatem  imperii  no- 
stri, in  Dei  nomine  pertinere  confidimus.     quapropter  notum  sit  omnibus  epi- 
scopis,  abbatibus,  ducibus,  comitibus,  castaldiis,  vicariis,  centenariis,  actionariis, 
vel  reliquis  fìdelibus  nostris,  pr^sentibus  scilicet  et  futuris,  quia  vir  venerabilis 
Benedictus  religiosus  abbas  monasteri!  sanct?  Dei  genitricis  semperque  vir-    20 
ginìs  Mari?  quod  situm  est  in  territorio  Sabinensi,  loco  qui  dicìtur  Acutianus, 
mansuetudini  nostr?  suggessit,  petens  ut  res  ipsius   monasteril   qu?   a  longo 
tempore  ad  ipsum  sanctum  locum  per  diversorum  hominum  donationes,  vi- 
delicet  regum,  reginarum,  ducum,  pontificum,  comitum,  castaldiorum,  vel  col- 
lationes  populi,  cessiones,  venditiones,  comparationes,  commutationesque  per-    25 
venerunt,  de  quibus  et  ipsa  casa  Dei  moderno  tempore,  idest  ab  incarnatione 
e.  53  B  domini  nostri  Ihesu  Christi   octingentesimo  tertio   anno,  atque  ||  imperii  no- 

stri .ni°.,  investituram  habere  vel  quieto  ordine  possidere  videtur,  per  pr?ce- 
ptum  regi?  auctoritatis  nostr?,  prò  mercedis  nostr?  augmento  ad  eundem 
sanctum  locum  plenius  cedere  et  confirmare  iuberemus.  cuius  petitioni  an-  jo 
nuentes,  ad  mercedis  nostr?  augmentum,  prò  reverentia  ipsius  sancti  loci  vel 
propter  depr^cationem  memorati  viri  venerabilis  Benedictì  abbatis  ita  con- 
cessimus  et  confirmare  iussimus.  pr?cipientes  ergo  iubemus  quod  perpetua- 
liter  circa  memoratum  sanctum  locum  mansurum  esse  volumus,  ut  nullus 
quislibet  de  fidelibus  nostris  memorato  viro  venerabili   Benedicto  abbati  aut    jj 

IO.  Le  parole  chiuse  tra  parentesi  quadrate  mancano  nel    testo  del  Cbronicon  e  le 
supplisco  togliendole  dal  Regesto. 

(i)  An.  796;  R.  F.  doc.  172.  (3)  V.  la  nota  i  a  p.  21  di  questo 

(2)  Effìgie  dell'  abbate  Benedetto.       volume. 


CHRONICON    FARFENSE.  171 

successoribus  suis,  in  perpetuum  de  iamdictis  rebus,  quas  pr?fata  casa  Dei 
moderno  tempore,  idest  anno  ab  incarnatione  domini  nostri  Ihesu  Christi 
.Dccc.  .111°.  et  .111°.  imperii  nostri  iuste  et  rationabiliter  quieto  ordine  possi- 
dere  cernitur,  aut  in  ante,  Domino  largiente,  legitimo  ordine  acquirere  po- 
5  tuerit,  inquietare,  nec  condemnare,  nec  aliquid  exinde  ìniuste  abstrahere,  aut 
minuere,  quoquo  tempore  pr^sumat.  sed  per  hoc  nostr?  serenitatis  atque 
confirmationis  pr^ceptum,  nostris  futurisque  temporibus  ad  ipsam  sanctam 
Dei  ^cclesiam  proficiant  in  augmentìs.  quatìnus  omni  tempore,  absque  cuius- 
libet  illicita  contrarietate,  ipsas  res  superius  comprehensas  rectores  ipsius  mo- 
lo nasterii  tenere  et  possidere  debeant,  ita  ut  melius  delectet  pr^dicto  venera- 
bili viro  Benedicto  abbati  atque  eiusdem  ?cclesì?  congregationi  in  perpetuum 
prò  nobis  et  prò  stabilitale  imperii  nostri,  seu  prò  fìliis  ac  filiabus  nostris, 
vel  prò  cuncto  populo  nobis  a  Deo  dato  attenj|tius  iugiter  divinam  exorare  c-  54-*- 

clementiam.  et  ut  h?c  auctoritas  firmior  habeatur  et  per  tempora  diligentius 
15  observetur,  iuxta  consuetudinem  imperialem  subscribere  et  de  anulo  nostro 
iussimus  sigillariCO.  datum  idibus  iunii  anno  .in**.  Christo  propitio  imperii  no- 
stri, et  .XXXV.  regni  nostri  in  Francia,  atque  .xxviiii.  in  Hitalia,  indictione  .xi. 
actum  Aquis  nostro  palatio  publico.     in  Dei  nomine  feliciter,     amen  (2). 

Prefatus  autem  domnus  abbas  Benedictus,  datis  auri  solidorum 

20   mancosis  ,xx.  et  argenti  libris  quatuor  primo  a  Mauroaldo  abbate, 

et  hic  auctis  super  bis  argenti  librabus  .vi.  et  pannis  duobus  va- 

lentibus  mancosos  .lx.,  emit  omnes  res  et  substantias  Probati  et 

Picconis  germanorum,  per  singulas  civitates  vel  loca  <^3). 

Quidam  vir,  Ragefredus  nomine,  testamentum  fecit  rerum  sua- 
25  rum  tantum  immobiliura,  et  iudicatum  per  cartulam  confirmationis 
emisit  in  hoc  monasterio,  ex  eis  reservans  in  sua  potestate  mo- 
bilia, et  servos  vel  ancillas,  et  aldios  vel  aldias.  quo  a  domno 
abbate  et  a  sancta  congregatione  perlecto,  rogatus  est  ab  eis  ut 
meliorem  de  suis  rebus  prò  anima  sua  faceret  confirmationem. 
30  quod  et  ipse  ex  toto  corde  facere  professus  est  et  spopondit,  et 
ordinavit  aliud  iudicatum  in  quo  mobilia  et  immobilia  devenirent 
prò  anima  sua  in  hoc  monasterio.  hoc  requirebat  advocatus 
huius  monasterii  in  placito  ante  pr^sentiam  Romani  ducis  castri 
Viterbensis  (4)  ||  et  omnium  iudicum  eius.       tunc  dux  prpcepit  iu-        e.  54  b 

(i)  Effigie   dell'  imperatore    Carlo-  qui  come  duca  «  castri  Viterbensis  », 

magno.  vedasi  quanto  dice  il  Muratori  nei 

(2)  R.  F.  doc.  173.  suoi  ^w«a/f  all' a.  806.     Nella  sua  edi- 

(3)  An.  804;  R.  F.  doc.   175.  zione  del  Chronicon  Farfense  (col.  359 

(4)  Intorno  a  Romano  menzionato  in  nota)  il  Muratori  seguendo  una  af- 


172 


CHRONICON    FARFENSE. 


dicibus  liane  causam  legaliter  iudicari.  et  iudicaverunt  omnes, 
ut  ordinatio  prefati  Ragefredi  suarum  mobilium  et  immobilium 
rerum  ad  hoc  facta  monasterium  cum  Leone  eius  filio  puerulo 
divideretur,  sicut  edicti  pagina  capitularis  domni  Haistulfi  regis 
continet,  ut  si  quis  Langobardus  in  sanitate  vel  in  egritudine  per  5 
cartulani  res  suas  ordinaverit,  et  dixerit  eas  habere  loca  venera- 
biiia,  sic  permanerent  (*).       et  sic  factum  et  diffìnitum  est  ^*\ 


fermazione  del  Mabillon  stimò  che 
questo  Romano  fosse  figlio  del  duca 
Guinichi  e  associato  a  lui  nel  governo 
di  Spoleto,  onde  propose  di  emendare 
il  testo  e  leggere:  «Romani  ducis  in 
«  castro  Viterbiensi  ».  Negli  Annali 
però  dopo  aver  detto  che  «  nel  cata- 
«  logo  posto  innanzi  alla  Cronica  ài 
K  Farfa,  sotto  quest'anno  (806)  vien 
«  riferito  Romanus  dux,  come 
«  duca  di  Spoleti  »  avvedendosi  che 
nulla  dimostrava  la  esistenza  di  un 
Romano  duca  di  Spoleto,  aggiungeva  : 
«  Altro  non  so  io  conchiudere,  se  non 
«  che  questo  Romano  fosse  duca,  non 
«  già  di  Spoleti,  ma  bensì  di  Viterbo, 
«  cioè  governatore  di  quel  castello, 
«  divenuto  poi  col  tempo  città  illu- 
«  stre,  sapendo  noi  che  i  papi  davano 
«  il  titolo  di  duca  ai  governatori  delle 
«  loro  città,  e  Viterbo  senza  fallo  era 
«  anche  in  que'  tempi  sotto  la  loro 
«  giurisdizione,  come  inchiuso  nel  du- 
ce cato  romano».  Vuoisi  notare  an- 
zitutto che  Gregorio  di  Catino  non 
annoverò  mai  Romano  fra  i  duchi  di 
Spoleto,  come  mostra  di  credere  il 
Muratori.  Il  documento  183  del  Re- 
gesto (a.  806),  che  è  il  solo  in  cui  si 
trovi  menzione  di  Romano,  ne  parla 
così:  «Dum  ve  ni  ss  et  domnus 
f(  Romanus  gloriosus  dux  si- 
«tum  castrum  Viterbii  singulas 
«  audiendum  vel  deliberandum  can- 
ee sas  »,  e  nel  catalogo  a  cui  allude 
il  Muratori,  questo  personaggio  ò  ri- 
cordato all'anno  806  semplicemente 
con  le  parole  «  Romanus  dux  »  senza 
altra   indicazione  di  sorta.     La  frase 


che  si  legge  qui  sopra  nel  testo  dove 
Romano  è  chiamato  duca  «  castri  Vi- 
ce terbii  »,  è  come  una  ipotesi  di  Gre- 
gorio di  Catino  che  corrisponde  a 
quella  del  Muratori  negli  Annali.  Ma 
riguardo  a  questa  ipotesi  non  mi 
sembrano  superflue  due  osservazioni: 
I"  Se  Romano  fosse  stato  veramente 
duca  di  Viterbo,  non  pare  che  nel 
documento  183  del  Regesto  si  legge- 
rebbero le  parole  <e  Dum  venisset.  .. 
(c  castrum  Viterbii  »,  ma  piuttosto 
ce  Dum  resedisset  »  come  si  legge  nei 
giudicati  resi  a  Spoleto  dai  duchi  spo- 
letini.  2°  11  documento  medesimo 
non  chiama  già  Romano  esplicita- 
mente «  dux  castri  Viterbii  »,  ma  anzi 
nella  frase  ce  Dum  venisset  domnus 
ce  Romanus  gloriosus  dux  situm  ca- 
cc  strum  Viterbii  »  sembra  che  appa- 
risca chiara  un'omissione  tra  le  parole 
ce  dux  »  e  ce  situm  »,  e  che  si  debba 
supplire  aggiungendovi  qualche  altra 
parola  come  ce  ad  palatium  »  o  simile. 
Perciò  mi  par  da  credere  che  qui  non 
si  tratti  assolutamente  di  un  duca  di 
A^'iterbo.  Vari  personaggi  con  titolo 
di  duca  si  trovavano  in  Roma  in- 
torno a  quei  tempi,  e  il  pontefice 
Adriano  I  in  una  sua  lettera  a  Car- 
lomagno,  scritta  tra  il  784  e  il  791, 
menziona  un  Costantino  e  un  Paolo 
duchi,  e  insieme  con  loro  un  Romano 
del  quale  peraltro  non  specifica  la 
dignità  ;  Jaffé,  Monumenta  Carolina^ 
p.  275  in  Bibliotheca  rerum  G^rmani- 
carum,  IV,  e  Regesta  pontifìcum,  n.  2474. 

(i)  Haistulf.  12. 

(2)  An.  806;  R.  I\  doc.  185. 


CHRONICON    FARFENSE.  173 

Quidam  autem  Scaptolfus,  huius  monasterii  advocatus,  in  iu- 
dicio  stans  quadam  die  in  prcsentia  Ardemanni  et  Gaidualdi,  qui 
erant  missi  domni  Karoli  imperatoris  et  domni  regis  Pipini,  quc- 
relatus  est  de  Gaidone  pr^sbytero  et  eius  germanis,  et  dixit:  «  Pa- 
5  «  lumbus  barbanus  vester  tradidit  omnem  substantiam  suam  in 
((  monasterio  Sancte  Marie,  et  vos  in  eam  contra  legem  introistis, 
«  nosque  exinde  disvestistis.  et  qccq  testimonia  in  presentia». 
et  interrogaverunt  ea  iudices  si  quid  exinde  scirent.  at  illa  uno 
ore   id   ipsum   testificati    sunt.       et  iusserunt  ea  iudices  iurare. 

IO  tunc  suprascripti  germani  donaverunt  ipsum  sacramentum  Sca- 
ptolfo  advocato,  et  perinde  receperunt  ab  eo  launegildum  ma- 
chine par  unum.  et  post  hec  fecerunt  de  ipsa  substantia  rein- 
vestire prefatum  Scaptolfum  advocatum  et  Guelantum  monachum 
ad  opus  huius  monasterii.       et  finitura  §st  inter  eos  (^\ 

15         Domnus  vero  Benedictus  abbas  dato  pretio  solidorum  .xx.  emit 
unam  unciam  et  mediam  casaUs  qui  vocatur  Screpitus,  qui  reiacet 
in  territorio  Tuscanensi  ad  finem  casalis  Veroniani,  et  de  alio  la- 
tere  II  casalis  Martianelli,  tertia  vero  pars  casahs  qui  dicitur  Agella,        e.  55  a 
et  quarta  pars  tenet  caput  in  via  pubHca  que  descendit  ad  Minio- 

20  nem  ^^\  quidam  Rodopertus  tradidit  et  investivit  domnum  Be- 
nedictum  abbatem  omnem  medietatem  de  gualdo  et  curte  quam 
habebat  ad  Sanctum  Stephanum,  et  ipsam  ^cclesiam  Sancti  Ste- 
phani  cum  dote  eius.  insuper  et  clavem  ecclesie  dedit  eì.  et 
ipse  abbas  a  presenti  hora  cum  monachis  suis  intravit  in  eam  et 

25  in  omnes  res  eius  ^^\  itera,  Rodoricus  firater  eius  per  cartulara 
donationis  confirraavit  aliara  medietatem  de  eodem  gualdo  ad 
Sanctum  Stephanum,  et  eamdem  ecclesiam  Sancti  Stephani  cum 
omni  dote  eius.  et  medietatem  de  gualdo  ad  Sanctum  Stepha- 
num qui  est  prope  gualdum  nostrum  huius  monasterii  de  Tanciis, 

30  et  prope  gualdum  de  episcopio  sancte  Reatine  ecclesie,  et  nuncu- 
patur  ipse  gualdus  ad  Sanctum  Pancratium,  et  de  alio  latere  tenent 
Helina  et  Rodipergaancille  Dei*^^).    et  in  ipso  loco  Fraupertus  dedit 

11-12.  machine]  Così  nel  testo.       macine  ?  manicias  ? 

(i)  An.  807;  R.  F.  doc.  184.  (3)  An.  808;  R.  F.  doc.  186. 

(2)  An.  807;  R.  F.  doc.  185.  (4)  An.  808;  R.  F.  doc.  187. 


174 


CHRONICON    FARFENSE. 


e.  55  B 


per  cartulas  firmitatis  in  hoc  monasterio  silvam  ad  Sanctiun  Ste- 
phanum  ubi  dicitur  ad  Cerasum.  ab  uno  latere  terra  Helinc  an- 
cillf  Dei,  ab  alio  latere  terra  Maxioli,  unum  caput  veniens  in 
fossatum  deNumisiano,  aliud  in  terram  ipsius  Heline  ancillc  Dei('). 

Quidam  autem  Ursipertus  per  cartulam  firmitatis  concessit  in  5 
hoc  monasterio  in  territorio  Tuscanensi  omnes  suas  rationes  in 
fundo  Casale,  casalinam  in  integrum  et    ecclesiam  Sancti  Petri 
sitam  infra  ipsum   casalem  cum  omni  edificio.       prò  quibus  ca- 
salibus  cepit  a  domno  Benedicto  abbate  in  pretium  solidos  .xxx.  ^^\ 

Quidam   vero   Paulo  clericus  et  Autarius  germani  dederunt   10 
omnes  ||  res  et   substantias  suas  de  ecclesia  Sancti   Mamiliani  in 
territorio  Tuscanensi  ubi  dicitur  Marilianus  (3). 

Domnus  autem  abbas  Benedictus  acquisivit  huic  monasterio 
terram  prope  campum  Sanctc  Anatholie,  unum  caput  tenentem  in 
via  publica,  aliud  latus  in  casale  Margarite,  aliud  caput  in  lacu  ^'^\    15 

Quidam  Palumbus  una  cum  fi'atre  suo  et  genitrice  cartulas  fir- 
mitatis fecit  in  hoc  monasterio  de  omni  proprietate  substantie  sue. 
item  in  monasterio  Domini  Salvatoris  aliam  edidit  cartam  de 
omni  substantie  sue  proprietate.  unde  utriusque  abbates  cenobii 
in  placitum  venerunt  querelam  acturi.  ubi  autem  ostense  et  20 
relecte  sunt  carte,  anterior  apparuit  carta  huiùs  monasteri!  San- 
cte  Marie  quam  domnus  Benedictus  ostendebat  abbas,  et  quam  San- 
cti Salvatoris  abbas  Leufonus  demonstrabat,  posterior  videbatur. 
et  dum  Leo  sculdasius  et  iudices  talia  cognovissent,  iusserunt  Leu- 
fono  abbati  et  advocato  eius  ut  sibi  de  hac  quiescerent  causa,  et  25 
pars  huius  monasteri!  beate  Marie  ipsas  res  haberet,  ut  in  ipsa 
anteriori  legebatur  cartula  (^). 

Quidam  Leo  de  Reate  fecit  traditionem  in  hoc  monasterio 
de  rebus  suis,  cuius  gener  Herfualdus  filius  Romualdi  exinde  con- 
venientiam  fecit  cum  domno  Benedicto  abbate,  eius  sibi  consen-  3^ 
tiente  genitore,  ut  si  ipse  aut  eius  heredes  ipsas  res  retollere 
quesissent  per  quodlibet  ingenium,  aut  causationem  opponere,  com- 
poneret  eis   argenti   libras   sexaginta;    sed   postea    contradixit  et 


(i)  An.  808;  R.  F.  doc.  188. 

(2)  An.  808;  R.  F.  doc.  190. 

(3)  An.  809;  R.  F.  doc.  193. 


(4)  An.  809;  R.  F.  doc.  195. 

(5)  An.  807;  R.  F.  doc.  204. 


CHRONICON    FARFENSE.  175 


non  permisit  hoc  monasterium  habere  secundum  ||  siiam  obliga-  e.  56  a 
tionem.  quapropter  domniis  abbas  querelatus  est  in  iudicii  placito, 
ante  presentiam  Adalardi  abbatis  et  missi  domni  imperatoris  Karoli, 
eandem  ostendens  convenientiam  scriptam  et  breve  confirma- 
5  tionis  quod  prefatus  Leo  in  hoc  monasterio  de  suis  rebus  emisit. 
e  contra  autem  venit  Scaptolfus  Reatinus,  similiter  eiusdem  gener 
Leonis,  et  dixit:  «  Convenientiam  ipsam  facere  non  potuerunt, 
«  quia  iste  Romualdus  ante  se  mihi  obligavit,  ut  ipsas  res  mecum 
«  divideret,  et  si  aliter  egisset,  componeret  mihi  mancosos  .cxc.  ». 

IO  interrogatus  autem  Romualdus  cur,  facta  Scaptulfo  obligatione,  ad 
partem  monasterii  se  obligasset,  respondit  se  nescienter  fecisset, 
et  ideo  nullatenus  contendere  posset.  tunc,  iussu  iudicum,  gua- 
diam  parti  monasterii  dedit  ut  componeret  obligata  illi,  similiter 
quoque  prefato  Scaptulfo  fecit.       et  altero  die  relatis  omnibus  in 

15  placito  ante  Supponem  palatii  comitem<^'),  et  Guinichis  et  Hec- 
cideum  duces  ^^\  inventus  est  idem  Romualdus  culpabilis.  deinde 
omnium  rogatu  domnus  abbas  et  Scaptolfus  p^nas  obligationis 
remiserunt  pr^dicto  Romualdo,  suam  quisque  portionem  querentes, 
sibi  concessam  ab  eodem  Leone.       et  prò  hoc  susceperunt  singuli 

20  ab  eis  launechild,  manicias  par  unum.  et  iudicatum  est  a  iu- 
dicibus  ut  pars  huius  monasterii  medietatem  susciperet  Leonis 
prefati  portionis,  et  ipse  Scaptolfus  et  Romualdus  cum  filio  suo 
aliam  medietatem.       et  ita  causa  haec  finita  est  ^^\ 

Quadam  autem  die  Guinichis  dux  direxit  missum  suum  no- 

25   mine  Merualdum  ut  retraderet  molinum  suptus  portam  Intero- 

19.  Nel  testo  concessa 

(i)  Forse  il  medesimo  che   succe-  prolungato  oltre  Tanno  816.    Eccideo, 

dette  a  Guìnichi  nel  ducato    di  Spo-  di  cui  fanno   menzione   cronisti  con- 

leto.  temporanei,  fu  involto  nella  cospira- 

(2)  Di   Eccideo   o   Acchìdeo   duca  zione  dell'anno  817  quando  Bernardo 

di   Camerino  è  menzione   due    volte  re  d'Italia  si  ribellò  contro  Ludovico, 

nel    Regesto    di   Farfa    nel    doc.    207  e  narrasi  che  ne  fosse  l' anima.     Ve- 

(a.  814)  che  contiene  il  giudicato   di  dasi  intorno  a  questo  personaggio  la 

cui  si  parla  qui  sopra,  e  nel  doc.  269  nota  al  doc.  269  nel  Regesto  di  Farfa 

(a.  811)  che  riferisce    un    placito  te-  (II,  220),  e  la  monografia  di  Barto- 

nuto  a  Camerino.     È  ignoto  quando  lomeo  Malfatti  su  Bernardo  re  d'I- 

cominciasse  il  governo  di  Eccideo  in  talia,  Firenze,  1876. 
Camerino,  ma  non  pare   che   si  sia         (3)  An.  814;  R.  F.  doc.  207. 


1^6  CHRONICON    FARFENSE. 

e.  s6b  cnnani||fii  filo  Mediano,  qiiod  antea  fuit  de  Sancto  Georgio.  et 
apprehendit  Merualdus  axem  hostii  de  molino,  et  retradidit  illud 
ad  partem  monasterii,  et  investivit  de  eo  Guelantum  monachum 
et  prcpositum  Sancti  Angeli,  et  Baruncionem  monachum  et  pre- 
positum  Sancti  Georgii,  in  presentia  Hisemundi  episcopi  et  più-  5 
rimorum  virorum  (').  Hildericus  autem  castaldus  tradidit  in  hoc 
monasterio  curtem  Pontianum,  sicut  continetur  in  alio  testa- 
mento (^).  huic  quoque  sub  beneficiali  ordine  domnus  abbas  Be- 
nedictus  concessit  curtem,  quam  ipse  in  hoc  monasterio  per  cartas 
donationìs  delegaverat,  in  massa  Interocrina,  fi.mdo  Casarice,  sub  io 
pensionis  constitutione.  (3) 

An.  815.  [In  nomine  domini  Dei  et  salvatoris  nostri  Ihesu  Christi].       Hludovicus 

femiazione'^'con-   <^ivina  Ordinante  providentia  imperator  augustus.       imperialem  celsitudinem 
cesso  dall' impera-   decet  predeccssorum  suorum  facta  non  solum  inviolabiliter  conservare,   sed 

tore  Ludovico  Fio  * 

al  monastero.  etiam  censuf?  SU?  auctoritatc  alacriter  confirmare.       proinde  noverit  sagacitas    i  ^ 

seu  industria  omnium  fidelium  nostrorum  tam  pr^sentium  quam  et  futurorum, 
quia  vir  venerabilis  Benedictus  abbas  ex  monasterio  Acutiano,  quod  est  situm 
in  territorio  Sabinensi,  et  constructo  in  honore  sancì?  Dei  genitricis  semperque 
virginis  Mari?,  optulit  optutibus  nostris  quasdam  auctoritates  confirmationis 
domni  genitoris  nostri  bon?  memori?  Karoli  serenissimi  augusti,  in  quibus  20 
continebatur  insertum  qualiter  idem  raonasterium  sub  tali  privilegio  con- 
sistere fecerat,  sicut  c?tera  monasteria  qu?  in  Francia  sancti  Benedicti 
patris  norma  consistunt,  scilicet  ut  nullus  episcopus  de  thesauris  ipsius  mo- 
c.  57  A  nasterii  aut  rebus  ||  aliquid  auferre,  nec  sub  aliquo  tributo  ponere,  aut  aliquod 

censum  exinde  exigere  aut  exactare  pr?sumeret,  vel  qualiter  Hildeprandus  dux  25 
gualdum  qui  nuncupatur  Tancies,  et  curtem  qu?  vocatur  Vallantis,  cum  omni 
integritate  et  appendiciis  suis,  qu?  Hildeprandus  per  sua  pr?cepta  confirmavit, 
[et  res  quas  tradidit  Theodemundo  et  ipse  Theodemundus  per  instrumenta 
cartarum  pr?fato  delegavit  monasterio,  nec  non]  et  curtem  Tatianum,  qu? 
domnus  apostolicus  Adrianus  Luponi  per  suum  confirmavit  pr?ceptum,  et  ipse  jo 
Lupo  per  cartulas  simul  cum  ipso  pr?cepto  eidem  delegavit  monasterio  cum 
omni  integritate,  vel  qualiter  monasteria  virorum  puellarumque,  qu?  nuncupan- 
tur  his  nominibus:  monasterium  Sancti  Marci  evangelist?  quod  est  situm  iuxia 

12.  Le  parole  chiuse  fra  parentesi  quadrate   non    si    trovano  nel  testo  del  Chro» 
nicon,  ma  le  supplisco  togliendole  dal  Regesto.         i8.  Nel  Regesto  constructum 

(i)  An.  802-815;  R.  F.  doc.  208.  menzione  dell'abbate  Benedetto,  che 

Questo  documento   non    registra   al-  governò  la  badia  tra  gli  anni  802  e  815. 

cuna  nota  cronologica,  ma  la  sua  data  (2)  An.  814;  R.  F.  doc.  210. 

approssimativa   è    determinata    dalla  (3)  An.  814;  R.  F.  doc.  211. 


CHRONICON    FARFENSE.  I?? 


muros  Spoletan?  civitatis,  quod  ipse  domnus  et  genitor  noster  ad  idem  mona- 
sterium  per  suum  confirmavit  pr^ceptum,  et  [aliud  quod  dicitur]  monasterium 
Sancti   Salvatoris,  situm  non  procul  ab  eadem  civitate  Spoletana,  et  mona- 
sterium puellarum  quod  nuncupatur  Sancti  Georgii,  [quod  est  constructum]  sub 
e    muro    civitatis   Reatina,  et  ^cclesiam    Sancti  Michahelis  archangeli  positam 
super  fluvium  Mellinum   iuxta  ipsam  civitatem  Reatinam  cum  omni  integri- 
tate  sua,  et  in  territorio   Firmano   monasterium   [quod  vocatur]    Sancti   Sil- 
vestri  vel   Sanct^   Marin?   cum    omni    integritate,  vel   quicquid    ex  largitate 
regum  reginarumque,  pontificum,  ducum,  castaldorum,  vel  ex  collatis  populi, 
10    vel  ceterorum  fidelium,  eidem  monasterio  legaliter  confìrmatum  fuerat,  suis 
auctoritatibus  confirmaret.       sed  et  prò  rei  totius  firmitate  postulavit  nos  pr§- 
dictus  abbas  eiusque  congregati©  ut  morem  paternum  sequentes,  nostram  etiam 
auctoritateni  super  hoc   negotio  fieri  censeremus.       quorum  petitionibus,  ob 
anim?  nostr?  emolumentum  et  eterna  retributionis  fructura,  libenter  assensum 
j  e    pr^buimus.       et  hoc    nostr?  auctoritatis    pr^ceptum  inspecta   auctoritate  pa- 
terna fieri   placuit,  per  quod  decernimus  atque  statuimus  ut  nuUus  episcopus 
[de  thesauris  aut  rebus  ipsius  monasteri!  aliquid  auferre,  nec  idem  monasterium 
sub  tributo  ponere,  aut  aliquod  censum  exinde  exigere  aut  exactare  pr^sumat, 
nec]  de  superius  memoratis  locis  aut  de  ceteris  ||  monasteriis  aut  cellulis,  seno-  e  573 

20  dochiis,  ^cclesiis,  curtibus,  villis,  piscationibus  cum  piscatoribus  suis,  servis, 
ancillis,  libellariis,  cartulatis,  ofTertis,  gualdis,  molendinis,  vel  de  [his]  omnibus 
eidem  monasterio  iure  subiectis,  vel  quicquid  ex  munificentia  regum  regina- 
rumque aut  ex  confirmatione  pontificum,  ducum,  castaldorum,  nec  non  ex 
collatis  populi,  aut  ceterorum  fidelium  hberalitate,  vel  etiam  ex  monachis  qui 
25  in  eodem  monasterio  suas  animas  salvare  cupientes  intraverunt,  et  eis  tam 
ex  donatione  regum  reginarumque,  pontificum,  ducum  quam  ex  h^reditate 
parentum,  vel  de  quolibet  attractu  advenerunt  et  ibidem  per  cartulas  delega- 
verunt,  vel  undecumque  ad  eos,  tam  per  venditiones,  cessiones,  commutationes, 
possessiones,  eidem  monasterio,  sicut  dictum  est,  advenit  et  moderno  tempore 
jO  iuste  et  legaliter  possidere  noscitur,  vel  quod  deinceps,  Domino  largiente, 
ibidem  coUatum  fuerit.  nuUus  fidelium  nostrorum,  pr?sentium  scilicet  et 
futurorum,  memorato  abbati  eiusque  congregationi  aut  suis  successoribus 
inquietare  aut  calumniam  generare  aut  aliquam  iniustam  repetitionem  fa- 
cere  temptet.  sed  sicut  a  genitore  nostro  confirmatum  esse  dinoscitur,  et 
j  e  a  fidelibus  sanct?  Dei  Ecclesia  diversis  rebus  idem  locus  ditatus  esse  constat, 
ita  omni  tempore  absque  alicuius  pr^iudicio  aut  infestatione  vel  diminoratione 
consistat.  et  per  hoc  nostr?  confirmationis  pr^ceptum  iure  perpetuo  teneat, 
et  sub  nostro  privilegio  atque  mundiburdo  consistat,  et  sub  defensione  nostra 
eiusdem  monachi  in  eodem  |1  monasterio  quiete  residere  valeant,  et  prò  nobis  e.  58  a 

AQ  et  stabilitate  totius  imperii  nostri  Dominum  exorare.  concessimus  etiam  eis, 
ut  quicquid  ex  copulatione  servorum  ipsius  monasteri  cum  liberis  feminis 
secundum   legem   Langobardorum   ad  publicum  contingere  poterai,  in  hely- 

Chron.  Farf,    I.  12 


178  CHRONICON    FARFENSE. 

mosina  nostra  per  hoc  nostrum  confirmetur  pr?ccptum.  et  quandoquìdem 
divina  vocatione  pr?dictus  abbas  vel  successores  eius  de  hac  luce  migraverint, 
quandiu  ipsi  monachi  Inter  se  talem  invenire  poterint,  qui  eos  secundum  re- 
gulam  snncti  Benedicti  rcgcre  valeat,  licentiam  habeant  eligendi  abbatem.  et 
ut  h?c  auctoritas  confirmationis  nostra  ab  omnibus  melius  et  verius  credatur  5 
et  diligentius  conservetur,  more  nostro  eam  supter  scribere  et  de  bulla  nostra 
iussimus  sigillari  (0.  signum  Hludovuici  serenissimi  imperatoris.  Durandus 
diaconus  ad  vicem  Helisachar  recognovi.  datum  .11.  nonas  augusti,  anno 
Christo  propitio  .11.  imperii  nostri,  indictionc  .viii.  actum  Franconofurd, 
palatio  regio,  in  Dei  nomine,  feliciter  (*).  IO 

An.  8is?-83o?  Duodeciiiius  quoque  abbas  extitit  liuius  loci  religiosissimus 
Ingoaldus  (J),  benignìssimus  per  omnia  atque  strenuus,  sicuti  in 
quibusdamprivilegiis  huius  ccnobii  acquisitis  invenitur.  in  quibus 
denique  apertissime  cognoscitur  qualiter  zelo  Dei  fervens,  in  spi- 
ritualibus  atque  mundanis  rebus  suo  monasterio  pertinentibus  di-  15 
sponendo,  incontaminatum  et  irreprehensibilem  omnibus  se  osten- 
debat.  obiit  vero  .vii.  kalendas  aprilis  ('^). 
e.  58  B  Quidam  Maioranus,  et  Romanus  ac  Hunaldus  fìlii  illius,  res 

proprietatis  sue  in  hoc  monasterio  per  testamenti  conscriptionem 
condonarunt,  reservato  sibi    earundem   rerum  usufructu  ad  dies  20 
vite  eorum.       accidit  autem  ut  fìlius  eiusdem  Maiorani,  nomine 
Godoaldus,  qui  quartam  portionem  eiusdem  possessionis  eodem 
testamento  possidebat,  instinctu  diaboli,  postposita  fìdelitate  sua, 
ad  Beneventanos,  qui  tunc  temporis  domno  Karolo  imperatori  re- 
belles  erant,  fugiendo  se  contulisset,  ac  propter  hoc  res  illius  prò-  25 
prie  fisco  sociari  debuissent,  cum  quibus  et  portiones  supradictorum 
Maiorani  patris  eius  et  duorum  fratrum  Romani  et  Hunaldi  in 
publicum  redacte,  et  ita  a  potestate  huius  monasterii  ablatc  sunt. 
que  omnia  cum  per  domnum  Benedictum  abbatem  auribus  sere- 
nissimi imperatoris  Ludovici  referrentur,  iussit  domnus  imperator   j^ 
predictas  trium  hominum  possessiones,  idest  Maiorani  et  duorum 
filiorum  eius  Romani  et  Hunaldi,  de  parte  fisci  sublatas,  buie  mo- 
nasterio restitui.     sed  cum  eodem  anno  domnus  Benedictus  abbas 

(i)  Effigie  dell'imperatore  Ludovico,  tore    Ludovico    conferma   i   privilegi 

(2)  R.F.  doc.  217.    Nel  Regesto  que-  concessi  da  Carlomagno  al  monastero. 

sto  diploma  ò  preceduto  da  un  altro  (3)  Effigie  dell'abbate  Ingoaldo. 

della  stessa  data  col  quale  l'impera-  (4)  V.  nota  i  a  p.  21. 


CHRONICON  FARFENSE.  179 

de  hoc  seculo  migrasset,  eius  successor  domnus  abbas  Ingoaldus 
suggessit  domno  imperatori  ut  super  bis  rebus  liuic  loco  pr^ce- 
ptionis  sue  confirmationem  dare  iuberet.  insuper  et  de  piscatore 
nomine  Aunefrido  manente  in  territorio  Reatino,  ubi  dicitur  Se- 
5  ptepontius,  cum  uxore  et  filiis  terraque  ac  domo  sive  piscatione 
et  omnibus  rebus  suis,  ad  usum  huius  monasterii  concederet.  et 
concessit  hoc  imperator,  et  per  imperiales  paginas  precepti  de- 
centissime  roboravit.       actum  Aquisgrani,  palatio  regio  (^\ 

Stephanus   epìscopus   servus   servorum  Dei.    dilecto  in  Domino  filio  In-         An.  817. 
IO    goaldo  religioso  presbitero   et  monacho   atque  abbati  venerabilis  monasterii    no  iv kfgisce^una 
sancte  Dei  genitricis  Marie,  quod  ponitur  in  Pharpha,  in  loco  qui  nuncupatur    bolla  al  monastero 

^  o  n    ^  r  rj  1  r  per      confermarlo 

Acutianus,  tuisque  successoribus  in  perpetuum.       cum  magna  nobis  sollici-    "^^  possesso  dei 

suoi    beni  e  priyi- 

tudine  insistat  cura  prò  universis  Dei  ^cclesiis  ac  bonis  locis  vigilandum,  ne    legi  e  insieme  im- 

.  .  1  .  .,..,.        po'"?!'  '1  pagamen- 

aliquam  necessitatis  lacturam  sustmeant,  sed  magis  propri?  utilitatis  stipendia    to  annuo  di  dieci 

.1  .  T  .  ,  ,.  ,  soldi  d'oro. 

iz  consequantur,  ideo  convenit  nos  pastorali  tota  mentis  aviditate  eorundem 
venerabilium  locorum  maxim?  stabilitatis  integritatem  procurare,  et  sedule 
eorum  utilitatum  subsidia  illic  conferre,  ut  Deo  nostro  omnipotenti  id  quod 
prò  eius  sancti  nominis  honore  etiam  et  laudem  atque  gloriam  eius  divin? 
maiestatis,  eius  venerabilibus  nos  certuni  est  contulisse  locis,  sitque  acceptabile 

20  nobis,  qu?  ad  eius  locupletissimam  misericordiam  dignum  huiusmodi  pii  operis 
in  sidereis  conferatur  arcibus  remuneratio.  igitur  quia  petistis  a  nobis,  qua- 
tenus  ex  nostra  largitate  nostroque  dono  concederemus  vestr?  religiositati  ac 
monasterio  vestro  confirmationem  omnium  bonorum  qu§  habet  modo  et  ha- 
biturum   est  in  perpetuum,   confirmamus   autem   vobis   vestrisque  successo- 

23"  ribus:  fundum  Acutianum,  ubi  ipsum  venerabile  monasterium  constructum 
est,  cum  finibus  et  appendicibus  suis  in  integrum.  fundum  Calistrianum,  in 
quo  est  ecclesia  Sancti  Laurentii.  fundum  Pompeianum.  fundum  Pinianum. 
fundum  Cervinariam.  fundum  Marianum,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Pater- 
niani.      fundum  Arturianum.      fundum  Ordeolum.      fundum  Mutella,  ubi  est 

jO    ecclesia  11  Sancti  Angeli,  sicut  a  tempore  domni   Adriani  pape  ab  ipso  vene-  e.  59  b 

rabili  monasterio  possessum  est.  fundum  Urbanam,  qui  et  vicus  Ai  vocatur, 
ubi  est  ecclesia  Sancti  Viti,  cum  pratis,  silvis  et  aquimolis  vel  omnibus  ad 
eum  in  integrum  pertinentibus.  ex  fundo  Adriani  uncias  tres,  in  quo  est 
ecclesia  Sancti  Valentini.      fundum  Medianam.      fundum  Casalamantis.       ex 

^^  fundo  Arcuniano  unciam  unam.  ex  fundo  Terniano  uncias  sex.  ex  fundo 
Silvaniano  uncias  sex.  ex  fundo  Antiano  uncias  novem,  ubi  est  ecclesia  San- 
cti Felicis.  fundum  Agellum.  fundum  Cicilianum,  in  quo  est  ecclesia  San- 
cti Donati.       fundum  Paternionem.      fundum  Gignianum.      ex  fundo  Scan- 

(i)  An.  816;  R,  F.  doc.  223. 


l8o  CHRONICON    FARFENSE. 

diliano  uncias  quatuor.  fundum  Cruptulf.  fundum  Mnrcianellum  per  uncias 
quatuor.  fundum  Apicianum,  in  quo  est  ecclesia  Sancii  Gordiani.  fundum 
Scaplianum.  fundum  Testa,  fundum  Ceutum.  fundum  Alinianum. 
fundum  Turris,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Laurentii.  ex  fundo  Pendigiano 
uncias  duas.  fundum  C?sarianum.  fundum  Vintilianum.  fundum  For-  5 
nicata  cum  traiecto  suo  seu  gualdo  in  integrum,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Ge- 
thulii  et  Sancti  Benedici! ,  cum  omnibus  eis  generaliter  et  in  integrum  perti- 
nentibus.  ex  fundo  Germaniciano  uncias  novem,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Petri. 
fundum  Musileum.  fundum  Cassianum.  ex  fundo  Auveriano  uncias  sex. 
fundum  Casulam.  fundum  Laccanianum.  fundum  Mediana,  fundum  Marci-  IO 
lianum.  fundum  Monatianum.  fundum  Fisinianum.  fundum  Canianum.  fun- 
dum Lurignianum.  fundum  Balburianum.  ex  fundo  Classiceli?  uncias  tres,  ubi 
est  ecclesia  Sancti  Petri.  ex  fundo  Fuliniano  uncias  sex.  ex  fundo  Rigìano 
e.  60  A  uncias  sex.  Il      ex  fundo  Pontianello  uncias  sex.       fundum  PerticatuI?.       ex 

fundo  Aurifìcis  uncias  sex.       fundum  Pacilianum.       ex  fundo  Cassiano  uncias    1 5 
sex,  in  quo   est  ecclesia  Sancì?   lust?.       fundum  Maliianum,  in  quo  est  ec- 
clesia Sanct?  Eugeni?,      ex  fundo  Figniano  uncias  sex.     ex  fundo  CisternuI? 
uncias  octo.       ex  fundo  Occiano  uncias  septem  semis.       fundum  Olivulam. 
fundum  Pontianellum.       ex   fundo  Ursuli   uncias   novem   et   scripulos   tres. 
item  ex  fundo  Buxuli  unciam  unam.       ex  fundo  Macerul?  uncias  sex.       ex    20 
fundo  Rofiani  uncias  tres,  in  quo   est  ecclesia  Sancti  Stephani.       ex  fundo 
Macerul?  uncias  quatuor.       ex  fundo  Cassiani  unciam  unam.       ex  fundo  Re- 
piciani   unciam   unam   semis.       ex  fundo   Mediana  uncias  duas.      ex  fundo 
Marciani  uncias  duas  semis,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Victorini.      ex  fundo  Prata 
uncias   tres.       ex  fundo   Argasiano   uncias  quatuor.       ex  fundo   Catoniano    25 
uncias  duas,   in  quo   est  ecclesia   Sanct?   Sabin?,       ex   fundo  Arsura  uncias 
quatuor.       ex  fundo  Agellari  uncias  duas.      ex  fundo  Latiniano  uncias  duas. 
ex  fundo  Altariolo  uncias  duas.       ex  fundo  Argasiano  tres  partes  de  uncia. 
ex  fundo   Petiniano  uncias  duas.       ex  fundo  Puptiano  uncias  quatuor.       ex 
fundo  Domitiani  uncias  quatuor,  in   quo  est  ecclesia  Sancti  Stephani.       ex    5^ 
fundo  Crispiniano  uncias  tres.       ex  fundo   Cisiniani  uncias   novem,  in   quo 
sunt  ?cclesi?  Sanct?  Mari?  et  Sancti  Silvestri.       ex  fundo  Lucaniano  unciam 
unam,  ubi  est  ?cclesia  Sancti  Petri.       ex   fundo  Begiano  uncias  duas.       ex 
fundo  Cipiriano  unciam  unam,  ubi  est  ?cclesia  Sancti  Calistrati.       ex  fundo 
Bebgiani   unciam  unam   semis.       fundum   Catilianum.        fundum    Criptul?.    S5 
fundum  Montanianum.      fundum  Betianum,  in  quo  est  ?cclesia  Sancti  Abundii. 
ex   fundo   Lamniano  uncias   tres.       fundum  Turianum,  in  quo  est   ?cclesia 
Sanct?  Mari?.       fundum  Morianul?.       fundum  FoUianum,  in  quo  est  ?cclesia 
e.  60B  Sancti||Sabini.      ex  fundo  Monumenti  Cupi  uncias  sex.      fundum  Tervilianum. 

ex  fundo  Pr?toriolo  uncias  sex.       ex  fundo  Serviliano  uncias  sex,  ubi  est  ?c-    4^ 
desia  Sancti  Anthimi.       ex  fundo  Gabiniani  uncias  duas.      ex  fundo  Lava- 
riani  uncias  quatuor,  ubi  est  ?cclesia  Sancti  Gethulii.       ex  fundo  Leugianello 


CHRONICON    FARFENSE.  iSl 


uncias  quatuor,       fundum   Arrianum,  in  quo   est   ecclesia    Sancti  Laurentii. 
ex  fundo  Tulliano  uncias  sex,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Valentini.       ex  fundo 
Mucciani  uncias  tres.       fundum  Paternum,   in  quo  est  ecclesia   Sancti   Va- 
lentini.      ex  fundo  Vassiano  uncias  sex,  in  quo  est  ecclesia  Santi  Victorini. 
e    ex  fundo  Cossiano   uncias  sex,   ubi  est  ecclesia  Sancti  Cesigli.       ex  fundo 
Oricclagni  uncias  sex,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Petri.       ex  fundo  Silignano  un- 
cias tres,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Angeli.       ex  fundo  Graniano  unciam  unam. 
fundum  Mignianum,   in  quo   est  ecclesia    Sanct?   Helen?.      fundum   Mallia- 
num,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  luvenalis.     ex  fundo  Atriani  uncias  sex,  ubi 
IO    est  ecclesia  Sancti  Petri.       ex  fundo  lob^  uncias  sex.       ex  fundo  Pr^toriolo 
uncias   sex,   ubi    est  ecclesia   Sancti   Sebastiani.       ex   fundo  Usiiano,  qui   et 
Hilianus   vocatur,    uncias   sex,  in  quo   est   ecclesia    Sanct?   Anatholi?.        ex 
fundo  Feclinul?  uncias  sex,  ubi  est  ecclesia  Sanct?  Victoria.       ex  fundo  Pa- 
terno uncias  tres,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Victorini.      ex  fundo  Salliano  uncias 
Ij    tres,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Martini.       ex  fundo  Curiliano  uncias  tres.       fun- 
dum Forianum,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  *  *   Tholomei.      ex  fundo  Lusiano 
uncias  tres.      ex  fundo  Accliano  uncias  quatuor.      seu  et  medietatem  de  gualdo 
qui  dicitur  Lauro,  et  medietatem  de  portione   Probati   gastaldii.       ex  fundo 
Paterno  unciam  unam  semis.       ex  fundo  Valeriano  uncias  quatuor,  in  quo  est 
20    ecclesia  Sancti  Martini.       ex  fundo  Corviano  uncias  sex,  ubi  est||  ecclesia  San-  e.  6i  a 

cti  Pancratii.  ex  fundo  Bagiano  terram  modiorum  septem.  ex  fundo  Horriano 
unciam  unam  semis.  ex  fundo  Luccigiano  unciam  unam  semis.  ex  fundo 
Viarii  uncias  tres.  ex  fundo  Acutiano  uncias  octo,  in  quo  est  ecclesia  San- 
cti Gregorii.  fundum  Montianum,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Angeli,  fundum 
25  Farianum,  fundum  Paternum,  positos  in  Variano  et  in  Tuliano.  fundum 
lussianum  in  integrum.  ex  fundo  Agelli  uncias  novem.  fundum  Sentianum, 
in  quo  est  ecclesia  Sancti  Antimi,  fundum  Privatis.  fundum  Albucianum 
cum  appendicibus  suis.  gualdum  Tancies  in  integrum  per  loca  designata, 
sicut  primitus  ab  ipso  monasterio  possessum  est.  fundum  Findilianum  uncias 
30  duas.  ex  fundo  Passiani  uncias  sex.  ex  fundo  Antariani  uncias  sex.  ex 
fundo  Gas?  Surd?  uncias  duas.  ex  fundo  Terviliani  uncias  sex.  ex  fundo 
C?sa  Candida  uncias  sex.  ex  fundo  Polliani  uncias  sex.  ex  fundo  Leonis 
terram  modiorum  decem.  ex  fundo  Leogniani  un(^ias  sex.  ex  fundo  Balani 
uncias  sex.  ex  fundo  Betusiani  uncias  sex.  ex  fundo  Serviliani  uncias 
35  quatuor.  ex  fundo  Mussini  uncias  septem.  ex  fundo  Seriol?  uncias  sex. 
ex  fundo  Mariani  uncias  sex.  ex  fundo  Serviliani  portiunculam  unam.  ex 
fundo  Protoni  portiunculam  unam.  ex  fundo  Galignani  portiunculam  unam. 
ex  fundo  Sisiani  uncias  octo.  ex  fundo  Gatinlani  unciam  unam.  ex  fundo 
Gai  mediam  unciam.     ex  fundo  Turiani  uncias  undecim.      ex  fundo  Bariani 


16.    Lacuna    dello  spazio  di  tre  0  quattro  lettere;   forse   nelV  originale  si  doveva 
leggere  Bartholomei 


l82  CHRONICON    FARFENSE 


uncias  undecim.  ex  fundo  Salislani  unclas  decem.  ex  fundo  Basiani  un- 
cias  undecim,  ubi  est  ecclesia  Sanct?  Mari?,  fundum  Corbonianum.  fundum 
Luccianum,  ubi  est  domus  cultn,  in  integrum.  ex  fundo  Ariani  uncias  duas. 
ex   fundo  Septiniani  unciam  unam  semis.       iteni  ex  fundo  Septiniani  uncias 

e.  6i  u  sex.  Il       interea  casales  :  Pipilianum  cum  casis  et  vineis  seu  olivetis  et  colonis.    e 

item,  casalem  Scandilianum  prò  uncias  octo.  nec  non  et  casaliclum  qui 
nominatur  Antiquus.  ex  casale  Antiano  uncias  tres,  et  olivetum  in  Porpora- 
ria,  ad  quorum  vices  suscepit  sancta  nostra  ecclesia  temporibus  domni  Adriani 
pap?  a  suprascripto  venerabili  monasterio  tuo,  commutationis  nomine:  idest 
in  casale  Piacciano  uncias  duas  semis.  item,  casalem  Canopum  in  integrum  io 
cum  casis,  vineis  et  olivetis  atque  colonis.  in  casale  Ortisano  uncias  quatuor. 
in  casale  Argasiano  uncias  tres.  in  casale  Cesariano  uncias  sex.  item,  in 
casale  Fabriciano  unciam  unam.  item,  in  casale  Valeriano  uncias  duas. 
in  casale  Secundiliano  uncias  sex.  utrosque  vero  casales  cum  domibus, 
vineis,  olivetis  atque  colonis,  tam  qui  a  predecessore  meo  domno  Adriano  ic 
dati  sunt,  quam  qui  recepti.  nunc  autem  pr^nominatos  fundos  vel  uncias 
suprascriptorum  fundorum,  seu  ^cclesias,  casas,  vineas,  prata,  silvas,  salicta, 
rivos,  aquas,  nec  non  et  aquimolos,  oliveta  cum  universis  appendicibus  suis, 
et  colonis  atque  familiis,  vel  omnibus  ad  eos  generaliter  in  integrum  pertinen- 
tibus,  sicut  a  pr^decessorum  nostrorum  pontificum  per  privilegia  sanct?  re-  20 
cordationis  domno  Adriano  quondam  papa  eidem  venerabili  monasterio  con- 
firmata sunt,  et  sicut  primitus  et  nunc  ab  ipso  venerabili  monasterio  possessa 
sunt,  permanenda,  a  presenti  decima  indictione  tu§  religiositati  tuisque  suc- 
cessoribus  abbatibus  suprascripti  monasteri!  in  perpetuum  concedimus  deti- 
nendum.       sub  ea  videlicet  ratione,  ut  omnibus  diebus  vit?  vestr?,  dum  ipse    25 

e.  62  A  consisterit  ||  venerabile  monasterium,  quotidianis  diebus,  quando  cantilenas  per- 

ficitis  in  eodem  sancto  monasterio  prò  remissione  peccatorum  nostrorum, 
centum  Kyrie  eleyson  exclamare  studeatis.  hos  vero  omnes  pr?fatos 
fundos  vel  uncias  existentes  ex  corpore  patrimoni!  nostri  Sabinensis,  iuris 
sanct?  Roman?,  cui  Deo  auctore  deservimus,  Ecclesi?  habentes,  ita  sane  ut  ^0 
a  te  tuisque  successoribus,  singulis  quibusque  indictionibus,  pensionis  nomine 
rationibus  ?cclesiasticis  decem  auri  solidi  persolvantur,  difficultate  postposita. 
omnemque  qua  indigent  defensionem  seu  meliorem  pr?dicta  loca,  indifferenter 
vos  sine  dubio  procurantes  efficiatis.  nullaque  pr?ter?a  ad  dandam  annue 
pensionem  a  vobis  mora  proveniat,  sed  ultro  actionariis  sanct?  nostr?  5*^^^^^^?  $S 
apto  tempore  persolvatur.  statuentes  apostolica  censura,  sub  anathematis 
interdictione  et  divini  iudicii  obtestationibus,  nulli  unquam  nostrorum  suc- 
cessorum  pontificum,  vel  ali?  magn?  parv?que  person?,  ex  ipsis  locis,  fundis 
et  casalibus,  qu?  a  pr?dicto  domno  Hadriano  papa  data  sunt  et  a  nobis  con- 
firmata,  sicut   superius   legitur,   in  integrum   in  usu   et  utilitate   suprascripti    ^0 

2$.  ipse]  Così  nel  testo.         54.  Nel  testo  cfficiatur 


CHRONICON   FARFENSH.  183 

monasterii  penitus  auferre,  aut  ex  eiusdem  venerabilis  loci  iure  alienare,  sed 
nec  ullam  violentiam  iactur?  ibidem  inferre  pr^sumat.  potius  autem  omnia 
superius  h?c  annexa  loca,  sub  annua  sanct^  nostra  Ecclesia  persolvenda  pen- 
sione, nec  non  et  centum  Kyrie  eleyson  prò  nostris  facinoribus  excla- 
j    mandum.       ecce  per  ||  huius  nostri  privilegi!  paginam   ab  auctoritate  domini  e.  62  b 

nostri  beati  Petri  principis  apostolorum,  sub  iure  et  dicione  ipsius  monasterii 
sancti  perenniter  permanenda,  confirmamus  ad  laudem  redemptoris  Domini 
nostri  prò  sustentatione  monachorum  illic  eius  divin?  servientium  clementi?, 
quatenus  hoc  benefìcio  ipsi  Dei  famuli  adepti,  nostri  memores  in  suis  existant 

IO  crebris  oraiionibus,  ipsos  centum  Kyrie  eleyson  prò  nobis  exorando.  h?c 
vero  omnia  a  nobis  corroborata  in  perpetuum  immutilata  permanenda  san- 
cimus.  si  quis  autem,  quod  non  optamus,  temerator  extiterit  de  bis  qu?  a 
nobis  pia  consideratione  confìrmata  sunt,  sciat  se  Domini  nostri,  apostolorum 
principis  beati  Petri  auctoritate,  anathematis  vinculo  innodatum,  et  cum  dia- 

15  bolo  et  omnibus  teterrimis  pompis  eius,  atque  cum  Inda  traditore  domini  nostri 
Ihesu  Christi  in  ^ternum  inextinguibili  igne  colligatum.  porro  qui  custos 
et  observator  extiterit  huius  nostr?  apostolica  institutionis  qu?  a  nobis  in  ipso 
venerabili  monasterio  concessa  est,  benedictionìs  gratiam  vitamque  ?ternam 
a  misericordissimo  Deo  nostro  cum  sanctis  omnibus  mereaturCO.       scriptum 

20  per  manus  Christophori  scriniarii,  in  mense  ianuarii,  indictione  .x.  bene  valete, 
datum  .X.  kalendas  februarii,  per  manus  Theodori  nomenculatoris  sanct? 
Sedis  Apostolica.  imperante  domno  Hludovico  piissimo  perpetuo  augusto 
a  Deo  coronato  magno  pacifico  imperatore  anno  .111°.  et  post  consulatum 
eius  anno  .111**.,  indictione  decima  (2). 

25         Libet  autem  legentium  vel  audientium  hoc  suprascriptum  pri-        e.  63  a 
vilegium  admonere  industriam,  ne  moveantur  in  hoc,  quod  sub 
tributo  pensionis  huic  monasterio  concessum  fuerit,  et  contra  an- 
tique eius  iura  libertatis  aliquid  suscipientur,  quoniam  non  multo 
post  Lotharius  imperator  correxit,  et  coram  successore  istius  Ste- 

30  phani,  videlicet  Paschale  pontifice,  et  optimatibus  sive  iudicibus 
romanis  ad  liquidum  declarare  studuit  quod  nulla  ratione  hoc  mo- 
nasterium  Romane  Ecclesia  dare  debeat  aliquam  pensionem.  tum 
quoque  idem  domnus  et  venerabilis  Paschalis  papa,  hoc  procul 
dubio  cognoscens,  suum  privilegium  inferius  descriptum  huic  mo- 

35  nasterio  totius  libertatis  emisit,  et  pensionem  nullomodo  aliquam 
ab  eo  exegit. 

28.  suscipientur]  Così  nel  testo;  forse  suspicentur 
(i)  Effigie  del  papa  Stefano  IV.  (2)  R.  F.  doc.  224. 


184  CHRONICON    FARFENSE 


Ali.  817,  Paschalis  episcopus  servus    servorum  Dei.     dilecto  in  Christo   filio    In- 

Privjlegio  ^  Jei    gQ^jj^  abbati  monasterii  Sanct?  Mari?,  quod  ponitur  in  Pharpha,  in  loco  qui 

che    conferma   il    nominatuT  Acutianus,  tuisquc  succcssoribus  in  perpetuimi.      cum  magna  nobis 

monastero  nel  pos- 
sesso dei  suoi  beni,    soliicitudine  insistat  cura  prò  universis  Dei  ^cclcsiis  ac  bonis  locis  vigilandum, 

ne  aliquam  necessitatis  iacturam  sustineant,  sed   magis  propri?  utilitatis  sii-    e 

pendia   consequantur,  ideo    convenit  nos  pastorali  tota  mentis  aviditate  eo- 

rundem  venerabilium  locorum  maxim?  stabilitatis  integritatem  procurare,  et 

sedule  eorum  utiiitatum    subsidia  illic  conferre,  ut   Deo   nostro   omnipotenti 

id  quod  prò    eius  sancti   nominis  amore    etiam   et    laude   atque  gloria    eius 

e.  63  B  divin?  maiestatis,  eius  ||  venerabilibus  nos  certum  est  contulisse  locis,  sitque    io 

acceptabile  nobis,  qu?  ad  eius  locupletissimam  misericordiam  digna  huius- 
modi  pii  operis  in  sidereis  conferatur  arcibus  remuneratio.  igitur  quia  pe- 
tistis  a  nobis,  quatenus  ex  nostra  largitate  nostroque  dono  concederemus 
vestr?  religiositati  monasterii  vestri  confirmationem,  eorundemque  bonorum 
qu?  habet  modo  et  habiturum  erit  in  perpetuum,  confirmamus  autem  vobis  ic 
vestrisque  successoribus  castella  et  villas,  campos  et  silvas,  prata  et  aquas, 
vineta  et  oliveta  et  aquimolos,  cum  universis  appendicibus  vel  omnibus  ad 
eos  generaliter  et  in  integrum  pertinentibus,  sicuti  primitus  et  nunc  ab  ipso 
venerabili  monasterio  possessa  sunt  tam  in  comitatu  Sabinensi,  nec  non  et 
Narnien.si,  sive  in  comitatu  Reatino,  vel  Furconino,  Asculano,  Firmano,  20 
Aprutiensi  et  Pinnensi  et  Balbensi  et  Teatino,  Romano  etiam  et  Tuscano, 
omnesque  adiacentias  eorundem  monasteriorum  atque  pertinentias,  cum  omni 
integritate  concedimus  detinenda,  tam  ea  qu?  modo  iure  possidetis  quam  ea 
qu?  in  futuro,  largiente  Domino,  poteritis  acquirere,  tu  et  successores  tui, 
sicuti  per  privilegia  sanct?  recordationis  domni  Hadriani  quondam  pap?  eidem  25 
venerabili  monasterio  confirmata  sunt,  permanenda.  confirmamus  autem 
vobis  vestrisque  successoribus  in  perpetuum  oblationes,  decimationes,  ve- 
straque  dicione  colligendas    oblationes  mortuorum  a    cunctis    recipiendas  et 

e.  6,\  A  a  nullis  interdicendas.       nullus  autem  episcopus  audeat  synodare  vel  ||  exco- 

municare  monachum  vel  clericum  ipsius  monasterii.       pr?fato  abbati  suisque    30 
successoribus  concedimus  monendos  et  constringendos.       a  pr9senti  decima 
indictione  tu?  religiositati  tuisque    successoribus   abbatibus  vestri   monasterii 
in  perpetuum  concedimus  detinenda.       statuentes  quippe  apostolica  censura 
ex  auctoritate  beati  Petri  apostolorum  principis,  sub    divinis    optestationibus 
et  anathematis  interdictionibus,  ut  nulli  unquam  nostrorum  successorum  pon-    ^^ 
tificum  vel  ali?  cuilibet  magn?  parv?que  person?  ipsa  pr?nominata   loca  vel 
insuper,  auxiliante  Deo,  acquisita  et  sicuti  supra  sunt   instituta,   a   potestate 
et  dicione  vestra  vestrorumque  successorum  ac  vestri  monasterii  auferre  vel 
alienare  quoquo  modo  liceat.       si  quis   autem  temerario  ausu,   magna  par- 
vaque  persona,  contra  hoc  nostrum  privilegium  agere  pr?sumpserit,  sciat  se    4^ 
anathematis  vinculo  esse  innodatum  et  a  regno  Dei  alienum,  et  cum  omnibus 
impiis  ?terno  incendio  ac  supplicio  condemnatum.       at  vero  qui  pio  intuilu 


CHRONICON    FARFENSE.  185 


curator  et  observator  huius  nostri  prlvilegii  extiterit,  gratiam  atque  miseri- 
cordiam  vitamque  ^ternani  a  misericordissimo  Domino  nostro  consequi  me- 
reatur  in  secula  seculorum,  amen.  scriptum  per  manus  Christophori  scriniarìi 
sanct?  Roman?  Ecclesi?,  in  mense  februarii,  indictione  suprascripta  decima. 
5  bene  valete  (0.  datum  kalendis  februarii  per  manus  Theodori  nomenculatoris 
sanct?  Sedis  Apostolica.  imperante  domno  Hludovico  piissimo  perpetuo 
augusto  a  Deo  coronato  magno  pacifico  imperatore  anno  .iii*'.  (0. 

Huic  autem  domno  Ingoaldo  abbati,  sive  in  hoc  monasterio,        e.  64  b 
donata  est  ab  Hilderico  castaldio  quedam  casa  super  muros  civi- 
le tatis  Reatine,  et  turris  cimi  casa  veteri  in  capite  eius  (?).       et  a 
quodam  lohanne  sculdasio  ecclesia  Sancti  lohannis  in  Asera  super 
Salariam  publicam  ^^\       et  ab   Octeramo  notario  quidam  portio 
casalis  Oleti  in  massa  Interocrina  super  Sextunum,  et  de  ecclesia 
Sancte  luste,  pretio  sibi  placito  exinde  accepto  (5).       et  ab  Hil- 
15  derico  Reatino  ecclesia  Sancte  Agathes  ad  Arces  ^^\      et  a  quodam 
lohanne  terra  et  vinea  in  Asera  cum  Prato  Longo  (7).      et  a  quo- 
dam Spoletano  quedam  res  ad  Sanctum  Stephanum  in  Carsule  ^^^. 
et  a  Teudiperto  castaldio  retradita  ac  restituta  est  curtis  in  Fitte 
in  hoc  monasterio,  Gunichisio   duce   iubente  ^9),       et    a    missis 
20  domni  Hludovici  imperatoris  res  Pauli  et  Taxile  coniugis   eius, 
videlicet  casas  .xiii.  in  massa  Amiternina  et  in  massa  Ciculana. 
et  molinum  suptus  portam  Reatinam.       et  silva  de  Felecto.       et 
pratum  in  Lingla  ('«).       et  a  Leone  vasso  Hlotharii   imperatoris 
curtis  Sancte  Mari^  in  Nanciano,  in  finibus  Camertule  ^"\      ipsis 
25  temporibus  investiti  sunt  monachi  huius  monasterii  de  curte  in 
Acaniano  que  fuit  Scaptolfi.       et  de  curte  in  Plagie  loci  qui  dicitur 
Brezenanus.       et  de  curte  in  Buniano  que  fuit  Leonis  castaldii^'^). 

(i)  Effigie  del  papa  Pasquale  I.  ma  Patto  della    donazione    stessa    si 

(2)  R.  F.  doc.  225.  ricava  da  una    concessione  dell' usu- 

(3)  An.  817;  R.  F.  doc.  230.  frutto  della  chiesa  di  Sant'Agata  fatta 

(4)  An.  819;  7^.  F.  doc.  229.     Gio-  a    Guisberga    figlia    d'Ilderico     nel- 
vanni  chiese  poi  alcuni  mesi  dopo  ed  l'anno  820;  R.  F.  doc.  243. 
ottenne  l'usufrutto  vitalizio  di  questa  (7)  An.  820;  R.  F.  doc.  245. 
chiesa  e  dei  beni  che  ne  dipendevano  (8)  An.  821  ;  R.  F.  doc.  249. 

(an.  819;  R.  F.  doc.  239).  (9)  An.  821;  R.  F.  doc.  250. 

(5)  An.  819;  R.  F.  doc.  241.  (io)  An.  821;  R.  F.  doc.  251. 

(6)  La   data    di    questa   donazione  (11)  An.  823;  R.  F.  doc.  257. 
non  apparisce   dai  documenti  stessi,  (12)  An,  824;  R.  F.  doc.  258. 

Chron.  Farf,    I.  12* 


l86  CHRONICON    FARFENSE. 

et  facta  est  commutatlo  cum  quodam  Petro  prope  vicum  Paleii- 
tianc  duarum  petiarum  vince  perticarum  .cxxx.  iinius  (0.  et 
in  valle  Tybc  a  quòdam  Audolfo  donata  est  in  hoc  mona- 
sterio  terra  modiorum  .e. '^^).  et  in  Cordale  suptus  montem  San- 
c.  65  A  cti  Maroti(3).||  et  in  Caneria  ad  Campum  Gelatum.  et  pratuni  5 
in  Lingla  ^^\  et  revicit  prcfatus  domnus  Ingoaldus  abbas  in  pla- 
cito curteni  Sancti  Abundii  in  territorio  Camertulo  (^\  et  casas 
atque  casarinas  .vini,  in  Aguliano  ^^\ 

Dum  vero  loseph  episcopus  et  Leo  comes,  missi  domni  Hlu- 
dovici  imperatoris,  residerent  in  iudicio  Rome,  in  palarlo  Latera-  io 
nensi,  in  presentiam  domni  Gregorii  pape,  ibique  adesset  Leo  epi- 
scopus et  bibliothecarius  sanctc  Romane  Ecclesie,  et  Theodorus 
episcopus,  Cyrinus  primicerius,  Theophilactus  numiculator,  et  Pe- 
trus dux  Ravenna,  et  alii  plurimi,  venir  domnus  Ingoaldus  abbas 
huius  monasterii,  cum  Audulfo  advocato,  et  retulit  quod  domnus  1 5 
Adrianus  et  Leo  pontifices  per  forriam  invasissent  res  huius  mo- 
nasterii, idest  curtem  Corvanianum,  et  curtem  Sancti  Viti  que  est 
in  Palmis,  et  curtem  Sancte  Marie  in  Vico  Novo,  et  curtem  in 
Bariliano,  et  curtem  Pontianam,  cum  rebus  et  familiis,  unde  tem- 
pore Stephani,  Paschalis  et  Eugenii  semper  reclamaverat,  et  iu-  20 
stitiam  minime  invenire  poterat.  tunc  ipsi  missi  et  iudices,  quibus 
domnus  imperaror  in  verbis  mandaverat  ut  de  hoc  facerent  iu- 
stitiam,  presente  domno  apostolico,  interrogaverunt  advocatum 
ipsius  apostolici,  nomine  Gregorii,  quid  exinde  diceret.  qui  dixit 
quod  ipse  curtes  huic  monasterio  nichil  pertinerent.  deinde  ad-  25 
vocatus  domni  abbatis  ostendit  monimina  ex  ipsis,  et  contine- 
batur  in  eis  qualiter  Ansilberga  abbatissa  monasterii  Sancti  Sal- 
vatoris  de  Brixia  (-^^  easdem  curtes  in  hoc  monasterio  per  ipsa 
e.  65  B         monimina  ||  delegaverat.     et  aliud  monimen  quod  Theudicius  dux 

eidem  Ansilberge  de  ipsis  curtibus  emiserat.       et  qualiter  Ansa   jo 

15.  numiculator]  Cosi  nel    testo.         14.  dux  Ravenna]  Nel  Regesto  invece  si  legge 
(lux  de  Ravenna 

(i)  An.  825?;  R.  F.  doc.  259.  ($)  An.  828;  R.  F.  doc.  268. 

(2)  An.  824;  R.  F.  doc.  260.  (6)  An.  811;  R.  F.  doc.  269. 

(3)  An.  229;  R.  F.  doc.  261.  (7)  Ansilberga  figlia   del   re  Desì- 

(4)  An.  827;  R.  F.  doc.  262.  derio  e  di  Ansa  regina. 


CHRONICON    FARFENSE.  187 


regina  curtem  Sancti  Viti  a  Teutone  episcopo  Reatino  in  concam- 
bium  acceperat,  et  eidem  Ansilberge  filie  sup  donaverat.  et  pre- 
ceptum  Desiderii  regis,  et  domni  Karoli  imperatoris  quibus  ipsas 
curtes  cum  omnibus  eis  pertinentibus  in  hoc  monasterio  confìr- 
5  maverant.  tunc  suprascripti  missi  et  iudices  eos  reguadiare  fe- 
cerunt,  fidei  iussores  utriusque  secundum  suam  legem  ponentes, 
et  ut  alia  die  ad  idem  placitum  redirent  iusserunt.  et  sic  venit 
domnus  abbas  et  eius  advocatus  una  cum  testimoniis,  quorum  no- 
mina sunt:  Itto,  Gradolfus,  Gauspertus  de  Reate.  qui  sic  testi- 
io  ficati  sunt  ut  relatum  est.  contra  que  predictus  advocatus  pon- 
tificis  nichil  contrarium  dixit,  nec  potuit,  quia  boni  homines  visi 
sunt  ei.  iterum  venit  Joseph  castaldius  Reatinus  cum  bonis  et 
veracibus  hominibus,  et  interrogati  per  sacramentum  quod  domno 
imperatori  fecerant,  testimonium  suprascriptorum  virorum  lauda- 
15  verunt,  et  quod  bene  in  omnibus  recipi  possent  afhrmaverunt. 
et  seorsum  interrogati  sunt,  quorum  primus  ait:  «  Ego  scio  et  bene 
((  memoror  quoniam  tempore  Langobardorum,  et  domni  Caroli 
((  imperatoris,  ipsas  curtes  ad  partem  monasterii  vidi,  et  recordor 
«  ibi  pr^positos  lohannem  et  Petrum  et  Christianum  monachos 
20  «  ipsius  monasterii  usque  dum  per  fortiam  predicti  pontifices  exinde 
«  tollere  fecerunt  ».  similiter  reliqui  dixerunt.  deinde  venerunt 
boni  et  veraciores  homines  .xii.,  idest  Iohannes,Clarissimus,  Musio, 
Tento,  Castinus,  Audacius,  Alboin  ||  medicus,  Gualipertus,  Con-  e.  66  a 
stantinus  notarius,  Petrus,  Fratellus,  Hildericus  Sabinus.  hi  omnes 
25  interrogati  quid  de  ipsa  causa  scirent,  similiter  dixerunt.  post  h^c 
Audolfus  advocatus  iuravit  dicens:  «  Per  ista  sancta  quatuor  evan- 
«  gelia,  quia  sicut  isti  testes  dixerunt,  sic  fuit  verum  )>.  hec  supra- 
scripti missi  sive  iudices  audientes,  iudicaverunt  ut  Gregorius  ad- 
vocatus pontificis  retraderet  ipsas  curtes  Audulfo  advocato  ad 
30  partem  huius  monasterii.  quod  facere  noluit.  sed  et  ipse  apo- 
stolicus  dixit  nostro  iudicio  se  minime  credere,  usque  dum  in 
presentia  domni  imperatoris  simul  venirent.  iccirco  autem  hoc 
breve  factum  est,  ut  in  futuris  temporibus  per  possessionem  hoc 
monasterium  ipsas  curtes  minime  perdere  debeat  ^'\ 

(i)  An.  829;  R.  F.  doc.  270. 


l88  CHRONICON    FARFENSE. 

Domnus  autem  Hludovicus  imperator  augustus  huic  mona- 
sterio,  eodem  domno  abbate  Ingoaldo  petente,  dona  contulit,  per 
sua  precepta,  plurima  et  utillima  ;  nam  in  uno  constituit  precepto 
ut  ubicumque  contentio  de  rebus  huic  monasterio  pertinentibus 
exorta  fuerit,  qui  iudiciariam  potestatem  habent,  sic  illam  inqui-  5 
rant  sicut  regiam  et  imperialem  causam,  et  semper  per  meliores 
et  veracissimos,  qui  in  vicinioribus  locis  fuerint,  investigetur.  et 
ubicumque  per  bonorum  hominum  testimonium  rei  veritas  inventa 
fuerit,  neque  ulla  hoc  difficultas  impedierit,  statim  huius  mona- 
sterii  pars  recipiat  iustitiam  suam.  et  ea  tantum  differantur  que  io 
propter  conviguitatem  diffiniri  non  possunt  ^^\  et  in  alio  pre- 
cepto concessit  huic  monasterio  gualdum  unum  in  fìnibus  Rea- 
e.  66b  tinis,  Il  qui  nuncupatur  Rivus  Curvus,  cuius  termini  sunt:  a  silva 
eiusdem  giialdi  et  inde  recto  *  *  veterana  Saffoli,  deinde  ad  Col- 
lem  Altum,  ex  hinc  recto  limite  ad  Titulos,  exinde  ad  pratum  15 
Barosi,  inde  ad  actegiam,  deinde  super  serram  suptus  Rugiani, 
et  recta  linea  ad  rivum,  et  recto  itinere  ad  Trissilem,  deinde  ad 
confinium  (^).  et  in  alio  precepto  confirmavit  cellam  Sancte  Marie 
in  Apinianici.  et  curtem  Sancti  Leuci  prope  ipsam.  et  curtem 
Sanctp  Marie  Transaqque.  que  sunt  in  territorio  Marsicano  <^3).  20 
et  in  alio  precepto  constituit,  ut  si  monachi,  vel  secundum  re- 
gulam  sancti  Benedicti  offerti  Sancte  Marie,  quos  abbas  ordina- 
hter  providere  debet,  fuga  lapsi  per  episcopia  et  cetera  monasteria, 
sive  per  diversa  loca  perrexerint,  ubicumque  eos  invenerir,  tam 
ipse  quam  et  missi  sui  presentiaHter  recipiant  absque  alicuius  di-  25 
latione  vel  contrarietate.  et  qui  aliter  agere  voluerit,  in  pre- 
sentia  regah  vel  imperiali  in  rationes  adveniat  *^'*).  et  in  alio 
precepto  confirmavit  precepta  et  confirmationes  regum  Lango- 
bardorum  Ratgisi,  Haistulfi  ac  Desiderii,  et  preceptum  domni 
et  genitoris  eius  Caroli,  atque  privilegia  pontificum  sancte  Ro-  30 
mane  Ecclesie  Adriani,  Stephani  et  Paschalis,  per  que  ipsi  pon- 

14.   Lacuna  di  una  parola  nel  codice.      Anche    nel   Regesto    questo    diploma  è  ri- 
ferito con  parecchie  lacune. 

(i)  An.  8r8;  R.  F.  doc.  236.     Cf.  (2)  An.  818;  R.  F.  doc.  237. 

DucANGE,     Glossariuniy    alla     parola  (3)  An.  820;  fj.  F.  docc.  242  e  246. 

conviguitas.  (4)  An.  820;  R.  F.  doc.  244. 


CHRONICON    FARFENSE.  189 

tifices  omnes  res  in  territorio  Sabinensi,  sive  in  Romania,  huic 
monasterio  pertinentes,  nominatim  per  singula  loca  atque  voca- 
bula  confirmaverunt  (^\  insuper  et  res  quas  devoti  homines  ne 
femine  prò  salute  animarum  suarum  huic  monasterio  solenni  do- 
j  natione  contulerunt,  que  ||  ad  eos  ex  concessione  regum,  regina-  e  67  a 
rum  vel  ducum,  vel  per  affiliationem,  vel  comparationem,  vel  alium 
quemlibet  attractum  pervenerunt.  et  res  Heline  anelile  Dei. 
et  qupcumque  quilibet  homines  per  instrumenta  cartarum  huic 
monasterio  condonarunt.       et  precepit  ac  iussit,  ut  nullus  episco- 

10  pus  aut  abbas,  dux  vel  castaldius,  vel  actionarius,  vel  quislibet 
fidelium  imperii,  sive  iuniorum  aut  successorum  eorum,  abbati  vel 
agentibus  huius  monasterii  aut  monachis  sub  eo  Deo  militantibus, 
de  omnibus  rebus  huic  monasterio  pertinentibus  calumniam  fa- 
cere  aut  inquietare  uUo  unquam  tempore  presumat.       et  ut  nullus 

15  eos  de  quibuscumque  rebus  sine  pubhci  malli  compellatione  de- 
spoliare  vel  de  rebus  monasterii  invasiones  faciat.  et  si  de  qua- 
licumque  causa  contra  nos  fuerit  exorta  contentio,  non  per  viHores 
quasque  personas,  sed  per  nobihores  et  veraciores  rei  veritas  in- 
quiratur.       et  secundum  tenorem  antiquorum  preceptorum    que 

20  reges  Langobardorum  nobis  dederunt,  de  arimannis  feminis  quas 
sibi  pertinentes  huic  monasterio  in  coniugio  sociaverint,  ut  post 
transactum  annuale  spatium,  secundum  edicti  tenorem,  sic  eos 
easque  possideamus,  nobisque  proprio  nomine  vendicemus  atque 
defendamus.       et  omnia  ammalia  huius  monasterii  in  finibus  du- 

25  catus  Spoletani  per  pascua  publica  omni  tempore  pabulare  debeant 
vel  nutriri,  similiter  hominum  nostrorum  sine  omni  datico,  her- 
batico,  scatico  vel  glandatico.  et  nullam  molestiam  ncque  in 
ponte  neque  in  via  neque  in  quaHcumque  loco  patiantur.  et  Hceat 
nobis  proprias  monasterii  terras  omni  tempore  defendere,  atque 

30   animalia  nostra  ad  pabulandum  ||  mittere,  absque  cuiuslibet  persone         e.  67  b 
vel  potestatis  contrarietate  ^^\       et  in  alio  precepto  idem  domnus 
imperator  Hludovicus  confirmavit  convenientiam  Inter  episcopum 
Spoletanum  Sigualdum  et  domnum  abbatem  Ingoaldum  factam, 

7.  Nel  testo  Heleng 
(i)  An.  820;  R.  F.  doc.  248.  (2)  An.  820;  /^.  F.  docc.  242  e  246. 


190  CHRONICON    FARFENSE. 

prò  contentione  scilicet  quc  mter  eos  fuerat  super  quadam  ec- 
clesia prope  muros  civitatis  in  honore  sancti  Marci  Evangeliste 
constructa,  et  ecclesia  Domini  Salvatoris  cimi  xenodochio  ad  se 
pertinente,  sita  in  Saliano,  et  de  rebus  ac  flimiliis  earum.  dedit 
igitur  Ingoaldus  abbas  Sigualdo  episcopo  ad  partem  ecclesie  iilius  5 
curtem  unam  que  vocatur  Serule  in  integrum,  anteposita  illa 
curte  Interamne,  et  casas  in  Laureto  in  integrum.  e  contra 
dedit  vel  delegavit  Sigualdus  episcopus  Ingoaldo  abbati  ad  partem 
l\uius  monasterii  prò  causa  firmitatis  ac  pactuationis  coloniciam 
unam  in  Basiano,  et  de  Serra  particulas  quatuor,  et  de  vineis  io 
particulas  .vi.  in  finibus  Teramnensibus.  et  penam  interpositam 
auri  mancusios  quinque  milia  ^^K 

An.  801.  [In  nomine  sanct?   et  individua  Trinitatis].       Karolus  divina  ordinante 

r  i^i'^èrafòre  cll-    P^ovidentia  imperator   augustus.      comperiat  volumus    omnium  sanct?   Dei 
lomagno  in  favore    Hcclesie   nostrorumque    tam    piesentium  quam  et  futurorum   soUertia,  idest    IS 

del  monastero.  ^  ^  i  r.    j^  -i  ì  j 

notum  fieri  volumns  omnibus  fidelibus  sancì?  Dei  Ijcclesi?,  quia  quidam 
venerabilis  Ingoaldus  abbas  ex  monasterio  sanct?  Dei  genitricis  semperque 
virginìs  Mari?,  quod  in  Hitalia  situm  est,  in  loco  qui  dicitur  Acutianus,  ad 
nostram  veniens  pr^sentìam,  ostendit  nobis  pr?cepta  regum  Langobardorum 
Haistulphi  ac  Desiderii,  in  quibus  continebatur  quomodo  ipsi  et  antecessores  20 
e.  68  A  eorum  pr?dìctum   monasterium,||  propter   divinum    amorem    et   reverentiam 

sanct?  Dei  genitricis  semperque  virginis  Mari?,  semper  sub  sua  tuitione  ac 
defensione  tenuissent.       ob  firmitatem  tamen  rei,  postulavit  pr?dictus  venera- 
bilis abbas  ut  eorundem  regum  pr?ceptiones  nostra  auctoritate  confirmaremus, 
et  immunitatis  pr?ceptum  monasterio   suo  dare  iuberemus.       cuìus  petitioni    25 
pmpter  amorem  Dei  et   reverentiam  atque  honorem    sanctissim?    genitricis 
iilius  libenter  acquievimus,  et  sicut  postulavit  ita  in  omnibus    concedendum 
atque  confirmandum  decrevimus.      quapropter  pr?cipientes  iubemus,  ut  nullus 
fidelium  nostrorum  vel  missi  discurrentes,  aut  quilibet  ex  iudiciaria  potestate, 
in  ?cclesias  vel  cellulas,  aut  loca,  villas,  curtes,  vel  agros,  campos,  seu  reli-    3^ 
quas  possessiones  memorati  venerabilis    monasterii,  quas  olim  vel  moderno 
tempore,  tam  in  Longobardia  quam  in  Romania  sive  in  Tuscia  et  in  ducatu 
Spoletano,  seu  in  quibuslibet  aliis  locis,  possedit,  vel  nunc  in  presenti  possidet, 
vel  quas^deinceps  ex  quorumlibet  datione  fidelium  acquisierit  ac  possederit, 
ad  causas    audiendas  vel   freda  seu  tributa  undecumque  exigenda,  aut  man-    ^^ 
siones  vel  paratas  facieiidas,  vel  fideiussores  tollendos,  aut  homines  eiusdem 

i^.  Le  parole  chiuse  ir  ci  parentesi  quadrate  mancano  nel  testo  del  Cbronicon  e  sono 
supplite  togliendole  dal  Regesto,         19.  regum  manca  nel  testo, 

(l)  An.   820;  R.  F.  doc.   247. 


CHRONICON    FARFENSE.  191 


monasterii  tam  ingenuos  quam  servos,   libellarios,  aldiones  et  aldianas,  seu 
cl^ricos  vel  cartulatos  aut  offertos,  super  terram  ipsìus  monasterii  comma- 
nentes  distringendos,  vel  ad  publicas  excubias  compellendos,  aut  ullas  reddi- 
bitiones  II  vel  quaslibct  occasiones  requirendas,  nostris  vel  futuris  temporibus         e.  68  b 
j    ingredi  audeat,  vel   ea   qu?    supra  memorata  sunt  p^nìtus  facere    pr?sumat. 
confìrmamus    etiam    eidem  monasterio    omnes   res   qu?    pertinent  de   curte 
Sancti  Gethulii,  seu  de  curte    Sancti    Benedicti,  et  curtem   Sanct?  Mari?  in 
Turano,  qu?  sunt  in   comitatu  Sabinensi,   cum  omnibus  illarum  pertinentiis 
vel  subiacentiis.       et  in  comitatu    Reatino    curtem    Sancti   Angeli.        et  in 
IO    ducatu  Spoletano  monasterium  Sancti  Marci  suptus  muros  civitatis  Spoletan?. 
[nec  non]  et  in  castro  Viterbense  infra  ipsum  castrum  cellam  Sanct?  Mari?, 
seu  et  cellam  Sanct?  Mari?  de  Minione   cum   ipso   monte   Gosberti,  et  cum 
ipso  gualdo,  seu  et  Ripa   Albella,  et   cum  ipso  portu  de  mari,  cum   servis 
vel  ancillis,  cum  aldiis  vel  aldiabus,  et  cum  omnibus  illarum  pertinentiis  vel 
Ij    subiacentiis.       et  liceat  quiete   memorato  venerabili  abbati   et  successoribus 
eius  res  et  possessiones  pr?dicti  monasterii,   sub  immunitatis   nostr?  defen- 
sione  et  quieto  ordine  possidere.      si  quis  vero  ausu  temerario  contra  hanc 
nostr?  auctoritatis  iussionem  venire  pr?sumpserit,  et   eorum   qu?  fieri  prohi- 
buimus  contra   pr?dictum  venerabile  monasterium   facere   temptaverit,    sciat 
20    se  compositurum  auri  obrizi  libras  .dc.  summa  ad  parteni  pr?fati  monasterii 
esse  multandum.       quicquid  vero  de  pr?dictis  monasterii  possessionibus  fiscus 
noster  sperare  poterat,  totum  nos  prò  ?terna  remuneratione  adipiscenda  mo- 
nasterio concedimus,  ut  in  alimonia  pauperum  et  stipendia  monachorum  ibidem 
Deo  famulantium  nostris  futurisque  temporibus  semper  proficiat  in  augmentis. 
25    quatenus  memoratos  servos  ||  Dei,  qui  ibidem  Deo  famulantur,    prò  nobis  et  e.  69  a 

coniuge  proleque  nostra,  ac  prò  stabilitate  totius  imperii  a  Deo  nobis  com- 
missi,  iugiter  Domini  misericordiam  exorare  delectet.  et  ut  h?c  auctoritas 
firmior  habeatur  ac  per  futura  tempora  melius  conservetur,  manu  propria 
eidem  subscribere,  et  de  anulo  nostro  supter  eam  iussimus  sigillar! (0.  signum 
^0  domni  Karoli  serenissimi  imperatoris.  Inquirinus  notarius  ad  vicem  Liuut- 
guardi  archicancellarii  recognovit.  data  .1111.  kalendas  martii,  anno  Christo 
propitio  imperii  domni  Karoli  perpetui  augusti  anno  unctionis  su?  primo, 
indictione  .xiiii.      actuni  Aquis  palatio,  in  Dei  nomine,  feliciter.      amen  (2). 

(i)  Effigie   dell'imperatore    Carlo-  «  nali  Benedettini  il  documento  273  da 

magno.  «  noi  pubblicato  nel  secondo  volume 

(2)  R.  F.  doc.  273.     Circa  la  data  «di  quest'opera,  ma  stretto  dalle  con- 

e  l'autenticità  di   questo   documento  «traddizioni  delle  note  cronologiche, 

vedasi  la   nota   intorno    ad   esso   nel  «lo  attribuì  all'anno  881.     Il  Mura- 

Regeslo.    Mi  pare  utile  riferire  qui  in  «  tori   nel  Chronicon  Farfense  fece  il 

parte  anche  un'ahra  nota  del  Regesto  «  medesimo.     Noi  abbiam  detto  a  suo 

che   ha   relazione   con   questo    docu-  «luogo    (Regesto^   II,   225)  per   quali 

mento:  «Ci  pare  di  dover  ricordare  «ragioni  e  con  quali  riserve  c'indu- 

«  che  il  Mabillon  pubblicò  negli  yi«-  «  cevamo   ad  assegnar  l'anno   801  a 


192 


CHRONICON    FARFENSE 


Cum  vero  hoc  prpceptum  ostenderetur  domuo  Hludovico  au- 
gusto filio  suprascripti  Caroli  imperatoris,  petente  donino  et  vene- 
rabili abbate  Ingoaldo,  secundum  omnia  quo  in  ipso  comprehensa 
sunt  prpcepto,  et  ipse  confirmavit,  ac  in  omnibus  corroboravit  in 
hoc  monasterio,  anno  imperii  sui  .vii. 

Ali.      829.  .  T-v       •  1 

Ludovico  Pio  e  ^^^  nomine  domini  Dei  salvatoris  nostri  Ihcsu  Cliristi].       Hludovicus  et 

Lotario  imperatori    Hlotliarius   divina    Ordinante    providentia   imperatores    aucfusti.       cum    locis 

concedono  al  nio-  *  io 

nastero  di  Farfa  il    divino  cultui  mancipatis    largitionis  nostr?   munere  quippiam  conferimus,  id 

monastero  di  San- 
to Stefano. 

6,  Le  parole  chiuse  tra  parentesi  quadrate  mancano  nel  Chronicon  e  sono  supplite 

togliendole  dal  Regesto. 


«  quel  documento  e  come  inclinavamo 
«  a  non  crederlo  tutto  genuino  e  nep- 
«  pur  tutto  spurio,  ma  sì  piuttosto  il  ri- 
«  facimento  dì  un  antico  e  guasto  ori- 
«  ginale.  Ora  qui  ci  è  mestieri  di- 
«  scutere  una  ipotesi  immaginata  dal 
«  Mabillon  a  proposito  di  questo  do- 
te cumento,  la  quale  riguarda  la  cro- 
ce nologia  farfense  di  questi  tempi. 
«  Data  la  perfetta  genuinità  del  docu- 
cf  mento,  l'insigne  annalista  benedet- 
«  tino  stima  a  gran  ragione  impossibile 
«  di  ammettere  in  un  documento  di 
«  Carlomagnola  menzione  dell'abbate 
«  Ingoaldo  eletto  senza  alcun  dubbio 
«  a  reggere  il  monastero  dopo  la  morte 
«  del  grande  imperatore.  Perciò  tro- 
«  vando  per  caso  le  note  cronologi- 
e  che  rispondenti  al  febbraio  881,  il 
«  Mabillon  senz'altro  attribuisce  il  do- 
«  cumento  a  Carlo  il  Grosso.  A  scio- 
(f  gliere  poi  la  difficoltà  che  derive- 
«  rebbe  dalla  menzione  dell'  abbate 
«  Ingoaldo  (f  830?),  egli  afferma  come 
«  ipotesi  certa  la  esistenza  di  un  abbate 
«  Ingoaldo  II  rimasto  ignoto  a  Gre- 
ce gorio  di  Catino  e  non  menzionato 
«  mai  in  nessuna  memoria  di  Farfa. 
«  Al  Muratori  nel  riferir  questa  ipotesi 
((  non  fallì  l' acume  usato,  e  la  disse 
«  accettabile,  se  non  fosse  che  la  ren- 
«  deva  dubbia  la  successione  degli 
«  abbati  già  così  frequente  in  quegli 
«anni.  Il  documento  328,  colla  sua 
«  data  del  decembre  880,  avvalora  il 


«  dubbio  del  Muratori  e  lo  tramuta  in 
«  certezza.  Per  ammettere  la  ipotesi 
«  del  Mabillon,  bisognerebbe  supporre 
«  che  tra  il  decembre  880  e  il  febbraio 
«881  fosse  morto  Anselmo,  e  il  mi- 
«  sterioso  Ingoaldo  II  fosse  stato  eletto 
«  a  succedergli  e  avesse  avuto  tempo 
«  di  mandare  ad  Aquisgrana  e  di  ot- 
«  tenere  un  privilegio  da  Carlo  il 
«  Grosso  senza  che  ne  rimanesse  me- 
«  moria  alcuna  nel  monastero.  Ciò 
«  anche  indurrebbe  contraddizione 
«  nella  data,  perchè  a  quel  tempo  Carlo 
«  il  Grosso  non  era  in  Aquisgrana, 
«  onde  il  Muratori  {Annali  ad  a.  S81) 
«  accenna  alla  possibilità  che  l'^'Aquìs" 
«  della  data  indichi  un  qualche  luogo 
«d'Italia  ch'egli  però  non  precisa. 
«  Ma  la  indicazione  del  palazzo  "  da- 
«  tum  Aquis  palatio  "  ci  fa  sicuri  che 
«  il  documento  vuol  menzionare  Aqui- 
«  sgrana.  Così  l'ipotesi  ci  sembra 
«  distrutta,  e  la  cronologia  degli  abbati 
«  ci  par  che  debba  restare  come  ci  fu 
«  tramandata  da  Gregorio  di  Catino. 
«  Il  quale,  uscito  oramai  dai  tempi 
«  leggendari  del  monastero,  andrà  tal- 
«  volta  errato  nei  computi  mentre  vuol 
«  fissare  qualche  data  precisa,  ma  per 
«  la  esperienza  grande  dei  documenti 
«  farfensi  e  per  gli  aiuti  che  gli  for- 
«  niva  la  biblioteca  di  Farfa.  non  po- 
«  teva  facilmente  ignorar  l' esistenza 
«  di  un  abbate  vissuto  soli  due  secoli 
«  prima  di  lui».     A'.  F.  doc.  328. 


CHRONICON    FARFENSE.  193 

nobis  ad  stabilitatem  imperii  nostri  et  ad  §tern?  vit?  premium  capessendum 
profuturum  liquido  credimus.  proinde  notum  esse  volumus  omnium  fide- 
lium  nostrorum  pr^sentium  scilicet  et  futurorum  sagacitati,  quia  nos  superno 
amore  accensi,  prò  remedio  anim?  nostra  concedimus  quoddam  raonasteriolum 
J    quod  est  situm   in  finibus  Teatin?  sive  Vocitan?,  in   loco  cuius   vocabulum 

est  Lucana,  ||  quod  est  constructum  in  honore  sancti  Stephani  protomartyris,  e  69  b 

sub  omni  integritate  ad  monasterium  nostrum  Sanct^  Mari?  semper  virginis, 
quod  est  situm  in  pago  Sabinensi,  ubi  presenti  tempore  Ingoaldus  abbas 
pr^esse  dinoscitur.       memoratum  vero    monasteriolum,    sicut  supra   dictum 

IO  est,  cum  omni  integritate,  cum  ^cclesiis,  cellulis,  territoriis,  ^dificiis,  fami- 
liis  iuste  pertinentibus,  casis,  massariciis,  aldiariciis,  bovulcariis,  vaccariciis, 
alpibus,  gais,  molendinis,  aquis  decursibus,  pascuis,  paludibus  vel  quicquid 
presenti  tempore  [ad  pr^dictum  monasterium]  iuste  et  legaliter  pertinere  dino- 
scitur, et  nostri   iuris  atque  possessionis  iure   proprietatis   est,  totum  et  ad 

ic  integritatem  vel  inexquisitum,  pr^dicto  monasterio  nostro  Sanct?  Mari?  tra- 
dimus,  et  de  nostro  iure  in  ius  et  dominationem  illius  transferimus.  ita 
videlicet,  ut  quicquid  rectores  et  ministri  s?pe  dicti  monasterii  Sanct?  Mari? 
semper  virginis  de  s?pe  dicto  monasterio  Sancti  Stephani,  secundum  aucto- 
ritatem  canonicam  atque  regularem,  facere,  ordinare  atque  disponere  volue- 

20  rint,  libero  in  omnibus  potiantur  arbitrio  faciendi  quicquid  elegerint.  et  ut 
h?c  auctoritas  largitionis  nostr?  firmior  habeatur  et  per  futura  tempora  melius 
conservetur,  manibus  propriis  supter  firmavimus,  et  anuli  nostri  impressione 
assignari  iussimus.  signum  Hludovici  serenissimi  imperatoris.  signum 
Hlotharii  gloriosissimi  imperatoris  (0.       Durandus  diaconus  ad  vicem  Fridugisi 

25  recognovit.  datum  .x.  kalendas  iulii,  anno,  [Christo  propitio,]  .xvi.  imperii 
domni  Hludovici  serenissimi  imperatoris,  et  Hlotharii  .vii.,  indictione  .vii. 
actum  Aquisgrani  palatio  regio.       in  Dei  nomine,  feliciter.      amen  (2), 

Libet  autem  ut  hic  quoque  curtes  prefati  monasterii  Sancti  Ste-        e.  70  a 
phanì   inseramus,   sicut  in  diversis  scriptas   reperimus  autenticis 

30  membranis.  castellum  de  Attissa  cum  ecclesia  Sancte  Marie,  et 
cum  ipsis  mansionibus  ibi  edificatis,  et  cum  ecclesia  Sancti  Gri- 
sochoni.  ecclesia  Sancte  Marie  in  Basilice;  et  Sancti  Panchratii. 
ecclesia  Sancti  Martini  in  Valle;  et  Sancti  Stephani  in  Raone  que 
est  iuxta  mare;    et  Sancti   Germani;  et  Sancti   Viti;  et    Sancti 

S^  lohannis  in  foce  de  fluvio  Sangro;  ecclesia  Sancti  Petri  ibidem, 
ecclesia  Sancti  Petri  in  Eleroso  ;  et  Sancti  Marci  in  Guilmo.      ec- 

13.  ad  pr.  raon.]  Nel  testo  del  Chronicon  ei 

(i)  Effigie  degli   imperatori   Ludovico  e  Lotario. 
(2)  R.  F.  doc.271. 

Chron.  Farf.  I.  13 


194  CHRONICON    FARFENSE. 


70  B 


desia  Sancti  Pauli  super  fluvium  Sevellam;  et  Sancii  Martini 
iuxta  idipsum  flumen  ;  et  Sanctc  Marie  ibidem,  ecclesia  Sancti  Na- 
zarii  in  Ardano;  et  Sanctc  Marie  in  Carapelle.  ecclesia  Sancti  Pe- 
tri  in  Planici;  et  Sancti  Heleutherii  in  Luccio;  et  Sancti  Sossii. 
ecclesia  Sancti  Andrec  in  Materno;  Sancti  Petri  in  Buci;  et  5 
eiusdem  iuxta  civitatem  Hortanam  ;  et  inibi  ecclesia  Sanctc  Marie. 
ecclesia  Sancte  Marie  in  Caldaric;  et  Sancti  Laurentii  in  Corule. 
ecclesia  Sancte  Cecilie  in  Millanico;  et  Sancti  Damiani  ad  Aream 
ubi  dicitur  ad  Crucem;  et  Sanctc  Agathes  ibidem;  atque  Sancti  lo- 
hannis.  ecclesia  Sancti  Angeli  in  Balneario  ;  et  Sancti  Marci  io 
suptus  castellum  de  Atissa,  et  Sanctc  Marie  in  Caparassa.  eccle- 
sia Sancte  Marie  iuxta  fluvium  Avertinum.  ecclesia  Sancte  Ma- 
ri^ in  Rota;  Sancti  Mauri  in  monte  Pallano;  et  Sancti  Co- 
mitii.  et  in  Monticlo  ecclesia  Sancti  Donati;  et  Sancte  Marie, 
et  in  Graminata  ecclesia  Sancte  Columbc.  in  monte  Granario  15 
ecclesie  II  tres.  ecclesia  Sancti  Boni;  Sancti  Angeli  in  Salabento. 
ecclesia  Sancti  Martini  in  castello  Equo;  Sancti  Petri  in  fluvio 
Viride.  Inter  fluvium  Sangrum  et  Ocenum  curtem  de  Res;  cur- 
tem  Sestrinum;  curtem  Serrani;  et  lannacem;  et  curtem  PoUotri; 
curtem  de  Monticello  ;  curtem  de  monte  Sancti  Silvestri  cum  ipsa  20 
ecclesia,  ecclesia  Sancte  Marie  in  Valle;  Sancti  Felicis  ;  Sancti  Pe- 
tri; Sancti  Martini  in  Tresto;  Sancti  Andrec;  Sancti  Petri  in 
Verolaso;  Sancti  Xisti  ;  Sancti  Silvestri;  Sancti  Mercurii;  San- 
cti Petri  in  Oliveto;  Sancti  Angeli  in  Aquaviva;  Sancte  Marie; 
Sancte  Marie  in  Aventino;  Sancti  Petri  in  Bangiara;  Sancte  Ma-  25 
rie;  Sancti  lohannis  in  Bellari;  Sancte  Tede;  Sancte  Marie  in 
Aqua  Sonula;  Sancti  Gregorii;  Sancte  Marie  in  Cese;  Sanctc  Cru- 
cis super  Romam. 

Preterea  Hlotharius  serenissimus  augustus  domni  imperatoris 
Hludovici  filius,  postulatus  a  domno  Ingoaldo  abbate,  per  suum  30 
imperiale  preceptum  confirmavit  quandam  auctoritatem  a  domno 
Eugenio  summo  pontifice  huic  monasterio  sibique  ac  suis  succes- 
roribus  emissam,  de  duabus  massis  iuris  monasterii  Sancte  Bi- 
bianc,  positis  infra  urbem  Romam,  vel  quc  ad  easdem  massas  per- 

6.  Nel  testo  Hortonam         i8.  Res]  Cosi  nel  testo.         54.  Nel  testo  positi 


CHRONICON    FARFENSE.  195 

tinere  noscuntnr,  quarum  una  Pompeiana  et  alia  Balagai  nuncu- 
patur.  quas  etiam  massas  multo  tempore  a  predecessoribus  sci- 
licet  pontificibus  sancte  Romane  Sedis  prefato  monasterio  eiusque 
rectoribus  sub  ||  statuta  annuali  pensione  fuisse  perpetualiter  con-  e.  71  a 
5  cessas,  quousque  statute  pensionis  quantitatem  ipsius  monasterii 
rectores  ad  partem  iam  dicti  monasterii  Sancte  Bibiane  solvere 
non  negligerent.  et  statuit  idem  imperator  atque  decrevit,  ut 
memorate  masse,  sicuti  ab  eodem  pontifice  buie  monasterio  pr^- 
fatoque  Ingoaldo  abbati  suisque  successoribus  per  scripturam  fue- 

10  runt  sub  statuta  pensione  confirmate,  ita  permaneant  ad  ius  huius 
monasterii  cum  omni  integritate  perpetualiter  confirmate  ^'^. 

Quidam  autem  Aquilinus  filius  Autarii,  et  Palumbus  Saxuli, 
et  Martinus  Offilonis,  habitatores  Caprarice,  et  Pergo  filius  Ge- 
zuli,  et  Faustinus  Arecausi,  et  Buciolus  Taxoli,  et  Valerius  Gran- 

15  dolfi,  et  Bello  Baroncioli,  et  Teuto  Valentionis,  et  Fusculus  Pauli, 
habitatores  Pinguis,  et  Bonipertus  filius  Bonuli,  et  Mansiolus  Ar- 
borioli,  et  Cauculus  Amuli,  et  Lupo  Antionis,  et  Leonianus  Ve- 
spuli,  et  Sinderadus  Vespuli,  omnes  hi  bona  et  spontanea  volun- 
tate  promiserunt  domno  Ingoaldo  abbati  quod  usque  in  annos  .x. 

20  residerent  in  casis  nostris,  et  substantia  quantum  ad  curtem  nostram 
pertinet  Interocrinam,  quam  Hildericus  in  hoc  monasterio  dele- 
gavit.  et  in  tempore  sementis  in  ipsa  curte  laborarent  nobis 
ebdomada  una,  et  alia  sibi.  et  in  magise  similiter.  et  in  messe 
similiter.       et  post  ipsum  laborem   facerent   nobis  ebdomadam 

25  unam,  et  sibi  duas.  et  ipsi  de  Caprarice  darent  nobis  in  ipsa 
curte  annualiter  vini  decimatas  .xv.  et  de  Pingui  vini  deci- 
matas  octoginta.       et  de  Interocro  decimatas  .xv.  ^^\ 

Superius  autem   retulimus  domnum  Ingoaldum  abbatem  per        e.  71  b 
privilegium  pontificale  a  Stephano  papa  IIII,  qui  sedit  mensibus  .vii., 

^0  omnium  honorum  huius  monasterii  confirmationem  suscepisse,  et 
cum  eo  ut  prò  hoc  annualem  daret  pensionem  convenisse,  cuius 
causa  convenientie  ista  extitit.  denique  cum  plura  incommo- 
ditatis  damna  hoc  monasterium  in  suis   utilitatibus  pateretur,  et 


(i)  An.  825;  R.  F.  doc.  264. 

(2)  Di  queste  concessioni  si  trova  notizia  nel  Largitone,  e.  iii  a. 


1^6  CHRONICON    FARFENSE. 

tani  per  furta  quam  per  alias  diversas  iniquas  operatioiies  a  rei- 
publice  actionariis,  et  ab  hominibus  nefariis  multa  ei  mala  inge- 
rerentur,  et  ob  hoc  interpellatio  a  rectoribus  huius  monasteri! 
Sedis  Apostolico  pontifìcibus  fieret  frequentius,  tandem  suasus 
domnus  Ingoaldus  danda  de  pensione  improvise  prcbuit  assen-  5 
sum,  iccirco  videlicet  ut  pontificis  adminiculum  pensionis  occa- 
sione in  ceteris  huius  monasteri!  negotiis  magis  videretur  ha  bere, 
at  vero  cum  pontifìces  succedentes  diversis  super  ingruentibus  ne- 
gotiis preoccupati  forent,  et  in  nostris  decidendis  causis  suum  ac- 
commodare  auditum  non  valerent,  pensioneni  quidem  exigere  io 
volentes,  sed  plenarias  iustitias  nequaquam  huic  monasterio  exer- 
cere  iubentes,  sicut  ante  constituerant  venerandi  pontifìces,  Paulus 
videlicet  et  Adrianus,  magisque  detrimenta  quam  augmenta  erga 
huius  monasteri!  bona  inferentes,  predictus  domnus  Ingoaldus  Hlo- 
tharii  auribus  imperatoris  damna  a  reipublice  Romane  actionariis  1 5 
e.  72  A  Ecclesie  huic  monasterio  illata  indicavit,  et  de  pensione  ||  quam 
dare  cogebatur,  sicut  inique  fuerat  suasus,  intimavit.  sed  et 
cum  auribus  domni  Hludovici  serenissimi  imperatoris,  genitoris 
utique  pr^fati  Hlotharii,  hec  plurimeque  alie  illate  fuissent  que- 
rele, misericordie  pulsatus  clementia,  sacre  institutionis  edidit  con-  20 
stitutionem  precipuam,  per  quam  Dei  ecclesiis  illata  destrueretur 
malitia.  cuius  hic  sacratissimos  apices  curavimus  diligenter  in- 
serere. 

An.  824.  In  nomine  Domini. 

Ludovico  Pio  e 

Lotario  imperatori  Ludovicus  divina  Ordinante  provldcntia  Impcrator  augustus.      si,  pr^ve-    25 

confermando  i  pri-        .  •        t-n    •  •  rr  i-    •  i  m 

viiegi  dei  re  lon-    niente  gratia    Dei,  nostr?  devotionis    affectum  divinis    hominibus   satagimus 

gobardi  e  degli  im-  ,  ..  ,  .,.,  rx  •      i       •  tn    •     r  i- 

paratori  Carlo  e  aptarc  ODsequiis,  et  venerabiliDus  Deoque  sacratis  locis  atque  Dei  famulis 
ra"o°irmonastem  ^upem?  maiestati  famulantibus  imperiali  munificentia  opem  et  solacium  no- 
esser  posto  sotto    gtre  defensionis  impendimus,  si  denique  preiudiciis  variis  atque  calamitatibus 

la  difesa  e  immu-  '  r  »  n         r   t  n 

nità  imperiale,  e  i   oppressìs  patulum  ac  bcnignum  accomodamus  auditum,  his   exercitiis  piisque    5^ 

pontefici  non  aver  ..  . 

diritto   d'imporre    studiis  credimus   supemuiìi    ubique  auxilium   promereri,  et  prosperis  pollare 

ad  esso   tributi,  o  . 

sottrarne  beni,  o    succcssibus,  atque  in  bcUis  glofiosis  gaudcre  triumphis.       sed   et  post  teni- 

diminuirne    la    li-  ,.      .    ^  ,         .  ..        .  ,  /-  i.    . 

berta.  poralis  intulas  impern,   siderea   feliciter   consequi    regna.       quapropter    cum 

plurimarum   ?cclesiarum  venerabiliumque   custodes   locorum   diversorumque 
hominum  de  finibus  Hitaliae  multiplex  querela  nostrum    pulsasset   auditum,    55 
eorum  lacrimosis  vocibus,  pietate   cogente,  moti,   carissimum    atque   dukis- 
simum  filium  nostrum  Hlotharium  augustum  direximus  prò  munimine  atque 


CHRONICON   FARFENSE.  197 

defensione  sacrorum  venerabiliumque  ||  locorum  et  prò  iustitiis  cunct?  plebis  e.  72  b 

qu?  molestis  querelis  nostras,  ut  diximus,  incessantcr  pulsaverant  aures. 

Igìtur  ego  Hlotharius  augustus  patern?  concordans  voluntati  et  optem- 
perans  iussis,  cum,  protegente  Deo,  quieta  prosperitate  ad  limina  beati  Petri 
j  principis  apostolorum,  orationis  atque  exaltationis  eiusdem  sanct?  Dei  Ec- 
clesia gratia,  venissemus,  inter  reliquos  qui,  ut  diximus,  plurimas  proclama- 
bant  qu^relas,  venit  Ingoaldus  venerabilis  abbas  monasterii  beat?  et  gloriosa 
semper  virginis  Mari?  constituti  in  finibus  Sabinensibus,  asserens  suum  mo- 
nasterium,  ablata  pristina  libertate,  sub  tributo  ac  pensione  a  Romanis  pon- 

10  tifìcibus  constricium,  multasque  possessiones  eidem  monasterio  violenter 
ablatas.  unde  sciscitantes  studiose  interrogavimus,  qua  ratione  aut  perditas 
res  acquirere  aut  pr?dict?  potestatis  dominium  speraret  evadere.  qui  ilico 
nostris  optulit  aspectibus  antiqua  Langobardorum  regum  pr?cepta  continentia 
quemadmodum  ipsum  sanctum  locum  regali  auctoritate  sub  sua    defensione 

I  j  atque  immunitate  omni  tempore  perseverare  statuerunt.  precipue  itaque 
ostendit  et  pr^ceptum  confirmationis  pi?  memori?  domni  avi  nostri  Karoli 
serenissimi  augusti.  pr?ceptum  quoque  domni  et  genitoris  nostri  Hludovici 
invictissimi  imperatoris,  qu?  eidem  monasterio  beneficii  et  puritatis  munus, 
prò  mercedis   su?   augmento,  emiserunt.       in   quibus   continebatur   qualiter 

20    pr?dictum   monasterium  sub   su?   defensionls    privilegio    cunctis    diebus  per- 
manere decre||verunt,  sicut  cetera  monasteria  qu?  in  regno  ac  finibus  Fran-  e.  75  a 
corum  consistunt.       scilicet  ut  nulli  unquam  pontificum,  episcoporum,  ducum 
vel    cuicumque  principum    liceat  sepe  dictum    monasterium  sub   tributo  aut 
quacumque  pensione  ponere,  aut  de  eo  aliquid  auferre,  vel  de  rebus  eidem 

25  loco  subditis  quicquam  minuere.  quibus  inspectis,  iustum  et  rationabile 
nobìs  nostrisque  optimatibus,  atque  etiam  Romanis  primatibus,  visum  est,  ut 
et  priorum  regum  scripta  et  maxime  domni  Karoli  atque  genitoris  nostri 
domni  Hludovici  augustorum  pr?cepta,  perpetua  stabilitate  firmissimum  ro- 
borem  optìneant.      res   quoque    eidem    monasterio   violenter  ablatas,   omni 

30  excusatione  postposita,  iussimus  reddere.  unde  placuit  nobis,  genitori  atque 
genito,  utrisque  pr?dictis  principibus,  concordi  atque  communi  voluntate,  Ut 
iam  dictus  almus  locus  sub  nostra  successorumque  nostrorum  defensione 
atque  immunitate  perpetuis  perseveret  temporibus,  atque,  ad  petitionem  pr?- 
dicti  Ingoaldi  venerandi   eiusdem    monasterii  abbatis,   ipsas    aliasque    res  in 

^^  finibus  Sabinensibus  vel  ubicumque  sitas  eidem  monasterio  iuste  pertinentes, 
inconcussa  stabilitate  ibidem  pr?senti  pr?ceptione,  nostris  futurisque  tempo- 
ribus, sine  cuiusquam  violenta  inquietudine,  firmas  semper  constituimus 
permanere  (i). 

(i) /?.  F.  doc.  272.     Questo  diploma  astenendosi,  secondo  il  loro   sistema 

mancante  di  note  cronologiche  fu  at-  di  pubblicazione,  dal  discuterne  l'au- 

tribuito  dal  Muratori  all'anno  824;  tenticità,  credettero  di  assegnarlo  du- 

gli  editori  del  Regesto  di  Farfa,  pure  bitativamente  tra  la  fine  dell'  829  e  il 


198  CHRONICON    FARFENSE 

An.  830?  842?  Tertius  decimus  nempe  huic  monasterio  in  regimine  sancto 
prcfiiit  abbas  Sichardus  ('\  longe  lateque  exemplum  boni  certa- 
minis  cunctis  per  omnia  ostendens.  nam  oratorium  hoc,  quod 
cernimus  in  honorem  Domini  Salvatoris  adiunctum  huic  ecclesie 
Sancte  Marie,  ipse  construxit  cum  cripta  deorsum,  ubi  corpora  5 
sanctorum  Valentini  et  Hihirii  martyrum  de  Tuscic  partibus 
translata,  cum  corpore  sancti  Alexandri,  sancte  Fehcitatis  fiHi,  quod 
de  Roma  adduxerat,  concedente  Gregorio  quarto  Sedis  Apostolicc 
presule,  honorifice  sepelivit.  multa  quoque  bona  huic  loco  acqui- 
sivit,  scilicet  terras  et  ornamenta  diversa  ecclesiastica,  ita  ut  pene  io 
nullus  suorum  predecessorum  illum  in  hoc  supergrederetur.  nam 
annis  .xiiii.  ac  mensibus  .vi.  diebusque  .x.  huic  prefuit  congre- 
gationi.       obiit  vero  .xiiii.  kalendas  octobris^^). 

Hic  denique  venerabilis  pater  acquisivit  per  precepti  impe- 
rialis  apices  confirmationem  de  Sancti  Stephani  monasterio,  cum  15 
omni  eius  integritate,  in  finibus  Teatinis,  a  domno  Hlothario  im- 
peratore, sicut  ante  concesserat  domnus  Hludovicus  augustus  ge- 
nitor  illius  in  hoc  monasterio  ^^\  et  in  Salambona  per  concam- 
bium  acquisivit  terram  modiorum  .xxii.  et  in  Valle  Cupa, 
et  in  Valle  Matilicana,  modia  .v.  <^4).  et  in  massa  Nautona  20 
casalem  Escurianum  usque  ad  casalem  de  Amiterninis.  et  in 
massa  Interocrina  clausuram  de  Angligiano  super  Sanctum  Mar- 
c.  74  A        tinum  Cj).       et  in  fundo  Ca||stellione  terram  modiorum  .xlA^\ 

^"-  ^'1°'  [In  nomine  domìni  nostri  Ihesu  Christi  Dei  eterni].       Hlotharius  divina 

L'imperatore  Lo-  j-         ^  •  j      ^'       •  ^  ^  •    mi-  •  o  e 

tario   concede  al    ordmante  providcntia   miperator  augustus.        si  ilhus   amore,  cums   munere    -^ 
>rSo^n°ei"quaU    c^tcrls  mortalibus  prelati  sumus,  loca  divino  famulatui  consacrata  congruis 

24.  Le  parole  chiuse  fra  parentesi  quadrate  mancano  nel  testo  del  Chronicon  e  si 
suppliscono  togliendole  dal  Regesto, 

princìpio  dell' 830.     Bòhmer-Mùhlba-  Muhlbacher,  Re^esta  imperii,  I,  276. 
cher  ritengono  che  questo  diploma  sia  (i)  Effigie  dell'abbate  Sicardo. 

una  falsificazione  modellata  sui  dati  sto-  (2)  Intorno  all'abbate  Sicardo  ve- 

rici che  sì  ricavano  dal  diploma  di  Lota-  dasi  a  pp.  21-23  ^i  questo  volume. 
rio  I  dell'a.  840  che  si  leggerà  qui  ap-  (5)  An.  832;  R.  F.  doc.  277. 

presso,  ma  scagionano  l'onesto  Grego-         (4)  An.  834;  R.  F.  doc.  279. 
rio  di  Catino  da  ogni  sospetto  d'essere  (5)  An.  836;  R.  F.  doc.  280. 

l'autore  della  falsificazione.    Bòhmer-  (6)  An.  837;  R.  F.  doc.  281. 


CHRONICON   FARFENSE.  199 


munificenti?  nostr?   beneficiis  ad  divinum  cultum  huberius  exequendum  su-    confermando  iprì- 

....  .  -^         .  .,-11.  vilegi  concessi  dai 

stollimus,  digne  retnbutionis  premio  nos  a  Domino  remunerari  ndeliter  ere-    suoi  predecessori, 

1.  .    .  t  ./'li-I  T--k    .   T-      1      .  dichiara    essere    il 

dimus.      igitur  notum  esse  volumus  cunctis  ndelibus  sanct?  Dei  Ecclesi?  et   monastero  sotto  la 

nostris,  pr?sentibus  scilicet  et  futuris,  quia  vir  venerabilìs  Sichardus  Sabinensìs   dTzk)ne'tmpenaie^e' 

e    monasterii  abbas,  quod  constructum  est  in  honore  beate  Dei  genltricis  sem-    '"'™""'^  .'^f.  °g"» 

j  '     ^  1^0  altra  giurisdizione. 

perque  virgìnis  Mari?,  ostendit  serenitatis  nostre  optutibus   domni  recolende    II    monastero    è 

,        ,  .    .  confermato        nel 

memori?  genitoris  nostri  Hludovici    prestantissimi   imperatoris  auctoritatem,    possesso  di  tutti  i 

.      1  1-  ,...,.  r  suoi  beni. 

in  qua  continebatur  qualiter  postquam  nos,  divino  sibi  nutu  favente,  consortes 
fecit  imperii,  ab  eo  in  Italiam  directi  sumus,  et  a  summo  invitati  pontifice 
IO  et  universali  papa  ac  spirituali  patre  nostro  Paschali  quondam  apostolico, 
Romam  venimus.  quo  dum,  in  pr?sentia  eiusdem  domini  apostolici  ac  nostra 
procerumque  Romanorum  sive  optimatum  nostrorum  atque  multorum  utrius- 
que  partis  nobilium  virorum,  qu?stiones  accitarentur,  inter  ceteras  alterca- 
tiones,  iubente    eodem  domno    apostolico,    advocatus  suus   nomine    Sergius 

1  e    eiusdemque  sanct?  Sedis  Roman?  Ecclesi?  bibliothecarius  interpellavit  viruni 

venerabilem  Ingoaldum  abbatem  et  memorati  Sichardi  pr?decessorem,  dicens 
quod  idem  Sabinense  ||  monasterium  ad  ius  et  dominationem  Roman?  Ecclesi?  ^^  « .  3 

pertineret.  [et]  e  contra  respondit  pr?dictus  Ingoaldus  nullatenus  debere 
esse,  eo  quod  non  solum  pr?cepta  regum  Langobardorum  pr?  manibus  ha- 
20  beret  qualiter  idem  monasterium  semper  sub  tuitione  et  defensione  eorundem 
regum  Langobardorum  fuisset,  veruni  etiam  et  quod  domnus  et  avus  noster 
pi?  memori?  Carolus  pr?stantissimus  imperator  idem  monasterium  specialiter 
sub  suo  munimine  vel  successorum  suorum,  regum  videlicet  Francorum,  per 
pr?ceptum  auctoritatis  su?  constituisset,  ut  nullus  pontifex,  dux,  princeps,  aut 

2  e    quislibet  superioris  vel  inferioris  ordinis  reipublic?   procurator,  idem    mona- 

sterium sub  tributo  aut  censu  constitueret,  sed  ita  immune  et  liberum  esset 
sicuti  cetera  monasteria  infra  regna  Francorum  constituta  sunt,  idest  Luxo- 
viensium,  Lirinensium  et  Agaunensium.  interrogatum  est  etiam  a  primatibus 
utrarumque   partium,  quid    advocatus    domni   apostolici    contra  pr?cepta    et 

5  0  auctoritates  qu?  ibi  lect?  et  relect?  sunt,  dicere  voluisset,  et  in  pr?sentiarum 
nullam  auctoritatem  aut  traditionem  ostendere  potuit,  per  quam  idem  mona- 
sterium pars  pr?dict?  sanct?  Roman?  Ecclesi?  ad  ius  et  dominationem  suam 
tenere  ac  possidere  valeret.  sed  postquam  res,  in  pr?sentia  pr?dicti  domni 
apostolici  Paschalis  et  nostra,  et  optimatum  atque  procerum  utriusque  partis, 

35  examinata  et  diligenter  inquisita  esset,  et  in  propatulo  omnibus  esset  quod 
pr?dictum  monasterium  nullatenus  sub  iure  et  ||  dominatione  pr?fat?  Roman? 
Ecclesi?,  vel  sub  tributo  aut  pensione  esse  deberet;  idem  domnus  apostolicus 
non  solum  se  recognovit  nullum  dominium  in  iure  ipsius  monasterii  se  habere, 
excepta  consecratione,  sed  etiam  omnes  res  tam  in  territorio  Sabinensi  quam 

40  et  in  Romania  sitas,  quas  ex  eodem  monasterio  potestas  antecessorum  eius- 
dem Paschalis  pap?  iniuste  abstulerat  per  iussionem  ipsius,  dante  eo  map- 
pulam  suam  advocato  suo  supradicto  Sergio,  revestivit  Leonem,  qui  de  parte 


e.  75 


200  CHRONICON    FARFENSE. 

nostra  eiusdemque  monasterii  advocatus  crat.  et  ut  ipsa  redditio  perpetim 
rata  et  inviolata  permanerei,  misit  domnus  apostolicus  missum  suum  Grego- 
rium  nomine,  eiusdem  sanct?  Roman?  Ecclesia  scriniarium,  qui  res  superius 
nominatas  inspiceret,  et  misso  nostro,  Leutherio  nomine,  et  monachis  mona- 
sterii Sanct?  Mari?  Sabinensis  pr?sentialiter  redderet,  sicuti  et  factum  est.  5 
sed  cum  nos  ad  dominum  et  genitorem  nostrum  Hludovicum  augustum  re- 
versi fuissemus,  et  ita  per  ordinem,  sicut  superius  comprehensum  est,  nar- 
rassemus,  placuit  illi,  non  solum  idem  monasterium  rectoresque  eius  specialiter 
sub  sua  successorumque  suorum  tuitione  ac  defensione  constìtuere,  siculi 
in  pr?cepto  domni  et  avi  nostri  Caroli  augusti  continetur,  vel  qucmadmoJum  IO 
pr?dicta  monasteria  infra  regna  Francorum  constituta  sunl,  sed  etiam  omnes 
res  quas  presenti  tempore  pr?dictum  monasterium  infra  Hitaliam,  Tusciam  et 
Romaniam,  vel  in  ceteros  pagos  et  terriloria,  iuste  et  legaliler  atque  quiete 

e.  7$  B  tenel  vel  possidet,  tam  per  pr?cepta  et  auctoritates  regum  reginarumque,  ||  pon- 

tificum,  ducum,  quamque  et  per   traditiones,   cessiones,    commutationes,  of-    15 
fersiones  seu  collata  populi,  vel  pactuationes  legaliler  factas,  sive  per  iudicia 
evindicata,  aul  per  quelibet  instrumenta  cartarum,  nobiles  homines  ac  devot? 
femin?  eidem  contulerunt  monasterio,  nominatim  eiusdem  geniloris  nostri  pr?- 
cepto  propier  improborum  hominumfraudesetinfeslationes,  atque  inquietudines 
inserere.       sed  memoratus  venerabilis  abbas  Sichardus,  quamvis  nos  eandem    20 
geniloris  nostri  auctorilalem  suo   consensu  ac  iussione   confirmassemus,  de- 
pr^catus  est   celsitudinis  nostr?    cl^mentiam,   ut    quia   nos  divin?   maieslatis 
disposilio  successores   illius  fecit  in  imperio,  quem  et  in  vita  sua  consortem 
iam  fecerat,  eandem  auctorilalem  confìrmationis  nostr?  innovaremus,  ac  san- 
ciremus  pr^cepto.       cuius  pr^cibus  ob    Dei  ac    domini  nostri   Ihesu  Christi    2^ 
genilricis  semperque  virginis    Mari?   reverentiam  et    amorem,  vel    mercedis 
nosir?  augmenlum  acquiescenies,  liane  excellenti?  nostr?  auctorilalem  decre- 
vimus  fierique  pr?cepimus,   per    quam   et    idem   genitoris  nostri    pr?ceptum 
modis  omnibus  confirmamus,  et  quicquid  ex  lune  temporis  ad  illum  sanctum 
locum  divina  auxìi  pietas  per  religiosorum  hominum  devotionem  nominatim    3^ 
ac  singillalim,  sicut  et  in  autentico  genitoris  nostri  habetur  decreto,  inserendo 
sancimus  ac  corroboramus  propier  futuras  pravorum   hominum  infesiationes 

e.  76  A  atque  inquietudines.       idesl  fundum  Acutianum,  ||  ubi  idem  venerabile  mona- 

sterium conslructum  est,  cum  finibus  et  appendicibus  suis  in  iniegrum. 
fundum  Calistrianum,  in  quo  est  ecclesia  Sancii  Laurentii.  fundum  Pompeia-  jS 
num.  fundum  Pinianum.  fundum  Cervinariam.  fundum  Arìanum,  in  quo 
est  ecclesia  Sancii  Paterniani.  fundum  Arturianum.  fundum  Ordeolum. 
fundum  Muiell?,  in  quo  est  ecclesia  Sancii  Angeli.  fundum  Urbanam,  qui  et 
vicus  Sagi  vocalur,  in  quo  est  ecclesia  Sancii  Viti,  cum  pralis,  silvis  et  aquimolis, 
vel  omnibus  ad  eum  in  iniegrum  perlinentibus.  ex  fundo  Adriano  uncias  4^ 
ires,  in  quo  est  ecclesia  Sancii  Valentini.  fundum  Medianam.  fundum 
Casalamantis.       ex  fundo  Arcuniano    unciam    unam.       ex  fundo  Aterniuno 


CHRONICON    FARFENSE.  201 


uncias  sex.  ex  fundo  Silvaniano  uncias  sex.  ex  fundo  Anelano  uncias 
novem,  ubi  est  ecclesia  Sancii  Felicis.  fundum  Agellum,  fundum  Cici- 
lianum,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Donati.  fundum  Patrinionem,  fundum 
Gignianum.  ex  fundo  Scandiliano  uncias  quatuor.  fundum  Criptulas. 
5  fundum  Marcellianelium  prò  unciis  quatuor.  fundum  Apicianum,  qui  et 
Longitia,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Gordiani.  fundum  Scaplianum.  fun- 
dum Testam.  fundum  Paternionem.  fundum  Centum.  fundum  Ali- 
nianum.  fundum  Turris,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Laurentii.  ex  fundo 
Pendigiano  uncias  duas.      fundum  Cesarianum.      fundum  Pulgianum.      fun- 

10  dum  Ventilianum.  fundum  Fornicatam  cum  traiecto  suo,  seu  gualdum  in 
integrum,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Gethuiìi  et  Sancti  Benedicti,  cum  om- 
nibus eis  generallter  in  integrum  pertinentibus.  fundum  Germanicianum 
in  integrum,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Petri,  ||      fundum    Musileum.       fundum  e.  76  r 

Cassianum.       ex  fundo  Staberiano  uncias  sex.      fundum    Cassulam,       fun- 

15  dum  Laccanianum.  fundum  Medianam.  fundum  Marcilianum.  fundum 
Monacianum.  fundum  Fisianum.  fundum  Canianum.  fundum  Luni- 
rianum,  fundum  Balburianum,  ex  fundo  Classicella  uncias  tres,  ubi  est 
ecclesia  Sancti  Petri.  ex  fundo  Fuliniano  uncias  sex.  ex  fundo  Rigiano 
uncias  sex.      ex  fundo  Pontianello   uncias   sex.      fundum   Perticami^.       ex 

20  fundo  Aurificis  uncias  sex.  fundum  Pacilianum.  ex  fundo  Cassiano  un- 
cias sex,  in  quo  est  ecclesia  Sanct?  lust?.  fundum  Mallianum,  in  quo  est 
ecclesia  Sanct?  Eugeni?.  ex  fundo  Figniano  uncias  sex.  ex  fundo  Cister- 
nul?  uncias  octo.  ex  fundo  Occiano  uncias  septem  et  semis.  ex  fundo 
Arunciano    uncias  sex.       fundum    Olivulam.       fundum    Pontianellum.      ex 

25  fundo  Bussuli  uncias  novem  et  scripulos  tres.  item  exinde  unciam  unam, 
ex  fundo  Macerul?  uncias  sex,  ex  fundo  Rofiano  uncias  tres,  in  quo  est 
ecclesia  Sancti  Stephani.  ex  fundo  Macerul?  uncias  quatuor.  ex  fundo 
Cassiano  unciam  unam.  ex  fundo  Sepiciano  unciam  unam  et  dimi- 
diam.      ex    fundo  Mediana    uncias    duas.      ex  fundo   Martiani    uncias  duas 

30  et  dimidiam,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Victorini.  ex  fundo  Prata  uncias  tres. 
ex  fundo  Argasiano  uncias  quatuor.  ex  fundo  Catoniano  uncias  duas,  in 
quo  est  ecclesia  Sanct?  Sabin?.  ex  fundo  Arsura  uncias  quatuor.  ex  fundo 
Agellari  uncias  duas.  ex  fundo  Latiniano  uncias  duas.  ex  fundo  Altariolo 
uncias  duas.      ex  fundo  Argasiano  tres  partes  de  uncia.       ex  fundo  Petiniano 

^^    uncias   duas.       ex  fundo  Puptiano    uncias    quatuor.       ex    fundo    Domiciano 

uncias  quatuor,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Stephani.      ex  fundo  Crispiniano  ||  un-  e.  77  a 

cias  tres.  ex  fundo  Cisiniano  uncias  novem,  in  quo  sunt  ?cclesi?  Sanct?  Ma- 
ri? et  Sancti  Silvestri.  ex  fundo  Lucaniano  unciam  unam,  ubi  est  ecclesia 
Sancti  Petri.       ex  fundo  Begiano  uncias  duas.       fundum  Ortisianum.       ex 

40  fundo  Cipiriano  unciam  unam,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Calistrati.  ex  fundo 
Bebgiano  unciam  unam  semis.  fundum  Catilianum.  fundum  Criptulas. 
fundum  Veneri?.      fundum  Montanianum.       fundum  Bebcianum,  in  quo  est 


Chron.  Farf,  I.  1$ 


* 


202  CHRONICON    FARFENSE. 

ecclesia  Sancii  Abundii.  ex  funJo  Lamniano  iincias  tres.  fundum  Tu- 
rianum,  in  quo  est  ecclesia  Sanct?  Mari?.  fundum  Morianula.  fundum 
FoUianum,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Sabini.  ex  fuiido  Monumenti  Cupis 
uncias  sex.  fundum  Terbiiianum.  ex  fundo  Pretorioli  uncias  sex.  ex 
fundo  Serviliano  uncias  sex,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Antimi.  ex  fundo  Ga-  J 
biniano  uncias  duas.  ex  fundo  Lavariano  uncias  quatuor,  ubi  est  ecclesia 
Sancti  Gethulii.  ex  fundo  Beaginelli  uncias  quatuor.  fundum  Arrianum, 
in  quo  est  ecclesia  Sancti  Laurentii.  ex  fundo  Tulliano  uncias  sex,  ubi  est 
(^cclesia  Sancti  Valentini.  ex  fundo  Muptiano  uncias  tres.  fundum  Pa- 
tcrnum,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Valentini.  fundum  Orcilianum.  ex  fundo  IO 
Vassiano  uncias  sex,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Victorlni.  ex  fundo  Cos- 
siiano  uncias  sex,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Cessigii.  ex  fundo  Auriclano  un- 
cias sex,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Petri.  ex  fundo  Siliglani  uncias  tres,  ubi 
est  ecclesia  Sancti  Angeli.  ex  fundo  Graniano  unciam  unam.  fundum 
Mignianum  in  quo  est  ecclesia  Sanct?  Helen?.  fundum  Mallianum  in  quo  IJ 
est  ecclesia  Sancti  luvenalis.  ex  fundo  Anelano  uncias  sex,  ubi  est  ecclesia 
Sancti  Petri.       ex  fundo  love  uncias  sex,       ex  fundo  Pretoriolo  uncias  sex, 

e.  77  B  ubi  est  ecclesia  Sancti  Sebastiani.  ||       ex  fundo  Usiiano,  qui  et  Illianus  vocatur, 

uncias  sex,  in  quo  est  ecclesia  Sanct?  Anatholi?.  ex  fundo  Feclinul?  uncias 
sex,  ubi  est  ecclesia  Sanct?  Victor!?.  ex  fundo  Paterno  uncias  tres,  ubi  est  20 
ecclesia  Sancti  Victorini.  fundum  Pretorìum  cum  appendiciis  suis  tam  in 
montibus  quam  in  planitiis.  ex  fundo  Salliano  uncias  tres,  ubi  est  ecclesia 
Sancti  Martini.  ex  fundo  Coriliano  uncias  tres.  fundum  Furianum  in 
quo  est  ecclesia  Sancti  Bartholomei.  ex  fundo  Lusiano  uncias  tres.  ex 
fundo  Acliano  uncias  quatuor,  seu  et  medietatem  de  gualdo  qui  dicitur  Laurus  25 
et  medietatem  de  portione  Probati  castaidi!,  ex  fundo  Paterno  unciam  unam 
semis.  ex  fundo  Valeriane  uncias  quatuor,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Mar- 
tini, ex  fundo  Corviano  uncias  sex,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Pancratii. 
ex  fundo  Bagiano  terram  modiorum  septem.  ex  fundo  Piano  unciam  unam 
semis.  ex  fundo  Luccigiano  unciam  unam  semis.  ex  fundo  Viarii  uncias  30 
tres.  ex  fundo  Acutiano  uncias  octo,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Gregorii. 
fundum  Motianum,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Angeli.  fundum  Furianum. 
fundum  Paternum  positum  in  Variano  et  in  Cullano,  in  quo  est  ecclesia 
Sanct?  Cecili?.  fundum  lustianum  in  integrum.  ex  fundo  Agello  uncias 
novem.  fundum  Sentianum,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Antimi.  fundum  ^^ 
Privatis.  fundum  Albucianum  cum  appendiciis  suis.  gualdum  Tancies 
in  integrum  per  loca  designata,  sicut  primitus  ab  ipso  monasterio  posses- 
sum  est  et  concessum.  fundum  Findiliani  uncias  duas.  ex  fundo  Passiano 
uncias  sex.       ex  fundo  Antariano  uncias  sex.       ex  fundo  Ces?  Surd?  uncias 

e.  78  A  duas.      ex  fundo  Terviliano  uncias  sex.       ex  fundo  ||Ces?  Candid?  uncias  sex.    40 

ex  fundo  Polliano  uncias  sex.      ex  fundo  Leonis  terram  modiorum  decem.     ex 
fundo  Leogniano  uncias  sex.      ex  fundo  Vaiano  uncias  sex.      ex  fundo  Vetu- 


CHRONICON   FARFENSE.  203 


siano  uncias  sex.  ex  fundo  Servjliano  uncias  quatuor.  ex  fundo  Musiano 
uncias  septem.  ex  fundo  Seriole  uncias  sex.  ex  fundo  Mariano  uncias  sex. 
item  ex  fundo  Serviliano  portiunculam  unam.  ex  fundo  Pretori!  portiun- 
culam  unam.  ex  fundo  Galignani  portiunculam  unam.  ex  fundo  Sisiano 
5  uncias  octo.  ex  fundo  Catiniano  unciam  unam.  ex  fundo  Gai  mediam 
unciam.  ex  fundo  Turiano  uncias  undecim.  ex  fundo  Variano  uncias 
undecim.  ex  fundo  Salisiano  uncias  decem.  ex  fundo  Vasiano  uncias 
decera,  ubi  est  ecclesia  Sanct?  Mari?.  fundum  Corbonianum.  fundum 
Lucianum,    ubi    est    domusculta    in   integrum.         ex    fundo    Ariano   uncias 

IO  duas.  ex  fundo  Septiniano  unciam  unam  semis.  item  ex  eodem  uncias 
sex.  fundum  Pippillianum  cum  appendiciis  suis  in  integrum.  fundum 
Scandilianum.  fundum  Antiquum.  ex  casale  Antiano  uncias  tres.  et  oli- 
vetum  in  Porporaria.  homines  quoque  qui  fueruht  Maioriani,  cum  rebus  et 
substantiis  suis  in  integrum.       et  ^cclesiam    Sancti    Eusanii   cum  rebus  suis 

Ij  in  integrum.  nec  non  et  res  quas  dominus  genitor  noster  per  sua  pr^cepta 
eidem  confirmavit  monasterio.  idest  gualdum  quod  dicilur  Tancies,  et 
curtem  [qu?  vocatur]  Vallantis,  cum  omni  integritate  et  appendiciis  suis,  qu? 
Hildeprandus  per  sua  confirmavit  pr^cepta.  et  res  quas  tradidit  Theode- 
mundo,  qui  per  istrumenta  cartarum  pr^fato  ||  delegavit   monasterio.       etiam  e.  78  b 

20  et  curtem  Tatianum,  quam  dominus  apostolicus  Adrianus  Luponi  per  suum 
privilegium  confirmavit,  et  ipse  Lupo  per  cartulas  simul  cum  ipso  pri- 
vilegio eidem  delegavit  monasterio  cum  omni  integritate.  etiam  et  mo- 
nasteria  virorum  et  puellarum  [qu?  nuncupantur  his  nominibus  :  monaste- 
rium]    Sancti    Marci    evangelista,   quod    est   situm   iuxta    murum    Spoletan? 

25  civitatis,  quod  dominus  et  avus  noster  Carolus  augustus  ad  idem  monasterium 
per  suum  confirmavit  pr^ceptum,  et  [aliud  quod  dicitur  monasterium]  San- 
cti Salvatoris,  situm  non  procul  ab  eadem  civitate  Spoletana.  et  monaste- 
rium puellarum  quod  nuncupatur  Sancti  Georgii,  quod  est  constructum  sub 
muros  civitatis  Reaiin?.       et  ^cclesiam  Sancti  Michahelis  Archangeli,  [qu?  est 

30  posita]  super  fluvium  Mellinum  iuxta  civitatem  Reatinam,  cum  omni  integri- 
tate sua.  et  in  territorio  Firmano  monasterium  quod  vocatur  Sancti  Silve- 
stri vel  Sancì?  Marin?,  cum  omni  integritate.  [similiter]  et  res  quas  pi? 
recordationis  genitor  noster  per  pr?cepta  auctoritatis  atque  confirmationis 
su?  pr?dicto  contulit  monasterio  et  confirmavit.      idest  res  Maioriani  et  uxoris 

3  j'  ac  filiorum  eius,  quas  ille  possedit  vel  ei  dat?  fuerunt  ex  concessione  regum 
reginarumque,  ducum,  vel  qu?  per  affiliationem  ac  comparationem  sive  alium 
quemlibet  attractum  ad  eum  pervenerunt.  seu  et  portum  in  Aso.  vel 
alias  res  quas  Hildeprandus  dux  ei  condonavit  per  sua  pr?cepta,  ac  domnus 


IO.  ex  eodem]  Nel  Regesto  ex  fundo  Septiniano  19.  qui]  Nel  Regesto  et  ipse 

Theudemundus  21.  privilegium]  Nel  Regesto  preceptum  21-22.  privilegio]  Nel 

Regesto  prpcepto 


204  CHRONICON   FARFENSE. 

et  avus  noster  Carolus   imperator  eidem    Maioriauo    confìrmavit.      vcl  qu?  a 
domino  et  genitore  nostro  postea  possess?  sunt  et  ex  sua  donatione  et  con 
firmatione  ad  pr^dictum  monasterium  pervenerunt.       [similiter]  et  res  Bene- 

c.  79  A  dicti  presbiteri,  et  Magnonis,  et  Hildeprandi,  et  Benedicti,  ||  nepotum  eius.      et 

rcs  Gaidoaldi.       [et]  res  Tanicisì,  sive  Pippini  presbiteri  filii  eius.       [et]  res    e 
Helin?  anelile  Dei.       [et]  res  Gualtaril  filli  Rlmonis.       [et]  res  Scamar?,  et 
Scamperti  filli  eius.       [et]  res  Pergonis,  et  Liutprandi  presbiteri.      [et]  res  Sol- 
dull  clerici,     [et]  res  Guillonis  et  Guilliprandi  filli  eius.     [et]  res  Baselli.     [et] 
res  Palumbi.       [et]  res  Theodelasi.       [et]  res  Attonis  et  Hautonis  filli  eius  et 
Rodelinde  uxoris  eius.       cenobium  quoque  beati  Stephani,  [quod  situm  est]  in    io 
finibus  Beneventanis,  cum  curtibus,  cellulls,  gualdis,  vel  omnia  et  in  omnibus 
ad  ipsum  pertinentibus.      res  vero  Aldonis  et  Arduini  patris  eius.      res  Alahis 
et  Gisiltrude  matris  eius,       res  Hyrminfridi  et  uxoris  eius.       res  etiam  Hil- 
derici  et  Taciperge  genitricis  eius  et  Hilciperge  coniugis  eius.       sive   etiam 
et  gualdum  quod  est  in  finibus  Reatine  civitatis,  qui  nuncupatur  Rivus  Curvus,    15 
per  loca  nominata  vel  designata,  sicut  in  precepto  genitoris  nostri  continetur. 
et  plscatorem  nomine  Aunefridum  et  fratres  eius  manentes  in  territorio  Rea- 
tino, in  loco  qui  dicitur  Septempontius,  cum  uxoribus  et  filiis  eorum,   terris 
ac  domibus  eorum.       nec  non   et  piscationem    quam  ipsi    facere    consueve- 
rant,  simul  cum  omnibus  rebus  suis.       Insuper  et  res  quas  advocatus  predicti    20 
Ingoaldi  abbatis,  predecessoris  scilicet    Sichardi  venerabilis    abbatis,  in    pre- 
sentia  Adeldramni  seu  Leonis  missorum  quorumdam  genitoris   nostri,  super 
Guinigisium  quondam  ducem  legibus  conquisivit  et  iudicia  evindicata  exinde 
accepit.       idest  res  quas  Paulus  et  coniux  sua,  sive  Gemmulus   et  Maurica 

e.  79  B  ad  idem  delega verunt  monasterium.  ||       [etiam]  et  res  quas  Salomon  Francus    25 

predicto  contulit  monasterio,  quas  iam  dictus  Guinigisus  exinde  iniuste  abs- 
tulit,  et  per  lusslonem  nostram  Richardus  dux,  inqulsitione  facta,  predicto 
monasterio  reddidit  et  revestivit.  insuper  et  res  de  quibus  idem  abbas  in- 
strumenta cartarum  pie  memorie  genitoris  nostri  ostendlt,  per  que  nobiles 
viri  et  femine  eidem  monasterio  solemni  donatione  contulerunt.  idest  res  }0 
Stauraci  et  Petri  filli  eius.  et  res  Gelsi  et  uxoris  eius.  et  res  Zabennonis 
et  uxoris  eius.  res  Petri  clerici  de  Camerino.  res  Arnaldi  presbiteri  et 
sororis  eius.  res  Azilonis  presbiteri,  et  Aliprandi  filli  Sicipori.  et  res 
Astemari  et  lohannis  et  Theodlni  fratrum.  res  Grisonis  Spoletani.  res 
Scamari  filli  Scamperti.  res  Arsi  et  uxoris  eius,  et  Luponis  et  Acerici  SS 
fratrum.  et  res  Theodemundi  nepotis  eorum.  res  Scaptolfi  et  Formose 
uxoris  eius,  et  lohannis  filli  eius,  quas  ille  per  cartulas  offersionis  seu  dona- 
tionis  ad  idem  contulerunt  monasterium  nec  non  et  breves  pactuationis 
vel  convenientle,  que  ex  ipsis  rebus  facte  sunt,  inviolabiles  perseverent.  res 
Eufemie  anelile  Dei,  reliete  quondam  Lamperti.        res  Mauri  presbiteri  Fir-    4^ 

6.  Nel  testo  Helene         12.  ipsum]  Nel  Regesto  eum 


CHRONICONFARFENSE.  205 


man?  civitatis.  res  Hilderici  patris  Audulfi.  res  denique  superius  con- 
scriptas,  cum  omnibus  ad  se  pertinentibus  vel  aspicientibus,  mobilibus  et 
immobilibus  ac  sese  moventibus,  sicut  eas  pr?fati  homines  possederunt  et 
per  instrumenta  cartarum  ||  ad  memoratum  venerabile  monasterium  condona-  e.  80  a 

5  verunt,  undecumque  ad  eos  pervenissent,  et  presenti  tempore  iuste  et  ratio- 
nabiliter  atque  quiete  pr^dictum  tenet  vel  possidet  monasterium,  vel,  sicut 
superius  dictum  est,  ex  munificentìa  regum  reginarumque,  ducum,  castal- 
diorum,  vel  ex  collatis  populi,  sive  c^terorum  fidelium  largitale,  vel  etiam 
monachorum  qui  in  eodem  monasterio  suas  animas  salvare  cupientes  intra- 

IO  verunt,  et  ibidem  res  suas  delegaverunt,  et  moderno  tempore  pr?dictum  mo- 
nasterium possidere  videtur,  cum  monasteriìs,  cellulis,  sinodochiis,  ^cclesiis, 
curtibus,  villis,  fundis,  vel  casalibus,  piscariis  cum  piscatoribus  suis,  servis, 
ancillis,  libellariis,  cartulatis,  offertis,  opilionibus,  gualdis,  molendinis,  sub  omni 
integritate  ad  iam  dictum  venerabile  monasterium,  nostris  futurisque  tempo- 

15  ribus,  confirmamus.  pr?cipientes  ergo  iubemus  atque  hanc  nostr?  auctoritatis 
confirmationem  sancimus,  sicut  in  domni  et  genitoris  nostri  continetur  pr§- 
cepto,  ut  nullus  pontifex,  episcopus,  aut  abba,  dux,  vel  castaldius,  actionarius, 
seu  quislibet  reipublic?  procurator,  sive  de  iunioribus  aut  successoribus  eorum, 
memorato  Sichardo  venerabili  abbati  vel  successoribus  eius,  sive   agentibus 

20  ipsius  monasteri],  de  omnibus  rebus  superius  nominatis,  vel  de  his  qu?  ad 
eas  pertinent,  vel  qu?  deinceps  divina  largiente  gratia  ibidem  condonata 
fuerint,   ullam  calumniam   aut  iniustam  infestationem  facere  ||  aut  inquietare  e.  80  b 

ullo  unquam  tempore  pr^sumat.  sed  liceat  eidem  pr^dicto  abbati  successo- 
ribusque  suis   easdem  res  quieto  ordine  tenere   et  possidere.       similiter   iu- 

25  bemus  atque  pr^cipimus  ut  nullus  eos  de  quibuscumque  rebus,  sine  publici 
malli  compellatione,  despoliare,  vel  de  rebus  monasteri!  invasionem  facere 
pr^sumat.  [nec  non]  et  de  omnibus  animalibus  monasterii  in  finibus  Spo- 
letani  ducatus  ita  defmimus  atque  iubemus,  ut  in  pascua  publica  omni  tem- 
pore debeant  pabulare  vel  nutriri,  sive  ili?   sive  hominum  eorum,   sine  omni 

20  datico,  castaldatico,  ?scatico,  herbatico,  vel  glandatico.  et  nuUam  molestiam 
ncque  in  ponte,  nequein  via,  nequein  qualicumquelocopatiantur.  sed  semper 
illibata  ipsorum  animalia  ambulent  ubi  et  publica  animalia  consueta  sunt 
pabulare.  et  liceat  illis  propriam  monasterii  terram  omni  tempore  defendere 
atque  integrare,  tam  in  Reate  in  loco  qui  dicitur  Lingla  et  Quintilianus,  et 

33"  in  Amiterno  in  loco  qui  vocatur  Laurianus,  quamque  et  in  comitatu  Firmano, 
seu  in  quibuslibet  reliquis  locis,  vel  animalia  eorum  ad  pabulandum  mittere 
absque  cuiuslibet  person?  vel  potestatis  contrarietate.  insuper  et  omnia 
qu?  pr?dicti  reges  Langobardorum,  idest  Liutprandus  et  Haistulfus,  Ratgisus 
ac  Desiderius,    nec   non    et  duces,  sive   quod    domnus   et  avus   noster    pi? 

40  memori?  Karolus,  vel  genìtor  noster  Hludovicus  augustus  per  illorum  pr?- 
cepta  pr?dicto  venerabili  monasterio  propter  amorem  et  honorem  Dei  et 
domini  nostri  Ihesu  Christi  et  sanct?  atque  intemerat?    Genitricis,   in  cuius 


20(3  CHRONICON    FARFENSE. 

e.  81  A  nomine  ipsum  monasterium  dedicatum  ||  esse  cognoscitur,  vel  prò  corum  heli- 

mosina  eidem  monasterio  concesserunt  et  confirmaverunt,  per  hoc  nostr? 
auctoritalis  pr?ceptum  similiter  confirmanius  atque  concedimus.  et  quando 
quidem  divina  vocatione  pr^dictus  abba  vel  siiccessores  eius  de  hac  luce  mi- 
gravcrint,  quandiu  ipsi  monachi  Inter  se  talem  invenire  potuerint,  qui  eos  e 
secundum  regulam  sancti  Benedicti  regere  valeat,  hcentiam  habeant  eligendi 
abbatem,  qualeni  meliorem  et  digniorem  inter  se  invenerint,  quatinus  ipsam 
sanctam  congregationem  prò  nobis  et  coniuge  proleque  nostra,  et  totius  im- 
perii nostri  stabilitate  attentius  Domini  misericordiam  exorare  delectet.  et 
ut  h?c  auctoritas  confirmationis  nostr?  firmior  habeatur,  et  per  futura  tem-  io 
pera  a  fidelibus  sanct?  Dei  Ecclesi?  et  nostri  verius  credatur  et  diligentius 
conservetur,  more  nostro  eam  supter  scribcre  et  de  bulla  nostra  iussimus  si- 
gillar! (0.  [signum  Hlotharii  serenissimi  augusti.]  Dructemirus  subdiaconus 
atque  notarius  ad  vicem  Agilmari  recognovi.  data  .xviii.  kalendas  ianuarii, 
anno  Christo  propitio  imperii  domni  Hlotharii  pii  imperatoris  in  Hitalia  .xxi.  rj 
et  in  Francia  .1.  indictione  .111.  actum  Cadiniaco  villa,  comitatu  Cabil- 
lonensi,  in  Dei  nomine,  feliciter.       [amen]  (2). 

Hic  quoque  venerabilis  abbas  Sichardus  a  quodam  Benedicto 
habitatore  vici  Flaviani  acquisivit  rationem  eius  de  ecclesia  San- 
cti Alexandri  et  Sancte  Marie,  cum  omni  pertinentia  sua.      et  ec-   20 

e.  81 B  clesiam  II  Sancti  Martini  in  Monte,  ubi  dicitur  Casa  Putida,  cum 
omni  pertinentia  (3).  et  a  quodam  Petro  acquisivit  casam  infra 
castrum  Veterbense.  et  aliam  in  Quintiano,  cum  curtibus  et 
hortis,  vineis  et  territoriis.  et  vineam  in  casale  Fuliano,  ubi 
dicitur  Spileum.  et  aliam  in  casale  Faniano  in  Valle.  et  de  25 
prato  casalis  Cafazani.  et  in  casale  Pilo  Pertusso.  et  de  ca- 
sale Salicis.  et  de  casale  Clanculani.  et  in  casale  Apulano. 
et  de  casale  Pile.  et  in  casale  Celsignano  iuxta  Bledanum. 
et  de  Viazana  territorio  Orclano.  et  Cagio  Agonis.  et  de 
massa  Ancarianensi.  et  de  Milgano.  et  cambium  eius  in  30 
Cruce.  et  in  Fontana  Clusa.  et  in  Lardano,  et  in  Petia  de 
Albina,  finibus  Veterbensium.  hos  supradictos  casales  una  cum 
vocabulis  suis  in  integrum  acquisivit  ('♦). 

e.  82 A  Hic  etiam  almificus  pater  quibusdam  viris  germanis,  Probato 

et  Picconi,  concessit  res  et  substantias,  diebus  vite  illorum  tan-  55 

(i)  Effigie  dell'imperatore  Lotario.  (3)  An.  838;  R.  F.  doc.  28^ 

(2)  R.  F,  doc.  282.  (4)  Au.  840;  R.  F.  doc.  284. 


CHRONICONFARFENSE.  207 


tum,  quas  ipsi  in  hoc  monasterium  per  cartas  donationis  emise- 
rant.  idest  ciirtem  in  massa  Turana,  in  casale  Massiniano,  et 
Corneto,  et  civitate,  et  casas  colonicas.  idest  casam  Bonou- 
suli,  casam  Palumbi,  casam  Merculi,  casam  Maineperti,  casam 
5  Palumbuli,  casam  Adudatuli,  casam  Delicatuli,  casam  Petri  por- 
cari!, casam  Petri  ferrarii,  casam  Marioaldi  cum  substantia  Ali- 
duli  fratris  eius.  isti  resident  in  Corneto  et  in  Massugiano. 
item  in  Tampiliano  casam  Venerioli,  casam  Alonsuli.  et  res 
in  Taliano  et  Miisiano  et  Motulo,  et  casam  coloniciam  Valentioli 

IO  in  Taliano.  et  petiam  terre  sementaricie  ubi  dicitur  Campus, 
et  unum  servum  manualem  nomine  Marcellinulum,  cum  ecclesia 
vocabulo  Sancte  Marie  ibidem,  sub  annuali  pensione  denario- 
rum  .XII.  et  constituit  quendam  Sintarum  in  gualdo  huius  mo- 
nasterii  in  Campo  Gartiani  ad  meliorandum  ipsas  res,  et  de  omni 

1 5  labore,  sive  animalibus  ibi  nutritis,  etiam  de  arboribus,  medietatem 
annualiter  reddendum.  et  cuidain  Urso  presbytero  concessit 
res,  cum  piscinis  .v.  ad  linum  macerandum,  in  Decano,  et  de  Ex- 
cleto,  et  in  casale  Surine,  et  vineam  de  Riello,  et  terram  in  Padane, 
et  pratum  super  rivum,  ad  pensionem  reddendam  annualem  so- 

20  lidi   unius   in    curte    nostra  Veterbensi.         et   in   casa  vel   orto 

de  Carticla,  ad  piscandum  ||  in  piscaria,  ordinavit  quendam  Ioan-         e.  82B 
nem.       et  in   Camerlula    concessit   quibusdam    germanis    Aute- 
perto  et  Racifuso  coloniam  in  Mandano,  ad  censum  huiusmodi 
reddendum,   in  curte  nostra  de  Travenano,  scilicet  per  omnem 

25  septimanam,  per  unumquemque,  operam  unam  in  labore  qui  ne- 
cessarius  fuerit<''\ 

Defuncto  autem  prefato  magnifico  domno  Sichardo  abbate, 
Hlotarius  imperator  hoc  monasterium  commisit  cuidam  Petro 
Spoletane  urbis  episcopo.       sed  non  multo  post  idem  venerabilis 

]o  episcopus  suis  precibus  optinuit  ut  ad  pristinum  statum  hoc  sa- 
crum  cenobium  reduceretur,  et  electus  Hildericus  ab  eodem  im- 

2.  Massiniano]  Il  Largitorio  ha  Massingiano  7.  Massugiano  nel   testo  e  nel 

Largitorio. 

(i)  Le  largizioni  concesse    dall'abbate  Sicardo  sono  registrate   nel  Largi- 
torio dalla  e.  Ili  B  alla  e.  v  a. 


208  CHRONICON    FARFENSE. 

paratore  confirmaretur.       quod  factum  etiam  per  imperialis  prc- 
cepti  auctoritatem  est  corroboratum. 
^8*  ^Mo"  Quartus    decimus    denique    huic  loco  prefuit    Hildericus  ab- 

bas(^\  satis   placabilis    atque  aptus   Deo    et   hominibus,  strenue, 
secundum    Deum    et  seculum,   suum    peragens    officium,    ita  ut  5 
cunctis  spiritualibus  per  omnia   amabilis  existeret.        gubernavit 
autem  hoc  monasterium    annis  .xi.    mensibus  .vi.  et   diebus  .v. 
migravit  in  pace  idus  septembris. 

Hic  venerabilis  pater  acquisivit  in  hoc  monasterio  a  quodam 
Benedicto  in  Caneria,  ubi  dicitur  Genestetum,  terram  in  uno  te-    i^ 
nere    modiorum    quadraginta  (').       et  revicit   in    placito  publico 
e.  83  A        terras  et  silvas  in  Falagrine,  in  Scantiano,  que  fuerunt  ||  concesse 
in   hoc  monasterio  a  Paulo  et  Taxila  uxore  eius,  et  confirmate 
per   preceptum   domni    Hludovici  et  Hlotharii    imperatorum  <^4). 
et  a  quodam  Boniperto  presbytero  per  concambium  acquisivit  in    15 
loco    qui  vocatur  Cannicia  petiam  unam   terre  longitudinis  pe- 
dum  .e.  latitudinis    pedum  .ex.  et  in  alio   capite    pedum  .e.  *^5). 
et  in  massa    Torana,   ubi    dicitur    Brixianus,    terram    modiorum 
trium  ^^\       et  ibidem  in  gualdo   exercitnle,    ubi  dicitur  Puzalia, 
iuxta  massam  Toranam,  vocabulo  Acutiano,  portiones  decem,  caput  20 
mittentes  in  montem  Victamium,  pedem  in  fine  Sancti  Petri  de 
Roma  ^7).       et  ibidem,  in  vinea  Porcarenis,  terram  per  longitu- 
dinem  pedum  mille,  per  latitudinem  pedum  .e.  a  quodam  Teu- 
prando  acquisivit  pretio  denariorum  .l.       et  a  Scamperto,  in  eo- 
dem  gualdo,  terram  longitudinis  pedum  mille,  latitudinis  pedum  .e.   2  > 
pretio  denariorum  .l,       et  a  Stephano,  ibidem,  terram  longitu- 
dinis pedum  mille,  latitudinis  pedum  .e.       et  a  Gisolfo  terra  eius. 
et  a  Sindeperto  terram  longitudinis  pedum  mille,  latitudinis  pe- 
dum .e.  pretio  denariorum  .l.       et  a  Leone  et  Andrea   terram 
longitudinis  pedum  mille,    latitudinis   pedum  .e.  pretio  denario-  50 
rum  .L.       et  a  Gardeperto,  ibidem,  terram  per  longitudinem  pe- 
dum   mille,   per   latitudinem  pedum   .e.   pretio   similiter  argenti 

(i)  V.  la  nota  i  a  p.  23  di  questo  (4)  An.  845  ;  R.  F.  doc.  286. 

volume.  (5)  An.  847;  R.  F.  doc.  288. 

(2)  Effigie  dell'abbate  Ilderico.  (6)  An.  852;  R.  F.  doc.  289. 

(3)  An.  843;  R.  F.  doc.  285.  (7)  An.  853;  R.  F.  doc.  290. 


CHRONICONFARFENSE.  209 

denariorum  .l.  et  a  Bizone,  ibidem,  terram  longitudinis  pedum 
mille,  latitudinis  pedum  .e.  pretio  denariorum  .l.  et  a  lohanne, 
ibidem,  terram  longitudinis  pedum  mille,  latitudinis  pedum  .e. 
pretio  similiter  argenti  denariorum  .l.(').  item  a  Scamperto, 
5   ibidem,  terram  longitudinis   pedum  mille,  latitudinis    pedum  .e, 

pedem  mittentem  ||  in  fine  Sancti  Petri  in  monte  Cacuno.       item        e.  85  b 
a  Teuprando  et  Trasone  germanis,  ibidem,  terram  longitudinis 
pedum  mille,  latitudinis  pedum  .e.  pretio  similiter  argenti  dena- 
riorum .L.  ^^\       et  a  Causario  molinum  unum  suptus  Tampilia- 

10  num  in  Rivo,  et  vineam  ibidem  ad  Rivum,  pretio  argenti  solido- 
rum  .V.  <^5).  et  ibidem  ubi  dicitur  ad  Civitatem  ad  SartofagumW, 
et  a  quodam  Veirone,  ibidem,  terram  longitudinis  pedum  duorum 
milium,  latitudinis  pedum  .l.,  pedem  tenentem  in  rivo  Sancti  Pe- 
tri de  Roma,  in  monte  Cacuno,  pretio  argenti  denariorum  .l.  ^5). 

15  et  a  Ioanne  in  Stalpliano  terram  plus  minus  tremisso  uno,  pretio 
denariorum  .XII.  ^^).  et  a  Galieperto  in  casale  Cattigiano  vineam 
et  terram  cum  una  pergula  qup  est  pedum  quatuor,  pretio  argenti 
solidorum  .v.  ^^\  et  a  Guerneldi  sanctimoniali  femina,  ex  natione 
Francorum,  filia  Alderih  de  pago  Guarmatia,  acquisivit  in  hoc  mo- 

20  nasterio  idem  venerabilis  Hildericus  abbas  curtem  unam  in  pago 
Reatino,  ubi  dicitur  Acera,  in  integrum  <^^).  et  in  supradicta 
massa  Torana,  ubi  vocatur  Captidianus,  portionem  cuiusdam 
Scamperti  in  integrum^^). 

Prpdictus  vero  domnus  Hildericus,  cum  in  huius  regimine  mo-         e.  84  a 

25  nasterii  a  fratribus  esset  electus,  et  ut  a  domno  imperatore  Hlo- 
tario  confirmaretur,  ipsius  presentie  fuisset  una  cum  Petro  Spo- 
ietano  episcopo  directus,  cui  dudum  hoc  monasterium  commiserat, 
imperator  hanc  in  Horgo  curte  regia  eidem  episcopo  de  sub- 
scriptis  huius  monasterii  rebus  diebus  vite  eius  fecit  convenien- 

30  tiam,  ut   in  ipsius  manerent   potestate    ordinandi   et  disponendi 

15.  minus]  Nel  testo  missus         16.  Nel  Regesto  Giliepertus  -  Coltegianus 

(i)  An.  854;  R.  F.  doc.  291.  (6)  An.  856;  R.  F.  doc.  296. 

(2)  An.  854;  R.  F.  doc.  292.  (7)  An.  856;  R.  F.  doc.  297. 

(3)  An.  854;  R.  F.  doc.  293.  (8)  An.  856;  R.  F.  doc.  298. 

(4)  An.  555;  R.  F.  doc.  294.  (9)  An.  857;  R.  F.  doc.  299. 

(5)  An.  855;  R.  F.  doc.  295. 

Chron.  Farf.  I.  14 


210  CIIRONICON    FARFENSE. 

eas  qualiter  vel  quomodo  sibi  placcret,  diebus  vite  sue  tantum, 
videlicet  res  Gualdeberti,  res  Petri,  res  Gerardi,  res  Sicharii,  rcs 
Adelpraiidi,  res  Tacilonis,  cella  Sancti  Marci  cum  rebus  Teo- 
phaiii  comitis  que  sunt  in  Spoleti,  res  Stephani,  res  Alonis,  res 
Guinigis,  res  Aufridc,  res  Guaningi  et  Nithardi,  cella  Sancti  Mar-  5 
tini  in  Valle,  cella  Sanctp  Felicitatis. 

Et  ordinavit  idem  domnus  Hildericus  abbas  quosdam  viros  in 
gualdo    Interocrino    huius   monasterii,    qui    nominatur    Campus 
Gartianus,  annis  decem,  ad   custodiendum  et  laborandum   atque 
meliorandum.       et  in  massa  Interocrina,  sciiicet  in  Casarise  seu  in    io 
Miliario,  quc  fuerunt  in  hoc  monasterio  per  cartulam  donate  ab 
Hilderico  castaldio,  constituit  libertos  ipsius  ad  cultandum  et  me- 
liorandum in  libellario  nomine,  diebus  vite  illorum,  et  ad  persol- 
vendum    annualiter    in    hoc    monasterio    ordei    modia    .x.,  vini 
decimatas  .e,  et   per   messuram    ebdomadas  .11.,  per  sementem    15 
e,  84  B        ebdomadas  .11.,  per  vindemiam  ||  ebdomadas  .11.,  per  feni  tempus 
ebdomadas  .1.,  et  ad  suum  opus  ebdomadas  .11.       quas  persolvere 
debent  ubi  necesse  fuerit  laborare,  excepta  illa  ebdomada  quam 
in  Reate  facere  promiserunt.       et  annualiter  per  unumquemque 
persolvant  pullos  .111.       et  si  necesse    fuerit  prò    utilitate   huius  20 
monasterii,  epistolas  vel  mandatum  deportare  debeant.       quorum 
nomina  hec  sunt:  Honoratus,  Maurisso,    Rinco,  Cauculus,  Aci- 
pertus,  Fabrianus,  Bonipertus,  Lupo,  Maio,  et  Rodipertus.       item 
in  Caneria,  in  casale  Cupriniano,  sub  pensione  persolvenda,  con- 
stituit quendam  virum  nomine  Benedictum.       item  in  massa  In-  25 
terocrina,  in  casale  Caprarice,  in  rebus  quas  in  hoc  monasterio 
delegavit  Hildericus  castaldius  per  cartulam  donationis,  constituit 
ipsius  Hbertos,  quorum  nomina  hec  sunt  :  Caprarecunus,  Fratellus, 
Audimundus,  Audulfus,  Raimpertus,  Perto,    Martinus,  Johannes, 
Sabinus  et  Maiolus,  ut  ipsas  res  cultarent  et  meliorarent,  et  an-  30 
nualiter  persolverent  pensionem  ordei  modia  .x.,  vini  decimatas  .e, 
et  in  tribus  mensibus,  idest  per  messuram  ebdomadas  .11.,  per  se- 
mentem ebdomadas  .11.,  per  vindemiam  ebdomadas  .11.,  per  fenum 
ebdomadam  unam,  et  ad  suum  opus  ebdomadas  .11.       quas  persol- 
verent ubi  nobis  necesse  fuisset  laborare,  excepta  illa  ebdomada   55 
quam  in  Reate  facerent.       et  ceteris  mensibus  ad  utilitatem  huius 


CHRONICON    FARFENSE.  211 


monasterii  persolverent  ebdomadam  imam,  et  ad  suum  opus  ebdo- 
madas  .ir.  et  amiualiter  per  unumquemque  pullos  tres.  et  si 
necesse  fuerit  prò  militate  huius  monasterii,  epistolas  vel  mandatum 
deportent.  ||  item  in  massa  Nautona,  in  casale  Scuriano,  et  in  e,  85  a 
5  Barbi,  in  ipso  gualdo  ordinavit  Gaiprandum  et  Gunipertum,  usque 
in  eorum  generationem  tertiam,  ad  meliorandum  et  usufruendum 
et  annualiter  pensionem  persolvendum  in  cella  Sancti  lustini,  ibi- 
dem in  Nautona,  decimatas  musti  .xx.,  et  pullos  .111.,  unum  in  Nati- 
vitate  Domini,  alium  in  Pasca,  alium  in  sanct^  Marie  de  augusto. 

IO  item  in  massa  Torana,  in  Coniolicampi,  in  monte  et  plano,  or- 
dinavit Rodimundum  presbyterum  et  Benedictum  pr^sbyterum  ad 
dandam  annualiter  pensionem  argenti  denariorum  .xii.  item 
in  eadem  massa  Torana,  in  gualdo  qui  vocatur  Putialia,  et  loco 
ubi  dicitur  Acutianus,  que  sunt  prehense  due  in  integrum,  ordi- 

1 5  navit  quendam  Leonem,  in  eius  tertiam  generationem,  ad  omnem 
laborem  et  fruges,  et  vinum  ibidem  annualiter  nobiscum  divi- 
dendum  per  medium,  et  sementem  communiter  ponendum. 
item  in  curte  Interocrina  que  fuit  Hilderici  castaldii,  in  loco  ubi 
nominatur  Casarice,  constituit  Gaiponem  ad  annualiter  persolven- 

20  dum  argenti  solidos  .ce.  denarios  romaniscos  expendibiles.  et 
in  Pingui,  vini  decimatas  .e,  ordei  modios  triginta.  excepto 
illa  molina  que  ante  ipsam  curtem  videntur,  que  in  nostra  reser- 
vavit  potestate,  in  quibus  dare  debemus  machinas  et  ferraturas 
hic  in  Sabinis,  et  ipse  transferre  ibidem.       et  debet  in  hoc  mo- 

25  nasterio    annualiter  transmittere    in   singulis    festivitatibus,    idest 
sanctp  Mari^,  Nativitatis  Domini,  et  Pasche,  pullos  .xx.       et  nobis 
vel  monachis  et  hominibus  nostris  illuc  euntibus,  et  caballis,  omnia 
necessaria  ad  mansionem  debet  prebere.       ||  item  in  massa  Torana,        e.  85  b 
in  casale  Cattigiano,  ordinavit  quendam  Luponem  ad  melioran- 

30  dum  et  omnes  res  ibidem  per  medium  nobiscum  dividendum. 
et  inibi,  in  casale  Stallano,  ordinavit  lohannem  ad  persolvendum 
annualiter  vini  decimatas  .xii.  et  omnes  labores  per  medium  no- 
biscum dividendum.  et  inibi,  in  casale  Taliano,  ubi  dicitur  Car- 
deitus,   in  colonia  Valentionis  servi   nostri,    constituit   Falcolum 

S^  cleri cum  ad  annualiter  persolvendum  angarias  in  curte  nostra  in 
Corneto,  per  omnes  menses,  ebdomadas  .11.  in  quocumque  labore 


212  CHRONICON   FARFENSE. 

nobis  necessario,  et  ad  viam  f:iciendum  in  Romani,  in  Teatem, 
et  in  hoc  monasterium,  et  vinum  per  medium  nobiscum   divi- 
dendum^'). 
An.  8S7-872.  Quintus    decimus    autem    huic    sancto    cenobio    venerabilis 

Perto(^)  prefuit  abbas.  5 

Huic  denique  et  in  hoc  monasterio,  per  prcceptum  imperiale, 
Hludovicus  imperator  omnium  rerum  huius  sacri  cenobii  in  hunc 
An  8'7?8^q?(3)  ^^^^um  emisit  confirmationem  sive  optimam  hbertatem: 

L'    imperatore  .  ,         .    .  .    ^,  /-n     •     .   t-x    •  •  -i        tti     i 

Ludovico  II  con-  [m  nominc  domini  nostri  Ihesu  Christi  Dei  eterni. J      Hludovicus  gratia 

ferma  al  monaste-     y^    .    .  ^  ^  .    .,,.  .  ...    ,..  _  _ 

ro  il  possesso  di    ^^^  impcrator  augustus.       si  illius   amore,  cuius    munere  c?teris   mortalibus    IO 
dl^suoi^^TivUeg'i^   prelati  sumus,  loca  divino  famulatuì  consecrata  congruis  magnificenti?  nostr? 
e.  86  A  beneficiis  ad  dlvinum  cultum  huberius  exsequendum  ||  sustollimus,  dign?  retri- 

butionis  premium  nos  a  Domino  remunerari  fideliter  credimus.       igitur  notum 
esse  volumus  cunctis  fidelibus  sanct?  Dei  ^cclesi?  et  nostris,  pr^sentibus   sci- 
licet  et  futuris,  quia  vir  venerabilis  Perto,  Sabinensis  monasterii   abba  quod    15 
est  constructum   in  honore    beat?  Dei  genitricis   semperque  virginis   Mari?, 
ostendit   serenitatis  nostr?  optutibus  quidam  pr?cepta  pr?decessorum  nostro- 
rum  Caroli  et  Hludovici  gloriosissimorum   imperatorum,   in  quibus  contine- 
batur  semper  idem  monasterium  sub  plenissim?  emunitatis  tuitione  habuisse, 
sed  permaxime  pi?  recordationis  genitoris  nostri  Hlotharii  pr?stantissimi  im-    20 
peratoris,  quod  dum  relegi  fecissemus,  inter  multas   altercationes  et  varias 
discussiones  evindicando,  atque  ab  omnibus  partibus  liberando,  in  omni  quie- 
tudine  retracto,   sub   suo   nomine  vel   successorum   suorum   auctoritatis  su? 
censuram   constituisse,  ut  nullus  pontifex,  dux,  princeps,  aut  quislibet  supe- 
rioris  vel  inferioris  ordinis  reipublic?  procurator,  idem  monasterium  sub  tri-    25 
buto   aut   censu    constitueret.       sed  omni    quietudine,   sua  defensione  atque 
imperiali  tuitione  fultum,  consisteret.       deinde  memoratus  venerabilis   Perto 
abba,  prò  pienissima  in  futurum  securitate  vel  quietudine,  depr?catus  est  cel- 
situdinis  nostr?   clementiam,  ut   et  nos   super   easdem   auctoritates.  Domino 
favente,  nostram   adderemus  corroborationis  censuram.       cuius  pr?cibus,  ob    ^^o 
Dei  et  domini  nostri  Ihesu  Christi  genitricis  semperque  virginis  Mari?  reve- 
e.  86  B  rentìam    et  honorem,  vel   mercedis  nostr?  augmentum,  acquiescentes,  ||  hanc 

excelienti?  nostr?  auctoritatem  decrevimus,  fierique  pr?cepimus,  per  quam  et 
idem  genitoris  nostri  pr?ceptum  modis  omnibus  confirmamus,  et  quicquid  ex 

9.  Le  parole  tra  parentesi  quadrate   non   si   trovano  nel  testo  e  si  suppliscono  to- 
gliendole dal  Regesto. 

(i)  Le  largizioni  concesse  dall' ab-  (2)  Effigie  dell'abbate  Pertone. 

bate  Ilderico  sono  registrate  nel  Lar-         (3)  Vedasi    nel   Rei!;esto   (III,  i)  la 
gitorio  dalla  e.  v  b  alla  e.  vini  a.  nota  al  doc.  300. 


CHRONICON    FARFENSE.  213 


tunc  temporis  ad  illum  sanctum  locum  divina  auxit  pietas,  per  religiosorum 
hominum  devotionem,  nominatim  ac  singillatim,  siculi  et  in  autentico  geni- 
toris  nostri  habetur  decreto,  inserendo  sancimus  ac  corroboramus  propter 
futuras  pravorum  hominum  infestationes  atque  inquietudines.  idest  fundum 
5  Acutianum,  ubi  idem  venerabile  monasterium  constructum  est,  cum  finibus 
et  appendiciis  suis  in  integrum.  fundum  Calistrianum,  in  quo  est  ecclesia 
Sancii  Laurentii.  fundum  Pompeianum.  fundum  Pinianum.  fundum 
Cervinariam.  fundum  Marianum,  in  quo  est  ecclesia  Sancii  Paternianì,  fun- 
dum Arcturianum.  fundum  Veneri?.  fundum  Ordeolum.  fundum  Mu- 
lo tellam,  in  quo  est  ecclesia  Sancii  Angeli.  fundum  Urbanam,  qui  et  vicus 
Sagi  vocatur,  in  quo  est  ecclesia  Sancii  Viti,  cum  pratis,  silvis  et  aquimolis, 
vel  omnibus  ad  eum  in  integrum  perlinentibus.  ex  fundo  Adriani  uncias 
tres,  in  quo  est  ecclesia  Sancii  Valentini.  fundum  Medianam.  fundum  Ca- 
salamanlis.       ex  fundo  Arcuniano  unciam  unam.      ex  fundo  Aterniano  un- 

I  5  cias  sex.  ex  fundo  Silvaniano  uncias  sex.  ex  fundo  Antiano  uncias  no- 
vera, ubi  est  ecclesia  Sancii  Felicis.  fundum  Agellum.  fundum  Cecilianura, 
in  quo  est  ecclesia  Sancii  Donati.  fundum  Patrinionem.  fundum  Gignia- 
num.  ex  fundo  Scandiliano  uncias  quatuor.  fundum  Criptulas.  fundum 
Marcianellum  prò  unciis  quatuor.       fundum  Apicianura,  qui  et  Longilia,  in  quo 

20    est  ecclesia  Sancii  Gordiani.      fundum  Scaplianum.||      fundum  Textam.      fun-  e.  87  a 

dum  Palernionem.  fundum  Cenlum.  fundum  Alinianum.  fundum  Turris, 
in  quo  est  ecclesia  Sancii  Laurentii.  ex  fundo  Pendigiano  uncias  duas. 
fundum  Cesarianum.  fundum  Pulgianum.  fundum  Montem  Aureum.  fun- 
dum Fornicala  cum  traicelo  suo  seu  gualdo  in  integrum,  ubi   sunt    ?cclesi$ 

25  Sancii  Geihulii  et  Sancii  Benedicli  cum  omnibus  eis  generaliler  in  integrum 
perlinentibus.  fundum  Germanicianum  in  integrum, ubi  est  ecclesia  Sancii  Pe- 
tri.  fundum  Musileum.  fundum  Cassianum.  ex  fundo  Staberiano  uncias 
sex.  fundum  Casulam.  fundum  Lacanianum.  fundum  Medianam.  fun- 
dum Marcilianum.      fundum   Monacianum.      fundum  Fissianum.       fundum 

30  Canianum.  fundum  Lurinianum.  fundum  Balburianum.  fundum  Pàcia- 
num.  ex  fundo  Classicella  uncias  tres,  ubi  est  ecclesia  Sancii  Pelri.  ex 
fundo  Fuliniano  uncias  sex.  ex  fundo  Rigiano  uncias  sex.  ex  fundo  Pon- 
tianello  uncias  sex.  fundum  Perlicalul?.  ex  fundo  Aurificis  uncias  sex. 
fundum  Pacilianum.      ex   fundo   Casiano   uncias   sex,  in    quo    est    ecclesia 

SS  Sancì?  lust?.  fundum  Mallianum,  in  quo  est  ecclesia  Sancì?  Eugeni?.  ex 
fundo  Figniano  uncias  sex.  ex  fundo  Cisiernul?  uncias  ceto.  ex  fundo 
Ociano  uncias  seplem  et  semis.  ex  fundo  Arunciano  uncias  sex.  fundum 
Olivulam.  fundum  Pontianellum.  ex  fundo  Bussul?  uncias  novem  et  seri- 
pulos  tres.     item  ex  fundo  Bussuli  unciam  unam.      ex  fundo  Macerul?  uncias 

40    sex.      ex  fundo  Rofìano   uncias  tres,  in  quo    est  ecclesia  Sancii   Stephani. 

38.  Bussulf]  Così  nel  testo,  e  alla  linea  seguente  Bussuli 


214  CHRONICON   FARFENSE. 

ex  fundo  Macerai?  uncias  quatuor.  ex  fundo  Cassiano  unciam  .i.  ex  fundo 
Sepiciano  unciam  unam  et  dimidiam.  ex  fundo  Mediana  uncias  duas.  ex 
fundo  Marciani    uncias  duas   et  dimidiam,  ubi  est  ecclesia  Sancii  Victoiini. 

e,  87  B  ex  fundo  Prata  uncias  tres.      ex  fundo  Argasiano  uncias  quatuor.      ex  fundo 

Catoniano  uncias  duas,  in  quo  est  ecclesia  Sanct?  Sabin?.       ex  fundo  Arsura    r 
uncias  quatuor.       ex  fundo  Agellari  uncias  duas.       ex  fundo  Latiniano  un- 
cias duas.       ex  fundo  Altariolo  uncias  duas.       ex  fundo  Argusìano  tres  partes 
de  uncia.       ex   fundo   Petiniano   uncias   duas.       ex   fundo   Puptiano   uncias 
quatuor.       ex  fundo  Domitìano  uncias  quatuor,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Ste- 
phani.       ex  fundo  Crispiniano  uncias  tres.       ex  fundo  Cisiniano  uncias  no-    io 
vem,  in  quo  sunt  ^cclesif  Sanct?  Mari?  et  Sancti   Silvestri.       ex  fundo  Lu- 
caniano  unciam  unam,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Petri.      ex  fundo  Begiano  uncias 
duas.       fundum  Ortisianum.       ex   fundo   Cìpiriano    unciam    unam,  ubi  est 
ecclesia  Sancti  Calistrati.       ex  fundo  Bebgiano  unciam  unam  semis.       fun- 
dum Catilianum.      fundum  Criptulas.      fundum  Veneri?.       fundum  Monta-    ij 
nianum,       fundum  Bebcianum  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Abundii.       ex  fundo 
Lamniano  uncias  tres.      fundum  Turianum,  in  quo  est  ecclesia  Sanct?  Mari?, 
fundum  Moranulam.       fandum  FoUianum,  in  quo  est  ?cclesia  Sancti  Sabini, 
ex  fundo  Monumenti  Cupi,  qui  et  Casale,  uncias  sex.      fundum  Tervilianum. 
ex  fundo  Pr?torioli  uncias  sex.       ex   fundo   Serviliano    uncias    sex,  ubi   est    20 
?cclesia  Sancti  Antimi.       ex  fundo  Gabiniano  uncias  duas.       ex  fundo  Lava- 
riano  uncias  quatuor,  ubi  est  ?cclesia  Sancti  Gethulii.      ex  fundo  Beaginelli 
uncias  quatuor,      fundum  Arrianum,  in  quo  est  ?cclesia  Sancti  Laurentii.       ex 
fundo  Tulliano  uncias  sex,  ubi  est  ?cclesia  Sancti  Valentin!,      ex  fundo  Mop- 
tiano  uncias  tres.       fundum  Paternum,  in  quo  est  ?cclesia  Sancti  Valentin!.    25 
fundum  Orcilìanum.      ex    fundo  Vassiano    uncias   sex,  in   quo    est  ?ccles!a 

e.  88  A  Sancti  Victorini.      ex  fundo  Cossigiano  ||  uncias  sex,  ubi  est  ?cclesia  Sancti  Ces- 

sigli,     ex  fundo   Auriclano    uncias   sex,  ubi  est  ?cclesia  Sancti  Petri.       ex 
fundo  Silignano  uncias  tres,  ubi  est  ?cclesia  Sancti  Angeli.       ex  fundo  Gra- 
niano  unciam  unam.      fundum  Mignianum,  in  quo  est  ?cclesia  Sanct?  Helen?.    30 
fundum  Mallianum,  in  quo  est  ?cclesia  Sancti  luvenalis.       ex  fundo  Antiano 
uncias  sex,  ubi  est  ?cclesia  Sancti  Petri.       ex   fundo  love  uncias  sex.       ex 
fundo  Pr?toriolo   uncias  sex,  ubi   est   ?cclesia  Sancti  Sebastiani.      ex  fundo 
Usiiano,  qui  et  Illianus  vocatur,  uncias  sex,  in  quo  est  ?cclesia  Sanct?  Ana- 
tholi?.       ex  fundo  Feclinul?  uncias  sex,  ubi  est  ?cclesia  Sanct?  Victor!?.      ex    j^ 
fundo  Paterno   uncias  tres,  ubi  est  ?cclesia  Sancti  Victorini.      fundum  Pr?- 
torium  cum  appendiciis  suis  tam  in  montibus  quam  et  in  planitiis.       ex  fundo 
Salliano   uncias  tres,  ubi   est   ?cclesia   Sancti  Martini.       ex  fundo  Coriliano 
uncias  .III.      fundum  Forianum,  in  quo  est  ?cclesia  Sancti  Bartholomei.       ex 
fundo  Lusiano  uncias  tres.     ex  fundo  Acliano  uncias  quatuor.     [seu]  et  medie-    4.0 
tatem  de  gualdo  qui  dicitur  Laurus,  et  medietatem   de  portione  Probat!  ca- 
staidi,      ex  fundo  Paterno  unciam  unam  semis.      ex  fundo  Valeriano  uncias 


CHRONICON    FARFENSE.  215 

quatuor,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Martini.  ex  fundo  Corbiano  uncias  sex, 
in  quo  est  ecclesia  Sancti  Pancratii.  ex  fundo  Bagiano  terram  modiorum 
septem.  ex  fundo  Fiano  unciam  unam  semis.  ex  fundo  Luccigiano  un- 
ciam  unam  semis.  ex  fundo  Viarii  uncias  tres.  ex  fundo  Acutiano  uncias 
5  octo,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Gregorii.  fundum  Mocianum,  in  quo  est 
ecclesia  Sancti  Angeli.  fundum  Furianum.  fundum  Paternum  positum  in 
Variano  et  in  Culiano,  in  quo  est  ecclesia  Sanct?  Cecili?.  fundum  lustia- 
num  in  integrum.       ex  fundo  Agello  uncias  ||  novem.       fundum  Sentianum,  in  e.  88  b 

quo  est  ecclesia  Sancti   Antimi.       fundum  Privatis.       fundum    Albucianum 

IO  cum  appendiciis  suis.  [gualdum  Tancies  in  integrum  per  loca  designata, 
sicut  primitus  ab  ipso  monasterio  possessum  et  concessum  est.]  fundi  Findi- 
liani  uncias  duas.  ex  fundo  Passiano  uncias  .vi.  ex  fundo  Antariano  uncias 
sex.  ex  fundo  Gas?  Surd?  uncias  duas.  ex  fundo  Terviliano  uncias  sex. 
ex  fundo  Cesa  Candida  uncias  sex.       ex  fundo  PoUiano  uncias  .vi.      ex  fundo 

15  Leonis  terram  modiorum  decem.  ex  fundo  Leogniano  uncias  sex.  ex 
fundo  Vaiano  uncias  sex.  ex  fundo  Vetusiano  uncias  sex.  ex  fundo  Ser- 
viliano  uncias  quatuor.  ex  fundo  Musino  uncias  septem.  ex  fundo  Seriol? 
uncias  sex.  ex  fundo  Mariano  uncias  sex.  item  ex  fundo  Serviliano  por- 
tiunculam  unam.       ex  fundo  Pretori!  portiunculam  unam.      ex  fundo  Gali- 

20  gnani  portiunculam  unam.  ex  fundo  Gisiano  uncias  octo.  ex  fundo  Ga- 
tiniano  unciam  unam.  ex  fundo  Gai  unciam  mediam.  ex  fundo  Turiano 
uncias  undecim,  ex  fundo  Bariano  uncias  undecim.  ex  fundo  Salisiano 
uncias  decem,  ubi  est  ecclesia  Sanct?  Mari?.  fundum  Garbonianum.  fun- 
dum Lucianum,  ubi  est  domusculta  in  integrum.       ex  fundo  Ariano  uncias 

25  duas.  ex  fundo  Septiniano  unciam  unam  et  semis.  itera  ex  fundo  Septi- 
niano  uncias  sex.  fundum  Pipilianum  cum  appendiciis  suis  in  integrum. 
fundum  Scandilianum.  fundum  Antiquum.  ex  casale  Antiano  uncias  tres. 
et  olivetum  in  Porporaria.  homines  quoque  qui  fuerunt  Maioriani  cum  rebus 
et  substantiis  suis  in  integrum.       et  ecclesiam  Sancti  Eusanii  cum  rebus  suis 

2  0    in  integrum.       necnon  et  res  quas  domnus  et  genitor  noster  per  sua  pr^cepta 

eidem    confirmavit    monasterio.        idest   gualdum   qui   dicitur    Tancies  ||  in  e.  89  a 

integrum  per  loca  designata,  sicuti  primitus  ab  ipso  monasterio  possessum  est. 
et  curtem  [qu?  vocatur]  Vallantis  cum  omni  integritate  et  appendiciis  suis, 
qu?  Hildeprandus  per  sua  confirmavit  pr?cepta.      et  res  quas  tradidit  Theo- 

3  j    demundo  qui  per  instrumenta  cartarum  pr?fato  delegavit  monasterio.       [etiam] 

et  curtem  Tatianam  quam  domnus  apostolicus  Adrianus  Luponi  per  suum 
pr?ceptum  concessit  et  confirmavit,  qui  per  cartulas  [simul]  cum  ipso  pr?- 
cepto  eidem  delegavit  monasterio  cum  omni  integritate.  [etiam]  et  mo- 
nasteria  virorum  et  puellarum,  his  nominibus  nuncupata:  monasterium 
40    Sancti   Marci  evangelista,  quod   est  situm  iuxta   murum  civitatis  Spoletan?, 

51-52.  Il  passo  in  integrum  -  possessum  est  manca  nel  Regesto.       56.  Nel  Regesto 
Tacianum         59.  Nel  Regesto  qu?  nuucupantur 


2l6  CHRONICON   FARFENSE. 


quod  domnus  et  bisavius  noster  Carolus  augustus  ad  idem  monasterium  per 
siium  confirmavit  pr?ceptum.  et  aliud  [quod  dicitur  monasterium]  Sancii  Sal- 
vatoris  [situm]  non  procul  ab  eadem  civitate  Spolelina.  et  monasterium  puel- 
hirum  quod  nuncupatur  Sancti  Georgii,  [quod  est  constructum]  sub  muro  civi- 
tatis  Reatin?.  et  ^cclesiam  Sancti  Michahelis  [Archangeli,  qu?  est  positn]  j 
super  fluvìum  Mellinum  iuxta  civitatem  Rcatinam,  cum  omni  integritate  sua. 
et  in  territorio  Tuscano  monasterium  [quod  vocatur]  Sanct?  Mari?  de  Minione, 
cum  omni  integritate.  [similiter  et  res  quas  pi?  recordationis  genitor  noster, 
per  pr?cepta  auctorltatis  atque  confirmationis  su?  pr?dicto  contulit  et  confir- 
mavit monasterio.  idest  res  Maiorani  et  uxoris  ac  filiorum  eius,  quas  ille  io 
possedit  vel  ei  dat?  fuerunt  ex  concessione  regum  reginarumque,  ducum,  vel 
qu?  per  affiiiationem  ac  comparationem  sive  alium  quemlibet  attractum  ad 
eum  pervenerunt].  seu  et  portum  in  Aso.  vel  alias  res  quas  Hildeprandus 
dux  ei  per  sua  pr?cepta  condonavit,  ac  domnus  et  bisavius  noster  Carolus 
imperator  [eidem  Maioriano]  confirmavit.  [vel  qu?  a  domno  et  avio  nostro  i  e 
postea  possess?  sunt  et  ex  sua  donatione  et  confirmatione  ad  pr?dictum  mo- 
nasterium pervenerunt.  similiter  et  res  Benedicti  presbiteri,  et  Magnonis, 
et  Hildeprandi,  et  Benedicti,  nepotum  eius.  et  res  Gaidoaldi.  et  res  Tani- 
cisi,  sive  Pippini  presbiteri  filli  eius].  et  res  Helin?  ancill?  Dei.  [et  res 
Gualtarii  filli  Rimonis.  et  res  Scamar?.  et  res  Scamperti  filli  eius.  et  20 
res  Pergonis,  et  Liutprandi  presbiteri.  et  res  Solduli  clerici.  et  res  Gui- 
lionis  et  Guiliprandi  filli  eius.  et  res  Baselli.  et  res  Palumbi.  et  res 
Teudelasi.  et  res  Ottonis  et  Hautonis  filli  eius  et  Rodelind?  uxoris  eius]. 
c^nobium  quoque  beati  Stephani,  quod  situm  est  in  finibus  Beneventanis,  cum 
curtibus,  cellulis,  gualdis,  vel  omnia  et  in  omnibus  ad  illud  pertinentibus.  25 
[res  vero  Aldonis  et  Arduinl  patris  eius.  res  Halais  et  Gistrud?  matris  eius. 
res  Hirminfredi  et  uxoris  eius].  res  etiam  Hilderici  et  Taciperg?  geni- 
tricis  eius  et  Hilciperg?  coniugis  eius.  similiter  in  territorio  Tuscano  cel- 
c.  89  B  lam  Sanct?  Mari?  de  Minione  cum  ipso  ||  monte  Gosberti,  et  gualdo,  et  Ripa 

Alvella,  et  [cum  ipso]  portu  maris.  et  gualdum  [qui  est]  in  finibus  Rea-  30 
tinis  qui  nuncupatur  Rivus  Curvus,  per  loca  designata  [vel  denominata], 
sicuti  in  pr^cepto  avi  nostri  continetur.  et  piscatorem  nomine  Aunifridum 
et  fratres  eius  manentes  in  territorio  Reatino,  ubi  dicitur  Septempontius, 
cum  uxoribus  et  filiis  et  terris  ac  domibus  eorum.  [nec  non]  et  pisca- 
tioneni  quam  [ipsi]  facere  consueverant,  [simul  cum  omnibus  rebus  suis.  35 
insuper  et  res  quas  advocatus  pr?dicti  Ingoaldi  abbatis,  pr?decessoris  scilicet 
Pertonis  venerabilis  abbatis,  in  pr^sentia  Aladrammi  et  Adelardi  seu  Leonis 
missorum  quondam  avi  nostri,  super  Guinigisum  quondam  ducem  legibus 
conquisivit  et  iudicia  evindicata  exinde  accepit.  idest  res  quas  Paulus  et 
coniux  sua,  sive  Gemmulus  et  Maurica  ad  idem  delegaverunt  monasterium.    4^ 

19.  Nel  testo  Heleng  27.  etiam]    Nel    Regesto   videlicet  30.  Nel  Regesto 

de  mare 


CHRONICON    FARFENSE  217 

etiam  et  res  quas  Salomon  Francus  pr^dicto  contulit  monasterio,  quas  iam 
dictus  Guinigisus  exinde  iniuste  abstulit,  et,  per  iussìonem  avi  nostri,  Richar- 
dus  dux,  inquisitione  facta,  pr^dicto  monasterio  reddidit  et  revestivit.  insu- 
per et  res  de  quibus  idem  abba  instrumenta  cartarum  pi^  memori?  avi  nostri 
j  ostendit,  per  qu?  nobiles  viri  et  femin?  eidem  monasterio  solemni  donatione 
contulerunt.  idest  et  res  Stauraci  et  Retri  filii  eius.  et  res  Gelsi  et  uxoris 
eius.  et  res  Zabennonis  et  uxoris  eius.  res  Retri  clerici  de  Gamerino. 
res  Anualdi  presbiteri  et  sororis  eius.  res  Azilonis  presbiteri,  et  Aliprandi 
filii  Sicipori.       et  res  Astemarì  et  lohannis  et  Teudini  fratrum.      res  Grisonis 

IO  Spoletani,  res  Scamari  filii  Scamberti.  res  Ursi  et  uxoris  eius,  et  Lupo- 
nis  et  Acerisi  fratrum.  et  res  Teudemundi  nepotis  eorum.  res  Scaptulfi 
et  Formose  uxoris  eius,  et  lohannis  filii  eius,  quas  ille  per  cartulas  offersio- 
nis  seu  donationis  ad  idem  contulit  monasterium.  nec  non  et  breves  pactua- 
tionis  vel  convenienti?,  qu?  cum  generis  eorum  fact?  sunt,  inviolabiles  per- 

I  j  severent.  res  Eufemie  anelile  Dei,  reliete  quondam  Lantperti.  et  res  Mauri 
presbiteri  Firmane  civitatis.  res  Theufanii  comitis  et  Patrocie  coniugis  eius. 
necnon  et  Ravennonis.  itemque  res  Theuphani  et  Raziperge  uxoris  eius. 
res  Hilderici  patris  Audulfi.  res  Zangronis.  res  Probati  et  Picconis  et 
Grimaldi  fratrum.      res  quoque   Petri  de  Furcone  filii  Rodepaldi.       res   de 

20  quondam  Guinigisio  duce,  vel  Mainsinda,  quas  ipsa  in  predicto  dedit  mona- 
sterio in  finibus  Balvensis,  idest  campum  Bufanum].  res  vero  omnes  supe- 
rius  conscriptas,  cum  omnibus  ad  se  pertinentibus  vel  aspicientibus,  mobilibus 
et  immobilibus  ac  sese  moventibus,  sicuti  [eas  prefati  homines  possederunt  et] 
per  instrumenta  cartarum  ad  memoratum  venerabile  monasterium  condonata 

25  sunt  [undecumque  ad  eos  pervenissent],  et  presenti  tempore  iuste  et  rationa- 
biliter  atque  quiete  [predictum  tenet  vel]  possidet  [monasterium]  vel,  sicuti 
superius  dictum  est,  ex  munificentia  regura  reginarumque,  pontificum,  ducum', 
castaldionum,  vel  ex  collata  populi,  sive  ceterorum  fidelium  largitale,  vel  etiam 
monachorum  qui  in  eodem  monasterio  suas  animas  salvare  cuplentes  intra- 

30  verunt,  et  ibidem  res  suas  delegaverunt,  et  moderno  tempore  [predictum  mo- 
nasterium] possidere  videtur,  cum  monasteriis,  cellulis,  senodochiis,  ecclesiis, 
curtibus,  villis,  fundis,  vel  casalibus,  piscariis  cum  piscatoribus  suis,  servis, 
ancillis,  libellariis,  cartulatis,  offertis,  opilionibus,  gualdis,  molendinis,  sub  omni 
integritate  ad  iam  dictum  venerabile  monasterium  nostris  futurisque  tempo- 

^^  ribus  confirmamus.  precipientes  ergo  iubemus  atque  per  hanc  nostre  aucto- 
ritatis  confirmationem  sancimus,  sicuti  in  domni  et  genitoris  nostri  continetur 
precepto,  ut  nuUus  pontifex,  episcopus,  aut  abba,   dux,  vel  castaldius,||actio-  e,  90  a 

narius,  seu  quislibet  reipublice  procurator,  sive  de  iunioribus  aut  successori- 
bus  eorum,  memorato  Pertoni  abbati   vel  successoribus  eius,  sive  agentibus 

40    ipsius  monasteri!,  de  omnibus  rebus  superius  nominatis,  vel  de  his  que  ad 

24-25.  Nel  Regesto  condonaverunt 

Chron.  Farf.  I.  14* 


2r8  CHRONICONF'ARFENSE. 


eos  pertinent,  vcl  qii?  deinccps  divina  largiente  gratia  ibidem  condonata 
faerint,  ullam  calumniam  aut  iniustam  infestationem  facere  aut  inquietare  uUo 
unquam  in  tempore  prfsumat.  sed  liccat  eidem  pr^dicto  abbati  successori- 
busque  suis  easdem  res  quieto  ordine  tenere  et  possidere.  precipimus  etiam, 
ut  si  quis  temerario  ausu  servos  vel  ancillas  iam  fati  monasteri!  iniuste  oc-  J 
cidere  pr^sumpserit,  emunitatis  nostr?  sicuti  de  c?teris  rebus  cogatur  exsolvere 
summam.  similiter  [et]  iubemus  atque  precipimus  ut  nuUus  cos  de  quibus- 
cumque  rebus,  sine  publici  malli  compellatione,  despoliare,  vel  de  rebus 
monasterii  invasionem  facere  pr^sumat.  et  de  omnibus  animalibus  mo- 
nasterii  in  finibus  ducatus  Spoletani  ita  definimus  atque  iubemus,  ut  in  pascua  IO 
publica  omni  tempore  debeant  pabulare  vel  nutriri,  siv^  illa  videlicet  et  de 
hominibus  eorum,  sine  omni  datico,  castaldatico,  ?scatico,  herbatico,  vel 
giandatico.  et  nullam  molestiam  neque  in  ponte,  neque  in  via,  neque  in 
qualicumque  loco  patiantur.  sed  semper  illibata  ipsorum  animalia  ambulent 
ubi  et  publica  animalia  consueta  sunt   pabulare.       similiter  quoque  concedi-    15 

e.  90  B  nuis  omnes  ||  communes  pascuas,  hoc  est  figuaidas,  ut  sicuti  illi  homines,  qui 

res  suas  pr^fato  monasterio  dederunt,  eas  per  diversa  habuerunt  loca,  ita, 
nullo  contradicente,  eas  pars  monasterii  teneat  et  possideat,  laboret  et  exeat 
ubicumque  partem  suam  cognoverit,  iuxta  quod  eis  visum  utile  fuerit.  et 
liceat  illis  propriam  monasterii  terram  omni  tempore  defendere  atque  inte-  20 
grare,  tam  in  Reate  in  loco  qui  dicitur  Lingla  et  Quintilianus,  et  in  Ami- 
terno  in  loco  qui  vocatur  Laurianus,  quanque  et  in  comitatu  Firmano,  seu 
in  quibuslibet  reliquis  locis,  vel  animalia  eorum  ad  pabulandum  mittere  absque 
cuiuslibet  persone  vel  potestatis  contrarietate.  insuper  et  omnia  qu?  pr?- 
dicti  reges  Langobardorum,  idest  Liutprandus  et  Haistulfus,  Ratgisus  ac  De-  25 
siderius,  necnon  et  duces,  sive  quod  domnus  et  bisavus  noster  pi?  memori? 
Carolus,  vel  avus  noster  Hludovicus,  atque  genitor  noster  Hlotharius  augustus 
per  illorum  pr^cepta  pr?dicto  venerabili  monasterio  propter  amorem  et  ho- 
norem Dei  et  domini  nostri  Ihesu  Christi  et  sanct?  atque  intemerata  Geni- 
tricis,  in  cuius  nomine  iam  dictum  monasterium  dedicatum  esse  cognoscitur,  ^O 
vel  prò  eorum  helimosina  eidem  monasterio  concesserunt  et  confirmaverunt, 
per  hoc  nostr?  auctoritatis  pr?ceptum  similiter  confìrmamus  atque  concedimus. 
et  quando  quidem  divina  vocatione  pr^dictus  abba  vel  successores  eius  de 
hnc  luce  migraverint,  quandiu  ipsi  monachi  inter  se  talem  invenire  potueritit, 

e.  91  A  qui  eos  secundum  regulam  sancii |[Benedicti  regere  valeat,  licentiam  habeant    ^^ 

ehgendi  abbatem,  qualem  meliorem  et  digniorem  inter  se  invenerint,  qua- 
tinus  ipsam  sanctam  congregationem  prò  nobis  et  totius  imperii  nostri  stabi- 
litale attentius  Domini  misericordiam  exorare  delectet.  porro  ut  h^c  aucto- 
ritas  confirmationis  nostr?  fìrmior  habeatur,  et  per  futura  tempora  a  tìdelibus 
sanct?  Dei  ^cclesi?  et  nostris  verius   credatur  et  dignius   conservetur,  more    40 

9.  et]  Nel  Regesto  nec  non         16.  Nel  Regesto  fivvaidas 


CHRONICON    FARFENSE.  219 

nostro  eam  supter  scribere  et  de  bulla  nostra  iussimus  sigillar! (0.  data 
kalendis  decembris,  anno  Christo  propitio  imperii  domni  Hludovici  piissimi 
angusti  .viii°.,  indictione  .viii.  actum  Papia  civitate,  palatio  regio.  [in 
Dei  nomine,  feliciter,  amen]  (2). 

5         Item  in  alio  precepto  idem  confirmavit  imperator,  quo  iussit 
inquiens: 

Si  autem  aliqua  querimonia  adversus  huius  monasteri!  rectores  insur- 
rexerit,  de  iam  dictis  rebus  vel  de  reliquis  monasteri!  mobilibus  et  immobi- 
libus,  qu?  ibi  legaliter  non  eis  visum  fuerit  posse  esse  definitum,  nostramque 

IO  acclamaverint  pr?sentiam,  comes  noster  et  miss!  nostri  discurrentes,  seu  mi- 
nistri reipublic?,  faciant  ambas  partes  in  nostram  audientiam  gnadiare.  pr?- 
cipimus  quoque  atque  expresse  iubemus  ut  ncque  de  istis  rebus  neque  de 
aliis  quas  in  usus  monachorum  vel  hospitum  seu  helimosinarum  constituimus, 
aut  in  antea  Deo  auxiliante  eidem  fuerint  coliate  congregationi  a  bonis  homi- 

Ij    nibus,  ullam  habeat  licentiam  iste  pr^sens  abba,  sed  neque  ipsius  successores 

qui  prò  tempore  fuerint,  ||  alieni  homini  exinde  aliquid  dare,  aut  in  benefìcium  e.  91  b 

concedere,  nisi  servitoribus  ipsius  ecclesia,  et  commenditis,  atque  illis  qui  me- 
liora  et  apta  de  suis  rebus  eidem  monasterio  cupiunt  concedere  (3). 

Concessit   etiam  et   confirmavit   per    aliud    preceptum    idem 
20   Hludovicus  imperator  huic  monasterio  quasdam  res  iuris  imperii, 
in  valle  que  nuncupatur  Turana,  in  campo  Brixiano,  que  coniacet 
inter  res  huius  monasterii,  hoc  est  terram  cum  arboribus  et  pa- 
scuis  modiorum  .xxvi/'^).       quidam  autem  Gaiprandus  vendidit  et 
tradidit  in  hoc  monasterio  et  domno  Pertoni   abbati  casas  et  vi- 
25   neas  et  castanetum  seu  quercetum  in  massa  Interocrina,   de  ca- 
sale per  mensuram  pedis  publici  modiorum  .xvi.       et  in  Rugaria 
solidorum  .vi.       et  ubi  dicitur  Prata  casa  Recunii  modium  loci, 
et  terram  Canapinalem  semodiales  loci,  pretio  exinde  recepto  soli- 
dorum quinquaginta  ^^\       quidam  etiam  Lanfredus  et  Scampertus 
30  germani  vendiderunt  et  tradiderunt  in  hoc  monasterio  et  domno 
Pertoni  abbati  in  massa  Turana,  in  gualdo  de  Puzalia  ubi  dicitur 

7.  adversus  huius  monasterii  rectores]  Nel  Regesto  adversus  eos 

(i)  Effigie    dell'  imperatore  Ludo-  stesse  note  cronologiche  contraditto- 

vico  II.  rie  del  documento  precedente.     R.  F. 

(2)  R.  F.  doc.  300.  doc.  301. 

(3)  An.  857?  859?     Il  documento  (4)  An.  864?  ;  J^.  F.  doc.  302. 
inserito  per  intero  nel  Rò^^cstG^orl^LÌQ.  (5)  An.  872;  R.  F.  doc.  305. 


220  CHRONICON    FARFENSE. 


Rivus  Deserti,  iuxta  rivum  Cacunum  iisque  in  Murellas,  per  lati- 
tudinem  pedes  .xxv.  et  iisque  in  viam  de  Tuphis  ad  pedes  pu- 
blicos  quinquaginta  ('). 

e.  92  A  Venerabilis  denique  Perto  abbas  beneficiali  ordine  ac  usufruendi 

cuidani   Hildeprando  concessit  res  huius  monasterii.       idest  ca-   5 
saleni  Toranianum  in  Lumbriculo,  et  in  massa  Tiirana,  in  Bas- 
siano, substantiam    cum    colono.       et  in  Sabinensi,    ubi  dicitur 
Baccianus,  cum  ipsa  ecclesia  Sancte  Marie,  et  in  Salisano  et  Lo- 
niamuna  eadem  ratione  concessit  Aliperto.       item   in  Sabinensi, 
in  fundo  Maliano,  ecclesiam  Sancti  luvenalis  cum  dote  et  por-    io 
tione  publica  et  colonum  unum  in  ipso  casale,  et  casam  Mennai, 
casam  Palumbi,  casam  Martuli,  casam  Anselmi,  cum  suis  familiis, 
concessit  Lazaro  diacono  ad  annualem  pensionem  in  hoc  mona- 
sterio  reddendam  solidorum  triginta.       et  in  Ficoccla,  ubi  dicitur 
Laurus,  concessit  Rimoni  res  huius  monasterii.       et  in  territorio    15 
Amiternino,  ubi  dicitur  Campus  de  Usiniano,  terras  modiorum  .xii. 
et  in  Forule  ad  Sanctum  lohannem  infra  ipsam  civitatem,  et  ad 
Ponticelkim,  substantiam  cum  ^cclesiis  concessit  Odelprando  pre- 
sbytero.      item  in  valle  Tybe  terram  modiorum  .xvii.  cum  frun- 
dario  concessit  Sinderado.      et  ordinavit  Gualderamum  in  Furcone  20 
ad  Sanctum  Gregorium  modiorum  .vii.,  ad  Sanctum  Heliam  mo- 
diorum .VII.  et  in  Giniano  terre  et  vinee  petiolas  tres,  ut  in  cella 
nostra  Sancti    Emigdii   serviret   per  unamquamque  ebdomadam 
dies  tres,   ubi  utilitas  exigisset.       et  in  loco  qui   dicitur   Lunari 
ordinavit   Guidipertum,    ut  similiter  in    ipsa   cella    nostra   San-  25 
cti  Emigdii  nobis  exhiberet  servitium  per  singulas  ebdomadas  dies 
tres,  et  annualiter  ibi  daret  pullum  .1.       et  ubi  dicitur  ad  Colo- 

c.  92  B  mella  ||  modiorum  .viii,  et  in  Giniano  modii  .1.  et  ubi  nomen 
Butianus  concessit  Teophanio  ad  persolvendum  operas  tres  per 
singulas  ebdomadas.  quidam  autem  Grimaldus  diaconus  retra-  30 
didit  in  hoc  monasterio  substantiam  quandam  in  massa  Turana, 
unde  promisit  domnus  Perto  abbas  annualiter  se  ilU  daturum  in 
mense  septembris  grani  modia  .xx.,et  de  aliis  victualiis  modia  .xx., 

28.  nomen]  Nel  testo  lini 
(i)  An.  872;  R.  F.  doc.   306. 


CHRONICON   FARFENSE.  22i 

in  mense  octobris  vini  decimatas  .xxx.,  in  mense  ianuarii  porcos 
lardales  .mi.  aut  denariorum  solidos  decem.  item  in  massa  Tu- 
rana,  et  in  Masiniano  ordinavit  quendam  Luponem  ut  annualiter 
omnem  fructum  divideret  nobiscum  in  cella  nostra  Sancte  Marie 
5  de  Corneto,  et  ibidem  deportandum  in  Nativitate  Domini  puUum  .i., 
in  Pascha  alium,  in  sancte  Marie  alium.  et  in  massa  Notona, 
ubi  dicitur  Casule  et  Mandrie,  et  in  Pantana,  et  in  Octavo,  et 
in  Torrida  concessit  res  huius  monasterii  cuidam  Scamperto  ad 
pensionem  persolvendam,  et  in  cella  nostra  Sancti  lustini  annua- 
le liter  dandum  musti  decimatas  .x.  et  pullos  .111.  item  ibidem  ad 
Sanctum  Agapitum,  et  in  Colline,  et  trans  civitatem  Reatinam,  et 
in  Valleriano  colonias  .1111.,  et  unam  in  luliano,  et  gualdum  in 
Molano,  et  ubi  dicitur  Palumbaria,  et  vineam  in  Giliano  cum 
prato  concessit  cuidam  Pertefuso  ratione  pensionis.  et  in  Tam- 
15  pillano  masse  Toran^  res  huius  monasterii  concessit  Ildoni  ad 
annualem  pensionem  reddendum  musti  decimatas  .viii.  in  cella 
nostra  de  massa  Torana.  et  cellam  nostram  in  Vallanti  cum  ali- 
quibus  rebus  lohanni  pr^sbytero  concessit.  ||  et  casas  sive  vineas  e.  93  a 
et  castanetum  seu  quercetum,  et  in  Pingui  ubi  dicitur  Plagia  et  Sa- 
20  mena  modiorum  .xvi.  et  in  Ragiaria,  et  ad  Prata  casa  Recuna, 
et  ubi  dicitur  Canapinale,  et  in  fundo  Pisiniole  concessit  Gai- 
prando.  et  in  massa  Interocrina  ubi  dicitur  Vallantis,  cum  ec- 
clesia Sancti  Nazarii,  concessit  lohanni  presbytero  quasdam  res 
huius  monasterii  ^'). 
25  Sextus  decimus  equidem  huic  sanct^  congregationi  extitit  An.  872?- 
abbas  Johannes  ^^\  qui  huic  monasterio  ab  imperatore  Hludovico 
optime  libertatis  acquisivit  preceptum  imperialibus  decretis  insigni- 
tum  in  hunc  modum: 

An.  872. 
[In  nomine  domìni  nostri  Ihesu  Christi  Dei  eterni.]       Hludovicus  divina        l'  imperatore 

„^  !•         ^  'j      ..*       •  ..  1.  ..•  •  •    1-  Ludovico   n   con- 

30    ordmante  providentia  imperator  augustus.       quotiescumque   impenalis   ma-    fe^ma  il  monaste- 
ro di  Farfa  e  quello 
del    Salvatore  nel 
29.  Le  parole  tra  parentesi  quadrate   non   si   trovano   nel   testo  e  sono  supplite  to-    possesso  dei  loro 

^liendole  dal  Regesto. 

(i)  Le  largizioni  concesse  dall' ab-  questo  abbate  vedansi  le    considera- 

bate  Pertone  sono  registrate  nel  Lar-  zioni  che  si  leggono  nelle  note  a  pp.  1 1 

gitorio  dalla  e.  vnii  b  alla  e.  xiii  b.  e  30  del  voi.  Ili  del  Regesto  dì  Farfa^ 

(2)  Intorno  agli  anni  di  governo  di  (3)  Effigie  dell'abbate  Giovanni. 


222  CHRONICONFARFENSE. 

gnitudo  divin?  studet  operam  dare  propitiationi,  procul  dubio  sancty  Dei 
^cclesi?  statuii!  et  totius  imperii  salutem  operatur,  atque  sibi  a  Deo  profu- 
tura longius  parat  tempora.  quapropter  omnium  fidelium  sanct?  Dei  Ec- 
clesia nostrorumque,  pr?sentium  scilicet  ne  futurorum,  comperiat  industria, 
quia  cum  sancto  die  Pentecostes  in  monasterio  sanct?  Dei  genitricis  MarÌ9,  5 
quod  situm  est  in  territorio  Sabinensi,  moraremur,  et  per  basilicam  atque 
refectorium,  simul  cum  monachis  eiusdem  cenobii,  nec  non  et  de  mona- 
sterio quod  est  proximum  in  honore  Domini  et  Salvatoris  nostri,  reverenti? 
causa,  deambularemus,  nemine  mortalium   suggerente  vel  commonente,  nisi 

e.  95  B  solius  Sancti  Spiritus  inspiratione,  in  cuius  ||  consolatione   I^tabamur,  accensi,    IO 

visum  est  complacuitque  nostr?  a  Deo  protegend?  magnificenti?,  hoc  bonum 
esse  in  conspectu  salvatoris  nostri  Dei,  si  omnes  res  et  possessiones  ad  pr?- 
fata  monasteria  pertinentes,  videlicet  domini  Salvatoris  et  glorios?  virginis 
Mari?  eius  secundum  cameni  genitricis,  ob  pr?sentem  futuramque  salutem, 
universique  imperii  nostri  stabilimentum,  sub  integritate  redderemus,  et  nostra  I5 
liberalitate  in  perpetuum  confirmaremus,  quoniam  maximam,  prout  ferebatur, 
ex  ipsis  rebus  partem  pl?rique  homines  sub  quadam  detinebant  occasione,  e 
quibus  nuUum  in  illis  sanctis  locis  fiebat  obsequium.  quod  nostra  imperiali 
auctoritate  destruere,  et  quod  rectum  est  stabilire  decernentes,  ac  si  in  con- 
spectu omnipotentis  Dei,  in  medio  monachorum  collegio,  astante  quoque  fi-  20 
delium  nostrorum  multitudine,  omnes  adiacentias  eorundem  monasteriorum 
atque  pertinentias  sub  omni  integritate  reddidimus,  atque  per  hoc  nostrum 
pr?ceptum  confirmare  decrevimus.  scilicet  cum  cellis,  casalibus  et  villis, 
utriusque  sexus  familiis,  tam  qu?  in  presenti  diiudicantur  habere,  quam  ea 
qu?  in  futurum,  largiente  Domino,  potuerint  acquirere.  insuper  et  proprie-  25 
tates  quas  salichi,  vel  cuiusque  gentis  hominum,  idest  Eudibertus  castaldius, 
Petrus  pr?sbiter,  Hildebertus  castaldius,  Herico  castaldius,  Berteradus,  Gisol- 
fus,  Liuduinus    diaconus,    Adalbertus  et   Petrus   germani   Teuponis,    Barun- 

c.  94  A  cellus,  Codimundus  et  Sinualdus  de  ||  Furcone,  qui  se  in  eisdem  c?nobiis   ad 

serviendum  Deo  devoventes,  ibidem  condonaverunt,  ubique  et  in  omnibus  con-    30 
cedimus,  ac  deinceps  cum  securitate  h?c  universa   ut   possideant  statuimus. 
quatinus   absque   alicuius  diminoratione  vel  inquietudine  horum  c?nobiorum 
pr?sentes    abbates,    Anastasius    scilicet   et   Johannes,    eorumve    successores, 
quieto  ordine  et  tranquilla  devotione  cum  gregibus  sibi  commissis  inibi  Deo 
deserviant,  et  in   integrum  eadem   monasteria  singuli  iuxta  quod   unicuique    ^^ 
competit  iuste,  [cum  universis  appendiciis  suls  possideant]  atque  regulariter 
ordinent,  uti  prò  nobis  ac  dilecta  coniuge  proleque  nostra  domini  Dei  nostri 
clementiam  orationibus   implorare  delectentur  assiduis.       nec   non  et  devo- 
tionem  suam,  nulla  pr?pediente  necessitate,  inviolabilem  Christo  domino  [Deo 
nostro],  cui   militant,  conservare  valeant.       confirmamus  etiam  pr?latis  mo-    40 
nasteriis  omnes  scripturarum  auctoritates  atque  pr?cepta,  qu?  progenitores  et 
pr?decessores   nostri,  piissimi  scilicet   augusti,  nec   non   reges,  seu  duces,  in 


CHRONICON    FARFENSE.  223 

ipsis  reverendis  c^nobiis  fieri  decreverunt.  pontlficum  quoque  c^terorumque 
nobilium  Deum  timentium  oblationes  inibì  pariter  confirmamus.  pr^starias 
quoque  quas  Petrus  Aretinus  episcopus  cum  Honorato  abbate  iniuste  fecit, 
iubemus  irritas  esse,  absque  p?na  ligat?  solutionis.  res  autem  et  famili? 
e  eorundem  c^nobiorum,  sicuti  ìmperialem  causam  inquiri  sancimus.  de  te- 
loneis  vero  mercatorum,  et  pontum,  et  de  decimis  ad  portam  monasterii 
dandis,  ||  sicuti  in  aliis  pr^ceptis  continetur,  pariter  roboramus.      si  quis  autem  e.  94  b 

huic  nostra  benign?  liberalitati  contradictor  et  non  devotus  existere  tempta- 
verit  obsecutor,  infami?  public?  reatum   incurrens,  noverit   se  .xx.  libras  auri 

IO  optimi  sepedictis  monasteriis  persolvendum.  porro  ut  h?c  qu?  statuimus 
pleniorem  in  Dei  nomine  optineant  vigorem,  et  a  nostris  fidelibus  diligentius 
observentur,  manu  propria  supter  firmavimus,  et  anulo  nostro  roborari  pr?- 
cepimus  (0.  datum  .v.  kalendas  iunii,  anno  Christo  propitio  imperii  domni 
Hludovici  piissimi  augusti  .xxiii°.,  indictione  .v.      actum  in  civitate  Roma, 

Ij    palatio  imperatorio,  in  Dei  nomine,  [feliciter,  amen]  (2). 

Prefatus  vero  domnus  lohannes  abbas  emit  a  quodam  Gari- 
mundo  in  hoc  monasterio  terram  in  massa  Torana,  ubi  dicitur 
Brixianus,  petias  duas,  et  in  Cerciliole  petiam  imam,  qu^  sunt 
modii   unius,  pretii  solidorum  trium  (^\      et  in  Furcone,  ubi  di- 

20  citur  Ophide  ad  Duas  Basiiicas,  petiam  unam  modii  unius,  et 
pretii  solidorum  .v.  (^).  et  in  Carsule,  ubi  dicitur  Parenti,  et  in 
Fracineto  acquisivit  terram  modiorum  quatuor.  ^J)  et  in  massa 
Torana  presam  unam  de  Puzalia,  iuxta  casalem  de  Paganeco,  et 
ad  Rivum  Desertum,  pretio  solidorum  .xx.  ^^\       item  in  Carsule, 

25  ubi   dicitur  ad   Arcolam,   petiam  terrp  modiorum  duorum,  pretii 
mancosorum   duorum  (7).       et  in  casale    Toraniano,   ubi  dicitur 
Ilice,  petias  duas,  unius  longitudo  pedum  .ex.,  latitudo  unius  ca- 
pitis  II  pedum    quadraginta,  alterius   capitis   pedum    .cviii.       alia        e.  95  a 
petia  est  in  longitudine  pedum  .cv.,  in  latitudine  unius  capitis  pe- 

30  dum  .XXIII.,  alterius  capitis  pedum  .xviii.,  pretio  solidorum  .xxx.W. 
et  in  territorio  Furconino  petiam  unam  modiorum  duorum  et 
quartarium  suptus  Fontem  Antiquam,  pretio  denariorum  centum- 


(i)    Effigie    dell'imperatore    Ludo-  (3)  An.  872;  R.  F.  doc.  308. 

vico  II.  (4)  An.  873  ;  R.  F.  doc.  309. 

(2)  R.  F.  doc.  307.     Intorno  a  que-  (5)  An.  873;  R.  F.  doc.  310. 

sto   documento   vedasi  nel  Regesto  di  (6)  An.  873;  R.  F.  doc.  311. 

Farfa   quanto    si  dice  nella   nota  3  a  (7)  An.  874;  R.  F.  doc.  312. 

p.  IX  del  voi.  III.  (8)  An.  874;  R.  F.  doc.  313. 


224  CHRONICON    FARFENSE. 

quinquaginta  (').  et  recepii  idem  abbas  domnus  lohannes  per 
concambium  in  Aqua  Canali,  ubi  dicitur  Orgiale,  territorii  Reatini, 
petiam  unam  longitudinis  pedum  .cxx.,  latitudinis  in  uno  capite 
peduni  .ex.,  in  alio  pedum  .xc.  (^\  et  in  massa  Torana,  ubi 
dicitur  Stalianus,  acquisivit  petiam  terre  longitudinis  pedum  .xc,  5 
latitudinis  in  uno  capite  pedum  .xx.,  in  alio  pedum  .xv.  (3).  et 
in  casale  Paganeco  vineam  de  tremissis  quatuor  emit  prctio  bovis 
uni  US  et  ffrani  modiis  tribus  (■^\ 

An.  875.  ^ 

^  f''..™r''^^°''^  [In  nomine  sanct?  et  individue  Trinitatis.l      Karolus  reiusdeml  Dei  omni- 

Carlo  il  Calvo  con-  *-  ^  ^  J  >-  J 

ferma  il  inoliaste-    potcntis  gratia  impcrator  augustus.       cuni  petitionibus  servorum   Dei   iustis    io 

ro  nel  possesso  di 

tutti  i  suoi  beni  e   ac  rationabilibus  divini  cultus  amore  favemus,  et  his  oportuna  beneficia  lar- 

Privilegi.  .  .  ,     .  .  •  T-N,  1-  ITT-    ». 

gmiur,  premium  nobis  ?tern?  remunerationis  a  Deo  rependi  non  dimdimus. 
ideo  notum  fieri  volumus  omnibus  fidelibus  sanct?  Dei  Ecclesia,  quia  vir  ve- 
nerabilis  lohannes  abbas  monasterii  sanct?  Del  genitricis  semperque  virginis 
Mari?,  quod  in  Hitalia  situm  est  in  loco  qui  dicitur  Acutianus,  ad  nostrani  ij 
veniens  pr?sentiam,  ostendit  nobis  pr^ceptum  avi  nostri  Karoli  imperatoris, 
et  domni  ac  genitoris  nostri  Hludovici  piissimi  augusti,  et  Hlotharii  fratrls 
nostri,  nec  non  et  Hludovici  nepotis  nostri  olim  imperatoris,  in  quibus  con- 
tinebatur  quomodo  ipsi  et  antecessores  eorum,  Liutprandus  scilicet,  Ratgisus, 
e  95  B  Haistulfus  II  ac    Desiderius    reges   Langobardorum,    pr^dictum    monasterium    20 

propter  divinum  amorem  et  reverentiam  sanct?  Dei  genitricis  Mari?  semper 
sub  sua  tuitione  ac  defensione  tenuissent,  ob  firmitatem  rei  postulavit  pr?di- 
ctus  abbas,  ut  eorundem  imperatorum  pr^cepta  nostra  auctoritate  confirma- 
remus  et  immunitatis  pr^ceptum  monasterio  suo  dare  iuberemus.  cuius 
petitioni  propter  amorem  Dei  libenter  acquievimus,  et  sicuti  postulavit,  in  25 
omnibus  concedendum  ita  atque  confirmandum  decrevimus.  quapropter 
pr?cipientes  iubemus  ut  nullus  fidelium  nostrorum,  vel  missi  discurrentes, 
aut  quilibet  ex  iudiciaria  potestate,  in  ?cclesias,  vel  cellulas,  aut  loca,  villas, 
curtes,  vel  agros,  campos,  seu  reliquas  possessiones  memorati  venerabilis  mo- 
nasterii, quas  moderno  tempore  tam  in  Langobardia  quam  in  Romania,  seu  30 
in  Tuscia  et  in  ducatu  Spoletano,  seu  in  quibuslibet  aliis  locis  possidet,  vel 
quas  deinceps  ex  quorumlibet  fidelium  datione  acquisierit  ac  possederit,  ad 
causas  audiendas,  vel  freda  seu  tributa  undecumque  exigenda,  aut  mansiones 
vel  paratas  faciendas,  vel  fideiussores  tollendos,  aut  homines  eius  monasterii 
tam  ingenuos  quam  servos,  libellarios,  sive  cl^ricos,  vel  cartulatos,aut  oflfertos,    35 

2.  Aqua  Canali]  Nel  Regesto  Aquacani  9.  Le  parole   tra  parentesi  quadrate 

non  si  trovano  nel   testo   e   si  suppliscono  togliendole  dal  Regesto. 

(i)  An.  875;  R.  F.  doc.  314.  (3)  An.  875;  R.  F.  doc  316. 

(2)  An.  875;  R.  F.  doc.  315.  (4)  An.  876;  R.  F.  doc.  317. 


CHRONICON    FARFENSE.  225 

super  terram  ipsius  monasterii  commanentes,  distringendos  vel  ad  publicas 
excubias  compellendos,  aut  ullas  reddibitiones,  vel  quaslibet  occasiones  re- 
quirendas,  nostris  vel  futuris  temporibus,  ingredi  audeat,  vel  ea  qu?  supra 
memo||rata  sunt,  penitus  facere  pr^sumat.      confìrmamus  enam  eidem  mona-  e.  96  a 

e  sterio  privilegia  pontificum,  simul  cum  omnibus  rebus  sibi  collatis  a  diversis 
homìnibus,  commutationes,  donationes,  offersiones,  seu  et  omnia  qu?  per  in- 
strumenta cartarum  ad  idem  pervenerunt  monasterium,  cum  omnibus  ad  se 
pertinentibus.  qui  vero  de  his  qu?  fieri  prohibuimus  temere  aliquid  pr?- 
sumpserit,  infidelitatis   eum   noxa   omnimodo   subdi    censemus.       unde    mo- 

10  nemus  fidelitatem  vestram,  ut  cum  iam  fatus  abbas  vel  monachi  aut  advo- 
catus  eiusdem  monasterii  in  vestra  ministeria  iustitias  requìrendas  venerint, 
dux  aut  Comes  qui  prò  tempore  fuerint,  in  quorum  ducatu  vel  comitatu  pr?- 
fatum  c^nobium  al'quid  possidere  dinoscitur,  defensores  atque  adiutores  exl- 
stant  in  omnibus,  tam  pr^fato  abbati  quam  et  successoribus  eius,  ut   nullius 

ic  potestatis  personam  vim  aut  invasionem  aliquam  inferre  permittant  in  his 
qu?  ad  memoratam  ?cclesiam  pertinent.  si  vero  de  qualibet  causa  a  parte 
ipsius  monasterii  orta  fuerit  intentio,  non  per  viles  personas,  sed  per  nobi- 
liores  homines  et  veraciores,  sicuti  ad  partem  nostram  rei  veritas  inquiratur. 
nullamque  denique  mallaturam  ab  advocato  ipsius  monasterii  penitus  requi- 

20  ratur,  nec  etiam  bannum  nostrum  prò  qualibet  causa  a  parte  ipsius  mona- 
steri! aliquo  modo  exigatur.  sed  liceat  memorato  abbati  et  successoribus 
eius  res  et  possessiones  pr^dicti  monasterii  sub  immunitatis  nostr^  defensione 
quieto  ordine  possidere.  si  quis  vero  ausu  temerario  contra  hanc  nostr? 
auctori|[tatis  iussionem  venire  pr^sumpserit,  et  eorum  quippiam,  qu?  fieri  prò-  e  96  b 

2  e  hibuimus,  contra  pr^dictum  monasterium  facere  temptaverit,  sciat  se,  secundum 
constitutionem  domni  et  genitoris  nostri  Hludovici  imperatoris  ac  nostram, 
sexcentorum  solidorum  summam  ad  partem  monasterii  esse  multandum. 
de  famulis  eiusdem  loci  et  de  omnibus  rebus  pr^cipimus  ita.  de  teloneis 
vero  mercatorum  et  pontum,  et  decimas  ad  portam  monasterii  dari  iubemus. 

2  0  prestarias  vero  et  commutationes  iniust?  factas  volumus  irritas  esse,  absque 
p^na  ligat?  solutionis.  off"ertos  vero  eiusdem  monasterii  nolumus  in  seculo 
vagari,  sed,  ubicunque  inventi  fuerint,  licentiam  habeat  abbas  qui  prò  tem- 
pore fuerit,  aut  monachi,  eos  ad  monasteria  revocare;  si  opus  fuerit,  dux 
aut  Comes  qui  prò  tempore  fuerint  eos  ad  monasteria  reverti  faciant.       quic- 

2  e  quid  vero  de  pr^dicti  monasterii  possessione  fiscus  noster  acquirere  poterat, 
totum  nos  prò  ?terna  remuneratione  memorato  monasterio  concedimus,  ut 
in  alimonia  pauperum  et  monachorum  ibidem  Deo  famulantium,  nostris  fu- 
turisque  temporibus,  proficiat  in  augmentis,  quatenus  memoratos  servos  Dei 
liberius  prò  nobis  et  prò  stabilitale  imperii   nostri   Domini  clementìam  exo- 

40  rare  delectet.  et  cum  abbas  ab  hoc  seculo  migraverit,  eligant  inter  se  de 
ipso  monasterio  quemcumque  utiliorem  invenerint.  et  ut  h?c  auctoritas 
firmior  habeatur,  ac  per  futura  tempora  melius  conservetur,  manu  propria 

Chron.  Farf.  I.  15 


226  CHRONICON    FARFENSE. 

e.  97  A  siipter  eam  fìrmavimus,  atque  anuli  nostri  impressione  asj|signari  iussimusCO. 

[signum  Karoli  gloriosissimi  imperatoris]. 

[Avdacher  notarius  ad  vicem  Gauzlcni  recognovit  et  subscripsit],      datum 
.VII.  kalendas  ianuarii,  anno  .xxxvi.  regni  domni  Caroli  in  Francia.       et  in 
successione  Hlotharii  .vi.       et  imperii  eius  .i'^.       actum  in  Sancto  Petro,  in-    e 
dictione  .vini.,  [in  Dei  nomine,  feliciter,  amen]  (2). 

Prefatus  vero  domnus  Johannes  abbas  emit  petìas  terre  duas 
in  Furcone  ad  Fontem  Antiquam  (5).       et  in  Carsule  secus  viam 
publicam  lerram   modiorum  .111.  ('♦).       et  in   Quinto  vineam   pe- 
dum  .e.  longitudinis    et   latitudinis    pedum  .xxx.       et  ibidem  in    io 
Colle    Malo    modiorum  .xvi.  (5)       et    in    territorio    Reatino,  ubi 
dicitur  Quadragesimus,  acquisivit  buie  monasterio  a  quodam  lo- 
hanne  episcopo  infra  ipsum  casalem  res  cuiusdam  Accidei  geni- 
toris  eius.       et  concessit  per  convenientiam  eidem  lohanni  epi- 
scopo   diebus    vite   eius  res  iuris  huius   monasterii    in   territorio    ij 
Sabinensi  ubi  dicitur  Agellum,  id  est  cellam  nostram  Sancti  Do- 
nati,  et  gualdum   qui  dicitur  Antiquus,  et  in  Tancie  locum  qui 
dicitur  Celle,  et  loca  ubi  infra  ipsum  montem  Tancie  cum  ani- 
malibus  suis  pabulare  valeret.     et  licentiam  haberet  predictus  epi- 
scopus,  et  eius  homines,  in  ipso  monte  lignamenta  ad  mansionem  20 
vel  ad  alias  causas  incidere.       hec  omnia  sopra  scripta  concessit 
ei  prefatus  abbas  Johannes,  excepta  ecclesia  Sancti  Angeli  ibidem 
in  Tancie  cum  offersione  sua,  quam  ei  non  dedit.       reliqua  vero 
omnia  concessit  illi  diebus  vite  eius  sub  annuali  reddenda  pen- 
sione denariorum  .xii.,  statuta  pena  obligationis  argenti  librarum   2  v 
quinquaginta  ^^\       Teuderadus  quoque  episcopus   Reatinus  con- 
cambiavit  in  hoc  monasterio  et  domno  lohanni  abdicavit  et  dedit 
unum  molinum  in  Parraria  cum  terris  ante  ipsum  modiorum  .xii. 
e.  97  B         plus   minus  (').       quidam  ||  etiam  Johannes  cambiavit  in  hoc  mo- 
nasterio   terram    in    Pompigiano  (^\        item   alius   Johannes  et  jo 
Leonianus    et   Lupo  germani    cambiaverunt   in   hoc    monasterio 

(i)  Effigie  dell'imperatore  Carlo  il          (6)  An.  877;  R.  F.  doc.  322.     In- 
calvo, torno  al  vescovo  aretino  Giovanni  qui 

(2)  R.  F,  doc.  318.  menzionato,  cf.  Ughelli,  Italia  saaay 

(3)  An.  876;  R.  F.  doc.  319.  I,  402. 

(4)  An.  876;  R,  F.  doc.  320.  (7)  An.  877;  R.  F.  ^oc.  323. 

(5)  An.  877;  R.  F.  doc.  321.  (^8)  An.  877;  R.  F.  doc.  324. 


CHRONICONFARFENSE.  227 

vineam  in  Petroniano  de  massa  Ciculana  modiorum  trium.  et 
ad  Vicum  modiorum  quatuor.  et  ubi  dicitur  Vinealis  terr^  petias 
duas  modiorum  duorum  ^^\  item  alius  Johannes  cambiavit  in  hoc 
monasterio  in  campo  suptus  collem  de  Pauperi  petiam  unam 
5  terre  longitudinis  pedum  .cxv.  et  latitudinis  in  uno  capite  .xcv., 
alio  vero  .lxxxv.  C^).  et  quidam  Ursus  cambiavit  in  hoc  mona- 
sterio et  domno  lohanni  abbati  duas  petias  terre  in  massa  Torana 
ad  collem  Stalìani,  per  mensuram  pedis  publici  solidorum  .vii.  <-^). 
Venerabilis  autem  abbas  Johannes  huius  monasterii  recoUegit 

IO  in  Rescaniano  terras  modiorum  triginta.  et  dedit  cuidam  Adil- 
perto  casalem  huius  monasterii,  idest  Maternionem  in  Pantanione, 
ad  omnem  laborem  dividendum  ibidem  cum  proposito  nostro  de 
Biterbo.  et  ordinavit  quosdam  viros  in  Ficoccla  ad  persolven- 
dum   annualiter  per  vindemiam  decimatas  quadraginta  et   dena- 

15  riorum  solidos  .x.  et  concessit  cuidam  Raconiin  Pelestrina  duas 
colonias.  et  in  Rescaniano  terram  modiorum  triginta  ad  an- 
nualem  reddendam  pensionem  in  cella  nostra  in  Carsule.  et 
concessit  cuidam  lohanni  presbytero  in  massa  Torana  in  Conio- 
licampi,  et  terram  in  Esclito  modiorum  quatuor,  et  presam  ||  unam        e  98  a 

20  in  Puzalia,  ad  annualiter  nobis  reddendum  de  porcis,  et  pensionem 
denariorum  .xii.  et  concessit  cuidam  Odelprando  vineam  ubi 
dicitur  Ilice,  et  casalem  Toranianum.  et  in  valle  Tybe  ubi  di- 
citur Laurus.  item  Palumbo  presbytero  et  Probato  concessit 
res  et  substantias  huius  monasterii  in   massa  Torana  in   finibus 

25  Sancti  Donati  et  Sancti  lohannis,  et  in  Ofigiano,  et  in  Speniano, 
et  colonos  huius  monasterii  in  Bassiano.  et  in  Bagiano  infra 
ipsuin  gualdum  concessit  Luponi  et  Hildeprando  vineam  modio- 
rum .XX.  ad  annualiter  vinum  per  medium  dividendum,  et  per 
vindemiam   operas  tres  nobis  dandum,  et  per  fena  operas   tres, 

30  et  per  messuram  operas  tres,  infra  castaldatum  Reatinum.  et  me- 
dietatem  glandis.  item  Lupardo  concessit  res  huius  monasterii 
in  Carsule,  ubi  dicitur  Trivius,  substantias  duas,  ad   annualiter 

2.  ad  Vicum]  Nel  Regesto  ad  Viculum 

(i)  An.  877;  R.  F.  doc.  325.  (3)  An    879;  R.  F.  doc.  327. 

(2)  An.  878;  R.  F.  doc.  326. 


228  CHRONICON    1  ARFENSK. 

reddcndum  pensionem  in  cella  nostra  de  Carsule,  idest  ecclesia 
Sancti  Petri,  ad  manum  suam  operas  .viii.  et  puUorum  par  unum. 
et  ordina vit  quendam  Petrum  in  colonicia  huius  monasterii.       in 
massa  Torana  que  pertinet  ad  cellam  nostram  ibidem  in  Cometa, 
SLibstantia  vero  est  in  Tampiliano,  ad  annualiter  per  omnes  eh-   5 
domadas  duas   operas  in  ipsa   cella  fliciendas.       item  Godiperto 
presbytero  concessit  cellam  huius  monasterii,  idest  ecclesiam  San- 
cti Benedicti  in  massa  Ciculana,  ubi  dicitur  Petronianus,  ad  annua- 
Icm  reddendam  pensionem  argenti  solidorum  .xxv.  et  annonam  et 
e.  98  B         vinum.       item  cuidam  Ansefrido  concessit  ||  in  Pitiliano  coloniam   io 
unam,  et  in  Furiano  duas  petias  terre  modiorum  .v.       et  unam 
substantiam  in  Octiano,  et  aliam  in  Pontiano,  et  tertiam  in  Oli- 
vula,  et  medietatem  de  silva  que  nominatur  Cisternula,  et  duas 
petias  terre  ad  Sanctum  Steplianum.       item  in  massa  Ciculana, 
villa  Fungie.       et  in  villa  Cometa  ordinavit  Hildericum  ad  annua-    1 5 
liter  dandum  in  cella  nostra  Sancti  Benedicti  in  Petroniano  per 
vindemiam  musti  decimatas  .xx.,  grani  modia  quatuor.      item  in 
Quinto  concessit  casam  que  est  applarium  ad  Sanctum  Lauren- 
tium,  et  vineam,  et  omnia  qualiter  ad  ipsam  obedientiam  pertinent, 
et  in  ipso  gualdo  terram  modiorum  .xv.       item  in  Octavo  et  in   20 
Escantiano  ordinavit  Gaidonem  ad  persolvendum  pensionem  an- 
nualiter in  curte  nostra  in  Trebulecia  per  vindemiam  musti  de- 
cimatas .XX.  et  argenti  denarios  .lx.      item  in  territorio  Amiter- 
nino,  ubi  dicitur  Marrucc,  concessit  duas  petias  terre  modiorum 
duorum,  et  aliam  petiam  modiorum  .vi.  ad  dandum  in  curte  no-   25 
stra  de  Lauriano  pensionem  denariorum  .vi.^'). 
sss?^)"  Septimus  decimus  equidem  huius  sacri  cenobii  extitit   abbas 

e.  99  A        Anselmo  ^^\   qui  emit   vineam  in    massa    Torana,  in  casale  qui 
vocatur  Coniolicampi,  ad  Ovellanam   suptus   viam,   longitudinis 
pedum  .cv.  et  latitudinis  pedum  .xxx.  et  portionem  quandam  ibi   $0 
de  salicibus  prctio  solidorum  duorum  ^'^\ 

28.  Anselmo]   (-osi  nel  testo. 

(i)  Le  concessioni  largite  dall'  ab-  volume,  e  le  note  al  Regesto  di  Far/a, 

bate    Giovanni    sono    registrate    nel  HI,  11   e  30. 

Lrtro//or/o  dalla  e.  xiiii  A  alla  e.  xvii  B.  (5)  Effigie  dell'abbate  Anselmo. 

(2)  V.  la  nota  2  a  p.  16  di  questo  (4)  An.  880;  R.  F.  doc.  328. 


CHRONICONFARFENSE.  229 


Octavus  declmus  quoque  congregationi  huic  pastor  Teuto  An.  883?- 
preruit  ^^\  qui  ad  opus  huius  monasterii  emit  petium  vine^  in  ter- 
ritorio Veterbensi;  in  casale  Rubgano,  ubi  dicitur  Piscina  Nigra, 
et  portionem  de  ipso  casale,  et  sortem  de  casa  cum  curte  et 
5  horto,  et  vinea  et  terra  in  vico  Foffiano,  pretio  argenti  solido- 
rum  .XX.  temporibus  Caroli  imperatoris,  anno  eius  tertio,  et  Ma- 
rini summi  pontificis  anno  primo,  indictione  prima  (5).  et  acqui- 
sivit  huic  monasterio  preceptum  optime  liberalitatis  a  Carolomanno 
imperatore,  anno    incarnationis  Domini  .dccclxxxiii.,  indictione 

IO  prima,  anno  vero  imperii  eius  tertio  <^4).  et  acquisivit  per  con- 
cambium  in  Arniterno  ad  Sanctum  Xistum,  ubi  dicitur  Vinealis, 
terre  et  vinee  petiam  unam  modii  unius  ^5).  et  in  Furcone,  ubi 
dicitur  Colomonte  et  Silva  Plana,  acquisivit  a  Tedgerio  castaldio 
omnes  res  et  substantias  eius  ^^\       et  in  Massa  Nautona  ubi  dir 

15   citur  Busianus  omnes  res  Sindolfi  (7).       et  in  territorio  Trointensi, 
in  fundo  Liciano,  emit  terram  modiorum  .viii.  ad  opus  celle  no- 
stre  Sancte   Marie  de    Coperseta  W.  ||       et  acquisivit   omnes  res        e.  99  b 
et   substantias    Hermengarde  in  territorio  Reatino,  infra  Casam 
Perotp  per  singula  loca    vel  vocabula  in    monte  et  in   plano  ^9). 

20  Et  concessit  quasdam  res  et  curtem  in  fundo  Vestiliano  ad 
censum  per  omnes  annos  dandum  in  curte  nostra  Sancti  Bene- 
dicti  in  fundo  Astatiano.  item  in  gualdo  de  Minione  in  monte 
Gosperti  concessit  cuidam  Donato  unum  petium  terre  ad  casas 
edificandum,  et  alias  res  ibidem  ad  cellam  nostram  Sancte  Marie 

25  de  Minione  pertinentes,  ad  annualiter  ibi  reddendum  pensionem, 
et  si  necesse  esset,  guaitas  ad  mare  faciendum.       et  in  territorio 

(r)  V.  la  nota  2  a  p.  228.  mento  porta  le  seguenti  note  cronolo- 

(2)  Effigie  dell'  abbate  Tentone.  g^che:  «  Ab  incarnatione  domini  nostri 

(3)  An.  883;  R.  F.  doc.  329.  «  Ihesu   Christi   anno    .dccclxxxviii. 

(4)  An.  883.  Erra  Gregorio  di  Ca-  «et  domni  Karoli  divina  ordinante 
tino  attribuendo  a  Carlomanno  questo  «  providentia  imperatoris  augusti  in 
documento  che  fu  dato  da  Carlo  il  «  Hitalia  in  Dei  nomine  anno  .viii., 
Grosso;  R.  F.  doc.  330.  «  .xxii.  mensis    septembris,  per  indi- 

(5)  An.  883;  R.  F.  doc.  331.  «  ctionem  .vi. .  . .       actum  in  civitate 

(6)  An.  884;  R.  F.  doc.  332.  «Reatina...      ego   Gaiderisius  nota- 

(7)  An.  884;  R.  F.  doc.  333.  «  rius  scriptor  huius    cart?   compievi 

(8)  An.  884;  R.  F.  doc.  334.  «etdediw.    V.  la  nota  2  alla  pagina 

(9)  An.  888;  i^.  F.  doc.  335.    Ildocu-  seguente. 


2:;o  CHRONICON    FARFENSE 


Trointensi  in  fundo  Velesiano  terram  modiorum  .x,  cum  vinca 
et  olivis,  de  cella  nostra  Sancti  Desideri!,  ad  censuni  annualiter 
ibi  reddendum.  et  in  fundo  Pecagiano  res  de  cella  nostra  in 
Coperseta  modiorum  .vi.  et  in  fundo  Establo,  et  in  fundo  Ma- 
riani, vocabulo  Frassano,  et  in  fundo  Fabsiciano  terram  modio-  5 
rum  .Lxvii.  et  ipsum  litus  maris,  ad  annualiter  reddendum  censum 
in  cella  nostra  de  Coperseto  denarios  .xii.  et  sipias  .xx.  et  in 
fundo  Collina,  modia.  xiiii.  et  in  fundo  Biviano  modia  .xxiiii. 
cum  casa  edificata,  et  vinea  et  olivis  et  canneto.  in  casale 
Tesio,  de  curte  Sancte  Marie  de  Coperseto,  et  res  in  fundo  io 
Capetectiano,  ad  censum  in  ipsa  curte  nostra  reddendum  dena- 
riorum  .x.  et  operas  .xii.  ad  boves  quatuor,  ad  vineas  quatuor,  ad 

e.  100  A  messes  quatuor.  et  puUos  tres,  unum  \\  in  Nativitate  Domini, 
unum  in  Pascha,  unum  in  sancte  Marie.  item  in  fundo  Biviano 
modiorum  .xviiii.  cum  casa  edificata  et  vinea  et  olivis  et  canneto,  15 
ad  censum  reddendum  in  curte  nostra  de  Coperseto.  item  in 
territorio  Reatino  ubi  dicitur  Carsule  seu  Leonis,  et  vineam  in 
Caneria  ad  Felicetum,  et  in  massa  Narnatina,  et  in  Amiterno  ad 
Marruce,  et  curtem  Sancti  Angeli  in  territorio  Balbensi  ubi  di- 
citur Peltinus,  omnia  concessit  cuidam  Sintaro  ad  pensionem  20 
denariorum  .lx.  item  cuidam  lordani  presbytero  concessit  in 
vico  vel  casale  Quintianione  res  huius  monasteri!  ad  pensionem 
denariorum  .xlv.  in  curte  nostra  intro  castrum  Biterbum.  item 
in  Urbana,  et  Accligiano,  et  in  Atriano  res  huius  monasteri! 
concessit  ad  annualem  pensionem  denariorum  .xii.  facta  est  25 
autem  concessio  hpc  anno  .vili,  imperii  domn!  Caroli,  et  incar- 
nationis  domini  nostri  Ihesu  Christi  anno  .dccclxxxviil,  mense 
septembris,  indictione  .vi.  ('). 

An.  888  ?  Nonus  decimus  etenim  huius  monasterii   abbas   Nordepertus 

extititW.  30 

(i)  Le  largizioni  concesse  dall' ab-  seguenti,    convien    ripetere    qui    una 

bate  Tentone  sono  registrate  nel  Lar-  osservazione   già   fatta   nel  Regesto  di 

gitorio  dalla  e.  xviii  A  alla  e.  xx  b.  Farfa  (III,  37).     La   povertà  dei  do- 

(2)  Effigie   dell'abbate    Nordeperto.  cumenti  relativi  a  questo  periodo  vietò 

R.  F.   Ili,  37.     Neil'  indicare   con  già  in  parte  a  Gregorio  di  Catino,  e 

un   segno  di  dubbio   la  data  del  go-  rende  ora  anche  maggiormente  diffi- 

verno  di  questo  abbate  e  d'alcuni  dei  cile,  d'affermare  con  sicurezza  la  du- 


CHRONICON   FARFENSE. 


231 


Vicesimus  itaque  sacri  istius  cenobi!  rector,  venerabilis  Spento  An.  889-895(0 
fuit  <^^\  qui  anno  incarnationis  Domini  .dccclxxxviii.,  mense  au- 
gusti, indictione  .vi.,  dato  pretio  argenti  librarum  .xxx.  cuidam 
Gisoni  filio  Gudeprandi  civitatis  Reatine,  emit  ab  eo  ad  opus 
5  monasteri!  huius  res  ipsius  in  massa  Capitanea  ||  ubi  dicitur  Campus 
Sanct^  Anatiiolie,  et  in  Botro  terre  petias  decem.       prima  petia 


e.    100  B 


rata  dei  governi  abbazìali  di  Norde- 
perto  e  dei  suoi  successori  Vitale, 
Pietro,  Giovanni  e  Rimone.  Man- 
canti dell'appoggio  dei  documenti,  è 
forza  seguire  il  catalogo  di  Gregorio, 
avvertendo  che  le  sue  date  sono  sol- 
tanto approssimative  perchè  egli  non 
ebbe  a  questo  punto  maggiori  aiuti  di 
quelli  che  ci  rimangono.  Questo  im- 
provviso impoverirsi  della  serie  dei 
documenti  nel  Regesto,  si  spiega  con 
la  storia  del  monastero  che  fu  abban- 
donato intorno  a  questi  tempi  per  le 
minacciose  incursioni  dei  Saraceni. 
L'esodo  dei  Farfensi,  incominciato  du- 
rante il  reggimento  dell'abbate  Pietro 
(a.  D.  890?),  ebbe  termine  ai  tempi 
dell'abbate  Ratfredo  (a.  D.  930?-936?). 
E  intorno  a  ciò  vuoisi  anche  ricordare 
che  gli  scarsi  documenti  rimasti  re- 
lativi a  questo  tempo  sembrano  ac- 
crescere anziché  diradar  le  incertezze. 
Il  doc.  335  del  Regesto,  che  ricorda 
la  clonazione  fatta  da  Ermengarda  dei 
beni  situati  in  «  Casa  Perota  »,  e  il 
doc.  336,  che  ricorda  la  vendita  fatta 
da  Gisone  di  Gudeprando  di  terreni 
situati  nel  castaldato  Reatino,  vanno 
attribuiti  senza  esitare  il  primo  al  set- 
tembre, e  il  secondo  all'agosto  del- 
l'anno 888,  e  perciò  stesso  aprono  il 
campo  a  molti  dubbi  intorno  alla  cro- 
nologia farfense.  Quali  sieno  questi 
dubbi  si  ricava  dalle  osservazioni  se- 
guenti pubblicate  nel  Regesto  in  nota 
al  doc.  335:  «  Le  note  cronologiche 
«  di  questo  documento  e  quelle  del 
«doc.  336  sono  così  chiare  che  ci  è 
«  forza   assegnarU   entrambi    all'anno 


«  888.  Ma  la  indicazione  dei  mesi 
«  nelle  date  sforzerebbe  a  dire  che  o 
«  il  notaio  Gaiderisio  quando  dettò  i 
«  due  documenti,  o  il  monaco  Gre- 
«  gorio  quando  li  trascrisse,  caddero 
«  in  qualche  errore.  Se  Teutone  [men- 
«  zionato  nel  doc.  335]  era  ancora  ab- 
«  bate  nel  settembre  888,  non  s'intende 
«  la  menzione  dell'abbate  Spentone 
«  fatta  nell'agosto  dell'anno  medesimo, 
«  e  notisi  per  giunta  che  tra  un  ab- 
«  bate  e  l'altro  nel  catalogo  è  segnato 
«  anche  il  nome  di  Nordeperto.  Una 
«  sola  via  si  aprirebbe  a  sciogliere 
«  questo  intricato  nodo  della  cronolo- 
«  già  farfense  senza  tacciar  d'errore  i 
«  documenti.  Basterebbe  ammettere 
«  che  Teutone  non  fosse  già  morto 
«  ma  temporaneamente  deposto,  ed 
«  eletti  in  sua  vece  un  dopo  l'altro 
«  Nordeperto  e  Spentone  ai  quali  egli 
«  sarebbe  nuovamente  succeduto.  Non 
«  sarebbe  caso  unico  nella  storia  di 
«  Farfa,  e  questo  documento  è  diviso 
«  da  quello  che  lo  precede  con  uno 
«  spazio  di  tempo  sufficiente  a  molti 
«  rivolgimenti.  La  storia  del  mona- 
te  stero  qui  è  muta,  ma  l'essere  i  due 
«  documenti  dettati  da  un  solo  notaio, 
«  la  dubbiosa  cautela  che,  giunto  a 
«  questi  anni,  Gregorio  mostra  nel  suo 
«  catalogo  e  nel  Chronicon,  e  soprat- 
«  tutto  il  frequente  mutarsi  degli  ab- 
(f  bati  che  si  nota  verso  questo  tempo, 
«  rendono  meno  improbabile  la  ipo- 
«  tesi  che  proponiamo  alla  considera- 
«  zione  dei  lettori  ». 

(i)  V.  nota  2  a  p.  230. 

(2)  Effigie  dell'abbate  Spentone. 


232  CHRONICON    FARFENSE. 

est  modioriim  .xxvi.,  seciinda  modiorum  .xii.,  tenia  similiter 
modiorum  .xii.,  quarta  modiorum  .vi.,  quinta  similiter  modio- 
rum .VI.,  sexta  modiorum  duorum,  septima  similiter  modiorum 
duorum,  octava  similiter  modiorum  duorum,  nona  vero  modii 
unius,  decima  etiam  semodialis  loci  unius.  et  aliam  substantiam  5 
ubi  dicitur  Manianus.  et  in  Bezenano  substantias  duas  et  ter- 
rnm  cultilem  ibidem  cum  portione  case  ibi  edificate,  et  in  Aqui- 
liano  ubi  dicitur  Rivaimini  terre  petiam  unam  modiorum  .xxvi. 
et  alia  petia  in  Aquiliano  modiorum  centum.  et  in  ipsa  Silva 
Plana  modiorum  .x.  et  portionem  in  lacu  de  Ardano.  et  vi-  io 
neam  in  Matturiano  modiorum  .x.  et  in  Furiano  substantiam 
unam.       et  in  Pezano  petias  duas  modiorum  .vi.  (0, 

An.  889?  Vicesimus  quoque  primus  monasterii  huius  abbas  Vitalis  ex- 

890?  (2)  _  ^     ^       r 

titit  <^3). 
An.  890?  (4)  Vicesimus  vero  secundus  congregationi  huic  in  sancto  regi-   ^5 

QIQ  ?  ,  ,    ^  ""^ 

mine  pastor  venerabilis  Petrus  prefuit  ^5).  qui  dominice  incar- 
nationis  anno  .dccc''.  ac  .xc°.  acquisivit  in  hoc  monasterio  a  quo- 
dam  lohanne  civitatis  Reatine  omnes  res  et  substantias  eius  in 
Giliano,  et  in  Petesia  W.  itein  recepit  in  commutationem  a  quo- 
dam  lohanne  petium  vinee  in  vico  Quintiano  perticarum  .xxvi.  20 
e.  loi  A  et  pedum  .vii.  <^7).  et  a  Takeprando  ||  filio  Scaptolfi  recepit  in 
commutationem  terre  petias  .11.  in  Amiterno.  una  petia  est 
modiorum  .xii.  suptus  Pauperi  inter  vias.  alia  ad  crucem  ad 
Sanctum  lanuarium  modiorum  .viii,  W.  et  dedit  in  conve- 
nientia  cuidam  Albuino  res  iuris  huius  monasterii  in  territorio  25 
Pinnensi,  in  castaldato  Atrianensi,  ubi  dicitur  Case  Rabeniane,  et 
in  Casa  Matrone,  et  suscepit  ab  eo  ad  opus  huius  monasterii 
casam  et  res  infra  civitatem  Reatinam,  et  in  castaldato  Reatino, 


(i)  An.  888;  R.  F.  doc.  536.     Q.ue-  (2)  V.  nota  2  a  p.  230. 

sto  documento  porta  le  seguenti  note  (3)  Effigie  delFabbnte  Vitale, 

cronologiche:   «  Ab   incarnatione  do-  (4)  V.  nota  2  a  p.  32  di  questo  vo- 
«  mini     nostri     Ihesu     Christi     anno      tume. 

«  .DCCCLXXXViii ,  .XII.  die  mensis  au-  (5)   Effigie  dell'abbate  Pietro. 

«  gusti,  per  indictionem  .VI actum  (6)  An.  890;  R.  F.  doc.  337. 

«  in  Reate  .. .  ego  Gaiderisius. . .  com-  (7)  An.  803;  R.  F.  doc.   ^38. 

«pievi  et  dedi».    V.  nota  2  a  p.  230.  (8)  An.  897;  R.  F.  doc.  539. 


CHRONICON    FARFENSE.  233 

et  in  castaldato  Amiternino  in  Casale  Porcule  cum  ecclesia  San- 
cti  Silvestri  ibi  edificata,  et  turrem  in  ipso  loco  Porcule.  prò  rebus 
suprascriptis  sibi  concessis  idem  Albuinus  annualiter  censum  se 
dare  spopondit  denariorum  .xii.  in  cella  nostra  in  Salostano  ^'\ 
5  item,  almificus  abbas  prefatus  domnus  Petrus  acquisivit  a  quodam 
Remedio  ad  opus  huius  monasterii  curtem  ipsius  in  Pretorio,  in 
Amiterno  et  in  eius  vocabulis.  anno  .dccccxxviii.  dominici  in- 
carnationis,  .xii.  die  mensis  martii,  indictione  prima,  et  regni 
domni  Hugonis  in  Hitalia  .11°.  (^\ 

IO  Venerabilis  interea  domnus  Petrus  supradictus  abbas  suscepit 
in  convenientia  a  quodam  Odelprando  clerico  terras  et  vineas 
petiarum  novem  ac  modiorum  .lxv.  in  territorio  Amiternino  ubi 
dicitur  Pretorium,  et  in  territorio  Furconino  ubi  dicitur  Campus 
de  Mozano,  et  in  colle  cum  castaneto.       et  concessit  ei  res  iuris 

15  huius  monasterii  terre  et  vinee  petias  quinque  in  territorio  Ami- 
ternino et  in  territorio  Furconino.  prima  petia  in  Pantano  mo- 
diorum .XX.  et  semodialis  unius.  secunda  ||  petia  vine^  in  Pu- 
zano,  ubi  dicitur  Case  Contreisi,  modiorum  .v.  et  semodialis  unius. 
alia  petia  vinee  ad  Crucem  sub  via  modiorum  trium  et  semodialis 

20  unius.  alia  petia  terre  in  Collectario  modiorum  trium.  alia 
petia  infra  territorium  Furconinum  in  campo  de  Occiano,  suptus 
montem  ubi  dicitur  ad  Saccum  secus  viam  publicam.  insuper 
et  servos  huius  monasterii,  idest  lohannem  de  PostcoUem,  Tri- 
nulum   et  alium  lohannem  Mollegium  et  Adelpertellum    Leta- 

25  num  cum  omnibus  eorum  substantiis,  ad  annualiter  persolvendum 
pensionem  in  curte  nostra  de  Reate  denariorum  .xii.  item,  ordi- 
navit  quendam  Helmericum  in  curte  nostra  de  Amiterno,  ubi  dicitur 
Laurianus,  ut  quotiens  missi  nostri  ibidem  venirent,  recoUigeret 
eos  et  hospitium  eis  faceret.       item,  concessit  cuidam  Bernardo 

30  res  iuris  huius  monasterii  in  Atissa  cum  monte  de  Sancto  Chri- 

(i)  An.  898  ;  R.  F.  doc.  340.  gesto  che  reca   soltanto   la   menzione 

(2)  An.  928;  /^.F.  doc.  341.     Gre-  del  monastero   senza  alcun  nome  di 

gorio  di  Catino  attribuisce  per  errore  abbate.     Infatti  Gregorio  stesso  regi- 

questo    acquisto    all'  abbate  Pietro    il  stra  nel  suo  catalogo  1'  accessione  del- 

cui  governo  non  potè  certo  protrarsi  1'  abbate    Giovanni    all'  anno   919,    e 

fino  all'  anno  928,  e  il  cui  nome  non  quella  di  Rimone  al  920.     Cf.  p.  98 

apparisce  punto  nel  doc,  341   del  Re-  dì  questo  volume. 

Chron.  Farf.  I.  15* 


e.    lOI  B 


234  CHRONICONFARFENSE. 

stoforo,  et  castello  et  villa  que  vocatur  Plano,  et  villa  de  Dulie, 
et  villa  de  Avianico,  et  ecclesiis,  fines  :  petra  de  GabuUe,  et  Sancto 
Marco,  et  Monte  Calvo,  et  Asola,  et  fluvio  de  Ausento,  ad  usum 
fruendi,  et  si  nobis  oportuerit  vel  nostris  monachis,  aut  nostris  ho- 
minibus,  mansiones  aut  hospitium  infra  ipsum  castellum  daret,  in  J 
una  mansionatica  vel  secunda  aut  tertia,  et  conductum  tribueret 
qualem  Deus  dedisset.  prò  eo  quod  ipse  Bernardus  de  suo  pro- 
prio dedit  in  hoc  monasterio  in  fundo  Frontallo  terras  modiorum 
e.  102  A       quingentorum,  ||  et  prò  rebus  supradictis  se  dare  promisit  pensio- 

nem  denariorum  .xii.     item,  domnus  Petrus  prefatus  abbas  concessit   io 
cuidam  Urso  res  quasdam  ex  cella  nostra  de  Coperseto,  ubi  dicitur 
Corticella,  modiorum  .xx.      item,  in  ministerio   Trointensi   res 
eiusdem  celle  nostre,  ubi  dicitur  Collicellus,  modiorum  .vini,   et 
sextarios  .viii.      et  in  fundo  Betiano  sextarios  quatuor  ad  pen- 
sionem  reddendum  concessit  cuidam  Ausoni,  et  operas  manuum    j  r 
duas,  et  operas  boum  duas,  et  si  boves  non  haberet,  ad  manum 
easdem  operas  daret,  ubi  opus  fuisset,  in  suprascripta  cella  nostra, 
item,  cuidam  Maineperto  concessit  res  iuris  huius  monasterii  in 
fundo  Bibiano,  et  in  CoUicello,  et  in  Cerro,  et  in  Ponticello,  ad 
censum  annualiter  reddendum  et  operas  manuum  duas,  et  boum   20 
similiter  duas,  in  curte  nostra  de  Coperseto. 


CHRONICON   FARFENSE.  235 


Huc  usque  sacri  huius  cpnobii  abbatum  series  ordinatim  no- 
tare studuimus,  et  quid  singuli  in  hoc  monasterio  acquisie- 
rint  quidve  causa  auctionis  rerum  huius  monasterii  alicui  persone 
concesserint,  brevi  relatione  perstrinximus,  locorum  vocabulis  et 
j  quorundam  nominibus  virorum  notatis.  hinc  vero  destructum 
hunc  a  Sarracenis  referemus  et  in  parvo  tempore  desolatum  locum, 
ac  nonnullorum  abbatum  prodigas  ostendemus  dispersiones,  plu- 
rimasque  eorum  concessiones,  non  ad  huius  monasterii  ||  tantum  e  102  b 
largitas  auctionem,  sed  quam  potius  defectionem,  non  tam  magis 

IO  ad  meliorationem,  sed  quam  magis  ad  deteriorationem.  nam 
antiqui  auctores  iccirco  contractus  largitionis  sive  concessionis 
rerum  ecclesiasticarum  emphiteosin  appellare  voluerunt,  quoniam 
meliorationem  per  id  et  auctionem  illarum  significare  docuerunt. 
denique  hoc  tenore  concedendum  predi xerunt,  et  legali  auctori- 

15  tate  sanxerunt,  scilicet  ad  laborandum,  cultandum,  meliorandum, 
usufruendum  fructus  illarum  per  medium,  vel  per  tertiam  sive 
quartam  aut  quintam  portionem  cum  terre  dominis  dividendum, 
et  operas  manuum  sive  boum  a  terre  cultoribus,  actionariis  ec- 
clesiasticis  exhibendum,  et  pensionem  vel  censum  compensibilem 

20  annualiter  persolvendum.  qui  autem  ita  mercantur,  ut  brevis- 
simum  tantum  vel  temporalem  pecunia  annualiter  recipiant  cen- 
sum, non  tam  Ecclesie  meliorationem  sive  auctionem,  quam  ilio- 
rum  potius  qui  accipiunt  probantur  exercere.  quapropter  fraudem 
in  hoc  patri  vel  matti,  idest  domino  Deo  sancteque  Ecclesie,  vi- 

25  dentur  perpetrare.  unde  et  beatus  testatur  Augustinus  dicens: 
«  Quecumque  ab  Ecclesia  Christi  quolibet  argumento  tolluntur 
«  sive  alienando,  sive  vastando,  sive  invadendo,  sive  minorando, 
«  sive  diripiendo,  Christo  tolluntur,  cui  aliquid  auferre  sacrilegium 


2^6  CHRONICON    FARFENSE. 

{(  est.  et  nullus  sacrilegus  nisi  per  puram  probatamque  et  publi- 
.  loj  A  «  cani  penitentiam  ||  et  per  Ecclesie  satisfactiones  et  reconciliationem 
«  regnum  Dei  possidebit.  et  non  solum  a  regno  Dei  fit  alienus 
«  sed  etiam  a  liniinibus  sancte  Ecclesie,  et  precipue  ab  illius  quam 
«  lesit,  usque  ad  predictam  satisfactionem  extorris  et  alienus  effi-  5 
«  citur,  et  nQC  vivis  communicare  debemus  nec  mortuis  talium 
((  scelerum  patratoribus,  nisi  post  predictam  satisfactionem.  et 
((  non  solum  qui  hoc  f^iciunt,  verum  etiam  et  qui  consentiunt, 
((  similiter  supradictam  penam  patiantur.  quia  qui  rapit  aut  qua- 
<«  licumque  malo  ingenio  tollit  pecuniam  proximi  sui,  iniquitatem  io 
«  operatur;  qui  autem  pecuniam  Ecclesia  abstulerit,  sacrilegium 
«  facit.  hi  non  solum  sacrilegi  et  lupi  atque  homicide  paupe- 
((  rumque  necatores  sunt,  insuper  anathematis  vinculo  damnati 
((  coram  Deo  et  sanctis  eius  efficiuntur  » . 

Item,  Anacletus  papa:  «  Qui  Christi  pecunias  vel  res  et  Eccle-    15 
«  sie  rapit,  aufert  vel  fraudat,  homicida  est». 

Item,  Pius  papa:  «  Si  quis  predia  domino  Deo  cui  dicata  sunt 
«et Ecclesie  Christi  suptrahit  vel  vastat,sicut  sacrilegus iudicetur». 

Item,  Antiocenum  concilium  statuit  «  ut  nullus  Ecclesie  prp- 
«  latus  transigat  ecclesiasticas  res,  vel  commoda  quelibet  Ecclesie,  20 
«  in  necessitates  domesticas.  nec  agrorum  ecclesiasticorum 
«  fructus  apud  se,  sive  conscientia  subditorum,  redigat,  et  do- 
te mesticis  suis,  vel  etiam  affinibus  aut  fratribus  aut  filiis,  earum 
«  rerum  tribuat  potestatem,  ut  per  eorum  secretam  diligentiam 
«ecclesiastica  iura  ledi  videantur».  2^ 

Item:  «Nullus  clericus  predia  Ecclesie  potestatem  habeat  ve- 
103  B  «  nundari,  ||  sed  nec  cuiquam  parentum  suorum  donandi.  et  qui 
«  hoc  egerit,  sub  omni  celeritate  reddito  pretio,  ad  loca  sacra  in 
«  qua  competunt  convertantur.  si  autem,  hac  observatione  con- 
te tempta,  aliquis  hoc  presumpserit,  res  proprias  in  ipsa  Ecclesia  re-  50 
«linquat,  et  ipse  foras  eiciatur,  eo  quod  divina  congrue  compellit 
«  ratio,  ut  qui  ecclesias  accipiunt  ad  regendum,  non  ad  disper- 
«  gendum  accipiant.  simili  modo  nullam  habeat  potestatem 
«  quolibet  modo  alienandi,  neque  infiduciandi,  neque  venundandi, 
«aut  liberis  dimittendi.  qui  hoc  presumpserit,  ut  superius  cen-  ^^ 
«  suimus,  si  habet  proprictatem  suam,  aliud  tantum  restituat,  et 


CHRONICON   FARFENSH.  237 

«  si  non  habuerit,  expoliatus  omnibus  foras  eiciatur.       ipse  quo- 
«  que  res  ad  ecclesiam  cuius  res  sunt  revertantur  ». 

Hec  autem  omnia  ideo  fideliter  intimare  curavimus,  ut  res 
pcclesiastice  vel  predia  sive  facultates  subripi  vel  minorari  aut 
5  vastari  sive  alienari  caveantur  a  prelatis,  et  timeantur  Dei  pre- 
cepta,  sanctorumque  canonum  sancita,  quoniam  sacrate  res,  non 
ad  libitum  proprium  vel  lucrum  sunt  largiend^,  sed  ad  Ecclesie 
permaxime  utilitates  et  commoda,  utque  augeantur  concedende. 
et  ne   quis   illorum  bis   notis   et  renotis  se  de   ignorantia    apud 

IO  omnium   exactorem   excusare  valeat,   et   ut    Dei  legem    ignoret 
aures    in   audiendo   hec   avertat,  quasi  ante   iustum  iudicem   se 
excusandi  querens  occasionem,  sperans  iuxta  sanctum  evangelium 
de  servo  prolatum,  si  voluntatem  domini  sui  ||  nesciens  fuerit,  quod       e.  104  a 
digne  plagis  sit  vapulandus  paucis^^),  noverit  scriptum  quoniam 

15  qui  ignorat  ignorabitur  <^^),  et  qui  avertit  aurem  suam  ne  audiat  le- 
gem, oratio  eius  erit  exsecrabilis^?).  clamabit  enim  in  oportuni- 
tatibus  et  ipse  ad  Dominum,  et  penitus  non  exaudietur.  sed 
et  hoc  nemo  fìdelium  ignoret,  quod  magister  Ecclesie  beatus  Au- 
gustinus  docet  :   «  Quoniam  tanta  indistincto  Dei  iudicio  unicui- 

20  «  que  requirentur,  quanta  equa  sagacitate  fidelique  studio  sciri 
«  vel  disci  potuerit,  et  quanta  incuria  sive  negligentia  vel  con- 
ce temptione  in  discendo  neglecta  fuerunt  ».  ergo  nulli  valet 
nec  prodest  aut  iuvat  ignorantia,  fraude  sive  calHditate  habita. 
magis  autem  in  divina  audiendo  precepta  aures  cordis  accommo- 

25  dare  studeamus,  ut  ea  que  negligendo  deliquimus  audientes,  vel 
ad  memoriam  revocantes,  et  si  non  dignis  penitentie  fructibus, 
saltim  puniamus  in  nobis  sanctis  suspiriis  et  utilHmis  consuma- 
mus  compunctionibus,  quatinus  verissimus  attendens  scrutator 
cordium  que  in  nobis  intimis  gemitibus  nos  condemnamus,  mise- 

30  ricordissima  relaxare  largitate  dignetur.  quoniam,  iuxta  Apostoli 
dictum:  «  Si  nosmetipsos  iudicaremus,  non  utique  iudicaremur 
«  a  Domino  »  <^4).  ac  si  aperte  dicat:  si  nos  condemnamus,  idest 
mortificamus  in  nobis  nostra  peccamina,  fidelis  et  misericors  Deus 
in  hoc  nos  iustificat  et  vivifìcat.       afBictio  enim  ||  contra  peccatum 


e.  104  B 


(i)  Cf.  Lue.  XII,  48.  (3)  Prov.  XXVIII,  9. 

(2)  Paul.  I  Corinth.  XIV,  38.  (4)  Paul.  I  Corinlh.  XI,  51. 


238  CHRONICON    FARFENSK. 


e.    105  A 


acceptum  Deo  sacrificium  fore  per  omnia  comprobatur.  et  qui 
in  corde  prò  peccatis  devote  affligitur,  omnipotenti  Domino  ac- 
ceptabile  perhibetur  offerre  sacrificium,  Psalmista  testante:  «  Sacri- 
((  ficium  Deo  spiritus  contribulatus,  cor  contritum  et  humiliatum 
«  Deus  non  spernit  »  ^^\  cum  enini  in  morte  per  compunctio-  5 
nis  afflictionem  vitia  et  peccata  mactantur,  virtute  ignis  divini, 
idest  Spiritus  Sancti  dono,  tanquam  holocaustum  omnia  consu- 
mantur.  at  contra  qui  nec  Dei  legem  audire,  nec  se  in  peccatis 
afHigendo  curat  indicare,  Apostolo  docente,  «  Cor  impenitens 
«  censetur  habere,  ideoque  thesaurizat  sibi  iram  in  die  ire,  et  in  io 
«  Dei  iusti  iudicii  revelatione  »  ^^\  et  non  vivus,  sed  per  omnia 
mortuus  est  estimandus.  set  tamen  propter  liunc  oportet  Ec- 
clesia Dominum  qui  mortificat  et  vivificat  attentius  supplicare^ 
ut  quemadmodum  Lazarum  quatriduanum,  sic  et  hunc  sua  resu- 
scitare potentia  dignetur.  15 

Hcc  nos  nunc  dixisse  sufficiant,  que  rogamus  ut  nulli  sint 
onerosa,  quoniam  non  nostre  scientie  dieta  sunt,  sed  sanctorum 
statute  auctoritates  Patrum  certissime  noscuntur,  et  per  Sancti  Spi- 
ritus charismata  edite  ac  prolate  creduntur.  omnes  autem  qui 
ex  Deo  sunt,  audire  eas  omnimodis  et  vereri  atque  observare  20 
nituntur,  et  qui  ex  Deo  non  sunt,  spernere  eas  per  omnia  com- 
probantur. 

Sed  iani  de  Hitalica  ab  Agarenis  illata  divastatione,  et  de 
huius  sanctissimi  loci  ab  eis  exhibita  dicamus  destructione.  ad 
que  II  omnia  referenda  suptilius  sive  certius,  quarumdam  relationes  25 
ac  descriptiones  historiarum  buie  operi  brevius  inserere  curavimus, 
quas  nobis  utillimas  ad  recolendum  fore  indubitanter  censuimus, 
ut  de  nefanda  distractione  rerum  huius  monasterii,  que  concesse 
sunt  a  piis  m.isericorditer,  ab  impiis  distribute  crudeliter,  aliquod 
opusculum  dictaremus  per  quod  apte  sciri  possit  qualiter  et  quo  30 
tempore,  vel  a  quibus  malis  rectoribus  monasterium  hoc  ceperit  an- 
nuUari,  quod  per  tanta  annorum  curricula,  a  tot  sanctis  patribus  qui 
leguntur  in  eius  Constructione  ditatum  et  sublimatum  noscitur. 
quod  non  tantum  facimus  prò  detractione  iniquorum  pastorum, 

(i)  Psaìm.  L,  18.  (2)  Paul.  I   Roìn.  II,  s- 


CHRONICON    FARFENSE.  239 


quantum  prò  laude  honorum.  et  ut  qu^  venture  sunt  potestates 
et  auditure  de  prioris  constructionis  sublimitate,  et  de  posterioris 
minoratione  destructionis,  quantum  congaudent  de  bonis  coUatis, 
tantum  condoleant  de  bonis  ablatis.  et  sicut  sequi  debent  exem- 
5  plum  bonorum,  sic  fugere  studeant  exemplum  malorum.  placuit 
autem  nobis  in  hoc  opere,  ad  utilitatem  legentium  sive  audientium, 
a  veridicis  historiographis  descriptis  regum  imperatorumque  ac 
Romanorum  pontificum  uti  temporibus,  ut  que  referenda  sunt  hic 
a  nobis,  sine  scrupulo  habeantur  dubietatis  ('\      inter  que  etiam 

IO   quidam  acta  precedentium  retulìmus  que  utiliter  memoranda  cen- 

suimus  II  ad  edificationem  sane  et  cautelam  audientium.  e.  105  b 

Igitur  imperabat  tunc  Leo  Porphirogenitus  filius  Basilii  qui  post 
Michahelem  filiumTheophili  imperavit  in  Constantinopolitana  urbe. 
Formosus   quoque,  Portuensis  civitatis  episcopus,  Romane  sedis 

ij  summus  pontifex  habebatur<^^).  huic  quidam  Sergius  Romane  Ec- 
clesie diaconus  erat  contrarius,  qui  per  Adelbertum  marchionem 
papa  constitutus,  ut  impius  eundem  Formosum  iam  defunctum  e 
sepulchro  extrahi  et  in  sede  Romani  pontificatus,  sacerdotalibus 
vestibus  indutum,  decollari  precepit,  et  tunc  sacratis  exutum  ve- 

20  stimentis,  tribusque  illius  digitis  abscisis,  in  Tyberim  iactari  fecit, 
cunctosque  ab  eo  ordinatos  deposuit  et  reordinavit.  sed  idem 
Formosus  post  hec  a  piscatoribus  inventus,  ad  Beati  Petri  eccle- 
siam  deportatur.  quem  etiam  sanctorum  quedam  imagines  in 
loculo   positum  venerabiliter  salutarunt  ^^\       interea  rex  Gallip 

(i)  La  fonte   principale   a    cui  at-  «  sacerdotalibus  vestimentis  indutum, 

tinge  Gregorio  di  Catino  è  VAntapo-  .  «collocare   precepit  »,    e   non  de- 

dosis  di  LiUDPRANDO.     Verremo  man  collari.     Ma  poco  prima  al  cap    28 

mano  citando  i  capitoli  da  cui  Gre-  dice  che   Arnolfo   recandosi  a  Roma 

gorio  trae  le  notizie,  seguendo  1'  edi-  per  conforto  di  Formoso    contristato 

zione  che  ne  pubblicò  il  Dummler  pei  dai    Romani,    «  multos    Romanorum 

Monumenta    Germaniae.       Intorno    al  «  principes    obviam   sibi    properantes 

gruppo   a   cui    doveva  appartenere  il  «  decollare    precepit  ».      Forse    que- 

codice  di  Liudprando  usato   dal   ero-  sto   passo    indusse  in  errore   Grego- 

nista  farfense,  vedansi  le  osservazioni  rio,  il  quale,  sempre  seguendo   Liud- 

del  Dummler  nella  sua  Prefazione  al-  prando,  anche  attribuisce  a  Sergio  III 

VAntapodosis.  V  atto    sacrilego    compiuto    da    Ste- 

(2)  Antap.  I,  5.  fano  VI  contro    Formoso,   e    sembra 

(3)  Antap.  I,  30-31.     Liudprando  confondere  Carlo  il  Grosso  con  Carlo 


dice  «  in  sedem  Romani  pontificatus,     il  Calvo. 


240  CHRONICON    FARFENSE. 


Carolus  cognomento  Calviis  moritur,  et  completar  imperium 
Francoriun  regum,  qui  post  expletionem  Langobardorum  regum, 
Italicum  regnum  strenue  potenterque  per  multa  spatia  temporum 
honorifìcegubernarunt,  ecclesias  Dei  exaitando,  pauperes  recreando, 
iustitiam  et  legem  ubique  adimplendo.  postquam  enim  illorum  5 
potestas  ab  Hitalico  regno,  peccatis  facientibus,  cepit  cessari,  prc- 

c.  106  A  dictumque  regnum  paulatim  annullar!,  insto  Dei  ||  iudicio,  viginti 
tantum  Sarraceni,  lintre  parva  ex  Hispania  egressi,  nolentes  vento 
delati  sunt  in  oppidum  Fraxinetum,  in  Hitalic  Provincialiumque 
confinio  situm.  qui  pirate  noctu  egressi  clamque  villam  ingressi,  io 
christicolas,  prò  dolor!,  iugulant,  ipsumque  sibi  locum  vendicant, 
et  in  monte  Mauro  refugium  preparant.  tunc  in  Hispaniam 
nuntios  dirigunt,  ut  secum  reducant  Sarracenos  alios,  tantum  cen- 
tum  (').  itaque  rex  Gallie  Carulo  defuncto,  ut  supra  retulimus, 
quidam  Guido,  prepotens  ex  Hitalia  princeps  qui  illi  serviens  adhese-  1 5 
ratjimperator  constituitur,dominiceincarnationis  anno  .dcccxci/^^. 
Arnulfus  autem  rex,  post  Carolum  prefatum,  Baioariis,  Suevis, 
Francis,  Teutonicis,  Lotharingis,  audacibusque  principabatur  Saxo- 
nibus(^).  hic  quoque  Romam  venit  dominice  incarnationis 
anno  .dcccxcvi.  (+).  huius  adiutorio  Berengarius  princeps  Hita-  20 
licus  prevalens  Guidonem  extinxit,  et  potenter  regnum  accepit. 
Hitalienses  autem,  quìa  semper  geminis  uti  volunt  dominis,  ut 
alterum  alterius  terrore  coherceant,  Guidonis  prefliti  filium,  no- 
mine Lambertum,  adhuc  ephebum  nimisque  bellicosum,  regem 
constituunt<^5).     post  mortem  autem  Arnulfi  regis,  filius  eius  Hlu-  25 

e.  106  B  dovicus  regnavit(^).  et  non  multo  post  gens  ||  Hungariorum  Hi- 
taliam  petiit,  et  Ticinum  nullis  resistentibus  venit  ^7).  cum  quibus 
Berengarius  predictus  pugnans  vincitur,interfectis  fugatisque  Chri- 

2.  qui]  Nel  testo  quod         14.  Carulo]  Così  nel  testo. 


(i)  Antap.  I,  3  ;  an.  circa  888.  è  ripetuta   da  Rahewino,  Gesta  Fri- 

(2)  Antap.  I,  5,  14.  aerici,  III,  37,  ed.  Waitz.    Lamberto  fu 

(3)  Antap.  I,  5.  associato  dal    padre    all'impero  nel- 

(4)  Antap.  I,  25-28.  l'anno  892. 

(5)  Antap.  I,  37.      La   sentenza  di  (6)  Antap.  II,  i. 
LiUDPRANDO  sulle   discordie    italiane  (7)  Antap.  II,  9  ;  an.  890. 


CHRONICON    FARFENSE.  241 

stianis^').  hac  tempestate  pr^fatus  Hludovicus  rex  moritur  et 
Chuonradus,  genere  clarus  et  Francus,  a  cunctis  populis  rex  or- 
dinatur(2).  qui  anno  septimo  ad  extrema  veniens,  principibus 
sLiis  precepit  ut  Heinricum  ducem  Saxonum  et  Turingionum,  qui 
5  tunc  forte  aberat,  regern  eligerent  dominumque  constituerent. 
quod  et  factum  est  (5).  his  preterea  temporibus  Hludovicus  qui- 
dam genere  Burgundionum  ab  Hitaliensibus  pene  omnibus  invi- 
tatus  venit,  et  centra  Berengarium  agens,  eum  a  Verona  expulit, 
regnumque  sibi  viriliter  subiugavit  ^^\     sed  non  multo  post  ab  eo 

IO  est  captus  idem  Hludovicus  oculisque  privatus  ^^\  interea  Hun- 
gariorum  rabies  per  Hitaliam  nullis  resistentibus  dilatatur,  sed  eo- 
rum  amicitiis  fruitur  Berengarius  prpnominatus  ^^\  eodem  quoque 
tempore  Sarraceni  ab  Africa  ratibus  eunt,  Calabriam,  Apuliam, 
Beneventum,  Romanorumque  civitates  occupare  ceperunt^^).    ipso 

15  autem  tempore  Romane  sedis  pontìficatum  Johannes  Ravennas 
tenebat  ^^\  Theodora  quoque  Romane  civitatis  monarcliiam  opti- 
nebat.  huius  filia,  nomina  Marotia,  ex  papa  Sergio  genuit  filium 
nomine  lohannem,  qui  post  Stephanum  septimum  Romanus  pon- 
tifex   efficitur;  et  ex  Alberico  marchione  habuit  Albericum,  qui 

20  post||eiusdemurbisaccepit  principatum  (9).     Hitalienses  autem  Ro-        e.  107  a 

dulfum,  genere  Burgundionum,  ut  a  regno  expelleret  Berengarium 

accersierunt  ^^°\     a  quo  victus  et  a  regno  est  Berengarius  expulsus, 

'    regnumque  sibi  potentissime  subiugavit  Rodulfus  (").    qui  cum  sibi 

quidam  Hitalienses  existerent  rebelles,  Burchardum  quendam  du- 

25  cem  suumque  socerum  associavit  sibi  in  auxilium  <^"\  hic  Me- 
diolanum  venit,  et  iuxta  muros  eius  pergens,  suos  lingua  teutonica 
convenit  dicens  :  «  Si  omnes  Hitalienses  uno  uti  calcare  tantum- 
c(  modo  informesque  caballicare  equos  non  fecero,  non  sum  Bur- 
«chardus».     quod   cum    diceret,  neminem   putabat  intelligere. 

30  sed  horum  quidam  pannosus  extitit  relator  verborum^'^).     disce- 

(i)  Antap.  II,  15  ;  24  settembre  899.  (7)  Antap.  II,  44,  45. 

(2)  Antap.  II,  17;  an.  911.  (8)  Antap.  11,47;  ann.  914-928. 

(5)  Antap.  II,  20;  an.  918.  (9)  Antap.  II,  48. 

(4)  .^«/a^.  II,  32,35, 36, 37;  ann.  900-  (io)  Antap.  Il,  60. 
905.  (11)  Antap.  II,  67. 

(5)  Antap.  II,  41  ;  an.  905.  (12)  Antap.  Ili,  13. 

(6)  Antap.  II,  42.  (13)  Antap.  Ili,  14. 

Chron.  Farf.  I.  16 


242  CHRONICON    FARFENSE. 

dens  autem  inde  Burchardus  pergebat  Novariam,  et  civitatem 
exiiide  tendebat  Yporegiam.  tunc  Hitalicc  super  eiim  irruerunt 
phalanges,  quem  equus  cius  discurrens  in  fossam  proiecit,  quo 
muros  circLiit  civitatis,  ubi  lanceis  confossus  vitam  finivit^').  quod 
ut  rex  Rodulfus  audivit,  Hitaliam  dereliquit  ^^\  interea  Lambertus  5 
Mediolanensis  archiepiscopus,  consensu  omnium,  Hugonem  po- 
tentissimum  et  sapientissimum  Arelatensium  sive  Provincialium 
comitem  mandavit.  qui  percitus  Papiam  venit,  ibique  convenien- 
tibus  cunctis  Hitalicis,  regnum  suscepit,  anno  .dcccc°xxvii'^.  do- 
mini nostri  Ihesu  Christi  humanc  incarnationis  (3).  io 
e.  107  B  His  ita  relatis,  videtur  congruum  nobis  ut  iam  ad  huius  mo- 
nasterii  narrationem  destructionis,  si  cut  promisimus,  stilum  ver- 
tamus,  et  defectionem  eius  a  nonnullis  illatam  iniquis  pastoribus, 
fideliter  edisseramus,  et  bonorum  quorundam  in  recuperando 
sanctam  sollicitudinem  atque  sagacitatem  ad  corum  augendam  15 
mercedem  commodius  proferamus.  igitur  per  multa  annorum 
curricula  monasterium  hoc  a  sanctis  patribus  honestissime  ac  re- 
ligiosissime disponebatur,  atque  de  die  in  diem  augebatur  et  ac- 
cumulabatur  in  spiritualibus  corporalibusque  beneficiis,  non  me- 
diocriter  sed  perfecte,  ita  ut  in  toto  regno  Italico  non  inveniretur  20 
simile  buie  monasterium  in  cunctis  bonis  et  utilitatibus,  excepto 
monasterio  quod  vocatur  Nonantule,  sed  non  ex  toto,  ut  plurimi 
fatebantur  (4).  denique  multarum  huius  monasterii  terrarum  acqui- 
sitiones,  et  servorum  non  paucorum  ubiubi  commorantium  sub- 
iectiones,  vel  plurimorum  nobis  hic  aut  nostris  locis  in  diversis  ^5 
debite  servientium,  et  annualiter  persolventium  statutas  reddibi- 
tiones,  sive  etiam  a  pontificibus  Romanis  eorumque  actionariis  re- 
stitutas,  vel  ablatas  quoquo  tempore  nobis  possessiones,  et  huius 
monasterii  hereditates,  sicut  in  autenticis  et  antiquissimis  scriptas 
membranis  reperimus,  sic  operi  huic  absque  zelo  iniquitatis  inserere  3^ 
curavimus. 

8.  Nel  testo  corniti 

(i)  Antap.  Ili,  15.  bcrto,  ma  solo  il  papa  Giovanni   X. 

(2)  Antap.  ni,  16.  Ugo  divenne  re  d'Italia  nel  926. 

(3)  Antap.    Ili,    17,       LiUDPRANDO  (4)  Vedasi  la  Destructio  a  p.  31  di 
però  non  menziona  l'arcivescovo  Lam-  questo  volume,  rr.  5-8. 


CHRONICONFARFENSE.  243 


Incipiunt  res  huic  monasterio  legaliter  collate  et       e  108 a 
iure   antiquitus    possesse,  ante  eius  destructio- 
nem,  quas    postea  perdidit    iniquorum    hominum 
sublatione. 

5         De  curte  Pontiana  Hilderici  castaidi,  case  .lxii. 

De  rebus  comitatus  Sabinensis  sublatis  et  iniuste  possessis. 
heredes  Rodulfi  tenent  casalem  de  Pereto,  in  colle  super  Col- 
licclum  tenent  casalem  .1.  quem  dedit  Guimarius  in  hoc  mona- 
sterio.    locum  qui  nominatur  Agellus  in  integrum.     Collis  Causule 

IO  casalis  .1.  et  aliud  vocabulum  quod  dicitur  Pratum.  in  Aniano, 
iuxta  Tulianum,  casales  .11.  et  amplius.  in  Bosiano,  ecclesia  San- 
cti  Victoris  cum  pertinentiis  suis,  et  casalis  qui  dicitur  Cartica.  in 
Levarano,  terre  et  vinee  casales  in  integrum.  in  Mozano,  casalis  .1. 
in    curte   Lauri,   quantum  huic   monasterio  pertinet,  et  campum 

15  Adonis  in  integrum  tenet  Rainerius  nepos  Rodulfi.  de  curte  Lauri 
tenent  filli  Ingizonis,  et  in  Mozano  tenent  iniuste  nec  habent  lit- 
teras.  in  Barbano,  Rainerius  filius  Rodulfi  tenet  casalem  .1.  in 
Calano  tenet  filius  Rodulfi  casalem  .1.  qui  fijit  Stephani  de  Car- 
sano,  et  concambium  Ingerada  filia  Ansefridi,  uxor  Bertulfi  filli 

20  Guimarii.  homines  de  Gabiniano  tenent  Marcilianum  cum  gualdo 
suo  et  eius  pertinentia,  res  quas  ipsi  concesserunt  huic  monasterio, 
et  locum  qui  dicitur  Bassanus.  Berizo  filius  Palumbi  tenet  ca- 
sales .11.  in  Aniano  iuxta  filios  Rodulfi,  et  casalem  in  Triviliano,  et 
quod  pertinet  huic  monasterio  in  Castellione,  et  castellum  Marci- 

25   lianum,  ||  et  casales  .11.     Johannes  Domnaricum  cum  consortibus        e.  108  b 
suis  tenet  in  loco  qui   dicitur  TuUianus  vineam  et  terram.     hp- 
redes  Ansifiredi  tenent  curtem  de  Bambano,  ubi  est  ecclesia  San- 
cte  Helene,  et  vocabulum  Moricentum,  et  in  vocabulo  Oreclanum. 
heredes    Petri  Ascherisii   tenent  locum   qui  dicitur  Bosianus,  et 

30  Paternus  medietatem,  et  medietatem  tenent  Adelbertus  et  Men- 
nari.     infira  ipsa  vocabula  Bosiani  et  Paterni  tenet  filius  Tebaldi 


244  CHRONICON    FARFHNSE. 

de  Tarano  quintam  partem.     filii  lohannis  de  Corvo  tenent  lo- 
cum  qui  dicitur  Floranus  cum   ipso  castello  quod   ibidem  stare 
videtLir,  et  filius  episcopi  Benedicti  unam  portionem.     in  loco  qui 
nominatur  Basilianus  tenet  Johannes  Vulgarus  cum  confratribus 
suis  quantum  nostro  monasterio  pertinet.     hcredes  Arduini  tenent    r 
castellum  Cuphi  cum  pertinentia  sua,  excepto  ipsam  portionem 
quam  antea  tenebant  heredes  Teuzonis  Pagani,     filii  Roccionis 
de  Arduino  tenent  unum  podiolum  iuxta  Cuphi.     et  in  vocabulo 
Istriano  unam  petiam  terre,  et  in  vocabulo  Gabiniano  casalem 
qui  dicitur  Dominici  Nerini  tenent  adulterini  de  Stephano  et  Be-    jq 
rizo  qui  habitant  Rome,     filius  Leonis  prcsbyteri  de  Antiquo  tenet 
medietatem  de  Mozano.       item  filius  Rodulfi  tenet  per  vim   in 
loco  qui  nominatur  Tascinianus,  ubi  vocatur  Sanctus  Maurus,  et 
tenet  per  ipsum  montem  locum  qui  nominatur  Fontanelle,  et  ubi 
e.  109  A        modo  videtur  esse  castellum,  et  qui  ||  dicitur  CasaHcle,  et  insuper   jr 
contendunt  et  tenent  Vallem  Geminam  cum  gualdo  suo.    Burrellus 
filius  Herizonis  tenet  terram  et  vineam  quas  dedit  Johannes  lan- 
nip   in  isto  monasterio.     in  Fidine  tenent  alii  filii  Teuzonis  per 
vim  terre  et  vine^  unam  portionem.     de  loco  qui  nominatur  Fi- 
cline  tenent  heredes  Leonis  et  Stephani  de  Cosiniano,  et  ibidem  20 
tenent  unam  meliorem  portionem,  et  Albericus  presbyter  unam 
portionem,  et  ibidem  tenet   Berizo  filius  Teuzonis  de  Askerisio 
per  vim.     in  loco  qui  dicitur  Corolianus  tenet  abbas  Sancti  An- 
drej ipsum  locum  cum  pertinentiis  suis.     iuxta  ipsum  Corolia- 
num  terram  et  vineam  quas  in  isto  monasterio  dedit  Lupo  pre-  25 
sbyter  de  Mozano,  et  modo  tenent  mater  eius  et  soror  et  filius 
eius.      heredes  Leonis  Barb^plene  tenent  in  fundo  Cuphi  eius 
gualdum  cum  casaUbus    .11.,  et  in  Azano  tenent   quantum  huic 
monasterio  pertinet.     in  Ortelle  ecclesiam  Sancti  Laurentii,  et  ec- 
clesiam  Sancti  Benedicti  cum  terris  et  vineis  modo  tenet  Johannes   30 
presbyter  Bibiaquam  cum  fratribus  suis.     in  Toccie  Monumen- 
tum  Cupum    cum  unciis   .vi.   modo  tenent  Tocciani.     heredes 
Arduini  tenent  curtem  de  Malliano  cum  castello  eius,  quod  ali- 
quando  per  alia  tempora  tenuit  Atrepaldus  per  scriptum  ab  hoc 
monasterio  diebus  vitp  sue,  et  modo  tenet  filius  Arduini.     insuper  35 
tenet  ecclesiam  Sancti   Laurentii  in  Catiliano  cum  pertinentiis. 


CHRONICONFARFENSE.  245 


Rainerius  filius  Arduini  intravit  in  curtem  de  Bambano  per  vim, 
et  tulit  inde  casales  .11.  et  dedit  generis  suis,  et  Tebaldus  de  Ta- 
rano fecit  simib'ter  casales  .11.  de  ipsa  ciirte.  ecclesia  Sancti  An- 
geli in  Mozano  ||  fuit  istius  monasterii  et  modo  tenet  illam  episco-  e  109  u 
5  patus  Sabinensis.  heredes  Corvonis  tenent  in  curte  Lauri  per 
vim  unam  grandem  portionem.  heredes  Gottifredi  de  Luca  te- 
nent campum  .1.  iuxta  Sanctam  Anatholiam.  in  loco  qui  nomi- 
natur  Gualdus  iuxta  ipsum  campum  tenet  minimam  portionem 
terre  Petrus  de  Imperatore.     Roccio  filius  Arduini  tenet  in  loco 

IO  qui  nominatur  Acri  medietatem  que  nobis  pertinet,  et  alia  medietas 
est  monasterii  Sancti  Salvatoris,  et  tenet  eam  filius  Mannonis. 
castellum  Teranianum  cum  pertinentia  sua  tenent  heredes  Fran- 
conis  et  Taimonis  et  Aimonis,  et  vocabulum  quod  nominatur 
Agozanum  cum  ecclesia  Sancti  Antimi  et  cum  pertinentia  quan- 

ìj  tum  ad  ipsum  vocabulum  pertinet.  Gualabrunus  tenet  casalem 
Ratinum  et  vocabulum  Columnelle,  et  iuxta  locum  qui  dicitur 
Turanus  casalem  qui  nominatur  Spineta,  et  alium  casalem  qui  di- 
citur Asculanus,  et  de  casale  Casa  Pauli  portionem  .1.,  et  casalem 
qui  dicitur  Cesaranellus.     in  Rescaniano  tenet  clausuram  vinee  et 

20  terre  quas  dedit  Lerinco  in  isto  monasterio,  et  tenet  suptus  castel- 
lum Terranianum  petiam  unam.  curtem  de  Pereto  tenent  omnes 
homines  de  Aspra,  terram  de  Leiano  tenet  Transmundus.  ter- 
ram  de  Scoplis  tenet  Johannes  de  Burello.  terram  de  Maionis 
et  Vaccariciam,  que  fuit  Petri  pr^sbyteri,  tenet  Petrus  de  Mennari 

25  cum  fratre  suo  Leone  et  nepotibus  suis.  et  Johannes  de  Rodulfo 
cum  suis  firatribus  tenet  ipsam  partem  que  fuit  Albertonis.  item, 
curtem  Lori  tenent  heredes  Corvonis  et  Trasonis  cum  suis  con- 
fratribus  et  Rodulfo  de  Aspra  cum  castello  de  Lori,  et  partem 
Landulfi  de  castello  ||  Tarano  et  eius  pertinentiis;  qup  omnia  Su- 

30  sanna  filia  eius  donavit  in  hoc  monasterio  Sancte  Marie  prò 
anima  sua  et  parentum  suorum,  sicut  ei  ipse  pater  suus  per  cartas 
concesserat,  qu^  etiam  tenet  Richardus  cum  suis  confratribus. 
curtem  de  Ficlini  tenent  Petrus  Bonus  cum  nepote  suo  Rozone 
et  Vulgamino  et  heredes  Crescentii  de  Bona,      medietatem  de 

35  fundo  Maliano  cum  ecclesia  Sancte  Eugenie  tenet  Rozo  de  Ar- 
duino,    castellum  Furanum  cum  omnibus  pertinentiis  tenent  Rai- 


C.    no  A 


246  CHRONICON    FARFENSE. 

nerius  de  Crescentio  et  Traso  filius  lohannis  qui  vocatur  de 
Corvo,  de  castello  Campana  tenet  filius  Arduini  partem  Falconis 
filli  Arnulfi  qui  vocatur  de  Magno,  et  terram  Benedicti  Ubaldi 
tenent  modo  filii  eiiis  Grimaldus  et  Donodeus,  et  pensionem  non 
dederunt.  terram  de  Ortelle  per  vim  tulerunt  Rozo  et  Johannes  r 
suprascripti  Arduini  cum  conft-atribus.  terram  de  Antisiano,  et 
de  Pacciniano,  ubi  dicitur  Sanctus  Hilarius,  et  portionem  de  San- 
cto  Andrea,  et  Sanctam  Anatholiam,  quc  fuit  lohannis  de  Te- 
baldo, tenet  Johannes  de  Arduino  per  vim,  et  duo  casalina  in 
castello  Toccic,  et  canapinas  in  circuitu  ipsius  castelli.  io 

De  casalibus  in  Sabinis.  casalis  qui  fuit  Crescentii  sanda- 
larii  cum  sua  pertinentia.  petia  de  Lupo  lohannis  que  est  Casa 
Celle,  casalis  Transarici  cum  sua  pertinentia.  casalis  Sigenolfi 
de  Rapiniano  cum  sua  pertinentia.  casalis  de  Casurinis,  et  ca- 
salis Sancti  Silvestri  cum  eorum  pertinentiis.  casalis  de  Seran-  ij 
e.  iioB  cis||cum  sua  pertinentia.  medietatem  casalis  de  Lupo  lohannis. 
casalis  Senioricti  cum  pertinentiis.  casalis  de  Canno,  et  casaHs  de 
Rabaldo  cum  eorum  pertinentiis.  casalis  de  Albunis,  casalis  Gri- 
maldi Bricti  cum  eorum  pertinentiis.  casalis  de  Sancto  Petro  et 
petia  de  Marto  et  petia  de  lohanne  Fera,  casalis  Martini  de  20 
lohanne,  casalis  de  Luccio  cum  eorum  pertinentiis.  casalis  lohan- 
nis de  Carin  ciò.  casalis  de  Buccalupo.  casalis  Adelmari  de  Casa 
Celle,  casalis  Reatini,  casalis  de  Franco  Bulzo.  casalis  San- 
cte  Lucie,  et  casalis  de  Costis,  et  petia  de  Starnariis.  de  acquisito 
Peteroli,  et  de  Ponzonis  tertia  pars,  casalis  lohannis  Sabbonis  25 
sicut  modo  tenet.  de  terra  Currisii  tertia  pars,  petia  de  Lupo 
lohannis  a  Carbulano,  et  petia  Homari.  petia  terre  a  fine  horti 
Ingebaldi  cum  terra  de  Fontana,  quomodo  venit  in  viam  casalis 
Guillotti  et  in  viam  antiquam  cum  terra  Martini  sartoris  et  de- 
scendit  in  hortum  Ligebaldi.  tertia  pars  de  terra  Sanctc  Marie.  30 
casalis  de  Matturello  usque  finem  sepis  vinee  Petri  Marchisani, 
et  usque  criptam  de  Alicco,  et  usque  finem  cavp  de  Mincio, 
sicut  venit  in  viam,  excepto  petiam  Venerii.  casaHs  lohannis 
Sannuti.  casalis  Pinnaroli  et  de  Sabarolis,  excepta  silva.  ca- 
salis de  Ingonisis.  casalis  de  Romo,  et  casalis  lohannis  Calvi,  jj 
modiorum    triginta    quatuor,  medietatem  Sanctc    Marie,  et  me- 


CHRONICONFARFENSE.  247 

dietatem  de  Romanis.  casalis  terra  Paluti  modìorum  .xi.  ca- 
salis  Raineri  de  Ingezo  modiorum  .xlv.  et  stani  unius.  casalis 
Cazuti  modiorum  .xxxv.  elusa  de  ||  Ferrariis  modiorum  .vili,  e  iua 
casalis  de  Burro  modiorum  .xxxviiii.  et  stariorum  .vii,  ca- 
5  salis  Fratelli  modiorum  .xxxvi.  et  stariorum  ,11.  casalis  Andrej 
modiorum  .vii,  et  medii.  casalis  Lopardi  modiorum  .xxvii. 
et  medii. 

Ili  Tancia  casales  quatuor,  quos  tenent  monachi  de  San- 
cto  Angelo,     in  Lucu  casales  duo,  quos  tenet  Rainerus  Sigenolfi. 

IO  Franco  de  Nicto  casalem  .1.  iste  servit  cum  equo.  Petrus  faber 
unius  casalis  tertiam  partem.  Johannes  de  Nicto  casalem  .1.  ab 
adulterina  Dononis.  Benedictus  de  Pizo  casalem  dimidium.  de 
casale  Nictonis  Caroci  cum  suis  confratribus  denarii  .xx.  et  xenia 
tria.     Johannes  de  Amico  cum  confratribus  simiUter.     Johannes 

15  de  Maroza  similiter.  Berus  cum  suis  confratribus,  Arnulfus  cum 
confratribus  similiter.  Crescio  similiter.  Johannes  castaldus  si- 
militer, Petrus  et  Petrus  similiter.  Benedictus  et  Crescentius 
similiter.  Boni  et  Rainerus  simiHter.  Petrus  et  Johannes  et  Be- 
nedictus et  Johannes  similiter.     Petrus  cum  suis  confratribus  de- 

20  narios  .xv. 

Jn  Scandrilia  fuerunt  casales  comitum  manuales,  idest  casalis 
Terniani  cum  equo  .1.  casalis  Frankitti  cum  equo  .1,  casalis 
Sancti  Pauli  cum  equo  .1.  casalis  Boccuni  cum  equo  ,1.  ca- 
salis Carbonis  cum  equis  .11,       casalis  Benedicti  de  Bucco  cum 

2c  equo  .1.  casalis  Tebaldi  de  Mainerio  cum  equo  .1.  casalis  Ca- 
staniarii  cum  equo  .1.  casalis  Johannis  Ricci  in  integrum.  ca- 
salis MazoUni  de  Johanne  Bono  cum  equo  .1.  casaHs  Johannis 
Alberti  cum  equo  .1,  casalis  Reatini.  casalis  Pelisi  cum  equis 
duobus.       ecclesia    Sancti   Johannis    cum    casalibus    ,vii.,    idest 

30  casahs    Cisterne,    casahs    montis    Sancti  Johannis,    casalis  San- 
cti Mari,  et  pars  de  casale  Carlonis,  et  pars  casalis  Palumbisci,  ||  ca-        e.  m  b 
salis  Novertini,  casalis  Sancti  Sebastiani.       de  casale  Sancti  An- 
geli partes  .111.      de  casale  BurreUi  partem  tertiam,  et  medietatem 
de  ipsa  ecclesia,  et  medietatem  de  molino,  et  ecclesia  Sancte  Marip 

j  j  in  Scandriha  cum  omnibus  eius  pertinentiis,  et  medietas  Sancti  Mar- 
tini in  Reatinis.       ecclesia  Sancti  Johannis  in  podio  Molano  cum 


248  CHRONICONFARFENSE 


omnibus  eius  pertinentiis.      molendinos  .11.,  idest  de  Vado  .1.  et 
aliud  de  Canonicis. 

Manualia  quc  fecit  Beraldus  abbas  in  Scandrilia.       ccclesiam 
Sancti  lohannis  cum  vineis  et  casalem  Frankitti.      casalem  Rea- 
tinum.       casalem  lohannis  Boni.       casalem  Mazolini.      casalem   5 
lohannis  Alberti,  et  omnes  fidatos  de  ipsa  terra. 

De  rebus  perditis  huius  monasterii  Sancte  Marie. 
Infra  Romam,  terram  et  Campum  Agonis  cum  casis,  hortis  et  cri- 
ptis  quas  tenent  Stephanus  presbyter  et  Stephania  Leonis  Curta 
Braca  et  Picco  cum  fratribus  suis  et  confratribus,  sine  uUo  scripto,  io 
in  Portum  et  Hosti  tenet  Stephanus  presbyter  terras  et  vineas  et 
fila  in  Saline,  et  in  Colline  similiter  habent  scriptum  solummodo 
in  vita  sua.  in  Formello  Masse,  ecclesia  Sancte  Marie  cum  tribus 
casalibus  quam  filli  de  Bruzo  per  vim  abstulerunt  nobis  tempo- 
ribus Paschalis  pape  IL  15 

In  comitatu    Reatino.       filli  Camponis  et   nepotes  tenent  in 
Carsule  et  Gualdo,  et  ecclesiam  Sancti  Viti,  et  castellum  de  Ci- 
siano  ad  proprietateminiuste  per  scriptum,  ecclesiam  Sancti  Thome 
cum  pertinentiis,  et  in  Collina,  et  in  valle  Reatina,  et  in  Valle  Larga, 
filius  Teudini  comitis  tenet  medietatem  de  curte  Sancti  lacobi  et  20 
e.  112  A        Sancti  Helie,  cum  molendinis  ||  et  pertinentiis,  et  in  Plaie.      hec 
omnia  per   scriptum.       Roccam    Senebaldi    tenet  per   iniustum 
concambium  ab  abbate  lohanne.      filli  Joseph  tenent  turrem  de 
Acupinco  cum  casis,  vineis,  hortis  et   queque  iuxta  ipsam  sunt. 
filius  Rainerii  tenet  separatim  ab  aliis  terram  in  Tazano,  et  unum  25 
beneficium    cum  servis  ibi  in   Reate,  et   Sanctum  Thomam  in 
Frascario  cum  eius   pertinentia  quam    tulit  Adam  presbyter  qui 
erat  castaldus  Rainerii  de  loseph.      Franco  Rainerii  tenet  curtem 
Sancte  Agathes  et  Sancti  lohannis  in  Tazano,  et  molendinum  et 
alia  loca  infira  civitatem  et  extra.      filli  Sintari  et  lohannis  tenent   3^ 
curtem  Sancti  Gregorii  foris  ipsam  civitatem  per  scriptum,  et  ex 
parte  suptrahunt  ad  proprium.     et  in  Plaie,  curtem  Sancte  Agathe 
tenent  minores  homines.       item  fiUi  Sintari  et  lohannis  tenent 
suptus  Petesam  terram  multam  hinc  et  inde  iuxta  flumen,  et  cur- 
tem Vallantis,  et  Sancti  Salvatoris,  et  Campum  Ancillaruni  Dei   SS 
cum  molendinis  et  diversis  tetris.       filli  Aldonis  et  Camponis  te- 


CHRONICONFARFENSE.  249 


e.    112  B 


nent  Interocrum  curtem  Saiictc  Marie  de  Casarici  cum  pertinen- 
tiis  in  montibus  et  planitiis,  et  in  campo  Sanai  Rustici,  et  in 
montanis  curtem  Sancte  Marie  in  Turrita  cum  magnis  pertinen- 
tiis,  et  in  Falagrine,  et  Borbone.  item,  ipsi  tenent  in  Amiterno 
5  curtem  de  Tegoria  cum  terris  et  vineis  et  servis  multìs,  ex  quibus 
fuit  Nonvolio  Bufo  cum  omnibus  suis  parentibus,  et  tenuerunt 
in  Cerritula  et  in  Casale  Malo,  que  tulerunt  eis  filii  Rattaldi  cum 
castello  de  Marana,  quod  dicunt  habere  ||  per  concambium,  sed 
nos  nescimus  illud  ubi  sit,  et  tenent  in   Noveri,  et  in    Cumulo, 

IO  et  in  Velizano,  et  in  Amiterno,  et  in  Corno,  ecclesiam  San- 
cti  Alexandri  desertam  cum  terris.  hec  omnia  filii  Aldonis  et 
Camponis.  item,  filii  Sintari  et  lohannis  in  Amiterno  tenent  in  di- 
versis  locis.  filii  Teudini  comitis  et  Rauduisi  tenent  in  Canali 
et  Lavareta  et  campo  Fingiani  et  Poplito  terras  et  vineas  et  servos 

15  et  ancillas  plurimos,  de  quibus  multos  dederunt  et  venundave- 
runt,  et  in  curte  habent  sicuti  proprios.  et  tenent  castellum  de 
Monte  Aureo  destructum  in  Pretorio.  filii  Opterami,  et  Olde- 
risii,  et  Camponis,  et  Maifredi  insimul  tenent  curtem  de  Saxa 
cum  terris  et  vineis  et  servis,  et  in  Silva  Plana  curtem  Sancti  Be- 

20  nedicti,  et  alias  terras  cum  servis  et  ancillis,  et  in  Poplito  et 
Pile  et  in  Sancto  Xisto,  magnani  curtem  cum  servis  et  substan- 
tiis  multis  in  montibus  et  planitiis,  et  Sublongum  Monaciscum 
qui  est  magnus  campus  cum  servis  et  terris,  et  in  Forcone  te- 
nent campum  Cesaranum  in  montanis  et  villis  per  diversa  loca. 

25  Teuzo  filius  Corvini  tenet  in  Amiterno  in  villa  CoUectara,  et  in 
Cantarello,  et  per  alia  loca.  et  in  ipso  Cantarello  tenent  ad  pro- 
prietatem  filii  Adenolfi  terram  cum  ipso  castello  quod  ibi  est, 
iniuste  quia  nostri  monasteri!  est.  in  Ciculi  tenent  Atto  et  Ai- 
firedus  filii  Landini  curtem  de  Gualdo  grande.       et  in  Broilo  filii 

30   Guidonis.     et  Bernerii  cum  suis  confi'atribus  tenent  in  Tore  curtem 

de  Corneto  cum  pertinentiis.     filii  Odel||sinde  cum  suis  confi'atribus       e  113  a 
tenent  in  Ophiano  ecclesiam  Sancte  Marie  cum  pertinentiis  super 
fliuvium  Toranum  inter  ipsum  castellum  antiquum  et  castellum 
Sancti  Pauli.     hec  omnia  in  comitatu  filiorum  Teudini.     in  co- 

35  mitatu  Balbensi  filii  Adenulfi  tenent  curtem  Sancti  Angeli  inter 
Riga  cum  pertinentiis.       filii  Dodonis  et  Landuinus  tenent  cur- 

C/iron.  Far/.  I.  16* 


e.   115   B 


250  CHRONICOX    FARFENSE. 

tem  de  Sarzano  cum  ecclesia  Sanctc  Marie.  in  territorio  To- 
rense,  in  loco  qui  dicitur  Paganicus  super  ipsas  criptas,  terre  petia  .1. 
modiorum  .xxx.  posita  secus  montem  :  de  uno  capite  et  de  alio 
iiumen  Toranum,  et  de  duobus  lateribus  terra  quam  nobis  re- 
servavimus.  ad  furcam  Lupari  modia  .x.  de  precaria  tenet  II-  5 
deprandus:  in  Valle  Sancti  Pauli  modia  .xx.  tenent  filii  Raimbaldi. 
Comes  tenet  monasterium  Sancti  Peregrini  quod  nostrum  est.  Hu- 
golinus  filius  Gazonis  tenet  in  fegum,  in  Campana,  petiolas  terre 
et  pratum  magnum.  in  comitatu  Balbensi  Oderisius  comes 
tenet  campum  Bufanum,  et  monasterium  Sancti  Peregrini.  in  io 
comitatu  Marsicano  filius  Rainaldi  comitis  tenet  curtem  Transa- 
quas  per  libellum  cum  suis  pertinentiis,  et  curtem  Sancti  Leucii  cum 
suis  pertinentiis,  infra  civitatem  et  extra,  et  per  villas  et  alia  loca, 
et  servos  cum  substantiis  multis,  idest  Palumbo  de  Vico  cum 
filiis  et  filiabus,  et  in  Cretino,  et  in  Paterno.  in  Carzoli  mo-  15 
nasterium  quod  dicitur  Celle  una  ex  illis  ecclesiis.  in  comitatu 
Teatino  Transmundus  comes  tenet  diversas  curtes  et  magnas, 
et  castellum  de  Attissa  forte  et  optimum  cum  duobus  milibus  mo- 
diolis  terre  adunate,  ||  cum  ecclesiis,  vineis,  pometis  diversorum 
generum,  et  reddidit  Monticellum,  quod  erat  destructum  castellum  20 
tunc,  cum  duobus  milibus  quingentis  modiolis  similiter  adunatis, 
et  sine  vineis  et  pomis.  istud  concambium  non  sponte  fuit,  Deus 
scit,  sed  prò  recuperatione,  quia  antea  omnino  malum  erat  factum 
ad  opus  monasterii.  qui  sapiens  est  accommodet  aurem.  Tre- 
sedius  filius  Episcopi  tenet  multa  loca,  quingentorum  modiorum  25 
solummodo  habet  scriptum,  cum  farà  Adami  iuxta  flumen  San- 
grum.  in  comitatu  Pinnensi,  filii  Gualberii  iudicis  tenent 
Sanctam  Mariani  inde  Tazano,  cum  pertinentiis  suis,  et  terram 
in  Casa  Matrone.  similiter  prò  Panico  unam  villam  super  ipsam 
civitatem  Pinnensem.  una  curticella  est  prope  flumen  quod  di-  30 
citur  Tine,  quam  Hugo  abbas  tulit  quibusdam  pauperibus  rogatu 
Transmundi  comitis  et  Teuduini,  et  dedit  Tresedio  filio  lohannis; 
postea  voluit  emendare,  sed  non  sibi  licuit,  quod  qui  emenda- 
verit  procul  dubio  mercedem  recipiet.  Tento  filius  Sigefredi 
tenet  curtem  quc  antiquitus  Case  Raviniane  appellabatur,  modo    S5 

15.  Nel  testo  et  Norentino         28.  inde  TazauoJ  Cosi  nel  testo. 


CHRONICON    FARFENSE.  251 

Monte  Fedito  dicitur,  que  est  iuxta  civitatem  Atri,  filii  Tre- 
sedii  et  nepotes  teiient  curtem  Sancte  Lucie  in  integrum,  que  est 
in  montanis  ipsorum.  in  comitatu  Aprutiensi  Petrus  episcopus 
cum  fratribus  et  nepote  filio  Ilperini  tenet  curtem  de  Sardinaria 
5  cum  diversis  pertinentiis.  Merco  abbas  tenet  curtem  Sancti  Fe- 
licis  in  Pedungano,  quam  habuerunt  filii  Gualzonis  per  precariam, 
qui  vendiderunt||  Attoni  comiti,  et  ipse  comes  dedit  Petro  filio  e.  1x4  a 
Ardingi,  et  ipse  dedit  filiis  Tedemari,  qui  modo  dederunt  San- 
cto  Quirico.    Giso  filius  Coni  cum  suis  hominibus  tenet  sine  scripto 

IO  medietatem  curtis  de  Castello  que  fi.iit  mille  modiorum,  medie- 
tatem  concambiavit  Transbertus  Martelliscus  cum  suis  confiratribus, 
nescimus  qualiter.  et  est  ipsa  curtis  inter  flumen  Trontum  et 
prata,  prope  mare  et  prope  castellum  Montis  Aurei.  Tedmarius 
filius  Tedmarii  et  Siolfus  filius  lohannis  tenent  ecclesiam  Sancti  Lau- 

15  rentii  quam  dederunt  Sancto  Quirico.  in  comitatu  Esculano 
curtem  de  Valle  Veneria  quam  tenent  singuli  homines.  filii  Ro- 
landi  tenent  curtem  de  Solestano,  cum  pertinentiis  magnis  et 
optimis,  infira  civitatem  et  fori^,  et  alii  plures  homines  per  di- 
versa loca,     filius  Domnelli  tenet  unam  ecclesiam  in  Copanino  in 

20  honore  sancte  Marie  cum  finita  pertinentia  ipsius  ecclesie,  alie- 
nata est  per  concambium  irrationabile.  Johannes  Bufetta  cum 
suis  confi-atribus  tenet  curtem  Monaciscam  in  Manilla,  prope  flu- 
men Asum.  Fraimesidius  filius  Ingelrami  et  Sigenolfus  filius 
Saxonis  tenent  inibi  terram  in  Manilla.      Guido  filius  Siolfi  tenet 

25   in  Sumati  curtem  de  Flumine. 

In  comitatu  Firmano  curtem  de  Cupresseto  magnani  et  opti- 
mam  tenent  filii  Aimeradi,  filii  Guidonis,  omnes  iniuste  preter 
Mainardus  filius  Rolandi  qui  habct  scriptum  de  tercentis  modiolis 
unde  numquam  incensum  C')  dedit.      Azo  filius  Longini  tenet  de 

30   curte  Sancti  Desiderii  quingenta  modiola  longe  ab  ecclesia.     Tas- 

selgardus  tenet  curtem  ||  in  Mozano  magnam,  quam  dicit  habere       e  114B 
per  concambium,  sed  nescimus,  et  alias  duas.     terram  de  Paratinis 
tenet  filius  Maifi-edi,  Boso  tenet  curtem  Sancti  Gervasii,  Ildericus 

(i)  Per  la  voce  «  inccnsus  »  in  si-  passo  è  pubblicato  erratamente  così  : 
gnificato  di  «  census  »  cf.  Ducakge.  «  qui  habet  scriptum  de  .xxx.  modiis 
Nella  edizione  del  Muratori  questo      «  licet unum  numquam  censum  dedit». 


e.    115  A 


252  CHRONICON    FARFENSE. 

fìlius  Rainardi  tenet  curtem  Saiictl  Sigisiiuindi  et  curtem  de  Me- 
nocla,  et  filius  Hugonis  comitis  ccclesiam  Sancti  Silvestri  infra  ci- 
vitatem  Firmanani,  et  duas  in  ipso  Burgo  tenet  Episcopus  cum 
pertinentiis  suis.  curtem  Sancti  Sabini  in  Passerano,  quam  mar- 
chiones  a  multis  annis  iniuste  tulerunt.  Grimaldus  filius  Episcopi  5 
tenet  curtem  de  Sunile.  Lambertus  filius  Gisonis  tenet  terram 
multam  prope  campum  Aspranum,  et  in  montanis  curtem  San- 
cti Angeli  in  Tesenano.  Gualkerus  filius  Ingelrami  tenet  curtem 
Sancti  Maroti  et  Sancti  Gregorii  de  Ortezano  cum  magnis  perti- 
nentiis, curtem  de  Fedine  cum  pertinentiis,  et  Runconem,  et  in  io 
Albaniano,  et  in  Torrita.  filius  Sindonis  tenet  curtem  de  Me- 
morie, et  filius  Attonis  de  Follano.  filius  Adorami  de  Cerestano 
tenet  ibi.  filius  Ramponis  tenet  Fagetum  castellum  in  pede  fluvii 
Aso  iuxta  mare,  pretermisimus  ecclesiam  Sancti  lohannis.  Mai- 
nardus  coines  tenet  curtem  de  Cisterna  et  Monacisca  iuxta  flumen  15 
Tenna,  et  curtem  de  Mollano  magnam  et  spatiosam  cum  magnis 
pertinentiis,  et  curtem  de  Apriano,  et  in  Sancto  Angelo  in  Merzano 
terram  et  castanetum.  filius  Transberti  ter.ct  curtem  de  Monte 
Granario,  et  Gottifiridus,  et  filius  lohannis  clerici,  et  Giso  clericus. 
filius  Guidonis  tenet  curtem  de  Rote,  et  Adelbertus  filius  Transberti.   20 

In  comitatu  Auximano  curtem  de  Monte  Polisco  tenet  filius 
Ermenaldi  cum  magnis  pertinentiis.  in  comitatu  Camerino,  cur- 
tem de  Travenano  tenet  Adam  filius  Tresedii.  curtem  de  San- 
cto Abundio  tenet  Orrigo  clericus  filius  Munaldi,  et  filius  Munaldi 
fratris  sui.  in  valle  Maina,  curtem  Sancti  Viti  tenet  filius  Albe-  25 
rici,  Gozo  et  Albizo,  per  scriptum  ab  episcopo  Hugone.  cur- 
tem de  Salabona  tenet  filius  Albini,  et  Silvani  Planam  tenet 
filius  Attonis  filli  Sigizonis.  in  Castello  Petroso  curtem  San- 
cte  Antie  tenent  Hugo  comes,  et  filius  Raconis,  et  filli  Frogerii.  in 
Verruclano  ccclesiam  cum  pertinentiis  tenet  filius  Teuzonis  cum  3^ 
suis  confratribus.  sub  montibus  in  Camerina  curte.  in  comi- 
tatu Spoletano  tenent  filli  Alberici  comitis  de  curte  Sancti  Viti,  et 
filli  Arnolfi  curtem  Sancti  Pauli.  in  comitatu  Asisi:  ecclesia 
Sancti  lohannis  cum  pertinentiis.  curtem  de  Ursano.  in  monte 
casamento  uno,  ecclesia  Sanctc  Marie  in  Molano,  et  ecclesia  San-  35 

35.  La  parola  casamento  d'incerta  letiura. 


CHRONICON    FARFENSE.  253 

cti  Theodori  in  Lutulo.  in  Verruclano  ecclesiam  Sancti  Marcelli 
cum  pertinentiis,  quod  est  campus  Sancti  Marci  modiorum  .e.  qui 
dicitur  modo  campus  Gervisp.  et  in  Oloza  ecclesia  Sancti  Vi- 
ctorini  cum  silva  Camisile,  et  Castellone  ^f  *  *  et  ecclesia  San- 
5  cti  Gregorii  cum  suis  pertinentiis,  et  pcclesia  Sancti  Stephani  in 
monte  luveccle.  in  Fulinge  ecclesia  Sancte  Marie  in  Fullonica, 
et  omnes  res  Accardi  nomine  *  *  et  dicunt  aliqui  quod  Lindolfus 
concambiasset  in  Amiterno  et  Forcone,  sed  nescimus  si  verum 
est.  Il       in  Spoleto  ecclesia  Sancti   Marci   cum   suis   pertinentiis.       e.  115  b 

IO  ecclesia  Sancti  Salvatoris  cum  suis  pertinentiis.  ecclesia  San- 
cti Viti  cum  suis  pertinentiis.  ecclesia  Sancte  Petronille  cum  suis 
pertinentiis.  montem  Sancti  Donati.  substantias  .xiiir.  cum 
modiis  centum  quatuor  milibus,  cum  gualdo  et  pcclesiis  et  servis 
multis.      fines:  fontem  campi  Clascine. 

15  In  comitatu  Senogallie  curtem  de  Luciano  tenent  filii  Beraldi, 
videlicet  Duno  cum  ceteris  hominibus. 

In  comitatu  Efesino  curtem  de  Cavallo  Albo  tenent  Sifredus 
Comes  et  Sangrone  cum  parentibus  suis. 

In  comitatu  Camerino  curtem  de  Casa   Fenaria   tenent  ne- 

20  potes  Gozonis  comitis.  in  eodem  comitatu  curtem  de  Silva  Plana 
tenent  nepotes  Attonis  filii  Sigizonis,  idest  Paganellus  cum  consor- 
tibus  suis.  iuxta  eandem  curtem,  alteram  curtem  de  Salabone  te- 
nent filii  Piconis.  in  suprascripto  comitatu  Camerino  curtem 
de  Travenano  tenent  filii  Apponis  cum  ceteris  hominibus. 

25         In  comitatu  Auximano  curtem  Sancti  Pancratii  iuxta  montem 

Coranum  tenet  Amizo  comes.       in  eodem  comitatu  curtem  de 

Monte  Polisco  et  curtem  de  Patenaria  tenent  Atto  iniquitus,  et  Al- 

bericus  de  Hugo,  et  Ingo  filius  Ingonis,  et  filius  Attonis  de  Alberto. 

Istas  suprascriptas  curtes,  tempore  domni  Heinrici  imperato- 

30  ris,  qui  Troiam  debellavit  et  vicit  ('\  tenebat  Guido  Remenaldi 
filius.  tunc  orta  est  intentio  inter  ipsum  et  domnum  Hugonem  no- 
stri monasterii  abbatem,  in  presentia  donimi  Teubaldi^^^)  Aretiensis 

4.    Lacuna  nel  testo  di  circa  tre  parole.  7.    Lacuna  nel  testo  di  due  parole. 

27.  ì>!el  testo  iniquitas 

(i)  An.  1022.     V.  la  nota  i  a  p.  77         (2)  «  Theodaldus    seu    Thedaldus, 
di  questo  volume.  «  Thedaldi  et  Guillae  filius,  frater  Bo- 


254  CIIRONICON    FARFENSR. 


e.   I  i( 


episcopi,  qui  placitum  tencbat  eiusdem  comitatus  precepto  prc- 
i6a  dicti  II  donini  imperatoris  cimi  iudicio  iudicuui,  in  presentia  pluri- 
monim  hominum  maxime  nobilium,  qui  refutare  eas  fecit  et  rein- 
vestivit  predictum  domnum  abbatem,  quas  tenuerunt  monachi 
nostri  monasterii  et  fìdeles  eiusdem  nostri  abbatis  per  dimidium  5 
annum  cum  pace  et  tranquillitate.  tunc  prcdicti  inimici  Dei 
et  sancti  nostri  monasterii  ini  uste  et  per  vim  expulerunt  omnes 
predictos  fideles  nostri  monasterii  et  demum  reinvaserunt  malo 
ordine,  hcc  vero  que  prefata  sunt,  acta  sunt  in  prcsentia  predicti 
episcopi  T[eubaldi]  et  Gislerii  eiusdem  comitatus  episcopi (^).  Leo  io 
iudex  ibi  fuit  et  alii  quamplures  quorum  nomina  non  recolimus. 
Amizo  Comes  eiusdem  comitatus  ibi  residens  placitum  cum  pre- 
dicto  episcopo  tenebat.  Atto  filius  Adelberti,  et  Adelbertus  de 
Pulverina,  er  Grimaldus  frater  eius,  et  Adelbertus  filius  lohannis, 
et  Rodaldus  vicecomes,  et  alii  perplures  ibi  fuerunt  ^^\  15 

In  comitatu  Firmano,  iuxta  flumen  Potentinum,  medietatem 
ecclesie  Domini  Salvatoris  cum  suis  dotis  et  omnibus  pertinentiis 
tenet  abbas  Sancti  Firmani.  infra  cìvitatem  Firmanam,  ecclesiam 
Sancti  Silvestri  et  turrem  quam  nostris  oculis  vidimus,  cum  om- 
nibus pertinentiis  intus  et  foris.  de  quo  non  ambigimus  quia  20 
apparum  quod  Transmundus  dux  et  marchio  fecit,  manifeste  de- 
clarat  hoc.  qui  eandem  ecclesiam  per  precariam  a  parte  nostri 
monasterii  tenuit,  et  censum  annualiter  exinde  nobis  persolvit. 
ecclesiam  Sancti  Leucii  extra  portam  civitatis,  cum  ornamentis  et 
libris  et  campanis  et  terris  omnibusque  pertinentiis,  quam  eccle-  25 
siam  per  calliditatem  et  fraudem  destruxerunt,  et  omnes  eius  per- 
tinentias  abstulerunt,  ut  a  memoria  laberetur.  hec  omnia  nostro 
e.  h6b  tempore  acta  sunt.  Il  et  medietatem  ecclesia  Sancte  Paratiatis  cum 
pertinentiis  suis.  in  Petralonga  et  in  Avultriniano  et  in  ponte 
de  Bruneto  iuxta  ptam  ex  utraque  parte  usque  mare  inter  adunata  3^ 
et  exunata  ultra  modia  mille.      iuxta  mare  autem  unum  castrum 


«  nifacli    marchionis    Etruriae,    comi-  (i)  Ughelli,  Italia    Sacra^  I,  498; 

«  tissae  Mathildis  patruus»;  Ughelli,  Gams,  Series  episcoponun,  p.  712. 

Italia  Sacra,  I,  415;  Gams,  SerUs  epi-  (2)  R.  F.    V,  268-269,  doc.   1280, 

scoponun,  p.  472.  senza  data. 


CHRONICONFARFENSE.  255 

quod  Ripa  vocatur  cum  portu  et  omnibus  pertinentiis.  in  campo 
Aspreiani  et  in  Valle  ecclesiam  Sancii  Petri  quam  episcopus  Fir- 
manus  et  Firmo  eius  advocatus  iniuste  tenent,  et  in  Valle  Ansardi 
et  in  Silva  Plana  et  in  Cripta  et  in  Montebello  ultra  modia  .ce. 
5  curtem  Sancte  Marie  matris  Domini  cum  eius  pertinentiis,  et  ca- 
strum  quod  Podium  vocatur,  quod  Johannes  filius  Otberti  mona- 
sterio  nostro  concessit,  cum  cursibus  aquarum  omnibusque  perti- 
nentiis. ^cclesiam  Sanct^  Marie  in  Strata  cum  suis  omnibus 
pertinentiis.  in  Passeriano  curtem  Sancti  Sabini  cum  suis  per- 
le tinentiis,  et  castrum  Cafanianum  cum  ecclesiis,  et  podiis,  et  cursibus 
aquarum,  et  hominibus,  et  queque  Albertus  filius  Aderami  habuit, 
a  strata  suptus  Sanctum  Severinum  quomodo  pergit  in  riguni  de 
Fraxito  in  Tennam,  et  per  medium  ipsum  flumen  in  Bibarium, 
et  per  stratam  publicam  venit  ad  Sanctum  Georgium,  et  pergit 
I  j  in  Petram  Fixam,  et  usque  fossam,  et  inde  vadit  in  rigum  de  Mi- 
liano  usque  ad  predictam  stratam  Sancti  Severini,  omnia  in  om- 
nibus prò  redemptione  parentum  suorum  et  anime  sue  nostro 
monasterio  concessit.  super  hec  autem  terras  quas  per  presta- 
riam  a  nostro  monasterio  tenebat,  et  beneficium  cum  hominibus 
20  plurimis,  iniuste  et  per  vim  invasit,  post  diem  mortis  prodieri 
Alberti.  in  Montone  vero,  et  in  Viliano,  et  in  Agello,  et  in 
Beventi,  ||  et  in  Gallianello,  terras  et  homines  similiter  nobis  presen- 
tibus  invasit  et  possidet.  monasterium  puellarum  Sancti  Petri 
vocabulo  in  Monteriano  cum  pertinentiis  suis,  et  in  Fraxenaria  ter- 
25  ram  modiorum  .lxx.  inter  adunata  et  exunata  tenet  abbas  San- 
cti Sabini,  et  monasterium  Sancti  Archangeii  ibi  construxit.  iuxta 
plebem  Sancti  Laurenlii  terram  modiorum  .xl.  adunatam,  quondam 
Boni  filii  Hilperirai,  sicut  ab  episcopo  Uberto  accepit  per  concam- 
bium<^').  in  suprascripto  comitatu  curtem  de  MoUiano,  cum  terris 
30  modiorum  undecim  millium,  tenet  filius  OfFonis  comitis.  in  ipsa 
curte  ecclesia  in  honore  sancte  Victoria  antiquitus  dedicata  fuit. 


(i)  Il  Regesto    a  questo   punto   ag-  «  mortuorum  ac  vivorum  oblationibus, 

giunge  :«  Et  estera  quoque  nostro  mo-  «  absque   uUa  ratione    invasa  sunt  et 

«■  nasterio  concessa  sunt  per  privilegia  «  contempla  a  presenti  episcopo  et  ab 

«  pontifìcum  seu  per  pr?cepta  regum,  «  antecessore  eius  Erimanno  »;  R.  F. 

«  sive  in  decimis  sive  in  primiliis,  et  V,  270. 


e.  117  A 


2^6  ,  CHRONICON    FARFENSE 


mine  autem  causa  militic  destructa  est,  ut  a  memoria  hominum 
laberetur.  insuper  incartulatos  et  colonos  atque  cultores  exinde 
expulit.  in  eodem  quoque  comitatu  castrum  quod  Annianellum 
vocatur,  cum  ecclesia  S.  que  in  ipso  castro  extitit,  cum  omnibus 
pertinentiis,  quod  filius  Arconis,  scilicet  Alkerus,  cum  tribus  fra-  5 
tribus  suis  prò  animabus  suis  et  parentum  suorum  nostro  mo- 
nasterio  devote  concessit.  curtis  Sancti  Angeli  in  Morgizano, 
que  nunc  ab  incolis  loci  in  Fontano  dicitur,  et  altera  ecclesia,  que 
in  honore  sancti  Angeli  iuxta  Tennam  sita  antiquitus  fuit,  tenet 
filius  Giberti  cum  omnibus  pertinentiis  earum.  in  Establo,  et  in  io 
Paterno,  et  in  Carro  Rupto,  et  in  Critulo  *  *  terra  et  silva  ultra 
milium  modiorum  Inter  adunata  et  exunata,  quas  tenet  generatio 
Saxonis.  hcc  autem  ideo  scripsi  ego  Giso  prepositus  ecclesie 
e.  117  B        Sancte  Marie  de  Georgio,  veraci  et  fideli  sermone,  ||  ut  cunctis  pa- 

teat  quod  nos  vere  scimus  et  manifestius  probamus.  15 

Item,  episcopus  Firmanus  tenet  in  Traliano  terre  .xx.  modia, 
et  in  Burgo  ecclesiam  Sancti  Germani,  et  curtem  Sancti  Sabini,  et 
in  Passerano,  et  in  Solano,  et  in  Fornano,  et  in  Multriniano,  et 
in  plebe  Sancti  Pauli,  et  in  plebe  Sancti  Helpidii,  et  in  Murro,  et 
in  Castaniolo.  Inter  adunata  et  exunata  sex  milium  modiorum  20 
et  amplius. 

De  Corgnito.  ad  Ripam  Caprellam  petìum  terre  sementaricie, 
de  qua  prius  habere  debemus  quartam  partem,  et  quod  remanet 
cum  Sancto  Nycolao  dividere.  in  Campilione  petium  .1.  vinec. 
et  aliud  petium  vinee  ibidem.  et  aliam  vineam  ibi  prope.  in  25 
Campilione  aliud  petium  vinee.  aliud  petium  quod  Belizo  pre- 
sbyter  Dente  muzo  iudicavit  ad  Sanctam  Mariam.  iste  vinee 
sunt  in  Campilione.  a  Solecocto  petium  .1.  vinee.  ibi  prope 
aliud  petium  vinee.  ad  Margaritam  Aderamulus  de  Plaia  tenet 
petium  .1.  vinee.  ad  Terram  Albellam  petium  .1.  vinee.  ibi  prope  5^ 
aliud  petium  vinee.  aliud  petium  quod  tenet  Caracausa.  aliud 
petium  quod  tenent  Rainerius,  Petrus  et  Massarus  filii  Bonizonis 
per  libellum.  aliud  petium  Fusco  presbyter  Gisulfi  tenet  per  li- 
bellum.      aliud  petium  vinee  tenent  filii  Sigizonis.      aliud  petium 

4.  S.]  Così  nel  testo.         ii.  Lacuna  di  due  o  tre  parole  nel  testo. 


CHRONICON    FARFENSE.  257 

vinee  in  Terra  Albella.  aliud  petlum  vince  tenet  Bonhomo.  aliud 
petium  vinee  ibidem.  ad  Ponticellum  petium  .1.  vince  tenet 
Derno  per  libellum.  aliud  petium  vince  tenet  Caracausa.  aliud 
petium  ad  Ponticellum  tenet  Johannes  castaldus  de  Terquini 
5  per  libellum.  in  Poppe  Martane  petium  .1.  terre  quod  fuit  vi- 
nca. ]|  aliud  petium  vince  ibi.  ad  Montorarios  petium  .1.  terre  e  118  a 
sementaricie  sub  ipso  monte.  aliud  petium  vince  ibi.  aliud  pc- 
petium  vince  sub  Monterariis.  Silvo  Torceculum  habet  per 
libellum  petium  .1.  vince.       ad  Martam  maiorem  petium  .1.  vince 

IO  tenet  Johannes  filius  presbyteri  Pauli  per  libellum.  ibidem 
vinca  Sancte  Marie,  ibidem  vinca  Sanct^  Mari^.  ibidem  aliud 
petium  vince  quod  est  iuxta  viam  que  vadit  ad  Montorarios.  in 
Rota  vadu  Venenula  petium  .1.  vince.  ibidem  alia  vinca  San- 
cte  Marie.       ibi  prope  vadum  alia  vinca,      ibidem  suptus  dat  D 

13  via  vinca  .1.  in  Rota  Pincionìs  vinca  .1.  ibidem  ahud  petium 
vince.  ibidem  aliud  petium  vince  Sanctp  Marie  tenet  Pincio. 
aliud  petium  tenet  Nero  Bernardi.  aliud  petium  ibi.  in  alio 
loco  ibi  prope  vinca  .1.  Sancte  Marie  que  fuit  Hbellum  Petri  filli 
Ursi  Vergani.       ad  vineas  in  conspectu  Grotilli  petium  .1.  vince 

20  quod  reiacet  iuxta  Poppam  Pincionis.  ibidem  aliud  petium 
vince  iacens  Inter  confines.  ibi  iuxta,  aliud  petium  vince  San- 
ct^  Marie  quod  fuit  libellum  Petri  de  Bonio  et  Picocem.  ibi- 
dem aliud  petium  vince  quod  fuit  Ildigarde.  ibidem  aliud 
petium  vince.       ibidem  aliud  petium  vince  quod  est  libellum  pre- 

25  sbyteri  Sputarelli.  ibi  iuxta  alia  vinca.  in  ipso  circuitu  alia 
vinca.  alie  due  petie  de  vinca  ubi  dicitur  Rota  lohannis  filii 
Sigizonis.  aliud  petium  vince.  in  Rota  Pincionis  petium  .1. 
vinca  quam  tenet  Stephanus  Cornu  Molellum.  ad  Rotam  Teu- 
frediscam  petium  .1.       ibi  aliud  petium  vince.      in  ipsa  Rota  alia 

3^  vinca.  in  Citerno  petium  .1.  terre  quod  dedit  Hugo  abbas  ad 
allcvandum  filiis  Sigizonis,  et  terra  que  ibi  iuxta  est.  novcm 
petias  vinee  et  terre  tenet  per  vim  Belizo  filius  Petri  iudicis.  alia 
vinca  quam  tenet.  1       aliud  petium  ibi  prope,  quod  fuit  Ildizonis         e.  uSb 


lo-ii.  ìhidtm  -  Mane]  Questa  ripeiiiione  si  trova  nel  testo.  14.  dat  b]   Così  nel 

testo.         32-33.  alia  -  tenet]  Così  nel  testo. 

Chron.  Farf.  17 


25^  CHRONICON    FARFENSE. 


filii  Gosberti.  ista  est  ad  Frasilli.  in  Valle  Agatula  unum  hortum. 
in  plaia  Vallis  Agatule  petium  .i.  terre.  in  Camarata  petium  .i. 
terre  quc  fuit  vinea.  ad  Pontem  petium  .i.  vince.  alie  petic 
tres  vince  ad  Formam.  alia  vinea  ibidem.  aliud  petium  ad 
Formam,  quod  est  libellum  Fusconis  Barbelongc.  ad  Formam  5 
petium  .1.  ibi  petium  .1.  vinec.  due  vinee  in  Fradilli.  in 
Camarata  petie  tres  vinec.  ibi  aliud  petium  vinep.  aliud  pe- 
tium ibi.  aliud  petium  tenet  Belizo  filius  per  iudicatum.  in 
Cungo  petium  .1.  terre,  in  ipsa  Rota  alie  petie  vinee  et  terre  .v. 
aliud  petium.  aliud  petium  vinee.  in  Poppe  Lupuli  petium  .1.  io 
terre.  ibi  aliud  petium  vinee.  in  Rota  Episcopali  petium  .1. 
in  Rota  Monacisca  vinea  iuxta  terram  Pincionis.  ibique  iuxta 
tres  ordines  vinee,  quod  est  quartum  de  vinea  Capraceca.  ibidem 
vinea  Sanctc  Marie  que  est  inter  confinia.  ibidem  alie  petie  due 
vinee  quas  habuit  Pfetrus]  de  Bonio  per  libellum.  inter  ambas  15 
ipsas  petias  iacet  vinea  Pincionis  Modani,  aliud  petium  ibidem, 
aliud  petium  ibidem.  aliud  petium  ibidem.  in  Rota  de  Ponte 
petium  .1.  vinee  Sancte  Marie.  ibi  iuxta  vinea  .1.  ibidem  aliud 
petium  vinee.  in  ipso  territorio  vinea  Sancte  Marie  in  Rota  de 
Ponte.  ad  Pontem  aliud  petium  vinee.  in  ipso  Ponte  pe-  20 
tium  .1.  quod  fuit  vinea.  ibidem  petium  .1.  terrp  quod  fuit  vinea. 
aliud  petium  vinee  ad  Pontem.  ibi  iuxta,  petium  .1.  vinee.  ibi 
iuxta,  aliud  petium  vinee  inter  confinia.  in  suprascripta  Rota 
Monacisca  aliud  petium  vinee  .11.  aliud  petium.  aliam  vineam 
ad  Pontem  tenet  Burnengo  filius  Lectonis.  ad  Lame  petium  .1.  25 
e.  119  A  vinee.  ad  Silicem  petiam  .1.  vinec  ||  que  tenet  Offo.  ad  fo- 
cem  Marte  petia  .1.  terrp  quc  fuit  vinea.  aliud  petium  vinee 
ibidem.       aliud  ibi  prope.      inter  omnes  sunt  petie  .cxxv. 

De   servis   huius    monasterii    etsubstantiis   eo- 
rum^'l     De  Amiterno.       in  Sancto  Xisto.       substantie  quadra-   30 
ginta   due.      in  primis,  Johannes    Maionus  cum  sua   substantia, 

24.  aliud  -  .11,]  Così  nel  testo. 

(i)  Questo  elenco  è  certamente  an-  dole  stessa  del  documento,  la  fre- 
tico  e  d'assai  anteriore  ai  tempi  di  quenza  dei  nomi  germanici,  la  men- 
Gregorio.     Lo  dimostrano  tale  l'in-      zione   del   duca    Guinigi    (anni  7S9- 


CHRONICON    FARFENSE.  259 

Franco,  Girardus,  Lupo,  Azo,  Dato  presbyter,  Albertus,  Bernardus, 
Soldo,  Albericus,  filli  Franconis,  Bollo,  Cariocius,  Lioto,  Trans- 
bertus,  Dato  filius  Remengarde,  loboni,  Carfani.  isti  omnes 
cura  substantiis  et  casis  suis  et  alii  .xxii.,  quorum  nomina  igno- 
5  ramus,  cum  casis  et  substantiis.  castellum  Saxe  cum  tribus  sub- 
stantiis in  integrum.  Fello,  Rainerius,  Franco  Collis  Severiani, 
cum  substantiis  .vii.  Severus,  Dato,  Inno,  Maio  cum  filiis  Gi- 
rardi.      Guittemanno. 

In  Lodano.       substantie  due,  lohannes  Pascone,  et  Inno. 
IO         In  Terria.       substantie  due,  Martius,  Gualdramus. 

In  Orbica.  substantie  .111.,  Soldo,  Pontio,  cum  aliis  substantiis. 
In  Cerolongo.  substantie  .11.,  Taco,  Traso. 
In  Canali.  substantie  .11.,  lordanis,  Aldo. 
In  Marruce.  substantie  .xl.,  Alpertus,  Franco,  Ardinus,  filli 
15  Camponis,  Alamannus,  filii  Micate  cum  aliis  .xxxiiii.  nobis  ignotis. 
In  Ragiolo.  in  Pantana  substantie  .11.  isti  omnes  servi 
Sancte  Marie  et  substantie  .cv. 

De  Interria.     Antepertus  substantia  .1.     Severus  substantia  .1. 
Natalis  substantia  .1.      Sanulus  substantia  .1.      Carincio  substan- 
20  tia  .1.       Romanus  substantia  .1. 

De  Pretorio.  Murelli  substantia  .1.  Adelberti  substantie  .11. 
Palumbi  substantia  .1.  Candidi  substantia  .1.  Sabiniani  sub- 
stantia .1.  Saculi  substantia  .1.  Minuli  substantia  .1.  ||  Bo-  e  119  b 
nuli  substantia  .1.  Severi  substantia  .1.  Gualderami  substantia  .1. 
25  Victorini  substantia  .1.  lohannis  Gospes  substantia  .1.  Petri 
Aponis  substantie  .v.       Ubimpuli  de  Trigi  substantia  .1. 

In   monte   Sancti    Donati.        substanti^    .v.       Conca  Fossi 

substantie  .vii.       Ottini  substantia   .1.        Candidi   substantia  .1. 

Moiorìni   substantia   .1.       Romani  substantia   .1.       Ticonis  sub- 

30   stantia  .1.      Maiorini  substantia  .1.     Grifonis  substantia  .1.      Petri 

Gualdari  substantie  .v.       Gospuli  substantia  .1.       Moro  de  Ri- 


822)  e  la  notazione  di  carte  più  an-  «  non  habebamus  ».  Infatti  queste 
tiche  collocata,  come  si  vedrà  qui  ap-  carte  non  si  trovano  raccolte  nel  /es- 
presso, subito  dopo  r  elenco,  e  che  gesto  con  le  altre  dello  stesso  tempo, 
«in  suo  ordine  idcirco  minime  pò-  ma  verso  la  fine  dell'opera  tra  le  più 
«  tuimus  referre,  quia  tunc  in  promptu  recenti. 


e.    I20  A 


260  CHRONICON    FARFENSE. 

pule  substantia  .1.       Stalari    substaiitia   .1.       Luponis  prcsbyteri 
substantia  .1. 

In  Canali.       Mainolini  substantia  .1. 

In  Ponzippa.       substantia  .1.       Sindepertus  substantia  .1, 

In  Tegori.       substanti^  .v.  5 

In  Cumulo.       substantic  .in. 

In  Bellizano.      substantic  .11. 

In  Caniano.       lohannis  Cerretani  substantia  .1. 

In  monte  Caniano.       substantic  .111. 

In  Leporaria  Casalis  Mali.       substantie  .v.       Gualefridi  sub-    io 
stantia  .1.       Teutonis  substantia  .1. 

In  Margine.        substantic   .11.    Fratelli    et    Transuli  in   Sen- 
zano  substantic  .xi.  filii  Godemari  de  Senzano.     Petri  Furis  et 
Aldonis  germanorum  fratrum  de  Margine.      filii  lohannis  Tran- 
sarici.     Pasco    cum  fratribus   suis.      omnes  isti  fuerunt  famuli   15 
huius  monasteri!  Sancte  Marie. 

In  Musini.  Florus  et  Leo  cum  uxore  et  filiis,  casis  et  sub- 
stantiis.  Gaido  cum  uxore,  filiis,  casis  et  substantiis.  Ra- 
dualdus  cum  uxore,  filiis,  casis  et  substantiis. 

In  Terentiano.       Sinderadus,  Leo  cum  uxore,  filiis,  casis  et  20 
substantiis.      Petrus  cum  uxore,  filiis,  casis  et  substantiis      Petrus 
cum  uxore,   filiis,  casis  et  substantiis.        Leo  cum   uxore,  filiis, 
casis  et  substantiis. 

De  Secontiano.  Palumbus  de  Vico  cum  uxore,  filiis,  casis 
et  substantiis.       ecclesia  Sancti  Leucii  cum  terra  iuxta  se.  25 

In  Ratino.  ecclesiam  Sancti  Rufini  ||  cum  pertinentiis  tenet 
filius  Spose. 

In  Betiggo.       unam  petiam  terre  grandis  tenet  Vasari. 
In  Castule  ad  Sanctum  Magnum.,     petia  terre  ubi  stat  una 
morus  tenent  Agustuli,  et  ibi  prope  alia  petia  ubi  stat  nux.  30 

In  campo  Satrano.       petium  .1. 

In  Ortucle,  suptus  Sanctam  Mariam.  petiam  .1.  tenent  Li 
Braca  Putida. 

Ad  Fistulam  de  civitate  Marsicana.  petiam  .1.  tenet  filius 
Adenolfi,  et  filius  Azonis  Guerre.       ibi  prope,  super  viam,  tenet   55 

32.  tenent]  Nel  testo  tcn         32-55.  AV/  testo  li  braca  putida 


CHRONICON    FARFENSE.  261 


Leo  filius  Stephanoois  petiam  .1.  Donatus  iumentarius  iuxta 
ipsam  viam  tenet  aliam  petiam  terre.  ad  Ortum  petiam  .1.  terre 
tenet  filius  Allonis.  ad  flumen  de  Sancto  Heramo  petiam  .1.  tenel 
Gualterius  presbyter  Leccamolinum.  sub  Sancto  Salvatori  de 
5   Verongiano  petiam  .1.  tenet  Lupo  filius  Luponis  notarli. 

In  Leoni.       tenet  gener  Liusuli  petiam  .1.       suptus    curtem 
comitalem  ad  Sanctum  Petrum  petiam  .1. 

Ad  Pacianum.      petias   .11.  prope    rigum  tenet   Berardus   fi- 
lius Ponzonis. 
IO         In  CerFengo.       petias  .111.  tenet  Ponzo  presbyter,  et  ibi  tenet 
Madelandus  petiam  .1. 

In  Petelline.     tenet  Hugo  presbyter  et  fratres  eius  petiam  .1. 
hec  de  Sancto  Leucio   et  de  Sancta  Maria   in   Salecto,  que  te- 
nent  nepotes  Guarakerii. 
15         In  villa  de  Ortuno,  cum  omnibus  pertinentiis,  servis  et  an- 
cillis,  unius  nomen  est  Resquinius,  cum  filiis  et  filiabus. 
Sanctam  Mariam  in  Paterniano  tenet  filius  Gottifredi. 
In  Segunzano  et  in  Porciano.       ecclesia  Sancti  Adriani  cum 
suis  pertinentiis  tenet  filius  Guerrami  per  scriptum. 
20         Sanctam  Mariam  in  Apinianico,  ||  et  Sanctam  Mariam  Transa- 
quas  cum  pertinentiis  suis. 

In  comitatu  Paduano,  loco  ubi  dicitur  Abeno,  quidam  homo, 
nomine  Attingo,  tradidit  in  hoc  monasterio  Sancte  Marie  de  Farfa 
monasterium  Sancti  Laurentii.     Valerius  iudex  scripsit  ipsam  car- 
25   tam  que  est  in  nostro  monasterio. 

Curtem  Cupressetam,  ubi  est  ecclesia  Sancte  Marie  cum  cellis 
et  omnibus  suis  et  castello  de  Montetano.  curtis  Sancti  Desi- 
derii.  curtis  de  Venitiano.  curtis  de  Mottiano  cum  ecclesia 
Sancti  lohannis.  curtis  de  Columnelle.  curtis  Sancti  Venantii. 
30  curtis  Sanctis  Felicis.  curtis  de  Sardinaria  cum  ecclesia  San- 
cti Petri.  curtis  de  Raviliano.  curtis  de  Caprilia.  ipsarum  pre- 
dictarum  curtium  mensura  modiorum  decem  milium  exunata  infi-a 
comitatum  Firmanum,  Esculanum,  et  Aprutiense.  curtis  de  So- 
lestano  cum  ecclesia  Sancti  Mari. 
SS  De  familiis  Sancte  Marie  et  hominibus  in  Forcone  ad  riunì. 
Otolfus  scario  cum  uxore  sua  Maura.       Barauculus,  filius  eius, 


e.    120  B 


262  CHR  ONICON    FARFENSE. 

cum  uxore  sua  Alderuna  et  filiis  suis  Mauro,  Lupone,  Furconino. 
Sindifridus,  frater  Barauculi,  cum  uxore  sua  Goda,  filius  eius 
Furconinus  et  Lupo  cum  casa  et  substantiis,  boum  paria  .ni., 
caballos  .in.,  unum  asinum.  Sindo  cum  uxore  sua  Guiniperga 
et  filiis  suis.  Autolfus,  Sindolfus,  Senator,  Optapertus,  Sinda.  5 
Sintarius  filius  eius  cum  uxore  sua  Ursa  et  casa  et  substantiis, 
.III,  vitellis,  .III.  asinis.  Constantinus  cum  uxore  sua  Venerunda, 
filiis  masculis  .11.,  feminis  .11.  et  Assentiolus  filiaster.  Rimo  pre- 
sbyter  filius  eius  residet  ad  Sanctam  lustam  cum  casa  et  substan- 
tiis, boum  par  .1.,  asinum.  Dominicus  cum  uxore  sua  Cimina,  io 
e.  121  A  filius  eius  Sabbatinus.  ||  Bonipertus  cum  casa  et  substantiis,  boum 
par  .1.,  asinum.  Constantiolus  cum  uxore  sua  Rotunda  et  filia- 
ster eius  cum  casa  et  substantiis,  asinum.  Gualderamus  cum 
uxore  sua  Rodiperga,  filius  Anseramus.  Petrus,  Johannes,  Gual- 
dipertus  filius  eius  cum  uxore  sua,  casa  et  substantiis,  boves  .111.,  15 
vitellos  .III.,  asinum.  Honoratu^  cum  uxore  sua  Lindula,  filia 
femina  .1.  cum  casa  et  substantiis,  boum  par  .1.,  asinum.  Sinde- 
radus  cum  uxore  sua  Fareperga,  filio  masculo  .1.,  filia  eius  Do- 
minica  cum  casa  et  substantiis.  lustulus  cum  uxore  sua  Eufemia, 
filio  masculo  .1.,  femina  .1.,  cum  casis  et  substantiis.  Lupo  cum  20 
uxore,  casis  et  substantiis.  Barosus  cum  filia  sua  Dominica, 
casis  et  substantiis.  Florus  cum  uxore  sua  Boniperga,  filio  eius 
masculo  .1.  cum  casis  et  substantiis,  vitellum  .1.,  asinum.  Septi- 
minus  cum  uxore,  casis  et  substantiis,  vitellum  .1.  Baruncellus 
cum  uxore  sua  Gundiperga,  filiis  masculis  .111.,  feminis  .11.  cum  casis  25 
et  substantiis,  boum  par  .1.,  asinum.  Goderisius  cum  uxore  sua 
Serenula,  filius  eius  Dominicus.  Ursus  cum  casis  et  substantiis. 
Audulus  cum  uxore  sua  Audeleupa,  filii  sui  Audipertus,  Fratellus. 
Ittruto  filius  eius  cum  uxore  sua,  filio  masculo  .1.  cum  casis  et 
substantiis,  asinum.  Germulus  cum  uxore  sua  Ursa,  filio  ma-  30 
sculo  .1.  cum  casis  et  substantiis.  Arnaldus  cum  uxore  sua  Al- 
bana, filius  eius  Guarnipertus,  cum  casis  et  substantiis,  asinum. 
Petrus  cum  uxore  sua  Flora,  casis  et  substantiis.  Fuscari  cum 
uxore  sua  Albina,  casis  et  substantiis.  Gundaldus  cum  uxore 
sua  Prola,  filio  masculo  .1.,  casis  et  substantiis.  Lupo  cum  uxore  35 
sua,  filiis  masculis   il,  casis  et  substantiis.       Petrus  cum  uxore 


CHRONICONFARFENSE.  26$ 

sua  Egyptiola,  filia  femina  .i.,  casis  et  substantiis.  Ansefridus 
cum  uxore  sua,  filio  masculo  .i.,  feminis  .il,  casis  et  substantiis. 
Bonulus  cum  uxore  sua,  filio  masculo  .i.,  feminis  .il,  casis  et 
substantiis,  asinum.  Johannes  cum  uxore  sua,  casis  et  sub- 
5  stantiis,  vaccam  .i.,  vitellum  .i.  Causipertus  cum  uxore  sua,||  ca-  e.  121  b 
sis  et  substantiis.  Agilis  cum  uxore  sua  Ursa,  et  cum  una 
pullicla,  et  casis  et  substantiis.  Racipertus  cum  uxore  sua  Sin- 
dula,  filiis  masculis  .il,  casis  et  substantiis.  Anteradus  cum 
uxore  sua,  filiis  feminis  .il,  casis  et  substantiis,  bos  .1.  Bene- 
io  dictus  cum  uxore  sua  Ildiperga,  filio  masculo  .1.,  casis  et  sub- 
stantiis. Dominicus  cum  matre  sua  Serenula,  casis  et  substantiis. 
Filipertus  cum  uxore  sua,  filiabus  feminis  .11.,  casis  et  substan- 
tiis. Probatus  cum  uxore  sua,  filia  femina  .1.,  casis  et  substantiis. 
substantia  Scarnare  qui  fugiit  in  Sabinis. 
15  Qui  resident  ad  Volubrum.  Decoratus  cum  uxore  sua,  filio 
masculo  .1.,  feminis  .111.,  et  cum  fratre  suo  Mauraldo,  casis  et 
substantiis.  Formosianus  cum  uxore  sua,  filiabus  feminis  .il, 
et  frater  eius,  casis  et  substantiis.  Audulus  cum  uxore  sua,  casis 
et  substantiis.  Opteramus  cum  uxore  sua,  filiis  masculis  .11., 
20  casis  et  substantiis.  Fasellus,  Ursulus  filius  eius  cum  uxore  sua 
Tenda,  filio  masculo  .1.,  feminis  .il,  casis  et  substantiis. 

Qui  resident  in  Forfone.      Faripertus  scario  cum  uxore  sua 
Adeldis,  filli  eius  lustinus,  lohannes,  Roda,  Ildula.       Alepertus 
filius  eius  cum  uxore  sua   Magniperga,  filia  femina  .1.,  casis  et 
25   substantiis,  .111.  vitellos,  .11.  asinos.      Petrus  cum  uxore  sua  Rosa, 
filii  eius  Fusulus,  Ado,  Simpula,  Adileupa,  cum  casis  et  substan- 
tiis, asinum.      Baruncellus  cum  uxore  sua  Gualdileupa,  filius  eius 
Teudimundus,  et  casis  et  substantiis,  asinum.       Teupulus  cum 
uxore  sua,  et  casis  et  substantiis,  asinum.      Scaptulus  cum  uxore 
30  sua  laquinta,   filii    eius   Taculus,   Stephanus,    Petrus,    Luciolus, 
casis  et  substantiis,  vitellum  .1.,  asinum.       Godulus  cum  uxore 
Lunicunda,  filius  eius  Liutprandus,  Teudulus,  Godeldi,  casis  et 
substantiis,  boum  par  .1.,  asinum.       Lupo  cum  uxore  sua  Gun- 
diperga,  filiabus  feminis  .il,  casis  et  substantiis,  bovem  .i.,  asinum. 
$^   Candidus   cum   uxore   sua   Marice,  filii  eius   Firminus,  Pupula, 
Fuscula,  et  casis  et  substantiis,  vitellum  .1.,  asinum.       Maurica 


e.    122  A 


C.    122  B 


264  CHRONICON    FARFENSE. 

cum  iixore  sua  Uniperga,  fìlii  eius  Gualipertus,  Ursus,  Lupo,  Al- 
dula,  casis  et  substantiis.  Aidelinda  cum  filiis  suis  Leo,  Aricisi, 
Gisulfus,  Rim'ulus,  casis  et  substantiis,  vitellum  .1.,  asinum.  ||  Allo 
cum  uxore  sua  Ansiperga,  fìliis  masculis  .1111.,  femina  .1.,  casis 
et  substantiis.  Pertulus  cum  uxore  sua  Aideperga,  fìliis  ma-  5 
sculis  .11.,  feminis  .11.,  casis  et  substantiis,  asinum.  Isari  cum 
uxore  sua  Candida,  filiis  eius  Isulus,  Isula,  casis  et  substantiis, 
asinum.  Gualdefridus  cum  uxore  sua  Candula,  filio  masculo  .1., 
feminis  .111.,  casis  et  substantiis.  Teudelapus  cum  uxore  sua 
Gaiti,  filiis  masculis  .v.,  casis  et  substantiis,  asinum.  Osenzulus  io 
filius  Clarenzuli  quod  tenet  Aldo. 

Qui  resident  ad  Sanctum  Demetrium.      Isualdus  cum  uxore 
sua  Alerada,  filiis  eius    Isolfiis,  Lsimundus,  Mamula,  et  casis   et 
substantiis,  vitellum  .1.,   asinum.       Fratellus  cum  uxore  sua  Ca- 
merina,  filius  eius  Bonulus,  casis  et  substantiis,  vitellum  .1.,  asi-   15 
num.       Baruncellus  cum  uxore  sua  Alderuda,  filiis  masculis  .11., 
femina  .1.,  casis  et  substantiis,  vitellum  .1.,  asinum.     Autari  cum 
uxore  sua  Careldi,  casis    et   substantiis,   bouni    par  .1.,    asinum. 
Unaldus  cum  uxore  sua  Rodiperga  et  filiastro  suo  Mainari,  casis 
et  substantiis,  asinum.      Ermulus  residet  ad  Bisenie,  in  substantia  20 
Gaidaldi,  cum  uxore  sua  Palumba,  filius  eius  Rodifusus,  casis  et 
substantiis,  vitellos  .11.,  asinum.      Magnicisi  residet  ad  Isule  cum 
uxore  Guarna,  filiis  eius  Magnipertus,  Elpericus,  casis  et  substan- 
tiis, boves  .III.,  asini  .111.      Causulus  residet  ad  Sanctam  Balbinam 
cum  uxore  sua  Guarnula,  filius  eius  Causipertus,  casis  et  substan-  25 
tiis.       Eunipertus.       Cunipertus  cum  uxore  sua  Ildeperga,  filiis 
eius  Gudipertus,  Godeprandus,  Rodelinda,  Polla.       Godeprandus 
frater  eius  cum  uxore  sua  Adelperga,  filiis  eius  Gaideprandus  et 
Aliprandus,  casis  et  substantiis,  boum  par  .1. 

In  Canzoniscis.  Gualdefridus  cum  uxore  sua  Anseldi,  filiis  30 
eius  Leo,  Gualdericus,  casis  et  substantiis.  Quaduciolus  cum 
fratre  suo  Audeperto,  casis  et  substantiis,  bovem  .1.  Guarne- 
causus  cum  uxore  sua  Goda,  casis  et  substantiis.  Aruisi  cum 
uxore  sua  Goderuna,  filiis  eius  Alleisi,  Dominicus,  Lupula,  casa 
et  substantiis,  bovem  .1.  35 

In  Raiano.      Lunicisi  cum   fratre  suo  Lupardo,  et  Lampula, 


CHRONICON    FARFENSE.  2^5 

uxor  Lunicisi  Teudiperga,  filli  eius  Ursus,  Lucipertus,  Lupa,  uxor 
Lupardi  Formosia,  casis  et  siibstantiis.    substantia  Veneri  vacua  est. 

In  Pontiano.  Lupo  cum  patre  suo  Dagari  et  uxore  sua 
Amperga.  Armepertus  fìlius  eius  cum  uxore  sua  Gaideperga. 
5  Aldepertus  cum  uxore  sua  Radipergn,  casis  et  substantiis,  vac- 
cam  .1.,  vitellum  .i.,  .i.  asinum.  Guarnipertus  cum  uxore  sua 
Ursa,  filii  eius  Gualdipertus,  Lupo,  Gualdefridus,  Grecta,  casis  et 
substantiis,  vaccam  .i.,  vitellum  .i.,  asinum.  Ursus  cum  fratre  suo 
Anserado,  uxor  Ursi  Causiperga,  filli  eius  Lupicio,  Teudellnda, 
IO  uxor  Anseradi  Teudeldi,  soror  Ursi  Crispa  cum  filia  sua  Lupa, 
item  soror  Ursi  cum  filia  sua  Mauriperga,  casis  et  substantiis,  vac- 
cam .1.,  boves  .IL  Anseramus  cum  uxore  sua  Allperga,  filiis 
eius  Lupo,  Feraldus,  Ansperga,  casis  et  substantiis,  asinum. 

In  Casa  Raviniana.      Pelegrinus  cum  uxore  sua  Alda,  casis  et 
15  substantiis,  caballos  .111.,  boum  paria  .il,  asinum. 

In  Casa  Matrone.      substantia  Padaldi. 

In  Marciliano.      substantia  Lupuli. 

In  Betizano.      substantla  vacua  .1, 

Casa  Pauli.      Aldioni  cum  uxore  sua. 
20         In  Asinarii.      Arno  cum  casis  et  substantiis,  et  ceteri. 

Qui  resident  ad  Saxam.  Adaldus  cum  uxore  sua  et  man- 
cipiis  .11.  nostrls,  Gaitruda,  Maria,  casis  et  substantiis,  caballos  .1111., 
boum  paria  .11.,  asinum.  Mauricius  cum  uxore  sua,  filiis  ma- 
sculis  .v.,  casis  et  substantiis,  boum  paria  .11.,  caballos  .ir.,  asinum, 
25  Traso  cum  uxore  sua  et  substantiis.  Lupo  cum  uxore  sua  et 
substantiis.  Pillo  cum  uxore  sua  et  substantiis.  isti  tres  ex- 
traxerunt  se  a  servitio  Sancte  Mari^. 

Qui  resident  in  Colomente.  Rimo  cum  uxore  sua  Palumba, 
filii  eius  Paulus,  Itimundus,  Airolfus,  Gratiosa,  Palumbus  filius 
3^  eius,  culti  uxore  sua  Maura,  casis  et  substantiis,  caballum  .1.,  asinum. 
Ursulus,  Alefiridus  filius  eius  cum  uxore  sua  ||  Godeperga,  filius 
eius  Gualefridus,  Rotunda,  Ildula,  Aleperga,  casis  et  substantiis, 
bovem.  i.,  vitellum  .1.  Alo  cum  uxore  sua  Bonosa,  filius  eius 
Colo,  casis  et  substantiis.  Paulus  cum  uxore  sua  Maura,  filie 
35  eius  Maria,  Scantruda,  casis  et  substantiis,  caballum  .r.,  vitellum  .1., 
asinum.     Aidepertus  cum  uxore  sua  Palumba,  filii  eius  Adefridus, 

Chron.  Farf.  I.  «  17* 


e.    12?  A 


266  CHRONICON    FARFENSE. 

Petrus,  Formosa,  Sinildis,  casis  et  substantiis,  bovem  .i.,  asinum. 
Teodorus  cuni  uxore  sua  Optiperga,  filii  eius  Aidolfus,  Teusolus, 
Opteramus,  Goderadus  filius  eius  cum  uxore  sua  Formosa,  fìlia 
eius  Causula,  casis  et  substantiis.       Arpaio  cum  uxore  sua  Ste- 
phania,  casis   et  substantiis.      Bcraldus  cum  uxore   sua   Teude-   5 
randa,  filii  eius  Firaldus,  Albuni,  Sinderadus,  Victorinus,  Teuderi- 
cus,  Teupa,  casis  et  substantiis,  caballum  .1.,  boum  par  .1.,  asinum. 
Gaido  cum  uxore  sua  Digna,  filii  eius  Gaiderisi,  Lupo,  Gaipula, 
lannia,  Anderada,  casis  et  substantiis,  caballum  .1.,  vitellum  .1., 
asinum.     Albinus  cum  uxore  sua  Tanicunda,  Colo  filius  eius  cum    io 
uxore  sua  Aleperga,  filii  eius  Petrus,  Johannes,  Formosia.      Lupo 
frater  Colonis  cum  uxore  sua  Ansiperga,  casis  et  substantiis,  vi- 
tellos  .IL,  caballum  .1.,   asinum.    ^  Desiderius  cum  matre  sua  Lu- 
puara,  et  uxore  sua  Antildi,  et  fratribus  suis  Aldemario  et  Alexan- 
dro,  casis  et  substantiis.       lohannes  cum  uxore  sua  Ildiperga  et    15 
filiastris  suis  Gundulo,  Teupalda,  filia  eius   lannia,    casis  et  sub- 
stantiis.      Sindolus,    qui  residet    in    Largizano,  cum   matre  sua 
Aleperga  et  uxore  sua  Aideperga,  et  fratre  suo  Alefrido,  et  so- 
rore  sua  Ursa,  Rodelinda,  casis  et  substantiis. 

Qui  resident  ad  rivum  Merdarium.       Oupulus  cum  uxore  sua  20 
Truda,  filii  eius  Rodipertus,  Attula,    Goda,  Maria,  casis  et  sub- 
stantiis.      Dominicus  cum  uxore  sua  Teuderada,  filii  eius  Do- 
minica,  Teudeldi,  casis  et  substantiis.      Auderada  vidua  cum  filiis 
e.  123  B       suis  Allulo,  Lupualdo,  ||  casis  et  substantiis.      Banilinus  cum  uxore 

sua  Aleperga,  filii    eius  Ildulus,    Martinus,    Ursus,   Teuderadus,   25 
Rosa,  Rodeperga,  Teuderada,  casis  et  substantiis. 

Qui  resident  ad  Sanctum  Mennatem.  Ermerfi-idus  cum  uxore 
sua  Marturia,  filii  eius  Laudepertus,  Ermepertus,  Bonipertus,  Ale- 
truda,  casis  et  substantiis,  boum  par  .1.,  asinum.  Empulus  cum 
matre  sua  Gaudiosa,  et  uxore  sua  Teuscula,  et  sorore  sua  Pro-  30 
deldi,  Audula,  filiabus  suis  Ansiperga,  Ursa,  casis  et  substantiis. 
Antulus  cum  uxore  sua  Anegildi,  filii  eius  Unaldus,  Gaidefridus 
et  Unnala,  casis  et  substantiis,  asinum.  Bonifa,  qui  residet  ad 
Sanctam  Mariani,  cum  uxore  sua  Maura,  et  Moderico  presbytero 
filio  suo,  filie  eius  Aideperga,  Goderada,  Alderadus  filius  eius  55 
cum  uxore  sua  Tanicunda,  filio  masculo  .1.,  casis  et  substanui^^, 


CHRONICONFARFENSE.  267 

caballos  .11.,  boum  paria  .11.,  asinum.  Teudipertus  residet  ad 
Sanctum  Gregorium  cum  uxore  sua  Perga,  filia  eius  Gattruda, 
Stradiìlus  filius  eius  cum  uxore  sua  Coleperga.  Teudemari 
frater  Stradulus  cum  uxore  sua  Godeldi,  casis  et  substantiis.  Ale- 
5  pertus  cum  uxore  sua  Aideperga  et  filiis  suis  non  habent  substan- 
tias.  Petrus  cum  uxore  sua  et  filiis  suis  non  habent  substantiam. 
Qui  resident  in  Sublongo.  Meraldus  cum  uxore  sua  Bene- 
venta,  Johannes  filius  eius  cum  uxore  sua  Maria,  casis  et  sub- 
stantiis, vitellum  .1.,  asinum.      Leo  cum  uxore  sua  Gisa,  filii  eius 

IO  Godefiridus,  Gausperga,  Natalia,  casis  et  substantiis.  Teutepertus 
cum  uxore  sua  Lupa,  filii  eius  Autulus,  Andreas,  Rotindi,  casis  et 
substantiis.  Formosus  cum  uxore  sua  Ansiperga,  filii  eius  Silvulus, 
Formosula,  Boniperga,  casis  et  substantiis,  boum  par  .1.,  asinum. 
Urbanus  cum  uxore  sua  Formosa,  filii  eius  Ursulus,  Aleperga,  Ma- 

15   neperga,  casis  et  substantiis,  boves  .iir.,  vitellum  .1.,  asinum.     Pa- 

lumbus  cum  uxore  sua  Tenda,  et  nepotibus  suis  Sindula,  Rattula, 

casis  et  substantiis,  asinum.     Auderada  vidua  cum  filiis  suis  Petro, 

Paulo,  Il  Auderado,  Insula,  Aupula,  casis  et  substantiis,  asinum.  e  124  a. 

Ad  Salicem.       Honoratus  cum  uxore  sua,  filii  eius  Palumbus, 

20   Audipertus,  Teudimundus,  casis  et  substantiis.      Mainellus  cum 

uxore  sua  et  fratre  suo,  casis  et  substantiis.      istos  tenet  Otolfus. 

Homines   manuales   infira  casam  in  Forcone.       Perto  cabal- 

larius  cum  uxore  sua,  Fileradus  faber,  Grossolus  cocus,  Valerius 

et  Ursus  pistores,  Teudipertus   ortulanus,  Moppulus,  Maiulinus, 

25  Ursus  cum  uxore  sua  Proda,  et  Guistrulus  ortulani,  Furconinus 
filius  Guistruli,  Augustus,  Aucarius. 

Item  infantes  masculi.  Godipertus  filius  Fileradi,  Lupulus 
filius  Boniperge,  Isimundus  filius  Gaideperge,  Ursulus  filius  Teu- 
diperge,  Aviolus    filius  Bonule,  Filipertus  filius   Filiperge,  Adel- 

30  pertus  filius  Aldule,  Petrus  filius  Formose,  Zoto  filius  Pertonis, 
Elenus  filius  Godiperge,  Arimodus  filius  Ursi. 

De  mancipiis  que  bene  laborant.  Rimiperga,  Laudula,  Maura 
anelila  Dei,  Gundi  anelila  Dei,  Lupa,  Anetula,  Perga,  Bona,  Hono- 
rata,  Acciana,  Eufemia,  Auteldi,  Decorata,  Gualdeperga,  Petronia, 

$S  Oupa,  Barda,  Rimula,  Rodiperga,  Gaideperga,  Maria,  Ermula,  Fili- 
perga,  Aideperga,  Candida,  Rosula,  Bona,  Insta,  Roda,  Mauriperga. 


268  CHRONICON   FARFENSE. 


Que  mediocriter  hiborant.  Giindiporga,  Aldula,  Gudiperga, 
Guiniperga,  Rodileupa,  Lupa.  item  Lupa,  Formosa.  item 
Formosii,  Autiperga,  Laudipcrga,  Gundula,  Ennula,  Ursula,  Itze- 
perga,  Lunicunda,  Perterada,  Roda,  Anastasia,  Polla,  Tina,  Teu- 
c.  124  B  diperga,  Fileperga,  ||  Bardola  anelila  Dei,  Teuscundn,  Gisa.  iste  j 
tres  sunt  veterane. 

De  infiintibus   feminis.       Sindiperga    filia    Ermipergc,   Bona 
filia  Acciane,  Ladeperga  filia  Barde,  Fuscula  filia  Rodiperge,  Gi- 
sula  filia  Gaideperge,  Astula  filia  Donate,  x\rmilia,  Lamperga  filic 
Lunicundc,  Autula  filia  Bonulc,  Causula,  Pergula,  Proda,  Ursula    io 
filie  Ursi  ortulani. 

Tria  mancipia  nostra  habet  Samfo  presbyter  infi-a  casam, 
Candida,  Gottula,  Godelinda. 

In  Balva,  loco  qui  dicitur  Flaccianus,  ubi  est  ecclesia  San- 
cti  Angeli.  Gemellus  cum  uxore  et  filiis  suis,  casis  et  substantiis.  15 
Decoratus  cum  uxore  et  filiis  suis,  casis  et  substantiis.  Teu- 
dericus  cum  uxore  et  filiis  suis,  casis  et  substantiis.  Pertulus 
cum  uxore  et  filiis  suis,  casis  et  substantiis.  Liupulus  cum  uxore 
et  filiis  suis,  casis  et  substantiis.  Martinus  cum  uxore  sua  et 
filiis  suis,  casis  et  substantiis.  Taculus  cum  uxore  sua  et  filiis  20 
sui^,  casis  et  substantiis.      istos  non  tenemus. 

In  Ciculi,  in    Pretoriano.       Godipertus   cum   uxore    et  filiis 
suis,  casis  et   substantiis.      Magulus,    Aliperga,    cum    filiis  suis, 
casis  et  substantiis.      Flavius  cum  uxore  sua  et  filiis  suis,  casis  et 
substantiis.      Adualdus  cum  uxore  et  filiis  suis,  casis  et  substàn-  25 
tiis.       Baruncellus  cum  uxore  et   filiis  suis,  casis  et   substantiis. 

In  Clevigiano.  Adolfus  cum  uxore  et  filiis  suis,  casis  et 
substantiis.  Pintulus  cum  uxore  et  filiis,  casis  et  substantiis. 
Probatulus  cum  uxore  et  filiis,  casis  et  substantiis.  Utulus  cum 
uxore  et  filiis,  casis  et  substantiis.  30 

In  Pretorio.  Bonosus  scario  cum  uxore  sua  Bonina,  filius 
eius  Cunipertus,  Desiderius  filius  eius  cum  uxore  sua  Truda, 
filli  eius  Maio,  Gudipertus,  Formosa,  Benedicta,  Gariperga,  casis 
et  substantiis,  boum  par  .1.,  caballos  .111.,  asinum.  Lupardus 
scario  cum  uxore  sua  Vcttula,  Gumpulus,  afiiliatus  eius,  cum  35 
uxore    sua  Rodiperga,  filli   eius    Petrus,    Audo,    Lupo,    casis  et 


CHRONICONFARFENSE.  269 

substantiis,  caballos  .11.,  boutn  par  .i.,  asinum.  Gualipertus 
cum  uxore  sua  Catula,  filli  eius  Pertulus,  Gualiperga,  ||  Aideperga,  e.  12$  a 
Paulus  filius  eius  cum  uxore  sua  Gausperga,  casis  et  substantiis. 
Gualefridus  cum  uxore  sua  Formosa,  filli  eius  Godefi'idus,  Izo, 
5  Ursa,  casis  et  substantiis.  Maurica  cum  uxore  sua  Aideperga, 
filli  eius  Maurus,  Liodo,  Rosa,  casis  et  substantiis,  bovem  .1., 
asinum.  Desulus  cum  uxore  sua  Luciola,  filli  eius  Maio,  Maura, 
Taciperga,  Marturia,  casis  et  substantiis,  asinum.  Luceradus 
cum  uxore  sua  Aleperga,  filli  eius  Lucefridus,  Palumbus,  casis  et 

IO  substantiis.  Naculus  cum  uxore  sua  Anta,  filii  eius  Teudulus, 
Maurus,  Autulus  filius  eius  cum  uxore  sua  Formosa,  casis  et 
substantiis,  boum  par  .1.,  vitellum  .1,,  asinum.  Aciprandus,  Per- 
dolfus  filius  eius  cum  uxore  sua  Ursa,  filia  eius  Aliperga,  casis 
et  substantiis.       lustula  cum  filiis  suis   lolianne,  Pretoriano,  It- 

15  terada,  casis  et  substantiis.  Donatulus  cum  uxore  sua  Audulfii, 
filii  eius  Donipertus,  Honoratus,  Ansiperga,  Honorata,  casis  et 
substantiis.  Donatula  cum  filiis  suis  Astulfus,  Arulus,  Ursulus, 
Ermetrusa,  casis  et  substantiis.  Leonianus  cum  uxore  sua  Teu- 
diperga,  filii  eius  Ansefiridus,  Petrunia,  Palumba,  casis  et  substan- 

20  tiis.  Liutulus  cum  uxore  sua  Audislnda,  et  matre  sua  Boniperga, 
et  sorore  sua  Benedlcta,  casis  et  substantiis.  Fuscari  cum  uxore 
sua  lanniperga,  filii  eius  Leola,  Petrunia,  casis  et  substantiis. 
Palumbus  cum  uxore  sua  Musa,  Petrus  filius  eius  cum  uxore 
Iseperga,  filii  eius  Isemundus,    Maria,  Ildula,  Teudeldi,  casis  et 

25  substantiis.  Adaldus  cum  uxore  sua  Guiniperga,  filii  eius  Allo, 
Raduinus,  Malo,  mater  eius  Aliperga,  fi-ater  eius  Gasulus,  casis 
et  substantiis,  vitellum  .1.,  asinum.  Carellus  cum  uxore  sua 
Formosa,  filii  eius  lannipertus,  Preturianus,  Allo,  soror  eius  Sab- 
batina,  casis   et  substantiis,  asinum  .1.       Urseramus  cum  uxore 

30  sua  Lupa,  Petrus  filius  eius  cum  uxore  sua  Boniperga,  filli  eius 
Rimulus  et  Pergula,  frater  eius  Naculus,  casis  et  substantiis,  asi- 
num .1.  Auduinus  cum  uxore  sua  Tibula,  filli  eius  Rosa,  Gal- 
prandus  filius  eius  cum  uxore  sua  Teudiperga,  casis  et  substan- 
tiis, boum  par  .1.,  asinum  .1.      Benedictus  cum  ||  uxore  sua  Ursa,       e.  125  b 

35  filli  eius  Gaipulus,  Rimepergn,  casis  et  substantiis.  Teudaldus 
cum  uxore  sua  Audelinda,  filius  eius  Rumlldi,  Isulus  filius  eius 


270  CHRONICONFARFENSE. 


cum  uxore  sua  Gualucia,  filli  eius  Teudericus,  lustulus  et  alius  .i., 
cum  casis  et  substantiis.  Peringa  cum  uxore  sua  Teudiperga, 
filli  eius  Barinta,  Scanipulus,  Ildiperga,  casis  et  substantiis.  Mau- 
rus,  Alo  filius  eius  cum  uxore  sua  Palumba,  filli  eius  Causaci, 
Gradolfus,  David,  Agati,  Pipinus  frater  eius  et  Maura  soror  eius,  5 
casis  et  substamlis.  Ansulus  cum  uxore  sua  Ermlllnda,  casis  et 
substantiis.  Teadlperga  cum  fillls  suls  Plllperto,  Palumbo,  Sim- 
pula,  casis  et  substantiis.  Lupus  cum  uxore  sua  Albinula,  filli 
eius  Sabbulus,  Amlterninus,  casis  et  substantiis.  Benedictus  cum 
uxore  sua  Gaiteperga,  filli  eius  Petrus,  Formosa,  Maria,  casis  et  io 
substantiis.  Satulus  cum  uxore  sua  Albisinda,  filius  eius  Ve- 
nator, casis  et  substantiis.  Petrus  cum  uxore  sua  Ursa,  Aude- 
pertus  filius  eius  cum  uxore  sua  Arminia,  filio  masculo  .1.,  casis 
et  substantiis,  boum  par  .1.,  asinum.  Fellcisi  cum  uxore  sua,  filio 
masculo  .1.,  femina  .1.  Ursus  cum  uxore  sua  Auteldi,  casis  et  15 
substantiis.  Saxula  cum  filio  suo  Ittulo,  filli  eius  Pergula,  II- 
dula,  casis  et  substantiis.  Honestus  cum  uxore  sua  Ildula,  filli 
eius  Ursaldus,  Sindo,  Honesta,  Gualdlperga,  casis  et  substantiis, 
bovem  .1.,  asinum.     substantia  Grossull,qul  est  infra  casam  coquus. 

In  Salezano  post  collem.  Teudelapus  cum  uxore  sua  Anta,  20 
cum  matre  sua  Sindlperga,  filiis  masculls  .11.,  feminls  .111.,  casis 
et  substantiis,  boum  par  .1.,  asinum.  Talaricus  cum  uxore  sua 
Audula,  filio  masculo  .1.,  casis  et  substantiis,  boum  par  .1.,  asinum. 
Adeodatus  cum  uxore  sua  Bona,  filiis  masculis  .11.,  casis  et  sub- 
stantiis, bovem  .1.  25 

In  Opaco.       Gauspertus,    filius  eius   Faraldus,  et  Anspertus 
filius  eius  cum  uxore  sua  et  filiis  suis,  casis  et  substantiis,  boum 
parla  .11.,  asinum. 
e.  126  A  In  Prono.      Sabbolus  cum  uxore  sua  Lupa,  ||  filius  eius  Lupo 

presbiter,  Palumbus  nepos  eius  cum  uxore  et  filiis,  casis  et  sub-  3^ 
stantlls,  vltellum  .1.,  asinum.       Sabinianus  cum  uxore  sua  Maria, 
casis  et  substantiis,  vltellum  .1.,  asinum.       lohannes  cum  uxore 
sua  et  filiis,  casis  et  substantiis.      Maiulus  cum  uxore  sua  et  filiis, 
casis  et  substantiis. 

In  Caballari.      Acerisi  cum  uxore  sua  Bonella,  filius  eius  Ami-   SS 
terninus,   casis   et  substantiis,  boves  .111.,  asinum.       Baruncellus 


CHRONICONFARFENSE.  271 

cum  uxore  sua  Tiula,  filiis  masculis  .ir.,  feminis  .r.,  casis  et  sub- 
stantiis,  vitellum  .1.,  asinum.  Teupulus  cum  uxore  sua  Rodula, 
filia  femina  .1.,  casis  et  substantiis.  Allo  cum  filiis  suis  Gri- 
mualdo,  Pertulo,  casis  et  substantiis,  caballum  .1.,  boum  par  .1., 
5  asinum.  Palumbus  cum  uxore  sua  et  filiis  suis,  casis  et  sub- 
stantiis, asinum  .1.  Autari  cum  uxore  sua,  casis  et  substantiis, 
boum  par  .1.       Talari  cum  uxore  sua,  casis  et  substantiis. 

In  Bucizano.      Produlus  cum  uxore   sua  Arileupa,   filii   eius 
Modoricus,  Rodicus,  Paulus,  Maura,  casis  et  substantiis,  bovem  .1., 

IO  asinum.  Maurus  cum  uxore  sua  Rodeldi,  filius  eius  Rodipertus, 
casis  et  substantiis.  Maurica  cum  uxore  sua  Guarnella,  filii  eius 
Rodericus,  Cunipertus,  casis  et  substantiis.  Mancio  cum  uxore 
sua  Ittula,  filii  eius  Lupo,  Izo,  Ildula,  Mamula,  Insta,  casis  et 
substantiis.       Rattulus  cum  matre   sua    Rodiperga,  Ursulus,   co- 

15  gnatus  eius,  cum  uxore  sua  Aleperga,  filii  eius  Ratildi,  Ursera- 
mus,  casis  et  substantiis.  Todoricus  cum  uxore  sua  Otuperga, 
filius  eius  Eldericus,  casis  et  substantiis.  Ciprianus  cum  uxore 
sua  Torunda,  casis  et  substantiis.  istos  tenet  Lupardus.  Al- 
binus  cum  uxore  sua  Bona,  filii  eius  Ursulus,  Gaidemari,  Ger- 

20  truda,  casis  et  substantiis,  bovem,  vitellos  .vii.,  caballum  .1.,  asi- 
num. Benedictus  cum  uxore  sua  Ansiperga,  filii  eius  Geri- 
mundus,  Auniperga,  Anseldi,  casis  et  substantiis,  asinum.  Sin- 
difiridus  cum  matre  sua  Modeldi,  casis  et  substantiis.  Ado  cum 
uxore  sua  Audiperga,  Alefiidus  filius  eius  cum  uxore  Benedicta, 

25   casis  et  substantiis,  boum  par  .1.,  asinum.  ||      Lupardus  cum  uxore       e.  126  b 
sua  Gratiosa,  filii  eius  Ursus,  Ursa,  casis  et  substantiis,  asinum. 
Todericus  cum   uxore   sua  Anserada,  et  matre  sua  Lupa,  filius 
eius  Anseradus,  casis  et  substantiis,  boum  par  .1.,  asinum.      Mau- 
rus cum  uxore  sua   Isa,    filii    eius  Gauspertus,  Maurus,  Aderisi, 

30  Gausperga,  Maura,  casis  et  substantiis,  boum  par  .1.,  asinum. 
Lupulus  cum  uxore  sua  Gutta,  filii  eius  Audipertus,  Auderisi, 
alius  .!.,  Anta,  Lupuara,  casis  et  substantiis.  Godeprandus  cum 
uxore  sua  Teudiperga,  mater  eius  Alerada,  filii  eius  Petrus,  Liut- 
prandus,  Alecisi  frater  eius,  Godefi'idus  firater   eius    cum   uxore 

$S  sua  Palumba,  filiolis  feminis  .11.,  casis  et  substantiis,  boum  par  .1., 
asinum.       Ildeprandus  cum  uxore  sua  Lupa,  filii  eius  Teupulus, 


272  CHRONICONFARFENSE. 


Ildula,  Paliimba,  casis  et  substantiis,  .vi.  asinos.  Lupulus,  Isolfus 
filius  eius  ciim  uxore  sua  Audiperga,  filia  eius  Iseperga,  casis  et 
substantiis.  Arolus  ciim  uxore  sua  Teudeldi,  filius  eius  Are- 
fusus,  casis  et  substantiis,  boum  par  .i.,  asinuiii.  Bonosa  cum 
casis  et  substantiis.  Fano  cum  uxore  sua  Sinda,  filius  eius  Mau-  5 
rus,  casis  et  substantiis,  boum  par.i.,  asinum.  Basilio  cum  uxore 
sua  Godeperga,  filio  masculo  .1.,  femina  .1.,  casis  et  substantiis, 
asinum.  Albolus,  filii  eius  Honoratus,  Petrunia,  Isimuldus  filius 
eius  cum  uxore  sua  Cuntula,  filii  eius  Unaldus,  Isiperga,  casis  et 
substantiis,  bovem  .1.,  asinum.  Sindolfus  cum  filia  sua  Aipula,  io 
Sinderadus  fi"ater  eius  cum  uxore  sua  Godula,  filie  eius  Autula, 
Gualdula,  Domnina,  alius  .1.,  Todorus  filius  eius  cum  uxore  sua 
Anta,  casis  et  substantiis,  boum  par  .1.,  asinum.  Desulus  cum 
uxore  sua  Liupa,  filio  masculo  .1.,  filiabus  feminis  Desideria, 
Linudara,  Gariperga,  casis  et  substantiis.  Predo,  Sindolfijs  filius  15 
eius  cum  uxore  sua  Rodeldi,  filio  masculo  .i.,  casis  et  substan- 
tiis, boum  par  .1.,  asinum.  Audefiridus  cum  uxore  sua  Anserada, 
Anteradus  affiliatus  eius,  cum  uxore  sua  Auta,  filio  masculo  .1., 
femina  .1.,  casis  et  substantiis,  asinum,  .1.  a.  Auticisi  cum  uxore 
sua  Honesta,  filia  eius  Ursa,  Ursulus  filius  eius  cum  uxore  sua  20 
e.  127  A  Ursa,  filiis  masculis  .11.,  casis  et  substantiis,  asinus,  .1.  a.  ||  Ro- 
mualdus  cum  uxore  sua  Naudiperga,  filii  eius  Ansifridus,  Pe- 
trus, alii  masculi  .11.,  femina  .1.,  Anseradus  filius  eius  cum 
uxore  sua  Uniperga,  filius  eius  Pillo,  femina  .1.,  casis  et  substan- 
tiis, asinum.  Trasari  cum  fratre  suo  Autari,  casis  et  substan-  25 
tiis,  asinum.  Teudelapus  cum  uxore  sua  Gudiperga,  filius  eius 
Lupo,  Teudaldus  filius  eius  cum  uxore  sua  Palumba,  casis  et 
substantiis,  asinum.  Teudipertus  cum  uxore  sua  Teupa,  casis 
et  substantiis.  Alipertus  cum  uxore  sua  Bona,  filii  eius  Palum- 
bus,  Aliperga,  casis  et  substantiis.  Ermeradus  cum  casis  et  sub-  30 
stantiis.      Gaupertus  cum  casis  et  substantiis. 

In  Beliciano.  Mainari,  Ursulus  filius  eius  cum  uxore  sua  et 
filiis  suis,  casis  et  substantiis,  vaccam  .1.,  vitellum  .1.  Totulus  cum 
uxore  sua,  filiis  masculis  .11.,  feminis  .1.,  casis  et  substantiis,  boum 

19,  21.  a.]  Così  nel  testo;  asina? 


CHRONICONFARFENSE.  273 

par  .1.,  asinum.  Lupulus  cum  uxore  sua  Taciperga,  matre  sua 
Aidula,  et  fratre  suo,  filia  femiaa  .1.,  casis  et  substantiis.  Ci- 
tulus  cum  uxore  sua  Taciperga,  filiis  masculis  .11.,  feminis  .11., 
casis  et  substantiis,  asinum.  Belicianus  cum  uxore  sua  Lucia 
5  et  filiis  suis,  casis  et  substantiis,  .vii.  asinos.  Gudulus  cum  uxore 
sua,  casis  et  substantiis.  istos  tenet  Petrus  scario  de  Sublongo. 
Baruncellus  cum  uxore  sua  et  filiis  suis,  Stephanus  filius  eius, 
cum  uxore  sua,  filio  masculo  .1.  item,  Rodoricus  filius  eius 
cum  uxore  sua,  casis  et  substantiis,    asinum.       Victorinus  cum 

IO  uxore  sua,  filio  masculo  .1.,  casis  et  substantiis,  asinum.  Pere- 
grinus  cum  uxore  sua  Albana,  filiis  masculis  .11.,  femina  .1.,  casis 
et  substantiis.  Aleradus  cum  uxore  sua  et  patre  suo  Crispo,  filiis 
feminis  .11.,  casis  et  substantiis,  vitellos  .11.  Cunipertus  cum  casis 
et  substantiis.       Aricaurus  cum  uxore  Lupula,  filio   masculo  .1., 

1 5  femina  .1.,  casis  et  substantiis,  boum  par  .1.,  asinum.  Rumualdus 
cum  uxore  sua,  filio  masculo  .1.,  feminis  .in.,  casis  et  substantiis. 
Teofani  cum  uxore  sua  Formosa,  casis  et  substantiis.  Ursus  cum 
substantia  sua,  boum  par  .1.,  asinum.  Ermicisi  cum  casis  et  sub- 
stantiis, bovem  .1.,  asinum.     Aldicisi  cum  casis  et  substantiis,  bo- 

20  vem  ,1.,  asinum.      isti  .xi.  se  extraxerunt  a  serviti©  Sancte  Marie. 

Ad  Sanctum  Xixtum.      Fratellus  cum  uxore  sua  Aliosa,  filius 

eius  Baruncio,  cum  nepote  sua  Anteldi,  ||  casis  et  substantiis,  boum 

par  .1.,  asinum.       Maiulus  cum   uxore   sua  lustina,    Maiurianus 

filius  eius    cum   uxore   sua  Rimildi,  filiis    masculis  .1111.       item, 

25  Gratiosus  filius  eius  cum  uxore  sua,  casis  et  substantiis,  boum 
par  .1.,  asinum.  Sindolus  cum  uxore  sua  Aida,  filius  eius  Go- 
daldus,  Aidepertus  filius  eius  cum  uxore  sua  Anta,  filio  ma- 
sculo .1.,  feminis  .111.  item,  Sinderadus  filius  eius  cum  uxore 
sua  Mella,  filio  masculo  .1.,  femina  .1.  casis,  et  substantiis,  boum 

30  paria  .11,,  asinum.  Attolus  cum  uxore  sua  Aleperga,  filiabus  fe- 
minis .III.,  casis  et  substantiis,  vitellum  .1.,  asinum.  Paschalis 
cum  uxore  sua  Radileupa,  casis  et  substantiis,  vitellos  .11.,  asinum. 
Rodo  cum  uxore  sua  Auda,  filio  eius  Petronaci,  feminis  filia- 
bus .IL,  casis  et  substantiis.       Micio  cum  uxore  sua  Aiduara,  filii 

$^  eius  Aipulus,  Miciola,  casis  et  substantiis,  bovem  .1.,  asinum. 
Sindolus  cum  uxore  sua  Pupa,  filius  eius  Pillo,  casis  et  substan- 

Chron.  Farf.  I.  18 


e,  127  B 


274  CHRONICON    FARFENSE. 

tìis,  bovem  .i.,  asìnum.  Gisolfus  cum  uxore  sua  Formosa, 
lìlius  eius  Isimundus,  casis  et  substantiis.  Antoninus,  Teudi- 
mundus  filius  eius  cum  uxore  sua  Gutta,  casis  et  substantiis. 
Guaio  cum  uxore  sua  Inigarda,  filiis  masculis  .ir.,  casis  et  sub- 
stantiis, viteilum  .1.,  asinum.  Maurus  cum  uxore  sua  Aleperga,  5 
casis  et  substantiis.  Lupo  cum  casis  et  substantiis.  Zonzulus 
cum  uxore  sua  Alberuna,  filia  femina  .1.,  casis  et  substantiis, 
asinum.  lustinus  cum  uxore  sua  Lupa,  casis  et  substantiis. 
Ursus  cum  uxore  sua  Guiniperga,  casis  et  substantia. 

Ad  Sanctum  Severum.  Aiefridus  cum  uxore  sua,  filiabus  io 
feminis  .iiir.,  casis  et  substantiis.  Maurus  cum  uxore  sua,  filio 
masculo  .1.,  feminis  .111.,  casis  et  substantiis.  istos  tenet  Otolfus 
scario.  isti  qui  supra  in  isto  coiumnello  scripti  sunt,  debent 
solvere  pensionem  denariorum  .111.,  puUum  .1.,  mattum  canape  .1., 
carnatum  secundum  quod  habent  per  .11.  ij 

In  Narnate.       Vitulus  scario  cum  uxore  sua,  filii  eius  Teu- 
prandus,  Teuderadus,  Stephanus,  Teuderada,  Bonina,  Bereperga, 
casis  et  substantiis.       Ursulus  de  Oleno  cum  uxore  sua,  filii  eius 
Pertulus,  Rattulus,  Teuda,  Lupula,  casis  et  substantiis.       Care- 
zolus  cum  uxore  sua,  filii  eius  Audemari,  Altulus,  Ildula,  casis  et  20 
e.  128  A       substantiis.  Il       Barosus    cum    uxore    sua,    filii  eius   Baruncellus, 
Rodelìnda,  casis   et   substantiis.      Fratellus    cum   uxore  sua,  filii 
eius  Teuprandus,  Benedictus,  Albinus,  Anseldi,  casis  et  substan- 
tiis.      Ermefridus  cum  uxore  sua,  filius  eius  Palumbus,  casis  et 
substantiis.       Nordulus    cum    uxore  sua,    filii    eius    Rodeperga,  25 
Maria,  Stefania,  Aufla,  casis  et   substantiis.       Gundipertus  cum 
uxore  sua,  filii  eius  Teudipertus,  Albinus,  Gratiosus,  Teuderadus, 
Gualdipertus,  Maineperga,  casis  et  substantiis.       Petrunaci  cum 
uxore  sua,  filii   eius  Petrus,  Adeleupa,  Perga,  Aliperga,  casis  et 
substantiis.       Johannes  cum  uxore  sua,  filii  eius  Bonipertus,  Io-  50 
hannia,  Teupula,  casis  et  substantiis.      Vitalianus  cum  matre  sua, 
casis  et  substantiis.      Godulus  cum  uxore  sua,  filii  eius  Arefusus, 
Anderada,  Gaideperga,  casis  et  substantiis.      Rimicisi    cum  filiis 
suis.      Armecausus    cum    uxore    sua,    femine  fi  He    .11.       Arme- 
fridus  cum  uxore  sua,  filius  eius  Landefridus,  casis  et  substantiis.   55 
Formosus  cum  uxore  sua,  filiis  masculis  .iir.,  casis  et  substantiis. 


CHRONICON   FARFENSE.  275 

Bonipertus  de  Fiscilli  cum  uxore  sua,  filli  eius  Manulus,  Arnaldus, 
lohannes,  Adeodatus,  Lupa,  casis  et  substantiis.  Petrus  cum  uxore 
sua,  filli  eius  Teupulus,  Palumbus,  Bonella,  casis  et  substantiis. 
Formosus  cum  uxore  sua,  filli  eius  Deusdedit,  Aruncia,  casis  et 
5  substantiis.  Gadeleupa  cum  filiis  suis  Rimulo,  Galfulo,  Aderisi, 
Azùla,  Ansella,  Gaideperga,  casis  et  substantiis.  Musius  cum 
uxore  sua,  filli  eius  Teudipertus,  Lupulus,  Fulculus,  Godelapus 
cum  uxoribus  eorum,  casis  et  substantiis.  Auderisl  cum  uxore  sua, 
filii  eius  Gaidemari,  Romanus,  Griso,  Candida,  casis  et  substantiis. 

IO  Alberisi  cum  uxore  sua,  filii  eius  Florulus,  Petrus,  Aliprandus,  Ali- 

perga,  casis  et  substantiis.     Lupo  cum  sorore  sua,  casis  et  substantiis. 

Qui  se  extra  niaverunt  a  servitio  Sa  ne  te  Marie^'). 

Tribunus  cum  uxore  sua  Agnetula,  filii  eius  Godelprandus,  Teu- 

delapus.  Candida,  Gradusula,  nepotes  eius  .xvii.,  cum  casis  et  sub- 

ij  stantlis.  Guntramus  cum  uxore  sua,  filiis  masculis  .11.,  casis  et 
substantiis.  Guinelapus  cum  uxore  sua,  casis  et  substantiis.  Be- 
nedictus  cum  uxore  sua,  filiis  masculis  .11.,  casis  et  substantiis.  || 
Opteramus  cum  uxore  sua,  fillo  masculo  .1.,  casis  et  substantiis. 
Raculus  cum  uxore  sua,  filiis   .1111.,  casis  et   substantiis.        Gai- 

20  derisi  cum  matre  sua  et  quatuor  fratrlbus  suis,  casa  et  substantla. 
Radipertus  cum  uxore  sua,  casis  et  substantiis.  Radualdus  cum 
uxore  sua  et  fratribus  suis,  casis  et  substantiis.  Petrus  cum 
uxore  sua,  .vii.  nepotibus  suis,  casis  et  substantiis.  Teuderisi 
cum  uxore  sua,  filiis  .1111.,  casis  et  substantiis.       Sindo  cum  uxore 

25  sua,  filiis  .iiiL,  casis  et  substantiis.  Gumpulus  cum  uxore  sua, 
filiis  masculis  .11.,  casis  et  substantiis.  Gudlpertus  cum  uxore  sua, 
filiis  masculis  .11.,  casis  et  substantiis. 

In  Interocro  ad  puteum  Latlniani.       Samarltulus  cum  uxore 
et  filiis  suis,  casis  et  substantiis. 

30         Ad  Sanctum  Heramum.       Palumbus  cum  uxore  et  filiis,  casis 
et  substantiis.     Maurica  cum  uxore  et  filiis  suis,  casis  et  substantiis. 
In  Colline.     Godemundus  cum  uxore  et  filiis  suis,   casis  et 
substantiis. 

(i)  I  nomi  di  molti  tra  costoro  «  qui  261  con  alcune  varianti.  Qui  li  ri- 
«  se  extraniaverunt  a  servitio  San  et?  produciamo  come  si  trovano  nel  co- 
«  Mari?  »  sono  annotati  alle  pp.  260  e      dice  a  questo  luogo. 


e.  120  B 


2^6  CHRONICON    FARFENSE. 

In  casale  Tabulicii.  lulianus  cuin  uxorc  et  filiis,  casis  et 
SLibstantiis.  Teudericus  cum  uxore  et  filiis  suis,  casis  et  substan- 
tiis.       Lupo  cum  uxore  et  filiis  suis,  casis  et  substantiis. 

In  Marsi.  Florus  et  Leo  cum  uxore  et  filiis,  casis  et  sub- 
stantiis. 5 

In  Musini.  Gaido  cum  uxore  et  filiis  suis,  casis  et  substantiis. 
Radualdus  cum  uxore  et  filiis,  casis  et  substantiis. 

In  Terentiano.  Sinderadus  et  Leo  cum  uxore  et  filiis  suis, 
casis  et  substantiis.  Petrus  cum  uxore  et  filiis,  casis  et  sub- 
stantiis. Leo  cum  uxore  et  filiis  suis,  casis  et  substantiis,  de  io 
Secunziano.  istos  duos  tenet  Guinigis  dux  (').  Palumbus  de 
Vico  cum  uxore  et  filiis  suis,  casis  et  substantiis.  istum  habet 
Sicifridus.       he  sunt  in  summa  case  .cccvi. 

De    terris.       ecclesia  Sancti  Leucii  cum  terris  iuxta  se. 

In  Ratino.       ecclesiam    Sancti  Rufini    cum   suis   pertinentiis    15 
tenet  filius  Spose. 

In  Betiggo.       petiam  terre  .1.  grandem  tenent  Vasarii. 

In  Castuli  ad  Sanctum  Magnum.  petiam  terre  .1.  ubi  stat  una 
morus  tenent  Augustales,  et  ibi  prope  alia  petiola  ubi  stat  una  nux. 

In  campo  Satrano.       una  petia.  20 

In  Ortuccle     suptus  Sanctam  Mariani,    unam  petiam  tenent 
Brake  Putide. 
129  A  Ad  Fistulam    civitatis    Marsicanc.       petiam    .1.    tenent   filius 

Adenolfi  et  filius  Azonis   Guerre.       ibi  prope  super  viam,  tenet 
Leo  filius  Stefanonis  petiam  .1.      Donatus  iumentarius  iuxta  ipsam   25 
viam  tenet  aliam  petiam. 

Ad  Ortum.     petiam  terre  .1.  tenet  filius  Allonis. 

Ad  flumen  de  Sancto  Heramo.  petiam  .1.  tenet  Gualterius 
presbyter  Leccamolinum.  sub  Sancto  Salvatore  de  Verongiano 
petiam  .1.  tenet  Lupo  filius  Luponis.  ^o 

4.  A  p.  260  r.  17,  Florus  et  Leo  sono  collocati  in  Musini  22.  A  p.  260, 

rr.  j2,  jj  Li  Braca  Putida 

(r)  Guinigi  tenne  il  ducato  di  Spo-  tiva  a  Guìnigi  segue  nel  cod.  le  parole 
leto  dal  789  air  822.  V.  la  nota  ap.  258  «  de  Secunziano  »  ma  dovrebbe  invece 
di  questo  volume.    L'annotazione  rela-      precederle.     Cf.  p.  260,  rr.  20-25. 


CHRONICON    FARFENSE.  277 

In  Leoni,  tenet  gener  Liusuli  petiam  .1.  et  ibi  aliam  pe- 
tiam  tenet  unus  alter.  siiptus  ipsam  curtem  comitalem  ad 
Sanctum  Petrum  petiam  .1. 

Ad  Pacianum.      petip  .n.  prope  ipsum  rigum  tenet  Berardus 
5   fìlius  Pinzonis. 

In  Cerfengo.  petias  .11.  tenet  Pontio  presbyter  et  Ilde- 
brandus  presbyter.       et  ibi  tenet  Madelandus  petiam  .1. 

In  Petelline.       tenent  Hugo  presbyter  et  fratres  eius  petiam  .1. 
hpc  de  Sancto  Leucio. 
IO         De  Saiicta  Maria  in  Salecto  tenent  nepotes  Guarakerii. 

In  villa  de  Oritino  cum  omnibus  suis  pertinentiis,  cum  servis 
et  ancillis,  unum  nomine  Resquinium,  cum  fìliis  et  filiabus.  et 
Sanctam  Mariam  in  Paterniano  tenent  filli  Gottefredi. 

In  Segunzano  et  in  Porciano,  ecclesiam  Sancti  Adriani  cum 
15   suis  pertinentiis  tenuerunt  filli  Guerrami  per  scriptum. 

Item,  denotatio  cartarum  autentìcarum  quas  in  suo       e.  129B 
ordine  iccirco    minime    posuimus    quia    tunc    in 
promptu   non  habebamus. 

Pr^ceptum  Haistulfi  regis.  ^ 

20           Flavius    Haistulfus    vir    excelleniissimus    rex.       monasterio    beatissima  An,  756. 

semper  virginia    Del  genitricis  Mari?  sito  in  territorio  civitatis  Reatina  loco  n  re  Astolfo  con- 

ubi  dicitur  Sabinis  constituto    in  Acutiano,  et  viro  venerabili  Fulcoaldo   ab-  abbate^  e  a"  mona° 

bati,  vel  cuncte  congregationi  ipsius  monasterii.      speravit  a  nobis  veneratio  stero  il  monte  Aie- 

'  I  o      D  r  r  gja  ej  altn  terreni 

vestra  quatìnus    in   ipso  sancto    monasterio  vel  vobis   concedere    deberemus    situati  nel  territo- 
rio   Spoletano     e 
25    montem   unum  cum  pascuo  suo  in  finibus   Spoletanis   vel  Reatinis   qui   no-    Reatino. 

minatur  Alegia,    cum  omnibus  vocabulis  suis,  idest   Pupulo    cum   Pereto  et 

Valle  Sallana  usque  in  serram,   et   inde   in  aliud   caput  quod   dicitur   Gogi. 

coherens  inibi:  ex  uno   latere  gualdus  Spoletanus  qui  dicitur  porcaricius  et 

cerquaricius  et  nominatur  Longone,  et  Tassiani,  et  Strasiani.       et  de  alio  la- 

30  tere  trans  serram  gualdi  public!  pecorum  Spoletanorum  qui  dicitur  Mollionice. 
de  uno  capite  terra  Flagrinensis,  et  sunt  soc?  per  longum  centum  octo,  et 
ex  transverso  soc?  .xxvm.  soca  vero  habet  pedes  .e.  item,  planities 
eiusdem  montis  que  dicitur  Torrita  cum  suis  vocabulis,  idest  Pes  de  Pista, 
et  Variano,  et  Pupulo,  et  Casalliarì,  et  aplicto  de  Cavallari,      coherens  inibi: 

1*^    de  uno  capite  gualdus  Reatinus  qui  dicitur  Felecte.       de  alio  capite  vel  de 

lateribus  silva  hominum  Reatinorum.       et  est  mensura  ipsius  plani  per||lon-  e.  130  a 

II.  Oritino]  A  p.  261,  r.  ij  Ortuno 


278  CHRONICONFARFENSE. 


gum  habens  socas  .lv.,  ex  transverso  habens  socas  .xxxvii.  omiics  insimul 
tani  de  monte  quani  de  plano  ex  omni  parte  sunt  SOC9  .ccxxx.,  qu?  sunt 
per  mensuram  iustam  sìmul  in  unum  iug?  numero  mille  ,dc.  nostra  etenìm 
precelsa  potestas,  ob  rcverentiam  Dei  et  ipsius  genitricis  domini  nostri  Ihesu 
Christi  beat?  Mari?  expectans  retributionem,  vestram  obaudientes  petitionem,  e 
per  hoc  excellenti?  nostr?  pr^ceptum  cedimus  atque  donamus  in  pr?scripto 
almo  monasterio  suprascriptum  montem  Alegìam  simul  et  planitics  eiusdem 
montis  nomine  Turrita  cum  arboribus  pomiferis  et  infructiferis  seu  rivis 
atque  paludibus  et  omnia  in  omnibus  ibidem  pertinentia,  qualiter  superius 
niensura  dieta  est,  cum  coh?rentiis  sicut  supra  leguntur,  ut  diximus  iug?  w 
numero  mille  .oc,  ut  omni  in  tempore  qualiter  potestati  nostr?  pertinuit  et 
ad  publicum  fuit  possessus,  in  ipso  venerando  cenobio  vel  vestr?  venera- 
tioni  dono  nostro  per  pr?sens  pr?ceptum  concedimus  possidendum,  qualiter 
ex  nostra  iussione  Tribunus  fidclis  noster  vobis  tradere  visus  est,  ita  ut  ab 
hac  die  securius  dono  nostro  sanctum  ipsum  monasterium  valeat  possidere.  ij 
et  nullus  dux,  comes,  castaldus  vel  actionarius  noster  contra  hoc  donationis 
nostr?  pr?ceptum  ire  quandoque  pr?sumat,  sed  omni  in  tempore  tam  in  ipso 
monasterio  quamque  vobis  vestrisque  successoribus  stabile  debeat  permanere, 
ex  dicto  domni  regis  per  Theopertum  illius  referendarium  scripsi  ego  lohannes 
e.  150  B  notarius.  Il  dato  Ticini  in  palatio,  .v.  die  mensis  aprilis,  anno  felicis  regni  20 
nostri  in  Dei  nomine  .vii.,  per  indictionem  .vini.,  feliciter  (0. 

Quidam  Probatus  et  Ravenne  fi  Hi  Tiangronis  tradiderunt  in 
basilica  Sancti  Archangeli  Michahelis  et  in  basilica  Sancti  Petri 
quasdam  res  que  fuerunt  de  dote  Sancti  Petri  in  fundo  Masiniani 
et  olivas  in  fundo  Cesiniano.  omnia  in  predictis  ecclesiis  et  25 
Teutoni  presbytero  concesserunt  ^^\  quidam  Guntarius  presbyter 
donavit  in  hoc  monasterio  cellam  in  honore  sancti  Angeli  de 
loco  qui  dicitur  Candianus  et  quartam  partem  de  ipso  vocabulo 
Candiano  in  Pretorolo,  in  Pagoniano  et  in  Materanello  ^^\       qui- 

(i)  R.  F.  doc.   1219.  «  tarius    presbiter    rogavi.        f  Ocli- 

(2)  An.  739;  R.  F.  doc.  1220.  «  boniae    subiugalis   domni   Guntarii. 

(3)  R.  F.  doc.  1221.  Le  note  ero-  «f  Theodorus  filius  eius  observator 
nologiche  di  questo  documento  1221  «  numeri  militum  Centumcellensium. 
non  sono  sufficienti  a  determinarne  «  f  Orsanae  filiae  eius  ».  Ora  nel 
la  data,  ma  questa  può  dedursi  ap-  doc.  41  (17  agosto  767)  Teodoro  di 
prossimativamente  dal  doc.  41  del  Viterbo,  «  locatarius  numeri  Centum- 
Regesto  ài  Farfa  (II,  49)  che  è  del-  «cellensis»,  toglie  a  fitto  l'oratorio 
l'anno  767  e  si  riferisce  ed  ò  posteriore  di  S.  Angelo  colle  sue  appartenenze, 
al  documento  1221.  Quest'  ultimo  donate  già  al  monastero  da  suo  pa- 
reca  soltanto  la  indicazione:  «Actum  dre  Guntario  e  da  sua  madre  «  Oc- 
«  idibus  ianuarii,  indictione  .xii.  »  e  le  «  cliavia  presbitera  »,  mentre  erano 
seguenti    sottoscrizioni  :  «  Ego  Gun-  in    vita.        È   perciò    chiaro    che    la 


CHRONICONFARFENSE.  279 

dam  Gundualdus  actionarius  concambiavit  domno  Fulcualdo  abbati 
casalem  nomine  Bassianum  qui  est  de  gualdo  Gallorum  suptus 
rivum  Casalibrici  et  desuper  confinium  cum  Gabiniano.  de  uno 
latere  finis  limitis  fracte  Fusuli  porcarii,  de  alio  latere  confiniale 
5  cum  Domitiano  casale  Erfonis.  et  recepit  in  cambium  terram 
in  Vico  Novo  que  pertinet  ad  curtem  Germanicianam  (').  qui- 
dam Pando  donavit  in  hoc  monasterio  casalem  Nempini  cum 
pertinentia  sua  et  familiis  et  quatuor  focularibus.  et  campum 
Aureliani  qui  est  in  massa  Salaria,  et  cerritum  unum  in  Narnate  <^^). 

IO  Desiderius  autem  rex  excellentissimus  Langobardorum  per  pr^- 
ceptum  regalem  confirmavit  et  concessit  Ans^  regine  felicissima 
coniugi  sup  quod  Adelchis  excellentissimus  rex  filius  predicti  De- 
siderii  regis  per  suum  pr^ceptum  donaverat  ei,  idest  curtem  unam 
et  massam  in  Sextuno.       et  alteram    curtem  ||  in    Vallanti   ubi         e.  131  a 

15  monasterium,  Christo  protegente,  fundare  disponebat.  et  tertiam 
curtem  cum  massa  in  Narnate  finibus  Reatinis.  seu  et  omnes 
ras  illas  atque  familias  que  in  suprascriptis  finibus  R.eatinis  impu- 
blicate  vel  retulre  sunt  a  singulis  hominibus,  aut  nunc  presenti 
tempore  a  qualicumque  homine  contra  legem  possidentur,  aut  ad 

20  laborandum  date  sunt  in  prcdictis  finibus  Reatinis  que  ad  supra- 
scriptas  tres  curtes  pertinuerunt  vel  pertinent  in  integrum.  hec 
omnia  cum  ipso  monasterio  in  suprascriptis  curtibus  fundato,  et 
ipsas  tres  curtes  et  massas  cum  omnibus  rebus  ad  eas  pertinen- 
tibus,  vel  superius  comprehensis,  in  hoc  monasterio  Sanct^  Mari^, 

25  ubi  Probatus  abbas  preerat,  donavit  et  concessit  cum  omni  ter- 
ratico.  ita  sane  ut  in  suprascripto  cenobio  fundato  in  predictis 
finibus  Reatinis,  sub  sancte  regule  norma  congregentur  servorum 
aut  ancillarum  Dei  usque  ad  numerum  viginti,  vel  si  amplius 
potuerint.     de  omnibus  autem  animaliis  que  in  suprascriptis  fini- 

30  bus  Reatinis  habentur  aut  in  antea  nutrientur,  ita  definivit,  ut 
per  pascua  publica  omni  tempore  ambulent  et  nutriantur  sine 
omni  datico  aut  herbatico  vel  escatico,  et  nullam  molestiam  ncque 
in  ponte  neque  in  via  neque  in  qualicumque  loco  patiantur,  sed 

19.  Nel  testo  possidetur 

donazione   deve    avere    avuto    luogo  (i)  An.  756;  R.  F.  doc.   1222 

prima  del  767.  (2)  An.  757;  R.  F,  doc.  1224. 


e.    131  B 


280  CIIRONICON    FARFENSE. 

semper   illibata   ambulent  ubi  et  publica  animalia  consueta  sunt 
ambulare.       et   concessit  ibidem  omne  teloneum  et  portaticum 
seu  ripaticum  atque  terraticum,  que  per  singula    loca  civitatum 
et  portuum  homines  de  ipso  monasterio    vel   hoc    monasterium 
de  qualicumque  causa  dare  debuerint,  ut  a  nullo  homine,  castaldio,   5 
vel  quolibet  ||  actionario  aliquam  dationem   vel  coloniam  in  ipso 
monasterio  exigantur,  vel  ab  eiusdem  monasteri!  hominibus,  neque 
pertinentibus    eidem    monasterio  vel    curtibus  et  rebus,   neque  a 
libertinis  qui  a  principibus  et  iudicibus  exinde  liberati  sunt.       sed 
et  de   omnibus  causis  aut   excubiis  publicis  ab    ipso  monasterio    io 
semper  defendantur,  et  sine  omni  molestia,   datione  vel   teloneo 
omni  tempore  securi  permaneant  ^^\      quidam  Plildericus  clericus 
misit  in  hoc  monasterio  ecclesiam  Sancte  Agathes  cum  omnibus 
que  ad  ipsam  ecclesiam  pertinent  prò  anima  fratris  sui  Valerini, 
et  suscepit  a  fìliis  suis  in  portionem  suam  casas  .vili,  et  vineam    15 
in  Antoniano,  et  paratum  super  ipsam  vineam,  et  dedit  fìliis  suis 
medietatem  rerum   suarum  et   aliam   medietatem   Gaite   coniugi 
sue  que  donec  vixerit  predictus  Hildericus  exinde  dare  debeat  ei 
grani  tritici  modia  .xxx.,  vini  decimatas  .l.,  casei  formas  .xxx., 
porcos  in  lardo  .xx.,  lanas  .e.  ^^\       quidam  Hildericus  castaldus  20 
filius  Teuderici  una  cum  genitrice  sua  Taciperga  donavit  et  con- 

(i)  An,  770-774;  R.  F.  doc.  1225.  K  sario  essere  tanto  indeterminati 
Intorno  alla  data  di  questo  documento  «  quanto  si  mostra  il  signor  Chroust 
riferisco  la  nota  pubblicata  nel  Re-  v.  {UnUrsuclmngen  ùber  die  ìangohardi- 
gesto  di  Far/a,  V,  213:  «Il  monaco  a  sclwi  Konigs-  und  Heriogs-Urkundcn, 
«  Todino  (continuatore  di  Gregorio  «  p.  192)  il  quale  pone  il  documento 
«  di  Catino)  probabilmente  perchè  non  «  tra  gli  anni  759-774  comprendenti 
«  riusciva  a  leggere  nel  documento  «  la  durata  del  regno  unito  di  De- 
ce originale  le  note  cronologiche  indi-  «  siderio  e  di  Adelchi.  La  men- 
«  canti  il  mese,  la  indizione  e  l'anno  «  zione  dell'abbate  Probato,  il  quale 
«  del  regno  di  Desiderio,  le  lasciò  «  ci  sembra  che  cominciasse  a  reg- 
«  in  bianco  nella  sua  trascrizione.  Il  «  gerc  il  monastero  Farfense  nel- 
«  Fatteschi  {yieìiioric  del  ducato  di  «  l'anno  770,  restringe  di  molto  i  li- 
K  Spoleto,  p.  273)  nel  pubblicare  quo-  «miti  alla  incertezza  della  data  di 
«  sto  documento  non  vi  lasciò  alcuna  «  questo  documento,  che  va  posto  tra 
«  data.  Il  Trova  (Codice  diplomatico,  «  il  770  e  il  774.  L'Holder  Egger 
«  doc.  971)  lo  assegnò  al  772  ma  ag-  «  (Neites  Archiv,  111,  316)  lo  pone  tra 
«giungendo  alla  data  un  segno  di  «il  769  e  il  774». 
«dubbio.  Precisar  l'anno  in  cui  fu  (2)  An.  786  ;  K.K  ilocc.  1226  e  14^. 
«  dato  il  documento  è  impossibile,  ma  Cf.  anche  la  nota  al  doc.  1226  relativa 
«d'altro  lato    non    è  neanche  neces-  al  nome  d'Ildebrando  duca  di  Spoleto. 


CHRONICON    FARFENSE.  281 

cessit  in  hoc  monasterio  et  domno  Maurualdo  abbati  monasterii 
Sancti  lacobi  prope  civitatem  Reatinam  seu  curtem  in  Interocro 
cum  omnibus  pertinentiis,  et  curtem  in  Marsi,  et  casalem  qui  di- 
citur  Collis  Veneri,  et  casam  infra  civitatem  ubi  residebant,  et 
5  casam  infra  civitatem  Spoleti,  et  clausuram  in  Gualdo  Novo  ubi 
positus  est  pontilis  usque  Decempera,  et  molinum  .1.  ante  portam 
Interocrinam  quod  est  super  molinum  de  Sancto  lacobo,  et  casam 
in  Pitiliano,  et  gualdum  in  Eciculi,  et  terram  in  Clividiano  ubi  ||  di-  e.  132  a 
citur  *  nuale,  et  piscariam  nostram  in  Septepontio  ubi  residet 
IO  Adeodatulus  ('\ 

Karolus  gratia  Dei  rex  Francorum  et  Langobardorum  ac  patricius  Ro-         An.  796. 

manorum.       omnibus  ducibus,    gastaldiis,   actionariis,   seu    reliquia    fidelibus  Cariomagno,^  pel 

nostris  ubiubi  consistentibus.       notum  vobis  sit   quia  ad  depr?cationem   viri  '^^^\^  aii°u1fidaU 

venerabilis    Mauroaldi    abbatis  eiusque    congregationis   precipìmus   Hilderico  del  regno  di  secon- 

^  DO  r    j      r  ^^^g    quando     oc- 

1  )    fideli  nostro  ut  causas  monasterii  Sanct^  Mari^  vel  ipsius   abbatis  diligenter    corra  lldenco  in- 

-^  caricato    di  scste- 

requirere  et  exaltare  debeat  in  cuiuscumque  loco  vel  ministerio  seu  potestate,    ner  le   cause  del 

1  1-  r      •  MI  •  -11  monastero. 

[propterea  has  litteras  fieri  lUi  pr?cepimus  per  quas  omnmo  iubemus]  et  ubi- 
cumque  in  vestra  ministeria  vel  potestate  advenerit,  et  de  iustitiis  pr^dicti 
monasterii  vel  ipsius  abbatis  suisque  monachis  vobis  contradixerit  vel  inter- 
20  pellaverit,  diligenter  atque  puriter  ad  partem  supradicti  monasterii  iustitiam 
reddere  studeatis  absque  ulla  marritione  vel  dilatione,  et  nullam  inquietu- 
dinem  aut  calumniam  memorato  Hilderico  de  quibuslibet  causis  contra  ra- 
tionis  ordinem  facere  pr^sumatis,  propler  hoc  quod  ordinatam  nostram  iustitiam 
de  pr^fata  casa  Dei  inquirere   videtur,  nisi  magis  in  nostra  helimosina  cum 

2  e    iustitia  apud  ipsum  astare  faciatis,  si  gratiam  Dei  et  nostram   habere  vultis. 

et  ut  melius  cognoscatis,  de  sigillo  nostro  supter  signari  fecimus.  datum 
.V.  kalendas  septembris,  anno  .xxiiii,  regni  nostri,  actum  in  Ragenisburg 
civitate  (2). 


Quidam  lusarius  filius  Formosi  dedit  atque  donavit  Camponi 

30   abbati  et  in  hoc  monasterio  terras  vineales  ||  in  loco  qui  nominatur 

Ciceranus  territorii  Sablnensis  inter  hos  fines:  a  capite  finis  ripe 

Sancti  Heleutherii,  a  pede  finis  Abbatini,  a  tertio  latere  Riana,  a 

9.  Nel  testo  e  lasciato  in  Manco  lo  spazio  di  una   sillaba    tanto  qui  nel  Chronicon 
come  nel  Regesto.  17.  Le  parole  tra  parentesi  quadrate  non  si  leggono  nel  testo 

e  le  supplisco  togliendole  dal  Regesto.         17.  et]  Nel  Regesto  ut 

(i)An.79i;  R.   F.  docc.  142  e  1227.    (2)  R.  F.   doc.  1228. 

Chron.  Farf.    L  18* 


e.  132  B 


282  CHRONICON    FARFENSE. 

quarto  latere  ripa  de  Curano  (').  quidam  Gualdo,  qui  prcnomine 
Amico  vocatur,  dedit  in  hoc  monasterio  terras  et  vineas  et  por- 
tionem  de  ecclesia  Sancti  Adriani,  quc  est  in  territorio  Sabinensi 
in  casale  et  loco  qui  nominatur  Tribulicic  ^-\  quidam  Leo  pre- 
sbyter,  filius  Constantie,  tradidit  in  hoc  monasterio  et  in  ecclesia  5 
Sancti  Angeli  in  portione  huius  monasterii  terram  et  vineam  in 
comitatu  Sabinensi,  vocabulo  Antiquo:  ab  uno  latere  rivum  Ca- 
lentinum,  ab  alio  latere  rivum  Sprinconem,  a  tertio  latere  viam 
antiquam  que  vadit  ad  Sanctum  Angelum,  a  quarto  latere  riga- 
ginem  ubi  dicitur  Ponticellus.  exceptavit  sextaria  .1111.  unde  io 
consueverat  tributum  reddere  ^3).  quidam  Berardus  filius  Ade- 
rami  concessit  in  hoc  monasterio  res  suas  de  territorio  Sabinensi 
ubi  nominatur  Antiquus,  inter  hos  fines  :  a  pede  rivus  Calentinus, 
a  secundo  latere  fossatus,  a  tertio  latere  tenet  filius  Anserici,  a 
quarto  latere  tenent  heredes  lohannis  de  Sabino,  cum  confra-  15 
tribus,  que  sunt  modium  .1.  adunatum  ^'^\  quidam  Johannes 
presbyter  et  Azo,  qui  et  Cari  vocatur,  filii  Leonis,  tradiderunt 
in  hoc  monasterio  res  suas  de  territorio  Sabinensi  loco  ubi  di- 
citur Rescanianus:  a  pede  via  et  terra  Sancte  Marie,  a  .11.  et  .111.  la- 
tere terram  Sancte  Marie,  et  tenente  lohanne  iudice  cum  con-  20 
fratribus  suis,  a  capite  tenet  Johannes  index,  ab  alio  latere  terra 
Sancte  Marie  et  tenet  Adenulfus  fiUus  Marie,  hec  sunt  modia  .xiii. 
et  alibi  ubi  dicitur  Aguzanus  :  a  pede  rivus,  a  secundo  latere 
tenet  Johannes  index  et  Bona  filia  Rainerii  et  Rusticus  cum  con- 
fratribus  et  Albericus  de  Gualaberto.  hec  sunt  modia  .xxiii.  25 
e.  133 A  pretio  accepto  solidorum  .e.  ^^\\\  quedam  Aza  et  Maria  ger- 
mane filie  Leonis  dederunt  in  hoc  monasterio  et  in  ecclesia 
Sancti  Michahelis  Archangeli  et  domno  Almerico  abbati  terram 
et  vineam  territorii  Sabinensis  ubi  dicitur  Rescanianus  niodio- 
rum  .11.  inter  hos  fines  :  a  capite  via,  a  pede  hniite,  a  tertio  la-  30 
tere  tenet  Petrus  presbyter,  a  quarto  latere  tenet  Franco  de  Uberto 
cum  confiratribus,  absque  cuiuslibet  iudicio  ^^\  quidam  Malbertus 
filius  Petri,   et  Petrus  filius  Crescentii,  et  Lupo  filius  Guidonis, 

(i)  An.  941  ; /^.  F.  docc.  376  e  1229.  (4)  An.   1034;/^.  F.  doc.  1232. 

(2)  An.  951  ; /?.  F.  docc.  385  e  1230.  (5)  An.  1046;  K.  F.  doc.  11 33. 

(3)  An.  1060;  R.  F.  doc.  123 1.  (6)  An.  1046;  R.  F.  doc.  1234. 


CHRONICON    FARFENSE.  283 


et  Baldo  et  Gonto  germani  filli  Gisolfi,  habitntores  terris  et  ca- 
stelli de  Corgnito,  dederunt  in  hoc  monasterio  omnem  portionem 
suam  de  ecclesia  Sancti  Martini  in  loco  qui  dicitur  prope  Ca- 
stellum  Vecclum  cum  omnibus  pertinentiis  et  subiacentiis  eius  ^^K 
5  quidam  Rainerius  presbyter,  filius  Dominici,  dedit  in  hoc  mo- 
nasterio et  domno  Almerico  abbati  omnem  suam  portionem  de 
ecclesia  Sancti  Martini  in  loco  qui  dicitur  prope  Castellum  Vec- 
clum cum  omnibus  pertinentiis  et  subiacentiis  eius  ^^\  quidam 
Pico,  et  Atto,  et  Johannes,  et  Raino  germani  filli  Benedicti,  et 

IO  Landolfus  filius  Spincarii,  et  Boniza  uxor  suprascripti  Piconis, 
et  Todora  uxor  Attonis,  et  Adelberga  uxor  lohannis,  et  Tede- 
rada  uxor  Rainonis  dederunt  in  hoc  monasterio  et  vendiderunt 
terram  territorii  Sabinensis  intra  podium  quod  dicitur  Sixtilianus, 
ab  omnibus  lateribus  carbonarie,  ad  portum  faciendum  per  ipsum 

15  castellum,  in  integrum  medietatem  cum  omnibus  edificiis,  pretio 
accepto  solidorum  .e.  (5). 

Gregorius  episcopus  servus  servorum  Dei,  abbati  Almerico  omnìbusque  An.1045?  1046? 

fratribus  sibi    subiectis  monasterii    Farfensis,  ||  salutem  et   apostolicam   bene-  11  pontefice  Gre- 

dictionem.       notum  sit  omnibus  episcopis,  ducibus,  marchionibus,  comitibus,  dai7°abbate  Vime° 

20    maioribus  ac  minoribus  in  orbe   Romano  degjentibus,  quod    abbas   Farfensis  "'^°  conferma    il 

D  '    T  monastero  nel  pos- 

cenobii  scilicet  Almericus  deprecatus  est  nostram  celsitudinem  ac  caritatem    sesso  dei  suoi  an- 
tichi privilegi. 

una  cum  grege  sibi  commisso,  quatinus  quod  ordinaverunt  atque  constitue-  ^    ^ 

runt  sancti  et  antiqui  reges  in  Farfense  cenobio  Beat?  Mari?  semper  virginis, 
confirmem  et  corroborem.       videlicet  a  qualicumque  episcopo  placuerit  ab- 

25  bati  vel  monachis  eiusdem  monasterii  sacrari  suas  ecclesias,  ac  monachos 
ordinari  suos,  mea  licentia  pr?ceptoque  fiat.  et  ut  verius  credatur,  meo 
sigillo  in  perpetuum  corroboro,  si  quis  autem  buie  nostro  pr?cepto  con- 
trarius  exstiterit,  vel  violaverit,  decem  libras  purissimi  auri  in  apostolica 
aul?  thesauris,  decemque  in  Beat?  Mari?  semper  virginis  persolvat.       et  hoc 

30  constituimus  non  tantum  in  comitatu  Sabinensi,  sed  etiarn  in  Marchia  et  In 
omnibus  cellis  suprascripto  c?nobio  subiectis,  vel  ubicumque  aliquam  possidet 
possessionem  ecclesiasticam.  clerici  quoque  degentes  in  ecclesiis  eiusdem 
c?nobii,  ac  libertate  utentes,  sacros  ordines  similiter  recipiant  a  qualicumque 
episcopo  abbati  placuerit  Farfensi.      verumtamen  hoc  iubemus  quatenus   h? 

^^    ordinationes  fiant  a  bonis  et  a  cathollcis  episcopis  (s).       bene  valete  (6). 

I.  tetris]   Cosi  nel  testo. 

(i)  An.  1046;  R.  F.  doc.  1236.  (4)  Anni  del  pontif.  di  Gregorio  VI. 

(2)  An.  1045;  ^'  P'  '^oc.  1237.  (5)  Effigie  del  pontefice  Gregorio  VI. 

(3)  An.  1035;  R.  F.  doc.  1258.  (6)  R.  F.  doc.  1239. 


284  CHRONICON    FARFENSE. 

Quidam  Fusio  et  Rainerius  germani  filii  lleinfredi,  et  Ama 
e.  154  A  iugalis  Fusionis,  Il  et  Itta  iugalis  prcdicti  Rainerii  qui  Suppo  vo- 
catur,  et  Bonizo  filius  Landonis,  et  Aza  filia  Salomonis,  et  Rai- 
nerius et  Carlucio  germani  filii  Remfredi,  qui  Amico  vocatur, 
filius  suprascriptc  Aze,  donaverunt  in  hoc  monasterio  unum  petium  5 
terre  de  rebus  suis  infra  comitatum  Perosinum  in  loco  ubi  dicitur 
Aquaclausa  cum  ecclesia  Sancte  Christine  ibidem  edificata:  a 
primo  latere  in  longum  penice  .lxxiiii.,  exinde  terra  monasterii 
Sancti  Petri,  a  secundo  latere  perticc  .Lxxx.,  exinde  terra  Bene- 
dicti  patricii  et  terra  iam  diete  Sancte  Christine,  a  tertio  latere  io 
pertice  .vii.,  exinde  terra  Remfiridi  qui  Amico  vocatur,  a  quarto 
latere  pertice  .xxii.,  exinde  Locum  Antiquum.  et  suprascriptus 
Bonizo  prò  anima  loce  uxoris  sue  dedit  in  hoc  monasterio  unam 
petiam  terre  vineate  in  fundo  Capelle  :  a  primo  latere  terra  et 
vinea  Sancte  Christine,  a  secundo  latere  terra  lohannis  presbyteri,  15 
a  tertio  latere  terra  monasterii  Sancti  Petri,  ab  imo  terra  de  Celzo 
de  Becto  (').  quidam  Johannes  presbyter  filius  Ade  dedit  in 
hoc  monasterio  res  suas  de  territorio  Sabinensi  in  Luco  et  Buc- 
ciniano  :  ab  uno  latere  rigus  de  monte  Lupolo,  ab  alio  latere 
rigus  de  Cannitulo,  ab  aUo  latere  terra  de  Bucciniano  que  nomi-  20 
natur  Cerquetus  Rotundus.  et  in  alio  loco  vocato  Gualdo,  et 
in  Calviniano,  et  Valle  Garmundella  et  Marella,  et  in  Sala  omnes 
res  suas  de  suprascriptis  locis  dedit  in  hoc  monasterio  et  domno 
Berardo  abbati  ^^\  quidam  Berardus  filius  Rainerii  dedit  in  hoc 
monasterio  et  domno  Berardo  abbati  terram  et  aquam  et  piscariam  25 
comitatus  Reatini  ubi  dicitur  ad  Pedem  fluminis,  quod  venit  a 
Reate:  a  primo  latere  flumen,  a  secundo  latere  tenet  Berardus  per 
ipsos  fines  quos  misit  Berardus  filius  Rainerii,  et  Johannes  Villanus, 
et  Tedemirus  filius  Gezonis,  et  per  medium  lacum,  a  tertio  latere 
Caprilia,  ||  a  quarto  Repastum  (5).  quidam  Mainardus  filius  Al-  30 
berti  donavit  in  hoc  monasterio  et  in  Sancto  Salvatori  de  Plano 
res  suas  territorii  Esculani  ubi  dicitur  Collis  Macri  terre,  vinec  et 
silve  modiorum  .e:   ab  uno  latere  Pallore,  ab  alio   latere  Caput 

(i)  An.    1097?      Intorno  alla  data      tori  vedasi  in  A'.  F.  le  note  al  dee.  1240. 
incerta  di  questa   donazione  e  anche  (2)  An.  1059?  1060  ? /^.  F.  doc.  r2.|i. 

alle  incertezze  circa  i  nomi  dei  dona-  (3)  An.  1081;  R.  F.  doc.  1242. 


e.  134  B 


CHRONICON    FARFENSE.  285 

Vacca,  a  tertio  latere  Tesinum,  a  quarto  latere  via  qup  venit  a 
Sancto  Salvatori  ad  areain  Maiiiardi,  et  pergit  in  Tesinum  ('). 
quidam  Garbo  filius  Bonini  dedit  in  hoc  monasterio  res  suas  in 
suprascripto  Colle  Macro  terre,  vinep  et  silve  modiorum  .lxxx.  : 
5  a  capite  via  que  venit  a  Sancta  Maria  de  Colle  Macro  a  Castel- 
lione  ad  montem  Alfredi,  a  pede  et  uno  latere  rigus  qui  vocatur 
Pallore  qui  venit  inter  Furce  et  Collem  Macrum,  ab  alio  latere 
Pallore  qui  venit  a  Sancta  Cruce  inter  Cardeta  et  Belonianum  ^^^, 
quidam  lohannes  Villanus  filius  Dononis  renuntiavit  omnia  bona 

IO  que  sunt  Alberti  Gualafosse,  et  confessus  est  legaliter  convictus 
omnia  bona  stipulata  buie  monasterio  devenisse.  et  quia  ipsa 
bona  recipere  volebat,  reni  que  sine  obligatione  remanserat  buie 
monasterio  dedit,  iccirco  abbas  Berardus,  misericordia  motus,  con- 
cessit  sibi  predictas  res  per  contractum  emphiteosis.      fecit  autem 

15  ipse  lohannes  Villanus  cartam  et  sponte  tradidit  omnes  res  suas  in 
hoc  monasterio  et  domno  Berardo  abbati,  quas  ipse  habebat  et  pos- 
sidebat,  vel  alius  tenebat  nomine  suo  iure  proprietatis  eius,  inter 
hos  fines:  a  primo  latere  rivus  Atrianus  per  ipsum  vadit  in 
rivum  Sancti  Angeli,  a  secundo  latere  Calentinus,  a  tertio  flumen 

20  Tyberis,  a  quarto  latere  fluvius  Currensis.  infra  istos  fines 
dedit  portionem  suam  de  rocca  Baronisca  et  omnium  rerum  ^^\ 

De  curte  Cerreti  Mali  tres  idonei  et  veraces  homines  sacra-       e  135  a 
mento  affìrmaverunt  quod  nullam  fraudem  in  eadem  curte  factam 
celarent,  sed  quicquid  verum  scirent,  sine  aliquo  metu  dicerent: 

25  videlicet  Berardus  Aderami,  Petrus  Berardi,  Franco  de  Lardezano. 
sunt  quippe  in  ipsa  curte  casales  .xv.  tantum,  quos  Symeon  Cor- 
vini cum  suis  nepotibus,  et  Dodo  Marconiscus,  et  ambo  filli  Se- 
nioricti  tenent.  preterea  castrum  ipsum  Manco  dedit  Todino 
comiti   omnino   in    integrum,  excepto  solummodo  casam   unam 

30  sitam  iuxta  posterulam,  quam  Manco  reservavit  sibi.  tali  modo 
hi  tres  nostri  fideles  sacramento  affìrmaverunt  totum  ipsum  ca- 
strum penitus  esse  iuris  huius  monasterii  Beate  Marie  ^^^. 

Omnes   autem   Panarisi    et    Scoplani,  videlicet  Tebaldus    et 


(i)  An.  1080;  R.  F.  doc.  1243.  (3) An.  1093-96;/?. F.docc.  1245-49. 

(2)  An.  1083?  1084?  i^.F.  doc.  1244.  (4)  Senza  data;  R.  F.  doc.  1250. 


286  CHRONICON    FARFENSE. 


Guido  filii  Alberti,  et  filii  Alberici,  et  filii  Grimaldi,  nepotes  Bcl- 
lani,  et  alii  nepotes  Alberici,  et  Peccio,  et  Tiniosus,  et  Rainerius 
iudex,  et  Guinisius,  et  Albertus,  et  Maifredus,  insimul  et  unani- 
miter,  prò  se  et  prò  aliis  suis  agnatis,  fecerunt  breve  refutationis 
et  renuiniationis  et  obligationis  dorano  Berardo  abbati  huius  mo-  5 
nasterii,  eiusque  successoribus,  de  omnibus  rebus,  terris  et  vineis, 
montibus  et  planis,  a  flumine  Narico  usque  civitatem  Spoletum, 
quodcumque  hactenus  tenuerunt  aut  alii  per  eos,  nomine    loca- 

c.  i3$B       tionis,  aut    venditionis,  vel   permutationis,  vel   aliquo  ||  alio   con- 

tractu,  unumcumque  eius  antecessores  centra  eorum  parentes  li-    io 
tigaverunt,  vel  litigare  valuerunt,  vel   ipse  contra   eos,  aut   eius 
nuntii,  quod  ab  ipsa  bora  in  antea  nullam    actionem   aut   liteni 
vel  molestiam  non  molientur,  aut  facient,  de  predictis  rebus  pre- 
nominato abbati  eiusque  successoribus,  aut  nuntiis,  per  se  aut  per 
suos  heredes  et  successores,  aut  per  aliquam  personam  interpo-   ij 
sitam  vel  interponendam,  aut   per   aliquod    ingenium  quod    hu- 
manus  sensus  cogitare  potest,  in  placito  aut  extra  placitum,  vel 
in  aliquo  loco.       sed  securus  et  quietus  cum  suis  successoribus 
atque  nuntiis,  et  ecclesie  servientibus,  absque  lite  aliqua  vel  mo- 
lestia, omni  maneat  tempore.       quam  refutationem  et  obligatio-  20 
nem  atque  sponsionem  quinque  ex  Panarisiis  firmaverunt  iuris- 
iurandi  vinculo.      iterumque  promiserunt  predictam  refutationem 
illesam  et  intactam  omnimodo  haberi    ratam.       quod   si  omnia 
suprascripta  et  ab  eis  firmata  non  observaverint  nec  adimpleve- 
rint,  promiserunt  et  obligaverunt  se  suosque  heredes  vel  succes-  25 
sores   daturos  et   composituros  predicto  abbati  Berardo    eiusque 
successoribus  auri  optimi  romanatos  mille.       et  hoc  pactum  refu- 
tationis et  renuntiationis  procul  dubio  maneat  ratum  ('). 

Brevis  de  terris  Sancti  Marci  evangeliste.       filii  Arcori  tenent 
terram  iuxta  muros  civitatis  Spoleti.       filii  Gesfredi,  filii  lohan-   50 
nis,  et  servi  Sancte  Marie  Spoletane,  Episcopus  in  Alavello.       ca- 

c.  156  A  stellum  de  Agello,  et  Sanctam  Petronillam  cum  tota  j  sua  perti- 
nentia  tenent  Albertus  Episcopus,  et  Ermenfridus  frater  eius,  et 
Arduinus  filius  Tebaldi.      Guinizo  qui  vocatur  Morunto,  et  Amizo 

(i)  An.   1094;  R.  F.  doc.  125 1. 


CHRONICONFARFENSE.  287 

frater  eius  tenent  terram  in  pede  mentis  Acuti,  et  ad  Marrubiam, 
et  in  eleo,  et  in  Moiano,  et  vineam.  filii  Odonis  tenent  ad 
Sanctam  Mustiolam  et  Sanctam  Mariani  super  Azanum  cum  tota 
sua  pertinentia.  filii  Arnulfi  tenent  terram  in  Baiano,  in  Istiiano,  ^ 
5  ad  Pilum  terra  et  vinea.  et  in  Marrubia,  et  in  Cordiliano,  et 
in  Fuiano,  et  in  Iciano  terra  et  vinea.  et  in  Rupino,  et  in  Ve- 
stignano,  et  molinum  Sancti  Viti,  et  in  cesa  domnica  terra  et 
vinea.  et  in  Messenano,  et  in  Tornano,  et  in  Casule  terra  et 
vinea.  et  terra  quam  tenet  Seniorictus  in  Tornano,  et  in  Mo- 
ie senano,  et  in  Rapuzano.  terra  quam  tenent  Tendo  et  Johan- 
nes Malliavaccam  in  Fuiano,  et  in  Bazano.  et  terra  quam  te- 
net  filius  Raconis  iudicis  in  Bazano.  terra  quam  tenet  Alberico 
cum  fratribus  suis  in  Fuiano,  et  Azo  et  Peccio  filii  Liupe  in 
Fuiano.  terra  quam  tenet  Campo  in  Cordiliano.  terra  quam 
ir  tenet  filius  Grisonis  et  in  Sancto  Salvatore,  et  in  Coronito,  et 
in  Marrubia.  terra  quam  tenet  Guinizo  filius  Agati  de  curte 
Sancti  Salvatoris.  terra  quam  tenet  Ingo  presbyter  in  Celle, 
et  terra  quam  tenet  filius  Adelardi  in  Marrubia.  et  terra  quam 
tenet  filius  Adelelmi  in  Celle,  et  in  Marrubia.  terra  quam  tenet 
20  filius  Imponis  in  Murro.  et  terra  quam  tenent  Petrus  de  Maoco 
et  Sintari  in  colle  Sancti  Marci.  terra  quam  tenet  Stephanus 
carrarius  filius  lohannis  in  Scanzano.  terra  quam  tenet  Udo 
filius  Aderami  in  Casale.  terra  quam  tenet  Maifredus  filius  ||  Al-  e  1363 
berti  Sclavonis  ad  Sanctum  Sabinum  modiorum  .111.  terra 
25  quam  tenent  filius  Odonis  comitis,  et  filii  Sifredi,  et  filii  Berardi 
Martelli  ad  Sanctum  Paulum  in  Serule,  cum  tota  sua  pertinentia, 
et  in  Montirone.  terra  quam  tenet  filius  Dominici  de  Pruzano 
in  Praccle.  terra  et  vinea  quas  tenet  filius  Ursi  Caput  Torzuli. 
terra  et  silva  Faraldisca  quas  tenet  Arduinus  filius  Tebaldi  cum 
30  confratribus  suis.  terra  quam  tenet  filius  Alberti  nepotis  Emmo- 
nis  in  Eze.  terra  quam  tenet  Franca  filia  Andree  uxor  Arnolfi  in 
Bavillano.  terra  quam  tenet  Ursus  Todini  ad  Bavillanum.  terra 
et  vinea  quas  tenet  filius  Duranti  presbyteri  in  colle  de  Lisano. 
terra  quam  tenet  Teuzo  filius  Letonis  Montanarii  in  colle  Lisano. 
^^  terra  quam  tenent  filii  Adelgerii  et  nepotes  eius  in  colle  Lisano. 
terra   et  vinea   quas  tenet  Ubertus   presbyter   in    Sancto  Paulo. 


288  CHRONICON    FARFENSE. 


terra  quam  tenet  filius  Archiprpsbyteri  ad  Ulmos.  terra  quam 
tenet  Ingo  presbyter  in  Plano  suptus  celhis  quc  sunt  lohannis 
Nigri.  Sancta  Maria  de  Azano  ciini  tota  sua  pertinentia  quam 
tenent  filius  Eldezonis,  et  filius  Odonis,  et  filius  Alberti.  terra 
et  vinca  quas  tenent  in  Montorono  Martinus  et  Franco  prcsbyteri  5 
filii  Benedicti.  terra  quam  tenerit  Martinus  et  Benedictus  et 
Aiderico  filii  Andree.  terra  quam  tenent  Petrus  filius  Leonis, 
et  Azo  filius  Albertini  in  Fuiano.  terra  quam  tenet  lohannes 
de  Guido  de  Aliano.  terra  quam  tenet  Itta  ancilla  Arcori  co- 
mitis  in  Trinnano.  in  Puzule  terra  et  vinea  quas  tenet  Erle-  io 
gozo  ad  Sanctum  Ciprianum.  granaria  Sancti  Marci  evange- 
lista que  tenet  Ingo  presbyter.  et  terra  et  vinca  et  casalini,  finis 
terra  filiorum  Arnulfi  quam  tenent  filii  Benedicti  prcsbyteri  qui 
e.  157  A       vocatur  Adam,  et  filius  Dominici  scanzolarii  infra  ||  ipsam  civita- 

tem  Spoletanani  et  iuxta  muros  eius.       et  terra  et  vinea  et  casa    15 
et  horta  que  tenent  filii  Spoletini  de  Leo,  Zappo,  Azo  et  *  *  qui 
vocatur  Mazone.      et  Sanctum  Paulum  in  Quinquaginta  cum  suis 
pertinentiis.      et  curtem  de  Seriniano  cum  pertinentia.       et  San- 
ctum Gregorium  de  Lapideo  cum  pertinentia.       et  in  Fulinie  ec- 
clesia Sancti  Gregorii  quam  tenent  filius  Munaldi  et   filius   Lu-   20 
ponis.       terra  et  vinea  et  oliveta  et  tota  pertinentia  suprascripte 
ecclesie.       et  Sanctum  Heracleum,  terra  et  vinea  et   terra  quas 
tenet  filius  Odonis  de  Trevi  ad  Sanctam  Palazatam.       in  Asisi 
ecclesia  Sancti  lohannis  in  Molinule  quam  tenent  filius  Gislerii, 
et  filius  Alberti,  et  Odo  filius  Mainardi  cum  tota  pertinentia.       et  25 
in  Orsiano  terra  et  vinea  quas  tenet  Ursus  presbyter.       et  terra 
et  vinea  quas  tenet  lohannes  de  Grimaldo.       in  Orsiano  terra  et 
vinea  et  olive  quas  tenet  filius  Lanzoni  ad  Caput  Aque.       terra 
et  vinea  et  olive  quas  tenet  Andreas  ferrarius  in  Orsiano.       et 
terra  et  vinea    et  olive  quas   tenet  Guinizo  filius   Ildebrandi    ad   30 
Caput   Aque  a.  a.  a.       terra  quam   tenet    Gosbertus    ad    Caput 
Aque.       terra  et  vinea  ad  Novule  quas  tenet  filius  Lanzoni    in 
Gualdo,      item,  in  Asisi,  ad  Molinule,  filii  Geslerii,  filii  Adelberti, 


16.  Lacuna  di  una  parola  nel  testo.  28,   52.  Lanzoni  nel  testo,  ma  altrove 

Lanzonis         31.  a.  a.  a.]   Così  nel  testo  del  Chronìcon  ina  non  del  Regesto. 


CHRONICON    FARFENSE.  289 


Oudo  filius  Mainardi,  Ageno  filius  Adenolfi,  filius  Bernonis,  Guido 
presbyter,  Gisepertus  et  Berardus  frater  eìus,  Corvo  et  Adelber- 
tus,  Johannes  de  Ursa,  Peccio  faber,  Maio  Tiniosus  abbas  Sancti  Sil- 
vestri, in  Capite  Aque  filius  Gislerii,  filius  et  Lanzonis,  Bardo 
e  adulterinus  Teuzonis,  Lupo  Peponis.  ad  Ursianum,  Ageno  fi- 
lius Adelberti,  lohannes  Muza  filius  Rainerii,  filius  Petri  Inge- 
zellus,  Ruccio  pecorarius,  Affredus  Franco  nepos  Ste||fani  presby-  e.  137  b 
teri,  Ursus  de  Aza,  Petrus  de  Remengarda,  Honestus,  Guinizo, 
Adelbertus,  lohannes  Bonus.       Poplum  tenet  filius  Gislerii  ^^\ 

IO  Quidam  lanuarius  presbyter  ad  mortem  veniens,  donavit  et 
concessit  in  hoc  monasterio  et  domno  Supponi  abbati  petium  .1. 
vine^  territorii  Viterbensis  in  Valle  Musilei*^^).  et  dedit  medie- 
tatem  Sancti  Symeonis  cum  eius  circuitu  (^).  quidam  Grimaldus 
index  cum  Sigiza  uxore  sua  dedit  in  hoc  monasterio  duas  casas 

15  in  prato  CavaUicali  et  vineam  .1.  in  campo  Forastico'^'').  qui- 
dam Stephanus  presbyter  cartulam  fecit  in  monasterio  Sancti  An- 
drej quod  ponitur  in  Bisano  et  Benedicto  presbytero  et  monacho 
de  medietate  ecclesie  Sancti  Petri  *  ^  cum  orto,  cellis,  libris,  pa- 
ramentis  et  mobilibus  vel  immobilibus  rebus  *  *  <^5). 

20  Fuerunt  preterea  in  hoc  monasterio  abbates  tres.  unus  in 
capite  monasterii,  Adam  nomine,  in  Sabinis  omnia  distribuebat. 

18.  Lacuna  nel  testo.  19.  Lacuna  nel  testo.     Nel  Regesto  et  ofFertio  vivorum 

et  mortuorum 

(i)  Senza  data;  R.  F.  doc.    1252,  «  ctute  ccnvertens,  possim  adipisci  misericor- 

(2)   Ann.    103 9- 1047,   anni  del   gO-  «  di^m  Christi ...    illis  vero  affirmantibus  quod 

,,,,,,  _  .  misericordia  Cnristi    non   esset  denegata  pe- 

verno    dell  abbate  Suppone   menzio-  t,„^it,us  ^^^  ^^-^^^  ^i,,^  A^en,  ^it^^  gaudens 

nato  nel  documento  che  non  ha  altre  cirectus  dixit:  «Propter  peccata  qu^  usque 

note    cronologiche;  R.  F.  doc.    1281.  «  nunc  perpetravi,  dono,  trado  atque  concedo 

r\       ^     ì  j^ j.^   •  „       u  ^  «  ^^d  prelibatum  monasterium  unam  petiam  de 

Questo  breve  documento  mi  sembra  .      -  ,        •    ,r  n    ^^     1  • 

^'  .  «  vinca,  quf  reiacet  in  Valle  Musilei,  ex  cums 

così  caratteristico  che  stimo  opportuno  „  ^r^^^^  ^uobas  lateribus  filii   Leonis,   et   ex 

ripubblicarlo  qui  per  intero.  «aliis  duobus   lateribus  terra  cultoria  supra- 

.  a  scripti  filii   Leonis».    unde   rogavit  testes, 

Breve  recordationis  qualiler  lanuarius  prg-  Brittulum,  lohannem  de  Constantino,  Berno- 

sbiter  ad  mortem  veniens,  vocavit   abbatem  „g^  ^Y^^^^  lohannis,  et  lohannem  filium  Mar- 

Supponem  cunctamque   congregationem  mo-  ^jj^j 
nasterii  Sanctp  Marie,  in  castro  Viterbo  siti. 

quibus  astantibus   ipse  presbiter  iunctis   ma-  (5)  An.  IO39-IO47  (vedi  nota  pre- 

nibus  clamare  cepit  ad  eos:  «  Miseremini  mei  cedenteV   R    F    doc     1282 
«fratreset  conseniores  mei,  et  congregate  me  /  n  ^    '      *  3  71     r-    3  o 

«vestr?  congregationi  quoniam  deposita  sar-  C^)  Senza   data;   R.   F.  doc.    1284. 

«  Cina  liuius  caduci    evi,  saltim  vel  in  sene-  (5)  Senza  data;   R.  F.  doc.    129O. 

Chron.  Farf.    I.  19 


290  CHRONICON    FARFENSE. 

Ildebrandus  vero  in  Marchia  huius  monasterii  res  inique  disper- 
gebat.  dedit  autem  coniugi  sue  Inge  curtem  Sancti  Yppoliti  et 
campum  Maximini.  filiis  quoque  suis  dedit  curtem  Sancti  Be- 
nedicti,  et  Mollianum,  et  Fraxenariam,  et  multas  res  in  comitatu 
Firmano.  Campo  autem  in  comitatu  Reatino.  isti  tres  simul  5 
invasores  fuerunt  uno  tempore,  rapientes  et  deprcdantes  atque 
omnia  dissipantes.  sicque  annullatum  et  ad  nichilum  redactum 
e.  i?8a  est  hoc  monasterium.  postea  vero  sanctissimi  ||  imperatores  Otto 
primus  et  secundus  cuncta  ferme  que  ab  illis  dissipata  sunt,  huic 
monasterio  restituerunt  (').  io 

Breve  de  rebus  predictis  quod  fecit  domnus  Hugo  ab- 
bas .  ecclesiam  Sancti  Alexandri  cum  omnibus  pertinentiis  tenent 
Petrus  Baroccio,  et  Johannes  presbyter,  et  Sabbo.  Meianam 
cum  casalibus  tribus  tenent  Benedictus,  Petrus  Baroccio,  Johan- 
nes Alboni.  Criptule  casales  .v.  tenent  Johannes  Pozoni,  Rosa,  15 
Petrus  Insari,  et  Boniza.  Mutellam  cum  ecclesia  Sancti  Angeli 
et  casaHbus  .vini,  tenent  Sabinus,  Raimbaldus,  Franco  Esculanus, 
et  Johannes  presbyter.  Villarolum  cum  casalibus  .11.  tenent  Cre- 
scentius  presbyter,  et  Domìnicus  filius  lohannis  Calvi,  et  filius 
Ursi  presbyteri.  Fontem  Puzam  cum  casa  .1.,  Adelbertus  cum  20 
parentibus  5uis.  Grippine  tenent  Johannes  Crispo,  et  Johannes 
Fusconis.  iuxta  Sanctum  Laurentium  casam  .1.  tenent  famuli 
duo.  in  Cicirano  casam  .1.  tenet  Martinus  Agitii.  criptam  .1. 
fìlii  Amiconis.  Sancta  Eugenia  casa  .1.,  familie  .1111.  iuxta  Pa- 
trinionem  casa  .1.,  familia  .1.  Grippi  casas  .11.  tenet  Gisolfus  25 
cum  parentibus  suis.  Cisterne  tenent  Benedictus  et  filli  Saxo- 
nis.  iuxta  Sanctum  Pancratium  petiam  longam  Franco  Ceso 
cum  parentibus  suis.  Sancti  Laurentii  casa  .1.  Poiolum,  ubi 
stat  turris,  medietatem  de  castello  quod  refutavit  Leo  Galiardus 
Camponi  abbati.  Benedictus  filius  Aimonis  casam  .1.  filli  30 
Petri  Petronacis  casalem  .1.  Johannes  Crassus  sedium  .1.  Ur- 
sus  Godonis  sedium  .1.  Johannes  Capella  sedium  .1.  Johan- 
nes   Merconis   sedium    .1.       J^etrtis   fihus   Gumberti    sedium    .1. 


(i)  Cf.  la  stessa  notizia  circa  questi      Ebbero  in  mano  l'abbazia  all' incirca 
tre  abbati  dissipatori  in  K.  F,  V,  284.      tra  l'anno  956  e  il  963. 


CHRONICON   FARFENSE.  291 

Maurus  filius  Petri  Zoppi  cum  vinea  et  terra  sedium  .1.  Be- 
nedictus  cum  parentibus  suis  casalem  .1.  Benedictus  de  Colle 
casam  .1.  Buttaci  casam  .1.  ||  Andrea  cum  ecclesia  Sancti  Va-  e.  138  b 
lentini  casam  .1.  quidam  Beniardus  cum  coniuge  sua  dedit  in 
5  hoc  monasterio  portionem  suam  in  integrum  de  castello  ^^  -j^  et 
de  casale  Franconis  abbatis,  quantum  illi  evenit  in  Sectiniano  et 
in  Salisano,  a  primo  latere  scrimen  Maialine  venientis  in  rivum 
Atrianum,  a  secundo  latere  monte  de  Vilo,  a  tertio  latere  monte 
Salisani.  Teuduinus  comes  refutavit  curtem  Sancti  Petri  in 
IO   Pesile  cum  omnibus  pertinentiis  in  hoc  monasterio.      et  ad  dom-  ^ 

num  lohannem  prepositum  altera  vice  refutavit  omnem  terram 
huius  monasterii,  unde  scriptum  non  habebat,  sive  in  Amiterno 
sive  in  Reate. 

Quodam  vero  tempore  erat  contentio  inter  monachos  huius 
15   monasterii  et  nepotes  Hilderici  et  fìlios  eius,  unde  pactum  fece- 
runt  cum  domno  Hugone   abbate.       illi   tenebant   curtes   huius 
monasterii,  idest  curtem  de  Marruce  cum  servis  et  ancillis.       cur- 
tem de  Poplito  cum  servis  et  ancillis.       et  in  civitate  terras  et 
prata.       in  campo  Fingani,  et  in  Termine,  et  per  alia    loca  in 
20  Interocro  tenent  curtes  .11.,  idest  Sestuni  et  Vallantis,  cum  per- 
tinentiis earum.       unum   est  castellum    lanule  quod   tenent   per 
iniustum  concambium.       in  montibus  ibi  prope  constitutis,  et  in 
Campo  Ancillarum  Dei.       in  Paterno  et  Moza  et  in  Ponte  atque 
Arturano.       in  Cesoni  Cerretum    Monaciscum,    et   gualdum   de 
25   Treforco,  et  casalem  Ottuli,  et  casalem  Maximum.       in  Reatina 
civitate  intus  et  foris,  et  curtem  Sancti  Gregorii.       in   plurimis 
quoque  locìs  vendiderunt  parentes  eorum  et  ipsi  de  suprascriptis 
rebus,  etiam  de  servis  et  ancillis.       incensum   vero  ||  a  tempore       e.  139  a 
domni  Hugonis    abbatis  numquam  dederunt.       prò  his  denìque 
30   culpis  reclamaverunt  predicti  monasterii  prepositus  Adam  et  mo- 
nachi super  eos  ad  nuntium  imperatoris  Heinrici,  Arnostum  no- 
mine, qui  placitabat  comitatum  Reatinum;  tunc  reinvesti vit  eos 
de  ipsis  rebus,  quas  tenuerunt  per  plures  dies  (^\       post  hoc  iam 

3.  Aadrea]   Cosi  nel  testo.         5.  Lacuna  nel  testo. 
(i)  An.  I02I?  1023?  R.  F.  doc.  535. 


292  CHRONICONFARFENSE. 

dictum  abbatem  a  Troia,  ubi  fuerat  cum  eodem  imperatore,  ce- 
perunt  predicti  fortiter  rogare  per  se  suosque  amicos   et  paren- 
tes  ut  cum  ipsis  finem  faceret.       tandem  venit  ipse  abbas  cum 
illis    in    convenientiam,    nolentibus    etiam    suis    monachis,    hoc 
ordine:  refutaverunt  illi  ecclesiam   Sancti   Nazarii  cum    Vallanti   5 
sicut  modo  tenet,  et  medietatem  de  Paterno,  et  medietatem  de 
Monte  Divino,  et  ecclesiam   Sancti    Salvatoris,  cum    molendinis 
duobus,  et  cum    toto  tenimento    Andrec   presbyteri,   ubicumque 
tenebat  in  montibus  et  in  planitiebus.     hoc  totum  tenuit  preno- 
minatus  domnus  abbas  per  unum  annum.       postea,  ipsis  iterum   io 
rogantibus,  reddidit  Paternum  medium,  et  ipsam  medietatem  de 
Monte  et  unum  molinum.       ahas  res  cum  predictis  ecclesiis  ad 
suam  manum  reservavit  per  istos  fines:  de  una  parte  finis  Umitis 
Grossi,  et  terra  Domini  Salvatoris,  et  terra  filiorum   Passiniani, 
et  finis  trivium  de  Campo  Ancillarum   Dei,  quomodo  vadit  per   15 
viam  publicam  ad  pontem  Sancti  Sebastiani,  et  descendit  in  flu- 
men,  et  ubicumque  Ursus  presbyter  tenebat  in  montibus  et   in 
planitiebus.       sic  namque  finitum  est  ('). 
e.  139  B  Item,  de  Sabinis.       domnus  Hugo  abbas  recepit  casales  .11., 

idest  Salisanum  et  Grassianum,  quos  refutaverunt  Adam  filius  20 
Azonis  et  Bucco  filius  eius:  ab  uno  latere  rigus  de  Grassiano, 
a  secundo  latere  fossatus  venìens  in  viam  publicam,  a  tertio  ri- 
gus et  fossatus  montis  Cese  veniens  in  Petram  Casaliam,  a  quarto 
tenentibus  Miccione  et  lohanne  et  Petro  venientes  in  rigum  de 
Portella,  et  exinde  in  pedem  montis  Salìsani,  et  in  pedem  montis  2) 
X  Signantis,  cum  fine  Campi  Longi,  et  venientes  in  rigum  qui  pergit 
a  Massa  ^^\  item,  ibidem  acquisivit  res  de  Franca  et  filiorum 
eius  que  fuit  uxor  Roccionis:  a  primo  latere  rigagines  Cancelli, 
a  secundo  mons  Ote,  a  tertio  rigagines  venientes  in  Brusclitum 
et  in  rigum  de  Ponticello,  a  quarto  terra  huius  monasterii.     alias   3^ 

4.  nolentibus  nel  testo  così  del  Chronìcon  come  del  Regesto,     volentibus?         30.  alias] 
Nel  testo  alia 

(1)  An.  circa  1024;  R.  F.  doc.  601.  mora  dell'abbate  Ugo  a  Troia  e  del 
Il  testo  del  documento  non  è  datato,  placito  di  Arnostro  o  Arnosto  ricor- 
di attribuisco  la  data  approssimativa  dato  qui  sopra  e  in  R.  F.  doc.  $35. 
del   1024  per  la  menzione    della   di-  (2)  An.  999;  R.  F.  docc.  435,440. 


CHRONICON    FARFENSE.  293 


res  in  Galoniano  et  in  Facciano  ad  Aquam  Latronis  ('\  item, 
res  quas  refutavit  Lupo  fìlius  Berte  (^\  et  alias  res  Crescenti! 
et  Dodonis  fìliorum  Roccionis  (3).  et  alias  res  Guidonis  et  Azo- 
nis  filiorum  Franca  (4).  et  alias  res  ad  Cupressitum  (5).  et  alias 
5  res  lohannis  filli  Azonis  iuxta  Muros  Antiquos  ^^\  item,  recepit 
res  refutatas  cum  rocca,  et  in  Campo  Longo,  et  Frivatim,  et 
Carbonianum,  a  Bucco  et  Gualafossa  germanis  (^\ 

Guido  abbas  acquisivit  res  Azonis  et  Farolfi  filiorum  Adel- 
berti  in  Sectiniano  ubi  est  ecclesia  Sancti  Stephani,  et  in  Teole 
IO  Maialina,  et  in  Cerqueto  Flano,  et  in  Bacciano  et  Salisano  et 
rocca  cum  ecclesia  Sancti  Thome  apostoli  cum  pertinentia  de 
Campo  Longo:  a  primo  latere  scrimen  montis  de  Maialino,  a  se- 
cundo  rigus  Atriani  ^^\ 


Incipiunt  relationes   ex   autenticis   assumpte   de  preiu-       e.  140A 
15         dicio   quod   fecerunt   nobis   actores    sanct^    Romane 
Ecclesie  in  Sabinis. 

In  primis,  in  actionaria  Cyrini  primicerii.  de  casale  Brezano 
res  Teudemundi.  de  casale  Bacciano  tertiam  partem  que  fuit 
Teutoni  Calvi.       de  casale   Facciano   tertiam   partem   que   fuit 

20  lohannis  presbyteri,  ubi  resident  coloni  .v.,  idest  Bonaldus,  Li- 
spulus,  Gaidemundus,  Godefridus,  Curtulus.  de  casale  Coriliano 
tres  partes  nobis  tulerunt  que  fuerunt  Bonaldi  presbyteri;  residet 
ibi  colonus  nomine  Baruncio.  Traso  conductor  tulit  nobis  ter- 
ram  de  Fedine  unde  nos  investivit  Gregorius  missus  domni  apo- 

25  stolici.  de  casale  Fretoriolo  tulit  nobis  Cuntifi*idus  conductor 
terram  mediorum  .x.  unde  investiti  sumus,  et  paravit  se  in  via 
ad  nostros  homines,  et  cecidit  et  expoliavit  eos,  et  tulit  eis  unum 
equum  bonum.  Tento  conductor  tulit  de  casale  Orclanie  or- 
[tumj  cum  arboribus  et  pecora  .x.       Gualdefridus  conductor  tulit 

(i)  An.  1022;  R.  F.   doc.  445.  (5)  An.  1004;  R-  F-   doc.  456. 

(2)  An.  1004;  R.  F.   doc.  455.  (6)  An,  1006;  R.  F.   doc.  468. 

(3)  An.  1004;  R.  F.   doc.  454.  (7)  An.  1007;  R.  F.   doc.  474. 

(4)  An.  1004;  R.  F.   doc.  455.  (8)  An.  1012;  R.  F.   doc.  661. 


294  CHRONICON    FARFENSE. 

nobis  de  casale  Cosiniano  pecora  .xxx.,  boum  paria  tria.  Ane- 
scausus  decanus  tulit  olivarum  talias  .vii.  de  casale  Perbusano 
tLilit  Ansipertus  conductor  terre  et  vince  uncias  duas,  pecora  .viii. 
et  de  Paterno  unciam  .i.  que  nobis  retradita  fuit.  de  casale  Per- 
tuUiano  tulit  Alefridus  decanus  terre  et  vinec  uncias  .11.,  olivarum  5 
talias  .XX.  item  de  casale  Paterno  quem  Fulcualdus  misit  in 
e  140  B  hoc  monasterio  II  tres  uncias  non  habemus.  casnles  .xir.  qui  fue- 
runt  Regine  Cisternule.  Sinicio,  Calectianus,  Macunule,  Unce,  isti 
f^iciunt  angarias  in  Banano.  item  Felectus,  Catillianus,  Pura, 
Simillianus,  Septemillanus,  casalem  Cornicle  in  quo  est  ecclesia  io 
Sancti  Iacinti  et  Sancti  Valentini.  de  casale  Saliano  vinec  ta- 
bulas  .11.  et  terre  modia  .xv.  Audipertus  conductor  tulit  no- 
bis in  Atiano  terram  modiorum  .xx.  de  casale  Malliano  vinee 
petiam  .1.  Agipertus  clericus  occisit  hominem  nostrum  nomine 
Luponem,  et  uxorem  eius  Rateldim.  Gaspo  conductor  tulit  ij 
nobis  de  casale  Bassiano  colonum  .1.  nomine  Fusconem,  casalem 
Marcillanum  in  integrum,  Gabinianum  in  integrum,  et  vinee  mo- 
dium  .1.  Goderisius  de  Massa  et  Domninus  conductor  predati 
sunt  ecclesiam  Sancti  *  Tholomei  sub  integritate,  et  tulerunt  inde 
unum  colonum.  de  casale  Miniano  Hildericus  et  Teuprandus  20 
tulerunt  Petro  colono  nostro  boum  paria  tria. 

Item,  de  massa  quam  tenet  Palumbus  super  ista.       in  primis 
de  actionaria  Gaidonis.       Opteramus  conductor  tulit  nobis  colo- 
num unum  nomine  Guinicisum.       de  casale  Acutiano  in  Tervi- 
liano  tulit  nobis  silvam  modiorum  .xl.       de  casale  Cullano  tu-  25 
lit  terram  modiorum  .xvi.  cum  pomis  et  arbori  bus  suis. 

Item,  de  actionaria  Stephani,  in  Scandilia.  de  casale  Cister- 
nule Alexander  conductor  tulit  unciam  .1.  de  casale  Rofiano 
uncias  .11.  Tacipertus  conductor  tulit  de  casale  Rosario  un- 
c.  X41  A  cias  .11.  de  casale  Petiiano  uncias  .11.  ||  de  Argasiano  uncias  .11.  30 
de  Marciano  uncias  .11.  de  casale  Prata  uncias  .11.  de  casale 
Arcari  uncias  .11.  de  casale  Luca  uncias  .111.  item,  de  casale 
Argasiano  uncias  duas.  Sindipertus  conductor  tulit  nobis  de 
casale  Catoniano  uncias  .111.       de  casale  Arsure  uncias  .111.       de 

19,  Nel  testo  innaniì  a  Tholomei  è  un  piccolo  spazio  in  bianco. 


CHRONICON    FARFENSE.  295 

casale  Altana  uiicias  .111.       de    casale  Agellari    uncias   .11.       de 
casale   Titinano    uncias    .11.       de  casale  Latiniano  uncias  .111. 

De  actionaria  Sarraceni.  de  gualdo  Molano  fuimus  investiti 
per  missum  domni  imperatoris  et  domni  apostolici,  et  devestivit 
j  nos  de  ipso  casale  Guilipertus  conductor.  de  casale  Lusiano 
tulerunt  nobis  unciam  .1.  de  Corbiano  uncias  .vi.  ex  fundo 
Paterno  portionem  nostrani.  fundum  Culianum  in  integrum. 
fundum  Curianum  in  integrum.  in  fundo  Biliano  modia  .v. 
Opteramus  conductor  tulit  nobis  fundum  Folianum  in  integrum. 
IO  ad  Sanctum  Gregoriura  uncias  .vili.  de  fundo  Bariano  homi- 
nes  .III.  cum  omnibus  pertinentiis.  de  monte  Lauri  colonos  .111. 
tulerunt  nobis.  de  massa  Flora  fundum  Ternanum.  Godiper- 
tum  cum  portiuncula  sua. 

Item,  curtem  Corbinianam,  curtem  Sancte  Marie  in  Vico  Novo, 
15   curtem  Sancti  Viti  in  Palmis.       de  his  curtibus  prpceptum  De- 
siderii  habemus  et  confirmationem  domni  Caroli  imperatoris.      de 
curte  Germaniciana  terras  et  homines  tulerunt  nobis  actores  san- 
cte Romane  Ecclesie.       de  curte  Sancti  Abundii  similiter.       fun- 
dum Bassianum  in  integrum. 
20         Item,  fLimilie  curtis  de  Pontiano  ubi  fuerunt  case  .lxii.  Hil-       e.  141  b 
derici  castaidi.       casa  Ambrosii,  casa  Calispuli,  casa  Lucidi,  casa 
Palumbi  maioris,  casa  Teudori,  casa  Marualdi,  casa  Bonioli,  casa 
Asprandi,  casa  Bonualdi,  casa  Albini,  casa  luliani,  casa  Decorosi, 
casa   Pauli,  casa  Armatuli,  casa   lohannuli,    casa   Palumbi,   casa 
25   Teuderisii,  casa  Gaiduli,  casa  Daculi,  casa  Servandi,   casa  Teu- 
deradi,  casa  Teuponis,  casa  Alimundi,  casa  Barbati,  casa  Aliradi, 
casa  Fermusuli,  casa   Luterii,  casa   Teudeperti,  casa   Martiniani, 
casa  Baroncionis. 

De  colle  Pertusso  casa  una,  casa  Teudeperti,  casa   Romani, 
30  casa  Petri,  casa  Bonuli,  casa  Pauli,  casa  Minioli,  casa  Bibuli,  casa 
Lindule,  casa  Salarioli. 

De  Padano.       casa  Amualdi,  casa  Bonuli,  casa  Tìntuli,  casa 
Candolfi,  casa  Dominatuli,  casa  Grisanti. 

De  Ceseriano.       casa  Martinuli,  casa  AUuli,  casa  Romualdi, 

^^  casa   Mainuli,  casa  Audualdi,    casa  Aricisi,    casa    Goderisii,   casa 

TuUioli,  casa   Bonosule,  casa   Boniperti,  casa   Bonuli,  casa  Am- 


29^  CHRONICON   FARFENSE. 


brosii,  casa  Decorosi,  casa  Martini,  casa   Luculi,  casa    Tcuderi- 
culi,  casa  Leupari. 

Item,  de  pcclesiis  a  nobis  ablatis.       in  fundo  Atriani  ecclesia 
Sancti  Valentini.       in  fundo  Cassiani  pars  de  ecclesia  Sancti  Cas- 
siani  et  Sancte  lustc.       in  fundo  Occiani  pars  ecclesie  Sancti  Bri-   5 
cii.       in  fundo  Rufiano  pars  ecclesie  Sancti  Stephani,       in  fundo 
e.  142  A       Marciani  ecclesia   Sancti  Victorini.  ||       in   fundo  Catoniano  pars 
ecclesie  Sancti  Sabini,     in  fundo  Petiniani  pars  ecclesie  Sancti  An- 
geli,      in  fundo  Poptiani  pars  ecclesie  Sancti  Silvestri.      in  fundo 
Domitiano  ecclesia  Sancti   Stephani.       in   fundo  Cesiniano  pars   io 
ecclesia  Sancti  Silvestri.       in  fundo  Cipriani  pars  ecclesie   San- 
cti Calistrati.       in  fundo  Pretoriolo  pars  ecclesia  Sancti  Laurentii. 
in  fundo  Serviliani  pars  ecclesie  Sancti  Antimi.       in  fundo  La- 
variano  pars  ecclesie  Sancti  Gethulii.       in  fundo  Salliani  pars  ec- 
clesie Sancti   Martini.       monasterium    etiam    Domini   Salvatoris   15 
tenet   partem    nostram  de  casale    Scpiciano,  in  quo  est  ecclesia 
Sancti  Marcellini.       de  casale  Mediana  uncias  .11. 

De  Pretoriolo.     Maiorinus  conductor  cum  uxore  sua  et  duo- 
bus  fìliis  duabusque  fìliabus.       Vulgarus  cum  uxore  et  tribus  fi- 
liis  ac  filiabus.       Luculus  cum  uxore  et  filiis  vel  fìliabus  tribus.  20 
Cauco  cum  uxore  et  duobus  filiis.       Andreas  cum  matre,  et  duo 
fratres  cum  uxoribus  et  tribus  filiis.       Barbazanulus  cum  uxore 
et  quinque  filiis.       Curvolus  cum  filio  ac  filia  et  nurus  eius  cum 
duobus  filiis.       Palumbulus  cum  filio  vel  nuru  cum  duobus  filiis 
et  filia  vacante  ^^\       Johannes  cum  uxore  et  tres  filii  cum  filia  25 
et  cum  tribus  nuris  et  quinque  aviaticis  suis.       Merulus  cum  filio 
suo  et  due  filie  cum  uno  affiliato.       Albolus  cum  uxore  et  tribus 
finis.       duo  foculares  absentes  ^^^  et  unus  focularis  cum  una  mu- 
liere  vidua  et  uno  filio.       Siricus  cum  uxore  et  tribus  filiis  va- 
cantibus^^^  et  unus  uxoratus  cum  filio  suo.       hi  sunt  promiscui  30 
sexus  homines  .lxxx. 


(i)  «  Vacans    mulier=  vidua  »;  cf.  (2)  Cf.  Ducange  alle  voci  absens 
DucANGE.     Ma  qui,  e  meglio  ancora  e  absus.     Qui  par  che  si  debba  in- 
alcune righe  più  sotto,  potrebbe  aver  tendere  focolari  disabitati, 
significato  di  nubile  o  celibe.  (3)  V.  qui  sopra  la  nota   i. 


CHRONICONFARFENSE.  297 

De  Turano.  Gaiderisius  cum  filiis  suis  quatuor.  Gai-  e.  142  b 
depertus  cum  filiis  suis  .v.  Nergo  cum  filio  et  nepotibus 
duobus.  Alerisius  cum  foculare  suo.  Liuprandus  cum  focu- 
lare  suo.  Stephanus  cum  filio  suo.  Gaipulus  cum  foculare 
5  suo.  Ermulus  cum  foculare  suo.  filli  Goderisii  quatuor.  Ca- 
pitane!. Atrianulus  cum  fratre  suo  lohanne.  Soldulus  cum 
filiis  tribus.  Erfo  cum  tribus  filiis.  Ropertus  cum  filio  suo. 
Atrio  cum  filiis  .vi.  et  alii  plures  quorum  nomina  pr^  vetu- 
state     discernere   non   poteramus.        verumtamen   erant  .lxxvi. 

IO   absque  feminis  et  parvulis. 

De  casis  et  familiis  in  Pretoriolo.  Barosulus  cum  uxore  et 
filiis  .V.  Taculus  cum  nominibus  .v.  Albulus  se  quatuor. 
luvenalis  se  .vii.  Tyberiulus  se  quatuor.  Piculus  sibi  .1111. 
Scilarus  se  .mi.       Calvus  j.       Andreas   .l.  cum  se  .vii.       Ur- 

15   sulus  cum  filio  suo.       Theodolinda  cum  filia.       Sirico  sibi  .vii. 

Getulus  sibi  .vii.       Barbatianus  sibi  .vi.       qui   sunt  in  summa 

homines  .lxviii.       hos  omnes  Maiorinus  conductor  noster  prius 

innotuit.       sed  postea  plus  inventi    sunt  .xv.  et  octo  foculares. 

Item,  fundum  Volusianum   in   integrum   cum    casis    coloni- 

20  ciis  .xvi.  et  familiis  et  curte  .1.  habente  buttes  de  vino  .xi.,  boum 
paria  .x.  fundum  Nigitianum  in  integrum  cum  colonis  quatuor 
et  familiis  et  mola  .1.  et  de  vino  butte  .1.  in  fundo  Logiano 
colonicia  .1.  in  fundo  Ficlinule  colonicia  .1.  fundum  Argu- 
nianum  in  integrum  cum  coloniciis  .11.  et  familiis.       fundum  Ca- 

25   nalis  in   integrum  cum    coloniciis    .viii.    et   familiis.  ||       fundum       e  143  a 
Cripte  in  integrum  cum  colonis  .11.       in  Lusiano  coloni  quatuor 
cum  familiis  et  gualdo  et  silva  ad  Pontem  Fractum  et  de  vino 
butte  .1.       in  Anticione  coloni  .111.  cum  familiis.       in  Palentiano 
coloni  .XI.  cum  familiis.       in  Fitrano  coloni  .1111.  cum  familiis. 

30  fundum  Rufinianum  in  integrum  cum  colonis  .11.  et  familiis.  in 
Pretorio  colonus  .1.  cum  familia  sua.  in  alia  Canali  colonus  .1. 
cum  familia  sua  et  gualdo  sementaricio. 

Item,  res  quas  nobis  tulerunt  homines  Sabinenses:  massam 
Corvinianam  cum  omni  pertinentia  sua,  ubi  resident  coloni  .xv. 

35  in  casale  Trari  coloni  .x.  in  casale  ad  mensam  Sancti  Antimi 
coloni  .v.       in  Calcinano  casales  .111.,  coloni  .xii.       in  Seliponti 

Chron.  Farf.  I.  19* 


29S  CHRONICON    FARFENSE. 

casales  .11.,  coloni  .vi.  in  Statiano  casalis  .1.,  coloni  .xx.  in 
Pompeiano  casalis  .1.,  coloni  .xx.  in  casale  *  *  casalis  .1.,  co- 
loni .XV.  in  Spriiano  casalis  .1.,  coloni  .111.  in  Perpiniano 
casalis  .1.,  coloni  .v.       Cotecociano  casalis  .1.,  coloni  .mi. 

Quidam  vero  liberi  homines  donaverunt  nobis  substantias  5 
suas  et  in  hoc  monasterio,  quas  actores  sancte  Romane  Ecclesie 
abstulerunt.  scilicet  substantiam  Teutonis  episcopi,  Alefridi 
episcopi,  Euferi  presbyteri  et  monachi,  Gregorii  primicerii,  An- 
sefridi  monachi,  Gausperti  monachi,  Alenniani  monachi,  Teude- 
mundi  monachi,  Goderisi  monachi,  Leonis  monachi,  Hilderici  io 
monachi,  Scaptulfi,  Troticisi  monachi,  Luponis  monachi,  Bene- 
dicti  monachi.  item,  Gausperti  monachi,  Ursi  monachi,  Leonis 
monachi,  item,  Luponis  monachi,  Hilderici  gastaldii,  Taciperge, 
Heline  anelile  Dei.  item,  Luponis  monachi,  Gisulfi  monachi, 
Nictonis  monachi,  Petronis  monachi,  Basselli  monachi,  Gum-  15 
e.  143  B  perti  monachi,  ||  Aricisi  monachi,  Teudemari  monachi,  Benedicti 
monachi,  Baruncionis  monachi,  Ansahelis  monachi,  Danihelis  mo- 
nachi, Hebremundi  Kbertini,  Gariperti  monachi,  Peregrini  mo- 
nachi, Gualdeperti  monachi,  Auderisii  monachi,  Pauli  monachi, 
sunt  autem  ipse  substantie  .xlii.  20 

Item,  res  liberorum  hominum  que  temporibus  Langobardorum 
per  cartas  huic  monasterio  Sancte  Marie  collatp  sunt,  et  nunc  ab 
actoribus  sancte  Romane  Ecclerie  detinentur.  idest  res  Altonis, 
Teudemundi,  Heline  anelile  Dei,  Taciperge,  Gelsi,  Petri  monachi, 
Taurelli,  Petri  filii  eius,  Auderisi  monachi,  Gratiani  monachi,  25 
Gualdeperti  monachi,  lohannis  monachi,  Hilderici  sculdais,  Ba- 
seUi  monachi,  Teuperti  monachi,  Aricisi  monachi,  Gisulfi  mo- 
nachi. Aderisi,  lohannis  presbyteri,  Danihelis  presbyteri,  Bettonis, 
Hilderici  gastaldi  in  Pontiano,  Teuferii  monachi,  Pauli  monachi, 
Benedicti  monachi,  Teudemari  monachi,  Zangronis,  Gausperti  mo-  30 
nachi,  Guinelapi  monachi,  Ursi,  Leonis,  Luponis,  Abremundi, 
Baruncionis  monachi,  Danihelis  monachi,  AnsaheHs  monachi,  Pan- 
donis,  Gregorii.       item.  Aderisi. 


2.  Lacuna  nel  testo.         14,  24.  \^el  testo  Heleiie 


CHRONICONFARFENSE.  299 

Duo  monasteria,  unum  in  honore  sancti  Stephani,  aliud  in 
honore  sancte  Agnetis,  que  sunt  Rome. 

Curtem  ubi  est  ecclesia  Sanctp  Anatholie,  curtem  Sancti  Viti 
in  Palmis  cum  omni  pertinentia,  curtem  Sancte  Marie  in  Vico 
5  Novo,  casalem  Motiani,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Angeli,  casalem 
luliani,  et  substantiam  Scattuli  positam  in  casale  Perpiniano. 

Item,  relationes   de  his  que   domnus  apostolicus  nos 
investivit  et  actores  eius  nobis  retulerunt. 

De  actionaria  Fiori.       montem  Mutella  sicut  primo  tempo- 
io  ribus  domni  Adriani  tenuimus,  et  contradixerunt  nobis  post  hec       e.  144 a 
Guinelapus  conductor,  et  Petrus  et  lohannes   conductores.       in 
Cesiniano  recepimus  partem  nostram  de  ecclesia  Sancti  Silvestri, 
et  contradixit  nobis  presbyter  Candidus.     in  Crispiniano  recepimus 
unciam  unam  terre  et  vince  cum  hominibus,    et   contradixerunt 
15   Gaiderisius  conductor,  xMartinianus,  et  Constantinus.       in  Domi- 
tiano  uncias  .11.  cum   hominibus,  et  partem  nostram  de  ecclesia 
Sacti  Stephani,  et  contradixerunt  nobis  suprascripti.       in  Poptiano 
recepimus  uncias  .1111.  et  partem  de  ecclesia  Sancti  Silvestri,  et 
contradixit  nobis   Lupo    conductor  qui   fuit   noster  homo.       in 
20  Catuniano  uncias  .vi.,  et  contradixit  nobis  Sinderisius  conductor. 
in  Agellari  unciam  .1.,  et  contradixit  nobis  suprascriptus  Sinde- 
risius.     in  Fuliniano  contradixit  nobis  Calberisius  campum  unum 
quem  habet  aratum.       in  Arsure  uncias  .11.,  et  contradixit  nobis 
suprascriptus  Sinderisius.       in  Latiniano  uncias  .11.,  et  contradixit 
25  nobis  suprascriptus  Sinderisius.       in  Marciano  unciam  .1.  et  se- 
mis,  et  contradixit  nobis  Racipertus  conductor,  et  Tanulus  pater 
eius.       in  Argusiano  uncias   .111.,  et  contradixit   nobis  predictus 
Racipertus.       in  Altariola  unciam  .1.,  et  contradixit  nobis  predi- 
ctus Sinderisius.       in  Bussule  uncias  .1111.   et  est  in  conductoria 
30   Raciperti,  et  contradixerunt  nobis  Cunteramus  et  Erfemarius.      in 
Optiano    uncias    .111.    in    conductoria    Raciperti,    et   contradixe- 
runt   nobis   supradicti.     in  Cisternule  uncias  .11.  in  conductoria 
Sansonis,    et   contradixerunt    nobis    Palerisi    et   Bassellus.        in 
Criptule  II  unciam    .1.    in    conductoria    Luponis,    et    contradixit       e  144  b 
^^  nobis  Raco. 


300  CHRONICONFARFENSE. 

De  actionaria  Sarniceni.  fundum  Moianum  in  integrum. 
fundum  Villiani.  fundum  Mozanum.  in  fundo  Paterno  focu- 
laris  .1.  in  fundo  Folliano  foculares  .in.  in  fundo  Lusiano 
uncias  .1.,  focularis  unus.  in  fundo  Corbiniano  uncia  .i.  in 
fundo  Viario  uncie  .ii.  in  fundo  Buccuniani  uncia  .i.  et  semis.  5 
in  fundo  Acutiano  uncie  .111.,  foculares  .111.  hcc  omnia  prescripta 
contendit  nobis  Sarracenus  et  conductores  ipsius  Opteramus  et 
Asfreda. 

De  actionaria  Polocronii.  in  fundo  Turiano  uncie  .111.,  fo- 
cularis .1.  in  fundo  Morianula  foculares  .iir.,  casas  vacuas  .11.  ro 
in  fundo  Adriani  uncias  .11.  in  fundo  Busciani  focularis  .1.  in 
fundo  Paterni  foculares  .111.  in  fundo  Tulliani  uncia  .1.  in 
fundo  Malliani  uncia  .1.  in  fundo  lovis  uncie  .111.  in  fundo 
Pretorioli  uncie  .111.  in  fundo  Paterni  uncie  .111.  in  fundo 
Salliani  uncia  .1.  in  fundo  PuUiani  unci^  .vi.  et  homines  .111.  15 
in  fundo  Pretoriolo  focularis  .1.  fundum  Arrianum  in  integrum. 
omnia  hec  contradixit  nobis  Polocronius  et  conductores  eius. 

Item,  massam  Corbinianam  in  integrum.  curtem  ubi  est 
ecclesia  Sancte  Anatholie.  casalem  Montiani,  ubi  est  ecclesia 
Sancti  Angeli.  casalem  luliani  et  substantiam  Scattuli  positam  20 
in  casale  Perpiniano.  curtem  Sancti  Cesarii.  curtem  Bari- 
liani.  curtem  in  Pontiano,  cum  omnibus  finibus  et  adiacentiis 
earum. 
e.  145  A  Hec  omnia  iccirco  hic  annotare  curavimus  ut  huius  sacri  ce- 

nobii  antiquissimas  terrarum  vel  ecclesiarum  si  ve  servorum  colo-  25 
norumque  possessiones  panderemus,  et  cunctis  intimaremus,  nos 
a  sancte  Romane  Ecclesie  actoribus  multotiens  sustinuisse  incom- 
moditates,  et  non  benivolentiam  sed  potius  invidiam,  non  beni- 
gnitatem  sed  contradictionem,  non  augmentationem   sed  mino- 
rationem,    non    iustitias    sed    preiudicia,    non    diligentiam    sed   30 
calumniam,   non    augmentum    sed  amplius  detrimentum  in  suis 
bonis,    et   hoc  perpessum    fuisse    monasterium.        verumtamen, 
tamdiu    in   optimo    permansisse   statu    dignoscitur,  donec  culpis 
Christianorum  cooperantibus,  Paganorum  multitudo,  idest  Agare- 
norum  gens,  Hitaliam  intravit,  utsupra  retulimus.       sub  hac  vero  S5 
tempestate,  Petrus  venerabilis  abbas,  quem  supra  memoravimus, 


CHRONICON   FARFENSE.  3OI 

religiosius  gubernabat  hoc  monasterium  (^).  qui  cum  annis  .vii.,  An.  89o?-9i9? 
una  cum  suis  monachis  militibusque  plurimis,  Agarenorum  susti- 
nuisset  oppressionem,  et  vidisset  christianum  populum,  sua  fa- 
ciente  malitia,  a  Deo  derelictum,  et  oblivioni  omnino  donatum, 
5  ac  Paganorum  potestati  subiugatum,  in  tres  partes  huius  mona- 
sterii  divisit  thesaurum.  unam  mandavit  Rome,  alteram  vero  in 
Reatinam  civitatem.  cum  tenia  autem  ipse  ad  comitatum  Fir- 
manum  perrexit,  et  dimisso  ex  toto  monasterio,  ibi  confugium 
fecit.       quo  egresso,  Agareni  intrantes  invaserunt||locum.       ve-       e.  145  b 

IO  niens  autem  predictus  domnus  Petrus  abbas  in  monasterium 
Sancti  Yppoìiti  Sanctique  lohannis  quod  dicitur  in  Silva  cum 
fratribus  secum  de  Sabinis  ductis,  aliisque  ibidem  inventis,  illic 
c^pit  habitare  lugens  ac  dolens  monasterii  sui  desolationem.  et 
cum  infra  terminos  Firmani  comitatus  Sarracenos  ad  depredandum 

jr  intrare  sentiret,  coadunatis  suis  monachis  ac  militibus,  fecit  ca- 
stellum  in  Matenano  monte,  ubi  postea  sancte  Victorie  corpus 
locatum  est,  ibique  permanserunt  usque  dum  illa  persecutio  sedata 
est.  que,  sicut  antiqua  refert  opinio,  in  Hitalia  permansit  .xl. 
et  octo  annos.       in  hac  denique  miseria  regno  constituto  Hitalico, 

20  predictus  abbas  laudabilis  vit^  terminum  consumavit  in  supradicto 
oppido,  sepultusque  est  in  eiusdem  castelli  Sancte  Marie,  quod 
ipse  construxerat,  oratorio. 

Prefati  autem  domni  Petri  in  huius  regimine  monasterii  suc- 
cessorem,  iuxta  antiquissimum  catalogum  abbatum  nominum,  ave- 

25   nerabili  patre  Thoma  domnum  lohannem  secundum  vicesimum       An.  919? 
tertium  extltisse    reperimus.        cuius    aliquam  factionem  minime 
omnino  invenimus  ^^\ 

Vicesimus  vero  quartus  deinceps  in  regimine  sancto  successit  An.  920?  930? 
huic  venerabilis  Rimo  pastor  (i\       qui  quamvis  in  canonico  esset 

50   ordine  (4)  quando  suscepit  hoc,  per  unum  tamen||  quod  supervixit       e.  146  a 
annum,  bonum  ostendit    exemplum.       acquisivit   autem   in  hoc 

(i)  Cf.  la  nota  a  p.  29   di  questo  dasi  la  nota  2  a  p.  33   di  questo  vo- 

volume,  .  lume. 

(2)  R.  F.  Ili,  44.     Vedasi  la  nota  2         (4)  Come  ho    già   detto,    mi  pare 
a  p.  32  di  questo  volume.  che  si  dovrebbe  leggere  «  non  esset»; 

(3)  Effìgie  dell'abbate  Rimone.    Ve-  cf.  la  nota  i  a  p.  33  di  questo  volume. 


302  e  HRON  ICON   F  ARFENSE. 


monasterlo  a  comite  Gottifredo  filio  losepli  civitatis  Reatine  terram 
quandam  in  territorio  Novertino  in  villa  que  vocatur  Abigianus 
quc  fuit  cLiiusdam  Baruncionis.  et  alias  res  ubi  dicitur  Capiti- 
nianus,  et  in  Paganeco,  et  in  Caniano  quc  fuerunt  Grimerii  ca- 
staidi, et  concessit  pref^ito  corniti  Gottifredo  prpdictus  abbas  5 
doninus  Rimo  in  tertiam  eius  generationem  res  iuris  huius  mo- 
nasterii,  hoc  est  turrem  cum  palatio  et  ccclesiis  omnique  illius 
edificio  suptus  muros  civitatis  Reatine  in  loco  qui  nominatur  Acu- 
pencus.  et  terram  ibidem  caput  tenentem  in  ponte  cum  via  que 
pergit  ad  flumen,  latitudinis  terre  pedum  .cxv.,  a  pede  pedum  .xl.,  io 
ab.  uno  latere  longitudo  pedum  ducentorum  .lxx.,  ab  alio  latere 
pedum  ducentorum  quinquaginta,  et  in  medio  eius  in  latitudine 
pedum  centumquinquaginta.  ad  annualiter  persolvendam  pen- 
sionem  solidorum  decem  ^^\ 

Item,  anno  quinto  domni  Berengarii  imperatoris,  seu  domni  15 
lohannis  summi  pontificis  anno  septimo,  in  mense  aprili,  indi- 
ctione  octava,  predi  ctus  domnus  abbas  Rimo  concessit  quibusdam 
viris  annos  .xxviiii.  casalem  Faganum  super  vicum  Foffianum 
territorii  Biterbensis,  ad  reddendam  pensionem  denariorum  .xxx. 
in  cella  nostra  Sancte  Marie  de  Biterbo^^^.  item,  alio  viro  con-  20 
cessit  res  huius  monasteri!  in  suprascripto  vico  Foffiano  sub  pen- 
c.  1463  sione  denariorum  .xx.  in  suprascripta  cella  nostra  reddenda.  ||  item, 
alteri  viro  Centucellensi  concessit  res  huius  monasteri!  in  gualdo 
Sancte  Marie  de  Minione  ad  pensionem  denariorum  .xviii.  in 
cella  nostra  de  Minione  (^\  25 

Eo  tempore  respexit  Deus  super  afflictionem  popuU  sui  et 
undique  Paganos  effugare  fecit.  denique  Johannes  Ravennas 
tunc  presidebat  Romane  Ecclesie,  qui,  consultu  Landulfi,  Bene- 
ventanorum  et  Capuanorum  principis  clarissimi,  legatos  direxit 
ad  imperatorem  Constantinopolim,  a  quo  acceptis  non  modicis  3^ 
copiis  simulque  accersitis  Camerinis  atque  Spoletanis  virisque  Hi- 
talicis  plurimis,  contra  Penos  satis  pugnam  preparare  studuit.  in 
quo  bello  visi  sunt  a  religiosis  fidelibus  sanctìssimi  Petrus  et  Paulus 

(i)  An.  920;  K.  F.  doc.  342.  gite   dall'abbate  Rimone    sono  regi- 

(2)  An.  920.  strale  nel  Lan^itorìo  dalla   e.   xxiii  b 

(3)  Le  concessioni  enfiteutiche  lar-      alla  e.  xxiiii  a. 


CHRONICON    FARFENSE.  3^3 

apostoli,  quorum  precibus  Christiani  victoriam  optinuerunt,  et 
Penos  viriliter  effugarunt,  ex  quibus  in  Gareliani  montis  summi- 
tatem  ascensis  nec  unus  superfuit  qui  non  aut  gladio  trucidaretur 
aut  vivus  continuo  non  caperetur  ^'\ 
j  Suscepto  autem  suprascriptus  Hugo  Hitalico  regno,  Mantuam 
perrexit,  quo  papa  Johannes  Ravennas  occurrens,  fedus  cum  eo 
percussit  ^^\  veniens  vero  pr^fatus  rex  Hugo  ad  Firmanam  mar- 
chiani, parentes  predicti  Rimonis  abbatis  eiecit  de  propria  pro- 
vincia, et  illum  cum  eis.       qui  Romam  venit,  et  completo  anno, 

IO  quidam  flebothomarius  malivolus,  veneno  imposito  flebothomo, 
•illum  interfecit  ^5). 

Vicesimus  nempe  quintus  huius  venerabilis  monasterii,  expulso  An.950?  936? 
Rimone  a  rege  Hugone,  ab  eo  ordinatus  est  abbas  Ratfredus  (4)^ 
qui  erat  nepos  eius  ^^\      qui  cepit  viriliter  agere  in  omnibus  huius 

15  monasterii  utilitatibus.  accersitis  itaque  centum  familiis  libero- 
rum  hominum  ac  servorum,  de  comitatu  Firmano  Sabinis  secum 
duxit,  cum  quibus  cepit  reedifìcare  hic  caput  huius  monasterii, 
quod,  ut  fertur,  per  .xl.  et  .viii.  annos  absque  habitatore  fuerat, 
et  in  quantum  valuit  que  prope  et  que  longe  erant  cuncta  loca 

20  hic  pertinentia  restauravit.  curtem  videlicet  que  Mons  Falconis 
dicitur  in  Firmano  comitatu  positam,  in  integrum,  dato  pretio  no- 
viter  comparavit.  corpus  etiam  sancte  Victorie  de  hoc  Sabinensi 
territorio  ipse  transtulit  et  ad  illum  ubi  nunc  incolitur  locum  du- 
cens,  beneficia  ibi  plura  contulit  ^^\ 

25  Hic  denique  venerabilis  pater,  dominici  incarnationis  anno 
.Dccccxxx.,  et  regni  Hugonis  quinto,  indictione  .111.,  acquisivit 
in  hoc  monasterio  per  commutationem  terr^  petiam  unam  in  Ami- 
terno  ubi  dicitur  Erinianus  modiorum  .vi.  (?).  et  in  castaldatu 
Reatino  ubi  dicitur  Pezanus  modiorum  duorum  ^^\      et  in  territo- 

(i)    An.   916.     LiUDPRANDi   Anta-     rentela  tra   l'abbate  Ratfredo  e  il  re 
podosis,  II,  52,  53,  54.  Ugo  vedasi  la  nota  i  a  p.  34  di  que- 

(2)  An.    926.     LiUDPRANDi    Anta-     sto  volume. 

podosiSy  III,  17.  (6)  Intorno    a    Montefalcone    e    a 

(3)  An.  circa  930?     Cf.  la  nota  2  a  S.    Vittoria   vedansi  le  note   i  e  2  a 
p.  33  di  questo  volume.  p.   36  di  questo  volume. 

(4)  Effigie  dell'abbate  Ratfredo.  (7)  An.  930;  R.  F.  doc.  344. 

(5)  Intorno  a    questa  supposta  pa-  (8)  An.  932;  R.  F.  doc.  345. 


304  CHRONICONFARFENSE. 

rio  Furconino  ubi  dicitur  Perella  modiorum  quadraginta  ('\  et  in 
fundo  Apriano  modiorum  .vini.  ^^\  et  dato  prctio  solidorum  .e. 
emit  in  pago  Amiternino  Montem  Aureum,  ubi  ipsum  castellum 
est  cdificntum,  modiorum  .xii.  (3). 

Item,  predicti  Hugonis  anno  decimo,   et  Hlotharii  fìlii   eius   5 

e.  147 13       quinto,  Il  et  Thedaldi  ducis  .vii.,  acquisivit  in  hoc  monasterio  in 
territorio  Pinnensi  in  casale  Pesiano  modiorum  .x.^^). 

Et  concessit  quasdam  res  iuris  huius  monasterii  in  territorio 
Reatino.  idest  clausuram  vinee  in  Cimbriano.  et  terram  de 
curte  Sancti  Angeli,  idest  vallem  ad  Sanctum  loliannem  in  Ta-  io 
zano.  et  substantiam  unam  in  Clivo.  ad  censum  denario- 
rum  .XII.  in  ecclesia  Sancti  Georgii.  item,  in  pretio  argenti  li- 
brarum  quinque  concessit  in  territorio  Balbensi  medietatem  celle 
nostre  in  Sartiano,  et  in  cella  *  «,  et  in  Sinano,  et  in  campo  de 
Peltino.  et  medietatem  ^cclesip  Domni  Salvatoris  in  villa  Asi-  1 5 
niano  ad  pensionem  denariorum  .xii.  in  cella  nostra  de  Lauriano. 
item  in  fundo  Blatenano  modiorum  .cccLXVi.,  et  in  fundo  Ga- 
sano modiorum  .xiii.,  ad  pretium  solidorum  .CL.  et  censum  in 
castello  nostro  de  fundo  Matenano.  item,  in  Baiano,  et  ad  Pon- 
ticellum,  et  Garrari,  et  in  campo  Reatino,  et  in  Oliano,  de  om-  20 
nibus  medietatem,  ad  censum  denariorum  .vi.  et  operas  ,viii.,  ad 
boves  quatuor  et  ad  manus  quatuor.  item,  terram  sementari- 
ciam  modiorum  .lx.  et  curtem  cum  ecclesia  Sancti  Salvatoris, 
et  aliam  curtem  que  dicitur  Fornicata,  et  casalem  qui  dicitur  Villa 
Rustica  in  territorio  Sabinensi  iuxta  flumen  Tyberis,  et  curtem  de  25 
Tezano,  et  res  in  fundo  Quarazano  in  territorio  Collinensi.  item, 
res  secus  castellum  Tullianum.  item,  in  territorio  Reatino  prope 
ecclesiam  Sancti  Angeli  super  flumen  Mellinum,  per  longum  pe- 

c.  148  A       des  .cccxxv.,  per  latum  xvi.,  ||  ad  vineam  plantandum  et  poma  et 

usque  in  annos  .vi.  nichil  requirendum,  deinde  per  medium  mu-  3^ 
stum  et  poma  dividendum  cum  ministeriale  Sancti  Angeli.      item, 
sub  muros  civitatis  Reatine  prope  ecclesiam  Sancti  Georgii  iuxta 

14.  Lacuna  di  una  parola  nel  testo,  così  del  Chronicon  che  del  Largilorio. 

(i)  Ali.  933;  R.  F.  doc.  346.  (5)  An.  954;  R.  F.  doc.  348. 

(2)  An.  953;  R.  F.  doc.  347.  (4)  An.  936;  R.  F.  doc.  349. 


CHRONICON    FARFENSH.  305 

flumen  Mellinum  ad  vineam  plantandum,  latitudo  eius  pe- 
dum  .Lxxxviii.,  in  pede  .cl.,  in  latere  .cr..,  in  alio  latere  .cxx. 
item,  prope  ecclesiam  Sanai  Angeli  super  flumen  Mellinum,  lon- 
gitudo  eius  pedum  .cclx.,  latitudo  .xxxii.,  post  annos  .vi.  ad 
j  reddendam  frugum  medietatem.  item,  ibidem,  longitudo  pe- 
dum .cccxxv.,  latitudo  .xl.,  ad  suprascriptum  usum.  item,  alias 
res  in  Petroiulo.  item,  in  territorio  Furconino,  ubi  dicitur  Vicus, 
modiorum  .vii.  et  in  Ocre  petias  tres  :  prima  modiorum  .v., 
secunda  modiorum  .vii.,  tertia  modii  .1.       item,  in  Amiterno,  in 

IO  colle  ubi  dicitur  Cantarellus,  modiorum  .11.  et  ibidem  modio- 
rum .III.  item,  in  Furcone,  in  Corvo,  cuius  fines  sunt:  Fonta- 
nella, et  furca  de  lacu  de  Ocre,  et  Cornetum,  et  ecclesia  Sancti  Chri- 
stofori,  et  pedes  de  Praccla,  et  via  que  pergit  ad  Sanctum  Eusanium 
et  ad  Sanctum  Petrum,  et  pedes  montis  Calvi,  et  sunt  modiorum  .lx., 

15  et  in  Vicu  modiorum  .vi.  item,  casalicium  in  Reate  ad  plateas 
iuxta  terram  regis.  item,  in  territorio  Asculano,  ubi  dicitur 
Isclinianus,  modiorum  .111.  item,  in  territorio  Sabinensi,  ubi  di- 
citur Casarinus  et  Sanguinanus.  item,  in  territorio  Reatino,  iuxta 
flumen  Mellinum,  suptus  muros  civitatis,  et  casalicium,  et  ad  Bal- 

20  neum  Vetus,  et  ad  ||  aream  de  Bage.       et  ubi  dicitur  Plage  eccle-       e.  148  b 
siam  Sancte  x\gathes  quepertinet  ad  cellam  Sancti  Georgii.      item, 
in  territorio  Furconino  in  Silva  Plana,  ubi  dicitur  Vallis  Pauli,  mo- 
diorum .XX.       accepit  ad  proprietatem  huius  monasterii  insuper 
argenti  libras  .x.       et  concessit  in  suprascripto  territorio  Furco- 

25  nino,  in  Acilie  et  in  campo  suptus  Acilie;  fines  eius:  via  ad  Bal- 
neum  que  pergit  a  muro  ad  viam  episcopii  Sancti  Maximi  et 
pergit  ad  Columnellas  et  ad  Monumentum,  et  via  que  pergit  a 
vado  Cilluli  et  ab  ecclesia  Sancti  Cipriani,  et  pergit  in  Rogie  et 
ad  montem  qui  vocatur  Serra.       exceptate  sunt  res  de  Opitanis 

30  que  in  hoc  monasterio  reservate  sunt.  item,  ad  pretium  solidorum 
centum  prpfatus  abbas  Ratfredus  concessit  in  territorio  Furconino, 
ubi  dicitur  ad  Insulam,  suptus  ^cclesiam  Sancte  Balbine  in  flumine, 
et  ubi  dicitur  Stuphia.  item,  in  territorio  Asculano,  ubi  dicitur 
Furianus,  et  ad  Civitellam  modiorum  .111.  terre  et  sextarios  .vini. 

jr  item,  in  territorio  Sabinensi,  ubi  dicitur  Muscini,  iuxta  rivum  Nu- 
carium,  et  alias  res  ibidem  modiorum  .xxx.       item,  in  territorio 

Chron.  Farf.  I.  20 


S06  CHRONICON    FARFENSE 


Sabinensi  casalem  Tervilianum  cimi  ipsa  rosia.  item,  in  terri- 
torio AscLilano,  in  una  petia  ubi  dicitur  ad  Subvenam,  mo- 
diorum  .xii.  in  alia  sextarios  .vui.  et  pugillos  .111.  in  alia  pu- 
gillos  .VI.  in  alia  sextarios  .vi.  et  pugillos  .vi.  omnes  insimul 
modia  .xv.,  ad  pretium  ibidem  terre  modiorum  .vi.  et  solidorum  5 
argenti  .xl,  item,  in  fundo  Resiano,  et  in  Cese,  et  in  Septem 
Tribie,  et  portionem  ecclesie  Sancti  Salvatoris,  quc  sunt  modiorum 
quinquaginta,  ad  pretium  solidorum  .e.  item,  suptus  muros  civi- 
tatis  Reatine  modia  .11.  et  sextarios  .1111.  et  pugillos  sex  ('). 
e.  149 A  Sub  huius  memorati  Riitfredi  abbatis  regimine  erant  duo  sce-   io 

lerati  in  hoc    monasterio  falsi    habitus  monachi  pessimcque   ne- 
quitie.       unus  vocabatur  Campo,  qui  ab  infiintia  nutricius  ipsius 
extitit,  et  cui  multa  bona  contulit,  quemque  medicine  studio  artis 
imbuere  fecit.       alter  vero  dicebatur  Hildeprandus,  de  alio  lon- 
ginquo  monasterio  ab  ipso  iam  dicto  abbate  susceptus,  cui  cellam    15 
quc  adhuc    Rome  videtur    huius   monasterii    concessit,    eumque 
quasi  proprium  filium  dilexit.       isti  ambo  de  eius  morte  conati 
sunt  tractare,  et   qualem   unus   alteri  post  necem    illius    de   hoc 
monasterio  sortem  tribueret  difEnire.       itaque  cum  viderent  eum 
iam  senio  deficere,  et,  ut  plurimi  asserunt,  triginta  et  octo  annos  20 
vivere  in  hoc  regimine  ^^\  ob  ambitum  honoris   mortifero  eum 
veneno  studuerunt  interimere.       qui  in  extremo  positus,  sentiens 
illos  ante  se  mortem  suam  expectare,  illieo   suspirans,  voce  qua 
poterat  allocutus  est  Camponem,  dixitque  :  «  Campigenans  Campo 
«male  quam    me    campigenasti !  »,    statimque   expiravit.       tunc   25 
perrexit  Hildeprandus  Papiam  ad  iam  dictum  regem  Hugonem, 
et  pecunia  magna    acquisivit   ad    opus   Camponis   pessimi  hanc 
abbatiam. 
An  936? -962?  Vicesimus  autem  sextus   in    huius    cenobii    regimine  prefuit 

Campo  (5)j  omnium  ipse  radix  malorum  huius  monasterii  vasta-   30 
torum,   post    Paganos.       hic    per    Marchiani,    revertenti  a   rege 
e.  149  B       Hugone,  Hildeprando  ||  occurrit,  et  adimplens  promissam  sortem, 


(i)  Le  concessioni  largite  dall' ab-  (2)  Cf.  la  nota  i  a  p.  57  di  questo 

bate  Ratfredo  si  trovano  nel  Largìtorio      volume, 
dalla  e.  xxnii  A  alla  e.  xxxn  a.  (3)  Effigie  dell'abbate  Campone. 


CHRONICON    FARFENSE.  307 

duas  ei  cellas  in  Marchia  dedit,  Sancte  Marie  iiixta  flumen  Clentis, 
et  Sancte  Marie  in  Solestano  secus  civitatem  Asculanam.  et 
in  comitati!  Reatino  alias  duas,  Sancti  Angeli  iuxta  ipsam  civi- 
tatem, et  Sancte  Marie  in  Laudano.  hoc  expleto,  reversi  sunt 
5  Sabinis,  non  ut  monachi  sed  ut  impii.  sed  ista  pax  uno  tantum 
anno  permansit  inter  eos.  tunc  data  Hildeprandus  pecunia 
Marchisianis,  totam  huius  monasterii  hereditatem  ibidem  predicto 
Canaponi  tuHt,  sibique  vendicavit.  Campo  autem  e  contra,  am- 
pliori  pecunia  his  ipsis  collata,  illuc  ivit,  et  unam  suam  sororem 

IO  marito  nomine  Transberto  dedit,  et  de  bonis  monasterii  valde 
eam  dotavit.  ipsi  vero  suo  cognato  curtem  Sancti  Marotis  con- 
cessit  per  concambium,  que  continetur  terris  modiorum  numero 
sedecim  milium.  prò  qua  curte  in  Propezano  concambium  re- 
cepii  loco    inculto.       quibus    etiam   duas    curtes    alias   adiunxit 

15  per  prestariam.  unam  autem  filiam  suam  viro  alteri  multis 
dedit  cum  donariis.  adiunctis  quoque  sibi  amicis  et  auxiliato- 
ribus  suis,  predictum  Hildeprandum  de  castello  Sancte  Victorie 
et  a  cunctis  illis  finibus  eiecit,  omniaque  loca  illa  in  suum  do- 
minium  redegit,  et  reversus  est  cum  triumpho  Sabinis.       septem 

20   filios  et  tres  fìlias  habuit,  quos  omnes  de  rebus  monasterii  ditavit. 

nani  in  Sabinis  ||  castellum  de  Bucciniano,  et  Roccam,  et  Salisia-        e.  i$oa 
num,  et  fundum  Casa  Perote  parentibus  suis  contulit,  et  in  Rea- 
tino comitatu,   et    Amiternino,  et   Furconino,    ac    Balbensi,   nec 
non  et  Marsicano  cuncta  illis  pene  distribuir.       in  hoc  malo  per- 

25  duravit  usque  ad  tempus  Romanorum  principis  Alberici.  sed 
iam  plurimas  ab  eo  commutationes  factas  de  huius  monasterii 
bonis  proferamus,  quas  non  legaliter  nec  utillime  sed  fraudulenter, 
uti  sacrilegus  adhorsus  est  perficere.  fingebat  enim  se  a  com- 
mutatoribus  aliquantulum  pretii  cum  quantalibet  terr^  possessione 

30  accipere,  et  tribuebat  de  huius  monasterii  bonis  amplissimam 
largitionem.  quod  vero  refert  in  scriptis  sive  prpstariis  pretium 
assumptum  ab  eis  in  opus  et  dispendium  utilitatis  huius  mona- 
sterii se  misisse,  per  omnia  fallitur,  quoniam  ad  suorum  magis 
parentum  augmentationem    sueque   pessime    voluptatis  expletio- 

}^  nem  pluriora  dignoscitur  expendisse.  denique  non  acquisitor 
vel  auctor  vocitandus  est  rerum  huius  monasterii,  honorum  sed 


3o8 


CHRONICON    FARFENSE. 


e.  i^ou 


e.    I  5  I  A 


potius  concambiator  et  pessimus  dispersor,  ac  iniquiis  negotiator 
vociferandus  est  omnium  eiiis  ubique  hereditatum. 

Dedit  igitur  per  commutationem  in  castaldato  Reatino,  ubi  di- 
citur  Ponticellus,  terram  modiorum  quinque  vel  plus,  et  aliam  pe- 
tiam  ibidem  cuius  quantitas  non  rcfertur.      et  recepit  in  concam-   e 
bium  in  campo  Reatino  petias  terre  duas,  modiorum  .vii.,  ||  prima 
petia  est  ad  Sanctum  Andream  ad  Stafilum,  alia  vero  sub  colle 
Remundato  a  Pauperi  (').      item,  commutavit  infra  civitatem  Rea- 
tinam  casalicium    cum   terra    iuxta  muros  eius,   et   suscepìt  ibi- 
dem alterum  casalicium  et  ad  Trivium  petiam  terre  modiorum    io 
triginta  (^).      item,  in  Tuscana,  ubi  dicitur  Ripa  Alba  seu  Montem 
et  Saxum  Vulpium,    dedit   per  commutationem.       et  recepit  in 
comitatu  Centucellensi  duos  casales,  unum  qui  dicitur  Cervianus, 
et  alium  qui  vocatur  Cannetum  Leonis,  et  portionem  casalis  qui 
nominatur    Passivi  presbyteri,    et    de  casa    Securi,  et   de    casale   ij 
Seccano  ^^\       item,  commutavit  in  territorio  Furconino,  ubi  di- 
citur Margine,  terre  modiorum  trium.       et   recepit  in  territorio 
Interocrino,  ubi  dicitur  Micilianus,  modiorum  .v.  (A      item,  dedit 
per  libellum  cuidain  Rodoaldo  vicecomiti  quandam  insulam  iuxta 
fluvium  Trontise  cum  ipsius  ecclesia  Sancte  Marie,  et  cum  ca-  20 
steHo  infra   ipsam   Aquam  Vivam,  et    ecclesiam   Sancti  Martini 
in  plano  Clentis,    ubi  dicitur   Aquatine,  et    in  Furceliano,  et  in 
Rote,  et  in  fundo  Speneto,  et  in  Cambule,  et  in  Petrorio,  et  in 
Fratello,  et  in  Esciare,  et  in  Bimbiano,  et  in  ministerio  Tevaldi,  et 
in  plebe   Sancti  Laurentii,  et    in  plebe  Sancti  Insti,  et  in  plebe  25 
Sancti  Stephani  de  Monte   Sancto,  et  terras   et  vineas  ac  silvas 
modiorum  duorum    milium,    inter  fluvium   Trontise  et  fluvium 
Clentis,  ad  pretium  auri  vel  argenti  aliorumque  mobilium  soli- 
dorum  trecentorum,  et  annualem  censum   solidorum    .v.    in  ca- 
stello   nostro    Matenano  ^^\         item,   commutavit   in    territorio   30 
Aprutiensi,  ubi  dicitur  ||  Peduganus,  ubi    est  ecclesia    Sancti  Fe- 
licis,  terre  petias  .v.  cum  ipsa  ecclesia.       et  recepit  in  territorio 


(i)  An.  936?  R.  F.  doc.  550. 

(2)  An.  938;  R.  F.  doc.  351. 

(3)  An.  939;  R.  F.  doc.  352. 


(4)  An.  943;  R.  F.  doc.  353. 

(5)  An.  947;  R.  F.  doc.  354. 


CHRONICON    FARFENSE. 


309 


Amiternino,  ubi  dicitur  Campus  Armorum,  terre  petias  .111.  et 
unam  in  territorio  Furconino  ad  Cerrìtulam  cum  ecclesia  ibidem 
Sancti  Salvatoris<^^\  item,  commutavit  in  territorio  Amiternino, 
ubi  dicitur  Vallis  Cupa.  et  recepit  in  ipso  territorio  ubi  dicitur 
5  Pretorius  (^>.  item,  commutavit  in  territorio  Furconino  ubi  di- 
citur *  peta.  et  recepit  in  territorio  Amiternino  suptus  Fistulam 
ad  Frounum,  et  in  Collectario  ^3).  item,  commutavit  in  terri- 
torio Reatino  super  ecclesia  Sancti  Heleutherii  ad  rivum.  et 
recepit  in  eodem  territorio  ubi  dicitur  Larianus,    et   Padules,  et 

IO  Lingla  (+).  item,  commutavit  in  territorio  Amiternino  in  Col- 
lectario ad  Butizanum.  et  recepit  in  eodem  territorio  ubi  di- 
citur Casalis  <^5).  item,  commutavit  cum  Sintaro  et  Gaiderisio 
et  Octeramo  germanis  fratribus  et  filiis  Liuze,  deditque  eis  in 
territorio  Reatino,  ubi  dicitur  ad  Fossam,  modiorum  .xvii.       et 

15  recepit  ab  eis  in  territorio  Sabinensi,  ubi  dicitur  ad  Frassum,  et 
ad  Caccabellos,  modiorum  .xx.  (^\  et  commutavit  in  territorio 
Asculano,  ubi  dicitur  Furianus,  et  in  Valle  Veneria,  et  in  Valle 
Sancti  Angeli,  terre  petias  .xxi.  modiorum  quinquaginta.  et 
recepit  in  ipso  territorio  ubi  dicitur  Mestrianus,  et  in  Feltriano, 

20  terre  petias  .1111.  modiorum  .lxx.  (?).  item,  commutavit  in  ter- 
ritorio Firmano,  ubi  dicitur  Fedine,  terram  modiorum  tercen- 
torum,  etin  Emmiano  modiorum  .e,  et  in  Casario  modiorum  .xxx., 
et  ibidem  alias  res  modiorum  .xii.,  et  ad  Collicellum  modio- 
rum .XXX.       et  recepit  in    ipso  territorio   Asculano,  ubi   dicitur 

25  Force,  et  Veranus,  ||  inter  terras  et  vineas  ac  silvas  modiorum 
quingentorum.  a  capite  usque  aquam  de  Furce  et  viam  pu- 
blicam,  a  pede  flumen  Asum,  de  uno  latere  rivum  Cenantem,  de 
alio  terram  Ingelrami.  insuper  quedam  mobilia  solidorum  du- 
centorum  ^^\       item,  in  eodem  territorio  Asculano  cambiavit  de 

30  dotaliciis  Sancti  Felicis  ubi  dicitur  Trebilianus  modiorum  ducen- 
torum    usque  rivum    Corvinum,  et  serram  Macenili,  et  fluvium 


e.    151 B 


6.  Lacuna  nel  testo  di  due  o  tre  lettere. 


(i)  An.  948;  R.  F.  doc.  355. 

(2)  An.  949;  R.  F.  doc.  356. 

(3)  An.  95 1  ;  2^.  F.  doc.  357. 

(4)  An.  952;  R.  F.  doc.  358. 


(5)  An.  953;  R.  F.  doc.  359. 

(6)  An.  955;  R.  F.  doc.  360. 

(7)  An.  956;  R.  F.  doc.  361. 

(8)  An.  957;  R.  F.  doc.  362. 


IO 


CHRONICON    FARFENSE. 


e.    152  A 


Castellanum,  et  ubi  dicitur  Porraria  modiorum  .lx.  usque  viam 
et  rivum  ('\  item,  cambiavit  in  territorio  Reatino  ubi  dicitur 
Nelianus.  et  recepit  in  Frundario  modiorum  trium(^).  item,  cam- 
biavit in  territorio  Reatino  ubi  dicitur  Trebule.  et  recepit  in 
castaldato  Narnatino  ubi  dicitur  Pasclum  (3).  item,  cambiavit  in  5 
Amiterno  ubi  dicitur  Pretorium  super  Cantarum.  et  recepit  in  Col- 
iectario  ubi  dicitur  Formule  (4).  item,  cambiavit  in  territorio  Ascu- 
lano  ubi  dicitur  Solestanus,  et  in  Mosica,  et  in  Establo.  et  recepit 
in  Materno  et  in  Valle  Mai  nula  terre  et  silvc  modiorum  .xxx.  (5). 
item,  cambiavit  in  territorio  Asculano  in  villa  Maina  ubi  dicitur  io 
Cornu  Bovesinum,  et  casalem  Popcoranium  ubi  ecclesie  sunt  Do- 
mini Salvatoris  et  Sancti  Silvestri.  et  recepit  in  territorio  Spole- 
tano  ubi  dicitur  Ponte  et  Vespia,  et  in  Cartinium  maiorem,  et  in 
Cortinium  minorem,  et  Popli,  et  ad  Pirum  Rotundum  cum  ecclesia 
Sancte  Cristine  ^^\  item,  cambiavit  in  Amiterno  in  campo  Ophi-  15 
niani.  et ||  recepit  in  Amiterno  et  Furcone  terre  petias  quatuor. 
prima  petia  in  Pretorio  modiorum  .vii.  alia  ibidem  modiorum  .v. 
tertia  ad  collem  Ratilianum  modiorum  duorum.  quarta  in 
Campo  Mozano  modiorum  trium  (7).  item,  cambiavit  in  civi- 
tate  Reatina  prope  portam  Interocrinam  casalicium  unum.  et  20 
recepit  in  Frundario  et  in  rivo  Mizouculi  W. 


An.  920. 


In    nomine  domini  Dei    eterni.       Berengarius   divina  favente  clementia 
L'imperatore  Be-    imperator  augustus.       cum  petitionibus  servorum  Dei  iustis  ac  rationabilibus 

rengario,  richiesto 

dai   monaci  Gio-    divini  cultus  amore  favemus  et  his  opportuna  beneficia    largimur,  premium 

vanni  e  Campone,  ,  .  •.!-->  i-  iTr  i-  •  i  n      - 

conferma  il  mona-   nobis  ?tern?  remunerationis  a  Deo  rependi  non  dimdimus.       ideo  notum  neri    25 

artutti^i  suofben^    volumus  omnibus  fidelibus  sanct?  Dei  Ecclesia,  quia  quidam  venerabiles  mo- 

e  privilegi.  nnchi  Johannes  videlicet  atque  Campo   ex   monasterio  sanct?  Dei  genitricis 

semperque  virginis  Mari?,  quod  in  Hitalia  situm  est  in  loco  qui  dicitur  Acu- 

tianus,  ad  nostrani  venientes  pr^sentiam,  ostenderunt  nobis  pr^ceptum  proavi 

nostri  Karoli  serenissimi  imperatoris,  nec  non  et  Hludovici  piissimi  augusti    30 

genitoris  illius,  et  Hlotharii  fratris  ipsius,  itemque  Hludovici  eiusdem  Karoli 

'   nepotis  et  senioris  nostri  olim  imperatorum,  in  quibus  continebatur  quomodo 

ipsi  et  antecessores  eorum,  Liutprandus  scilicet,  Ratgisius,  Haistulfus  ac  Desìde- 

rius  reges  Langobardorum,  pr^dictum  monasterium  propter  divinum  amorem 


(i)  An.  957;  R.  F.  doc.  363. 

(2)  An.  937;  R.  F.  doc.  364. 

(3)  An.  958;  R.  F.  doc.  365. 

(4)  An.  959;  R.  F.  doc.  366. 


(5)  An.  960;  R.  F.  doc.  367. 

(6)  An.  961;  R.  F.  doc.  ^68. 

(7)  An.  962;  R.  F.  doc.  369. 

(8)  An.  962;  R.  F.  doc.  370. 


CHRONICON  FARFENSE.  3^^ 


et  reverentiam  sanct?  Del  genitricis  Mari?  semper  sub  sua  tuitione  ac  defen- 
sione  tenuissent.       ob  firmitatem  tamen  ||  rei  postulaverunt  prodieri    religiosi  e.  1523 

monachi  per  Ardingi  reverendi  episcopi  ac  dilectissimi  fìdelis  nostri  humilem 
interventum  et  supplicem  petitionem,  ut  eorumdem  imperatorum  pr^cepta  nostra 
5  auctoritate  confirmaremus,  et  immunitatis  pr?ceptum  pr^scripto  monasterio 
dare  iuberemus.  quorum  petitionibus  inflexi  [ob  iam  dicti  Ardingi  venera- 
bilis  pr^sulis  suplicem  obsecrationem,  et  propter  amorem  Dei]  libenter  acquie- 
vimus,  et  sicuti  postulaverunt  in  omnibus  concedendum  [ita]  atque  confir- 
mandum  decrevimus.       [quapropter  pr?cipientes  iubemus  ut  nuUus  fidelium 

IO  nostrorum,  vel  missi  discurrentes,  aut  quilibet  ex  iudiciaria  potestate  in  ?c- 
clesias,  vel  cellulas,  aut  loca,  villas,  curtes,  vel  agros,  campos,  seu  reliquas 
possessiones  memorati  venerabilis  monasterii,  quas  olim  vel  moderno  tem- 
pore tam  in  Langobardia  quam  in  Romania,  sive  in  Tuscia,  et  in  ducatu  Spo- 
letano,  seu  in  quibuslibet  aliis  locis  possedit,  vel  nunc  in   presenti  possìdet, 

I J  vel  quas  deinceps  ex  quorumlibet  datione  fidelium  acquisierit  ac  possederli, 
ad  causas  audiendas,  vel  freda  seu  tributa  undecumque  exigenda,  aut  man- 
siones  vel  paratas  faciendas,  vel  fideiussores  tollendos,  aut  homines  eiusdem 
monasterii  tam  ingenuos  quam  servos,  libellarios,  aldiones  vel  aldianas,  seu 
clericos  vel  cartulatos  aut   ofFertos,   super  terram  ipsius   monasterii  comma- 

20  nentes,  distringendos  vel  ad  publicas  excubias  compellendos,  aut  ullas  red- 
dibitiones  aut  quaslibet  occasiones  requirendas,  nostris  vel  futuris  temporibus 
ingredi  audeat,  vel  ea  qu?  supra  memorata  sunt  penitus  facere  pr^sumat.] 
confirmamus  etiam  eidem  monasterio  omnes  res  quas  Lupo  et  lohannes 
nepos  eius,  atque  turrem,  positas  in  loco  qui  dicitur  ad  Cupencum  sub  muro 

25  civitatis  Reatina  iuxta  MelHnum  fluvium,  ad  pr?libatum  monasterium  contu- 
lerunt,  atque  res  illas  cum  curte  nuncupante  Ophida  sitas  in  comitatu  Ascu- 
lano,  quas  lohannes  clericus  Galitrud?  filius  prò  remedio  anim?  su?  pr^taxato 
monasterio  obtulit,  seu  quidquid  Geroardus  et  Deodatus  atque  Albericus 
marchio  in  idem    monasterium  aliqua  inscriptione    condonarunt  in  comitatu 

30  Firmano,  omniaque  privilegia  pontificum  simul  cum  omnibus  rebus  sibi  col- 
latis  a  diversis  hominibus,  et  commutationes,  donationes,  offersiones,  seu  et 
omnia  qu?  per  instrumenta  cartarum  ad  idem  pervenerunt  monasterium  cum 
omnibus  ad  se  pertinentibus.  [qui  vero  de  his  qu?  fieri  prohibuimus  temere 
aliquid   pr^sumpserit,   infidelitatis    noxa    eum    omni    modo   subdi   censemus. 

S^  unde  monemus  fidelitatem  vestram,  ut  cum  abbas  vel  monachi,  aut  advocatus 
eiusdem  monasterii  in  vestra  ministeria  iustitias  requirendas  venerint,  dux 
aut  Comes  qui  prò  tempore  fuerint,  in  quorum  ducatu  vel  comitatu  pr§fatum 
c?nobium  aliquid  possidere  dinoscitur,  defensores  atque  adiutores  existant  in 
omnibus,  ut  nullius  potestatis  personam  vim  aut  invasionem  aliquam  inferre 


6.  Le  parole  fra  parentesi  qxiadrate  mancano  nel  testo  del  Chronicon    e  si  suppli- 
scono togliendole  dal  Regesto.       26.  nuncupante]  Così  nel  testo. 


312  CHRONICON    FARFENSE. 

permittant  in  lils  qu?  ad  memoratam  ?cclesiam  pertincnt.       si  vero  de  qua- 
libet  causa  a  parte  ipsius  monasteriì  orta  fuerit  intentio,  tunc  per  mediocres 
personas,  vel  per  nobiliores  et  veraciores  liomines,  siculi  ad  partem  nostrani, 
rei  veritas  inquiratur.       nullamque  denique   mallaturam    ab   advocato   ipsius 
monasterii  penitus  requiratur,  ncc  etiam  bannum  nostrum  prò  qualibet  causa    J 
a  parte   memorati   monasterii  aliquo  modo  exigatur.       sed   liceat    abbatibus 
eiusdem  monasterii,  qui  prò  tempore  fucrint,  res  et  possessiones  ipsius  mo- 
nasterii sub  immunitatis  nostr?  defensione  quieto  ordine  possidere].       si  quis 
vero  ausu  temerario   contra  hanc  nostr?   auctoritatis    iussionem  venire  pr?- 
sumpserit,  et  eorum  quippiam  quf  fieri  prohibuimus    contra   pr^dictum  mo-    IO 
nasterium  facere  temptaverit,  sciat  se  secundum  constitutionem  pr^decessorum 
e.  i$5A         nostrorum  ac  nostrani  sexcentorum  solidorum|[summam  ad  partem  monasterii 
esse  multandum.       [de  familiis  eiusdem  loci  et  de  omnibus  locis  atque  rebus 
eidem  monasterio  pertinentibus  pr^cipimus  ita.       de  teloneis  vero  mercato- 
rum  et  pontum    et  deci  mas  ad    portam  monasterii  dare  iubemus,    pr?starias    ic 
quoque  et   commutationes  iniuste   factas,  volumus  irritas   esse    absque  p^na 
ligat?    solutionis.       offertos   autem  eiusdem   monasterii   nolumus   in  seculo 
vagari,  sed  ubicumque  inventi  fuerint  licentiam  habeat  abbas  qui  prò  tempore 
fuerit  aut  monachi  eos  ad    monasteria  revocare.       si  vero   opus  fuerit,  dux, 
aut   Comes    qui    prò    tempore    fuerit,    eos    ad    monasterium    reverti  faciant.    20 
quicquid    vero   de   pr^dicti    monasterii    possessione    fiscus    noster    acquirere 
potuerit,  totum    nos    prò  ?terna  remuneratione  memorato   monasterio  con- 
cedimus    ut    in    alimonia    pauperum    et    monachorum    ibidem   Deo    famu- 
lantium    nostris    futurisque    temporibus    proficiat    in     augmentis,     quatenus 
memoratos  servos   Dei  liberius   prò   nobis  et   prò    stabiiitate   iraperii  nostri    25 
Domini  clementiam    exorare  delectet.       et  cum    abbas    ex   hoc  seculo   mi- 
graverit,  eligant   inter  se  de  ipso    monasterio   quemcumque   utiliorem  inve- 
nerint].       et    ut    b?c   auctoritas    firmior   habeatur    ac    per    futura    tempora 
melius  conservetur,   manu   propria  supter  eam   firmavimus,  atque  anuli  no- 
stri impressione   assignari    iussimus.       signum    domni     Berengarii    piissimi    30 
imperatoris  (0.        Johannes     ^piscopus   et    cancellarius    ad    vicem    Ardingi 
episcopi  et   archicancellarii   recognovi.       datum  .11.  kalendas  iulii,  anno  do- 
minici incarnationis  .dccccxx.,  domni   vero  Berengarii  regni    .xxviii.,   im- 
perii autem  [sui]  .v".,  indictione  .viii.      actum  in  curte  Olonna.      [in  Christi 
nomine  feliciter,  amen]  (2).  ^^ 

Quidam  autem  Ingebaldus  ex  gente  Francorum  filius  In- 
gelberti,  et  Theodoraiida  coniux  eius  filia  Gratiani  de  urbe 
Roma    vivens    lege    salicha(5\    dederunt  et  tradiderunt    in   hoc 

(i)  Effigie   dell'imperatore   Beren-  (])  «  Constat    nos  Ingebaldum,  ex 

gario.  «gente  Francorum  filius cuiusdam  In- 

(2)  R.  F.  doc.  371.  «  gclberti,et  Theodorandam  coniugcm 


CHRONICON    FARFENSE.  3^3 


monasterio  et   domno    Camponi    abbati   castellum    Buccinianum 
cura  casale  de  Bucciniauo  et   quantum  ei  evenit  a  Leone  cubi- 
culario in  territorio  Sabinensi,  duas  partes  cum  castello  et  casa- 
libus  ('). 
5  Dum    vero  resideret    Roccio  locopositus    marchio  et  rector 

comitatus  Sabinensis,  una  cum  Ruberto,  et  Francone  viceco- 
mite,  et  Ascerisio,  et  Sergio  indice,  et  Amicone  episcopo  Fir- 
mano, et  Roccione  filio  Mennai,  et  lohanne  filio  Rodulfi  de 
Reate,    Ansefredo  et  alio  lohanne,    Bernardo,  Benedicto  et  aliis 

IO  plurimis    residentibus    in    placito    in    territorio    Sabinensi    infra 
castellum  de  Tophila  iuxta  ^cclesiam  Sancti  Laurentii  secus  ca- 
salem  Curianum,  venit  Campo  abbas  huius  monasterii  una  cum 
Rodaldo    filio  Gaidonis   de  territorio   Firmano  advocato  suo  ||  et        e.  153B 
querelatus  est  super   Leone  filio   x^ciprandi  prò  rebus  huius  mo- 

ij  nasterii  in  Tophila,  et  Curiano,  et  Meianula,  et  Criptule.  tunc 
suprascriptus  Leo  a  iudicibus  interrogatus  respondit:  «  Certe,  do- 
«  mini,  veritatem  vobis  dico,  quia  de  ipsis  duobus  casalibus,  idest 
«  Meianula  et  Criptule,  nichil  mihi  pertinet  nec  exinde  quicquam 
«  contendo  vobis.       de  Tophila  vero  et  Curiano  cum  medietate 

20  «  ipsius  casteUi  similiter  non  contendo,  quia  mihi  non  pertinent 
(c  nec  pertinere  debent,  eo  quod  legibus  istius  sancti  monasterii 
«  esse  debent  in  integrum.  excepto  solam  istam  ^cclesiam 
«  Sancti  Laurentii  unde  lohannes  presbyter  filius  meus  scriptum 
«habet».       hec  vero  audientes  suprascripti  iudices  iudicaverunt, 

25  ut,  sicut  supra  dictum  est,  prefatus  Leo  de  ipsis  rebus  requiesceret, 
et  Campo  abbas  ad  partem  huius  monasterii  in  securitatem  in 
eternum  retineret  eas  C^). 

Quidam  vero  Sintarus  filius  Liuze  dedit  et  tradidit  atque  con- 
cessit  in    hoc  monasterio   res   suas   in   territorio   Sabinensi,    ubi 

30   dicitur  Thophila,  quotquot  ei  per  cartulam  comparationis  evenit 


«  meam,  filiam  Gratiani  de  urbe  Roma,  (i)  An.  939;  R.  F.  doc,  372.     Per 

«  quae   modo   professa  est    vivere  in  un    errore    di    stampa    questo   docu- 

«  lege   salìcha..,»;   R.  F.  doc.    372.  mento  nel  Regesto  porta  la  data  del- 

Vedasi  la  nota  a  p.  65  di  questo  vo-  l'anno  920. 

lume.  (2)  An.  940;  R.  F.  doc    373. 

Chron.  Farf.  I.  20* 


314  CHRONICON    FARFENSE. 

a  Leone  et  Sabino  in  xMonticello  super  ecclesiam  Sancii  Lau- 
rentii  in  Tophila,  quo  sunt  pedis  publìci  ducentorum  quinqua- 
ginta  pedum:  a  capite  iisque  ipsum  limitem  qui  est  super 
ecclesiam  Sancti  Laurentii  contra  ipsum  castellum  pedum  centum 
per  latitudinem,  et  in  longitudinem  ab  ipsa  via  publica  contra  5 
Regianam  pedum  centum  quinquaginta  ^^\ 

Quidam  autem  Lupo  donavit  in  hoc  monasterio  et  domno 

Camponi  abbati  res   suas   in  territorio   Sabinensi  et  fundo   Cri- 

c.  154  A       ptule:||a  capite    usque  vallem   et   rigulaginem,  a  pede  Regiana, 

ab  uno  latere  rigus,  a  quarto  latere  simili  ter  rigus  currens  W.        io 

Quidam  etiam  lusarius  dedit  in  hoc  monasterio  et  domno  Cam- 
poni abbati  res  suas  in  territorio  Sabinensi  ubi  dicitur  Ciceranus: 
a  capite  usque  ripam  Sancti  Heleutherii,  a  pede  Abbatini,  a  tertio 
latere  Regiana,  a  quarto  latere  ripa  de  Curano  <^5).  et  quidam 
Petrus  optuht  in  hoc  monasterio  et  domno  Camponi  abbati  res  15 
suas  in  territorio  Sabinensi  ubi  dicitur  Salissianus*^^).  item,  Campo 
et  Gaiderisius  concesserunt  domno  Camponi  abbati  et  in  hoc  mo- 
nasterio res  suas  de  prato  iuxta  ecclesiam  Sancti  Valentini  me- 
dietatem  in  integrum  :  a  capite  usque  Silicem,  a  pede  terra  lohannis 
de  Calabria,  a  tertio  latere  terra  Demetrii  grammatici,  a  quarto  20 
latere  pratum  Altonis  (5). 

Hactenus  commutationes  plurimas  de  huius  monasteri!  rebus 
et  exiguas  acquisitiones  eiusdem  Camponis  abbatis  descripsimus; 
dehinc  vero  pluriores  monasteri!  huius  res  ab  eo  largiter  et  volu- 
ptuose  concessas  assignare  curavimus  ^^\  25 

Dènique  ad  pretium  ducentorum  soHdorum  terreque  decem 
modiorum  in  Amiterno  dedit  in  territorio  Reatino,  ubi  Basche 
dicitur,  curtem  nostram  que  vocatur  Sancti  Listini  in  integrum  : 
usque  viam  Salariam  que  venit  a  monasterio  Domini  Salvatoris 
et  pergit  ad  Romam,  de  alio  latere  via  Salaria  que  venit  a  civi-   30 


(i)  An.  956;  R.  F.  doc.  374.  (6)  Le  concessioni  elargite  dall'ab- 

(2)  An.  956?  R.  F.  doc.  375.  bate  Campone  sono  registrate  nel Zar- 

(3)  An,  941  ;  R.  F.  docc.  376  e  1229,  ^itorio  dalla   e.  xxxii  a  alla  e.  Lxn  b: 
dove  il  donatore  è  detto  «  Sintarius  ».  un'  altra  concessione  dello  stesso  ab- 

(4)  An,  943;  R.  F.  doc.  377,  bate  si  trova  dopo  quelle  dell'abbate 

(5)  An.  943  ;  R.  F.  doc.   378.  Ildebrando  alla  e.  Lxvi  a. 


CHRONICON   FARFENSE.  315 

tate  Reatina  ad  Romam,  de  alio  rivus  Arrianus,  de  alio  vero  ri- 
gus||Spatianus  et  Cella  Nova  que  pertinet  monasterio  Salvatoris  e.  154  b 
usque  roccam  losignie,  et  usque  casalem  de  Apaiano,  et  casalem 
Senaldi,  et  fossatum  cripte  Adelardi,  et  fossatum  qui  pergit  in 
5  Toranum.  item,  prò  solidis  octoginta  dedit  in  territorio  Furco- 
nino  terre  petias  .v.  :  prima  modiorum  .xxviii.,  secunda  modio- 
rum  .ini.,  tertia  modiorum  .x. ,  quarta  modiorum  .1111.,  quinta  mo- 
diorum .iiii.  item,  prò  solidis  .lx.  dedit  in  territorio  Amiternino, 
ubi  dicitur  Marruce,  terr^  et  vinee  modia  .xxii.  item,  prò  soli- 
lo dis  .x.jin  territorio  Reatino,  res  ad  quartum.  item,  prò  solidis  .x. 
dedit  casalicium  intro  civitatem  Reatinam  prope  Sanctum  Cas- 
sianum.  item,  prò  solidis  triginta  dedit  in  territorio  Reatino, 
ubi  dicitur  Furianus,  medietatem  de  ipso  prato.  item,  prò  soli- 
dis .XX.  dedit  in  territorio  Sabinensi,  ubi  dicitur  Mosinum,  res  mo- 
15  diorum  .xv.  item,  prò  argenti  unciis  .1111.  dedit  foris  portam 
Beati  Petri  Apostoli,  intra  civitatem  novam  qu^  vocatur  Leoniana, 
iuxta  muros  ipsius  :  ab  uno  latere  hortus  Sancti  Stephani  Maioris, 
ab  alio  Sanctorum  lohannis  et  Pauli,  a  tertio  latere  hortus  dia- 
conie Sanctorum  Silvestri  et  Martini,  a  quarto  murus  predicte  ci- 
20  vitatis;  et  terram  sementariciam  modii  unius  foris  muros,  in  ter- 
rione  et  intro  aquam  et  usque  in  murum  antiquum  (^\  item,  prò 
solidis  quinquaginta  dedit  Hilderico  filio  Camponis,  et  Liuze  filie 
Fulchizonis,  et  Sintaro  et  lohanni  et  Gaiderisio  et  Opteramo  ger- 
manis  et  fìliis  suprascripte  Liuze,  in  territorio  Reatino,  omnes  res 
25  pertinentes  II  ad  Sanctam  Agathen  ex  toto  Spentariano,  et  res  per-  e.  155  a 
tinentes  ad  Sanctum  Leopardum,  et  suptus  muros  civitatis  Rea- 
tine vineam  pertinentem  ad  Sanctum  Georgium,  et  foris  Pontem 
Fractum  petiam  unam,  et  unam  substantiam  in  Cliu.  item,  prò 
solidis  .X.  dedit  in  territorio  Reatino,  ubi  dicitur  Ponticellus,  clau- 

14.  Dopo  la  parola  Mosinum  è  ripetuta  nel  testo  la  parola  dedit 

(i)  Questa  concessione  nel  Largì-  «  nis  VII  »   e    il  documento   è   del- 

torio  porta  la  seguente  nota  cronolo-  l'anno  939,  ma  Gregorio  trovò  diffi- 

gica:   «  Faustinus   tabellio    subscripsi,  colta  nella  lettura  dell'originale  per- 

«  anno  .1111.    domni   Leonis  VI   pap?  che  osserva:  «  Huius  locationis  testes, 

«  mense  martìo  »;  Largit.  e.  xxxiv  a.  «  pr?   nimia  tomi  vetustate,  nequivì- 

Evidentemente  doveva  leggersi  «Leo-  «  mus  hic  scedare». 


$16  CHRONICONFARFENSE. 


siiram  lohannis  decani.  item,  prò  solidis  .ce.  dedit  in  territorio 
Furconino  res  Maioriani  in  Margine  et  in  Leoni.  item,  prò  so- 
lidis .e.  dedit  in  territorio  Amiternino  substantiam  Luponis  pre- 
sbyteri  servi  huius  monasterii  ad  rivuin  Celestini  et  in  Oppligiano 
et  in  campo  suptus  Cavallari.  item,  prò  argenti  librabus  .xii.  5 
dedit  in  territorio  Furconino  curtem  de  Ocre  in  integrum  ad  pen- 
sionem  solidorum  .v.  item,  prò  solidis  .xii.  dedit  in  territorio 
Sabinensi  ad  Curianiim  res  modiorum  .viii.  item,  prò  solidis  .xx. 
dedit  in  Paterno.  item,  prò  solidis  .xx.  dedit  in  Meiana.  item, 
prò  solidis  .XX.  dedit  ad  Sanctum  Gordiiinum  modia  .xx.  item,  io 
prò  solidis  .XX.  dedit  in  Quinza  modia  .x.  item,  prò  solidis  .xx. 
dedit  in  colle  super  Canali.  item,  prò  solidis  .xx.  dedit  in  Muscino 
iuxta  rigum  Nucarium.  item,  fundum  Muranula  in  integrum  et  in 
territorio  Firmano  ad  Montem  Falconis  prò  solidis  .lx.  item,  in 
Cartice  prò  solidis  .x.  item,  in  territorio  Asculano  ad  Solestanum  r  5 
prò  solidis  .XX.  item,  infra  comitatum  vel  territorium  Orclanum 
et  intra  ipsam  civitatem  Orde  casalinos  desertos.  item,  in  comi- 
tatù  vel  territorio  Biterbensi,  et  Polimartio,  et  Ferentensi.  item, 
155  B        in  territorio  Reatino,  ad  Pompinianum,  ubi||fuit  ecclesia  Sancti  Petri, 

et  alibi  ubi  fuit  ecclesia  Sancti  Thome  apostoli,  et  in  Carsule  ubi  20 
fuit  ecclesia  Sancti  Petri,  et  in  Quintiano,  et  de  casale  Atriano  me- 
dietatem.       hec  omnia  dedit  prò  solidis  .e.      item,  prò  solidis  .xx. 
dedit  in  territorio  Reatino,  ad  quartum,  usque  montem  Arpania- 
num,  et  fossatum  qui  pergit  ad  Porcanum,  et  viam  de  Forcano  ad  Ra- 
dicane aquam,  et  res  Camponis  et  Azonis  germani  eius,  et  usque  ad   25 
Monumentum  et  Limitem  maiorem  qui  pergit  ad  Formam.     item, 
prò  solidis  .XL.  dedit  ad  Vibianum,  prope  muros  civitatis  Reatine, 
modia  .111.,  et  medietatem  de  gualdo  seu  silva  Cerreti  Plani  qui 
dicitur  lulgianus  usque  Vallem  de  Sexto,  et  fluvium,  et  montem 
de  Aticiano,  et  silvam  Sancti  lacobi  pertinentem  ad  cellam  San-  3^ 
cti  Angeli,      item,  in  territorio  Sabinensi  ad  Sanctum  V'alentinum, 
qui  pertinet  de  Grutarii,  et  ex  ipsa  terra  de  annona  ad  quartam 
reddendum,  et  de  vinca  et  pomis  medietatem,  et  modium  unum  in 
ipso  casale  ad    casam  faciendum   et  hortum.        item,  prò  petia 
terre  modiorum  duorum  in  territorio  Asculano,  ubi  dicitur  Mo-   35 
sieum,  et  solidis  .lx.  dedit  in  Solestano  unam  substantiam  servi 


CHRONICON    FARFENSE.  3^7 

nostri,  et  in  Stablo  in  vallibus  modia  .xxv.      item,  prò  petia  terre 
modiorum  quatuor  in  Noveri  ad  Paganicum  et  solidis  .xxx,  dedit 
in  Paterno,  et  in  Subiniano,  et  duas  petias  de  prato  Gualduli,  et 
aliam  de  prato  Rosuli.      item,  in  Amiterno  prò  solidis  .LX.  dedit 
j   in  Pretorio,  ubi  dicitur  Pareti,  modia  .xxx.,  et  suptus  Sanctam  ||  lu-        e  156  a 
stam  in  campo  Ofiniani  ad  Cafagium  modia  .xvii.,  et  in  Valle 
Cupa  modia  .11.       item,   prò  solidis  .xx.   dedit  intra  civitatem 
Reatinam  casalicium  ad  Forum  et  suptus  muros  eius  petiam  terre 
et  vinee  cum  casa  et  criptas   ibi  pertinentes.        item,   prò  soli- 
lo dis  .XL.  dedit  in  Amiterno  terre  et  vinee  petias  .v.  modiorum  .xxir. 
item,  prò  solidis  .e.  dedit  in  territorio  Reatino  curtem  Sancti  la- 
cobi,  et  molinum  suptus    muros  civitatis  et  sub  portam  Intero- 
crinam  quod  pertinet  ad  Sanctum  Georgium,      item,  prò  quadam 
substantia  in  territorio  Ciculano  ad  campum  Fecedini  et  solidis  .lx. 
15   dedit  suprascriptus  Campo  abbas  in   Amiterno  Prptorium  mon- 
tem  cum  castello  tres  partes  usque  Vallem  Bonam,  et  Cornetum, 
et  cerquetum  Landonis,  et  usque  terram  episcopi  Reatini;  quar- 
tam  vero  partem   de  castello  et  de  omnibus  in  hoc  monasterio 
reservavit.      de  Monte  Aureo  similiter.      item,  prò  solidis  .xxx. 
20  dedit  in  territorio  Reatino  ubi  dicitur  Ragie,      item,  prò  solidis  .xx. 
dedit  in   Amiterno  ad  Sanctum  Xistum  in  campo.       item,    prò 
solidis  .LX.  dedit  suprascriptus  Campo  abbas  vicendam  in  Furcone, 
idest  vadum  Urse,  et  in  villa  Sancti  Xisti,  et  in  Amiterno  ad  Val- 
lem  Domnicam,  et  in  Furcone  ad  Ranute,  et  in  campo  Armonis, 
25  et  gualdum  de  Felecto  usque  cesam  de  Leoli,  et  fossam  Petri  Ro- 
seli, et  lacum  de  Calabrecto,  et  lacum  Malum,  et  usque   terram 
de  Popli  super  Arisele.        item,  prò  terre  et  vine^  petiis  tribus, 
que  sunt  modiorum  .cxxx.,  in  territorio  Sabinensi  ubi  dicitur  Ma- 
rinianus  commutatum  in  territorio  Furconino  ad  CoUem  Monaci- 
30  scum II  terre  petiam  .1.  modiorum  .cxx.       item,  prò  terre  et  vine^        e  156  b 
petiis  duabus  in  territorio  Reatino  ad  Ponticellum  insuper  et  so- 
lidis .X.  dedit  ibidem  in  Ponticello  res  huius  monasterii.     item,  prò 
petia  una  modiorum  trium   in   campo   Reatino    insuper  et  soli- 
dis triginta  dedit  res  ubi  dicitur  Planeze.      item,  prò  terr^  petia  .1. 
35   modiorum  .xxx.  in  Turano  insuper  et  solidis  octoginta  dedit  res 
ibidem  ad  Cornetum  cum  ecclesia  Sancte  Marine,  et  in  Ofigiano, 


3l8  CHRONICON    FARFENSE. 


et  Puzalia,  et  Paganeco,  et  Baccareto.  item,  prò  solidis  .xxx. 
dedit  in  Amiterno  in  Terria,  ubi  dicitur  Casa  Raimperti.  item, 
prò  terre  petia  .i.  modiorum  .mi.  in  territorio  Reatino  ubi  dicitur 
Butu  Ursuli  insuper  et  solidis  .xxx.  dedit  ibidem  et  ad  Gualdum 
Novum.  item,  prò  terre  petia  .i.  modiorum  .xii.  in  Furcone  5 
dedit  ibidem  ad  Vallem  Cupam  cum  lacu  de  Senizo  secus  ter- 
ram  Immonis,  et  Regis,  et  viam  publicam  pergentem  ad  Bari- 
sianum,  et  secus  Pacum  Lupoliscum,  et  Aquatine,  et  secus  ca- 
stellum  de  Senizo  modia  .xl.,  et  ad  Cerretum  modia  .lxxx.,  et 
in  colle  Mancionis  modia  .xl.,  et  in  colle  Vaterini  modia  .111.  io 
item,  prò  solidis  sexaginta  dedit  in  Amiterno  ad  Collectarium,  et 
in  Lavareta  ipsam  curtem  in  integrum,  et  in  casale  et  in  colle 
usque  Oblatianum,  et  Eplum,  et  usque  ecclesiam  Sancti  Baroti, 
et  Ponticellum,  et  in  Eletine,  et  servum  huius  monasterii  nomine 
Rodulfum,  et  ancillam  Lantrudam.  item,  prò  rebus  ad  Octa-  15 
vium,  et  in  colle  de  Meso  modiorum  .vi.  insuper  et  solidis  .e. 
dedit  in  territorio  Reatino  ad  Sanctum  Georgium  modia  .111.,  et  in 
e.  157  A  Banio  Veteri  II  et  ad  aream  de  Valle,  et  in  Plagie  medietatem  ec- 
clesie Sancte  Agathes  et  Sancti  Georgii,  et  casalem  Trofarelli, 
et  casalem  Domatianum.  item,  prò  solidis  .lxxx.  dedit  in  Su-  20 
mati  ad  flumen,  et  in  villa  Maina,  et  in  Flaminiano,  et  in  Mo- 
nasteriolo,  et  in  Grisiano,  et  ubi  dicitur  Sanctus  Quiricus,  et  in 
Mozano,  et  in  Campulo,  et  substantiam  quam  tenet  Sabulus  servus 
noster,  et  Giso.  item,  prò  rebus  in  Furcone  ad  Aquelentro  modio- 
rum .XX.  insuper  solidis  quatuorcentis  dedit  curtem  vel  cellam  San-  25 
cti  Benedicti  cum  cella  Domini  Salvatoris  in  territorio  Furconino, 
et  res  Grimaldi,  et  res  Scamare,  et  in  Sublongo,  et  in  Capite  de 
Aqua,  vel  in  Mecilariano,  et  ubi  dicitur  Colomente,  et  in  Ami- 
terno  in  Cornu,  et  in  Rutiliano,  et  pratum  Tubelli,  et  suptus  tur- 
rem  Izonis  modia  .xxiiii.,  ad  Petram  Latam  et  murum  in  An-  50 
gonis,  et  ad  puteum  Valentini,  et  in  Margine.  item,  prò  rebus 
in  territorio  Furconino  ubi  dicitur  Silva  Plana  et  Canili  modia  .x. 
insuper  solidis  .e.  dedit  prefatus  Campo  abbas  ibidem  suptus  Sil- 
vam  Planam.  item,  prò  rebus  in  Turano  ubi  dicitur  Paganicum 
modia  .xxx.  insuper  solidis  .lx.  dedit  in  tertiam  partem  de  curte  ;^y 
Sancti  Benedicti  in  Colomente,  exceptis  bis  servisi  filiis  Natalis 


CHRONICON    FARFENSE.  3^9 

et  filiis  Arni  cum  eorum  substantiis.  item,  prò  petia  terre  mo- 
diorum  .x.  in  territorio  Interocrino  et  solidis  x.  dedit  res  in  Oliano 
et  Baiano  territorii  Reatini,  et  in  Treia,  et  in  Petiano.  item, 
prò  rebus  in  territorio  Reatino  ad  Viscanum  modiorum  .xii.  et 
5  librabus  .xxx.  dedit  Berardo  corniti  ||filio  Mainerii  in  territorio  Rea-  e.  1573 
tino  curtem  vel  cellam  Sancti  lacobi.  item,  prò  rebus  ad  Disca- 
num  modiorum  .xx.  insuper  et  librabus  .xxx.  dedit  eidem  Berardo 
corniti  in  territorio  Reatino  curtem  Sancti  Helie  in  Beruniano  in 
integrum.        et  in  territorio  Marsicano  curtem  Sancti  Leucii  in 

IO  integrum.  item,  prò  rebus  in  territorio  Reatino  modiorum  .11. 
insuper  solidis  .xx.  dedit  ibidem  in  Forano,  et  in  campo  Reatino, 
et  in  prato  Feringiano.  item,  prò  solidis  .e.  dedit  in  territorio 
Narnatino  cum  silva  Nerina  usque  aquam  de  Cornu  et  usque 
montem  Burburi  et  silvani  Totonis.       item,  prò  solidis  .l.  dedit 

15  in  territorio  Reatino  in  Valle  Petrosa  et  Valle  Reatina  modia  .xxx. 
item,  prò  rebus  in  territorio  Reatino,  ubi  dicitur  Centum,  modio- 
rum .III.  insuper  solidis  .xx.  dedit  res  ad  quartum  usque  montem 
Arpanianum,  et  fossatum  qui  pergit  ad  Porcianum,  et  usque  rivum 
a  Porciano  ad  aquam  de    Radicarla,   et   usque  congruum  Cam- 

20  ponis,  et  Monumentum  et  Limitem  maiorem  qui  pergit  ad  For- 
mam,  item,  dedit  in  territorio  Asculano  ad  Flaccianum  et  Bre- 
lianum  modia  .xl.  item,  prò  rebus  territorii  Reatini  ad  Scadum 
insuper  solidis  .xx.  dedit  prope  Sanctum  Cassianum  casalicium 
unum  cum  casa,      item,  prò  solidis  .xx.  dedit  in  territorio  Sabi- 

25   nensi  prope  ecclesiam  Sancti  Pancratii  ipsum  casalem  in  integrum. 
item,  prò  rebus   territorii  Reatini   ubi  dicitur  Padule  insuper  so- 
lidis .Lx.  dedit  ad  Cantarum,  iuxta  molinum  laiiatecum,  terre  pe- 
tium  unum,      item,  prò  rebus  territorii  Reatini  ubi  dicitur  ||  Fron-        e  158  a 
darius  et  in  Torrente  modiorum  .vini,  insuper  librabus  .x.  dedit 

30  prefatus  Campo  abbas  medietatem  curtis  nostre  de  Lauriano. 
item,  prò  rebus  territorii  Sabinensis  ad  Frassum  et  ad  Caccabel- 
los  modiorum  .x.  insuper  solidis  .ce.  dedit  predictus  Campo  abbas 
in  territorio  Reatino  ad  Tizanum  quibusdam  viris,  idest  Sintaro, 
Gaiderisio  et  Octeramo,  filiis  Liuze,  terre  petias  .111.  ubi  est  ec- 

^^  desia  Sancti  lohannis,  et  curtem  Sanct^  Agathes,  et  ecclesiam 
Sancti  Leopardi,  et  substantiam  in   Cliu,  et  ad   Octavum  usque 


^20  CHRONICON    FARFENSE. 


in  viam  Romanam  et  ipsas  fontes  et  fossatum  pergentem  Inter 
Octavum  et  Peterolum  et  in  Vallem  Tybam  et  usque  rigulagi- 
nem  et  venit  in  viam  Romanam.  et  ubi  dicitur  Casa  Perote 
usque  fossatum  pergentem  inter  Casam  Perote  et  Caput  Pharphp, 
et  usque  fossatum  inter  Montem  Nigrum  et  Casam  Perote,  et  r 
usque  Pharpham,  et  usque  casalem  de  Peterolo.  insuper,  aquam 
de  Lacu  Maiori  cum  padulibus  et  piscariis  suptus  pratum  Feri- 
nianum  usque  Carpinetum  et  Pratum  Longum.  item,  prò  so- 
lidis  .e.  dedit  in  territorio  Sabinensi  curtem  Sancti  Severini  cum 
ipsa  ecclesia,  habentem  fines:  viam  Romanam,  montem  Petrosum,  io 
montem  Mutellam,  et  Currisem.  item,  prò  rebus  territorii  Pur- 
conini  ad  Basilicas  modiorum  .vi.  dedit  res  in  ipso  territorio  usque 
pontem  Nerini  et  flumen  et  villas  Sancti  Demetrii  usque  Cornum 
et  Cippum  Nigrum.  item,  prò  solidis  .xx.  dedit  suptus  muros 
Reatine  civitatis  ad  Undam  terram  cum  casa.  item,  prò  soli-  15 
dis  .Lx.  dedit  in  Furcone  et  Amiterno  petias  terre  .xii.  modio- 
c.  i$8  B  rum  .cxv.  ||  item,  prò  solidis  .l.  dedit  in  territorio  Sabinensi  res  in 
Ciciniano  cum  ipsa  ecclesia  Sancte  Marie,  item,  prò  terra  modio- 
rum .x.  in  territorio  Interocrino  et  solidis  .e.  dedit  prefiUus  Campo 
abbas  in  territorio  Reatino  res  lohannis  decani,  et  in  Oliano,  et  20 
Baiano,  et  casalicium  de  Cupenco,  et  pergulam  ibidem,  et  casa- 
lem  de  Tregio  in  integrum,  et  in  campo  Reatino  terre  petias  tres. 
item,  dedit  in  Amiterno  unum  servum  nomine  Lupulum  Clau- 
dum  et  alios  servos  vel  ancillas,  quotquot  habebat  hoc  monaste- 
rium  in  villa  Sancti  Xisti  cum  omnibus  substantiis,  et  medietatem  25 
de  vicenda  ad  Scopplum.  item,  prò  solidis  .e.  dedit  in  Ami- 
terno  in  campo  suptus  Pauperi  modia  quadraginta.  item,  prò 
solidis  .XL.  dedit  in  Lavareta  terre  petias  duas.  item,  prò  rebus 
modiorum  .vi.  in  territorio  Ciculano  et  solidis  .lx.  dedit  ibidem 
ad  Clivianum  omnia  nobis  pertinentia.  item,  prò  rebus  in  ter-  30 
ritorio  Interocrino  modiorum  .xx.  et  solidis  .lxxx.  dedit  in  terri- 
torio Reatino  res  in  Luniano,  et  Baiano,  et  Frundario,  et  in  Co- 
ciano  medietatem  usque  Sanctum  Clementem,  et  vallem  de 
Osciano,  et  flumen,  et  quartum  sicut  pergit  in  montem  et  usque 
Borbori  et  usque  Sanctum  Vitum.  et  in  Amiterno  ad  Sentia-  35 
num,  et  in  Margine,  et  famulos  nostros  Aldulum,  et  substantiam 


CHRONICON   FARFENSE.  321 

Godemarii  genitoris  eius,   et  lohannem  fìlium  Trosonis,  et   ubi 
dicitar  Molinus  Mizi  modiorum  .11.        item,  prò  rebus  in  Ami- 
terno  modiorum  .11.  et  solidìs  .Lxxx.  dedit  ibidem  terre  petias  .xii. 
item,  prò  rebus  in  territorio  Reatino  modiorum  .11.  et  solidis  .e. 
5   dedit  II  suptus  muros  ad  Undam  terre  et  vinee  petiam  .1.  cum  casis,        e.  159  a 
et  foris  pontem  ad  Larianum.       item,  prò  solidis  .d.  dedit  in  ter- 
ritorio Asculano,  ubi   dicitur   Furce   et  Veranum,  modia  .d.:  a 
capite  via  et  aqua  de  Furce,  a  pede  flumen  Asu,  de  uno  latere 
res  Ingelrami,  de  alio  rivus  Cenantes.       item,  prò  rebus  in  ter- 
zo ritorio  Furconino,  ubi  dicitur  Vicus,  modiorum  .vii.  et  solidis  .lx. 
dedit  ibidem  quasdam  res  antea  commutatas.       item,  prò  rebus 
in  Amiterno  modiorum  .111.  et  solidis  .lx.  dedit  ibidem  substan- 
tiam  rectam  per  Bonulum  servum  nostrum  in  Masiniano  et  terre 
petias  .v.        item,  prò  solidis  .e.  dedit  in  territorio  Reatino  in 
15   Valle  Sancti  lacobi  modia  .111.,  et  in  Pectorina  modia  .111.      et 
in  Sabinis  ^cclesiam  Sancti  Laurentii  in   Turri:   de  uno   latere 
Pharpha,  de  alio  Currise,  a  capite  via  publica  veniens  a  Pharpha 
in  Vallem  Castaniolam  et  in  Currisem,  a  pede  fossatus  inter  AH- 
nianum    et  caput  Silve  Maioris   et  exiens  de  ipso  fossato  venit 
20  per  vallem  in  Pharpham.       item,  prò  rebus  in  territorio  Reatino 
ad  Centum  et  solidis  .xx.  dedit   res    ad   quartum.        item,  prò 
solidis  .XX.  dedit   suptus  muros  Reati  ad  Undam    petiam  unam 
cum  casa.      item,  dedit  in  Amiterno  petias  .11.       item,  prò  so- 
lidis .e.  dedit  in  territorio  Reatino  suptus  ^cclesiam  Sancti  Fia- 
2^   biani  modia  .11.       et  in  Bage  medietatem  ipsius  casalis.       item, 
prò  argenti  libra  .1.  dedit  in  territorio  Aprutiensi  ubi  fuit  eccle- 
sia Sancti  Felicis.       item,  prò  rebus  in  Furcone  modiorum  .vi. 
et  solidis  .ce.  dedit  Amizoni  et  Erfaldo  germanis  filiis  Gualterii 
ibidem  usque  pontem  Nerini  et  Formam   et  usque  villam  San- 
30  cti   Demetri  II  et   Campanam  et  Cippum  Nerini.       item,  prò  so-        e.  159  b 
lidis  .XX.  dedit  in  Amiterno    suptus   ecclesiam  Sancti    Xisti  pe- 
tias .III.      item,  prò  rebus  in  Sabinis  modiorum  .vi.  in  Bucciniano 
et  solidis  .LX.  dedit  ibidem:  a  capite  via  montis  Sancti  Cosm^, 
a  pede  Limitem  et  via  antiqua  tenens  unum  caput  in  rivum  de 
^^  Volsiano  et  aliud  in  rivum  de  Pantanula,  a  tertio  latere  rigula- 
gine  pergente  a  luco  ad  rivum  de  Volsiano,  a  quarto  latere  terra 

Chron.  Farf.  l.  21 


322  CHRONICON    FARFENSE. 

Domini  Salvatoris,  et  Rattonìs,  et  Maionis,  et  Domnari,  cum  ec- 
clesia Sancti  Martini.  item,  prò  solidis  .xx.  dedit  curtem  San- 
cte  Eugenie  ad  Bubeta.  item,  dedit  in  Amiterno,  ubi  dicitur 
Casalis,  et  in  Stibiliano,  et  in  ilio  Paco,  et  in  campo  Armori  mo- 
dia  .X.  item,  prò  rebus  in  Amiterno  modiorum  .x.  et  solidis  .LX.  5 
dedit  ibidem  in  Collectario,  in  Lavareta,  ubi  iam  antea  curtis  huius 
monasterii  fuit,  et  in  casale,  et  in  colle  usque  Oblatianum,  et 
Tempia  usque  ecclesiam  Sancti  Maroti,  et  Ponticellum,  et  Mele- 
tine.  item,  dedit  curtem  nostram,  ecclesiam  Sancti  Angeli  foris 
Pontem  Fractum,  et  medietatem  de  Gualdo  Novo,  et  medietatem  io 
moliture  de  molino  lanatico.  item,  prò  rebus  in  Sabinis  in  massa 
Toccip  prope  ipsum  castellum  modiorum  .11.  insuper  solidis  .e.  de- 
dit infra  civitatem  Reatinam  ad  Sanctum  Cassianum  casalicios  .111. 
cum  casis  et  pergula,  et  ad  Basche,  et  ad  pratum  Ferinianum. 
item,  prò  rebus  territorii  Reatini  in  Amenzano  et  solidis  .lxx.  15 
dedit  in  Spenturano  et  in  Gualdo  Novo  Miccino  modiorum  .vini.  || 
e.  160  A  item,  prò  solidis  .e.  dedit  in  territorio  Reatino  medietatem  rerum 
qùe  fuerunt  lohannis  decani,  et  in  Beruniano.  item,  prò  soli- 
dis .L.  dedit  in  Casallie  modia  .CL.,  quorum  fines  sunt  rivus  de 
Pesiano,  et  rivus  Cerri,  et  Cruce,  et  Trecalio  de  casa  Ermensi.  20 
item,  prò  rebus  Reatinis  ad  Radicarla  et  locum  stallatorum*^^^  modio- 
rum .11.  et  solidis  .xxx.  dedit  ibidem  et  in  campo  de  Quarto  duas 
partes,  per  fines:  aqua  de  Radicarla,  et  flumen,  et  serra  de  Ar- 
paniano,  et  fossatus  Sancti  Valentini,  et  Monumentum,  et  terra 
montis  de  Quarania.  tertiam  vero  partem  alteri  dederat.  item,  25 
prò  solidis  .e.  dedit  casalem  de  Fonte  Puza  in  Sabinis,  cuius  fines  : 
rivus  de  Mutella,  et  a  tribus  lateribus  terra  aliorum.  et  in  ter- 
ritorio Reatino  ad  Trebule:  de  uno  latere  Pharpha,  et  rivus  de 
Bubeta  pergens  ad  Pharpham,  et  usque  serram  montis  Cerri,  et 
fossatus  de  casa  Ursi  qui  dicitur  Fleccus  sicut  mergitur  de  ipso  50 
monte.       item,  prò  uno  libro  qui  appellatur  Comèsi*),  valente 

8.  Tempia]  Nel  Largii,  e.  XLIII B  Eplum^  e  così  a  p.  ^i8,  r.  jj. 

(i)  Cf.DucANGE  alla  V.  stallati.  «  tular.   reg.  Frane.     Et    hlnc    habes, 

(2)11   Muratori    annota:    «Hoc  «  quam  caro  olimemerentur  libri  marni 

«est  Lectionarium,  quem  librum  «exarati».    Nel  manoscritto  del  C/7ro- 

«edidit  Baluzius  V.  C.  tom.  II,  Capi-  nicoii  si  legge  «Comes».     Nel  Lar- 


CHRONICON    FARFENSE 


t>^^ 


solidis  .XXX.  insuper  solidis  .xx.,  dedit  in  Gualdo  Novo  mo- 
dia  .XXX.  item,  prò  rebus  in  Casa  Perete  et  solidis  .xl.  dedit 
medietatem  unius  molini  in  Cantaro.  item,  prò  rebus  in  Saxa  ad 
Vaccaretum  modiorum  .11.  et  solidis  .xx.  dedit  ibidem  modia  .vm. 
5  vel  plus  super  vallem  Suani.  item,  dedit  in  Sabinis  ^cclesiam 
Sanctp  Marie  in  Pisile  post  montem,  et  res  prope  casalem  Cri- 
ptule,  et  in  fundo  Sancte  Instine.  item,  dedit  in  Sabinis  ca- 
salem Bitilianum  prope  Fornicatam,  et  in  Fabruciano.  ||  item,  e.  160  b 
dedit  casalem  FoUianum  cum  ecclesia  Sancti  Sabini.      item,  dedit 

IO  in  fundo  Viario  uncias  tres.  item,  prò  pr^tio  librarum  .v.  dedit 
in  territorio  Sabinensi  fundum  Salisianum  cum  ipso  castello,  et 
res  in  Cabiano,  et  fundum  Grippie  in  integrum,  et  de  castello 
Bucciniano  duas  partes,  et  de  casalibus  quos  Ingebaldus  comes 
in  hoc  monasterio  confirmavit,  et  in  Albuciano  modiorum  .v.  cum 

15  ipsis  aquimolis,  et  de  monte  Cisterne  que  nobis  pertinent.  item, 
prò  solidis  .XXX.  dedit  in  Sabinis  res  ad  Criptulas.  item,  prò 
rebus  modiorum  .viii.  dedit  in  fundo  casalis  Scintille,  item,  prò 
solidis  .XXV.  dedit  in  Sabinis  ad  Molatianum.  item,  prò  so- 
lidis .e.  dedit  castellum  Buccinianum  Ingebaldo  comiti  et  Theo- 

20  derande  eius  coniugi,  qui  illud  prò  anima  sua  in  hoc  monasterio 
per  chartas  donaverant  <^'\  item,  prò  solidis  .x.  dedit  in  fundo 
Vereto  ministerio  Trointensi  modia  .xiii.  et  in  fundo  Albetreta, 
et  in  fundo  Bibiano.  item,  prò  solidis  .e.  dedit  prpdictus  Campo 
abbas  de  curte  nostra  Moliano  terre  et  silv^  modiorum  ducentorum. 

25  Item,  relatio  brevis  de  rebus   huius  monasterii  quas  prefatus 

Campo  abbas  coniugi  sue  Liuze  et  filiis  ac  fìliabus  concessit.  in 
comitatu  Sabinensi,  castellum  de  Casa  Perote,  et  castellum  de 
Plana  cum  omnibus  pertinentiis.  in  comitatu  Reatino,  curtem 
de  Octavo,  curtem  Sancte  Agathes,   curtem  Sancti  lohannis  in 

30  Tazano.      et  aliis  parentibus  suis,  curtem  Sancti  Thom^,  curtem 

gitorio,  e.   Lix  B,   «  librum    Comitem  (i)  V,  le  note  a  pp.  65  e  312  di  que- 

K  unum  appr^tiatumsolidos. XXX.».     Il  sto  volume.    Tanto  la  donazione  d'In- 

Muratori  stampa  «  Comes  »  e  così  il  gebaldo  e  Teoderanda  al  monastero, 

DucANGE,    che     cita     anche    questo  quanto  questa  concessione  fatta  a  loro 

passo,  tra  altri,  nel  Glossario^  e  dà  di  dall'  abbate,  sono  del   settembre  939 

questo  Comes  0  Lih^r  Comitis  o  Liber  e  scritte    dallo   stesso    notaio;  R,  F. 

Comicus  indicazioni  più  complete.  doc.  371,  e  Largitorio,  e.  lxii  a. 


324  CHRONICON    FARFENSE. 

e.  161 A  de  Paterno,  curtem  de  Vallanti,  ||  curtem  Sancti  Salvatoris,  cur- 
tem  Casarici,  et  alias  terras.  in  comitatu  Amiternino  et  Furco- 
nino,  curtem  de  Saxa  cum  servis  et  ancillis,  curtem  Sancti  Be- 
nedicti  in  Silva  Plana  ubi  fuit  antiquitus  congregatio  ancillarum 
quc  opere  plumario  ornamenta  ecclesie  laborabant,  curtem  San-  5 
cti  Xisti  similiter  cum  servis  et  ancillis,  curtem  Sublongum  simi- 
liter  cum  servis  et  ancillis,  quos  etiam  vendunt  et  dant  fìliis  et 
filiabus  sicut  proprios  servos. 

Erat  tunc  autem  temporis  Albericus  Romanorum  princeps  glo- 
riosus,  qui  comperta  huius  monasterii  crudeli  distractione  quam    io 
pessimus  prenominatus  abbas  Campo   satagebat   exercere,  valde 
condoluit,  et  sicut  alia  monasteria  sub  suo  constituta  dominio  ad 
regularem  normam  quam  amiserant  in  Paganorum  divastatione 
predicta,  ita  et  hoc  cenobium  reducere  studebat.       denique  cum 
huc   monachos  regulares  mandasset,  noluit  eos  recipere  Campo    15 
maleficus  cum  suis  monachis,  sed  potius  conati  sunt  eos   noctu 
interficere  cum  cultris  in  lectis.       qua  de  causa  Romam  ad  pre- 
dictum  principem  territi  redierunt.       unde  in  iram  commotus  de 
hoc  monasterio  eiecit  illum.       qui  ad  Reatinam  fugit  civitatem, 
ibique  adiutorio   sufFultus   parentum  cepit   habitare.       fuit  enim   20 
nobihs  quidem  genere  sed  plurimarum    huius   rerum  monasterii 
distractor  et  earum  iniquus  concambiator,  paucorum  honorum  piger 
acquisitor,  multorum  quoque  consanguineis  largitor. 
^^)  ^  ^  Interea  in  huius  regimine  monasterii  apud  Marchiam  flagitiosus 

e.  161  B        et  tirannus  atque  dissipator  honorum  cenobii  huius,  alter  preerat  25 
abbas,  Hildeprandus,  aprescripto  malivolo  Campone  divisus,     qui 
in  nullo  fertur  res  huius  monasterii  augmentasse,  nec  aliquid  com- 
modi in  eo  acquisisse.       magis  autem  legitur    in  multis  quibus 


(i)  Anni  del  governo  di  Campone.  abbate   all'anno   959,   e   il   giudicato 

Segno  questi  anni,  perchè  Ildeprando  dell'  imperatore  Ottone  pubblicato  per 

può'  in  certo  modo  considerarsi  come  intero  in  nota  a  p.  46  di  questo  vo- 

accoppiatoa  Campone  nel  malgoverno  lume  e  in  gran  parte  ripetuto  più  oltre 

ch'essi  fecero  delia  badia  spartita  fra  qui  nel  Chronicoti,  ci  mostra  eh'  egli 

loro.    Ma  non  si  possono  bene  pre-  trascinava  ancora  le  sue  pretese  nel- 

cisar  date  intorno  a  Ildeprando.    Nel  1' anno  971,  quando  l'abbate  Giovanni 

catalogo  premesso  al  i^d^tiò/o,  Gregorio  era  già  da  parecchi  anni  in  possesso 

di  Catino    lo  nomina   con    titolo    di  della  badia. 


CHRONICON    FARFENSE.  325 

supervixit  annis  per  omnia  minnisse  et  a  bonis  antea  congregata 
rectoribus  bona  huius  monasterii  distraxisse.  nam  ipse  dedit 
curtem  de  Blotenano,  curtem  de  Morra,  curtem  Sancti  Angeli 
Inter  duas  Tennas,  curtem  Montis  Falconis,  monasterium  SancteMa- 
^  rip  iuxta  fluvium  Clentis,  curtem  Sancti  Martini  de  Aquatine, 
curtem  Sancti  Desiderii,  curtem  Sancte  Marie  de  Cuperseto,  curtem 
Sanct^  Marie  in  Columnelle,  curtem  Sancti  Salvatoris  in  Ophida, 
curtem  Sancti  Angeli  in  Valle  Veneria,  curtem  Sancti  Angeli  in 
Villa  Magna,  curtem  Sancti  Sigismundi,  curtem  Sancte  Marie 
IO  matris  Domini,  curtem  Sancti  Maroti,  curtem  Sancte  Marina  in 
Ortatiano,  curtem  Sancti  Salvatoris  in  Nemorie.  item,  curtem 
Sancti  Martini  dedit  Alberto  filio  suo  in  dotalicia  et  suis  nuris, 
curtem  autem  de  Mollano  et  curtem  de  Fassenaria  curtemque 
Sancti  Benedicti  dedit  fìliis  suis;  curtem  vero  Sancti  Yppoliti  et 
15   campum  Maximi  Ing^  coniugi  sue  tribuit. 

Item,  relatio  de  thesauris  huius  monasterii  quos  pr^fatus  Hil- 
deprandus  de  castello  Matenano  comitatus  Firmani  j  abstulit  et  e.  162  a 
defraudavit.  in  primis,  vestes  duas  altaris  de  auro  brusto  cum 
gemmis  :  unam  nativitatis  Domini  et  resurrectionis  atque  ascen- 
do sionis,  aliam  diei  iudicii  cum  mirabilibus  gemmis.  aliam  vestem 
albam  circumornatam  auro  brusto  et  in  medio  crucem  auri  brusti 
cum  gemmis  et  margaritis.  calicem  de  argento  maiorem,  et 
unum  deauratum  tenentem  sextarium  unum  cum  patena  sua.  ca- 
lices  minores  .xii.  cum  patenis.  coronam  de  auro  unam  et 
25  unam  de  argento  cum  dalfinis  .vni.  crucem  unam  purissimi 
auri  longam  plus  unius  brachi!  ex  utraque  parfe  circumdatam  mi- 
rabilibus gemmis.  alias  cruces  duas  de  auro  cum  ligno  Domini, 
aliam  de  argento.  libros  coopertos  argento  et  deauratos  .1111. 
capsam  de  auro  purissimo  cum  gemmis  mirabilibus  quam  Ca- 
30  rolus  rex  prò  anima  sua  dedit  in  hoc  monasterio.  alias  capsas  .11. 
de  argento.  sigilla  duo  de  auro  que  miserunt  Carolus  et  Pi- 
pinus  filius  eius  in  uno  precepto.  alia  .11.  sigilla  de  auro  que 
Guido  et  Lambertus  imperatores  miserunt  in  alio  precepto  quod 
fecerunt.  dalmaticas  .11.  optimas.  turibula  .11.  de  argento,  pa- 
35  ramentum  abbatile  unum  ad  missam  canendam.  tunicas  .111.  de 
sirico.      pluviale   unum,      super  Gè nesim  libros  .11.      Scin- 


S26  CHRONICON    FARFENSE. 

tillarem.i.  super  Lucani.  super  Johann  e  ni.  Hi- 
storiam  La  ngobardorum.  Cene  Cipri  ani  librum  .i. 
De  CivitateDei.  Histori  arum  librum  j.  Antiphona- 
riumi.     Dieta    Patrum('\ 

e.  162  D  Item,  prefluus  Hildeprandus  prò  predo  terre  et  silve  modio-   5 

rum  .XX.  in  fundo  de  vico  Sancti  Angeli  insuper  solidorum  du- 
centorum  dedit  curtem  de  fundo  Paterno  cum  ecclesia  San- 
cti Abundiì  infra  territorium  Camertulum  modiorum  milium  cum 
servis  et  ancillis  vocatis  Olderico  et  Occo  ^^\  item,  prò  so- 
lidis  .XX.  dedit  in  fundo  Moliano,  ubi  dicitur  Fossatelle,  modia  .xxii.  io 
item,  de  curte  nostra  de  Moliano  in  fundo  Montis  Agelli  modia  .vii. 
item,  prò  solidis  .lx.  de  cella  Sancti  Marci  suptus  muros  civitatis 
Spoletane  a  porta  Sancti  Petri  super  montem  Sancti  Helie  ter- 
ram  modiorum  .xl.  :  a  capite  niurus  civitatis  Spoletine,  a  pede  et 
uno  latere  terra  Sancte  Marie  episcopii  Spoletini,  ab  alio  latere  15 
Staffiles  et  terra  sanctissimi  episcopii.  et  ubi  dicitur  Aginalis 
super  Sanctum  Paulum  modia  .xv.  item,  in  fundo  Montis  Agelli 
vocabulo  Turrita  dedit  modia  .xii.  item,  in  eodem  fundo  vo- 
cabulo  Vallis  de  Saxa  modia  .xvi.  item,  in  eodem  fundo  dedit 
modia  .vini.  item,  prò  rebus  in  fundo  Collis  Saxuli  et  in  Ta-  20 
lieto  modiorum  .xl.  insuper  solidis  octingentis  dedit  in  fundo  De- 
cemiano  ecclesiam  Sancti  xMaroti  cum  tribus  modiis  terre  in  giro 
ipsius  ecclesie,  et  in  fundo  Baniolo,  et  in  Casaleto,  et  in  Ripule, 
et  in  Gattaria,  et  in  Valle,  et  in  Gasarlo,  et  in  Collicello,  et  in 
Masseniano,  et  in  Caselle,  et  in  plano  de  Ilice,  et  in  Petroliano,  25 
et  in  Casa  Sorabaria,  et  in  Morretiano,  et  in  Valle  Scrira,  et  in 

e.  163  A  Corneciano,  et  in  Fratio,  et  in  Valle  ||  Veneria,  et  in  Circeniano, 
et  in  Pretitulo,  et  in  Papaniano,  et  in  Mantua,  et  in  Marciano, 
et  ad  Sanctum  Proculum,  et  in  Ponticello,  modia  duomilia  exu  • 
nata.  item,  dedit  per  concambium  in  fundo  Tuliano  vocabulo  30 
Collina  modia  .xvi.  et  recepit  in  fundo  Virgiliano  modia  .xx. 
adunata.  item,  dedit  de  curte  Moliano  modia  .xv.  et  sextaria  .vi., 
et  in  ipso  casale  modia  .1111.  et  sextaria  .vi.  adunata,  prò   pretio 

(i)  An.   936-962.     Vedasi  la  nota      «  Paterno  cum  ecclesia  Sancti  Abun- 
a  p.  324.    i^.  F.  doc.  379.  «  dii  destructa  a  gente  pagana  »  ;  Lur- 

(2)  An.  955:  «  Curtem    de  fundo      ^^itorio,  e.  lxiii  a. 


CHRONICON    FARFENSE.  327 

— — — — — — — ■ -fc ■ 

solidorum  .xl.  item,  in  fundo  Mollano  vocabulo  Lappiano  dedit 
modiorum  ducentorum  terras  et  silvas  prò  predo  in  fundo  Falti 
modiorum  .l.  insuper  solidis  .e.  item,  in  fundo  Tariano  ad  Col- 
licellos  terrp  et  spissie  modia  .xx.  adunata  prò  pretio  solidorum  .lx. 
5  item,  in  fundo  Vallis  de  Saxa  et  Monte  Agelli  modia  .viii.  prò 
solidis  .XX.  item,  in  territorio  Sabinensi  ad  Bambanum  cellam 
vel  curtem  Sancte  Helene,  et  alias  res  ubi  est  ecclesia  Sancti  An- 
geli in  casale  Muricentum,  et  alias  res  in  Orclanio  cum  servis  et 
ancilHs  et  omnibus  pertinentiis  prò  centum  solidis  tribuit  ^^\ 

IO         Vicesimus  quoque  septimus  a  venerabili  patre  Thoma  preter  An.  947?  953? 
Hildeprandum  tyrannum  extitit  in  hoc  monasterio  pastor  Dagi-  (^) 

pertus  ^^\  qui,  expulso  malivolo  Campone,  ab  Alberico  Romanorum 
principe  est  constitutus.  quo  comperto  Hildeprandus  in  Mar- 
chia positus,  iterum  invasit  castellum  Sanctp  Victorie,  fidentiusque 

15   cuncta  illic  cepit  distrahere  et  fìliis  ac  filiabus  suis  tribuere. 

Domno  autem  Dagiberto  predicto  venerabili  abbati  Albericus        e.  163  b 
princeps  cunctas  restituit  curtes  huius  monasterii  perditas  in  Sa- 
binis,  diligebatque  eum  et  honorabat  satis.       ipse  vero  in  ceteris 
irreprehensibilem  se  ostendebat,  circa  fratres  quoque  et  cunctos 

20  ita  benivolum  se  prebebat  ut  ab  omnibus  incredibili  diligeretur 
affectu.  sed  completo  quinquennio,  pessimi  monachi  veneno 
eum  occiderunt.  is  autem  qui  manibus  ei  suis  venenum  dedit, 
canonicus  clericus  et  servitor  illius  fuit,  qui  ductus  penitentia  ad 
montem  Garganum  abiit  et  per  unum  annum  in  pede  illius  con- 

25  sistens,  ad  oratorium  beati  Michahelis  nulla  ratione  ascendere  po- 
tuit;  postea  vero  nusquam  comparuit. 

Hic  autem  almificus  abbas  domnus  Dagibertus  acquisivit  in 
hoc  monasterio  quasdam  res  in  fundo  Quinza  ^"^^  et  locum  ubi 
dicitur  Cisternula  (^\  et   in    fundo  Criptule  ^^\       et  commutavit 

30  casalem  Malianum  prò  quo  recepit  in  fundo  Angano  et  in  fundo 
Silice  terras  et  vineas  <^7).       et  acquisivit  in  territorio  Sabinensi 

(i)  Le  concessioni  enfìteutiche  lar-  la  nota  2  a  p.  40  di  questo  volume. 
gite  dall'  abbate  Ildeprando  si  trovano         (3)  Effigie  dell'  abbate  Dagiberto. 
nel    Largitorio    dalla    e.  lxiiia    alla         (4)  An.  947;  R.  F.  doc.  381. 
e.  Lxvi  A.  (5)  An.  947;  R.  F.  doc.  382. 

(2)   Intorno   all'accessione  di  Da-         (6)  An.  948;  R.  F.  doc.  383. 
giberto  al   governo  di  Farfa,   vedasi  (7)  An.  952;  7^.  F.  doc.  384. 


328  CHRONICON    FARFENSE. 


portionem  de  ecclesia  Sancii  Adriani  in  casale Tribulicip(').  item, 
commutavit  in  casale  CLirano  et  accepit  in  fundo  Rescaniano  ^^\ 
item,  acquisivit  in  fundo  Verruculc  iincias  quatuor.  in  fundo 
Penti  uncias  quatuor.  in  fundo  Cava  Alta  uncias  quatuor.  in 
fundo  Castellione  uncias  quatuor.  in  fundo  Cutri  uncias  qua-  5 
tuor.  in  fundo  Pontiano  uncias  quatuor.  in  fundo  Serrano 
uncias  quatuor  ^^\  et  revicit  in  placito  casalem  Bassianum  in 
integrum  in  territorio  Sabinensi  ^^\ 
e.  164 A  Predictus  quoque  domnus  Dagibertus  abbas  ad  prctlum  soli- 

dorum  .XXX.  concessit  res  huius  monasterii  quibusdam  viris  Gai-  io 
poni,  Sintoni,  lohanni,  Ramponi,  atque  Genzoni  in  territorio  Sabi- 
nensi ubi  dicitur  in  fundo  Tancie:  a  capite  serra  Petrosa  veniente 
in  Vallem  Geminam,  a  pede  ripe  de  Merangone,  ab  uno  latere 
Caneria,  ab  alio  rigus  qui  descendit  de  monte  Maialino  et  venit 
in  rigum  Calentinum,  et  ad  censum  denariorum  .xxiiii.  item,  15 
prò  solidis  .XX.  concessit  tertiam  partem  casalis  Nazani.  item, 
prò  solidis  .L.  concessit  in  Albuciano  res  cum  aquimolis  tribus. 
item,  prò  solidis  .lx.  concessit  casalem  Terbilianum  cum  eius  rosia, 
et  terram  ad  rivum  Calentinum.  et  tertiam  partem  casalis  Ca- 
stellionis.  et  tertiam  partem  ecclesie  Sancti  Laurentii.  et  ter-  20 
tiam  partem  molini  sive  aquimoli  molentis  ibidem.  et  unum 
aquimolum  ad  Montanianum  in  fluvio  Pharpha.  et  terram  et 
vineam  in  fundo  Quarazano.  item,  prò  solidis  .xii.  concessit  in 
Bassiano  uncias  .x.  ad  censum  grani  modia  duo,  musti  decimatas  .v. 
item,  prò  solidis  .xx.  concessit  ecclesiam  Sancte  Marie  in  fundo  2^ 
Turano,  et  terram  ad  domum  edifìcandam  pedum  .xx.,  ad  pensio- 
nem  denariorum  .xxx.  item,  prò  solidis  .l.  concessit  in  fundo 
Gabiniano  ad  Capitinianum  et  Scintillam,  ad  censum  grani  modia 
quatuor,  ordei  modia  quatuor.  item,  prò  solidis  .xx.  concessit 
in  Sorbiliano  modia  .vili,  ad  censum  grani  modia. 11.  ordeique  duo.   3^ 

(1)  An.  951  ;  R.  F.  docc.  385,  1230.      al  941,  quando  Dagiberto  non  era  ab- 

(2)  An.  952;  R.  F.  doc.  386.  bate.     Infatti  il  documento  non  men- 
(3)An.  941;  i^,  F.  doc.  387.     Q_ue-      ziona   né    Dagiberto   né    alcun    altro 

sto  acquisto  è  attribuito  erroneamente  abbate,  e  la  donazione  è  fatta  al  mo- 

ai  tempi  di  Dagiberto.     Le  note  ero-  nastero   e  «  vobis  monachis  aut  sue- 

nologiche  da  cui  Gregorio  di  Catino  «  cessoribus  vestris  ». 

desunse  questa  notizia  corrispondono  (4)  An.  948  ;  R.  F.  doc.  389. 


CHRONICON   FARFENSE.  329 

item,  prò  solidis  .xx.  concessit  ecclesiam  Sancti  Alexandrì:  a  ca- 
pite montem,  ||a  duobus  lateribus  Forma,  ab  alio  latere  rigaginem  e.  164  b 
pergentem  ad  Petram  et  usque  in  Volubra  et  inde  in  Formam, 
ad  censum  grani  modia  duo  et  milii  duo.  item,  prò  solidis  .xx. 
5  concessit  in  fundo  Cisiniano.  item,  prò  rebus  aliquantis  in  fundo 
Aniano  concessit  casalem  et  fundum  Paternum,  qui  et  Bussianus, 
uncias  .VI.  ('). 

Vicesimus  octavus  namque   in    huius  sacri   cenobii  regimine     An.  953-963 
pr^fuit  abbas  Adam  (3).      defuncto  enim  prefato  domno  Dagiberto,  ^^^ 

IO  nec  non  et  Alberico  principe  migrato,  fìlius  eius  Johannes,  qui, 
patte  vivente,  papa  ordinatus  est,  malivolum  Camponem  cepit 
exosum  habere  sicuti  et  suus  pater;  iccirco  non  permisit  illum  ad 
hoc  regimen  redire,  sed  statim  constituit  alterum  abbatem,  quem 
prediximus,  nomine  Adam,  qui  Lucania  civitate   ortus    fuerat  <^'*\ 

15  preordinatus  vero  pauco  tempore  perstetit  in  religione,  et  non  ho- 
norum sed  mala  Camponis  et  Hildeprandi  cepit  sequi.  prò  pu- 
blico  autem  stupri  scelere,  in  quo  detentus  est  a  militibus  predicti 
pape  et  marchionis  Theobaldi,  qui  tunc  Sabinensibus  preerat, 
dedit  curtem  Sancti.  Benedicti   de  Campo,  et  Sancti  Gethulii,  et 

20   fundum  Carbonianum,  et  Privatim. 

Huius  vero  temporibus  datus  et  traditus  est  in  hoc  monasterio 
casahs  qui  dicitur  Cripte  in  integrum,  exceptis  modiis  .vi.  (^\  et 
terram  in  territorio  Sabinensi  ubi  dicitur  CampH.  et  in  fundo 
Salisano  ^^\ 

25         Commutavit  quoque  prefatus    Adam    abbas   res  in  territorio 

Biterbensi  ||  de  casale  Sunsa.       et  recepit  unam  petiam  vinee  et        e.  165  a 
tres  petias  terre  :  vineam  in  casale  Petinano  perticarum  sexaginta, 
et  terram  in  casale  Palentiana  perticarum  .clxxv.,  aliam  in  casale 
Materne  perticarum  ducentarum  octo,  quartàm  in  vico  Quinzano 

16.  sed  mala]  Cosi  nel  testOj  forse  mala  exempla 

(i)  Tutte   queste    concessioni  del-  (3)  Effigie  dell'abbate  Adamo, 

r  abbate    Dagiberto    sono    registrate  (4)  V.  le  note   3    a   p.   41    e  i    a 

nel    Largitorio     dalla  e.    lxvi  a    alla  p.  42  di  questo  volume, 

e.  LXViiiA.  (5)  An.  953;  i^.  F.  doc.  390.     Nel 

(2)  Intorno  a  questo  abbate  vedansi  Regesto  però  si  legge:  «  exceptis  mo- 
le note  I  a  p.  42  e  3  a  p.  47  di  questo  «  diis  .vii.  ». 
volume.  (6)  An.  953  ;  R.  F.  doc.  391. 

Chron.  Farf.  I.  21* 


330  CHRONICON    FARFENSE. 

perticarum  .lxv.  (').  item,  recepir  in  territorio  Camerino  in  fundo 
Pratalia,  et  in  Baneta,  et  in  monte  Fani,  et  in  Aqualine;et  omnia 
sunt  media  ducenta  .xx.  prò  qiiibus  commutavit  in  fundo  An- 
tiquo ras  modiorum  ducentorum  (^\ 

Item,  concessiones  predicti  Ade  abbatis  (3).  prò  auri  obrizi  5 
libra  .1.  concessit  casalem  qui  nominatur  Salisanus,  ubi  est  ecclesia 
Sancti  Petri  :  a  capite  limite  et  terra  Baronis,  ab  uno  latere  rigus 
de  Formello  qui  pergit  inter  Massam  et  Salisanum,  ab  alio  rigus 
de  Bacciano  qui  pergit  in  Farfam.  et  alias  res  in  Sabinis,  idest 
casalem  qui  dicitur  Floranus,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Bartholomei:  io 
a  capite  rigus  qui  pergit  inter  Floranum  et  Amenzanum,  a  pede 
summum  Collis  de  Liciniano,  ab  uno  latere  terra  Domini  Salva- 
toris  et  singulorum,  ab  alio  limite  qui  decurrit  in  viam  publicam. 
et  alibi  ubi  dicitur  Grippe.  et  ubi  dicitur  Campii,  et  in  Sali- 
sano,  item,  prò  solidis  .xx.  concessit  casalem  Scapplianum.  15 
item,  prò  solidis  .l.  casalem  Bezanum,  ubi  est  ecclesia  San- 
cti Abundii.  item,  prò  solidis  .xx.  in  fundo  Gabiniano.  item,  prò 
solidis  .vili,  in  Carboniano  ad  censum  reddendum  vini  mundi  de- 
cimatas  .v.  in  nativitate  sancte  Marrie,  item,  prò  solidis  .xx.  in 
e.  165  B  Petroriolo,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Sebastiani,  ||  tria  modia  terre  et  20 
sextarios  .villi,  item,  prò  solidis  .xx.  ubi  dicitur  Leianillus.  item, 
prò  solidis  .XL.  ubi  dicitur  Centum.  item,  prò  solidis  .L.  ca- 
sales  .IL,  idest  Terentianum  et  Vicum,  et  alium  casalem  qui  di- 
citur Collis  Frigianus.  item,  prò  solidis  .xx.  concessit  res  ubi 
dicitur  Meiana.  item,  prò  solidis  .xl.  concessit  terre  petias  .11.  25 
ad  censum  reddendum  musti  mundi  decimatas  .xii.  item,  prò 
solidis  .XX.  concessit  res  in  Mediana.  item,  prò  solidis  .xxx. 
concessit  ad  Nucellam  super  fluvio  Pharpha.  item,  prò  soli- 
dis .XL.  concessit  Postmontem  ubi  dicitur  Loritulus.  item,  prò 
solidis  .xx.  concessit  res  in  Facciano.      item,  prò  solidis  .xx.  con-  30 


(i)  An.  963  ;  R.  F.  doc.  392.  Ascoli  e  di  cui  si  è  discorso  in  questo 

(2)  An.  985;  R.  F.  doc.  393.    Quc-  volume  nelle    note   i   a    p.  42  e  3  a 

sto  cambio,  che   Gregorio  di  Catino  p.  47. 

attribuisce  qui   per   errore    a    questo  (3)    Le     concessioni      dell'  abbate 

abbate  Adamo,  deve  invece  attribuirsi  Adamo  si  trovano  nel  Largitone  dalia 

all'altro    Adamo  che    fu  vescovo    di  e.  lxviii  b  alla  e.  lxxix  a. 


CHRONICON    FARFENSE.  331 

cessit  res  in  Mutella,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Archangeli,  ad  Gre- 
gorium  diaconum  filium  luliani:  a  capite  serra  montis,  a  pede 
rigus  Mutelle,  a  tertio  latere  terra  lohannis  et  limite,  ab  alio  la- 
tere  terra  Sancti  Petri  et  limite.  item,  in  Terentiano  quasdam 
5  res  et  medietatem  ecclesie  ibidem  Sanctp  Marie.  item,  prò  so- 
lidis  .XL.  concessi:  ubi  dicitur  Capriolus,  in  quo  est  ecclesia  San- 
cti Salvatoris.  et  casalem  minorem  ville  Rustice.  item,  prò 
solidis  .XX.  concessit  iuxta  Farfam  suptus  casalem  Criptul^.  item, 
prò  solidis  .XX.  concessit  in  casale  Nazano.       item,  prò  solidis  .xx. 

IO  concessit  in  Pptroriolo.  item,  prò  solidis  .lx.  concessit  casalem 
Pantanulam,  et  Langrinianum,  et  Casarinas,  et  super  Albucia- 
num  terram  cum  aquimolis  suis,  et  montem  qui  dicitur  Onta  : 
a  capite  rigus  Scalatus  qui  pergit  Inter  rigum  Sancti  Angeli  et 
terram  quam  detinet  Gaipo  et  Sinto,  a   pede   rigagine  pergente 

15   inter  montem  de  ipso  Faldo  et  rigum  Cancelli,  ||  ab  alio  latere  via        e.  166  a 
ad  Sanctum  Angelum,  a  quarto  lacum  et  venientes  in  Maialine 
et  terra  ipsius  et  terra  quam  detinet  Campo,  et  insuper  ipsa  mo- 
lendina,  ad  pensionem  denariorum  .xx.,  de  molendinis  grani  mo- 
dia  .VI,       item,  prò  solidis  .xx.  concessit  res  in  Gonfienti,  et  ec- 

20  clesiam  Sancte  Marie,  cum  aqua  Pharphe,  et  ipsis  molendinis, 
et  terre  modia  .vi.  item,  prò  solidis  .xii.  concessit  in  casale 
Meianula.  item,  prò  solidis  .xl.  concessit  fundum  Moranula  in 
integrum  cum  aliis  vocabulis  Vulpiniano  et  Fossa  Martora,  item, 
prò  solidis  .e.  concessit  casalem  Terbilianum  cum  gualdo  suo  qui 

25  vocatur  Rosia  in  integrum.  et  alium  casale  qui  vocatur  Calen- 
dinum,  et  Marcilianum:  cuius  fines  sunt  silva  Sancti  Petri  per- 
tinens  ad  Gabinianum,  deinde  rigus  Calentinus,  a  pede  fluvius 
Tiberis,  a  quarto  latere  alius  rivus.  et  alium  locum  qui  vo- 
catur   villa    Rustica,    et    aquimolum    in  Montaniano,  et  tertiam 

30  partem  Castellionis,  et  ecclesie  Sancti  Laurentii,  et  aquimoli 
ibidem.  et  in  territorio  CoUinensi  in  fundo  Quarazano,  et  in 
Tezano.  item,  prò  solidis  .e.  concessit  casalem  Bezanum  in 
integrum:  a  capite  limite  distante  inter  Sorbilianum  et  Bezanum, 
a  pede    Pharpha,    ab    uno    latere    rigagine    veniente    a   Monte 

S^  Opero  in  Pharpham,  ab  alio  rigagine  veniente  de  Sorbiliano 
inter  Venerias  et  Bezanum  in  Pharpham  ubi  distat  gurgus  Va- 


332  CHRONICON   FARFENSE. 

lentini,  cum  castello  si  tacere  ibi  voluissent,  et  ecclesia  San- 
c-  i66  B  cti  Abundii.  Il  item,  concessit  Rome  in  regione  nona  in  Scorti- 
clari  criptam  sinino  opere  constructam,  habentem  post  se  arcus 
quatuor  cum  cubitellis  suis  (').  item,  concessit  curtem  Sancti  Be- 
nedicti  in  Currise  (*\  item,  prò  solidis  .ce.  concessit  in  fundo  5 
Paterno,  et  in  fundo  Usano.  item,  prò  solidis  .xx.  concessit 
in  Paternione  ad  aquimolum  faciendum  et  terre  modia  tria  ad 
pensionem  grani  modia  .n.,  ordei  modium  .1.  item,  prò  soli- 
dis .XXX.  concessit  in  colle  de  Fuke.  item,  prò  solidis  .xl.  con- 
cessit casalem  Canalis.  item,  prò  solidis  .xxx.  concessit  res  in  io 
Turri  modiorum  .v.  ad  pensionem  denariorum  .vi.  et  vini  mundi 
medietatem,  et  quartam.  item,  prò  solidis  .xxx.  concessit  res 
in  Cassiano,  et  alias  res  iuxta  Pantanum  ad  pensionem  denario- 
rum quatuor,  et  quartam  et  medietatem  vini.  item,  prò  soli- 
dis .XXX.  concessit  res  in  Caniano.  item,  prò  solidis  .xx.  in  15 
Turiano  modiorum  .v.  item,  prò  solidis  .e.  concessit  res  in  Ali- 
niano,  et  iuxta  Currisem.  item,  prò  solidis  .LX.  concessit  res  in 
Criptule.  item,  prò  tribus  librabus  concessit  in  Aliniano,  et 
iuxta  Currisem.  item,  prò  solidis  .xii.  concessit  res  in  Coroliano. 
item,  prò  solidis  .xxx.  concessit  res  ubi  dicitur  Lacus.  item,  prò  20 
solidis  .XX.  concessit  res  in  Turiano  ad  quartam  et  vini  mundi 
medietatem.  item,  prò  solidis  .cl.  concessit  in  Aliniano  iuxta 
Currisem.  item,  prò  solidis  .xii.  concessit  res  in  Turiano. 
item,  prò  solidis  .LX.  concessit  res  ubi  dicitur  Pinianus.  item, 
prò  solidis  .e.  concessit  in  Rescaniano  modia  .l.  et  alias  res  in  25: 
Acutiano.  item,  prò  solidis  .e.  concessit  casalem  Lanianum  cum 
e.  167  A       ecclesia  Sancti  Stephani,  et  ecclesiam  ||  Sancti  Heleutherii  iuxta  ri- 

(i)  La  concessione  è  del  dicem-  «  Maccano,asecundo  laterepostipsam 
bre  958,  largita  dall'  abbate  Adamo  a  «  criptam  campus  qui  vocatur  de  Ago- 
terza  generazione  ai  coniugi  Leone  e  «  nis,  a  .111.  latere  cripta  et  domus 
Boniza.  La  scrisse  «  Stephanus  scrinia-  «  Gregorii  et  Marozae  iugalis,  a  .1111. 
K  rius  et  tabellio  urbis  Rom?  »:«...  res  «  latere  via  publica  »  ;  Lar^itorio, 
«  huius  monasterii   Rom?   in  regione  e.  Lxxiii  b. 

«  nona    in    Scortecclari,  griptam    si-  (2)  La   corte   di    S.    Benedetto   fu 

«  gnino  opere  constratam,  habentem  largita    dall'  abbate    Adamo    «  Leoni 

«  post    arcus  quatuor    cum   cubitellis  «  duci  atque  camerlingo,  seu  Cristi- 

«  suis.     a  primo  latere  gripta  de  Be-  «  dui?  iugali  »    il    20    febbraio  960; 

«  nedicto    presbitero    qui   vocatur  de  Largitorio,  e.  lxxiii  b. 


\ 


CHRONICON   FARFENSE.  333 

gum  Mutelle.  item,  prò  solidis  .xx.  concessit  in  Musileo  me- 
dia .II.  item,  prò  solidis  .lxxx.  concessit  locum  qui  nominatur 
Pompeie  ad  Gaiderisium  etOcteramum  filios  Liuze:  a  capite  Mo- 
numentum  antiquum  qui  decurrit  in  Pharpham  et  rigum  qui  de- 
5  scendit  inter  Salisanum  et  Massam,  a  pede  Pharpha  sicut  coniun- 
gitur  cum  rivo  a  Salisano,  ab  uno  latere  Pharpha,  ab  aHo  rigus 
descendens  in  Pharpham.  item,  prò  sohdis  .lx.  concessit  res  in 
Cassiano.  item,  prò  solidis  .xxx.  concessit  res  in  Asiniano.  item, 
prò    solidis  .XX.  concessit  ecclesiam    Sancti    Gordiani    cum   petia 

IO  terre  iuxta  eam.  item,  prò  solidis  .e.  concessit  res  in  Teren- 
tiano,  et  ahas  ibidem  iuxta  Currisem,  ad  pensionem  denario- 
rum  .VI.  et  quintam  de  omnibus.  item,  prò  solidis  .xx.  concessit 
res  in  Meianula.  item  prò  solidis  .xl.  concessit  res  in  Centum. 
item,  prò  solidis  .xl.  concessit  res  in  Prata.       item,  in  curte  San- 

15  cti  G  jhulii  concessit  casalem  unum  iuxta  ripas  Sacerdotis.  item, 
prò  solidis  .XL.  concessit  res  in  Loriniano.  item,  prò  solidis  .ce. 
concessit  res  in  Paterno  iuxta  terram  Sancte  Victori^. 

Per  idem  tempus  bellum  magnum  commissum  est  prò  con- 
tentione  marchie  Firmane  inter  Ascherium  et  Sarilonem.      in  qua 

20  prevalens  Sarilo  interfecit  Ascherium,  et  optinuit  Marchiam  ^^\ 
contra  quem  Hugo  rex  exarsit  magno  furore  persequens  illuni 
prò  eodem  Ascherio  germano  suo.  et  cum  esset  idem  Sarilo  in 
quodam  reclusus  Tuscano  oppidulo,  videns  se  nulla  ratione  illuni 
effugere  posse,  noctu  indutus  monachilem  vestem,  et  summo  ||  dilu-        ^'  ^^7^ 

25  culo,  ligato  in  gutture  fune,  eius  se  potestati  tradidit.  et  mo- 
tus  rex  misericordia  super  eum,  perdonavit  ei  ipsam  culpam,  ac 
preposuit  eum  supra  cuncta  monasteria  regalia  infra  fines  Tuscie 
et  Firmane  marchi^.  cui  omnes  humiliati  sunt  eorundem  mo- 
nasteriorum  abbates,  excepto  Hildeprando  invasore,     sed  prevalens 

30  Sarilo  ad  tempus,  de  prenominato  castello  Sanct^  Victoria  eiecit 
illum.  iterum  supervenit  Hildeprandus,  et  turpiter  inde  expulit 
illuni,  secunda  autem  vice  Sarilo  recuperavit  indeque  eum  eiecit; 
sed  pauco  tempore  advixit.      mortuus  est  quoque  ac  sepultus  ibi^^). 

(i)  An.  940.     Vedasi  la  nota  2    a      nota  i  a  p.   43  di    questo  volume  e 

p.  42  di  questo  volume.  il    documento    del  Largiiorìo    pubbli- 

(2)  Riguardo  a  Sarilone  vedasi  la      catenella  nota  seguente.  Liudprando 


334  CHRONICON    FARFENSE. 

An.  943?-94$?  Hic  deniquc  prcdictus  Sarilo  vigesimus  noniis  extitit  in  hu- 

ius  sacri  ccnobii  regimine.  cuins  ullam  in  iioc  monasterìo  non 
reperì  auctam  acquisitionem  prcter  hanc  quam  hic  denotavimus 
largìtionem.  nanque  prò  solidis  sex  nummorum  concessit  me- 
dietatem  Farfe  quc  vocatur  Garrula  in  villa  Rustica  ^^\  5 

e.  168  A  Per  idem  autem  tempus  lohannes  papa  prcfatus  prò  sua  ne- 

quitia  expulsus,  fugiit  ad  partes  Campanie,  ibique  in  silvis  et 
montibus  latitabat  more  bestie.  tunc  Otto  imperator  Romani 
venit.  quem  omnes  Romani,  consensu  cleri,  rogaverunt  ut  Leo- 
nem  protoscriniarium  eligeret,  papamque  constitueret  ^^\  quod  io 
et  factum  est.  qui  sedit  anno  .1.  et  mensibus  tribus.  quo  vi- 
vente, inique  consiliati  sunt  Romani  ut  sceleratum  lohannem 
reducerent  et  domnum  Leonem  abicerent.  facta  est  autem  fa- 
mes  magna  in  tota  Urbe.  exiens  vero  inde  domnus  Leo  in 
partibus  Spoletanis  ad  imperatorem  venit.  qui  statim  militibus  15 
armatis,  coatra  Romanos  maximas  insidias  paravit.  Romanorum 
autem  nuntii  ad  eum  in  Reatina  civitate  venerunt,  mortemque 
lohannis  intimantes,  Benedictum  ei  diaconum  petierunt,  sed  mi- 
nime optinere  valuerunt.  revertentes  autem  legati,  eundem  ele- 
gerunt  Benedictum  sine  consensu  imperatoris.  unde  imperator  20 
magis  in  iram  exarsit,  et  civitatem  undique  giravit,  et  in  tantam 
penuriam  adduxit,  ut  modius  furfuris  venderetur  triginta  denariis. 

narra  diversamente  questi  fatti,  e  dice  (2)  Così  reca  il  testo,  ma  nel  Liber 
che  Sarilone  combattè  Anscario  per  Pontifìcaìis  si  legge  :  «  Tunc  omnes 
mandato  del  re  Ugo;  ^«/a/)0(io5/j,V,  5-8.  «Romani,  uno  consensu  et  una  vo- 
(i)  An.  945.  «Quidam  Domnella  «  luntate,  clerici  et  laici,  rogaverunt 
«  diacona  religiosa  Dei,  et  lohannes  «  imperatorem  ».  Tutti  i  fatti  narrati 
«  filiusBenedicti,  susceperunta  domno  in  questo  passo  sono  tolti,  con  dici- 
«  Sarilo  abbate  annis  .xxxnii  res  iuris  tura  abbreviata,  ma  spesso  con  le  stesse 
«  huius  monasteri!  in  territorio  Sabi-  parole,  dalla  Vita  di  Giovanni  XII; 
«  nensi,  medietatem  Pharph?  qu?  vo-  Liber  Poniìfìcalis,  ediz.  Duchesne,  II, 
«  catur  Garrula,  in  loco  ubi  dicitur  246.  E  cf,  anche  Liudprandi  Histo- 
«  villa  Rustica,  pr^tio  solidos  .VI.,  pen-  ria  Ottonis,  capp.  8-21;  Mon.  Gemi. 
«  sione  denarios  .vi.,  pena  solidos  .XX.  hist.  Script.  III,  342;  Bhnedictus  S.  An- 
«  fArdemannusnotariusscripsi,  mense  dreae,  ibid.  p.  718;  Contini.  Regi- 
«  martio,  indictione  .111.,  temporibus  nonis,  ibid.  I,  625.  Sulle  fonti  far- 
ce Marini  iunioris  pap?,  anno  .111.  fensl  delle  vite  pontifìcie  cf.  I.  Giorgi, 
«  f  Domnella  diacona.  -{-lohannes  ro-  Appunti  su  alcuni  manoscritti  del  a  Li- 
(V  gator.  f  Andreas,  f  Petrus,  f  Arnal-  ber  Pontifìcaìis»  in  Archivio  della  R.  So- 
«  dus  testes  »  ;  Lrtr^//or/o,  e.  Lxxviiii  a.  cietà  romana  di  storia  patria,  XX,  248. 


CHRONICON    FARFENSE.  335 

coangustati  vero  Romani  innocentem  Benedictum  imperatori  tra- 
diderunt,  et  domnum  Leonem  papam  coacti  receperunt,  spon- 
dentes  ei  et  domno  imperatori  super  corpus  beati  apostoli  Petri. 
dimisìt  autem  eis  quanta  et  qualia  mala  perpessus  est  ab  illis. 
5  Tricesimus  autem  buie  congregationi  prefuit  abbas  lohannes  ^n.  966-997 
tertius  ^^\  hic  acquisivit  preceptum  imperiale  a  domno  Ottone 
imperatore  de  omnium  huius  monasterii  bonorum  optima  libertate. 

In  nomine  sanct?  et  individua  Trìnìtatìs.      Otto  superna  miserante  eie-        An.  967. 
mentia  imperator  augustus.       si   loca   divino  cultui^mancipata  studiose  no-   tone"i?onferm?ii 
IO    stra  auctoritate  confirmamus,  id  nobis  ad  presentis  vite  spatium  et  ad  eterne    monastero  nel  pos- 

'■     '  *      '^  ^  ^     sesso  dei  suoi  beni 

glorie  bravium  sustentamen  esse  minime  diffidimus.      proinde  omnium  fide-    ^  dei  suoi  privile- 

.  g'C3)- 

lium   sanct?  Dei  Ecclesia    nostrorumque    pr^sentium    scilicet    et    futurorum 

noverit   sollertia,    qualiter   lohannes    venerabilis  abbas  monasterii  sanct§  et 

intact?  semperque  virginis  Mari?  in  territorio  Sabinensi  siti,  in  loco  qui  di- 

15  citur  Acutianus,  una  cum  religiosorum  monachorum  collegio,  nostram  adiit 
celsitudinem,  obnixe  deprecans,  ut  prò  Dei  amore  nostrique  statu  imperii 
nostra  imperiali  auctoritate  eidem  monasterio  per  hoc  nostrum  preceptum 
dignaremur  confirmare  pr^cepta  a  pr^decessorum  nostrorum  regum  et  impe- 
ratorum  constituta.       nos   autem   eum  cum    monachis  suis    iuste    petentem 

20  cernentes,  sub  nostri  mundiburdii  tuitione  recepimus,  et  nostrum  illi  impe- 
riale preceptum  fieri  iussimus,  per  quod  universas  monasterii  sui  res  mobiles 
et  immobiles,  tam  qu?  per  nostram  nostrorumque  pr^decessorum  liberalita- 
tem,  quamque  et  per  aliorum  quorumlibet  fidelium  Christi  magnificentiam  ||  col-  e.  169  a 

lat?  et  acquisii?  sunt,  tam  etiam    qu?  per  pr^cepta  regum  Langobardorum, 

25  Liutprandi  scilicet,  Ratgisi,  Haistulfi  ac  Desideri],  seu  et  imperatorum  Fran- 
corum,  Caroli  videlicet,  Hludovici  et  Hlotharii,  nec  non  et  alterius  Hludo- 
vici  atque  Caroli,  etiam  et  Berengarii,  sive  et  per  privilegia  pontificum, 
Adriani  certe  et  Stephani  atque  Paschalis  constituta  sunt,  seu  etiam  confir- 
mata, propter    divinum  amorem    et  reverenliam  sanct?  Dei  genitricis  Mari? 

30  perpetuo  corroboramus.  qu?  omnia  nominatim  ac  singillatim  decreto  inse- 
rendo sancimus  atque  confirmamus,  propter  futuras  pravorum  hominum 
infestationes  atque  inquietudines.  idest  fundum  Acutianum,  ubi  idem  vene- 
rabile monasterium  constructum  est,  cum  finibus  et  appendiciis  suis  in  inte- 
grum.      fundum  Calistrianum,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Laurentii.      fundum 

3^  Pompeianum.  fundum  Pinianum.  fundum  Cervinariam.  fundum  Aria- 
num,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Paterniani.      fundum  Artrianum.      fundum 

20.  et  nostrum]  Nel  Regesto  nostrumque 

(i)  Vedasi  la  nota  a  p.  45  di  questo         (2)  Effigie  dell'abbate  Giovanni  III. 
volume.  (3)  R-  F.  doc.  404. 


S3^  CHRONICON    FARFENSE. 

Ordeolum.  fundum  Mutell?,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Angeli.  undum 
Uibanam,  qui  et  vicus  Sagi  vocatur,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Viti,  cum 
pratis,  silvis  et  aquimolis  vel  omnibus  ad  eum  in  integrum  pertinentibus. 
ex  fundo  Adriano,  uncias  tres,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Valentini.  fundum 
Medianam.  fundum  Casalamantis.  ex  fundo  Arcuniano  unciam  unam,  5 
ex  fundo  Aterniano  uncias  sex.      ex  fundo  Silvaniano  uncias  sex.       ex  fundo 

C.169B  Antiano  uncias  novem,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Felicis.  fundum  ||  Agellum, 
fundum  Cicilianum,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Donati,  fundum  Patrinionem. 
fundum  Gignianum.  ex  fundo  Scandivano  uncias  quatuor.  fundum  Cri- 
ptulas.  fundum  Marcellianellum  prò  unciis  quatuor.  fundum  Apicianum,  IO 
qui  et  Longitia,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Gordiani.  fundum  Scaplianum. 
fundum  Testam.  fundum  Paternum.  fundum  Paternionem.  fundum  Cen- 
tum.  fundum  AHnianum.  fundum  Terris,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Lau- 
rentii.  ex  fundo  Pendigiano  uncias  duas.  fundum  C?sarianum.  fun- 
dum Pulgìanum.  fundum  Ventilianum.  fundum  Fornicatam  cum  traiecto  i  j 
suo  seu  gualdum  in  integrum,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Gethulii  et  Sancti  Be- 
nedicti,  cum  omnibus  eis  generaliter  in  integrum  pertinentibus.  fundum 
Germanicianum  in  integrum,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Petri.  fundum  Musileum. 
fundum  Cassianum.  ex  fundo  Staberiano  uncias  sex.  fundum  Casulam. 
fundum  Lacanianum.  fundum  Medianam.  fundum  Marcilianum.  fundum  20 
Monacianum.  fundum  Fisianum,  fundum  Canianum.  fundum  Lari- 
nianum.  fundum  Balburianum.  ex  fundo  Classiceli?  uncias  tres,  ubi  est 
ecclesia  Sancti  Petri.  ex  .fundo  Fuliniano  uncias  sex.  ex  fundo  Rigiano 
uncias  sex.  ex  fundo  Pontianello  uncias  sex.  fundum  Perticatul?.  ex 
fundo  Aurificis  uncias  sex.  fundum  Pacilianum.  ex  fundo  Cassiano  un-  25 
cias  sex,  in  quo  est  ecclesia  Sanct?  lusl?.  fundum  Mallianum,  in  quo  est 
ecclesia  Sanct?  Eugeni?.  ex  fundo  Figniano  uncias  sex.  ex  fundo  Cister- 
nul?  uncias  octo.       ex  fundo  Occiano  uncias  septem  et   semis.       ex  fundo 

e.  170  A  Arunciano  uncias  sex.  ||       fundum  Olivulam.       fundum    Pontianellum.       ex 

fundo  Bussuli  uncias  novem  et  scripulos  tres.  item  exinde  unciam  unam.  jo 
ex  fundo  Macerul?  uncias  sex.  ex  fundo  Rofìano  uncias  tres,  in  quo  est 
ecclesia  Sancti  Stephani.  ex  fundo  Macerul?  uncias  quatuor.  ex  fundo 
Cassiano  unciam  unam.  ex  fundo  Sepiciano  unciam  unam  et  dimidiam. 
ex  fundo  Mediana  uncias  duas.  ex  fundo  Marciani  uncias  duas  et  dimidiam, 
ubi  est  ecclesia  Sancti  Victorini.  ex  fundo  Prata  uncias  tres.  ex  fundo  jj; 
Argasiano  uncias  quatuor.  ex  fundo  Catoniano  uncias  duas,  in  quo  est 
ecclesia  Sanct?  Sabin?.  ex  fundo  Arsura  uncias  quatuor.  ex  fundo  Agel- 
lari  uncias  duas.  ex  fundo  Latiniano  uncias  duas.  ex  fundo  x\ltariolo  un- 
cias duas.  ex  fundo  Argasiano  tres  partes  de  uncia.  ex  fundo  Petiniano 
uncias   duas.      ex  fundo   Puptiano    uncias    quatuor.       ex    fundo   Domitiano    ^o 

IO.  Sci  lesto  prò  uncias         50.  exinde]  Nel  Regesto  ex  fundo  Bussuli 


CHRONICON    FARFENSE.  337 

uncias  quatuor,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Stephani.  ex  fundo  Crispiniano  iin- 
cias  tres.  ex  fundo  Cisiniano  uncias  novem,  in  quo  sunt  peciosi?  Sanct?  Ma- 
ri? et  Sancti  Silvestri.  ex  fundo  Lucaniano  unciam  unam,  in  quo  est  qc- 
clesia  Sancti  Petri.  ex  fundo  Begiano  uncias  duas.  fundum  Ortisianum. 
5  ex  fundo  Cipiriano  unciam  unam,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Calistrati.  ex  fundo 
Reggiano  unciam  unam  et  semis.  fundum  Catilianum.  fundum  Criptu- 
las,  ubi  est  ecclesia  Sancti  lohannis.  fundum  Serranum.  fundum  Pontia- 
num,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Valentini.  fundum  Verrucul?.  fundum  Mon- 
tanianum.       fundum  Bebcianum,  in  quo    est    ecclesia  Sancti   Abundii.       ex 

IO  fundo  Lamniano  uncias  sex,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Stephani.  fundum 
Turianum,  in  quo  est  ecclesia  Sanct?  Mari?,  fundum  Morianulam.  fundum 
Follianum,  in   quo  est   ecclesia  Sancti  Sabini.       ex  fundo  1|  Monumento  Cupi  c«  ^7°^ 

uncias  sex.  fundum  Terbilianum.  ex  fundo  Pr^torioli  uncias  sex.  ex 
fundo   Serviliano    uncias    sex,    ubi   est    ecclesia  Saccti  Antimi.       ex  fundo 

15  Gabiniano  uncias  sex.  ex  fundo  Labariano  uncias  quatuor,  in  quo  est  ec- 
clesia Sancti  Gethulii.  ex  fundo  Beagianelli  uncias  quatuor.  fundum  Ar- 
rianum,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Laurentii.  ex  fundo  Tulliano  uncias  sex, 
in  quo  est  ecclesia  Sancti  Valentini.  fundum  Anianum.  ex  fundo  Muc- 
ciano  uncias  tres.       fundum  Paternum,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Valentini. 

20  fundum  Casa  Victoris.  ex  fundo  Bassiano  uncias  sex,  in  quo  est  ecclesia 
Sancti  Victorini.  ex  fundo  Cassiano  uncias  sex,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Ce- 
sigli, ex  fundo  Auriclano  uncias  sex,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Petri.  ex 
fundo  Siliglani  uncias  tres,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Angeli.  ex  fundo  Gra- 
niano  unciam  unam.      fundum  Mignianum,  in  quo  est  ecclesia  Sanct?  Helen?. 

25  fundum  Mallianum,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  luvenalis.  ex  fundo  Antiano 
uncias  sex,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Petri.  ex  fundo  love  uncias  sex.  ex 
fundo  Pr^toriolo  uncias  sex,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Sebastiani,  ex  fundo 
Husiiano,  qui  et  Hilianus  [vocatur],  uncias  sex,  in  quo  est  ecclesia  Sanct?  Ana- 
tholi?.      ex  fundo  Thechinul?  uncias  sex,  ubi  est  ecclesia  Sanct?  Victori?.      ex 

3  0  fundo  Paterno  uncias  sex,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Victorini.  ex  fundo  Sal- 
liano  uncias  tres,  ubi  est  ecclesia  Sancti  Martini.  ex  fundo  Coriliano  un- 
cias tres.  fundum  Forianum,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Tholomei.  ex 
fundo  Lusiano  uncias  tres.  ex  fundo  Cullano  uncias  quatuor,  seu  et  medie- 
tatem  de  gualdo  qui  dicitur  Laurus,  et  medietatem   de  portione  Probati  ca- 

30"    staldii.  Il     ex  fundo  Paterno  unciam  unam  et  semis.     ex  fundo  Valeriano  uncias  e.  171  a 

quatuor,  in  quo  est  ecclesia  Sancti  Martini.  ex  fundo  Corviano  uncias  sex, 
in  quo  est  ecclesia  Sancti  Pancratii.  ex  fundo  Bagiano  terram  modiorum 
septem.  ex  fundo  Ophiani  unciam  unam  et  semis.  ex  fundo  Lucigiano  un- 
ciam unam  et  semis.      ex  fundo  Viarii  uncias  tres.      ex  fundo  Acutiano  uncias 

IO.  sex]  Nel  Regesto  tres  12.  Cupi]  Così  nel  testo.  15.  sex]  Nel  Regesto  duas 
16.  Nel  Regesto  Bagianelli  28.  Le  parole  fra  parentesi  quadrate  mancano  nel  testo 
del  Chronicon  e  si  suppliscono  togliendole  dal  Regesto. 

Chron.  Farf.  I.  22 


jjS  e  IIRONICON    FARFHNSE. 

odo,  in  quo  est  ecclesia  Sancii  Gregorii.  funduni  Motlanuni,  in  quo  est 
f^cclesia  Sancii  Angeli.  funduni  Furianum.  funJum  Paternum  posituni  in 
Variano  et  Inciliano,  in  quo  est  ecclesia  Sanct?  Cecili?,  fundutn  luscianum 
in  integrum.  ex  fundo  Agello  uncias  novem.  funduni  Sentianum,  in  quo 
est  ecclesia  Sancii  Antimi.  fundum  Privaliiii.  fundum  Albucianum  cum  e 
nppendiciis  suis.  gualdum  Tancies  in  integrum  per  loca  designata  siculi 
primitus  ab  ipso  monasterio  possessum  [et  concessum]  est.  fundi  FindiFiani 
uncias  duas.  ex  fundo  Passiano  uncias  sex.  ex  fundo  Antariano  uncias  sex. 
ex  fundo  Gas?  Surd?  uncias  duas.  ex  fundo  Terbiliano  uncias  sex.  ex 
fundo  Gesa  Gandida  uncias  sex.  ex  fundo  PoUiano  uncias  sex.  ex  fundo  io 
Leonis  terram  modioruni  decem.  ex  fundo  Leogniano  uncias  sex.  ex 
fundo  Vaiano  uncias  sex.  ex  fundo  Vetusiano  uncias  sex.  ex  fundo  Servi- 
liano  uncias  .mi.  ex  fundo  Musino  uncias  septem.  ex  fundo  Seriole  uncias 
sex.  ex  fundo  Mariano  uncias  sex.  item,  ex  fundo  Serviliano  portiunculam 
unam.  ex  fundo  Pr^torii  portiunculam  unam.  ex  fundo  Galignani  portiun-  ic 
culam  unam.  ex  fundo  Sisiniani  uncias  octo.  ex  fundo  Gatiniano  unciam 
unam.  ex  fundo  Gai  unciam  mediam.  ex  fundo  Turiano  uncias  undecim. 
ex  fundo  Bariano  uncias  undecim.  ex  fundo  Salisiano  uncias  decem.  ex 
e.  171  B         fundo  Basiano  uncias  decem,  ubi  est  ecclesia  Sanct§  Mari?.  ||     fundum  Garbo- 

nianum,  ubi  est  ecclesia  Sancii  Marcelli,     fundum  Lucianum,  ubi  est  domus-    20 
eulta  in  integrum.     ex  fundo  Ariano  uncias  duas.      ex  fundo  Sepliniano  uncias 
septem  et  semis.       [ex  fundo  Septiniano  unciam  unam  et  semis.      item,  ex 
fundo  Septiniano  uncias  sex.]       fundum  Pipilianum  cum  appendiciis  suis  in 
'      integrum.      fundum  Scandilianum.       fundum  Antiquum.      ex  casale  Anliano 
uncias  tres.       et  olivelum  in  Purpuraria.       [nec  non]  et  res  quas  pi?  memori?    25 
Hloiharius  imperator   per  sua  pr?cepta   eidem  contulit  monasterio  et  confir- 
mavii.     idest  gualdum  [qui  dicitur]  Tancies.     et  curtem  [qu?  vocatur]  Vallantls 
cum  omni  integritate  [et   appendiciis  suis],  quas   Hildeprandus  dux   per  sua 
confirmavit  pr?cepla.      et  res  Teudemundi  [quas  tradidil  Teudemundo  et  ipse 
Teudemundus  per  instrumenta  cartarum  pr?f-\to  delegavit  monasterio.     eliani]    jO 
et  curtem  Tatianum   qu?  fuit  Luponis  [quam  domnus  apostolicus    Adrianus 
Luponi  per  suum  pr?ceptum  confirmavit,   et  ipse  Lupo  per  cariulam  simul 
cum  ipso  pr?cepto  eidem  delegavit  monasterio  cum  omni  integritate.     etiam] 
et   monasteria  virorum  et  puellarum,  [qu?  nuncupantur  his  nominibus:]  idest 
monasterium  Sancii  Marci  evangelista,  [quod]  situm  [est]  iuxta  murum  Spo-    ^J 
letan?  civitatis,  quod  domnus  Garolus   augustus   ad   idem   monasterium   per 
suum  confirmavit  pr?ceptum.      et  cellam  Sanct?  Mari?  infra  caslrum  Veler- 
bense,  et  ?cclesiam  Sancii  Valeniini  in  Burgo  cum  eorum  omnibus  pertinen- 

2.  fundum  Furianum  manca  nel  Regesto,  io.  Nel  Regesto  Gasp  Candid^  22.  Nel 
Regesto  la  indica-{ionc  delle  sette  onde  e  mei^a  e  divisa  in  due  notazioni  come  si  Ifg^f  f'** 
parentesi.  29.   et  res  Teud.  nel  Chronicon,  ma  nel  Regesto  come  si  leg^e  fra  pareti- 

tesi.         31.  quf  fuit  Luponis  nel  Chronicon,  ina  nel  Regesto  come  si  legge  fra  parentesi. 


CHRONICON    FARFENSE.  339 

tiis,  item,  cellam  Sanct?  Mari?  iuxta  fluvium  Minionem  cum  gualdo  suo  et 
omnibus  ad  eam  pertinentibus.  et  [item],  aliud  monasterium  [quod  dicitur] 
Sancti  Salvatoris  non  procul  a  pr^dicta  civitate  Spoletana.  monasterium 
puellarum  [quod  nuncupaturj  Sancti  Georgi!  [et  quod  est  constructum]  sub 
5  muro  civitatis  Reatin?.  et  ^cclesiam  Sancti  Angeli  [Michaelis  archangeli, 
positam]  super  fluvium  Mellinum  iuxta  civitatem  Reatinam  cum  omni  inte- 
gritate  [sua].  item,  ^cclesiara  Sancti  Petri  in  Pisia.  et  alibi  ^cclesiam 
Sancii  Thom?  cum  suis  pertinentiis.  Sanctum  lohannem  in  Tazano.  et 
Sanctam    Agathen  in  Paludibus.       et  Sanctum  Leopardum  cum  omnibus  eo- 

10    rum  rebus  et  pertinentiis.     curtem  Sancti  Heli?.  ||      et  curtem  Sancti  lacobi.  e.  172  a 

et  curtem  Sanct?  Agath?  cum  omnibus  ad  eas  in  integrum  pertinentibus. 
Sanctum  quoque  lohannem  in  Asera.  et  Sanctum  lustinum  cum  omnibus 
suis  pertinentiis.  in  Tore  curtem  unam  Sanct?  Mari?  in  Corneto.  et  in 
Narnate  curtem  unam.      Interamnes  curtem  unam  Sanct?  Mari?  in  Mediana 

I  r  cum  omnibus  ad  ipsas  pertinentibus.  monasterium  quod  vocatur  Sancti  Sil- 
vestri et  Sanct?  Marin?  cum  omni  integritate.  et  curtem  Sancti  Salvatoris 
suptus  murum  civitatis  Firman?.  et  curtem  Sancti  Gervasii  in  integrum. 
curtem  Sancti  Sigismundi  cum  omnibus  rebus  suis.  et  terram  de  Paratinis. 
curtem   Sancti  Angeli  de  Villamagna.      curtem  Sancti  Desiderii.      et  curtem 

20  de  Cupresseto.  et  curtem  Sancti  Angeli  in  Niviano.  et  curtem  Sancti  Ve- 
nantii.  et  curtem  de  Columnellis.  [et]  curtem  Sanct?  Felicitatis  [cum 
universis  earum  in  integrum  pertinentiis.  terras  [in  locis]  de  Raviliano  et 
[de]  Solario,  curtem  Sanct?  Mari?  in  Motiano,  et  curtem  de  Caminatis 
in  loco  qui  vocatur  Murrus.     curtem  de  Brexiano  [in  loco  qui  vocatur  *   *  * 

25  et]  cellam  filii  Guazonis.  curtem  Sanct?  Mari?  matris  Domìni.  curtem 
Sancti  Maroti.  et  curtem  [qu?  vocatur]  de  Valle.  curtem  Sanct?  Marin? 
de  Ortatiano.  et  curtem  Sancti  Salvatoris  in  Memoriis,  curtem  de  Blo- 
tenano.  curtem  Sancti  Antimi.  et  curtem  Mentis  Falconìs.  [et  curtem 
Sanct?  Mari?  Interamnes.       item,  contra   fluvium  Clentis].      curtem    Sancti 

30  Silvestri  infra  civitatem  Firmanam,  et  alibi  curtem  Sancti  Sabini,  et  curtem 
[qu?  vocatur]  in  Pr?torio  [cum  omnibus  rebus  et  pertinentiis  earum  ex  integro], 
monasterium  Sanct?  Mari?  in  Insula  cum  curte  Sancti  Martini  in  Aquatinis. 
et  aliam  curtem  Sancti  Martini  [qu?  est]  in  monte  super  Asulam.  curtem 
[de]  Rotei!?,  et  terram || de  Maceriatinis  [cum  universis  appendiciis  earum].     et  e.  172  b 

3  r  curtem  de  Mollano,  in  qua  est  ?cclesia  Sanct?  Victori?.  et  curtem  Sancti  Be- 
nedicti,  et  Sanctam  Mariani  positam  in  Muris.  curtem  Sancti  Angeli  inter 
duas  Tinnas.  et  aliam  curtem  Sancti  Angeli  in  loco  qui  vocatur  Murgia- 
num.  h?c  sunt  in  comitatu  Firmano  et  Camerino.  Sanctum  Angelum  in 
Lanciano,  et  curtem  de  Salanbone,  atque  curtem  Sancti  Gregorii  in  Trave- 

5.    Sancti    Angeli    nel    Chronicon,   ma    nel   Regesto    come   si   legge  fra  parentesi. 
II.  Nel  Regesto  eam  26.  Marine]  Nel  Regesto  Marig  28.  Nel  Regesto  de 

Sancto  Antimo  -  de  Monte  Falconis 


340  CHRONICON    FARFENSE. 

nanum,  cuin  omnibus  locis  et  rebus  pertinentibus  ad  supradictas  curtes,  ?c- 
clesias  seu  terras    in  integrum.      in   comitatu    vero    Hausimano    curtem  de 
Monte  Polisco  [cum  omnibus  ad  eam  pertinentibus.      et]  in  comitatu  Ascu- 
lano  curtem  Sanct?  Mari?  in  Salustano.       et  curtem  Sancti  Angeli  in  Valle 
Veneria.        [et    curtem]  *♦*•♦♦♦    in    comitatu    Aprutiensi.       curtem    e 
de  Motiano.       et  in  comitatu  Teatino  monasterium   Sancti  Stephani  in  Lu- 
cania, quod  Hludovicus  imperator  per  suam  pr?ceptionem  eidem  sancto  mona- 
sterio  cum  omnibus   rebus  ad   se    pertinentibus   condonavit.       item,  in  Pin- 
nensi  comitatu   curtem  qu§  dicitur  ad  Montem  Peditum  cum    castello   quod 
ibidem  fdificatum  est.       et  curtem  aliam  prope  se  cum  omnibus  in  integrum    io 
qu?  eis    pertinent.       in    territorio    quoque  Balbensi   duas  curtes,   idest  San- 
ct?  Mari?  in  Graiano  et  Sancti  Angeli,  cum  aliis  curtibus  et  locis  ex  integro 
pertinentibus  ad  eas.      in  Furconensi  territorio  curtes  tres.      in  Furcone  «  ♦ 
**************    [et]  in  Eciculis   gualdum    unum.       in  Ami- 
c.  175  A         ternino  territorio  ||  monasterium  unum  vocabulo  Sanct?  Mari?  in  Lauriano  [ex    IJ 
integro,     item],  curtem  de  Columento  cum  ?cclesiis  duabus,  idest  Sanct?  Mari? 
et  Sancti  Benedicti.       Interocrino  curtem  Sanct?  Mari?  in  Caprariciis.       [et 
aliam  curtem,    sive]  monasterium    quod  dicitur  Vallantis.      et  monasterium 
puellarum  quod  nominatur    Sanct?  Mari?  in  Sextuno  cum  universis  qu?  ad 
eum  pertinent  in  integrum,      similiter  apud  Sabiniam  fundum  Aquinianum.    20 
fundum  Canale,     fundum  Casa  Pauli  et  Montem  Operis  in  integrum,  atque 
in  Moiano  gualdum  unum  in  integrum.      et  res  quas  pi?  recordationis  HIo- 
tharius  per  pr?ceptum  firmitatis  et  confirmationis  su?  in  eodem  contulit   [et 
confirmavit]  monasterio,  idest  res  Maioriani,  et  uxoris  ac  filiorum  eius,  [quas 
ille  possedit,   vel  ei   dat?    fuerunt    ex   concessione  regum  et  reginarum,  du-    25 
cumque,    vel  qu?  per  affiliationem^    vel   comparationem,   sive   alium  quem- 
libet   contractum,   ad    eum    pervenerunt],      seu  et  portum    in  Aso.       et  res 
quas    Hildeprandus    dux    ei    per    sua  pr?cepta    condonavit,  ac   domnus   Ca- 
rolus   imperator  eidem    Maioriano    confirmavit,  [vel  qu?  ab  ipso  donino  im- 
peratore  possessa  sunt  et  ex  sua  donatione  et  confirmatione  ad  idem  ipsum    30 
monasterium  pervenerunt.       slmili  modo  et  res  Benedicti  pr?sbiteri,  et  Ma- 
gnonis,  et  Hildeprandi,   et  Benedicti  nepotis   eius.     et  res  Gaidoaldi.     et  res 
Tanicisi,  sive  Pipini  pr?sbiteri  filii  eius.]      et  res  Helin?  anelli?  Dei.       [et  res 
Gualtarii  filii  Rimonis.      et  res  Scammar?.      et  res  Scamperti  filii  eius.      et 
res  Pergonis,      et  Liutprandi  pr?sbiteri.      et   Sonduli    cl?rici.     et  Guillonis.    ^^ 
et  Guilliprandi  filii  eius.     et  Baselli.     et  Palumbi.     et  Theudelasii.      et  Hau- 
tonis.      et  Audonis  filii  eius.      et  Rodilind?  uxoris  eius.      c?nobium  quoque 
Beati  Stephani,  quod   situm  est  in  finibus  Beneventanis,   cum  curtibus,   cel- 

5.  Lacuna  dì  sci  0  sette  parole  nel  Chronicon  e  nel  Regesto.  i?-i4«  Lacuna  di 
due  linee  e  mena.  17.  Le  parole  et  Sancti  Benedicti.  Interocrino  curtem  Sanctp  Mario 
mancano  nel  Regesto.  21.   et]  Nel  Regesto  atque  22.  recordationis]  Sei  Re- 

gesto memorie  27.  et  res]  Nel  Regesto  vel  alias  res  55.  Nel  testo  Helcnp 


CHRONICONFARFENSE.  341 

lulis,  gualdis,  vel  omnia  et  in  omnibus  ad  eum  pertinentibus.  res  vero 
Gualdonis  et  Arduini  patris  eius  et  res  Halaisi  et  Gisulfi  ******** 
ìtem  Hermenfredi  et  uxoris  eius,  et  Picconis  res,  et  Theoderici,  seu  Hilderici 
filii  eius,  nec  non  et  Tacìperg?  genitricis  eius,  et  Hilsperg?  coniugls  eius. 
5  sive  etiam]  et  gualdum  [quod  est]  in  fìnibus  Reatinis,  quod  nuncupatur 
Rivus  Curvus,  [per  loca  designata  vel  denominata]  sicuti  in  pr^cepto  domni 
Caroli  continetur.  et  piscatores  [manentes]  in  territorio  Reatino,  [in  loco  qui] 
ubi  dicitur  Septempontium,  cum  uxoribus  et  filiis  et  piscationem  eorum. 
[nec  non  et  piscationem  quam  ipsi  facere  consueverunt,  cum  omnibus  rebus 

IO  suis.]  [insuper  et  res  quas  advocatus  Ingoaldi  abbatis  in  pr^sentia  Aladrammi, 
et  Adelardi,  seu  Leonis  missorum  quondam  domni  Karoli,  super  Guinigisum 
quondam  ducem  legibus  conquisivit,  et  iudicia  evindicata  exinde  accepit.  idest 
res  quas  Paulus  et  coniux  sua,  sive  Gemmulus  et  Maurica  ad  idem  delegaverunt 
monasterium,      etiam  et  res  quas  Salomon  Francus  ìbidem  contulit.      insuper 

15  et  res  de  quibus  Perto  abbas  instrumenta  cartarum  pi?  memori?  Pippini  osten- 
dit,  per  qu?  nobiles  viri  et  femin?  eidem  monasterio  solemni  donatione  con- 
tulerunt,  idest  res  Sturaci  et  Petri  filli  eius.  et  res  Gelsi  et  uxoris.  et  res 
Zabennonis  et  uxoris  eius.  res  Petri  clerici  de  Camerino.  res  Arialdi 
presbiteri  et  sororis  eius.      res  Azilonis  presbiteri,  et  Aliprandi  filii  Sicipori. 

20  et  res  Asterami  et  lohannis  et  Teudini  fratrum.  res  Grisonis  Spoletani,  et 
Scarna  filii  Scamperti.  res  Ursi  et  uxoris  eius,  et  Luponis  et  Atterisi 
fratrum,  et  res  Teudimundi  nepotis  eorum.  res  Scatolfi  et  Formos? 
uxoris  eius,  et  lohannis  filii  eius,  quas  ille  per  cartulas  oblationis  seu  dona- 
tionis  ad  idem  contulit  monasterium.       res  Bufimi?  anelli?  Dei  relict?  quon- 

25  dam  Lamperti,  et  res  Mari  pr?sbiteri  Firman?  civitatis.]  res  Theophanii 
comitis  et  Patrici?  coniugis  eius,  [nec  non  et  Ravennonis,  et  Theophanii  et 
Raziperg?  uxoris  eius.  res  Hilderici  patris  Audulfii,  et  Zangronis  et  Probati, 
Picconis  et  Grimaldi  fratrum.  res  quoque  Petri  de  Furcon?  filii  Rodepaldi, 
res  cuiusdam    Guinigisi    ducis,   vel  Maisind?,  quas  ipsa  dedit  in  finibus  Bal- 

30  bensibus  et  Furconinis].  res  itaque  omnes  superius  conscriptas  cum  omnibus 
ad  se  pertinentibus  vel  aspicientibus,  mobilibus  sive  immobilibus,  sicuti  eas 
pr?fati  homines  possederunt  olim,  et  instrumenta  donationis  eorum  memo- 
ratum  venerabile  monasterium  tenuit  vel  possedit,  et,  [sicuti  superius  dictum 
est,]  qu?  ex   munificentia   regum  reginarumque,  pontificum,   ducum,    castal- 

35    diorum,  vel  ex  collatis  populi,  sive  c?terorum  fidelium  largitale,  ||  vel  etiam  e  175 

monachorum  qui  in  idem  monasterium  suas  animas  salvare  cupientes  intrave- 
runt,  ibidem  delegata  sunt,  atque  ex  pr?terito  et  moderno  tempore  s?pe  dictum 
monasterium  possidere  videtur,  cum  monasteriis,  cellulis,  xenodochiis,  ?c- 
clesiis,  curtibus,  villis,  fundis,  vel  casalibus,  piscariis   cum  piscatoribus   suis, 

2.  Lacuna  di  due  parole.  5.  Nel  Regesto  Reating  civitatis  7-8.  in  loco  qui  invece 
di  uhìnel  Regesto.  8.  Le  parole  et  piscationem  mancano  nel  Regesto  che  reca  invece  le 
altre  corrispondenti  inserite  fra  parentesi  quadrate  arr.  ^-10.      50.  itaque]  AT^/  Regesto  vero 


342  CHRONICON    FARFHNSE. 

scrvis,  ancillis,  libellariis,  cartulalis,  offertis,  opilionibus,  gualdis,  moleiidinis, 
sub  omni  integritate  ad  ipsum  venerabile  monasterium,  nostris  futurisque  tem- 
poribus, omnimodo  confirmamus.  pr?cipientes  ergo  iubemus,  atque  per  hanc 
nostr?  auctorltatis  confirmationem  sancimus,  sicuti  in  aliorum  augustorum 
et  regum  continetur  pr^ceptis,  ut  nullus  pontifex,  fpiscopus,  aut  abbas,  dux,  j 
castaidlus,  actionarius,  seu  quilibet  reipublic?  procurator,  memorato  lohanni 
venerabili  abbati,  vel  successoribus  eius,  sive  agentibus  ipsius  monasteri!,  de 
omnibus  rebus  superius  nominatis,  vel  de  his  qu?  ad  eos  pertinent,  et  qu? 
deinceps,  divina  largiente  gratia,  ibidem  fuerint  condonata,  ullam  calumniam 
aut  iniustam  infestationem  facere  uUo  unquam  tempore  pr^sumat.  sed  liceat  io 
eidem  pr^dicto  abbati  successoribusque  suis  easdem  res  quieto  ordine  tenere  et 
possidere.  pr?cipimus  etiam,  ut  si  quis,  temerario  ausu,  servos  et  ancillas  iam 
e.  174  A  (.lieti  monasteri    iniuste    occidere  pr^sumpserit,    ^munitatis   nostr^,  ||  sicuti  de 

c?teris  rebus,  cogatur  exsolvere  summam.      similiter  iubemus  atque  pr^cipi- 
mus,  ut  nullus  eos  de  quibuscumque  rebus  sine  publici  malli  compellatione    l  j 
dispoliare,  vel  de  rebus  monasteri!   invasionem   facere  pr^sumat.       nec  non 
et  de  omnibus  animaliis  monasteri!  in  fìnibus  ducatus  Spoletani  ita  defmimus 
atque  iubemus,  ut  in  pascuis  publicis  omni  tempore  debeant  pabulari  vel  nu- 
triri,  sive  illa,  sive  hominum  illius  monasterii,  sine  omni  datione,  castaldatico, 
^scatico,  herbatico,  vel  glandatico.       et    nuUam  molestìam  ncque  in  ponte,    20 
neque  in  via,  ncque  in  qualicumque  loco  patiantur.      sed  semper  illibata  ambu- 
lent   ubi  publica    animalia  consueta  sunt  pabulari.       concedimus  quoque  si- 
militer omnia  communia  pascua,  hoc  est  figuaidas,  ut  sicuti  illi  homines  qui 
res  suas  pr^fato  monasterio  dederunt,  et  eas  per  diversa  loca,  ita,  nullo  con- 
tradicente,  eas  pars  monasterii  teneat  et   possideat,  laboret  et  exerceat,  ubi-    25 
cumque  partem  suam  cognoverìt  iuxta  quod  eis  utile  fuerit.       et  liceat  illis 
propriam  terram  monasterii  omni  tempore  defendere  atque  integrare,  tam  in 
Reate  in  loco  qui  dicitur  Lingla  et  Quintilianum,  et  in  Amiterno  in  loco  qui 
vocatur  Laurianus,  quamque  et  in  comitatu  Firmano,  seu  in  quibuslibet  reli- 
quis  locis,   vel    animalia  eorum   ad    pabulandum   mìttere    absque    cuiuslibet    30 
e.  174  B  person?   vel   potestatis  contrarietate.        insuper  et  omnia  j|  qu?  reges  Lango- 

bardorum,  idest  Liutprandus  et  Haistulfus,  Ratgisus  ac  Desiderius,  nec  non 
et  duces,  sive  qu?  pi?  memori?  imperatores  augusti  per  sua  pr?cepta  ipsi  ve- 
nerabili monasterio  propter  amorem  Dei  et  domini  nostri  Ihesu  Ghristi  et 
sanct?  atque  intemerata  Genitricis  eius,  in  cuius  nomine  dedicatum  esse  co-  jj 
gnoscitur,  concesserunt  et  confirmaverunt,  per  hoc  quoque  nostr?  auctoritatis 
pr?ceptum  confirmamus  atque  concedimus.  et  quandoquidem  divina  voca- 
tione  pr?dictus  abbas  vel  successores  eius  de  hac  luce  migraverint,  quamdiii 
ipsi  monachi  Inter  se  tales  invenire  potuerint,  qui  eos  secundum  regulam 
sancti  Benedicti  regere  valeant,  licentiam  habeant  eligendi  abbatem,  qualem    40 

7.  venerabili  manca  nel  Regesto. 


CHRONICONFARFENSE..  343 

meliorem  et  digniorem  Inter  se  invenerint.  quatìnus  ipsam  sanctam  con- 
gregatlonem  prò  nobis  et  totius  imperii  nostri  stabilitate  attentius  Domini  mi- 
sericordiam  exorare  delectet.  porro  ut  h^c  auctoritas  confirmationis  nostr? 
firmior  habeatur,  et  per  futura  tempora  a  fidelibus  sanct?  Dei  Ecclesi?  sive 
5  et  nostris  verius  credatur  et  diligentius  conservetur,  more  nostro  eam  sup- 
terscribere,  et  de  bulla  nostra  lussi mus  sigillare  (0.  [signum  domni  Ottonis 
piissimi  c^saris,]  Ambrosius  cancellarius  ad  vicem  Hubert!  episcopi  et  ar- 
chicancellarii  recognovi  et  subscripsi.  datum  .ni,  idus  ianuarii,  anno  domi- 
nici incarnationis  .dcgcclxvii.,  imperii  vero  domni  Ottonis  piissimi  c^saris  .v,, 
IO    indictione  .x.       actum  Rom?,  in  Dei  nomine  [feliciter,  amen]. 

Anno  autem  dominice  incarnationis  .dcccclxxl,  dum  in  Dei        e.  175  a 
nomine  Otto  divina  providente  clementia  imperator  augustiis  re- 
sidcret  in  regia  aula  non  longe  a  mcnibus   Ravenna    urbis   sita, 
quiim  ipse  imperator  clarissimus  in   honorem    sui  claris   edifìciis 

ij  fundari  preceperat  iuxta  rivum  penés  muros  ipsius  civitatis  de- 
currens,  quo  dicitur  Murus  Novus,  ante  eius  venerunt  presen- 
tiam  Johannes  abbas  monasterii  Sanctc  Marie  quod  situni  est  in 
comitatu  Sabinensi  in  loco  qui  dicitur  Acutianus,  et  Hildeprandus 
ipsius  monasterii  monachus,  et  altercari  ceperunt  altis  contentio- 

20  nibus  quis  illorum  abbas  ipsius  monasterii  deberet  esse  legaliter. 
Hildeprandus  vero  qui  antiquioris  erat  etatis  et  annosior,  quia 
parti  ipsius  subiecte  monasterii  que  coniacet  in  comitatu  Firmensi 
preerat,  hac  occasione  totius  monasterii  honorem  sibi  vendicare 
volebat,  et  se  abbatem   fore  debere    asserebat.       Johannes   vero 

25  abbas  ipsius  monasterii  dicebat  se  ipsius  honoris  infulas  esse  ade- 
ptum  electione  et  consensu  omnium  monachorum  et  totius  con- 
gregatione  coUegii,  et,  quod  erat  firraius,  summi  benedictione 
pontificis,  insuper  ex  ipso  imperatore  clarissimo  possidebat  de 
ipso  monasterio  pragmaticon.       tunc  ipse  imperator  disertissimus 

30   lohannis  abbatis  rectitudinem  sciens,  et  mendacia  atque   iniusti- 
tias  prefati  Hildeprandi,  providens  precepit  Pandulfo  principi    et 
marchioni  ||et  Petro  Gomiti  atque    Petro  suo  cancellario,  ut   eos        e  17$  b 
ambos  in  sui  presentiam  ducerent  et  liane  litem  inter  eos  diffi- 
nirent  firmiter,  quo  nulla  altercatio  inde  fuissct  amplius,  eo  vi- 

^^   delicet  ordine,  ut  Johannes  abbas,  ipsius  monasterii  omnino  fuisset 

(i)  Effigie  dell'  imperatore  Ottone  I. 


344  CHRONICON    FARFENSE. 

CLinctis  diebus  vite  sue  abbas  et  doiiinus,  tamen  prò  Dei  amore 
et  remedio  sue  anime,  et  quia  Hildeprandus  erat  vetulus  et  plu- 
rimorum  canium  atque  etatis  decrepite,  concederent  ei  vel  duo  loca, 
unde  victum  et    vestimentum  cum  ccteris   sibi   subiectis   habere 
potuisset,  videlicet  curtem  de  Muliano,  et  curtem  de  Sancto  Be-    5 
nedicto  cum  omnibus  earum  pertinentiis,  nichil  amplius  quereret 
nec  aliquam  querelam  faceret.       si  vero  futuris  temporibus  ultra 
hec  aliquam  prctaxato  lohanni  querelam  temptaret  agere,  proprii    • 
honoris  subiret  periculum.       ex   prcdictis   vero  curtibus   nullam 
haberet  potestatem  vendendi,  commutandi,  alienandi  vel  aliquid    io 
faciendi,  nisi  fructum  in  proprium  usum   accipiendi.       quod   sic 
definitum  est  inter  eos  ^^\ 

. ,.  '  ^  fin  nomine  sancte  et  individue  Trinitatis.l      Otto  divina  favente  clementia 

L  imperatore  Ot-  L  t  r  j  x 

tone  u  conferma    Romanorum  imperator  augustus.      si  loca  divino  cultui  mancipata  studiose  no- 
di nuovo  il  mona-  r  o 

stero  nel  possesso    stra  auctoritatc  confirmamus,  id  nobis  ad  pr^sentis  vit?  spatium  et  ^tern?  gin-    i  e 

dei  suoi  beni  e  dei  .    .  ì-rr  ^^  •     j  •  /~  i    t 

suoi  privilegi  (2).  ri?  bravium  sustentamen  esse  minime  dimdimus.  proinde  omnium  fidelium 
e.  176  A  sanct?  Dei  II  Ecclesi?  nostrorumque,  pr^sentium  scilicet  ac  futurorum  noverit 
sollertia,  qualiter  Johannes  venerabilis  abbas  monasterii  sanct?  et  intact?  sem- 
perque  virginis  Mari?  de  territorio  Sabinensi,  in  loco  qui  dicitur  Acutianus, 
una  cum  religiosorum  monachorum  collegio,  nostram  adiit  celsitudinem  ob-  20 
nixe  deprecans,    ut  prò  Dei  amore  nostrique   statu   imperii  nostra   imperiali 

2-3.  plurimorum]  Così  nel  testo j  mail  Regesto  ha  plurimum  13.  Le  parole  tra 

parentesi  quadrate  mancano  nel  testo  del  Chronicon  e  sono  supplite  togliendole  dall'ori- 
ginale  e  dal  Regesto.  13-14-  Nell'originale  Otto  superna   miserante  clementia  im- 

perator 14.    Nell'originale  municipata  18.  intacte]  Nel  Regesto  intemerata     li 

Chronicon  concorda  con  l'originale. 

(i)  An.  971;  R.  F.  doc.  395.  Nel  «  Farfa  e  che  furono  pubblicati  da 
Regesto  la  memoria  di  questo  giudizio,  «  uno  degli  editori  del  presente  vo- 
cile in  tutto  il  resto  è  conforme,  «  lume  neW Archivio  della  Società  Ro- 
termina  diversamente,  come  è  ripor-  «  mana  di  storia  patria.  (I.  Giorgi, 
tato  nella  nota  a  p.  46  di  questo  vo-  «  Il  Regesto  di  Farfa  e  le  altre  opere  dì 
lume.     Vedasi  anche  la  nota  a  p.  324,  i(  Gregorio  di  Catino^  li,  409).      No- 

(2)  R.  F  doc.  407.  Riproduco  la  «  tiamo  a  piò  di  pagina  le  poche  e 
nota  posta  a  questo  documento  dagli  «  lievi  varianti  fra  P  originale  e  la  co- 
editori del  Regesto.  «  A  margine  leg-  «  pia  nel  Regesto,  come  bella  testimo- 
«  gesi  l'annotazione  seguente  scritta  «  nianza  della  diligente  fedeltà  colla 
«  per  quanto  pare  nel  secolo  decimo-  «  quale  Gregorio  Catinense  compilava 
«  settimo:  "  Est  in  archivio  authenti-  «  l'opera  sua  ».  Anche  qui  si  notano 
«  cum."  Infatti  1'  originale  di  questo  a  piò  di  pagina  le  varianti  con  1'  o- 
«  documento  ò  uno  dei  quattro  che  riginale  che  si  conserva  adesso  nel 
«  soH  avanzano  di  tutto  V  archivio  di  R.  Archivio  di  Stato  in  Roma, 


CHRONICON   FARFENSE.  345 

auctoritate  eidem  monasterio  per  hoc  nostrum  pr?ceptum  dignaremur  con- 
firmare pr^cepta  a  pr?decessorum  nostrorum  regiim  et  imperatorum  consti- 
tuta,  et  a  bon?  memori?  nostro  genitore  confirmata.  nos  autem  eum  cum 
monachis  suis  iuste  petentem  cernentes  et  nostrorum  pr^decessorum  pr^cepta 
5  observantes,  eidem  sacro  monasterio  confìrmantes  corroboramus  cuncia  pr?- 
cepta  ab  eis  in  eodem  monasterio  constituta  et  confirmata,  cunctasque  res 
et  possessiones  eidem  monasterio  ìuste  et  legaliter  pertinentes,  scilicet  qu§- 
cumque  habere  videtur  in  eodem  territorio  Sabinensi.  idest  ?cclesiam  Sancti 
Benedicti  [cum  omnibus  pertinentiis  suis.     et]  curtem  Sancti  Gethulii  [cum  tota 

IO  sua  integritate].  et  ^cclesiam  Sancti  Angeli  in  Tancie  [monte  de  Tantia  posi- 
tam]  cum  omnibus  [suis]  earum  pertinentiis.  [et]  in  comitatu  Veterbensi.  et 
in  Castriensi.  et  in  Tuscano.  et  in  Fiorentino,  ^cclesiam  Sanct?  Mari?  de 
Mignone  cum  suis  omnibus  pertinentiis.  in  comitatu  Rearino,  et  in  Marsicano. 
Sanctam  Mariam  in  Apinianicis  suis  cum  omnibus  pertinentiis.      et  in  comitatu 

15    Amiternino.       Sanctam  Mariam   in    Lurano  cum  omnibus    suis    pertinentiis. 
in  comitatu  Furconino.       et  in  Balbensi.       Sanctam  Mariam  in  Graiano  [cum 
omnibus  suis  pertinentiis].       in  comitatu  ||  Atissa  quadraginta  et  septem  curtes        e.  176  l 
cum  omnibus  earum  pertinentiis.       in  comitatu  Pinnensi.       et  in  Aprutiensi. 
et  in  Asculano  Sanctam  Mariam  de  Solestano  [cum  omnibus  suis  pertinentiis]. 

20  in  comitatu  Firmano  Sanctam  Victoriam  [cum  omnibus  sibi  pertinentiis].  in 
comitatu  Camerino.  in  castaldato  de  Castello  Petroso.  et  in  ducatu  Spo- 
letano.  ?cclesiam  Sancti  Marci.  h?c  omnia  in  integrum  qu?  iam  dictum 
monasterium  in  supradictis  comitatibus  modo  habere  videtur  aut  acquisierit 
aut  ab  his  qui  modo  de  rebus  eiusdem  ?cclesi?   iniuste   tenent  aut  ab  aliis 

25  hominibus  Deum  timentibus,  et  in  civitate  Romana  atque  in  alia  aliqua  parte 
nostri  regni  Hitalici  habere  videtur  aut  acquisierit,  per  hoc  nostrum  pr?ce- 
ptum  eidem  sacro  loco  confirmamus,  una  cum  terris,  vineis,  monasteriis  et 
subiectis  ?cclesiis,  castellis,  curtibus,  domibus,  villls,  capellis,  aquis  aquarum- 
que  decursibus,  piscationibus,  molendinis,  ripis,  mercatis,  cultis,  incultis,  ha- 

30  bitabihbus,  inhabitabilibus,  silvis,  arboribus  fructiferis,  infructiferis,  pratis,  pa- 
scuis,  montibus,  vallibus,  planitiebus,  colonis,  aldiis,  aldiabus,  manentibus 
omnibusque  residentibus  super  terras  ipsius  monasterii,  servis,  ancillis,  omni- 
que  familia  utriusque  sexus,  cunctisque  atiimalibus.  atque  prò  Dei  amore 
nostr?que  anim?   salute  eidem   monasterio    ministrantibus   per  hoc   nostrum 

^^    perdonamus  pr^ceptum,  ut  nuUus  eorum  aut  suorum  hominum  deinceps  aut 

tributa  donet,  vel  mansiones  faciat  invite,  j|  aut  fidei  iussor  sine  suo  velie  exi-        e.  177  a 
stat,  aut  in  aliquo  loco  donet  portonaticum,  aut  ripaticum,  vel  herbaticum, 
et  glandaticum,  aut  pontonaticum,  tam  de  monachis,  quam  de  clericis,  quam- 

2.  predecessorum  -  imperatorum]    Cosi    anche    nelV  originale,  8.  Nell'originale 

ecclesia,  e  così  appresso  si  trovano  al  caso  nominativo  tutte  le  altre  indicazioni  di  chiese 
e  possessi  notale  all'  accusativo  da  Gregorio  di  Catino.  io.  Nell'originale  Tantia  e 
nel  Regesto  Tancies  14.  Nell'originale  Apignanici  e  nel  Regesto  Apignanicis  27.  et] 
NelV  originale  ei 

Chron.  Farf.  I.  22* 


34^  CHRONICON    FARFENSE. 

que  de  hominibiis  super  terras  eorum  residentibus,  tam  ingenuis  quarti  libcl- 
hiriis  qua  ni  et  servis,  hanc  perdonationem  facimus  ac  cos  sub  nostr?  tuitionis 
defensione  recepimus,  cum  omnibus  militibus,  liberis,  libellariis,  servis,  ancil- 
lis,  omnibusque  residentibus  super  terras  eorum,  cunctisque  mobilibus  et  im- 
mobilibus  rebus  suis,  illis  iuste  et  legaliter  pertinentibus.       pr^cipientes  ergo    j 
omnino  iubemus,  ut  nullus  dux,  marchio,  fpiscopus,  comes,  vicecomes,  vel 
aliquis   noster  missus  discurrens,  sculdascius,  castaldius,  nullaque  nostri   im- 
perii magna  aut  parva  persona  pr^dicti  monasterii  abbatem  vel  monachos  aut 
eorum  aliquem  fidelem  inquietare,  molestare,  aut  de  bis  qu?  iuste  et  legaliter 
iam  dictum  monasterium  tenere  videtur,  vel  in  antea  acquisierit  Deo  propitio,    io 
sine  legali  auctoritate  disvestire  pr^sumat,  aut  aliquam  minorationem  facere 
temptet,  aut  homines  eorum  ingenuos  aut  servos  vel  libellarios  aut  aliquos 
super  terras  suas  residentes   ad    mansiones  faciendas   invite  ducat,  aut   fìdei 
iussores  eos  esse  compellat.       et  quicquid  de  pr^dicti  monasterii  possessioni- 
bus  fìscus  noster  sperare  potuerit,  totum  nos,  prò  ?tern?  remunerationis  pr?-    i^ 
mio,  pr^memorato  monasterio  concedimus,  ut  in  alimonia  pauperum  et  sti- 
c.  177  B         pendio  monachorum  ||  ibidem  Deo  famulantium  nostris  futurisque  temporibus 
semper  profìciat  in  augmentis.     insuper  concedimus  ut  nullus  homo  audeat 
respondere  mallaturam  advocato  eius.       et  si  aliquo  tempore  aliqua  intentio 
contra  idem  monasterium  exorta  fuerit,  non  per  viliores  homines  sed  per  no-    20 
biliores  et  veraciores  diffiniatur  ex  utraque  parte.       si  quis  igitur  huius   no- 
stra confirmationis  sive  concessionis  quandoque  violator  extiterit,  procul  dubio 
sciat  se  compositurum  auri  purissimi  libras  mille,  medietatem  camer?  nostr^ 
et  medietatem   pr^dicto  monasterio  eumque  regentibus.       et   ut  h?c   nostra 
imperialis  auctoritas  iìrmior  habeatur  et   inconvulse   per  futura   tempora  ab    25 
f        omnibus  observetur,  manu  propria  roborantes  pr^sentem  paginam  figura  no- 
stra imaginis  inferius  iussimus  affigi  et  confirmari  (0.     [signum  domni  Ottonis 
secundi  serenissimi  imperatoris  et  invictissimi  augusti.]     Johannes  cancellarius 
ad  vicem  Petri  episcopi  et  archicancellarii  recognovi  et  subscripsi,       datum 
.III.  nonas  maii,  anno  dominic?  incarnationis  .dcccclxxxi.,  indictione  .vini.,    30 
regni  vero  domni  Ottonis  secundi  .xxi.,  imperii   autem  eius  .xiiii.       actum 
Rom?.       in  Dei  nomine,  amen. 

Huic  autem  simillìmum  per  omnia  prcceplum  dedit  et  con- 
firmavit   in    hoc   monasterio  et    prefato    donino   lohanni   abbati 
Otto  tertius   imperator  .vm.  kalendas    iunii,  anno  dominice   in-  35 
carnationis  .dccccxcvi.  et  eiiisdem  imperatoris  .xiii.,  imperii  quo- 
que primo.       actum  Sabinis  in  curte  Sancti  Gethulii  ^^\ 

(i)  Effigie  di  Ottone  II.  Regesto  indica  anche  la  indizione  nona 

(2)  An.  996;  2^.  F.  doc.  413,    Nelle      e  gli   anni   del   regno  con   le   parole 
note  cronologiche  il   documento   nel      «  Ottonis  regnantis  .xiii.  ». 


CHRONICON   FARFENSE. 


347 


Prefato  autem  domno  lohannì  abbati  et  in  hoc  monasterio  e.  178  a 
Longinus  filius  Longini  donavit  et  retradidit  quasdam  res  quas 
habebat  per  prestariam  in  fundo  Moliano  et  vocabulo  Vaccaricus 
Inter  terras  et  vineas  modiorum  centum  ('\  item,  domnus  lohan- 
5  nes  abbas  per  concambium  acquisivit  res  in  territorio  Amiternino 
ubi  dicitur  Sentianus  (^\  et  revicit  in  placito  curtem  Sancti  la- 
cobi  et  Sancti  Heli^,  et  molinum  pertinentem  ad  Sanctum  Geor- 
gium,  qu^  omnia  refntaverunt  Teudinus  comes  et  Rainaldus  Co- 
mes una  cum  Raudisio  advocato  suo  <^3).       item,  revicit  in  placito, 

IO  residentibus  legatis  domni  Ottonis  imperatoris  in  loco  Montis 
Granarii  ad  Sanctum  Petrum,  res  de  ipsa  curte  Sancti  Petri  quas 
refutavit  Gottifredus  filius  Sieradi^^).  item,  revicit  in  alio  pla- 
cito medietatem  de  molino  lanatico,  et  ecclesiam  Sancti  lohan- 
nis  in  Taziano  cum  sua   pertinentia,  et   Sanctam  Agathen  cum 

15  eius  pertinentia  si  ve  dotaliciis.  hec  omnia  refntaverunt  Gaide- 
risius  et  Rainerius  filli  Opteramì,  et  Adelbertus  filius  Sintari  ^^K 
item,  revicit  in  alio  placito  piscarias  et  aquas  de  Lacu  Longo  cum 
Lacu  Malori,  et  medietatem  de  Sepeepontio,  ubi  iudicatum  est 
ut  non  habeat  potestatem  iiUus  piscator   piscari  in    suprascriptis 

20   piscariis  nisi  reddiderit  per  omnem  ebdomadam  pisces  publicos  .111. 

aut   sex  minores  valentes   ipsos  tres  publicos  pisces  (^).      ||item,       e  178  b 
accepit   refutationem  de   terra   et   vinea   in   territorio    Sabinensi 
ubi  dicitur  Cicilianus,  in  quo  est  ecclesia  Sancte  Mari^  et  San- 
cti  Silvestri,   a   parentlbus   Girardi  pr^sbyteri  atque    prepositi  ^7). 

25  item,  acquisivit  per  commutationem  a  Guimario  filio  Baronis 
res  aliquas  in  gualdo  de  Scrufula  modiorum  .xx.:  a  duobus  la- 
teribus  flumen  Tyberis,  a  duobus  vero  tenens  Benedictus  episco- 
pus  cum  consortibus  ^^\  item,  Albericus  diaconus  atque  prepo- 
situs   huius   monasterii   una  cum    Ruberto  indice  reclamavit   in 

30  placito  super  quodam  Benedicto  diacono  qui  tenebat  terram  et 
vineam  huius  monasterii  iniquo  ordine  inter  Pharpham  et  Cur- 

5.  Nel  Regesto  Baccaris 


(i)  An.  968;  R.  F.  doc.  394. 

(2)  An.  976  ?  R.  F.  doc.  396. 

(3)  An.  981;  R.  F.  doc.  397. 

(4)  An.  981;  R.  F.  doc.  398. 


(5)  An,  982;  R.  F.  doc.  399. 

(6)  An.  982;  R.  F.  doc.  400. 

(7)  An.  990  ;  R.  F.  doc.  409. 

(8)  An.  991;  R.  F.  doc.  410. 


548 


CHRONICON    FARFENSE. 


179  A 


risÌLim,  et  aliquando  per  fortiam  venerat  super  casalem  huius  mo- 
nasterii  et  ibi  plagam  et  feritam  fecerat  in  hominem  domni  ab- 
batis.  erat  autem  ipse  casalis  valens  libras  .xl.  et  iudicavit 
Franco  index  quod  lex  romana  iubet  ut  suprascriptus  diaconus 
in  quadruplum  restitueret  ipsum  casalem  cum  suis  frugibus  in  5 
hoc  monasterio.  qui  professus  est  hanc  se  compositionem  mi- 
nime habere.  unde  una  cum  fìhis  suis  refutavit  in  hoc  mona- 
sterio prcfiitam  terram  et  vineam  inter  Pharpham  et  Currisium  ^'\ 
item,  prcfatus  abbas  domnus  Johannes  acquisivit  in  hoc  mona- 
sterio a  Teduino  comite  fìHo  Berardi  comitis  quasdam  res  sue  io 
proprietatis  quas  emerat  a  Sendebaldo  in  territorio  Amiternino 
ubi  dicitur  Casaliclus,  et  per  aHa  loca,  quc  sunt  petiarum  .xvi.: 
prima  petia  est  modiorum  .xxi.;  secunda  modiorum  .vii.;  ||tertia 
modiorum  .xii.;  quarta  modiorum  trium;  quinta  modiorum  .xviiii.; 
sexta  modiorum  trium  et  semodialis;  septima  modiorum  duorum  15 
et  sextarii;  octava  modiorum  vigiliti  duorum;  nona  modiorum  .11. 
et  semodialis;  decima  modiorum  .11.  et  semodialis;  undecima  mo- 
diorum .11.;  duodecima  modiorum  .111.;  tertiadecima  semodiahs 
unius;  quartadecima  semodialis  .1.;  quintadecima  quartarii  unius 
et  medii  alterius;  sextadecima  medietatis  quartarii.  prò  quibus  20 
omnibus  recepit  ab  hoc  monasterio  prefatus  Teduinus  comes  in 
territorio  Reatino  ubi  dicitur  ad  Vascas  terre  petiam  unam,  ubi 
stare  videtur  ipsa  rocca,  modiorum  centum  :  a  tribus  lateribus  flu- 
vius  Toranus,  a  quarto  latere  cisterna  et  terra  huic  monasterio 
reservata (-).  item,  in  territorio  Sabinensi  ubi  dicitur  Grippi  terra  25 
modiorum  .vii.  huic  monasterio  acquisivit  ^^\  item,  in  Pusti- 
niano  modiolum  unum  ^'^\  item,  in  Prepi  vocabulo  Aguzano, 
et  in  fundo  Pinitu  modiorum  .vi.  (5). 


25.  Nel  Regesto  Cippi 


(i)  An.  994;  R.  F  doc.  411. 

(2)  An.  986;  R.  F.  doc.  403. 

(3)  An.  967  ?  R.  F.  doc.  408. 


(4)  An.  994;  R.  F.  doc.  412. 

(5)  An.  998;  R.  F.  doc,  414. 


CHRONICON    FARFENSE.  349 


Incipit    r  e 1  a  t  i  o   d  o  m  n  i   a  b  b  a  t  i  s    I o  h  a  n  n  i  s 
de  eventibus  huius  monasteri!  '^^\ 

Regnante  domino  nostro  Ihesu  Christo  in  divina  maiestate 
atque  cum  Patre  Sanctoque  Spirita  in  evum  permanente,  anno 
5  eius  incarnationis  .dcccclxxxviil,  et  regnante  domno  Ottone 
filio  Ottonis  magni  imperatoris.  ego  Johannes  nutu  Dei  sollers 
animo  atque  Domini  protegente  dextera  humilis  abbas  monasteri! 
Beate  Marie  semper  celibis  et  matris  domini  nostri  Ihesu  Christi, 
quadam  die,    sicut  mos    est  monachis,  infra   claustra  monasteri! 

IO  conversari  cum  ||  meis  fratribus  consistens,  ad  me  ipsum   intrin-       e.  179  b 
secus  redi!    et    meam   intentionem   suptiliter  inspicere   cepi.     et 
quia  eram  mestus  multum  prò  nostris  facinoribus,  set  tamen  qua- 
liter  Deo  summopere  piacere  potuissemus  mente  pertractare  cu- 
ravimus.     hoc  itaque  michi  meisque  fratribus  premium  maximum 

15  nobis  a  Deo  previdimus  si  ccclesiam  Beati  Petri  apostoli  que  in 
diverticulum  posita  est  iuxta  castellum  Catinense,  et  a  nostris 
antecessoribus  aliquando  data  fuerat  ad  Benedictum  diebus  vite 
eius  per  libellum,  et  èasalem  qui  nominatur  Petrorum,  qui  etiam 
datus  fuit  ad  Gaiponem  et  Clarissimum  diebus  vite  illorum,  nos 

20  potuissemus  eripere  de  manibus  eorum.  ipse  quoque  predictus 
Clarissimus  considerans  Dei  omnipotentis  misericordiam  et  re- 
demptionem  anime  sue  vel  parentum  suorum,  omnes  res  suas 
in  integrum  per  cartam  in  nostro  monasterio  tradidit  ad  possi- 
dendum,  et  prò  hac  causa  ipsum  casalem  detinebat.     temporibus 

25  vero  domni  Petri  pontificis  summi  ^^^\  casu  irruente  inter  fideles 
comitis  Benedict!  et  fili!  Attonis  et  eorum  parentes  magnum 
certamen  initum  est  in  Sorbihano,  in  qua  palestra  mortuus  est 
Rainerius  filius  Attonis,  et  Clarissimus  trucidatus  cecidit.  post 
hec  in  ipsa  acerbitate  omnes  res  Clarissimi  in  nostri   monasterii 

(i)  An.   98S;  R.  F.  doc.   401.      Il  vescovo  di  Pavia,  e  poi  papa  col  nome 

testo  di  questo  documento  nel  Regesto  di  Giovanni  XIV  negli  anni  983-984. 

sebbene  quasi  identico  ha  qualche  va-  Vedasi   quello    che   dice   di  lui  1'  ab- 

riante  dal  presente.  bate  Ugo  a  pp.  47-48  di  questo  vo- 

(2)  Pietro  cancelliere  d'Ottone  II,  lume. 


550  CHRONICON    FARFENSE. 

inseruimus  potestate  sicut  per  cirographum  antea  tradita  fuerant. 
tunc  parentes  ipsius,  Lichefredus  et  Azo  et  lohannes  fratres,  in- 

c.  180A  sinuil  II  ceperunt  litigare  de  ipsa  terra  contra  nostrum  monaste- 
rium.  post  aliquaiìtos  autem  dies  venerunt  omnes  in  nostrum 
monasterium,  et  annitentibus  nobis,  in  prcsentia  iudicum  refutave-  5 
runt  eandem  ccclesiam  Beati  Petri  apostoli  et  ipsum  casalem 
Petrorum  in  integrum  et  Casam  Pauli,  et  fecerunt  cartam  de  Luco 
et  de  Calviniano,  et  simul  nobiscum  et  cum  omni  congregatione 
huius  monasterii  commendaverunt  eam  ad  Leonem  Bezonis,  in 
tali  tenore,  ut  ab  illa  die  suprascripti  fratres  vel  illorum  hcredes  io 
omni  tempore  defensores  atque  protectores  contra  omnes  ho- 
mines  omnibus  suis  viribus  existerent  huius  monasterii  et  eius 
cellarum,  ipsi  et  heredes  eorum.  et  si  hoc  non  fecerint  et  prc- 
fatam  refutationem  molestaverint  aut  forsitan  damnum  nostro 
monasterio  vel  cellis  nostris  operati  fuerint,  tunc  ipsam  cartam  15 
Leoni  Bezonis  commendatam  in  nostrum  monasterium  revertatur 
ad  possidendum.  et  insuper  hoc  nostro  monasterio  concesse- 
runt  predicti  viri,  ut  per  illorum  montana  sive  silvas  aut  rura, 
herbas  vel  ligna  aut  glandes  nostri  homines  in  ipsis  locis  habi- 
tantes,  modo  vel  deinceps,  aliquam  molestiam  non  habeant  ac-  20 
cipientes.  et  si  ipsi  vel  heredes  eorum  aliquando  hoc  facere 
presumpserint,  aut  nostri  homines  non  fruantur  omnibus  qualiter 
illis  necesse  fuerit,  tunc  componant  ipsi  vel  hf^redes  eorum  huic 
nostro    monasterio    auri  obrizi  hbras   quatuor.        post    hec   ego 

e.  180  B       lohannes  abbas  una  cum  nostris  monachis  refutavimus  ||  ad  pre-   25 
dictos    fratres    omnes   res    Clarissimi,    excepta    prefata    ecclesia 
Sancti   Petri    apostoli  cum    casale   Petroro    et    Casa   PauU    cum 
omnibus  illorum  appendiciis.     tunc  in  aula  Beati  Apostoli  cellam 
construximus    et  monachorum   habitationes  ibi    constituimus,  et 
lohannem    presbyterum    monachumque    nostrum    in    ipsa    cella  30 
priorem  ordinavimus,  qui  ernt    boni    animi,  humilis,  mansuetus, 
sobrius,  castus,  et  sancte  regule  preceptis  imbutus.       muri   vero 
eiusdem  ecclesie  qui  nimia  vetustate  corruerant,   ab  eo  reparati 
sunt,  quasi  gurgustium  enim  conclusa  videbatur  hactenus.       cum 
quo  duo  ahi  monachi  ydiotc,    et  unus    presbyter    et    monachus  SS 
Johannes,  magna  industria  a  fundamento  simul  eandem  ccclesiam 


CHRONICON    FARFENSE.  351 


reedificarunt,  et  ad   finem  complentes,  edam  intus    et  foris  de- 
pingere  fecerunt. 

Post  aliquantum  autem  temporis  quidam  ccperunt  dicere  quod 
Johannes  abbas  in  absconso  scriptionem  fecisset  ad  Hubertum 
5  iudicem  et  ad  filios  Alberici  diaconi  de  Casa  Paulì  et  de  aliis 
locis  huius  monasterii.  omnes  vero  seniores  fratres  huius  mo- 
nasterii  super  hoc  nimis  afflicti  dicebant  domno  abbati:  «  Domine 
«  abbas,  quare  sic  bene  cellam  ipsam  ordinatam  modo  dissi- 
«  pasti?»       ille  autem  hec  audiens,  putabat  se  mortis   periculo 

IO  proximum.  et  dicebat  om.ni  congregationi:  «  Audite  me, 
«  omnes  seniores  fratres  atque  minores.  per  Trinitatem  indivisam 
((  et  per  Regulam  patris  nostri  Benedicti  vobis  iurans,  dico  quia  ma- 
((  htiam  quam  audistis  nec  feci  ||  nec  consensi.  et  si  ahquando 
«  per  verum  potueritis  inteUigere,  super  me  reclamationem  facite 

15  «ante  domnum  apostolicum  aut  eius  patricium,  vel  ante  domi- 
«  nam  impcratricem,  aut  ad  suos  missos,  et  tunc,  iubente  domno 
«apostolico,  in  exilium  me  iturum  promitto  ».  superveniente 
autem  die  festo  apostolorum  Petri  et  Pauli,  ecclesie  in  hoc  mo- 
nastero  edificate  multi    circummanentes    venerunt    ad    eandem 

20  sollemnitatem.  tunc  venit  Johannes  abbas  paratus  cum  clericis, 
presbyteris,  diaconibus  et  subdiaconis  ad  missas  canendum  una 
cum  suis  monachis,  et  ante  altarium  adsistens  dixit  ad  omnem 
populum:  «  Audite  me,  omnes  Christiani  qui  ad  hanc  solemni- 
«  tatem  convenistis,  et  sciatis  omnes,  parvi  et  magni,  quoniam  ego 

25  «  Johannes  abbas  de  terra  nostri  monasterii  vel  de  Casa  Pauli 
«  nullam  in  absconso  scriptionem  feci  nec  consensi  » .  et  posita 
manu  super  hbrum  et  altare,  audientibus  universis  iuravit  super 
evangelia  et  sanctorum  reliquias  ibi  reconditas,  dicens:  «  Quod  de 
«  nulla  terra  nostri  monasterii  aHquam  scriptionem  in  occulto  feci 

30  «  nec  faciam  aliquando,  neque  consensi  neque  consentiam,  sic  me 
«  Deus  adiuvet  et  ista  quatuor  evangelia  et  sanctorum  corpora  hic 
«  recondita  ».  universi  hec  audientes  obriguerunt  atque  dixerunt: 
«  O  domne  abbas,  cur  hoc  fecisti?  »  at  ille:  «  Timeo  enim  crea- 
«  torem  meum,  timeo  beatam  virginem    Mariani  cuius  vicarius 

21.  diaconibus  et  subdiaconis]  Cosi  nel  testo. 


e.   I»I  A 


352  CHRONICON    FARFENSE. 

«  ego  siim,  erubesco  et  patrem  nostrum  Benedictum  cuius  ha- 
c.  iSi  n  «  bitum  induti  sumus,  ideo  istud  sacramentum  feci  ut  ||  credatis 
«  quia  istud  nefas  non  feci.  taraen  qui  post  meum  excessum 
«  de  ipsis  predictis  locis  se  dixerit  aut  ostenderit  scriptioneni  ali- 
ce quam  habere,  habeat  super  se  vel  fìlios  suos  iram  Dei  Patris  et  5 
«  Filii  et  Spiritus  Sancti  ». 

Interea  predictus  lohannes  abbas  ad  pretium  solidorum  .Lx. 
concessit  res  huius  monasterii  in  territorio  Sabinensi  ubi  dicitur 
Alinianus.  item,  in  Casa  Pauli  prctio  librarum  .v.  item,  in 
Canali  pretio  solidorum  .xx.  item,  in  Montoreo  pretio  solido-  io 
rum  .LX.  item,  in  Bucciniano  pretio  solidorum  quingentorum. 
item,  in  massa  Toccie  ubi  dicitur  Paccianus  pretio  solidorum  .xxx. 
item,  in  Bacciano  et  in  Galiniano  modiorum  .111.  pretio  solido- 
rum  .xx.  ad  pensionem  musti  lagunas  .vini.,  grani  modia  .11. 
item,  sub  muro  civitatis  Reatine  ad  Sanctum  Georgium  terram  15 
et  vineam  et  medietatem  molini  maioris  qui  vocatur  lanaticus  ad 
Cantarum,  et  in  territorio  Sabinensi  ubi  dicitur  Pompeie,  a  Monu- 
mento Antiquo  qui  designat  in  Pharpham  et  in  rigum  Salisiani 
usque  in  Pharpham,  pretio  in  octavo  terrarum  modiorum  .111.  in- 
super solidorum  centum.  item,  concessit  prefatus  abbas  lohannes  20 
Sintaro  et  lohanni  filiis  Hilderici  in  territorio  Amiternìno  ad 
Sanctum  Petrum  in  Cornio  substantias  .vi.  que  recte  fuerunt  ab 
Antulo  clerico  et  a  Desulo  et  a  Gisulo  et  a  Lupone  et  fiUis  eorum, 
Luponis  et  Areldi,  Liutone,  Bono  filio  Boni,  et  Bernone  filio 
e.  182  A        lohannis  Baldonis,  ||  qui  fuit  servus  celle  de  Solestano.      insuper  25 

quantum  in  Pile  et  Pupleto  et  ad  Sanctum  Georgium  de  rebus 
•  celle  de  Lauriano  pertinet.       et  in  Margine  substantias  que  recte 

fuerunt  per  Stvilarium,  Ahpertum  et  Luceradium  germanos  fìlios 
Stalarii  servi  nostrp  ecclesie,  fines  earum:  rivus  Derentanus  quo- 
modo  pergit  ad  villam  de  Ragiolo  et  via  de  Opligiano  et  Collis  50 
de  Ballano  et  Monumenta  de  Clesurulc  et  monte  super  Marruce. 
et  in  territorio  Interocrino  ad  Sestunum  curtem  Domini  Salvatoris 
cum  gualdo  de  Plano,  et  terras  de  Longe  Puro,  et  terras  de 
Nebino,  et  gualdum  de  Trefurco,  et  terras  de  Tuiano  et  de  Moza, 
et  in  Paterno,  et  in  Azo,  et  in  Torme,  et  in  Villano,  et  res  per-  ^s 
tinentes  in  Sancto  Angelo  Reatino  in  castaldato  Interocrino.     et 


CHRONICON    FARFENSE.  353 


in  Vallanti  curtem.cum  ecclesia  Sancti  Nazarii.  et  in  Moza 
res  Petri  presbyteri  et  Grifonis.  et  in  territorio  Reatino  ad  Piti- 
lianum  ecclesiam  Sancti  Gregorii.  et  in  Ponzano  casalem  Maximi: 
de  uno  latere  Petra  Corvaria,  de  alio  flumen  Saltum  quomodo 
5  intrat  in  flumen  Mellinum  usque  in  ipsum  et  usque  silvam  de 
Balbiano.  et  in  Amiterno  ad  Belitianum  res  quas  Campo  de  Ca- 
niano  per  libellum  tenuit.  preti um  harum  rerum  fuit  terra  in 
Ciculi  ad  campum  Ficidini  modiorum  .kx.  et  in  Agello  modio- 
rum  .XXX.  insuper  solidi  .ce.  item,  concessit  curtem  in  Co- 
io  perseto   in   territorio  vel    comitatu   Firmano  cum   ecclesia   San- 

cte  Marie,  et  cum  castello  de  monte  ||  Tano,  et  curtem  Sancti  Desi-  e.  182  b 
derii,  et  curtem  de  Arvitiano,  et  curtem  de  Mozano,  in  qua  est 
ecclesia  Sancti  lohannis,  et  curtem  de  Columnellis,  et  curtem 
Sancti  Venantii,  et  curtem  Sancti  Felicis,  et  curtem  de  Sardinaria, 
15  in  qua  est  ecclesia  Sancti  Petri,  et  curtem  de  Raviliano,  et  cur- 
tem de  Ca prilla,  qup  sunt  modiorum  decem  milium,  infra  co- 
mitatum  Firmanum,  Asculanum  et  Aprutiensem.  et  curtem  de 
Solestano,  in  qua  est  ecclesia  Sancti  Mari.  fines  harum  rerum  : 
a  capite  pedes  alpium  comitatus  Firmani  et  Asculani  et  Apru- 
20  tiensis,  a  pede  litora  maris  cum  ipsis  litoribus.  quarum  omnium 
rerum  solidi  ducenti  fuerunt  sub  pensione  olei  librarum  duarum 
et  totidem  candelarum,  idest  duarum,  in  castello  nostro  Mate- 
nano.  item,  in  territorio  Falagrinensi,  ubi  dicitur  Cambianus, 
terras  modiorum  ducentorum:  a  pede  flumen,  et  ex  omni  parte 
25  terra  dantis.  liec  omnia  dedit  Aldo  filius  Takeprandi  in  hoc 
monasterio  insuper  solidi  .dc.  et  concessit  ei  prefatus  abbas 
Johannes  medietatem  curtis  de  Turrita  cum  mcdietate  ecclesie 
Sancte  Marie  ibidem.  et  in  territorio  Interocrino,  ubi  dicitur 
Gasarici,  curtem  Fabriani  cum  medietate  ecclesie  Beate  Marie 
30  ibidem,  et  medietatem  curtis  Gottifredi,  et  medietatem  rerum 
Altecari  et  Algefredi  et  de  Mezanello,  et  medietatem  portionis 
ecclesie  Sancti  Laurentii.  et  in  territorio  Amiternino,  ubi 
dicitur  Tegoria,  famiflam  Totuli  ||  et  medietatem  familie  Lupuli.  e  185  a 
et  in  Cumulo  medietatem  familie  Stephanelli  heremite,  et  fami- 
jj  liam  Secene.  et  in  territorio  Reatino  ad  rivum  de  Bezano  me- 
dietatem ipsius  petie  terre.       et  in  Amiterno  super  rivum    De- 

Chron.  Farf.     I.  23 


354  CHRONICON    FARFENSE. 


rentanum  et  Celestini  substantiam  Luponis  prcsbyteri  servi  huius 
monasterii.       et  in   Opligiano  terre  petias  .11.       et  in  Cavallari 
terre  petias  .11.      item,  concessit  in  Novuliano,  vocabulo  Ficlini, 
terras  modiorum  ducentorumtriginta  cum   spisseis  et  vineis  :  a  ca- 
pite via,  a  pede  medium  flumen  Asuni  cum  cursu  aquc,  ab  uno   5 
latere   terra    Sancti    Angeli,  ab    alio   rigularis   currens  in  Asum. 
et  ibidem  res  Gaiderisii  prctio  rerum  in  loco  qui  dicitur  Miliarius, 
et  in  Pila  in   vocabulo  Bulsiano    terre    et   silvc   modiorum   .xl. 
insuper  solidis    .d.       item,  accepit    petiam  in  territorio  Turano 
ubi  dicitur  Paganicus  super  criptam  terre  modiorum  .xxx.  secus    io 
montem,  insuper  solidis  .lx.       et  concessit  tertiam  partem  curtis 
Sancti  Benedicti  in   Furcone   ubi  dicitur  Colomente,  et  tertiam 
partem  rerum  Grimaldi,  et  tertiam  partem  ipsius  molini  et  rerum 
Scamore,  et  in  CoUectario  ubi  dicitur  Casalis  terre   modia  .vii. 
item,  in  fundo  Trevenano  curtem  ipsam,  et  in  Feccliano,  et  Ga-    ij 
luniano,  et  Vocariano,  et  in  Salto  cum  ecclesia  Sancti  Gregorii 
et  terras  modiorum   duum    milium:  a   capite    summum   Montis 
183  B        Maioris,  a  pede  et  uno  latere  flumen  Clentis,  a  quarto  latere  ||  via 
veniens  a  Sancto  Laurentio  in  Clenti,  prctio  in  fundo  Visse  terre 
et  silve  modiorum  .e.  insuper  solidis  .ce.       item,  prefatus    ab-  20 
bas  lohanes  suscepit  pretium   solidorum  .e.  et  concessit  in  ter- 
ritorio Furconino  curtem  de  Saxa    ubi  dicitur   Gentianus,  fines 
eius:  Pile,    et    Clepeti,  et  Mozanum,    et    Amiternum.       et    res 
Petri  et  Ermefredi,  excepta   ecclesia  Sancti   Mindii  cum  cella  et 
orto  ante    eam,  que   reservata   est   in   hoc   monasterio.       et   in   25 
eadem  Saxa  terre  modia  .xxx.  in  Cerreto,  et  vineam  modiorum  .v. 
ubi  vocatur  Cernitula  super  ecclesiam  Sancti  Valentini,  et  substan- 
tiam Sikeprandi  de  Rogia,    et  substantiam  Insti   de  Colleplano. 
item,  concessit  medietatem  curtis  nostre  de  Trevenano  in  terri- 
torio Camerino,  et  in  Borgiano,  et  in  Maciano,  et  in  Toreliano,   30 
et  in  Rosiano,  et  in  Campo  Vicioso,  et  in  Salto,  et   in  monte 
Berennie,  et  in  Seneizano,  et  medietatem  ecclesie  Sancti  Gregorii, 
omnia  modiorum  .ecce.       et  in  fundo  Saltu  modia  triginta  pretio 
solidorum   .e.       item,  in  territorio  Sabinensi  ubi  dicitur  Ruzule 
pretio  solidorum  .xx.       item,  in  Tancie,  de  medietate  ipsius  ca-   ^^ 
stelli  duas  partes  concessit,  et  tertiam  in  hoc  monasterio  reser- 


CHRONICON   FARFENSE.  355 

vavit:  a  capite  Aqua  Frigida  sicut  currit  in  Caneriam,  a  pede 
rigus  Sancti  Angeli,  ab  alio  latere  Vallis  Gemina  sicut  venit  in 
serrani  montis  et  in  Aquam  Frigidam,  ab  alio  latere  rigus  Scalatus 
veniens  in  Furcellam  sicut  currit  in  ||  ipsum  rigum  et  rigus  in  e.  184  a 
5  Caneriam;  de  ipso  castello  et  omnibus  bis  pertinentiis  duas  partes 
de  medietate  pretio  solidorum  ducentorum.  item,  in  territorio 
Sabinensi  in  Canali  res  cum  ecclesia  Sancti  Heleutherii  ad  pen-  ^ 

sionem  musti  decimatas  .xv.,  pretio  solidorum  .e.      item,  in  Al- 
buciano  pretio  solidorum    .xxx.      item,  in  Monte  Aureo  pretio 

IO  solidorum  .e.  item,  in  Padano  vocabulo  Montis:  ab  uno  latere 
limite  et  fine  de  Brezano  et  petre  fixe  et  tenentibus  Benedicto 
et  Urso,  et  veniente  in  viam  pergentem  in  montem  de  Facciano 
et  tenentibus  Silvestro  et  lohanne  presbytero  et  Sabino  cum  con- 
sortibus  et  petre  fixe,  ab  alio  latere  rigus  de  Silice,  et  tenente 

ij  Berizo  iudice  et  petre  fixe,  a  tertlo  latere  rigagines  et  fines  Ba- 
riliani  et  petre  fixe,  a  quarto  latere  tenent  Rainerius  et  Dominicus 
et  Ansefridus  et  petre  fixe,  pretio  librarum  quatuor.  item,  in 
Antiquo  pretio  librarum  quatuor.  [i]tem  in  Sorbiliano  cum  ec- 
clesia Sancti  Antimi  pretio  solidorum  quinquaginta.       [i]tem  post 

20  montem  in  Loretulo  pretio  solidorum  .lx.  item,  in  Mianula  et 
in  Baniolo  pretio  solidorum  .lx.  item,  in  fundo  Petroriolo  ad 
Magisem,  excepto  castello  de  Cuphi,  pretio  librarum  .v.  item, 
in  Viaro,  et  in  Calviniano,  et  in  Follano,  ubi  est  ecclesia  San- 
cti Sabini,  pretio  solidorum  .e. 

25         Item,  prefatus  Johannes  abbas  concessit  ecclesiam  Sanctc  Ma- 
rie in  Pisile  post  montem  et  prope  Criptule,  et  alibi  Mirtetum, 
et  alibi  Fornellum,  et  alibi  Centum.  ||       et  de   casale  Fisiniano         e.  184  b 
tres  partes.       et  ubi  dicitur  Vocia  medietatem   in   integrum,  et 
de  castello  Tribuco  medietatem   in    integrum,  pretio  solidorum 

30  tercentorum.  item  in  Turano  et  in  Leganello  medietatem  in 
integrum;  et  de  Nazano  tertie  partis  medietatem  in  integrum, 
pretio  solidorum  .lx.  item,  in  monte  de  Ota:  a  capite  rigus 
Scalatus  pergens  in  rigum  Sancti  Angeli,  a  pede  rigagine  ve- 
niente a  Cisterna  sicut  descendit  in  rigum  Cancelli,  ab  uno  la- 

35  tere  via  a  Cisterna  et  veniente  in  rigum  Sancti  Angeli,  a  quarto 
latere  lacu  veniente  in  Calvisia  de  Maialine,  et  suptus  Maialine 


^^6  CHRONICON    FARFENSE. 


veniente  in  Forcellam   et   inde  rigiun  Scalatum.       de    omnibus 
bis  concessit  prcdictus  Johannes  abbas  Samsoni  filio  Gninizonis 
quartam  pattern  in  integrum  prctio  solidorum  .xl.       item,  con- 
cessit Teiiduino  corniti  filio  Berardi  comitis  tertiani  partem  ca- 
stelli qui  vocatur  Mons  Aureus  sive  Pretorium,  duas  vero  partes   5 
reservavit  in  hoc  monasterio.       item,  suscepit  in  pretium  res  in 
territorio  Ciculano  ad  Clivianum  modiorum  .vi.,  et  concessit  ibi- 
dem modiorum  .e.       item,  suscepit  in  territorio  Amiternino  res 
modiorum    .xii.    insuper  argenti   libras    .xx.,  et  concessit  in  ter- 
ritorio Balbensi  ad  Peltinum  curtem  Sancti  Angeli  in  integrum.    io 
item,  in  territorio   Aprutiensi  ad   Aurelianum  concessit  res  mo- 
c.  185  A       diorum  .xx.  cum  ecclesia  Sancti  Petri  in  Sardinaria,  et  ||  in  Sum- 
maciano,   et    in  Castrociano,    et    in  Sala,  et  in   Betecto,    et    in 
Aleniano,  singulas  petias  modiorum  .lxxx.       item,  suscepit  pre- 
tium solidorum  .lxxx.  et  concessit  in  territorio  Balbensi  medie-    15 
tatem   curtis  Sancte  Marie  in  Graiano,  excepta    ipsa  exclesia  et 
iuxtaeam  in  longitudine  perticis  .LXii.,  de  alio  latere  perticis  .lxxv., 
de  tertio  perticis  .lxxiih.,  de  quarto  latere  perticis  quinquaginta. 
et  in  campo  de  Opi  terram  cum  muris  ecclesie  Sancti  Viti,     et 
medietatem  omnium    proprietatum  huius  monasterii  infra    terri-   20 
torio  Balbense  in  Graiano,  Opi,  Mamenaco,  Campana,  Preturio, 
et  Bufano.       item,  pretio  solidorum  .xv.  concessit  suptus  muros 
civitatis  Reatine   ad   Cupencum  modium  .1.       item,  pretio  soli- 
dorum .XL.  concessit  in  territorio  Furconino  ad  Limitem  modia.vn., 
et  alibi   modia  .in.       item,  pretio  casalis  de  Nazano  medietatis,   25 
et  in  territorio  Reatino,  et  in  Lariano  petiarum  .vini.       insuper 
solidis  .XX.  concessit  ad  Undam  terras  et  vineas  cum  casis,  et  in 
Luriano  tertiam  partem.       item,  prctio  medietatis  casalis  de  Na- 
zano, et  in  Luriano  terre  petiarum  quatuor  insuper  solidis  .xl. 
concessit  ad  Undam   terras  et  vineas  cum  casis,    et  in  Luriano  3^ 
duas  partes. 

Item,  pretio  solidorum  ducentorum  concessit  preflitus  Johannes 
abbas  cellam  Sancte  Marie  de  Sarzano  in  territorio  Balbensi, 
cuius  fines  sunt:  Gorgianus,  summitas  montis  de  Robore  et  Co- 

26.  Lariano]  Cosi  nel  testo  e  piti  sotto  fi  r.  2S,  29,  )0j  Luriano 


CHRONICON    FARFENSE.         .  357 

dici,  Gragianum,  et  quomodo  currit  vallis  Gragiani  in  flumen 
Calidum,  et  usque  castellum  et  summitatem  de  Ferzo,  et  ||  Caram-  e.  i8s  b 
pellem,  et  Pretoriura.  item,  coiicessit  monasterium  Sancti  Marci 
iuxta  muros  Spoletinos,  quod  erat  funditus  destructum,  ad  restau- 
5  randum,  et  ecclesiam  Sancti  Salvatoris  iuxta  fundum  Salianum, 
et  ecclesiam  Sancti  Viti  iuxta  flumen  Marrubie,  et  ecclesiam 
Sanct^  Marie  in  Meiana  in  castaldato  Interamnensi,  et  ecclesiam 
Sancti  Theodori  infra  ipsum  castaldatum  iuxta  rivum  qui  de- 
currit  in  lacum  ubi  dicitur  Lutulum,  et  ecclesiam  Sancte  Pe- 
lo tronille  in  Agello  malori,  et  ecclesiam  Sancti  Pauli  ubi  dicitur 
Quinquaginta,  et  ecclesiam  Sancti  lohannis  in  comitatu  Asisi- 
nato  cum  omnibus  illarum  pertinentiis  in  integrum.  omnia  con- 
cessit  ad  pensionem  annualem  facularum  cere  duarum  et  vasis 
vini  unius. 
15  Item,  pretio  solidorum  .e.  concessit  in  campo  et  in  villa  de 
Opi  res  de  curte  in  Graiano  quarum  fines  sunt:  Petie  late  et 
Usanianum,  et  serra  de  Pincto,  et  limites  suptus  ecclesiam 
Sancti  Pii.  insuper  medietatem  curtis  Sancte  Marie  in  Graiano, 
excepta  ipsa  ecclesia  Sancte  Marie  cum  circuitu  eius  et  cellis  : 
20  ab  uno  latere  via  et  pedes  .lvi.,  ab  alio  latere  terra  huius  mona- 
sterii  et  pedes  .l.,  a  tertio  latere  similiter,  a  quarto  latere  terra 
lohannis  et  huius  monasterii  et  pedes  .XL.  et  in  Mamenaco, 
et  in  Pretorio,  et  in  Azano,  et  in  Bufano,  et  in  Cella,  et  in  campo 
Pettino,  et  in  Campana,  et  Cese  de  Suscle,  et  de  substantia 
25  Ildonis  presbyteri  in  Graiano,  ||  et  in  Opi,  omnem  medietatem,  e.  186  a 
excepta  ecclesia  Sancte  Marie  in  Sartiano  et  Sancti  Angeli  in 
Pettino,  cum  pertinentiis  earum.  item,  in  territorio  Amiternino, 
in  campo  Armoris  ad  Colomellam,  terram  modiorum  .xii.  et 
in  Collectario  substantiam  Severi,  et  in  Casale,  et  in  Clopaco, 
30  et  in  Stibiliano.  item,  pretio  solidorum  .e.  concessit  in  Furcone 
ad  Sanctum  Gregorium  suptus  viam  terram  modiorum  .xl.  item, 
pretio  terre  modiorum  .x.  in  territorio  Furconino  ad  Sublongum 
insuper  solidis  .lxxx.  concessit  in  territorio  Amiternino  terre 
petias  .XVI.:  primam  in  casale*  *  modiorum  .xxi.,  aliam  in  Sepo 

34.  Lacuna  di  una  parola  nel  testo- 


3S^  CHRONICON    FARFENSE. 

vallis  de  Salice  modiorum  .vii.,  tertiam  in  Rutiliano  ad  Armatos 
modiorum  .xii.,  quartam  ad   Cafagium   modiorum  .in.,  quintam 
in  capite  Ofiniani  ad  Vulmacectum  modiorum  .xviiii.,  sextam  ad 
aram  Teuduli  modiorum  .in.   et  scmodialis,  septimam  ad  Criptam 
Pauperis  modiorum  .11.  et  quartarii,  octavam  in  Macereto  modio-  5 
rum  viginti  duorum,  nonam  in  campo  Scamoreni  modiorum  .11. 
et   semodialis,   decimam   ibi  prope   modiorum  .11.  et  semodialis, 
undecimam  in  Caliniano  ad  Vallem  modiorum  .11.,  duodecimam 
ad  Cretarium  modiorum  .111.,  tertiamdecimam  in  Macereto  semo- 
dialis .1.,  quartamdecimam  super  via  suptus  Sancta  Cecilia  senio-    io 
dialis  .1.,  quintamdecimam  in  vineis   de  Pectino  quartarii  .i.  et 
medietatis  de  alio,    sextamdecimam  ibi    prope    medietatis  unius 
quartarii. 
e.  186  B  Item,  prctio  solidorum  .e.  dedit  prcdictus  abbas  Johannes  et 

concessit  res  huìus  monasterii  in  territorio  Furconino  usque  Me-   15 
tuie  et  quomodo  pergit  ad  crncem   de  Furfone  et  pontem  Ne- 
rini  et  usque  flumen  et  Corvum  et   usque   rivum  de  Paganica. 
item,  concessit  de  curte  de  Moliano  ad  Cornialetum  de  Sole  *  *  vel 
Cauda  Cavallina  res  modiorum  .lxxx.  pretio  solidorum  .e.      item, 
pretio  rerum  in  territorio  Turano  ad  Paganicum  sub  cripta  mo-  20 
diorum  .xxx.    insuper   solidorum  .lx.  concessit   tertiam    partem 
curtis  Sancti  Benedicti  in  territorio  Furconino  ubi  dicitur  Colo- 
mente,  et  in  Amiterno,  et  in  Collectario,  et  in  Pretorio,  et  rerum 
Grimaldi  tertiam  partem,  et  de  sedio  molini  ipsius  tertiam  partem, 
et  de  rebus  Scamore,  et  in  Collectario  modia  .vii.,  et  in  Pretorio  25 
modi  a  .xvii.       item,  pretio  rerum  in  territorio  Amiternino  suptus 
coUem  Antonini  ad  Pratum  Domnicum  modiorum  trium  insuper 
solidorum  ducentorum  concessit  in  territorio  Amiternino  suptus 
Pauperi  res   modiorum    .cviii.       item,  pretio  terre   in  territorio 
Ciculano  modiorum  .xxx.  ad  Agellum  insuper  solidorum  tercen-  30 
torum    concessit   medietatem  curtis  Vallanti,  et  de    Sestuno   in 
territorio  Interocrino  cum  medietate  ecclesie  Domini  Salvatoris, 
et  Sancti  Nazarii,  quarum  fines  sunt:  arcus  Sancti  Insti,  et  Pingui, 
et  Termenariunij  et  Catrablum,  et  Saltum,  venientes  in  flumen 


$.  Macereto]  Nel  testo  macto  e  così  al  r.  <),         iS.  Lacuna  di  una  parola  nel  testo. 


CHRONICON    FARFENSE.  359 

Mellinum,  et  usque  vallem,  cum  medietate  Casalis  Maximì,  et 
iisque  II  Casam  Veterem  quomodo  pergit  in  rivum  Gaiprandi,  et  e.  187  a 
medìetatem  substantiarum  in  Moza.  et  in  territorio  Amiternino 
ad  Sanctum  Petrum  in  Corvie  medietatem  substantiarum  .vi.  et 
5  servorum  huius  monasterii  Banduli  clerici,  Adesuli,  Gisuli,  Lu- 
ponis,  et  filiorum  Araldi,  Liutonis,  Boni,  et  Bernonis  filii  lohannis 
Baldonis,  et  Ildonis,  et  Petri,  et  lohannis,  et  Romani,  et  Petri, 
et  quotquot  in  Pile  et  in  Puplito  ad  Sanctum  Georgium  inventa 
sunt.       et  in  Marruce  medietatem  substantie  recte,  per  Statium 

IO  et  Alepertum  et  Luceradum  germanos  et  filios  Stalarii  servi 
huius  monasterii,  et  Gezonem  et  Franconem  germanos  et  filios 
Ape.  harum  rerum  fines  sunt  :  collis  de  Baliano,  et  Monumenta 
Clesurule,  et  mons  super  Marruce,  et  rivus  Derentanus  quomodo 
pergit  in  villam  de  Ragiolo  usque  viam  Salariam.       et  in  Cornu 

15  tcrram  modiorum  triginta.  et  in  Belitiano  substantiam  quam 
Campo  de  Caniano  per  libellum  huius  monasterii  tenuit.  et  in 
territorio  Reatino  in  Luniano,  et  Baiano,  et  Catiano  medietatem, 
et  in  Frondario.  aliam  vero  medietatem  Benedictus  tenet  ab 
hoc   monasterio.       et   ad  Veticem    prope  gualdum    de  Tazano. 

20   et  in  territorio  Narnatino  ad   Bricum   curtem    huius  monasterii, 
et  in  Barnano,  et  in  Certione,  et  in  Massa.      item,  pr^tio  soli- 
dorum  milium  concessit  in  territorio  Furconino  et  Balbensi  curtem 
Sancte  Mari^  ||  ubi  dicitur  Furfone  usque  Senizum  et  Varisanum        e.  187  b 
de  suptus,  et  usque  Formam,  et  usque  flumen,  et  Mozam,  omnia 

25  que  pertinent  ad  ipsam  curtem,  excepta  ipsa  ecclesia  cum  sexaginta 
modiohs  terrarum  circa  eam  que  sibi  reservavit.  item,  pretio 
solidorum  .xl.  concessit  in  territorio  Reatino  Collem  cum  ecclesia 
Sancti  lacobi  et  terr^  petias  duas  modiorum  .viii.  item,  pretio 
solidorum  .xxx.  concessit  in  territorio  Amiternino  ad  Collectarium 

30  et  Sanguinetum  terre  modiorum  vigintì.  item,  in  territorio  Apru- 
tiensi  concessit  medietatem  curtis  Sardinarie,  et  in  Lempedio,  et 
in  Mafiano,  et  in  Ceseriano,  et  in  Aurehano,  et  in  Castriciano,  et 
in  Collide,  et  in  Posporiano,  et  in  Tabernula,  et  in  Sommaciano, 
et  in  Aleniano  insimul  modiola  .cccl.,  quarum  fines:  usque  flumen 

S5  Gomanum  et  flumen  Trutinum,  et  rigum  de  Fabale,  et  usque  San- 
ctum Severum.       item,  pretio  terre  modioli   unius  in    territorio 


}6o 


CHRONICON    FARFENSE. 


Reatino  ad  campum  %  ^f  concessit  infra  ipsam  civitatem  ad  Fo- 
rum casaliciuni  unum  et  terre  et  vince  petias  .iir.,  prima  ad  San- 
ctum  Stephanum  modiorum  trium,  aliam  ad  Cupencum  ad  ipsam 
turrem  semodialem  .i.,  tertiam  ad  Gualdum  Novum  modiorum  .v. 

Quodam  vero  tempore  cum   resideret  in  placito  in   Ragiolo  5 
prope  turrem  iuxta  ecclesiam  Sancti  Hilarii  Petrus  Papiensis  api- 
scopus  missus  domni  imperatoris  (')  una  cum  comitibus  sive  iudi- 
c.  iSSa         cibus  plurimisque  hominibus,  venit  prcfatus  abbas  Johannes  ||  cum 
Deodato   advocato  suo,  et  querelatus   est  super  fìliis  Adelolfi  et 
Godeladi  qui    tenebant  silvas  et  terras  huius  monasteri!  in  Can-    io 
tarello,  et  in  casale  Palùmbuli,  usque  viam   publicam  et  Rivuni 
Siccum  et  ipsum  terminum,  quem  idem  abbas  cum  eis  fìxerat,  et 
quomodo  ipsa  vallis  pergit  in  montem  Landicule  usque  in  pedem 
ipsius  montis.      et  concessi  sunt  suprascripti  viri  quod  nichil  eis 
pertinerent  omnes  suprascriptc  res  infra  ipsos  terminos.     et  tunc   15 
recepit  predictus  abbas  Johannes  ipsas   res  ad  opus  huius  mona- 
sterii  (^). 

I.  Lacuna  di  una  parola  nel  testo. 


(i)  Intorno  a  Pietro  vescovo  di 
Pavia  vedasi  a  pp.  47  e  349  di  questo 
volume. 

(2)  An.  982.  Il  documento  relativo 
a  questo  giudicato  manca  nel  Regesto, 
ma  si  trova  invece  nel  LargUorio, 
e,  xcv  A.  Trattandosi  di  un  giudicato 
a  cui  prese  parte  un  personaggio  cosi 
importante  come  Pietro  vescovo  di 
Pavia  mi  par  bene  riferirlo  qui  in  nota. 

In  Dei  nomine.  Notitia  iudicatus  memo- 
ranlis  (*)  prò  futuris  temporibus  qualiter  in  ter- 
ritorio Amiternino  in  loco  qui  nominatur  Ra- 
giolum,propre  turrem  ubi  pcclesia Sancti  Ylarii 
est  edificata,  in  placito  residebat  Petrus  Pa- 
piensis episcopus  missus  domni  imperatoris, 
seu  et  lulianus  diaconus  et  Teduinus  comes 
prò  singulorum  hominum  iustitia  facienda  vel 
deliberanda  intentione.  ibique  cum  eo  reside- 
bat Polo  (**)  qui  Erizo  vocatur  et  Aldo  et 
Liuzo.  hi  sunt  iudices  sacri  palatii.  et  Johan- 
nes index  Spoletinus,  et  Giselbertus  iudex  de 


(•)  Nel  testo  memorantes 

(**)  Polo]  Nella  soltoscriiione  PiiJo 


Camerino,  et  Berengerius  iudex  Furconinus, 
et  Anselmo  scabinus  de  Amiterno,  Sintarì  fi- 
;ius  Elderici  cum  Guarino  filio  suo,  et  cum 
Berengerio  filio  suo,  et  Bernerius  filius  Berneri. 
isti  sunt  cives  Reatini,  et  Guido  filius  Gual- 
terii  Furconinus,  Salomon  et  Beruardus  filii 
Ractaldi,  saligi.  et  Richardus  filius  Richardi, 
et  Ingelramus  filius  Azonis  de  Noveri,  et  In- 
gelbertus  filius  lohannis,  et  Lambertus  filius 
Ingclberti,  et  Johannes  filius  Lamberti,  et  Leo 
filius  lohannis.  isti  sunt  de  Amiterno.  in 
istorum  et  aliorum  plurimorum  circumseden- 
tium  atque  astantium  presentia  venit  Johan- 
nes abbas  huius  monasterii  Sanctc  Marie  cum 
Deodato  advocato  suo  quorelam  reddens  super 
Aimeradum  filium  Adelolfì,  et  Adelbertum  et 
Ingobertum  germanos  filios  Adelolfi,  et  super 
.Madelgerium  qui  Gezo  vocatur,  et  super  Lu- 
ponem  et  Endricuni  germanos  filios  Godeladi. 
et  dixit:  «  Donine  Petre  episcope  et  Theduine 
«  Comes  et  iudices  et  bonihomines,  volumus 
«  sapere  de  ipso  Aimerado,  et  de  suprascri- 
«  ptis  germanis,  si  silvas  et  terras  nostri  mo- 
«  nasterii  Sanctp  Marie  quas  tcnemus  in  Can* 
«  larello  et  in  casale  Palùmbuli,  usque  viam 
«  publicam  et  Rivum  Siccum  et  ipsum  termi- 
«  nuni  quem  ego  lohannes  abbas  vobiscum 
«  insimul  tìximus,  et  quomodo  ipsa  vallis  per- 
«  git  in  montem    Landicule   usque  in  pcdeu) 


CIIRONICON   FARFENSE.  361 

Item,  pretio  solidorum  .xl.  concessit  idem  abbas  lohanncs 
in  territorio  Amiternino  ad  Sesanum  petias  terre  .vi.  :  primam  in 
Sesano  modiorum  .111.,  aliam  ibidem  modiorum  quataor,  tertiam 
in  Felecta  modiorum  .111.,  quartam  ad  Petram  Fictam  modiorum 
5  duorum,  quintam  in  campo  de  Lavareta  modiorum  .111.,  sextam 
in  Ragiolo  ad  fontem  Todorici  modiorum  .11.  itera,  pretio  so- 
lidorum .xc.  concessit  in  territorio  Furconino  ad  Marginem  et 
murum  Mangonis,  et  limitem  usque  Aquam  Paganicam  et  Aquam 
Beram  et  viam  que  pergit  a  Vado  Lato  et  vadit  ad  murum  Man- 
ie gonis,  et  usque  Castelliones.  insuper  in  Ceserano  medietatem  de 
terris  et  silvis.  item,  pretio  solidorum  .xl.  concessit  in  terri- 
torio Reatino  ad  Radicara  ipsum  montem  de  Quarto,  et  in  Ar- 
paniano,  et  Octavo  usque  aquam  de  Radicarla  et  flumen  et 
serram  montis  Quarti  duas  partes  in  integrum,  tertiam  vero 
15  Anselmo  tenebat  ab  hoc  monasterio.  ||  item,  pretio  solidorum  .ce.  e.  188  b 
concessit  in  territorio  Amiternino  Clusurule  ubi  est  substantia 
lohannis  Palumbi  et  eius  consortum  usque  Orbecam,  et  Pozellam, 
et  Marruce,  et  usque  strictum  vallis  de  Cula,  ipsosque  insuper 
servos,  idest  lohannem,  Luponem,  et  lohannem  Crispum  cum 
20  filiis  et  filiabus  ac  fratribus  eorum.  item,  in  territorio  Furco- 
nino ad  Vallem  Cupani  concessit  terram  modiorum  .xxx. 

Item,  pretio  solidorum  .lx.  concessit  prefatus  abbas  Johannes 

in  territorio  Sabinensi  casalem  Pompeie:  a  capite  Furca  et  terra 

de  Massisis   usque  in  Pharpham,  de  alio  latere  rivus  veniens   a 

25   rocca  Azonis  usque  in  Pharpham,  de  aho  latere  Pharpha.     item, 

pretio  sohdorum  .xl.  concessit  in  territorio  Reatino  in  Acupenco 

12-13.  Radicara  e  Radicarla]  Così  nel  testo. 

«  ipsius  montis,   et  de   omnibus    rebus  infra  prascriptus  episcopus  et  Comes  et  iudicesatque 

«  istos  lerminos  aliquid   contra  nostrum  mo-  bonihomines  iudicaverunt  ut  lohannes  abbas 

<(  nasterium   contendere   volunt».     tunc   su-  ad  partem  monasterii   omnes   res  infra  ipsos 

prascriptus  Petrus   et  Tiieduinus   comes  in-  fines  haberet  et  possideret  securius,  et  supra- 

terrogaverunt   suprascriptum   Aimeradum  et  scriptus  Aimeradus  et  ipsi  germani  in  omni- 

rcliquos  socios  eius  quid  de  iiac  causa  dice-  bustacerent  etquiescerent  cum  suisheredibus. 

ront.    qui  responderunt  :  «  Non   faciat  Deus  et  finitum  est.    quod  loiiannes  notarius  seri- 

«  nec  addat  quia  de  ipsis  silvis  et  terris  que  psit  ab  incarnatione  domini  nostri  Ihesu  Ciiristi 

«  infra  ipsos  fines  sunt   nobis   nicliil  pertinet  anno  .dcccclxxxii.  et  Ottonis  imperatoris  .xv. 

«  nec  pertinere  debet,  neque  per  hereditatem  mense   decembris,  indictione    .xi.     -}-  Petrus 

«  neque  per  cartam  neque  per  brevem  neque  episcopus  et  imperatoris  missus  ibi  fui.    -j-  Te- 

«  per  ullam  scriptionemaut  inventam  rationem  duinus  comes.      -j-   Pudo.      -j- Liozo  index, 

«neque  modo  neque  in  antea  ».     deinde  su-  -p  Aldo  index,  ibi  fuerunt. 

Cìiron.  Far/    L  23 


3^2  CIIRONICON    1  ARFENSE. 

torre  et  vinec  petiam  .i.  cum  casis  ibi  edificatis.  item,  pretio 
solidorum  .vi.  concessit  in  Terria  territorii  Amiternini  ad  Dulia 
terr^  petias  .11.  item,  pretio  rerum  in  territorio  Furconino  ad 
Silvam  Planam  in  valle  suptus  viam  que  pergit  a  Furca  Luparia 
modiorum  .x.  insuper  librarum  .v.  concessit  in  territorio  Furco-  J 
nino  in  Acilie,  et  in  capite  suptus  Acilie  ubi  dicitur  Pantanus,  et 
in  Malloni,  et  ad  Monumentum,  et  in  Banio  usque  in  viam  de 
Banio  venientem  a  muris  ad  viam  quc  venit  ab  episcopio  San- 
cti  Maximi,  et  usque  in  viam  de  Colomella  a  Monumento,  et  usque 
in  viam  que  pergit  a  vado  Cilluli  et  venit  ab  ecclesia  Sancti  Ci-    io 

e.  189  A  priani  et  vadit  ad  Rogie,  et  usque  ||  montem  qui  vocatur  Serra, 
de  bis  omnibus  medietatem,  quc  est  modiorum  .Lxxx.  vel  plus, 
exceptis  rebus  de  Opetanis.  item,  concessit  in  territorio  No- 
vertino  in  Paterno  terre  petias  .11.  et  alias  res  ibidem  usque  rivum 
qui  pergit  a  Paganeco,  et  usque  Martore,  et  Mozanum,  et  serrani  15 
de  Oquali,  et  serrani  de  Oriali.  quc  omnia  sunt  in  Orbeniano, 
et  in  Cardeto,  et  in  Valloni,  in  Cesa  Meniola,  et  ad  Molina, 
item,  pretio  solidorum  .e.  concessit  in  territorio  Furconino  infra 
fines  suprascriptos  ad  Acilie,  et  in  campo  qui  dicitur  Pantanus, 
usque  in  montem  qui  vocatur  Serra,  inter  terras  et  vineas  mo-  20 
diorum  .clx.,  exceptis  rebus  huius  monasterii  que  dicuntur  de 
Opetanis,  et  res  quas  Tedmarius  in  hoc  monasterium  dedit  per 
concambium,  quas  in  hoc  monasterio  abbas  reservavit.  item, 
pretio  sohdorum  .xl.  concessit  in  territorio  Sumatino  res  quc 
fuerunt  Siculini,  et  de  SaKcta,  et  in  Flaminiano,  et  in  Trebule,  25 
et  in  via  de  Crete,  et  in  Carano,  vel  per  alia  vocabula,  et  sunt 
modiorum  .xx.,  et  ubi  dicitur  Ministeriolum  modii  .1.  item, 
concessit  ecclesiam  Sancti  Georgii  destructam  in  loco  qui  dicitur 
Cerquitus  ad  flumen  Asum  et  vocabulis  Ferrano  :  a  capite  terra 
Rainardi  comitis  et  rivus  Maccle,  a  pede  aqua  de  Maiavilla  et  50 
rivus  de  Folle  quomodo  pergit  in  flumen  Asum,  et  rivus  qui 
pergit  in  Rivum  Curvum  Firmanum,  ab  uno  latere  flumen  Asum 
cum  molinis  et   cursu  aquarum,  ab  alio  latere  Rivus  Curvus  et 

e.  189  B       ^^'^   ^^  Tenna    usque  caput   Lantiniani    maioris  et  ||  minoris,    et 

usque  Furcam  de  Ferrarlo,  exceptis   quc  antea    concesserat   per   35 
scriptum  ad  Benedictum  filium  Luponis.       alia  vero  omnia  con- 


CHRONICON    FARFENSE.  3^3 


cessit  pretio  solidorum  .lx.  item,  in  territorio  Sabinensi  ad 
Bascianum  prptio  solidorum  .xx.  concessit  quasdam  res.  item, 
in  Ardano  pretio  librarum  trium  concessit  alias  res.  item,  in 
Tornaria  iuxta  fluvium  Currisem  ad  aquimolum  faciendum  et 
5  iuxta  ipsum  sextaria  .vi.  ad  quartam  reddendum,  et  in  Area 
Veccia  ad  quintam  reddendum,  pretio  solidorum  .xx.  concessit. 
item,  pretio  solidorum  .lx.  in  territorio  Sabinensi  ubi  dicitur  Lu- 
nianus  aliarum  rerum  concessit  sextam  partem  in  integrum. 
item,  in  Antiano  minori  pretio  solidorum  .xx.  alias  res  concessit. 

IO  item,  ubi  dicitur  Tancies:  ab  uno  latere  rigus  Scalatus  et  ve- 
nientes  in  rigum  Sancti  Angeli,  a  secundo  latere  usque  in  gual- 
dum,  ubi  est  ecclesia  Sancte  Crucis,  et  venientes  in  Filicetum, 
a  tertio  latere  Vallis  Gemina  venientes  in  arcum  Sancti  Angeli; 
de  omnibus  bis  et  de  castello  Tancie  qui  vocatur  Fatucli  omnem 

15  medietatem,  excepto  quod  antea  concesserat  ad  Rodulfum  iudicem 
per  scriptum  tertii  generis.  item,  in  territorio  Sabinensi  con- 
cessit uncias  .VI.  principales  de  massa  Foliana  in  fundo  Azano, 
et  de  fundo  Petriolo  similiter  uncias  .vi.,  excepta  terra  quam 
tenuit  Teuzo  Paganus,  et  excepto  castello  de  Cuphi  tantummodo 

20   cum  introitu   et  exitu  suo,  et   non  aiiter.       sunt  autem    casales 
de  Azano  sex,  de  fratre  pr^sbyteri  Hieronimi  medius  casalis,  de 
Folge  vero  ||  terre  et  silvp  casales  .vi.       ad  portam  Folge  cripta       e  190  a 
una  et  casarine  tres  cum  hortis  usque  in  rivum.     ad  Sanctum  Sa- 
binum  casales  Ji.       ad  Buccam  Campane  casales  .11.       in  Hor- 

25  telle  terra  et  vinea  Martini  et  Crescii  de  Duranto^  ad  Sanctum  Se- 
bastianum  casalis  .1.  de  pertinentia  Cuphi  terre  et  vinee  et  silve 
casales  .xii.  et  eo  amplius. 

Item,  prcfatus  abbas  Johannes  pretio  solidorum  .xl.  compa- 
ravit  in  hoc  monasterio  terram  in  territorio  Sabinensi  ad  Campum 

30  Longum  modiorum  .vi.  item,  concessit  quasdam  res  in  Fecli- 
nule  cuidam  Leoni  filio  Petri,  et  alias  cuidam  Stephano,  et  alias 
Petro  et  lohanni  filiis  Leonis.  item,  pretio  solidorum  .lx. 
concessit  ibidem  et  in  Cervariola.  item,  in  suprascripto  loco 
in  quo  est  ecclesia  Sancti  Stephani  iuxta  Cervariolam  pretio  so- 

35  lidorum  .lx.  concessit.  item,  in  eodem  vocabulo  concessit 
aliarum  rerum  medietatem  cuidam  Dominico  et  Venerio.       item, 


3^4  CHRONICON    FARFENSE. 

Libi  dicìtur  Testa  concessit  alias  res  ad  qiiartam  reddendum  de 
frugibus  et  de  vino  mundo  medietatem.  item,  ubi  dicitur  Cer- 
vinaria  vel  Cavallaria  prctio  solidorum  .xx.  concessit  aliarum 
rerum  et  de  ecclesia  Sancti  Clementis  quartam  partem,  et  de 
aliarum  duarum  petiarum  quinta  portione  quartam  partem  in  ipso  5 
vocabulo.  item,  pretio  solidorum  .e.  concessit  in  Gonfienti, 
sive  Pompeic  .ce.   alias    res:  a  capite   Massacium   designans    in 

e.  190  li  rigum  qui  pergit  sub  Rocca,  a  pede  rigus  et  Pharpha  ||  coniuncta, 
ab  uno  latere  rigus  qui  pergit  sub  Rocca,  a  secundo  latere  Pharpha 
cum  castello  et  omni  edificio  quod  ibi  possit  fieri.  item,  prctio  io 
solidorum  .xl.  concessit  in  Bobaria  alias  res  et  unum  aquimoUim 
in  Ariana,  et  alias  res  concessit  ibidem  ad  quartam  reddendum 
de  frugibus  et  de  vino  mundo  medietatem.  item,  in  Rome  re- 
gione nona  in  Scorticlari  etThermis  Alexandrinis  concessit  criptam 
unam  sinini  operis  et  terram  cum  criptis  et  parietinis  et  arcus,  15 
item,  in  territorio  Sabinensi  in  Paternione  prctio  solidorum  .L. 
concessit  quarundam  rerum  medietatem  cum  clausura  iuxta  viam 
ad  quartam  reddendum  et  de  vino  mundo  medietatem  et  duo 
V  exenia.  item,  in  Columnelle,  et  in  Campo,  et  in  fundo  Cer- 
queto  pretio  solidorum  .xx.  alias  res  concessit.  item,  in  Mo-  20 
ranula  et  Vulpiniano  cum  castello  ibidem  concessit  alias  res  inter 
hos  fines  :  ab  uno  latere  tenent  filli  Benedicti  Gaiponis,  et  per- 
gentes  in  limitem  super  Formam  in  alluni  limitem  qui  est 
inter  Vulpinianum  et  casalem  suprascriptorum  filiorum  Benedicti, 
et  pergentes  in  rivum  de  Nazano  sicut  pergit  in  Rofinianum,  a  25 
secundo  latere  limitem  qui  est  inter  casalem  Pulianum  et  casalem 
lohannis  de  Golle  et  ipso  limite  pergente  in  petras  fixas,  et  in 
viam,  et  inde  recte  in  limitem  ambulantem  in  aUum  limitem 
qui  est  inter  ipsam   terram  et  heredum  Rodonis   et   ipso  limite 

e.  191 A  ^^  viam  antiquam  ducentem  recte  in  casalem  Salarol^,  ||  a  tertio  30 
latere  via  quc  ducit  a  Salarola  recte  in  Formellum  et  in  Gasalem, 
a  quarto  latere  Rofinianum  minorem  et  viam  antiquam  quc  ducit 
in  Casalem  et  venit  in  petras  fixas  et  pergit  in  rigaginem  qui 
est  suptus  suprascriptum  castellum  sicuti  decurrit  in  rigum  de 
Nazano.  et  concessit  aliud  vocabi\lum  Argisianuni,  cuius  fines  ^^ 
sunt:  ab  uno   latere  casalis  Alberici,   a    secundo  Lucie    rigagine 


CHRONICON    FARFENSE.  36^ 

pergente  in  rigum  Muse,  a  tertio  latere  via  descendente  a  colle 
Dimidii  et  venientes  in  petras  fixas,  a  quarto  latere  pergente  ab 
ipsis  petris  in  rivum  Muse  iuris  huius  monasterii.  item,  ubi 
dicitur  Turanus  concessit  alias  res  ad  quartana  frugum  et  vini 
5  mundi  medietatem  reddendum  et  exenia  duo.  item,  in  civitate 
Hortana  pr^fatus  abbas  Johannes  concessit  cuidam  Gregorio  tri- 
buno qui  vocatur  Gocho  et  Ann^  iugali  duas  casas  cum  curte 
ante  eas,  et  portionem  eorum  de  fondo  Fuiano,  et  de  fundo 
Plataniano,  et  Subripula  *  *,  et  ad  Ciani,  et  Bacerrata,  et  unius 

IO  petie  terre  ad  caput  castelli,  cum  portu  ad  naves  decurrendas; 
omnia  hec  ipsi  suprascripti  per  cartas  donationis  in  Sancto  Theo- 
doro,  qui  est  intra  ipsam  civitatem,  confirmaverant.  item,  in 
Fisiniano  et  in  Terentiano  concessit  alias  res  ad  quintam  red- 
dendum omnium  frugum  et  vini  mundi  medietatem,  sicut  red- 

15   dent    nostri    laboratores    in    Campo    SanctI    Benedicti,    infsuper         e.  191B 
exenia  duo,  unum  in   Pascha,  aliud  in  Natale.      item,    ad   San- 
ctum  Gordianum  concessit  alias  res  in  territorio  Sabinensi:  a  capite 
usque  ad   summum  montis,  a  pede  via  antiqua,   ab   uno  latere 
limite  et  petr^  fìxe  venientes  in  viam,  et  inde  in  Petram  Maiorem 

20  usque  in  summum  montis,  ab  alio  latere  petre  fixe  et  limite 
veniente  .in  vallem  et  descendentes  in  viam  et  terram  Sancti  Mar- 
tini, et  in  Casule  alias  res.  et  in  Lafriniano  alias  res.  in- 
super intra  castellum  Postmontem  terram  cum  casa  facta.  item, 
in  Aliniano  alias  res  concessit  pretio  solidorum  centum.      item, 

25  in  fundo  Cisiniano  concessit  ^cclesiam  Sancte  Marie  cum  omnibus 
eius  pertinentiis  et  substantiam  Bonualdi.  et  in  fundo  Lucanano 
terram  manualem.  item,  in  Monte  Aureo  concessit  terre  et 
vinec  modiola  quatuor  pretio  solidorum  .xxx.  item,  in  Turano 
concessit  alias  res  in  Leganillo  et  in  Nazano,  omnium    illarum 

30  medietatem,  pretio  solidorum  sexaginta  ('). 

Tricesimus  primus  autem  huius  congregationis  extitit  abbas    ^n-  997-998. 
Albericus  ^^\      hic   temporibus  domni    Gregorii  quinti    pape    in        ^'  ^^ 

9.  Lacuna  di  utia  0  due  parole  nel  testo. 

(1)  Le  concessioni  largite  dall' ab-      or//ono  dalla  e.  lxxix  a  alla  e.  cv  b. 
bate  Giovanni  ITI  sono  notate  nel  Lai-  (2)  Effigie   dell'  abbate  Alberico. 


}66  CHRONICON     FARFENSE. 


iudicio  ante  Rupertum  missum  domni  Ottonis  imperatoris  et  iu- 
dicLim  palatii  lohannem  prcsbyteruin  et  monachum  huius  mona- 
sterii  et  per  Hubertum  iudicem  atque  advocatum  eius,  revicit  et 
recepit  terram  huius  monasterii  in  territorio  Sabinensi  positam 
in  loco  qui  nominatur  Campus  et  dicitur  Cerquitus,  refutante  5 
cam  Leone  Domnicie  in  ipso  placito  apud  Rescanianum  ^^\  item, 
quidam  Herizo  levita  et  Mingerada  tilia  Abbonis  refutaverunt  ad 
eundem  abbatem  Albericum  terram  et  vineam  de  territorio  Sa- 
binensi, idest  casalem  de  Petroro  ubi  est  ecclesia  Sancti  Petri 
duas  partes  sicut  conquisi verant  per  scriptum  a  Compone  abbate  ^^\    io 

Hic  etiam  prefatus  abbas  Albericus  pretio  quarundam  rerum 
territorii  Sabinensis  iuxta  fossatum  castelli  Toccie  modiorum 
duorum  insuper  solidorum  x.  concessit  infra  civitatem  Reatinam 
prope  Sanctum  Cassianuni  casalicium  unum  iuxta  muros  ipsius 
ecclesie,  et  alia  duo  ibidem,  et  alias  res  in  Basche  et  Forano,  in  15 
prato  Feriniano  modiola  .vii.  in  Ciciliano  quoque,  ubi  est  ec- 
clesia Sancti  Donati,  et  in  Pipiliano  cum  ipsa  ecclesia,  et  aliis 
rebus  ac  molendinis  concessit  quibusdam  viris,  videHcet  Bucconi 
et  Gualafosse  filiìs  quondam  Ise,  pretio  librarum  .xx.  ^^\ 

(i)  An,  998,  marzo;  R.  F-  doc.  416.  la  nota  3  a  p.  47  di  questo  volume. 

Questo  giudicato  è  attribuito  da  Grego-  (2)  An.  997;  R.  F.  doc.  417. 

rio  erroneamente  al  governo  abbaziale  (3)  Le  concessioni  largite  dall' ab- 

di  Alberico.     Nel  marzo  998,  la  badia  bate  Alberico  sono  notate  nel  Largi- 

era  già  retta  dall'abbate  Ugo.    Vedasi  torio  alla  e.  evi  a. 


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Il  ifìir^  .  CXI  pie  rrur 


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fyj^  pì^uì^fCTiiiiybificAjnz^* Serri 
faif1\yn^ritrirìCiiuiiirnìsX  ìmiirA.nòo»  CéXim. 
on^l  cjfici  iin.7'.  tì/fvLcti'  inoib;^|>(t>A7ir^.  Obb 
pft*nn    zpA  JcfcpiJLf*  lufroy  .  iJTTnr^  ou  unii 
tn  -  cairtiop  c/iniilicj  fì-licrrAn:  .6/^itfcj' of^^ 

orif  in eiii7 uo .  vKi  i  JiLiiLir^  tn  qr^ tnoie*  ii  ojfert 
Z>rc\  qa.  ui-Cir  ui&ez'V)ii  1  rrrAJ-n^t  •  v>ci  cx^micJ'-  di 
cf^fu-er  -  cjrn  inlu.ce-bu  i  nixin^i  au^>:r>c  C  ajt>    ' 

tulaJXef"  .    \uiU  ollOrf"  CjU^fill    Tplt;   (T  COfUlX' 

net!  ml^  cL  t  iiZ>ici  ll  c^Jfuaxi^      u*tler\  ì^icez?i:rii 
fiti  li  lòeii^  Alrrep  mjlia  ^fpArr  ./eòacT^^p  uf 
illierrx'-cii  Vyciiefdru  cLerclAY-^htr'^fiae'uinZyi 
cat^r•.lvl^>tcllJL  or  p^dilmi  ompifani nme2kiTh  . 
6c/cay>T:'nxznorp^in'^  irirxiJlo  TnfTy^-ieòi-aLrrtax^. 


"'««-j  w.' 


CONTENUTO  DEL  VOLUxME 


Prefazione Pag.  vii 

I.      CONSTRUCTIO   MONASTERII    FaRFENSIS I 

IL      DeSTRUCTIO    MONASTERII   FaRFENSIS   EDITA   A    DOMNO    HUGONE 

ABBATE 25 

III.    Relatio  constitutionis  domni  Hugonis  abbatis    ....  53 

ini.      EXCEPTIO  RELATIONUM  DOMNI  HuGONIS  ABBATIS  DE  MONASTERII 

FaRFENSIS   DIMINUTIONE 59 

V.      QUERIMONIUM   D^OMNI    HUGONIS    ABBATIS    AD     IMPERATOREM    DE 

CASTRO    TrIBUCO   ET   BUCCINIANO 7I 

VI.     Catalogi    a   Gregorio    Catinensi    Chronico   Farfensì   praefixi, 
addito  alio  abbatum  Farfensium   ex  ipsius    Gregorii   Lar- 

^itorio 79 

VII.    Sermo  de  sancto  Laurentio loi 

Vili.    Chronicon  Farfense  Gregorio  Catinensi  auctore    .    .    .  107 

Tavola:  Facsimile  della  e.  20 a  del  cod.  Farf.  i 367 


Finito  di  stampare  oggi  25   di  maggio   1903 

nella  tipografìa  Forzani  e  C.° 

Edizione  di  cinquecento  esemplari. 


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