(
West Virginia University Libraries
3 0802 100908374 4
U r- ,
4,
^M-^
DEC 1 1955
WEST VIRGINIA uR^VCT^im
MEDICAL SCHOOL LIBRARE
This hook must not be
taken from the Library
building.
ISTITUZIONI
ANOTO. MICHE
DEI- SIGNOR
L. M. A. CALDANI
TRADOTTE IN ITALIANO
GAETANO CASTELLANI
DOTTORE IN FILOSOFIA E MEDICINA, PnOFESSORE DI CHIRUKGLA E DI CLIXICA
NEL LICEO E NEGLI OSPITALI DI BRESCIA , SOCIO DELLE ACCADEMIE
DEGLI APATISTI B GEORGOFILI DI FIREiSZE , DEGLI ANIMOSI DI BOLOGNA ,
DI QUELLA DI VENEZIA E DI BRESCIA , E DELEGATO VER LA FACOLTÀ'
MEDICA KEL DIP-ARTIMENTO DEL BIELLA.
TOMO I PARTE I
CONTENENTE l' OSTEOLOGIA.
HEALTH
SCIENCE:
^3
fi- 1
PER BETTOLI
TIPOGRAFO T3IPARTIMENTALE
BRESCIA MDGCCVII
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in 2009 with funding from
Lyrasis Members and Sloan Foundation
http://www.archive.org/details/istituzionianoto11cald
A SUA ECCELLENZA
PIETRO MOSCATI
CONSIGLIERE CONSULTORE DI STATO
DIGNITARIO dell' ORDINE
DELLA CORONA DI FERRO
grand' AQUILA DELLA LEGION d' ONORE
MEMBRO dell' ISTITUTO NAZIONALE
DIRETTORE GENERALE
DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
IL V0I.GAKIZ7.ATOHIÌ
GAETANO CASTELLANI
ECCELLENZA
E,
Ila e coslantemente gran ventura per
gli Stati y che alla pubblica Istruzione
presiedano uomini rari ^ genj sommi ^
cjual è r Eccellenza Prostra ^ cui non
e alcuna Scienza che sia straniera.
Quindi è che tutte da essa ricci^'ono
lustro y appoggio y e protezione. Ma gli
impareggiahili suoi meriti cjui ancora
non ristanno . Si può esser genj , si
può essere eruditissimi , e non ostante
mancare di quella attitudine ^ energìa ,
e perspicacia j che è tanto necessaria
a chi ha la parte direttiva della pub-
blica Istruzione . Ben se n avvide il
VI
pili Grande fra gli uomini ^ quel mag-
giore di tutti gli Eroi che abbia pos-
seduto la terra , che sa conoscere i
talenti de' singoli come conosce le molle
degli stati. Egli appena la conobbe che
la destinò a cose grandi , e la collocò
jìnahnente in quella sede che merita-
mente copre.
Quando Ella entrò in questo Liceo ,
tutti noi Professori concepimmo le pile
lusinghiere speranze di ai'ere dalla esi-
mia mente di Lei una miglior norma
ne' nostri insegnamenti. Ella ce la di-
notò neW Elenco de' libri che i Profes-
sori debbono spiegare ; ed io mi affret-
tai di trascegliere tra questi l' Opera
veramente Classica del Professore Cal-
dani y trasportandola in italiano per
essere a tenore dell' articolo sesto del
Piano degli Studj 5i Ottobre i8o5
spiegata dal Professore di Anotomia,
Io mi conforto che la sollecitudine
con cui le offro questo mio tenue tri-
buto ^ compenserei almeno in parte i di-
fetti ripetibili dalla celerità del lavoro
VII
e dalla distrazione inevllahlle nelle di-
urne vile occupazioni .
yiccolga pertanto l' Eccellenza T^o-
stra cpiest' omaggio con quella bontà,
colla cpiale si degna di riguardare pili
le prodaziord utili die le brillanti y piìi
la riproduzione delle opere grandi che
la compilazione delle mediocri ^ ed ag-
gradisca le proteste pili ingenue del
mio profondo rispetto.
vt
PREFAZIONE
DEL TRADUTTORE
ppena che da Sua Eccellenza il Si-
i;nor Direttore Generale della pubblica
Istruzione si è prescritto tra le opere
da spi cibarsi dai Professori de' Licei e
delle Università Y aureo Libro delle
Istiiuziom Anotomiclie del Signor Cal-
dani ^ n}i sono data tutta la sollecitu-
dine di porgerlo al pubblico tradotto
^xi'^X idioma iiaJiano , dando lui Testo
ai singoli Professori giusta il disposto
air articolo 6 tlel Piano degli Siudj 3i
Ottol)re i8o5: e dovendo cpiesto Testo
per il susseguente articolo (j essere ita-
X
liano , io ho creduto di Air con ciò
un' opera utile al Professore ed agli
studenti ed anche a quelh che dediti ad
altri Studj amano però di avere un' idea
della struttura umana. Aggiangesi in
via d'appendice una mia Memoria di^
retta a far conoscere Futilità delF ap-
plicazione delle Teorie matematiche
alla Scienza Medica. Moki mi liaimo
preceduto su questo argomento, ma
non credo che alcuno l'abhia preso nel
punto di vista , sotto il quale io l'ho
trattato. Mi studio di far conoscere il
torto eh' essi hanno , tanto quelli che
indiscviminatamente declamano contro
qualsivoglia sistema, come coloro che
frenetici per ridurre ogni cosa a sistema
violentano massime, principi , esperien-
ze, ed osservazioni per ispiegar tutto
secondo un romanzo che non regge se
non nella loro riscaldata fantasia . Ho
battuto in ciò le tracce luminosamente
segnatemi da Gondillac.
Io porto ferma opinione nel resto
che non si spiegheranno mai le Leggi
XI
de' Moti muscolari ed iiivolontarj in.
istato di sanità, le leggi della circola-
zione dei fluidi, f[uelle di altre funzioni
animali , come delle secrezioni , della
digestione, della respirazione, della nu-
trizione, il meccanismo de'sensorj, se
non si avranno idee e nozioni chiare
de' primi rudimenti delle Matematiche.
Non si giugnerà poi mai a separare ciò
che v'ha di certo da ciò che v ha di
congetturale, ove non si dispongano le
parti della Scienza Medica in un certo
ordine, che è quanto dire sistema, nel
quale si vegga ad evidenza ciò che è
dimostrativo da quello che è pm^amente
d' induzione .
Noi vedremo certamente incidcate
queste massime da quelF insigne Lette-
rato che essendosi elevato a tanta su-
blimità nella Scienza Medica , in cui si
assicurò tanta celebrità, ha saputo an-
che innoltrare fermo i suoi passi nelle
non facili Dottrine Matematiche.
Egli pensa a tutto; già sta meditando
un Piano generale aspettato da ognuno
XII
con pari impazienza che entusiasmo .
Preparare gìi animi nel tirocinio della
Istruzione primitiva alle Scienze che
costituiscono la media ^ ed elevarli con
solidi fondamenti alla sublime è il
grande scopo de' Piani disciplinali clic
la perspicacia di Sua Eccellenza il Si-
gnor Moscati ci sta preparando, sicuro
che da essi ne deriveranno vaulaggi
incalcolabili alle Scienze, alle Arti ed
alla educazione della Gioventù.
XIII
L. M. A.
CALDANI
A' SUOI SCOLARI
S.
c,
orre ^ik il decimo - quinto anno
dacché , oltre il gravissimo (i) inca-
rico d' insegnare la Medicina Teorica ,
queir altro ancora mi fu imposto di
dimostrare l' Anotomia. Per eseguire
il che secondo le mie forze io ac-
crebbi il numero delle lezioni, alTm-
(i) Facciolati ( Fast. Patav. Voi. 2. pag. 892. )
di Antonio Molinetto Professore di Anotomia e
di Cliirurgia così parla: nelF anno 1661. toltagli
la Chirurgia gli fu dato V incarico o,ssai pia grave
iV insegnare la Medicina Teorica ordinaria dalla
primaria Cattedra.
XIV
che ( oltre la necessità di dare ancora
ogni anno la Spancnologia ) potessi
nello spazio di tre anni terminare la
storia anotomica del corpo umano, la
quale una volta , con una rara feli-
cità veramente , solevasi compire con
ventidue dimostrazioni al più. Mi con-
solo quindi, che voi approviate la mia
diligenza , o sia questo per il giudizio
che ne formiate, o lo doniate all'amore.
Dal che n' è avvenuto , che ben volon-
tieri intraprendessi di pubblicare per
vostro vantaggio le Istituzioni Anoto-
miche con quel metodo affatto, che
tengo ogni anno nelle lezioni stesse
d' Anotomia ; ciocche da me voi di-
mandaste più d' una volta , pensando
che avverrebbe eh' io meglio provve-
dessi a vostri comodi , se quelF opra
spendessi nelF Anotomia, che ho speso
nella Teorica. Sebbene poi opra sia né
di poco tempo nò di poca fatica , e
voi ben sappiate da quanti affiiri io
sia angustiato, come io non abbondi
mai di ozio, distratto or da letterarie
XV
e or (la cllniche occupazioni : eccovi
neW Osteologia la prima base delle Ano-
toniiclie Istituzioni . Spero ncll' anno
venturo di dare la Mìo/orna: e di mano
in mano vedranno la luce poi le altre
parti dell' Anotomia . Tutto sarà ad-
dattato per quanto fia possibile a que-
sto Ospitale, a questa Scuola, a questo
Cielo ancora. Cose megliori e più esat-
te, ancorché potessi, a dire il vero, non
ve le darei. Imperciocché io deggio
aver riguardo ai Cadaveri , che pochi ,
e tutti quasi putrescenti, si portano
dall' Ospitale nel Teatro : sì ancora ai
giorni che furono assegnati a spie-
gare r Anotomia , i quali correndosi
dietro per lo più senza intervalli , non
danno tanto di tempo ai Dissettori
quanto richiederebbono più esatte pre-
parazioni ; sì ancora a questo Cielo , in
cui i venti australi , esercitando spesso
il loro impero, dissolvono non di rado
in un fetidissimo fracidume e sanie le
parti da prepararsi già proclivi a putre-
farsi per la natiua delle malattie , da
XVI
cui erano state vessate. Questo e ciò
che avea a premettere , e che non du-
bito , che a voi non fosse notissimo .
Se avverrà che in questa prima parte
delle mie Istituzioni io abbia conse-
guito quel che mi sono proposto, cioè,
che voi senza V ajuto del Maestro o
d' un Dissettore veggiate cogli occhi
ne' cadaveri quelle cose , che io vi de-
scrivo colle parole , mi parrà di non
aver operata cosa affatto inutile. State
sani .
XVII
INDICE
DEI CAPI E DELLE SEZIONI
CHE SI CONTENGONO
WELLA I. PARTE DEL I. VOLUME
JJcdlca » V
Prefazione del Traduttore ...» ix
Prefazione dell' Autore . . . . » Xin
CAPO PRIMO. Dell" Anatomia in gene-
rale, e primieramente degli elementi
del corpo umano » i
CAPO SECONDO. Delle regioni del
corpo umano » 25
CAPO TERZO. Delle Ossa in gene-
rale » 3i
CAPO QUARTO. Delle regioni degli
ossi , e della loro reciproca con^
nessìone ; . » ^S
XVIII
CAPO QUINTO. Dei legamenti, inoltre
del Periostio e della Midolla . » 54
CAPO SESTO. Della Osteologia in par-
ticolare, e primieramente degli ossi
del Capo » 60
Dei forami delle ossa del Capo . » 88
CAPO SETTIMO. Delle ossa del Tron-
co *^ 99
CAPO OTTAYO. Del Torace ossia
Petto » 1 1 4
CAPO NONO. Delle ossa innominate . » 122
CAPO DECIMO. Delle estremità supe-
riori , e primieramente della Sca-
pala » 1 3 1
Della Clavicola » 187
Dell' Omero ossia Braccio . . » 1 40
Del Cubito » 145
Della Alano , e primieramente del
Carpo » 162
Del Metacarpo ....... j56
Dtlle Dita delle Mani . . . . » 169
CAPO UNDECIMO. Delle estremità in-
feriori » 1 6 3
Del Femore >> 164
.XIX
Della Patella ossia Rotula . ? >? 171
Della Gamba *^ ^74
Del Piede, e prima del Tarso . » 181
Del Metatarso « 187
Delle dita de' Piedi » 189
fji^ifiiii ..m.i»» imvjf..uuim»i II imi u!MMwa3aui.»ijmw»im»u-miiiii IMI iiiiiia»ui^.'i.Mi.wiiti|iM
ISTITUZIONI ANOTOMIGKE
CAPO PRIMO
Dell' Aiiotomia in generale , e primieramente
de oli Elementi del Corpo Umano.
-0
-„- nella parte della Filosofia naturale , ^.''f ""' '''
la quale colla sezione de cadaveri principal-
mente , e con certi altri particolari artifizj
esamina, e contempla il corpo dell' uomo, e
perciò insegna la struttura , la situazione , la
connessione, 1' uso, e le azioni delle parti
componenti 1' istesso corpo , si chiama Ano-
tamia .
2. L' oggetto adunque di quest' arte nobi- °^",'"l',l'i",
lissima , ed utilissima è principalmente il corpo
umano. Se s' incidano j, e se si esaminino alcuni
cadaveri di altri animali , perchè certe parti
di quelli, essendo di struttura più ampia, ajuta-
no a venire in cognizione di quelle dell'uomo;
allora quest' arie si chiama Zootomia , ovvero
Anatomia comparata.
Onaii parti 3. Ma quaìiinquc ne sia 1' oggetto , egli
Tco 'pÒ'uTa- ^ cornane a tutti gli animnli, che siano com-
''°- posti di parti solide r, e di parti fluide. Co-
nosce l'Anatomico le parti solide, col tat-
to, e colla vista: il Fisiologo col raziocinio,
coir analogia :, e congetturando imprende a in-
dicare, e a descrivere la struttura piìi nasco-
sta delle parti, e i loro usi non abbastanza
certi, richiamando ad esame insieme le partì
fluide or semplicemente ed ora con analisi
chimica; il medesimo ancora considera le azioni
del corpo umano vivente, quando si esercitano
queste a norma della natura, cioè nello stato
di sanità . Quindi è , che da molti autori la
Fisiologia fu detta Anatomia animata.
Quaisìaiifi- 4" Sì dell' Auotomia, come della Fisiologia
Tóit'b'''è^^ fine principale è una precisa cognizione del
dell'Aneto- corpo umano e delle di lui azioni per poter
conservare una perfetta sauna , e per discac-
ciare , o almeno diminuire le malattie , a cui
va soggetto 1' umano genere.
Divisione de!- ^' Frattauto le parti solide, le quali tocca
k pam soli- ^ IP Anatomico esaminare, soglionsi dividere
primieramente in semplicissime , ed in organi-
che. Eccettuata una o l'altra delle prime,
tutte le altre sono organiche ; come si vedrà
chiaramente dalla loro descrizione. Laonde par-
rebbe più a proposito le parti organiche divi-
dere in organiche semplici , ossia primarie -,
ed in organiche composte , ossia secondarie .
Tuttavia essendo le organiche semplici com-
poste da una minor unione di semplicissime,
sarà lecito l'annoverarle tra le semplicissime,
e chiamare organiche propriamente quelle , la
di cui tessitura è assai più composta.
6. Nelle parti semplicissime (i) si annove- q^w s,>no
rano dagli Anatomici le fibre , le lamette ( le ^i^i^sìr^T
quali con un glutine, o sia certo condensa-
mento inorganico costituiscono i solidi del cor-
po umano chiamati da alcuni elementi ) le
membrane , le arterie , le vene , i vasi linfa-
tici , i nervi , ì muscoli , i ligamentì , le carti-
lagini, gli ossi ^ le glandole. Quelle altre
parti solide poi , che compongono il corpo Q„a!i le or-
umano, chiamansi propriamente organi, ovvero^''""'*'
parti organiche: istromenti cioè compo>ti da
diverse parti semplici, e in tal guisa confor-
mati , onde esser atti a esercitare le loro par-
ticolari funzioni. Parleremo in primo luogo
delle semplicissime.
7. Gli elementi della materia animale uniti che cosa sia
vicendevolmente per mezzo d' un certo gluti-
ne , e coerenti in maniera , che rappresentino
una linea retta , senza quasi veruna crassezza
(1) Si chiamano seniplicissime paragonate alle altre
parti, le quali si chiamano organi^ ovvero isiromenti:
per altro le stesse fibre primitive , per così dire , le
lamette ancora , e il concremento inorganico sono tutte
cose composte da principj tra loro diversi.
la libra
0 sia profondità e larghezza, danno una ab-
bastanza giusta idea della fibra.
Quante spe- 3. Lc iìbce altre sono carnose ^ altre ner-
y\ ^lJ,^^\ vose ^ altre cellulose, altre finalmente ossee.
^'"'"- Le prime si veggono in quelle parti, che
comunemcMite diconsi carni ; ed hanno un
moto di contrazione loro proprio, ogni qua!
volta sono eccitate da uno stimolo o noto ;, o
non conosciuto; le seconde si trovano nel cer-
vello principalmente, nelle gambe di questo,
ed alla sua base; le terze nelle membrane,
e nelle tuniche ; ma piìi di tutto tra le fibre
carnose , i di cui fascetti tagliano quasi per
traverso; le ultime finalmente trovansi negli
ossi dei fi?ti principalmente, e dei fanciulli.
Cose comuni 9" A quasi tutte le fibre è comune una
alle fibre, fo^-^a clastica . Imperciocché contraggonsi ogni
volta che in alcuna maniera venfi^ono distrat-
te. Sono dunque tutte piìi o meno tese, o
più tirate di quello che la lor natura com-
porti. Questa proprietà è comune ancora alle
ossa degli embrioni ;, la quale a poco a poco
diminuisce a gradi, secondo che gli ossi s'in-
duriscono ; poiché per gradi sempre più vali-
damente resistono alla tensione. Sì dubita
tult'ora, se la fibra detta ner^'osa sia vera-
mente ela5tica: imperciocché sei-bene le plcciole
parti dei nervi più molli tirate che siano , si
destituiscano nel primiero stato, tosto che cessi
la forza , che le tira , e aprano alquanto
Clic siano le
quella fenditura , che le si Hiccia ad arte con
una picciola ferita; tuttavia egli è incerto, se
tjuesta debole contrazione debbasi attribuire
alla polpa dei nervi, o piuttosto ( ciò che
sembra più probabile ) a quella tenue mem-
branauccia cellulosa, la quale ordina, cinge, e
sostenta la polpa nervosa.
10. Le lamette altro non sono, che i me-
desimi cimenti (N. 7.) per mezzo d'un certo immette
glutine distesi in certe picciolissime fogliette,
le quali da alcuni malamente fu creduto esser
composte da fjbre ; delle quali foglietto la lar-
ghezza ha maiip-ior rap;ione alla lunghezza, e
che sono sì poco crasse, che sembrano quasi
prive affatto di profondità.
11. Veggonsi queste in certa maniera ( ne j„ ^^.^j ,^„.
tuttavia puonno dirsi propriamente elemen- B'"si'"^5m
tari ) dopo una lunga macerazione nel sec-
cato sedimento di certe parti , le quali bian-
castre e prive di un abito fibroso almeno vi-
sibile agli occhi , rappresentano delle superficie
piane; e le quali, come tosto vedremo, si
chiamano membrane .
12. Queste lamette composte di altri mino-
ri /AT o \ 1 Qna!ilà co-
ri, e con libre spungose (JN, o.j tessute godono munì aiie k
della forza d' elaterio ; perciocché le parti
che costituiscono , qua e là tirate , o com-
presse , più prontamente , o più lentamente
ritornano al loro stato , quando cessi la ten-
sione ; anzi questa forza non senza qualche
mette .
facoltà di contrarsi si unisce nelle membrane
cellulose.
Offici delle i3. Le fo(>liette , che fin' ora abbiamo cle-
scritto, compongono, come si e detto, insieme
coi fili celluiosi tutte le membrane, quante so-
no nel corpo 5 le quali cbiamansi cellulose per
quei piccioli spazj (detti cellule o cellette^ com-
presi nelle lamette, e tutti tra di loro comuni-
canti. Concorrono adunque queste alla forma-
zione dei vasi, dei visceri, e di tutte le parti.
checosasia- lA Le membrane sono composte da queste
no le mem- ... i i i p i
b.ane. lamette prmcipalmente, e dalle bla spungose ,
o sia fibre cellulari tessute , e unite insieme
senza quasi alcun ordine , unendovisi dei vasi
di diverso genere, e particolarmente di quei
Imfatici copiosissimi , i quali coperti dalle su^
perficie delle lamette, allora solo appariscono,
quando le cellulose sono infiammate , o quando
i vasetti linfatici si sono affatto riempiuti di
una colorita injezione. Le quali membrane,
quando coprono certe parti , o le circondano ,
o fanno una qualche cavità , nomansi tunicJie ,
membrane cioè, le quali sebbene delle altre
più dense, esser tuttavia cellulose e composte
da lamette, e fili spungosi si vede chiaramente
dalla macerazione, la quale rilassa queste to-
nache in un tessuto spungoso, intrachiuden-
dosi l'acqua nelle celle distese.
abbia7ii*co- i5. Queste membrane dalle lamette, e fili
«embrane .* che le compongono , acquistano una forza eia-
stica se non tutta , certo non poca ; cosi an-
cora una forza di contrazione, la quale pia
sensibilmente si produce dal freddo, e da altre
cause, quando l'uomo vive. Imperciocché la
cute , la quale è una membrana quasi sola-
mente cellulosa, si condensa dal freddo, e nel
rigore di certe febbri alquanto si restringe, e
si contrae , cosicché i bulbi dei peli , e le sue
papille si alzano dalla stessa superficie della
cute, e come più volte io ho osservato, i
peli , ed i capelli istessi si rizzano. Questo
stato della cute dicesi volgarmente la pelle
d' oca. I medesimi fenomeni si veggono pro-
dursi dal terrore, e da altri tristi affetti
dell' animo ; come pure da un suono ingrato ,
che produce per esempio , una lama di ferro
che rozzamente venga limata ; e da altre si-
mili cagioni. Egli è poi probabile, che (juesta
forza di contrazione . di cui parliamo , si ac-
cresca o si diminuisca nelle altre cellulose per
altre cagioni principalmente interne.
i6. Alle membrane finora descritte do])biamo 0^,; deiie
la composizione di molte parti , f ammassa-
mento della pinguedine, della linfa, e degli
altri umori, come dell'umor vitreo, o sia dfl
corpo vitreo ; così ancora a mio giudizio una
certa regolare di>tribuzione della sostanza cor-
ticale del cervello , e della midollare ancora
di esso, del funicolo spinale, e dei nervi, la
qual sostanza sembra esser contenuta in pic-
mumbrane ,
8
cole cellette; finalmente la connessione tra la
polpa corticale , e mulollare dello stesso cer-
vello. Oltre di che le membrane cellulose se-
parano parti da parti ; conservano la flessibi-
lità delle carni, e di altre parti con un olio,
0 altro umore di cui abbondano; ed attorno
alle fibre carnose raccolte in masse particolari
mettono un certo velo , con cui vien diretta
l'azione, e T effetto delle fiDrze motrici.
cbecosasia- 17 Dalle mcmbrauc più o meno stretta-
"°^°''""'"'' mente insieme unite si fanno le arte/i" , ì
canali cioè conoidei , lunghi, ramosi; i quali
coi loro rami e tronchi recìprocamente fi^r-
mano diversi ano;o1i, tuttavia pili frequente-
mente acuti; in moiri luoghi si fanno cilindrici,
particolarmente dove hanno una ben picciola
cavità la quale è circolare per ogni fa'ccia , e
non mai interrotta da membrane fuorché alla
base del cuore ; dalla quale prendono origine
due arterie distribuite colle sue diramazioni
per tutto il corpo , e per ogni viscere parti-
colare , e così formano tutto il sistema delle
arterie.
Qua! sia la i8. Sotto fattc Ic artcric da tre tonache;
ira'nerie.'' un^'i cstcma , la quale ricevono dalle cellulose
vicine, e le di cui cellette sono più strette,
quanto sono più vicine all' apertura , d' onde
ne nasce in quella sede la maggior densità di
questa tunica. Sotto questa havvene una car-
nosa visibile solamente nei tronchi maggiori y
essendo le fibre come in cercliio disposte .
L'interna stMiiÌ)ra cjujsi tendnosa , e liscia,
e risplend^nt<" , e quasi unta d' un certo glu-
tine , la c|uale pt^'ò si risolve anch' essa in
cellulosa .
jQ. Le arterie sono vasi elastici, ed irrita- Qu^^i cir *
,.,.f^..,. . 1 P • comune aljtt
bill , latti c;oe in guisa, che sono srorzati a anmd.
contrarsi dalla efficacia degli stimoli; imper-
cioccl'.è disteni dal sangue tanno la pulsazione,
e colla forza eia-^t'ca restituendosi promuovono
ulteriorniPuce il sanane ricevuto dal cuore .
Dall'irritabilità poi, eh' è propria delle fibre
carnose, viene ajutata la restituzione, ossia
la contrai^ione delle carni , e perciò dall'arte-
ria , la cjual azione è affatto naturale delle
arterie. Questa doppia forza è visibile negli
animali viventi , e particolarmente nelle loro
arterie maggiori ; non cosi però nelle più pic-
cole, in cui l'anatomico sebbene coli' occhio
armato di lente non ha poruto fin' ora scoprire
né le fibre carnose , né il polso. Che però a
queste non manchi la tunica carnosa devesi da
ciò arguire , che sono parti delle maggiori , e
che hanno i medesimi uffici . Inoltre egli è
ancora comune di tutte le arterie, che i loro
rami minori parte comunichino con altri rami
arteriosi , parte sieno continui con le vene ,
parte mettano il sangue in certe cellette par-
ticolari , e parte finalmente abbiano la loro
apertura nelle superficie esterne , ed interne
JO
del corpo, òe suoi visceri, parti, e canali, e
così formino dei vasetti esalanti un tenuissimo
umore o vapore .
_„ . ,. 20. Le arterie, di cui parlasi, ricevono il
Offici di es- _ ^ 1 '
*•• sangue cacciato dai ventricoli del cuore, e lo
portano a tutte le parti del corpo. Agitano
il sangue stesso , con che ne conservano il
calore, e promovono quella mutazione del chi-
lo in sangue, e in altri umori, colla quale
il sangue istesso basta a separare , e a pur-
gare i diversi umori , e a preparare la linfa
nutritizia : finalmente le arterie ancora senza
ajuto di altro organo separano dal sangue ogni
altro umore ordinato ai varj usi della vita.
checojaiie- 2 1. Allc arterie sono simili le Vene si nella
no le vene, e /-> li* « • v
quale la loro tigura , comc nella sezione; sono pero più
struttura, j^n^erose , più ampie, e fatte di tuniche più
tenui: anzi, se si eccettua la base delle vene
vicine al cuore , non ritroverassi in alcun al-
tro luogo la tunica muscolare. E tuttavolta
in quella tenuità di tuniche sembrano più
robuste delle arterie; imperciocché più difficil-
mente di quelle si rompono ; cedono però più
facilmente , e si snervano per dar luogo ai
fluidi che le distendono , come lo dimostrano
le frequenti dilatazioni delle vene , che chia-
mansi Varici .
vaivoiedei- 22. Siccome la cavità delle arterie non è
interrotta da alcune membranuccie, al contra-
ria quella delle vene ( fuorché di quelle , che
1« Tene .
II
sono proprie dei visceri dell' abJomo ) si fa
aspra da certi per così dire piccoli sacchi mem-
branosi , or uno , or due ; dove tre e quattro .
Questi sacchi hanno come la figura d' un di-
tale ; a cui diedero il nome di Valvole . La
membrana pendente dal suo fondo riguarda gli
apici delle vene, l'apertura poi è rivolta alla
base delle vene stesse. Si finga un ditale co-
me taghato nell'asse; la porzione più grande
è quella che è prominente tra la vena; Tal-
ira porzione minore viene somministrata dalla
parete della vena , ovvero è f istessa parete
della vena.
23. Le stesse vene sono fino a un certo comnne dei-
, . , _. , , le vene.
segno elastiche . fei sostengono dunque alquan-
to : dopo una tensione a poco a poco ritornano
nel loro primo stato , ed hanno una qualche
contrazione, non però quella eh' è propria dei
muscoli. Spesse fiate noi abbiamo veduto dal
taglio della vena sortire prima il sangue len-
tamente , ed egualmente , cosicché descriveva
una parabola di una eguale ordinata , come
chiamano; poscia ad un tratto uscir fuori vio-
lentemente , e sgonfiare evidentemente la vena
istessa, la quale prima s'era validamente gon-
fiata . Inoltre non è nuovo , ne insolito , che
le vene sotfrano talvolta uno spasimo, ed una
molesta contrazione; imperciocché, se a' proprj
sensi debbesi credere , io più d' una volta spe-
rimentai questo spasmo negli accessi della pò-
OnScì delle
vene .
Clie cosa ?ie-
nn i vasi lin-
fatici .
12
(lagra In quella vena , la quale corre sopra il
metatarso del pollice, e il pollice istesso; cosi
pure ho provato una molesta contrazione nelle
vene emorroidali prima violentemente aperte;
le quali poscia cagionando una dolorosa sen-
sazione sembravano quasi venir strette da un
legame. Da queste osservazioni mosso non so
far a meno di non congetturare , che siavi ine-
rente una qualche forza di contrazione alle
vene cerne composte di tuniche cellulose, la
quale sia sensibile in certi effetti che non sono
naturali. Di più egli è comune ancora alle
vene il comunicare colle altre vene, e colle
arterie minori, e con certe celle sano-uìnose :
. . . ^.
e finalmente aprirsi nelT esteriore , ed interna
superficie del corpo, delle viscere di esso, del-
le parti 5 e i^ei canali , e cosi andarsi a finire
in minimi vasetti, che assorbono un tenuissimo
liquore o vapore.
24, Le vene riportano il sangue, e gli al-
tri umori al cuore, cioè dalla circonferenza al
centro; e colle valvole, dalle quali sono in-
terrotte^ sostentano il sangue che ascende dalle
sedi inferiori, e che quindi regurgiterebbe facil-
mente allorché qualche impedimento si oppo-
nesse al libero suo corso per le vene.
a 5. Certi minimi canali;, ne' quali non si os-
serva sempre la stessa grandezza, ripieni d'un
umor trasparente, atto a condensarsi, alle
volte ancora gialluccio, o rossiccio, sono c|uei
i3
vasi, clie cliinmansi Linfatici; a' quali nppar-
teni>ono i Chiliferi, di cui parleremo a suo
luogo.
26. Sono fatti di lucide membrane, o dia- ^^
Coro strliì-
fane , tenui, ma in ragione della loro tenuità tur»-
robuste; e a guisa delle vene ( imperciocché
sono di genere venoso , sebbene costituiscono
un sistema particolare venoso ) hanno inter-
namente delle valvole, ma d'una figura semi-
lunare , più frequenti , e quasi ad egual di-
stanza, le quali a due a due ritrovansi in tutte
le astrizìoni di questi canaletti ( poiché le
vene linfatiche valvolose hanno delle fila in-
trecciate in spessi nodi ) e sono in tal maniera
fabbricate, e ordinate, che facilmente ricevano
il liquore che viene dai rami nei tronchi., e
ne proibiscano il viaggio contrario.
27. Questi linfatici hanno la loro origine ^^^^^ ^
dalle cavità maggiori e minori del corpo, €«»«•
dalle superficie esterne ed interne del corpo,
di quasi tutte le parti, e de' visceri di esso:
hanno la loro fine poi nelle cisterne del chilo,
nel condotto toracico, e in certe rosse vene.
Due sono le serie principali , nei membri par-
ticolarmente : una sotto i comuni tegumenti
del corpo umano, e in questa sti\i? forma i
linfatici chiamati superficiali; l'altra scorre
più profondamente , cioè sta nascosta sotto i
muscoli, e tra di essi, ed appartiene ai lin-
fatici detti profondi.
J4
Quel elle è ^S. Tuttì quasl Ì linfatici entrano in certe
Liniluci/' gl3"cl<'^^9 o per COSI dire le formano, le quali
sono dette conglobate o linfaticlie , di cui par-
leremo di qui a poco. Entrano in queste
glandole in maggior numero, ma in minor
diametro; escono poi da più pochi tronchi,
ma questi maggiori, e pieni d'una linfa più
fluida. A tutti inoltre è comune una certa
forza di contrazione, per mezzo della quale si
muove l'umor contenuto per questi istessi vasi
dopo morte ancora , ma per un tempo , che
non è facile a determinare.
Loro uso. 29. Quel tenue liquido condensabile assor-
bito dai luoghi, da ci.i hanno principio, lo
mettono tosto nelle glandole , ed avendo per
mezzo di esse lavorato più perfettamente , e
quindi atto a risarcire le perdite , lo portano
nella massa universale degli umori per le in-
dicate (N. 27).
3o. I Nervi sono que' fili ora più crassi,
ora più tenui , bianchi , or molli, ed or duri
e resistenti, continui alla midolla del cerebro ,
del cerebello, e del funicolo spinale.
toro strut- 3i. Ella è oscura assai la loro composizione,
ne fin qui s' è potuto precisamente scoprirla.
A occhio nudo rappresentano delle fibre , e
delle filamenta , le quali mirate coi micro-
scopi mostrano or una, or un' altra figura.
Quella a me è parsa più costante , che mostra
un* insigne copia di vasetti con innumerevoli
Che cosa sie-
110 i nervi.
tara
i5
celle membranacee ; tra le quali si fa vedere
qualche cosa di globoso d' una minima mole ,
e asperso di qualche opacità ( che forse ap-
partiene alla midolla ). Questa cellulosa so-
stanza vedesi patentemente nei nervi e sotto
e sopra la legatura, se si legano questi, men-
tre l'uomo vive, perchè e di qua e di là del
legame i nervi si gonfiano: che che ne abbiano
scritto altri , i quali dissero non apparire al-
cuna mutazione nei nervi legati , poiché pre-
tendevano che i nervi fossero composti da
piccioli tubi prodotti dal cervello, oltre ogni
immaginazione tenui, e pieni d'un liquido ancor
più tenue e mobilissimo, e perciò penetrante,
e volatile a segno tale che non potesse disten-
dere i tubi legati.
Sa. Egli è comune a tutti i nervi d'esser che cosa ab-
raccolti in fascetti di fili d' una varia cras- '"''°° ^'""^
sezza ;, se pochi se n'eccettui , ne' quali i mede-
simi fili sembrano così tessuti , o certamente
uniti, che danno la figura d'una membrana:
i quai fili in certi nervi sembrano costante-
mente correre in direzione paralella. Egli è
inoltre comune, che gf istessi fili non si di-
sperdano in rami, ma solamente si divertano
qua e là dai fascetti , per entrare in quelle
parti, nelle quali si diffondono; finalmente a
poco rilassate e dimesse le proprie tuniche
tanto quelle che gì' involvono , come quelle ,
da cui sono tessuti , si sottraggono alla vista ,
i6
cosiccliè nessuno possa a mio giudizio seguire
i fini (Ielle fìlamenra , e nemmeno col taglio
toccarli, e determinarli,
5Ò. Sono i nervi isrromenti dei sensi, e dei
toro -ufiicj . ^ _ ' _
moti, principalmente di quelli che sono detti
volontari Devesi forse a questi fili la robu-
stezza delle parti ; impercio^cbè il loro irrita-
mento, donde ne nasce dolore, turto ad un
tratto inferma le forze , o del tutto le fa per-
dere. Quindi la robustezza delle parti divenuta
inferma per certi vizj , o affezioni dei nervi ^
impedisce alle volte il nutrimento delle stesse
parti; dal che n' è avvenuto, che alcuni fuor
di ragione iianno dato ai nervi la facoltà di
nutrire.
ciiecosasie- 34' lu quauto ai Muscoli sono questi certe
BoiMuscoii. jjj^ggg maagiori , o minori di diversa figura ,
composte di fili , o fibre raccolte in fascetti ,
rosse pili o meno nella nostra specie, e in
molti animali ; tessute di nervi non molto ra-
mosi, e che presto svaniscono, e di vasi di
qualunque sorta, e di fili celluiosi, e involte
in una membrana par memi cellulosa. Queste
fibre rettamente alcune chiamansi motrici.
36. L'interna fabbrica di questi pure, come
Loro strili- 1^1
quella dei nervi, è assai oscura. Neppure i mi-
croscopi ci mostrano qualche cosa di certo ,
con cui poterla definire senza timor d' ingan-
narsi. Questo si può dire con asseveranza
coU'ajuto de' microscopi , che ogni fibra, an*
tura
Ciorcliè ir.inima, la quale si sep.Til tlalf altre
col più diligente e singoiar artificio ;, è una
coniierie di akre fibre minori e che non è
cjnesta concava , ma per ogni dove coperta
d una tela cellulosa, e ripiena d'innumerevoli
vasetti sanguigni , i .quali danno alla fibra me-
desima la sua rossezza.
36. Ecco clic cosa hanno tra di loro comune ^""Z"
i muscoli ; il ventre cioè , e le due estremi-
tà, che si dicono capo, e coda, i quai noini
però , o piuttosto le quai parti dei muscoli
non sono solamente dove le stesse carni
formano certe membrane o tuniche , ma
imcora dove parlisi dei muscoli propriamente
detti. 11 capo è più corto della coda, e per
lo più immobile a differenza della coda. Le
fibre nel ventre rilassatamcnte stanna unite
relativamente agli estremi per l'ordinario più
densi , i quali sembrano la massima parte
formati dalla cellulosa del muscolo conden-
sata , e allongati olire le fibre carnose; e
molti de' quali fanno dei funicoli d' un color
biancastro d' argento, o si spiegano in piane
superficie in Ibrma di membrane. Questi fu-
nicoli si chiamano tendini'^ e quelle espansioni
membranacee , risplendenti , e robuste diconsi
aponevrosi. Eo,li è comune similmente ai mu- ciiecosasJe-
scoli che aoisi-ouo iiontiarsi nel ventre, e larsi vixsi.
OD
più corti 5 conservando però il loro naturai
colore.
Clio cosa Ste-
no I tinUiui.
Offici de'mU'
•coli .
Che cosa sie-
i8
'7. I muscoli sono i primarj stromenti del
moto: laonde ovunque essi sono, e agiscono,
muovono le parti , conrraagono le estremità
r una all' altra , e comprimono e stringono le
altre parti, alle quali sono posti d'intorno o
per ogni dove, o jier qualche parte.
38. Simili ai tendini, quanto alla struttura
""'l's»"»^"' ancora , sono certe parti biancastre, fibrose,
ti . '
dure , molto elastiche , e a3?ai resistenti , le
quali perciò cedono difficilmente alle potenze
traenti (0, e si lasciano talvolta rompere piut-
tosto, che distrarsi, e prodursi o in lunghezza,
o in latitudine. Queste parti chiamansi lii^a-
menti .
Loro strut- •^9' Souo qucsti composti da fibre sottili,
tmra. ^y^ valìdc assai , che corrono a varie direzio-
ni , e strettamente tra loro tessute , e con dei
vasi apparentemente scoloriti; i quai ligamenti
creneralmente o rappresentano dei funicoli più
o meno compressi , cosicché in qualche luogo
rassomiglino piccole fiscie, o membrane, o tele
per ordinario assai robuste.
Che abbiano 40. A tutti Ì ligamenti sono comuni un
liUm™. ' '^^^o'^ bianco , una tessitura intricata di fibre
(i) Dissi potenze traenti , le quali nessuno confon-
derà colle rilascianti propriamente dette , dalle quali ,
com" è notissimo, s'indebolisce la robustezza dei liga-
menti in certi vizj delle articolazioni , e in molte
lussazioni .
Che cosa Ste-
no le calti-
19
componenti , una forza elastica , ed una resi-
stenza, in molti ancora insigne, es;er collo-
cati tra ossi e ossi, sopra de' quali in alcun
luogo si estendono, e sono ancora a questi
attaccati.
41. Sono poi dati ì ligamenti per unire toro
insieme le altre parti sì dure, che molli,
altre per sostenerle, altre per rassodarle, al-
tre per abbracciarle, altre finalmente per trat-
tenerle , affinchè dalla propria situazione non
vengano disturbate, o si disuniscano.
42. Quelle parti, che diconsi Cartilagini^
superano generalmente la durezza dei liga- ^^s'"'-
menti , e sono bianche , lubriche e dotate
cV una gran forza elastica.
43. Non è abbastanza manifesta la loro ^''^° '"■'"
' _ tura .
Struttura ; ma siccome di quelle non poche si
mutano in natura detrli ossi , e allora hanno
una vera somiglianza con l'osso istesso , perciò
sembra, che siano composte da fibe e lamette
come gli ossi, trapponendosi un glutine, in
cui si risolvono, ed al quale de2;2;iono la loro
1 co
origine tutte le fibre, e le altre parti del
corpo umano .
44- Kgli è proprio di moltissime cartilagini i-oi" °'^^'-
di donare lubricità agli ossi, a cui stanno at-
taccate , de' quali il peso maggiore nuocerebbe
in certa maniera alla mobilità delle parti; e
condotte sopra i capi di quelli , e le cavità
delle articolazioni , siccome lubriche , e flessi-
20
bili rendono il moto più spedito ; uniscoiKJ
certi ossi agli altri; diminuiscono la tra^^pira-^
zione della midolla delle ossa ; facili obbedi-
scono alle flessioni di certe parti, anzi non po-
co ajutano cpieste Oessioni come nella colonna
delle vertebre; conservano certi tubi aperti
come nel naso, e nella fistola aerea dei pol-
moni ; e tremando accrescono la robustezza
della voce, o ripercuotono i raggi sonori bat-
tuti quasi non mutati; il che apparisce mani-
festamente nella Iarino;e , e nelle orecchie .
r.hecosasie- ^5, Ncssuua partc del corpo ha la durezza
tura
che hanno gli ossi: imperciocché questi sono
le parti del corpo le più dure^ e le più sec-
che. Gli ossi sono ancora elastici^ o bianca-
stri j, o languidamente rosseo-rrianti . Ouest' ni-
tima si vede negli ossi recenti , non in quei
secchi ne' quali inoltre , almeno in molti , non
è troppo visibile la forza elastica.
Loro strut- 4^ Souo dessi fatti di fibre, le quali nella
prima età si veggono anche ad occhio nudo ;
vi si lasciano tramezzo dei solchi , i quali in
progresso di tempo riempiuti di glutine fanno
perdere quella sembianza delle fibre, cosicché
sembrano composti di lamette . Sotto queste
tuttavia vi restano alcuni solchi , per cui cor-
rono dei vasetti co' suoi rami disposti spes-
so in forma d'una rete; e questi vasi profon-
dono nelle cellette de£>;li ossi medesimi un
succo rossiccio .
2 t
47. Gli ossi sostentano il corpo; e sono co- Loro offici .
me la base a cui sta appoggiato . Certe parti
clifenflono, alrre ne sostengono, ed altre final-
mente danno il loro punto fisso ;, per cui gli ossi
medesimi , ed altre parti possono esser tirate
alle altre, e quindi secondo il bisogno volgersi
in diverse parti .
48, Le glandule sono certi corpuscoli mag- no^<!^*Jian-
giori , minori;, e minimi; i quali si ritrovano •^"^'•
in varj luoghi del corpo , piìi o meno duri ,
generalmente rotondetti, molte di queste glan-
dule stanno in qualche luogo tra membrane ,
e membrane , non mai però compongono da se
una membrana particolare^ la quale si possa
dire glandulosa, come fuor di ragione fu scrit-
to da alcuni .
49, Sono desse composte di vasi d' ogni sor- 1;°^° *'"''
ta,edi certi canaletti particolari tutti ad uno
ad uno uniti tra loro, e connessi per mezzo
della cellulosa ; sì bene alcune ancora tra le
glandule hanno non un canaletto, ma un poro,
o sia un meato particolare, per cui evvi T adi-
to alle loro cavità interiori . Per altro la fab-
brica intema di molte è inaccessibile ai sensi
principalmente in que' visceri, i quali sono or-
dinati a separare, e a purgare un certo par-
ticolar umore .
50. Si possono dividere le glandule in tre
specie principali, in semplicissime cioè, in con-
globate , ossia linfatiche, e in conolomerate.
Di cpiantt
sorti sieuo .
32
<?nai siala 5i. Lc Sewplicissime sono fatte d'una sola
irgL'iui'.'iL mpnibrana o in nessuna , ovvero in alcuna
s^mpiicissi- p^^j.j^p interrotta;, supplendovi allora le parti
vicine, fornita di vasi d'ogni sorta, che com-
prende una cavità ossia seno, al quale corri-
sponde un canaletto, ovvero condotto escreto^
rio fatto a bella posta per mandar fuori l'umo-
re lavorato , e contenuto nella sostanza della
gianduia, e gettarlo in qualche determinato
luoi^o. Queste gìandule chiamano alcuni folli-
coli semplici. Invece di questo condotto hanno
alcune gìandule un' apertura , o un meato , il
quale fa il medesimo utBcio. Queste gìandule
semplicissime aperte in tal guisa da alcuni
furono d'atte cripte, da altri gìandule mem-
branacee .
Qaii SUI la 52. Le filandaie cons'lohate poi altro non
lecoiigioji- sono, che un ammasso di vasi linfatici, (N. 2 5)
i quali agglutinati tra loro or si risolvono
in vasetti più piccioli ed ora più grandi , e
sono formati in figura o alquanto rotonda ,
ovale da una tonaca cellulosa che e li or-
disce , e li lega , e si ancora li abbraccia , e
li circonda , fornita essendo di vasi d' ogni
sorte. I linfatici adunque partiti da molte ban-
de si conformano in cjueste gìandule , e da
queste partono dei linfatici maggiori , i quali o
altrove compongono prima simili gìandule, o
gettano a poco a poco 1' umore che contengo-
Xio nei canali o ricettacoli indicati al N. 27.
23
53. Certi minimi corpuscoli rotondetti , i Quale sta fp,ei-
quali dalia loro figura qualunque sono chia- glom!'rate!°'
mali acini insieme uniti e coerenti per mez-
zo di vasi , e della cellulosa crescono in una
mole più grande più o meno condensata , con
certi minimi nervetti che vi corrono tramezzo ,
formano le glandule cosi dette conglomerate .
Gli acini si risolvono per mezzo della mace-
razione nelle parti ora indicate , cosi pure in
certi canaletti sottilissimi corrispondenti a cia-
schedun acino; i quali separatamente ad uno ad
uno sono condotti ascretorj particolari (N. 5i);
insieme uniti poi formano un canale più gran-
de, cioè un condotto cscretorio comune. Se
poi tra que' vasetti j che compongono gli aci-
ni , vi siano degli altri minimi canali con-
tinui colle picciole arterie , i quali chiamano
condotti secretori, i quali separano dal sa n a; u e Q'"'»' '"''"'
-'il , ~ dotti secre-
un particolar umore per darlo ai condotti torj .
escretorj ; se questi vasetti secretorj altro non
siano, che pori, e fessure, dalle quali traspiri
r umor contenuto , per V oscurità della loro
struttura egli è dubbio fin qui, e messo in
quistione. Frattanto nelle reni però le picciole
arterie rosse certamente sono continue coi tu-
betti uriniferi .
54- Quando aUjuante glandule semplicissime „i'7e°Mm-
(^N. 5i) si ammucchiano in qualche luogo , 1^°'^'^ •
stando coerenti tra loro per mezzo d'una lassa
eellulosità, ed hanno tutte il suo condotto
escretorio, allora da alcuni cotali o;lanclnle
sono chiamate congregate . Che se molti sac-
chetti circondati tla una membrana comune
mettono il contenuto umore in qualche recesso
(li c|ue-ta membrana , si chiamano allora con-
glutinate. Finalmente diconsi da altri glandule
composte da semplici quelle, delle quali i
sacchetti coerenti coi proprio loro condotto
escietorio si aprono in un certo canale co-
mune.
In quai Ilio- 55. Un esempio delle congregate se ne ha
villo h',''!,u°- principalmente nella gianduia aritenoidea : àA-
<^a =! coK>i)o- 1^^ (^Q^alutinate nelle amigdale, ossia tx)nsille :
delle composte da semplici nella lingua, con-
ciosiacchè i sacchetti mucosi che stanno alla
base della lingua in condotto si aprono al ceco
forame aperto della lingua, mentre diffiitti
non manca quel condotto; cosi pure altrove
negli intestini, sebbene non sempre appari-
scano .
Se abMaiw 56. Jl fitt ouì detto diuiostra cbiai'amente
di co.uaa.i. esser diversa la struttura delle glandule, e
varia ancora essere la loro d-sposizione, cosicché
non abbiano niente di comune. Oltre di che,
per servirmi d'un solo esempio, le semplicis-
sime contengono o un muco, o un sevo; il
muco si raccoglie ancora in certi lun!2;hi sac-
chetti membranosi separato dalle arterie; i
Quali sieiìoi (piai sacchettì si chiamano seni mUcosl ; men-
tre il sevo si raduna in certi sacchetti sem«
25
pìici , 1 quali nomansi g^landuh sebacee^ bielle Q„,]iiegian-
qiiali alcune sono fornite d'un semplice poro/"^^"-'''^""-
o bocca, 'iltre d'un breve condotto escretorio.
Ma neppure convengono le glandule nelT offi-
cio , cosicché si può dire che non abbiano
iiience di comune.
Sy. Imperciocché le alandole semplicissime Qnai; sieno
, , " -1 , • gli offici del-
sembrano date a separare il muco, e la pin- legundnje.
guedine , e quindi ad umettare certe parti, e
quasi a lisciarle, ed ungerle : le conglobate
a lavorare il chilo, e la liuTa nutritiva: le
conglomerate sej3arano dal sangue o un umor
actjuoso , o viscido , o qualche altro grasso
umore, come è ne' reni , nelle parotid: , e
nelle altre giandule delta saliva, nel pancreas,
nel feojato , e nelle mammelle delle donne ;
r uso de' quali liquori è grande nel corpo
vivente.
CAPO SECONDO
Delle regioni del Corpo Umano,
58. Vwalunque corpo ha il suo luogo ^ll^^j:;;:
in q;iesto universo , e le parti che lo compon-
gono seno a qualche banda rivolte. Non tanto
cioè il corpo intiero , quanto ancora le sue
parti j se si ha riguardo ad altri corpi, e ad
a6
altre parti si proprie, che appartenenti ad
altri corpi 5 sono o superiormente, o inferior-
mente, o a destra, o a sinistra, o interior-
mente, 0 esternamente, finalmente o davanti,
o di dietro. Inoltre parlando di parti, che
sono contenute tra corpi , o tra le altre parti
de' corpi , non si può dubitare , che le conte-
nute non riguardino alcuna delie indicate re-
gioni , e che nelle continenti non si possano
notare i luoghi , in cui le contenute abbiano
sede e dimora. Queste parti, ossia luoghi nel
corpo umano chiamansi col vocabolo comune
di regioni ; delle quali ( ma solamente delle
principali ) ora abbiamo a parlare : avvertendo
poi che consideriamo il corpo umano in istato
di erezione , i membri superiori pendendo col
dorso che liguarda di dietro le mani, e re-
gioni da regioni consideriamo cosi divise, e
distinte, come se tra una e l'altra fosse tra
ìnezzo una tenue chiusura .
inqmmiepai- 59- 11 corpo umauo adunc[ue , eh' è com-
tisi divida da.- . 1„1T7 •! 1 • ^^ ' ^ ' ^
gli anatomici posto cicl irofico, il cjuale si divide in tre
ii^corpouma- y^j^j-rj principali , Cttpo cioè , Torace^ e aòdo-
me; e dei membri, ovvero estremitcà, de'cjuali
le inferiori le gambe cioè , e i piedi sosten-
tano lo stesso tronco ; le superiori poi le brac-
cia , e le mani pendono dalla suprema e late-
ral parte del Torace ( immediatamente sotto
il Collo j il quale sostenta il capo, ed è un al-
tro ventre da aggiugnersi ai tre principali ) :
questo corpo umano dissi si divicìe in certe par-
ticolari regioni: o per dir meglio, in tutte le
parti che lo compongono, si deggiono consi-
derare certe regioni .
60. E primieramente nel capo evvi la re- Principali re-
■ Il -11 ^ l^^TT^ •. cioni del ca-
Olone capi! lata, e non copulata detta l'accia, ^^,
nella primM delle quali deesi osservare Vacci-
pile, che è la ragione opposta alla fronte; il
Sincipite, ossia il vertice , che è la parte snpre-
ma dei capo, e fin.dmente le tempia che sono la
patte mass-ma: ntU'alira regione poi la fronte,
i sopracìglj col tramezzo spelalo le regioni degli
cechi, del naso . delui bocca, flelle orecchie^ delle
ifuancie , e delle masrelle, così ancora il Filtro
quel canaletto cioè lungo scolpito nel labro supe-
riore sotto il setto del naso; finalmente il mento,
gli angoli della mascella inferiore, e la regione
aheolare ikW una , e dell'altra mascella.
61. Le regioni principali nel collo poste da-Dei coiio.
vanti sono il pomo d' Adamo , e la gola ,
la qnale è quella cavità che si vede in fine
del collo: lateralmente vi sono le regioni delle
vene giugulari: posteriormente poi evvi la Cer-
yice propriamente detta , quella parte cioè su-
periore del collo continua all' occipite , volgar-
mente la Nuca; a cui si aop;in9:ne immediata-
co •
mente la regione della Spina del Collo j 0 sia
il Collo istesso .
62. Nel petto osservansi davanti le regioni Dei petto.
^lelle clavicole 3 e delle mammelle; come ancora
a8
ck-ìlo Sterno , e del precordj ; V ultima delle
quali sembra indicare le parti che stanno d'at-
torno Vicine al cuore; di dietro poi le regioni
della Spina del dorso ^ e delle scapale, final-
mente le regioni laterali non tanto le superio-
ri, medie, e inferiori, quanto quelle riguar-
danti davanti, e di dietro.
DeiiAbdo- 63. Le regioni principali del Abdome sono lo
""^^ Scrobicolo del cuore r, che sta subito sotto lo
sterno, sotto cui inferiormente avvi V Epiga-^
strio, il quale ha lateralmente gli Ipocondrj
uno per parte . Sotto V Epigastrio evvi la re-
gione iimbilicale , sotto la quale havvi un'al-
tra regione detta 1' Ipogastrio . Le regioni la-
terali dell'ipogastrio sono gP /// , sopra i quali
non si deve om mettere la regione Epicolica
destra ;, e sinistra , continua colla regione dei
Colo trasverso , la quale sta in mezzo alla
legione epigastrica , e iimbilicale . Sotto l'Ipo-
gastrio havvi la region del pube, alla quale
inferiormente , e lateralmente vi sono gli In-
guini, che vanno a finire nella regione delle
Pudende-, e questa nel Perinneo. Finalmente
r Abdome ha di dietro la Spina dei Lumbi ,
e i Lumbi istessi i quali vanno a terminare
inferiormente nella regione ì^eW osso sacro, e
del Coccige, e nelle cluni, o natiche,
64. Esteriormente alle natiche evvi la re-
edeiiBgam- gioHB del Cosseudicc , il Femore, detto da cer-
tuni gamba , in cui hanno il suo luogo la
a9
regione superiore i e inferiore, media ^ anterio-
re, posteriore •i esterna, e interna ^eletta da
alili domestica ) . Inoitie nel femore mede-
simo, e nella sua articolazione colla Tibia-
vedesi il ginocchio , a cui posteriormente cor-r-
lisponde il poplite:, mentre trattante la gam-
ba propriamente detta , la quale è composta
di due ossi , della Tibia , e della Fibula , ba
le medesime regioni le (juali abbiamo detto
potersi notare nel femore , della qual ganiba
la parte posteriore^ che è la più crassa , si
chiama Sura ; 1' inferiore poi , che è promi-
nente da una parte e 1' altra , forma ì nial-
leoli >
65. Riguardo appiedi vi sono il Calcagno ^^"^^'^ ^'
il Tarso ^ il Metatarso, il Dorso, e la
Pianta^ finalmente i Diti.
Ór- 1 1- •!• 11 ^ •^'» Dell' omere,
0. Lo stesso dicasi di quelle estremità , ^deicuinto.
che diconsi Superiori, nelle quali meritansi da
notare le reoioni òtW Acro mio . delle Ascelle^
D ...
e dell' Omero ; nel qual omero si distinguono
le sedi esteriori e interiori , medie , e supe-
riori, e inferiori^ quelle (X as/anti e di die-
tro ; cosi nella congiunzione dell' omero cogli
altri ossi del braccio posti inferiormente mo-
strasi la piegatura del gomito , e la prominen-
za che corrisponde posteriormente a questa
detta Cubito. In questi ossi poi, che stanno
tra r omero e la mano , che sono due chia-
mati Ulna, e raggio ^ la parte interna, qua-
3o
lora la mano è supina, aspetta all'Ulna e
però dicesi region di^lV Ulna , V esterna poi
nomasi di.4 raggio ; le quai regioni come le
altre si possono diviilere in superiori; infe-
riori ec.
toeUa inaiw. g -7. Agli ossi (lei fagglo, e deir nlna , le
di cui estremità inferiori alquanto prominenti
fanno in certa maniera i mal coli delle mani ,
succede inferiormente la regione che si chia-
ma Carpo., cui siegne il metacarpo , e finalmente
le dita , e quindi il dorso, e la palma. Que-
ste regioni ultimamente indicate, come ognun
vede, sono proprie soltanto delle mani.
„ , 68. Tutte le reo;ioni , di cui abbiamo par-
r er qttal ra - O 1
gioneieiiidi- latQ finora, dissi principali, (N. 58.) perchè
cate regioni ' •■ . .
le abbiamo fion havvcnc alcuna tra quelle , in cui non si
detto le prin- . ,. . . , ,.
cipaii. possano notare vane sedi corrispondenti a di-
verse parti. Le altre notate da alcuni io le
tralascio, sì per non farmi oscuro con una pii^i
minuta divisione , sì perchè tutte queste sono
le pili utili , e più facilmente si ritengono
alla memoria, quando si mostrano a' giovani
studenti ( come si la da noi ogni anno ) tutte
le regioni nel cadavere segnate con linee di
diversi colori.
«WEST VIRGINIA UCiiVLliii.rY UBRé^^
CAPO TERZO
Delle ossa Ili generale»
formazinuK
69. vTli ossi, di cui abbiamo brevemente o.i,.iesiaia
parlato (N. 4'j. 4^) ^^^ ^^^^^ pnmorcij rap- degli os
presentano anch' essi , come le altre parti ,
una gelatina . o un glutine trasparente , che
Defili ossi larghi ha la fi2;ura ci una membra-
na 5 nei lungiìi è fatto in forma d' un osso
quasi direi che è per nascere. In mezzo a
questa gelatina ossea quando apparisce una
qualche particola opaca , che è quasi il cen-
tro dell'osso, fatta con linee, ossia fibre, che
vanno secondo la lunghezza dell'osso, allora
la mollezza si diminuisce dell' osso che è per
farsi , e la gelatina comincia ad avere una
qualche elasticità. Quindi cresce l'opacità, e
se in questo stato si facesse seccare il primo
principio dell'osso, si sostenta, mostra la figura
dell'osso isresso né sconciamente; e allora si
potrebbe vedere il cartilaginoso , ancorché non
abbia acquistato pur anco l' indole di cartila-
gine; imperciocché quando realmente è carti-
larv'moso fa le rughe seccandosi ; tale essendo
l'ordine delle mutazioni degli ossi che for-
mansi , che dalla gelatina passino alla natura
di ii)embrana , indi a quella di c^irtilagine , e
32
da questa finnlmente a quella di osso. Questo
si fa poi allora quando a qut^lla paiticola
opaca sopravviene una verm'gliez/a , o sia
compariscono dei punti ros^i , i quali dopoi si
dispongono in linea: la qual linea alno non
è che l'arteria nutritizia, i di cui rami si
dispergono per tutto l'osso portandovi una ma-
teria terrestre con un succo p<n ticoiare , il
quale disperdendosi nelle cellette delia sostanza
ossea forma l'osso medesimo; l'acquosa, e più
sottil parte della gelatina venendo dissipata dalla
la quante pi'^ssione particolarmente delle arterie pulsanti ,
luanLeie si q dellc Darti che vi sovra.-tanno Gli ossi poi,
considera- _ l , , .
DO sii ossi tle^ quali abbiamo adombrata la formazione, m
dagUAiio- i . . 1 I- A . . . ,
tornici, due maniere si considerano daiili Anotomici; cioè
o recenti, o secchi ad arte preparati, e così
tra loro uniti che rappresentano la serie intiera
di tutti gli ossi poco, o nulla dissimìgliante da
quella connessione, e luogo che hanno i medesi-
mi nel corpo umano vivente.
checosasia 70- Qucsta conuessioiie di tutti gli ossi s'i
Scheletro, j-^centi , coiTìe quelli preparati e di^po'^ti ad arte
dagli Anoromici viene chamata Scheletro , eoa
questa differenza solamente che nello Schele-
tro degli ossi recenti non vi mancano le car-
tilagini , ed i ligamenti , i quali non vi sono
in quello composto di ossi secchi.
Qad sia la ?'• GH ossì ( couie abbiamo detto ol
gu' tt f 'è N. 45 ) sono le parti più solide di tutte le
da cbe prò- altre del corpo umano. Nel feto sono come
ceda . 1
33
una gelatina , e a poco a poco si consolidano.
Questa solidità principalmente si atiribuisce
alla terra d'indole calcarla, la quale neile
ossa ritrovasi in gran copia. Diciamo essere
questa terra òcW indole calcaria colla scorta dì quai indo-
di chimici insigni (0; sebbene cotta con quel J^g,;!;,;'"'
grado di fuoco, che deve calcinare, aspergen-
dovi dell'acqua non bollisca, come è proprio
della calce. Questo poi addiviene, perchè tanto
indissolubilmente è unita ad un acido fosfori-
co, faci'mente vetrìscibile ^ e che si vetrìjica ,
che con quella forza di fuoco non si può da
quella terra separare tal acido vcrrificantesi.
72. Le fibre componenti le ossa , le quali come sinne
' 1 ... dispostP le lì-
(N. 46) vanno a lamette, sono disposte io iredcauos-
guisa , che uno strato è inserito sopra un al-"'
tro ; e questa disposizione , la CjUale favorisce
anch'essa la fermezza loro, si tir manifesta
colla tenerezza deali ossi, a cui si air: va collo
spirito di nitro diluito coli acqua. Imperciocché
gli ossi ammolliti in tal man'eia , e lacerati
per lungo mettono sotto gli occhi quell'oidine
di fibre ; come pure le celle che sono tra
mezzo alle fibre, e lamette ossee; la quale
struttura alcuni chiam.ano alveolare. Per altro Qg^i^.i^ia
questi strati interni delle tìbie negli ossi che ^f^^"!
contengono la midolla, fanno come una certa ^^'^''^"-^"''•
(i) Macquer : Pitt. de Chyniie. Os des animaux.
34
rete , dal che n' è avvenuto , che tale dispo-
sizione (la alcuni viene detta tessitura retica-
lare debili ossi .
Certe diffe- ^3. Gli ossl diffcriscono in grandezza, nella
raji degli OS- torma ;, nella fermezza, nella congiunzione,
nelle cavità, nell'uso particolare, e per altre
cause 5 come si vedrà in appres'^o. Anzi in
qualunque osso si veggono certe cose , per cui
sono differenti le parti componenti e tra loro ,
e dall'osso ancora che formano.
Che si deb- 74 Generalmente negli ossi deggìonsi prima
ba conside- ■ i .^ " • \ -Il
rare general- considerare quattTo cose: cioè i, il loro mi-
mente negli j^^Pj.Q ^ uelle parti dìvcTse, e quindi in tutto
il corpo: 2. le parti componenti gli ossi: 5.
le cavità di questi : 4. finalmente il volume ,
e la loro fisiura .
Quanti sieno ^S. E primieramente , se trattasi del nu-
gli ossi del . I ! * I
Capo. mero , non si dee oaimettere , che il con-
giungimento degli ossi o naturale , o arte-
fatto, che dicesi Scheletro, si divide a quella
maniera che abbamo indicata al N 5q,
Nel ventre superiore, cioè nel ca/jo , evvi
una ca'?sa ossea , ossia cranio , che contiene
il cervello; e due mascelle, una superiore,
l'altra inferiore. Il cranio è coiTipo>to di otto
ossi. Formano la nìascella superiore ttedici
ossi, e sedici denti, se il numero di que'^ti
è completo. Altrettanti denti ha la mascella
inferiore , la quale negli adulti è composta
d' un osso solo .
Del PeitO.
35
76 II Collo è formato da sette ossa ^ che poi couo.
diconsi vertebre .
77 Doilici vertebre, che appartengono al ^'"' ^''
dorso; ventiquattro ossi piegati in certa guisa
in arco, dodici per parte, che diconsi Coste;
lo Sterno finalmente, che almeno di due ossi
è composto, ecco 1' ossatura del Petto.
78. Cinque vertebre stanno aW abdome , le dch' Abdo-
quali nomansi vertebre dei lo/ubi , cui segue
unita inferiormente una cavità detta pelvi
ossea , la quale è composta e dagli ossi ifino-
minati ( ilio cioè , ischio , e pube quasi con-
densati ìtì nn solo nel corpo adulto), e dall'
osso sacro i e quello del coccige.
79. Alle estremità superiori furon dati J^'^^^^^i/''
quest" ossi : a ciascheduna cioè la scapala, la
clavicola , V omero , il cubito , il quale è
formato dall' ulna e dal raggio , il carpo
che è composto di otto ossi , il metacarpo
da cinque (i) , e finalmente le dita le quali
sono formate da quattordici ossettì .
80. Il femore, la patella ovvero rotula ^'^_^z^^ '"^n
la tibia 5 la fibula , sette ossi del tarso ^
(i) Cinque ossi do al metacarpo col grande Albino
( lib. de Sceleto humano cap. io8 e sng. ) Impercioc-
ché ( com' egli dice ) queir osso , che sostiene il pollice,
si pone nella medesima parte della mano insieme cogli
altri ossi del metacarpo ^ aneli"" esso pure procede dal
carpo , e finisce di sotto nel capo fatto a somiglianza
i.e.1 capo di quelli .
36
ciucine del inrtatdiso ^ fjiinltori'ici spettanti ai
flili coi (lue ossetti sesamoidri . sono iili ossi
tii ciascuna delle estremità infejiori .
Quale s:n or- ^'' Laonde lo scheletro almeno è composto
nerahiìom, ,1 ^]i n^c. oii'x . Dìssì ciliìicno, peixhò annoverai
mimerò dtgli _ - l
*ssi. due ossi solamente nello sterno ed nn solo
nel coccige; sebbene nel primo quella carti-
lagine, la cjuale dicesi ensiforme , o xifoide ^
sia alle volte ossea ; nel coccige poi tre altri
essetti, come tante vertebre decrescenti di
mole, aLr2:iuno;ansi all'osso mao;aiore in suisa,
«_-D D iris O '
che r o.^so medesimo del coccige airoo;ni in
certa maniera una breve coda. Noi tralasciam-
mo questi ossi del coccige, perchè il più delle
volte sono cartilaginosi , se pure quest' osso
■non appartenga al cadavere d' un nomo assai
vecchio: avvegnaché siccome ne' vecchi questi
ossetti quasi sempre si trovano; cosi nei gio-
vani , e negli adulti le minime vertebre del
coccige assai di rado hanno la natura di osso.
Che se aoTrino;niamo tre o cinque (0 ossetti
dell' osso joideo . e quelli detti triquatri o
SVormiani , che stanno in mezzo alle congiun-
zioni degli ossi del cranio , incerti di numero;
e finalmente ancora q\\ otto ossetti deli" udi-
o
to, le cartilagini della laringe aventi una so-
(i) Quegli ossetti gi'anjformi, che chiamano ancora
triticei t non di rado sono cartilaginosi.
. 37
S^taiiza ossea , e alcnnl sesamoidei propij di
t:erti diti, ed altri dtrllo stesso nome, alcuni
de' Oliali rare volte si possono vedere , o cne
realmente ossei non sono, e quasi mai con-
servar non si possono nel foimare uno sche-
letro, avremmo allora non di poco cresciuto
il numero testé indicato.
82. Lin cpii del numero degli ossi. i-iC parti ti eomsK-aena
poi che li compongono sono la Diajisi, V Jpo~ ^^' ""''
fisi, e V Epìfisi. Il Corpo dell'osso, ovvero
la parte di mezzo, la quale è la principale,
e niao-f>iore delle altre , e la prima a consoli- ci^e cosa sia
darsi , chiamasi DiaJisi.
83. Qualunque prominenza, o protuberanza
di diversa figura, che sorge piìi o meno dall'
osso, di cui per l'ordinario è meno solida ., ^^^ ^^^^ ^;^
di cesi À pò fi si \ la quale da alcuni viene chia- ^i-"f'"-
mata ancora Tahero, Eminenza r, Proniberan7M,
Tubercolo -> Processo, Tuberosità. Ella è quasi
sempre continua colla Diafiisi: se se ne eccet-
tui tra le altre V Apofisi stiloidea degli ossi
ulna, e ra^pio ; di cui vedremo a suo luogo;
COSI ancora tiuella prominenza nella estremità
della tibia inieriore, la quale diccsi Malleolo
interno e le quali Apofisi traggono origine
dalle Epifisi di tjuegli ossi.
84. V Epifisi poi è una certa appendice ['^^J,';"/"'
contigua alla Dialisi, colla quale si unisce per
mezzo d' una assai tenue cartilagine. Ella è
come un' aggiunta degli ossi , la quale visibi-
38
le essendo nella prima età , e più o meno
spungosa, col progresso tìel tempo, che facil-
mente non si può definire , si converte nella
sostanza di osso, e si fa continua col corpo
dell'osso istesso; eccettuatine alcuni pochi esera-
pj nelle Apofisi dell'osso del femore , le quali
chiamansi Trocanteri , così ancora in quella
Apofisi della scapula , a cui si dà il nome di
Acromio : a cui vi si sovraggiunge V Epifisi nella
prima e tenera età. Sebbene poi V Epifisi sia-
no contiii>ue al corpo degli ossi, e passino in
natura degli ossi , tuttavia la loro tessitura è
meno solida, conciosiacchè le cellette ossee sieno
e piìi frequenti, e più spaziose di quello che
nella Dia fi si.
General dif- g^ j^^ Diufisi è differente in ossi diversi nel-
lereuza tra le J
Diafisi. ]a figura soltanto, nella crassezza, e nell'am-
piezza. Imp'^rciocchè negli ossi piani non è la
medesima come nei cilindrici la sua figura, e
crassezza : essendo mao:2:iore o minore la Dia-
fisi, secondo che gli ossi sono o più grandi,
o più piccioli. A tutti gli ossi poi dona fer-
mezza .
Differenzedei- 35 pj^ differenti souo evidentemente le
Apohsi , o prominenze: imperciocché dinerisco-
no le Apofisi tra loro non tanto nella figura,
crassezza , ed ampiezza , quanto ancora nel
sito, nella sostanza, e nell'uso. Alle prime
differenze appartengono le Apofisi , che diconsi
stiloidee , mastoìdee ossia mammillari , ain~
39
pie , acute , spinose , coronoidee , condiloi^
dee , dt' riti formi , coracoidee , acromie , cli-
noidee , ptengoidee , ossia aliformi , ec. In
quanto al sito differiscono quelle che si chia-
mano rette , oblique , transverse , supreme ,
infime , anteriori , e posteriori ec. Riguardo
alla sostanza certune diconsi squamose, altre
petrose. Finalmecite se parliamo dell'uso, vi
sono di quelle, le quali, come alcuni pensano,
servono alla ruotazione di certi membri , e
diconsi trocanteri; così ancora epistrofei ^ e ar-
ticolari; vi sono ancora molte altre, le quali
siccome sono fatte in una qualche rotondità
pili o meno prominente , fanno le veci di
troclee , affinchè sia minore il dispendio delle
forze motrici, alle quali per la massima parte
non fu dato il suo particolar nome, perchè
formino quelle prominenze degli ossi , che co-
munemente sono chiamate capi degli ossi .
87. Generalmente parlando, \e Apofsi faci- uso ddieAp»-
litano la reciproca articolazione degli ossi , la "'
quale è più libera ;, e piìi comoda; e servono
all'inserimento di molti muscoli. Sono poi esse
date ancora a difesa di certe parti . Forse an-
che a questo servono le Apofsi; poiché avendo
in qualche luogo delle eminenze grandi , perciò
difendono dalle ingiurie esterne i nervi, e i
vasi che stanno più profondi.
88. Se poi parlasi dell' offizio delle Epifisi , usodeHeipi-
non è questo unico, né sempre il medesimo in^""
4o
ogni età. Imperciocché nel feto alcuni anni
ancora dopo la nascita servono le Epifisi all' in-
cremento degli ossi , in cpianto che meno resi-
stono alla Dialisi, la quale cresce di giorno in
giorno per la Ibrza delle arterie pulsanti;, che
portano insieme la materia dell'osso : indi, sic-
come sono tenere e facili a cedere , difendono
che gli os'^i non si rompano nelle frequenti
cadute. Neo:li adulti e nei iriovani , siccome
sono cellalcse, rendono gli ossi più leggieri , e
quasi contengono tra i proprj seni la midolla
di e«sl , la quale facilmente scorrerebbe o
troppo copiosamente passerebbe per sudore .
Siccome poi formano un'ampia estremità par-
ticolarmente negli ossi cilindrici, e tubolosi,
perciò rendono pili ferma l'articolazione, affin-
chè 2;li os>i non si smuovano facilmente dalle
proprie sedi; imperciocché gli ampli capi degli
ossi sono per 1' ordinario ricevuti da una con-
veniente cavità , la quale anch' essa viene
accresciuta non tanto dalle cartilagini unite ,
quanto dalie Epifisi : e finalmente donano una
più forte unione alle tuberosità , e sue promi-
nenze, ai muscoli, ai tendini, ed ai ligamen-
ti; conciosiacosacchè queste parti possano es-
sere inserite per un numero roag2;iore di fili
componenti in quelle più grandi protuberanze.
Quali Siena 8(^ ìuoltre negli ossi, come abbiamo detto,
t8 le cavità osservansi delle cavita wnggioii^ minori ^ estre-
degli ossi . . • '1 I ■ ■ .. "■
me y interne, comuni, ^ proprie: le quali cavita
4«
sono quella terza cosa , die dissi al N 74.
doversi generalmente considerare negli ossi. E
niipste cavità sono fornite a ricevere delle parti
iiioHi, o dure. Parleremo ora delle principali.
90. Le cavità maggiori, le quali servono a 5;,"""i^;;;*
contenere le parti molli, sono ; il cranio:, ^'0^- ^V^Tpét
lite, che contendono il bulbo dell' occhio; il lepanimoi-
O li .
forame occipitale ; il forame grande di tutte
le vertebre per cui passa il funicolo spinale ;
le fistole degli ossi che contengono la midolla;
finalmente i seni, e le cavità dell'organo
deir odorato, e dell'udito.
Qi. Le minori sono certe fossette scolpite Q^^iiie mi-
...... ITI .
nelle maggiori cavità delle articolazioni; m cui
stanno certe o;landule date a lubricare 2;li
articoli con un umore , che spandono ; sì be-
ne anche tutti quei forami che sono pur nu-
merosi, per i quali passano i nervi, o i vasi.
IN è tra queste cavità minori deggionsi ommette-
re certi solchi scolpiti nfo;li ossi più lunghi ,
più brevi, più o meno profondi, per i quali o
corrono principalmente i tendini , o nei quali
stanno stesi i muscoli , e cert' altre parti .
Finalmente a questi sokhi appartengono certe
fossette^ canali, seni ^ condotti:, indolire,
sinuosità, ed altre simili le quali chi meno,
chi del tutto abbracciano , e nascondono le
parti molli .
92. Se poi parliamo delle cavità maggiori , Quair siano
tra le quali si contengono 1 capi degli ossi, se
4^
«aggiorTper '^"^ste soYìo aiiipìe assai, e profonde, sì cliia-
le parti dn- j^^3 no cotìloìdce , o acetaboli ; se meno lar-
re . '
ghe , e meno profonde, allora diconsi cavità
glenoidee.
Qnaiiiemi- o3. Lc cavìtà minori date pel medesimo fine
Bon , ed al- j r \ r
cani esempi dalla natura , sono quelle profonde fossette, in
iques». ^^. ^. j-g^^^j^ju^-JQ^Q j denti colle loro radici, e
si chiamano alveoli; cosi ancora certe fossette
pili leggiere, le quali si trovano sparse tra
certe prominenze, e si accomodano per 1' ar-
ticolazione alle prominenze reciprocamente, ed
alle cavità degli ossi corrispondenti . Gli ossi
innominati danno un esempio della cavità cotl-
la cavità co- /«/(Zea , la quale circonda il capo del femore ;
gieBBideà. ^ molti esempj abbiamo nel corpo umano della
cavità glenoìdea . Così il capo superiore della
Tibia, la quale si articola coli' inferiore estre-
mità del femore ; l' articolazione del medesimo
osso col piede ; della scapula colf omero ; del
raggio coir istesso omero , e col Carpo, ed
altre congiunzioni degli ossi ci rappresentano
delle cavità glenoidee .
Quali sieno gA, Quali sìcuo Ic cavità de^li ossi interne ,
le cavità co- ,- , , . ,. .f
wnni, epro- quali Ic csteme j lo indica il nome istesso ;
^^^' non deggionsi nulladiraeno ommettere nella de-
scrizione degli ossi . Laonde soggi ugneremo
alcune parole delle comuni, e delle proprie.
Le cavità adunque , o i forami , i quali sono
scolpiti solamente in nn osso, deggiouNi dire
proprj ; al contrario comuni quelli, i quali non
43
sono compresi da un ossa solo. Così proprj
sono quei forami , i quali si mostrano nelle
apofisi trasverse delle vertebre del collo; cosi
molti di quelli, per cui partono i nervi del
cervello dalla cavità del cranio: comuni poi
quelli i quali , a cagion d' esempio , compresi
sono sopra, sotto, e lateralmente ne' corpi
delle vertebre, e danno la strada ai nervi che
derivano dalla midolla spinale; i quali si po-
trebbero chiamare forami intervertebrali . Ve
ne sono ancora degli altri si de' proprj , come
de' comuni, di cui parleremo a suo luogo ,
Ommetter però non si dee, che, oltre queste
cavità e prominenze descritte qui sopra , si
vestono ne<2:li ossi esteriormente delle cavità
e delle asperità, in qualche luogo formate a
guisa di spine , e date dalla natura a fine di
tener nella loro situazione più fermi i muscoli,
ed i ligamenti nelle estremità.
95. Alle generali proprietà degli ossi appar- Bifferenz»
tiene ancora il volume, e la figura. Gli ossi u grandezz.
3 . „ " , . degU ossi.
maggiori sono que che formano la maggior
parte del cranio; così i femori, le tibie, le
scapale i gli omeri , i cubiti ^ gli ossi della
pelvi ec. I minori sono le vertebre , le patelle
ovvero rotule , gli ossi del tarso , alcuni dei
diti, del cranio, e delle mascelle. I minimi
sono quelli , i quali nei diti minimi dei piedi
formano i due ordini estremi; i denti parimen-
te, i triquetri frapposti nelle congiunzioni degli
44
ossi del cranio, i pezzetti cìeW osso joideo ,
gli ossetlì dell'' udito ^ e i sesamoidei , e al-
cuni tìnalrnente di quelli che appartengono
alla mascella superiore . Tengono un luogo di
mezzo tra i maggiori , ed i minori alcuni ossi
del cranio, della mascella superiore^ della
clavicola, le coste e gli ossi del metacarpo»
e del metatarso .
Neikfi^ora 9^' V^i'i^ finalmente è la figura negli ossi:
cosicché altri si possono dire piani; altri /«/z-
giti; altri finalmente d'una figura incerta. I
piani sono certi ossi si del capo, si delie estre-
mità superiori; del petto ;, e dell' abdome. Cosi
ì parietali.) il frontale, V occipitale 9 la sca-
pula , lo sterno , gli ossi innominati sono fatti
a guisa di piano. Gli ossi delTowero, dell' w//<tì!,
del rancio, delle coste, della cla\>icola, del
femore, delle tibia e fiala., del carpo , del
metacarpo , e dei diti sono più o meno in
lunghezza prodotti. Finalmente hanno un' in-
cerca figura le vertebre , certi ossi del cranio ,
come il basilare., ed il cribroso, gli ossi pa-
latini , certi ossi finalmente che formano il
Carpo y ed il Tarso.
45
CAPO QUARTO
JOtlle regioni degli ossi , e della loro
reciproca connessione .
ei>li ossi, di cui fin' ora abbiamo par- «^l'o ««s^^":
O l no le regioni
Iato, e nella loro e«;teina superficie vengonsi ^«g^^ «"'•
a notare alcuni luoghi , i quali indicano di-
verse loro paiti. Questi luoghi meritamente si
nomineranno remoni de2;U ossi medesimi in
c'uantochè determinano T estensione, la figura,
ed il sito delle parti componenti.
98. L'estensione e la figura o si considera che cosa sie-
1 • • ; / , • 1 1 • 1 1 • • no le regio-
negli ossi 'ungili, o in quelli che sono distesi „i appam-
come in piano, e perciò chiamaronsi piani . "^1'"^^-^^^^ J'I
Quindi gii ossi lunghi si dividono in corpo , "'^'ÓS'!'''^*"
ed in est venuta; i piani in superficie ^ o f ac-
cie, in angoli, basi, e l^mbi ovvero margini,
i quali diconsi anche coste, e creste. Le faccie
poi sono o interne, o esterne; anteriori;, o
posteriori : gli angoli parimente sono o ester-
ni, o interni; superiori ;, o inferiori, ec ; le
basi negli ossi si concepiscono sempre poste
nel luogo inferiore; i lembi finalmente hanno
le medesime re^^ioni che le faccie, e eli anno-
ti 'Do
li ; i quali però se sono più crassi, e se le
linee , ^a cui sono terminati , sorgano alquan-
to , allora queste linee diconsi labbra , le quali
46
in esterne , ed interne si dividono comune-
mente.
Qneueappar- (^ c> . La sltuazione poi desìi ossi è tale 5 che
tenenti al si— ., . ,5.^." mi • 1
to. evvi la superiore, e I inrenore ; il davanti, ed
il di dieiio; T interna , e l'esterna; anzi le
loro parti ancora si possono dividere in supe-
riori, medie, inferiori, esterne, interne, an-
teriori , e posteriori . Imperciocché tutte queste
cose indicano il sito, che hanno non tanto
gli ossi, quanto le loro parti. Nel distinguere
poi queste regioni tanto degli ossi ^ quanto
delle loro parti fa d'uopo riferire tutti questi
collocamenti al tronco alzato come reggentesi
in piedi. Così per esempio la region interna
dell' omero, o del femore è quella, che è ri-
volta al tronco 9 e all'altro femore reciproca-
mente ; 1' esterna poi l' opposta a questa : sic-
come la region superiore dell'omero ;, ossia
l'estremità superiore dicesi quella, la quale
si articola colla scapula ; e pel contrario in-
feriore quella, la quale si articola col cubito.
In simil guisa la region superiore nella mano
deesi chiamare quella parte , che corrisponde
al cubito ; V inferiore la corrispondente agli
apici dei diti : così nel piede per regione po-
steriore devesi intendere quella parte che è
volta al calcagno , e per anteriore quella j
che è rivolta agli apici dei diti.
Qsai sia il loo. Ma gli ossi sono insieme congiunti; e
geaeiale con- . . . , . o • ^ •
questa congiunzione viene chiamata fintassi,
47
crcpine cioè, composizione, e costruzione. Due giongiment»
sorta di sintassi vi sono ; una è la Sinfisi , Jquaa'eVor'
la congiunzione cioè ira un osso e l' altro j^'-
essendovi tra mezzo una sostanza quasi etero-
genea ,' r altra è V Articolo , dai Greci detto
Artron ; donde lì è venuto il nome di Artrosi,
cioè articolazione .
loi. Si dicono gli ossi congiunti per Sin- che cosa r^c-
f • 1 1^1 • eia la Siin-
jisi 9 quando tra un os'^o , e I altro evvi una gji,
certa co^a di mezzo , la quale non tanto fa ,
che gli ossi non si tocchino, o non si uniscano
per la loio parte più dura; ma è causa an-
cora , che si possa conservare un qualche moto
negli ossi in tal guisa uniti, tale cioè quale
sperar si possa dalla maggiore , o minore cras-
sezza , e mollezza della cosa frapposta.
I02. La Sinfisi ha tre specie principali Quante , e
Alle volte al congiungimento degli ossi vi si Hl^'e sped'
frappone una cartilagine, e questa Sinfisi di- p"'""^^?*"-
cesi Sincondrosi: o un ligamento , e allora
dicesi Sinnevrosi: o finalmente una membrana
sta di mezzo a certi ossi , e allora la possiamo
chiamare Sinfiisi Sìnimensi.
io3. Cosi gli ossi del Pube; gli Ilj col Eiempì wk
acro principalmente nei giovani ; la prima
cosia, e la Clavicola collo sterno; il congiun-
gimento delle vertebre tra loro, e particolar-
mente nella loro piana superficie ; e le con-
giunzioni di altri ossi ci danno esempi della
o- / • r» • -Il U • Della SiMS-
òincondrosi. rarimenti nelle vertebre mostransi vto.i.
48
agli occhi certe bende biancliC;, le quali sì por-
tano da uno in altro corpo delle vertebre, e in
certa guisa le uniscono tra loro : li medesimo
vedesi delle apofisi spinose delle stesse, e degli
ossi dello sterno ; poiché simili bende o più
lunghe, o più corte passano da un osso in un
altro, e da una in un'altra spina delle ver-
tebre. Cosi si uniscono le c'avicole collo sterno
per mezzo non tanto ci' una cartilaa,ine , che
ci' un lÌ2;amento ; e li^anu'nti abbastanza robu-»
sti ten2,ono leo;ato l'osso sacro all'ischio, ed
a questa congiunzione danno una gran fermez-
za. Questi ed altri simili esempj appartengono
a quella sinfisi, che tu nominata sinnevrosi,
e più acconciamente sarebbe a chiamare sin-
desmosi ; conciosiacosacchc i ligamenti non sieno
ne'vi, da' quali cpiesta congiunzione degli ossi
ha preso nome.
Della Sali. , Q^_ Finalmente la terza specie di sinfisi
mensi. ' _ 1
mostrasi negli ossi del cranio; imperciocché
tra quelli evvi tra mezzo una membrana , che
abbraccia gli ossi esteriormente e davvicino ,
la quale chiamasi pencranio. Perciò questa
sinfisi la dico sininicnsi ■ ne} quii esempio
deesi notare , che gli ossi nel cranio si con-
neitono insieme , e sono legati non tanto dal
pericranio, quanto dal pericranio interno, cioè
dalla dura meninge, quella membrana cioè che
comprende per ogni dove il cervello. Imper-
ciocché siccome questa membrana è continua.
49
e fermamente attaccata a tutti gli ossi del
cranio: così questi ossi quasi separati nel feto,
e nei bambini , nei giovani alle volte separa-
bili, da questa membrana sono talmente fis-
sati , che il loro moto non è tale , il quale
proibisca fuor dell'ordine della natura la loro
reciproca conglutinazione per commessure , di
cui parleremo a suo luogo.
io5. Ma a questi principali congiungimenti Deiiasissar-
degli ossi per sinfisi altri ancora ne furono ''°'''
ao'iziunti da certi autori. Certi ossi si uniscono
Co
C02IÌ altri essendovi tra mezzo della carne,
quindi chiamarono questa sinfisi Sissarcosi .
Ne portano esempj dell' osso joideo ^ delle
scapule, e di altri, di cui gì' innati muscoli
si inseriscono negli altri ossi. Io non repugno,
che alla sinfisi , come al genere, non si pos-
sano riferire queste connessioni ; ma poiché
senza questi muscoli non però gli ossi , a' quali
stanno attaccati , si caccierebbero delle loro
sedi; perciò io penso che queste carnose coe-
renze cogli ossi non costituiscano la sinfisi
così propriamente detta, che appartenga al-
meno agli ossi.
106. Non cosi è quella composizione degli che «sa sia
ossi, ossia congiunzione, o articolazione, a cui P^°?^j7i!òs°f
diedero il nome di artrosi; nella quale più o
meno si muovono gli ossi per lo più sopra gli
ossi; ed a' quali (o riguardi i capi degli ossi,
o le cavità recipienti più o meno late o pro-
4
5o
fonde, o i lati dispiegati in piano maggiore o
niinore ) vi si sopraindiice una crosta cartilagi-
nosa coaumentata coli' osso medesimo. Dissi pf^r
lo più muoversi gli ossi sopra gli ossi, in quanto
che tra le due specie di artrosi una ve n' ha ,
che non sembra ordinata a questo moto.
107. Due sorta sono di Artrosi: Sinartrosi
Quante ,e.> ,-w . |. lii- 1
quali sieno cioc , « JJartrosi ; e megho sarebbe dire due
eie""* '^''" essere i modi sotto i quali si può considerare
r Artrosi', uno cioè quando gli ossi o non hanno
alcun movimento, e se ne hanno alcuno, cer-
tamente oscuro; il secondo, quando la mobiHtà
degli ossi cade sotto gli occhi di tutti. 11 pri-
mo alla Sinartrosi s aspetta , 1' altro alla
Uiartrosi .
Esenipidei- J <^ ^ • Diconsi duuquc uniti per sinartrosi
ìaSuiamo-gj- Qggj ^i^j cranio, i quali sono insieme legati
per suture, di cui diremo poscia: i denti an-
cora, i quali contenuti nei loro alveoli sono a
questa maniera uniti: imperciocché nei fan-
ciulli principalmente i più teneri quegli ossi
compressi danno a vedere che loro non manca
un qualche moto; il quale per lo più non ev-
vi negli adulti (i), come non evvi ver un moto
(i) Egli è noto non conservarsi por 1' ordinario
iferun moto negli ossi del cranio degli adulti. Tuttavia
a me avvenne , che in un uomo nobilissimo, mentre
vomitava , tenendogli io ambe le mani , come si suol
fare , agli ossi parietali 5 ed »l frontale per losienere
Si
dei denti; T articolazione de' quali colle ina-
scelle ci rappresenta quella specie d' artrosi ^
la quale chiamano gli anotomici gonfosi; e
noi la chiameremo inc/iiodatura . Della si-
nartrosi poi si hanno altri esempj nella pelvi
ossea , negli ossi del carpo, e del tarso, ed
in altri luoghi , ove il moto dell' articolo è
assai oscuro .
ICO. Due specie si danno di diartrosi. Una Quanta swo
, ,. . .... -1 • 1 1»^ sorti dtlla
quando gli ossi vestiti di una cartilagine leg- Dutrosiì ej
giera , ed aderente tenacemente all'osso stesso v'°'° '"""*"
senza alcun corpo intermedio, liberamente si
muovono gli uni sopra gli altri : l' altra poi
quando tra un osso e l' altro coperto pari-
menti da una tenue cartilagine vi si frappone
una cartilagine mobile, e compressibile. Così
r articolazione del capo del femore coli' accete-
bolo dell' ischio 7 ossia colla cavità ischiatica ,
ed a quasi tutte le altre articolazioni coni-
la testa , mi avvenne j dissi» di spesso, e costantemente
accorgermi d'un movimento con strepito d' un osso che
si percuoteva insieme con un altro. Anzi io conservo
una mascella superiore attaccata all' osso frontale , la
quale apparteneva ad un uomo di settant'anni , nella
qual mascella io ho potuto con tutta facilità separare
codesto osso daj^li altri , coi quali suole essere stretta-
mente unita; siccome si potrebbe l'osso isiesso frontale
facilmente dividere in due pezzi: in quanto che quella
sutura la quale dicesi saggiti ale, in questa età ancora
è prodotta fino alla radice del naso, resianduvi la mo»
Lilità dell'uno, e dell' altro pezzo d'osso.
Ò2
j3ongono ìii prima specie di diatrosi , la quale
da 2;iandi anotomici fa detta con rao;ione lassa.
Per lo contrario alle piane superficie delle
vertebre si frammette una cartilagine, la quale
diversamente compressa nei movimenti della
colonna delle vertebre cede obbediente alla
quantità dei movimenti medesimi: tra l'osso
superiore dello sterno, e l'anteriore estremo
della clavicola: tra la tibia, ed il femore: e
ueir articolo ancora della mascella inferiore
colla superiore si trovano sì fatte cartilagini,
le quali ci danno esempj dell'altra sorte di
artrosi , di quella cioè , la quale chiamarono
col proprio nome di stretta.
Ilo. Inoltre la prima specie di diartrosi,
Altre specie „ '■ . *
di Diartrosi. nella qualc non evvi tra mezzo un osso e
l'altro alcuna cartilagine^ si divide in tre
altre specie: in enartrosi cioè, artrodia^ e «7«-
che cosa sia 2-///7ZO : cuartrosi dicono, oo;ni qualvolta il gran
l'Enartrosi. ° „ . . ^ ^ , °
capo d un osso vien ricevuto da una conve-
Artrodid. niente cavità. Per nome à"" artrodia s'intende
quella congiunzione degli ossi, in cui il capo
grande dell'osso viene contenuto in una cavità
minore di quel che sembrarebbe richiedere la
grandezza di quel capo; ciocché molto confe-
risce tuttavia alla mobilità degli ossi , come si
manifesta non solamente nell'omero, il di cui
capo viene ristretto nella cavità glenoidca
della scapula , ma a mio giudizio nella arti-
colazione ancora del femore colla tibia? in cui
53
le (iure cavità glenoidee del femore ricevono
i tuberi suoi più larghi òi queste cavità .
Finalmente allora l'articolazione forma il gin- ^'"'^^"^* '
glimo , quando un osso riceve, e viene vicen-
devolmente ricevuto : il che avviene nell'artico-
lazione dell'omero col cubito, ed in quei ossetti
dell'organo dell'udito , i quali dalla loro figu-
ra sono chiamati martello, ed incudine, e
così in altri luoghi . Imperciocché in questi
esempj gli ossi, in quella parte che si unisco-
no cogli altri, hanno delle prominenze e delle
cavità, per cui poi si fa, che un osso è rice-
vuto dall'altro, e questo reciprocamente riceve
queir altro; e il moto delle parti appartenga
alla flessione, ed all' estensione.
III. Queste sono le congiunzioni degli ossi, Aure «peci
ovvero le articolazioni principali, e più comuni.
A queste gli anotomici ne aggiunsero delle
altre , la trocoide cioè , e 1' amfiartrosi . Delle
quali la prima dissero trovarsi nella seconda
vertebra del collo, intorno la quale il ventre
superiore ruota, ossia si volge colla prima ver-
tebra, d'onde viene il nome di trocoide; la
seconda dicono essere nella reciproca congiun-
zione delle vertebre; la quale articolazione es-
sendo tale, che non si possa riferire alle co-
muni fin' ora descritte, e sembri inoltre com-
prendere quasi due sorti di congiunzione, perciò
le diedero il nome di amfianrosi ; di cui non
mancano esempj nelle vertebre principalmente
54
le quali sì congiungono fra loro e per una car-^
tilagine frapposta ai loro corpi, e per mezzo
di quelle apofìsi , le quali altri chiamano obli-
que, altri articolari.
CAPO QUINTO
Dei Ligamcnti , del Periostio j
e delia Midolla .
Che cosa sia
I... N
on eyvi articolazione di ossi , che
ligamento. j^^^ gj^ contenutd da un qualche ligamento .
Questi ligamenti, che abbiamo ancora accen-
nato al N. 38. fino al 41 > sono fatti di molte
fila tenuissime, e bianchiccie, le quali seguendo
una varia direzione , ed essendo validamente
tessute, e unite tra loro, danno perciò una
durezza grande agli stessi ligamenti , per cui
molto resistono alle forze che li distendono, e
sono forniti d'una gran forza elastica Hanno
la figura di corde , o bende più o meno dispie-
gate, e crasse, e di tele or più crasse, ed
ora più tenui, per mezzo delle quali gli ossi
articolati stanno fermi nelle loro sedi , e vi
sono rinserrati .
Quantesicno **3- Sebbcuc abbiano alcuni stimato oppor-
le classi dei jy^^Q dividere in molte classi i li/ramenti , ed
abbiano in primo luogo insegnato altri servire
alle parti dure, ed altri alle parti molli, e
non abb ano dubitato di divider c|uelli in varie
sue» i ; ciò nulla ostante i ligamenti , di cui
parliamo,- sembra che si possano dividere \u
due classi solamente ; la ptima delle quali
sia di quei che servono alle articolazioni , che
si possano chiamare articolari; l'altra contenga
quei ligamenti, per cui bassi una qualche con-
nessione di certi ossi articolati , ed una mag-
gior fermezza dell' istessa articolazione ; e questi
nominiamoli unenti.
114. Tra gli articolari certuni aggiungono Quante spe-
robustezza a quelle congiunzioni di ossi : altri l^^Jà/enlui--
serrano i capi delle ossa, affinchè non cadano*''"^"'-
fuora delle proprie cavità, e si dividono in
ligamenti capsulari , ed orhicularl ossia ciliari :
altri finalmente, i quali occupano T interno
degli articoli, diconsi sostenere gli ossi istessi ,
affinchè non escano dai proprj seni , e sono
comunemente chiamati rotondi ; alcuni dei
quali sono detti croci/ormi dalla maniera che
v' hanno i Pascetti che li compongono.
iiS Così le vertebre, già tra loro artico- Esempi a; .,.1.
late, sono in certa maniera ritenute ne' prò- '"''^'"""
prj luoghi da certe fascette che si stendono
sopra i corpi delle vertebre. Simili fascie an-
cora si conducono sopra i ligamenti che ab-
bracciano le articolazioni Y'^v gingUmo . Esempj
di ligamenti capsulari , i quali da alcuni sono
detti tele li^amenCose , non mancano nell' ar-
56
tlcolo tra il cubito, e l'omero, ed in quello
ancora , che appartiene al capo della tibia colla
estremità inferiore del femore. Il lio;amento
orbicLilare , ossia ciliare si mostra nella con-
giunzione della scapula coll'omero, e dell'ischio
col capo del femore. Imperciocché dal cilio ,
ossia orbiculo della cavità glenoidea delle sca-
pale, e dell'una e dell'altra cavità ischiatica
il ligamento procede nel suo principio cjuasi
cartilaginoso, il quale strettamente abbraccia
il capo elevato dell'osso inserito, e si termi-
.na nel collo del medesimo osso. Finalmente
tra il femore , e la tibia osservasi il liga-
mento crocifonne , dalla cui forza viene mol-
to sostenuta , e confermata codesta artico-
lazione .
Esempi dei li- II 6. I ligamcntì detti uneìiti, i quali se-
8^°"'''^""^"" guano in certa qual maniera i limiti al moto
deali ossi medesimi, si trovano tra la clavi-
cula ed il processo della scapula tanto acro-
mio , quanto coracoideo , tra una chiavicola e
r altra; tra le spinose apnfisi delle vertebre;
e finalmente tra questi i più robusti di tutti
sono quei ligamenti , i quali dall' osso sacro
procedono nell' ischio , e in questo medesimo
osso si inseriscono validissimamente.
I I 7. Tra i ligamenti unenti secondo la mia
u^ruimi™e"é opinione devonsi annoverare ancora quelli, ì
aspecie, e qj^,^];^ sccoudochè altri vogliono, sono fabbri-
cati per inserimento soltanto delle parti molli;
loro
S7
e questi pure si possono ilivldere in due classi.
Altri cioè non solamente fanno, che certe
pinti, come i tendini^ non vadano fuori dei
proprj luoghi , ma insieme ancora diriggono
le forze motrici, in 2;uisa che le accrescano;
perocclìè tengono le corde traenti in luogo
più angusto, onde le forze motrici sono unite,
e quasi condensate. A questi appartengono
certe fascie i, come braccialetti , piìi o meno
dispiegate nel carpo, nel tarso, nella parte
interna di tutti i diti , guardando cioè la pal-
ma , ed in altri luo2:hi . Si chiam.ano lÌ2;amenti
anulari i sebbene alcuni sieno brevi, ed altri
non compiscano affatto Fanello. Altri liga-
menti poi ( e questi formano un'altra classe )
stando attaccati agli ossi , ed unendoli agli
altri, servono a ritenere, e a fermare le estre-
mità di certi muscoli. Altri di questi si dicono
interossei , perchè stanno tra gli ossi ^ come
tra il raggio e ì" ulna , tra la tibia e la fi-
bula : altri similmente sono tìtti in diversi ossi,
ma nelle regioni poste subito sotto la cute ;
e così si stendono sopra i muscoli , le cui fibre
hanno in molti luoghi inserite. A tal sorta di
ligamenti appartengono quelle espansioni mem-
branose, e robuste, a cui diedero il nome di
Aponeurosi (N. 36.) ; come sono le apone-
vrosi delle tempia , delle scapule , delle brac-
cia , delle piante , dei femori , e delle tibie ,
e simili .
58
li 8. f'rattanto le fin qui dette cose intorno
ai ligamenti principali generalmente possono
bastare. Perocché le loro chfFerenze tratte dal-
la robustezza , crassezza , figura , situazione,
e da altri accidenti, più opportunamente ver-
ranno a proposito nella miologìa .
119. Gli ossi finalmente uniti dalle artico-
Hie cesa nt , . . 1 • 1 ■
Periostio, lazioni, 6 dai ligamenti copre una certa tenue
membrana , ma in proporzione della sua te-
nuità assai robusta, d'una struttura cellulosa,
la quale viene chiamata periostio . Sì fatta
membrana ancora abbraccia certe cartilagini ,
non però tutte; imperciocché quelle, che sono
condensate colle estremità degli ossi nella sede
delle articolazioni , mancano di questa mem-
brana , a cui si dà il nome di pericondrìo . Se
Peticoncirio, .... . . • • 1 11
ePeiidesm». poi 1 ligauienti aucora siano vestiti della me-
desima membrana , che da alcuni viene chia-
mata peridesmo , a me sembra difficile definirlo:
imperciocché quella , che è stesa su molti figa-
menti , e aponevrosi , si osserva per lo più
pingue cellulosa, agli strati interni tanto stret-
tamente con que:,te parti coerente, che non
sì sa , se le lamette interne fiicciano propria-
mente il peridesmo , o se piuttosto non appar-
tengano a quella pingue cellulosa,
te aperto- 120. Siccome poi non tutte le cartilagini ^,
•gnrdoT^gu "^ ^^ qualunque loro sede sono vestite dal
tj$i. suo pericondrio, così parimenti le ossa noti
sono per ogni dove coperte dal periostio.
5,
perocché dove sono le cavità , e le asperità
che danno luogo ai Iigamenti , ed ai tendini
inseritivi fermamente , ivi non è periostio : il
quale per questo scrivono alcuni celebri Ano- s^ an-m fi-
^ . . 1-11 1^° *11' intern*
tornici non tanto stendersi sulle ossa, madeiioo»»».
entrare nei loro pori , e nelle celle interne ,
anzi aprirsi una strada nei canali, che conten-
gono la midolla. E in fatti, se con gran dili-
genza si levi il periostio dagli ossi dove veg—
gonsi dei meati , aperture , o pori , osservasi
ancora qualche cosa di membranoso insinuarsi
in quei meati, o aperture. Ma nella sezione
non potei spingere la mia diligenza fino a
vedere se quella membrana che penetra in
quelle aperture arrivi ai canali ;, ossia fistole
degli ossi , e perciò comunichi colla cellulosa
della midolla.
lai. La midolla è un oglio di natura ve- che co» sia
... ,, ,, ,> la midolla d«-
getabile contenuto nelle cellette d una mem-guossi.
brana tenuissiraa , e assai molle. Questa mem-
brana viene sostenuta dalla sostanza interna
reticolare degli ossi , e dai vasetti penetranti
dall' osso nella sua cavità , e col suo oglio
dona flessibilità alle ossa , ed un fiicile movi-
mento ai loro articoli: poiché dessa svapora in u$r>dcuj ai-
qualche parte per i pori delle ossa situati alle'^*"*'
estremità di queste, e si frammischia ad un
liquido mucilaginoso delle articolazioni. Midolla
dicono propriamente quelT oglio , quando è
contenuto nelle fistole notissime degli ossi ;
6o
succo midolare poi , o sia medìtulio , quando
risiede nelle celle ossee comunicanti , di cui
certi ossi per intiero , altri solamente sono
fabbricati per parte .
CAPO SESTO
DelV Osteologia particolare , e primieramente
degli ossi del Capo .
DI quali ossi 132, Il Capo è composto, come altrove si
lia composto \ ■> . -, . . .
acarpo, e da noi detto, di una cassa ossea che contiene
il cervello, e di due mascelle superiore, e in-
feriore. Quella cassa ossea chiamasi Cranio^ o
Dì fqiiaii il Calvaria , la cjuale è composta di otto ossi: dal
frontale cioè, occipitale, due parietali, e due
temporali, dallo sfenoideo , e dal etiiioideo , i
cjuai due ultimi sono comuni ancora alla ma-
scella superiore.
Qnaie sia la 123. 11 FrQutale poi , il quale dicesi anche
gìr^'Ò^T del coronale , sta anteriormente, e discende fino
Cranio. g||^ jjggg ^i^j cranio, h' occipitale ancora è
alla base, ma posteriormente. I Parietali, ì
quali sono ancora chiamati ossi del vertice , o
Sincipite , o hreginate , sono ai lati del cra-
nio. Similmente ai lati, e alla base sono i
temporali , i quali da alcuni sono chiiimati
squamosi:, e petrosi. Quasi propriamente alla
6i
base sta Io sfenoicleo , il quale perciò viene
nominato ancora basilare, e dalla maniera di
sua connessione , e dalla varia sua figura
chiamasi coniforme , e moltiforme Quell' osso
})oi 5 che lo sfenoideo ha posto innanzi, e per-
ciò quasi sotto 1' osso frontale, egli è l'otta-
vo osso, a cui diedero il nome di etmoideo ^
ossia cribroso , o cribriforme .
124 Nota a tutti è la figura del cranio , Qaaie la b-
imperciocchè 2i;eneralmente sembra ovale; seb- ^""^"^ *!"' ''''"
bene più o meno s' accosti a questa fioiura in sezzadeiieot-
1 ... sa di (juesto .
diverse persone. Tutti gli ossi del cranio però
non hanno la medesima crassezza. Imperciocché
il frontale , ed i parietali sono fatti per tutto
da una doppia lametta , trovandosi sparse tra
mezzo delle picciolissime celle ossee, le quali
contengono un succo rossetto negli ossi recenti,
chiamato diploe , o meditullio ; al contrario
negli altri ossi del cranio non evvi per tutto
la medesima cr&ssezza , né da pertutto il me-
ditullio , come vedremo a suo luo^o.
12 5. Codesti ossi sono vicendevolmente con- mera sie.o
•.•■t-»i'i • • ..1. tra loro uni-
giunti. La i loro congiungimenti si chiamano tiguos.! dei
suture ; delle quali se ne hanno di tre sorti . "^'° '
Altre diconsi suture vere; altre spurie; ed al-
tre armoniche ; ovvero suture per armonia: le
quali tuttavia non hanno 1uop;o nesli ossi del
• TV- !• A • • 11 Che cosa sie-
cranio. Dicono gli Anotomici esser vere quelle, no le smnre
nelle quali per denticiuoli ineguali, colle ca-
vità di mezzo gli ossi si inseriscono fermamente
62
chacoi. 1. agH ossi. Spuria poi quelle, nelle quali il
•^"'^- labbro :, ovvero il lembo d'un osso è posto
sopra r osso vicino, come sì vede nelle squa-
me dei pesci . Armoniche finalmente quelle ,
armoniche.* quando il labbro d' un osso combaccia perfetta-
mente col labbro delT altro osso, osservandosi
solamente una linea di mezzo, la quale de-
termina i confini degli ossi.
126. Tre poi si annoverano le suture vere:
^rvereTe ^^ prima dicesi coronale, per cui l'osso della
quali. fronte, ovvero il coronale si unisce ai parie-
tali: 1' altra sagittale, per cui gli ossi parie-
tali si uniscono tra loro; la quale non tanto
nel feto , quanto negli adulti , sebben di rado
assai si produce per l' osso della fronte fino
alla radice del naso : la terza finalmente dalla
sua qualunque figura chiamasi lambdoidea , la
quale congiunge l'osso occipitale coi parietali.
Tra questa sutura si trovano di spesso certi
ossetti minimi , separati , ossia circoscritti , di
ineguale grandezza , e figura , incerti ancora
di numero, sparsi qua e là tra le reciproche
indigitazioni degli ossi , i quali ossetti si chia-
mano Woriniani dal trovatore loro , o trique-
fiTo'u**"- ^^^' <^^"3 figura più comune che hanno di
'f'«' triangolo. L'osso della tempia si congiunge per
la sutura spuria col parietale del suo lato, e
lo Sfenoideo col frontale : gli ossi poi nasali
tra loro, ed altri ossi ci rappresentano le
Dove lo at- •
mo»i«ke . suture , o coniziunzioni armoniche .
127* Neir osso frontale adunque deesi q„,; ,„,
prima notare il suo sito nella parte ante- ^''*' '''"•''"'
* _ . ^ * serrare itt
riore del cranio; cosi ancora la sua connes- p'"'™" '«'^-
Sione COI parietali , tempiali , moltitormi ,fronui».
cribrosi , nasali , lacrimali , mascellari , e
zio;omatici . Codesto osso ha due facie ; delle
quali r esterna è più o meno prominente in
avanti ; 1' interna poi è concava . Forma la
parte superiore delT orbita, la quale è ter-
minata da un lembo più o meno elevato , e
dicesi ciglio dell' orbita . In questo ciglio verso
il naso, e alquanto tra l'orbita havvi una
leggier' incisura insieme ed una asperità , le
quali fanno una parte della troclea compiuta
da una certa cartilagine, per cui passa il
tendine di quel muscolo , che appartiene
all'occhio, il quale perciò dicesi trocleare ^ o
dall' azione, o dal luogo obliquo superiore.
Sopra questo ciglio havvi una leggiera cavi-
tà , la quale a poco a poco si forma in una
leggiera prominenza (almeno per Tordinario);
e tanto questa cavità , come questa prominen-
za occupano i miìscoli frontali . Fra il ciglio
evvi una cavità, la quale è parte dell'orbita,
in cui vedesi la struttura reticulare, ora più,
ora meno sensibile , secondo la più valida
adesione del pericranio , come io vo congettu-
rando. E questa cavità è più profonda alle
parti delle tempia , per dar luogo alla gian-
duia lacrimale.
Qu=i altra 12,8. Ffs l' Lina e r altra orbita stavvl pro-
osl^vS^nci '^^ì"^"^^ un' ossea sostanza spungosa, o pint-
fioiuaie. tosto fibrosa terminata in acuto per il con-
2:iuno[imento degli ossi nasali : e siccome la
parte orbitale interna , la quale corrisponde al
naso, viene da una parte, e dalF altra ter-
minata da un labbro celluioso che comprende
lo spazio , il cjuale dicesi da alcuni scavamento
etmoidale, perchè in cjuesto luogo l' osso etmo-
ideo si conglutina col frontale ; così il ciglio
dell' istessa orbita nel lato esterno finisce in
un' aspra prominenza , col mezzo di cui si
connette coli' osso giugale , ossia zigomatico
della mascella superiore. Sopra questa promi-
nenza r osso frontale è depresso nel iato for-
mando una cavità per la parte davanti del
muscolo temporale; alla qual cavità mette
fine una linea che sorge in forma d' arco d' un
cerchio, continua con quella, che si vede ne-
gli ossi parietali.
Qnaii altre IJ9. Nella faccia dell'osso frontale la parte
cose nella . i ni ^ • ì •> C '
faccia intera interna dell orbita ha un aspra superhcie, cre-
siLt'oTso'^.'' (^o io, per più ferma adesione della dura me-
ninize: e vedesi inferiormente vicino alla con-
giunzione col naso , in cui la dura meninge
s'insinua per esser qua»! in tal luogo inchio-
data. Avanti questo forame sorge per l'ordi-
nario una spina , la quale poscia dividesi in
due labbra formanti un solco , . tra il quale da
una parte viene sostenuto e si spande quel
resti
sservare
65
seno della tiara meninge, clie \ien detto lon-
iritudinale. Queste labl)ra a poco a poco avan-
zandosi si fanno prominenti così poco che ap-
pena una leggiera ma più larga cavita vi resti
pei medesimo fine; a cui ai lati, come negli
altii ossi del cranio, si vedono dei minimi fo-
rami varj per lo passaggio dei vasi.
i3o. Finalmente 1' osso frontale è composto cbeji
da una doppia lametta, avendovi tra mezzo m q.usfos
quasi per tutto il miditnllio: e tra una lametta '°'
e r altra immediatamente sopra la sede del
naso vi stanno due cavità piuttosto osserva-
bili, chiamate seni frontali, i cpiali, essendovi
sparse tra mezzo delle lamette ossee, si divi-
dono in minori cavità ossee aperte tra la prin-
cipale cavità delle narici.
i3i. A questo osso si uniscono per una (^-^^ ^'''''«'i.
ii_^i.iA»-j<^^^vv 1 ^ a notare liei
sutura coronale posteriormente gli ossi parie parietali.
tali, ì quali articolati insieme per una sutura
sacrittale, alla parte anteriore di questa sutura
determinano quel luogo coli' osso della fronte,
che nei fanciulli dicono bregma , o fonte pul-
satile ; e questo è quel luogo, che premuto
nei bambini appena nati , e nei fanciullini fa-
cilmente cede, perchè questi ossi, non essendo
ancora finito il loro incremento, non sono an-
cora in quel luogo congiunti tra loro e coli' os-
so della fronte. Sono questi crassi, più ampj
degli altri ossi del cranio , ed a prima fronte
sembrano quadnlateri , sebbene a me pajano
5
66
(li sei lati : uno più crasso , e cLe forma il
vertice del capo, per cui sono vicendevolmente
coerenti; l'altro parimenti crasso, e d'avan-
ti, in cui si uniscono coli' osso frontale; il ter-
zo della medesima e per ordinario maggior
crassezza;, in cui si congiungono colf occipitale ;
il quarto lato breve e crasso si unisce con
parte dell'osso tempiale, in cui sta prominente
l'apofisi mammillare; il quinto tenue ed inar-
cato si nasconde sotto la parte squamosa dell'os-
so delle tempia; il sesto finalmente tenue del
pari si conglutina colf osso moltifoime.
Che altro deb- i32 Gli ossi parietali hanno similmente due
basi notare Ufi r ' ' e !• tt I"
palatali. laccie come i frontali. Una linea un poco emi-
nente vedesi dai lati della faccia esterna , la
quale indica i limiti , e gli inserimenti del
muscolo temporale. Sotto la sutura sagittale,
e però nella faccia interna dei parietali, evvi
una lunga fossetta, ma Icizo^erissima , che so-
stenta la mag2;ior pa!te del seno longitudi-
nale, e in parte lo nasconde: com<" sotto quel
lato, in cui è attaccato coU'osso temporale alla
sede deil'apofisi mammillare, fa d'uopo notare
una certa parte della fossa sigmoidea , per cui
corrono quei seni della dura meninge chiamati
laterali. Finalmente in quest^ osso principal-
mente non si devono tralasciar d'ossei vare
certi solchi in forma d'arboscelli, i quali na-
scono in questi ossi, affinchè le picciole arteìie
della dura meninge j, che sorgono dalla superfi-
67
eie di questa , sieno contenute dalla sostanza
ossea escrescente , in quel tempo che questi
ossi sono molli , e prendono un veloce incre-
mento ; e per questo le indicate arterie in
qualche parte sono rinserrate in questi solchi.
i33. Ai parietali di dietro si unisce per la f^'^s/os^ «i'-
sutura lambdoidea V osso occipitale, il quale servare in pri-
I . . rao luogo ut:l-
non tanto si commette con quegli ossi, quanto roccipitais.
col temporale, colla parte petrosa di questo,
ma lego'iermente, e finalmente ancora coU'osso
moltiforrae. Fa come un segmento ovale, con-
vesso nella faccia esterna , la quale superior-
mente è levigata , inferiormente si fa aspra da
picciole cavità, e prominenze per un più fermo
inserimento di certi muscoli ; concavo nella fac-
cia interna, in cui osservasi un'eminenza croci-
forme, il di cui braccio superiore, e l'uno e
r altro laterale fanno un ben sensibile solco ; il
quale nella parte sinistra è continuo col solco ,
che serrano gli ossi parietali insieme uniti ; il
quarto poi cioè inferiormente è prominente in
spina, o punta. In quel solco si fermano, e si
comprendono le parti del seno longitudinale ,
e dei seni laterali, i quali poscia vanno alla
fossa Sigmoidea cosi nominata dalla sua figu-
ra, scolpita nell'osso parietale, temporale, e
in questo stesso occipitale; alla spina indicata
fermamente attaccasi la dura meninge, colla
quale costituisce la falce del cerebello A
quella eminenza crociforme stanno adiacenti
G8
quattro fosse; due snpeiiori , che fanno quasi
il recesso all'estremità di quei lobi del cer-
vello; e due inferiori per ricevere in parte i
lobi del cerebello nella loro parte posteriore.
checosadeb- ì^^' Quella spiuci Ì nferiomieu tc si divide
basi osserva- • i i l • f • ^ ' • •
ve in k, ondo '^^ Guc, ic (luali romiauo in parte i margini,
luogo- o s,\^ jg labbra di quella gran apertura , per
cui passa il funicolo spinale sortendo dal cra-
nio , e dicesi yb/'a/7?(? occipitale. A questo an-
teriormente sì aggiunge una crassa apofisi, con
una sezione quasi semicircolare, la quale si
conglutina colla sella equina delfosso molti-
forme, e dicesi apofisi òasi/are. Sotto il fo-
rame vi sono prominenti circa lo stesso due
altre apofisi lunghe, le quali si articolano as-
sai fermamente colla prima vertebra del collo.
Queste apofisi chiamate condiloidee nascono in
mezzo al margine del gran forame; ed il loro
principio è da una certa fossa scolpita nell'osso
occipitale, la quale occupano in molta parte
le ven^ vertebrali ^ che escono dal cranio. So-
pra queste apofisi, cioè tra il cranio, due
tuberosità si veggono alle volte ^ perocché in
alcuni appena ven^'ha vestigio ), le quali sono
in parte divise da quelle apofisi, standovi tra
mezzo un forame particolare.
Quali coso d.-b- i35. Terminano in parte il cranio dai la-
hr;;;Lou,o"oC'' ^ nella base gli ossi temporali, uno per
Bei temporali. pa|.j-e ^ colhi sua magi^ior porzione nel lembo
superiore assottigliato , ed inarcato congiunto,
6y
coi parietali per la sutura spuria; posterior-
mente, e iriferiorniente coli' osso tlflT occipite;
anterionnente col iiiokiforme e ^iup;ale. L osso
delle tempia è composto d' una doppia sostan-
za , squamosa., e petrosa; quidla esteriormen-
te, questa internamente e inlV riormenie , egli
ha finalmente due faccie , T esterna leggier-
mente convessa, e così l'interna appena con-
cava .
i36. Oiiattro npofisi osservansi neli' osso delle r.he a'aiiro
tempin ; una crassa, la quale posteriormente quesu ossi.
e inferiormente situata rassomiglia in certa
maniera alla papilla d'una mammella; e per-
ciò chiamata mastoldca , o inainniillare . A
questa giace vicino un po' in avanti quella,
che dalla sua figura dicesi stìloidea. Avanti
lo stesso processo mammillare , anzi ai meati
d'avanti dell'udito sorge una terza apolisi ,
la quale unisce la calvaria all'osso giugale
della mascella superiore; onde a questo pro-
cedimento si dà il nome di apofisi giui^aie :,
finalmente una quarta apofisi interiormente si
connette alla stessa mammillare , ed al restan-
te dell'osso delle tempia, e si stende fino
all'osso moliiforme; e per la sua insigne du-
rezza ebbe il nome di apojisl petrosa.
137. In questa petrosa apofisi stanno rin- J^„"!'^[^jJ|j'/;
chiusi come in sicurissimo luogo i principali ^'';j"^J;;^"
stromenti dell' udito , de' eguali egualmente 1» •
che degli altri accaderà più acconcio par-
70
lare, quando tratteremo deirorecchia. AI prin-
cipio dell' apofisi petrosa, posteriormente, e
perciò nella faccia interna del processo mam-
niillare vedesi una mago;ior porzione della
fossa sigmoidea (N. i33), tra la quale nna
non picelo! parte dei seni laterali della dura
meninge viene rinserrata. Alla radice del pro-
cedimento mammillare evvi un solco , ossia
iin'incisura per lo inserimento del capo supe-
riore , ovvero posteriore del muscolo digastrico
depressore della mascella inferiore; in quella
maniera che alla radice dell' apofisi giugale si
vede una tuberosità, ed una cavità per T ar-
ticolazione della medesima mascella inferiore.
Finalmente tra 1' apofisi mammillare, e giu-
gale evvi situato il meato uditorio, di cui par-
leremo a suo luogo.
Qnaiicosedeb- i38. Il settimo OSSO del cranio perchè d'una
bansi osserva— • n ' i » ^
re ndio sfe- varia figura , m quanto che e composto da
molte parti, perciò dirsi moltijorme avvisammo
già (al N. 12 3). Si congiunge superiormente,
e d' avanti colf osso frontale , ed etmoide© ;
esteriormente colle ossa della fronte , del ver-
tice, e delle tempia; anteriormente quasi a
mezza parte dell'altezza colf osso del vomere;
posteriormente coli' occipitale ; finalmente po-
steriormente, e inferiormente cogli ossi mascel-
lari, e del palato. Si può dividere nella base ^
e nei lati\ e questi in superiori;, ed inferiori.
BalJ.i base , che nasce coli' osso dell' occipite ,
71
ne sor£^e internamente una prominenza con
un.i cavità fornita per V ordinario di quattro
processi ovvero apohsi ; due d'avanti, e due
di dietro- Questa cavità colla prominenza, la
quale po>t riormente è pi li elevata , chiamano
sella turca , o equina , ossia ejippio : i pro-
cessi poi dicono apnjìsi clinoide ; le davanti
delle quali hanno alle volte annessa un' altra
minore , e le quali prodotte anteriormente
terminano parte in un tenue processo , il
quale superiormente limita il lacero forame
dell' orbita da indicarsi altrove ; e parte si
distendono quasi in una lametta ossea , per
cui si uniscono co 11' osso cribriforme e fi on-
ta le.
i3o. Tra la cavità cir^^ondata dalle indicate ^^^^jj^^^^^^,
apofisi stavvi quel corpuscolo , a cui si dà *^°" debban-
1 11' si ossi^rvare in
il nome di gianduia pituitaria . Col corpo questi ossi.
deir efippio ( e questo appartiene ai iati sn-
periori ) da una parte , e dall' altra è conti-
nuo un processo piuttosto amnio, in cui hanno
ad osservarsi due faccie ; una , che è interna ,
forma quasi posteriormente una parte dell'or-
bita ; V altra esterna , e .più distesa , coerente
cof^li ossi della fronte, del vertice, e dt-lle
tempia. Queste due faccie convengono davanti
in un an«>;olo; posteriormente poi comprendono
un'insigne cavta, il di cui labbro inteiiore
circosrrive i limiti inferiormente al lacero fo-
rame dell'orbita.
72
cheaitrofi- i4^- Sotto la sella equina evvi una cavità
nahuente sia j^Q,^ piccold c|uasi Sempre divisa in rlue da
da osservarsi FI 1
nel meciesi- ui;,^ lametta ossea assai tenue , come da un
uio osso . _ I I •
setto o sia tramezzo (0 le quali superiormente
apronsi nelle narici, e costituiscono i seni sfc-
noiclei. Questa chiusura viene indicata (K avanti
da una spina , per mezzo della quale codesto
osso si con^iunge con quell'osso delia mascella
superiore, il quale dalla sua figura viene chia-
mato vomen' . Finalmente sotto TeTippio, e ai
suoi lati inferiori, osservasi una picciola fos-
setta , a cui si appoggia V arteria della caro-
tide del cervello, e quindi discende un proce-
dimento, quasi alla lunghezza d'un pollice,
diviso in quasi due lamette ossee , restandovi
tra mezzo, direi quasi, una lacuna; l'esterno
poi più breve, ma più disteso, il di cui te^.
nue orlo è fornito di punte , o spine brevis-
sime ; l'altro interno un pochetto più lungo,
inferiormente più crasso, la di cui estremità
neo;li ossi deiili adulti è fornita d'un certo
amo. Questi processi da" quali la ujascella su-
periore viene quasi tenuta ferma nella parte
posteriore, e stanno attaccati inferiormente gli
(i) Anzi talvolta ciascuna cavità , destra cioè , e
sinlstia la vidi divisa in due, discendendo una lametta
ossea trasversale da quella parte dello sfenoidco , nella
quale si commetto col cribroso , e col frontale .;, il che
tengo anclie adesso presente.
'73
ossi del palato , sono cliiaraatl apofisi pterìgoi-
dee y ossia aliformi ; la lacuna poeta di mezzo,
fossa ptcrigoidea; V^inw fiuahncnte , z^Azr///o, o
stdoidea apofisi , delia pterigoidea interna.
141. Avanti Tosso moltiforme nello sca-Qa?.uro3es'ab-
vamento etmoidale ( N. 128.) dell'osso della ,'''.'!°lf,r!Lo"
fronte termina anteriormente la base del era-'""
Ilio r osso etmoideo , o cribroso , composto di
tenuissime lamette ossee, tra le quali si sten-
dono c]u*isi per tutto delle cellette or più gran-
di, ed ora più picciole , che vicendevolmente
tra loro comunicano. Posteriormente è attac-
cato al moltiforme ; anteriormente e ai lati,
col frontale; più in avanti e tra l' orbita,
coir osso lacrimale; inferiormente ed all'uno
e all' altro lato, col mascellare ; nel mezzo e
inferiormente , col vomere. Forma la parte su-
periore delle narici interne, e viene diviso cpiasi
in due eguali porzioni dal setto osseo. Questo
setto ha principio dal processo osseo crestato;,
il quale, da qualche somiglianza che ne ha,
dicesi cresta di gallo : alla qual cresta qua e
là attaccasi una lametta piena di forami il cui
numero è incerto, la quale fu detta lametta
cribrosa. Alle indicate porzioni nella faccia
esterna mette limiti un' altra lametta mol-
to più distesa papiracea tenuissima ed assai
levigata, che da akuni vien detta parte piana
dell' osso cribroso, e quasi del tutto compie il
lato interno dell'orbita.
74
cheaitrodeb- 1 4^ ^s faccìa ìntcma di quest'osso cribroso,
basi notare ia si _l ■ 1 •! ^^ 111 ••>
quest'osso, colla quale riguarda il setto delle narici, e
fatta pdkiment» d' una lametta ossea , la cU
cui superficie non è cosi levigata , come nella
parte piana ; e questa lametta spiegata d'avanti
in addietro si divide in due parli ineguali ,
ma non per tutta 1' altezza dell' osso; delle
quali la suprema , la quale è anche più in
avanti, e p'ù breve, meno prodotta inlerior-
mente , appena, oppure niente intoni^iliaia a
gu sa di turbine ( al contrario di quello che
rappresentino certe tavole pubblicate per altro
da uomini illustri ) Form » quell' osso che al-
cuni chiamarono turbinato supremo ; vollero
poi che !a parte interiore , la quale è posta
inferioi mente ed è piii involta, formi quell'al-
tro osso, che una volta chiamavano turbinato
superiore. !n tal maniera costantemente offrissi
all' occhio mio codesta laiw tta , onde non
posso acconsentire a quelli , i quali a due
altri già da gran tempo noti vollero aggiu-
gnere un terzo o^so turbinato che dicono su-
premo: altro d;flaiti non essendo quest' osset-
to, che una parte continua di quest'osso tur-
binato, il quale un solo essendo, appartiene
air osso etmoideo; oppure se si vuole così, il
lembo acuto d' una certa celletta etmoidale
maggiore , il qual lembo quasi si appoggia
sopra il turbinato propriamente detto, ed è
continuo con quello nella sede superiore ;
onde non si potrà mai avere per un osso
separato .
143. L' una e l'altra mascella si unisce ^^„t'':,,^^^;Ì
colla ma^aior parte dedi ossi, che compon- '^'^•^\"'''^'^^"*
co io' r superiore.
gono il cranio: e la superiore principalmente
è composta di tredici ossi , e di sedici denti ,
come notammo ( N. 75.). Sei di questi ossi,
che sono in una parte della mascella, corri-
spondono a sei altri nelT altra parte della
raedesiraa. Sono dunque sei paja , ed uno
dispari; il quale è comune ad ambi i lati della
mascella . 11 primo pajo ( potendosi princi
piare da qualunque di quelli ) sono i mascel-
lari; il secondo i turbinati ossia spungosi infe-
riori; il terzo i palatini'^ il quarto i giugaìi ,
ovvero zigomatici; quinto i lacrimali, ovvero
unghie \ sesto finalmente i nasali. L'osso dispari
è quello che dicesi vomere.
144. I mascellari fanno la parte maggiore
della mascella superiore, e sono tra loro uniti".'
subito sotto il naso . Superiormente si uni-
scono air osso della fronte ; al nasale del suo
lato; ed al loro corrispondente lacrimale; ai
quai ultimi ossetti si frappongono nel processo
superiore; internamente e superiormente an-
cora ( cioè tra V orbita ) si uniscono col me-
desimo osso lacrimale, e col cribroso; esterna-
mente col giugale quindi conferiscono non poco
a formare V orbita istessa nella sede inferiore;
nella faccia interna poi, con cui abbracciano
Quali cose ab.
biansi a notai-e
nei mascella-
76
la principale cavità delle narici; si attaccar)©
col tiiibinalo inferiore; e posteriormente cogli
ossi palatini. Finalmente F uno e V altro ma-
scellare si uniscono tra loro, come dicemmo »
e coir osso del vomere per mezzo d'una certa
spina prominente insieme y e solcata tra la
principale cavità delle narici . Oneste princi-
pali connessioni indicano le apotisi degli ossi
mascellari le cjaali si possono ridurre a quat-
tro. Unn dicesi nasale supcriore., la quale
ascende tra V osso nasale , e il lagrimale del
suo lato, inferendosi nelT osso della fronte ;
r altra nasale inferiore, colla quale sta coe-
rente il setto del naso: la terza giugale , ov-
vero zigomatica , colla quale si conglutina
coir osso di questo nome: la quarta finalmente
chiamasi palatina , la quale termina la massima
parte dell' osseo palato , e per cui si uniscono
tra loro gli ossi mascellari medesimi, come
abbiamo detto .
14.5. L' apofisi nasale superiore è fornita
Jj~ posteriormente, e insieme e^-ternamente d' un
apofisi cuu' certo solco, il quale costituisce una parte del
osso mascel- ; . ^ . ii»
i^i-e- canal nasale: V inferiore nella sede d avanti
si produce più o meno in una spina , e dove
convengono queste due apofisi quasi spinose ,
mostrano un solco, o piuttosto una fossa con-
tinua al solco per una maggior coesione del
setto delle narici. Sotto T apofisi giugale evvi
una fossa insigne, la quale viene riempiuta da
Che cosa ab
biasi ad os-
servare
apofisi
osso mascel
77
una cellulosa più o meno pinp;ne, e da alcuni
muscoli (Ielle labbia. L' apolisi palatina , dove
riguarda le narici, s\ ancora dove fa il palato
osseo, è un pochette concava: li.'=cia al naso,
al palato poi , ossia alla parte superiore della
bocca , aspretta ; e principalmente posterior-
mente, e vicino ai denti molari, dove vedesi
un solco, il quale con un certo solco dell'osso
palatino conduce al forame palatino postico.
Finalmente codesti ossi hanno scolpiti tra una
doppia lamina dei piccioli alvei per i denti,
le fjuai lamine molio tra loro disgiunte dietro
la fossa teste indicata, serrano una non piccioli
cavità quasi emisferica, la quale è il seno ma-
scellare -, malamente deito Antro cV Igmoio ,
converso internamente colla sua apertura alle
narici .
146. Dall'apertura di questo seno mascel-Quaiicosedcb-
t 1 ì • I I 1 bansi notare
lare pende un ossetto lungo, il quale rende „,.! turtmaii.
codesta apertura più angusta Questo ossetto
giace trasversalmente; nei lato ossia lembo
superiore è coerente colT osso mascellare ,. e
col vicino palatino ; coli' estremità ossia lembo
inferiore desso è libero , ed all' esterno attor-
tigliato a forma di un turbine ; laonde fu detto
turbinato^ ed in esso cousideransi due faccie :
r una concava , dove riguarda V osso mascel-
lare ; l'altra convessa riguardante il setto del
naso, e più che concava , composta di celle
quasi insieme unite ; quindi questi ossetti non
78
tanto furono chiamati turbinati , ma ancora
spungosi . Sono fatti di tenui lamine , fragili
e jn quella parte che anteriormente ( dove
sono più larghi che posteriormente ) si com-
mettono coU'osso mascellare, compiono il resto
del canal nasale , il quale perciò tra l' osso
mascellare , e questo turbinato apresi in ambe
le narici per dar strada all' umor lacrimale
che discende nelle narici istesse.
147. Dicemmo già questo turbinato inferiore
esser unito qoW osso palatino. Sta quest'osso
Quali nel pa- , , ,
latini, e nella nel palato, cue posteriormente compie, tra
pTcra°Ja'.°°^ f osso masccllare , e le pterigoidee (N. 140)
del suolato, e fa quasi due porzioni ; una cras-
sa, inferiore, piana, la quale sta attaccata
all' apofisi palatina dell'osso mascellare; esterior
l'altra, assai tenue, e fragile, e prodotta in
alto fino al fondo dell'orbita. La parte piana
( il di cui lembo o estremità rassomiglia po-
steriormente alla luna crescente ) dove guarda
le narici, è concava: ào^^e poi si volta contra
il palato o la cavità della bocca, si fa aspra
da una linea che esternamente cresce in una
alquanto crassa eminenza compresa dalle apo-
fisi pterigoidee, la quale forma una parte della
fossa pterio;oidea. Chiamano questa crassa emi-
nenza apofisi pterigoidea ; apojlsi palatina poi
dicono quella spina a quella internamente op-
posta 5 colla quale si congiungono gli ossi pa-
latini in mezzo al palato.
79
148. Da questa eminenza sorge una por- QuaUneiiapui
zlone tenue, o piuttosto una lametta tutta *''""^"
fragile, la quale si spiega in avanti ;, co-
pre in parte 5 e compone il seno mascellare
( N. 145 )• Questa lamina da quella parte ,
che riguarda le narici , viene segnata da una
linea quasi condotta trasversalmente, a cui si
unisce l'osso turbinato inferiore, e nella pai te
suprema si produce in una porzioncella quasi
piana, la quale piegata in arco si applica alla
bocca delle narici interne , e l' istessa bocca
limita superiormente : nella qual sede codesta
porzioncella si congiunge e col sovrapposto cri-
broso, e col vomere, e fu detta apofisi nasale
deir osso palatino .
i4q- Alla faccia interna di ciuesta fiao-ile ^ure ancora
' ^ , A ^C nella medesi-
lama giace un profondo solco, detto fossa vi^^ ■
pterigo- palatina , in quanto che riceve fin-
terna pterigoidea dell'osso moltiforme; siccome
nel labbro del medesimo solco esterno havvene
un altro minore,© piuttosto una fossetta lunga,
entro la quale risiede una porzione della esterna
pterigoidea . Sopra questa fossetta, e avanti
ancora ewi il principio del forame del palati-
no postico (N. 145). Da questo luogo l' istes-
so osso palatino ascendente nelf esterno al di
là d' una certa incisura , la quale compisce
quasi il forame, forma posteriormente una pic-
ciol parte dell'orbita; onde questa porzioncella
dell'osso palatino fu detta apofisi orbitale.
So
Qnai; cose si i^o. Coii qnclla Mpofisì cìeiros>o mascellare,
ilteTiTu'- ^^ quale dicesi giugale , o zigomatica , si uni-
t^ie. c;^-e per un'armonica sutura la parte più pro-
minente alla faccia, l'osso cioè gin gale , o
del zigomate; il quale viene terminato da quasi
quattro lati; uno superiore inarcato, e non
poco prodotto nell'interno dell'orbita, di cui
termina quasi la parte laterale ed inferiore;
l'altro interno; il ter/o esterno; e finalmente
il quarto inferiore. Golf intervento di questi
lati si unisce colf osso mascellare, co! fronta-
le, moltifonne, e temporale; col quale per
mezzo dell'apofisi detta giagale forma un pon-
te , ossia giogo. E' dolcemente convesso nella
faccia d' avanti , e perciò altrettanto concavo
in quella di dietro. Conciosiacosache poi queste
connessioni ora indicate si facciano per via di
certe elevatezze , insegnano perciò gli anoto-
mici doversi osservare quattro apofisi in que-
st'osco; mascelìarc cioè , frontale , sfenoidea ,
e temporale-, le quali sarà facile ad ognuno il
conoscere dalle descritte connessioni.
i5i. In qm'nto luoiro tra le ossa della raa-
Onali nel la- .' ^ I • 1
ciimaic>. scella superiore ponemmo quel pajo . che no-
miuammo lacrimale ovvero unguis . Una tenue
lametta compone quest'osso, il quale perciò
è diatano, e sta nell'angolo interno delT or-
bita , cioè alle narici. Così compisce la parte
interna, e insieme in quel luogo la parie
d'avanti dell'orbita; imperciocché superior-
8[
mente attaccasi all'osso della fronte, in avanti
all'apoflsi nasale superiore dell'osso mascellare,
inferiormente all' osso istesso mascellare, po-
steriormente alla parte piana dell' osso cribri-
forme. Ha due factie : una interiore, colla
quale guarda le narici, e questa è composta
di quasi due piani cke convengono in angolo
assai ottuso; l'altra esterna, dolcemente con-
cava, notata d'una linea eminente, la quale
internamente corrisponde all' angolo indicato ;
e questa eminenza insieme col lembo anteriore
di quest' osso forma un solco lunghetto , tra
il quale in parte nascondesi il sacco lacrimale,
il quale descriveremo a suo luogo , ed havvi
principio il canal nasale .
i52. Il sesto pajo di ossi componenti laQ^aiineUi-
mascella superiore fa la parte superiore del
naso; quindi furono chiamati nasali. Questi
ossetti lunghi, quasi quadrilateri, nella parte
infima più larghile più tenui, congiunti per
un'armonica sutura, compongono la spina, ov-
vero il dorso supremo del naso. Nella estre-
mità di sopra sono quasi inseriti nell' osso
frontale ; colla medesima sutura sono uniti
all' apofisi nasale superiore dell' osso mascel-
lare ; inferiormente nel lembo acuto ornato di
alcune prominenze come denticeli si attaccano
colla principal cartilagine del naso; finalmente
a quella sutura , con cui sono tra loro unite
quest'ossa del naso, corrisponde posteriormente
6
mere
8a
quasi una spina prominente, a cui appoggiasi
r osseo setto del naso (N. 14 0 ' ^^^^ ^^^^"
(le r osso cribroso in due parti per V ordina-
rio ngunli.
Qnnincivo- '53. L' OSSO deciPxio terzo, ossia dispari della
mascella superiore egli è quello, che dalla sua
figura nomasi vomere. Egli è fatto d'una dop-
pia lamina l'una e l'altra cosi insieme rassodata
inferiormente e posteriormente ;, che sembri-
no una sola ; anteriormente poi e superior-
mente queste lamette aprentisi sembrano com-
poste d' una sostanza spungosa , ovvero di celle
assai piccole. Inoltre nella sede più alta e
posteriore queste istesse lamine essendo dis-
giunte e riflesse all'esterno, formano da una
parte e dall' altra un tenue labbro con un
solco lunMietto tra mezzo dato dalla natura
a fine di abbracciare la spina dell' osso mol-
tiforme (N. 140), e per unirsi con quest'osso,
siccome ì lembi di codeste labbra connettonsi
cogli ossi palatini . In avanti le lamine com-
ponenti s' inseriscono con quella cartilagine,
la quale compie il setto del naso nella parte
anteriore; superiormente poi con quella por-
zione del medesimo setto , la quale procede
dall'osso cribriforme. Finalmente V ultimo con-
giungimento di quest" osso si è con quell'apo-
fisi deir osso mascellare detta palatina , e
cogli stessi ossi palatini; i quai due dicemmo
(N. 144 7 '4?) elevarsi tra le narici con una
certa spina , affincliè si potesse congiungciie
al vomere e col restante del setto df-lle Do-
rici clie appartiene alla parte inferiore .
i54. Di questi tredici ossi componenti laninuaiio^n
I 1 _ ... si (oruiiiio It!
mascella superiore annoveransì quattro, i quali orbite.
concorrono a iormar V orbita: il mascellare
cioè, il giogaie, il lagrimale, ed il palatino.
Siccome poi ogni orbita è composta dì sette
diversi ossi, quindi gli altri tre sono di quei
del cranio : il frontale cioè , il moUifor-
me , ed il cribroso . Le orbite poi fatte per
ricevere il bulbo dell' occhio rappresentano
delle cavità conoidee, riguardante la base in
avanti, e l'apice al di dietro. La parte su-
periore della base è fatta dall' osso frontale ;
1' inferiore dal mascellare; 1' esterna dall'osso
giugale; V esterna parimenti ed insieme quasi
la posteriore dall'osso moltiforme, il quale it\
questo luogo col vicino mascellare comprende
la fessura nominata perciò sfeno- mascellare ;
l'interna d'avanti dall'osso lacrimale; fin-
terna di mezzo, ed oltre, dalla parte piana
del cribriforme; finalmente la più profonda di
tutte, e perciò la posteriore dal moltiforme,
e dal palatino.
i55. Appartiene finalmente alle ossa ^^el ^h'^^^';';;'^
capo la mascella inferiore , nec,li adulti d' nn neiumai d-
1 -^ . . "■ V .1.1 laferiortr,
solo osso composta, il cui sito e noto a tutti.
Ella ha come una figura semiovale, e dividesi
in corpo , in margini, angoli, processi o apo-
S4
fisi, e finalmente in denti. Nel corpo, che è
composto d'una sostanza ossea e dura, notan-
dosi tramezzo una tessitura spungosa, si con-
siderano due faccie esterna, e interna. Una
e r altra nella sede inferiore ha un lembo
ottuso, o piuttosto convesso, ma non per ogni
dove; imperciocché una terza parte incirca di
questo lembo, in cui trovasi il margine esterno
e interno, avanti che formi un lato dell'an-
golo della mascella, scemasi quasi in acuto;
e queste faccie nella parte superiore sono ter-
minate da un altro lembo , e questo più cras-
so, in cui vedonsi le cavità, ossia alveoli per
ricevere i denti . Di piìi la faccia interna
sotLo i denti molari alzasi con una linea
eminente condotta trasversalmente , così an-
cora con una spina , o certamente con delle
asperità in mezzo, nei quai luoghi vengono in-
seriti ceni muscoli. La parte di mezzo esterna
ella è quella, che chiamano genio o mento.
^, , ^ i56. Il corpo di quest'osso è finito dall'una
Si ad osservare e dall altra parte (ìà un angolo, di cui un
«cella. lato dal lembo della mascella inferiore; l'al-
tro sorgendo ad angolo ottuso dall' istesso corpo
della mascella termina in un capitello a qual-
che maniera elittico . Questo capitello nomi-
nano apofisi condiloidea della mascella infe-
riore; col mezzo della c[uale frapponendosi una
mobile cartilagine (N. 109) , questa mascella
si articola colla superiore. Da codesta apofisi,
85
un poclietto esteriormente, una linea promi-
nente, ossia una spina elevasi, la quale an-
daiKJo dall'alto al basso dal di dietro in avanti
determina uno spazio semiUinare finendo in
un' acuta eminenza , a cui si dà il nome di
apofsi coroiioide delia mascella inferiore, in
cui si inserisce validissimamente il tendine del
muscolo temporale. Finalmente l'uno e T altro
angolo sì il destro che il sinistro si suole divi-
dere in faccia esterna ed interna; e vedonsi al-
cune asperità ad ambe le faccie degli angoli per
un più fermo attaccamento di certi muscoli.
157. Nell'una e nell'altra mascella sono Qmii «se si
• /%..;. . L'I'*^ l" debbano ri-
innssi 1 denti, e immobili si tengono negli altere a»;
alveoli, rassodati ancora dal periostio, e dalle **^'*'''
gengive. Noi già li numerammo al N. 75; ma
di questi conviene soggiugnere qualche parola.
E primieramente i denti , i quali nella durez-
za , e nella solidità superano qualunque osso , p; ^^^^^ ^^j.
si divìdono in tre specie; incisori cioè, ca/.'/Vzi , *' *'"°-
e molari. I primi sono quattro in ambedue le
mascelle , nella superiore un pò più grandi ,
e sono quei della parte di mezzo in avanti;
sieguono subito dopo questi i canini , uno per
parte: finalmente dopo i canini entrano in or-
ditìc i cinque molari , cosicché il primo de'qnali
è più picciolo, l'ultimo più grande, non così
tuttavia che pareggi la grandezza degli alfi' <juais „e „-,
molari. Secondo molti Anatomici sono finti di ''^ «"''^iu».
doppia sostanza ;. una durissima, candidissima,
e risplendente mostrantesi fuori degli alveoli ,
e chiamano corpo ossia corona , sebbene il
nome di corona appartenga ai soli molari;
r altra meno dura , che dicesi radice , e si
nasconde entro gli alveoli. Lo spazio di mezzo
tra la corona , e la radice nominano collo , o
cervice . A me sembra poi nella prima età
certamente, che tanto la corona, quanto la
radice sieno composte d' una sola sostanza ;
imperocché quella crosta adamantina , o vi-
trea , nei fanciulli ancora e nei adolescenti , è
una parte ossea del dente , la quale termina
nelhi radice : havvi differenza soltanto in una
alquanto maggiore bianchezza e lisciatura ,
come si scorge colf occhio armato di len-
te. Avanzandosi l'età, la corona sembra più
splendente che la radice , ed un poco anco-
ra più dura ; il che forse deesi attribuire ad
una più lunga azione dell' aria , q degli ali-
menti p:ù duri.
Che altro ab- i58. Dìvcrsa bensì è la sostanza interna
''^^^'^'^"jj^J,",'^' dall' esterna ; imperciocché quella vestila es-
sendo d' attorno d' una crosta vitrea , e spet-
tantesi al corpo , nell' età adulta ora più
presto , ora più tardi comincia a diventar gial-
lognola ; quindi quelle linee gialle nella cima
degli incisori, e quelle macchie del medesimo
colore nella superficie dei molari ; poiché quella
crosta vitrea in quei luoghi dal lungo masti-
care fu consunta. Per altro i denti nella ra-
«7
dice non vanno tutti del pari ; imperciocché
negli incisori, e nei canini è una sola, che
alc|uanto finisce in acuto; di rado i molari
hanno una semplice radice, spesso ne hanno
due, e tre, e quattro; altri le hanno rette,
altri curve, altri curve insieme e rette, rare
volte cilindriche, per l'ordinario piane da una
parte e dall'altra dove riguardano gli altri
denti; ora le radici sono disgiunte, ora due
sono assieme unite , e quasi sempre finiscono
in punta, e rarissime volte in capitello. Tra
radici e radici di quei denti, che ne hanno
. più d' una , vi si frappongono di mezzo certi
piccioli setti ossei ^ le quali radici perciò sono
inserrate nel proprio singolare alveolo ) come
vedesi continuamente tra le radici d' un dente
e l'altro. Alla punta di qualunque radice ovvi
un fiorame ( il quale in molti vecchi svani-
sce ), or semplice, or doppio, per cui si por-
tano i vasi, e i nervi nella sostanza del dente ,
il quale a poco a poco dilatato arriva fino
nella corona, la quale pei'ciò interiormente
fiDrma una cavità o seno appuntino conve-
niente alla forma del dente. Imperciocché, se
gli occhi non m' ingannano , la cavità del
corpo dei molari anch'essa pure ha sparse qua
e là delle eminenze e delle picciole caver-
ne, le quali reciprocamente corrispondono alle
cavità ed alle em-nenze che esasperano la
superficie.
S8
Del forami delle ossa del Capo ,
Qaaniisieno i59. Xlanno Ic ossa del cranio e delle ma-
forl'mr'^da scelle alcuni forami, i quali per lo più cor-
eramo. j.^^^^ dallc partì interne alle esterne; dei quai
forami, terminata avendo l'osteologia partico-
lare del capo, dobbiamo parlare di presente.
I principali forami pertanto del cranio sono
dieci paja , ed un dispari , il quale supera di
molto tutti gli altri in diametro. 11 primo
pajo è una folla di forami trovantesi nella
parte superiore dell' osso cribroso ai lati della
Dove sia il ' i ij ìi ^
vrimopa-fo dì cresta di gallo; onde avvenuto, che quella
forami .i- . -i . n ...
lamina ossea pertugiata da questi torami incerti
di numero, e alle volte moltissimi, come an-
cora di presente ho sotto gli occhi , sia stata
chiamata lamina cribrosa. Entrano per questi
forami delle picciole fibre nervee provenienti
principalmente dai processi mammellari, ovvero
dal primo pajo de* nervi ; così ancora dei va-
setti colla pia meninge, la quale parte com-
pone > e parte veste d'attorno queste propagini
nervose.
160. Il secondo paio sta scolpito nell'osso
Dove il se- , ./, i • i
coado. moltirorme sotto la parte anteriore alquanto
laterale della sella equina. Pai^sa per questi
due forami il nervo ottico; e la dura meninge
che veste questo nervo, e si sovrainduce all'or-
89
bita ; finalmente fannosi strada delle picciole
arterie dall'interna carotide pervenendo alfoc-
cliio, e delie venette aperte nelle gingolari
interne.
i6i. Il terzo pajo , die alcnni chiamnno il note ii terzo.
forame lacero, viene limitalo dai processi tanto
superiori dell'osso moltiforme^ quanto da cpielli
che fanno cjuasi la posteriore parte dell' or-
bita ; e riceve tra l'oibita non tanto la dura
meninge e le arterie e vene , cpianto il ter-
zo , ed il quarto pajo de' nervi , si ancora
il primo ramo del quinto , e una porzione
del sesto pajo.
162. Nella base dell'osso moltiforme, al p„^^ ;, ^p,,p_
fine della sella equina, e dal lato ancora di'°P'i°'
codesta sella veggonsi due fiDraml uno per
parte, che fanno il quarto pajo. Per questi
forami passa con dei vasetti insieme il secondo
ramo del quinto pajo , che ha per nome il
mascellare superiore; il quale, superato l'osso
moltiforme, scorre alquanto in avanti per la
fessura sfeno-mascellare (N. 1^4) per entrare
nel canale posto nella parte bassa dell'orbita,
e scolpito nell'osso mascellare: il qual canale
apresì poscia sotto l'orbita alquanto alle parti
del naso.
i63 1 forami costituenti il quinto pajo sono t^ot« 'i qn^n-
di figura ovale, e si trovano parimenti nell'os-
so moUiForme di dietro e sotto l'efippio, e
lateralmente, e sì mostrano come in faccia;
nel qual luogo coclest' osso si unisce colla par-
te squamosa e petrosa degli ossi temporali.
Discende per questo forame insieme con dei
vasi il terzo ramo del quinto pajo , che dicesi
mascellare inferiore^ ed è più crasso degli al-
tri due rami del medesimo pajo. 9
DoveiisLsto. 164. Il sesto pajo è assai vicino al qu into
ma alquanto posteriormente e più esterna-
mente; e sebbene sia piccolo, riceve tuttavia,
e manda fuori. Riceve un' arteriuzza che parte
dalla carotide esterna , la quale provvede alla
dura meninge e scorre co' suoi rami per i solchi
(N. i32.) scolpiti in alcune ossa del cranio;
manda poi fuori alcune venuzze . Dissi questo
forame aver la sua sede nel!' osso moltiforme:
e di fatti quasi sempre manifestasi nella fac-
cia esterna di quest' osso, cioè fuori del cra-
nio; ma dentro alle volte osservansi la di lui
apertura tra l'osso moltiforme e 1' apofisi pe-
trosa delle ossa temporali ; del the io ne ho
alcuni esempi.
jiove il setti- j65. Il settimo pajo è un forame piuttosto
grande , conducente al canale, che scorre sotto
r apohsl petrosa, e quasi sotto di essa infe-
riormente aperto. Riceve quivi l'arteria caro-
tide detta interiore , o piuttosto cerebrale; la
qual arteria piegata, andando da dietro esterna-
mente in avanti internamente , ascende entro
il cranio ai lati dell' efippio, ne' quali ewi un
solco, o una leggier fossetta, clie indicammo
91
al N. 140. Né la sola carotide cerebrale en-
tra in questo canale; imperciocché contiene
dei sorcoli nervosi appartenenti al sesto pajo
ed al secondo ramo elei quinto pajo ( che sono
radici del nervo intercostale ) , uniti valida-
mente air istessa arteria, come sotto gli oc-
chi ho ancora al presente ; e i quali sotto
questo canale si mischiano, e sì congiungono
in nodo, o contorcimento.
166. Per Voltavo pajo di forami, chiamato i^ove rotta-
ancora forame acustico , sul fine dell' apofisi
petrosa, e posteriormente aperto entravi con
certe arteriuzze il nervo sì molle, che duro:
e mentre quello nel fondo del forame per
minori forami aperti nella base della coclea ,
e nel vestibolo entra nel laberinto dell'orec-
chio , questo tenendo la parte superiore di
detto forame entra in un picciol canale parti- •
colare , il quale andando sopra il vestibolo del
laberinto va nelT esterna parte e di dietro per
uscire dal cranio alla base dell* apofisi mam-
mellare tra questa e l'altra apofisi stiloidea .
Questo canale è l' acquedotto del Faloppio che
trae origine da un altro forame , che vedesi
nella petrosa apofisi esteriormente e d' avan-
ti non lungi dalla squama dell' osso delle
tempia .
167. Il 720/20 pajo di forami è piuttosto Dove UnoM.
un'apertura, che foram-e. Poiché esteriormente
formasi dall'osso petroso, internamente dall'oc-
92
cipitale. Alle volte è doppio, ìntervenenrlovì
allora una lamina ossea dividente 1 apertu'a
in due, in guisa che l'interna è più angusta
dell'esterna. Discende per l'interna apertura
l'ottavo pajo di nervi, ossia vago, e spinale,
il quale apresi la via nel cranio per il forame
dell' occipite ; per l' esterna poi scorre il seno
laterale della dura meninge, il quale è con-
tinuo alla vena giugolare interna; e vi ascende
ancora un' arteriuzza , la quale co' suoi rametti
si disperde per la medesima meninge. Questo
forame , fuori del cranio , spiegasi superior-
mente in una cavità ossea, ossia in arco;
la quale cavità è formata dalla tuberosità
dell'osso occipite, e massimamente dell' apofisi
petrosa, ed è occupata dal ceppo dell'interna
giugolare.
„ ., , i68. Finalmente il decimo paio di forami
Dove il deci- , • • i • i
mo. trovasi nell osso occipitale circa il gran forame
di questo, tra le apofisi condiloidee , e le tu-
berosità di quest'osso (N. i34). Questi forami
inclinati dall' interno posteriore all' esterno an-
teriore danno passaggio al nono pajo de' nervi.
// forame dispari è il gran forame dell' occi-
pite, per cui esce la midolla spinale disposta
a forma di funicolo continuo alla midolla oblon-
gata del cerebro; entrano poi due arterie dette
vertebrali , e quel pajo di nervi chiamato spi^
naie i accostandosi all'ottavo, ond' è che questo
nervo spinale dicesi ancora accessorio.
95
i6q. I fin qui accennati forami lì dissi i Qn^uay'^f''-
7 1 rami SI trovino
principali; poiché degli altri ve ne sono, dei »ei capo.
quali alcuni non sempre si trovano, alcuni
non sono né costanti , né sempre aperti nel
medesimo luogo , né finalmente tali , che alle
Tolte non siano privi del forame compagno
nell'altra parte del capo. Questo osservasi nel
frontale, ne' parietali, ne' temporali, nell'occi-
pitale, nel moltiforme, nei mascellari, palatini,
giugali, ed in altri. Imperciocché i\e\ frontale i^^,^^
e particolarmente nel ciglio dell'orbita ,nn poco
verso le narici, ora evvi un semplice forame , ora
doppio , ora una incisura che concede transito
a dei vasetti , ed a quel nervo del quinto
pajo 5 che chiamasi oftalmico. Dicesi da alcuni
forame sovraorbitale. Similmente neU'osso della
fronte tra l'orbita, dove quest'osso si con-
giunge col piano del cribriforme , soglionvi
essere due piccioli forami uno per parte , per
cui e dei vasetti si conducono e dei nervetti
entro le narici.
170. Nei parietali alle volte, o in uno di ^.^f^^;.';^' pl-
essi , per ordinario a mezza sede loro , dove
si uniscono tra loro per la sutura sagittale ,
havvi un forame, che apre la strada alle vene
tendenti al seno longitudinale della duia me-
ninge.
171. Così nel temporale ( oltre il meato poTj,'i"^ *^"''
uditorio, e l'acquedotto di Faloppio indicato di
sopra ; oltre il canale osseo ^ ossia tuba , di
94
cui , come degli altri forami interni , altrove
verrà luogo più opportuno di parlarne ) havvi
per lo più un forame posteriormente alla ra-
dice dell' apofisi niammellaré, talvolta un dop-
pio nell'altro lato, alle volte ancora scolpito
egli è tra V osso temporale e f occipitale^
per cui si traducono delle .arteriuzze apparte-
nenti alla dura meninge , e le vene occipitali
comunicanti da una parte e dall' altra col
seno laterale. Né manca in quest'osso inter-
namente tra r apofisi petrosa e squamosa una
fessura detta Glaseri , e dessa è costante ,
conducente al canaletto^ per cui esce dai pe-
netrali dell' orecchio la corda del timpano ,
che a suo luogo descriveremo , per andare al
nervo linguale procedente dal terzo ramo del
quinto pajo; ed entro il quale, se ben io veg-
go, nascondesi ancor superiormente il tendine
del muscolo esterno appartenente a quel!' os-
setto dell' udito nominato inalleo , e al pro-
cesso lunghissimo di questo detto apofisi Fo-"
liana . Finalmente nelf apofisi petrosa , sotto
il forame acustico, trovasi sempre un arco
osseo 5 ed un poco esteriormente una rima ,
ovvero un' apertura ; quello dicesi apparte-
nere air acquedotto della coclea , questa a
quello del vestibolo . L' arco , ed il cana-
letto a questo corrispondente vien chiuso da
ambe le lamine della dura meninge ; la
rima poi ovvero V apertura viene evidente-
Quali ndl'oi;
mente chiusa interiormente dalla lamina so-
lamente esterna .
172. Dietro le npofisi condiloidee dell' osso J'J-'^,"'''
deir occipite, e perciò circa l' estremità del
gran forame del cranio osservasi alle volte per
transito delle vene vertebrali una bocca d'un
altro forame d'ambe le parti (fornito di spes-
so, come io veogo, di altri più piccioli posti
alcjnanto posteriormente). Questi forami, quan-
do vi sono, fanno quasi due canali scolpiti
nella sostanza delle apofisi condiloidee; quando
poi mancano , le vene vertebrali o distribuite in
rami minori passano per i forami minori teste
indicati, o con un tronco solo per parte pas-
sano per il forame dell' occipite nei seni laterali.
17Ì. Per ciò che riguarda al moltiforme , q,,^!; „,,
nella parte superiore delle apofisi pterigoidee s*"'""^^^
mostrasi un forame, il quale, come osservò (i)
il chiarissimo Santorini , fu dato dalla natura
per il passaggio del nuovo emissario , cioè per
quel picciolo canaletto chiuso entro la du-
ra meninge , conducendo fuori il sangue dai
ricettacoli della medesima. Il qual forame però
e massimamente l' annessovi canaletto allora
si può ben vedere solamente quando abbiasi
separato l'osso moltiforme dagli altri. Imper-
ciocché allora alla radice , ossia all' estremità
(0 Obser anat. C. HI §. XXIX.
96
superiore della pterÌ2;oiclea interna , e nella
faccia esteriore di questa osservasi una'apertura
alquanto triangolare , per cui facendo passare
una setola ancora di qualche grossezza, qua
e là sotto il seno sfenoideo e lateralmente,
con facilità si tramanda da di dietro in avan-
ti, e a vicenda .
,-, ,. . 174. G-li ossi mascellari, dove anteriormente
Qnah nei ma- . .
sceiiaci. si uniscono, subito dopo i denti incisori , hanno
un forame chiamato incisivo o palatino ante-
riore , per cui la membrana del palato si con-
giunge con quella che veste le narici , e vi
passano ancora dei vasetti, e dei nervi (i) che
vanno dalle narici nel palato. Sono dati alle
volte a quest' osso nella sede posteriore del
seno mascellare due forami qua e là , per cui
passano dei nervi nella membrana del seno .
Inoltre in quella parte dove 1" apofisi palatina
di quest'ossosi unisce all'osso del palato , vicino
all'ultimo dente molare, manifestasi un forame
indicnto anteriormente da un --certo solco,
il quale sebbene comune ad ambidue quest'os-
sa , dicesi nulla di meno forame palatino pò--
steriore , per cui e nervi e vasi vanno alla
membrana del palato. Finalmente l'osso ma-
(i) Vedi il Ch. Scarpa Anotomico di Pavia Anatom.
Annot. lib. li. Gap. V. §. III., il quale scoprì in questo
forame incisivo due canalctiis anteriore, e posteriore ec.
pa-
97
scìllare è fornito d'un forame sotto forbita,
conducente al canale, per cui il secondo ra-
mo del quinto pajo va dall' interno all' ester-
no ; ed avuto riguardo alla sua sede dicesi
questo forame infraorbitalc .
175. Osservasi nell'osso giugale un forame, on.iiinpièi«
e per T ordinario in mezzo alla sua faccia ^^''"
esterna; nel quale io vidi costantemente senza
alcun dubbio penetrare dei vasi , e non dei
nervi.
176. Oltre il forame, che dissi poco fa q^^i; nei
chiamarsi palatino posteriore (N. 1 74) ( e ^''''''•
attorno al quale veggonsi di spesso def>li altri
forami minori , die ammettono e nervi , e
vasi ) r osso palatino ha tra la sua apofisi
nasale e orbitale un' incisura , la quale forma
la massima parte di quel forame, che da al-
cuni si costuma chiamarsi sfeno-palatino; per-
chè nella sede superiore questa incisura com-
piesi dalla base dell'osso sfenoideo . Per questo
forame si portano nelle narici insieme con dei
nervi ancora dal secondo ramo del quinto pajo.
177. Sopra gli ossi palatini dove limitano pio "Zi
superiormente, e posteriormente l'interne na- ^^'"'°''^^°'
rici, cioè sopra 1' apofisi nasale di questi os-
setti , ed ai lati dell' apofisi dell' osso vomere
osservasi costantemente un altro forame, il
quale non tanto è comune a questa apofisi
nasale, quanto all'osso che vi sovrasta sfenoi-
deo. Viene per 1' ordinario indicato da un
7
od
c(\{a solco scolpito neir osso basilare, per cui
iin;i setola ancora tli cjualclie grossezza se vi
SI faccia passare^ superato un certo canaletto
]ìer rt-tta via conduce anteriormente nelle na-
iici .'iir intervallo, o piuttosto all' apertura ,
the havvi nell'osso turbinato superiormente in
guisa, che sembrino due ossetti turbinati; e
sebbene sia un solo , posteriormente è diviso
in due parti ineguali, non però dalla cima al
fondo (N. 14-). Sarà cpiesto forse c[uel fora-
nie^ per cui cpiel ^ern»oglio nervoso passa, che
procede dal secondo ramo del quinto pajo; il
quale, come avvisa il grande Albino (i), pe-
vctra nella parte posteriore del naso per quel
/ orarne) che si fa daWosso del palato e dalla
base del moltiforme alla parte posteriore del
naso superiore e laterale? Sembrami questa
ilescrizione convenire a dirittura al forame
or indicato.
178, Questi sono que' forami, che più fre-
quentemente sogliono trovarsi nelle ossa del
capo; ne' quali però altri non mancano non
pochi j incerti e di diametro, e di luogo, inser-
vienti per lo più a ricevere e a tramandare
dei vasetti. A quelli pertanto, cr.e noi fin qui
QuaH nella abbiamo notali, dega,ionsi a^giugnere due altre
mascella in- . • i. "' ,1 ^\ • r
feriore. p^ja, 1 quali appai tendono alla mascella inte-
(i) Explic. Tah.ELutach. Tah. XYIII. pag, io® .1. F.
9)
tiore. Nella faccia interna cioè di questa ma-
scella , un po' sotto ({uello spazio semilun.ire ,
che divide 1' apofià coronoide dalla condì loi-
dea , evvi un visibile forame , il quale è la
bocca del canale, nel quale discendono e dei
vasi, e il terzo ramo del quinto pajo. Tutti
quei vasi dopo aver provveduto ai denti , e
all'osso della stessa mascella, per due fora-
mi minori aperti esteriormente escono per
l'ordinario fra l'altezza di mezzo di quest'os-
so, e in quel laogo, che corrisponde a quel
piccolo spazio eh' evvi tra mezzo il primo ed
il secondo dente molare.
CAPO SETTIMO
Delle ossa del Tronco.
170 Oostentasi il capo su d'una colonna Piq^ai; pani
. 1 /^ • 1 1 1 1 o ^'^ composto il
ossea piegata alquanto a loggia delie lettere b , tronco.
la qual colonna siccome per la maggior parte
è fatta di pezzetti ossei , a cui si die il nome
di vertebre , ossia spondili , fu perciò detta
colonna delle vertebre . Altri la chiamano spi-
na ^ e la dividono in tre parti: in colonna
cioè, in base j ed in appendice .
i8o. Ventinove ossa formano la colonna , ^saViTspi-
ossia spina propriamente detta j delle eguali ^''^'
1 oo
ventiquattro quasi simili diconsi vertebre. Le
sette superiori appartengono al collo; le dodici
seguenti sono le vertebre del dorso ; e succe-
dono a queste le altre cinque, le quali spet-
tano ai lombi , all' ultima delle quali infe-
riormente si aggiugne la base, cioè V osso
sacro, coir appendice aumentata all'estremità
di questo composta di quattro ossetti negli
adulti principalmente , e ne' vecchi , i quali
pure in un solo si condensarono , la quale
appendice dicesi osso del coccige , o della
coda .
Qnaiiooiedeb- * 8 I . Tuttc Ic vertcbrc convengono tra loro
bausigeiurai- ^q^ p^^^ j;jella figura; differiscono poi si nella
mente osserva- l o l
renelle varie- o-randezza, come nella forma, e nel numero
fere . ^
delle prominenze che hanno . Generalmente
parlando tutte le vertebre hanno il loro cor-
po, e nove processi, ossia apofisi. Il corpo rap-
presenta un osso piuttosto largo, crasso, spun-
goso , coperto d' una tenue lamina ossea , in
cui veggonsi innumerevoli piccioli forami per
il passaggio de' vasi ; e la quale si fa aspra
da solchi , e quasi da linee alquanto elevate
per una più ferma adesione di certi ligamenti
che servono ad unire. Anteriormente è inar-
cato , posteriormente quasi concavo ; di sotto ,
e di sopra piano , co' lembi , ovvero labbra
alquanto prominenti di fuori ; dal che indi
avviene, che la faccia d'avanti del corpo sem-
bri scavata in un leggier seno ; quasi che
lOJ
un grasso cìno:oìo abbia astretto 1' osso , nien-
tre era molle , proibendo il troppo accresci-
mento.
182 E>-'cono esteriormente e nn po' supe- Q"aiiecT«aivte
riormente dal corpo delle vertebre due apofisi d.;Ue vcncbia.
lina per parte; vanno indietro, si piegano al-
cjuanto in arco , e convengono in un processo ,
ossia in un'altra apofisi ; per lo che insieme
col corpo delle vertebre, o piuttosto colla
faccia di questo posteriore e sinuosa , formano
quasi un anello, il quale cogli altri anelli
ossei delle altre vertebre , insieme uniti per
mezzo di cartilagini che vi si frappongo-
no, e di ligamenti che vi sono sopra tesi, e
inseriti , viene a formare quel forame , o piut-
tosto canale composto di anella ossee, che
alcuni chiamano teca delle vertebre , per cui
passa la midolla spinale, e si produce sino
alla fine dell'osso sacro. Il processo, in cui
convengono queste due apofisi , dalla sua qua-
lunque fio;ura chiamano processo spinoso , o
apofisi spinosa \ il che avanti di fare tutte
metton fuori tre prominenze; una più crassa,
e pii^i lunga prodotta fuori del lato corrispon-
dente; le quali due prominenze avendo riguardo
al loro collocamento diconsi apojisi transverse ;
delle altre minori e più tenui una riguarda
superiormente avente una faccia levigata or
quasi piana, ed ora sinuosa; l'altra riguarda in-
feriormente, avendo una faccia parimenti liscia ^
l 02
or piana, ed or convessa voltata in avanti.
Coir ajuto di queste quattro apotìsi minori ,
frapponendovisi una tenue crosta cartilaginosa
uelie ossa recenti;, si articolano le vertebre
tra loro; per la qual cosa da alcuni articolari,
da altri per la lor faccia alquanto obliqua
all'orizonte, sono chiamate oblique.
i83. Finalmente sotto e sopra i processi.
Che altro ah- • 1 ' 1 • 1 ' 1
biasi ad osser- o aponsi parteudo pria da lati dei corpi de-
vare uelle ver- . | . . • -, .
tekre. vonsi notare due seni, o piuttosto due ardii,
i quali, con tanti archi di ciascuna vertebra
superiore, e dell'inferiore vicina fanno quattro
forami; per cui dalla teca delle vertebre trag-
gonsi fuori i nervi spinali procedenti dal funi-
colo spinale. Sonovi adunque in ambi i lati di
ciascuna vertebra due seiuiforami, i quali termi-
nati dalle vertebre corrispondenti formano ven-
tiquattro aperture per parte , che da molti di-
consi forami intervertebrali . Il primo è tra la
prima, e Ja seconda vertebra del collo; l' ul-
tim.o poi tra 1' nltima dei lombi e Tosso sacro,
in "cui sta scolpito un'arco simile, o semifo-
ranif^ .
184. Le vertebre poi del collo, del dorso,
QuaV.sìenocer- ,.,,., f ì- a
te speciali diffe- e dei iombi hanno alcune ditlerenze , per cui
renze delle ver- . /-. . , -, f ^ ^
lebre. hoh Si possono facilmente tra loro contendere.
Imperciocché primieramente dall'osso sacro fino
al capo le vertebre componenti l'ossea colonna
a poco a poco diminuiscono in grossezza ; di
poi tra le sette vertebre della cervice j, oltre
io3
di che tutte sono fritte d' un corpo p-ù duro
meno inarcato davanti , le cinque inferiori
hanno questo di particolare , che il loro corpo
sia piegato nella faccia superiore onde ricevere
più comodamente il corpo della vertebra che
vi sta sopra. Imperocché i processi (N- 182)
procedenti superiormente dai Iati dei corpi, e
che vanno indietro ;, sono posti piìi alto che
nelle altre vertebre; laonde devesi a quesii
processi l'una e l'altra estremità di quel seno,
di cui avvisai poco fa esser fornito il corpo
nella faccia superiore. Cosi questi estremi co-
stituiscono due altre fipofisi da aggiugnersi alle
altre, e proprie di queste vertebre; siccome
un'altra apofisi nggiugner si può a tutte le
altre, ogniijualvolta facciamo una doppia spi-
nosa, quando il di lei apice dividesi quasi in
due simili apofisi in molte vertebre del collo;
dissi in ììiolie'^ imperciocché di tutte la supe-
riore manca di questo spinoso processo, e spesse
volte la spinosa apofisi della settima , e tal-
volta della sesta ancora si termina in una
lunga tuberosità stante a traverso ; quasi la
spina già prima biforcata per mezzo d'un glu-
tine osseo frapposto siasi unita cancellandosi
la separazione. Inoltre in cadauna vertebra
del collo le apofisi transverse spiegate piuttosto
in piano hanno qua e là sparse certe fosse e
labbra ascendenti disposte in certo ordine di
simmetria, e fornite sono d'un largo fv)rame
io4
( in alcune alle volte doppio ) per dare il
passo ai vasi vertebrali.
IO 5. Ma altre cose vengono da notarsi
AevZnsi'nc. nella prima e seconda vertebra del collo . Im-
LTvmXa perei o<:c he la prima di tutte, che dicesi Atlan-
d<;i collo. ^^^ £,^ ^^ anello, ossia un circolo osseo, e ne
ha quindi delle altre 1' area più ampia . È
priva del corpo propriamente detto, si ancora
dell' apofìsi spinosa. Fa le veci del corpo una
parte dell'anello osseo, e quella è assai dura;
in mezzo a cui , e anieiiormente ascende una
tuberosità ottusa , a cui risponde posterior-
mente una legiiier fossa rotonda , attorno la
quale gira un certo dente osseo proprio della
seconda vertebra , la qual fossa è circondata
d'un alzantesi lembo osseo. AH' apofisi spinosa
si sostituiscono certe asprezze, in cui s'inseri-
scono dei robusti ligamenti. L'area del cer-
chio è più ampia nella parte superiore , dove
guarda il capo, con cui congiunaesi ferma-
mente per le apofisi articolari ( N. i8j )
supre[ne , quasi ovali, ed assai torte. Le ar-
ticolari inferiori sono esse pure piegate, ma
leggiermente, piuttosto rotondette, e meno
lontane tra loro; quindi perciò rendono an-
teriormente l'area del circolo osseo alquanto
minore. Per altro le apofisi trasverse dell' ^z-
lante sono di fuori più prominenti che nelle
altre vertebre; quindi intendiamo cominciare
in questo luogo i vasi vertebrali a scostarsi da
:eS
quel retto tramite , che serbavano nelle altre
vertebre dei collo .
i86. La seconda vertebra ha nn corpo più 2,"^]'^^"^"*
delle altre prodotto interiormente , e rappre-
senta quivi assai bene un arco. Dalla regione
superiore di questo corpo salta fuori un' apo-
iisi, la quale rassomiglia alquanto ad un dente;
e perciò dicesi odontoide, o dentiforme. L'^estre-
mità di questo processo finisce in certa guisa
in acuto ; la di cui faccia anteriore , dove cor-
risponde a quella leggier fossetta dell' Atlante ,
( N. i85 ) dessa pure è leggiermente torta 5
la posteriore poi gonfiasi in un lunghetto tu-
bercolo, sul fine della quale mostrasi una fos-
setta continua col collo, il quale sensibilmente
discerne questa apofisi dal corpo . Nella fac-
cia anteriore del corpo evvi eminente una li-
nea, alle volte divisa inferiormente in due,
le quali abbracciano o un solco, o una fos-
setta triangolare; e le quali cose tutte, non
altrimente che la punta del dente , e la de-
scritta tuberosità fanno, che alcuni ligamen-
ti , i quali procedono dall' osso dell' occipite,
inerendo fermamente in questi luoghi, nella
sua sede ferma tengano questa vertebra colla
prima .
187. Inoltre la spinosa apofisi della seconda
Che altro a«-
vesi ossservare
vertebra è biforcata, e le supreme articolari ,'^^^^^j'^''''^^'^
l _ _ vertebra .
ovvero ohblique hanno una superficie ampia ,
e piana , affinchè V Atlante insieme col capo
io6
possa più comodamente ruotarsi sovra di esse.
E questo riiotamento è quello, perchè alla
seconda vertebra del collo diedero il nome di
Epistrofeo: imperocché il capo fermamente at-
taccato all'atlante gira attorno l'apofisi den-
tiforrae , come circa l'asse, assai opportuno
per conservare con fermezza il moto necessa-
rio . Laonde giustamente chiamarono alcuni
questa seconda vertebra assd sebbene altri
abbiano malamente voluto dare tal nome alla
terza vertebra ; la quale , siccome ancora le
altre quattro sono differenti nella situazio-
ne soltanto , ed in alquanto maggiore gros-
sezza , perlocchè sebbene non abbiasi potuto
ad esse dare il suo nome particolare , como-
damente però distinguonsi tra loro nell'ordine,
con cui una succede all'altra dalia terza alla
settima. Havvi solo qualche ditferenza nella
settima , che nel di lei corpo nella parte in-
fima, e laterale havvi una picciola eminenza
leggiermente sinnata ^ per cui sì congiunge
alquanto colla prima costa.
188. Che se dalle vertebre del collo pas-
SaBo a notarsi siamo a quellc del dorso, in queste ancora,
le quali dal numero secondo che sono collocate,
si distinguono , in queste dissi poche cose si
trovano da dover^^i osservare. Imperciocché se
ne riguardiamo la figura, sembrano a prima
vista assai consimili alle ultime vertebre del
collo, quantunque alcune differenze vi sieno .
nelle vertebre
d«l dorso .
1 07
Perchè in primo luogo le vertel)re del dorso
superano in grandezza quelle del collo. Le
Apojisi trasverse sono più crasse, solide, non
aventi cioè alcun forame, e terminate la mas-
sima parte in un rotondo capezzolo, nella cui
faccia anteriore liavvi scolpita una fossetta piìi
o meno profonda , attribuita per 1' articolo
colla tuberosità delle coste. Le due inferiori ,
e rare volte anche la terza, hanno questa
apofisi alquanto più breve , e senza fossetta ;
perchè le coste corrispondenti non si articolano
con queste apofisi . Le Spinose sono molto in-
clinate al basso almeno nelle dieci vertebre
superiori; imperciocché in quelle due, le quali
poscia succedono , questa apofisi è posta quasi
orizzontale, è più breve^, e meno somigliante
ad una spina , ciò che non rado è comune
ancora alla vicina vertebra superiore;, cioè
alla decima .
189. Finalmente le nove vertebre superiori, ^J'/j/^'""'"'^
( alle volte ancora la decima ) ai Iati dei corpi
sopra e sotto hanno una eminenza , la quale i^r«
fabbricata a foggia d'arco è dolcemente pie-
gata; quelle eminenze poi tra queste, le quali
occupano la parte di sopra delle vertebre , si
portano più in fuori di quelle, che sono poste
di sotto ; mentre le tre vertebre inferiori
(sempre poi le due ultime) hanno nella parte
superiore , e laterale del corpo una sola fossa
intiera, più g,rande, generalmente rotonda, e
li osser-
vare nelle me-
desime verU-
io8
circondata quasi da nn labbro alquanto eleva-
to. Le eminenze sinuose , e le fosse di tal
sorta coperte d' una crosta cartilaginosa rice-
vono il capo delle coste , con cui si congiun-
gono; e per questa cagione nell'ultima ver-
tebra del collo mostrasi una picciola emmenza
nel luogo indicato;, e inferiormente, per potere
colla prima vertebra, chiamata da alcuni ascel-
lare,, o eminente, ricevere la prima costa.
Finalmente una cartilagine si frappone a
queste vertebre, ma molle, e meno crassa che
nel collo-, quasiché fosse necessario difendere il
dorso ^ e quindi anche il torace da una troppo
facile flessibilità .
JQO. Dal luoo;o parimenti, che occupano
Che co»a deb- . . - ^ i • • ^
basi osservare ordinatamente nella spina del dorso, più ret-
aelle vertebre ^ i • • • i i -
dei lombi, tamente distinguonsi tra loro le cinque verte-
hre dei lombi. Sono esse più grandi di tutte,
perchè così richiedeva la fermezza della spina
da una base più larga terminando in certa
guisa in punta. Molte di loro adunque e nel
corpo , e nella crassezza , ed estensione delle
apofisi superano tutte le altre. Imperciocché
le spinose apofisi sono crassissime , tra loro
più distanti per la più facile piegatura della
region lombare; e quindi aventi tra mezzo una
cartilaojine più crassa ; le spine istesse ( più
brevi nell'ultime due) stanno quasi paralelle
all'orizzonte. Al contrario le apofisi trasverse ^
dovendovisi- inserire molti muscoli, sono pia
109
Innghe clie nel dorso, se parlasi di quelle tre che
sono tra la prima, e la quinta, conciosiacchè
nella prima , e nell' ultima sono crasse , e
brevi Né devesi ommetiere co, che alrre
volte indicammo, cioè che le apofisi oblique,
o>sia articolan sono talmente conformate nelle
vertebre dei lombi , che le superiori hanno la
faccia più o meno contava, quasi fossero do-
nate della cavita glenoidea ; le inferiori poi
quasi la gobba con un qualche seno coperto
di cartilagine , e rappresentante una picciola
tuberosità lunghetta . Questo osservasi princi-
palmente nelle prime vertebre dei lombi , e
neir ultima del dorso ; imperciocché queste
apofisi delle inferiori vertebre lombari appajano
più sensibilmente piegate.
191. La sp'ua , o ossea colonna composta che cosa osse»,
dalle ventiquattro vertebre fin' ora descritte
sta poggiata su d' una base ossea , su cui so-
stentasi. Questa base è un osso grande, che
perciò dicesi sacro. La sua figura è triani2;o-
lare ; la sostanza la medesima di quella delle
vertebre; ed ha due faccie, una posteriore più
o meno convessa , e aspra da molte promi-
nenze per tener più validamente attaccate
l'estremità di certi muscoli più grossi: l'altra
anteriore piuttosto levigata e concava. E com-
posto di cinque pezzetti d'osso gradatamente
decrescenti in m.ole in quelli che succedono
inferiormente; i quai pezzetti nei fanciulli, e
vasi neU osso
5 sacro .
I IO
nei bambini appena nati sono separabili stan-
dovi tra mezzo una cartiiagine , e rassomi-
gliano assai alle vertebre , ma con un corpo
in certa guisa pianamente assottigliato. Negli
adulti sono insieme addensate queste vertebre
fattesi ossa le cartilagini interposte, siccome so-
nosi addensate insieme le apofisi spinose, e le
articolari e tra§verse. I corpi cioè dì queste
vertebre vanno a finire in processi trasversi ,
i quali più grossi essendo nella sede delle tre
vertebre superiori dell'osso sacro, formano le
npofisi trasverse dì questo tenacemente unite
colle ossa delT Ileo per mezzo d" una carti-
lagine; nelle altre vertebre componenti l'osso
sacro questi processi continui co' superiori si
fanno più gracili , e principalmente nella quar-
ta, in cui sono alquanto più piegati in lati-
tudine.
IQ2. Da tutti questi processi insieme si
Qualaltracosa r • 1 • 1 li' T r
debbasiosser- ranno 1 lati dell osso sacro d una iigura ,
vare nell' osso ■» • • i • i i ìì r
come elicemmo, triangolare; il quale nella fac-
cia superiore verso le vertebre dei lombi , e
dove compie il terzo lato del triangolo , ha
una ta2:iiatura ovale nei vertici che 2;uardano
al di fuori. Sotto il congiungimento colle ossa
dell' Ileo vedesi qua e là un seno ineguale,
distinto da una eminenza , che evvi trammez-
zo, nel quale s'inseriscono i legamenti che con-
giungono tenacemente le ossa ddVIleo colTosso
sacro, siccome inferiormente in questi lati as-
sacro .
I II
sottigliati di quest'osso;, e alzantìsi in una plc-
ciola tuberosità, vi sono inseriti degli altri più
Iun2,hi, ma al pari robusti legamenti, che fer-
mamente uniscono codest'osso coW Ischio . Sotto
queste tuberosità, ma ad un cortissimo inter-
vallo, l'ultima vertebra dell'osso sacro manda
fuori due apofisi oblique discendenti , che ago-
gnano esse pure le tuberosità , e che danno
fuìe a quel canale per cui passa il funicolo
spinale: il qual canale in quest'osso è conoi-
deo , la base essendo volta all' insù col lembo
posteriormente assottigliato in punta, e rap-
presentante un aico , il quale è convesso al
di sotto, e dai cui estremi vengono prodotte
due apofisi oblique, ossia articolari aventi una
cavità glenoidea per 1' articolazione coli' ultima
vertebra dei lombi. Finalmente giacciono ap-
presso ai lati dei corpi delle vertebre costi-
tuenti Yosso sacro cinque forami in avanti più
larghi, per cui escono dei nervi insigni, e
molto minori al di dietro aperti piuttosto ai
vasi, e a membrane, che a' nervi.
193. Alla vertebra inferiore dell' osso jacro J;"/^';.f^'*^»|:;
a2;<2;iu2;nesi un'appendice, a puisa d'una breve "'■'1".°"" ^^^
tro D rl_ ' b Coccige.
coda _, detta perciò coccige , o osso del coc-
cige ; il quale negli adulti principalmente, e
ne' vecchi è composto da quattro vertebre ossee
picciolissime a poco a poco decrescenti in mole
fino air ultimo os^^etto, che rappresenta quasi
una punta, Per altro codeste vertebre nei fan-
I 12
ciulli, ed anche nei giovani sono cartilaginose,
ed hanno la faccia d'avanti quasi piana, la
di dietro gobba ^ la superiore piìi o meno
avente dei seni, e T inferiore che finisce in
punta; quindi frapposte essendovi delle tenui
Jamine cartilaginose ( le quali conservano la
flessibilità del coccige ) questi osseiti al di
sopra ricevono il vicino , e di sotto sono ri-
cevuti. Né mancano in questi almeno i vestigj
delle apofisi trasverse, e oblique, i quali pro-
cedono dai corpi delle vertebre , e più eviden-
temente nel primo ossetto , in cui le apo-
fisi oblique si congiungono colle simili apofisi
dell' osso sacro appartenenti all' ultima verte-
bra di quest'osso; negli ossetti inferiori non
appajono le oblique ; le trasverse poi tanto
meno sono protuberanti , quanto si fanno
minori gli ossetti che succedono , e i quali
pure con gli altri ricevono le estremità di
certi muscoli.
Quai Siene > ' 94- Sebbcnc nel descrivere la spina non
i7°spfn'/d;i abbiamo tralasciato d'indicare porzione degli
dorso. ygj g de' vantaggi di molte parti che la com-
pongono, e porzione si facciano da se noti,
nulla di meno però non sarà fuor di proposito
l'annoverare almeno i principali brevemente,
e sommariamente. Conciosiacchè adunque que-
sta spina sia formata a guisa d' una conica
colonna , e fabbrica di ossa^, egli è manifesto
esser ella data a sostenere alcune parti; vale
>
'rr3
a <3ire il capo principalmente, e il petto: pet
questo le vertebre inferiori sono sempre gra-
«ìatamente più larghe, e pù gros^^e delle su-
periori . poiclìè con questo mezzo maggior fer-
me?.za si clona all' istessa colonna. E tanto più
maggiore, perchè T osso sacro tenda alT in-
dietro; indi i lombi pria anttriormenie incur-
vati, e poscia posteriormente, quindi più ret-
ti, indi di nuovo alquanto inclinati al di dietro
più facilmente sostentino il torace ; siano poi
portate ali indietro le vertebre di questo, onde
donare al torace maggior capacita , e dual-
mente il collo dalla prima vertebra del dorso
fjno alla testa ritto s'avanzi. Ma essoìdo com-
posta non d" un sol osso , ma di molti eoa
jframmezzo delle cartilagini , e dei legamenti
qua e là stesi sopra, e riceva inoltre inserite le
estremità di molti muscoli; quindi è chiaro
esser ella ordinata ancora a diversi movimenti
necessarj , ed a tenere fermi e saldi molti mu-
scoli . Oltre di che concorre alla formazione
del petto , e dell' ossea pelvi , come si farà
manifesto in quello che si avrà a dire; e poi-
ché tutte le vertebre coli' osso snero compren-
dono il canale, per cui passa 11 funicolo spi-
nale, e per i forami aperti e nelle apofisi
trasverse, e qua e là tra una vertebra e l'al-
tra , per dove passano or vasi , or nervi con
membrane ;, e vasetti insieme, per ciò 1' altro
vantaggio della spina del dorso si è di difen-
114
dere la midolla spinale dalle ingiurie esterne ,
e di dar passaggio a molti nervi, e vasi. Final-
mente sostentano le vertebre molti visceri con-
tenuti nel collo ;, uel petto , e nell' abdome ;,
come dichiareremo nelT anotomia degl' istessi
vìsceri.
CAPO OTTAVO
Del Torace y ossia Petto ■
loS. Ali
95. XJLlla spina fin' ora descritta, ed a
,8aii ossi sia quelle vertebre, che abbiamo detto (N. 180)
fatto il Torà- ^ i , . . ^
appartenere al dorso, connettonsi certi ossi*
clie fanno una ben larga cavità , e lunga , e
piuttosto ovale, il Torace cioè, ovvero Petto.
Formano questa cavità dodici vertebre poste
al di dietro ;, e ventiquattro lunghe ossa con-
nesse con queste, piuttosto tenui, e in singoiar
maniera inarcate , moltissimo poi vicino alle
vertebre , dodici per parte , le quali ossa di-
consi Coste: così pure un akr' osso situato in
mezzo alla parte d'avanti del petto, in cui
s'inseriscono le sette coste superiori, ed a cui
si die il nome di Sterno. Abbiamo già parlata
delle vertebre; resta adunque a parlare ora
degli altri ossi.
5 1 3
196. Lo sterno, che da alti-i tlice>l 0550 che.uiosi-r
del Petto , negli aclultl e nei vecchi è niV^"-
sol osso ; ma in un' altra età è con) posto
di tre pezzi; anzi nei fanciulli per lo più
da una cartilagine che v' è di mez2o , la qua-
le finalmente s'innossa; restandovi alle volte
lina linea alquanto eminente , condotta tras-
yersalmente tra mezzo ai pezzetti , e cor-
rispondente dove stanno inserite le coste .
Il 'primo osso è come un triangolo , la di
cui base guarda all' insù , e V apice molto
troncato inferiormente. A questo succede l'al-
tr' osso , che tiene la parte di mezzo , pii^i
hmcro derrli altri, e più piano, col quale si
connette inferiormente il terz' osso , per l'or-
dinario cartilaginoso. Paragonarono alcuni lo
sterno per la sua figura ad un pugnale; e
perciò r osso superiore chiamarono manico ,
l'ultimo poi cartilagine xi/aide , o ensiforme,
secondochè ella è biforcata, o termina in una
punta .
IQ7. Ila una sostanza spungosa , munita i>iiui,oitan-
,. 1 oli^^' crassezza,
esternamente d una lamina ossea, la quale g,,,,,^^^^.
nella superficie è pertugiata d' innumerevoli
piccioli Ibrami per il passaggio de' vasi ; ed ha
la faccia esterna , o anteriore per lo più leg-
giermente convessa , e concava poi quella che
internamente o posteriormente a questa cor-
risponde. La sua grossezza , se si eccettui il
corpo del manubrio, generalmente non egua-
ii6
glia neppare la punta del dito mignolo, e
panicoiarmente nella parte inferiore; poiché
(ial manubrio fino alla punta della cartilagine
ensiforme a poco a poco si assottiglia. Il dia-
metro trasverso è ineguale; maggiore alia parte
superiore del manubrio che a poco a poco si
diminuisce. Da questo luogo il secondo osso
da un minor diametro si spiega gradatamente
in un più largo; finalmente lo Sterno all'osso
terzo grandemente si contrae.
Ci» altro dciv 19?^. In quest'osso intiero deggionsi osser-
ìTst'i^uT'"'^ vare delle fossette, o seni coperti d'una car-
tilagine; sette per parte fatti a posta per ri-
cevere le estremità cartilaginose di altrettante
Coste. 11 primo seno trovasi nella parte supe-
riore del manubrio, in cui s'inserisce la prima
Costa ; sopra questo vedesi un altro seno a
foggia d' un' arco di cerchio , e discendendo
obliquamente nei lati , e coperto d' una grossa
cartilagine; il quale anteriormente riceve in-
serita l'estremità dell'osso della Clavicola. Il
seno, che segue, è nel congiungimento del
manubrio col secondo osso ; gli altri seni sono
in questo medesimo osso , e rare volte nel
terzo, almeno per intiero.
*vv . iQQ- Le Coste, dai Greci dette Pleure,
Fabbrica, fif^n- ^ ^
ra, e posizione sono ossa in sin2:olar maniera piegate in arco
delle Coste i <-
convesso al di fuori , e disgiunte da piccioli
intervalli. Sono fatte d'una sostanza fungosa,
ossia di cellette ossee , su cui stendesi una
»V7
tenue lamina ossea. Le Coste poi hanno una
diversa i:^rantlezza : imperciocché le prime come
le ultime hanno poca proporzione con quelle,
che sranno tra mezzo, le quali sono alquanto
più lunghe; (\ì poi sono generalmente collocate
in guisa 5 che le prime dieci posteriormente
sieiio poste più alte che in avanti ; ma la
prima di tutte sempre piegata ni basso s'inse-
risca nello Sterno, con lui quasi si conglutini,
e formi un angolo ottuso: la seconda inerendo
allo Sterno a perpendicolo fa con quest' osso
quasi un angolo retto per parte ; le altre poi
gradatamente nelT estremità d' avanti sempre
più ascendano, e si articolino esse parte collo
Sterno , parte colla cartilagine delle Coste su-
periori, e convengano sempre con quello in
angolo sempre più acuto .
aoo. Ma poiché questa articolazione propria Quame spe-
ella è soltanto delle sette superiori , le quali e'^Ia'ale°^u
perciò dicono vere, le altre poi non arrivino „ento di ai-
fino allo Sterno (i); quindi delle altre cinque, *'""'•
a cui si die il nome di Coste false o spurie,
le tre prime attaccate colla Costa superiore
nella loro estremità che corrisponde d'avanti,
ascendono meno in avanti delle vere; le altre
due poi all' ingiù obbliquamente inclinate non
(i) Rarissime volte l'ottava Costa arriva fino allo
Sterno; tuttavia un tal esempio io ho ia vino scheletro
wel lato sinistro.
1 1
colle vicine Coste si attaccano , ma colle vicine
carni dell' abclome, e col diafragma nell'estre-
mità d'avanti è insieme inferiore.
Aqaaiespecie 30 1. Conciosiacchè poi le Coste siano ossi
d'ossa uppar- |j^j{^„]^i ^ spiegati a qualche foo;o;ia in piano,
tengano le co- O 1 C 1 _ OC? t
stejethe cosa COSI sì Dossono '\x\ esse considerare le estremità
aia degna d'os- ^ . . „ .
Kervazioae in Joro > 11 coroo iiE unH doDDia taccia, nna ester-
na alquanto convessa , 1 altra interna quasi
piana ; ambedue queste faccie nella parte su-
periore hanno il lembo quasi rotondo, nell' in-
feriore acuto ; in ambidue devesi osservare il
labbro, o estremità interiore, e esteriore. Il
lembo inferiore nella sua faccia interna nelle
nove o dieci superiori ha un solco, entro il
quale si stanno e nervi e vasi , che scorrono
tra coste e vene . 11 corpo per altro quan-
to più scostasi dalle vertebre , tanto più si
fa piano , ma dolcemente : eccettuatene la pri-
ma e r ultima ; imperocché quella è più
piana dell'altre, anzi del tutto piana fuorché
posteriormente; l'ultima poi quasi dappertutto
rotonda.
Come sia fab- ^^^' L'altfa dellc estremità è la posterio-
bnccat,.i'estre-i.g ^ \^ supcrlore: l'altra anteriore, e più o
mila -postene- 1 '^ -
re delle coste, ni e no iufeiiore. Quella ha un capezzolo du-
retto avente una doppia picciola faccia , e
munito d'una cartilagine, onde potersi artico-
lare colle fossette (N. 189) che sono scolpite nei
corpi delle vertebre, e onde poter esser rite-
¥iuto in questa sede per opra di ligamenti^ e
119
star fermo, conservando una qualche mobilità.
Quindi questa estremità procedendo entro e
verso all'ingiìi nella costa continua, è ornata
d' una picciola faccia prominente , coperta si-
milmente d' una cartilagine , per , articolarsi
colla fossetta (N. 188) del processo trasverso
delle Vertebre. A questa succede tosto un'aspra
tuberosità, in cui s'inseriscono i ligamenti ,
che contengono la Costa nel suo luogo: le due
Coste interiori poi, e di rado ancora la terza,
sono prive di questo articolo; dal che ne ^1-]lllouT^^z^À-
viene , che fornite d'una raen ferma articola- ^''°*°'''^''*-J
zione , siano più mobili delle altre. Così fu
data dalla natura varia fermezza a Coste diver-
se , in guisa che la prima stia o quasi ferma ,
o almen poco mobile, mentre le altre grada-
tamente hanno una maggiore mobilità.
2o3. L'estremità d'avanti quasi sempre è coma 3;
>■ 1 ta 1 estr
cartilaginosa, vale a dire qualunque Costa^i'avam
( quando bene non sia tutta ossea, come av-
viene alle volte principalmente ne' vecchi as-
sai ) mentre principia a formare la parte
d' avanti del petto, si fa cartilaginosa in di-
verso tempo secondo diversi individui . E que-
sta cartilagine , se parlasi delle Coste vere. ^
s inseiisce nelle laterali fossette dello Sterno
(N. 198), ed entro esse viene iuserrata per
via di ligamenti : nelle tre prime spurie poi
questa cartilagine ella è piìi breve , e finisce
in acuto, o si inserisce insieme colla cartiU-.
3ia fal-
estremiti
I re-
gine della vicina Costa superiore , o a questa
congiungesi per raezzo di legamenti. Oltre di
che quella connessione alle volte ancora si
compie per mezzo di pezzetti carlilaginosi , i
quali sembrano discendere in luoghi incerti
dalla settima Costa nell' ottava, e da questa
nella nona , o dalla nona nella decima , o
ascendere da queste inferiori nella superiore
vicina ; il che quando avverasi , egli è facile
comprendere non esservi in quel luo^o quelle
carni 5 che riempiono gl'intervalli intercostali;,
le quali chiamansi muscoli intercostali , e
interni .
vanfagpdei- 204. Qucstc 03^3, che cìrcoscrivono la ca-
vità del Petto, hanno i loro proprj vantaggi,
de* quali eccone i principali . Primieramente
danno luogo all' inserimento di molti muscoli
moventi dove la Spina , dove le Coste e lo
Sterno; per mezzo de' quali si possa piegare,
e stendere il Dorso > ed elevate le Coste e lo
Sterno, e ruotate quelle o nell'una o nell'altra
estremità in guisa tale che il loro lembo infe-
riore sia cacciato al di fuori, e il superiore al
di dentro, il Torace istes^o tanto nell'ispirazio-
ne naturale, quanto nella morbosa, si possa
divergere sì nei lati, che dal di dietro in avanti;
ed anzi alquanto contrar>i , dove «lai peso e
dalla forza elastica delle Coste , e de' lega-
menti che legano le Coste alle estremità , il
Petto istesso fu restituito alla primiera capa-
le oss.i del l'o
race
ISI
cita , 06sia allo stato di respirazione . Il To-
race inoltre difende le parti principali date
ad esercitare le vitali fanzloni , le quali si
nascondono come in più sicuro riparo nella
cavità del Petto. Riparati sono adanijne dal
Torace il cuore , i polmoni , i vasi maggiori ,
e le altre parti , che stanno nel Petto . Anzi
le Coste basse coprono ^ ed abbracciano parte
degli ipocondri ; e tutte sostengono, e conser-
vano distesa la membrana pleura, e le ultime
Tessono in certa maniera il moto del dia fra -
gma, a cui sono legate, e cedono obbedienti
alla sua azione: mentre intanto lo Sterno,
oltre di dare un qualche sostegno alle Clavi-
cole, che descriveremo a suo luogo, serve
ancora alT inserimento d^l mediastino anterior-
mente ( come i corpi delle Vertebre posterior-
mente ) ; e perciò a tener anco sospeso il
cuore, il quale come nel suo luogo sta tra
r una e T altra lamina del mediastino ritenuto
in' un suo particolare invoglio. Finalmente tra
ì i vantaggi , che dobbiamo al Torace , non dob-
biamo tralasciar quello, che le Coste danno
luogo anteriormente a quei fonti saluberrimi ,
da cui r uomo ebbe i primi alimenti nel suc-
chiare .
122
CAPO NONO
Delle Ossa Innominate .
QaaK jieno le SO 5, J_j iiltimii partc del tronco è formata
essa innomi- 1___1I l T •• . t
nate; che co- "3. quellc osstt, che diconsi innominate; da
qw?"sia°'ia ^^tre ^^^^ ^^^^^ Coscia^ e le quali contengono
romposizionr, yr,a cavltà coìTosso Sacro e col Coccige, la
e sostanza lo- .... . ^^"^q^ i •<*
"• quale circoscrive inferiormente i limiti dell'Ab-
dome , quella cioè , che chiamano comune-
mente Pel'y'i ossea. Quest'ossa innominate poi,
sebbene negli adulti sembrino un solo per par-
te , tuttavia ciascuno è composto di tre os-
setti ; degli ossi cioè Ilio , dell' Ischio, ossia
propriamente della Coscia , e da quello del
Pube. Per altro hanno generalmente una so-
stanza spungosa coperta , e compresa da una
lamina ossea .
incrnaiinogo 2o6. SÌ uniscouo poi qucste tre ossa, anzi
si nniscano ; , . * i ' l
e che cosa sia sono insiemc rappignate dove trovasi un certo
d*i umot^]° ampio seno osseo , generalmente rotondo , ossia
una cavità cotiloidea (N. 92), il qual seno
chiamasi Acetabolo del femore, o cavità Ischia-
dica. Dicesi Acetabolo del femore, poiché en-
tro sé riceve il capo di questo grand' osso :
cavità poi Ischiadica , perchè fu creduto una
volta esser ella formata dal solo IscJùo ; il
che sebbene sia filso, egli è certo però^ che
12$
a formar quella concorre in maggior porjzione
r Ischio, che gli ossi Ilio , e Pube.
207. Codesta cavità nelle ossa recenti ve- '^'T^,? ^°*''
' • ^ _ wa della ca-
stità di cartilagine ;, ed aumentata d'un li^a- ^"-^ '"^i"*-
mento forte orbicuiare (N. 114^ rassomiglia
veramente ad una piucchè mezza sfera concava
nella parte interna ossia nel centro sinuoso ,
fornita d'una divisione quasi per tutto eguale,
la quel divisione dicesi ciglio di questa cavità.
Ma nelle ossa secche ha una figura alquanto
diversa. Imperciocché quegli estrenù dei tre ossi,
da cui è formata la cavità ;, più o meno cre-
scendo all'intorno fanno ^ che in tre diversi
luoghi il ciglio or sia meno eminente, ed ora
quasi del tutto manchi ; meno eminente cioè
in tutta la sede esterna , e superiore; e man-
chi poi internamente e di sotto principalmente^
dove ha principio un certo solco, per cui i
vasi entranti nell'Acetabolo si disperdono entro
le parti, che sono contenute nel medesimo.
2,08. Si contengono poi oltre il capo del '3«=^i/ '''*"'"•
femore e la gianduia mucilaginosa , e quel aaten-uAce-
ligamento del femore medesimo, il quale, seb-
bene impropriamente , viene chiamato terete .
E la gianduia ed il principio di questo liga-
mento stanno in quel centro sinuoso, che ve-
desi nel fondo di questa cavila. Questo seno
sembra fatto apposta per ricevere la gianduia,
affinchè venendo compressa dal capo del femore
non si distru2;ora; ella ha una forma come se-
co
iq4
milunare coi corni rltondi ( e principalmente
quel di sotto ), i quali sorgono dalla cavità
medesima, mirando in avanti , e poco an-
cora inferiormente; e perciò comprendono e il
seno , e quel solco , per cui sono portati i
vasi neli' Acetabolo.
^ ,. . 209. Né solamente nella sede delT Aceta-
■Qviìh Siena » , .
gli altri con- Dolo SÌ Icgano tra loro quei tre ossi , da cui
giuugimeuti r • 1- T • • TT- I if 1
delle ossa in- sono tormati gli Innominati. Vi sono delle al-
Moniiaate .. • t •• .... ...
tre reciproche connes^^ioni e con alcuni di quelli,
e con altri ossi ancora Imperciocché 1 osso
Ilio, degli altri più grande, per mezzo d'una
cartilagine connettesi posteriormente coi lati
dell'osso Sacro; e le ossa del Pube non so-
lamente vicendevolmente unisconsi sopra e
d' avanti , ma ancora inferiormente colT osso
deir Ischio ; come si vedrà chiaramente nella
descrizione di ciascun osso.
aio. Le ossa adunque dell'Ilio, alquanto
Si'eossa'Sr ™agg'on dell'altre, a cui sono aderenti, le
Ilio, e quale (dobbiamo riferire alle ossa piane, che sono
sia la lor figa- _ l
ra , e posizio- terminate superiormente a fop;ciia di arco d'un
Me. . f c^<^
circolo. Il piano a poco a poco generalmente
si diminuisce da quell'arco, crescendo non poco
r osso nella grossezza inferiormente , e poste-
riormente. Nella sede superiore non sono ade-
renti a verun osso; posteriormente poi nell'am-
pia superficie si uniscono colf osso Sacro; infe-
riormente dove fanno parte delTAcetabolo, sono
continui coli' osso Ischio, e Pube. Ebbero poi
considerar»
ossi del-
iai>
tal piegatura, affinchè pia o meno obbliqua-
iiiente discendendo dalle parti esterne a quel-
ìe d avanti , sieno tra loro meno distanti
nella parte posteriore , che nell' anteriore ;
perchè i due ossi del Pube posti auterior-
mente , e vicendrvotmeiite legati , sono più
distesi dell'osso Sacro, col quale posteriormente
si uniscono.
211. Due faccie hanno quest'ossa; interna ^.''^^'"°^""
1 ' SI consi
Tuna, l'altra esterna. Quella è levigata, quasi "f^""'
tutta un po' concava , fuorché posteriormente:
imperciocché in questo luogo ella è convessa,
e al cono;iuna,imento coli" osso Sacro si fa cras-
sa , ed aspra dalle prominenze , e cavità per
la più tenace adesione ; mentre pel contrario
il centro di quest'osso in alcuni scheletri è
tanto tenue, che sembra composto d'una sola
lamella d'osso. La faccia esterna è parimenti
levigata , ma un pò" meno convessa nella sede
d'avanti, concava in quella di dietro, dove
finisce in tuberosità , la quale è un poco emi-
nente oltre Tosso Sacro. L'arco in cui con-
vengono ambe le faccie superiormente , dicesì
cresta dell' Ilio , fornita di due labbra , come
due linee prominenti , interna una , esterna
l'altra, e questa più aspra, la quale poste-
riormente sorge tanto sotto , che dentro della
tuberosità indicata. In queste labbra s'inseri-
scono i muscoli, e stesi sopra ambe le faccie,
e procedenti da aJtri luoghi.
I&6
Quali sieiTo le 21 3. Oltrc B cìò coclcstì OSSI sono ornati di
loroapofìsi. q^g^-j-j-Q apofisl o proiiiinenze ; due in avanti,
e due di dietro ; quelle si distinguono in su-
prema ed inferiore divise tra loro da un arco
quasi semilunare. Delle posteriori una pari-
menti è superiore , ed è formata dalla tubero-
sità già indicata; l'altra inferiore meno crassa
assai, succede tosto a quella tuberosità, da cui
si divide, restandovi tra mezzo un solco; del
quale ne rimane a vedere un qualche vestigio
non di rado nella faccia esterna . Finalmen-
te sotto questa inferiore e posteriore apofisi
dell'Ilio scorgesi un' incisura a foggia d'arco,
e visibile molto , per cui e vasi , e nervo
ischiadico ossia crurale posteriore escono da
una parte , e dall' altra della Pelvi ; e osser-
vasi ancora sopra 1' Acetabolo un solco largo
poco profondo , o piuttosto una legger depres-
sioriC;, per cui il muscolo iliaco interno esce
fuori dalla stessa Pelvi ossea .
chesiai'osso 21 3. Siccomc la parte superiore dell' Aceta-
suaii k^ Ine bolo vleuc fomiata dall'osso dell'Ilio, cosi
•'"^'""'^""^r anteriore formata è dall' osso del Fettine ,
ossia del Pube ; il quale in questo luogo è
piuttosto crasso, indi si assottiglia, ed andando
quasi trasversalmente si porta un po' in avan-
ti , per unirsi col mezzo d' una grossa car-
tilagine col suo compagno gonfiandosi di nuo-
vo, ed avendo una superficie piana; il qua!
congiungimento perciò chiamano Sìncondrosi del
I 27
Fube . Non si unisce però pria che venga
prodotto inferiormente in ispecie di gamba ,
piana d* avanti in addietro , la qual gamba
contratta per gradi concorre colla simil gamba,
ma un po' più lunga , che sorge dall' osso
dell' Ischio, per formare con quello un gran
forame , che dalla sua figura dicesi forame
ovale . Questa congiunzione nei feti e nei fan-
ciulli si fa per mezzo ti' una cartilagine , la
quale nelj' avanzarsi dell'età s' inossa, siccome
ne' molto vecchi veste la natura, e la durezza
di osso talvolta ancora quella cartilagine , la
quale sta tra 1' uno .e 1' altro osso del Pube.
214. La gamia intanto si può dire vera- Q^ie »» i*
mente quella parte del Pube descendente, la LTeqcaieii
quale forma un angolo colla gamba dell' altro p°arti°debbanli
Pube ; poiché così meglio si può distinguerla i^rme!" **"
dal corpo del medesimo osso, che è superior-
mente , e giace quasi a trasverso , ed è fornito
di tre coste eminenti ) una superiore , la quale
siccome più acuta dicesi propriamente la Spina
del Pube; l'altra anteriore; la terza final-
mente inferiore insieme, e posteriore. Tra que-
ste coste y le quali la natura ci diede per ri-
cevere l'estremità di certi muscoli , stanno frap-
poste delle faccie : anteriore cioè, posteriore,
ed inferiore ; la prima tra la spina e la costa
anteriore; la seconda tra la spina e la costa
inferiore; e la terza tra la costa anteriore, e
inferiore, la quale costa ha un leggler seno
128
per il passaggio dì ceiti vasi. Quella poi delle
Coste, che sorge antcriormeTìte, e disposta in
guisa, che avendo quasi principio dalla S.n-
conclrosi va discendendo esternamente , indi
stando continua alla gamba dell'Ischio, e del
suo osso medesimo si piega a foggia della let-
tera O : e così forma il lembo d' avanti del
forame ovale , e da questo luogo procedendo
ed entro , e fuori sia prodotta nella Costa in-
teriore .
eresiai' os,a ^ ! 5. DalFAcctabolo , ossia Ischiadica cavità
dell Ischio; a -^
qnaii cose sic- ha principio l'osso dell' Is(.hio in magi^ior por-
no in Ini do- _ • ' ^ _ _ ^ C^O 1
gne d'ojser- zione deo;li altri ( ma inferiormente, poste-
riormente , e un poco esternamente ). (Questa
parte si potrebbe chiamare il Capo delT Isc/tio;
il quale nella parte posteriore , tre dita incirca
trasverse sotto l'incisura arcata dell'osso Ilio
(N. 2 I a) sorge in un' acuta eminenza , la quale
chiamasi Spina deW Ischio , o spinosa ipofisi
dell'Ischio, o Processo spinoso dell' Ischio;
attorno la qual spina codest'osso nella faccia
esterna è leggermente concavo, e al contrario
tumidetto nell' interna. Indi il capo dell'Ischio
vicino fra la Spina , e il ciglio della cavità
Ischiadica si contrae in specie di collo , il
quale rappresenta un solco piuttosto insigne.
Da questo luogo codest' osso si fa esternamente
prominente in un'aspra tuberosità, ma crassa
assai, a cui diedero il nome cM tubere del! Ischio.
Questo tubere cangiasi in osso tenue, ovver©
1 2(J
in quella gamba , ia quale ri}3legata al di so-
pra , e in avanti insieme coli* osso del pube
forma lo spazio ovale , cioè il forame ovale t
il quale fuori dello stato di Scheletro è chiuso
da membrane, e da muscoli.
216. Sebbene poi facile non sia, che e:;U con quai; , •
, , _ ^- . quanti presidi
OSSI innominati si scostino dal baerò, con cui »ui consinaio
si articolano, come si e detto, neil ampia su-sa9ro.
peificie colTintervento d'una crassa cartilagine;
volle tuttavolta la natura donare a quest'ossa
recenti un più fermo stabilimento con certi
robusti legamenti. Due sono questi legamenti,
e i più robusti di tutti, il primo de' quali pro-
cedendo dall'interna ed inferior parte del tube-
re dell'Ischio s' inserisce nell'osso Sacro, sabito
sotto la di lui commessura coli' osso dell'Ilio;
l'altro inerente a questo luogo medesimo trae
la sua origine dalla spina dell'Ischio.
2 17. Dalle fin qui descritte ossa col Sacro "^ «1°=^^' °"»
/ , sia fornjata la
insieme e col Coccige viene formata la cavità tewi.
nominata pelvi ossea. Vale a dire codesta ca-
vità posteriormente è futa dall'osso Sacro, e
del Coccige; lateralmente dalle osse dell'Ilio;
lateralmente parimenti, e inferiormente insie-
me dalle ossa dell'Ischio; finalmente in avanti
dall' uno e dall' altro Pube. Generalmente è
rotonda; ma un po' più spiegata dall' uno in
l'altro lato, di quello che dal di dietro in
, _ • , . . , ... Quali sieno !j
avanti. Se poi vogliamo riguardare gli usi, eutiutideiieoi-
i vantaggi delle osse innominate , basti per
sa maomiaatc.
j So
ora indicare , o piuttosto rlcìiiamare alla me-*
iTioria , essere questa pelvi una base assai fer-
ma , su cui poi^gia la colonna delle vertebre.
Imperciocché sta appoggiato tutto il tronco ,
mentre sediamo , ove al contrario la pelvi
stessa insieme col tronco cpiando siamo ritti in
piedi insiste sulle inferiori estremità. L'uffizio
di questi ossi è di tener fermi molti musco-
. li 5 i quali co' suoi estremi s* inseriscono in
quest' ossa ; e finalmente non tanto serrare
quanto ancora difendere certe parti nell' uno
e neir altro sesso ; come vedrassi , quando si
parlerà di quelle parti .
218. Non è poi la medesima la forma della
versiià'\Lua pelvi ìli atiibl Ì sessì . Perocché, avendo le
pelvi nei due 1 ,■ i* „ ^ p ••! ^
sessi. altre parti uguali , questa nel femminil sesso e
pili capace , e fabbricata di ossa più tenui : la
cresta dell'Ilio è più inclinata alTesterno; l'osso
Sacro è più largo , e nella faccia anteriore , e
neir inferiore , e non è egualmente incurvato
in avanti come negli uomini: più mobile il coc-
cige, e col suo apice meno è portato in avanti,
e alla fine gli ossi del Pube, dove insieme
convengono, sono tra lor più distanti; perchè
la cartilagine che vi sta tra mezzo, suol es-
sere più crassa che negli uomini; siccome an-
cora sono più crasse quelle cartilagini, le quali
si frappongono al Sacro e alle ossa dell' Ilio.
Laonde non è meraviglia, se nelle donne dì
primo parto , principalmente se il parto sia
i3[
istato difficile, gli ossi innominati posterior-
mente si scostano nn po' più dal Sacro , e
anteiiormente tra loro alla commessura del
Pube .
CArO DECIMO
Delle Estrcìnità Supcrioii , e primieramcntó
della Scapala .
2 10. -L'alia suprema reo;ion del Torace ^^ '^='" ""'
«^ lo Steno compo—
subito sotto il collo al di dietro e esternamente ^t^'e estremi.
tà superiori.
pendono le ossa, che lormano la base, ovvero
il fondamento solido delle estremità superiori.
Le ossa di queste estremità sono la Scapala ,
ovvero VOmoplata ; la Clavicola; il Braccio ,
ossia Vernerò; il Cubito finalmente, e la Mano.
Il Cubito è composto di due ossa, e la ManoS"'l''"^''^'^!'-
1 Dansi notare iB
dì ventisette almeno: e in tutte quest'ossa ad i^'^^'eossa.
uno ad uno devonsi considerare la figura, il
sito, la grossezza, le eminenze , e le cavità ■.
aao, Rii2;uardo alla fioiura la Scapula è Q"'--'»'^'^ s-
O or gura della Sca-
fimile ad un triangolo quasi piano; in cuìp"^»-
abbiamo a considerare e i tre angoli , e i tre
lati. Uno degli angoli è il superiore di tutti,
r altro infi^riore , il terzo anch' egli è superio-
re, ma un po' sotto F altro superiore, e vol-
pato verso le parti esterne . Il lato, che vicino
i3:
la spina del dorso congiunge l'angolo superiore
coli' inferiore, è più lungo degli altri, e di-
cesi la base; la quale sebben tenue ha però
due labbra uno interno, l'altro esterno, o a
parlar più rettamente uno anteriore, e poste-
riore r altro, essendovi fra mezzo una brevis-
sima cellulosa, ed ossea struttura terminata in
un lembo in qualche luogo poco più eminente,
che alcuni nominarono cresta della Scapala.
Il lato inferiore , o piuttosto esterno con più
di ragione chiamasi costa inferiore , la quale
delle altre è assai più grossa , e superiormente
nell'angolo esterno va a terminare in una tu-
berosità foi'uita d' una cavità glenoidea , cioè
nel capo della Scapula^ il quale fu fatto ap-
posta per ricevere il capo dell'osso dell'Omero.
Il terzo lato finalmente tiene il luogo più
alto, e dicesi costa superiore. Certi muscoli si
attaccano celi' angolo superiore, e inferiore non
altrimenti che colla base, e colle coste: il
terzo angolo anch^ egli pure ha inseriti dei
tendini, ed inoltre, come dicemmo, si articola
coir osso dell'Omero.
32 1. Se saper si voglia la situazione delle
posi.iene , e Scapulc , sono ellcno poste nella parte del
s^^pui,'/""" petto superiore, e insieme posteriore ed ester-
na; e in tal maniera collocate, che colle basi
si guardino vicendevolmente con direzion para-
Iella . Ne stanno esse sì ferme , che muover
non sì possano quasi in ogni parte ; e secon-.
i33
i^are principalmente i moti tleirOmero. Imper-
ciocché non si legano esse dawicino con verim
altro osso, fuorché cogli ossi dell'Omero, e della
Clavicola. Quindi possono elleno portarsi alle
parti superiori, e inl'eriori , all'interno, e al-
r esterno, e perciò accostarsi insieme, e disco-
starsi ^ e ruotarsi in guisa, che la parte supe-
riore ora vadi in dentro , ora in fuori , cac-
ciando la parte inferiore nelle parti opposte .
222. E affinchè questi movimenti si potes- ^^^ ''^ '*
• \ r •^ • V r- grossezza dal-
sero più facilmente esercitare, ne fossero pure iaSMpuia,a
1 • . • Il . Il per qual fin».
impediti in qualche maniera dal troppo peso
deir osso, la natura provide di sottigliezza
alla Scapila. Quest'osso cioè è largo bensì,
ma è tanto tenue, che sembra per la mag-
gior parte composto quasi d'una sola lamina.
Egli ha dunque due facc<», delle quali quella
d'avanti, che poco meno non s'appocjgia alle ^Jt^re'f,";
coste, è un poco concava, particolarmente ""^j;^^ "^''j'
nella sede superiore, dove evidentemente s'in-*^'*-
china verso le coste più alte , per accomodarsi
alla convessità delle coste medesime; ed è or-
nata ancora di linee un po' pili alzantisi, che
danno più tenace adesione al muscolo che co-
pre quella faccia: mentre per lo contrario la
faccia posteriore è alquanto convessa, e si fa
aspra per certe prominenze , e solchetti , quasi
lunghe fossette per più fermo inserimento di
certi muscoli , e per dar loro più comodo col-
locamento.
dove siano.
i34
2 2 3. Fra le eminenze cine sono le prlnci-
Qu.i; Siene pali ^nE superìore, e quella insi£>;ne ; inferiore
le priucipali J l • i Vr 1 l- il
emineBze,el altra niolto piccola . Vale a dire la base
della Scapula oltre i due terzi di sua lun-
ghezza , declinando dalla sua quasi retta divi-
sione, ha una cresta un po' più larga, come
altrove indicammo; dove questa cresta ha in
qualche foggia la figura d' un piccolo trian-
golo. Quivi spiegasi in arco, con cui questa
base prima si fa più vicina alla spina del dor-
so, indi scostandosi dalla spina, e piegata verso
le coste ascende esteriormente per formare
colla costa suprema della Scapula l'angolo su-
periore. Dove poi la base ^ o dirò meglio la sua
cresta forma un piccol triangolo , sorge a poco
a poco l'osso in una prominenza primieramente
acuta, e condotta quasi a traverso, la quale
in progresso s' alza di più , e si fa piana : po-
scia alquanto dopo restringendosi , e sempre
più maggiormente crescendo dalla faccia poste-
riore coir andare avanti si spande in maggior
larghezza ancora , e si allunga in guisa tale.
che si mette molto in fuori oltre il capo della
Scapula medesima. Chiamano questa eminenza
superiore la Spìp.a della Scapula- La cpsta in-
feriore o esterna di quest' osso più grossa delle
altre coste forma 1' Eminenza inferiore , la
quale camminando obbliquamente divide quasi
l'angolo inferiore dall'osso intiero, cosicché
«quest'angolo sembri sopraggiunto. E diffattì
35
nei feti , e nei nmciulli codest' angolo forma
un' epifisi: ciò eh" è comune a certi processi,
che poi indicheremo.
224. Onella eminenza più grande della Sca- Qa-^^f^'^''^!
I ^ 1 D suno le aponsi
pula, detta la Spina, termina in un processo , deiiaScapuia.
ossia apofisi , delle quali tre sono ad osservarsi
nella Scapula. La spina già descritta, in quanto
che col suo processo fa la parte più alta del
braccio, fu perciò la cagione , perchè questo
processo^ o apofisi si chiamasse Acromio. L al-
tra apofisi si fa dal capo della Scapula , la di
cui estremità, ossia lembo quasi rotondo chia-
masi ciglio della Scapula , siccome questo
lembo è alquanto eminente ancora negli ossi
secchi , sebbene lo sia molto di più nelle ossa
recenti per la cartilagine, che vi sta attaccata.
Sotto il ciglio il capo si assottiglia, ovvero si
restringe; per lo che dagli Anotomici il luogo
di questo restringimento viene nominato collo .
Finalmente la terza apofisi principia dalla
parte d'avanti del capo, e posteriormente dalla
costa superiore della Scapula, e si prolunga a
foggia d' un uncino più grosso colla punta
piegata all'esterno. Chiamano questo processo
ancoroidc, o coracoide.
2 2 5. Ognuno finalmente può a suo beli' agio f^^^^Ji!"'''
vedere in quest'osso e le incisure, e i seni, o J'!^'^';'; i"^'''-
solchetti , o certe fossette lunghe Un' incisura
ve n' ha insigne, la quale rassomiglia a quasi
mi mezzo forame, e sta c|uesta in mezzo tra
3o
il fine esteriore della costa superióre > e la
radice del processo coracoideo, la quale fre-
quentemente dà inserimento al muscolo costa-
joicieo 9 ossia coracojoideo . Un seno, o a dir
men;lio un ampio solco , che da alcuni pari-
mente chiamasi mcisura , sta posto tra il pro-
cesso acromio e il collo della Scapula , e
vien' egli occupato singolarmente dal muscolo
sopra-spinato . In fine la faccia posteriore della
Scapula è ornata di tre solchi, ovvero fossette
lano;he. Due di queste veojfronsi e sotto e
e 1 co
sopra la spina della Scapula medesima ; e la
chiamano perciò cavità sopra, e sotto spinata.
ì\ terzo solco, e largo osservasi sopra la costa
inferiore o esterna della Scapula , e obbliqua-
mentè ascende dall'angolo quasi inferiore verso
il superiore esterno, cioè verso il capo mede -
simo della Scapula, ed è occupato dal muscolo
infraspinato , e terete minore .
oiKi siano i 226. Sebbene dalla medesima descrizione
principali usi ^]pH a Scapula si faccian vedere eli usi di
delle Scapu- ^ V ^ O _
!«• quest'osso; tuttavia non sarà fuor di proposito
r annoverarne i principali. 1. La Scapula è
quel mezzo per cui si fa , che le estremità
superiori sieno legate al tronco, e da questo
pendano. 2. Somministra l'articolo all'Omero,
o Braccio, che vien sostenuto principalmente
dalla medesima Scapula. 3. Colla sua larga
superficie difende in certo modo le parti con-
tenute nel Torace nella parte superiore , e
.3/
posteriore. 4. A non pochi muscoli a clii dà
principio , a chi la fine , a chi una qualche
connessione, come vedremo a suo luogo. 5. Fi-
nalmente di non poco momento si è quello di
secondare prontissimamente i movimenti diversi
delle Eraccia .
Della Clavicola
L.
2 27. J_je Scapule , di cui abbiamo fin' ora ciie cosa sieno
< ^"^ r ' , . le Clavicole ,
parlato, sono sostenute non solamente dai mu- e chedebb«i
■*•,.. ... -1 t -in esse consi—
scoli in esse inseriti, ma ancora da due ossi aera».
uno per parte, che chianiansi Clavicole-, i quali
sono luno;hi, non tanto o;rossì , ma robusti; e
in questi dobbiamo considerare la figura, la
posizione, le connessioni, alcune eminenze, e
i loro usi,
228. La sua figura è tale, che rassomio;lia in Quai ne su
•^ '-' . la flgnra , •
certa Gjuisa alla lettera S posta a traverso, e la quali k «ne
quale nel sesso femminile e meno incurvata.
Appartiene adunque a quelle ossa , che diconsi
lunghe y ne' quali sono da notarsi e corpo, ed
estremità. Il Corpo è quasi cilindrico, duro,
con una fìstola per la midolla. Una delle estre-
mità ( la quale è posta internamente , e aK
quauK) inferioimente ) è quasi rotonda, e ter-
mina in un capo spungoso più grosso nelle os^a
recenti per la cartilagine che vi sta attaccata:
i38
r altra estremità ( la quale è esterna , nn
po' superiore 5 e insieme posteriore ) è piana,
e spungosa, di cui una faccia guarda all' insù,
l'altra all' ingiù.
Qnaie ne s!? 229. Giacc , comc dicemiTio , cpiasi a tra-
laposùionc. ^gPgQ^ 6 quclla dellc cavità, che è maggiore,
guarda in avanti , e la minore all' indietio : e
perciò è situata tra il primo osso dello Sterno,
cioè il manubrio, e l'acromio della Scapula ,
con cui forma un angolo acuto.
Con quali ossi 23o. Col SUO capo anteriore si articola collo
siaxticoi. g^gggQ manubrio dello Sterno, ititerponendovisi
una cartilagine mobile quasi orbiculare , oltre
di quella che veste il capo medesimo , ed è
in questa sede ritenuta per mezzo di legamen-
ti, conservando però un po' di mobilità. Si
congiunge ancora per altri legamenti col pro-
cesso coracoideo della Scapala medesima; e final-
mente si attacca ^H'acromio per mezzo d'una
cartilagine accomodata all' estremità dell' uno
e dell' altr' osso.
Quali cose deb- sSi. Vcdousl uel corpo di quest'osso, oltre
bansi notare neli e 11 i •!• l • ^1
Corpo. la lorma a qualche modo cilindrica, certe leg-
gieri asperità, ed eminenti linee; delle quali
quelle poste d' avanti poco più o meno evi-
dentemente saltano agli occhi; la superiore e
insieme interna vicina al capo sorge in specie
di linea ; tutte però sono fatte apposta per
ricevere, e ritenere l'estremità di certi mu-
scoli. Cosi pure nel medesimo corpo, e nella-
tremilàd'avau-
sua faccia inferiore vedesi una lunga fossetta
lensiera che va dalla parte interna all' ester-
• • 7 1
na , la quale tiene il muscolo sabclavio in-
serito .
232. L'estremità davanti, tolta via la car-Qn^ieneii'es-
tilagine, apparisce con un leggier seno, ed c||';°
fiuta a foggia d'una figura ovale lunga; più
frequentemente poi in figura triangolare, ma
coati ano-oli, e coi lati, che s'accostano alla
figura rotonda ; e nella sua parte inferiore , e
insieme posteriore fassi vedere un aspro tuber-
colo, a cui non di rado sta esternamente adja-
cente una fossetta parimente lunga per tener
saldi i legamenti che legano questa medesima
estremità colla prima costa , e col manubrio
dello Sterno.
2 33. Nella estremità piana ovvero esterna Q"aii
i , sterna
evvi del pari un' asprezza si posteriormente ,
che anteriormente , ed esce il più delle volte
prominente alquanto per l'attaccamento di
certi muscoli: parimenti nella faccia inferiore
di questa estremità osservasi una linea aspra ,
a cui si attacca il legamento prodotto dalPapo-
fisi Coracoidea della Scapula . Finalmente il
margine o lembo di questa estremità ha un
leggerissimo seno ovato, condotto a traverso,
ma fornito d' una superficie ineguale ; e que-
sto è fatto per tener ferma la cartilagine , che
pia tra mezzo questa medesima estremità , e
r Acromio.
nell'e-
dalla Clavico-
le
Qnaiiiai'uso ^^4' ^^ Glavlcole poi furono fatte apposta j
primo per contenere nella propria sede la Sca-
pnla del suo lato , e quindi per impedire affin-
chè codesti ossi non si scostino posteriormente
troppo dalle coste, ne troppo si portino este-
riormente , con che il braccio si rende più
mobile: in secondo luogo per avere inerenti a
loro come a luogo più fermo molti muscoli ;
in terzo luogo per difendere dalle esterne in-
2;iurie certi vasi ma2;<2;iori , nominati suliclavi:
quarto finalmente eolla loro singolare curvatu-*
ra lasciano libera la strada ai vasi , e ai nervi^
che vanno alle ascelle, come ancora ad alcuni
muscoli , i quali colf altra estremità si attac-
cano colle coste superiori.
Dell' Omero ossia Braccio .
^ . „^ 2 35. L/air angiolo superiore esterno della
ro, equaiicoie Scapula, c quiudi dal di lei capo pende uno
debbansiines- * ,, 1 1 n ^^
soosservare. per parte l OSSO del JJraccio , ovvero Omero:
in cui, oltre il sito eh' è noto a tatti, deggion-
si osservare 5 e figura, e consiunzioni , eminei>
ze, solchi, e fossette, e 1' uso ancora di tutte
queste cose.
^ , . , f236. La fÌ2:ura di quest'osso è cilindrica;
(^uale sia la O l
figura di que- se ììoiì cHc SU jieriormen tc comincia da un capo
si' osso, ed ia . ^ . . . , . .
quante parti Totoudo , i H ier lormcn tc poi si assottiglia in
141
piana superficie sparsa qua e là di eminenze , di„i„to si
e di cavità. Vale a dire T Omero si annovera ^"J'/^*"""'
tra le ossa lunghe ; e tra quelle particolar-
mente ^ che hanno interiormente una fistola
occupata tutta e ripiena dalla midolla; laonde
l'uno, e l'altro Omero si suole comunemente
dividere pria in corpo, ed estremità, delle quali
una è superiore , V altra inferiore .
aS/. La superiore estremità adunque, la cue cosa deb.
cui sostanza è spungosa, ha un capo rotondo , ^"i/'^^J^I^
il quale da un solco frìtto a foggia d' arco si *^ »"p«'0".
divide quasi in due ineguali porzioni ; una, e
questa molto più grossa corrisponde al capo
della Scapula, e perciò mira le parti interne,
e insieme le inferiori; l'altra a^sai minore è
divisa in due tubercoli ; 1' uno superiore, e
questo minore; esterno V altro e più grosso.
L'uno e l'altro di questi tubercoli porta certi
segni 5 che danno a vedere servire questi tu-
bercoli a ricevere le estremità dì ceni musco-
li , essendovi tra mezzo a questi tubercoli un
solco visibile abbastanza prodotto non poco pel
corpo dell'osso', in cui in molta parte si nascon-
de il tendine d' un certo muscolo^ che avremo
a descrivere a suo luogo .
238. Tosto sotto il capo l'osso dell' Omero che cosa s;.
si contrae al([uanto; nel qual luogo dicesi collo; yo2"Jfl
va subito in cilindro;, si fa più duro, e così'''" ^'^ssa»
1 m esso .
gradatamente diminuendo in grossezza , che
appena il calare si conosce, e quindi dicesi
142-
il corpo , il quale particolarmente nella faccia
d' avanti è fornito di certe ineirnaHianze come
coste ruvide fatte apposta per la più tenace
adesione di certi muscoli. Sotto circa tre quarti
di tutta la lunghezza comincia questo corpo
a distendersi a poco a poco in piano; ch«
gradatamente crescendo si conforma quasi in
due coste una esterna e questa più sensibile,
l'altra interna. Di queste coste poi quella,
die è esteriore , cresce in una prominenza o
tubercolo col suo fine , perchè si leva molto
meno , che il tubercolo interno , in cui si ter-
mina la costa del suo lato. Questi tubercoli
si chiamano condili, a' quali nelT altra estre-
mità si attaccano alcuni muscoli ( il che dee
dirsi ancora delle coste ).
Che cosa ab- 289. Tra Ì coudìli un poco inferiormente
re^inwre- stanno dclle prominenze, e delle altre fossette,
mitàinfeno- le quali coi couddi medesimi formano f estre-
mità inferiore fatta da tre prominenze e due
fosse trammezzo. Una di queste eminenze mira
all'esterno, ed ella è quasi rotonda particolar-
mente nella faccia davanti; l'altra più gros&a ,
e la più interna di tutte alzasi in un labbro
lunato oltre il condilo interno. Da questo lab-
bro l'osso a poco a poco si assottiglia, quanto
più va all'esterno; poscia sorge alquanto- in
una terza eminenza , la quale minor delle al-
tre tiene il luogo di mezzo tra queste due ,
e ai lati di cpieste stanno i solchi , o le fos-
i?^3
sette teste nominate , dalle quali si dividono
tra loro le prominenze. E la fossetta maggiore
poi, quella rivolta all'interno, compresa da
due lembi , o labbra , figura V osso medesimo
in quel luogo a una picciola ruota.
240. Conciosiachè poi molti muscoli e nelQu^ies'^i'a'f-
... ^ '11- colazione del-
Joro principio, e nella loro fine si leghino r omero coiia
coll'osso dell'Omero; quindi può egli muoversi
in qualunque parte. Il che per fare più libe-
ramente sta congiunto coo;]i ossi in euisa , che
verun impedimento non oppongasi a' suoi mo-
vimenti naturali. Per questo il suo gran capo
cooerto d'una leader cartilan;ine viene coni-
preso in poca sua porzione nella cavità gle-
noidea della Scapnla , la quale è coerente con
una più crassa cartilagine , die molto elevasi
in un ciglio. Così la cavità della Scapula resa
più ampia riceve entro di se la parte alquanto
più grande del capo dell'Omero; né tuttavolta
impedisce del tutto, che questo capo facilmente
non cada dal proprio luogo: anzi talvolta sa-
rebbe sforzato nella sede superiore , se i due
processi della Scapula V acromio , e il coracoi-
deo tanto tra loro , quanto ancora colla cla-
vicola congiunta da un robusto legamento non
firmassero come un arco, il quale impedisce,
che deturbato essendo dal proprio acetabolo
non si getti fuori nelle parti superiori. Questo
è il conaiunfrimento dell'estremità superiore
dell' Omero, che appellasi artrodia (M. no);
H4
r estremità poi inferiore sì congiunge col Cubito
per Ginglimo (N. ii^).
241. Tale congiunf^imento si fa nella se-
Qaale sia l'arti- . ti i 1 • 1 ii'/^
colazione del- guen te maniera, li tubercolo esteriore dell Ome-
fefSrrcòfcu- ro 5 ossia quella eminenza , (N. 289) la quale
*"'"' cresce nel lato esterno alquanto sotto il condilo
corrispondente , viene in certa guisa ricevuta
dal capo di quell'osso, che nel Cubito chia-
masi radio, il qual capo non solamente si ruota
sopra quel tubercolo, ma si muove ancora in
guisa tale che ora vada in avanti, e ora in-
dietro reciprocamente nella piegatura , e nella
distensione del Cubito. Affinchè poi sì avesse
solamente quella piegatura, che all' uopo ba-
stasse , e s' impedisse insieme una troppa di-
stensione, o quasi retrovolta del Cubito, subito
sopra quel tubercolo esteriore evvi una fossa
nella sede anteriore , nella quale a qualche
maniera è ricevuto il capo dello stesso raggio ;
siccome un' altra fossa insione trovasi dietro
questa estremità dell'Omero, ed un'altra me-
no spiegata in avanti. E in queste fossette
separate tra loro da una semplice lamina
ossea entrano alternativamente certi processi
di quell'osso del Cubito chiamato Ulna nella
distensione a vicenda, e nella piegatura del
Cubito medesimo.
242. Oneste prominenze ■> e fossette anpar-
Qnali sicno i ^ <- l . ^ . ,^^ ^ ^ _,
princiiv.ii le- tcnpono alTestremità interiore dell Omero. Per
gamenti , clie o • i • ♦
lengoBo nella altro ambiduc gli estremi di quest osso sono
i45
raffrenati dai suoi particolari legamenti: quello snaseaeie due
di sopra ÒA\' orbiculare . ossia cigliare (N. i 14). To^T''
il quale avendo principio dal capo ovvero ace-
tabolo della Scapala, o piuttosto dal suo ci-
glo, termina nel collo delTOmero stesso, e
t«^nticemenre vi si auacca: quello di sotto poi
dal Capsulare (N 114) ossia, come la chia-
mano, tela legamento sa., il qual legamento prin-
cipiando oltre i capi degli ossi, che si aitico-
lano , abbraccia per ogni dove strettamente
1' istesso articolo , e lo ritiene , e lo assicura
nella propria sede.
Del Cubito .
Col
243 vJolla estremità inferiore dell' Omero cue cesa sia
\ 'y /-> I • TI ^' Cubito; da
SI articola il Cubito composto cu due ossa : quante ossa sia
•1 /'> / -^ • \ • 1 ^^ / 1 t'ormato ; e che
il Liibito cioè propriamente detto, (con al- cosa debbasi
tro nome Ulna), e il Radio. Quest'ossa;"'."'""^"*'
pure sono conformi in lunghezza; ed in questi
ancora sarà bene il riflettere il sito , la
sostanza , le eminenze , le cavità , le connes-
sioni, e gli usi.
244, Sono poste queste due ossa subito J;°""|*'^*"°p°"
sotto l'Omero, ove insieme si articolano; co- ^"''''°''^'f"^
sede abbiano.
minciano subito a scostarsi tra loro, e di nuovo
si uniscono nell'estremità inferiore. Così nella
mano alzata sono distanti tra loro nella mag-
io
gìor parte , eò hanno tra mezzo uno spazio
paralello : nella quale posizione della mano
egli è manifesto la parte interna occuparsi dal
Cubito, ovvero Ulna » e l'esterna dal Badia.
Che se china sia la mano, allora l'Ulna nella
parte superiore all'intervallo di circa tre dita
trasverse sta nella sede interna ; da questa a
poco a poco scostandosi finalmente nella parte
inferiore riguarda all' esterno: poiché il Radio
quasi girando attorno al proprio asse, quando
si china la mano, comincia a portarsi di sotto
r intervallo indicato all' interno , dal che av--
viene , che finalmente dall' esterna regione si
porti air interna. Qualunque' poi sia il movi-
mento del Radio, codest' osso in qualunque
positura della mano corrisponde sempre al pol-
lice, e per lo contrario l'Ulna al dito minimo.
In quante parti 24-5. Codesti ossi ambiduc , siccome sono di
■1 sogliono di- _ ' _
itingere le ossa quei luno.hi, hauno e il corpo, il quale è piii
del Cubito * e ^
come sieno di- duro, ma fistolato , e perciò ripieno di mi-
»i.05t«. dolla ; e le loro estremità, che sono d'una
sostanza spungosa. Queste estremità poi, delle
quali una è superiore , sono in questi ossi for-
mate e disposte in ragion inversa in guisa che
neirUlna la superiore è molto più grossa
dell'inferiore^ mentre nel Radio tutto va al
contrario .
chedebbasios- 246. Valc a dire r Ulna superiormente for-
servare nell'es-' • n, 1 . .
tremità supe- mta Q UH capo luumietto e pmttosto piosso, a
na. poco a poco s impiccioliscc imo alla sua estre-
i47
mità inferiore. Questo capo nella sede poste-
riore costituisce la parie più prominente del
Cubito; in avanti si attenua in una Fossa
quasi semicircolare eliiamata dalla &«ua figura
Sigmoidea i e questa maggiore, per disiin-
guerla dalla minore simile a questa , e perciò
avente il medesimo nome .
a47. Onella fossa raauji^iore è terminata da p^ altro deb-
dne processi, ossia due apofisi ; delle quali la la medesima ei-
* . . V . . , , . tremila . ,
posteriore, e la più insigne nella estensione
del Cubito è ricevuta dalla fossa più ampia
dell'Omero (N. 241); e la chiamano olecra
no, o processo ancofiea; l'altro processo poi
molto minore, e posto anteriormente, detto
coronoìden , entra nella fossa anteriore dello
^tesso Omero, quando il Cubito si pi^'ga. Per
altro questa fossa Sigmoidea, dove si articola
coir Omero, sorge in fnezzo; ma questa emi-
nenza a poco a poco si diminuisce nei iati per
accomodarsi all'estremità inferiore deirOmero
in quella sede, dove dicemmo (N. 289) raffi-
gurarsi una picciola ruota da questa estre-
mità.
248. L'Ulna poi sotto il suo capo e nella Aure cose d«
_ ' _ J ^ _ •• osservarsi sot-
hiccia d avanti si assottinlia ; e questo assot- toil<•.^podel-
. ,. . , , . 1/ -1 1 l'Ulna.
tigliamento si può chiamar collo, sotto 11 quale
havvi un tubercolo notato nel centro d'una
picciola cavità, in cui apposta s'inserisce un
certo muscolo di quelli, che piegano il Cubito:
nella faccia esterna poi 1' altra fossa Sigmoi-
148
dea minore coperta d' una cartilagine dà luogo
al capo orbiciilato superiore dell'osso del Ra>
dio, il quale nelT alzare e piegare la mano
si ruota in questa fossa oltre la mezza parte
del suo orbe: e nelP alzar la mano questo
ruotamento si fa esternamente, e internamente
nel piegarla.
<2i>aH cose deb- ^49 Superata la fosm minore Sigmoidea ^
nrc!^Td«T- P^^"^^*^ principio il Corpo deiK Ulna . Questo
l'uiaa. corpo è un poco incurvato; imperciocché nella
sede posteriore va in ima certa leggier con-
vessità, e nell'anteriore in una concavità; si
pure a poco a poco si contrae, e si forma
in tre coste principali con altrettante faccie
di mezzo. Dalla costa esterna più acuta delle
altre, e da tutta la sua lunghezza partesi uà
legamento, il quale si attacca ad una simil
costa sorgente dal corpo del Radio, e lo chia-
mano legamento interasseo. Alle altre coste si
attaccano alcuni muscoli colle loro estremità.
La posteriore delle faccie, che vi sono di mez-
zo, rao^trasi con una qualche convessità; le
altre dtie sono quasi piane, e notate d'altre
coste minori per T inserimento dei muscoli.
Qaaiineire- ^'^^ L' estremità inferiore dell'Ulna è ter-
5tremità , afe- jjjj nata da un capezzolo orbiculare avente una
fossetta glenoidea fatta apposta per l' artico-
lazione cog'.i ossi del Carpo. Da questo capez-
zolo, la cui estremità ossia lembo chiamano
ancora cresta, esce una certa prominenza piut-
i49
tosto acuta , la quale a mano alzata c;uarcla
internamenre e posteriormente per la più fer-
ma articolazione cogli ossi che succedono infe-
riormente aKo stesso Cubito. Questa promi-
nenza è chiamata apojflsi stiloidea , la quale
poscia a mano piegata sta esternamente , e
anteriormente, e in questa sede dell' istesso
capo inferiore dell'Ulna si divide in certa guisa
dall'intervento d'un solco, per cui passa il
tendine d'un certo muscolo. Siccome poi il
capo superiore dell' Ulna tra la fossa Sigmoi-
dea minore riceve la cresta orbiculaia dei Radio
corrispondente; così per lo contrario il capo
inferiore dell'Ulna medesima è ricevuto da una
fossa minore la quale è sjolpita nel capo infe-
riore del Radio .
25 1. Nel Radio il corpo e le estremità Quii; cosedeb-
1 . \ n • 1 1 I baasi coajide-
parimenti sono di tal roggia, che oltre la pò- rare nei Ra-
situra, la figura, la sostanza e il moto par-*^'""
ticolare , di cui poco fa parlammo, altre cose
ancora mostrano agli occhi degne d'osserva-
zione. Imperciocché il suo vertice, ovvero capo
superiore è rotondo, guerniio d'una fossa gle- q^^i; ^pn-e,
noidea. Gol suo orbicolo , o lembo, chiamato *'."""^^'"p^^
nere .
ancora cresta , in non picciola parte ruotasi
nella fossa minore sigmoidea dell'Ulna. E que-
sto ruotamento si ia ancora sopra il tubercolo
dell'Omero, che corrisponde al condilo della
medesima parte , cioè sopra il tubercolo supe-
riore, e inferiore; col qual tubercolo ancora
i5o
ruotasi il capo del Radio per mezzo della sua
fossa glenoidea. Affinchè poi il Radio ruotisi
facilmente entro la fossa , e muovasi con pari
facilità tanto nella piegatura, quanto nella
estensione sopra cjuesto tubercolo delT Omero,
tanto il tubercolo che la fossa sono tenace-
mente vestiti d'una liscia cartilagine.
-, ,. , aSa. Subito sotto il capo il Radio sMmpic-
Quah nel »U0 l T
Corpo. colisce non poco all' intorno . Così viene a
formare il Collo ^ sotto cui nella faccia ante-
riore havvi prominente un grosso tubercolo
un poco aspro , in cui s' inserisce il tendine
d' un certo muscolo , che serve a piegare il
Cubito. Sotto il tubercolo il corpo del Radio
offre tre faccie terminate da altrettante coste.
Una, la quale a mano supina sta in avanti,
è quasi piana, o piuttosto nella sede superiore
è alquanto concava : le altre due riguardanti
esternamente, e posteriormente sono a qualche
maniera convesse. Quella delle coste, che cor-
risponde air Ulna , termina in punta , e con-
nettesi col legamento interosseo; quelle poi che
guardano esteriormente, e posteriormente, sono
in certa guisa rotonde.
2 53. Onanto piìi poi il corpo del Radio
.imuiiàinfe- discende ali inojiu, tanto pur ancora s jngros-
sa, hn tanto che va a linire in un appianato
tubercolo colla ficcia davanti quasi concava ,
quella di dietro piuttosto gibbosa con una linea
eminente in mezzo, a cui sona adjacenti iWi
i5i
piccioli seni , sovra cui si muovono i tendini
del muscoli, che stendono la mano. Per altro
questa estremità così appianata è segnata
d' un' ampia fossetta, ma poco profonda per
r articolo colle ossa del Carpo , ed è rinser-
rata da un doppio quasi tubercolo : uno più
grosso a mano alzata esterno , e interno a
mano abbassata, il quale finisce in un processo
alquanto acuto ( e questo processo chiamano
alcuni apojisi stdoiclea del Radio ^'. 1' altro
interno e meno prominente , nel cui lato ve-
desi una fossetta, la quale gira in gran parte
come attorno all'asse circa il ritondo estremo,
ossia cresta dell' Ulna .
254. Per ciò che riguarda gli usi si dell' Ul-]^;;^^ ^'*-
na, che del Radio, quinci di tutto il Cubito,
sono essi in gran parte i medesimi di quelli ,
che sono comuni a tutta l'estremità superiore,
e confessati da tutti : poiché nessuno può igno-
rare , quali e quanti sieno i beni , che ne ven-
gono alla vita degli uomini , e conseguente-
mente air umana società dal libero esercizio
delle membra superiori, dalla piegatura, vale a
dire dalla estensione , e dal ruotamento del
Radio, e finalmente dall' inserimento di molti
muscoli .
iSz
Della Mano , e primieramente
del Carpo .
carpo°rqu'iè ^^^^ ^^ Cublto, ovveFo all'Ulna, e al Ra-
hisna«tuaz,o- dio sìe^uc uiiita la Mano formata dal Carpo,
ne , e i) nume- -n/r t-\ . v •
IO degn ossi Metacarpo , e Diti. Otto ossetti i più duri
elle lo com- • • -i/^I- -in^
prugoao. Situati tra il Cubito e il Metacarpo compon-
gono il Carpo , sono questi disposti quasi in
due ordini, superiore cioè , e inferiore. Hanna
e diversa grandezza , e principalmenie diversa
Graudezza , e fio-ura , Ic quali cose siccome sono assai com-
nguva degli OS- o i ^
"• poste, quindi facilmente non si possono de-
scrivere in tale maniera almeno, che la de-
scrizione sola conduca a conoscerle bene, e a
giustamente disringueile.
Quainoraisie- 256 La difficoltà s' accrescc dalla varietà
no stati dati 1* • i li- •* • n
.-.giiossettidei- "^1 nomi, che da diversi Autori lurono impo-
l'ordme snpe- gjj ^ questì ossetti . ImpercioccHè , sc parliamo
di que' formanti l'ordine superiore, il primo
osso dalla parte del dito pollice chiamasi da
alcuni naviculare \ q\'\ altri tre che succedono
verso il dito minimo , diconsi , andando in or-
dine , lunato , triquetro , subrotondo ; da^Ii
Anatomici Francesi poi Scaphoide , Semilu-
naire. Cuneiforme ^ Pisiforme : anzi quest'ulti-
mo ossetto da altri fu nominato Lenticulaire ,
o Orbiculaire.
i55
ùSj. Quindi è manifesto convenire i Fran- e qt,ai: « q*:
cesi co' nostri Italiani nel dare il nome ad al- J;;;,;f;"^ ^^
cuni di questi quattro ossetti , ma non a tutti:
e a mio giudizio convengono anche meno nel
dare il nome a quei dell'ordine inferiore. Im-
perocché il primo di questi che corrisponde
parimenti alla sede del Pollice da alcuni viene
nomato moìtongoto maggiore; l'altro vicino a
questo moltangoìo minore., il terzo capitato ;
il quarto ciuudfo'me. Al contrario da'* Francesi
li fuiono dati i seguenti nomi: trapeze; pyra-
midal ; grand os ; ed uncifornìe . Anzi alcuni
tra questi autori fossetto pyramìdal chiama-
rono trape.r.oLle. Chi tra questi Autori abbia
più rettamir-nte degli altri descritto questi os-
setti , né quivi sta bene a investigarlo, né io
imprendo a giudicarlo. Intanto stimai a pro-
posito l'indicare i nomi più comuni , sì an-
cora l'ordine, con cui si succedono quegli
ossetti. Così ciascuno esaminando accurata-
mente il Carpo potrà giudicare, quai nomi
meglio gli si convengano.
253. Tuttavia per ischivare ogni errore, che ^l^'imbrì'^ri
pocrebbesi facilmente insinuare o per l'ambi- piùrettonei-
guiia dei nomi, e della figura loro che molto ^^ qa«tioj-
si scolta dalle regolari, e quindi dalla diffi-
coltà della cosa stessa a me sembra meglio
imitare quegli Anotomici , i quali divisero gli
essenti del Carpo in due ordini solamente, su-
periore cioè , ed inferiore : ed osservar ben
?54
<2a.i:.i«o le questo, che quasi tutti gli ossetti dell'ordine
r"gu oMeui superiore ( se si eccettui ([uello che da alcuni
d*i Carpo, (^li^^gi subwtondo » da altri pìsiforme ) si arti-
colano col Cubilo tra loro , e coiili ossetti
dell'ordine inferiore: quelli poi dell'ordine in-
feriore si articolano tra di loro , tanto cogli
ossetti deir ordine superiore, si cogli ossi del
Metacarpo .
269. Né devesì tralasciare, che nell'ordine
JìxiprocLen- superiore i tre primi ossetti, annoverandoli
te »' "''«^"li (Jalla parte del pollice, si conj2;iunf>;ono col Ra-
•i- dio; il quarto coli' infimo capezzolo dell'Ulna
per mezzo d'un legamento. Che nell'ordine
inferiore poi il primo ossetto si unisce al Me^
tacarpo del pollice; l'altro al Metacarpo del
dito indice, e medio; il terzo legasi princi-
palmente col Metacarpo del dito medio , al-
quanto però ancora col quarto osso del Meta-
carpo; e che il quarto è congiunto col quarto
e quinto del m^àesxmo Metacarpo '. Per altro
gli ossetti del Carpo ( a mano piegata ) nella
faccia d'avanti sono alquanto eminenti, e prin-
cipalmente nella sede degli ossetti dell'ordine
superiore ; al contrario nella faccia opposta si
conformano in una qualche convessità . E la
cavità per ciò è più visibile, perchè gli estre-
mi ossetti d' ambi gli ordini in questa faccia
molto si rilevano.
QuaViiienogii 260. Tuttl qusstì osscttl souo iucrostati
usi delle ine- ■,, .,, ..•,. ,
jiusiiauzed.. Q UHa cartuagmc, e guerniti di molte inegua-
i55
glianze, fossette, e prominenze. Questo poi gii osretii d«i
sembra fatto a tal fine, sì perchè in qualche ^"'^"^ '
luogo il moto fosse più spedito, si perchè al-
trov3 si unissero più sodamente tra loro; sì
ancora perchè fossero contenuti nella propria
sede dai particolari legamenti inseritivi . Im-
perocché se facciamo V eccezione degli ossetti
dell' ordine superiore , il moto de' quali tra
la fossa glenoidea del Radio è flicile e tanto
libero, che non solamente il Carpo istesso si
può piegare, e stendere insieme colla Mano,
ma ancora muoversi lateralmente, e perciò
farsi venire verso il restante del corpo, e riti-
rarsi da quello; picciolo però assai , e appena
sensibile è quel moto, che v'ha tra ossetti, e
ossetti dello stesso Carpo , sì ancora quello
tra eli ossetti dell' ordine inferiore col Meta-
carpo. Questo picciolo moto poi devesi non
tanto alla robustezza dei legamenti che uni-
scono, quanto alle superficie quasi piane, che
hanno que'di ossetti per la massima parte in
quella sede principalmente, dove vicendevol-
mente si articolano. E tuttavia con questo
oscuro moto servono ai varj e prontissimi nio- Jif*21i oTi
vimenti delle mani: poiché libero è il moto di ^*''p°-
tutto il Carpo subito sotto il Cubito; ed a
questo fine servono 2;randemente questi ossetti
a ricevere e rassodare le estremità di certi
muscoli .
56
Del Metacarpo .
,.A
Quaiicosedeb- 2 6 1 . il 1 Carijo ìnfen'ormente succede il
bansi conside- _ _ i i i i •
KTe uesu ossi Metacarpo; nel quale deggiono considerarsi
del Metacarpo. . . /. . ^°. ..
Situazione, (accie , numero degli ossi compo-
nenti , e la loro figura , e connessioni . E ri-
SSuiÒL^! g"^''^^^ ^^ sito il Metacarpo sta tra il Carpo e
i diti , e fa propriamente il principio della Mano^
notansi in lui due faccie, una alquanto conves-
sa , che dicesi dorso dtlla mano ; 1' altro un
poco concava, chiamata palma.
262. E composto di cinque ossa, se coi
Sa Imposto! quattro primi quello ancora annoverasi , che
sostenta il dito pollice , come sembra meglio
convenire: imperciocché il primo osso del pol-
lice e nel sito, e nella figura, e nell' origine
( vedi N 79 not. i ) conviene più cogli ossi
Saza to^'ne- ^^^ Metacarpo ^ che con quelli che apparten-
ne ossa, gono ai diti. Se v' è qualche differenza tra
queste ossa del Metacarpo , ella è questa cer-
tamente , che il primo di loro , il corrispon-
dente cioè al pollice, si può muovere libera-
mente in qualunque parte, a differenza degli
altri, i quali sembrano obbedire soltanto al
piegare, ed allo stendere. Ma questa diffe-
renza insieme con un po' più di grossezza e
di cortezza , tale non sembra da far cac-
i5f
ciare dal numero degli ossi del 3Ietacarpo
quel primo .
203. Appartenirono questi ossi alla specie ^"'^ '^*''''"'
Il ^- ' _ 1 osservare ne-
di quelli che diconsi lunf>;hi ; e perciò né anche gn ossi dd
* . " • V FT !• ^Metacarpo.
in questi mancano corpo, e estremità. Una di
queste è superiore, e distinta di varie super-
fìcie piane, e di prominenze , cosicché essen-
dovi tra mezzo una lametta cartilas;inosa si
connettano piìi bene cogli ossetti confinanti
del Carpo , e reciprocamente ancora tra di
loro. Il Corpo quasi rotondo, fistoloso con la
midolla è notato da certe linee rilevate, e di
faccie interposte , affinchè i muscoli interossei
più tenacemente aderiscano a quest' ossa ,
fuorché nel Mitacarpo del pollice. De' quali
muscoli a preparare quasi dica il sito, le indi-
cate estremità, e particolarmente 1' inferiore,
che guarda le dita , sono alquanto tumide , a
proporzione della grossezza degli ossetti: laonde
tra corpi e corpi , che sono fatti per sostenere
r indice, e gli altri diti fino al minimo , vi
restano degli spazj un pò" piii grandi da em-
pirsi dai muscoli interossei. Per altro l'estre-
mità inferiore si spiega piuttosto in un grosso
tubercolo prodotto vieppiù verso la palma ; e
attorno questi tubercoli , e principalmente ai
lati vi stanno scolpite delle fossette, in cui
hanno fine certi legamenti fatti per contenere.
264. Non è però la medesima la grandezza ^«^^'^ gm-
in tutte le ossa dei Metacarpo. Avvisammo sii ossi .
i58
già che 11 Metacarpo del pollice è più grossa,
e più corto degli altri : gli altri ossi del dito
minimo fino a quello che sta vicino al pollice ,
sono gradatamente più lunghi , e più grossi
ancora . Cioè il Metacarpo del dito picciolo è
più sottile , e più coito degli ossi che succe-
dono ; quello del dito più vicino al .pollice più
grosso 5 e più lungo dei tre compagni che
succedono nella parte opposta .
205. L' estremità suneriore si articola, co-
lirnLn^yan- "^^ g'^ diccm uio , cogli ossi del Carpo dell'ordi-
i^ggi che ne jjg inferiore; e per mezzo di questo articolo sì
possono soltanto stendere e piegare 2:11 ossi
del Metacarpo , se vogliamo eccettuarne il Me-
tacarpo del pollice , il di cui moto , come
accennammo altra voltale libero quasi in ogni
parte. L' estremità inferiore poi , e quindi il
tubercolo , nel quale cresce , è ricevuto da una
fossa glenoidea dell' ossa delle dita ; il qual
osso primieramente gira quasi in qualsisia par-
te liberamente sopra quel tubercolo. Inoltre
gli estremi di questi ossetti , ossia capezzoli
sono uniti insieme vicendevolmente, e conti-
gui; il che devesi attribuire principalmente ai
legamenti che vi si frappongono. Finalmente
questi capezzoli furono fatti a fine tale, acciò
potessero più facilmente i tendini che scorrono
sopra quelli come sopra a girelle , tirare gli
ossi medesimi.
Delle dita delle Mani »
266. k3otto il Metacarpo vengono le cUtaa,, ^«bb.-
clie coni pione la mano, il numero delle qi^ali '^^°°*'^t""
è noto a tutti. In questi fa d'uopo avvertire
il nome particolare imposto a ciascun dito; la
loro diversa grandezza e grossezza; il numero
degli ossi che compongono le dita stesse ; la
figura di questi ossi ; il nome generico ; la
singoiar piegatura ; le eminenze ; le cavità, e
finalmente le reciproche articolazioni.
iGy. 11 primo di tutte le dita chiamasi Qn»ii lieno i
11. ' ' !?•/• • ]• nomi, e 1«
pollice t CUI segue 1 indice^ a questo in ordine graadM« doi
succede il medio:» al medio V anulare-, e final-
mente r auricolare è quello che compisce il
numero di cinque . Quest' ultimo poi dicesi
dalla sua picciolezza ancora il minimo a pa-
ragone delle altre dita. Il pollice è il piìi
corto, ed insieme il più grosso degli altri. Gli
altri diti in una mano ben fijrmata in quanto
alla grossezza appena hanno qualche differenza
tra loro; rigu^irdo alla lunghezza poi, il medio
è più lungo degli altri; V auricolare , è più
breve , la di cui lunghezza è minore di quella
dell' indice .
2,68. Oo;nun di loro, eccettuato il pollice, è Q"»'; «:<•«' sn
S . • . . , , ,. osiotti di ci«-
composto di tre osseiti ; imperciocché quegli «cuu dito, ».
autori che a questo dito ancora danno altret- ''""^'^'
i6o '
tanti ossi, al Metacarpo poi ne assegnano so-
lamente quattro. Questi ossetti , i quali perciò
sono quat.orclici , diconsi falangi , e le clistin-
guono in prima ^ seconda, e terza; le quali
falangi sono differenti tra loro non solamente
nel sito, ma neila grandezza ancora, e alcune
ancora neila figura.
£oj ^ande.- ^^9- ^a prima falange è fatta di ossi più
a,ef:sQra. luoghì € pìù gtossi ; la secouda di più corti
e meno grossi ; la terza di più corti ancora ,
e di più sottili. Qual sia poi la proporzione
della luni};hezza e della grossezza nei diti ,
considerandoli ad uno ad uno si fa manifesta
daif indicata lunghezza , e grossezza di tutti
i diti . Queste falangi si annoverano tra
gli ossi lunghi ; e perciò hanno e corpo , ed
estremità.
cbeacT^basino- ^Z^- H corpo nella prima e seconda falange
deìL^^iml^B '^ quella parte, che corrisponde al dorso della
seconda faiaa- mano, è ritondo , ed un poco convesso; e
questa convessità sì termina in un labbro acuto
da una parte, e dall'altra, in cui s'inseriscono
i fini lendinosi di certi muscoli ; verso la palma
della mano poi egli è concavo per la pressura
più forte, e insieme dispiegato in piano
£1;:s™ ^71. Quella estremità, che nella prima fa-
TevVtìlfì^t^^^S^ ^ rivolta al Metacarpo, gonfiasi in un
lange. capezzolo guemito d' una cavità glenoidea , e
circoscritto quasi da due tubercoli laterali , li
quali si alzano un po' più sensibilmente alla
J U I
parte ilella palma, essendovi in mezzo un leg-
ger seno per dar Inogo a certi tendini che vi
passano. L' estremità aderente alla seconda
falange ha parimenti nn capezzolo; ma que-
sto quasi piano nel dorso è prominente nei
lati e verso la palma , ed è insieme segnato
da un legger solco nel vertice per l'articolo
colla seconda falange'^ sì ancora da una pic-
ciola fossa, la quale entro di se riceve il picciolo
tubere della falange che gli succede nella pie-
gatura delle dira ; come V ol cerano (N. 247)
si riceve dalla fossa dell'omero; sì finalmente
è marcato di fossette ri tonde in ambi i lati ,
in cui sono ritenuti certi legamenti.
272. Ouasi la stessa è ancora la fabbrica Q^'^'^^^'^"*'-
111 1 ri ■n-i-'ì^ 11^^ seconda fa-
della seconda falange. Evvi diiierenza nella lange.
grossezza, e lunghezza minore, e in quella
cavità glenoidea , nella quale si articola colla
prima falange. Imperciocché questa cavità è
composta cH due cavità minori , essendovi posta
in mezzo una eminenza leggere e ottusa per
accomodarsi al seno del capo inferiore della
prima falange: e inoltre dalla parte della
palma l'estremità corrispondente alla prima
falange cresce in un minimo tubercolo, il quale
nella piegatura eli questa falange è ricevuto
da quella legger fossa (N. 271), la quale sta
scolpita nella estremità della prima Falange
nella medesima parte : al contrario questa
medesima estremità verso il dorso è terminata
1 1
all'ili nella
ttrza k
163
da un labbro , ossia cresta piegata a foggia
d'arco alquanto verso il metacarpo.
373. Finalmente la terza falange la più
picciola di tutte ha una singoiar figura : im-
perocché rappresenta una piramide colla pun-
ta capitata , la quale insieme col corpo è cosi
compressa , che , dove le dita si guardano , i
lati di questo o=;setto sembrano acutamente
assottigliati. L' estremità corrispondente alla
seconda falange piti larga e p'ù grossa essen-
do^ è fornita d'una doppia fossetta con una
appena visibile eminenza ottusa frapposta , af-
finchè in questo arfe'colo più bene s'adatti col
capo deir ossetto confinante. E a questa estre-
mità vi sta parimente posto d'attorno un lab-
bro un po' più incurvato ad arco , il quale
nella s<^c]e di mezzo in ambe le faccie è al-
quanto prom'nente singolarmente dalla parte
della palma con una qualche asprezza: la qual
asprezza assai sen?ib le nell' apice capitato di
questa falange dalla medesima parte , io la
crederei d.ua dalla natura a tal fine, acciocché
i tendini flessori della medesima falange fos-
sero ricevuti in un più fermo luogo.
Quali mot; 2,74. Le ossa delle dita, di cui abbiamo
lai e ano le '
falangi. parlato finora , hanno le estremità vestite
d' una caitilagne, per essere il moto dei diti
più libero, e più spedito. Questo poi appar-
tiene solamente a pegarsi,e a stendersi, ec-
cettuata la prima falange, la quale si muove
i63
anco lateralmente; e quindi fa che le dita a
parte s'avvicinino, o si allontanino dal pollice
a piacere.
275. Le mani poi ci fnrono date per rice- vnn-aR-;! dei-
vere sì generalmente, per cosi dire, che spe-
cidlmenre: impt^rciocchè o lo facciamo con tutti
i diti insieme tal volta, o separatamente; col
pollice, vale a dire, e coli' indice, e coi se-
guenti diti. Per questo motivo e tutta la mano
è concava nella palma, e la cavità si può far
più profonda , se pieghiamo la prima falange
di tutti i diti ; e tutti i diti furono formati
non di un osso solo, ma di tre; e finalmente
si puonno i diti disgiungere da se, e quindi
addattarsi a pigliare corpi più o meno grandi.
E chi non sa quai vantaggi ne derivino dal
solo stringere ? Ma molti corpi ancora esplo-
riamo colle mani, li comprimiamo, li riten-
ghiamo, li sostentiamo, e a quasi innumerevoli
uffici ci servono le nostie mani .
CAPO UNDECIMO
JD:Ue estremità inferiori .
276 l^iccome le estremità superiori P^n- 3^5^!^"^
dono dalla parte superiore del Torace, ovvero ^^''"'^ 1= i°f<^-
del Petto, così nella Pelvi, la quale circoscrive ti.
JÓJL
i confini dell' abclome inferiormente, sono inse-
rite le estremità inferiori , ognuna delle quali
è composta del f'^more, gamba, e pied" . 11 fe-
more e la gamba costituiscono la colonna, e
il piede la base , su di cui poggia il capo col
tronco i e colle estremità superiori.
Qoai.eqaan- ^''/y. JLc 0553 componenti Tenreraità infe-
te Steno Is o»- ^ » ' _ A
sa ccmpoaeiui riore soiio il Favore^ la PatcìUi, ovvero Ro-
rìpri. tuia, la Tibia, la Fbala le ossa del Tarso ^
del Metatarso, e delle Dita. 11 femore è un
osso solo in ciascuna estremità, cosi la Patella,
la Tibia, e la Fibula; il Tarso è fatto di
sette ossi; il Metatarso di cinque; le Dita di
quattordici; laonde trent' ossa almeno sono le
componenti l'estremità inferiore.
Del Femore.
Qaaiicosedsb- 2 "8. [\ e\ Feiìiore^A di mestieri conoscere
bonsi notare " ,
«.iFemors. Ja tiguTa : la sostanza; il corpo; le due estre-
mità; le prominenze; le cavità particolari; le
connessioni; i movimenti; e finalmente il suo
u>^^o E parlando principalmente della figura, il
"''"fir,?"! ^"^more è Tosso il piìi lun^o di tutte le ossa
^ft f libala ) tv i ti?
(wdiuieuto . umane, e gro'^so insieme, e pieno di midolla;
imperciocché egli lia in gran parte una fistola
puitto?to ampia piena di midolla, e le estre-
mila spungose tUigide d' un succo midollare.
65
La forma egU ha cT un cilindro luingo ♦ che A
poco a poco si allarga nelle estremità^ e più
ancora nelT inferiore. Sebbene a prima vista
sembri porgersi in retto, nulla meno però egli
è alquanto inflesso in guisa, che gobbo si mo-
stri nella faccia d' avanti , e concavo 'n quella
di dietro: e al di sopra inclini esternamente,
e al di sotto un poco all' interno
279. L^estremtà superiore è formata in un ^^^
Che dk'bhan
are riMÌla
utremirà su-
pericre .
capo globoso, coperto d" una legger cartilagine
nata seco, il qua! capo porta scolpita una fojsa
non lungi dal suo centro ( un poco interna-
mente cioè , e insieme inferiormente ), tra la
qual fossa rinserrasi un legamento chiamato
terete (N 208). La grandezza di questo capo
è tale quale possa agevolHjente contenersi nella
cavità ischiatica (N- 20^)). Fuori di questa
cavità il capo si assottiglia un poco formando
il collo \ il quale obbliquamente all'esterno
discendendo è pertugiato di molti forami fatti
dalla natura per trasmettere i vasi; egli è
fatto d'una sostanza spungosa , e quindi non
difficilmente si frange dai colpi esterni ; e ad
esso metton limite in certa guisa due linee:
una posteriormente molto eminente, e grossa;
anteriormente l' altra appena sensibile , e un
poco aspra.
280. Queste linee uniscono insieme due prò- ^«^1' .ì'P"^*'
X la cavità ap-
Hiinenze , ossia apofisi , che sono al collo , le Frtengono.i-
i ^ 1 estremiti S9r
quali si chiamano trocanteri , ({\xdiSi che aves-perte».
i66
sero fine in esse i muscoli ruotatori (lei fe-^
moie ; sebbene ciò si avveri manifestamente
negli estensori, e ne' flessori ; i ruotatori poi
coli' altra estremità loro s' infieriscono in una
certa fossetta, la quale internamente giace vi-
cina alla radice di quella tra queste due apo-
fisi , la quale dalla sua grossezza piuttosto in-
signe chiamasi trocantere maggiore, e la quale
è esteriore, e superiore; mentre al contrario
r altra eminenza posta inferiormente e insieme
posteriormente all'interno chiamasi trocantere
minore \ quello ossia il maggiore ha una su-
peificie larga, ineguale , ed aspra; questo poi,
cioè il minore i liscia, prominente ^ e ritondetta.
Che debbasi rjBi. Sotto oueste eminenti linee, che il
osservare nel 1
corpo del Fé- collo abbracciauo, e i trocanteri uniscono, si
more . ^ • i •
produce il collo medesimo duro e forte m dia-
fisi , ossia corpo dell'osso, il quale in avanti
quasi rotondo , e liscio , posteriormente si fa
aspro da una prominenza come da una spina
più grossa, aftinché certi muscoli in questa
spina, come in sede più ferma siano ritenuti
dove coi loro corpi, e dove colle loro estre-
mità. Di questa spina l'origine principale, e
spesse 6ate non poco rilevata , si è dalla ra-
dice del trocantere maggiore. Dissi principale,
perchè dalla linea anteriore (N 279) o al-
quanto sotto di essa discende un' altra linea
prominente un poco, ed aspretta, la quale
accostandosi a poco a poco all' indicata spina ,
miti inferiore.
167
finalmente a mezza diafisi concorre con essa
a formare una spina pin grossa : di poi queste
linee, o spine meno eminenti si scostano
vicenvievolmente , e inferiormente producen-
dosi sempre più divergendo ( perchè il corpo
dell'osso inferiormente si fd largo ) terminano
finalmente in due eminenze laterali una per
parte, le (piali sono chiamate condili, appar-
tenenti all'estremila inferiore del femore.
282. Intanto il corpo dell'osso spiegandosi aeneiiWri-
in piano si fa raen denso e duro, ed aperto
di molti forami , per cui passano i vasi , viene
a formare l'estremità inferiore del femore, la
■quale termina in due grossi tubercoli , o ca-
pezzoli rotondi più elevati nella faccia poste-
riore, che nell'anteriore con un seno trarnmezzo
più profondo in questa sede. Questi capezzoli
poi mirati davanti hanno una grandezza ine-
guale ; imperciocché quello che sta alT interno
è più prominente dell'esteriore; e questa ine-
guaglianza di tubercoli devesi massimamente ai
condili poco fa accennati. Tra i condili e que-
sti capezzoli havvi una fossetta , e singolar-
mente sotto il condilo esterno, entro la quale
vi sta per lo più un ossetto detto Sasamoideo .
Nel seno che divide l'uno e l'altro capezzolo
sta la Patella, ovvero Rotula, la quale si
articola ancora con alcuna parte dei capezzoli .
Posteriormente nel medesimo seno , per cu i
passano i vasi dal femore nella gamba si ve-
connessioni
168
dono alcuni segni come fossette più leggieri <}
a cui tenacemente si attaccano i le<>;amenà
(N. 114, 1 1 5) crociformi, i quali legano que-
sta estremità del Femore col capo dell' osso
della Tibia.
ao3. li Capo del Femore , come abbiamo
^.:'!'l':?!"' detto altrove, è rinchiuso nella cavità ischia-
tica , e dentro a questa muovesi liberamente
in ogni parte con un moto più aperto di quello
esercitato dalle ossa innominate ; conciosiachè
stando il Femore immobile, la cavità ischiatica
scorrendo sopra il capo di quest'osso si piega
in diverse parti. Vien poi ritenuto tra questa
cavità massimamente dal legamento cifiare ,
ossia orbicnlare (N. i>4, 11 5), ma assai poco
dal terete, ossia rotondo, imperciocché tagliato
il primo legamento , il capo del Femore cade
fuori quasi affatto dalla propria cavità , e per
lo contrario mancando il terete (i), il medesimo
(i) Narrano alcuni amori la mancanza di questo
legamento senz^ che ne sia seguita la lussazione del
Femore. Vedi Genga Anat. chir. , ed il CU- Palletta ad.
Chir. prima. Io stesso pure viti] pochi anni fa il me-
desimo in arabidue i femori d'un cadavere virile. Da
una qualche causa interna il legamento terete era di-
strutto, anzi lo era stato da lungo tempo ^ imperciocché
la fossetta dell'acetabolo, e quella che trovasi nel capo
del Femore erano sparite , essendovi restata una macchia
atro-rossa nella sede dell'una e dell'altra fossetta, co-
perta essendo d'una tenuiseima lametta cartilaginosa.
Pure alla mancanza di questo legamento terete quell'uà-
169
capo rèsta nell' acetabolo. Per altro a rite-
ner questo capo entro la sua cavità servono
ancora quei muscoli , i quali muovono il Fe-
more entro il tante volte nominato acetabolo.
L' estremità inferiore , ricevuti essendo i suoi
tubercoli tra le due cavità, che sono scolpite
nel vertice superiore della Tibia, frammettendosi
due cartilagini semilunari (N. 109) poggianti
all'istesso vertice della Tibia, l'estremità, dì-
co, inferiore si articola colla Tibia ; e viene
rassodato V articolo , conservandosi la liber-
tà del moto , tanto dal legamento cap?uiare
(N. I I 5) quanto dai crociformi (N. 114» * 1 ^)
sì finalmente da altri legamenti , i quali da
ambe le parti obbliquamente discendono parti-
colarmente dai condili nel capo della Tibia , e
della Fibula .
284. Articolandosi a questa maniera il Fé- P"^J|f,"JJi
more si può muovere in tutte le direzioni : ^'^ ^,'°*'
imperciocché si piega , si stende , s' avvicina
air altro Femore, si allontana da quello più,
o meno, ruotasi d'avanti all' indietro, dall'estre-
mo, mentre vivea, conosciuto da moltissimi di questa
città ne tampoco zoppicava. Adunque il ligaraento fu
forse duto solamente per contenere nella propria sede
il Feinorc. Esempj di tal sorta, e il capo del Femore
cacciato fuori quasi affatto dall' acetabolo dopo il taglio
del legamento orbicolare sembrano dimostrare essere stato
ordinato ad jJtro fine forse più utile, ma non ancora
ben conosciuto.
bili
170
no all'interno, e così a vicenda. Anzi nella
prima specie eli ruotamento il finocchio e il
piede insieme all' indentro si girano più o me-
no , e si voltano al di fuori ogni cjual volca
che il Femore si muove dall'interna, e poste-
rior parte nell'esterna, e anteriore.
285. Se poi consideriamo gli usi dei Femo-
aori. ri, dal detto fin qui sono abbastanza manifesti.
Imperocché non solamente sostengono il tronco
colle gambe, e co' piedi, ma tra gli usi loro
molto devesi apprezzare quel moto, oltre gli
altri poco fa accennati , col quale secondando
i movimenti delle gambe, e dei piedi traspor-
tano ovunque il tronco . Inoltre ferrai tengono
molti muscoli , e lasciano ogni libertà a varj
movimenti dell' istessa gamba. La quale se a
noi piace di piegare molto, tanta è posterior-
mente la prominenza d'ambidue i Femori , così
che il capo della Tibia tradotto a non poco
tratto sopra quei tubercoli come sopra girel-
le, può percorrere un arco piuttosto insigne
avanti di offendere nella faccia posteriore del
Femore , la quale impedisca una maggior
piegatura.
171
Della Patella ossia Rotula .
2,86. /ibbiamo detto la Patella ossia i?o-Qnaii cose deb.
, I . , 1 1 ■ - I hansi conside—
tuia seder sopra il seno che divide amerior- rare neiu Pa-
lliente i capezzoli , o tuberi, che costituiscono*" "*■
r estremità inferiore del Femore; in essa pure
hanno a considerarsi la figura, il sito, la so-
stanza, la faccia anteriore, e la posteriore, le
eminenze, le cavità, le connessioni , i movi-
menti , e gli usi. A prima vista la Patella , sua figura,
che tra gli ossi piccioli collocar deesi , è sub-
rotonda. E in fatti la sua lunghezza appena,
oppure niente supera la larghezza ; tuttavia
se più attentamente si osservi, è composta co-
me di quattro orbicoli , i quali nelle quattro
estremità di lei disposti in forma di croce cre-
scono dal lembo o circuito di essa . Quello di
questi orbicoli , che corrisponde al femore , è
meno eminente degli altri, più di tutti quello
verso la gamba ; il luogo di mezzo tengono
in grossezza quelli che occupano i lati della
Patella.
287. Sta ella in fine del Femore, e da-sit«'
vanti : poiché si articola con quel seno , che si
frappone ai tuberi del medesimo Femore . Ma
non è così inerente a questo seno , che secondo
i varj movimenti della gamba non possa la
sns facci* .
Patella portarsi sii e giù per quel seno. Per
Easnasojt^n. altro T OSSO, cli CUI è fabbricata la Patella , è
duro assai e tiagile , cosicché percuotendolo
va per l' ordinario in pezzi ; internamente
però è d' una sostanza spungosa , le di cui cel-
lette sono assai picciolo .
Namero , e 288. Hawì Una Rotula per femore i ha due
faccie una posteriore, anteriore l'altra: que-
sta gobba nel centro, aspra da certe linee un
poco elevate, e paralelle , in mezzo alle quali
vi sono delle incisure , o solchi lineari ; nella
circonferenza poi , e principalmente nell'estre-
mità superiore vi si vedono delle leggieri mac-
cature , in cui si affiggono in qualche parte
i tendini di certi muscoli estensori della 2,am-
ba . La faccia posteriore poi vestita d' una
cartilagine seco-nata offre una linea promi-
nente e ottusa prodotta seconda la lunghezza
della Patella. Questa prominenza è quella,
che si riceve dal seno frapposto ai tuberi del
femore; ai cui Iati vi sono due leggeri fossette
d' inegual grandezza per potersi adattare ai
capi ineguali del Femore istesso, che compren-
dono quel seno. Ambedue queste faccie termi-
nano inferiormente in un orbicolo maggiore >
quasi in una ritondetta papilla .
Connessioni. ^^9- I muscoH esteusori della Gamba gros-
si, e robusti non solamente s' inseriscono coi
tendini suoi nella parte superiore di quest'osso,
ma traducendosi sopra 1' istesso, come sopra
'7^
Tina girella ; f attaccati colla sna faccia ante-
riore oltre la Patella tliscendono ; quivi uniti
p il strettamente insieme , e contratti in un
funicolo minore, ma più duro si affio;gono a un
certo tubercolo , il quale anierioimente sia
prominente nella Tibia no po' sotto il capo
superiore della Tibia medesima. Oltre di che
il legamento prodotto dal muscolo fasdalata
adatta in qualche maniera , e rinserra nella
sua se<\e la patella vicino al Femore ^ e da
lungi alla gamba .
290. Accennammo poco fa muoversi la Patella «."'o aii'i
air insù , ed all' ingiù; il primo si fa nella ^*'*"''
stensione della gamba, l'altro nel piegarla.
Ma quando sono lassati i muscoli estensori
della Gamba, si può muovere ancora un poco
lateralmente , ma non con un movimento
procedente dai muscoli, ma da una qualche
potenza motrice, la quale applicata esterna-
mente alla Rotula , e agendo su di essa , o
la caccia all' interno o all' esterno: che se la
potenza motrice cessi d'agire, nel suo primiero
luogo subito ritorna .
391. Devesi a quest'osso quella prominen- ^'"'
za, che propriamente chiamasi Ginocchio^ sopra
cui alle volte stanno ap])oo;giati e femore , e
gamba. Da essa dipende in certa maniera
l'agilità della gamba, ed una minor fatica dei
muscoli estensori della gamba; poicliè fa l'i.^-
fiiio di girella , onde avviene che i fini di quei
174
muscoli formino un angolo meno acuto colla
tibia stessa che stendono, alla (j^uale tenace-
mente sono attaccati .
Della Gamba ,
Cose da OS- 292. |_j » Gamba, su cui appoojsia il Fe-
»erv arsi nel- , „ ,. , l'u mi.
la Gamba, more , oguuna e hitta di due ossa; dalla i ibia
cioè , e dalla Fibula , ossia Perone . In queste
due ossa , come s' è fatto delle altre , sogliono
considerarsi dagli Anatomici il sito , la gros-
sezza, la figura, la sostanza, il corpo, 1' estre-
mità , le prominenze . gli scavamenti , le con-
nessioni, e gli usi. E in quanto alla figurala
Sua agora. Tìbia rassomiglia un lungo bastoncello, e cras-
so, quantunque la sua lunghezza non arrivi
a quella del Femore. Gli estremi del baston-
cello sono in certa guisa rotondi , ovvero ter-
minano in un capo^ e il loro superiore è più
ampio dell'inferiore. Scorre un seno per l'asse
del bastoncello, che contiene la midolla ritenuta
dalle estremità che non sono perforate.
Sito, e sua 293. La tìbia poi sottostante al Femore è
wasjigie .• . , iiin-Li 1
situata mternamence riguardo alla libala, la
quale è posta all' esterno; la qual Fibula non
pot?a supplire alla tibia, poiché inetta sarebbe
a sostenere il tronco, essendo ella molto piìi
I 75
gracile della Tibia, la quale perciò è assai
più grossa e robusta.
2c)4 L'estremo superiore, ovvero il caipo l^^'J]f^^l
è spungoso avente molti forami per ricevere i^apo supino-
vasi, non altrimente che l'estremo inferiore
ancora. Questo capo è composto come di due
tubercoli insieme uniti, de' quali l'interno su-
pera in grandezza qualche • poco l'esterno.
Queste tuberosità mirate nel loro vertice, dove
si uniscono col Femore , hanno un segmento
ovale : se non che in mezzo alla faccia ante-
riore, e più ancora nella posteriore terminano
con un lembo convesso, ovvero più compresso.
295. In questa estremità superiore, e nella degna^wr-
sua cima veggonsi due fossette maggiori , os- ^^^'^ "^ ^'"=~
siano cavità glenoidee , non solamente vestite
d'una leggier crosta cartiJdginosa , ma su di esse
s' appoggiano ancora altrettante cartilagini se-
miiunaii (N 109); le quali più crasse essendo
nella circonferenza, assottigliandosi a mano a
mano quanto più s'avvicinano al centro ;, il
quale è aperto da un quasi rotondo forame ,
e qu^■sto piuttosto insigne, facili secondano i
movimenti delle ossa , tra quali s' interpon-
gono. Fra queste carril-igìni sorge un'eminenza
dall'osso sottostante per l'inserimento dei le-
gamenti irociformi (N. 1 1 5) ; e dietro questa
eminenza evvi uno scavamento minore , in cui
ha luogo la glandola mucifera. A questo sca-
vamento è continuo posteriormente un certo
1^6
solco , il quale divicle quasi i tubercoli della
tibia in questo luogo , e si spiega in una fossa
maggiore oblonga , ma poco profonda , per cui
passano dei vasi maggiori , e i nervi principali
dal Femore nella gamba . Questa fossa fa la
parte inferiore di quella regione che chiamasi
poplite (N. 64). A questa fossa sta appresso
nell'elevatezza esterna, e posteriormente una
certa piccola faccia , la quale è coperta di
cartilagine destinata per l' articolazione colla
Fibula o perone. Finalmente in avanti subito
sotto questo capo della Tibia avvi una lunga
elevatezza non poco eminente alla superficie
dell'osso medesimo, in cui si attaccano tena-
cemente i tendini dei muscoli estensori della
f^, ,. ,„. o;amba .
viali cote D
debbaasi 01- 206. Sotto l' clevatczzc componenti il capo
«enrare nel ^ 1 1 nri • •
corpo d«ii» superiore della Tibia , si contrae a poco a
poco la Tibia stessa, e va nel corpo dell'osso
assottigliandosi per gradi fino quasi all' estre-
mità inferiore; alla quale quando s'avvicina,
di nuovo si fa più largo. Questo corpo è for-
nito di tre coste ossia spine , delle quali quella
che è più prominente sta in avanti; l'altra
interna, e T altra finalmente esterna. La prima
principiando sotto il tubercolo poco fa (N. 292)
indicato percorre circa due terzi dell' osso , e
poscia deprimesi alquanto , e svanisce ; all' al-
tra dà principio posteriormente un poco sopra
la mezza altezja di tutto 1' osso un' aspra prò-
l'e-
minenza oblunga, a cui giace appresso ester-
namente un canaletto per cui passano i vasi
entro la midolla. Inerente a questa asprezza
sta nel suo principio il muscolo Soleo ; e ([ue-
sta spina interna similmente a gradi svanisce,
sebbene meno evidentemente di quclia che sta
in avanti . La terza spina finalmente più lunga
delle iìltre principia subito sotto il tubercolo
esterno della tibia , e si produce fino al lenìbo
tleir estremità inferiore di essa, colla quale si
articola col piede. Annettesi a questa spini
esterna un certo ligamento connesso colla fi-
bula, come nel Cubito havvi un altro simile
ligamento tramezzo l'Ulna e 'l Radio (N. 249).
Sono inerenti alla Spina interna alcuni mu-
scoli; quella d'avanti poi oltre il periostio è
coperta dai soli integumenti comuni.
297. Sotto la S|)ina d'avanti, non altrimenti '?"''''=°""'^'
che sotto 1 interna, u corpo deli osso cominciarare neiu ,.
/• • 1 • • 1 - stremità inf.'
a larsi largo, e insieme rotondo in certa ma-r^redeikT^
uiera, dove costituisce il capo, ovvero estremità '''*■
inferiore della Tibia. Il vertice di questo ca-
po , pel quale si connette col piede , a questo
medesimo fine ha scolpita una cavità glenoidea
compresa nel lembo iiiarcato posteriormente
e più ancora in avanti, a cui si stende sopra
una tenue lametta cartilaginosa coerente colla
sostanza dell' osso . Affinchè poi il piede più
del necessario non fosse impulso o in uno, o
nell'altro lato sotto la Tibia, e quindi tutto
1 2
J78
il corpo facilmente cadesse a terra , nei Iato
interno della Tibia dai corpo dell'osso discende
una grossa apofisi , la quale forma il malleolo
interno articolato collo stesso piede; e a questo
istesso capo diede la natura uno scavamento
nel lato opposto di una figura triangolare ,
nel quale inserita la Fibula e tenacemente
aderendo col suo capo prodotto inferiormente
viene a formare il malleolo esterno ; donde il
piede rinserrato da queste due laterali promi-
nenze, e circondato da robusti legamenti, piii
fermamente si contenesse nella sua sede.
Anicoiazioni 298. Siccomc po] qucsto capo inferiore della
ibia. qpji-jjg^ ppj, mezzo dell'articolazione si congiunge
col piede, cojÌ il capo superiore si articola
coir estremità inferiore del Femore. Il qual
congiungimento affinchè più tenace sia, olire i
legamenti crociforrni (N. ii5) vi concorrono
e le cartilagini semilunari (N 109) stese so-
pra questo capo , e il legamento capsulare
(N. I i5) il quale strettamente abbraccia tutto
l'articolo. E quelle cartilagini danno fermezza,
perchè crasse, come dicemmo, nella circonfe-
renza, tenui nel restante del tratto, e aperte
con un ampio forame nel centro accrescono la
profondità dell' uno e delT altro scavamento
glenoideo, per lo che i tuberi del Femore sono
nn poco pili ricevuti entro cpieste cavità .
checosasia 299. Giace estemamentc alla Tibia la Fi-
la Flbia ; e . , , . . . « ,
buia, la quale parimenti e un osso iungo.
17Q
pareo-filando la Tibia nella lunghezza, r,]a non ,iio <ii)'>asi
nella grossezza; perche siccome abbiaiiio già „,^_
detto, è molto più gracile , ed in qa^-sto oìso
come neo;li altri dearvionsi con^ide^a^e silo ,
o oc
sostanza, corpo, estremità, e gli usi a cui
serve .
3oo. Ella è posta all'esterno della Gamba, ;;"^j";:::;;;:
e la sua sostanza è dura e alquanto friabile. >='' •
Vuota in tutta la lunghezza, o almeno per la
massima parte entro contiene la midolla.
3oi. 11 corpo di quest' osso è quasi trian- ^'"'"i"'-
golare ; imperocché vi sono tre coste elevate
delle quali la più eminente sta verso la tibia
e serve per aflio;gervisi in essa il legamento
interosseo.
3o2 Le estremità della Fibula figuraiìo due r, vomiu .
capezzoli continui al corpo delTosso, superiore
uno, inferiore l'altro, coperti ambidue da una
croata leon-iere, ma soda cartihiL^inosa . Quella
nella sommità ha una superficie piuttosto am-
pia, obbliquamente alquanto discendente all'in-
terno , e perciò inclinata verso ìa tibia: l'in-
feriore poi anch' esso è dotato d' un' ampia su-
perficie piuttosto gobba e quasi triangolare ,
prolungasi oltre la tibia onde formare il mal-
leolo esterno posto un poco posteriormente a
proporzione del malleolo interno.
3o3. Il Capo superiore nella sua sommità s«i'\an;<oia-
connettesi colla faccia (N. 292) scolpita poste- nVssiouL.
riormente nel tubercolo esterno della Tibia ;
e io questa sede sta coerente colla Tibia me-*
desi ma , e da atti legamenti viene assicurato.
L' ampiezza di questo capo paragonata colla
ij;racilità del restante dell' osso fa che la Fi-
buia nella sua parte superiore sia più disgiunta
dalla Tibia che nell'inferiore . poiché nel di-
scendere s" avvicina alla Tibia slessa partico-
larmente avanti di gonfiarsi nel malleolo, in
quanto che si riceve da quella cavità triango-
lare (N. 297) la quale si vede nell'estremità
iuterna della Tibia nella sua faccia esterna.
Tra questa cavità la Fibula è tenuta immo-
bile , ma il malleolo è coerente col Talo con
lina mobile articolazione^ la quale viene ras-
sodata tuttavia da convenienti legamenti che
li tenQ-ono connessi .
o
iM della 304. La Gamba formata dalle descritte ossa
piegasi solamente e si stende stando, se si
vuole immoto il femore, e secondando neces-
saiiamente il piede. Se si accosta, se si di-
scorta, se si ruota esternamente o interna-
mente, questi movimenti debbonsi attribuire al
femore, con cui si congiunge la Tibia, e ai
di cui moti ella obbedisce. Imperciocché la
Tibia non sì può muovere nei suoi capi né
scorrere lateralmente in guisa che col Femore
o col piede formi un qualche angolo^ sebbene
ottuso assai. Credo che a nessuno possano es-
Feie ignoti i vantaggi della Gamba o piegata,
o stesa . Ma i tubercoli e le coste tanto della
(jfiiuLa
1 O I
Tibia , che della Fibula , come anco il lega-
mento medesimo interosseo servono a ritenere
le estremità di molti muscoli ; anzi i tuber-
coli fanno le veci di tioclee, sopra cui con-
dotti certi tendini fanno che con minor di-
spendio di forze i muscoli muovano quelle
parti a cui appartengono.
Del Piede j e prima del Tarso.
I,
305. 11 Piede i il quale tutti sanno esser r>; (jnaii p,rK
• I . . ., sia composto
la base su cui sta appoggiato tutto il corpo, u Piede.
è composto dal Tarso, Metatarso ^ e dalle
dita. 11 Tarso è fatto di certe ossa, nelle q,^,j ^^^^ ^j
quali fa di mestieri avvertire il sito, il nu- '^'=''''"" ""-
i _ ^ tare nel Tar-
mero , le regioni, la figura, la costanza, le *°-
articolazioni 5 e le connessioni, ed altre cose
ancora.
306. Il Tarso è situato sotto la o-amba ^"^ *'*»"''"-
O ne , composi—
tra la gamba istessa e il metatarso, ed è^'""«'eso-
composto di sette ossa, cioè Astragalo, Calca-
gno, dell'osso Naviculare , del Cubaideo , e di
tre ossi che si dicono Cuneiformi, de' qui<ii
tutti la sostanza è più o meno spungosa, ma
tuttavia robusta.
307. Questa ])arte del piede insieme col ^.'"^'""i p^"'"-
■jl/l . * cipali dal pi«-
Metotarso , e si vuole ancora colle dita, dove <'«
mira la terra e la toc^a si chiama la pianta
Che d,
"(SsiTvur.
1' Aslra.iralo.
182
(lei Piedi; e al contrario il Dorso dove guarda
nella parte opposta, cioè superiormente. Fra
le ossa componenti 1' Astragalo , ed il Calca-
gno ve ne sono alcuni che non si possono
assomigliare a veruna figura delle conosciute
le qucili abbiano una cpialche simmetria (1).
3 0(3 Frattanto però 1' Astragalo > che dai
r,ss,ivaro nri- latini Ai detto Tulo, è composto d'un corpo
superiormente elevato , il cpiale è marcato
d'un ampio ma poco profondo seno, sopra cui
si muovono i lembi inarcati (N 29;;') circo-
scriventi il capo inferiore della Tibia ;, è inoltre
vestito d'una soda cartilagine, per opra della
quale si articola colla cavità glenoidea di que-
sto capo della Tibia Anteriormente a questo
COI pò vi si aggiuo;ne una fossetta prodotta in
lina arrossa tuberosità, che inferiormente ha
due f^ccie alquanto concave in cui si dispiega.
La fossetta nello stendersi il Tarso riceve il
lembo nu'cato d'avanti (N 297) della Tibia ;,
affinchè lo stesso Tarso possa maggiormente
(1) Dicesi che l'osso àAV Astragalo abbia ricevuto
il nome dalla sua figura quadrilatera ; imperciocché di-
cesi simile ad alcuni ossetti quadrilateri, co'quali giuo-
cavano gli antichi, i quali nominivansi astragali. Se
questo poi sia un osso quadrilatero, lasciamo ad altri
il deciderlo Per altro chiamasi ancora Talo, perchè
occupa r infima parte della gamba, cowie T altro osso
di< esi Calcagno, perchè è posto nella medesima sede
inferiore, e posteriore.
n, 5
estendersi ; la tuberosità poi fu fatta massi-
inamente per X articolazione coli' osso Navicu-
Jare. Fina I mente il corpo dell' Astragalo ad
ambi i lati è occupato da un seno, col cjuale
riceve inserito il malleolo corrispondente \ in-
feriormente poi con base larga , e questa
concava, ed esternamente prominente, fiap-
ponendovisi una cartilagine , tenacemente sta
coerente al calcagno posto di sotto.
3o() Onesto Calcamo poi, a cui diedero ^ eie i„i
/■' 7 , ., .. Calc;iii»u .
anche il nome di osso l'alce, e il pm grande
deoli ossi del Tarso :, ed è collocato nel luoa;o
più inferiore di tutti. Cresce posteriormente
in una assai ampia e grossa tuberosità , la
quale è eminente nel luogo infimo ; e questa
prominenza è una delle tre principali , sa le
quali poggiamo quando siamo in piedi. Questa
poi nella sede posteriore presenta una faccia
aspra alquanto, in cui s' inserisce il gran
tendine d' Achille . Internamente quest^osso ha
un seno , e tra questo seno prolungato abba-
stanza dal di dietro all' avanti vi stanno quasi
nascosti certi vasi e nervi, i quali si sparpaglia-
no poi per r altra parte anteriore del piede.
Superiormente è fornito d' una fossa insigne
di cui la parte che guarda all' indietro e
all' interno, elevandosi in una singoiar apo-
fisi minore come un labbro , si congiugne
coir Astragalo . Finalmente in avanti ed un
poco all' esterno si prolunga in un altra apo-
•ì 8 il
fisi maggiore, la quale è coerente colV ossa
Cuboideo, e lo sostiene.
QiiaJrniedeb- 3io. Col Calcagiio adunque per mezzo
causi noi are i? ^'1 • i
w Lubo.deo. CI una cartilagine non solamente si attacca
r Astragalo, ma l'osso ancora Cuboideo, chia-
mato con tal nome dalla sua fiojura : Nel
qual osso occupante la parte estrema del Tarso
notaqsi anteriormente due pieciole faccie^ colle
quali si connettono nelle loro estremità poste-
riori que'due ossi del Metatarso, che sono si-
tuati nella region esterna del piede. Due fac-
cie parimenti si osservano nel lato interno
dell' osso Cuboideo; una delle quali adattasi
air osso vicino Cuneiforme , T altra al Navi-
culare che or ora descriveremo, in guisa che
si leghino con V uno e V altro di questi ossi .
Finalmente la snperior superficie del Cuboideo
è quasi piana , V inferiore guernita di scava-
menti, e di elevatezze, tra le quali devesi
rimarcare un solco, per cui scorre il tendine
del peroneo muscolo posteriore infisso nel me-
tatarso del Pollice.
^.nMn^l^-a- 3i I. L' OSSO Nuviculare , che anch' egli ha
sortito il nome daHa sua figura, sta nel lato
interno del Tarso subito avanti l'Astragalo.
»i li.
jja sua superficie superiore, e principalmente
jilla parte esterna rappresenta un arco che
colla sua estremitcà guarda all' insù: l'inferiore
è sparsa qua e là di seni, e di prominenze.
La faccia posteriore scavata in un' ampia e
i85
piuttosto profoncla fossa , e generalmente ro-
tondeita riceve il tubercolo (N. 3o8) dell'Astra-
galo , ovvero Talo \ X anteriore offre tre piani
aventi dei iesoiier seni , in cui altrettanti ossi
co
s'attaccano detti Cuneiformi, finalmente 1 ester-
na conviene , ed è coerente col lato interno
del Cuboideo.
3 12. Quindi i tre ossi cuneiformi così chia- Q'^ii neic•-.
, , . , ,, , p ,, . neifonni,
mati anca essi dalia loro hgura stanno d avanti
a tutte le ossa del Tarso . Il primo di loro
più grosso degli altri e posto all' interno
sostiene il Metatarso del pollice ; 1' altro a
quesio vicino , e il minore di tutti sostiene il
secondo osso del Metatarso ; siccome il terzo
mno-giore del secondo nella 2;randezza il terzo
OD D
osso sostenta del Metatarso . Il secondo e il
terzo in quella faccia che corrispondono al
dorso del piede sono manifestamente appianati,
e in quella che corrispondono alla pianta ter-
minano in una punta assai ottusa. Al contra*
rio il primo Cuneiforme ha una larga super-
ficie particolarmente all'interno, ed inarcata,
un po' larga superiormente , e inferiormente
con una lunga cospicua tuberosità volgesi con-
tro la pianta .
0 1 3. Ouesce tre ossa si articolano posterior- 9■'^^".'^**f*.
e r ticolazions dei
mente col solo Naviculare: il primo Cunei- cuneiformi,
forme anteriormente col Metatarso del pollice
e con quello del dito vicino, e finalmente col
Cuneiforme minore. Ouesto Cuneiforme minore
i86
non tanto col Naviculare, e Ciinelformp prlmo^
quanto col secondo del Metatarso , ed il terzo
Cuneiforme: quest'ultimo poi col secondo, coi
Naviculare, col terzo osso del Metatarso, e
inline anco col Guboideo.
Aìtre eonnes- 3 ì à. NÒ solameute le cartila2;ini , che sono
«ioni (lei Cu- . *^
n iioirai , ed postc tra Tuezzo a tutti questi ossi , e a cia-
altvimovimeB- •■ . • !■ • i
ti. scuno di essi li congiungono tra loro^ e li
connettono. Imperciocché per più tenacemente
congiungeili tra loro, molti ligamenti ordinati
e disposti secondo varie direzioni si portano
da uno in un altro osso , e quasi per ogni
dove li comprendono tutti, e vicendevolmente
li legano. Quindi eccettuato il Tarso intiero,
il quale muovesi liberamente sotto la Tibia
per opra delT Astragalo colla Tibia medesima
connesso per una mobile articolazione , il mo-
vimento deo-li altri ossi del Tarso è assai
oscuro; il che avvisammo essere lo stesso an-
che degli ossetti del Carpo. Il Tarso inriero
poi muovesi con moti di estensione, di fles-
sione, di accostarsi od allontanarsi : anzi
si trae all' insù col resto del piede alquanto
internamente , pochissimo poi o quasi niente
all'esterno.
187
Del Metatarso.
;.A
3 1 5. ili Tarso, di cui abbiamo parlato ^"^«/"«^ *'*
1- il Metatarso
finora, succede in avanti il Metatarso; quindi e con quau
. . '■ . ossi conven—
abbastanza è nota la sua situazione occupando ga.
il luogo di mezzo tra il Tarso e le dita. E
composto di cinque ossa simili assai a quelle
che formano il ^Metacarpo nella mano. Con-
vengono ancora nel numero, ed havvi la me-
desima convenienza nella forma, nelle faccie,
neir articolazione , e nelle connessioni. Imper-
ciocché le ossa del Metatarso anch' esse pure
sono rotonde; vuote al di dentro con la midol-
la ; ì loro corpi sono forniti di leggieri coste ;
superiormente convessi; inferiormente alquanto
concavi, ed hanno l'estremità posteriore piutto-
sto tumidetta, e terminante in piane superficie,
al contrario poi 1' estremità superiore è guer-
nita di capezzoli rotondetti , e a proporzione
del corpo più grossi ; laonde vi restano degli
spazj tra corpi e corpi, i quali vengono occu-
pati dai muscoli interossei.
3 16. Havvi però una qualche differenza Qaai differen-
nella grandezza; imperciocché gli ossi del i^/e- Metltlno'Vi
tatarso sono un po' più lunghi di quelli dd ^^^^^'^^^''p'-
Metacarpo; di poi il Metatarso del pollice è
non poco più breve degli altri ossi del Meta-
tarso; ha un corpo più grosso, ed è più grosso
i88
il capezzolo anteriore, col quale si connette
colla prima falange dell' istesso pollice. Inoltie
gli altri ossi del Metatarso grossi posteriormen-
te, a poco a poco ma più sensibilmente si assot-
tigliano in avanti, ed il metatarso del dito pic-
ciolo (il quale è più corto di tre vicini) ha
posteriormente , ed esternamente insieme una
prominenza insigne, la quale è un altro punto,
per dir cosi, su cui poggiamo stando in piedi .
conginngimen- 317. SÌ con^iun^ono ouest' ossi tra loio
ti delleossadel ' p " ' . ,
Metatarso, ncll Una e nell altra estremità per opra di
legamenti , e con cartilagini frapposte si arti-
colano nella parte posteriore di maniera , che
il primo osso corrisp^ondenre al pollice, e ranto
il secondo quanto il terzo si connettano col
Naviculare ; il quarto e il quinto col Cuboi-
deo . Nella parte anteriore poi ciascuno con-
nettesi colla prima falange dèi suo dito .
E questi ossi parimenti ebbero il capezzolo
d'avanti un poco più grande, non tanto acciò
i diti più liberamente si possano muovere so-
pra quei capezzoli , e lasciare gli spazj tra un
corpo e r altro per ricevere i muscoli interos-
sei ; ma ancora affinchè questi capezzoli infe-
riormente somministrino le basi atte a soste-
nere il corpo retto in piedi ; e infine per far
]e veci di troclee , onde con minor dispendio
di forze alcuni muscoli , conducendo i loro
tendini sopra queste troclee, servano a fai e
più speditamente i movimenti delle dita.
189
ì)elle Dita de' Piedi .
3 18. x\l Metatarso succedono le Dita econqnaiiosw
le loro ossa , le quali nel numero , nel sito , ZH^r^^-
nella figura , nella sostanza , e nel modo di»*-
connettersi sono molto simili alle falangi delle
dita della mano. Le differenze consistono in e qnaii diffe-
ciò, che le due falangi del pollice in ragione
di quelle degli altri diti sono più grosse, e
che la seconda falange ha minor proporzione
alla prima di quello che nella mano , sì an-
cora che a poco a poco dal secondo al quinto
dito in guisa vada decrescendo in lunghezza,
che in molti scheletri umani questa seconda
falange raffigura un globetto alquanto schiac-
ciato , in cui la lunghezza è uguale alla lar-
ghezza . Finalmente un'altra differenza, ma
accidentale notasi tra le falangi dei piedi, e
delle mani , che alle volte la seconda falange
del dito picciolo, e talvolta ancora del quarto,
vale a dire del vicino al picciolo, sia rappigliata
insieme colla terza ( e questo principalmente
nei vecchi ) .
319. Sebbene dalle dita de' piedi non ne Aitriraataggi
vengano quei vantaggi, che si hanno da quelle p'^Ji"'^''* "^'^
delle mani; nulla di meno non si deve disprez-
zare quello, che si ha forse per camminare più
facilmente. Cedono le dita facilmente a queste
190
o a quelle pressioni , e ai moti^ dei piedi #
siccome sono composte generalmente di tre
ossetti, e l'estieinità del piede, o sia la punta
è composta di parti disgiunte Oltie di che non
è nuovo che o in mancanza o per impotenza
delle mani fanno le dita de' piedi alcuni offici,
che altronde soo;liono fare le mani.
32 o. Noi accennammo alcune elevatezze
au qnali pro-
mincnz» insi- uelìa pìauta del piede , su le quali come su
sia prijicipal- . , , . , . . .,
meme il pie- punti MDDiamo detto insistere 11 corpo ritto.
Oltre i capezzoli anteriori del Metatarso avvi-
sammo esser dato a questo officio e la parte
eminente del calcagno la più inferiore di tutte,
ed il capezzolo posteriore del Metatarso appar-
tenente al quinto dito. Ma il medesimo uso
ha un'altra prominenza ancora. E questa è
SrSrdho"" certo ossetto rotondo simile assai al Seme
pollice. f\\ Cece , e perciò chiamato Sesamoiclco . Di
queste ossa ve ne sono due nel piede , e que-
ste si veggono nella pianta del piede, e sono
quasi infissi nel capo superiore del Metatarso
del pollice. L'uno esteriormente e piìi profon-
damente^ l'altro più interno, e più promi-
nente; e perciò in quel capo del Metatarso
del pollice, che guarda la pianta, vi sono due
picciole faccie ( delle quali 1' esterna cade più
sotto i sensi ), a cui si adattano questi ossetti.
Qu:ii sia tra 32 1. Tra questi due ossetti Sesanioidei
questi ossetti ,, . , . ^ C 1
scsamoidei , l intcmo solamcute a mio credere torma la
che formi la » ''ii ì^*.*.'!
base. terza eminenza principale, Ja quale tutto li
1 ijl
corpo ritto sostiene. Inoltre questo ossetto
coir esterno parim>>"nu fa l' uffizio di troclea ;
imperciocché sopra ambiclue si conducono i ten-
dini di certi muscoli che piegano il poHice. E
queste prominenze principali sono in tal guisa
disposte, che se tirandosi dtlle linee si con-
giungono tra loro, fiuno un triangolo equila-
tero e ottusangolo. L' angolo ottuso è alla
sede del capitolo prominente dietro 1' estremità
posteriore del quinco BL'tatarso , gli angoli
acuii poi uno al Sesainoideo interno, e f altro
alla parie più infima del Calcagno.
32 2. Altri ossi Sesamoidei, che fanno le ^- ^"•^."""f .
■' Il trovino altri
veci di troclee si osservano ancora in altri simili ossati.
luoghi del corpo . Imperciocché nel metacarpo
del pollice delia mano, e alla fine della prima
falange uno ve ne ha , e tal volta ancora un
altro, e spesso due simili, od uno almeno, si
trovano nel metacarpo dell'indice sempre nella
sua estremità d'avanti e verso la palma; un
altro nella medesima sede al metacarpo del
dito auriculare; uno nascondesi nel condilo
esterno del femore , vale a dire nella sua fossa
(N 202); e alle volte ancora nell'interno;
ed uno se ne trova parimenti nel tendine del
muscolo peroneo posteriore che scorre sotto
r osso Cuboideo.
323 Tralascio di far menzione di altri Se- ^''' f! ^"^"'
osjetti se ne
samoidei , i quali non sempre si trovano. Seb- trovinoinai-
' _ r ^ tri luoghi am-
icene da alcuni ic ne accennino molti, e come eoo.
che da alcuni se ne siano attribuiti due a
ciascuna articolazione del Metacarpo e delle
dita , tuttavia afFenno asseverantemente spes-
sissime le volte non ritrovarsi cotai ossi, quan-
tunque abbia usato tutta la diligenza nelT in-
vestigarli. Dico spessissime volte, poiché alle
volte in certi vecchi assai , ai luoghi indi-
cati scoprii una certa specie d' un pezzetto
cartilaginoso incollato, per dir così^ coi ten-
dini; i quai pezzetti però, sebbene alle volte
più duri, tuttavia non si possono avere per
veri ossetti Sesamoidei.
FINE DELLA PRIMA PARTE .